Ritorno a un'altra fiaba

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jasmine ***
Capitolo 2: *** La cabina ***
Capitolo 3: *** L'erba Voglio non cresce nemmeno nel giardino del re ***
Capitolo 4: *** Come farsi ubbidire dall'erba Voglio ***
Capitolo 5: *** Chi lo dice che un'erba non può dare buoni frutti?? ***
Capitolo 6: *** Speculando sulle origini ***
Capitolo 7: *** Il Genio ***
Capitolo 8: *** Cupidi dell'amore? ***
Capitolo 9: *** Non andrà in quel modo ***
Capitolo 10: *** Rapimento ***
Capitolo 11: *** Dove sono finiti Jared e Aladdin? ***
Capitolo 12: *** Un diamante allo stato grezzo ***
Capitolo 13: *** L'altra metà del diamante ***
Capitolo 14: *** La storia del diamante allo stato grezzo ***
Capitolo 15: *** Il tappeto magico! ***
Capitolo 16: *** Quel momento in cui Aladdin viene messo in disparte da un Jared più determinato di lui ***
Capitolo 17: *** Tornare a casa ***
Capitolo 18: *** Dacci la lampada! ***
Capitolo 19: *** Scomparsa! ***
Capitolo 20: *** Scoperti! ***
Capitolo 21: *** Nostradamus ***
Capitolo 22: *** La rivelazione di Nostradamus ***
Capitolo 23: *** ingannati ***
Capitolo 24: *** Il Quando preciso ***
Capitolo 25: *** Qualcosa che deve tornare alla luce ***
Capitolo 26: *** Tornare a casa ? - prima parte ***
Capitolo 27: *** Tornare a casa? -seconda parte ***



Capitolo 1
*** Jasmine ***


Jared e Jensen vivevano tranquillamente la loro vita nell’universo magico e pacifico che la fata aveva creato per loro.

Erano passati ormai due anni da quando vivevano lì e avevano realizzato il sogno di vivere la scuola insieme, ma una volta finita, non avevano interesse ad andare al college.

Jensen aveva un piccolo panettiere con cui lavorava insieme a Jared.

Stavano bene, non gli mancava nulla…eccetto forse…qualcosa…

I desideri…

Nella realtà che la fata aveva creato per loro, nessuno desiderava più nulla. Si diceva infatti che i peccati e la cattiveria dell’uomo erano dettati dal fatto che desideravano troppo.  I desideri portavano all’ambizione, alla fama di successo, alla corruzione per ottenere quello che si desiderava, alla malvagità e alla cattiveria se non si riusciva ad ottenerli…

Un mondo senza desiderio di cose materiali era un mondo libero dall’odio, dalla violenza…

Ma anche privo di emozioni forti, di esaltazione, di adrenalina.

Non era stato facile abituarsi a vedersi d’un tratto mancare quelle che erano state le emozioni di tutta una vita, ma Jared e Jensen si ripetevano continuamente che un piccolo sacrificio, per il bene superiore, era cosa da poco.

Le emozioni violente avevano vita breve….

A Jared un po’ dispiaceva…infatti pensava che per lui forse era più facile abituarsi ai cambiamenti, dato che era stato una bestia per un mucchio di tempo, ma Jensen replicava che grazie a tutto il casino che aveva combinato Jared quando era ancora suo fratello, era morto e aveva potuto quindi reincarnarsi in un mondo già privo di violenza.

Jared aveva obiettato che non l’aveva mai vista in questo modo..se avesse saputo prima che ucciderlo, l’avrebbe reso più felice, non si sarebbe sentito in colpa per tanti anni.. risero entrambi e Jensen replicò che non sapeva lui esistesse, altrimenti avrebbe cercato il modo di farglielo sapere prima!

Jared replicò poi che comunque un mondo in cui la violenza non c’era per via di una bestia magica che tratteneva tutta l’aggressività per sé, era diverso da un mondo in cui la violenza non c’era per via dell’incantesimo di una fata.

Decisero poi entrambi che filosofeggiare troppo faceva venire appetito e si dichiararono contenti che la mancanza di desiderio non si globalizzasse anche al cibo e alla fame!!
 
 
Quello che però Jared e Jensen non avrebbero potuto mai immaginarsi, era l’impatto che un mondo senza desideri avrebbe avuto su tutto quanto, anche sul destino.

Soprattutto dal momento che il mondo in cui si trovavano non era davvero il mondo che credevano!
 
 
 



Un giorno, Jensen, era andato fino ad Agraba  per consegnare il pane ad un sultano un po’ capriccioso.

Entrò nel giardino di quello stupendo palazzo, mirandolo e mirando la bellissima fontana che vigeva al centro.

Quando entrò, benché sapeva quello che il sultano avrebbe risposto, chiese comunque:

“è soddisfatto del pane, signore?”

“Oh, sì. Non desidererei altro pane all’infuori di questo. Non è meraviglioso? Sono molto affezionato al vostro negozio.” Disse il sultano.

Sarebbe stato un complimento se una frase del genere non sarebbe sembrata a Jensen, molto inquietante.
 


Passando dal giardino per uscire, incontrò una ragazza stupenda, vestita di blu, con lunghi capelli corvini e lucenti fino alla vita.
“Mi ricorda qualcosa..” disse Jared, avvicinandosi.



“Ciao.” Disse Jensen, sentendosi un po’ impacciato.

“Ciao. Sei un mio  pretendente?” chiese la bella ragazza.

“Uhm..no..io..sono già fidanzato..” disse Jensen imbarazzato.

“Ah..” disse la ragazza carezzando l’uccellino che teneva in mano.

“Sono venuto a portare il pane a tuo padre. Mi chiamo Jensen.” disse.

“Jasmine..” disse lei, sorridente.
 
Jensen rimase a bocca aperta.

Quando Jared era una bestia, ricordava che non si era ricordato subito che stavano vivendo una favola simile alla bella e la bestia, ma poi dopo, complice anche i ricordi della sua vecchia vita, se ne ricordo.

Forse era solo una coincidenza.

“Sai, non è arrivato ancora nessuno a chiedere la mia mano..” disse lei, pensierosa.

“M-mi sembra molto strano..sei una bella ragazza.” Disse Jensen stranito. L’inquietudine si faceva sempre più strada in lui.

“Lo so…non capisco perché…è come se nessuno desiderasse conquistare la principessa…eppure sono bella..e ricca..non capisco..temevo che mio padre ne sarebbe stato addolorato, ma non sembra importargli..eppure pensavo desiderasse vedermi sposata…ma forse non lo desidera perché vede che anche io non lo desidero…” disse pensierosa.

“Forse devi solo uscire da qui, affinchè trovi l’uomo della tua vita..” disse Jensen, che per quanto si sforzasse, non potè impedire alla sua mente di visualizzare l’immagine di un ragazzino buffo con abiti poveri al fianco di una scimmietta e un tappeto volante, andarsene in giro con aria tronfia.

“Lo so..ma perché dovrei farlo..non ho voglia di uscire fuori a guardare il mondo..sto così bene qui…” disse Jasmine, giocherellando con l’acqua.
 
 
 
Jensen uscì dal palazzo con l’ansia ormai a mille.

“Per la miseria, siamo intrappolati dentro un’altra maledetta fiaba!!”

Si fermò solo un attimo per mettersi una mano sui capelli e esclamare ancora:

“Chissà cosa dirà Jared quando glielo dirò..” disse, per poi salire di nuovo sul carro che lo avrebbe condotto a casa. 

















Note dell'autrice: 

lo so..ahha xd ho cominciato un altro seguito! xd

non è un capriccio, praticamente mi sono accorta che la storia che ho scritto, ha dato il via a tutta un'altra serie di idee xd e altri possibili seguiti xd quindi, magari anche questa, sarà una storia corta, ma non assicuro che sarà l'ultima xd

ci sono diverse cose in ballo..vedrete!

all'inizio volevo aspettare prima di cominciare a scriverla, ma temevo che poi mi sarei dimenticata tante cose da scrivere o non avrei proprio più fatto il seguito xd

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Capitolo 2
*** La cabina ***


“Non è possibile…non ci credo…” disse Jared.

“Devi crederci! L’ho visto con i miei occhi!!” rispose Jensen.

“Noi non siamo finiti in un’altra maledetta fiaba..la fata ci aveva promesso..”

“Già, la fata, Jared, la fata!!”

“Che cosa vuoi dire?”

“Non ti è mai sembrato strano che una fata sbuca dal nulla e ci fa traslocare in un altro universo che guarda caso è un’altra fiaba??”

“Guarda che noi non sapevamo…di essere dentro un’altra fiaba”

 “ma..tu sapevi della sua esistenza da molto tempo..ti ha maledetto, ricordi?”

“Sì..Sì..lo so..lo so..e stupido sono stato io a non chiedermi da dove venisse, ma suppongo che…è arrivata assieme a tutto il resto..faceva parte del mondo fiabesco che io avevo creato.”

“Se fosse stato davvero così, come ti spieghi che non è sparita quando tutto il mondo che tu avevi creato, è sparito?”

“Forse…forse ormai era così potente da avere vita propria..ed è per questo che ha potuto addirittura farlo scomparire..non so!!” disse Jared esasperato.

“Non mi convince, Jared…tu avevi creato tutto…saresti stato l’unico che avrebbe potuto far scomparire tutto..”

“No, non è così! Io non avevo più alcun potere su tutto quello che era successo..non avevo alcun potere sulla popolazione..”

“Ma come no? Potevi soggiogare tutti loro, soggiogare la loro mente…”

“Ma non avevo alcun controllo sui loro sentimenti, altrimenti non avrei avuto bisogno di nascondermi! Dio, Jensen, mi stai incasinando la testa! Che cosa stai cercando di dirmi? Che non dovremmo fidarci di lei? Tutti questi problemi non c’erano a fidarsi, quando si è preoccupata di darci un altro mondo e renderci felici. L’ha fatto per noi.”

“Sì, ma con quali conseguenze? E poi..che cosa ha davvero fatto per noi? Ci ha dato davvero un altro mondo o ci ha solo sballottati dentro un’altra fiaba? Jared, io ho incontrato Jasmine.”

“No, Jensen..tu pensi  di averla incontrata. Hai solo incontrato una ragazza che le somiglia..e suo padre che per chiamarla Jasmine aveva uno strano senso dell’umorismo..”

“Le cose che ha detto..sul palazzo..sui pretendenti..sul fatto di sposarsi..l’uccellino che teneva in mano..”

“Jensen, ti ha solo preso in giro!! Molto probabilmente, lei conosce la favola..e ha voluto giocare con te!!”

“Quindi è anche un caso il fatto che noi abbiamo deciso di trasferirci proprio ad Agraba, vero?”

“Un caso e basta! Avevamo bisogno di cambiare vita, allontanarci..”

“Dio, Jared, perché non vuoi credermi??”

“Perché non voglio passare attraverso un’altra fiaba, Jensen! Non voglio e basta e non ci siamo dentro, fine della discussione!!”

Jared se ne andò furibondo ed agitato chiudendo la porta della loro casa per andare a farsi un giro.
 
 
 



Camminò a piedi per un bel po’, ripensando alla loro discussione, pentendosi di aver gridato.

Forse ha ragione lui….

Quando all’improvviso, sul bordo di un campo, non vide una cosa bizzarra.

Una cabina.

Non era una cabina lussuosa. Sembrava più una porta rozza e di pietra. Ne fu attratto e ci entrò.
 
L’interno era ancora peggio di quello che pensasse. Sembrava a tutti gli effetti una cabina telefonica. C’era anche un telefono, anche se molto inquietante.

Non aveva numeri, aveva delle frecce che si giravano ma niente numeri e al centro un unico schermo su cui non c’era nulla.

Mise la cornetta all’orecchio e sobbalzò. Arrivò una voce ma non dalla cornetta. Una voce che sembrava provenire dallo schermo.
 
Localizzazione accettata.
 
Localizzazione accettata??
 
E poi una luce blu intensa inondò la cabina.
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** L'erba Voglio non cresce nemmeno nel giardino del re ***


Jared si sentì sballottato completamente all’interno della cabina. Ebbe timore che fossero una gran vastità di radiazioni o chissà quale sorta di diavoleria.

Si preparò ad uscire ma non era preparato allo spettacolo che vide.
 
Non era più nel campo dove si trovava prima. Era dentro un giardino.

Un bellissimo giardino, dove in un angolo c’era però un mucchio di terra come se il proprietario avesse voluto preservarla per concimare qualcosa…

Un orto  forse?
 
“Che ci fai qui nel mio giardino?” chiese un uomo anziano, vestito con abiti lussuosi e pieno di gioielli.

“Io…io non lo so…sono comparso qui all’improvviso..io..”

Il re lo guardò stupito.

“Non sono venuto qui per rubare nulla..lo giuro!” disse Jared preoccupato.

“Rubare? Nessuno mi ha mai rubato niente. Perché dovresti farlo? Qualunque cosa vorresti, potresti chiedermela e io te la darei.”
 
Jared rammentò allora che nel mondo in cui vivevano, non esisteva la violenza e il furto.


“Io..credo di essere capitato qui per una ragione..ma non so quale…però..mi incuriosisce quel pezzetto di terra laggiù..che cosa vorreste coltivare?” chiese Jared.

“Oh..quella.” disse il re, diventando un po’ ombreggiato. “Stavo cercando di piantare L’erba Voglio, ma è tutto inutile. Non cresce!” disse il re dispiaciuto.

L- L' Erba Voglio??” Jared le aveva sentite tutte, ma non credeva di sentire mai qualcosa del genere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Note dell'autrice:   
 
per fortuna oggi ho scacciato la pigrizia e sono riuscita a creare la serie per questa storia xd la trovate in alto al capitolo xd

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Capitolo 4
*** Come farsi ubbidire dall'erba Voglio ***


“Sì! I fiorellini gialli! Da quando li ho visti, ho desiderato averli nel mio giardino!!”

“E…e perché non puoi semplicemente piantarli?” chiese Jared, che credeva di sapere già la risposta.

“Perché loro non vogliono! Scappano via da me!”

“E tu perché vuoi piantarli?” chiese Jared, indagando, per scoprire se era vera la storia che lui sapeva.

“Perché..perchè volevo creare qualcosa che potesse far esaudire i desideri!!” disse.

Jared rimase totalmente spiazzato da questo. Questa parte della storia non era stata raccontata.

“Io..io temo di non capire…”

“I desideri sono fonte di dolore, perché sono effimeri…volevo qualcosa che rendesse un sogno poter desiderare qualcosa, non una fonte di angoscia eterna, ma proprio la fonte di tutti i desideri, l’erba Voglio, dimostra di odiare l’uomo e di non avere interesse a servirlo. A cosa serve che esista un’erba che può soddisfare i tuoi desideri se non li avvera perché è scocciata che tu li desideri? Tutto questo è insano, è contorto.”

Jared rimuiginò sulla storia che a lui e Dean raccontavano da bambini….
 
“Brucerò tutta l’erba che sta in cima a quella montagna. La gente non desidererà più e tutti vivranno per sempre senza desideri e saranno molto più felici!!” disse il re.

“Aspettate..io non..non credo che…”

“Sire, mi permetta di darle un piccolo suggerimento!” disse Jensen.
 
Jared si girò stupefatto di trovarsi Jensen proprio dietro di lui.

“Io forse ho la soluzione ai vostri problemi. Infatti credo che L’erba semplicemente sia molto suscettibile. Non bisogna mai dire Lo voglio in sua presenza, ma sempre per favore e loro esaudiranno nei limiti del possibile le vostre richieste.”

Il re allora cominciò a lamentarsi:

“A sentire questo insolente non dovrei dire 'voglio'. Io che sono il re! Che sono diventato re a fare, se non posso nemmeno dire 'voglio' in presenza di un'erba. E poi l'erba sta proprio sotto le mie finestre: non potrei mai piu' dire 'voglio' a nessuno. No, non ne sarei capace!". 

Jared e Jensen si guardarono perplessi.

“Beh, in fondo potrei..provarci..ecco..allora.. Erba, erbuccia mia, vuoi fare per favore quei fiorellini gialli che a me piacciono tanto? Ti innaffiero' quando vuoi e ti portero' i migliori concimi." 

Il re ebbe l'impressione che l'erba annuisse. 

“Noi..ora dovremmo andare, signor re, maestà!” disse Jared e sia lui che Jensen si voltarono verso la siepe, cui, magicamente era di nuovo comparsa la misteriosa cabina.

















Note dell'autrice: 

la storia "vera" dell'Erba Voglio potete trovarla facilmente su internet ahhah xd

ah, quando scrivo "Dean" non è un errore eh xd è che nella precedente storia Jensen è la reincarnazione di Dean, fratello di Jared xd e lo è tuttora xd

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Capitolo 5
*** Chi lo dice che un'erba non può dare buoni frutti?? ***


“Jensen!! Ma che diavolo ci fai qui??” gli chiese Jared una volta tornati entrambi dentro la cabina.

“Ti ho seguito, Sherlock!! E poi..qui? Perché, dove è di preciso qui?

“Io..io non lo so…ma perché diavolo mi hai seguito??”

“Pensavi davvero che ti avrei lasciato andare via arrabbiato, senza voltarmi?”

Jared sospirò. Un sollievo rigenerante gli permeò dentro. Si pentì all’istante di aver litigato.

“Alcune coppie lo fanno..” si giustificò.

“Ma noi non siamo una coppia qualunque..non è vero?” disse Jensen.

Jared appoggiò la testa sulla sua spalla.

“No..non lo siamo. Non possiamo ignorare il dolore dell’altro. Grazie. Grazie di esserci sempre.”

“Ehm..Jared..?”

“Cosa?”

“Siamo..dentro a una cabina. È già molto stretto..se poi..ti appoggi così…soffochiamo..”

“Oddio..hai ragione..scusa..”

Si guardarono imbarazzati, poi scoppiarono a ridere.

“Andiamocene da qui.” disse Jensen, afferrando la cornetta e aspettando che il procedimento ricominciasse da capo.
 
 


Quando furono di nuovo fuori dalla cabina, non tornarono al campo, come si aspettavano.

“Oddio..Jensen..siamo di nuovo nel giardino di quel vecchio pazzo. Non usciamo.” Sussurrò Jared.

“Jared..perchè continuiamo a tornare qui? Pensiamoci. Deve esserci una ragione, se questa diavoleria continua a portarci qui.”

Jared allora decise di rifletterci e disse:

“Forse è una cabina che invece di telefonare..ti porta nei luoghi a cui tu pensi..” disse Jared, uscendo per dare un’occhiata.

“Che…che cosa? Jared, ti assicuro che io neanche nei miei sogni più strampalati dopo aver mangiato pizza e peperoni o dopo una colossale sbornia, mi sognerei mai di immaginare…l’erba voglio, diamine, piuttosto sognerei te nudo!!” disse ammiccando.

“Voglio dire che…forse la cabina non ci porta nei luoghi a cui noi stiamo pensando, ma legge lo stesso la nostra mente, le nostre…domande!”

“Jared, alziamo la cornetta..mondial casa ci asp..ah no, quella era un’altra epoca! Jared, dai, battiamocela, torniamo a casa..e una volta lì continueremo a rimuginare su questioni filosofiche e calcoli matematici!!”

“Aspetta…Jensen, deve essere così per forza. Quando ho trovato la cabina, stavo pensando a risolvere il grande enigma che ci sta dietro la storia di Jasmine!!”

“Quindi mi credi?” chiese Jensen speranzoso.

“Mmmm..diciamo che…mi facevo delle domande! Poi è apparsa la cabina..e mi ha portato qui! Per qualche ragione, la cabina ha pensato che…la soluzione alle mie domande stesse in questo posto!!”

“La soluzione dietro alla follia di Jasmine è l’erba Voglio? Senti, ma non è che…il re si è sbagliato con questa Erba Voglio? Oppure non si è sbagliato e in realtà..che ne so…una volta si chiamava Erba Voglio..magari adesso la chiamano canna…

“Jensen..”

“Che c’è? Potrebbe benissimo essere così! Non dirmi che non hai notato anche tu che sembra che fossimo finiti in un’altra epoca!”

“Esatto!”

“Oh, bene, mi dai ragione! Aspetta, cosa?”

“Prova a pensarci…quel re..com’era vestito..come si atteggiava..sembrava un re molto antico…forse addirittura più antico del posto da cui veniamo noi…ma se prendiamo per buona la teoria che la cabina ci porta verso le soluzioni alle nostre domande..che collegamento potrebbe mai esserci tra questo posto e Jasmine?”

“La loro follia?”

I desideri. Jasmine diceva che non possono desiderare nulla..nessuno di noi può…e il re voleva l’erba Voglio che appunto può far avverare i desideri…”

“Il re voleva rinunciare all’erba voglio..prima che arrivassi tu  a convincerlo..” disse Jensen pensieroso.

“E insieme all’erba Voglio avrebbe rinunciato anche a un’altra cosa…ricordi cosa voleva fare anche?”

Jensen ci pensò un po’ su e poi disse:

“Costruire qualcosa che facesse avverare i desideri…”

“E qual è l’unico oggetto mitologico connesso ai desideri, che fa parte dell’Universo di Jasmine, che noi conosciamo?”

Jensen sgranò gli occhi.

“La lampada magica.”

“Bingo.” Disse Jared.
 
“Quindi..il re folle voleva rinunciare a continuare con quest’erba…un progetto che avrebbe creato la leggendaria lampada magica di Aladdin..e non avendola mai costruita, Jasmine non conoscerà mai Aladdin..” disse Jensen.

“Ma ecco che spunta fuori questa cabina, quasi come a dirci di cambiare il passato..” disse Jared. “Jensen, sta tornando, presto, nella cabina!!” disse.
 
Per fortuna la cabina era nascosta nella fitta vegetazione stavolta ed era quasi invisibile a occhio nudo.

“Ma cosa fa?” chiese Jared.

“Sta raccogliendo qualcosa dal prato.” Disse Jensen.
 
 
Il re raccolse, mettendola in un vaso, una specie di creatura viscida come un’anguilla che si muoveva come un serpente. Era grigia.

“Oddio..cos’è? Un verme? Un serpente? L’invasione degli ultracorpi?” chiese Jensen.

“Credo sia la lampada appena nata.” Disse Jared sbalordito.

















Note dell'autrice: 

ed eccomi qui ahhah ora finalmente avete scoperto dove volevo andare a parare xd vi piace questa mia interpretazione? ahahh xd

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Capitolo 6
*** Speculando sulle origini ***


Questa volta non ci fu nessun bisogno di alzare la cornetta, per scomparire nuovamente.

Quando la cabina riapparve, Jared e Jensen ne uscirono fuori un po’ disorientati.

“Non credo di voler sapere più niente…” disse Jensen, intontito.

“Jensen, aspetta..io credo che dobbiamo conoscere ancora..altro!”

“Io invece dico che troppa conoscenza è un danno per la mente!”

“Jensen…aspetta!” disse Jared, afferrandolo per il giubbotto. “Questa cabina è venuta da noi per un motivo..noi abbiamo visto quelle cose per una ragione!”

“E questo l’ho capito…ma perché continuare? Credo che abbiamo visto abbastanza, no?”

“Io non credo…” disse Jared.
 
“Sono d’accordo..” disse la fata, comparendo in quel medesimo istante e spaventandoli entrambi.

“Tu?? Quindi tutto questo è opera tua?” chiese Jensen.

La fata annuì.

“Perché?” chiese anche Jared disorientato.

La fata sospirò.

“Ci sono state molte conseguenze per via di quello che ho fatto per voi..non si può modificare la legge del cosmo..ci sono delle regole che devono essere rispettate..anche per una fata come me. Soprattutto per una fata come me.”

“Non prendiamoci in giro..” disse Jensen arrabbiato. “Questa..non può essere una favola! Voglio dire..conosciamo la storia di Aladino..tutti sanno la sua storia! Sappiamo già come va a finire e ora vuoi farci credere che in realtà non è mai successo?”

“Vuoi davvero paragonare la vostra realtà disneyana alla realtà reale, se così la vogliamo chiamare, prima di comprendere che esistono decine, centinaia, forse migliaia di realtà? Realtà in cui le favole devono ancora avvenire, realtà in cui le favole devono ancora essere scritte, realtà in cui è andata diversamente da come immaginate! Perfino nel vostro mondo siete a conoscenza che in origine le favole non erano a lieto fine come avete sempre immaginato.” Disse la fata.

“Va bene, ma tutto questo, che cosa ha a che fare con il vecchio re, l’erba voglio e il destino che non è avvenuto?” chiese Jared.

“Come ho già detto, conseguenze serie si scatenano quando, non avendo i diritti di farlo, si cerca di influenzare o modificare la legge del cosmo. Io ho creato una realtà felice per voi..ma facendo questo, ho scatenato delle vibrazioni e radiazioni che sono andate a sabotare le linee del tempo, quando questo succede, la realtà come era o come sarebbe dovuta essere, cambia, oppure non può compiersi proprio. Era scritto nel destino che la principessa Jasmine avrebbe dovuto incontrare Aladdin, in questa realtà, ma grazie al mio intervento, ella è cambiata. Tutti sono cambiati..e il destino ha rischiato di non potersi compiere.”

“Rischiato?” domandarono Jared e Jensen in coro, che avevano notato l’uso del passato.

La fata sorrise.

“per merito dell’intervento di Jared, che è tornato nel passato, ha fatto in modo che il re non si desse per vinto e desse vita alla lampada magica.”

“Ma la lampada magica cosa c’entra? È solo uno strumento che può far avverare i desideri delle persone..non ha potere..di far desiderare le cose alla gente…” disse Jensen.

“Questo è quello che pensate voi, perché non siete a conoscenza di tutta la storia. In realtà la magia conservata nell’erba e nei fiorellini di questa erba, questa magia, rimaneva ancorata anche alla lampada magica. Essendo nata da essa, ella stessa era fatta di quella sostanza. La sostanza dei desideri. La lampada non solo faceva avverare i desideri, ma era fatta ella stessa di desiderio.”

“Ma la gente continuava a desiderare anche prima che il vecchio re costruisse la lampada!” protestò Jensen. “Infatti egli stesso continuava a dire che desiderava che l’erba facesse quello che diceva lui!!”
 
La fata sospirò. Di solito non si preoccupava di dare troppe spiegazioni alle persone.

“Vi state fossilizzando troppo sulla lampada. Non è da essa che parte tutto, ma dall’erba Voglio. L’erba Voglio è da sempre esistita ma nessuno l’ha mai trovata perché è capace di mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente circostante! Il solo fatto che esista, sprigiona questi influssi magici e dona il potere alla gente di desiderare…il creare una lampada riporta parte della magia su di essa, ma non fa altro che continuare il lavoro di quello che c’era stato prima di essa, ovvero l’Erba!”

Jared sgranò gli occhi quando un dubbio si affacciò sulla sua mente.

“Non è stato L’Universo a rivoltarsi..sei stata tu la prima a scatenare tutto questo.”

La fata sgranò gli occhi.

“Jared, che cosa dici?” lo riprese Jensen.

“L’ha detto lei…la gente desidera per via dell’esistenza di questa Erba…quindi per creare un mondo in cui nessuno fosse stato più consumato dala febbre dell’ambizione e del desiderio, bisognava estirpare la cosa alla radice..” disse Jared.

“L’erba..” realizzò anche Jensen.

“Siete fuori strada..” cominciò la fata.

“Ed è stato solo allora che l’Universo di fatto ha reagito ad un simile cambiamento e modifica degli eventi, non è vero?” chiese Jared.

“Jasmine e Aladdin erano destinati ad innamorarsi in questa epoca, ma grazie al tuo intervento, la lampada magica non è mai esistita..e quindi la loro storia è cambiata..” disse Jensen.
 
“Io non avevo idea delle conseguenze che ci sarebbero state!!” gridò la fata.

“E quando te ne sei resa conto, sei voluta correre ai ripari, facendoci trovare questa brutta copia del Tardis di Doctor Who, eh?” chiese Jensen.

“Jensen, ma che…” disse Jared.

“Per i primi cinque minuti ero un fan di quel telefilm..” disse Jensen.

“E va bene, lo ammetto, volevo che tornaste nel passato per rimediare…e non avete ancora finito di farlo. Molte altre sorprese vi aspettano.” Disse la fata.
 
“Ehi, dove credi di andare? Noi non rimedieremo ai tuoi casini.” gridò Jensen, poco prima di vederla scomparire in una nuvola di fumo.



“Jens..è tutto inutile..”

“Jared, ma che…stai scherzando? Lei ha combinato questo casino, lei deve porvi rimedio! Noi non abbiamo nessun obbligo!”
“Ma dimentichi che è per colpa nostra che è successo questo..perchè voleva vederci felici.”

“Lo so, ma..”

“E poi non dirmi che non vuoi vedere come finirà questa storia.” Disse Jared, facendogli l’occhiolino.

“Ufff..e va bene, ma che cosa dovremmo fare adesso?”

“Credo che dovremmo per ordine di logica, capire come è andata a finire con la lampada..infatti se ci pensi, le fiabe non dicono da che cosa ha avuto origine..nè come ha fatto a finire nella caverna delle meraviglie….”

“Mmm..hai ragione…” disse Jensen.

“Secondo te perché la favola non spiega le sue origini?” chiese Jared.

“Potrebbero essere molti i motivi..forse non volevano perdere tempo a raccontarlo..o non ne avevano idea…”

“Sì, ti stai avvicinando..ma perché non ne avevano idea?” chiese Jared.

Jensen ci pensò su un attimo e poi disse, sgranando gli occhi:
 
“Per via dei così famosi paradossi temporali.

Jared annuì, orgoglioso di Jensen.

“Continua.” Lo spronò.

“Dunque..prendendo per buono il fatto che il tempo non è una linea retta come lo immaginiamo..e anche il fatto  che certe cose sono scritte da molto tempo, prendendo magari per buono il fatto che ogni scrittore è come un profeta che vede come magicamente mondi possibili veramente in qualche altra dimensione nel cosmo… ancora prima che succedano…o che sono già successe…può darsi che chi scrisse la favola di Aladdin..”

“ Fosse riuscito a vedere la sua storia ma non le origini, dal momento che in quest’epoca, in un atipico futuro sarebbe arrivata una fata che avrebbe modificato il passato, cancellando del tutto la storia..” disse Jared.

Ma  non cancellandola del tutto, perché poi saremmo arrivati noi, a rimediare al danno fatto e a dire al re di insistere con il progetto della lampada..” disse Jensen.

“Quindi siccome la storia delle origini è stata prima scritta, poi cancellata e riscritta, un simile paradosso temporale, possiamo dire che crei come una falla nella fantasia di chi ha immaginato e o visto la storia di Aladdin..e non sapendo quindi come sarebbe andata davvero a finire, visto che dopo così tanto tempo, le origini del mito si sono ripetute, chi ha scritto la favola ha semplicemente deciso di passarci sopra e non scrivere nessune origini, perché non riusciva a immaginarsele o comunque a vederle..” disse Jared.

“Perché la storia delle origini della lampada non era ancora successa, o meglio era successa, poi cancellata e ora noi l’abbiamo fatta succedere di nuovo.” Concluse Jensen.
 
“Mamma mia, siamo addirittura responsabili della nascita della lampada di Aladdin..è davvero troppo per me.” disse Jared, toccandosi la testa.

“Invece, dopo un momento di smarrimento, io comincio a trovare la cosa figa!” disse Jensen entusiasmato.

“Tu dici?”

“Sì! Ci pensi? Abbiamo così la prova che tutte le storie sono reali. È incredibile cosa può fare la mente! Vedere addirittura altri universi!”

“Sì, ma Jensen..”

“Ci pensi? Magari qualcuno da qualche parte sta scrivendo la nostra storia, noi che investighiamo sulla favola..”

“Jensen..”

“E sanno anche come va a finire…cavolo, come li invidio..”

“Sbaglio o ti stai appassionando?” chiese Jared ridendo.

“Un po’ lo ammetto..”

“è molto bella questa teoria..ma non abbiamo modo di appurarla..voglio dire..le nostre sono solo teorie..e ad ogni modo abbiamo già chiacchierato abbastanza ora..sei pronto a conoscere il destino della lampada?” chiese Jared intrecciando le mani al suo collo.

“Sono più curioso di conoscere il Genio.” Disse Jensen esaltato.
 
 

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Capitolo 7
*** Il Genio ***


La fata era sparita e Jared e Jensen erano ritornati alla cabina.

Sapevano già quello che volevano sapere e cioè che fine aveva fatto la lampada.

Speravano che lo sapesse anche la cabina!
 


Quando si rimaterializzarono, si trovavano in un castello lussuoso.

Il re era seduto sul trono che parlava da solo con la lampada.

Questa volta sembrava che il re non potesse vederli..come se fossero invisibili.

“Tre desideri..l’erba magica mi ha detto che posso esaudire solo tre desideri..devo azzeccare quelli giusti..e se desiderassi…mmm” e cominciò a scrivere su un foglietto di carta.

Jared e Jensen si avvicinarono cautamente, ora che avevano capito che il re non poteva vederli e lessero i desideri sul foglietto.
 

Voglio essere giovane, bello , simpatico, spensierato ed eternamente giovane per sempre!

Voglio essere potente e avere poteri magici per poter esaudire i desideri di tutti

Voglio un posto magico e sicuro che protegga questa lampada meravigliosa per sempre
 
Dopodichè espresse ad alta voce i suoi desideri.
 


Jared e Jensen aspettarono di vedere che cosa sarebbe successo. Di lì a poco la lampada brillò, ma non solo, al re capitò qualcosa.

Una forza misteriosa lo circondò come un tornado facendolo sparire al suo interno.

Quando il tornado si diradò, dopo che le grida del re si spensero, ne riemerse…

Il Genio.
 
 
“No! Non può essere lui. Mi rifiuto di crederlo. Non può essere lui il genio” Disse Jensen.

“Se ci pensi, ha senso, Jensen. Si spiega così da dove è nata la lampada, perché è stata messa nella caverna delle meraviglie…da dove viene il Genio e perché esaudisce i desideri.” Disse Jared.
 
“Mio Dio..perchè ho questo aspetto? Che cosa sono diventato??” proruppe ormai il Genio, uscendo dal castello per andare a lamentarsi con i fiori.
 
“Che cosa mi avete fatto?? Dove sono finiti i miei piedi? Perché sono blu?? Cos’è successo alla mia voce??”


I fiori spiegarono piuttosto pazientemente che ora il suo desiderio era stato esaudito. La lampada sarebbe vissuta per sempre grazie a lui e tramite Lui.

“Ma io avevo chiesto di essere bello, simpatico, spensierato ed eternamente giovane per sempre!!” si lamentò il Genio.

“E lo sarai. Sei bello a modo tuo. La bellezza sta nei tuoi poteri, nella tua grandezza, bontà e genuinità.” Risposero i fiori.

“Mi avete ingannato. Riprendetevi i vostri desideri. Voglio tornare com’ero!”

I fiori dissero che non potevano e quelle manette ai polsi dimostravano quanto detto.

“Che…che significa? Perché non posso toglierle??” domandò il Genio.

“ Subirai il richiamo di ogni persona che strofinerà la lampada. A ognuno di loro sarai costretto ad ubbidire, soddisfando tre loro desideri.”

“Ma…ma vi rendete conto di quello che…non posso..non posso farlo. Potrebbero desiderare cose terribili..distruggere il pianeta.”

Allora i fiori spiegarono che anche il Genio aveva delle clausole. Delle eccezioni per cui neanche un genio poteva soddisfare richieste troppo esagerate.
 
 
Jared e Jensen avevano sentito abbastanza. Ritornarono dentro la loro cabina, ma, anche se loro pensavano di aver desiderato tornare a casa, in realtà erano troppo curiosi di sapere che fine aveva fatto l’Erba Voglio.

Quando si ritrovarono di nuovo nel giardino del Re, erano più esasperati che mai, ma poi videro il Genio, dire:

“Ormai che sono diventato così, non posso più regnare, non posso permettere che i miei sudditi mi vedano così, né voglio spaventarli. Mi rifugerò dentro la lampada, unico posto dove posso nascondermi..penseranno che io sia sparito e nessuno avrà più traccia mia. Tu, mia cara erbetta, che fa crescere i fiorellini gialli magici che tanto amavo, insieme ad essi tornerai da dove ti ho raccolta. Non posso permettere che qualcuno venga a sapere della vostra esistenza. Nessuno mai dovrà mai saperlo. Non posso cancellare la memoria dei pochi fedeli a cui mi sono confidato..ma posso distorcere la memoria di coloro che sanno.

La vera storia dell’Erba Voglio, nessuno la saprà mai…rimarrà una favola per tutti. La leggenda di un re pazzo che diceva sempre “lo voglio” e che per questo l’erba si rifiutava di ubbidire, ma niente più di questo. Nessuno dovrà mai sapere…della LAMPADA.
 

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Capitolo 8
*** Cupidi dell'amore? ***


Jared e Jensen erano tornati nel mondo reale, ma non era il mondo che loro due avevano lasciato.

Sembrava ancora Agraba, certo, ma era come se fosse diversa.

Era notte e si soffriva il freddo.

E nell’età dell’oro loro non soffrivano mai il freddo.

“Mio dio…Jensen, sto impazzendo…”

“Jared, stai tremando…”

“Sto avendo un attacco? Una crisi?”

“No, credo sia..il freddo. Diavolo,lo sento anch’io..non siamo più abituati al freddo..”

“Non capisco..viviamo ancora nella città dell’Oro, no?”

“No, Jared..io credo che…ce l’abbiamo fatta…abbiamo modificato il passato.” Pensò Jensen basito.

“Già..peccato che la fottuta cabina del tempo è scomparsa!!” disse Jared sbuffando.

“Credo che il nostro compito sia controllare che i due promessi novelli si incontrano.” Disse Jensen.

“Ok, ma prima senti una cosa, credi che abbiamo ancora casa nostra, Jensen?”

“Sì, penso di sì, è cambiato solo il mondo, non credo l’epoca.”

“Andiamo a controllare.”
 
 
Qualche minuto dopo….


“Per fortuna abbiamo ancora la nostra casa…ma sembra diversa. Più cupa e disordinata…” disse Jared, controllando i letti e le camere.

“Credo sia perché con quello che abbiamo fatto abbiamo lasciato che il caos ritornasse nell’universo.” Disse Jensen triste.

“Ehi, non mi diventerai malinconico, ora? Abbiamo fatto una buona azione.” Disse Jared, abbracciandolo da dietro.

“Non lo so. Vale la pena condannare il mondo alla violenza solo perché due individui sono destinati a stare insieme?” chiese Jensen.

“Jensen, stiamo parlando di Aladdin e Jasmine.” Disse Jared guardandolo stranito.

“Forse non doveva essere un nostro problema..”

“Ma se eri il primo a dirmi che dovevamo aiutarli.”

“Ma non a questo prezzo forse…”

“Jensen, vivevamo in un mondo in cui nessuno desiderava più nulla..”

“Nessuno soffriva più per quello che desiderava, ma non significava che nessuno amasse più..noi avevamo già quello che volevamo.,..ci amavamo e…”

“Jensen, sei sconvolto e quindi ti perdonerò per questa botta di egoismo..”

Jensen sbuffò.

“Niente sbuffi. Non è solo perché noi siamo felici e innamorati, possiamo chiudere gli occhi decidendo di ignorare quanti amori sarebbero potuti nascere e non è successo..”

“Ma noi non siamo dei cupidi dell’amore..”

“Non ancora ma lo diventeremo.” Disse Jared sorridendo.

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Capitolo 9
*** Non andrà in quel modo ***


Jensen e Jared si erano svegliati presto per andare al mercato quella mattina.

“Jared, tesoro, perché pensi che Jasmine si farà viva proprio questa mattina al mercato?” gli chiese Jensen.

“Perché questa è una fiaba, Jensen. Deve essere così per forza.”

“E..rammentami ancora perché noi siamo dentro un’altra fiaba.”

“Io non credo di..averlo detto..oh basta, non confondiamoci il cervello, non stamattina. Andiamo a cercarla.” Disse Jared trascinando Jensen in mezzo alla folla.
 
Arrivarono appena in tempo per vedere una bella moretta essere difesa da un aitante giovanotto, anche se il giovanotto pareva debole e smagrito e povero.

“La ragazza non voleva rubare niente. Aveva solo fame. Vieni, sorellina.” Disse, ma la scimmietta fece cadere diverse mele dal bancone e il proprietario si infuriò parecchio.

“GUARDIE. GUARDIE. ARRESTATE QUEI BRUTTI LADRUNCOLI!!”
 


I due allora corsero prima di venire arrestati davvero e Jared e Jensen dovettero correre per stargli dietro.
 
Jasmine e Aladdin continuavano a correre e a saltare per i tetti, con delle aste con cui sfioravano il pericolo e le vertigini.



“J-Jared, io non credo di poterlo fare..non…”

“Jensen, al mio tre. Uno, due, TRE!”

“JARED!!”

“Jensen, ti sto aspettando!!”

“MI HAI FATTO PRENDERE UN INFARTO!”

“Forza, salta! Lo sai che non puoi vivere senza di me!”

“Brutto…e va bene!” disse Jensen e prendendo un grande coraggio, saltò con quell’asta.
 
Finì dritto tra le braccia di Jared, tremando tutto.


“Jensen, stai tremando? Mi dispiace, io non volevo spaventarti. Ascoltami, niente di male può succederci, qui.”

“Perché siamo in una fiaba? Jared, io credo che qualunque cosa sia, qui..è la realtà. Almeno per noi. Non…non siamo invincibili.”

“Forse lo siamo se crediamo di esserlo, ma adesso basta rimuginarci su. Sono andati da quella parte!!”
 
 
Li raggiunsero proprio mentre Aladdin e Jasmine si stavano baciando sotto la vista del palazzo.


“A questo punto dovrebbero arrivare le guardie…credi che dovremmo avvertirli?” chiese Jared preoccupato.

“No..non arriverà nessuno…” disse Jensen.

“Ma…la favola dice…”

“No! Il cartone animato dice…la versione disneyana..non credo sia andata..o andrà in questo modo..” disse Jensen.
 
E infatti nessuna guardia arrivò a disturbare i due piccioncini.

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Capitolo 10
*** Rapimento ***


Jared e Jensen restarono a guardare ad occhi incantati Aladdin e Jasmine che si facevano gli occhi dolci.

“Mi sembra come un dejavu…mi sembra di guardare…noi…” disse Jensen, guardando Jared.

“A quale delle nostre due vite ti riferisci?” gli chiese Jared.

“Alla seconda…ma anche alla prima..” disse Dean, accarezzandogli i lunghi capelli, per poi finire in un bacio appassionato.
 
 
 
 
*

Aladdin e Jasmine si stavano salutando con un bacio. A quanto pareva, la storia era davvero diversa.

“Jensen, ma se la storia è cambiata, non credi che dovremmo fare qualcosa..?” chiese Jared.

“In che senso, Jared?”

“La lampada. Forse è rimasta ancora nella caverna delle meraviglie…qualcuno deve andare a prenderla..”

“Mmm..io credo invece che abbiamo fatto già abbastanza…lasciamo che la storia segua il suo corso da ora in avanti..” disse Jensen.

“Mmm..forse hai ragione..”

“Dai, per festeggiare l’incontro dei nostri due piccioncini, propongo una bella anguria. Vado a comprarla..sperando che usino ancora lo stesso denaro.” Disse preoccupato.
 
 
 
Jensen però non fece in tempo neanche a provare a tirare fuori i soldi, che Aladdin si scontrò con loro e quasi li fece cadere.

“Ma che…” dissero in coro.

Aladdin stava scappando a perdifiato rincorso dalle guardie.

“Maledizione, Jensen. La storia è cambiata solo di un centilitro.” Disse Jared.

“E ha scelto quello sbagliato!” disse Jensen.
 
Ci fu una lotta senza esclusioni di colpi, con la principessa che assisteva terrificata alla lotta, alla fine le guardie riuscirono a prendere sia Aladdin, sia Jared, portandoli entrambi via.

“NOOOOOOOOO.” gridava Jensen, beccandosi anche un pugno sul naso che lo rese quasi incosciente, perché aveva cercato di fare l’eroe.

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Capitolo 11
*** Dove sono finiti Jared e Aladdin? ***


Jasmine gli stava passando un po’ d’acqua sulla faccia con una spugna.

“Dove..ci troviamo?” chiese Jensen, che si trovava sdraiato su un letto.

“Dei gentili passanti si sono offerti di ospitarci nella loro casa, quando ti hanno visto..cadere..” disse Jasmine.

“Vuoi dire quando quel bastardo mi ha steso con un pugno..ops, mi dispiace per il mio linguaggio, principessa..” disse Jensen, vedendo Jasmine passare dallo stupore per le sue maniere, all’incredulità più totale.

“Come fai a sapere chi sono?”

“Ehm..siete..molto famosa da dove vengo io..”

“Davvero?” chiese Jasmine.

“Non abbiamo tempo per questo. Dov’è Jared? è…un mio amico. Il ragazzo che era con me. “ Jensen non sapeva come avrebbero reagito in quel mondo a sapere che due ragazzi stavano insieme.

Jasmine parve incupirsi.

“Le guardie hanno portato via sia il vostro amico, sia… Aladdin..”

“Oddio..in prigione?”

“Sì…ma io sono la principessa. Chiederò subito che vengano rilasciati. Non dovete preoccuparvi.”
 
Jensen sapeva che non sarebbe stato facile, ma comunque se le cose andavano come pensava e come diceva la storia, Aladdin era stato catturato per una ragione.

Per trovare la lampada!

Non era bene chiaro ora perché avevano catturato anche Jared, ma intendeva scoprirlo.

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Capitolo 12
*** Un diamante allo stato grezzo ***


Jared era stato portato in una cella, assieme ad Aladdin.

Era seduto sul pavimento con i polsi legati indietro alla parete e le braccia gli facevano male.

“Maledizione…” imprecava.

“Mi dispiace…è tutta colpa mia. Avrebbero dovuto prendere solo me, non capisco perché se la sono presa anche con te. Forse perchè sono solo cattivi.” Disse Aladdin. “Parlerò con il sultano. Ti farò rilasciare. Almeno tu, non meriti di stare qui dentro.”

Jared gli lanciò un’occhiata.

“Sei molto buono, ..ma..neanche tu meriti di stare qui dentro..e poi non credo che il sultano possa..”

“Io invece lo merito! Ho osato parlare con la principessa. Passare del tempo con lei. Farle vedere la mia misera abitazione. Cosa mi è passato per la testa? Un ladruncolo come me…mettere gli occhi sulla principessa..”

Jared sospirò.

“Tu sei molto più di un ladruncolo, Aladdin..”

“Tu non mi conosci. Non puoi sapere chi sono.”

“E invece io ti conosco! Tu sei un ragazzo dall’animo buono, gentile e capace di perdonare. Sei..un..diamante allo stato grezzo. Sei talmente speciale che solo tu, potrai entrare…in un posto finora inaccessibile..”

“Le tue parole per quanto belle non significano nulla per me. Non le capisco, ma capisco che lo stai dicendo solo per consolarmi..”

“Dio..allora non sei poi così intelligente come pensi..”

“Ehi, prima mi dai del diamante e poi mi dici che sono stupido?”
 
 
 
 
*

Jafar nel frattempo stava ridendo mentre, nella sua grossa clessidra magica, su cui era situato il diamante preso dallo scettro del sovrano, stava assistendo i due giovani discutere nella cella.

“Sì. Eccoli lì, i nostri diamanti allo stato grezzo!”
 
 
 
 
 
 
*

“Padre!! Padre! Padre!!” gridava la principessa, correndo per il palazzo.

“Bambina mia. Che cosa ti succede? Guarda che capelli. Dov’è finito il tuo bel nastro? Una principessa non dovrebbe andare in giro così.” disse il sultano guardando i bei capelli lisci e lunghissimi della principessa, sciolti dalla treccia che portava di solito.

“Padre, lascia stare i capelli, ti prego. C’è qualcosa di molto più importante di cui parlare adesso.”

“Dimmi tutto, bambina mia.”

“Jafar…ha fatto arrestare due ragazzi, che non hanno nessuna colpa. Devi rilasciarli.”

“Temo non si possa fare milady..” disse Jafar intervenuto in quel momento.

“Che cosa??”

“La sentenza dei due giovani è già stata eseguita. Sono terribilmente spiacente se si è trattato di un malinteso..” disse Jafar fingendosi spiacente.

Jasmine si coprì la bocca con la mano, mentre Jensen scattò come una molla.

“Bugiardo!! L’hai rilasciato tu non è vero?? L’hai portato nella caverna delle meraviglie!! Portami subito là da loro, fallo o io ti..”

gridò Jensen, scaraventandosi contro di lui e venendo poi fermato dalle guardie.

Jafar era rimasto spiazzato da quello che aveva detto Jensen. Rialzandosi, si era rispolverato i vestiti, dicendo:

“Questo ragazzo è pericoloso. È un folle che farnetica su luoghi immaginari e che potrebbe avvelenare la mente di altri con le sue storie fantasiose. Maestà, chiedo di rinchiuderlo..”

Jensen però aveva colpito alle costole le guardie e si mise a correre.

“PRENDETELO!!” gridò Jafar.
 
 

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Capitolo 13
*** L'altra metà del diamante ***


Jensen era riuscito a scappare alle guardie ed era riuscito a nascondersi. Aveva intenzione di restare lontano per un po’ per non insospettire lo stregone malvagio, ma non avrebbe mai abbandonato Jared.

Doveva solo aspettare il momento giusto per andare con loro alla caverna delle meraviglie!
 
 
 
Il tutto si svolse quella sera. Jafar, assieme a due cammelli – era più di quello che credeva avrebbe offerto ai due – stava portando Jared e Aladdin alla caverna.

Come aveva fatto Jensen a raggiungerli senza essere visto? Era semplice, aveva usato la cabina, che gli era comparsa misteriosamente davanti casa e gli ricordava che quella era l’ultima volta che sarebbe stata disponibile.

Neppure le cabine vogliono più essere disponibili..che mondo di merda..

Pensò Jensen.
 
Ora si trovavano nel deserto ed era notte, per fortuna Jensen poteva quindi nascondersi molto bene al buio.
 
Gli sembrò di sentire distintamente Jared lamentarsi un po’ e lo stregone deriderlo, ridendo a crepapelle. Jensen poteva immaginare perché. Jared era sensibile ai cambi di temperatura e doveva patire molto il deserto e il suo clima. Resistette alla tentazione di andare da loro e prendere a pugni quel bastardo egoista e avido di Jafar.

Prima era essenziale che andassero alla grotta.
 
 
La caverna delle meraviglie era molto più impressionante e spaventosa di quello che aveva visto nel film d’animazione. Un conto era un film per bambini, un altro, era vedere qualcosa in carne, ossa e cemento.

Vedere una specie di tigre di marmo che si innalza dalla sabbia farebbe venire il crepacuore a chiunque.

“Avanti, straccioni!! Andate e portatemi la lampada!!!” disse Jafar.

Vide Aladdin e Jared avvicinarsi alla caverna ma la grotta li spazzò via facendoli scivolare sulla sabbia con un semplice soffio della bocca.

Ci riprovarono e la tigre fece lo stesso, poi ruggì come tono di avvertimento.

“Solo i due diamanti allo stato grezzo possono entrare!!”

“Si può sapere qual è il problema?? Sono loro! I due diamanti allo stato grezzo!! O forse devo rovinarteli un po’?”  chiese sospettoso Jafar, mostrando il coltello.

Aladdin e Jared rabbrividirono.

La tigre di marmo ruggì di nuovo più furiosa che mai.

“Il primo va bene, ma il secondo…è scheggiato. Separato dalla sua metà e per questo non ha valore da solo!”

“Separato dalla sua..che vuoi dire?” chiese Jafar.

“Tornate quando avrete con voi anche l’altra metà del diamante!” dichiarò la tigre. Sembrava volesse risprofondare nella sabbia, ma Jafar la fermò.

“ASPETTA! Dove posso trovare l’altra metà??”

La tigre ruggì nuovamente scocciata.

“Stupido umano…non vedi che è a pochi metri da te?”
 


Jafar si volse e così anche Aladdin e Jared. Quest’ultimo aveva il cuore in gola perché cominciava ad avere un forte sospetto.

“Non ci posso credere! Ancora tu, vuoi morire?” chiese  Jafar, rivolto a Jensen, che si stava avvicinando spontaneamente.

“Non puoi uccidermi, perché io, sono l’altra metà del diamante!” dichiarò Jensen fiero.

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Capitolo 14
*** La storia del diamante allo stato grezzo ***


“Stai mentendo..” disse Jafar.

“Mettimi alla prova. La caverna dice che Jared è solo metà del diamante…quale potrebbe essere l’altra metà? Forse la sua anima gemella? Sarò presuntuoso, ma io sono convinto di esserlo..hai solo da provare.” Disse Jensen senza timore.

Jafar si volse verso Jared, che aveva gli occhi lucidi per quanto si sentiva orgoglioso del suo Jensen. Sperava solo di non deluderlo. Per lui era la sua anima gemella, ma se la caverna non l’avesse riconosciuto come tale?

“Va bene, mettiamo fine a questo teatrino.” Disse jafar scaraventando Jensen davanti alla grotta.
 
La grotta guardò sospettosa Jensen.

“Sì..questo..questo è l’altra metà del diamante..” disse.

Jafar rimase a bocca aperta realizzando che il ragazzo avesse detto la verità.

“Quindi..tutti e tre i ragazzi dovranno entrare?” chiese Jafar.

“VENITE AVANTI, TUTTI E TRE!” ruggì la tigre.
 

Jared e Aladdin lo fecero. Il primo lo fece praticamente di corsa. Non vedeva l’ora di riabbracciare il suo amato Jensen.

“Quanto hai rischiato per venire qui da me.” disse sospirando tra le sue braccia.

“Schh..non è niente che non avresti fatto anche tu..” disse Jensen accarezzandogli i capelli.

E RICORDATE. NON TOCCATE NIENTE.” Disse la tigre come monito per i ragazzi, spalancando le sue fauci.
 
I ragazzi rimasero a fissare la bocca della tigre che si estendeva su una caverna luminosa e misteriosa. I ragazzi allora entrarono.
 
 
 
 
 
Mentre camminavano dentro la grotta, scendendo una lunga scalinata, Aladdin inaspettatamente parlò:

“E così la leggenda del diamante allo stato grezzo, esiste. Non l’avrei mai creduto!” disse.

“Beh..sì..ma non è una leggenda, è una cosa scientifica. I diamanti allo stato grezzo sono diamanti che non sono ancora brillanti, intagliati come li conosciamo e..”

Jensen lo interruppe: “Ehm, Jared, io credo che Aladdin si riferisca alla cosa dell’anima gemella..”

Jared arrossì. “Oh..ehm..scusa..”

Aladdin si fermò a guardare i due con curiosità.

“Continua, Aladdin..ci interessa questa..leggenda.” disse Jensen.
 
“Beh, allora..anni fa ho sentito di una leggenda. Vengono chiamati diamanti allo stato grezzo, le persone..speciali. I salvatori. Coloro che sono in grado di cambiare l’ordine delle cose, di stravolgerle e cambiare il destino di loro stessi e degli altri. I diamanti portano luce, amore e salvezza. Si chiamano allo stato grezzo, perché non brillano come diamanti, non dall’esterno. Possono rispecchiare delle caratteristiche, tipo la grande bellezza, o il magnetismo o un profondo carisma, ma hanno l’aspetto di persone normali..eppure DENTRO sono straordinarie. Sono persone in grado di cambiare la STORIA. Hanno un codice genetico diverso da tutti gli altri. Sono esseri straordinari, non avrei mai creduto potessi essere uno di loro. Ho sempre pensato di essere una persona insignificante.”

“Aladdin, perché…la Grotta ha detto..che io e Jensen siamo dei diamanti a metà? È abbastanza inquietante questa cosa.” disse Jared.

“Beh..se i diamanti allo stato grezzo sono rari, ci sono anche i diamanti allo stato grezzo GEMELLI, che sono ancora più rari.”

“Quindi..cosa significa? Significa forse che le persone che sono destinate a stare insieme, che sono anime gemelle, sono diamanti a metà?” chiese Jensen.

“Dovresti essere anche tu un diamante allo stato grezzo, allora..tu e la principessa..siete destinati a stare insieme..” disse Jared.

“Non è come voi pensate..non per forza tutti le anime gemelle sono diamanti a metà.”

“Ok, adesso non riusciamo davvero a seguirti.” Disse Jensen.
 
“Ok, statemi bene a sentire…un diamante allo stato grezzo è una persona davvero speciale, in grado di cambiare i destini del mondo..ci siamo fino a qua?”

I due ragazzi fecero cenno di sì.

“Un diamante allo stato grezzo, è precisamente una persona individuale, che da sola può cambiare le cose, questa persona può anche essere destinata ad un’altra persona, che a sua volta può anche non essere un diamante allo stato grezzo. “

I ragazzi annuirono ancora, perplessi.

“Poi ci sono i diamanti allo stato grezzo gemelli. Questi, sono diamanti..come si suol dire…incompleti. Loro danno il meglio di sé in coppia, se si uniscono, se si trovano. Sono speciali, ma solo se stanno insieme, possono illuminarsi e brillare in tutta la loro bellezza. Solo insieme possono creare..la leggenda…non perché da soli non valgono nulla, ma perché quando stanno insieme generano un’esplosione di sentimenti e di energie, così potenti, da farli brillare nella loro totalità. Solo stando insieme possono dare davvero il meglio. È come se fossero una cellula sola, come se le loro anime fossero promesse da così tanti anni che è impossibile calcolarlo. È chimica, è genetica, è …penso che alla gente piace chiamarlo…DESTINO.”

Jared e Jensen erano profondamente colpiti da quelle parole.

“Io non so chi voi siate..ma è chiaro che dovete essere legati da qualcosa di davvero profondo..che magari oltrepassa anche i confini dello spazio e del tempo..”

“Ma allora tu e Jasmine?” chiese Jared.

“La principessa? Non so se siamo anime gemelle, ma anche se fosse così, forse solo uno di noi, può cambiare le cose e non lo dico con arroganza. I diamanti allo stato grezzo sono indivisibili, ma non sono geloso.” Disse con un sorrisetto.

Jared e Jensen si guardarono. Arrossirono un po’.

“Vediamo..di cercare questa lampada ora, ok?” chiese Jensen.

















 Note dell'autrice: 

eccomi qua, scusate davvero il ritardo xd so che sembra una sciocchezzuola ma credetemi scrivere questo capitolo è stato difficile xd mi disp per il ritardo ma credetemi, anche se non sembra, ci tengo tanto a scrivere questa storia in maniera un pò realistica, quindi voglio curare i dettagli e non scrivere cavolate...xd

 

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Capitolo 15
*** Il tappeto magico! ***


La caverna delle meraviglie era una caverna enorme contenente gioielli, oro, diamanti, pietre preziose, proprio come veniva descritta nel cartone animato.

“Mi dispiace davvero tantissimo che Jafar vi abbia coinvolti in tutto questo..ma perché l’ha fatto? Perché tiene tantissimo a questa lampada..ad una sola e unica lampada e non gli importa di tutti questi gioielli, per esempio? Cos’ha di così speciale?” chiedeva Aladdin.

Jared e Jensen si guardarono, indecisi sul cosa dire al ragazzo.

“Ehm..pensiamo prima a trovare la lampada, ok? Poi ci pensiamo..” disse Jensen conciliante.

Aladdin però lo guardò scettico.

“Ok, ascoltate, mi avete detto che sono destinato a fare grandi cose..entrambi, a vostro modo, me l’avete detto. Mi avete detto che sono destinato alla principessa. Sarebbe tutto molto più facile se mi diceste di che si tratta.”

“Credimi, Aladdin, non è così.” Disse Jared, ma vennero distratti, dal rumore e cicaleccio che faceva la scimmietta di Aladdin.
 
“A.Gu, la vuoi piantare??” si arrabbiò Aladdin, sgridando la scimmietta.

La scimmietta però, si abbarbicò al collo di Aladdin, squittendo.

“è spaventata.” Disse Jared.

“Cosa? Da chi?? Siamo soli qui!” disse Aladdin, guardandosi intorno.
 
La scimmietta indicò un punto un po’ lontano.

I ragazzi guardarono e videro un singolare tappeto persiano, viola, in piedi, che si nascondeva dietro un forziere.


“Un tappeto…magico..” disse Aladdin, estasiato.

“Ehi, vieni qui, non aver paura, non ti facciamo niente.” Disse Aladdin. Il tappeto arrivò da lui, facendosi accarezzare, fece le fusa come un cagnolino e poi si strusciò volando attorno a loro.

“Wowww.” Disse Aladdin, girando come una trottola. “Senti, stiamo cercando una lampada. Uhh. Avete visto? Lui sa dov’è!!”
 
Mentre anche Jared e Jensen correvano, Jensen si girò verso Jared, dicendo:

“è stato il mio sogno di sempre di vedere un tappeto magico e quando succede, mai una telecamera per immortalare questo momento!!”
 

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Capitolo 16
*** Quel momento in cui Aladdin viene messo in disparte da un Jared più determinato di lui ***


Dopo tanto girovagare, finalmente trovarono una piccola lampada in cima a una scalinata.

“Siiiiiiiiii. L’abbiamo trovata. È la lampada!!” disse Aladdin, correndo verso di essa.

“Aladdin, aspetta, non…” cominciò Jared.

“Schhh.” Lo fermò Jensen.

“Jensen, sai cosa accadrà se non lo avvisiamo..”

“Dobbiamo lasciare che il destino faccia il suo corso.”

“Ma questo non è un cartone..è reale..potremmo morire se…oddio, la scimmia.” Disse Jared, indicando la scimmia che, come da copione, prese la gemma proibita.

Subito cominciò a scatenarsi il terremoto.

“Avete toccato il tesoro proibito! Ora, non vedrete mai più la luce del giorno!”

“Oh mio dio!” dissero i due ragazzi in coro.
 
Aladdin rischiò di finire nel frattempo, dentro il lago di fuoco che si era appena creato, ma il tappeto magico salvò lui e la scimmia. Jared e Jensen erano rimasti indietro, ma il tappeto salvò anche loro, prima che le fiamme potessero risucchiarli.

Cominciò una corsa folle alla ricerca dell’uscita.

Jared e Jensen – e anche Aladdin – avevano i nervi a fior di pelle e la tachicardia a mille. Era cento volte più spaventoso di come facevano vedere nel film d’animazione.

Faceva un caldo infernale e se restavano lì troppo tempo, anche solo la temperatura avrebbe provocato gravi lesioni ai ragazzi.

“Aladdin, aspetta. Tornate indietro, non possiamo tornare su.” Disse Jensen realizzando una cosa.

“Cosa?? Che andate blaterando? Qui sta crollando tutto!!” disse Aladdin!

“Fuori ci aspetta JAFAR e non per aiutarci!” disse Jared.

“Voi state delirando, se resteremo qui ancora un secondo di più moriremo!” disse Aladdin.
 
Invece, si materializzò a sorpresa la cabina.

“Ma non era in sciopero??”

“Jensen, ti sembra il momento? Tappeto, portaci immediatamente da quella cabina!” disse Jared.

Cosa?? Ma voi siete impazziti!!” fu la reazione di Aladdin.
 
L’isolotto sul cui era situata la cabina, stava per essere risucchiata, loro si avvicinarono alla cabina e…

“Che diavolo volete fare? Entrarci?”

“Ci trasporterà in un luogo sicuro!” disse Jared.

“è una follia e in ogni caso è troppo piccola per conten..” ma Jensen soffocò le parole di Aladdin, spingendo dentro lui assieme alla scimmia e al tappeto e entrando insieme a Jared.

La cabina per fortuna sembrava essersi allargata un minimo, Jared disse subito:

“Portaci in un luogo sicuro!” 

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Capitolo 17
*** Tornare a casa ***


Aladdin, Jared e Jensen finirono su una specie di isola sperduta. Una specie di paradiso terrestre.
Uscirono dalla cabina e la cabina scomparì come suo solito.

“Al, credo che tu dovresti ora..” cominciò Jensen, ma Aladdin era già concentrato sulla lampada.

“Non capisco..sembra solo una vecchia lampada senza alcun valore..ma aspetta..qui c’è scritto qualcosa ma..non si legge bene..” e la strofinò appena.

Appena lo fece, la lampada si mise a saltare e vibrare come se avesse vita propria, si illuminò di un rosso accecante e dall’interno uscì fuori un omone tutto blu con un eco: “Ohhhhhh.”

Era ora!! Dopo diecimila anni lì dentro, uno si ritrova con il collo tutto in criccato.” Disse il Genio della lampada.

“Tu saresti stato lì dentro diecimila anni??” chiese Aladdin.

“Che favola essere di nuovo fuori, ragazzi!!” all’improvviso si materializzò una specie di microfono e il genio si rivolse al ragazzo. “Come ti chiami, ragazzo?”

“A- Aladdin…”

“Aladdin!! Aladdin nome di battesimo o nome d’arte?? Ti possiamo chiamare Al, o magari solo Din,  hai presente Freddie? Torna a casa Din, eheheh.”

“Abbiamo sbattuto la testa più forte di quello che pensavo.” Disse Aladdin, concentrandosi nuovamente su Jared e Jensen.

“Tu sei molto più piccolo del mio ultimo padrone o sono io che sono cresciuto??”

“Ferma, aspetta un momento, io sarei il tuo padrone???”

“Esatto, giovanotto, che cosa vuoi chiedermi? Tre desideri, solo tre e basta e se vuoi usarne uno per chiederne altri,la risposta è nisba. TRE. Una volta entrati nel negozio, la merce non si cambia!” disse il genio materializzando all’istante un cappello e una laurea e dandoli ad Aladdin.

“Stiamo proprio sognando!” disse Aladdin.

“Padrone, secondo me non hai ancora realizzato di che si tratta perché non passi un attimo a concentrarti mentre io passo ad illustrarti le mie possibilità?”

Da lì, il genio fece apparire numerose magie e illusioni per mostrare ad Aladdin, a tutti, quello che sapeva fare.

Jared e Jensen erano emozionatissimi, soprattutto di esser coinvolti anche loro in tutto questo.

Il Genio era strabiliante, ti trasportava come in un sogno incantato.

Quando finalmente si fermò, però, i ragazzi presero in mano la situazione, prima che il Genio riattaccasse a parlare con Aladdin.

“Questo è il destino di Aladdin, noi lo abbiamo aiutato a compierlo, ma non c’entriamo in esso.” Disse Jensen.

“Potreste…riportarci a casa?” chiese Jared.

E sebbene un po’ perplesso, Il Genio acconsentì. Avrebbe pensato poi dopo ad Aladdin e al suo vestito da principe!!
 
 
 
 
 
Quando ritornarono magicamente a casa, Jared e Jensen erano ancora molto confusi e tramortiti dall’assurdo viaggio che avevano appena fatto.

Jared fece una veloce telefonata ai suoi genitori e lasciò che poi la fece anche Jensen. Beh, perlomeno loro c’erano ancora.

“Forse avremmo dovuto..rimanere con loro?” chiese Jared, stranito,pensando ad Aladdin e gli altri.

“No..non è il nostro destino, Jared.” gli ricordò dolcemente Jensen.

“Ma allora qual è? Jensen, non sono più sicuro di sapere chi sono..da dove vengo..il mondo dove vivevamo, è cambiato..e abbiamo fatto così tanta fatica per adattarci a quello di prima..io so solo che ti amo, questa è l’unica cosa che so.”

“Ed è l’unica che conta.” Disse Jensen, baciandolo dolcemente.

















 Note dell'autrice: 

che casino! xd ma ecco che finalmente i due ragazzi riescono a tirarsene fuori xd se avete pensato infatti, che avrei seguito la storia di aladdin fino alla fine, avete sbagliato infatti ahha xd

succederanno altre cose..ma è complicato xd

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Capitolo 18
*** Dacci la lampada! ***


La storia e il destino di Aladdin e della principessa si era compiuto. Era passato diverso tempo da quando Aladdin, Jared e Jensen si erano salutati e nel frattempo erano accadute un mucchio di cose. Aladdin aveva conquistato il cuore della principessa e fatto fuggire il traditore Jafar, riuscendo a spezzare il sortilegio che aveva reso suo prigioniero il sultano!

Ora il sultano voleva presentare Aladdin ai suoi sudditi per far conoscere colui che avrebbe sposato la principessa e che sarebbe un giorno diventato sultano!

Jared e Jensen erano felici che tutto si era svolto esattamente come era destinato a compiersi.

Non potevano immaginare che Aladdin, in piena crisi per il fatto che sarebbe potuto diventare sultano, li aveva chiamati per essere rassicurato.
 
Quando furono a casa sua, Aladdin si era sfogato con loro.

“Vogliono che diventi sultano, cioè vogliono che il principe Alì, diventi sultano, ma senza il Genio..io sono solo Aladdin.”

“Al, tu vali tantissimo.” Provò Jared.

“No! Se qualcuno pensa che valgo qualche cosa,è solo grazie al Genio! Cosa succederebbe se venissero a scoprire che io sono solo..uno straccione da quattro soldi? Se lo scoprisse la principessa? La perderei. Non posso rischiare. Io non..non posso liberare il Genio.”

“Aladdin, tu non devi dire assolutamente queste cose al Genio.” Disse Jared.

“Jared..” lo rimproverò Jensen.

“Dovrò farlo prima o poi..” disse sconsolato Aladdin.

“No, Jensen..non mi interessa se questo cambierà la storia. Ormai Aladdin è diventato nostro amico..se possiamo risparmiargli qualche sofferenza in più, non credo che questo cambierà la storia.” Disse Jared risoluto.

“Che..che cosa vuol dire cambiare la storia?” chiese Aladdin.

“Ormai è troppo tardi. Dobbiamo dirglielo, Jensen.” disse Jared.

“Dirmi che cosa??” chiese ancora Aladdin.

“Ok..” iniziò Jensen. “Ti racconteremo tutta la verità, ma devi prometterci di non dare di matto, intesi?”
 
 
 
 
*

Un’ora dopo….

“Quindi voi siete di un altro pianeta? Siete degl alieni?” chiese Al.

“Una specie.” Disse Jensen.

“E io…non sarei vero? Sarei solo un’invenzione? Una favola?” chiese Al sbigottito.

“Al, no…” disse Jared. “Noi siamo portati a pensare che quelle che crediamo favole, racconti o storie, nel nostro mondo, possano esistere in qualche modo, davvero, in altri universi. Come questo, per esempio.” Disse infine.

“Quindi..gli scrittori sarebbero come profeti che vedono quello che accade davvero in altri mondi?”

“Sì..crediamo possa essere così.” Disse Jensen.

“Ma..se voi non appartenete a questo mondo, cosa ci fate qui? E la cabina cosa c’entra in tutto questo?”

“Beh, noi..è cominciato tutto con l’incantesimo di una fata, poi siamo arrivati a questo.” Disse Jared.

“E siete sicuri di potervi fidare di lei?”

Jared e Jensen non sapevano cosa rispondere ora. Cominciavano ad avere dei dubbi, in fondo non li aveva forse abbandonati?

“Sentite, perdonatemi se faccio fatica a credere al fatto che mi state dicendo che tutta la mia vita sia già scritta. Dov’è finito il libero arbitrio??”

Esiste.” Disse Jared. “Infatti quando noi siamo arrivati, abbiamo modificato alcuni elementi chiave della tua storia.”

“Jared, questo non è esattamente il modo per rassicurare qualcuno..” gli fece notare Jensen.

“Ma…ma..se è il mio destino, voi che cosa ci fate qui??” chiese Aladdin sempre più stupefatto.

“È colpa dell’incantesimo della fata. Ha modificato il corso naturale del vostro destino e noi abbiamo dovuto rimediare!” disse Jared. “Senti, sei libero di non crederci, se vuoi, ma ti consigliamo di nascondere la lampada da noi. È più sicuro, dal momento che Jafar e Iago stanno solo aspettando una tua distrazione per prendere la lampada.”

“Ma voi avete Già modificato la storia. Forse non abbiamo bisogno di ricorrere a questi mezzi. Forse la storia è già cambiata.” Si ribellò ancora Aladdin.

“Hai per caso finto di essere un principe che non sei, la principessa ti ha rifiutato, poi quando ha inteso che in realtà eri tu, ti ha accolto e avete fatto un fantastico giro panoramico sul tappeto, tra le nuvole?” chiese Jared.

“Sì, ma..”

“Gli scagnozzi di Jafar hanno cercato di annegarti, ma il genio ti ha salvato, dopodiché sei tornato a palazzo e sei riuscito a far scacciare il traditore Jafar rompendo il potere che il sultano aveva su di lui?” continuò Jensen.

“Sì, ma…”

“Bene. Mi sembra che la storia sta continuando il suo corso. Ora, è meglio che ci dai la lampada.” Disse Jensen.

“Va bene, avete vinto! Ma.. tutto questo come può aiutarci a sconfiggere Jafar??” disse Aladdin, consegnandogliela.

Jared e Jensen si guardarono, senza sapere cosa dire.

















 Note dell'autrice: 

eccomi! xd non ve l'aspettavate uno stacco così grande eh? xd e ancora tante sorprese devono accadere!! xd questa storia sta per finire, ma..ci saranno altri sequel xd che non avranno niente a che fare con le favole però, giuro xd anche la storia di "il caso di sam" sta per finire <333

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Capitolo 19
*** Scomparsa! ***


“Aladdin, ti preghiamo, dopo potremmo fare un miliardo di elucubrazioni, ma adesso è meglio che ci dai la lampada. Dobbiamo metterla al sicuro.” Insistette Jensen.

“Beh, mi offende un po’ che pensiate che con me non sia al sicuro, ma..vado a prenderla, va bene!” disse Aladdin.

Jared e Jensen si guardarono senza parlare, perplessi, per poi sgranare gli occhi, quando Aladdin cominciò a dire:

“Eppure ero sicuro..no, deve essere qui, l’avevo messa..oddio no, per favore, ditemi di no..deve essere quiiii!”

“Aladdin, che succede?” chiese un inorridito Jared.

“LA LAMPADA!! È SCOMPARSA!!” gridò Aladdin allarmato.
 
Jared e Jensen sospirarono. Non si poteva impedire al destino di fare il suo corso, ma..forse era meglio così. Stavano per giungere al round FINALE.

Non sapevano ancora che Jafar aveva in serbo una grossa sorpresa per loro.

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Capitolo 20
*** Scoperti! ***


Aladdin era scappato a perdifiato, perché aveva intenzione di raccontare tutto alla principessa. Jared e Jensen lo seguirono, immaginando che di lì a poco, sarebbe successa la tragedia.
 
“Aladdin, ma dov’eri finito, mio padre ha radunato tutto il popolo per annunciare il nostro fidanzamento!”

“No, aspetta, Jasmine, tu non capisci..io..”

“Buona fortuna!” disse Jasmine, spingendolo fuori in terrazza per farsi acclamare.
 
Aladdin purtroppo però non fece in tempo a salutare il popolo che lo applaudiva, che saltò fuori uno spettacolo raccapricciante.

Un genio GIGANTESCO si trovò a spezzare via il palazzo con solo le mani.
 


“Ma che cos’è. Che cosa sta succedendo, si può sapere? Che cosa mi sta succedendo?” gridava il sultano mentre veniva spogliato magicamente dei suoi vestiti, che comparivano su misura a Jafar.

Jafar si trovò a ridere sguaiatamente.

“Jafar!! Tu , vile traditore.” Disse il sultano.

“Da oggi questo vile traditore, sarà sultano!” disse il pappagallo.

“Genio, NOOOOO.” Gridò Aladdin al suo vecchio amico.

“Mi dispiace, ragazzo. ho un nuovo padrone adesso.”
 
"GENIO! Voglio che mi trasformi nello stregone più potente di tutto il mondo!!"

"GENIO, FERMATIIII!" disse Aladdin, raggiungendolo grazie al tappeto e cercando di fermargli il dito, ma niente poteva fare contro la sua forza, quindi esaudì anche quel desiderio.

“Dunque…dov’eravamo rimasti, ah sì, ricambiare le umiliazioni!!” disse Jafar, rendendo immobili Jasmine e il sultano con la forza del suo scettro.

“Principessa, sto morendo dalla voglia di presentarvi qualcuno!”

“JAFAR! NON LA TOCCARE!”
 
“E così, principe Alì, ormai è finita, la realtà è questa qua..dai retta a me..le tue menzogne oramai, ti han cacciato nei guai..dite addio al principe…Alìììì.." disse Jafar. spogliandolo magicamente dei suoi vestiti e facendogli tornare i vestiti di uno straccione."O FORSE dovremmo dire Aladdin?”aggiunse il pappagallo Iago.

“Alì..” disse Jasmine scioccata.

“Jasmine..io ho cercato di dirtelo, che sono solo un…”

“E così finisce qui questa commedia….ecco qua, Aladdin, sa, che gli accadrà..”
 
“Lascialo stare!!” urlò Jared e questo attrasse l’attenzione di Jafar.



“E quello che accadrà anche a voi..” disse Jafar facendoli alzare grazie allo scettro.

“Jafar..non hai speranze..di farcela…noi..Aladdin..” disse Jensen.
 
“Avete raccontato anche agli abitanti della città da dove venite veramente? Gli avete raccontato che venite da un altro mondo, con la presunzione di sapere già come andrà a finire?”

Tutta la popolazione fissò basita i due ragazzi.

“Non è vero! Non credetegli!” disse Jensen.

“I nostri due eroi vengono da un mondo in cui ci sono persone con poteri magici, persone che possono decidere del destino di noi quaggiù, o in altri universi. Diteglielo a tutti, che sapevate già tutto quello che sarebbe successo anche qui, anche questa mia mossa, perché l’hanno decisa quelli della vostra specie.”

“NO, NON è VERO!!” gridò Jared.

“Quindi se io vi sto terrorizzando adesso, non è colpa mia, ma…LORO!”

“BUGIARDO!!!!! “ gridò Jensen.

“GENTE, POPOLO DI AGRABAH. Queste persone sapevano già che saremmo arrivati a questo, ma non hanno fatto nulla per fermarmi. Chi è il vero malvagio in questa STORIA, con cui dovreste prendervela? Io, una povera marionetta senza fili, o i grandi burattinai, di un altro mondo?”

“Non ascoltatelo. Le cose non stanno come dice lui…noi non siamo..” tentò Jared.
 
“E così finisce qui..anche questa commediaaa.  La stella vostra se ne va e mai più tornerà. Addioooooo.” Disse, facendo partire Aladdin e la scimmia, via come un razzo, all’interno di una torretta di un palazzo.

Jared e Jensen, invece, furono liberati, ma dovettero fuggire subito, perché gli abitanti si stavano per rivoltare contro di loro.

“TAPPETO!” lo chiamò Jared e per fortuna riuscirono a scappare alla loro ira.

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Capitolo 21
*** Nostradamus ***


Jared e Jensen si erano rifugiati in un parco. Erano ancora nascosti quando all’improvviso si avvicinò un vecchietto.

“Finalmente vi ho trovati.” Disse. Aveva una lunga barba bianca, ma i capelli marroncini corti.

“Sentite, non è come pensate..noi non siamo..” cominciò Jensen.

“Noi dobbiamo parlare. State tranquilli, io sono dalla vostra parte. Andiamo a casa mia.” Disse.

Jensen guardò Jared perplesso.

Un vecchietto con una lunga barba bianca?

Che aiuto avrebbe potuto dare a loro?

“Andiamo.” Li incoraggiò. “Casa mia è poco distante. Possiamo arrivarci a piedi. A proposito, io sono Nostradamus..” disse.

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Capitolo 22
*** La rivelazione di Nostradamus ***


Jared e Jensen lasciarono che Nostradamus li portò nella sua casetta, che era, incredibile a dirsi, dopo che erano appena usciti da un parco pubblico..in alto! Era in alto come una piccola casetta in cima al Tibet e ci erano arrivati attraverso un labirinto fatto di cunicoli fino ad arrivare in cima. Era stato come scalare un palazzo dall’esterno!
 
“Lei fa..sempre..questo percorso quando deve andare a fare la spesa?” chiese Jensen ansimando.

“Solo quando l’ascensore è guasto. Come quest’oggi per esempio.” Disse Nostradamus indicando lo strano ascensore sotto vetro situato in cima.
 
Quando finalmente i due arrivarono, sembrava di trovarsi in un appartamento di Las vegas o di Manhattan. Era come se non fossero già più nel mondo di Aladdin e Jasmine. E poi ora Nostradamus stava facendo il caffè!!
 
“Nostradamus, apprezziamo il caffè, ma apprezzeremmo di più se ci dicesse quello che siamo venuti a fare qui..il nostro amico si trova in pericolo e…” disse Jensen.

Nostradamus fece una faccia furba.

“Ho lasciato andare il tappeto, no?”

“Ehm..beh..sì..” disse l’altro.

“Quindi è a posto, no? Il tappeto lo salverà, proprio come è giusto che deve accadere!” disse Nostradamus.

“Nostradamus, lei non si rende conto…” disse Jared allarmato.

“Io mi rendo conto di più cose di quelle che pensate o credete di sapere o di intuire! Non trattatemi come uno sprovveduto che non riesce neanche a rendersi conto che il suo nome è famigliare alle orecchie di chi lo sta ascoltando!”

Jared e Jensen si guardarono in colpa.

“Sono anch’io un personaggio delle storie, vero? Mi conoscete. O almeno, conoscete una parte di me.” disse calmo lui.

“Nostradamus, noi..” disse ancora Jared.

“Sì.” Ammise Jensen.
 
Nostradamus li guardò profondamente e poi disse:

“Il genere umano, ha da sempre avuto una sua profonda convinzione tra quello che esiste e quello che non esiste, spacciandolo per verità assoluta. Vedo che le cose non sono diverse neanche in altri mondi. Ciò mi rammarica molto.”

Jared e Jensen cercarono di replicare ancora, ma lui li fermò con una mano.

“C’è una cosa però, su cui si sbagliano più di ogni altra. Una cosa su cui fanno il loro errore più grosso, lo sbaglio più colossale. Peggio della verità su quello che credono di sapere sulla vita, sulla morte, sulle malattie…ed è…LA FANTASIA. La fantasia ha sempre fatto parte dell’essere umano.il potere più grande che ha, e anche quello più umiliato da essi. È stata derisa, umiliata, sbeffeggiata…non presa sul serio. Considerata peggio della menzogna e invece andava elogiata più della verità, più della PAROLA. La fantasia non è invenzione, è potere. Il potere di vedere quello che nessun altro vede e per ogni persona è diverso. Ogni persona ha accesso al portale verso un altro mondo. La gente ha sempre visto ma non ha visto mai niente.”

“Sta dicendo che la fantasia è il potere che ti permette di vedere altri mondi?” chiese Jared.

“La fantasia è come il terzo occhio di ognuno di noi. La restante percentuale del nostro cervello, che non riusciamo ad accendere. Soprattutto è il senso della vita. Se si capisce la fantasia, si capisce anche il come veniamo al mondo, ma una simile verità è troppo terribile da venire svelata. Immaginate dover dire a una popolazione mondiale, che ciascuno essere umano, riesce a vedere il destino di un’altra persona, prima ancora che nasca magari. Dovergli dire che sua figlia è morta di tumore perché un’altra persona in un altro universo che mai vedrà e incontrerà, l’ha vista morire.”

“Sta dicendo che ogni singola persona è un dio inconsapevole che decide della vita e della morte di ognuno di noi? Mi RIFIUTO di crederci. Non riuscirete a farci credere che da sempre siamo stati vittime o esecutori di migliaia di chissà quante sofferenze…” disse Jared.

“Jared, calmati..una cosa del genere è impossibile. Nessuno è DIO. Non crederò mai che in un altro universo una mela mangerà un uomo in questo istante, solo perché io lo sto immaginando. Questa è FOLLIA PURA.” Disse Jensen.

“Ma tu non credi davvero che in questo momento una mela sta mangiando un uomo, non è vero, Jensen? è il fatto di crederci o meno che fa molta differena. E poi state perdendo il vero senso della cosa. Io non ho mai detto che siamo NOI a decidere della vita e della morte..”

“Ora sta mentendo! Lo ha appena detto..”

“No. Nella sua arroganza tipica, l’uomo pensa che la realizzazione, la trama, e la fine di una sua storia, sia opera completamente sua. È lui a decidere se fare morire o no un personaggio della sua storia..ma è un’illusione. Lui con il suo occhio interiore, immagina, o più precisamente, VEDE, cose che sono già accadute, o che accadranno davvero. Non decide niente. Crede di decidere. L’occhio è inconsapevole e per questo imperfetto. Non vede sempre, soprattutto perché non vede con gli occhi veri ma con la mente, è anche per questo che prima di giudicare una storia finita, può avere ripensamenti e scrivere diverse versioni della sua storia, con molteplici finali ipotetici.”

“E perché farebbe questo?” chiese Jared.

“Mah! Questo non è ancora del tutto provato, ci sono diverse teorie. Potrebbe essere che in un altro mondo ancora, sempre parallelo, la stessa storia è andata a finire in modi diversi. Può essere che invece l’occhio era indeciso su ciò che aveva davvero visto. Lo ripeto. È come quando sei in mezzo a una grossa nebbia e dici: cos’è quello attraverso una nebbia? È un cerbiatto o un cavallo? Allo stesso modo lo scrittore potrebbe essere indeciso su quale sarà l’interazione del personaggio, perché lui NON VEDE in realtà. È l’occhio interiore a suggerirgli la visione e la sua fantasia lo porta a visualizzarlo. La fantasia gli invia gli stimoli e lo scrittore lo trasporta in una valutazione fisica, per immedesimarsi. Ma lo scrittore crea solo quello che c’è già o che è destinato ad esserci in ogni caso.”

“Questo è impossibile..anche perché non si può concentrare una vita intera in un..film o un romanzo. Che cosa succede davvero alla fine della storia? I personaggi sono abbandonati a loro stessi?” chiese Jared.

“è importante che capiate che la storia non finisce quando c’è il cosiddetto finale. Se il profeta non vede altro, non significa che i protagonisti siano morti o che la coppia si sia lasciata..tutto il contrario. Significa solo che il profeta ha CHIUSO il suo occhio su quel mondo. Quella storia ci sarebbe stata comunque, lui ha solo deciso di pubblicarla, di farla vedere, ma ci sarebbe stata lo stesso, anche se non sarebbe stata scritta..e riguardo al finale..il profeta non è più interessato a scrutare attraverso quel mondo.è stanco. Ma tendiamo a credere che anche se non scriverà o sarà in grado di immaginare più altro, basta il fatto che lui è convinto che i personaggi saranno felici..e sicuramente vuol dire che lo saranno.”

“Quindi..Dio e la religione..” disse Jared spaventato.

“Dio non è messo in discussione. Questo non ha niente a che fare con Dio. I profeti possono solo vedere personaggi di altri mondi paralleli..non decidono per loro, neanche quando credono di farlo. Quando dicono: no, non deve morire, ora scrivo che si salva..è perché sono consapevoli che è destino che si salverà. “

“Ci sta dicendo però che noi vediamo personaggi di altri mondi..ma allora..chi vede..NOI?” chiese Jared ancora più spaventato.

“Persone di altri mondi, ovviamente.” Disse Nostradamus sorridendo.

Jared e Jensen erano più straniti che mai e cercarono di riconcentrarsi per non perdere di vista almeno la LORO realtà, visto che a quanto pare ne esistevano molte.

“Nostradamus, la prego, tutto questo è molto interessante, ma non ci ha ancora detto dove vuole andare a parare e perché ci ha portati a casa sua.” Disse Jared.

“Dove voglio andare a parare io?? Io VI CONOSCO, PICCOLI DISGRAZIATI E INSOLENTI!” Disse l’altro.
 

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Capitolo 23
*** ingannati ***


“Coooosa??” chiesero in coro Jared e Jensen. Potevano sopportare la qualunque, potevano digerire anche il fatto degli scrittori umani profeti, ma questo no.

“Nostradamus, noi siamo assolutamente certi di non averti mai conosciuto..” disse Jensen.

“E se ora tu ci dirai che sei stato tu a scrivere del nostro destino..beh..non crediamo di essere pronti per quest..” cominciò Jared, ma Nostradamus li bloccò, ridendo sonoramente.

“Non intendevo dire questo. Intendevo dire che io sono uno stregone e so molto cose. So anche che le vostre anime sono così risonanti e speciali da essere anime gemelle non solo nel vostro universo, ma in numerosi altri.”

“Che cosa?? ripeterono loro.

“ è così. I vostri sentimenti sono così potenti, che l’Universo ha a quanto pare deciso, che due soli di voi sono troppo pochi e ha fatto in modo di crearne tanti altri. Certo, ogni essere umano ha qualche suo clone in altri mondi, ma un caso come il vostro..è davvero molto raro. Vi amate così tanto che due Jared e Jensen sono troppo pochi per un solo universo, in qualche altro non vi chiamate nemmeno Jared e Jensen.”

“E tu..sai tutto questo..perchè?” chiese Jensen.

“Sono uno stregone. Le cose mi appaiono in sogno. Sapevo che delle persone così speciali sarebbero arrivate qui e che avrebbero combinato un gran bel casino e che io avrei dovuto aprire loro gli occhi per farli tornare a casa…” disse nostradamus.

Jared e Jensen divennero cupi.

“Allora non disturbarti…noi non abbiamo più una casa..eccetto quella nuova che hanno creato per noi” disse Jared.
 
Jared e Jensen raccontarono così allo stregone, tutta la storia della loro vita, da quando Jared era una bestia, a quando si ricordarono di essere stati fratelli, a quando la fata li aveva portati laggiù in un altro mondo, per farli vivere felici e sereni per il resto della vita.

Ci misero quasi un’ora e mezza per raccontare tutto per bene, dopodiché Nostradamus disse:

“Figlioli, mi dispiace tanto..”

“Lo sappiamo..è una storia complicata..”

“No. Mi dispiace tanto perché siete stati ingannati. Quella fata vi ha presi in giro.” Disse, lasciandoli basiti.

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Capitolo 24
*** Il Quando preciso ***


“Nostradamus, non puoi dirci una cosa del genere, dopo tutto quello che abbiamo passato.” Disse Jared spaventato.

“L’unico appiglio e sostegno che abbiamo in questo mondo, oltre a noi stessi, è la fata. Non puoi dirci che è nostra nemica.” Disse Jensen.

“Sentite..”  

"Ci rendiamo conto che sentire con le proprie orecchie che il mondo che credevi reale, fino a ieri non esisteva, ma ti garantiamo che..” disse Jensen.

“Figlioli, il mio non è orgoglio ferito, è semplice buon senso. Sono ANNI che mi occupo e studio il cosmo e le dimensioni parallele, questo mondo non può essere nato solo nel momento in cui voi avete cambiato il destino di un’erba. A proposito, avete detto che in principio il re se n’era sbarazzato??” chiese sorpreso.

“Sì.” Annuirono in coro loro.

“Mmmm..questo è veramente molto strano. La storia non dice questo.” Riflettè.

“Perché è stata cambiata da noi..” disse Jared un po’ confuso, facendo fatica a ricordarsi però il senso di tutto questo.

“E perché l’avete cambiata? Perché ce n’era bisogno?” chiese ancora nostradamus sospettoso.

Jared cercò di ricordarsi le parole della fata…

“Come ho già detto, conseguenze serie si scatenano quando, non avendo i diritti di farlo, si cerca di influenzare o modificare la legge del cosmo. Io ho creato una realtà felice per voi..ma facendo questo, ho scatenato delle vibrazioni e radiazioni che sono andate a sabotare le linee del tempo, quando questo succede, la realtà come era o come sarebbe dovuta essere, cambia, oppure non può compiersi proprio. Era scritto nel destino che la principessa Jasmine avrebbe dovuto incontrare Aladdin, in questa realtà, ma grazie al mio intervento, ella è cambiata. Tutti sono cambiati..e il destino ha rischiato di non potersi compiere.”

“Rischiato?” domandarono Jared e Jensen in coro, che avevano notato l’uso del passato.

La fata sorrise.

“per merito dell’intervento di Jared, che è tornato nel passato, ha fatto in modo che il re non si desse per vinto e desse vita alla lampada magica.”

 
“Questo è quello che ha voluto farvi credere.” Disse Nostradamus tranquillo.

“Credere??” dissero loro stupiti.

“Sentite, non vi pare un po’ strano che la…legge del cosmo decida di ribellarsi ai cambiamenti e alle interferenze della fata con le leggi della natura, creando un’ulteriore aberrazione nel tempo? La legge del cosmo non funziona così. Deve sistemare i casini, le anomalie, non peggiorarle, tantomeno per una ripicca.”

Jared e Jensen erano costernati.

“E in più si lascia a VOI il compito di porre rimedio? Perché voi siete ovviamente i SIGNORI DEL TEMPO. Come no.” disse Nostradamus con sarcasmo.

“Ma..IL TEMPO è cambiato davvero.” Disse Jensen scioccato.

“Confermo! Siamo tornati indietro nel tempo e abbiamo convinto il re a..”

“Sì, lo so. Avete viaggiato attraverso la famosa cabina, che guarda caso è accessibile a voi, in qualunque momento ne abbiate bisogno. Non vi sembra un po’ strano? Quell’oggetto è davvero una cosa potente e pericolosa. È tenuta da me sotto stretta sorveglianza e sempre per una strana coincidenza, è scomparsa dal mio radar giusto quando siete arrivati voi.”

“Forse ha riconosciuto in noi degli intrusi e ha voluto aiutarci..” disse Jared.

“Non era mai sfuggita al mio radar prima d’ora. In più mi chiedo perfino se voi abbiate davvero viaggiato nel tempo. Tutta questa storia mi sembra sempre più marcia. Non ho ricordi di questo mondo antecedente che voi avete raccontato, in cui tutti erano…come chiusi dentro una piccola bolla felice..”

“Perché forse cambiando il passato, si è plasmato come se fosse sempre stato così.” Disse Jensen ostinato.

“O forse la fata vi ha preso in giro e non è mai esistita un’Agraba alternativa, o forse avete viaggiato nel tempo per ovviare a un’anomalia che non ha creato il cosmo, ma lei stessa.”

“Perché avrebbe dovuto farlo?” chiese Jared fissando il fidanzato, sempre più scioccato,

“Questa storia puzza peggio di una fogna. Vi suggerisco di tornare a casa nel frattempo. Io mi impegnerò a fare delle ricerche astrologiche sui vostri temi natale e con i miei poteri riuscirò anche a capire probabilmente da che realtà venite, ma mi ci vorrà tempo..qualche giorno..”

“C-come quale realtà?? Ti abbiamo detto da dove veniamo, no? Sappiamo che con tutti i mondi che abbiamo cambiato, può sembrare confusionaria la cosa, ma ti assicuriamo che..”

“Non avete capito. Ho capito che venite dalla TERRA, ma è importante capire la data precisa, l’anno preciso. Credo che verranno fuori cose piuttosto interessanti appena mi metterò a investigare, ma adesso dovete andare a casa.”

















  Note dell'autrice: 

se siete sconvolti adesso, non potete immaginare quante altre sorprese ci saranno ahhahah

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Capitolo 25
*** Qualcosa che deve tornare alla luce ***


Quando Nostradamus disse a Jared e Jensen che dovevano tornare a casa, questo fece tornare in mente ai due, i loro genitori!!

“Se tutti ora staranno parlando di noi, può darsi che la notizia abbia raggiunto anche le loro orecchie!!” disse Jared.

“E anche se non esistono televisioni ad Agraba, potrebbero comunque..” disse anche Jensen.

“Ah, capisco, non sapete come dire loro, che non siete di questo mondo. In tutto questo tempo non siete riusciti ancora a dirglielo?”

“Ehm…” dissero i due vergognandosi.

“Ok..non preoccupatevi. Per il momento credo si possa tenere ancora la bocca chiusa…questa è una cosa a cui penseremo dopo, ma credetemi, non è così tragica come sembra. Certo che non avrei mai pensato che una persona potesse essere tanto crudele. Addirittura convincere due coppie del fatto che hanno dei figli…”

“Ma noi siamo veramente figli loro..” disse Jared con le lacrime agli occhi e Nostradamus guardò gli occhi dei due ragazzi ed ebbe pena per loro.

Quella…”Fata” aveva fatto loro davvero il lavaggio del cervello. Non era giusto. Neanche un po’. Forse era anche più terribile, pericolosa e crudele di Jafar, ma intanto aveva donato una felicità a quei due ragazzi. Effimera, illusoria, ma pur sempre felicità.

“Ragazzi, tutto questo è veramente troppo. Concentriamoci su un problema alla volta, ora, okay? Per il momento aspettiamo che Aladdin..torni e riesca a far compiere il suo destino con la principessa..voi restate nascosti..non ci servono altri casini..io intanto mi prenderò del tempo per cercare di capire da che dimensione e tempo davvero venite..poi decideremo il da farsi.”
 
 
 
Jared e Jensen fecero come Nostradamus aveva loro ordinato. Nel frattempo erano passati altri due mesi. Aladdin aveva sconfitto Jafar e si preparava a sposare la principessa. Jared e Jensen si chiesero se Jafar sarebbe tornato di nuovo, come diceva la storia, ma non volevano immischiarsi più. Nostradamus era stato perentorio, quando disse loro di evitare altri casini.

Ne approfittarono anche per recuperare il tempo con i loro genitori. Veri, falsi, illusori…comunque erano ormai affezionati a loro. Per fortuna tutti sembravano ormai essersi dimenticati del gran polverone lanciato da Jafar. Forse alla fine non ci avevano creduto. Era davvero una cosa grossa da credere.
 
Un giorno, Nostradamus li convocò grazie al messaggio di una colomba che portò il messaggio su una loro finestra.

Loro tornarono quindi da Nostradamus, grazie al tappeto volante.
 
Questa volta, fortunatamente, l’ascensore funzionava. Era anche piuttosto elegante. Certo, avrebbero potuto usare il tappeto stavolta, ma erano curiosi di farsi un viaggetto sull’ascensore esterno.
 
 
“Allora, ragazzi..vi consiglio di sedervi, perché la cosa che debbo dirvi, potrebbe provocarvi MOLTO shock….” Disse Nostradamus.

“Oh mio dio..” sussurrò Jared.

“Nostradamus, così ci fai preoccupare..” disse di rimandi, Jensen.

“Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita. I vostri temi natali..i vostri fulcri energetici..sono come schegge impazzite..il vostro karma è come un satellite impazzito..” disse Nostradamus sotto shock.

“Nostradamus, ti preghiamo, sii più chiaro..” disse Jensen, stringendo la mano di Jared. “è a causa dello sbalzo negli altri mondi? Ci ha..rovinati?”

“Sì..e no. Non è tutto qui.”

“Oddio..c’è altro?” chiese Jared.

“Okay, ascoltate….vedete questi simboli? Questo è il vostro tema natale. Questi asterischi..sono il vostro karma..questi puntini bianchi..il vostro passato..” disse Nostradamus mostrando loro dei numerosi puntini bianchi.

“E tutti questi puntini neri cosa sarebbero?” chiese Jensen.

“Delle falle. Dei punti oscuri.” Disse Nostradamus.

“P-unti oscuri?”

“Significa che c’è molto di più di quello che voi ricordate. Vedete questi scintillii come stelle? Segna la vita, segna il passaggio da un mondo ad un altro.”

“Ma allora è giusto. Abbiamo attraversato più mondi prima di venire qui..” disse Jensen.
 
“Ho fatto una schema e credo di poter dire con approssimazione che i mondi che avete attraversato siano…questi. Questi cerchi tratteggiati con un piccolo sole nero. Sono in tutto CINQUE.”

I ragazzi fecero un rapido calcolo e poi scossero la testa confusi.

“Nostradamus, deve esserci un errore…i mondi che abbiamo cambiato sono TRE. Quello in cui io e Jensen eravamo fratelli, e poi io sono diventato una bestia e Jensen è tornato sotto forma di un’altra incarnazione, il mondo che la fata ha scelto per noi, e questo stesso mondo che è cambiato dopo le nostre interferenze.” Disse Jared.

“No. I punti sono CINQUE, quindi dobbiamo prendere per buono TUTTE le teorie e se questa fata è davvero una grandissima bugiarda come abbiamo avuto modo di capire, dopo la morte di Dean, può averti fatto credere, Jared, che sei rimasto sempre nello stesso mondo, ma forse non era così. Riesci a ricordare esattamente cosa successe subito dopo la sua morte e l’inizio della tua trasformazione?”

“Io..no..ma è normale, voglio dire, sono passati anni..ma sono sicuro che..sono sempre stato sulla Terra..”

“Una Terra che però hai riconosciuto essere molto più simile a un paese delle fiabe moderne. Hai raccontato di una popolazione che aveva la memoria CANCELLATA su quello che fosse successo come se fosse tutta dentro una bolla. Come se fosse resettata. Ma forse è quello che ti ha fatto credere lei. Forse sei direttamente andato a finire in un’altra dimensione ancora. La Terra di cui facevi parte non è mai diventata un paese delle fiabe, non a causa tua soprattutto.”

“Perché avrebbe dovuto escogitare una cospirazione così grande? Cosa ci avrebbe ricavato? E Jensen? Lui è tornato davvero in vita. Come lo spieghi?”

“Infatti mi chiedo se anche Jensen sia veramente morto quel giorno” disse, ma Jared prese male la cosa.

“Nostradamus, per favore..non scherziamo su questo..io ho sofferto molto quando il mio amore morì..” disse.

…”Non voglio mettere in dubbio quello che mi abbiate detto, ma la cosa è alquanto strana. È strano perché Jensen in teoria avrebbe potuto rinascere solo sullo stesso pianeta in cui è morto, a meno che, tutto il procedimento sulla reincarnazione non si sia evoluto e ora non sia possibile rinascere anche in mondi diversi…o a meno che il mio ragionamento non sia del tutto sbagliato..ma non è tutto..abbiamo parlato di CINQUE mondi.. e ora arriva la cosa più interessante..perchè appunto, dato che mettendo per assurda la teoria che il mondo in cui Jared era una bestia, non era la vera TERRA, rimane comunque ancora un MONDO…ed è nero segnato da puntini bianchi..è diverso dagli altri.”

“E questa diversità che cosa starebbe a significare?” chiese Jared sempre più sconvolto.

“Il nero con il bianco in queste circostanze simboleggerebbe una memoria rimossa..qualcosa che deve tornare alla luce.”
 
 

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Capitolo 26
*** Tornare a casa ? - prima parte ***


Nostradamus aveva tenuto un discorso in una piazza pubblica decidendo di parlare una volta per tutte, di questo argomento scottante. La verità dei mondi paralleli. Fece un gran discorso e alcuni gli diedero del pazzo, altri applaudirono. Lui portò delle prove, dei certificati cartacei, numerose mappe con diversi geroglifici e registrazioni di altre lingue, persone che parlavano provenienti da altri Universi.

“Lo so che tutto questo spaventa, ragazzi miei, ma in fondo non siamo già a conoscenza del fatto che l’Universo nasconde meraviglie a noi sconosciute? Siete già a conoscenza della mia cabina per viaggiare nel tempo. Non la usiamo spesso per non incorrere in anomalie irreparabili, ma è difficile allora a questo punto credere che non siamo soli nel cosmo, che esistano diverse realtà, oltre alla nostra? Sarebbe arrogante da credere. Queste sono cose che sappiamo da tanto tempo, amici, ma finora abbiamo voluto aspettare per sdoganare questa verità, attendendo che voi sareste stati pronti, ma ora che dei viaggiatori di altri universi sono venuti tra noi, non possiamo permettere che per colpa delle parole di uno stregone MALVAGIO, queste povere e sperdute creature, vengano messi alla berlina come criminali qualunque. È nostro dovere anzi ospitarli, fari sentire a casa, consolarli dal momento che vivono in un mondo che non è la loro vera casa. Siamo tutti fratelli nel cosmo e dobbiamo proteggerci a vicenda, perché siamo tutti figli di Dio e dell’Universo, non importa se veniamo dalla stessa madre o se non nasciamo sotto lo stesso sole.”

Queste parole vennero accolte da gran entusiasmo e commozione da tutti.

Jared e Jensen erano profondamente grati a Nostradamus, per quello che stava facendo per loro e per averli riscattati agli occhi della loro gente.
 
Quando il discorso finì, però, i due lo chiamarono da parte.

“Nostradamus, quando torneremo a casa..SE torneremo, devi farci un grosso favore.” Disse Jensen dispiaciuto.

“Tutto quello che posso fare, lo farò.” Disse lui.

“Devi far dimenticare tutto ai nostri genitori.” Disse Jared risoluto.

“Cosa??”

“Devono dimenticare chi siamo, anche che siamo mai esistiti. È a causa nostra e del nostro egoismo che loro soffriranno quando ce ne saremmo andati, perché soffriranno la nostra mancanza. Tutto perché noi volevamo una famiglia. Non possiamo convivere con questo.” Disse Jensen.

“Ragazzi..ne siete sicuri?”

“Sì.” Dissero loro.

“Ma se voi provaste a essere sinceri con loro, forse..”

“Nostradamus, abbiamo parlato con loro e sono volate lacrime e isterismi, oltre al fatto che non hanno creduto a una sola parola e pensano che qualcuno ci abbia fatto un sortilegio. Non accetteranno mai la verità e se anche lo facessero, ne soffrirebbero molto. Non possiamo permettere che soffrano per una cosa che non è vera.” disse Jared.

“Vi sbagliate. Perché anche se per poco, lo è stata.” Disse Nostradamus dolcemente. “Anche se per poco, voi siete stati i loro figli.”

“Nostradamus..” dissero loro abbattuti.

“Andate a casa da loro. Farò quello che mi chiedete, ma voi sfruttate il tempo che vi rimane, per stare con loro.” li incoraggiò.

“Nostradamus…perché sei così premuroso e dolce con noi? Siamo degli sconosciuti per te. Perché ci aiuti?” chiese Jared.
 
Nostradamus ci pensò su, indeciso su cosa dire e cosa non dire e poi propese per la verità.

“Sapete, i miei poteri mi permettono a volte di entrare in contatto con i pensieri degli altri me stesso di altri mondi..di entrare in contatto con quello che hanno provato, vissuto…e altri me stessi, vi hanno incontrati nei loro mondi. Sono state esperienze intense. Loro vi hanno presi sotto la loro ala protettrice ed erano molto affezionati a voi. Sembra destino. Forse era scritto anche che io dovessi aiutarvi anche in questo Universo. In questo mondo, non esistono dei Jared e Jensen, ma ecco che siete arrivati voi, quasi a compensare questa mancanza”

I due ragazzi ascoltarono quelle parole con occhi lucidi.

“…E chissà…forse una volta che sarete andati via, tra qualche anno nasceranno anche i Jared e Jensen di questo universo.” disse Nostradamus sorridendo dolcemente.

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Capitolo 27
*** Tornare a casa? -seconda parte ***


Come fare per tornare a casa? Al loro mondo d’origine? Era un bel problema.

Il Genio era libero, però..aveva ancora i poteri. Decise di fare questo per loro. Con i suoi poteri, li avrebbe riportati nel loro mondo.

I due ragazzi però erano titubanti, avevano ancora una questione in sospeso con la fata. Volevano chiederle chi fosse veramente, perché li aveva abbandonati e se davvero li aveva traditi. Se fossero andati via, non avrebbero potuto più domandarle niente.

Fortunatamente, sarebbe stata la fata a tornare da loro.
 
Precisamente, in una notte di tempesta, dove il Genio, assieme a Nostradamus e miscelando insieme i loro poteri con quelli della tempesta, cercavano di indirizzare il tutto per creare una tempesta spazio temporale in modo da creare così un varco temporale, dopodiché Nostradamus avrebbe fatto un incantesimo con i loro temi natali in modo da mandarli precisamente al loro tempo.
 
“Non posso permettervelo. LORO devono restare QUI.” disse la fata, comparendo magicamente.

Era brutta, tenerbosa e molto diversa da come loro la ricordavano. Sembrava anche CATTIVA.
 
“Tu?? Ci hai ingannati! “ disse Jared furibondo, ma Jensen lo trattenne. Non c’era tempo per quello. La pioggia e il vento erano più scatenati che mai.

“GENIO, VAI, MUOVITI!!” gridò Nostradamus, spazzando via la fata con un solo gesto della mano.

“Ma…”

“FORZA. NON RIUSCIRò A TRATTENERLA ANCORA A LUNGO!!”

“Ragazzi, prendetevi le mani!!” disse loro il Genio.
 


Ci furono ululati, venti e tuoni e lampi terrificanti, ma i due ragazzi si strinsero a loro più forti che potevano!

E poi finalmente: IL VARCO.

“ANDATE, FORZA.”
 
E così, saltarono! 

















Note dell'autrice: 

anche questa storia è finita!! Le note sono doverose anche stavolta!! So che magari alcuni di voi forse avranno trovato noiosa questa storia..ma..era un passaggio obbligato..a prescindere che spero vi sia piaciuta almeno un pò ^^ <3 ma comunque vi dico già da adesso che ci saranno altri sequel di questa storia..è inevitabile..e fidatevi, ci saranno molte altre sorprese, perchè non tutto è quello che sembra ^^ i nostri due ragazzi dovranno affrontare altre cose per capire chi sono davvero!!

Detto questo, non so se scriverò il sequel a breve..anche perchè con due storie DI SEGUITO sullo stesso argomento mi sento un pò stremata, ma, l'intenzione c'è ^^

ciaoooo!!

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