Con nessun'altra

di All_of_me_loves_all_of_u
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Con nessun'altra ***
Capitolo 2: *** L'ultima volta ***



Capitolo 1
*** Con nessun'altra ***


Con nessun’altra

 
Luce.
«Perdonami se a volte non ce la faccio, se non riesco a rilassarmi al cento per cento. Per me è già tanto, non ci riuscirei con nessun’altra… con nessun’altra…»
Buio.

«Come sto?»
«Sei tutta scomposta, ma forse ti preferisco così piuttosto che quando ti metti in tiro.»
E la bacia. Alessandra si alza dal letto, senza preoccuparsi di mettere nulla addosso. Non siamo in un film e il finto pudore non è da lei. Entra in bagno, lascia la porta aperta, si guarda allo specchio. “Gli piaccio così…” pensa “e io che sono stata due ore a prepararmi prima di uscire di casa, non lo capirò mai quest’uomo.” Capelli scompigliati, trucco sbavato e un rossore in viso che non dava adito ad altre possibili interpretazioni. Lui entra e la stringe a sé, mentre lei continua a osservarsi.
«Quanto mi ecciti, Alessà, non puoi capire. Non ho mai provato una sensazione del genere con nessun’altra.»
Alessandra sente il suo membro premergli contro. Sussurra con tono malizioso «Luca, ancora…»
Lascia la frase a metà, investita da un fiume di parole: «Oh, se vuoi farti una doccia non ti fare problemi. Per me potresti pure dormire qua. Il letto è grande e in due si sta meglio. Domani mattina, con calma, io vado a lavoro e tu torni a casa, tanto i pullman passano ogni mezz'ora. Non te l’ho detto prima perché i tuoi li conosco, quelli rompono, lo so… Ora che ci penso ho anche i cornetti! Forse la nutella è finita, devo controllare…»
«Lo sai che non posso. Anzi, ora inizio a prepararmi che si è fatto pure tardi.»
«Dai, rimani ancora un po’ qua, è da tanto che non ci vediamo e poi la settimana prossima torno al paese…»
Alessandra continua a fissare il loro riflesso nello specchio. Presi singolarmente non potrebbero definirsi due bei ragazzi ma insieme formano una coppia stupenda, peccato che non lo siano. Per essere precisi non sono neanche una coppia.
“Rimanere qua a dormire, sì, sì… mi ha preso per scema probabilmente. Potrei anche farlo, poi però domani mi tocca sgusciare via come un gatto all'alba. Altrimenti al coinquilino poi che dice? Che la sua fidanzata è diventata improvvisamente liscia e nana?”
Alessandra non ricordava neanche più come era iniziata tra loro, chi aveva fatto il primo passo e come si era ritrovata a fare l’amante. Faticava anche a pronunciare quella parola, il cui nobile significato era diventato ormai un bieco marchio d’infamia. Non si sentiva una sgualdrina ed era maggiormente tormentata dal suo non sentire rimorso che dall’atto in sé. Lo amava, non c’era dubbio. Amava la sua parlata strana, i denti larghi, i riccioli ribelli. Faceva addirittura finta di ascoltarlo ogniqualvolta iniziava una filippica sulla politica, e ciò accadeva molto spesso. Alessandra di politica capiva poco o nulla: di sicuro era un argomento che non le interessava. Dava tutto e non le veniva restituito quasi niente.

Anche il semplice vedersi era un’impresa titanica. Si incontravano perlopiù a casa di lui, quando Gianni, il coinquilino, non c’era o era troppo impegnato per accorgersi di una presenza femminile nell'altra stanza. Tanto Gianni era stacanovista quanto Luca era scansafatiche. Nonostante vivessero insieme da due anni, non erano mai riusciti a instaurare un buon rapporto. Lui aveva la costante paura che Gianni potesse venire a scoprire della relazione. Era certo, nella sua irrecuperabile paranoia, che in tal caso Gianni non avrebbe perso un attimo a spifferare la notizia alla fidanzata, per vendicarsi della condotta non integerrima del coinquilino. Disordine era la parola d’ordine in casa loro.
 
Una lacrima inizia a scorrerle lungo il viso. Una lacrima muta. Solo lo specchio ne è testimone, gli occhi ciechi di Luca non riescono a guardare oltre l’immagine sbiadita dei loro corpi nudi. Lei, invece, si vede improvvisamente vestita di bianco, al fianco del suo uomo. Sente l’Ave Maria di Schubert e il pianto sommesso di amici e parenti. Non è mai stata religiosa ma questo pensiero le turba la mente.
La voce di Luca la scuote: «Oh, forse è tornato Gianni, ho sentito un rumore di passi proveniente dall’altra stanza. Fa’ piano, non sia mai sente qualcosa!»
La voglia di urlare e spaccare tutto quello che ha a tiro la invade. Sente qualcosa rompersi dentro di lei, un’improvvisa esplosione. È solo un attimo. Cerca gli slip ricamati, indossati appositamente per l’occasione e caduti in terra nella foga dell’amplesso. Inizia a rivestirsi con fare metodico e sensuale al contempo. Luca non riesce a resistere alle sue forme, con quel lento rituale di vestizione lei sa di provocarlo. In pochi secondi Alessandra si trova di nuovo sul letto con lui addosso. L’uomo cerca di bloccarla sotto il suo peso: «Guarda che io non ti lascio andare» le dice col migliore dei sorrisi possibile.
Lo conosce troppo bene quel sorriso. Si è piegata tante, troppe volte ad esso.
“Se non vuoi stare con me, non starai con nessun’altra.”

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Capitolo 2
*** L'ultima volta ***


L’ULTIMA VOLTA

 
«Run rabbit run, dig that hole, forget the sun…»
Corri coniglio. Corri finché puoi. Lei è lì che ti aspetta sul ciglio della strada, al solo pensiero ti sembra già di scorgerla all’orizzonte, fasciata in quella gonnellina che la fa sentire sexy. È solo un miraggio. Il tragitto è ancora lungo.               
“Ed eccoci qui, di nuovo insieme, forse per l’ultima volta”. Lo pensava davvero Luca, ogniqualvolta la vedeva, la faceva entrare in casa, la stringeva tra le braccia. Si ripeteva che quella era l’ultima e, di conseguenza, andava vissuta come tale. Aspirare tutto il suo profumo, con avidità, come un fumatore alla boccata finale. Ci ricascava sempre però. Non riusciva a fare a meno di quella piccola donna che aveva sciaguratamente invaso la sua vita. Alessandra, per conto suo, non si dava mai per vinta. Tanto lei mancava di orgoglio quanto lui di forza di volontà. Una coppia che avrebbe suscitato l’interesse dei più illustri psichiatri probabilmente. I problemi di lui venivano colmati da quelli di lei. Quella voglia di trasgredire che da sempre lo accompagnava aveva fatto centro nel cuore della bella Alessandra, da sempre desiderosa di attenzioni più che di un vero amore.
Si era addormentata. Adorava guardarla in quella situazione, appoggiarsi al suo corpo incredibilmente caldo, chiedersi cosa stesse sognando, da cosa dipendesse quel dolce sorriso che le abbagliava il volto. “Mi piace quasi quanto quell’espressione che fa quando lo facciamo…”.
«Luchè? Ma mi sono addormentata?» mugugnò lei teneramente.
«Nooo… non è mica mezz’ora che ti guardo fare le tue solite faccine… e comunque anche io prima ho schiacciato un pisolino, poi ho preferito non svegliarti.»
E d’altronde, come avrebbe potuto farlo: ritornava ad essere dolce ed indifesa dopo il sesso.
«Cazzo! ma che ore sono allora?» disse lei allarmata.
«Ma sarà l’una, non lo so…»
«Oddio! Tu mi sfinisci Lù… poi mi addormento come una pera cotta e faccio tardi. Ogni santa volta così. Beh, direi che è il momento di darsi una mossa» aggiunse, alzandosi dal letto.
“La sfinisco? Possibile?” pensò lui. “Lo dice solo per farmi contento, mi conosce...” Aveva sempre maggiore difficoltà a letto. Voleva dare il massimo, con l’idea che la loro ultima volta insieme sarebbe dovuta essere magica, speciale. Ansia da prestazione la chiamavano. Come se non bastasse, ad essa si accompagnava un’altra terribile sensazione. Negli occhi di Alessandra, nuda sotto di lui, rivedeva Chiara, la sua donna. Una sola cosa le accomunava: lo sguardo nero, avvolgente e implacabile.
Il senso di colpa allora lo avvinceva, proprio nel momento in cui avrebbe dovuto dar sfoggio della sua virilità. In una vertigine i due corpi si sovrapponevano, mille e mille momenti ricorrevano nella memoria di Luca.
 Le notti passate con Alessandra su quel lettino talmente striminzito da doversi rannicchiare per evitare di far penzolare i piedi; le serate al paese con Chiara, le loro prime volte in auto, quando era ancora uno studente pieno di voglia e fantasia, quando era tutto più semplice. I loro fremiti, sussurri, lo sciogliersi e il contrarsi delle loro dita… non poteva andare avanti così.
«Rimani là a dormire, mi raccomando… mettersi i boxer? Per carità! Riaccompagnami a casa così come stai, sai che risate ci facciamo se ci fermano i carabinieri!» disse lei, dirigendosi verso il bagno. Era più accigliata del solito, Luca se ne accorse.
«Sei tu quella che sta in bagno un’ora, mica io! Un minuto e sono pronto» replicò lui, seguendola in bagno. In quel bagno Alessandra era capace di passare un tempo infinito. Si contemplava allo specchio, cercando chissà quali risposte da quella donna opaca riflessa in esso.
“Ma dove ho messo le mutande?” si chiese Luca. «Ah, eccole» disse, vedendole in un angolo, vicino agli slip di Alessandra, microscopici a confronto.
 
Era accaduto tutto in maniera inspiegabile. Il pensiero di tradire Chiara non gli era mai passato per la testa. Era innamorato, sereno. Non avrebbe mai detto di essere in grado di mantenere una relazione segreta, così lunga per giunta. Era un tipo paranoico, ansioso, piuttosto insicuro. Quasi trent’anni e non aveva ancora perso il vizio di mangiucchiarsi le unghie, troppo corte, troppo da bambino per le mani grandi e pelose che si ritrovava. Aveva tradito solo una volta nella sua vita, aveva appena la barba e Chiara era ancora per lui la sorellina di Vittoria, compagna di tante avventure. La classica “botta e via”, complice l’estate e il vino. Nonostante ciò, si era sentito un verme, il venir meno all’impegno con Marianna, suo primo amore, l’aveva logorato.
Quanti anni erano passati da quella notte d’estate? Si chiedeva Luca, con la mente annebbiata. Dalla notte in cui aveva iniziato ad assaporare davvero il gusto del brivido, della trasgressione.
Forse ci provava gusto a sentirsi un verme, a strisciare per terra senza guardare più il cielo. Forse ci provava gusto ad annichilirsi in una storia senza uscita, a maltrattare Alessandra che meritava di meglio, a marcire nel senso di colpa.
Ma d'altronde quella era la loro ultima volta, pensava Luca: perché porsi tutte quelle domande?

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