L'Erede

di LoveEverlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** I ***



 
10 UCCELLAIO (SETTEMBRE) - MATTINA

''Principessa Aranel?'' Elysia, l'insegnante che da anni si prendeva cura della principessa, sembrò richiamarla dall'altra parte del tavolo, ove Aranel aveva perso la cognizione del tempo, osservando fissa la finestra. 
La principessa si ritrovò ad aggrottare la fronte a quel richiamo, senza però realmente comprendere chi fosse a chiamarla. Osservava fissa le porte del regno, ad ovest, rimaste come sempre aperte lì dove sorgeva il Ponte da cui il regno aveva preso il nome. Il primo Re di Coldbridge aveva creato le mura e il villaggio partendo dal corso d'acqua calda su cui era stato costruito il ponte. Non si raffreddava mai, neppure d'inverno, fornendo dunque calore al regno anche nei momenti freddi.

"Principessa Aranel?" di nuovo quella voce, a cui però non stava dando ascolto. Era invece concentrata su quelle acque che sembravano bollire ai suoi occhi. Probabilmente si sbagliava, era troppo lontano perché potesse vedere realmente. 
"Principessa?" di nuovo, non capiva perché si ostinasse a chiamare sempre questa Principessa. Probabilmente lo stava solo sognando, come l'acqua o la luce che vedeva riflettere in essa.
Si, doveva essere proprio cosi. Era solo stanca, impaziente di scoprire se al suo compleanno la capacità al quale era destinata si sarebbe mostrata ai suoi occhi. Ormai i suoi fedeli avevano perso le speranze, ma sicuramente non lei.
Sospirò, portando una ciocca color miele dietro l'orecchio, chiudendo per un secondo gli occhi che sembravano bruciare.

"Principessa, insomma!" un salto, fu quello che fece dal suo posto sulla sedia, fin quando non si girò verso di essa per ascoltarla.

"Cosa?" domandò, leggermente irritata, spostando il peso del suo corpo sulla gamba sinistra ed incrociando le braccia snelle e calde. Probabilmente era quella la sua particolarità, in fondo a Coldbridge avevano tutti una temperatura leggermente più fredda del normale, mentre quando si trattava di lei era sempre più calda.

"Non ha ascoltato una sola parola, vero?" domandò la donna, lasciandosi andare ad un suono ricco di sdegno, le mani poggiate sui fianchi. 
Aranel scosse il capo, perché mentire alla fine? Tanto non sarebbe cambiato nulla.

"No, a dire il vero. Cosa mi stava dicendo?" domandò, schiudendo un po' le labbra in un espressione curiosa. Tanta foga doveva pur avere un motivo particolare per cui lamentarsi. Elysia sospirò, lisciandosi la gonna purpurea dell'abito che portava quel giorno. Aranel, invece, si limito semplicemente a giocare con il filo della collana.

"Le stavo parlando della festa per il suo compleanno. Sua madre vuole che inizi a lavorarci sopra." si lasciò scappare un 'oh' mentre tornava a sedersi dopo aver richiuso la tenda chiara della finestra, causa di quella sua distrazione. Elysia sembrò contenta che fosse tornata normale, tanto che canticchiò a bocca chiusa, mentre la principessa prendeva tra le mani i fogli preparati per loro dalla regina.

File e file d'invitati che neppure conosceva, fece scorrere il dito sul foglio, contando mentalmente quanti di essi fossero per lei noti. Arrivavano a malapena a venticinque. Che poi, cos'erano venuti a festeggiare? Compiva diciassette anni, certo, ma del famoso potere ancora nessuna notizia.
Depressione, depressione, depressione. 
Si morse l'interno della guancia mentre iniziava a firmare gli inviti al ballo, con poca voglia rispetto a quella di chiunque. Persino gli abitanti di Coldbridge erano più contenti di lei per i festeggiamenti in arrivo.

"Principessa si sente bene? La vedo distratta oggi." Elysia aveva proprio occhio per certe cose, lo aveva capito dopo dieci sbuffi e cinquanta suoni di afflizione che aveva emesso da quando era tornata ad ascoltarla.

"Si, non si preoccupi... sono solo terribilmente stanca." avrebbe aggiunto 'di dover aspettare', ma non era tanto sicura che la donna sarebbe stata realmente in grado di comprenderla. Non faceva parte della famiglia reale, non aveva poteri, dunque non capiva cosa si provasse ad esserne l'unica senza. Si affrettò a firmare altri fogli, prima di iniziare a parlarne.

"Dovrebbe riposare, allora. Finisca di firmare questa pila e poi vada in camera. Continuerà dopo..." Aranel annuì, dovendo farlo ma senza alcuna voglia, voleva solo uscire un po' dal castello, coperta dal mantello sgualcito che Ingrid, la sua serva, la aveva dato e raggiungere il ponte assieme ad Axel, il suo cavallo. Farlo uscire un po' dalle stalle sarebbe stato utile ad entrambi e lei avrebbe potuto osservare l'acqua che vedeva ancora bollire nella sua mente.
Scosse la testa, tentando disperatamente e senza successo di scacciare quell'immagine. Elysia la squadrò con un sopracciglio alzato e ticchettò poi con la piuma sul tavolo, così da farla continuare.

10 UCCELLAIO - POMERIGGIO

Alla fine era riuscita ad uscire dal castello, nonostante fosse stato difficile convincere sua madre Lothiriel che sarebbe stata in grado di completare tutto il lavoro nel pomeriggio. Fortunatamente però alla fine era scappata con una scusa ed aveva recuperato Axel, prima che qualcuno si accorgesse di lei. Ingrid le aveva rapidamente dato il suo mantello, che conservava nella sua casa vicino al castello, così da non farle perdere tempo ed era riuscita ad affrettare il tutto. 
Ovviamente aveva promesso che sarebbe stata attenta, ma sicuramente quello non sarebbe stato un problema. Coldbridge era il luogo più calmo e sicuro esistente in quelle Terre.

"Buono Axel. Fermo." tirò un po' le redini per far fermare il cavallo poco prima del fiume e smontò dalla sella, dirigendosi a piedi verso l'acqua. 
Aveva lasciato Axel, che non si sarebbe in ogni caso allontanato da lei e lentamente, camminando verso l'acqua, la osservò per vedere se ancora stava bollendo. Dietro di lei Axel brulicava l'erba placidamente, così da non darle ulteriori problemi.

Sembrava però che si fosse sognata tutto, difatti non vi era alcuna anomalia dal solito movimento del fiume che si muoveva verso est. Partiva dalle montagne di BlackIce per arrivare al villaggio di Oxason, vicino al mare in cui questo sfociava. 
Un po' triste per l'essersi sbagliata, si sedette sulle sponde di questo, giocherellando ancora con la sua collana, controllando Axel che si abbeverava poco più su.

"Eppure ero sicura..." strinse il sottile filo argentato più del necessario, probabilmente, perché questo si staccò dal suo collo per atterrare ai piedi della sua gonna e scivolare sulla stoffa. Cadde nel fiume, finendo così nell'acqua ma rimase, fortunatamente, impigliato ad una sporgenza cosicché l'acqua non la trascinasse via. 
Tolse di dosso il mantello, siccome nessuno l'avrebbe comunque vista, di modo ché questo non si bagnasse e lei potesse infilare la mano nell'acqua calda per estrarne la collana. Si mise sulle ginocchia, sporgendosi leggermente verso la chiara acqua cristallina per afferrare la sua collana. Il simbolo del regno, un ponte con delle grosse ali sopra una bandiera blu e oro era rappresentato anche su quel gioiello. Sua madre ne sarebbe stata senza dubbio risentita se la collana non fosse tornata con lei.
Si morse la lingua, abbassandosi leggermente per afferrarla. Sentì indistintamente l'acqua calda che le bagnava la mano, la temperatura però non era così alta da scottarla. Si piegò di più, per arrivare al filo e quando le sue mani lo afferrarono, dovette rapidamente allontanarle per l'acqua che rapidamente aveva ripreso a scorrere più velocemente.
Colse nuovamente un qualcosa brillare nell'acqua più ad ovest, vicino al bosco, dall'altra parte del fiume. Lì dove l'acqua diveniva più profonda e in cui sua madre non la mandava mai per paura che annegasse. C'era un dislivello, probabilmente creato stesso da qualche re di Coldbridge per annientare una qualche minaccia, ma Aranel non vi aveva mai posto la sua attenzione.

Anche Axel colse quella luce, ma in lui provocò più paura, tanto da farlo indietreggiare mentre l'acqua da cui si era abbeverato ribolliva nuovamente.
Di colpo, la principessa si rialzò dal terreno e per paura di finire scottata o altro, salì su Axel e lo spronò a muoversi.

"Veloce Axel!" gridò, facendo aumentare la velocità della sua andatura.
In quel momento, sembrava solo che l'impetuosa pioggia di qualche giorno prima, nonostante avesse spaventato tutto il regno non potesse essere in alcun modo comparato con questo fenomeno.



***Spazio Autrice***

Hola a todos! Ecco a voi una storia che stavo scrivendo su Wattpad, ancora in corso e che ho deciso di portare anche qui su Efp.
Spero vi piaccia, la storia di Aranel è ricca di segreti e spero tanto vi affezionerete a lei e al suo destino.
Fatemi sapere come vi sembra questa nuova storia 

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Capitolo 2
*** II ***


 

"È come vi dico, madre! L'acqua del fiume stava bollendo!" l'ennesimo urlo si propagò dalle labbra di Aranel, che con la gola secca non ne poteva più di ribadire sempre lo stesso concetto. 
Sua madre, seduta sul trono, tese le labbra in una linea sottile, serrandole al massimo per mostrare tutta la sua rabbia. 
La Sala del Trono era vuota, fatta eccezione per loro due. Da quando la principessa Aranel era giunta al suo interno, trafelata per la corsa che aveva fatto e con abiti macchiati di polvere, tutti coloro che si trovavano al suo interno erano stati mandati via per lasciarla sola in compagnia di sua madre. 
Con un solo sguardo, sua madre aveva compreso dov'era andata e, se in un primo momento era stata preoccupata per la figlia, successivamente era divenuta offesa per quel comportamento che mostrava.

"Credevo di essere stata chiara, Aranel. Non saresti dovuta uscire dal castello, per iniziare, ma soprattutto non dovresti raccontare simili storie e far preoccupare il popolo!" nonostante il tono di voce non fosse particolarmente alto, nella risposta della Regina si poteva ben cogliere tutto il suo sdegno. Aranel provò a ribattere, ma aveva quasi l'impressione che sarebbe stato tutto inutile. 
Per questo, la principessa prese un profondo respiro, tentando di tornare ad un portamento migliore, così da farsi realmente ascoltare da sua madre che altrimenti non si sarebbe interessata a nessuna parola. In un moto di ribellione però, sempre impossibile da domare, la principessa strinse i pugni invisibili se coperti dal mantello che ancora stava indossando.

"La prego allora di mandare degli uomini a controllare, sono sicura di ciò che ho visto." la regina Lothierel alzò un sopracciglio e la principessa, sospirando, chinò di poco il capo. "La prego, regina."

Odiava quando sua madre la obbligava a comportarsi in quel modo, ma sapendo anche di non avere altra scelta si obbligava in quei momenti a far buon viso a cattivo gioco e a portarle quel rispetto che, solitamente, avrebbero avuto solo sudditi e servi del palazzo.

"Vieni qui." picchiettò la mano sul trono del re, facendole un cenno affinché si avvicinasse ad esso. Aranel, però, preferì rimanere in piedi accanto ad esso, non sentendosi ancora pronta a prendere quel posto che suo padre aveva occupato in passato. 
Sua madre sorrise, indicandole con un piccolo cenno del capo la cesta di fiori poco lontano, che aveva fatto portare per abbellire il palazzo laddove altre piante erano già appassite. Aranel la prese, da sopra il piccolo seggio in legno, portandola da sua madre e poggiandola sul suo abito verde.

"Tu sei come questo fiore, figliola." ne prese uno più piccolo, che doveva ancora sbocciare. 
Era sempre lo stesso esempio, quello, dal piccolo fiore sarebbe diventata presto regina. Doveva ancora trovare la sua specialità, ma sua madre era convinta che fosse solo nascosta da qualche parte. 
"Sei in procinto di sbocciare, ma al tempo stesso ti nascondi tra altre rose con il tuo mantello di normalità. Se solo ci provassi, potresti divenire la più bella di tutte." mosse la mano, facendo crescere il fiore con quel potere che, la Corona, le aveva permesso di avere
"Però ti ostini a prender tutto alla leggera. Tuo padre é quel fiore appassito che vedi in fondo alla cesta. È morto, rimarrà sempre nella nostra memoria, ma nonostante usi i miei poteri, quel fiore non tornerà. La rosa rossa, dalle punte rovinate sono io. Porto sulle mie spalle il bene del regno, ma non potrò durare a lungo. Presto toccherà a te, Aranel, prendere il mio posto e ci sono cose che devi imparare." posò dunque la cesta per terra, tenendo con sé solo quei tre fiori, con quello piccolo tornato alle normali dimensioni.  Con una mano, inconsciamente, la regina Lothiriel toccava i petali del fiore appassito ed una lacrima le solcava la guancia, bagnando questo e l'abito che indossava.

Aranel distolse lo sguardo, non sopportandone la pressione. Era difficile per lei ricordare il padre, aveva ricordi imprecisi, alcuni nitidi e altri erano solo delle mere immagini, che sua madre voleva invece sapere ricche di vita. Era morto durante un viaggio, anni prima una forte malattia lo aveva colpito e non era più riuscito a superarla. Si era spento pian piano, lasciando alla regina il compito di portare avanti il regno e di crescere sua figlia.
Aranel sapeva che alla fine Lothiriel sarebbe voluta essere diversa, più umana di quanto a volte lo fosse con sua figlia, ma il destino a cui era andata incontro aveva scelto per lei, obbligandola ad occupare da sola un ruolo che sarebbe spettato a due persone.

"Ho cercato di comportarmi come avrebbe fatto tuo padre. Sai bene che io non sono brava a cavalcare, ma tuo padre avrebbe voluto che tu sapessi farlo. Ti è stato insegnato ad usare l'arco, più per gioco che per altro, ma queste cose io non le avrei mai permesse." sospirò, riposando i fiori nella cesta e tenendo la figlia per mano. "Ciò che voglio dire è che ho cercato di fare del mio meglio per non farti pesare la mancanza e tu devi fare lo stesso. Manderò qualcuno, se può esserti utile, ma devi imparare a scindere i sogni dalla realtà. Coldbridge è un regno pacifico, ma non per questo impossibile da destabilizzare. L'acqua che bolle non è un qualcosa di cui parlare alla leggera e se qualcuno lo scoprisse, se vero fosse, potrebbe utilizzarlo contro di noi. Chiaro?" le strinse la mano, questa volta più forte, facendola annuire rapidamente nella speranza che lasciasse la presa. Sua madre sapeva incutere terrore se lo voleva, chiunque si trovasse davanti. E forse era stato quello il motivo per cui nessuno aveva per lungo tempo provato a minare la calma che da sempre aveva contraddistinto Coldbridge. Un talento, quello, che senza dubbio aveva colpito suo padre da giovane.
Era impossibile in fondo non ammirare quell'animo da combattente che caratterizzava Lothiriel, una pacata regina che finiva per essere allo stesso tempo ben più forte di chiunque altro. Sembrava quasi impossibile da scalfire, impossibile comprendere quanti anni avesse realmente. Lontana da chiunque altro, in nessun momento Aranel era riuscita a vederla debole, impaurita da qualcosa.

"Bene, ora raggiungi le tue camere e datti una pulita. La cena sarà servita con mezz'ora di ritardo, vista la tua interruzione." affermò, tornando alla solita compostezza che non riusciva a farla apparire come una madre, riprendendola nuovamente per quel suo arrivo che non era adatto in alcun modo a quello di una principessa.

"Certo, madre." con un piccolo inchino, Aranel si diresse verso le porte e le aprì. Due guardie erano lì a controllarne l'entrata e Leon, il consigliere reale, era fermo su di una sedia ad attendere che finissero.

"Principessa." la salutò, prima di richiudere la porta dietro di sé.

***
Nelle sue stanze, Aranel era tornata a giocare con la collana nella mano sinistra, firmando fogli con la destra. La cena era stata annullata,  regina e principessa avevano mangiato ognuna nelle proprie camere e, la ragazza, aveva mangiato solo del primo e un po' di frutta, rimanendo appostata al lato destro della scrivania, lì dove la vista dalla finestra era migliore.  Probabilmente qualche firma era andata anche male, aveva osservato più il fiume e la strana luce che credeva di cogliere ad intermittenza, piuttosto che quei fogli a cui doveva apporre il nome.
La curiosità però era troppa e lei, ovviamente, non poteva resisterle.

"Mi chiedo cosa sia." affermò, assottigliando lo sguardo per osservare fuori, ma senza molto successo. 
Un leggero bussare alla porta la ridestò da quella sua posizione e si affrettò a coprire tutti i fogli non firmati, per nasconderli alla vista di sua madre o di Elysia, qualora fosse stata una delle due donne.

"Avanti." una figura piuttosto bassa, dai capelli rossi legati in una piccola crocchia si fece avanti nelle sue camere. Non ricordava di quella ragazza, dunque con tutta probabilità era una cameriera assunta da poco o che per lungo tempo aveva lavorato unicamente nelle cucine.

"Principessa... sono venuta per la vostra cena." le sembrò quasi un sussurro, quello che uscì dalle sue labbra.  Non sapeva se affidare il tutto ad un tono di voce naturale o semplicemente ad un qualche imbarazzo che questa doveva provare nel trovarsi in sua presenza.

"Certo, vieni pure. È tutto sistemato sul tavolo, grazie." non senza una certa sorpresa, la ragazza osservò il vassoio ancora piuttosto pieno della principessa. Questa però aveva riportato l'attenzione alla finestra e dunque non aveva colto quel suo sguardo che sicuramente l'avrebbe spinta a domandarle che cosa la turbasse.

"Principessa, si sente bene?" Aranel si girò, osservando quella ragazza che nuovamente le aveva parlato a sussurri, ferma accanto al tavolo con il vassoio tra le mani.

"Sì, certo." si alzò dal suo posto, sistemando le carte che tanto non avrebbe finito ed osservando come la ragazza si posasse prima su un piede e poi su un altro, dondolandosi sul posto. Leggermente, certo, in fondo Aranel conosceva reali che non sarebbero stati tanto disposti ad accettare che qualcuno si ritrovasse a ciondolare davanti a loro. Con Aranel e sua madre, invece, l'importante all'interno del castello era svolgere bene il proprio compito, o ancora non ciondolare qualora vi fossero degli ospiti. Il resto del tempo non pressavano mai nessuno, dando loro la possibilità di lavorare in tutta serenità. E forse era anche per questo che chiunque, alla fine, le raggiungeva per chiedere la possibilità di lavorare nel castello.

"Vuole che le porti del latte caldo?" chiese e rapidamente si morse il labbro, affrettandosi a continuare nel momento in cui colse l'espressione confusa di Aranel per quella sua proposta. "Mia nonna diceva che quando avevo un pensiero..."  Si fermò, senza continuare la frase, tenendo lo sguardo basso convinta di aver molto probabilmente offeso la principessa con quella sua intrusione, nonostante semplicemente

"È per questo?" chiese e lei annuì, obbligandosi a farlo.
Ammetteva che la sua era stata una frase stupida, detta di getto e probabilmente fastidiosa per la stessa reale nonostante avesse riso. In fondo si poteva pure fingere di essere realmente divertiti.
"Sì, mi sembra un'ottima idea." gli occhi della ragazza però s'illuminarono di colpo e fece un profondo inchino prima di uscire dalla camera.

Scuotendo un leggermente il capo Aranel si obbligò ad entrare nel letto, accedendo con una candela le tre piccole luci al suo fianco e posando tra le gambe un libro. Doveva pur sempre far qualcosa, fin quando la ragazza non fosse tornata nella sua camera in compagnia del latte. E l'unico modo che conosceva per distrarsi completamente in quei casi era leggere un buon libro.
In questo aveva preso da sua madre, ogni volta che la carica lo permetteva infatti Lothiriel si rifugiava nelle proprie camere con in mano un tomo da poter leggere comodamente alla luce del sole, sui balconcini di cui le camere reali erano forniti.

Si appoggiò alla testiera dietro di lei, con gli occhi chiusi e tentando in qualche modo di liberare la propria mente dalle immagini che quel giorno sembravano non volerla abbandonare. Probabilmente si era fatta semplicemente prendere dall'ansia, si era immaginata tutto e questo l'aveva portata poi a creare uno scompiglio generale quando, alla fine, il tutto era stato solo frutto della sua mente.
Forse, aveva davvero bisogno di rilassarsi.
 E senza neppure accorgersene, mentre le immagini nella sua mente diventavano sempre meno nitide -ed un bussare alla sua porta tentava di ridestarla-, Aranel cadde in un sonno profondo.

"Svegliami principessa. Sono qui." una voce dolce, ma che allo stesso tempo emanava forza ed un po' di risentimento, si fece largo nella sua mente ormai assopita. Si rigirò nel letto, sentendola diventare sempre più forte nella sua mente, come un eco infinito che non accennava a voler smettere.
Strinse gli occhi, tentando di riconoscerla in qualche modo, seppur senza molto successo.
La voce, cogliendo la sua recondita domanda rise, in modo gutturale, quasi tossisse per la poca aria di cui poteva usufruire.
"Non ho un nome, Aranel... non ancora." le fece sapere, prima di tacere completamente per permetterle di addormentarsi. 


***
Eccoci arrivati al secondo Capitolo de "L'Erede"!
Cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? E sopratutto vi siete già fatti qualche idea sulla principessa e su Coldbridge?
Fatemi sapere tutto in un commento, sono curiosa di vedere le vostre idee.

LoveEverlack

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