You won't be able to sleep because of your fluttering heart

di xxlollipamxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Big boy ***
Capitolo 3: *** Café ***
Capitolo 4: *** A good man ***
Capitolo 5: *** I'm a bad boy ***
Capitolo 6: *** You turn me on ***
Capitolo 7: *** Let's not fall in love ***
Capitolo 8: *** She can't get enough ***
Capitolo 9: *** Don't be afraid ***
Capitolo 10: *** Beautiful hangover ***
Capitolo 11: *** Excuse me, miss ***
Capitolo 12: *** Baby goodnight ***
Capitolo 13: *** Loser ***
Capitolo 14: *** You're so dangerous, babe ***
Capitolo 15: *** A thing I need to know ***
Capitolo 16: *** A new wonderful life ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo
 

Il cielo è lo stesso da ogni punto della Terra, ci guarda fiero da lontano, ci accompagna nel lungo viaggio della nostra vita. Ora come ora è l'unica cosa che non è cambiata nella mia vita, l'unica cosa che mi rassicura e mi fa sentire meno fuori posto in questa nuova città, Seoul, una città che ho scelto, ma una città troppo grande rispetto al piccolo paesino al quale sono sempre stata abituata ma che ho lasciato senza ripensamenti, troppo stanca delle persone che mi circondavano e delle varie situazioni che si erano create. Sono partita un paio di settimane fa usando i miei risparmi, mesi e mesi di privazioni che hanno avuto però come premio finale la libertà, quella totale, quella vera e che a volte spaventa perché non la si è mai affrontata. Non che nel mio piccolo paese di provincia fossi tenuta sotto una campana di cristallo, ero libera di fare quello che volevo, i miei genitori non mi hanno mai messo limiti, sicuri del mio buonsenso, dell'educazione che mi avevano fornito e delle pressoché inesistenti possibilità di sforare che offriva il paese. Soprattutto per questo ultimo motivo, mi sono sempre sentita in gabbia, come se ci fosse qualcosa che mi trattenesse dallo spiccare il volo, che mi tappasse le ali.

Una volta arrivata nella capitale del “bello”, non sono riuscita ad ambientarmi subito, ho passato giorni con il groppone in gola, in attesa di trovare un mio posto in questo nuovo mondo e finalmente credo di averlo trovato: il mio padrone di casa, o meglio il ragazzo che mi ha affittato una stanza nella sua pensione, Maru, oggi mi ha anche offerto di lavorare nel suo locale; ha bisogno di un'aiutante in cucina, almeno finché non tornerà la sua cuoca di sempre che momentaneamente ha smesso di lavorare perché partorirà a breve. Questo vuol dire che devo comunque cercare un altro lavoro perché presto o tardi lei tornerà e io mi troverò di nuovo al punto di partenza. Non è il lavoro dei miei sogni, in realtà non so nemmeno quale sia il mio lavoro dei sogni, ma è comunque un inizio, un modo per trovare la mia strada, un modo per creare una vita mia, una fortuna che non tutti hanno e non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi dato questa possibilità dopo così poco tempo che sono qui.

Maru, Jang Maru, ha appena ventisette anni ed è già proprietario di un locale tutto suo con più di venti dipendenti. È alto, molto alto, così tanto che io dal mio metro e nemmeno sessanta gli arrivo giusto all'altezza dell'ascella, fortunatamente profumata, porta i capelli apparentemente spettinati, ma, per un perfezionista come si è presentato, sono di sicuro messi secondo una logica. È impeccabile in tutto: pelle perfetta, abbigliamento da impiegato figo dietro al quale tutte le dipendenti e inquiline sbavano e una dolcezza ultraterrena. Mi viene così naturale parlare con lui, non c'è alcun imbarazzo, tanto che rimpiango di non aver parlato da subito con lui, invece di fare l'asociale scorbutica. Si, perché, a causa della mia eccessiva timidezza, non riuscivo a dirgli nemmeno una parola e mi limitavo ad un mezzo sorriso quando lo incontravo per le scale o nel suo locale dove andavo spesso a mangiare qualcosa visto che si trova al piano terra della pensione. La prima volta che abbiamo scambiato qualche parola è stato pochi giorni fa, quando, dopo aver visitato alcuni luoghi che ho sempre voluto vedere ma che purtroppo fino a quel momento avevo visto solo attraverso il pc, non sapevo più dove andare, avevo visto tutto quello che volevo vedere, che sapevo dove si trovasse e come arrivarci, quindi era diventato necessario accedere alla connessione internet che offriva la pensione di Maru. Lui abita in una specie di attico della pensione, quindi non era complicato... se non si è me! Senza avergli mai parlato, mi facevo milioni di problemi ad andare da lui apposta per chiedergli la password della connessione internet, ma se non volevo vagare senza meta per Seoul dovevo farlo. Salii le due rampe di scale molto lentamente, tanto da riuscire a notare ogni singola scheggia sugli scalini e sul passamano. Pensai anche, diverse volte, di lasciar stare e addirittura abbandonare l'idea di restare in Corea se non riuscivo a fare qualcosa di così semplice, ma la voglia di tornare a casa era pressoché assente e poco dopo mi ritrovai all'ultimo scalino. Bussare a quella porta, poi, fu una delle cose più difficili che abbia mai fatto. Vincere la timidezza, superare l'imbarazzo del saluto iniziale è sempre stato un ostacolo per me che aspetto ogni volta che sia l'altra persona a salutarmi per prima, eppure quel pomeriggio dopo aver visto il dolce sorriso del mio giovanissimo proprietario di casa mi rilassai immediatamente. Mi fece accomodare ed iniziò lui a parlare. In poco tempo avevamo creato una complicità tutta nostra che poi non mi feci nessun problema a chiedergli la password e, anzi, lui si scusò per non avermela portata subito. Come potevo sentirmi in imbarazzo con un ragazzo così? Il giorno successivo si offrì anche di unirsi a me nella mia giornata da turista perché era il suo giorno libero e un suo amico gli aveva da poco dato buca. Accettai, un po' perché non mi dispiaceva la sua presenza e un po' perché sentivo che avevo bisogno del suo aiuto dato che mi trovavo qui da ancora troppo poco tempo per essermi abituata a questa infinità di linee della metropolitana. Inutile dire che fu una giornata quasi perfetta, non mi pesò camminare per tutta la mattina e anche per quasi tutto il pomeriggio facendo una pausa solo per il pranzo; con Maru il tempo mi era sembrato passare velocemente, anche troppo, avrei passato tutti i giorni in giro con lui se non avesse avuto un locale a cui badare. Dal giorno dopo, mi rinchiusi nuovamente nella mia prigione di solitudine, interrotta solo nel momento della colazione quando, prima di partire alla volta di qualche palazzo imperiale o di qualche cittadina caratteristica, scendevo dal mio unico amico dell'estremo oriente per mangiare qualcosa che mi desse la carica per affrontare la giornata.

Non mi è mai pesato stare da sola, anche in Italia non mi dispiaceva starmene per i fatti miei a perdermi nei miei pensieri e magari mettermi davanti al pc per scrivere come volevo che andasse la mia vita. Da una giornata noiosa nacque una fanfiction, una storia in cui raccontavo la mia impossibile vita insieme a TOP, una storia a cui sono sempre stata molto legata perché era qualcosa nero su bianco, non un vago pensiero che dopo un po' puoi anche dimenticare, ma qualcosa che, rileggendo, potevo ricordare esattamente come avevo immaginato la prima volta. La solitudine non mi ha mai spaventato, ma a casa sapevo che, quando avevo voglia, c'erano amiche da chiamare per uscire e iniziavo a sentirne il bisogno anche qui. Maru era sicuramente una persona di queste, ma non potevo chiamare sempre lui, aveva di certo una sua vita e gli amici di sempre a cui dare la sua attenzione. La lingua poteva certamente rappresentare un problema per le mie future relazioni sociali, non mi sentivo e non mi sento tutt'ora del tutto sicura del mio coreano, ma non mi sento mai troppo sicura di niente e non ho ancora avuto modo di sperimentarlo visto che Maru parla un inglese perfetto e non ho la sfacciataggine di chiedergli di parlare coreano con me per farmi esercitare.

Perdermi nei miei pensieri è una brutta cosa, qualcosa da evitare sempre, soprattutto se sto attraversando un incrocio e il semaforo sta diventando rosso! Sono arrivata appena in tempo dall'altro lato della strada rischiando di essere investita da un'auto sportiva che mi ha lo stesso fatto sentire la sua presenza: è passata ad una velocità tale che ho sentito i miei capelli alzarsi dalla schiena e poi cadere sulle mie spalle subito dopo. Sto maledicendo quel tizio, ma la colpa è anche e soprattutto la mia che non ho prestato la dovuta attenzione.

Inizierò tra qualche giorno a lavorare e non so bene cosa aspettarmi, ma per ora non voglio pensarci e godermi queste ultime giornate di libertà, se mai sopravviverò. Ho deciso, quindi, di andare alla YG, ho sempre sognato di farlo e, prima che la stanchezza di una post-giornata di lavoro mi divori, devo vederla.






Buonasera! 
Ecco l'inizio della mia nuova storia... per chi ha letto Be my star e si sta chiedendo il motivo di una nuova storia che vede Pamela e Top protagonisti, la spiegazione è semplice (o almeno per me lo è): volevo una storia che fosse mia, non condivisa, e nella quale potessi mettere davvero quello che provo io e quello che sono, con tutte le mie fragilità, i complessi e anche qualche cosa di positivo che sicuramente troverò in me. 
E' anche una specie di esperimento, perché ho una trama ben definita e in cui ogni capitolo (prologo ed epilogo a parte) avrà come titolo una parola o comunque una piccola parte di una canzone dei Big Bang, ogni capitolo una canzone diversa, e a volte, come in ogni songfic che si rispetti, anche il capitolo stesso vi ricorderà la canzone a cui mi rifarò (o comunque spero che ve la ricordi). 
Poi magari se non mi avete capito vi spiego meglio... a tratti non mi capisco neanche io, quindi posso capire se non vi è proprio chiaro. 
Per ora vi lascio, ma tornerò con il primo capitoo "Big boy" e dal titolo dovreste immaginare che, si, il Big boy si mosterà, eccome se si mostrerà! 
BAci baci :* 
Pamela (tanto ormai lo sapete che sono io... ^^ )

 

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Capitolo 2
*** Big boy ***


 

You won't be albe to sleep because of youre fluttering heart 

1 Big boy

 

La YG. Sogno di vederla da quando un fortunato giorno mi chiesero di ascoltare una canzone, Lollipop dei Big Bang, che mi lasciò senza fiato non tanto per la canzone in sé o per il testo implicitamente esplicito, quanto per una voce profonda che mi aveva rapito. Il nome TOP continuava a risuonare nella mia testa, i suoi occhi sembravano avermi completamente catturato. Non mi spiegavo il motivo allora e sinceramente il modo in cui solo lui è riuscito a ipnotizzarmi ancora non lo capisco. Avevo iniziato a guardare drama prima di sapere della sua esistenza, ne ero e ne sono quasi drogata, ma dopo lo scontro con quello sguardo, mi sono appassionata sempre di più alla Corea del sud, quasi come se volessi conoscere tutto del posto che aveva dato la luce a quel ragazzo troppo bello per essere vero. Andare alla YG, rappresenta in un certo senso il completamento di questa specie di ricerca, un luogo che lui sicuramente frequenta e dove spero di incontrarlo anche da lontano, per verificare che esiste davvero e che non si tratta solo di un ologramma creato da Yg e dalle sue grandi possibilità economiche.

In realtà, stare in attesa non fa per me, restare in piedi per ore ancora meno, ma un salto lì devo farlo, non posso non farlo.

Ormai la metropolitana seouliana non è più un mistero per me e ho preso così tanta confidenza con le varie linee che posso benissimo essere scambiata per una del posto. Ammetto che, senza Maru a guidarmi passo dopo passo, mi sento un po' più insicura, ho fatto spuntare anche il terzo e il quarto occhio per evitare di perdermi con tutti questi cambi, ma agli occhi di chi mi guarda devo sembrare perfettamente a mio agio. Che poi in realtà nessuno mi guarda, la mia iniziale paura del giudizio è stata presto sostituita dalla piacevolezza dell'indifferenza, le persone sono troppo prese dalla loro vita per interessarsi alla mia, è anche per questo che penso di essere arrivata nel paese giusto.

Grazie al percorso che ho meticolosamente tracciato sul cellulare ieri sera e che ho seguito in ogni dettaglio, la vedo, la YG. Arrivata sotto l'edificio, mi ritrovo davanti una costruzione molto più piccola di quello che ho sempre immaginato. Dalle foto che avevo visto sembrava più grande e continuo a chiedermi come possano entrare lì dentro tutte le sale che so che contiene. Sorrido lo stesso, soddisfatta di essere giunta senza troppi problemi e di essere finalmente difronte all'agenzia di TOP, di star calpestando lo stesso suolo che forse ha più volte calpestato anche lui. Un pensiero quasi da stalker, ma ora come ora non mi interessa. Ci sono altre ragazze, cinque per la precisione, asiatiche, forse giapponesi, che se ne stanno accampate ad un angolo a cantare e mangiare probabilmente qualcosa di fresco. Provo un po' di invidia perché loro sono in compagnia, mentre io ho avuto la brillante idea di venire qui da sola anche se, pur volendo, non avrei saputo con chi venire visto che qui ancora non conosco nessuno con tendenze da stalker. Ormai è tardi per pensare a questo, sono già qui, sotto un sole cocente tra l'altro e andare subito via non varrebbe il viaggio in metro che mi ci è voluto per arrivare. Trovo un albero che mi sbrigo a raggiungere per togliermi da sotto al sole che già sento bruciare in testa e vicino al quale c'è un palo a cui mi appoggio con la schiena per allacciare una scarpa che sta rischiando di farmi cadere rovinosamente a terra.

Fa troppo caldo. “Ho proprio scelto la giornata giusta per venire!” mi dico, complimentandomi con me stessa per la pessima decisione. Butto uno sguardo di nuovo a quelle ragazze e mi domando come facciano a stare sotto al sole senza problemi mentre per me qualche secondo è stato anche troppo, vedo quelli che mi sembrano gelati ormai quasi finiti e mi viene in mente di andare alla ricerca del market, che so trovarsi nei pressi della YG, per comprare qualcosa di fresco. Trovarlo mi risulta quasi più semplice del trovare la stessa YG.

Entro rischiando di rimanere stordita a causa del suono assordante della campanella posta sopra la porta e saluto la signora alla cassa che mi ricambia con un cenno del capo e un sorriso appena accennato che mi sembra dica “so cosa ti porta qui ed è meglio se te ne torni a casa perché tanto non incontrerai nessuno”. Lo so, so che non avrò mai la fortuna di incontrare qualcuno della YG, figuriamoci TOP, di certo non con la sfiga che mi perseguita da qualche anno a questa parte, ma almeno frequentare i luoghi che ha frequentato, o che magari ancora frequenta, mi fa sentire più vicina a lui, quasi come se potessi sentire la sua presenza.

Vado spedita ai frigoriferi in fondo al market, senza perdere tempo a guardare intorno a me, dove mi ritrovo a dover scegliere tra una bibita o un gelato e poi dover decidere anche il gusto. Niente di più difficile per me dello scegliere tra una bibita gassata o un gelato alla fragola, praticamente impossibile. Non so nemmeno con precisione da quanto tempo mi trovo qui davanti a guardare prima uno e poi l'altro, fino a costringermi a fare la conta. Se qualcuno mi vedesse in questo momento non gli sembrerei di certo una persona mentalmente stabile, per questo ringrazio di essere sola.

La porta del market si apre, fa davvero tanto rumore che mi distoglie dalla mia scelta e mi stupisco di come la signora riesca a stare qui tutto il giorno e non impazzire. Non ci faccio caso più di tanto, non mi volto a guardare la persona colpevole della mia distrazione, sono troppo impegnata nella decisione più difficile della giornata, ma non sentirla è praticamente impossibile vista la musichetta squillante che parte e che si ferma solo dopo che la porta si è chiusa, molto lentamente tra l'altro. Afferro, ormai sfinita e fiera della mia non scelta, una bottiglia di acqua, lasciando sia la bibita gassata che il gelato alla fragola che di sicuro andrò a prendere da Maru nel pomeriggio e mi volto per andare a prendere anche qualcosa da mangiare. Prendo un pacco di patatine, penso proprio che mi fermerò qui fuori a passare un po' di tempo e poi me ne tornerò a casa, già non ne posso più di aspettare e TOP capirà se non resto qui ad aspettarlo rischiando di prendere un'insolazione. Mi volto per avviarmi verso la cassa e all'improvviso mi ritrovo una persona difronte, che mi travolge. Non faccio in tempo a schivare la montagna che mi ritrovo davanti, che questa mi trascina con sé, senza lasciarmi nemmeno il tempo di realizzare cosa sta succedendo, spingendomi nello spazio tra i frigoriferi che stavo contemplando fino a poco tempo prima. Mi ritrovo la schiena contro uno dei frigoriferi e il corpo di questa persona contro il mio. Uno sconosciuto mi sta schiacciando contro un frigo ed io non ho paura, non mi sento del tutto a disagio. Normalmente l'avrei spintonato fino a liberarmi, l'avrei anche morso se mi fossi sentita in pericolo, eppure stavolta non è così, anzi, provo una sensazione stranamente piacevole nello stare qui con lui, forse strana e imbarazzante, ma non spaventosa. Vorrei tanto poter guardare questa persona che mi fa sentire in questo modo, ma non posso perché le sue braccia mi tengono stretta a lui e non mi permettono nemmeno di girare la testa. Torno alla realtà solo quando sento in lontananza le voci di alcune ragazze che urlano, probabilmente contro l'anziana proprietaria del marker, chissà per quale motivo poi visto che quella donna mi è sembrata gentile anche se con lei ho scambiato un solo sguardo. Sento la presa della persona davanti a me farsi più leggera e mi viene spontaneo cercare di sporgermi per capire cosa sta succedendo tra quelle ragazze e la proprietaria. Non riesco a farlo perché lo sconosciuto mi stringe una mano sul fianco dentro e continua a premermi contro il frigorifero, come se fosse possibile attaccarmi ancora di più ad esso. Con l'altra mano mi copre la bocca e parte del naso rendendomi difficile anche respirare, non che respirare sia necessario in questo momento... lo sconosciuto ha catturato del tutto la mia attenzione e, anche se potessi, non riuscirei comunque a respirare come si deve, non è così importante adesso. Sono completamente avvolta dal suo corpo, sento il suo respiro caldo sul collo e la mia testa comincia a pensare a come possa essere, cosa possa averlo spinto a nascondersi e a portarmi con sé qui tra i frigoriferi, o quando potrò riappropriarmi del mio corpo anche se non ne sento il bisogno. Il suono assordante del campanello interrompe il flusso della mia coscienza e solo ora mi accorgo che le ragazze hanno smesso di sbraitare, probabilmente sono loro che hanno azionato la campanella della porta uscendo. I suoi muscoli si rilassano, la sua fronte si poggia sulla mia e un sospiro di sollievo sfugge dalle sue labbra. Stava scappando da quelle ragazze? Chi è?

<< Scusa. >> dice prima di mollare la presa e lasciarmi con un senso di vuoto appena il suo corpo si allontana dal mio. Ancora al buio, lo vedo allontanarsi e poi tornare indietro verso di me.

<< E grazie per essere stata buona. >> aggiunge sussurrando, mettendomi una mano in testa e scompigliandomi i capelli. In una situazione normale, un gesto del genere mi avrebbe fatto andare su tutte le furie, avrei urlato e sbraitato fino a non avere più voce, odio chi mi tocca i capelli e non sono un cane che devi accarezzarmi la testa, ma se è lui va bene anche se non so nemmeno che faccia abbia. Il cuore inizia a battermi forte, fortissimo, quasi volesse uscirmi dal petto. Non ne capisco il motivo, ma tutto riconduce alla persona che sento sorridere davanti a me. Io non sono così, non perdo la testa per qualcuno che non conosco o che non ho mai visto, non lo faccio per una persona che in pochi minuti è riuscita a fare tutte le cose che più mi danno fastidio, eppure potrebbe fare qualsiasi cosa e io non mi opporrei. Si sporge con la testa quanto basta per controllare che le ragazze sono davvero andate via, permettendomi così di riuscire a intravedere qualche tratto del suo viso nascosto dietro un cappellino con visiera, un grande paio di occhiali e, nonostante il caldo, una sciarpa voluminosa. Il market è vuoto e questo credo lo convinca ad andarsene, accecandomi però con il riflesso del neon che sbatte sul suo orologio ed arriva dritto ai miei occhi. Solo ora faccio caso alle sue mani, mani grandi che ho sognato così tante notti, dita lunghe e affusolate che difficilmente potrei dimenticare. Quelle mani le conosco, non posso sbagliare, ho desiderato per così tanto tempo di poterle toccare, ma alla fine sono state loro a toccare me e, se solo me ne fossi accorta prima, avrei tentato di fare in modo che non mi lasciassero mai. Le vedo sistemare il cappellino e il mio cuore perde un battito. Mai avrei pensato che, con la sfiga che mi perseguita ultimamente, avrei potuto incontrarlo e, con un briciolo di lucidità mentale in più, avrei potuto allungare un braccio per provare a fermarlo e guardarlo negli occhi giusto qualche attimo per poter stampare in mente il suo viso.

Sull'identità della persona che mi aveva stretta per chissà quanto tempo non ho più dubbi, è lui, TOP, SeungHyun, l'unico che il mio cuore riconosce e al quale reagisce.


 

Ho appena vissuto il momento che aspettavo da tantissimo tempo e me ne sono resa conto troppo tardi, quando lui era già ad un passo dalla porta, alla quale era arrivato in un attimo con le sue lunghissime gambe. Mettermi a correre e pagare la bottiglia d'acqua al volo non risolve niente perché, quando riesco a mettere piede fuori dal market, di lui già non c'è più traccia, si è volatilizzato nel nulla come solo lui, da bravo ninja, riesce a fare. Lancio uno sguardo alla Yg, che vedo in lontananza, e riesco a pensare soltanto che possa essere lì dentro, o almeno mi sembra la spiegazione più plausibile.

Mi volto verso la porta del market sorridendo. Non riesco a non essere contenta visto che Top si è materializzato difronte a me grazie alla volontà del destino, anche se per il divertimento della sfiga mi si è presentato davanti in modo che non potessi riconoscerlo subito e perdessi così anche solo l'occasione di dire qualcosa di sensato, o comunque dire semplicemente qualcosa invece di restare in silenzio a guardare lui che si allontanava. Come posso non essere felice? Volevo sapere che esisteva davvero nel mio stesso mondo e l'ho fatto, sono riuscita persino ad averlo così vicino da sentire le sue mani stringermi e il suo respiro sfiorarmi la pelle.

Decidere di tornare a casa è quasi più difficile che scegliere cosa prendere nel market. Non so quando uscirà dall'agenzia, del resto non so se è davvero lì dentro, potrebbe essere salito su una macchina ed essere a casa sua già da un pezzo, ma non riesco a prendere la strada di casa. Passo due ore in attesa, o meglio nell'indecisione, fino a quando mi convinco soprattutto perché inizia a farsi tardi ed io ho appuntamento con MaRu al suo locale per cenare insieme. Di Top mi resterà un ricordo, un bellissimo ricordo che riscalderà il mio cuore ogni volta che ripenserò a quei pochi secondi trascorsi stretta a lui al buio.


 

Il mio amico MaRu ascolta senza fiatare il mio racconto. So che forse a momenti posso sembrare una pazza visionaria per quello che gli sto dicendo, ma sono un groviglio di emozioni che escono fuori quando meno me l'aspetto facendo credere agli altri che non ci sto con la testa. Con MaRu, però, so di poter parlare di qualunque cosa senza avere paura perché non è il tipo che ti giudica o se la prende, è l'amico perfetto di cui tutti abbiamo bisogno. Passiamo così tanto tempo insieme che a volte credo che diamo l'impressione di essere una coppia perché sempre più spesso sento le occhiate furiose di quelle che credo essere sue spasimanti che probabilmente vedono in me una che gli ha soffiato la preda, quando non è così. Lui non sembra accorgersene perché continua ad ascoltarmi e mangiare come se niente fosse.

<< Non ti sei accorto che mi stanno fulminando? >> gli domando quando non riesco più a sopportare i loro sguardi e Maru che fa finta di niente. Lui alza la testa dal suo piatto e mi guarda.

<< Se non gli dai peso smetteranno. Non voglio di certo sentirmi in colpa perché mangio con un'amica! >> dice senza scomporsi, ricominciando a mangiare e invitandomi con un gesto a fare lo stesso. Invidio la sua indifferenza nei confronti delle sue dipendenti che continuano a fissarlo da quando si è seduto con me e probabilmente anche da prima, ma forse ci è talmente abituato che ha imparato a non farci caso.

<< Sicuro che vuoi che lavori qui? Non penso di essergli molto simpatica. Non vorrei crearti problemi qui al locale. >> proprio non riesco a mangiare tranquilla, ma quasi mi pento quando lo vedo posare le sue bacchette e alzare lentamente lo sguardo verso di me. Mi squadra prima di parlare, poi sospira.

<< Fanno così perché non ti conoscono.... aspetta di cominciare a lavorare qui e poi diventerete amiche come è successo tra di noi. >> risponde tranquillo, mentre io stavo già immaginando chissà quale predica avrebbe voluto farmi. Non avrei nemmeno dovuto pensarci, MaRu è sempre dolce ed educato in ogni occasione.

La cena termina molto presto: io sono davvero stanca per la giornata passata alla YG e MaRu non può fare tardi perché domani mattina all'alba deve incontrarsi con dei fornitori.

Addormentarmi non è mai stato tanto difficile; nonostante la stanchezza, la mente continua a ripropormi l'incontro-scontro con Top. È un'emozione troppo grande da metabolizzare in così poche ore, anche un mese sarebbe troppo breve per riuscire a non avere il batticuore al solo pensiero.

Io di tempo per realizzare e metabolizzare ne ho davvero poco. Due giorni, ecco quanto mi è concesso prima di iniziare a lavorare per Maru e dover iniziare a usare la testa per altro che non sia soltanto il pensiero, per quanto bello e totalizzante, di Top. Due giorni passano in fretta, troppo, e, quando la mattina mi sveglio pensando che di pomeriggio dovrò iniziare a tagliuzzare, sminuzzare, cuocere e impiattare. La cucina non è di certo il mio posto preferito, me la cavo, ma se avessi trovato altro non mi sarei mai sognata di fare la cuoca, anche se non devo fare chissà cosa a detta di MaRu visto che l'altra cuoca ha giusto bisogno di un aiuto per non far accavallare gli ordini. Mi alzo controvoglia dopo aver passato l'ennesima notte insonne e corro in bagno, sperando che l'immagine che vedo riflessa nello specchio non sia davvero io: due immense occhiaie nere e occhi rossi. “E io dovrei andare a lavorare in queste condizioni?” mi chiedo, ma non ho scelta, non posso perdere quest'occasione piovuta dal cielo. Apro il mio beauty case e con un quintale di prodotti, tra correttori e fondotinta, riesco a rimediare almeno alle occhiaie e ad avere un aspetto presentabile.

A lavoro sono impeccabile come mai avrei immaginato, tanto che una delle cameriere che fino a ieri mi guardava storto, oggi mi ha inspiegabilmente accolto con calore, forse motivata dal fatto che il mio continuo stare insieme a MaRu era dovuto alla mia prossima assunzione.

Nelle ultime ore mi ritrovo ad aiutare le cameriere, che sono impegnate a servire i clienti, a sparecchiare e pulire i tavoli, mentre MaRu prende possesso della cucina perché sembra che la serata non voglia avere fine, i clienti continuano ad entrare e non ne capisco il motivo visto che è molto tardi.

<< Cameriera? >> sento chiamare, ma non mi volto presa come sono nel pulire l'ultimo tavolo che è appena stato liberato da una coppia di ragazze.

L'orario di chiusura sta per arrivare e non vedo l'ora di tornare nella mia stanza per allungare i piedi nel letto. Sento di nuovo quella stessa voce cercare una cameriera. Mi volto verso le ragazze e vedo una di loro guardarmi quasi come se volesse implorarmi. Passa vicino a me con una pila di piatti sporchi in mano e mi sussurra in un orecchio.

<< Non sai quanto mi costa chiedertelo, ma puoi prendere tu il suo ordine? >> la sua richiesta mi sa di supplica anche se credo sarebbe l'ultima cosa che avrebbe mai voluto chiedermi. << È così figo... Quanto sei fortunata! >> aggiunge poi mentre si allontana per rientrare in cucina. Alla terza chiamata, mi decido a voltarmi.

<< Ma che diavolo.. ? >> dico a voce forse troppo alta perché lo vedo fare una smorfia divertita. Ora ricollego i pezzi: cliente figo, voce profonda... ancora mi domando come ho fatto a non riconoscerlo subito, probabilmente ero troppo presa dal lavoro.

<< Che cameriera professionale! >> esclama Top con un tono divertito che continua a risuonarmi nelle orecchie.




Seraaa! Questo è il mio regalo di Natale per voi... Il capitolo dell'altra storia potrebbe arrivare tra domani e dopodomani, è quasi terminato quindi aspettate anche un pochino. Per quanto riguarda questo, cosa posso dirvi che non mi faccia iniziare a parlare a raffica di quanto io scleri al solo pensiero di poterlo incontrare? Praticamente pochissimo.... realmente credo che lui potrebbe fare di me ciò che vuole e io non mi opporrei ahahah
Alla fine, non è realistico che le altre cameriere lascino il campo libero, io non lo farei anche con una pila di piatti in braccio, ma nella mia storia può succedere perché almeno qui alcune ragazze posso tenergliele lontane. ahahah *me gelosa mode on* 

La canzone che da il titolo a questo capitolo è ovviamente Big boy di TOP se qualcuno non lo sapesse (o volesse andarsela ad ascoltare ), uno dei suoi modi per farci vedere e capire quanto è figo. <3 Mi sono ripromessa di mettervi i link delle canzoni, almeno di quelle pubblicate dalla pagina YouTube della YG o dai BigBang, non i video di qualche fan channel perché credo sia giusto così. Io comunque la canzone vi dico qual è nel caso non ci sia un video ufficiale così siete libere di ascoltarla dove volete ^^ 

Tonerò presto... forse tra Natale e Capodanno se riesco. Voglio rivedere la prossima parte che ho già concluso da un pezzo. Ne approfitto per augurarvi ancora buone feste. ^^ 
Baci baci
P.

 

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Capitolo 3
*** Café ***



 

You won't be able to sleep because of your fluttering heart

2

Café
 

Ritrovarmi Top sul luogo di lavoro mentre devo prendere il primo ordine della mia via e, soprattutto, che sia proprio lui a voler ordinare, mi turba. Davanti a lui so che non sarò in grado di formulare un pensiero sensato e finirò per combinare un casino dietro l'altro, dando, sia a lui che a MaRu e tutti gli altri, l'impressione di essere un'incapace.

Lo guardo cercando di sembrare davvero professionale mentre gli allungo il menù che lui prende con l'eleganza e la serietà che lo contraddistingue ogni qualvolta si trovi in occasioni “pubbliche” o comunque quando ha molti occhi a guardarlo e che potrebbero fraintendere. Sto facendo davvero uno sforzo disumano per non svenire ai suoi piedi quando passa delicatamente l'indice sul menù scorrendo la lista dei nostri piatti e facendomi sognare di essere non più una di quelle sedie che ama tanto, ma un pezzo di carta plastificato. Passano minuti interminabili prima che si decida ad ordinare qualcosa. Non che io abbia fretta di allontanarmi da lui e di lasciarlo agli occhi di altre cinque ragazze che sembrano volerselo mangiare, ma anche restare qui immobile in attesa non da motivo di credere che ci stia molto con la testa, dovrei almeno dire qualcosa, chiedergli se ha scelto, fargli un cenno, invece di restare qui come una statua in attesa che lui si decida spontaneamente a dirmi cosa vuole.

<< Pamela.. tranquilla, penso io a questo scocciatore! >> esclama poi MaRu mettendomi una mano sulla spalla prima di regalarmi uno dei suoi occhiolini che stenderebbero almeno tre quarti della popolazione femminile mondiale.

Quando, ormai in una zona sicura dove il mio cuore può riprendere a battere normalmente, mi volto verso di loro, vedo MaRu sorridere e sedersi al tavolo con Top, cosa che mi fa capire che si conoscono. Quasi sbianco quando ricordo tutto quello che gli ho raccontato del nostro incontro nel market vicino alla Yg, quasi mi sento morire quando immagino che possa averlo riferito a lui o che possa stare per farlo, quasi lo placco quando si avvicina alla cucina per prendere chissà cosa.

<< Tu!! >> esclamo << Cosa stai cercando di fare? Perché non mi hai detto che lo conosci prima di lasciare che ammettessi la mia pazzia difronte a te? >> vorrei urlare se non avessi paura che lui dall'altro lato del locale possa sentirmi e mi ritrovo a sussurrare tutte le mie frustrazioni facendo ridere il mio interlocutore che proprio non riesce a restare serio.

<< Ti faccio questo regalo e mi tratti così? Mi dovresti abbracciare, essere debitrice a vita, farmi un regalo, che ne so... qualcosa del genere e non venire qui arrabbiata. >> il suo ragionamento non fa una piega e so che dovrei anche solo semplicemente votare la mia vita a lui, ma non riesco a non pensare a tutte le cose che gli ho detto e non andare a fuoco per la vergogna.

<< Oh ti prego! Ti ho confessato cose talmente imbarazzanti che adesso scapperei di corsa a casa e mi chiuderei dentro a vita! >> rispondo agitandomi neanche fossi una pazza fuggita da un manicomio. << Oh mio dio!! Tu mi hai spronato a parlartene... io volevo smettere, ma tu mi dicevi di continuare, che eri mio amico... tu sei un maledetto, altro che amico! >> aggiungo ripensando a quella sera. MaRu ride, deve pensare davvero che io abbia qualche problema mentale, poi mi mette entrambe le mani sulle spalle e si abbassa appena per trovarsi alla mia stessa altezza. Mi guarda fisso negli occhi e poi prende un respiro.

<< Non gli ho detto niente e non ho intenzione di farlo. Ho solo pensato che ti avrebbe fatto piacere incontrarlo per davvero e non solo intravederlo. Non ti costringerò alla solitudine della tua stanza perché mi serve un aiuto in cucina. Stai tranquilla. >> mi spiega per poi lasciarmi andare ed entrare in cucina a prendere chissà cosa. Riemerge dalla cucina un paio di minuti dopo facendomi uno di quei sorrisi che farebbero fuori l'ultimo quarto di popolazione femminile mondiale sopravvissuta al suo occhiolino. << Puoi portarci qualcosa da stuzzicare? Non vorrei che dovessi vederlo ubriaco la prima volta. >> scherza prima di andarsene verso il tavolo dove quella creatura perfetta, alias Top, è ancora seduta in attesa del mio amico. Corro in cucina e vedo, tra le varie cose, un vassoio già pronto e un biglietto in cui mi scrive che questo è quello che ha preparato da portare. Sta facendo in modo che io possa interagire in qualche modo con Top? Sta creando la situazione? Gliene sono grata, davvero, anche se non deve essere troppo evidente, ma. ogni passo che faccio verso di loro, sento il cuore scoppiarmi dentro. MaRu mi guarda la lontano, sogghigna sotto i baffi, credo si stia divertendo molto. Arrivo al tavolo con il cuore a mille, è davvero vicino a un esplosione che travolgerà tutti noi compreso il locale e la casa di MaRu, ma non credo di darlo a vedere... se non fosse per le mani tremanti non lo darei di certo a vedere. Sento i loro sguardi addosso e mi nasconderei sotto al tavolo se non fosse che darei decisamente un suggerimento sbagliato, fulmino MaRu sperando che sposti l'attenzione dell'uomo a cui porgerei il mio cuore su un piatto di cristallo da me a lui. Grazie al cielo, lo fa e riesco a posare gli ultimi piatti sul tavolo senza fargli cadere niente addosso. Mi allontano stringendo il vassoio al petto, talmente forte che le nocche diventano bianche, tanto che sento le unghie conficcarsi nella carne. Dovrei essere felice, esserlo davvero, eppure provo così tanta ansia che mi sembra di essere ancora all'università in attesa di fare un esame. Top, il mio Top, quello che sogno di incontrare da tutta la vita, è qui e io non sono riuscita a fare altro che tremare e implorare il mio amico di distogliere la sua attenzione dalla mia sbadataggine. Sbagliatissimo, eppure non riesco a comportarmi diversamente.

Le altre ragazze vanno via, il loro turno è finito e in teoria anche il mio, in teoria a quest'ora dovremmo essere chiusi, ma posso davvero andarmene senza rimpiangerlo? Tra l'altro, se andassi via non resterebbe nessuno a servirli, anche se MaRu potrebbe fare tranquillamente da solo. La verità è che voglio guardare Top, anche solo da lontano, per più tempo possibile, per vedere come si muove, per memorizzare anche questo oltre a ogni singolo centimetro del suo corpo. Mi decido ad avvicinarmi, sempre meglio chiedere invece di fare di testa mia e poi, con la scusa, posso rivedere LUI da vicino possibilmente con meno tremarella e con il cervello collegato a mani, piedi e bocca.

<< Scusate... MaRu, le ragazze sono andate. Vado anche io o ti servo qui? >> domando. Avrei voluto chiederglielo in un altro modo, ma avevo paura che sembrasse troppo evidente la mia voglia di restare ad osservare. L'attenzione è ancora una volta su di me, ma questa volta me la sono cercata. MaRu mi guarda e poi guarda Top. Sto provando a capire cosa stia pensando nella sua mente malefica. Altro che ragazzo dalla dolcezza ultraterrena... è un infame!

<< Non hai cenato e domani mattina devi lavorare. Non sono uno schiavista. Mangia qualcosa con noi. >> propone e vorrei correggermi definendolo un angelo disceso dal cielo, ma cosa potrebbe uscirne se restassi qui al tavolo con loro senza sapere di cosa parlare? Di certo niente di buono. << A te sta bene? È una ragazza discreta. Con qualche rotella fuori posto, ma discreta! >> dice poi al suo compagno di bevuta che annuisce tranquillo. Ok, cosa sta succedendo? Sto per cenare con Top? Certo non è una cena a quattrocchi vista la presenza di MaRu, ma anche solo sedermi al suo stesso tavolo è una specie di dono dal cielo, o almeno io così lo vedo, e quindi MaRu torna di diritto ad essere un angelo disceso dal cielo.

Credo di non aver mai partecipato a una cena tanto imbarazzante. Come previsto sono totalmente sprovvista di argomenti da condividere con loro che invece sembrano conoscersi da una vita ed essere rimasta senza aver nemmeno provato a rifiutare l'offerta, ora, mi sembra la scelta più sbagliata che io abbia mai preso.

<< Ah! Questa signorina qui fa disegni strepitosi! Tu che sei interessato all'arte dovresti vederli, sai? >> MaRu lo guarda con la mano stretta a pugno e il pollice rivolto verso di me. No, questo non doveva farlo, ora mi imbarazzo sul serio...

<< Davvero? >> domanda quasi stupito il nostro commensale. Perché è così stupito? Do l'idea di una che non sappia tenere una matita in mano? Ci penso e in effetti non ha tutti i torti a non crederci del tutto visto che le mani tremanti non sono proprio il massimo per ombreggiare, sfumare e tutto il resto. Mi fissa e si sforma il labbro inferiore con le dita facendomi dimenticare anche l'imbarazzo che provavo fino a pochi attimi fa. Se continua a toccarsi quel dannato labbro credo che potrei non rispondere delle mie azioni, ma vengo e, soprattutto, viene salvato in calcio d'angolo da MaRu che cattura la sua attenzione e anche la mia.

<< Certo! >> gli risponde, ma nel tuo tono sento che non è finita qui e mi domando dove voglia andare a parare. << Prendi il cellulare così lo vede con i suoi occhi che dal suo sguardo non mi sembra tanto convinto. >> dice poi a me e, se potessi, gli darei un cazzotto in pieno stomaco perché sa quanto mi vergogno a farli vedere. Lui li ha visti per caso nella mia stanza, di mio non glieli avrei mai fatti vedere.

<< Non penso sia il caso... non sono niente di speciale! >> mi giustifico gesticolando fin troppo con le mani e catturando nuovamente l'attenzione del mio amato rapper che ora sembra davvero curioso dato che allunga la mano verso di me come a dire “passami il cellulare”.

<< Non essere modesta adesso, dai... è un amico, non sarà troppo cattivo. Poi l'ultimo che stavi facendo era davvero spettacolare. Su... non farti pregare ogni volta! >> il mio amico non demorde e forse non capisce che il motivo per cui lo sto riempendo di calci da quando ha iniziato a parlare dei miei disegni è perché il soggetto ricorrente è proprio la persona a cui vuole farli vedere. Ne cerco uno che non lo riguarda e fortunatamente lo trovo quasi subito. Peccato che MaRu abbia deciso di rovinare i miei piani. << No no.. aspetta... ti cerco quello che dico io. L'ho vista mentre lo faceva qui fuori. Dovevi vedere come era concentrata... ho provato più volte a dirle se volesse ordinare qualcosa, ma non sembrava sentirmi. >> spiega e io già sto prefigurando l'espressione di Top mentre guarderà quel disegno in bianco e nero che lo ritrae nel suo web drama Secret message. << Eccolo! >> esclama MaRu passando subito dopo il cellulare a Top che io vorrei evitare di guardare, ma i miei occhi non vogliono staccarsi da lui nonostante la forza di volontà che io stia richiamando per voltarmi. Lui sorride portandosi la mano chiusa a pugno davanti alla bocca, ma è troppo tardi perché l'ho già visto. Non contento, MaRu gli chiede se gli piace. Lui si schiarisce la voce e si sistema sulla sedia, poi mi guarda. Devo essere diventata rossa perché sento le guance bruciare e il cuore praticamente in gola che lotta per uscire fuori.

<< Talmente bello che riesco a riconoscere il soggetto. >> commenta e, giuro, che se potessi sprofonderei. Come potrebbe non riconoscersi? Tra l'altro non è una foto a caso, è presa da un suo drama e suppongo che si sia visto e che ricordi perfettamente qualcosa che ha recitato fino a pochi mesi fa. Davvero MaRu non se ne è accorto o mi sta solo mettendo in una situazione ancora più imbarazzante di quanto già non sia? Top non riesce a ritrovare la serietà perduta dal momento in cui ha visto la foto del mio disegno e inizia a darmi sui nervi, anche se è lui.

Il mio amico, se ancora così lo posso chiamare dopo le ripetute figure di merda che mi sta facendo fare con l'unica persona davanti alla quale mi sarei voluta mostrare con tutte le rotelle al loro posto e nella mia forma migliore, continua a guardare la foto, deve piacergli davvero tanto, poi quasi salta sulla sedia e questo mi suggerisce che non sapeva davvero chi fosse il soggetto del disegno perché dalla sua espressione intuisco che l'ha capito solo adesso. Ora che ha tutto chiaro e che quindi capisce anche perché Top sta nascondendo il suo sorriso gongolante e, soprattutto, perché io sento il bisogno di tenere la testa con una mano in modo da cercare di creare una barriera tra me e loro. Comincia a ridere in modo isterico infilando il cellulare nella mia borsa, come se questo bastasse a fargli dimenticare che sono una sua fan.

<< Beh.. credo di dover andare. Domani mattina devo partire. Questo tour è infinito! >> esclama sistemandosi per l'ennesima volta la giacca mentre si alza e beve l'ultimo sorso di vino nel suo bicchiere. Qualcosa mi dice che c'entro anche io nella sua voglia di andarsene, o forse mi sto solo ritenendo più importante di quanto sono.

<< Si, ma non sparire per mesi... fatti vivo quanto torni! >> MaRu è tranquillo, magari davvero non sta scappando da me, una fan potenzialmente pericolosa, e deve davvero andare perché domani deve prendere un aereo. Da quando sono qui ho completamente perso la cognizione del tempo, ricordo in che giorno della settimana siamo, ma il giorno del mese mi è del tutto sconosciuto, quindi non riesco a ricordare se ha davvero un concerto in questi giorni. Se fossi una fan accanita e ossessionata, però, dovrei sapere queste cose e lui non potrebbe mentire. Come al solito, mi sto lasciando andare ai pensieri che non mi portano mai da nessuna parte, anzi, spesso mi fanno perdere quello che mi succede intorno. << Vai a chiudere la porta così puliamo... >> mi dice MaRu dandomi le chiavi del locale, mentre colui che mi fa battere il cuore si sta già avviando verso l'uscita. Annuisco e quasi mi metto a correre per arrivare insieme a lui alla porta e avere la possibilità di vedere ancora una volta i suoi occhi, niente di più.

Si volta, forse sente la mia presenza e io mi blocco all'istante abbassando lo sguardo. Come faccio a guardarlo negli occhi se mi imbarazzo anche solo a stargli a un paio di metri di distanza. In qualche modo riesco a dirgli che devo solo chiudere la porta e con un suono gutturale appena udibile all'orecchio umano mi informa che ha capito. Grazie a qualche forza sconosciuta lo guardo sfacciatamente negli occhi e deve essere sorpreso perché per un attimo vedo i suoi occhi sgranati, che poi tornano normali regalandomi la più bella visione del mondo.

<< Era bello davvero... Pamela. >> dice all'improvviso e il mio cuore non può non perdere un battito. Il mio nome detto da lui sembra ancora più bello... mi è sempre piaciuto, ma adesso lo adoro. Mi manca il respiro e non è una buona cosa, soprattutto perché non so cosa dire. Un momento... sa il mio nome? Deve averlo sentito da MaRu, non ricordo quando, ma vista la mia scarsa reattività mentale di questa sera non mi stupisco. Un timido ringraziamento esce dalle mie labbra e vedo un sorriso spuntare sulle sue prima di voltarsi e andarsene, stavolta davvero, lasciandomi con il cuore a mille a guardarlo mentre si allontana.




Seraaa !! Sono in ritardissimo con l'aggiornamento visto che non ho trovato un wifi con cui pubblicare e neanche il tempo per cercarlo. Ho anche prolungato la mia vacanza, quindi ecco spiegata la mia momentanea sparizione, ma da ora in poi dovrei tornare a pubblicare più o meno ogni 9-10 giorni entrambe le storie. 
Café... la parte iniziale della canzone in cui TOP "parla" con il suo vocione caldo mi stende, che poi lui in generale mi stende sempre......... 
Vi avevo detto che ci sarebbero state parti che non avevano molto a che vedere con il testo della canzone e questa credo sia una di quelle perché il titolo e la situazione erano perfette per la mia storia, ma la canzone io la vedo più depressa... e io sto provando con tutte le mie forze a non deprimermi troppo mentre scrivo. Voglio farmi un bel regalo da poter rileggere quando TOP se ne sarà andato in mimetica a servire la sua amata patria, cosa che a quanto pare avverrà quest'anno. 
Per il resto, io scappo che devo finire di scrivere l'altra storia.. :O 
Alla prossima ^^
P.

 

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Capitolo 4
*** A good man ***


 
You won't be able to sleep because of your fluttering heart 
 
3
 

A good man

Surreale. Non riesco a trovare una parola che calzi meglio per descrivere la serata appena trascorsa. Guardo il soffitto e le stelle che ho messo appena un paio di giorni fa, sono l'unica fonte di luce all'interno della stanza prima che io mi decida ad accendere le luci o ad alzarmi e aprire le finestre, mi danno l'idea di essere ancora a casa o comunque mi ricordano la mia cameretta. Sono svenuta per la stanchezza stanotte, non ho neanche messo la sveglia perché MaRu mi ha obbligato a cambiare il mio turno e ad andare il pomeriggio perché ritiene di non essere uno schiavista. Spero che questa mattina non abbiano dovuto lavorare il triplo a causa mia. Allungo il braccio per cercare il cellulare, l'oggetto della mia vergogna, e mi rendo conto che è già ora di alzarmi anche se la mia testa avrebbe bisogno di almeno un paio di ore in più per riposarsi davvero visto che anche per tutta la notte ha continuato ad elaborare la serata che mi aveva visto allo stesso tavolo con il bel rapper dallo sguardo profondo.

Accendo la lampadina sul comodino che non fa molta luce, ma almeno mi permette di arrivare alla finestra per aprirla ed evitare quindi di cadere rovinosamente a terra ogni passo che faccio. L'interruttore è troppo lontano e non sono ancora abbastanza sveglia per arrivare incolume dall'altra parte della stanza senza inciampare in qualcosa. Meglio andare verso il bagno e lavarmi la faccia con l'acqua fredda per cercare almeno di tenere gli occhi aperti. Una bella lavata, due schiaffi sulle guance per svegliarmi definitivamente e sono pronta. Mi vesto con la prime cose che trovo, tanto una volta al locale dovrò cambiarmi e mettere la divisa, prendo il cellulare e le chiavi e scendo.

Fuori dall'entrata del locale incontro una ragazza che vedevo qui i primi giorni che sono arrivata e che fino a ieri si che era in permesso per malattia, SoRa. È un piacere vederla, soprattutto perché vuol dire che non ci sono più doppi turni da fare. SoRa mi saluta, qualcosa di inusuale per lei che passava il tempo a guardarmi storto, e io ricambio il saluto perché in fondo non ho mai avuto niente contro di lei. Entriamo in un locale strapieno e MaRu ci supplica di sbrigarci e di cambiarci che sono davvero nei casini.

Il turno finisce in fretta e sento davvero il bisogno di una doccia lunga una vita. Entro in stanza e poco dopo bussano alla porta. Apro e trovo MaRu con sue buste in mano che mi guarda sorridendo e a quel sorriso non so dire di no. Lo avverto che farò una doccia lunghissima e che non mi convincerà in nessun modo a farla più tardi. Puzzo di qualsiasi cosa e non ho intenzione di continuare a sentire questo odore un secondo di più. Esco fuori lavata, profumata e già in pigiama, pronta per la cena. Pollo fritto e birra, ecco cosa ha in mente il mio amico e non mi sembra niente male.

<< Sei tanto stanca? Dovrei farti fare meno ore? >> mi domanda preoccupato.

<< Non dovresti essere amico dei tuoi dipendenti. È controproducente. Lascia che te lo dica. Il turno è ok. Ho dormito poco e male, è questo il problema. Se avessi dormito come si deve, avrei potuto fare anche il turno successivo! >> gli spiego sperando che non capisca che il motivo del mio mancato sonno è dovuto all'incontro di ieri sera, ma dubito che non ci sia arrivato, si limita a guardarmi ogni tanto tra un boccone e l'altro senza parlare.

<< Domani pranza qui. Era un viaggio lampo. Puoi servirci se vuoi... >> propone e ho la conferma che ha capito. Mi mordo un labbro ma non rispondo, tornando ad occuparmi del coscio che ho tra le mani e che addento come se non mangiassi da mesi. Un osso mi colpisce in fronte, tiro fuori un urlo e MaRu ride di gusto. Non capisco come possa essere il serio titolare di un locale e al tempo stesso un ragazzino che si diverte a lanciare ossa insalivate addosso alla gente, e soprattutto a qualcuno che si è appena lavato.

<< Ma ti pare modo di fare? Che schifo!! >> urlo e lui continua, non vuole saperne di smettere di ridere o forse proprio non ci riesce.

<< Così impari a non rispondere! >> ride ancora. In fondo non è poi una cosa così schifosa e non è niente che una doccia non possa lavare via, quindi decido di diventare un po' bambina anche io e, appena finisco la mia coscia, lo ripago con la sua stessa moneta e gliela lancio finendo per colpirlo sul sopracciglio... la mira non è sempre il mio forte. Sembra sorpreso, non penso credesse che potessi mai farlo. Scoppia a ridere e inizia una guerra che finisce nel momento in cui lo vedo prendere una coscia ancora intera.

<< Non prima di averla mangiata! >> lo rimprovero e lui, da bravo bambino, mangia ogni singola fibra di carne intorno all'osso mantenendo il contatto visivo con me, per poi lanciarmi l'osso addosso.

<< Fatto! >> esclama ed è la fine della nostra guerra, la fame ha la meglio insieme alla stanchezza. È stanco anche lui, deve avere sonno e, ammetto, che sono stati i suoi sbadigli a farmelo capire perché lui anche da stanco resta perfettamente bellissimo come sempre.

La mattina ci ritroviamo sul pavimento della mia stanza tra cosci di pollo e lattine di birra. Sento la testa scoppiare e immagino che abbiamo bevuto davvero parecchio, irresponsabilmente visto che questa mattina dobbiamo lavorare entrambi. Sbadiglio mentre mi avvicino alla sua carcassa dormiente e con un piede lo smuovo per farlo svegliare. Fa qualche smorfia ma non sembra volersi svegliare e, colpa della mezza specie di sbornia di questa notte e del sonno che non mi permette di essere ancora conscia di quello che sto facendo, gli svuoto una lattina di birra addosso. Solo una volta finita e sentendo il tonfo della stessa sul pavimento, nonché le urla del mio amico, mi rendo conto di cosa ho fatto e comincio a ridere, seguita da lui che dapprima sbuffa per essere stato svegliato e poi scoppia a ridere quando capisce cosa è successo. Ha decisamente una reattività mentale migliore della mia. Si alza di scatto recuperando le sue scarpe per la stanza ed esce di corsa dicendomi che ci vediamo al locale. Scappa neanche fossi una donna sposata e mio marito stia rientrando prima del previsto costringendo alla fuga il mio amante. A lavoro non riusciamo a guardarci e non ridere. Gli altri ci guardando e non capiscono cosa abbiamo, probabilmente le loro ipotesi non si avvicinano neanche lontanamente alla realtà, staranno pensando anche a qualcosa di poco casto, ma non mi importa, ridere con il mio amico di bevute fa bene al cuore.

<< Cameriera! >> sento alle mie spalle e credo che tocchi a me visto che le altre sono impegnate. Ho volentieri ceduto il mio posto di aiuto cuoca a una dipendente decisamente più anziana di me, lavorativamente parlando, e con una passione maggiore per la cucina, così mi sono ritrovata a servire i tavoli senza possibilità di scampo. Mi volto trovandomi difronte un affascinante uomo in giacca e cravatta. Deve essere qualcuno di importante perché il suo completo non sembra come tutti quelli che ho visto indossare fino ad oggi, sembra di un materiale molto costoso, uno di quelli che ti cade perfettamente addosso, ma posso anche sbagliarmi. Non riesco a nascondere l'imbarazzo, poche volte mi è capitato di incontrare qualcuno talmente bello da lasciarmi senza fiato. Deglutisco e prendo fiato più volte prima di parlare per evitare di balbettare qualcosa di incomprensibile, poi rispondo. Vuole semplicemente il conto così mi allontano per andare in cassa. Glielo porto e mi congedo subito dopo. Da lontano lo vedo tirare fuori il portafoglio dalla tasca interna della giacca in quel modo che fa tanto figo e, dopo aver dato un rapido sguardo all'importo, lasciare i soldi nel piatto. Si alza abbottonandosi abilmente la giacca con un rapido movimento delle dita, un gesto che riporta i miei pensieri verso Top: stessa agilità, stesse dita lunga e affusolate. Ancora una volta la mia testa mi gioca il solito scherzo facendomi rivedere Top in un'altra persona. Quando torno in me, trovo l'uomo ad incamminarsi verso l'uscita dopo essersi girato un'ultima volta dalla mia parte, si sarà accorto che lo stavo osservando e volto lo sguardo imbarazzata. Arrivo al suo tavolo e mi accorgo subito che qualcosa non torna... nel piatto c'è molto più del dovuto, più del doppio di quanto avrebbe dovuto pagare. Lo inseguo fuori correndo, urlando a SoRa che tornerò subito, e sono costretta ad accelerare il passo quando vedo che sta aprendo la portiera della sua auto.

<< Scusi?? >> lo chiamo, ma lui sembra non sentirmi e urlo più forte. Riesco a raggiungerlo appena in tempo, sta per mettere in modo così busso sul finestrino e aspetto che lo abbassi curvandomi appena verso il basso per riprendere fiato, correre non è mai stato il mio forte. Lui scende di corsa dalla macchina e viene vicino a me.

<< Si sente bene? >> mi chiede preoccupato tenendomi saldamente per le spalle come se avesse paura che possa cadere da un momento all'altro. Gli sorrido con le ultime forze che mi sono rimaste. Prendo un altro paio di respiri e poi sono finalmente pronta a parlare o comunque ad emettere qualche parola sconnessa che spero lui riesca a riordinare per comprendere quello che cerco di dirgli. Mi guarda perplesso e non posso che dargli ragione, nemmeno io mi sarei capita.

<< Il suo resto. >> riesco a dire senza dare l'impressione di star esalando l'ultimo respiro. I suoi occhi sgranati mi fanno pensare che non ha ancora capito cosa provo a spiegare. << È andato via senza aspettare che le portassi il resto. >> mi spiego meglio una volta riacquistato il mio caro e amato fiato. La sua espressione si addolcisce, probabilmente mi aveva capito, poi scuote il capo impercettibilmente.

<< Quella si chiama mancia. >> dice e sono io a ritrovarmi con gli occhi sbarrati, neanche avesse detto chissà cosa. Fa un inchino per congedarsi, ma lo blocco per un braccio costringendolo a voltarsi ancora una volta verso di me.

<< Di solito la mancia non è più alta del prezzo del pranzo. >> rispondo. Non capisco nemmeno io perché mi preme così tanto mettere le cose in chiaro. Altri al mio posto avrebbero preso quei soldi e li sarebbero messi in tasca, ma io non ci riesco.

<< Dipende dalle persone a cui è abituata. Posso permettermelo! >> normalmente parole del genere mi avrebbero fatto innervosire, ma il suo modo di dirle, così naturale e lontano dal volersi vantare di quello che possiede, mi fa restare calma ad osservare il sorriso che mi rivolge comprensivo mentre mi aiuta a riconquistare la posizione eretta. << Ma se proprio non le va giù che io possa permettermi di darle una mancia così elevata, può sempre offrirmi il pranzo, domani. >> aggiunge. Non riesco a capire se mi sta prendendo in giro o no, ma il suo sguardo sembra sincero. Mette una mano nella giacca e tira fuori un foglietto, un biglietto da visita. << Mi chiami quando ci avrà pensato e avrà deciso cosa fare. Domani ore 13 al Majestic. Se non avrò sue notizie, lo prenderò come un no. Io l'aspetterò in ogni caso. Veda di esserci, potrebbe essere divertente. >> conclude porgendomi il biglietto che stringe tra il dito indice e il medio. È così suo agio col suo corpo, lo muove con consapevolezza, mentre io spesso neanche mi reggo in piedi.

Prendo il suo biglietto da visita tra le mani e aspetto che vada via prima di leggere il suo nome. Un altro inchino e un sorriso, sembra meno formale rispetto a prima ma non ci metterei la mano sul fuoco, poi si volta e, complice una folata di vento arrivata chissà da dove, la sua uscita di scena è accompagnata da una giacca al vento che rende il tutto meglio di una scena di un film. Kim JinWook , amministratore delegato della Mr&MrsStyle, famosa catena di abbigliamento i cui negozi sono radicati su tutto il territorio coreano. “Nientemeno che un amministratore delegato” penso e mi chiedo come possa voler anche solo pranzare con me, una semplice cameriera. “La classica storia di Cenerentola” penso ancora “quella dove l"uomo ricco e facoltoso corre dietro ad una ragazza qualunque” una storia che non credevo potesse mai essere collegata a me. Lui, poi, ha sicuramente un futuro già stabilito, con tanto di matrimonio combinato con la figlia di un qualche altro famoso imprenditore al fine di espandere il suo impero. Forse è solo un modo di ribellarsi a tutto questo, un modo per sfidare i suoi genitori come per dirgli "Vedete? Posso fare quello che voglio della mia vita!". Magari invece è già sposato, non posso saperlo visto che non mi sono soffermata a guardargli troppo le mani per notare la presenza di anelli. Se fosse stato sposato, però, non credo che si metterebbe a pranzare con la prima persona che incontra rischiando fraintendimenti. Forse sono io che sto cercando di dare una spiegazione a qualcosa che probabilmente non ce l'ha, forse, anzi sicuramente, vuole semplicemente mangiare con me senza doppi fini o motivazioni. Il suo sorriso, tra l'altro, non mi sembra quello di una persona fredda e calcolatrice; è dolce, gentile e non riesco proprio a vederlo come una cattiva persona.

Mi incammino verso l'ingresso del locale con i suoi soldi in mano, in qualche modo devo restituirglieli e mi convinco ad andare a questo pranzo. -Domani, ore 13 al Majestic, ho deciso che ci sarò. Devo restituirle i suoi soldi in qualche modo.- invio il messaggio senza nemmeno scrivere il mio nome o chi sono, invio di getto prima di avere la possibilità di ripensarci. Cammino a testa bassa per vedere se risponde, ma sta guidando, è ovvio che non può. Sospiro, anche se dovesse rispondermi più tardi avrei comunque tutto il pomeriggio per capire cosa mettere domani ed evitare le mie solite paranoie. Cammino pensierosa, sicura di starmi per cacciare in qualche guaio, e vado a sbattere fortunatamente contro qualcosa di morbido. Alzo lo sguardo e trovo il palmo di una mano premuto contro la mia fronte. Ecco... bel modo di dare il benvenuto a un cliente! Buona parte del palmo copre il viso della persona davanti a me e l'unica cosa di cui sono sicura è il sesso: è un uomo. La mano lascia la mia fronte e davanti a me trovo Top, sobbalzo quando mi rendo conto che è con lui che ho fatto l'ennesima figura di merda. Mi sbilancio troppo e lui se ne accorge perché mi stringe per le spalle per evitare di farmi cadere. Davvero non potevo rivederlo in un modo migliore? Perché devo mostrarmi sempre instabile fisicamente e mentalmente?

<< Scusa, ero distratta. >> mi sbrigo a discolparmi, ma guardandolo negli occhi lo vedo divertito come l'altra sera. Sbuffo e la stessa mano con cui mi ha impedito di andargli addosso, si copre le labbra per nascondere l'ennesima risata camuffata con la tecnica dello schiarirsi la voce.

<< Me ne sono accorto... >> commenta aprendo la porta e facendomi cenno di entrare. Il modo in cui mi deride mi innervosisce e se non fosse che la sua voce mi fa girare la testa lo prenderei a parolacce. Ok, forse non lo farei davvero, ma almeno penserei di farlo. Ancora una volta soffoca la risata e nasconde il tutto dietro alle sue grandi mani, le stesse con cui mi aveva stretta nel piccolo negozio vicino alla Yg e che sogno tutte le notti. Varco la soglia a testa bassa e con il cuore in gola. Guardo verso la cassa e noto MaRu osservarci, forse lo stava facendo già da un po' e sorride nel vedermi mentre gli lancio un'occhiataccia dopo l'altra. Ancora mi chiedo come faccia a conoscerlo, nonostante la curiosità non gliel'ho mai chiesto, ma poco importa finché posso vederlo anche se lo incontro in modi discutibili. Beh in fin dei conti il modo in cui ci incontriamo è relativo, sono almeno dieci minuti che vago tra i miei pensieri... sto immaginando me e lui insieme su un'isola deserta e devo smetterla almeno per la prossima mezz'ora, poi sarò libera di rintanarmi nella mia stanza e lasciarmi andare a tutte le fantasie che voglio. Torno alla realtà con MaRu che mi fa cenno di andare verso di loro che già si sono seduti al loro tavolo, mentre io sono ancora all'entrata con le guance rosse. Mi avvicino a loro forte delle mie capacità recitative, o almeno spero che la presenza di Top non mi renda un disastro come al solito. Lui ha smesso di nascondere le sue bellissime labbra, è tornato nuovamente una superstar posata, tiene le braccia sul tavolo con le dita intrecciate tra loro. Vederlo in questo modo mi fa perdere completamente la testa, non che abbia ancora molto altro da perdere, ma non riesco a tener fede a quanto mi sono riproposta neanche un minuto fa.

<< V-vi porto q-qualcosa? >> chiedo balbettando per cogliere l'occasione di andare in cucina a respirare l'ossigeno necessario per non stramazzare a terra prima di tornare da loro. MaRu sta palesemente tramando qualcosa, i suoi occhi socchiusi e i suoi denti che mordono il labbro inferiore non mi convincono per niente. Ne ho la conferma quando mi fa cenno con una mano di avvicinarmi a lui. Lo faccio anche se un po' titubante.

<< Che ne dici di unirti a noi? In fondo il tuo turno è finito. >> propone e vorrei tanto accettare, ma non ho più la convinzione di farcela senza fare qualche altra figuraccia.

<< Si, unisciti a noi. Sono convinto che ci divertiremo di più. >> commenta Top con un sorriso appena accennato sulle labbra. A lui come faccio a rispondere di no? Probabilmente la sua è una presa in giro, e ne ha tutti i motivi, ma muoio dalla voglia di passare del tempo con lui, di creare altri ricordi che per niente al mondo dimenticherei mai, o anche solo per osservarlo muoversi e per stampare bene in testa ogni particolarità del suo viso come quelle fossette che gli formano sulle guance quando ride o quella piccola cicatrice sotto il sopracciglio che chissà in che modo si è fatto. Accetto e mi siedo insieme a loro per pranzare, sono quasi le tre ormai, ma da quando lavoro qui ho imparato a mangiare ad orari improbabili. Sedermi vicino a MaRu mi è sembrata la cosa giusta da fare sia perché non voglio sembrare una ventosa che si attacca all'idol di turno, sia perché dall'altro lato del tavolo posso vederlo meglio, in tutta la sua bellezza. Top ci guarda come se ci stesse studiando, osserva il modo in cui MaRu mi serve il cibo e il mio stomaco non vuole saperne di aprirsi al cibo. Il suo sguardo pesa su di me, mi rende incapace di fare qualsiasi cosa.

<< Vuoi dare l'impressione di essere una di quelle ragazze che mangiano poco? Guarda che io lo so che divori qualsiasi cosa ti trovi difronte! E riempi quel bicchiere con qualcosa di buono che mi sto sforzando per non scoppiare a ridere a vederti bere acqua! >> quello che si definisce mio amico ha appena rivelato la mia natura da mangiatrice alcolizzata ed io sento le mie guance prendere fuoco tra le risate di MaRu e quella fin troppo contagiosa di Top. Sentirmi al centro dell'attenzione, fa colorare sempre più di rosso il mio viso e, senza neanche accorgermene, mi volto verso il mio amico per dargli uno schiaffo dietro la nuca per farlo smettere di ridere. Non ho calcolato, però, che quel gesto, dopo l'iniziale stupore, possa farli ridere più di prima e finisco per sdraiarmi sconfitta sul tavolo andando ad allungare come al mio solito un braccio sul tavolo finendo per scontrarmi contro quello di Top che smette di ridere all'istante. “Coincidenza” penso, ma i suoi occhi fissi nei miei mi dicono che non può essere così. Mi tiro su e gli faccio un cenno con il capo per scusarmi, lui non si scompone e arriccia le labbra come se stesse pensando qualcosa... poi finalmente parla.

<< Quindi prima o poi mi concederai una sfida? >> mi chiede fissando i suoi occhi nei miei in attesa di una risposta. Gli urlerei di si, lo sfiderei anche subito se non fossi imbarazzata dalla nomina che mi ha dato MaRu. << Vale anche per te, ovviamente! >> aggiunge voltandosi verso quello che dovrebbe essere mio amico. Ogni mia speranza che stesse provando a stare da solo con me svanisce appena invita anche MaRu. Sapevo che non era possibile, che io di solito non colpisco così tanto da far scattare un colpo di fulmine, ma sperare non costa nulla e per un attimo mi sono voluta illudere. MaRu, che non ha motivi per rifiutare, accetta, quanto avrei voluto che non lo facesse.... << Ok! Almeno sono sicuro di battere uno di voi. >> risponde ridendo e alzandosi dalla sua sedia. Ci saluta, ha un appuntamento di lavoro. Sta per andare via e vorrei gridargli di restare o che sarei andata con lui, ma credo che non sia il caso di rendermi più ridicola di quanto non abbia già fatto. Si volta, tornando a guardarci subito dopo. Si avvicina di nuovo allungando una mano verso di me. << Comunque... piacere, Seung Hyun! >> dice incollando il suo sguardo al mio come se davvero avessi bisogno che si presentasse formalmente per sapere il suo nome. Sento di nuovo quella sensazione piacevole, di tranquillità, di casa, la stessa che ho sentito durante il nostro primo incontro nel market che lui però sono sempre più sicura non ricordi.

<< P-piacere, Pamela!>> balbetto non riscendo a controllare la mia voce, troppo instabile per dire anche una sola parola in più. Stringere la sua mano, sentire una strana scossa partire dalla punta delle dita e giungere fino al cuore facendo accelerare il suo battito che già batte veloce da quando l'ho visto seduto a quel tavolo

<< Lo so. >> risponde. Sorrise e sento la sua presa farsi sempre più lenta fino a lasciar andare del tutto la mia mano. Si volta ancora, ma questa volta non torna indietro.

Vederlo camminare verso l'uscita apparentemente sciolto e a suo agio sotto gli occhi di tutti i clienti del ristorante mi ipnotizza, il mio sguardo sembra non volersi staccare da lui, sembra volesse sperare che lui si giri e lo incroci per un ultimo saluto, ma non lo fa... continua per la sua strada salutando di tanto in tanto qualche fan che lo chiama dal proprio tavolo.

<< Respira! >> mi prende in giro MaRu soffocando a stento una risata. Lo sto odiando, lo sto odiando sul serio. << Quindi ti piace davvero... >> commenta come se non lo sapesse già, come se non gli avessi già raccontato tutto, forse ora se ne rende conto davvero, ma io ignoro volutamente di rispondere. Sbagliatissimo, perché non faccio altro che dargli la conferma. << Beh, è un bel ragazzo, è famoso... è normale che ti piaccia, ma non è per te! >> dice. Inizialmente le sue parole mi fanno male, “non è per te” non sono parole che un amico dovrebbe dire in ogni caso, ma so che ha ragione. È troppo fuori dalla mia portata. << Stai attenta... >> mi sta mettendo in guarda da cosa? Da Top? O forse dovrei dire Seung Hyun.. dovrò fare le prove per chiamarlo così stasera. Comunque non c'è bisogno di mettermi in guardia, non sono così stupida da credere che lui possa interessarsi a me. A me basta poterlo guardare, anche da lontano, ma essere vicino a lui durante le sue gioie e ancora di più quando le cose non vanno bene, sarebbe ancora meglio. Non come sua donna, non mi serve alcun tipo di definizione, finché sto con lui sto bene, credo. Pensare a tutto questo, però, è troppo presto e decisamente troppo bello e irrealizzabile per una ragazza comune come me che è stata invitata a ubriacarsi, non di certo a un appuntamento.

<< So che non è per me, nemmeno ci spero... >> ed è una bugia. Nonostante tutti i miei buoni propositi, ci spero eccome, non smetterò mai di sperare.

<< Bene. >> è quello che mi rispose prima di far calare un imbarazzante silenzio che non c'è mai stato tra noi due, un silenzio che pesa ma che non ho alcuna intenzione di rompere. Ho paura di quello che può dire, non sono preparata.


Eccomi di nuovo con un nuovo capitolo. A good man, preso paro paro dal titolo di una loro canzone, quindi se volete cercarla, cercate appunto A good man. Un brav'uomo, questo è quello che ho provato a far uscire da questa parte e spero di esserci riuscita... 
C'è un nuovo personaggio entrato in gioco, Kim Jin Wook (si ho scelto il nome di un attore che mi piace, solo il nome, non il cognome per non "dare troppo nell'occhio" e per non voler sembrare la solita ingorda che li vuole tutti per sè, quindi immaginatelo come volete) e penso che la sua entrata in scena vada fatta notare perché è un personaggio che resterà nella storia per un bel po'. 
Ora vi lascio con uan domanda: chi è questo good man tra gli uomini incontrati fino ad ora secondo voi? Non è una gara a chi indovina prima o chissà cosa, solo un modo per capire se viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. 
Al prossimo capitolo ^^ 
P.

 

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Capitolo 5
*** I'm a bad boy ***


 
You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 
 
I'm a bad boy
 

Il mio letto, un rifugio sicuro. Mai come questo pomeriggio mi sono sentita così protetta sotto una coperta e con un cuscino tra le braccia. Ho bisogno di restare sola per riorganizzare le idee e niente mi permette di pensare meglio che il mio letto. Di certo questo non è il mio solito letto, quello che sa tutto di me è quello che ho lasciato in Italia, a casa mia, questo di Seoul non mi da consigli, non mi dice cosa fare, non mi rassicura, si limita a tenere lontano il resto del mondo mentre i miei pensieri vagano senza logica intorno a me. Top... Seung Hyun... non dovrei andare troppo avanti con la fantasia, non potrà succedere niente di quello che penso o spero e lui non si innamorerà di me perché non sono quella giusta per lui, in questo MaRu ha ragione, pensandoci ha fatto bene a riportarmi con i piedi a terra. So tutto questo, eppure una piccola scintilla ancora brucia dentro di me, mi dice di non perdere le speranze. Odio quella scintilla, la odio davvero, è lei che non mi permette di andare avanti sul serio dalla prima volta che il mio sguardo ha incrociato il suo attraverso uno schermo. Sono sempre rimasta ancorata ad una piccola speranza di incontrarlo un giorno e quel giorno è arrivato. Ho perso così tanto tempo a desiderare di incontrarlo che non mi sono mai fermata a pensare davvero a cosa avrei fatto dopo; pensieri vaghi, spesso campati in aria o comunque surreali, niente che si sarebbe potuto verificare. Trovarmelo davanti mi ha lasciato completamente incapace di pensare a qualsiasi cosa, ma so che, anche se avessi pensato a cosa fare in quel momento, non sarei stata in grado di farlo a causa della mia esagerata timidezza ed emotività. Seung Hyun non ha di certo bisogno di me, a lui serve una donna che sia a suo agio nelle situazioni più diverse, che abbia un'eleganza da far invidia e che sia sempre impeccabile. Tutto questo io non lo sono: io vado nel panico ogni volta che mi trovo difronte a qualcosa che non conosco in ogni dettaglio e sono abituata ad una vita di provincia dove non c'è bisogno di parlare e comportarsi in un determinato modo, ognuno si mostra nella sua semplicità. Nel mio piccolo paese potevo anche vantarmi di essere la persona con la migliore educazione, le buone maniere, il modo giusto di parlare, il modo giusto di sorridere, ma, quello che era il meglio nel mio paese, sono sicura che non sia il meglio in questa nazione.

Pensare mi fa male, eppure non posso smettere di farlo... è più forte di me. Pensare riesce a farmi piangere ogni volta, questa compresa, fa sempre sfuggire qualche lacrima ai miei occhi, lacrime che non sono altro che la realtà che torna a bussare sulla mia spalla a volte sottoforma di un amico che te la sputa crudamente in faccia ed altre come un pensiero che torna a galla nel momento meno opportuno.

Mi sveglio di soprassalto e, senza nemmeno guardare l'ora, vado ad aprire trovandomi unun MaRu in jeans scuri e camicia bianchissima davanti a me, in tutta la sua bellezza. << Mi sono addormentata! >> urlo in preda al panico ricordando all'improvviso il motivo per cui è fuori dalla mia porta prima di correre in bagno a darmi una sciacquata veloce per togliere i segni del sonno. Avevo pianificato tutto: riposarmi sul letto per una mezz'oretta e poi alzarmi, farmi una lunga doccia, lavarmi i capelli, asciugarli con cura, truccarmi con tutta calma e pensare a cosa mettere. Invece come al solito mi ritrovo a fare tutto di fretta?

<< Pensavo fossi pronta già da ore! Non succede tutti i giorni di andare a casa dell'idol che ti fa battere il cuore. >> mi prende in giro facendo ogni tanto capolino dalla porta del bagno per uscirsene con una nuova battuta. Per fortuna i miei capelli sono stranamente ancora a posto e non perdo troppo tempo a sistemarli. Mi vesto in fretta chiedendo al mio amico di scegliere qualcosa per me, mi fido del suo gusto, e finalmente sono pronta per uscire.

In macchina, io e MaRu parliamo poco, lo sento diverso la solito nonostante il piccolo siparietto di poco fa. Non posso sperare che sia sempre allegro e sorridente, ma mi chiedo cosa gli sia successo durante il pomeriggio da farlo essere così serio.

Davanti casa di Top, per un attimo mi manca il fiato. Tante volte ho desiderato di vederla con i miei occhi, tante altre ho sperato di entrarci e guardarla all'interno, ma mai e poi mai avrei mai immaginato che sarebbe successo davvero. Appena entriamo, mi sento subito fuori posto, presto attenzione ad ogni passo che faccio per paura di inciampare e rompere qualcosa... anche quei pupazzi da cui sembra ossessionato, so essere molto costosi e non voglio neanche immaginare quanti anni dovrei lavorare per ripagarglieli. Dopo un rapido saluto, ci fa cenno di accomodarci sul divano, sicuramente costoso anche questo e la sensazione di combinare qualche casino si fa nuovamente spazio in me. Arrivo pure a pensare di poterlo bucare con i bordi appuntiti dello stemma della marca dei miei jeans, cucito sulla tasca posteriore. Si avvia verso chissà dove, presumibilmente la cucina visto che poco dopo torna con una quantità industriale di birre. << Prendo le ultime cose e poi cominciamo questa sfida! >> esclama strizzando l'occhio verso di me. Perdo un battito ma cerco di non darlo a vedere.

<< Ti do una mano. >> affermo non dandogli modo di rifiutarsi. Mi fa sentire ancora più a disagio restare lì seduta ad aspettarlo. Forse occupare la testa con qualcos'altro mi farà bene. Lo seguo in cucina e all'apparenza non mi sembra chissà quale ritrovato tecnologico, ma probabilmente possiede funzionalità che io neanche posso immaginare.

<< Non so cosa ti piace e MaRu oggi non è stato di grande aiuto, quindi spero che almeno le patatine e i tramezzini siano di tuo gusto! >> esclam< in evidente imbarazzo. “Anche il grande Top si imbarazza” penso e ne sono ben cosciente, in fondo è umano anche lui, ma vederlo con i miei occhi è tutt'altra cosa; osservare come si passa le mani tra i capelli, come con l'indice si gratta la piega del naso, come abbassa lo sguardo... è bello da vedere.

<< Mi si sta seccando la gola! >> urla MaRu dal salone e, quando il padrone di casa indossa nuovamente la sua maschera di sicurezza, ci avviamo in sala con il cibo.

Niente va come avevo immaginato. L'imbarazzo è sparito quasi subito lasciando il posto ad una sana competizione. MaRu partecipa nonostante sappia che non riuscirà mai a vincere. Comincia a sragionare già alla terza birra e proprio non ci voleva perché siamo usciti con la sua auto e io non ho mai avuto la patente. << Ehy, grande bevitore, dacci un taglio con queste birre se dopo vogliamo tornare a casa! >> esclamo togliendogli con qualche difficoltà l'ennesima lattina dalle mani.

<< Lasciami bere!! >> il suo tono è duro e non ammette discussioni. Non l'ho mai sentito parlare in questo modo e non so come reagire. Deglutisco a fatica l'ultimo sorso che ho appena bevuto, i miei occhi iniziano ad inumidirsi... non prendo mai bene quando le persone alzano la voce con me, sono debole sotto questo punto di vista, basta una parola detta nel modo sbagliato o con un tono più alto del solito per ferirmi.

<< È solo ubriaco, non ce l'ha con te. >> sento alle mie spalle. Seung Hyun mi passa una mano delicatamente sulla testa e va poi a togliere dal mio viso quella ciocca che gli e mi impedisce di guardarlo interamente. Annuisce e lui mi porge sorridendo un'altra lattina. << Sei davvero tosta come diceva. >> nota, mentre io vedo i suoi occhi lucidi. Forse è il sonno o forse sta per essere sconfitto sul serio, fatto sta che, vederlo mentre fa uscire dall'asola il primo bottone della camicia che gli stringe sul collo, mi fa prendere fuoco, nemmeno fosse nudo! << O forse no. >> aggiunge poi, probabilmente a causa del mio viso che deve aver preso fuoco. Glielo faccio credere, non mi sogno nemmeno di dirgli la verità e ringrazio la situazione che riesce a nascondere perfettamente quello che provo.

Il leggero russare di MaRu cattura la mia attenzione. Seung Hyun ride e si alza sparendo ancora una volta dietro l'angolo, per tornare poco dopo con una coperta in mano che mette con una cura quasi imbarazzante sul nostro amico ormai svenuto sul divano. << Ormai è proprio andato. >> commenta tornando a sedersi, a terra stavolta, sul tappeto sotto al tavolo. Beve un altro sorso di birra tirando indietro il capo lasciandomi ammirare la bevanda che gli scende giù per la gola. Che dolce sofferenza è poterlo guardare senza potermi avvicinare più di quanto io già non sia. Si, perché siamo entrambi a terra, ai lati adiacenti del tavolo, abbastanza vicini da sentire l'odore della birra uscire dalla bocca dell'altro ma non così vicini da toccarci. L'iniziale paura di toccare qualunque cosa in questa casa mi ha abbandonato dopo il primo sorso di birra, dopo che MaRu ha deciso di sedersi sul tappeto e non sul divano, dopo che Seung Hyun l'ha seguito e dopo che li ho raggiunti anche io trovando la pace sul tappeto più morbido sul quale mi sia mai seduta. Un sottofondo musicale a me sconosciuto accompagna i miei pensieri, facendomi notare ancora di più quanto siamo diversi, quanto ci piacciano cose diverse. Una musica fin troppo sensuale per l'occasione che mi riempie la testa di idee che non dovrei avere adesso. Essere una lattina, ad esempio: non ho neanche mai considerato l'idea, lui sembra interessato a un altro tipo di oggetto inanimato, mentre questa sera inizio a pensarci seriamente visto il modo in cui il mio compagno di bevuta ci sta giocando con le sue dita lunghe, affusolate e perfettamente curate. L'indice picchietta sul bordo della lattina a tempo di musica, i suoi occhi la guardano quasi fosse la donna più bella sulla faccia della terra. Sembra stia pensando a qualcosa di davvero importante e non mi sogno nemmeno di interrompere i suoi pensieri, è così bello da guardare e spero di poter restare così in eterno, avrei potuto farlo sul serio se solo lui non si fosse voltato verso di me arricciando le labbra facendomi arrivare il cuore in gola un po' per essere stata scoperta a fissarlo e un po' perché lui mi fa sempre questo effetto in ogni caso. << Come mai sei qui? >> mi chiede e non so interpretare la sua domanda. Come mai sono lì? Con lui? In questa casa? In questa città? In questo stato? Resto a guardarlo confusa e forse per questo motivo lui si sente di spiegare la sua domanda. << Perché hai deciso di venire qui, intendo. >> poi però non mi da neanche il tempo di rispondere che aggiunge un'altra domanda. << E cosa ti ha spinto a restare? >>. È tutto così inaspettato che devo pensarci un po' prima di dire qualsiasi cosa. Guardo verso l'alto alla ricerca delle parole che credo descrivano meglio come mi sento, guardo MaRu che dorme e poi torno a guardare Seung Hyun con un labbro tra i denti.

<< Non so se hai mai provato quel tipo di sentimento che ti prende quando sei circondato da tante cose che non vuoi o che credi di non meritare. Non perché tu abbia fatto qualcosa di sbagliato o perché credi di essere migliore, ma semplicemente perché non sono fatte per te. >> iniziio a parlare e quasi mi stupisco di quanto è facile farlo con lui. << Non stavo bene dove stavo e volevo cambiare aria per un po'. Sarei dovuta restare solo due mesi, ma quello che sapevo che stava succedendo a casa non era qualcosa che ero disposta a vivere. Il mio è un piccolo paese dal quale è difficile uscire. Tornare a casa con quei presupposti voleva dire o accettare quello che la realtà mi proponeva fingendo che tutto andasse bene, cosa che non sono capace di fare nel modo più assoluto visto che sono un libro aperto, o non farlo, chiudermi a riccio e ricominciare da capo. Ricominciare a rimettere insieme i pezzi è faticoso, l'ho fatto diverse volte ed ogni volta sono tornata al punto di partenza e, se devo ricominciare, visto che ero già a Seul perché non farlo qui? E MaRu mi ha aiutato tanto. Posso dire che è grazie a lui se ho la possibilità di restare. >> non dico nulla che lo riguardi per non scoprire le mie carte già messe in bella mostra dal rossore sul mio viso che però può benissimo pensare essere dovuto alla birra e non alla sua presenza vicino a me.

<< Poi se non fossi venuta, non avresti conosciuto il bello addormentato! >> esclama divertito. Il suo sguardo la dice lunga, è una specie di presa in giro e non ne capisco il motivo. Mi scruta e chissà cosa pensa di capire studiando i miei movimenti.

<< Già... non voglio neanche immaginare quanto sarebbe stato difficile senza di lui! >> ammetto. Il suo aiuto per il visto è stato fondamentale, come il suo zampino per farmi incontrare e conoscere la persona che siede difronte a me. Sono molte le cose per cui gli sono grata e non mi basterebbe una vita per ripagarlo del suo aiuto. Aiutare una completa estranea non è una cosa da tutti, io stessa avrei avuto delle riserve nel farlo, ma immagino che una ragazza avrebbe avuto più cose da temere, soprattutto una paurosa e patologicamente propensa a credere al prossimo come me.

<< Ha dato buca a me quando ti ha accompagnato all'Ambasciata. >> interviene il mio unico compagno di bevuta rimasto cosciente. In effetti quella volta avevo intuito che avesse già un appuntamento con qualcuno, ma mai avrei immaginato che il qualcuno in questione fosse proprio lui. << Devi essere una persona davvero importante per lui, se per stare con te ha messo da parte uno dei suoi amici di sempre... >> aggiunge aprendo un'altra lattina di birra. Ne butta giù una dopo l'altra, ormai non è più una gara, sono due birre dietro di lui e non sembra abbia voglia di continuare a giocare. Vuole solo bere.

<< O devo essergli sembrata davvero disperata!>> esclamo sorridendo io per cercare di rendere meno pensante l'atmosfera. Ci riesco perché lui ride. Il suo sorriso da ubriaco è ancora più bello, più sensuale e faccio davvero molta fatica a non perdermi nei miei pensieri. Non risponde, ma si limita a fare una smorfia divertita per poi far toccare la sua nuova lattina con la mia, ancora a metà, per brindare. Il disco è finito, o almeno questo è quello che penso non sentendo più la musica ad accompagnare la nostra serata. << Non c'è più musica? >> domando probabilmente a causa della birra che mi scorre nelle vene al posto del sangue che mi rende più audace. Contrariamente a quanto ha detto MaRu non sono un'alcolizzata, bevo, quello si, ma non più di tante altre persone e sicuramente meno delle mie amiche italiane.

<< Ecco cosa c'era di diverso... >> nota lui facendo leva sulle braccia per poi ricadere seduto sul tappeto tenendosi la testa tra le mani. Deve essere arrivato al limite anche lui e lo capisco visto che ha bevuto più di me. << Ti dispiace cambiare disco? Sempre se tu stai messa meglio di me e riesci ad alzarti. Scegline uno che ti piace, sono nel mobile sotto il giradischi. >> propone. Annuisco, mi alzo arrivando davanti a un mobile e prendendo un disco che contiene una canzone aveva postato su Instagram molto tempo fa e che, ascoltandola, mi aveva subito toccato il cuore pur non conoscendola. Ora, però, non so cosa fare. Guardo il giradischi cercando di capire come funziona, ma non riesco a interpretare cosa toccare per primo e la paura di rompere qualcosa e mi volto verso Seung Hyun sperando che mi dia un indizio. Lui è dietro di me e, senza dire una parola, lo vedo cambiare il disco e poco dopo abbiamo di nuovo il nostro sottofondo. Da qui, le sue lunghe ciglia sono vicinissime e la sua bocca socchiusa ancora di più, tanto che mi ci vuole una forza di volontà non indifferente per distogliere lo sguardo, visto il mio attuale libello di sobrietà. Lui torna a sedersi e a me ci vuole qualche secondo in più per tornare in me e seguirlo nuovamente sul tappeto per mandare giù qualcosa di solido.

Abbiamo terminato tutti gli argomenti di conversazione non troppo invadenti della sua privacy o troppo da fan, ci guardiamo senza dire una parola e con MaRu fuorigioco non posso contare neanche sulla mia spalla. Sembra come se ci stessimo studiando a vicenda, come se stessimo cercando di capire quanto più possibile sull'altro solo attraverso il contatto visivo, o più probabilmente lui si sta chiedendo cosa deve fare con me ora che forse ha solo voglia di andarsene a dormire. << Una ragazza come te è meglio che stia lontana da uno come me. >> dice all'improvviso e non ho il tempo di chiedergli il motivo di quella frase un po' perché la mia testa inizia a non essere più in grado di elaborare pensieri sensati e anche un po' perché, se un ragazzo ti dice praticamente di lasciar perdere, tu cosa puoi dirgli?




Buonasera! Credo di essere in ritardimmo, anzi, so che è così, ma scrivendo e scervellandomi per capire come far terminare il capitolo da pubblicare non mi sono accorta che è il successivo quello che stavo scrivendo e che tanto mi dava problemi. Questo era pronto già da tempo e se solo me ne fossi accorta prima l'avrei pubblicato almeno due settimane fa. 
Miei ritardi a parte, come alcune hanno detto, Top è il "cattivo" se stiamo ad ascoltare MaRu ed è per questo che anche questo capitolo vede lui come protagonista e non potrebbe essere altrimenti visto che si fanno ricche bevute in casa sua.. aahhaha 
Il bel "cattivo" Top le (mi) dice di lasciarlo stare, ma voi ci credereste se ve lo dicesse con quei suoi bellissimi occhi? Beh, io no, un po' perché sono romantica fino al midollo e credo che prima o poi il momento giusto arriverà e un po' perché arrivatqa a questo punto credo pure che mi piaccia farmi del male e aspetto di sbatterci la testa.  Qui lui non dice molto, ma quel poco potrebbe essere tutto.... chissà quanto ci vorrà per capirlo.. ahahahah 
Vi informo che il prossimo capitolo è You turn me on, preso dalla canzone Everything, dove il rap di Top mi uccide completamente. 
Detto questo vi lascio con il video di Bad boy, avevo detto che per i video ufficiali vi avrei lasciato il link ed eccolo qui --> 
https://www.youtube.com/watch?v=1qnV55LUFVM
Alla prossima.
P.

 

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Capitolo 6
*** You turn me on ***


 

You won't be able to sleep because of your fluttering heart

5

You turn me on
 

“Una ragazza come te è meglio che stia lontana da uno come me” mi sembra di avere l'eco nella testa, è una frase che non riesco a far uscire dall'attimo in cui Seung Hyun l'ha pronunciata. Non ho potuto fare molto dopo averla ascoltata, MaRu si è svegliato di colpo, fresco come se non avesse bevuto affatto, e dopo aver controllato l'ora ha deciso che per noi era arrivato il momento di sloggiare per lasciare al padrone di casa il campo libero per andare a dormire. Dopo le parole di Seung Hyun, il risveglio di MaRu è stato quasi un regalo dal cielo, un modo per togliermi da quella situazione che non sapevo gestire, ma allo stesso tempo mi ha tolto la possibilità di capire cosa volesse dire davvero.

Ho da poco salutato MaRu, sono nella mia stanza ad abbracciare il cuscino ancora una volta nel buio della mia stanza. Sono tornata un po' più in me, quel poco che basta per rendermi conto che è tardissimo e che devo darmi una botta in testa per addormentarmi all'istante visto che domani mattina devo lavorare.

Mi sveglio con la suoneria del mio cellulare. Lo prendo e qualcuno mi sta chiamando. MaRu. Sono in ritardo, in ritardissimo!! Salto giù dal letto e corro al bagno per lavarmi velocemente. Scendo di corsa e trovo all'entrata anche SoRa, deve essere in ritardo anche lei. MaRu ci guarda e ci sorride, non è arrabbiato per fortuna. Io e SoRa corriamo nello spogliatoio per indossare la divisa e la sento parlare del suo bambino che sta male. Quindi per questo è arrivata tardi, penso, e ha un bambino.. eppure sembra più piccola di me. Non è mai stata una novità che parecchi orientali spesso dimostrino meno anni di quelli che hanno realmente, invidio terribilmente il loro sembrare adolescenti fino ai quarant'anni. Parlare con lei mi fa piacere, nonostante la fretta, ma non sono abituata a spogliarmi difronte agli altri, mi sento molto a disagio anche se cerco di non darlo a vedere perché non voglio che si senta di troppo o che comunque percepisca che qualcosa non va, in fondo sono l'ultima arrivata, ci manca solo che mi metta a fare i capricci.. Sto, forse per la prima volta dopo MaRu, socializzando con una persona e visto che devo passare molto tempo con lei non voglio creare situazioni imbarazzanti. Mentre ci cambiamo, mi racconta che ha avuto suo figlio, ChangSung, molto giovane e che il padre del bambino inizialmente non voleva saperne, ma poi forse per paura di uno scandalo o forse sotto pressione dei genitori si era deciso a prendersi le proprie responsabilità così SoRa aveva abbandonato l'idea di mettere fine a quel principio di vita. Innamorata com'era di quel ragazzo, si era bevuta tutte le belle parole che lui le aveva detto, ma ben presto si accorse che lui stava con lei per dovere più che per amore però non riusciva a fare a meno di lui, era troppo debole, troppo bambina e troppo impaurita per decidere di crescere da sola quella nuova vita. La necessità di farlo, però, cresceva giorno dopo giorno, cresceva come aumentava il suo peso e come quel piccolo esserino diventava più simile a un vero e proprio bambino. Scappò dal suo paesino sul mare, con il pancione che la rendeva un ingombrante fardello, ed arrivò al centro di Seoul con pochi soldi e senza un posto in cui stare. Fu in quel periodo che incontrò la nonna di MaRu: era seduta sotto una delle tende del ristorante per ripararsi dalla pioggia e lei l'aveva invitata ad entrare offrendole un pasto caldo e degli abiti puliti per cambiarsi quelli bagnati per evitare che si ammalasse. L'aveva presa e tenuta sotto la sua ala da quel giorno, dandole un lavoro e una stanza nella sua casa. Penso che suo nipote abbia fatto più o meno la stessa cosa con me: forse la bontà d'animo è proprio una dote di famiglia o forse la disperazione che hanno visto nei nostri occhi è simile.

<< E il padre del bambino? >> mi viene da chiederle sperando di non riaprire ferite ancora non del tutto risanate.

<< Ogni tanto lo incontro per strada, è venuto a Seoul anche lui pochi mesi dopo. Vivere nel nostro paesino deve essere stato duro per lui. Avere gli occhi di tutti puntati addosso, sentire le persone che ti parlano dietro, venire isolato... deve essere scappato per disperazione! >> risponde come se fosse dispiaciuta per lui mentre abbottona gli ultimi bottoni della camicetta bianca che usiamo come divisa. Ancora una volta quella parola: disperazione. Non ci sono parole per descrivere il comportamento di quel ragazzo, il modo in cui ha ignorato tutti i bisogni di SoRa durante i primi mesi della gravidanza, come aveva evitato qualcosa di importante come la prima ecografia e come si era mostrato indifferente quando lei gliel'aveva mostrata. Eppure lei non sembra serbare rancore verso di lui, anzi, sembra quasi dispiaciuta e preoccupata per quello che ha dovuto passare lui nel loro paese. Forse lo ama ancora e ha deciso di andare via solo per il bene di suo figlio.

<< Non ti ha mai chiesto di ChangSung? >> mi chiedo perché sono così curiosa, ma le parole non vogliono smettere di uscire dalla mia bocca.

<< Mai, nemmeno una volta. Non che mi sia mai fermata a parlare con lui, l'ho sempre e solo salutato da lontano, di fretta. Sai, ho paura... sono sicura che, se mi dicesse anche solo una parola di più, ci cadrei di nuovo con tutte le scarpe ed ora non posso più permettermelo, non ho più solo me a cui pensare. >> sento una grande tristezza nella sua voce, deve amarlo davvero tanto. << Tu hai un fidanzato? >> mi chiede forse per cambiare argomento.

Allaccio il piccolo grembiule bianco con il mio nome ricamato sopra e lo stiro con le mani. Cerco di prendere tempo perché ogni volta che mi pongono questa domanda la risposta è sempre un NO secco e dopo averle fatto il terzo grado non posso rispondere acida ad una sola domanda che è lei a porre a me. << N-no. >> dico, stranamente balbettando e lei mi sorride comprensiva.

<< Beh a volte è meglio. Ti saresti potuta ritrovare a ventisei anni con un figlio di sette! >> esclama ironica e mi sforzo di sorridere perché ormai so quanto quel ricordo le faccia male. Glielo si legge negli occhi. << Andiamo prima che MaRu decida di licenziare entrambe! >> esclama sistemandosi la coda alta e sapientemente tirata come io non riesco mai a fare. Mi accontento di fare una mezza coda per tirare indietro giusto le ciocche che mi cadono in avanti mentre pulisco i tavoli, lasciando libero però il ciuffo, senza il quale mi sento persa e troppo esposta al mondo.

Durante il lavoro, mi arriva un messaggio... è Lee Jin Wook che mi conferma il pranzo di oggi ed io vado nel panico più totale. L'avevo dimenticato, dopo aver saputo che avrei passato la sera a casa del mio sogno lungo quattro anni, tutto il resto mi era sembrato davvero poco importante... ma di certo ora non posso rimangiarmi la parola. Ore 13 al Majestic. Farò mai in tempo ad arrivare?

Corro ancora, mi sembra di non aver fatto altro da quando mi sono svegliata e sono le 13.17 quando arrivo davanti al Majestic. Lo vedo seduto a un tavolo attraverso l'enorme vetrata lungo tutto il perimetro del ristorante. Entro e mi accompagnano al tavolo, ovviamente non potevo pensare di andare da sola, che stupida che sono, ma in fondo io a questi ristoranti di alta classe non ci sono abituata, anzi posso dire anche che non ci sono mai entrata. Non so neanche se sono vestita in modo adeguato a un posto come questo, ma di certo ora come ora è il mio ultimo problema. Mi scuso con Jin Wook per il ritardo, parlo formalmente e quasi mi rimprovera dicendo che non è molto più grande di me, posso anche essere informale con lui, cosa che non mi riesce proprio semplice vedendolo qui difronte a me tutto d'un pezzo in giacca e cravatta, perfetto come la prima volta che l'ho visto. Pranziamo con calma, troppa calma, e sono poche le cose di cui parliamo. Sembra più un colloquio che un pranzo, ma, venendo qui, non mi aspettavo molto, sono venuta soltanto per restituirgli parte di quella somma spropositata che mi ha lasciato come mancia. << Ovviamente ti devo un pranzo! >> esclama dopo avermi costretta anche a farmi accompagnare a casa.

<< Poi torniamo al punto di partenza... >> commento. Non è stato spiacevole pranzare con lui, anzi in realtà, dopo l'imbarazzo iniziale e lo stile colloquio, ci siamo rilassati entrambi e in lui ho ritrovato un po' della complicità che ho sempre avvertito con MaRu, ma è tutto così strano... Jin Wook però sembra così sicuro di sé, ovviamente lui è un ceo che ha a che fare con pezzi grossi tutto l'anno, quindi perché dovrebbe spaventarsi di una ragazzina come me? Mi sorride.

<< Ti chiamo io. >> dice semplicemente e so che devo scendere, ma ci metto un po' più del previsto perché vorrei dire qualcosa a riguardo però non ho idea su cosa dire. Scuoto la testa sconfitta ed esco. Un ultimo cenno con la mano e poi la sua macchina riparte. Ammetto di capire a fatica i rapporti tra uomini e donne, che la mia esperienza in questo campo è limitata, ma Jin Wook cosa sta facendo?

Non ho molto tempo per pensarci perché, tornata al locale, mi ritrovo MaRu che quasi mi costringe ad aiutarlo a organizzare una serata a casa sua con gli amici. Vorrei davvero riposare, non ho avuto il tempo di farlo e sdraiarmi anche solo per cinque minuti sarebbe un regalo del cielo, ma il mio amico ha deciso di rendermi la vita impossibile e mi trascina al supermercato con lui. Compra qualsiasi cosa gli capiti sotto gli occhi e mi chiede conferma, mettendola nel carrello qualunque sia il mio sguardo o la mia risposta. Mi domando cosa mi abbia portato a fare se non mi lascia neanche dare una mano a portare le buste!

Casa sua. Era molto che non entravo qui, siamo sempre stati nella mia stanza e credo sia perché casa sua è un casino perenne. Vestiti lanciati a caso su ogni superficie, una catasta di pentole da lavare e almeno due dita di polvere. Passa quasi tutto il suo tempo al locale, o lavora o comunque resta per dare una mano e credo che una volta a casa abbia poca voglia di mettersi a pulire. Riflette davvero poco il perfezionista che invece è in ogni altro aspetto della sua vita. Prendo l'elastico che porto sempre al polso, faccio una coda alta e, dopo aver preso un grande respiro, vado alla ricerca della scopa e di qualche panno per pulire. MaRu prova a farmi cambiare idea, ma un << Se uno dei tuoi amici è allergico alla polvere, ci muore qua dentro! >> gli basta per convincerlo almeno a ripulire la cucina dove dovrebbe cucinare tutte quelle buste di cibo che ha comprato.

Pulita, lavata e truccata, sono pronta per conoscere questi amici che da quando sto qui non ho mai visto. In realtà non ho tutta questa voglia, più che altro la forza, di restare sveglia per qualche altra ora, ma dopo tutta la fatica per pulire la casa del mio, ormai non più perfetto, amico, penso di meritare qualcosa da bere e da mangiare. Arrivano tre ragazzi di cui a stento ricordo i nomi un po' perché il mio cervello non mi sta affatto aiutando e un po' perché prima di imparare un nome mi ci vogliono secoli. Si accomodano come se fosse casa loro e questo mi fa pensare che allora forse sono io quella che non è stata attenta e magari sono andati da MaRu più spesso di quanto io pensi.

Sul divano non mi sento molto diversa da un'ameba e lui lo nota, ma faccio davvero fatica a tenere gli occhi aperti. Mangio qualcosa, giusto perché masticare mi aiuta a mantenermi sveglia quanto basta per non crollare su questo divano fin troppo comodo per i miei gusti, quando il campanello suona. Spero vivamente che sia una ragazza perché, nonostante io mi senta più a mio agio con i ragazzi, molto meno acidi e invidiosi delle ragazze, ammetto che poter parlare di qualcosa che non sia il grado della bevanda alcolica di turno o lo sport mi farebbe piacere. Alzo lo sguardo e la persona che mi ritrovo davanti è tutt'altro che una ragazza e per poco la birra non mi va di traverso. Tossisco più di due o tre volte per far scendere la bevanda nel canale giusto, poi torno a guardarlo mentre si siede a terra come un ragazzo qualunque. Sorride ai suoi amici e stappa una lattina. Mi ci vuole un livello di concentrazione non indifferente, e adesso la mia testa è decisamente tornata a fare capolino, per smettere di fissare il modo il cui i muscoli del suo braccio si tendono e si rilassano ogni volta che porta la lattina alla bocca e poi di nuovo sul tavolo, o come le sue dita picchiettano sul bordo della lattina seguendo un ritmo tutto loro, un ritmo che fa iniziare a battere il cuore insieme a loro. Sto seriamente impazzendo, lo so, e la cosa peggiore è che non ho alcuna intenzione di disfarmi di tutto questo. Sto così bene con la mia pazzia che mi viene voglia di impazzire ancora di più se questo volesse dire stare nella stessa stanza di SeungHyun. Lui non sembra accorgersi di come lo guardo insistentemente e devo ammettere che sono grata di questo perché potrei risultare davvero fastidiosa.

Ora non c'è niente che possa farmi chiudere occhio, non c'è attimo in cui vorrei non essere qui e davvero non riesco ad accettare come una sola persona possa farmi questo effetto. Improvvisamente, anche parlare di calcio mi andrebbe bene, ma dall'arrivo di SeungHyun sembra l'argomento meno gettonato... c'è lui che si congratula con uno degli amici di MaRu, MinHyun, per la sua prima mostra della settimana prossima e, da quell'istante, è questo l'argomento che preferiscono per parlare, sia seriamente che sfottendo il povero ragazzo che non riesce a fare altro che bere una birra dopo l'altra rischiando più volte di strozzarsi per quante battute fanno sul suo conto e sulle sue fotografie. L'arrivo del mio principe azzurro, come mi è sempre piaciuto chiamarlo da quando l'ho visto la prima volta in tenuta principesca e con i capelli azzurri, mi ha salvato da una serata apatica, per colpa mia e non di certo della compagnia, trasformandola in una serata tutta divertimento e birra.

Ci vogliono parecchie birre prima che SeungHyun si decida a comportarsi come l'idiota che è e che me lo fa adorare ancora di più. Io mi imbarazzo quando mi trovo difronte persone come lui, ma non questa volta, se è lui a fare il cretino potrei anche pensare di imitarlo. Un altro amico di MaRu, poi, alza il volume della musica, segno che la serata sta iniziando a degenerare, e tre quasi uomini che dovrebbero pensare a sistemarsi o comunque a mettere un po' di sale in zucca si ritrovano a ballare in modo tutt'altro che normale e del tutto sconnesso. Noi altri ridiamo, io non riesco a fare altrimenti guardando SeungHyun nel suo ambiente naturale, nel vederlo come brilla di una luce completamente diversa quando si sente libero di comportarsi come vuole, mentre gli altri non capisco se ridono perché divertiti o perché ubriachi, ma poco importa. Quando anche il non più perfetto MaRu si alza per raggiungere i suoi amici, la mia bocca di riflesso si spalanca... mai avrei immaginato di vedere una scena del genere e i quattro ragazzi insieme mi fanno pensare a una sera in cui con le mie amiche era successa una cosa del genere, ma noi eravamo ragazze, non mi sembrava poi così strano, forse lo è lo stesso e non me ne rendo conto o forse è la presenza del mio giullare di corte preferito a rendere la serata del tutto no sense. Smetto di pensarci nel momento in cui SeungHyun mi prende per mano e mi trascina tra di loro, butto uno sguardo al divano e alla fossa che ormai avevo fatto col mio sedere e noto che non c'è più nessuno intorno, sono tutti in piedi a fare gli scemi. “Per questo è venuto a prendermi” penso e mi sento un po' stupida perché la mia immaginazione stava cominciando a vagare, ma va bene lo stesso, in fondo sono di nuovo insieme a lui, perché dovrei voler chiedere di più alla fortuna? Eppure lo faccio. Qui, in mezzo al salone del mio primo amico coreano, mentre ballo a ritmo di quel tipo di musica che non ho mai amato più di tanto, mentre credo di essere l'unica ad andare davvero a tempo, non riesco a non voltarmi ancora una volta verso il mio bel rapper e sperare in qualcosa di più. Di tanto in tanto le nostre mani si sfiorano e mi chiedo se è proprio questo il “di più” che voglio, ma no, non lo è. È pur sempre un contatto che mi da un brivido, un bellissimo brivido che mi riscalda il cuore, ma non è questo quello che intendo e non so nemmeno se ho il diritto di chiedere qualcosa del genere.

La fine della serata è dietro l'angolo, un paio degli amici di MaRu crollano a terra sfiniti, cosa che avrei fatto io se non fossi stata risvegliata dall'arrivo di SeungHyun, era solo questione di tempo. MinHyun, il maestro della fotografia, come lo chiamano i suoi amici, si offre di accompagnarmi a casa nonostante io abbia ripetuto che non c'è bisogno e che ci vuole pochissimo per arrivare da me, omettendo il fatto che sono nello stesso edificio senza un reale motivo, forse perché la birra continua a fare effetto e non riesco a ricordare nessuna parola nella loro lingua che possa aiutarmi a far capire cosa voglio dire, anche se dubito che ci riuscirei in ogni caso per come sono fatta, troppo poco decisa e incisiva.

Scendiamo le scale tutti e cinque insieme, mentre MaRu credo che sia svenuto a terra dal sonno. Io cammino davanti a tutti, sembra che le loro buone maniere prevalgano in ogni caso anche se si tratta semplicemente di scendere le scale, MinHyun è subito dietro di me e SeungHyun chiude la coda. Mi sento come se avessi quattro bodyguard tutti miei e ammetto che la cosa comincia a piacermi. Mi fermo di scatto quando mi accorgo che siamo arrivati al mio piano, la porta della mia stanza è proprio alla mia destra e MinHyun quasi mi viene addosso, ma riesce a fermarsi in tempo.

<< Io sono arrivata. >> dico decisa con un sorriso dolce e allo stesso tempo amaro sulle labbra. Sono felice di potermi andare a lanciare in perfetto stile olimpionico nel mio letto, ma sono anche triste di abbandonare la mia costante fonte di energia. MinHyun mi guarda stupito, a bocca aperta.

<< Ah quindi quando intendevi che non ci voleva molto era perché abitavi praticamente insieme a lui? >> ride in modo isterico e non so come interpretare la sua risata, ma poco mi interessa perché quello che cattura la mia attenzione è il mezzo sorriso che vedo spuntare dalle labbra di Seung Hyun che magari non ha niente a che fare con il piccolo siparietto che si è appena creato sul mio pianerottolo, ma sognare non costa nulla no?

I ragazzi mi salutano uno dopo l'altro quando mi passano davanti per continuare la loro discesa, compreso Seung Hyun che si ferma per qualche attimo in più prima di raggiungere gli altri, il tempo di far uscire dalle sue labbra un appena udibile << La prossima settimana c'è la mostra di MinHyun. Andiamo tutti insieme, ricordalo a MaRu che stasera non mi sembrava proprio il caso di dirgli qualcosa da ricordare e domani io parto. Te lo dico in caso vi venga in mente di prendere impegni per il prossimo sabato. Buonanotte. >>. Va via e, se solo avessi avuto qualche problema di udito, non avrei mai potuto sentire quello che voleva dirmi.

Una volta nella mia stanza, non riesco a fare a meno di pensare che lo rivedrò. Ho già il cuore che svolazza felice nella stanza, poi, come sotto una doccia gelata, studio attentamente le sue parole e mi viene da pensare che potrei non essere inclusa nel suo “tutti insieme”, magari parlava solo dei suoi amici. Farmi paranoie a quest'ora della notte non è mai una buona idea e infilo le cuffie con la speranza che la musica al massimo possa superare i miei pensieri o al massimo stordirmi così da permettermi finalmente di sprofondare nel sonno.




Buonasera a tutti!
Come ho già detto aggiornando l'altra storia, sono stata via e non avevo una connessione a cui attaccarmi col pc e ricopiare tutto da cell era praticamente un'impresa per qualcuno con molto tempo e, essendo da un'amica, di tempo ne avevo ben poco ... T.T 
La canzone da cui prende vita il capitolo è Everything, una delle poche in inglese e che, cantando, so per certo di non dire una cosa per un'altra. Neanche devo dirvelo che il rap di Top qui mi uccide, vero? Anche perché penso di averlo detto così tante volte per ogni canzone da finire per diventare noiosa e ripetitiva. Quello che ho preso da questa canzone è proprio il pezzo "you turn me on", tu mi accendi, in tutti i modi e i significati che questo possa avere: il suo arrivo mi risveglia (perché so che succederebbe davvero) sia mentalmente che "ormonalmente" perché gli si può dire tutto tranne che non sprizzi sensualità dalla testa ai piedi... 
Solo a ripensarci mi si è risvegliato tutto e a questo punto vi lascio ancora una volta in attesa, spero breve, mentre io mi concedo qualche video in cui fa l'idiota, così, giusto per ricordarmi che è anche questo ahhah 
Alla prossima ^^ 
P.

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Capitolo 7
*** Let's not fall in love ***


 
You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 

6

Let's not fall in love

 

Svegliarsi, lavorare... aver rivisto SeungHyun e aver passato altro tempo con lui mi ha dato una carica tale da affrontare l'intera giornata col sorriso sulle labbra, tanto che SoRa ogni tanto creda che io mi sia fatta di qualcosa e ammetto che l'effetto del mio bel rapper deve essere simile a quello di qualche tipo di stupefacente.

Spunto sul calendario i giorni che mancano al nostro prossimo incontro. Saranno presenti anche gli altri, è vero, ma ci sarà lui, questo è quello che conta davvero. Disegnare un cuore sul calendario mi sembra anche troppo, ma pensare a lui mi fa involontariamente regredire allo stato mentale di un'adolescente e ad essere sincera non mi dispiace affatto, mi piace per un attimo pensare che tutto andrà bene tanto da credere che un'uscita di gruppo possa essere invece qualcosa di più.

Penso di dover andare a comprare un vestito o comunque qualcosa di elegante, non ho niente del genere con me, non era previsto che andassi a delle mostre quando ho deciso di impacchettare le mie cose e di portarle nell'estremo est. MaRu questa volta non può accompagnarmi perché preso da affari di famiglia che a quanto pare lo stressano molto e mi domando se possa venire SoRa con me, visto che io da sola sono sicura di combinare un casino. Provo a chiamarla per sapere se può e lei accetta felice di poter andare a fare shopping anche lei, dato che suo figlio ChangSung sarà impegnato con le prove della recita di Natale fino a sera. Ci incontriamo davanti al locale, perché la mia conoscenza di Seoul ancora non mi permette di andarmene in giro tranquilla di dove sto andando, e insieme arriviamo davanti a un immenso centro commerciale. SoRa dice che qui c'è un negozio dove vendono cose molto belle a prezzi non eccessivi ed è proprio quello che fa al caso mio visto che non ho un conto in banca con otto zeri. La mia nuova amica coreana cambia umore non appena mettiamo piede nel negozio di cui parlava, è raggiante e ci mette poco per agguantare ogni genere di cosa e correre verso i camerini. << Torno subito. Il reparto che serve a te è lì in fondo. Provo questi e poi ti aiuto a scegliere qualcosa. Se ti scoccia aspettarmi, vai a vedere se trovi qualcosa che ti piace. >> mi urla mentre si allontana facendo girare alcune ragazze nella sua direzione. Cerco un vestito che non mi faccia sembrare una sciattona e nello stesso tempo che rientri nelle mie finanze e penso di trovarlo quando vedo un vestito bianco in saldo. Sembra perfetto e corro a provarlo. Risulta essere perfetto anche in pratica e non solo in teoria, quindi mi decido ad acquistarlo. Aspetto SoRa che ho perso nel mondo dell'intimo, dato che si è decisa a rinnovare tutto il suo guardaroba, e mi siedo su una panchina al di fuori del negozio dove lei vaga apparentemente senza una meta. Quando esce, ha fin troppe buste per essere le compere di una sola persona, ma non ho intenzione di dirle niente, in fondo non ci conosciamo poi così tanto al di fuori del lavoro. Mi mette su un taxi che ormai è sera e ci salutiamo, deve correre a prendere ChangSung, non aveva fatto caso all'ora tra un negozio che ha svaligiato e l'altro.

Nella solitudine della mia stanza un sogno ad occhi aperti invade i miei pensieri e mi vedo già con il nuovo vestito addosso mentre cammino di fianco a SeungHyun tra le foto esposte su mura candide, cosa che difficilmente succederà visto che non saremo soli e non è detto che, in ogni caso, lui voglia.


 

Indosso il mio vestito nuovissimo e mi sforzo di restare in equilibrio su un paio di trampoli che, quando stasera toglierò, mi lasceranno con un paio di piedi doloranti. Mi sto stirando il vestito addosso quando bussano alla porta e non può essere altro che MaRu. Usciamo insieme e, all'entrata del locale, ci sono due dei suoi amici con cui abbiamo appuntamento per andare insieme alla mostra di MinHyun. SeungHyun non c'è, a quanto pare lo incontreremo lì prima di entrare. Infatti, quando arriviamo, lui è lì, bellissimo nel suo completo scuro e il suo sguardo imperscrutabile. Mi avvicino a lui insieme agli altri cercando di non restare fissa a guardarlo come al mio solito. Lui si muove sicuro, si guarda intorno serio e si vede che è nel suo mondo, perfettamente a suo agio, cosa che invece non mi appartiene affatto e che ancora una volta mi ricorda quanto siamo diversi e forse incompatibili. È così bello guardarlo muoversi nel suo spazio naturale, è così bello lui, con la sua espressione concentrata e i suoi movimenti fin troppo aggraziati per essere suoi. Riesco a voltarmi appena in tempo quando lui si gira nella nostra direzione e da una pacca sulla spalla di MinHyun.

<< Hey, quando pensavi di dircelo che ti sei messo a fare foto serie invece di continuare a fare solo foto idiote a noi? >> scherza facendo scoppiare a ridere tutti gli altri che evidentemente sanno di cosa sta parlando... chissà cosa mi sono persa in questi anni.

Il gruppo si disperde, ognuno va in una direzione diversa per guardare le foto del loro amico e lo stesso faccio io vedendo incorniciato un paesaggio autunnale che con i suoi colori riesce a trasmettermi tristezza e protezione allo stesso tempo.

<< Ti piace? >> sento alle mie spalle, mi guardo intorno e non c'è nessuno oltre me e la persona alle mie spalle, che non è chi vorrei che fosse.. è JinWook. Lo saluto sorridente, in fondo non posso mostrargli la mia delusione se la persona che vorrei si interessasse a me è persa chissà dove all'interno di questa galleria. << Ci incontriamo di nuovo e io le devo un pranzo! >> mi dice insistendo sulla storia del pasto che gli ho offerto con la sua mancia spropositata.

<< Ero io quella in debito. >> rispondo tornando a guardare la foto e così fa lui.

<< Allora vorrà dire che gliene offrirò uno per il piacere di farlo. >> afferma sicuro di sé. Sorride guardando la foto, ma credo che si stia autocompiacendo per la risposta che mi ha dato e un sorriso spunta anche sulle mie labbra come riflesso del suo. << Allora? Accetterà il mio invito? >> mi chiede e non credo che accetterà un “no” come risposta. Annuisco.

<< Spero solo che la smetterà di darmi del “lei”, mi fa sentire vecchia! >> ammetto e lui è costretto a coprirsi la bocca con una mano per nascondere una risata forse troppo sfacciata per un ceo tutto d'un pezzo come vuole far credere di essere.

<< Potrei dire esattamente la stessa cosa! >> esclama, ma non mi da tempo di rispondergli che continua a parlare << Ora devo andare. Mi ha fatto piacere incontrarti. Ci sentiamo, così possiamo metterci d'accordo su dove e quando devo offrirti questo pasto. >> conclude posando una delle sue mani calde sulla mia spalla per salutarmi.

Resto di nuovo da sola, ma non per molto perché SeungHyun si avvicina a guardare la “mia” foto senza prestare attenzione a me, si limita a guardare il paesaggio autunnale senza dire una parola. Non che io mi aspetti qualcosa da lui, la mia testa ragiona ancora un po' e sa che non devo neanche sperarci, ma il mio cuore no, lui eccome se spera in qualcosa... lo sento da come batte più forte ogni volta che mi è vicino e da come fa fremere ogni singola cellula del mio corpo.

<< Ti piace? >> mi domanda anche lui e non mi stupisce affatto perché la prima volta JinWook aveva catturato la mia attenzione proprio per i suoi gesti che mi ricordavano molto SeungHyun. Magari sono molto più simili di quanto potessi immaginare. Annuisco senza togliere gli occhi dal paesaggio perché ho il timore che, guardandolo, anche la mia testa si convinca che è possibile tra me e lui. << Riesce a farmi sentire triste e rassicurato allo stesso tempo. >> aggiunge e, sentire che proviamo le stesse emozioni guardando questa foto, mi fa pensare che forse non siamo poi così diversi come credevo. MaRu, poi, ci si para davanti.

<< Andiamo? Domani mattina qualcuno qui deve lavorare! >> esclama divertito perché il qualcuno in questione sono io.

<< Se tu devi andare a dormire perché non reggi più certi orari, non puoi costringere anche lei ad andarsene! Sei sempre il solito guastafeste. >> scherza facendo ridere sia me che MaRu.

<< È lei che deve lavorare domani mattina. Io posso anche poltrire tutto il giorno, il locale è mio! >> il mio amico ride e SeungHyun poggia una mano sulla mia spalla, ecco ancora una volta uno stesso gesto che accomuna SeungHyun e JinWook e che mi confonde le idee più di quanto già non lo siano.

<< E allora ti tocca andare. È un capo autoritario! >> esclama divertito lui.

<< MaRu autoritario? Da quando lavoro per lui sono arrivata in ritardo la metà delle volte, ho combinato così tanti disastri che una cameriera per essere chiamata tale non dovrebbe far succedere in tutta la vita, eppure ancora non mi licenzia. >> spiego ridendo.

<< Non tentarmi! >> esclama MaRu dandomi un pizzicotto sulla spalla.

<< Se mi esce un livido preparati a scappare! >> urlo a denti stretti e tutti e tre scoppiamo a ridere senza un reale motivo, ma ridiamo insieme e non c'è niente di più bello.


 

La mostra continua per un'intera settimana e, con gli altri, cerchiamo di andare ogni volta che ci è possibile. Anche SeungHyun si unisce a noi e passare tutto questo tempo con lui che ride e scherza con me come se ci conoscessimo da una vita, mi convince che la mia cotta non passerà facilmente, soprattutto quando vedo il suo viso pericolosamente vicino al mio. Lui non ci avrà fatto neanche caso e forse la mia è solo una percezione distorta della situazione, ma, se solo fossi molto sfacciata, accorcerei ulteriormente le distanze tra di noi perché si sa... a una certa distanza il bacio scatta in automatico.

Anche questa sera, la serata conclusiva della mostra, sono qui. Sono venuta per vedere per l'ultima volta quella foto che continua a catturare la mia attenzione ogni volta che entro nell'edificio che ospita la mostra. Se avessi messo qualche soldo da parte, la comprerei, ma vivere da sola ha i suoi costi e io lavoro da fin troppo poco tempo per poter risparmiare il necessario. Sembra che non sia neanche la sola a cui piaccia questa foto calcolando che tutti sono qui davanti, ostacolandomi anche la vista. La folla comincia a diradarsi, mentre i miei piedi non vogliono portarmi da nessun'altra parte. La foto è sempre più visibile e, con essa, la figura davanti a me. Ritrovarmi ancora una volta SeungHyun davanti mi fa tremare il cuore e, quando lui si volta probabilmente per andare verso un'altra foto, quasi fatico a reggermi in piedi. Il suo sguardo è stupito quanto il mio, non penso di aspettasse di trovarmi qui da sola, tanto che lo vedo guardarsi intorno forse alla ricerca di MaRu.

<< Sola? >> mi chiede e io annuisco, non penso di essere in grado di formulare un pensiero di senso compiuto. Resta difronte a me per qualche attimo, poi si mette al mio fianco riportando lo sguardo sulla foto, quella stessa foto che fin dal primo momento ha catturato anche la mia attenzione. Agli occhi di chi ci guarda, dobbiamo sembrare nient'altro che due estranei, due persone che si sono ritrovate casualmente davanti alla stessa foto e che la guardano ignorando completamente chi gli sta intorno. Chissà cosa pensa, chissà se il suo era solo un modo per iniziare un qualche discorso, ma che io ho interrotto con un misero cenno del capo. Non riesco più a concentrarmi su altro che non sia lui e sulle volte in cui i nostri visi erano fin troppo vicini per lasciarmi indifferente. Il cuore batte forte e la mia mente lavora autonomamente facendomi passare davanti agli occhi l'immagine di lui che mi avvolge tra le sue braccia e mi bacia. Sospiro portandomi una mano sul cuore, spero almeno così di riuscire a calmarlo. Senza aggiungere altro, SeungHyun si volta e se ne va. Lo guardo allontanarsi. Non una parola, non un qualche avvertimento. Lui che nell'ultima settimana era sembrato così aperto nei miei confronti, ora sembrava così distante. Cerco conforto nella foto davanti a me, ma è come se non la stessi guardando davvero, non riesco a concentrarmi su di essa. Un bicchiere si mette tra me e la mia ricerca di tranquillità, seguo la mano che regge il bicchiere e trovo sorprendentemente SeungHyun alla mia destra. Prendo il bicchiere che a quanto pare lui è in attesa che io afferri, poi fa cadere il braccio lungo il fianco e torna a guardare la foto, mentre io a fatica riesco a spostare lo sguardo da lui. Lo ringrazio timidamente e non ho il coraggio di dirgli che il vino rosso non rientra proprio nei miei gusti. Ok, forse ero giunta a conclusioni affrettate, ma c'è qualcosa di strano nell'aria, qualcosa di certo poco piacevole. C'è sempre meno gente alla mostra, l'orario di chiusura è vicino e questa sarà l'ultima volta che vedrò la mia amata foto che, a quanto pare, è stata acquistata durante la prima serata, MinHyun ha ricevuto un'offerta così oltre le sue aspettative che non ha neanche atteso la fine della mostra per valutare eventuali alternative. Credo sia ora di andare se voglio riuscire a tornare a casa a un'ora decente. Dovrei salutarlo, lo so, ma come posso dirglielo? Ogni modo mi sembra così banale e non è neanche detto che a lui interessi. Prendo coraggio.

<< Credo che per me sia ora di andare. A quanto pare, non ho tutta questa fortuna nel trovare taxi liberi la sera. >> lo saluto ricordando le mie disavventure nel cercare di tornare da casa di SoRa qualche giorno fa.

<< Ti accompagno. Una ragazza non dovrebbe andare in giro da sola la sera. >> dice lui subito dopo. Mi rendo conto che forse il mio più che un saluto doveva sembrare una richiesta di aiuto e quasi mi prenderei a schiaffi per la mia capacità di trovare sempre le parole sbagliate.

<< Oh no, grazie! Non vorrei metterti nei guai e non vorrei che avessi inteso male. Era una mia constatazione, tutto qui. >> ribatto agitando le mani, forse un po' troppo. Fortunatamente nessuno ci guarda e posso ricompormi un attimo prima che lui si volti verso di me.

<< La mia proposta non cambia. Una ragazza non dovrebbe comunque andare in giro da sola la sera e preferisco accompagnarti invece che restare col pensiero che tu sia in mezzo alla strada ad aspettare un taxi. Andiamo, la mia macchina è nel parcheggio sotterraneo, in una zona riservata. Nessun pericolo di scandali! >> spiega, ma sento comunque di averlo in un qualche senso obbligato ad accompagnarmi.

Lo seguo in silenzio dopo un suo cenno del capo che non ammette repliche e scendiamo giù nel parcheggio fin troppo silenzioso per i miei gusti. La persona alla guida della sua macchina non dice una parola, apre la portiera e SeungHyun, con un cenno della mano, credo gli stia facendo capire che può fare da solo. Mi invita a salire e chiude la portiera, poi va dal lato opposto e sale anche lui sedendosi dall'altro lato. Siamo così distanti nonostante il poco spazio. Non so dove guardare o se dire qualcosa, mi sento a disagio non sapendo cosa fare. SeungHyun informa l'autista su dove portandosi e poi, chinandosi per premere un pulsante tra i nostri piedi, aziona un qualche meccanismo che fa alzare un separé tra noi e l'autista. Un brivido percorre la mia schiena, non per un motivo in particolare, non perché io stia pensando a chissà cosa possa succedere, ma è il semplice fatto di essere con lui davvero da sola a farmi questo effetto. Torna nella posizione di prima sistemandosi la giacca così che io possa tornare ad ammirare con coda dell'occhio la sua solita perfezione in ogni situazione. Deglutisce, non che io riesca a vederlo, ma il suono è inconfondibile. Non è così tranquillo come sembra, allora!

<< Dobbiamo mettere fine a questo. >> dice all'improvviso, il suo tono è nervoso e io non riesco proprio a capire di cosa stia parlando.

<< Scusa? >> domando nel tentativo di farmi dare una spiegazione e lo vedo passarsi una mano tra i capelli. Lui, che sembrava così tranquillo, sembra essere il più agitato tra di noi.

<< Questa cosa tra me e te, non posso. >> ci riprova, ma ancora non riesco a intuire il significato delle sue parole.

<< Questa cosa tra me e te? >> ripeto e mi accorgo di sembrare un'idiota, però è lui quello poco chiaro. Si, ti sto dando la colpa SeungHyun! “Parla in modo che io possa capire” vorrei urlargli, ma non è proprio da me.

<< Io e te! Come mi guardi, come mi preoccupo per te, come vado da MinHyun per compare quella maledetta foto per regalartela ma che qualcuno ha già comprato, come mi ritrovo sempre vicino a te nonostante io debba starti lontano! Questa cosa tra me e te! >> lo guardo a bocca aperta mentre parla. Non credo di capire fino in fondo quello che sta dicendo e non riesco a rispondere nulla se non qualche parola sgrammaticata.

<< Io n- >> sto per dire, ma lui continua a parlare. Non lo ha fatto fino a poco fa e ora non sembra voler smettere.

<< Non sono stupido, come non penso lo sia tu. Lo vedo come mi guardi, è come se mi chiedessi di fare qualcosa, ma io non posso. Mi piaci, non riesco a dire il contrario, ma sei una fan, come posso anche solo pensare di iniziare qualcosa con te? Se continuassimo in questo modo finiremmo con l'innamorarci e non dovrebbe succedere. Non ci conosciamo ancora abbastanza, siamo ancora in tempo per tornare indietro, quindi è meglio finire adesso qualsiasi cosa possa iniziare. Ci ho provato tante volte, ma non ha mai funzionato. Ora posso dirti come andrà: all'inizio tutto sembrerà perfetto, crederemo che nulla potrà scalfire il legame che si starà creando tra noi, poi vorremmo di più. Tu mi chiederai di vederci di più e io non potrò neanche promettertelo perché non ne avrò il tempo. Tu piangerai perché saranno tante le privazioni che porterà avere una relazione con me e io non voglio vederti piangere. Se c'è qualcosa che ho notato subito in te è il tuo sorriso e non voglio essere il motivo della sua scomparsa. Per me... innamorarmi è un errore... innamorarsi di me, poi, è follia! >> le sue parole arrivano come una coltellata dritta nel cuore. Quanto lui mi piacesse... ho sempre saputo che era chiaro, ma non ho mai fatto alcun tipo di pressione verso di lui, non ci avrei neanche mai pensato, mi sono sempre limitata a guardarlo e a sognare, al massimo sperare, ma mai avrei osato avvicinarmi più del concesso a lui. Ora, però, ora che so che una possibilità ci sarebbe stata, una lacrima sfugge al mio controllo, al poco controllo che ancora riesco ad avere del mio corpo e penso che lui se ne accorga perché continua a parlare. << Credimi, è meglio così. È meglio aver concluso tutto ancora prima che cominciasse. Andando avanti sarebbe stato più difficile per entrambi. >> conclude e, a sentirlo, le sue parole sembrano avere senso, forse ha più ragione di quanto io potrò mai accettare. << Restiamo semplicemente così... tu la nuova amica di MaRu venuta dall'Italia e io il suo amico di sempre. >> aggiunge con un distacco tale che sembra che la cosa non lo riguardi affatto, mentre io ho un nodo in gola che neanche mi permette di respirare normalmente. Abbasso lo sguardo ed è la scelta sbagliata perché un'altra lacrima riesce ad uscire e mi riga il viso. << Chiamami stronzo egoista, dimmi che sono un bastardo... non è una novità... >> continua e vorrei tanto che stesse zitto, che non continuasse ad affondare questo maledetto coltello nel mio cuore. Volto lo sguardo verso l'esterno e mi accorgo che siamo davanti al giardino di MaRu, chissà da quanto siamo qui. Apro la portiera intenzionata a scendere senza dire nulla, dato che non ho la confidenza di essere in grado di parlare, poi però non ci riesco.

<< Grazie per il passaggio. >> dalle mie labbra esce quasi un'intera frase, ma non un commento al suo monologo. È tipico della mia vita: ricevere una bella secchiata di acqua gelata addosso ancora prima che io possa provare una qualche forma di calore.


 


Seraa! La parte era già pronta da qualche giorno, ma ho aspettato a pubblicarla per finire quella dell'altra storia.. Ieri sera arrivo felice e contenta di aggiornare a mi accorgo che non avevo passato questa parte sulla pennetta, quindi eccomi qui oggi... 
Allora penso di dovervi dare qualche spiegazione.. non odiatemi per cosa ho fatto succedere, ma è così che deve andare e la storia non è finita, quindi ovviamente è ancora tutto in gioco. Gli scambi di sguardi sono raccontati dai pensieri di Pamela perché se mi fossi focalizzata su tutto sarebbe venuta fuori un'altra storia infinita come la precedente e non credo che avrei trovato titoli adatti a ogni scambio di sguardo... ahahaha
Spero che nel complesso vi sia piaciuta e sappiate che io, scrivendo e immaginando la scena, ho pianto.. sono fin troppo sensibile per i miei gusti... aahahhh
Ovviamente il titolo del capitolo, come buona parte del pezzo finale sono presi pari pari da Let's not fall in love e, come avevo detto dal primo capitolo, quando c'è un video ufficiale, ve lo posto che magari vi viene voglia di sentirvi quella canzone e di vedere la dolcezza dei nostri cinque esauriti preferiti. ^^

https://www.youtube.com/watch?v=9jTo6hTZmiQ  

Alla prossima. 
P.

 

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Capitolo 8
*** She can't get enough ***



 

You won't be able to sleep because of your fluttering heart 

7

 She can't get enough

 

Chiudo il portone alle mie spalle, prendo un respiro. Guardo verso il basso senza guardare nulla per davvero, continuo a sentire le sue parole nella mia testa e il cuore fa male. Perché fa così male? Perché deve essere così evidente quanto mi piace? Perché non sono riuscita a rispondergli? Ho milioni di domande per la testa e nessuna risposta. Corro nella mia stanza perché non ho voglia di incontrare nessuno, tanto meno il mio amico MaRu... è colpa sua se ho incontrato SeungHyun, se ho potuto parlarci e se il mio cuore ora è a pezzi. Ok, so che non è colpa sua, non finirò mai di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto e che ancora fa per me, ma non ce la faccio a spiegare perché sono tornata a casa con questo muso lungo.

Di dormire neanche a pensarlo... sono sdraiata sul letto a guardare il soffitto e a ripensare ancora alle sue parole. Prima o poi la smetterò di pensarci, ma non adesso, adesso posso anche piangere e stare male perché gli piaccio. Io gli piaccio!! Io gli piaccio, lui mi piace e, ovviamente, quando questo miracolo avviene, c'è sempre dell'altro a mettersi in mezzo. È famoso, non può muoversi senza essere inseguito da decine di fan, tanto che mi chiedo come faccia a svignarsela ogni volta per uscire con i suoi amici... sarà diventato un abile ninja con il passare del tempo.

La mattina, la cosa che ho meno voglia di fare è alzarmi e andare a lavoro. Ho dormito così poco stanotte che non vorrei far altro che sprofondare sotto le lenzuola e dormire fino a dimenticare. Purtroppo il mio amico MaRu non è di quest'idea e sono costretta ad alzarmi per andare ad aprirgli la porta. << Ma cosa hai fatto? Fai paura! >> esclama appena mi vede, devo essere più mostro del solito.

<< Ho dormito poco. Mi lavo e vedo che riesco a fare. >> rispondo trascinandomi in bagno mentre lo sento spalancare le finestre. Non capisco perché si disturba tanto nel rendere vivibile la mia stanza, quando il suo appartamento è in condizioni nettamente peggiori. Sorride quando esco dal bagno, evidentemente approva il mio radicale cambiamento d'aspetto e lo capisco dopo essermi vista con i capelli dritti e il trucco colato.

Scendiamo e SoRa corre subito verso di me per chiedermi se stasera sono libera per uscire con lei, dato che suo figlio sarà fuori casa fino a domani sera per una gita scolastica. Accetto senza pensarci, convinta di riuscire a togliermi SeungHyun dalla testa almeno per un paio di ore nella migliore delle ipotesi e poi andiamo negli spogliatoi per cambiarci. Durante la giornata lavorativa non riesco a tenere il passo, è tutto troppo frenetico per il mio stato attuale. Se MaRu non mi licenzia oggi, credo che non lo farà più. Sto tornando in cucina con i piatti sporchi dell'ultimo tavolo che ho sparecchiato e lui mi ferma per un braccio, prendendo poi i piatti e incaricando una mia collega di portarli in cucina. Usciamo sul retro e fa freddo, troppo per essere solo nella nostra misera divisa a maniche corte.

<< Cos'hai oggi? Questa non sei tu... non che io abbia la presunzione di conoscerti bene, ma deve essere successo qualcosa. Hai uno sguardo assente. >> dice e, dentro di me, mi riprometto di fare in modo di riuscire a non essere più un libro aperto, o almeno, di esserlo meno.

<< Nulla... è tutto ok. >> rispondo, mentendo. So di potermi fidare di lui, che non dirà niente che mi farà stare male, ma ho comunque paura di confessargli cosa è accaduto, mi sento così stupida a sperare ancora in qualcosa.

<< Pamela, non sono stupido. Non penso che all'improvviso tu sia diventata una completa idiota! Se posso aiutarti, dimmelo... sai che lo faccio con piacere. >> cerca di farmi ridere e di rassicurarmi in qualche modo, ma posso davvero dirglielo?

<< Poco tempo fa ti ho detto che non ci speravo nemmeno, eppure l'ho fatto e ora qualcuno ha preso quelle speranze e gli ha dato fuoco. >> confesso in un modo forse un po' contorto, ma che credo lui abbia capito dal suo modo di guardarmi. Sospira e si passa una mano tra i capelli, è nervoso, poi si porta le mani sui fianchi e scalcia qualcosa a terra.

<< Te l'avevo detto! È un buon amico, ma un completo coglione con le donne! >> mi sta sgridando credo e so che ha ragione, ma a lui piaccio! Vorrei urlarglielo, ma non penso di poterlo fare con la sicurezza necessaria. Abbasso lo sguardo e prometto di non lasciarmi influenzare da questo almeno a lavoro. Non so ancora come farò, ma ci riuscirò e, ancora prima che lui possa dire altro, mi volto e torno a lavoro dove SoRa mi viene incontro preoccupata. Tutto apposto per il momento e, per il futuro, devo imparare a non lasciarmi influenzare di nuovo da quello che mi succede, devo ritrovare la mia corazza d'acciaio e indossarla almeno durante il lavoro.

Quando arriva sera, non ho proprio tutta questa voglia di uscire, ma ormai l'ho promesso a SoRa e magari mi farà bene. Ci ritroviamo in un locale con poca gente, tanto che mi chiedo se faccia schifo, ma la mia nuova amica insiste nel dire che qui si sta benissimo e che siamo potute entrare solo grazie al suo amico del paese che lavora come buttafuori.

<< Stasera voglio bere! Penso che siano anni che non bevo qualcosa di forte e chissà quando mi ricapiterà! >> esclama contenta alzando un braccio per chiamare un cameriere. Scherziamo e sono felice sul serio, almeno fino a quando non mi rendo conto di esserlo, cosa che mi catapulta inevitabilmente nel mio mondo di tristezza. << No no!! Non so cosa tu abbia oggi, ma niente pianti nel mio unico giorno di libertà! >> ferma ogni mio pensiero distruttivo chiamando nuovamente il cameriere per i nostri nuovi drink. Mi stupisce che anche lei che mi conosce da così poco, si sia accorta del mio malessere, questo mi fa capire ancora di più quanto io sia un libro aperto, quanto io debba lavorare su questa cosa. Faccio tintinnare i nostri bicchieri e mando giù il contenuto del bicchiere che in un primo momento mi fa spalancare gli occhi, sembra alcool puro. Scuoto la testa e mi ritrovo a ridere insieme a SoRa che, evidentemente, ha avuto la mia stessa impressione, ma non sembra scoraggiarsi da questo visto che ne ordina subito un altro. Il mio umore è altalenante, un attimo sento di poter scalare le montagne e l'attimo successivo sento una pesantezza sul cuore. SoRa ormai non ci fa più caso e, dopo l'ennesimo sorso, inizia a sbracciare per richiamare l'attenzione di qualcuno alle nostre spalle. Mi giro e MaRu sta venendo verso di noi.

<< Hey ragazze... se venivate qui potevate dirlo, saremmo venuti insieme! >> esordisce lui che è proprio l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare.

<< Neanche tu ci hai detto dove andavi. >> commenta SoRa che con un normale livello alcolico nel sangue non avrebbe risposto in questo modo, posso esserne certa.

<< I miei amici dicono che vi vogliono con noi. Mi hanno mandato a chiedervelo. Pamela, ci sono tutti i miei amici, li conosci, non vi sentirete fuori luogo. >> ci informa e SoRa mi guarda cercando una qualche forma di assenso nei miei occhi che non tarda ad arrivare. Più persone, più distrazione, uguale meno pensieri. La mia formula sembra perfetta, se non per un piccolo dettaglio.... tra i suoi amici c'è anche la fonte dei miei pensieri. Perché MaRu non mi ha fatto qualche gesto per farmi capire che SeungHyun è con loro? Ma lui non era quello che non usciva mai di casa? Lo guardo osservarmi curioso, come a cercare di capire cosa provo nel trovarmelo sempre davanti. Come si fa a stare allo stesso tavolo con una persona che ti ha preso e lacerato il cuore senza farlo capire agli altri? Io non lo so, ma devo scoprirlo in pochi secondi perché non credo che lui abbia detto ai suoi amici l'accaduto, altrimenti non penso ci avrebbero invitato con loro. Nonostante io sia ferita, non voglio metterlo in imbarazzo o a disagio, questo lo so per certo. Nonostante lui non mi voglia, il mio cuore continua a battere all'impazzata quando è davanti a me e si blocca quando poi vedo la più bella ragazza che io abbia mai visto che gli tiene la mano. Cosa vuol dire? Aveva una ragazza? È questo il vero motivo del suo discorsetto? Mi ha fatto pensare che il problema stesse proprio nell'avere una storia, ma in realtà allora non è così? Avanzo titubante mentre valuto l'idea di fingere un malore e tornarmene a casa. MaRu mi guarda curioso, lui sa e credo stia cercando di capire cosa provo a riguardo, gli lancio uno sguardo come per chiedergli se lui sa qualcosa di quella tipa, ma lui alza le spalle accennando appena una smorfia perplessa. Saluto tutti, un saluto generale e, insieme a SoRa, ci sediamo al loro tavolo. Divento subito l'argomento della serata, MinHyun mi chiama in causa.

<< Potevi dirmi che eri tu a voler comprare la foto. Ti avrei fatto un prezzo di favore se l'avessi saputo. >> esordisce e vedo tutti voltarsi verso di me che mi domando di cosa stia parlando.

<< Non me la sarei potuta permettere comunque... >> rispondo non capendo come possa aver scoperto che avrei tanto voluto comprare quella foto. Nessuno ne era al corrente, ma forse era palese. Lo vedo fare un'espressione strana, come se adesso fosse lui a non capire cosa sto dicendo. Si gratta la fronte dubbioso.

<< Non penso ci siano molte Pamela che abitino all'indirizzo di MaRu. Ho controllato proprio stamattina i nuovi proprietari delle mie foto così da lasciare un ringraziamento per ognuno e sono certo che tu compari tra questi. Ricordo di averti vista lì davanti molto spesso, quindi non ho avuto dubbi. >> spiega e per un attimo mi volto verso SeungHyun, ma non può essere stato lui. Aveva detto che era già stata acquistata. Io di certo non sono stata e allora chi l'ha comprata? << Se non sei stata tu chi è stato? >> domanda poi e io non lo so, non lo so davvero.

<< La nostra amica ha un ammiratore! >> esclama SangYoon, uno degli altri amici di MaRu, e a quelle parole tutti si voltano verso di me compreso lui, SeungHyun. “Cosa vuoi tu?” mi verrebbe da urlargli, ma non ne sarei mai capace, in fondo sapere che ancora si interessa a me non mi dispiace e per un attimo mi fa sperare di nuovo. MaRu mi da una gomitata e quando lo guardo il suo sorriso malizioso mi fa voltare esasperata altrove alla ricerca di conforto dalla mia nuova amica coreana che però ha il suo stesso sorriso sulle labbra. Un branco di infami! Ecco cosa sono.

<< Oppa... andiamo? Mi annoio. >> sento la tizia in compagnia di SeungHyun reclamare la sua attenzione. Ovvio, Miss Perfezione non sopporta essere messa da parte! Pagherei per essere al suo posto in questo momento, sia perché nessuno se la sta filando e soprattutto per il suo braccio che cinge quello del MIO rapper.

<< Ma quello è il cantante di quel gruppo famoso? Quello che viene spesso da MaRu? >> mi sussurra SoRa. La guardo domandandomi come possa non conoscerlo. << Non sto molto dietro a queste cose. Si vedono solo cartoni animati a casa mia. >> si giustifica anche se ancora non riesco a farmene una ragione. Annuisco e lei fa una smorfia di apprezzamento. Quanto la capisco!

<< Yah! Quando avevi intenzione di dirci che hai una ragazza? >> gli domanda un altro dei suoi amici, uno di cui neanche ricordo il nome. Lui lo fulmina con lo sguardo, segno che la domanda non è proprio ben accetta. << Le ragazze non parleranno, tranquillo... >> continua e SoRa annuisce. Bene, sentiamo come si giustificherà. Non faceva prima a dirmi “Scusa, sono fidanzato. Smettila di guardarmi come se volessi continuamente chiedermi di baciarti.” una frase del genere l'avrei accettata meglio, saprei che c'è un reale motivo per il suo rifiuto, che qualcuna è arrivata prima di me. SeungHyun non risponde, fa un cenno scocciato e alza un braccio per richiamare un cameriere. La tizia deve sentirsi offesa perché si volta verso di lui in attesa di essere presentata, a quanto pare non l'ha ancora fatto. Aspettava che arrivassimo noi, così da farmi sentire peggio? Lui però non la presenta e di questo gliene sono grata, almeno così posso avere ancora il dubbio che non sia nulla per lui, che siano sono amici ad esempio anche se ne dubito calcolando come lei gli sta appiccicata.

SeungHyun mi guarda, lo fa spesso, tanto che SoRa ogni tanto si sente di darmi una gomitata per chiedermi se è una sua impressione o se l'ho notato anche io. Le sorrido scuotendo leggermente la testa, convinta che non sia ancora il momento di parlarle di quel “nulla” che è successo con lui. Lei non ci crede, lo vedo dal suo sguardo e credo che prima o poi mi chiederà spiegazioni, ma non oggi, oggi ancora non ho capito come ho preso la presenza di questa ragazza vicino a lui, non avrei la lucidità giusta per parlargliene.

La mia amica, troppo presto per i miei gusti, si alza dicendo che per lei è ora di andare a casa. Solo in quel momento mi rendo conto di quanto sia tardi, di quanto io non abbia fatto altro che guardare SeungHyun tutta la sera. Mi alzo per andare via con lei. << Stai andando via anche tu? >> chiede MinHyun e la mia amica fa un'espressione buffa bloccandomi per le spalle.

<< Dove vai tu? Resta! Una ragazza non dovrebbe tornare a casa da sola a quest'ora! >> mi dice quella che credevo essere la mia amica ma che non ha per niente colto il mio desiderio di fuggire.

<< E tu perché torni da sola? >> le domando, a quanto ricordo è anche lei una ragazza.

<< Io so difendermi, tranquilla!! >> esclama prima di salutare tutti e andarsene, senza darmi l'opportunità per ribattere.

<< Sembra quasi che ti dispiaccia restare. >> mi dice MinHyun e forse deve sembrare proprio così, ma sono consapevole di non essere in grado di nascondere le mie emozioni, è proprio per questo che con SeungHyun siamo in questa situazione. Sorrido timidamente e scuoto la testa, mi odio per non essere in grado di parlare come al solito.

Il resto della serata è un continuo scambio di sguardi: il mio con SeungHyun, il suo con me, MaRu che guarda lui, la tizia anche, gli altri che parlano come se non fosse successo nulla e non fanno caso a noi. Il mio amico, poi, decide di concludere la serata, senza che nessuno di noi sia riuscito a scoprire chi sia la tizia venuta con SeungHyun. La accompagniamo a prendere un taxi. “Non la accompagna?” mi viene da pensare e qualcuno dei suoi amici glielo fa anche notare, ma SeungHyun non si scompone, forse non è una persona così importante come tutti pensavamo. Cammino insieme a MaRu, convinta che sia venuto con la sua auto, ma mi sbagliavo... ce ne sono due e nessuna delle due è del mio amico. Finisco nella stessa auto di SeungHyun perché a quanto pare andremo tutti a casa di MaRu per continuare i festeggiamenti dato che sembra che stiano festeggiando la chiusura della mostra di MinHyun e il grande successo che ha avuto. SeungHyun è seduto davanti, al lato del passeggero e io dietro, dal lato del guidatore. MinHyun, seduto vicino a me, mi riempie di domande a cui non ho voglia di rispondere, presa come sono a guardare l'uomo che ha deciso di rifiutarmi senza che io mi sia mai dichiarata a lui. Davanti a un marker l'auto si ferma e i ragazzi scendono per comprare da bere. Nella nostra macchina restiamo solo io e SeungHyun: io perché sono una donna e secondo loro non dovrei portare pesi e lui perché potrebbero riconoscerlo. Quando restiamo soli, mi viene automatico voltarmi a guardare la strada, mi imbarazza stare da sola con lui dopo tutto quello che mi ha detto, ma lui sembra non voler rispettare il mio tentativo di isolamento.

<< Non è la mia ragazza. >> chiarisce, doveva essere chiaro il mio odio per quelle che credevo essere tutte bugie.

<< Non te l'ho chiesto. >> puntualizzo cercando di mantenere un minimo di distacco, per quanto possibile. Lui sospira e spero che la nostra conversazione finisca qui, ne ho bisogno se voglio provare a dimenticare le sue parole o almeno farmene una ragione.

<< Non penso di doverti ripetere che i tuoi occhi mi dicono tutto quello che non dici a parole. >> dice e inizio ad odiare i miei occhi, che fino a non molto tempo fa amavo perché ho sempre considerato la cosa migliore di me. Ora come ora sono la peggiore! << Piaci a MinHyun. >> afferma poi all'improvviso e non capisco se questo sia il motivo per cui ha detto quelle cose o se stia cercando di buttarmi tra le sue braccia. << Non posso... per tanti motivi. Uno di questi è lui. Mi ha confessato che gli piaci, l'ha detto a me perché mi crede il più lontano da te, e io non posso fare questo a uno dei miei migliori amici, devo troncare qualunque cosa prima che possa nascere. >> spiega e avrei preferito di gran lunga la finta motivazione della volta scorsa a questa specie di lealtà tra amici. Non devono scegliere loro per me.

<< A me non piace lui. È un bravo ragazzo, ma non è quello che voglio. Non avete il diritto di scegliere per me. >> dico senza voltarmi a guardarlo. Se lo facessi so che non riuscirei a restare calma per molto tempo, cederei difronte al suo sguardo, perché lo sento che mi sta guardando.

<< Non scelgo per te, scelgo per me. >> risponde e mi sembra la risposta più brutta del mondo.

<< Allora non dire che lo fai per lui... dì che lo fai perché non vuoi, perché non ti piaccio abbastanza e grazie al cielo hai trovato una palla da cogliere al balzo! >> mi sto innervosendo e so che non ne ho il diritto, ma le sue mezze risposte non le sopporto.

<< Non sai cosa penso, non puoi dire questo. >> ribatte duro e, per la prima volta da quando siamo rinchiusi da soli in macchina, lo guardo. Ha gli occhi fissi sui miei. È molto scuro, ma riesco a vedere benissimo la sua espressione.... triste? << Non puoi farti bastare un'amicizia? Non è abbastanza? >> mi chiede e cosa posso rispondere io? Perché mi sembra che i sentimenti di lui siano andati addirittura più avanti dei miei?

<< Io... >> provo a dire qualcosa, ma vedere i suoi occhi fissi nei miei mi blocca.

<< Non so cosa fare... >> continua lui. << Ci ho pensato per giorni... dovevo evitarti? Lui mi aveva confessato che gli piacevi, quindi mi sembrava la cosa giusta da fare, ma allo stesso tempo volevo provare ad averti. Ma che amico sarei che provassi a rubare la ragazza a uno dei miei migliori amici? Poi tu mi guardavi come a chiedermi di fare qualcosa e io provavo a restare nella mia posizione, ma dentro impazzivo. Speravo che dicendoti quelle cose, saresti stata tu ad allontanarti da me, ad odiarmi talmente tanto da farmi smettere di venire verso di te. Eppure stasera il tuo sguardo diceva tutt'altro... e allora cosa posso fare? Davvero non puoi farti bastare di essere solo mia amica? >> il suo flusso di pensieri mi uccide di nuovo, dà l'ennesima pugnalata al mio cuore.

<< Non sarà mai abbastanza e io non sarò mai in grado di comportarmi come se fossi un mio amico. >> rispondo distogliendo lo sguardo per tornare a guardare la strada ed evitare così che i ragazzi, che sento urlare per strada, riescano a vedere i miei occhi di nuovo umidi.





Buonasera!! Come dicevo alla fine del capitolo dell'altra storia, finalmente ce l'ho fatta a tornare dopo milioni di problemi tra me e la tecnologia intervallati da un paio di settimane in cui ero davvero ko. 
Dopo questo capitolo mi viene in mente una frase sentita in un qualche film che chissà quale sia "non è finita finché non è finita" e credo che calzi a pennello, perché OVVIAMENTE  non è finita. Se mi conoscete anche solo un pochino, sapete che non potete liberarmi di me così facilmente e, soprattutto, non prima di aver fatto provare una qualche gioia alla mia protagonista (nonché me medesima). 
She can't get enough... adoro questa canzone e non potevo non inserirla, poi per quello che mi ronzava in testa sembrava perfetta. Questa storia sembra una specie di remake di "tutti pazzi per mary", sembrano tutti stare dietro a Pamela, ma tutto è ancora in gioco... e se il suo preferito non la vuola, lei che farà? 
Mi farò viva presto, promesso... intanto vi lascio con il titolo del prossimo capitolo "Don't be afraid" dove avremo una piccola tregua... insomma farò stare zitto SeungHyun che ogni volta che apre bocca le da una pugnalata al cuore. Relatiavmente zitto però.. mi serve che parli aahhha ma non troppo..
A presto
P.

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Capitolo 9
*** Don't be afraid ***


 
 
 
You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 
8
 

Don't be afraid

I festeggiamenti per MinHyun continuano, ma io di festoso ho davvero poco. SeungHyun continua a buttarmi giù senza che io riesca a risalire prima del prossimo colpo che decide di infliggermi. Torno nella mia stanza quasi subito, dopo aver lanciato uno sguardo supplicante a MaRu che non mi fa domande e mi lascia andare una volta salutati tutti.

Sola tra le mie quattro mura, ho tutto il tempo per metabolizzare l'accaduto e, anche se sarà quasi impossibile, provare davvero a mettere da parte quello che provo per lui. Mi addormento quasi subito, sono mentalmente sfinita e almeno il mio corpo mi fa il piacere di mettere fine ai miei pensieri.

Alzarmi la mattina mi risulta sempre più difficile con questo peso sul cuore, la notte non mi ha portato consiglio e dubito che le notti successive lo faranno. Scendo le scale mentre sto ancora cercando di farmi una coda decente. SoRa è già negli spogliatoi e si avvicina per chiedermi come è continuata la serata. Bisbiglia e penso lo faccia per non farsi sentire dalle altre, calcolando che ha promesso di non mandare in giro la voce. << Quando facciamo pausa, ti racconterò TUTTO. >> le dico mettendo l'accento sull'ultima parola, devo pur parlarne con qualcuno e so che lei non andrà a dirlo in giro. In fondo il consiglio di una ragazza potrebbe aiutarmi di più di quello di MaRu, nonostante lui conosca SeungHyun molto meglio di me e di SoRa.

I miei tentativi di tenerlo lontano dalla mia testa, però, risultano vani quando lo vedo varcare la soglia del locale di MaRu durante la mia pausa pranzo. Sono seduta con SoRa a mangiare, quando MinHyun si avvicina e ci saluta convincendo anche SeungHyun a sedersi al nostro tavolo insieme a MaRu. L'imbarazzo è palese e dallo sguardo che mi rivolge la mia amica capisco che sta lentamente scoprendo cosa nascondo. Non so come, vengo costretta ad uscire con loro quella sera e SoRa non può neanche essere dei nostri perché non ha nessuno che possa tenerle ChangSung quindi mi ritroverò a non avere una spalla durante la serata dato che MaRu ha detto che non potrà esserci perché ha un impegno di famiglia, ultimamente ne ha parecchi.

Sto ancora valutando se darmi per malata, quando bussano alla mia porta. Apro e trovo un MinHyun sorridente che prova a sbirciare all'interno della mia stanza. Fa un passo per entrare ed io, con una rapidità che stupisce me stessa, afferro di corsa la borsa ed esco tenendo la maniglia della porta in attesa che lui mi segua. Non capisco fino in fondo per quale motivo io mi stia comportando in questo modo,a penso che sia dovuto al fatto che non voglio dargli alcun tipo di speranza.

Resto stupita quando vedo MinHyun entrare in una tenda per strada, non penso sia il luogo adatto a SeungHyun, troppo esposto allo stalkeraggio delle fan. Mi blocco perché ho come l'impressione che questa sia stata una trappola per convincermi ad uscire con MinHyun e mi riservo per questo la scelta di tornarmene a casa se, una volta seduti, non vedrò vicino a noi anche gli altri. I miei sospetti si rivelano infondati quando vedo gli altri alzare le braccia per indicarci il loro tavolo. Uno degli amici di MaRu divide me e SeungHyun e gliene sono grata perché non penso che riuscirei a stare tranquilla con le nostre ginocchia in contatto. Siamo in sei intorno a un piccolo tavolo circolare e dopo poco comincio a sentire MinHyun fin troppo vicino... forse mi da fastidio la sua vicinanza perché so di piacergli. Il tavolo è già pieno di cibo e da bere, la proprietaria porta due bicchieri per me e MinHyun e non ci vuole molto perché siano riempiti da SeungHyun che stasera sembra essersi improvvisato cameriere servendo tutti quanti. Non bevo molto, voglio restare lucida per essere in grado di tenere MinHyun a bada, mentre gli altri continuano a buttare giù un bicchiere dopo l'altro. Dopo aver visto il degrado della gioventù di oggi con i miei occhi, mi alzo per seguire uno degli amici di MaRu che sembra stare tutto fuorché bene. Si appoggia a un albero e scivola piano a terra. Non capisco perché debbano ridursi così...

Sto sorvegliando il tizio quasi svenuto quando sento una presenza vicino a me, mi volto e trovo SeungHyun che mi guarda serio.

<< Torna al tavolo. Non è sicuro per una ragazza restare qui in mezzo alla strada. >> dice e so che in fondo non ha proprio torto, ma di certo non penso di stare in una zona di guerra e sono di certo più sobria di chiunque persona nelle vicinanze... un colpo dove gli fa più male e posso togliermi dalle scatole chiunque.

<< Non lascio uno praticamente non cosciente con uno ubriaco! >> esclamo con un tono di voce forse troppo inorridito di quanto volessi farlo sembrare.

<< Ci vuole più di qualche birra per farmi ubriacare. >> mi spiega e in effetti non ha proprio l'aria di essere ubriaco. Dimenticavo che ha un'alta tolleranza all'alcool lui...

Ci fissiamo per un po', poi il mio cellulare dentro la mia borsa squillare ed entrambi distogliamo lo sguardo. Lo prendo e il messaggio che trovo è decisamente l'ultimo che mi sarei mai aspettata di leggere. -Hey! Sei partita senza dire niente... per fortuna che io, la tua migliore amica, sono così brava che ti vengo a trovare! Sono andata dove alloggi e mi hanno detto dove sei, sono per strada, aspettami!- leggo il messaggio più volte... la mia migliore amica... si, certo, come se ci credessi... come se tutte le migliori amiche dovessero tradirti con il tuo ragazzo e nel frattempo continuare a comportarsi come se non fosse successo niente. Sento addosso lo sguardo di SeungHyun e alzo gli occhi per guardarlo a mia volta. Il suo sguardo è stupito, il mio non riesco a decifrarlo... sento solo il cuore pesante.

<< Mi occupo un attimo di MinKi. Non muoverti! >> mi ordina così lo seguo con lo sguardo e lo vedo prendere di peso il suo amico per poi lanciarlo praticamente dentro un taxi. Torna verso di me scrutando i miei occhi. << Cos'hai? >> mi domanda mentre io resto muta davanti a lui chiedendomi come faccia a capirmi così bene.

<< Nulla. >> mento avvicinandomi al ciglio della strada per fermare un taxi e allontanarmi da questo posto. Non ho intenzione di vedere la mia “migliore amica”.

<< Ti piace così tanto sentirti dire che i tuoi occhi mi parlano? So che forse non vorrai parlarne con me, ma se posso aiutarti, davvero, lo faccio volentieri... >> le sue parole sono sincere e, senza neanche accorgermene, crollo difronte a lui in un pianto soprattutto liberatorio. Non che io sia triste che la mia falsa amica si sia presa il mio ragazzo, perché non era di certo l'uomo della mia vita e mi aveva di sicuro dato un motivo più che valido per allontanarlo dalla mia vita, ma l'idea di rivederla mi fa provare emozioni contrastanti: da un lato vorrei piangere ancora di più per essermi fidata di lei come una sciocca e dall'altro provo a fregarmene anche se con poco successo.

<< Voglio solo andarmene. >> gli dico allungando un braccio per cercare di fermare un taxi. Il veicolo si ferma, ma SeungHyun mi afferra per un braccio e mi trascina di nuovo verso la tenda. << Devo andare via! >> esclamo.

<< Da cosa stai scappando esattamente? >> la sua curiosità in questo preciso momento non è ben accetta. Non ho alcuna voglia di vedere quella falsa sorridermi come se non avesse fatto nulla di sbagliato. Mi arriva un altro messaggio e qualcosa mi dice che è sempre lei e che è arrivata. -Sono qui, ci sono più tende. Mi vieni a prendere?- leggo e alzando lo sguardo la vedo, non poco lontano da me, così senza pensarci troppo trascino SeungHyun con me in un piccolo spazio tra due tende. Devono esserci le cucine qui vicino perché fa caldissimo. O anche la sua vicinanza, perché come un'idiota lo tengo schiacciato contro quella che penso sia la portiera di uno dei furgoncini premendogli la mano sulla bocca per evitare che parli. Ora come ora ho bisogno che stia zitto e che non si metta a fare uno di quei monologhi che ultimamente ama molto farmi ascoltare. Lui pare aver capito perché la sua presa sulla mano che gli tappa la bocca, inizialmente stretta, si fa più debole e il suo sguardo cambia, lo vedo addolcirsi e se non sentissi il mio nome urlato ai quattro venti da quella persona indesiderata sicuramente mi si sarebbe sciolto il cuore alla vista di quello sguardo e la mia piccola speranza sarebbe tornata a bruciare forte. Mi stringe la mano e mi porta dall'altro lato delle tende, corre e mi porta con sé. Non so dove stiamo andando, ma va bene così, l'importante è che mi stia portando via di qui. All'improvviso si ferma e io mi ritrovo ancora con la mano stretta alla sua, ma con il fiato corto. Sento delle voci in lontananza, voci sempre meno lontane e poco dopo la sua mano lascia la mia. Poco dopo siamo circondati da ragazze che chiedono un suo autografo e lo riempiono di foto. Resto in disparte non sapendo come gestire questa situazione, lo guardo e lo vedo sorridere ad ognuna di queste ragazze. Si volta dalla mia parte e noto un sorriso furbo sulle sue labbra. << E tu sei timida? Non aver paura, avvicinati! >> mi dice come se fossi una di quelle ragazze e, beh, non è che si sbaglia poi tanto, avrei pagato oro per avere un suo autografo accompagnato magari da una dedica o un abbraccio. Tutto questo però prima di averlo conosciuto e di aver potuto passare del tempo con lui, che è decisamente meglio. << Fai attenzione che è prezioso. >> aggiunge mettendomi tra le mani il pezzo di carta con il suo autografo. Lo guardo e vedo che non è un autografo, ma un messaggio dove mi dice di aspettarlo dietro l'angolo in fondo alla strada. Alzo lo sguardo verso di lui e lui, cercando di non dare troppo nell'occhio, mi fa cenno di incamminarmi verso l'angolo della strada.

Resto poggiata al muro quando una macchina si ferma proprio davanti a me mettendomi in allarme. Sono una persona abbastanza paurosa e vedere un'auto dai vetri oscurati fermarsi davanti a me non mi fa stare tranquilla, ma credo sia l'auto di SeungHyun e che per questo mi ha detto di aspettarlo qui. Resto comunque in allerta perché sono fatta così, non mi fido a prescindere. Contemplo la macchina da un po', quando una persona alla mia destra attira la mia attenzione... SeungHyun ha svoltato l'angolo e ha cominciato a correre verso l'auto. << Sali, sbrigatii!! >> urla e, vedendo che non mi muovo dato che sono troppo presa a godermi la scena di lui che corre come un pazzo, si avvicina e mi afferra per un braccio per portarmi alla macchina, dentro la quale quasi mi lancia.

L'auto inizia la sua corsa, lui finalmente scoppia a ridere e io non riesco a non sorridere di rimando. È così bello quando lo fa e ultimamente non l'ho visto sorridere spesso, di certo non quando siamo insieme. << Non sono proprio abituato a fare queste cose. >> riesco a capire tra una risata e l'altra. Una frase che mi fa pensare forse più del dovuto... penso che non devono salire molte ragazze sulla sua auto, che non abbia bisogno di “nasconderle”e questo fa riaccendere una fiammella nel mio cuore che mi ripete che ai suoi occhi sono speciale almeno un po' e che posso continuare a sperare nonostante lui mi stia lontano a causa di MinHyun.

<< Non avresti dovuto, non con tutte quelle ragazze che potevano vedermi salire nella tua macchina. Uno scandalo non è proprio il massimo per la tua carriera... >> parlo piano pensando che avrei anche potuto pensarci prima, prima di costringerlo a inseguirmi perché ero troppo presa dal voler scappare dalla mia falsa amica che non voglio incontrare per niente al mondo.

<< Era più importante portarti lontano da lì... >> dice tranquillamente come se non sapesse che questo farà iniziare il mio cuore a battere all'impazzata. << E comunque se tu avessi capito che questa era la mia auto e che potevi salire prima che io arrivassi, non mi sarei dovuto mettere a correre. >> aggiunge e non so se prenderlo come un rimprovero.

<< Mi dispiace... >> decido di scusarmi, in fondo se sono io ad aver sbagliare, chiedere scusa non mi costa nulla, non con lui.

<< Non devi scusarti, è stato divertente. Dovremmo farlo più spesso. >> chiarisce ed io non riesco a non voltarmi dalla sua parte trovandolo a coprirsi le labbra con una mano. Credo stia nascondendo un sorriso perché gli si è formata quella bellissima fossetta sul viso, quella che solitamente gli si forma quando ride. Stiamo bene insieme, ne sono sempre più convinta, nella mia infinita pazzia l'ho sempre creduto e adesso, guardandoci, non riesco a togliermi questo pensiero dalla testa. << Siamo arrivati, vieni. >> dice all'improvviso. Mi guardo intorno e mi ritrovo in un parcheggio sotterraneo. Il tizio che fino a poco fa era alla guida apre il mio sportello e mi invita a scendere dall'auto. Capisco di essere nel garage di casa di SeungHyun quando vedo l'ascensore, lo ricordo da quando sono venuta qui con MaRu. L'autista torna nell'auto e rimette in moto per andare chissà dove, mentre SeungHyun mi aspetta a metà strada tra dove l'autista ci ha scaricato e l'ascensore. Salgo con lui sull'ascensore e vado a posizionarmi all'angolo opposto rispetto al suo. Sento così tanta tensione che inizio a capire perché si dice che si potrebbe tagliare con un coltello... non mi azzardo a dire nulla e neanche lui lo fa, almeno fino ad ora... << Cos'hai? Perché te ne stai lì in un angolo a guardare il muro? >> chiede e so che il mio comportamento deve sembrargli davvero strano, ma qualcosa mi dice di mantenere le distanze e non riesco a fare altrimenti. << Sei imbarazzata perché stiamo andando a casa mia? Non ho intenzione di fare nulla, ho solo pensato che fosse il posto più sicuro, qui sicuramente non potrà trovarti. >> spiega e sento di essermi fatta problemi per niente, ovviamente non avrebbe voluto fare altro con me, mi ha già ceduto a MinHyun. Sento il mio cuore sgretolarsi ancora, forse un po' speravo che avesse qualche altro scopo.

Mi siedo sul suo divano, il suo solito costosissimo divano, con la stessa paura di romperlo per un movimento sbagliato mentre aspetto che lui torni da chissà dove. Quando sento i suoi passi mi volto e lo vedo arrivare con in mano una bottiglia di vino e due bicchieri... a quanto pare continueremo a bere. Prendo il mio bicchiere un po' titubante, sto così bene con lui ma sento come se non dovessi essere qui, come se questo momento sarà un altro di quelli che dovrò accantonare se vorrò mettermi il cuore in pace. << Considera casa mia come una specie di altro pianeta, lontano dal mondo, puoi smettere di essere triste, qui sei al sicuro. Puoi anche considerarmi il tuo eroe, se ti fa piacere! >> conclude scherzando e facendomi sorridere. Chi glielo dice che lo vorrei come mio eroe sempre e per sempre?

<< Un altro pianeta dici? >> parlo finalmente e vedo anche lui decisamente più rilassato, credo che il mio nervosismo sia stato capace di contagiare pure lui.

<< Un altro pianeta. >> ripete con un'ombra di comicità negli occhi, segno che sta per dire o fare qualcosa di idiota. << Hakuna matata, il pianeta di SuperTOP! >> esclama per poi scoppiare a ridere come un bambino. Adoro quando ride così, quando si piega in due dalle risate, quando è costretto a coprirsi il viso perché ride in modo imbarazzante. Non riesco a non ridere insieme a lui e l'atmosfera cambia notevolmente. Si alza in piedi, imita la posa di un qualunque supereroe e poi si getta ai miei piedi. << Sono il tuo forte supereroe, sempre vicino a te! Proteggerò la tua felicità! Se hai bisogno di me, non esitare e vieni qui in questo pianeta fuori dal mondo! >> recita e penso sia il suo improvvisato slogan da supereroe, ma quanto vorrei che lo facesse davvero, che fosse sempre vicino a me e ......

<< Dici davvero? Proteggerai davvero la mia felicità? >> mi viene spontaneo domandargli, ma me ne pento subito dopo aver sentito un velo di serietà cadere su di noi. Era così bello poter essere spensierata con lui, però io sembro proprio esserne incapace. SeungHyun mi guarda e chissà se con i suoi bellissimi occhi sta cercando di dirmi qualcosa che io dovrei capire. La mia bocca però non vuole saperne di restare chiusa come ha fatto fino a poco fa... << Se è vero, perché mi hai lasciato a MinHyun? >> domando per poi abbassare lo sguardo così da non poter vedere i suoi occhi che potrebbero darmi l'ennesima coltellata al cuore. Passa un tempo infinito, o forse in realtà è poco, non riesco a quantificarlo, ma non ci muoviamo, non fiatiamo. Sento che non dovrei stare qui, che sono io quella di troppo, lui non può di certo andarsene da casa sua. Mi alzo piano cercando di non dargli un calcio calcolando quanto sono maldestra, ma prima che io possa fare un passo lui mi blocca per un braccio costringendomi a sedermi di nuovo.

<< Giusto perché tu lo sappia, non ti ho mai lasciata a MinHyun! Ho sempre confidato sul fatto che tu non avresti voluto lui. È brutto da dire perché è un mio amico, è un mio caro amico, uno dei pochi di cui so di potermi ancora fidare, ma non ci riesco... provo a fare in modo che tu ti allontani da me e poi sono io a venire da te. È difficile, posso sentire qualcosa di speciale da te e quando siamo insieme, sento che sei un po' come me e questo mi fa essere me stesso il più delle volte con te, ma odio il fatto che tu gli piaccia, odio terribilmente che tu gli piaccia! >> le sue parole mi scaldano il cuore, ma non fanno altro che avvicinarmi ancora di più a lui.. purtroppo però non penso che lui cambierà idea di su noi.



Sera!! Reduce dalla visione di Wild chieves and soy bean soup con Lee Won Geun del quale mi sono follemente innamorata a causa del suo sorriso e del suo "Hakuna matata" che mi ha ricordato troppo il mio amato TOP, non ho potuto non inserire questa frase nel capitolo... capitemi pls... 
Cosa farò succedere nel prossimo? Non ne ho proprio idea... o meglio ce l'ho, ma avevo un'idea molto chiara anche di questo capitolo e poi ho scritto tutt'altro. 
Per chi non avesse capito da quale canzone ho preso spunto, è Wonderful. La canzone è molto più allegra del mio capitolo, lo so, ma voletemi bene lo stesso per aver aggiornato. ahahah anche perché il prossimo aggiornamento potrebbe tardare con le vacanze di mezzo. Vi lascio per un pò con il dubbio di cosa potrà succedere in quella casa. 
Uno spoiler? Il titolo del prossimo capitolo .... "Beautiful hangover" e questo dice tutto ... 
A prestoooo! 
P.

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Capitolo 10
*** Beautiful hangover ***


 
You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 



Beautiful hangover

 

Restiamo fermi in piedi davanti al divano. Cosa dovrei fare adesso? Andarmene e lasciarlo in pace o attaccarmi alla bottiglia e buttarla giù interamente? Ammetto che l'idea di andarmene non mi alletta, in generale qualunque attività che non comprenda SeungHyun mi sembra inutile; inoltre, bere del vino così buono potrebbe non ricapitarmi molto presto... ma a chi voglio darla a bere! L'unico motivo per restare sarebbe sempre e solo lui! Con il mio carattere, però, mai e poi mai potrei voltarmi e sedermi come se niente fosse. SeungHyun non molla la presa e questo non mi da molta scelta. Mi volto piano, cercando di non fare movimenti bruschi, mentre lui mi tiene ancora stretta. Sento come se avesse paura che io possa andare via, magari fosse così e forse continuerò a pensarlo anche se non dovesse essere vero. << Odio terribilmente che tu gli piaccia! >> ripete a voce più bassa, quasi un sussurro, quasi come se lo stesse dicendo più a sé stesso, come se fosse arrivato a questa conclusione solo nel momento in cui questa frase è uscita dalla sua bocca. Il mio cuore palpita, non penso abbia mai smesso, non riesco a guardarlo negli occhi per la paura di scoppiare dentro dalle troppe emozioni che sto provando...

Sento che allenta leggermente la presa, ma non mi molla del tutto. Sento il suo corpo più lontano, ma non per molto. Sento che lascia il mio braccio, ma mi prende la mano. Alza la mia mano e non riesco a non seguire i suoi movimenti con il mio sguardo, sguardo che mi porta fino al bicchiere di vino che tiene nella sua mano e che poi mette nella mia. Sento i suoi occhi addosso e anche io vorrei tanto guardarlo, ma poi come riuscirei a frenare la voglia di baciarlo? Dopo quelle parole e l'intensità di questo sguardo che mi sta sciogliendo, come potrei resistere?

Il tintinnio dei nostri bicchieri mi fa tornare momentaneamente lucida. Alzo lo sguardo verso di lui, dimenticando per un attimo l'effetto che mi fanno i suoi occhi e lo trovo a sorseggiare il suo vino, o forse dovrei dire che lo sta buttando giù come se non bevesse da mesi. Torna vicino al tavolo e riempie il suo bicchiere. Lo porta di nuovo vicino alla bocca e butta di nuovo tutto giù in un sorso. Io bevo il mio molto lentamente, bagno leggermene le labbra e lo osservo bere un bicchiere dopo l'altro, domandandomi come ci riesca. Non posso mettere la mano sul fuoco sul motivo per cui lo faccia, ma immagino che sia qualcosa che ha a che fare con me e non so come comportarmi.

SeungHyun va a sedersi sul suo costosissimo divano e riempie per l'ennesima volta il suo bicchiere. Mi stupisco di come riesca a non perdere la sua eleganza neanche in un momento come questo. Nella mia testa, ripenso a quando, neanche mezz'ora fa, diceva che questo sarebbe stato il nostro pianeta fuori dal mondo e forse è un davvero così perché in quale altro posto potremmo stare in questo modo a fissarci senza preoccuparci di quello che potrebbe pensare la gente? Un sorriso appare accennato sulle mie labbra e lui deve accorgersene perché sorride di rimando e allunga la bottiglia di vino verso di me. Mi siedo ai piedi del divano, credo che sia il posto più sicuro per mantenere le distanze senza che sia troppo palese, e avvicino a lui il mio bicchiere per farlo riempire. Bere un altro po' mi darà la dose di leggerezza necessaria per smettere di pensare, spero.

Il solito sottofondo musicale accompagna le nostre bevute. Sono tante le volte in cui i nostri bicchieri tintinnano. Sono molti di più i bicchieri che manda giù lui rispetto ai miei, ma non sembra voler smettere ed io in questo caso non so se dovrei fermarlo o no, non so se ne ho il diritto o anche solo il dovere.

<< Allora, si può sapere da chi stavi scappando? >> mi domanda all'improvviso e quando mi volto verso di lui vedo i suoi grandi occhi puntati nei miei, quasi come a cercare di leggere la risposta da soli. << E non provare a dire “da nessuno”, che dal tuo comportamento di prima fuori dalla tenda era palese che scappassi da qualcuno e l'espressione di poco fa mi ha tolto ogni dubbio. >> aggiunge e, a questo punto, sono poche le scuse da trovare, non con lui, sicuramente non con lui che a quanto pare riesce a capirmi meglio di quanto riesca a fare io stessa.

<< Ex amica, ma lei non credo lo immagini. >> spiego brevemente sperando che non vada ad indagare, ma la posizione comoda che sta assumendo mi suggerisce che non è così.

Piedi ben piantati sul tappeto, gomiti poggiati sulle ginocchia e mani giunte davanti alla bocca. << E cosa avrebbe fatto di così irrimediabile? >> il suo indagare mi rende nervosa, così come quello che vuole sapere.

<< È stata con il mio ex, mentre lui stava con me... >> inizio a dare qualche informazione controllando la sua espressione una parola dopo l'altra per cercare di capire la sua reazione alla notizia. Non so cosa spero di percepire, ma il suo sguardo è imperscrutabile, non lascia trasparire alcuna emozione, deve aver imparato con gli anni. << Lei non ha idea che io lo sappia. >> mi viene da aggiungere senza neanche pensarci e a questo punto lo vedo aprire le labbra sorpreso e poi fare un sorrisetto furbo.

<< Per questo è venuta a trovarti come se niente fosse... certo bel coraggio! Non so, io avrei avuto vergogna a presentarmi davanti a un mio amico dopo aver fatto quello che ha fatto lei, anche se il mio amico non lo avesse scoperto come invece hai fatto tu. >> spiega e poi si ammutolisce. Io non ho altro da aggiungere, niente sulla mia ex amica e decisamente nulla sul mio ex ragazzo. << Prendi me, ad esempio. Domani dovrò vedere MinHyun e non so proprio come fare a guardarlo in faccia. >> butta giù quel poco vino che ha ancora nel bicchiere e lo riempie. Cosa sta elaborando la sua testa da renderlo così arrabbiato verso sé stesso? Magari ci fosse stato qualcosa da nascondere tra di noi! Siamo a distanza di sicurezza a bere, a casa sua è vero, ma a parte qualche parola che mi ha scaldato il cuore, il nulla.

<< Questa è esagerazione! E, cosa essenziale, io non sono la ragazza di MinHyun. >> ribadisco il concetto, sperando di essere stata chiara. Lui mi guarda e sorride, amaramente, come se questo non gli bastasse. Odio la sua totale lealtà verso i suoi amici, anche se non potrei comunque sapere se non sorgerebbero altri problemi. Quando si parla di me, c'è sempre qualche nuovo ostacolo a mettersi tra me e la mia eventuale felicità.

<< Per quanto gli piaci, è come se lo fossi. >> dice inespressivo come non l'ho mai visto. Sto davvero iniziando ad odiarlo, tanto che per evitare di urlargli in faccia prendo il bicchiere di forza e mando giù quanto più vino posso. Stringo le gambe al petto e guardo verso la grande finestra che offre una vista bellissima nonostante sia notte. Mi alzo e vado verso la finestra. Non mi sento abbastanza a mio agio da aprirla ed uscire sul balcone, non penso neanche che sia abbastanza sicuro perché qualcuno potrebbe vedermi, ma spero che non gli dia fastidio che io stia qui a guardare questo panorama che mi incanta e mi calma.

Non so da quanto tempo sono qui in piedi, ma all'improvviso vedo il suo riflesso sulla finestra. Ha una bottiglia in mano e sembra intenzionato a finirla. Riempie il mio bicchiere e subito dopo il suo, li fa tintinnare come non ha smesso di fare da quando ci ha versato il primo bicchiere e poi butta giù. Stavolta sono io che resto a guardarlo, senza parlare. È pensieroso e sapere che sono io a dargli tutti questi pensieri mi rende anche triste; per lui vorrei essere qualcuno che risolve i suoi problemi o che gli sta vicino, non la fonte dei suoi problemi. << Tu non stai con MinHyun! >> il suo tono di voce è molto cambiato rispetto a quello dell'ultima frase che ha pronunciato. Il vino deve aver iniziato a fare effetto... << Tu non stai con MinHyun... >> ripete con meno decisione, ma più vicino a me. << Tu non stai con lui... >> continua. Forse si sta auto-convincendo e non sarò di certo io a interrompere la sua opera di auto-convincimento, non se va anche a mio favore. “NON STO CON LUI, NO!!!” gli urlerei, ma se sa leggere bene nei miei occhi come dice, dovrebbe capirlo lo stesso.

C'è tensione tra di noi, la sento, se riuscissi a muovere qualche muscolo penso che potrei persino toccarla. Vedo i miei occhi verdi riflessi nei suoi, scuri, profondi, che sembrano gridarmi di non smettere di sperare. Non lo farei comunque. Non capisco se è una mia impressione o se il suo viso si sta davvero avvicinando al mio. Resto immobile, incantata dal suo sguardo magnetico, col cuore che sale in gola appena lo vedo inumidirsi le labbra. Mi bacerà? Lo aspetto, aspetto che sia lui ad avvicinarsi a me perché non penso che riuscirei a sopportare di vederlo allontanarsi da me. Più il suo viso si avvicina al mio e più il mio cuore batte veloce, più il suo respiro diventa forte e più a me sembra mancare l'aria. Sbatte piano gli occhi, quasi a rallentatore, poi li chiude di nuovo e non li riapre, quindi credo che, sì, stia per baciarmi. Forse dovrei chiuderli anche io, ma come posso perdermi la visione del suo viso così vicino al mio? Chissà se aveva programmato tutto questo... << Chiudi gli occhi... >> sento e per un attimo la mia mente si svuota. Come riesce a vedermi? In qualsiasi modo ci sia riuscito, non me lo lascio ripetere una seconda volta e faccio appena in tempo a chiuderli che le sue labbra si posano sulle mie. Sento il suono di qualcosa che si rompe sul pavimento, forse un bicchiere, poi le sue mani si infilano tra i miei capelli. Piega la testa e si fa spazio tra le mie labbra. Vorrei che il tempo si fermasse in questo preciso istante, a noi due uniti da questo bacio, ma non lo fa... il tempo continua a scorrere ed io mi ritrovo con la schiena contro il vetro della finestra. È freddo, ma poco mi importa, non ho intenzione di muovermi. Sono attraversata da un insieme di emozioni diverse, soprattutto gioia, perché non avrei mai pensato che sarebbe potuto succedere proprio a me, ma anche tristezza, perché qualcosa mi dice che questo non cambierà le cose, potrebbe essere il vino a farlo agire così. << Al diavolo! >> esclama SeungHyun. Indietreggia portandomi con sé ed io lo seguo senza opporre resistenza. Sono sempre più convinta che sia il vino a farlo agire così, ma come potrei fermarlo? Sicuramente dovrei, so che dovrei, ma non lo farò, non ci riuscirei anche volendo. << Non ho intenzione di negarlo ancora... >> parla. Ha il fiatone, sembra come se avesse corso per ore ed io non riesco a capire del tutto a cosa si riferisce, non che me ne importi qualcosa in questo momento... << Potrei impazzire se provo a combatterlo ancora... >> aggiunge, la voce graffiata. Il mio cuore potrebbe scoppiare di felicità da un momento all'altro, lo sento. SeungHyun mi guarda con gli occhi socchiusi, ad appena un paio di centimetri di distanza, poi all'improvviso li chiude e si lascia cadere. Riesco a prenderlo tra le braccia grazie ad una prontezza di riflessi che non mi sarei mai aspettata di avere, lo trascino con qualche difficoltà verso il divano e lo distendo facendo attenzione a non fare troppi disastri, anche se forse sarebbe meglio dire che lo lancio. È così tranquillo e sembra non avere nessun problema, quando fino a poco fa qualche ruga sulla fronte solcava il suo viso perfetto. Non mi stupisce che si sia addormentato all'improvviso, ha bevuto davvero troppo stasera e so di esserne la causa per almeno il settanta per cento.

Inizia a farsi tardi e la temperatura dentro il salone del mio bello addormentato scende sempre di più. I riscaldamenti devono essersi spenti in qualche modo e non ho idea né dove poterli accendere di nuovo né se devo. Dovrò tornare a casa prima o poi, ma non posso lasciarlo così svenuto sul divano con il freddo che fa stasera. Non so neanche se posso permettermi di andare in giro a ficcanasare per cercare una coperta da mettergli addosso. Sono indecisa e le gambe mi fanno male per il troppo stare in ginocchio davanti al suo viso, così decido di alzarmi e mettermi a cercare qualcosa per coprirlo. Mi perdonerà se ho aperto qualche porta e guardato dentro qualche armadio, calcolando che l'ho fatto per non farlo morire di freddo. Mi avvicino piano a lui e lo copro, calciando involontariamente una delle lattine sul tappeto, sul suo costosissimo tappeto. La prendo di corsa sperando di non averne combinata una delle mie e, fortunatamente, la spugna SeungHyun le ha prosciugate per bene e non ne è caduta neanche una goccia. Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti agli occhi il casino che abbiamo lasciato nel suo salone. Entro nella sua cucina alla ricerca di un secchio o di una busta e la trovo facilmente. Quando rientro nel salone, posso vedere il casino che abbiamo lasciato e quasi inizio a sudare freddo all'idea di dover ripulire tutto questo. Non che io debba farlo per forza, il principino avrà sicuramente una domestica a tenere immacolata la casa, ma mi sento male ad andarmene mentre tutto è ancora sottosopra. Prendo le lattine una per una e le faccio cadere nel secchio facendo attenzione a non fare troppo rumore, non voglio svegliarlo, anche se dubito che si sveglierà se non con qualche cannonata. Le bottiglie non ho idea di dove le metta, né se qui c'è un qualche tipo di raccolta differenziata. Ha bevuto proprio qualunque cosa gli capitasse sotto mani! Poi ricordo il suono del bicchiere che si infrange a terra e, girandomi, ringrazio di non aver pestato i vetri sparsi per il salone. “Spero solo non sia di cristallo” penso mentre con attenzione spazzo via le briciole in cui si è ridotto quello che prima era un bel bicchiere da vino.

Ho perso più tempo che ho potuto, ho rassettato casa sua come non ho mai fatto con la mia, come non faccio nella mia stanza da quando sono arrivata a Seoul e che inizia a sembrare sempre di più un porcile, ma sto ancora cercandomi da fare: primo perché non ho voglia di andarmene, immagino che una volta uscita da questa casa lui tornerà quello che mi tratta peggio di un'appestata; secondo perché non ho idea di come tornare da Maru visto che la volta scorsa sono venuta in macchina con lui e ho fatto caso a tutto tranne che alla strada; e poi perché la persona che meno voglio vedere in questo momento potrebbe essere proprio lì fuori ad aspettarmi. Lo guardo un'ultima volta, mi chiedo come possa una persona essere così bella, come possa essere ingiusta la vita nel dare così tanta bellezza ad una sola persona. Sbuffo, vorrei davvero continuare ad ammirarlo per tutta la notte, per tutta la vita se possibile. Mi avvicino piano e lo bacio su una tempia, finché dorme non ho vergogna, poi mi avvio verso l'uscita chiudendomi alle spalle la porta dii casa sua.


 

Buonasera!! 
Mi scuso anche qui per l'imperdonabile ritardo, ma se mi mettessi a raccontarvi cosa è successo in questi mesi mi dareste una pacca sulla spalla e mi capireste (da queste peripezie potrebbe nascere anche una storia.... anzi è quasi sicuro che ne nasca una anche se abbelllita e resa ancora più drammatica ahahahah)
Fatto sta che sono tornata e spero di essere tornata col botto! Top potrà anche partire per il militare a breve e mi mancherà parecchio, ma io spero di sentire meno la sua mancanza in questo modo... e magari la farò sentire meno anche a voi.
La canzone che mi ha ispirato il capitolo non può essere altro che Beautiful hangover e, come promesso, in caso di video ufficiale, io ve lo allego 
https://www.youtube.com/watch?v=zYuYqgcWDWY  perché i loro MV meritano sempre.
E niente.... io vado a immaginare il viso di SeungHyun vicinissimo al mio.... 
Il prossimo capitolo è già in lavorazione, quindi prima di Natale è assicurato! 
A presto!
P.

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Capitolo 11
*** Excuse me, miss ***


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You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 
10
 

MaRu è strano oggi. Distante, quasi preoccupato, fin troppo perso nei suoi pensieri. Chissà cosa gli è successo. È seduto alla cassa e a malapena fa un sorriso ai clienti che gli si presentano davanti per pagare il conto, quando di solito è sempre interessato a sapere come si sono trovati nel suo locale. Non posso prestargli tutta l'attenzione che vorrei perché il locale è pieno, fin troppo per i miei gusti, tanto che credo che oggi salteremo anche la pausa pranzo se vogliamo rimetterci in paro con gli ordini. SoRa mi da una gomitata e poi fa un cenno per dirmi di guardare MaRu, deve essersi accorta anche lei che qualcosa non va, ma non saprei cosa dirle, così mi limito ad alzare le spalle e a portare gli ordini che ho in mano al tavolo.

Il locale si sta lentamente svuotando, l'orario del pranzo si avvicina alla fine e SoRa mi chiede di andare a parlare con MaRu. Secondo me non ha molta voglia di parlare, se volesse sarebbe lui a venire da me come ha sempre fatto, quindi penso sia meglio lasciarlo stare. Quando vorrà parlare, sa che può cercarmi in qualunque momento.

<< Pamela! >> mi chiama MaRu e penso che sia arrivato il momento, forse vuole parlarmi. Mi avvicino a lui, ma prima che io possa arrivare alla cassa continua a parlare. << Tu e SoRa andate in pausa pranzo. Gli altri hanno già fatto. >> dice semplicemente. Io evito di rispondere e mi limito a fare un cenno con il capo. Io e SoRa ci sediamo portando con noi due vassoi con il nostro pranzo. La conversazione non può che portarci all'argomento MaRu. La mia amica sembra molto preoccupata, tanto che un'idea mi passa per la mente...

<< Ti interessa MaRu per caso? >> le domando e sul suo viso vedo quasi un'espressione inorridita. O forse finge come farei io.

<< Affatto! È il nipote della signora che mi ha dato un lavoro e un posto in cui stare con mio figlio. E poi io ho ChangSung, non potrei mai chiedere a qualcuno di prendersi cura anche di lui... >> termina la sua frase amaramente e mi dispiace per lei perché si merita un Uomo, uno con la “u” maiuscola. Non credo del tutto alle sue parole soprattutto visto che, dopo averle pronunciate, si volta a guardare proprio lui.

Mangiamo in fretta e, quando porto i vassoi in cucina, sento la cuoca parlare e dire che MaRu non ha mangiato nulla da quando è arrivato stamattina. Questo ragazzo inizia a preoccuparmi! Le chiedo qualcosa da mangiare e mi accontenta subito. Prendo un nuovo vassoio e mi avvicino al mio amico digiuno e poso il vassoio davanti a lui. << Mangia! >> gli ordino e lui si volta verso di me con uno sguardo spento, uno sguardo che non è per niente da lui.

<< Non ho molta fame, ma grazie per il pensiero. >> dice, ma penso non gli sia ancora chiaro che se voglio so diventare la persona più petulante e insistente del mondo, così afferro il cucchiaio e prendo un bel po' di riso e lo avvicino alla sua bocca. Se fa i capricci come un bambino, io lo tratterò come tale. Mi guarda quasi inorridito quando vede che gli ho avvicinato il cucchiaio alla bocca. Sospira, mi toglie il cucchiaio dalla mano e finalmente mangia, forse perché pensa fin dove potrei spingermi per farlo mangiare. << Mangerò... ho capito. >> cerca di rassicurarmi e io annuisco ma non mi muovo.

<< Ti credo, ma ho comunque intenzione di controllarti se non hai nulla in contrario. >> e finalmente sorride, appena, ma sorride. Mi appoggio al bancone sporgendomi per vederlo meglio mentre mangia, anche perché i piedi iniziano a farmi male dopo aver corso per ore avanti e indietro per il locale.

<< Questo mi sembra eccessivo. >> commenta MaRu vedendo che lo sto fissando neanche fossi una stalker. Alzo le spalle e aspetto fino a quando non ha finito l'ultimo boccone. << Contenta? >> mi domanda.

<< Assolutamente! >> esclamo prendendo il vassoio prima di allontanarmi ed entrare di nuovo in cucina. SoRa mi rincorre per sapere se ho saputo qualcosa, ma purtroppo non posso darle una risposta affermativa.

Mi tocca anche il turno serale oggi. Una delle cameriere è ammalata ed io sono l'unica che non ha ancora fatto una sostituzione, quindi mi sono subito sentita in dovere verso le altre quando abbiamo ricevuto la notizia da MaRu. Siamo comunque in mezzo alla settimana e non dovrebbe esserci molto da fare a cena. MaRu è dovuto uscire e alle dieci e mezza di sera ci siamo solo io, la cuoca e un'altra cameriera. Sto iniziando a pulire, quando la porta si apre. << Mi scusi, cameriera? >> sento e quella voce la riconoscerei tra milioni. Il cuore mi sale in gola e mi volto all'improvviso. Vorrei sorridere, poi ricordo le nostre labbra incollate e mi blocco. Mi avvicino piano, incerta e lo osservo mentre anche lui mi guarda. Ha uno sguardo strano e penso “Anche lui? Ma cosa è successo a tutti quanti oggi?” io sono sempre pensierosa e insicura, ma non lui, anzi, mi è sembrato che in diverse situazioni sapesse benissimo cosa volesse e soprattutto cosa non volesse.

<< Vuole accomodarsi? >> chiedo professionalmente indicandogli un tavolo vicino a noi, non ho la sicurezza di riuscire ad arrivare più lontano. Lui annuisce e si accomoda. Gli passo il menù e mi volatilizzo negli spogliatoi per riprendere fiato, averlo davanti a me mi fa sempre sentire una completa idiota. Ricordarmi del nostro bacio, poi, e volere che succeda di nuovo non mi aiuta affatto. Quando siamo nel “nostro pianeta” va tutto bene, il mio cuore riesce ancora a reggere la situazione, ma quando siamo nel mondo reale lui torna ad essere TOP e io un'italiana scappata da un posto in cui non voleva più stare e che ora gli serve la cena.

Torno a prendere la sua ordinazione e il suo sguardo è troppo intenso per i miei gusti. Ok, mi sento lusingata e in un'altra occasione non vorrei mi guardasse in un altro modo, ma sono nell'imbarazzo più totale. Si pente di avermi baciato, ma, soprattutto, se lo ricorda?

<< Vieni qui. Siediti, parliamo. Non andartene subito. >> mi dice e in questo momento mi sembrano le parole più belle del mondo. “Non puoi!” mi urla la mia testa e mi darei una martellata sulle tempie se solo ne avessi il coraggio... e se avessi un martello a portata di mano.

<< Non posso. Sto lavorando e MaRu non c'è. Potrebbero fraintendere e non voglio che succeda. >> ok questa scusa sembra più plausibile rispetto ad una mia qualsiasi altra paura e più che altro qualcosa che penso davvero.

<< Dammi un po' di tempo, ho bisogno di chiederti qualcosa. >> aggiunge e in questo modo non è che mi invoglia a restare qui. Sono pazza, lo so. Prima quasi lo prego di non pensare più a MinHyun e adesso lo evito. << Non mi accontenterò di un “parliamo domani” o chissà quando. Sono qui adesso. >>

<< Adesso non posso, sono seria. >> lo guardo negli occhi, SeungHyun accenna un sorriso e, non so come, tutta la mia tensione svanisce. Dopotutto è il mio supereroe personale, non dovrei stupirmi.

<< E va bene. Allora per il momento mi accontento di mangiare... da solo. Mangerò lentamente in modo da aspettare che tu finisca il tuo turno e poi mi concederai almeno cinque minuti. >> sta contrattando? Porto una mano sulla bocca per coprire il mio sorriso fin troppo sfacciato e anche lui copre il suo con una smorfia, una bellissima smorfia. In fondo, sotto questa maschera da figo, è un tenerone e mi piace anche per questo. Mi volto e non riesco a togliermi questo sorriso da idiota dalla faccia. Porto il suo ordine in cucina e mi ritrovo l'altra cameriera che mi urla parole senza senso nell'orecchio. Mi prendo qualche secondo per comprendere cosa sta cercando di dirmi, ma il suo sguardo non nasconde affatto i suoi pensieri... SeungHyun. E come poteva essere altrimenti? Mi invidia. A quanto pare tutte le ragazze in cucina e le cameriere mi invidiano. Sanno che ogni volta che lui è stato qui, l'ho servito io da quando sono arrivata, mentre prima a lui ci pensava solo SoRa su richiesta di MaRu perché sapeva essere l'unica per niente interessata al mondo dello spettacolo. Ora so che è così, inizialmente pensavo ad una coincidenza, ma credo che MaRu lo faccia per non farlo sentire a disagio con qualche cameriera che in un momento di imbarazzo o euforia possa versargli qualcosa addosso. Beh, non che io la prima volta fossi meglio di così, però in un certo senso quello era un “regalo” che mi stava facendo MaRu.

Un sorriso di circostanza è quello che ci vuole, insieme ad uno sguardo innocente che spero non le faccia venire alcun sospetto, anche se sono certa che fino a un minuto fa avevo stampato “SeungHyun baciami!” sulla fronte. Sono una contraddizione vivente, ma sono fatta così, dubito che riuscirò a cambiare adesso: un attimo prima vorrei che se ne andasse ora vorrei stringerlo neanche fosse un morbido peluche. Vado in bagno per controllare il rossore che sicuramente si è diffuso sulle mie guance pensando a me e lui abbracciati, magari a baciarci come ieri sera ed infatti è lì, a ricordarmi che, oltre ai miei occhi, anche il resto del mio viso non sa trattenere le emozioni, ma mi piace, questo rossore mi piace, ricordare ieri sera mi piace, anche se dovesse essere l'unica volta in cui si è lasciato andare, mi piace.

Torno in cucina e resto sulla soglia in attesa che l'ordine del nostro solo cliente sia pronto. Lo guardo, anche lui sta aspettando. Ogni tanto guarda verso di noi e ogni tanto usa il suo cellulare. La mia collega, con la scusa di iniziare a pulire il locale e anticiparsi per la chiusura, gli passa vicino più volte sculettando e forse pensando di attirare la sua attenzione. In effetti un paio di volte lui alza lo sguardo per guardarla. “Quanto sei scontato” penso, ma in fondo chi non darebbe una sbirciatina? Mi infastidisce, però non ho il diritto di ingelosirmi.

L'ordine è pronto e non vedo l'ora di portarglielo per ricordare alla mia collega che può sculettare quanto vuole, ma l'unica che può scambiare con lui qualche parola sono io, dentro e fuori dal locale, anche se questa il fatto che ci vediamo e parliamo fuori è una specie di segreto.

<< Spiegami una cosa. >> dice lui quando sto per servirlo. Lo guardo con un'espressione interrogativa invitandolo a continuare. << Come faremmo esattamente a parlare dopo? Non posso aspettarti qui fuori e neanche qui dentro perché dubito che ti lasceranno sola a chiudere, soprattutto la ragazza col caschetto che mi gira intorno da un quarto d'ora. La tua non era una scusa per evitare di parlarmi? >> il suo ragionamento non fa una piega e in quel poco lasso di tempo di viene in mente solo una soluzione.

<< Ti lascio le mie chiavi, ma non fare pensieri strani. >> metto subito avanti le mani vedendo la sua espressione sorpresa perché, nonostante mi piacerebbe che pensasse male e le prendesse comunque, fregandosene quindi di MinHyun, non vorrei pensasse a me così, non solo così, perché io non sono così. Abbassa lo sguardo mordendosi un labbro dopo aver nascosto le chiavi in tasca.

<< Posso anche andare a ficcanasare in camera tua, come tu hai fatto in casa mia! >> esclama divertito. A questo non avevo pensato, ma non posso di certo restare ancora qui a parlare con lui per pregarlo di ridarmi le chiavi. Sbatto i piedi a terra come una bambina e torno indietro stringendo sul petto il vassoio sbuffando. Deve averlo divertito parecchio vedermi così perché tossisce, ma riesco distintamente a riconoscere che sta nascondendo l'ennesima risata.

Metto il vassoio sul bancone, mentre la cuoca mi domanda se SeungHyun vuole ordinare altro perché in caso contrario lei andrebbe via. Non so e muoio dalla voglia di andarglielo a chiedere. Sul suo viso un sorriso velato, gli occhi leggermente socchiusi come se fosse incantato. Adoro essere guardata in questo modo, con un'espressione quasi beata e lo adoro ancora di più quando è lui a farlo. Forse, pensandoci, è assonnato, ma che sia incantato o assonnato poco importa... mi basta il sogno che mi fa vivere la mia immaginazione.


 

Sono stanchissima. Ho dovuto finire di pulire il locale, ho lavato quello che ha usato SeungHyun e ho lavato a terra prima di uscire. Non sento più le gambe. È da stamattina che sto in piedi, salvo quel quarto d'ora in cui ho pranzato e adesso dovrei anche avere la forza di controllare delle mie emozioni davanti a SeungHyun?

Chiudo il negozio e arrivo al portone che trovo socchiuso. Lui non c'è e spero che non sia entrato davvero in camera mia. Solo adesso ricordo di aver lasciato un casino, sicuramente lui avrà sbiancato nel vedere in che condizioni vivo. Corro per le scale nonostante il dolore, sperando almeno di non cadere a terra e peggiorare la situazione. Busso alla mia porta, ma non risponde nessuno. Ok, è in disordine ma non penso sia svenuto per lo shock, però allora che fine ha fatto? Non può essersene andato e, soprattutto, con le mie chiavi in tasca! Abbasso la testa sconsolata, non che morissi dalla voglia di fare una conversazione imbarazzante sull'accaduto della notte scorsa, ma non mi perderei per nulla al mondo l'occasione di passare del tempo con lui.

Due mani si posano sulle mie spalle e involontariamente urlo mentre mi volto per vedere in vico la persona dietro di me che scopro essere altri che lui. Senza accorgermene gli do un colpo sul braccio, mentre lui ride di gusto. << Sono così spaventoso? >> domanda non riuscendo a smettere di ridere.

<< Potresti evitare di prenderti gioco di me? Mi hai spaventato davvero. Sono facilmente impressionabile! >> mi giustifico.

<< Tu mi dici che la mia bruttezza ti spaventa e io ti prendo in giro? >> si sta divertendo davvero tanto a quanto pare a farmi queste domande idiote e, anche se non voglio darlo a vedere, mi sto divertendo anche io. Brutto lui... è l'unico aggettivo che non userei mai parlando di lui.

<< Il tuo arrivarmi da dietro come un maniaco mi spaventa! >> esclamo e lui non mi risponde. Fa oscillare le chiavi davanti a me e si siede sulle scale, credo non voglia entrare nella mia stanza e non gli do tutti i torti, è piccola e il letto a quattro passi dalla porta non suggerisce proprio la cosa giusta. << Non sei entrato dentro davvero, vero? >> chiedo per capire se non entra perché è sconvolto o solo perché non vuole.

<< Non ho l'abitudine di entrare in camera di una ragazza quando lei non c'è. >> si spiega e questo almeno mi da la certezza che posso ancora guardarlo senza sembrare una barbona. << ...Non che io sia entrato in molte stanze di ragazze... se escludiamo mia sorella, in effetti credo di non averne vista nessun'altra. >> aggiunge, ma questa non è una consolazione, penso. << Ti siedi o hai intenzione di restare lì in piedi? Sono un gentiluomo, non ti farò nulla. >> annuisco e mi siedo anche io sulle scale, non ce la facevo davvero più a stare in piedi.

<< Perché sei venuto? >> gli domando. Non che io non sappia che mi vuole parlare e probabilmente so anche di cosa, ma potrebbe volermi dire altro, qualcosa che ignoro e prima di dire qualunque cosa voglio esserne sicura.

<< Avevo bisogno di parlarti. >> mi risponde senza darmi ulteriori indizi.

<< Questo l'avevo capito dal primo “parliamo” che hai detto appena arrivato. Di cosa vuoi parlare? >> approfondisco la domanda, chiedendomi intanto se ricorda di avermi baciato.

<< Ho l'impressione di aver detto e fatto qualcosa che non avrei dovuto, ieri. >> dice e ringrazio la penombra delle scale per avermi aiutato a nascondere la delusione sul mio viso. Non che mi aspettassi molto, ma almeno che lo ricordasse. << Ad essere onesto, mi sono svegliato con una strana sensazione... il cuore mi batteva forte, ma proprio non ricordo. Devo aver bevuto davvero tanto la notte scorsa. Ho fatto qualcosa per cui mi dovrei scusare? >> mi chiede.

<< Non hai fatto nulla che richieda delle scuse. >> rispondo ed è vero che non deve scusarsi perché a me i suoi baci non hanno dato alcun fastidio, anzi.

<< Può esserci un filo di luce e puoi anche non guardarmi mentre mi parli, ma so che è successo qualcosa, lo so, e questo non mi fa proprio sentire a mio agio con te. >>

Oddio ma perché continua ad indagare? “Neanche io mi sento a mio agio a dirti che mi hai preso e baciato all'improvviso!” gli urlerei, ma mi vergogno così tanto... << Se non lo ricordi, non deve essere nulla di importante. >> come al solito dalle mie labbra esce sempre la frase più sbagliata.

<< Non ricordo perché mi sono scolato barili di vino e birra, è diverso. Sono qui perché potrebbe essere importante. Non riesco a spiegarlo, è la prima volta che mi sento così... >> la sua voce mi fa battere il cuore, potrebbe anche leggere la lista della spesa ma non cambierebbe nulla per me. << Ahhh, ero venuto convinto di riuscire a parlarti, ma poi ti guardo e le parole mi muoiono in gola! >> esclama passandosi le mani tra i capelli e restando così, con le mani tra i capelli e la testa abbassata. Lo abbraccerei, muoio dalla voglia di farlo, ma, da brava autodistruttrice quale sono, non faccio nulla che possa andare a mio favore. Resto in silenzio in attesa che sia lui a dire o fare qualcosa perché io non so proprio come comportarmi. << Mi sento in imbarazzo quando ti guardo perché non so cosa ho fatto. Non puoi dirmelo? >> aggiunge e sono sicura che non mi toglierò da questa situazione finché non parlerò. Devo solo cercare le parole giuste anche se finirò lo stesso per dire quelle sbagliate. Sento le mie guance scaldarsi, ringrazio che la luce quasi assente che riesce a nascondermi.

<< Mh...>> mugugnare non è la soluzione giusta. Impreco sottovoce, ma credo che mi abbia sentita comunque. << O-ok... mi hai... anzi, ci siamo baciati! >> dico titubante e non sento una risposta. SeungHyun evita anche di muoversi e così nascosto tra le sue braccia non capisco neanche che tipo di reazione ha generato in lui saperlo.

<< È stato >> inizia a parlare, ma lo blocco prima che possa continuare.

<< Non voglio sentirti dire che è stato un errore. >> probabilmente le mie parole sembrano quasi una supplica, ma non sopporto la sensazione del mio cuore che viene stritolato da qualcuno che vorrei invece che lo coccolasse. Lo sento sorridere e non so come interpretarlo.

<< In realtà stavo per chiederti se è stato bello. Non ricordandolo, avrei voluto qualche indizio in più. >> dice e non so se per prendermi in giro o perché vuole saperlo davvero. << Allora? Guarda che ci tengo alla mia reputazione di grande amatore. Ho bisogno di saperlo. Non potrei perdonarmi una performance da dilettante. >> ora scherza, ne sono certa e non so come prendere la cosa. Mi volto per guardarlo e anche lui mi guarda adesso. Ha abbandonato la sua posizione da riccio ed è qui a pochi centimetri da me. Ci vorrebbe così poco per avvicinarmi e baciarlo, in fondo a una certa distanza scatta in automatico il bacio, si sa, ma ovviamente non lo faccio, sono troppo fifona per farlo. Per fortuna non ho bisogno di farlo perché si avvicina lui a me, posa lui le sue labbra sulle mie, delicatamente, lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo. È così diverso da quello di ieri sera, sembra più dolce e le nostre labbra sono l'unico contatto tra di noi. Un contatto sempre più profondo, riesce a farsi spazio tra le mie labbra senza troppe difficoltà, poi il portone d'entrata sbatte. MaRu è tornato! 



Sera! Ecco aggiornata anche questa... 
Come credo avrete capito dal titolo, per questo capitolo ho presto spunto da "Lady"... in realtà questa canzone mi ispira più allegria di quanta volessi trasmetterne nel capitolo, ma sembrava avere le parole giuste per il momento. Vogliatemi bene lo stesso. 
Qualcuno di voi aveva intuito che lui non si sarebbe ricordato del bacio, non vi posso nascondere nulla, ma l'idiozia di Pamela è imprevedibile, quindi almeno per quello che farà lei posso riuscire a non farmi scoprire.. ahahah 
Ci vediamo l'anno prossimo ormai e vi lascio con il titolo del prossimo capitolo.... "Baby goodnight" 
P. 

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Capitolo 12
*** Baby goodnight ***


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You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 

11
 

 Baby goodnight
 

Essere colti in flagrante non è mai stata la mia aspirazione nella vita, la mia vita fatta per la maggior parte delle volte di timidezza e vergogna. Lo spingo via anche se è l'ultima cosa che avrei mai voluto fare e mi alzo di corsa cercando di individuare col tatto la chiave giusta per aprire la porta della mia stanza. La trovo e faccio per entrare, ma non sento SeungHyun fare alcun movimento, così torno indietro quanto basta per prenderlo per un braccio e trascinarlo dentro con me. Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un sospiro di sollievo. << Cos'è successo esattamente? >> mi domanda. Ovviamente devo essergli sembrata una pazza, non che di solito io abbia dato l'impressione di essere sana di mente, ma prima o poi scapperà a gambe levate da me, già lo immagino mentre lo fa. Abbasso lo sguardo e lui si avvicina, non che io riesca a vederlo perché nella fretta non ho neanche acceso la luce, anche se questo buio riesce a nascondere perfettamente le mie emozioni, o almeno credo. << Perché non mi parli? >> aggiunge.

<< È tornato MaRu. Non volevo ti vedesse qui. >> confesso. Non è proprio così, ma non so spiegarlo in un altro modo, non con tutta la stanchezza che mi porto dietro. Lo sento fare un verso che non riesco a decifrare, poi con la mano sfiora il mio braccio, chissà cosa sta pensando di fare, ma nulla di quello che passa per la mia testa si realizza. SeungHyun abbassa la maniglia forse per andarsene non soddisfatto dalla mia risposta. Non posso dargli tutti i torti, credo che nessuno voglia essere un segreto che non può essere rivelato neanche a uno dei propri migliori amici. In un attimo di coraggio, lo fermo. La luce ancora accesa sulla rampa delle scale illumina appena i nostri volti e vedo il suo sguardo piantato sui miei occhi fin troppo vicino per non sentire le gambe cedere. Mi aggrappo a lui e lo ringrazio per la prontezza di riflessi con cui mi prende tra le sue braccia. Non parla, forse sono io che dovrei dire qualcosa, ma la testa inizia a farmi così male che pensare a qualcosa da dire sembra impossibile e sicuramente finirei per peggiorare la situazione. << Non andartene, per piacere. >> riesco a dire e chissà se sono stata abbastanza convincente. Torno a reggermi sui miei piedi piantonando la porta per evitare che lui se ne vada dopo essermi spiegata in quel modo orrendo.

<< Quanto hai lavorato? >> mi domanda all'improvviso, come se potessi addirittura fare calcoli. Ma se questo vuol dire che non se ne andrà, può continuare a farmi tutte le domande che vuole. << Devi aver lavorato tanto per ridurti in questo stato. Chiederei a MaRu di non esagerare, ma a quanto pare non deve sapere che abbiamo alcun tipo di relazione... >> dice pungente, ma le sue mani afferrano le mie spalle e le sue labbra si posano sulla mia fronte. È l'ultima cosa che avrei pensato facesse, ma non riesco a trattenere un timido sorriso, stasera di meglio non posso proprio a fare. << Sei calda, forse hai qualche linea di febbre... vieni. >> aggiunge trascinandomi verso quel groviglio indefinito di lenzuola e cuscini che dovrebbe essere il mio letto. << E tu dormiresti così? >> chiede.

<< Stamattina andavo di corsa. >> riesco a dire sedendomi sul letto cercando di non cadere di nuovo. Mi gira la testa, credo che si tratti davvero di febbre e non ci voleva proprio con tutte le persone che mancano al locale.

<< Questa camera dà l'idea di essere spesso in queste condizioni. >> dice con tono scherzoso aiutandomi però a sdraiarmi.

<< Non mi sembra il momento per prendermi in giro! >> esclamo massaggiandomi le tempie.

<< La mia non era una presa in giro, era una constatazione. >> spiega, ma anche ora non lo vedo così serio come vuole farmi credere. Prende il piumone e mi copre. Lo vedo sorridere appena, chissà cosa pensa. Si siede anche lui, mi da le spalle, guarda verso l'alto. Oddio non avrà trovato qualche ragnatela! Non riesco a mettere a fuoco il soffitto, la mia temperatura corporea credo stia continuando ad aumentare e sento la testa sempre più pesante. << Forse non è il momento giusto per parlarne, non penso che riusciresti a rispondermi, ma non riesco proprio a capire perché ci siamo dovuti nascondere in quel modo davanti a MaRu. Non che mi piaccia dare spettacolo, anzi proprio l'opposto, ma non riesco a capire... >> dice. Stava pensando a questo guardando il soffitto della mia stanza? Per un certo senso mi solleva sapere che non ha trovato qualche ragnatela, però cosa dovrei rispondergli? Non so nemmeno se sono in grado di formulare un pensiero comprensibile ad un altro essere umano. Dovrei mentirgli o dirgli la verità? Inventarmi qualcosa o dirgli che il suo amico pensa che dovrei stare attenta a lui? Iniziare qualunque cosa possa esserci tra di noi con una bugia o rischiare di rovinare un'amicizia che dura da una vita?

<< Davvero non lo so... >> opto per una mezza bugia, in fondo anche se MaRu la pensa così non comprendo il reale motivo che mi abbia fatto alzare da quegli scalini, quindi non sto mentendo del tutto. Ho il respiro affannato, penso che potrei addormentarmi da un momento all'altro, ma non vorrei con lui ancora qui, non voglio neanche pensare di sprecare così un solo attimo insieme a lui.

<< Posso andare in giro a cercare qualcosa da bagnare o hai qualche segreto che potrei scoprire? Sai, non vorrei aprire l'armadio e trovare un altro uomo nascosto. Chi può sapere cosa c'è nell'armadio di una ragazza? >> continua a scherzare, forse più che scherzare sta ironizzando? Beh non posso di certo capirlo stasera.

<< Non nascondo niente. >> dico quasi sussurrando, la mia stessa voce rimbomba nella mia testa.

<< Hai nascosto me. O devo sentirmi onorato o non so. >> continua a mettere il dito nella piaga e inizia anche a farmi piacere che sia così infastidito. Devo interessargli... io interesso a SeungHyun? Incredibile perfino da pensare. Sbuffo e giurerei di aver visto un sorriso sul suo viso.

Apro gli occhi appena sento qualcosa di freddo sulla fronte, devo essermi addormentata. SeungHyun è qui a un passo da me, seduto sul mio letto, sporto verso di me. << Stai proprio messa male, eh? >> sento il suo tono divertito e non voglio neanche immaginare come sono ridotta. Sospiro non riuscendo a parlare e mi godo la visione di quel sorriso che mi toglie ancora di più il fiato. Si avvicina. << Anche così sei troppo carina. >> mi sussurra in un orecchio e non riesco a trattenere un lamento che esce prepotentemente dalle mie labbra come a dirgli “così non mi aiuti!”. Sono carina, anche così sono carina... vorrei proprio vedere quanto sono carina! A questo punto devo piacergli davvero. Si alza, forse se ne andrà e sento un improvviso vuoto nel cuore.

<< B-buona-notte. >> riesco a dire, salutarlo mi sembra il minimo.

<< Non sto andando via. Non ti lascio in queste condizioni, non dopo che tu ti sei presa cura di me la sera scorsa. Certo, tu non sei rimasta, ma io ero un idiota ubriaco. >> dice. Ok, ora sono stupita e non riesco a nasconderlo.

<< Oh... >>

<< Non essere così stupita e non sprecare la voce per questo. Dormi. Ci penso io a te. >> sorride e come potrei non credergli se lo dice con quell'espressione così rassicurante? Anche stasera è il mio supereroe. Si toglie la giacca e la poggia sullo schienale della sedia, credo si sia alzato proprio per questo, poi torna a sedersi sul letto. Si alza una dopo l'altra le maniche della camicia e vorrei urlargli di smetterla, che così mi uccide, la lentezza con cui lo fa mi stende più di quanto non lo faccia la febbre. Toglie qualsiasi cosa mi abbia messo sulla fronte e prova a sentire con la sua mano se le sue adorabili cure stanno avendo effetto. Te lo dico io: NO! Non se continui a farmi impazzire tendendo le tue braccia davanti ai miei occhi. Mi accarezza i capelli, lui si che sa come farlo, vorrei che non smettesse... chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalle sue carezze.

Riapro gli occhi all'improvviso e lo trovo seduto su una sedia vicino al mio letto a braccia conserte con la testa penzolante. Non so se svegliarlo, sembra dorma profondamente, ma non penso sia il caso lasciarlo dormire così. Mi fanno male le ossa, vorrei quasi piangere dalla disperazione. Non mi ammalo mai, dovevo venire in Corea per stare male! Riesco ad alzarmi non so neanche io grazie a quale forza e allungo un braccio per toccargli una spalla. Devo toccarlo più volte per farlo svegliare. Quasi salta sulla sedia quando si rende conto che sto provando a svegliarlo. << Stai bene? Devo portarti all'ospedale? >> domanda preoccupato tastandomi fronte, spalle, guance, polsi e qualunque altra parte del mio corpo in grado di suggerirgli qualcosa sulle mie condizioni. Scuoto la testa.

<< Stai dormendo malissimo su quella sedia. Torna a casa. Se continui a dormire lì sopra, domani ti farà male tutto. >> riesco a dire, ma allo stesso tempo sento un brivido attraversarmi il corpo, la febbre non vuole proprio saperne di scendere. SeungHyun si passa una mano sul viso, poi mi aiuta a sdraiarmi di nuovo e mi copre da bravo crocerossino.

<< Te l'ho detto che non me ne vado fino a quando non ti vedo stare meglio. Non provare a convincermi che in questo stato non ti riesce. >> mi fa l'occhiolino e io cedo. Lui torna a sedersi sulla sedia e mi guarda. Oddio non guardarmi così intensamente proprio adesso! Devo essere orribile e non voglio che sia questo il ricordo che avrà di me nei prossimi giorni. << Dormi! Ed è un ordine! >> esclama.

<< Prendi almeno una coperta. Non ho acceso i riscaldamenti oggi e fa più freddo del solito. Ti ammalerai anche tu se resti lì. >> dico prima di ricordare che ho portato tutto in lavanderia e che quindi non ho più neanche una coperta pulita da prestargli. << Come non detto... >> aggiungo poi guardando sconfitta il soffitto. Ce ne sia una che me ne vada bene stasera!

<< A meno che non siano tutte scuse per convincermi a dormire con te! >> esclama poi all'improvviso e a quelle parole il cuore mi sale di colpo in gola. Non che quello fosse il mio obiettivo, anche perché il solo fatto che lui sia qui con me per me è qualcosa di straordinario, ma, ora che l'ha detto, inizio ad immaginarlo steso vicino a me, magari con un braccio sotto la mia nuca, il busto rivolto verso di me e l'altro braccio a stringere il mio corpo contro il suo. << Ci stai pensando davvero, eh? >> dice con quel tono con cui si prende gioco di me troppo palesemente per non capirlo.

<< Io non ho detto niente. >> gli faccio notare e lui sorride stringendo ancora di più le braccia al petto. << Fai tanto l'uomo e stai morendo di freddo! >> gli faccio notare poco dopo riuscendo a fatica a sorridere. << Non ti costringerò a sposarmi... Non andrò in giro ad urlare di prendertene la responsabilità, che nessun uomo mi vorrà più dopo aver saputo che ho già dormito con qualcuno. Mi faccio più là, non dobbiamo neanche sfiorarci, ma non finirà mai questa storia se ti ammali per causa mia. Io verrò da te perché mi sentirò in colpa per averti fatto ammalare, resterò fino su una sedia fino a quando non starai bene e mi ammalerò di nuovo a mia volta e continueremo così all'infinito. >> parlo e scherzo non so grazie a quale forza.

<< Non mi costringerai a sposarti? Sicura? >> a quanto pare siamo finalmente lontani dalla strana atmosfera di quando siamo entrati nella mia stanza, deve essergli passata di mente quella mia uscita infelice o forse sta solo facendo finta di non ricordarsene perché sto male. Non sarò di certo io a ricordarglielo. Annuisco in risposta, spostandomi piano verso il bordo opposto del letto. << Sgattaiolerò fuori di qui prima che MaRu scenda o temo che mi farai calare dalla finestra! >> esclama divertito sedendosi sul mio letto con le spalle rivolte verso di me mentre si toglie le scarpe. Sospiro rumorosamente, non aveva affatto intenzione di lasciarmi stare, mi sbagliavo. << Non iniziare a sbuffare... sto facendo il bravo perché stai male. Appena ti sarai rimessa, voglio una spiegazione degna di questo nome, non la prima scusa che ti passa per la testa. Puoi iniziare a pensarci già da adesso se vuoi. >> aggiunge infilandosi poi sotto le coperte. << Ma è sempre così freddo qui? >> domanda tirando su la coperta fin sotto al naso.

<< Non russi, vero? >> chiedo stringendomi quanto possibile per farlo stare comodo. Lui si stende su un fianco tenendo la testa alta con una mano. Mi guarda chiudendo gli occhi a fessura.

<< Tu? >> ribatte.

<< Io no. Tu? >> rispondo. Lui sorride e slaccia il primo bottone della camicia.

<< Bene, neanche io. Parli? Non vorrei sentirti dire il mio nome nel sonno... >> continua a prendermi in giro, ma non riesco proprio ad avercela con lui, mi piace anche quando fa così.

<< Potresti essere tu a dire il mio di nome nel sonno. >> mi diverte dirci le cose in questo modo, perché non credo che siano cose che non vorremmo dirci sul serio, o comunque per quanto mi riguarda è così, non posso esserne sicura su di lui.

<< Dormi. E domani non azzardarti ad andare a lavorare. Chiama MaRu. >> mi dice prima di prendere di nuovo il pezzo di stoffa che mi ha messo in fronte, allungarsi per bagnarlo di nuovo e mettermelo in testa. << Dormi, buonanotte, piccola! >>




Seraaaa! Eccomi anche qui! 
E' stato un periodo metereologicamente complicato, ma non sto qui a raccontarvi le mie disavventure con la neve... ahahah
In questi giorni tristi per la partenza del mio amato TOP, ho scritto immaginando il suo sorriso e la sua idiozia... e niente, mi manca! Mi manca così tanto che ritrovo riferimenti a lui dappertutto... Occidentali's karma mi ricorda troppo Doom Dada: la scimmia, le immagini dell'evoluzione dell'uomo dietro a Gabbani mentre cantava sul palco dell'Ariston, il suo dire le cose tra le righe... le notifiche! Quanto mi manca alzarmi la mattina con almeno 4-5 fito su instagram... a voi no? E non è passata neanche una settimana.. 21 mesi saranno lunghissimi, ma spero di sentirli un po' meno continuando a scrivere di lui. 
Tornando alla storia... Baby goodnight. Amo questa canzone che andrebbe davvero ascoltata prima di andare a dormire. Ovviamente calcolando il momento in cui ho deciso di metterla, non me la sono sentita di affrettare le cose tra i due, limitandomi a un'innocente dormita casta e pura nonostante l'immenso sex appeal di questo uomo. E niente.... eccovela qui -->
 https://www.youtube.com/watch?v=zRJ4IzpfVUs
Il titolo del prossimo capitolo stavolta non posso spoilerarvelo perché sono indecisa se modificare la scaletta dei capitolo, magari aggiungendo e togliendo qualcosa. Sono comunque decisa ad aggiornare nel giro di un paio di settimane.
A presto! 
P.

 


 


 

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Capitolo 13
*** Loser ***


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You won't be able to sleep because of your fluttering heart 
 
12

Loser
 

Mi sveglio di soprassalto con il fiatone, manco avessi corso per chilometri e chilometri. Sono sola in stanza, SeungHyun deve essersene andato. Sento un vuoto nel cuore, ma in fondo doveva andare via prima o poi ed ero stata io la prima a dirgli di tornare a casa. Provo ad alzarmi e nonostante mi giri ancora un po' la testa mi sento meglio. Provo a sgranchirmi un po', credo che a ottant'anni mi sentirei esattamente come mi sento adesso e non ci sono abituata, sono sempre stata abbastanza elastica.

Sento la chiave entrare nella serratura e mi spunta un sorriso sul viso al pensiero che potrebbe essere lui che è tornato dopo essere stato chissà dove, ma quando la porta si apre il mio sorriso si spegne.

<< Servizio in camera! >> esclama MaRu. Sospiro vedendolo avvicinarsi e di sicuro si è accorto del mio cambio di umore perché si avvicina all'improvviso arrivando a pochissimi centimetri dal mio viso guardandomi in un modo che non riesco a decifrare per poi allontanarsi e sedersi sulla sedia dove non molte ore fa era seduto SeungHyun. Oddio! Non avrà visto SeungHyun andare via, spero! Non è possibile o avrebbe mi avrebbe dato uno dei suoi consigli/avvertimenti, ma se non fosse così? Se volesse aspettare che sia io a parlare dopo avergli mentito sul fatto che non speravo che potesse mai esserci qualcosa tra me e SeungHyun? In ogni caso, non potrò saperlo se uno di noi non prenderà il discorso. << Oggi non provare a uscire da questa stanza! Ti porterò io da mangiare o te lo farò portare su da qualcuno, quindi non muoverti. Prima guarisci, prima potrai tornare e prima mi toglierai dai casini. Preferisco che tu torni al massimo della forma che mezza ammalata finendo col combinare solo casini e qualcosa mi dice che oggi non saresti neanche in grado di reggere un vassoio in mano. >> aggiunge porgendomi il cucchiaio per mangiare la miracolosa zuppa di sua nonna che a quanto pare è un toccasana per i cretini che si ammalano per un po' di stanchezza eccessiva.

<< Grazie. >> riesco a dire solo questo. Non che io non abbia altro da dire, ma i collegamenti tra cervello e bocca sembrano fuori uso e non ho la forza di metterli a posto adesso. Dormire mi fa peggio, mi rende ancora più debole, ma non ho intenzione di contraddirlo, non oggi.

Mangio tutto e da brava bambina resto a letto, alzandomi giusto un paio di volte per andare in bagno e rinfrescarmi per quanto possibile. Verso l'ora di pranzo è una delle cameriere a salire per portarmi il pranzo, scappando subito dopo aver poggiato il vassoio sulla sedia vicino al mio letto e aver preso il vassoio portato su da MaRu stamattina. Deve essere molto occupato con il locale e mi sento un po' in colpa per starmene qui immobile nel letto quando potrei andare ad aiutarlo. Se solo fossi certa che sarei davvero d'aiuto e non solo un impiccio per la mia ancora non perfetta condizione fisica, scenderei ad aiutarlo.

Me ne resto nel letto a guardare il soffitto, ma mi annoio a morte. Ho dormito così tanto che, nonostante io non mi senta ancora in forma, non riesco ad addormentarmi di nuovo. Sbuffo non sapendo cosa fare e non c'è niente intorno a me che sembra potermi aiutare a sconfiggere la noia. Mi convinco ad alzarmi almeno per andare a riportare il vassoio giù in modo da sgranchirmi le gambe che dopo più di dodici ore a letto quasi iniziavo a non sentire più. Provo a rendermi presentabile come meglio posso... di certo non posso fare molto per le occhiaie nere che ho sotto gli occhi, ma per i capelli da pazza si.

<< Tornatene immediatamente a letto!! >> esclama MaRu appena mi vede solcare la porta del locale con un tono talmente alto da rimbombarmi in testa e da far voltare qualche cliente seduto in prossimità della cassa. Alzo il vassoio in aria per cercare di fargli capire il motivo per cui sono scesa, finendo per vederlo venirmi incontro. << Ti avevo detto di riposare. >> aggiunge.

<< Sono scesa solo a riportare questo e avevo bisogno di sgranchirmi le gambe. >> spiego e vedo il suo viso rilassarsi visibilmente. Mi prende il vassoio dalle mani e lo lascia tra quelle di una cameriera che passa vicino a lui.

<< Ora che ti sei sgranchita le gambe, puoi tornartene a letto. Vengo io dopo con la cena. >> mi informa, ma di certo questo non mi farà tornare su come un cagnolino.

<< Mi annoio. Lasciami restare un po'. Non farò nessun casino, non toccherò nulla, ho solo bisogno di vedere altro che le quattro mura della mia stanza. >> lo supplico con le mani giunte a mo' di preghiera.

<< Certo... dopo aver passato la serata insieme alla star, ora ti senti sola. >> dice serio mentre io resto bloccata, non riesco né a parlare né a muovermi. Sa che SeungHyun è stato con me stanotte. Perché stamattina non ha detto niente? È sceso in camera e l'ha trovato quando gli ha aperto la porta? << Puoi fare quello che vuoi della tua vita, ma quando sarai guarita. Torna in camera. >> sento come se il legame che mi ha unito a lui fin da subito si stia spezzando. È a causa di SeungHyun? Non vuole che io lo veda perché pensa che mi farà del male o c'è un altro motivo che non mi dice? Non intendo sfidarlo oltre e mi volto incamminandomi nuovamente verso la mia stanza, decisa però a non rimettermi a letto.

Prendo il mio album da disegno, lasciato a impolverarsi da troppo tempo e mi decido a fare qualcosa che so farà passare il tempo più velocemente.

Alzo lo sguardo dal foglio quando bussano alla porta e, davanti a me, vedo buio. Si è fatto notte e neanche me ne sono accorta. MaRu entra con l'ennesimo vassoio per me e lo posa sulla mia scrivania dopo aver fatto caso al letto rifatto che deve avergli fatto capire che non ho dormito come avrebbe voluto lui, ma fortunatamente non arriva nessun rimprovero. Si siede sul mio letto mentre io mi domando se riprenderà o meno il discorso “SeungHyun”. Gli do le spalle, quindi non posso vedere le sue espressioni, ma il suo silenzio mi fa pensare che stia riflettendo perché MaRu non è capace di non parlare per troppo tempo.

<< Cos'è che non hai capito quando ti ho detto che ti farai male se continui a sperare che ci possa essere qualcosa tra di voi? >> mi chiede all'improvviso lasciandomi più spiazzata di quanto avrei dovuto essere, avrei dovuto aspettarmela questa domanda, ma per qualche strano motivo mi lascia senza parole e con le bacchette sospese davanti alla mia bocca semiaperta. << Avevi detto che non ci speravi e allora cosa perché è stato qui stanotte? >> incalza.

<< Stavo male, è stato gentile. >> mento. Ho mentito stanotte con SeungHyun e sto mentendo anche adesso con MaRu. In fondo perché non dovrei sperare quando lui mi ha fatto capire che qualcosa tra di noi potrebbe davvero esserci?

<< Se stavi male poteva chiamarti un dottore, non stare tutta la notte in stanza con te. >> è pungente e ancora non ne capisco il motivo.

<< MaRu... >> provo a spiegarmi, ma non riesco a dire nulla.

<< Vorrei che tu fossi felice, davvero. Non ci conosciamo da molto, ma se devi trovare un ragazzo, trovatene uno che sappia trattarti come meriti. >> dice. Perché ogni volta che parla di SeungHyun sembra che sia la persona peggiore del mondo?

<< Come sai che lui non sa come trattarmi? >> cerco di mantenere la calma, ma dentro di me sto urlando.

<< Non sa farlo. >> è la sua sentenza.

<< Devi spiegarmelo in modo che io capisca. Non ti darò retta solo perché tu dici che non sa farlo. Per quello che ho visto, sa farlo davvero bene! >> esclamo nervosa e anche abbastanza arrabbiata. Questo MaRu non lo conosco, ho sempre visto solo quello dolce e gentile.

<< Tutti hanno quel minimo di umanità che li fa stare vicino ad una persona malata, ma non sperare che lui si innamori di te. >> e invece è proprio quello che spero, quello che vorrei. Mi fa rabbia soprattutto questo, che lui sia per scontato che non succederà. << Ha così tante cicatrici che non gli permettono di adattarsi a questo mondo, non si è mai adattato davvero. Preferisce passare il tempo da solo o a qualche mostra piuttosto che stare con i suoi amici, noi stessi lo vediamo solo quando uno degli altri arriva quasi a supplicarlo. Ama la sua solitudine e, anche quando esce con noi, parla poco, parla così poco che non si riesce mai a capire cosa sta pensando. È passato così tanto tempo da quando ha avuto una relazione che non sa come si fa, non sa nemmeno cos'è l'amore! >> non so cosa rispondergli perché non posso dire che ha torto, ma non posso neanche dire che ha ragione. Conosco SeungHyun ancora così poco che non posso replicare. << Si, ci sa fare, sa farvi innamorare tutte e non gli ci vuole neanche molto, ma non sa avere una relazione. Una notte è il massimo che riesce a sopportare e quando arriva la mattina è già troppo per lui! >> penso che la distruzione del castello che mi ero già costruita sia terminata perché MaRu riprende fiato e si alza andando verso la porta, credo se ne stia andando. Resta sulla soglia, cosa che mi spinge ad alzare lo sguardo convinta che voglia dire altro e trovo SeungHyun davanti a lui. Il mio cuore perde un battito, deve aver sentito il suo amico descriverlo come la peggiore delle persone, quasi un asociale cronico felice di esserlo, ma non si scompone. Entra abilmente nella mia stanza, poi si volta verso MaRu.

<< Se non ti dispiace... >> dice prima di chiudergli la porta in faccia. Si avvicina a me che non so come comportarmi. Chissà cosa sta pensando. << Cosa pensi? >> mi domanda invece. Si sta domandando cosa penso io?

<< Non lo so. >> rispondo e sembra non piacergli come risposta perché il suo sguardo si rabbuia. << Non so che pensare, davvero. MaRu mi parla di cose che io non ho visto, mi parla di un SeungHyun che io non ho conosciuto, ma so che è una delle persone che ti conoscono da più tempo quindi un fondo di verità deve esserci. Non lo so. >> aggiungo sperando di migliorare la situazione.

<< Ha ragione. >> si limita a dire e il mio cuore perde un battito. << Non mi sono mai adattato al mondo? Vero. Preferisco stare da solo? Anche questo è vero. Ho avuto tante storie di una notte? Non posso dire che non è vero. Questo fa di me un mostro? Se è così, allora si, sono un mostro. Forse ha ragione anche quando dice che non so avere una relazione, non so farlo per tutti questi motivi. Da solo sto bene, negli anni ho imparato a stare da solo perché credevo che nessuno riuscisse a capire come si sentivo. Tutti vedono TOP, quello distaccato, quello che vive di quello che gli piace, ma nessuno riesce a capire quanto io soffra nel non riuscire a comprendere chi mi si avvicina a me per quello che sono e chi lo fa per quello che rappresento. Ho messo in discussione tutte le relazioni che ho avuto in passato, come se tutte le emozioni che ho provato fossero state... finte. >> si blocca un attimo e lo vedo così fragile che, se non fossi immobilizzata da tutte queste rivelazioni, lo abbraccerei. << Le persone non mi guardano negli occhi... >> continua poi << Io le guardo sperando che capiscano il disagio che provo, sperando che afferrino la mia mano e mi spieghino tutte le cose che non so, perché si, io non so come si sta con una persona, non so come trattarla, ma vorrei tanto saperlo fare. >> è lui ad abbassare lo sguardo adesso, guarda a terra e non so se a questo punto dovrei essere io a dire qualcosa, non lo so proprio, non sono affatto la persona giusta quando si tratta di tirare su le persone.

<< Per quanto possa valere la mia opinione, non mi hai dato questa idea. Mi hai portato via quando ne avevo bisogno, mi sei stato vicino quando stavo male. Per quanto vale, per me sei altro. >> e lo è davvero. Oltre a MaRu che mi ha accolto come un cucciolo ferito, è con SeungHyun che mi sono sentita al sicuro e credo che sia il momento giusto per farglielo capire almeno un po'. Mi guarda e per un attimo mi prende alla sprovvista, ma continuiamo a guardarci.

<< È così facile essere altro con te. >> dice distogliendo lui lo sguardo per primo.


 


Seraaa!! 
In questo caso sono stata cattiva... questo capitolo era pronto già da un pò, ma ho voluto aspettare di finire quello dell'altra parte perchè altrimenti non l'avrei più finito (mi conosco), ma spero di non avere più ritardi. 
Ci si vede presto, speriamo! :*
P. 

 


 

 

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Capitolo 14
*** You're so dangerous, babe ***


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You won't be able to sleep because of you fluttering heart
 
13

You're so dangerous, babe
 

SeungHyun non se ne è andato. Il pavimento sembra essere più attraente per lui, ma almeno è ancora qui con me quindi credo di poter dire che il suo problema in questo momento non sono io. Non so come comportarmi, ma raramente ne sono in grado e non mi stupisco di questa mia incapacità. La distanza che ci separa non è molta, mi basterebbe allungare un braccio per toccarlo, magari per stringergli il bracco e fargli capire che ci sono se avesse voglia di parlare, che potrei ascoltare quello che ha da dire perché almeno questo so farlo, ma tra il dire e il fare c'è per definizione di mezzo il mare soprattutto nel mio caso. Grazie ad una qualche forza oscura riesco ad alzarmi da questa maledetta sedia e a sedermi sul mio letto accanto a lui che ancora tiene la testa bassa. Vederlo così mi fa anche tenerezza e, per una con uno spirito da crocerossina come me, questo non fa altro che farmi sentire ancora più vicina a lui con la speranza di poter alleviare la sofferenza che sta provando. La sua testa si volta verso di me, ma lo sguardo resta fisso a terra, sui miei piedi che non sono neanche un granché dal mio personalissimo punto di vista.

<< Non pensavo che i miei piedi fossero così interessanti. >> nel dubbio, buttarla sullo scherzo è l'unica soluzione che mi viene in mente, se non altro riesco a farlo sorridere e finalmente mi guarda. Mi ritrovo a pensare che solo il fatto che i suoi occhi stiano incrociando i miei mi faccia stare bene, non ho bisogno di altro. Non mi serve uno che passa il suo tempo in occasioni ultrasociali perché anche io per la maggior parte del tempo sono un'asociale e se solo volesse stare da solo con me sarebbe perfetto. Non ho bisogno di un chiacchierone perché in fondo le persone che parlano troppo alle lunghe mi stancano. Ma soprattutto non sento la necessità di stare con qualcuno che sappia esattamente cosa fare e quando farlo perché mi sentirei in difetto essendo la prima a non esserne in grado. Da qualsiasi punto di vista io guardi, SeungHyun sembra fatto apposta per me e la capacità che il suo sguardo ha di rimettere a posto tutto mi lascia sempre più senza parole.

<< Stai bene? >> cambia discorso anche lui, potremmo essere più simili di così? Io annuisco con un sorriso stampato sulle labbra e lui finalmente alza la testa inspirando rumorosamente, chissà che significa. Ha un profilo così bello che mi viene difficile non fissarlo. Con gli occhi percorro i suoi lineamenti e, se fosse possibile, resterei qui per sempre, ma lui interrompe la magia voltandosi verso di me costringendomi a scostare lo sguardo imbarazzata e con le guance infuocate. << Ero passato a vedere come stavi. Scusa, non avrei dovuto chiamare MaRu stamattina, ma dovevo scappare e non volevo lasciarti sola. >> e solo adesso capisco come sono andate davvero le cose, ecco come MaRu ha scoperto che stavo male. << Tu me l'avevi fatto capire che non avrebbe dovuto saperlo e ora so il perché. Avevo pensato che era qualcosa che aveva a che fare con te, non avrei mai pensato che sarebbe stato lui ad avere da ridire. >> aggiunge pensieroso. Ho paura che questo gli faccia mettere in discussione il suo rapporto con MaRu e non è questo quello che voglio perché qualcosa mi dice che c'è altro, che i motivi di MaRu non sono così semplici come sembrano.

<< Non avercela con lui. >> esce dalla mia bocca e lo vedo sorridere amaramente.

<< Fino a poco fa litigavi con lui e adesso mi dici di non avercela con lui? >>

<< Sono giorni che è strano e non credo che tu c'entri qualcosa. >> spiego, ma lui non sembra essere convinto.

<< A me invece sembra che sono il motivo principale, ma che non ha pensato di venire a dirlo a me. Ha pensato bene di sfogarsi su di te. >> commenta duro.

<< Per piacere! >> lo sto pregando? E poi cosa mi fa pensare che lui possa darmi retta? Eppure lo fa, annuisce e accenna un sorriso.

<< Vado prima che mi convinci a chiedere a MaRu di uscire con me. >> dice alzandosi dal mio letto. Già mi sento sola e ancora non se n'è andato, ma prima di andare mi lascia un bacio sulla fronte che, così all'improvviso, mi spiazza. << Se MaRu non ha bruciato il biglietto che ti ho lasciato stamattina, da qualche parte c'è il mio numero. Fammi sapere quando puoi uscire da questa stanza. >> aggiunge poco prima di uscire dalla mia stanza.

In questa stanza c'è un biglietto con il suo numero? Dove? E se MaRu l'avesse buttato come farei a chiamare SeungHyun? Muoio dalla voglia di chiamarlo già adesso, uscirei in questo istante se non temessi di ammalarmi ancora. Non riesco a togliermi dal visto questo sorriso idiota e forse neanche voglio farlo.

Mi metto a cercare il suo biglietto anche se non so da dove iniziare. Certo, poteva darmi qualche indizio! Cerco tra fogli e disegni lasciati in modo confuso sulla scrivania, ma niente. Cerco vicino al letto, ma nulla. Provo a rovistare addirittura nell'immondizia, ma la mia ricerca non porta a nessun risultato. Mi getto sconfitta sul letto, non voglio credere che MaRu l'abbia buttato davvero, il MaRu che conosco non lo farebbe, ma questo MaRu non lo so. Ovviamente stava andando tutto fin troppo bene per essere la mia vita! Torno a letto, è tardi e domani mattina credo proprio di dover tornare a lavoro... se sono riuscita a rivoltare tutta la mia stanza, quindi penso di essere guarita. Sarà stata la presenza di SeungHyun a farmi bene, meglio di qualsiasi medicina.

La mattina la sveglia non suona, ovviamente stanotte ho dimenticato di impostarla presa com'ero a fantasticare su SeungHyun. Corro in bagno per fare una doccia rapida, ne ho davvero bisogno stamattina e davanti ai miei occhi, sopra il soffione della doccia, trovo un post it. Un sorriso spunta spontaneo sul mio viso ancor prima di leggere quello che c'è scritto... “Puoi rimanere bella proprio come sei in questo momento?” leggo e sento il mio cuore perdere un battito. Quando mai nella mia vita avrei pensato che qualcuno potesse scrivermi parole così semplici che sembrano invece tanto grandi? Forse è il qualcuno in questione a fare la differenza. Normalmente avrei arricciato il naso e fatto una smorfia, ma non con lui. Quando è lui a fare qualcosa, mi sembra tutto speciale, tutto più bello o forse lo è davvero. Conoscendomi, so che mi sto innamorando, tanto che potrei anche dire che l'amore mi ha reso cieca, razionalmente cieca.

Arrivo a lavoro tardissimo, mi sono persa troppo nei miei pensieri e questo è il risultato. SoRa e le altre si sono già cambiate. La mia amica mi guarda in modo strano, poi controlla che tutte stiano andate vi prima di avvicinarsi a me. << Tu e MaRu avete litigato per caso? Ieri sera è sceso dalla tua stanza nero! >> mi domanda e sembra preoccupata, non so se per me, per lui o per la giornata lavorativa che potrebbe aspettarci. Io non definirei quella mia e di MaRu una lite, continuo ad essere sicura che ci sia qualcosa sotto che non ci dice. Le do una pacca sulle spalle per farle capire di stare tranquilla e che tutto si sistemerà, anche se non ne sono del tutto sicura.

Il pericolo sembra essere scampato in ogni caso perché MaRu non si presenta, a quanto dice la cuoca aveva un impegno con la famiglia, quindi la giornata va avanti senza sguardi di fuoco o problemi di alcun tipo. Un giorno di riposo mi ha fatto proprio bene, mi sento rinata! O forse è stato il biglietto di SeungHyun che ho trovato stamattina a darmi la carica... mi piace pensare che sia così.

A fine turno usciamo tutte insieme dal locale. Hanno aspettato che esca anche io, con la mia infinita lentezza, nonostante io debba fare al massimo dieci passi per arrivare al portone di casa. Le sento parlottare tra loro mentre io sto cercando in borsa le chiavi del portone che mi cadono a terra quando SoRa mi da una gomitata. La fulmino con lo sguardo, ma lei mi fa cenno di guardare verso il portone dove trovo qualcuno che non posso non riconoscere nonostante il cappello, i grandi occhiali, la mascherina e un cappotto che lo nasconde dalla testa ai piedi. Le mie colleghe sembrano anche abbastanza spaventate al vedere una persona così tanto incappucciata, ovviamente non l'hanno riconosciuto e questo immagino sia lo scopo di questo suo travestimento mal riuscito in quanto penso che se vuole passare inosservato, dovrebbe almeno provare a non attirare l'attenzione della gente e il modo in cui si comporta è fin troppo sospetto. Mi stupisce che siano anni che fa questo mestiere e che sia riuscito a non farsi trovare meglio di un ninja quando poi mi cade su queste cose. SoRa prende sotto braccio le altre e le trascina via anche se loro continuano a girarsi fino a quando non spariscono dietro l'angolo. << Deduco che il mio biglietto abbia fatto una brutta fine se tu sei a lavoro e io non ho ricevuto nessuna chiamata. >> dice appena restiamo al riparo da occhi indiscreti. Faccio una smorfia che per fortuna lui non riesce a vedere quando mi accorgo di aver dimenticato di scrivergli per colpa del ritardo. Scrivergli mi avrebbe portato via almeno mezza giornata alla ricerca delle parole giuste, mentre chiamarlo l'avrei proprio escluso a priori...

<< L'ho trovato, ma ero in ritardo. >> se confesso subito potrebbe prenderla bene. Lo sento annuire, ma continuare a seguirmi quindi suppongo che vada tutto bene.

La mia stanza è un casino anche oggi e mi stupisco che non scappi a gambe levate ogni volta che vede le condizioni in cui vivo. Come se fosse a casa sua si siede sulla sedia della mia scrivania e lo vedo sorridere mentre guarda il suo post it attaccato allo schermo del mio pc. << Sono dovuto venire fino a casa tua per sapere se stavi bene, ho corso il rischio di essere scambiato per un maniaco per invitarti a cena da me stasera e tu non hai trovato due minuti di tempo per farmi sapere che stavi bene? >> il suo tono non è arrabbiato e neanche la sua espressione, quindi deduco che non lo sia davvero. << Vieni con me adesso o hai bisogno di tempo per fare tutte le vostre cose da donne? >> mi domanda agitando in modo confuso il dito indice. << O vuoi che ti aspetti? >> aggiunge alla fine e, beh, sarebbe l'opzione più pratica ma anche quella più imbarazzante perché prepararmi con lui nella mia stanza diventerebbe sicuramente psicologicamente più complesso. Mi toglie dall'imbarazzo alzandosi e avvicinandosi alla porta. << Non penso sia salutare restare qui, almeno per me. >> mi informa strizzando l'occhio nel modo più dolce possibile. Come al solito alle sue frasi riesco a trovare mille significati, ma non gliene voglio dare nessuno per non farmi troppi castelli in testa.

Ci metto più del previsto a prepararmi, ho intenzione di presentarmi al meglio dopo tutte le volte in cui mi ha visto nel peggior stato possibile e, se possibile, spero anche di arrivare da lui senza perdermi per strada dato che in tutto questo tempo raramente sono andata in giro da sola.

Con una mezz'ora di ritardo arrivo sotto casa sua e, a quanto pare, ero attesa perché mi lasciano entrare senza problemi dopo aver saputo il mio nome. Salgo e trovo la porta accostata, devono averlo avvisato che stavo arrivando. Entro un po' titubante perché comunque non è casa mia, chiudo la porta alle mie spalle e vado nel salone dove però non lo trovo. Mi avvicino alla cucina e non c'è. Dove può essere andato? Mi volto e lo vedo in piedi solo con la camicia bianca addosso, bianchissima, troppo bianca per non attirare la mia attenzione. Mi sento avvampare... penso di aver visto le sue gambe nude una sola volta in video e dal vivo mi fanno decisamente un altro effetto. Inizio a tossire, mentre vedo SeungHyun sbiancare. << Ho sporcato i pantaloni mentre stappavo il vino... >> dice in evidente imbarazzo scappando verso quella che credo essere la sua stanza. Torna diverso tempo dopo grattandosi la testa in quel modo talmente tenero da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso finendo, credo, per imbarazzarlo ancora di più. Si schiarisce la voce e un suo incerto << Mangiamo? >> prova a toglierci da quella strana situazione.

Il clima però non sembra migliorare. Il mio cuore corre veloce e continuare a bere vino perché è fresco e penso che mi aiuti a combattere il calore che sento dentro, ma, calcolando che a fine cena sento il bisogno di aprire la finestra, immagino non abbia fatto altro che aggiungerne altro. SeungHyun mi supera uscendo sul balcone e sedendosi a terra. Ha una gamba distesa e l'altra leggermente piegata in quel modo che fa tanto figo forse per poggiare sopra il braccio che tiene il suo bicchiere di vino che ha portato con sé. Batte la mano libera sulle mattonelle del balcone invitandomi a sedermi vicino a lui, alla bottiglia di vino e al mio bicchiere magicamente apparso vicino alla bottiglia. Mi siedo con tutta la grazia che sono riuscita a conservare nonostante le visioni inaspettate e tutto il vino che ho in corpo e sono sicura che questo riuscirà a dirottare i miei pensieri altrove come speravo di poter fare.

<< Forse sarebbe meglio smettere di bere. >> dico e lo dico soprattutto a me stessa che sento di non avere più il completo controllo del mio corpo. Lui si ferma col bicchiere poggiato sulle labbra e si volta a guardarmi.

<< Non c'è modo per evitare i postumi domani, tanto vale continuare a bere ed evitare di pensare a quello che mi farebbe diventare ancora di più la persona descritta dal nostro amico. >> dopo questa frase io non mi riprendo più per davvero. Che volesse stare con me, in senso fisico, un po' l'ho sempre sospettato e anche un po' sperato, ma dopo aver sentito quelle cose da MaRu e soprattutto dopo aver sentito lui confermarle, lo vorrei davvero? Beh si e poi mi potrei sempre aggrapparmi a tutto il mio romanticismo per riuscire ad arrivare a un lieto fine, in fondo non è detto che anche con me debba essere come con tutte le altre. Non ho la presunzione di essere speciale, ma si può sempre sognare di esserlo almeno per quella persona che tanto ci piace. << Si sta così bene qui... così. >> ancora so provando a capire come fa a far sembrare poesia delle semplici parole. Sono cieca d'amore, è solo questo il mio problema e lui brilla di una luce talmente accecante che è impossibile non innamorarsene. È molto ubriaco e anche piuttosto disinibito. Un suo braccio si va a posare sulle mie spalle dopo diversi tentativi che sono stati belli da vedere con la cosa dell'occhio. Si schiarisce la voce e, appena percepisce che non lo respingerò, si sistema meglio. Vedo la sua mano sulla mia spalla, cade morbida e non ci vuole molto prima di ritrovarmelo difronte, occhi dentro gli occhi. Sono perfettamente e completamente avvolta dalle sue braccia e mi va bene così. Potrei mai chiedere di essere in un posto che non sia questo in questo preciso momento? Se questo è il SeungHyun di cui parla MaRu, cosa dovrebbe spaventarmi? Egoista? Solitario? Finché continuerà a toccarmi come qualcosa di delicato e prezioso, a guardarmi come se fossi la più bella del mondo e a sorridermi così dolcemente non ho nulla di cui preoccuparmi. Sono ubriaca e lo sono di tante cose: del vino, del suo profumo, del modo in cui mi bacia. Tutto intorno a me diventa nebbia , tanto che ho paura che a breve mi sveglierò dentro il mio letto, ma non succede... anzi... torno inaspettatamente in me quanto basta per accorgermi di dove siamo.

<< Potrebbero vederci qui fuori? >> chiedo e neanche mi accorgo di aver posto una domanda innocente in un modo che potrebbe non sembrarlo.

 


 

Ciaooo! Ci ho messo un po' più del previsto perché sono stata impegnata con lo studio e perché decidere come finire questo capitolo si è rivelato più difficile del previsto. 
Aggiorno questa storia prima dell'altra perché l'altra devo ancora concluderla e non vorrei farvi aspettare troppo in attesa di finirle entrambe. Alla luce del nuovo scandalo sul mio e nostro amato SeungHyun sono di pessimo umore e scrivere mi aiuta a distrarmi, dunque in un certo senso qualcosa di buono sono riuscita a trovarlo. Corro a finire l'aggiornamento dell'altra storia prima di rientrare nel circolo vizioso degli articoli sul fatto. 
Vi lascio il link della canzone, che non è altro che BaeBae, quella canzone che ha fatto parlare con le sue torte di riso che in realtà sarebbero ben altro, ma in fondo CHISSENEFREGA! Se ci piace la ascoltiamo e pace!
Eccola qui ->
http://www.youtube.com/watch?v=TKD03uPVD-Q 
Alla prossima. 
P.

 

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Capitolo 15
*** A thing I need to know ***


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You won't be able to sleep because of your fluttering heart

14

A thing I need to know

 

Quelle che credo siano parole innocenti mi rimbombano nella testa appena sento l'abbraccio di SeungHyun farsi più debole. Mi allontana di colpo e ho quasi paura di incrociare il suo sguardo perché non so cosa potrei leggerci. Il cuore mi batte forte, chissà cosa sta pensando, chissà cosa sta aspettando di fare o che io faccia. Quelle semplici parole cosa possono avergli fatto pensare? Deve essere stato quello perché fino a un attimo prima era tutto perfetto. Ho proprio l'invidiabile capacità di dire sempre la cosa sbagliata nel momento ancora più sbagliato...

Sogghigna, quasi amaramente; questo mi fa alzare istintivamente gli occhi e trovare quel briciolo di coraggio che serve per guardare i suoi. Non sta guardando me, ha lo sguardo rivolto altrove, credo verso un punto indefinito aldilà del fiume ed è talmente indecifrabile che non riesco a tranquillizzarmi. Si alza e torna in casa, mentre io non so che fare. In che modo lo hanno infastidito le mie parole? Che senso gli ha dato? Per quanto io stia provando a sforzarmi non riesco ad arrivare ad alcuna risposta e tutto il vino che mi annebbia la mente non aiuta.

Mi alzo titubante, dalla soglia lo vedo seduto sul divano mentre continua a bere. Che sia questa la parte del suo carattere di cui parla MaRu? Se non si trattasse di lui, probabilmente avrei già perso interesse. Io sono già abbastanza lunatica, non mi serve una persona che cambia umore altrettanto velocemente vicino a me. Se è lui, però, posso provare a capire e comunque devo affrontarlo, non posso restare qui fuori in eterno.

Prendo quello che abbiamo lasciato a terra e poi varco la soglia dell'immensa portafinestra di vetro decisa a voler capire. Cammino verso di lui che sembra non interessarsi a me o a quello che faccio. Sono indecisa se sedermi o no, chissà se sto invadendo troppo il suo spazio, se è solo spaventato per la velocità con cui sta succedendo tutto tra di noi. Lascio tutto sul tavolino e mi siedo sul divano, lontano da lui, credo sia meglio lasciarlo sbollire per un po' prima di chiedere, non vorrei peggiorare la situazione.

Siamo stati insieme per un po', eppure non penso di aver capito ancora molto su di lui. Chi dice che le donne sono complicate evidentemente non ha ancora avuto il piacere di conoscere Choi SeungHyun. A volte ho pensato di esserci riuscita o che comunque ero molto vicina alla soluzione del mistero, ma dopo stasera credo che non mi spiegherò mai fino in fondo i suoi comportamenti. Nemmeno MaRu che lo conosce da una vita ha ancora svelato quello che si nasconde dietro il suo strano carattere, come posso pensare di farlo io che spesso non riesco ad intuire neanche l'ovvio?

Lo osservo con la coda dell'occhio, tengo le mani strette a pugno sulle gambe indecisa su cosa dire, ma col dubbio anche se dire o meno qualcosa visto che di solito non sono in grado di scegliere le parole giuste. Se solo fossi più sicura di me riuscirei a dire o fare qualcosa, qualunque cosa. Sospiro dalla frustrazione e me ne accorgo solo dopo averlo fatto. Mi ucciderei a volte, ma di certo non posso riprendermi il sospiro. Ho la certezza che avrei dovuto fare più attenzione quando SeungHyun sogghigna. Non mi guarda in faccia, ma riesco a vedere lo stesso la sua espressione irritata (o almeno è così che io l'ho interpretata). Sospiro ancora inconsciamente e mi porto di riflesso una mano sulla bocca, come se questo possa mascherare in qualche modo i miei sospiri. Lui si alza e va verso la cucina tornando con un altro calice nonostante io abbia riportato dentro quelli che stavamo usando fino a poco fa. Si siede, lo riempie buttando giù il contenuto con un solo sorso e fa lo stesso per altre quattro volte, tanto che senza neanche pensarci all'ennesimo sorso mi alzo e glielo tolgo dalle mani guadagnandomi un'occhiataccia che quasi mi incenerisce. << Non può vedermi nessuno qui dentro! >> esclama acido e questo risponde ad una delle domande che mi sono fatta, il motivo è davvero quello che ho detto. << Sai che c'è? È che sono stato un idiota. Mi sono avvicinato a te troppo in fretta. Io lo sapevo che dovevo andarci piano, ma la mattina mi svegliavo felice di aver passato del tempo con te. >>. Se solo non sapessi che a breve arriverà un “ma” potrei benissimo prendere queste sue parole come la più bella dichiarazione d'amore di sempre. Tutti sogniamo di essere il sorriso di qualcuno e mai avrei immaginato di essere proprio il suo. << Ti credevo diversa. >> aggiunge.

<< Io... >> vorrei tanto riuscire a spiegarmi in qualche modo, ma la sua ultima frase mi fa morire in gola qualunque altra parola io voglia pronunciare.

<< Se l'avessi saputo fin dall'inizio, mi sarei comportato diversamente. Di solito me ne frego delle ragazze che frequento, ma credevo che stavolta poteva essere diverso perché mi avevi fatto pensare che non fossi come le altre. >>. Sento il cuore lacerarsi. Ha chiaramente interpretato male le mie parole, ma non so come spiegarmi.

<< S- >> cerco di iniziare a dire qualcosa, qualunque cosa che gli dia un motivo per smetterla di evitare il mio sguardo perché, se solo mi guardasse negli occhi, riuscirebbe a capire quello che a parole non so esprimere.

<< Sei stata brava. Sei riuscita a farmi credere che non ti interessasse tutto quello che c'è intorno a me... mi hai fatto credere che fossi una di quelle ragazze difficili da trovare, una di quelle che arrossiscono e si imbarazzano per uno sguardo, una di quelle a cui basta la tua presenza per stare bene... >> smette di parlare e, quando sto per iniziare io, lo vedo sogghignare e le parole mi muoiono ancora una volta in gola. Come può crollare tutto così in un attimo, per una sola frase? Non che fosse uno di quei rapporti indistruttibili, uno di quelli costruiti con delle fondamenta solide, ma non immaginavo bastasse così poco per buttare tutto giù. << E invece ti è bastata una svista per trasformarti da cerbiatto in volpe. >> aggiunge. Esattamente, cosa crede che io voglia da lui?

<< Volpe? >> domando incredula.

<< Pensandoci, potrei anche darti quello che vuoi... posso farti vivere una vita di lusso... mi basta sapere se ami di più Gucci o Dior. O ti piace Chanel? Forse preferisci delle scarpe? Delle Louboutin vanno bene? So che a voi ragazze piacciono. >> si sta prendendo gioco di me e non ho intenzione di lasciarglielo fare, di certo non perché ha capito quello che voleva capire.

<< Smettila! >> esclamo arrabbiata. Essere fraintesa è qualcosa che non sopporto, ma venire giudicata senza che mi sia data l'opportunità di spiegare o che si aspetti che io riesca a spiegarmi è quello che più odio... anche se si tratta di SeungHyun.

<< Quello che dico ti tocca? >> chiede sarcastico. Il suo tono mi da sui nervi. Stringo le mani a pugno, talmente forte che le unghie si conficcano nella carne e fanno male, ma ne ho bisogno per evitare di dire come sempre le cose sbagliate. Gli occhi si riempiono di lacrime. Se già nella mia lingua non riesco a trovare le parole giuste, come posso pensare di riuscirci in una lingua straniera? Soprattutto quando la mia testa non ha intenzione di collaborare poi...

<< Non- >> riesco a dire solamente, mentre la mia testa continua ad elaborare una frase di senso compiuto che lui non possa interpretare male di nuovo.

<< Il mondo è un posto freddo, sporco... non mi piace, ma è così che va. Ed io, come un idiota, mi faccio fregare sempre. >> le sue parole sono amare. << Sapevo di non poter più sperare in un legame sincero... la vita che viviamo, il modo in cui viviamo, non ce lo permette. >> sta praticamente parlando da solo da fin troppo tempo e continuare a sentirlo parlare di me come quella che lo vuole per chi è o per quello che possiede fa davvero troppo male.

Esco da casa sua senza neanche accorgermene, esco da quello che fino a poco tempo fa doveva essere il nostro “pianeta fuori dal mondo”, quello dove lui mi avrebbe protetta. Prendo un taxi come se fosse abitudine e, solo una volta fuori casa mi accorgo di non avere nulla con me. È tardissimo e, in una situazione normale, non mi sognerei nemmeno di svegliare MaRu, ma mi vedo costretta. Sto per suonare al campanello, quando una mano di posa sulla mia spalla.

<< Cosa ci fa una signorina da sola a quest'ora della notte per strada? >> sento quella voce e non posso non riconoscerla. Lee JiWook, l'affascinante ceo dai modi di fare eleganti, è qui davanti a me. L'ultima volta che l'ho visto, avevamo lasciato una cena in sospeso. Mi tornano in mente quei pochi momenti passati insieme e quanto mi ricordasse SeungHyun, mentre stasera è l'ultima cosa che penserei di lui.

Inclina la testa di lato guardandomi dolcemente, in attesa di una mia risposta che tarda ad arrivare. Si avvicina al taxi e paga il tassista che, finalmente, va via. << Grazie. >> dico a testa bassa, vergognandomi dell'accaduto.

<< A giudicare dal tuo viso, qualcosa non deve essere andato come credevi. >> legge dentro di me meglio di quanto riesca a fare io e mi viene spontaneo guardarlo negli occhi, quei profondi occhi scuri. << Una bella donna non dovrebbe mai essere così triste. Non puoi mai sapere quando il tuo principe azzurro ti si parerà davanti. Non ignorarlo, lascia che ti adori. Lasciati amare dal più profondo del suo cuore. >>

Non ho nemmeno il tempo di rispondere, che arriva MaRu con la sua auto e si avvicina con passo svelto, forse credendo che fossi in pericolo. La sua espressione cambia quando vede chi è la persona con cui sto parlando. Un saluto di circostanza e JinWook va via, mentre MaRu mi guarda pensieroso. << Ero convinto che fossi con qualcun altro.... >> indaga. Io annuisco impercettibilmente e mi viene istintivo abbassare lo sguardo. << Strano vedere una ragazza in giro senza borsa. >> commenta, forse cercando di fare in modo che io gli dica cosa è successo e a lui non riesco a mentire.

<< È rimasta a casa sua. >> confesso senza però essere in grado di pronunciare il suo nome. MaRu annuisce mettendomi una mano sulla testa con fare protettivo.

<< Quanto vorrei dirti “te l'avevo detto”, ma te lo risparmio. Domani passo a prendere le tue cose a casa sua. >> mi informa ed io lo ringrazio con un mezzo sorriso. Nonostante le nostre incomprensioni, continua ad essere una persona su cui posso fare sempre affidamento, il mio angelo custode in questo posto così lontano da casa.


 

 

 

Buonasera ragazze! 

So di essere in ritardissimo e non sto qui a spiegarvi quanti e quali casini ho avuto col pc che mi hanno tenuto lontana dalle mie storie. 

Come ho detto poco fa ad alcune di voi e come ripeto ormai dalla prima storia che ho postato qui su efp, non abbandonerò mai una mia storia. Appena ho potuto scrivere mi sono buttata su questa che aveva il capitolo già a buon punto, ma conto di continuare l'altra a brevissimo. 

So che non è un bel modo per tornare e magari qualcuna mi maledirà, ma non odiatemi troppo. xD 

P.

 


 

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Capitolo 16
*** A new wonderful life ***


You won't be able to sleep because of your fluttering heart
 

15 
 

A new wonderful life
 

È tanto che non vedo SeungHyun. Ho smesso di contare il tempo dopo essere arrivata al ventottesimo giorno. Dopo quella sera non ho più avuto alcun tipo di contatto con lui. Ho riavuto le mie cose grazie a MaRu che, il giorno dopo, è andato a recuperarle, ma nulla mi fa credere che non me le avrebbe restituite comunque. Magari avrebbe chiamato lui MaRu per fargliele andare a prendere o magari no, non lo so più, ormai. Non credo di conoscerlo più e probabilmente mi ero solo illusa di aver capito qualcosa di lui.

Non si è più visto neanche al locale di MaRu, forse per evitare di incontrarmi e ammetto che questo mi ferisce ancora, ma non potevo più permettermi di continuare ad essere depressa, il mio stato emotivo stava diventando un problema anche per MaRu e ho troppo bisogno di questo lavoro al locale.

A ricordarmelo, purtroppo, c'è sempre il fascinoso ceo, la cui voce è sempre un colpo al cuore. Mi volto ogni volta, ogni maledetta volta sperando che sia SeungHyun, anche solo per vedere con i miei occhi che sta bene visto che con MaRu ormai l'argomento è tabù. Ogni volta, però, non è lui.

Lee Jin Wook se ne sta lì, seduto al suo solito posto, a guardarmi o meglio a fissarmi. Il più delle volte cerco di non farci caso, ma il suo sguardo è talmente intenso che me lo sento addosso. So cosa si sta chiedendo e cosa vorrebbe chiedere a me, siamo ancora fermi alla richiesta di quella famosa cena che non è mai arrivata, ma che mi ha riproposto più volte fino a smettere di farlo avvisandomi con un << Aspetterò una tua risposta. In fondo non ho fretta. Ho aspettato una come te per trent'anni, sono pronto ad aspettarne altrettanti, se necessario. >> che la mia opera di allontanamento non è riuscita affatto. La sua pausa pranzo ormai la passa quasi sempre qui, in attesa, e mi sento anche un po' in difetto nei suoi confronti, ma d'altro canto non me la sento nemmeno di dargli false speranze...

<< Posso avere il conto? >> mi domanda con la sua voce calda quando mi avvicino a pulire il tavolo accanto a lui. << Da te, se possibile. >> aggiunge e, non sapendo come negarmi ancora, annuisco. Torno poco dopo col il conto e continuo a pulire il tavolo. << Credo che sia abbastanza pulito. >> mi informa e mi spunta, spontaneo, un sorriso sulle labbra. << Allora sorridi. >> constata con uno sguardo un po' più dolce << e mi guardi... >> aggiunge beccandomi a sbirciare attraverso il ciuffo che mi cade sul viso.

<< Non è un bel periodo. >> mi limito a dire, senza dare troppe spiegazioni.

<< Ha a che fare con quella notte che ti ho trovato da sola qui davanti? >> domanda curioso, ma non ho intenzione di rivelare nulla, non sono ancora sicura di poterne parlare senza farmi del male. Abbasso lo sguardo e lui deve aver capito che non è qualcosa di cui voglio parlare perché lo sento fare un verso di constatazione, come se la mia reazione fosse una risposta sufficiente per lui. << Ti risulterà ripetitivo, ma una bella donna non deve essere triste. Se ti rende triste, non ti merita e non ci sono scuse. La persona accanto a te deve amarti, deve adorarti, non mortificarti. >> spara un'altra delle sue perle e in cuor mio so che ha ragione, come so che in realtà SeungHyun non mi ha mai mortificato o comunque non mi sono mai sentita in questo modo. Fraintesa sì, mortificata mai. << Non volevo essere invadente, perdonami. >> conclude alzandosi, forse credendo di avermi ferito in qualche modo.

<< Scusami tu, non sono una persona di compagnia ultimamente, tu non c'entri nulla. >> rispondo sentendomi un po' in colpa, perché in fondo lui non c'entra nulla in tutto questo.

<< È bastato che iniziassi a darti del “tu” io per fare in modo che anche tu abbandonassi le onorificenze. >> nota e mi viene spontaneo fare una smorfia. Mi ero ripromessa di mantenere il distacco e ovviamente non se sono stata capace. Maledetta me e la mia nuova odiosa socialità! << Tranquilla... va benissimo così. Ci vediamo domani all'ora di pranzo qui fuori. Ho sentito il tuo capo ricordarti che domani è il tuo giorno libero. A domani! >> spara la bomba avviandosi verso l'uscita.

<< Non ho accettato. >> dico alle sue spalle. Lui si blocca e temo di averlo offeso.

<< Non hai neanche rifiutato. A domani. >> risponde senza neanche voltarsi, lasciandomi lì in piedi a bocca aperta. Ma tutti io li trovo?

SoRa mi corre incontro euforica. << Cosa ti ha detto il bel ceo per lasciarti qui a sorridere come un'ebete, finalmente? >> mi domanda prendendomi a gomitate e, senza accorgermene, sto ancora sorridendo.

<< Mi ha invitato a pranzo domani senza darmi scelta. >> le spiego sconvolta.

<< Hai sempre scelta. Forse a te andava bene così evidentemente... >> ipotizza e il mio sorriso si spegne. Possibile che abbia ragione? Non ci penso, anzi, non voglio pensarci...

L'indomani arriva troppo in fretta, ma non gli do peso. Ultimamente non do peso a nulla. Esco di casa prima dell'orario in cui di solito il fascinoso ceo viene a pranzo al locale e mi siedo a uno dei tavoli di fuori dove ormai non c'è più nessuno, inizia a fare troppo freddo per mangiare fuori. SoRa mi raggiunge con il suo pranzo, forse vedendomi dall'interno. << Esci così col bel ceo? >> mi domanda notando il mio abbigliamento molto casual.

<< Si. >> rispondo semplicemente e lei non replica, ma dalla sua espressione capisco che i jeans secondo lei non sono adatti.

<< Io vado, divertiti! >> esclama poco dopo vedendo il macchinone del ceo fermarsi davanti a noi. La seguo con lo sguardo, ma non faccio in tempo a dire nulla che lui scende dall'auto e mi raggiunge.

<< Sei pronta? >> chiede e non so se interpretarlo come un invito a cambiarmi o come un modo per chiedermi se possiamo andare. Annuisco e non se lo fa ripetere due volte, mi apre la portiera e aspetta che io mi sieda prima di chiuderla e tornare al suo posto. In un attimo tutti gli insegnamenti dei miei genitori sul non dare confidenza agli sconosciuti, il non salire sulle auto di sconosciuti vanno a farsi fottere, ma una leggera insicurezza su quello che sto facendo resta.

Sceglie un ristorante semplice, capendo che probabilmente non poteva portarmi in uno dei locali a cui è abituato di solito visto come mi sono conciata e inizio a pensare che mi sarei anche potuta sforzare un po' di più.

Passo del tempo piacevole in sua compagnia. È una persona così attenta a chi ha affianco, così gentile. È molto colto e questo normalmente mi metterebbe in soggezione, nonostante io non sia la persona più ignorante sulla faccia della terra, ma non fa pesare affatto le sue conoscenze.

<< So che ti piace l'arte... la prossima settimana vado ad una mostra, voglio comprare un quadro per la casa nuova. Ti va di accompagnarmi? Di certo ne saprai più di me. >> mi propone una volta tornati dove mi aveva prelevato poco più di un'ora prima.

<< A me piace quello che io trovo bello, non sono un'esperta. La mia non è una verità assoluta. >> metto le mani avanti perché non mi sento sicura, ma a lui non sembra interessare.

<< Meglio avere una verità non assoluta che alcuna verità. >> afferma e già mi sto vedendo a passeggiare per la mostra insieme a lui. Non gliel'ho detto, ma adoro guardare i lavori degli altri. Non gliel'ho detto per non sembrare troppo entusiasta, perché non vorrei dargli il suggerimento sbagliato.


 

Sto pranzando con SoRa, quando sentiamo MaRu parlare con “lui”. SoRa mi fissa, credo per capire dai miei occhi cosa sto provando, mentre io cerco in tutti i modi di nascondere le mie emozioni. È alla parola “militare” che non riesco più a mascherare nulla. << Pamela? >> richiama la mia attenzione SoRa, ma non rispondo. La guardo, poi mi volto verso MaRu che ci dà le spalle, poi di nuovo verso SoRa, a ripetizione, come sperando che non mi confermi quello che ho sentito. È tanto che non lo vedo e tutto mi fa pensare che non lo rivedrò molto presto, a prescindere dalla leva, ma questo rende il mio pensiero pura realtà.

<< Quando? >> chiedo a MaRu una volta chiusa la chiamata. Lui mi guarda e non parla, ma questa volta non abbasso lo sguardo e lui sospira sconfitto.

<< Non ha detto niente a nessuno. Ha preparato un esame per poter entrare come poliziotto... >> cerca forse di giustificare il fatto di non avermene parlato prima.

<< Quando? >> incalzo.

<< Tra una settimana. >> risponde facendo calare il gelo.


 

La mostra è meno interessante di quanto avrei mai pensato. È così perché ho altro in testa. È così perché oggi, soprattutto oggi, vorrei essere altrove e a JinWook non sfugge << Ti annoi? >> mi chiede e mi affretto a negare. Non è la mostra che mi annoia, anzi, per qualche minuto è riuscita anche a distrarmi. Scuoto la testa per liberarla dai pensieri, indosso il mio miglior sorriso e continuo il giro insieme al fascinoso ceo.

Quando torno a casa, ho la certezza che SeungHyun è partito per il servizio militare dalle milioni di foto che trovo aprendo la home di Facebook. Se solo ci avessi pensato qualche secondo in più, avrei abbandonato l'idea, ma purtroppo non è andata così. D'istinto, chiamo JinWook che non ci pensa un attimo a tornare indietro. Salgo sulla sua auto come se fosse un'abitudine e mi lascio portare dove vuole lui. << Perché sei tornato? Non devi lavorare? >> gli domando, rendendomi conto della mia disperata e forse folle richiesta.

<< Essere il capo ha diversi vantaggi. >> risponde fermando l'auto sulla riva del fiume Han. << Credo che tu abbia bisogno di sfogarti. Butta tutto fuori e poi torna la ragazza solare che ho incontrato durante il mio primo pranzo solitario. >> aggiunge dandomi una leggera spinta verso la riva, così che io possa stare sola con i miei sfoghi.

Il vento copre le mie urla, il rumore dell'acqua oscura la mia frustrazione... poi qualcosa di caldo si posa sulle mie spalle e un braccio mi riaccompagna verso l'auto. Non aggiunge nulla. JinWook resta semplicemente al mio fianco guidando nella direzione opposta. Gliene sono grata e, per un attimo, penso anche che potrei cedere sperando che mi faccia dimenticare SeungHyun perché qualcosa mi dice che potrebbe, che lui ce la farebbe. << Da qui possiamo iniziare una nuova vita meravigliosa. >> mi dice lasciandomi a bocca aperta. Lui sa esattamente cosa vuole, io un po' meno.


 

JinWook continua a fissarmi ogni volta che viene a mangiare al locale, ma appena sento la sua voce mi viene subito in mente SeungHyun. Sempre. Mi manca nonostante il poco tempo che abbiamo passato insieme, mi sarebbe mancato anche se non l'avessi mai conosciuto... forse ora un po' di più. Il tempo scorre troppo lentamente e io mi sto facendo cullare dalla compagnia di JinWook troppo facilmente, ma almeno lui sembra sapere come aiutarmi a liberare la mente. Non avrei mai pensato di vederlo ballare. Mi ha confidato che non ha mai avuto modo di vivere la sua giovinezza, troppo impegnato come era a studiare in patria e all'estero per essere il degno successore nell'azienda di famiglia. << Mi sembra di essere ringiovanito di dieci anni con te. >> mi ha confidato facendomi sorridere. In fondo, ci stiamo facendo bene a vicenda...

Mi cedono quasi le gambe quando, di mattina, lo vedo arrivare in jeans e camicia bianca, quasi fosse un ragazzo comune. Ha un'aria così diversa e anche il suo sguardo lo sembra. È più rilassato, più sciolto, come se avesse lasciato a casa il ricco amministratore delegato e avesse portato con sé solo il trentenne che, probabilmente, non ha mai occasione di fare una libera uscita.

Mi viene incontro e mi prende la mano per portarmi verso la sua auto, ma il contatto con la sua mano calda mi risulta estraneo, mi irrigidisce. Lui deve percepirlo perché la lascia e continua ad accompagnarmi sfiorando delicatamente la mia schiena con il braccio, come per indicarmi la via.

Arriviamo in un parco divertimenti e, come location, mi sembra davvero molto strana per uno come lui. Non dà l'idea di essere uno che si diverte molto ed è in troppo adulto per salire sulle giostre, come del resto io. Ok, forse no e me ne accorgo quando mi trovo davanti un'immensa montagna russa sulla quale non ho intenzione di salire nemmeno se mi pagasse. << È il nostro turno. >> dice tranquillo.

<< Il tuo. Io lì non ci salgo. >> ma finisco per essere trascinata ai nostri posti che ancora urlo, mentre lui sorride disinvolto al tizio al tornello.

Potrei giurare di aver sentito il cuore arrivarmi in gola, potrei giurare che abbia smesso di battere per qualche attimo, ma, per qualche minuto, sono pronta a giurare che il pensiero di SeungHyun è stato lontanissimo da me, che la mano di JinWook sulla mia mi ha trasmesso tutto il coraggio di cui avevo bisogno per trasformare l'urlo di paura in divertimento.


 


Buonasera! Non sono sparita di nuovo, ma alla luce dei nuovi (anche se non tanto) fatti, avevo l'esigenza di cambiare il corso della storia ed inserire Top che parte per il militare. Ho pensato tanto a questo ed è questo il motivo per il nuovo ritardo.
Per chi sta seguendo anche l'altra storia, i cui aggiornamenti tardano ad arrivare, sappiate che mi sto prendendo una pausa per dedicarmi a questa, perché è questa quella che blocca qualsiasi altro pensiero, ho bisogno in un certo senso di mandare al diavolo il fantasma che lo scandalo ha lasciato a torturarmi. 
Come chi ha imparato a conoscermi sa, non lascio inconcluse le mie storie, vi chiedo solo un po' di pazienza. 
A presto! :D 
P.


 


 


 


 


 

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