Find my way back

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “ .. and no one knows what tomorrow brings.” ***
Capitolo 2: *** “ you know we’ve all got battle scars.” ***



Capitolo 1
*** “ .. and no one knows what tomorrow brings.” ***


ndA: Salve a tutti. Era da secoli che non entravo qui, ma dopo il revival e la delusione che mi ha colpito per alcune cose/scelte di ASP'n'husband, mi sono detta: se Amy può scrivere un revival per capriccio lasciandoci così, con più domande che risposte, perché non posso farlo anche io? Cioè, io spero di dare una mia umilissima e personalissima visione delle cose e di come vorrei che finisse la storia per Rory, dato che oramai abbiamo visto Lorelai e Luke raggiungere finalmente una joy. So che nonostante la sua follia e le sue turbe, non sono ASP ma solo una grande fan dello show, e perciò perdonate la mia banalità, ma più che per scrivere un'opera d'arte innovativa, l'ho fatto per due motivi: uno, perché non mi andrà mai giù come Amy ha trattato molti personaggi, sia principali che secondari. Rory, la mia Rory che non è mai stata perfetta, e che per quanto rispecchi in alcune cose la realtà dei giovani d'oggi, d'altro canto è diventata perfida e superficiale. Snaturata. E poi, a prescindere dal mio team, Logan non si meritava di essere snaturato il quel modo né il suo personaggio di regredire in modo così barbaro, e Jess non si meritava di essere un semplice consigliere al servizio di Rory senza storia, arte, né parte. Io amo entrambi, ma non so se si capisce già per chi protendo, e non ho intenzione di rivelarlo molto presto! ( ah-ah-ah come mi credo furba...); il secondo motivo è che sono qui perché ho seguito il mio cccuore e il mio grande amore per GG mi ha portato qui. Ci sono cresciuta, come la maggior parte di voi, e questo tf è riuscito a tirarmi su di morale molto spesso più di quanto riuscissero a fare le persone. Perciò, ecco a voi il primo capitolo. Non sarà molto lunga e ho già pronti tre capitoli, non ho deciso un giorno prestabilito in cui posterò, ma cercherò di essere costante. Farò del mio meglio in onore delle mie amate e venerate ragazze Gilmore, voi però, siate le mie Emily Gilmore e non titubate nel darmi qualsiasi tipo di parere. Enjoy!
Meg.
 


Find my way back
 
Capitolo I
“ .. and no one knows what tomorrow brings.”
 
 
Stars Hollow ,
05 novembre 2016.
 

 “ Mamma, ti prego, parlami.”
Rory Gilmore aveva deluso sua madre tante volte. Forse più di quanto immaginava e di quanto sua madre le avesse mai realmente rivelato. La storia di Dean, la prigione, Yale, il giorno del suo diploma. Il trasferimento dai nonni, il libro. Ed ora, era riuscita a rovinare anche il giorno del matrimonio di sua madre con Luke, un giorno che sapeva sua madre aveva aspettato pazientemente per più di dieci anni. E ora Lorelai Gilmore se ne stava lì, a fissarla, con gli occhi spiritati e la bocca semiaperta, senza dire nulla. E se c’era una cosa che una Gilmore sapeva, è che quando un membro della propria famiglia non aveva nulla da dire, era in quel momento che dovevi cominciare a preoccuparti davvero. Era la quiete prima della tempesta.
Lorelai la fissò ancora per qualche secondo, poi chiuse gli occhi, prese qualche boccata d’aria e scoppiò in una risata fragorosa. Rory la guardava, senza sapere bene cosa stesse per accadere, quando all’improvviso sua madre si alzò, e cominciò a guardarsi intorno. Scese gli scalini di fretta e cominciò a cercare qualcosa tra i cespugli, sotto i tavoli, fra le svariate decorazioni preparate da Kirk.
“ Mamma, cosa stai facendo? Ti prego, fermati.” La implorò, ma Lorelai continuò imperterrita fino a che non si girò, e le puntò un dito addosso.
“ Non mi fregherai. Dove siete tutti, eh? Le telecamere? Dove sono? Il giorno del mio matrimonio! Volevi farmela fare proprio sotto, eh, tesoro? Beh, non ci sei riuscita. Dov’è Ashton? Oh! No! Non dirmi che c’entra Ellen!” Rory si alzò e cercò di andarle incontro, ma Lorelai schizzò sotto un altro tavolo.
“ Scherzo di cattivo gusto, giusto per essere sincera. Sarebbe stato più semplice credere che avessi deciso di arruolarti, o ancora peggio, che avessi deciso di iscriverti in palestra o diventare vegana.”
“ Mamma, ti prego, esci fuori.” Rory si avvicinò al tavolo dove sua madre si era nascosta, alzò la tovaglia e la guardò, seduta lì sotto, immobile.
“ Incinta, per l’amore del cielo! Ringrazialo perché hai me come madre e non Emily Gilmore, piccoletta. A quest’ora staresti correndo per tutta Stars Hollow!” L’aveva delusa. In quel momento, guardando gli occhi di sua madre, lì odiò per essere così espressivi, per riuscire ad esprimere tutta la tristezza, la rabbia, la delusione che provava. E la paura. Rory si accovacciò accanto a lei, ed insieme a sua madre, nascosta sotto quel grande tavolo da tutto e tutti, sospirò di sollievo.
 “ Correre… Pf.” Lorelai singhiozzò. Un solo singhiozzo, che colpì Rory proprio dritta al cuore. Tutti i sentimenti e gli avvenimenti di quell’anno la travolsero, e senza rendersene conto, cominciò a piangere. Rumorosamente, e senza controllo.
Non era infallibile. Rory Gilmore non era infallibile, non era perfetta, non era la brava persona che sua madre aveva cresciuto.
Non era diventata una giornalista. Non era diventata una bella persona. Non aveva avuto il coraggio di impuntarsi e inseguire il suo sogno dopo tutti i sacrifici fatti da sua madre, dai suoi nonni, da chiunque l’amasse, e aveva rinunciato a tante cose. Per cosa? Per quel fallimento in cui si trovava ad annegare da anni ed anni? E non era colpa di nessuno, solo sua. Del suo essere Rory Gilmore la snob, la pretenziosa. Aveva tirato troppo la corda e quest’ultima si era spezzata. Su più fronti.
E ora il destino aveva deciso di non aver ancora finito con lei.
Dopo qualche secondo, Lorelai la strinse tra le sue braccia. Era riuscita a far realizzare la più grande paura di sua madre. Vederla sola, senza un lavoro, e incinta.
“ Mamma, mi dispiace, non riesco neanche a parlarne, io vorrei, ma ogni volta che ci penso io vorrei… Mamma, mi dispiace davvero…”
 “ Lo so, tesoro. Lo so.” Lorelai sospirò.
“ Andiamo, usciamo di qui prima che Emily Gilmore ci trovi.” Prese la mano di Rory e la strinse. Quando si sollevarono e tornarono nel mondo reale, la fresca aria autunnale fu come un risveglio istantaneo. Le ragazze Gilmore ce l’avrebbero fatta. Insieme, anche stavolta.
 

 
Londra – due settimane dopo,
19 novembre 2016.

 
La prego. Deve ascoltarmi. Se solo mi ascoltasse, mi darebbe una chance. Ne sono certo. La prego.” Logan provò a fermare la donna, senza riuscirci.
Hai avuto molte chance ma ti sei sempre tirato indietro, ora il tuo tempo è scaduto e hai perso la tua occasione. Lei è troppo per te, e il tuo destino è accanto ad una donna che non saprà aprire bocca senza che tu le dica cosa può o non può proferire, che rida alle tue battute senza capirle, che ti dia dei figli ma che ti lasci con il dubbio costante che siano tutti tuoi, oppure che tra di loro ci sia un bastardello  di qualche tuo collega o del suo istruttore di yoga.”  Emily Gilmore gli sorrise, fredda e crudele, mentre gli profetizzava il destino che lui aveva sempre cercato di evitare, da cui lui aveva sempre cercato di fuggire.
Non è così. Io non voglio questo. Io voglio lei, l’ho sempre desiderata, amata, ho cercato di tenerla con me, ci ho provato, ma non ci sono riuscito e avevo paura che lei potesse sentirsi di nuovo.. trattenuta da me… L’avrei persa ancora. E io non avrei potuto sopportarlo. La prego, mi creda…” Logan cercava di fermarla e nel frattempo cercava lei tra la folla, senza riuscire a vederla. Era disperato.
Oh, ma io ti credo Logan. E provo pietà per te.” Logan sussultò. Il volto che fino a quel momento lo stava guardando con freddezza e compassione pian piano si stava dissolvendo, per far spazio ad un altro volto, che lo guardava con altrettanta freddezza. Questo volto però era più crudele, quasi deformato dalla smorfia di derisione che gli riservava e da quegli occhi azzurri che riuscivano ad esprimere con una profondità destabilizzante tutto il disprezzo che provava per lui. Il volto di Rory Gilmore si era sovrapposto a quello di Emily, e se ne stava lì, ferma, a giudicarlo.
Rory…” Sussurrò, incapace di muoversi o fare altro.
Io provo pietà per te Logan. Non ti è bastato quel giorno? Il tuo albero di avocado non è riuscito a consolarti?” Rory rise, di una risata pregna di una cattiveria che non le apparteneva, che lui non riconosceva. “ Sei un fallito. Un misero fallito ed anche un disperato. Non ti ho scelto quel giorno e non ti scelgo adesso.”
Logan provò ad afferrarla, ma Rory lo fermò, porgendogli qualcosa con irruenza.
Era il razzo che le aveva regalato anni fa.
Deve essere per forza tutto o niente?” Chiese, fissando il razzo che Rory gli aveva appena dato.
Ho scelto il niente, Logan.” E così, spariva dalla sua visuale.
Logan si ritrovava solo in una stanza senza mobili, o finestre, senza nulla. La gente era sparita, lei era sparita. Il niente.
E quando abbassava lo sguardo sulla mano che teneva il razzo, anche lì, niente.
Niente.
La parola cominciava ad entrargli in testa sempre più forte, ripetuta da varie voci: Rory, Lorelai, Emily, Richard, Luke, Christopher, persino Lane e suo padre, Mitchum.
A quel punto, Logan Huntzberger si svegliava in un bagno di sudore, mentre tremava e imprecava contro se stesso.
Era la quarta volta che quello stesso, terribile, incubo lo svegliava quella notte. Un incubo che lo perseguitava da quel giorno, quel maledetto 5 novembre.
Controllò la sveglia: le quattro e trenta del mattino.
Sospirò, e solo quando poggiò le spalle allo schienale del letto, si rese conto di quanto fosse stanco. Di quanto fosse stanca la sua mente, costantemente ferma sugli stessi pensieri e le stesse immagini giorno dopo giorno.
Da quando aveva lasciato Odette, e di conseguenza tutta la sua famiglia, all’altare, Logan sapeva che uscire di casa avrebbe segnato la sua fine.
Perché aveva aspettato così tanto? Perché non l’aveva mollata mesi, anni prima?
Perché se non aveva Rory Gilmore, a lui non importava con chi si sarebbe sposato, dove avrebbe lavorato, quale piano dinastico avrebbe dovuto obbedientemente seguire.
Se non aveva lei, che importava?
Sapeva che il ‘ Patto Vegas’ non sarebbe durato a lungo. Anzi, era durato fin troppo per il codice morale di Rory Gilmore. E lui ne aveva goduto fino all’ultimo secondo, sperando che il viso così espressivo di quella donna le mostrasse anche solo la minima falla, il minimo segno di cedimento. Nulla. Rory in quell’ultima mattina passata assieme lo aveva guardato come la mattina della sua laurea. E lui non ci aveva visto nulla a cui aggrapparsi, mentre il cuore gli si spezzava in mille pezzi e perdeva per la seconda volta l’unica donna che avesse mai amato.
Ripensò a tutto quello che era successo dal giorno delle sue nozze fino agli avvenimenti che lo avevano portato a quel 5 novembre, quando era arrivato a Stars Hollow nel bel mezzo del matrimonio di Lorelai e Luke, e aveva trovato ad aspettarlo Emily Gilmore. Ripensò alle sue parole, a Rory, a Lorelai, Jess, e l’unica cosa che fece fu sprofondare nuovamente tra le lenzuola, gli occhi spalancati e come ultimo desiderio quello di riaddormentarsi.
Improvvisamente sentì bussare alle porta, sempre più insistentemente. Deciso a non rispondere e a non muoversi dalla sua postazione, Logan si rigirò nelle lenzuola, fino a che una voce non lo raggiunse forte e chiaro. “ Se non apri questa porta adesso giuro che la butto giù a calci!!” Imprecò la donna, infuriata.
Logan si alzò, sorpreso, e andò verso la porta.
“ E tu cosa ci fai qui?” Chiese, fissando la donna davanti a lui
.

 
Stars Hollow,
05 novembre 2016.

 
Jess Mariano se ne stava seduto al tavolo degli ospiti speciali, accanto a sua madre, T.J., Dula, April e tutto il resto della sua strana famiglia allargata.
Luke gli si avvicinò, sedendosi accanto a lui.
“ Belle occhiaie!” Guardava suo zio, sorridendo. Luke sogghignò, attutendo il colpo.
“ Sì, beh, è che sai… Ieri notte, all’improvviso, è successo. Non lo avevamo programmato. E svegliarti nel cuore della notte… Ma tu come l’hai saputo?!” Chiese, sorpreso. Ci pensò qualche secondo e capì, sotto lo sguardo eloquente di suo nipote. “ Michelle! Quella bocca larga! Se Taylor, Patty e Babette dovessero scoprirlo sarebbe la fine!” Esclamò, stanco.
“ Beh, la prossima volta prova ad invitare me al tuo pre-matrimonio segreto, piuttosto che Michelle. Non ha fatto altro che vantarsene con me, Sookie, Jackson, Andrew, insomma qualsiasi abitante di Stars Hollow.” Jess gli diede una pacca sulla spalla, e gli sorrise. “ Sono davvero felice per te, Luke. Dico davvero. Quella donna ti ha fatto penare ma alla fine il gioco ne è valso la candela.” Mentre pronunciava quelle parole, Jess si girò a guardare Lorelai, vestita da Jackie Kennedy, intenta a ballare insieme a Sookie e Rory una strana danza, con Emily Gilmore che le fissava, inorridita, dall’altro lato della strada.
Il suo sguardo si fermò sulla figura di Rory, bellissima in quell’abito lungo, blu notte, che le metteva in risalto ogni parte del corpo. Credendo di averla fissata per poco, quando si rese conto che Luke aveva seguito la traiettoria del suo sguardo, lo spostò subito da un’altra parte, ma era troppo tardi.
Kirk e Lulù portavano a spasso il loro piccolo maialino in una specie di carrozzina di legno.
“ Mi è chiaro perché pensiate che Kirk debba sperimentare prima solo di pensare di mettere una creatura al mondo e condannare Lulù alla disperazione eterna, ma quella carrozzina, su, andiamo…” Suo zio, però, continuava a fissarlo, e alzandosi girò il viso di Jess verso il suo.
“ Sai, quando aspetti di conquistare una Gilmore, ti guadagni la loro fiducia, pazientemente, non senza soffrire ma sapendo per bene quando è arrivato il momento giusto… Dopo la felicità è triplicata. Una Gilmore ti fa perdere anni di vita, il filo del discorso, la pazienza e probabilmente anche il fegato. Ma hai ragione, alla fine aspettare ne è valsa davvero la pena. Non cambierei una Gilmore per nessuna altra donna al mondo, neanche Scarlett.” Jess abbassò lo sguardo, imbarazzato. Una cosa che negli anni non gli era entrata proprio in testa, era che nascondere una cosa a suo zio Luke era praticamente impossibile. In qualche modo che Jess non riusciva a capire, forse questione di sangue, di DNA, o semplicemente un collegamento mentale troppo grande e forte tra i due, suo zio sapeva sempre cosa gli frullava nella mente.
“ Nemmeno Naomi?” Chiese, sviando il discorso.
“ Nemmeno Naomi. E ora va a chiederle di ballare, prima che Babette o Patty la sistemino con uno della gang dei trentenni!” Esclamò Luke, prima di andare verso Lorelai e trascinarla via per un ballo.
Jess rimase a fissare Rory e Sookie per un po’ e le guardò ballare. Rory sorrideva, ma nel suo sguardo c’era qualcosa di strano. Ad un certo punto Jackson andò verso Sookie per chiederle di ballare, e non passarono nemmeno due secondi prima che Miss Patty e un tipo della gang dei trentenni cercassero di avvicinarsi a Rory. Prontamente si alzò, e prima che la donna e lo strano tipo potessero dire qualsiasi cosa a Rory, Jess la afferrò per un braccio. “ Le va di ballare, signorina Gilmore?” Chiese, e Rory, notando lo sguardo deluso di Patty e del suo strambo accompagnatore, si avvicinò a Jess e incrociò le mani dietro al suo collo. “ Molto volentieri.” Rispose, sospirando sollevata.
I due, sotto le note di Dean Martin, cominciarono a ridere e a ballare.
“ Ve ne sarò eternamente grata, lei è il mio salvatore e non potrò ripagarla se non con la mia vita. La prenda, è sua!” Esclamò Rory, solenne.
Jess sorrise al suono di quelle parole, un sorriso un po’ amaro.
“ Tutto bene?” Chiese la ragazza, notando un cambiamento nello sguardo di lui.
“ Io? Io sto benissimo, è la tua vita che era in pericolo fino ad un attimo fa.” Jess si riprese, e solo in quel momento si rese conto di quanto stesse bene. Di quanto il contatto delle sue dita con i fianchi morbidi di Rory lo facesse stare bene. Le sorrise, felice per davvero.
“ Sei bellissima, stasera.” Rory arrossì sotto il suo sguardo compiaciuto.
“ Neanche tu sei niente male, devo ammetterlo!” Sorrise, imbarazzata, e appoggiò la testa sulla spalla di Jess. In quel momento, tutta la tensione di quei giorni parve allentarsi un po’. Quel pensiero era un chiodo fisso, certo, ma lasciarsi cullare da quelle note, in quella serata così bella, stretta a Jess, la riportò indietro ad un tempo in cui le sue uniche preoccupazioni erano un test al liceo e se ordinare il cinese da Al o un hamburger da Luke.
“ Sai, devo ammettere che questa festa mi piace. Non farti strane idee, trovo sempre che questa cittadina sia un po’ troppo folle per me, ma capisco anche perché la amate così tanto. Guarda tutte queste persone strambe intorno a noi, il calore che emanano e l’amore che provano per Luke e Lorelai. E’ una bella sensazione.” Rory lo guardò, e scoppiò a ridere.
Jess prontamente la fermò, tappandole la bocca ma continuando a ballare lentamente.
“ Non provare a fiatare o a correre da tua madre e Luke per raccontarglielo, o andrò in giro a dire che sei pazza e che evidentemente quando annusi giornali e libri devi metterci qualcosa sopra, perché nessuno ti crederà mai!” Esclamò Jess, cercando di trattenere il sorriso alla vista degli occhi un po’ più gioiosi di Rory. Tolse la mano dalla sua bocca e tornò a circondarle la vita.
“ E va bene… Romanticone!” Rory lo guardò, sorridente, e poggiò nuovamente la testa sulla sua spalla.  Spinto da una forza a lui sconosciuta, e che odiava, Jess poggiò la sua testa su quella di Rory, in una maniera un po’ goffa, ma che a lui pareva combaciare perfettamente.
Mentre giravano sotto lo sguardo attento degli abitanti di Stars Hollow, Rory notò sua nonna nell’angolo litigare con una figura che non riuscì a distinguere subito.
Non è possibile…” Sussurrò, mentre il cuore pian piano le cedeva.
Cercò di alzare la testa per guardare meglio, ma Jess, perso in chissà quali pensieri, non glielo permetteva per via del peso della sua testa.
Rory cercava di divincolarsi, presa da un’improvvisa ansia che le attanagliava lo stomaco. Un mix di emozioni la colpì: gioia, tristezza, paura, dolore, felicità, rabbia.
“ Rory, che succede?” Jess la guardava, stranito, e subito la lasciò andare. Rory lo guardava, spaventata. “ L-Lo…ga…” Balbettava, e presa dal panico girò nuovamente lo sguardo verso sua nonna. Era sparita, e con lei, anche Logan. Rory corse verso quel punto in cui l’aveva vista. Jess prontamente la seguì, ansioso di capire cosa le stava succedendo.
“ Hei, fermati un secondo, scheggia!” Esclamò, correndo. Rory si fermò di scatto, e rimase impalata.
“ C-come mi hai chiamata?” Domandò, paralizzata dalla testa ai piedi.
La voce le uscì soffocata, e si meravigliò di riuscire persino a sentirla.
“ Rory, che succede?” Jess le si parò davanti, spaventato. Le prese il volto tra le mani, e Rory lo guardò, gli occhi pieni di lacrime. La vergogna che la colpì la costrinse a distogliere lo sguardo dagli occhi grandi e profondi di Jess. E fu in quel momento che notò sua nonna, che conversava amabilmente con Gipsy e Taylor seduta ad un tavolo.
In quel momento Rory avrebbe voluto prendere le sue scarpette da tiptap e colpirsi ripetutamente in testa con quelle, ma si limitò a cercare dentro di sé la forza di ricomporsi. Era al matrimonio di sua madre, matrimonio che lei aveva già contribuito a rendere meno felice per Lorelai. Doveva darsi una calmata e smetterla con le allucinazioni, perché si era ripromessa di comportarsi bene quella sera e di rimandare tutto all’indomani.
“ Jess, mi dispiace. Non è niente.” Rory guardò un Jess poco convinto lasciarle andare le mani. Lei lo ringraziò, e senza pensarci gli stampò un bacio su una guancia, prima di allontanarsi e andare a rinfrescarsi. Ne aveva davvero bisogno.
 
– - -
 
Lorelai Gilmore osservava la scena da lontano. Jess che si toccava la guancia, Rory che si allontanava allarmata, e chiuse gli occhi. Era il suo giorno speciale e doveva mantenere la calma. Quando li riaprì, avvistò sua madre e le andò prontamente incontro.
“ Ciao Lorelai, serata stupenda, te l’ho già detto?” Sua madre, evidentemente brilla, se ne stava seduta con Gipsy e Taylor a brindare agli sposi. Lorelai la guardò, contrariata.
“ Gipsy, Taylor, potete scusarci un secondo? La sposa deve parlare con sua madre!” Esclamò, e subito i due si allontanarono, captando aria di guai.
Lorelai guardò sua madre, e senza mezzi termini, le chiese: “ Era Logan Huntzberger quello che hai mandato via poco fa?”
Emily la guardò, come se la sua domanda fosse la cosa più assurda che Lorelai le avesse mai potuto chiedere o che avesse mai sentito. “ Cara, sono ubriaca, ma non ancora abbastanza da confondere Logan Huntzberger con il cugino di terzo grado di Kirk, che, a proposito, vorrei sapere come sia finito sulla lista degli invitati.”
Le due si fissarono intensamente per qualche minuto.
“ Mamma, tu non puoi-…” Emily la bloccò.
“ Lorelai, un giorno mi ringrazierai.” Disse, prima di ritornare al suo drink e senza la minima intenzione di continuare quel discorso. Lorelai continuò a guardarla, poi cedette, esausta.
Guardò Rory, seduta accanto a Lane e Zack, che veniva servita e riverita dai due gemellini. Rideva. Nel frattempo, Luke, ancorato alla sua sedia e con sguardo terrorizzato, veniva sollevato in aria da Kirk, T.J. e Jackson. Sorrise, e notando il sorriso di Rory, si avvicinò a lei e arrivò alla conclusione che se ne sarebbe occupata domani.
Le sorprese, per quella giornata, potevano bastare.

 
 
 
 

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Capitolo 2
*** “ you know we’ve all got battle scars.” ***


Salve a tutti. Non so se il capitolo è troppo lungo o è solo una mia impressione, ma non potevo suddividerlo o fare diversamente. Perciò spero non sia troppo pesante, che non arriviate subito a delle conclusioni ma che godiate di questo viaggio nella mia insanità a prescindere da tutto, che vi piaccia tanto e che non troviate i personaggi OOC. Ho dato un pezzettino del mio cuore anche a questo capitolo e sono contenta che, piaciuto o no, recensioni o no, il primo sia stato letto da tante persone. Fa sentire la mia mente malata meno sola! ahah Ringrazio inoltre chi ha già inserito la storia tra i preferiti e i seguiti, davvero di cuore! Bando alle ciance, ecco a voi il secondo capitolo. Alla prossima!
Un abbraccio, Meg. :)



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Capitolo II
“ … you know we’ve all got battle scars.”
 
 
Stars Hollow,
06 novembre 2016.

 
“ Rory.. Rory! Rooooooory! … RoryRoryRory?” Lorelai cominciò a saltellare sul letto di sua figlia, fino a quando Rory, che in realtà non era riuscita a chiudere occhio, capì che non avrebbe potuto fingere ancora per molto e che avrebbe dovuto assecondare il momento di follia di sua madre.
“ Mamma.” Le rispose, mettendosi a sedere e afferrando la sveglia dal mobiletto.
Le tre del mattino. Non erano tornate a casa dal matrimonio neanche un’ora fa.
Sua madre non avrebbe dovuto neanche essere lì, ma al vecchio appartamento di Luke, con Luke.
“ Che ci fai qui?” Le chiese, anche se Rory conosceva per bene la risposta.
La bomba che aveva azionato stamattina stava per esplodere.
“ Non riuscivo a dormire e avevo bisogno di caffè. Del caffè di casa. Così sono venuta qui e mi son detta: e se non trovassi caffè? E se lo avessi finito? Dovrei tornare da Luke, e Luke si sveglierebbe per il rumore, penserebbe che qualcuno stia cercando di svaligiare la cassa del locale e scenderebbe munito di armi.”
“ Luke ha delle armi nel suo vecchio appartamento?” Chiese Rory, assecondandola.
“ Sì, armi molto pericolose e taglienti. Non è questa la parte importante della storia. Ora, seguimi.  Dicevo… A quel punto, nascosta nel buio e intenta a fare caffè, non mi riconoscerebbe. E sarebbe una tragedia. Spargimenti di sangue, lacrime, e tu dovresti vendicarmi. Uccidendo Luke. Ma io non vorrei questo, e in punto di morte ti chiederei di lasciar perdere, di ricordarti di me bella come sono sempre stata. E di versare sulle mie ferite del caffè. Cosa altro mi restava da fare? Lorelai, ho detto, mantieni la calma e pensa. Cosa farebbe Macgyver al tuo posto? In mancanza di gomme da masticare e graffette ho pensato di svegliare te. Mi è sembrata una cosa che Macgyyver avrebbe di sicuro fatto per salvare il mondo. Rory Gilmore, ti prego, saresti disposta a salvare il mondo e una donna impedendole di svegliare anche la sua adorata madre che dorme al piano di sopra?”
Rory la guardò, e sorrise, triste. Era giunto il momento di affrontare la situazione, e se sua madre pensava che il momento adatto erano le tre del mattino, allora sarebbe stato quello. Glielo doveva.
“ Andiamo Angus, ti preparo del caffè.” Rory si alzò, guardando sua madre mimare uno scoppio di fuochi d’artificio, un’incoronazione, applaudendo e ballando.
Una volta in cucina, Rory la intimò di fare silenzio.
“ Ti ricordo che Jess ed April stanno dormendo in soggiorno. Cerca di esultare in maniera ancora più silenziosa.” Le disse, e sua madre obbedì, sedendosi.
“ A proposito di Jess…” Lorelai la guardò, Rory era di spalle intenta a preparare il caffè. “ Stasera ho notato che eravate molto affiatati. In realtà è stata la signora Kim a farmi notare le mani di Jess fin troppo strette ai tuoi fianchi e vicine al tuo sedere.” Rory quasi si strozzò con la sua stessa saliva, per poi girarsi verso sua madre e lanciarle uno sguardo di fuoco.
“ Jess è nell’altra stanza, sei per caso impazzita?” Le chiese, sussurrando.
“ Io? Non sapevo che ora la parola sedere fosse stata bandita da questa casa. Scusami… Le sue mani fin troppo strette ai tuoi fianchi e vicine al tuo… posteriore. Didietro. Non saprei, si può dire gluuuuutei?” Rory roteò gli occhi al cielo.
“ Potresti solo evitare di ripetere la parola… Glutei, in quel modo? Ti prego. E di inserire Jess in una frase in cui parli del mio didietro. Te ne sarei davvero grata.”
“ Ci proverò. Ma non ti prometto niente finché non avrò una tazza di caffè nelle mie mani e potrò occupare la mia bocca in un altro modo.” Lorelai la guardò, spostando lo sguardo da sua figlia alla macchina del caffè ripetutamente.
Rory sospirò, versò il caffè in due tazze e si sedette.
“ Non c’è stato niente tra me e Jess… Insomma, stavamo solo ballando. E non penso di dovermi giustificare per questo.” Rory le puntò il dito contro.
“ No, né per il ballo… Né per il bacio.” Insistette Lorelai, divertita.
“ Ma… Quale bacio? Oh mio Dio, sei una guardona! Una stalker! Potrei denunciarti per questo, se solo la polizia di Stars Hollow non avesse messo Kirk a rispondere alle telefonate notturne.”
“ La criminalità notturna a Stars Hollow è pari a zero, soprattutto da quando Sookie non sperimenta più strane ricette esplosive nella sua cucina.” Lorelai sorrise, malinconica.
Rory la guardò. Aveva toccato il tasto Sookie. Parlare d’altro e sviare il discorso verso qualcosa di più leggero era ormai impossibile. Era arrivato il momento.
“ Mamma…” Rory la guardò, e senza che potesse controllarlo i suoi occhi si inumidirono. Stava di sicuro per scoppiare in un pianto. ‘ Maledetti ormoni’, pensò.
Lorelai posò la sua tazza sul tavolo e le carezzò una mano.
“ Rory… Io-…” Rory la interruppe.
“ Stavamo ballando. Jess e io… E ad un certo punto, non lo so, credevo di aver visto…  L-Logan litigare con la nonna, e a quel punto sono scappata, ma poi la nonna era al tavolo con Gipsy e Taylor e io… Credo di essermi immaginata tutto. Il punto è che io credevo davvero di averlo visto… E mamma, io…” Rory cominciò a singhiozzare, e quando si ricordò di Jess e April nell’altra stanza, affondò il viso tra le braccia, nascondendo il volto da sua madre. Lorelai decise di sorvolare sull’argomento ‘ nonna e Logan’ fino a che non ne avrebbe parlato con Emily. Voleva capire meglio cosa stava accadendo, prima di sganciare un’ulteriore bomba.
“ E’ lui, non è vero?” Domandò, scostando i capelli di Rory dal suo volto e cercando lo sguardo di sua figlia.
Rory prese delle profonde boccate d’aria, poi si rialzò.
“ Beh, di sicuro non Paul o quello strano Wookie. Direi che tutto sommato mi è andata bene, almeno il… P-padre… Del mio… bambino non sarà un tipo di cui mi sono dimenticata per due anni e che nessuno ricordava, o il frutto di una notte di sesso con uno strambo cosplayer nerd. Il padre del mio bambino sarà un ricco economista-ereditiere oramai sposato con una ricca ereditiera francese, con cui avevo una relazione anni fa,  che mi ha lasciato dopo avergli detto che non ero pronta a sposarmi sempre anni fa, con cui poi ho avuto una relazione segreta per anni fino al nostro addio, qualche settimana fa. Direi che mi è andata anche più che bene. La mia vita è una telenovela.” Rory respirò. Per la prima volta aveva pronunciato a voce alta le parole ‘Logan’ e ‘bambino’ e ‘mio’. Era un enorme passo avanti, considerando che stava parlando con sua madre.
La guardò. Lorelai se ne stava lì, in silenzio a rimuginare probabilmente su tutte le informazioni.
“ … Logan lo sa?” Chiese, dopo un po’.
“ Ovviamente no. Non posso ostacolare il suo piano dinastico, mamma. Logan voleva sposarmi. Voleva me. E io gli ho detto di no, per inseguire una carriera che non ho ottenuto e ritrovarmi intrappolata in una vita che non sento mia. Lui voleva tutto o niente, e mi ha costretto a scegliere il niente. Poi ci siamo ritrovati, adulti ma ancora più incasinati. Lui di nuovo in giro per il mondo agli ordini di suo padre, ed io perennemente alla rincorsa di un lavoro saltuario come giornalista e poi di un altro ancora. Ed ora che dovrei fare? Ripresentarmi alla sua porta e dirgli ‘ Hei, ciao, porto in grembo tuo figlio! Al diavolo il tuo lavoro e il tuo piano dinastico!’ ? Non posso, mamma. Non posso fargli questo. Io non so nemmeno cosa fare con…” Rory si zittì, abbassando lo sguardo. Lorelai ebbe un fremito.
“ Rory… tu… stai pensando di non…?” Domandò, ferita. Non voleva crederci. Rory la guardò.
“ Io.. No! No mamma, assolutamente! Non potrei mai… Io… No! Mai! Questo bambino non era di certo nei miei piani, ma non lo erano molte cose. E io non sarò Lorelai Gilmore ma porto il suo nome, e saprò cavarmela anche da sola. Io posso essere forte e intraprendente proprio come te. Posso imparare. E non sarò mai sola. Avrò te… Ed io e lui.. O lei, saremo indivisibili, proprio come me e te. Ce la farò mamma. E’ la cosa giusta, è il destino, e chi sono io per mettermi contro il destino… E la storia che si ripete. Insomma, non sarò un capolavoro ma questa è tutta colpa mia, non tua o del fatto che mi hai cresciuto senza papà. Lui non avrebbe potuto mettersi tra di noi… Era il destino, era giusto che andasse così, e ora io devo solo-…” Rory la guardò, gli occhi colmi di lacrime. “ Ti ho mai ringraziato per tutto quello che hai fatto per me, da sola?” Le chiese. Lorelai la osservò attentamente.
“ Ragazzina, cosa vai blaterando? Rory, ciò che hai detto-…” Lorelai si fermò. “ Hai parlato con Christopher.” Rory abbassò lo sguardo, colpevole.
Lorelai si alzò, versandosi un’altra tazza di caffè, e poi si girò nuovamente verso Rory.
“ Lorelai Lee Gilmore. Io non so cosa ti abbia detto tuo padre, ma questa non è la storia che si ripete. Tu e Logan non avete sedici anni, non siete bambini alle prese con il vostro primo amore. Tu e Logan avete un vissuto, e per quanto possa aver detto durante gli anni, in qualunque strano modo voi giovani di oggi decidiate di vivere le vostre relazioni… Quel ragazzo, sì beh, è una testa calda, ma ti ha amato, e potrei giurare su tutti i chicchi di caffè del mondo che proverà sempre qualcosa per te. Non si scorda una persona a cui avevi comprato un albero di avocado e un anello. L’amore che ci sia o meno, non c’entra. Un albero di avocado, sentito cosa ho detto? Qualsiasi sia il vostro rapporto ora, o qualsiasi siano i vostri sentimenti, questo bambino prescinde da tutto il resto. Io non ho nascosto a Christopher della gravidanza, non sarebbe stato giusto. In primis, per te. Non avrei mai potuto, nemmeno volendo. Sai com’è, mi hai reso grassa come un elefante.” Rory accennò un sorriso, guardandola. “ Non sarà semplice, Rory, ma questo non deve dirtelo tua madre. Non ho idea di come andranno le cose, e di certo dovrete affrontare le conseguenze di ciò che avete fatto. Sua moglie dovrà farlo. Le vostre famiglie. Ma tu avrai il mio appoggio, sempre. E anche quello di Logan. Lui merita di saperlo, fosse anche un mostro, merita di saperlo. E so per certo che sarà con te. Ammetto di non aver sempre tifato sempre per lui, e che le circostanze in questo momento mi fanno venir voglia di spaccargli la faccia, ma una cosa che ho imparato osservandolo in quei tre anni, è che non è un tipo che si tira indietro a meno che non venga intaccato il suo orgoglio o Rory Gilmore gli dica di no… E sono sicura che neanche in questo caso, in questa situazione, lo farebbe.” Lorelai si avvicinò a Rory, carezzandole i capelli. Era certa al cento per cento di ciò che aveva detto? Non voleva pensarci. Era giusto rassicurare Rory in quel modo, in quel momento. “ Sono felice? Non saprei, Rory. Di certo non immaginavo il tuo primo figlio così, nato da una relazione clandestina. Sono ferita? Non saprei. Probabilmente un pochino, ma non sei una bambina e hai preso le tue decisioni. E’ successo, ed io sono qui con te. Siete adulti, ed entrambi dovrete affrontare ciò che verrà, le responsabilità, la sofferenza degli altri, la vostra e il resto. E poi dovrete trovare un modo per mettere tutto da parte e dare a questo bambino tutto l’amore possibile. E io dovrò soltanto abituarmi all’idea di farmi chiamare… Nonna. Ma se ci pensi, c’è a chi è andata peggio: Emily Gilmore, la bisnonna. Il perfetto nome per un horror. Chiamatemi il signor King, ragazzi.”
Rory guardò sua madre, in lacrime e senza sapere esattamente cosa dire. L’aveva delusa, ma sua madre era ancora lì, per lei, a dirle cosa fare e a guidarla nelle difficoltà, anche a trentadue anni. Si alzò, intrappolandola in un abbraccio.
“ Ti voglio bene, mamma.” Disse, sussurrando.
“ Anche io, ragazzina. Anche io.” Lorelai le baciò il capo. Era davvero stanca, e sebbene avesse parlato così tanto, sapeva che per metabolizzare la cosa dopo aver rassicurato Rory che non la odiava, e che non l’aveva delusa, doveva parlarne con Luke. “ Il mio compito qui è finito. Vuoi che resti con te?” Domandò.
“ No. Va’ da Luke. Potrebbe svegliarsi e accorgersi che non ci sei. Non vorrei gli venisse un infarto pensando a quale follia potresti star combinando già la prima notte di nozze.” Rory sciolse l’abbraccio, cercando di rassicurare sua madre con lo sguardo.
“ Chiamami, per qualsiasi cosa. Davvero, Rory. E domani sarà un altro giorno e vedremo cosa ha in serbo per noi questo destino… Il resto può essere affrontato domani. ” Rory sapeva che sua madre si riferiva a Logan, e annuì. Lorelai indossò il cappotto e fece per dirigersi verso l’entrata. Poi si voltò.
“ Rory?”
“ Sì, mamma?” Lorelai era tornata seria improvvisamente.
“ Sono stata io ad impedire a tuo padre di far parte della nostra vita. Eravamo giovani, e per quanto lui non ci abbia provato… Mi amava. E ha sempre amato te. Ha accettato ogni cosa che io gli ho imposto, anche se soffriva. Era un bambino, insicuro e giovane. Se io gliel’avessi permesso… Le cose sarebbero andate diversamente. Ma è qui che subentra il destino, ed è qui che dico che le cose sono andate come dovevano andare. Alle volte me ne sono pentita, ma guardando il finale, ho capito che non c’erano altri modi in cui doveva andare, e che tuo padre è riuscito a farsi perdonare a modo suo, con gli anni e l’infinito amore che prova per te. Questa però è la mia storia Rory, e non la tua. Avrai i miei occhi, la mia sagacia e il mio enorme charme… Ma tu sei diversa, e il tuo destino lo è. Dai a Logan la chance di decidere che io non ho dato a tuo padre e che lui non ha colto, e il tuo finale arriverà da solo. E sarà felice in ogni caso, Gilmore. Di questo ne sono certa.” Lorelai le sorrise, gli occhi colmi di lacrime proprio come quelli di sua figlia. Un mix di emozioni la stava travolgendo, e aveva davvero bisogno di parlarne con Luke. “ A domani, amore mio.” La salutò, voltandosi e dirigendosi verso l’uscita.
Rory restò sola in cucina ancora per un po’, una nuova forza si stava impadronendo di lei. Era una Gilmore. E le Gilmore non se la cavavano e basta, no. Le Gilmore superavano tutti gli ostacoli della vita e andavano avanti, a testa alta.
 
- - -
 
Jess se ne stava lì. Sdraiato sul divano con gli occhi spalancati.
Soltanto quando sentì il rumore della porta di Rory che si chiudeva, cacciò fuori tutta l’aria che stava trattenendo da quando Rory e Lorelai avevano cominciato a parlare. Faceva male, ed uscì fuori insieme ad un gemito. Si girò verso April, ma sua cugina dormiva beatamente. La invidiava. Avrebbe voluto avere un sonno più pesante, ma in realtà la sola idea di dormire sotto lo stesso tetto della donna che amava lo destabilizzava, togliendogli il sonno e la pace.
Dopo tutti quegli anni… Rory Gilmore. Ancora, ed ancora.
Avrebbe voluto dimenticare quella conversazione, quelle parole, darsi un colpo così forte in testa da perdere la memoria per sempre.
Padre, bambino, bambino e Rory. Rory e Logan. Il bambino di Rory e Logan.
Jess si alzò di scatto, agitato. Andò verso la cucina e si versò un bicchiere d’acqua. Lo trangugiò, e fece per andare verso l’appendiabiti. Aveva bisogno di aria.
In quel momento la porta di Rory si aprì e uscì fuori lei, lo sguardo spaesato.
“ Jess, sei tu?” Chiese, sperando che il buio le stesse mentendo.
Jess rimase in silenzio per qualche secondo. “ Sì, sono io.” Rispose. La voce uscita fuori non era la sua, non la riconosceva. Era spezzata.
“ Jess, va tutto bene?” Rory si avvicinò, cauta.
Il respiro affannato, il cuore in gola. Lo sapeva. Avevano urlato troppo, Jess aveva sentito. Non che non lo avrebbe mai scoperto, ma avrebbe voluto dirglielo lei, non così e non quella notte.
“ Rory… Lasciami andare.” Disse, scansandola. Rory lo afferrò per un braccio, e tremando lo implorò di restare.
“ Perché, Rory?” Chiese. Si avvicinò a lei, i suoi occhi azzurri brillavano al buio e furono come una pugnalata al petto.
“ Io voglio solo-…” Jess la fermò.
“ Cosa, Rory? Spiegarmi? Non c’è bisogno. Non capirei. Ho smesso di capirti quella sera di tanti anni fa, alla presentazione. Ho avuto poche certezze nella mia vita, e so che da qualche parte dentro di te c’è ancora quella Rory che era una di quelle certezze. Ora non riesco a vederla… Ma spero riaffiori, un giorno. Anche se con un bambino il cui padre è quell’idiota di Logan Huntzberger.” Jess si morse la lingua. Non avrebbe voluto essere così duro. Gli occhi di Rory si riempirono di lacrime, e sebbene la luce fioca, Jess lo notò per bene. Avrebbe voluto davvero strapparsela via quella stupida lingua.
“ Rory, io non-…”
“ Volevo? Beh, è successo Jess. E ti pregherei di non spargere in giro la voce. Il Jess che conoscevo era sincero, ma almeno non mi feriva gratuitamente, a meno che non ne avesse una ragione. E tu che ragione hai?” Chiese, guardandolo attentamente.
Jess avrebbe voluto risponderle ‘ Una ragione oltre al fatto che sono qui e che ti amo, Rory?’, ma restò in silenzio.
“ Come pensavo. Buonanotte, Jess.” Rory lo guardò, ferita, e tornò in camera sua.
Jess rimase impalato a fissare la sua porta, poi si voltò, e senza prendere neanche la giacca uscì fuori. Un po’ di aria fredda autunnale lo avrebbe risvegliato.
 
 

 
 
Londra,
19 novembre 2016.
 

“ Ho pensato ti servissero rinforzi, ad esempio una gru per convincerti ad uscire da quel letto. Ma a quanto pare è bastato usare un tono di voce da militare. Prevedibile, Huntzberger.” La donna si tappò il naso, nauseata. “ Cos’è quest’odore? Oh mio Dio, Logan! Da quant’è che non ti fai una doccia o apri le finestre?” Chiese, inorridita, mentre lo scansava bruscamente e si dirigeva verso la porta finestra. La spalancò e poi tornò a guardarlo. Logan se ne stava fermo lì, senza sapere cosa dire, e con un sorriso ebete sulla faccia.
“ Honor, io-…” Sua sorella lo interruppe.
“ Lo sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto salvarti di nuovo le chiappe, fratellino. Avevo messo in una scatola in soffitta il costume da Wonder Woman, ma sapevo che un giorno avrei dovuto indossarlo di nuovo, per te.” Honor lo guardò inchinarsi, e in tutta risposta gli fece una linguaccia.
“ Ora, siediti. Ti direi di andare a farti una doccia ma non abbiamo tempo. Dopo andrò a comprarti della candeggina e rovescerò personalmente l’intero flacone su di te, te lo prometto.”
Logan si sedette accanto a sua sorella, obbediente.
“ Quanto è grave?” Chiese. Honor lo guardò, sorridendo bonaria.
“ Grave? L’Apocalissi in confronto sembra una barzelletta. Nostra madre è in chissà quale SPA a ritrovare il suo io interiore dopo l’ennesimo crollo emotivo, i genitori di Odette hanno giurato odio eterno e vendetta contro papà e la nostra famiglia… Odette pare sia tornata in Francia insieme ad un cameriere del ricevimento e Mitchum… Lui, beh, lui non era sorpreso. Ha mandato tutti al diavolo ed è volato via in uno dei suoi uffici chissà dove. Sapeva che non avresti sposato Odette da quando ti ha visto con Rory Gilmore in quel ristorante mesi fa. A dire il vero, da quanto mi ha urlato, anche da prima. Sapeva dei vostri incontri da anni, oramai. Credeva ingenuamente che avresti tenuto Rory come tua amante fino alla fine dei tuoi giorni, poi ha scoperto che l’avevi portata in uno dei ristoranti di famiglia e ha fatto due più due. La cosa terribile però è che Mitchum Huntzberger sapeva della tua relazione segreta… Di sesso con la mia adorabile piccola Rory da anni ed io no.” Disse, puntandogli contro un dito accusatorio.
“ Honor, io-…” Provò di nuovo a dire qualcosa, ma sua sorella lo bloccò ancora.
“ Da quanto?”
“ Da Amburgo.” Rispose. Sua sorella lo guardava, impaziente. Logan sospirò, non poteva che arrendersi. “ Honor.. Quella sera, la prima volta che l’ho rivista dal giorno della sua laurea io… E’ stato più forte di me. Non ho deciso io di allontanarmi da lei, ma con gli anni ho capito che l’avevo messa alle strette, che non le avevo dato l’opportunità di spiegarsi, di provare che potevamo farcela. Sono stato egoista, perché avevo paura che una volta entrata nel mondo reale si sarebbe guardata intorno e avrebbe capito che c’era di meglio di uno stupido e viziato Huntzberger e dei suoi drammi economici e familiari. Quella sera, ad Amburgo… Io l’ho vista e ho pensato ‘ Cavolo, Huntzberger, ringrazia la tua buona stella’, e l’ho fatto. Dopo la nostra rottura tutto mi era sembrato inutile, Palo Alto, quella casa che avevo comprato per noi… La odiavo. Odiavo quella vita, perché me l’ero immaginata con Rory. Stavo fallendo di nuovo, ed ecco papà pronto a riportarmi a galla, alle sue condizioni. Lo odiavo e odiavo me stesso, ma poi ecco, una sera… Lei era lì, davanti a me, bellissima ed indaffarata come sempre, abbiamo cominciato a parlare delle nostre vite, ed è successo… Io avevo un’opportunità, capisci? Ma lei era sempre in giro per lavoro, io anche, ed insomma, eravamo alle solite. Mi chiese di stipulare quello stupido ‘ Patto Vegas’, ed io l’ho accettato, perché avevo paura di perderla di nuovo, Honor. Di farle pressione ancora una volta. Potevo sopportare di perdere Rory Gilmore una volta, due mi avrebbero ammazzato.” Logan si fermò. Un dolore al petto gli rendeva difficile persino respirare. Prese una grande boccata d’aria e cominciò a fissare il soffitto, incapace di guardare sua sorella negli occhi.
“ Logan, tutto ciò è commovente e ottimo materiale per un nuovo bestseller di John Green, ma continuo a non capire perché siete arrivati a questo punto.” Honor lo rimproverò, dura.
“ Il resto della storia lo conosci. E’ arrivata Odette, ed ora il suo arrivo e il piano dinastico neanche mi sorprendono… Insomma, quello stupido Patto ha cominciato ad andarmi bene, perché ogni giorno dentro di me speravo che Rory mi dicesse che aveva capito che per noi c’era ancora speranza. E ho aspettato, sono stato un idiota, avevo paura come un idiota, ho tirato la corda e l’ho spezzata. Fino a che non è arrivato Paul, il piano dinastico volgeva al suo termine e poi… Poi le ho detto addio. E ti giuro, Honor, ho provato a guardarla negli occhi, a cercare nel suo sguardo e nelle sue parole qualcosa che mi convincesse a restare, ma non l’ho trovato. E io non volevo continuare a guardare quel volto e rivivere la scena della nostra rottura. Quel giorno, nei suoi occhi, io leggevo solo: ‘ E’ stato divertente, Huntzberger, ma adesso vai. Sono grande, vengo da un altro mondo e non mi servi più.’ Poi, in chiesa… Guardavo Odette. Bellissima, affascinante, divertente, ma non per me. E poi guardavo papà. Sapevo che tanto in ogni caso non avrei avuto ciò che volevo. Non avrei avuto Rory, ma non per questo avrei condannato una donna ad una vita che non voleva solo per uno stupido piano dinastico, bastava la mia di condanna all’infelicità.” Logan si alzò, e versò dello scotch in due bicchieri.
“ Beh, tranquillo. Lei, i suoi soldi e Frederic, il cameriere, stanno più che bene.” Honor si alzò, rubandogli la bottiglia di scotch e aggiungendo altre due dita ad ognuno dei bicchieri.
Logan la guardò, sorridendo.
“ Che c’è? Ci serviranno per attuare il nostro piano.” Rispose, come se fosse ovvio.
“ Honor, cos’hai in mente?” Logan la guardò, mentre sprofondava nuovamente nel divano.
“ Io? Niente. Sono venuta qui solo in qualità di grillo parlante barra psicoterapeuta senza farmaci, ahinoi. Ora tocca a te rimboccarti le maniche e riprenderti quella donna, fratellino. Mi immagino già il titolo ‘ Le parole che non ti ho detto’.” Honor sospirò, estasiata.
“ Sei un po’ indietro con i tempi. Questo è Nicholas Sparks, non John Green.” Precisò Logan.
“ Ti mettevo alla prova, caro. Sono una ragazza, ricordi? Volevo solo testare il tuo livello di  materiale adolescenziale da usare per imprese romantiche disperate. Ora, tornando al piano-…”
Logan, esasperato, si scolò l’intero bicchiere.
“ Non è così semplice. Sono già stato a Stars Hollow, Honor. Lei era lì, ballava con il suo ex e io volevo solo portarla via da lì… Stavo per farlo, ma poi è arrivata Emily Gilmore e mi ha intimato di andarmene immediatamente o avrebbe chiamato la poliz-….” Honor lo bloccò.
“ Sì, beh, non ne conosco il contenuto, ma la tua lite con Emily potrebbe essere dovuta ad una telefonata di Mitchum…” Disse, titubante.
Logan la guardò, gli occhi spiritati e una rabbia che gli cresceva dentro sempre più velocemente.
Si alzò, e andò dritto verso il bagno.
“ Che vuoi fare, Logan?” Sua sorella, spaventata, lo seguì.
“ Voglio fare quello che avrei dovuto fare anni fa, Honor. E non aspetterò un secondo di più. Sei con me?” Chiese, inferocito.
“ Team Rogan sempre e per sempre, caro!” Esclamò, entusiasta. Logan la guardò, sorridendo. Non aveva la minima idea di cosa volesse significare Rogan, ma alle sue orecchie non suono poi così male.
 

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