Ragno mangia ragno

di kamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 AS ***
Capitolo 2: *** Cap.2 Inizia l'addestramento ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Inizio fallimentare ***
Capitolo 4: *** Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Cucinando ***
Capitolo 6: *** Cap.6 Puzzle di Avengers ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Pesca notturna ***
Capitolo 8: *** Cap.8 Ragnatela gigante ***
Capitolo 9: *** Cap.9 La minaccia della vedova ***
Capitolo 10: *** Cap.10 Il contrattacco del ragnetto ***
Capitolo 11: *** Cap.11 Il bacio della vedova ***
Capitolo 12: *** Cap.12 La danza del ragno ***



Capitolo 1
*** Cap.1 AS ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha RomanoffPeter Parker
Prompt: Piano



Cap.1 AS

Natasha parcheggiò l’auto, si voltò masticando rumorosamente e abbassò il finestrino, fece una bolla rosa con il chewingum e socchiuse gli occhi. La bolla esplose e lo spostamento di vento fece oscillare un boccolo rosso, che le sfuggiva da sotto il cappuccio della felpa larga che indossava. Osservò il ragazzino avanzare con lo zaino su una spalla sola e aprì la propria portiera. Tolse le chiavi dal cruscotto, le fece scivolare dentro una delle larghe tasche, dove teneva infilate le mani, uscì fuori dal mezzo e richiuse la portiera con un colpo di reni.

“Parker!” chiamò. Peter si voltò verso di lei,sbatté un paio di volte le palpebre e le corse incontro.

“Ci conosciamo?” domandò. La Romanoff masticò più rumorosamente.

“Peter?” chiese. Parker annuì e si passò una mano nei corti capelli castani.

“Hai i capelli rossi. Sei una zia di Mary Jane? O un’amica di zia May? So che ha iniziato a lavorare in ospedale…” farfugliò velocemente. Natasha gli appoggiò un indice affusolato sulle labbra e negò con il capo.

“Mi manda Fury. Sali in macchina” ordinò. Digrignò i denti bianchi e Peter arrossì guardando il proprio riflesso nelle iridi verde speranza di lei. Indietreggiò e annuì, fece il giro del mezzo e vi salì. Natasha risalì a sua volta e accese il motore. Peter si mise la cintura e fece finire lo zainetto sotto il cruscotto tra le gambe.

“Qual è il piano?” domandò.

“Da oggi sarò il tuo AS. Inizia il tuo nuovo livello di addestramento SHIELD, pivellino” spiegò la Romanoff. Peter deglutì.

“Questo piano so già che non mi piacerà” brontolò.

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Capitolo 2
*** Cap.2 Inizia l'addestramento ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Biscotti



Cap.2 Inizia l'addestramento

Peter si guardò intorno, osservò una serie di alberi e udì il fruscio prodotto dal vento tra le foglie. Avanzò, le scarpe gli affondavano nel fango e il vento gli scompigliava i capelli.

“Dovrei avvertire mia zia che non rientro” disse.

“Le comunicazioni qui sono vietate. Dammi il cellulare” ordinò la Romanoff allungando il braccio. Peter alzò un sopracciglio e socchiuse un occhio.

“E quanto ci staremo?” chiese. Natasha lo afferrò per un braccio, glielo girò dietro la schiena facendolo gemere e gli passò l’altra mano di sopra, perquisendolo.

“Ahi, ahi! Datti una calmata!” si lamentò Peter. Natasha gli strappò il cellulare di mano e lo spezzò a metà. Peter si liberò e indietreggiò.

“Una calmata! Non ho neanche il cambio e mia zia si preoccupa!” gridò. Natasha mise una mano sul fianco e si piegò in avanti.

“Resteremo fin quando l’addestramento non sarà finito. Forse non hai capito che ora sono io il tuo addestratore” sancì. Si tolse il cappuccio, facendo ondeggiare i grossi boccoli rossi.

“Sì, lo so. Tu e Barton siete una leggenda. Mai un recupero durante le missioni, che non erano certo scaramucce, ma disastri di livello 7. I migliori punteggi di sempre in spionaggio, rapidità d’omicidio e combattimento. Però questo non vuol dire che mi puoi rapire!” si lamentò Parker.

“Tra un po’ farà buio. Comincia a raccogliere il necessario per creare un rifugio” ordinò la Romanoff. Peter sospirò e incrociò le braccia.

“Non mi aspettavo i biscotti, mammina, ma almeno evita di mangiarmi vivo” brontolò. Natasha sorrise.

“Attento, le vedove nere li mangiano i ragnetti come te” lo minacciò. Peter rabbrividì.

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Capitolo 3
*** Cap.3 Inizio fallimentare ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Selfie



Cap.3 Inizio fallimentare


"Tu devi essere uno di quei ragazzini immaturi che si fanno ancora i selfie" brontolò Natasha.
Camminò intorno alla tenda tenendo gli occhi socchiusi.
"Io non ho mai fatto una di quelle robacce" brontolò Parker. Asciugò il ciocco di legno che teneva in mano con la maglietta, lo spezzò a metà e ne gettò un pezzo dentro il fuoco. Si sedette davanti al fuocherello circondato da pietre e i suoi jeans si sporcarono di terra.
"Se è vero, è solo perché sei lo sfigato secchione della classe" ribatté gelida Romanoff.
Peter deglutì e le orecchie gli divennero vermiglie.
"Si dice nerd e poi, per tua norma e regola, da Spiderman me le fanno le foto. Ho un sacco di ragazze che fanno la fila per avermi" si vantò. S'indicò con l'indice all'altezza del petto e annuì alle proprie parole.
Natasha scrollò le spalle, si voltò, raggiunse le fiamme e ci sputò dentro la chewingum.
"Sarà, ma per ora ti ho detto di costruire un rifugio e l'unica cosa che sei riuscito a fare è stato: terrorizzare un gruppo di campeggiatori, rubargli la tenda e tornare qui con la coda tra le gambe". Fece notare.
Peter si leccò le labbra e appoggiò il pezzo di legno sulle gambe.
"Non è colpa mia se i giornali mi dipingono come un mostro. Io volevo solo chiedere delle informazioni" esalà.
Natasha mise una mano sul calcio della pistola.
"Ne abbiamo di lavoro da fare, ragnetto".

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Capitolo 4
*** Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Sostegno



Cap.4 Il senso dell'umorismo di Fury

Natasha balzò giù dall'albero, finendo in groppa ad un cervo. Questo s'impennò dimenando le zampe superiore e diede una serie di testate all'indietro cercando d'incornare l'assassina. Quest'ultima gli aprì la gola con un pugnale e il sangue caldo le macchiò la manica lunga della felpa, sporcandole la pelle candida. Il corpo dell'animale cadde a terra con un tonfo e lei saltò via, fece una capriola in aria e atterrò acquattata con le gambe aperte e il capo ritto.
Peter deglutì a vuoto.
"Non è che ci devo provare e poi mi metti il voto, vero?" chiese. Natasha si rizzò, si abbassò protendendo i glutei all'indietro e pulì la lama contro la pelliccia rada della bestia abbattuta.
"Non siamo a scuola, ragazzino" ribatté. Peter si passò l'indice sotto il naso e sentì prudere all'altezza del sopracciglio sinistro, il fiato gli si condensava davanti al viso.
"Sei qui perché ti sei proposta?" domandò. Natasha si rizzò e gli indicò l'animale ucciso.
"Portalo tu, secondo i dati hai la superforza" ordinò. Peter annuì, raggiunse la creatura e sentì la nausea salire, osservò il sangue, la vista gli si appannò e le gambe iniziarono a tremargli.
"In ogni caso sono qui per ordine" rispose Natasha secca. Peter afferrò le zampe di dietro della creatura ed iniziò a trascinarla verso la tenda.
"Perché mi meritavo un degno insegnante?" chiese.
"Perché Fury pensa sia divertente che sia Black Widow ad allenare Spiderman" ribatté acida la donna. Peter rabbrividì sentendola bofonchiare in russo.
"Alla fine di questa storia avrò bisogno di molto sostegno, sia fisico, che psicologico, che affettivo" brontolò.

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Capitolo 5
*** Cap.5 Cucinando ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Matematica



Cap.5 Cucinando

Peter osservò le fiamme, si riflettevano nelle sue iridi castane. La carne sfrigolava sopra il fuoco e da essa si alzava un leggero fumo. Peter avvertì l’odore del cibo e udì il proprio stomaco gorgogliare, se lo strinse con il braccio ossuto e sospirò. Si alzò in piedi e si diresse verso lo zainetto.

“Dove vai?” chiese Natasha, facendo girare il bastone su cui era legata la coscia di cervo. Peter aprì lo zainetto e ne tirò fuori un quaderno con dentro una matita. Ritorno alla roccia su cui era seduto e vi si accomodò nuovamente.

“Faccio i compiti di fisica” ribatté. Natasha schioccò la lingua sul palato.

“Pensi alla matematica?” domandò. Peter cliccò sulla penna aprendola e socchiuse gli occhi.

“La tua macchina andava sempre alla stessa velocità, un moto uniforme. Calcolando ad occhio e croce, andavi a 120 km\h e quella macchina è in grado di fare 1000 km ogni ora. Avendoci messo sette ore per arrivare qui, posso indovinare in che foresta siamo. Perciò so da che parte devo prendere per trovare la prima città abitata. So che mi converrebbe risalire il fiume, ma, per quanto scendono le temperature visto che ci vorrebbero delle ore, dovrei prima trovare delle pellicce. Per fare questo devo calcolare dove si trovino delle tane di animali. Basterà vedere se ci sono dei buchi nel terreno più o meno sempre alla stessa distanza e misurare quanto sono profonde…” rifletté. Natasha scosse il capo e ravvivò le fiamme con un ramo.

“Piano genietto, non ho intenzione di creare un nuovo Stark” brontolò. Peter sbuffò e segnò una serie di simboli sul quaderno.

“Nessuno può essere come Tony Stark” ribatté secco. Natasha scoppiò a ridere.

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Capitolo 6
*** Cap.6 Puzzle di Avengers ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Bianco e nero



Cap.6 Puzzle di Avengers

Peter guardò la stoffa della tenda sopra di lui muoversi, facendo un rumore che veniva quasi del tutto coperto dall’urlo del vento. Avvertì una zanzara posarsi sul suo braccio e la schiacciò con uno schiaffo, il corpo dell’insetto gli aderì alla pelle e il ragazzo se ne liberò sfregandoci l’indice dell’altra mano.

“Natasha, nonostante lo Shield sia stato compromesso, noi siamo i buoni? Vero?” domandò. Natasha passò una pietra sulla lama del suo pugnale affilandolo. Il metallo e le sue iridi riflettevano la luce della lampada elettrica a forma di lampada ad olio che illuminava l'interno della tenda.

“I buoni?” chiese Nat. I led le illuminavano il viso pallido dagli zigomi pronunciati.

“Sì, i buoni, quelli che difendono la gente” spiegò il giovane, alzandosi seduto.

“Sei ancora così ingenuo da vedere bianco o nero?” domandò la rossa. Peter si morse l’interno della guancia.

“Io voglio essere il buono, come Capitan America” ribatté secco. Natasha sorrise mostrando i denti bianchi.

“Me lo ricordi Steve” sussurrò. Peter socchiuse gli occhi.

“E siamo al secondo Avengers, spero di non diventare un puzzle di gente che conosci” brontolò.

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Capitolo 7
*** Cap.7 Pesca notturna ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Natasha Romanoff\Peter Parker
Prompt: Film



Cap.7 Pesca notturna

"Mi sembra di essere finito in un film" brontolò Peter. Si passò le mani sulle braccia nude sentendo i peli ritti e saltellò sul posto.
"Un film horror" si lagnò. Starnutì e avvertì il naso pizzicare, gli occhi gli bruciavano. Si udiva il verso di un uccello notturno. Natasha osservò le stelle riflettersi sulla superfice del lago.

“Immergiti” ordinò. Peter seguì il suo sguardo e osservò a sua volta la superfice dell'acqua.

“Faranno venti gradi in meno di quanto dovrebbe per una…” borbottò. Natasha fece oscillare la confezione in plastica della luce che teneva in mano.

“Le tue ragnatele fanno spesso cilecca quando sono bagnate. Perciò devi imparare soprattutto il combattimento in acqua” spiegò. Peter si voltò verso di lei, starnutì nuovamente e alzò il capo guardando il cilindro luminoso che l'agente teneva in mano.

“Devo farlo proprio con questo freddo?”domandò. Il naso gli era diventato rosso e sentiva i muscoli dolere, irrigidendosi. Natasha avanzò di un paio di passi, superando un cespuglietto d'erba.

“Devi farlo adesso se vuoi mangiare. Il cervo è quasi finito, dobbiamo procurarci del pesce” sussurrò Romanoff seducente. Parker deglutì a vuoto.

“Non… non puoi farlo tu?” domandò. Natasha si accarezzò il fianco e negò con il capo.

“Mi dispiace, a causa di una cicatrice non ‘sto bene in bikini. Purtroppo a nessuno piace un addome piatto, ma sfigurato” disse gentilmente. Peter alzò le braccia e mostrò le mani, spostandole su e giù.

“A me piacerebbe, lo giuro” ribatté. Natasha avvicinò la luce al viso e socchiuse le labbra, se la mise dietro l'orecchio sollevando una ciocca rossa.

“Lo dici perché vuoi provarci con me, ragazzino?” chiese.

“No!” strillò Peter. Il viso gli divenne rosso e sentì le orecchie bruciargli. 

Natasha lo afferrò per le spalle e lo spinse all’indietro, Parker cadde all’indietro, fece una capriola in acqua e riatterrò. Affondò fino al collo nell’acqua gelida del lago e lanciò uno strillo. Natasha saltò all’indietro evitando gli schizzi e ridacchiò.

“Dai, fammi vedere, ragnetto” lo stuzzicò.


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Capitolo 8
*** Cap.8 Ragnatela gigante ***


Ringrazio anche solo chi legge.

Partecipa alla fanfiction challenge II:

Prompt: Sussurro


Cap.8 Ragnatela gigante

Natasha teneva una serie di ciocche di legno sotto il braccio e avanzava a passo cadenzato. S’immobilizzò e lasciò cadere i ciocchi di legno, sgranando gli occhi.
“Che cosa ti salta in mente, ragazzino?!” gridò. Peter era acquattato al centro di una ragnatela che aderiva al gruppetto di alberi intorno. In essa erano rimasti invischiati degli uccelli, un paio di pesci che si dimenavano e nascondeva alla vista la tenda.
“Non ero riuscito a pescare niente ieri notte” si lamentò. Natasha si portò una mano alla pistola, piegò il capo e fece ondeggiare i boccoli rossi.
“Fai sparire tutta questa robaccia, ragnetto” ordinò. Ticchettò con il piede per terra ed estrasse la pistola. Peter saltò giù, allungò le braccia e dimenò le mani.
“Rilassati, rilassati. E poi pensavo che ti sarebbe piaciuto, sei una vedova nera, no?” domandò. Natasha gli puntò la pistola contro.
“Se non vuoi essere considerato dalla gente un mostro, devi assolutamente evitare cose così vistose!” ordinò. Peter si chinò in avanti annuendo.
“Sissignora, la prego si calmi” mormorò. Si rialzò e le sorrise, passandosi una mano nei corti capelli castani.
“Creerò un solvente e lo farò sparire in pochissimo, promesso” le rispose. Natasha rimise la pistola al suo posto e sospirò.
“Saresti carino, se non fossi un simile disastro” brontolò. Peter avvampò, ridacchiò, indietreggiò, inciampò e ricadde sulla sua stessa ragnatela. Natasha sorrise mostrando i denti candidi e sollevò un sopracciglio.
“L’ho detto ad alta voce? Che sbadata, pensavo fosse un sussurro”. Lo punzecchiò e si voltò, si chinò e riprese i ciocchi di legno. Peter si rimise in piedi, strisciò sotto la ragnatela raggiungendo la sua tenda e vi entrò.
“Voglio proprio vedere come riesce a creare un solvente chimico in mezzo al nulla. Ho visto solo Clint riuscire in cose simili in tutto lo S.H.I.E.L.D.” mormorò Natasha.

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Capitolo 9
*** Cap.9 La minaccia della vedova ***


Ringrazio anche solo chi legge.

Partecipa alla fanfiction challenge II:

Prompt: genetica, antidoto , tu come ci convivi? -con cosa?- -con l'essere ragno- -finché non sparo ragnatele mi sta bene, ecco-


Cap.9 La minaccia della vedova

"Allora, ho fatto un buon lavoro?" domandò Peter. Era appeso a testa in giù da un ramo a cui era aggrappato con le gambe e indicò tutt'intorno allargando le braccia. Natasha teneva le mani sui fianchi, si piegò in avanti guardando intorno a sé e i seni sodi nella tuta aderente di pelle nera ondeggiarono. Si spostò di fianco rendendo ben visibili i glutei sodi e piegò la testa.

"Hai ripulito tutto, ma visto che era stato un tuo disastro, era il minimo" ribatté. Peter sospirò e incrociò le braccia sul petto, oscillando.

"Riuscirò mai ad avere un complimento da lei? Che non sia qualcosa che mi faccia venire un infarto, s'intende" brontolò. Natasha alzò il capo facendo ondeggiare i boccoli rossi e la figura del ragazzo si riflette nelle sue iridi verdi.

"Posso farti una domanda ragazzino?" chiese. Riabbassò la testa e s'inginocchiò davanti alla pila di legni.

"Dimmi pure" rispose Parker. Guardò l'assassina accendere il fuoco, si lasciò cadere nel vuoto, girò su se stesso in aria e a terrò in piedi.

"Tu come ci convivi?" domandò Romanoff. Peter avanzò di un paio di passi e mise le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Con cosa?" chiese. Natasha soffiò sul fuoco e il giovane deglutì, guardando le labbra rosse e piene.

"Con l'essere ragno" rispose la spia. Peter allargò le braccia e sollevò le spalle.

"Finché non sparerò ragnatele mi starà bene, ecco" rispose. Natasha mise una serie di pietre intorno alle fiamme, il venticello gelido s'infrangeva contro la piccola muraglia.

"E quanto inizierai a lanciare davvero? O ti verrà fame di carne in modo sproporzionato?". Lo incalzò la russa. Peter la raggiunse e si sedette accanto a lei, davanti al fuoco.

"Creerò un antidoto. Sono un esperto in genetica" ribatté. Le fiamme rosse e aranciate si rifletterono nelle sue iridi castane.

"La fai davvero facile, ragnetto" ribatté la russa. Si avvicinò a lui e gli mise le labbra vicino all'orecchio.

"Però se io fossi un piccolo ragnetto, davanti a una vedova nera, avrei paura di finire mangiato". Lo minacciò con voce seducente. Peter deglutì a vuoto e rabbrividì, avvertendo un calore al basso ventre.

"E non ci sono solventi per quel genere di chimica". Concluse lei, mentre Peter avvampava.

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Capitolo 10
*** Cap.10 Il contrattacco del ragnetto ***


Ringrazio anche solo chi legge.
Da 'I prompt di lunedì' di Il giardino di Efp.

Prompt:  "Ho scoperto che fa più freddo se non mi sei accanto."

Cap.10 Il contrattacco del ragnetto

“Dov’eri?” domandò Peter. Fu scosso da una serie di tremiti e si massaggiò le mani tra loro, aveva i muscoli intirizziti. Il vento alle sue spalle sferzava la loro tenda, si udiva in lontananza i fruscii delle piante.

“Suvvia ragnetto. Dovevo prendere delle cose per andare allo step due dell’addestramento” spiegò Natasha. Avanzò, superò un rametto nella fanghiglia. Strinse la cinghia nera del borsone che teneva sulla spalla.

“E nascondere ancora più lontano la tua macchina in modo che io non possa trovarla, vero?” chiese Peter. Si avvicinò le mani al viso e ci soffiò sopra, la punta delle dita era diventata bluastra. Natasha batté un paio di volte le palpebre.

“Ho anche controllato che lo S.H.I.E.L.D. dicesse a tua zia che sei in una gita di studio con la scuola. E abbiamo convinto anche suddetta scuola, così non fai assenze” spiegò.

Sorrise, socchiudendo le labbra piene e rosse.

“Perché tutta questa agitazione?” domandò. Peter aprì la tenda, la cerniera gli scivolava dalle dita. Saltellò sul posto e si batté un paio di volte le mani sulle braccia.

“Mentre non c’eri il fuoco si è spento, anche se non pioveva! Ho cercato di metterci altra legna, ma mi sono solo ustionato una mano. E l’acqua non ha fatto diminuire il dolore” piagnucolò.

Natasha scoppiò a ridere.

“Hai freddo?” domandò. Peter strinse un pugno e la raggiunse, mettendo il suo viso a un dito da quello dell’altra.

< Questo gioco lo possiamo giocare in due > pensò. Natasha lo fissò in volto ed inarcò un sopracciglio vermiglio.

“Ho scoperto che fa più freddo se non mi sei accanto” sussurrò Peter con voce calda. Natasha si sfilò la casacca e gliela fece cadere sui piedi. Parker gridò di dolore e Natasha sorrise.

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Capitolo 11
*** Cap.11 Il bacio della vedova ***


“Questa storia partecipa a “Una Challenge sotto l’Albero” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.

Prompt: 7) A vede la slitta di Babbo Natale volare in cielo, ma non sa se sia solo un’allucinazione dovuta a quanto appena accaduto con B…

 

Cap.11 Il bacio della vedova

 

Peter si lasciò cadere dall’albero e roteò in cielo, lanciò una ragnatela e si appese alla cima di un albero. Fece un semicerchio in volo, balzò, fece una capriola e atterrò in piedi, con le mani alzate al cielo.

Il fiato si condensava davanti al suo viso in una serie di nuvolette bianche.

I fiocchi di neve cadevano intorno a lui, alcuni gli erano finiti nei capelli e altri erano rimasti nelle sue ciglia.

Peter si mise a correre, lasciando le sue impronte nel manto innevato.

“Finalmente abbiamo finito l’addestramento. Addio fase uno, due e tre! Addio postaccio!

Da domani missioni vere, niente più vecchiette da accompagnare o animaletti da salvare. Niente più spie e soprattutto bentornata civiltà.

Proprio in tempo per festeggiare il Natale!” gridò. Saltellò sul posto, calciò una montagnetta di neve e roteò su se stesso, gridando.

Natasha lo guardò inarcando un sopracciglio ed incrociò le braccia al petto.

“Non farmi pentire di averti segnalato come idoneo. Mi eri parso diventare un uomo e ora sembri di nuovo un ragazzino” lo rimbrottò.

Parker si voltò e socchiuse gli occhi, le sue iridi castane brillarono.

“Sai, ti dona questo scenario molto russo, regina delle nevi” disse, facendole l’occhiolino.

Natasha schioccò la lingua sul palato e avanzò.

“Sai, moccioso, potrei iniziare a credere che tu ci stia davvero provando con me. Ormai è da parecchio che te ne esci con frasi simili” disse.

Parker avvampò e deglutì, avvertendo la gola secca, ma dissimulò con un ghigno.

“Mi chiedo chi non ci proverebbe con te. Non sei solo bellissima e letale, sei anche intelligente ed una buona amica, per non parlare di quanto sei seducente con un computer da hackerare tra le mani” disse.

Natasha gli girò intorno.

“Attento, i ragni mordono anche a Natale” soffiò, sporgendo le labbra rosse e carnose.

Peter si grattò il collo, sotto il colletto di pelliccia che indossava.

“Mi sono documentato. Le femmine di ragno risparmiano il maschio se sa come distrarle, conquistandole con balli sensuali, colori sgargianti, atti di furbizia e soprattutto doni” disse.

Natasha gli sfiorò la guancia con l’indice, la sua pelle diafana era gelida.

“Non è molto romantico studiare gl’insetti per Natale. Lo sai che le cimici trafiggono le loro compagne, o qualsiasi cosa gli sembri tali, in qualsiasi parte del corpo? Nel caso non muoiano, lo sperma trova da solo la sua strada” soffiò.

Parker avvertì un brivido lungo la schiena.

“Sono più romantico di una cimice” soffiò.

Natasha lo afferrò per il capo, passandogli le dita tra i capelli e, chiudendo gli occhi, lo baciò. Peter gorgogliò sorpreso e ricambiò con fare impacciato.

Natasha si staccò da lui, sentendolo mugolare e lo salutò con la mano.

“Prepara le tue cose e mettile in macchina. Ti aspetto lì” disse, allontanandosi con un movimento seducente dei fianchi.

Peter alzò il capo, cercando di riprendere fiato. Vide passare una slitta, con a bordo una figura vestita di rosso.

< Perfetto, ho anche le allucinazioni sulla slitta di Babbo Natale dovute al bacio appena ricevuto dalla Romanoff > pensò.

Iron-man si affacciò dalla slitta e lasciò cadere la tuta iron-spider.

“Buon Natale, ragazzo, ma con qualcosa di me!” gridò. La sua risata risuonò tutt’intorno, mentre si allontanava celermente con i reattori al massimo.

 

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Capitolo 12
*** Cap.12 La danza del ragno ***


Scritto col prompt de I prompt del lunedì per il Giardino di Efp.

Prompt di B.P.: "Peter va con la sua classe a teatro a vedere il balletto russo de Lo schiaccianoci, Natasha fa parte del corpo di ballo per una missione sotto copertura".

 

Cap.12 La danza del ragno

 

Il cielo si stava oscurando, mentre s’illuminavano i grandi tabelloni con le locandine. Le macchine passavano rumorosamente nella strada davanti al teatro.

“Ragazzi, non correte e non spintonatevi. Non fatemi pentire di avervi portato a teatro” disse Peter con tono severo, raddrizzandosi gli occhiali.

“Sì, prof” disse una ragazza con i capelli blu, facendosi un selfie.

“In fondo chi non apprezza il balletto russo” si lamentò un giovane di colore, roteando gli occhi. Un compagno gli fece eco ridacchiando.

Peter li richiamò: “Siate meno sarcastici”.

“Lo ammetta, lo schiaccianoci è una favola per bambini” disse un ragazzo dai corti capelli biondi, quasi rasati.

Le luci colorate sempre più luminose si riflettevano nelle porte a vetri del teatro.

“Salite sul pullman, vi raggiungo” l’incalzò Peter.

“Deve parlare con quella ballerina sexy?” gli chiese una sua allieva, masticando rumorosamente una chewin-gum. Indicando una donna che usciva dal teatro, con una sciarpa al collo.

“Meno battute, è una vecchia amica” disse Peter, mentre il pulmino apriva rumorosamente le proprie ante. Si era parcheggiato davanti a loro.

< Quanti anni sono passati? Quanto tempo è che non ci vediamo? Eppure mi sembra ieri, mi riporta a giorni più felici. Quando lo SHIELD esisteva, quando mi sembrava tutto meraviglioso. Ero un po’ l’Harry Potter dei primi libri, quando ancora crede che il mondo della magia sia un sogno > pensò.

Gli allievi ridacchiarono, Peter seguì con lo sguardo i movimenti della sua classe.

Natasha giocherellò con una collana che le impreziosiva il collo sottile, indossava un ampio cappello, che le copriva in parte i lunghi capelli. Erano biondo platino, ma i boccoli avevano ancora dei riflessi vermigli.

“Come va, Parker?” domandò Romanoff a bassa voce.

Peter si voltò verso di lei, mentre il pulmino chiudeva le porte con gli studenti dentro.

“Era dai tempi dell’addestramento che non ti vedevo” proseguì lei.

Peter si massaggiò il collo.

“Va. Ho avuto momenti peggiori” rispose, scrollando le spalle.

Gli occhi di Natasha vagarono nei negozi tutt’intorno, scorgendo un ristorante.

“Anche io… Alle volte ancora guardo il telefono e penso che Clint non mi chiamerà come ai vecchi tempi” sussurrò la ballerina. < Sarei dovuta saltare e morire io. Non ho più avuto il coraggio di guardare negli occhi la sua famiglia >. Avvertì una fitta al cuore e rabbrividì, sentendo uno spiffero gelido scendere lungo le sue spalle.

Peter espirò rumorosamente dal naso, serrando gli occhi.

“C’è stato un lungo periodo in cui vedevo Mr. Stark ovunque. Non è facile perdere un mentore come lui, lasciava sempre una traccia di sé in ogni cosa di questo mondo…

Mi hanno detto che ora gestisci da sola gli Avengers” le disse.

Natasha annuì. “Ho saputo che ti sei sposato” gli rispose.

“Divorziato. MJ ed io non ci siamo più ripresi dopo… l’aborto”. Peter si mordicchiò il labbro, spostando lo sguardo. “Faccio ancora il super-eroe, ma pago le bollette come insegnante”. Guardò la figura sottile di lei, stretta in un abito argenteo dal generoso decolté.

“Io sono qui in missione, sotto copertura. Chiamami Natalie” soffiò lei al suo orecchio.

“Lo immaginavo, Natalie.

Sai, sei bella come ricordavo…” disse Peter, sentendo le orecchie in fiamme.

“Ci provi ancora con me? Sei recidivo con le ‘rosse’” disse Natasha, camminandogli intorno ancheggiando. Le sue labbra si piegavano sinuose e piene.

“Da ragazzo ho ricevuto un bacio. Come uomo, ora, spero di ottenere anche il tuo cuore” rispose Peter. Scrutò una macchina allontanarsi, da essa proveniva una melodia fragorosa e fastidiosa.

< Ci meritiamo entrambi di avere una chance di ricominciare. Ti ho visto per sbaglio su quel palco, ma non voglio perdere la chance anche questa volta > pensò.

“Vediamoci questa sera, fuori dal lavoro, al bar vicino al teatro e si vedrà” promise Natasha.

< Come hai fatto a notarmi in seconda fila? A causa della mia caviglia non sono più la prima ballerina, non sono al centro della scena. Non lo so neanche nella vita, ho perso l’unica famiglia che io abbia mai conosciuto.

Ogni tanto m’incontro con Cap, o meglio, l’anziano vecchietto che è diventato, e tra i due la più nostalgica sono io > pensò.

“Grazie” disse Peter.

Natasha lo guardò raggiungere il pullman, e salirci. Il mezzo richiuse le porte e partì, mentre i rumori della città si confondevano con il tubo di scarico del mezzo, ed il brusio di voci concitate degli studenti.

 

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