E al momento che servirà
lotta per la libertà
difendi te e chi non può
se semini amore, amore ti tornerà
(Se vuoi – Phil Collins – "Tarzan" )
Tina era ormai diventata
un'ospite fissa della valigia di Newt.
Era uno scambio equo: lei
ospitava lui a casa sua e lui la ospitava nel suo mondo in valigia.
Aveva imparato a comprendere
la passione che spingeva il magizoologo a prendersi cura di tutte
quelle creature, tuttavia la ragione principale che la chiamava era
Credence.
Lo stava letteralmente
vedendo crescere nella sua bolla d'acqua.
Certo, era sempre fumo nero,
ma era più grande dopo ogni dose di pozione ricostituente ed i
suoi movimenti erano più coordinati.
Una volta la sorprese
prendendo la forma di un Newt Scamander in miniatura, un'altra volta
il suo aspetto.
Erano attimi che si
esaurivano quasi subito, ma indicavano che c'era un'attività
cognitiva decisamente più complessa.
Ormai l'oscuriale era grande
tanto da arrivarle oltre le ginocchia, ma più lui cresceva e
meno Tina era spaventata.
Lei aveva paura di perderlo,
non di vederlo diventare più forte.
Spesso sedeva accanto a lui
con una mano nella bolla d'acqua a lasciare che il fumo ero le si
avvolgesse tra le dita.
Credence chiedeva.
Voleva sapere del mondo dei
maghi.
Era normale che volesse
capire quale era la sua vera natura, per questo Tina gli faceva
vedere soprattutto i suoi ricordi di scuola.
Nonostante le mancassero i
suoi genitori, la sua adolescenza ad Ilvermorny era stata un periodo
magico in più di un senso.
Mostrava a Credence ricordi
del grande abete addobbato con candele vere, delle cene nella sala
comune, dei suoi tornei di scacchi.
E poi la sua vita con sua
sorella Queenie. Voleva mostrare a Credence come i maghi non fossero
assolutamente dei mostri da evitare.
Avrebbe dovuto immaginare
che prima o poi sarebbe arrivata la domanda sui maghi cattivi.
Arrivò un giorno in
cui Credence prese la forma di Perciva Graves e la mantenne con
ostinazione, finchè non fu sicuro che lei avesse capito la sua
domanda.
-È difficile da
spiegare, Credence-
Lui riprese la forma del
mago, e allora Tina decise che aveva il diritto di sapere la verità.
Si concentrò nel
pensare la sua spiegazione un passaggio alla volta.
Era meglio cominciare da
quando era stato chiaro a tutti che Percival Graves non era Percival
Graves.
Si concentrò con
forza sul momento in cui il viso dell'auror si era trasformato in
quello del mago più ricercato del mondo magico, e percepì
tutta la sorpresa di Credence.
Gli fece vedere qualche suo
ricordo del vero Graves.
Voleva che Credence capisse
bene con chi aveva avuto a che fare tutto quel tempo, che non era
assolutamente Percival Graves.
Un nodo di delusione,
angoscia e senso di colpa le serrò il petto quando Credence le
inviò il ricordi di come Graves -Grindewald, lo corresse lei-
lo aveva scaricato.
Lo aveva colpito, e poi
tutte qelle cose orribili che gli aveva detto.
Tina ebbe l'impulso di
abbracciare quel ragazzo che nella sua vita aveva conosciuto solo
dolore e tradimento, completamente dimentica che Credence non aveva
un corpo e che era racchiuso da litri d'acqua.
Si ritrovò a
stringere il vuoto e con i vestiti inzuppati.
***
Venne il momento in cui Newt
Scamander decise di partire.
Voleva portare Credence in
Inghilterra dove il MACUSA non aveva giurisdizione.
Tina capiva le sue ragioni,
ma soffriva lo stesso all'idea di separarsi da quella creatura che
stava vedendo crescere giorno dopo giorno.
Glielo spiegarono insieme
quando Credence era capace di formulare pensieri compiuti; ormai era
alto quanto loro e sicuramente era abbastanza forte per affrontare il
viaggio.
Newt e Tina si tenevano per
mano e insieme con l'altra mano accarezzavano la forma senza corpo di
Credence.
Newt gli spiegò chi
era il professor Silente, che lo avrebbe aiutato perchè era un
mago molto più capace di lui, e cercarono di fargli capire che
gli Stati Uniti non erano un posto sicuro per lui.
Credence aveva paura di
lasciare il suo paese, aveva paura del viaggio, si aggrappava a Tina,
ma in fondo sentiva che loro lo facevano per il suo bene, e questo lo
confortava.
Tina promise di raggiungerli
appena possibile. Magari passare un Natale insieme.
Credence fece balenare nelle
loro menti l'imagine di un abete addobato e di una tavola imbandita
come quella che aveva visto nei ricordi di Tina.
-Certo, Credence. Avrai un
Natale come quello, te lo prometto-
Newt ebbe la delicatezza di
lascarli un pò da soli e Tina si trovò di nuovo con i
vestiiti inzuppati ed il viso rigato di lacrime.
***
Durante i dodici giorni di
viaggio Newt passò molto più tempo nella sua valigia
che in cabina o in qualunque altro posto sulla nave.
I suoi animali erano una
famiglia e lui francamente stava molto meglio con loro che con la
maggior parte degli esseri umani.
E poi c'era Credence.
Era ovvio che il ragazzo
fosse particolarmente legato a Tina, ma ora che lei non c'era non
aveva problemi a legare con Newt.
Era un tipo curioso, ed il
magizoologo poteva passare ora a parlargli dei suoi animali e ancora
il ragazzo non era stanco.
Sembrava in particolare
affascinato dalle bestie che potevano volare: fenici, ippogrifi,
occamy, thunderbirds, draghi... Credence sembrava non averne mai
abbastanza.
Newt non capiva se questa
preferenza fosse propria di Credence o se gli arrivasse filtrata
dalle sensazioni che lui gli inviava insieme ai ricordi.
Non era poi così
importante in fin dei conti.
Newt ogni tanto gli
raccontava qualcosa della sua famiglia, ma Credence era sempre a
disagio con l'argomento famiglia, per cui quando non parlavano di
animali preferiva concentrarsi sul futuro.
Il magizoologo era molto
onesto: gli fece capire chiaramente che non aveva la minima idea di
come avrebbe potuto evolversi la sua situazione.
Dipendevano dal parere di
Silente a quel punto.
Non voleva dare a Credence
false speranze, e sentiva che lui apprezzava la sincerità.
Era meglio una verità
dolorosa che una bugia confortante, e Newt non poteva che essere
d'accordo.
***
Finalmente arrivarono in
Inghilterra.
Hogwarst era il secondo
posto in cui Newt si sentiva completamente al sicuro, dopo il suo
mondo in valigia ovviamente.
Il Professore di
Trasfigurazione Albus Silente li ricevette una domenica pomeriggio
nel suo studio ad Hogwarst.
Silente era molto simile a
come Newt lo ricordava, magari con qualche ruga in più e le
tempie e la barba più striate di grigio, ma il suo spirito era
più vivace che mai.
Il suo gusto in fatto di
vestiti era lo stesso di sempre, come testimoniava la veste di
velluto color prugna.
-Newton, che piacere
vederti, ragazzo mio. Pare che tu stia affinando il tuo talento
nell'allevare creature come io sto affinando il mio nel riprodurre i
sorbetti al limone dei babbani. Dunque, mi avevi accennato nella tua
ultima lettera ad una questione magica ... come l'hai definita? Ah,
sì! Importantissima e unica al mondo. Puoi spiegarmi di cosa
si tratta?-
E finamente Newt potè
spiegare a Silente tutto quello che era successo in America.
Ovviamente le notizie della
cattura di Grindewald erano arrivate in Inghilterra, ma Newt non era
interessato al mago oscuro; lui voleva parlare di Credence.
Raccontò a Silente la
storia del ragazzo, di come fosse cresciuto nella pegiore famiglia
babbana e antimagica che si potesse immaginare, di come fosse stato
ingannato da Grindewald che si fingeva Percival Graves, ed infine di
come avesse perso il controllo dell'obscurus dentro di lui, causato
un'infinità di danni ed infine fosse stato quasi ucciso dagli
auror americani.
Quando Newt ebbe finito
Silente sospirò pesantemente.
-Considerato cosa è
successo a questo ragazzo a causa dei sentimenti antimagici e dello
statuto di segretezza, viene quasi da chiedersi se Grindewad non
abbia ragione. Ma non siamo qui per questo. Devo confessarti, Newton,
che sono oltremodo curioso di conoscere questo ragazzo straordinario.
Dov'è adesso?-
Newt accennò alla
valigia che per tutto il tempo era rimasta sul pavimento accanto a
lui, e per la prima volta da quando aveva iniziato ad ascoltare
quella strana storia Albus Silente mostrò di essere sorpreso.
***
-Straordinario, davvero
straordinario. Ti faccio i miei complimenti, Newton: non sono molte
le cose che riescono a lasciarmi senza parole. Tu e questo ragazzo ci
siete riusciti-
Credence era una forma
pienamente sviluppata ormai.
Era più alto di loro,
una densa massa di nebbia nera che galleggiava nella sua bolla
d'acqua.
I suoi pensieri erano
chiari, era in tutto e per tutto una persona tranne per il fatto di
essere incorporeo.
Era in assoluto il primo
caso di obscurus che teneva in vita il suo ospite; o di ospite che
fosse stato in grado di aggrapparsi alla forza dell'obscurus per
volgerla a propro vantaggio.
In ogni caso su una cosa
Grindewald aveva avuto ragione, ed era che Cedence era un miracolo.
-Professore, cosa possiamo
fare per lui?-
-Credo che tu abbia trovato
da solo la strada migliore, Newton. Il ragazzo reagisce bene alla
pozione ricostituente, il che mi fa pensare che con un po' di aiuto
potrebbe essere in grado di ritrovare il proprio corpo da solo. Ci
sono pozioni complicate che restituiscono i corpi ad anime rimaste
separate da essi, ma poichè queste pozioni sono in gran parte
derivate dalla magia oscura preferirei evitarle se non come ultima
risorsa-
-E allora?-
-Spesso le soluzioni
migliori sono le più semplici. Hai provato con le lacrime di
fenice?-
-Ci avevo pensato,
professore, ma sfortunatamente al momento non ho una fenice, e le
lacrime sono quasi introvabili, oltre al fatto che per comprarle è
necessaria una dichiarazione di come si intende utilizzarle-
-Capisco le tue difficoltà,
Newton. Sarò lieto di aiutarvi-
Poco dopo una fenice era
volata dentro la valigia di Newt.
-Un magnifico esemplare,
professore!-
-Ti ringrazio, Newton. Detto
da un intenditore come te è un gran comlimento. Fanny è
da poco rinata dopo il giorno del falò, e sono sicuro che è
grande abbastanza perchè le sue lacrime abbiano il potere di
curare-
La fenice si era appollaiata
su una trave proprio sopra Credence e sembrava scrutare la massa nera
con un'aria profondamente assorta.
Non bisognava metterle
fretta perchè le fenici concedono le loro lacrime solo a chi
ne è degno, per cui Newt e Silente potettero solo sedersi ad
aspettare che finisse quel dialogo silenzioso.
A volte la nebbia scura che
era Credence si ritirava verso il fondo come se stesse soffrendo,
altre volte si tendeva verso le piume infuocate in un atteggiamento
che ricordava molto una supplica.
Erano in gioco forze che né
Newt né Silente potevano comprendere appieno.
Alla fine, dopo ore di
attesa, finalmente Fanny spiegò le ali e si mosse in una danza
di oro e fuoco.
Le note del canto della
fenice erano belle, commoventi, e per ogni persona avevano un
significato diverso.
Per Credence potevano
significare una nuova vita.
Newt vide le lacrime della
fenice restare sospese in aria per pochi attimi, poi cadere senza il
minimo rumore ed infrangere la superficie della bolla che conteneva
Credence.
Erano bastate. L'obscurus si
contrasse all'improvviso e non era più fatto d'ombra, ma di
qualcosa di molto più denso, di fisico.
Dentro la bolla c'era un
corpo umano invece di un fumo nero.
-Deve respirare, Newton-
Newt sciolse dopo settimane
l'incantesimo che racchiudeva l'oscuriale nella sua bolla protettiva.
Non si era curato di far
sparire l'acqua, semplicemente l'aveva lasciata cadere senza
preoccuparsi di aver allagato la stanza.
Non gliene importava niente
se doveva sguazzare con l'acqua fino alle caviglie, perché
steso in mezzo a tutta quell'acqua c'era Credence.
***
All'inizio Newton aveva
avuto paura che fosse stato tutto un terribile sbaglio, che qualcosa,
chissà che cosa fosse andato storto e Credence non ce l'avesse
fatta.
Tina non glielo avrebbe mai
perdonato. Lui non se lo sarebbe mai perdonato.
Aveva stretto tra le braccia
il corpo nudo e pallido del ragazzo chiamandolo forte.
-Coraggio, Credence, non ti
puoi arrendere adesso! Abbiamo tante cose da fare. Devi imparare la
magia. Devi aiutarmi a curare gli occamy-
Non si era reso conto che
stava piangendo.
Non voleva perderlo!
-Credence, dobbiamo arrivare
a festeggiare Natale con Tina-
Lo chiamò in un
ultimo, disperato tentativo di convincerlo a vivere.
Il corpo del ragazzo si
contrasse con uno spasmo violento tra le sue braccia.
All'improvviso Credence
tossiva, sputava acqua, respirava, piangeva.
Newt lo posò a terra
mantenendolo steso sul fianco per impedire che l'acqua gli tornasse
in gola, ma rimase accanto a lui ad accarezzargli i capelli fradici
appiccicati alla fronte; toccò al professor Silente far
sparire quel disastro di alluvione in una stanza, asciugare entrambi
ed evocare una coperta in cui avvolgere il corpo del ragazzo, e fu
sempre lui ad occuparsi di portarli fuori dalla valigia e di trovare
per Credence un posto in infermeria.
Credence avrebbe dormito per
quasi una settimana, come se ritornare ad una forma corporea avesse
consumato tutte le sue energie, ed in quella settimana Newt fu sempre
accanto al suo letto.
Tina era stata informata che
"qualcosa di straordinario era accaduto" e allora aveva
preso la prima nave per arrivare in Inghilterra prima possibile.
Quando arrivò ad
Hogwarst, Credence stava sveglio per brevi periodi, ancora
frastornato, incredulo ed alle prese con il doversi riabituare alle
sensazioni fisiche, ed una delle prime sensazioni che ebbe fu quella
di Tina che lo abbracciava e lo teneva stretto a sé come
avrebbe fatto una madre.
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Nel cerchio della
Strega
Scusate, non avevo
intenzione di dividere questa storia in due capitoli, ma ho litigato
pesantemente con la formattazione ed ha vinto la formattazione,
infatti non riuscivo ad eliminare quell'assurda linea alla fine del
capitolo precedente.
Che dire? Prometto che prima
o poi la smetterò di ammorbare il fandom con le mie robe
hurt/comfort su Credence Barebone. Ma non è questo il giorno *
cit. Aragorn*
Grazie
a ChicaCate94 e Mary Evans per aver messo
la storia tra le seguite e Wales_Kirkland
che l'ha messa tra le preferite.
Lady Shamain
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