Il dormiente

di Lylith66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luna piena ***
Capitolo 2: *** La missione di un Lycan ***
Capitolo 3: *** La missione di una sciamana ***
Capitolo 4: *** Rivale e tradimento ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** Chiarimenti ***
Capitolo 7: *** Pensieri ***
Capitolo 8: *** Dialoghi ***
Capitolo 9: *** Il passato di Alexander ***
Capitolo 10: *** Trappola ***
Capitolo 11: *** Rifiuto ***
Capitolo 12: *** Alice ***
Capitolo 13: *** Morte ***
Capitolo 14: *** Risveglio ***
Capitolo 15: *** In cerca di risposte ***
Capitolo 16: *** Una parte di verità ***
Capitolo 17: *** Incontro con gli sciamani ***
Capitolo 18: *** la storia di un vampiro ***
Capitolo 19: *** Alleanza ***
Capitolo 20: *** La sciamana e i vampiri ***
Capitolo 21: *** Dolce risveglio ***
Capitolo 22: *** Incantesimo arcano ***
Capitolo 23: *** Amore eterno ***
Capitolo 24: *** Conclusione ***



Capitolo 1
*** Luna piena ***


LUNA PIENA

Alfred svegliò la padrona di casa dolcemente, e se ne andò solo quando fu certo che non si sarebbe riaddormentata.

Elektra si girò dall’altra parte mugolando, ma il sole che filtrava dalle tende le impedì di riprendere sonno come invece avrebbe voluto. Sbuffò, scocciata. Era l’unica erede della fortuna dei Meadows e non poteva neanche dormire. Mise la testa sotto le coperte e ritrovò il suo amato buio. Stava per abbandonarsi all’incoscienza dei sogni, ma presto le mancò l’aria e fu costretta a fare di nuovo i conti con la luce solare.

La ragazza si alzò e prese a vestirsi: jeans, stivali di pelle nera, maglietta e felpa rossa. Non indossava quasi mai vestiti femminili, d’altra parte i suoi “hobby” notturni non glielo permettevano.

Non era una bellezza sconvolgente:lunghi capelli castani, che le arrivavano fino alla vita, e occhi pungenti e maliziosi, di un marrone scuro. Non era formosa, era proporzionata con il resto del corpo.

Scese al piano di sotto dove Alfred, come tutte le mattine, le fece trovare la colazione già servita.

Il maggiordomo, di circa sessant’anni, le sorrise.-Buongiorno. Dormito bene, signorina?

-No, per niente. E questa notte ci sarà la luna piena, dovrò prepararmi.

-E’ sicura di doverlo fare?

-E chi lo farà, oltre me, Alfred? Nessuno è come me in questa città che, tra l’altro, è sotto la mia protezione. Sai che me l’ha affidata il Cerchio.

L’uomo annuì: non approvava quello che faceva di notte, anche se sapeva che senza di lei, sarebbero stati sbranati tutti, ma aveva troppa paura che finisse come i suoi genitori. Jackie e Sam Meadows era morti facendo quello che faceva lei, ed Elektra era rimasta orfana a soli sette anni.

Tutte le famiglie più potenti della città aveva fatto a gara per adottarla, sperando di potersi appropriare almeno di una parte della fortuna che le spettava, e alcuni c’erano quasi riusciti. Ma, fortunatamente, era intervenuto il sergente Charlie Lloyd che non aveva preteso di adottarla, ma solo di diventare suo tutore. D’altra parte era il migliore amico di Sam, non poteva lasciare sua figlia in balia della fortuna, così.

Alfred l’aveva accettato senza problemi, sapeva che veniva con le migliori intenzioni, ed Elektra era potuta crescere nella casa dei genitori ed avere a disposizione l’intero patrimonio dei genitori non appena avesse compiuto il diciottesimo anno d’età. Ora la giovane padrona di casa ne aveva diciannove e usava i soldi di Jackie e Sam per pagarsi gli studi all’università, per tutti i suoi capricci usava i soldi che guadagnava con lavoretti part-time. Fece colazione e s’infilò il cappotto, mettendosi lo zaino in spalla. Sorrise, in direzione di Alfred.-Vado in piscina. Prendo la ducati.

Il maggiordomo la salutò, ma quando la vide uscire lo prese di nuovo l’angoscia: Elektra era una ragazza così imprevedibile.

**

Si cambiò velocemente. Si tolse i jeans, li lanciò sul pavimento, e fece lo stesso con la maglietta. Si mise un corpetto, dei pantaloni di pelle nera e degli stivali senza tacchi. I capelli castani li legò in una coda alta e si fissò allo specchio duramente. Dal suo corpo si crearono due animali: un puma e un giaguaro. Erano degli spiriti, si potevano vedere gli oggetti dietro di loro e non potevano essere scorti dai semplici umani.

Elektra si voltò verso il puma.-Kon.- Poi verso il giaguaro.-Nil.- Ed osservò la luna attraverso il vetro.-Andiamo.

Uscì passando per la finestra. Si arrampicò sul tetto della sua casa, saltando poi verso quello dei vicini con un’agilità sovraumana. Raggiunse la piazza della città in questo modo. Era deserta.

Bene, forse gli umani erano al sicuro.

Kon e Nil ringhiarono, lei si voltò e lo vide: un Lycan. Era un ragazzino, poteva avere forse sedici e le sorrise feroce.

-Cosa ci fa una sciamana come te qui?

La voce del Lycan non era umana, era bestiale e dalla sua gola proveniva un ringhio minaccioso.

Elektra non si fece spaventare: era chiaro che il suo avversario era assuefatto per la presenza della luna piena.

Possibile che l’Assemblea le dovesse mandare un ragazzo? Lei odiava fare fuori dei bambini.

-Perché, ci sono degli sciamani come me? Tu, piuttosto, dovresti tornartene da mamma e papà.-

Il Lycan rise.-Mamma e papà?! Tu pensa a proteggerti!

Attaccò.

Ma il suo avversario si bloccò in aria non appena lei allungò una mano nella sua direzione. Stavolta fu lei a sorridere.

-Non sapevi che uno sciamano controlla gli elementi? E tu ti stai muovendo nell’aria in questo momento.

Il Lycan ringhiò e nello stesso istante lo fecero anche Kon e Nil. Ne aveva un altro alle spalle. Si scansò appena in tempo per evitare le sue zanne, ma così perse anche il controllo sul ragazzino.

Il primo si voltò verso la luna e prese la forma di lupo. Elektra con una solo occhiata diede l’ordine a Kon e Nil di occuparsene. Era rischioso, i suoi genitori erano morti proprio lasciando i loro spiriti guardiani da soli contro un branco di Lycan, ma lei doveva occuparsi del Garou Anziano.

Il secondo Lycan prese la forma umana e si voltò verso il suo probabile allievo.-Ehi, Aaron! Lasciane un po’ anche a me!

La ragazza gli lanciò contro una ventata tanto forte da stordirlo.-Tu puoi occuparti di me, no?

Lui sorrise.-Di sicuro, principessa.

Grazie ai suoi poteri da sciamana riuscì a tenergli testa per un po’, ma poi il suo avversario rivelò tutta la sua potenza. Le bloccò le mani dietro la schiena e gliele strinse tanto da farle male.

Elektra gemette e lo colpì in pieno naso con la testa. Si liberò e gli mollò un calcio allo stomaco, mandandolo a sbattere contro un albero con una radice spuntata dal nulla.

Il Lycan si toccò il naso sanguinante.-Maledetta troia…

-Troia ci sarà tua sorella e tre quarti della tua palazzina!

Il suo avversario sorrise beffardo e si lanciò di nuovo all’attacco.

Kon e Nil morsero il loro nemico più volte, ma si era rivelato più resistente del previsto. Il lupo morse sulla zampa il giaguaro che ringhiò per il dolore, ma non apparvero i segni dei denti su di lui.

Elektra invece avvertì chiaramente il dolore di Nil ed il suo braccio sinistro cominciò a sanguinare copiosamente. Si stava mettendo male. Scansò il Lycan con un’altra radice e fece una capriola indietro atterrando abbastanza lontano da essere almeno per un po’ al sicuro dal Garou Anziano.

Aveva il fiatone.

Richiamò Kon e Nil e loro ubbidirono. Il Lycan con cui stavano combattendo si voltò verso di loro, convinto che Elektra si fosse arresa. Il volto della ragazza divenne impassibile.

“Nessuna esitazione.”

Alzò una mano verso il cielo nuvoloso e fulminò il lupo, con una saetta ad alto voltaggio. Un umano sarebbe morto sul colpo, ma il suo avversario si accasciò a terra agonizzante. -Lo lascio a voi. Ammazzatelo in fretta.- Fece, rivolta ai due animali.

Il puma e il giaguaro si lanciarono all’attacco, e il lupo fu certo che per lui era finita.

Elektra sentì il suo cuore stringersi. Aveva appena ucciso un ragazzo, seppur Lycan e pericolo per l’umanità, si sentiva male con se stessa. Non si rese conto che il Garou Anziano le veniva incontro minaccioso, e non si accorse, almeno finché non lo sentì, il pugno diretto allo stomaco. Sgranò gli occhi per la sorpresa, l’aria le mancava e si accasciò a terra con le mani strette sull’addome.

I suoi spiriti guardiani aveva ucciso il ragazzo e si buttarono sull’altro Lycan per proteggere Elektra ora in balia del nemico.

Il Garou Anziano la sollevò prendendola per la gola e stringendo la presa.

La ragazza cercò di liberarsi, ma la presa del Lycan era salda, troppo salda, per la misera forza umana.

-Sbranerò te, mi sembri un bocconcino saporito. L

ei lo sentì gridare di dolore e mollare la presa sul suo collo. Cadde, e prese a tossire godendo dell’aria che tornava nei suoi polmoni. Vide che Kon e Nil l’avevano attaccato mordendolo sulle gambe il puma e sulle braccia il giaguaro.

Elektra allungò una mano nella direzione del nemico, ma quello evitò la saetta e si levò di dosso gli animali. La ragazza sentì la stanchezza e il dolore pervaderle il corpo. Chiuse gli occhi cercando un minimo di forza, ma trovò solo l’istinto di sopravvivenza.

“Me lo farò bastare.”

Cercò di rimettersi in piedi, ma era di nuovo in balia del nemico. Il Lycan prese a colpirla con pugni feroci in faccia e sull’addome e alla fine le fece lo sgambetto per farla cadere. Lei batté la testa sul cemento del tetto. Perdeva sangue dal labbro e dal naso. Non ce la faceva più.

Fece il suo ultimo tentativo.

Un fulmine più potente degli altri, più veloce degli altri, lo colpì in pieno. Ma non lo uccise. Il Garou Anziano s’infuriò ancora di più.

Elektra si diede della stupida: aveva solo peggiorato la situazione.

Kon e Nil stesero il nemico e lo colpirono con morsi veloci e letali. Il Garou Anziani cominciava a riportare delle ferite serie e decise di ritirarsi.

-Ci rivedremo ancora, sciamana.

Sparì nel nulla.

Nil prese nella bocca il cellulare di Elektra e lo passò alla ragazza che sorrise.-Grazie, piccolo.-Digitò il numero di casa. Rispose Alfred, agitatissimo.-Alfred, avrei bisogno di un trasporto…

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Capitolo 2
*** La missione di un Lycan ***


LA MISSIONE DEL LYCAN

Alexander uscì dall’Assemblea scocciato. Jim, un Garou Anziano, era tornato dicendo di essersi scontrato con una sciamana e ne era uscito davvero malconcio. E chi avevano incaricato di scoprire il suo punto debole e farla fuori? Lui: Alexander Meade.

Odiava sporcarsi le mani: non c’entrava niente con la faccenda della sciamana e di Jim eppure l’Assemblea voleva evitare che un Garau Anziano venisse ucciso da un’umana o perdesse tempo.

Il ragazzo dimostrava diciannove anni (ma in realtà ne aveva molti di più), aveva i capelli corvini e due profondi occhi nocciola. Aveva l’addome piatto, i pettorali e i muscoli della braccia non troppo evidenti ma comunque sviluppati.

Portava dei jeans non attillati e una maglietta nera a maniche corte che metteva in evidenza i suoi muscoli.

Uscì sulla strada e, come al solito, le donne che incontrava sul suo cammino erano sempre estasiate dal suo fisico. A lui dava fastidio, e si mise bene il berretto, cercando di nascondere il viso, infossando le mani in tasca e allungando il passo.

Svoltò l’angolo e si scontrò con un suo simile: Timothy.

Timothy ringhiò.-Ehi, sta’ più attento, Alexander.

-Tu sta’ più attento, Tim. Ricorda che sono un tuo superiore.

Alexander era un Garou Anziano, un Lycan (o per meglio dire licantropo) in grado di tenere perfettamente sotto controllo la sua Belva interiore e trasformarsi a suo piacimento, mantenendo la sua lucidità umana anche sotto forma lupina.

Timothy era poco più che un Garou, un Lycan appena in grado di fare piccoli pensieri sotto forma lupina del tipo “ho fame” e riconoscere i suoi simili dagli umani.

Alexander continuò a camminare deciso a pensare come togliersi la scocciatura della sciamana prima possibile. L’Assemblea gli aveva dato completo campo libero, non aveva limiti di tempo o delle regole. Quello che lo preoccupava erano il Cerchio degli Sciamani, che avrebbe agito di conseguenza, e gli spiriti guardiani della sua preda, che erano molto forti, quanto diceva Jim. Entrò in casa sua, più che altro un appartamento modesto e si tolse le scarpe lanciandole al centro dell’ingresso. Entrò in bagno e si tolse i vestiti per farsi una doccia.

**

Squillò il telefono.

Alexander si riscosse dal torpore del sonno e rispose.-Pronto?

-Ehi, Alex.

-Jim. Non chiamarmi Alex, lo sai che mi da’ fastidio. Che vuoi? Devi tormentarmi anche quando sto dormendo, per caso?

L’altro rise.-Ehi, calmo, calmo, la mia era solo una telefonata innocente.

-Tu di innocente non hai proprio niente.

-Va bene, come vuoi tu. Mi chiedevo come avresti ucciso la piccola.

“Piccola”. Quella parola risuonò nella mente del ragazzo.-Non lo so ancora, okay?

-Posso suggerirti un metodo?

Alexander era sicuro che aveva chiamato solo per dirgli la sua idea. Sospirò.-Sentiamo.

-Potresti infiltrarti nella sua scuola. Va all’università, sai, e dimostrate la stessa età. Lì, dopo un po’ potresti conoscere il suo punto debole e poi farla fuori senza problemi.

Il ragazzo sembrò rifletterci un attimo.-Non sembra una pessima idea. Okay, farò così. Di’ all’Assemblea di preparare tutte le carte necessarie, non voglio problemi.

Jim attaccò senza rispondere, ma Alexander sapeva bene che avrebbe fatto ciò che gli aveva chiesto, anche perché si trattava di vendicarsi.

Si alzò dal divano.

Aveva addosso semplicemente un pantalone lungo, era a torso nudo e portava l’asciugamano intorno al collo come un pugile. Ed aveva ancora i capelli bagnati, ma non se ne preoccupava, tanto non poteva prendere freddo e ammalarsi.

Entrò in cucina e si attaccò direttamente alla bottiglia del latte gelato. Ne bevve a sazietà e lo riposò nel frigorifero.

Uscì alla finestra e si godette l’aria della prima mattina nella città. Il vento gli scompigliò i capelli e il telefono squillo di nuovo.

Stavolta era Kevin, il capo dell’Assemblea.

-Le carte sono pronte.

Alexander guardò l’orologio Rolex su suo polso: ci aveva messo cinque minuti.-Per i vostri standard è anche tardi. Comincio oggi stesso.

**

Quando entrò nella classe, sentì gli sguardi delle ragazze su di lui, compreso quello della prof carichi di ammirazione, mentre quelli dei ragazzi infuocati d’invidia. I suoi occhi percorsero la classe alla ricerca della sua preda, ed eccola là: mora, occhi marrone scuro, non troppo formosa ma comunque carina.

Lo fissava con rabbia.

Alexander le sorrise spavaldo: era evidente che aveva capito che lui era un Lycan.

La prof lo fece mettere vicino a lei, unico posto libero, e lui le tese la mano.-Alexander Meade, piacere.

Era meglio non mostrarsi diffidenti, in fatti lei gli sorrise amichevole.-Elektra Meadows, piacere mio.

Alexander sentì il mondo crollargli addosso. “E’ una Meadows?! La faccenda si complica: non posso farla fuori senza aspettarmi conseguenze negative.” Parlarono un po’ del più e del meno, come due ragazzi normali che si erano appena conosciuti, decisi a non dare nell’occhio, e il tempo passò abbastanza in fretta. Poi arrivò il momento di andare a pranzo.

Elektra si alzò e si mise lo zaino in spalla, fissandolo con odio.-Fai solo una mossa sbagliata e sei morto, Meade.

Alexander la vide uscire e sorrise spavaldo: quella ragazza iniziava ad essere interessante. Vista da fuori non aveva nessun punto debole, ma era umana, e di sicuro ne aveva uno. Era come andare a caccia e a lui la caccia piaceva.

SPAZIO DI ROAH

Ciao! Sono la vostra Roah! Questa è la mia prima fanfic perciò non so cosa verrà fuori ma spero di non deludere le vostre aspettative... Ed ora il MOMENTO DEI RINGRAZIAMENTI!

Grazie a Maghetta25: spero di non deluderti!

E grazie a MikaName: sono contenta che t'incuriosisce! Non ti svelo nulla, ma ti dico che ci saranno dei risvolti interessanti...

Alla prossima! Baci!!

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Capitolo 3
*** La missione di una sciamana ***


LA MISSIONE DI UNA SCIAMANA

Quando lo aveva visto entrare, Elektra si era sentita una fitta allo stomaco, ma era stato sicuramente lo shock: di solito i Lycan non si mischiavano agli umani e nemmeno cercavano di legare con una sciamana.

Rise alla battuta della sua migliore amica Kate, ma non staccò gli occhi da Alexander poco distante, seduto ad un tavolo con dei ragazzi che lei non aveva mai visto, ma che non avevano la stessa aura di un Lycan; erano umani.

-Elly, ti sei innamorata di Meade?

Si voltò e rise di gusto, era davvero comica a volte, Roxen.-Ma dai! E come potrei? Non è per niente il mio tipo.

Certo che non era il suo tipo: come poteva una sciamana innamorarsi di un Lycan? Non era possibile, e non sarebbe mai accaduto.

Roxen non si arrese.-Non gli stacchi gli occhi di dosso: secondo me ti piace.

Le altre, Jennifer, Kate e Ashley annuirono convinte e con dei sorrisi maliziosi.

Elektra non si scompose più di tanto.-Ragazze vi dico solo questo: state prendendo un granchio, e voi non sapete quanto grande.

Ashley lo guardava con aria sognante.-Non ti si può dare torto, Elly. È così bello!

-Non mi sono innamorata, per l’amore del cielo!

Le sue amiche si guardarono, capendosi al volo, e si voltarono verso di lei, con un sguardo malizioso.-Ceeeerto!

Elektra sbuffò e si accasciò sul tavolo. Tanto era inutile, quando si mettevano in testa qualcosa era inutile cercare di fargli cambiare idea. Ancora con la testa sul tavolo, alzò le mani in segno di resa.-Va bene, è come dite voi.

Le ragazze esultarono.-Lo sapevo! Oh, Elly quando lo saprà…

Lei si alzò di botto, fissandole tutte con rabbia.-Non lo saprà nessuno! Questa conversazione rimarrà segreta, chiaro? Non voglio problemi.

-Ma se non segui il cuore…

-Il cuore mi dice di fare un’altra cosa.

Jennifer si fece curiosa.-Cosa?

-Chiedere consiglio ai miei genitori. Non che non mi fidi di voi, ragazze, ma queste sono cose una mente mortale non può capire fino in fondo.

Lo aveva detto con un’enfasi da poeta, e le sue amiche ci cascarono, come al solito. In realtà i suoi genitori erano una metafora per dire i suoi superiori che faceva parte del Cerchio degli Sciamani. E cuore era una metafora per dire dovere. Doveva dire loro gli ultimi sviluppi ed aver una minima idea su come comportarsi.

La pausa pranzò terminò e si avviarono tutti verso la palestra.

Ashley e Roxen fecero un sorriso furbo, tirando fuori la giustificazione: loro odiavano fare educazione fisica e sapevano imitare perfettamente la scrittura dei genitori.

Elektra e Jennifer invece adoravano giocare a pallavolo e basket.

Jennifer puntò un dito verso le amiche con la giustificazione.-Un giorno i vostri vi beccheranno. Roxen non le diede peso.-Sì, quando il prof di educazione fisica diventerà un bell’uomo!

Il prof in effetti aveva cinquant’anni suonati, degli occhiali spessissimi, i capelli unti di grasso e pieni di forfora, era magro come un chiodo, i denti gialli, e per di più ci provava con tutte le sue alunne. Ultimamente aveva preso di mira Elektra, ma lei non gli dava tanto peso.

La ragazza entrò nella palestra portando il suo completo da ginnastica: una tuta abbastanza aderente, da accennarle le forme. Lei odiava quella tuta, però era l’unica decente che aveva trovato nel negozio dietro casa sua e non le piaceva girare molto. I capelli legati in una treccia bassa e qualche ciocca libera davanti al viso.

Jennifer preferiva lasciarsi i capelli ricci color carota sciolti, e i suoi occhi nocciola percorsero la stanza alla ricerca del prof e di Alexander.

Non appena le vide entrare, l’insegnante corse loro incontro, ma Elektra evitò l’incontro con lui con una rondata senza mani verso destro e andò a parlare con il suo amico Ryan. Jennifer non riuscì a salvarsi e fu costretta a sopportare una lunga conversazione con il prof.

Elektra era riuscita a giustificare la sua agilità sovraumana, anche se al cospetto di semplici umani ne usava una minima parte, con molto, molto, ma moooolto esercizio fisico fatto da piccola. E naturalmente le sue amiche ci credevano!

Iniziarono la lezione con pallavolo ed Elektra e Alexander si ritrovarono nella stessa squadra. Continuava a guardarlo in cagnesco, cercando di non farsi notare dagli altri, altrimenti avrebbe dovuto spiegare il motivo del suo accanimento. Decise di dare il meglio di sé. Ogni volta che il pallone rischiava di toccare il pavimento e dare il punto alla squadra avversaria, lei si buttava e salvava il punto. Certe volte interveniva anche Alexander, solo per vincere.

Alla fine avevano vinto loro.

**

Elektra entrò nel Cerchio degli Sciamani. Il capo, David, si alzò e prese la parola, catturando l’attenzione degli altri componenti. Era circa venti elementi, di tutte le età, dai diciannove ai settant’anni.

Erano tutti seduti in cerchio su delle sedie, il capo su quella più bella. –Sciamani, è evidente che l’Assemblea si sta muovendo e noi non ne conosciamo il motivo.

Leonard, un uomo di trent’anni, prese la parola.-Che possiamo fare, quindi?

-Possiamo solo aspettare, è evidente.-David si voltò verso Elektra.-Tieni d’occhio quel Lycan, diventagli amica, e fatti rivelare i suoi piani. Poi lo ammazzi, okay?

La ragazza annuì ed uscì dal Cerchio controllando le strade. Era il tardo pomeriggio e salì sulla sua moto diretta verso casa. Parcheggiò nel garage e, quando entrò in casa, Alfred la salutò cordialmente.

-Anche questa sera, signorina?

Gli sorrise.-Ovvio. Come tutte le sere del resto, Alfred, no?

-Mi chiedo quando potrà riposarsi un po’.

-Verrà il momento, tranquillo.

Il maggiordomo le servì un aperitivo, mentre lei si stendeva sul divano ed accendeva la tv.

-Ah, signorina, mi stavo quasi dimenticando: il sergente Charlie intende venire a trovarla domani.

-Bene! Grazie, Alfry.

-Prego, signorina.

Quando la luna cominciava a farsi scorgere in cielo, Kon e Nil uscirono dal suo corpo e lei si preparò. “Si dia inizio alla caccia.”

SPAZIO DI ROAH

Grazie per essere arrivati fino a qui a leggere,un particolare thanks a MikaName che mi ha avvertito di un errorino al secondo capitolo... non vorrei svelarvi nulla, ma non ci riesco! allora, nel quarto capitolo entrerà in scena un nuovo personaggio che...No, non vi dico altro! leggete e saprete! baci!

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Capitolo 4
*** Rivale e tradimento ***


RIVALE E TRADIMENTO

Alexander saltò sul balcone della camera di Elektra ed entrò nella stanza. Quando la vide ne rimase incantato: era la cosa più bella che avesse mai visto. I capelli fluenti sparsi sul guanciale, la bocca socchiusa, la maglietta del pigiama leggermente sollevata a mostrare l’addome piatto ed il respiro pesante.

Si avvicinò lentamente, quasi timoroso di svegliarla. In quel momento era vulnerabile, poteva ucciderla e togliersi il problema.

“Fallo!L’Assemblea ti stimerà e non dovrai sempre averla in giro.”

Il ragazzo le mise una mano intorno alla gola, ma non strinse. Qualcosa glielo impedì. In quei due mesi in cui lei lo aveva guardato in cagnesco, lui aveva creduto di non provare nulla per Elektra, ma ora che doveva ucciderla, non ci riusciva.

Gli ritornò in mente la prima volta che l’aveva vista ridere a crepapelle, per una battuta con un doppio senso intrinseco, ma che lei aveva capito al volo. Aveva pensato che era bellissima, più bella di Yasmin, una Lycan davvero molto apprezzata dentro l’Assemblea un po’ per le sue doti fisiche, un po’ per la sua abilità. Le lasciò andare il collo ed Elektra mugolò, girandosi dall’altra parte.

Alexander sospirò. Uno dei suoi difetti era proprio quello di affezionarsi alla gente, era per quel motivo che non si nutriva di carne umana. Lui preferiva quella animale. Ma per Elektra non era semplice affetto.

Perché il suo cuore continuava a battere così veloce?

Sorrise e le fece una carezza sulla guancia con una dolcezza che non era tipica di quelli della sua razza.

La ragazza non si mosse, rimase girata e continuò a dormire profondamente.

“L’Assemblea può anche evitare di sapere che le ho risparmiato la vita.”

Continuò ad osservarla dormire per un po’, poi decise di agire. Visto che non riusciva ad ammazzarla, come voleva l’Assemblea, decise di godersi la sua presenza ancora per qualche tempo.

Sparì uscendo dalla finestra.

**

Si svegliò e per poco non cadde dal letto per la sorpresa. Sul suo cuscino c’erano una rosa e vicino un biglietto. Prese il fiore tremante e lesse il biglietto.

“Alla mia sciamana preferita.”Non era firmato.

Nessuno l’aveva mai corteggiata e nessuno sapeva che era una sciamana a parte il Cerchio e Alexander. Ma il Cerchio non aveva il minimo motivo per farle un regalo, non era nemmeno uno dei migliori elementi, a dire la verità era una novellina; era entrata a far parte del Cerchio solo da un anno.

Alexander, però, aveva meno motivi degli sciamani.

“Sta tentando di avvicinarmi… Ma perché?”

La risposta fu immediata: era una trappola.

Scosse la testa. Non poteva essere così. In quei due mesi in cui l’aveva seguito, tenuto d’occhio ed osservato in cagnesco, si era resa conto che era il Lycan meno pericoloso del mondo. Si nutriva di carne animale, non rappresentava un pericolo.

Una parte di lei non voleva fidarsi, non doveva. Anche se Alexander non era cattivo, tra sciamani e Lycan c’era una guerra e una loro amicizia non sarebbe stata vista di buon occhio da nessuna delle due parti.

Dall’altro…beh…Elektra voleva concedergli una possibilità: dopotutto lei non ci perdeva nulla. Ricordava come sua mamma Jackie le diceva di ragionare con la sua testa. Ma quello era un Lycan!

“I Lycan sono degli ingannatori abilissimi, quando parli con loro stai sempre sulla difensiva.” Era quello che le diceva la sua maestra di arte sciamanica, Tanya, quando Elektra aveva nove anni e non sapeva nemmeno cosa comportava entrare nel Cerchio.

Si tirò su la manica della maglietta del pigiama e vide il segno di appartenenza al Cerchio degli Sciamani: una nastro legato a mo’ di braccialetto. Poteva sembrare comune ma lei non poteva toglierlo in nessuno modo, non c’era niente che poteva distruggerlo, nemmeno la magia stessa.

Spostò di nuovo lo sguardo sulla rosa.

“Però, Alexander è stato carino.”

Era un po’ arrossita, e Alfred la beccò in flagrante, mentre teneva in mano il fiore e sorrideva teneramente al pensiero del Lycan. Elektra divenne porpora per la vergogna.

-Oh, signorina, è già sveglia. Lo sa che ore sono? È tardissimo, se deve andare all’università.

Lei osservò la sveglia: 7 e 35. Era in un ritardo pazzesco.

-Oh, mamma, farò tardi!

Uscì dalla stanza, ma poi si rese conto di essere stata maleducata con il maggiordomo, che era sempre così gentile con lei. Tornò indietro e gli diede un bacio sulla guancia.

-Grazie, Alfry!

**

Kon e Nil ringhiarono e lei si voltò. Era notte, stava facendo la sua classica ronda alla ricerca di Lycan da ammazzare. Indossava la sua solita divisa: corpetto, pantaloni, stivali; il tutto in pelle nera. I capelli legati in una treccia.

Alexander le sorrise.-Ciao, Elektra.

Kon e Nil partirono all’attacco, atterrando il ragazzo.

Lei provò una fitta allo stomaco.-Kon! Nil! Tornate qui, ora!

I due spiriti obbedirono controvoglia ed Elektra li guardò severamente. Si avvicinò trepidante al Lycan, e lui le sorrise, la ragazza sospirò di sollievo: per fortuna stava bene.

Ma che cavolo andava a pensare? Si stava preoccupando per la salute di un suo nemico!

Alexander si alzò.-Allora, trovato Lycan da trucidare?

Elektra alzò un sopracciglio.-Hai una crisi d’identità? Tu sei un Lycan.

Il ragazzo rise.-Lo so. Intendevo a parte me.

-Oh. Beh, sembra che questa notte non ce ne siano.

Il puma e il giaguaro ringhiarono di nuovo, ma in un’altra direzione. Si voltò, e i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa: era il Lycan di due mesi fa, quello che l’aveva quasi uccisa.

Alexander strinse i pugni.-Jim! Che diavolo ci fai tu qui?

L’altro sorrise superiore.-Faccio il lavoro al tuo posto, naturale. Sei un po’ lento, sai?

-Io non sono affatto lento!

-Non lo so, due mesi per ammazzare una sciamana, fai tu.

Elektra si voltò verso Alexander: allora Tanya aveva ragione.-Due mesi per …cosa?!

Il ragazzo cercò di scusarsi.-Non è come pensi.

Lei incrociò le braccia al petto, furiosa.-E sentiamo. Com’è in realtà la questione?

Ma Jim non gli diede il tempo di parlare, si lanciò direttamente all’attacco su Elektra. Lei si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo, allungando una mano e rimandandolo indietro con una corrente d’aria opposta al suo salto.

-In questo momento ho da fare, Fuffy.

Il Lycan perse la pazienza.-COME MI HAI CHIAMATO?!

Le saltò praticamente addosso, la mandò a terra e la sovrastò con tutto il suo peso. Elektra spalancò gli occhi per la sorpresa e la paura: poteva sbranarla e farla diventare un Lycan proprio in quel momento.

Ma Jim si sollevò. Non di sua sponte, ma qualcosa o qualcuno lo fece sollevare. Elektra vide Alexander tenerlo per il collo della maglietta e sbatterlo con rabbia sul tetto, facendo tremare il palazzo.

-Non toccarla mai più, stronzo.

L’altro si alzò a fatica.-Alexander…Ma che diavolo fai…tradisci l’Assemblea?

Era evidente che il ragazzo aveva agito d’istinto e non si era reso di ciò che aveva fatto finché il suo “compagno” non gli aveva fatto quella domanda.

Elektra guardò Kon e Nil e gli diede ordine di attaccare Jim. Loro non se lo fecero ripetere, due volte. Il Lycan perse l’equilibrio sotto i morsi dei due spiriti, ma se ne aggiunsero immediatamente altri due:un falco e un cervo.

La ragazza si voltò e vide un ragazzo, dai capelli biondi, gli occhi verdi smeraldo, abbastanza muscoloso. Il primo suo pensiero fu che s’immischiava nella sua lotta. Saltò sul palazzo dove si trovava e gli parlò come avrebbe fatto solo con il suo peggior nemico.-Ehi, tu! Questa è la mia città, chi diavolo sei e cosa ci fai qui?

Faceva parte del Cerchio, portava il suo stesso bracciale.

Elektra si aspettava una risposta, ma quello la cinse la vita con il braccio, l’attirò a sé e la baciò.

Alexander sentì il mondo crollargli addosso. Si sentiva disperato eppure anche pieno di rabbia verso quell’umano.

La ragazza cercò di liberarsi, ma lo sconosciuto era più forte di lei e quello era il suo primo bacio. Il ragazzo si staccò e le sorrise da seduttore.-Mi chiamo Lucian. Il Cerchio mi ha incaricato di darti una mano, sai io sono un po’ più esperto di te. Tranquilla ti proteggo io dai Lycan.

Elektra gli poggiò una mano sul petto e lo fulminò.-Io non ho bisogno di protezione, pervertito.- Le veniva da piangere, un po’ perché quel tizio le aveva rubato il suo primo bacio, e un po’ perché era stata tradita da Alexander.

Lucian si accasciò a terra con il respiro mozzo: la scarica non era stata fortissima, ma abbastanza da stordirlo per qualche secondo.

La ragazza continuò a guardarlo con odio.-Ti conviene riprendere i tuoi spiriti, perché non li lascerò intervenire oltre. E tornatene nel buco di fogna da dove sei venuto.

Jim lanciò lontano il falco ed il cervo, mentre Kon e Nil gli azzannavano le braccia, a seguito di un ordine della loro padrona. Elektra atterrò il Lycan con un calcio ben assestato e cercò di colpirlo con qualche fiammata, ma Jim era molto veloce e sparì di nuovo.

Lei ebbe un moto di stizza.-Che cavolo, mi è scappato di nuovo!-Guardò Alexander negli occhi.-Tu cosa ci fai ancora qui?

-Tento di spiegarti la situazione. Fidati di me, io…-

Lo interruppe con un gesto della mano.-Non mi fido dei Lycan.

“Tanya aveva ragione.”

Elektra rientrò nella sua camera lasciando il ragazzo senza parole.

Lucian, che aveva osservato la scena con il sorriso sulle labbra, si avvicinò ad Alexander con uno sguardo di sfida.

-Brutto sentirsi rifiutato, vero?

Il Lycan lo fissò impassibile.-Tu sei stato rifiutato peggio di me, sciamano, penso che tu non possa proprio parlare.

L’altro si sistemò la camicia con classe.-Cadrà ai miei piedi. Comincia a dichiararti sconfitto, amico.

Alexander strinse gli occhi come per mettere più a fuoco la scena. Si sentiva molto coinvolto ed era la prima volta durante la sua vita centenaria. Sapeva che se Elektra si fosse fatta una vita con quel damerino da strapazzo, lui avrebbe preferito morire che assistere alla scena impotente. Strinse le mani a pugno: doveva impedirlo.

-Vedremo.

SPAZIO DI ROAH

La storia comincia a farsi bollente, vero? Beh, non adagiatevi sugli allori, perchè ci saranno ancora molti colpi di scena, ma non vi svelo nulla! Baci!

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Capitolo 5
*** Confusione ***


CONFUSIONE

Elektra si massaggiò le tempie con energia, aveva un gran mal di testa. Alfred le portò un’aspirina con uno sguardo preoccupato.

-Perché non resta a casa per oggi, signorina?

Lei lo guardò con gli occhi praticamente vuoti.-Sai, forse hai ragione, resterò a casa.

Il maggiordomo sorrise, finalmente contento, ma poi si rabbuiò.-E’ il suo lavoro notturno. Dovrebbe prendersi una pausa.

-No, non c’entra nulla cacciare, tranquillo. Credo sia un altro il problema: temo che sia amore.

-Ma è fantastico! Finalmente la vedrò con un ragazzo! Non sa quanto mi rende felice, signorina!

Elektra sorrise, ma era triste. “Già, peccato che questo ragazzo sia proprio l’unico di cui non dovevo innamorarmi.”

Alfred la lasciò sola e lei si stese al letto. Aveva bisogno di pensare, capire e decidere, possibilmente per il meglio.

Con un braccio si coprì gli occhi e sentì le lacrime solcarle le guance. Era triste, tremendamente triste. E confusa. Non poteva parlare con Alfred, seppure altre volte le aveva dato una mano, era troppo coinvolto, odiava quanto lei i Lycan, non poteva parlare con il Cerchio che l’avrebbe espulsa senza possibilità d’appello, e non poteva dire nulla alle sue amiche, avrebbe dovuto spiegar loro troppe cose.

Non le rimaneva nessuno.

“Charlie.”

Si mise seduta e si asciugò le lacrime, con un barlume di speranza negli occhi. Forse poteva aiutarla. Si vestì velocemente. Indossò una gonna corta a quadri celeste, una maglietta dello stesso colore, un paio di scaldamuscoli in coordinato e le scarpe da ginnastica. Un paio di mollette nei capelli e via.

Uscì di casa salutando Alfred e prendendo la sua Yamaha.

La strada era trafficata e lei andava di fretta. Non era sua abitudine infrangere il codice della strada (il suo tutore era un poliziotto), ma quella volta doveva proprio farlo. Iniziò a fare lo slalom tra le macchine, non rispettò i semafori, però arrivò alla centrale in meno di dieci minuti.

Entrò e Charlie, che stava fumando una sigaretta, per poco non perse l’equilibrio per la sorpresa.-Elektra! Ma che diavolo fai qui?

-Ciao, ti disturbo, Charlie?

-No, no! Vieni, vieni.

La ragazza si accomodò su una sedia dietro la scrivania; c’erano solo loro due, evidentemente la giornata non doveva essere molto movimentata.

-Gli altri?

-Oh, sono a casa, non abbiamo ricevuto nessuna chiamata di soccorso o che so io, ma ci teniamo in collegamento.-Il sergente la squadrò.-Tu, invece? Qualche problema?

Lei arrossì leggermente e si guardò le gambe, imbarazzata.-Diciamo di sì.

L’uomo la fissò come un padre amorevole verso la figlia.-Ne vuoi parlare?

Elektra annuì, ma non parlò. Fu Charlie che capì tutto.-Riguarda il tuo hobby notturno?

Annuì di nuovo.

-Vuoi parlare tu, o devo cavarti le parole di bocca?

La ragazza gli spiegò tutto per filo e per segno, non tralasciando nessun particolare, e mettendolo a conoscenza di cose che non avrebbe mai dovuto sapere. Charlie sapeva che la notte Elektra faceva una cosa importante per l’umanità, ma non aveva mai saputo i dettagli, e così mano a mano che la figlioccia gli spiegava sulla sua faccia si dipingeva una faccia di puro stupore.

-Aspetta, aspetta…-La interruppe.-Vuoi dire che esistono i licantropi?

-Veramente è il nome con cui definiamo la loro razza.- Lo vide perso.-E’ un nome comune, come lo è per noi umano. Per umano noi intendiamo la razza umana, ma ci sono tanti tipi di umani: l’italiano, l’inglese, il francese, e così via, come per loro esistono i “Lycan” quelli che sanno trasformarsi in lupi, i “Khardan” in grado di trasformarsi in orsi, i “Licaoni”…eccetera, eccetera. Comunque non è questo il punto, Charlie, qualunque sia la cosa che stai pensando in questo momento, quello che ti sto dicendo non deve saperlo anima viva, okay?

-Perché? È una scoperta sensazionale!

-Perché creerebbe panico e accanimento contro gli sciamani. Lo sai che gli umani cercano un capro espiatorio, sempre, e non appena lo trovano, renderanno invivibile la vita di quel povero Cristo. Senti, siamo andati avanti così per migliaia di anni: gli sciamani, licantropi, vampiri… sono sempre esistiti, non è una novità.

-E voi sciamani cosa sareste di preciso? Una specie di stregoni?

Elektra prese a ridere a crepapelle, e per Charlie fu come rivedere Jackie con i capelli e gli occhi di Sam.-Oh, ma per favore! Le streghe e gli stregoni non esistono, è pura fantasia. Comunque non posso rivelarti ogni cosa, altrimenti saresti costretto a diventare uno di noi, ma visto che non hai predisposizione, verresti ucciso. Noi sciamani siamo persone comuni in grado di piegare alla nostra volontà gli elementi naturali, grazie al nostro rapporto speciale con la natura.-Tralasciò la parte che riguardava i suoi Kon e Nil.

-Rapporto speciale?

-Gli umani vogliono possedere la natura, sottometterla, sfruttarla oltre il limite. Noi sciamani no, non la consideriamo una cosa: lei è nostra sorella, abbiamo lo stesso padre, il Grande Spirito.-Si rattristò pensando ad Alexander, a quel Lucian.

-Senti, non importa cosa sei o no, va bene? Cosa c’è che ti fa stare così?

Confessò tutti i suoi sentimenti.-Credo di essermi innamorata di un Lycan… E un tizio appena conosciuto mi ha baciato.

-Cosa ha fatto?!- Charlie era fuori di sé. Era il suo tutore, ma era sempre stato possessivo come un padre. Forse per questo Elektra era riuscita a superare la morte dei genitori quasi senza problemi; certo, all’inizio aveva avuto i suoi momenti bui, ma la vicinanza del sergente e di Alfred l’aveva aiutata tanto.

-Non fare il possessivo, ora. Cosa devo fare? Devo seguire la guerra o il mio cuore?

-Beh, questo è uno dei casi dove servirebbe una mamma… cosa direbbe Jackie, adesso?

-Di seguire il cuore, di sicuro.

L’uomo le rispose scrollando le spalle, come se fosse per lei fosse la cosa più normale del mondo. –E allora fallo.

La lasciò spiazzata. Era quello il suo consiglio di tutore? Dire di seguire ciò che le avrebbe detto di fare una morta? Avrebbe voluto gridargli addosso, lanciargli contro Kon e Nil, ma si trattenne, dicendosi che l'educazione e l’autocontrollo erano tutto nella vita. Gli sorrise, di buon umore. O almeno era quello che voleva far apparire sul suo viso: una maschera.

-Grazie Charlie, sei stato illuminante.

Il sergente sorrise.-Oh, figurati. Mi raccomando presentami il tuo ragazzo e- la sua voce divenne carica di rabbia.-E voglio quel bastardo che ti ha baciata dietro le sbarre della mia prigione!

Elektra sorrise, stavolta davvero sollevata. Certe volte Charlie era un bambinone, tanto che non si riusciva a distinguere chi fosse il tutore e chi fosse la bambina. Gli fece un gesto di saluto e rimontò sulla sua Yamaha, ritrovando il suo pessimo umore e senso di disperazione.

“Ma che cavolo mi è venuto in mente? Quel sergente è un uomo, non ci capisce una cicca di amore, non si è nemmeno sposato! E io che gli do pure retta! Oh mio Dio, sono proprio disperata, allora. Non ci posso credere, e la causa della mia disperazione è un Lycan! Non ho mai avuto problemi di cuore, mai avuto bisogno di consigli… e ora che mi servono… non c’è un’anima a cui rivolgermi, santo cielo!”

Parcheggiò la Yamaha nel garage, salutò Alfred, depressa, e tornò in camera sua. Si buttò sul letto, le mani nei capelli.

-Che diavolo devo fare, dannazione?

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Capitolo 6
*** Chiarimenti ***


CHIARIMENTI

Spense la moto e scese con agilità. Si guardò intorno: c’erano tutti gli studenti della sua scuola, alcuni li conosceva di vista e le rivolsero cenni di saluto, altri non si degnarono nemmeno di sorriderle. Beh, non si poteva avere un buon rapporto con tutti. Entrò a scuola portandosi lo zaino e si fermò all’ingresso visibilmente sorpresa da quello che vide: un gruppo di ragazze faceva il filo ad Alexander. Roxen le corse incontro allarmata.

-Lo vedi? Tu manchi un giorno e quelle ochette ne approfittano! Riprenditi il tuo principe azzurro, Elly.

-Ciao, Roxy. Tutto bene, grazie; sono contenta che anche tu stai bene.-Elektra intendeva far notare all’amica che aveva dimenticato i convenevoli, ma vedendo che non capiva, rispose al suo consiglio.-Non è il mio principe azzurro, se lo fosse saremmo una coppia e quello che conta di più non avrebbe gatte morte intorno. Comunque, visto che non siamo legati in nessuna maniera, io non posso dirgli quello che deve o non deve fare. Non ne ho nessun diritto.

Jennifer la guardò severa e si avvicinò al suo orecchio.-Ma ti piace, sì o no?

-Purtroppo sì.

-E allora combatti per il possesso del tuo uomo.

Elektra guardò Roxen e Jennifer e poi Kate ed Ashley che l’avevano raggiunta ed erano d’accordo con le altre due. Sospirò.-Voi vedete troppi film romantici e, soprattutto, a lieto fine.

Ashley la fulminò.-E tu troppo pochi.

La sciamana per poco non perse il controllo della sua bocca. “Ma che ne sa lei? Io non so nemmeno se posso fidarmi di Alexander!” Avrebbe voluto rifarle i connotati, ma la verità era che si sentiva impotente, non sapeva che fare.

Kate la prese per mano e le sorrise.-Comunque, come mai in gonna?

Elektra si guardò i vestiti: indossava una gonna corta, degli scaldamuscoli, coordinati in blu scuro e una maglietta panna con un giacchetto blu sopra. I capelli legati in una pettinatura medievale: le prime ciocche, quelle vicino al viso, da entrambe le parti s’intrecciavano e si univano dietro la nuca, lasciando il resto dei capelli sciolti.

-Mi andava.

Venne trasportata, praticamente contro la sua volontà, in classe. Si sentiva lo sguardo di Alexander addosso, e quando si voltò verso di lui ne ebbe la conferma…la fissava, e come se la fissava! E pure intensamente!

Il ragazzo sembrava dispiaciuto e sorpreso allo stesso tempo. Poi le sorrise timidamente e le fece segno che avrebbero parlato dopo.

Forse chiarimenti con lui l’avrebbero aiutata a prendere una decisione. Annuì.

**

Alexander si mosse per il corridoio della scuola ormai deserto. Lui ed Elektra si erano dati appuntamento lì, a notte fonda. Si guardò attorno ed eccola là: appoggiata con la schiena al muro, le braccia conserte, lo sguardo duro, nella sua tenuta da sciamana, tra la macchina delle bibite e una colonna.

Il ragazzo le si avvicinò e le sorrise, timido.-Ciao…

-Di cosa volevi parlarmi?

Dritta al solo, era anche per questo che gli piaceva.-Volevo dirti che non faccio più parte dell’Assemblea e, sì, il mio compito era ucciderti e all’inizio volevo farlo, ma poi ho cambiato idea.

Lo sguardo della ragazza si era fatto interessato.-Perché?

Non era facile da dire.-Beh… Come te lo spiego…

Elektra alzò un sopracciglio, inclinando la testa di lato, lo sguardo più dolce. Alexander non sapeva come dirglielo.

-Perché…

Il vetro della finestra dietro il Lycan si frantumò, ma lui non si preoccupò per se stesso, non si sarebbe fatto nulla, il primo pensiero fu quello di proteggere la ragazza dalle schegge. Le fece scudo con il suo corpo.

Per qualche secondo i loro volti furono vicinissimi, i loro respiri s’intrecciavano, e gli occhi dell’uno erano incatenati in quelli dell’altra. Alexander vide il volto di Elektra prendere colore all’improvviso e gli occhi scuri di lei spalancarsi per la sorpresa.

Le schegge di vetro s’infransero sulla schiena del Lycan che non ebbe nessun taglio o conseguenza.

-Allora quello che dice Jim è vero.

Era una voce femminile, suadente e squillante allo stesso tempo.

Alexander fissò la sciamana negli occhi.-Non muoverti, ci penso io.-Si voltò e la vide.

Yasmin era una Lycan sui vent’anni, bionda, dagli occhi azzurri talmente chiari da sembrare bianchi e tremendamente formosa. Portava una gonna corta, una maglietta di pelle attillata e degli stivali che le arrivavano sopra il ginocchio.

Il ragazzo digrignò i denti.-Cosa vuoi?

-L’Assemblea ti reclama, Alex.-Fece, con voce melodiosa e suadente la donna.

-Lo sai che non sopporto quando mi chiamate Alex. Non tornerò; voi volete solo le mie capacità.

La donna sorrise famelica.-Allora non mi lasci altra scelta.

Si trasformò.

Yasmin divenne un lupo bianco dai grandi occhi azzurri e ringhiò contro il ragazzo. Alexander non se lo fece ripetere due volte:imitò la donna, diventando un lupo nero.

Si squadrarono per un po’, poi partirono all’attacco contemporaneamente.

**

Elektra sussultò quando si ritrovò a pochi centimetri dal viso il volto di Alexander. La stava proteggendo da delle schegge di vetro che per un’umana potevano rappresentare la morte se per caso si conficcavano nelle vicinanze del cuore. Ma non per un Lycan.

Era così sorpresa che era arrossita e aveva spalancato gli occhi.

E quello che le aveva detto dopo l’aveva lasciata senza parole.

-Non muoverti, ci penso io.

Ora si stava scontrando con Yasmin nella sua forma lupina e la sciamana aveva paura. Ma non per lei; non aveva mai temuto i Lycan, altrimenti non avrebbe studiato per diventare una loro cacciatrice. Temeva per Alexander. Se si fosse fatto male, o peggio se fosse morto, per proteggerla, non se lo sarebbe mai perdonato. Ma non riusciva ad intervenire.

Dal nulla comparve Lucian e la prese per un polso con il suo solito sorriso beffardo.-Vieni, principessa, ti porto al sicuro.

Quel sorriso…Quegli occhi… La riscossero fino a farle trovare la forza di tentare il tutto per tutto. Si divincolò e si alzò in piedi, decisa a salvare il ragazzo che amava. Si buttò sul lupo bianco facendolo precipitare dal terzo piano e lei la seguì.

Caddero giù, attirate dalla forza di gravità.

Yasmin tornò alla forma umana e mise Elektra sotto di sé, così all’impatto con l’asfalto sarebbe morta ed Alexander sarebbe dovuto tornare all’Assemblea.

-Stupida umana…

Per Elektra il tempo era rallentato. Mise una mano sull’addome della Lycan che prese immediatamente fuoco. Fece leva sulle braccia e si staccò dall’avversaria, mentre l’asfalto si avvicinava pericolosamente.

Stranamente non avvertì l’impatto.

“Magari sono morta sul colpo.”

Si decise ad aprire gli occhi e si ritrovò tra le braccia di Alexander. Avvampò di nuovo. Le si seccò la bocca.

Il ragazzo la fissò negli occhi, le sorrise e la rimise per terra.-Tutto okay?

-Sì…

La squadrò.-Vieni, ti accompagno a casa.

La prese per mano e s’incamminarono verso la villa dei Meadows.

Lucian osservò dal terzo piano della scuola i due sparire dietro l’angolo e fece una smorfia di disapprovazione.-Hai fatto una pessima scelta, principessa.

SPAZIO DI ROAH

Eeeeh, quel Lucian... cosa avrà in mente? Lo scoprirete nei prossimi capitoli, ma questo sarà uno dei tanti colpi di scena! ne approfitto per ringraziare Mika che mi lascia sempre commenti!! baci!

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Capitolo 7
*** Pensieri ***


PENSIERI

Elektra si svegliò con il sorriso sulle labbra.

La sera prima Alexander l’aveva accompagnata a casa e le aveva detto che si era sentito morire quando l’aveva vista cadere con Yasmin verso l’asfalto dal terzo piano. Non l’aveva sfiorata con un dito, ma le aveva fatto capire che a lei ci teneva.

Sbadigliò e si stiracchiò quando sentì una risatina sommessa dal fondo della stanza. Aprì entrambi gli occhi e, non appena ne vide la fonte, spalancò la bocca.

-Tu cosa ci fai qui?

Lucian le sorrise spavaldo.-Sei buffa, principessa.

Lei saltò in piedi e lo sfidò con lo sguardo, indurendo la mascella.-Ehm… Stai violando la mia privacy.

-Perché?

-E’ la mia stanza. E tu sei entrato senza il mio permesso. Fuori!

Lo sollevò con i suoi poteri e lo buttò fuori dal suo regno di pace facendolo passare attraverso la finestra. Chiuse la tenda facendogli la linguaccia.

Indossò i jeans e una maglietta nera, mettendosi la felpa in coordinato alla maglietta in vita. Infilò le scarpe da ginnastica e si legò i capelli in una treccia.

Fece colazione con una tazza di cereali e qualche brioche ed uscì trovandosi di nuovo Lucian davanti.

Lo sciamano le baciò il dorso della mano con galanteria e le chiese come stava.

Lei alzò un sopracciglio e piegò le labbra in una smorfia.-Cambiato tattica?

-Ma perché sei sempre così fredda?

-E tu perché mi stai sempre intorno?

-Vuoi farmi parlare sì o no?

-Dipende cosa vuoi dirmi.

Lucian continuò a fissarla negli occhi e si avvicinò pericolosamente. Elektra si accorse delle sue intenzioni e lo anticipò. Gli diede una ginocchiata allo stomaco, una gomitata sulla nuca, quasi mandandolo per terra. Lo recuperò prima che si rompesse il naso contro il pavimento del porticato, se lo caricò sulle spalle e con una mossa di judo lo sbatté per terra di schiena. Sorrise, soddisfatta.

Si piegò un po’ sul ragazzo mezzo svenuto e dolorante.-Questo è solo una minima parte della vendetta che mi spetta per quel bacio. Trema, mio principe.

Cambiò la moto: lasciò la Yamaha e prese la R6 rossa fiammante. Entrò nel traffico mattutino e passò il cancello scolastico. Si tolse il casco e lo lasciò lì, tranquilla: tanto chiunque avesse avuto brutte intenzioni verso la sua moto preferita sarebbe stato fulminato e Kon e Nil l’avrebbero avvertita.

Salutò le sue amiche, che la videro raggiante, e Roxen le fece la domanda che lei temeva di più.-Successo qualcosa con Alexander?

Elektra sentì la temperatura del viso aumentare.-C-cosa te lo fa pensare, Roxy?

-Sta venendo verso di te e sembra abbastanza sicuro.

La ragazza si guardò intorno ed eccolo lì: in jeans, una camicia bianca e i capelli liberi al vento come sempre. Ingoiò la saliva silenziosamente.

Alexander le sorrise e la salutò.-Stai bene?

-Sì, benissimo grazie. Tu?

-Io ti ammazzo!

Lucian si tuffò su Alexander che lo trattenne semplicemente con una mano. Elektra si avvicinò alla sciamano con un sorriso famelico.-Non ti ho pestato abbastanza, vero? Rimediamo subito.

Un calcio rotante in pieno volto in grado di fargli saltare di bocca uno o due denti e il ragazzo venne sbalzato rovinosamente indietro sull’asfalto.

Il Lycan rise di cuore.-Ora sto una favola.

Entrarono nella scuola di ottimo umore. Era sempre un piacere prendere a calci Lucian.

**

-Non ti credo, è semplicemente impossibile.

David era scioccato: Elektra non avrebbe mai potuto tradirli. Era troppo vendicativa, non le sarebbe mai passato per la testa di mettersi dalla parte dei Lycan.

-Ci sta tradendo. L’ho vista io, si è messa con un Lycan.-Lucian non disse che Alexander era stato espulso dall’Assemblea per il suo comportamento “da cavaliere” nei confronti di una loro nemica. Non era un dettaglio importante, o per lo meno secondo lui.

Tanya espirò il fumo della sigaretta.-Me ne occuperò io, so farla ragionare.

Laurence la fulminò con lo sguardo.-E se non ci riuscissi? So che vi siete divise per un litigio.

-Questi sono fatti miei e della mia allieva. Comunque, nel caso non ci riuscissi, non c’è nessuno in grado di farle cambiare idea. Dobbiamo passare alle maniere forti.

Leonard ingoiò l’ultima parte di un biscotto e si pulì la bocca con il dorso della mano.-Vuoi ucciderla?

David scosse la testa convinto e s’intromise nel discorso.-Non se ne parla neanche, il suo è un talento raro e andrebbe perduto. Io direi di risvegliare il dormiente.

Tutto il Cerchio esplose nello stesso istante.-Cosa?!

Tanya era sbiancata.-E’ un suicidio. Nessuno ha il potere di fermarlo.

Il capo bevve un po’ di acqua.-No, nessuno può fermarlo, ma Elektra ha un bel cervello, troverà una soluzione e lo rimanderà nel mondo dei sogni com’è ora.

Lucian era sconvolto.-Ma come puoi affidare il genere umano ad una diciannovenne?! Chi l’ha sigillato aveva un potere enorme che Elektra non possiede…Non potrà mai farcela e quel che è peggio la razza umana morirà.

-Elektra non lo permetterà; sacrificherà se stessa che stare al sicuro nella sua casa a vedere la sua gente morire.

Leonard sorrise da sapientone.-Ti fidi molto di lei, vero?

David rimase impassibile.- In realtà confido nel suo dna. Se è passata dalla parte dell’Assemblea il suo dna le impedirà di fare del male a qualunque essere umano, né farà rischiare loro pericoli inutili. In fondo è figlia di sciamani ed è una sciamana lei stessa.

-Okay, e fino a qui ti seguo, ma perché risvegliare lui? Significa mettere in pericolo tutti.-

-Un grande pericolo farà capire ad Elektra qual è la parte giusta in questa guerra.

Tanya fece spallucce.-Comunque posso fare io un tentativo, poi vedremo se risvegliarlo.

Il Cerchio degli Sciamani non era convinto di risvegliare il dormiente, avevano troppa paura di non riuscire a fermarlo, sapevano benissimo che il suo potere andava oltre le loro possibilità. Confidavano nelle capacità persuasive di Tanya sulla sua allieva, ma credevano che fosse difficile far ragionare Elektra, era famosa per la sua testardaggine.

**

Tanya mandò il suo spirito, un’aquila, per vedere come si comportava Elektra. L’animale vide che la ragazza era sempre la solita testarda, matura e irruenta di sempre. Solo dimostrava un po’ più di vitalità.

La seguì per un paio di giorni.

L’unica cosa strana era la sua “amicizia” con un Lycan. Non parlavano di niente che riguardava la guerra, solo tipici argomenti da diciannovenni.

Tornò dalla sua padrona e le riferì quello che faceva la ragazza.

Tanya non ne era convinta: uno sciamano poteva accorgersi della presenza di un altro sciamano se voleva, sicuramente Elektra si era resa conto di essere seguita ed aveva fatto tutto quello che faceva di solito, senza però parlare con dei Lycan a parte quello che sembrava stranamente civile.

Entrò nella camera della ragazza a notte fonda, quando ei era già crollata in un sonno profondo, e la scosse per le spalle, facendola svegliare di soprassalto.

Elektra la guardò.-Tanya! Ci sono problemi?

-Sì. Il problema sei tu.

SPAZIO DI ROAH

Hi There! Ultimamente sono al settimo cielo, vedo che la storia vi piace, eh? Sono contenta! ringrazio Mika e Ignis che mi hanno recensito! Ragazzi... il pericolo si fa vicino! baci!

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Capitolo 8
*** Dialoghi ***


SPAZIO DI ROAH

Scusate il ritardo, ma il mio povero e adorato pc era in balia dei virus... comunque, ora sono qui e vi posto l'ennesimo capitolo. Come sempre ringrazio Mika che mi recensisce sempre. Non ti preoccupare per lo sclero, pure io vorrei ammazzare Lucian!

DIALOGHI

-Scusa? E da quando sarei un problema?

La donna fece una smorfia.-Da quando stai con i Lycan.

-Io non sto con i Lycan! Sono ancora fedele ai propositi del Cerchio!

Tanya le diede una schicchera in mezzo agli occhi.-Dimostralo. Uccidi quell’Alexander, uccidilo.

Elektra si mise seduta sul letto ed incrociò le gambe.-Ma perché dobbiamo sempre ammazzare qualcuno per provare la lealtà? Cosa abbiamo di diverso dalle bestie, se noi ci comportiamo così? Che diritto abbiamo di definirci “esseri umani”?

-Piantala con le domande. Senti, non devi cambiare il mondo, okay? La verità è che siamo tutti bravi a parlare, ed è difficile che qualcuno dica la verità, anzi, è impossibile. Nessuno dice mai la verità, ficcatelo in quella testa cocciuta.

Tanya era una donna sulla cinquantina, dai capelli rosso carota, legati in chignon e dei scattanti occhi azzurri. Il suo occhio destro era percorso da una cicatrice che le aveva lasciato un artiglio di un Lycan. La fatica dell’età cominciava a farsi sentire, la donna non andava più a caccia tanto spesso, ma comunque non voleva rinunciare a partecipare alla guerra.

Elektra si alzò e la fissò negli occhi con determinazione.-Io sì.

-Perché non sei cresciuta affatto negli ultimi tre anni. Sei rimasta la classica bambina che sogna il principe azzurro. Non esiste il principe azzurro, sveglia!

Lei non intendeva restare lì a farsi coprire d’insulti.-Senti, solo perché a te la vita ti ha deluso, non significa che la mia deve farlo. Io e te non siamo la stessa persona. Ragiono diversamente, e mi comporto diversamente. Io. Non. Sono. Te.

-E si vede. Sei assolutamente irresponsabile, cocciuta e senza un minimo di buon senso! Insomma, vuoi suicidarti? Io non starò qui a fermarti. So solo che mi hai profondamente deluso.

Tanya si avviò verso la finestra, ma Elektra con un gesto della mano la richiuse. Quella era la sua maestra, d’accordo, e doveva portarle rispetto, okay, ma non significava che poteva essere trattata come un bambina nella speranza che il senso di colpa la facesse comportare come gli altri volevano. Fece voltare la donna e la fece sedere sul letto mentre lei osservava i suoi movimenti.

La donna incrociò le braccia al petto.-Sei incredibilmente stupida, sai?

-Finito con gli insulti? No, perché se no continua a farmeli, e poi parliamo di cose importanti.

-Finito.

-Voglio proprio vedere. Allora, rispiegami la faccenda dall’inizio. Intanto chi ti ha detto che sto con i Lycan.

-Fonti riservate.

Elektra resistette all’impulso di menarla, facendo un respiro profondo. Decise di cambiare tattica.-Ti ho mai detto quanto mi dispiace averti in casa mia?

-Sì, me l’avrai detto un sacco di volte. Di’ un po’, ti ricordi perché abbiamo litigato?

Certo che se lo ricordava, come avrebbe potuto dimenticarlo? –Sì.

-E ne sei ancora convinta?

-Sono ancora qui, mi pare.

Tanya la squadrò da capo a piedi.-E continui a fare scelte sbagliate.

-Non è stata una scelta sbagliata. Era quello che mi sentivo di fare.

-E ora te la senti di stare con i Lycan?

-Non sto con i Lycan, maledizione!

-E quell’Alexander?

-Lui è stato espulso dall’Assemblea per me, non è pericoloso.

La donna fece un sorriso di scherno.-Povera Elly… Così giovane e così credulona…

Elektra chiuse gli occhi e strinse le mani a pugno per mantenersi lucida.-Va bene. Direi che da ora sei libera di fare quello che vuoi. Sparisci!

Tanya non se lo fece ripetere e sparì attraverso la finestra. Elektra si rifiutò di mettersi a pensare sulla conversazione con la sua maestra, tanto era inutile. Quella donna era sempre stata così scorbutica ed autoritaria che persino la sua allieva aveva rinunciato a farla cambiare. Si rimise sotto le coperte ed immediatamente il sonno l’avvolse.

**

Si svegliò di pessimo umore. Tanya aveva sempre quest’effetto su di lei. Riusciva a mettere di cattivo umore anche la persona più solare del mondo. Si alzò, si sentiva le gambe pesanti.

Scese al piano di sotto e Alfred la salutò.-Buongiorno, signorina.

-Buongiorno, Alfry.

L’unica cosa positiva era che era domenica. Le squillò il cellulare e lei rispose. Era Alexander. Il suo viso s’illuminò:l’aveva chiamata!

Lo salutò.-Ciao, Alex… ops, scusa mi ero dimenticata che non ti piaceva…

Lui rise.-No, no, non so perché, ma detto da te mi piace. Che Alex sia. Allora, che fai, Elly?

Elektra sentì la sua mente vacillare. “Elly”. L’aveva chiamata Elly. S’impose di non distrarsi.-Niente, passo il tempo. Non ho proprio nulla da fare la domenica.

-Ti va di uscire?

-Con te?

-No, con mio fratello.-Al silenzio della ragazza rise di cuore.-Certo che è con me. Stavo pensando di farti visitare la mia città e farti conoscere il mio passato.

-Ci sarò.

-Okay, allora vestiti e sarò di fronte a casa tua tra poco.

Si salutarono e lei corse in camera sua. Si tolse il pigiama di seta bianca e si mise un paio di pantaloni di jeans, una maglietta leggera (cominciava ad avvicinarsi l’estate) e si mise una borsetta a tracollo. Una mollettone per fermare i capelli dietro la nuca e suonò in quel momento Alexander.

Si tuffò alla porta, non fece nemmeno andare Alfred, come invece faceva di solito. Lui indossava un giacchetto di pelle da motociclista e una paio di pantaloni di jeans. Lei lo guardò, un po’ confusa.-Scusa, ma non senti caldo?

Alexander le prese la mano, le fece vedere la moto, una ducati, e l’attirò fra le sue braccia.-Noi Lycan non sentiamo né freddo né caldo.- E posò le sue labbra su quelle di Elektra.

Lei chiuse gli occhi con il cuore a mille. La sua uscita prometteva proprio bene.

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Capitolo 9
*** Il passato di Alexander ***


IL PASSATO DI ALEXANDER

La strada scorreva veloce sotto di loro. La ducati di Alexander filava una meraviglia, anche se lei preferiva la sua R6. Abbracciava il ragazzo in vita e ringraziava il Signore per aver illuminato qualcuno con l’idea dei caschi perché solo grazie a quello non si vedeva il suo rossore. Poggiava la testa sulla schiena del Lycan e sapeva perfettamente che lui poteva vederla attraverso lo specchietto, ma cercava di non pensarci.

Il suo cuore era diventato un tamburo.

Uscirono dall’autostrada e svoltarono per una viuzza. Alexander fermò la moto e si tolse il caso.-Siamo arrivati.

Elektra si guardò intorno: non c’era niente di particolare. Una strada piena di negozietti, ma niente che valesse la pena di entrare. Poi i suoi occhi si spalancarono e sentì che stava per svenire.-T-Tu…S-Sei…

Il ragazzo scese dalla moto e le indicò il palazzo con un inchino di attore. Gli piaceva l’effetto che aveva fatto la sua sorpresa.-Benvenuta nel mio regno: la Meade Corporation.

Era un palazzo enorme, di circa una trentina di piani, finestre trasparenti perfettamente pulite, e pieno di persone a lavorarci. La famosa Meade Corporation. Avrebbe pensato a tutto tranne che Alexander fosse uno di loro, uno degli stra-ricchi, insomma, aveva pensato ad un omonimo.

Alexander le tese la mano.-Vieni, ti faccio vedere com’è dentro.

Lei la prese e s’incamminarono verso l’enorme palazzo. La Meade Corporation. La più famosa ditta di marketing, addirittura più potente di quella dei Meadows. Entrarono e tutti rivolsero un buongiorno caloroso al capo, al quale lui rispose con altrettanto calore. Fecero il loro ingresso nell’ufficio di Alexander e lui le fece sedere sulla poltrona adibita al boss.

-Fai le tue domande.-Il ragazzo doveva aver notato lo smarrimento di Elektra.

-Perché non mi hai detto che eri ricco? Che possedevi una ditta?

-Perché non è completamente mia. Mio fratello Paul si occupa di tutto, io prendo solo gli incassi. Lo so, è un po’… come direste voi di questo secolo? Paraculata? Sì, è una paraculata, lo so. Ma lui è più grande di me e i nostri genitori hanno lasciato buona parte a lui. Comunque non abbiamo litigi, andiamo d’amore e d’accordo.

-Hai detto “voi di questo secolo”? Perché, tu di che secolo sei?

Alexander le sorrise.-Aha. Ora sei entrata in un territorio minato, Elly. Ti dirò di che secolo sono, e ti racconterò tutta la storia dei Meade, ma tu non mi devi interrompere.

Elektra annuì.-Eviterò le bombe, tranquillo.

-Dunque, io sono nato nel 1485.-Vide la ragazza strabuzzare gli occhi.-In una famiglia povera. I miei genitori erano contadini per cui non guadagnavano molto per tirare su cinque figli. Io sono il più piccolo, poi c’è Ryan, Simon, Ian e Paul, in ordine crescente. Cinque maschi e nessuna femmina, mia madre era disperata, poverina! No, vabbè, eravamo felici. Poi un giorno venimmo attaccati dai lupi. Beh, Lycan, a dire la verità. I miei genitori e i miei fratelli vennero sbranati senza pietà, io e Paul venimmo morsi, ma riuscimmo a scappare. Dopo qualche settimana cominciammo a subire le conseguenze del morso Lycan. Prima ci si amplificarono i sensi: vista, udito, olfatto, e gusto; il tatto non tanto. La nostra forza venne centuplicata. E poi seguirono le trasformazioni. Faticavamo a tenere sotto controllo la nostra parte lupina, e così l’Assemblea ci propose di entrare a far parte della loro causa. Non conoscevamo nemmeno gli sciamani. Noi accettammo, più che altro per ribrezzo di ciò che saremmo stati da quel momento in poi, e lì ci insegnarono a controllare le mutazioni e l’istinto. I secoli passarono e noi divenimmo dei bravissimi e temutissimi Lycan. Io sono un Garau Anziano, come mio fratello, domino perfettamente la mia Bestia. Comunque, conosci il detto “la storia si ripete”? Beh, noi siamo stati fortunati. Il tempo che passa, certe volte, ti aiuta a capire come ragionano le menti umane. E così che noi Meade abbiamo fatto i soldi. Abbiamo anticipato le mosse degli umani e siamo diventati la Meade Corporation. Qualche domanda?

-Sì. Dov’è tuo fratello? Avete avuto qualche maestro per controllare la Bestia? Conoscevate i Lycan?Hai mai ucciso qualche sciamano?

Alexander rise.-Quante domande. Paul adesso è qui, dentro la ditta, se vuoi te lo presento. Certo che abbiamo avuto un maestro. Si chiamava Frederic. Era così antipatico. È stato ucciso da uno sciamano intorno al 1625. Eravamo come tutti, Elly, non conoscevamo i Lycan e quando abbiamo saputo degli sciamani e della guerra ne siamo rimasti sorpresi, ma abbiamo accettato di parteciparvi solo per controllare la Bestia. Mi sono sempre chiesto come facesse una guerra millenaria a passare inosservata.-Arrivato all’ultima domanda, il ragazzo si fece triste.-Purtroppo, ho ucciso qualche sciamano, sì. L’ho fatto solo perché altrimenti il mio addestramento sarebbe stato interrotto e non potevo permettere alla mia Bestia di compiere quelle stragi.

Elektra lo abbracciò per tirarlo su e lui la strinse a sé. Bussarono proprio in quel momento ed Alexander diede il permesso di entrare. Un uomo sui trent’anni fece il suo ingresso. Era vestito molto elegante, aveva i capelli corvini come Alexander, ma due luminosi occhi azzurri. Le forme del viso erano dolci, se si fosse lasciato allungare i capelli, poteva benissimo essere scambiato per una donna.

-Ciao, fratellino, ho sentito che eri qui… Ehi, è questa la famosa Elektra?

Alexander abbracciò il fratello e annuì.-Sì, è lei. Elly questo è Paul, Paul, Elektra.

La ragazza strinse la mano a Paul che la salutò cordialmente.

-Caspita, una sciamana con un Lycan, penso che non sia mai avvenuto in tutta la guerra. Ragazzi, sono davvero felice per voi.

Ad Elektra squillò il cellulare. Era Tanya. Secondo il Cerchio avevano trovato il covo dell’Assemblea e lei doveva andare a controllare.

-Dov’è?

La voce della donna era un po’ testa.-Appena fuori la città dove ti trovi ora. E’ una casa franata, ma che comunque in parte si tiene ancora in piedi. Un colpo di genio, non ti pare? Chi penserebbe ad una casa franata?

-Devo andarci ora?

-Certo.

-Okay.

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Capitolo 10
*** Trappola ***


TRAPPOLA

“Odio Tanya. La odio. E odio anche Charlie.”

-Charlie, la tua moto tornerà intera non preoccuparti.

Era sulla moto della polizia, a sirene spente, con l’auricolare all’orecchio, mentre il suo tutore le faceva tutte le raccomandazioni possibili e immaginabili. Si sentiva tremendamente in colpa per essersi fatta riaccompagnare in fretta e furia a casa ed aver mentito ad Alexander dicendo che Charlie si sentiva male. Si era fatta portare in caserma ma sarebbe stato uno spreco di tempo tornare a casa e prendere la sua moto, così si era fatta prestare quella della polizia. Beh, si era pentita di tutto quanto.

Il fatto era che non poteva rifiutarsi di eseguire un ordine del Cerchio, sarebbe stato sospetto e già sospettava abbastanza di lei, e non poteva nemmeno tenere al corrente Alexander. L’avrebbero ucciso.

Finalmente chiuse la telefonata con Charlie ed uscì dalla città. Attraversò l’autostrada ed entrò nella città dove c’era la Meade Corporation. Poi uscì anche da questa. Rallentò e prese a guardarsi attorno.

Una casa mezza franata… Oh, sì, eccola. Doveva essere davvero vecchia. E non era nemmeno del tutto crollata. Era una casolare, abbastanza ampio, ed era crollato solo una parte del tetto, mentre il resto si reggeva in piedi.

Posò la moto e si avvicinò lentamente, cercando di fare il meno rumore possibile. Se era il covo dell’Assemblea doveva essere pieno di Lycan, e probabilmente l’avevano già avvertita con i loro sensi acutissimi. Si appoggiò al muro della casa e mise il palmo della mano destra verso l’alto per creare una sfera infuocata. Piano, piano si avvicinò alla porta con la schiena appoggiata al muro e, non appena vi arrivò, lasciò andare la sfera all’interno.

Chiuse gli occhi per avvertire meglio i rumori.

Si aspettava dei ringhi, dei movimenti, vita insomma… ma niente. Il silenzio più totale. Solo la sua sfera infuocata che s’infrangeva contro il muro e causava un’altra piccola frana.

“Oh, no, Signore, fa che non abbia sbagliato casa. Tanya mi mangerà e con lei tutto il Cerchio.”

Si affacciò timidamente. Non c’era nessuno. Entrò, guardandosi intorno.

L’interno era vuoto, non c’erano mobili, quadri o altro. Il pavimento era polveroso e c’era qualche pezzo di tetto crollato. I suoi passi producevano rumore. Si piegò a raccogliere una pietra, stranamente luccicante.

-Bene, bene, Sam, guarda chi abbiamo qui.

Il cuore di Elektra ebbe un sussulto. No, non poteva essere. Si voltò lentamente e quando li vide, rimase letteralmente paralizzata. Era impossibile.

La donna rise-Che c’è, bimba? Sconvolta?

La ragazza aveva praticamente la lacrime agli occhi. Era impossibile, eppure li vedeva chiaramente davanti ai suoi occhi. Erano esattamente come li ricordava.-Mamma…Papà…

Jackie e Sam Meadows. Erano davanti a lei, non poteva crederci, era un sogno, un bellissimo sogno. Jackie aveva il suo stesso viso, la sua stessa pelle e di carattere, per quanto ricordava, era sempre stata gentile, mentre Sam aveva il viso con i lineamenti più duri, lo stesso colore di occhi e di capelli della figlia, ma di carattere era sempre stato travolgente.

Sam sorrise alla moglie, in modo maligno.-Ci ha chiamato mamma e papà?

Jackie annuì, con lo stesso sorriso arcigno.-Sì, lo ha fatto.-Si rivolse ad Elektra.-Devi avere un po’ di confusione mentale, bimba.

La ragazza sentì il mondo crollarle addosso.-Come… Mamma, papà sono io, Elektra! Vostra figlia!

I due risero, evidentemente divertiti.

“Perché non mi riconoscono? Io so che sono loro!”

Jackie si prese una ciocca di capelli dorati e se lo mise dietro l’orecchio, guardando Sam.-Basta parlare ora, abbiamo un lavoro da fare.

L’uomo annuì complice. Entrambi presero la forma lupina. Suo padre era un lupo bruno, mentre sua madre un lupo bianco. Entrambi si lanciarono all’attacco contemporaneamente.

Elektra li schivò. Avrebbero potuto attaccarli, aveva individuato una marea di punti deboli durante il loro attacco, ma non voleva. Erano i suoi genitori. Si nascose dietro una pietra e s’intimò di mantenere la calma, ma il suo cuore non voleva smettere di battere furiosamente. Era felice e allo stesso tempo distrutta. Avrebbe voluto saltare e cantare di gioia e allo stesso tempo mettersi a piangere per la disperazione.

Doveva fuggire.

Jackie e Sam si buttarono di lei, ma li schivò ancora, e colpì sua madre su un fianco con una pietra calciandola come se fosse stata un pallone. La donna tornò alla sua forma umana e il marito la soccorse. Non appena Sam si rese conto che Jackie stava bene si buttò sulla figlia che con una rovesciata lo colpì al mento con un piede.

Elektra fece un’altra rovesciata, e due rondate consecutive senza mani. Credeva di essere abbastanza lontana, ma Sam la raggiunse e la strattonò per il braccio in modo rude. Le si slogò la spalla. Lo allontanò con l’altro braccio e con un calcio allo stomaco. Uscì di corsa dalla casa e con il braccio sano fece crollare il casolare, semplicemente stringendo una mano. Sapeva che non si sarebbero fatti nulla, era solo un modo per guadagnare tempo per la fuga.

Non poteva scontrarsi con loro.

Si mise a posto la spalla slogata e montò veloce sulla moto riprendendo la via di casa. Andava oltre il limite di velocità, ma non gliene importava nulla. Doveva assolutamente tornare a casa, parlarne al Cerchio.

“I miei genitori sono dei Lycan.”

**

David deglutì rumorosamente. Non voleva ammetterlo, ma anche lui era teso. E anche tanto. Guardò gli altri del Cerchio. -Pronti?

Tutti annuirono nervosi, soprattutto Lucian. Allungarono tutti le mani verso il contenitore al centro della stanza e chiusero gli occhi. Sciolsero il sigillo.

Il contenitore si aprì.

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Capitolo 11
*** Rifiuto ***


RIFIUTO

Da quando aveva visto i suoi genitori vivi e visto che avevano la capacità di trasformarsi in lupi, e per di più aveva capito che non si ricordavano di lei, Elektra non viveva più. Rimaneva nella sua stanza, senza parlare, senza fare nulla, mangiava a malapena, nessuno riusciva a scuoterla dal torpore in cui era caduta.

Alfred aveva tentato di tutto, ma la giovane padrone di casa non si era confidata con lui. La sentiva piangere di notte, ma sapeva che non gli avrebbe detto nulla neanche sotto tortura finché non si sarebbe sentita pronta ad accettare il problema, qualunque esso fosse.

A scuola era più che altro un fantasma. Non sorrideva, non seguiva le lezioni, non faceva più le sue solite battute e nemmeno arrossiva quando Alexander la guardava. Le sue amiche erano davvero preoccupate per lei: non si era mai comportata così.

Non andava nemmeno più a caccia. Della sicurezza della sua città si sarebbe occupato qualcun altro, lei non voleva rischiare di vedere i suoi genitori e sentirsi rifiutata. Non di nuovo.

Un giorno, Alexander, stufo del suo silenzio, la prese in disparte e la guardò duramente.-Okay, ora hai decisamente stufato, sai? Cosa succede?

Lei abbassò lo sguardo.-Niente, non succede niente.

-Smettila di mentire. Dimmi cosa succede.

Elektra rimase in silenzio.

Alexander la chiuse tra il suo corpo e il muro e fissò i suoi occhi castani in quelli marrone scuro della ragazza.-Elly. Cosa. Succede.

Lei esplose. Letteralmente. Gli incominciò a battere i pugni sul petto muscoloso e gli confessò tutto quello che la faceva stare male, piangendo. Quando si fu calmata, il ragazza l’abbracciò, le asciugò le lacrime e la baciò con dolcezza.

Elektra si sentì infinitamente meglio.

**

-Voi che cosa avete fatto?! –Elektra era fuori di sé dalla rabbia.

David non l’aveva mai vista così.-Calmati, okay? Non è niente di grave.

-Non è niente di grave?! NON E’ NIENTE DI GRAVE?! E chi lo risigilla a quello? Eh?

Tanya cercò di raffreddare i bollenti spiriti con il suo inconfondibile stile.-Ti ricordo che abbiamo dovuto risvegliarlo perché tu stai con i Lycan.

Elektra si alzò dalla sedia e prese per il bavero della maglietta la donna.-Io ti spacco tutte le ossa, una per una, fino a che non diventerai una specie di budino, se non ti tappi quella dannata bocca!

La donna la scagliò dall’altro lato della stanza con i suoi poteri, ai quali Elektra rispose con tutta la sua rabbia, tanto da riuscire a far sbattere

Tanya contro il muro e farle perdere i sensi. Nella stanza calò un silenzio teso. La ragazza si voltò e si rimise seduta, fissando David con uno sguardo omicida.

-Bene…-David stava tremando.-Lo fermerai tu, vero?

Elektra scattò di nuovo: si sporse in avanti e si fermò solo quando il suo viso fu a pochi centimetri da quello del capo.-Io non lo fermerò… io CERCHERO’ di fermarlo, perché quello ha un potere che nessuno può eguagliare.-Si buttò di nuovo sulla sedia.-Dammi tutte le informazioni.

David non se lo fece ripetere.-Il dormiente è l’ultimo vampiro esistente, nemico giurato dei Lycan e degli umani. Esiste dall’alba dei tempi, ha cambiato nome varie volte, oggi però si fa chiamare Viktor. Come tu già sai, siamo riusciti ad eliminare i vampiri dalla circolazione tramite un siero inventato circa trent’anni fa, e ritrasformare tutti quelli che erano stati presi dall’Abbraccio in un umani. Anche tutti i vampiri che ci avevano dato tanti problemi non erano altro che umani, l’unico che non siamo riusciti a ritrasformare è Viktor, lui è il primo della catena, capisci? Ha un immenso potere, non si ferma davanti a nessuno e…

-Va bene, non m’interessa.-Elektra stentava a mantenersi sotto controllo.-Quanto tempo ho prima che entri in azione?

-Forse qualche giorno. Ha dormito circa millecinquecento anni e deve ambientarsi a questa nuova epoca.

La ragazza si guardò intorno e si accorse che mancava una persona.-Dov’è Lucian?

-Oh, è andato in missione.

-Dov’è?

-Sappiamo che c’è una famiglia di Lycan, e… lui procede come deve.

Elektra lo guardò con disprezzo.-Hai finito di fare l’oracolo? Ti ho chiesto dov’è e cosa fa.

-E’ andato ad uccidere quei Lycan…

-Che non hanno fatto nulla, giusto?-Si manteneva calma.

-Sono un pericolo.

Elektra si alzò e cominciò a tirare il braccialetto che la identificava come sciamana del Cerchio. Era più resistente di quanto pensasse. Alla fine, infuriata, lo bruciò con una magia del fuoco arcana che non aveva mai pensato di usare su quel coso.

Tutto il Cerchio era sconvolto.

Fulminò con lo sguardo David.-Fermerò Viktor. Ma non contate più su di me, come sciamana. Bloccherò quell’essere immondo ma lo faccio perché voglio e non perché me lo avete ordinato. Ah, io non sto con i Lycan, ma vi darò lo stesso del filo da torcere: non mi piacciono le carneficine che fate. David, voglio l’indirizzo.

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Capitolo 12
*** Alice ***


ALICE

Elektra parcheggiò la moto esattamente sotto il palazzo. Era classico dei Lycan scegliere delle abitazioni che erano appariscenti, ma lontane dalla civiltà. Quello lì era un vero e proprio palazzo, con tanti appartamenti dentro, probabilmente un tempo ci abitavano più famiglie all'interno.

-Potevi anche farmi guidare.-Si lamentò Alexander.

Aveva insistito per seguirla, e lei non se l'era sentita d'impediglielo: dopotutto c'entravano i suoi simili.-Perchè? La moto è la mia.

-Sì, però sono io l'uomo. Devo fare il cavaliere.

-Devi?

-Ce...

Le finestre dell'ultimo piano andarono in frantumi. Alexander portò la ragazza all'interno del palazzo, al sicuro dai vetri che caddero appena vicino al portone d'ingresso.

-Tutto okay?-Alexander la teneva stretta a sè.

-Sì, però stavo meglio se non tentavano d'ammazzarmi.

Il ragazzo rise.-E mica tentavano d'ammazzare a te!

-No, non di proposito, ma ci sono andati vicini.

Alexander se la mise sulle spalle, a testa in giù, e mentre la ragazza si dibatteva, corse sfruttando tutte le sue possibilità, su, all'ultimo piano.

La depose a terra.-La ringraziamo per aver scelto la vostra compagnia.

Elektra sentiva di dover vomitare.-Se non altro era gratis...

-No, no! Non era gratis nemmeno per niente, voglio la mancia!

-Che cosa?! Ma se mi hai fatto quasi vomitare!

-Se tu sei debole di stomaco non è colpa mia.

-Io non sono affatto...

La porta si staccò dai cardini e cadde giù dall'ultimo piano. Elektra e Alexander si affacciarono dove prima c'era la porta e videro che stavano combattendo. Per gli sciamani c'erano Lucian, Sarah (una ragazza che si era unita dopo Elektra al Cerchio, una novellina vera e propria) e Leonard; per i Lycan c'erano Jim, Sam e Jackie. La ragazza sentì il proprio cuore iniziare a battere più veloce: di nuovo i suoi genitori. Lasciò uscire dal suo corpo Nil e Kon, mentre Alexander si metteva in mezzo al campo di battaglia.

-I giochi sono finiti, ragazzi...per tutti quanti.-Elektra sentì il bisogno di dire una frase d'effetto, visto che sia Lycan che sciamani si erano bloccati vendendoli.

-Principessa! Vieni a darci una mano?-Lucian doveva fare lo stupido.

-No. Vengo a impedirti di commettere una carneficina.

Lanciò Kon e Nil contro gli sciamani, mentre s'intraprendeva una lotta impari tre contro uno. E lo stesso successe ad Alexander. Jim era un Lycan molto forte, e il ragazzo si ritrovò in poco tempo in difficoltà. Dopo qualche minuto, lo scontro, che all'inizio era a "squadre", era diventato un "tutti contro tutti".

-Tu non hai idea di quello che stai facendo, principessa, il Cerchio ti espellerà!

Elektra gli mollò un calcio in bocca.-Oh, l'ho anticipato, Lucian caro, me ne sono andata io. E' per questo che sono qua!

Jackie si lanciò sulla ragazza, ma la sciamana fece una rovesciata all'indietro e usò i suoi per controllare l'aria e mandarla contro il muro. Nessuna pietà. Sam imitò la moglie, ma venne imprigionato dalle radici controllate dalla figlia.

Jim attaccò Alexander con furia, ma Sarah, grazie al suo profondo odio verso i Lycan, gli fece prendere fuoco, facendolo morire arso vivo. Jackie le perforò lo stomaco con un pugno e la lasciò morire dissanguata. Elektra se ne accorse.

-Ehi, io mi dovevo vendicare di Jim! Oh, ma non è giusto!

Leonard si lanciò su Jackie e cominciò a colpirla senza tregua, Sam protesse la moglie facendo svenire lo sciamano.

Alexander si mise dietro Elektra.-Si sta mettendo male.

-Lo so.

-Usa uno dei tuoi trucchetti.

Poi si udì un grido che era più alto degli altri. Tutti si voltarono. C'era una bambina forse di cinque anni, dai capelli rosso carota e gli occhi marroni, in lacrime, ed evidentemente spaventata per la battaglia. Lucian incominciò a correre nella direzione della piccola,ma Elektra fece una verticale, gli mise i piedi sulle spalle, e con una rotazione sulle mani lo lanciò contro il muro facendolo diventare innocuo.

-Okay, adesso comincio a fare sul serio.-Si mise a difesa della piccola e cominciò a caricare il colpo. Il suo controllo sui fulmini e la rabbia che provava in quel momento, erano tali che si crearono due sfere grandi quando un mappamondo che mandavano scariche elettriche ad alto voltaggio a intervalli regolari su Sam e Jackie, che stramazzarono al suolo, svenuti.

Elektra prese Alexander e la bambina per mano e li condusse fuori. Montarono sulla moto e si fermarono solo quando furono davanti a "villa Meadows". La ragazza baciò Alexander sulla guancia.

-Io vado. La bimba viene con me.

-Te ne sei accorta che è una mia simile?

-Certo. Ma non posso permettere che il Cerchio l'ammazzi così, ti pare?

La bambina prese le mani a entrambi i ragazzi sorridendo.-Mamma...Papà...

Elektra spalancò gli occhi.-Mamma?!

Alexander la guardò come se fosse un'aliena.-Papà?!

La sciamana e il ragazzo si guardarono e capirono che per il momento era meglio lasciar credere alla piccola che loro fossero i suoi genitori.

La ragazza le sorrise.-Come ti chiami?

-Alice.

Alexander montò sulla moto.-Allora io...

-No, no, papà! Non andare via! Rimani con me e mamma!-Alice gli si era buttata al collo e stava piangendo.

-Ma io...

-D'accordo, d'accordo, papà rimarrà con noi.

-Ma che dici?!

-Solo per questo periodo. Forza, entra.

Elektra aprì il cancello ed entrò in casa. Alfred vedendo la giovane padrona di casa far entrare due Lycan per poco non svenne e iniziò ad urlare come un pazzo. La ragazza salì al piano di sopra e indicò due stanze diverse.

-Qui ci dormiamo io e Alice, di là dormi tu.

-Okay.

La bambina tagliò la strada al Lycan con determinatamente. Era di nuovo sull'orlo delle lacrime.-Mamma e papà dormono nella stessa stanza. Io dormo di qua.

Elektra e Alexander si scambiarono uno sguardo di sfuggita, imbarazzati.-Okay.

Poco dopo, quando Alice era crollata e il ragazzo era già sotto le coperte, la sciamana entrò nella camera da letto in pigiama e si apprestò a mettersi anche lei al calduccio. Fissò Alexander con diffidenza.La bambina aveva insistito anche per il letto matrimoniale.

-Prova solo a toccarmi e farai un volo giù per la finestra che nemmeno t'immagini.

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Capitolo 13
*** Morte ***


MORTE

-Mamma, papà! Svegliatevi!

-Alice saltava sul letto occupato da Elektra e Alexander, che avevano dormito entrambi sui bordi del letto, a distanza di sicurezza. Stava utilizzando le sue capacità da Lycan tanto che la sciamana venne sbalzata fuori dal materasso, ancora mezz’addormentata.

Alexander si svegliò immediatamente preoccupato per la ragazza, ma la trovò che si massaggiava la testa che aveva sbattuto contro il pavimento.

-Alice, non devi saltare così forte.-L’ammonì Elektra.-Farai male a qualcuno.

-Oh, scusa mamma.

La sciamana l’abbracciò con dolcezza e le stampò un bacio sulla fronte. La bimba ricambiò l’abbraccio con trasporto.

-Mammina, oggi usciamo, vero?

-Uhm… Perché non lo chiedi a papà?

Alice abbracciò Alexander che si ritrovò spiazzato. Elektra lo rimproverò con lo sguardo, passandosi una mano sotto la mandibola, come fosse stata un coltello, e solo allora il Lycan abbracciò la bambina.

-Papino, oggi usciamo, vero?

-Dove vuoi andare?

Alice saltò sul letto e zampettò felice per la stanza.-Allo zoo!

Elektra la prese in braccio.-Okay, ma solo se prometti di fare la brava.

La bimba promise. Si vestirono tutti e presero la jeep di Elektra, che Alexander insistette per guidare. Arrivarono proprio quando lo zoo stava per aprire: furono i primi clienti. Alice rimase estasiata dagli elefanti e dai giaguari, ma non tolse mai gli occhi di dosso ai leoni marini.

Elektra ricordava che quando i suoi genitori furono assaliti dai Lycan lei non era mai andata allo zoo. C’era andata solo dopo, con Alfred e Charlie.

-Davvero un bel lavoro, complimenti.

Elektra si voltò di scatto e si ritrovò davanti un uomo cinquantenne, pallido come un morto, con i capelli e gli occhi corvini, alto, magro, ma comunque muscoloso. La sua voce era dal tono basso, estremamente suadente e sensuale.

-Chi sei tu?

L’uomo rise. Anche la sua risata era sensuale.-Davvero non sai chi sono? Oh, già quando sterminarono quelli come me tu non eri ancora nata e non puoi sapere come siamo fatti. Comunque, dovresti saperlo almeno in teoria. Dai, non ti ricordo proprio nessuno?

-No. Non ti ho mai visto.

-D’accordo, come una umana, ma come una sciamana?

Elektra sobbalzò.-Come fai a sapere che sono una sciamana?

L’uomo le sorrise affabile e la ragazza avvertì distintamente la pelle d’oca.-Puzzi molto di più degli umani.

-Cosa?!-Elektra si guardò attorno: non poteva usare le sue capacità lì, c’erano troppe persone.-Considerati fortunato se non ti ammazzo sul momento.

-Non mi fai per niente paura. Ritornando a chi sono, non te lo dirò: devi arrivarci tu. Comunque, voglio la mocciosa, va bene? Quella Lycan.

-Cosa sai tu dei Lycan?

-Quello che c’è da sapere. Sono il loro nemico naturale. Ops, ho rivelato troppo.-L’uomo si finse sorpreso e mesto di aver detto quel particolare.

-Nemico naturale? Hey, un momento, hai detto che la tua razza è stata sterminata, sei il nemico naturale dei Lycan… tu sei Viktor!

-Bingo, dolcezza. Ora, dammi la mocciosa e fingerò di non conoscerti, va bene?

Elektra non si mostrò per nulla intimorita, anche se dentro di lei era terrorizzata. Quel tizio era più forte di chiunque altro, aveva ragione non temerla. Incrociò le braccia al petto e guardò il vampiro sprezzante.-Perché la vuoi? Potresti ucciderla direttamente, sei forte, no? O è tutta una leggenda?

Viktor rise.-Non è una leggenda, tesoro. Sai, mi piaci, hai coraggio da vendere, nessuna sciamana mi avrebbe sfidato come hai fatto tu ora. Forse ti farò l’onore di passare dalla mia parte.

-Io non passerò mai dalla tua parte, ficcatelo in quella testa. Forse ti conviene spolverare quel cervellino da strapazzo, ha dormito un po’ troppo tempo.

-Carina la battuta, davvero.

Alexander si avvicinò con Alice per mano. Non appena vide Viktor cominciò a ringhiare e la bambina si nascose dietro il corpo del Lycan spaventata.

Il vampiro sorrise feroce alla bimba e si lanciò all’attacco, ma Elektra fu più veloce di lui. Allungò una mano verso di lui e con una corrente d’aria lo sbalzò lontano.

Le mamme e i papà cominciarono a cadere in preda al panico, prendendo i bambini ed uscendo di corsa dallo zoo. Con tutta quella folla, Elektra e Alexander persero di vista Viktor.

-Magari è andato via.-Azzardò Elektra.

-I vampiri non si arrendono mai finché non hanno la preda che si sono prefissi.

-Okay. Vuole Alice. Portala a casa, di corsa, io rimango qui e lo uccido.

-Aha. Senti, rimango io, che è meglio.

Elektra lo fissò negli occhi.-No, per due semplici motivi. Primo: tu sei più veloce. Secondo: è il tuo nemico naturale, potrebbe benissimo durare un’eternità lo scontro o peggio potrebbe ammazzarti. Va’ a casa, di’ ad Alfred di alzare la barriera e non uscite, nemmeno in giardino. Sarete al sicuro.

-Tu come rientrerai?

-Solo gli umani possono passare attraverso la barriera, per questo quando sarà alzata dovete essere dentro.

Alexander prese in braccio Alice e fece per andarsene.-Attenta.

-Tranquillo.

Il Lycan saltò su vari palazzi e sparì alla vista della sciamana. Elektra si guardò intorno, adesso lo zoo era vuoto, ma non vedeva comunque il vampiro.

-Bel piano, veramente.

La ragazza sobbalzò e si voltò. Viktor si doveva essere reso invisibile e doveva aver sentito il piano.-Perché vuoi Alice?

-Lo saprai, dolcezza.

Il vampiro si lanciò su di lei, la sciamana non fece in tempo a scansarlo o ad usare i suoi poteri, e la morse. Elektra sentì i canini di Viktor penetrarle la tenera carne del collo e succhiarle il sangue. Avvertiva perfettamente che la vita la stava abbandonando. Le palpebre si fecero pesanti e chiuse gli occhi sul mondo.

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Capitolo 14
*** Risveglio ***


RISVEGLIO

Aprì gli occhi con lentezza, e si tirò su in modo sensuale. Si guardò attorno: era in una stanza piccola e angusta, stesa su un letto di pietra. Davanti a lei c’era un uomo, no, non era un uomo, era un suo simile. Sorrise, spavalda.

-Ciao, dolcezza, dormito bene?

Si passò una mano tra i capelli castani ricci.-Mmm… Sì, diciamo di sì.

-Come ti senti?

Scese dal letto di pietra e si guardò riflessa in uno specchio. Era pallida, aveva i canini sviluppati, le labbra rosse e carnose, i capelli ricci castani e gli occhi scarlatti. Il suo corpo era molto formoso, e si rese conto che indossava vestiti larghi che non le mettevano in risalto le forme. Fece una smorfia di disgusto: prima si vestiva così? Si voltò verso il suo simile.-Beh, sembra strano da dire, ma… mi sento… viva.

L’uomo rise di gusto.-Sono contento che non hai perso il senso dell’umorismo, dolcezza.

-Sei stato tu a trasformarmi?

-Sì. Ti ricordi chi sono e come ti chiamavi?

Ci riflettè un secondo.-Di te non mi ricordo. Ma mi sembra che il mio nome era Elektra Meadows. Sì, mi chiamavano così.

-Io sono Viktor, il vampiro più potente di tutti, il capostipite della nostra nobile razza.

Elektra si guardò i vestiti.-Senti, devo prendere degli abiti decenti. Io vado.

Viktor la prese per un polso, bloccandola. Lei fece per parlare, ma il vampiro le mise l’indice sulle labbra. D’improvviso era diventato severo.

-Non muoverti di qui, sei un vampiro giovane non ti conviene uscire alla luce del sole, non lo sopporteresti. Vado io. Che vestiti vuoi, tesoro?

Elektra incrociò le braccia al petto, si mise seduta sul letto di pietra e accavallò le gambe. Sorrise sensualmente, con una luce sospetta negli occhi.-Secondo te?

Il vampiro sorrise complice.-D’accordo, vado e torno. Mi raccomando tesoro non muoverti.

-Okay.

Viktor sparì e la ragazza ne approfittò per esplorate il resto della casa. C’era una cucina, con frigorifero, lavabo e tavolo d’altra epoca. Elektra si leccò il labbra superiore: chissà cosa c’era nel frigo. Lo aprì, ma ne rimase delusa: era vuoto.

Il suo stomaco brontolò.

Decise di ignorarlo e visitò il resto della casa. Oltre alla cucina, c’era un ingresso, con uno specchio d’altri tempi e una mobiletto. Tutto vuoto.

Tornò nella stanza con il letto di pietra e si mise seduta aspettando il ritorno di Viktor. Certo che quel tizio era lento, per essere un vampiro. Decise di provare le sue nuove capacità da non morta.

Scese dal letto di pietra e si accucciò a terra con fare famelico. Spiccò una salto, prima sulla parete di fronte a lei, poi sull’altra, sul tetto, e poi di nuovo su quella precedente. Era velocissima, niente a che vedere con le capacità che aveva quando era ancora viva. Era talmente veloce da sembrare scomparire e ricomparire direttamente sulle pareti e continuò a fare il suo spettacolo finché non udì distintamente il rumore di un applauso sotto di lei. Elektra si accucciò sulla parete, con i palmi delle mani ben attaccati, stile uomo ragno e guardò il suo spettatore: Viktor.

Il vampiro le aveva portato degli abiti che lei definiva “decenti”. La ragazza scese con un salto, con tanto di capriola e atterrò di fronte a Viktor.

L’altro le sorrise, con la sua classica aria spavalda.-Migliori a vista d’occhio, dolcezza. Ho fatto proprio bene a trasformarti.

Elektra lo fulminò con lo sguardo.-Cosa aspetti che faccia? Che ti ringrazi?

-Beh, sarebbe gradito, non credi?

Viktor si avvicinò a lei, sensualmente, ma Elektra non indietreggiò. Sentì la mano del vampiro posarsi sul suo fianco e la ragazza, d’istinto, gli mollò uno schiaffo tanto potente da farlo indietreggiare di un passo. Lui saltò con agilità fino in fondo alla stanza e le sorrise.

-Mi piacciono le donne che hanno carattere. Ma dimmi, ti dice qualcosa il nome Alexander?

Elektra ci riflesse un attimo.-No. Chi è?

-Nessuno. E il nome Alice?

-No.

Viktor sorrise soddisfatto e si mise le mani in tasca.-Perfetto. Tesoro, sei esattamente la mia donna ideale. Ora cambiati, il sole è tramontato.-Il vampiro uscì dalla stanza.

Elektra si cambiò. Indossò un paio di jeans azzurro chiaro e un top blu scuro, con tanto di bracciali sugli avambracci d’oro, come le amazzoni. Si lasciò i capelli sciolsi e si morse un po’ le labbra per farle diventare più rosse possibili.

Lei seguì la strada fatta da Viktor e il vampiro la guardò ammaliato.-Tesoro sei uno spettacolo.

Elektra sorrise, vanitosa, ma poi il suo stomaco riprese a brontolare e il vampiro le fece segno di seguirlo. La ragazza lo imitò saltando di tetto in tetto, con tanto di salti mortali e capriole, godendo della sua agilità sovraumana.

E, mentre saltava, puntò la sua vittima. Era un uomo, forse sui cinquant’anni, con gli occhi vuoti e che puzzava di alcolici. Guardò Viktor.

-D’accordo, ma ci sono alcune regole. Primo: fa’ sempre quello che ti dico. E secondo: non trasformare altre persone, l’unico che può farlo sono io.

-Okay.

Elektra si lanciò sull’umano e lo morse alla base del collo assaporando il sapore del suo sangue. Il liquido scarlatto la dissetò per bene, e quando ne fu sazia si staccò. L’uomo era svenuto durante il suo pasto e lei gli mise un paio di dita sotto il naso: respirava ancora. Si leccò le labbra e si pulì il sangue che le colava sul mento che il dorso della mano.

-P-Principessa?!

Si voltò. Era un ragazzo biondo, con gli occhi verdi, non troppo muscolo ma molto carino.-Non mi chiamo principessa.

-Principessa sono io, Lucian. Caspita, ti ha trasformata! Però… che figurino.-Il ragazzo fischiò guardandola affascinato da capo a piedi.-Sei meglio del solito. Se morire ti fa questo effetto, ti prego non resuscitare.

-Ma di che diavolo stai parlando? Senti, sei uno scocciatore. Fammi un favore: gira al largo.

-Elektra.-Viktor era apparso vicino a lei.-E’ stato di tuo gradimento il pasto?

-Estremamente gustoso.

-Ottimo. Oh, uno sciamano. Cosa vuoi, moccioso?

Lucian era sbiancato. La ragazza rise perché d’improvviso odorava di terrore. Il ragazzo balbettò qualcosa senza senso e corse via per chissà quale meta. Viktor fece spallucce.-Andiamo a casa per ora, prima di dare inizio alla battaglia devi diventare letale.

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Capitolo 15
*** In cerca di risposte ***


IN CERCA DI RISPOSTE

Era scomparsa da quattro giorni. Alexander passava le ore a fare avanti e indietro per il salotto, mentre Alfred gli versava del tè e cercava di tranquillizzarlo dicendo che la signorina sapeva badare a se stessa. Sicuramente, ma Viktor non era il solito avversario sprovveduto che la sciamana aveva incontrato in tutte le sue missioni notturne.

Sarebbe andato a cercarla già il primo giorno della scomparsa, ma Alice lo fermava sempre mettendosi a piangere e pregandolo di non andarsene. E lui non poteva portarsela dietro, quello era l’unico luogo sicuro per lei. Ma dopo quella notte basta.

La quarta notte della scomparsa di Elektra, Alexander si era alzato dal letto e si era affacciato alla finestra. La barriera era invisibile, ma copriva solo le mura di villa Meadows. Il ragazzo si buttò del secondo piano e atterrò silenzioso sul manto d’erba del giardino. Spiccò un balzo e continuò a saltare di tetto in tetto per un po’, cercando qualcosa che potesse riguardare Elektra.

-Ehilà, fratellino!

Alexander si voltò e vide Paul.-Paul! Ti ho mai detto quanto adoro il tuo tempismo?

Suo fratello maggiore incrociò le braccia.-Alex, hai più di seicento anni e non sai ancora come cavartela?

-Non è questo il punto. Ti ricordi di Elektra?

-La tua ragazza, sì.

-Non è la mia…-Paul alzò un sopracciglio, divertito.-Oh, beh, mettila come ti pare. Quattro giorni fa, siamo andati allo zoo con Alice e abbiamo incontrato Viktor. Ti ricordi di Viktor? Viso pallido, canini aguzzi, la solita aria da seduttore…Beh, lui, hai capito. Gli sciamani l’hanno risvegliato. Comunque, non è questo che volevi dirti. Sì, cioè era questo, però non solo questo…

-Alex, fai un respiro profondo, non ci capisco niente. D’accordo, zanne aguzze si è risvegliato e allora?

-Il punto è che ho lasciato Elektra a combatterlo.

-TU COSA HAI FATTO?! È una sciamana, non avrà mai il potere necessario per batterlo!

Alexander abbassò lo sguardo, imbarazzato.-Ma me l’ha chiesto lei e…

Paul si calmò.-D’accordo, d’accordo, calmiamoci. E tu la stai cercando, giusto?-Suo fratello minore annuì.-Dai, vieni, la cerco con te.

I due Lycan continuarono la ricerca, ma non trovarono. Alexander cominciò a sentirsi in colpa e lo invase la certezza che la sciamana non ce l’avesse fatta. Paul, però, continuava a farlo sperare. Poi udirono le grida e il Lycan più giovane lo riconobbe come Lucian. Si affacciò dal tetto e lo vide: era trafelato e terrorizzato. Era pallido come un morto e il sudore gli aveva fatto attaccare i capelli biondi al collo. Alexander si calò giù dal palazzo.

-Lucian. Che ti è successo? Sembra che tu abbia visto un fantasma!-Rise.

Lo sciamano non sembrò capire la battuta.-Quasi. Ho visto Viktor e aveva principessa con sé.

-Principessa?-Paul non conosceva il nomignolo della sciamana, ma Alexander sì.

Prese Lucian per le spalle e iniziò a scuoterlo con decisione.-Elektra! Dov’è? Come sta? Sta bene? L

’altro era sull’orlo del vomito.-Lasciami! Viktor l’ha trasformata e (non ti dico quanto è migliorata, perché ti prenderebbe un ictus) non ricorda nulla del suo passato, o almeno non si ricorda di me. È un vampiro, capisci? Se lo consideri star bene, beh, sì, direi che sta benone.

-Stai scherzando, vero?! Un vampiro?! Oh, mio Dio, è tutta colpa mia…

Alexander cominciò ad avere una crisi di nervi, si rannicchiò su se stessa e iniziò a fare disegni immaginari con le dita sull’asfalto, borbottando frasi incomprensibili, talmente era bassa la sua voce. Paul gli si mise vicino e appoggiò una mano sulla sua spalla.

-Calmo Alex, ricordi il siero con cui i vampiri sono stati sterminati trent’anni fa? Io conosco una persona nella nostra città che lo sa creare, ma ci vogliono uno o due giorni. Stai tranquillo, la tua ragazza tornerà come prima.

Lucian li fulminò entrambi con lo sguardo.-Certo, come no, la tua ragazza. Senti un po’, signor Lycan, come fa ad essere la tua ragazza, se voi siete immortali e noi sciamani no?

Ma nessuno dei due fratelli gli badò. Tornarono entrambi a villa Meadows, Alfred abbassò e rialzò immediatamente la barriera, e si rimisero sotto le coperte. Alice dormiva ancora.

Il giorno dopo, la bimba si svegliò un ò preoccupata per la sua mamma adottiva, ma felice di ritrovare a casa il suo papà e un nuovo zio. Alice fu adorabile anche con Paul.

Una settimana dopo la trasformazione di Elektra la bambina cambiò voce e ne assunse una da donna matura. Alexander e Paul dormivano nella stanza affianco. Alice, come sonnambula si affacciò alla finestra e guardò la luna che splendeva solitaria su un cielo blu scuro senza stelle. -Il vento cambia. Il destino cambia. Il destino di tutti. Ma non il tuo, Viktor, non il tuo

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Capitolo 16
*** Una parte di verità ***


UNA PARTE DI VERITA'

Elektra si svegliò al tramonto e decise di andare a caccia senza Viktor. Era più di una settimana che era morta, conosceva le regole e sapeva benissimo usare i suoi nuovi poteri. Aveva scoperto che oltre l’agilità e la forza sovraumana, aveva la capacità di ipnotizzare con il suo fascino da vampiro, e far fare ciò che voleva agli umani.

Uscì dalla casa dell’altro e si diresse con calma in città a piedi. Indossava dei pantaloni attillati, un paio di stivali dai tacchi vertiginosi, una maglietta a pancia scoperta che le metteva in risalto le forme. I capelli rigorosamente sciolti, si muovevano al vento. Le poche persone che passava per strada la guardava affascinati, e a lei piaceva essere ammirata. Sorrideva compiaciuta, sapeva che tutti quegli stupidi umani erano solo burattini nelle sue mani, eppure le piaceva che rimanessero in vita per poterli sfruttare fino all’ultimo.

Viktor le aveva detto chi era stata in precedenza: una sciamana. Aveva fatto parte del Cerchio, ma si era ritirata da poco. Elektra non sentiva la mancanza della sua vecchia vita, semplicemente ne parlava come se fosse stata la vita di un’altra, non la sua.

Spiccò un salto e cominciò ad osservare i marciapiedi, cercando d’individuare il suo prossimo pasto. Non ne vide di gustosi. Allora si lasciò portare dai sensi: chiuse gli occhi e lasciò che l’olfatto lavorasse per la sua vista. Avvertì un odorino interessante; aveva la sensazione di conoscerlo, eppure non ricordava di chi fosse.

Si mosse in direzione dell’odore, saltando da palazzo in palazzo. Si fermò solo quando giunse nelle sue vicinanze e si mise a quattro zampe per non essere scorta, visto che non conosceva il suo possessore poteva essere chiunque, e si avvicinò al bordo del tetto. E la vide. Era una donna: capelli carota raccolti in chignon, occhi azzurri, con lo sguardo severo. Non ricordava il suo nome, ma provò un’istintiva antipatia nei suoi confronti. Eppure la sua puzza, ora che ci pensava, era inconfondibile: era una sciamana.

-Ehi, tu.

La donna si voltò e rimase assolutamente incantata da quello che vide: Elektra era davvero migliorata. La figura della ragazza si stagliava all’orizzonte, la luna da sfondo, il vento che faceva muovere i meravigliosi capelli.

Elektra fece una capriola in aria e cadde davanti alla sciamana.-Chi sei tu?

-Non ti ricordi di me? Davvero non sai chi sono?

Nella voce della donna colse una nota di scherno e lei ringhiò come un lupo.-Non prendermi in giro. Non dovresti sottovalutarmi.

L’altra sorrise, furba ed evocò i suoi spiriti: una fenice e un gatto.-Tu non sottovalutare me. Prima non potevo farti fuori perché eri una di noi, ma ora sei un pericolo e sono addirittura autorizzata. Preparati a tornare nella polvere!

La sciamana le lanciò un paio di fulmini che lei evitò che grazia ed eleganza, e trovò persino il tempo di dare un calcio al gatto. Quello spirito era facile da neutralizzare, la fenice, invece, era molto potente, era più tosta, ma non imbattibile.

La fiammata mancò di un soffiò la faccia della neovampira che fece una rovesciata all’indietro, si accovacciò e soffiò in direzione della nemica come una gatta.

La donna non perdeva tempo: le lanciava incantesimo potenti e precisi, e potevi evitarli solo grazie alla sua agilità. La cosa positiva era che la sciamana cominciava ad avvertire la stanchezza di fare magie, mentre Elektra era ancora fresca come una rosa e aspettava solo il momento in cui la sua avversaria si sarebbe fermata per riposarsi per attaccare e ucciderla.

Ma successe qualcosa d’imprevisto.

Un fulmine la colpì in pieno e la lasciò senza fiato. Le saette continuavano a percorrere il suo corpo e a farle un dolore cane. Elektra cadde in ginocchio e continuò a guardare la sciamana con astio, ma la sua vista si faceva annebbiata.

La donna sorrise.-Se tu avessi continuato a studiare con me avessi saputo che sappiamo lanciare magie arcane.

Vide solo che la sua avversaria veniva sbalzata lontano da una forza invisibile. E poi distinse Viktor. Il vampiro fissò la ragazza con rimprovero e comparve vicino a lei.

-Sei uscita senza il mio permesso.

-Non ho bisogno di te.

Lui sorrise, forse felice.-Hai lo stesso orgoglio dei vampiri. È bene, ma non con me: io sono come un padre per te, devi obbedirmi.-Si rivolse alla sciamana.-Tanya, mi deludi, mia cara.

-Sta’ zitto, maledetto! Ti sei preso anche la mia allieva, cosa vuoi da me?

-Niente, è che Elektra aveva un potenziale non indifferente e mi serviva. Niente di personale, davvero.

Tanya guardò il vampiro con odio.-Certo, ora mi vuoi far credere che sei buono? Ma fammi il favore!

Viktor prese in braccio Elektra, con una principessa, indebolita dall’incantesimo della sciamana e la guardò con estrema gentilezza, che ebbe un effetto ipnotico sulla donna.

-Ma perché vedi il male sempre dove non c’è?

I due vampiri sparirono e lasciarono a donna confusa.

**

-Perché mi hai trasformata? Viktor servì del sangue dentro un bicchiere di cristallo.-Mi servivi.

-Per fare cosa?

-Lo saprai a tempo debito.-Ne versò dell’altro nel bicchiere della ragazza.-Bevi, ti aiuterà a sciogliere l’incantesimo arcano.

-Cos’è un incantesimo arcano?

-E’ una magia molto potente. Lo possono fare solo gli sciamani più potenti, e sono l’unica magia che funziona contro di noi. Sei stata sfortunata ad aver incontro Tanya, e fortunata che io ti abbia salvato. Non farlo mai più, chiaro?

Elektra bevve avidamente il sangue nel bicchiere e si pulì le labbra, leccandole.-Come fai a sapere queste cose?

Viktor sembrò rattristarsi un attimo.-Sono stato uno sciamano anch’io.

La ragazza lo fissò per un po’, sorpresa da quello che aveva appena sentito. Chi aveva trasformato Viktor? E perché era così dannatamente legato a lei? A cosa poteva servigli? Elektra si rese conto che tutto quello che le aveva detto finora il vampiro era solo una mezza verità.

SPAZIO DI ROAH

Ciao, ragazzi! Lo so che vi ho lasciato con il fiato sospeso con Alice (l’ho fatto apposta!) ma nel prossimo capitolo una parte della cosa si chiarirà. Sono qui per chiedervi il vostro parere su una nuova storiella che ho intenzione di scrivere. E’ una storia d’amore normale, s’intitola “fight for love”. Ecco la trama:“Gwen è una ragazza comune con 4 fratelli più piccoli di cui occuparsi visto che il padre è sempre impegnato nei suoi viaggi per il mondo, e deve portare avanti la casa e la sua grande passione: la musica. Un'adolescente comune, insomma. Ma se, per caso, nascesse un'amicizia un pò speciale con il tenebroso Shade? E se, sempre per caso, quest'amicizia speciale si trasformasse in amore?” Secondo voi è stupida? Ditemi tutto, anche cose negative e recensite, recensite e…recensite!^^

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Capitolo 17
*** Incontro con gli sciamani ***


INCONTRO CON GLI SCIAMANI

Alexander si svegliò e fece la colazione ad Alice. La bambina mangiò avidamente e andò a giocare con lo zio Paul che, da quando era arrivato a vivere con loro, era diventato uno zio modello. Adorava Alice, era capace di fare il cagnolino soltanto per farla divertire; Alexander non era il tipo da perdere il proprio orgoglio per la bambina.

Alice domandava spesso di Elektra chiamandola “mamma” e chiedeva dove fosse andata, chi fosse quel signore pallido, con la sua classica innocenza. Tutte le volte Paul rispondeva che sarebbe ritornata presto quella di prima, non doveva preoccuparsi.

Alexander cominciava a chiedersi perché Viktor volesse la bambina. Decise di andare al Cerchio, sapeva di rischiare molto, ma per sapere il prezzo era quello. Contattò Lucian e si fece portare in un posto pubblico, dove era sicuro che non avrebbero usato i loro poteri e non si sarebbero scontrati, per conoscere la verità.

David incrociò le braccia, sfidando il Lycan.-Sarai contento: per colpa tua abbiamo perso una sciamana relativamente potente, e oltretutto è anche diventata un vampiro, al servizio del dormiente.

-Io non ho fatto proprio nulla. Siete voi ad aver risvegliato Viktor. E avete reso vani gli sforzi di Alexa.

-Conoscevi la sciamana che lo ha sigillato?

-Certo, sono nato nel quindicesimo secolo, la conoscevo bene e conoscevo bene anche Viktor, se è questo che t’interessa, sciamano.

-Non mi dire che te la facevi anche con questa, perché se no è un vizio.-La frecciatina di Lucian non lo colse di sorpresa, era preparato a quello.

Alexander lo fulminò.-No, Elektra è stata la prima sciamana di cui mi sono innamorato. Io davo la caccia ad Alexa, finché non è comparso Viktor. Poi abbiamo dovuto unire le forze. Viktor si era innamorato di lei, ed Elektra è la sua fotocopia. Temo che la voglia dalla sua parte perché non è riuscito ad avere Alexa e poi perché io e lui abbiamo un conto in sospeso.

-Che genere di conto in sospeso.

-Io ho dato una mano ad Alexa a sigillarlo, immagino sappiate che serve un’energia non umana per farlo. Non posso rifarlo, ho già dato quello che avevo la prima volta. Vi serve un altro Lycan per toglierlo di mezzo.

Tanya annuì.-Sì, ma non sappiamo dove trovarlo.

Leonard la bloccò.-Nemmeno per scherzo! Avete idea di chi è il dormiente? Oh, no, non ho nessuna intenzione di ammazzarmi per Elektra! Io mi tiro fuori. Laurence fece lo stesso, lasciando David indeciso. Poi anche il capo disse che avrebbe fatto a meno di sacrificarsi per una ragazza ormai persa.

Alexander si trattenne dall’attaccarli: gli umani erano davvero imprevedibili, a volte, e non in senso positivo, pavidi e addirittura sleali. Era per loro che Elektra aveva sacrificato buona parte della sua vita.-Sono qui per chiedervi un’altra cosa. Perché avete cercato di uccidere Alice?

Sapeva bene che la missione a cui avevano partecipato i genitori di Elektra era per proteggere la bambina dagli sciamani.

Lucian si fece serio.-Quella mocciosa ha uno strano potere. Non l’abbiamo mai visto prima, non sappiamo cosa sia, per cui noi la faremo fuori.

-Io la difenderò. E intanto, cercherò un Lycan che possa darci la sua energia per sigillare Viktor di nuovo. Vi saluto, sciamani.

**

Alice uno strano potere? Ma stiamo scherzando? Era la bambina più normale del mondo, non avrebbe fatto male a una mosca.

Alexander riferì la sua conversazione con gli sciamani a Paul, mentre Alice disegnava stesa sul pavimento, assorta. Suo fratello si fece serio.

-Vuoi davvero sigillarlo di nuovo? Sigillandolo questa storia non finirà mai.

-Lo so, ma che devo fare? Nessuno ha il potenziale di Alexa, e Alexa si è sacrificata per sigillarlo. Con tutto il suo potere, ha potuto solo fare quello.

Paul accarezzò la testa di Alice, sovrappensiero.-Ne sono al corrente, fratellino. L’unica cosa è che sarà una faccenda senza fine, la tua e di Viktor, e dobbiamo trovare un Lycan che accetti di dare la sua energia per sigillarlo.

La bambina sorrise ad Alexander e Paul ed uscì abbracciando un peluche a forma di orsacchiotto. Entrò nella sua stanza e tornò di nuovo affacciata al balcone guardando il cielo.

-Alex e Paul stanno arrivando alla soluzione. Elektra si avvicina al tuo passato. Ma sono io che ti distruggerò definitivamente, caro il mio Viktor.

Aveva assunto di nuovo la sua voce da adulta.

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Capitolo 18
*** la storia di un vampiro ***


p align=center> LA STORIA DI UN VAMPIRO

Elektra aveva deciso che voleva sapere qualcosa di più su Viktor. Al costo di costringerlo con la forza. Entrò nella stanza e incrociò le braccia, assumendo una posa da dura.

-Non mi hai ancora detto nulla di te, Viktor.

Il vampiro bevve un bicchiere di sangue.-E che ti dovrei dire?

-Il tuo passato, mi pare chiaro.

L’altro rise.-Io non ti dirò proprio nulla.-Si voltò verso la sua neo allieva che lo guardava fisso: era evidente che non si sarebbe arresa.-D’accordo, mettiamola così: se riesci a battermi, ti dirò tutta la mia storia, va bene?

Elektra partì all’attacco. Colpì la poltrona dove era seduto Viktor un attimo prima, che andò a sbattere contro il muro. La ragazza si voltò e cercò di colpire il vampiro con calci e pugni, ma quello era più veloce di lei.

-Beh, la tenacia è buona, ma in quanto a potenza… siamo carenti.

Viktor le bloccò i polsi e la lasciò per attimo confusa: prima calciava a tutto spiano adesso non poteva più colpire con le braccia. Ma le restavano i piedi. Mise i piedi, stivali con i tacchi a spillo a dire la verità, e fece leva sulle gambe per liberarsi. Si ritrovò schiacciata contro il muro e Viktor sbattuto contro l’altro lato della stanza.

Lui si teneva ancora perfettamente in piedi.-Il cervello ce l’hai, senza ombra di dubbio.

Elektra sorrise furba.-Non sottovalutarmi, Viktor.

Fece leva sulle braccia e di nuovo tornò ad affrontare il vampiro. Ricominciò a calciare e a tirare pugni, ma niente sembrava colpire il suo avversario.

Viktor le prese di nuovo i polsi, la fece voltare e la schiacciò a terra con il suo peso. Di norma i vampiri non sono pesanti, ma possono aumentare a proprio piacimento il loro peso corporeo. Le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio.-Non sei male, alla fine.

Elektra cercò di liberarsi, ma Viktor era troppo pesante. Si fermò un attimo solo per recuperare le forze. La caricò sulle mani e riuscì a liberarsi i polsi. Ma non riuscì a togliersi il vampiro di dosso.

Lui tornò di nuovo a bloccarle i polsi.-Calma, dolcezza, hai vinto. Ti premierò raccontandoti la mia storia.

Si tolse da sopra Elektra e le diede una mano a rialzarsi. Si misero entrambi seduti, l’uno di fronte all’altra. Viktor si passò una mano tra i capelli scuri e iniziò il suo racconto.

-Il mio nome da umano era Andrew. I miei genitori erano stati uccisi dai Lycan, così io mi unii al Cerchio degli sciamani. Il mio maestro era un tizio severo, davvero non lo sopportavo, ma per la vendetta ero disposto a subire qualunque cosa; il mio maestro si chiamava Theodor. Theodor e io litigammo perché io volevo entrare a tutti i costi nel Cerchio e lui continuava a dirmi che avevo il cuore troppo tenero per uccidere delle creature all’apparenza umane, ma fui irremovibile e il mio maestro si rifiutò di addestrarmi ancora. Alla fine, però, riuscii ad entrare nel Cerchio. Iniziai subito la mia caccia. Non ero tra i migliori, ma non facevo nemmeno pena, diciamo che me la cavavo. Fu lì che conobbi Alexa. Era una sciamana potentissima, davvero, e molto bella. Ti somigliava, dolcezza. E poi Alexa era spietata con tutti i Lycan, la adoravo. E conobbi anche Alexander. Io e Alexa davamo la caccia a tutti quelli come lui che facevano o meno parte dell’Assemblea, a noi che cercavamo vendetta, non importava. E poi arrivò lui.

Elektra aveva visto buona parte della sua vita da umana passarle davanti e ora ricordava chi erano Alexander e Alice, e anche che Viktor era il cattivo. Ma ora doveva stare attenta a non tradirsi.-Lui? Lui chi?

-Kirt.

-Kirt?

-Sì. Era un demone. I vampiri non sono creature a sé. I vampiri sono creature alleate con i demoni, e i demoni possono far diventare vampiro un umano semplicemente mordendolo. Come facciamo noi. Ora i demoni si sono estinti, si sono uccisi tutti quanti a vicenda, ma io non sono mai riuscito a tornare umano. Quando una persona da umana diventa vampiro sente una specie di malvagità prendere possesso del suo corpo, è successo anche a te, e io divenni una creatura maligna fino alle ossa. Iniziai a cacciare persone, Lycan, tutti indistintamente. Alexa non me lo perdonò mai, questo. Divenni una bestia assetata di sangue e gli sciamani e i Lycan fecero una tregua per distruggermi, ma nessuno aveva il potere di farlo. Io avevo mantenuto una certa umanità, diciamo che ricordavo chi ero e i miei sentimenti verso Alexa, ma quando la vidi fare amicizia con Alexander… non ci vidi più.

A Elektra era venuta la pelle d’oca.

Viktor sembrava fiero di quello che stava per dire.-Feci una strage. Una di quelle che è rimasta nella storia, credo. Alexa e Alexander fecero di tutto per uccidermi, ma niente servì, riuscirono solo a sigillarmi e a farmi cadere in un sonno senza sogni fino a che qualcuno non mi avesse risvegliato. Per fare questo Alexa perse la vita, ma il Cerchio si riunì e la fecero tornare dal mondo dei morti.

Elektra sapeva che tra i poteri di uno sciamano c’era quello di poter entrare ed uscire dalla dimensione dei morti, ma non ci aveva mai provato, perché c’era il pericolo di diventare uno di loro.

-Fecero un incantesimo arcano sulla sua anima. Quando mi sarei risvegliato, un corpo femminile avrebbero ospitato la sua anima. E, per scherzo del destino, indovina chi è?

La ragazza rimase senza parole: aveva la gola secca. Fece segno di non sapere.

-Quella mocciosa che si chiama Alice.

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Capitolo 19
*** Alleanza ***


ALLEANZA

Elektra si svegliò poco prima dell’alba, approfittando del sonno di Viktor, per andare a villa Meadows e riferire le sue ultime scoperte. Se tutto quello che le aveva detto quello scemo di vampiro fosse stato vero, forse avevano una possibilità di risigillarlo. Corse per la strada sfruttando tutte le sue capacità: doveva arrivare prima del sorgere del sole, oppure sarebbe morta.

Cominciava già ad intravedersi qualche raggio quando Elektra suonò al campanello di casa sua. Alfred le venne ad aprire, ma si raggelò immediatamente iniziando a puzzare di paura. La ragazza lo spinse dentro e chiuse la porta di botto, sospirando di sollievo.

-E’…E’ venuta per rendermi un vampiro, signorina?

-Non dire sciocchezze, Alfry. Sono qui in missione diplomatica, non mi manda Viktor, devo parlare con Alex e Alice.

Il maggiordomo la portò in salotto dove si trovavano tutti. Alice le corse incontro, lei l’abbracciò, Paul le diede una pacca sulle spalle, come se fosse stata sua sorella, ma Alexander rimase sul fondo della stanza con gli occhi sbarrati.

Gli occhi scarlatti di Elektra incontrarono quelli castani del Lycan ed entrambi ebbero la sensazione che il tempo si fosse fermato. Intanto Paul aveva trascinato via Alice e Alfred aveva silenziosamente lasciato la stanza.

Alexander mosse un passo verso la ragazza, ed Elektra si buttò letteralmente tra le sue braccia. Lui la strinse forte a sé. Lei era sicura che nessuno di loro correva pericoli con un vampiro vicino, tanto si era già nutrita.

-Odori di sangue umano.-Disse Alexander vicino al suo orecchio.

Lei sorrise.-Beh… devo pur mangiare.

-Ti manda Viktor?

-No, sono scappata. Porto notizie interessanti.

Alexander si scostò da lei e la guardò negli occhi.-Che genere di notizie?

-Notizie dal passato.

Elektra vide il ragazzo guardarla confuso, ma non aveva intenzione di ripetersi, perciò fece rientrare Paul e Alice. Alfred era meglio lasciarlo all’oscuro di tutto, sapeva già di più di quello che era concesso ad un semplice maggiordomo.

Alice si sedette al centro della stanza guardando con innocenza Elektra. La ragazza si chiese davvero se dentro quel corpo potesse esserci una grande sciamana come Alexa. Si mise seduta su una poltrona.

-Alice, cosa sai di Viktor? Oppure dovrei chiamarti Alexa?

Dopo il primo momento di smarrimento, la bambina sorrise divertita e cambiò voce.-Ci sei arrivata prima del previsto, Elektra, i miei complimenti. Alex, davvero non mi avevi riconosciuto?

Il ragazzo si era arrampicato sul divano, sconvolto.-Eh no! Un altro trauma del genere, no! Prima Elly che diventa un vampiro, poi questo! No, no, no! Alexa, Santo Iddio, che cavolo ci fai dentro Alice? Eh?

Elektra ridacchiò sottovoce, cercando di non farsi sentire, Alice invece prese a ridere più forte, con la chiara intenzione di prenderlo in giro. Paul si mise una mano sulla bocca per trattenersi.

-Avete finito, tutti quanti?!

Alice d’improvviso s’illuminò e la luce si staccò dal corpo della bambina che cadde svenuta. Nessuno si mosse. La luce prese lentamente forma di donna e smise di brillare. Alexa era tornata. Ed era incredibilmente somigliante ad Elektra, si può dire che erano la stessa persona. L’unica differenza era che Alexa era più formosa di Elektra e aveva i capelli lunghi fino a metà schiena.

Erano tutti senza parole.

Alexa si avvicinò ad Elektra e le tese una mano.-Allora, possiamo contare su di te contro Viktor?

L’altra sembrò riprendersi di colpo dal vedere una sua sosia davanti a sé. Sorrise maliziosa e le strinse la mano.-Puoi scommetterci.

-Allora dovrai aspettare prima di tornare umana, ti servono le tue capacità da vampiro. Al momento sei l’unica ad avere le capacità di Viktor.

-Ci sto.

Per Elektra sarebbe stato meglio tornare normale, ma se serviva per eliminare quel vampiro avrebbe fatto quel sacrificio.

Alexander fissò quella strana scena: due ragazze, così somiglianti da poter essere scambiate per gemelle, stringersi le mani e fissarsi negli occhi con intensità, come se fossero state rivali. Scese dal divano e si diresse verso le due ragazze.

Alexa sorrise amichevole.-Ora però mi servono dei vestiti.

-A chi lo dici! Non ci posso credere che andavo vestita così, prima!

-Sicuramente attiravi una marea di ragazzi!

Entrambe si diressero al piano di sopra, ignorando il corpicino di Alice e Alexander le richiamò al dovere.

-Ehi voi due! E Alice?

Alexa lo guardò con sufficienza.-Oh, si riprenderà non appena questa storia sarà finita. È come se momentaneamente sia caduta in catalessi. Non preoccuparti, starà benone.

Le ragazza continuarono a ridere e a chiacchierare ignorando completamente il Lycan, suo fratello e la bambina stesa sul pavimento. Alexander fissò interrogativo Paul e l’altro gli mise una mano sulla spalla.

-Le donne. Non farci caso, fanno sempre così.

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Capitolo 20
*** La sciamana e i vampiri ***


LA SCIAMANA E I VAMPIRI

Elektra era stata svegliata da Alexa che le proponeva una sfida. Una sciamana contro un vampiro, era interessante. La ragazza guardò fuori: era notte, il suo elemento naturale, per ora. Uscirono in giardino e si misero in posizione di partenza.

Alexa evocò i suoi spiriti, un leone e una gazzella, mentre Elektra cominciava a sgranchirsi le gambe con rotazioni ed esercizi che non sarebbero stati possibili se fosse stata umana.

-Pronta?

Elektra terminò la rovesciata e la guardò intensamente.-Sono nata pronta.

Iniziò lo scontro. Il leone e la gazzella si lanciarono su Elektra, ma lei li evitò entrambi con un salto, con tanto di capriola in aria, e atterrò dietro ad Alexa facendole lo sgambetto. L’altra cadde per terra con un tonfo e la vampira la guardò con superiorità.

La sciamana fece segno ai suoi spiriti di attaccare e quelli eseguirono. Elektra venne sbalzata via dal leone e venne schiacciata dal suo peso. Stavolta toccò ad Alexa sorridere con superiorità.

-Beccati questo.

Elektra mollò un pugno nello stomaco del leone, lo spirito venne sbalzato alla fine del giardino, ma fu la sciamana ad accasciarsi a terra per il dolore. La vampira si alzò e si sistemò a capelli ricci che le erano andati davanti alla faccia. Aprì la bocca, ma un’altra voce si sostituì alla sua.

-Mi aspettavo da tutti un tradimento, ma non da te.

Si voltò e vide Viktor furioso come non l’aveva mai visto. Non si lasciò intimidire.

-Hai riposto male la tua fiducia.

Il vampiro sembrò rattristarsi.-Eri l’unico essere vivente di cui mi fidassi e tu hai tradito la mia fiducia!

Viktor si lanciò contro di lei, Elektra spiccò un salto, ma lui la raggiunse e la colpì con un calcio. La ragazza andò a sbattere con la fiancata della casa, e scivolò contro il muro, confusa. Quel vampiro era dannatamente più potente di lei.

Alexa cominciò ad usare i suoi poteri seriamente: i suoi capelli si alzarono a ventaglio, mentre dalle sue mani cominciavano a scaturire fiammate che potevano ferire sia Elektra, ancora confusa, ma anche Viktor. Lui le schivava con un’eleganza e una grazia sovraumana: persino la sciamana sembrava in difficoltà.

-Alexa, sei peggiorata, dall’ultima volta.

Il vampiro si avvicinò pericolosamente alla sciamana, ormai priva di forze per gli incantesimi che aveva fatto e che erano tutti quanti andati a vuoto, con le zanne già più lunghe. Elektra sapeva cosa significava: stava per morderla. Che qualcun altro avesse la sua stessa condanna…no, non poteva permetterlo.

Elektra chiuse gli occhi, cercando di recuperare le forze e di domare la rabbia che stava prendendo il sopravvento, ma non riuscì nel secondo intento. Aprì gli occhi: ora scarlatti, la pupilla era sparita, era rimasta solo l’iride del colore del sangue e la parte bianca. Il suo corpo reagì da solo: fece una serie di ruote e rondate a una velocità pazzesca e terminò proprio con i piedi sulla faccia del vampiro, che non si era accorto di niente.

Viktor semplicemente fece un salto e ricadde in piedi, sgranchendosi il collo.-Elly, migliori a vista d’occhio. Credo che per stavolta vi risparmierò entrambe, ma godetevi il tempo che vi resta, perché non sarà molto.

Elektra corse nella sua direzione, ma il vampiro era già sparito. E in compenso, lei non riusciva più a ritrovare la ragione: respirava con affanno, come se fosse stata in gabbia, e i suoi occhi non trasmettevano nulla di buono. Non si accorse dell’incantesimo arcano che la sciamana stava pronunciando e cadde a terra, quasi del tutto svenuta.

-Scusa, ma non potevo fare altrimenti.

Fu l’ultima cosa che sentì prima che tutto divenisse buio.

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Capitolo 21
*** Dolce risveglio ***


DOLCE RISVEGLIO

Elektra si svegliò da un sonno senza sogni. Si mise seduta sul suo letto e si grattò pigramente la testa guardandosi intorno. Era tutto esattamente come se lo ricordava: stessa camera, stessi mobili, stesso tutto. Fece per alzarsi, ma due mani ferme la bloccarono. Era Paul.

-Menomale sei sveglia. Non ti muovere, chiamo un persona.

Elektra lo vide attraversare la porta, richiuderla e vide entrare Alexander. Il ragazzo sembrava veramente scosso e, non appena la vide, le corse incontro abbracciandola con foga.

-Non farlo mai più. Mi hai fatto morire.

La ragazza non sentiva più le stesse cose di prima. Le sue percezioni sensitive erano diminuite tantissimo. E si sentiva anche estremamente debole.

-Ma che è successo?

-Ti abbiamo fatto tornare umana perché ormai eri una specie di vampiro senza più cervello, pensavi solo al sangue. Alexa ti ha tramortita e ti abbiamo portato nella città vicina dove c’era una dottoressa che aveva la cura per il vampirismo. Così sei tornata umana.

-E spero anche sciamana.

-Sì, naturalmente. Ma ti è rimasto qualcosa del tuo essere un vampiro: l’immortalità e un po’ di pallore, a quanto vedo.

Alexander era ancora con la testa sulla sua spalla e respirava il profumo di Elektra come se fosse stato un drogato. E poi posò un bacio sulla pelle della ragazza e la spinse giù, contro il materasso. Gli occhi castani del ragazzo si puntarono in quelli di lei.

-Vuoi?

Elektra sembrava confusa.-Alex, è la mia prima volta… io…

-Non preoccuparti, non ho nessuna intenzione di farti male.

I due ragazzi si scambiarono un bacio appassionato e Elektra ritrovò un po’ di decisione in quello. Allacciò le braccia intorno al collo di Alexander, mentre la mano del ragazzo risaliva lungo il suo fianco.

**

Alexa bevve un lungo sorso di tè e sorrise a Paul. Era diverso da Alexander, e poi sapeva che il suo cuore apparteneva ad Elektra, però era ugualmente bello. Forse un po’ troppo vecchio per lei.

L’uomo la fissò inarcando un sopracciglio.-Che c’è?

La ragazza scosse la testa sorridendo.-Niente, pensavo. Pensavo a quello che combina tuo fratello con quella povera ragazza.

Paul rise.-E che vuoi che combinino? È tutto naturale. Ma non è a quello che pensavi.

Alexa divenne rossa come un peperone.-Non è vero!-Sbirciò gli occhi azzurri di Paul che sorridevano e la invitavano a parlare.-D’accordo, pensavo che forse è meglio lasciarli fuori dalla storia con Viktor.

-Lasciarli fuori? Non lo accetteranno mai.

-Infatti non glielo dobbiamo dire, Paul. Mentre loro sono “impegnati”, noi prendiamo e battiamo quello schifoso succhia-sangue.

-Gli facciamo il culo, insomma. Beh, non sono proprio d’accordo, ma per me va bene. Andiamo.

Alexa e Paul si alzarono contemporaneamente e uscirono insieme dalla porta, lasciando i due ragazzi soli e decisi ad uccidere Viktor stavolta per sempre.

**

Alexander accarezzava il fianco nudo di Elektra, mentre lei chiudeva gli occhi e si appoggiava al suo petto, chiudendo gli occhi e lasciandosi tentare a cadere in un sonno tranquillo. Era stata decisamente la volta migliore della sua vita, anche perché era stata la prima, probabilmente.

Il ragazzo si alzò e si rivestì dicendole che sarebbe andato a prenderle qualcosa da mangiare. Tornò poco dopo con lo sguardo allarmato.

-Che fine hanno fatto Alexa e Paul? Ti sei accorta di qualcosa?

Elektra sorrise, maliziosa.-Sinceramente ero impegnata in altro. Tu?

Alexander sorrise, furbo.-Divertente. No, davvero. Dove sono?

-Saranno andati a fare un giro.

-Senza avvertirci?

-E secondo te avevano la possibilità di avvertirci con quello che stavamo facendo, Alex? Sei troppo apprensivo, dovresti prendere la vita con un minimo di serenità.

Alexander si sedette sul letto, piuttosto preoccupato.-Dici? Sono troppo ansioso?

-Decisamente.

Elektra iniziò a fargli un massaggio e sentì in poco tempo che i muscoli della schiena del ragazzo si rilassavano sotto il suo tocco. Alexander si stese sul letto di schiena e le fece interrompere il massaggio guardandola con l’aria di chi ha capito tutto.

-E’ un trucchetto vecchio come me, questo, sai? Convincete gli uomini a fare quello che volete con questi giochetti del tipo i massaggi o la seduzione.

-Tu non hai idea di cos’è la vera seduzione. Ti faccio vedere io, sbruffone.

Alexander si aspettava che la ragazza gli sarebbe saltata addosso come una ninfomane, ma lei invece si alzò e si vestì indossando un paio di jeans e una maglietta tutta stropicciata. Elektra uscì dalla stanza sculettando e voltandosi a guardare il Lycan con sguardi ardenti.

Il ragazzo deglutì rumorosamente immaginando cosa poteva fare quella sciamana per farlo cadere ai suoi piedi. E le possibilità erano poco meno che infinite.

**

Alexa continuò a camminare a passo svelto, incitando Paul a fare lo stesso. Il Lycan non era del tutto convinto di quello che stavano facendo, sapeva che Elektra e Alexander non avrebbero gradito il loro scherzetto. E poi, cosa credevano di fare? Viktor era un vampiro millenario, nemmeno Alexa in passato era riuscita a batterlo, e ora cosa voleva fare?

Aveva provato a dirglielo, ma quella sciamana non voleva sentire ragioni. Era più o meno la decima volta che glielo ripeteva, ma Alexa aveva persino smesso di rispondergli.

-Alexa, senti…

-Basta, Paul! Io lo farò, punto.

-D’accordo, d’accordo, ma non ti scaldare.

La ragazza riprese a camminare, decisa ad ignorare ogni più piccolo vocabolo che usciva dalla gola del Lycan. Era pieno giorno e dovevano approfittare della debolezza di Viktor al sole, anche se minima, in quel momento, di notte sarebbe stato impossibile batterlo da soli.

-Ma, Alexa, visto che sei convinta solo tu di quello che stai facendo, perché devo venire pure io?

-Perché mi serve aiuto. E ora zitto.

I poteri della sciamana la aiutarono ad individuare la tana del vampiro. Giudò Paul per un po’ di strade, perse varie volte l’orientamento a causa della grandezza della loro città, ma alla fin giunsero all’obiettivo.

Alexa allungò una mano verso la porta e quella si piegò, nemmeno fosse stata fatta di carta crespa. Paul rimase senza parole, deglutì e varcò la soglia insieme alla ragazza.

Viktor stava dormendo, ma venne svegliato dai passi di Alexa e Paul. Infatti, non si fece trovare nella bara, anzi, si arrampicò lungo il muro della stanza ed uscì passando dalla porta principale. La luce solare per un attimo lo stordì e dimenticò il motivo per cui si trovava lì.

-Viktor, ci si rivede.

-Oh, sei tu Alexa. Mi aspettavo di non vederti più, dopo che hai riportato Elektra allo stato umano.

La sciamana venne avvolta dalle correnti d’aria per la rabbia e i capelli le si aprirono a ventaglio.-Non scherzare su altri, questa faccenda riguarda solo me e te.

Il vampiro si fece scrocchiare il collo e le mani.-Oh, quando hai ragione, hai ragione, dolcezza.

Paul rimase lì come spettatore, completamente paralizzato dalla sorpresa: era una battaglia epica.

**

Elektra leggeva un libro sul divano con le gambe sullo schienale, il busto su un cuscino e i capelli sparsi sul pavimento: completamente sottosopra. Poi suonò il campanello.

-Elly, vai tu?

La ragazza mise un palmo ben aperto sul pavimento e con la forza delle anche, fece una rovesciata all’indietro. Si tolse i capelli da davanti agli occhi e andò ad aprire. Era Paul, ed era ferito da capo a piedi. Le cadde rovinosamente addosso.

-Elly! Ma che…Paul?!

-Alex… Alexa, Viktor…

Elektra tappò la bocca al Lycan.-Non parlare, ora, Paul. Ti curo e poi fai il tuo bel raccontino, okay?

Il fratello del suo ragazzo insistette.-Viktor ha con sé Alexa, e vuole renderla vampiro. Ha detto che lo farà tra due giorni, con la luna piena.-E poi svenne.

Alexander fulminò Elektra con lo sguardo.-Prendi la vita con serenità mi dice, e quando la prendo con serenità che succede? I casini più totali!

La sciamana gli sorrise.-Beh, io ho detto di prenderla con serenità non di arrabbiarsi per i casini che vengono. E poi potrebbe essere divertente: finalmente un po’ di azione!

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Capitolo 22
*** Incantesimo arcano ***


INCANTESIMO ARCANO

-Ben svegliata, dolcezza.

Alexa aprì gli occhi e si guardò intorno: era dentro la tana di Viktor. Il vampiro la guardava con malignità, sicuramente credeva che lei fosse innocua. La sciamana fece per caricare il colpo, ma si accorse che la sua magia era fuori uso.

Lui rise.-Credevi che ti avrei lasciato in grado di lanciare incantesimi? Ti ho premuto ai lati della nuca e il flusso magico che ti scorre dentro si è bloccato. La ragazza digrignò i denti: solo uno sciamano poteva sapere quelle cose e lei non l’aveva previsto in Viktor. Dentro i possessori di magia era come se scorresse altre vene, oltre quelle che portano il sangue, che portano flussi magici che venivano bloccati se si premeva sui punti giusti e la nuca era uno di questi.

Viktor si mise seduto sul letto di pietra.-Sai, credevo sinceramente che non saresti tornata dal mondo delle anime. Credevo fosse solo uno stupido modo di dire. Sono felice di rivederti.

Alexa rimase sorpresa delle parole del vampiro, erano secoli, nel vero senso della parola, che non gliela sentiva nominare.-Tu sei un vampiro. Non puoi provare sentimenti.

-Questo lo dici tu. Io provo sentimenti, non fermarti a pensare che sia una specie di essere assetato di sangue, solo perché mi nutro di quello. Anche se pure io l’ho imparato da poco. E il merito va ad Elektra: nonostante fosse stata morsa da me, ha fermato la sua natura vampirica e mi ha tradito. Ha fatto qualcosa a cui io non avrei mai pensato.

-E quindi? Che vuoi fare?

Ma Viktor ignorò la sua domanda.-Sai, quella ragazzina mi sta tremendamente simpatica, è un tipetto coraggioso, di quelli che non si fermano davanti a nulla, sembra davvero interessante. Ti somiglia parecchio.

**

-Cercavi questo?

Alexander porse il suo pantalone di pelle, quello che usava per la caccia ai Lycan, alla ragazza, ma lei scosse la testa.

-Devo passare inosservata. Eccolo!

Elektra indossò un paio di pantaloncini corti di jeans, stile Lara Croft, una maglietta che le lasciava la pancia scoperta a bretelle e un paio di stivali di pelle con i tacchi alti. Si legò i capelli in due trecce basse.

Alexander la valutò guardandola da capo a piedi e, non appena incontrò il suo sguardo ardente, come al solito, da quando l’aveva sfidata, per poco non gli venne voglia di abbandonare Alexa al suo destino con Viktor e sfogare i suoi istinti maschili con quella sciamana. Scosse la testa e quando rincontrò lo sguardo di Elektra lei sorrideva soddisfatta: si era accorta di tutto. Lei si avvicinò a lui, gli stampò un bacio sulla guancia e uscì ancheggiante.

Paul aspettava nel salone e appena la vide fischiò in segno di apprezzamento.-Però… Elly che ti ha fatto il mio fratellino?

In quanto Lycan aveva una ripresa molto rapida, per cui si era già rimesso anche se erano passate solo cinque ore da quando era arrivato ferito a Villa Meadows.

La ragazza gli sorrise, amichevole.-Il adorabile fratellino mi ha sfidato e io ho accettato, naturalmente. Ma ora andiamo a riprenderci Alexa.

Quando Elektra uscì in giardino, Alexander prese il fratello maggiore per il bavero.-Se ti sento di nuovo fischiare di apprezzamento a Elektra ti spacco la faccia, Paul. Lei è mia.

-Calmo, Alex. Non è colpa mia, se è carina. Comunque, non te la frego, tranquillo, per lei sono troppo vecchio.

-Vi muovete?

Alexander e Paul uscirono e videro, di fianco alla ragazza, i suoi spiriti guardiani Kon e Nil, lei li accarezzava e li vezzeggiava come fossero stati dei cuccioli di cane e non un ghepardo e un puma. I due animali sembravano apprezzare le sue attenzioni e Elektra, da accucciata, fece una rovesciata in avanti e ricadde in piedi.

-Forza, andiamo.

**

Alexa continuava a tenere d’occhio Viktor che rimaneva fermo sul letto immobile.

-Cosa aspetti?

-I tuoi amici. Verranno a prenderti, tranquilla, per questo ho mandato quel Lycan. E tu farai da esca, voglio qui il tuo amico Alexander e Elektra. Poi tu potrai andare, non ho voglia di farti del male. Di nuovo, la sciamana lo fissò senza capire.-Perché mi vuoi viva?

Viktor le sorrise, mettendo in mostra la dentatura perfetta, ma soprattutto i canini appuntiti e letali.-Prima che quel demone mi trasformasse… L’ho raccontato ad Elektra… Io ti amavo. E ti amo tutt’ora.

Il cuore di Alexa perse un colpo.-Tu… Cosa?! Non puoi provare sentimenti.

-Ti ho già detto che ti sbagli. Sei l’unica persona di cui mi fidi, e Elektra mi ha fatto capire che io tengo a te.

La sciamana abbassò lo sguardo, per non far notare al vampiro di essere arrossita. Anche lei lo amava, ma non poteva permettere ai suoi sentimenti di rovinarle la missione, lei era e restava una sciamana, una cacciatrice.-Beh, io no.

-So che non è come dici.

Viktor si fece improvvisamente vicino e la baciò. All’inizio Alexa si oppose, ma poi si abbandonò ai suoi sentimenti verso il vampiro e gli rispose.

-Non possiamo stare insieme.

-Io voglio lasciare questo mondo.

-Cosa?!

-Non ne posso più di vivere in eterno e vedere le persone a cui voglio bene morire perché non hanno il mio stesso dono, e di essere visto come una creatura immonda.

Alexa gli accarezzò la guancia con dolcezza.-Riattivami il flusso magico. Ti aiuto io.

Viktor le mise l’indice e il pollice della mano sinistra alla base della nuca e lei sentì di nuovo la magia che scorreva dentro di lei. Gli poggiò una mano sul petto e dischiuse la bocca per pronunciare l’incantesimo arcano.

-Non farlo, Alexa!

Elektra entrò nella scena e allontanò la sciamana dal vampiro con una corrente d’aria non troppo forte. Aveva seguito la scena e non avrebbe permesso che Alexa si sporcasse le mani con l’uomo che amava.

-Dimmi le parole dell’incantesimo, le pronuncerò io.

-Ci vuole una preparazione.

-Non ne abbiamo il tempo e tu non puoi morire con il senso di colpa.

L’altra sospirò e accettò.-D’accordo, ma faremo insieme.

-Okay.

Alexander e Paul varcarono la porta. Viktor nel vederli venne preso dalla furia omicida tipica della sua specie e saltò addosso ad entrambi. I due Lycan non fecero in tempo ad evitarlo e si trovarono stesi per terra, con il vampiro dagli occhi iniettati di sangue sopra. I canini di Viktor si allungarono pericolosamente: voleva morderli.

Nessun vampiro aveva mai morso un Lycan.

Alexa se ne accorse, ma non se la sentì di attaccare l’uomo che aveva capito di amare. Elektra allungò una mano e una radice si avvolse intorno alla vita del vampiro sbattendolo contro il tetto della sua tana.

-Provaci ancora, sanguisuga, e vedi come ti concio!

Viktor si riprese.-Scusa. Non so che mi è preso…

Alexa lo soccorse, mentre Elektra si faceva scrocchiare le articolazioni facendo delle rovesciate, rondate, ruote e altri esercizi tipici della ginnastica artistica. Diede un ultimo colpo di spalla e finalmente la scapola scrocchiò.

-Iniziamo.

Alexa le suggerì le parole, si presero per mano e iniziarono a pronunciare l’incantesimo arcano, l’unica cosa in grado di far riaddormentare Viktor.

SPAZIO DI ROAH

Ragazzi siamo quasi giunti alla fine...mancano pochi capitoli. non vi anticipo nulla, come al solito, vi dico solo che il prossimo capitolo s'intotolerà "amore eterno". continuate a seguire anche gli ultimi capitoli della mia storiella!!! ^-^ ^-^ bacini!

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Capitolo 23
*** Amore eterno ***


AMORE ETERNO

Mancavano solo poche parole e poi Viktor sarebbe andato a ninna ancora per qualche secolo, si sperava, e poi Alexa sarebbe tornata nel mondo della anime. E, cosa ancora più importante, quella storia sarebbe arrivata alla parola “fine”.

Alexander non stava più nella pelle. Osservava in modo febbrile Alexa e Elektra che recitavano l’incantesimo arcano, e riusciva a non sorridere solo perché Paul lo faceva rimanere calmo, guardandolo in modo severo. Lo sapeva che non era carino, desiderare in pratica la morte di un’altra persona che voleva redimersi dagli errori compiuti in passato, ma era sempre Viktor, il vampiro che aveva causato tanti problemi a loro, nel 1400 come pochi giorni prima, no?

D’improvviso gli oggetti presenti nella stanza presero a svolazzare.

Alexa si guardò attorno preoccupata: non era un effetto dell’incantesimo.-A terra!

Elektra rimase ferma dov’era, erigendo intorno a sé una barriera protettiva, proprio mentre gli oggetti esplodevano uno per uno. Alexander fissò interrogativo le due sciamane che si guardarono di rimando annuendo: il Cerchio era lì.

Alexa si rialzò da terra e guardò i suoi compagni, iniziando a dare le disposizioni per il piano.-Allora, Elektra vai a sfidare il Cerchio e portalo lontano di qui. Alex e Paul voi controllerete se c’è l’Assemblea, cosa molto probabile, e distraetela.

-E tu?

-Io completerò l’incantesimo da sola. Posso farcela.

Elektra annuì solidale: sapeva che poteva farcela. Rimaneva sempre Alexa, la grande sciamana che era riuscita ad addormentare il tremendo vampiro Viktor. La ragazza si sdoppiò e uscì dalla porta principale, decisa a fare da esca per il Cerchio.

Ma qualcosa andò storto: l’Assemblea le tagliò la strada.

C’era il Lycan che aveva tentato di ucciderla, Jim, i suoi genitori, e un tizio che non aveva mai visto che identificò come il capo.

La sciamana strinse gli occhi a fessura e saltò, facendosi inseguire dai lupacchiotti. Jim sembrava furioso, e lei sapeva bene quanto la rabbia sa rendere ciechi a volte, e voleva sfruttare la cosa a suo vantaggio. Li portò poco più lontano e lì iniziò a lanciare gli incantesimi che conosceva meglio: fuoco, aria, terra, fulmine. Osservò il cielo e vide che era nuvoloso. Altro punto a suo favore. Allungò le mani al cielo chiuse gli occhi, schioccò le dita e iniziò un diluvio coi fiocchi.

Jackie si osservò: era tutta bagnata.-No! Io odio l’acqua!

Sam immediatamente la portò via, ritirandosi dalla battaglia. Due di meno di cui occuparsi. Jim le corse incontro, lei lo evitò, usandolo come una cavallina e usò il suo potere sull’aria per essere lanciata più in alto e tornò giù mollando un calcio al capo. Si metteva meravigliosamente bene per lei.

**

Alexander si ritrovò immediatamente davanti Tanya, David, Laurence e Leonard. Sembravano tutti determinati a ucciderlo. Paul iniziò a scappare e Alexander lo imitò. Forse era meglio trovarsi contro l’Assemblea, quelli erano pericolosi per loro.

Laurence e Leonard iniziarono a lanciare incantesimi che facevano cilecca per pochi millimetri. E Alexander iniziava a sudare freddo.

Paul si avvicinò a Leonard, gli mollò un calcio allo stomaco, lo mandò a sbattere contro un palazzo e lo rese innocuo per un po’. Laurence lo colpì con un fulmine che lo stordì per qualche secondo, il tempo necessario per mandarlo a terra con una radice molto spessa.

Alexander si nascose dietro a Laurence e gli intrecciò le braccia al collo, stringendo un po’ la presa. Lo sciamano si dibatté per un po’, e svenne. Il Lycan lo lasciò cadere a terra con malagrazia, prese a fissare David con diffidenza, mentre soccorreva il fratello.

L’altro si riprese in poco tempo.-Ma dov’è Tanya?

Il fratello sbiancò.-E’ con Alexa.

**

Elektra ricadde in piedi, guardando con superiorità Jim e l’altro Lycan. Il capo si rimise a posto la mascella, sorridendo.

-Essere trasformata in vampiro ti ha migliorata a quanto vedo.

-Che ne sai tu, di come ero prima?-La sciamana si stava divertendo parecchio.

-Me ne ha parlato Jim, ovviamente.

-Oh, già ovviamente.

Il capo l’attaccò ma lei lanciò una scarica di fulmini più forte di quelle che avesse mai lanciato in vita sua, e, combinata all’acqua di cui erano bagnati i due Lycan, li lasciò per terra più morta che vivi. Anche lei si era bagnata, e si tolse un ciuffo di capelli dalla faccia.

-Sì, in effetti sono migliorata.

Raggiunse Alexander e Paul: solo David era rimasto in piedi. Usò sua radice per aiutare il suo ragazzo e il suo futuro cognato. Il capo del Cerchio fu sorpreso di vederla, ma soprattutto rimase sorpreso del modo in cui lo guardava: famelico, quasi fosse stata una bestia.

-Ciao, David.

Paul fischiò in apprezzamento del tono di voce di sensuale di lei e Alexander gli tirò uno scappellotto, in piena risposta.

-Elektra…devi aiutarmi, ci sono i Lycan.

Lei si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio.-Ricordi cosa ti ho detto, quando ho lasciato il Cerchio, David? Non ubbidisco più ai tuoi ordini. E poi chi ti dice che i Lycan non sono con me? Ora invece mi farebbe piacere sapere cosa ci fate qui, voi e l’Assemblea.

David non parlò.

-Ti devo lasciare a Alex?

Lo sciamano si voltò verso il ragazzo che ringhiò minaccioso, esattamente come un lupo, e questo lo convinse a rispondere alla domanda della ragazza.

-Abbiamo fatto un patto con l’Assemblea: avremmo ucciso Alexa, stavolta per sempre, perché loro la considerano una minaccia, e loro avrebbero ucciso Viktor. Ma tu eri in mezzo, come al solito, ultimamente, e hai mandato all’aria tutti i piani.

-Ora non ho tempo per spaccarti la faccia, David, devo salvare una mia amica. Ma un giorno di questi ci rincontriamo e ti cambierò i connotati, promesso.-

Elektra lo colpì con un pugno che lo mandò diretto nel mondo dei sogni. Guardò i due Lycan.-Andiamo.

Alexander si avvicinò all’orecchio del fratello.-Mi piace quando fa la dura.

**

Tanya cercava di colpire di più Viktor che Alexa, ma la sciamana si metteva sempre in mezzo e mandava a monte tutti i suoi attacchi.

-Si può sapere perché ce l’hai con lui?-Alexa sembra furiosa.

-Tu non lo sai… Non lo sai, quello che mi ha fatto!

-E dimmelo!

-Lui mi ha portato via tutto quello che avevo. Prima i miei genitori, poi mio marito e i miei figli. E sai perché? Perché c’è qualche cosa nel nostro sangue che gli piace. E poi ha anche trasformato la mia allieva preferita, per fortuna ora è tornata normale, ma ti è rimasta fedele, sanguisuga.

-To’ adesso sono la sua allieva preferita.-Elektra fece il suo ingresso plateale nella stanza.-Ciao Tanya. Stiamo rimandando a nanna Viktor, vuoi darci una mano?

La sciamana sembrava diffidente.-Davvero?

-Sì.

Tanya accettò rivelando alle altre due sciamane che bastava prolungare l’incantesimo per il sonno eterno un po’ ma fare morire definitivamente il vampiro, ma avevano bisogno che una delle tre sciamane si sacrificasse per far da guida all’anima di Viktor.

Alexander s’intromise.-Non Elly! Non ti sacrificherai, vero?

-Io…-Era una scelta difficile.

-No, non lo farà, Alex. Lo farò io. Dopotutto io sono già morta, e comunque morirei quando Viktor dormirà.

La proposta di Alexa venne accettata da tutti. Tanto, non si poteva evitare.

Le tre sciamane si presero per mano, formando un cerchio e iniziarono a pronunciare l’incantesimo. Stavolta tutto andò liscio fino all’ultima parola. Alla fine Viktor si accasciò a terra e Alexa fece lo stesso.

Elektra con l’aiuto dei Lycan li mise vicini e pronunciò l’incantesimo per farli entrare nel mondo delle anime. I due corpi sparirono senza lasciare tracce. Erano morti insieme, come Romeo e Giulietta, come un autentico amore eterno.

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ragazzi non vi accomodate sugli allori che non è finita! non volete sapere come finisce tra Alex e Elektra? ^-^

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Capitolo 24
*** Conclusione ***


Elektra venne svegliata da cinguettio di un uccellino che si era posato sul suo balcone. Si voltò dall’altra parte e sentì un gemito provenire da qualcuno dall’altro lato del letto. Non ce la fece ad aprire gli occhi, così lasciò perdere la curiosità e riprese a dormire, su qualcosa che, stranamente, si alzava e si abbassava ritmicamente.

-Elly? Posso dirti che sei pesante?

Quello per lei era il peggiore degli insulti. Si tirò su, a quattro zampe, e si avvicinò al viso di Alexander per fermarsi a pochi centimetri dal suo naso, e guardarlo con occhi infuocati.-Mi stai dicendo che sono grassa?!?

-Ho detto “pesante” non “grassa”.

-Ma “pesante” equivale a “grassa”.

-No. Non è per niente lo stesso vocabolo.

-Che c’entra? Se dico “sono arrabbiato” ha lo stesso significato di “sono inquietato”.

-Sì, ma non è lo stesso di “grassa”.

Elektra strinse gli occhi a fessura per niente convinta della spiegazione di Alexander. Stava per convincerlo a parlare e a costringerlo a dire la verità, l’aveva chiamata “grassa”, quando il falco di Lucian sfondò il vetro della loro camera.

Alexander si alzò e catturò l’animale insultandolo in tutti i modi. La sciamana con i suoi poteri aggiustò il vetro e soccorse il povero falco, mettendolo sul letto e iniziandolo a vezzeggiare il piccolo, mentre il Lycan la fulminava con lo sguardo. Erano passati già cinque mesi, erano in piene vacanze estive, e Lucian era partito “alla scoperta del mondo” come aveva detto lui. Ogni settimana mandava quel falco con un biglietto di dove si trovava e quando sperava di tornare, ma da un po’ di tempo era sempre nello stesso luogo e non sapeva quando tornare: aveva conosciuto una ragazza di nome Tina. Per il Lycan era il momento più odiato di tutti.

Il Cerchio e l’Assemblea aveva fatto un patto, stavolta fatto bene, le cacce ai Lycan e agli umani erano state sospese, tutti speravano per un bel po’, ma Elektra e Alexander non avevano nessuna intenzione di entrare di nuovo in una delle due fazioni.

La ragazza rilanciò il falco e si sedette sul letto, mentre il suo ragazzo le cingeva la vita da dietro e iniziava a baciarle distrattamente la spalla.

-Che dice il rompi balle?

-Che con Tania va a gonfie vele e ha visto Alice con i miei genitori.

Per lei era stato una specie di shock sapere che Alice non era altro che sua sorella. Infatti, Alice era la figlia di Jackie e Sam dopo che erano stati trasformati in Lycan; doveva aver preso da qualche parente lontano perché non somigliava a nessuno. Sua madre e suo padre da quando era successo quel casino con Viktor non l’avevano ancora riconosciuto come loro figlia umana, non ricordavano nulla di ciò che era successo quando erano umani.

Elektra si voltò e si lasciò baciare da Alexander, allacciandogli le braccia al collo e lasciando cadere sul letto il pezzo di carta. Il ragazzo lo tolse come se gli facesse schifo e imprigionò la sciamana tra il suo corpo e il letto continuando a baciarla.

Alfred interruppe il loro “momento cosmico”.

-Signori, scusate, la colazione è pronta.

Alexander si staccò dalle labbra della ragazza, praticamente assente ormai, e le sorrise da seduttore.-Odio il tuo maggiordomo quando fa così.

Elektra si stiracchiò pigramente.-Guarda che è anche il tuo maggiordomo, da un po’ di tempo.

Lui si fece pensieroso.-Ah, già da quant’è che siamo sposati?

-Due mesi, stupidone.

-Signori, la colazione è in tavola.

-Sì, arriviamo Alfry.

Alexander le prese la gamba e prese ad accarezzarla in modo accattivante il polpaccio per poi risalire alla coscia e scendere di nuovo.-Chissà, potresti anche andare a mangiare fra tre o quatto ore.

Elektra usò l’altro piede nudo per mandarlo a terra.-Ora ho fame.

Il ragazzo la vide uscire, vestita solo di una maglietta da uomo e un pantaloncino corto, e sorridergli sulla porta. Di sicuro la sua vita eterna con Elektra non sarebbe stata monotona. La seguì fuori dalla stanza, la bloccò e la baciò con passione prima che Alfred o chiunque altro avesse potuto vederli. Le mozzò il fiato, quando si staccò lei si appoggiò al suo petto completamente sbiancata. -

Bastardo. Sono immortale ma rimango umana.

-Che ci posso fare, non riesco a resisterti.

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Ebbene sì, signore e signori. Siamo giunti alla fine della nostra storia, mamma mia che commozione!!! *me che allaga la tastiera del pc con le lacrime* volevo ringraziare tutti, quelli che hanno recensito e quelli che hanno aggiunto la mia storia ai preferiti o alle seguite. beh, che dire andate a leggere "fight for love" (il primo capitolo è già pubblicato) e continuate a seguire le mie storielle!!! ^-^

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