Il nostro Segreto

di BrokenSmileSmoke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Viveva con il suo fidanzato, di tre anni più grande di lei, in un piccolo appartamento in una periferia di Richterswill.
Lei lo amava con tutta se stessa, lui diceva di ricambiare allo stesso modo e per confermarle il sentimento che gli legava le aveva fatto la grande proposta la settimana prima, nonostante ciò che era accaduto in passato.
Lui non l'aveva mai abbandonata, nemmeno quando la sera di qualche mese prima erano tornati a casa in silenzio, lui sconvolto e lei depressa.
Il battito del loro bambino, "il mio fagiolino", come era abituata a chiamarlo lei non appena il test di gravidanza era risultato positivo, non c'era più.
"A volte capita", aveva spiegato il ginecologo, "non c'è un motivo ben preciso nelle donne con una salute perfetta come la sua, ma quando accade non si può più fare niente".
Fu in quel momento che Caroline non capì più nulla.
Il suo fagiolino non c'era più, se n'era andato ancor prima di crescere, di nascere, di fare il suo primo pianto, di dire la sua prima parola, i suoi primi passi, ancor prima di poter vedere com'era la vita al di fuori della pancia di sua madre.
David, di fatto suo, in quel periodo cercava di starle accanto il più possibile, nonostante cercasse di tratternersi al lavoro per non tornare a casa e vederla sofferente.
Quella sofferenza non era a causa sua, di questo era certo, ma sapere che non poteva fare nulla per alleviare la sofferenza della sua donna gli faceva più male di come pensava.
Lui voleva starle vicino, questo era abbastanza evidente, ma era anche evidente che lui soffriva il doppio nel trovarla sempre in quelle condizioni al suo rientro.
Lei si era presa delle ferie, "Hai tutta la mia comprensione, è successo anche a mia moglie, prenditi tutto il tempo che vuoi, non sarà di certo un periodo facile per te", le aveva detto il suo capo.
Ed ecco che, quando il dolore dei mesi passati sembrava attenuarsi, ne arrivò uno peggiore.
Essere compatita non era facile, a nessuno delle sue amiche, colleghe, vicine di casa era successa una cosa del genere.
Era imbarazzante per tutti, nessuno sapeva mai cosa dire, era una cosa abbastanza delicata.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

-Tesoro io esco, mi ha chiamato Robert per dirmi che ci sono delle pratiche urgenti da sbrigare il più presto possibile e mi aspetta in ufficio, sai, di quella causa di cui ti avevo parlato giorni fa- disse David dandole un bacio sulla fronte.
Lei annuì, in cuor suo sapeva che non era vero, ma preferì tacere.
Il collega del suo fidanzato era partito il giorno prima per New York, glielo aveva detto la compagna, che altro non era che una sua amica dai tempi del liceo.
E in più, da qualche sera, lui tornava a casa che puzzava di alcol.
Cercava di sembrare normale, non la picchiava ne le diceva brutte cose. Cercava di non farglielo notare.
Ma come poteva Caroline, che viveva con lui da tre anni, non accorgersene?
Nonostante questo decise di far finta di nulla.
"È solo un suo modo di sfogarsi, se io non stessi sempre in queste condizioni non lo farebbe", si incolpava e cercava di convincersi in questo modo.
Ma era vero?
Anche per quella volta decise di non pensare al fatto che l'uomo che amava e che diceva di andare in ufficio a sbrigare pratiche importanti in realtà andasse solamente fuori casa, lontano da lei.
Conosceva la sua routine, al mattino si svegliava per andare al lavoro, lei pure, tornavano insieme all'ora di pranzo e passavano il pomeriggio insieme.
Raramente nelle settimane prima a lui veniva chiesto di tornare il pomeriggio, eppure in quel periodo "Robert mi ha chiamato, Robert mi ha chiesto di passare, ci sono pratiche da sbrigare" si susseguivano un giorno sì e l'altro pure, a casa era presente dalle undici di sera in poi.
Che avesse un'altra donna?
Caroline non voleva nemmeno pensare a quell'ipotesi.
Lui la amava. Le faceva regali, perlopiù costosi, la portava a cena fuori.
Stavano insieme da tre anni, eppure ogni giorno era come la prima volta in cui si erano conosciuti.
Sorrise a quel ricordo.
La sua amica, la compagna di Robert, l'aveva invitata ad un appuntamento a quattro.
"Sono stufa di saperti tutte le sere a guardare film strappalacrime, quindi sabato alle otto di sera tu verrai a casa mia perché ho una cena con Robert ed un suo collega, smettila di star male per Patrick".
E fu quella sera che si conobbero.
-Ti riaccompagno a casa?- le aveva gentilmente proposto.
Lei aveva guardato insicura la sua amica Jessica, che a gesti le aveva detto "Che aspetti? Devi accettare!"
Così aveva passato venti minuti nella macchina di David, fino a quano non erano arrivati sotto casa sua.
-Ho una domanda da farti prima che tu scenda- le aveva detto.
-Sì..- rispose insicura.
-Se un ragazzo trovasse gradevole la prima uscita, anche se non ufficiale, con una ragazza, verrebbe considerato un maniaco o troppo sdolcinato se le proponesse un'appuntamento?-
Caroline indugiò. Le stava chiedendo di uscire?
-Beh, non credo..-
-Allora che ne dici di sabato prossimo?-

Rientrata a casa aveva immediatamente chiamato Jessica per raccontarle tutto, la quale trovò tutto molto "Che dolce", "È proprio romantico" e "Se non fosse per Robert te lo avrei già rubato".
Aveva deciso di non dar molto peso all'ultima frase detta dalla ragazza, infondo era sua amica, non lo avrebbe mai fatto veramente.

Ed ora quei bei momenti erano solo un lontano ricordo.
Lei non avrebbe mai più avuto un appuntamento con David.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


-Non è possibile! Come sarebbe a dire positivo? Ne sei sicura?- aveva detto bruscamente.
-Certo che ne sono sicura, e poi.. nausea, ciclo in ritardo di una settimana, tu come me lo spieghi?-
-Beh, allora tanti auguri.-
Perchè reagiva così? Caroline non capiva.
La cosa sicura era che quando le aveva riferito della perdita, la sua reazione era stata molto più allegra.
Ma lei pensava di sbagliarsi, di aver frainteso.
Eppure non era affatto così.
Lei e Jessica si erano conosciute il quinto anno di liceo, Caroline era ripetente di un anno e si sentiva spaesata in quella sua nuova classe, non era abituata a passare del tempo con persone di età inferiore alla sua.
Ma con Jessica era stato diverso.

Entrata nella sua nuova classe si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, ma cercò di non farci peso.
Erano ragazze e ragazzi che la conoscevano, e che molto probabilmente erano rimasti stupiti nel trovarsela lì davanti a loro, tutti credevano che lei si fosse diplomata nell'anno precedente. Ma non era così.
La perdita della nonna paterna e la successiva scoperta di un tumore maligno allo stomaco di sua madre l'avevano distratta dallo studio più di quanto lei potesse pensare.
-Sei cambiata veramente tanto in queste settimane- le aveva detto Claudia, sua compagna di banco già dal primo anno.
Ed era vero.
All'inizio di tutto Caroline cercava di mascherare il suo dolore, ma dopo qualche settimana non ne trovò più il senso.
Arrivava a scuola con le occhiaia evidenti, e non le importava più di ciò che dicevano gli altri nel vederla così. Nessuno poteva capirla.
"Un fantasma", l'avevano definita i professori.
Alle lezioni dicevano che fosse assente, che "È come se fosse da un'altra parte".
Il padre aveva cercato di spiegare la situazione, il preside aveva risposto "Non si preoccupi, possiamo solo immaginare come si possa sentire in questo momento, e io sarò disposto ad aiutarla a non farle perdere l'anno."
"Solo belle parole", le aveva definite il signor Jones quando, a giugno, scoprì che la figlia non fu ammessa agli esami.
Ma d'altronde non poteva di certo prendersela con lei, o con la malattia della moglie o con la morte improvvisa della madre.
Entrata in quella classe sentì come se non ci fu più nulla che la legasse all'anno precedente.
Nessun ricordo.
Si guardò un attimo intorno notando che l'unico banco disponibile era vicino ad una ragazza con i capelli ricci e scuri, e magra.
Sospirò e andò a sedersi.
-Io sono Jessica- si presentò sorridendole la ragazza.
-Caroline-
Avevano passato le seguenti quattro ore in silenzio, nessuna delle due sapeva cosa dire.
Jessica l'aveva riconosciuta, era la ragazza con problemi in famiglia della quale si parlava l'anno precedente.
Passate le settimane sentì di provare sempre più un'ostile gelosia nei suoi confronti.
Caroline era una bella ragazza, c'era da dirselo, aveva dei bellissimi occhi verdi e dei capelli castano chiari lisci, lunghi, in più era anche alta e magra.
Era difficile che qualche ragazzo non la salutasse o non si girasse a guardarla.
Eppure non capiva come facesse la ragazza a rimanere coi piedi per terra, a non sentirsi importante ricevendo tutte quelle attenzioni.
Non se lo meritava.
Ma cosa avrebbe mai potuto farci Jessica?
Custodiva quella gelosia come se fosse il suo più oscuro segreto, e da una parte era così.
Se per Caroline era la sua migliore amica, ciò non si poteva di certo dire di Jessica.
Jessica la odiava dal profondo del suo cuore.
Eppure la vita sembrava farglielo apposta.
Non capiva come Caroline potesse non accorgersi di nulla, continuando a farla entrare sempre di più nella sua vita.
Ma Jessica ne era più che felice, se avesse scoperto tutti i punti deboli della ragazza non ci sarebbe voluto molto a distruggerla psicologicamente, in modo che lei non si potesse più fidare di nessuno.
Era questa la sua vendetta, una vendetta perché Caroline era troppo buona.

In quei cinque anni Jessica aveva cercato di essere più neutra possibile.
E Caroline sembrava non essersene accorta affatto.
Quando Patrick lasciò la ragazza Jessica fu molto più che soddisfatta, ogni volta che andava a trovare Caroline la trovava sempre triste, sul divano con vari fazzoletti sparsi in giro, e se quando era con lei cercava di mostrarsi compassionevole e comprensiva, ogni volta che usciva dalla porta di casa un ghigno malefico appariva sul suo volto.
Lei si era appena conosciuta con Robert, ma ciò non l'aveva sviata dal suo piano principale.
Anzi, quella sera in cui Robert le aveva detto che avrebbero avuto una cena con un suo collega aveva visto molto di più di una semplice uscita.
 

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