La prima volta

di Rohan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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°Primo appuntamento°
 
 
 
 
 
Videl si guardò allo specchio per la centesima volta, in quell’ora.
Si sistemò le pieghe della gonna corta e fece una smorfia.
Erasa l’aveva preparata da capo a piedi per quel giorno e la guardava seduta sul suo letto.
«Sei perfetta, non negarlo» le disse con un sorriso.
Aveva passato l’intero pomeriggio a lottare per farle mettere il mascara, il rossetto e quella gonna ed adesso era stremata.
Se avesse avuto ancora da ridire, avrebbe -di certo- dato di matto.
Videl si sistemò una ciocca dei capelli corti dietro l’orecchio, mostrando un lieve sorriso. «Okay, però continuo a pensare che questo maglioncino sia troppo scollat-»
Prima che Erasa potesse ribattere e la corvina concludere la frase, però, il campanello di casa suono e Videl si sentì pervasa da mille brividi.
«Finalmente!» urlò la bionda, ritrovando le forze per mettersi in piedi e correre giù al piano di sotto per aprire a Gohan.
Videl deglutì, guardandosi allo specchio.
Quello sarebbe stato il loro primo appuntamento.
Non erano mai usciti insieme da soli e si sentiva disagio sia per quello che per come era vestita.
Il maglioncino panna metteva in risalto il suo seno, mentre la gonna e le scarpe col tacco nere rendevano le sue gambe ancora più belle di quel che erano.
Scese le scale lentamente, tenendo tra le braccia il cappotto di panno, anch’esso nero.
Gohan, nel frattempo, cercava di tornare al suo colorito normale, dopo che Erasa l’aveva fatto arrossire violentemente, quando la vide scendere.
Rimase incantato e si dimenticò di chiudere la bocca, tanto la vide bella in quel momento.
«Merito mio» si vantò la bionda, intuendo lo stupore del moro, nel vederla così diversa dal solito.
Quello sarebbe stato l’inizio di una serie di appuntamenti che li avrebbe fatti innamorare perdutamente l’uno dell’altro.
 
 
 
 
 
 




















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon 2017!
Eccomi qui con una nuova raccolta che spero vi piaccia.
Intanto guardate i coloooori! Era una vita che non li usavo**
Comunque, tornando alla storia, come primo capitolo non è un granché, lo so, ma io con i primi capitoli sono sempre stata negata e vabbé, chiedo perdono (?)
E niente, ho già scritto i primi cinque capitoli di questa raccolta, ma non so quanti saranno alla fine (?)
Spero passiate gli ultimi giorni di festa bene e scappo!
Ciao :3



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


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°Primo bacio°
 
 
 
 
 
«Buonissimo!» esclamò Gohan, assaggiando il suo gelato.
C’era un freddo cane, ma Videl aveva insistito per entrare in quella gelateria.
Diceva che era la migliore di Satan City e si era scandalizzata quando lui le aveva detto di non aver mai mangiato il gelato lì.
Non che frequentasse particolarmente quella città, se non per la scuola e per lei.
Era solo la terza volta che uscivano da soli e da quelle parti non ci erano ancora passati, durante le loro passeggiate.
Non capiva esattamente di cosa si stupisse, ma in effetti le sue papille avevano fatto festa, non appena la sua lingua si era appoggiata a quell’alimento così delizioso e così fuori stagione.
«Cosa ti avevo detto? Non sarò una Saiyan, ma anche io amo il buon cibo!» scherzò. «Che poi, penso che voi potreste pure mangiare delle pietre, se ve lo spacciassero per alimento commestibile» rifletté ad alta voce, ma il giovane non la stava ascoltando.
Con una mano appoggiata alla propria guancia e gli occhi socchiusi, Gohan stava continuando a gustarsi il suo cono.
Videl rise a quella scena e si portò il suo gelato al viso, per continuare a mangiarlo.
Continuarono a mangiare e camminare l’uno vicino all’altro.
La strada non era molto affollata e i fari, posti ai lati della strada, illuminavano ciò che li circondava.
Non molto distante individuarono una panchina, da dove una coppietta, mano nella mano, si era appena alzata e ne approfittarono per sedersi, solo per poter mangiare da seduti.
Dopo la prima uscita insieme, Videl aveva rinunciato a mettere le scarpe con i tacchi.
Di certo, in quel modo la loro differenza d’altezza era ancora più immensa, ma se ne stava facendo una ragione.
Non ne valeva la pena soffrire in quel modo e poi Gohan le aveva espressamente detto che la trovava bene con qualsiasi cosa mettesse, anche se quella sera si era davvero superata.
Si era accorta anche di come lo sguardo del moro cadesse spesso e volentieri sulla sua scollatura e maledì Erasa per averla convinta a mettere quel maglioncino, coprendosi sempre di più con il cappotto quando poteva.
Non che le desse poi così tanto fastidio, sinceramente; Gohan gli piaceva davvero tantissimo e quello pensava fosse un segno che forse anche a lui piaceva lei.
«Hai…»
Gohan risvegliò la ragazza dai suoi pensieri, indicandole con l’indice il labbro inferiore.
«Lì…» continuò, in imbarazzo.
Videl, arrossendo, si leccò il labbro inferiore, capendo a cosa lui stesse alludendo. «Si è tolto?»
Gohan annuì, con un sorriso e ancora un leggero strato di imbarazzo a colorargli le guance.
Si sentiva davvero il più stupido della terra in quel momento.
Videl gli piaceva così tanto da bruciargli tutti i neuroni e a volte non riusciva a formulare neanche una frase di senso compiuto, a causa sua.
Gli aveva intasato il cervello con la sua voce, la sua immagine e qualsiasi cosa la riguardasse.
«Anche tu, comunque» gli fece notare, lei.
Questa volta fu la corvina a far tornare con i piedi per terra il Saiyan.
«Ah? Dove?» chiese, passandosi il palmo della mano sulla bocca.
Videl rise, vedendo come avesse centrato la macchia solo lateralmente e si fosse sporcato ancora di più. «Qui!» esclamò, raccogliendo con il pollice una goccia di gelato al pistacchio, dall’angolo della sua bocca.
Nonostante quello non fosse il loro primo appuntamento, non si erano mai trovati così vicini.
Erano con i visi praticamente attaccati e solo uno stupido si sarebbe fatto scappare quell’occasione.
E Gohan non era uno stupido...
 
 
 
 
 
 
 
 



















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! 
Ho visto che il primo capitolo è piaciuto molto, anche se non me lo aspettavo proprio ^^''
Grazie mille per le recensioni, mi avete dato una botta di autostima e vi ringrazio con un aggiornamento velooooce (?)
Lo so, lo so, la frase finale è errata. 
Gohan è stupido, lo sappiamo tutti, ma l'avete visto quanto è dolce e carino con Videl in Dragon Ball Super? Avete visto quanto gli vengano spontanei i "tesoro mio" (sì, la puntata di oggi con quella scena mi ha fatto sclerare (?)), quindi magari un po' di intrapendenza diamogliela a questo scemo v.v
E niente, detto ciò, spero che questo secondo capitolo vi piaccia :)
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


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°Primo Ti Amo°
 
 
 
 
 
Da dietro il muro del corridoio della scuola, Videl aveva visto tutto.
Aveva visto com’era felice Gohan di vedere quella ragazza dai capelli castani.
Aveva visto come si erano abbracciati per qualche secondo, ridendo.
Aveva visto che erano rimasti dieci minuti a parlare e a sorridersi, nonostante tutta la gente che gli passava accanto.
Che poi, a vedere quella ragazza, che ci trovava in lei?
Non era neanche così carina.
Poteva essere alta quanto lei, circa, ma -anche se non ci vedeva benissimo da lontano- non sembrava tutta questa gran bellezza.
Certo, aveva dei bei capelli lunghi e purtroppo lei sapeva che a Gohan piacevano.
Dannazione a lei quando, presa dall’impulsività, aveva deciso di tagliarli per colpa di quel demente che faceva lo stupido con quella ragazza che mai prima di quel momento aveva visto in giro.
«E tu che ci fai qui?» sorrise Gohan, appoggiando la mano sulla testa di Videl, che sussultò. «Stavi spiando qualcuno?» scherzò, non sentendola rispondere.
A quanto pare si era persa così tanto nei suoi pensieri da non essersi accorta che Gohan aveva smesso di parlare con quella tipa.
Vedendola rossa, però, Gohan si nascose dietro il muro e cercò di guardare il corridoio principale, dove si trovava prima. «Chi spiavi? Che mi sto perdendo?» sussurrò guardando con attenzione chiunque.
Videl, ancora frastornata, assestò un calciò sullo stinco del ragazzo, riprendendosi. «Te, idiota!»
Lui gemette di dolore, facendo girare verso di sé una decina di ragazzi.
«Perché?!» esclamò.
Lei incrociò le braccia al petto, senza sapere bene come comportarsi.
D’istinto l’aveva colpito.
Era gelosa da impazzire, ma ragionando lucidamente forse doveva aspettare di essere da soli per fare una scenata.
O forse non doveva farla?
Arrabbiata con lui e con se stessa, si girò e a passo deciso si diresse verso le scale che portavano al tetto.
La campana era suonata da un po’ e Gohan non era il tipo da saltare le lezioni, a meno che non dovesse intervenire come Great Saiyaman o si trattasse della prima ora, perché in quel caso era diventata la prassi quella di ritardare di almeno dieci minuti ogni mattina.
Lasciò cadere lo zaino per terra e si sedette sul pavimento, appoggiando con la schiena contro il muro.
Era confusa.
Gohan era un bravo ragazzo, aveva fiducia in lui, sapeva che non aveva fatto niente di male, ma vederlo così in confidenza con qualcun’altra le faceva ribollire il sangue.
Perché con lei doveva fare l’impacciato e doveva pregare la sera prima per ricevere un abbraccio, mentre con un’altra ragazza era così a suo agio?
Era lei il problema, forse?
Di sicuro, a quel punto.
Non le piaceva essere gelosa, era una brutta sensazione.
Sentiva lo stomaco sottosopra e una rabbia che non sapeva spiegarsi pienamente e aveva una gran voglia di colpire qualcuno, urlare oppure piangere.
Si morse il labbro e si strinse nelle spalle, mentre vedeva la porta della scala anti-incendio che dava al tetto aprirsi.
Davanti a lei, un Gohan con la fronte corrucciata, la guardava confuso.
«Cos’è successo?» le chiese solamente, rimanendo alzato davanti a lei.
Videl cercò di ragionare velocemente.
Se gli avesse detto la verità, l’avrebbe preso per una bambina o per una stupida insicura e lei non lo voleva.
Eppure le bruciava dentro quella verità e voleva sapere chi diavolo fosse quella lì.
«Allora?» domandò ancora lui.
«Scusa, non volevo colpirti» mentì lei.
Altroché se voleva colpirlo.
In quel momento l’avrebbe anche preso a schiaffi, ma non le sembrava molto appropriato.
«Allora perché l’hai fatto?»
Le si sedette accanto e Videl si sentì un po’ a suo agio.
Aveva lasciato perdere la lezione per capire cosa le fosse preso, forse non era il caso di essere gelosa.
Eppure non riusciva ad ignorare quel fastidio.
Non è che non si fidasse di lui e dei suoi sentimenti, solo che le aveva dato un fastidio inimmaginabile vederlo così a suo agio con un’altra.
«Spasmo muscolare» sorrise lei, cercando di sdrammatizzare.
Gohan rise. «Pessima scusa»
Lei ridacchiò, ma smise quando lo vide continuare a fissarla. «Chi era quella ragazza?» decise di sputare fuori il rospo.
«Parli di Lime?» chiese lui, aggrottando la fronte.
Videl si strinse nelle spalle. «Ti sto chiedendo chi è, non so il suo nome» disse stizzita.
Gohan si grattò il sopracciglio, mordendosi il labbro. «Penso tu ti riferisca a lei. La ragazza dai capelli castani, no?» domandò di nuovo, vedendola annuire. «L’ho conosciuta tanti anni fa, qualche giorno prima del Cell Game. Non so come mi abbia riconosciuto, visto che quando l’ho incontrata la prima volta ero trasformato in Super Saiyan, ma ha capito che ero io. Si è trasferita a Satan City con suo nonno da qualche anno ed è al secondo, qui. Non ci eravamo mai incontrati per i corridoi, stranamente. Mi ha fatto piacere rivederla» ammise.
La corvina si limitò ad annuire, guardando altrove e Gohan fece un sorrisetto malizioso.
«Sei gelosa, per caso?» le chiese, dandole una leggera gomitata sul fianco.
Videl si ritrovò a cambiare una decina di tonalità tra il bianco, il rosso e il viola a quell’insinuazione. «Io?!» esclamò dopo qualche secondo.
Gohan scoppiò a ridere e le circondò le spalle con un braccio. «Non ne hai motivo, io amo solo te» le sussurrò all’orecchio, facendole battere il cuore.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buona epifania!
Non la prediligo come festa, visto che "tutte le feste porta via", ma vbb ç.ç
Comunque... niente! Guardate il banner su! È stato fatto da
Nede -mia sempre fedele creatrice di banner. Come farei senza di lei >.<
Se andate a ritroso, negli altri due capitoli, ne ho messi altri due.
Me ne ha fatti tre e siccome mi piacciono tutti, li metterò a ruotazione.
Se invece, andando indietro, non vedeste ancora nulla vuol dire che avete letto troppo velocemente quindi datemi cinque minuti (?)
Passando al capitolo, l'avevo intitolato "prima lite", ma non è stata una vera e propria lite, quindi ho cambiato, andando sul banale (?)
Fin'ora tutti i capitoli di 'sta raccolta sono banali, ma vabbé. Inoltre ho deciso che il tutto non sarà in ordine cronologico, perché ho raccolto tante idee e le sto scrivendo ad ispirazione, senza un filo logico preciso ^^''
E quindi niente, vi ringrazio tutti per seguirmi, mi riempite di gioia!
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


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°Prima notte°
 
 
 
 
 
Gohan si sbottonò la camicia bianca e i pantaloni neri, abbassandoli mentre si toglieva le scarpe utilizzando i piedi.
Videl lo guardò sorridendo, mentre usciva dal bagno, con addosso un pigiama rosa chiaro.
«Non ti cambi in bagno?» gli chiese, mordicchiandosi il labbro.
Di certo la vista del suo ragazzo che si spogliava, non le dispiaceva per nulla.
«Cambiarmi?» le domandò lui di rimando, inarcando le sopracciglia. «Non metto il pigiama per dormire, di solito» ammise, quando si liberò definitivamente dei suoi abiti, rimanendo con solo una canotta e i boxer addosso. «Ti dà fastidiò?»
Videl scosse la testa velocemente. «Certo che no, figurati» ridacchiò lei, per mascherare l’imbarazzo.
Il desiderio di stare imbambolata a fissare ogni centimetro del suo corpo era sempre più forte e dovette correre a spegnere la luce per non cadere in tentazione.
Era passato quasi un anno da quando, dopo quel bacio al gusto di gelato, si erano confessati i loro sentimenti e avevano fatto loro quella data.
Da allora, avevano cercato di passare quanto più tempo possibile insieme, nonostante lo studio, gli impegni come paladini della giustizia e le loro famiglie iper protettive.
Quella sera, mentre la famiglia Son era a far visita per un paio di giorni al nonno Juma e Mr. Satan era via per una settimana per un tour in tutto il Giappone, i due piccioncini avevano deciso, trovandosi entrambi soli in casa, di passare la loro prima notte insieme.
Non vedevano l’ora di dormire l’uno abbracciato all’altra e di aprire gli occhi il mattino dopo vedendo, come prima cosa, il volto del loro amato.
Ovviamente tenendo all’oscuro di tutto i loro genitori.
Si sistemarono nel letto di Videl, accanto.
Era un bel letto di una piazza e mezza, molto più comodo del lettino singolo del mezzo Saiyan.
Magari non stavano larghissimi, ma stando abbracciati avevano abbastanza spazio per stare comodi.
Gohan stese il braccio sotto il collo di Videl, avvicinandola a lui e invitandola a mettere il viso sul suo petto. «Comoda?» le chiese, con un lieve sorriso.
Videl strofinò la guancia contro di lui, infilando una mano nella sua canotta per accarezzargli gli addominali scolpiti, mentre annuiva. «Comodissima» confermò.
Con l’altra mano, il giovane tirò ancor più vicina la sua ragazza e l’accarezzò partendo dai capelli corvini, scendendo poi alla schiena ed infine ai glutei.
Videl, arrossendo, si irrigidì appena.
Rari erano stati quei momenti in cui il giovane si era spinto ad accarezzarla in certi punti, quindi c’era ancora molto imbarazzo tra di loro.
La corvina si limitò ad ignorare quella mano che continuava, lentamente, ad accarezzarla.
Vedendo che lei non reagiva, però, Gohan decise di osare ancora.
La fece scendere dal suo petto e si abbassò su di lei per baciarle prima la fronte, poi il naso ed infine le labbra.
Videl rispose al bacio, lasciando che il ragazzo giocasse con la sua lingua.
Si sentì pervasa da un calore all’altezza del ventre e un po’ più giù.
Non contento, Gohan continuò a scendere, baciandole il collo con le labbra umide, facendola sospirare.
La ragazza sentì decine di brividi e spalancò gli occhi quando percepì la mano di lui intrufolarsi sotto la sua maglia e afferrarle un seno, libero sotto il pigiama.
«No, okay, basta!» esclamò lei, spingendolo via.
Aveva le guance infuocate e gli occhi ancora sgranati per la miriade di sensazioni provate.
Gohan sembrò, in quel momento, come essersi ripreso da uno stato di trance. «Ho fatto qualcosa che non andava?» le chiese allarmato.
La sensazione del suo seno morbido nella sua mano era ancora stampata nella sua mente e il suo aggeggio tra le gambe gli gridava di andare avanti con quella discesa nel corpo della corvina.
«No, tutt’altro, ma mi vergogno!» esclamò rossa in viso, stringendo le gambe e buttandosi con la faccia sul cuscino. «Buonanotte!» continuò, coprendosi fino a sopra i capelli.
Confuso, Gohan si rimise sdraiato continuando a guardarla con un’espressione corrucciata. «Sicura?» domandò ancora.
«Sì, dormi ora!» sbottò lei, girando il viso per fulminarlo con lo sguardo.
Il giovane brontolò qualcosa che risultò incomprensibile alle orecchie della ragazza che lo ignorò, comunque, bellamente.
Erano sensazioni del tutto nuove, davvero bellissime e forti, ma ci voleva tempo e soprattutto tanta sicurezza.
Non poteva di certo pretendere che affrontasse tutto con leggerezza e, senza imbarazzo, si concedesse a lui.
Gohan lo sapeva che era così, eppure, guardandola ancora con un leggero broncio sulle labbra, si chiese se fosse lui il problema.
Si domandò se qualcosa l’avesse spaventata, se le avesse fatto male senza accorgersene o se avesse fatto la qualsiasi altra cosa sbagliata.
Lo sapeva che era maldestro, lo sapeva benissimo, ma se da una parte la testa lo rassicurava dicendogli di stare calmo e pensare che quello era un passo importante per entrambi e quindi era normale che Videl avesse paura, dall’altra parte sperava che quella non fosse solo una consolazione che la sua mente gli stava dando per non fargli credere che il problema fosse lui.
Ad un tratto sentì il viso di Videl premere di nuovo contro il suo petto e lasciarci un casto bacio, mentre con la mano gli sfiorava l’erezione ancora ben visibile dai boxer e, mentre sussultava, si sentì rassicurato.
«Ho solo paura» gli sussurrò lei e Gohan chiuse gli occhi, emettendo un sospiro di piacere e di sollievo.
 
 
 
 
 




















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon rientro a scuola, per chi la frequenta (?)
Sembrano lontanissimi i tempi di quando davo per scontato che tutti andassero a scuola solo perché ci andavo io (?)
Comunque!
È un'ora che sto al telefono con Fidanzato perché ho avuto la bella idea di fargli leggere il capitolo prima di pubblicarlo e quindi siamo stati insieme a correggere qua e là.
"E allora perché del capitolo non si capisce niente?" vi starete chiedendo voi.
PERCHÈ MI È VENUTO COSI' E PIU' DI TANTO NON SONO RIUSCITA AD AGGIUSTARLO. 
OH.
No comunque davvero: so che ci sono tante frasi contorte, ma non sono riuscita a fare di meglio >.<
Spero che il capitolo vi piaccia (non li faccio consumare 'sti due, no v.v Usiamo la politica di
Cri Cri in Saiyan (?????)) nonostante tutto >w<
Scappo!


-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


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°Prima sigaretta°
 
 
 
 
 
Gohan alzò gli occhi al cielo, durante quella bella giornata primaverile.
Erano al parco e tra gli alberi, ben nascosti, Videl teneva tra le mani un pacchetto di sigarette.
Nonostante non ci fosse nessuno nei paraggi, la corvina aveva convinto il ragazzo a trasformarsi in Super Saiyan, così non lo avrebbero riconosciuto.
Anche se il motivo per cui voleva si trasformasse era tutt’altro.
Amava vedere come i muscoli, sotto la maglia, guizzassero per lo sforzo della trasformazione e adorava fissare quegli occhi verde acqua e quei fantastici capelli biondi.
Sembrava un’altra persona, ma era sempre lo stesso ragazzo, solo con l’aspetto un po’ diverso e il tono di voce decisamente più virile e sexy.
Il Saiyan la guardava di sbieco da diversi minuti, mentre lei fissava quell’oggetto rettangolare, pieno, appena comprato.
«Non ci credo che vuoi farlo davvero» sbuffò lui.
Videl strinse le labbra e puntò i suoi occhi chiari sul ragazzo. «Non ho mai fumato e tu neanche, quindi che male c’è a provare? Voglio solo togliermi questa curiosità»
Gohan incrociò le braccia al petto, sedendosi sul prato verde. «Continuo a pensare che sia una pessima idea» sbuffò.
«Solo perché sei un fifone» lo rimbeccò lei.
Punto nell’orgoglio, il mezzo Saiyan le tolse il pacchetto dalle mani e, aprendolo, prese una sigaretta.
Se la rigirò tra le dita e l’accese solo grazie al potere della sua aura.
Alzò le sopracciglia, mentre guardava la fidanzata negli occhi e si portava alle labbra la sigaretta. «Fifona ci sarai tu» le sussurrò, dando per la prima volta in vita sua un tiro.
Gli occhi gli si arrossarono e dopo tre secondi, circa, tossì rumorosamente.
Videl scoppiò a ridere a quella vista e ne prese un’altra, ripetendo le azioni di lui.
La portò alle labbra e ne prese un bel respiro, trattenendolo per qualche secondo, prima di tornare a respirare con tanto di quasi soffocamento a causa della tosse.
Anche Gohan si mise a ridere vedendo la scena e si buttò con la schiena contro il terreno, alzando gli occhi al cielo. «Che cosa stupida» rise.
Videl schiacciò la cicca sotto la suola della scarpa e si infilò il pacchetto in borsa. «Decisamente! Ma avevo una gran voglia di provare per cercare di capire cosa spinge i fumatori a continuare» disse, sdraiandosi al suo fianco.
Il giovane fece spallucce. «E l’hai capito?» le domandò, voltando il viso verso di lei e mettendosi la sua sigaretta tra le labbra.
La corvina si girò pure, specchiandosi in quegli occhi così strani per lei, trattenendo una risata per il suo buffo tentativo di sembrare sexy con quell’affare tra le labbra. «No» esclamò ridendo. «Ma mi è piaciuto provare questa cosa con te, per la prima volta» ridacchiò ancora.
Gohan le mostrò un mezzo sorriso malizioso e la sovrastò. «Ne proveremo di cose insieme, per la prima volta» le sussurrò.
Videl si morse il labbro e con una mano sul suo fianco lo spinse a mettersi nella posizione precedente, con il viso rivolto al cielo. «Sperando che quelle cose non ci facciano denunciare per atti osceni in luogo pubblico»
Il ragazzo ridacchiò alzandosi, ma sbiancò visibilmente quando puntò gli occhi davanti a sé.
Dalla bocca socchiusa, la sigaretta cadde sul prato e Videl, prima di capire cosa stesse accadendo, l’afferrò per spegnerla.
Gohan era capace di far andare a fuoco l’intero parco, anche se era decisamente improbabile con una sola cicca.
Alzò gli occhi per vedere davanti a lui e impallidì anche lei.
Una Chichi, con la bocca socchiusa e che teneva per mano il piccolo Goten, fissava il figlio con un’espressione indecifrabile.
«Lo sapevo che quando ti trasformavi diventavi un teppista!» urlò scappando via, con fare teatrale.
Gohan si sentì mancare e, senza rendersene conto, tornò nella sua forma normale. «È fatta» sussurrò. «Questa volta non vedrò mai più la luce del sole» concluse affranto, facendo ridere Videl.
 
 
 
 
 





















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buona domenica!
Non ho molto da dire su questo capitolo, se non che l'idea mi è stata data da
Cri Cri ahahah
Spero che non deluda le aspettative di nessuno e vi ringrazio infinitamente per le recensioni ai capitoli precedenti, me bimba felice.
Oggi sono di poche parole, quindi vi lascio in pace. 
A presto!


-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


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°Convivenza°
 
 
 
 
 
Sdraiata sul letto, a pancia in giù, Videl non ne voleva proprio sapere di stare ferma.
Gohan, al suo fianco, la guardava con aria scocciata, non sopportando più di essere disturbato dai suoi movimenti e gemiti.
Avevano deciso di convivere circa quindici giorni prima e fino a quel momento era andato tutto bene.
Videl lo accoglieva a casa in modo caloroso quando tornava dal lavoro, gli preparava dei pranzetti e delle cene davvero squisite, tutto era sempre in ordine e profumato e la sera era così passionale che al solo pensiero le sue guance diventavano due pomodori.
Invece da due giorni lei era impossibile.
Qualsiasi cosa gli chiedesse, lei rispondeva di no.
Qualsiasi cosa lui facesse, a lei non andava bene.
Qualsiasi cosa lui pensasse, lei la bocciava a priori.
Figurarsi sfiorarla.
La sera prima l’aveva quasi morso appena aveva provato ad accarezzarle la guancia.
E il suo più grande errore era stato chiederle perché facesse così.
Gli aveva urlato contro per dieci minuti e a lui non era rimasto che annuire e pentirsi amaramente di quella domanda.
Senza contare che non sapeva come comportarsi quando per due minuti lei ritornava dolce e bisognosa d’affetto.
«Oddio» sussurrò lei d’un tratto, alzando la testa dal cuscino e facendo voltare Gohan.
Gli venne da ridere nel vederla con i capelli in disordine come non mai e gli occhi spalancati, ma si guardò bene dal farlo, altrimenti si sarebbe beccato una bella cinquina in pieno volto.
«Che succede?» le chiese, invece, mettendosi seduto sul letto.
Videl mugolò e saltò giù dal letto, correndo in bagno alla velocità della luce, lasciando il ragazzo a fissare il punto dove lei era seduta.
Era sangue, quello?
Una macchia rossa, né troppo grande, ma neanche piccola, aveva attirato l’attenzione del Saiyan.
La sua bocca era rimasta socchiusa, ricollegando gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Il ciclo.
Videl non era impazzita, le stava solo per venire il ciclo!
Sospirò di sollievo e fece un gran sorriso, decidendo di dirigersi verso il bagno per vedere come stava.
Bussò alla porta dove lei si era chiusa a chiave, appoggiando la spalla contro lo stipite. «Videl, va tutto bene?» le domandò.
La giovane, sentendolo, decise di uscire immediatamente.
Lo guardò con uno sguardo che non aveva mai visto prima di quel momento.
Era dispiaciuta?
Oppure… no! Quello era uno sguardo supplicante!
«Gohan, sto malissimo» disse con un filo di voce.
Aveva gli occhi rossi e il viso pallido.
Il ragazzo le accarezzò la guancia e decise di prenderla in braccio e riportarla a letto.
Avrebbe cambiato le lenzuola, se avesse saputo come far partire la lavatrice.
L’adagiò delicatamente sul suo lato del letto e la coprì per bene, posandole anche un bacio sulla fronte.
«Posso fare qualcosa per te?»
Videl annuì.
Non aspettava altro che sentirglielo dire.
Con un gesto del capo, Gohan la invitò a chiedere pure.
«Vai a comprare gli assorbenti? Ho appena messo l’ultimo. Li ho finiti ed io proprio non ce la faccio ad uscire» chiese con il tono più pietoso che aveva nel suo repertorio.
Il giovane, dal canto suo, cambiò mille colori in faccia.
«I-io?» chiese stupidamente.
Videl si morse il labbro. «Ti prego, è urgente» lo supplicò.
Gohan sospirò e si girò a guardare dove aveva lasciato i vestiti del giorno prima. Era urgente, doveva farsi coraggio e andare a fare quell’acquisto per la sua amata.
Si vestì velocemente, sotto lo sguardo dolorante della ragazza e aprì la porta della camera da letto.
«Dove vai?» gli chiese lei, però.
Il mezzo Saiyan si voltò verso di lei, con uno sguardo confuso. «A comprare quei cosi» rispose lui.
«Sai quali prendere?» domandò ancora la giovane.
Non erano tutti uguali?
«Non sono tutti uguali?»
Videl sospirò. «Certo che no! Vieni qui…»
***
Dentro quel supermercato, Gohan era sicuro che avessero appena allestito quella corsia.
Lui non ci aveva mai fatto caso, eppure esistevano centinaia di tipi diversi di assorbenti, tutti posti in ordine in quegli scaffali.
Videl gli aveva raccomandato di prendere quelli con le ali, altrimenti lo avrebbe rimandato a comprarli.
Con non poco imbarazzo, si mise a guardare con attenzione cosa dicevano le scritte sulle confezioni, grattandosi la testa per la confusione.
Ce n’erano davvero tantissimi.
Un signore sulla cinquantina, basso, con i capelli neri e una barbetta incolta, gli diede una pacca sulla spalla, facendolo trasalire.
«Sei nuovo di qui, vero?» gli domandò ironico.
Gohan lo guardò in modo confuso, senza capire a cosa si riferisse.
«Ti vedo confuso, è la prima volta che li compri, vero?» si spiegò.
Il giovane scoppiò a ridere. «Sì, veramente. La mia ragazza mi ha fatto una brutta sorpresa, stamattina» ridacchiò imbarazzato.
L’uomo gli mostrò un sorriso, prendendo un paio di pacchi di assorbenti. «È un rito di passaggio, prima o poi tutti gli uomini si ritrovano a comprarne. Un consiglio: prendine molti e nascondili, così la prossima volta che proverà a mandarti di nuovo a comprarli, li avrai già» disse con il tono di chi la sa lunga.
Gohan annuì con la bocca socchiusa, per poi annuire convinto. «Ho capito, grazie mille!»
***
La cassiera guardò Gohan in modo confuso.
Non era raro che degli uomini comprassero certe cose alle loro compagne, ma quel tizio aveva esagerato.
«Fanno… 6'074 yen» balbettò.
Quelli erano più di trenta pacchi di assorbenti.
Il giovane Saiyan annuì e, mettendo tutto in un paio di buste, uscì dal supermercato.
Adesso il problema era solo dove nasconderli.
 
 
 























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Eccoci qui con un nuovo capitolo :3
Anche questo capitolo l'ho scritto grazie ai suggerimenti presi qua e là e mi ha anche fatto tornare in mente quando mia madre mandò mio padre a fare quella commissione e ne prese un pacco che è rimasto a metà per anni xD
Venivano usati in casi estremi ahah
Comunque!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi abbia strappato un sorriso!
A me ha divertito scriverlo, sinceramente xD
Ah i soldi che ha speso Gohan sono circa 50 euro! Ahahah
Grazie per aver letto! 
A presto!


-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


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°Primo figlio°
 
 
 
 
 
«Piano, reggile la testa» sussurrò Videl mentre sistemava le mani del marito sul corpo della loro primogenita.
Gohan annuì, deglutendo. «Va bene così?» chiese mostrandosi alla moglie, rigido come un pezzo di legno.
La giovane si morse il labbro per evitare di ridere. «Magari rilassati» lo prese in giro e lui le rivolse un sorriso di scuse.
«Sono agitato, ho paura di farle male» ammise.
Videl gli fece cenno di sedersi accanto a lui.
Aveva dato alla luce loro figlia da qualche ora e quando si era svegliata, dopo essere crollata a causa della fatica del parto, aveva trovato accanto a lei suo marito che guardava imbambolato dentro una culla.
L’avevano lavata e vestita le infermiere, mentre Gohan era rimasto per tutto il tempo al suo fianco, in silenzio.
Quando avevano riportato la piccola nella stanza della madre, gli avevano chiesto se volesse prenderla in braccio, ma aveva preferito aspettare che sua moglie si svegliasse.
E così era rimasto due ore a fissare dentro quella culla, accarezzando la guancia paffuta della sua bambina, contemplando la sua bellezza.
Era stupenda e ogni volta che pensava che era stata fatta anche grazie a lui, aveva un tuffo al cuore e si emozionava come mai gli era capitato in vita sua.
«L’ultimo neonato che ho preso in braccio è stato Goten, ma con lui non avevo tutta questa paura» sussurrò sedendosi accanto a lei, sul letto d’ospedale.
Videl appoggiò una mano sulla schiena del mezzo Saiyan e con l’altra accarezzò per la prima volta il viso di sua figlia.
Le lacrime le riempirono gli occhi, pervasa da una forte emozione che mai prima di allora aveva provato.
«L’hai sentita anche tu?» chiese Gohan, stringendo le labbra subito dopo.
Ansimando, Videl annuì con gli occhi pieni di lacrime. «Nostra figlia» sussurrò impercettibilmente.
«Pan» disse lui con tono pacato, stringendosi accanto alla moglie, mentre la bambina apriva i suoi occhi scuri e guardava, per la prima volta, i visi della sua mamma e del suo papà.
 
 
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Eccomi qui con il settimo capitolo di questa raccolta :D
Anche se è breve, spero vi piaccia.
Dopo un paio di capitoli più "divertenti", volevo qualcosa di fluff e quindi eccolo qui :3
A me è piaciuto sinceramente scriverlo, adoro vedere questi due nei panni di genitori, più di quanto mi piaccia la versione adolescenti u.u
E quindi niente, adesso mi devo iniziare ad impegnare, perché i capitoli pronti sono finiti ahah
Spero di non farvi aspettare con gli aggiornamenti, ce la metterò tutta!
Vi ringrazio di cuore per seguirmi <3
A presto!


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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


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°Primi passi°
 
 
 
 
 
«Mi raccomando, Gohan. Starò via massimo un'ora, non fare e non farle fare niente di irresponsabile» gli raccomandò Videl, mentre gli lanciava occhiatacce.
Non che non si fidasse del marito, sapeva benissimo che non avrebbe mai permesso che loro figlia si facesse del male, ma sapeva anche che sarebbe stato capace di distruggere l'intera casa per giocare con lei.
L'ultima volta che li aveva lasciati soli, si stavano lanciando contro le arance.
Non sarebbe stato un grande problema se Pan non fosse stata una Saiyan con una gran forza, nonostante la tenera età.
Aveva colpito -e rotto- due lampade, un vaso, la televisione e la porta di vetro della cucina.
Quello era uno dei giochi "istruttivi" ideati da quel genio di suo marito e avrebbe voluto ucciderlo quando, tornata a casa, aveva trovato quel disastro.
«Faremo i bravi, te lo prometto» disse guardando la moglie, con occhi innocenti, mentre teneva in braccio la piccola Pan.
Videl sospirò e decise di fidarsi.
Sarebbe stata via poco, il tempo di comprare il necessario per la piccola, gli ingredienti per la cena di quella sera e qualche capo d’abbigliamento per lei e Gohan.
Da quando loro figlia era nata, aveva comprato così tante cose per la bambina, che aveva dimenticato che anche lei e suo marito avevano bisogno di rinnovare il guardaroba.
Troppe magliette e jeans erano stati vittima dei rigurgiti di Pan, purtroppo, quindi era il momento di fare spese.
Uscì di casa alla svelta, prima che potesse cambiare idea, così padre e figlia rimasero da soli in quella grande casa.
«Piccola, papà deve lavorare, quindi adesso ti metti qui, buona, e giochi senza fare danni. Ci siamo capiti?» chiese, portandosi la bambina a pochi centimetri dal suo viso.
Pan rise, battendo le manine e Gohan non riuscì a non sorridere.
Era sicuro che quella piccola peste ne avrebbe combinata una delle sue, mentre sua madre non c’era, eppure non riusciva ad arrabbiarsi appena vedeva quel visetto paffuto.
Era come se dentro di lui tutti i neuroni andassero a farsi friggere e l’unico sentimento che riusciva a provare era l’affetto.
Magari si arrabbiava a volte -come quando aveva strappato tutti i suoi appunti per puro gioco o colpiva qualcuno- ma poi tutto si annullava.
Era certo che sarebbe cresciuta come una bambina viziata, anche se odiava quell’idea, ma non riusciva comunque a farci molto, per quanto si sforzasse, e per quello si affidava a Videl.
Lei era molto più risoluta e molti dei brutti vizi che la piccola stava prendendo erano cessati grazie a lei.
Invidiava il suo essere un’ottima madre, sia affettuosa che severa quando ci voleva, ma anche se si sforzava non riusciva ad essere come lei.
A volte si consolava dicendosi che magari non riusciva ad arrabbiarsi solamente perché era ancora molto piccola, ma non sapeva se avrebbe visto sua figlia sempre come una bambina.
Decise di lasciar perdere quei pensieri e posò la bambina sul tappeto del suo studio.
Doveva scrivere una relazione importante riguardo una conferenza tenutasi all’università qualche giorno prima.
Si sedette alla scrivania e accese il suo computer, aprendo la pagina di Word, dove avrebbe mandato giù la prima versione del suo resoconto.
Da lì, poteva vedere perfettamente sua figlia giocare con il suo peluche a forma di cagnolino, dalla quale non si staccava praticamente mai.
Riportò gli occhi davanti allo schermo, iniziando a fare mente locale per iniziare a scrivere.
Passarono diversi minuti, durante la quale Gohan si era perso completamente nei ricordi di quella conferenza.
Quando gli occhi iniziarono a bruciargli, però, si destò dal suo mondo e, gettandosi con la schiena all’indietro, si sgranchì le braccia.
Abbassò lo schermo del computer, per cercare con gli occhi sua figlia.
C’era troppo silenzio, in effetti.
Quando la localizzò, il cuore prese a battergli all’impazzata.
Pan era alzata e con una manina si reggeva alla poltrona.
I suoi occhi erano determinati, mentre volgeva lo sguardo al padre.
Gohan in quel momento sentì una forte sensazione.
Stava per accadere qualcosa che avrebbe segnato quella giornata, lo sapeva.
«Dai piccola…» sussurrò, appoggiando i gomiti sulla scrivania.
E, come se fosse stata incoraggiata da quelle parole, Pan si lasciò andare.
Tolse le mani dalla poltrona e, attenta a non perdere l’equilibrio, mosse i suoi primi passi da sola.
Il padre scattò in piedi, felice per non essersi perso quel momento, ma la bambina si spaventò per quel gesto improvviso e cadde all’indietro.
Tirò su col naso un paio di volte e poi scoppiò in un pianto disperato.
Gohan le fu subito vicino, prendendola in braccio e la strinse a sé, sia per la gioia che stava provando che per consolarla. «Sei stata bravissima, tesoro. Sei la migliore» le sussurrò all’orecchio, entusiasta.
In quel momento Videl entrò nello studio, udendo sua figlia piangere e davanti a lei trovò Gohan che abbracciava la piccola e la cullava.
Spaventata, gli andò vicino e accarezzò la testa di Pan. «Cos’è successo?» chiese allarmata.
Il sorriso che Gohan le mostrò in quel momento non l’avrebbe mai dimenticato. «Ha camminato»
 
 
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate il ritardo °^°
Eccomi qui con questo nueeeevo capitolo della raccolta "La prima volta", protagonisti questa volta sono stati Pan e Gohan.
La piccola finalmente ha mosso i primi passi da sola, anche se Gohan l'ha fatta spaventare e l'ha fatta piangere xD
Mentre scrivevo rivivevo nella mia mente il momento in cui mio fratello ha camminato per la prima volta.
Avevo tipo cinque anni, ma lui che piangeva come un disperato mentre camminava non me lo potrò mai dimenticare ahahah
Ah, anche il fatto di Gohan che gioca a tirare le arance è un fatto personale, infatti ho scoperto da poco che mio padre ci faceva giocare così da piccoli quando mia madre non c'era ahahah
E niente, lo so che ho divagato molto in questo capitolo, mentre scrivevo i pensieri di Gohan nell'essere o no un buon padre, ma lo amo troppo in versione genitore e quindi non posso fare a meno di dilungarmi ^^''
Adesso vado ad aggiornare anche la long
Finché non ho incontrato te *spammiamospammiamo*!
Spero che comunque il capitolo vi piaccia! :)
A presto!


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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


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°”La prima volta che l’ho rivisto dopo tre mesi”°
 
 
 
 
 
Videl era in fibrillazione.
Erano passati tre mesi e mezzo da quando Gohan le aveva dato quella notizia improvvisa.
Dopo essere stato convocato dal preside del loro liceo, era tornato in classe cupo e non le aveva rivolto la parola fino alla fine delle lezioni.
L’aveva osservato per due intere ore, prima che lui parlasse e quando l’aveva fatto si era sentita il mondo crollare addosso.
Gli era stato proposto uno stage di tre mesi a Londra e lui non aveva saputo cosa rispondere.
Da una parte quella era un’occasione davvero d’oro per la sua formazione, ma dall’altra parte c’era Videl.
Tre mesi erano pur sempre tre mesi, e loro stavano insieme da neanche due settimane.
Poteva anche non sembrare un tempo così lungo, ma per due innamorati ai primi giorni di relazione è qualcosa di davvero difficile da affrontare.
Era indeciso sull’accettare o meno, ma per fortuna lei aveva deciso per lui.
Doveva andarci, non poteva sprecare un’occasione del genere!
L’avrebbe rimpianto a vita, se fosse rimasto.
Videl credeva in lui e soprattutto credeva in loro come coppia.
Sarebbero stati forti e ce l’avrebbero fatta.
Certo, non erano passati veloci quei mesi, ma erano passati.
Adesso se ne stava lì a guardare l’orologio a pendolo, nel salone di casa sua.
Gohan era tornato quel giorno e, dopo essere andato a casa sua a salutare la sua famiglia e a farsi una bella doccia rinfrescante, doveva andare a casa della sua ragazza per riabbracciarla dopo tutto quel tempo.
Dopo tutte quelle chiamate al telefono.
Dopo tutti i messaggi inviati.
Dopo tutte le videochiamate fatte.
Appena sentì il campanello, lei scattò in piedi.
Corse verso la porta, dimenticando la borsa sopra il divano chiaro, e l’aprì.
Un Gohan, sorridente, con una rosa rossa stretta in una mano, la guardava.
Si sentì arrossire, non sapendo come reagire.
Dopo tutti quei mesi non sapeva cosa fare.
Voleva saltargli addosso per abbracciarlo, ma il fiore che le stava porgendo glielo impediva.
Respirò forte, cercando di ragionare.
Continuò a guardare Gohan che la fissava ancora con un sorriso ebete stampato in faccia.
Voleva schiaffeggiarlo per essere stato lontano così tanto tempo, ma voleva anche baciarlo perché finalmente era lì davanti ai suoi occhi.
Troppe emozioni iniziarono a battersi dentro di lei, finché la vista le si appannò a causa delle lacrime, per i troppi sentimenti contrastanti.
«Ehi, va tutto bene?» le chiese il ragazzo, improvvisamente preoccupato.
Okay che era emozionata di vederlo, ma non gli sembrava il caso di mettersi a piangere.
Inoltre erano ormai passati trenta secondi, nella quale Videl era rimasta ferma senza fare nulla e il ché era preoccupante.
Le accarezzò la guancia con il dorso della mano e le rivolse un dolce sorriso.
«Mi sei mancato» sussurrò lei, gettandosi tra le sue braccia, infischiandosene altamente della rosa che era finita schiacciata tra di loro.
Lo strinse tanto forte da fargli mancare il fiato e lui le poggiò la mano libera dietro la schiena, per stringerla di più a sé.
«Anche tu, amore mio» le disse baciandole i capelli.
Le emozioni erano forti, perché anche il loro amore lo era.
Avevano battuto quella distanza che li aveva tenuti lontani per fin troppo tempo per i loro gusti.
Lei alzò il viso per guardarlo, nonostante l’imbarazzo di aver pianto davanti a lui.
Gohan le sorrise intenerito e le baciò la fronte. «Sono tornato» le sussurrò. «Avevi ragione, ce l’abbiamo fatta» continuò, scendendo a baciarle la guancia e poi le labbra per qualche istante.
La distanza è una nemica forte, ma l’amore vero lo è molto, molto di più.
 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon fine settimana!
Ecco qui un nuovo capitolo, diverso da quelli precedenti.
Quando ho chiesto ad una mia amica "dimmi una prima volta", non ha capito cosa intendessi, poi mi ha risposto con un "la prima volta che l'ho rivisto dopo tre mesi?", facendomi più una domanda che dandomi una risposta, però mi è piaciuta come cosa.
Il suo ragazzo studia lontano, quindi si sono rivisti per le vacanze di natale, dopo settembre, per questo mi ha detto quella cosa.
E niente, l'ho un po' riadattata in chiave Godel ed eccola qui.

Dedicata a tutti coloro che vivono un rapporto a distanza ♫
E niente, spero che il capitolo vi piaccia :)


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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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°Prima notte di nozze°
 
 
 
 
 
Ridacchiando come due bambini, i due sposini entrarono in camera da letto.
Certo, non era la prima volta che entravano in quella casa, visto che avevano deciso di convivere prima del matrimonio, ma si sentivano comunque emozionati.
Gohan prese in braccio la moglie, prima di varcare la soglia di casa.
“È tradizione”, le aveva detto, mentre le circondava le braccia e i fianchi con le braccia forti.
L’uomo inciampò in uno dei fronzoli di quel vestito vaporoso, ma, per fortuna, riuscì a tenere l’equilibrio e a non cadere.
«Meglio non iniziare il nostro matrimonio con i sederi per terra!» disse Videl ridendo, per la faccia sollevata di Gohan, dopo aver capito di essere riuscito a non cadere.
Il giovane fu contagiato da lei e le scoccò un rumoroso bacio sulla guancia. «Sono felice, Videl» le confessò, camminando, abbastanza velocemente, verso la loro camera da letto.
La ragazza non rispose a parole, ma con un sorriso così sincero che fece sentire Gohan ancora più innamorato e fortunato.
Le loro nozze dovevano essere semplici, per pochi intimi, ma si erano trasformate in tre ore piene di foto per farsi lasciare in pace dai paparazzi.
Avevano cenato in un bel ristorante con i loro famigliari e amici, ornato di fiori rosa e bianchi.
Si erano divertiti, grazie a Mr. Satan che aveva assunto un animatore all’insaputa di tutti, che li aveva fatti ballare, giocare, cantare e anche commuovere a fine serata, con dei balli per i genitori e gli sposi.
Sarebbero partiti per il viaggio di nozze l’indomani pomeriggio, quindi erano tornati a casa la sera stessa per passare la loro prima notte di nozze in tranquillità.
Gohan adagiò delicatamente la moglie sul letto e si allontanò di un paio di passi per ammirarla ancora in tutta la sua bellezza.
Quell’abito, quell’acconciatura, quel trucco.
Era bellissima in tutto e per tutto, e proprio non ce la faceva a non contemplarla.
Si tolse le scarpe, mentre lei si apriva la cerniera del vestito posta sul lato destro del corpetto.
«Ti ho già detto che sei stupenda?» le domandò il giovane, facendo sbuffare lei.
«Sì, sarà la cinquantesima volta oggi» disse facendo finta di essere infastidita.
Si mise in piedi per togliersi quell’ingombrante vestito, che l’aveva accompagnata nel più bel giorno della sua vita.
Senza parlare, entrambi si spogliarono, rimanendo in biancheria intima.
Con il suo completino di pizzo bianco, Videl sembrava davvero una di quelle modelle che posano in intimo per delle riviste.
Gohan la guardò meravigliato, ma poi posò gli occhi su di sé. «Dovevo mettere anch’io i boxer di pizzo?» scherzò, avvicinandosi a lei con fare provocante.
«Ma certo! Che sposo stupido che sei!» fece finta di rimproverarlo lei, poggiandogli l’indice sulla punta del naso.
Il ragazzo rise, prendendola per i fianchi e buttandola -poco delicatamente- sul letto matrimoniale. «Sei bellissima, veramente bellissima» le disse, ripetendosi ancora una volta.
Videl, esasperata, lo afferrò per le spalle e se lo spinse addosso per farsi baciare. «Usa questa bocca per fare altro ora, anziché parlare» le sussurrò maliziosa.
Gohan arrossì appena, ma poi rise baciandola. «Ai suoi ordini!» disse, poggiando le sue mani sui suoi fianchi, ma si staccò da lei subito. «Aspetta, è la prima volta da sposati. Vuoi farlo a letto?» le chiese, iniziando a pensare a vari luoghi dove potevano consumare il loro amore.
La giovane boccheggiò, pensandoci per qualche secondo. «Sei un pervertito» appurò infine, facendolo ridere. «Il letto mi va benissimo, per caso sei tu che hai qualche idea strana in testa?» gli chiese curiosa, con un sorrisetto malizioso.
Gohan gongolò un po’, alzandosi e prendendola in braccio. «Non saprei!» disse ridendo, mentre passava in rassegna le altre camere della casa, cercando il luogo perfetto per unirsi per la prima volta quella notte.
 
 
 
 
 
 
 
 


















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon fine settimana!
Anche se questo fine settimana è venerdì 17 (?)
Siiiiiete superstiziosi?? (??)
No, okay, la smetto.
Niente, il capitolo so che non è esattamente il massimo.
Mi piace far uscire fuori a volte il lato pervertito di Gohan, ma 'sta volta non ha né capo e né coda.
Pensavo a Marshall e Lily di How I Met Your Mother mentre lo scrivevo, perché quando si sposano erano tutti gasati dicendo "dove lo facciamo per la prima volta da sposati???", ma il risultato non è stato un granché.
Enniente, spero che a voi piaccia (?)

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


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°Primo viaggio all’estero°
 
 
 
 
 
Gohan sbiancò, appena mise piede all’aeroporto.
Sapeva volare, quindi la sua paura degli aerei era insensata, eppure proprio non ce la faceva.
Da quando Videl aveva prenotato quel viaggio a New York, la sua mente si era fatta mille scenari diversi di quello che sarebbe potuto accadere durante il viaggio.
Mai che una volta, nei suoi pensieri, fossero arrivati vivi a destinazione.
La catastrofe minima, immaginata, era di ritrovarsi in qualche isola sperduta.
Era assurdo, lo sapeva.
Anche se fosse successo, sarebbe volato sin dove voleva, eppure era più forte di lui.
La mano della moglie che stringeva la sua, lo fece tornare con i piedi per terra.
«Andrà tutto bene, smettila di agitarti» gli sussurrò, camminando dentro il grande edificio.
Gohan sbuffò. «Posso fare il giro del mondo volando, non c’era motivo di prendere l’aereo» rispose a bassa voce, stizzito.
Lei alzò gli occhi al cielo. «Possiamo fare finta di essere delle persone normali, almeno per una volta?» gli disse guardandolo in cagnesco.
L’uomo continuò a brontolare, trascinando con una mano una grande valigia.
Forse poteva fare quello sforzo per il loro viaggio di nozze e poi lei ci teneva così tanto.
***
Erano poche le cose che a Gohan facevano venire il voltastomaco.
Vedere qualcuno vomitare era un esempio, oppure cambiare i pannolini sporchi (Goten l’aveva sconvolto), ma adesso poteva aggiungere una cosa alla lista: volare in aereo.
Videl ci aveva provato all’inizio a tranquillizzarlo, ma poi l’aveva mandato al diavolo e si era goduta quel viaggio, abbuffandosi di patatine, cioccolatini e champagne, guardando un film e ascoltando musica.
Al suo fianco, invece, lui era rimasto con il viso dentro un sacchetto, per paura di vomitare anche l’anima per tutto il tempo.
Spingendosi uno contro l’altro, finalmente i passeggeri erano scesi tutti dall'aereo e Gohan poté respirare di nuovo l’aria fresca.
Si guardò intorno, come un bambino all’entrata di un parco divertimenti.
Si girò verso sua moglie e le mostrò un gran sorriso. «Eccoci, New York!» esclamò, stirando le braccia verso l’alto e facendo ridere Videl.
 
 
 























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon fine settimana :D
Eccoci qui con un nuovo capitolo di questa raccolta sppppumeggiant- eh? No? Okay.
Con un nuovo capitolo di questa raccolta.
Il capitolo è breve, ma dare paure insensate a Gohan mi ha dato una certa soddisfazione.
Sappiamo che Goku ha paura dei dottori/punture/ospedali e derivati vari, Vegeta ha paura dei vermi... e Gohan?
Eh no, Akira. Se non ci pensi tu a dargli delle fobie ci penso io, chiaro?!
Oh.
Spero che vi piaccia, anche se è abbastanza no-sense e adesso vado *sppppammm* ad aggiornare la raccolta.
Grazie mille a chi mi recensisce e anche a chi legge in silenzio!
A presto :D


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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


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°Primo San Valentino°
 
 
 
 
 
“Vengo a prenderti alle ventuno, va bene?”
Videl lesse il messaggio di Gohan a mente ed annuì.
Gli rispose affermativamente e corse a farsi un bel bagno.
Mancavano tre ore all’appuntamento, ma aveva proprio voglia di rilassarsi nella sua bella vasca.
Quando ebbe finito, si vestì con un paio di pantaloni neri, una camicia rosa antico e un paio di stivaletti con il tacco.
Per quel giorno si sarebbe sforzata di indossare le scarpe alte, ma niente gonna, non con quel freddo.
Mancavano dieci minuti all’orario stabilito da Gohan e lei, dopo essersi seduta sul divano ad aspettare, stava fantasticando su quello che sarebbe potuto succedere quella sera.
Lui non le aveva dato possibilità di scegliere quello che avrebbero fatto, dicendo che sarebbe stata una sorpresa, ma lei non vedeva l’ora di scoprire cos’aveva organizzato.
Quando il campanello suonò, la giovane trasalì.
Si mise velocemente il giubbotto e si posò la borsa su una spalla, correndo alla porta.
«Buon San Valentino, tesoro!» esclamò il moro, con un largo sorriso, allargando le braccia per accoglierla.
Videl gli saltò al collo, stampandogli un bacio sulle labbra. «Anche a te, amore mio» disse stringendolo forte a lei.
Lui si staccò delicatamente e le porse una mano, aspettando che Videl intrecciasse le dita con le sue. «Andiamo. Tra poco inizia il film» disse, iniziando a camminare verso la sala che si trovava a cinque minuti dalla villa della ragazza.
«Cinema?» chiese lei.
Gohan annuì. «E poi pizza, ti va?» le chiese, conoscendo già la risposta.
Videl mugolò felice, stringendosi al suo fianco. «Io amo la pizza!» esclamò felice.
***
Mentre il corvino cercava di far smettere di filare la mozzarella della pizza a piccoli morsi, la sua ragazza rideva divertita.
Era davvero comico in quel momento e lei non riusciva a smettere di togliere gli occhi da lui.
Dopo che Gohan ebbe finito nella sua ardua impresa, rimase a masticare per quindici secondi buoni quell’ammasso di mozzarella che si era depositato nella sua bocca.
Videl continuava a ridere, tanto che iniziò ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto, mentre il giovane la fissava con un broncio.
«Non è così divertente» disse lui, dopo che ebbe ingoiato quel morso di pizza che sembrò infinito.
Lei scosse la testa, con un largo sorriso. «Non sai quanto ti sbagli» ridacchiò lei.
Si sorrisero, trattenendo ancora una risata e si avvicinarono l’uno a l’altro per darsi un leggero bacio a fior di labbra.
Quel contatto durò, però, un istante.
Una forte luce verso di loro li fece staccare e i due si voltarono verso il tavolo accanto a loro.
Un uomo sulla cinquantina, con dei folti capelli neri, li guardava sorridendo, tenendo ancora in mano la sua macchina fotografica.
«Scusate, ma sono un fotografo. Era impossibile non immortalarvi» disse con un sorriso sincero, mentre la donna al suo fianco, che di sicuro era sua moglie, lo guardava adorante.
Si alzò e dal portafoglio uscì un biglietto da visita.
«È il mio studio. Domani pomeriggio venite a vedere com’è venuta» gli disse con un sorriso.
Sorpresi da tutto l’accaduto, i due annuirono con la bocca socchiusa per lo stupore.
«La ringraziamo» disse Videl, poi, destandosi per prima.
Gohan sembrava ancora nelle nuvole.
«Figuratevi!» rispose l’uomo, andandosi a sedere di nuovo al tavolo con la moglie, lasciando che i due ragazzi riprendessero la loro serata.
«Era un paparazzo?» chiese il moro, scrutando oltre la corvina, per guardare quel fotografo.
La giovane scoppiò a ridere. «No! Era un fotografo!» esclamò divertita.
Lui fece spallucce, ritornando a posare l’attenzione sulla propria pizza. «Cose da città!» disse più a se stesso che a Videl, dando un morso alla fetta di pizza, appena presa in mano.
 
 
 
 
 




















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buooon fine settimana!
Il capitolo è ispirato al mio primo San Valentino con il mio ragazzo, solo che non ci ha immortalato alcun fotografo ahahah
L'avevo scritto pensando di pubblicarlo giorno 14, ma non l'avevo completato e quindi avevo lasciato perdere (?)
Spero che vi piaccia ^^

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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


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°Prima Babysitter°
 
 
 
 
 
Sentendo il campanello suonare, Gohan, precedentemente seduto sul divano a guardare in tv un programma per bambini insieme a sua figlia di appena due anni, si alzò per andare ad aprire tenendo in braccio Pan.
Guardando la figura davanti alla porta di casa sua, rimase imbambolato per qualche secondo, non sapendo come comportarsi.
Sicuramente aveva sbagliato casa, quella ragazza.
«Salve, sono Bisky, è questa casa Son?» chiese cordialmente lei.
Era poco più alta di Videl, aveva dei grandi e brillanti occhi blu e i capelli ricci e biondi le arrivavano fino a metà schiena.
Era snella e continuava a guardare il Saiyan con un sorriso e uno sguardo carico di aspettative, tanto che dovette costringersi a smettere di fissarla per risponderle.
«Sì, è questa, ma tu chi sei?» chiese curioso, portando la piccola Pan dal braccio destro al sinistro.
Prima che però lei potesse rispondere, arrivò Videl.
Gohan rimase un attimo stranito nel vedere la moglie vestita di tutto punto, con un vestitino verde acqua, delle scarpe col tacco dorate e perfettamente truccata.
«Ciao Bisky, scusa se non sono venuta io ad aprirti, stavo sistemando alcune cose» spiegò frettolosamente, stringendo la mano della giovane con un largo sorriso che lei ricambiò.
Sempre più confuso, il Saiyan fece spallucce, intuendo che fossero amiche e che stessero per uscire insieme, anche se l’abbigliamento delle due era veramente molto diverso, visto che la nuova arrivata indossava una semplice maglietta di cotone bianca e dei jeans chiari.
«Lui è mio marito Gohan» disse indicandolo. «E lei…» continuò prendendo tra le braccia sua figlia e porgendola a Bisky. «È la piccola Pan, anche se già la conosci» concluse, mettendogliela tra le braccia.
La piccola rise contenta, battendo le manine, nonostante nessuno avesse detto niente di divertente.
Non era mai stata il tipo di bambina da piangere in presenza di estranei, figurarsi di qualcuno che aveva già visto una volta.
La invitarono ad entrare, mentre Gohan riprendeva sua figlia in braccio, e la fecero accomodare sul divano, mentre lui e la moglie si sedevano uno sulla poltrona e l’altra sul bracciolo della stessa.
A dividerli, solamente un tavolino di vetro.
«Gohan, Bisky è una babysitter» annunciò senza guardarlo.
L’uomo emise un paio di suoni sconnessi, strabuzzando gli occhi, e si voltò a guardare la moglie in modo allarmato. «Abbiamo già Piccolo per questo!» disse a bassa voce, stizzito.
Tante volte gli aveva proposto una babysitter, ma le sue risposte sempre negative riguardo l’argomento l’avevano portata a fare quell’incontro a sua insaputa.
Aveva già parlato di presenza con la giovane, capendo che di lei ci si poteva fidare.
Le era stata consigliata da alcune amiche del liceo che avevano già dei figli e le avevano dato la certezza dell’affidabilità della ragazza.
«Aiuto i miei genitori con le mie spese universitarie con dei piccoli lavoretti, Pan non sarebbe la prima bambina a cui bado» disse lei, sentendo il terrore nelle parole di Gohan.
Era stata già avvertita che lui era molto possessivo nei confronti della figlia.
«Sì, e non possiamo sempre chiamare Piccolo o i nostri genitori ogni volta che vogliamo uscire» gli disse.
Quella discussione l’avevano già fatta decine di volte, ma quando ci si metteva sapeva proprio essere uno zuccone.
«Sì, invece!» ribatté lui, sicuro di sé, stringendo istintivamente la piccola al petto, che gli rivolse un’occhiata confusa e gli tirò un orecchio per puro gioco.
Rise sentendo il gemito di dolore, misto a sorpresa, del padre e lasciò andare il suo nuovo giocattolo per battere le manine tra di loro.
«È troppo pericolosa per lasciarla da sola con una ragazza che non la conosce» sussurrò alla moglie. «Ricordi cos’è successo quando l’abbiamo lasciata sola con Trunks per due minuti? Gli aveva tolto la spada e ha distrutto un quarto di casa… e stiamo parlando di Trunks! E non di quello ragazzino» continuò aggrottando la fronte.
Videl si alzò, sorridendo dolcemente a Bisky che, non sapendo come rispondere alle lamentele di Gohan, aveva preso a guardarsi le ginocchia.
Una spada?
«Se può farla stare tranquillo, non ho portato nessuna spada» tentò ad un tratto di sdrammatizzare.
Gohan scosse la testa. «È troppo pericolosa, troverebbe il modo per farsi e farti del male» disse lui, con tono agitato.
«Tesoro, andiamo a parlare in cucina un attimo e lasciamole Pan» disse prendendo la piccola in braccio e dandola in braccio alla biondina.
Borbottando, Gohan seguì la moglie in cucina e incrociò le braccia al petto, guardandola con un broncio nell’attesa che lei parlasse.
«Non intendo più discutere. Stasera noi due ci prenderemo un paio di ore solo per noi. Ho prenotato in un bel ristorante e, te lo giuro, se non verrai troverò con chi andarci» disse minacciosa.
Lui si strinse nelle spalle.
Di certo una serata da solo con sua moglie lo allettava, ma Pan era davvero pericolosa.
«Sarà solo per qualche ora, ed è già sera. In genere tra poco lei si addormenta, l’ho già fatta mangiare» continuò, vedendolo tentennare.
«Come faccio a fidarmi di quella ragazza?» borbottò scettico, guardando il corridoio.
Videl sospirò, appoggiando una mano sul ripiano di marmo della cucina. «Me l’hanno consigliata alcune amiche. È brava con i bambini e ho tolto tutte le cose pericolose che potrebbero far venire a Pan strane idee» spiegò.
Gohan rimase zitto a pensare per qualche attimo e lei passò al piano B.
Gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla nuca mentre le sue labbra si posavano su quelle del corvino per qualche secondo. «Per favore, ci meritiamo una serata da soli» gli sussurrò, baciandogli il collo con le labbra umide.
Il corvino si sentì rabbrividire e le poggiò le mani sui fianchi sospirando.
«E poi, anche se ceneremo fuori, torneremo subito per continuare la serata in camera. Non saremo neanche stanchi per essere riusciti a far dormire la bambina, ci avrà già pensato Bisky, così avremo tutte le energie da usare solo per noi» gli sussurrò all’orecchio, mordicchiandogli delicatamente il lobo.
Dopo un altro paio di attimi di tentennamento, Gohan annuì velocemente e la staccò da sé.
«E va bene, sto anche morendo di fame» disse annuendo convinto.
Videl si schiacciò una mano sulla fronte. «Ti sei convinto per il ristorante?» chiese delusa.
Aveva forse perso quel fascino che lo faceva impazzire ogni volta che lo sfiorava più del dovuto?
«Chi ti ha detto che ho fame di cibo?» chiese con un sorrisetto malizioso, incrociando le braccia dietro la testa e fischiettando verso la camera da letto.
Videl rise, sentendosi serena. «I vestiti che devi mettere li ho posati sul letto» gli disse, affacciandosi al corridoio.
Gohan annuì e, prima di andarsi a vestire, passò di nuovo dalla stanza dove aveva lasciato la figlia e la vide accoccolata sul petto di quella giovane, già in procinto di addormentarsi.
Sorrise.
Sarebbe andato tutto bene, come aveva detto Videl, doveva solo smetterla di farsi mille paranoie.
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon fine settimana :D
Eccoci qui con un nuovo capitolo, decisamente più lungo dei precedenti xD
Per una persona iper protettiva come Gohan (LO DICO IO CHE LO È QUINDI SHHH. HO RAGIONE) penso sia un trauma lasciare una figlia in mani sconosciute ahah
Ma Videl riesce ad essere persuasiva, per fortuna xD
E niente, spero vi piaccia e che non sia troppo una stupidaggine ^^''
A presto!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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°Prima volta in macchina°
 
 
 
 
 
«È un po’ scomodo» commentò Videl facendo una lieve smorfia, mentre, seduta sul sedile del passeggero con le ginocchia, si sporgeva di lato per baciare il ragazzo.
Gohan annuì appena, girandosi di più verso di lei prendendole poi il viso con entrambe le mani. «Lo so, ma a casa tua c’è tuo padre e a casa mia… meglio neanche menzionarla» sorrise imbarazzato, sfiorando nuovamente le labbra con quelle della corvina.
Videl sorrise intenerita e mordicchiò debolmente il labbro inferiore del mezzo Saiyan. «Cosa siamo costretti a fare per darci qualche bacio» scherzò sconsolata per poi sospirare.
Gohan ridacchiò e abbassò il proprio sedile per poi trascinare la ragazza sopra di lui, sostenendola con le mani sui glutei. «Più che altro, sei sicura che questo sia un posto sicuro?» domandò incerto, senza neanche poter più guardare dal finestrino, visto la sua posizione.
La giovane si abbassò su di lui, decisamente più comoda di prima, anche se non troppo. «Figurati, qui c’è solo un vecchio bar che non so neanche se sia ancora aperto» gli sussurrò.
Quella era una delle strade più desolate di Satan City e i due, a causa della varia immondizia sparsa per i bordi di entrambi i marciapiedi, avevano parcheggiato proprio davanti la porta di quel bar che in quel momento sembrava chiuso.
«Sarà… non mi sento propriamente al sicuro» ridacchiò imbarazzato, accarezzando la nuca e i capelli scuri della ragazza.
Lei ridacchiò di rimando, contagiata dalla sua risata. «Hai paura di essere scoperto, Son?» gli chiese scherzosamente.
Lui l’attirò a sé dalla nuca e le leccò le labbra. «Da quando mi chiami con il cognome?» domandò ad un tratto con un sorriso malizioso.
«Cos’è, non ti piace?» chiese a sua volta, ricambiando lo sguardo ed il sorriso.
Gohan le poggiò le mani sui fianchi, baciandole e mordicchiandole appena il collo. «No, anzi, mi eccita ad essere sincero» sussurrò suadente, spingendo appena il bacino contro di lei.
Videl arrossì appena, ancora non troppo in confidenza con quel lato decisamente accattivante del suo ragazzo.
Le sembrava ancora incredibile come da impacciato e tenero si trasformasse in un pervertito patentato nei momenti d’intimità.
A volte faceva fatica anche a riconoscerlo, ma lo amava anche per quel suo aspetto… altroché se lo amava anche per quello!
«Sta iniziando a fare caldo, sai?» gli disse in un sussurro.
Gohan la baciò con passione e trasporto per qualche secondo, per poi staccarsi da lei e afferrarle i lembi della maglia e tirarla su, beandosi della vista della sua ragazza con addosso un reggiseno nero semplice.
La pelle di Videl rabbrividiva ad ogni tocco e bacio del ragazzo e lui non poteva sentirsi più orgoglioso di quel momento.
«Sei bellissima» le disse, mordendole piano un fianco, facendola sospirare, ma un colpo ben assestato alla macchina fece destare entrambe.
D’istinto, la prima cosa che Gohan fece, fu quella di poggiare la maglia di Videl addosso al petto della proprietaria e di abbracciarla, dopo essersi messo seduto per guardare chi avesse colpito l’auto.
Entrambi sbiancarono nel vedere un uomo vestito da donna che li guardava male.
Molto male.
«Devo entrare al bar, andate a fare le vostre cose da un’altra parte!» li rimproverò.
Senza neanche staccarsi, Gohan annuì accendendo il motore e spostandosi poco più avanti per lasciar entrare l’uomo nell’edificio davanti la quale si erano parcheggiati.
Videl si rivestì velocemente, ancora sconvolta, mentre si rimetteva sul lato passeggero senza dire una parola.
«Avevi detto che non ci avrebbero beccati» sussurrò Gohan, alzando di nuovo il suo sedile.
La giovane scosse la testa. «Non so se ridere o piangere» disse nervosamente, guardandolo negli occhi con un’espressione indecifrabile.
Gohan scoppiò in una grossa risata. «Meglio riderci sopra, amore» disse tra una risata e l’altra mentre le dava un bacio sulle labbra.
Non avrebbero più fatto niente in macchina, poco ma sicuro.
 
 
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon fine settimana!
Spero di riuscire ad aggiornare anche la long >.<
Comunque, questo capitolo è stato "ispirato" da
BlueSon ahah
E niente, spero vi piaccia anche se è un po' demenziale ahah
A presto!

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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


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°Primi regali particolari°
 
 
 
 
 
Dopo essere stati insieme per cinque anni, tra regali di natale, San Valentino, anniversari e compleanni vari, Gohan non aveva proprio idea di che cosa regalare a Videl per il loro quinto anno di matrimonio.
Non le mancava niente e le aveva regalato innumerevoli gioielli nel corso degli anni, ma l’idea di portarla al ristorante senza farle neanche un pensierino non gli andava bene.
Alzò gli occhi verso la televisione accesa, mentre sbuffava, e da lei arrivò l’illuminazione.
Una ragazza in biancheria intima sfilava davanti alle telecamere, pubblicizzando una marca di lingerie.
Probabilmente era qualcosa di azzardato, ma forse non avrebbe disprezzato un regalo del genere.
***
Davanti al negozio dove aveva deciso di acquistare il regalo per la consorte, Gohan stava pensando che forse non era per niente una buona idea.
Non si sentiva a suo agio nel spiegare a qualcuno che stava comprando dell’intimo provocante per sua moglie come regalo e non aveva idea delle sue misure.
Scosse la testa sconsolato, decidendo di andare fino in fondo e completare quello che aveva iniziato.
L’interno del nogozio era bianco, tappezzato ovunque di mutandine e reggiseni di vario genere e non fece in tempo a guardarsi intorno che una commessa dai capelli castani e gli occhi verdi, con un largo sorriso, lo accolse.
«Posso esserle utile?» chiese cordialmente.
Vedere un uomo -e che uomo!- in quel negozio era sempre uno spasso.
Mai che ce ne fosse uno che sapesse davvero che cosa voleva e se ne andavano sempre più imbarazzati di quando erano entrati.
Gohan deglutì. «V-vorrei acquistare qualcosa per mia moglie» balbettò impacciato.
La giovane, sui venticinque anni, annuì. «Ha già qualche idea?» chiese, iniziando a camminare verso il centro del negozio.
Il moro scosse la testa. «No, per niente» ammise, rosso come un pomodoro.
Come immaginava.
«Bene, allora cerchiamo qualcosa insieme» disse cercando di essere il più cordiale possibile.
Gohan si muoveva come un pezzo di legno e la ragazza ce la mise tutta per non ridergli in faccia.
«Vuole qualcosa di semplice o…» non finì la frase che vide il giovane Saiyan annuire. «Idee per il colore?» domandò poi.
Gohan si guardò intorno. «Non lo so, cos’avete di… rosso» chiese in un sussurro.
In tutti quegli anni, Videl non aveva mai indossato dell’intimo rosso e lui moriva dalla voglia di vederla con qualcosa di quel colore, ma si stava sentendo un pervertito.
Forse erano tutte paranoie sue, ma lì dentro pensava che tutti lo stessero guardando e giudicando.
«Benissimo! Quanto vuole spendere?» chiese ancora.
Lui scosse la testa. «Non importa, basta che facciamo in fretta» disse stringendosi nelle spalle.
La commessa si morse il labbro per non ridere. «La taglia?» domandò infine, pensando mentalmente a tutto ciò che poteva mostrare al suo cliente.
A Gohan uscì dalle labbra solo un gemito strozzato inizialmente, ma poi si decise a dire qualcosa, visto che la giovane stava ridacchiando. «N-non lo so…» disse agitato, per poi portarsi le mani a qualche centimetro dal petto. «Così?» chiese, facendo scoppiare davvero a ridere la ragazza.
«Questa è nuova» rise e lui si sentì arrossire ancora di più. «Mi scusi» disse poi, smettendo di ridere ma non di sorridere. «Per quanto riguarda il seno, rispetto a me come sta messa?» chiese.
Gohan spalancò gli occhi, guardò per un attimo il petto della ragazza -molto più prosperoso di quello di Videl- ma poi afferrò il cellulare, mostrando una foto della moglie abbracciata a lui. «È così» disse con voce acuta.
***
Con la testa sotto il cuscino, Gohan teneva il regalo ben nascosto sotto il letto.
Okay, forse non era ben nascosto, ma non pensava che la moglie l’avrebbe trovato prima di sera.
«Che fai, tesoro?» chiese Videl, mentre alzava il cuscino dal viso del marito.
Lui le mostrò un piccolo broncio. «Mi nascondo» le disse, facendola ridere.
«E da cosa, sentiamo» chiese divertita, sedendosi accanto a lui.
Gohan sospirò e si mise seduto con una gamba incrociata sotto l’altra. «Ho fatto una cosa stupida» le disse.
La donna inarcò un sopracciglio. «Ne fai tante» tentò di sdrammatizzare, facendo spallucce. «Che hai fatto?» chiese poi, vedendo il suo sguardo sconsolato puntato sul suo piede che dondolava a pochi centimetri dal pavimento.
«Ti ho fatto un regalo stupido» le disse.
Videl sorrise intenerita e gli accarezzò una guancia. «E allora?» domandò.
Lui sospirò e decise di tirare fuori la busta bianca, con sopra stampata il nome del negozio.
Conoscendolo, Videl inarcò le sopracciglia.
Prese la busta e sorrise maliziosa al marito. «Che monello che sei» ridacchiò, mentre la apriva.
«Non dovevo prenderlo, scusami» disse dispiaciuto.
La giovane uscì un reggiseno di pizzo rosso con delle culottes anch’esse come il pezzo superiore. «Rosso?» domandò ignorandolo, tenendo ancora un sorriso malizioso.
Lui annuì. «Se non ti piace puoi andare a prendere qualcosa che ti piace» disse tra il dispiaciuto e l’imbarazzato.
Ma come gli era venuto in mente di prenderle una cosa del genere?!
Videl gli scoccò un bacio sulla guancia e andò verso il bagno. «Vado a prepararmi per questa sera. Inizia a prepararti anche tu» gli disse, facendogli l’occhiolino.
Gohan la vide sparire dentro il bagno adiacente alla camera da letto e sbatté le palpebre.
Era una sua impressione o aveva gradito?
 
 
 
 
 





















Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon inizio settimana!
Lo so, sono in ritardo, ma per una serie di sfortunati eventi non ho avuto né voglia, né tempo di postare o scrivere.
Se questo capitolo non fosse stato già pronto, probabilmente non avrei aggiornato neanche oggi (?)
Comunque spero che questo capitolo vi piaccia e che lo shopping di Gohan vi abbia strappato un sorriso.
Grazie a tutti a quelli che mi seguono ♥
A presto!

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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


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°Prime voglie°
 
 
 
 
 
«Non ci credo che tra qualche mese tu e Gohan sarete genitori» disse Erasa con un sorriso sulle labbra, mentre teneva una mano sul ventre di Videl.
«Già, è strano anche per me, ma ancora più strano è il modo con cui ha iniziato a comportarsi Gohan» rispose la corvina guardando negli occhi la sua amica di liceo.
Nonostante avessero preso strade diverse dopo il liceo, erano rimaste sempre in contatto e quell’amicizia rendeva Videl davvero felice.
Aveva perso quasi tutti i suoi contatti di scuola, ma Erasa si era rivelata davvero una grande amica nei momenti difficili per lei.
«Cosa intendi?» chiese la bionda, accavallando le gambe e togliendo la mano dal ventre dell’amica per afferrare la tazzina contenente il caffè preparato qualche minuto prima.
Videl sospirò al solo pensiero, mettendosi una mano tra i capelli. «È diventato iper protettivo, quasi esasperante. Cioè, lo è sempre stato nei miei confronti, ma da quando ha scoperto della gravidanza è diventato impossibile. Mi chiede cento volte al giorno come sto e quando è a lavoro mi manda in continuazione messaggi per accertarsi delle mie condizioni» disse ridacchiando istericamente. «Uno di questi giorni lo schiaffeggio» continuò.
Erasa rise, immaginandosi perfettamente la coppia in quelle scene. «Secondo me è bello che si preoccupi» provò a difenderlo.
Videl annuì, con un sorriso. «Lo è, mi sono innamorata di lui anche per questo, ma adesso sta esagerando. Sta diventando asfissiante e… guarda: te lo mostro» disse afferrando il suo cellulare.
Incuriosita, la bionda allungò il collo per vedere cosa stesse facendo.
La figlia del campione scrisse velocemente un messaggio al marito.
“Ho così tanta voglia di mangiare delle fragole!” rispose all’ennesimo “come stai?” di Gohan.
Erasa inarcò un sopracciglio, guardando l’amica. «Ma dov’è?» chiese.
Videl stirò le braccia verso l’alto. «All’università, perché?» domandò lei a sua volta.
«Ah, pensavo le portasse adesso» sorrise, sentendosi un po’ stupida in quel momento.
La corvina annuì. «Lo farà. Dagli dieci minuti» rispose lei incrociando le braccia al petto.
Erasa rimase qualche secondo con la bocca socchiusa. «Ma può andar via dal posto di lavoro quando vuole?» chiese sconcertata.
Videl scosse la testa. «I suoi ritardi e le sue sciocchezze sono graziate dal suo essere un ottimo elemento all’università. Da quando c’è lui hanno acquisito un enorme prestigio grazie alle sue ricerche e conferenze, anzi ci sono molte università che cercando di accalappiarselo, ma preferisce rimanere qui per poter essere vicino a casa per qualsiasi eventualità, soprattutto per ora che sono incinta. Abbiamo concordato che dopo il parto valuterà le offerte migliori» sorrise orgogliosa.
Era davvero felice che suo marito eccellesse così tanto nel suo lavoro, aveva studiato tantissimo e i risultati erano ben visibili a tutti.
Amava quel che faceva e non era raro che si addormentasse alla scrivania, mentre consultava dei libri per fare ricerche, ma non per questo toglieva mai del tempo a lei.
Era sempre presente quando aveva bisogno e lasciava perdere la qualsiasi cosa per lei.
Cercò di non ridere ripensando a quando si era appena abbassato i pantaloni per fare pipì e lei lo aveva chiamato dall’altra parte della casa urlando.
Lui era corso da lei con ancora i pantaloni abbassati, camminando come un pinguino.
Quella volta la loro bambina aveva scalciato per la prima volta e lui, anche se in modo poco decoroso, era stato lì.
Il suono del campanello la fece destare.
Evidentemente si era immersa così tanto nei suoi pensieri che era passato qualche minuto.
In imbarazzo per essere rimasta imbambolata di fronte all’amica, si alzò di scatto per andare ad aprire.
Ritrovandosi davanti il viso di suo marito che, con il fiatone, le porgeva una busta con dentro delle fragole, si sentì in colpa.
Non era un fenomeno da baraccone quello scemo, era suo marito.
«Tieni» disse con un sorriso.
Videl afferrò il sacchetto e lo abbracciò forte, sentendosi veramente una pessima moglie. «Scusami tesoro, non c’era bisogno che venissi» disse affondando la testa nel suo petto.
Gohan sorrise accarezzandole la testa. «Scherzi? È la prima volta che ti viene una voglia!» esclamò entusiasta.
Per cosa, poi?
Videl scosse la testa, sentendosi sempre più cattiva. «Vai via, prima che mi venga voglia di prenderti a schiaffi» l’avvertì, facendolo ridacchiare.
«Ai suoi ordini, ci vediamo dopo» disse premurosamente, baciandola sulla fronte con un sorriso tenero sulle labbra.
Sospirando, Videl chiuse la porta, appoggiandosi con la schiena su di essa, e guardando truce Erasa.
«La prossima volta che mi viene in mente di usare mio marito in questo modo, dammi uno schiaffo. Mi sento uno schifo» biascicò.
Erasa rise. «Troverai come farti perdonare, quelle due sono lievitate insieme alla tua pancia» rise indicandole il seno abbastanza scoperto grazie alla maglia scollata.
Videl arrossì, coprendosi con le braccia il petto. «Pervertita!» le urlò, decisamente imbarazzata.
 
 
 























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon inizio settimana :D
Almeno, spero che sia una buona giornata almeno per voi, visto che io oggi mi sento proprio uno straccio e.e
Comunque sia, passando al capitolo, spero che vi strappi un piccolo sorriso il bipolarismo (?) di Videl, che un minuto prima vuole schiaffeggiarlo, quello dopo prenderlo in giro ed infine si sente in colpa per tutto (?)
Aaah che sono belli gli sbalzi dovuti agli ormoni! Ahahah
E niente, alla prossima!

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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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°Primo aspirante genero°
 
 
 
 
 
«Papà?» preoccupata, Pan iniziò a scuotere il padre per le spalle.
Completamente assente, Gohan teneva gli occhi sbarrati fissando il muro davanti a lui.
La sua bambina, cosa?
Fidanzata?
Ma no, non esisteva.
Sua figlia era sua, sua e di nessun altro.
Non esisteva che un ragazzino se la portasse via.
Che la portasse via da lui.
Che le portasse via la sua innocenza.
Si destò d’un colpo, a quel pensiero.
«Pan!» esclamò, fissandola sconvolto. «Tu e lui non avrete mica…» lasciò la frase in sospeso, facendo ridere ancora più forte la moglie che si stava godendo lo spettacolo.
«Che stai dicendo?!» urlò la ragazzina, con tono acuto, decisamente imbarazzata.
Gohan la prese per le spalle, guardandola fissa negli occhi. «Se scopro qualcosa, lo faccio fuori» le disse, serio.
Pan deglutì. «Smettila con questi discorsi!» esclamò lei, esasperata.
Gli aveva appena dato la notizia che lei ed un ragazzo che avevano visto un paio di volte si erano messi insieme.
Mai Gohan aveva visto di buon occhio quel ragazzino troppo sfacciato per i suoi gusti e adesso men che meno.
Se solo avesse fatto cose che non doveva con sua figlia, l’avrebbe distrutto, l’avrebbe fatto esplodere come un pop corn, poco ma sicuro.
«No, non la smetto! Ci sono troppe cose che non sai» rispose agitata, facendola sedere accanto a lui. «Ti direi che è importante che abbiate rapporti protetti per evitare gravidanze e malattie, ma ti darei un’idea sbagliata. Voi due non dovete neanche sfiorarvi. Non deve proteggervi con il lattice: sarà la distanza a proteggervi» disse.
I suoi occhi sembravano due palle da biliardo, tanto erano spalancati, e Pan era rossa come un pomodoro maturo, non sapendo più cosa dire.
La dura realtà era quella: suo padre era letteralmente impazzito alla notizia.
«Smettila!» gemette imbarazzata, mentre sua madre andava ad abbracciare quello sclero vivente.
«E fortuna che tu eri il timido di casa» ridacchiò Videl, stringendo le braccia attorno al collo del marito.
Lui si girò a guardarla. «È importante che sappia cosa non fare!» disse annuendo da solo.
Se neanche lui stesso si dava ragione, non avrebbe avuto nessuno dalla sua parte.
Videl rise ancora per il suo atteggiamento e, con un cenno del capo, fece intendere a Pan di andare via, cosa che la ragazza non esitò a fare.
Prese le mani del marito tra le sue, sorridendo ancora divertita per le scene viste fino a qualche secondo prima. «Sai cosa sei?» chiese retorica, cercando di non ridere.
Lui annuì convinto. «Un buon padre!» esclamò deciso.
E se lui ne era davvero così convinto, chi era lei per negarlo?


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon inizio settimana!
Eccoci qui con un nuovo capitolo di questa raccolta.
Se Gohan non fosse stato messo ancora tanto in ridicolo, cerchiamo di riuscirci (???)
No, non ho niente da dire, quindi spero solo che il capitolo vi piaccia xD
Ah, piccolo spam: qualcuno è fan della serie tv Merlin? Allora andate a leggere la fan fiction
Destini incrociati di Sayuri_92, che però presto cambiera il nick in Nies.
Sssu! :D
E niente, a presto!

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Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


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°Primo natale in tre°
 
 
 
 
 
Con un grosso sorriso stampato in faccia, Gohan chiuse il portone di casa con un piede, mentre teneva tra le braccia sua figlia di neanche un anno.
Erano appena tornati dalla villa di suo suocero, dove avevano passato la vigilia di Natale in famiglia.
Quelle ore erano passate in tranquillità, ridendo per le facce buffe di Pan e le cose dette da Goten, scherzando e mangiando cibo come se non ne avessero toccato per mesi.
Quell’anno, però, lui e Videl avevano deciso di tornare a casa appena dopo la mezzanotte e di aprire i loro regali da soli, invece che scartare anche i loro mentre erano insieme al resto della loro famiglia.
Gli era sembrata una bella idea scartare i loro pensieri in tranquillità, per la prima volta in tre.
In casa, l’atmosfera era tranquilla.
Era tutto buio e l’univa cosa che faceva luce erano gli addobbi dell’albero di natale e le varie decorazioni sparse nella stanza principale.
Il giovane fece per accendere la luce, ma Videl appoggiò una mano sulla sua, fermandolo.
«È più… romantico» gli disse, riferendosi al clima che si respirava.
Lui annuì con un sorriso. «Va bene» acconsentì, andando verso il divano.
La piccola Pan si guardava intorno, senza dire nulla.
Era tutto così rilassante che non riusciva neanche ad urlare, cosa che di solito faceva più che volentieri.
Videl aiutò Gohan a togliere il cappottino ed il berretto alla bambina e poi aspettò, con lei tra le braccia, che anche lui si togliesse quegli indumenti in più.
In silenzio, tutti spaventati di rovinare quel momento magico, si avvicinarono all’albero di Natale, sotto la quale erano posati quattro sacchetti.
I genitori si sedettero sul pavimento e fecero accomodare la bambina sulle gambe di Videl, che le teneva una mano sul piccolo ventre per paura che potesse cadere in avanti facendo qualche movimento.
«Questo è per te» disse Gohan, porgendo un sacchetto di media grandezza alla moglie. «Spero vada bene» continuò.
Videl, conoscendo molto bene il nome del negozio stampato sulla busta, aveva capito sin dal primo momento cosa ci fosse in quel sacchetto e fu più che felice di poterlo finalmente scartare.
Un bellissimo maglione blu elettrico, così morbido e così elegante che aveva desiderato sin da subito.
Non aveva avuto occasione di comprarlo quando l’aveva visto, a causa di una telefonata urgente ricevuta da Gohan che li aveva costretti a correre via dal negozio per andare a vedere perché Chichi piangeva disperata.
Solo dopo scoprirono che Goten aveva preso la sua prima insufficienza a scuola e il morale di Videl era così altalenante per la paura presa ed il sollievo, mischiato a rabbia, per una cosa così futile, che non era voluta tornare nel negozio a comprarlo.
Sentendosi in colpa per quello fatto da sua madre, Gohan era andato a comprarle il giorno dopo quel regalo e visto che mancava poco a natale, aveva deciso di darglielo quella notte.
«Tu non sai quanto ti amo» disse Videl con un sorriso, appoggiando il viso contro il maglione morbido e caldo.
Non era mai stata una tipa che moriva per un capo d’abbigliamento, ma non ricordava di aver mai visto qualcosa di più bello.
Lui le sorrise e le accarezzò la guancia. «Lo sai che non è niente» disse scuotendo la testa. «E questo è per la mia piccola peste» continuò, prendendo un altro sacchetto e poggiandolo davanti alle due.
Videl, sorridendo, prese le manine della piccola e l’aiutò a scartare quel bellissimo peluche a forma di coniglietto beige, che subito la bambina strinse forte vista la morbidezza.
Rise felice, come a ringraziare il padre che, vedendola contenta, si sentì in pace con se stesso.
Le bacio la testa, felice che avesse apprezzato, mentre Videl gli metteva sotto il naso un piccolo pacchetto.
«Questo è il tuo, spero ti piaccia» sussurrò lei.
Incuriosito, con davvero nessuna idea su che cosa potesse essere, Gohan scartò il suo regalo, stupendosi di trovarsi uno degli ultimi modelli di Smartwatch della Capsule Corporation davanti.
«Il tuo orologio che usi per trasformarti in Great Saiyaman sta dando i numeri, ho già fatto inserire da Bulma la capsula con il vestito dentro» spiegò.
In un primo momento aveva pensato a non fargli mettere la capsula, così l’avrebbe finita di fare il pagliaccio, insomma: non erano più dei ragazzini!
Eppure, quello stesso giorno, Gohan era entrato in casa vestito in quel modo per giocare con loro figlia, così divertita dalle movenze del padre e lei si era pentita della sua decisione.
Quel costume aveva salvato delle vite ed adesso rallegrava le giornate della sua famiglia, non poteva privarglielo.
Gohan le mise una mano sulla nuca, attirandola a sé per lasciarle un grosso bacio sulle labbra. «È stupendo!» esclamò entusiasta.
Videl rise, contenta di averlo reso felice, e aiutò Pan a scartare il regalo da parte sua.
«Abbiamo avuto la stessa idea» disse imbarazzata, facendo vedere al marito un peluche, però, a forma di scimmietta.
Come il coniglietto, anche quello era così morbido che Pan lo strinse forte tra le braccia ridendo felice.
Con una manina afferrò l’altro regalo, stringendo al petto tutti e due gli animaletti regalategli dai genitori, facendoli sorridere inteneriti.
«Sai che c’è?» chiese Gohan, alla moglie che gli rivolse un’occhiata confusa. «Siamo proprio una famiglia bellissima» disse con il cuore stracolmo di gioia.
Avrebbe fatto di tutto per rendere ogni giorno speciale come quel momento, ce l’avrebbe messa tutta per non rovinare tutto quello che stavano creando e che avevano già creato.
Ce l’avrebbe fatta a renderle felici.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Come sono andate queste feste? Vi siete ammazzati di cibo anche voi? Ahah
Scusate per il giorno di ritardo, ma ieri sono uscita di casa alle nove del mattino e sono tornata alle dieci di sera, dopo aver fatto 10 km di escursione "boschi boschi" (???)
Ero/sono distrutta ahah
Comunque, gli aggiornamenti torneranno comunque il lunedì u.u
Passando al capitolo, non mi convince più di tanto sinceramente, ma spero che a voi piaccia almeno un po' (mi è uscito così, oh (?))
Ma comunque, mie care persone che mi seguono (e che io amo immmmensamente) se avete delle prime volte da suggerirmi, fate pure!
I consigli sono ben accetti :D
Alla prossima settimana :D


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


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°Prima volta allo stadio°
 
 
 
 
 
«Sapevo che ti piaceva il baseball, ma non credevo volessi vedere le partite dal vivo» commentò Gohan, per poi girarsi a guardare chiunque l’avesse appena spintonato per arrivare prima a prendere i posti migliori della platea.
Videl rise. «Odio quando la gente deve accalcarsi così, ma amo davvero troppo questo sport. Vengo a vedere tutte le partite più importanti» gli rispose.
Stavano insieme da neanche due mesi e quella era la prima volta che lo portava allo stadio con sé.
Cercò di ingoiare un’altra risata pensando quando -a scuola- avevano giocato insieme a baseball.
Non lo voleva neanche in squadra perché pensava che non avesse mai sollevato qualcosa più pesante di una penna, eppure quell’esperienza le era servita per notare, sin da subito, che non la raccontava giusta a nessuno.
Non era solo un secchione impacciato, era qualcosa di più.
Non trovava ancora parole per descriverlo, ma di certo era qualcosa di sovrannaturale, non aveva mai visto niente del genere.
La risata che stava ingoiando, però, le scappò prepotente quando ricordò il momento in cui avevano pensato di averlo perso, dopo aver preso la palla in piena faccia, invece lui era rimasto impassibile e aveva chiesto di occupare la prima base, visto il fallo.
«Cosa ridi?» le domandò lui, afferrandola per un polso e spingendola verso di sé.
Riuscì a trovare due posti liberi e si sedettero vicini.
«Stavo pensando a quando Sharpner ti ha colpito in faccia con la pallina da baseball» rise ancora.
Gohan le fece la linguaccia. «Era una tattica» le fece presente.
«Una persona normale avrebbe subìto un trauma cranico» ridacchiò lei.
Lui incrociò le braccia al petto. «Per fortuna non sono una persona normale, allora» esclamò gonfiando le guance.
Videl lo zittì con un colpo deciso sulla spalla, indicandogli di fare silenzio per l’inizio della partita.
Furono delle ore noiose, per Gohan, e l’ultimo inning lo passò ad osservare il viso di Videl, senza che lei se ne accorgesse.
Mentre lei esultava per una base o una palla salvata, lui si sentiva in pace con il mondo.
Vederla così felice, entusiasta e piena di vita gli riempiva il cuore di gioia e si promise di andare con lei allo stadio spesso, solamente per potersi beare della sua vista.
Ancora girato verso di lei, sentì un forte dolore alla tempia ed un silenzio tombale.
«G-Gohan…» sussurrò Videl, con gli occhi sgranati.
Il giovane strizzò gli occhi.
Sicuramente si era accorta che la stava fissando ed arrossì, ignorando il dolore alla testa.
«Scusa» sussurrò lui, girandosi verso il campo.
Battendo le palpebre, notò che nessuno si stava muovendo e, anzi, lo stavano fissando.
Sembrava forse un maniaco mentre guardava la sua ragazza?
Videl afferrò la pallina da baseball ai suoi piedi e gli accarezzò la tempia. «Gohan, ti ha colpito la palla» gli fece notare lei.
Il giovane socchiuse la bocca e sorrise.
Nessuno gli stava dando del pervertito, erano solo preoccupati!
«Ehm… non ci ho fatto caso» ammise, sfiorandosi la tempia. «Sto bene» urlò poi, lasciando che la partita continuasse, nonostante lo stupore di tutti.
Un lancio del genere, soprattutto se avesse preso la tempia, avrebbe ucciso chiunque.
«Sei un saiyan fortunato» gli disse Videl.
Lui fece spallucce. «Lo so, non starei con te, altrimenti» disse con un sorriso.
Videl scosse la testa.
Era scemo di suo oppure il colpo appena ricevuto l’aveva rimbambito?


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon lunedì!
Buono per chi ha fatto ponte oggi, eh? 
Spero che il capitolo vi piaccia, ringrazio per l'idea
Cri Cri che ha, udite udite, lasciato la centesima recensione alla raccolta! **
Ovviamente ringrazio tutti, senza tutti voi non sarebbe stato possibile *w*
Era una vita che non vedevo un numero a tre cifre nelle recensioni per una mia storia ♥
Grazie, grazie, grazie!
Ripeto, per chi avesse qualcosa da suggerire come "prima volta" liberissimi di suggerire, sarei contenta di scrivere qualcosa suggerita da voi (anche perché inizio ad avere poche idee (??????))
E niente, grazie ancora ♥


-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


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°Primo -quasi- infarto°
 
 
 
 
 
«Cavolo, pensavo che non smettessi più di parlare» sospirò Videl, aprendo lo sportello dell’auto, per scendere.
Gohan fece la stessa cosa, grattandosi con l’altra mano la nuca. «Sono così noioso quando parlo?» chiese imbarazzato.
Videl si sgranchì le braccia.
Quell’ora e mezza in macchina per tornare a casa, l’aveva distrutta.
«Dici in generale o quando parli del tuo lavoro?» chiese ironica, guadagnandosi una linguaccia. «Molto maturo, per un uomo di quarantadue anni, fare le boccacce» continuò, facendo ridere il marito.
«Sai che parlo del lavoro!» ridacchiò lui.
Lei fece il giro dell’auto e gli accarezzò il petto, da sopra la camicia. «Sì, decisamente. Diventi la persona più noiosa della terra» scherzò.
Lui fece una piccola smorfia, guardandola. «C’è chi direbbe che certe discussioni sono… stimolanti» cercò di controbattere.
Videl annuì. «Senza dubbio: si chiamano nerd» scherzò, girandosi per incamminarsi verso la porta di casa.
Gohan ridacchiò e le diede una leggera pacca sul sedere, facendo sorridere anche lei.
Entrarono in casa, con ancora i volti sorridenti, ma le loro facce cambiarono totalmente espressione vedendo loro figlia, quasi nuda, sopra il suo ragazzo: Bish.
Oh Bish, quel caro ragazzo.
Era così educato e dolce, sarebbe stato un vero peccato non averlo più in giro.
«Sei morto!» urlò Gohan togliendosi con un gesto secco la cravatta, decisamente troppo stretta in quel momento.
Videl, ancora scioccata, cercò di riprendersi e di pararsi davanti al marito. «Aspetta Gohan!» gli urlò.
L’uomo scosse la testa guardandola.
Aveva lo sguardo proprio da pazzo in quel momento!
Pan e Bish, senza parole, ebbero a stento la forza di mettersi seduti, senza sapere cosa fare.
«Stavamo per… fermarci» azzardò Pan.
Solo dopo che ebbe sentito la sua frase ad alta voce, si rese conto di quanto suonasse stupida.
Al contrario di quanto si aspettassero, però, Gohan si bloccò sul posto.
Sembrava essersi davvero calmato.
Forse Pan aveva detto proprio quello che voleva sentire, ovvero che non sarebbero andati avanti.

Poi lo videro sorridere. «Vuol dire che ti spezzerò solamente entrambe le gambe» disse con tono gentile.
Bish sbiancò, boccheggiando qualche secondo. «N-no, aspetti, non credo ci sia bisogn-» cercò di difendersi, ma Gohan scosse la testa.
«Sì, invece. Così la prossima volta ci penserete molto prima di fare qualsiasi cosa»
Videl si trattenne dal ridere.
Sembrava così ragionevole, nessuno avrebbe intuito -solamente a guardarlo- che stava meditando un omicidio.
Pan deglutì. Non sapeva di cosa sarebbe stato capace. «Papà, no, ti prego. Ti assicuro che abbiamo capito. Non ci terremo neanche per mano se non vuoi, ma non fargli del male» lo implorò.
Sapeva che non era più una bambina.
Sapeva che quella di certo non sarebbe stata la loro prima volta, in cuor suo.
Sapeva che la prossima volta non si sarebbero fatti scoprire.
Eppure dentro di lui sentiva qualcosa muoversi.
Era come se il suo stomaco si fosse intrecciato così tante volte da non potersi più districare, senza contare il grosso senso di nausea che aveva.
Decise di sospirare e calmarsi.
Inultile uccidere Bish, avrebbe trovato un altro ragazzo Pan.
Era bella, dolce e divertente, sicuramente i ragazzi facevano la fila per lei e non poteva ucciderli tutti.
Oppure poteva?
No, non poteva o meglio: non doveva.
«State tranquilli, sicuramente questa è l’ultima volta che succede» sorrise benevolo, avvicinandosi ai ragazzi, dando una pacca molto forte sulla spalla di Bish.
Il ragazzo emise un gemito strozzato, ma cercò di non dare a vedere che sicuramente l’aveva deformato per sempre.
Lo sapeva: se l’era meritato e sarebbe potuta andare molto, ma davvero molto, peggio.
 

 
























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon primo maggio!
Vi state riposando o state festeggiando stancandovi ancora di più? Ahah
Nnnniente, io non sto facendo assolutamente niente, quindi invece di perdere termpo su Clash Royale -una fissa, vi giuro- ho aggiornato e spero anche di buttare giù qualche altro capitoletto (o almeno uno).
Spero che questo capitolo vi piaccia e vi strappi un sorriso ^^
Ah, Bish è -sicuramente non finirò mai di dirlo ahah- il ragazzino biondo di Dragon Ball GT che si trova nel villaggio di pescatori, dove c'è il drago donna nato dal desiderio delle mutandine nella prima serie.
"Ma, Rohan, GT non è canon!"
Non mi importa, a me Pan piace sempre con Bish u.u 
"E allora perché nella long che stai scrivendo l'hai messa con Trunks?"
Perché mi andava così! Adesso basta domande -che tra l'altro mi sto facendo da sola (?????????)-
Al prossimo aggiornamento! 

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


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°Prima cena con i genitori°
 
 
 
 
 
Rosso come un peperone e con la rigidità di un pezzo di legno, Gohan si parò davanti a quella che era la sua fidanzata da soli pochi giorni.
Videl lo ignorò qualche secondo per finire di sistemare i libri dentro lo zaino e poi si decise finalmente a guardarlo in faccia, con un’espressione interrogativa che lo incitò ad aprire bocca.
«Devo dirti una cosa» iniziò deglutendo, aspettando che l’ultimo dei loro compagni uscisse dalla classe per lasciarli soli.
Stava andando bene, non aveva neanche balbettato.
Con un’alzata di sopracciglia, la ragazza lo invitò ad andare avanti.
Quel giorno, lei, non era di molte parole.
«Ehm… ecco… mia madre dice che è molto che non ti vede e vorrebbe che venissi a cena da noi» buttò fuori, chiudendo un occhio.
Videl spalancò gli occhi e gli puntò l’indice contro. «Gliel’hai detto!» esclamò minacciosa.
Avevano deciso, di comune accordo, di tenere la loro relazione segreta agli occhi dei genitori di entrambi per evitare di essere messi in imbarazzo.
Lui parò le mani avanti, iniziando a muoverle in sincronia con la testa, in segno di negazione. «No, davvero! Vuole solo vederti perché le stai simpatica» si difese.
La corvina strinse le labbra. «Ti sarai fatto beccare mentre parlavi al telefono, allora» tirò ancora ad indovinare.
Gohan emise un mugolio. «Ti dico di no! Non lo sa nessuno a casa mia!» esclamò gonfiando le guance come un bambino.
Possibile che avesse così poca fiducia nei suoi confronti?!
«Dev’esserci un motivo» gli fece notare lei e il ragazzo scrollò le spalle.
«No, davvero. Sai che ti adorano tutti, anche Goten non fa altro che chiedermi di te. Ci hai conquistati tutti» disse con un leggero sorriso e le guance rosse.
Videl si ancorò al banco con una mano, per non saltargli addosso e riempirgli la faccia di baci, in quel momento. «Allora va bene» sospirò. «E pensare che la prima volta che sono venuta a casa tua abbiamo litigato io e tua madre» ridacchiò ripensando a quel giorno.
Da quel giorno la sua vita era stata sempre più emozionante.
Imparare a controllare la propria energia interiore, saper volare, il torneo, lo scontro con Majin Bu e la presenza costante di Gohan nella sua vita.
Se avesse rappresentato la sua vita con un grafico, avrebbe tirato una linea che andava sempre più in alto da quando aveva fatto entrare quel ragazzo nella sua quotidianità.
Lui ridacchiò e le circondò le spalle con un braccio, mentre iniziavano ad uscire dall’aula. «Pomeriggio ti chiamo per dirti l’orario» le disse e lei si limitò ad annuire con un grande sorriso.
***
Con semplicemente un paio di pantaloni beige ed una maglia bianca, Videl si presentò puntualmente davanti la porta di casa Son.
Un contento Goten quasi le saltò addosso dalla felicità, ma l’istinto dell’eroe di Goku lo bloccò prima che potesse farle perdere l’equilibrio e così far cadere per terra non solo la bella ragazza, ma anche la torta che aveva portato e che teneva ancora in mano.
Gohan l’accolse subito dopo, con un sorriso. «Mi scuso in anticipo per tutto quello che diranno o faranno» le sussurrò all’orecchio, attento a non farsi vedere da nessuno.
Si sedettero a tavola dopo circa mezz’ora e Videl cercò di non stupirsi quando vide la quantità delle cose cucinate da Chichi.
Mentre i Saiyan erano impegnati ad ingozzarsi, la madre di Gohan ne approfittò per fare qualche indagine. «Allora… tu e mio figlio vi siete fidanzati» buttò giù lì, senza troppi fronzoli.
I due ragazzi in questione spalancarono gli occhi e Gohan quasi si strozzò con il riso che stava mangiando. «Mamma!» esclamò scandalizzato.
Chichi si guardò le unghie della mano destra, per evitare gli sguardi dei presenti. «Non lo dico a caso, ma qualcuno mi ha detto di avervi visto mentre vi baciavate» continuò con una finta calma.
Bluffare non era il suo forte, ma suo figlio era così riservato quando si trattava di Videl che aveva deciso di tentarle tutte per farlo confessare.
Era palesemente innamorato della ragazza, ma non sapeva ancora se si fosse dichiarato oppure no e non intendeva stare un giorno in più senza saperlo.
Videl e Gohan passarono dal colorito rosso al viola in nemmeno un secondo e il ragazzo, d’istinto, si girò verso il fratello minore.
«Goten…» ringhiò.
Il bambino, così come suo padre, però, troppo preso dal ben di Dio che c’era in tavola, non aveva ascoltato neanche una parola.
 Il piccolo, sentendo il suo nome, guardò il fratello con una faccia confusa.
Videl quasi dimenticò il motivo dell’imbarazzo nel vedere il viso del bambino sporco di riso tutto intorno alle labbra.
Era così tenero!
«Hai visto me e Videl fare… cose… e l’hai detto alla mamma?!» esclamò arrabbiato.
Goten aggrottò le sopracciglia e, prima che potesse chiedere spiegazioni, Chichi batté le mani sul tavolo.
«Allora è vero!» cinguettò contenta. «Stavo scherzando, Goten non mi ha detto nulla, volevo solo sapere la verità!» continuò, fiera di sé.
Gohan socchiuse la bocca e guardò come un pesce lesso la sua ragazza. «Sono un idiota» le sussurrò.
E Videl non poté fare altro che ridere, contenta di poter fare parte di una famiglia così pazza e speciale che, ne era sicura, l’aveva accolta come una figlia ancor prima che lei potesse rendersi conto di quello che univa lei e Gohan.
 
 
 























Angolo dell'autrice:
Buonasera a tutti!
Sono... morta.
Non so neanche come riesco a tenere gli occhi aperti, nonostante non sia tardi, eppure oggi è lunedì e mi sono imposta che, dovrebbe proprio cascare il mondo, devo aggiornare.
Anche perché se non mi do delle date, sono capace di iniziare a dire "e vabbè, domani aggiorno" fino alla fine dei tempi.
No, vabbè, concludo sempre tutto, ma sono arrivata a fare un aggiornamento al mese e non voglio più che accada.
Vedete cosa mi fa la stanchezza? Mi fa straparlare.
Meglio che vada :))))))
Questo capitolo mi è stato suggerito da
Claudia_Chan!
Spero ti piaccia e che piaccia a tutti comunque :3
E niente, corro ad aggiornare la llllong ♥

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


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°Prima notte di San Lorenzo°
 
 
 
 
 
Felice e piena di aspettative per quella serata, Videl si infilò un paio di pantaloncini di jeans chiari ed una maglia arancione alla velocità della luce.
Era così entusiasta di aver convinto suo padre a lasciarla stare tutta la notte fuori che le sembrava di poter volare.
Cioè, lei sapeva volare, ma il senso di leggerezza che provava in quel momento era molto maggiore rispetto a quando si sforzava per riuscire a controllare la sua forza interiore.
Neanche trenta secondi dopo, sentendo il campanello suonare, si lanciò fuori dalla stanza e poi giù per le scale.
Aprì il portone di casa con un enorme sorriso, prima che potesse farlo una domestica.
Il sorriso di Gohan era ancora più splendido di quel tramonto che si mostrava fiero all’orizzonte.
Lo abbracciò di slancio, entusiasta per quello che li aspettava e ricambiò più che felice il bacio regalatogli da lui.
«Sei pronta?» le chiese, appoggiandole una mano sul fianco per staccarla un po’ e guardarla negli occhi.
Lei annuì, mostrando anche la borsa che teneva sulla spalla destra.
«Allora direi che possiamo andare» le disse, attirandola nuovamente a sé per il fianco e baciandole la fronte con uno schiocco.
***
La notte di San Lorenzo.
La notte in cui si guardano le stelle nell’attesa e la speranza di poterne vedere una cadere ed esprimere un desiderio.
Una sera passata a guardare il cielo con la persona amata, cosa c’è di più romantico?
Forse i baci e le attenzioni di Gohan erano un esempio di “più romantico”.
Trattenne un gemito, arrossendo lievemente, sentendo la mano grande e forse ancora un po’ inesperta del suo ragazzo stringerle un seno sotto la stoffa del costume che teneva sotto la maglia.
Quella sera che doveva essere passata non solo con il suo ragazzo, ma anche con il resto degli amici, si era trasformata in una serata bollente solamente per loro due.
Avevano iniziato con una passeggiata innocente e romantica, in riva al mare mano nella mano;
Poi, più camminavano, più notavano che la gente era sempre meno, finché arrivarono ad un punto dove erano completamente da soli.
Come se non stesse aspettando altro, Gohan le aveva cinto i fianchi, sollevandola di qualche centimetro per farla arrivare alla sua altezza e baciarla con irruenza sin da subito.
Stava quasi per spaventarsi quando si era sdraiato con lei addosso, ma poi era ritornato lo stesso ragazzo dolce e comprensivo di sempre.
Lo stesso ragazzo che le prime volte che avevano fatto l’amore aspettava pazientemente che lei gli desse il via per iniziare a muoversi, troppo spaventato di farle del male.
Lo stesso ragazzo che la teneva tra le sue braccia quando aveva paura oppure era arrabbiata.
Era un ragazzo con mille sfaccettature, tanto premuroso quanto passionale quando voleva… ed in quel momento sembrava proprio che volesse esserlo.
«È orribile» gemette lei, sentendo le dita ruvide di Gohan accarezzarle l’interno coscia.
Lui aggrottò la fronte. «Cosa?» chiese.
La ragazza si puntellò sui gomiti per alzarsi un po’. «Non fraintendermi, è una scena così romantica, ma… hai le mani piene di sabbia ed anche io ne sono piena» spiegò impacciatamente.
Gohan annuì appena, iniziando ad intuire cosa stesse turbando la ragazza. «Potresti graffiarti e farti male, hai ragione» sospirò il giovane, mettendosi in ginocchio tra le gambe di lei.
Videl annuì, nonostante si sentisse in colpa per aver aver rovinato l’atmosfera.
Il giovane ci pensò un po’, poi si pulì per bene le mani sulla camicia, sbottonata sopra la maglietta di cotone bianca, e la stirò a loro fianco. «Non è un telo, ma potrebbe andare, no?» chiese, cercando il consenso della ragazza.
Lei si morse il labbro. «Si distruggerà» lo avvertì.
Il ragazzo fece spallucce. «Ne varrà la pena» scherzò, aiutandola ad alzarsi e a togliere quanto più possibile la sabbia appiccicata al corpo di lei.
La fece sdraiare nuovamente, questa volta sulla camicia, e tornò sul suo corpo, pronto a tornare ad essere una sola persona con lei, mentre sopra di loro una stella lasciava una scia nel cielo.
 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon inizio settimana!
Questa volta è pomeriggio, così non inizio a delirare per il sonno u.u (??)
Il tema di questo capitolo mi è stato suggerito da
Blue Son e spero che piaccia sia a lei che a voi :D
So di aver rovinato il momento romantico iniziale, ma ce l'ho per vizio u.u
Lo faccio sia nella realtà sia mentre scrivo (?)
Cioè, mi metto nei panni dei personaggi: secondo me sarebbe orribile sentire tutta la sabbia ahahah
E niente, fatemi sapere che ne pensate :)

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


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°Primo shopping insieme°
 
 
 
 
 
Scocciato per essere stato portato via dai suoi amati libri in quel giorno freddo, Gohan guardava imbronciato la ragazza che teneva per mano.
Amava quando fuori c’era freddo -o addirittura nevicava- e poteva osservare i fiocchi scendere dalla finestra della sua camera, con una cioccolata in una mano e un buon libro nell’altra.
Se poi poteva tenere una coperta sulle spalle, era davvero il ragazzo più felice e rilassato del mondo.
E invece no, Videl l’aveva costretto -con i sensi di colpa- ad accompagnarla a fare shopping.
Chi avrebbe risposto di sì al suo “preferisci stare a casa a leggere, piuttosto che passare il pomeriggio con me?”?
Era un suicidio!
Sentirla poi dire che era felice dell’amore che dimostrava alla lettura piuttosto che a lei, con quel tono più triste che arrabbiato, lo faceva cadere sempre.
Sapeva che lo stava manipolando, eppure non riusciva ad ignorare i sensi di colpa che gli venivano e cedeva alle sue richieste.
«Ricordami perché non sei voluta venire a fare compere con Erasa, per favore» le chiese con un borbottio.
La ragazza gli rivolse un sorriso di scuse.
Non amava costringerlo a fare cose che non voleva, ma aveva bisogno di qualche nuovo paio di jeans e di maglioni.
Non poteva andare a fare spese da sola, lo detestava.
«Perché mi fa comprare roba che non voglio» gli spiegò, ancora una volta.
Roteò gli occhi al cielo e sospirò nel momento in cui lei girò verso l’entrata del quarto negozio di abbigliamento.
Videl gli lasciò la mano per guardare con attenzione tutti i capi esposti e, dopo averne scelto qualcuno, camminò con lui verso uno dei camerini.
Mentre si provava un vestitino blu notte, con sopra una giacchetta argentata, si ritrovò a pensare quanto qualche anno prima avrebbe odiato quello che era diventata.
Vestirsi in modo carino per un ragazzo? Tsk, non esisteva.
Il pacchetto era quello: maglie larghe e leggins; se gli fosse piaciuta bene, altrimenti niente.
Invece ora si ritrovava a guardarsi allo specchio con quell’abito a tubino, che le aderiva alla perfezione alle curve non troppo marcate del suo corpo.
A pensarci, l’idea dello shopping insieme era così dolce!
Poter provare qualcosa di carino e vedere la sua reazione nel vederla così diversa.
Aprì la porta del camerino, carica di aspettative, aspettando le lodi del suo ragazzo.
Lui le sorrise e le puntò l’indice contro. «Ti fa il seno piccolo» disse indicandole la parte superiore dell’abito, molto accollato.
Con la bocca socchiusa, Videl si girò a guardarsi allo specchio.
Dire che Gohan non avesse ragione sarebbe stata una bugia, ma c’è modo e modo di dire le cose, quindi afferrò la sua borsa e gliela lanciò in pieno viso.
Il giovane la intercettò prima che potesse colpirlo e gli mostrò un’espressione corrucciata. «Vuoi una bugia o la verità?» chiese stizzito.
Quella borsa pesava dieci chili, prenderla in faccia non sarebbe stato piacevole.
«Una bugia, ovviamente!» disse lei, più arrabbiata di lui.
Cosa credeva?
«Beh, allora ti sta male, ma ti fa due…» si zittì prima che un signore sulla cinquantina, che gli era passato accanto, lo sentisse. Si mise le mani a diversi centimetri dal petto, per mimare un petto più che prosperoso. «Enormi!» esclamò in un sussurrò.
Videl assottigliò gli occhi e si chiuse nuovamente dentro il camerino. «Hai vinto, è la prima ed ultima volta che ti porto a fare spese!» sbuffò sconfitta.
Se non era buono neanche a farle i complimenti, allora era meglio fare shopping con Erasa, almeno lei urlava per ogni cosa che le vedeva addosso -di femminile, si intende. 


























Angolo dell'autrice:
Buon pomeriggio bella gente!
Com'è iniziata questa settimana? Bene? Ottimo!
Male? Beh, c'è di peggio! Guardate Gohan: costretto a far shopping con e per Videl.
Anche voi avete costretto, almeno una volta, a farvi accompagnare a fare shopping il vostro ragazzo?
Io intendo farlo questa estate, ma in compenso ho fatto il Gohan della situazione. Lui provava ed io aspettavo (?)
Solidarietà per tutti coloro che aspettano fuori dai camerini, è una vera e propria palla (?)
Sto fuori di testa, scusate (?)
Niente, non ho niente da dire ^^''
Sto per aggiornare la mia long, quindi, per chi non l'avesse ancora notata, che aspettate ad andare a leggere? (?)
Spero che intanto questo capitolo vi piaciucchi. Non sono tanto convinta del risultato, ma figuratevi se sia una novità (?)
Alla settimana prossima! ♥

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


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°Primo dentino di Pan°
 
 
 
 
 
Un urlo disumano di propagò per tutta la casa e Gohan scattò in piedi per andare dalla sua bambina.
Durante il secondo che corse per arrivare in cucina, da dove proveniva l’urlo, il giovane aveva già pensato a decine di diversi scenari atroci.
Non era raro che sua figlia urlasse, ma sembrava davvero terrorizzata.
Inoltre sua moglie non era in casa e badare a Pan -cosa che in realtà non stava facendo visto che stava lavorando nel suo studio- era compito suo.
Se Videl avesse scoperto che non le era stato attento, avrebbe dormito per un anno intero sul divano, o peggio: fuori, sul prato.

«Che cosa è successo?!» chiese allarmato, reggendosi allo stipite della porta.
La bambina, in una valle di lacrime, mostrò il suo incisivo inferiore -che teneva in mano- al padre. «Aiuto» sussurrò solamente lei, in preda al panico.
Gohan si portò una mano al cuore mentre sospirava di sollievo e si avvicinava alla sua bambina. «Stai tranquilla, tesoro, va tutto bene» le disse con tono pacato, inginocchiandosi davanti a lei.
Le guardò per bene la bocca mentre con le mani le asciugava le lacrime che scendevano sulle sue guance paffute.
Le parole del padre parvero rassicurare veramente la bambina, che stava iniziando a piangere meno, ma quando lui la prese in braccio per portarla in bagno si agitò nuovamente.
«Devi sciacquarti la bocca, hai del sangue» disse riflettendo ad alta voce.
Pan era una bambina forte, intelligente e coraggiosa, ma odiava non sapere cosa stesse succedendo.
Si cacciava nei guai solamente quando sapeva le conseguenze, non faceva mai niente di cui non potesse avere il pieno controllo e il non sapere le cose la faceva preoccupare spesso, così come il sangue.
Spesso cadeva graffiandosi le ginocchia ed evitava di guardarle appositamente per non vedere il sangue perché lo sapeva: vedere il sangue l’avrebbe fatta scoppiare in lacrime.
I suoi tentativi di ignorare le ferite venivano, però, sempre distrutti dai suoi genitori che, vedendola in certe condizioni, la medicavano e lei finiva sempre con il vedere il proprio sangue.
Non faceva male, ma chissà perché, a quella vista lei scoppiava sempre in un pianto disperato.
Gohan la portò in bagno e le fece sciacquare la bocca, mentre lei piangeva disperata e lui tentava di consolarla.
«Tesoro, non è niente di grave, sta’ tranquilla. Stai diventando una bambina grande» iniziò, sedendosi con lei sulle ginocchia sulla tavoletta chiusa del water. «Pian piano i dentini da latte cadranno e nasceranno quelli forti degli adulti» le disse con un sorriso dolce.
Le accarezzò il viso, intenerito dalla sua piccola che cresceva a vista d’occhio.
Gli dispiaceva da impazzire vederla spaventata e in lacrime, gli si stringeva il petto in una morsa dolorosa, ma poteva capire lo spavento provato.
Anche lui aveva reagito, da bambino, nello stesso modo quando gli era caduto il primo dente da latte e ricordava bene come sua madre l’avesse rassicurato dicendogli che stava diventando un ometto.
Le sorrise ancora una volta, mentre lei nascondeva il viso sul suo petto, contenta di trovare conforto tra le braccia del padre, e la staccò lentamente da sé per guardarla in viso.
«Su, fammi vedere» la incitò ad aprire la bocca.
La piccola, un po’ titubante, schiuse le labbra e Gohan non ce la fece a non ridere. «Tesoro devi guardarti» esclamò divertito, prendendola nuovamente in braccio per farla specchiare davanti al lavandino.
La piccola spalancò la bocca per guardarsi e, anche se quello che vedeva non le piaceva per niente, non riuscì a non essere contagiata dalla risata di suo padre.
Sì, forse era buffa con un dente in meno e se suo padre stava ridendo così non c’era di che preoccuparsi.
Rise nonostante lo spavento, soprattutto perché lui era lì con lei e sapeva, anche se era solo una bambina, che lui ci sarebbe sempre stato nei momenti importanti, soprattutto quando avrebbe avuto paura.
Era sicura che lui sarebbe stato lì a fargliela passare e a farla ridere, proprio come in quel momento.
 
 

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Avevo totalmente dimenticato di aver scritto questo capitolo, quando ho deciso di mettermi al pc ad aggiornare non avevo assolutamente idea di che capitolo avessi preparato per oggi ahah
Sono un genio, gente.
E no, niente, spero che questo momento padre e figlia vi piaccia.
Io amo Gohan versione genitore, lo trovo ancora più sexy del solito *^* (?)
Al prossimo aggiornamento!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


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°Primi compiti insieme°
 
 
 
 
 
«Ti odio»
Videl guardò stizzita il suo ragazzo.
Gohan sospirò e sorrise divertito. «Lo sapevi com’è studiare con me» l’ammonì. «Ti avevo avvertita» le fece presente.
La giovane gemette disperata. «Pensavo scherzassi quando dicevi che ti portavi avanti con il programma e studiavi cose che ancora non hanno spiegato! Chi, sano di mente, farebbe una cosa del genere?!» chiese disperata.
Lui incrociò le braccia dietro la testa. «Io!» esclamò ridacchiando. «Tesoro, sai com’è mia madre; se non studio minimo sei ore al giorno sclera» rise.
Lei scosse la testa sconsolata. «Ma se sei chiuso in camera tua, come fa a sapere se studi oppure no?» chiese con un sorriso malizioso. «Potresi fare tutt’altro, no?» continuò avvicinandosi a lui con passo felino.
Gohan ricambiò il sorriso malizioso, appoggiando una mano sul fianco di lei, aiutandola a sedersi sulle sue gambe. «Diciamo pure che mi prendo delle pause» le sussurrò con tono e sguardo sensuale.
Lei si leccò appena le labbra. «Ah, sì? E cosa fai durante queste… pause?» chiese avvicinando il viso al suo, appoggiandosi così contro di lui.
Sapendo dove volesse andare a parare, ma non volendo comunque dirlo apertamente, Gohan si prese qualche secondo prima di rispondere. «Ti penso» rispose, appoggiando una mano sulla nuca di lei.
Videl appoggiò la fronte su quella del ragazzo. «E cosa fai mentre mi pensi?» chiese maliziosa.
Gohan rise e le stampò un rumoroso bacio sulla guancia. «Sei una pervertita, amore» disse divertito, facendola alzare dalle sue gambe. «Le pause le faccio quando mia mamma viene a portarmi la merenda in camera e credo sia quasi ora, quindi è meglio non farci trovare così» spiegò ancora divertito, vedendo ridere anche lei.
La ragazza si lasciò cadere seduta sulla sedia. «Io impazzirei al tuo posto» confessò. «Non so come fai, veramente» disse.
«L'imaging a risonanza magnetica, detto anche tomografia a risonanza o risonanza magnetica tomografica, è una tecnica di generazione di immagini usata prevalentemente a scopi diagnostici in campo medico, basata sul principio fisico della risonanza magnetica nucleare» iniziò la cantilena Gohan, facendo spalancare la bocca a Videl.
Avevano letto una volta sola quella definizione, come faceva a ricordarla già a memoria?
Ma, soprattutto: perché aveva iniziato a ripetere di punto in bianco?

Mentre parlava, però, Chichi entrò senza preavviso in camera del ragazzo e, prima che lei potesse realizzare, Gohan le fece l’occhiolino.
Conosceva sua madre, sapeva che stava arrivando.
Videl si trattenne dal ridere, sentendolo continuare a ripetere sino a quando la madre lo interruppe.
Mentre ringraziava Chichi per la merenda, la ragazza si ripromise di non studiare più con Gohan se non ne avesse avuto un vero bisogno.
Lo amava, ma amava anche se stessa e non avrebbe retto altre volte sei intere ore di studio, nonostante la compagnia fosse più che buona.
 
 
























Angolo dell'autrice:
Buongiorno a tutti e scusate per il ritardo.
Ieri ho avuto un sacco da fare e mi sono riposata solamente di sera, ma ero così stanca che non ho avuto neanche la forza di volontà per sedermi davanti al computer.
Ppppperdono TwT
Comunque, passando al capitolo, spero che vi piaccia. Non è niente di ché, lo so, ma credo che anch'io, per quanto ami alla follia Gohan, lo lascerei studiare da solo perché è da folli quello che fa >.>
E niente, a lunedì prossimo!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


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°La prima giocata ai video games°
 
 
 
 
 
«Mario Kart?» chiese Gohan rigirandosi tra le mani la custodia del disco appena messo nella console da Videl.
«Sì. Ci hai mai giocato?» domandò la giovane, sedendosi con poca grazia sul letto, facendo cenno al suo ragazzo di mettersi accanto a lei.
Gohan scosse la testa, accomodandosi dove indicatogli, e prese in mano il joystick della console. «Come si fa?» chiese voltandosi verso Videl.
«Con A accelleri, con B freni e vai indietro e per girare basta che muovi il joystick a destra e a sinistra» spiegò velocemente. «Fammi vedere quanto sei bravo al volante» lo sfidò con un sorrisetto selezionando i giocatori e la pista.
Lui annuì ed incrociò i piedi sul letto. «Okay, credo di aver capito» sorrise.
Iniziarono così quattro sfide fatte di spintoni, risate e qualche insulto.
Videl si alzò vittoriosa, quando arrivò prima all’ultima sfida e fece una linguaccia a Gohan che si buttò con la schiena sul letto, ridendo.
«Sei scarso!» l’apostrofò lei, ridendo.
Gohan rise. «Non vale, sei decisamente più allenata di me» si difese.
Videl si sedette a gattoni su di lui, che ne approfittò per stirare nuovamente le gambe. «Vuoi la rivincita, Gohan?» chiese appoggiando il naso su quello di lui.
Lui non si mosse, ma fece una smorfia. «No, direi proprio di no» sussurrò.
«Allora devo riscuotere il mio premio per aver vinto» disse anche lei a bassa voce, per non rovinare l’atmosfera creata.
Gohan le mise una mano sotto la maglia leggera, accarezzandole la schiena con due dita. «Dimmi cosa vuoi» la stuzzicò, sganciandole il reggiseno.
La ragazza gemette di sorpresa, portandosi una mano alla schiena per tenere i due lembi del reggiseno uniti. «Ho vinto io, non tu!» rise.
Lui scosse la testa, contagiato dalla dolce risata di lei, e ne approfittò per rivoltare la situazione e metterla sotto di sé. «Bene, allora mi inventerò qualcos’altro…» sussurrò baciandole il collo, facendola sospirare improvvisamente.
Passare del tempo con Gohan diventava sempre più eccitante.
Decisamente!


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e buon lunedì.
Le vacanze sono iniziate per tutti? :D
Se non sono ancora iniziate, tranquilli: manca poco! *^*
E niente, anche questo è un capitolo abbastanza meh, but okay >.<
Ho comunque deciso che i capitoli in totale saranno trenta e li ho già finiti di scrivere tutti u.u
Adesso vado ad aggiornare la long :)
A lunedì prossimo!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


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°Prima volta al mare°
 
 
 
 
 
Gohan deglutì rumorosamente nel momento in cui Videl si sfilò, con non poco imbarazzo, la magliettina di cotone arancione.
La giovane si voltò a guardarlo, sentendolo. «Qualcosa non va?» gli chiese, aggrottando le sopracciglia.
Lui scosse la testa, portando le mani avanti. «No, no, figurati!» esclamò con voce più alta di quanto in realtà volesse.
Avrebbe tanto, ma davvero tanto, voluto dirle che era davvero stupenda con quel bikini giallo e che, nonostante sembrasse fatto proprio per essere indossato da lei, glielo avrebbe sfilato più che volentieri.
Dovette puntare gli occhi sul mare per diversi secondi evitando di pensare ancora a sé stesso che la privava del costume, così da scacciare quel desiderio che aveva e non fare una figuraccia in una spiaggia piena di gente.
Sarebbe passato per pervertito, anche se in quel momento si sentiva proprio di esserlo.
«Andiamo a vedere com’è l’acqua?» propose per distrarsi.
Il volto di Videl si illuminò ed annuì con convinzione.
Amava il mare, il sole e l’estate.
Poter stare fuori ad abbronzarsi bevendo qualcosa di dolce o mangiando un gelato.
Ah, che splendore!
Niente scuola, niente libri, niente stress.
Solo tanto divertimento e relax.
In più quell’anno avrebbe avuto Gohan dalla sua e avrebbero usato tutto quel tempo libero per divertirsi quanto più potevano.
Sarebbero stati al mare, in piscina, a fare escursioni, passeggiate sulla spiaggia…
E mentre lei fantasticava su tutto quello che avrebbero potuto fare, stavano passavano la loro prima giornata al mare insieme.
Peccato che però, come ogni anno arrivata davanti alla porta di casa, si accorse che le sue spalle avevano il colorito della lava incandescente.
Gohan rise indicandola. «Ti sei bruciata» esclamò divertito, poggiandole l’indice sulla spalla destra.
Lei sbuffò. «Okay che volevo prendere il sole, ma avevo messo la crema! Perché ogni anno mi brucio?!» sbottò disperata, picchiando il dito del moro con una mano.
Lo fissò di sbieco, facendogli fare un sorriso intimidito, poi però iniziò a fissarlo con insistenza, facendolo imbarazzare e intimorire.
«Cosa c’è?» le chiese ridacchiando spaventato.
Aveva la furia omicida negli occhi in quel momento.
«Perché tu ti sei abbronzato ed io mi sono bruciata?! Non hai neanche messo la crema!» quasi urlò, facendolo ridere.
Oddio quanto gli invidiava il colorito caramellato che aveva in quel momento.
Ma aveva un difetto quel ragazzo?
Neanche il primo sole estivo aveva scalfito quella pelle perfetta, anzi: l’aveva resa ancora più bella!
«Non lo so, che vuoi che ti dica?» chiese spaventato.
Videl ringhiò di rabbia ed entrò in casa, sbattendogli la porta in faccia, mentre lui se la rideva bellamente.
L’amava da morire, nonostante fosse del tutto fuori di testa.
Nonostante si arrabbiasse con lui per cose assurde.
Nonostante fosse per certi versi intrattabile.
Nonostante i suoi difetti.

Era pazzo di lei, nonostante tutto.
 
 
























Angolo dell'autrice:
Saaaaalve a tutti e buon lunedì!
Non è così terribile il lunedì quando si è in vacanza, vero? 
Siete già andati a scottarvi al mare? Io sì.
Ho messo la crema più di una volta (due o tre(?)) e le mie spalle erano bruciatissime lo stesso.
Le mie gambe, per fortuna, avevano preso un po' di colore (ma l'ho già perso(?)) e la mia pancia è rimasta color latte.
Sono diventata un dipinto di chissà quale autore scadente >.>
Ma vbb, è così ogni ogni anno, ci si fa l'abitudine.
E niente, aiutatemi a mandare Gohan al rogo perché si è abbronzato invece di scottarsi come una persona normale ewe
Al prossimo lunedì!

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


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°Prime visioni proibite°
 
 
 
 
 
Appoggiata con il viso contro il petto di Gohan, Videl pensava a come sarebbe stata la sua prima volta con lui.
Avevano appena finito di scherzare sull’argomento, mentre lui cercava di guardarle dentro la scollatura della maglietta e lei lo prendeva a colpi di cuscino; il tutto condito con delle risate così libere e sincere che difficilmente avrebbero dimenticato.
«Stavo pensando ad una cosa» iniziò lei, con un po’ di imbarazzo.
Lui le passò una mano tra i corti capelli corvini, respirando a pieni polmoni l’odore della stanza della giovane. «Ovvero?» la spronò a continuare.
«Non è che… dobbiamo farlo direttamente… per forza» disse a voce così bassa che ci volle tutta la concentrazione di lui per sentirla, facendo anche più pause di quante volesse.
«Non ti seguo» ammise Gohan, abbassando gli occhi per guardarla.
Videl si girò a pancia sotto, appoggiando il mento sul petto di lui, guardandolo intensamente negli occhi. «Potremmo, o dovremmo, andare… per gradi» farfugliò, con le guance arrossate.
Lui inclinò appena la testa. «Spiegati meglio» disse aggrottando la fronte.
Lei gemette imbarazzata, nascondendosi il viso con un braccio. «Perché non mi capisci?!» chiese in un mugolio imbarazzato.
«Perché non sai spiegarti» ridacchiò lui.
Stizzita dalla sua risposta, Videl si mise a cavalcioni su di lui. «Visto che a parole non mi capisci, passiamo ai fatti» disse mettendosi seduta sul suo bacino e sfilandosi di colpo la canotta rossa.
Se ci avesse pensato anche un solo secondo di più, si sarebbe pentita e non l’avrebbe fatto.
Gohan deglutì, vedendo la sua ragazza con addosso un reggiseno nero e i pantaloncini di jeans chiari.
Cavolo se era sexy.
«Adesso tocca a te toglierti la maglietta» lo incitò, spostandosi appena da dove si era seduta -senza non notare come qualcosa si fosse mosso sotto di lei- per farlo sedere a sua volta.
«Non ho ancora capito, ma mi sta piacendo questo gioco» ammise, sfilandosi la maglia verde chiaro.
Videl si morse il labbro inferiore, regalandosi qualche minuto per ammirarlo.
Cavolo se era sexy.
«Adesso?»
La voce di Gohan la fece tornare con i piedi per terra e si schiarì la voce, prima di parlare. «Adesso ci togliamo i pantaloni» disse, andando un po’ a zonzo.
Ad essere sincera, non sapeva dove volesse andare a parare con tutta quella questione dei gradi, ma voleva assolutamente vederlo nudo quel pomeriggio.
Senza dire una parola, Gohan si sfilò i jeans e lei i pantaloncini, rimanendo così, entrambi, in biancheria intima.
«Tu sei ancora più vestita di me» ne approfittò Gohan, indicandole il reggiseno. «Il mio petto è completamente esposto ai tuoi occhi, sarebbe carino che tu facessi la stessa cosa per me» la prese in giro, per smorzare un po’ l’imbarazzo creatosi in quel momento.
Non sapeva che cosa volesse fare Videl, ma in quel momento la stava vedendo tentennare, facendogli capire che neanche lei era così sicura delle sue azioni.
«Questo è essere sleali» rise lei, divertita per l’affermazione del corvino.
Lui le si avvicinò e le baciò il collo. «Posso togliertelo io?» chiese, sussurrando quelle parole all’orecchio di lei.
Da quando Gohan era diventato così intraprendente non lo sapeva, ma la stava mettendo a suo agio ed era quella la cosa più importante.
Lei annuì e sentì le mani grandi ed inesperte di lui appoggiarsi prima alla sua schiena e poi ai ganci del reggiseno, iniziando ad armeggiare.
«Ce la fai?» chiese guardando di lato, Videl, non vedendo i risultati di tanta spavalderia.
Lui aggrottò ancora di più le sopracciglia. «Credevo fosse più semplice» sussurrò imbronciato, sporgendo il viso verso la schiena della giovane, per riuscire a guardare la causa dei suoi problemi.
Avendo anche la vista dalla sua parte, fu molto più semplice sganciarle il reggiseno e, dopo che lei ebbe sia preso un bel respiro che annuito, glielo sfilò delicatamente.
Videl strinse gli occhi, non sapendo che reazione aspettarsi da lui.
Li riaprì dopo qualche secondo, non sentendogli dire niente, ma percependo più che bene lo sguardo di lui fisso sul suo seno.
«Wow» sussurrò solamente, dopo qualche secondo.
Dovette deglutire e trattenersi dal buttarsi sul suo corpo per fare immediatamente l’amore con lei.
La sua erezione premeva forte contro il cotone dei boxer e Videl cercò di non stare a fissarlo per troppo tempo in quel punto.
«Tocca a te» lo risvegliò.
Lui inarcò le sopracciglia e socchiuse le labbra. «Posso prima…?» chiese allungando una mano verso il seno di lei che annuì timidamente.
Dannazione, Videl era davvero stupenda in quel momento.
Le guance arrossate, l’espressione timida e docile unito a quel corpo veramente stupendo.
Appoggiò una mano sul petto della ragazza e l’accarezzò timidamente, decidendo da solo che poteva bastare per il momento.
Si mise le mani sui propri boxer e li tirò giù con un gesto secco, mentre Videl socchiudeva la bocca per lo stupore.
Non si sarebbe aspettata che facesse quel gesto così velocemente, era sicura che avrebbe tentennato un minimo prima.
Rimasero zitti qualche secondo, non sapendo cosa dire.
«Allora?» esordì lui, seriamente spaventato da come avrebbe potuto reagire.
E se avesse riso?
Oddio se avesse riso! Non avrebbe saputo cosa fare!
«N-no» deglutì lei. «No, basta» disse lei, rossa come un pomodoro, afferrando la sua maglia e portandosela al petto. «Basta così» balbettò ancora, saltando giù dal letto e chiudendosi a chiave in bagno, lasciando Gohan con una faccia da pesce lesso sul letto.
Tanti discorsi sull’andarci per gradi, tutta la sua iniziativa di spogliarsi l’uno di fronte all’altro… e poi scappava così?
Sospirò infilandosi di nuovo i boxer e i jeans.
Quella ragazza non ci stava proprio con la testa!


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti e scusate per il giorno di ritardo >.< Ieri sono stata tutto il giorno fuori e sono tornata a casa con mal di testa e un minimo di febbre, quindi ho deciso di rimandare ad oggi.
Inolre, non so se potrò aggiornare lunedì prossimo, visto che nella mia città è festa e, come se non bastasse, ho anche un evento familiare importante, quindi il prossimo capitolo sarà pubblicato nuovamente di martedì, ma, l'ultimo, sarà di lunedì di nuovo (a meno che succeda qualche altra cosa (????)).
E niente, spero che questo capitolo vi strappi un sorriso e che lo troviate piacevole e verosimile (?)
Videl è un po' paranoica, ma a Gohan piace così quindi povero lui e basta (?)
A martedì prossimo!


-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*


 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


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°Primo giorno di lavoro°
 
 
 
 
 
Guardandosi allo specchio, Gohan deglutì.
Si allentò appena la cravatta, decisamente troppo stretta per i suoi gusti.
Non ricordava l’ultima volta nella quale era stato così agitato.
Si prese qualche secondo per pensarci su e decise di comparare quel momento con quello in cui aveva confessato a Videl di essersi innamorato di lei e che voleva che fosse la sua ragazza.
Quel giorno aveva sudato così tanto da essere costretto ad andarsi a cambiare da capo a piedi appena due minuti dopo la sua confessione.
Credeva che la sua agitazione, adesso, non fosse da meno.
Lui e Videl convivevano da circa un anno ed era il momento di prendere le redini della sua vita anche a livello finanziario.
Aveva solamente combattuto e studiato in quegli anni, sentendosi sempre inferiore rispetto a lei per quanto riguardava l’aspetto economico.
Sia lei che sua madre non gli avevano mai permesso di fare neanche un lavoretto part time, obbligandolo a spendere tutte le sue energie sopra i libri.
E se la sua media da trenta e lode fosse scesa ad un solo misero trenta?
No, non doveva accedere, non per loro.
Si era ripromesso che dal momento in cui avrebbe iniziato a lavorare, avrebbe riempito di regali sia Videl che sua madre, per ringraziarle di tutta la pazienza avuta con lui.
Senza di loro non sarebbe mai arrivato dov’era e sarebbe stato loro eternamente grato.
Questi suoi pensieri gli fecero aggrottare la fronte e si strinse di nuovo la cravatta attorno al collo.
Doveva dare il massimo sia quel giorno che i successivi, doveva far sì che tutta la fiducia che avevano riposto in lui non fosse vana.
Non doveva essere agitato, doveva, invece, essere sicuro di sé e affrontare sia quella giornata che le prossime a testa alta.
Avrebbe reso ancora più orgogliosa la sua famiglia e avrebbe regalato un futuro prospero alla sua amata e ai suoi futuri figli.
Il suo sguardo si fece deciso, mentre si fissava allo specchio ed usciva sia dal bagno che poi dal suo appartamento.
«Io vado Videl, ti amo!» esclamò pieno di energia.
Ce l’avrebbe fatta, per essere ancora una volta il suo eroe.


























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
Eccoci qui con il ventinovesimo capitolo di questa raccolta.
Il penultimo.
Mi fa tanta impressione, sempre.
Quando lavori mesi (o a volte anni) è difficile concludere il lavoro e premere il pulsante "completa"... o almeno, per me lo è.
Tranne quando le tue stesse storie smettono di starti simpatiche e "finalmente: CONCLUSA" (?) 
E sì, mi è successo (?)
Comunque sia, so che il capitolo è breve, ma come abbiamo visto in Super, Gohan si sente a disagio per il fatto di non avere un'indipendenza economica e quindi volevo tornarci anch'io su questo punto (?)
Spero vi piaccia :)
Ci vediamo, con l'ultimo capitolo, lunedì! 

-
Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


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°La prima volta°
 
 
 
 
 
Sentiva il cuore scoppiarle nel petto mentre Gohan la baciava intensamente.
Erano a casa di lui, nella sua camera.
La sua famiglia era uscita per andare a far visita a Bulma e, nonostante Chichi fosse davvero contraria a lasciarli soli, Goku l’aveva trascinata via.
Beh, pensò Videl in quel momento, non aveva torto a non volerli lasciare soli.
Gohan si era tuffato su di lei come un uomo che vaga nel deserto per giorni e poi finalmente trova un posto fresco dove bere e riposarsi.
Lei aveva accettato di buon grado quelle attenzioni, rispondendo a tutto, ma aveva capito cosa stava per succedere e dire che non era agitata sarebbe stata una bugia.
Amava Gohan con tutta se stessa, voleva che la sua prima volta fosse con lui, era sicura che i suoi sentimenti fossero ricambiati e, nonostante fosse a suo agio con lui, era impossibile non provare un po’ di agitazione e timore nel momento in cui aveva realizzato cosa stava per succedere.
Gohan le sfilò i vestiti, cercando il suo consenso ogni volta che la privava di un indumento.
Anche lui era agitato come non mai, ma cercava di non darlo a vedere per non spaventarla ancora di più.
Sicuramente era terrorizzata per quello che aveva sentito dire.
La questione del dolore, nonostante fosse una guerriera e che si fosse fatta malmenare fino a ridursi in fin di vita al torneo di arti marziali, pur di non arrendersi, la spaventava terribilmente.
Okay prendere un pugno, ma un dolore del genere come sarebbe stato?
Il fatto di non sapere cosa aspettarsi la agitava da impazzire e quando furono entrambi nudi lei ingoiò a vuoto.
«Sei sicura, Videl?» chiese apprensivo Gohan, accarezzandole la guancia accaldata con il palmo della mano.
Lei annuì. «Però non farmi male» quasi lo implorò.
Il giovane si morse il labbro. «Ci provo, amore mio» tentò di rassicurarla chiamandola in quel modo e parve davvero funzionare.
Si mise seduto, sul bordo del letto, mentre afferrava il suo portafogli dentro il cassetto del comodino.
«Gohan fammi quello scherzo di pagarmi e giuro che te lo vaporizzo con un ki-blast» ringhiò Videl, puntellandosi sui gomiti.
Qualche giorno prima Sharpner aveva raccontato come, durante un’esperienza hot con una ragazza, per gioco, le aveva posato addosso delle banconote.
Gohan aveva riso a quel racconto, ma se solo avesse osato farlo l’avrebbe davvero fatto fuori.
Lui rise al ricordo di Sharpner e scosse la testa. «Sto solo prendendo il preservativo» le spiegò ridendo.
Lei gonfiò appena le guance e lo osservò mentre indossava il profilattico.
Non l’aveva mai visto fare e il suo sguardo curioso mise in imbarazzo il giovane Saiyan, tanto che la spinse a sdraiarsi di nuovo.
«Non mi fissare così!» disse aggrottando la fronte e le guance rosse.
Lei rise, capendo l’imbarazzo di lui, e lo tirò per farlo sdraiare su di sé.
In quel momento sembrava che tutta la tensione accumulata e poi dimenticata si stesse facendo risentire.
Deglutirono a vuoto un paio di volte, mentre Gohan si sistemava per bene tra le sue gambe.
«Quando dici t-» iniziò lui, ma Videl lo interruppe.
«Vai, sono pronta» sussurrò, per poi baciarlo a fior di labbra.
Gemette e si morse il labbro nel momento in cui sentì la virilità di lui farsi strada nel suo corpo e si strinse quanto più poteva al collo di Gohan.
Le scappò una piccola lacrima quando arrivò fino in fondo e lui la raccolse con le labbra.
Il giovane aspettò in silenzio che lei si abituasse alla sua presenza e, insieme, fecero l’amore per la prima volta.
Ci sono tante prime volte nella vita, non si riescono neanche ad elencare tutte.
Quale più, quale meno, sono tutte da ricordare per qualcosa.
Alcune ti mettono in imbarazzo, altre ti rendono più forte, ma l’importante è affrontarle con le persone che sono pronte a sostenerti ed aiutarti nel caso in cui tu sbatta la testa da qualche.
Quando ti senti sopraffatto da una situazione nuova troppo grande.
Quando vorresti gridare al mondo intero quello che hai appena fatto.
Quando ti penti.
L’importante è la sicurezza di poter allungare una mano e trovarne un’altra che te la stringa e ti aiuti a tirarti su.

























Angolo dell'autrice:
Salve a tutti TwT
Eccoci qui con l'ultimo capitolo di questa raccolta che ho difficoltà a lasciar andare.
Mi dispiace tanto concluderla, mi ero affezionata molto, ma credo sia il momento giusto di concluderla.
Inutile portare troppo le cose per le lunghe e comunque penso che trenta capitoli non sia un cattivo traguardo.
Come già qualcuno aveva intuito l’ultimo capitolo è stato la prima volta delle prime volte e spero vi sia piaciuto.
Credo di non aver mai scritto -nonostante io abbia sfornato non so neanche quanti- capitoli diversi su questa coppia, come penso sia stata la loro prima volta e finalmente ecco anche la mia di versione u.u
Comunque, nonostante questa sia definitivamente conclusa, ho già in mente una nuova raccolta che verrà pubblicata tra qualche giorno.
Devo ancora decidere il titolo, ma vbb è sempre l’ultima cosa che scelgo (?)
Spero che la seguirete in tanti come avete fatto con questa raccolta.
Ringrazio di cuore chi l’ha inserita tra i preferiti/seguite/ricordate, ma, soprattutto, chi non mi ha fatto mancare il suo sostegno recensendomi ♥
Grazie mille a tutti e arrivederci!
 
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Rohan♫ e Gohan *eccezionalmente uscito dall’armadio per salutare i suoi fan*

 

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