La Ruota degli Elementi - Aria & Acqua

di sara_gi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nota dell'autrice ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Primo Intermezzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 5: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 6: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 7: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 8: *** Secondo Intermezzo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 11: *** Preview ***



Capitolo 1
*** Nota dell'autrice ***


Nota dell'autrice


Questa è la prima Fanfiction che scrivo sul mondo di Harry Potter.
Non perchè non lo trovassi di ispirazione ma, in realtà, per il motivo opposto.
Il mondo creato dalla Rowling è così espanso e pieno di possibilità che la mia
mente semplicemente non sapeva quale mettere per iscritto per prima.
Alla fine ha "vinto" questo racconto. Che in realtà è il primo di una serie,
il primo libro se volete. La linea temporale è quella di "Harry Potter e il
Prigioniero di Azkaban". E' un AU nel senso che inserisco nuovi personaggi, uno
in particolare, che creerà nuove situazioni che modificheranno molti degli eventi
a partire da questo libro fino alla fine della serie. E oltre.
La storia di Harry e company rimane quella ufficiale fino all'inizio del terzo
libro, alla scena di Kings Cross, per l'esattezza. Da lì inizia il cambiamento.
La seconda cosa su cui vorrei soffermarmi un momento è il luogo nuovo che inserisco
in questa storia.
Nell'immaginare il mondo della Magia ho sempre pensato che, sebbene le scuole nominate
siano solo tre, ogni stato debba averne una. Voglio dire, perchè mai sarei dovuta
andare a studiare in Francia o in Inghilterra se mi fosse arrivata la lettera?
Così ecco che nella mia mente è comparsa una scuola italiana e, fin dall'inizio,
un solo luogo in tutta Italia poteva ospitare una Scuola di Magia e Stregoneria con
la grazia e la tradizione che un'istituzione del genere avrebbe nel nostro Paese.
E quel luogo è Villa Contarini a Piazzola sul Brenta.
Se non conoscete questo luogo incantevole il mio consiglio è: chiedete a Google :)
E appena ne avete l'occasione andate a visitarla. Perchè lì la Magia è davvero
nell'aria! ;)
Ora vi lascio alla lettura del racconto. Posterò le varie parti con regolarità
la domenica. Spero vi piaccia!
Sara


 

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Capitolo 2
*** Prologo ***





Prologo

 

L'uomo in piedi sul ciglio dello strapiombo, osservava attento l'avvicinarsi della ragazzina vestita di bianco. Erano sulla cima di un colle tufaceo che, in epoca antica, su quel versante, era franato creando quello che i babbani chiamavano "Il salto dello stambecco": un dirupo di ottanta metri ai cui piedi un bosco ceduo di querce cresceva rigoglioso.

La ragazzina, poco più di una bambina in realtà, aveva quasi raggiunto l'orlo del Salto. L'uomo le sorrise incoraggiante osservandola orgoglioso: illuminata dalla Luna Piena dei suoi dodici anni, gli occhi neri e luminosi come una notte stellata, la pelle candida da far concorrenza all'abito etereo che indossava, avanzava senza esitare e con uno sguardo determinato. Sebbene un lieve tremito della bacchetta che stringeva lungo il fianco nella mano destra ne denunciasse il nervosismo, si muoveva con sicurezza. Si fermò davanti all'uomo che le sorrise incoraggiante.

- Ricordi l'Incantesimo?-

- Sì, professore, lo ricordo.- rispose la ragazzina ricambiando il sorriso.

- Bene. Allora svuota la mente e concentrati. Pronuncialo quando ti sentirai pronta. Hai tempo: la Luna Piena ti illuminerò ancora a lungo.- concluse posandole lievemente una mano sulla spalla.

Lei annuì e l'uomo fece alcuni passi indietro lasciandola sola sul ciglio del Salto.

Aveva grandi aspettative su quella ragazzina. La osservò, sempre con quel lieve sorriso. Era minuta, talmente tanto che sembrava dovesse venir spazzata via dalla prima raffica di vento. Ma era forte, invece. Forte di una magia potente e di un carattere dolce ma determinato. E lui era certo di non sbagliare: lei era quella giusta.

"Uno ogni secolo." pensò l'uomo.

Lui era certo che quell'uno fosse lei. La Profezia Elementale, la Profezia dei Casters, era antica e, fino ad ora, si era puntualmente avverata. Un Mago, o Strega, ogni secolo nato col potere di Dominare gli Elementi. Uno solo, per questo ambito. Per questo in pericolo. Ma lui era certo che ancora una volta Villa Contarini sarebbe stata in grado di proteggere quel prezioso individuo, come aveva sempre fatto.

Avvertì in quel momento la lieve vibrazione che sempre permeava l'aria quando quella ragazzina si concentrava per pronunciare un incantesimo complesso. La guardò in attesa. Se tutto fosse andato come lui pensava, una volta pronunciato, l'Incanto dell'Aria avrebbe guidato i passi della piccola nella sua Iniziazione.

"Aria. Il primo Elemento." pensò lui "Ora saprò se ho ragione."

Lei aveva iniziato a recitare la prima strofa dell'Incanto, le mani dinanzi al busto, appena distanziate e, nel mezzo, la sua bacchetta che ruotava velocemente in quello spazio, mantenuta sospesa dalle parole potenti che la ragazzina stava pronunciando a fior di labbra. Nessuno, le aveva detto il suo professore, nessuno doveva sentire le parole dell'Incanto. Andavano sussurrate perchè erano troppo potenti per essere pronunciate o sentite dai non iniziati. Lei sapeva che tutti i suoi coetanei della sua Casta avevano o avrebbero fatto ciò che stava facendo lei quando la loro luna dei dodici anni avesse brillato piena nel cielo. Quello che non sapeva, che l'uomo non le aveva ancora detto, era che per i suoi compagni quell'Incanto sarebbe stato solo un incantesimo di protezione, una preghiera all'Elemento Aria perchè li proteggesse negli anni a venire. Ma per lei sarebbe stato qualcosa di più, di questo l'uomo era certo: per lei sarebbe stata l'Iniziazione.

Improvvisamente, mentre finiva di pronunciare la prima stringa dell'incantesimo, una forte luce avvolse la bacchetta della ragazzina. Era una luce calda, trasparente ma lievemente inverdita ai bordi e sembrava emanarsi direttamente dalla bacchetta. La ragazza aprì gli occhi e, sotto il suo sguardo concentrato, vide la bacchetta pulsare, cambiare forma allungandosi e ispessendosi, tramutandosi in un bastone di circa un metro e mezzo con un pomo d'oro sul fondo e un puntale aureo ampio, circolare, lavorato da un intarsio che rappresentava il simbolo Elementale dell'Aria con due anelli d'oro agganciati sul bordo inferiore che tintinnarono quando lei, ormai in uno stato di trance cosciente, le sue azioni guidate dall'Incanto stesso, lo impugnò. Avvolta da quella luce trasparente e da refoli visibili di quell'Aria invocata, fece un passo avanti, poi un altro, continuando a camminare fino a superare l'orlo del burrone e librarsi eterea e priva di peso in quell'Aria magica.

La danza che ne scaturì fu qualcosa di così intenso da lasciare l'uomo a bocca aperta e con le lacrime agli occhi per l'emozione. La ragazzina si muoveva leggera tra quei flussi, plasmandoli e dirigendoli mentre danzava la Danza dell'Aria con passi leggeri e movimenti precisi, delicati e tuttavia potenti del Bastone Elementale e della mano sinistra. In pochi istanti il cielo buio si animò di forme leggiadre e luminescenti che presero a vorticare intorno alla ragazzina: Spiriti dell'Aria, venuti ad incontrare la loro Signora. Il Dono di Dominare gli Elementi era un dono di potere e responsabilità. Il professore sapeva che la Profezia aveva scelto bene: quella ragazzina era potente ma aveva un cuore puro e un'indole buona. Non avrebbe abusato dei suoi poteri, di questo era certo. Lui avrebbe dovuto parlare coi genitori della bambina, ma era sicuro di avere il loro appoggio: erano una delle Famiglie più antiche d'Italia, la più bella Nobiltà Magica con diciotto secoli di storia documentata alle spalle. E la loro figlioletta era la seconda Caster a nascere in quella Famiglia, il primo era un progenitore vissuto undici secoli prima: sapevano quindi cosa comportava avere quei poteri.

Osservò la piccola tornare, nella sua danza, verso il colle e posare nuovamente i piedi sul suolo solido mentre pronunciava l'ultima stringa di quel lungo incantesimo. Poco a poco l'Aria si disperse e con un ultimo lampo di luce tutto finì. La bacchetta riprese la sua forma consueta e silenzio e oscurità tornarono ad avvolgere il colle nella notte marzolina. L'uomo si avvicinò di nuovo alla ragazzina e, avvolgendola nel suo mantello, le sorrise.

- Come ti senti, Chiara?- chiese.

Lei sembrò pensarci su un momento prima di sollevare gli occhi scuri e restituire il sorriso all'uomo.

- Bene, credo. Un po' strana.-

Lui rise - Lo posso immaginare. Vieni ora,- proseguì prendendola delicatamente per un braccio - torniamo a scuola.-

 

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Capitolo 3
*** Primo Intermezzo ***


Primo Intermezzo

 

Hogwarts, 6 Luglio 1993.

 

 

"Carissimo Albus,

come stai? Come vanno le cose in Inghilterra?
Perdona se per lungo tempo non mi sono fatto sentire, ma gli ultimi mesi sono stati pregni di avvenimenti.
Uno di questi, in particolare, è il motivo per cui ti scrivo. Vorrei chiederti di raggiungere Villa Contarini
di modo da poter parlare a voce: ho un grande favore da chiederti.
Sarei lieto se conducessi con te anche la Vice Direttrice di Hogwarts.

Salvo contraria risposta vi aspetto per il giorno dieci luglio, pranzeremo nel padiglione sul laghetto
che so piacere tanto alla cara Minerva.

Con stima e affetto

 

Francesco Stiroli

Ordine di Merlino, 4° classe, Preside della Scuola di Magia e

Stregoneria di Villa Contarini"

 

Finito di leggere a voce alta, Albus Silente, alzò gli occhi sulla persona seduta davanti a lui.

- Noto con piacere che il buon Francesco non ha smesso di farti la corte, Minerva.- disse con un lieve sorriso malizioso.

- Oh! Albus, sii serio.- lo riprese ridendo la professoressa McGranitt - Mi chiedo quale sia questo favore così importante da richiedere un incontro.- aggiunse seria.

- Ho un sospetto in merito, Minerva. Vedremo se ho ragione.-

Lei sollevò un sopracciglio ma non fece domande.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo Primo ***


Capitolo Primo

 

Il cielo di Londra era insolitamente azzurro quel primo di settembre. Mentre il cab nero percorreva le strade trafficate diretto alla stazione di Kings Cross, Chiara osservava la città dai finestrini, prestando un orecchio disattento alla conversazione dei suoi genitori.

- Oh sì... Proprio un bel momento per far cambiare scuola a nostra figlia!- stava dicendo irritata sua madre osservando i titoli sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta.

- Tesoro sono due giorni che ne parliamo: ormai è fatta, per quest'anno Chiara andrà a Hogwarts.- disse suo padre, la donna sbuffò - Stai tranquilla, Hogwarts è sicura, il professor Stiroli ce lo ha garantito. E poi tutti gli Auror d'Inghilterra gli stanno dando la caccia. Vedrai: Sirius Black tornerà in prigione molto presto.- concluse.

- Lo spero!- ribattè la moglie - Perchè ce n'è abbastanza da far venire i brividi!- disse indicando il giornale che aveva in grembo.

Chiara sollevò gli occhi al cielo in una muta dimostrazione di insofferenza: sua madre era una donna fantastica e una mamma attenta, ma era indubbiamente apprensiva. Talvolta troppo. L'arrivo in stazione mise fine alla discussione. Caricati baule e gabbia coperta su un carrello si diressero verso i treni e, seguendo le indicazioni date loro dalla Vice Direttrice della sua nuova scuola, in breve si ritrovarono sul binario 9 e 3/4. La ragazzina sorrise nel vedere l'Espresso di Hogwarts: rispetto all'elegante battello fluviale incantato con cui da Milano si raggiungeva la sua vecchia scuola, quel treno rosso acceso con la locomotiva fumante era un divertente cambiamento.

Trovarono uno scompartimento libero verso la fine del treno e il padre l'aiutò a caricare il baule.

- Hai tutto?- le chiese sua madre.

- Sì mamma, avete controllato almeno dieci volte per esserne certa.- le rispose sorridendo.

La donna l'abbracciò stretta - Scrivi, d'accordo? Vogliamo sapere come ti trovi e quello che fai nella scuola nuova.-

- E in che Casa verrai smistata.- aggiunse il padre sorridendo a sua volta.

- Va bene, vi farò avere mie notizie spesso, lo prometto.- rispose lei abbracciando entrambi – Non state in pensiero papà, e nemmeno voi mamma: starò bene.- concluse convinta.

Poco distante quattro paia d'occhi osservavano perplessi quel gruppo famigliare scambiarsi i saluti.

- L'avete mai vista?- chiese Hermione Granger agli amici che scossero la testa.

- Forse è una primina.- suggerì incerto Ron.

- No.- lo contraddisse la sorella minore - E' troppo grande per essere al primo anno.- concluse dando voce al pensiero di tutti loro.

In quel momento il treno fischiò indicando loro di salire.

Chiara si affrettò al suo scomparto e aprì il finestrino per salutare un'ultima volta i suoi genitori mentre il treno iniziava a muoversi. Notò allora un ragazzino moro un po' più grande di lei correre per saltare al volo sul treno aiutato da un amico dalla testa rossa che gli tese una mano dalla porta del vagone. Sorrise: gli inglesi erano pazzi!

Mentre il treno si inoltrava nella campagna fuori Londra, Chiara si immerse nella lettura di Storia di Hogwarts: la professoressa McGranitt le aveva consigliato di leggerlo per conoscere un po' la scuola nuova. Era passata nemmeno un'ora dalla partenza quando la porta dello scomparto si aprì e chiuse bruscamente. Alzando gli occhi dal libro vide un ragazzo seduto nel posto più lontano dirimpetto a lei. Aveva un'espressione tempestosa e le braccia incrociate. Sembrò accorgersi di lei solo in quel momento

- Ti dispiace se mi fermo qui un po'? - le chiese con un tono che sottintendeva che anche fosse stato così lui non si sarebbe mosso.

Ma a lei non dispiaceva così, scossa la testa, tornò al suo libro. Poco dopo, sentendosi osservata, riportò l'attenzione sul ragazzo che la stava fissando perplesso e lo ricambiò con pari interesse: aveva una corporatura sottile, mani affusolate da pianista, pelle chiara, quasi diafana, occhi grigio tempesta e capelli lisci biondo pallido. La stava scrutando con sguardo altero e attento.

- Ti ho mai vista?- chiese perplesso.

- No.- sorrise lei.

Lui ricambiò il sorriso rilassandosi un po'.

- Non hai l'aria della primina.-

- Non lo sono.-

Il ragazzo si mise a ridere - Va bene, va bene. Hai ragione: sono stato scortese, perchè mai dovresti parlarmi.- sempre sorridendo si alzò e le porse la mano destra - Draco Lucius Malfoy.- si presentò.

- Chiara Caterina Margherita Gastaldi.- ripose lei ricambiando il sorriso e posando la propria mano in quella di lui.

Draco si piegò a tre quarti in un lieve inchino prima di lasciarle la mano e tornare a sedersi, questa volta nel posto davanti a lei.

- Che anno devi frequentare?- le chiese curioso.

- Il secondo.-

- Non ti piaceva la tua scuola?-

- Oh no, al contrario! Adoro Villa Contarini! E' stata un'idea del Preside che io frequentassi Hogwarts quest'anno. Secondo lui l'esperienza di studio all'estero mi sarà utile nella vita. Così eccomi qua.- concluse.

- Ho visitato quella scuola qualche anno fa durante una vacanza in Italia.- disse lui - Bellissima. Mia madre adorò il giardino col lago delle ninfee e il labirinto incantato. Io ero piu interessato al campo da Quidditch sotterraneo: un lavoro di ingegneria magica impressionate!-

- Sì lascia tutti a bocca aperta. Ma per tua informazione io concordo con tua madre.- sorrise.

- Donne...- fece lui con una smorfia prima di rispondere al sorriso - Se non ricordo male,- riprese - lì gli studenti sono divisi in Caste anzichè in Case.-

- Sì: Alchimisti, Casters ed Evocatores.-

- E tu in quale eri?-

La ragazza fece per rispondere ma, in quel momento, un rumore sul finestrino richiamò la loro attenzione: un gufo bruno di grandi dimensioni stava bussando. Si alzarono in piedi e Draco aprì il vetro per farlo entrare. Quello si fiondò nello scompartimento posandosi poi su un sedile.

- Leopoldo!- esclamò Chiara riconoscendo il gufo della sua migliore amica.

L'animale si avvicinò lasciandole cadere in grembo due buste: una di pesante pergamena gialla e l'altra di spessa carta rossa. I due spalancarono gli occhi alla vista della busta rossa.

- Una strillettera?!- si stupì lui.

Non meno perplessa la ragazza la prese e ruppe il sigillo mentre lui con un incantesimo silenziante isolava lo scomparto, immediatamente la voce di Clarissa riempì lo spazio.

 

"Disgraziata!" strepitò la voce della sua amica "Come sarebbe a dire che non sarai in Villa quest'anno?!
Non puoi farmi questo Chiara! Con chi dovrei fare i compiti?! Con chi mi dovrei lamentare dei professori o dei compagni?!
A chi dovrei raccontare dei ragazzi che mi piacciono?!

Mostro! Per lettera! Non hai nemmeno avuto il coraggio di dirmelo di persona! Sono salita sul battello e ho trovato la tua lettera!
Io ti uccido! A Natale quando torni ti strangolo con le mie mani! Aaaargh!"
il tono poi cambiò diventando lamentoso "Chiaraaa..!
Come faccio un anno senza la mia migliore amica?! Io odio scrivere, lo sai! E non venirmi a dire di usare la penna autoscrivente
che mi hai regalato Natale scorso: come credi ti abbia scritto ora? Ti odio, ti odio, ti odio e ti odio!

Uffa. Ciao..." la lettera si disintegrò.

 

I due ragazzi rimasero ancora un attimo a fissare il punto dove la lettera fluttuava fino a un momento prima poi scoppiarono a ridere.

- Oddio!- disse Draco - La tua amica è uno spasso!-

Chiara fece per rispondere quando un pensiero le troncò le risa e le fece sgranare gli occhi.

- Tu parli italiano!- esclamò.

- Sì.- confermò lui - Mia madre ha voluto che imparassi alcune lingue, tra cui l'italiano.-

- Ma è magnifico!- fece lei deliziata - Così avrò qualcuno con cui parlare la mia lingua!-

- Speriamo allora tu venga smistata in Serpeverde.- disse lui con un sorriso.

- Perchè?-

- Perchè io sono Serpeverde. Così potremo parlare in italiano.-

Lei aggrottò la fronte - Non ci sono contatti tra Case?- chiese perplessa.

- Bèh... Sì. Ci incrociamo a lezione e in Sala Grande ai pasti. O in biblioteca e nel Parco.-

Lei si rilassò - Allora potremo comunque vederci e parlare, qualunque Casa mi ospiterà. No?-

Lui tentennò - Vedi...- iniziò con esitazione - Noi Serpeverde non abbiamo molti contatti con gli appartenenti alle altre Case.-

- Perchè?!- era stupita.

- Diciamo che non andiamo molto d'accordo.-

- Ma...- lo guardò - Tu e io stiamo andando d'accordo, no?- attese un cenno di assenso - E quindi dove sarebbe il problema?!- non capiva.

- Chiamala rivalità tra Case. Il punto è che nessuno gradirebbe vedere qualcuno di un'altra Casa "socializzare" con un Serpeverde .-

- Quindi temi che se io fossi, per esempio, una Corvonero se ci vedessero parlare ti potrebbero creare fastidi?-

Lui scosse la testa - Io sono un Malfoy!- disse fiero e sprezzante - Nessuno può crearmi fastidi! E' a te che pensavo, Chiara. A molti potrebbe non piacere vederti parlare con me. Soprattutto se tu venissi smistata a Grifondoro.-

Chiara era senza parole, lo guardò interrogativa ma lui annuì convinto.

- Oh ma senti questa!- sbottò dopo un attimo - L'Inghilterra è un paese libero, mi risulta! Non intendo smettere di parlare a qualcuno solo perchè sta in una Casa diversa dalla mia! Vada come vada, quando ci incontreremo peri corridoi o nel parco o che so io dove, ti parlerò. E che qualcuno solo si azzardi a dire qualcosa!- concluse decisa.

"Accidenti che caratterino!" pensò il biondo.

- D'accordo.- le disse - Se così vuoi per me va bene.-

- Amici a dispetto della Casa?- chiese lei porgendogli di nuovo la mano destra.

Lui la guardò un istante poi prese quella mano e sorridendo confermò - Amici a dispetto della Casa.-

Draco se n'era andato da un po' per tornare dai suoi compagni lasciandola alla lettera, scritta questa volta, di Clarissa. Chiara aveva riso alle parole della sua amica che le raccontava, una volta calmatasi, quello che era successo sul battello quando aveva dato di matto. Arrivò in fondo alla lettera con le lacrime agli occhi dal ridere, le rispose raccontandole a sua volta di Londra, dell'Espresso e del nuovo amico appena conosciuto. Fece volar fuori Leopoldo e chiudendo il finestrino si voltò al suono di un campanello.

- Qualcosa dal carrello, cara?- le chiese una strega rotondetta.

Si avvicinò per osservare le leccornie esposte rendendosi conto di non conoscerne nemmeno la metà. La strega paziente le illustrò gli articoli e lei decise di provare uno zuccotto alla zucca e un succo di zucca. Puntò sul sicuro con due cioccorane e stava scegliendo indecisa delle caramelle quando una voce le suggerì - Prendi le bollenti alla ciliegia: sono fantastiche.-

Si voltò verso la voce: una ragazzina della sua età con fiammeggianti capelli rossi, occhi castani e il viso disseminato di efelidi le sorrideva dalla porta dello scompartimento alla sua destra. Si fidò e prese le caramelle, poi guardò la ragazza.

- Ne vuoi una?- le chiese ricambiando il sorriso.

- Dici davvero? Grazie!- accettò l'altra.

Chiara la invitò nel suo scomparto.

- Ginevra Weasley,- si presentò la rossa - ma puoi chiamarmi Ginny.-

- Chiara Gastaldi.-

- A che anno sei? Sei nuova vero?-

- Sì sono nuova, entro al secondo anno.-

- Fantastico! Siamo nella stessa classe allora!-

Chiacchierarono vivaci per un bel po'. Ginny era molto curiosa a proposito della scuola italiana e, esuberante di carattere, faceva mille domande a cui Chiara era lieta di rispondere. Poco dopo le presentazioni le aveva raggiunte un'altra ragazza, più grande di un anno, che si era presentata come Hermione Granger.

- Speriamo tu sia in Grifondoro!- disse a un certo punto Ginny - Così saremmo compagne di stanza!- concluse: quell'italiana le piaceva un sacco.

Chiara sorrise - Questa mattina qualcuno mi ha detto la stessa cosa ma per Serpeverde.- disse divertita.

- Sei stata importunata dalle serpi?!- esclamò allarmata Ginny.

- Ti hanno fatto qualcosa?- chiese Hermione più pacata.

- No! Ma che dite?! Non mi ha fatto nulla! Anzi è stato molto simpatico e gentile.-

Le altre due si scambiarono uno sguardo incerto: una serpe gentile?

- Chiara, ricordi il suo nome?-

- Si certo, è difficile dimenticare il nome di una costellazione.- le altre due sbiancarono - Draco, si chiama Draco Malfoy.- concluse lasciando le Grifondoro a bocca aperta.

Hermione e Ginny si scambiarono un'altra occhiata.

- Simpatico..?- esitò la prima.

- Gentile?!- si stupì la seconda.

- Draco Malfoy?!?- esclamarono incredule in coro.

- Sì...- Chiara le guardò perplessa - Perché?-

- Ecco...- iniziò Ginny - Diciamo che Malfoy, simpatico e gentile di solito non stanno nella stessa frase.-

- Sì.- confermò Hermione - Normalmente gli aggettivi sono "spocchioso e indisponente". O "subdolo e viscido".-

- O "altezzoso e antipatico".- concluse la rossa.

Chiara ripensò al ragazzo conosciuto quella mattina e ai suoi modi talvolta alteri, ma anche così continuavano a essere "simpatico e gentile" gli aggettivi che le venivano in mente. Poi ripensò a quello che si erano detti.

- E' per via della rivalità tra Case che lo definite così?- chiese.

Le altre due si guardarono.

- No,- le rispose la rossa - è per via del suo comportamento, del modo in cui tratta quelli che ritiene inferiori a sé.-

- Cioé tutto il resto del mondo.- concluse Hermione - Però va bene,- riprese vedendo Chiara esitare - se con te è stato gentile tanto meglio.- disse non volendo imporre il loro punto di vista su di lei.

- Non capisco.- disse sincera Chiara.

Le altre due si guardarono di nuovo poi Ginny parlò:

- Vedi i Malfoy sono una famiglia molto ricca, potente e antica di maghi purosangue. Cosi il loro atteggiamento verso il resto di noi è alquanto... Come dire...-

- Sprezzante.- le venne in aiuto Hermione.

- Si, grazie. Passino le altre famiglie purosangue come la loro, ma il resto dei maghi... Non sono di loro gusto.-

- A dir poco.- confermò la riccia all'occhiata incredula di Chiara - Pensa che i Weasley sono purosangue ma, visto che non vanno in giro a cruciare chiunque non lo sia, vengono snobbati e chiamati "traditori del sangue". Quelli come me poi... Siamo feccia.-

- Perché?!- chiese Chiara.

Nuovamente le altre due si guardarono. "O la va o la spacca" sembrava dire lo sguardo della riccia.

- Perché Hermione è una nata babbana.- rispose Ginny.

Videro Chiara spalancare gli occhi e Hermione si preparò a sentirsi dire di allontanarsi. Invece Chiara le prese una mano tra le sue di slancio con gli occhi che brillavano.

- Davvero?!- disse eccitata - Sei mai salita su un aereo?! Com'è?- chiese al cenno affermativo di Hermione - Io vorrei tanto provare! Ma papà dice che le passaporte sono più comode e rapide...-

Mentre Hermione rispondeva a un fuoco di fila di domande sul mondo babbano, Ginny osservò la nuova amica. Le piaceva un sacco e, soprattutto, le piaceva la sua semplicità. Era chiaro che fosse purosangue e ricca, i lineamenti delicati e gli abiti di ottima qualità ne erano indicatori, ma nonostante questo era alla mano e non aveva pregiudizi. Guardandola si chiese come potesse aver trovato simpatico Draco Malfoy.

Con un improvviso scossone il treno si fermò. Le tre ragazze si guardarono.

- Siamo arrivati?- chiese Chiara.

- No è impossibile, è troppo presto.- le rispose Hermione - Restate qui, vado a vedere.-

Uscì e meno di un minuto dopo videro Draco entrare di corsa, spinse di fretta Chiara, e di conseguenza Ginny, alle sue spalle contro il finestrino voltandosi poi verso la porta con la bacchetta in mano.

- Stai bene?- le chiese.

Chiara sempre più perplessa annuì.

- Ma che sta succedendo Malfoy?- chiese Ginny irritata dal comportamento del ragazzo.

Lui finse di non sentire

- Allora?! Mi rispondi?- insistè la rossa.

- Zitta Piattola.- le rispose duro.

- Draco!- lo riprese Chiara.

Prima che potessero dire altro le luci saltarono avvolgendo il treno nella penombra. Si udì qualche urletto di paura in lontananza e Chiara si accorse dell'irrigidirsi del corpo del ragazzo.

- Draco? Cosa sta succedendo?- chiese iniziando a spaventarsi.

- Dissennatori.- rispose lui sottovoce - Una perquisizione per Sirius Black.-

Le due ragazze si strinsero vicine e Chiara allungò una mano prendendo quella libera del ragazzo: non voleva che li affrontasse da solo.

- Stai tranquilla,- le disse lui - controlleranno in fretta e andranno via subito.- voleva sembrare sicuro di sè ma dal tremito lieve nella sua voce Chiara comprese che la sua era per lo più una speranza.

L'aria si fece improvvisamente più fredda e una sgradevole sensazione di angoscia calò sui ragazzi strappando un gemito dalle labbra di Ginny. Chiara l'abbracciò più forte mentre stringeva la mano al ragazzo che, seppure spaventato a morte, continuava a starle davanti. Improvvisamente l'angoscia si intensifico e una figura alta ed emaciata, avvolta in un lacero mantello nero, si affacciò alla porta dello scomparto. Il cappuccio profondo che impediva di vedere il volto, le mani scheletriche e grigiastre, sembrava la personificazione medioevale della Morte, mancava solo la falce. Quella figura lugubre sembrava emanare tutto il dolore e la disperazione del mondo. Ghiacciò i pensieri e i cuori dei ragazzi dando loro l'impressione di non poter mai più essere felici. Draco tremava convulsamente, ogni brutto ricordo della sua vita ben chiaro in mente, ingigantito. Avrebbe voluto poter fuggire ma resistette: quella piccola mano tenace, ora ghiacciata, che stringeva la sua gli ricordava che nulla di ciò che provava era vero e che non era solo. Improvvisamente un'onda di luce argentea percorse il corridoio spazzando via quella presenza oscura. Le sensazioni orribili sparirono di botto, le luci si riaccesero, la temperatura dello scomparto salì e il treno si rimise in movimento.

I tre si accasciarono sui sedili riprendendo fiato poi Ginny corse via dicendo che andava a vedere come stavano suo fratello e gli altri. Rimasti soli, Chiara porse a Draco metà dell'ultima cioccorana, mangiarono il cioccolato che scacciò gli ultimi residui d'angoscia e tirarono un sospiro di sollievo.

- Stai bene?- le chiese lui.

- Sì. Grazie a te.- rispose lei con un sorriso - Se non ci avessi avvisate ci saremmo trovate davanti quella cosa all'improvviso spaventandoci a morte.-

- O magari trovandosi davanti Piattola Weasley si sarebbe spaventato il Dissennatore e sarebbe scappato.- replicò ironico lui - A ben pensarci avrei dovuto metterla davanti a noi: quel coso sarebbe scappato urlando!- concluse maligno.

Chiara lo guardò contrariata - Perché fate così?- chiese.

- Così come?-

- Vi disprezzate e insultate a vicenda. Perché?-

- Serpeverde e Grifondoro.- rispose lui come se quelle due parole spiegassero tutto.

- Non è un motivo.- ribadì lei.

- Chiara te l'ho spiegato questa mattina. Tra le nostre case non corre buon sangue. Senza contare che, con veramente poche eccezioni, a Grifondoro sono tutti boriosi pieni di sè che vanno in giro convinti di essere i figli prediletti del mondo magico solo perché uno stupido Cappello li ha messi nella casa del santo Godric Grifondoro. Metà di loro non sa mettere insieme un incantesimo decente e l'altra metà non è in grado di miscelare una pozione base nemmeno seguendo le istruzioni! Ma loro sono Grifondoro, loro sono i buoni e i puri. Quindi a loro tutto è concesso. Non vengono puniti seriamente nemmeno quando infrangono le regole.- proseguì astioso - Noi invece... Serpeverde è sinonimo di capro espiatorio: è sempre colpa nostra. E allora al diavolo! Abbiamo iniziato a meritarcele davvero le punizioni, a quel punto. Per lo meno ci divertiamo.- concluse amaro.

Chiara lo guardava a occhi sgranati, il tono di voce di Draco le aveva rivelato più ancora delle parole stesse. E si ritrovò a chiedersi se, sotto sotto, così in profondità da non esserne neppure cosciente, Draco non invidiasse quei Grifondoro tanto odiati. Se non gli invidiasse quello status di "prediletti" che tanto gli pesava essendo lui nella Casa meno apprezzata. Si guardò bene da esporre a voce alta quei pensieri, invece guardò il ragazzo negli occhi.

- Mi parlerai lo stesso se quello "stupido Cappello" dovesse smistarmi a Grifondoro?- chiese seria.

Lui la osservò di rimando e, dopo un attimo, rispose con una lieve smorfia - Immagino che perfino io debba fare almeno un'eccezione.- concluse lasciando affiorare un sorriso.

Chiara gli sorrise di rimando rasserenata - Meno male, non mi andava di perdere il trentatrè per cento dei miei nuovi amici!-

Lui sollevo un sopracciglio - Io, la Piattola e chi?- chiese temendo la risposta.

- Hermione Granger.-

Draco affondò il viso tra le mani, sconsolato - Merlino che bello, sono davvero in ottima compagnia.- tornò a guardarla - Sarà meglio ch'io ti presenti Blaise, per lo meno controbilancerò il tuo gruppo di amici..!- concluse con uno sbuffo.

Chiara rise, e per la prima volta si chiese se quella "faida" tra Case potesse venir sanata.

Il resto del viaggio si svolse senza altri incidenti. Draco era tornato tra i suoi compagni e lei aveva finito per accettare di trasferirsi nello scompartimento accanto con Ginny, Hermione e due ragazzi: Ron, il fratello di Ginny, e Harry Potter, il famoso Bambino Sopravvissuto. Che non amava essere famoso e che, dopo l'incontro coi Dissennatori, non sembrava poi così ben sopravvissuto... Ma i ragazzi erano simpatici e lei fece amicizia anche con loro.

All'arrivo in stazione, tre ore dopo, si separò dai quattro amici perchè per ordine della Vice Direttrice avrebbe raggiunto il Castello con le barche come i primini. I quattro Grifondoro le dissero che era uno spettacolo magnifico la vista dal lago e che quindi era stato una sorta di regalo che le avevano fatto. E Chiara si ritrovò a pensare che sì: era decisamente un regalo vedere Hogwarts risplendere in alto nell'oscurità, specchiandosi sulle acque calme del lago. Un bellissimo regalo.

Arrivati infine nell'ingresso dall'imbarcadero furono ricevuti dalla professoressa McGranitt che spiegò loro come si sarebbe svolto lo Smistamento. Poi si avvicinò a Chiara per i dettagli del suo e, una volta giunta l'ora, fece cenno ai più piccoli di seguirla varcando l'ingresso della Sala Grande, lasciando Chiara da sola ad aspettare di essere annunciata.

La Sala Grande era illuminata a festa. Le tavolate delle quattro Case erano gremite e tutti gli studenti stavano ascoltando il Preside dare gli annunci di inizio anno mettendo poi in guardia i ragazzi sulla presenza dei Dissennatori ai confini dei terreni della scuola. Quando terminò la professoressa McGranitt fece entrare i primini e diede il via allo Smistamento. Un brusio incuriosito serpeggiò per la Sala allorchè l'ultimo bambino si fu seduto al tavolo della sua nuova Casa, Corvonero, e il Preside si alzò nuovamente: perchè il Cappello Parlante non era stato portato via?

- Miei cari ragazzi,- prese ancora una volta la parola Silente - come avete notato il Cappello Parlante è ancora qui. Questo perchè questa sera si unisce a voi una nuova allieva che entra al secondo anno. Vi presento la signorina Chiara Gastaldi, trasferitasi dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Villa Contarini in Italia.-

Su quelle parole Chiara entrò nella Sala. Nervosa nell'avere tutti quegli occhi puntati addosso non si guardò intorno ma si diresse senza esitare verso il tavolo in fondo alla Sala, dinanzi al quale la aspettava la professoressa McGranitt. La donna le sorrise e le fece cenno di sedersi sullo sgabello accanto a lei, poi le posò un vecchio cappello da mago sui capelli.

"Interessante." disse una voce nella sua testa "Davvero interessante."

"Cosa è interessante?!" pensò in risposta.

"Non hai molta pazienza, questo lo vedo, anche se hai un cuore d'oro non sei adatta a Tassorosso. Cervello ce n'è, e pure in abbondanza, quindi forse Corvonero è il luogo giusto. Astuta lo sei e anche un po' ambiziosa, ma troppo tenera per Serpeverde. E infine che dire, di coraggio e nobiltà d'animo ne hai da vendere, quindi forse la giusta Casa per te è Grifondoro... Mmh..." il Cappello sospirò "Erano un paio d'anni che non mi capitava una mente adatta a più di una Casa..."

Chissà per quale strano motivo in quel momento a Chiara tornò in mente il viaggio in treno e i pensieri seguiti allo sfogo di Draco. Il Cappello glieli lesse e si rianimò allegro.

"Oh... Questo sì che mi dà una buona indicazione! Tra gli allievi sei la prima a essersi posta questa domanda! Sanare la frattura tra Serpenti e Grifoni. Un cuore puro e coraggioso, forza d'animo degna del Fondatore. Senza dubbio alcuno la tua Casa è..."

- GRIFONDORO!- gridò il Cappello.

La professoressa McGranitt glielo tolse e lei si avviò alla tavolata rossa oro accompagnata dagli applausi. Si avvicinò a Ginny che si stava sbracciando felice indicandole il posto accanto a lei. Sedendosi alzò gli occhi verso l'altro capo della Sala incontrando lo sguardo di Draco. Lo guardò stringendosi nelle spalle con un piccolo sorriso di scuse a cui il biondo rispose sollevando il boccale in un tacito brindisi, trasformando l'espressione di scuse della ragazza in un sorriso luminoso. Il ragazzo moro seduto accanto a Draco aveva seguito perplesso quello scambio.

- La conosci?- gli chiese dubbioso.

- Si Blaise, la conosco.- Draco si girò a guardarlo - Se fai il bravo te la presenterò.- concluse con un ghigno.

Blaise scosse la testa con finta esasperazione - E' finita a Grifondoro.- notò.

- Non è colpa sua...- rispose l'altro iniziando a mangiare.

"Stupido Cappello." pensò tra se "E' sempre colpa sua."

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Secondo ***


Capitolo Secondo

 

Il mattino era giunto, il primo giorno di scuola. Chiara, un poco nervosa, si era alzata alle prime luci preparandosi in silenzio per scendere: non voleva svegliare le altre quattro ragazze che dormivano ancora. Lanciò un'occhiata al letto di Ginny e sorrise nel vederla completamente coperta dal piumone. Uscì dalla sala comune e, per sfizio, prese a contare i gradini che la separavano dalla Sala Grande. Draco stava per entrare nella Sala con Blaise quando la vide scendere l'ultima scalinata. Fece cenno all'amico di fermarsi e la aspettarono, Chiara saltò gli ultimi due scalini e in due saltelli li raggiunse.

- Quattrocentosessantatrè.- disse a mo di saluto.

Blaise sollevò un sopracciglio perplesso mentre Draco sorrideva divertito.

- Buongiorno anche a te.- disse alla ragazza.

- Non hai capito, è una tragedia!- disse lei corrucciata - Ci sono quattrocentosessantatrè gradini dalla nostra sala comune a qui!- era scandalizzata.

- Noi ne abbiamo quarantasei.- la informò serafico il ragazzo moro.

Lei sporse il labbro inferiore in un piccolo broncio - Voglio cambiare Casa.- asserì.

Si guardarono un momento poi scoppiarono a ridere.

- Chiara ti presento Blaise Zabini,- disse Draco - amico lei è Chiara Gastaldi.-

- Incantato.- fece Blaise inchinandosi lievemente sulla mano tesa di lei.

- Zabini. E' un nome italiano.- constatò la ragazzina.

- Sì lo è, e se tu appartieni a "quei" Gastaldi, siamo anche imparentati.- rispose Blaise in perfetto italiano.

Chiara batté le mani sorridendo felice - Due amici con cui parlare in italiano! Ma è magnifico!- esclamò guardando Draco.

Lui rise scuotendo il capo mentre Blaise le sorrise di rimando.

- Bene, cugina, possiamo avere il piacere di scortarti a colazione?- le chiese il moro.

In quel momento la voce di Ginny attirò la sua attenzione alle scale. Il gruppetto dei Grifondoro stava scendendo chiacchierando, avevano visto Chiara parlare con qualcuno ma Blaise era di spalle e la sua mole aveva coperto Draco quindi dovettero raggiungere la porta della Sala Grande prima di vedere con chi la ragazzina si stava intrattenendo. Come i due gruppi si ritrovarono faccia a faccia la temperatura nell'ingresso sembro precipitare di dieci gradi. I quattro Grifondoro e i due Serpeverde si squadravano con aperta ostilità.

- Potter, Granger, Weasley vari...- disse Blaise con rigida cortesia.

- Zabini.- rispose Harry guardando però Draco che ricambiava col suo solito ghigno irridente.

- Che c'è, ti sono mancato Potty Boy?- lo sfotté il biondo.

- Oh, certo Malfoy: Harry non inizia bene la giornata se non vede la tua brutta faccia da Mangiamorte in erba.- rispose Ron per l'amico.

Vedendo Draco irrigidirsi pronto a replicare, Chiara fece un passo avanti frapponendosi tra i due schieramenti.

- No, no, no, basta così. Non sono nemmeno le otto di mattina del primo giorno di scuola.- disse seria guardandoli uno a uno - Non intendo testimoniare a uno scontro così presto.- concluse a voce bassa e irritata.

Draco la guardò e, notata la muta richiesta nello sguardo di lei, le fece un lieve inchino imitato da Blaise.

- Passa una buona giornata, Chiara.- la salutò prima di allontanarsi con l'amico.

Chiara lanciò un'occhiata ai Grifoni notando lo sguardo risentito che i due maschi stavano lanciando al tavolo Serpeverde e scosse la testa. Si avviò al loro tavolo sedendo nel posto della sera precedente e prese del pane tostato.

- Hai fatto bene a separarli.- le disse Hermione sedendosi alla sua sinistra - Io ci provo ma Malfoy rincara se apro bocca, cosi ho smesso per non peggiorare gli scontri.- concluse.

- Sì béh, non è che le Serpi abbiano bisogno di scuse per crearli, gli scontri.- disse Ginny sedendo davanti alle altre due.

- Draco è orgoglioso, - asserì Chiara - lo hanno cresciuto così, non può fare a meno di esserlo. Capito questo, direi che se Harry non lo avesse guardato così male lui forse non avrebbe fatto quella battuta. Ma anche così, se Ron non avesse risposto così pesantemente...- lasciò la frase in sospeso.

- Quindi sarebbe colpa mia?!- esclamò risentito il rosso.

- Béh Ron, lei non ha tutti i torti: ci sei andato veramente pesante questa volta. La sua battuta era irritante ma la tua reazione è stata forse eccessiva.- intervenne Hermione.

- Lucius Malfoy ha quasi ucciso Ginny, maggio scorso!- esclamò a voce bassa Ron - Io sarei stato esagerato?! Sarebbe morta se Harry non fosse arrivato in tempo! E quella serpe sapeva cosa il padre stava facendo e l'ha di sicuro aiutato!-

- Questo non è vero Ron.- intervenne Harry a sorpresa - Lo sai bene che Malfoy non sapeva come e cosa stava succedendo.-

Ron si guardò in giro poi con uno sbuffo sprezzante lasciò il tavolo a passi irati.

- Sarà meglio che parli con mio fratello prima che la scuola salti per aria.- disse Ginny alzandosi a sua volta - Ci vediamo in classe Chiara.- salutò andandosene.

Chiara sospirò, se il buongiorno si vedeva dal mattino, quella giornata si preannunciava male...

La mattinata era passata. Seduta al tavolo per il pranzo, Chiara stava pensando con sconforto alle prime quattro ore di lezioni, doppia Trasfigurazione e doppie Pozioni, sospirando silenziosamente mentre Ginny, seduta accanto a lei, inveiva contro la crudeltà di mettere una mattinata simile come primo giorno di scuola. La noia mortale di quelle prime lezioni la stava terrorizzando. In entrambi i casi le lezioni vertevano su argomenti che lei aveva già studiato l'anno precedente. Sperava nell'ora di Astronomia, materia poco affrontata prima, per risvegliarla dal torpore e aspettava con ansia l'ultima lezione, Erbologia, perchè temeva il replicarsi della noia mattutina.

Avendo concluso la preparazione della pozione mezz'ora in anticipo, sapendo già che fare non aveva dovuto perdere tempo col libro, aveva passato gli ultimi trenta minuti compilando un elenco di pozioni che aveva già studiato, su richiesta del professor Piton, il quale voleva capire a che punto era la sua preparazione e le differenze tra i programmi delle due scuole. Anche la professoressa McGranitt aveva notato che sapeva già trasfigurare gli animali in calici d'acqua, e in molte altre cose in verità, e le aveva chiesto di portarle uno schema breve degli argomenti che aveva già studiato. Entrambi i professori le avevano detto che Villa Contarini non aveva ancora mandato le copie del programma che aveva seguito l'anno precedente, quindi non sapevano a che punto di studi era lei. Sospirò di nuovo affranta, senza mai alzare gli occhi dal piatto. Così facendo non si accorse di un paio di iridi grigie fisse su di se.

Draco la guardava dall'altra parte della Sala chiedendosi cosa fosse successo per prostrarla tanto.

"Forse ha avuto difficoltà con le prime lezioni. Magari è indietro." pensò vedendola sospirare "E perchè mai mi importa poi, mi piacerebbe proprio saperlo." si aggrondò distogliendo lo sguardo da lei "Perchè le ho dato la mia parola!" si rispose con decisione "Le ho promesso che saremmo stati amici. Per questo mi importa." soddisfatto di aver trovato un motivo plausibile al suo interesse per Chiara tornò a mangiare con gusto.

Astronomia le piacque, era una materia complessa ma affascinante. Erbologia la uccise: le Luminescenti Auree le conosceva già bene e l'idea che ne avrebbero parlato per un mese non le sorrideva. Finite le lezioni uscì nel parco camminando pigramente lungo i sentieri illuminati dal sole fino ad arrivare al lago dalla parte della scogliera. Si avventurò sulle rocce e si sedette su una grande pietra piatta a picco sull'acqua.

- Come l'hai trovato questo posto?!- la voce di Draco la fece trasalire.

Lo guardò avvicinarsi con passo sicuro: era chiaro che non era la prima volta che andava lì.

- Camminando.- rispose ironica.

- Oh, no signorina.- la redarguì lui sedendolesi accanto - Non ricominciare con le tue risposte non risposte!- concluse facendola ridere - Finalmente!- aggiunse criptico.

- Finalmente cosa?- chiese lei incerta.

- Finalmente ridi. E' da pranzo che ti vedo giù. Problemi con le lezioni?-

Lei sospirò e gli raccontò cosa l'affliggeva. Draco ascoltò rendendosi conto stupito che il problema era tutto l'opposto di quello che aveva ipotizzato. Chiara non era indietro col programma: era più avanti! In quel momento la forma argentea di un gatto si materializzò davanti a loro e, con la voce della professoressa McGranitt, invitò la ragazzina a recarsi subito nell'ufficio del Preside. I due ragazzi si guardarono incerti: perchè veniva convocata?

Tornarono di fretta verso il Castello, nella corte interna incontrarono Zabini mandato da Piton a cercare la ragazza, i tre proseguirono insieme fino al Gargoyle dinanzi al quale il moro pronunciò la parola d'ordine, pallini acidi, e salirono fino alla porta dell'ufficio di Silente. Chiara bussò e Piton le aprì.

- Eccola qui. Si accomodi, signorina Gastaldi.- disse facendola entrare - Voi potete andare.- concluse rivolto ai ragazzi.

Rientrò ma la porta non si chiuse: una piccola fessura rimase aperta lasciando filtrare le voci dall'interno. I due ragazzi si scambiarono un'occhiata complice e si avvicinarono al battente socchiuso per ascoltare.

- Mia cara,- stava dicendo Silente - ti abbiamo convocata per parlare del tuo programma scolastico. Sinceramente, e questa è stata una nostra leggerezza, non abbiamo dato il giusto peso alle differenze di programma tra le nostre scuole. Ed ora, vedendo le liste che la professoressa McGranitt e il professor Piton ti hanno fatto compilare, ci siamo resi conto che tu sei di un buon semestre avanti rispetto ai nostri allievi. Paradossalmente però, nel caso di Pozioni, hai delle lacune, argomenti che noi trattiamo nel primo anno e che tu invece non hai fatto. Lo stesso, sebbene molto più contenuto, è per Trasfigurazione. Mentre in Erbologia sei avanti e basta. Il tuo programma dell'anno scorso è arrivato meno di due ore fa e, avendolo studiato attentamente, posso dire che anche nelle altre materie sei avanti, ad esclusione di Astronomia e Storia della Magia. Detto questo, dopo una riunione intensiva col corpo docenti, siamo giunti a una decisione che ora ti vado a illustrare: per quanto riguarda le lacune ti affiancheremo ad allievi del terzo anno che ti aiuteranno a metterti in pari. Dopo di che seguirai un programma avanzato studiato per te, inserendo anche, nel secondo semestre, Antiche Rune e Cura delle Creature Magiche. Tutto questo per portarti, l'anno prossimo, a entrare al quarto anno anzichè al terzo.- concluse.

Chiara lo guardava allibita. Al di là della mole di lavoro che le sarebbe spettato e che non la preoccupava più di tanto, si chiedeva come gli allievi che Silente avrebbe precettato per aiutarla avrebbero preso quel ridursi del loro tempo libero. Espresse questo dubbio ad alta voce e i professori sorrisero.

- Non si preoccupi di questo.- le rispose Piton - I punti aggiuntivi che si vedranno assegnare a Curriculum li compenseranno. Abbiamo scelto allievi validi e motivati.-

- Chi?- chiese esitante.

- La signorina Granger per Trasfigurazione e Storia della Magia e poi per Antiche Rune.- disse la professoressa McGranitt.

- La signorina Abbott per Cura delle Creature Magiche.- intervenne la professoressa Sprite.

- E i signori Zabini e Malfoy rispettivamente per Astronomia e Pozioni.- concluse Piton.

- I professori ti seguiranno da vicino - riprese Silente - e ti faranno progredire al tuo ritmo. Ogni giorno dedicherai due ore aggiuntive di lezione al recupero e, più avanti, all'approfondimento. E per ogni problema o dubbio rivolgiti direttamente a me.- le sorrise - Sono un po' di anni ormai che non insegno ma penso di non essere troppo arrugginito. Sarei felice di aiutarti.- lei annuì.

- Ora raggiunga la signorina Granger in biblioteca: la sta spettando per pianificare un calendario settimanale di lezioni. Faremo in modo che i signori Malfoy e Zabini si uniscano a voi.- la congedò la professoressa McGranitt.

Ancora frastornata, Chiara si alzò e, salutati i presenti, lasciò l'ufficio.

La biblioteca era un immenso locale le cui finestre si affacciavano sul chiostro interno. Una lunga corsia centrale correva per tutta la stanza e si diramava in decine di corsie laterali che si perdevano in mezzo agli scaffali alti fino al soffitto. Tavoli da studio erano dislocati in ogni angolo libero, illuminati da lampade magiche senza fiamma. Hermione la stava aspettando seduta a un tavolo d'angolo, posto in una nicchia sotto a un'alta finestra. Le sorrise comprensiva quando lei si sedette ancora con quell'espressione frastornata sul volto.

- E' un colpo così brutto?- le chiese.

Chiara ci riflettè un momento poi scosse la testa - In realtà no, alla fine per quanto lavoro in più mi spetti quest'anno, se riesco a sopravvivere, mi porterà ai MAGO con un anno in anticipo. Solo che...- si interruppe.

- Solo che..?- la incitò l'altra.

- Non è giusto che i professori obblighino te e gli altri a rinunciare a parte del vostro tempo per aiutarmi. Io lavorerò per me stessa, ma voi?-

- Noi ne usciremo con la lode sia ai GUFO che ai MAGO.- rispose Draco arrivando con Blaise.

- O per lo meno così ha detto Piton.- aggiunse Zabini - Immagino dipenderà da quanto bene ti sapremo preparare.- concluse sedendosi.

- Eccomi, scusate il ritardo.- disse Harry sedendosi a sua volta.

I Serpeverde sollevarono un sopracciglio perplessi: non avevano sentito fare il suo nome nell'ufficio di Silente.

- Harry ti aiuterà a metterti in pari in Difesa Contro le Arti Oscure.- la informò Hermione.

- Ma non ho lacune in quella materia!- si stupì Chiara - Sono avanti rispetto al programma.-

- Sì lo sei,- confermò Harry - talmente tanto che il professor Lupin ha deciso di passarti al terzo anno con noi. Solo che così facendo ci sono alcuni argomenti che ti mancano.-

Intorno al tavolo calò un silenzio stupefatto. Chiara non poteva credere alle sue orecchie, passi essere avanti, ma...

- A sapere che Villa Contarini da una preparazione simile avrei chiesto l'iscrizione lì.- commentò Hermione.

Chiara scosse la testa - Solo il primo anno è così. Alla fine dell'anno, a seconda delle doti mostrate, veniamo inseriti nelle Caste e la preparazione diventa molto specifica. Per questo all'inizio si fanno otto ore di scuola al giorno, compreso il sabato. Perché poi alcune materie le abbandoni ma non puoi non saperne nulla.-

- Tu in che Casta sei stata inserita?- chiese Blaise dopo un momento di silenzio.

- Casters.-

- Non avevo dubbi.- commentò a mezza voce Draco.

Lo guardarono tutti, i due Grifoni con sguardo ammonitore temendo una delle sue solite battute sprezzanti.

- E' la Casta più ambita,- disse invece il biondo - quella da cui escono Auror, Magiavvocati e Ministri.- concluse lasciando gli altri a guardare Chiara ammirati.

Lei abbassò gli occhi intimidita e senza indugiare oltre Hermione espose la sua idea per la divisione delle ore.

- Io prendo il mercoledì.- la interruppe Draco.

- E perché mai?- chiese lei indispettita per l'interruzione e il tono del biondo.

- Il giovedì ho gli allenamenti di Quidditch e il venerdì c'è il rientro per Astronomia Applicata su in

torre.-

- E il lunedì o il martedì cos'hanno che non va?!-

Draco la guardò - Pozioni aggiuntive a inizio settimana?! Sono crudele, Granger, ma non sadico!- concluse scandalizzato.

Risero. Tutti insieme. Per la prima volta Serpeverde e Grifondoro, quei particolari Serpeverde e Grifondoro, risero insieme per qualcosa invece che gli uni degli altri. Alla fine decisero che lunedì e martedì avrebbe studiato Trasfigurazione e Storia con Hermione, il mercoledì Pozioni con Draco, giovedì Astronomia con Blaise e il sabato Difesa con Harry.

- Il sabato?!- aveva risposto stupita alla proposta.

- Se non ne hai voglia...- aveva iniziato il ragazzo.

- No! Non è questo.- lo aveva interrotto - Voi al terzo anno al sabato avete l'uscita!-

Vide Harry arrossire penosamente - Io no.- disse solo - I miei zii non hanno firmato il permesso.-

- Perché?!- chiese sconcertata.

- Gli zii di Harry sono babbani.- spiegò Herm - Della peggior specie: quelli che detestano la magia. Se possono fargli un torto lo fanno.-

Mortificata per l'amico si voltò furente verso Draco che stava sghignazzando senza ritegno.

- Che hai da ridere tu?! Vorrei vedere te nella sua situazione! Non ci troveresti nulla di divertente in quel caso!-

Draco sollevò un sopracciglio a quello sfogo ma decise di non rispondere. In fondo, ma proprio in fondo, lei aveva ragione. Fece una smorfia e tornò a guardare fuori dalla finestra.

- Allora è deciso.- disse Hermione - Preparerò delle copie degli orari per ognuno di noi e una per i professori. Ve le farò avere domani mattina a colazione. Direi che possiamo iniziare la prossima settimana, dopo tutto la scuola è appena iniziata e domani è già giovedì.-

- Hermione Granger che rimanda delle sedute di studio.- la schernì Draco - La fine del mondo deve essere imminente ormai.- si alzò senza dare tempo a nessuno di replicare - Andiamo Blaise, ho superato il limite di sopportazione Grifondoro, per oggi.- e senza aggiungere altro si allontanò.

Blaise si alzò con un cenno di saluto e lo seguì. Rimasti soli Harry e Hermione commentarono la maleducazione solita di Draco mentre Chiara si chiedeva se il "problema" del suo comportamento in realtà non fosse da ricercare in quella breve, timida ma innegabile complicità che per lo spazio di una risata li aveva uniti tutti.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Terzo ***


Nota
Ciao a tutti! So che, di solito, posto i capitoli
della "Ruota" di domenica, domani però non
sarò a casa quindi anticipo a oggi.
Buona lettura e buon week end!
Sara


 

Capitolo Terzo

 

 

La routine della scuola prese il sopravvento. Chiara studiava con impegno riempiendo coi libri tutto il suo tempo libero. Solo Hermione era più impegnata di lei e il mistero del suo orario sovraffollato, aveva Antiche Rune e Divinazione alla stessa ora e i suoi amici non si capacitavano di come facesse a non perdere nessuna delle due lezioni, faceva impazzire Ron e Harry. Ma Chiara non aveva tempo per i misteri dell'amica. Il Preside aveva concesso loro l'uso esclusivo della Stanza delle Necessità che, di volta in volta, si trasformava in una sala studio, nel laboratorio di Pozioni, in un planetario o in una sala attrezzata alla Difesa. I ritmi erano massacranti, il sabato mattina e la domenica non faceva altro che dormire. Salvo poi ricominciare a studiare come apriva gli occhi. Gli amici Grifondoro la prendevano in giro dicendo che stava facendo concorrenza a Hermione ma lei sorrideva orgogliosa: visto l'impegno e i risultati di Hermione, essere paragonata a lei, per Chiara era un complimento.

Le settimane volavano e i suoi "insegnanti" erano soddisfatti della prontezza e della velocità della sua mente che apprendeva tutto con apparente facilità. Draco si era reso conto che in realtà erano concentrazione e determinazione a dare quei risultati. Lui era un insegnante severo e aveva poca pazienza ma a Chiara piaceva lavorare con lui perché era metodico, preparato e preciso: doti indispensabili a un pozionista. Anche le ore con Harry le piacevano molto. Lui forse non era un genio nella Trasfigurazione o un "mago" in Pozioni, ma Difesa era di sicuro una materia in cui eccelleva. La sua fermezza nel pronunciare gli incantesimi, la chiarezza di pensiero, facevano sì che anche un semplice Incantesimo di Disarmo, usato da lui, risultasse insidioso.

Il tavolo d’angolo in biblioteca, intorno al quale si erano seduti quel primo giorno, divenne il luogo dell’incontro settimanale tra i quattro “insegnanti” e la loro pupilla. Tra battute più o meno irriverenti e osservazioni costruttive facevano il punto della situazione passo dopo passo. Chiara adorava quei momenti in biblioteca, quell’atmosfera di collaborazione che si era instaurata tra quei quattro nemici storici. Lì seduti, forzati ad andare d’accordo dall’avere un obbiettivo comune, si ritrovavano a parlare a volte ore senza che nessuno dicesse nulla di davvero cattivo o offensivo. Certo, sperare che Draco non usasse i soprannomi o si astenesse da qualche freddura era impossibile, così come che Hermione potesse reprimere la sua incontenibile compulsione di rispondere a qualunque domanda venisse posta, anche a quelle retoriche. Oppure che Harry non insorgesse in difesa di coloro che erano suoi amici. Ma la “tregua” sopravviveva a quei momenti.

Hermione e Blaise erano i più pacati: la prima rispondeva a tono ma non amava cercare lo scontro, il secondo riteneva poco elegante azzuffarsi. Erano diventati gli involontari alleati di Chiara in quella sua personale battaglia segreta: mettere pace tra quei ragazzi così simili e così tanto diversi.

Dopo le prime settimane, notando il clima mite che si respirava, Chiara, con una scusa o con un’altra iniziò pian piano a coinvolgere anche Ron. Sapeva infatti che se non fosse riuscita a inserire anche lui nel “corpo di pace” non avrebbe ottenuto nulla. Ron aveva un carattere infiammabile e permaloso: terreno fertile per le battute di Draco, che mai si risparmiava. Era quindi prioritario riuscire a equilibrare i loro rapporti.

Silente, che sembrava non fosse mai in giro per la scuola ma che sapeva sempre tutto, osservava quel progressivo cambiamento con un sorriso sereno. Quella bambina stava compiendo un vero miracolo e si ritrovò a sperare che riuscisse a portare a termine il suo intento. Vedere poi che proprio il figlio di Lucius stava cambiando poco a poco, era per lui un grande sollievo. Era dal giorno in cui il giovane Malfoy era arrivato a Hogwarts che Silente lo osservava nella speranza di trovare il modo per scioglierlo dal controllo paterno, dalle idee maligne e sbagliate che Malfoy senior aveva inculcato nel figlio a suon di Cruciatus. Draco era un ragazzino sveglio, intelligente e con talmente tanto potenziale che, se fosse stato possibile indirizzarlo lontano dall’influenza paterna, avrebbe potuto diventare una risorsa inestimabile per l’Ordine, quando Voldemort alla fine sarebbe tornato. Perché sarebbe tornato prima o poi, Silente ne era certo: i segni c’erano tutti. Se Draco avesse affiancato Harry in quella battaglia… Silente sorrise all’idea. Guardò ancora una volta quel tavolo: i due maghi più potenti e la strega più brillante di quella generazione, l’amicizia più sincera e disinteressata di altri due ottimi maghi, così diversi tra loro, verso quei tre. E infine lei, la piccola Dominatrice degli Elementi: il Potere più sconvolgente fatto persona. Una persona buona, nel senso più completo di quella parola. Francesco Stiroli aveva ragione: la Profezia degli Elementi aveva scelto bene, in quell’epoca così turbolenta, all’alba del risorgere dell’Oscurità, lei brillava di luce pura. E ora quelle sei persone così speciali, ognuna col proprio ruolo in quella battaglia che si approssimava, erano sedute insieme. I nemici giurati che collaboravano. Se non era quello un segno di quanto i sentimenti positivi fossero potenti, allora null’altro lo poteva essere. Poiché a tenerli insieme era l’amicizia, l’affetto che ognuno di loro provava per la loro nuova amica.

Passarono due mesi e venne Halloween. Per festeggiare quel segreto clima sereno tra Serpeverde e Grifondoro, segreto perché in pubblico l’atteggiamento del trio di Grifoni e della coppia di Serpi non era minimamente mutato, come aveva sottolineato Draco “Ho una reputazione da difendere, io.”, Silente decise che per il banchetto della notte di Samhain gli allievi avrebbero potuto mascherarsi. Così, nella settimana precedente a quella sera, il corpo studentesco era “impazzito” alla ricerca della maschera perfetta. Ginny non stava più in sé per la gioia: era così raro che potesse indossare qualcosa di diverso dalla divisa o dagli abiti sportivi che metteva nel tempo libero!

La professoressa McGranitt aveva aperto il deposito delle stoffe a coloro che ne avevano bisogno. Avevano così scoperto da dove veniva ogni singola tenda, arazzo, tovaglia o lenzuolo della scuola. Ma vi erano anche stoffe magnifiche adatte a confezionare abiti. Hermione e Ginny trovarono delle pezze di broccato da cui, con qualche accurato colpo di bacchetta, ricavare un abito veneziano la prima e un saree indiano la seconda. Chiara non trovò nulla, non lo stava neppure cercando. Perché lei c’era un solo abito che voleva indossare quella sera: il suo abito da Iniziazione.

Poterlo mostrare ai suoi amici mascherandolo da costume, poterlo indossare davanti ad altri almeno una volta, poter mostrare ciò che realmente lei era senza che nessuno se ne accorgesse. Era un azzardo, ma… Chi mai avrebbe potuto immaginare la verità, si chiese mentre lo osservava, accuratamente piegato sul fondo del baule. E lei desiderava così tanto coinvolgere, sebbene in quel modo nascosto, i suoi amici nella sua realtà. Così, zittiti scrupoli e timori, la sera della festa si chiuse nel bagno del suo dormitorio e, indossato l’abito etereo, chiamò uno spirito dell’Aria pregandolo di acconciarle i capelli: dita gentili di vento le sfiorarono le chiome e in pochi istanti le ciocche scure e pesanti come raso furono raccolte in una rivisitazione dell’acconciatura classica delle Vergini Rosate dell’antica Grecia, trasformandola in ciò che era: la Signora degli Elementi.

Un poco in ritardo raggiunse la Sala Grande. Stava scendendo gli ultimi gradini della scalinata quando la netta percezione di uno sguardo su di se le fece sollevare gli occhi alla sala d’ingresso incrociando un ben noto paio di iridi grigie in cui brillava una luce di tale stupore e apprezzamento da lusingarla e colorirle le guance di un tenero rosa.

Draco, in un classico abito da sera dei primi dell’ottocento che gli dava un’aria di estrema eleganza e lo faceva sembrare più grande dei suoi tredici anni e mezzo, osservava l’amica scendere le scale senza parole. Chiara indossava un abito bianco, leggero e delicato, pareva intessuto da fili di luce lunare, composto da veli eterei e sovrapposti che si muovevano leggeri nell’aria dando l’impressione che la ragazzina fluttuasse incorporea invece di camminare, i capelli tirati indietro in un semiraccolto di impronta classica le cadevano in morbide onde dietro le spalle lasciandole scoperto il viso delicato. I piedi calzati in un paio di sottili sandali in filigrana d’argento completavano l’insieme rendendola personificazione di un sogno. Accanto a lui, Blaise sorrideva orgoglioso nemmeno lei fosse una sua creazione. Quando Chiara li raggiunse le prese la mano e si esibì in un perfetto baciamano in tema col suo costume: uno sgargiante completo rococò sui toni del verde acido, argento e nero che però su di lui stava decisamente bene.

- Cugina, sei un incanto.- le disse sorridendo.

Lei rispose al sorriso ricambiando il complimento prima di lanciare un’occhiata a Draco che la scrutava ancora in silenzio. Incrociò il suo sguardo e finalmente anche lui sorrise:

- Quale che sia la divinità che servite, madonna Sacerdotessa, è decisamente fortunata.- le disse con un lieve inchino.

- E voi, milord, siete senz’ombra di dubbio il dandy più elegante di tutta l’Inghilterra.- rispose lei lisciandogli un’immaginaria piega sulla cravatta annodata ad arte in un perfetto nodo Brummell.

- Possiamo avere il piacere di scortarti al tuo tavolo, cugina?- le chiese galante Blaise porgendole il braccio.-

- Davvero?- rise lei - Entrereste nella fossa dei leoni varcando il lato Grifondoro della Sala?-

I due Serpeverde si scambiarono uno sguardo, poi Draco piegò le labbra nel suo consueto ghigno.

- Perché no? Potrebbe essere interessante.- disse porgendole l’altro braccio.

Così, accompagnata dalle due Serpi più affascinanti di Hogwarts, Chiara fece il suo ingresso in Sala Grande. In molti si ammutolirono a guardarli, molte delle ragazze più giovani le invidiarono i cavalieri, molti dei ragazzi dei primi quattro anni invidiarono loro la dama. Il brusio poi crebbe di volume allorché videro le due Serpi dirigersi verso il tavolo Grifondoro che, al contrario, si era completamente azzittito. Impavidi i due ragazzi raggiunsero ben oltre la metà del tavolo dove si trovava il posto consueto di Chiara e, con squisita cortesia, Blaise l’aiutò a prendere posto. Dopo di che, auguratale una buona serata, senza degnare di un’occhiata o una parola nessun altro, si allontanarono raggiungendo il loro tavolo. Sedendosi Draco lanciò un’occhiata circolare di ammonimento ai suoi compagni di casa che, comprendendo il tacito messaggio, tornarono ai propri affari senza commentare l’accaduto.

Di contro al tavolo Grifondoro tutti stavano ancora fissando Chiara che, nel frattempo, aveva salutato i propri amici e stava chiacchierando con Ginny la quale era totalmente innamorata del vestito dell’amica.

- Non mi piace che una di noi socializzi con loro.- disse una voce alla sua destra.

Il gruppetto si voltò e Chiara vide un ragazzo del sesto anno guardarla male.

- Sì, infatti.- concordò un quinto anno.

Molti altri annuirono e lei sollevò un sopracciglio con finto stupore - Mi era parso,- iniziò con voce dolce - all’inizio dell’anno, che il Preside invitasse tutti gli studenti ad essere uniti, solidali e amici non soltanto con i propri compagni di Casa, ma con tutti coloro che frequentano Hogwarts.- vide diversi di quelli che avevano annuito abbassare gli occhi - Ritengo sinceramente che l’unica differenza dei colori sul taschino della divisa e sulla cravatta non sia un motivo sufficiente per togliere il saluto a qualcuno. Soprattutto quando quel qualcuno è stato la prima persona a rivolgermi la parola, laddove i miei stessi compagni di Casa non mi avevano neppure ancora rivolto un saluto, tanto meno la parola, fino a questo momento.- concluse con un lieve sorriso di biasimo sulle labbra.

Il resto della serata proseguì senza incidenti. Il banchetto era magnifico e ricco come era tradizione a Hogwarts, Chiara si gustò le portate e soprattutto le chiacchiere con gli amici. Rivelò che in Italia non si festeggiava Halloween ma che a Villa Contarini usavano illuminare stanze e corridoi con miriadi di candele in onore di Samhain. Concordò però che la cena in costume e le decorazioni della Sala grande fossero decisamente un bel cambiamento.

Fu quella sera che Ginny notò per la prima volta il tatuaggio sulla caviglia di Chiara. Le fece i complimenti perchè lo trovava bello, particolare. Si stupì un poco quando la vide irrigidirsi lievemente al nominare quel disegno e ancor più quando la vide svicolare con maestria la domanda di Hermione sul significato. Perchè tanti misteri? Era solo un tatuaggio, no? Ma la conversazione intorno al tavolo si spostò su altri argomenti distraendola. Almeno per il momento...

Alla fine, ormai passata da un pezzo l’ora consueta del coprifuoco, Silente dichiarò che era tempo per tutti loro di ritirarsi e, tra chiacchiere e risate, i ragazzi si avviarono verso le rispettive Sale Comuni. Arrivati però al corridoio che conduceva al ritratto della Signora Grassa, la porta dei Grifoni, si ritrovarono fermi in un ingorgo. Con un po’ di fatica Harry e gli altri si fecero strada fino all’inizio della ressa per capire cosa fosse successo, Silente era appena arrivato e tutti loro osservavano costernati il quadro a brandelli, della sua occupante non c’era traccia e nessuno sapeva nulla. Almeno finche Pix non si decise a rivelare l’accaduto: Sirius Black aveva tentato di entrare nel dormitorio. Fu il panico. Silente fece tornare l’intero corpo studentesco in Sala Grande trasformandola in un campeggio temporaneo mentre gli insegnanti setacciavano il Castello. Seduti in un angolo i quattro Grifoni ascoltavano Harry raccontar loro ciò che gli aveva rivelato il signor Weasley prima della partenza del treno: Sirius Black cercava lui…

Dall’altra parte della Sala, Draco e Blaise osservavano i cinque confabulare, con Harry che parlava fitto fitto e gli altri che intervenivano di tanto in tanto, le teste vicine e la voce bassa di modo da non esser uditi neppure dai loro compagni lì intorno.

- Credi sappiano cosa sta succedendo?- chiese Blaise al biondo.

- Oh… Io sono sicuro che Potter lo sappia, Blaise. Ne sono più che certo…- concluse stringendo gli occhi minaccioso mentre osservava il Grifondoro.

Sirius Black non fu trovato, il Castello venne messo in sicurezza con nuovi incantesimi di protezione e la scuola tornò alla normalità.

Tutto procedeva tranquillo, un solo incidente, dopo la sortita di Sirius Black, aveva turbato la quiete del gruppo di Grifoni: durante la prima partita di Quidditch, disobbedendo agli ordini, i Dissennatori a guardia di Hogwarts si erano avvicinati allo stadio. La loro nefasta presenza, cui Harry era particolarmente sensibile, lo aveva fatto svenire in volo e precipitare dalla scopa. Solo un potente Incantesimo lanciato da Silente stesso lo aveva salvato. A farne le spese era stata però la sua scopa, distrutta dal Platano Picchiatore. A seguito di questo incidente il professor Lupin aveva stabilito che, al rientro dalle vacanze di Natale, avrebbe insegnato a Harry l'Incanto Patronus, l'unica difesa contro i Dissennatori.

Ai primi di dicembre fu chiaro agli occhi di Chiara che non sarebbe potuta tornare a casa per Natale. Col ritmo di studio che aveva non poteva permettersi di perdere tre settimane, soprattutto visto che Harry e Hermione insieme a Ron sarebbero rimasti a Hogwarts e avrebbe potuto proseguire a studiare con loro. Sorprendendo lei, se stesso e gli altri Draco decise di restare per aiutarla, intanto il Natale al Manor era sempre piuttosto freddo, le disse. E lei comprese al volo che di certo non parlava delle temperature esterne...

Teneva una fitta corrispondenza col Preside di Villa Contarini. Il professor Stiroli aveva approvato l'idea di Silente per il suo programma di studi personale e si era detto certo che lei sarebbe stata in grado di seguirlo. Chiara era contenta che tutti la considerassero in grado di fare così tanto, ma a volte si sentiva schiacciata da quella mole di lavoro. Strano a dirsi gli unici due con cui riusciva a parlare di questi pensieri erano Harry e Draco. I due, nemici per la pelle, erano in realtà, sotto molti aspetti, simili. E sebbene il loro modo di agire, parlare e vivere le situazioni fosse diverso, così come era diverso il modo in cui erano cresciuti, il loro modo di ragionare e di reagire alle cose era molto simile. Aveva avuto l'ardire di commentarlo una volta con ognuno: Harry l'aveva guardata scandalizzato, Draco si era detto profondamente offeso. Ma nessuno dei due le tolse il saluto per quell'idea "blasfema".

L'ultimo sabato prima delle vacanze invernali Chiara stava aspettando Harry davanti alla porta della Stanza delle Necessità quando delle voci dietro l'angolo la incuriosirono, si avvicinò alla parete e si sporse per sbirciare, vide così i gemelli Weasley, i fratelli maggiori di Ron e Ginny, consegnare qualcosa a Harry.

- Ce ne separiamo con sofferenza, ma siamo certi che ne farai buon uso.- stava dicendo uno di loro.

- Che dovrei farci con questa vecchia pergamena?!- Harry era interdetto.

Così i gemelli gli raccontarono di come erano venuti in possesso di quella "vecchia pergamena" e di cosa fosse in realtà: la chiave per muoversi dentro e fuori Hogwarts senza farsi scoprire. I due ragazzi se ne andarono lasciando Harry da solo in mezzo al corridoio a fissare quel tesoro inestimabile tra le sue mani. Chiara si avvicinò silenziosamente guardando la pergamena a sua volta con il cuore che le batteva per l'eccitazione.

- Allora?- chiese a Harry vedendo che non reagiva.

Lui fece un salto spaventato: non l'aveva vista, troppo concentrato sulla Mappa.

- Ehm... Chiara, io...- tentò di nascondere la mappa.

- Tu pensi davvero di usare quella mappa..,- lo vide allargare gli occhi allarmato - senza di me?- concluse lei lasciandolo basito.

- Co...cosa?!-

- Bèh... Nessuno di noi due ha il permesso di uscire da Hogwarts quindi, se esci tu, non vedo perchè non lo dovrei fare pure io...- sorrise angelica.

Harry rimase interdetto un momento poi sorrise - D'accordo, andiamo!-

- Aspetta però.- lo fermò lei - Come facciamo a non farci vedere là fuori? Se qualcuno ci nota...- lasciò la frase in sospeso.

- Non lo faranno.- asserì sicuro lui.

Se fosse stato solo si sarebbe fiondato al passaggio segreto più vicino, ma portare Chiara con se voleva dire dover essere più prudente: se si cacciava nei guai lui da solo pace, ma ficcarci pure lei... Non poteva. Tornarono alla loro sala comune e, con la scusa di una passeggiata nel parco, presero mantelli e sciarpe. Harry nascose il Mantello dell'Invisibilità sotto a quello della divisa e, raggiunta Chiara in Sala Comune uscirono di nuovo dal buco col ritratto e tornarono al terzo piano.

Seguendo le indicazioni della mappa in breve tempo si ritrovarono nel passaggio segreto diretti a Mielandia. Intanto Harry spiegava alla ragazzina la storia del suo Mantello, Chiara era deliziata: non aveva mai visto un Mantello dell'Invisibilità così bello. Sbucarono nella cantina del negozio e, al momento opportuno, schizzarono su dalle scale fin dentro il negozio confondendosi nella folla di ragazzi che riempiva ogni angolo.

- Metteremo il Mantello quando usciamo.- le disse sottovoce - Qui dentro sarebbe impossibile non urtare qualcuno: se ci scoprono sono guai.-

Chiara annuì poi attirò la sua attenzione su Ron e Hermione che stavano guardando le caramelle in un angolo del negozio. Li raggiunsero prendendoli di sorpresa. Hermione reagì con costernazione apprendendo dell'esistenza della Mappa: avrebbe voluto che Harry l'avesse consegnata alla professoressa McGranitt. Ma era l'unica: gli altri, Chiara inclusa, erano ben felici di averla!

Uscirono da Mielandia e fecero un giro veloce del villaggio per poi riparare ai Tre Manici di Scopa: la tormenta di neve che infuriava fuori era davvero troppo fitta.

Seduti a un tavolino d'angolo nascosto da un grande albero di Natale i quattro si stavano godendo una fantastica burrobirra quando videro alcuni professori, tra cui la loro Direttrice, entrare e dirigersi verso il tavolo libero giusto dall'altra parte dell'abete decorato che li copriva. Svelti Harry e Chiara ripararono sotto al Mantello mentre Ron e Hermione tentavano di ostentare delle facce totalmente innocenti. Con un lieve gesto della bacchetta Hermione spostò un poco l'albero di modo che coprisse meglio il loro tavolo e gli adulti, sedendosi, non li videro.

Fu così che ascoltarono la loro conversazione e scoprirono la verità su Sirius Black e su ciò che accadde tredici anni prima, quando Voldemort distrusse la casa dei Potter uccidendo i genitori di Harry e, di fatto, facendogli a pezzi la vita...

Il mattino dopo Harry era di umore tetro e intrattabile. I suoi amici tentavano di farlo ragionare, di farlo pensare ad altro ma era impossibile. In uno scoppio d'ira rivelò loro cosa sentiva quando i Dissennatori si avvicinavano, perchè su di lui avevano così tanto effetto. I ragazzi ammutolirono costernati e lui riprese a ragionare su tutto ciò che era successo dall'inizio dell'anno fino a ricordare un commento di Draco, una frase che aveva detto all'inizio della scuola e che convinse Harry che Malfoy sapesse qualcosa di quella storia. Fece per uscire dalla Sala Comune per andarlo a cercare ma Chiara lo bloccò facendogli notare che dirigersi come un toro alla carica al Dormitorio di Serpeverde non era la migliore delle idee.

- Se gli vuoi parlare va bene, ti aiuterò io.- disse ignorando i richiami degli altri due - Ma non così, Harry, per favore.- lui la guardò - Vai nella Stanza delle Necessità: io trovo Draco e lo porto lì così potete parlare, ok? Ma cerca di calmarti.- lo redarguì con gentilezza - E ricorda che Draco non è Lucius e che probabilmente sa poco, giusto quel tanto che gli ha permesso di stuzzicarti mesi fa.-

Harry si lasciò convincere e si separarono. Chiara iniziò a scendere le scale e lanciò un lieve richiamo mentale all'Aria che le rispose sussurrandole all'orecchio dove fosse il biondo Serpeverde.

Chiunque altro si sarebbe forse stupito di trovare Draco Malfoy in biblioteca il primo giorno di vacanza, ma Chiara sapeva che lui passava in quell'ambiente più tempo di quanto si potesse immaginare. Soprattutto da quando le faceva da insegnante: i testi di Pozioni custoditi tra quelle mura erano spesso oggetto delle lezioni aggiuntive che lui le impartiva. Lo raggiunse e senza dirgli molto lo pregò di seguirla, mentre salivano al settimo piano, facendo attenzione che non ci fosse gente in giro che potesse sentire, gli spiegò del perchè l'aveva chiamato. Draco non parve particolarmente preoccupato dall'imminente incontro con Potter, più che altro era curioso di sapere come avessero fatto loro due a uscire dal Castello. Ma Chiara sapeva tenere i segreti e non rispose se non con un lieve sorriso misterioso e che le guadagnò un'occhiata risentita dal ragazzo.

Entrarono nella Stanza delle Necessità e la ragazzina non fu stupita di vederla trasformata nella sala di Difesa. Harry era lì, al centro, e scaricava incantesimi furiosi contro il manichino da allenamento facendolo esplodere e ricomporre in continuazione. Un incantesimo particolarmente arrabbiato venne deflesso dall'oggetto magico e Draco fu lesto a alzare le difese con un Protego ben piazzato per coprire se stesso e la ragazzina.

- Potter se non sei in grado di controllare certi incantesimi evita di usarli.- lo redarguì tra il feroce e l'ironico.

Harry si girò su se stesso arrabbiato e fissò il biondo - Zitto Malfoy!- ringhiò.

- Perchè? Altrimenti che mi fai?- rispose irridente l'altro spostandosi lateralmente per allontanarsi da Chiara, lei fece per muoversi ma lui la fermò con una singola occhiata - Allora Potter? Ti vedo nervoso.- lo prese in giro - Qualcosa non va? Hai forse scoperto che il mondo intero ti ha preso in giro tenendoti nascose delle informazioni?- ghignò - Il povero piccolo Prescelto, tutte quelle persone intorno, tutti quegli amici fidati e nessuno, nessuno di cui tu ti possa davvero fidare.- si fermò a qualche metro di distanza guardandolo serio - Mi fai pena.- disse.

Un istante dopo Chiara dovette nuovamente alzare uno Scudo per ripararsi dagli incantesimi che rimbalzavano per la Stanza. I due ragazzi stavano duellando ma, notò lei, Draco più che altro si proteggeva e faceva rimbalzare indietro gli incantesimi di Harry che, furioso, stava dando fondo a due anni e mezzo di conoscenza di incantesimi da combattimento.

Ci volle mezz'ora prima che, esausto e ormai senza voce, Harry si calmasse e si lasciasse cadere seduto a terra. Provato, anche Draco lo imitò e la ragazzina andò a sedersi in mezzo a loro guardando da uno all'altro con espressione esasperata.

- Ma è mai possibile che voi due non possiate avere un dialogo normale?!- esclamò infine.

Harry scosse la testa senza fiato e si lasciò andare all'indietro sdraiandosi per cercare di tornare a respirare normalmente mentre Draco le sorrise col suo solito mezzo ghigno.

- Io stavo parlando normalmente,- disse serafico - è lui che ha dato di matto.- concluse accennando col mento a Harry.

- Fottiti Malfoy.- rispose quello senza muoversi.

- Potter, che linguaggio!- rise Draco - Contieniti, ti prego: c'è una bambina presente!-

Un istante dopo si ritrovò appeso a testa in giù nell'aria con la bacchetta di Chiara puntata addosso.

- Io vorrei ricordarti che questa bambina - iniziò lei con voce dolce - è quasi al tuo livello negli incantesimi. Quindi smettila di atteggiarti a grand'uomo: hai solo un anno più di me!- concluse facendolo tornare a terra.

Harry rise. Il grumo di rabbia che gli gravava il petto ormai sciolto dalla fatica e dalle risate si rimise a sedere e guardò il biondo Serpeverde ritrovandosi a pensare quanto fosse strano dover fare affidamento proprio su di lui. Perchè Draco aveva ragione: tutte le persone di cui Harry si fidava gli stavano mentendo. E lui voleva la verità.

- Cosa sai, Malfoy?- chiese pacato.

Come Chiara aveva previsto, Draco non aveva molto da aggiungere a quello che avevano scoperto ai tre Manici di Scopa. Quello che ebbe da raccontare però fu "l'altro lato della storia", il punto di vista di coloro che stavano dall'altra parte. Raccontò che suo padre gli aveva detto che, ai tempi, si vociferava che qualcuno vicino ai Potter avesse tradito e stesse passando informazioni a Voldemort e che quando era giunta l'informazione più ambita, il luogo dove i Potter si nascondevano protetti dall'Incanto Fidelius, in molti si erano offerti di andare a finirli, o di accompagnare Voldemort, ma che lui era stato adamantino nella sua decisione di andare solo. Col risultato conosciuto. Dopo di che tutto era crollato: il Ministero avviò le cacce ai Seguaci di Voldemort, interi Nomi caddero nella polvere mentre gli illustri componenti delle Famiglie finivano ad Azkaban.

- Mio padre se la cavò solo con un'indagine: non avevano prove che facesse davvero parte delle fila del Signore Oscuro, così il nome dei Malfoy venne scagionato e ripulito. I Black di contro... Mia zia Bellatrix, sorella di mia madre, finì a Azkaban alla velocità della luce. Non una gran perdita, vi dirò: quella era pazza già prima di finire in mano ai Dissennatori... Non avete idea di quel che c'era scritto nelle lettere che inviò a mia madre.- si interruppe simulando un brivido - I miei nonni avrebbero dovuto rinchiuderla tanto tempo fa, in manicomio però. E Sirius venne catturato come già avete sentito. Alla fine la storia è quella che sapete, quella "ufficiale".- guardò Harry negli occhi - Ora siamo qui, Black è fuggito, il Signore Oscuro fa ancora tremare in segreto il Ministero e noi stiamo in questa scuola a imparare come curare foruncoli e coltivare mandragole che, nella migliore delle ipotesi non ci serviranno a molto visto che l'unico basilisco nei paraggi lo hai ammazzato tu l'anno scorso.- si strinse nelle spalle con stizza - Alla fine Potter, tu e io abbiamo un destino comune: io sarò il regalo di bentornato di mio padre a Lui e tu... Bèh te vai eliminato semplicemente perchè deve dimostrare che è stato un incidente, che tu non hai nessun potere speciale o altro di rimarcabile, che lui è il più grande, il più forte e il più cattivo. Che la sua scomparsa tredici anni fa non ha nulla a che vedere con un moccioso ma che il tuo coinvolgimento è stato del tutto casuale.- rise amaro - E Silente ci dice di essere amici e stare uniti. Già, così il Signore Oscuro farà prima ad ammazzarci tutti con un colpo solo.- scosse la testa - Stronzate. Avere amici non salverà nessuno.-

Un silenzio pesante seguì quelle parole. Harry guardava Draco a occhi spalancati, non si sarebbe mai immaginato che fossero quelli i pensieri del biondo Serpeverde. Era chiaro dall'amarezza nella sua voce che non auspicava il ritorno di Voldemort più di quanto facesse Harry stesso, e questo il moro non se lo aspettava. L'aveva sempre considerato la copia di suo padre, il prolungamento di Lucius, non aveva mai nemmeno preso in considerazione che invece Draco si sentisse prigioniero di quella vita che altri avevano scritto per lui, che non la desiderasse.

Dal canto suo Chiara guardava Draco con gli occhi lucidi. Dunque era quello ciò che aspettava il suo amico nel futuro? Era quella quindi l'ombra di tormento che a volte si affacciava nelle sue iridi grigie? Lei ne sapeva qualcosa di Destini già scritti ma il suo, in confronto, non sembrava poi così terribile. Perchè alla fine lei era libera, padrona della sua vita. Aveva delle grandi responsabilità, certo. Ma, grazie alla lungimiranza del professor Stiroli, non erano altri a decidere del suo futuro. Senza alzarsi si avvicinò a Draco e lo abbracciò posando la guancia sul suo petto. Lui rimase rigido un momento poi le restituì l'abbraccio circondandola con entrambe le braccia e posandole il mento sulla cima della testa. Da sopra i sui capelli incrociò lo sguardo verde di Harry sfidandolo a farsi beffe di quel che gli aveva raccontato. Ma Harry non ne aveva nessuna intenzione e doveva essere chiaramente visibile nei suoi occhi perchè l'altro annuì lievemente prima di distogliere lo sguardo.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo Quarto ***


Capitolo Quarto

 

 

Qualcosa cambiò nei rapporti tra Draco e Harry da quel giorno nella Stanza delle Necessità. Non che fossero diventati amici, questo mai, però si ignoravano. E questo, parlando di loro due, era un grande cambiamento. Nessuno dei due cercava più lo scontro, quando si incrociavano per i corridoi si limitavano a scambiarsi un'occhiata che, sebbene non fosse amichevole, dopotutto avevano un'apparenza da mantenere, di certo era un netto miglioramento rispetto alle continue frecciate e ai litigi degli anni precedenti. Al tavolo della biblioteca, durante le riunioni settimanali, spesso era Harry stesso a zittire Ron se faceva una battuta di troppo. Dal canto suo, Draco faceva in modo che le strade degli altri Serpeverde non incontrassero quasi mai quelle del gruppo di Grifondoro.

Fu in quel clima di tregua che i ragazzi ebbero tempo e modo di accorgersi delle piccole stranezze che circondavano Chiara. Ginny, entrata a far parte come il fratello del "gruppo riunioni in biblioteca", era quella che meglio se n'era accorta, avendo l'italiana in camera e, spesso, in classe.

Nessuno riusciva a definire bene la sensazione che tutti loro provavano, sentivano solo che c'era qualcosa che Chiara non diceva. E che qualunque cosa fosse era di sicuro legato al tatuaggio che la ragazzina aveva sulla caviglia destra. Decisero così di tenere gli occhi aperti e, se notavano qualcosa di particolare, di riferirlo anche agli altri, intanto Hermione avrebbe fatto qualche ricerca sul tatuaggio, per vedere se ne scopriva il significato.

Il nuovo anno portò, per Chiara, l'inserimento di Cura delle Creature Magiche e di Antiche Rune nelle sue lezioni. Così si ritrovò ad avere anche il venerdì pomeriggio occupato con la compagnia di Hanna Abbott che le insegnava tutto ciò che c'era da sapere sul mondo animale magico. Hanna però partecipò solo una volta alle riunioni in biblioteca: estremamente timida e insicura mal sopportava l'atmosfera strana a quel tavolo che riuniva Grifoni e Serpi. Senza contare che era letteralmente terrorizzata da Draco e che quindi l'idea di stare ore seduta a un tavolo con lui le toglieva il sonno. Disse a Chiara che poteva riferire lei il tema delle loro lezioni, via via che le facevano, aggiungendo che, se proprio in alcuni casi specifici fosse stata indispensabile la sua presenza, sarebbe andata. Inutile dire che non si unì mai più a loro.

I giovedì sera Harry iniziò le lezioni "anti Dissennatore" col professor Lupin. Il mercoledì precedente la prima lezione di quel tipo, Chiara era nella Stanza con Draco intenta a seguire la seconda fase di quella che prometteva di diventare una perfetta Polisucco. Essendo la preparazione di quella pozione particolarmente lenta si ritrovarono a chiacchierare a proposito dei Dissennatori e di quanto sarebbe stato comodo anche per loro sapere come tenerli a bada, vista l'esperienza sul treno. Così, alla fine di quelle due ore di Pozioni, decisero di intercettare Harry la sera dopo e seguirlo per chiedere al professor Lupin di insegnare anche a loro.

Lupin parve sorpreso dalla loro richiesta, cercò di spiegargli che era un incantesimo estremamente difficile, di livello molto avanzato e che disperava di riuscire a insegnarlo a Harry che pure aveva una forte motivazione personale, loro che volevano imparare solo per "curiosità"... Difficilmente ci sarebbero riusciti. Ma loro erano insistenti e Lupin decise di concedergli quella prima lezione: a seconda del risultato avrebbe deciso se ammetterli alle altre oppure no. Essendo il "dissennatore" in realtà un Molliccio avrebbero dovuto lasciare che fosse sempre Harry a trovarsi di fronte al baule da cui sarebbe uscito: era la sua paura che il Molliccio doveva impersonare. Prima però Lupin fece esercitare per qualche minuto i ragazzi e, soprattutto, la ragazzina con l'incantesimo per neutralizzare un Molliccio: voleva che in ogni caso potessero fermarlo. Dopo di che insegnò loro la formula del Patronus e diede il via all'esercitazione. La prima volta fu orribile, la seconda anche peggio: Harry crollò all'improvviso mentre cercava di recitare l'incantesimo, Chiara fece un passo avanti per sostenerlo perchè non battesse la testa e il Molliccio, in quell'attimo, cambiò diventando una sorta di creatura fatta di turbini di sabbia e acqua, con capelli di fuoco il tutto tenuto in forma umanoide dall'aria. Chiara sgranò gli occhi un istante angosciata davanti a quel mostro poi puntò la bacchetta - Riddikulus! - esclamò facendo esplodere la forma in una cascata di stelle filanti colorate. Draco stava ancora guardando il punto dove quell'essere spaventoso era svanito quando si accorse che anche lei faticava a distogliere lo sguardo dalla stanza vuota davanti a loro.

- Chiara?- la chiamò il professore inginocchiato accanto a Harry - Stai bene?-

Lei annuì lentamente mentre, pallidissima, si girava verso l'insegnante sfuggendo però gli occhi del biondo.

- Avevi mai affrontato un Molliccio?- le chiese ancora Lupin.

- No, professore.- rispose sottovoce - Li ho studiati sul libro ma non ne avevo mai visti.-

L'uomo annuì comprensivo - La prima volta è sempre la peggiore.-

Harry iniziò a dare segni di ripresa attirando l'attenzione di tutti che gli si fecero intorno.

Rassicurandoli del fatto che stava bene si alzò pronto a provare ancora. Così i ragazzi si rimisero in posizione, il Dissennatore uscì ancora dal baule e a turno tentarono l'incantesimo. Al quarto tentativo i due ragazzi ottennero una debole nebbiolina argentea, mentre Chiara nulla. Nonostante questo il professore disse che potevano tornare tutti e tre il giovedì seguente e li congedò.

Adducendo un tema da finire la ragazzina corse via senza aspettare gli altri due, arrivati alle scale Draco strinse le labbra poi guardò Harry.

- Ti devo parlare.- disse facendogli cenno verso una sala studio aperta.

Entrarono e il biondo chiuse, sigillò e silenziò la stanza. Dopo di che raccontò al moro quello che era successo quando lui era svenuto, della forma che il Molliccio aveva assunto trovandosi davanti Chiara e dell'espressione di assoluta angoscia che per un istante aveva alterato i lineamenti della ragazzina.

- Non era spaventata, Sfregiato. Quella non era paura, non come la intendiamo noi, capisci? Era l'orrore di trovarsi davanti qualcosa che era tua responsabilità evitare accadesse.- sospirò - Non so se riesco a spiegarmi.-

- Non molto in effetti.- disse Harry perplesso.

- D'accordo, vedila così: se tu questa notte sognassi di esserti trasformato nel Signore Oscuro, di essere diventato come lui o peggio, come ti sentiresti svegliandoti? Sapendo che se tu scegliessi la strada sbagliata accadrebbe?-

Harry sentì i brividi lungo la schiena a quell'idea. E comprese. Sì: quella non era paura per qualcosa di brutto o spaventoso che ci si poteva trovare ad affrontare, era l'orrore di guardare dentro di se e scoprirvi il Male.

Annuì - Lo riferirò a Herm, forse la aiuterà a venire a capo delle ricerche.-

- D'accordo. Non far capire a Chiara che te l'ho raccontato. Hai visto com'è fuggita no? E' terrorizzata che io le possa fare domande. Se scopre che te l'ho raccontato sfuggirà anche te.-

- Va bene, ora andiamo o si accorgerà che ci siamo fermati a parlare. Notte Malfoy.-

Draco fece un cenno e, sbloccata la stanza, si separarono.

Arrivato alla Sala Comune Harry trovò Ron e Hermione che stavano discutendo animatamente, per non dire litigando. Il tema era sempre lo stesso, il regalo di Natale misterioso che Harry aveva ricevuto: la Firebolt. Ron aveva evidentemente chiesto per l'ennesima volta alla professoressa McGranitt quando l'avrebbero restituita al suo amico, visto che la partita si stava avvicinando. Ma la professoressa non aveva preso bene quell'insistenza dicendo chiaramente a Ron che quando fosse stato tempo l'avrebbe fatta riavere a Harry e che non la scocciassero più. E ora lui stava sfogando la frustrazione su colei che aveva "consegnato" la scopa in mano ai professori. Harry in fondo non era arrabbiato con Hermione: lei era preoccupata per lui, come avrebbe potuto avercela con lei per questo? Sperava solo che la scopa tornasse a lui prima della partita con Corvonero...

Assicuratosi che Chiara non fosse nei paraggi mise pace tra i due amici che erano passati dalla Firebolt alla sparizione di Crosta avvenuta, a detta di Ron, per colpa del gatto di Hermione, e seduti in un angolo appartato della Sala raccontò loro quello che gli aveva detto Draco a proposito di Chiara e del Molliccio. Vide Hermione spalancare gli occhi come sempre faceva quando qualche nuova informazione andava a posto nel puzzle che lei aveva in testa, completando parte del quadro. Disse che prima di pronunciarsi però avrebbe comunque voluto finire le ricerche. Disse anche che Ginny le aveva confermato un'impressione che aveva avuto durante il Banchetto di Halloween: la sottile cintura sottoseno dell'abito che Chiara indossava, e che ora era ripiegato ben nascosto nel baule della ragazzina, era decorato con una serie ben precisa di simboli che la piccola Weasley aveva riprodotto su una pergamena che le aveva poi consegnato. Quei simboli sommati al tatuaggio e alle nuove informazioni che le avevano appena dato le confermavano che stava facendo ricerche nella giusta direzione. Di più non disse.

Chiara continuava le lezioni aggiuntive. Era stata sulle spine durante la prima lezione con Draco temendo che le avrebbe fatto domande sulla creatura in cui si era trasformato il Molliccio ma, fortunatamente, lui non ne aveva fatto parola. Lei era consapevole che lui non aveva dimenticata l'incidente, sperava solo decidesse di non farle mai domande. Perchè non avrebbe potuto rispondere. Aveva avuto gli incubi per tre notti consecutive ricordando quel mostro fatto di Elementi impazziti, Elementi che lei avrebbe dovuto tenere sotto controllo ma che invece le erano sfuggiti, diventando tutto ciò che lei sapeva e temeva potevano diventare. Aveva scritto immediatamente al professor Stiroli raccontandogli l'accaduto e lui aveva cercato di tranquillizzarla dicendo che era normale temere di perdere il controllo quando si disponeva di poteri così grandi. Ma che proprio perchè lo temeva, lui era certo lei avrebbe fatto in modo che non accadesse, che non avrebbe mai sottovalutato il Potere che Dominava e le responsabilità che aveva. Chiara si era sentita un poco meglio dopo quella lettera: la fiducia che il suo professore riponeva in lei era in qualche modo estremamente consolante...

Infine i professori restituirono la scopa a Harry che prese finalmente ad allenarsi con quel portento tra le mani dimostrando che un buon Cercatore, con un'ottima scopa, diventava un Cercatore eccezionale.

Venne il giorno della partita contro Corvonero. Harry non stava più in se dall'eccitazione: finalmente avrebbe potuto testare la scopa contro degli avversari, non solo in allenamento. Da sopra la sua testa Chiara vedeva Cho Chang, la Cercatrice di Corvonero, che seduta al suo tavolo lanciava occhiate di sottecchi al ragazzo che parlava coi compagni di squadra. E non guardava la scopa o l'avversario, guardava Harry. La ragazzina nascose un sorriso che si spense definitivamente notando che anche Ginny stava guardando Cho con l'espressione assassina che di solito riservava alla schiena di Piton durante le lezioni particolarmente difficili. Chiara sospirò, prevedeva tempi difficili per la sua amica...

La partita fu emozionante, Harry aveva uno stile di volo preciso e spericolato che induceva il pubblico a trattenere il fiato durante le manovre più ardite. Pur non essendo particolarmente patita di sport anche Chiara si godette la partita, esultando coi suoi compagni per ogni goal. E acclamando a gran voce Harry quando, dopo una manovra spettacolare comprensiva di Patronus sparato contro un Dissennatore ramingo a bordo campo, riuscì ad afferrare il Boccino vincendo la partita. Lei e Ginny si precipitarono giù dagli spalti verso il campo e la squadra, così facendo testimoniarono alla scoperta che, il Dissennatore, era in realtà un travestimento adottato da Tiger e Goyle di Serpeverde che avevano cercato così di distrarre Harry per far perdere Grifondoro. Anche Draco era presente e, guardati i suoi compagni di casa con commiserazione e irritazione, se n'era andato riservando loro solo un - Patetici.- sputato a mezza bocca.

Circa una settimana dopo la partita di Quidditch Hermione fece passare voce agli altri del gruppo studi, Chiara esclusa, che le sue ricerche erano concluse: andava trovato il momento in cui potersi incontrare per parlare di quel che aveva scoperto. Draco si incaricò di creare il diversivo. Il ragazzo non era felice di agire alle spalle di Chiara, non sapeva perchè, in fondo aveva sempre usato raggiri e sotterfugi per raggiungere i suoi scopi. Era un Malfoy: quel genere di comportamento aveva fatto parte della sua educazione, essere forte sempre di facciata ma agire subdolamente quando conveniva. E lui si era sempre attenuto a quel codice di condotta. Perchè mai quando c'entrava Chiara, il pensiero di tenere una condotta men che limpida gli chiudeva la gola? Comunque quell'incontro andava fatto così, sapendo quando Chiara fosse interessata ad imparare a preparare anche i medicinali, chiese a Madama Chips se poteva dedicarle del tempo. Dovettero però aspettare qualche altra settimana prima che la donna piazzasse una lezione in un giorno a loro utile.

Se quello fosse stato un film babbano di “cappa e spada”, pensava Hermione, loro avrebbero indossato maschere e usato parole d’ordine segrete di riconoscimento. Tale era l’aura di segretezza che ammantava i sei occupanti di quel tavolo nascosto della biblioteca, deserta in quel sabato pomeriggio di fine febbraio.

- Siete certi che sia impegnata altrove?- chiese Ron.

- Sì, Lenticchia, l’ho già detto: Madama Chips poteva insegnarle a preparare l’Estratto di Dittamo solo oggi. Rimarrà chiusa nel laboratorio dell’infermeria almeno fino a ora di cena.-

- Non so voi ma io mi sento male a agire così alle sue spalle.- intervenne Hermione - Chiara è nostra amica.-

- Cosa suggerisci?- intervenne Blaise - La mettiamo sotto Imperius e la facciamo parlare?- ironizzò.

La diretta interessata, che stava cercando i suoi amici essendo la sua lezione con Madama Chips saltata per un’emergenza medica, sentendo quelle ultime frasi si immobilizzò dietro lo scaffale accanto al quale stava camminando, in ascolto: perché parlavano di lei in quei toni?

- Potremmo chiedere a Chiara direttamente.- stava intanto dicendo Harry.

- Non servirebbe.- replicò Ginny - Si chiuderebbe a riccio e non aprirebbe bocca. In questo assomiglia a te Harry. Ci ho già provato, ma ogni volta che tocco il discorso del suo tatuaggio svicola…-

Chiara spalancò gli occhi. Non potevano sapere, vero? Si chiedeva angosciata. Non potevano aver collegato lei alla Profezia, era impossibile.

- Come sapete ho fatto delle ricerche.- la frase di Hermione uccise le speranze di Chiara - Non è stato facile reperire informazioni perché c’è poco materiale, però…- si interruppe sfogliando veloce un libro - Ecco.- mostrò la pagina agli altri - E’ questo simbolo.-

- La “Ruota degli Elementi”.- lesse Blaise sotto l’immagine.

Chiara chiuse gli occhi maledicendo la capacità di ricerca di Hermione. E lo spirito di osservazione di Ginny:

- No è diverso.- stava dicendo la rossa - Il suo tatuaggio ha sì i due cerchi concentrici con le quattro interruzioni ai raggi, ma questi tre simboli nelle interruzioni non ci sono: ha solo questo.- puntò il dito.

- “Aria. Il primo Elemento del Cerchio”.- lesse Draco - “Nelle Evocazioni Elementali è sempre l’Aria ad aprire il Cerchio. E a chiuderlo.”. E quindi?-

- Come dicevo ho fatto delle ricerche. In pratica la Ruota è legata alla Magia Elementale, ovviamente, e a una sorta di Culto. Esiste una religione minore dedita al culto degli Elementi e quel simbolo è una delle Icone che adorano.-

- Magari Chiara fa parte di questo Culto.- ipotizzò Harry.

- No.- asserì sicura Hermione - Nessun Adepto si tatuerebbe addosso la Ruota, sarebbe blasfemo. Però parlano di un Mito a tal proposito.-

- Un Mito che dice..?- sollecitò Blaise.

- Non molto, gran parte degli scritti su questo Culto sono incompleti. Del Mito si capisce solo che qualcosa “è stato Profetizzato”. Cosa e da chi, in quei testi, non è dato saperlo.-

Chiara tirò un tacito sospiro di sollievo, che subito evaporò.

- Immagino tu non ti sia arresa.- disse sicuro Draco.

- No infatti. Dopo un po’ di ricerche a caso ho deciso di intrecciare tutti i fattori, Mito, Profezia, Elementi, luogo da cui lei proviene, etc., e alla fine, aiutata anche da qualcosa che ho trovato tra le pagine di un libro che lei mi ha prestato, credo di aver risolto il mistero.-

Chiara scosse la testa frustrata. Non poteva essere stata così stupida…

- Cos’hai trovato nel libro?- Ron.

- Una lettera.- rispose Hermione tirandola fuori dalla borsa - E’ in italiano per cui ho capito poco, ma le parole Elementi e Profezia ci sono… Ehi!- esclamò quando Draco le tolse di mano la pergamena.

- Zitta.- le intimò iniziando poi a leggere e tradurre:

-“Carissima Chiara,

come stai? Apprendo dalla tua ultima dei tuoi progressi e me ne compiaccio: continua così.

Ti scrivo ora, all’approssimarsi di Marzo, per informarti di aver inviato a Silente il testo
dell’Incanto dell’Acqua. Non mi sarei mai arrischiato a fartelo pervenire per altra via.
Ma lui è fidato. Hai tempo a sufficienza per assimilarlo e imparare a recitarlo. Tra poche
settimane la tua seconda Iniziazione ti porterà un poco più vicino al tuo futuro. Se tu
sapessi come sono fiero di te, bambina mia! Albus mi tiene aggiornato su ciò che fai e
sull’impegno che ci metti. Ancora una volta sono lieto di ribadire che la Profezia ha scelto
bene: tu sarai un’ottima Dominatrice degli Elementi. Ne sono certo.

Quella notte sarò lì con te anche io: non mi perderei quel momento così importante per te per nulla al mondo!

Con affetto

Francesco Stiroli”-

I ragazzi rimasero in silenzio dopo che Draco ebbe concluso la lettera. Chiara aveva le lacrime agli occhi: come aveva potuto dimenticare la lettera in un libro?! Come aveva potuto non ricordare di averla messa lì prima di prestare il libro a Hermione?! E ora? Strinse la bacchetta in mano, ora cosa doveva fare? Uscire, obliviarli tutti e poi scappare a Villa Contarini?

- Prosegui Hermione.- disse Harry - E’ chiaro che c’è dell’altro.-

- Sì…- riprese esitante - Ora ne ho le conferme da quella lettera. Esiste una Profezia legata alla comunità magica italiana. E’ stata pronunciata da una Sibilla più di duemila anni fa e dice che, una volta ogni cento anni, sarebbe nato un mago o una strega in grado di dominare gli Elementi. Un dono naturale di potenza immensa, se ci pensate. Esistono quattro Incanti, dedicati ai quattro Elementi, che servono da sblocco. Chiunque altro li pronunci otterrà l’effetto di un incantesimo di protezione ma, per quell’individuo speciale, funzionano da catalizzatori per risvegliare il Potere latente. Vanno recitati in momenti ben precisi perché funzionino, purtroppo non ho potuto scoprire quali: solo il testo che contiene gli Incanti riporta quei dettagli.- concluse.

Chiara era immobile, gli occhi annebbiati dalle lacrime non versate, incerta su come agire. Cosa doveva fare? Lei non voleva perdere i suoi amici…

- Ora che si fa?- chiese Ginny dopo un poco.

- Ora la si protegge.- Draco pronunciò con voce sicura queste sconcertanti parole.

Chiara spalancò gli occhi sorpresa, la speranza che fioriva nel cuore.

- Cos..?- Hermione si interruppe.

- Cosa credevi, Mezzosangue? Che corressi a casa a dire a mio padre che ho la Dominatrice degli Elementi come amica?! Tu hai idea di cosa rischia Chiara se qualcuno la scopre?!- era adirato – Io posso essere uno stronzo bastardo, ma non consegno gli amici a torture e morte certa!- guardò Harry - Tu e io lo sappiamo che è solo questione di tempo. Il Signore Oscuro tornerà prima o poi: Chiara va tenuta al sicuro, protetta, la sua identità, il suo dono vanno tenuti segreti. Lui non rischierà di avere un altro nemico, Sfregiato, lo sai. Le offrirà alleanza, ma se rifiuterà, e lo farà: lo sappiamo, la ucciderà senza esitazione.-

- Draco ha ragione.- convenne Blaise.

Gli altri rimasero in silenzio per un momento, poi Harry si lasciò andare a uno sbuffo divertito.

- Tante cose pensavo di fare nella vita, Malfoy, tranne che collaborare con te.- disse - Ma in questi mesi, grazie a Chiara, abbiamo scoperto che essere parte della stessa squadra, se non propriamente amici, ci riesce piuttosto bene. Quindi, che dire…- gli porse la mano - Alleati?-

Draco fissò un momento quella mano - Salazar si rivolterà nella tomba.- ironizzò prima di stringerla.

- Miseriaccia. Pure Godric!- rise Ron stringendo a sua volta la mano di Blaise.

- Nè l’uno né l’altro possono avere da ridire.- la voce di Chiara li gelò.

Si girarono tutti a guardarla allarmati e si sentirono male nel vedere le lacrime che le rigavano il volto.

- Chiara, noi…- iniziò esitante Harry.

- Voi…- lo interruppe lei - Voi siete i migliori amici ch’io potessi mai sperare di avere.- concluse con un sorriso tra le lacrime.

Poi scoppiò in singhiozzi, il viso nascosto tra le mani mentre il nodo di paura le si scioglieva nel petto. Si ritrovò improvvisamente avvolta da un paio di braccia, appoggiata a un petto scarno ma solido.

- Scusa.- le sussurrava all’orecchio Draco - Scusaci. Scusami…-

Dopo qualche momento Chiara prese dei lunghi respiri per calmarsi, voleva parlare con loro. Doveva parlare con loro! Avevano così tanto da dirsi…

Ripresasi si staccò dall’abbraccio di Draco lasciandogli una carezza di ringraziamento sulla guancia. Si avvicinò al tavolo e Ron le cedette la sua sedia andando ad appoggiarsi al davanzale della finestra alle spalle di Hermione.

- Avrei voluto raccontarvi tutto non so neppure io quante volte.- esordì a voce bassa - Ma avevo promesso che non ne avrei mai fatto parola con nessuno. Neppure Clarissa lo sa.- disse guardandoli, loro si sorpresero - La mia parola deve avere peso. - spiegò - Se faccio una promessa sono vincolata a mantenerla.-

- Per questo non mi assecondi quando ti chiedo “prometti” per le sciocchezze?- chiese Ginny con gli occhi lucidi.

- Sì…- Chiara le sorrise - Fin dal giorno in cui la mia prima Iniziazione ha avuto luogo non ho più potuto essere come gli altri. Ciò che faccio, ciò che dico… Devo stare attenta. Il Dono che mi è stato fatto mi rende… Diversa. Ci sono parole, gesti, intenzioni che hanno radicalmente cambiato peso da quel momento.- li guardò - Promesse, giuramenti… Non sono più parole che posso pronunciare per gioco. Gli Elementi danno peso a quelle parole, se sono io a pronunciarle. Se pronuncio la parola “prometto” o peggio “giuro” sto firmando un contratto magico e vincolante. Ginny ricordi quando qualche settimana fa mi dicesti per scherzare “Giura che se lo rifaccio mi ucciderai”?- chiese guardandola, lei annuì - Se lo avessi fatto, se ti avessi risposto…- lasciò la frase in sospeso e Ginny spalancò gli occhi comprendendo.

- Stai dicendo che l’avresti dovuta uccidere per davvero?- chiese Harry.

- Non ne avrei avuto bisogno: nel momento stesso in cui lei avesse rifatto l’azione in oggetto l’Aria avrebbe adempiuto alla mia promessa.- rimasero tutti a bocca aperta - Io domino gli Elementi, capite? Loro mi ubbidiscono, sono privi di volontà dinanzi alle mie parole: io dico, loro fanno.-

- Un potere immenso…- sussurrò Hermione.

Chiara la guardò - Sì. Immenso. E pericoloso. Se abbasso la guardia, se “non ci penso” anche solo per un attimo, per una parola, potrei fare del male a chiunque.- abbassò lo sguardo al tavolo – Sto attenta, sempre. Ormai mi viene naturale evitare determinati modi di dire o di fare. All’inizio è stato terribile, un momento di disattenzione e le cose si rompevano e le persone si facevano male. Il professor Stiroli mi è stato molto vicino, insegnandomi in breve tempo a gestire ciò che mi è stato dato, ma è stata dura. Ero terrorizzata da me stessa, stavo giorni senza aprire bocca per paura di usare le parole sbagliate…- scosse la testa al ricordo della primavera precedente - Ormai è passato,- disse sorridendo a Harry che le aveva posato una mano sulla spalla con fare fraterno - ora so come gestire ciò che ho.-

- E soprattutto ora hai qualcuno con cui parlare e sfogarti quando ti senti spaventata o sola.- disse Ginny sorridendole a sua volta.

- Non posso più sentirmi sola, Ginny: ora ho voi.- rispose al sorriso - Quando il professor Stiroli mi disse che sarei dovuta venire a Hogwarts temevo di soffrire di solitudine visto che Clarissa non sarebbe venuta. Invece… Bèh guardatemi: sono seduta a un tavolo con voi sei a parlare del mio segreto più grande. Voi lo avete scoperto. E quando l’avete scoperto il vostro pensiero è stato “dobbiamo proteggerla”. Se non è amicizia questa!- rise e Blaise le passò un braccio sulle spalle stringendola un po’.

- Ora dobbiamo decidere come muoverci.- intervenne Draco.

- Aspetta.- lo fermò Chiara - Prima c’è qualcosa che vorrei chiedervi.- gli altri annuirono - Tra circa tre settimane sarà il mio compleanno. Alcuni giorni dopo ci sarà il plenilunio, la mia Luna Piena, quella notte avverrà l’Iniziazione dell’Acqua.- li guardò uno a uno - Vorreste assistere?- chiese.

I sei la guardarono senza parole. Hermione era elettrizzata all’idea di poter assistere a una cosa simile, qualcosa che avveniva una sola volta ogni cento anni, soprattutto visto che accadeva a una sua amica. Draco di contro era incredulo che lei gli desse così tanta fiducia: era pur sempre il figlio di Lucius Malfoy, cosa le garantiva che fosse davvero affidabile?

- Tu non sei tuo padre.- gli disse Chiara guardandolo negli occhi, leggendogli il suo pensiero nelle iridi grigie - Tu sei Draco, non Lucius. Sei mio amico, tieni a me e io mi fido di te, mi fido della tua amicizia. Io mi fido di te, Draco Malfoy, e sono certa di non sbagliare.-

Draco trattenne il fiato vedendo la sicurezza brillare in quegli occhi di notte stellata, lei credeva in lui per davvero. Stava mettendo la propria vita tra le sue mani e lo stava facendo con consapevolezza e sicurezza. Si fidava di lui. Quella consapevolezza fu tale che, per un attimo, lui se ne sentì sopraffatto. Agendo di puro istinto Draco si lasciò scivolare dalla sedia posando un ginocchio a terra, prese entrambe le mani di Chiara nelle proprie e si chinò in avanti fino a posare la fronte sulle nocche della ragazza. Comprendendo quello che stava per fare, Blaise inspirò di scatto spalancando gli occhi.

- Da oggi fino al giorno della mia morte,- la voce di Draco era poco più di un sussurro ma era ferma, limpida - io esisterò solo per servirti. Dedico e lego ora la mia esistenza alla tua, Chiara, Signora degli Elementi, e depongo la mia vita ai tuoi piedi perché tu ne faccia ciò che più ti aggrada. Chiedi ed io obbedirò. Se saranno le mie azioni ad essere necessarie, agirò in tuo nome. Se sarà la mia vita che vorrai, morirò al tuo comando. Se sarà la mia anima a doverti servire, la strapperò dal mio petto per fartene dono. E se così vorrai, nulla, né morte né eternità, metteranno fine alla mia volontaria servitù. Per il nome che porto, per le stelle che ne compongono la gloria nel cielo. Questo è il mio giuramento.- una lieve luce azzurrognola avvolse le mani intrecciate dei due ragazzi quando Draco concluse la formula.

I Grifoni osservavano allibiti la scena, solo Hermione era vagamente consapevole di cosa potesse voler dire ciò a cui stavano assistendo. Blaise aveva gli occhi lucidi, mai avrebbe sperato che Draco dedicasse quel giuramento a qualcuno di diverso da chi aveva deciso Lucius. Ma ora era fatta, Draco era salvo, la sua anima era salva. E probabilmente quello zuccone impulsivo non se n’era neppure reso conto. Lo guardò alzarsi, posare un bacio sulla fronte della ragazza che lo guardava a occhi sgranati e lasciare la biblioteca senza dire altro e senza guardare nessuno.

- Draco…- Chiara sussurrò guardandolo andar via - Che cosa hai fatto?- chiese sconcertata.

- Ti ha regalato la sua vita, Chiara.- le rispose Blaise - Ti ha letteralmente dato potere di vita e di morte su di lui.- si girarono tutti verso il Serpeverde - E’ un’antica formula della famiglia Black, coniata ai tempi della cavalleria. Quando giurare fedeltà a qualcuno, voleva dire essergli davvero fedeli. I Black non tradivano, ne andava dell’onore, ma se lo avessero fatto… Potevano venir puniti all’istante e nel modo che più piaceva a colui che avevano tradito.- la guardò - Elementi o meno, ora ti basta una parola, suffragata da una reale intenzione, e di lui non rimarrà più nulla.-

Chiara stava scuotendo piano la testa, non era vero, non poteva averlo fatto - Perché?!- chiese sconvolta.

- Perché hai creduto in lui.- le rispose Blaise con un lieve sorriso - Perché gli hai messo la tua vita tra le mani senza timore, con piena fiducia. E’ stato il suo modo di dirti che non ti tradirà, che la tua fiducia è ben riposta: ti ha dato lo stesso potere su di lui.-

- Perché?- chiese ancora la ragazza.

Blaise comprese - Perché nessuno lo aveva mai fatto prima.- rispose semplicemente.

Chiara si alzò e corse via. Lanciò un silenzioso richiamo all’Aria perché lo trovasse, doveva trovarlo, doveva parlargli.

Intanto i cinque rimasti in biblioteca erano ancora attoniti in silenzio intorno a quel tavolo, tentando di metabolizzare gli avvenimenti dell’ultima ora. Prima la scoperta della verità su Chiara, poi quel gesto incredibile di Malfoy…

- Non riesco a crederci.- Ginny espresse infine a voce il pensiero generale dei Grifoni.

- Neppure io, Ginevra.- le rispose Blaise - Ma sto ringraziando Merlino, Morgana e tutto il Creato perché è accaduto.- lo guardarono interrogativamente - Lucius aveva deciso da tempo a chi Draco avrebbe dovuto fare quel giuramento.- scambiò uno sguardo eloquente con Harry - Credetemi se vi dico che sono contento abbia deciso di disobbedirgli.-

- Se Lucius lo scopre, Draco è morto.- disse Hermione.

- Non lo scoprirà, non c’è modo di accertare se lui abbia o meno pronunciato il giuramento. C’è un’altra cosa…- li guardò attentamente - Non l’ho detto a Chiara perché è già abbastanza quello che sa per ora. Il giuramento che Draco ha pronunciato era nella sua forma più completa. C’è una frase che di solito non veniva pronunciata, ma che lui ha detto: “Dedico e lego ora la mia esistenza alla tua”. Questa frase intende letteralmente ciò che dice.-

- Vuoi farci credere…- Ron.

- No.- lo interruppe Blaise - Non intendo farvi credere nulla. E’ la pura verità.-

- Se lei muore, muore anche lui. Questo stai dicendo?- chiese Hermione, Blaise annuì - E se muore lui?-

- Non può.- la riccia spalancò gli occhi comprendendo - Sì: non può morire finché lei è in vita. A meno che non sia lei a chiedere la sua morte.-

- Ma no, le parole all’inizio.- intervenne Harry - “Da oggi fino al giorno della mia morte”, così ha detto.-

- Sì certo, perché lei ha il potere di dargli la morte. Il giuramento non può essere più di tanto esplicito, perché è un vincolo “privato” tra chi lo fa e chi lo riceve. Dire: da oggi per tutti i giorni della tua vita renderebbe alquanto palese i sottintesi, no?-

- Non riesco a credere che quel ragazzo altezzoso, antipatico, spocchioso e irriverente abbia fatto una cosa così…- Ginny boccheggiava in cerca delle parole - Così… Così dannatamente dolce! Me lo fa quasi trovare simpatico!- guardò Blaise con furia - Io odio Malfoy! Non posso trovarlo simpatico!-

Blaise rise, di cuore, rise fino ad avere le lacrime agli occhi. Rise finché anche gli altri si unirono a lui. Perché nel momento in cui la persona che più detesti al mondo si rivaluta ai tuoi occhi non puoi fare altro che prendere atto dell’accaduto. E ridere.

Chiara intanto stava correndo a perdifiato lungo uno dei sentieri del parco, gli Spiriti dell’Aria che le suggerivano la direzione, finchè superato un dosso lo vide. Stava correndo anche lui, ed era veloce. Chiara era ormai senza fiato così invocò l’Aria “Che non vada oltre” ordinò continuando a inseguirlo. E Draco si fermò di botto, rimbalzando contro una barriera invisibile. Allungò una mano tastando davanti a se: un solido nulla gli bloccava la strada, come se un muro d’aria si fosse materializzato sul sentiero.

“Un muro… D’Aria. Chiara!” pensò.

Si voltò e la vide, stava correndo a rotta di collo sul sentiero che lui stesso aveva appena percorso, i lunghi capelli neri che svolazzavano alle sue spalle e eteree forme traslucide che le vorticavano intorno guidando i suoi passi.

“Ha usato l’Aria per trovarmi!” era sbalordito.

- Ma sei pazza?!- si adirò quando lei si fermò a qualche passo da lui piegandosi in avanti per riprendere fiato - E se qualcuno ti avesse vista circondata da… Da quelle cose?!- chiese indicando le forme baluginanti che danzavano intorno a loro - Cosa credi che succederà se qualcuno le nota? Cosa pensi accadrebbe se uno qualunque di Serpeverde dovesse capire chi sei?!- era infuriato.

Lei lo guardò a occhi spalancati per un istante, poi fece l’ultima cosa che lui pensava possibile mentre la sgridava: fatti due passi in avanti lei si slanciò tra le sue braccia stringendolo con quanta forza aveva.

- Non dovevi farlo.- gli disse sottovoce - Non eri obbligato, non mi dovevi nulla.- si sporse all’indietro per guardarlo negli occhi - La mia fiducia non ha un prezzo, Draco: non dovevi “pagarmi” nulla. Io mi fido di te, mi sarei fidata anche senza che tu…-

Lui le posò un dito sulle labbra zittendola - Lo so.- disse passando le nocche sulla guancia della ragazzina - Lo so, non l’ho fatto in pagamento. L’ho fatto perché ho desiderato farlo, solo per quello. Perché ho sentito che se al mondo esiste qualcuno a cui avrei voluto fare quel giuramento, quel qualcuno sei tu.- abbassò lo sguardo - Io non sono una brava persona, Chiara. Tutti gli aggettivi negativi che la gente mi da sono più che meritati. Io… Volevo essere come mio padre. L’ho voluto per tanto tempo, sai? Mi ci sono voluti anni per capire che non sarebbe cambiato nulla tra me e lui se anche io avessi incarnato tutti i suoi desideri. Io, per Lucius Malfoy, non rappresento altro che un bene, qualcosa di sua proprietà. Ero così arrabbiato… E qui a scuola sfogavo, e sfogo tutt’ora quella rabbia su chiunque mi passi davanti.- la guardò di nuovo - Io sono quello che sono, Chiara. Ma con te… Per qualche motivo tu riesci a tirare fuori quel poco di bontà che ho ancora da qualche parte.- sorrise - Forse mia madre ha ragione, forse non sono ancora totalmente marcio. E se è così, quel poco voglio che lo abbia tu. Perché solo tu sei riuscita a vederlo in me, e a farlo uscire. A far sì che Draco Malfoy riuscisse a guardare quelli che insultava e ammettesse con se stesso che, se lo faceva, era solo perché li invidiava.- rise amaro - Ridicolo vero? La mia famiglia possiede terre, palazzi e denaro e io invidio un orfano, un pezzente e una sanguesporco.- prese un respiro e fece un passo indietro per guardarla meglio - Io non sarò mai come loro, mai. Io sono e sarò sempre io, coi miei atteggiamenti, la mia alterigia e tutti i miei difetti. E’ tutto qui ciò che sono, ma te l’ho offerto, te lo offro, consapevolmente. Accetta ciò che ti ho dato, Chiara, e fa di me una persona migliore. Te ne prego.- concluse in un soffio.

E lei, nell’accettare infine quel dono così impegnativo, si chiese per la prima volta se davvero era troppo giovane per poter dare un nome alle emozioni che le attanagliavano il petto…

 



Angolo dell'autrice

Colpo di scena! E Draco fece qualcosa di davvero inaspettato! ;)
Finalmente si scoprono i famosi poteri misteriosi di Chiara, cosa
voglia dire essere ciò che è lei. Che ve ne pare?
Spero che la storia vi stia piacendo, ci sono ancora un paio di colpi
di scena in serbo nei prossimi capitoli. E si scoprirà qual è il famoso
"favore" che il preside italiano chiese a Silente.
Fatemi sapere cosa pensate della "Ruota"! Perchè se non ritenete che
valga la pena, lascio stare gli altri libri e mi dedico ad altri progetti!
Grazie!
Sara

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Capitolo 8
*** Secondo Intermezzo ***


Nota dell'autrice

Buongiorno! Eccovi il nuovo capitolo più l'intermezzo!

Vi scrivo per avvisarvi che domenica prossima posterò
regolarmente. Ebbene sì: "lavorerò" per voi anche a Natale!
Per farvi, spero, un regalo gradito: il capitolo finale del
primo libro dedicato alla Ruota degli Elementi! ;)
Inoltre, per chi segue l'evolversi del mio romanzo (Sangue Indiano)
posterò regolarmente i nuovi capitoli la Vigilia.
Grazie e buona lettura!
Sara



Secondo Intermezzo

 

 

10 luglio 1993

 

I giardini di Villa Contarini erano un tripudio di colori in quella tarda mattinata di luglio. Il professor Silente e la professoressa McGranitt si guardavano intorno con evidente piacere: le aiuole fiorite, i boschetti frondosi, il lago coperto di ninfee rosate, il profumo dei fiori misto a quello dell’erba appena tagliata, tutto contribuiva a rendere magica l’atmosfera. Adagiata sui prati nel sole, l’antica Villa sonnecchiava con le imposte chiuse in quella giornata di sole. Gli allievi erano via da settimane e altrettante ne sarebbero passate prima che fossero di ritorno. Squadre di giardinieri invisibili si prendevano cura di quel parco, uno dei più belli d’Italia, che di giardini notevoli ne vantava molti. Il professor Stiroli li stava aspettando all’entrata del padiglione affacciato sul lago, un caldo sorriso di benvenuto gli illuminava i tratti severi e affascinanti mentre scendeva i pochi gradini per stringere la mano al collega e fare un galante baciamano alla strega.

- Amici miei che piacere! Venite, accomodatevi.-

Li fece entrare nel padiglione, sedettero e il pranzo venne servito. Erano ormai al dolce, crostata di lamponi con crema alla vaniglia, quando finalmente l’argomento dell’incontro venne introdotto.

- Vi chiederete immagino cosa possa essere successo di così delicato da non poter essere scritto per lettera…-

- In effetti sì, Francesco,- rispose la professoressa McGranitt - ce lo siamo chiesti.-

- Ebbene, Minerva cara…- Stiroli sollevò lo sguardo e incontrò quello di Silente - Tu sai vero?-

- No, non so. Però ho una fervida immaginazione.- rispose Albus sorridendo.

L’italiano sorrise a sua volta poi tornò a guardare la strega - Esiste una Profezia, Minerva, che parla dell’avvento, una volta ogni cento anni, di un Dominatore degli Elementi. Un individuo che nasce col Dono Elementale, qualcosa che nessuno può insegnare e che nessuno può togliergli. Ora, era ormai un lustro che tenevo d’occhio i nuovi allievi, essendo il secolo di attesa ormai finito. Ed ora, finalmente, quell’individuo così speciale è arrivato.- prese una fotografia magica dalla tasca e la porse agli altri due: una ragazzina con folti capelli neri che le cadevano in onde lucide dietro le spalle, viso delicato e occhi scuri sorrideva dall’immagine agitando la mano in un saluto - Si chiama Chiara Gastaldi. Marzo scorso ha compiuto dodici anni e, sotto quella Luna Piena, ha compiuto la sua prima Iniziazione.- sospirò guardando Silente - Oh, Albus, non puoi immaginare… E’ stato così incredibilmente emozionante…- si interruppe lo sguardo perso in lontananza.

- Immagino che tu non ci abbia chiamati qui solo per darci la notizia.- disse Silente dopo qualche momento di silenzio.

- No, ovvio che no. Sarebbe bastata una comunicazione via camino per questo. No, il fatto è che Chiara è in pericolo. Vedete da quando la Sibilla pronunciò la Profezia un gruppo di persone, dedite al culto degli Elementi, si è prefissata l’obbiettivo di trovare questi individui “benedetti”, ufficialmente per esserne i devoti seguaci, in realtà per sfruttare i poteri immensi di cui sono dotati. Immaginate una ragazzina così giovane, fatta prigioniera e cresciuta negli ideali sbagliati… Capite che proteggere questa bambina è ora la mia priorità. Villa Contarini ha sempre protetto i Casters, così vengono chiamati in segreto coloro che hanno il potere di Dominare gli Elementi. Sono ventiquattro secoli che li proteggiamo, ma questi sono tempi talmente incerti che temo non ne saremo in grado.-

- Casters. Ma non è il nome di una delle Caste in cui è diviso il corpo studentesco di questa scuola?- chiese Minerva.

- Sì. Il modo migliore per proteggere un segreto è sbandierarlo davanti agli occhi di tutti camuffato in qualcos’altro.- sorrise Stiroli - Per questo esiste una Casta con questo nome. E Chiara ne fa parte. O ne avrebbe fatto parte l’anno prossimo al rientro a scuola…-

- Perché il condizionale? Non tornerà?- chiese Albus.

- No. Se tu accetterai di farmi il favore per cui ti ho chiesto di venire.- i due inglesi iniziavano a capire - Albus io sono un buon mago, ma tu… Se qualcuno può proteggerla nel momento in cui la sicurezza di Villa Contarini viene meno, quello sei tu. E Hogwarts. Hogwarts è una fortezza, lo so bene. Ed è questo che voglio per Chiara: una fortezza inespugnabile che la protegga.-

- Ma, Francesco…- iniziò Silente.

- Villa Contarini è compromessa, Albus: c’è un traditore.- gli altri due spalancarono gli occhi - E mi dispiace dire che so anche chi è. Era da tempo che avevo la sensazione che qualcosa non andasse e, alla fine ho scoperto cosa. Non potevo liquidarlo, avrebbe capito che sapevo. E non potevo rischiare che infiltrassero qualcun altro: non lo avrei scoperto in tempo. Ringrazio Merlino di aver scoperto chi era prima dell’arrivo di Chiara: tremo all’idea di cosa sarebbe potuto succedere altrimenti. Ho fatto in modo che questa persona fosse via per un seminario nei giorni dell’Iniziazione e poi ho tenuto Chiara lontana da questo “professore”… Non merita quel titolo.- era sconsolato - Per fortuna non insegna agli allievi del primo anno quindi è stato facile fare in modo che non si incrociassero. A Chiara ho rivelato la verità solo a scuola finita: non volevo avesse paura e quindi rischiasse di perdere il controllo di se in sua presenza.-

- Hai fatto bene Francesco.- Silente scambiò un’occhiata con la professoressa che annuì lievemente - E’ ovvio che Hogwarts darà asilo alla tua allieva. Per l’anno prossimo e per tutti i restanti anni di scuola, se sarà necessario. Devo però avvisarti: girano voci, voci insistenti, che Voldemort stia tornando, Francesco. Harry Potter è a Hogwarts in questi anni e tu sai quanto me che la prima cosa che Lui cercherà di fare sarà arrivare a Harry e tentare di ucciderlo. Ci ha già provato, a dire il vero.-

- Capisco…- disse Stiroli dopo qualche istante - Capisco il rischio. Ma, Albus, se non altro Lui non sta cercando Chiara…- concluse con un mesto sorriso.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo Quinto ***


Nota dell'autrice

Buongiorno! Eccovi il nuovo capitolo più l'intermezzo!

Vi scrivo per avvisarvi che domenica prossima posterò
regolarmente. Ebbene sì: "lavorerò" per voi anche a Natale!
Per farvi, spero, un regalo gradito: il capitolo finale del
primo libro dedicato alla Ruota degli Elementi! ;)
Inoltre, per chi segue l'evolversi del mio romanzo (Sangue Indiano)
posterò regolarmente i nuovi capitoli la Vigilia.
Grazie e buona lettura!
Sara



Capitolo Quinto

 

 

Dopo quell'incredibile sabato pomeriggio quel groppo così eterogeneo si unì, se possibile, ancora di più. Avevano stabilito una linea di condotta per tenere al sicuro Chiara, principalmente si sarebbero astenuti dal parlare delle doti della ragazza e delle sue "stranezze" a meno di non essere in un luogo sicuro e silenziato, e avevano ripreso la routine dello studio.

Draco e Harry ricominciarono a insultarsi e azzuffarsi nei corridoi almeno un paio di volte alla settimana di modo da non insospettire gli attenti Serpeverde che avevano notato un ammorbidimento nei loro rapporti nell'ultimo periodo: Draco era preoccupato che potessero diventare curiosi, i Serpeverde curiosi erano l'ultima cosa che serviva loro in quel momento.

Intanto le lezioni del giovedì sera con Lupin stavano dando qualche frutto: anche Chiara iniziava a veder spuntare la nebbiolina argentea dalla bacchetta. Poi una sera, mentre stavano chiacchierando tra una comparsa e l'altra del "Dissennatore", una battuta di Harry le riportò alla mente il momento esatto in cui Draco le aveva chiesto di accettare il suo dono, la sua vita, e con quel ricordo e quella gioia nel cuore affrontò il falso Dissennatore.

- Expecto Patronus!- esclamò.

E una forma maestosa emerse dalla sua bacchetta librandosi in volo e investendo il Dissennatore, respingendolo e facendolo richiudere nel baule, prima di svanire lasciandoli a bocca aperta.

- Bravissima, Chiara!- esclamò stupito Lupin.

- Era...- tentò di parlare lei ancora a occhi sgranati sulla stanza vuota.

- Sì, era il tuo Patronus.- confermò il professore.

I due ragazzi intanto si stavano scambiando un'occhiata allibita.

- L'hai visto anche tu?- chiese Harry.

- Sì...- rispose con la bocca secca il biondo.

- E'...è un...-

- Sì...-

- ...-

Il Patronus di Chiara era un Drago.

Blaise fu l'unico a non stupirsi quando quella notizia fece il giro della loro compagnia, dopo tutto, ai suoi occhi, era assolutamente sensato che qual particolarissimo animale potesse essere il suo "Spirito Protettore". I Draghi erano da sempre accomunati agli Elementi, con la cui magia erano molto in sintonia. E un "drago" le aveva giurato fedeltà eterna. Non per quello sentì di doversi esimere dal prendere in giro il suo amico che, nella settimana seguente, minacciò di schiantarlo almeno una volta al giorno. Salvo sentirsi ricordare che gli schiantesimi non li avevano ancora studiati. Ma, come il motto della scuola insegnava, non si stuzzica il drago che dorme, così l'aver passato un'intera notte impastoiato gli fece passar la voglia di fare ulteriori battute.

Dal canto suo Chiara altalenava tra la gioia segreta per quel particolarissimo Patronus e l'imbarazzo totale nel notare le occhiate che i suoi amici si scambiavano ogni volta che lei e Draco erano nella stessa stanza. Ormai, per farla arrossire, bastava un semplice saluto fatto con "quel certo tono di voce". Finchè un giorno si decise a rispondere per le rime a Ron facendogli notare che, prima di prendere in giro il Patronus altrui, avrebbe fatto meglio a scoprire qual era il suo. Dopo di che diede un'occhiata circolare a tutto il tavolo per far ben comprendere che era rivolto a tutti e se ne andò lasciando dietro di sè cinque bocche aperte e un mezzo ghigno soddisfatto.

 

Il compleanno della ragazzina si avvicinava e i suoi amici si stavano spremendo per organizzarle qualcosa di speciale. Chiara compiva gli anni il ventuno, l'Equinozio, il primo giorno di primavera, un lunedì. La luna piena sarebbe stata la notte della domenica seguente, e in vista dell'agitazione che di sicuro avrebbe colpito la loro amica, volevano farle passare una bella giornata di compleanno. Non potevano fare nulla per le ore di scuola, di certo non potevano saltare le lezioni, ma per il pomeriggio volevano organizzare qualcosa. Alla fine fu Blaise ad avere l'idea che piacque a tutti: una festicciola con tanto di torta nella sala da tè di Madama Piediburro. La cosa difficile fu ottenere il permesso dalla professoressa McGranitt la quale era fermamente convinta che far uscire dal Castello Harry con Sirius Black in giro fosse una follia, per quanto in pieno giorno e di lunedì quando gli allievi di Hogwarts non avevano il permesso di andare al villaggio. Senza contare che Chiara era al secondo anno e quindi non avrebbe potuto visitare il villaggio fino all'anno seguente. Alla fine fu l'intervento del Preside, giunto "per caso" nell'aula di Trasfigurazione nel bel mezzo della perorazione, a dare la svolta decisiva e, soprattutto, positiva. Disse che le probabilità che Sirius Black potesse essere nella sala da tè di Hogsmade di lunedì pomeriggio erano davvero minime e che non c'era nulla di male a concedere alla ragazzina un permesso speciale data la situazione. Aggiunse poi che, volendo, la professoressa poteva unirsi ai ragazzi per fare gli auguri a Chiara: avrebbe potuto così assicurare loro protezione. Così, organizzato tutto in segreto da Hermione durante il sabato di uscita precedente al ventuno, i ragazzi attesero pazienti il lunedì.

Il giorno del suo compleanno Chiara si era svegliata contenta. Adorava il proprio compleanno, nessuno capiva perchè, ma la metteva di buon umore. Buon umore che iniziò a spegnersi a colazione quando nessuno dei suoi amici di Grifondoro le fece gli auguri. Si spense ancora un po' nell'incontrare i due Serpeverde che si limitarono a salutarla con un cenno presi da una discussione sul Quidditch. La ragazzina si chiedeva come fosse possibile che si fossero dimenticati del suo compleanno quando, fino a una settimana prima lo nominavano di continuo. Ma le lezioni iniziarono lasciandole poco tempo per pensare. A pranzo Hermione sparì in biblioteca con Ron e Harry per un ripasso veloce in vista dell'interrogazione di Erbologia e Ginny, coinvolta in una conversazione da due compagne Corvonero si fermò a mangiare con loro lasciando Chiara da sola al solito posto a cincischiare il cibo: la fame le era completamente passata. Dall'altra parte della Sala Draco e Blaise la osservavano rattristati, speravano solo che la sorpresa del pomeriggio la ripagasse di quella tristezza.

Finite le lezioni ufficiali Chiara si diresse verso la Stanza delle Necessità per la lezione di Antiche Rune quando si vide venire incontro Hermione carica di pacchi. Gliene mise in mano la metà dicendo che la professoressa McGranitt le aveva chiesto di portarli all'ufficio postale e che le aveva dato il permesso di portare Chiara con se per aiutarla con tutta quella roba. Se non altro qualcosa di diverso per distrarsi, si ritrovò a pensare la più giovane indossando il mantello. Tennero un buon passo mentre Hermione ciarlava di quanto le piacesse l'ufficio postale di Hogsmade con tutti quei gufi così diversi tra loro. Entrando nel villaggio fecero una deviazione perchè, a detta di Hermione, dovevano prendere un altro pacco da spedire dalla proprietaria della sala da tè. La campanella sulla porta trillò quando entrarono e Madama Piediburro sorrise loro indaffaratissima.

- Oh bene eccovi: è sul tavolo della saletta sul retro, andate pure a prenderlo.- disse servendo due clienti.

Le due ragazze si avviarono lungo il corridoio, Hermione rimase qualche passo indietro fingendo di sistemare la pila di pacchi che aveva in mano così da far entrare prima la ragazzina e, com'ella ebbe varcato la soglia si ritrovò coperta da una pioggia di coriandoli.

- Sorpresa!!!- esclamarono in coro i suoi amici.

Chiara sgranò gli occhi alla vista di tutti loro, del tavolo apparecchiato e dell'enorme torta che faceva bella mostra di se su un'alzata.

- Tanti auguri di buon compleanno, signorina Gastaldi.- disse sorridendo la professoressa McGranitt, anche lei presente.

Con un colpo di bacchetta Hermione ritrasfigurò la carta dei pacchi che avevano portato fin lì che da marrone, carta da pacco, tornarono multicolore carta da regalo.

Il pomeriggio volò in allegria, anche la professoressa si ritrovò più volte a ridere di cuore per le amichevoli schermaglie che si sviluppavano in quel groppo così eterogeneo. In cuor suo era soddisfatta e felice di vedere quei ragazzi, un tempo così acerrimamente nemici, andare d'accordo.

Soprattutto vedere Draco e Harry prendersi ironicamente in giro ma senza cattiveria era un risultato a dir poco sbalorditivo. La strega si ritrovò così a concordare con Silente: Chiara aveva fatto un vero e proprio miracolo.

 

La luna splendeva piena nel cielo e nuovamente la ragazzina vestita di bianco camminava con passo sicuro verso il luogo dov'era attesa. La riva del laghetto in mezzo alla foresta era silenziosa, le pietre umide brillavano alla luce lunare e una lieve brezza muoveva le fronde degli alberi che circondavano lo specchio d'acqua. Ad attenderla, questa volta, c'erano più persone: il professor Stiroli, ovviamente, Silente e la McGranitt. E i suoi amici. Tutti in perfetto silenzio la osservavano avanzare finché, giunta in prossimità dell'acqua, si fermò. Scambiò uno sguardo rapido con Draco che la guardava con la stessa espressione ammirata do Halloween, poi guardò il professor Stiroli che le sorrise incoraggiante: lei sapeva cosa doveva fare. Chiara chiuse gli occhi prendendo dei lenti, lunghi respiri finchè la percezione di ciò che aveva intorno si annullò totalmente nella concentrazione, quindi, sollevate le mani e la bacchetta, iniziò a sussurrare l'Incanto dell'Acqua. Ancora una volta la luce l'avvolse, luce azzurrata questa volta, il Bastone Elementale comparve di nuovo, il simbolo dell'Acqua sul puntale aureo circolare e quattro anelli d'oro, e lei l'impugnò. Recitando la seconda stringa riprese a camminare avventurandosi sull'acqua del lago che, ubbidiente, la sostenne come fosse solida. Giunta a qualche metro dalla riva Chiara iniziò a muoversi nella Danza dell'Acqua, la quale rispose con impeto al suo richiamo. Ed ecco che onde concentriche iniziarono a raccogliersi sotto i piedi della ragazza sollevandola verso l'alto, rivoli d'Acqua cominciarono a scorrere dal lago verso il cielo racchiudendola in una bolla luminosa e trasparente. Figure evanescenti ammantate di quella stessa luce azzurrina, Spiriti dell'Acqua, presero a vorticare intorno a quella bolla, accompagnando la loro Signora nella sua Danza.

Gli spettatori sulla spiaggia osservavano rapiti lo spettacolo dinanzi a loro, gli occhi umidi di emozione e i respiri trattenuti. Draco aveva occhi solo per Chiara, per la sua grazia eterea nella danza, per i movimenti fluidi e potenti delle sue mani, per la luce ultraterrena dei suoi occhi. Fece un involontario passo in avanti, chiamato da quella creatura magnifica che volteggiava quasi incorporea sull'acqua. Silente lo fermò posandogli una mano sulla spalla, nulla doveva interrompere quel rito, neppure qualcosa che Chiara stessa, il suo cuore, aveva chiamato. L'anziano mago sapeva che lei non era realmente cosciente e consapevole in quel momento, la trance era quasi totale, e che quindi non si era resa conto di star chiamando il ragazzo. Il richiamo del cuore, Silente sorrise. Che cosa magnifica le emozioni...

Danzando Chiara stava tornando a riva e, ormai al sicuro sulla spiaggia, concluse l'Incantesimo che, nuovamente in un lampo di luce, si dissolse. Il silenzio e l'oscurità furono abbacinanti per coloro che avevano assistito. In silenzio tornarono verso il Castello, il professor Stiroli teneva una mano dietro la schiena di Chiara per aiutarla a trovare il sentiero al buio, gli altri li seguivano.

Rientrati al castello i professori spedirono a letto i ragazzi ma, prima di separasi, senza che Chiara se ne accorgesse, i due gruppi si fecero in cenno d'intesa, poi raggiunsero le rispettive sale comuni. Chiara era esausta, in silenzio per non svegliare le compagne di camera lei e Ginny si cambiarono e si infilarono nei letti. Grata per quella comodità confortante la ragazzina si addormentò subito. Ginny attese qualche minuto per sicurezza poi, silenziosa, prese il mantello e uscì dalla stanza. Riunitasi agli altri uscirono di nuovo dalla Sala Comune e si avviarono al settimo piano. Qualche corridoio prima della Stanza delle Necessità incrociarono i due Serpeverde e, tutti insieme, raggiunsero la porta che andava delineandosi sul muro.

- Chi ha pensato all'arredamento?- chiese Harry guardandosi intorno mentre la porta si chiudeva.

- Io.- rispose una voce gelandoli tutti sul posto.

Albus Silente era comodamente seduto sulla poltrona davanti al caminetto e li guardava divertito, fece loro cenno di sedersi sui divani intorno a lui.

- Miei cari ragazzi,- esordì - davvero pensavate che non immaginassi la ridda di domande e discussioni nelle vostre menti dopo questa sera?- scosse la testa divertito - Non riuscirei a prender sonno io, immagino voi!-

- Quindi... Non è arrabbiato perché siamo qui?- chiese Hermione.

- Per nulla, signorina Granger. Al contrario sarei stato deluso di non vedervi arrivare.- guardò Ginny - La vostra amica dorme?-

- Sì, signore. E' crollata come ha toccato il letto.-

- Lo immaginavo. Ha usato parecchia magia, questa sera- li guardò - Uno spettacolo portentoso, non è vero?- loro annuirono - Francesco Stiroli mi ha confidato che è stato ancor più emozionante dell'anno scorso. Il che è tutto dire visto che Chiara danzò la Danza dell'Aria sospesa sul nulla!- rise pacato - Non credevo davvero di poter assistere, nella mia vita, a una tale magia...- si appoggiò allo schienale della poltrona fissando il fuoco.

- Ora cosa succederà?- chiese Blaise.

- Non molto, signor Zabini, riprenderete la vita di tutti i giorni.-

- Come?- chiese Ron - Perché non so gli altri ma io non mi sento proprio uguale a ieri!- annuirono tutti.

Silente sorrise - Quella che avete vissuto è un'esperienza che cambia molte cose, signor Weasley. Per questo nulla deve cambiare.-

- Per proteggere ciò di cui siamo stati testimoni.- aggiunse sottovoce Draco.

- Precisamente, signor Malfoy,- approvò il Preside - precisamente. Lei vi ha concesso il dono più grande che potesse farvi: la sua realtà. Ora sta a voi, con le vostre azioni e parole, proteggere quel dono. E colei che ve l'ha fatto.-

Rimasero in silenzio riflettendo qualche minuto.

- Agire, vivere e parlare come se questa sera nulla fosse accaduto.- disse infine Hermione – Perché anche i muri hanno occhi e orecchie. Una parola incauta e Chiara può venir scoperta.-

- Esatto.- confermò Silente.

- Professore..?- chiamò Harry - Perché Chiara è qui? Perché non ha continuato gli studi in Italia?- chiese dando voce alla domanda che tutti si erano posti.

Così Silente raccontò loro dell'incontro avvenuto nel luglio precedente e ciò che il professor Stiroli gli aveva detto sui pericoli che correva Chiara. Alla fine i ragazzi si scambiarono occhiate preoccupate ripensando a tutte le volte che avevano parlato delle loro teorie o di ciò che Chiara era, in luoghi potenzialmente rischiosi. Avrebbero dovuto essere più prudenti da quel momento in avanti...

Esauriti gli argomenti Silente li mandò tutti a letto con l'ordine di andarci davvero, questa volta. Prima che lasciasse la stanza però trattenne uno di loro.

- Signor Malfoy vorresti per favore fermarti ancora qualche minuto?-

Sorpreso il biondo Serpeverde annuì e fece cenno a Blaise di andare: si sarebbero visti in camera.

La porta si chiuse lasciando i due da soli. Silente gli fece segno di sedersi di nuovo lì con lui e lo osservò un momento.

- Cosa ti turba, Draco?- gli chiese sorprendendolo con l'uso del nome.

- Mi chiedevo - disse il ragazzo dopo qualche istante - perché mi sono mosso, perché ho sentito l'impulso a andare verso l'acqua, quando tutti gli altri erano immobili.-

Silente sospirò - Perché Chiara era te che chiamava, non noialtri.- disse sereno.

- Cos..? No, non ha chiamato!-

- No, è vero, non a voce. Ma la sua essenza più intima, il suo cuore se vogliamo, ti chiamava. Io riuscivo a sentire quella particolare voce.- gli rivelò - Altrimenti come potevo sapere di doverti fermare? Che ti saresti mosso?-

Draco abbassò lo sguardo - Pensavo che si fosse immaginato che avrebbe dovuto impedirmi di fare stupidaggini. Che mi tenesse d'occhio perché sa che sono un debole e quindi che...- si interruppe a corto di parole.

- Ragazzo mio, tu non sei un debole!- esclamò sconcertato Silente - Come ti è venuta questa idea?!-

- Mio padre...- il tono amaro - Lui dice sempre che sono debole, che la mia debolezza lo mette in imbarazzo, che dà disonore al cognome che porto.-

Albus sospirò sconsolato - Lucius ha passato la vita sentendosi dire le stesse cose da suo padre. Speravo avesse capito che non è così che si cresce un figlio... Draco, guardami.- obbedì - Forse non lo credi ma io non passo tutto il tempo a osservare Harry, sai? Io osservo tutti i miei allievi. E tu, mio caro ragazzo, sei tra quelli che preferisco osservare.- Draco spalancò gli occhi sorpreso – Sai perché? Perché al di là dei tuoi atteggiamenti, delle tue parole sprezzanti e degli scherzi che combini ai tuoi compagni, io vedo un ragazzo dotato di intelletto fino, un mago di grande potenzialità e un pozionista di talento.- gli posò una mano sulla spalla - No Draco, tu non sei debole, non sei stupido e non sei inetto. Tu sei uno dei migliori della tua generazione, dei più promettenti. E Chiara, il suo cuore, ha guardato dentro di te e ha visto tutto questo. E questa sera, in quel momento così speciale nella sua vita, ti avrebbe voluto con lei. Per questo il suo cuore ti ha chiamato. E il fatto che tu abbia risposto mi dice che anche tu avresti voluto esserle accanto, sbaglio?- Draco scosse la testa - Tu tieni molto a quella ragazzina, non è cosi?-

- Si...- rispose dopo qualche istante.

- Ne sono lieto.- disse il Preside con un sorriso.

- Com'è possibile, signore?- chiese Draco sconcertato - Come posso tenere a lei così, in questo modo, ora? Posso davvero dire di "amare" qualcuno? Merlino, nemmeno so cosa voglia realmente dire, quella parola.- disse coprendosi la faccia con le mani, esasperato.

- Amore è una parola che abbraccia una grande gamma di colori, Draco. Quindi sì, è possibile. Ora l'amore per voi ha un colore delicato, tenero come il germoglio che è. Quale colore prenderà in futuro...- sorrise - Ebbene lo vedremo, ti pare? E' inutile angustiarsi adesso. E ricorda: il cuore non è mai troppo giovane o troppo vecchio per quella parola.- concluse.

Rimasero in silenzio qualche minuto poi Silente si alzò invitandolo a fare altrettanto e si avviarono alla porta. Prima di aprirla però l'anziano Preside guardò nuovamente negli occhi il ragazzo.

- Ancora una cosa. Voglio che tu sappia che la mia porta è aperta per te, Draco. Lo è ora e lo sarà sempre. Se avrai bisogno di consiglio o di aiuto potrai sempre contare su di me, d'accordo?-

- Anche se non sono il Prescelto?- ironizzò con un mezzo sorriso.

- E chi dice che anche tu non lo sia? Abbiamo tutti un nostro ruolo nel mondo, Draco, siamo tutti prescelti per qualcosa. Harry per sconfiggere definitivamente Voldemort, speriamo. Tu...- si interruppe.

- Io?- chiese curioso.

- Tu, forse, per proteggere una piccola strega con un immenso potere. Salva la sua vita Draco, lei salverà la tua anima.- concluse posandogli una mano paterna sulla spalla.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Sesto ***


Nota dell'autrice

Buon giorno e Buon Natale a tutti!!!
Eccoci qui, il mio regalo sotto l'albero: l'ultimo capitolo
del primo libro della Ruota degli Elementi.
Vi scrivo, oltre che per farvi gli auguri, per avvisarvi che
troverete un "errore voluto" nello svolgersi della storia: la
data in cui il Trio incontra Sirius e Harry scopre la verità su
ciò che accadde. Nel libro della Rowling la scena si svolge
il 6 giugno, io l'ho spostata al 25 maggio.
Il perchè di questa scelta è la luna piena. Sì, lo so: sono una
precisina! :D Ma l'idea che Remus si trasformi in una notte
qualunque mi urtava, così, avendo già cambiato tante altre cose,
ho cambiato anche quella.
Ora vi lascio alla lettura. Ancora auguri a tutti!
A presto
Sara






Capitolo Sesto

 

 

Aprile volò via senza quasi che gli allievi del castello se ne fossero resi conto e, improvvisamente, era maggio e gli esami di fine anno incombevano. I ragazzi del quinto e settimo anno si aggiravano per i corridoi e le sale studio con sguardo febbrile, entrando e uscendo dalla biblioteca nella speranza di trovare quel libro in più che avrebbe garantito loro di passare i GUFO e i MAGO con punteggi decenti. Tutti gli altri allievi, sebbene fossero ancora lontani da quei due importanti traguardi, erano comunque in fibrillazione per i test di fine anno. Gli unici moderatamente tranquilli erano Chiara e il suo gruppo di amici, avere a che fare con tutte quelle teste pensanti aveva costretto perfino i due Weasley a lavorare sodo durante quell'anno col risultato che, per la prima volta da che erano in quella scuola, sebbene un certo nervosismo di fondo fosse inevitabile, si sentivano in grado di affrontare gli esami con un certo grado di sicurezza.

Mercoledì 18 gli esami ebbero ufficialmente inizio con le prove scritte di Storia della Magia, Trasfigurazione e Pozioni. Quando avevano visto la suddivisione degli esami Ginny aveva commentato che il grado di sadismo di quella scuola stava raggiungendo livelli di guardia, per una volta né Chiara né Hermione trovarono da ridire.

Il giovedì fu la volta degli scritti di Cura delle Creature Magiche, Erbologia e Incantesimi, venerdì Difesa contro le Arti Oscure, Astronomia e Rune Antiche o Divinazione, a seconda del corso di studi seguito. Dopo un week end di pausa e ripasso il lunedì, martedì e mercoledì seguenti si svolsero le prove pratiche per quelle materie che le prevedevano. Chiara si ritrovò a fare metà esami del secondo anno e metà del terzo perchè venisse valutata la sua idoneità a passare direttamente al quarto anno. Mercoledì 25, quando finalmente la Professoressa Babbling la congedò con un sorriso a trentadue denti che significava promossa, si affrettò a raggiungere la biblioteca dove avevano deciso di riunirsi ad esami finiti. Erano quasi tutti lì, mancava solo Harry che aveva avuto la sfortuna di essere sorteggiato per ultimo per l'esame pratico di Divinazione. Seduta al tavolo chiacchierava allegra con Ginny e Hermione senza accorgersi di Draco che la guardava con un mezzo sorriso, divertito dalla sua descrizione dell'esame di quella che era, insieme a Pozioni, la sua materia preferita. Blaise a sua volta scuoteva il capo e commentò con Ron che per la prima volta da che la conosceva Chiara sembrava la ragazzina tredicenne che in realtà era.

L'arrivo di Harry mise fine all'allegria. Bastò vederlo in viso per capire che era successo qualcosa, Hermione si affrettò a farlo sedere poiché, pallido com'era, sembrava dovesse crollare a terra da un momento all'altro.

- Sfregiato, hai visto un fantasma?- chiese ironico Draco per farlo reagire.

- No.- rispose Harry dopo un istante, si voltò a guardare il biondo negli occhi – La professoressa Cooman ha appena fatto una profezia. Credo sia vera, non le sue solite cavolate.-

- Cos'ha detto?- chiese l'altro improvvisamente serio.

- Che questa notte un servitore si ricongiungerà con Voldemort. E che verrà versato sangue.- ripetè poi con esattezza le parole della donna.

Un silenzio di tomba scese sui sette ragazzi che si scambiarono occhiate preoccupate. Hermione fu la prima a riprendersi.

- Harry, a costo di sembrare cinica, stiamo parlando della Cooman.- lui la guardò – Le avete presentato compiti inventati per tutto l'anno e lei li ha presi per buoni. Voglio dire... Non è esattamente l'Oracolo di Delphi.-

- Hermione potrebbe avere ragione.- intervenne Draco guadagnandosi l'occhiata stupita della ragazza – Sì Mezzosangue, neppure io riesco a credere di averlo detto.- tornò a guardare Harry – Però rimane il fatto che Sibilla Cooman forse ha il Dono ma forse no.-

Harry annuì lentamente, un poco di colore che tornava sulle sue guance – Avete ragione. Dopo tutto quella stanza è così soffocante che qualunque cosa detta là dentro sembra veritiera. Probabilmente è stata solo suggestione.-

Per alleggerire l'atmosfera Ron propose di andare a trovare Hagrid, Harry e Hermione accettarono ma gli altri preferirono rimanere al castello: Ginny doveva vedersi con delle compagne, Blaise doveva scrivere alla madre e Draco aveva promesso a Chiara di insegnarle una variante del Distillato Soporifero così, salutati gli altri raggiunsero la Stanza delle Necessità che si trasformò nel laboratorio di Pozioni appena entrarono e si misero al lavoro preparando gli ingredienti per quella pozione piuttosto lunga e complessa che li avrebbe impegnati ben oltre l'ora di cena.

 

C'era qualcosa di strano nell'aria quella sera. Chiara non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di disagio che provava. Mentre lasciavano la Stanza delle Necessità dopo aver finito la pozione, Draco la scrutava un po' preoccupato: l'aveva vista distratta per tutta l'ultima parte della lezione, e questo non era da lei. In più di un'occasione lei gli aveva chiesto se non percepiva nulla di strano, ma lui non sentiva nulla. Aveva tentato di rassicurarla dicendole che probabilmente si era lasciata suggestionare dal racconto di Harry sulla Cooman, lei aveva annuito poco convinta.

Ora stavano camminando per i corridoi del secondo piano diretti alla biblioteca per cercare gli altri quando delle voci nel corridoio che portava all'ufficio del Preside attirarono la loro attenzione: il Ministro della Magia, accompagnato da quattro Auror e dalla professoressa McGranitt, stava andando verso l'ufficio di Silente parlando concitatamente con la strega. I due ragazzi si scambiarono un'occhiata e si allontanarono di fretta non visti.

- Cosa ci fa qui Caramell?- si chiese Draco.

- Non lo so ma non mi piace.- disse Chiara sempre più inquieta – Dobbiamo trovare gli altri!-

Ripresero la strada per la biblioteca quando la voce di Hermione li fermò dalle scale alle loro spalle.

- Malfoy! Chiara!- chiamò la riccia salendo di corsa i gradini verso di loro.

Chiara la guardò a occhi spalancati – Herm che ti è successo?!- esclamò preoccupata: l'amica era sporca e scarmigliata.

- Non c'è tempo, ascoltate!- li guardò seria – Dovete raggiungere subito il Platano Picchiatore! Piton ci sta andando ora: andate con lui!-

- Cosa? Granger ma...-

- Subitò!- lo interruppe lei concitata – E' di vitale importanza! Andate con lui ovunque vada e impeditegli di intervenire prima che tutti coloro che saranno nel luogo dove andrete abbiano finito di parlare raccontando la storia. E' importante!- sottolineò guardandoli negli occhi – Dovete far sì che Piton senta tutto!-

- Va bene Herm, ma...-

- No! Correte!- li spinse verso le scale – Ora! Non avete molto tempo!-

Pur incerta sul perchè di tutta quella fretta Chiara prese per mano Draco e corsero via.

Trovarono Piton che stava immobilizzando il Platano e lo raggiunsero chiedendogli di portarli con lui. L'uomo si infuriò dicendo loro di tornare al Castello ma i due ragazzi rifiutarono nettamente. Il risveglio del Platano mise fine alla discussione obbligando i tre a cercare rifugio nel passaggio segreto tra le sue radici. Il professore espresse aspramente il suo scontento, dopo di che intimò loro di stare dietro di lui e si avviarono. Il passaggio li condusse all'interno della Stamberga Strillante, seguendo le orme recenti nella polvere salirono silenziosamente al secondo piano. Una luce e delle voci filtravano dalla porta socchiusa in fondo al corridoio. Guardando per terra Chiara si accorse delle condizioni pessime del pavimento e, posata una mano sul braccio di Piton per attirare la sua attenzione, glielo indicò. Con un sussurro e un cenno della bacchetta l'uomo rinsaldò le assi e si avvicinarono alla porta.

- Te ne prego Sirius! Metti giù la bacchetta!- la voce del professor Lupin.

- Tu non capisci Remus! Lui è qui!- una voce roca, sconosciuta, arrabbiata – Non me lo farò sfuggire questa volta!-

- No!- la voce di Hermione e un rumore di passi – Non ti lasceremo uccidere Harry!-

Chiara e Draco si guardarono sconcertati: Hermione era al Castello! Com'era arrivata lì prima di loro?!

- Togliti ragazzina, non mi interessi tu!-

- Sirius! Così li spaventi!-

Piton fece per muoversi ma Draco lo trattenne facendogli poi cenno di ascoltare. Il professore non capiva perchè lo stessero fermando, e in realtà neppure loro, ma anche Chiara ribadì a cenni che dovevano prima ascoltare.

- Harry ha il diritto di sapere la verità!- stava intanto dicendo Lupin.

- La verità?! La verità è che lui ha tradito i miei genitori! Li ha uccisi!- Harry.

Un sospiro – Hai ragione ragazzo. Ma non come credi tu. La storia non è così come l'hanno raccontata.- Sirius tacque.

- E allora com'è?- Hermione.

- Eravamo in quattro una volta.- iniziò Lupin – Sì Harry: ero amico di tuo padre, insieme a Sirius e ad un altro ragazzo di nome Peter Minus.-

Un'imprecazione di Sirius seguita dal suono di uno sputo.

- Lasciami finire, amico mio.-

Chiara sentì Piton irrigidirsi e strinse un poco la mano sul suo braccio, quando la guardò scosse la testa con sguardo implorante facendo segno di ascoltare ancora. Dopo un attimo lui annuì.

- Peter era sempre con noi.- aveva ripreso Lupin – Era un mago mediocre ma era simpatico e venerava James e Sirius. A quei tempi loro adoravano essere adorati, erano i padroni della scuola. E io con loro.- lo sentirono ridere triste a quei ricordi – Poi crescemmo, James e Lily si sposarono e la guerra scoppiò.-

- Il Signore Oscuro, come amava farsi chiamare Voldemort dai suoi seguaci – proseguì Sirius – iniziò a uccidere tutti coloro che lo ostacolavano. A un certo punto prese di mira James, Lily e te, Harry. Tu avevi appena compiuto un anno, eri un bambino, eppure per qualche motivo Lui ti voleva morto...-

- Andavate protetti.- intervenne nuovamente Lupin – L'Ordine della Fenice, la resistenza contro Voldemort, iniziò a spostarvi sempre più spesso ma, puntualmente, i Mangiamorte vi trovavano. Era chiaro che qualcuno nell'Ordine passava informazioni al nemico.-

- Fui io a proporre l'Incanto Fidelius.- riprese Sirius – Mi sembrava la soluzione perfetta: nessuno avrebbe potuto trovarvi, poiché solo una persona avrebbe potuto dire dove eravate. E non l'avrebbe mai fatto. O per lo meno lo credevo...- silenzio.

- Eravamo tutti convinti che fossi tu.- la voce di Lupin – Per dodici anni ti ho maledetto ogni giorno perchè credevo fossi tu.-

- Tutti dovevano crederlo Remus. Era su quello che contavo per proteggerli.-

- Non capisco!- la voce frustrata di Hermione – Non capiamo!-

- Vedi ragazzina, tutti avrebbero dovuto pensare che ero io il Custode Segreto dei Potter. Così avrebbero perso tempo dando la caccia a me, mentre il vero Custode sarebbe stato al sicuro e il suo segreto con lui.-

- Peter...- mormorò Lupin.

- Sì, Remus. Non era un piano perfetto?- Sirius rise sarcastico – Chi mai avrebbe potuto pensare che avrei affidato un simile compito a quel ragazzo inetto e pasticcione? Ma lo credevo un buon amico di James e mio. E sembrava adorare sinceramente Lily. Mi sono fidato di lui, Remus! E lui ci ha traditi tutti!- singhiozzò – James e Lily sono morti, Harry è rimasto ferito e tutto perchè io non ho saputo proteggerli...- un momento di silenzio, poi – Però ora posso vendicarli!-

- Ma...- Herm – Ma Minus è morto!-

- No Hermione, lo pensavamo tutti ma non è così.- Lupin.

- Come lo hai scoperto?- Sirius.

- La Mappa.-

- Cosa?!- la voce sorpresa di Harry.

- Sì Harry. Ricordi cosa mi dicesti di aver visto sulla mappa?-

- Il nome di Minus.- disse il ragazzo dopo un attimo.

- Esatto. La Mappa non mente e non sbaglia, Harry. E questa sera, mentre la guardavo ho visto comparire di nuovo quel nome. Immagina la mia sorpresa quando l'ho visto in tua compagnia.-

- Cos..?- stupore.

- Ronald, posso chiederti cos'hai in tasca?- chiese Lupin al rosso.

- Io? Nulla, solo Crosta, solo il mio topo.-

- Quello non è un topo.- disse dura la voce di Sirius.

- Come sarebbe?!-

- C'è un altro pezzo di storia che non vi abbiamo ancora raccontato. E riguarda la mia condizione.-

- In che senso?- Harry.

- E' un Lupo Mannaro, Harry.-

- Bravissima Hermione, molto acuta. Da quanto lo hai capito?-

- Da quando il professor Piton ci diede da fare il tema sull'argomento.-

Una risata – Severus sarà fiero di te, mia cara. Sei davvero la strega più brillante della tua età.-

Lupin raccontò quindi di quel che gli accadde da bambino e degli accorgimenti presi da Silente per permettergli di frequentare la scuola. Disse di come i suoi migliori amici scoprirono la verità e non lo abbandonarono ma, anzi, trovarono un modo per non lasciarlo solo: divennero Animagi.

- Nessuno lo sapeva, non dichiararono mai di aver appreso a trasformarsi...-

- Ma è contro la legge!- lo interruppe scandalizzata Hermione.

Lupin rise – Sì, lo è. E ora rimpiango che non l'abbiano fatto. Così almeno tu avresti potuto discolparti, Sirius. E avrebbero dato la caccia a lui.-

- Sparì nelle fogne da quel ratto che è.- la voce irata di Sirius – Pensavo di averlo ucciso! Mi sarebbe andato bene stare ad Azkaban per tutta la vita se lui fosse morto. Lo meritavo per non aver salvato James e Lily. Ma poi, sul giornale vidi la foto. Lo vidi lì, pasciuto e sano! Compresi di aver fallito. Ancora una volta!-

- Quale foto?- Harry.

- Quella della famiglia del tuo amico. In Egitto in vacanza e, sulla spalla del ragazzo c'era Peter, nella forma di topo. Lessi che il ragazzo frequentava Hogwarts con Harry, entrambi a Grifondoro.- si interruppe un attimo – Nello stesso dormitorio, Remus! Aveva Harry a portata di mano! Lui: il traditore!-

- Calma Sirius, ora è fatta: lo abbiamo scoperto e Harry sta bene.-

- Dammi il topo, ragazzo.-

- No! Crosta no, non è un mago, è solo un topo!-

- Ronald stai tranquillo, se davvero è solo un topo non gli succederà nulla e te lo restituiremo.-

- Quello non è un topo.-

Piton scostò con delicatezza la mano di Chiara dal braccio e fece segno ai due ragazzi di tenere pronte le bacchette.

- Crosta no!- stava intanto dicendo Ron.

- Consegna quel roditore, Weasley.- disse Piton entrando seguito dai due ragazzi.

Tutti si immobilizzarono, poi Lupin fece un passo avanti.

- Severus, noi...-

- Ho sentito tutto, Remus. Ne parleremo dopo: ora voglio vedere se quell'avanzo di galera dice il vero.- disse accennando a Sirius.

- Anche tu mi sei mancato, Mocciosus.- rispose ironico quest'ultimo.

Intanto, stufo delle lamentele di Ron, Draco gli aveva preso il topo di mano. Lo porse a Piton che con un Immobilus lo posò per terra.

- Al mio tre.- disse.

E i tre uomini imposero la trasformazione al topo che divenne in effetti un mago. La sorpresa fu tale che, per un attimo, rimasero tutti immobili. In quell'attimo Crosta, o meglio Minus, si slanciò verso la porta, Sirius reagì con uno schiantesimo ma lo mancò e Chiara agì d'istinto: con un grido strozzato Minus si ritrovò a mezz'aria imprigionato in una bolla. Un istante dopo cadde a terra mentre lo schiantesimo di Piton lo colpiva in pieno. Draco lanciò un'occhiata ammonitrice alla ragazzina mentre gli uomini si scambiavano occhiate perplesse. Con un Incarceramus Piton legò il mago schiantato, dopo di che guardò Sirius indeciso sul da farsi. Questi gli allungò la bacchetta sottratta a Ron, si sedette e raccontò il resto della storia: com'era fuggito, il fatto di aver tenuto d'occhi Harry nella sua forma animale, la cattura di Ron. Si scusò col ragazzo per le ferite che gli aveva inferto: non erano state intenzionali.

Chiara si avvicinò all'amico ferito per controllare le sue condizioni. Aveva una gamba rotta e per quella non c'era molto che potesse fare lì al momento, ma per tutte le altre ferite e i tagli...

- Avete dell'acqua?- chiese.

- C'è un pozzo giù nel seminterrato.- rispose Lupin che quella casa la conosceva bene.

Chiara si voltò verso la porta e sollevò una mano come per prendere qualcosa. Capendo cosa stava facendo Draco e Harry ebbero la stessa reazione.

- No!- esclamarono insieme.

- Non lo lascio soffrire inutilmente!- rispose lei.

Prima che qualcuno potesse fare domande o aggiungere qualcosa dalla porta entrò fluttuando una sfera azzurrognola, gli adulti ci misero un momento prima di capire cos'era.

- Acqua!- esclamò ammirato Sirius.

La ragazzina, concentrata su ciò che doveva fare, non gli prestò attenzione, guidò la bolla d'acqua sul corpo acciaccato di Ron chiedendo all'Elemento di rimarginare i tagli e le ferite e alleviargli il dolore. Ron prese un gran respiro di sollievo mentre sentiva il dolore sparire. Una volta finito lasciò tornare l'acqua al pozzo e sollevato lo sguardo incontrò l'espressione irata di Draco.

- In che modo, ti prego dimmi, io dovrei proteggerti se bastano quattro graffi su qualcuno per farti decidere di esporti così?- le chiese a voce bassa e furente – Come?!- esplose gridando.

- Malfoy!- lo richiamò Harry.

- Sta zitto, Sfregiato!- fece un passo avanti e presa Chiara per un braccio la tirò in piedi – Me lo dici come?!- la scrollò.

- Io non vorrei dire, ragazzo,- si intromise Sirius – ma non è il modo di trattare una signora.-

Draco lo guardò adirato – Tu non sai di cosa parli.-

- Sì, è vero Draco.- disse Lupin – Non lo sappiamo. Ma è chiaro che voi tutti invece sì...-

- Non sono in pericolo.- disse Chiara posando una mano sulla guancia di Draco – Non sono tra nemici. L'unico è schiantato e non ha visto nulla.-

- Tu non puoi sapere se...- iniziò a ribattere lui.

- Sì invece.- lo interruppe lei posandogli un dito sulle labbra – Lo so, Draco. Lo so.- gli sorrise.

- Se avete finito,- la voce di Piton, gelida, li richiamò dopo un attimo - direi che sia il caso di tornare al Castello.-

- Sì professore.- gli rispose Chiara guardandolo con un sorriso.

Piton sollevò un sopracciglio perplesso da quel modo di rispondere: non era abituato a vedere un allievo sorridergli. Lupin fece levitare il corpo schiantato e legato di Minus mentre Harry e Hermione aiutavano Ron a alzarsi e camminare su una gamba sola, Sirius si alzò e si avviò alla porta a sua volta ma barcollò. Draco lo prese al volo d’istinto e l’uomo gli riservò un mezzo sorriso stupito.

- Grazie, cugino.- disse – Non sono abituato a tanta cortesia dal lato Malfoy della famiglia.-

Chiara si infilò sotto l’altra spalla dell’uomo per aiutarlo a sua volta - Non tutti i Malfoy sono Lucius.- disse sorridendo al biondo e poi all’uomo in mezzo a loro.

Si avviarono con Piton che chiudeva il corteo borbottando qualcosa a proposito di zucchero e acqua contaminata, i tre davanti a lui si scambiarono un’occhiata divertita. Intanto che procedevano Sirius parlava con Harry rivelandogli che lui era il suo padrino e che avrebbe avuto piacere a che Harry andasse a vivere con lui nel momento in cui fosse stato riabilitato, sempre se il ragazzo voleva. E Harry voleva, era più che felice di poter lasciare la casa degli zii babbani per trasferirsi a vivere col migliore amico di quel padre che neppure ricordava. Sbucarono dal passaggio e si avviarono al Castello, improvvisamente le nuvole si aprirono e la luna brillò in cielo, una luna piena. Ci volle un istante perché tutti si rendessero conto di cosa significava. Lupin guardò tutti col panico negli occhi: con l’agitazione della sera non aveva preso la pozione che l’avrebbe reso inoffensivo. Fu un attimo: Piton passò davanti agganciando Minus con la sua bacchetta mentre Lupin si allontanava veloce di qualche passo mentre la mutazione iniziava. Sirius tentò di allontanare i ragazzi, di mettersi tra il lupo e loro ma Chiara gli posò una mano sul braccio e fece due passi verso il professore.

- Che non si faccia male e che non ne faccia ad alcuno,- disse a bassa voce - conducetelo in un luogo in cui nessuno possa vederlo e riaccompagnatelo domattina quando la luna lo avrà liberato.-

Come ebbe concluso delle lievi forme baluginanti si affrettarono verso il Lupo, lo circondarono racchiudendolo in una bolla da cui nulla e nessuno a parte Chiara poteva liberarlo e lo condussero via, nel cuore della Foresta Proibita. Di nuovo tutti la guardarono, chi con stupore, chi innervosito chi con palese rabbia. La ragazzina incontrò volontariamente quelle iridi grigie e furenti e sorrise serena.

- Ti sei trovato una fidanzata niente male, cugino.- commentò Sirius rivolto a Draco.

- Non è la mia fidanzata.- rispose il biondo tra i denti.

- Non sono la sua fidanzata.- disse lei nello stesso momento.

Il trio ghignò poi a un richiamo stizzito di Piton si rimisero in marcia, erano in vista del Castello quando una vibrazione dell’Aria richiamò l’attenzione di Chiara che si guardò intorno allarmata fino a comprendere dov’era il pericolo.

- Dissennatori!- disse indicando le forme in avvicinamento da più parti.

In un attimo avevano tutti la bacchetta in mano ma furono tre le voci che, prima degli altri, si fecero sentire.

- Expecto Patronus!- esclamarono in coro Harry, Chiara e Draco.

In un attimo una maestoso cervo, un drago possente e una fenice fiammeggiante si levarono verso il cielo investendo e scacciando i Dissennatori. La fenice e il drago intrecciarono poi per un attimo il loro volo quindi la prima scese verso terra, girò una volta intorno alla ragazzina, che la guardava deliziata, prima di sparire.

- Draco! E’ una fenice!- esclamò guardandolo felice.

Lui fissava a bocca aperta il punto dove il suo Patronus era scomparso: c’era riuscito! Aveva evocato il suo Patronus per la prima volta! Ed era…

- Un Malfoy con una fenice per Patronus…- commentò disgustato - Mio padre ha ragione: sono la vergogna della Casata.- poi guardò Chiara e scoppiò a ridere mentre lei gli saltava al collo ridendo felice a sua volta.

Sirius scambiò uno sguardo divertito con Harry - E non è la sua fidanzata, giusto?-

- Dice di no.- rispose il ragazzo ridendo - Oddio, lascia che lo dica a Blaise! Malfoy: ti sfotterà in eterno!- si piegò in due per le risate - Una fenice!-

- Perché cavolo ti fa così ridere?!- chiese Ron.

- Perché è un animale di fuoco, Ronald.- rispose Hermione tentando di soffocare una risata a sua volta - Sai, fuoco. Elementi. Hai presente?-

- Oh..!- ci arrivò Ron - Giusto. Lei un drago e lui un uccello di fuoco. Giusto.- e scoppiò a ridere anche lui.

- Siamo molto felici di divertirvi tanto.- disse acido Draco guardandoli.

- Bèh… Ammettilo Draco: non riguardasse noi due, ci farebbe ridere tanto quanto…- commentò Chiara con un accenno di risata agli angoli della bocca.

- Se per voi non è un disturbo…- intervenne Piton sempre serissimo - Abbiamo un prigioniero da interrogare e un fuggitivo da consegnare.-

Le risate cessarono all’istante e tutti guardarono il professore di Pozioni allibiti.

- Non parlerà sul serio, vero?- s’indignò Harry.

- Sirius è innocente!- rincarò Hermione.

- Lei non può dire davvero!- Ron.

- Ragazzi?- intervenne Sirius, lo guardarono - E’ ovvio che mi devo consegnare, non posso venir riabilitato se sono un fuggitivo.- concluse sorridendo al suo figlioccio.

Ripresero il cammino e rientrarono al Castello. Da quel momento le cose accelerarono. Sirius venne chiuso in una stanza a prova di fuga ma, la comparsa di Minus aveva alleggerito di botto la sua situazione. Il vero traditore venne interrogato sotto Veritaserum e ammise tutte le sua colpe rivelando anche dettagli fino a quel momento neppure sospettati. Piton lo guardava mal celando l’odio che lo stava divorando: quell’uomo era la vera causa per cui Lily Evans Potter era morta. Capiva il desiderio di vendetta di Sirius: anche lui avrebbe trovato il modo di evadere pur di poter uccidere quel verme immondo. Poi, a interrogatorio finito, con tutte le carte ufficiali registrate e depositate, lo portarono in un’altra stanza e lo rinchiusero in attesa di estradarlo ad Azkaban.

Chiara e Draco presero da parte Hermione e si fecero spiegare com’era possibile che lei fosse al castello e cinque minuti dopo nella Stamberga Strillante. Fu così che scoprirono della Giratempo e di come la loro amica aveva potuto seguire per tutto l’anno due lezioni alla stessa ora. E di come quella sera, su suggerimento di Silente, l’aveva usata per mandare loro dietro a Piton di modo da cambiare qualcosa: la fuga di Minus prima che Piton lo vedesse e sapesse tutta la storia vera facendo così imprigionare Sirius in attesa del Bacio.

- Hai cambiato il futuro!- esclamò sconvolta la ragazzina guardando l’amica.

- Sì. Per salvare un innocente e rendere giustizia a Harry.-

- Granger lo sai vero che giocare col tempo è pericoloso? Non sai cosa puoi aver cambiato, se sarà migliore o peggiore.-

- Lo so. Ma conto sul fatto che, se Silente l’ha suggerito, forse andrà meglio così.-

Il giorno dopo a colazione la Sala Grande sembrava un alveare arrabbiato. Tale era il brusio che correva per i tavoli dopo che la Gazzetta del Profeta venne consegnata, in prima pagina una foto di Sirius ai tempi d’oro, ben vestito e pettinato, e a caratteri cubitali i titoli che annunciavano la scoperta di prove schiaccianti della sua innocenza e della sua totale riabilitazione con tutte le scuse del Ministero. Un titolo minore parlava di un risarcimento in titoli e beni per i dodici anni passati ingiustamente ad Azkaban, il nome dei Black era riabilitato, tutte le proprietà di famiglia restituite al legittimo proprietario. E, a pagina sei, un lungo articolo parlava della prima guerra magica, dell’amicizia di Sirius e James Potter e di tutto quello che era successo in quei tempi bui.

Più tardi in biblioteca i sette si riunirono per discutere gli eventi della serata precedente. Harry arrivò in ritardo e con una faccia scura, vedendolo gli altri ebbero una netta sensazione di deja vù.

- Cos'è successo?- chiese Chiara spaventata.

- Minus.- disse Harry dopo qualche istante di silenzio – Minus è riuscito a scappare.-

- Cosa?!- esclamò Hermione mentre Draco si lasciava andare a un'imprecazione.

- Ieri sera lo stavano preparando per portarlo via,- iniziò a raccontare Harry – ha finto di sentirsi male e come i due Auror gli hanno tolto le Manette Costrittive...- si interruppe.

- Si è trasformato nel maledetto ratto che è e è fuggito?- indovinò Draco.

L'altro annuì guardandolo negli occhi - “Stanotte, colui che ha tradito gli amici, il cui cuore si è corrotto con l'omicidio, romperà le catene...”- iniziò a citare.

- “Sangue innocente verrà versato e servo e padrone si ritroveranno riuniti ancora.”- concluse il biondo.

- Ha ucciso un Auror per fuggire.- disse ancora Harry – La profezia della Cooman si è avverata.-

Draco sostenne ancora un attimo il suo sguardo poi guardò gli altri soffermandosi su Chiara e Blaise per poi tornare a voltarsi verso Harry.

- Tornerà.- disse soltanto.

E nessuno di loro fraintese neppure per un istante a chi si stesse riferendo...

 

Vennero esposti i risultati degli esami. Chiara aveva passato magnificamente le prove sia del secondo che del terzo anno vedendosi confermare l’ammissione diretta al quarto per l’anno successivo, ovunque lei fosse andata a studiare. Il “gruppo studi” continuò a riunirsi in biblioteca fino all’ultimo giorno, avevano deciso di comune accordo di non parlare più di quel che era successo, volevano pensare positivo, imporsi di vedere la possibilità del ritorno di Voldemort come qualcosa di reale ma ancora lontano. Così, con la scusa di pianificare gli studi estivi, stavano seduti a quel tavolo poichè a nessuno di loro andava di separarsi troppo presto. E sebbene pubblicamente la guerra tra Serpeverde e Grifondoro infuriava più accesa che mai, nel privato di quegli incontri Draco e Harry stavano scoprendo di non starsi poi così tanto antipatici.

- Che cosa vi dicevo io?- commentò un giorno Chiara - Vi somigliate, voi due. In maniera strana e diametralmente opposta siete simili.-

Hermione tentò di spiegarle che il concetto che aveva espresso non aveva veramente senso ma, il punto era che la ragazzina aveva ragione: quei due ragazzi erano come il giorno e la notte. Ma, in fondo, si assomigliavano molto.

Il viaggio di ritorno sull’Espresso fu una replica di quello di settembre: i Grifoni in uno scomparto, le due serpi in un altro e Chiara in quello in mezzo ai due. I ragazzi si davano il cambio a stare con lei, Ginny era triste perché l’amica le sarebbe mancata ma il permesso avuto dai suoi di invitare Chiara a stare da loro qualche giorno, e l’accettazione da parte dell’italiana di quell’invito l’aveva un po’ rallegrata. Anche il fatto che l’anno seguente non sarebbero più state in classe insieme non l’aveva resa felice ma, alla fine, l’importante era il tempo libero, e quello non glielo toglieva nessuno. Anzi: con la fine delle lezioni aggiuntive, Chiara ne avrebbe avuto molto di più.

Le ultime due ore fu Draco a viaggiare con lei, non parlarono molto, avevano sempre tanto da dire ma non ne avevano il tempo. Così, invece di iniziare discorsi che sarebbero rimasti incompiuti, preferirono rimanere in silenzio, seduti l’uno accanto all’altra, una mano di lui tra quelle di lei, a guardare il paesaggio scorrere fino a Londra. Il binario 9 e 3/4 era affollato di genitori come sempre. I ragazzi scesero, Grifoni da una porta e Serpi da un’altra, e Chiara salutò i suoi amici a turno, tutti con la promessa di avere presto notizie. Lasciò i due serpeverde per ultimi e Blaise le diede un rapido abbraccio augurandole una felice estate e facendosi promettere notizie almeno una volta a settimana, Chiara sorrise e acconsentì alla promessa: alla peggio se non fosse riuscita a mandare un gufo avrebbe potuto mandare uno Spirito dell’Aria. Draco la avvolse in un abbraccio silenzioso, i loro occhi si erano già detti tutto. Lei gli lasciò una carezza sulla guancia prima di staccarsi e raggiungere i suoi genitori. In un attimo non era più lì, Draco guardò ancora qualche istante il punto dove Chiara si era smaterializzata coi suoi genitori poi riportò lo sguardo su Blaise.

- Allora ci vediamo il primo di Luglio come d’accordo?- chiese il moro.

- Sì, ti raggiungo a casa tua in toscana come l’anno scorso.-

- Bene.- gli diede una pacca sul braccio - Sta su amico, la rivedrai a settembre.-

Draco annuì e si separarono, diretti ognuno alla propria casa.





Nota di chiusura

Eccoci qui. Sono riuscita a postarvi il finale :)
Scrivo queste due righe per ringraziare di cuore due utenti
speciali per me: anubis347 e annicka02. Grazie per le vostre recensioni,
per le vostre parole che sono lo sprone a continuare a scrivere.
Come vi ho detto il seguito di questa storia è in stesura insieme ad
altri progetti: prometto che non vi farò aspettare molto prima di postare
qualcosa di nuovo! Nel frattempo, se volete, potete leggere il resto
della mia produzione ;)
Un grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, se volete lasciare
un commento o mandarmi un mp ora che è finita sarò felice di leggere
e rispondervi.
Ancora Buon Natale a tutti e felice Anno Nuovo!!!
Sara

 

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Capitolo 11
*** Preview ***


Perchè a Natale bisogna essere tutti più buoni, no?

Quindi ho deciso di postarvi, a conclusione del primo libro, le
prime righe del Prologo del secondo!
Spero vi piaccia, restate sintonizzati per le nuove avventure!
Sara

 


La Ruota degli Elementi - Terra


Prologo

 

 

Malfoy Manor, 25 giugno 1994

 

 

L'atmosfera al tavolo della colazione non era delle migliori. Draco stava mangiando svogliatamente del pane imburrato pregando dentro di se che il suplizio finisse e suo padre decretasse la fine del pasto. Sua madre era seduta davanti a lui e lo osservava con sguardo penetrante nascosto tra le ciglia di modo che il marito non se ne accorgesse. C'era qualcosa che immalinconiva il figlio, erano giorni, da quando era tornato a casa da Hogwarts, che lo percepiva. Esteriormente Draco era sempre lo stesso, tagliente, acuto, talvolta sprezzante, così come Lucius gli aveva insegnato. O per meglio dire imposto. Eppure... In quei dodici giorni lo aveva visto spesso con lo sguardo perso nella distanza di un ricordo, chiuso nei suoi pensieri. Non preoccupato, no. La sensazione era quella di un sospiro trattenuto, un sospiro di mancanza.

Quando Lucius Malfoy si alzò da tavola diretto al proprio studio, Narcissa decise di scoprire cosa tormentasse il figlio. Così, con la scusa della cura del roseto nuovo che aveva piantato nella parte lontana del parco, chiese a Draco di aiutarla. Lui acconsentì e si diressero a passo tranquillo verso i prati e le siepi di bosso del giardino all'italiana nella parte ovest del parco. Lì, lungo il sentiero che portava al labirinto, Narcissa aveva piantato il nuovo roseto.

Lavoravano da una mezz'ora tranquilli quando la donna si accorse che, di nuovo, il figlio si era perso con lo sguardo verso l'orizzonte, una mano che teneva un bocciolo e l'altra, che stringeva le forbici da potatura, abbandonata lungo il fianco.

- Draco?- lo chiamò pacata andandogli accanto.

Non parve sentirla così gli posò con delicatezza una mano sulla guancia, voltandogli il capo verso di sè.

- Draco, stai bene?- chiese.

Lui sembrò metterla finalmente a fuoco e si riscosse – Come, madre?-

- Ti ho chiesto se stai bene, figliolo. Ti vedo pensieroso.-

- No, state tranquilla.- le sorrise – Stavo solo pensando ai compiti: vorrei finirli prima di partire per andare da Blaise.-

Narcissa fece un sorriso – Draco.- lo guardò negli occhi e lui seppe che non l'aveva ingannata.

- Mi dispiace madre. E' solo che...- sospirò, lei lo prese sottobraccio e raggiunsero una panca.

- Cosa ti succede?- chiese la donna mentre si sedevano.

- Madre, secondo voi è possibile innamorarsi alla mia età?- chiese dopo qualche minuto di silenzio.

...Continua...

 

 

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