Alison nella terra invisibile.

di Bunny05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione alla storia. ( Personaggi e luoghi ) ***
Capitolo 2: *** La guardiana nascosta. ***
Capitolo 3: *** Sanguemisto. ***
Capitolo 4: *** L'inizio ***
Capitolo 5: *** Olimpia. ***



Capitolo 1
*** Introduzione alla storia. ( Personaggi e luoghi ) ***


Una nuova storia in arrivo.
Ciao a tutti, sono qui oggi per darvi qualche informazione sulla nuova storia che pubblicherò. Si tratta di una storia fantasy che racconta l’avventura della nostra protagonista che sta vivendo una vita che non le appartiene e il motivo lo saprete solo leggendo la storia. Il mio scopo è quello di fare una serie di tre storie, spero di riuscire nel mio intento davvero! Volevo descrivere un po’ i personaggi che incontrerete, come me li immagino, le loro caratteristiche base, metterò sotto ogni descrizione un’immagine che ritrae un attore o attrice da cui ho preso spunto per le loro caratteristiche fisiche, ovviamente alcuni particolari saranno diversi (ad esempio il colore di capelli o di occhi ecc.) voglio solo mostrarvi come immagino più o meno quel personaggio e da chi ho preso spunto. Ovviamente siamo in un mondo magico, ci saranno animali, la natura e i personaggi magici. In questo mondo vivono 5 popoli magici, I guardiani, le streghe, i lupi, gl’elfi e le fate, esploreremo ognuno di questi popoli, i loro modi, le caratteristiche, dove vivono e le loro doti che li caratterizzano. Ci saranno conflitti, scontri, battaglie, ma anche amicizia, amore e affetto. Spero che vi piacerà, ripeto non sono una scrittrice quindi non sarà tutto perfetto e corretto ma farò il possibile per non fare errori. Alla Fine della pagina troverete una parte del primo capitolo.
 
Alison nel terra invisibile.
Isolati in un mondo invisibile agl’umani, nel profondo sud della Grecia, vivevano gl’antichi popoli magici. Per anni, questi popoli, sono stati sottomessi da una strega potente che prese il comando di questa terra dopo una battaglia cruenta. Da allora vivono le loro vite seguendo le regole impartite dalla strega, aumentando anche gli screzi per metterli in conflitto tra loro e che si divertiva a mandare i suoi scagnozzi a creare scompiglio. La chiamavano la strega nera. Era perfida, pazza, scaltra, e di una potenza che nessuno possedeva. Quando una ragazza misteriosa, per caso, intreccia il suo destino si troverà a combattere contro le forze oscure, per salvare se stessa e tutto il mondo invisibile.
 
Personaggi ( Non tutti compariranno nella prima storia perché sono tanti ):
Alison Brightmoon: E’ la protagonista. Forte, tenace, brillante, si lascia trascinare dalle amozioni. Vive con un peso sulla schiena che non sa di avere. Alcune volte reagisce d’istinto e questo la mette in situazioni pericolose ma non può farne a meno. Sacrificherebbe tutto per quello che ama.
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Camille Firegood: E’ una guardiana. Molto socievole, senza peli sulla lingua, forte, leale e sempre pronta ad aiutare. Prende sempre una posizione e non si lascia trascinare dal pensiero altrui.
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Matthew Firegood Doofrige: E’ un guardiano. E’ un po’ vanitoso e altezzoso, ama mettersi in mostra e stuzzicare le persone. Dal carattere forte quando serve, è un guardiano fedele alla legge, fa di tutto per mantenere la pace, uno dei migliori combattenti.
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Vidya Farrell: E’ una strega. Molto intelligente e capace, una grande stregona, si scoprirà avere un passato turbolento. Severa e rigida quando serve, dalla mente brillante e ingegnosa.
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Narcissa The Black Witch: E’ la strega cattiva. Perfida, pazza, scaltra. E’ vendicativa e non si ferma davanti a niente. Pratica la magia oscura.
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Gabriel Darkbrave: E’ un guardiano. E’ serio e come Matthew segue la legge. Molto agile e scaltro, ha sempre una tattica pronta.
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Amy Goldblood: E’ una guardiana. Furba e intelligente. Di una bellezza invidiabile.
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Zane Diamond: E’ uno stregone. Sa fare magie complesse. E’ bizzarro ma sa essere molto utile.
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Sura Kyle: E’ una lupa. Molto giovane ma determinata, è un po’ insicura quando si tratta di prendere il controllo delle situazioni, ma ha lo spirito giusto per affrontare le sue paure.
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William Grey: E’ un lupo Alfa. Molto bravo nel suo ruolo. E’ molto diretto e duro quando serve ma nasconde un animo gentile e protettivo.
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Erin: E’ un’Elfa. E’ molto brava a costruire cose ed è molto intelligente.
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Lexie: E’ una fata. Molto diversa dalle altre ed è molto in gamba.
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Lucille Light: E’ una strega molto forte.
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Alarik Brightmoon: Padre di Alison, guardiano coraggioso.
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Isabella Redrose: Leader dei guardiani. E’ molto sicura di se e sa cosa fa. Sa essere un grande leader. Nasconde molte doti.
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Alexander Firegood: Padre di Matthew e Camille. E’ un guardiano, un grande lottatore, conosce molte tecniche di lotta sempre pronto alla guerra. E’ molto protettivo verso i suoi figli.
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Ethan Hawkeyes: E’ un guardiano maestro nell’arte del combattimento. Sempre pronto ad aiutare i giovani guardiani.
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Percival Longmind: E’ un guardiano maestro nell’arte della storia. Saggio e ha sempre una risposta pronta a tutto. Grande studioso.
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Felicia Lilywhite: E’ una guardiana maestra nell’arte della natura e su ogni creatura e oggetto magico. Riflessiva, sempre immersa nei suoi pensieri. Ha una mente forte.
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Lucinda Prime: E’ una strega e ha una dote in particolare. Molto enigmatica.
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Jonathan Owen: E’ un lupo Alfa. Diffidente e sempre sulle sue. Vuole riuscire sempre sistemare le cose da solo.
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Alatariel: E’ la regina degl’elfi. Ha un carattere molto calmo che ti impressiona.
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Araton: Re Degl’elfi. Sta sempre dalla parte dei buoni, molto altruista.
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Evelyn: E’ un’Elfa. È la custode della libreria degl’elfi. Sa molte cose. Molto gelosa dei suoi libri e del suo sapere.
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Eltas: E’ un elfo. Intelligente ma arrogante. E’ a capo dell’esercito degl’elfi.
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Ignis: E’ una delle tre fate supreme. Ha il dono del fuoco. Furba come le altre fate supreme. Sanno quello che vogliono e lo ottengono anche con l’inganno se è necessario. Chiedono sempre qualcosa in cambio.
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Impetus: E’ una delle tre fate supreme. Ha il dono del vento.
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Stilla: E’ una delle fate supreme. Ha il dono dell’acqua.
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Trixie: E’ una fata. Le piace avere il controllo su tutto, molto severa vuole difendere il suo popolo.
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Theodor: E’ una fata. Non ama quando qualcuno entra nel suo territorio.
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Isahia Woodblack: E’ un lupo mannaro ( diverso da un lupo ). Forte, non si arrende mai. Sa essere crudele.
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Zelda: E’ una strega. Molto vulnerabile per via di quello che sta passando, ma sa essere forte.
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Michael Flame: E’ un guardiano servo della strega cattiva.
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Ajala Robins: E’ una Lupa. Determinata e coraggiosa.
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Hari: E’ il figlio di Ajala. È un lupetto giovane ed è molto vivace.

Ophelia Quinciel: E’ una strega molto brava nelle pozioni.
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Seamour: E’ uno stregone molto forte che si è rifugiato in un posto isolato. Saggio.
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Alice Dropslow: E’ una guardiana giovane. Che sa molte cose sugl’animali magici.
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Wayne Silverstar: E’ un guardiano. Sempre in competizione non gli piace essere messo da parte.
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Rosalyn: E’ una fata. E’ molto buffa ma anche sveglia.
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Noel: E’ una fata. Abile e pratico. E’ molto agile e ama le missioni.
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Aranel: E’ un elfa. Vuole diventare l’elfa migliore di tutti e questo la porta ad essere un po’ arrogante.
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Alyon: E’ un elfo molto pratico nella costruzione di Armi. E’ anche molto intelligente sa molti segreti sul mondo magico.
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Tyler Night: E’ un licantropo. Dal carattere freddo e distante.
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Julia Greylight: E’ un licantropo. Ha un carattere molto vendicativo ed è per questo che sa essere spietata.
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Luoghi del mondo invisibile:
Godrix: E’ il nome del mondo invisibile. Creato per i popoli magici tantissimi anni fa quando non era più possibile convivere con gl’umani. Si trova a sud della Grecia, gl’umani non possono vederlo per via dei suoi incantesimi di protezione.
Il confine: E’ una specie di barriera tra il mondo umano e Godrix. Si distende per chilometri, quando gl’umani si inoltrano in esso la magia li confonde e li fa tornare indietro. Nel confine ci vive chi è stato esiliato da Godrix e chi non vuole vivere secondo le leggi. (Ai popoli magici è proibito vivere con gl’umani).
Olimpia: E’ la città dei guardiani. E’ dove loro si allenano e si formano per diventare veri e propri guardiani.
Monte Lex: E’ il monte dove si trova il tempio della legge. Qui tutti i popoli magici si riuniscono per discutere delle leggi, per i dibattiti o per decidere come agire in caso di pericolo. Nel cuore del monte si trovano le prigioni e ai piedi del monte, nelle grotte e foreste vivono i lupi.
Ninphea: E’ l’isola degl’elfi. Sembra fatta di sola natura.
Foresta Zaffira: E’ dove vivono le fate, è quasi impossibile trovarla perché nascondono la loro città ( Zaffira ). Se ti avvicini senza il loro consenso ti fanno perdere l’orientamento.
Lago Arum: E’ un lago magico. La sua acqua è molto potente perché pura e viene usata per molte cose. E’ anche il luogo dove le streghe compiono il rito di protezione e dove i popoli magici vanno per essere “Benedetti” prima di una battaglia.
Ayama: Era l’isola dove vivevano le streghe, ma fu distrutta nella battaglia con la strega nera.
I paesi delle streghe: Dopo che l’isola Ayama fu distrutta le streghe costruirono dei paesi intorno a Olimpia, ai suoi margini. Sono dei piccoli e strambi paesi. Sono 7: Agena (Terra stabile), Al nair (Luminosa), Gianfar (Drago), Kochab (Stella), Matar (Pioggia), Meissa (Splendente), Tabit (Colui che sostiene e resiste).
 
Gl’animali, la natura e gl’oggetti magici li scoprirete nel libro. Spero che questa introduzione e introduzione di personaggi e luoghi sia di vostro gradimento. Se aggiungerò luoghi o personaggi li aggiungerò mano a mano che li invento, ovviamente vi comunicherò le mie aggiunte nei capitoli. Penso di pubblicare il primo capitolo fra due settimane se tutto va bene! Quindi per ora vi lascio una parte del primo capitolo, un piccolo assaggio per voi. Vi saluto e spero che questa nuova storia vi interessi. Un bacio a tutti! 

( Capitolo 1)

Una fitta rete di alberi la circondava. Erano per lo più enormi, con chiome fitte di tutte le tonalità di verde. Pioppi, Castagni, Querce le loro foglie rendevano difficile vedere completamente il cielo, spiccavano raggi di luce che si insinuavano tra esse e illuminavano il sentiero di terra, asciutta. Ma più si addentrava verso il confine, più le piante diventavano strane, più colorate, più particolari. Avevano profumi diversi, i fiori erano molto particolari e da essi pendevano strane bacche che non aveva mai osato toccare. Vidya glielo raccomandava sempre, << Non toccare mai niente che appartiene alla terra invisibile >> le diceva severa ogni volta che usciva a fare una passeggiata. Era il suo momento preferito, non aveva quasi mai tempo per se stessa. Ad Alison rimbombarono le parole di Vidya nella testa mentre fissava un albero dalle foglie blu scuro, il tronco era quasi nero e abbastanza alto, arrivava a malapena a toccarne le foglie stando sulla punta dei piedi. Dai rami pendevano delle bacche rosse, grandi poco più di una biglia, era tentata di afferrarle quando un rumore attirò la sua attenzione. Come se qualcosa si muovesse tra le foglie sparse in terra, scostò lo sguardo da quella pianta che la attirava e si guardò attorno per vedere cosa aveva provocato quel suono. Fece qualche passo in quella direzione, si avvicino lentamente ad un cespuglio vigoroso, dalle foglioline verdi. Si scorse leggermente in avanti e a terra tra le foglie c’era un falco ferito. Aveva un taglio sul fianco vicino all’ala. Sapeva che non poteva prenderlo, << Non Toccare niente che appartiene alla terra invisibile >> gli rimbombarono ancora una volta le parole di Vidya nella testa, ma non poteva lasciare quell’animale ferito, lei odiava tutto ciò che era sofferenza e non poteva rimanere indifferente a quel falco che soffriva. Senza pensarci due volte afferrò il volatile fra le braccia e si mise a correre verso casa. Per fortuna le sue gambe lunghe le permettevano di correre molto velocemente, era alta e slanciata e questo era a suo favore nella corsa e poi Vidya la teneva sotto costante allenamento, lei aveva bisogno di sapersi difendere, la sua vita non era per niente semplice come sembrava. Correva facendo zig zag tra gl’alberi, i cespugli e cercando di evitare le buche sulla stradina sterrata. I capelli lunghissimi, gli rimbalzavano sulle braccia, sulla schiena, gli andavano davanti al viso mentre sfrecciava velocemente nella foresta come un felino. Si sposto una chioma di capelli scuri dal viso, mentre con l’altro braccio teneva saldo il falco stretto al petto, i suoi capelli alla luce del sole sembravano brillare, erano di un colore splendente di un castano scuro quasi luminoso, erano limpidi, li sentiva morbidi che ondeggiavano sul suo corpo. Per fortuna indossava un vestito leggero e bianco, abbastanza corto da permettere alle sue gambe di muoversi agilmente. Quando arrivò nello spiazzo senza alberi dove si trovava casa sua si senti quasi sollevata, voleva curarlo là, dove l’aveva trovato ma non poteva, sarebbe stato troppo pericoloso per lei, tutto era pericolo per lei. Quando entrò in fretta e furia nella piccola casetta di pietra, Vidya la guardò perplessa, << Cosa diamine stai combinando? >> le chiese puntando i suoi occhi blu intenso verso di lei. Vidya era leggermente più bassa di Alison, ma il suo essere severa compensava la differenza di statura quando la sgridava. Alison poso i suoi occhi in quelli di Vidya e poi sul falco. Vidya seguì il suo stesso movimento con lo sguardo. Per un secondo Alison ebbe paura, Lidya quasi impallidì, lo si notava dal fatto che i suoi capelli erano castano scurissimo e contrastavano il colore della sua pelle, le ricadevano a boccoli morbidi sulle spalle fino ad arrivare a metà schiena. E poi i suoi occhi puntarono in quelli grigi di Alison. << Sei impazzita per caso? >> le chiese avanzando verso di lei, << Quante volte te l’ho detto che non puoi fare queste cose? E’ pericoloso! >>. Alison la guardò per un momento e poi prese coraggio, << E’ ferito, voglio solo aiutarlo >>, poso gl’occhi di nuovo sul falco come per prendere coraggio, dopo averlo guardato bene, notò che le sue piume erano di un colore bianco pallido e sul fondo della coda diventavano nere, ma la cosa che la attirò di più era una specie di macchia in mezzo alla fronte a forma di goccia. Il falco si lamentava dal dolore e Alison riprese a parlare, << Per favore, lo voglio solo salvare poi lo lascerò andare >> le disse con tono implorante, il cuore le batteva nel petto, voleva davvero salvarlo, voleva rendersi utile in qualche modo. Infondo era stata rinchiusa fuori dal suo mondo per moltissimo tempo, praticamente per tutta la sua vita, in qualche modo voleva fare la sua parte. << Che sia la prima e l’ultima volta >> le disse Vidya in modo rigido. Alison sapeva che Vidya l’avrebbe sempre protetta, che le voleva bene come una figlia anche se la faceva arrabbiare, Alison cercava sempre di fare quello che lei le ordinava, seguire le regole che le erano state imposte, ma ultimamente qualcosa era cambiato, voleva scoprire il suo mondo, era curiosa di sapere come ci si sentiva a far parte del suo popolo.
 

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Capitolo 2
*** La guardiana nascosta. ***


La Guardiana Nascosta.
 
Una fitta rete di alberi la circondava. Erano per lo più enormi, con chiome fitte di tutte le tonalità di verde. Pioppi, Castagni, Querce le loro foglie rendevano difficile vedere completamente il cielo, spiccavano raggi di luce che si insinuavano tra esse e illuminavano il sentiero di terra, asciutta. Ma più si addentrava verso il confine, più le piante diventavano strane, più colorate, più particolari. Avevano profumi diversi, i fiori erano molto particolari e da essi pendevano strane bacche che non aveva mai osato toccare. Vidya glielo raccomandava sempre, << Non toccare mai niente che appartiene alla terra invisibile >> le diceva severa ogni volta che usciva a fare una passeggiata. Era il suo momento preferito, non aveva quasi mai tempo per se stessa. Ad Alison rimbombarono le parole di Vidya nella testa mentre fissava un albero dalle foglie blu scuro, il tronco era quasi nero e abbastanza alto, arrivava a malapena a toccarne le foglie stando sulla punta dei piedi. Dai rami pendevano delle bacche rosse, grandi poco più di una biglia, era tentata di afferrarle quando un rumore attirò la sua attenzione. Come se qualcosa si muovesse tra le foglie sparse in terra, scostò lo sguardo da quella pianta che la attirava e si guardò attorno per vedere cosa aveva provocato quel suono. Fece qualche passo in quella direzione, si avvicino lentamente ad un cespuglio vigoroso, dalle foglioline verdi. Si scorse leggermente in avanti e a terra tra le foglie c’era un falco ferito. Aveva un taglio sul fianco vicino all’ala. Sapeva che non poteva prenderlo, << Non Toccare niente che appartiene alla terra invisibile >> gli rimbombarono ancora una volta le parole di Vidya nella testa, ma non poteva lasciare quell’animale ferito, lei odiava tutto ciò che era sofferenza e non poteva rimanere indifferente a quel falco che soffriva. Senza pensarci due volte afferrò il volatile fra le braccia e si mise a correre verso casa. Per fortuna le sue gambe lunghe le permettevano di correre molto velocemente, era alta e slanciata e questo era a suo favore nella corsa e poi Vidya la teneva sotto costante allenamento, lei aveva bisogno di sapersi difendere, la sua vita non era per niente semplice come sembrava. Correva facendo zig zag tra gl’alberi, i cespugli e cercando di evitare le buche sulla stradina sterrata. I capelli lunghissimi, gli rimbalzavano sulle braccia, sulla schiena, gli andavano davanti al viso mentre sfrecciava velocemente nella foresta come un felino. Si sposto una chioma di capelli scuri dal viso, mentre con l’altro braccio teneva saldo il falco stretto al petto, i suoi capelli alla luce del sole sembravano brillare, erano di un colore splendente di un castano scuro quasi luminoso, erano limpidi, li sentiva morbidi che ondeggiavano sul suo corpo. Per fortuna indossava un vestito leggero e bianco, abbastanza corto da permettere alle sue gambe di muoversi agilmente. Quando arrivò nello spiazzo senza alberi dove si trovava casa sua si senti quasi sollevata, voleva curarlo là, dove l’aveva trovato ma non poteva, sarebbe stato troppo pericoloso per lei, tutto era pericolo per lei. Quando entrò in fretta e furia nella piccola casetta di pietra, Vidya la guardò perplessa, << Cosa diamine stai combinando? >> le chiese puntando i suoi occhi blu intenso verso di lei. Vidya era leggermente più bassa di Alison, ma il suo essere severa compensava la differenza di statura quando la sgridava. Alison poso i suoi occhi in quelli di Vidya e poi sul falco. Vidya seguì il suo stesso movimento con lo sguardo. Per un secondo Alison ebbe paura, Lidya quasi impallidì, lo si notava dal fatto che i suoi capelli erano castano scurissimo e contrastavano il colore della sua pelle, le ricadevano a boccoli morbidi sulle spalle fino ad arrivare a metà schiena. E poi i suoi occhi puntarono in quelli grigi di Alison. << Sei impazzita per caso? >> le chiese avanzando verso di lei, << Quante volte te l’ho detto che non puoi fare queste cose? E’ pericoloso! >>. Alison la guardò per un momento e poi prese coraggio, << E’ ferito, voglio solo aiutarlo >>, poso gl’occhi di nuovo sul falco come per prendere coraggio, dopo averlo guardato bene, notò che le sue piume erano di un colore bianco pallido e sul fondo della coda diventavano nere, ma la cosa che la attirò di più era una specie di macchia in mezzo alla fronte a forma di goccia. Il falco si lamentava dal dolore e Alison riprese a parlare, << Per favore, lo voglio solo salvare poi lo lascerò andare >> le disse con tono implorante, il cuore le batteva nel petto, voleva davvero salvarlo, voleva rendersi utile in qualche modo. Infondo era stata rinchiusa fuori dal suo mondo per moltissimo tempo, praticamente per tutta la sua vita, in qualche modo voleva fare la sua parte. << Che sia la prima e l’ultima volta >> le disse Vidya in modo rigido. Alison sapeva che Vidya l’avrebbe sempre protetta, che le voleva bene come una figlia anche se la faceva arrabbiare, Alison cercava sempre di fare quello che lei le ordinava, seguire le regole che le erano state imposte, ma ultimamente qualcosa era cambiato, voleva scoprire il suo mondo, era curiosa di sapere come ci si sentiva a far parte del suo popolo.
 
La casa di Vidya non era molto grande, aveva una cucina abbastanza ampia, due camere e un piccolo bagno. Dietro la casetta di pietra c’era la stanza dove Vidya faceva quello che sapeva fare meglio, la strega. Andarono sul retro della casa, quando Vidya aprì la porta l’odore che ne usciva era molto strano, era impossibile da descrivere, si sapeva che le streghe usavano molti ingredienti strani per fare le loro pozioni. La stanza era molto buia, solo poche lampade a olio, appese al muro, davano un leggere bagliore alla stanza. Era piena di calderoni, ingredienti, boccette e boccettini, sfere, e tutti gl’oggetti magici più comuni per una strega, anche per Alison era tutto molto famigliare, anche lei si sentiva a suo agio in mezzo a tutto questo. Vidya si raccolse i capelli color fuoco in uno chignon spettinato, fece spazio sul tavolo enorme di legno spostando libri antichi, rocce magiche e misurini vari. Ad Alison saltò all’occhio un vasetto pieno di ragni morti, << Quelli sono inquietanti >> le disse guardandola con uno sguardo di disgusto, << Ma sono ottimi per le pozioni mia cara, il loro sangue è ottimo per miscelare, sono utili per quegl’ingredienti che fanno fatica ad unirsi fra loro >>, dopo la risposta la strega guardo Alison con quell’aria da maestra che solo lei sapeva avere, << Ora pensiamo al Falco >> continuò poi. Alison appoggio l’animale nello spazio vuoto sul tavolo, Vidya per un attimo incrociò gl’occhi di Alison e lei sapeva già cosa voleva chiedergli. << Vuoi farlo tu? >>, Alison ci pensò su, non era sicura, non le risultava molto bene fare queste cose, ma poi prese aria nei polmoni, lei di certo non era una che si tirava indietro alla prima difficoltà o per paura, << Si >> rispose convinta. << Bene >> annuì leggermente la strega << Ora concentrati >>. Alison posò i suoi occhi sul falco e poi sulla ferita, sporse le mani in avanti con i palmi rivolti alla ferita a un centimetro dal falco, e poi si concentrò. “Curatis” pensò dentro la sua testa intensamente chiudendo gl’occhi, se lo ripeteva molte volte spazzando via ogni altro singolo pensiero. Ad un tratto dalle sue mani una luce bianca pulsò, durò per quasi 30 secondi e poi si esaurì lentamente. Quando Alison riaprì gl’occhi la ferita del Falco non sanguinava più, era diventata una ferita molto più lieve. << Sei stata molto brava, ma gli ci vorranno almeno due giorni per riprendersi completamente, era una ferita molto profonda >> parlò Vidya con un pizzico di orgoglio nella voce. Era ormai calata la sera, Il falco stava riposando dentro una gabbia abbastanza grande per lui e Alison era più serena, si sentiva molto meglio, in qualche modo aveva fatto qualcosa di diverso, aveva sempre sognato una vita normale per lei. Era affondata in una poltrona in cucina, teneva in mano un libro ma era molto pensierosa. Il libro si intitolava “Animali Magici tutte le cose da sapere”, stava leggendo la parte dedicata ai Falchi, su come erano leali e combattenti, su come instauravano un rapporto di completa fiducia con una persona e praticamente diventavano come una cosa sola. Si chiese come mai aveva varcato il confine, di solito questi tipi di falchi non venivano mai da queste parti, certo le dispiaceva che era stato ferito, ma si senti sollevata dal fatto che almeno l’aveva trovato lei, che era finito in un posto dove lei poteva trovarlo così da sentirsi almeno un po’ parte del suo mondo. Vidya rientrò in casa dopo essere stata nella sua stanza magica per un po’, << Come sta? >> le chiese, << Bene, e ho scoperto che è una femmina >> borbottò lei come se nulla fosse, << Sono contenta che stia bene >> rispose con gl’occhi velati di una leggera tristezza. Alison si accorse che Vidya era un po’ irritata, c’era della tensione e lei riusciva a sentirla, non era difficile per lei sentire le sensazioni che galleggiavano nell’aria, infondo in qualche modo era collegata con la natura e con tutto ciò che la circondava. Vidya dopo aver riposto un cestino vicino al camino di pietra si volto e guardò Alison seduta su quella vecchia poltrona di un blu schiarito, << Sei andata vicino al confine oggi >>, Alison sapeva che non era una domanda ma una affermazione, alzò lentamente lo sguardo sentendosi in colpa, le era stato detto molte volte di non avvicinarsi al confine e soprattutto di non sorpassarlo, era molto pericoloso insisteva sempre la strega. << Non volevo varcarlo >> borbottò lei in sua difesa, << Ma non ti devi avvicinare così tanto al confine lo sai! >> disse quasi esasperata Vidya << E’ per la tua incolumità >> continuò con un tono più dolce e compassionevole. Dai suoi occhi Blu scuro, un colore normalissimo per una strega siccome avevano occhi di ogni tipo di colore, vedeva quanto volesse tenerla al sicuro. << Ma… >> iniziò a rispondere Alison, << Niente Ma… >> rispose secca Vidya << Cosa ti prende ultimamente, sei sempre stata lontana dal confine >> continuò lei, << Voglio solo sapere com’è il mio mondo >> le rispose Alison alzandosi lasciando cadere il libro sulla poltrona, << Lo sai già >>, << Ma io voglio vederlo, voglio viverlo >> disse la giovane incrociando le braccia al petto. Vidya si mise le mani tra i boccoli castani, << Non puoi è pericoloso >>, << Perché? Solo perché sono diversa? >> chiese quasi urlando Alison. << Non puoi capire >> le disse con la voce esausta << Ed è ancora troppo presto perché tu lo sappia, sei ancora una ragazzina >>, << Ho quasi 19 anni >> ribadì Alison allargando le braccia. I suoi capelli lunghi che le arrivavano quasi fino sotto il fondoschiena, ondeggiavano per via dei suoi gesti. << Basta >> disse in tono severo Vidya, quel tono che Alison sapeva di non poter battere e senza dire una parola si accasciò sulla poltrona con il broncio, arrendendosi, come faceva da bambina.
 
Erano a centro metri da casa. Vidya stava ai margini di una stesura verde abbastanza grande. Era vestita con un abito lungo, che le fasciava il corpo formoso, blu elettrico, al collo portava una collana con una pietra enorme viola incastonata in una cornice argento. Alison si era sempre chiesta se tutte le streghe e gli stregoni erano così eccentrici nel vestire, anche all’età di quarant’anni. Lei invece, sudata e appiccicaticcia, stava in mezzo alla sprazzo di erba verde con una lama di 30 centimetri in mano. L’elsa della spada era simile alla pietra ma era molto leggera. Sopra c’era un marchio che lei riconosceva bene. Vidya oltre a insegnargli tutto quello che riguardava la magia le insegnava anche a combattere e a ragionare in battaglia. Non sapeva bene il perché di tutti questi allenamenti, ma combattere le riusciva molto bene, era agile, riflessiva, si muoveva così bene e quasi senza sforzo. Gli uscivano mosse esemplari, era coordinata e sapeva sempre cosa fare. << Sei pronta? Ne invoco un altro! >>, Alison annuì leggermente con il capo, i suoi capelli erano raccolti in una grossa treccia che portava sempre in combattimento, scosse leggermente il capo chiudendo gl’occhi per concentrarsi mentre Vidya gesticolava, un aurea rossa le usci dalle mani e dal nulla ne usci un essere mostruoso. Non era vero ovviamente, era un riproduzione molto corretta creata dalla magia di Vidya, lei non invocava veri mostri, non era un’arte che le interessava. << E’ un Ibris >> disse Vidya per informarla su quell’essere che si trovava davanti. Era spaventoso ma non per lei, lei non aveva quasi mai paura. Soprattutto quando portava la sua divisa. Era completamente nera fatta di stoffa e cuoio, aveva dei pantaloncini corti, gl’anfibi gli arrivavano sotto le ginocchia, la divisa le lasciava le braccia libere di muoversi. Alla vita una specie di cinta con ogni sorta di aggancio per metterci le armi, era stata scrupolosa nell’inserire cinghie e cinghiette per poter avere più armi possibili a portata di mano. Sulle spalle portava una cinghia che le permetteva di infilarsi le spade sulla schiena. Una giarrettiera di cuoio nero le teneva saldo un coltello dalla lama media alla coscia. Con la divisa si sentiva forte, si sentiva una guerriera. L’Ibris avanzò con il suo corpo verso Alison, sembrava una lucertola enorme con la differenza che aveva una specie di pungiglione in fondo alla coda, era nero con dei particolari rossi e aveva denti aguzzi. Alison sospiro leggermente per concentrarsi ed era come se tutto rallentasse intorno a lei, con una mossa scansò il mostro e lo spinse su un lato, L’Ibis rotolo a terrà e poi si rimise in posizione, Alison fece un sorrisetto e proprio mentre la stava per attaccare ancora lei con una mossa rapida ficco la spada nel petto del mostro che sparì in una nuvola di fumo grigiastro. << Bene anche con la spada sai combattere in modo eccellente >> le disse Vidya, << Sono nata per fare questo >> borbotto lei in risposta e Vidya le sorrise leggermente, << Non ce arma che tu ora non sappia usare, dovresti essere soddisfatta >>, << Lo sono >> rispose Ali alzando a malapena i suoi occhi grigi che per via del cielo nuvoloso erano molto più scuri. Era vero, ci sapeva fare con tutte le armi, le sue preferite erano le spade doppie, amava muovere in modo sincronizzato le due lame per combattere, o con due bastoni, e amava usare l’arco era molto brava a mirare, tirare con l’arco era forse la cosa che le riusciva meglio. La cosa che non le dava soddisfazione era la magia, non riusciva ad essere potente come voleva, certo era brava a fare gl’incantesimi ma erano deboli in confronto a quelli di Vidya. << Con la magia non sono così brava >> disse ad alta voce senza accorgersene, << Alison, con la magia è diverso >> la rassicurò la strega, le si avvicino e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio dolcemente, << Vedi la potenza della tua magia è data anche dal tuo stato d’animo, se una strega o uno stregone sono in una situazione di pericolo le loro magie risultano più potenti, se si è arrabbiati ancora di più, tu mia cara usi la magia in situazioni tranquille, l’importante è che ti escano, la potenza deriva dal momento, da quello che provi, dalle tue mozioni >> le spiegò lentamente per fargli capire che non era un suo problema ma era solo un fatto di carica emotiva. Alison alzò lo sguardo e le sorrise piano, << Non credo di essere così brava >>, << E invece lo sei, più di quanto tu creda >> rispose lei, << Per oggi basta con l’allenamento, è meglio che ti riposi, dovrai essere stanca! >> la spinse appoggiando lentamente la mano sulla sua schiena per farla camminare verso casa, << Si dopo trenta mostri credo proprio di essere stanca >> replicò lei con un sorriso e insieme si avviarono verso la loro piccola dimora.
 
Il giorno seguente, dopo una dormita rigenerante Alison era nella stanza magica di Vidya ad imparare delle nuove pozioni. Vidya le spiegava come miscelare bene l’intruglio magico, << Due volte in senso orario e tre antiorario >> le disse mentre Alison con un mestolo in mano guardava la pozione color verde acido che ribolliva nel calderone. << Perché mai dovrebbe servirmi una pozione puzzolente? >> chiese la giovane guardando con uno sguardo curioso la strega, << Perché ti stupiresti nel scoprire quanti animali ti starebbero alla larga >>, rispose Vidya in modo molto leggero, << Ma non puzza veramente >> esclamò Alison annusando con il suo piccolo naso, << Non per te, ma fidati che gl’animali lo sentono, alcuni almeno >> rispose prontamente Vidya. Alison si girò verso la gabbia di ferro scuro, una di quelle antiche, appoggiata su un tavolino nell’angolo della stanza, puntò i suoi occhi sul falco che ora beccava il mangime. Stava molto meglio, era molto più vispo e svolazzava da una parte all’altra della gabbia. << Ora mettiamo un po’ di bava di rana >> disse ad un tratto la strega facendo distogliere lo sguardo di Alison dall’animale. Vide una sostanza viscosa che scendeva da un barattolo e finiva nel calderone, di un colore bianco opaco e un odore forte, << Mescola bene >> ordinò la strega e Alison lo fece. Dopo quasi mezz’ora sul fuoco la pozione era pronta. << Bene ora sai come puzzare >> sorrise Vidya che strappo un sorrisino anche a Alison, << Non mi piace l’idea di puzzare >> rispose lei avvicinandosi alla gabbia del Falco, aprì la gabbia e ci infilò la mano, con un gesto leggero accarezzò la testa del rapace proprio dove aveva quella macchia così particolare. << Ti va bene se questo pomeriggio porto il Falco nella foresta vicino al confine per lasciarlo libero? >>, Vidya si voltò di scatto per guardare Alison che fissava il falco con occhi quasi sognanti ma pieni di una sorta di malinconia, << E’ pericoloso >> borbotto lei << E’ meglio se lo porto io >>, << Ti prego >> disse Alison pregando la strega che l’aveva cresciuta. Lei adorava Vidya era come una madre per lei, l’ha cresciuta, l’ha educata, l’ha tenuta al sicuro ma ormai era grande, poteva badare a se stessa dopo tutti gl’insegnamenti ricevuti, ma negl’occhi di Vidya si insinuava la paura ogni volta che parlavano del confine e della terra invisibile. Non capiva fino in fondo la sua paura, perché c’era qualcosa che Alison ancora non sapeva, qualcosa che Vidya non voleva dirle, non sapeva se si trattava del fatto che era diversa perché le diceva sempre di non svelare mai quel piccolo dettaglio che la distingueva da tutti gl’altri in caso dovesse incontrare qualcuno, e lei gliel’aveva promesso, nessuno avrebbe mai scoperto cosa era in realtà. Voleva davvero essere lei a liberare il falco ma Vidya sembrava irremovibile su questa cosa, << Alison sai che più stai lontana dal confine meglio è >> la rimproverò Vidya, << Ma non mi dici il perché! >> ribatté lei voltandosi a guardarla distogliendo lo sguardo dal falco, << Alison ti prego non insistere >>, << Voglio solo accompagnare il falco, è l’unica cosa che voglio fare, non farò sciocchezze, te lo prometto, ma ti prego fammi liberare il falco >>. Vidya sbuffò alzando gl’occhi blu scuro al cielo, << Promesso? >> domandò incrociando il suo sguardo severo con quello di Alison, << Promesso >> sorrise lei felice di questa opportunità. Saltello verso Vidya e la abbracciò in modo caloroso, per Alison, Vidya, era tutta la sua famiglia, anche perché i suoi genitori non era nemmeno riuscita a conoscerli, non se li ricordava nemmeno, aveva visto alcune volte solo una loro foto che Vidya teneva in uno dei tanti cassetti in casa. Dopo aver pranzato andò in camera sua. Una stanza abbastanza spoglia, aveva un letto a una piazza di legno con le lenzuola semplicemente bianche. Su una parete aveva alcune armi appese. Una faretra era appoggiata in un angolo della stanza con dentro una decina di frecce rosse e tutte portavano lo stesso simbolo, come quello inciso sulle armi. Su una mensola aveva delle boccette piene di pozioni, viola, verdi, rosse, ognuna con un etichetta che riportava la loro funzione. Su un altro scaffale invece c’erano dei libri, amava perdersi nei racconti del suo mondo, leggere tutto ciò che c’era da sapere su di esso, passava le ore a farlo e tante volte Vidya la trovava addormentata con i libri in mano. Era vogliosa di sapere, voleva sapere tutto del suo mondo e voleva sapere perché era così pericoloso per lei, le premeva sapere perché doveva stare lontana da quella che doveva essere la sua vita. Si infilò la sua divisa da combattimento senza prendere delle armi, almeno quando sarebbe tornata dal suo breve viaggio avrebbe potuto cominciare subito gl’allenamenti. Si avviò nella cucina dove Vidya stava pulendo. << Mi intrecci i capelli? >> le chiese sedendosi su una sedia di legno, Vidya le si avvicino e si mise dietro di lei iniziando a sistemarle i capelli, era una splendida sensazione, la tranquillizzava e la rilassava. La treccia era abbastanza grande per via della quantità dei suoi capelli, leggere ciocche brune ribelli le incorniciavano il viso. << Mi raccomando stai attenta e non… >>, << Avvicinarti troppo al confine… Lo so >> finì la frase Alison, << Ti aspetto qui >> borbotto Vidya un po’ in pensiero. Prima di uscire di casa Alison incrociò gl’occhi blu della strega per rassicurarla che tutto sarebbe andato bene, ma riusciva a vederci la sua preoccupazione, era davvero preoccupata, questa sua paura la faceva quasi tremare. Si avviò nella stanza sul retro della casa per prendere il Falco che non si ribellò ma si lasciò prendere con facilità. << E’ una femmina >>, Alison si ricordò le parole di Vidya e pensò a quanto avrebbe voluto poterla tenere, le sarebbe piaciuto avere qualcosa che apparteneva al suo mondo ma a quanto pare non poteva, non poteva fare quasi niente se non allenarsi. Il falco femmina sembrava calma, rimaneva appollaiata tra le braccia di Alison mentre lei percorreva la foresta fitta d’alberi. La macchia nera a forma di goccia era ben visibile sulla fronte del falco, era molto particolare pensò Alison e questo particolare le piaceva moltissimo, la distingueva dagl’altri falchi di cui aveva visto le foto, era particolare, era diversa pensò, proprio come lei. Ormai Alison conosceva la foresta a memoria, siccome le era vietato varcare il confine era l’unico luogo che aveva mai visto, quella fascia di terra che non faceva parte né del mondo magico né del mondo umano. Era protetta da incantesimi che allontanavano gl’umani per non permettergli di arrivare alla terra invisibile era come una sorte di protezione per il popolo magico e non poteva nemmeno vivere tra gl’umani, per i loro popoli era praticamente vietato perché un tempo crearono molti problemi all’umanità. Gl’alberi iniziavano a diventare più particolari, sapeva che non poteva spingersi molto più in là, il confine era abbastanza vicino ma la sua curiosità la spingeva a camminare ancora, con gl’occhi pieni dalla voglia di scoprire si addentrò ancora di più nella foresta. E poi lo vide, quella specie di filo d’oro che delineava il confine, era come disegnato sulla terra e dall’altra parte continuava la fitta rete di alberi che avrebbero portato ai luoghi magici che lei non poteva assolutamente vedere. Fece un gran respiro e si fermò prima di scavalcare quella sottile linea. Guardò il falco ancora appollaiato tra le sue braccia, sembrava tranquillo come se si sentisse al sicuro, gli accarezzo leggermente la macchia a forma di goccia e poi lo poso a terra, << Puoi andare >> disse Alison con un po’ di tristezza nella voce << Sei libera >> le sorrise poi. Il Falco rimase fermo a guardarla e in qualche modo lei capi che la stava ringraziando, come se potesse comprendere i pensieri di quel falco e poco dopo prese il volo verso il cielo azzurro. Lo vide roteare per un po’ sopra la sua testa prima di sparire, sembrava felice, libero di volare e anche lei voleva sentirsi così, indipendente e libera, invece per qualche strano motivo era costretta a stare nascosta, a vivere fuori dal suo mondo, isolata da tutto e da tutti. Si chiese se avrebbe dovuto vivere così per sempre, se anche lei prima o poi avrebbe potuto far parte del suo mondo o sarebbe sempre stata una reietta e dover vivere sempre con se stessa. Si chiese se avrebbe mai avuto amici, se prima o poi la sua vita sarebbe cambiata, ma era come se sapesse già la risposta, lei non poteva, per lei era pericoloso, per qualche strano motivo doveva vivere in solitudine e senza farsi vedere da nessuno. Una folata d’aria fresca le fece venire i brividi quando le sfiorò il collo, stava ancora guardando il cielo quando qualcosa attirò la sua attenzione. Una voce alle sue spalle la fece tremare, era nei guai pensò, non aveva armi e non sapeva come reagire. << Ciao >> si senti dire prima di voltarsi.

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Capitolo 3
*** Sanguemisto. ***


Sanguemisto.
 
Camille guardava quella ragazza con lo sguardo rivolto verso il cielo. Quando la salutò la vide rabbrividire, come se fosse stata beccata a fare qualcosa di sbagliato. Lei di certo non era una che aveva paura, era stata cresciuta per combattere, per sapersi difendere e per difendere gl’altri. Tutti quegl’anni all’istituto a imparare a essere una buona guardiana e finalmente quando compì diciott’anni diventò a tutti gl’effetti ciò che voleva essere e di questo ne andava piuttosto fiera. Quando la ragazza si voltò, la sua treccia bruna si mosse leggermente, a Camille balzò subito ai suoi occhi la sua bellezza, se c’era una cosa che Camille adorava era la bellezza, lei stessa amava essere sempre in ordine e ben vestita, certo in battaglia non era una cosa semplice ma faceva sempre il possibile per risultare bella, la guardò negl’occhi grigio scuro, non ne aveva mai visti di così, così limpidi e grandi, due pozze profonde che nascondevano sentimenti, gioie e molti dolori intuì Camille. << Ciao >> rispose quasi balbettando la straniera. Camille la guardò stranita e si avvicinò a lei in modo lento per non impaurirla, << Io sono Camille e tu? >> le chiese gentilmente e la ragazza sgranò gl’occhi dalla paura, non riusciva a capire perché da essa scaturiva quel sentimento << Non voglio farti del male lo giuro >> si affrettò a dire per calmarla. Ci fu un attimo di silenzio, dove i loro occhi si incrociarono e Camille quasi si incantò a guardarla, le dava un senso di serenità, non le sembrava malvagia o paurosa, sembrava solo intimorita, come una bambina beccata a fare una marachella. << Mi chiamo Alison >> rispose poi ad un tratto. Camille sorrise e inclino la testa, voleva risultare simpatica siccome non sentiva nessun pericolo, poi posò gl’occhi sul marchio che aveva in mezzo al petto, << Sei una guardiana… che vive nel confine? >> le chiese senza pensarci, ma poi pensò di aver esagerato, voleva sembrare gentile e non una che si impicciava delle cose degl’altri. Continuava a fissare il marchio di quella ragazza, due lune in mezzo al petto, una al contrario dell’altra e tutta una ramificazione intorno che le arrivavava quasi alle spalle e sul collo, come delle vene, fini ed eleganti seguivano perfettamente le linee del suo corpo. Tutti i guardiani erano marchiati perché nelle loro vene scorreva il sangue degli dei. Sono stati creati da loro per proteggere il mondo umano da quello magico e quello magico da se stesso, i popoli magici non sempre andavano d’accordo tra loro, ci furono grandi riunioni, grandi dibattiti per arrivare ad un accordo di pace tra essi e loro erano quelli che lo facevano mantenere, per questo venivano chiamati guardiani. E ogni singolo guardiano portava il suo marchio, il simbolo di uno dei dodici Dei dell’olimpo. Non c’è una sequenza logica per questi marchi, quando nasci scopri qual è il Dio inciso sulla tua pelle e si dice che si prendano degl’aspetti caratteriali da loro e Camille lo sapeva bene, se venisse paragonata ad uno degli Dei sicuramente era quello che aveva inciso sulla pelle. Ma il marchio serviva anche per maneggiare le armi, solo chi possiede i segni degli Dei può usare le armi degli Dei. E Camille non poteva sbagliare quella ragazza era una guardiana. << Si >> rispose Alison un po’ titubante << Io non dovrei parlare con te >> le disse poi voltandosi. Camille la guardò stranita mentre si stava per allontanare << Aspetta, davvero non devi avere paura, hai sempre vissuto qua? >> le chiese ancora senza pensarci, avvicinandosi ancora a lei, era curiosa, Alison la incuriosiva da morire, oltre a questo aveva anche uno sguardo malinconico e Camille si chiedeva il perché di tutta quella malinconia. Alison si voltò lentamente e abbassò leggermente la testa, i suoi occhi grigi puntati in terra mentre la treccia le si spostò tutta da un lato, quei lunghi capelli bruni che Camille quasi invidiava. << Si, ho sempre vissuto qui >> rispose, << Capisco! I tuoi genitori non amano molto il mondo magico vero? >>, Alison alzò velocemente lo sguardo puntandolo nel suo, << Più o meno >> borbottò << Ma ora sono morti >> continuò lei, << Mi dispiace, non volevo… davvero scusa >> disse imbarazzata in un modo goffo, << Non preoccuparti >> le rispose Alison e in quel momento senti che aveva instaurato una sorta di legame con lei e quindi si buttò << Mi sembri triste >> esclamò Camille guardandola. Alison si guardò un po’ intorno << Stavo solo pensando a com’era entrare nel mondo invisibile >>, << Per favore chiamalo Godrix è più semplice >> sorrise Camille, << Godrix >> ripeté Alison a voce bassa come se dire il nome del mondo invisibile le provocasse una fitta di dolore, << Perché non ci vieni allora? >> chiese semplicemente Camille << Posso accompagnarti io >>, Alison sembrava sconcertata per quelle parole, Camille si chiese se avesse paura di un mondo che non conosceva, era molto probabile siccome Alison non l’aveva mai visto, la paura del nuovo, la paura di conoscere nuove cose, << No, grazie ma preferisco di no >> rifiutò Alison, qualcosa la turbava e Camille lo sentiva. Aveva davanti quella ragazza che sembrava una guardiana a tutti gl’effetti, forse non sapeva combattere, e sicuramente non sarà stata in un accademia pensò, ma lo era, di solito i guardiani o chiunque viveva nel confine non erano ben tenuti e neppure con una specie di divisa addosso, stavano nascosti, alla larga da Godrixx perché rifiutavano le regole, alcuni erano stati esiliati dal mondo invisibile e non potevano tornarci mai più, erano marchiati dalle streghe con una magia, non potevano nemmeno vederla Godrix. Chi viveva nel confine per scelta non poteva nemmeno vivere tra gl’umani, gli Dei lo avevano proibito dopo tutto quello che era successo. << Senti >> disse poi Camille << Se vuoi posso raccontarti io qualcosa di Godrixx >> sorrise, le dispiaceva che quella ragazza era stata portata via dal suo mondo perché dai suoi occhi si vedeva che voleva farne parte. Alison in qualche modo ricambiò il suo sorriso e lei si senti subito meglio, amava fare una buona impressione e amava conoscere nuove persone. << Ok >> Alison acconsentì, << Bene allora cerchiamo un posto per sederci >> Camille fece un cenno con il capo e Alison la seguì.

Alison si sentiva un po’ in colpa ma allo stesso tempo molto felice, certo stava trascurando quasi tutte le regole di Vidya, ma infondo non stava ne oltrepassando il confine ne svelando il suo segreto quindi le due regole più importanti le aveva rispettate, certo non se ne era andata via subito dopo la conoscenza di Camille ma non era una cosa grave no? Era felice di parlare con una persona che veniva dal mondo invisibile o da Godrix come diceva Camille. Ne aveva sempre letto il nome sui libri e ne lei ne Vidya avevano mai pronunciato quel nome, quindi le faceva un po’ strano sentirlo sulle labbra di qualcuno, qualcuno che veniva dal suo mondo. Camille le camminava in parte, era molto sinuosa nei movimenti era poco più bassa di Alison, si vedeva che era stata addestrata ed era una guardiana, aveva un portamento fiero e concentrato. Portava una divisa nera, dei pantaloni neri e lunghi, attillati sul suo corpo formoso, Alison era molto più sottile, più longilinea aveva il seno abbastanza accentuato, non aveva tutte quelle curve come Camille. Ai piedi aveva degli stivali dal tacco basso e largo. Le armi erano infilate alla vita, penzolavano mentre lei camminava sul sentiero, spade e coltelli con il marchio della terra inciso sopra, un cerchio con una croce all'interno, come su ogni arma degli Dei. Si voltò per sorriderle e Alison vide nei suoi occhi azzurro ghiaccio che era sincera, anzi lo sentiva sulla pelle. Quando Camille trovò una roccia abbastanza grande ci si sedette sopra con un balzo. Il marchio da guardiana le si vedeva leggermente sulla schiena sotto la chioma folta dei capelli nero corvino, lasciati liberi sulle spalle e attraverso la canotta stretta che indossava, si spostò di lato i capelli lasciando intravedere un pezzo di marchio che le circondava la base del collo. << Allora cosa vuoi sapere? Non che ci sia qualcosa di divertente da sapere, è tutto monotono laggiù >> ridacchiò lei, ridacchiò e due fossette si fecero spazio sulle sue guance rosate. << Tu sei una guardiana quindi vieni dalla città di Olimpia giusto? >> chiese Alison, era molto interessata a scoprire come era la città dei guardiani. Godrix era la terra invisibile creata dagli Dei per ospitare il popolo magico e i guardiani vivevano tutti ad Olimpia la città dedicata agli Dei di cui sangue scorre nelle loro vene, nostre pensò poi Alison. << Oh si, è piena di guardiani, c’è ne sono anche troppi, credimi non è facile sopportarli tutti, forse procreiamo troppo >> ci pensò su lei seriamente puntando gl’occhi verso l’alto poi li ripuntò verso Alison che era un po’ basita da questa informazione, << Comunque oltre a questo, la nostra città è molto bella, unisce lo stile greco antico con il moderno è molto grande, piena di alberi e giardini dove rilassarsi o allenarsi, più allenarsi direi, sai siamo nati per combattere, gli dei ci hanno dato più abilità di un comune essere umano, siamo più forti, veloci, pensiamo meglio in battaglia, siamo i migliori combattenti su questa terra, siamo stati creati apposta per combattere e mantenere la pace >> fece spallucce Camille e Alison vide il suo sguardo di ghiaccio perdersi nei pensieri e la guardava mentre raccontava di quel posto che per Camille era così familiare mentre per lei non lo era affatto. << Il posto più bello è l’istituto ovviamente dove i giovani si allenano per diventare dei veri guardiani, ci si sta per lunghi dieci anni ad imparare, si dorme, si mangia e ci si allena li, diventa la tua casa da condividere con altri giovani guardiani e non tutti sono simpatici, ma ci sono anche dei ragazzi molto carini >> disse Camille con uno sguardo malizioso mentre guardava Alison sorridere << Però li impari ad essere quello che sei, quello che devi essere, siamo nati per combattere, per fare da guardia a questo mondo, c’è l’abbiamo nel sangue e stare nell’istituto ti fa sentire a tuo agio, senti di essere nel posto in cui dovresti stare e quando diventi un guardiano ti senti potente, o almeno io mi sono sentita così >>. Alison si sentì triste dopo questa affermazione, voleva sapere come era la vita di un vero guardiano ma le faceva male sapere che lei queste cose non le avrebbe mai provate, non si sarebbe mai sentita a suo agio in nessun posto, non si sarebbe mai sentita veramente a casa perché lei non era normale, lei sapeva perfettamente quanto era diversa da tutti, ma anche lei sentiva il bisogno costante di allenarsi, di combattere perché proprio come diceva Camille ce l’aveva nel sangue. Anche se non capiva il perché non poteva svelare il suo segreto sapeva che era pericoloso, lo sentiva dentro, come se quel pensiero fosse inciso nella sua testa. << Scusa >> esclamò Camille e Alison si rivolse verso di lei distogliendosi dai suoi pensieri e guardarla in modo confuso, << Sai non volevo rattristarti, non posso sapere com’è vivere qua fuori, stare lontana dal tuo mondo, non posso immaginare quanto sia difficile il fatto che i tuoi genitori ti abbiano tenuto lontano da tutto questo, forse ho esagerato nel raccontare, fidati alcune volte vorresti scappare perché è come un manicomio >>, sembrava davvero dispiaciuta anche se sorrideva e lo faceva per rallegrarla. << Non preoccuparti sono abituata a sentirmi così, fuori dal mondo >> rispose Alison sinceramente, << Il posto più bello comunque rimane l’isola degl’elfi è davvero magica ma è impossibile spiegarla dovresti vederla con i tuoi occhi per crederci >> continuò a raccontare Camille, di come gl’elfi erano seri e che non aveva mai visto il mondo delle fate perché era quasi impossibile trovarlo. Parlò per tanto tempo, il tempo scorreva e lei e Camille parlavano, anzi Camille parlava, Alison si limitava ad ascoltarla, ogni tanto ridacchiava alle battute della guardiana e ai suoi commenti sarcastici. Ali capì che Camille era una ragazza esplosiva, piena di energia, con un carattere vivace e forte, le piaceva ascoltarla me il tempo era passato e lei doveva tornare a casa o Vidya si sarebbe insospettita.
 
Non voleva andarsene, Camille era la cosa più simile ad un amica che aveva, dopo aver passato tutta la sua vita sola con Vidya le sembrava qualcosa di speciale stare a parlare con una ragazza della sua età, un ragazza simpatica e sicura di se, pensò Alison e questo la fece sorridere. Camille fu la prima ad alzarsi da quella roccia, con un balzo felino saltò giù e provocò una leggera nebbiolina di terra intorno ai suoi piedi, << Devo andare >> esclamò << Il mio lavoro mi chiama >> sorrise poi. Ali saltò giù dalla roccia e le sorrise << Grazie >> le disse, << E per cosa? >> le domando Camille mentre si sistemava la cintura con le armi, << Per avermi raccontato di Godrix >>, Camille alzò lo sguardo nei suoi occhi << Sai puoi venirci quando vuoi >>, << Io non credo che succederà >> rispose sinceramente, << Si ma se cambiassi idea vieni a cercarmi, vai all’istituto di Olimpia e chiedi di me ok? Voglio essere io a portarti a spasso per le nostre terre >> sorrise poi, << Ok >> sorrise Alison scuotendo leggermente la testa. Camille si avvio verso il confine e si voltò, << Lo so, so essere molto testarda >> ridacchiò e la salutò con la mano << Spero di rivederti presto >> e poi si voltò per sparire tra gl’alberi e i cespugli. Mentre camminava per tornare a casa Alison si immaginava ogni singola cosa che Camille le aveva raccontato, la città di Olimpia piena di guardiani, tutti che si allenano insieme per proteggere il mondo, guardiani che convivono tra loro mentre lei era obbligata a vivere da sola, isolata da tutti, per un secondo pensò di scappare, di precipitarsi a Olimpia da Camille ma nel profondo sapeva che era sbagliato, che lei aveva qualcosa di sbagliato anche se non riusciva a spiegarselo, non riusciva a spiegarsi cosa c’era di male in lei, era una mezza guardiana e mezza strega perché non poteva dirlo a nessuno? Perché doveva tenerlo per lei? Ma lo faceva, dopo tutte quelle raccomandazioni da parte di Vidya doveva farlo, se la proteggeva ci sarà stato pure un motivo e lei voleva saperlo, voleva almeno sapere il perché non poteva vivere insieme al suo popolo. Poi pensò a quello che Vidya aveva sacrificato per lei, la strega non era ne stata bandita ne odiava il mondo magico, se ne era andata solo per crescerla, Vidya l’aveva promesso a sua madre che si sarebbe presa cura di lei, che gli avrebbe insegnato tutto, che l’avrebbe protetta, anche se non ne sapeva il motivo Alison doveva esserne grata, doveva ringraziare ogni giorno Vidya per aver mollato tutto per lei, per averla trattata come una figlia perchè Alison sapeva quando Vidya la amasse. Quando arrivò davanti alla casetta di pietra la strega era intenta a raccogliere la verdura nel piccolo orto davanti casa, con la magia era facile per lei far crescere ogni tipo di verdura in ogni stagione e aveva una passione per il suo orto, lo curava sempre con amore proprio come faceva con lei. << Finalmente >> disse Vidya quando incrociò il suo sguardo << Ci hai messo molto >>, << Ho fatto una camminata >> borbottò Alison sapendo di mentire, << Preparati che andiamo ad allenarci >> le sorrise poi passandole in parte per entrare in casa. Aveva un po’ di sensi di colpa, aveva disobbedito alle regole però dentro di lei si sentiva un po’ più completa, come se un tassello fosse stato inserito nel suo grande puzzle incompleto della sua vita. Alison la seguì dentro, << Allora è volato nel mondo invisibile? >> chiese la strega mentre appoggiava la verdura appena raccolta sul tavolo, pomodori rossissimi rotolavano sul tavolo, quando ne vide uno che stava per cadere allargò la mano e con un pizzico di magia lo fermò, << Si è tornato nel mondo invisibile >> borbottò lei andando verso camera sua, aveva come il presentimento che Vidya avesse percepito qualcosa che non andava. Prese la sua faretra con le frecce con il marchio della terra e l’arco appeso al muro con lo stesso simbolo inciso sopra e usci dalla stanza, << Stai bene? >> le chiese poi Vidya con l’aria confusa, << Benissimo, mi è solo dispiaciuto lasciarlo andare, tutto qui >> rispose in fretta e poi usci dalla casetta. Vidya la seguiva, portava un abito lungo e morbido blu come i suoi occhi. Vidya era una donna molto bella per la sua età, si dice che le streghe preservano la loro bellezza anche quando invecchiano e che molti uomini si infatuano di loro. Lei seguiva con passo svelto Alison nello spiazzo d’erba dietro casa e prima di arrivare da lei con uno schiocco di dita fece comparire dei bersagli e poi la raggiunse. Alison si voltò verso di lei e guardo i suoi occhi blu intenso, con uno schiocco di dita il primo bersaglio iniziò a muoversi. Alison prese una freccia dalla faretra e tese l’arco. Il simbolo della terra inciso sull’arma brillò di una luce bianca e insieme ad esso anche il suo marchio inciso sulla pelle. Gli dei crearono delle armi apposite per i guardiani che solo loro potevano usare, il marchio sull’arma legava con il marchio sulla pelle, se le impugnava una strega o un elfo non infliggevano dolore, non valevano nulla. Quelle armi erano più potenti di quelle comuni, servivano ad uccidere i mostri evocati dalle streghe malvagie, riuscivano ad infliggere ferite profonde e spezzare le magie più deboli. Portavano il simbolo della terra perché servivano a proteggere essa dai pericoli e per funzionare devono essere combinato con un marchio degli Dei perché l’arma riconosceva il sangue che scorreva nei guardiani. Il bersaglio si muoveva davanti a lei in modo veloce, Vidya teneva lo sguardo puntato su di esso e poi Alison scoccò la sua freccia che si infilò perfettamente al centro del bersaglio. Era brava, troppo brava ma lei sapeva che il fatto di essere sia una guardiana sia una strega la rendeva più forte di chi era semplicemente un guardiano, le sue due forze si univano sempre, la magia che gli scorreva dentro la rendeva più veloce, più precisa, più forte anche se non usava la magia mentre combatteva con le armi, era semplicemente il suo corpo e la sua mente a migliorare ogni singola cosa nel combattimento.
 
Quando Camille arrivò ad Olimpia decise di attraversare la città a piedi per arrivare all’istituto, guardava ogni singola casa dove vivevano i guardiani anziani con le loro famiglie, camminava e guardava con attenzione quella città per lei così familiare. L’incontro con Alison le fece capire quanto l’amasse, lei ci viveva e l’aveva data per scontata ma quando nella testa gli passò il pensiero di non poter più viverci un brivido le oltrepassò la schiena. Era la sua casa come si sarebbe sentita a non viverci più? Olimpia era una città in stile greco, le case erano per lo più bianche e quasi tutte avevano delle colonne decorate davanti ad esse, scalini di marmo e grandi porte. Poi c’erano le casa più moderne, che si limitavano ad avere solo pochi dettagli sull’antica Grecia. Ma il tutto risultava armonioso, i grandi prati pieni di fuori, i ruscelli con delle piccole cascate. Li le donne portavano i loro figli da piccoli a giocare, a divertirsi con gl’animali, per passare ogni singolo momento con loro prima che i figli entrassero all’accademia. Camille conosceva ogni singola cosa di Olimpia ma Alison no e questo un po’ la rattristava. Quando arrivò davanti all’accademia si fermò davanti all’enorme cancello, aspettò per qualche secondo, il suo marchio sulla schiena si illumino proprio come faceva quando impugnava un arma, di una luce bianca, e il cancello lentamente si aprì. L’aveva riconosciuta come una guardiana e l’aveva fatta entrare. Attraversò un corto vialetto di pietra e arrivò davanti al maestoso monumento che aveva davanti. Era di pietra grigia scura, sul davanti delle colonne enormi la sorreggevano, fece gli scalini prima di attraversare il pavimento di pietra per arrivare alla porta e la aprì. Dentro era molto più moderna, attrezzata di aule, stanze per allenamento, librerie, c’era la sala centrale dove i guardiani monitoravano la situazione e mettevano in atto le strategie. Una sala per le riunioni, le stanze dei professori, la stanza delle armi, l’infermeria, la serra e tante altre stanze con tutto quello che poteva servire ad un guardiano. Ai piani superiore c’erano i dormitori, ognuno di loro aveva la propria stanza, erano tutte uguali ma ovviamente ognuno di loro ci portava i proprio oggetti personali. C’era tanto movimento, guardiani tutti vestiti di nero andavano avanti e indietro nella stanza centrale. Una classe di allievi di 10 anni stava attraversando la sala per andare nella loro aula, ridacchiavano spensierati, Camille si ricordava benissimo quando era una bambina e come tutto questo la emozionava da morire, quella sensazione che hai quando capisci che stai per diventare quello che vuoi essere. << Ehi sorellina sei sull’olimpo? >> disse una voce che la distrasse dai suoi pensieri. Si voltò e vide suo fratello che avanzava verso di lei con il suo solito sguardo compiaciuto. Indossava la sua solita divisa nera. Si notava fin troppo che erano fratelli, avevano lo stesso colore di capelli, la stessa carnagione, lui era solo molto più alto di lei e questo la infastidiva. << Matt che ci fai qui? >> le chiese lei voltandosi, << Ti cercavo, sei stata via parecchio >> disse lui guardandola. Camille non sapeva cosa dire, rimase in silenzio per un po’ incrociando i suoi occhi color verde con delle sfumature color ambra, aveva sempre invidiato anche i suoi occhi, che con il calare della sera diventavano più scuri. Se c’è una cosa che Camille sapeva bene di Matt è quanto lui si piacesse, non per questo sulla pelle portava il simbolo di Apollo, il dio più bello dell’olimpo e a quanto pare si narrava che anche lui si piaceva moltissimo. << Ho voluto controllare bene il confine >> borbotto sollevando le spalle e iniziò a camminare verso un corridoio che portava a una delle aule d’allenamento. << Stai per caso mentendo? >> disse Matt inseguendola, quando lei si voltò lui aveva un sorrisetto beffardo, il sorriso che di solito fa impazzire le ragazze ma con lei ovviamente non funzionava, << No >> rispose lei voltandosi per riprendere a camminare, lui con uno scatto gli fu in parte e la prese per il braccio, << Camille cosa mi nascondi? Sono tuo fratello so quando dici le bugie, lo fai da quando sei piccolina >>. Matt aveva un anno in più di Camille e quando erano piccoli Matt si divertiva a scoprirla quando raccontava le bugie, anche se alcune volte la irritava e la faceva arrabbiare perché la punzecchiava, Matt oltre a essere suo fratello era anche il suo migliore amico e non riusciva praticamente mai a nascondergli qualcosa, un forte legame li univa e si difendevano sempre l’un l’altro anche se a Camille piaceva arrangiarsi da sola. << Ho conosciuto una ragazza >> disse poi lei, << Io le conosco tutti i giorni, abbastanza anche eppure non sono così misterioso >> borbottò Matt e lei gli diede una pacca sulla spalla con uno sguardo contrariato, << Smettila di fare lo stupido >> disse lei << Questa ragazza vive fuori dal confine >> il suo tono di voce si era abbassato come se non volesse che nessun’altro la sentisse, << Una guardiana che vive fuori dal confine? Beh non c’è nulla di strano >> rispose lui, << Si ma lei era triste, non ha mai visto Godrix, credo che i suoi genitori abbiano deciso di non vivere qui e lei è cresciuta fuori da tutto questo, che praticamente è la sua vita e non è stata una sua scelta >>, << Ti preoccupi troppo Camille, se voleva venire qui poteva, non è stata bandita quindi se voleva venirci l’avrebbe fatto >> affermò Matt come se fosse una cosa semplice da spiegare, Camille stava per dirgli qualcosa ma venne interrotta << Ragazzi è ora dell’allenamento >>, << Arriviamo Ethan >> disse Matt entrando nell’aula d’allenamento e Camille lo seguì con ancora nella testa il pensiero di Alison.
 
<< Cosa c’è che non va? >> chiese Vidya quella sera, << Niente >> rispose Alison che incrociò i suoi occhi e vide che la guardava molto attentamente. << C’è qualcosa che non mi dici! >> esclamò la strega, Alison guardò leggermente in basso, << Alison dimmelo!! >> urlò quasi Vidya sgranando gl’occhi << Se hai fatto qualcosa dimmelo ti prego >> disse poi più dolcemente. Alison non sapeva cosa dire, non aveva mai mentito e scoprì che non era molto brava a farlo, Vidya la conosceva bene, dopo aver vissuto con una persona per quasi 19 anni sempre insieme giorno dopo giorno, la si conosce fin troppo bene. << Una ragazza mi ha visto… una guardiana >> disse poi Alison senza scendere nei particolari, << Ti ho sempre detto di stare attenta. Accidenti Alison perché non mi ascolti! Cosa è successo? Devi dirmelo Alison potremmo essere in pericolo! >>, << Calmati >> disse Alison alzandosi dalla poltrona, << Non è successo niente >> borbottò lei << Perché dovremmo essere in pericolo? Perché non me lo dici? >> chiese lei dopo esplodendo, come una bomba ad orologeria, voleva sapere la verità, doveva saperla. << Non hai bisogno di sapere niente! >> rispose la strega severa << Devi solo stare lontana da tutto e da tutti >>, << No! >> urlò Alison << Non voglio più vivere così, voglio sapere qual è la verità, voglio sapere perché sono costretta a vivere fuori dal mio mondo e lo voglio sapere ora! >>, << Smettila Alison >> la rimproverò Vidya << Non fare la bambina! Se ti dico che è meglio che tu non sappia niente è perché è così >>, << Davvero? E’ cosi che mi proteggi? >> protesto Alison allargando le braccia, fece qualche passo in avanti e si fermò difronte a Vidya e la guardò dritta negl’occhi blu intenso, << Ho parlato con quella ragazza, lei sa il mio nome >> parlò piano Alison << Quindi forse è meglio che tu mi dica perché siamo in pericolo >>. Vidya sgranò gl’occhi stupita, << Cosa hai fatto? >> disse quasi tremando << Oh no! No! No! >> continuava a ripetere appoggiandosi al piccolo tavolo di legno scuro, << Alison cosa hai fatto? >> ripeté di nuovo, << Senti non gli ho detto che sono una mazza guardiana e mezza strega >> disse Alison quasi sentendosi in colpa per aver sfidato Vidya, per averla fatta spaventare solo per farsi dire la verità. Vidya le prese le braccia con le due mani e la guardò dritta negl’occhi impaurita << Non capisci che puoi aver compromesso il futuro? >>, Alison la guardò stranita come se Vidya fosse impazzita, << Futuro? >> domandò, << Si Alison, alcune streghe riescono a praticare la veggenza >> Vidya guardò Alison con uno sguardo quasi impaurito, come se lei non avrebbe mai voluto che arrivasse questo momento. << Ok e allora? >> domandò Alison ancora confusa, << Io uso la veggenza per tenere d’occhio il futuro e finché tu resterai nascosta, finché nessuno saprà di te nessuna veggente potrà trovarti perché per il mondo invisibile tu non esisti >> spiegò Vidya e Alison deglutì spaventata, << E perché tutto questo? >> domando quasi senza voce. La strega rimase zitta per qualche secondo. << Tanto tempo fa >> iniziò a raccontare Vidya come se raccontasse una storia ad un bambino, ma il suo volto era triste << I popoli magici iniziarono ad andare d’accordo tra loro a Godrix, molto d’accordo a tal punto che una parte di persone aveva relazioni con specie diverse >>. Vidya si sedette piano sulla sedia, ricordava con gl’occhi persi nel vuoto << Per quasi dieci anni tutto andò liscio, tanti non approvavano ma comunque non intralciavano le storie d’amore. Un giorno, era esattamente il 20 Settembre di 18 anni fa >> Vidya alzo gl’occhi su Alison, << Poco dopo la mia nascita >> esclamò lei e Vidya annui con la testa, << Quel giorno una strega, la regina delle streghe per l’esattezza, arrivò ad Olimpia durante una grande festa dedicata a tutti i popoli, c’erano tutti,  compresi le famiglie con bambini dal sangue misto, famiglie felici che non facevano male a nessuno, vivevano solo del loro amore, a loro non importava la diversità, non importava se i loro figli non avevano il sangue puro, ma alla strega importava >>, Alison la guardò ascoltando attentamente il suo racconto, la verità che doveva sapere da tutta una vita, ma era pronta per questo, ora non lo sapeva nemmeno lei. << La strega attirò l’attenzione su di se, iniziò a dire che prima o poi dei nostri popoli non sarebbe rimasto più niente, che nessuno avrebbe più avuto il sangue puro e che i nostri popoli si sarebbero estinti. Raccontò di come quei bambini erano una minaccia per il futuro del mondo invisibile, erano più forti perché univano due tipi di poteri diversi e la strega disse che ci avrebbero distrutti una volta cresciuti. Ci disse che la veggente che aveva consultato aveva previsto una guerra e che questa guerra sarebbe stata vinta dai sanguemisto >>, << E voi gli avete creduto? >> domando Alison sconcertata, << Ovvio che no, le veggenze non sono mai precise, possono nascondere tanti significati, possono cambiare e di certo non avremmo sacrificato quei bambini solo perché una veggente aveva previsto una guerra >>, << E quindi cosa avete fatto? >> chiese ansiosa Alison, sentiva il cuore martellare nel petto e il respiro pesante, << La strega non la prese bene quando ci opponemmo e noi non c’è l’aspettavamo, aveva evocato tantissimi mostri pronti ad attaccarci, uccise ogni singolo bambino, bambina dal sangue misto e i loro genitori >>, << Tutti tranne me >> la interruppe Alison, << Minacciò l’intero mondo invisibile che avrebbe ucciso ogni singola persona che avrebbe solo provato ad avere una relazione con qualcuno di un'altra specie, che avrebbe ucciso chiunque per questo. Io e tua madre avevamo escogitato un piano per salvarti, con una pozione ho fatto credere ai mostri che tu fossi morta e poi ti ho portata via da li. Non puoi farti scoprire, lo capisci ora? Chiunque lo saprebbe ti ucciderebbe, il mondo invisibile vive sotto il dominio di una strega che sta allerta, che manda mostri ai popoli per controllarli, per ucciderli e lei diventa sempre più forte. E’ praticamente impossibile distruggerla >> Vidya disse l’ultima frase quasi sussurrando. Alison era incredula << Quindi se qualcuno scopre che sono una sanguemisto mi uccide? Sempre se non mi trova prima la strega… >> aveva gl’occhi lucidi, pensò a Camille e a quel sorriso, pensò a lei che la uccideva, lei che sembrava così amichevole, così gentile. L’avrebbe fatto? Camille l’avrebbe uccisa? Non riusciva quasi a respirare, << Perché allora mi avete salvato? >> domando andando avanti e indietro senza riuscire a fermarsi. Guardò fuori dalla finestra, il cielo era buio e c’erano poche stelle, pensò di uscire e iniziare a correre e a non fermarsi più, correre e dimenticare tutta la sua vita che a quanto pare ora faceva ancora più schifo. Poi si accorse che Vidya non le rispose e si voltò a guardarla, la vide prendersi la testa tra le mani e poi sgranò gl’occhi, Alison le si avvicinò e si inginocchiò difronte a lei ancora seduta sulla sedia, << Stai bene? >> le chiese << Cosa succede? >>, respirava profondamente e la strega fece scattare il suo guardo su quello di Alison << Qualcosa è cambiato >> le disse agitandosi.

Un uomo entrò senza bussare nella stanza. Nel bagno antico, ricoperto quasi tutto d’oro, con una grande vasca piena di bollicine create dal sapone dal profumo forte, quei profumi forti che lei adorava. Voltò leggermente la testa, i suoi capelli erano raccolti in uno chignon di trecce rossissime, un rosso così acceso e luminoso. Sorrise debolmente << Non si bussa più? >> chiese con un tono severo << Mi sto rilassando e voglio rimanere sola >> e puntò il suo sguardo severo su quell’uomo che sembrava in ansia, come se avesse paura di dire quello che stava per dirle, << Mi scusi mia signora, è urgente >> rispose l’uomo intimorito, lei lentamente e in modo seducente si girò nell’acqua facendo intravedere la sua pelle candida sotto la schiuma, i suoi occhi neri fissarono l’uomo in piedi di fronte a lei che galleggiava nella sua enorme vasca d’oro, << Quale emergenza Michael? >> domandò, << La strega veggente >> a quelle sole parola Narcissa si allarmò. Saltò fuori dall’acqua davanti a Michael completamente nuda e poi si avvolse in un asciugamano lentamente. Alzò lo sguardo sull’uomo alto che aveva davanti, di bell’aspetto, dai capelli chiari e occhi azzurri, l’aveva soggiogato e lui faceva tutto quello che lei diceva, quello che lei ordinava, era il suo burattino con cui poteva giocare. << Portami da Zelda >> ordinò la strega e Michael annuì col capo iniziando a camminare per i corridoi di legno scuro, con lampade a olio appese alle mura insieme ad oggetti strani e preziosi. Narcissa seguì Michael fino ad arrivare nella stanza di Zelda e poi lo liquidò. Quando entrò nella stanza la strega veggente era seduta sul letto, le mani legate con delle manette magiche, un incantesimo che solo Narcissa poteva sciogliere, teneva Zelda prigioniera perché Narcissa non era nata con il dono della veggenza ma ne aveva bisogno. Doveva mantenere la sua razza pura e questo era il modo sicuro di sapere se qualcuno aveva disobbedito alle sue regole. Il futuro sarebbe cambiato se qualcuno avesse fatto nascere un sanguemisto e lei doveva essere pronta ad eliminarlo. Odiava gl’intrecci tra popoli magici, li trovava disgustosi, per lei era come tradire il proprio popolo e non lo accettava. Per questo ora era lei a comandare su Godrix, a tenere tutti sotto controllo, perché gl’altri lo avrebbero distrutto permettendo le unioni tra popoli diversi. Zelda alzo il suo sguardo segnato, gl’occhi arancioni della veggente andarono su quelli neri di Narcissa, << Spero che sia importante, mi stavo rilassando >> disse Narcissa severa e con una nota di minaccia, << E’ importante >> dietro di lei qualcuno appena entrato nella stanza parlò, Narcissa si voltò e vide Isahia, il suo miglior soldato, il suo braccio destro, colui che l’aveva aiutata fin dall’inizio, << Una veggenza importante >> borbotto l’uomo avvicinandosi a Zelda << Parla strega >> disse poi alla veggente in modo cattivo. Zelda tremò un po’ dalla paura << C’è un sanguemisto >> disse balbettando e poi abbassò lo sguardo impaurita, << Un sanguemisto? >> Narcissa spalancò gl’occhi << E chi è? >> domandò poi, Zelda non rispose continuò a guardare in terra, << Rispondi >> ringhiò Isahia tirandole i capelli neri e aggrovigliati, << Non lo so >> disse lei << La veggenza ha solo avvertito la presenza di un sanguemisto e ho rivisto la guerra, la stessa guerra che vidì diciotto anni fa >>. Narcissa guardò il pavimento e si perse nei suoi pensieri. Stava pensando a un piano, non poteva permettere che nessuno intralciasse il suo cammino, era diventata la strega più potente, aveva vinto la sua guerra, comandava Godrix e voleva continuare a farlo. Poi alzo lo sguardo su quello di Isahia << Dobbiamo trovare questo sanguemisto >> ordinò, << Ma non sappiamo chi sia, quanti anni abbia, non sappiamo chi cercare, non sarà facile >>, << Iniziamo a controllare nel confine, setacceremo tutta Godrixx e lo troveremo, iniziamo dai bambini se la avvertito solo ora non dovrebbe essere grande, e poi qualcuno dovrà pur sapere qualcosa, noi li faremo cantare e eliminiamo questa minaccia >> sorrise la strega compiaciuta. Non si sarebbe fatta abbattere da questo ostacolo, lei sapeva che avrebbe vinto, era sicura di questo. 

Autore: Ciao a tutti eccovi il secondo capitolo. Spero che vi piaccia e spero che questa storia vi intrighi. Il prossimo capitolo lo pubblicherò settimana prossima. Grazie a chi ha letto la storia. Un bacio!! 
 

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Capitolo 4
*** L'inizio ***


L’inizio
 
Matt richiuse l’armadietto degli spogliatoi dopo essersi fatto una doccia. Aveva i capelli neri ancora bagnati quando uscì dallo spogliatoio per oltrepassare l’aula dove i guardiani si allenavano con Ethan. Ethan era il migliore a combattere, insegnava ai guardiani tutte le mosse possibili che sono in grado di fare, a essere più veloci, più riflessivi. A Matt piaceva combattere, era molto bravo e alcune volte gli piaceva vantarsi di questo, ovviamente Ethan era quasi imbattibile, era riuscito ad avvicinarsi alla vittoria contro di lui rare volte. Quando percorse il corridoio, ampio e luminoso, vide Amy, una giovane ragazza che stava ancora studiando per diventare guardiana, che gli sorrideva. Matt era capace di far colpo sulle ragazze senza sforzo, sapeva di aver fascino, sapeva che le ragazze non gli resistevano. << Ciao bellissima >> gli disse avvicinandosi, lei sorrise ancora di più ed era leggermente imbarazzata, << Ciao >> lo saluto lei con la voce lieve come quella di un usignolo. Spostò, con un gesto, i capelli biondi tutti su una spalla e poi si avvicinò ancora di più a Matt, lui sorrise malizioso, Amy era molto bella, e si avvicinò lentamente per darle un bacio. Qualcuno alle sue spalle tossì. Prima che potesse toccare le labbra di Amy si voltò per guardare chi aveva attirato l’attenzione e vide Camille che lo guardava un po’ turbata, << Ho bisogno di parlare con te fratellone! >> disse con fin troppa enfasi lei. Matt si voltò di nuovo verso Amy e le fece uno di quei suoi sorrisi maliziosi che nessuna ragazza poteva dimenticare. Poi seguì sua sorella senza dire una parola. << Che vuoi? Mi hai interrotto! >> si lamentò lui, << Oh davvero? Io direi che ti ho salvato >> disse lei fermandosi e voltandosi verso di lui incrociando le braccia al petto, << Salvato da cosa? >>> domandò lui sarcastico. Camille alzò gl’occhi al cielo e sospirò << Amy… E’ odiosa Matt! Davvero vuoi stare con una che porta il marchio di Afrodite? >> chiese lei con il viso un po’ schifato, << I marchi non influiscono su ogni aspetto del tuo carattere >>, Camille piegò la testa di lato e fissò Matt << Si è vero, ma non mi sembra affidabile >>, << Non è una cosa che mi importa >> fece spallucce Matt, << Dovresti smetterla di uscire con ogni ragazza che ti piace esteticamente >> gli disse la sorella per rimproverarlo, << Nessuna di quelle con cui sei uscito ti conosce veramente, tu hai bisogno di una persona che tiri fuori il meglio di te, che tiri fuori i sentimenti che fai finta di non avere e non accontentarti di una bella ragazza >>, << Mi fai la ramanzina sorellina? >> gli chiese lui con uno sguardo finto serio << Ascoltami >> continuò poi lui << Sono contento che tu abbia trovato un ragazzo speciale per te, ma io non ho bisogno di questo, sto bene così, non ho bisogno che nessuno mi tiri fuori niente, preferisco solo tenermi le cose per me e non avere qualcuno che mi faccia andar fuori di testa >>, << Solo perché non hai ancora trovato quella persona Matt >> disse convinta lei per poi voltarsi e andarsene. Matt era testardo, non amava aprirsi con le persone, lui doveva avere il suo spazio privato, per non creare problemi, per non avere nella testa una ragazza di cui preoccuparsi o che lo facesse impazzire, lui preferiva stare nel suo e stare con ragazze che non lo prendevano mentalmente ma solo fisicamente. E poi sentì un rumore assordante, per un secondo pensò che una bomba fosse scoppiata fuori dall’accademia ma poi si accorse che era una voce a parlare.
 
Camille torno indietro verso Matt dopo aver sentito la voce che richiedeva la loro attenzione. Quando arrivò quasi all’entrata trovò Matt che correva verso l’uscita. Spalanco la porta e corse fuori nel giardino dell’accademia, il cielo era pieno di nuvole scure e dei lampi si scatenavano insieme alla voce che parlava. << Ascoltatemi tutti miei cari abitanti di Godrix, è la strega Narcissa che parla >>, ci fu un boato assordante, i guardiani con tutti gli sguardi rivolti verso il cielo. Camille riuscì a intravedere Matt in mezzo alla folla e lo raggiunse, << Cosa sta succedendo? >> domandò lei confusa, non si aspettava tutto questo, la strega non si faceva vedere da tanto tempo, << Non ne ho la più pallida idea >> borbotto Matt senza smettere di guardare il cielo. << A mio malgrado oggi sono venuta a conoscenza di una cosa davvero imbarazzante, una cosa che non doveva succedere >>. I guardiani si guardarono tra loro sorpresi, nessuno sapeva di cosa la strega stesse parlando. Camille capì subito che Narcissa stava parlando con tutta Godrix e che quindi si stava riferendo a ogni popolo magico. << La mia cara amica veggente, oggi, ha fatto una premunizione mi ha rivelato che tra di noi c’è un sanguemisto >>. I guardiani iniziarono a parlare tutti insieme, un brusio si sollevò in tutto il cortile dell’accademia. Camille era scioccata, non poteva crederci, per anni i guardiani presero precauzioni per far in modo che questa cosa non accadesse, che nessuno avrebbe più avuto il sangue misto per non rivivere la tragedia di 18 anni fa. << Mi avete disobbedito >>, Camille strinse la mano al fratello ascoltando la strega, << Se sapete qualcosa vi conviene parlare, se lo state nascondendo ci saranno delle conseguenze, finché questo sanguemisto non verrà trovato e ucciso lo cercherò e vi ricorderò con chi avete a che fare >> e poi svanì. La voce della strega si spense e con lei le nuvole scure scomparirono. Camille incrociò gl’occhi di Matt che era sconvolto quanto lei, non riusciva a crederci, non voleva più pensare a quei bambini che erano stati sterminati, anche se era molto piccola ricorderà sempre le urla che gli trafiggevano le orecchie e Matt che l’abbracciava. << Cosa facciamo? >> chiese lei stringendo forte la mano del fratello, << Niente >> borbottò Matt << aspettiamo che il consiglio si riunisca al monte Lex, li decideranno cosa fare e poi valuteremo >> borbottò scosso, << Ma se è un bambino piccolo, davvero lo uccideranno o lo consegneranno a lei? >> chiese sconvolta sgranando gl’occhi, sembrava quasi isterica << Camille calmati, non sappiamo ancora cosa succederà, non sappiamo chi sia questo sanguemisto, ma non credo che inizieremo una guerra solo per proteggerlo >>, << E quindi… >> disse lei facendogli mancare il respiro, << Aspettiamo >> gli rispose Matt appoggiandogli le mani sulle spalle per tranquillizzarla. << Camy >> chiamo una voce preoccupata, vide Gabriel arrivarle incontro e la prese al volo abbracciandola, << Ho visto tutto >> borbotto lui lasciandola, << Stavo tornando dalla ronda e l’ho visto >>. Camille guardò il suo ragazzo con lo sguardo preoccupato, adorava il fatto che lui si preoccupasse sempre per lei anche se lei alcune volte lo faceva impazzire, Camille non era facile da gestire, era molto orgogliosa, molto fiera, voleva sempre farcela da sola e a volte ammetteva di essere forse un po’ pesante. Gabriel la guardò con i suoi occhi marrone scuro, lui era molto valoroso in battaglia, molto severo riguardante alle regole mentre Camille era più aperta al riguardo. Ma si amavano, lei lo amava, l’aveva sempre trattata come una donna e mai come una ragazzina. Era ancora abbracciata a lui e gli passò le mani tra i capelli biondo cenere, << Tu cosa ne pensi? >> chiese Matt a Gabriel, << Non saprei, non ho mai avuto nessun sospetto riguardo a questo >> rispose lui. Per fortuna di Camille, Matt e Gabriel andavano d’accordo, erano anche buoni amici anche se ovviamente Matt lo teneva d’occhio perché era il ragazzo di sua sorella. Tutti e tre rientrano in accademia dove era scoppiato il caos, tutti che discutevano su ciò che era appena successo, gente che diceva di cercare il sanguemisto, altri di farlo trovare alla strega, tutti dicevano la loro creando casino. Camille scorse sua madre da lontano, i suoi capelli castani, molto lunghi, raccolti da un mezzo chignon. Stava parlando con Ethan e Camille le si avvicinò con Matt e Gabriel. << Mamma >> la chiamò lei e la donna alta e snella si voltò, << Oh siete qui per fortuna, vi cercavo >> sospirò lei, << Cosa sta succedendo? >> le chiese Matt, << Matthew calmati, ora esamineremo la situazione e poi organizzeremo un incontro con il consiglio di tutti i cinque popoli magici e vedremo cosa fare, ma ci vorrà qualche giorno >> spiegò gentilmente la madre a Matt. Camille era sempre stata fiera di sua madre, una donna tenace e forte, che riesce sempre a tenere la situazione sotto controllo rimanendo concentrata. Non per questo i suoi genitori erano i leader dei guardiani, un po’ come un re e una regina che decidevano cosa fare quando c’erano dei problemi. I guardiani rispettavano molto i suoi genitori, tutti le dicevano sempre quanto erano in gamba, quanto era fortunata ad avere due guardiani modello così. Ma lei li vedeva sempre e solo come i suoi genitori, le persone a cui voleva più bene al mondo. << Forza andate nelle vostre stanze, domani sarà una lunga giornata >> borbottò la madre in modo severo come faceva quando erano bambini e li cacciava a letto, << Ai tuoi ordini mamma >> sorrise Camille.
 
<< Cosa intendi con qualcosa è cambiato? >> chiese Alison intimorita, non aveva mai visto Vidya così preoccupata, non l’aveva mai vista in questo modo, con il terrore negl’occhi e quella paura derivava dal fatto che lei era nei guai, che Alison in qualche modo era in pericolo. Vidya si alzò dalla sedia e corse fuori dalla casetta seguita da Alison, corse nella sua stanza della magia sul retro. Quando varcò la piccola porta di legno si precipitò a prendere una sfera di cristallo da uno degli enormi scaffali allineati sul muro che si trovavano difronte a lei. Era agitata e nervosa, non erano sensazione che era abituata a provare, si era sempre sentita al sicuro, sentita protetta, non avrebbe mai pensato che la sua vita era davvero in pericolo, che era davvero troppo diversa e che per chiunque lei rappresentasse un pericolo. Se ne rendeva conto solo ora, che il fatto di avere il sangue misto la metteva in una situazione in cui lei non vorrebbe mai trovarsi. Era brava, buona, gentile, ma questo non bastava, chiunque avesse scoperto il suo segreto molto probabilmente l’avrebbe uccisa e questo pensiero la rattristiva. Per un istante si sentì sola al mondo più di quanto lo si sentisse già, prima aveva la speranza che un giorno sarebbe tornata nel suo mondo ora non aveva più nemmeno quella. Vidya dopo aver appoggiato la sfera sul tavolo guardò Alison e le si avvicinò, << Risolveremo tutto questo, ma tu devi essere forte >> le disse spostandogli una ciocca ribelle dal viso per poi tornare a concentrarsi sulla sfera. Vidya chiuse gl’occhi e mise le mani aperte sopra essa. Bisbigliava parole che Alison non riuscì a percepire, dalle mani le usciva una luce blu molto delicata mentre nella sfera si creava un fumo grigiastro. Alison rimase lì a guardare Vidya che sembrava in un altro mondo, come se non fosse più lì con lei, ma persa dentro la sua testa. Non aveva mai visto qualcuno usare la veggenza, Vidya non gli aveva mai detto che era in grado di praticarla, né tanto meno che tenesse sotto controllo il futuro per lei. E ora cosa sarebbe successo? Che ne sarebbe stato del futuro? Della sua vita? Sarebbe stata in grado di affrontare un mondo che non la voleva? Che la discriminava? Avrebbe resistito a tutto questo? Non lo sapeva nemmeno lei, non sapeva più a cosa pensare, aveva troppe domande dentro la sua testa di cui non riusciva a trovare risposta, troppe cose le ronzavano nella mente e non riusciva più a fermarle. Vidya sembrava ancora persa in un altro mondo e tutto quel silenzio che la circondava gli faceva sentire ancor di più i suoi pensieri. Aveva sempre sognato di andare a Godrix, di far parte di quel mondo, ma ora? Ora che sapeva la verità, ora che sapeva cosa era lei veramente non sapeva più se voleva farne parte, ma ormai era troppo tardi, la veggenza era cambiata e lei sicuramente c’entrava qualcosa con questo. Vidya produsse un suono soffocato riaprendo gl’occhi, aveva uno sguardo turbato, era quasi impaurita. Appoggiò le mani al tavolo e voltò la testa verso Alison, i suoi occhi blu incrociarono i suoi grigi scuri e capì subito che qualcosa non andava, che qualcosa era andato storto. << Vidya! >> chiamo Alison con la voce bassa avvicinandosi a lei, quando gli arrivò vicino Vidya abbasso gl’occhi al pavimento, << Il futuro è cambiato >> borbottò, << Cosa hai visto? >> le chiese Alison in ansia, << Tu, nella nuova veggenza c’è un sanguemisto >> rispose Vidya ancora sotto shock, << E… >> disse Alison per far parlare la strega che si era azzittita, << Alison >> inizio a dire lei << Ti cercheranno finché non morirai, la strega inizierà a cercare in ogni angolo di Godrix e del confine per trovarti e non solo lei >>, Alison spalancò la bocca, << E cosa dovrei fare? Io… Io non so a cosa pensare >> balbetto lei senza sapere cosa dire, non si era mai trovata in una situazione del genere e non riusciva a pensare in modo lucido, << Nessuno sa chi sia, nessuno sa che sei tu la sanguemisto e devi tenerlo nascosto… per tua fortuna hai l’aspetto di una guardiana >> le disse Vidya che iniziò a trafugare nei cassetti alla ricerca di qualcosa, << Non so davvero cosa fare >> disse ancora Alison ma non ricevette risposta, seguiva Vidya con gl’occhi mentre cercava qualcosa << Davvero io non so a cosa pensare, cosa farò ora? >> continuava a dire ma Vidya non la ascoltava, era troppo intenta a scavare nei suoi cassetti in modo frenetico e veloce. << Vidya per favore dimmi cosa devo fare! >> le chiese avvicinandosi e prendendole un braccio, la strega alzo lo sguardo su di lei e poi le poso le mani sulle spalle, << Andrai a Olimpia >> le rispose la strega lasciandola senza parole.

Alison pensò di esserselo immaginato, che Vidya non aveva veramente detto quello che lei aveva sentito. Mentre gl’occhi Blu della strega la guardavano attentamente si rese conto che non stava scherzando, che aveva detto davvero che lei doveva andare a Olimpia. << Come posso andare ad Olimpia? >> le chiese Alison ancora stupita, << Devi Alison, è l’unico posto dove sarai al sicuro >> rispose la strega, << Sicuro? Tutti vorranno uccidermi >>, << Non tutti voglio i sanguemisto morti >> borbotto poi Vidya << Ascoltami bene, non dovrai dire a nessuno che sei una sanguemisto, non dovrai mai usare la magia davanti a loro, per nessun motivo, devi sembrare una vera e propria guardiana >> le spiegò, << Perché non posso restare qua? >> le chiese << Perché qua non sono più al sicuro? >>, << Perché siamo nel confine, lei verrà a cercarti e qui è molto più facile trovarti, una guardiana e una strega che vivono insieme non è una cosa che si vede facilmente, in mezzo ai guardiani invece nessuno si renderà conto di quello che sei, lo capisci? Ti devi mimetizzare tra loro e non dire mai a nessuno… >>, << Che sono quella che cercano? Che sono quella che devono uccidere per avere la pace? Che sono quella che scatenerà una guerra? >> disse Alison quasi urlando, stava tirando fuori quello che aveva tenuto dentro per tanto tempo. Tutta quella pressione che si sentiva addosso quando non sapeva chi era, quando non sapeva perché era rinchiusa nel confine e ora che lo sapeva, ora che conosceva la verità si sentiva un enorme peso sulle spalle, le persone erano in pericolo solo perché lei esisteva, non li biasimava se l’avessero voluta uccidere, non li biasimava se loro la discriminavano per ciò che era, perché quello che era portava guerra e distruzione. << Tu non hai fatto niente di male >> le rispose la strega << Pensi che quei bambini meritassero di morire solo perché avevano il sangue misto? Nessuno sapeva perché quella guerra vista dalla veggente si sarebbe scatenata eppure la strega uccise tutti perché credeva che erano loro i mostri, ma non lo meritavano e tutto il popolo magico per evitare tutta questa distruzione decise che i rapporti tra le specie diverse erano proibiti, che i sanguemisto non dovevano esistere, ma io credo che abbiano fatto l’errore più grande che si potesse fare >>, << Perché? Perché credi sia stato un errore proibire la nascita dei sanguemisto? >> chiese Alison, << Perché io la penso così >>. Vidya riprese a guardare nei cassetti senza sosta, Alison iniziò a domandarsi perché l’avevano portata in salvo, perché era ancora viva quando in realtà dovrebbe essere morta per non causare problemi al popolo magico. << Perché mi avete salvato? >> chiese poi mentre Vidya trovò quello che stava cercando, tirò fuori una scatoletta da un cassetto vicino al sue enorme calderone nero. Una scatola molto antica e decorata. Sopra, con dei piccoli tasselli di mosaico, c’era disegnata una strega che praticava la sua magia. Quando Vidya appoggiò la scatola di fronte a lei sul tavolo la guardò senza aprirla, << Perché tua madre voleva salvarti >> rispose poi Vidya alla sua domanda, ma sentiva che c’era qualcosa che non le diceva, qualcosa che le teneva ancora nascosto. << Cosa sai ancora che io non so? >> le chiese guardandola in modo severo ma Vidya non rispose. Si voltò e si concentrò sulla scatola che poco dopo si aprì da sola. Capì che Vidya l’aveva sigillata con una magia molto forte e Alison iniziò a chiedersi cosa contenesse quella scatolina di così importante. Vidya tirò fuori una pietra di colore arancio, era trasparente, sorrise lentamente nel guardarla e poi la mise nelle mani di Alison, << Cosa dovrei farci con questa? >> gli chiese osservandola bene mentre la teneva con il pollice e l’indice davanti ai suoi occhi. << E’ una pietra comunicativa >> spiegò Vidya, << Una pietra cosa? >> Alison era confusa non capiva quello che Vidya volesse da lei, << Comunicativa >> ripeté la strega << Serve a comunicare >> dalla scatola ne tirò fuori un'altra ma quest’ultima era bianca trasparente. << Queste pietre servono a comunicare a distanza, i guardiani la usavano un tempo per comunicare tra di loro in battaglia o per comunicare con gl’altri popoli, ora non vengono più usate, ci sono modi più tecnologici per comunicare >>, << E cosa me ne faccio? Non mi salverà la vita >> borbottò Alison << Ti servirà per comunicare con me >> le rispose, << Con te? Non vieni con me? >> domandò sgranando gl’occhi. Vidya abbassò lo sguardo << Non posso, ho una cosa da fare, molto importante Alison, se inizierà una guerra contro la strega non ci sarà molta speranza per nessuno >>, << E io sarò sola con una pietra? >> disse quasi arrabbiata, << Ti ho allenata per questo, per questo esatto giorno dove ti avrei lasciata per completare la mia missione, se vogliamo sopravvivere devo fare una cosa prima e tu devi stare al sicuro ad Olimpia >>. Alison rimase in silenzio, non sapeva cosa dire o cosa fare, doveva lasciare l’unica persona che amava, l’unica che conosceva e gli si strinse il cuore nel petto. << Tu sei forte e so che te la caverai, tieni nascosta la pietra e non mostrarla a nessuno se no capiranno che stai comunicando con qualcuno con cui non dovresti >>. Vidya aggrottò lo sguardo, come se avesse percepito qualcosa, << La strega è nel confine >> borbotto velocemente << Dobbiamo sbrigarci >>, << Come faccio ad arrivare ad Olimpia? >> le chiese Alison, Vidya fece comparire con la magia il suo arco con le frecce e glieli mise in mano, << Nascondi la pietra >> borbottò la strega, Alison se la infilò velocemente in una tasca nascosta della sua divisa, agganciò la faretra sulle spalle che conteneva le frecce. Il suo arco era molto moderno, abbassò una levetta ed esso si chiuse diventando abbastanza piccolo da poterlo agganciare insieme alla faretra. Quando fu pronta Vidya l’abbracciò forte, << Io credo in te lo sai vero? >> le disse << C’è la farai, contattami solo in caso di estrema emergenza ok? Non possiamo rischiare e cerca di stare attenta a non farti scoprire, vedrai che c’è la faremo >> le disse, ad Alison scese una lacrima sulla guancia mentre stringeva Vidya che appena sciolse l’abbraccio con un gesto fece comparire una specie di porta, dentro era fatta come uno specchio d’acqua che si muoveva sinuosamente, un portale pensò Alison quando si accorse cosa realmente era, << Va ad Olimpia >> disse la strega, lei prese coraggio e vi si avvicino, prima di oltrepassarlo si voltò a guardare la strega, colei che l’aveva cresciuta e amata come una figlia, si sentiva triste, con il cuore spezzato, non avrebbe voluto lasciarla, ma se Vidya credeva che lei c’è l’avrebbe potuta fare allora anche lei ci credeva, si fidava di lei più di ogni altra cosa al mondo. << Sbrigati >> esclamò la strega, << Ti voglio bene >> disse Alison prima di varcare il portale, l’ultima cosa che vide fu una lacrima scivolare sul volto della strega.
 
Era nervoso, da quando la strega nera era comparsa Matt si sentiva frustrato e doveva sfogare la sua frustrazione allenandosi, Gabriel difronte a lui era quasi senza fiato mentre combattevano a mani nude. Era l’unico modo che Matt conosceva per sfogarsi, per liberare la mente e riuscire a pensare meglio. Doveva scaricarsi se no sarebbe esploso per i troppi pensieri. Era sudaticcio, i capelli neri, sempre spettinati, gli si incollavano alla fronte, sulle mani indossava i guanti che usava per combattere corpo a corpo, il petto nudo e un paio di pantaloni neri della tuta. << Ci stai dando dentro ah? >> gli chiese Gabriel, << Sono abbastanza nervoso, si! >> rispose lui << Non posso ancora crederci che esista un sanguemisto >> disse sganciando un fendente verso Gabriel che si scansò proprio all’ultimo secondo, << Chissà chi ha disobbedito! >> esclamò Gabriel << Le relazioni tra specie diverse sono proibite da quando la strega fece quella strage, non riesco a capire come sia potuto succedere, tutti erano d’accordo sul fatto che era meglio non creare problemi che nessuno avrebbe messo al mondo i sanguemisto >>, Matt non sapeva cosa dire, schivò un colpo di Gabriel e poi lo atterrò in un batter d’occhio. << Vacci piano non stiamo combattendo per davvero >> lo rimproverò l’amico. Nella mente di Matt riemerse il ricordo della strega che parlava, lui aveva sempre fatto rispettare le regole, era quello che facevano i guardiani, ma ora erano in pericolo, tutti erano in pericolo finché quel sanguemisto non veniva trovato. << Dovremmo essere la fuori a cercarlo e mettere fine a questa storia >> borbottò poi Gabriel che si tirò su a sedere dopo essere stato messo al tappeto da Matt << Non possiamo, finché il consiglio non si riunisce e decide, fino ad allora non possiamo agire >>, << Si ma così continuiamo a rischiare, prima o poi qualcuno morirà per mano della strega se non facciamo qualcosa in fretta >>, << Non è facile trovare un sanguemisto di cui non conosciamo, età, sesso e nemmeno che sangue abbia >> gli disse Matt << Praticamente è impossibile >>, << Magari qualcuno sa qualcosa, bisognerebbe chiedere e farli parlare >> le parole di Gabriel sembravano quasi una minaccia, << Credi che ne valga la pena torturare qualcuno solo perché potrebbe sapere qualcosa >> chiese Matt, << Per la nostra incolumità? SI! >> affermò Gabriel << Seguiamo le regole e se è proibito fare figli con il sangue misto chi ha disobbedito deve pagarne le conseguenze >>. Gabriel si alzò e poi andò verso lo spogliatoio senza più dire una parola. Matt lo seguì con lo sguardo, Gabriel era un bravo ragazzo ma si sapeva che era tremendamente severo quando si parlava delle regole e anche Matt era d’accordo sul fatto che le regole andavano sempre rispettate. Il consiglio aveva stipulato una serie di regole che i guardiani dovevano far mantenere e le regola diceva che qualsiasi persone avrebbe avuto una relazione con un’altra di un popolo diverso o che avrebbe fatto un figlio con esso ne avrebbe pagato le conseguenze. Disobbedire non esisteva nel vocabolario dei guardiani. Una relazione proibita veniva punita, un sanguemisto doveva venire ucciso, erano queste le regole, ma fino ad ora non era mai successo e Matt non sapeva come il consiglio avrebbe risolto questa situazione. Si sfilò i guanti e andò verso gli spogliatoi per lavarsi, doveva prepararsi perché poco dopo doveva vedersi con Amy fuori dall’accademia. 

Ps: Ciao a tutti eccovi il capitolo spero vi piaccia!! 
 

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Capitolo 5
*** Olimpia. ***


Olimpia.
 
Quando Alison varcò il portale si sentì come risucchiata in un spazio infinito. Chiuse gl’occhi e quando li riaprì si ritrovò in un posto che non aveva mai visto. Era in una stradina quasi deserta, si sentì un po’ intimorita, non era mai stata ad Olimpia, non sapeva cosa aspettarsi ma finalmente era riuscita ad arrivarci anche se questa non era la situazione che sperava. Avrebbe voluto essere lì perché anche lei ne faceva parte e non perché doveva scappare da una strega che la stava cercando. Iniziò a camminare lentamente, si sentì un po’ a disagio, aveva paura che qualcuno la notasse, ma i guardiani nemmeno si giravano a guardarla, camminavano svelti, si sentiva che c’era una sorta di preoccupazione nell’aria. Quando uscì dalla via in cui era stata catapultata con il portale, si ritrovò in una specie di piazzetta e si fermò per ammirare tutto ciò che aveva intorno. Tutto era come Camille le aveva descritto, tutto armonioso, bello e rilassante pensò lei. Molti guardiani camminavano nelle loro divise, alcune donne tenevano per mano i bambini più piccoli, le case chiare con le loro colonne, i giardini con i fiumi, i fiori. Era tutto magnifico pensò Alison, pensò a quanto le sarebbe piaciuto poter vivere lì, in quel posto che la faceva sentire in pace con il mondo. In mezzo alla piazza in cui si trovava c’era una fontana enorme, decorata di piante e fiori colorati e poi si accorse dell’enorme monumento dietro di lei. Lo guardò per qualche instante prima di capire che fosse l’accademia dove i guardiani imparavano tutto, sull’enorme cancello che si trovava difronte a lei c’era scritto Guardians in modo maestoso ed elegante. Non sapeva cosa fare, si guardava intorno senza sapere dove andare o dove cercare Camille. Non le sembrava il caso di entrare nell’accademia senza che nessuno l’accompagnasse, non voleva attirare l’attenzione di nessuno, voleva solo rimanere nell’ombra per non farsi scoprire, ma se Vidya gli aveva detto che mescolarsi tra i guardiani l’avrebbe protetta doveva farlo. Le mancò il respiro per qualche secondo e decise di avvicinarsi alla fontana in mezzo alla piazza per riflettere meglio su cosa fare, sperava solo che Camille passasse di lì prima o poi, tutto quello che doveva fare era aspettare. La mente le si riempì di pensieri contrastanti, era felice di essere lì ma non lo era per quello che stava accadendo. Si sentì un esclusa quando guardava gl’altri guardiani, sapeva di essere diversa da loro e questa diversità era la cosa che probabilmente prima o poi l’avrebbe uccisa. Lei era il motivo che poteva scatenare una guerra e pensò che chiunque l’avrebbe eliminata per evitare questa minaccia. Sospirò leggermente per tranquillizzarsi, doveva trovare Camille, doveva trovare un modo per integrarsi con loro per stare al sicuro e doveva trovare un modo per distruggere quella strega pensò anche, era l’unico modo per lei di sopravvivere, di poter vivere la vita che aveva sempre voluto. Un bambino attirò la sua attenzione, giocava con una spada giocattolo e faceva finta di combattere contro un mostro, << Sarò il guardiano più forte >> continuava a ripetere e questo la fece sorridere, si voleva sentire anche lei così, voleva crescere anche lei con una famiglia che l’amava, che la portava a spasso per Olimpia a giocare e poi all’età di 8 anni entrare all’accademia per diventare una vera e propria guardiana, invece lei era cresciuta nel confine, non aveva tempo per giocare, fin da piccola Vidya le insegnava a difendersi, a fare magie e ora ne capiva il motivo, lei aveva bisogno di sapersi difendere, anche se il fatto di avere il sangue misto la rendeva più forte di chiunque doveva allenarsi per imparare a coordinarsi, ad essere veloce e ad avere i riflessi pronti. E la magia non le risultava così facile, doveva sempre impegnarsi molto quando la praticava, perché come diceva Vidya la vera forza della magia usciva nei momenti di pericolo, che il proprio stato d’animo e i sentimenti influiscono su di essa. << Bell’arco >> una voce la interruppe dai suoi pensieri e quando si voltò incrociò due occhi verdi e ambra che la guardavano attentamente.

Alison osservò quel guardiano che la guardava. I capelli neri sparpagliati in testa, gl’occhi grandi che la fissavano con attenzione e il sorriso malizioso che le faceva. Trattenne il respiro per qualche secondo, se si era immaginata un bel ragazzo se l’era immagino proprio così. Lei che era abituata a vivere sempre con Vidya, non ne aveva mai conosciuto uno, non aveva mai visto un ragazzo, solo una volta un uomo, un amico di Vidya che le aveva portato degl’ingredienti che le servivano per delle pozioni, Vidya non faceva venire mai nessuno nella sua piccola casa di pietra, ora capiva perché era così pericoloso, perché nessuno doveva vederla. Il ragazzo davanti a lei la guardava stranito perché lei non parlava, << Non ti ho mai vista! >> disse lui socchiudendo gl’occhi, << Io sto cercando una persona >> borbottò Alison in ansia, << Beh io sono una persona… una bella persona >> rispose il ragazzo sorridendo, un sorriso enorme e bianco. Notava come tutte le ragazze che passavano nei dintorni lo guardavano con occhi incantati. Lei lo guardò stranita per quella affermazione, << Cerco una persona che conosco >> ripete lei un po’ fredda mentre lo guardava confusa. Il ragazzo si porto la mano sulla testa facendola passare tra i capelli, Alison notò subito che sull’avambraccio portava il marchio, un sole era disegnato sulla parte interna del braccio, circondato da quelle ramificazioni che accompagnano tutti i marchi, come vene scure di cui il sangue si insinua nel corpo. Era il marchio di Apollo. Alison, poi, fece passare i suoi occhi su tutto il corpo del giovane che si trovava difronte a lei, era molto alto, la superava di una spanna, gl’occhi di lui erano ancora fissi su di lei, aveva un fisico muscoloso, Alison lo intravedeva dalla maglietta nera che portava, le braccia muscolose, le spalle larghe e tra la maglietta e i pantaloni che indossava si intravedeva il ventre scolpito. Alison si ritrovò a studiare quel ragazzo con gl’occhi, a guardare ogni suo minimo dettaglio, era strano per lei trovarsi in quella situazione e quel ragazzo con le sue battutine lo rendeva ancora più imbarazzante. Lei di certo non era una che si faceva abbindolare da certe cose, vedeva come quel ragazzo si sentiva sicuro di se, di come si compiacesse e Alison decise di non farci caso, non voleva farsi ammaliare da lui. << Posso aiutarti a trovare quella persona se vuoi >> chiese poi lui piegandosi leggermente in avanti avvicinandosi di molto al suo viso, << Me la cavo da sola >> rispose lei cercando di rimanere il più seria possibile, sentiva il suo respiro fresco sul volto, mentre lui teneva gl’occhi puntati sui suoi. << Matthew allontanati subito da lei >>, una voce familiare entrò nelle orecchie di Alison, << Ops, l’ho fatta arrabbiare >> disse poi Matthew voltando il capo verso la ragazza che l’aveva appena rimproverato. Alison la guardò e vide Camille con i suoi capelli neri sciolti sulle spalle venire velocemente verso di loro, tirò un leggero sospiro di sollievo. Quando li raggiunse Camille guardò Alison e sorrise, << Alla fine sei venuta, lo sapevo che non avresti potuto resistere >> disse lei e poi si voltò verso Matt incrociando le braccia al petto << E tu smettila di fare lo stupido con ogni ragazza che incontri >> lo rimproverò, << Sorellina stai tranquilla stavo solo facendo conoscenza >> sorrise lui ancora in quel modo malizioso, << Sorellina? >> chiese Alison guardandoli mentre si sfidavano con gl’occhi, << Si questo ragazzo a cui piace infastidire tutte le ragazze è mio fratello >> borbottò lei sgranando gl’occhi, << Già, sono il suo splendido fratello >> Matt face l’occhiolino ad Alison e Camille gli diede una gomitata guardandolo di traverso ma lui non fece caso a lei e fissava Alison << E tu chi sei invece? >> le chiese poi lui, << Alison >> rispose lei sicura di se guardandolo stranita, << E’ davvero un piacere conoscerti Alison >> disse Matt concentrandosi su di lei. Camille guardava ancora Matt infastidita dal suo comportamento, << Non hai niente di meglio da fare Matt? >> gli chiese la sorella. << Eccoti qui >> disse poi un'altra voce femminile, quando Alison puntò gl’occhi su chi aveva parlato vide una ragazza bellissima che sorrideva al ragazzo, Camille alzo gl’occhi al cielo e questo provocò a Alison una risatina che attirò l’attenzione di Matt, la ragazza dai capelli biondi lo guardava intensamente << Allora andiamo? >> domandò lei, si vedeva che era agitata e che non vedeva l’ora di passare del tempo con il fratello di Camille, lei gl’afferrò il braccio come per trascinarlo via, << Certo >> rispose lui mentre guardava ancora Alison, << Camille >> esclamò poi la bionda guardando Camille, come un saluto freddo e distante, << Amy >> rispose lei guardandola e facendo un sorrisino tirato e svogliato, << Scusateci ma abbiamo da fare >> continuò a parlare la ragazza mentre guardava Camille e Alison in alternanza, Camille fulminò Matt con uno sguardo, << Dopo tutto quello che sta succedendo tu vai a divertirti? >> chiese lei, << Camy non fare così e poi ho del tempo libero >>, << Già vedo che lo sfrutti bene il tuo tempo libero >> rispose lei sarcastica. Alison rimase lì a guardare i due fratelli punzecchiarsi senza intervenire, le piaceva assaporare questi momenti che lei non aveva mai vissuto. << Allora andiamo? >> chiese impaziente Amy, Matt le annuì e poi guardò Alison, << E’ stato un piacere >> le disse facendo un piccolo sorriso << Ah bel marchio >> sorrise in modo più malizioso lui guardandogli il marchio in mezzo il petto, Alison lo guardò confusa e non rispose, poi Matt si voltò allontanandosi con Amy mentre Camille sbuffava.
 
<< Cosa c’è che non va? >> domandò Alison guardando Camille, << Gli ho detto mille volte di non uscire con quella >> borbottò lei nervosa, << Mi sembra grande abbastanza >> le rispose lei, << Matt è un tipo difficile >> rispose Camille con il tono di una sorella preoccupata << Lei non va bene per lui, sono sua sorella e lo so >>, << Ok >> rispose Alison << Ma sono scelte sue >>, << Certo ma lei non tira fuori il meglio di lui… Senti non mi va di parlare di Matthew, sono contenta che tu sia qua >>, << Anche io >> rispose lei sorridendo anche se non era lì per i motivi che credeva Camille e un po’ si sentì in colpa per questo, non voleva mentirgli, era una ragazza incredibile, piena di vitalità e non si meritava queste bugie ma Alison non sapeva che altro fare era incastrata in questo limbo senza fine, da una parte non voleva mentire dall’altra non poteva fare altro e si rese conto che era finita in una situazione davvero poco piacevole. << Andiamo ti faccio vedere l’accademia >> esclamò entusiasta Camille che afferrò per la mano Alison e la trascinò verso l’accademia, quando arrivarono difronte al cancello e si fermarono Alison si chiese cosa stessero aspettando, poi il marchio di Camille e il suo sì illuminarono << Non avere paura ci sta solo riconoscendo come guardiane >> sorrise e il cancello lentamente si aprì. Alison non sapeva bene come sentirsi, era agitata e in qualche modo impaurita per via del suo segreto, magari qualcuno l’avrebbe riconosciuta come una sanguemisto e la sua vita sarebbe finita. Quando varcarono l’enorme porta dell’accademia la prima cosa che Alison notò era un ambiente moderno, con tantissimi guardiani indaffarati, pilastri enormi in mezzo alla stanza che sorreggevano i piani superiori, dei grandi tavoli con apparecchiature strane dove i guardiani lavoravano << Questa è la sala centrale dei guardiani, qui controlliamo tutto >> poi Camille fermò un giovane guardiano per un braccio, << Mi puoi avvertire quando Ethan fa ritorno >> il guardiano annuì come se fosse ai suoi ordini, << Vieni ti mostro il resto >>. Alison seguì Camille senza dire una parola, cercava di sembrare il più calma possibile anche se dentro di lei svariate emozioni si facevano largo, le mostrò alcune sale d’allenamento e la stanza delle armi, dove al suo interno c’era un'altra porta che portava ad un'altra stanza che però Camille non le fece vedere, sulle pareti c’erano appese tantissimi tipi di armi, tutte con lo stesso simbolo della terra, le armi che solo i guardiani potevano usare, << Qui è dove ci prepariamo quando dobbiamo intervenire, è la stanza dove provi più emozioni, sai che quando sei qua dentro e ti prepari stai per affrontare qualcosa e che non sai se tornerai o chi è con te tornerà, ma c’è anche l’adrenalina, abbiamo sangue di guerrieri, siamo nati per esserlo e quando sei qui senti che stai per fare quello per cui sei nato >> spiegò Camille quasi dolcemente, Alison notò come Camille amasse essere una guardiana, i suoi occhi brillavano ogni volta che ne parlava, le piaceva combattere proprio come a lei. << Vieni ora ti mostro la biblioteca >> Camille uscì dalla stanza delle armi e Alison la seguì, camminarono lungo un corridoio illuminato finché arrivarono davanti a una grande porta di legno scuro, era tutta decorata con delle incisioni stupende, << Qua conserviamo ogni singolo libro o testo di Godrix, c’è la storia di ogni essere magico, puoi trovare di tutto >> Camille aprì la porta e quando Alison varcò la soglia si stupì. Era immensa, una stanza piena di libri, scaffali altissimi che arrivavano fino al soffitto altrettanto alto, scale posizionate qua e là per prendere i libri situati troppo in alto, tavoli grandi e leggii sparsi per la stanza e la statua di un uomo con una spada in mano. << Bella vero? >> chiese Camille vedendo lo sguardo stupito di Alison, << E’ strepitoso, non ho mai visto così tanti libri in vita mia >> borbottò lei incredula, << Non basta una vita per leggerli tutti, però è molto utile quando devi informarti, anche se ci puoi mettere ore a trovare quello che ti serve se non ce Felicia che ti aiuta >>. Alison si perse a guardare ogni singolo scaffale che la circondava, le luci soffuse, l’odore di carta la fece sentire un po’ meglio. Il guardiano che Camille aveva fermato si affacciò alla porta della biblioteca << Ethan è arrivato >> disse semplicemente lui, Camille si voltò verso Alison << Arrivo subito, aspettami qua >> le disse sparendo dalla porta facendo ondeggiare i suoi capelli neri con la sua camminata femminile. Alison riprese a guardarsi in giro, sfiorò leggermente con le dita le copertine dei libri, faceva molta attenzione perché aveva come la sensazione che quei libri fossero preziosi e delicati. Iniziò a girovagare tra i tavoli dove erano appoggiati alcuni libri che parlavano di natura magica, di Elfi e di oggetti magici. Un libro antico su un leggio attirò la sua attenzione. Era un grande libro grigio, era aperto su una pagina che raffigurava i dodici dei dell’olimpo e Alison si mise a guardarlo, voltò attentamente una pagina e si ritrovò difronte alla raffigurazione degli dei che donavano il loro sangue e allora capì di cosa parlava quel libro. << E’ la nascita di Godrix >> una voce attirò la sua attenzione, una donna era sulla soglia e guardava Alison in modo gentile, lei notò subito il marchio all’interno del braccio e sul polso, una Luna circondata dallo stesso motivo che accompagna tutti i marchi e Alison capì subito che lei e quella donna portavano lo stesso simbolo, quello di Artemide, con l’unica differenza che quello di Alison aveva una luna doppia. << Non volevo toccare davvero >> si scusò immediatamente Alison, << Non preoccuparti >> rispose la donna avanzando lentamente e con grazia nella stanza, i suoi capelli leggermente mossi sul fondo e lunghi erano lasciati morbidi sulle spalle, mentre due trecce le circondavano il capo. Era biondissima, pensò Alison, di un biondo chiarissimo quasi bianco e la pelle candida faceva risaltare i suoi occhi verdi lucenti. La donna raggiunse Alison vicino al leggio e le sorrise, << Godrix fu creata per ospitare i popoli magici e proteggere il mondo degl’umani >> spiegò lei, << Tantissimi anni fa i popoli magici vivevano insieme agl’umani, Lupi, fate, elfi e streghe convivevano con loro ma i dissapori tra popoli portarono alla confusione gl’umani, dovevano restare nascosti ma ogni volta che due di un popolo diverso si scontravano gl’umani ci andavano di mezzo, così un giorno, gli dei, decisero di creare Godrix, un luogo magico e invisibile dove i popoli magici dovevano vivere per non creare problemi all’umanità >>, << E crearono anche i guardiani >> disse Alison interrompendola, << Esatto, crearono i guardiani per tenere sotto controllo i popoli magici che si scontravano spesso, ai tempi, ora andiamo molto più d’accorso >> spiegò la donna << Anche se alcune volte si scontrano ancora e ovviamente i guardiani intervengono, devono proteggere Godrix è questo il loro compito, fare in modo che tutto vada come deve >> le spiegò ancora girando leggermente le pagine con il le sue mani esili e ben curate, Alison guardava ogni singola raffigurazione che mostrava la storia che quella donna le stava raccontando. << Si dice che ognuno dei dodici dei dell’olimpo abbia creato un guardiano a sua immagine, ovviamente non possiamo esserne certi, ma abbiamo i marchi e ognuno di noi porta il simbolo di uno di loro quindi… alcuni guardiani hanno le caratteristiche della dea o del dio che lo marchia >>, << Lo so >> rispose Alison, << Certo che lo sai >> le rispose la donna, Alison si rese conto di quando era fine ed Elegante, portava un abito lungo bianco che la faceva sembrare proprio una dea. Alison si accorse che la stava fissando troppo e scansò lo sguardo, << Tu non sei mai stata qui vero? >> le chiese poi gentilmente la donna, << No, sono nata e cresciuta nel confine >>, << Nel confine, il luogo che protegge Godrix dagl’umani, è un posto magico, gl’umani non si addentrano mai da quelle parti per via delle magie insinuate in esso >>, << So anche questo >> rispose Alison, << Sai molte cose >> ribatte la donna che le sorrise, << Ho letto molto, non c’era molto da fare laggiù >>, << Certo >> rispose la donna richiudendo il libro che si trovava davanti. << Buongiorno Felicia >> disse Camille quando ritornò nella biblioteca, << Camille >> rispose lei facendo un leggero cenno con il capo, << Vedo che hai conosciuto Alison viene… >>, << Dal confine, me l’ha detto >> rispose Felicia prendendo il libro e lentamente lo ripose in uno scaffale vuoto, << Felicia è un insegnate, insegna tutto quello che c’è da sapere sulla natura magica, sugl’animali, i mostri, gl’oggetti >> le spiegò Camille, << Esatto e ricordo che tu eri un ottima alunna >> rispose la donna guardando Camille che sorrise contenta << E ora sei diventata un ottima guardiana >>, la donna posò poi gl’occhi su Alison che si sentì in imbarazzo, la osservava e la scrutava. Felicia era molto seria, gentile ma posata, non lasciava trapelare nessun’emozione evidente, come se fosse capace di trattenere ogni cosa dentro di se. << Ora se vuoi scusarmi porto Alison nella sua stanza >> disse Camille rivolgendosi all’insegnate che fece un cenno con la testa, << Ethan mi ha detto che puoi assolutamente restare e ho qui la chiave della tua nuova camera >> sorrise felice Camille e un po’ lo era anche Alison, in qualche modo si sentì come a casa, anche se lei non era uguale ad ogni guardiano si sentiva lo stesso così e la cosa che la rendeva più felice e che con lei c’era Camille che la trattava come se fossero amiche da sempre, era entusiasta di averla lì e questo ad Alison faceva piacere, lei che era abituata a essere sempre sola ora aveva attorno una persona che si interessava a lei che non era Vidya.

Matt camminava per le vie di Olimpia insieme ad Amy. Sapeva che Camille si sarebbe arrabbiata per questo, lei odiava Amy. La ragazza era sorridente vicino a lui, ogni tanto cercava un contatto fisico e lui sapeva già di averla conquistata. Per Matt non era difficile conquistare le ragazze che lo interessavano, per lui era come un divertimento, tutte credevano di poterlo cambiare, di poterlo fare innamorare, ma la verità è che lui non si innamorava mai di nessuno. Era solo un inutile distrazione, quando combatteva non voleva avere per la testa qualcuno da proteggere, non voleva avere quel pensiero fisso in mente, l’amore in qualche modo per lui rendeva debole per questo usciva con ragazze che per lui erano solo molto belle. Amy continuava a parlare e Matt quasi non l’ascoltava, si sedettero in uno dei prati verdi di Olimpia, erano circondati da enormi piante che facevano ombra, bambini giocavano qua e là simulando battaglie, Matt si ricordava di quando anche lui da bambino faceva finta di combattere contro Camille, amava essere un guardiano e per questo era diventato uno dei migliori dell’accademia. Era determinato ad essere il migliore sempre e comunque, amava sentirsi così per questo non si permetteva certe distrazioni tipo l’amore. Amy si sdraiò nell’erba, era davvero bellissima, pensò Matt ma era anche un po’ insopportabile, continuava a parlare, si sentiva sicura di poter farlo innamorare e questo Matt lo odiava, odiava quando una ragazza era sicura di poterlo cambiare, ma lui sarebbe rimasto sempre lo stesso e un po’ lo faceva anche per torturare Camille, sapeva quanto la sorella tenesse a lui ma adorava vederla ribollire di rabbia quando usciva con ragazze che a lei non andavano a genio, sua sorella era molto competitiva con alcune di loro, soprattutto con chi portava il marchio di venere, diceva sempre che erano delle arpie pronte a fare qualunque cosa pur di ottenere quello che volevano, ma Camille esagerava sempre nel pensare certe cose. E poi a Matt venne in mente quella ragazza, quella strana ragazza che ha trovato nella piazza difronte all’accademia, lei lo guardava come se lui fosse una persona normalissima, non era interessata a lui, sembrava distante, con quei grandi occhi grigi che lo guardavano confusi. Di solito non ci metteva molto a far sorridere una ragazza, tutte gli sorridevano, tutte lo guardavano nello stesso modo, ma lei sembrava persa nei suoi pensieri come se non l’avesse nemmeno visto, come se non l’avesse guardato. Si sentì un po’ deluso da questo, ovviamente lei aveva notato la sua bellezza ma era come se per lei non importasse, come se lei non guardava quello che c’era fuori ma scavasse più a fondo. Non la conosceva, non sapeva niente di lei, quindi non poteva giudicarla, sapeva solo che era una di quelle rare bellezze, che poche volte incontri nella tua vita. Gli zigomi alti, la pelle perfetta, gl’occhi grandi, le labbra sottili, sarebbe una preda perfetta per Matt ma Camille non gliel’avrebbe mai permesso. Amy si mise a sedere e appoggiò la testa sulla sua spalla, << Sei silenzioso >> gli disse lei << A cosa stai pensando? >> domandò guardandolo stranita, << A niente >> mentì lui le sorrise e lei ricambiò. << Chi era quella ragazza? >> domandò poi Amy tenendo il viso molto vicino al suo, << Un amica di Camille credo >> rispose Matt, << Aveva qualcosa di strano, non mi piace >> continuò Amy, << Sei gelosa? >> chiese lui con un tono malizioso, << Gelosa? Io? >> disse spiritosa << Insomma mi hai visto? >>, Amy era sicura di se, certo era bellissima ma non aveva quella strana bellezza che possedeva quella ragazza misteriosa e probabilmente lo sapeva anche lei che quella Alison era di una bellezza particolare e si sentiva in qualche modo minacciata da questo. Amy sorrise e si avvicinò per baciarlo ma Matt sentì suonare il suo ricevitore, assomigliava molto al cellullare degl’esseri umani, serviva per comunicare fra loro, lo tirò fuori dalla tasca e Amy era visibilmente irritata, Matt tenne in mano il ricevitore che pulsava di luce propria, lo strinse nel palmo e una voce famigliare risuonò, << Torna presto che dobbiamo parlare con Mamma >> diceva il messaggio. << Camille… devo andare >> parlò poi Matt e Amy si irritò ancora di più, << Ma lo fa apposta? >> chiese lei esausta, << No Amy, dobbiamo solo vedere nostra madre >> gli disse alzandosi da terra per rimettersi in piedi, << E’ solo una scusa, non vuole che usciamo insieme >>, << Certo che non vuole ma io non ascolto mia sorella >> rispose lui sorridendo e chinandosi per darle un bacio sulla guancia << Recupereremo questo appuntamento, promesso >> sorrise lui in quel modo che faceva sciogliere ogni ragazza che gli si trovava davanti, << Io la odio >> rispose Amy incrociando le braccia al petto, Matt non diede peso a quelle parole << Cosa fai torni con me all’accademia? >>, << No, rimango qua ancora, io non corro da mio fratello come fai tu >>. Matt voleva ridere ma non lo fece, quella ragazza era troppo sicura di se, credeva davvero di averlo fatto innamorare, credeva davvero di essere più importante di Camille e che lui avrebbe mandato tutti a quel paese solo per stare con lei ma non era così, per Matt non c’era niente di più importante che essere un guardiano e di Camille. Matt si allontanò da Amy, che lo guardava mentre se ne andava, scocciata e irritata più che mai. Quando arrivò in accademia un gruppo di guardiani appena promossi stavano per imbattersi nella loro prima missione che come sempre era quella di controllare i confini per vedere se c’era qualcosa di strano e Ethan stava dando gl’ordini. Matt gli si avvicinò, << Dov’è Camille? >> gli chiese, << E’ su a mostrare l’alloggio alla ragazza >> rispose lui. Matt si precipitò su per le scale, cercò al primo piano ma non c’era traccia di Camille, allora salì ancora. Al secondo piano si trovava la sua stanza e anche quella di Camille, pensò di cercare nella stanza della sorella ma non la trovò. Camminò per i corridoi guardando nelle stanze e poi finalmente vide Camille che era seduta sul letto vicino a Alison. << Eccoti >> disse Camille quando lo vide sulla soglia, Alison in parte a lei lo guardò per qualche istante e poi si alzò dal letto e si tolse la faretra e l’arco dalla schiena mentre Camille andava verso di lui. L’arco era la sua arma, fin da bambino aveva un talento innato e non andava mai in battaglia senza arco e frecce, per lui era molto facile usarlo era come se fosse una parte del suo corpo. Lui guardava Alison che maneggiava leggermente la sua arma, << Dobbiamo andare dalla mamma, dobbiamo parlare con lei di Ali >> gli disse Camille, Matt posò gl’occhi sulla sorella, << Ok >> borbottò << Ma potevi farlo anche da sola, l’hai fatto apposta per non farmi stare con Amy >> la rimproverò lui, << Forse, ma tu sei corso qui quando potevi restare con lei, quindi non ho fatto proprio niente io e poi sai che è meglio se parliamo insieme alla mamma >> rispose lei con un sorrisino beffardo, << Certo sorellina >> rispose lui sarcastico. Camille si voltò verso Alison, << Torniamo fra un po’, tu intanto fai quello che vuoi >> le disse, Alison fece un piccolo sorrisetto e annuì con il capo e poi si mise a sistemare le sue frecce. Camille iniziò a camminare mentre Matt rimase sulla soglia per guardarla, lei alzò lo sguardo e incrociò il suo e poi seguì sua sorella.
 
Narcissa era un po’ preoccupata, nessuno gli aveva ancora portato la sanguemisto, nessuno si era presentato a lei con delle notizie. Era molto arrabbiata per questo, credeva che i popoli magici avrebbero fatto di tutto per non essere attaccati da lei e invece a quanto pare doveva vedersela da sola. Sapeva che avevano paura di lei, che temevano in una nuova guerra contro i sanguemisto e avevano ragione, avrebbe ucciso chiunque pur di trovare quella minaccia ed eliminarla. La presenza di un sanguemisto metteva a rischio la sua posizione, le veggenze prevedevano che questi esseri dal sangue mescolato fossero molto forti di ogni altro essere magico e lei non poteva permettersi di rischiare. Doveva trovare questo sanguemisto e doveva diventare molto più forte di quello che era già. << Michael >> chiamò lei, << Si padrona >> rispose prontamente il suo soggiogato, << Vai a cercarmi Isahia >> borbottò lei ansiosa, << Ai suoi ordini >> scattò lui e poi scomparve. Narcissa guardava fuori dall’enorme finestra del suo palazzo, si gustava la vista di quello che era il suo nascondiglio che nessuno poteva trovare, era un posto cupo e spaventoso che a lei piaceva tanto, tanto da riuscire a rilassarla. Quando Isahia entrò nel salone lei si voltò, la sua treccia bionda sbatté contro la sua schiena, << Cosa c’è Narcissa? >> chiese l’uomo dalla pelle ambrata difronte a lei, << Devo diventare più forte >> borbotto lei seria, << Sei già molto forte >> ribatté l’uomo. Isahia era il suo braccio destro, colui che non l’aveva mai delusa e che gli stava sempre a fianco, lui la aiutava in ogni cosa e si preoccupava di rifornirla di ogni cosa che lei volesse, << Ma voglio esserlo molto di più >> insistette lei << Con questa minaccia del sanguemisto >>, << Narcissa questo sanguemisto è probabilmente un bambino che per ora non può farti niente almeno finché non crescerà >> cercò di farle capire Isahia, << Non mi importa, voglio aumentare la mia potenza, non si può mai essere sicuri e quando troverò quel sanguemisto voglio che assaggi il mio potere, bambino o no >> disse severa la strega, non voleva più sentirsi minacciata, voleva essere sicura di essere molto forte, più forte di qualsiasi altra strega che sia mai esistita << Quindi cosa devo fare? >> chiese Isahia guardandolo confuso ma comunque pronto ad eseguire gl’ordini, era un ottimo soldato per lei, non si tirava mai indietro, era subdolo e sempre pronto alla guerra come lei, era affidabile e leale. Narcissa gli si avvicinò lentamente nel suo lungo abito nero composto da un corpetto di pelle e una gonna molto lunga che aveva un leggero strascico, si fermò difronte a lui e sorrise in modo quasi malvagio, era occhi negl’occhi con Isahia, << Voglio il sangue di tre Unicorni >> disse poi lei e notò la faccia di Isahia cambiare espressione, era stupito dalle sue parole, quasi scioccato dalle sue parole. 

P.s: Ciao a tutti. Eccovi il capitolo. Spero che vi piaccia!! 
 

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