Se vuoi

di Lady Samhain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***



Capitolo 1
*** I ***


Se vuoi



Apri le tue braccia a chi ti cerca

se vuoi, ti troverà.

Anche se non sai perché

è un figlio come te


(Se vuoi – Phil Collins – colonna sonora di "Tarzan" )


***


Cosa provi quando vieni fatto a pezzi? Cosa provi quando quelli che dovrebbero essere i tuoi simili ti condannano a morte per qualcosa che non puoi controllare e che a stento capisci?

Newt Scamander credeva di aver toccato il fondo quando Akosua era morta tra le sue braccia, e invece veder morire Credence era stato peggio.

Anche dopo che gli Auror avevano catturato Grindewald, la sua opinione del MACUSA non era migliorata.

Quello che avevano fatto a Credence era semplicemente disumano, non importava se dal punto di vista magico o da quello babbano, e Newt avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro e rimediare.

Per questo rimase fermo, zitto ed immobile quando, in mezzo a tanti brandelli di fumo che si dissolvevano, ne vide uno che si contorceva di spasmi propri e tentava di strisciare via attraverso le macerie del tetto della metropolitana..

Forse era tutto quello che poteva fare per quel ragazzo: dargli la possibilità di scappare.

E per Merlino, lui gliel'avrebbe data.

***

Mentre il reparto per la Riparazione dei Danni Magici Accidentali lavorava per ricostruire mezza New York, Newt aveva fatto cenno a Tina di seguirlo.

-Dove andiamo?-

-Questo devi dirmelo tu. Se tu fossi un ragazzo spaventato e ferito, dove andresti?-

-Vorrei tornare a casa mia, ma perchè...? Vuoi dire che Cred..?-

-Shhh!-

Allora anche Tina aveva capito, e lo aveva guidato alla chiesa dei Secondi Salemiani.

Dovevano fare presto, prima che il MACUSA completasse i lavori di riparazione e li cercasse in quanto persone informate dei fatti per un eventuale processo.

La chisa era ridotta in uno stato penoso: alla luce del sole i danni causati dall'obscurus sembravano ancora più apocalittici.

La struttura era stata devastata da un lato e pezzi di travi e mattoni erano sparsi nel raggio di parecchi metri.

Era un posto squallido dove si respirava ancora un'aria opprimente, ma Tina aveva ragione: per quanto Credence avesse conosciuto solo infelicità in quella casa, restava pur sempre l'unica casa che aveva.

Si aggiravano tra le macerie chiamando sottovoce il nome del ragazzo quando Tina si accorse di un angolo in ombra dove l'ombra era viva.

Afferrò Newt per un braccio e insieme si avvicinarono

-Credence? Credence, sei tu, vero?-

Tutto quello che restava del ragazzo era un brandello di sostanza incorporea. Tina avrebbe potuto raccoglierlo in una mano.

Era minuscolo, fragile, dava l'impressione di poter essere spazzato via con un soffio, eppure la vita in lui era ancora tenace.

Dal modo in cui si muoveva sembrava contorcersi di dolore.

-Credence. Sono qui per aiutarti. Mi permetti di toccarti?-

L'ombra cercava di ritirarsi nell'angolo.

Tina non voleva spaventarlo perché, fragile com'era, avrebbe potuto morire se avessero tentato di catturarlo con la forza.

-Shh... va tutto bene adesso. Noi non vogliamo farti del male-

Non sapeva cosa fare. Avere quella creatura a portatata di mano e non potere fare niente per calmarla, anzi non essere neanche sicura che Credence potesse sentirla, era una tortura.

Lei capiva il dolore che provava. Anche lei da bambina si era sentita sola e spaventata dopo la morte dei suoi genitori, e tutto quello che avrebbe voluto era confortare il ragazzo.

Tese la mano verso di lui.

-Puoi sentirmi? Lo so che fa male, Credence, ma ora, ti prego, fidati di me-

Rimase con la mano lì, china verso un angolo in ombra, con Newt che le stringeva la spalla per incoraggiarla e gli occhi lucidi di commozione.

Passarono minuti che esembravano un'eternità.

Credence non si contorceva più, ma nemmeno accennava a voler lasciare l'angolo in cui si era rifugiato, e Tina continuava ad aspettare.

Aveva imparato qualcosa da Newt, ed era che, quando un animale è spaventato, per prima cosa bisogna farlo abituare alla propria presenza senza forzarlo.

Rimasero entrambi a parlargli piano, incoraggiandolo.

Lentamente l'ombra strisciò fuori come se stesse annusando l'aria.

Era una cosa oscura, pericolosa, eppure così bisognosa di protezione.

Tina avrebbe solo voluto prenderlo in braccio e stringerlo a sé per dargli tutto l'amore che gli era stato negato.

Finalmente l'ombra che era Credence si allungò abbastanza da sfiorarla.

Fu la sensazione più strana che Tina avesse mai provato.

Avvertiva la paura, il dolore e lo smarrimento del ragazzo come se fossero i suoi, e allo stesso tempo riusciva a sentire quello che provava lei. Sperava di riuscire a trasmetterglielo.

Gli fece sentire come le dispiaceva per cosa era successo, come avrebbe voluto tenerlo al sicuro, e allora le sembrò che Credence stesse cominciando a fidarsi.

Newt le stava dicendo qualcosa a proposito dell'acqua, che lo avrebbe aiutato a non dissolversi, e lei provò a farlo capire a Credence attraverso la nuova connessione che si era creata tra di loro.

Cercò di concentrarsi sulle sensazioni che provava lei durante un bagno caldo.

Rilassamento, calma, pace.

Doveva essere ciò che Credence desiderava, perchè non oppose nessuna resistenza quando lei lo prese con entrambe le mani e Newt lo avvolse in una bolla di acqua tepida.

***

Newt aveva avuto a che fare con tante situazioni diverse da quando aveva cominciato a lavorare con gli animali, e tutte erano ai limiti dell'assurdo, ma mai niente di quello che aveva vissuto avrebbe potuto prepararlo ad affrontare quella nuova sfida.

Si ritenava fortunato ad essere riuscito a trovare Credence ancora vivo (sempre se la sua condizione si poteva definire vita) ma adesso non aveva la più pallida idea di cosa fare.

L'acqua lo teneva protetto e gli impediva di dissolversi, ma era comunque molto debole.

Newt aveva aggiunto una stanza chiusa all'interno della sua valigia e lo aveva sistemato lì per evitare che qualche animale gli facesse accidentalmente del male.

Credence, o meglio quello che Credence era diventato, era un'assoluta incognita.

Era debole? Era cosciente di sé stesso? Era ridotto per sempre ad una forma incorporea? Quanto di lui era stato danneggiato dagli incantesimi degli Auror?

Anche posto che di Credence fosse rimasta l'anima, cosa avrebbe dovuto fare per riportarlo ad una forma umana? E soprattutto, sarebbe stato possibile ridargli un corpo?

Newt era estremamente confuso; era la prima volta che aveva a che fare con una cosa del genere: un oscuriale che era stato tenuto in vita dalla sua stessa maledizione.

Di solito era la magia del bambino che si separava da lui, prendeva la forma di un obscurus e si ritorceva contro lui stesso uccidendolo, invece Credence era un caso particolare sotto molti aspetti.

Non solo era riuscito a sopravvivere, ma era anche rientrato in contatto con la sua magia acquisendo una forma rudimentale di controllo su di essa, e riuscendo addirittura ad aggrapparsi ad essa per sopravvivere ad incantesimi che avrebbero ucciso qualunque altra forma di vita.

Senza dubbio Credence era una creatura straordinaria, e meritava più di ogni altra cosa di essere salvato dopo tutto ciò che aveva passato.

Fortunatamente al processo le domande riguardarono solo gli animali che erano scappati dalla sua valigia e la testimonianza sulla cattura di Grindewald, con pochissimi cenni a Credence.

Newt sospettava che il MACUSA stesse cercando di dimenticare e far dimenticare la faccenda dell'oscuriale; la cosa giocava tutta a suo vantaggio perchè lui, da bravo Tassorosso, non sarebbe stato capace di nascondere una cosa importante come un obscurus chiuso in valigia.

Avevano avuto anche notizie del vero Percival Graves.

L'Auror era stato ritrovato disidratato, confuso e denutrito, ma fondamentalmente vivo.

Grindewald lo aveva tenuto in vita per interrogarlo di tanto in tanto e per scrutare i suoi ricordi per comportarsi in modo da non destare sospetti.

Anche per Percival Graves la strada per tornare ad una vita normale sarebbe stata lunga e difficile, proprio come per Credence.

Tina era quella con cui il ragazzo aveva stabilito il primo legame, ma anche con Newt le cose andavano bene.

Lui aveva provato a vedere come reagiva Credence ai pensieri.

Con la bacchetta sfilava fili argentei di ricordi dalla tempia e li accostava all'acqua. Erano ricordi semplici: la prima volta che aveva comprato una bacchetta, i primi sticelli che aveva allevato, una nuova specie scoperta.

Stava sempre attento a scegliere dei bei ricordi perchè non aveva nessuna intenzione di angosciare il suo nuovo, piccoloospite.

A volte immergeva un dito nell'acqua e permetteva a Credenc di mettersi direttamente in contatto con lui.

Da parte della piccola spirale di fumo nero gli arrivavano solo sensazioni elementari. Era curiosità, oppure contentezza quando Newt era mancato più a lungo del solito, un calore simile all'affetto quando Newt pensava a Tina.

Tutto questo gli faceva sperare che l'anima di Credence in fondo non era stata danneggiata.

Era ancora lì, immersa nella nebbia oscura, ma tenacemente attaccata alla vita.

Per questo Newt decise di provare a fare un esperimento.

Aveva letto sul giornale la pubblicità d una nuova pozione ricostituente recentemente scoperta. Forse valeva la pena tentare con quella, per cui Newt decise di comprarne una fiala.

L'odore era buonissimo. Cambiava di continuo: ora era brodo di carne, poi pollo arrosto, poi ancora pane tostato con il burro, poi torta di mele.

Era letteralmente ricostituente: si usava nei casi di ampie porzioni di tessuti lacerati che avrebbero dovuto essere ricostruiti dal nulla oppure in casi di pazienti che non potevano mangiare cibo solido.

Con il suo lavoro di magizoologo Newt Scamander aveva un'ottima scusa per comprarla, ma ovviamente non intendeva usarla su di sé.

Appena tornato nella valigia parlò a lungo con Credence. Con una mano immersa nella nebbia oscura gli fece capire che quela pozione poteva aiutarlo e che avrebbero potuto provare subito.

Capì che era d'accordo.

Provò per prima cosa con poche gocce, e poi decise di aspettare pe vedere che effetto faceva.

Non era preparato per quello che sarebbe successo: l'obscurus crebbe letteralmente sotto i suoi occhi. Ed aveva fame.

Newt sentiva la fame di Credence scavarlo a fondo, un vuoto doloroso come non aveva mai provato prima.

Si affrettò a versare il resto della pozione nella bolla d'acqua che conteneva l'oscuriale e solo quando l'ebbe assorbita tutta riuscì ad avere un pò di pace.

***

-Tina, ti rendi conto di cosa vuol dire? Sta cercando di ricostruirsi! Potrà tornare una persona normale!-

Newt era esaltato dai risultati che aveva ottenuto, e Tina lo era ancora di più dato il legame che aveva con Credence.

Si trovarono a fare una colletta tra la due sorelle ed il magizoologo per comprare quanta più pozione possibile, con grande sgomento del medimago della farmacia.

-Ancora pozione ricostituente? Non so se na ho una scorta così importante, signor Scamander, considerato quanto costa-

-Non importa. Anche solo cinque fiale andranno bene. Sa, con il mio lavoro devo essere in grado di curarmi in ogni momento-

E così Newt era uscito dalla medifarmacia con il borselllino notevolmente alleggerito ma con una scorta della più potente pozione ricostituente mai distillata.

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Capitolo 2
*** II ***


E al momento che servirà

lotta per la libertà

difendi te e chi non può

se semini amore, amore ti tornerà


(Se vuoi – Phil Collins – "Tarzan" )



Tina era ormai diventata un'ospite fissa della valigia di Newt.

Era uno scambio equo: lei ospitava lui a casa sua e lui la ospitava nel suo mondo in valigia.

Aveva imparato a comprendere la passione che spingeva il magizoologo a prendersi cura di tutte quelle creature, tuttavia la ragione principale che la chiamava era Credence.

Lo stava letteralmente vedendo crescere nella sua bolla d'acqua.

Certo, era sempre fumo nero, ma era più grande dopo ogni dose di pozione ricostituente ed i suoi movimenti erano più coordinati.

Una volta la sorprese prendendo la forma di un Newt Scamander in miniatura, un'altra volta il suo aspetto.

Erano attimi che si esaurivano quasi subito, ma indicavano che c'era un'attività cognitiva decisamente più complessa.

Ormai l'oscuriale era grande tanto da arrivarle oltre le ginocchia, ma più lui cresceva e meno Tina era spaventata.

Lei aveva paura di perderlo, non di vederlo diventare più forte.

Spesso sedeva accanto a lui con una mano nella bolla d'acqua a lasciare che il fumo ero le si avvolgesse tra le dita.

Credence chiedeva.

Voleva sapere del mondo dei maghi.

Era normale che volesse capire quale era la sua vera natura, per questo Tina gli faceva vedere soprattutto i suoi ricordi di scuola.

Nonostante le mancassero i suoi genitori, la sua adolescenza ad Ilvermorny era stata un periodo magico in più di un senso.

Mostrava a Credence ricordi del grande abete addobbato con candele vere, delle cene nella sala comune, dei suoi tornei di scacchi.

E poi la sua vita con sua sorella Queenie. Voleva mostrare a Credence come i maghi non fossero assolutamente dei mostri da evitare.

Avrebbe dovuto immaginare che prima o poi sarebbe arrivata la domanda sui maghi cattivi.

Arrivò un giorno in cui Credence prese la forma di Perciva Graves e la mantenne con ostinazione, finchè non fu sicuro che lei avesse capito la sua domanda.

-È difficile da spiegare, Credence-

Lui riprese la forma del mago, e allora Tina decise che aveva il diritto di sapere la verità.

Si concentrò nel pensare la sua spiegazione un passaggio alla volta.

Era meglio cominciare da quando era stato chiaro a tutti che Percival Graves non era Percival Graves.

Si concentrò con forza sul momento in cui il viso dell'auror si era trasformato in quello del mago più ricercato del mondo magico, e percepì tutta la sorpresa di Credence.

Gli fece vedere qualche suo ricordo del vero Graves.

Voleva che Credence capisse bene con chi aveva avuto a che fare tutto quel tempo, che non era assolutamente Percival Graves.

Un nodo di delusione, angoscia e senso di colpa le serrò il petto quando Credence le inviò il ricordi di come Graves -Grindewald, lo corresse lei- lo aveva scaricato.

Lo aveva colpito, e poi tutte qelle cose orribili che gli aveva detto.

Tina ebbe l'impulso di abbracciare quel ragazzo che nella sua vita aveva conosciuto solo dolore e tradimento, completamente dimentica che Credence non aveva un corpo e che era racchiuso da litri d'acqua.

Si ritrovò a stringere il vuoto e con i vestiti inzuppati.


***


Venne il momento in cui Newt Scamander decise di partire.

Voleva portare Credence in Inghilterra dove il MACUSA non aveva giurisdizione.

Tina capiva le sue ragioni, ma soffriva lo stesso all'idea di separarsi da quella creatura che stava vedendo crescere giorno dopo giorno.

Glielo spiegarono insieme quando Credence era capace di formulare pensieri compiuti; ormai era alto quanto loro e sicuramente era abbastanza forte per affrontare il viaggio.

Newt e Tina si tenevano per mano e insieme con l'altra mano accarezzavano la forma senza corpo di Credence.

Newt gli spiegò chi era il professor Silente, che lo avrebbe aiutato perchè era un mago molto più capace di lui, e cercarono di fargli capire che gli Stati Uniti non erano un posto sicuro per lui.

Credence aveva paura di lasciare il suo paese, aveva paura del viaggio, si aggrappava a Tina, ma in fondo sentiva che loro lo facevano per il suo bene, e questo lo confortava.

Tina promise di raggiungerli appena possibile. Magari passare un Natale insieme.

Credence fece balenare nelle loro menti l'imagine di un abete addobato e di una tavola imbandita come quella che aveva visto nei ricordi di Tina.

-Certo, Credence. Avrai un Natale come quello, te lo prometto-

Newt ebbe la delicatezza di lascarli un pò da soli e Tina si trovò di nuovo con i vestiiti inzuppati ed il viso rigato di lacrime.


***


Durante i dodici giorni di viaggio Newt passò molto più tempo nella sua valigia che in cabina o in qualunque altro posto sulla nave.

I suoi animali erano una famiglia e lui francamente stava molto meglio con loro che con la maggior parte degli esseri umani.

E poi c'era Credence.

Era ovvio che il ragazzo fosse particolarmente legato a Tina, ma ora che lei non c'era non aveva problemi a legare con Newt.

Era un tipo curioso, ed il magizoologo poteva passare ora a parlargli dei suoi animali e ancora il ragazzo non era stanco.

Sembrava in particolare affascinato dalle bestie che potevano volare: fenici, ippogrifi, occamy, thunderbirds, draghi... Credence sembrava non averne mai abbastanza.

Newt non capiva se questa preferenza fosse propria di Credence o se gli arrivasse filtrata dalle sensazioni che lui gli inviava insieme ai ricordi.

Non era poi così importante in fin dei conti.

Newt ogni tanto gli raccontava qualcosa della sua famiglia, ma Credence era sempre a disagio con l'argomento famiglia, per cui quando non parlavano di animali preferiva concentrarsi sul futuro.

Il magizoologo era molto onesto: gli fece capire chiaramente che non aveva la minima idea di come avrebbe potuto evolversi la sua situazione.

Dipendevano dal parere di Silente a quel punto.

Non voleva dare a Credence false speranze, e sentiva che lui apprezzava la sincerità.

Era meglio una verità dolorosa che una bugia confortante, e Newt non poteva che essere d'accordo.


***


Finalmente arrivarono in Inghilterra.

Hogwarst era il secondo posto in cui Newt si sentiva completamente al sicuro, dopo il suo mondo in valigia ovviamente.

Il Professore di Trasfigurazione Albus Silente li ricevette una domenica pomeriggio nel suo studio ad Hogwarst.

Silente era molto simile a come Newt lo ricordava, magari con qualche ruga in più e le tempie e la barba più striate di grigio, ma il suo spirito era più vivace che mai.

Il suo gusto in fatto di vestiti era lo stesso di sempre, come testimoniava la veste di velluto color prugna.

-Newton, che piacere vederti, ragazzo mio. Pare che tu stia affinando il tuo talento nell'allevare creature come io sto affinando il mio nel riprodurre i sorbetti al limone dei babbani. Dunque, mi avevi accennato nella tua ultima lettera ad una questione magica ... come l'hai definita? Ah, sì! Importantissima e unica al mondo. Puoi spiegarmi di cosa si tratta?-

E finamente Newt potè spiegare a Silente tutto quello che era successo in America.

Ovviamente le notizie della cattura di Grindewald erano arrivate in Inghilterra, ma Newt non era interessato al mago oscuro; lui voleva parlare di Credence.

Raccontò a Silente la storia del ragazzo, di come fosse cresciuto nella pegiore famiglia babbana e antimagica che si potesse immaginare, di come fosse stato ingannato da Grindewald che si fingeva Percival Graves, ed infine di come avesse perso il controllo dell'obscurus dentro di lui, causato un'infinità di danni ed infine fosse stato quasi ucciso dagli auror americani.

Quando Newt ebbe finito Silente sospirò pesantemente.

-Considerato cosa è successo a questo ragazzo a causa dei sentimenti antimagici e dello statuto di segretezza, viene quasi da chiedersi se Grindewad non abbia ragione. Ma non siamo qui per questo. Devo confessarti, Newton, che sono oltremodo curioso di conoscere questo ragazzo straordinario. Dov'è adesso?-

Newt accennò alla valigia che per tutto il tempo era rimasta sul pavimento accanto a lui, e per la prima volta da quando aveva iniziato ad ascoltare quella strana storia Albus Silente mostrò di essere sorpreso.


***


-Straordinario, davvero straordinario. Ti faccio i miei complimenti, Newton: non sono molte le cose che riescono a lasciarmi senza parole. Tu e questo ragazzo ci siete riusciti-

Credence era una forma pienamente sviluppata ormai.

Era più alto di loro, una densa massa di nebbia nera che galleggiava nella sua bolla d'acqua.

I suoi pensieri erano chiari, era in tutto e per tutto una persona tranne per il fatto di essere incorporeo.

Era in assoluto il primo caso di obscurus che teneva in vita il suo ospite; o di ospite che fosse stato in grado di aggrapparsi alla forza dell'obscurus per volgerla a propro vantaggio.

In ogni caso su una cosa Grindewald aveva avuto ragione, ed era che Cedence era un miracolo.

-Professore, cosa possiamo fare per lui?-

-Credo che tu abbia trovato da solo la strada migliore, Newton. Il ragazzo reagisce bene alla pozione ricostituente, il che mi fa pensare che con un po' di aiuto potrebbe essere in grado di ritrovare il proprio corpo da solo. Ci sono pozioni complicate che restituiscono i corpi ad anime rimaste separate da essi, ma poichè queste pozioni sono in gran parte derivate dalla magia oscura preferirei evitarle se non come ultima risorsa-

-E allora?-

-Spesso le soluzioni migliori sono le più semplici. Hai provato con le lacrime di fenice?-

-Ci avevo pensato, professore, ma sfortunatamente al momento non ho una fenice, e le lacrime sono quasi introvabili, oltre al fatto che per comprarle è necessaria una dichiarazione di come si intende utilizzarle-

-Capisco le tue difficoltà, Newton. Sarò lieto di aiutarvi-

Poco dopo una fenice era volata dentro la valigia di Newt.

-Un magnifico esemplare, professore!-

-Ti ringrazio, Newton. Detto da un intenditore come te è un gran comlimento. Fanny è da poco rinata dopo il giorno del falò, e sono sicuro che è grande abbastanza perchè le sue lacrime abbiano il potere di curare-

La fenice si era appollaiata su una trave proprio sopra Credence e sembrava scrutare la massa nera con un'aria profondamente assorta.

Non bisognava metterle fretta perchè le fenici concedono le loro lacrime solo a chi ne è degno, per cui Newt e Silente potettero solo sedersi ad aspettare che finisse quel dialogo silenzioso.

A volte la nebbia scura che era Credence si ritirava verso il fondo come se stesse soffrendo, altre volte si tendeva verso le piume infuocate in un atteggiamento che ricordava molto una supplica.

Erano in gioco forze che né Newt né Silente potevano comprendere appieno.

Alla fine, dopo ore di attesa, finalmente Fanny spiegò le ali e si mosse in una danza di oro e fuoco.

Le note del canto della fenice erano belle, commoventi, e per ogni persona avevano un significato diverso.

Per Credence potevano significare una nuova vita.

Newt vide le lacrime della fenice restare sospese in aria per pochi attimi, poi cadere senza il minimo rumore ed infrangere la superficie della bolla che conteneva Credence.

Erano bastate. L'obscurus si contrasse all'improvviso e non era più fatto d'ombra, ma di qualcosa di molto più denso, di fisico.

Dentro la bolla c'era un corpo umano invece di un fumo nero.

-Deve respirare, Newton-

Newt sciolse dopo settimane l'incantesimo che racchiudeva l'oscuriale nella sua bolla protettiva.

Non si era curato di far sparire l'acqua, semplicemente l'aveva lasciata cadere senza preoccuparsi di aver allagato la stanza.

Non gliene importava niente se doveva sguazzare con l'acqua fino alle caviglie, perché steso in mezzo a tutta quell'acqua c'era Credence.


***


All'inizio Newton aveva avuto paura che fosse stato tutto un terribile sbaglio, che qualcosa, chissà che cosa fosse andato storto e Credence non ce l'avesse fatta.

Tina non glielo avrebbe mai perdonato. Lui non se lo sarebbe mai perdonato.

Aveva stretto tra le braccia il corpo nudo e pallido del ragazzo chiamandolo forte.

-Coraggio, Credence, non ti puoi arrendere adesso! Abbiamo tante cose da fare. Devi imparare la magia. Devi aiutarmi a curare gli occamy-

Non si era reso conto che stava piangendo.

Non voleva perderlo!

-Credence, dobbiamo arrivare a festeggiare Natale con Tina-

Lo chiamò in un ultimo, disperato tentativo di convincerlo a vivere.

Il corpo del ragazzo si contrasse con uno spasmo violento tra le sue braccia.

All'improvviso Credence tossiva, sputava acqua, respirava, piangeva.

Newt lo posò a terra mantenendolo steso sul fianco per impedire che l'acqua gli tornasse in gola, ma rimase accanto a lui ad accarezzargli i capelli fradici appiccicati alla fronte; toccò al professor Silente far sparire quel disastro di alluvione in una stanza, asciugare entrambi ed evocare una coperta in cui avvolgere il corpo del ragazzo, e fu sempre lui ad occuparsi di portarli fuori dalla valigia e di trovare per Credence un posto in infermeria.

Credence avrebbe dormito per quasi una settimana, come se ritornare ad una forma corporea avesse consumato tutte le sue energie, ed in quella settimana Newt fu sempre accanto al suo letto.

Tina era stata informata che "qualcosa di straordinario era accaduto" e allora aveva preso la prima nave per arrivare in Inghilterra prima possibile.

Quando arrivò ad Hogwarst, Credence stava sveglio per brevi periodi, ancora frastornato, incredulo ed alle prese con il doversi riabituare alle sensazioni fisiche, ed una delle prime sensazioni che ebbe fu quella di Tina che lo abbracciava e lo teneva stretto a sé come avrebbe fatto una madre.

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Nel cerchio della Strega


Scusate, non avevo intenzione di dividere questa storia in due capitoli, ma ho litigato pesantemente con la formattazione ed ha vinto la formattazione, infatti non riuscivo ad eliminare quell'assurda linea alla fine del capitolo precedente.

Che dire? Prometto che prima o poi la smetterò di ammorbare il fandom con le mie robe hurt/comfort su Credence Barebone. Ma non è questo il giorno * cit. Aragorn*

Grazie a ChicaCate94 e Mary Evans per aver messo la storia tra le seguite e Wales_Kirkland che l'ha messa tra le preferite.


Lady Shamain



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