Bad Reputation

di Good_on_Yaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Because it's in my DNA. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Because it's in my DNA. ***


Una stupida festa il fine settimana. Si può? Beh certo che no, soprattutto se ti sei appena trasferita in un paese che non conosci e hai altri impegni tipo stare per ore a guardare i tuoi film preferiti. Ma purtroppo non si può avere tutto dalla vita. La musica era alta e la gente stava affolando tutta la villa. La ragazza osservava la situazione, si girava intorno per studiare tutti i volti delle persone, quando lo schiamazzo proveniente da sua cugina la fece distrarre. -"Ti prego Eve vieni con me in piscina dai!"- La ragazza roteò gli occhi sbuffando. Sbattè ripetutamente un piede a terra e iniziò a giocherellare con il suo anello poi la fissò. -"Neanche se mi paghi. Vacci sola"- Iniziò a maledire il fatto che avesse accettato di accompagnarla a questa festa, nel momento esatto in cui ebbe messo piede dentro, ma ora che Aida le aveva lasciato la sua borsa il cellulare e la sua felpa le cose peggiorarono e pensò per un attimo di svignarsela. Iniziò a borbottare tra sé e sè e lamentarsi. Sembrava un appendiabiti e a malapena poteva muoversi altrimenti avrebbe fatto cadere di sicuro qualche indumento. La disperazione e la rabbia le ribollivano dentro. I pensieri su come avrebbe potuto fargliela pagare furono interrotti dall'arrivo inaspettato di un tizio. Era super sorridente e spostava in continuazione il suo peso da un piede all'altro. Lo guardò con un sopracciglio alzato. Era alto occhi azzurri, piercing sul labbro,capelli biondi e pelle chiara. Era un bel ragazzo tutto sommato. Si chiedeva chi fosse e che volesse. Pensò che non sapesse parlare ma non era così. -"Ehi hai un accendino? " continuava a ridere come un ebete, sicuramente era fatto. Ma perché tutte a me? Continuava a chiedersi. Fece un passo indietro per fissarlo meglio, poi puntò il suo sguardo omicida su di lui. -"No".- Dal tono in cui aveva parlato si capiva che non aveva tempo da perdere e soprattutto che non si poteva ribattere. Ma lui continuò. -"Ehi ma io ti conosco, sei Eve vero?- Sembrava così solare e allegro e questo suo modo di fare era in contrapposizione con ciò che provava in quel momento Eve.Tutti si divertivano ed erano felici tranne lei. Strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Sicuramente Aida avrà detto ai suoi amici del suo arrivo. -"Si, chi sei?" Diede voce ai suoi pensieri. Il ragazzo aprì la bocca per rispondere ma fu spintonato da un altro, vestito completamente di nero con il cappuccio tirato su. Quest ultimo gli disse qualcosa sottovoce che lo fece esultare. -"Fantastico!"- E in un secondo erano già spariti.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Dai coraggio provaci non è tanto difficile ce la puoi fare!"

Aida incitò sua cugina a scavalcare il muretto per entrare nella casa abbandonata. Dall'altra parte Eve la guardava non tanto sicura.
Poggiò il piede sulla pietra più alta e si diede una spinta sperando di riuscire ad afferare la sbarra del cancello e fortunatamente fu così.
Si mise dritta meglio e fece un respiro profondo,poi fece girare la gamba destra nella parte opposta,si ritrovò da sua cugina. Le fece l'occhiolino e le diede il cinque.

"Ora mi spieghi perché siamo qua?" Chiese curiosa la ragazza guardando sospettosa il luogo.

Era un appartamneto vecchio che si elevava su diversi piani. Poté notare subito i vetri frantumati e le scritte sparse qua e là. 
L'erba del prato non curata, cresceva alta arrivando all'altezza del busto e chissà cos altro di inquietante avrebbero trovato non appena dentro.
Aida si sfilò l'elastico dal polso e legò i suoi lunghi capelli biondi, poi iniziò ad avviarsi verso l'entrata e fu seguita a ruota dall'altra.

"Cara ti sto facendo da guida turistica tra le vie di Melbourne" disse inchinandosi e aprendo le braccia in modo teatrale, scoppiando poi a ridere e passando un braccio sulla spalla della mora.
Quest ultima alzò un sopracciglio pronta a ribattere.

"In realtà in questi cinque giorni mi hai fatto 'visitare' si e no un bar e questa casa, mia cara."
disse marcando l'ultima parola precedentemente utilizzata da lei.

"E poi non stiamo tra le vie di Melbourne, ma in una casa abbandonata, nello stesso isolato di casa tua."

Tentò di sembrare seria e arrabbiata ma non ci riuscì, infatti scoppiò a ridere.
Aida fece lo stesso.
Si trovarono di fronte a ciò che rimaneva del portone, a terra vi erano,sparse tra il pavimento, mozziconi di sigarette e lattine di birra. 
Un corridoio portava in diverse stanze, quel posto sembrava un labirinto. 
C'erano tutti ingressi simili e confondevano le idee.
In particolare in una stanza c'era un lettino con diverse coperte gettate sopra alla rinfusa.
Disgustoso.
Successivamente iniziarono a scendere una rampa di scale e raggiunsero quello che doveva essere un garage. 
Anch'esso spazioso e terreficante.

"Devi sapere che io vengo qua tutte le volte che voglio stare sola. L'abbiamo scoperta qualche anno fa con i miei amici per via di una scommessa, inizialmente eravamo preoccupati..sai non girano buone voci su questo quartiere , ma poi è iniziato a piacerci e dato che nessuno ci mette piede per la paura è unico e conosciuto da pochi, quindi ci puoi fare di tutto."

Eve corrugò le sopracciglia.

"Perché che voci girano?" Chiese curiosa appaggiandosi al muro alle sue spalle.

"Sinceramente non so,credo qualche sciocchezza inventata. Comunque il quartiere non ha una buona reputazione ecco. Tipo, accanto c'è la casa dei Clifford. Stalli alla larga."

Allungò lo sguardo nel punto indicato e non capì perché sua cugina parlasse in modo vago, quasi a volerle nascondere qualcosa. 
Scosse la testa e pensò che probabilmente si stesse facendo solo paranoie.
Preferì non approfondire il discorso e scrollò semplicemente le spalle dopotutto non le interessava.
Si fece sera velocemente e furono costrette a separarsi e tornare ognuna dalle proprie famiglie. 
Quella notte Eve tentò di dormire ma non le fu facile, ripensava al suo arrivo a Melbourne,all'incontro fatto alla festa e al fatto che non avesse più visto quel ragazzo biondo.
Poi le venne in mente la giornata appena finita e all'avvertimento di stare alla larga da quei tizi di cui non si ricordava neanche il nome, ma soprattutto non vedeva l'ora di conoscere gli amici della cugina e di iniziare la scuola il giorno dopo. 
"Mamma coraggio svegliati!"
Era già mattina, oggi sarebbe stato il primo giorno della nuova scuola.Eve aveva ancora sonno dopo la notte passata in bianco. Scosse ripetutamente sua madre per farla svegliare. Era una scena divertente sembrava quasi si fossero invertite i ruoli. La giovane donna si rigirò nelle coperte e sbadiglio rumorosamente portandosi una mano alla bocca, poi di scatto aprì gli occhi. Fece un sorriso sincero rivolgendosi alla figlia e si alzò dandole il buongiorno.
Intanto la ragazza si diresse in bagno pronta a rendersi almeno un po'presentabile. Indossò un paio di skinny neri, vans nere e una canotta bordeaux con in mezzo la scritta 'never stop' e lasciò i capelli lisci caderle sulle spalle. Un filo di mascara per incorniciarle gli occhi verdi, del fondotinta, ed era pronta. Scese a fare colazione con sua madre e senza accorgersene si era fatto tardi. Presero le chiavi e si avviarono in macchina.

"Emozionata tesoro?" Chiese la donna guardandola dallo specchietto.

Eve odiava quando sua madre le dava dei soprannomi, infatti roteò gli occhi al cielo e non rispose. Le arrivò un messaggio da sua cugina dove diceva di aspettarla ai cancelli principali. Iniziò ad agitarsi quando si accorse che aveva tutti gli occhi puntati addosso, si sforzò a non dare peso a ciò e scrutò l'istituto, non aveva niente a che fare con quello in cui era stata precedentemente. Questo era immenso. Vide una mano farle segno e si avvicino, era Aida, notò che non era sola.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


"La vita non ti dà le persone che vuoi, ti dà le persone di cui hai bisogno: per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti e per renderti la persona che era destino che fossi."

"Oh eccoti Eve, ti presento le mie amiche, questa è Edith" indicò una ragazza bassina con i capelli rossi, Eve le diede la mano,ma lei la scansò per abbracciarla. Rimase un attimo interdetta, poi la strinse a sua volta.
"E questa invece è Rachel" anche lei era bassa, con i capelli scuri.
Era sorpresa da così tanto affetto, non se lo aspettava e ne fu felice.
"Allora Eve come ti trovi qua? Perché ti sei trasferita? Dove abiti?" Rachel era fatta così, era molto chiacchierona.

"Ehi ehi calmati bellezza ora penserà che siamo pazze" disse Edith con un tono divertito.
Eve le sorrise avrebbe parlato per ore con queste ragazze appena conosciute, ma ora non poteva, doveva ritirare ancora l'orario, non voleva fare tardi il primo giorno.

"Ehm scusate io devo andare in segreteria, magari se vi va possiamo stare insieme a mensa così mi potrete chiedere tutto"loro annuirono e si offrirono di accompagnarla e accettò, una volta arrivate però le fece andare, e le rassicurò di non preoccuparsi.

Bussò e una voce le disse di entrare. Un ragazzo stava seduto di fronte al preside, aveva una giacca di pelle nera i capelli viola(?) e sembrava non interessato a ciò che gli si diceva.

[EVE ]
"Buongiorno. Tu dovresti essere la nuova alunna giusto?" Mi chiese l'uomo sulla cinquantina mentre mi fissava. 
"Ehm si sono io Eve, Eve Collins" mi avvicinai e gli tesi la mano educatamente, lui prontamente me la strinse e mi invitò a sedermi al posto libero accanto al ragazzo.
"Signorina Collins questo è il suo orario, ho visto che nella precedente scuola era un'alunna dalle capacità spiccate. Spero faccia lo stesso buon lavoro qui."
mi rivolse un sorriso poi continuò. 
"Quanto a lei signorino spero che questo sarà il suo ultimo anno e ora accompagni Collins in classe" fece un cenno con la testa verso di me. 
Si girò a guardarmi e spalancò per un attimo gli occhi, quasi fosse sorpreso di vedermi, poi tornò con il suo sguardo indifferente rivolto a l'uomo.

"Andiamo" si diresse alla porta, mi alzai seguendolo mantendo le distanze.
Aprì la porta e per poco non mi arrivò in faccia, mi preparai per alzargli il medio come risposta. Si girò di scatto facendomi scontrare contro il suo petto a quel punto pensai realmente che fosse scemo.
"Non starmi tra i piedi, orientati sola" mi superò dandomi una spallata. 
Rimasi per un attimo ferma elaborando quello che era appena successo. Chi si credeva di essere? 
Ora glie ne avrei dette quattro. Convinta iniziai a camminare nella sua direzione dimenticandomi completamente di dover andare a lezione. Non ero una ragazzaccia, questo era certo, ma non mi facevo mettere i piedi in testa da nessuno!
Lo avevo quasi raggiunto, quando qualcuno iniziò ad urlare il mio nome.
Mi girai in direzione del suono e vidi il ragazzo della festa sbracciarsi per farsi vedere, con un sorriso a trentadue denti.
Oh ma questo ride sempre. Iniziò ad avvicinarsi a me ed io feci lo stesso, forse mi sarei dovuta scusare per quella sera e soprattutto dovevo trovare qualcuno che mi accompagnasse in classe e dimenticare l'incontro di quella mattina.

[LUKE]
Avevo appena finito di fumare, ero in ritardo ma ci ero abituato. Iniziai ad incamminarmi per la mia classe, e la mia attenzione fu attirata da una ragazza. Sorrisi e senza pensarci due volte iniziai a chiamarla dirigendomi da lei.
"Eve ci si rivede, lo speravo sai" le feci l'occhiolino e le sorrisi. Era spaesata, sorrise anche lei leggermente.
"Ehi ciao volevo scusarmi per la sera scorsa,sai ero un po'nervosa."
Poi la vidi tendere una mano nella mia direzione,non capì quel gesto e lei se ne rese conto.
"Magari possiamo ricominciare meglio e presentarci, dal momento che non so neanche il tuo nome" affermò diventando un po'rossa in viso. 
Ora non sembrava la ragazza dura di qualche giorno fa. Le baciai il dorso della mano libera, poi la tirai verso di me e l'abbracciai, lei ricambiò.
"Io sono Luke" le afferrai l'orario e fui felice nel vedere che stavamo in classe insieme.
"Coraggio andiamo!"

Naturalmente la Brown iniziò a farmi la predica ma non mi importò. Rimasi in piedi accanto ad Eve per il tutto il tempo in cui si presentò, poi insieme cercammo un posto. Mi avvicinai ad un ragazzo.
"Sloggia." Mi guardò impaurito e annuì velocemente e si alzò cendendoci il posto. Rivolsi un sorriso ad Eve e ci sedemmo. Per tutto il tempo feci battute e lei tentava in tutti i modi di trattenersi dal ridere, ma le usciva difficile.

**

Eve si divertì molto stando con Luke, ma sapeva che c'era qualcosa che non andava, non sembrava uno sfigato, anzi tutti gli portavano rispetto.
Lo capì quando in classe disse ad un ragazzo di liberare il posto e lui impaurito annuì.
Però si rese anche conto che non era un tipo circondato da amici, tutti sembravano abbasare lo sguardo al suo passaggio. Quando poi Eve propose di andare a mensa con lei e gli amici di sua cugina, lui rifiutò prontamente e se ne uscì in giardino, sconsolata se ne andò anche lei.

Come aveva ben immaginato Rachel ed Edith erano molto simpatiche e sembravano anche molto affidabili, parlavano come se si conoscessero da una vita.

"Ehi Eve perché Michael ti sta fissando? "Chiese Edith.
In tutta risposta lei fece spallucce, non sapeva chi era e neanche le interessava. 
"Ti sei messa nei casini." Questa volta a parlare fu sua cugina, aveva un'espressione mista tra schifata e preoccupata, mentre fissava questo'Michael'.
"Sentite ragazze, non so chi sia non mi va neanche di girarmi per vederlo. State tranquille." Sbuffò leggermente.

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