La vita che vorrei.

di Alis_209
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** I bei vecchi tempi ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Spencer odiava le giornate di merda, non le sopportava proprio.
Specialmente il lunedì, quando la sveglia ti suona in ritardo e sei costretta a correre sotto la pioggia per cinque chilometri dopo esserti accorta di non avere le chiavi dell'auto.
Poi quando arrivi a lavoro e ti accorgi di aver dimenticato la borsa con i documenti richiesti dal capo, beh, è ancora peggio.
Ovviamente tutti la guardavano male, una donna fradicia in pigiama che altro effetto poteva procurare? Si sentì una stupida, quella giornata non poteva andare peggio.
Quando arrivò a casa trovò una lettera sullo zerbino, sbuffò e la raccolse. Frugò nella tasca del cappotto che Alice [1]  le aveva prestato, ma giustamente le chiavi non c'erano, le aveva lasciate al lavoro, perfetto.
Si sedette contro la porta e aprì la busta che le sue mani bagnate avevano un po' macchiato. Appena Dmitry sarebbe tornato a casa si sarebbe messa a dormire cercando di non pensare alla giornataccia appena vissuta.
Cazzo. Pensò ricordandosi che quel giorno anche Holly [2] sarebbe stata da loro, quella bambina era insopportabile, il diavolo in persona. Mentre Liam quel giorno aveva allenamenti e poi sarebbe rimasto a dormire dal suo amico Michael. 
Decise di concentrarci sulla lettera:
A Spencer Jill Hastings,
Galburey Street 175, Washington.
87765 (D.C).
La aprì.
Buon compleanno!
+1
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Sbuffò,non si sentiva con le sue amiche da una vita, ma non poteva rifiutarsi e così decise che qualche minuto dopo avrebbe contatto Aria per confermarsi come invitata.
Attese ben due ore prima che Dmitry tornasse a casa, mano nella mano con Holly.
-Spencer ma...-
-Dov'è Amber?-
La guardò come se avesse parlato in arabo, perfetto, se ne era dimenticato. Si tirò su piuttosto incazzata e gli strappò le chiavi dell'auto di mano. Avvertì quella intensa sensazione di rigargli l'auto, ma decise che prima era meglio raggiungere sua figlia, che era sola, fuori dall'asilo, sotto la pioggia.
Partì a centoventi all'ora dato che l'asilo era lontanissimo, Dmitry ci teneva che andasse in un istituto privato di quelli che costano tantissimo, ma con il lavoro di Spencer [3] e il patrimonio di Dmitry se lo potevano permettere.
Perché in effetti Dmitry non faceva un cazzo, non lavorava, guardava solo le partite e usciva la sera tornando ubriaco marcio, e a Spencer toccava svestirlo e infilarlo sotto le coperte, come se non bastassero Holly, Liam e Amber da accudire, ma i suoi gli avevano lasciato un'eredità di non poco conto, e ciò gli rendeva possibile lo stare a casa tranquillamente.
Giunta all'asilo vide una bambina fradicia piagnucolare con lo zainetto in spalla e il porta merende in mano. Cazzo. Corse sotto l'acqua e la prese in braccio coprendole la testa con la mano per evitare che si bagnasse di più. Con tutta l'acqua che avevano preso quel giorno si sarebbero certo ammalate. Ma che diavolo di insegnanti se ne vanno lasciando gli alunni fuori al freddo?
Mise la piccola al riparo in macchina, le colava il naso, e il visino era tutto arrossato per il freddo. I capelli biondo cenere le ricadevano scompigliati e fradici quasi fino alle spalle, e la frangetta era riuscita a proteggere la fronte della bambina dagli arrossamenti. Le passò un fazzoletto che Amber lanciò via con forza.
"Tesoro, mi dispiace tanto, papà si è dimenticato".
Lei corrucciò la fronte e incrociò le braccia, guardandola offesa.
"Si è dimenticato di nuovo! Si dimentica sempre! Però quando deve curare Holly si ricorda benissimo!"
La donna non sapeva davvero cosa rispondere, la figlia aveva ragione. Dmitry era davvero un uomo stupido e rude, di quelli che difficilmente trovano moglie, e se la trovano, finisce subito e nonostante lei vantasse un grande intelletto, con un elevato QI era ancora al fianco di quell'uomo, a prendersi cura di lui come se fosse un'altro figlio.
Ma non era sempre stato così, altrimenti Spencer non lo avrebbe mai sposato.
"Dai, arrivata a casa ti aspetta una bella merenda è un bagno caldo, cosa ne dici?"
Sciolse l'intreccio delle braccia e guardandosi i piedi annuì. Amber era una bambina di straordinaria intelligenza per i suoi 5 anni, Spencer voleva mandarla un anno prima alle elementari, ma per Dmitry non esisteva che Holly rimanesse indietro in confronto alla sorellastra. Così accese il veicolo e si diresse verso casa.

• • •

"Sia l'ultima volta che la dimentichi okay? È tua figlia! Come cazzo puoi dimenticarti di lei?!".
"Senti piccola, adesso ti calmi". Disse agitando la bottiglia di vodka. Spencer avrebbe voluto tirargliela in testa, così magari la parte che ragiona del cervello si sarebbe sbloccata.
Holly e Amber erano in salotto a giocare e da più o meno un'ora Spencer e Dmitry discutevano nella loro camera.
"Mi calmo?Come hai fatto a tornare a casa con Holly e aver dimenticato Amber?È tua figlia anche lei sai?".
Lui sembrava non ascoltarla e bevve un'altro sorso della bottiglia. Lei gliela strappo di mano e la lanciò a qualche metro di distanza da loro. "Basta bere! Ora mi ascolti chiaro?".
Lui la osservò, poi lanciò uno sguardo ai frantumi di vetro e al liquido per terra. Si alzò dalla poltroncina in velluto rosso sui cui era seduto poco prima e si avvicinò lentamente alla donna, con uno sguardo non proprio amichevole.
Lei indietreggiò confusa fino a percepire il contatto con il muro, poi le afferrò il polso, stringendo forte.
"Io non devo capire proprio niente, l'unica che deve capire qui sei tu, in questa casa comando io e solo io, e tu non ti devi permettere di dirmi cosa fare."
Lei guardò la mano dell'uomo avvolta sul suo polso. Stringeva con una tale forza che Spencer temette di perdere la mano.
"Basta, mi stai facendo male". Aveva uno sguardo spaventato, con gli occhi lucidi provati dal dolore. Come se si fosse reso conto di ciò che stava succedendo glielo mollò. 
Indicò il tappeto sporco di Vodka. "E ora pulisci quello schifo". 
"Mamma, papà, cosa succede?".
La bambina doveva essersi spaventata per le grida e il rumore di vetri infranti, e ora era affacciata alla porta della camera, con voce tremante e un po' impaurita.
"Fuori di qui Amber!" Le gridò il padre facendola sobbalzare e subito allontanare da lì.
"Non ti permettere di parlarle così!" Proseguì Spencer.
Al che l'uomo si voltò furioso, e le tirò uno schiaffo in piena guancia.
La donna, che non se lo aspettava, portò la mano alla guancia esclamando un gemito di dolore.
"Scusa" disse subito l'uomo guardandosi le mani, come se non si riconoscesse. Ed era così, perché quello non era lui. Fin da piccolo era sempre stato educato bene, gli era stato insegnato a rispettare i più grandi e le donne. Ma ora i suoi pensieri venivano offuscati dall'alcool, che parlava e agiva al posto suo.
"Basta, non ce la faccio più, sei sempre completamente sbronzo! Io me ne vado, e porto con me anche Liam e Amber!".
Il viso dell'uomo si corrucciò in uno sguardo minaccioso. "Cosa?Ripeti cosa hai detto."
Spencer venne presa dall'ansia, aveva paura che l'uomo le facesse male.
"Io, c'è una festa. A Rosewood, la mia amica Aria la organizza per suo figlio e ha detto che le sarebbe gradita la mia presenza, con Liam e Amber. Intendevo questo."
"E come faccio a sapere che non te ne andrai?".
Lei ebbe un brivido, la mano ancora appoggiata alla guancia dolorante. "Non lo farei mai, non ti abbandonerei mai, lo sai".
L'uomo fece un ghigno compiaciuto. "Va bene, vai a questa suddetta festa, ma porti anche Holly".
Lei deglutì e annuì senza guardarlo in faccia.
Che giornata di merda.


[1] > Alice è una collega di lavoro di Spencer, quella con cui è più legata.
[2] > Holly è la figlia di Dmitry e di una donna morta 4 anni fa, prima di morire avevano già divorziato, ma l'uomo rimane comunque scosso dall'avvenimento, e così si butta sull'alcool. Holly (8 anni e mezzo)non è sempre a casa di Spencer e Dmitry, ma una settimana al mese la passa dalla nonna materna. Non ha un buon rapporto con la matrigna poichè non accetta che il padre si sia risposato, detesta Amber ma ha invece una cotta, anche se sa che non potrebbe, per Liam. Liam e Amber sono invece i figli di Dmitry e Spencer, rispettivamente di 7 e 5 anni. Gli allenamenti a cui si parla nel testo sono quelli di calcio a cui Liam prende parte ogni giorno settimanale.
[3]> Spencer, come nella serie, lavora in politica.
 

Ehi❤️Questo è il prologo, i capitoli cercherò di farli durare di più, anche se pure questo è abbastanza lungo (1500 + parole, che di solito non raggiungo nei normali capitoli della vecchia ff!) Se riesco ogni capitolo vorrei arrivasse alle 3000 parole❤️
Quindi niente, spero vivamente che questa storia vi piaccia come l'altra❤️😘
Sigrid❤️

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Capitolo 2
*** I bei vecchi tempi ***


Spencer aveva inviato il messaggio di conferma ad Aria qualche ora prima, e ora camminava per le vie dell'aeroporto con 3 trolley e un borsone. Non riusciva nemmeno a camminare.
"Liam,Holly, per favore potreste portare voi la vostra roba?".
Liam prese il suo trolley blu mentre Holly scosse la testa. "La mamma mi portava sempre la roba".
"Holly,prendi la tua valigia o la lascio qui".
La piccola ci rifletté su, fece una linguaccia e poi afferrò il trolley rosa. 
Quando furono sull'aereo Spencer non ci poteva credere: ce l'aveva fatta. In realtà la festa era tra due settie, ma lei aveva convinto Dmitry di voler fare una piccola vacanza, in più gli disse che portando via i bimbi per un po' avrebbe potuto darsi alla pazza gioia tranquillamente, non che fosse d'accordo, ma almeno lei aveva la scusa per andarsene per un po' da un ambiente che si stava trasformando in qualcosa di inquietante.
Per tutto il viaggio pensò al comportamento di Dmitry, e a come fosse diverso dall'uomo che aveva sposato. Qualche volta i suoi pensieri venivano interrotti dalla voce dei bambini che chiedevano di andare in bagno o di prendere le caramelle.
Sembravano la famiglia perfetta. Tre bambini belli e sani, educati, ben vestiti, che primeggiavano in ogni campo. Genitori ricchi, e all'apparenza tutti felici. Ma non era realmente così. Si sa, ogni famiglia felice è infelice a modo suo, e il modo della famiglia Hawthorne era nascondersi dietro alle belle facce sorridenti.
Ad un tratto l'aereo ebbe uno scossone, e si spensero le luci.
Amber iniziò a piangere.
"Spencer voglio tornare a casa!"disse Holly impaurita mentre Liam chiamava la mamma.
Spencer prese in braccio Amber che stava seduta affianco a lei, afferrò la mano di Holly invitandola a sedersi nel vecchio posto della sorella e strinse la mano di Liam nel sedile a fianco.
"State tranquilli, è solo una turbolenza okay?".
Spencer non poteva accorgersene, ma molte persone li guardavano intenerite, con lo sguardo che sembrava dire caspita vorrei anche io una famiglia così bella, era esattamente quello che Spencer intendeva per famiglia che sembrava perfetta. Perché in realtà i bambini piangevano sempre, spaventati dal papà o perché venivano lasciati soli, Holly non stringeva mai la mano di Spencer e Spencer stessa non prendeva spesso i piccoli in braccio. 
Le luci si riaccesero e la donna poté vedere in viso tutti e tre i nanerottoli appiccicati a lei che piangevano e tremavano. Addirittura Holly aveva la testa incavata sotto il suo braccio,come a proteggersi.
"Visto?Non era niente".
Frugò nella borsa e prese delle merendine al cioccolato, ne diede una ognuno e tutto si rifece  tranquillo.
Due ore dopo raggiunse Rosewood, decise di non andare a casa sua ma di stare, almeno i primi giorni all'albergo Radley. Certo non era proprio bello tornare lì, anche se era un luogo totalmente diverso dal vecchio manicomio, ma l'alternativa era stare a casa con Melissa e i suoi genitori, e non se la sentiva di essere oltremodo controllata, le bastava Dmitry a metterle i bastoni fra le ruote.
"Io non voglio stare qui con te!"piagnucolò Holly pestando i piedi, "non voglio!Non voglio e non voglio!".
Spencer lasciò andare a terra tutti i bagagli e si abbassò all'altezza di Holly.
"Ascoltami bene signorina,ormai siamo qua, quindi ora ognuno prende la sua roba ed entriamo senza fare i capricci,chiaro? Arrivati a casa puoi pestare i piedi e piangere quanto vuoi, ma quando siamo davanti alle persone voi siete tutti composti ed educati chiaro?O vuoi che papà si arrabbi con noi?".
"Papà non si arrabbia con me!"
"No?E l'ultima volta che hai fatto i capricci in giro cosa è successo?"
Holly abbassò la testa e prese la sua valigia. Qualche anno fa Dmitry doveva prendere Holly dalla nonna ma lei non voleva venire e così, per via della rabbia e dei postumi della sbornia, le aveva storto un braccio, subito dopo si era scusato e l'aveva riempita di baci comprandole regali su regali. Nonostante Holly fosse la sua figlia prediletta, quando era ciuco si accecava completamente. Con questo non si lasci intendere che picchiava i figli, era successo solo quella volta, ma comunque urlava e gridava contro di loro quando qualcosa non andava come voleva e la cosa brutta era che Spencer poteva ben poco intervenire nonostante ci provasse.
Fu sorpresa quando vide che ad accoglierla fu la signora Marin, si era dimenticata che l'hotel era il suo.
Diede un lieve colpetto sulla schiena dei bimbi, che voleva dire "comportatevi educatamente" e così Amber tolse la mano dalla bocca,Liam raddrizzò la schiena e Holly si lisciò i capelli mostrando un bel sorriso.
"Spencer!"
"Signora Marin".
Si strinsero la mano mentre la donna osservava i bambini sorridente.
"Ma che bambini adorabili!Come vi chiamate?"
Subito Holly fece un passo avanti e prese parola,come sempre: "Buongiorno signora,io sono Holly Hawrthone e questo sono i miei fratelli Liam e Amber Hawrthone, siamo lieti di conoscerla". E porse la manina ben pulita e profumata.
La signora Marin ridacchiò intenerita e strinse la mano a tutti i bambini.
C'era da dirlo, erano proprio belli alla vista.
Spencer aveva un aspetto elegante e ben curato, vestita professionalmente, con i capelli mossi nei punti giusti e il viso perfettamente truccato,tanto che non sembrava per niente avere 38 anni. I bambini poi, schiena dritta, bel portamento,vestiti da signorini e sorridenti. Lui con il papillon e le signorine con nastri e fiocchetti tra i capelli dorati. Penso che tutti ne rimarrebbero ammagliati.
La signora Marin li accompagnò in una stanza grande e confortevole, sembrava un'intera casa più che una stanza sola.
"Faccio sapere ad Hanna che sei qui".
"Oh no, non si prenda il disturbo, l'avverto io".
"Figurati per me è un piacere!"
E uscì dalla stanza soddisfatta.
Spencer si sedette sul grande letto. I bambini erano usciti per l'albergo promettendo alla mamma di comportarsi in modo eccellente.
Prese il cellulare e visitò i profili facebook e istangram delle amiche, per vedere come se la cavavano, in effetti non le aveva più nemmeno contattate da quando se ne era andata.
Sapeva che avevano avuto dei figli, ed era certa che gli avessero detto anche i nomi ma non se lo ricordava minimamente, poteva decisamente considerarsi un pessima amica.
Non ce la faceva più, doveva uscire a prendere una boccata d'aria, recuperò i mitici tre e disse loro che gli avrebbe portati a fare un bel giretto.
"Mamma, hai una barretta?" disse Liam tirando la mano della mamma.
"Non si mangia per strada,al massimo ci fermiamo a un bar".
Tutti acconsentirono e così la donna gli accontentò. Liam e Holly presero una cioccolata calda con panna e Amber optò per una di quelle caramelle arcobaleno piene di zucchero.
"Spencer?!Quando sei tornata?"
Al suono di quella voce la donna non poté che sorridere: Toby.
Le era mancato così tanto, si erano lasciati di punto in bianco e lei se ne era andata senza nemmeno salutarlo.
Si alzò e si abbracciarono per qualche secondo, poi disse a Liam di farsi più in là per fargli posto.
"Ragazzi questo è un mio vecchio amico, Toby."
"Piacere di conoscerla, io sono Liam Hawrthone e queste sono le mie sorelle Holly e Amber Hawrthone."
Lui sorrise divertito. I bambini conoscevano il modo di presentarsi a memoria, glielo aveva insegnato il padre. E subito dopo la presentazione vi era la stretta di mano.
"Beh, wow, hai messo su famiglia!"
Spencer arrossì. "Si, mi sono data da fare, e Holly è figlia solo di mio marito." 
La piccola sorrise e abbracciò il braccio della donna. "Ma ci vogliamo bene come mamma e figlia? Vero mamma?"
Lei annuì.
Caspita quella bambina come attrice sarebbe stata un vero fenomeno.
"E tu?".
Toby scosse la testa. "No io sono apposto così,libero in tutto e per tutto!".
"Dicendo così intendi provarci con la mia mamma?".
"Liam!"
Il piccolo alzò le spalle in segno di scuse e Toby ridacchiò grattandosi la testa. Quando tutti ebbero finito di mangiare, Spencer congedò l'amico e uscì dal bar.
Era da un po' che non pensava a Toby, era come...sparito dalla sua mente. E rivederlo, era stato un colpo. Si erano lasciati perché lei era rimasta incinta, e subito aveva optato per l'aborto. Non si sentiva pronta ad avere figli, e trovava inconcepibile che Toby non lo capisse. Così si erano persi, e qualche anno dopo Spencer era partita, sentendo il bisogno di avvertire solo la sua famiglia.
Inizialmente le amiche non l'avevano presa molto bene. E aveva avuto un'accesa discussione per telefono con Hanna.
Flashback
-Hanna piantala di accusarmi!Non ho forse il diritto di vivere la mia vita?-
La bionda aveva sbuffato talmente forte da sembrare un'interferenza della rete telefonica.
-Certo che puoi vivere la tua vita, come tutti, ma se ad un tratto ti prende di andartene a chilometri di distanza, ci puoi avvertite un po' prima non credi?-
Spencer si morse un labbro, si era già arrampicata troppo sugli specchi, e ora non sapeva che altro dire.
-Questa vita iniziava a starmi stretta-.
-Non sei mai stata una che fugge Spencer-.
Fine flashback.
Hanna aveva ragione, non era mai stata una che fuggiva a ogni problema, e si pentì di tutto.
Avrebbe preferito mille volte la sua vecchia vita, da monotona universitaria, piuttosto che quella di ora dove era una donna in carriera che doveva prendersi cura di tre bambini mentre l'uomo che aveva sposato beveva e gridava.
Si premette la mano sulla guancia, al ricordo di quello schiaffo che Dmitry le aveva dato in pieno viso, non lo aveva mai fatto, oltre all'incidente di Holly, si era sempre limitato alle urla, niente che Spencer non sapesse gestire, ma ora qualcosa stava cambiando, e pregò con tutta se stessa di non doversi trovare all'interno di un incubo, perché dopo tutto quello che aveva passato non ce l'avrebbe fatta.
Non aveva fatto parola con nessuno del comportamento di suo marito, perché pensava che nonostante tutto un po' di quel lui che lei conosceva bene ci fosse ancora, e non se la sentiva di dare inizio a qualcosa di così simile a ciò che già aveva passato.
-Devi stare attenta, mia nonna diceva sempre che se un uomo alza le mani anche solo una volta, allora bisogna provvedere subito perché la situazione peggiorerà-. Le aveva detto Alice, la sua collega, solo con lei aveva parlato dell'incidente di Holly, e forse avrebbe dovuto darle ragione e seguire il suo consiglio, ma no, se ne era uscita con uno stupido: -No, tu non lo conosci come lo conosco io, non è quel tipo di uomo-. Non lo era. La corresse la sua coscienza.
I suoi pensieri furono interrotti da Liam che le stringeva la mano mentre camminavano per tornare all'hotel: -Mamma ci muoviamo? Mi scappa tanto la pipì.-
La donna alzò gli occhi al cielo, voleva bene ai suoi figli, ma sembravano soffrire di incontinenza, e sempre nel momento meno adatto.
-Okay dai, aumentate il passo. Certo che potevi dirmelo al bar!-.
-Ma non mi scappava!- disse guardandola con sguardo innocente ma allo stesso tempo furbetto.

•••

-Pronto?-
Il cellulare di Spencer era appena squillato, ma a chiamarla era stato un numero sconosciuto. Inizialmente si agitò un po' ma quando rispose riconobbe la voce di Hanna.
-Ciao Spencer, sono Hanna-.
-Oh, dimmi-.
C'era giusto un po' di tensione tra le due, dovuta all'ultima litigata tra le due, anche se avvenuta molto tempo fa.
Non si erano più sentite, Spencer non aveva nemmeno più il suo numero.
-Mamma mi ha detto che sei tornata, quindi io e Caleb volevamo invitarti qua a cena stasera, sempre che tu voglia-.
Spencer lanciò un'occhiata ai bambini che giocavano sul letto, stavano facendo un puzzle di quelli con i pezzi enormi.
-Ehm, si va bene, ti ringrazio-.
-Perfetto, a sta sera-.
Non si erano mai parlate con tanta freddezza, probabilmente l'idea della cena era venuta alla signora Marin, perché Spencer non pensava davvero che Hanna potesse invitarla da lei con tutto quello che era successo.
Mancavano tre ore  e già Spencer andò in panico: doveva vestire i bambini in maniera elegante e lei per prima doveva avere un aspetto curato e semplice, ma allo stesso tempo elegante e attraente.
Iniziò con lo scegliere i vestiti per Liam e Holly che erano capaci a cambiarsi da soli: camicia azzurrina con jeans marroni e papillon rosso-bordeaux per lui e abitino rosa e bianco con fiocco abbinato per legare i capelli per lei, il tutto con due bei ciuffetti biondi a scenderle sul viso.
Con Amber optò per un abito blu con delle rose sullo smanicato e nastrino azzurro a chiudere lo chignon.
Lei era la parte più difficile,ma trovò perfetto indossare un completo pantaloni e top unito di un bel colore nero, con bracciale,collana e orecchino a decorare il tutto.
Erano perfetti, una meraviglia per gli occhi. E così, puliti e profumati uscirono dalla loro stanza e si diressero a casa Rivers.

•••

Più si avvicinava alla porta più l'ansia si impossessava di lei, non aveva mai provato una sensazione del genere prima di vedere Hanna e per un attimo desiderò che il loro rapporto tornasse come prima, non avrebbe mai dovuto litigarci, non avrebbe mai dovuto litigare con nessuna delle sue amiche. A volte le amiche sono la cosa più bella che hai, e lei le aveva lasciata andare, si era seccata di tutto e aveva stravolto la sua vita cambiandola completamente, ed escludendo le uniche quattro persone capace di capirla, forse tre, Ali non era proprio l'amica dei suoi sogni, ma l'aveva comunque sostenuta, a volte.
Si decise a bussare e ad aprire fu un bambina sui 3 anni. Sorrise mostrando i dentini mancanti, sembrava avesse fatto una bella corsa, era tutta spettinata è un po' affaticata.
Spencer gli sorrise.
"Mammaaa!" Gridò la bambina, aveva una voce terribilmente acuta, tanto che Holly si tappò uno degli orecchi.
Hanna accorse alla porta, e alla vista di Spencer deglutì, probabilmente anche lei aveva avuto l'ansia fino a quel momento.
"Ehi".
Ehi? Ehi? È davvero l'unica cosa che riesci a dire Spencer?
"Accomodatevi pure". Disse invitandoli con un gesto della mano. "Questa è Bella, e lui.."disse indicando un bambino seduto ad una scrivania impegnato a montare qualcosa, "lui è Cameron. Tesoro vieni qui a salutare gli ospiti!"
"Arrivo,fammi finire".
Doveva avere sugli 8 anni circa.
"Scusatelo, quando si mette a costruite non lo ferma più nessuno!".
Spencer sorrise comprensiva.
Poi Holly fece il suo solito passo avanti e ripeté le solite frasi di presentazione, sorridente, perfetta. Per un attimo Spencer avrebbe voluto fermarla. Avrebbe voluto guardare i suoi bambini e dire: "divertitevi, correte, saltate, fate i bambini. Sporcatevi con i pennarelli e la marmellata, lasciate che siano i genitori a presentarvi, disubbidite, prendete almeno una nota a scuola. Sentitevi liberi di vivere come fanno i bambini'. Le sarebbe piaciuto interrompere quella perfezione che regnava sulla sua finta famigliola, eppure era stata lei a crescerli così, lei con Dmitry. Lei insegnava e lui faceva in modo che loro non dimenticassero gli insegnamenti.

L'atmosfera in casa Rivers era piuttosto piacevole, allegra e accogliente. Caleb e Hanna parlavano e la intrattenevano con delle battute e lei si divertì abbastanza, le sembrava di essere tornata indietro, ai bei vecchi tempi.
Più tardi, mentre Caleb andava a riposare poiché il giorno si sarebbe dovuto svegliare presto, le due donne uscirono in veranda a parlare con un bicchiere di vino rosso in mano. Intanto i bambini giocavano insieme nel salottino dentro casa.
-Allora Spencer, come va?-
Aveva accavallato una gamba sull'altra e muoveva il bicchiere facendo oscillare il liquido rossastro.
-C'è sicuramente chi è messo peggio- e subito dopo si portò il bicchiere alla bocca.
A quella risposta Hanna inarcò un sopracciglio ma si rilassò subito dopo, vedendo il sorriso complice dell'amica.
-E tu?-
-Beh- appoggiò il boccale sul tavolino in vetro e si tirò su composta -Tutto bene, a parte qualche problema con Cameron, sai soffre d'asma e spesso nessuno riesce a dormire a causa sua poverino, specialmente quando ha gli incubi, poi Caleb deve sempre svegliarsi presto per il lavoro (ha trovato un impiego come muratore non poco lontano da qui) e io con tutti i casini dell'azienda non ce la faccio davvero più. Dovrei prendermi una pausa, tipo un bel viaggio in Italia...Mi farebbe bene!Ah che vita!-
Se ti sembra una vitaccia la tua immaginati la mia.
-Oh mi spiace, io fortunatamente non ho nessuno di questi problemi, sto piuttosto bene- disse poggiando anche lei il bicchierino quasi vuoto a fianco a quello dell'amica.
-Sicura?-
Spencer alzò lo sguardo verso Hanna, perché quella domanda?
-Non dovrei?-
-Con gli anni ho imparato a conoscerti, sei una ragazza coraggiosa, non hai certamente paura di cose futili. Quando racconti un balla non guardi negli occhi l'altra persona, abbassi lo sguardo o fai altro, come ora. Cosa c'è che non va?-
La guardò un attimo stupita, non si era mai accorta di fare una cosa del genere.
-Oh ma che grandissima stupidata, non ti ho guardata semplicemente perché ho appoggiato il vino- si girò verso la sala come a controllare i bambini - sto benissimo-. E si rivoltò verso ad Hanna sorridendo.
-Lo hai fatto di nuovo-.
In quel momento fu felice che Holly avesse interrotto la conversazione, era corsa lì tenendo i lembi dell'abito tra le mani.
-Spencer! Amber vuole usare il pennarello per disegnare!-.
La donna roteò gli occhi e si alzò seguendo la bambina, mentre Hanna le seguiva confusa.
-Amber, cosa ti abbiamo sempre detto io e papà?-
La piccola appoggiò il colore e la guardò prima di iniziare a spiegare: -Ma mamma, Bella mi ha detto che non ha una matita-.
-Ne dovrei avere una da qualche parte- si intromise Hanna andando a cercarla.
-Ti ringrazio-.
Si era quasi sentita stupida, ma a casa loro i bambini non si potevano sporcare con i pennarelli, quindi usavano solo la matita o raramente i pastelli. Sembra una cosa stupida, lo so, e lo sa anche Spencer, ma funzionava così , e così doveva essere.

•••

Alle 11.00 la cena finì, e i bambini erano stanchi morti, di solito andavano a dormire alle 9 e quel giorno si erano anche agitati più del solito.
Arrivarono a casa, Spencer rimboccò le coperte a tutti, l'ultima fu Holly.
-Spencer- la chiamò la piccola prima che potesse uscire dalla stanza.
-Dimmi?-
-Mi racconti una storia?-
Quella domanda se l'aspettava da tutti meno che da Holly.
Si sedette affiancò a lei e iniziò a raccontare.
C'era una volta una bella principessa, si chiamava Holly e aveva i capelli oro. Tutti in città volevano i suoi capelli, i mercanti li volevano commerciare per guadagnare; i curatori per guarire le ferite, perché erano magici e avevano poteri curativi; e anche i contadini li volevano, per filarci i vestiti più pregiati del reame.
I genitori della bambina la tenevano sempre sotto controllo, perché temevano che qualcuno potesse rapirla, e così piazzarono delle guardie a seguirla sempre e proteggerla.
-Non potevano farlo i genitori?-si intromise Holly.
-Avevano troppi impegni reali- le spiegò.
-Vai avanti-.
Un giorno Holly si era messa a giocare a palla sulle scale della torre, ma una delle finestre era spalancata, e così la palla finì fuori. La piccola tentò di arrampicarsi per vedere dove era finita, e le guardie non si accorsero che si allontanava da loro. Al di sotto, nel cortile c'era un ragazzino, con in mano la palla di Holly. "È tua?"lei annuì e si mise a parlare con il misterioso bambino: si chiamava...
-Liam!-
Spencer sorrise.
Si chiamava Liam, ed era il figlio del giardiniere di corte, da quel giorno, tutti i giorni, Liam andava sotto la sua finestra a parlare con lei, e lei non si sentì più la bambina che tutti volevano per i suoi capelli preziosi, si sentì speciale, unica per qualcuno.
-La storia la continuiamo domani sera, va bene?Ora devi dormire-.
-No ti prego!Voglio sapere come finisce-.
Pur titubante Spencer proseguì.
Holly divenne grande, e Liam non aveva mai saltato un giorno. Quella mattina aveva con se una cordicella. "Fammi salire, potremo giocare insieme!" Le lanciò la corda e lei l'afferrò al volo e lo aiutò a salire. Si abbracciarono, ma in quel momento Holly sentì un rumore strano: chack. Liam le aveva tagliato un mazzetto di capelli e si era lanciato dalla finestra. Il papà di Liam aveva bisogno di soldi e quindi gli aveva chiesto di  guadagnare la fiducia della fanciulla, e di tradirla nel momento più opportuno.
-Perché lo ha fatto? Holly gli voleva bene-.
-Alcune persone si fingono diverse per molto tempo, e poi si rivelano-.
-Cosa fa Holly?-
Holly era tristissima e corse nella sua camera a piangere, pianse per tre giorni, non mangiò e non bevve niente. I suoi capelli si erano assopiti, non erano più oro, ma giallo paglia e non valevano più niente, ora nemmeno i commercianti la volevano più, e lei si sentiva più sola di prima.
Ma il quarto giorno, la mamma di Holly entrò nella sua camera e l'abbracciò forte. La mamma le voleva terribilmente bene, sia che avesse i capelli preziosi sia che fossero paglia. Perché per lei la sua bambina sarebbe sempre valuta più dell'oro, e Holly capì che qualsiasi cosa sarebbe successa, la sua mamma le avrebbe sempre voluto bene senza se e senza ma.
Fine.
Holly aveva chiuso gli occhi, e così Spencer fece per uscire dalla stanza e spense la luce.
-Spencer,io un po' di bene te ne voglio-
Sorrise.
-Anche io-.
E chiuse la porta.


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