Dark Paradise. Dark Family.

di LadyEffeMikaelson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto è iniziato ***
Capitolo 2: *** Storm. ***
Capitolo 3: *** Liars. ***
Capitolo 4: *** Different. ***
Capitolo 5: *** Wanted Dead or Alive ***
Capitolo 6: *** Surprise! ***
Capitolo 7: *** Run Boy Run ***
Capitolo 8: *** Bayou ***
Capitolo 9: *** Lycan pt. 1 ***
Capitolo 10: *** Warriors pt. 2 ***



Capitolo 1
*** Come tutto è iniziato ***


                                                                 Dark Paradise. Dark Family.
 

 
- Come tutto è iniziato
 
Alle Guardiane non era permesso di innamorarsi di un vampiro ne di nessun essere soprannaturale ne di un loro nemico anche se fosse stato un semplice umano chi lo faceva e veniva scoperto dopo un lungo interrogatorio c’era la pena di morte oppure la cosa peggiore per un guardiano ti toglievano ogni potere e ti esiliavano dalla natura e dal mondo stesso rinchiusi in un oscurità per l’eternità dove non c’era più speranza e il tempo non passava mai.
I guardiani erano per metà essere soprannaturali non avevano niente in comune con gli altri loro erano nati con gli elementi della natura,dell’aria e la luce dominava dentro di loro non c’era niente di oscuro e di maligno dentro al loro cuore. Loro proteggevano ogni essere umano e uccidevano coloro che non rispettavano le regole ma soprattutto eliminava ogni minaccia che creava squilibrio alla natura.
Adeline Roux è stata una guardiana per oltre 700 anni è di origine francese la sua famiglia non era molto ricca ma nemmeno povera i suoi genitori erano come lei dei guardiani anche se avevano lasciato quel posto quando sua madre era rimasta incinta di lei. Tutti i guardiani anziani l’adoravano in tutti i suoi secoli che era diventata una guardiana che aveva accettato ogni loro incarico uccidendo moltissimi nemici liberando dal mondo ogni essere malvagio,ogni guardiano la stimava e la rispettavano dicevano che lei era il miglior esempio per ogni giovane e futuro guardiano. Il suo cognome «Roux» sarebbe stato uno dei cognome potenti insieme hai nomi dei guardiani anziani e di quelli che avevano fatto la storia della loro specie.
Ma non sempre finisce tutto come si desidera o si vuole la verità era che la ragazza non ha mai desiderato diventare una guardiana lo era diventata perché era stata costretta si era buttata a capo fitto nel suo lavoro diventando ogni giorno più potente e soprattutto più forte.
Tutto ad un tratto però qualcosa era cambiato in lei il suo cuore era vuoto in tutta la sua vita non aveva mai provato il sentimento chiamato amore era troppo impegnata non si era mai legata a nessuno ma è proprio in quell’instante che era cambiato tutto.
Quando aveva incontrato il suo sguardo era rimasta incantata dai suoi occhi scuri lui la guardava incantato,ogni campanello d’allarme suonò dentro di lei avvertendola di stare attenta sapeva benissimo che lui non era umano ma ignorò quella sensazione con lui si sentiva a suo agio ma soprattutto si sentiva se stessa.
Lui era un vampiro.
Oh no,non era un semplice e comune vampiro che li trovi per strada di notte a divertirsi e soprattutto a nutrirsi dei umani che andavano in vacanza a New Orleans.. Lui è un vampiro Originale.
 
“ Mio raggio di sole,                                                                                       14 Marzo 2014
 
Se leggerai questa lettera vorrà a dire che le guardiane hanno scoperto ogni cosa e mi hanno punita ma se la stai leggendo proprio in questo preciso instante vorrà a dire che sei viva e che tuo padre ti sta proteggendo con tutte le sue forze.. E gli sono molto grata per questo..
Ti ho voluto scrivere per raccontarti un po’ la storia mia e di tuo padre e di quanto io vi amo con tutto il mio cuore..
10 mesi fa ero stata mandata a New Orleans come ti avrà detto tuo padre sono una guardiana e forse per metà lo sarai anche tu quando sono rimasta incinta di te io e tuo padre eravamo davvero sorpresi nessuno si aspettava che un vampiro potesse avere dei figli ma forse è un gioco della natura.. Oppure come penso io è il forte amore che proviamo io e tuo padre,anche se tuo zio Niklaus sta diventando padre.
Comunque,non sono stata mandata li per uccidere qualche vampiro che stava disubbidendo tutte le regole ma per controllare una strega che rapinava dei innocenti soprattutto dei poveri bambini figli di ogni comunità di streghe lo faceva per avere sempre più potere visto che il loro era ancora puro. Non era di certo il mio modo di lavorare ma un po’ di riposo con i miei poteri ci voleva in effetti per secoli ho davvero lavorato tanto senza sosta.. Fu quella notte che entrai in un pub che suonavano musica blues avevo deciso di passare una semplice serata a sentire della buona musica e fu allora che incontrai tuo padre ad un tratto mi ero sentita osservata quando mi girai per vedere chi era avevo già deciso che gliene avrei detto quattro,non sopporto le persone che mi fissano,il mio respiro mi morì in gola quando guardai poco distante da me c’era un uomo alto in giacca e cravatta che gli donavano perfettamente come se era cresciuto con quel completo,i suoi capelli castani erano ordinati alla perfezione direi poi c’erano i suoi occhi castano scuro che mi avevano rapito non mi era mai successo fino a quella notte mi guardava incuriosito intanto io avevo leggermente la bocca semi aperta non avevo mai visto un uomo cosi.. Meraviglioso.

Credo che sia proprio in quell’instante che mi sono innamorata di lui e tuo padre di me non avevo mai creduto a questi improvvisi colpi di fulmini come non credevo nell’amore ma invece esistono sul serio.. Parlare con tuo padre era cosi naturale sembrava che lo conoscevo da tutta la vita.
Il nostro amore ci rendeva a entrambi folli specialmente me stavo disonorando ogni regola delle guardiane e non mi sentivo affatto in colpa di quello che stavo facendo.. Anzi.. Mi piaceva.
Amo ogni lato di tuo padre.
Non voglio scriverti ciò che amo di tuo padre sennò potrei scriverne anche un libro.. E poi.. Non ho molto tempo,i Guardiani sono sul piede di guerra non è più un semplice atto di ribellione ma ben si tradimento per loro è all’ultimo stadio noi guardiane come regola non possiamo accoppiarci con esseri soprannaturali.. Come ti ho scritto prima io e tuo padre non capivano il perché anche se quando abbiamo saputo la bellissima notizia eravamo felici,io e lui siamo scappati in modo che loro non potevano prenderti..
Il punto è questo tesoro,hai ereditato da me e da entrambi i tuoi nonni i nostri poteri sei anche una vampira e purtroppo anche una guardiana i tuoi poteri saranno in contrasto.. Ma tuo padre insieme hai tuoi zii ti aiuteranno non ti lasceranno mai sola non lasciarti prendere dalle guardiane..
Non credere a ogni parola che loro ti dicono.
Non ti aiuteranno.
Le conosco troppo bene in passato io stessa ho assistito quando una mia compagna è rimasta incinta di un lupo mannaro.. Hanno ucciso quella povera creatura davanti i suoi occhi. E non voglio che ti accada questo voglio che tu viva e ti crei una vita i Guardiani sono persone fredde e sono malvagi più dei vampiri stessi.
Sanno manipolare benissimo ogni cervello e usarlo come vogliono loro.
Dovete essere forti.
E non cadere nelle loro tentazioni.
 
Vi amo piccola mia..
Vi proteggerò da lassù con ogni mezzo.
Mamma.”



* Angolo dell'autrice. *

Buon pomeriggio a tutti.
Questa è la mia prima storia sulla nuova generazione di TO di solito scrivo FF sui personaggi ma una sera di qualche settimana fà ho scritto questo piccolo capitolo e man mano che scrivevo cresceva di più l'ispirazione su questa storia. Questo sarà l'unico capitolo piccolo i prossimi saranno molto più lunghi però non mi andava di rovinarlo allugandolo ancora di più,dal primo capitolo capirete molte più cose di questa trama.

Detto questo..
Alla prossima,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 2
*** Storm. ***



 ( Un grazie speciale va a alla mia migliore amica che mi ha fatto la grafica per la storia! Qui troverete il link della pagina -> https://www.facebook.com/pages/Neens-OBrien/890491450971874)


- Storm.
 
Pov. Narratore
 
❝ Inizio Flashback.
                                                           
 
                                                                                                                                                                  12 Maggio 2015,Residenza Mikaelson. New Orleans.
 
Elijah Mikaelson era seduto composto sulla poltrona di casa non voleva restare in quella casa insieme con suo fratello che ancora una volta ha ucciso la sua felicità.
Dopo la morte di Adeline e il rifiuto di Hailey mettiamo anche quello che gli aveva fatto sua madre si era sentito perso come non mai in vita sua anche indossando uno dei tanti suoi completi non si sentiva bene anzi.. Appena si guardava allo specchio si sentiva un estraneo.

Quando ha conosciuto Gia e ha intrapreso una piccola storia con lei si era sentito se stesso dopo tanti mesi di sofferenza con lei quel mostro che stava dentro di lui si era calmato come se non esisteva più ma Elijah sapeva benissimo che quel mostro esisteva ma grazie a quella ragazza ribelle che non adorava affatto gli abiti eleganti aveva imparato a conviverci.. Forse era l’unica dopo Adeline che pensava a lui ma soprattutto che lo capiva.
Ma l’Originale era cascato ancora allo sguardo della lupa quando gli aveva chiesto di tornare a casa perché non si fidava che Hope stava nelle mani di Klaus anche se in quella notte che era ritornato a casa aveva sentito il fratello raccontare una storia a sua figlia,doveva ammettere che era riuscito a sconfiggere Dahlia cose che ne lui ne tutti erano riusciti a fare. Forse gli doveva dare un occasione.
L’ibrido entrò nella stanza con l’aria felice il fratello continuò a leggere il giornale che aveva in mano leggendo le ultime novità di New Orleans non gli interessava granchè ma pur di non vedere la faccia di suo fratello avrebbe fatto di tutto.
 
Quando per l’ennesima volta Elijah non guardò in faccia Klaus facendo come se non esistesse l’ibrido sbuffo bevendo tutto d’un fiato il bicchiere di bourbon sapeva benissimo che aveva sbagliato a uccidere quella vampira infondo ma molto infondo piaceva anche lui ma per sua figlia per la sua sicurezza avrebbe fatto di tutto per lei.
Klaus appoggiò il bicchiere ormai vuoto sul mobile e si girò verso suo fratello lo guardò per qualche instante e poi disse: - So che mi odi e sei arrabbiato con perché ho ucciso Gia. – Notò una smorfia di dolore e di rabbia nei suoi occhi appena l’ibrido disse quelle parole. – Ma ho dovuto farlo era l’unico modo per scoprire il punto debole di Dahlia e far in modo che lei si fidasse di me -.
L’originale alzò finalmente lo sguardo verso suo fratello,uno sguardo pieno di rabbia e odio i suoi occhi per un attimo l’ibrido vide il mostro che viveva dentro suo fratello che per secoli era addormentata e era da un paio di mesi ormai che si era risvegliata. Ma Klaus era abituato a essere odiato da tutti specialmente dalla sua famiglia ne aveva combinate moltissime in quei secoli ma non aveva mai visto così arrabbiato Elijah dopo che in questi mesi gli era stato accanto e lo aveva sostenuto per ogni sua scelta o capriccio.
Era strano dirlo ma.. Gli faceva male.
Dopo attimi di silenzio Elijah parlò: - Gia era una brava donna. Tu uccidi ogni mia felicità ogni cosa che mi fa stare bene. Partendo da Celeste in poi.. – disse Elijah il suo tono di voce era freddo nemmeno la neve poteva farci nulla in quel momento e anche il suo sguardo lo era. Ma Niklaus Mikaelson non era di certo il tipo che si arrendeva al primo ostacolo e poi otteneva sempre ciò che voleva e desiderava era sempre stato un tipo testardo,in un certo senso.
- Ho dovuto farlo per Hope sai che farei qualsiasi cosa per lei. – Elijah provò a parlare ma l’ibrido alzò una mano fermandolo. – Quando pensi che Dahlia avrebbe scoperto il tuo segreto? Io ci ho messo solamente un paio di ore per scoprirlo. – appena pronunciò quelle parole il vampiro sbianco deglutendo forte fu lì che l’ibrido notò il disagio di suo fratello maggiore ma tutto ciò durò per pochi secondi il suo volto tornò come prima freddo e impassibile.
Dopo lunghi attimi di silenzio Elijah si decise di dire qualcosa portò una mano fra i suoi capelli distogliendo lo sguardo da quello di Klaus alzandosi andando verso la finestra guardando fuori sospirò. – Come lo hai scoperto,Niklaus? – domandò preoccupato mischiato con il tono freddo di pochi secondi prima Klaus si avvicinò di qualche passo mettendosi accanto a suo fratello osservandolo con la coda dell’occhio portò le mani dietro la schiena guardando anche lui davanti a sé.
- So sempre tutto Elijah comunque Marcel ha ucciso una Guardiana novella qualche settimana fa. – disse Klaus serio aveva combattuto con delle guardiane secoli prima erano davvero potenti specialmente se loro avevano la natura dalla loro parte non scappavi da loro. – Poi mi sono ricordato che Adeline era una di loro e era scomparsa e tu anche in un periodo lungo. – aggiunse e questa volta si voltò a guardare il fratello,Adeline era stata una delle tanti amori di suo fratello (a parte Tatia.) che gli piaceva e gli era simpatica quando il fratello gli aveva detto che lei non c’era più ci era rimasto male. Tra tutte le sue defunte compagne lei era quella giusta per lui. – Perché non me lo hai detto? –.
- Me lo domandi pure,Niklaus? – disse il fratello maggiore sorridendo amaramente e poi si voltò per guardarlo. – L’ho fatto per proteggerla.. Da tutto anche da te. Cosa avresti fatto se sapevi che io avevo una figlia avresti sacrificato lei invece di Gia. – aggiunse con un tono aspro che l’ibrido rimase senza fiato abbassando il capo aveva ragione quando gli pugnalò il cuore si era sentito tradito sia da lui che da sua sorella Rebekah,nessuno gli aveva dato fiducia quando aveva detto che sapeva come salvare sua figlia. Ma non lo aveva fatto.
Quando l’ibrido aveva seguito il fratello in quella villa lontana da New Orleans rimase senza parole e senza fiato quando vide la scena: una donna di mezza età era fuori con una bambina neonata fra le braccia mentre Elijah era occupato a parcheggiare la macchina si era nascosto dietro alcuni cespugli in modo che non lo vedeva fù attento a non far nessuno minimo rumore non voleva che si capisse che qualcuno lo aveva seguito.
Appena suo fratello maggiore prese fra le sue braccia quel piccolo fagottino ricoperta da una copertina color salmone rivide un sorriso che non vedeva da secoli anzi per essere precisi da quando erano umani che aveva annunciato il suo fidanzamento ufficiale con Tatia,rivedere quel sorriso aveva fatto piacere a Niklaus che anche suo fratello poteva avere la gioia e l’emozione di essere un padre.
E Elijah se lo meritava più di tutti. Più di lui stesso.

Klaus posò la mano sulla spalla di Elijah guardandolo dritto nei occhi. – Forse all’epoca lo avrei fatto perché non capivo il significato di essere padre.. O meglio. Di avere un figlio. – Disse nei suoi occhi c’era la sincerità perché ogni parola era vera. Da quando ha preso in braccio per la prima volta la piccola Hope qualcosa in lui era cambiato il suo cuore si era sciolto non avrebbe vietato a suo fratello di togliere questo amore erano una famiglia e una famiglia doveva restare unita anche se lui lo aveva capito troppo tardi,dopo quella breve pausa l’ibrido cominciò di nuovo a parlare – Credo che Hope mi abbia reso una persona migliore,non voglio che tu stando qui con me a controllarmi come mi comporto con mia figlia.. – aggiunse sapeva benissimo che lui era lì per Hope poche ore prima che gli aveva dato il comunicato che non lo avrebbe mai più rivisto era stato molto chiaro e deciso sulla sua decisione ma sapeva anche che in tutto questo centrava un'unica e sola persona,Hayley.
- Con questo cosa intendi dire,Niklaus? Sono stanco di questa chiacchierata e di tutti questi giri di parole. – disse di nuovo con il tono freddo ma questa volta Klaus non poteva fare il “Re” o quello che comandava ogni singola cosa anche la vita della sua famiglia,anche perché aveva sbagliato e di grosso.
- Hai ragione. Voglio che tu porti tua figlia qui come è casa tua è anche casa sua. – Disse tutto d’un fiato Klaus mentre Elijah rimaneva allibito e senza fiato non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere da lui specialmente dopo tutto quello che era successo pochi giorni prima. – So che ti ho tolto metà della tua felicità però non voglio privarti di tua figlia ed voglio conoscere mia nipote è giusto che cresca con Hope. – aggiunse e poi porse la mano a suo fratello. – Siamo una famiglia,Elijah. So benissimo che l’ho capito troppo tardi e ti ho fatto sudare e forse hai perso la speranza con me ma… In tutto quello che ci è successo ho capito una cosa.- fece una piccola pausa e suo fratello gli fece un piccolo cenno di continuare. – Dobbiamo essere uniti più di prima e senza pugnalarci alle spalle. – fini il suo piccolo discorso porgendogli la mano.
Elijah Mikaelson rimase a guardare suo fratello senza parole ma del tutto scioccato aveva sempre avuto intenzione di portare sua figlia a casa ma lo frenava i dubbi che aveva avuto su Niklaus di cosa le poteva farle ma quelle parole.. Leggeva la sincerità nei suoi occhi sapeva che Hope sarebbe stata un ottima influenza per Niklaus ma dopo quello che aveva fatto aveva pensato che non c’era nessun miglioramento in lui,che nemmeno sua figlia ci sarebbe riuscita.
Ma dopo tutto ciò,si sbagliava. Niklaus aveva pronunciato quelle parole seriamente sapeva che non stava dicendo una bugia guardò la mano bloccato da ogni sua decisione si sentiva pieno di moltissime emozioni: rabbia,dolore,felicità e quella che forse era più importante.. La speranza che suo fratello era di nuovo recuperabile.
Senza nemmeno pensarci un secondo l’Originale strinse la mano di suo fratello anche se era ancora arrabbiato per la morte di Gia lei era l’unica che passava molto tempo con sua figlia e che soprattutto.. Lo supportava. Ma la famiglia era sempre stata al suo primo posto e il suo sogno più grande era quello di rimanere uniti,senza che l’Originale se lo aspettasse l’Ibrido lo strinse in un abbraccio fraterno.
 
                                                                                                                                                                                                                         Fine Flashback.
 
                                                                                                                ・・・
 
Pov. Audrey
                                                                                                                           
                                                                                                                                                                                                                     New Orleans,2031.
 
 
La pioggia.
L’unico elemento della natura che mi rilassava insieme hai temporali fin da piccola era l’unica cosa che mi riuscivano a tenere tranquilla e soprattutto avevo il controllo di ogni cosa dentro di me o di ciò che sono cosa che avevo timore visto la “cosa” che viveva dentro di me.
Camminavo nei boschi di New Orleans a passo tranquillo anche se era notte fonda la mia vista era come se fosse pieno giorno ormai ero fradicia dall’acquazzone di pochi minuti prima ora la pioggia scendeva pianissimo accarezzando le foglie delle piante e degli alberi con delicatezza come per scusarsi per poco prima.
A New Orleans eravamo protette ogni vampiro,ogni lupo mannaro e ogni strega ci proteggeva da ogni cosa grazie ai nostri genitori che avevano promesso anche loro ogni cosa ma soprattutto di rispettarsi.. Beh questo è tutto grazie a mio padre se fosse per mio zio a quest’ora anche qui avremo molti nemici come se non li abbiamo già abbastanza.
Sono una Mikaelson e sono fiera di esserlo.
Non mi è mai importato il giudizio della gente o quello che dicevano della nostra famiglia perché la maggior parte erano solamente menzione e cose false molti esseri soprannaturali ma anche gli umani erano invidiosi di noi,anche se avevamo tantissimi nemici sia in tutto il mondo e forse anche all’aldilà noi avevamo qualcosa che loro non potevano mai avere.
La famiglia.
La cosa ma soprattutto il potere più importante che esiste al mondo dopo tanti liti con mio padre Elijah e mio zio Klaus che nel frattempo per me e Hope erano diventate delle favole per farci dormire la sera,alla fine mio zio aveva compreso il significato di essere tutti uniti e di non pugnalarsi alle spalle e da quel giorno che la nostra famiglia è diventata ancora più unita anche se c’erano alcuni rancori del passato ma ormai era tutta acqua passata.
Sospirai respirando l’odore della pioggia ormai erano notti che non riuscivo a dormire e cominciavo a vagare per la città e anche nel bosco come attratta da qualcosa una specie di sensazione che non sapevo come spiegare ma soprattutto da dove veniva volevo tanto avere delle spiegazioni.. Ma chi me le poteva dare?
Audrey la risposta è nessuno. Nessuno ti può aiutare,disse una vocina dentro di me che aveva ragione la mia famiglia era potente ma non ha mai avuto a che fare di queste cose nemmeno una strega può saperlo l’unica che mi poteva aiutare era mia madre che mi ha lasciato solo una lettera e nessuna spiegazione per aiutarmi in tutto ciò o almeno qualche consiglio solo “non ti fidare di loro” come se avessi molta scelta.
Ma alla fine non ero da sola la mia famiglia era al mio fianco nonostante tutto anche quando perdo il controllo anche del mio lato da vampira mio padre c’è sempre io e lui non siamo solo simili di carattere o di aspetto,io e lui condividiamo anche il mostro che vive dentro di noi.. Abbiamo questo lato oscuro che dobbiamo accettare e imparare a controllarlo,cosa che io non sapevo fare odiavo uccidere le persone ma quando iniziavo a mordere e il sangue scivolava giù nella mia gola.. Anche la poco lucidità che avevo o tutto quello che c’è dentro di me per un minimo di controllo e di un po’ di umanità spariva e io scivolavo in un angolo della mia testa imprigionata.. Quando il mostro usciva... Io non esisto più fin quando non decide di andarsene a dormire io sparisco rimane solo il mio aspetto ma non la mia anima.
Andai verso un albero per poi appoggiarmi delicatamente ormai la pioggia era sparita per una frazione di minuti il cielo era diviso a metà dopo alcuni minuti la luna piena sparì insieme alla notte lasciando arrivare il giorno,guardai come ogni volta incantata l’alba era qualcosa di spettacolare specialmente in questo punto del bosco a riscuotere i miei pensieri furono dei passi mi girai guardando una figura esile con i capelli biondi camminare in malo modo in due secondi ero al suo fianco a reggerla prima che cadesse l’appoggiai delicatamente per terra seguendola prendendo subito una coperta dentro la mia borsa mettendola intorno,mi sorrise dolcemente.
Hope non era solo mia cugina ma era anche mia sorelle forse in tutti questi nostri 17 anni di vita non siamo mai state o ci siamo trattate come cugine ma bensì come sorelle da quando mio padre mi aveva portato a casa io e lei siamo state subito legate e non ci siamo mai lasciate o mai litigato in tutti questi anni lei c’era per me e io c’ero per lei. Sempre e comunque in ogni circostanza.
Anche se lei era una ibrida ogni notte di luna piena si trasformava per far conoscenza con il lupo che viveva dentro di lei anche se non ne aveva bisogno però anche zio Klaus diceva che era la cosa migliore anche se non andava d’accordo con Hailey ma lei era sempre stata forte e coraggiosa più di me ogni volta che si trasformava era tranquilla anche quando il dolore era più forte di quanto si era mai immaginata. Le passai i vestiti aiutandola erano passati cinque mesi da quando ha cominciato a trasformarsi e ogni volta ne usciva distrutta dopo essersi la vidi che si alzò stiracchiò osservai ogni suo movimento.
- Come ti senti? – le domandai preoccupata lo scorso mese un lupo del Bayou l’aveva attaccata era stata la prima volta per entrambe che abbiamo visto zio Klaus in forma di lupo,beh non metto la parte dove Hailey ha litigato con zio perché aveva ucciso uno dei suoi ma era stata una morte ben meritata di questo nemmeno mio padre aveva fatto discussioni il che era molto strano.
- Meglio dell’altra volta di sicuro. – disse ridendo la guardai scuotendo la testa divertita mentre andavano verso l’uscita del bosco. – Essere in forma di lupo è qualcosa di magnifico ora capisco i racconti sia di mia madre e quelli di papà. – mi girai per guardarla di nuovo e sorrisi quando notai i suoi occhi illuminati,ho sempre ammirato questo lato di Hope lei è forse più incasinata di me visto che è una ibrida ma è un po’ di tutto ovvero: vampira,lupa mannara e anche una strega ha molto potere ma si sa controllare.
Io invece non ero solo una vampira forse era uno dei motivi per cui non riuscivo a controllarmi sono una guardiana e questo va in contrasto con il vampirismo visto che i vampiri sono creature oscure e della notte invece da quando mi ha raccontato mio padre i Guardiani si sanno poche cose di loro anche se quello che si sa di certo sono potenti e anche molto.. Ma loro sono creature della luce e amano la natura sono una specie di angeli in pratica anche se da come ho letto nella lettera che mi ha lasciato mia madre,non sono buoni e non aiutano.
Ricordo benissimo il giorno del mio dodicesimo compleanno quando si sono manifestati i poteri da Guardiana come un regalo da parte dai antenati e da mia madre stessa da lì anche il mio lato da vampirismo è uscito fuori è stato il giorno più brutto della mia vita d’allora ho avuto sempre problemi appena perdo il controllo inizia una guerra con me stessa.. E l’altra me.
Camminammo entrambe silenziose verso la via di casa nessuno delle due parlava anche se molto spesso Hope mi osservava in silenzio mi stavo preparando psicologicamente al primo giorno di scuola so che quando sarà finita le ore di tortura sarei esplosa,purtroppo non tutti sanno che siamo dei esseri soprannaturali ma i nostri genitori vogliono farci vivere una vita normale un tempo io amavo la scuola ma adesso solo a pensare ai miei compagni al loro odore di sangue forte già il mostro dentro di me si ribellava di uscire faccio un respiro profondo come mi aveva consigliato mio padre sperando che ritornasse a dormire.
- Puoi sempre dire a zio che non te la senti di andare a scuola. – disse ad un tratto Hope la guardai confusa ero così immersa nei pensieri che non mi ero accorta che parlava lei ricambiò il mio sguardo. – Ti sento elettrica come se in questo preciso instante hai tuoni e fulmini dentro di te. – aggiunse in tono cauto mi dimenticavo che lei più di zia Freya percepiva queste cose abbassai lo sguardo verso la mia mano sentendo quel potere e tutto dentro di me crollare.
Scuoto piano la testa dovevo controllarmi forse oggi sarebbe stato il giorno adatto oppure no ma dovevo provarci se avrei rimandato di nuovo dopo non ci sarei mai più riuscita,sapevo che mio padre non mi avrebbe fatto mandare a scuola l’ultima volta sono stata male per settimane. – No Hope sto bene. – dissi in tono deciso come per tranquillizzare più me che lei. – Sono mancata già da un po’ da scuola l’anno scorso quest’anno non posso mancare. – aggiunsi subito dopo prima che lei mi interrompeva era un anno importante visto che iniziavano a parlare anche di college di certo non volevo perdermelo per nulla al mondo questo giorno,mi ero decisa e preparata questa estate che se anche ero un essere soprannaturale volevo vivere anche dei giorni da una semplice adolescente forse era sciocco perché non lo ero del tutto ma soprattutto non ero umana ma.. Non volevo perdermi tutto ciò della vita.
Non aggiunse nulla anche se era contrariata da tutto ciò essendo non solo cugina e sorella era anche la mia migliore amica anche se avevamo molte amiche io e lei ci fidavamo solo di noi loro erano umane non avrebbero mai capito il nostro mondo quindi era come una via d’uscita dal regno soprannaturale.
Appena entrammo nel giardino di ingresso della nostra casa eravamo colpite subito da un odore di croissant che cuocevano nel forno segno che la cara Rose stava preparando la colazione,visto che nessuno della nostra famiglia era un bravo cuoco mio zio l’aveva assunta anni fa a lavorare qui da noi e da quel momento non l’avevamo fatta scappare io e Hope ci guardammo con uno sguardo d’intesa e scappammo subito sopra per prepararci era una specie di tradizione che avevamo io e lei ormai.. Entrai nella mia stanza chiudendo la porta alle mie spalle era una stanza grande al centro c’era un letto matrimoniale a baldacchino con i cuscini e trapunta color viola uno dei miei colori preferiti poi affianco due comodini,poi c’era un comò insieme allo specchio e poi c’era una quasi enorme cabina armadio sia la mia e quella di Hope l’aveva ideata zia Rebekah per i tanti vestiti che ci regalava come faceva zia Freya era tutto color crema – panna. Mi dirigo nel bagno dove mi spogliai velocemente mettendo tutto dentro una cesta dove riponevano ogni abito sporco mi giro verso il davanzale del lavandino dove la sera prima avevo appoggiato i panni che avrei dovuto indossare apro la doccia mettendo il getto d’acqua calda aspettando qualche minuto prima di entrare.
Entrai dentro la doccia lavandomi velocemente il fango di dosso quella mattina eravamo andate con comodo a tornare a casa purtroppo la luna piena molto spesso c’era durante la settimana ora che la scuola stava iniziando sarebbe stato un vero problema per Hope,esco dalla doccia asciugandomi per bene dopo aver indossato l’intimo indossai un paio di jeans stretti color grigio misi una maglietta bianca a maniche corte.. Mi avvicino allo specchio osservando il mio riflesso i miei capelli erano abbastanza lunghi color castani i miei occhi erano dello stesso colore in certi sensi somigliavo molto di più a mio padre che a mia madre,guardandomi cosi sembravo davvero una ragazza normale un adolescente che dovrebbe pensare solo alle cose normali invece bastava solo a pensare a quella parolina che il mio volto cambiava.. Sospirai notando che i miei occhi non erano ancora tornati del tutto alla normalità c’erano delle sfumature di rosso insieme al dorato segno che il mostro voleva uscire fuori insieme ai miei poteri da guardiana,scossi la testa pensando a qualcos’altro richiusi gli occhi e quando li riapro erano tornati alla normalità.
Mi pettino lasciandoli bagnati il tempo non era freddo quindi era un ottima scusa per gli umani anche se potevamo sempre soggiogarli se cominciavano a romperci troppo ma non ero molto amante di queste cose,apro i trucchi che mi aveva regalato Hope qualche settimana prima quando ha notato che non riuscivo a dormire in effetti le occhiaie si vedevano molto di più di ieri mi truccai leggermente se riuscirei a nutrirmi normalmente come fa ogni vampiro sulla terra a quest’ora non avrei nessuna traccia di occhiaie ma non mi era mai importato dell’aspetto io mi vestivo poche volte elegante come mio padre ma mai ogni giorno Hope invece era il contrario di me.
Dopo essermi preparata ritornai in camera dove sussultai quando vidi mio padre appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto speravo con tutta me stessa che Hope non gli avesse detto nulla avevo bisogno della scuola per non impazzire,quando notai il suo sorriso sulle labbra ne feci uno anche io cercando di rimanere calma si avvicinò a me dandomi un bacio sulla fronte lo abbraccio dolcemente ogni mattina veniva a svegliarmi oppure a darmi il buongiorno.
Io e lui abbiamo sempre avuto un rapporto speciale non era solo mio padre ma anche il mio migliore amico anche se avvolte discutevamo ma dopo nemmeno due minuti facevamo pace è meraviglio avere un rapporto cosi.
- Buongiorno Lucille*. – disse con un sorriso divertito sulle labbra feci una smorfia staccandomi dall’abbraccio mettendo le braccia incrociate guardandolo un po’ storto,avevo sempre odiato il mio secondo nome non ne capivo il motivo non era troppo brutto però se mi chiamavano con quel nome mi innervosivo cosa che faceva divertire moltissimo a mio padre.
- ‘Giorno papà. Sempre con quel nome uhm? – dissi e scuoto leggermente la testa prendendo la borsa a tracolla per la scuola mio padre mi prese sottobraccio e usciamo dalla mia stanza andando verso le scale di sicuro Hope starà ancora dentro alla doccia oppure nell’armadio a decidere cosa mettersi.
- Come stai? – disse tutto ad un tratto serio girai lo sguardo verso di lui notando che sulle sue labbra non c’era più il sorriso di poco prima guardai davanti a me sapevo benissimo che non potevo mentire a lui mi conosceva più di tutto,per lui sono come un libro aperto. – So che è successo l’anno scorso posso evitare di mandarti a scuola.. Potremo mettere un insegnate privato qui a casa… -.
Non lo lasciai nemmeno finire la frase che mi fermai di botto guardandolo questa volta anche io seria. – No! Devo.. Imparare a controllarmi e c’è la farò ma...– mi morsi leggermente il labbro avevo una paura matta che succedeva quello dell’anno scorso ma non potevo scappare ancora da questo ostacolo ci sarebbe stato sempre nella mia vita e la cosa migliore era di affrontarlo. – Ma se sto qui a casa non lo affronterò mai e non risolverò nulla. – aggiungo decisa guardando mio padre che mi stava osservando in silenzio pensando a qualche risposta è sempre stato protettivo nei miei confronti anche se non mi ha mai soffocato però dovevo riuscirci non ci potevano stare sempre ogni momento la mia famiglia lo sento sospirare e disse un “d’accordo” sapevo che non era molto convinto sorrisi abbracciandolo di nuovo.
Quando scendiamo giù stranamente erano quasi tutti a tavola: zio Klaus,Hope,zia Freya,mio cugino Marcel era strano vederlo a fare colazione da noi di solito veniva ma mai in questo orario di sicuro stava succedendo qualcosa ma feci finta di nulla,do il buongiorno a tutti con un bacio sulla guancia come ormai era di rito appoggio la borsa sulla sedia e poi mi siedo a tavola mancava zia Rebekah e mio cugino Matt era più dormiglione di me e Hope non si svegliava nemmeno se sotto casa c’era una guerra tra lupi mannari e vampiri anzi nemmeno quando c’era stata quella con le streghe si era svegliato,la povera zia Bekah ci metteva anni per svegliarlo.. Quando li vediamo scendere e mio cugino come al solito aveva il solito musone iniziamo a fare colazione gli do una piccola carezza sulla spalla come risposta mi beccai un occhiataccia c’è l’aveva ancora con me e Hope perché non lo portiamo mai con noi quando lei si trasforma ma era troppo pericoloso menomale io e Hope ci sapevamo difendere ma lui anche se è un vampiro non è ancora in grado di affrontare un lupo mannaro,se poi si beccava un morso era peggio.
Dopo la colazione salutiamo tutti era stata una colazione abbastanza silenziosa quella mattina infatti io e Hope non avevamo fatto nulla o detto nulla ci lanciamo uno sguardo preoccupato mentre prendevamo le borse e tutti e tre usciamo di casa avviandoci verso la scuola notiamo che anche Matt aveva il volto preoccupato e non ci stava massacrando con parole o occhiate piene di rabbia. – Secondo voi perché erano cosi silenziosi a tavola? – domandò pensieroso e sia io e Hope lo guardammo poi sospiro volevo tanto saperlo era da un po’ di tempo che papà tornava tardi di notte qualcosa nell’aria c’era potevo attribuirla che quella sensazione che sentivo poteva venire da questo. Ma non ne ero sicura.
- Non so. – disse ad un tratto Hope la sua voce come anche il suo sguardo era preoccupato grazie a zia Freya lei aveva trovato il modo di trattenere la sua magia senza fare danni a nessuno. – Ma so che sta succedendo qualcosa papà in questi giorni è strano e anche molto spesso arrabbiato con me cerca di non farlo notare ma.. Glielo leggo nei occhi. – aggiunge facendo una pausa i suoi occhi verdi erano  troppo seri e persi davanti a lei. – Qualunque cosa sia dobbiamo stare attenti e Audrey.. – disse e io mi girai guardandola nei occhi confusa mi fermai di botto deglutendo sapevo già cosa stava per dire.
- Quella sensazione non è per niente una cosa di buono eh? – dissi con una nota di sarcasmo una nota di preoccupazione si sentiva nella mia voce ma supero i miei cugini entrando nel cortile della scuola non sapevo cosa era ma avevo l’impressione che ben presto l’avremo scoperto.
 
                                                                                              ・・・
 
Finalmente suonò la campanella dell’ultima ora tirai un sospiro di sollievo prendendo la borsa uscendo fuori dalla classe quella mattina per fortuna era andata come speravo anche se molto spesso avevo voglia di mordere qualche collo ma ero riuscita a tenere la bada la bestia,anche se adesso la mia gola bruciava dalla fame.
Mentre uscivo con calma dalla mia classe notai un mio vecchio compagno mi bloccai e il respiro mi muore in gola ricordavo troppo bene quel mese di aprile di cinque mesi fa quando mi ha provocato fino a quando non avevo perso la pazienza e l’ho morso sul collo è stato grazie l’intervento di Hope che grazie i suoi poteri da strega mi aveva fatto venire un mal di testa atroce ma era servito che mi staccavo dal collo di lui,non c’erano molti studenti in classe visto che eravamo in cinque e stavamo in punizione subito dopo il professore aveva chiamato mio padre ma grazie a lui avevano dimenticato tutta la faccenda.
Per quanto mi fosse antipatico quel tizio,mi dispiaceva che lo stavo per uccidere.
Esco fuori dalla scuola respirando l’aria della libertà sorrisi tra me e me andando verso l’uscita quando c’era stata la mensa avevo avvisato a Hope che sarei andata direttamente al mio posto preferito di New Orleans che ci saremo viste a casa,avevano aperto quel locale da quando frequentavo il liceo e ogni volta quando ne avevo l’opportunità andavo a prendere il mio caffè preferito e poi leggevo tranquilla un libro era un posto rilassante i proprietari poi erano delle persone gentilissime e dolci.. Dopo aver superato il liceo e un bel po’ di negozi arrivo nel bar salutando ormai la commessa che conoscevo da quasi 5 anni mi avvicinai ordinando il solito caffè lungo con panna,il locale era carino e non troppo appariscente e ne troppo grande c’erano era tutto color salmone con qualche sfumatura di bianco c’erano dei tavolini e poi una grande vetrata con un tavolo a due posti,mi avvio verso il mio posto era l’unico tavolo dove nessuno ci andava a sedere c’era una bella visuale di New Orleans e anche del porto mi siedo buttando sulla sedia affianco lo zaino osservando per un attimo il panorama di fronte a me dove la gente passeggiava tranquilla alcuni emozionati da questa città dove regnava il soprannaturale.
Molti credevano che fossero solo “storie” per attirare i turisti in questa meravigliosa città ma non era affatto vero tutte le creature che si trovano scritte sui libri o quelle raccontate nelle favole esistevano per davvero,non c’era nulla di “entusiasmante” in tutto ciò essere un vampiro o qualsiasi essere soprannaturale non era mai facile o tutto rose e fiori ogni giorno per l’eternità dovevi stare attenta sia agli umani sia ai Guardiani se uccidevi troppi umani ti ritrovavi morto dopo nemmeno un minuto o almeno erano le storie che ho sentito. Ma alla fine non è troppo male vivere per l’eternità potevi fare ogni cosa che volevi rispettando le regole e poi potevi viaggiare intorno ma è brutto vedere i tuoi amici umani farsi una vita e poi invecchiare fare ogni tappa del ciclo umano che per noi non esisteva,presi tra le mani la mia tazza di caffè bevendo un sorso sospirai riflettendo alle parole di Hope quella mattina.
Dovevo ascoltare più dentro di me captare ogni mia sensazione invece avevo pensato che fosse per via della scuola ma non era affatto cosi avevo iniziato a leggere un diario di mia madre dove spiegava ogni fase che aveva sopportato quando era diventata Guardiana quando aveva cominciato a conoscere ogni suo potere,il primo erano proprio le sensazioni ma quella volta non ci avevo fatto molto caso e avevo chiuso subito il diario ponendolo poi nella libreria mi rifiutavo di diventare come lei.
Ma invece lo sono,anzi sono peggio.
Zia Freya una volta ci aveva insegnato a come captare una sensazione che fosse buona o cattiva non avevo mai provato visto che non avevo mai avuto un presentimento cosi forte di solito li avevo sempre ignorati ma questa volta non potevo ignorarlo ancora feci un respiro profondo e poi chiusi gli occhi ignorando ogni rumore o movimento intorno a me dovevo trovare una specie di pace interiore dentro di me conoscendo bene il mio essere Guardiana dei poteri che erano nascosti di cui non sapevo nemmeno l’esistenza ma come al solito non percepivo nulla se non un mal di testa,riapro gli occhi frustata che non ci sono riuscita per l’ennesima volta feci una smorfia bevendo un altro sorso stringendo leggermente intorno le mie dita la tazza.
Solo in quell’instante mi sento osservata alzai lo sguardo notando due occhi verdi che mi fissavano aveva i capelli castani tirati tutti all’indietro sicuramente era un ragazzo sui venti o giù di lì non l’avevo mai visto qui a New Orleans aveva una Maserati Hybrid nera e lucida come se fosse uscita da qualche minuto dal negozio.
L’osservo seria e lui fa lo stesso senza staccare nemmeno una volta i suoi occhi dai miei ad un tratto ogni mio campanello d’allarme suonò all’impazzata dentro di me c’era qualcosa che non andava in quel ragazzo o che non era del tutto umano,sentivo che una parte di me si stava risvegliando urlandomi di stare attenta e di non fidarmi di lui stranamente anche l’altra parte di me dove governava il mostro mi suggerì di stare lontana da lui.
Un ultimo sguardo e lui fece un mezzo sorriso per poi partire velocemente,osservai quel posto vuoto a lungo aveva aperto qualcosa in me anche se era sparito tutto dentro di me sembrò una tempesta.



* Angolo dell'Autrice.*

Sera a tutti!
Prima di tutto vorrei spiegarvi alcune cose dei nostri nuovi personaggi!
Come ben avrete capito Audrey è la figlia di Elijah e Adeline,il suo vero nome completo però è Audrey Lucille Mikaelson.. Lucille significa:
“Lucente”, “luminosa” [venuta dalla luce], “splendida”  sappiamo benissimo che Elijah nella sua vita ha avuto un periodo buio quindi sua figlia è come una luce dentro a quella oscurità.
E poi c'è il piccolo della famiglia,ovvero Matt,figlio di Rebekah il padre si scoprirà man mano chi sarà. Il vero nome è Matthew Kol Mikaelson,sottolineo che nella storia Rebekah è tornata di nuovo a essere vampira dopo un anno dalla nascita di suo figlio.. Posso dirvi solo che è rimasta incinta nel suo corpo da strega mentre cercava un modo per far tornare Kol in vita,allora sono sempre stata amante dei Mabekah quindi il nome "Matthew" è riferito a lui una parte di Rebekah lo ama ancora e poi beh sapete già il perchè Kol!
Nella grafica della storia ci sono i 3 Mikaelson per chi non conoscesse gli attori ecco i nomi: la ragazza mora è Victoria Justice (La doppelganger della Dobrev xD),al centro invece abbiamo Dylan Sprayberry che interpreta Liam in Teen Wolf.. E infine c'è Kat McNamara che è la protagonista della serie tv Shadow Hunters non avrà i capelli arancioni o giù di lì,sarà bionda l'ho scelta anzi ho scelto ognuno di loro per delle piccole somiglianze con gli Originali!
Un altro protagonista è anche il famoso ragazzo che osservava Audrey nel bar..
Ma per quello,alla prossima volta!

Spero di aggiornare presto.
A presto,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 3
*** Liars. ***





- Liars.
 
Pov. Audrey
 
In molti volevano ancora che la nostra famiglia spariva dalla faccia della terra.
Non solo tutti i nemici di mio zio Niklaus ma anche gli umani,coloro che questa sera erano tutti presenti in questo enorme sala,dove ogni anno il sindaco organizzava questa farsa tutto quel cibo andava buttato come nulla fosse,invece di darlo a persone che ne avevano bisogno.
Tutti quei occhi indagatori,occhi che cercavano un minimo difetto.
Bocche che sparlavano per ogni cosa. Di cose non vere.
Alcuni di loro credevano di essere i padroni di New Orleans,ma non era affatto cosi. New Orleans era nostra,metà delle streghe e metà dei vampiri e il Bayou era dei lupi mannari,ovvero il branco della mezzaluna. Dopo la guerra quando io e Hope eravamo ancora delle bambine,si erano riuniti tutti decidendo ogni luogo ma questo non prendevano parte gli umani. Erano ospiti,che governavano solamente la loro specie.
Mentre camminavamo verso il sindaco facendo il nostro saluto,guardai nei occhi ognuno di loro a testa alta e con il volto impassibile come ci avevano imparato fin da bambini,non dovevamo mai far capire che noi sentivamo tutto quello che loro dicevano,anche se alcuni lo sapevano. Nessuno di noi mostrava le proprie emozioni,sorridevamo normalmente facendo un saluto a tutti,come se nulla fosse.
Erano tutte le persone alto locate di New Orleans,persone che avevano ville in centro che spendevano i soldi come se niente fosse senza aiutare nessun’altro,come se i soldi per loro apparissero cosi: senza problemi,ma soprattutto senza fatica.
Ognuno di loro era un bugiardo.
Guardandogli nei occhi potevo leggere la loro anima di quanto fossero falsi,coloro che avevano un cuore hanno un piccolo cerchio sopra la loro testa color dorato ma soprattutto quello che più importava: era puro,senza cattiveria dentro di loro. Ma adesso erano solamente grigie con qualche sfumatura di nero. Nessuno di loro era puro,sapevano mentire e illudere alle persone che avevano bisogno di aiuto,burlandosi di loro per ottenere potere e voti.
Quella mattina mentre ero a scuola avevo scoperto quel potere,non lo avevo ancora detto a nessuno erano tutti nei pieni preparativi di questa serata. I miei occhi erano cambiati riuscivo a vedere cose che in tutta la mia vita non avevo mai visto,riuscivo a capire se una persona fosse il bene o fosse il male e da quando tutto ciò si era manifestato la mia testa era leggera senza quel dolore immenso.
Arrivammo davanti al sindaco,Eric Moore,alla sua destra c’era sua moglie o meglio la sua quarta moglie Annabelle Moore,proprio vicino alla sinistra del sindaco c’era la persona più viziata del tutto il mondo,aveva il controllo su tutto specialmente a scuola eravamo amiche solamente per il volere dei nostri genitori,ma io e Hope non la sopportavamo affatto. Anche se quest’ultima sapeva fingere molto meglio di me,Emily Moore ci osservava con uno sguardo sbalordito e invidioso sui nostri vestiti e accessori come ogni anno anzi dovrei dire,come ogni evento.
Lei era invidiosa al massimo e non sapevo nasconderlo.
Nostra zia Rebekah sceglieva con cura ogni abito specialmente per quell’evento,andava dal suo stilista privato a Parigi,creava dei vestiti magnifici e per mia zia erano unici nessuno avrebbe potuto avere quello stile che lui creava. Infatti lo aveva trasformato secoli prima in vampiro proprio per quel motivo.
Ma quest’anno mia zia era stata unica a scegliere cosa avremmo indossato quella sera,io indossavo un chimono corto color corallo sembrava che lo avevano cucito su misura sul mio corpo insieme a un paio di tacchi color beige. Hope invece aveva un vestito nero semplice a maniche corte con una x dietro alla schiena che la lasciava scoperta con un paio di tacchi dello stesso colore,con le nostre zie avevamo scelto un trucco semplice e naturale. Mentre loro erano andate a finire di preparasi io e Hope ci siamo dedicate hai capelli io mossi invece lei con i boccoli,una delle sue pettinature preferite. Era unica con le acconciature.
Dopo aver salutato tutti Emily ci voleva trascinare dall’altro lato della stanza,guardai mio padre pregandolo di farmi stare con lui anche se odiavo questo tipo di serate preferivo sentir parlare di politica e altre cose noiose,invece di stare con Emily e le altre ragazzine viziate ma alla fine con un mezzo sorriso divertito mi disse di andare portando anche Matt. Vidi lo sguardo di mio cugino sbiancare alla fine contro voglia la raggiungiamo salutando il gruppo di Emily,in cui facevamo parte anche noi. O meglio ci faceva parte solamente chi aveva una posizione e era ricco anche se io non ero d’accordo su tutto ciò.
Quella mattina a scuola era salita la voglia di buttarmi dalla finestra,specialmente a mensa ci aveva dato ordini contro ordini su cosa fare nella serata di suo padre che era davvero importante. Ora stavano parlando di moda o meglio cercavano di convincerci a dire dove andavamo a prendere ogni abito,ma Hope come ogni volta disse la stessa risposta zittendole entrando nel vivo dei pettegolezzi delle adolescenti di New Orleans,Matt appena aveva sentito parlare di moda era scappato. Sbuffai dentro di me alzando leggermente gli occhi al cielo c’erano cose più importanti del mondo invece di sapere i problema delle persone e riderci sopra,qualcosa di male si stava per accadere nella nostra città e loro pensavano con chi volevano o che avevano perso la verginità.
Mi scusai dicendo che andavo a prendere qualcosa da bere,Hope mi guardò e io le sorrido per poi andare a passi lenti e decisi verso mi cugino che era accanto a Thomas Parrish,noi ormai lo chiamavano Tommy,era la nostra guardia del corpo da 10 anni aveva diciannove anni quando zio Klaus lo aveva trasformato ed era innamorato di Hope o almeno io e Matt la pensavamo cosi.
- Come fate a essere amica di quelle vipere? Me lo chiedo ogni volta che vi vedo ridere e parlare con loro o quando vengono a casa. – disse Matt sbuffando contrariato,lui le odiava fin da bambino e ogni volta lo dimostrava. Lui per fortuna non aveva questi problemi,visto che il sindaco e gli altri del consiglio non avevano figli maschi.
- Fingo di essergli amica. – dico sussurrando dandogli una piccola gomitata e lui alzò gli occhi al cielo sistemandosi velocemente,sentivo Tommy che ridacchiava e gli lanciava uno sguardo come per dirgli: “te lo avevo detto”. – Ma purtroppo abbiamo dei compiti da fare,Matt. E’ importante per la nostra famiglia.- aggiungo con un tono serio,ma d’altronde avevo ereditato tutto ciò da mio padre,la famiglia era sempre prima di tutto,di carattere io e mio padre eravamo molto simili anche se avevo ereditato qualcosa da mia madre. Che molto spesso contrastava tutto ciò.
Mio cugino mi guardò inarcando un sopraciglio sorridendo divertito. – Avvolte sembra di parlare con zio Elijah. – disse ridacchiando ma poi tutto ad un tratto diventò serio seguo il suo sguardo guardando i nostri genitori che parlavano con il sindaco e altri uomini,probabilmente qualcuno di importante i loro sguardi erano seri. – Sono troppo preoccupati. – parlò a bassa voce notai lo sguardo di Tommy diventare serio e guardare Hope che rideva e scherzava,l’osservo in silenzio sicuramente sapeva qualcosa. – Oggi sono tornato da scuola prima ho saltato una lezione. -  continuò il tono della sua voce era sempre più serio. – Quando mi hanno visto si sono azzittiti subito e mia madre non ha nemmeno detto nulla sul fatto che ero tornato da prima da scuola. Tutti si sono bevuti la mia bugia,questo Audrey è molto strano-.
Guardai in silenzio Matt,non era davvero da zia Rebekah rimanere tranquilla che suo figlio aveva saltato la scuola,specialmente una lezione lei ci teneva molto che Matt si godesse il liceo,visto che un giorno non sarebbe più stato un adolescente voleva tenerlo in una vita normale finché non sarebbe diventato maggiorenne. Un paio di volte era riuscito a scoprire che non era andato a scuola si era arrabbiata con lui,ricordo che lo aveva messo in punizione e aveva assunto un altro vampiro che lo controllasse che rimaneva a scuola fino all’uscita. Quindi tutto questo era troppo strano. Insieme a Hope ne avevamo parlato il giorno prima ma quando tornavamo a casa,ormai sapevano benissimo i nostri orari,erano del tutto normali nascondevano ogni cosa. Ed erano ottimi attori a farlo.
Osservai la mia famiglia che nascondeva subito quei sguardi preoccupati in un sorriso o in una risata,feci una piccola smorfia riportando il mio sguardo su mio cugino che continuava a osservarli sicuramente anche lui in cerca di una risposta,portai una mano sulla sua spalla. – Ehi prima o poi ci diranno cosa sta succedendo. Ma fino d’allora facciamo finta di nulla e sistemati quella cravatta prima che lo faccia zia Rebekah davanti a tutti. – Dissi di nuovo con un tono serio lo sento sbuffare mentre borbottava che odiava le cravatte,scuoto la testa dicendogli che ci saremo visti dopo e prendo il mio drink per poi tornare di nuovo dal gruppo salutando alcuni dei miei compagni mentre passavo.
La mia mente non faceva altro che cercare di capire cosa stava succedendo,quale male era arrivato a New Orleans? Sicuramente era qualcosa di grosso,l’altra notte prima di addormentarmi avevo visto perfino dei lupi camminare tranquilli per strada controllando la zona insieme a dei vampiri. Cosa che in tutti questi anni non avevo mai visto,anche se grazie a Hayley e mio padre che ha fatto trovare un accordo per l’odio nei confronti di zio Klaus alcuni di loro erano rimasti ancora con quel l’odio anche per colpa di quello che gli aveva fatto Marcel.
Ma tutti avevano quello sguardo preoccupato,anche le streghe cominciarono di nuovo a parlare con noi vampiri. Era tutto troppo strano.
Questo silenzio non prometteva nulla di buono.
Ma la voce di Emily come sempre mi fece riscuotere dai pensieri,la osservai un attimo seguendo il suo sguardo fino a un ragazzo lo riconobbi subito era Carlos,un compagno di scuola che Emily lo aveva preso di punta perché lo aveva lasciato non era ricco e i suoi avevano solamente un negozio nel quartiere francese,lei da quando aveva scoperto che non era ricco ogni volta lo umiliava davanti a tutti facendogli dei scherzi davvero crudeli,perfino per lei. La guardai di nuovo mentre rideva per ciò che gli aveva fatto,come poteva essere cosi crudele?
Strinsi forte il bicchiere nella mia mano cercando di rimanere calma e controllarmi,ma come si poteva controllare per una cosa del genere? Molti occhi osservano divertiti quel povero ragazzo e ridevano di lui,che gente era? Quando abbassai lo sguardo la mia mano stava tremando,stavo per perdere di nuovo il controllo ma questa volta non stavo facendo nulla per scappare volevo che succedesse. Volevo che quelle persone pagassero per quello che stavano facendo o per quello che stavano facendo,desideravo solamente eliminarli.
Il tempo cambiò all’improvviso,tutto ad un tratto si sentì un tuonò forte affiancato da lampi e fulmini che sembravano spaccare il cielo a metà,la serata serena di inizio autunno di poco prima era ormai sparita. Il cielo si mostrava minaccioso e violento sentivo il rumore della pioggia e del vento che battevano contro i vetri,ma sentivo anche il potere di tutto ciò di quella tempesta entrare man mano dentro di me alimentando quei poteri nascosti dentro di me dandogli forza di uscire fuori.
In tutto quello che stava accadendo non esisteva nessun auto-controllo,come se quella parola non esistesse in quel momento sembrava che tutto fosse libero e giusta questa rabbia,ed io non avevo più controllo del mio corpo ma soprattutto della mia mente. Avevo lasciato uscire di mia spontanea volontà la parte oscura di me,quella parte di cui avevo paura,quella parte che non sapevo controllare.
Il lato di me che io odiavo con tutta me stessa,ma era quel lato che mi rendeva davvero forte,senza scrupoli e senza pensieri. Ogni cosa stava combaciando in modo perfetto al suo posto come un puzzle appena completato.
Più guardavo quella gente cosi maleducata e cosi crudele e più la mia rabbia cresceva sempre di più come se non ne potesse fare più a me,chiusi la mano libera in un pugno mentre sentivo i canini scendere. Dopo l’ennesimo tuono le luci si spengono di colpo riempiendo la stanza di oscurità sul mio volto appare un sorriso crudele,le voci divennero più forti gente che si chiedeva cosa stava accadendo o chi credeva che stava arrivando un uragano. Ma il blackout durò per pochi minuti quando la luce tornò il sindaco mandò qualcuno a controllare la televisione se diceva se c’era qualche uragano in arrivo,rilasso la mano chiusa in un pugno muovendo leggermente le dita fù allora che il ramo di un albero spaccò il vetro della sala in un tonfo sordo andò a finire dritto sul pavimento. Sento delle urla famigliari alzai lo sguardo seguendo quel suono vedendo Emily per terra che guardava la scena scioccata e impaurita,inclinai leggermente la testa non sentendo che non si era fatta nulla nemmeno un graffio feci un passo lento verso di lei.
- Restate tutti calmi! - disse il sindaco dal microfono dando istruzioni hai suoi ospiti di rimanere nella stanza lontani dalle finestre fino a quando non sarebbero arrivati i vigili del fuoco,che avevano già chiamato. All’improvviso a metà strada verso di lei mi fermai di colpo,il ramo con la stessa velocità con cui era entrato usci dalla finestra seguo tutto con lo sguardo alzando un sopraciglio socchiudendo leggermente gli occhi fino a quando un pezzo di legno non andò a sbattere contro il bicchiere cosi forte che si rompe in mille pezzi nella mia mano.
Il mio respiro divenne affannato spalancai leggermente gli occhi allargando la mia mano vedendo tutti i pezzi di vetro mischiati insieme al mio sangue,sento una mano sulla mia spalla sussultò spaventata girandomi di scatto vedendo mio padre che mi osservava preoccupato ma subito nel suo viso si dipinse un sorriso,quel sorriso che sapeva sempre tranquillizzarmi. Mi prese la mano ferita osservandola per qualche secondo,poi portò un braccio intorno le mie spalle avvicinandosi verso zio Klaus dicendo che mi avrebbe portato a casa mia zia Freya disse che sarebbe venuta anche lei,li osservai in silenzio senza dire nulla ma mio zio mi sorprese quando accarezza velocemente la guancia sorridendomi,faccio un piccolo sorriso e dopo poco uscimmo fuori da quella villa.
 
                                                                                                         ・・・
 
Il viaggio verso casa era stato silenzioso nessuno dei tre aveva parlato,il silenzio in quella macchina aveva regnato su tutto,Hope e Matt erano rimasti con zio Klaus e zia Bekah anche se mia cugina voleva venire a casa da me. Ma non potevamo dare troppi sospetti nessuno si sarebbe accorto della nostra assenza,c’erano troppo casino nessuno dava peso a chi se ne andava.
La tempesta di poco prima era sparita ora c’era solamente una leggera pioggia che scendeva piano,distolgo lo sguardo dalla finestra mettendo le gambe incrociate osservando mio padre che toglieva ogni pezzo di quel bicchiere frantumato dalla mia mano. Ero sicura di non essere stata io a rompere quel bicchiere,ricordo bene ogni scena di quel secondo so che avevo trascinato io quel ramo dentro la casa in direzione di Emily ma non lo avevo fatto uscire fuori e quando ha sfiorato la mia mano c’era qualcosa che davvero non riuscivo a capire.
Mi sentivo cosi confusa da tutto quello che era successo e dai miei nuovi poteri che non riuscivo a pensare davvero lucidamente,ma ora dovevo dirlo a mio padre ma non ne avevo il coraggio di quello che avevo fatto non avevo vergogna o rimorso. Ero felice di averlo fatto,solo con l’amaro che non era successo ciò che avevo desiderato.
- Ecco fatto. – disse dopo qualche minuto alzai di nuovo lo sguardo verso di lui e poi sulla mia mano riuscendo finalmente a muoverla,ogni di quei piccoli graffi si erano richiusi ed era stato proprio il dolore a farmi risvegliare dall’altra parte di me. Feci un piccolo sospiro tenendo ancora lo sguardo basso sento una mano famigliare accarezzarmi la guancia e poi spingermi verso di lui,strinsi forte mio padre chiudendo gli occhi sentendomi per quel istante come se era stato tutto un incubo. Ma sapevo che era la realtà. – Ci vorrà del tempo.- Aggiunse sussurrando accarezzandomi i capelli,dal suo tono di voce non riusciva più a nascondere la preoccupazione ma sapeva sempre consolarmi anche quando io,non riuscivo a trovare una soluzione. – Riuscirai a controllarti,piccola mia. A controllare la rabbia e il mostro dovete solo trovare una metà entrambe. – concluse apro gli occhi alzando il mio sguardo verso di lui,per poi annuire leggermente.
- Per la prima volta.. Dopo anni e mesi.. – dissi facendo una breve pausa cercando le parole adatte. – Eravamo d’accordo su una cosa..Una brutta cosa,non ho provato a fermarla come mi ha insegnato zia Freya. – aggiungo chiudendo le mani in un pugno. – Ero cosi arrabbiata che non c’è l’ho fatta a trattenermi.- ammisi guardando mio padre lui ricambiò lo sguardo facendo un piccolo sorriso,rassicurandomi come ormai facevano tutti mi compativano.
- Audrey.. – cominciò mio padre ma lo fermai alzandomi sotto il suo sguardo preoccupato,feci alcuni passi avanti socchiudendo gli occhi trovando le parole adatte dovevo confidargli che avevo scoperto dei miei poteri.
Mi giro verso di lui guardandolo nei occhi facendo un sospiro profondo. – Oggi ho scoperto due dei miei poteri da guardiana..- dico e noto che sbianca deglutendo l’osservo ma poi il suo viso tornò subito come prima incitandomi a continuare. – Ho sentito il potere entrare dentro di me e per la prima volta mi sono sentita completa,imparerò a controllare me stessa e questi nuovi poteri. – continuai e lui si alzò venendo verso di me prendendomi le mani. – Te lo prometto -.
Mio padre mi sorride con dolcezza guardandomi poi nei occhi. – Ci sarò sempre per te ok? Sempre e comunque. – Disse serio avvicinandomi per darmi un bacio sulla fronte. – Supereremo tutto bambina mia,ora riposa ne hai bisogno.- sussurrò subito dopo sorridendomi staccandosi da me dopo avergli dato la buonanotte esce fuori dalla stanza,mi tolgo il vestito per fortuna non si era macchiato di sangue e lo ripongo ordinatamente dentro l’armadio infilandomi velocemente il pigiama,entrai in bagno lavandomi il viso e le mani togliendo il residuo di quella brutta serata. Quando ritornai in camera trovai mia zia Freya aspettarmi con una tazza fra le mani,ci sorridiamo a vicenda e vado verso di lei mettendomi seduta sulla poltrona prendendo la tazza che mi porgeva,dicendomi che mi avrebbe aiutata a riposare annuisco semplicemente bevendo qualche sorso dall’odore c’erano molte erbe o forse anche fiori ci raccontava che da bambina Dahlia gliele preparava molto spesso per farla rimanere calma.
Il silenzio aveva conquistato la mia camera da letto dopo aver finito di bere tutta la tisana riprese la tazza dandomi un bacio sulla fronte augurandomi la buonanotte,ricambio con un piccolo sorriso e quando fu uscita chiudendo la porta dietro di se. Sospirai finalmente libera di stare un po’ da sola con i miei pensieri,dopo tutto quello che era successo avevo bisogno di calma e tranquillità.
Mi alzo spegnendo le luci con la calma immersa nel buio mi avvio verso il letto entrando mettendomi sotto le coperte guardando il soffitto,avevo detto una piccola bugia a mio padre ovvero non gli avevo detto che non ero stata io quando quel ramo è uscito da solo nella stanza. Ma forse era meglio cosi se gli avrei detto che non ero stata io,di sicuro avrebbero fatto di tutto per scoprire chi fosse stato non potevo rischiare. Non potevo rischiare che scopriva di quel misterioso ragazzo che avevo incontrato,era una cosa che dovevo fare da sola.
La mia testa non faceva altro che pensare a lui,ogni parte di me anche quella crudele mi diceva di stare alla larga da lui che non faceva per me e che era pericoloso. Ma tutto ciò mi attirava,ero curiosa di scoprire chi fosse o cosa fosse non credevo affatto che fosse umano.
Quella mattina Hope mi aveva trascinato in infermeria dopo aver soggiogato il professore che non mi sentivo bene,ma era tutta una scusa si era accorta che io avevo la testa da un’altra parte e voleva sapere costa stesse accadendo alla fine dopo che le ho fatto promettere che non avrebbe dovuto dire nulla a nessuno,le ho raccontato tutto. E anche lei era concorde con me di non dire nulla alla nostra famiglia,lo avrebbero fatto uccidere subito se fosse stata una minaccia per me.
Avevo bisogno di risposte,grazie a questo potere che ho scoperto di avere questa mattina avrei potuto scoprire subito se era un: vampiro,lupo mannaro,stregone o semplicemente un umano anche se ero lontana da lui. Questo mi semplificava molto di più le cose,sorrisi tra me e me soddisfatta avrei agito da sola senza l’aiuto di nessuno anche se mia cugina mi avrebbe aiutato sempre.
- No Hope scordatelo. E’ una cosa che devo fare da sola e non voglio metterti in mezzo.­- le avevo detto quando gli ho confessato il mio piano,lei non era d’accordo che avrei dovuto fare tutto da sola ma alla fine l’avevo convinta dopo che le dissi che le avrei detto ogni mia mossa li si era leggermente rilassata.
Ero convinta che lui era un essere sopranaturale nel suo sguardo avevo visto che era una persona che aveva già vissuto da un pezzo,lo avevo imparato da tempo ormai in casa erano venuti molti vampiri alcuni trasformati dalla mia famiglia era facile capire che avevano visto tante cose. Lui era uno di quelli,ne ero sicura.
L’intruglio di zia Freya cominciò a fare effetto comincio a sentire il mio corpo rilassarsi,avrei fatto di tutto per trovarlo anche girare tutta New Orleans da cima a fondo interrogando e soggiogando la gente,oppure chiedere a qualche vampiro se lo aveva visto o strega. Erano molti attenti su i nuovi turisti che venivano in città visto che i vampiri si nutrivano di loro,smisi di lottare a trattenere i miei occhi aperti e svegli mi giri di lato chiudendo gli occhi.
 
Pov. Narratore
 
Dopo la tempesta le strade di New Orleans affollate ogni ora erano ormai vuote nessuno era in giro per strada,i locali avevano ormai chiuso rassegnati che tutti si erano rinchiusi in casa o in albergo.
Il ragazzo salì velocemente entrando in un appartamento nella periferia della città,si richiuse la porta alle spalle facendo una piccola smorfia appoggiandosi su quest’ultima chiudendo gli occhi cercando di calmarsi. Aveva dolori dappertutto sembrava che ogni suo osso era spezzato peggio di tutto quello che aveva provato nella sua intera esistenza,come se non bastasse era dovuto correre fino al suo appartamento ci era bastato davvero poco per non finire nei guai o nella lista nera dei Originali. Questa era la sua unica possibilità per essere un umano,anche se la sua famiglia non accettava tutto ciò e soprattutto queste condizioni non aveva scelta.
Era stufo di aver vissuto in quel modo per così tanto tempo,voleva una vita migliore.
Sapeva di aver infranto una regola importante,ma come poteva stare tranquillo senza fare nulla? Non poteva,non aveva mai avvertito un potere del genere e mai cosi forte e violento sembrava che la natura si stesse ribellando da tutto all’improvviso,sarebbe successa una vera tragedia se non fosse intervenuto.
Con passi lenti si tolse la giacca di pelle buttandola sul divano passandosi una mano fra i capelli sospirando chiudendo poi gli occhi sentendosi a pezzi ma finalmente al sicuro,senti dei passi e poi qualcuno che si appoggia sullo stipite della porta.
- Brutto mal tempo stasera. – disse una voce famigliare e il ragazzo riapre di colpo gli occhi posando le chiavi sul tavolino. – Dovrebbero cambiare meteorologo oppure metterlo uno sopranaturale. – aggiunse subito dopo sottolineando l’ultima parola.
- Mh in effetti non ci ho fatto molto caso ero in un bar a bere un pò. – disse il giovane mentendo girandosi verso l’altro osservandolo in silenzio. – Ma forse hai ragione almeno non sbaglia. – aggiunse sorridendo divertito scuotendo poi la testa riprese la giacca mettendosela sulla spalla,con tutto l’intento di andare a letto a riposarsi ma quando arrivò verso la porta che conduceva un piccolo corridoio dove c’erano due stanze piccole e un piccolo bagno.
L’altro ragazzo dell’appartamento aspettò che arrivò al suo fianco lo bloccò per il braccio stringendo appena sentì l’altro fare una smorfia dal dolore,aveva dato tutte le risposte alle sue domande senza che parlasse. – Non mentirmi ok? Ti ho cresciuto,razza di idiota anzi doppio idiota. Ti conosco come le mie tasche.- disse dando una leggera spinta al fratello guardandolo nei occhi. – So che ci sei in mezzo tu con quello che è successo stanotte. – aggiunse facendo una smorfia di disapprovazione una smorfia che conosceva troppo bene ormai da mesi. – Fratellino non dire più una bugia anche perché non sei mai stato bravo a farlo.- disse e lo lasciò andare andando verso la sua camera da letto.
Il ragazzo rimase bloccato al centro del corridoio guardando la figura di suo fratello sparire dietro la porta,tirò un calcio alla sedia facendola cadere a terra ma cercò di nuovo di calmare tutta la sua rabbia.
 
Elijah Mikaelson stava camminando avanti e indietro nel salotto di casa cercando di calmarsi anche se ogni suo tentativo andava fallito,il suo timore più grande si stava avverando.
In tutti questi anni aveva sperato che sua figlia non aveva ereditato del tutto il potere di sua madre e che non ci sarebbero stati dei problemi con le Guardiane ma invece si era sbagliato e di grosso anche,avevano cercato un modo per occultare i suoi poteri in modo che solo se venivano a New Orleans potevano scoprire che era li. Ma adesso,sarebbe servito?
L’unica cosa che voleva era perdere sua figlia era l’unica persona che era riuscita ad attenuare il suo mostro e l’unica che manteneva al galla la sua umanità,non sapeva cosa avrebbe fatto se loro gliel’avessero portata via. Sua sorella Freya gli mise una mano sulla spalla facendolo fermare comunicandogli che si era addormentata,l’Originale fece un respiro dal sollievo.
Da poco erano tornati anche Rebekah e Niklaus che avevano spedito i loro figli a letto,dopo che Elijah ringraziò sua sorella per l’ennessima volta quest’ultima mentre preparava della salvia bruciata per non fare sentire la conversazione a nessun vampiro per la casa,ma soprattutto ai loro figli.
- Klaus è andato a chiamare Hayley e Jackson,saranno qui a momenti.- disse e appena sentì il nome di quest’ultimo fece una smorfia,era andato dietro ad Hayley per tanto tempo l’aveva sempre amata avrebbe fatto di tutto per lei. Si era perfino messo contro a suo fratello quando lei aveva progettato insieme a suo marito di scappare con Hope,ora se ne era pentito alla fine quello che ci aveva perso di più e anche punito era stato Elijah che aveva visto con i suoi occhi la morte di Gia,quella ragazza che dopo tutti questi anni non era riuscito a dimenticare del tutto.
Aveva sperato che Jackson facesse una vita umana e prima o poi sarebbe morto,in modo che lui poteva stare con Hayley ma cosi non era stato. Quest’ultima aveva chiesto a sua figlia Hope di dare il suo sangue a Jackson in modo che lui diventasse un ibrido,quando lo aveva scoperto il suo cuore si era spezzato di nuovo. Amava quella donna anche se lui per proteggerla anche da se stesso all’inizio non gli aveva detto ciò che provava,ma di certo non si sarebbe mai aspettato che sarebbe stata per tutta l’eternità con Jackson il disprezzo di quel uomo era aumentato ancora di più.
Ovviamente,le cose tra Hayley e Hope non erano andate cosi bene dopo aver dato un po’ del suo sangue a Jackson ha detto che sarebbe ritornata a vivere con suo padre,infatti ancora oggi evitava di stare con sua madre e con il suo patrigno anche se quest’ultimo l’aveva sempre voluta bene e trattata come una figlia ma Hope aveva sempre sognato che anche sua madre sarebbe tornata a casa senza di Jackson.
A riscuoterlo dai pensieri era stata la voce di suo fratello che fece il suo ingresso,solo allora si accorse che con lui,insieme a Hayley e Jackson,c’era anche Marcel salutò tutti e si mise seduto sulla poltrona distogliendo lo sguardo da Hayley stava sperando e pregando di nuovo di non litigare con lei quella sera non c’è l’avrebbe fatta a sopportare una lite,era troppo teso.
Sua sorella,Rebekah,leggendolo nel pensiero gli sorrise dolcemente mettendosi al suo fianco appoggiando una mano sulla sua spalla l’originale alzò il viso verso la sorella sorridendo leggermente,subito dopo suo fratello Klaus fece velocemente un resoconto della serata era chiaro che Elijah e sua figlia avevano in comune che quando perdevano le staffe nessuno di loro controllava il mostro,ma il problema era che Audrey non aveva ancora imparato a controllarlo per bene.
- Non avevo mai avvertito cosi potere da una Guardiana.- concluse poi Klaus bevendo un sorso del whiskey che si era appena versato,ognuno di loro era preoccupato di quello che le guardiane potevano fare.
- Anche Adeline era cosi potente.. – disse Elijah perdendosi nei ricordi quando aveva incontrato la madre di sua figlia,un amore destinato a durare poco ma che gli ha donato qualcosa di lei una volta l’aveva vista combattere la natura era con lei. E’ stato qualcosa di straordinario ma lei gli ripeteva che nel sangue della sua famiglia c’era qualcosa di più di tutti i guardiani che c’erano nel mondo. – Ma Audrey lo è molto di più. – aggiunse quasi in un sussurro,con lo sguardo fisso nel vuoto.
- Il suo potere è protetto dall’occultamento che abbiamo fatto io e Davina. – Disse ad un tratto Freya con voce seria era in piedi davanti al camino il suo sguardo era fiducioso,aveva aiutato la giovane a diventare immortale come lo era lei in modo che fosse molto più potente dopo quello che era successo con alcune streghe che non volevano che lei governasse. Ma ora tutte si erano rassegnate al potere della giovane strega e la rispettavano,dopo questo grande favore Davina si era decisa di dare un’altra possibilità ai Mikaelson poi Freya le aveva anche promesso che Kol lo avrebbero riportato in vita.
Perché tutta la famiglia Mikaelson voleva Kol di nuovo a casa.
Dopo che erano diventate amiche Davina si era offerta di aiutare i Mikaelson per Audrey,anche lei aveva sentito delle voci riguardanti le guardiane e non c’era nulla di buono in loro avvolte agivano solamente per noia o per avere più potere. In tutti quei anni era servito la magia proteggeva il lato da guardiana di Audrey,Freya era convinta che sarebbe stata duratura avevano usato molte energie per quell’incantesimo.
E nessun guardiano l’avevano mai trovata.
- Si Freya hai ragione. - disse Rebekah anche lei con il tono di voce serio,tutti in quella stanza lo erano anche se Hayley era stranamente silenziosa con uno sguardo strano Klaus Mikaelson era preoccupato per quello sguardo,ognuno di loro sapeva bene che Elijah non andava più d’accordo con lei perfino lui con le numerose liti che aveva avuto con lei. Sperava che non faceva nessuna cazzata per quella sera. – Ma il potere di Audrey aumenta di giorno in giorno. – aggiunse subito dopo guardando la sorella. – E’ come con Hope solo che tu l’hai potuta aiutare con la sua magia ma è molto diversa da quella di Audrey. – continuò e tutti annuirono.
La stanza piombò nel silenzio totale,la preoccupazione in quei giorni si faceva sentire sempre di più era difficile nasconderle al sangue del tuo sangue con uno solo sguardo ognuno di loro sapeva che c’era qualcosa che non andava. Hayley Kenner aveva ascoltato tutto rimanendo il silenzio la sua idea era ben chiara,era ormai da un bel po’ di tempo che lei si era allontanata dai Mikaelson andava in quella casa solamente per sua figlia Hope che ogni giorno la sua assenza nella loro casa si faceva sentire. Ma Jackson come in tutti questi anni di matrimonio la rendeva felice rassicurandola che un giorno lei sarebbe tornata,lo sperava davvero.
Dopo quello che gli aveva fatto Klaus non lo aveva mai perdonato del tutto anche se lui poi gli aveva chiesto scusa,sapeva benissimo che era solo per ritornare in buoni rapporti con Elijah.
- Io ho preso questa decisione. – disse ad un tratto rompendo quel silenzio,il suo sguardo era deciso e serio anche Elijah si voltò a guardarla il che le faceva pensare che quello sguardo non era più quello di un tempo. Che lui riservava solamente a lei. –Sono in pensiero per Hope,da come ha raccontato Klaus potrebbe succedere una guerra.. E Audrey diventa sempre più pericolosa. – aggiunse velocemente senza dare il tempo a nessuno di controbattere.
Tutti i presenti nella stanza avevano il volto contrariato da quello che Hayley aveva appena detto,Klaus invece era contrariato sulla decisione di quest’ultima ma quello più arrabbiato nella stanza molto di più di Klaus era Elijah che si alzò velocemente dalla poltrona. – Come osi di dire che mia figlia è pericolosa. – disse quest’ultimo a denti stretti sia Klaus che Marcel si alzarono andando verso l’originale,quello che Hayley aveva detto aveva fatto perdere il controllo di Elijah. – Audrey non ha mai fatto del male a nessuno e non lo farebbe mai alla sua famiglia. – aggiunse urlando era un bene che usavano ogni volta la salvia con un piccolo incantesimo per non far scoprire niente a nessuno di quello che accadeva.
- Ne sei sicuro Elijah? E’ stato per fortuna che non ha ucciso quella ragazza. – ribatte Hayley con rabbia alzandosi anche lei,perfino Jackson che non era mai andato molto d’accordo con nessun Mikaelson,a parte Hope,si alzò cercando di far smettere la moglie aveva visto che quella sera Elijah non era adatto per una lite. – Non voglio che mia figlia le stia accanto. -.
- E credi che tua figlia vuole stare accanto a te? – disse Elijah con un sorrise crudele sul volto,un sorriso che era del mostro e non del vero Elijah ma ormai quella poca calma che teneva stretta era ormai sparita. – Ti ricordo che lei è scappata da te quando l’hai costretta a rendere Jackson un ibrido. Non è più una bambina è grande. – aggiunse con freddezza.
La lupa l’osserva per un attimo in silenzio e poi parlò: - Ma lo hai sempre detto tu no? Tutti coloro che sono al tuo fianco alla fine muoiono,scusami se io ho scelto di vivere. – disse con freddezza.
In quel momento Elijah sentì di nuovo il suo cuore spezzarsi per l’ennessima volta,guardò Hayley nei occhi per un istante e poi si staccò dalla presa di Marcel e Niklaus uscendo fuori dalla stanza. Era come se quella donna gli aveva appena piantato un paletto nel cuore,anche le sue parole erano state dure ma alla fine era solamente la verità,anche quelle di lei ma erano quelle che gli facevano più male,era come se fosse morto anche se non poteva ogni paletto di quercia bianca era sparito.
Tutti nella stanza rimasero a fissare Hayley senza parole anche Jackson,scosse la testa contrariato di ciò che aveva appena detto sua moglie,Rebekah fissò Hayley scioccata ma anche delusa quest’ultima era sempre stata legata a lei aveva anche pensato che fosse giusta per Elijah sapeva che quando Nik l’aveva maledetta,lei era cambiata. Ma da quando Rebekah era tornata a New Orleans aveva visto un’altra Hayley,una donna molto diversa sconosciuta forse era davvero la parola adatta in tutti questi anni aveva provato a compatirla per tutto ciò che le era capitato. La vampira originale fece qualche passo verso di lei. – Questa te la potevi risparmiare. -  disse guardandola delusa,Rebekah aveva tante cose da dire a Hayley la maggior parte erano insulti ma alla fine lasciò perdere,con passo veloce supera la lupa senza darle il tempo di rispondere uscì dalla stanza.
Dopo qualche instante Hayley usci se ne è andò senza dire un saluto,perfino Jackson sembrò innervosito e imbarazzato per tutta quella situazione d’anni,li salutò scusandosi e usci anche lui nella stanza rimasero solamente in tre: Klaus,Freya e Marcel.
Entrambi erano rimasti in silenzio dopo quello che era successo,troppo strano per Klaus,ma dovevano agire prima che sarebbe stato troppo tardi. Klaus secoli prima aveva cercato di sconfiggere un guardiano sapeva bene i rischi che correvano entrambi,ognuno dei suoi fratelli si era battuto con un guardiano c’erano davvero troppi ma sapeva che quelli peggiori era ben nascosti da questo mondo.
L’ibrido disse di andare tutti a riposare visto che per quella sera non avrebbero concluso nulla,anche se non era cosi era molto positivo da come salvare sua nipote da quelle guardiane dopo tutti i loro nemici che avevano sconfitto non aveva affatto paura o timore di affrontare quelle vecchie arpie.
Usci fuori dal balcone dove trovò suo fratello che fissava il vuoto,aveva sempre saputo dove trovarlo era il posto più rilassante dell’intera casa si mise al suo fianco osservando anche lui New Orleans vuota e piena di pace almeno in quelle poche ore della notte. Il vento era cominciato a soffiare tranquillo e leggero,mise una mano sulla spalla di Elijah e quest’ultimo sussulto girando appena lo sguardo. – Vinceremo anche questa guerra,fratello.- disse Klaus guardandolo nei occhi Elijah.


* Angolo dell'autrice. *

Ciao a tutti!
Mi scuso se è da più di un mese che non pubblico,ma questo capitolo è stato veramente difficile da scrivere e volevo che uscisse bene. Soprattutto perchè vengono svelati alcuni poteri da guardiana di Audrey,da qui ci sono anche alcuni spunti per un nuovo personaggio che sarà il protagonista.
Inoltre,man mano conoscerete tutti gli altri personaggi secondari.
Vestito Audrey: http://i.dailymail.co.uk/i/pix/2015/08/07/09/2B2A49F600000578-3187660-Leggy_lady_Victoria_Justice_paraded_her_toned_pins_in_a_coral_ca-a-4_1438935555186.jpg

Vestito Hope: https://shadowhuntersworlddotcom.files.wordpress.com/2015/06/cieldtxwwaarmjz.jpg
Questi invece sono i volti dei due nuovi personaggi svelati in questo capitolo!
Thomas Parrish: http://www.spoilersguide.com/media/cache/809x0/1d/03/5acb961a9e2fea2f0daac7df379d.jpeg per chi non lo conoscesse si chiama Giacomo Giannotti,ha partecipato in alcune puntate di Reign ora è nel cast di Greys Anatomy,in più è italiano.
Emily Moore: http://images2.fanpop.com/image/photos/11000000/Shailene-Woodley-Photoshoot-secret-life-of-the-american-teen-11013745-566-720.jpg

Nel prossimo capitolo ci saranno moltissime novità! Ma soprattutto lo pubblicherò molto presto,promesso!
Se volete conoscermi questo è il mio profilo facebook,mi potete tranquillamente aggiungere: https://www.facebook.com/profile.php?id=100010049650090

A presto,
LadyEffeMikaelson

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Capitolo 4
*** Different. ***





- Different
 
Pov. Hope
 
Ero appena uscita di casa come una furia,travolgendo tutto e tutti.
Appena mattina,avevo litigato con mia madre,la rabbia aveva preso il sopravento e dopo aver scaraventato un vaso contro al muro ero andata via.
Ancora non riuscivo a capire le sue parole,avevo guardato la donna davanti a me con il volto di mia madre ma in realtà non la conoscevo affatto. Il volto era uguale,ma il suo carattere no. Ormai sono anni che io e mia madre non parlavamo più,solo litigate,delle litigate che erano bruttissime che facevano male come mi aveva consigliato mio padre,l’uomo che secondo lei mi racconta solamente bugie,di darle una chance che era pur sempre mia madre e che non potevo trattarla in quel modo.
Ma come potevo trattarla bene,se lei era egoista?
Un tempo avevamo davvero un bel rapporto,quello che tutte le figlie e anche tutte le madri vorrebbero,un legame che credi che durerà per sempre perché sai che tua madre non ti tradirà mai. Ma la mia in qualche modo lo ha fatto,non ero arrabbiata per lei quando mi chiese di dare un po’ del mio sangue a Jackson per renderlo un ibrido visto che avevano tentato di ucciderlo già molte volte. In quel momento,non gli era nemmeno importato come l’avrebbe presa zio Elijah,fin da bambina sapevo che mio zio era innamorato di lei.
Ma quello che faceva più male e che lei non aveva mai dato un’opportunità a mio padre.
Un padre che era migliore.
Ognuno di noi ha dei cassetti nascosti con mille segreti alcuni buoni e alcuni cattivi,perfino lei che tempo fa ha sterminato delle streghe e anche persone innocenti che non centravano nulla ma lei sapeva giudicare come aveva fatto anche quella mattina. Per l’ennessima volta non vedeva quanto io fossi forte,erano ormai da tre lunghissimi anni che sapevo controllare i miei poteri da strega e man mano stavo controllando anche il mio lato da lupa mannara.
Ero forte ormai,non avevo bisogno che lei mi portasse nel Bayou a farmi proteggere dal suo branco.
Ma come osava dire che Audrey mi avrebbe fatto del male? Che era pericolosa?
Non avrei mai lasciato mia sorella da sola in questo momento difficile per lei,non mi aveva mai abbandonato anche quando mi trasformavo lei c’era sempre anche se potevo morderla e farle passare ore di dolore e agonia. Lei rimaneva. Ma forse mia madre non conosceva il significato della “famiglia” quello che mio padre insieme a zio Elijah con le nostre zie ci avevano sempre imparato a restare uniti,anche nel momento del bisogno.
Ricordo che una volta,ero davvero piccola ma già da piccola come mi diceva mio padre ero già intelligente,mio padre e mia madre avevano litigato per l’ennessima volta avevo circa due anni e lei come al solito si lamentava con lui che era troppo pericoloso che vivevo nella sua casa,visto che i suoi nemici potevano entrare quando volevano e che voleva che io avessi una famiglia con due genitori uniti anche come amici aggiungendo che lei e lui non avevano avuto dei genitori cosi.
Mio padre si era impegnato a modo suo aveva messo da parte quella rabbia di quanto mia madre aveva fatto un piano con Jackson coinvolgendo zio di fuggire,in modo che Dahlia non mi portasse via da loro. Naturalmente mio padre non la prese bene,si vendicò anche se faceva tutto parte di un piano anche se credo,non si era mai pentito di quello che aveva fatto trasformandola in lupo e una volta al mese poteva ritornare nella sua vera forma. Ma comunque si scusò con lei,ma dopo qualche mese che sembrava che andassero d’accordo lei cambiò improvvisamente da quando Jackson è diventato un ibrido come lei,mio zio Elijah non riesce più ad avere una conversazione pacifica con lei.
Ma nessuno oramai aveva una conversazione pacifica con lei,forse l’unico che ci riusciva era Jackson.
Mi misi seduta su un muretto di un tetto mettendo le gambe incrociate,era un abitazione nella periferia di New Orleans erano ormai da anni che non ci viveva più nessuno andavano soltanto dei senza tetto oppure coloro che si drogavano. Ma nonostante tutto questo era uno dei miei posti dove amavo venire quando litigavo con mia madre,l’unico posto dove potevo fare magia senza che nessuno mi avrebbe visto.
Socchiusi leggermente gli occhi cercando di togliere tutta quella rabbia,ma sapevo benissimo che dopo quello che mi aveva detto non potevo perdonarla. Aveva sempre saputo il rapporto che ho con Audrey che per me è come una sorella,mi poteva chiedere tutto ma non questo. Non di abbandonare un membro della mia famiglia,ero cresciuta imparando di non dover mai abbandonare o tradire la famiglia e di certo non lo avrei fatto adesso per fare un piacere a lei.
Sentivo subito la presenza di un vampiro alle mie spalle,apro subito gli occhi rimanendo ferma come una statua come se non avevo sentito nulla la cosa però mi straniva nessun vampiro veniva qui specialmente quelli di Marcel,appena sento toccarmi la spalla di certo potevo sembrare buona ma oggi era un giorno come avevo detto prima che non andava.
Sussurrai alcune parole e appena sentì il vampiro urlare dal dolore sul mio viso si dipinse un piccolo sorriso soddisfatto continuai sperando che perdesse i sensi per il forte dolore,era un trucco che mia zia Freya mi aveva insegnato certo questo non poteva uccidere un vampiro ma ti dava il tempo di scappare e guadagnare qualche minuto. Anche se ero giovane conoscevo già moltissimi incantesimi per la mia giovane età,almeno cosi dicevano tutte le streghe,ero molto potente.
- Dio Hope,sono io non uccidermi. – disse borbottando una voce famigliare,spalancai gli occhi fermandomi subito con una mossa mi girai trovandomi subito davanti a lui che si trovava inginocchio mi abbassai anch’io.
- Oddio Thomas non credevo che fossi tu.. – dissi mordendomi leggermente il labbro abbassando gli occhi dispiaciuta.
- E poi tua madre vuole mandarti nel Bayou per la tua protezione.­ – disse alzando lo sguardo verso di me con un sorrisetto divertito sul volto mentre si massaggiava ancora la testa,risi leggermente portando una ciocca ribelle dietro all’orecchio.
Ci guardammo per pochi secondi nei occhi,secondi che sembravano essere minuti,per la prima volta dopo tanto tempo abbassai lo sguardo imbarazzata molto di più di quando lo ero prima sentivo il suo sguardo addosso,come se i suoi occhi osservano ogni mossa che facevo. Lo conoscevo da quando ero piccola da sempre lui era stata una delle nostre guardie del corpo,ci aveva sempre protetti e molto spesso aveva rischiato la vita per noi. Era l’unico che era rimasto che non aveva mai provato a darci ai nostri nemici,gli altri che ci stavano “vendendo” a coloro che erano nemici della mia famiglia sappiamo solo che hanno fatto una brutta fine.
E avevo già qualche idea su quale fine fosse.
Rialzai lo sguardo,una delle cose più belle dell’essere un vampiro era proprio che se arrossivi nessuno poteva vederlo,incontrai di nuovo quello sguardo mentre mi guardava in silenzio. – Mi dispiace,non volevo farti del male.. E che.. E’ un giorno davvero no.. – dissi borbottando distogliendo lo sguardo da lui osservando il cielo sereno,sentì lui che si alzava e il mio sguardo si ripose di nuovo su di lui che mi porgeva la mano con un mezzo sorriso ricambiai prendendola e lui mi tirò su.
- Ahh dai non fa niente. – disse sorridendo di nuovo. – Sto già meglio quella che starà sclerando sarà quella povera di Roza,hai distrutto un bel po’ di cose. – aggiunse ridendo feci una piccola smorfia ricordando quando mia madre mi aveva detto quelle cose e io quasi le stavo facendo prendere fuoco e quando avevo spento quel piccolo “incendio” avevo fatto cadere un vaso orribile che gli avevano regalato a Natale alcuni membri del consiglio,avevo rotto un bel po’ di cose quel giorno.
- Mh.. Sono dispiaciuta per Roza. – dissi sincera mentre tiravo un calcio a una piccola lattina che avevano abbandonato sul tetto. Roza era la nostra domestica da ormai tanto tempo,sistemava sempre casa e convinta che noi eravamo “umani” cucinava sempre delle ottime cose. Osservai con la coda dell’occhio Thomas che nel frattempo aveva messo le mani dentro le tasche del jeans,dopo averlo guardando per qualche secondo ritornai ad osservare il panorama curiosa del il perché fosse li,di solito il sabato aiutava Matt nel combattimento quando mio padre o zio non avevano tempo. – Come mai mi hai seguito? – dissi cercando di nascondere la curiosità nel mio tono di voce,lo guardai di nuovo con la coda dell’occhio e lo vidi sussultare ma il suo sguardo rimase sempre sull’orizzonte.
- Tuo padre era in pensiero per te,credo che starà ancora litigando con tua madre. – disse ma sentì dal suo tono che mentiva ma non dissi nulla annuisco soltanto,scese di nuovo su di noi il silenzio quel giorno sembrava che voleva governare su tutto. Di certo l’unica cosa che non volevo e che mio padre doveva litigare con lei,sapevo già che gli stava rinfacciando ogni cosa e che probabilmente lui nel cuore della notte mi aveva svegliato dicendomi che dovevo rifiutare quello che mia madre aveva in mente. Ormai conoscevo troppo bene il suo modo di pensare e di dare la colpa sempre a mio padre sbuffai leggermente tornando di nuovo seduta come qualche minuto prima. – Non credo che lui permetterà a tua madre di portarti nel Bayou. – disse a un tratto facendomi sussultare,girai subito lo sguardo verso di lui notando che il suo era serio. – Sei al sicuro e hai quasi tutti i vampiri a disposizione a morire per salvarvi,poi sei forte Hope e si faresti il culo a tutti.  E tuo padre questo lo sa. – aggiunse guardandomi sorridendomi con dolcezza.
L’osservai in silenzio per alcuni istanti e poi abbassai lo sguardo sorridendo leggermente. – Lo credi davvero? A volte vorrei che lei lo capisse. – dissi in un sussurro guardando il vuoto davanti a me. – Mi tratta come se ho ancora un anno quanto invece ne ho 17. – borbottai facendo una smorfia.
- I genitori sono cosi. – disse Thomas e lo guardai. – Mio padre mi trattava sempre come un fallito e diceva che non avrei ottenuto nulla dalla vita. – aggiunse e sul suo volto si dipinse una smorfia divertita e poi si girò a guardarmi. – Ma sai una cosa? I genitori ci vedranno sempre come i loro bambini e lo saremo sempre,purtroppo. Ma prima o poi capiranno che ci devono lasciar andare. – concluse sorridendo,lo guardai ancora per qualche istante in silenzio fino a quando ricambiai il suo sorriso.
 
                                                                                               ・・・
 
Eravamo stati seduti sul tetto per quasi un’ora alla fine mi propose di tornare a casa che sicuramente mio padre era in pensiero per me,ora stavamo passeggiando sulle strade affollate di New Orleans in silenzio,senza dire nulla.
Quel silenzio insieme a lui stava diventando piacevole,era riuscito a calmare tutta la rabbia e la voglia di distruggere ogni cosa,la cosa che sapevo di certo e che non sarei andata a vivere con mia madre aveva distrutto quel poco di rapporto che si era riparato,credo che le cose per ritornare come un tempo ci sarebbero voluti anni o qualche secolo.
Mi ritrovai a osservarlo di nuovo con la coda dell’occhio,avevo una voglia matta di dirgli che prima mi aveva mentito ma non ne avevo il coraggio e non ne capivo il motivo. Audrey mentre ieri sera scendevamo dalle scale mi aveva sussurrato all’orecchio che la prima a fare colpo ero stata io,quando avevo seguito il suo sguardo fino a Thomas ero rimasta senza parole nel modo in cui mi guardava mentre lei rideva io le avevo dato una piccola gomitata. Per tutta la serata mi ero concentrata di parlare di cose stupide con quelle ragazzine viziate senza cervello,per non pensare a lui fino a quando Audrey non aveva perso il controllo,anche se a dirla tutta Emily se l’era meritato.
Guardai l’enorme cancello di casa facendo una piccola smorfia,pregando in ogni lingua che non c’era mia madre ma quando entrai non senti la sua presenza o le sue urla vidi solo uscire mio padre dallo studio al piano di sopra dove dipingeva,lo vidi sospirare e sorridere fece un cenno a Thomas e lui chinò leggermente la testa facendo un piccolo sorriso lo ringraziai e poi andò dall’altro lato della casa.
Feci un respiro profondo raggiungendo mio padre nel suo studio,mi guardai intorno sentendomi a mio agio in quella stanza sprofondo nella poltrona osservandolo mentre dipingeva e sfogava le sue emozioni,amavo anch’io dipingere,molto spesso andavamo insieme in un piccolo parco dove c’erano tutti i cavalletti e potevi dipingere tutto ciò che ti circondava.
Deglutisco leggermente sentendo che il silenzio piacevole di poco prima ora era diventato pesante e insopportabile. – Mi dispiace per quello che è successo prima. – dissi guardandolo mentre lui era di spalle vidi la sua mano fermarsi e poi posò il pennello dentro una ciotola con l’acqua,si girò verso di me sorridendo.
- Non fa nulla,Hope. – disse e venne verso di me appoggiandosi sul bracciolo della poltrona accarezzandomi piano la testa. – Tua madre ha esagerato come al solito. Abbiamo litigato prima ma le ho detto che è una tua scelta quella di restare qui o di andare da lei. -.
Lo guardai annuendo leggermente appoggiandomi con la testa a lui,se solo lei se ne rendeva conto. – Mi ha dato un fastidio e una rabbia enorme quello che ha detto su Audrey,non mi farebbe mai del male ne a me ne a nessuno della famiglia. – dissi chiudendo la mano in un pugno,mio padre mi accarezzo leggermente il braccio.
- Lo so,ieri sera abbiamo avuto una violenta discussione.. In realtà lei e Elijah. – disse facendo una piccola smorfia sul volto notai un velo di preoccupazione nei suoi occhi,ma non cambiò come facevano di solito nell’ultimo periodo. – Comunque,dopo quello che è successo oggi non credo che metterà piede qui dentro per un po’. – aggiunse subito guardandomi sorridendomi.
Annuisco leggermente e distrattamente,me lo immaginavo tutti in casa sapevamo che quando il mostro che viveva dentro zio Elijah si svegliava,erano guai seri. In quella fase è difficile parlare con lui o anche ragionarci e se mia madre lo ha stuzzicato credo che ci vorrà un bel po’ prima che gliela lasci passare,ma visto che si tratta di Audrey.. Ho qualche dubbio che la perdonerà. –Beh.. Zio Elijah non ha fatto male,lei ha torto marcio. – dissi portando le braccia conserte intorno al petto,mio padre annuisce dandomi un bacio sulla fronte alzandosi andando verso il cavalletto riprendendo di nuovo il pennello.
Avrei voluto chiedergli cosa stava succedendo,io e lui avevamo un bel legame e non mi nascondeva mai nulla anche se durante di questa lite non mi aveva detto tutto e me lo aveva confermato il suo silenzio. Ma il suo volto era un misto tra il preoccupato e arrabbiato non era affatto il momento di scoprire qualcosa,mi alzai dalla poltrona e esco dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle camminando a passi leggeri verso la mia camera da letto per mettermi qualcosa di decente e sportivo,volevo andare a parlare con Audrey di sicuro sapeva già quello che fosse successo,di sicuro grazie a mia madre,ma non potevo aspettare che tornava a casa.
Mi sentivo come se l’avessi tradita anche se quello che mia madre ha fatto,non era colpa mia.
Ma ero decisa e convinta di una decisione: non sarei andata a vivere con lei nel Bayou,ne ora ne mai.
 
Pov. Audrey
 
Finalmente il sabato.
Uno dei giorni che amavo della settimana,dopo quella semi “conversazione” gelida con Hayley ero andata a fare jogging nelle strade vuote di New Orleans a quell’ora del mattino non c’era nessuno solo qualche commerciante a preparare tutto,per un nuovo giorno.
In me si era smosso qualcosa quella mattina,la mia parte oscura,si stava svegliando di nuovo ero ancora debole e non avevo ancora recuperato il massimo della lucidità bastava un niente e potevo scaricare di nuovo l’inferno.
Ero arrivata davanti alla vecchia Chiesa ormai di proprietà di Marcel,quella palestra come ogni giorno era piena di vampiri con l’unica differenza che di giorno c’erano coloro che non avevano ancora un anello diurno,ma qualche anno fa Marcel aveva fatto cambiare i vetri in modo che il sole non potesse filtrare dalle finestre e loro potevano vivere un po’ meglio.
Ormai era da quasi due ore che ero arrivata,stavo ancora dando dei pugni al sacco senza dargli un attimo di sosta anche se dovevo rallentare per non staccarlo dal soffitto. Ma non trovavo pace specialmente se l’altra me si era svegliata e non vedeva l’ora che la facessi uscire come l’altra sera,amava torturarmi stavo cercando di non pensare a Hayley e allo sguardo di mio padre dopo che lei aveva pronunciato quelle parole,per poco mio padre non perdeva seriamente il controllo.
Volevo non pensarci,ma la mia mente andava li.
Diedi un ultimo pugno per poi fermarmi respirando affannosamente,socchiusi leggermente gli occhi sentendo la musica non mi ero nemmeno accorta di aver lasciato l’ipod ancora acceso quando ero entrata. Ma la musica era l’unica cosa che riusciva a rilassarmi.
Lo presi dalla tasca,facendo arrestare la voce di Bon Jovi per quanto molto spesso mi aiutava a calmarmi quella volta non ci era affatto riuscito lo buttai sul mio giacchino appoggiato sulla panca di legno e quando sento mio cugino ridere mi giro verso la sua direzione,osservandolo curiosa intorno a lui c’erano alcuni vampiri la maggior parte erano davvero giovani.
Di fronte a lui c’era,Jen,una vampira ormai da dieci anni circa trasformata una notte da Marcel a nessuno era simpatica anzi se fosse andata via credo che avrebbero fatto festa. Aveva un brutto carattere e il più delle volte si vantava di essere stata con Marcel,ma tutti stavano zitti visto che lei era brava nel combattimento e aveva trasformato alcuni dei suoi amici in vampiri facendo un gruppo tutto suo visto che erano davvero gli unici amici che aveva. Notai la smorfia sul suo viso quando c’era mio cugino,si doveva “subire” anche le risate di tutti i presenti,una parte di lei aveva paura di Matt anche se lui era più piccolo di lei.
Andai vicino a Connor,il nuovo compagno di Josh,che fissava la scena divertito misi le braccia conserte. – Cosa sta succedendo di cosi divertente? – domandai guardando prima il gruppo e poi lui,ricambiò il mio sguardo andando un po’ in imbarazzo inclinai leggermente la testa aspettando una sua risposta.
Alla fine,sospirò portando una mano tra i capelli corvini e socchiuse gli occhi castano scuro senza togliere lo sguardo dal mio. – Jen crede che tu sei debole anche nel combattimento. – ammise osservandomi cercando di capire quello che stava passando nella mia mente,Connor aveva assistito a ogni mio allenamento con mio padre e avvolte io mi allenavo insieme a lui e Josh.
Lo guardai per qualche secondo mi morsi l’interno della guancia cercando di rimanere con uno sguardo impassibile,aveva detto quelle parole sul serio? Ma alla fine non riuscì a trattenermi e scoppiai a ridere forte facendo girare qualche vampiro,continuai portando una mano sulla pancia scuotendo leggermente la testa ritornai a guardarlo mentre mi guardava serio. – Oh quindi non scherzavi? – dissi asciugandomi una lacrima scesa per le forti risate,solo allora notai che mio cugino mi guardava divertito e lei stranita. – Oh dai,sul serio? Seriously,Jen? – domandai guardando quest’ultima. – Sappiamo entrambe che non puoi battermi. -.
Il tono della mia voce insieme al mio sguardo erano seri,lei si girò guardandomi appoggiando le mani sui fianchi mettendo in mostra le sue braccia muscolose alzai per mezzo secondo gli occhi al cielo,ma quando è esibizionista?  - Ma guardati. Sei troppo piccola in confronto a me. – disse ridendo. – Ti metto a K.O. in nemmeno due minuti. – aggiunse guardando i suoi amici facendo un gesto con la mano.
- Ti sfido,Jen. – dissi all’improvviso seria facendo qualche passo verso di lei porgendogli la mano destra. – Combattiamo io e te a mani libere e senza nessun trucco da parte mia. – aggiunsi facendo un sorriso,sentivo che il mostro si stava rilassando dentro di me come se si stava per mettere comodo. Lei mi guardò sorpresa per qualche secondo spostando lo sguardo dal mio viso alla mia mano,intorno a noi si era alzato il silenzio e alcuni mormorii socchiuse per mezzo secondo gli occhi e poi mi dà la mano stringendola,il mio sorriso si allargò ancora di più.
 
Mi tolgo la maglia a maniche corte mettendola sopra la panca,rimanendo solamente con la canottiera nera entrai nel ring tranquilla stiracchiandomi leggermente. Ovviamente come immaginavo,Jen aveva coinvolto qualche suo cagnolino che quel giorno l’avevano seguita non mi sorprendeva il fatto che vuole mettermi difficoltà.
Connor e Matt si erano offerti di partecipare alla lotta,come parità. Ma io avevo rifiutato avevo già capito il perché aveva fatto tutto questo,voleva mettermi paura in modo che rinunciavo alla sfida.
Mentre aspettai a braccia conserte che fossero pronti,li osservai senza farmi notare,ognuno di loro era alto e muscoloso in modo esagerato sapevo alcune voci che erano forti e che tutti i vampiri si stavano alla larga da loro,ma non avevo affatto paura.
Come sospettavo,dopo qualche minuto,mi colpirono in due evitai i pugni con facilità per poi contraccambiare di nuovo il colpo.
Anche se ero debole come “guardiana”,non ero affatto debole a combattere da come dicevano gli amici e la mia famiglia per la mia età ero troppo forte. Osservavo per bene ogni mio avversario capendo ogni tattica di combattimento ma soprattutto i loro punti deboli,avevo due genitori forti d’altronde sarebbe stato davvero una sfortuna in più se non sapevo nemmeno combattere.
Da come mi ha raccontato un tempo mio padre,anche mia madre era potente nel combattimento a volte non usava nemmeno i suoi poteri da guardiana per uccidere o prendere qualcuno,che avevo anche queste sue capacità le ero grata. Ma nemmeno mio padre,scherzava ogni giorno mi insegnava una nuova tecnica di combattimento e ogni trucco.
Appena mi liberai di quei due rompendogli entrambi il collo,mi presero per la vita stringendomi forte portai le mani su quelle braccia robuste alzando gli occhi al cielo,perché erano cosi convinti che ero mezza umana? Ero vampira da quando sono nata,anche se sono molto più forte di loro,arrivò un altro con uno strano sorriso sulle labbra che non mi convinceva per niente aveva le mani chiuse a pugno. Lo guardai attentamente divincolandomi da quella presa forte,fingendo di aver paura o qualcosa del genere ma in realtà era solo un diversivo; quando fù davanti a me e potevo sentire il suo alito puzzare d’alcool,dalla presa di quell’altro ne approfittai e feci peso dandogli un calcio forte mandando a terra.
Nel giro di poco mi liberai della presa rompendogli direttamente il collo,la mia vista cambiò velocemente sentivo di nuovo l’altra me svegliarsi piano nervosa come ogni volta quando vedeva qualcosa che non le piaceva,c’era ancora un altro che guardava semi scioccato ogni suo compagno a terra svenuto.
In due secondi fui sopra di lui rompendogli con un gesto veloce il collo,saltai giù prima che cadesse a terra mi girai verso di Jen i miei occhi erano ancora pieni di nervoso e rabbia portai le mani sui fianchi alzando leggermente un sopracciglio. – Sul serio? Dicono tanto che sei cosi forte ed è per questo che Marcel non ti uccide o ti manda via da qui. – dissi con un tono freddo provocandola. – Eppure hai cosi paura di questa “debole mezzo vampira” che mandi i tuoi cani a combattere con me? Non hai fegato per caso? – aggiunsi ancora facendo qualche piccolo passo verso di lei,era uno di quei pochi momenti che mi sentivo al mio agio con il mostro che viveva dentro di me come se fossi collegati e ognuno pensava allo stesso modo,una specie di quello che era successo ieri sera solo che la rabbia era minima.
Dal suo volto vidi subito la rabbia e il sangue che arrivava al cervello,sul mio volto si dipinse un sorriso soddisfatto camminammo intorno hai corpi privi di sensi i nostri sguardi non si staccavano mai. Studiavo ogni suo sguardo e ogni sua mossa,senza distrarmi dai rumori o i chiacchiere che si stavano scambiando gli altri nella stanza dovevo rimanere concentrata.
A un tratto,finalmente,iniziammo a combattere.
I nostri movimenti erano veloci e pieni di rabbia,si poteva sentire nella stanza il nervoso che stava crescendo nella stanza fu cosi che tutti si azzittirono osservando il combattimento,evitai ogni suo movimento contraccambiando i colpi mi muovevo veloce e scaltra.
All’improvviso mentre continuavamo a combattere,Jen afferrò un bastone di legno la fece roteare velocemente a passi lenti verso di me l’osservai senza dire nulla facendo qualche passo indietro aspettando il momento giusto,lasciai che mi colpisse dietro le ginocchia cadendo per terra fingendo una smorfia di dolore socchiusi leggermente gli occhi sentendo la bestia dentro di me agitarsi e prendere man mano il controllo,del mio corpo e della mia mente.
Quando si avvicinò di più a me mettendosi davanti alzai gli occhi fino a incontrare il suo volto dove era dipinto un sorriso divertito.
Qualcosa scattò in me.
Le diedi un calcio nello stomaco facendola barcollare all’indietro di qualche passo si portò subito le mani sullo stomaco,mi alzai velocemente dal pavimento notando il suo sguardo sorpreso sorrisi con una sfumatura di cattiveria afferrai il bastone prima che cadesse a terra,quando lei si mise in posizione cominciai a colpirla velocemente soprattutto nei punti più deboli Jen rispose a ogni mio colpo anche se spesso non se li aspettava.
Avevo studiato ogni suo punto debole,fino a pochi attimi prima era stato un combattimento leale senza che nessuno si facesse del male per davvero. Ma ormai non era più cosi.
La spinsi forte contro le corde del ring sentì un lamento di dolore e uno scricchiolio di ossa rotte con un passo lento avanzo verso di lei senza mai distogliere lo sguardo,come un leone quando accerchia la sua preda,con un gesto secco rompo in due il bastone buttando a terra l’altra metà.
I suoi occhi erano pieni di terrore sentendo che ormai la sua fine era giunta al termine,i suoi compagni che si erano ripresi erano subito scappati dal ring portando con loro i vampiri ancora privi di sensi. Mi abbassai mettendomi a terra anch’io alzando il pezzo di legno in alto in direzione del suo cuore,l’altra parte di me stava godendo per la paura che si sentiva nella stanza specialmente quella che Jen stava provando in quel momento.
Con lentezza feci scendere il paletto sempre più giù,l’altra me mi urlò di ucciderla.. Ma mi fermai. Invece di piantarglielo nel cuore cambiai direzione buttando il pezzo di legno a terra trovando la lucidità combattendo il mostro,la guardai fisso nei occhi rimanendo in silenzio per qualche minuto che sembravano ore il suo cuore batteva forte sia per la paura che viveva ancora dentro di lei sia per la sorpresa che l’avevo risparmiata.
Mi avvicinai verso il suo orecchio. – Pensi ancora che io sia debole,Jen? – le domandai sussurrando in modo che poteva sentire solo lei. – Ti consiglio di non farmi arrabbiare,oggi mi sono fermata ma la prossima volta non credo che lo farò. – aggiunsi sempre sottovoce per poi alzarmi,mentre mi venivano in mente le parole di mio padre alla nostra prima lezione era come se stavo rivivendo quel giorno. – Per essere un buon guerriero non servono i muscoli. – Dissi sentendo dentro di me la sua voce. – Ma il cervello e la concentrazione bisogna saper sempre con chi si ha che fare prima di combattere con qualcuno. – conclusi rivolgendogli uno sguardo veloce teneva la testa abbassata il suo volto era pieno di imbarazzo.
Senza aspettare una sua risposta scesi velocemente dal ring,presi tranquillamente le mie cose che erano appoggiate su una panca libera e silenziosamente usci dalla palestra.
 
                                                                                                     ・・・
 
Come ogni sabato io e Hope insieme a Matt andavamo in un magazzino abbandonato appena fuori dalla periferia di New Orleans,da qualche anno era stato trasformato in un locale per giovane non c’era nessuno oltre i 30 anni nel locale.
Ogni sabato c’era qualcosa di diverso qualche cantante che suonava musica dal vivo o un dj era sempre pieno,non c’era mai un sabato che non c’era nessuno. Chi beveva e scherzava con gli amici,chi invece era sulla pista da ballo a scatenarsi insomma,non ci si poteva mai annoiare ogni volta succedeva qualcosa. Di divertente,ovvio.
Ci fermammo all’entrata del locale guardai con la coda dell’occhio osservai Hope,durante il tragitto avevamo parlato poco e niente anche a casa non ci eravamo dette quasi nulla,sapevo il motivo del suo silenzio voleva dirmi qualcosa ma non lo faceva. Hayley mi prendeva sempre di mira da quando ero piccola in ogni circostanza,non ne capivo il motivo ma mai e poi avrei dato la colpa a Hope.
Quando decisi di parlare con lei arrivarono le nostre vere migliori amiche coloro che sapevano davvero tutto di noi,Camryn e Emery,ci siamo conosciute il primo giorno d’asilo da quel giorno avevamo tantissime cose in comune.
Camryn Devitto,è una cacciatrice fa parte di una famiglia molto importante e una delle antiche del ramo dei cacciatori che hanno sempre vissuto qui a New Orleans e sono anche “amici”,per modo di dire,della nostra famiglia. Si rispettavano,anche se il padre di Cam odiava i vampiri ma fino a quando non colpivano la sua famiglia lui non muoveva un dito,era un uomo di parola.
Emery Claire invece è una strega,quando era piccola la sua famiglia l’aveva cacciata di casa a quanto pare sua madre aveva tradito il marito con il padre scoprirono che lei era una strega e la cacciarono di casa. Ma per fortuna Davina l’aveva accolta con se come se fosse una figlia per lei,anche se aveva abbracciato la magia nera dopo che Vincent la tradita quando svelò il suo segreto davanti a ogni congrega.
Non era mai diventata cattiva era sempre rimasta la stessa per modo di dire,anche se grazie a mia zia Freya anche lei era ormai immortale e molto potente aveva aiutato la mia famiglia. In tutti questi lunghi anni però non si era mai fermata,a cercare un incantesimo che avrebbe riportato in vita mio zio Kol il suo amore per lui era davvero forte.
Sorrisi abbracciando le ragazze e quando proposero di prendere un tavolo annuimmo e riguardo di nuovo Hope era rimasta di nuovo silenziosa immersa nei pensieri,Cam mi guardò lanciandomi uno sguardo curioso. – Ragazze andate voi per prime.. Devo parlare un attimo con Hope. – Dissi e quest’ultima mi guardò curiosa inclinando leggermente la testa,entrambe annuirono andando verso un tavolo libero le guardai fino a quando le loro figure si mischiarono in mezzo la folle poi la guardai di nuovo. – Non è colpa tua ok? Io e tua madre non siamo mai andate d’accordo ma tu non centri nulla.-.
Hope mi guardò portando torturandosi una ciocca di capelli. – Lo so. – disse sospirando. – Ma non la capisco e mi sento lo stesso in colpa,Audrey. E mi fa rabbia le cose che ha detto.- aggiunse sbuffando leggermente.
- Lo so. Ma ehi qualunque cosa succeda saremo sempre insieme come sorelle. – Dissi guardandola nei occhi. – Sempre e comunque,ricordi? – aggiunsi sorridendo porgendole la mano ricordando una promessa che ci eravamo fatte da bambine,lei sorrise annuendo prendendo la mano per poi abbracciarmi ricambiai l’abbraccio.
Ci staccammo dall’abbraccio andando dalle nostre amiche che ci stavano aspettando al tavolo mentre parlavano delle ultime novità,mi misi seduta comoda sulla poltrona di pelle rilassandomi. Stranamente quella sera mi sentivo bene,anche l’altra parte di me era tranquilla non la sentivo ne agitarsi o cercare di uscire fuori mi sentivo orgogliosa per oggi almeno nel combattimento ero riuscita a riprendermi il controllo,era giù un passo avanti.
Dopo aver ordinato le bevande e fatto alcuni commenti del nuovo cameriere,Hope cominciò a raccontare alle ragazze della lotta mia e di Jen lei aveva visto metà del combattimento e quando io me ne ero andata,lei mi aveva seguita a ruota insieme a Tommy. Vidi gli occhi di Cam brillare durante il racconto,sorrisi divertita scuotendo leggermente la testa,aveva sempre avuto un alto odio per Jen lei aveva ucciso un cacciatore che non centrava nulla con l’uccisione del suo amico.
La famiglia di Cam aveva dichiarato guerra a Jen anzi la stavano praticamente per mandarla all’altro mondo,quando è uscito dal nulla Marcel dicendo che aveva trovato il cacciatore che aveva combinato il tutto. Purtroppo faceva parte dei Devitto,il padre di Cam ha dovuto per forza lasciar correre la faccenda lasciando libera,Jen anche se la mia amica aspettava di essere abbastanza forte da ucciderla.
Infatti quando finì il racconto Hope lei mi guardava accigliata sbuffando rumorosamente.
- Sul serio?! – sbottò all’improvviso e io rimasi a guardarla. – Perdi sempre il controllo e ora lo hai ritrovato? Non ti farò una statua come avevo progettato. – disse mettendo le braccia incrociate sotto il petto,scoppiai a ridere buttando la testa all’indietro,nel frattempo arrivò il cameriere con le nostre ordinazioni.
- Dai su,Cam! -  dissi appena il cameriere di era allontanato di un bel po’ e la guardai. – So che tu vuoi vendicarti di lei e poi perdo di più il controllo quando il mio lato da “guardiana”. – dissi facendo le virgolette. – Si attiva. – Conclusi portando una ciocca ribelle bevendo il mio drink tranquilla,li davvero non trovavo più nessun controllo come del resto l’altra sera.
Stranamente quella mattina ne io e ne Hope avevamo ricevuto nessun messaggio di Emily,la cosa era strana non si era fatta male mio zio e zia Rebekah si erano accertati di tutto,sicuramente si era solo presa un bel spavento. Devo dire,che per la prima volta da tutti gli anni che la conosciamo era bello non sentirla per un giorno.
Emery ad un tratto si alza di scatto ognuna di noi la guarda ancora silenziose,fu lei stessa stranamente a rompere il ghiaccio dicendo di andare in pista a ballare e non pensare alle brutte cose o hai problemi almeno per una sera. Ognuna di noi era sorpresa,era timida e ogni volta per trascinarla a ballare ci volevano ore e molto spesso era cosi testarda che era come se si incollava alla sedia,ma alla fine non dicemmo niente e tutte tre annuimmo sorridendo dirigendoci sulla pista piena di gente.
Feci una piccola smorfia quando sentì la musica elettronica ma alla fine non resistendo ai occhi dolci delle mie amiche e di Hope,incominciai a ballare a ritmo di musica infondo stava per succedere qualcosa e questo poteva essere l’ultimo momento dove tutte quante potevano divertirsi come delle adolescenti normali.
Cam mi fece fare una giravolta scoppiai a ridere girandomi bloccandomi,la mia risata si spense guardando la persona poco lontana da me che mi osservava di nuovo. Lui era li.
Come ho potuto mettere da parte lui? Dovevo scoprire assolutamente chi era e cosa volesse da me. Non potevo perdere questa occasione,ogni sensazione dal nostro primo incontro si accendono di colpo e di nuovo quei campanelli di allarme suonavano insistenti dentro di me.
Appena si accorse di me sussultò e si diresse subito verso un uscita secondaria,le mie amiche e Hope dietro di me si stavano divertendo non accorgendosi quello che stava accadendo borbottai una scusa,sapendo che mia cugina avrebbe sentito,mi avvio anch’io verso il corridoio dove era appena passato. I miei occhi cambiarono vedendo di nuovo quel color dorato sul rossiccio chiaro della sera precedente,vidi la sua ombra che girava verso sinistra aumentai la velocità del passo seguendolo fino a quando infondo all’ennesimo corridoio trovai una porta.
La spingo uscendo fuori incontrando il freddo di inizio inverno,lo guardai attentamente mentre era appoggiata sul muro con gli occhi chiusi verso l’alto sentivo il suo battito aumentare e il suo respiro affannoso. La sua aura era nera con dei fulmini color oro e argento,sentivo che non era un essere sopranaturale ma non riuscivo a capire cosa fosse,prima che potesse scappare per di nuovo in un secondo apparsi davanti a lui sbattendolo di nuovo sul muro stringendogli leggermente il collo intorno i miei occhi appaiono delle vene gonfie e rosso come il sangue. – Si può sapere chi diamine sei?! – dissi sbottando mentre lui studiava il mio volto sorpreso,non mollai la presa delle mie dita intorno al suo collo sentivo accanto a me la mia metà che osservava la scena.
A un tratto prese il mio polso stringendolo leggermente,sentì una scossa che mi attraversò lungo la schiena e sentì che dentro di me ogni campanello si era spento,guardai prima le sue dita intorno al mio piccolo polso anche se la presa non era forte ne dolorosa,sentivo la sua forza. Alzai lo sguardo verso di lui notando quanto fosse alto,continuava a osservarmi come un attimo prima mi divincolai cercando di liberarmi dalla sua presa ma con un movimento mi bloccò contro al muro si avvicinò sempre di più a me fino a spostarmi una ciocca di capelli portandola dietro l’orecchio per poi avvicinarmi. – Scoprilo.­ – mi sussurrò e poi si spostò guardandomi con un sorriso sghembo sul volto,togliendo la presa che mi bloccava mi fece un cenno con la mano sparendo dietro al vicolo in mezzo la strada.
Rimasi a guardarlo mentre se ne andava senza dire una parola,il mio respiro era affannato e la mia curiosità di scoprire chi fosse stava crescendo sempre di più.




* Angolo dell'Autrice. *

Sera!
So che è tardissimo ma ho voluto farvi a voi fan della fanfiction un piccolo regalo di natale postando il capitolo!
So benissimo che vi avevo detto che questa volta lo avrei postato subito,ma questa volta non è colpa mia o del blocco dello scrittore,ci è stato ma quando è tornato c'è stato un guasto alla linea che mi hanno riparato solamente ieri dal 8 dicembre che ero senza linea.
Cosa ne pensate di questo capitolo? Sorprese? Voglio sapere i vostri pareri!
Intanto vi mostro i nuovi personaggi e specialmente uno dei principali che è stato svelato in questo capitolo!

Camryn Devitto: http://www.bestpicsstore.com/wp-content/uploads/2014/02/Zoey-Deutch-Cute-Photos-8-.jpg
Emery Claire: http://www.peency.com/images/2015/02/04/malese-jow-wallpaper.jpg

E rullo di tamburi....

Vi darò solamente il volto (è un attore che amo. ) ma purtroppo per il nome del personaggio principale dovrete aspettare il prossimo capitolo!
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/69/d8/13/69d813655def5fd454da35c459172d2f.jpg
E con questo vi auguro un sereno e Buon Natale!

Il prossimo capitolo arriverà dopo le feste!
Alla prossima,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 5
*** Wanted Dead or Alive ***


                                                                          Dark Paradise. Dark Family
 
 
- Wanted Dead Or Alive


Pov. Adrian
 
Entrai in casa sbattendo la porta forte dietro alle mie spalle,per poi liberarmi del giubbotto di pelle per buttarlo sul divano. Il mio cuore batteva velocemente,più veloce del normale,più veloce di un cuore umano.
Non potevo crederci,non potevo riuscire a crederci.
Quando ci eravamo toccati avevo sentito una scossa elettrica in tutto il mio corpo,risvegliando in me il mio istinto,appoggiai le mani sulla poltrona di pelle mezza rovinata stringendo più forte che potevo chiudendo gli occhi,cercando in qualche modo di calmarmi.
Come poteva essere che lei era come me? Che è come me?!
In quei mesi in cui la stavo seguendo avevo avuto qualche dubbio,specialmente quella sera quando stava succedendo il fini mondo che molti credeva che stava venendo un urgano a New Orleans. Eppure,anche se mi aveva detto qualcosa non avrei creduto che fosse cosi forte.. E cosi fuori controllo.
Mi avvicinai allo stereo ignorando che era ancora mattina presto e che molti della gente che viveva nel palazzo,stava ancora dormendo dopo le sbronze notturne del venerdì sera misi un disco a caso alzando il volume per poi dirigermi nella cucina prendendo una bottiglia di birra bevendo un sorso.. Mi avviai verso il bagno togliendo gli abiti della sera precedente buttandoli nella cesta,per poi entrare dentro la doccia aprendo il getto dell’acqua fredda chiudendo gli occhi appoggiandomi contro il muro.
Erano ormai notti in cui non dormivo,ero sempre in allerta che non succedeva qualcosa come l’altra notte,non riparavo mai gli errori che gli altri combinavo. Ma quella notte,non sapevo perché lo avevo fatto.
Avevo sentito dentro di me una specie di voce dentro di me che mi spingeva a espormi come non avevo mai fatto in tutta la mia vita,proteggendo le persone e anche colei che stava causando tutto quel casino.
Feci una smorfia sentendo tutto quel odore di vampiri sulla mia pelle e anche sui vestiti buttati nella cesta,New Orleans infondo era sempre stata piena di vampiri,da secoli ormai. Chiusi il getto d’acqua uscendo dalla doccia mettendomi intorno alla vita un asciugamano,mi avvicino allo specchio notando il riflesso argentato nei miei occhi che erano diventati più scuri del solito. Esco dal bagno andando verso la mia camera da letto,la musica risuonava ancora per tutta la casa,infilai un paio di boxer e subito dopo un paio di jeans scuro per poi buttarmi sul letto osservando per qualche istante il soffitto per poi chiudere gli occhi lasciando che la musica mi rilassasse del tutto.
Ma la pace e la quiete che speravo di ottenere quella mattina,purtroppo,vennero distrutti da una voce assordante e poi a un tratto staccarono la musica. – No c’è ma lo sai che non sono la tua puttana?! – sbottò la voce di mio fratello lo ignorai completamente non avevo assolutamente voglia e il controllo per sopportarlo,mi girai su un fianco tenendo ancora gli occhi chiusi come un attimo prima sperando che pensasse che stavo dormendo. Dopo un instante senti qualcosa sul mio volto apro gli occhi trovandomi la giacca di pelle,sbuffai rumorosamente togliendolo mettendomi seduto a guardarlo.
- Sempre dolcissimo. – dissi borbottando alzandomi dal letto andando verso una cassettiera aprendola trovando una maglia da indossare,l’idea di riposare e calmarmi un po’ ormai era stata sfumata quando mio fratello è entrato nella mia stanza. – Che vuoi? –.
- E’ successo di nuovo non è vero? – domandò all’improvviso facendomi fermare bloccandomi il respiro,mi infilai velocemente una maglia a maniche corte bianca per poi girarmi guardandolo notando che mi stava osservando con gli occhi socchiusi che mi scrutava.
- Forse e finiscila di guardarmi in quel modo so badare a me stesso paparino. – replico con una nota di divertimento nella voce osservandolo nei occhi,non avevo bisogno della balia come lui stava facendo in quei mesi da quando mi ero trasferito per un periodo momentaneo a New Orleans. Ma purtroppo avevano insistito cosi tanto che per farli stare zitti anche per un solo minuto e non farli preoccupare: avevo accettato.
- Adrian finiscila sono serio. – Il tono della sua voce era serio lo conoscevo cosi bene che sapevo che quando usava quel “tono” non ammetteva repliche,infondo avevamo qualcosa in comune. Lo guardai nei occhi per poi alzare per qualche instante gli occhi al cielo,sapevo che quel gesto lo faceva innervosire ma glielo facevo apposta,era davvero il mio migliore amico anzi l’unico.
Non era mai stato solo un fratello per me,anche se ero il figlio bastardo di mia madre,suo padre mi aveva cresciuto come aveva fatto con Ben,fin da quando eravamo piccoli avevamo sempre avuto un legame profondo non ci separavamo mai.
Fianco al fianco,sempre.
Nessuno dei due riusciva a dire una bugia,perché eravamo come un radar quando lo dicevamo le captavamo subito. Come lui aveva fatto adesso,sospirai portando una mano fra i capelli. – Si stava per succedere,ma sto bene ok? – dissi osservandolo appoggiandomi sulla cassettiera in silenzio,mentre lui aveva socchiuso gli occhi e mi scrutava dopo qualche secondo sospira.
- D’accordo non voglio stuzzicarti ancora di più. – Disse,dentro di me ringraziai qualcuno lassù che forse non mi odiavano ci tanto come pensavo. – Ma è solo per oggi. – Aggiunse sottolineando bene l’ultima parola,per poi fare uno dei suoi soliti sorrisi da stronzo.
Gli sorrido divertito scuotendo la testa mi abbasso prendendo il giubbotto di pelle cercando il telefono nelle tasche,ignorandolo per l’ennessima volta. – Cerchi questo? – Lo sento poco dopo e quando mi girai e vidi il mio telefono tra le sue mani che mi guardava per poi sorridere. – Ti è caduto sul divano. – Me lo lancia e lo prendo subito accendendolo notando che era arrivato un messaggio appena notai chi era il mittente,senti mio fratello sbuffare leggermente notando la sua nota di disprezzo. – E’ più succhia sangue lei che un vampiro. – borbottò uscendo dalla mia stanza facendo un segno con la mano,rimango a guardare senza dire nulla come un cretino la sua figura mentre scompariva nel salotto sospiro aprendo il messaggio.
 
                                                                    “ Ti aspetto solito posto fra un ora,non fare tardi.
                                                                                                        M. “
 
Dopo aver letto il messaggio risposi velocemente,portai il telefono nella tasca dei miei jeans scuri,presi la giacca e mi avviai di nuovo verso la porta d’ingresso borbottai qualcosa che sarei tornato presto chiudo la porta alle mie spalle,scendendo velocemente le scale.
Entrai in macchina mettendo subito in moto accedendo lo stereo,alzandolo a tutto volume,non m’importava di essere fermato e che qualche umano poliziotto mi avrebbe fatto una multa. Appena sentì la mia macchina ruggire parto a tutta velocità,per fortuna non era lontano il luogo che dovevo raggiungere anche se non avevo letto subito il messaggio in pochi minuti sarei stato li.
Era un piccolo paese con pochi abitanti prima di New Orleans,erano persone che credevano ancora alle leggende che si raccontavano almeno cent’anni fa,anche anche nell’era moderna alle notti di luna piena si chiudevano a chiave mettendo un coprifuoco specialmente alle giovani ragazze. Ovviamente erano solo delle stupidaggini,in quel paese oramai stavano solamente alcuni vecchi che non riuscivano ad abbandonare la loro vecchia casa e il loro paese.
Dopo qualche minuto arrivai parcheggiai la mia Maserati nera accanto una jeep grigia,spensi il motore portandomi le chiavi in tasca scendendo dalla macchina e in pochi secondi fui davanti alla porta d’ingresso bussai alla porta,ignorando per l’ennessima volta il campanello,portando le mani dentro le tasche dei jeans.
La porta si apre notai subito il suo sorriso da stronza manipolatrice sul volto insieme i suoi occhi color ghiaccio che mi scrutavano. – Finalmente sei arrivato,credevo che fossi morto e sarebbe stato un vero peccato. – Disse sussurrando le ultime parole venendo sempre più vicino a me,per poi baciarmi con passione,metto una mano dietro la sua nuca ricambiando il suo bacio con foga.
 
                                                                                                          ・・・
 
Mi alzai dal letto infilandomi velocemente i vestiti,guardandomi intorno per cercare la maglietta non trovandola portai una mano fra i capelli scompigliandogli ancora di più,mi girai osservandola notando che era seduta sul letto coperta da quel lenzuolo misero grigio.
I suoi occhi erano peggio del ghiaccio,un azzurro così freddo e crudele,si rigirò tra le dita una ciocca bionda osservandomi in quel silenzio che ora sembrava inquietante la ignorai del tutto alzandomi andando verso il comò con su uno specchio cercando di sistemarmi i capelli come meglio potevo.
Sapevo già cosa voleva sapere.
Sapevo le domande che mi voleva chiedermi.
In tutti quei anni in cui la conoscevo,di cui mi aveva minacciato più volte e molto spesso mi aveva quasi ucciso,la donna che mi aveva sconvolto tutto nella mia vita. Si alzò dal letto indossato semplicemente un vestitino corto nero di seta,la guardai per qualche istante per poi ignorarla del tutto i suoi passi si avvicinarono lenti fino a quando arrivò dietro di me appoggiando le sue mani sulla mia schiena,sentivo le sue unghie sotto la mia pelle.
Respirai profondamente cercando di rimanere impassibile e rilassato. – Ci stai mettendo tempo questa volta. – Bingo,penso tra me e me cercando di non alzare un sopracciglio in modo ironico avevo imparato a mia spese cosa voleva dire far incazzare,Mylea,una delle più vecchie guardiane che a breve se avrebbe portato a termine la sua missione sarebbe diventata ancora più potente di quanto già non lo era. – Cosa sta succedendo? Qualche problema con loro? -.
- No è tutto apposto. – Dissi tranquillamente guardandola nei occhi attraverso il riflesso dello specchio. – Mi voglio solo divertire questa volta,non mi avevi detto che era cosi potente. – Aggiunsi subito prima che lei poteva dire qualcosa,vidi il suo sorriso da stronza divertito attraversarle gli occhi e poi sulle sue labbra inclinò leggermente la testa.
- Non mi dire,Adrian che hai paura di una ragazzina fuori controllo? – Mi chiese divertita ridendo leggermente,l’osservai in silenzio aspettando che continuasse. – Sei un assassino perfetto e anche molto dotato,c’è la farai sei potente è uno dei motivi per cui ti ho lasciato vivo ricordi? – si staccò da me per qualche istante allontanandosi un secondo,andando verso un piccolo tavolino di vetro vicino alla finestra dove c’era una bottiglia di vetro con dentro un liquido ambrato,se ne versò un bicchiere per poi bere qualche sorso. – Portamela viva lei,sono curiosa di conoscere l’abominio. – Aggiunse con uno strano sorriso sulle labbra.
Lo sentì di nuovo dentro di me agitarsi più nervoso di prima,strinsi una mano in un pugno nascondendola dalla sua vista annuendo leggermente. – Perfetto,te la porterò intatta ma prima la voglio avvicinare di più a me fino a quando si fida a stare sola con me. – spiegai scrollando leggermente le spalle. – Non è mai sola l’uniche volte che esce sola c’è sempre qualche vampiro che la segue di nascosto. – aggiungo girandomi appoggiandomi contro il comò.
La vedo annuire mentre posa il bicchiere ormai semi vuoto sul tavolino,per poi ritornare di nuovo davanti a me mentre mi scrutava di nuovo con quello sguardo in silenzio. Sapevo benissimo che sguardo stava usando in quel momento,leggeva la mia aura cercando di capire cosa stavo nascondendo di sicuro sapeva qualcosa,lei sa sempre tutto d’altronde. Rimango impassibile e tranquillo guardandola dentro nei occhi,socchiuse ancora di più fino a quando il suo sguardo dopo qualche secondo ritornò normale. – Perfetto. – disse semplicemente notando un nota gelida nella sua voce. – Qualche settimana fa,circa due,ho captato un potere forte anche se per qualche secondo a New Orleans. – aggiunse seguo la sua mano mentre si appoggia sul mio petto e poi alzai subito lo sguardo verso di lei. – Ne sai qualcosa,Adrian? – mi domandò senza distogliere di nuovo lo sguardo.
- Si,ero io. – ammetto tranquillo,avevo voglia tanto di fare qualche smorfia oppure di urlare al mondo,il perché stavo proteggendo quella ragazzina. Mi ero già messo nei guai da solo quando ho deciso di fermare i suoi poteri fuori controllo,perché conoscevo quella sensazione che quando le due parti andavano in contrasto poteva succedere il fini mondo. Non ero mai stato un eroe è Ben colui che salva sempre le situazioni anche quelle più peggiori,io ho sempre agito per me per salvarmi e mai per qualcun altro al di fuori della mia famiglia,vidi il suo sguardo innervosirsi mentre aspettava che io continuavo. – Ero nervoso,ho lasciato che il mio lato da Guardiano mi prendeva il controllo anche dell’altra parte di me.. E’ durato solo pochi istanti,non ci sono danni e ne feriti,te lo giuro Mylea. – Dissi alzando lo sguardo verso di lei tenendo il suo sguardo mentre lei mi osserva socchiudendo di nuovo gli occhi,era chiaro che non mi credeva ma con tutto me stesso speravo che mi credesse.
Annui leggermente di nuovo per poi spingermi con un gesto di più verso il mobile,sentivo la bestia dentro di me agitarsi mi strinsi di più sul bordo del comò trattenendo un gemito dal dolore. – Che non succeda mai più,Adrian. – disse in tono perfido. – Mi conosci bene,sai cosa ti ho fatto in tutti quei anni prima che ho deciso che tu rimanessi vivo e diventassi il mio assassino personale. – Aggiunse avvicinandosi di più a me,mentre sentivo le ossa rompersi dentro di me ma era come se la sua mano mi bloccava,conoscevo benissimo quella sensazione di voler portare avanti tutto ma invece rimanevo bloccato tra due mondi. – E non credere che non lo farei di nuovo,potrei bloccare la trasformazione e rimarresti cosi per sempre. Obbediscimi e sarai libero ma soprattutto umano. – finì il suo discorso togliendo la mano,cado a terra chiudendo entrambi le mani in un pugno cercando in tutti i modi di fermare la trasformazione ma il tutto era più forte di me,perché quando voleva uscire non c’era nessun mezzo per fermarlo. – Ora vattene non voglio che mi distruggi casa ora,l’adoro in effetti questo posto e dammi le notizie al più presto Adrian,se no la prossima volta io stessa verrò a New Orleans. – mi guardò minacciosa aprendo la porta finestra della sua camera da letto faccendoni segno di uscire.
Annuisco facendo una smorfia prendendo la maglietta che mi porgeva per poi uscire fuori,corro tra la foresta fitta sperando che nessun cacciatore quel giorno era andato a caccia,quando arrivai in un posto isolato buttai la maglia a terra liberandomi di nuovo dei vestiti lasciandoli in mezzo a due radici di un albero.
Chiusi gli occhi non riuscendo più a trattenere un ruggito che stava soffocando nella mia gola,le ossa si rompono più velocemente fino a quando la trasformazione non era completa del tutto,fino a quando quello che avevo evitato per due settimane era uscito fuori.
 
Dopo qualche ora ritornai di nuovo nel posto dove avevo accantonato i miei abiti,ero tutto sporco di terra e fango come se non bastasse aveva piovuto si sentiva l’odore dei abeti e quello della terra insieme alle piante selvatiche di tutta la foresta.
Un odore che amavo,che mi faceva sentire dopo tanto tempo a casa,nessuno di noi era mai vissuto nella città proprio perché amavo essere liberi e in mezzo la foresta dove nessuno avrebbe mai potuto rompergli o dire qualcosa. Ma purtroppo nessuno può scegliere la vita perfetta.
Sorrisi nel vedere gli abiti sporchi di terra,non volevo tornare subito a casa dove Ben mi avrebbe fatto mille domande,mi sentivo ancora tutto indolenzito e pieno di dolori,avevo assolutamente voglia di bere qualcosa di forte da farmi dimenticare quello che era appena successo e le minacce di Mylea.
Mi allacciai le scarpe sistemandomi dando qualche pulita togliendo un po’ di terra dai vestiti e mi avvio verso la mia macchina notando in lontananza che l’altro vialetto era vuoto,per fortuna era andata via non avrei sopportato vedere quel sorriso soddisfatto nel suo volto.
Fiera di avere un certo potere su di me,di poterlo usare ogni volta che voleva e quando soprattutto si sentiva annoiata,avvolte di notte quando riuscivo a dormire desideravo di ucciderla. Di dare fine a tutto: le sue minacce,sofferenze,tutto quello che mi aveva fatto a me e alla mia famiglia prendere finalmente la vendetta che aspettavo da tempo,ma sapevo benissimo che se lo avrei fatto avrei avuto ancora più problemi di quanto non li ho già.
Accelero sempre di più uscendo da quel paesino,sotto lo sguardo curioso dei passanti,in tutti i posti dove poteva prendersi una casa aveva proprio deciso quel paesino con tutti quei anziani pettegoli che già pensavo che ero andato a scavare la fossa a qualcuno.
Appena arrivai a New Orleans andai subito il periferia,guardando l’orario dal cruscotto,al locale dove spesso andavo a quest’ora era tutti già ubriachi era facile passare inosservato e inventare una scusa a qualcuno curioso,o almeno erano i baristi a essere curiosi.
Parcheggio togliendo dal quadro le chiavi scendendo dalla macchina cliccando il pulsante per chiuderla,per poi lasciarle scivolare nella tasca dei pantaloni mi faccio largo nel locale guardandomi intorno. C’era già un musicista che suonava della ottima musica blues e la maggior parte dei clienti dentro al locale erano già mezzi ubriachi,solamente in pochi erano sobri a sentire della vera musica suonata dal vivo.
Vidi uno sgabello al bancone per fortuna vuoto,forse non era del tutto una brutta giornata quel giorno,allungai il passo sedendomi subito prima che qualcuno mi rubasse il posto lasciai scrocchiare un po’ la schiena e spostai lo sguardo più volte in cerca del barista,quando vidi che non c’era nessuno libero al momento riportai di nuovo il mio sguardo al musicista che suonava tranquillo immergendosi nella musica.
– Ehi! Cosa posso portarti? – sentì una voce femminile e cordiale mi girai alzando lo sguardo a una ragazza bionda con i capelli lisci e occhi verdi,che mi osservava con un sorriso gentile aspettando una risposta anche se il suo sguardo era curioso.
Il suo odore entrò subito nelle mie narici obbligandomi a trattenere di nuovo una smorfia,nel mio locale preferito di tutta New Orleans ci lavorava una vampira,perfetto. – Qualcosa di forte grazie. – dissi educato tralasciando il disgusto per la sua razza,cercando di rimanere tranquillo anche come il lato da Guardiano,non volevo avere problemi quella sera tamburello piano le dita sul bancone mentre lei prende un bicchiere mettendo tre cubetti di ghiaccio e poi allontanarsi a prendere qualche bottiglia.
Ancora oggi,dopo tanti anni che avevo vita,mi domandavo perché alcuni vampiri andavano a lavorare come se fossero delle persone normali ovvero umani. La maggior parte di loro amava manipolare la povera gente per avere tutto quello che desiderava,i succhia sangue o almeno alcuni di loro erano anche riconosciuti per essere dei ottimi ladri perfetti.
Borbottai un grazie quando mi porse il bicchiere pieno facendole segno di non andarsene con la bottiglia,bevo tutto d’un fiato il mio drink sentendo subito il bruciore dell’alcool nella mia gola dando un po’ sollievo a tutto. Senza che glielo chiedessi per una seconda volta me ne versò subito un’altro,la guardai dovevo ammettere che questa vampira,forse,mi poteva essere simpatica.
Dopo averla ringraziata di nuovo ne bevo un altro sorso,ma questa volta decisi di godermi un po’ il drink cercando di evitare una sbronza,dovevo rimanere lucido. Notai di nuovo lo sguardo della vampira su di me,sentì un campanello dall’allarme suonare dentro di me ma lo ignorai abbassi lo sguardo sulla targhetta attaccata sulla maglia nera con scritto il nome “ Cami “,era impossibile che sapesse di me.
Si vedeva da lontano un miglio che era giovane come vampiro,cosi giovane che non era ancora esperta nella sua nuova natura.
- Brutta giornata? – mi chiese tranquilla versandosi anche lei un bicchiere dello stesso liquore che mi aveva versato qualche minuto prima,socchiusi gli occhi osservandola cupo notando che faceva uno sguardo a altri due baristi dicendogli di vedersela loro per un po’. Inarcai un sopracciglio,naturalmente qualcuno di loro era soggiogato ci avrei scommesso tutto quello che avevo,era strano vedere un umano cosi felice di servire una mandria di ubriaconi che non erano mai pieni d’alcool del tutto.
Mi strinsi nelle spalle per poi scrollarle leggermente. – Solita vita. – risposi semplicemente alzando leggermente il bicchiere verso di lei sorridendogli cordiale,per poi bere subito un altro sorso.
- Mh sembra che hai avuto una delusione però,te lo leggo nei occhi. Stanco,hai bevuto il primo bicchiere dopo che forse avrai litigato con la tua ragazza. – disse sorridendo poi subito fiera della sua ipotesi.
Inarcai leggermente la testa guardandola curioso,per poi scuotere la testa sorridendo divertito. – Cosa ti fa credere che io abbia la ragazza? – le chiesi con un tono curioso,stando al suo gioco portando le braccia conserte appoggiandole sul bancone.
- Secondo la mia ipotesi e credimi non mi sbaglio mai. – disse lasciando trapelare una nota di orgoglio sull’ultima frase. – Sei tornato da lavoro,hai litigato con la tua ragazza e sei corso subito nel primo locale per bere per lasciare che ti calmassi e far sbollire la rabbia. – aggiunse finendo il suo drink.
La guardai per qualche secondo stupito della sua teoria,di certo non aveva sbagliato quasi del tutto la sua ipotesi. – Beh non ho la ragazza,non sono il tipo di cose serie. – ammetto ridendo leggermente bevendo un po’ del mio drink. – E poi,è stata solo una giornata stressante a lavoro ne abbiamo tutti no? – Chiesi guardandola tranquillo con un tono pacato,in realtà più che giornata stressante a lavoro c’era il rischio che avrei sbranato qualcuno per come stavo in quel momento e che potrei farlo anche ora per la rabbia e il nervoso che ho dentro di me. Ma questa era la verità,infondo la maggior parte della vita di un essere sopranaturale è quello di dire delle bugie. – Purtroppo in questa vita la maggior parte delle persone non è fortunata,tutti non possono avere quello che desiderano o una vita semplicemente normale. Anche se si potesse avere ogni desiderio che si vuole,forse sarebbe bello. Ma non trovi che si vive in una bugia?  -.
Bugie per sopravvivere a questa vita,a questo mondo.
Dopo aver finito subito il mio drink sotto lo sguardo stupito della barista – vampira davanti a me che l’avevo rimasta,forse,senza parole. Tirai fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni il portafoglio tirando fuori 100 dollari mettendoli sul bancone,quando lei si riscosse subito per prendere i soldi per darmi il resto alzai una mano per fermarla. – Tieni pure la mancia.. – dissi e poi mi sporsi più avanti,fingendo di leggere il suo nome,anche se lo avevo già visto prima,era una tattica che ci aveva insegnato Antonio,per non farci scoprire. – Cami,grazie per la chiacchierata. – aggiungo con un tono gentile seguendo con un sorriso cordiale.
Mi girai riportando il portafoglio dov’era prima per poi prendere le chiavi della macchina avviandomi fuori dal locale,spostandomi per non colpire qualche ubriaco che era fermo e impallato in mezzo la stanza.
Quando esco fuori incontrando il fresco della sera,alzai lo sguardo verso al cielo notando delle piccole stelle che si vedevano poco e niente per via delle luci della città,andai di nuovo verso la macchina salendo rilassandomi sul sedile,chiudendo per un attimo gli occhi.
Per quella sera non sarei andato a controllare a nessuno o a farla incuriosire di più,sentivo dentro di me che era già curiosa per un po’ sarebbe stato meglio sparire per qualche giorno. Avevo davvero bisogno di qualche giorno per me,Mylea anche se quello che aveva fatto quel pomeriggio so che si fidava dei miei metodi,ogni missione che mi aveva dato l’avevo completata senza il nessun minimo errore.
Eppure questa volta era diverso,ma non potevo abbassare la guardia o lasciar perdere tutto quello che avevo fatto in questi anni perché era diverso. Dovevo continuare a concentrarmi solamente sui miei obiettivi.
 
Pov. Narratore
 
Mylea era appena rientrata ad Atlanta,era molto più distante da New Orleans adesso e se anche qualche ora aveva avuto qualche dubbi sulla sua missione. Sapeva bene che stare lontana era la cosa migliore,non avrebbe insospettito nessuno e il suo giocattolino preferito avrebbe lavorato meglio senza pressioni,infondo anche se tutti le davano della crudele era anche gentile con coloro che lavorano sotto di lei.
Sentiva ancora i postumi del suo nervosismo del giorno precedente dentro di se,aveva avuto una lunga battaglia con i Guardiani Antichi che volevano subito che lei concludesse la sua missione che stava ormai andando dalle lunghe da anni,ma aveva dei piani.
E anche se,Adrian,era uno di quei abomini figli di Guardiani che erano diventati traditori quando hanno deciso di amare una razza diversa dagli umani o dai Guardiani stessi. In quei anni aveva fatto un ottimo lavoro senza che lei facesse nulla,senza sospettare a nessuno che proteggevano quei mostri.
Era stato un piano geniale e pianificato da lei stessa,per anni. Fino a quando aveva trovato la persona giusta per poterlo compiere,forse avrebbe mantenuto davvero la promessa a quel ragazzo lei poteva,ed ha tutti i mezzi,per convincere un Guardiano Antico.
Ma per ora era meglio tenerlo a bada,come si fa con un cucciolo.
Appena rientrò nel suo appartamento,senza nessun affetti personali,come la casa che ci aveva trascorso l’intera mattina e pomeriggio. Infondo quel mondo non era mai stata la sua casa,anche se ci aveva vissuto da tempo,sapeva che casa sua era dove vivevano tutti i Guardiani,coloro che erano come a lei.
Sulla poltrona bianca,trovò Victor,un giovane Guardiano terrestre ad attenderla con uno sguardo preoccupato e un volto scuro dalla stanchezza di aspettare come nei suoi occhi. Mylea non potè far a meno di sorridere divertita,notando la loro somiglianza e quando il ragazzo fosse nervoso che lei non gli aveva dato nessun compito la maggior parte dei suoi simili erano già a buon punto.
Ma Mylea si stava fidando solamente di Victor,anche se suo padre era stato un traditore dopo la morte della madre del ragazzo,lui manteneva fede al giuramento che aveva fatto quando aveva l’età di 9 anni ed era entrato a far parte nell’Accademia dei Guardiani,dove lo avevano imparato a sapere ogni cosa sul suo nuovo compito.
- Devo ricordarmi di cambiare la serratura a questo appartamento,mi dimentico sempre. – disse la bionda togliendosi una giacca grigia,appendendola in modo ordinato sull’appendi abiti che stava accanto alla porta d’ingresso. Nell’appartamento non c’era nulla di speciale era tutto monotono e con colori neutri,ma confortevole nel passare quel poco periodo sulla terra.
- E’ facile rompere una serratura anche se la cambi,allora com’è andata? - chiese il ragazzo nella stanza arrivò subito al dunque,era per questo che a Mylea aveva scelto e preso insieme a se Victor,gli piaceva come lavorava e dopo tutti quei anni era uno dei veri Guardiani che erano rimasti sulla terra.
Mylea si girò per osservare il ragazzo che la guardava in attesa,nei suoi occhi poteva vedere l’odio e la voglia di vendetta crescere. Era uno dei suoi problemi più grandi,quello che avevano quasi fatto uccidere sua madre prima che lui nascesse. – E’ andato tutto bene,Victor. Ti ho detto che dovevi stare buono o sbaglio? – domandò avvicinandosi verso di lui per poi abbassarsi per guardarlo dritto nei occhi.
- Sto buono,non sto facendo nulla. – disse sostenendo il suo sguardo giocherellando con qualcosa dentro la mano,notò subito una piccola pallina che aveva dentro la mano che stringeva forte fino a che le nocche non diventarono bianche. Era chiaro che si stava trattenendo,sentiva la violenza e la voglia di combattere diventare il triplo,di un attimo prima. – Come fai a fidarti di quel bastardo?! Insomma,è chiaro che ti sta prendendo in giro! Dammi a me questo compito,Mylea! Ti prego! – la supplicò mentre la bionda si era allontanata arrivando ormai verso la finestra scuotendo contrariamente la testa,quando sentì emettere un suono di protesta alzò la mano.
- E’ questo il tuo guaio,Victor. – disse con volte tranquilla senza girarsi,notando che si era alzato ed era a pochi passi da lei. – So per certo che Adrian concluderà il suo lavoro,oggi ha avuto una dimostrazione di quello che gli succede se fallisce. – aggiunse e un piccolo sorriso malizioso le si dipinse sul volto,si girò andando verso il ragazzo che la osservava chiaramente contrariato da quell’idea.
Ma Mylea,era brava nel suo lavoro. Victor si fidava ciecamente di lei era fortunato ad aver avuto delle missioni insieme a lei,aveva visto come quella donna aveva combattuto con agilità con quei mostri e come rispettava il suo essere una Guardiana,gli aveva insegnato moltissime cose.
Sentì una mano sulla sua guancia che lo costrinse a girare lo sguardo verso quei occhi azzurri simili a quelli di sua madre e di ogni membro dei Guardiani. – Devi stare tranquillo e imparare ad avere pazienza,avrai quello che ti ho promesso. – sussurrò piano per poi sorridergli. – Sono o non sono una donna di parola? – aggiunse facendogli l’occhiolino,sorrise divertito all’occhiolino della donna annuendo solamente riportando le mani dentro la tasca del suo pantalone nero,le fece un cenno con la mano dirigendosi verso l’uscita.
Mylea sospirò appena sentì la porta di ingresso chiudersi alle spalle del ragazzo,si tolse i tacchi e andò piano a chiudere a chiave guardandosi cautamente intorno,avvolte rimaneva sorpresa come di quel ragazzo non riusciva a fidarsi di lei o che aveva paura che cadeva nella trappola dove era finito suo padre quando scelse di diventare un traditore.
Quando fù sicura che era andato via andò tranquillamente verso un passaggio segreto che si era fatta costruire quando aveva comprato l’intero palazzo,facendo creare una scala dove si poteva accedere solamente dal suo appartamento. A piedi nudi scese tutti i gradini delle scale,il tutto era illuminato dalle candele appese sui i muri che illuminavano poco il tutto,il giusto per vedere il percorso da fare andò verso la fine del corridoio aprendo una porta di ferro nera,con dei antichi simboli disegnati sopra rimase ferma per qualche secondo per poi sorridere ed entrare.
 
* Angolo dell'Autrice! *

Buonasera,
Mi scuso per questo ritardo ma ho avuto problemi di linea,poi ho lavorato meglio sul capitolo e non riuscivo a postare il capitolo,ma c’è l’ho fatta! Piano piano,conoscerete meglio il personaggio di Adrian,non ho voluto rivelare chi è davvero! Ma fra qualche capitolo lo capirete,intanto ecco dei nuovi personaggi!
Ben: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/da/25/0f/da250fe1134531c823726d4caec9a7a0.jpg
Mylea: https://www.google.it/imgres?imgurl=http://iv1.lisimg.com/image/9800571/740full-laura-vandervoort.jpg&imgrefurl=http://www.listal.com/laura-vandervoort/pictures&h=1107&w=740&tbnid=7xNiykn1cpS3uM:&docid=e76gHgBzhtJcAM&ei=IkrPVsGjA6iwygPniK7gCw&tbm=isch&ved=0ahUKEwjBvLjnx5PLAhUomHIKHWeEC7w4ZBAzCE8oTDBM
Victor: http://36.media.tumblr.com/d5d1e9b5961f21417cc3d1e2325efe9d/tumblr_mnjnvxlcLI1qg22hlo1_1280.jpg

Come avrete notato non c'è la grafica delle Fanfiction,mi sono appena resa conto che il PV di Audrey ovvero,Victoria Justice,non è quella giusta. Ho finalmente trovato il volto di giusto di Adeline,sua madre quindi vorrei chiedervi a voi cosa ne pensate di questo cambiamento!
http://www3.pictures.zimbio.com/gi/Poppy+Drayton+Series+Premiere+Party+Shannara+rCpTKEz_mdLl.jpg che dire.. Poppy Drayton per me è il vero volto di Audrey,infatti ho scelto.
Ma ogni consiglio è ben accetto!
Per chi vuole conoscermi questo è il mio account facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100010049650090

A presto,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 6
*** Surprise! ***


 

- Surprise!
 

Pov. Audrey
 

La domenica era passata lenta e noiosa,cosi noiosa che insieme a Hope e Matt avevamo deciso di fare qualche compito per la scuola.
Ma oggi era lunedì. Un tragico lunedi.
Stavo ancora pensando a quel ragazzo misterioso che finalmente aveva deciso di parlarmi,avevo confessato tutto a Hope quando eravamo tornate a casa e lei aveva fatto quella piccola magia dove nessuno avrebbe potuto sentirci. Non sapevo come a far a scoprire chi lui fosse,sentivo ancora la sua voce quel “ scoprilo” nella mia mente,ma non sapevo nemmeno dove iniziare.
Quello che sapevo di certo che mi aveva incuriosita,anche troppo.
Sospirai alzandomi finalmente dal letto prima che la voce di mio padre ritornava di nuovo nella mia stanza ricordandomi della scuola,optai per un paio di leggins comodi neri e una maglietta a maniche corte bianca avrei potuto abbinarci benissimo una felpa,mi vesto velocemente indossando poi un paio di stivaletti neri. Non era un look da modella che vivevano nella mia scuola ma quella mattina non avevo voglia di far nulla,mi truccai leggermente lasciando i capelli mossi liberi prendendo da un cassettino del comò sotto lo specchio un piccolo elastico mettendolo sul polso.
Presi dalla sedia la borsa a tracolla preparata la sera prima appoggiandola sulla spalla destra uscendo dalla mia camera da letto,appena uscita dalla mia stanza incontrai Hope già perfettamente pronta con i capelli lisci,che mi osservava con un sopracciglio alzato.
Si,quella mattina sembravo proprio una pazza.
Lei come ogni giorno era perfetta e sapeva sempre cosa mettersi,credo che aveva ereditato quello da zia Rebekah visto che ogni giorno anche lei sa crearsi il look perfetto. Anche se io mi vestito elegante come mio padre qualche volta,era un trauma entrare nell’armadio e scegliere cosa avrei indossato,alzai la mano fermando prima che dicesse qualcosa. – Non dire nulla,non è giornata. – borbottai e lei annui alzando le mani come segno di resa e insieme scendemmo di sotto.
Rimasi spiazzata nel notare che nessuno era a tavola per la colazione come ogni mattina,quando girai lo sguardo notai che subito nel salotto al piano di sotto c’era il capo delle Congreghe di tutta insieme a tutta la nostra famiglia,appena si accorsero di me mia zia Freya con un gesto della mano chiuse la porta. Il mio sguardo andò subito su Matt e successivamente su Tommy,ma entrambi si strinsero nelle spalle scossi leggermente la testa uscendo fuori di casa,salendo velocemente in macchina quella mattina non avevamo tempo di andare a scuola a piedi.
Scivolai sul sedile di pelle socchiudendo gli occhi,non ero affatto stanca ero perfettamente lucida quella mattina ma la voglia di non far niente era come un peso,peggio della stessa stanchezza.
Volevo davvero sapere cosa stava succedendo,ognuno di noi lo voleva sapere.
Qualunque cosa fosse.. Sarebbe cambiato tutto anche la nostra falsa vita umana a scuola,ma peggiorava ogni cosa se noi non eravamo al correnti di tutto. Sapevamo bene che non era più solo Tommy a controllarci,non era mancanza di fiducia nei suoi confronti,ma era come se solo io non potesse più in grado di proteggersi.
Per non farci sapere nulla aveva dato loro l’ordine di nascondersi,di rendersi invisibile ai nostri occhi,ma noi tre eravamo troppo furbi anche se non avevamo detto nulla di aver sentito la loro presenza. Questo non poteva durare ancora a lungo.
Tommy aveva da poco imboccato un’altra strada,l’opposta della scuola che portava fuori città,notai i suoi occhi sempre fissi sulla strada e anche sullo specchietto retrovisore ma quando gli domandammo cosa stesse accadendo lui.. Sorrise tranquillamente dicendo che c’era stato un incidente,ma ovviamente mentiva.
E fù allora che successe tutto velocemente.
Perse il controllo per la macchina sbattendo contro dei vari muretti,la fortuna era proprio che non eravamo in città ma in un luogo isolato,la macchina si capovolge violentemente e poi.. Il buio totale.

Dopo qualche secondo.. O minuti,apro debolmente gli occhi tossendo,rendendomi conto che eravamo sotto sopra mi guardai intorno sentendo il collo tutto rotto,notando che Hope e Matt si erano appena ripresi.
- Cosa è successo? Tommy?! – borbottò Hope cercando di liberarsi dalla cintura di sicurezza che si era bloccata per l’impatto dell’incidente,Matt con un gesto secco gliela staccò guardandosi intorno anche lui stranito. Rimasi in silenzio cercando di riprendermi dalla botta,cercando di ricordarmi cos’era successo.
- Credo che sia svenuto. – disse Matt la sua voce era piena di preoccupazione e di rabbia,si girò a guardarmi interrogativo e io annuisco debolmente cominciando a sentire l’odore della benzina. – Dobbiamo uscire subito da qui e portarlo fuori.. Prima che l’auto esploda. – il suo tono era serio e autoritario,in quel momento non sembrava un ragazzo adolescente ma davvero un uomo scossi la testa tossendo di nuovo.
Matt venne piano verso di me dicendo sia a me e a Hope di coprirci il viso,annuimmo e dopo che entrambe avevamo messo le mani sui occhi colpì con violenza la portiera facendola andare chissà dove,uscì lui per primo. A quel punto scivolai attenta a non sbattere di nuovo la schiena contro il tettuccio della macchina,mi girai per guardare Hope che annuì seguendo il mio esempio e uscimmo entrambe dalla macchina tutto intorno a me girò per qualche minuto.
Socchiusi un attimo gli occhi appoggiandomi dalla macchina e quando passò il giramento andai verso Matt che cercava disperatamente di staccare l’altra portiera con l’aiuto di Hope,feci velocemente il giro della macchina notando la benzina scendere e subito un fuoco verso il motore.
Lo avevo già detto per caso che oggi non era giornata? Qualcosa stava per succedere,sentivo ogni campanello d’allarme del mio lato da Guardiana attivarsi suonando all’impazzata dentro di me ritornai da Matt e Hope aiutandoli e finalmente riuscimmo a tirar fuori Tommy portandolo lontano dall’auto notando subito che era stato ferito o qualche trucco di una strega.
Ci guardammo entrambi interrogativi per qualche minuto rimanendo in silenzio,guardai Hope che osservava preoccupata Tommy e gli passò lentamente una mano sul volto. – Ragazzi.. Credo che abbiamo compagnia. – sussurrò lentamente Matt facendoci segno,c’era due Jeep grandi nere che si erano parcheggiate poco lontani da noi verso di noi stavano venendo almeno 5 vampiri vestiti in completo eleganti e subito dopo rimanendo vicino la macchina c’erano delle donne minuscole con dei abiti lunghi neri e un cappuccio che copriva la maggior parte del volto.
- Hanno scelto il giorno sbagliato,direi. – borbottai sentendo che l’altra parte di me concorde con quello che avevo appena detto,mi rialzai andando verso di Matt lanciando una breve occhiata a Hope visibilmente arrabbiata notai subito i suoi occhi di un dorato intenso. – Hope.. Tutto ok? – sussurrai lentamente non distogliendo lo sguardo da lei.
- No non va tutto bene. Giuro,se lo hanno ucciso.. Io.. Li ammazzo. – disse ringhiando Matt si girò a guardarci interrogativo e io gli feci una breve occhiata,ora non ci dovevamo preoccupare di questo.. Erano davvero tanti e noi solo in tre,anche se potevamo avere qualche possibilità contro di loro che erano visibilmente forti e antichi,con le streghe che erano dalla loro parte perdevamo punti.
Io e Matt ci lanciammo appena un occhiata d’intesa quando furono vicini a noi,senza lasciarci sgamare o rivelare i nostri piani li colpimmo combattendo anche se io puntavo di andare dalle streghe mentre Matt e Hope combattevano contro quei vampiri. Quando uno venne da me Hope con un gesto con la mano gli rompe velocemente il collo,la guardai sorridendo come ringraziamento,sentivo di nuovo quel filo tra il mio essere vampira e guardiana collegarsi di nuovo.
L’altra parte di me non vedeva l’ora di combatte e di uccidere,subito in coro le streghe cominciarono a mormorare qualcosa facendomi fermare a metà strada portai entrambi le mani sulla testa cercai con tutta me stessa di trattenere il grido di dolore nella mia gola cadendo inginocchio,respirai affannosamente con gli occhi chiusi attendendo che quel minimo di dolore che era rimasto andasse via.
Respirai lentamente riaprendo piano gli occhi,la rabbia stava crescendo sempre di più riuscivo solo a sentire i battiti del loro cuore e le vene pulsare,quando alzai lo sguardo i miei occhi avevano delle piccole e gonfie vene rosso sangue intorno la mia testa non pensava altro che ucciderle. Dentro di me la mia parte oscure eravamo di nuovo collegate desiderando la stessa cosa,mi alzai di scatto in piedi e notai una di loro,forse la più giovane,sussultare per la sorpresa pensando che mi avevano rallentato almeno un po’ ma invece avevano fatto più altro.
Mi muovo velocemente non lasciando a loro nemmeno il tempo di difendersi,quando si accorsero che avevo già ucciso una di loro bevendo ogni goccia del suo sangue,il loro legame creato per essere più forti si era ormai spezzato,feci la stessa cosa con la seconda strega e con l’altra le rompo velocemente il collo.
Una volta che mi occupai delle streghe mi avviai verso Matt e Hope che erano entrambi accerchiati da più o meno cinque vampiri vecchi e potenti o almeno il loro sguardo diceva questo,colpì subito con uno che era abbastanza alto con le spalle larghe e i capelli tutti rasati neri,lo rimasi a guardarlo per qualche instante confusa ricordando di averlo già visto da qualche parte ma non ricordavo dove,lasciando che mi colpisse perché mi ero distratta nel guardarlo cercando di ricordare ma i ricordi sembravano bloccati,scossi leggermente la testa ritornando subito all’attacco. Parava ogni mia mossa e ogni mio attacco,era anziano come vampiro in confronto ai altri si vedeva era molto più agile ma anche più forte e furbo,studiava ogni mio movimento mi scaraventò come se fossi un giocattolo contro la macchina semi distrutta.
Sentì qualcosa tagliarmi feci una smorfia senza urlare rimanendo per qualche seconda in preda dal dolore quando apro di nuovo gli occhi vidi per qualche istante tutto appannato feci un piccolo respiro profondo riprendendo all’istante sentendo la puzza di benzina addosso,saltai giù rimettendomi in piedi ignorando il dolore appena lo vidi andare verso a Hope che era occupata con un altro vampiro andai velocemente dietro di lui e prima che potesse sfiorarla con un dito,sentivo una forza dentro di me crescere come se per una volta la metà tra vampira e Guardiana si erano collegati perfettamente,gli strappai senza esitare nemmeno per un istante il cuore dal petto,si girò lentamente verso di me il suo sguardo era sorpreso la sua pelle diventò grigia velocemente e cadde in un gesto secco a terra respirai affannosamente osservando il cuore nella mia mano.
Nel frattempo Hope aveva messo al tappeto gli altri vampiri rompendogli il collo aiutandosi anche con la magia per difendere meglio sia lei e il corpo svenuto di Tommy,subito dopo Matt si assicurò con un pezzo di legno che aveva trovato di ucciderli tutti,lo buttai a terra accanto al corpo. – Mai mettersi contro di me quando è una brutta giornata. – borbottai osservando il corpo morto del vampiro mi abbassai frugando nelle sue tasche in cerca di qualche informazione o anche di sapere chi fosse,trovai un biglietto da visita nero con un logo disegnato un gufo.

 

“                                                                                                                                                                                   2 Ottobre 2020,Maui,Hawaii.

Guardai incantata il mare sentendo il profumo e il rumore delle onde,i miei occhi erano illuminati ero seduta sulla sabbia cercando alcune conchiglie che erano per terra,amo il mare questo non era come quello che c’era a New Orleans era trasparente come l’acqua e cosi chiaro non scuro come quello della città,ne presi una correndo verso mio padre che mi osservava sorridendo nei suoi occhi c’era la felicità come ogni volta che passava del tempo con me ma tutto ad un tratto il suo volto divenne oscuro e serio.
- Papà papà guarda! – dissi felice alzando entrambe le manine verso di lui mostrandogli le conchiglie che avevo preso,ma il suo sguardo era fisso verso qualcosa o qualcuno.
- Audrey mettiti dietro di me. – Disse con il tono che non ammetteva repliche,senza pensarci due volte mi prese il braccio portandomi dietro di lui,solo ora mi accorsi che davanti a lui c’era un signore alto con pochi capelli mi nascosi stringendogli una gamba.
- Papà? Pensavo che solo Niklaus potesse avere dei figli. – disse con un sorriso ironico l’uomo guardando dritto nei occhi mio padre,il suo sguardo era freddo come la neve ed era cattivo i suoi occhi sembravano neri come l’oscurità della notte invece del castano scuro,il suo volto trasmetteva solo paura e terrore.
- Cosa vuoi,William? – ribatte mio padre con un tono freddo glaciale,un tono che non gli avevo mai sentito usare nemmeno quando mi sgridava se facevo qualcosa di sbagliato strinsi di più le dita sul tessuto scuro dei suoi pantaloni,mi sporgo leggermente dal mio nascondiglio attirata da un cartoncino nero con sopra un piccolo disegno di un gufo bianco che usciva dalla tasca della giacca dell’uomo. “

Spalancai gli occhi respirando affannosamente dopo quel piccolo flashback di anni prima quando avevo solo cinque anni,ricordai che lo chiamavo “l’uomo nero” non perché la sua carnagione era scura,la sua pelle era pallida ma i suoi occhi erano neri peggio dei vestiti che portava,mi aveva fatto cosi paura che per notti mio padre dormiva con me per farmi sentire al sicuro ma ora capivo che una parte della mia mente aveva messo quel ricordo nel dimenticatoio. La prima volta che mio padre mi portò su una spiaggia,il giorno più bello della mia vita,quando tornammo nella casa che aveva affittato per quei pochi giorni mi raccontò una storia della sua vita passata.
Ma non era un racconto inventato,era la realtà.
Mi alzai passando le mani sui leggins per togliere la polvere e dei piccoli pezzi di vetro sentì l’umido della benzina che si era impregnato sul tessuto,rigirai tra le mani quel piccolo cartoncino osservando di nuovo quel gufo ritornando da Hope e Matt glielo feci vedere alzandolo. – So chi sono. – borbottai guardando anche gli altri vampiri,eravamo davvero nei guai di quel poco della storia che mi aveva raccontato mi aveva detto più volte che erano pericolosi e anche molto.
- Chi sono? – chiese curioso Matt avvicinandosi di più osservando il biglietto meglio per poi alzare lo sguardo verso di me con un sopraciglio alzando non capendo,immaginai subito che zia Rebekah non gli aveva detto niente. Dopo della guerra delle stirpi che erano coinvolti la nostra famiglia tranne zio Kol visto che i suoi discendenti erano morti tutti per via della sua morte per colpa della Doppelganger,mia zia non aspettava ancora Matt e anche se era rimasta incinta di lui era ben lontana e al sicuro per proteggerlo.
- Gli Strix. – sussurrai leggermente pensierosa,era questo il motivo che erano diventati strani? Che avevamo aumentato la sicurezza a casa e anche quando uscivamo da soli? – Non so molto di loro ma di certo,mio padre ha detto che sono pericolosi.. – aggiunsi portando le mani sui fianchi,Hope era in silenzio ancora vicino a Tommy che era ancora senza sensi,mi avvicinai a lei abbassandomi portando una mano sulla sua spalla. – Si riprenderà vedrai. – dissi in tono positivo sperando di tirarle il morale su in qualche modo.
- Io.. Non so.. Avete notato una cosa strana? – disse ad un tratto Hope cercando di nascondere il tono di voce preoccupato per i confronti di Tommy,la guardai stranita guardando per qualche istante Tommy. – Gli hanno sparato vedete.. – aggiunse subito dopo indicandoci dei 3 sfori sulla spalla quasi all’altezza del cuore,rimasi immobile ricordando quando Tommy ha perso il controllo della macchina.
Anche se Tommy era strano durante la guida,non ricordavo nessuno sparo mi girai a guardare Matt che nel frattempo era venuto al nostro fianco osservando tutto. – Dobbiamo togliere i proiettili sicuramente sapevano che è un vampiro. – borbottò rimanendo serio. – Se sono di legno possono arrivare al cuore e ucciderlo. – disse e io gli colpisco una spalla facendo segno di Hope che era quasi sul punto di piangere,anche se non lo dava a vedere,sapevo benissimo che teneva molto a Tommy mi girai a guardarla più preoccupata di prima e dopo uno sguardo silenzioso con mio cugino,mi alzai tirandola su allontanandoci di qualche passo da loro,l’unica cosa che ci mancava era che lei si trasformava.
L’abbraccio piano sentendola piangere in silenzio,rimasi a guardare mio cugino mentre serio toglieva i proiettili a Tommy,mia zia Rebekah doveva sentirsi davvero fiera di lui. Anche se molto spesso poteva sembrare un bambino oppure assomigliava parecchio a zio Kol,lui stava diventando un uomo con le sue responsabilità e lo aveva dimostrato oggi.
Aveva agito in silenzio,quando io e Hope ci eravamo allontanante lui silenziosamente aveva disposto tutti i corpi dei altri vampiri sulla macchina prima che esplodesse,che mancava davvero poco. Mancava solo un vampiro,quello a cui avevo strappato il cuore dal petto,ma era meglio che uno della nostra famiglia lo avrebbe visto,subito dopo vidi Tommy mettersi seduto di scatto mentre respirava affannosamente.

Pov. Hope

Quando sentì il cuore di Tommy battere di nuovo mi staccai dalle braccia di Audrey,correndo da lui e buttandogli le braccia al collo singhiozzando silenziosamente mentre Matt si allontanava silenziosamente prendendo il suo telefono.
Avevo avuto cosi paura.
Anche se avevo fatto la scenata per il vestito di marca non me ne importava nulla,quando avevo visto che lui non prendeva conoscenza e che non mi aveva risposto mi si era fermato il cuore. La paura di perderlo mi aveva fatto scattare,avevo sempre usato il mio lato da vampira e da lupo mannaro nel combattimento ma questa volta è fuori uscito il mio lato da strega.
Dopo qualche secondo,due braccia stringermi forte ma allo stesso tempo con dolcezza e subito una mano fra i miei capelli che cercavano di calmarmi,perché ci stavano facendo questo?
Non avevo affatto dormito la notte precedente,mi ero svegliata cosi presto che alla fine dopo un bagno rilassante avevo deciso di farmi i capelli lisci per non pensare a quella sensazione che sentivo nel petto come se doveva succedere qualcosa. Piano piano,i miei singhiozzi si calmarono ma non mi staccai ancora da lui.
- Ehm piccioncini,non vorrei interrompervi. – disse cauto Matt e quando mi girai appena guardandolo con la coda dell’occhio vidi Audrey mentre gli tirava un pugno sul braccio. – Ahia! Ma insomma è una cosa seria se non vogliamo finire arrostiti.. La macchina sta per esplodere. – aggiunse velocemente prima che uno di noi lo fermasse,subito la presa di Tommy un attimo dolce divento ferrea e con un gesto mi spostò dall’altro l’auto urlando a tutti di spostarsi e mettersi giù,si mise sopra di me coprendomi il volto.
Un paio di secondi dopo la macchina esplose,alcuni pezzi di metallo cadono al nostro fianco sentì il mio cuore battere velocemente e pian piano mi alzai insieme a Tommy e i nostri occhi si incrociavano per qualche secondo. – Ho avuto paura che tu morivi.. – ammisi in un sussurro che si sentiva appena abbassando lo sguardo,alzò lentamente una mano appoggiandola sopra la mia guancia accarezzandola per un secondo continuando a guardarci,non avevamo bisogno di parlare in quel momento perché nei suoi occhi leggevo tutto.
Tolse subito la mano imbarazzato per poi portarla fra i suoi ricci guardandosi intorno facendo una piccola smorfia,dai suoi occhi era davvero troppo preoccupato e qui mi dava la conferma che qualunque cosa stava succedendo: lui la sapeva. Prese velocemente il suo telefono dalla tasca dei jeans,osservavo i suoi movimenti anche se Matt gli aveva tolto ogni proiettile quasi all’altezza dove si trovava il cuore era ancora molto debole il viso era molto più pallido.
Era troppo strano,non aveva perso enormi quantità di sangue mi morsi leggermente il labbro dando un veloce sguardo a Audrey mentre lui chiamava probabilmente mio padre o zio Elijah o qualche altro vampiro per farci portare a casa,lei ricambiò il mio stesso sguardo inarcando poi un sopraciglio spostandosi subito a guardare Tommy fece una piccola smorfia preoccupata ma rimase in silenzio,senza dire nulla.
Mi avvio verso il lato opposto della strada dove di fronte c’erano i resti della nostra vecchia macchina che bruciava ancora,solo allora mi resi conto che li dentro c’erano i nostri zaini della nostra falsa vita umana per vivere in pieno la nostra adolescenza,ma di quello non me ne importava più. Mi siedo al fianco di Matt dove lui si era seduto sul marciapiede pensieroso, facendo una piccola smorfia vedendo dal mio vestito le macchie di sangue e gli strappi procurati dall’incidente ormai era solo da buttare,ma poco me ne importava anche se a scuola potevo essere una fanatica della moda in realtà me ne importava poco e niente,era tutto una recita anche se per quel vestito mi era dispiaciuto.
Con la coda dell’occhio osservai mio cugino che guardava davanti a sé in un punto fisso pensieroso ma soprattutto stava zitto,anche dopo la sua battuta su me e Tommy,non era affatto da lui accettare il pugno di Audrey da piccolo faceva delle scenata che duravano per ore,se eravamo fortunati ovviamente..Che poi non eravamo affatto dei fidanzatini!
Lui e Audrey si facevano sempre dei film mentali,c’era una bella amicizia da fin quando ero una bambina e poi lui mi seguiva ovunque anche quando litigavo con mia madre e per ore si metteva al mio fianco senza dire nulla o “andiamo a casa perché tuo padre vuole cosi”,aspettando che mi fossi calmata del tutto o che mi sfogavo tranquillamente con lui e poi quando mi sentivo di nuovo bene mi riportava a casa.
Mi fidavo di lui,era davvero l’unico amico al di fuori delle mie amiche e di Matt e Audrey che mi potevo fidare ciecamente ma che soprattutto potevo essere davvero chi ero.
E’ il mio migliore amico,non potevo mai immaginare che diventasse qualcosa di più anche perché non è possibile. Anzi,è una cosa impossibile.
Sentivo di nuovo quel senso d’inquietudine dentro di me,o forse per tutta la notte non mi aveva mai abbandonato questo attacco sarebbe stato solo il primo di una lunga serie questo era poco ma sicuro. Da quando ero solo una bambina avevano colpito molte volte a mio padre,di cui una volta era dovuto fuggire per anni portandomi con sé per rimanere vivo,ci fù una grande guerra ma che avevano sempre pensato di aver vinto. Ma forse non era cosi.
Socchiusi leggermente gli occhi in una piccola fessura concentrando tutto il potere anche quello che la natura donava intorno a me,come mi aveva insegnato zia Freya,ma non vidi nulla. Nulla che potesse aiutarmi a scoprire qualcosa,solo uno sfondo nero,anche se avremo provato a chiederlo ai nostri genitori non ci avrebbero mai detto la verità: per proteggerci.
Non eravamo adulti ma soprattutto non siamo degli esperti quanto loro,ma sapevamo difenderci e oggi lo avevamo dimostrato specialmente a noi stessi.
Quasi non mi accorsi,che Matt nel frattempo si era alzato andando ora davanti a Tommy e che Audrey era venuta al mio fianco rimanendo in piedi,sentivo la sua inquietudine e preoccupazione i suoi occhi erano strani quasi brillavano come una piccola luce aprì la bocca per chiederle cosa stava facendo ma poi la richiudo velocemente,limitandomi a osservarla.
Qualunque cosa stava facendo,o se il suo lato da Guardiana era attivo,non volevo disturbarla zia Freya anche se non era esperta ci aveva sempre detto che quando era concentrata in quel modo era meglio non dirle nulla e aspettare che ritornasse in sé. Era come se in quel momento la sua anima non era nel suo corpo.
- Cavolo,Tom! Qui ci serve zio Klaus e in fretta pure! – borbottò ad alta voce mio cugino e in quel momento saltai in piedi avvicinandomi a loro notando sul braccio un enorme ematoma che sembrava come una bruciatura ma non lo era affatto,era un morso di lupo mannaro infetta,dalla grandezza e dal rosso scuro intorno al braccio era di circa un giorno. – Ma come hai fatto a farti mordere? – aggiunse con il tono di voce alto.
- Ti sto dicendo che non mi sono fatto mordere da nessuno. – ribatte Tommy con il tono di voce alterato,probabilmente era già il veleno in circolo nel suo sangue. – Non combatto con i lupi mannari ti ricordo che l’alfa è la madre di tua cugina,ragazzino. – disse il suo tono si altera sempre di più,scossi velocemente la testa se solo potevo essere certa che il mio sangue poteva guarire il veleno che aveva nel corpo. Ma non ne eravamo sicuri,quindi non ci avevamo mai provato,portai una mano sul suo braccio.
- Matt stai zitto. – borbottò Audrey venendo verso di noi,girai lo sguardo verso di lei notando il suo sguardo deciso e anche sicuro. – Non è stato lui o qualche lupo mannaro del Bayou ma gli Strix è facile procurarsi del veleno al giorno d’oggi. – disse con voce seria e io annuisco concorde alla sua idea,molti cacciatori si procuravano prima di uccidere le loro prede il loro veleno specialmente per indebolire e uccidere più in fretta un vampiro furbo.
Strix.. Questo nome mi era famigliare era una specie di setta dei vampiri creata da mio zio Elijah ma nessuno della nostra famiglia aveva raccontato tutta la storia,solo che quando avevo un anno hanno dichiarato guerra unendo anche la stirpe di mio zio e di zia Rebekah ma più di questo non lo sapevamo.
Audrey allontanò un po’ Matt da Tommy,visto che lo provocava anche se non volendo,eravamo tutti nervosi di quello che era appena successo. Era una fortuna che nessuno di noi aveva perso i sensi sennò a quest’ora non eravamo qui,anche se non ci potevano uccidere potevano usarci come mezzo di scambio. O anche inventarsi qualcosa,quelle streghe erano davvero potenti mi morsi appena il labbro notando i corpi di quelle donne e dell’unico vampiro che faceva parte dei Strix che non avevano bruciato insieme ai loro compagni.
Ritornai a guardare Tommy vedendo che era assorto dai pensieri,il suo volto era pallido e leggermente pino di sudore per via dell’infezione. – Come ti senti? – domandai quasi in un sussurrò e lui tornò a guardarmi osservandomi per qualche secondo in silenzio.
- Tutto sommato? Sto bene,sto cercando di ricordare chi è stato ad avvelenarmi. – rispose chiudendo entrambi le mani in un pugno. – Ma non ricordo,anche se gli Strix sono troppo furbi si saranno fatti aiutare dalle streghe. – continuò ancora dando voce ai suoi pensieri,a un tratto il suo sguardo andrò dritto in un punto. – Ragazzi dietro di me ora. – sussurrò prendendomi per il braccio mettendomi dietro di lui.
Guardai stranita Audrey e Matt che si affrettavano ad andare vicino a lui,poi spostai il mio sguardo guardando la strada notando un furgone nero con i vetri scuri e una Jeep che stavano arrivando verso di noi. Un altro attacco? Altri vampiri dei Strix? Forse sapevano i piani dei loro compagni e volevano vendicarsi,avevo un milione di domande che vagavano nella mia mente. Si fermò accanto alla Jeep dove erano scesi i vampiri con le streghe,quando ci accorgiamo che erano dei nostri tutti quanti ci rilassiamo e Tommy abbassò subito la manica della maglietta nascondendo tutto ai suoi colleghi,va verso di loro per dire alcune cose anche raccontando quello che è successo,mentre gli altri ci fanno un segno con la testa in segno di saluto portando via il corpo di quel vampiro insieme a quello delle streghe.
Tommy ritornò subito da noi scortandoci alla macchina guardandosi intorno più volte per essere sicuro che nessuno ci stesse spiando o seguendo,apri la portiera di dietro della Jeep facendoci segno di entrare velocemente per poi aggiungere che ci avrebbe portati a casa e che i nostri genitori erano preoccupati. Mi fermai girandomi a guardarlo per qualche secondo e lui ricambiò il mio sguardo con gli occhi che erano praticamente stanchi,gli feci un piccolo sorriso per poi salire rilassandomi sul sedile,appena chiuse la portiera mi girai guardando i vampiri che si mettevano all’opera.
Eliminando poi ogni traccia dell’incidente. Come se non fosse mai esistito.

Pov. Audrey

Quando tornammo a casa e vidi il grande palazzo che era più o meno una reggia,mi sentì finalmente al sicuro e ogni senso da Guardiana sembrava essere attenuato mi scoppiava la testa dopo tutto quello che era successo oggi.
Era davvero un giorno no,dopo tutto.
Appena entrammo in casa mi fermi appena notai una figura alta e non molto muscolosa davanti ai miei occhi,non potei fare a meno di sorridere riconoscendo chi era corsi velocemente da lui mentre quest’ultimo rideva aprendo di più le sue braccia.
Senza nemmeno pensarci due volte gli buttai le braccia intorno al collo stringendomi poi forte a lui,chiudendo gli occhi. – Zio Kol! – esclamai felice come una bambina quando arrivava il Natale e aspettava di aprire i regali. – Mi sei mancato cosi tanto! – sussurrai subito dopo,erano da più o meno quattro anni che non lo vedevamo era andato in Australia per concludere alcuni affari e durante le festività lo vedevano tramite una webcam,ma non era mai lo stesso di averlo in carne e ossa.
- Mi sei mancata anche tu,piccola tanto! – ribatte lui con il suo stesso sorriso per poi fare segno anche a Hope e Matt che erano rimasti increduli quanto me nel rivederlo a casa,Hope corse da lui abbracciandolo e infine anche Matt ci abbracciò tutti e tre coccolandoci entrambi come quando eravamo piccoli. – Mi siete mancati anche voi,ma ora sono a casa! – disse sorridendo guardandoci nei occhi anche se nel suo sguardo dopo la felicità nel rivederci,c’era una nota di preoccupazione.
Subito dopo ci vennero incontro anche mio padre,zio Klaus e le nostre zie con lo sguardo preoccupato di sicuro sapevano già tutto dopo aver dato un occhiata a Hope e Matt mio padre venne verso di me,abbassando lo sguardo verso le mie mani che una era piena di sangue in realtà avevo schizzi di sangue dappertutto anche sul viso per colpa di qualche piccolo pezzi di vetro,per l’impatto dell’incidente. – Cosa è successo? Qualcuno dei vampiri ti ha ferito? – disse dando voce alla sua preoccupazione non curandosi di nascondere la paura nei suoi occhi,lo guardai scuotendo lentamente la testa.
- No papà è tutto apposto,sto bene ho solo un po’ di mal di testa. – dissi sperando che questo lo avrebbe calmato almeno un po’. – Li abbiamo davvero fatto il sedere,la mano sporca di sangue e che ho strappato il cuore a un vampiro che stava cercando di colpire Hope. – ammisi e lui mi prese stringendosi a sé,ricambiai la stretta appoggiando la testa sulla sua spalla socchiudendo gli occhi leggermente.
Sentivo la voce di mio zio Klaus che interrogava a Tommy su come tutto questo era potuto succedere,mi staccai dall’abbraccio di mio padre girandomi verso di lui. – Signore,non ne ho idea è successo tutto cosi velocemente. – tentò di spiegare Tommy guardando dritto nei occhi mio zio che era pieno di collera. – Mi sono attenuto al piano se qualcuno ci avrebbe inseguito ma loro avevano le streghe,mi hanno colpito mentre guidavo. – aggiunse subito dopo e vidi Hope mettersi davanti a Tommy mentre mio zio cercava di colpirlo,mio padre insieme a zio Kol lo raggiunsero subito.
- Niklaus. – lo richiamò mio padre a voce alta appoggiando una mano sulla spalla di suo fratello. – Calmati,quello che è successo non è colpa di Thomas. – il suo tono era stranamente calmo e pieno di controllo come se già sapeva di chi fosse davvero la colpa o meglio.. Come se lo aspettava che sarebbe successo. – Sapevamo che sarebbe successo. – concluse subito dopo dando ragione al mio pensiero di un secondo prima,mio zio girò lo sguardo verso mio padre e da gli occhi che erano pieni di rabbia ora c’era anche il misto di preoccupazione e forse anche di paura di quello che poteva succedere quella mattina,tutti sapevano che la più grande debolezza di mio Klaus era: Hope. L’ha sempre protetta da qualsiasi cosa,come ha fatto mio padre con me.
- Papà calmati e ti prego ascoltami. – disse velocemente Hope. – Tommy ha fatto di tutto per salvarci,come tutti questi anni ma qualcuno lo ha avvelenato con il veleno di lupo mannaro,guarda. – aggiunse velocemente prendendo il braccio del ragazzo tirando su la manica della maglia,mostrando la ferita a suo padre che peggiorava ogni minuto che passava.
Zio Klaus osservò in silenzio il morso spalancando leggermente gli occhi nel vedere che non c’era nessun taglio procurato dai denti. – E’ un miracolo che sei ancora qui in piedi,le allucinazioni sono arrivate? – domandò mio zio di nuovo guardando nei occhi Tommy e nel frattempo Hope si era messa accanto a quest’ultimo,lui abbassò leggermente lo sguardo sulla ferita annuendo semplicemente e mio zio chiamò subito Roza dicendogli di portare immediatamente un bicchiere e un coltello. Dopo nemmeno due minuti ritornò con l’occorrente che mio zio gli aveva chiesto,poi appena glielo aveva dato si avvicinò a noi dandoci una veloce carezza sul viso per poi tornare ai suoi lavori domestici. – Bevi e scusa per come mi sono comportato non dovevo affatto dubitare di te,hai sempre protetto mia figlia e i miei due nipoti. – disse porgendogli il bicchiere e dopo un attimo di esitazione Tommy lo prese ringraziandolo.
Feci alcuni passi avanti avvicinandomi a loro prendendo dalla tasca posteriore del leggins il cartoncino osservandolo per qualche secondo mordendogli piano il labbro inferiore. – Io so chi è stato ad attaccarci.- dissi facendo voltare tutti i presenti nella stanza e alzai lo sguardo verso di loro mostrandogli il cartoncino vidi il volto di mio padre sbiancare. – Gli Strix. L’uomo che ci ha colpito.. E che ho ucciso,lo ricordo bene. – feci una piccola pausa alzando lo sguardo verso quello di mio padre che mi osservava in silenzio. – Era alle Hawaii quando mi hai portato li in vacanza per vedere il mare.. Mi ricordo che avevo paura di lui che ero cosi spaventata che tu hai inventato molte storie per farmi stare tranquilla ma quel racconto.. – aggiunsi lasciando la frase a metà. – Non era una finzione,era la realtà. – conclusi e notai gli occhi dispiaciuti di mio padre come se in quel momento non aveva parole.
Venne vicino a me mettendo una mano sul mio viso per poi darmi un bacio sulla fronte. – Mi dispiace. – disse sussurrando leggermente per poi guardare un attimo i miei zii per poi riportare lo sguardo su me,Hope e Matt. – Andatevi a fare una doccia e riposatevi un po’.. Poi parleremo di questa giornata abbiamo delle cose da fare. – aggiunse velocemente,quando apro la bocca per fermarlo lui alzò semplicemente una mano. – Audrey vai e non uscite qui siete più al sicuro che li fuori.- concluse con il tono di voce che non ammetteva repliche e annuimmo tutti e tre andando di sopra.

                                                                                                                     ・・・

Appoggiai la testa sul bordo della vasca da bagno dove avevo appoggiato un asciugamano per non stare scomoda,osservai silenziosamente il soffitto mentre l’acqua bollente rilassava ogni muscolo del mio corpo. Era da più o meno mezz’ora che ero li,ferma immobile ascoltando i miei pensieri mettendo ogni quadro,come un puzzle,ogni cosa che era successa quella mattina.
Specialmente del comportamento di mio padre,non avevano nascosto la preoccupazione e quello sguardo che sapevano qualcosa o quello che era successo nessuno di loro era rimasto sorpreso quando avevo detto che erano stati gli Strix,anzi erano sorpresi che lo avevamo scoperto cosi velocemente.
Ma sentivo dentro di me che non ci avrebbero detto quello che stava succedendo.
Sospirai abbassando lo sguardo sulle mie mani piene di schiuma,ricordando che un attimo prima erano piene di sangue,del sangue che non era mio. Deglutisco leggermente rendendomi conto solo in quel momento che quel vampiro,era stata la prima persona che avevo ucciso,cosi a sangue freddo.
Quando ci eravamo nutriti per un umano la prima volta i nostri genitori ci avevano imparato a controllarci in modo che non uccidevamo,sentivo un peso sul petto come se mi sentivo in colpa. Ma mi sentivo in colpa,so che non era affatto un innocente e che non c’era nemmeno una minima di bontà in lui ma mi sentivo ugualmente in colpa,ho sempre lottato per non lasciarmi sopraffare dall’altra mia metà e anche dal mio lato da Guardiana. Strinsi una mano in un pugno volevo tanto sapere perché non riuscivo a controllarmi,pensavo che la cosa peggiore era che quando mi sarei nutrita di un umano non sapevo se mi sarei fermata o meno.
Ma la cosa peggiore era il mio lato da Guardiana e l’altra parte di me,non potevo mai controllare tutte e due le cose del tutto.
Mi alzai dalla vasca passandomi il getto d’acqua sul corpo velocemente togliendo il sapone di dosso,per poi scendere e avvolgere un telo intorno al mio corpo avviandomi scalza verso la mia stanza rimanendo ancora con i capelli legati in una cipolla disordinata. Mi vesto lentamente sentendomi sollevata che il dolore alla testa era leggermente passato adesso era un piccolo fastidio,indossai un vestito lungo fino a sotto le ginocchia e dritto blu scuro con un palio di stivaletti bassi color beige.
Misi il telo dentro la cesta dei panni per poi sedermi decidendo di riposare un po’ la mente come mi aveva anche suggerito zia Freya,prima di fare il bagno era passata in camera dicendo che nei miei c’era qualcosa di strano. Le avevo raccontato quello che era successo che il mio lato da Guardiana si era attivato e che ero stata per un bel po’ di minuti,ero stata in quella specie di trance come non era mai successo in tutti questi anni da quando i miei poteri erano usciti all’evidenza,lei aveva annuito leggermente dicendomi solamente che quella giornata era stata troppo stressante e che avevo bisogno di riposo.
Ma non avevo sonno. Anche se il mio corpo e le mie ossa erano distrutte e stanche,non volevo affatto dormire,volevo solamente sapere di più su quello che stava succedendo e cosa volevano i Strix dalla nostra famiglia.
Mi alzai dal letto avviandomi decisa verso il corridoio dove portava alle scale per scendere di sotto,guardando nelle porte aperte cercando mio padre specialmente nel suo studio privato dove passava la maggior parte del tempo a leggere libri o fare qualcosa per la città,ma non c’era. Girai per tutta la casa cercandolo ma non c’era in nessun posto,speravo con tutta me stessa che non fosse già uscito di casa,avevo bisogno di parlare con lui ma soprattutto di sapere: non potevo aspettare,non dopo quello che era successo quella mattina.
Ero appena entrata nel giardino centrale e mi guardai intorno trovandolo verso il cancello di ferro battuto che lo stava aprendo,presi una rincorsa raggiungendolo. – Papà aspetta! – dissi rallentando quando lo vidi che si era fermato e si era girato verso di me a guardarmi,andai verso di lui fermandomi a pochi passi.

Pov. Narratore

Elijah Mikaelson si era fermato appena aveva sentito la voce di sua figlia che lo chiamava quando si era girato per guardarla,era rimasto senza parole nel vedere a quanto assomigliava a sua madre i suoi occhi erano come quelli di lei,anche se avvolte assomigliavano a quelli dell’Originale. Il suo cuore si era fermato anche se non batteva più da secoli,sapeva che era arrivato il momento in cui sua figlia voleva sapere tutto e non intendeva quello che da mesi gli stavano nascondendo a tutti e tre per tenerli a sicuro.
Perché tutte le cose che avevano fatto in quei mesi per farli vivere tranquilli e al sicuro,quella mattina era successo quello che avevano cercato di evitare ma i loro nemici erano fatti cosi.
Rimase per un paio di secondi a guardare la ragazza senza aprire bocca e senza volerlo si mise a ripensare a Adeline,la sua Adeline. Avevano passato poco tempo insieme,ma in quel poco tempo lei aveva saputo capirlo meglio di chiunque altro e gli aveva dato una gioia e un amore cosi grande che pensava che lui non avrebbe mai avuto,visto che era un vampiro.
Ma il fato aveva deciso di essere clemente con lui,o almeno cosi aveva iniziato a credere.
- Dimmi. – disse solamente quasi un sussurro senza staccare gli occhi da sua figlia,sapeva di essere in ritardo all’appuntamento visto che quell’uomo lo aveva chiamato per l’ennessima volta ma,Elijah senza rispondere al telefono chiuse direttamente la chiamata.
- Voglio sapere tutto. – disse Audrey con quasi un tono di supplica. – Papà ci dovete dire quello che sta succedendo.. Dimmelo io.. Voglio sapere tutto sui Strix e cosa vogliono ancora da noi? – domandò la ragazza velocemente con quello sguardo pregandogli che lui gli rispondesse,Elijah respirò profondamente rimanendo in silenzio guardandosi per qualche instante intorno.
Poi si avvicinò a sua figlia accarezzandole piano la guancia sorridendo dolcemente. – Tesoro ti dirò tutto te lo prometto. – disse anche se si pentì che le stava per dire una bugia,non poteva dirle tutto era grazie alle bugie e di quello che lui aveva creato per cui lei era ancora viva. – Quando torno però,ho un appuntamento importante e sono già in ritardo.. Non posso rimandare è urgente. – aggiunse subito fermando Audrey che stava per dire qualcosa,quel suo sguardo deluso lo uccideva ma lo stava facendo per lei. Si avvicino di più dandogli un bacio sulla fronte chiudendo gli occhi per poi stringerla in un abbraccio abbassandosi fino all’orecchio della ragazza. – Ti prometto che non sarai più in questa situazione e che non dovrai uccidere più nessuno ok? – sussurrò per poi guardare sua figlia nei occhi sorridendole,si staccò dalla ragazza prima che potesse fermarlo dicendo che si sarebbero visti stasera per poi uscire velocemente dal cancello. 

- Sei in ritardo,Elijah. – disse una voce maschile che gli dava le spalle nel porto di New Orleans ormai vuoto,a fine pomeriggio nessun umano veniva in quel luogo era davvero l’unico posto della città che era isolato.
L’Originale si mise al suo fianco guardando dritto davanti a se il mare e il tramonto che iniziava a colorare il cielo sereno della città,non lo guardò nemmeno per un secondo. – Hanno colpito mia figlia e i miei nipoti questa mattina,Peter. – disse con voce seria e fredda sistemandosi per bene la giacca che quando era sceso dall’auto si era rovinata.
- Non eri tu quello puntuale? O gli anni ti hanno cambiato? – domandò l’uomo con un tono ironico guardando il vampiro,fù allora che si girò e fece sussultare quest’ultimo che divenne subito serio portando entrambi le mani nei jeans. – Ho saputo mi fa piacere che stanno bene. – sussurrò sincero.
- Cosa vuoi? Da cosi insistere di incontrarmi,non ci vediamo da molti anni oramai. – tagliò corto Elijah e si guardarono lungo nei occhi per qualche secondo la domanda rimase in sospeso vide subito nei occhi dell’uomo la preoccupazione e anche paura,conoscendolo Elijah sapeva che se lui aveva paura qualcosa di grosso stava accadendo.
- Sono venuto a portarti dei documenti e dirti delle cose. – disse seriamente per poi rivolgere lo sguardo verso l’oceano. – Mi stanno dando la caccia,Elijah. – aggiunse sussurrando per poi sospirare pesantemente. – Sapevo che un giorno sarebbe successo ma speravo non così presto. – rivolse nuovamente lo sguardo su Elijah che era rimasto sorpreso da ciò che gli aveva detto.
- E da quando i Guardiani danno la caccia a uno di loro? – domandò Elijah sorpreso e anche in quel momento non capiva,non voleva immaginare quello che una parte di lui gli stava suggerendo non voleva nemmeno mettersi quel pensiero in testa perché era davvero impossibile.
- Direi da quando sono un traditore. – disse di nuovo con quel tono ironico sbuffando,conosceva Peter da molti anni e sapeva che lui era un bravo Guardiano forse era rimasto l’unico a essere vero con la bontà nel cuore e che dava sempre la possibilità a ogni essere sopranaturale della terra. – Qualcuno ha detto ai superiori delle mie attività extra lavorative e chi proteggo.-.
Fù allora dopo quella frase che di nuovo il respiro di Elijah gli morì in gola,con di nuovo quella paura nel petto come quando gli avevano avvisato che i ragazzi quella mattina non erano mai arrivati a scuola e subito dopo Tommy aveva chiamato dicendogli dell’incidente. – No.. Peter non farmi scherzi,abbiamo fatto di tutto per proteggere Audrey.. Non posso aver scoperto.. – disse scuotendo più volte la testa appoggiando la mano stringendola forte intorno alla ringhiera di ferro reggendosi,nemmeno la sua famiglia sapeva cosa l’Originale aveva fatto per proteggere sua figlia da quella donna e da tutti i Guardiani. 
- Non è di Audrey che hanno scoperto. – lo rassicurò subito Peter appoggiandosi alla ringhiera guardandolo. – Altri Guardiani nati da sopranaturali non erano affatto forti come Audrey.. Speravo che potevo insegnare io stesso il controllo a tua figlia.. La figlia della mia migliore amica.. Insomma.. Era come una sorella per me. – il suo tono di voce divenne subito cupo e triste come anche il suo sorriso. – Ma lei non è la sola. Non è l’unica a essere speciale. – guardò dritto nei occhi l’Originale che inclinò leggermente la testa,quando aveva scoperto che Adeline era rimasta incinta lo stesso Peter che ora si trovava davanti a lui,aveva detto che il tipo di Guardiana che era diventata era raro e quasi impossibile che potesse succedere.. Come poteva essere che c’era un altro come sua figlia?
- E’ questo che hanno scoperto. – disse facendo un piccolo sorriso. - Lo so quello che ti avevo detto 18 anni fa quando si scoprì la gravidanza di Adeline.. E so che non avrei dovuto nasconderti quello che ti sto per dire.. Ma ho dovuto farlo. – si strinse leggermente nelle spalle e Elijah rimase in silenzio aspettando che lui continuasse il suo discorso,anche se non si era mai fidato del tutto di lui. Per Adeline gli aveva sempre detto che si poteva fidare di lui e che per lei Peter era la sua famiglia come anche lo era,Andrew,quest’ultimo non lo aveva mai conosciuto da come gli aveva detto la sua amata era morto anni prima. Ma non gli aveva mai spiegato il motivo della sua morte,ma Elijah sapeva bene che la vita di ogni Guardiano Terrestre era sempre in pericolo anche se erano potenti e potevano vivere a lungo di ogni umano normale,se sarebbero morti normalmente per via anche di un incidente stradale non erano protetti per questo. – Andrew.. Ha avuto un figlio come Audrey,l’ho protetto più che potevo fino a quando Mylea lo ha scoperto.. -.
Elijah a quel punto alzò la mano scuotendo la testa più volte interrompendolo,non era possibile se era cosi Adeline glielo avrebbe detto. – No Andrew era stato sposato con una Guardiana e avevano avuto un figlio da lei. – disse ricordando bene ogni cosa che Adeline gli aveva raccontato in tutto il periodo che erano stati insieme,come lui aveva fatto con lei,raccontandogli tutto quello che aveva fatto con Niklaus e di tutto quello che aveva passato.
- Si è vero,era sposato e ha avuto un figlio. – disse annuendo per ciò che l’Originale aveva appena detto qualche secondo prima. – Ma sua moglie morì di parto e Andrew dopo due anni conobbe una ragazza,davvero bella,se ne è innamorò follemente anche se quest’ultima era sposata. – aggiunse portando entrambe le braccia sul petto per poi incrociandole al petto. – Dopo un anno lei rimase incinta,non era umana,faceva parte di una razza potente nel regno sovrannaturale.. Quando nacque il bambino Andrew corse disperato da me raccontandomi tutto e pregando anche che nessuno doveva sapere nemmeno Adeline.. – spiegò deglutendo più volte per via di quei brutti ricordi che li stava per tornare alla memoria,che non aveva mai dimenticato ma non voleva più riviverli. – Mylea dopo due anni scoprì ogni cosa anche se grazie al marito di lei li avevamo nascosti e Andrew faceva il suo dovere da Guardiano,rapì il bambino facendo uccidere subito Andrew per tradimento per poi inventare la storia dell’incidente..Tenne con se quel povero bambino per altri tre anni torturandolo.. – si bloccò e sul suo volto divenne una smorfia di dolore e discusso.
- Cosa successe? – chiese cautamente Elijah guardando il volto dell’altro che era perso probabilmente nei ricordi,quella storia gli ricordava molto simile a quella che aveva vissuto lui diciassette anni prima. Dopo la morte di Adeline,molte Guardiane anche anziane erano andate da lui facendo di tutto per prendere sua figlia cercando anche di persuaderlo erano stati i mesi più difficili della sua vita.
- Arrivato all’età di cinque anni lo indusse a trasformarsi.. Puoi immaginare benissimo che era fuori controllo,insomma.. Era solo un bambino che aveva appena scoperto i suoi poteri da Guardiano,in tutti quei anni non avevo capito il perché avesse lasciato sua madre viva.. Fece tornare il bambino fuori controllo a casa.. – sussurrò e sentiva la voce spezzarsi alzò di nuovo lo sguardo verso di Elijah. – Non c’è bisogno che io ti dica il resto lo avrai sicuramente immaginato cosa è successo.. In quei anni gli ho imparato a controllare il suo lato da Guardiano,la sua bomba ad orologeria.. Per questo che verrò punito Elijah. – fece un sorriso amaro e triste allo stesso tempo.
- Posso aiutarti. – disse in tono deciso Elijah,glielo doveva dopo tutto quello che aveva fatto per lui,per Adeline e anche per Audrey se non fosse stato lui forse sua figlia non sarebbe nemmeno arrivata dove era oggi. – Posso farti occultare i poteri da Guardiano da mia sorella,poi Mylea qui non può mettere nemmeno un piede sei al sicuro qui. – fece qualche passo davanti a lui portando le mani dentro le tasche della giacca nera.
- No Elijah. – disse deciso guardandolo nei occhi sorridendogli sinceramente. – Ti ringrazio ma non posso accettare. – aggiunse e l’Originale lo guardò per un attimo non capendo,poteva vivere e fare quello che aveva fatto in tutti questi anni: proteggere dei innocenti. – Mylea sa di Audrey e vuole darle la caccia,io stesso domani andrò da Guardiani Celesti dicendogli che ho salvato molte vite dei traditori e che lo sono anch’io. – gli spiegò ed Elijah rimase senza parole per quel piano assurdo. – Mi butteranno in una cella o mi uccideranno,ma Mylea non potrà fare nulla capisci? Non ha cosi tanto potere da obbligarmi a parlare di dirle di Audrey la devo proteggere e credimi.. Non è per te non mi sei mai stato simpatico e lo sai. – aggiunse facendo sorridere anche Elijah ricordando quei battibecchi che avevano avuto quando lo aveva incontrato per la prima volta,Adeline era quasi esaurita per le loro discussioni che un giorno con i suoi poteri li aveva imbavagliati per farli stare zitti anche se.. L’Originale non aveva mai capito come ci era riuscita. – Lo devo ad Adeline. Mi ha sempre protetto il culo e quello che le hanno fatto è stato.. Ingiusto. – abbassò lo sguardo.
- Mylea la pagherà. – sussurrò piano Elijah aveva preparato,anche se più che lui era stato il mostro che viveva dentro di lui,la vendetta che aveva preparato era davvero geniale stava aspettando da davvero tanto tempo. Ma si sapeva che la vendetta era un piatto servito freddo e quando sarebbe successo,quella donna avrebbe pagato per ogni cosa che aveva fatto ma soprattutto a ciò che aveva fatto alla donna che amava,alla madre di sua figlia. – Glielo ho promesso e manterrò questa promessa. – l’uomo al suo fianco annui leggermente ricordando anche lui benissimo per quello che era successo,dopo poco gli porse una piccola scatolina color marrone scuro,era cosi piccola che Elijah inarcò un sopraciglio guardandolo come se fosse impazzito.
- Sono documenti ti posso aiutare specialmente con quello che starà passando Audrey. – borbottò velocemente Peter riportando le mani nella tasca dei jeans. – Di sicuro staranno controllando il mio appartamento in questo momento,sono andato da una strega per fargli fare un incantesimo poi l’ho dovuta uccidere per sicurezza.. Ma tua sorella può scioglierlo facilmente,o almeno cosi mi ha detto quell’altra. – Elijah annui leggermente di certo sua sorella Freya era forte non avrebbe avuto problemi,guardò ancora di nuovo quella scatolina minuscola per poi portarla dentro la giacca rialzando lo sguardo verso l’uomo che l’osservava in silenzio.
- La mia offerta è sempre valida. – disse di nuovo Elijah,in quei anni si poteva dire che erano diventi amici e si erano sempre rispettati e non poteva dimenticare tutto l’aiuto che quel Guardiano gli aveva dato. Ma non solo per sua figlia,ma anche per una donna che un tempo era stata davvero troppo importante per lui,che avrebbe fatto di tutto per proteggerla ma ora era tutto passato.
- Lo so ma non posso,è per il bene di Audrey. – disse cercando di far convincere a Elijah alla fine quest’ultimo annui semplicemente e gli porse la mano,Peter la strinse forte subito senza esitare nemmeno un minuto. – E’ stato un vero piacere conoscerti Elijah! – aggiunse sorridendo.
- Anche a per me,Peter. – disse gentilmente Elijah sorridendogli anche lui. – Grazie per tutto quello che hai fatto per me e per la mia famiglia.. E anche per quel favore,non potrò mai smettere di ringraziarti. – aggiunse il vampiro quasi in un sussurro,anche se voleva dimenticare sapeva che non poteva.
Staccò la mano da quella del vampiro scuotendo la testa con ancora il sorriso sulle labbra. – Lo hai già fatto Elijah. – disse semplicemente guardandolo un po’ dispiaciuto. – Mi dispiace come siano andate a finire alla fine le cose tra voi due. – aggiunse e per la seconda volta in quell’incontro sorprese di nuovo Elijah,che lo guardò rimanendo in silenzio senza parole.
- Anche a me. – borbottò ignorando quei sentimenti e quello che era successo ma si scrollò di dosso di nuovo quei ricordi,buttandoli dentro la porta rossa o almeno sperava che questa volta non li avrebbe più vissuti. – Addio Gordon.- aggiunse non riuscendo a nascondere il dispiacere nel tono della sua voce,quel trio che tanto Adeline gli aveva raccontato con gli occhi pieni di luce ormai si stava spezzando. Peter Gordon era davvero l’ultimo dei tre e all’Originale gli dispiaceva,era in pochi casi che si trovavano dei amici veri e che si aveva la sicurezza che non ti avrebbero tradito mai.
- Addio Mikaelson abbi cura di te. – disse quest’ultimo sorridendogli e dopo un breve cenno di mano andò via,Elijah rimase a guardarlo mentre la notte scendeva sulla città di New Orleans e sull’uomo che si allontanava sempre di più fino a sparire.
L’Originale non aveva avuto il coraggio di rientrare a casa quella sera,dopo aver fatto un giro lungo in auto e essere andato a bere un drink,aveva vagato a piedi per tutta la città pensieroso non voleva che sua figlia lo vedesse cosi.
Quell’incontro lo aveva sconvolto nel profondo,non riusciva a credere ancora a quell’incontro e che qualcuno avrebbe potuto aiutare sua figlia per controllare il suo lato da Guardiana o almeno sperava che fosse cosi. Stavano succedendo troppe cose,sapeva di dover essere forte per Audrey e di non dover lasciarsi trasportare da tutti quei avvenimenti,ma aveva bisogno dei momenti un po’ per lui.
Dopo l’addio con Peter,il mostro dentro di lui si era ribellato e lo stava facendo ancora era da tempo che non cacciava seriamente. Lo faceva raramente aveva preferito le sacche di sangue proprio per non perdere il controllo sulla bestia che viveva dentro di lui.. Ma quella notte ne aveva davvero bisogno,con facilità trovò una turista che forse si era persa,notò subito che non aveva ne dimora e ne famiglia.
Sapeva che era crudele,ma non gli importava,al mondo c’erano cose più crudeli che nessuno poteva immaginare,una di loro era: Mylea.
Solo quel nome faceva scatenare una furia immensa dentro di Elijah che dopo averla soggiogata di non urlare la morse senza pietà bevendo ogni goccia del suo sangue,anche se l’altra parte di lui immaginava che proprio fosse quella donna che gli aveva rovinato la vita.

Quando Elijah era rientrato a casa ormai era notte fonda,la casa era avvolta nel silenzio andò direttamente nel salotto versandosi un bicchiere di Bourbon con tre cubetti di ghiaccio,lo prese avviandosi fuori sul balcone.
Si sentiva a pezzi,era come se i suoi mille anni gli erano caduti addosso come pietre senza fermarsi nemmeno un secondo,dopo aver bevuto un sorso del liquido ambrato chiuse gli occhi cercando di rilassarsi almeno un po’. Quando sarebbe diventato giorno aveva troppe cose da fare e anche da risolvere,specialmente per i ragazzi dopo quello che era successo lui con: Niklaus,Freya e Rebekah avevano accordato che per un po’ di tempo era più sicuro che non sarebbero andati a scuola. Non sapevano cosa gli Strix avevano in mente,in realtà fino all’incidente e dal bigliettino che Audrey avevano preso era solo una supposizione che gli Strix centravano qualcosa con quello che era successo.
Sentì una mano sulla sua spalle e poi una testa appoggiarsi subito dopo,riconobbe subito il profumo di sua sorella Freya,sicuramente lo aveva sentito rientrare in casa e si era alzata dal letto raggiungendolo,gli strinse piano e con dolcezza la mano e rimasero in un silenzio per qualche minuto.
- Audrey ti aspettava alla fine è crollata sul letto. – lo avvisò Freya e l’Originale si ritrovò a sorridere dolcemente immaginando la scena di sua figlia,si sentiva in colpa di non essere tornato subito a casa ma aveva davvero bisogno di pensare e di svagare un po’ la mente. – Che è successo? – chiese subito dopo sua sorella mettendosi davanti a lui osservandolo.
- Di tutto e di più,Peter non può aiutarci più. – sussurrò e prima che Freya potesse dire qualcosa Elijah alzò una mano fermandola. – Andrà dai Guardiani Celesti a condannarsi per proteggere anche Audrey.. Mi ha raccontato delle cose davvero strane.. – aggiunge sempre in tono basso e poi raccontò tutto a sua sorella cercando di non farsi sentire da nessuno specialmente da Audrey,poi le porse quella strana scatolina marrone dicendole anche di quelle e che poteva lavorarci quando voleva.
Anche Freya era rimasta senza parole e scioccata da quello che suo fratello gli aveva appena detto,prese quella scatolina annuendo a ciò che gli aveva detto e la portò nella tasca della sua vestaglia di seta.. Dicendogli che domani mattina avrebbe cominciato a lavorarci su,poi guardò a lungo suo fratello rimanendo in silenzio e poi fece un piccolo sospiro. – Elijah.. Devi parlare con Audrey. – disse ad un tratto guardandolo dolcemente. – Ha il diritto di sapere lo sai.. E poi sta crescendo e con lei il suo potere,dovremo dirglielo a tutti e tre.. Le cose stanno peggiorando. – sussurrò leggermente.
Elijah annui leggermente abbassando appena lo sguardo. – Lo so hai ragione,le parlerò.. Ho aspettato troppo tempo. – disse l’Originale sussurrando anche lui e poi abbracciò sua sorella Freya e rimasero per qualche minuto o anche ora,su quel balcone guardando il cielo stellato di New Orleans.

* Angolo dell'Autrice. * 

Buonasera!

Questo capitolo è pieno di sorprese,specialmente per il ritorno inaspettato di Kol,dopo Elijah è il mio originale preferito quindi potete immaginare che non potevo lasciarlo morto in eterno.. Ma comunque man mano saprete come è tornato in vita! 
Cosa ne pensate del nuovo capitolo e della nuova grafica? E riconoscete per caso qualcuno? 
Alla fine mi sono decisa che il vero volto di Audrey è proprio quello di Poppy Drayton non mi petto affatto di questa scelta!
A breve saprete ogni cosa! Solo.. Occhio ai dettagli del prossimo capitolo! 
Buona Pasqua a tutti!

A presto,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 7
*** Run Boy Run ***



( Leggete il capitolo ascoltando Run Boy Run dei Woodkid. ) 


- Run Boy Run
 
Pov. Adrian
 
 
Run boy run! This world is not made for you
Run boy run! They’re trying to catch you
Run boy run! Running is a victory.
Run boy run.
 
 
La musica rimbombava nelle mie orecchie mentre correvo nei boschi della Louisiana, sentendomi dopo tanto tempo finalmente a casa. Sentendo di nuovo l’odore della terra e dei boschi che colpivano piano sul mio volto, sentirsi finalmente libero dalla morsa stretta della città che stava cominciando a farmi impazzire.
Un sorriso divertito si disegnò sul mio viso mentre sentivo i passi che mi stavano raggiungendo aumentai di più la velocità, per poi saltare per non cadere nel fosso pieno di rovi e un piccolo ruscello, la mia mano si appoggiò sul terreno dopo il salto, mi guardai per qualche secondo indietro prima di correre di nuovo veloce.
Arrivato a metà del bosco rallentai ancora di più fino a fermarmi fino a quando la canzone era finita, mi tolsi le cuffiette mettendole in modo disordinato nelle tasche dei pantaloni della tuta stiracchiandomi leggermente sentendo leggermente le ossa della schiena scrocchiare un pò, mi appoggio ad un albero portando con le braccia conserte, in attesa che arrivavano.
Osservai divertito Ben e i due fratelli che lo seguivano con un respiro affaticato, sorrisi a mio fratello alzando una mano e quest’ultimo la colpisce subito sorridendo anche lui divertito. Quando i due finalmente ci raggiungessero li osservai di nuovo, scuotendo leggermente la testa mentre Ben gli passava due bottiglie d’acqua per farli riprendere. Io e Ben eravamo più veloci di tutti, fin da bambini correvamo in questi boschi dove eravamo cresciuti, era la nostra casa infondo e la conoscevamo meglio di tutti.
Ogni nascondiglio, ogni posto sicuro e anche quelli non sicuri.
Le persone avevano paura di questi boschi, descrivendoli come luoghi oscuri e pericolosi e che dentro a questi boschi vivevano delle creature strane. Tutto di questo non era affatto vero, c’era qualche lupo innocuo che non faceva nulla, se non lo provocavano, ma del resto era un bosco normale.
Il luogo perfetto dove potevano vivere.
Continuavo a guardare quei ragazzi che si erano stesi esausti per la corsa e alzai un sopraciglio sorpreso, sapendo chi erano i loro genitori ma anche se erano costretti a scappare, come uno sterminio che era successo un secolo fà. Come avrebbero fatto? Sentì una mano sulla spalla e girai lo sguardo notando che mio fratello mi guardava con quello sguardo, alzai leggermente gli occhi al cielo facendo finta di osservarlo fra le foglie dei alberi che copriva quasi tutto lasciando solo filtrare qualche raggio di sole. – Non cominciare. – borbottai abbassando di nuovo lo sguardo incontrando il suo volto.
- Sei antipatico lo sai vero? – disse di rimando non trattenendo il tono divertito della sua voce. – Ma comunque è stato bello, non trovi? Non correvamo da tanto tempo insieme, anche se siamo in forma umana. – aggiunse subito dopo prima che potevo dire qualcosa, mi girai a guardarlo annuendo distrattamente, mentre lui continuava a parlare. – Non dire che non ti è mancata casa, perché sai benissimo che non puoi mentirmi. – sottolineò l’ultima volta e gli lanciai uno sguardo per poi fare una piccola smorfia sul viso.
- Non fare il sentimentale, fratello. – dissi fingendo di essere disgustato da questo suo improvviso voglia di affetto, ma dentro di me sorridevo, ma ovviamente non gli avrei mai fatto credere che aveva ragione.  – Se sono qui è perché mi è mancata, leggermente. – aggiunsi alzando un po’ le spalle e prima che parlava avvisai ai ragazzi che dovevano fare l’ultimo giro di corsa per tornare a casa, quella sera dovevo incontrarmi con un mio caro e vecchio amico, rimisi di nuovo le cuffiette nelle orecchie riaccendendo l’ipod mettendo una canzone a caso, alzai la mano facendo un segno a Ben e lui annuì leggermente, dopo quella conferma ritornai a correre.
Era da quando avevo preso quella missione che Mylea mi aveva assegnato che non mettevo più piede a casa, pensando solo al mio obiettivo e al mio essere libero, era forse il mio sogno più grande. Ma dopo il nostro ultimo incontro, la quale mi aveva costretto a trasformarmi con i suoi giochetti, dentro di me qualcosa era cambiato e avevo bisogno di fuggire da tutto quella città e ritornare qui. A casa.
Svoltai in un’altra dove la strada era tutta piena di sassi e radici dei alberi, abbastanza pericolosa ma l’avevo percorsa cosi tante volte che ormai la conoscevo meglio di casa mia.
Non volevo affatto pensare a lei, volevo solo pensare solo all’aria fredda di autunno che mi colpisce piano il viso insieme al vento,ma tutto questo era difficile. Avevo aspettato tutto il giorno precedente, prima di tornare qui, il miglior amico del mio vero padre, colui che mi aveva sempre aiutato in tutti questi anni, ma non si era presentato come ogni mese come facevano di solito, quando avevo cercato di chiamarlo: non rispondeva, suonava a vuoto.
Avevo troppe domande su quella ragazza, era davvero potente, cosi potente che pensavo che nemmeno lei sapeva quando potere c’era dentro di lei. Un potere uguale al mio, un potere al dir poco unico ma allo stesso tempo era: pericoloso, distruttivo e che si desiderava non averlo mai.
Scossi leggermente la testa, notando che ero appena arrivato a casa feci un cenno ad Antonio che parlava con qualche famigliare preoccupato sulla situazione che forse i cacciatori erano tornati di nuovo a dare la caccia ai lupi. Saltai quei pochi gradini avvicinandomi per dare un bacio sulla guancia di Cornelia, la più vecchia di tutti noi ma anche con tutti quei anni sulle spalle, era la più forte, mi aveva cresciuto come una madre ma infondo era mia nonna, l’unica persona che mi era rimasta della mia vera famiglia.
A parte di mio fratello, Ben.
Feci per andarmene per farmi una bella doccia, per togliere tutto il sudore e il fango, per via della corsa ma lei mi fermò facendomi una piccola carezza sul viso e per poi farmi un occhiolino le sorrisi sincero, sapevo che era felice che io avevo deciso di tornare a casa anche se per qualche giorno e non per sempre.
Entrai in casa dirigendomi al piano superiore entrando nel bagno, liberandomi dai vestiti sporchi buttandoli dentro la cesta per poi infilarmi dentro la doccia sotto il getto d’acqua fredda, non avevo voglia di aiutare Ben con quei ragazzini in prede ai ormoni ma avevo accettato solo perché stava buono e non rompeva le scatole dicendo che non facevo mai nulla. Anche se non era affatto vero, in quei pochi anni ero stato in viaggio per il mondo senza fermarmi mai rimanendo giorni e giorni senza dormire, ma forse in una piccola parte aveva avuto ragione.
Chiusi lentamente gli occhi rilassandomi.
 
Quando scesi di sotto con passo tranquillo, affamato dopo l’allenamento fisico e il lupo che pregava di avere cibo, mi fermai di botto notando che in salotto c’erano tutti: Antonio, mia nonna, Ben e tutti le persone importanti con un volto preoccupato.
Scrutai il volto di mio fratello che si strinse nelle spalle, nella nostra connessione notai subito che era preoccupato che stava succedendo qualcosa. Non vedevo quei volti da troppo tempo, mi avvicinai silenziosamente mettendomi accanto a lui incrociando le braccia al petto osservando i volti dei presenti che stavano in silenzio, alcuni di loro mentre passavo mi fecero un segno col capo in segno di saluto. Dopo qualche minuto, Antonio sbuffò sbattendo leggermente le mani sui braccioli della poltrona di legno facendo sussultare tutti i presenti poi alzò una mano fermando mia nonna che stava per dire qualcosa. – No Cornelia, tranquilla sono calmo. – disse per poi passarsi le mani fra i capelli guardandoci tutti per un lungo istante, quel silenzio mi stava davvero innervosendo.. E non poco, ma poi subito dopo sospirò. – Oggi è entrato un lupo mannaro nel nostro territorio e ha ferito Sam. – aggiunse e sia io che Ben scattammo subito in allerta, quasi in sincronia, ma per l’ennesima volta Antonio ci fece un segno di calmarci. – E’ nelle nostre segrete e Sam sta bene la ferita guarirà, tranquilli. – ci guardò per poi fare un piccolo sorriso ma c’era qualcos’altro sotto.
Portai entrambi le mani dentro le tasche dei jeans, mentre tutti dicevano le loro opinioni e che i lupi gli volevano fare guerra anche se noi non li avevano mai rotto le scatole dopo quello che i cacciatori ci avevano fatto, questo bosco era stato il nostro territorio per secoli. Quasi nessuno lo conosceva, anche perché era un rifugio se ci fosse stato qualche attacco di qualche cacciatore visto che eravamo già stati attaccati secoli prima, avevano eliminato molti di loro.
Ne dubitavo che centrava qualcosa Mylea, non sapeva di questo posto, ma anche se lo avrebbe saputo perché portare un lupo mannaro? Ma quando dissero che era un lupo mannaro della Mezza Luna un branco di New Orleans, alzai subito lo sguardo verso di loro incuriosito sapendo che dentro ci facevano parte anche i Mikaelson e quest’ultimi, da come so, non avevano niente a che fare con noi.
- Calmi. – disse sbottando mia nonna e tutti si ammutolirono spalancando leggermente gli occhi sorpresi lei si alzò, anche se ormai comandava Antonio e lo amavano come leader, nessuno aveva il coraggio di mettersi contro di lei o di non potarle rispetto, era una degli anziani. Scrutò con i suoi occhi chiari quasi color argento tutti loro, quando vide che tutti la stavano ascoltando cominciò a parlare il tono della sua voce era stranamente calmo. – Conosco un membro della Mezza Luna e posso giurare al cento per cento che mi posso fidare di lei. – aggiunse con un tono serio. – Non possiamo farci scoprire cosi, non possiamo affrontare una guerra per ora. Vi devo ricordare cosa è successo l’ultima volta? Molti di voi erano bambini o ragazzi, molti invece non erano ancora nati. – continuò facendo una piccola pausa per poi guardare un attimo Antonio che dopo tanto tempo annui sospirando.
- Ha ragione, lo sappiamo entrambi. – disse e tutti stavano per obiettare di non fare giustizia ma per l’ennessima volta Antonio alzò di nuovo la mano, stava per perdere la pazienza anche lui, ma lui aveva più calma di tutti noi messi insieme. – Cornelia, andrai a parlare con questa tua amica? – girò lo sguardo verso di lei.
Mia nonna annui energeticamente con uno sguardo serio nel volto per poi parlare. – Certo non devi nemmeno chiederlo e con me verranno Ben e Adrian. – disse e io girai di scatto la testa verso di lei sorpreso, che avesse scelto me e non qualcun altro, di solito andava sempre con i suoi soliti quando decideva di andare in città in giro, Antonio cercò di ribattere dicendo di portare qualcuno di più che sarebbero stati in molti o che in poche parole io potessi perdere il controllo e ridurre in un mucchietto tutti i lupi del Bayou, e aveva ragione. – So badare a me stessa, come anche tuo figlio e Adrian. Ti ricordo che sono entrambi i miei nipoti,mi fido di loro. – aggiunse per poi dire che era ora di cena e che la questione era chiusa li, quando si girò verso di me e Ben ci fece un occhiolino e riconobbi subito il suo sguardo divertito e forse anche eccitato per questa impresa, le sorrisi leggermente. Infondo, io e lei eravamo simili anche se lei non era per metà guardiano.
La cena passò tranquilla dopo che tutti se ne erano andati, con Antonio e mia nonna parlammo ancora per la questione ma il bello era che quest’ultima non era affatto preoccupata ma sapevo benissimo che sapeva qualcosa, che nessuno di noi immaginava. Era stato la prima donna che aveva comandato ed è anche la prima anziana, aveva visto il mondo e conosceva ogni cosa.
Antonio si alzò dicendo a Ben di raggiungerlo per far visita a Sam, lo vidi annuire si girò verso di me chiedendomi se volevo andare anch’io ma gli dissi che sarei andato più tardi, Ben mi osservò annuendo distrattamente per poi seguire subito suo padre mi alzai anch’io prendendo dei piatti per dar una mano, anche se non ero affatto il tipo. Vidi subito mia nonna alzare un sopraciglio osservandomi divertita per poi lanciare uno sguardo fuori dalla finestra. - Sta venendo per caso a piovere, Adrian? – domandò ridendo leggermente e poi venne da me prendendo i piatti che avevo in mano riponendoli nel lavandino.
- E’ cosi grave che voglio darti semplicemente una mano? – domandai innocentemente non rispondendo alla sua domanda e lei mi guardò di nuovo, ma ignorai il suo sguardo prendendo le ultime cose sul tavolo per poi appoggiarle velocemente sul bancone accanto il lavandino, prima che me li toglieva dalle mani.
- Cosa vuoi sapere? – mi domandò di rimando cominciando a sistemare velocemente la cucina, la rimasi a guardare con la bocca semi aperta domando come faceva sempre a scoprirmi ma alla fine mi riscossi facendo finta di nulla guardandomi intorno.
- E.. Se volessi aiutarti semplicemente? – chiesi per poi appoggiarmi al tavolo appoggiandomi aprendo una bottiglia di birra e lei si girò a guardarmi a lungo con sempre un sopraciglio alzato mentre mi scrutava in silenzio, la guardai più innocente possibile anche se volevo sapere molte cose, in realtà. Specialmente perché voleva me ad andare nel Bayou, non sarebbe stato affatto prudente.
- Io ci crederò solamente quando tu ti impegnerai seriamente. Hai una certa età, sai? – parlò dandomi le spalle, facendomi sputare la birra che stavo bevendo tranquillamente la sento ridere di gusto. – Oh bambino mio, ti ho cresciuto e assomigli molto a tua madre. – disse in tono dolce smettendo quello che stava facendo asciugandosi le mani venendo verso di me. – Se Ben assomiglia a Antonio tu sei identico a lei.- mi sorrise lasciandomi un’altra carezza sul viso, vidi nei suoi occhi la tristezza deglutisco appoggiando la bottiglia sul tavolo.
- Perché vuoi me nel Bayou? – domandai serio osservandola, mi guardò sorpresa a molti non ero molto simpatico visto che non avevo “abbastanza” controllo sul mio lato di lupo, ma lei aveva sempre avuto fiducia in me. – Sappiamo entrambi che non ho controllo e che.. – ma lei alzò una mano lasciando il mio discorso.
- Mi fido di te, so che mi proteggerai tu più di tutti questi bambini, meglio di chiunque altro. – disse sorridendomi. – E poi ti porto perché voglio farti cambiare idea su qualcosa. – aggiunse subito e io sapevo già a cosa intendeva, ma non le dissi nulla mi limitai solamente ad annuire leggermente.
Ci girammo di scatto entrambi appena sentiamo la porta di casa aprirsi, quando vediamo spuntare Ben in cucina con il fiatone dopo che aveva forse corso per arrivare in fretta, lo guardai preoccupato e mi avvicinai velocemente sperando che non ci fosse stato nessun altro attacco, ma se fosse stato cosi me ne sarei accorto. – Che succede? – domandai e subito dopo mia nonna fù al mio fianco con uno sguardo preoccupato.
- Sam.. E’.. – disse con uno sguardo sconvolto con gli occhi lucidi e chiuse entrambi le mani in dei pugni. – C’era del veleno..Non ha agito subito tutto a un tratto ed..- fece una lunga pausa guardandomi poi a me, dritto nei occhi. - E’ morto. – sussurrò abbassando lo sguardo.
Rimasi pietrificato da quella confessione scuotendo piano la testa, non volendo credere a quello che aveva appena detto, che un mio amico fosse morto in quella maniera cosi orribile dopo che aveva trovato la sua metà strinsi anch’io entrambi le mani in un pugno cercando con tutto me stesso di controllarmi, di non spaccare nulla. Di non trasformarmi.
Ma in quel momento provavo troppe emozioni, ma la calma non faceva parte di questo miscuglio di emozioni, senza dire nulla uscì fuori di casa andando verso il bosco fitto.
 
・・・
 
18 ore prima.
 
Ero appena uscito fuori di casa sentendo l’aria fresca dell’alba socchiusi leggermente gli occhi sentendo l’odore dei abeti e dei pini lì intorno,che a quell’ora presto della mattina si sentivano forti. Quando sentì una voce famigliare apro gli occhi notando che c’era Sam davanti a me, sul mio viso comparve un sorriso felice e scesi velocemente quei pochi gradini per abbracciare il mio amico. L’unico a parte Ben e qualcuno altro,erano davvero in pochi che mi riuscivo a fidare.
Dopo il nostro breve saluto mi raccontò del suo nuovo lavoro, per tutti, era sempre quello che aveva desiderato di proteggere la nostra gente.
- E tu invece? Fammi indovinare! Ben ti ha messo agli allenamenti dei ragazzini? – mi chiese e io poi annuisco ridendo di gusto e subito dopo mi seguì a ruota appoggiandosi alla ringhiera di legno scuotendo la testa divertito. – Mi fanno pena quei ragazzini. – aggiunse per poi ridere anche lui di gusto.
- Dai su! Non sono cosi cattivo.. – dissi smettendo di ridere ma non mi tolsi quel sorriso divertito dalla mia faccia. – Sono solo.. – aggiunsi ma il mio amico molto più veloce di me completò la frase al mio posto.
- Molto più veloce e anche testardo. Avranno un serio mal di gambe. – scoppiammo a ridere per l’ennessima volta fino a quando qualcuno non lo chiamò,quando riconobbi chi era faccio un cenno con la testa sorridendo e poi porto l’attenzione al mio amico. – Sono felice che sei venuto e stasera una birra? Sai.. Mi sposo fra un mese, Ben voleva dirtelo ma gli ho detto che te lo dovevo dire io, personalmente. – disse e notai il suo viso diventare leggermente rosso.
Spalancai gli occhi sorpreso, che avesse trovato la sua anima gemella, per noi quando succedeva era per sempre anche dopo la morte, dicevano anche se io non ci avevo mai creduto. – L’hai trovata? Hai trovato la tua..? – domandai lasciando in sospeso la domanda.
Lui annuì felice come quando eravamo dei bambini e non avevamo problemi. – Si Adrian.. Ed è stupendo ho provato una scossa e poi.. Mi sono sentito completo come non mai.- sussurrò felice e poi quando lo chiamarono per l’ennessima volta urlò un arrivo. – Adrian stasera ti dirò tutto promesso ok? – mi guardò e io annuisco sorridendo dicendogli che ci saremo visti quella sera. Dopo una pacca sulla spalla, corse via e io rimasi a guardarlo con un sorriso scuotendo leggermente la testa sorridendo fino a quando non scompare nei boschi.

 
・・・
 
 
Due giorni dopo.
 
 
Dopo due giorni, ebbi finalmente il coraggio di entrare nella stanza dove avevano messo il corpo di Sam, non avevamo ancora fatto nessun funerale, la veglia durava per giorni e da come Ben mi aveva informato volevano aspettare prima di metterlo sotto terra. Entrai silenziosamente nella stanza, guardandomi intorno, ne i suoi genitori ne la sua metà erano li, mia nonna insieme ad Antonio avevano insistito che si riposavano e mangiavano qualcosa, una stretta al petto mi fece fermare quando lo vidi bloccando perfino il respiro.
Il volto del mio amico era quasi bianco, un volto che aveva sempre il sorriso sulle labbra, ora era una linea sottile, mi avvicinai a lui fino a prendergli piano la mano. Non riuscivo ancora a farmi capace che lui fosse morto.
- Ti vendicherò, amico mio. – sussurrai piano guardandolo, senza distogliere lo sguardo non sapevo se mi poteva sentire o meno, non credevo molto a queste cose e non ero nemmeno bravo cercavo di evitarle come meglio potevo. Ma lui era uno dei pochi amici che ho, l’unico che non mi ha mai colpito alle spalle. – E’ una promessa. –aggiunsi subito dopo, per poi lasciargli la mano sentendo un rumore alle mie spalle, esco silenziosamente dalla stanza avviandomi di nuovo verso il bosco.
 
 
Pov. Audrey
 
Ero seduta in modo scomposto sulla poltrona, che quasi mi stava facendo male alla schiena, ma poco me ne importava osservai il libro di chimica in silenzio decisa a fare i compiti.
In quei due giorni passati dopo l’incidente non avevamo fatto nulla, io avevo provato a parlare con mio padre ma non avevo riscosso molto successo alla fine ci si era messa anche zia Freya dicendomi che prima o poi mi avrebbe detto qualcosa. Ma era preoccupato troppo per l’incidente.
Stesso incidente, che per colpa sua non potevamo uscire di casa, nemmeno per andare a scuola e noi tre stavamo per impazzire se non fosse stato che forse nel giorno seguente tutti e tre saremo andati per qualche ora nel Bayou. Forse era questa la parte migliore di tutto, se non cambiavano idee come in questi due giorni.
Io e Hope, avevamo deciso comunque di metterci in pari con tutti i compiti e studiare qualcosa per non pensare a quello che stava succedendo, anche se era impossibile non pensarci. Questo pensiero aveva anche spostato il pensiero di quel ragazzo misterioso, ma poco mi importava di lui, mi portai la matita tra le labbra nervosa osservando quel libro come se parlava arabo tipo i grimori di famiglia e quelli personali di zia Freya.
Matt era l’unico che non voleva studiare, con Tommy si stava allenando da giorni in giardino da dopo l’incidente qualcosa in lui era cambiato. Ma era in positivo per fortuna, sbuffai scrivendo distrattamente qualche appunto su un piccolo blocco notes, almeno di quel poco che avevo capito, infondo stavamo studiando per noia e passare il tempo non perché volevamo farlo davvero anche se un tempo amavo studiare.
Eppure c’era qualcosa che non tornava in quel maledetto incidente.
Era stato troppo facile, anche se eravamo forti e ci eravamo allenati ormai da quando eravamo dei bambini, mio padre, zio Klaus e Marcel stesso ci avevano raccontato che i Strix erano forti e poi erano dei vampiri antichi. Vecchi, con molta esperienza di lotta, dietro alle spalle, perché si erano fatti sconfiggere cosi facilmente? Escludevo fosse stato quel ragazzo misterioso, non poteva esserci lui, mi ero sentita osservata ma i miei campanelli di allarme non erano esplosi come quando lui è nelle vicinanze. Avevamo uccisi tutti, nessuno era sfuggito perché ci avevano colpiti in gruppo e le streghe le avevo uccise io personalmente bevendo ogni goccia del loro sangue, ma in ogni caso erano morti bruciati grazie all’esplosione dell’auto.
Era impossibile che qualcuno era rimasto vivo o che qualcuno era riuscito a scappare.
Forse qualcuno dei Strix, superiore a quel vampiro senza capelli, li aveva seguiti osservando ogni cosa o forse aspettava il momento adatto per colpirci a distanza. Come aveva fatto con Tommy nella macchina, anche se ormai ogni prova era andata distrutta, qualcuno aveva mandato fuori strada la nostra auto e non venendoci addosso. Qualcuno con una pistola e un’ottima mira sicuramente avevano colpito da lontano, sapendo per bene che Tommy era sotto l’effetto del veleno del lupo mannaro, chissà da quando tempo avevano costruito questo piano e poi era davvero strano mettere fuori gioco uno come Tommy. Ma di sicuro avevano studiato bene il loro piano, forse erano rimasti sorpresi nel vederci cosi forti ma ne dubitavo proprio. E se in realtà volevano vedere di cosa eravamo capaci?
Di quanto, eravamo forti?
Rimasi con la matita bloccata a mezz’aria mentre davo voce nella mia testa a ogni pensiero rifacendo in qualche modo di come era avvenuto l’incidente, cercando di capire il perché non ci avevano rapito anche se lo potevano fare. Tommy era fuori gioco, le streghe potevano farci svenire con qualche loro incantesimo oppure.. Potevano spararci, anche se un semplice proiettile di legno non ci avrebbe fatto nulla, ma purtroppo se i nostri genitori non ci dicevano come stavano veramente le cose.. Tutto questo, era solamente un pensiero.
Un’idea, forse.
Fin da piccoli abbiamo sempre saputo che i nostri genitori avevano molti nemici in tutto il mondo, alcuni li temevano ma altri invece non si facevano scrupoli a fargli guerra.. Ma tra tutti i loro nemici, questo qual’era? Sospirai appoggiando la testa sul bracciolo della poltrona, misi la mattina sulla mia pancia per poi alzare lo sguardo sul soffitto osservando quest’ultimo ancora pensieroso, cercando di capirci qualcosa.
Nemmeno con il mio potere da Guardiana avevo capito qualcosa, anche se non lo conoscevo troppo bene, anche se la notte prima dell’incidente forse mi aveva messo in guardia.. Era possibile?
Desideravo tanto avere una specie di manuale sui miei poteri da Guardiana, mi accontentavo anche di qualcuno che mi aiutava e che sapesse molto di più, ma purtroppo i Guardiani mi odiavano per chissà quale motivo, chiedere un consiglio a loro mi avrebbe portato alla morte. Anche se non avevo ancora capito come mi avrebbe ucciso, visto che non esisteva più nessuna traccia di Quercia Bianca, l’ultima è andata distrutta molto tempo fa.
Anche se non sapevo molto bene la storia, la mia famiglia in quel periodo era diventata davvero vaga quando raccontavano qualcosa, mia zia Rebekah non era nemmeno li a New Orleans era in qualche parte del mondo mentre era incinta di Matt e grazie a delle loro conoscenze avevano fatto in modo che nessuno poteva trovarla.
Sbuffai rumorosamente, lasciando cadere sia il libro e il blocco a terra la testa mi stava per esplodere per tutti quei pensieri e per lo sforzo che facevo per cercare di capire e conoscere un po’ i miei poteri. Forse non era stata una buona idea di mettersi a studiare con questo mal di testa, avevo sperato che aprire un libro mi avrebbe aiutato a non pensare all’incidente, a mio padre.. Insomma, a tutto.
Ma ovviamente mi stavo sbagliando anche di grosso, quando girai lo sguardo vidi Hope seduta sul divano anche lei con i libri aperti sulle gambe ma il suo viso rivolto verso il mio pensierosa, era stata anche per lei una pessima idea.. La scuola almeno, ci avrebbe aiutato a non impazzire ma era solo un ricordo lontano ormai l’idea di essere dei normali adolescenti.
- Dovresti riposarti un po’ sai? – mi disse all’improvviso Hope con un tono serio nella sua voce rimasi a guardarla alzando leggermente il sopracciglio non riuscendo a capire. – Lo sai, in questi due giorni ti sei sforzata davvero troppo e studiare chimica ti farà solo esplodere il cervello. – aggiunse chiudendo il suo libro appoggiandolo con cura sul tavolino, annuisco debolmente aveva perfettamente ragione.. Da dopo l’incidente, dopo la mia prima uccisione, mi ricordò con un sussurrò malizioso nella voce l’altra parte di me che era ancora eccitata da quella lotta che era avvenuta. Forse ero leggermente cambiata, cercando di capire cosa stava succedendo visto che mio padre non me ne faceva parola.
- Forse dovrei. – dissi sistemando i libri sul tavolino, non avevo proprio voglia di sentire la domestica forse nemmeno lei era felice che tutti e tre eravamo rimasti a casa per tempo, credo che quando le vacanze estive erano finite era saltata di gioia che noi non c’eravamo la mattina, ma la sua felicità non era durata a lungo.. Non sapevamo nemmeno per quanto tempo. – Ma voglio sapere cosa sta succedendo Hope! Nessuno parla te ne rendi conto?! – borbottai alzandomi dalla poltrona facendo avanti e indietro nella stanza,sentendo gli occhi di Hope che mi seguivano in silenzio sentì quest’ultima sospirare leggermente.
- Lo so.. Nemmeno io riposo.. – ammise e io mi girai per qualche secondo per guardarla ma per poi continuare di nuovo a camminare avanti e indietro. – Ho provato a fare qualche incantesimo quelli che mi ha insegnato zia Freya.. Ma nulla, non riesco a vedere niente. – borbottò nervosa legandosi i capelli lunghi biondi in una veloce coda, per poi portare entrambi le mani sotto al mento mentre il suo sguardo era fisso in un punto della stanza.
E in quel momento il silenzio regnò di nuovo nel salotto di casa Mikaelson, mi appoggiai al muro osservando fuori dalla finestra, scrutando la gente che festeggiava anche nelle prime ore del mattino entusiasti di essere nella città di New Orleans ascoltando le favole che le guide turistiche raccontavano. Ma non erano favole, era tutto vero.
- Li dobbiamo mettere alle strette. – la voce di Matt arrivò all’improvviso rompendo il silenzio che si era creato nella stanza, facendo sussultare sia me che Hope mi girai di scatto vedendo il volto deciso di mio cugino che tutte e due le mani strette in un pugno. – Come possiamo combattere se non sappiano con chi? O meglio difenderci, ora stanno attaccando anche Tommy quanto pensate che non vengono qui in casa nostra?! – sbottò Matt il suo volto era quasi rosso per la rabbia che aveva trattenuto per giorni, ancora non era riuscito a controllare bene quella emozione e in quei giorni era davvero stato sotto stress anche lui. Tutti lo eravamo, anche la nostra famiglia.
E se non lo sapevano?
Borbottò una voce dentro di me, come per darmi una risposta tra le mille domande che vagavano nella mia mente spalancai leggermente gli occhi era l’unica risposta possibile, con tutti i nemici che avevano era logico che non sapevano chi era. Forse, aveva costruito questa vendetta da un bel po’ o forse.. Non immaginavano che era lui a procurare tutti questi danni, ma perché i Strix? Sapevo benissimo che odiano mio padre, e anche il resto della famiglia, ma Marcel aveva assicurato più volte e gli aveva fatto promettere di non fare nessuna guerra verso i Mikaelson, e loro, a quanto diceva Marcel, avevano accettato tranquillamente, oppure.. Erano coloro che Marcel non conosceva, alcuni membri che quando c’è stato quella piccola guerra non avevano messo piede a New Orleans.
- Loro non lo sanno. – sussurrai facendo girare sia Hope e Matt che mi guardavano straniti allungai il passo verso di loro. – Pensateci hanno molti nemici no? E non possono sapere chi è.. Nell’incidente c’erano tre streghe.. – dissi ritornando quasi a quando c’era stato l’incidente ricordando quelle tre donne che erano potenti ma che ci rallentavano di poco, ma sapevamo bene che potevano tranquillamente fermarci, anche se Hope era più forte di loro erano comunque delle streghe.– Ma.. Se ne tu Hope e ne zia Freya, sicuramente anche Davina.. Non avete trovato nulla ci sono altre streghe nella loro parte e.. Li hanno occultati? O hanno occultato il vero nemico. – aggiunsi sussurrando l’ultima parola come se avessi collegato un pezzo nell’enorme puzzle, tutto stava cominciando ad avere senso mi sentivo osservata.. Ma intorno non c’era nessuno se non la terra, questo era l’unica soluzione.
Guardai Hope mentre annuiva debolmente mentre mi osservava dandomi ragione anche se non aveva aperto bocca anche se era possibile, infondo anche se non ero una strega ero anch’io insieme a loro, quando zia Freya e zio Kol gli spiegavano qualcosa. E ricordavo bene che poteva sia occultare le cose o le persone, oppure se stessa, ma mentre stava aprire bocca sentimmo la voce di zia Freya irrompere nella stanza.. Ci girammo tutti e tre guardandola sorpresi. – Avete perfettamente ragione.. – sussurrò anche lei immersa nei suoi pensieri per poi alzare lo sguardo verso di noi guardandoci nei occhi. – Io e Davina ci siamo impazzite ma.. Non abbiamo trovato nulla, è l’unica soluzione. – disse annuendo a qualche sua riflessione dentro di lei e poi venne verso di noi dando una carezza a Matt per poi sedersi su una poltrona libera.
La osservai in silenzio senza dire una parola, il suo sguardo era concentrato e pensieroso come se stava cercando un modo di capire chi fosse questo misterioso nemico, torturai leggermente la matita che avevo ripreso in mano cercando di calmare questo nervoso che stava crescendo in me come stava accadendo nei ultimi giorni.
Dopo qualche minuto in salotto entrarono la nostra famiglia al completo e subito zia Freya gli disse del nostro pensiero, ovvero che il vero nemico si era occultato, parlò anche di qualche sua riflessione dopo ciò che aveva sentito da noi e tutte le cose che loro avevano scoperto in questi mesi. Zio Kol annuì anche lui concorde alla nostra idea dicendo che era possibile, sapevo che mio zio quando era umano era uno stregone e da come mi aveva raccontato mi diceva sempre che gli mancava.
Amava essere uno stregare, creare alcuni incantesimi e altre cose.
Mio zio Klaus dopo un attimo di silenzio e riflessione, disse che poteva anche essersi messo in un corpo di qualcuno che era morto. Ovviamente era possibile, visto che lo aveva fatto lui quando era alla ricerca della Doppelganger Petrova, per diventare un ibrido a tutti gli effetti.
Visto che mia nonna, Esther, lo aveva bloccato dalla sua vera natura da sempre dopo che si sera nutrito uccidendo una persona e la maledizione era iniziata.
Il silenzio calò di nuovo sul salotto mentre ognuno di noi pensava a qualcosa, o a chi fosse, ad un tratto mentre eravamo immersi nei nostri pensieri nella stanza entrarono Hayley accompagnata da Mary, appena Hope vide la nonna di Jackson un sorriso si disegnò ampio sul suo volto e si alzò velocemente per andare ad abbracciare quella donna. E sia io e Matt la imitammo, visto che anche noi avevamo passato molto tempo con lei quando eravamo più piccoli, ma nella stanza se prima c’era solamente il silenzio ora c’era un disagio pesante.
Mio padre guardava Hayley con freddezza, i miei zii e le mie zie sembravano preoccupate da ciò che sarebbe potuto succedere i loro occhi parlavano chiaro, di sicuro avevano litigato come succedeva sempre in questi ultimi anni o da quando io e Hope avevamo memoria, la lite era più grossa di quanto avevamo immaginato. Non ci avevano detto nulla, ma non c’era stato bisogno, Hayley veniva sempre quando mio padre non c’era e se si incontravano per casa: o lei o mio padre scomparivano nel nulla.
Con una freddezza glaciale, che faceva quasi paura.
Mary sembrò notare questo disagio e che mio padre stava per esplodere, volevo tanto capire cosa fosse successo tra di loro, ma non nella loro ultima lite da quando tutto era iniziato anche se dubitavo che lo sapeva qualcuno in famiglia. L’anziana alzò una mano prima che mio padre aprisse bocca e mio zio Klaus sembrò quasi sollevato. – Sono venuta qui per parlarvi di una cosa seria. – disse con un tono serio osservando prima mio padre e poi Hayley, che distolse subito lo sguardo osservando Hope che era tornata a sedersi vicino a me e Matt. – Mio nipote Jackson sa già tutto, ma voi e Hayley non sapete nulla e quindi era giusto che lo avrei raccontato una sola volta. – aggiunse avvicinandosi alla poltrona libera per sedersi, una piccola smorfia di dolore si disegnò sul suo volto, ormai aveva una bella età anche se invecchiava molto di meno di un semplice essere umano. – Ho una certa età, ormai. – borbottò osservando poi mio padre.
Mio padre fece per ribattere qualcosa ma mio zio Klaus lo guardò quasi supplicandolo di qualcosa, si osservarono per qualche secondo e alla fine mio padre sospirò facendo una smorfia. – Beh siamo tutti orecchie, anche se sono sincero non mi aspettavo una tua visita. – disse mio zio Klaus, e si guardarono per qualche secondo e sul viso di mio zio si disegnò un sorriso sghembo, Mary non lo aveva mai perdonato che aveva riattivato anche se per breve tempo. La maledizione che aveva fatto Marcel anni prima, lei ne aveva sofferto di più visto che era la più anziana di tutti e con i cacciatori più volte stava per farsi prendere.
- Credimi Klaus, nemmeno io.. Ma purtroppo è necessario. – disse Mary sorridendo per poi fare un lungo sospiro, dal suo viso scomparse subito il sorriso e uscì fuori la preoccupazione nessuno parlò e aspettarono che lei iniziasse a parlare. – Stanno scomparendo di nuovo i lupi mannari da alcuni branchi.. E’ scomparso anche uno dei nostri, ma il problema non è questo. – la sua voce era calma e seria come se studiasse ogni parola che stava dicendo, i suoi occhi fissarono un punto fisso che anche mio padre la stava ascoltando attentamente lasciando da parte la sua guerra privata con Hayley. – Quando l’ho vista credevo che.. Fosse un allucinazione, che la vecchiaia e la vista mi stavano giocando brutti scherzi, ma non è stato cosi. – mormorò Mary come se stava rivivendo quel momento, io e Hope ci lanciammo una breve occhiata.
- Mary, vorrei tanto capire di cosa stai parlando. – disse Hayley sospirando portando le braccia strette al petto, scuotendo leggermente la testa. – E’ da questa mattina che sei cosi strana e ne hai parlato solo con Jackson, lui non mi ha detto nulla e mi hai supplicato di portarti qui.. Quindi ti prego.. Parla. – aggiunse l’Ibrida quasi in una supplica come se voleva andarsene velocemente da qui, anche se il tono della sua voce si poteva captare una nota di preoccupazione. Non era la stessa Mary, qualunque cosa fosse successa l’aveva cambiata nel profondo o forse era scioccato da ciò o da chi aveva visto.
- I Lycan.. Sono ancora vivi. – disse piano con voce bassa che quasi non si sentiva, ognuno nella stanza spalancarono gli occhi tranne Hayley, che come me, Hope e Matt la stavamo guardando curiosi non avevamo mai sentito parlare dei Lycan. Ad un tratto mio zio Klaus scoppiò a ridere andando verso il tavolino dove conteneva l’alcool versandosi un bicchiere di bourbon, scuotendo la testa.
- E’ impossibile, Mary. – disse cercando di essere più educato possibile. – Forse è davvero la vecchiaia che ti gioca brutti scherzi. – aggiunse poi bevendo un sorso di Bourbon e ritornò appoggiandosi al cammino osservando l’anziana che gli aveva fatto un occhiataccia minacciosa. – Sono morti da secoli ormai, quel vecchio pazzo dei Devitto li hanno uccisi. Tutti. – disse mio zio sottolineando per bene l’ultima parola.
- Credi che non sappia la storia, Klaus? – disse scuotendo leggermente la testa, nel suo sguardo c’era una nota di tristezza mischiata dalla preoccupazione e dalla serietà. – Ma loro ne sono sfuggiti, ho conosciuto una Lycan da giovane, dopo un mese sparì nel nulla. – aggiunse con un tono basso mentre mio zio, continuava a scuotere la testa in disaccordo con le parole di Mary li osservai sentendomi confusa per quello che stavano dicendo. Mio padre era stranamente silenzioso e non diceva nulla, nemmeno a contraddire Mary, era come se sapeva qualcosa che nessuno sapeva. – Pensai che erano morti.. Ma non è cosi. Loro sono vivi, vivono in mezzo a noi. – continuò sussurrando l’ultima parola facendosi pensierosa.
- E come hanno fatto? I discendenti di quel pazzo, che ora sono tutti morti, li hanno cercati per anni invano. – borbottò mio zio Klaus camminando avanti e indietro per la stanza, versandosi un altro po’ di Bourbon per poi berlo dopo due secondi svuotando di nuovo il bicchiere, la sua calma stava quasi per svanire.
- E’ possibile, Niklaus. – sussurrò piano mio padre anche lui pensieroso, facendo qualche passo avanti. – Loro sono bravi a nascondersi, lo hanno sempre fatto, forse.. Qualcuno è sfuggito e per questo che i Devitto non li hanno più trovati. – aggiunse e Mary annuì subito anche lei, concorde su quello che mio padre aveva detto.
Sentimmo Hayley sospirare pesantemente mentre si avvicinava piano a loro. – Cosa sono i Lycan? Non ho mai sentito parlare di questo tipo di.. – si fermò, non sapendo cosa fossero per davvero, in realtà a parte la mia famiglia e Mary che sapevano, noi quattro non sapevamo un bel niente.
- Lupi. – disse piano Mary guardandoci. – I più potenti, aggiungerei. – aggiunse portando il suo sguardo rivolto verso Hayley che la stava osservando con uno sguardo sconvolto.
- Lupi? Sarebbero una sorta di lupi mannari? – domandai incuriosita, non nascondendo più la curiosità che mi stava man mano divorando, non sapevo il motivo o il perché ma questa storia che stava raccontando Mary, o almeno cercava. Mi interessava davvero, mio zio Klaus alzò gli occhi al cielo borbottando insieme a mio zio Kol che era impossibile che fossero ancora vivi.
Mary alla mia domanda sorrise, per poi scuotere piano la testa pregando a mio zio di stare in silenzio che almeno noi dovevamo sapere, come anche Hayley che gli lanciò un occhiataccia.
– Oh no, mia cara. – disse solamente con un strano sorriso sulle labbra. – Non sono affatto come noi anzi.. – aggiunse, facendo una piccola pausa pensierosa cercando le parole adatte. – Loro nascono già come dei lupi, fin da piccoli si trasformano, mentre noi dobbiamo scatenare la maledizione e trasformarci ogni luna piena. Loro posso trasformarsi ogni volta che volta che vogliono, la luna piena li rende più forti, invecchiano molto lentamente. Posso avere anche novant’anni e sembrare che ne hanno quaranta. – spiegò piano Mary portandosi una mano sotto il mento, rimanendo in silenzio per qualche minuto. –Ma sono molto più forti perfino per un vampiro, per questo sono sopravvissuti per secoli.. Per questo che sono ancora vivi. – spiegò lentamente e con un tono di incertezza nella sua voce.
Dopo quella frase, il respirò mi morì in gola sentì subito un peso nel petto, ricordando quel ragazzo misterioso che non sapevo nemmeno il nome. La sua presa forte, più forte della mia, di qualsiasi umano, lupo mannaro o perfino di un vampiro, quando mi aveva bloccato fra lui e il muro dietro di me.
La mia mente viveva ogni attimo, a rallentatore quella scena, ma però non avevo sentito nessun odore, ne di lupo ne di vampiro.
- E possono nascondere il loro odore o qualcosa del genere? – la domanda mi uscì cosi, senza che ci avevo pensato a pronunciarla o meno, sentivo il mio lato da Guardiana attivarsi man mano insieme all’altra parte di me che era curiosa. Entrambe lo eravamo. Sentivo lo sguardo di tutti i presenti su di me, Hope aveva sgranato leggermente gli occhi immaginando di quello che stava per succedere o forse aveva capito perché volevo sapere tutto ciò, ricambiai i loro sguardi stringendomi nelle spalle. – Che c’è? Sono curiosa di questi Lycan.. Non ne ho mai sentito parlare. – dissi tranquilla e il mio sguardo si posò su mio padre, che scuoteva la testa con uno strano sorriso sulle labbra e uno strano luccichio nei suoi occhi, il primo da quando Hayley era entrata in casa e mi ritrovai a sorridere anch’io con lui.
- Oh si che possono, Audrey. – la voce di Mary mi distolse subito da mio padre e tornai a guardare Mary che mi guardava a sua volta, con un sorriso sulle labbra. – Sono molto abili in questo, anche molto. Non so come fanno ma sono secoli che lo fanno fare, di solito per scoprire che sono Lycan o no, devi guardarli nei occhi. – spiegò lentamente. – Loro vivono continuamente con i loro lupo sono una cosa sola, di solito riesci a intravederlo. Amano molto sedurre le loro vittime, ci sono di Lycan che uccidono che non hanno controllo, molti invece si e rispettano ogni legge o regola. Ma ognuno di loro ama sedurre, anche se quando trovano la loro compagnia gli rimango fedeli per il resto della loro vita. – ascoltai attentamente ogni parola di Mary, pensando a quel ragazzo, a tutto quello che avevo provato in quei pochi istanti. – Amano molto le sfide. – respirai lentamente mentre ancora quei flashback, correvano veloci nella mia mente, cercai di rimanere calma e concentrata non volendo che qualcuno della mia famiglia scoprisse qualcosa.
O Matt, sapeva solo Hope, non perché non mi fidavo di mio cugino per me era come un fratello, un migliore amico. Ma fino a quando non ne ero sicura, potevo solo dire tutto ad Hope, se mio padre o i miei zii lo avessero scoperto, sarebbe stato un bel guaio.
Mary continuava il suo racconto tranquilla, facendo anche una bella spiegazione, ma la mia mente ormai vagava altrove. E se fosse un Lycan? Lo avevo guardato dritto nei occhi ma non ci avevo visto nulla, se non la sorpresa dopo quella scossa che ci aveva attraversati come un fulmine.
L’anziana anche se non volendo, stava rispondendo a ogni domanda che mi ero chiesta da quando io e lui ci eravamo incontrati da quando lui aveva detto quel: “ Scoprilo”, era chiaro che era una sorta di sfida, una sfida che mi aveva incuriosita subito e che mi stavo spremendo il cervello per scoprire qualcosa. Avevo perfino soggiogato qualcuno della polizia di New Orleans, ma nessuno sapeva nulla di lui, ma dopo l’incidente non ho potuto fare nulla visto che non ci facevano uscire di casa.
Ma forse, grazie a Mary, ero riuscita a fare una prima parte del puzzle su quel misterioso ragazzo ma fino a quando sarei rimasta chiusa qui dentro, non avrei potuto continuare.
- I Lycan, quando danno la loro parola d’onore non tradiscono mai. Sono fedeli alla parola data. – stava continuando Mary tranquilla, ritornai a concentrarmi per ascoltare ogni parola che diceva. – Ma se li tradiscono, sono molto pericolosi, Cornelia mi ha aiutato parecchie volte in passato di nascosto.. Non mi aveva mai detto che era una Lycan ma io me lo sentivo. – disse stringendo piano il bracciolo del divano, inclinai leggermente la testa osservandola. – Ma quando l’ho rivista.. Ho capito tutto. Sono qui a New Orleans, ci sono sempre stati.. Anche quando Marcel ci trasformò tutti in lupi e solo una volta al mese potevamo tornare umani.. Hanno un nascondiglio anche se non so dove. – annunciò pensierosa.
Mio zio Klaus, non l’aveva più interrotta durante il suo mini racconto sapevo in cuor mio che non aveva detto il tutto, ma questo poteva bastare per farci capire almeno un po’ di cosa stavamo andando in contro. – E se fosse una minaccia, Mary? – disse cauta Hayley, rompendo il silenzio che si era creato nella stanza, mio padre si era messo dietro di noi, appoggiando le mani sul divano osservandola in silenzio ci scambiammo un’occhiata veloce e notai che stava riflettendo su ciò che aveva detto Mary. – E se fossero proprio loro? – domandò poi.
- No. – disse ad un tratto mio padre, togliendo le mani sul divano andando al centro della stanza, il tono della sua voce sorprese tutti era tranquilla non c’era nessuna traccia di odio o rabbia nei confronti di Hayley. – Non aiuterebbero mai i vampiri, nemmeno se fossero disperati. Li odiano quando i Strix se li hanno trovati, hanno parlato con loro sarebbero morti. – aggiunse cauto passandosi una mano fra i capelli. – Ho conosciuto molti Lycan in passato, quello che dice Mary è vero, poi hanno un istinto di sopravvivenza molto migliore del nostro. – girò lo sguardo verso mio zio Klaus, che quest’ultimo sospirò annuendo per qualcosa che si erano detti in silenzio solo guardandosi nei occhi.
- Sono d’accordo con mio fratello. – disse sospirando appoggiando il bicchiere sul tavolino. – Loro da quando sono piccoli sono addestrati per scappare per sopravvivere. – aggiunse rimanendo in silenzio a lungo, portando una mano sotto al mento, ma poi scosse di nuovo la testa. – Ma come hanno fatto a fuggire? Quel Devitto era davvero impazzito, ci fu una carneficina.. Uccise perfino i bambini che non avevano fatto nulla.. O Lycan innocenti, qui a New Orleans ne erano moltissimi. – sospirò di nuovo, e io rimasi senza fiato per quello che avevano fatto a quella povera gente in passato. Cam ci aveva raccontato qualcosa su un ramo di parentela della sua famiglia, che erano impazziti infatti il suo ultimo zio era morto una decina di anni fa convinto che una loro vecchia minaccia del loro vecchio antenato erano ancora vivi.
Ma forse, se si trattava dei Lycan, non aveva avuto molto torto.
- Credo che dovremo scoprirlo. – disse Mary stringendosi nel suo maglioncino di lana, come per riscaldarsi di più, come quel giorno il silenzio ricadeva di nuovo sulla stanza.
 
Quando ci cacciarono praticamente fuori dal salotto, dicendo che dovevano parlare di cose noiose riguardo il rapimento di lupi mannari, a passi veloci andai in camera mia sospirando dal sollievo per un po’ di pace.
Credevo davvero che avevano scoperto qualcosa, ma quando noi tre eravamo usciti, Matt ci aveva detto che andava da Tommy per qualche allenamento o a giocare semplicemente ai videogiochi o una cosa del genere, ma per fortuna tutti erano immersi nei loro pensieri.
Hope, entro silenziosamente nella mia stanza, chiudendo la porta alle spalle mia zia Freya di sotto aveva fatto un incantesimo il solito per non farci scoprire quello che stava accadendo. Ormai conoscevamo bene l’odore della salvia e di altre erbe che usava per impedire al nostro udito di sentire quello che dicevano, mi buttai sul letto mentre Hope si metteva al mio fianco pensierosa anche lei.
- Domani andremo al Bayou. – annunciò dopo un po’ rompendo il silenzio, mi girai per guardarla sorpresa, da piccole passavamo molto tempo lì insieme a Mary quando i nostri genitori erano alle prese con i loro nemici. Almeno uscire un po’ di casa era qualcosa di perfetto, anche se strano visto che i nostri genitori non ci volevano nemmeno far andare da Davina.
- I nostri genitori e zii lo permettono? – domandai un po’ confusa guardandola con una smorfia sul viso, lei annuì solamente come se stava pensando anche lei la stessa cosa, sentì di nuovo quel peso al petto come lo avevo provato prima dell’incidente.
Qualcosa doveva accadere, ma cosa? Dai diari di mia madre, era successo anche a lei, era come se il suo lato e istinto da Guardiana l’avvisava che sarebbe successo qualcosa di grave uno dei campanelli d’allarme più potenti, aveva scritto.
Ancora ricordavo perfettamente le parole che aveva usato:
 
“ E’ successo di nuovo.
Di nuovo questa sensazione strana, come un peso sul petto, come se dovesse accadere qualcosa ma ancora non so cosa. Da quando sono diventata una Guardiana, sono solo tre mesi che ho i miei poteri ma ancora non so nulla di loro, so solo che questo.. Questa specie di campanello d’allarme non è come gli altri, che mi avvisano di stare attenta a una determinata persona, questo avvisa di cose brutte.
Quando è successo la prima volta.. Un intero villaggio è stato ucciso, da dei vampiri assettati di sangue, per poco non ero morta, grazie all’essere una Guardiana non posso morire per una morte soprannaturale. Ricordo bene quando me lo disse, la Guardiana Celeste quando è venuta a farmi fare il giuramento.
Quando arriva quel peso al petto, non porta mai nulla di buono.”

 
Fino all’ultimo speravo che mia madre si stesse sbagliando, che forse io essendo una vampira non poteva essere uguale.. Ma ovviamente, mi stavo sbagliando, perché era lo stesso non so ancora cosa capiterà ma lo sento chiaramente che non è qualcosa di “ buono ”.
- Cos’hai? – mi domandò Hope con uno sguardo preoccupato nei occhi, mi girai a guardarla osservandola per qualche secondo in silenzio.
- Qualcosa sta per accadere. – sussurrai piano e lentamente girai di nuovo lo sguardo portandolo sopra al soffitto. – Ma non sarà nulla di buono. – aggiunsi fissando un punto fisso davanti a me.


* Angolo dell'Autrice! *

Buona sera! 
Scusate se ci ho messo tempo per postare, ma ho avuto la febbre e poi efp mi postava il capitolo tutto deformato non capisco il motivo!
Prima di parlare del capitolo voglio ringraziare: tutte le persone che seguono la fanfiction, grazie davvero di cuore è grazie a voi che senza di voi la ff non sarebbe continuata! Davvero grazie!
Allora, passiamo al capitolo ora! Ecco la storia dei Lycan, che man mano capirete molto, ho inventato io la storia spero che vi piace ho letto un libro dove c'erano e poi un blog dove spiegava, ma comunque.. Come vedete Adeline anche se non è in " vita ", la sua anima c'è sempre nella fanfiction Audrey sta leggendo ogni suo diario quando è diventata una Guardiana.
Ma poi, credo che ci saranno anche molti flashback! Ma.. Dovrete aspettare, un pò.

Ora scappo!
Al prossimo capitolo!
A presto,
LadyEffeMikaelson.

 

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Capitolo 8
*** Bayou ***



- Bayou

Pov. Hope

Finalmente.
Dissi dentro di me facendo un piccolo sorriso tra me e me, avevo indossato un paio di jeans con una maglia a maniche corte bianca con abbinata una semplice felpa color verde militare, delle comode scarpe da ginnastica evitando del tutto il trucco. Non vedevo l’ora di andare in giro, anche se dovevamo andare nel Bayou ma poco importava, in questi tre lunghi giorni di “carcere”, ovviamente, era per la nostra protezione ma iniziavano davvero a stancare, un po’ di aria fresca ci voleva.
Mi lego velocemente i capelli in una comoda e morbida coda, osservandomi per qualche secondo allo specchio, cercando di mascherare quella espressione preoccupata che avevo ormai da ieri pomeriggio, da quando Audrey mi aveva confidato la sua sensazione. Avevamo deciso di non dire nulla ai nostri genitori, anche se poteva essere pericoloso, questo lo sapevamo bene ma Audrey era più che convinta di dover conoscere i suoi poteri e vedere dove questa sensazione la stava portando.
E poi, non era detto che sarebbe capitato proprio oggi, i lupi avrebbero fatto di tutto per proteggerci come hanno sempre fatto. Ma sapevamo benissimo difenderci anche da soli, lo avevamo dimostrato tutti e tre il giorno dell’incidente.
Già, quel strano incidente che aveva ancora molte domande in sospeso, in attesa di qualche risposta.
Mi morsi piano il labbro inferiore, era stata davvero una fortuna che Thomas era ancora vivo e con noi, la barriera che avevo costruito in tutti quei mesi era andata distrutta quando lo avevo visto li privo di sensi.. Come se fosse per davvero morto, e il morso non aveva migliorato affatto le cose, era davvero una fortuna che mio padre lo ha guarito.. Non voglio nemmeno pensare se non lo avrebbe fatto.
Lo stavo evitando, anche Audrey mi ripeteva ormai da giorni, che stavo sbagliando che non dovevo evitarlo e ne essere fredda con lui quando veniva a chiedermi qualcosa o che stesse succedendo, perché nemmeno io lo sapevo. Per me lui, non era mai stata semplicemente una guardia del corpo, ma un amico.. Un confidente, un migliore amico, lui ci è sempre stato per me quando volevo stare da sola e non mi faceva mai domande, non che Audrey o Matt mi stavano attaccati ma.. Lui, sa capirmi meglio di quanto mi capisco io.
Sussultai leggermente deglutendo, girandomi di scatto appena sento qualcuno che bussa alla porta, com’era quel detto? Parli del diavolo e spuntano le corna per caso?
Ed eccolo qui alto, capelli ricci e castani con quei suoi occhi che sembravano scavare dentro l’anima, mi osserva silenzioso con lo sguardo serio come se ha compreso davvero la distanza che ho creato io, una distanza senza senso. Una distanza infantile.
Lo guardo mentre entra nella mia stanza chiudendo la porta alle spalle, se fossi stata un umana potevo dire che il mio cuore, in quel preciso momento, sta battendo all’impazzata contro il mio sterno.. La parte migliore di essere vampiro,forse. – Succede qualcosa? – domandai tranquilla, cercando di avere un tono normale e non timido come accade quando lui è nelle vicinanze.
- Dimmelo tu, Hope. – mormora lui piano rimanendo dov’era prima, continuando a guardarmi dritto nei occhi. – Sei tu che mi eviti, non io e poi.. Sono venuto per chiederti se sei pronta vi devo accompagnare al Bayou, ma prima, voglio sapere cosa ti ho fatto. – concluse portando le braccia conserte sul petto.
Inclinai leggermente la testa guardandolo confusa, ma in tutta risposta alzò un sopracciglio, se poteva accadere con le mie compagne di classe con lui non ci cascava, infondo alcuni di questi trucchi me li aveva insegnati lui. Anche se, l’allievo supera il maestro, io non lo avevo ancora superato aveva molti anni di esperienza e io non ero molto brava a dire le bugie. Faccio un piccolo sospiro, alzando le mani in segno di resa. – Mi dispiace, non mi hai fatto nulla e che.. Dopo l’incidente dopo quello che ti è accaduto.. – ma cosa sto dicendo? Nemmeno io so perché sto facendo cosi con lui, che sa tutto di me, che non devo fingere. – Ho avuto paura, di perderti.. Sei un mio caro amico e non voglio che per causa mia ti accade qualcosa. – dissi tutto d’un fiato guardandolo dritto nei occhi.
Vidi un piccolo sorriso, spuntare tra le sue labbra e fece qualche passo verso di me appoggiando entrambi le mani sulle mie spalle, lo rimango a guardare confusa. – Hope, rischio la mia vita giorno dopo giorno ormai da dieci anni. – disse dolcemente. – Ho scelto di proteggerti, non solo te ma anche Audrey e Matt, perché voi non centrate nulla con quello che hanno fatto i vostri genitori.. E riguardo a quello che è successo, dovevo stare semplicemente più attento io ma non voglio che questo, comprometta la nostra amicizia. – aggiunse quasi in sussurro alzando la mano destra, lasciandomi una piccola e tenera carezza sulla guancia, socchiusi leggermente gli occhi sentendo la guancia bruciare a quel tocco. Ma tutto accade in pochi secondi, lo vidi staccarsi non troppo bruscamente da me, tenendo di nuovo quel sorriso sul volto. – Non parliamo più di quello che mi è successo dell’incidente ok? – annuisco semplicemente e lui sorrise di nuovo più ampiamente di prima. – Sei pronta?-.
- Si..- dissi sorridendo e allungai il braccio prendendo il telefono per poi metterlo dentro la tasca del jeans, e lo raggiungo vicino alla porta che teneva aperta aspettando che uscivo fuori per prima, insieme ci avviamo tranquilli e silenziosi di sotto dove c’era già Matt ad aspettarci. – Audrey dov’è? – domandai guardandomi intorno cercandola o vederla spuntare all’improvviso da qualche parte in giro per casa.
- E’ con zio Elijah. – disse sbuffando Matt comodamente steso sul divano, con gli occhi chiusi chiaro che la sera prima aveva fatto le ore piccole, scuoto leggermente la testa dandogli un piccolo schiaffo sulla gamba per poi mettermi seduta. – Ehi! Che ti ho fatto? – borbotta mettendosi di scatto seduto, cercando di rimanere sveglio e quella sua smorfia mi strappò una risata divertita.
- Sembri uno zombie, Matt! – borbottai ridendo e continuo a scuotere la testa cercando di smettere di ridere. – Non mi dire che ti parli ancora con quella ragazza della grande mela di questa estate! – esclamo spalancando leggermente gli occhi, mentre mio cugino mi osserva come se fossi pazza e sbuffa chiudendo gli occhi appoggiando la testa sullo schienale del divano.
- No, è acqua passata, non poteva durare poi. – borbottò facendo un gesto con la mano, ma sul suo volto, ritornò di nuovo quella serietà di un adulto che un adolescente non dovrebbe mai avere, io e Audrey lo cercavamo di tenere un po’ alla larga dai nostri problemi..
Dall’essere una strega e un lupo mannaro e mia cugina una Guardiana, per fargli vivere almeno a lui la sua adolescenza nei migliori dei modi e che poteva stare tranquillo, per fortuna per lui era solo un vampiro e non doveva affatto competere con il controllo della magia. Aveva solo la sete come problema, ma era abbastanza bravo per sapersi controllare meglio di me e Audrey messe insieme, anche se a entrambe dispiaceva di tenerlo in disparte lo facevamo per il suo bene, ma quel incidente aveva cambiato ogni cosa. – Dovresti dormire di più. – mormorai in tono dolce appoggiando una mano sulla sua spalla, lasciandogli una piccola carezza.
- No, non posso. – sbuffò di nuovo lui aprendo gli occhi per guardarmi. – Sto facendo dei turni di guardia, Hope. – disse in tono serio ma appena apro bocca, alzò una mano per farmi fermare e lo guardai confusa inclinando la testa. – Prima che tu dica qualcosa: non è perché non mi fido di Tommy o dei altri. Ma perché devo fare anch’io qualcosa, quei vampiri non scherzavano affatto e possono trovare un modo per entrare qui.. In casa nostra, e io voglio esserci. – disse deciso mentre mi guardava, in quel momento arrivò anche Audrey avvicinandosi a noi silenziosamente le rivolgo uno sguardo veloce e lo fece anche Matt. – Mi avete sempre protetto, non lo avete fatto come cugine, ma come due sorelle maggiori e lo apprezzo so che mi avete nascosto delle cose. – aggiunse bloccandosi per poi alzarsi dal divano. – Ma non sono più un bambino e faccio parte anch’io di questa famiglia.- disse a tono alto e deciso con entrambi le mani chiuse in un pugno.
- Matt.. – mormorai dispiaciuta di avergli nascosto anch’io delle cose, aveva ragione per proteggerlo lo trattavamo come un bambino non dicendogli nulla tenendolo distante da cose importanti, ma non sapevo davvero cosa dirgli.
- Hai ragione. – disse Audrey bloccando ogni mio pensiero, mi girai guardandola dritto nei occhi confusa ma lei guardava Matt sorridendogli dolcemente. – Se ti abbiamo nascosto delle cose è perché ti volevamo proteggerti ma, abbiamo sbagliato anche. – aggiunse facendo una piccola pausa. – Siamo una famiglia. E come abbiamo imparato dai nostri genitori, non ci devono essere segreti tra di noi, anche se spesso li diciamo per proteggere. Ma è uno sbaglio. – continuò piano, il tono della sua voce era serio, quasi mi ricordava zio Elijah quando ci faceva quei lunghi discorsi sulla famiglia che erano anche dei racconti su di noi, i Mikaelson. Audrey assomigliava sempre di più a zio Elijah, anche se forse aveva qualche lato ribelle di sua madre, ma era comunque stampo di mio zio. – La famiglia è potere e dobbiamo sempre essere uniti e insieme, sempre e comunque.- concluse il suo discorso sorridendo, presi a tutti e due le mani stringendole forte.
- Sempre e comunque.- diciamo in coro io e Matt sorridendo entrambi, rimaniamo per qualche secondo in silenzio con le mani strette ma alla fine le lascio per stringerli in un forte abbraccio di gruppo.
Fin da bambini eravamo sempre stati, e siamo, uniti nemmeno qualche litigio ci ha mai separato in tutta la vita perché dopo qualche secondo scoppiavamo a ridere e poi ritornava tutto come prima e quel litigio o discussione spariva. Sentimmo la voce di Thomas, che ci richiamava alla realtà dicendo che era ora di andare, annuimmo sorridendo e dopo un veloce saluto alla nostra famiglia usciamo salendo velocemente in macchina per andare verso il Bayou.

Pov. Audrey

Dopo quel discorso mi sentivo davvero più libera, anche se quella terribile sensazione non andava via e avevo ogni mio senso di Guardiana era attivato che controllava ogni minimo movimento e macchina che passava.
Ero davvero tesa, appoggiai la testa al poggi testa della macchina guardando fuori dal finestrino, pensando al discorso che avevo avuto quella mattina con mio padre, mi mancava davvero parlare con lui e passare del tempo con lui. Da quello che era successo dopo l’incidente, io stessa mi ero allontanata offesa perché non mi raccontava la verità, ma mi mancava.
Eravamo sempre stati insieme, mai separati, ogni cosa che mi accadeva correvo sempre da lui per dirgliela, non ci era mai capitato di non parlare per cosi tanto tempo, io e mio padre eravamo sempre stati uniti.. Fin da quando ero bambina, cosi quando mi aveva detto che mi doveva parlare non ho potuto dirgli di no, anche perché, volevo che quel strano silenzio finisse anche se.. Volevo sapere tutta la verità.

“ Flashback:

- Audrey aspetta! – la voce di mio padre arriva all’improvviso mentre stavo per raggiungere Matthew sul divano per aspettare Hope, Thomas mi aveva appena chiamato dicendomi di andare di sotto che a breve saremo partiti per il Bayou, avevano predisposto tutto la sera prima. Infatti, per sicurezza, non saremo andati solo con Thomas ma con un altro che sarebbe stato in macchina con noi e altri che ci avrebbero seguito senza dare nell’occhio, un piano peggio di quello del Presidente.
Mi giro guardandolo, notando il suo sguardo preoccupato con il suo solito sorriso sul volto, speranzoso che non gli dicevo di no come facevo nei ultimi giorni.. Annuisco debolmente raggiungendolo di sopra nel suo studio, lanciai uno sguardo veloce a Matt, e quest’ultimo si strinse nelle spalle.
Una volta entrata nel suo studio mi fece segno di entrare, lo guardai silenziosa mentre raggiungo il centro della stanza e lui chiudeva la porta alle sue spalle superandomi per andare verso un quadro appeso nella suo studio, alzai un sopraciglio osservandolo curiosa mentre lui lo toglieva per poi aprire qualcosa nascosto.
Non sbirciai e mi guardai nervosamente intorno, da quando io e mio padre eravamo diventati cosi? C’era quasi una soglia di imbarazzo, intorno a noi due, e tutto il perché volevo sapere la verità, mi mancava anche se avendo ereditato la testardaggine di mia madre e anche l’orgoglio di entrambe le famiglie, questo peggiorava di un bel po’ la situazione.
Quando sento il rumore del quadro appena appoggiato sul muro, rialzo lo sguardo, osservando mio padre che mi dava ancora le spalle lo vidi mentre si metteva qualcosa nella tasca e poi si girava verso di me, e sul suo viso si disegnò un piccolo sorriso mentre veniva verso di me.
- Volevo scusarmi con te. – disse guardandomi nei occhi. – So che vuoi sapere la verità su tua madre, la storia della sua.. E anche della tua famiglia, il tuo essere Guardiana e quello che sta succedendo. – aggiunse lentamente. – Parlare di tua madre mi blocca sempre, ho più di mille anni eppure, Adeline.. Riesce ancora oggi, a rendermi cosi.. Imbambolato al solo sentire il suo nome. – un sorriso malinconico si disegnò sia sulle sue labbra e sia nei suoi occhi.
- Papà.. – dissi pentendomi per come mi ero comportata in quei giorni, ma come avevo potuto? L’orgoglio e la voglia di sapere la verità, quello che era successo.. Il mio lato da Guardiana che non mi dava pace, nemmeno un po’, avevo sperato che in qualche modo mi poteva calmare almeno un po’. Invece aveva fatto tutto l’effetto contrario. – Mi dispiace.. – aggiunsi facendo un piccolo sospiro, per poi abbassare lo sguardo.
Sentì le mani di mio padre sul mio viso, obbligandomi ad alzare lo sguardo verso di lui, notai i suoi occhi scuri che mi sorridevano e rassicuravano come avevano sempre fatto. Fino da quando ero solo una bambina. – Non devi scusarti ok? Ne dispiacerti, ho avuto anche io le mie colpe. – disse sempre con il sorriso sulle labbra, per poi farsi serio. – Hai ucciso la tua prima persona, per difesa, e io dovevo stare al tuo fianco in questo momento, so che i poteri di Guardiana stanno diventando sempre più forte ogni anno. -.
Annuisco solamente per poi mordermi il labbro inferiore, ogni notte, sognavo il momento esatto di cui avevo ucciso quel vampiro dei Strix, anche se mi ripetevo che era per difenderci ancora non mi si era tolto quel peso al petto e nemmeno il senso di colpa. – Forse non dovevo ucciderlo, poteva esserci utile a dirci chi ci sta dichiarando di nuovo guerra.. Io..- strinsi forte la stretta del pugno.
- Audrey. – la voce di mio padre mi fece fermare, il suo sguardo era serio molto di più di qualche minuto prima. – Non devi sentirti in colpa ok? Hai fatto la cosa giusta, quel vampiro aveva oltre 800 anni, se non lo avresti ucciso.. Vi avrebbe fatto del male, lo hai fatto per proteggere la famiglia ed è quello che facciamo sempre. – mi sussurrò lasciandomi una piccola carezza sulla guancia. – Lo conosco, si sarebbe lasciato bruciare al sole piuttosto che parlare o di chi è stata l’idea di tutto ciò, ma ti prometto che li troverò. Ed la pagherà cara. – il suo sguardo come la sua voce erano seri.
Continuai a guardarlo per qualche istante silenziosa, e poi senza pensarci nemmeno due volte lo abbracciai di scatto, rimase sorpreso per qualche secondo per poi stringermi subito e forte a sé, chiusi lentamente gli occhi godendomi quell’istante. Sembrava che tutto era spento, le mie sensazioni da Guardiana, i miei campanelli d’allarme e perfino che quel misterioso ragazzo era andato tutto via, ma lo sapevo bene che era una falsa illusione.
Per quanto gli volevo dire di quella sensazione che avevo provato il giorno prima, non potevo farlo, non perché non mi fidavo di lui ma prima di poterne parlare.. Dovevo imparare a conoscere meglio il mio lato da Guardiana.
Mio padre, mi staccò lentamente dall’abbraccio scrutandomi per qualche secondo in silenzio. – Tua madre mi disse che quando avresti fatto la tua prima uccisione, non importa se era da vampira o da Guardiana, dovevo darti una cosa da parte sua. – disse con uno strano sorriso sulle labbra, frugando dentro la tasca della sua giacca color blu scura, fino a tirar fuori uno strano bracciale argentato per poi porgermelo, lo presi tra le mani osservandolo curiosa, guardando le strane scritte che c’erano intorno. – Glielo regalò suo padre quando uccise il suo primo vampiro, anche lei come te si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto, dicendole che l’avrebbe aiutata. – sussurro lentamente, alzai lo sguardo verso di lui guardandolo senza parole. – Non sei solo una Mikaelson, bambina mia, sei anche una Roux. Sei tale e quale a tua madre, a volte mi sembra di averla di nuovo qui con me. – aggiunse e deglutisco lentamente sentendo gli occhi bruciare, strinsi con delicatezza il bracciale. – Sarebbe fiera di te, Audrey. – mi asciugò lentamente una lacrima che era scesa lungo il mio viso, per poi lasciarmi un piccolo bacio sulla fronte. – Come lo sono io. -.”


Abbassai lo sguardo sul mio polso, osservando il bracciale un tempo appartenuto a mia madre e a ogni discendente Roux, e ora a me. Era cosi strano, avere qualcosa di suo, qualcosa che un tempo aveva indossato, per la prima dopo tanto tempo e dopo tutti i suoi diari che avevo trovato, in qualche modo.. La sentivo vicino a me.
Hope, aveva guardato curiosa il bracciale dopo che ci eravamo staccati dalla nostra promessa, ma non aveva fatto domande e dentro di me l’avevo ringraziata, non c’è la facevo per il momento a raccontarle tutto anche se volevo. Ma, l’emozioni che avevo provato, e che stavo, provando erano cosi forti, che avevo ancora la voglia di piangere dentro di me.
Le parole che mi aveva detto mio padre, insieme al bracciale e del fatto che non ero solamente una Mikaelson ma anche una Roux, come mia madre, mi avevano dato forza. Forza di affrontare tutto, di affrontare anche il mio lato da Guardiana come un tempo avevo affrontato la sete di sangue, e anche se volevo sapere la verità a tutti i costi, c’è l’avrei fatta.
Quando rialzai lo sguardo, riconobbi subito gli alberi famigliari del Bayou, mi girai per osservare Hope che aveva uno strano sorriso sulle labbra. Nonostante i suoi litigi con sua madre, nei ultimi anni, lei amava il Bayou, fin da piccola aveva passato moltissimo tempo li e sapevo che andarci poco e niente le faceva male.
Quando Thomas parcheggiò, notammo subito Hayley insieme ad altri due lupi ad aspettarci, ci avvisò che ci sarebbe venuto a prendere tra qualche ora, annuimmo prima di salutarlo e scendiamo dalla macchina. L’unica cosa che Jackson, aveva chiesto ai nostri genitori, che quando venivamo a trovarli non ci dovevano essere altri vampiri in giro, gli altri lupi non andavano molto d’accordo dopo quello che zio Klaus gli aveva fatto, ma comunque volevano bene a noi.
Stranamente, Hayley ci accolse con uno strano sorriso sulle labbra e dopo averci salutato ci fece segno di seguirla.
E fu proprio lì, che sentivo di nuovo quella strana sensazione diventare sempre più forte.
 

・・・

Erano ormai passate due ore, e non era successo nulla, sembrava che anche quella sensazione e quel senso che sarebbe successo qualcosa era come scomparso dalla circolazione. Tutto procedeva con tranquillità, avevamo passato queste ultime due ore insieme ad alcuni lupi che non erano molti impegnati nelle loro faccende quotidiane.
Ci avevano anche spiegato alcune cose sulla natura, anche se Matt era scomparso vedendo come combattevano i lupi mannari, ora stavamo sedute insieme a Mary sul portico della sua casa mentre lei cominciava a preparare il pranzo tranquillamente.
C’era una calma strana, uno strano silenzio quasi come se era una giornata tranquilla quasi gli uccellini cantavano tranquilli, anche se eravamo in autunno il sole era ancora caldo come se eravamo ancora in estate. Respirai tranquilla l’aria della foresta rilassando la schiena contro lo schienale della sedia, osservai Hope mentre parlava tranquillamente con qualcuno della Mezza Luna, anche se era figlia di Klaus Mikaelson, tutti l’ammiravano alcuni di loro, grazie forse anche a Jackson e Hayley, avevano dimenticato o meglio perdonato mio zio per quello che gli aveva fatto anni prima, cominciando una nuova alleanza.
Mi tolsi piano il bracciale di mia madre, mantenendolo con entrambi le mani, mentre cercavo di leggere le frasi scritte sopra, una piccola smorfia si disegnò sul mio volto non capendo nulla, in un primo momento pensavo che era francese, visto che mia madre era nata lì. Come tutta la sua famiglia.
Ma, non mi sembrava una frase scritta in francese ma in una lingua molto antica, come il bracciale stesso anche se era stato tenuto perfettamente in questi anni era antico, come aveva confermato poi mio padre. Ma prima o poi, avrei scoperto cosa significava quella frase, feci un piccolo sorriso indossandolo di nuovo.
Mentre mi rilassavo sul portico della piccola casa di Mary, di nuovo quella sensazione si fece largo dentro di me facendomi mancare il respiro, quei campanelli d’allarme che suonavano all’impazzata dentro di me. Di nuovo, quella maledetta sensazione che si era trasformata in certezza che stava per accadere qualcosa.
Qualcosa di brutto, qualcosa di cattivo stava per arrivare.
Portai una mano sul petto, sentendo una morsa al cuore farsi sempre più forte dentro di me, e volevo davvero capire e imparare come potevo fermare tutto ciò.. Come poter fermare questo potere incontrollato da Guardiana che ho, quando sentì una mano sulla mia spalla sussultai alzando velocemente lo sguardo, notando che davanti a me c’era Hayley con uno sguardo preoccupato mentre mi scrutava silenziosa.
- Audrey tutto bene? – mi domandò, forse era la seconda volta che me lo chiedeva, succedeva sempre quando mi accadevano questi tipi di attacchi.
Quando sentì che tutto si stava calmando, feci un debole sorriso annuendo. – Si, tutto apposto scusa se ti ho fatto preoccupare. – mormorai velocemente, notando con la coda dell’occhio che Hope era venuta verso di noi anche lei preoccupata, si mise subito accanto a me appoggiandomi una mano sulla spalla.
- Tranquilla.. L’importante che ora stai bene. – disse facendo anche lei un sorriso, per poi alzarsi visto che uno l’aveva chiamata, pregandole di venire subito lì, dopo aver rivolto uno sguardo ad Hope scese i gradini raggiungendola. Rimasi ad osservarla dubbiosa, notando come fosse cambiata in quei pochi giorni.
- E’ successo di nuovo? – domandò quasi a un filo di voce Hope, come per poterlo udire solamente io, ormai sua madre era lontana un bel po’ e sembrava proprio persa in quella conversazione.
Feci un piccolo sospiro e mi girai a guardare mia cugina di nuovo, il mio sguardo era serio e il sorriso di poco prima rivolto a Hayley era scomparso dal mio volto. – Si, qualcosa sta per accadere. E sarà oggi. – mormorai preoccupata, non sapevo il perché o il motivo, ma sapevo che oggi sarebbe successo qualcosa era una certezza.
Hope fece un piccolo sospiro, appoggiandosi anche lei sulla piccola ringhiera di legno immersa nei propri pensieri, socchiusi leggermente gli occhi godendomi un po’ il silenzio quasi isolandomi da tutto, come se nessuno stesse parlando e non c’era nessun rumore accanto a me.
Ma tutto questo, come la pace, durò poco, arrivò subito qualcuno che era a guardia dell’ingresso del Bayou che respirava affannosamente fermandosi davanti a Hayley, dopo che io e Hope ci diamo uno sguardo di intesa scendiamo velocemente i gradini mentre quel ragazzo raccontava tutto. Jackson diede subito l’ordine di mettersi pronti all’attacco, in caso, fossero qualcuno che ci aveva colpito nell’incidente o qualche vampiro dei Strix che si volevano divertire o in maggiori dei casi: i cacciatori.
Dopo qualche minuto, cinque persone entrarono nel Bayou, c’era una donna anziana in mezzo a due ragazzi alti e dietro di loro c’erano dei adolescenti, non mi sembravano affatto dei vampiri. E poi, successe di nuovo, come ogni volta che lo incontravo, lui era lì, vestito tutto di nero con gli occhiali da sole scuri che coprivano i suoi occhi.
Apro la bocca sorpresa, rimanendo bloccata con lo sguardo fisso su di lui, quando si accorse di me sul suo volto nacque un piccolo sorriso divertito e malizioso.
Cosa ci faceva lui qui?

Pov. Adrian

Eravamo appena arrivati nel Bayou, mio fratello Ben era affianco sinistro di nostra nonna, e con mia sfortuna ci eravamo dovuti portare anche quei due poppanti di Lycan per farli imparare anche la pace, o cosi aveva detto mia nonna.
Avrei preferito che rimanevano a casa loro, visto che per mio parere non erano ancora pronti ma comandavano mio fratello e mia nonna, e poi Antonio era stato d’accordo e non potevo oppormi.
Quando avevamo messo piede nel Bayou, molti di loro erano pronti a combattere: chi con archi e frecce, chi senza nulla, alcuni perfino con le mazze. Alzai un sopracciglio che forse, non si notava molto per via degli occhiali scuri, mia nonna mi aveva pregati di indossarli visto che non ero del tutto “umano” in quel momento. Quel momento, che ero troppo immerso nel dolore e nel lutto ma per farla stare tranquilla avevo accettato.
E ora eccola qui, la piccola Mikaelson che mi osservava con la bocca semi aperta dalla sorpresa che io mi trovavo lì, non ci eravamo più rivisti da quando io le avevo detto di scoprire chi sono e cosa ero. Io ero sparito da New Orleans, forse lei aveva pensato che ero un semplice umano o turista che corteggiava qualunque ragazza, ma questo non mi fece trattenere da fare un piccolo sorriso con un misto di divertimento e anche malizioso.
Distolsi subito lo sguardo da lei, portandolo davanti a me, quando una donna anziana corse verso di noi mettendosi davanti a noi urlando un “fermi”, notai che i due alfa la guardavano confusi, quando lei si avvicinò a mia nonna, d’istinto mi misi davanti a lei cercando di non guardare minaccioso quella anziana.
Ma, mia nonna mi appoggiò dolcemente una mano sulla spalla superandomi, rivolgendo un sorriso caloroso a quella donna prendendole poi le mani come segno di saluto. – Oh Mary! E’ da un bel po’ di tempo che non ci incontriamo. – disse mia nonna, era lei quella famosa donna che ci aveva accennato l’altra sera? Rivolsi uno sguardo confuso a Ben, che lui per tutta risposta si strinse velocemente le spalle.
- Oh mio dio Cornelia, pensavo che non ci saremo più riviste. – mormorò la donna di nome Mary, e poi si avvicinò una donna da come avevo scoperto era un “Ibrido”, si girò verso a quest’ultima. - Hayley, stai tranquilla dici di abbassare le armi, Cornelia è una mia amica.. Sono i Lycan come ti avevo detto ieri. – disse rivolta a quella donna e poi lei spalancò leggermente gli occhi facendo un segno con la mano ai suoi uomini, che posarono subito le armi, portai le braccia conserte sul petto osservando silenzioso.
- Mi dispiace, che siamo venuti cosi senza preavviso e vi siete preoccupati per un falso allarme. – disse lentamente mia nonna con un piccolo sorriso sulle labbra, la sua voce era tranquilla e dolce.
- Nessun disturbo, Cornelia. – disse subito Mary interrompendo l’altra donna che stava cercando di dire qualcosa, un uomo si avvicinò subito a lei, cercavo con tutto me stesso di non osservare la piccola Mikaelson, colei che stavo seguendo da mesi. Ma grazie alla mia sete di vendetta, ci stavo riuscendo. – Loro sono Hayley e mio nipote Jackson, i due alfa della Mezzaluna. – fece subito le presentazioni e mia nonna strinse le mani ad ognuno di loro.
- Purtroppo, non è potuto venire il nostro capo branco, per via di quello che è successo qualche giorno fa. – disse lentamente e poi fece un gesto a Ben di avvicinarsi. – Ma con me c’è anche mio nipote, nonché il futuro capo branco. – spiegò tranquilla mia nonna e mio fratello, molto più portato di me, si presentò a loro con una stretta di mano. – Come membro degli Anziani dei Lycan sono una sorta di capo anch’io, ma non volevo che iniziavamo una guerra senza sapere tutta la verità. – aggiunse subito dopo, scrutando Mary e gli altri due al suo fianco nei occhi.
Dopo qualche minuto di silenzio, i due, che sembravano essere marito e moglie si lanciarono un lungo sguardo e la donna di nome Hayley portò le braccia conserte per fare un piccolo sospiro. – Qualunque cosa sia successa non siamo stati noi, o meglio, è sparito ormai da giorni uno dei nostri. – disse quasi sussurrando, il lupo mannaro che avevano trovato i nostri, accanto a Sam anche lui era ferito anche se la nostra guaritrice aveva provato a salvarlo, come con Sam, non ci erano riusciti.
- Ci hanno attaccati, ed.. Uno dei nostri è morto, un giovane ragazzo. – sussurrò facendo un debole sorriso triste, in pratica Sam era cresciuto con me e Ben, era considerato uno di famiglia ormai. – Ed è morto anche il vostro. – aggiunse guardando prima Hayley e poi Mary.
Dopo alcuni attimi di silenzio, mi ritrovai ad osservare la piccola Mikaelson insieme a sua cugina dai capelli biondi e l’altro suo cugino, socchiusi gli occhi scrutando il suo sguardo. Era nervosa, ed osservava tutto in silenzio senza dire di nulla, mi ero quasi distratto da lei che non avevo notato che quel Jackson si era avvicinato a mia nonna minaccioso.
Un ringhio uscì involontariamente dalla mia bocca, strattonandolo facendolo allontanare subito, il mio volto non era cambiato e non era mutato nella prima fase dei Lycan, ma dentro di me dopo quello che avevo provato in quei giorni causato dalla rabbia. Il lupo era sveglio e dominava ogni mia parte umana, uno dei motivi per cui era meglio che sarei rimasto a casa, anche quella donna, Mary, lo allontanò subito quasi sgridandolo per ciò che stava per fare, la moglie lo bloccò immediatamente per un braccio. – Cornelia.. – mormorò la donna subito dopo, guardando mia nonna nei occhi.
- Non siamo stati noi ad ucciderlo. – rispose alla domanda anche se non glielo aveva chiesto, rimasi davanti a lei senza spostarmi nemmeno per un centimetro e anche Ben si era avvicinato rimanendo al suo fianco. – Abbiamo provato a salvarlo, ma purtroppo, il veleno che gli ha somministrato lo ha ucciso. Come ha ucciso il nostro ragazzo. – concluse mia nonna con il suo tono pieno di tristezza.
- Veleno? – domandò Hayley confusa lasciando cadere il braccio lungo il fianco, osservando incredula a mia nonna dopo la sua rivelazione.
- Si, Hayley. – confermò mia nonna annuendo, facendo un piccolo sospiro per poi fare qualche passo avanti, lasciandomi uno sguardo. – Ha colpito in fretta, si stava rimettendo e poi.. Sono morti, il vostro un ora prima, questo spiega che chi la portato da noi per provocarci.. Gli ha iniettato il veleno direttamente. – sussurrò ripetendo le parole della nostra guaritrice, che aveva risposto ad ogni domanda del consiglio degli Anziani e di Antonio.
Intorno a noi si calò un lungo silenzio, il quale quel Jackson si allontanò confuso da loro, osservai tutto in silenzio portandomi poi le mani nelle tasche dei pantaloni, sentendo di nuovo quella sensazione pulsare dentro di me, come se qualcosa doveva accadere. Rimasi in silenzio con un volto impassibile mentre scrutavo la zona intorno a noi, conoscevo benissimo gli odori dei Mikaelson ormai avevo imparato a distinguerli perfettamente, c’era qualcosa che non andava intorno a noi.
Eravamo molto più potenti a distinguere il pericolo da subito, più dei vampiri e dei lupi mannari stessi, non centrava il nulla il fatto che ero anche un mezzo Guardiano ereditato da mio padre, noi convivevamo sempre con il nostro lupo ed eravamo liberi in un certo senso, di trasformarci sempre. Non dovevamo aspettare la luna piena, non dovevamo spezzare una maledizione, perché la nostra non era affatto una maledizione.
Mi tolsi gli occhiali da sole, con un gesto quasi meccanico li portai dentro la tasca della giacca, sapevo i miei occhi erano argento come quelli del mio lupo, camminai lentamente intorno fiutando la zona sentendo ogni tipo di odori. Il mio sguardo, vagò per qualche secondo, alla piccola Mikaelson che quando aveva visto i miei occhi aveva sussultato sorpresa.
Mio fratello venne subito vicino a me, appoggiandomi una mano sulla spalla per fermarmi. – Cosa succede? – mi chiese a bassa voce, per non farsi udire, non gli risposi subito mi guardai intorno più volte, qualcosa non andava riconobbe subito un odore nuovo ma famigliare allo stesso tempo.
- Vampiri. – mormorai con le labbra quasi chiuse del tutto, ringhiando leggermente dentro di me osservando un punto fisso della foresta, si stavano avvicinando ed erano in un bel po’.
- Ma qui ci sono dei vampiri. – borbottò uno dei due che avevamo portato, ed io mi girai di scatto fulminandolo con lo sguardo, uno dei motivi per cui non volevano che venivano, parlavano senza pensare, nel frattempo anche Ben si era concentrato scrutando tutta la zona intorno a noi.
- Non sono loro. – borbottai quasi ringhiando contro di loro, mia nonna si mise in mezzo tra me e quei due ragazzi prima che poteva succedere davvero che li lanciavo via da quel posto, non erano dei semplici poppanti, un bambino di un anno era più intelligente di loro.
La voce di mia nonna arrivò subito autoritaria, facendomi voltare verso di lei, e solo allora notai che i tre Mikaelson si erano avvicinati. – Mi volete spiegare cosa sta succedendo? – disse cercando di non sbottare, e di non urlare, quei due abbassarono subito il capo riconoscendo il tono di voce arrabbiato e stufo.
Ben dopo qualche istante si avvicinò annuendo tra se e se, mentre il branco della Mezzaluna ci osservava confuso. – Hai ragione, ci sono dei vampiri qui intorno e si stanno avvicinando. – confermò guardandomi dritto nei occhi e poi per rivolgersi a nostra nonna.
- Non capisco.. – mormorò quasi Hayley, e sia mia nonna che Ben si voltarono verso di lei. – Non abbiamo sentito nulla, nessun vampiro.. Come? – dopo quella domanda mi voltai anch’io alzando un sopracciglio sorpreso.
Mia nonna fece un piccolo sorriso, comprendendo il fatto che forse, l’Ibrida, non conosceva affatto la nostra storia e le nostre capacità. – Noi abbiamo le sensazioni e le capacità molto più sviluppati dei vostri. – spiegò, anche Mary annui alle parole di mia nonna, subito dopo Hayley esitando disse a un paio dei suoi, di controllare il lato opposto del Bayou, pensando che forse si erano divisi in gruppi.
- Bene perfetto, vado a controllare la zona. – aggiunsi in tono deciso, sentendomi eccitato all’idea di combattere e di far fuori chiunque, era nella lista di chi aveva fatto uccidere Sam potevo quasi sentire il sapore della vendetta nella mia bocca.
Non avevo fatto nemmeno qualche passo, per raggiungere quella scia che portava ai vampiri, che mia nonna mi bloccò per un braccio riportandomi indietro. – Scordatelo, Adrian. – i suoi occhi argentati, erano seri e non ammetteva nessun tono di repliche. – Ben, controlla tu la zona e stai attento. – disse guardando dritto nei occhi mio fratello.
Ben, annuì lentamente per poi rivolgermi uno sguardo e io sospirai facendo una smorfia, si diresse verso il lato dove avevamo sentito l’odore dei vampiri avvicinarsi sempre di più, il mio sguardo rimasse fisso lì anche dopo che era scomparso tra gli alberi.
Anche se odiavo di dover stare fermo qui, senza far nulla, mentre quei due tremavano per la paura, mi concentrai entrando in una sorta di “contatto” con mio fratello. Succedeva in casi rari che due Lycan si potevano mettere in contatto anche se, erano distanti, ma tra me e Ben era tutto un’altra storia, non avendo lo stesso sangue era stato possibile.
Anche se ero immerso con mio fratello, sentendo le sue sensazioni, quasi il mio lupo poteva vedere quello che lui stava osservando, ma sentivo tutto quello che accadeva intorno a me, appena sentì le frasi di quei due poppanti che volevano proteggerla a tutti i costi ma sapevo che non ci sarebbero mai riusciti, sbuffai sonoramente. – Lecca culi. – mormorai quasi ringhiando, concentrandomi di nuovo sul contatto.
Sussultai leggermente quando lo sentì combattere contro i vampiri, si era trasformato alla prima fase, i vampiri sembravano essere molto più vecchi e agili nel combattimento. Portai lentamente due dita sulla fronte, socchiudendo leggermente gli occhi coinvolto in quello che stava accadendo.
Non so quanti minuti passarono, ma Ben si difendeva ad ogni attacco fino a quando qualcuno lo colpì allo stomaco, con un arma. Persi subito il contatto indietreggiando, sentendo come se la lama aveva ferito anche me, portai una mano sulla parte dove sentivo anche il dolore immenso per respirare affannosamente, mia nonna venne di corse verso di me, portandomi le mani sul volto.
- Adrian che succede? – domandò preoccupata mentre anche quella Mary si era avvicinata, il mio sguardo si posò lentamente su di lei, dopo essermi ripreso leggermente stringo leggermente la mano chiudendola in un pugno.
- Lo hanno ferito. – borbottai solamente e vidi mia nonna sbiancare in volto, senza aspettare nessuna sua risposta mi girai verso quei due ragazzini osservandoli facendo una smorfia, sapendo già che mi stavo pentendo di quella scelta. Ma dovevo farlo, dovevo salvare mio fratello prima che fosse troppo tardi.. Prima che, succedesse come a Sam. – State con gli occhi aperti, fatele da scudo, torno subito. – borbottai indugiando per qualche secondo, li guardai e annuirono velocemente, nei loro occhi erano spaventati, corsi velocemente sparendo pian piano tra gli alberi.
Sembrava che conoscevo tutta l’intera strada, come se un attimo prima non ci era passato Ben, ma io stesso, ero ormai a metà strada da quel combattimento, quando trovai Ben che camminava lentamente pallido in volto con la mano sul fianco piena di sangue. Mi fermai di scatto prendendolo, lasciando che si appoggiasse a me cominciando a camminare verso dove c’erano tutti, li sarebbe stato al sicuro, il suo cuore batteva velocemente e i suoi occhi erano semi chiusi. – Adrian.. – mormorò lentamente deglutendo più volte prima di finire il mio nome. – Sono.. in.. troppi. – concluse un altro pezzo di frase.
- Mantieni le forze, li dove sono tutto il branco sarai al sicuro ok? – cercai di fargli forza, mancavano pochi passi e sentivo già il loro odore farsi sempre più vicino. – Li ucciderò tutti e tu non morirai ok? – strinsi di più la prese e quando vidi che non riusciva più a tenersi in piedi, e nemmeno a parlare, lo presi mettendola sulla spalla correndo velocemente.
Quando ritornammo tutti sbiancarono, specialmente nostra nonna che si portò le mani sulla bocca, arrivai lì appoggiandolo a terra, si accosciò anche lei e con Hayley e Mary controllarono la ferita. Mia nonna gli stava lentamente accarezzando il viso, mi tolgo velocemente la giacca mettendola sotto la sua testa, mi levai anche con velocità la felpa togliendo la sua mano insanguinata mettendola sopra la sua ferita facendo pressione. – Stanno arrivando, tu po.. – mi morsi piano il labbro. – Fai pressione, non lasciare la presa per nessun motivo al mondo, ok? – dissi senza nessun tono di repliche guardandolo dritto nei occhi, lui annuì deglutendo. – Bene, io mi occupo di quelli. – dopo aver dato un veloce sguardo a mio fratello, mi alzai velocemente.
- Adrian.. – mi girai incontrando gli occhi di mia nonna, pieni di preoccupazione e di paura di quello che poteva succedere, le parole le morirono in gola.
- So cavare a me stesso, tranquilla. – sussurrai facendole un breve sorriso per poi aspettarli, il loro odore si stava facendo sempre più forte, e anche quelli della Mezzaluna lo stavano sentendo il mio sguardo era rivolto verso a quel punto fino a quanto, la voce di Hayley mi fece distogliere riportando lo sguardo verso di lei.
- Siete troppo a rischio qui, e troppo esposti. – disse guardandosi intorno, come per cercare un modo per trovare un nascondiglio fino a quando quella battaglia sarebbe finita, di certo, non mi andava per niente giù di lasciare a guardia uno dei poppanti.
Ad un tratto, la ragazza bionda si avvicinò. – Ci penso io, posso occultarli perfettamente e per tutta la durata della battaglia. – disse con decisione guardando con occhi fissi, la donna spalancò gli occhi sorpresa, ovviamente sapevo ogni cosa dei Mikaelson, anche che Hayley aveva avuto una figlia da Klaus. Ma questo, ogni Lycan e ogni branco di tutto il mondo lo sapevano di certo non era una novità.
- Hope.. – sussurrò preoccupata, ma la ragazza la fermò dicendole che non si doveva affatto preoccupare per lei, il mio sguardo si posò brevemente su lei che appena si accorse che la stavo guardando. Mi ricambiò lo sguardo per qualche secondo, il suo volto era serio, non c’era più traccia di sorpresa e curiosità perché io fossi li era come se fosse pronta, per combattere.
Notai che li stavano spostando verso uno spazio, una sorta di oscurità, in un angolo tra due case dopo la ragazza aveva già cominciato ad dire delle strane parole in chissà quale lingua, osservai il tutto fino a quando vidi che sia mia nonna, Ben, il poppante e quella Mary con la ragazza stessa sparirono dalla mia vista. Dalla vista di tutti.
Osservai velocemente l’altro che era rimasto con me, e quasi se la stava per fare addosso e mi ritrovai a fare l’ennessima smorfia, quando vidi alcuni vampiri venire verso di me con uno davanti a tutti loro con uno strano sorriso sulle labbra. Rimase sorpreso nel vedermi ancora in piedi, come se sperava che ero nelle condizioni di Ben, speravo di sbagliarmi, era quasi possibile che qualcuno conosceva il legame tra i Lycan.
- Oh. – disse sorpreso guardandosi intorno come per cercare tutti. – Pensavo che eravate molti di più di Lycan, ma a quanto pare mi sbagliavo anche se so che alcuni li avete nascosti. – disse sottolineando l’ultima parola. – E speravo che tu, fossi a KO come quell’altro. – aggiunse a denti stretti, non nascondendo affatto la sua delusione.
Socchiusi gli occhi a due fessure, osservando quel vampiro dritto nei occhi, come faceva sapere una cosa del genere? Era raro, che qualcuno sapeva ciò, sapeva del legame. Non feci trapelare nulla, nessuna emozione, nessun sguardo che potesse fargli capire, un sorriso cattivo e divertito si disegnò sulle mie labbra. Sentì il lupo fremere dentro di me, voglioso di vendicarsi, voglioso di combattere. – Mi dispiace che tu sia deluso, ci vuole molto di più per mettermi a KO. – dissi stringendomi appena nelle spalle, potevo quasi sentire nell’aria la confusione del branco della Mezzaluna.
Come immaginavo, il vampiro non accettò affatto quello che avevo detto, il suo volto si trasformò mostrano le vene di sangue intorno gli occhi dicendo ai suoi di combattere. Stiracchiai appena il collo, quando mi trasformai uscì un ringhio, il mio volto era deformato nella forma di quello di un lupo, apri entrambi le mani mostrando gli artigli mettendomi in posizione d’attacco.
Subito, due di loro mi attaccarono allo stesso momento, inarcai ironicamente le sopracciglia lasciando che mi colpivano, ma con un gesto solo gli strappai i loro cuori dal petto per poi gettarli al suolo sui proprio corpi.
Continuai a combattere, uccidendo ogni vampiro, cercando di non farli scappare con la coda dell’occhio cadde sulla piccola Mikaelson che combatteva con agilità contro gli altri vampiri, molto più vecchi di lei e anche molto più forti, ma lei gli teneva testa.
Quando buttai a terra un altro vampiro morto, mi girai nel notare quel poppante in difficoltà sbuffai, sapevo bene che gli avevano già insegnato l’arte del combattimento, fin da bambini perché in ogni momento, come era successo in passato, ci potevano colpire. Come adesso.
Con un gesto saltai addosso a quel vampiro, buttandolo a terra, in confronto a quelli che avevo mandato a terra qualche secondo prima, questo era tosto dando calci e pugni reagendo a quelli che gli davo io. Mi sbatte contro un albero, chiusi gli occhi brevemente per il dolore improvviso alla schiena per via della botta, ma mi ripresi subito riaprendoli ma fù più veloce di me e mi morse sul collo.
Sentì i suoi denti lacerare la pelle, un ringhio di dolore mi uscì involontariamente ma lo staccai con forza, e prima che il mio sangue facesse effetto con una mossa sola lo uccisi lasciandolo cadere a terra.
Tremavo, non per la paura e non per il dolore, quel lato che poteva distruggere tutto anche il mio poco auto controllo stava per uscire fuori, non potevo subire la trasformazione completa da lupo, era una missione suicida. Ero debole, durante la trasformazione, non potevo far scoprire che ero metà Guardiano, non era il momento.
Mi concentrai sul dolore, procurato da quel vampiro la ferita era ancora aperta e pulsava forte, corsi velocemente nel bosco combattendo con altri vampiri che stavano per uccidere alcuni membri del branco. Quel vampiro, quello che aveva parlato prima della battaglia, sembrava essere sparito dal nulla.
Come se doveva dare l’inizio, ma non doveva combattere, dovevo sapere, sapere cosa sapeva su di noi. Ma quando fiutai in cerca del suo odore intorno a me, non lo trovai, chiusi la mano in un pugno cercando di mantenere la calma.
Quella foresta sembrava una zona di guerra, in allerta nel sentire ogni movimento, quando andai a sbattere contro qualcuno mi girai velocemente pronto a combattere, ma mi ritrovai la piccola Mikaelson di fronte a me di nuovo sentì quella strana emozione dentro di me, come succedeva quando lei era nei paraggi, cercai di non sfiorarla mentre lei faceva ricadere il braccio lungo il suo fianco.
Entrambi eravamo sporchi di terra e sangue, sangue di quei traditori che avevano ucciso delle persone innocenti che ci stavano dichiarando guerra per uno strano motivo, la osservai a lungo, sia io sia il lupo. Sentì uno strano movimento nell’aria, mi guardai intorno cauto socchiudendo piano gli occhi fino a quando un gruppo di vampiri con un ghigno soddisfatto sul loro volto, ci circondarono.
In quel preciso istante mi misi davanti a lei, come per proteggerla da un loro attacco, non so il perché lo stavo facendo la mia mente era confusa e immersa nella concentrazione della battaglia e sulle condizioni di Ben, per pensare in modo lecito. – Scappa ora. – mormorai a denti stretti ringhiando, cercando di tenere almeno in quel momento calmo il lupo che volevano subito colpire.
Ma lei, mi sorprese, ritornò al mio fianco osservandomi brevemente con un aria di sfida e allo stesso tempo nei suoi occhi vedevo la sua voglia di combattere. – Scordatelo, non ho paura di loro. – ribatte e io la guardai sorpreso notando un piccolo sorriso sulle labbra, lo ricambiai lentamente, e poi entrambi spostammo la nostra attenzione al gruppo di vampiri che ancora non ci avevano attaccato.
Accade tutto velocemente, ci saltarono addosso con l’intento di metterci a terra, ma con i primi cinque che ci attaccarono di massa li eliminammo nel giro di pochi secondi. Senza nemmeno pensarci un attimo, saltai addosso un gruppo di vampiri combattendo fino ad ucciderli, mentre alcuni scapparono via.
Quando feci fuori altri due, mi guardai intorno alla ricerca della ragazza non trovandola più nemmeno tra i corpi dei vampiri, il mio respiro era affannoso mentre camminavo attento ad ogni singola mossa, i vampiri erano tanti. Sicuramente, c’erano altri pronti a combattere non appena pensavamo che tutto era finito, che per questa volta avevamo vinto.
Ma non funziona cosi, ne nelle guerre e ne nelle battaglie, non si doveva mai perdere la concentrazione, non si doveva mai pensare e non si doveva mai essere mai deboli mentre si combatteva. Bastava un minimo pensiero, o qualunque cosa, che ti potevano far fuori subito all’istante.
Il lato da Guardiano, mi torturò di nuovo, feci una smorfia per poi avanzare come se in quel momento mi stava accompagnando lui mi fermai di scatto quando notai un vampiro, dai capelli rasati mettere con lentezza un paletto nel petto di lei, il volto della piccola Mikaelson era bianco come la neve i suoi occhi erano spalancati quasi scioccati da chi aveva davanti.
Mi muovo velocemente buttandomi addosso di lui prima che le dava il colpo finale, era molto più forte di tutti i vampiri che erano lì a combattere e che la maggior parte erano morti del tutto, schivava ogni mio colpo per poi ripetere la stessa cosa fino a sbattermi contro un albero, subito dopo era sparito dal nulla.
Mi guardai cautamente intorno socchiudendo appena di nuovo gli occhi il mio volto tornò come prima come quello di un umano. Accertandomi che non fosse una trappola ma quando mi accertai che se ne era andato, corsi da lei notando che le sue braccia erano diventate di un grigio strano e il suo respiro era quasi morto. Notai subito la paura e l’agitazione nei suoi occhi, presi il paletto tra le mani togliendoglielo di scatto dal petto, lei fece una smorfia di dolore chiudendo gli occhi, senza che urlava dal dolore. Controllai subito la punta del paletto di cui mancava un pezzo, riportai lo sguardo su di lei cercando di tranquillizzarla in qualche modo, anche se non ero affatto bravo in queste cose. – Ok, questo farà un pochino male. – sussurrai.
- Lui.. Lui è ancora vivo.. Io lo avevo ucciso.. Gli ho strappato il cuore dal petto – era.. morto. – mormorò con fatica per via di quel pezzo di legno ancora quasi vicino al cuore, i miei occhi si spalancarono leggermente sorpresi, sapendo subito che quel uomo o quello che aveva creduto di aver ucciso, era la sua prima uccisione. Trovai un senso di compassione dentro di me nei suoi confronti, una mia mano era ancora appoggiata al suo braccio.
- Ora non ci pensare ok? Non sprecare le forze, cercherò di non farti troppo male ad estrarre quel pezzo del paletto ok? – dissi guardandola dritta nei occhi, dopo qualche secondo lei annuì debolmente le feci un piccolo sorriso per poi indugiare per qualche secondo, prima di mettere una mano dentro al suo petto nella ricerca del pezzo di legno, la vidi sussultare dal dolore e intorno ai suoi occhi uscirono le vene gonfie di sangue strinse con forza il mio braccio.
Mi concentrai sul pezzo di legno, non pensando ad altro, fino a trovarlo lo tirai fuori mentre lei respirava affannosamente e la sua ferita si richiuse all’istante come se non fosse mai esistita, come anche quel grigiore sulle braccia di poco prima, lo buttai a terra e lei chiuse gli occhi lasciando un po’ la presa del mio braccio.
Mi presi qualche minuto, la osservai curioso sentivo ancora quella scossa elettrica come quella sera, mi incuriosiva sempre di più quella ragazza stava mostrando qualcosa che.. Non credevo che era cosi, conoscevo i vampiri, quelle cose che mi avevano detto. Quando lei aprì gli occhi e si accorse, ritrasse subito la mano imbarazzata distolsi anch’io lo sguardo sentendo quel velo di imbarazzo, farsi strada dentro di me. Mi alzai scrollando entrambe le mani sui pantaloni quando lei provò ad alzarsi, cadde di nuovo a terra indebolita dalla perdita di sangue e da quella piccola tortura che quel vampiro gli aveva inflitto.
Di nuovo non pensai, la presi in braccio anche mentre lei si divincolava e mi incamminai di nuovo verso dove c’era il campo e le abitazioni del Bayou, il mio passo era tranquillo e allo stesso tempo veloce, non ero ancora del tutto umano. Anche se il mio volto lo era, dentro di me il lupo stava ancora comandando tutto.
Una volta arrivati, tutti si voltarono verso di noi perfino mia nonna era lì accanto a Ben e la figlia di Klaus Mikaelson che ci osservano, lo sguardo di mia nonna era uno sguardo sollevato che io fossi ancora vivo. Subito un giovane ragazzo, l’ultimo dei Mikaelson, corse verso di noi mentre io la stavo mettendo lentamente a terra e anche la ragazza corse verso di noi, quando stava per cadere la mantengo subito per i fianchi.
- Audrey! Oddio che è successo? – disse tutto ad un fiato il ragazzo mentre aiutava anche lui a sorreggerla, e una volta fatto mi staccai mentre il ragazzino mi guardava in cerca di una spiegazione.
- Sta bene, si riprenderà. Un vampiro l’ha colpita e aveva un pezzetto di legno nel petto ha perso troppo sangue. – mormoro stringendomi nelle spalle portando la mia attenzione al ragazzo e poi la guardai per un breve istante.
- Grazie.. – mormorarono sia lei che il ragazzino, li osservai e notai un piccolo sorriso della ragazza bionda che ricambiai borbottando un “prego”, Audrey mi osservò per un breve istante mentre la facevano sedere e Hayley, l’ibrida alfa correva da lei con una sacca di sangue in mano.
Distolsi lo sguardo, andando da Ben ignorando quello sguardo pieno di parole di mia nonna portando l’attenzione semplicemente e solo mio fratello, appena appoggio la mano sulla fronte notai subito quanto fosse bollente. Ricordai subito le parole della nostra guaritrice, appena ci disse che un attimo prima che Sam stava per morire gli era salita subito di scatto la febbre, poi aggiunse anche che in base alla quantità di veleno il più delle volte la febbre c’era fin da subito. – Il veleno è già in circolo. – mormorai a denti stretti, per poi togliere la mano e scoprendo piano la ferita dove ancora usciva sangue, il colore del suo sangue era sempre più scuro, più scuro del normale.
- Adrian, è fuori questione.. – ribatte mia nonna, capendo subito quello che ho intenzione di fare potevo già immaginare i suoi occhi spalancati e il suo volto pallido, ma era l’unico modo per salvarlo. – Appena torneremo a casa.. -.
- No, quando torneremo a casa sarà già morto. – disse guardandola dritto nei occhi, avevo fatto un giuramento quando ero piccolo, non avrei permesso che qualcosa mi fermasse o che lui morisse. – Non permetterò che lui muoia. – aggiunsi subito dopo, senza distogliere lo sguardo dal suo.
Sapevo che era pericoloso, sapevo anche, che molti Lycan provandoci erano morti, ma lo avevamo già fatto in passato ed non era successo nulla, come ci ripetevano sempre io e Ben abbiamo un legame speciale. Quel legame, ci avrebbe sempre protetto in qualsiasi situazione o almeno ci avvertiva il più delle volte.
Appoggiai lentamente la mano sulla sua ferita, per poi chiudere appena gli occhi, appena la mia mano fù completamente sul taglio potevo sentire il veleno salire lentamente e il dolore che lui stava provando in quello stesso istante. Apro gli occhi ansimando, che ora erano ritornati di nuovo a essere color argento, una piccola smorfia di dolore sfuggì sul mio volto.
Evitai lo sguardo di tutti, che osservano scioccati quello che stava accadendo, sul mio braccio si potevano vedere delle vene nere chiaro del dolore che stava entrando dentro di me, dopo qualche istante tolsi la mano, barcollando leggermente all’indietro la vista si era oscurata.
Il veleno, era potente troppo potente, ma aveva più della metà nel suo corpo avevamo giusto il tempo di arrivare a casa e la nostra Guaritrice poteva provare qualche antidoto, vidi mia nonna venire verso di me portando una mano sulla mia fronte. – Sto.. Bene. – borbottai lentamente guardandola, e poi rimisi la mia felpa di nuovo sulla sua ferita stringendola con la cintura in modo che bloccasse l’emorragia.
Ad un tratto sentì un rumore, provenire dietro di me, lentamente mi fermai girandomi piano facendo segno con gli occhi di stare in silenzio, con una mossa presi un uomo magrolino e non molto alto stringendolo per il collo sbattendolo contro il muro. Quando, sentì l’odore che era un umano, allentai di poco la presa in modo che stesse fermo ma non soffocasse.
- Vi prego, vi prego, non mi uccidete. – supplicò l’uomo guardandomi supplicante. – Non.. Non dirò nulla ai vampiri, mi hanno incastrato, hanno detto che mi avrebbero ucciso la mia.. Famiglia. – disse velocemente, osservai l’uomo in silenzio ascoltando i battiti del suo cuore che aumentavano sia per la paura, ma anche per la bugia che aveva inventato qualche secondo prima.
Come se già quella non fosse una brutta situazione, uno dei “poppanti” si fece avanti. – Non puoi ucciderlo! E’ un umano, le regole ci vietano di uccidere un umano. – alzai brevemente un sopracciglio con uno sguardo divertito. – Se lo farai noi lo diremo ad Antonio! L’esilio ti daranno. – mormorò l’altro con il tono minaccioso.
Ero al mondo da molto più tempo di lui, conoscevo ogni fottuta regola che era stata creata dopo quel cacciatore pazzo aveva ucciso moltissima della nostra gente, regole che erano state create allo scopo di proteggerci e di rimanere in disparte.
Quando apro la bocca per dirgliene qualcuna quello che aveva detto, mia nonna mi fermò il suo tono di voce era pacato ma allo stesso tempo freddo. – Deve farlo, ha visto ciò che non doveva vedere. – parlò lentamente guardando entrambi i due ragazzi. – Le regole, dice anche se un umano compromette la nostra sicurezza o che scopra qualcosa che non deve essere scoperta, deve ucciderlo. – concluse spiegando, guardai con sguardo omicida quei due.
- Ma.. Forse lui non sa nulla! – borbottò l’altro, girai lo sguardo verso di lui inarcando di nuovo un sopracciglio, ma in tutti questi anni chi aveva insegnato a loro a conoscere i battiti delle persone? Se avevano paura, se mentivano oppure il contrario.
Quei due poppanti, mi stavano davvero mandando in bestia, come non mai potevano farmi diventare cattivo all’istante. – Sul serio? – sbottai scioccato da quello che avevano detto, ma mia nonna mi fece velocemente un segno, sapeva che stavo per perdere la pazienza e che non c’era più tempo da perdere.
- Uccidilo, nemmeno Hayley può fare nulla, sarà già stato soggiogato. – disse e anche quelli del Bayou annuirono, il suo sguardo si posò di nuovo su quello dei poppanti. – E se lo volete dire ad Antonio, fatelo pure, mi prendo io ogni responsabilità. - aggiunse, si poteva quasi avvertire, il suo tono minaccioso in pochi si mettevano contro mia nonna, o erano morti o gli mancava qualcosa.
Lo staccai dal muro, non mi andava di uccidere un umano, avevo sempre evitato di farlo forse era una sorte di debolezza, anche se alcuni di loro lo meritavano di fare una brutta fine. Ero sempre stato convinto, che non devono far parte del nostro mondo perché alla fine sarebbero state sempre vittime.
Mentre lo stavo girando, per ucciderlo il più velocemente possibile, mi fermò per il braccio stringendomi quasi forte il polso. – Il traditore, è in mezzo a voi. – sussurrò cosi piano e i miei occhi si spalancarono leggermente sorpresi da quella rivelazione, non era una bugia, come se si fosse arreso e accettato la sua morte.
Con un gesto secco gli rompo l’osso del collo, lasciandolo poi cadere inerme sul suolo, osservai il suo corpo per alcuni lunghi istanti per poi distogliere lo sguardo mentre sentivo che lei mi guardava, non aveva smesso di farlo da quando avevo assorbito il dolore insieme al veleno dalla ferita di Ben.
Mia nonna mi consigliò subito di andare a prendere la macchina, per motivi molto ovvi, che non voleva che uccidevo quei due che stavano ancora lamentarsi facendoci fare una brutta figura. Non avevano imparato nulla, di tutto quello che era successo sembrava come se il Lycan dentro di loro non esistesse. A passo veloce, andai a prendere la mia auto per poi ritornare subito lì parcheggiando al centro ordinai a detti stretti di mettersi seduti mentre prendevo il corpo di mio fratello, annuirono senza dire nulla quasi come se fossero spaventati da mia nonna.
E lì mi spuntò un piccolo sorriso, immaginando a cosa fosse successo, lo sdraiai per bene chiudendo la portiera recuperando la mia giacca e mi misi accanto a mia nonna, che aveva preso per mano Mary.
- Sapevo, che non centravate nulla. – disse sollevata mia nonna con un sorriso sulle labbra. – E ora posso dimostrarlo al resto del consiglio e anche a quelli degli Anziani. – aggiunse soddisfatta stringendole di più le mani. – Domani sarete nostri ospiti, dovremo parlare, vi offriamo il nostro aiuto ditelo anche hai Mikaelson. Ti dirò dove siamo al nostro vecchio modo di scriversi. – concluse mia nonna, per poi darsi un breve abbraccio.
- Certo, aspetto allora con ansia Cornelia! Io anche, non ho mai dubitato che voi avevate preso il nostro ragazzo. – aggiunse anche Mary sciogliendo l’abbraccio, per poi salutarsi.
Ritornai in macchina come ordinato da mia nonna mentre salutava Hayley e Jackson, mi misi seduto rilassandomi contro il sedile guardando anche io la piccola Mikaelson, che mi scrutava silenziosa e poi girò lo sguardo altrove imbarazzata.
E li, di nuovo, mi spuntò un piccolo e strano sorriso divertito, una volta che mia nonna salì in auto, feci retromarcia per poi girare partendo velocemente verso casa.


{ Hola!
Dopo tanto tempo ecco il tanto atteso capitolo! Spero che vi sia piaciuto nel prossimo capitolo, ci saranno delle belle! Quale coppia vi sta piacendo? Hope e Thomas? O Audrey e Adrian? Io amo entrambi, anche se gli ultimi e due non hanno quasi mai avuto una conversazione.
Detto, questo ci vediamo al prossimo capitolo che uscirà molto ma molto presto, ho già moltissime idee! Come sempre, grazie a coloro che leggono questa fan fiction!

A presto,
LadyEffeMikaelson.

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Capitolo 9
*** Lycan pt. 1 ***





- Lycan pt. 1
 
Pov. Audrey
 
La mia testa era appoggiata su un rotolo di asciugamano, sull’enorme vasca del bagno, il mio sguardo fissava da ore il soffitto, ripensando agli avvenimenti di quel giorno. Chi avevo ucciso il giorno dell’incidente?
Era una domanda fissa che mi tormentava da quando ero tornata a casa, anche se mio padre con tutta la mia famiglia avevano cercato di calmarmi, ma come potevo? Avevo strappato il cuore di quel uomo dal suo petto, avevo tenuto il suo cuore ancora caldo nella mia mano, come lo avevano potuto resuscitare?
Come poteva essere ancora vivo se era morto? Se io stessa, lo avevo ucciso.
Mio zio Klaus, aveva nascosto lui stesso il corpo in un giardino dove Marcel metteva chi lo tradiva, sepolto in un angolo remoto della prigione stessa. Portai una mano sul petto, anche se la ferita era sparita del tutto il punto dove aveva messo il paletto doleva ancora, avevo davvero visto la mort3e in faccia. Anche se quel paletto non mi avrebbe uccisa, solo per qualche ora, quelli di quercia bianca era ormai sparito, anche l’ultima traccia di quercia di legno che avevano trovato era andata distrutta.
Ma era davvero un esperienza terribile.
L’acqua della vasca era ormai diventata fredda, perfino le bolle di sapone erano scomparse da tutto quel tempo che ero rimasta sdraiata in quella vasca, immersa nei miei pensieri. Tutti quei vampiri che avevano attaccato il branco di Hayley e Jackson, cosa volevano esattamente da noi? Avevano messo in mezzo perfino i Lycan che erano venuti in pace, questo era quello che rendeva tutto più strano perfino, quando quella donna anziana aveva chiesto a Mary di avvisare anche a noi di venire l’indomani mattina per parlare. Mio padre insieme a mio zio Klaus, quando Hayley glielo aveva detto avevano accettato senza pensarci nemmeno due volte, le parole di mio padre le sentivo ancora dentro la mia mente: “ Chiunque sia questa nuova minaccia, abbiamo bisogno di più aiuto possibile e anche di nuovo alleanze. “ e mio zio, aveva concordato con le sue parole.
Non pensavo che avrei rivisto quel ragazzo misterioso, anche se il giorno precedente avevo scoperto molte cose di lui, soprattutto che era un Lycan. Anche se, quando Mary aveva cominciato ad raccontare la loro storia avevo avuto subito quella sensazione che lui lo fosse.
I suoi occhi erano quasi una calamita, e quella scarica.. No, quella scarica elettrica che sentivo ogni volta che ci toccavamo o che mi sfiorava non centrava nulla con il fatto, che lui, fosse un Lycan. Ne ero sicura.
Eppure, se non fosse stato per Adrian sarei stata morta ed era un esperienza che non volevo mai provare nella mia vita immortale, lui aveva visto il volto di lui. Anche se non mi conosceva, mi aveva salvato ed io avevo e ho ancora adesso la mente cosi confusa che non mi ricordavo nemmeno se lo avevo ringraziato o meno.
Mio padre mi aveva tranquillizzato quasi tutto il pomeriggio, appena eravamo arrivati a casa ero corsa da lui, in lacrime in quella sorta di “shock” ma alla fine mia zia mi aveva dato qualcosa, qualcosa che mi aveva fatto rilassare fino a quando mi ero addormentata.
E poi, appena sveglia mi ero fatta un bagno da cui non ero ancora uscita, Hope era venuta un paio di volte insieme a Matt ma ero solo riuscita a dire che volevo stare da sola. Eppure, Adrian, era riuscito in qualche modo a calmarmi a rilassarmi mentre mi toglieva il piccolo pezzo di paletto nel mio petto.
Come dei flashback mi ritornavano alla mente quando aveva iniziato a combattere con i vampiri, Matt, da come avevo sentito in macchina mentre parlava raccontando tutto a Thomas, lo ammirava anche se non lo conosceva. Nel suo volto non c’era paura, ne insicurezza nelle sue mosse, aveva ucciso un gruppo di vampiri in qualche secondo, senza fermarsi.
Il suo volto era deformato, i suoi occhi erano color argento che quasi sembravano bianchi come il ghiaccio, non era come quando mio zio Klaus, Hope o perfino Hayley si trasformavano. Quando combattevano, i loro occhi diventavano gialli e uscivano solamente i loro artigli, ma Adrian invece, il suo volto diventava quasi quello del lupo rimanendo però nella forma umana. Una cosa, che Mary aveva tralasciato di raccontare o forse, nemmeno lei lo sapeva.
Prima che quel vampiro mi bloccasse contro l’albero, dopo una serie di colpi che a malapena ero riuscita a evitare, avevo avuto l’opportunità di combattere insieme a lui. Anche se, in un primo momento mi aveva detto di scappare ma io, con la mia solita testardaggine, mi ero rifiutata facendo fuori quasi ogni vampiro che mi veniva davanti. Era una sfida silenziosa, come a quella quando lo avevo sbattuto contro il muro, fuori dal locale notturno, e mi aveva sussurrato di scoprire chi era.
Avevamo combattuto con sintonia, quasi come se eravamo collegati, in qualche modo.
Ma i Lycan non sopportavano affatto i vampiri, Mary c’è lo aveva detto, potevano creare alleanze o dare una piccola mano ma loro non sarebbero mai andati d’accordo. Era qualcosa che, avevano nel sangue. Anche se io ero una vampira originale, una metà di me, aveva il sangue e i poteri da Guardiana ereditati da mia madre.
Ero convinta che, Adrian, non fosse del tutto un Lycan anche se non sapevo ancora cos’era, ma lo avrei scoperto presto.
Un bussare della porta, mi fece ritornare di nuovo alla realtà sussultando sorpresa portando brevemente lo sguardo verso alla finestra notando le primi luci dell’alba, una voce famigliare mi risvegliò ancora dai miei pensieri.
- Audrey, tesoro. Tutto bene? – la voce di mio padre era preoccupata, dietro la porta del bagno, mi morsi il labbro inferiore. Ero stata tutte queste ore nella vasca, a rivivere ogni ricordo del giorno prima?
- Si, papà, tranquillo sto uscendo. – dissi per poi alzarmi dalla vasca, asciugandomi velocemente per poi indossare un accappatoio stringendolo bene sui fianchi. Quando apro la porta del bagno, trovai mio padre a pochi metri che quando mi guardò mi fece un piccolo sorriso, lo ricambiai, si avvicinò di più a me abbracciandomi forte.
- Mi sono preoccupato, Hope aveva detto che eri ancora chiusa in bagno. – sussurrò per poi accarezzandomi lentamente i capelli bagnati. – Pensavo che stavi dormendo. – mi accoccolai di più nel suo abbraccio.
- Non ho chiuso occhio.. Io.. Non so se sono impazzita o meno.  – ammisi contro il suo petto, sospirando, un morto non poteva tornare in vita senza nessun corpo o perfino le sue ceneri, mio zio Klaus quando io raccontai il tutto era corso subito a controllare. Ma il tutto, perfino il suo cuore, erano lì ben sepolti in quel giardino, nemmeno mio padre sapeva dove lo aveva nascosto.
- Non sei impazzita, Audrey. – la sua voce era dolce, era una sorta di calmante fin da quando ero una bambina. –Scopriremo il tutto, te lo prometto. – mi prese il viso tra le mani e mi sorrise.
Annuisco lentamente facendo un piccolo sorriso, per poi dargli un bacio sulla guancia abbracciandolo di nuovo. – Quando dovremo partire? – domandai ricordando, dell’invito che ci aveva detto Cornelia prima che se ne andarono quando erano tornati qui, Hayley e forse anche Jackson, io mi ero persa il tutto.
- Fra poco ci mettiamo d’accordo, ti ho fatto preparare una borsa con dei vestiti da Roza. – disse con un piccolo sorriso, inclinai leggermente la testa guardandolo curiosa. – Staremo li per un paio di giorni, ci ha invitati il capo branco dei Lycan, abbiamo molto di cui parlare. – mi spiegò rispondendo alla mia domanda silenziosa. – Ora preparati, ti aspetto di sotto. – aggiunse con un sorriso, lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte.
Annuisco con un breve sorriso seguendolo con lo sguardo fino a quando non era uscito dalla stanza, in quei pochi giorni che saremo stati lì di certo avrei potuto scoprire qualcosa di più su di lui o anche il perché ovunque andavo, mi ritrovavo lui che mi guardava.
Mi avviai verso l’armadio, vestendomi velocemente, indossando un paio di jeans chiari con sopra una maglia larga blu scura con le maniche lunghe. La voglia di vestirmi elegante o per bene, era sparita dalla faccia della terra quella mattina, mi avviai verso lo specchio asciugandomi velocemente i capelli legandoli alti in una sorta di cipolla disordinata, alcune ciocche mosse mi cadevano lungo il viso.
Evitai il trucco, ero la pigrezza in persona quella mattina o era il fatto che non avevo chiuso occhio tutta la notte, avevo la mente troppo piena di pensieri. Dopo essermi messa un paio di stivaletti neri, scesi a passo lento le scale fino ad arrivare dentro alla sala, dove c’erano già tutti. Perfino Hope e Matt, ma la cosa strana era che Marcel non c’era, era ormai quasi un rito da quando aveva chiarito con la nostra famiglia c’era sempre era una sorta di fratello\cugino.
Non era normale che lui non fosse qui, quando portai lo sguardo su Hope e Matt, entrambi si strinsero nelle spalle confusi anche loro quanto noi dopo il buongiorno e il saluto mi andai a sedere affianco a mio padre, di fronte a Hope.
Notai lo sguardo di zia Rebekah contrariato da qualcosa che avevano detto prima, infatti, aveva le braccia conserte sotto al petto e un espressione nervosa stampata sul volto: segno che aveva discusso con qualcuno della nostra famiglia. – Ci dovrebbe essere anche Marcel qui, Nik. – disse subito dopo rivolta a mio zio. – E spiega anche a loro, perché Marcel non è qui. – borbottò.
- Rebekah per favore. – la supplicò mio zio Klaus, sbuffando subito dopo scuotendo leggermente la testa, anche Hayley insieme a Mary erano nella stanza era probabile che Jackson sarebbe rimasto a fare di guardia al Bayou, dopo quello che era successo. – Ho perdonato Marcel, anni fa, gli ho permesso di vivere qui a New Orleans. Ma ti ricordi che si è messo con i Strix una volta? E altri vampiri che ci odiano. – disse sottolineando l’ultima parola.
Non sapevo cosa fosse successo tra la mia famiglia e Marcel, sia io e Hope, eravamo piccole quando avevano discusso per anni senza rivolgersi la parola, ma quando avevano fatto pace si erano buttati il passato alle spalle.
Mio zio Kol si alzò andando dietro zia appoggiando entrambe le mani sulle spalle. – Becks, Marcel è sempre uno di famiglia ma devo dar ragione a Niklaus questa volta. – il tono della voce era dolce, si staccò camminando avanti e indietro nella stanza sotto il nostro sguardo confuso. Ma era da una parte bello, da quando non ci nascondevano nulla eravamo finalmente coinvolti anche noi negli affari di famiglia.
- E’ la cosa migliore che non sappia nulla, è per la sua sicurezza. – disse Hayley annuendo guardando comprensiva Rebekah. – Non possiamo sapere se i Strix o quei vampiri, gli hanno fatto qualcosa o lo sanno manipolare bene da mettercelo di nuovo contro. – aggiunse subito poco.
Mio padre, che fino allora era stato in silenzio annuì guardando sia me, Hope e anche Matt e ci fece un piccolo sorriso. – Dobbiamo proteggerli, sappiamo che i Strix usano moltissimi tipi di veleni, non ci ucciderà ma sono comunque terribili. Marcel capirà e sarà d’accordo anche lui perché quest’oggi non è qui. – concluse mio padre, bevendo un sorso di tè inglese per poi appoggiare di nuovo la tazza nel piattino.
Mia zia Rebekah, annui lentamente alzando le mani in segno di resa, sospirando continuando a sorseggiare la sua bevanda. – Perfetto, ora che abbiamo risolto questa questione, chi andrà? – domandò mia zia Freya, che era rimasta in silenzio in tutta la durata di questo dibattito.
Ci fù un breve silenzio mentre entrava Roza con la nostra colazione, sorrisi alla vista della tazza piena di tè fumante e Hope ridacchiò, io e mio padre avevamo molte cose in comune specialmente la nostra passione per il tè.
Mentre continuavamo tranquilli a fare colazione, continuarono a mettersi d’accordo da chi sarebbe andato l’unica cosa certa eravamo: mio padre, zio Klaus, io, Hope, Matt, Hayley e Mary avevano chiesto nella lettera che ci dovevamo essere anche noi. Era merito di Hope e Matt che avevano salvato quel ragazzo, da come avevano detto, qualche vampiro si era accorto grazie ad una strega che Hope aveva usato un incantesimo per nascondere il gruppo.
- E’ meglio che Freya venga con voi, io e Kol possiamo rimanere a casa. – disse ad un tratto zia Rebekah. – Infondo può aiutarli meglio di me o Kol, conosce molti veleni grazie a Dahlia. – aggiunse subito dopo, anche zia Freya annuì lentamente una volta ci aveva spiegato alcuni tipi di veleno insieme a degli antidoti. Non ne avevamo bisogno, visto che nulla ci poteva uccidere e i paletti di quercia bianca erano spariti per sempre, ma mai dire mai nella vita.
 
Dopo un ora era tutto pronto, ci sarebbe stato anche Thomas, se sarebbe successo qualcosa era un aiuto in più e poi era l’unico di cui la mia famiglia si fidava. Aveva già dimostrato a tutti che ci teneva a noi, che avrebbe sempre messo la nostra vita avanti alla sua.
Di tutti i vampiri che sorvegliavano la nostra casa, e anche la nostra città, Thomas era l’unico che aveva la fiducia dei nostri genitori anche se zio Klaus, durante l’incidente aveva reagito male.
In macchina, il silenzio dominava su tutti noi, io e Hope ci stavamo lanciando dei sguardi e io le sorridevo per non farla preoccupare, sapevo che voleva parlare con me e anche io ne avevo bisogno. Ma quello che era successo il giorno precedente, ci aveva travolto tutti in pieno che eravamo dovuti andare nel rifugio dei Lycan. Da come aveva detto Mary, eravamo i primi “estranei” ad entrare, che nessun umano o altri esseri sopranaturale era mai entrato fino ad oggi.
Mio padre, insieme a zio Klaus e a Thomas, avevano fatto una sorte di strategia per non far accorgere hai nostri nemici dove stavamo andando. Infatti, subito dopo aiutai anche io a zia Freya facendole incanalare il mio potere da Guardiana, sia a lei e a Hope, mentre facevano un incantesimo potente in grado di occultarci tutti, perfino l’auto.
Per fortuna il tragitto era breve, entrambe ci eravamo indebolite in quei pochi minuti erano in troppi che Hope e zia Freya dovevano nascondere, qualcuno ci fece entrare, era un enorme cancello una sorta di galleria sotterranea nascosta tra alberi e rocce. Eravamo sempre nei dintorni di New Orleans, ma tutto ciò, non lo avevo mai visto prima d’ora e nemmeno la mia famiglia che osserva curiosa il tutto.
Dopo il tragitto della galleria si apri una sorta di cancello, e subito dopo entrammo nel villaggio era pieno di case costruite in legno sembrava un paese nascosto tra i boschi fitti di New Orleans come se nessuno avesse idea che li dentro, ci viveva qualcuno.
Scesi dalla macchina guardandomi curiosa intorno, tutti vivevano tranquillamente, bambini che giocavano ad dei semplici giochi o che si rincorrevano a vicenda seguendo un pallone da calcio, alcuni che eseguivano i propri doveri giornalieri e altri che si allenavano, in mezzo a quella enorme strada. Sembrava davvero un altro luogo, immerso nell’antichità e senza nessuna traccia di inquinamento che stava rovinando ogni bellezza del mondo.
Ad un tratto, tutti si fermarono sicuramente avevano sentito il nostro odore, la reazione non fù sorpresa anzi, il loro volto mutò subito come era successo ad Adrian quando aveva iniziato a combattere con i vampiri, uno di loro. Alto, muscoloso e con uno sguardo minaccioso anche da forma umana venne verso di noi, mio padre e zio Klaus si misero subito davanti a noi seguiti da Thomas.
Ma dell’attacco che stavamo pensando tutti, non accadde nulla qualcuno velocemente si era messo davanti a lui, le spalle erano ampie e i suoi capelli neri. – Ragazzino, togliti. – disse ringhiando mentre parlava, ma colui davanti a lui non si spostava. – Se non ti levi con ti faccio levare io, ma con la forza però, sono dei vampiri li devo uccidere. – i suoi occhi si chiusero in una fessura.
- Non uccidi nessuno, Grant. – quella voce.. Il mio cuore si fermò all’improvviso, Adrian, era lì davanti a noi con la testa alta ad affrontare quel Lycan, un suo simile tranquillamente. – Vuoi disubbidire hai ordini di mia nonna? O di Antonio? E’ grazie a questi vampiri, che Ben è ancora vivo. – il tono della sua voce era stranamente tranquillo, con una strana calma inquietate, l’uomo davanti a lui aveva una strana espressione, il suo viso era rosso dalla vergogna e dalla rabbia anche se era tornato di nuovo nella forma umana c’era qualcosa di strano in lui.
Sembravano passate delle ore, i minuti erano trascorsi più lentamente del solito, ma dopo quello strano silenzio e dei sguardi che si erano dati quel Grant sorrise crudelmente. – Quanto imparerai a portarmi rispetto Adrian? – tuonò stringendo entrambe le mani chiuse in due pugni.
- Oh, non sapevo che fossi diventato il capo qui, rispetto addirittura? – ribatte Adrian, non potevo vedere la sua espressione visto che ci dava le spalle, ma ero sicura che stava sorridendo come aveva fatto quel vampiro prima di iniziare la lotta. – Ti dai troppe arie, non credi? Ti ricordo che non sei nessuno. – sussurrò lentamente. Era chiaro, che era bastata solo quella parola per provocare di tutto quell’uomo, che cercò di colpirlo, ma Adrian, con una mossa sola senza scomporsi dal posto o fare un passo, gli girò il braccio quando si sentì un osso rompersi. L’uomo urlò, cadendo a terra stringendo con l’altra mano il braccio dolorante, Adrian lentamente si abbassò arrivando alla sua altezza. – Non sono un ragazzino, Grant. Ricordatelo, se vedo te e i tuoi amici di nuovo qui a fare i bulli. Non ti romperò il braccio la prossima volta. – il tono da calmo di un attimo prima, si trasformò in minaccioso, si alzò tranquillamente e in pochi secondi quel Grant con il suo gruppo scapparono via.
Mio padre fece un passo verso di lui, mentre una volta che erano scomparsi dietro ad un vicolo lui si era girato, gli allungò la mano che lui dopo che l’aveva guardato per qualche minuto la strinse. – Sono Elijah Mikaelson, grazie per quello che hai fatto. – disse mio padre in tono gentile.
Adrian fece un breve sorriso, stringendo la mano e poi lasciarla. – Non dovete ringraziarmi, voi non siete i nostri nemici. – disse tranquillamente e subito dopo posò lo sguardo su di me osservandomi, anche se sulle sue labbra non era apparito nessun sorriso i suoi occhi avevano quel sorrisetto.
Prima che potesse dire o fare qualcosa, vediamo Cornelia scendere velocemente dal portico della casa, che si stringeva nel suo maglioncino sembrava essere una figura importante in tutto il villaggio. – Cosa è successo? Ho sentito un urlo, ero di sopra con.. – Adrian si girò verso di lei, lo sguardo della donna era preoccupato, osservandoci per vedere se eravamo feriti o meno.
- Tranquilla, Grant voleva fare il solito spaccone ma ho risolto tutto io. – disse stringendosi nelle spalle, i due si guardarono nei occhi per alcuni istanti, erano due sguardi seri come se stavano avendo una conversazione silenziosa che noi non potevamo sentire.
Alla fine, Cornelia, sospirò scuotendo leggermente la testa. – Dovevo immaginarlo, dovevamo far qualcosa per tenerlo occupato, suppongo. – disse facendo un altro e breve sospiro e poi si girò verso di noi sorridendo calorosa abbracciando brevemente Mary e poi il suo sguardo si posò su di noi. – Suppongo che voi, siete i Mikaelson, benvenuti. – aggiunse con un sorriso, mentre stringeva la mano alla mia famiglia anche se, conosceva già i nomi di tutti noi. – Mi scuso per quello che è successo, sono tutti immersi nel dolore per quello che è accaduto prima a Sam e poi a mio nipote. – continuò lentamente con sempre il sorriso sulle labbra.
- Stiate tranquilla, signora Cornelia. – disse mio zio Klaus. – Avremo reagito anche noi cosi se avevamo degli estranei in casa nostra. – aggiunse subito dopo e mio padre lo guardò sorpreso e poi nascose un breve sorriso.
- Vi ringrazio, e chiamatemi Cornelia. Ma prego, entrate pure in casa. – disse la donna facendo un segno di seguirla, dopo aver salito i gradini ci invitò ad entrare, tutti loro erano ritornati a vivere tranquillamente come alcuni stavano già facendo ignorando la nostra presenza. Mi guardai intorno, l’enorme villa era fatta tutta in legno dei strani disegni quasi come dipinti, erano sulle mura l’entrata era ampia quasi come se fosse un’altra stanza.
Seguimmo Cornelia nel salotto, era bastato uno sguardo di Cornelia ed Adrian silenziosamente era salito di sopra, nella stanza c’era un enorme camino con il fuoco accesso sembrava quasi surreale quel posto. Ci fece accomodare sul divano, io e Hope guardavamo incantante il salotto tutto in legno mentre lei versava qualcosa nei bicchieri di vetro, il suo volto era pieno di preoccupazione molto di più del giorno precedente.
 
Pov. Adrian
 
Dopo essere salito velocemente al piano superiore, controllando la situazione di mio fratello, si era svegliato solo due volte per pochi secondi e poi era crollato di nuovo. Aveva avuto per tutta la notte la febbre alta, ma per fortuna da qualche ora era scesa diventando stabile, Marlo, la nostra guaritrice aveva detto che tutto questo era normale e che soprattutto era un buon segno che l’antidoto che aveva creato dal nulla, stava facendo effetto. Quest’ultima, aveva passato tutta la notte al suo fianco senza lasciarlo nemmeno per un secondo.
Scesi lentamente di sotto, appoggiandomi contro una colonna di legno del salotto osservandoli in silenzio mentre mia nonna parlava tranquillamente con loro e metteva a scaldare dell’acqua sul fuoco.
Il mio sguardo si posò brevemente sulla piccola Mikaelson, qualche minuto primo avevo quasi evitato uno scontro inutile che avrebbe fatto in modo che i Mikaelson non ci avrebbero aiutato, con tutto ciò. Anche se, anche loro erano nei guai come noi, a quanto sembrava.
Non aveva mai distolto lo sguardo da me mentre fronteggiavo, quel senza cervello di Grant, la rabbia che mi aveva presa appena lo avevo sentito borbottare era perché il giorno prima Antonio aveva avvisato tutti, con una riunione nella piazza. Ma come al solito, si doveva far riconoscere e provocare mezzo mondo solo perché lui poteva farlo.
Quando vidi un movimento strano nella mano di mia nonna, mi avvicinai subito a lei, era nervosa e troppo preoccupata per tutto quello che stava accadendo, essendo una Lycan anziana da molti anni il lupo dentro di lei ne risentiva e molto spesso cercava di uscire fuori. – Nonna ci penso io. –dissi prendendole dalle mani la teiera, versando in modo impacciato l’acqua nelle tazze, una volta fatto riposa la teiera al suo posto notando lo sguardo confuso dei presenti nella stanza.
- Grazie, caro. – disse mia nonna dolcemente guardandomi per poi sedersi nella sua poltrona, un sorriso comparve sul suo viso vedendo l’espressione dei presenti e poi annui tra se. – Giusto, ieri non ho fatto molto le presentazioni. Lui è Adrian, mio nipote. – il tono della voce di mia nonna era sempre stato orgoglioso, a chiunque mi presentava anche se, in tutta la mia vita solo una volta avevo fatto la scelta giusta. Ben, era il figlio e nipote perfetto io ero la pecora nera della famiglia. Infondo, in tutte le famiglie c’era la pecora nera no?
- Ma pensavo che quel ragazzo ferito era tuo nipote.. – disse confusa la donna anziana, che mi sembrava si chiamasse Mary, mia nonna aveva parlato molto di lei ieri sera ad Antonio e a tutti quelli del consiglio. Il mio sguardo andò un attimo sulla piccola Mikaelson, Audrey, che mi stava osservando sorpresa appena se ne accorse il suo sguardo ritornò su mia nonna, provai con tutto me stesso di nascondere il mio sorriso divertito.
- Lo è anche lui, sono fratelli, Adrian è il secondogenito di mia figlia. – disse mia nonna annuendo, sia lei che Ben si preoccupavano quando dovevano specificare il fatto che io non ero realmente il figlio di Antonio, anche se lui mi aveva cresciuto come se fossi suo figlio. Non molti Lycan accettavano un figlio bastardo, ma Antonio amava davvero molto mia madre e forse continuava ad amarla ancora oggi.
No, io e Ben non ci assomigliavamo affatto, lui aveva preso dalla famiglia di suo padre mentre io come mi ripetevano sempre, assomigliavo a mia madre. – Antonio non è mio padre. – dissi anticipando mia nonna a dirlo, anche se prima lo avevo chiamato con il suo nome come facevo da sempre, fin da bambino avevo saputo che non ero suo figlio ed anche se lui mi aveva ripetuto più volte di chiamarlo “papà” perché per lui era come se fossi suo figlio, ma io non ci ero mai riuscito.
- Mia figlia dopo cinque anni, incontrò la sua anima gemella.. Per quanto amava Antonio, il matrimonio era stato fatto per proteggerla. – spiegò con calma mia nonna con un sorriso, non avevo mai saputo la vera storia anche se sapevo l’amore di Antonio nei confronti di mia madre. Dopo qualche attimo di silenzio imbarazzante, mia nonna parlò di nuovo, questa volta il suo sguardo era indirizzato sulla bionda, Hope, che aveva occultato sia lei che mio fratello per tutta la battaglia. – Ti voglio ringraziare ancora, è solo grazie a te che mio nipote, Ben, è ancora vivo. – aggiunse anche se il tono della sua voce si spezzò, non avevamo nessuna certezza.
La ragazza arrossì leggermente sorridendole. – Non dovete ringraziarmi signora.. Cornelia. L’ho fatto con piacere e lo rifarei ancora. – disse, nonostante la loro giovane età i tre Mikaelson erano davvero educati in modo perfetto anche nel combattimento. Non si comportavano da viziati o da superiori, avevano delle fondamenta della famiglia come ci avevano insegnato mia nonna e Antonio.
- Ma come sta? Per caso avete trovato un antidoto? – domandò la strega osservando mia nonna, non avevo seguito tutta la loro conversazione visto che quando ero andato sopra mi ero occupato semplicemente di mio fratello.
Mia nonna annuì leggermente facendo un piccolo sospiro, sorseggiò un po’ di tè. – Si, ma non ne siamo sicuri, è un veleno strano dice la nostra guaritrice.. Ed, non ne ha molto per creare un antidoto efficace.. – rispose mia nonna stringendo con forza la tazza. – Dobbiamo solo aspettare, dice. – concluse.
Su di me, aveva detto Marlo la notte prima, non aveva nessun effetto visto che quando gli avevo tolto un po’ di dolore insieme al veleno era poco e il mio sangue non si era infettato come era successo a Ben. Vidi la giovane donna annuire pensierosa. – Posso aiutarvi, so molti tipi di veleno e forse riesco a riconoscerlo o vedere che pianta hanno usato. – disse con un piccolo sorriso sulle labbra, capendo forse, la preoccupazione di mia nonna.
- Ma certo e vi ringrazio, il vostro aiuto è ben accetto. – disse con un piccolo sorriso, poi portò lo sguardo sull’orologio e poi lo spostò su di me. – Adrian.. Antonio non doveva essere già qui da dieci minuti? –.
Annuisco lentamente, stavano succedendo molte cose strane, infatti con Antonio e Marlo mentre mia nonna era con Ben a vegliare il suo sonno, ne avevamo parlato. Specialmente quello che l’umano mi aveva confidato, era troppo preoccupata per me che avevamo accordato di non dirgli nulla almeno fino a quando non avevamo trovato il traditore.
Che sarebbe stato molto presto, lo sentivo.
Quella mattina, avevano chiesto aiuto ad Antonio visto che dopo la morte di Sam tutto era precipitato ed erano quasi tutti nel panico che poteva succedere di nuovo. Dall’alba che era uscito, non era ancora tornato, fosse il traditore sapeva dei nostri piani e dell’arrivo dei Mikaelson. Sorrisi tranquillamente a mia nonna, appoggiando una mano sulla sua spalla e lei ci appoggiò subito la sua sopra. – Tranquilla, starà per arrivare sicuramente sarà passato dalla madre di Sam. – dissi tranquillamente, odiavo essere costretto a dirle delle bugie, ma era per il suo bene. Anche se Lindy, e la figlia Demetra avevano preso davvero male la morte di Sam, come tutti del resto infondo era il capo famiglia visto che suo marito era morto prima che sua figlia nascesse.
Mia nonna annui tranquilla, sospirai di sollievo dentro di me, ci aveva creduto ci mancava solo che si metteva un’altra preoccupazione addosso non le avrebbe fatto per niente bene. Quando alzai lo sguardo, notai Klaus ed Elijah Mikaelson osservarmi come se avevano capito anche loro che avevo detto una bugia.
Ma non dissero nulla, forse entrambi avevano capito che era il per il suo bene o almeno speravo che non dicevano nulla, continuarono a parlare tranquilli anche se erano curiosi di sapere come avevamo fatto a nasconderci per tutti questi anni, senza farci mai scoprire. Un sorriso divertito, spuntò tra le labbra di mia nonna mentre raccontava tranquilla la storia.
Questo, dove ora era il nostro villaggio, un tempo era un rifugio per quando qualche cacciatore o strega ci davano la caccia anche se noi non avevamo fatto nulla, o un rifugio per le guerre. Per portare donne e bambini, ma dopo tutti quei anni che avevamo passato nascosti, il consiglio degli Anziani insieme ad Antonio avevano deciso di rimanere qui.
Fino ad ora, che qualcuno ci stava tradendo.
Ma non era molto facile trovare il traditore, eravamo in molti ed chiunque era sapeva recitare bene, mi avvicinai alla seconda poltrona libera e mi siedo tranquillo mentre continuavano a parlare. Sembrava tutto stabile, perfino Ben riposava tranquillo, avevo permesso solo adesso e durante la notte che il nostro legame era attivo e potevo controllarlo, lo staccavo solo quando qualcuno entrava in casa non sapevamo chi era ancora il traditore.
Il piano era piuttosto pericoloso, ma non era quello che mi avrebbe fermato, in tutta la mia esistenza fino ad oggi non c’era stato nulla in grado di fermarmi ero andato avanti su ogni cosa, anche contro la mia volontà.
Un rumore fece fermare di scatto i miei pensieri, in casa, dopo qualche secondo entrò: Bandon, un giovane Lycan ancora nel pieno della sua adolescenza ma promettente su molti punti, come a sempre portava molte cose in casa che sua madre preparava. Quando mia nonna gli fece segnò di entrare in salotto, si avvicinò tranquillo non mostrando nessuna sua emozione, anche se sapevo che era curioso di vedere i Mikaelson. Infondo nessuno di loro aveva ancora visto un vampiro o un ibrido dal vivo, era del tutto normale che erano curiosi come dovevano esserlo alla loro giovane età.
- Cornelia. Adrian. – salutò abbassando il capo come segno di rispetto per mia nonna, in confronto a quei poppanti lui era molto rispettoso, specialmente sapeva quando doveva stare zitto o quando doveva parlare. Nascose molto bene anche il suo impaccio e imbarazzo nell’essere qui in quel momento, un sorriso sincero mi spuntò sulle labbra e alzai una mano in segno di saluto.
- Oh Bandon, caro, come stai? E’ successo qualcosa? – domandò mia nonna con un piccolo sorriso, infondo lei aveva visto crescere ogni Lycan del villaggio ed per lei era come dei suoi nipoti e parenti.
Si schiarì la voce porgendo a mia nonna una ciotola con dentro delle siringhe. – Ho incontrato Marlo in piazza, mi ha detto di portare queste se Ben dovesse peggiorare all’improvviso. – nel tono della sua voce si notò una linea di preoccupazione, mia nonna annuì lentamente per poi sorridere.
- Grazie, Bandon. Sei un bravo ragazzo, tuo padre sarebbe molto fiero di te. – disse mia nonna sorridendo, non c’era sempre stato la pace nemmeno dopo quando avevano cacciato via i Devitto e quel pazzo come colui che ci aveva tradito era morto.
Dodici anni fa, alcuni cacciatori di taglie avevano riuscito ad entrare nel nostro villaggio, ma per fortuna eravamo riusciti ad ucciderli tutti e a farli sparire da qui, ma purtroppo.. Come ogni guerra, molti di noi erano morti per proteggere la nostra gente. Uno di questi, era proprio il padre di Bandon.
Quando mia nonna tornò a parlare tranquillamente con i Mikaelson, Bandon si avvicinò a me lasciando scivolare qualcosa dalla manica della sua maglia, un sorriso divertito spuntò dalle mie labbra che nascosi subito mettendo una mano davanti alla bocca compiaciuto dal fatto che aveva imparato molto in fretta. Mi porse una piccola siringa, il liquido era di un color verdastro con qualche linea viola, la presi nascondendola nella tasca dei pantaloni.
Come i vampiri avevano la verbena e i licantropi lo strozza lupo, anche noi avevamo una pianta che non era in grado di ucciderci ma ci indeboliva un bel po’ e bastava anche una semplice arma per farci fuori. Mi aveva sorpreso Marlo, fare queste cose di nascosto sotto il naso e l’attenzione vigile di mia nonna, l’aveva sempre rispettata e mai aveva fatto qualcosa contro del suo parere.
Quella mattina, o meglio, da quando i Mikaelson erano entrati in casa non facevano altro che tutti giravano contro casa, l’odore della loro curiosità quasi mi dava la nausea più di un odore di un vampiro.
Non erano passati nemmeno cinque minuti, che di nuovo entrarono in casa, quando vidi chi era spalancai gli occhi sbuffando silenziosamente spostando lo sguardo verso il camino. L’ultima volta che l’avevo vista era cinque anni fa, prima che partissi dopo che ero un po’ su di giri e forse dentro a quel drink avevano messo qualche tipo di droga che mi aveva spento il cervello.
Visto che i Lycan l’alcool non gli faceva effetto, non si ubriacavano mai, solo da adolescenti che non si era ancora del tutto “adulti” ma non era mai come una sbronza umana o quella dei vampiri. Avevamo purtroppo, passato la notte insieme, da quel giorno io cercavo di evitarla come la peste visto che la mattina dopo aveva detto di volermi sposare e che l’avevo rovinata anche se era stata proprio lei a saltarmi addosso.
Io Adrian Mitchell, non sono di certo quel tipo di uomo. Non più oramai.
Parlò con mia nonna, dicendo di una riunione urgente, girai lo sguardo verso di lei osservandola in modo sospetto. Riunioni? Anche dal volto di mia nonna, era sorpresa, non c’erano riunioni mia nonna se ne era occupata due giorni prima rimandando tutto a dopo il funerale di Sam. Che si sarebbe occupata lei stessa della questione dei vampiri e del branco della Mezzaluna nel Bayou.
- E’ impossibile, Louise, la riunione è dopo domani. – ribatte mia nonna, alzandosi dalla poltrona scuotendo leggermente la testa confusa. E se fosse stato tutto organizzato? – Vado a prendere lo scialle, aspettami fuori. – aggiunse sospirando e si girò verso di me. – Adrian, per favore pensaci tu hai nostri ospiti io torno subito. – io annuisco e lei sorride portando la sua attenzione a loro scusandosi che si doveva assentare per qualche minuto.
Bandon stava per andarsene ma con una mossa veloce lo bloccai per il polso, sentì il suo sguardo confuso su di me ma con la mano libera gli feci segno di aspettare, avevo bisogno di occhi mentre io sarei rimasto qui, mi potevo benissimo fidare di lui e non avevo dubbi della scelta che avevo appena preso.
Quando mia nonna andò nell’altra stanza e Louise dopo avermi rivolto uno sguardo pieno di disprezzo, anche se gli era piaciuta eccome quella notte, uscì fuori di casa mi alzai girandomi verso di Bandon, sebbene lui non faceva parte dei Lycan che proteggevano mia nonna era adatto per questo compito, ma di quei due poppanti non c’era da fidarsi e non erano pronti a nulla erano solo una delusione. – Vuoi una tua prima missione? – chiesi sussurrando in modo che mia nonna non sentisse.
I suoi occhi si illuminarono di eccitazione, come ogni Lycan della sua età, avere una missione li esaltava e non poco, ma sapevo che Bandon sapeva controllare le sue emozioni. – Si! – rispose senza esitare e nemmeno pensarci.
Un sorriso apparve sul mio volto, con il volto confuso dei Mikaelson e dei due membri del branco della Mezzaluna ci guardarono in silenzio. – Ottimo, vai con mia nonna. – dissi e lui spalanco gli occhi ma prima che diceva qualcosa lo interrompo. – Inventati qualcosa, di quei due poppanti non mi fido. Devi essere i miei occhi e le mie orecchie. – aggiunsi in tono serio guardandolo dritto nei occhi, anche lui evitava di far uscire il lupo, come d’altronde facevo io ma avevo molta più esperienza di lui. – Non mi piace di questa riunione, mi puzza di bruciato specialmente dopo quello che sta succedendo. Qualunque cosa succede, manda il segnale, ok Bandon? – domandai non c’era bisogno che gli spiegavo il tutto era intelligente per capire da solo.
- Si. – rispose annuendo guardandomi seriamente il volto, sorrisi dandogli una pacca sulla spalla, io stesso avevo allenato quel ragazzo qualche anno prima e fin da subito sapevo che non avrebbe deluso nessuno e che avrebbe portato a termine ogni suo compito.
Due minuti dopo esatti, mia nonna tornò con una faccia impassibile mi allontanai da Bandon mettendomi di nuovo seduto comodamente mentre mia nonna dava raccomandazioni, non ero molto bravo a fare l’uomo di casa. Lo sapevo bene, quando ebbe finito Bandon si inventò una scusa chiedendole di venire con lei dicendole di voler imparare specialmente come si doveva comportare con gli altri membri del consiglio, mia nonna annuì sorridendo concorda ed gli fece segno di seguirla.
 
・・・
 
Erano passate ore ormai era pomeriggio, da quando era uscita da quella porta.
Non era successo nulla, quello che mi preoccupava ancora di più e perfino hai Mikaelson non gli piaceva tutta questa situazione specialmente quando stava capitando in quel periodo, ed il mio lato da Guardiano non mi stava dando tregua.
Matthew, il più piccolo, da come avevo capito, mi aveva fatto i complimenti di come avevo reagito e combattuto il giorno prima. Ammetto che, ne ero rimasto sorpreso sapevo di essere bravo a combattere, fin da piccolo mi ero sempre allenato e non smettevo mai nemmeno quando ero in città.
Ma forse, sentire un complimento uscito dalle labbra di un vampiro poteva fare questo effetto, dovevo ammettere che per la sua giovane età anche lui aveva combattuto bene, come sua cugina. Audrey, quei vampiri erano vecchi e avevano molta esperienza, almeno erano da circa 20 anni vampiri alcuni di loro, ma loro si erano saputi difendere bene senza l’aiuto di nessuno.
Ad un tratto, mi ricordai di quel vampiro che aveva quasi messo a KO, la piccola Mikaelson, era davvero forte cosi tanto che era riuscito a scappare non dubitavo che colui, aveva più di un secolo sulle spalle.
La tensione comunque, sembrava essersi sciolta, stavamo parlando tutti tranquillamente ed avevo appurato che era vero su quello che si diceva su Klaus Mikaelson. Dopo la nascita di sua figlia, era cambiato anche se io non avevo mai giudicato quello che avevo fatto non esisteva nessun buono al cento per cento, su questa terra.
Un odore famigliare mi entrò nelle narici, era un miscuglio di moltissime emozioni ma quelle più forte erano: la rabbia, e il dolore. Mi irrigidisco subito sulla poltrona, alzandomi di scatto dalla poltrona guardandomi intorno cercando di capire da dove arrivasse quel odore, chi l’aveva liberata cosi presto?
Il suo lutto era troppo fresco, non avrebbe ragionato avrebbe fatto quello che il lupo voleva perché nessuno dei due aveva lucidità in quel momento, la donna in confronto di noi uomini, reagiva in modo distruttivo al lutto. Uccideva, senza rendersi conto del il perché lo faceva, smisi di concentrarmi su Ben non sapevo il motivo, potevo semplicemente mandarla via o stenderla in qualche secondo ma.. Il mio lato da Guardiano, mi metteva come in guardia da qualcosa.
- Oh dannazione. – borbottai, proprio oggi doveva succedere tutto ciò? Mi girai verso i Mikaelson, vampiri, anche se tre di loro erano ibridi, non era una composizione perfetta per una Lycan incazzata immersa nell’oscurità più totale. – Qualunque cosa succeda, state fermi. Non è in sé. – mormorai seriamente, avevo quasi sperato che la giornata di oggi sarebbe andata bene.
Senza liti, senza traditori e senza nulla, ma mi sbagliavo.
Elijah Mikaelson, aveva appena aperto la bocca per dire qualcosa e in quel momento entrò Claude, il mio sguardo si spostò subito su di lei. Il suo aspetto non era dei migliori, i capelli erano fuori posto e i suoi occhi erano azzurri, erano come se al posto del suo azzurro caldo ora c’era solamente un freddo glaciale.
Il mio sguardo cadde su un paletto, un paletto non creato perfettamente, ma in grado di comunque di uccidere un vampiro, solo uno in questa stanza era in grado di morire. Feci un passo avanti tenendo lo sguardo fisso su di lei, mi rivolse subito lo sguardo, avevano dovuto strapparla via con la forza per portare via il corpo di Sam. – Claude.. Cosa ci fai qui? – domandai con un sorriso tranquillo, il tono della mia voce era dolce e pacato, non avevo mai provato a far ragione una Lycan in pieno del suo dolore, immerso nel lutto, di certo non sarebbe stato facile.
Non avevo nemmeno fatto mezzo passo, che lei ringhiò, nonostante il suo volto era ancora umano tranne i suoi occhi. – Cosa ci faccio qui? A fare quello che nessuno di voi fa. – la sua risposta arrivò schietta, che mi fece sussultare per qualche secondo, non mi bastava che mi diceva il motivo. Ma tutti noi, stavamo facendo di tutto per vendicare Sam anche se non era facile, coloro che aveva creato tutto questo piano era fottutamente preparati.
- Li stiamo cercando, non è facile.. – stavo continuando la sua frase quando lei cominciò a ridere in modo isterico, scuotendo più volte la testa.
- Tu perché sei qui allora? – la domanda mi sorprese, facendomi inclinare leggermente la testa socchiusi lentamente gli occhi scrutandola. – Ti ho sentito sai? Quando dopo due giorni, sei andato da lui.. Io ero li. – continuò osservandomi con un sorriso triste e amaro sulle labbra. – “Ti vendicherò amico mio, è una promessa. “ – aggiunse facendo le virgolette, ripetendo ogni parola che avevo detto quel giorno, il mio respiro si era fermato di colpo.
Rimasi in silenzio per qualche secondo, osservandola seriamente. – Era il mio migliore amico, Claude. – non distolsi nemmeno per un secondo lo sguardo da lei, nonostante come mi avevano sempre trattato ogni Lycan del villaggio, Sam ci era sempre stato. – Mantengo sempre le mie promesse, era anche un fratello per me e la sua morte non rimarrà impunita. – aggiunsi facendo un passo verso di lei.
- In realtà, lo state già facendo. Tu, Cornelia, Antonio.. – disse con una smorfia crudele sul volto, sapevo benissimo che non era in lei il lupo era ferito, aveva preso il sopravento e in quel momento non stava ragionando. Non c’era nessuna traccia di lucidità in lei, come se lei non fosse realmente qui di fronte a me. – Vampiri. Loro lo hanno ucciso, io ucciderò ogni vampiro sulla faccia della terra fino a quando non troverò colui che ha ucciso la mia metà. – il tono e il suo sguardo mutarono velocemente, era un misto di rabbia e serietà.
- Ragiona.. E’ una missione suicida, non sei in te.. E loro. – dissi indicandoli tenendo sempre lo sguardo fisso su di lei. – Non hanno fatto nulla a Sam, sono qui per aiutarci, Claude. – con passo lento mi avvicinai sempre di più a lei. – Lascia che ti aiuti. – alzai lentamente le mani in alto.
Potevo toglierle il paletto con facilità, quando lei si sarebbe distratta potevo usare una mossa anche se le avrebbe fatto male. Ma si sarebbe fatta male di più, se si sarebbe trasformata e avrebbe cercato di sfidare dei vampiri di mille anni che erano in questa stanza.
Ma mi irrigidisco di botto per la seconda volta, qualcosa dentro di lei batteva velocemente appena lei si agitava batteva come un.. Non era possibile, abbassai lo sguardo verso il suo ventre concentrandomi per qualche secondo, sentendo un cuore più debole battere a ritmo del suo cuore agitato come lei. Alzai lo sguardo di scatto verso di lei, come poteva Marlo non averlo capito? Come non poteva sua madre a non accorgersene?
Le davano quasi ogni ora la morfina e altre cose per tenerla calma e buona, come non si erano accorti che lei fosse incinta? Era davvero un miracolo che fosse ancora vivo, che non era morto per il veleno gli avevano iniettato da tre giorni.
Non ero ancora del tutto vicino a lei, ma lei non sembrò gradire la mia richiesta di aiuto, il suo volto cambiò velocemente trasformandosi tenendo sempre il paletto ben saldo nelle mani. Mi spinse con forza, una forza che non aveva mai avuto prima di quel giorno, andai a finire sul tavolino di legno che si rompe di colpo per il mio peso, una smorfia di dolore si dipinse sul mio volto che scomparve nel giro di pochi secondi.
Non mi ero nemmeno reso conto, che mi ero trasformato anche io e mi ero subito rialzato con un salto un ringhio incontrollato uscì dalle mie labbra per questo affronto, era pieno di rabbia ogni mia traccia di autocontrollo sembrava essere sparita.
Il lupo stava controllando ogni parte di me. Di nuovo.
Un sorriso soddisfatto si dipinse sulle sue labbra, fiera di essere riuscita a provocarmi cosi in fretta senza nessuno sforzo, distolsi lo sguardo da lei facendo un respiro profondo chiudendo entrambe le mani in un pugno, stringendo forte. Dovevo tenere a mente quel minimo particolare, che sarebbe diventata per il momento la mia unica e sola lucidità.
Non avevo mai picchiato una donna, almeno che non fosse una traditrice o che cercava di uccidermi era sempre stata una mia regola primaria su tutto. Non lo avrei fatto ora, specialmente che era incinta e il figlio o figlia del mio migliore amico, la sua eredità, vivono dentro di lei.
Ma il lupo, mi stava torturando con la voglia di uscire fuori, di combattere per questa provocazione e farla smettere una volta per tutte.
- Oh dai, Adrian. – disse piano la sua voce era provocatoria, e quasi, non riuscivo più a riconoscerla. – Sappiamo bene entrambi che non riesci a controllarti. – mi sussurrò lentamente dentro l’orecchio. – Poi, diciamo la verità. – aggiunse staccandosi da me girandosi il paletto tra le mani. – Sei stato via per quanto? Dieci? O cinque anni? Te ne sei sempre andato da qui, come se questa non fosse la tua casa. Come se lui o gli altri, non fossero la tua famiglia come se tu fossi un solitario o dovrei dire per caso un Alpha? -.
Voltai di scatto lo sguardo verso di lei, il mio viso era ritornato normale tranne per i miei occhi, ancora argentati li socchiusi entrambi in delle fessure, quella frase. Non era affatto vera, ero andato via si, ma per loro per proteggerli perché dovevo farlo. – Non provarlo a dirlo, Claude. – la mia voce era fredda come il mio sguardo, avrei preferito davvero la morte invece di diventare un alpha. – Sam non era solo il mio migliore amico, era ed è un fratello per me. Pensi che è stato facile per me? Mi hanno obbligato ad andarmene via da qui, non lo fatto per me, lo fatto per il vostro bene. – aggiunsi combattendo intanto la mia lotta con il lupo che voleva uscire fuori, il mio sguardo era rivolto a lei, tralasciando i nostri ospiti che osservano il tutto. – Puoi continuare a provocarmi quando vuoi, ma non ti lascerò fare lo sbaglio più grande di tutta la tua vita. -.
Per qualche minuto nella stanza calò il silenzio, speravo davvero che se ne andasse o che qualcuno si sarebbe accorto che in questo momento non era nella sua stanza, oppure che Marlo si sarebbe precipitata qui per vedere come stava Ben. Dov’erano finiti quei poppanti? Quando forse per la prima volta potevano servire a qualcosa non c’erano, non potevo contare sui Mikaelson, non sapevano dove trovare la nostra guaritrice e poi Claude non li avrebbe mai fatti uscire fuori anche perché convinta di ucciderli.
Fece per andarsene, forse, aveva ritrovato un minimo di lucidità per non fare follie e di non trasformarsi, se lo avrebbe fatto sarebbe stato rischioso per lei e per il bambino, ma per tutti noi. Ma avevo parlato troppo in fretta, visto che si girò di scatto correndo verso di me attaccandomi di sorpresa senza darmi il tempo di reagire.
Dall’ultima volta che l’avevo vista combattere era cambiata, migliorata, o era solo la rabbia a farla essere cosi forte. Feci del mio meglio di non farle male, o colpirla, evitando ogni suo colpo meglio potevo o lasciare che mi colpiva, era davvero difficile combattere in questa situazione. Perfino, la siringa che avevo nella tasca del mio jeans non potevo usarla, avrebbe ucciso il bambino visto che era ancora troppo debole di più con tutte quelle droghe e veleno che gli avevano dato, il mio sguardo cadde su quella specie di vassoio di cui erano riposte le siringhe di morfina per Ben.
Ne presi una al volo quando mi sbatte di nuovo per terra, anche se il lupo voleva affrontarla cercavo di trattenere tutto ogni mio istinto, per il suo bene. Si gettò sopra di me, non ci avevano insegnato molto su come difendersi con una Lycan in preda dal dolore, di solito, i suoi famigliari o amici la tenevano chiusa in casa fino a quando non passava il momento. Erano tremendamente pericolose, un rischio per tutti, per questo le drogavano per tenere addormentato il lupo.
Mentre lei mi colpiva, tolsi velocemente il tappo della siringa alzando verso il suo braccio, ma capì subito le mie intenzioni e con uno schiaffo fece cadere la siringa nel camino che dopo pochi secondi scomparve tra le fiamme.
Quando vidi che avvicinava gli artigli pericolosamente vicino al mio petto, cercai di afferrarle i polsi e di allontanarla da me ma mi infilò il paletto nel fianco destro, gemo dal dolore il mio volto mutò di nuovo. Cominciò a graffiarmi, senza fermarsi, voltai lo sguardo e vidi Freya cercare di fare un incantesimo cercai di dire che era incinta o almeno provai. Ma fu proprio Klaus Mikaelson a fermare sua sorella, capendo quello che avevo detto.
Il dolore era immenso, insieme alla rabbia, che quasi a stento riuscivo a controllare mi ripetevo di non farle male anche se dentro di me pensavo a quello che volevo farle, non riuscivo più a stare cosi. Non dopo il paletto nel mio fianco e i graffi profondi sul mio petto, c’era qualcosa che non andava.
Ringhiai, il richiamo che usavamo quando ci serviva aiuto, non riuscivo più a trattenermi sarebbe finita male, lo sentivo ora ci era messo anche il mio lato da Guardiano a torturarmi, presi la prima cosa che trovai tra le mie mani rompendogliela in testa. Quel breve colpo, la fece barcollare all’indietro fino da alzarsi da sopra di me, per quanto le ferite mi permettevano mi alzai in piedi barcollando all’indietro, la mia vista si offuscò diventando quasi nera, per qualche secondo.
Come il giorno prima, quando avevo preso il veleno da Ben per allungargli di nuovo un po’ la vita, abbassai lo sguardo sul paletto e spalancai gli occhi, lo stesso punto. Lo stesso punto, dove avevano colpito Ben il giorno prima, alzai lentamente lo sguardo verso di lei trovando il suo volto pieno di rabbia.
Appena fù abbastanza vicino a me, le presi un braccio girandola di scatto portando l’altro braccio intorno al suo collo stringendo lentamente la presa, si dimenò tra le mie braccia cercando di colpirmi con gli artigli. Cercai di concentrarmi e trovare almeno per qualche secondo un po’ di lucidità, in quel momento entrarono i poppanti in tutta tranquillità, portai due dita sul suo collo una parte molto sensibile. Dove, se fatto in maniera perfetta sveniva in pochi secondi, ci voleva molta concentrazione visto che poteva essere anche una mossa mortale.
La lasciai cadere sulla poltrona, ansimai per il dolore mentre loro correvano in suo soccorso, portai di nuovo il mio sguardo sul paletto, c’era il veleno molto di più di quello che ieri scorreva nelle vene di mio fratello. Mentre la mia mano si appoggiava sul paletto tremava, chiusi gli occhi trattenendo il respiro togliendolo di scatto lasciandolo cadere a terra.
- Oh mio dio, Adrian come hai potuto farlo? – mormorò uno di loro, guardandomi con odio. – Come hai potuto ucciderla? – disse sprezzante, alzai un sopracciglio osservandolo curioso di certo quello che era messo male, era il sottoscritto lei era solo sporca del mio sangue e aveva un piccolo, ma non grave, taglio sulla fronte.
- Sul serio? – borbottai osservandoli mentre entrambi mi rivolgevano uno sguardo pieno di odio, non che mi importava molto. – E’ viva, se sentite con attenzione sentirete il suo cuore battere è.. Solo.. Svenuta. – dissi dopo vari tentativi, il mio respiro si fece sempre più affannoso mentre la mia vista cambiò improvvisamente diventando quella del lupo, il panico mi assalì all’istante. – Nono.. Ti prego non ora. – mormorai tra me e me, anche se era inutile.
Che mi stava accadendo? Non avevo controllo, non ero mai stato bravo, ma non era mai successo come stava accadendo in questo preciso momento, era come se lui aveva preso ogni controllo del mio corpo come quando Mylea mi manipolava a suo piacimento.
Sento le mie ossa spezzarsi cominciando la trasformazione nella forma di lupo mi appoggiai velocemente allo schienale della poltrona osservando le mie mani cambiare. Cado a terra, mentre la trasformazione continuava cercai di fermarla come potevo anche se ciò era impossibile, ricordai velocemente della siringa e la presi lentamente dalla tasca con la mano tremante porgendola a uno dei poppanti che si era avvicinato. – Fallo.. Non.. – mi fermai colpito dal dolore e chiusi gli occhi, inarcando la schiena, graffiando appena il tappeto del salotto. – Non.. Riesco a fermarmi. – conclusi ansimante.
- Ma.. Ma sei pazzo? Questo è.. No ti può uccidere! Sei pazzo? – borbottò impaurito mentre osserva con gli occhi spalancanti la siringa tra le sue mani.
- Fra poco ti ucciderò io invece, fra esattamente cinque minuti se non ti muovi. – dissi con voce rauca e minacciosa spezzata subito da un ringhio, il mio sguardo rimase su quel poppante che scuoteva la testa. – Non mi ucciderà. Sai.. Cosa mi ucciderà? Questa trasformazione. Muoviti cavolo. – cercai di evitare di dire qualche brutta parolaccia.
- Oh da qui. – quella voce, la sua voce, girai lo sguardo verso di lei mentre strappava dalle mani la siringa da quel ragazzino e toglieva subito il tappo buttandolo a terra per poi abbassarsi mettendosi inginocchio, per l’ennessima volta, la piccola Mikaelson, mi aveva sorpreso di nuovo. – Dove devo farla? – mi chiese incerta mentre mi guardava dritto nei occhi senza distogliere lo sguardo.
Il mio autocontrollo era davvero debole, la lotta tra il mio lato umano e dal Lycan stava davvero andando male, colpito di nuovo dal lupo che voleva uscire fuori. Senza pensarci nemmeno due volte, presi la sua mano portandola verso il petto non troppo lontano dal mio cuore, il punto esatto per fermare il tutto.
Velocemente ma allo stesso tempo mi sbottonò piano la camicia, ridotta a brandelli e piena di sangue, spostando giusto un po’, era l’unica parte non graffiata in tutto il resto del mio petto, non aveva indugiato nemmeno un secondo, come avevo fatto io il giorno precedente con il paletto. Dopo qualche secondo, sento un leggero pizzico su quel punto e la trasformazione cessò del tutto, anche se mi sentivo debole più di prima tirai un sospiro di sollievo appoggiando la testa sul pavimento aprendo piano gli occhi, rivolgendogli lo sguardo. Trovando il suo volto preoccupato mentre mi osservava silenziosa. – Grazie. – dissi dopo qualche difficoltà e lei fece un breve sorriso.
- Che sta succedendo qui? Oddio santo! – la voce di Marlo, irrompe nella stanza mentre correva da me dando ordine a uno dei poppanti di chiamare aiuto e poi correre verso di me controllando la ferita al fianco. Il sangue, era diventato nero come la notte.
- Marlo.. Claude.. – lei mi interrompe dicendo di stare in silenzio mentre appoggiava il tutto a terra, nel frattempo la piccola Mikaelson si era allontanata, le presi debolmente il polso tra le mani e lei si voltò verso di me. – Non farla tornare a casa.. Il.. Lei.. E’ incinta. – borbottai prima che i miei occhi si chiusero incontrando il buio.
 
- Siete due incoscienti. – la voce di Marlo da un tratto era lontana e dopo qualche secondo sembrava cosi forte e vicina, mi doleva la testa come se dentro avevo un martello che colpiva di continuo, il tono della sua voce era freddo e arrabbiato, immaginavo che era rivolto a quei due poppanti. – Mai, e ripeto mai. Abbandonare uno di voi, specialmente se vi chiede aiuto. – sbottò subito dopo mentre armeggiava con qualcosa al mio fianco.
- Ma noi pensavamo che.. – borbottò uno di loro, feci una smorfia storcendo il naso sentendo l’odore della loro paura. Non potevo nemmeno stare tranquillo se stavo per morire?
- Pensavate cosa? Siete due incoscienti, durante le vostre lezioni cosa facevate eh? – sbottò all’improvviso Marlo, gli era davvero arrivato il sangue al cervello, aveva sempre mantenuto e controllato la rabbia in tutto in qualsiasi situazione. Specialmente se nelle vicinanze c’erano dei ospiti importanti. – Siete una delusione davvero, se non fosse stato per Audrey Mikaelson, a quest’ora sicuramente eravate delle polpette e lui di certo sarebbe morto. – naturalmente, nella sua voce non c’era nessuna nota di gentilezza ne di compassione, mentre borbottava altre cose a quei due.
Apro lentamente gli occhi, per poi chiuderli di scatto per la troppa luce nella stanza, la mia vista era ancora offuscata mentre mi guardai lentamente intorno non notando mia nonna nella stanza, ma forse era un bene. – Marlo.. – il tono della mia voce era un sussurro, quasi non la riconobbi, era cosi questo l’effetto di questo veleno mortale? Una sofferenza atroce, potevo sentire il sangue nelle mie vene diventare come il ghiaccio, come se ci fossero delle spine sotto la mia pelle.
- Adrian! – disse sollevata, stranamente, controllandomi velocemente toccandomi la fronte e il collo la guardai confuso. – Non parlare, mantieni le forze e riposa. – aggiunse subito dopo mentre tagliava la mia camicia togliendola del tutto, per poi mettere i brandelli pieni di sangue in un secchio, la seguo con la sguardo facendo una smorfia. Era meglio, se quel giorno non mi decidevo di mettere quella meravigliosa e ormai defunta camicia, era una delle mie preferite.
Ma ovviamente, non ascoltavo mai nessuno e l’ultima frase che disse la ignorai completamente. – Se tipo mi vuoi dare una morte serena.. Falli andare via.. – mormorai, il tono della mia voce si fece basso tossisco cercando di girarmi di un fianco, ma il dolore mi fece rimanere steso sul pavimento. – La loro puzza, la loro paura.. Non li sopporto. Per favore Marlo. -  la supplicai guardandola dritto nei occhi.
Sorrise, un sorriso divertito mentre mi guardava annuendo lentamente senza distogliere lo sguardo dal mio. Nonostante le nostre liti, l’avevo sempre rispettata anzi ci rispettavamo a vicenda,infondo ma proprio infondo le volevo bene. – Adrian Mitchell, che chiede per favore. – disse divertita, prendendo alcune cose dalla borsa. – Come potrei dirti di no? Infondo questo si che è un evento storico. – Portò di nuovo lo sguardo su di me, divertita, sdrammatizzando un po’ quello che stava accadendo ma poi distolse di nuovo lo sguardo dal mio, rivolgendolo a quei ragazzi. – Andate a casa, riflettete su quello che avete fatto, dirò ad Antonio di quanto è successo. – aggiunse in tono minaccioso. – E domani ci saranno delle conseguenze sul vostro comportamento. – concluse portando la sua intera attenzione su di me e le mie ferite.
Per quanto mi faceva male ogni minima parte del mio corpo, mi ritrovai a sorridere divertito dalla minaccia uscita dalle labbra di Marlo infatti, i due poppanti, sbiancarono di colpo annuendo e deglutendo allo stesso tempo per poi scappare via.
Una volta che furono usciti, le mormorai un grazie e in quel momento Freya Mikaelson si avvicinò verso di noi mentre Marlo, stava preparando qualche intruglio con delle erbe. – Posso darvi una mano? – il tono della sua voce, era gentile, era chiaro che si volevano rendere utili in qualche modo.
Girò lo sguardo verso di lei mentre incominciava a intrecciare, potevo solo immaginare di cosa si trattava, cercai di rimanere sveglio anche se per la troppa debolezza e il dolore non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Si chiudevano automaticamente. – Si grazie, siete davvero gentile. – disse in tono sincero, strano da parte sua odiava le streghe per una cosa che le avevano fatto in passato.
Accese piano quel pezzo di rami intrecciati, con una piante rara e particolare che era coltivata solo dal nostro villaggio visto che da quando i Lycan erano andati via da New Orleans, le streghe avevano perso molti loro ingredienti. Sul mio volto si disegnò una piccola smorfia, detestavo l’odore di quelle pianti particolari, i Lycan Guaritori lo usavano da sempre anche ora che eravamo nell’era moderna, dicevano che aiutava la guarigione o una cosa del genere.
Cominciò lentamente a pulire il sangue dalle ferite, a ogni tocco strinsi la mano in un pugno non avrei urlato non ero il tipo di urlare dal dolore, anche se faceva male, ma ero abituato a non mostrare nessuna emozione per il dolore che stavo provando in quel momento.
La mia testa era piena di confusione, non riuscivo a fare un pensiero sensato in quel momento, sicuramente era qualche effetto del veleno. – Sei fortunato. – mormorò dopo un po’ Marlo, mentre continuava a togliere il sangue dalle mie ferite, per poterle medicare. – I graffi sul petto non sono molto profondi e quindi, non ti rimarrà nessun segno. – alzò brevemente lo sguardo su di me scrutandomi in silenzio, poi il suo sguardo cadde sul mio fianco destro dove mi aveva colpito con il paletto pieno di veleno, spalancò leggermente gli occhi. Avvicinò una mano, coperta da un guanto, toccò piano la ferita, seppure era un tocco delicato sussultai dalla fitta di dolore chiudendo di nuovo entrambi le mani in un pugno, lasciandomi sfuggire un gemito di dolore insieme ad un ringhio leggero.
Sentì Marlo deglutire, anche se il dolore era aumentato di più dal suo tocco, sicuramente era grave non me lo avrebbe detto. Ma lo sentivo, non era la prima volta che mi ritrovavo con delle ferite cosi gravi, ovviamente non c’era mai stato un veleno mortale di mezzo. – Come mai il sangue è cosi nero? – domandò Freya, che era rimasta vicino a Marlo tutto questo tempo.
- E’ il veleno. – mormorò seriamente mentre cacciava delle cose dalla borsa, rumore di bottiglie di vetro. – Dannazione, gli sta salendo la febbre. Credo che era doppia dose di veleno su quel paletto. – borbottò e ci furono altri rumori, sentivo come se in quel momento avevo la febbre alta non riuscivo più a tenere gli occhi aperti.. Desideravo solamente dormire.
- Un miracolo che sia ancora vivo, allora. – disse Elijah Mikaelson con un tono serio della voce, era strano che riuscivo a sentire tutto quello che stava accadendo intorno a me.
- E’ grazie alla sua testardaggine e anche al fatto che ieri gli ho dato dell’antidoto. – posò una mano sulla mia fronte, mi diede alcuni colpetti sulla guancia apro per qualche secondo gli occhi per poi chiuderli velocemente. – Adrian, svegliati su.. Non devi dormire, devi rimanere lucido. – mi riprese e riapro di nuovo gli occhi, annuendo debolmente non era affatto facile apre una piccola boccetta, il contenuto era scuro una sorta di marrone mischiato con del verde.
- Che cos’è? Veleno? O peggio? – chiesi con un sussurro guardando male quella boccetta che aveva avvicinato vicino la mia bocca, dall’odore mi veniva solo da svuotare quello che avevo mangiato a colazione.
- Devi berlo. Non fare il bambino, cerchiamo di risolvere il tutto prima che rientri tua nonna cosi non gli viene un colpo a vederti in un lago di sangue.- disse colpendomi nel punto più debole, i suoi occhi castani mi scrutarono mentre io sbuffai per poi tossire per l’ennessima volta, questa volta però l’attacco era più forte riuscì a girarmi di un fianco dando le spalle a tutti portando una mano alla bocca. – Bevilo ora. Freya, per favore mi puoi passare la teiera che è vicino al camino? – chiese mentre mi faceva ritornare di nuovo steso, togliendomi del sangue nei angoli della bocca mi alzò piano la testa, ogni mio muscolo tremava per lo sforzo e anche per il dolore.
Bevo tutto il liquido della boccetta e mi accorsi che in quel momento, non sentivo nemmeno il sapore dell’intruglio che aveva preparato ma l’odore era rimasto anche se più debole. Non sentivo nessun odore, nemmeno quello dei vampiri ne quello di Marlo al mio fianco, che mi stava accadendo?
Nel frattempo Freya Mikaelson, gli stava porgendo la teiera mentre Marlo aveva messo in una ciotola alcune erbe alzai lentamente una mano cercando di far uscire gli artigli ma non successe nulla, era come se.. Come se fosse morto. – Mar.. Marlo, che mi sta accadendo? Perché.. Perché non lo sento più? – forse era la prima volta, in tutta la mia vita che nella mia voce c’era la paura che dominava il tutto.
Marlo voltò lo sguardo verso di me, fermandosi per alcuni secondi, il suo sguardo si addolcì e appoggiò una mano sulla mia spalla. – E’ l’effetto del veleno.. Hai la febbre molto alta cerca di rimanere calmo ok? – mi guardò ancora per altri secondi. – Appena ti passerà la febbre lui sarà con te. – il suo tono era dolce ma poi distolse lo sguardo e continuò il suo lavoro.
 
Pov. Narratore
 
Marlo aveva detto la prima cosa gli era venuta in mente, non conosceva quel tipo di veleno, non ne sapeva nemmeno la sua esistenza fino a quando non avevano fatto il primo attacco e dopo aveva cominciato a studiarlo e a creare una specie di antidoto.
Con varie erbe guaritrici e perfino con alcune piante velenose, che alcune avevano anche l’effetto contrario su alcuni tipi di veleno, era davvero un miracolo che Adrian era ancora “vivo” e cosciente in panico perché non sentiva più il lupo dentro di lui. Poteva immaginare quanto fosse terribile per lui, per ogni Lycan lo era, il lupo lo sentivano da sempre da fin quando era venuti al mondo. Nascevano insieme e morivano insieme, erano una cosa sola.
Un sospirò uscì dalla sua bocca quando notò che si era addormentato di nuovo, forse era meglio se dormiva, si ripete dentro di se. Freya Mikaelson con gli altri la stavano aiutando come potevano anche se lei, amava fare tutto da sola ma questa volta dovevano agire in fretta.
Versò l’acqua bollente dentro la ciotola piena di erbe e dell’antidoto stesso, stava cercando di creare una più forte, sebbene il giorno precedente aveva dato una fiala ad Adrian non sapeva con certezza se stava funzionando. Infondo, aveva due dosi di veleno nel corpo era già un miracolo che era ancora lucido e che stava combattendo per rimanere vivo, ma lui non si sarebbe mai arreso lo aveva visto crescere e diventare l’uomo che era oggi.
Dopo aver continuato a lavorarlo creando una sorte di crema, nonostante era bollente, ne mise buona parte sulla ferita sul fianco destro dove il sangue diventava sempre più nero, spalmò la crema anche sulle altre ferite infondo non potevano sapere se avevano messo qualche goccia di veleno sui artigli di Claude. Non poteva cucire la ferita del fianco, l’intruglio doveva fare effetto eliminando ogni traccia del veleno, anche se gli avrebbe iniettato altro antidoto in modo da cercare di arrestare il veleno che si scorreva velocemente nel suo sangue.
- Questo veleno cosi mortale..  – disse ad un tratto la voce di Klaus Mikaelson, facendo girare tutti lo sguardo verso di lui perfino Marlo l’osservò con la coda dell’occhio. – Vi ricordate? Come è morto nostro fratello Finn? Sterminato dal veleno che può uccidere benissimo uno di noi  in poche ore. – mormorò quasi come se stesse ancora pensando e riflettendo mentre parlava, sia Freya e Elijah annuirono lentamente. – Se non sbaglio, i Lycan sono molto resistenti allo strozza lupo giusto? – rivolse la sua totale attenzione su Marlo.
Quest’ultima annuì lentamente, non era quello che li avrebbe ucciso del tutto ma li poteva indebolire per qualche ora. – Giusto. – disse solamente mentre continuava il suo lavoro, nonostante non poteva rivelare il “segreto”. – Noi Lycan più invecchiamo e più diventiamo forti, avete visto due esempi. – finì di mettere il tutto sul petto di Adrian e poi si lavò velocemente le mani, asciugandole, aprì la borsa tirando fuori un bel po’ di rotoli di bende larghe che aveva messo in più quel pomeriggio. Ed era stato un bene.
- Intendete il ragazzo di ieri? – la voce di Hope arrivò sicura di sé come la domanda che aveva appena posto, Marlo la osservò per pochi secondi, era grata all’ibrida di aver contribuito ad aver salvato Ben anche se, non lo avrebbe mai detto. Il suo sguardo cadde su Audrey Mikaelson, che qualche volta si perdeva a osservare Adrian con uno sguardo preoccupato stampato sul volto che poi sapeva nascondere alla perfezione, il suo intervento era stato davvero ottimo aveva agito senza pensare, anche se non aveva nessun obbligo.
- Si. – disse annuendo alzando appena Adrian e subito Elijah accorse in suo aiuto, più vedeva come si stavano comportando i Mikaelson e più si domandava se in questi anni erano cambiati per davvero. Forse, con l’arrivo dei loro figli si erano addolciti anche loro come molti cattivi facevano di solito, infondo un figlio cambia sempre la vita di un genitore e molto spesso lo fa in meglio. – Grazie. – aggiunse con un breve sorriso e poi mentre cominciò a mettere le bende intorno al suo busto parlò. – Ben e Adrian sono diversi, entrambi hanno reagito in modo diverso al veleno. Anche se entrambi combattono per vivere, sono due.. – si bloccò mentre continuava a fasciarlo con cura, non trovò le parole adatte non poteva rivelare il tutto ma infondo sapevano e avevano visto cosa era successo tra Adrian e Ben il giorno precedente, quando Adrian aveva preso un po’ del dolore del fratello. – Lo avrete capito e alcuni di voi lo hanno visto, che tra loro due c’è una connessione.. Non succede a molti Lycan, ma com’è che si dice? Sono speciali, due tipi di Lycan diversi. – fece una breve pausa chiudendo la fasciatura e poi alzarsi, nemmeno lo chiese ed Elijah l’aiutò con l’aiuto di Klaus senza dire nulla alzando Adrian mettendolo con dolcezza sull’altro divano facendolo sdraiare.
- Non c’è bisogno di ringraziarmi. – disse subito prima che Marlo poteva aprire bocca e lei sorrise solamente annuendo, non era brava in queste cose lei stessa odiava per principio i vampiri per ciò che faceva e per come si nutrivano, lei infondo oltre a essere una Lycan era anche una Guaritrice ma si stava davvero ricredendo su molti fattori.
Prima di continuare il suo lavoro portò le mani sui fianchi osservando Hope e Audrey, specialmente quest’ultima che sembrava curiosa che lei finisse il suo discorso. – Fratelli dal sangue della loro madre, un legame raro e forte, cosi forte che può portare anche alla morte. – concluse e gli diede le spalle continuando ad occuparsi di Adrian ma ad un tratto si fermò di botto notando uno strano movimento di quest’ultimo.
- Quel.. Quel.. Quell’umano aveva ragione.. C’è un traditore tra noi.. Io.. – balbettò in un sussurro, diceva frasi sconnesse ma questa non era del tutto una bugia o una visione e Marlo lo sapeva bene come Adrian lo aveva riferito appena tornato a casa. – Non.. Non dovevo ucciderlo.. Lui era un innocente avevano.. Ragione loro. – mormorò delirando, Marlo si abbassò lentamente portando una mano sulla sua fronte accarezzandogli piano i capelli, già supponeva che stava avendo dei incubi insieme a qualche visione. Lo aveva visto la notte prima con Ben, diceva cose senza senso fino a quando lei non gli aveva dato qualcosa per calmarlo.
- Mi dai una mano, per favore? Non riesco a fargli un iniezione se lui si agita. – disse con un breve sorriso sulle labbra rivolta ad Audrey Mikaelson che lei non si tirò indietro e andò subito verso di lei. Preparò in fretta un infuso di erbe con dell’acqua fredda per fargli abbassare più velocemente bagnando una stoffa che aveva nella sua borsa. – Mettigli questo sulla fronte. – aggiunse piano mentre Adrian continuava a dire qualcosa di senza senso.
La giovane annuì silenziosamente mentre prendeva la stoffa bagnata e gliela appoggiava con dolcezza sulla fronte, mentre Marlo prendeva qualcosa dalla borsa li osservava tranquilla con la coda dell’occhio fino a quando lui si azzittì, nascose dentro di se un breve sorriso e iniettò entrambe le due punture che aveva preso.
 

{ Angolo dell'Autrice 

Buonasera!
Mi scuso per questo lungo periodo di assenza, ma è stato un periodo un pò cosi per me e non riuscivo a scrivere mi usciva tutto davvero male ed questo è un capitolo molto importante! Infatti aggiungo già da ora che sarà diviso in 3 o 4 parti, ancora non ho deciso, in realtà doveva essere semplicemente un capitolo ma sono già 16 pagine ( più o meno ) ed sarebbero tipo arrivare a 25 o di più se mettevo il resto.
E' davvero un capitolo triste e sofferente, lo so bene, in questo momento mi sono sentita tipo la Plec ma vabbè... In molti, specialmente in un'altra mia storia dicono che sono sadica come lei... Eheh.. Torniamo a noi! Però, ci sono anche dei momenti di Adrian e Audrey, brevi momenti ma vedrete nel prossimo. Vi sono piaciuti?
La nuova new entry della fanfiction è Marlo: http://speakerdata.s3.amazonaws.com/photo/image/839881/936full-oona-chaplin.jpg ecco il suo volto, se conoscete Games Of Thrones sapete sicuramente chi è. E' stata dura la scelta del volto di Marlo, ma alla fine lei è stata perfetta ma lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Che ne pensate del capitolo? Mi piacerebbe se lasciate una piccola opinione o qualche consiglio, o su quale coppia avete la ship!

P.S: Qualcuno ha letto il libro di Julie? Ovvero The Originals - The Rise. Se si, è davvero meraviglioso mi ha davvero sorpreso la Plec!

A presto,
LadyEffeMikaelson.

 

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Capitolo 10
*** Warriors pt. 2 ***





- Warriors pt.2
 
Pov. Adrian
 
 Flashback:
 
“ Un fulmine color dorato, squarciò il cielo seguito da un tuono che fece tremare le mura della cella, un lampo per un breve secondo illuminò la stanzetta dove quella donna mi aveva rinchiuso, portai le ginocchia sul petto nascondendo la testa tra le mie braccia stringendo di più.
Tremavo, sia per il freddo e sia per la paura, dentro di me c’era qualcosa che non andava lo sentivo, ma non riuscivo a capire cos’era. Non era qualcosa di normale, avevo sempre sentito il lupo ma ogni volta era tranquillo e calmo. Ma questa notte. Non era cosi.
Era agitato e nervoso, non riuscivo a capire le sue intenzioni o cosa mi voleva dire e nessuno mi aveva mai insegnato o spiegato qualcosa, o il perché si comporta in questo modo. Ero sempre stato chiuso in questa cella fin da quando ho memoria, ho qualche ricordo ma sono cosi sfocati.

 
Era passato qualche minuto mi stavo agitando anche io come il lupo, diventando quasi tutto uno e ad un tratto accadde, le mie ossa si spezzarono all’improvviso e mi trovai sdraiato a terra, con le mani appoggiate al pavimento pieno di polvere. Il mio corpo stava cambiando con felicità mutando in qualcosa, proprio in quel preciso momento mi ricordai la voce della donna con i capelli lunghi biondi e il suo sguardo glaciale insieme al suo sorriso.- Puoi dirmi anche di no. Ma lo farai, eccome se lo farai io ti controllo, piccolino. – Dopo quelle parole mi guardò a lungo e si abbassò solo per passare una mano fra i miei capelli in una sorta di carezza, per poi uscire dalla porta di ferro chiudendola a chiave.

I dolori erano passati, non sentivo più nulla ma c’era ancora qualcosa di strano in me, non mi riconoscevo più. Quando tutto era passato avevo abbassato lo sguardo verso le mie mani, mettendomi seduto, ma notai che non ero più come prima. Del pelo color nero come il buio della cella, ricopriva ogni centimetro della mia pelle.

Tutto era immerso nel silenzio, non c’erano nemmeno più i tuoni solo qualche lampo che continuava a illuminare la piccola cella, si sentiva solo il gocciolio della pioggia che cadeva sul pavimento. Sentì un rumore nuovo. Dei passi, qualcuno che correva fino a spalancare la porta della mia stanza.
Senza controllo un ringhio basso e minaccioso uscì dalla mia bocca, mentre socchiudendo gli occhi osservando meglio chi c’era davanti a me. Pensavo solo di ferire quella donna dai capelli biondi e scappare via, cercando di nuovo una libertà che non sapevo nemmeno com’era, ma davanti a me c’era una donna.
Una donna con dei lunghi capelli color neri quasi come i miei, che fece qualche passo verso di me mentre si portava una mano sulla sua bocca, notai un luccichio nei suoi occhi e poi due lacrime all’ennesimo lampo. – Cosa ti ha fatto quel mostro, bambino mio? – sussurrò lentamente abbassandosi verso la mia altezza, quella voce.. Quella voce sembrava cosi famigliare, ma non ricordavo dove l’avevo sentita, d’istinto impaurito da un breve attimo di lucidità, feci qualche passo indietro andando contro il muro di pietra. Ringhiando piano mentre lei continuava ad avvicinarsi sempre di più, mi porse una mano mentre sul suo volto si disegnava un piccolo sorriso. – Non devi avere paura di me, non ti faccio nulla. Sono qui per portarti a casa, piccolo.. Sono io.. –.
Non le lasciai nemmeno il tempo di completare la frase, che senza pensare nemmeno per un secondo come se non avevo più il controllo della mia mente e del mio corpo, le saltai addosso. –Adrian! -.”
 
Mi sveglio di soprassalto mettendomi seduto, ignorando il dolore al fianco, mentre il mio cuore batteva forte contro lo sterno quasi come un martello elettrico, il mio sguardo era fisso in un punto della stanza tremavo ma non perché avevo freddo ne tantomeno per la febbre o per le ferite.
Tremavo perché avevo rivissuto quel momento, la realtà e la cosa più brutta che avevo fatto in tutta la mia vita, che non potevo nemmeno chiedere perdono perché non lo meritavo. Non esisteva perdono per ciò  che avevo fatto.
Era come se ero di nuovo lì, trasformato nella terza fase e che avevo.. Deglutisco chiudendo gli occhi, cercando di far calmare il mio respiro affannato ma senza riuscirci, sentivo delle voci intorno a me ma le ignorai del tutto. Sento una mano sulla mia spalla, riapro piano gli occhi. – Non.. Non ci provare Ben. – la mia voce era un sussurro, quasi non si sentiva, non mi serviva di vederlo in faccia per capire chi fosse, una smorfia di dolore si dipinse sul mio volto. Portai subito una mano sul fianco, ricordandomi solo ora di tutte le mie ferite.
- Sdraiati. – mi ordinò lui spingendomi delicatamente fino a farmi sdraiare, perché era sveglio? Ma non glielo chiesi rimasi in silenzio osservandolo brevemente per poi spostare lo sguardo sul soffitto. – Io.. Sai che.. – mormorò, so che evitava per dirlo per i Mikaelson, ma no, non glielo avrei permesso se solo avrebbe provato a toccarmi sarebbe morto. Infondo era ancora debole, la notte precedente stava per morire aveva perso molte energie, non glielo avrei mai permesso.
- Provaci e ti stacco la mano. – minacciai seccamente girando lo sguardo verso di lui, ero serio e anche lui lo era, ci osservammo e quando lui alzò un sopraciglio guardai altrove. – Ho ancora la forza per farlo. – mormorai mentre mi ritornavano alla mente quelle scene, che cercai con tutto me stesso a mandarle via dalla mia mente. Respingendole di nuovo dov’erano prima che riuscivano a scappare via come in quel momento, mi sentivo vulnerabile specialmente perché i Mikaelson avevano visto il tutto.
- O te la stacca lui o te la stacco io. – ribatte Marlo avvicinandosi la osservai con la coda dell’occhio e notai che aveva entrambe le mani sui fianchi. – Stanotte non ti ho salvato la vita per vederti morire cosi.. – disse velocemente e quando se ne accorse spalancò leggermente gli occhi, Ben distolse velocemente lo sguardo da me osservandola sorpreso da quella rivelazione che Marlo si era lasciata sfuggire. – Come ha fatto Adrian sia ieri che oggi, ovviamente. – borbottò e un sorriso divertito spuntò dalle mie labbra.
Girai lo sguardo curioso osservando la faccia di mio fratello, aveva una sorte di sorriso ebete sulla faccia mentre la guarda Marlo aveva distolto lo sguardo per nascondere l’imbarazzo, ma forse era meglio che l’attenzione si toglieva su di me, non avevo voglia di spiegare quello che mi era appena successo. Volevo solo dimenticare, anche se non avrei dimenticato mai. – Mi spiegate quando lo capirete? – domandai e mio fratello si girò osservandomi confuso ma prima che potessi controllare Marlo venne di scatto da me, appoggiando la sua mano fresca sulla mia fronte ancora calda.
- Mh perfetto. – disse annuendo tra sé per poi fare un sorriso soddisfatto, era chiaro, stava cambiando argomento velocemente in modo che non potevo andare avanti. – La febbre si sta abbassando questo è un bene, vuol dire che il nuovo antidoto che ho creato funziona. – aggiunse con un sospiro di sollievo e poi mi guardò attentamente, quello sguardo, prima che capisse distolsi lo sguardo dal suo osservando il divano.
Come ci ero arrivato sul divano?
Ricordo che ero steso sul pavimento che non riuscivo nemmeno a muovermi per il dolore, forse, i Mikaelson mi avevano aiutato e mi avevano messo li dopo che Marlo mi aveva finito di medicarmi il tutto. Non ricordavo nulla, ero crollato e poi avevo mormorato qualcosa, riguardo all’umano che sono stato costretto a ucciderlo nel Bayou e poi il buio totale.
Non dubitavo del fatto che Marlo mi aveva iniettato qualche schifezza, specialmente la morfina, ma non ne avrei fatto una questione il dolore era tornato ma era meglio cosi. Odiavo quelle sostanze, non sapevo per quanto tempo avevo dormito ma mi sentivo molto meglio e i miei occhi non si chiudevo da soli. Era qualcosa di positivo.
Feci una breve smorfia quando venni colpito di nuovo da una fitta al fianco, chiusi per qualche secondo gli occhi, respirando piano aspettando che passava. – Vuoi che ti do qualcosa? Hai bisogno di.. – alzai una mano per farla smettere, avevo sempre evitato questo tipo di cose, se riusciva a farle era solo perché per il troppo dolore perdevo i sensi o svenivo brevemente e lei ne approfittava ma di mia volontà, mai.
- No sto bene cosi. – dissi e poi mi guardai intorno osservando i volti dei nostri ospiti trovando il luogo dov’ero prima e si era tenuta la lotta tutto pulito, perfino il sangue dal pavimento non c’era più, c’era solo puzza di candeggina. Ma mia nonna dov’era? Ormai la sera era arrivata, erano più o meno le sette del pomeriggio lo notavo dalla posizione della luna, di lei non c’era nessuna traccia.
- Non è ancora tornata, e tutto questo mi preoccupa. – mi disse mio fratello passandosi una mano fra i capelli scuri, spostai lo sguardo verso di lui mentre guardava un punto fisso della stanza e poi sospirò. – Sono davvero preoccupato forse è meglio.. – ma lo interrompo prima che poteva continuare, stava bene ne ero sicuro.
- Sta bene. – lo rassicurai spostando di nuovo lo sguardo, mi fidavo ciecamente di Bandon e se fosse successo qualcosa avrebbe dato l’allarme e in poco tempo qualcuno ci avrebbe avvisato perché qui funzionava cosi. Specialmente dopo la morte di Sam, e del breve attacco e quello del Bayou dove quei vampiri ci avevano sfidati, tutti avevano gli occhi aperti e pronti a combattere in qualsiasi momento. – C’è Bandon con lei, è un bravo ragazzo se le fosse successo qualcosa l’avrebbe difesa e avrebbe dato l’allarme. – dissi con una nota di fierezza nella voce, lo avevo addestrato bene anche se per poco tempo ma potevo esserne fiero, no?
- Come fai a dirlo? E’ solo un ragazzino.. – disse mio fratello scuotendo leggermente la testa, ne diffidava sempre e sapevo il perchè a quell’età, forse la più brutta, ovvero quella adolescenziale non avevamo molto controllo eravamo sempre in preda con gli ormoni.
L’adolescenza era il punto critico di ogni Lycan anche perché tutto cambiava, il potere aumentava rispetto a quando si erano solo dei bambini non era di certo lo stesso potere di un Lycan adulto.
- Come faccio a dirlo? – ribatto e alzai un sopracciglio scioccato da quella domanda. – Perché Bandon a differenza di quei poppanti sa difendere, sa uccidere e non si fa sotto quando un vampiro è a un centimetro da ucciderlo. – dissi velocemente strappando un sorriso alla piccola Mikaelson che mi stava osservando silenziosa, il mio occhio era caduto su di lei per qualche secondo.
- Hanno un nome, Adrian.. Hanno solo bisogno di tempo. – disse sospirando, mio fratello era davvero troppo buono con loro, forse questo era stato un errore, un errore di tutti i maestri che c’erano qui. Alzai gli occhi al cielo, mi ero anche dimenticato come si chiamavano ormai li avevo classificati come “Poppante uno” o “Poppante due” e sarebbero rimasti cosi per sempre.
- Sisi certo. – dissi facendo una breve smorfia annuendo a quello che diceva, non avevano bisogno di tempo avevano bisogno che qualcuno gli diceva le cose come stavano, era ben diverso. – Non hanno bisogno di tempo, se quei vampiri verranno qui. Saranno i primi a morire. E lo sai bene. – aggiunsi puntando lo sguardo verso di lui, mio fratello sospirò, sapeva che avevo ragione e non avrebbe detto più nulla al riguardo perché era la verità. E un giorno lo avrei detto anche a quei due, nessun Lycan era cosi, beh.. Nessuno tranne loro.
Marlo si avvicinò verso di noi dicendo che sarebbe andata a casa per controllare Claude, era rimasta tutte quelle ore con me? Di certo era Claude la più importante, era incinta e avevo quasi il timore per quel bambino innocente, ma Marlo capì subito a quello che stavo pensando e mi disse che ci avevano già provveduto il suo aiutante. Annuisco lentamente ed Ben si alzò di scatto salutando aggiungendo anche se c’era qualcosa l’avrebbe fatta chiamare, anche se lei ribatte subito che sarebbe tornata dopo.
Quando uscì di casa mio fratello si avvicinò dai Mikaelson porgendo ad ognuno di loro la mano. – Mi scuso se non mi sono presentato prima, Ben Danvers piacere. – disse con un tono formale a volte somigliava davvero cosi tanto anche nel carattere ad Antonio, mi sollevai appena dal divano cercandomi di mettere comodo, ma ogni posizione era scomoda.
- Si figuri, per noi è un piacere conoscerla sono Elijah. – disse l’Originale e poi arrivarono anche le altre presentazioni e altre strette di mano, distolsi lo sguardo portando di nuovo davanti a me notando la fasciatura di Marlo che copriva ogni parte del mio dorso.
Tornai di nuovo a guardarli mentre a quanto pare era arrivato ad Hope, quando si era svegliato la prima volta gli avevo detto che Hope Mikaelson lo aveva occultato insieme alla nonna e il poppante.. Non mi ricordo quale dei due, era grazie a lei se era riuscito ad arrivare a casa ed essere li in quel momento. – Volevo ringraziarti, mio fratello mi ha detto che è grazie a te se sono ancora qui. – disse con un sorriso sulle labbra.
- Non mi devi ringraziare. – disse Hope sorridendo anche lei, un po’ imbarazzata. – L’ho fatto con piacere. – aggiunse subito alzando di nuovo lo sguardo verso di lui portando una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
Ben parlò tranquillamente con i Mikaelson rispondendo a qualche loro domanda o curiosità, anche in questo mio fratello era molto più bravo di me era portato con queste cose io invece avevo sempre evitato. E ho fatto una scelta diversa della mia vita, che non me ne pento affatto anzi ne vado orgoglioso ogni giorno che passa, perché grazie a quella scelta mi ha reso migliore.
Ero tranquillamente steso sul divano ascoltando annoiato quello che mi dicevano, avevo sempre odiato le situazioni che non mi potevo muovere, sbuffai silenziosamente tirando fuori il telefono dalla tasca del jeans sorpreso di ritrovarlo intero e senza nemmeno un graffio. Beh, era sporco di sangue ma non era nulla di grave e dopo quel volo che avevo fatto qualche ora prima avevo davvero creduto che era in mille pezzi, felice però che almeno in quello mi ero sbagliato.
Odiavo stare male e questa attesa che stava diventando cosi snervante, non era Claude la traditrice non avrebbe mai ucciso la sua anima gemella era solo una vittima di questa storia, ma chi era il vero traditore? Avevo un dubbio, ma non ne potevo essere certo infondo non c’erano prove che poteva essere stato lui.
C’era anche Grant il bullo del villaggio, ma per quanto era antipatico e stronzo, non avrebbe mai fatto una cosa del genere, aveva sempre rispettato tutti gli anziani e Antonio. E rispettava le regole, sempre. Questo è un piano ben studiato ed era troppo intelligente per lui, era un tipo che beveva birra, faceva il suo lavoro e quando c’era bisogno proteggeva la nostra gente ma creare piani: non faceva per lui.
Non aveva mai amato fare cose perfette, era uno dei motivi per cui era un semplice cacciatore era solo bravo nel suo lavoro ma non faceva mai nulla di perfetto. Lui e tutti i suoi amici erano da escludere, perché erano l’esatta copia di Grant solo l’aspetto fisico dimostrava che non erano fratelli di sangue.
Una fitta alla ferita mi colpì all’improvviso, di nuovo, evitai di far capire che ancora adesso provavo dolore sentirmi cosi.. Debole e scoperto non lo sopportavo, era una cosa che il traditore sapeva molto bene, se solo lo avessi preso.
- Che cosa diamine è successo qui? Cos’è questa puzza di.. Candeggina? – la voce di mia nonna arrivò all’improvviso nel salotto e sbiancai spalancando gli occhi, il mio sguardo incontrò quello di Ben che si era voltato verso di me. Il suo sguardo si posò prima su Ben, nessuno poteva ingannare mia nonna per la sua età aveva un fiuto eccezionale, non sapevo di preciso quando Marlo aveva pulito la stanza visto che sembrava come se il mio corpo fosse “umano” in quel momento, ma non aveva ingannato molto bene mia nonna. Si tranquillizzò per un istante nel vedere che mio fratello era di nuovo in piedi, ma poi i suoi occhi argentati si posarono su di me e li spalancò non appena vide le bende e il sangue ormai secco sui jeans. – Oh santo cielo, che hai fatto? – domandò venendo di corsa al mio fianco mettendosi seduta sul divano, scrutandomi preoccupata.
Ora ero fottutamente nei guai.
Non sarebbe nemmeno servito ne Marlo ne Antonio a dire che era un piano organizzato da lui, nessuno scappava all’ira di mia nonna. – Sto bene.. Sono solo graffi, Claude è entrata in casa e mi ha attaccato tutto qui. – dissi sorridendo cercando di apparire più normale possibile, provai anche a mettermi seduto ma nel momento sbagliato venni colpito da un’altra fitta di dolore dal fianco dove portai subito la mano, facendomi mancare per qualche secondo il respiro.
Mia nonna aveva seguito con lo sguardo la mia mano ricordando subito la ferita di mio fratello, di sicuro non sarebbe stata una coincidenza e potevo solo immaginare quello che stava pensando. E non era nulla di buono. – Credi di prendere in giro me? Sento la puzza del veleno, hai la febbre alta ed sei bianco cadaverico come tuo fratello qualche ora fa. Non pensare che sono stupida Adrian, ti ho cresciuto so quando menti o quando mi stai dicendo la verità. Meglio di me non ti conosce nessuno. – la sua voce era calma, una calma inquietante visto che potevo immaginare che era arrabbiata e anche molto, ma era vero solo lei mi conosceva al cento per cento se cosi si poteva definire.  – Me lo avevi promesso. – potevo sentire la delusione nella sua voce e forse quello mi fece molto più male del veleno e di tutto il resto.
Sospirai lentamente distogliendo lo sguardo dal suo, che senso aveva mentirle ancora? Lo aveva scoperto non sapeva il “tutto”. – Ieri.. Prima di uccidere l’umano nel Bayou lui mi ha detto che c’era un traditore tra di noi. – cominciai lentamente bloccato sempre dalle fitte di dolore e dalla febbre alta, mio fratello si avvicinò ascoltandoci curiosi lui di quello che era successo non sapeva nulla infondo. – Dopo che Marlo ha medicato Ben e tutto.. Lo detto ad Antonio e abbiamo messo in atto questo piano. – conclusi alzando lo sguardo verso di lei, non avrei messo di mezzo Marlo e sperai con tutto me stesso che lei non pensava che centrava anche lei.
- Quale piano? Di farti uccidere per caso? – la voce di mia nonna si alzò qualche nota e io mi ritrovai a deglutire, avevo detto ad Antonio che era meglio non nasconderle nulla ma lui aveva detto che era per il suo bene per proteggerla, e ne ero stato d’accordo anche io. – Questo.. E’ davvero un miracolo che tu sei ancora vivo lo sai? Potevate morire tutti e due. Come vi è venuto in mente un piano simile? Senza nemmeno consultarmi poi. -.
- Sarei morto solo io.. – dissi lentamente guardandola sotto lo sguardo incredulo di mio fratello che mi lanciava continue occhiate confuse. – Quando ho avvertito Claude sapevo che non sarebbe andato nulla a buon fine.. Ho staccato il legame. – mormorai, non riuscivo a capire la sua reazione in quel momento era un misto da preoccupata e arrabbiata allo stesso tempo e sapevo che io, Marlo e anche Antonio eravamo in torto. Ma da quando avevamo messo in atto il piano sapevamo quanto fosse pericoloso, che io potevo morire, non avevo mai avuto paura della morte. – Io non.. Posso cambiare ciò che sono. – aggiungo a tono basso non distogliendo lo sguardo da lei, avevo deciso che era accettabile morire per salvare mio fratello e per stanare il traditore, forse sarebbe l’unica cosa buona che avrei fatto in tutta la mia vita. – Se.. Non te lo abbiamo detto era solo per proteggerti.. – sussurrai.
Un lungo silenzio imbarazzante e inquietante allo stesso tempo scese nel salotto di casa, abbassai di nuovo lo sguardo incapace di dire altro e attendevo la sua sfuriata. – Proteggermi? Da cosa? Vi rendete conto? Non accetto questo tipi di comportamenti. – la sua voce era calma, anche se in quel momento avrebbe desiderato urlare ma forse era davvero una fortuna che i Mikaelson erano lì. – Ciò che sei non vuol dire che.. – aggiunse ma non continuò la frase distogliendo lo sguardo da me, facendo un lungo sospiro portando una mano sul volto.
– Nonna.. – la voce di mio fratello era pacata e pacifica, mentre appoggiava delicatamente la mano sulla sua spalla cercando di farla calmare, o almeno cosi pensavo.
Ma lei alzò una mano facendolo tacere all’instante. – Non ci provare Ben. Non provare a difendere tuo fratello. – disse subito e questa volta si sentì chiaramente il tono della sua voce arrabbiato. – Non questa volta. – sottolineò scuotendo la testa, questa volta l’avevo fatta grossa e lo sapevo bene.
Questa volta avevo messo davvero la mia vita su un filo, un filo cosi fino che si poteva spezzare da un momento all’altro, ora potevo essere vivo e forse il veleno avrebbe avuto la rivincita contro l’antidoto e sarei morto.  Forse, era la cosa peggiore che avevo fatto in tutta la mia intera esistenza, o meglio la seconda.
- Non lo sto difendendo. – ribatte sempre con il suo tono calmo, in realtà mi difendeva e proteggeva sempre, fin da quando ero un bambino anche se io non volevo il suo aiuto. Lui c’era sempre. – Ha sbagliato. Hanno sbagliato, se non starebbe cosi male o che Claude non lo avrebbe messo a KO a quest’ora gli avrei già tirato un pugno. – alzai un sopraciglio sorpreso guardando il volto di mio fratello, che guardava mia nonna e poi sospirò. – Ma.. Lo avrei fatto anche io. – confessò e a quel punto mi guardò dritto nei occhi, mentre io l’osservavo in silenzio senza parole, sebbene lui mi difendeva sempre non era mai d’accordo sulle mie scelte o il mio stile di vita. Era strano sapere che lo avrebbe fatto anche lui, quel piano folle.
Come Lycan, come onore, ero molto diverso da lui o da tutto il resto del branco solo in pochi riuscivano a capirlo ma non accertarlo del tutto. Io agivo e basta, sapevo che non sarei vissuto per sempre, sapevo che prima o poi la morte sarebbe arrivata e se dovevo salvare qualcuno della mia famiglia, con il legame di sangue o no, lo facevo. Senza pensarci.
Infatti, Ben lo sapeva era consapevole di ciò che sono, non ha mai ribattuto nulla della mia decisione perché fin da piccolo lo ero. Non ero diventato cosi perché non trovavo il mio posto nel mondo, o perché non riuscivo ad ambientarmi come altri Lycan, era il mio destino che aveva deciso il tutto ed io avevo solo accettato la cosa.
Mia nonna era rimasta in silenzio guardando prima Ben e poi a me, facendo un respiro profondo e poi appoggiò la sua mano sopra la mia, un sorriso spuntò dalle sue labbra mentre scuoteva lentamente la testa. – Sei testardo quanto me. – mormorò. – Eppure cerco di cambiarti anche se è impossibile. Ma.. Che non si ripeta più che mi menti chiaro? – mi domandò e io annuisco solamente. – Con Antonio e Marlo ci parlo io. – spalancai per l’ennessima volta gli occhi sorpreso che aveva capito che lei centrava, eppure, non avevo detto nulla anzi non l’avevo messa proprio in mezzo.
Stavo per chiederle come aveva fatto a capirlo ma lei mi rispose con un sorriso divertito facendo un occhiolino, per poi scusarsi con i nostri ospiti, rimasi a osservarlo confuso non avrei mai capito come faceva. Ne ero consapevole, era un dono che forse mia nonna aveva ereditato infondo era sempre stata forte era una dei Lycan che tutti temevano, nonostante la sua età nessuno aveva il coraggio di sfidarla.
 
Il tempo trascorreva lento, intanto mia nonna aveva spiegato alcune cose che aveva notato quel pomeriggio, infatti quella era una falsa riunione organizzata da come avevo capito da quella.. Louise, mi pare che si chiamava. Che centrava anche lei?
Ne dubitavo, non era molto sana di mente anche se per un po’ di “divertimento” avrebbe fatto di tutto anche se poi lo negava, infondo lo aveva fatto con me anni prima anche se io, per mia difesa, mi aveva perfino drogato. Ma in qualche modo se qualcuno l’aveva sedotta, avrebbe anche dato la nostra arma per ucciderci con i Devitto, o meglio, al pazzo dei Devitto.
Era come se in quel momento non pensava, intanto notai Bandon nell’ombra silenzioso che mi osservava, sicuramente aveva notato anche lui qualcosa ma sapeva che non ne poteva parlare qui. Non per via dei Mikaelson ovviamente, ma il traditore poteva essere ben nascosto ad osservare ogni minimo movimento o semplicemente ad ascoltarci, era meglio non far capire le nostre intenzioni.
Per Bandon, questa missione, anche se piccola sarebbe stata una sorta di onore la stava prendendo seriamente e questo gli avrebbe dato a molte occasioni in futuro, infondo a breve ci sarebbe stata una guerra. Sospirai rimettendomi di nuovo giù, Marlo aveva fatto mandare della medicina per farmi abbassare ancora di più la febbre, non c’era la facevo più a stare in quella posizione.
Ma era bastato uno sguardo di mia nonna per farmi cambiare idea, non la volevo far arrabbiare ancora di più, tamburellai silenziosamente le dita sulla mia gamba mentre osservavo il soffitto, doveva succedere qualcosa. Perché non accadeva?
Lo sentivo, c’era uno strano odore nell’aria e il mio lato da Guardiano stava facendo il pazzo dentro la mia testa che doleva ancora di più, se sarebbe successo non avrei potuto fare nulla infondo non ero nelle condizioni di combattere e non me lo avrebbero nemmeno permesso.
Bandon dopo qualche attimo era rientrato in casa, avvisandoci che Antonio era tornato e che a breve sarebbe venuto. Troppe coincidenze in poche ore, come se stava facendo tutto di fretta ma si sapeva, chi fa le cose di fretta sbaglia sempre un minimo particolare.
Ed io stavo aspettando con ansia quel minimo particolare.
Erano passati pochi minuti e tutti stavano parlando tranquillamente, il mio sguardo fù attirato da una sagoma che apparse sulla porta del salotto o forse ero io che stavo avendo qualche tipo di allucinazione procurata dal veleno. Come quel sogno, scossi lentamente la testa togliendo immediatamente quel ricordo. La sagoma si avvicinò a passo tranquillo entrando nel salone, appoggiando un borsone scuro sul pavimento, sul mio viso si dipinse un sorriso felice riconoscendola. – Zoe! – esclamai cercando di alzarmi ma alla fine riuscì solamente a mettermi seduto, gli altri si girarono di scatto verso la mia direzione e subito dopo su Zoe che era appena entrata nella stanza.
La ragazza mi guardò sorridendo, non la vedevo da circa tre anni quando il suo addestramento era stato compiuto le ero rimasto vicino fino al grande giorno anche se subito dopo ero dovuto andare via, allargai le braccia e lei subito corse verso di me abbracciandomi.
Ricambiai l’abbraccio stringendola piano, nonostante è la sorella minore di Marlo non le assomigliava affatto alcune note del carattere erano totalmente diverse da quelle di sua sorella, per me era una sorta di sorella minore l’avevo vista crescere. – Cosa ci fai qui? Non eri in Spagna? – domandai scostandomi leggermente da lei per osservarla meglio in volto.
- Da quando sei diventato come Ben? – domandò lei evitando la domanda con un sorriso divertito sulle labbra, con la coda dell’occhio osservai mio fratello che portava una mano fra i capelli imbarazzato venne verso di noi e mi trovai a sorridere anche io divertito.
- Ciao Zoe! E’ bello rivederti. – mormorò lui impacciato, non c’era niente di più divertente nel vedere mio fratello in imbarazzo di fronte alla sorella della donna di cui era innamorato e la piccola Zoe si era sempre divertita peggio di me a farlo imbarazzare.
- Ehi Ben! E’ bello vederti ancora tutto in piedi. – Disse sorridendo alzandosi e poi si girò mi guardò confusa nel vedere che ero messo peggio di Ben. – Ma credevo che solo Ben era ferito gravemente non tu.. – mormorò, alcune volte non mi ricordavo che aveva sedici anni e che era ancora nel pieno della sua adolescenza.
- Ha fatto il supereroe oggi, mia cara. – disse mia nonna con un tono ironico interrompendomi e alzai brevemente lo sguardo su per il soffitto, mentre lei l’abbracciava con dolcezza sorridendo. – Sono felice che tu sia qui, ma forse eri più al sicuro in Spagna. – aggiunse con dolcezza mia nonna lasciandole una breve carezza sulla guancia.
- Non potevo stare in Spagna, con le mani in mano ad aspettare la mia maggiore età. – disse con un tono così serio che rimasi sorpreso mentre la guardavo, era sempre stata una ragazza intelligente e seria. Nonostante i suoi genitori erano morti, Marlo l’aveva cresciuta benissimo nonostante i suoi impegni da Guaritrice, aveva fatto un ottimo lavoro. – Se è vero che ci sarà una guerra, io la combatterò, non abbandono la mia famiglia e il mio
dovere. – sottolineò le ultime parole a testa alta, poi girò lo sguardo verso di me ero davvero fiero in quel momento dopo quelle parole, ho sempre pensato che avevo fatto un brutto lavoro. Specialmente con lei. Quando mi avevano affidato Zoe mi ero un po’ ribellato, era una ragazza e io non avevo di certo la pazienza di allenarla e aspettare i suoi tempi anche se le volevo bene.
Ma dal primo giorno di allenamenti, Zoe, mi aveva sorpreso non si era mai fermata e mi ascoltava attentamente ed eseguiva in modo perfetto ogni mio insegnamento non mi aveva mai deluso. Come nemmeno lo aveva fatto Bandon, ovviamente.
Mia nonna la guardò per qualche secondo e poi spostò lo sguardo su di me sorridendo. – Credo che tu hai passato troppo tempo con Adrian. – disse annuendo tra sé e poi scosse lentamente la testa portandole un braccio intorno le spalle e si girò verso i Mikaelson. – Lei è Zoe, la sorella minore di Marlo sono sicura che l’avrete conosciuta prima. – aggiunse mia nonna rivolta hai nostri ospiti.
Tutti annuirono e dopo le presentazioni Zoe si mise seduta al mio fianco e io la stavo ancora osservando silenzioso, ricambiò il mio stesso sguardo e un piccolo sorriso spuntò dalle mie labbra mentre appoggiavo una mano sulla sua spalla.
 I discorsi ritornarono come un attimo prima, sebbene Antonio non era ancora tornato, stavano iniziando a parlare di alcune cose molto importanti non seguivo attentamente la conversazione il mio sguardo era attirato dalla porta del salotto. Il corridoio era immerso nel buio, nessuno aveva accesso la luce, sia quella del salotto e della cucina che erano sempre accessi a quell’ora illuminavano brevemente la porta di ingresso.
Come se ci fosse qualcuno li dietro, che aspettava di uscire fuori. O forse, ero solo io che stavo davvero diventando paranoico.
Ma proprio quando pensavo che stavo davvero diventando paranoico, lui entrò nella stanza, spalancai leggermente gli occhi non appena il suo odore mi entrò nelle narici. Non ero affatto sorpreso, sapevo che dietro tutto questo c’era lui, sapevo per i suoi sporchi affari avrebbe usato la sua unica sorella e sapevo che avrebbe fatto ricadere ogni colpa su di me.
Ma io non avevo ucciso Claude e immaginavo che quei poppanti avevano detto in giro una cosa per un’altra ed forse per una volta avevano fatto la cosa giusta. Se lui pensava che eravamo noi a essere in trappola era la cosa migliore, illuderlo e fargli credere che il suo piano stava andando a buon fine.
Ma l’unico a essere in trappola in quel momento, era proprio lui.
Ben e Zoe si alzarono subito di scatto, il loro sguardo era puntato su di lui il volto dei Mikaelson si era di nuovo disegnata quella maschera di confusione, quel giorno, durante la loro visita ne stavano succedendo di tutti i colori. E mi dispiaceva, le cose non dovevano andare di certo cosi ma forse, il traditore aspettava proprio la loro visita per agire e ora capivo il motivo.
Il mio sguardo era puntato su quello di Jasper, sul suo volto era disegnato lo stesso sorriso maligno che aveva avuto fin quando io e Ben eravamo bambini, era da quando quell’umano mi aveva confessato il tutto che avevo immaginato chi c’era dietro. Ovvero lui.
Non avevo mai capito l’odio che provava verso Antonio e quasi per ogni componente del branco, quando era solo un bambino in fasce, era stato proprio Antonio a fermare il Consiglio pregandoli di non ucciderlo, perché era solo un bambino e non aveva colpe di quello che aveva fatto il padre. E ora, mancava solo una conferma, che lui stava tradendo proprio colui che lo aveva salvato permettendogli di rimanere li con la sua famiglia.
Nonostante il dolore mi alzai anche io in piedi, sul mio volto non comparve nessuna smorfia di dolore, il mio volto era impassibile mentre l’osservavo, notai un suo sguardo sorpreso ma scomparve in pochi secondi. Se l’era presa con comoda, aveva organizzato tutto in modo perfetto da come ci avevano raccontato nemmeno suo padre aveva organizzato tutto cosi perfetto senza nessun errore.
Aveva preso tempo, anni, quasi secoli per arrivare fino ad oggi in qualche modo lui non aveva messo in mezzo nessun cacciatore ma i vampiri.. E anche le streghe, doveva essere stato molto astuto o quello che aveva creato il tutto. Lui era solo una pedina, una pedina importante.
Il silenzio era sceso nel salotto, evitò lo sguardo di tutti, il suo sguardo era fisso su di me come se nella stanza non ci fossi solo che io all’improvviso il suo sorriso si trasformò in divertito rimanendo la stessa nota di crudeltà sul volto. – Dovevo immaginarlo. – commentò lentamente facendo un passo in avanti. – I guerrieri si alzano sempre. Anche quando stanno da un passo dalla morte.- sottolineò l’ultima parola e nei suoi occhi comparve un luccichio, non si sarebbe fermato e questo lo sapevo bene, se non mi avrebbe ucciso il veleno mi avrebbe ucciso lui. Era stato facile capirlo, non c’era bisogno che lo confermasse il suo sguardo, il suo odore, parlava chiaro per lui.
Sul mio volto comparve un sorriso e mi strinsi lentamente nelle spalle, i miei muscoli erano tesi sebbene volevano cedere subito non gli avrei mai dato quella soddisfazione anche se il lupo era come addormentato,non sarei morto senza onore. – Ne sei sorpreso Jasper? – domandai semplicemente a testa alta.
Prima che lui poteva rispondere Ben si fece avanti, in quel momento visto che Antonio non c’era era come se lui per poco tempo aveva preso il posto di suo padre, il suo volto era serio, così serio, che sembrava la copia esatta di Antonio. Anche se non si assomigliavano molto fisicamente. – Cosa vuoi, Jasper? Non è il momento per le tue sciocchezze. – disse facendo un passo davanti a me.
- Sempre a proteggere il tuo fratellino bastardo eh? – commentò ignorando del tutto la sua domanda con un strano sorriso sulle labbra. – Il povero bambino rapito da piccolo, quello compatito da tutti. – aggiunse lentamente.
Ma prima che potesse dire qualcos’altro Ben lo interrompe bruscamente, sussultai sentendo chiaramente il suo lupo farsi largo dentro di lui. – Te lo ripeto per l’ultima volta: cosa vuoi? – la voce di mio fratello era bassa e rauca, come se stava reprimendo il lupo.
- Vendetta. – commentò piano portando le braccia conserte sotto il petto mentre ci osservava, mia nonna si fece avanti lentamente. – Infondo tuo fratello ha fatto del male alla mia povera sorellina. La uccisa, o sbaglio? La mia unica sorella. – portò lo sguardo su di me, mentiva, mentiva cosi spudoratamente che chi non lo conosceva poteva quasi crederci che gli importava qualcosa di Claude.
- Jasper. – lo richiamò mia nonna, il tono della sua voce era serio e freddo. – Non credo che questo sia il momento vai a casa. – la osservai con la coda dell’occhio, non sarebbe mai andato a casa. Aveva organizzato quella giornata nei minimi dettagli da quando Antonio era ancora uscito di casa e non era tornato, era stato bravo in questo. Era riuscito a non farsi scoprire, Grant era stato una pedina, quell’attaccò di questa mattina centrava lui.
- Sennò? Non potete fare nulla di quello che accadrà questa notte. – disse stringendosi piano nelle spalle, il suo tono era tranquillo senza paura o insicurezze sorrise semplicemente. – Non c’è nessuno, nemmeno Antonio ho organizzato il tutto che rimanevate da soli. E dei vampiri? Beh, non potranno muoversi visto che dove sono seduti c’è della verbena e un blocco per non farli uscire. – commentò con un sorriso maligno, aveva assunto qualche strega? O era quella di quelli che cercavano di ucciderci tutti? Rivolsi una veloce occhiata ai Mikaelson si erano messi davanti alle loro figlie e di fronte a Matt, non aveva previsto però che li in mezzo a loro c’era una strega. Un umana. Lo notai dallo sguardo che Elijah mi rivolse velocemente, erano stati anche loro scaltri a non portare la loro seconda sorella, avevano mascherato bene il profumo della verbena.
Intanto Jasper si avvicinava sempre di più fino a quando Ben si mise davanti a lui. – Non provarmi a sfidarmi Jasper, non provare a fare nulla. O giuro che questa volta nemmeno il Consiglio ti salverà. – il tono di mio fratello era minaccioso, era sempre stato la pace non era mai stato il tipo che faceva lotta per stupidaggine, la pecora nera della famiglia ero io. Lui era quello tranquillo che seguiva le orme di suo padre e si faceva rispettare, ma ognuno di noi aveva quel lato oscuro e anche Ben ne aveva uno, non aveva mai sopportato Jasper da quando aveva ucciso la sua ragazza, il primo amore di Ben, molti anni fa.
Aveva dichiarato che era stato un incidente, che non si trasformava da tempo e con la luna piena il lupo era impazzito aveva supplicato pietà ad Antonio, che lui sotto il consiglio degli Anziani gli aveva concesso. Ben non aveva mai accettato quel verdetto, era sicuro che era stato lui ad ucciderla che non era nessun incidente, e anche io lo credevo.
Greer non era il tipo di ragazza che usciva di notte, specialmente con la luna piena, molti Lycan maschi specialmente gli adolescenti nelle notti di luna piena erano senza controllo e tutti evitavano, le donne soprattutto, di uscire. Non sarebbe mai uscita senza un motivo preciso, ma nonostante tutte le prove che pensavamo di aver trovato, non era servito a nulla.
Il mio sguardo si posò su mio fratello, ci era riuscito in poco a farlo innervosire era quello il suo intento, non mi stava ancora attaccando voleva liberassi di lui anche se non lo avrebbe ucciso. O almeno non subito, il suo obbiettivo principale ero io.
‘ Ben calmati.’ Sperai con tutto me stesso che mi aveva sentito, anche se ne dubitavo, era troppo arrabbiato, cosi nero dalla rabbia che lo avrebbe ucciso subito senza nemmeno che lui avrebbe fatto una mossa.
La tensione nella stanza era forte, quasi soffocante, potevo sentire l’odore della rabbia dei Mikaelson, quella di mia nonna e quella di mio fratello. Che sembrava essere quella più feroce in confronto a tutti i presenti nella stanza, ma Jasper rivolse stranamente lo sguardo su di me, ne fui quasi sollevato.
Conoscevo quando si arrabbiava Ben, non era un bel spettacolo per nessuno e poi ieri aveva quasi rischiato di morire, era ancora troppo debole. Come del resto lo ero io, ma non sapevo ancora cosa sarebbe successo se avviava la trasformazione, quando c’era troppa rabbia il lupo usciva automaticamente saltando quasi il processo di transizione. Da umano a lupo.
- Ma torniamo a noi. – la voce di Jasper mi distolse dai pensieri portando lo sguardo su di lui, socchiusi lentamente gli occhi, i suoi occhi erano puntati su di me. Aveva ancora quel sorrisetto stampato sulle labbra. – Presumo che tu hai rivissuto tutto il tuo incubo più grande, quello che hai fatto molti anni fà. – mormorò piano, con un punta di divertimento sul tono della voce.
Mi irrigidisco di colpo, il mio respiro si bloccò in gola e sentivo di nuovo quel peso sul petto che arrivava fino alla gola, come faceva a saperlo? Con la mia sola reazione lui sorrise di più, avevo provato di togliermelo dalla mente, quel ricordo era la mia debolezza più grande, specialmente in quel momento.
Avevo rivissuto tutto, come quella notte più orribile della mia vita, era come se ero ritornato di nuovo un bambino e stavo facendo l’errore più grande della mia vita. Sentivo il lupo agitarsi dentro di me, nonostante ancora debole con le medicine e il veleno. Jasper fece un passo davanti a me, lo guardai dritto nei occhi senza distogliere lo sguardo. – Immagino che hai sentito di nuovo il sapore del suo sangue in bocca, l’eccitazione e anche il dolore mischiato con la paura. – il tono della sua voce era quasi un sussurro, ci aveva azzeccato in pieno.
Ogni parola che aveva detto, corrispondeva alla verità, una verità che odiavo, un incubo che odiavo così tanto che se potevo tornare indietro nel tempo non avrei mai commesso, ma non potevo. Non esisteva una macchina per tornare indietro nel tempo, dovevo convivere con quello che avevo fatto fino alla fine dei miei giorni.
Il mio sguardo era perso nel vuoto, cominciavo a sentire il lupo dentro di me che si ribellava per uscire quasi come se quel solo ricordo lo stava facendo impazzire, come me del resto. Mia nonna si parò davanti a me, il suo volto era severo con una nota glaciale nei occhi mentre l’osservava.
- Ora basta Jasper. Hai sorpassato ogni limite di educazione e di rispetto. – tuonò lentamente, il tono della sua voce rimase calmo senza urlare o alzare una nota più alta.
- E sempre che lo difendete. – disse inclinando lentamente la testa di lato, osservando mia nonna. – Specialmente dopo che ha fatto? E’ pericoloso quasi quanto Nihal, che ricordo che avete rinchiuso. Sto solo facendo “giustizia”. – aggiunse subito dopo imitando le virgolette.
Lo sguardo di mia nonna rimase fermo, a testa alta,potevo solo immaginare che dopo quella parole un piccolo sorriso si era disegnato sulle sue labbra. – Giustizia davvero? Tu e la tua famiglia, il ramo di tuo padre, non sapete nemmeno cos’è la giustizia. – mormorò lentamente notai gli occhi di lui che si chiudevano in delle piccole fessure, nessuno lo sopportava, lo facevano solo perché il Consiglio aveva votato. E nessuno si metteva contro il Consiglio.
- Forse dovresti andare in pensione, Cornelia. – mormorò, mia nonna stava per dire qualcosa ma non la terminò, lui la colpì spingendola contro il muro ma Elijah Mikaelson la prese prima che sbatteva la testa.
Sebbene il mio volto era rimasto umano, un ringhio uscì dalla mia bocca mentre chiudevo le mani in pugni e mi avvicinavo verso di lui per combattere. Nonostante non avevo forze, non lo avrei lasciato vincere e in quel momento sembrava che il dolore e le bruciature si erano trasformate in rabbia, ma lui mi sorprese, prima che lo potevo attaccare portò una mano sul mio fianco destro.
Spingendo contro la ferita ancora aperta, l’improvviso dolore mi fece mancare il respiro di nuovo, evitai di far uscire il gemito di dolore dalle mie labbra non avrei mai dato a nessuno questa soddisfazione. Caddi inginocchio di fronte a lui, i muscoli avevano ceduto dopo quello sforzo e improvviso dolore. – Non sei più tanto forte Adrian. – disse ridendo, una risata malefica, per poi alzarmi buttandomi contro il muro del camino.
Sbatto con violenza contro il muro di mattoni sentendo qualche ossa scricchiolare, una piccola smorfia di dolore si disegnò sulle mie labbra. Come faceva a saperlo? Come faceva a sapere dove esattamente Claude mi aveva colpito? Erano lo stesso punto dove avevano perfino pugnalato Ben e poi ricordai, come un flash che mi ritornò alla mente, lui era lì il giorno prima.
Quando lo avevo fatto uscire dalla macchina lui insieme ad alcuni erano venuti ad aiutarci per portarlo dentro, lui aveva visto la ferita. Aveva visto perfettamente dove avevano pugnalato Ben dopo che Marlo gli aveva tolto gli abiti di dosso per medicarlo, aveva manipolato la mente debole di sua sorella per farmi avere la stessa ferita, quella dose di veleno era cosi mortale che ci avrebbe ucciso entrambi. Ma io avevo tolto ciò che ci legava, proteggendo Ben.
Quando alzai lo sguardo verso di lui notai che Ben lo stava menando, combattevano entrambi, nonostante era ancora debole la rabbia gli aveva dato forza, con lui combatteva anche Zoe, spostai brevemente lo sguardo su mia nonna. I Mikaelson e Mary erano accanto a lei preoccupati ma sembrava stare bene, prima che potesse colpire il muro Elijah l’aveva presa al volo nonostante il blocco che avevano creato di verbena.
Provai ad alzarmi ma il dolore mi bloccò di nuovo, obbligandomi a rimanere seduto accanto il camino, mi sentivo cosi debole. Quel dolore mi stava uccidendo sempre di più, lentamente, facendo essere inutile e forse era questo che aveva dato coraggio a Jasper di attaccarci con noi, sapeva che io essendo debole non avrei combattuto per il troppo dolore era tranquillo perché non lo avrei ucciso subito. Come volevo fare in quel momento.
In pochi minuti si liberò lanciando contro la parete sia Ben e Zoe in un colpo solo, nonostante quest’ultima era forte lui era molto più vecchio di lei e anche se non era bravo nel combattere, era pur sempre più forte di lei in qualche modo.
Lo guardai a testa alta mentre veniva verso di me, con lo sguardo fiero e maligno stampato sulla sua faccia, camminava lentamente quasi soddisfatto che almeno lui ci avrebbe sterminato tutti o sarebbe stato lui il capo. Ma non sapeva. Non sapeva che avevo preparato altri piani, che la casa era nascosto ogni singola cosa per fermarlo.
Sentì di nuovo quella sorta di connessione, stavano arrivando, sorrisi dentro di me rimanendo impassibile davanti a lui. Non sapeva che stavano per arrivare e che lui avrebbe perso, come avevano fatto i suoi antenati.
- Sempre a testa alta, eh? Lo sai vero che stai per morire? – domandò una volta che si era messo davanti a me con le mani sui fianchi che mi osservava, sicuro di sé e come se la lotta non lo aveva stancato per nulla.
Mi stringo lentamente nelle spalle e un breve sorriso si disegnò sulle mie labbra. – Non ho paura di morire, Jasper, quello che deve aver paura sei tu. – mormorai tranquillamente mentre si abbassava per guardarmi meglio nei occhi, seguo ogni suo movimento. – Sappiamo bene entrambi perché hai aspettato per uccidermi fino a questo giorno. Hai sempre avuto paura di combattere con me. – aggiunsi ridendo. – Perché sai che non seguo le regole del branco, sai che ti posso tranquillamente uccidere. – conclusi seriamente.
Lo vidi irrigidirsi per un istante, perché era cosi io non seguivo tutte le regole del branco non che le infrangevo. Seguivo un’altra legge, altre regole che erano molto più sacre e che si dovevano rispettare perché il mio leader, colui che seguivo con fedeltà, non era Antonio.
Non rispose si limitò solamente a darmi un pugno in pieno stomaco, facendomi mancare di nuovo il respiro, ma nonostante il dolore questa volta avevo reagito colpendo anche lui, se sarei dovuto morire quella notte non sarei stato a lasciare che mi avrebbe ucciso lui. Non mi sarei fatto uccidere da un traditore e da un codardo che aveva organizzato tutto ciò, perché ne io ne Ben eravamo in forze, non era da un Lycan. Ma anche se lo è, che il lupo è dentro di lui, era come se non lo fosse, perché un Lycan non tradiva mai la propria gente, non tradiva i suoi fratelli e i suoi amici. Lui aveva tradito tutto.
Approfittando del fatto che non mi potevo muovere mi strinse le sue mani intorno al collo, portai subito le mie su suoi polsi graffiandoli con gli artigli, il lupo era lucido e arrabbiato. Con il ginocchio mi toccò di nuovo la ferita, toccando i punti più deboli, facendomi allentare un po’ la presa e fù in quel momento che il mio sguardo andò direttamente su di lei. I suoi occhi chiari mi osservano, preoccupati, rimasi qualche secondo in più quasi immerso nel suo sguardo e poi distolsi lo sguardo portando davanti a lui.
Tolgo una mano dal suo polso portandola verso il fuoco, ancora accesso, presi un po’ di brace nella mia mano tirandogliela poi addosso urlo facendo qualche passo indietro, non c’era conferma migliore di questa. I traditori avevano sempre avuto paura del fuoco, per i Lycan il fuoco era come uno specchio della verità, il fuoco faceva parte di loro fin dalla nascita e fino a quando morivano.
Si riprese quasi subito, tirandomi un pugno in pieno stomaco pieno di graffi che ancora non si erano rimarginati per via del veleno, trattenni una smorfia e un gemito per il dolore chiudendo semplicemente gli occhi. Tossendo.
- Sei pronto per morire, Adrian? – mi domandò con un ghigno stampato sul volto, mentre i suoi occhi neri mi osservano pieni di vendetta che stava per compiere, troppo sicuro di se.
Scoppiai a ridere, notando il suo sguardo sorpreso e confuso per la mia reazione per ciò che mi aveva appena chiesto, fu proprio allora dopo quella sciolta domanda, sorrisi. Un semplice sorriso, niente malizia ne divertimento.
Un sorriso rilassato.
- Credevi davvero che non avrei previsto tutto? – domandai guardandolo fisso nei occhi. – Che non ho provato ad immaginare il tuo piano? Che non ho un piano b? – continuai mentre il mio sorriso si allargava sempre di più, notando la sua faccia perplessa. – Presumo che tu sappia l’alfabeto. –
Il suo viso da confuso si trasformò in preoccupato, cercò subito di nascondere le sue emozioni e i suoi timori, ma non ci riuscì, sentivo perfettamente l’odore della sua paura che stava crescendo sempre di più.
 
Pov. Audrey
 
Il mio sguardo era fisso su di lui.
Osservavamo tutti impotenti, per la seconda volta in quel giorno, la scena del combattimento e lui stava sorridendo. Un sorriso tranquillo, sicuro della sua vittoria nonostante fosse malconcio e forse la sua ora stava per arrivare.
Aveva perso di nuovo sangue, da quelle poche ore che ero lì avevo quasi imparato a distinguerlo da quelli nella stanza. Era un odore strano, quasi speziato con qualcosa che dentro di me sapevo di conoscere ma che non ne avevo idea.
Il volto del traditore era pieno di paura, ma dopo qualche secondo dopo quello che aveva detto Adrian stava scuotendo con convinzione la testa quasi ridendo, come se fosse impazzito. Per fortuna, Cornelia si era ripresa e non era ferita se non fosse stato per mio padre che lo aveva preso a volo.
Nel frattempo, silenziosamente zia Freya insieme a Hope stavano sciogliendo l’incantesimo fatto anche se l’odore della verbena era debole. Quasi, non si percepiva la presenza. Socchiusi lentamente gli occhi, il mio lato di guardiano si era riattivato di nuovo, nello stesso momento che Marlo mi aveva chiesto di aiutarla.
Sentivo che c’era qualcosa che non andava, lo avevo avvertito molto più forte di come mi accadeva di solito, ma non ne capivo il motivo. Non ero svenuta o mi sentivo debole, come succedeva sempre, ero cosciente e ne avevo subito captato tutto ma non sapevo ancora come era potuto succedere.
- Non ti credo, Mitchell. Lo fai solo per salvarti il culo. – mormorò il Lycan annuendo più volte, ma guardando bene nei occhi Adrian non lo stava facendo solo per salvarsi. Anzi, non era quello il motivo era molto sicuro di sé e di quello che aveva detto, era possibile che aveva previsto tutto?
Durante la discussione con sua nonna lui stesso aveva detto che il giorno precedente, durante la notte, avevano studiato un piano era possibile che lui già sapeva tutto. I suoi occhi, avevano parlato chiaro in quel momento e anche poco prima, non stava affatto scherzando.
Non gli rispose, si limitò semplice a sorridere di nuovo e in quel momento il traditore, non contento o forse stufo di quella situazione gli tirò un pugno, colpendolo alla mascella. E proprio in quel momento successe, da due finestre del salotto entrarono con un salto, due enormi lupi.
Feci un passo indietro spalancando gli occhi, era molto più grandi rispetto ad un semplice licantropo, avevo visto molte volte Hope trasformarsi e qualche lupo del branco, ma mai di quelle dimensioni. Erano di qualche centimetro più alti e più robusti, uno era di un manto color marrone scuro invece l’altro era grigio, ringhiarono contro il traditore, deglutisco lentamente nel vedere il loro sguardo pieno di odio verso di lui. Uno di loro, che li aveva traditi in quel modo orrendo.
Il mio occhio cadde su Mary che si era affiancata a Cornelia, il suo sguardo era sorpresa quanto il mio, forse nemmeno lei durante la sua vita aveva mai visto un Lycan nella sua forma di lupo. Rivolsi un breve sguardo a mio padre e a mio zio Klaus, ma entrambi, erano troppo presi dalla battaglia o da quello che sarebbe successo tra pochi minuti, vidi il terrore sul volto di quel uomo che indietreggiò lentamente verso l’uscita.
Riuscì a scappare ed entrambi i lupi che lo osservavano in silenzio, con quello sguardo di odio nei loro occhi, erano fermi. Immobili, non facevano nulla per inseguirlo o cercare di fermarlo, lo stavano davvero lasciando scappare?
Ben si alzò aiutando anche la ragazza e rimase anche lui confuso dal comportamento dei lupi che non stavano facendo nulla, Adrian, era tranquillo e divertito di quello che stava succedendo. Mi girai rivolgendo uno sguardo a Matt, che si strinse nelle spalle insieme a Thomas, ma prima che Ben poteva aprire bocca.
Il traditore, di nome Jasper, lo vedemmo cadere in un colpo forte nel centro del salotto dove quella mattina si trovava un tavolino. Sentimmo qualcosa scricchiolare e subito dopo fece l’entrata una ragazza, abbastanza alta e magra con i capelli a caschetto castani, i suoi occhi erano azzurri come se fossero delle fiamme.
Il volto era come quello di Adrian e Ben, ma il suo sguardo era come i due lupi che si erano messi al fianco di Adrian come per proteggerlo da un attacco dell’uomo, Jasper si alzò lentamente dal pavimento e puntò lo sguardo sulla ragazza che era appena entrata. – Ecco il meticcio. – borbotto e sul suo volto si dipinse di nuovo quel sorriso crudele, di poco prima.
Ma senza pensarci due volte la ragazza lo colpì, spingendolo contro il muro e con una mano gli strinse forte il collo graffiandolo con gli artigli. – Uhm, in questo caso meglio essere un meticcio che non un traditore. – la sua voce era rauca, quasi ringhiava mentre parlava all’uomo con una faccia schifata nel volto.
Quando Jasper stava facendo l’ennessima fuga o un commento crudele, uno dei due lupi, quello con il manto marrone lo morse alla mano immobilizzandolo e subito la ragazza si avvicinò a lui alzando la mano in aria per colpirlo. Ma prima che succedesse qualcosa, un uomo vestito di nero con uno sguardo autoritario sul volto entrò velocemente nella stanza bloccandola.
- No Eretria, ci serve vivo. – la sua voce era pacata e autoritario come il suo sguardo, mentre la guardava a lungo quasi intensamente. La ragazza sbuffò staccandosi dalla presa dell’uomo contrariata da quello che aveva detto, portando le braccia conserte sotto il seno.
- Non è giusto, Arion. Ha ucciso Sam e stava per uccidere anche Adrian. – borbottò guardandolo dritto nei occhi, ma quest’ultimo la ignorò facendo un segno ai due lupi che uscirono dalla stanza di corsa.
- Ci sarà giustizia, Eretria. – commentò con la sua stessa voce pacata come un attimo prima, rivolgendole brevemente uno sguardo per poi distoglierlo portandolo verso di noi. – Cornelia tutto bene? – domandò chiudendo il discorso con la Lycan.
La donna annuì lentamente alzandosi dal divano facendo uno sguardo verso di lui, dando un breve occhiata al traditore che era svenuto o forse, stava solo facendo finta. – Si, Arion, grazie ad Elijah Mikaelson. – disse facendo un sospiro profondo scuotendo lentamente la testa.
Ci fù un attimo di silenzio e poi velocemente Cornelia ci presentò ai nuovi arrivati, ma subito in quel momento entrò un ragazzo che si stava sistemando e il suo volto era sporco di sangue, sicuramente era il lupo dal manto marrone che aveva colpito Jasper, qualche minuto prima.
Senza degnare di uno sguardo a nessuno si avvicinò ad Adrian che aveva perso di nuovo i sensi, Cornelia si era messa vicino a lui con la ragazza, ma il suo respiro era debole. Troppo debole.
- Ehi. – mormorò il ragazzo quando Adrian aprì un occhio per qualche secondo. – Non provare a morire, che mi devi ancora quella rivincita. – borbottò quest’ultimo sorridendo, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
- Morirò quando ucciderò quel bastardo. – mormorò sottovoce Adrian con un sorriso divertito sulle labbra, tossendo per l’ennessima volta e quando si riprese di nuovo, continuò. – E poi, vincerò lo stesso io. –
- Non morirà nessuno. – commentò la ragazza di nome Eretria con le braccia ancora conserte, mentre stava ascoltando e osservando tutto in silenzio, Adrian spostò brevemente lo sguardo su di lei. – Ti salverò sempre il di dietro, Mitchell. – sussurrò per poi abbracciarlo, lui appoggiò la testa sulla spalla della ragazza socchiudendo gli occhi, mentre lei gli accarezzava lentamente la testa.
Distolsi lo sguardo, sentendomi tutto ad un tratto a disagio, quel giorno erano successe troppe cose e il mio potere da Guardiana mi stava ossessionando proprio che sembrava che tutto era finito o almeno per quel giorno. Nel salotto entrarono Marlo, un ragazzo giovane che aveva più o meno l’età di Adrian e un uomo.
Marlo corse subito verso di Adrian facendo allontanare tutti e controllò le sue ferite, Arion si avvicinò verso il nuovo arrivato che stava osservando deluso Jasper, che si era ripreso e lo guardava.
- Antonio. – disse sollevata Cornelia andando verso di lui lasciando che Marlo poteva fare il suo lavoro. – Finalmente sei qui, dovremo parlare di quello che è successo ma non è il momento ora. – aggiunse con uno sguardo severo e si guardarono a lungo.
Alla fine, quest’ultimo annui lentamente portando lo sguardo verso di Adrian prima di venire verso di noi. – Voi dovete essere i Mikaelson e il branco della Mezzaluna. – commentò lentamente con un sorriso cordiale stampato sulle labbra, assomigliava moltissimo a Ben, avevano gli stessi allineamenti del viso e lo stesso tono di voce. – Sono Antonio, il capo branco dei Lycan. – si presentò stringendo la mano ad ognuno di noi. – Mi dispiace che abbiate dovuto vedere tutto quello che è successo oggi, non doveva andare così la giornata. – commentò lentamente con un espressione stanca sul volto.
- Il piacere è nostro. – commentò mio padre con un sorriso sulle labbra rassicurante. – Non è colpa vostra, non dovete affatto scusarvi. Volevamo essere più utili a quello che è successo oggi. – aggiunse subito dopo, guardando brevemente mio zio Klaus che annui piano con un sorriso.
- Concordo con mio fratello, non è colpa vostra. – disse. – Stiamo combattendo con un nemico comune, dopo oggi è chiaro. – continuò annuendo lentamente pensieroso, lo sguardo di mio zio andò su quel traditore che stava cercando di nuovo di sfuggire.
Ma per l’ennessima volta, due Lycan, lo bloccarono spingendolo in un angolino mentre Antonio scusandosi, andò verso di lui. – Oh dai, Antonio! Sul serio? Mettere in gattabuia a me, invece di quel bastardo che ti ritrovi? – disse e sul suo volto apparve di nuovo quel ghigno. – Infondo, non sono solo io che ho infranto la legge. – aggiunse.
Voltai anche io lo sguardo verso di Adrian notando che si era rabbuiato e irrigidito, c’era qualcosa di strano nel suo sguardo come se stava rivivendo, in quel preciso istante, qualcosa. Aveva lo stesso volto di quando si era risvegliato, come se qualche ricordo oscuro era ritornato in galla, qualcosa di strano.
Mi riscossi dai pensieri quando vedemmo Ben andare di corsa verso di Jasper, facendo un breve segno ai due ragazzi che lo tenevano fermo sbattendolo contro il muro. – Prova ancora dire qualcosa sul conto di mio fratello, e sarò io a infrangere tutto. Uccidendoti. – la sua voce era rauca, minacciosa, gli stringeva forte il collo e quasi stava per soffocare.
- Ben.. Ignoralo. – mormorò piano Adrian, il suo sguardo era fisso sul fratello che gli dava le spalle, osservando ancora il traditore nei occhi con uno sguardo pieno di odio. Antonio portò una mano sulla spalla del figlio.
- Figlio mio, lascialo, non è la sua ora. – disse a tono basso, con calma, scegliendo piano ogni parola il ragazzo si allontanò da lui per qualche momento. Ma dopo due secondi, ritornò dandogli un pugno in pieno volto, per poi lasciare la stanza salendo al piano di sopra. – Portatelo via, ha già fatto troppi danni per oggi. – ordinò Antonio andando ad aiutare Adrian a mettersi sul divano.
Qualunque cosa si riferiva Jasper che lui aveva infranto le regole e forse era anche peggio di un tradimento, ma ne per Antonio e ne per Ben sembrava essere tanto grave, o forse lo avevano perdonato. Portai le braccia conserte sotto il seno, mentre silenziosa osservavo il tutto, sentivo le mie energie lasciare il mio corpo ogni secondo che passava, nonostante non avevo combattuto il mio potere da Guardiana era stato attivo per tutto il tempo non lasciandomi mai.
Nemmeno in quel momento, se mi concentravo, potevo vedere ancora l’anima di tutti con le sue sfumature e c’era ancora quei campanelli di allarme che continuavano a suonare, ancora.
Cornelia interrompe i miei pensieri, il suo sguardo era preoccupato ma sulle suo viso c’era un sorriso sincero mentre ci guardava. – Direi che potremo mandare i ragazzi a riposare, ora dovrete parlare di cosa di adulti e ne hanno viste tante, oggi. – commentò e il suo sguardo passò da ognuno di noi fino ad arrivare ad Adrian.
Marlo annuì concorde alle parole di Cornelia, alzandosi dopo aver controllato la ferita di Ben, portando lo sguardo verso tutti noi. – Si. Non è molto grave la guarigione sta avvenendo. – disse seria mentre si asciugava le mani. – Ma Adrian deve riposare nel letto, ha subito troppe cose oggi. – aggiunse spostando il suo sguardo su quello di Adrian, che era rimasto in silenzio, aveva ricambiato brevemente il suo sguardo.
Mentre tutti stavano decidendo sul da farsi, visto che ormai era notte fonda e che Antonio insieme a mio padre e zio Klaus avevano deciso cosa fare mentre tutti riposavano. Cornelia propose che avrebbe fatto il turno ad Adrian, anche se quel ultimo mormorò un veloce “non c’è bisogno”.
Proprio in quel momento apparve Arion, che era stato in tutti quei minuti nella sala in un angolino ad osservare tutto, appoggiò la sua mano sulla spalla di Cornelia. – Farò io la nottata con Adrian, hai bisogno di riposare. – disse con un piccolo sorriso sulle labbra mentre Cornelia disse subito qualcosa, non concorde con quella decisione. – Cornelia. – il tono della sua voce era fermo, come un attimo prima quando aveva bloccato la ragazza prima che uccideva Jasper. – Ha bisogno di noi. Lo sai. – aggiunse semplicemente, con un tono più dolce nella voce.
Cornelia rimase in silenzio per alcuni lunghi minuti, per poi sospirare pesantemente annuendo lentamente, subito Arion chiamò il ragazzo che era entrato come una furia e insieme aiutarono Adrian ad alzarsi, portandolo al piano di sopra.
 
Dopo dieci minuti, Cornelia ci aveva accompagnato al piano di sopra dove c’erano le nostre stanze dove avremo passato la notte, visto che dopo quella scena Antonio aveva detto che avrebbe fatto lui e che doveva riposare.
Si era limitata solo a borbottare qualcosa, ma alla fine aveva accettato e anche Mary era insieme a noi, dopo che avevano fatto vedere il piano si erano allontanate lungo il corridoio chiacchierando del più e del meno.
La stanza era in legno tutto rifinito in modo perfetto, dando un tocco di antico e di moderno allo stesso tempo. Mi ero infilata di fretta il pigiama mettendomi nel letto socchiudendo piano gli occhi, che quasi mi stavano supplicando di dormire.
Qualche secondo dopo sentì che Hope si metteva nel letto accanto a me, sospirando piano, sentivo il suo sguardo su di me ma non avevo aperto gli occhi. – Cosa è successo oggi? So che è stata una giornata strana ma.. Ti ho sentita strana. – mormorò lentamente.
Riapro gli occhi osservando il soffitto, non rispondendole, anche perché non sapevo cosa era successo i miei poteri avevano fatto tutto da solo. Era la prima volta che non perdevo il controllo, che era tutto alla normalità come se il mio corpo e il mio essere per metà vampira, avevano accettato il mio lato da guardiana.
E tutto quando avevo appoggiato la mia mano sulla sua, aiutandolo.
Sospirai girandomi su un fianco guardandola, mordendomi piano il labbro. – Non lo so, Hope. – dissi infine stringendo piano il cuscino. – E’ successo tutto così in fretta che io.. Non ne ho idea, come se.. Al mio lato da guardiana mancava un tassello del puzzle. – mormorai lentamente guardando dritta davanti a me. – Ma non mi so spiegare nulla di quello che è successo. –
Hope annuì lentamente prendendomi piano la mano, con un sorriso rassicurante sul volto, lo ricambiai lentamente. – Tranquilla, non sarà nulla di grave infondo non hai dormito e questo, forse, avrà influito su tutto. – in tutta risposta mi limitai ad annuire di nuovo, sbuffando piano. – Quando torneremo a New Orleans faremo qualche ricerca, ok? –
Feci un lungo respiro profondo sorridendo, positiva e non preoccupata, forse aveva ragione Hope mi stavo davvero preoccupando per nulla e sarà stata tutta una coincidenza quello che avevo provato. – Si. – dissi guardandola. – Ma ora dormiamo, non riuscirò ad affrontare la giornata di domani se non dormo qualche ora. – borbottai divertita, sistemandomi meglio sul letto mentre Hope ridacchiava.
Dopo che ci eravamo date la buonanotte, Hope era già crollata qualche secondo dopo, mi girai sull’altro fianco osservando la luce della luna che filtrava dalla finestra della stanza. Quello che avevo provato prima, era come se il mio lato da guardiana o io stessa mi ero legata a qualcosa, o meglio qualcuno.
Scuoto lentamente la testa togliendomi quel pensiero ridicolo dalla testa chiudendo gli occhi, il sonno mischiato alla stanchezza facevamo proprio dei brutti scherzi. 

{ Angolo dell'Autrice }

Lo so.
Ci ho messo davvero tantissimo tempo, questo capitolo doveva uscire ad ottobre e invece è uscito a Gennaio 2017.. Vi chiedo perdono, ma è stato davvero difficile finirlo e anche dopo averlo fatto questa sera mentre lo correggevo ho cambiato alcune cose perchè non mi convincevano non è stato un capitolo molto facile da scrivere. 
Mi farebbe piacere se mi fate sapere cosa ne pensate!
Intanto ecco i prestavolti dei nuovi personaggi!

Zoe: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/62/eb/35/62eb35ddb01e2871f2de41914387de41.jpg
Eretria: http://i0.wp.com/glittermagrocks.com/connect/wp-content/uploads/2016/01/12256787_519081141606953_235227284_n.jpg
Arion: http://cdn.newsapi.com.au/image/v1/5e2f2614818fc2e1403a27452d918d42 non ci posso fare nulla, sono completamente innamorata di Manu Bennett!
Antonio: http://www.thefashionisto.com/wp-content/uploads/2015/07/Joe-Manganiello-Haute-Living-2015-Photo-Shoot-004.jpg

Man mano vedrete tutti i volti dei personaggi e ci saranno anche nuovi, prometto che pubblicherò il prossimo capitolo al più presto! 

A presto,
LadyEffeMikaelson.

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