Christmas Holiday

di Logan_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Thanksgiving ***
Capitolo 2: *** The Christmas ***
Capitolo 3: *** The New Year's Eve ***
Capitolo 4: *** The Return In School ***



Capitolo 1
*** The Thanksgiving ***


THE THANKSGIVING
 
La neve cadeva lievemente, mentre gli occhi del piccolo Logan guardavano oltre la finestra della propria cameretta. Stava aspettando qualcosa, anzi, qualcuno.
-Hai visto, Logie?- la mamma gli si avvicinò, ponendogli quella domanda.
-Cosa ho visto?- chiese a sua volta il bambino, confuso dalle parole della madre.
-Ha cominciato a nevicare!- gli spiegò lei.
-Ah! Ma non stavo guardando quello!- rispose con tono leggermente saccente. Per lui, era ovvio quello che in realtà stava facendo.
-E cosa, allora?-
-Stavo aspettando Kendall, è ovvio, mamma!- la signora alzò gli occhi al cielo, con l'ombra di un sorriso in volto. Da quando la famiglia Henderson e la famiglia Schmidt avevano deciso di passare il ringraziamento insieme, Logan non aveva fatto altro che chiedere quanto mancasse a quel giorno. Kendall e Logan erano inseparabili, "amici a vita", come si dicevano sempre tra di loro.
-Tranquillo, non dovrebbe mancare molto. Anzi, guarda di nuovo fuori!- il moretto fece un largo sorriso, poi si girò di nuovo verso la finestra. Il suo amico dai capelli biondi era proprio là, lo stava salutando dalla strada.
Si sentì il campanello suonare.
-Vado io!- gridò subito Logan, che rimase deluso ricordandosi che era troppo basso per arrivare al citofono e aprire.
-Uffa!- esclamò. La madre gli accarezzò la testa e poi aprì il cancello.
Il bambino si mise giacca e cappello in tutta fretta per poter uscire e "assalire" l'amico con un abbraccio.
-Ciao, Logie!- anche Kendall aveva atteso con impazienza quel momento.
-Facciamo a palle di neve?- gli propose. Il più basso sgranò gli occhi e cominciò subito a correre per il giardino: Kendall era imbattibile nelle battaglie con la neve.
-È inutile che scappi!- e il primo colpo centrò Logan sulla schiena. Quest'ultimo, provò a contrattaccare, riuscendo solo a colpire un albero.
Nel frattempo, i genitori li stavano osservando dalle scalette che portavano dentro casa, lanciando ogni tanto qualche urlo per fare il tifo.
-Time out!- disse Logan, dopo una palla arrivatagli in faccia.
-Ma non puoi fare il time out ogni volta che perdi!- protestò il biondino.
-Ma mi hai preso nell'occhio, mi fa male!- si lamentò l'altro, stropicciandosi l'occhio sinistro, che era diventato rosso. Quando Kendall se ne accorse, si senti in colpa e andò a consolare l'amichetto.
-Scusami, Logie! Non volevo farti male.- cercò di farsi perdonare anche con un abbraccio.
-Tutto okay, tanto ora mi passa.- disse sorridendo il moro.
Giocarono ancora per un po', buttandosi per terra e facendo gli angeli di neve o i pupazzi di neve, poi dovettero entrare in casa per pranzare. Appena fu possibile, sgattaiolarono nella camera di Logan. 
-Meno male che sei venuto, sennò sai che noia a stare qui solo con i miei genitori!- esclamò il più grande d'età.
-Sì, ti ho salvato la vita!- scherzò l'altro.
-Già! Comunque, vuoi giocare con i supereroi?- propose Logan, avviandosi verso la scatola dei giochi. Prese i modellini di Spiderman e Batman, i loro eroi preferiti. Non gli serviva neanche una conferma, passò direttamente l'Uomo Ragno a Kendall.
-Guarda, Batman! C'è una ragazza su un palazzo infuocato!-  e in quel momento, nella loro testa piena di fantasia, il letto diventò un grattacielo altissimo. Per risalirlo, i due bimbi cominciarono a saltare sul materasso. Logan, in un momento di svago come quello, dimenticò completamente che la mamma non voleva che saltasse sul letto. Lui, da bambino che era, non aveva ancora mai capito perché non potesse farlo. Ma quando mise male il piede e cadde sul pavimento, ne intuì la ragione.
-Ahia!- urlò tra le lacrime. 
-Ma come fai a farti sempre male?- chiese retoricamente Kendall, mentre cercava di aiutarlo ad alzarsi per portarlo dalla madre. Questa si occupò prima di medicarlo, poi di fare una bella ramanzina al figlio.
Non ci volle molto perché l'episodio venisse dimenticato. In un giorno come quello, le cose brutte era normale metterle da parte. L'atmosfera era carica di positività. 
Quando si avvicinò l'ora della cena, Logan e Kendall decisero di aiutare a cucinare, anche se non potevano fare molto. Apparecchiarono portando solo gli oggetti che non si potevano rompere (con Logan nei paraggi non si poteva mai sapere).
Appena prima di mangiare il tacchino, ognuno dei presenti disse qualcosa per cui era grato, come voleva la tradizione del Ringraziamento.
I primi a parlare furono i padre di Logan e Kendall, poi le madri, i fratelli del biondo e poi Logan. Sapeva esattamente per cosa ringraziare.
-Grazie per fatto diventare me e Kindle amici!- esclamò convinto. I più grandi sorrisero, constatando che era proprio bello che Logan, dalla sua innocenza di bambino, sapesse riconoscere la bellezza di una grande amicizia. Anche Kendall rimase stupito dalle parole di Logan, ma non come gli altri. Per lui, quella, era un'amicizia fantastica e non era così strano che la pensassero allo stesso modo. 
-Io... ringrazio per tutto il tempo che passo con Logan!- il più piccolo aveva cercato un'alternativa al ringraziamento dell'altro, non potendo dire la stessa cosa, e aveva deciso che anche quello andava più che bene,  il sorriso del moro lo confermava.

L'uomo di casa, ovvero il padre di Logan, tagliò il tacchino e lo servì agli altri. Era venuto davvero buono e se lo gustarono tutti con gioia. Ma la vera allegria, quella sera, non veniva dal tacchino o dai "grazie". Erano allegri, perché erano tutti insieme. 

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Capitolo 2
*** The Christmas ***


 
THE CHRISTMAS

Kendall era troppo pensieroso per riuscire a dormire. Aveva parlato poco per tutto il giorno, talmente era immerso nelle proprie riflessioni, ma non era riuscito a riflettere abbastanza a causa dei tanti rumori. Di notte, invece, dominava il silenzio e i pensieri scorrevano più fluidi e chiari. Eppure, proprio quando avrebbe avuto la possibilità di non sentire le chiacchiere altrui, Kendall sentì il bisogno di parlare con qualcuno. E forse la persona che gli faceva venire tutti quei dubbi era la più adatta.
-Logan?- cercò di svegliare il moro, chiamandolo più volte. Alla fine, riuscì a svegliarlo solo con uno strattone.
-Kendall, stavo dormendo!- si lamentò Logan.
-Lo so! Ma io non riesco a dormire.- ribattè il biondo.
-Non puoi stare sveglio!- lo rimproverò il maggiore sbuffando.
-Dai, chi è che dorme quando va dagli amici?- il biondo alzò gli occhi al cielo. Non era la prima volta che dormivano insieme, ma Logan non era mai stato così insistente riguardo al sonno.
-Ma oggi è Natale! Dobbiamo dormire, altrimenti...- Logan spezzò la frase a metà: quello che stava per dire era troppo imbarazzante.
-Altrimenti... Cosa? Altrimenti Babbo Natale non viene a portarci i regali? Ahahah!- Kendall l'aveva detto per scherzare, ma dalla faccia imbarazzata dell'amico capì che aveva centrato il punto.
-Ehm... Logan, tu credi ancora a Babbo Natale?- non voleva metterlo a disagio, ma doveva ammettere che la situazione gli sembrava un po' ridicola. Non conosceva nessuno che a sedici anni credesse a Babbo Natale. Ma se pensava che, in quel caso, si trattava di Logan, non gli sembrava più così strano. Del resto, era anche quella parte rimasta bambina del moro a confondergli le idee sul proprio orientamento sessuale.
Logan riuscì solo ad annuire appena, prima di dare le spalle al più alto.
-Hey, non mi importa se ci credi! Mi è solo sembrato strano in un primo momento.- disse con tono rassicurante il più piccolo.
-Non capisco perché la gente non voglia credere in cose così belle. Insomma, è talmente rassicurante pensare che c'è qualcuno che almeno una volta all'anno può renderti felice!- era un buon ragionamento, pensò il biondo.
-I ragazzi di oggi pensano solo a come sembrare più grandi. Alla nostra età hanno già dato tutti il primo bacio, anzi, sono andati già oltre. Invece, quelli che non hanno ancora fatto niente di tutto ciò, sono considerati inferiori. È brutto.- disse Logan con tono triste. Kendall di sentì improvvisamente in colpa. Avrebbe dovuto rimanere zitto nonostante la noia e la voglia di parlare. In un giorno come quello di Natale, nessuno doveva essere triste. Pensò a un modo per tirargli su il morale. Dopo un po', un'idea niente male gli venne in mente. Per essere sicuro di poterla attuare, però, doveva controllare che fosse passata la mezzanotte. Guardò l'orologio e, con grande sollievo, si accorse che era così.
-Logan, è l'una meno un quarto! Andiamo a vedere se sono arrivati i regali.- inizialmente il moro lo guardò stranito, poi capì le intenzioni del più alto e decise di stare al gioco.
-Sì! Però facciamo piano o sceglieremo gli altri.- lentamente, sgattaiolarono fuori dalla stanza di Logan. Scesero le scale fino ad arrivare in salotto, dove si notava subito un albero di Natale pieno di addobbi: luci (di notte spente), nastri luccicanti e palline. Ma ciò che più attirò l'attenzione dei due ragazzi erano i numerosi pacchi regalo posti ai piedi dell'albero.
Logan trattenne a mala pena l'emozione.
-Guarda, Kendall! Ci sono proprio tutti!- esclamò mentre andava a sedersi accanto ad un mucchietto di sei pacchi. Su uno di quelli, c'era scritto "per Logan, da Babbo Natale". Il viso del destinatario si rabbuiò di nuovo.
-Magari.- mormorò, riferendosi a chi doveva avergli mandato il regalo.
Kendall si sentì nuovamente in dovere di trovare un modo per rallegrarlo.
-Se ci penso bene, sono rimasto sveglio fin'ora, ma non ho sentito nessun rumore... Sai cosa significa?- stava mentendo, qualche rumore l'aveva sentito, ma non sarebbe mai riuscito a dire la verità, soprattutto dopo aver visto gli occhi dell'amico illuminarsi di gioia.
-Dici che...- Logan non riuscì a finire la frase per paura di apparire sciocco, ma Kendall annuì, facendogli capire che non stava dicendo stupidaggini.
-Wow!- fu l'unica cosa che uscì dalla bocca del più basso.
Non avevano voglia di tornare a letto, ma di mangiare sì. Presero qualche snack della cucina e andarono sul divano del salotto per mangiare.
Rimasero in silenzio per un po', osservando l'albero finto e ben decorato. Prevalevano i colori rossi di alcuni nastri e palline e il verde dei rametti. C'era anche qualche traccia di argento e altri colori. La stella d'oro saltava subito all'occhio. I pensieri dei due ragazzi si persero in mezzo a quei colori. Logan, era ancora sbigottito dalla sorpresa che aveva appena ricevuto, Kendall, invece, era tornato a pensare a quello che si erano detti in camera. Lui faceva parte dei ragazzi inferiori, non aveva mai dato un bacio. Un gesto come quello, avrebbe potuto aiutarlo a chiarirsi le idee. Se avesse baciato sia un ragazzo che una ragazza, gli sarebbe potuto essere più facile capire cosa preferisse. Ormai era quasi del tutto convinto di essere gay e l'attrazione che provava per Logan era un punto a favore, gli serviva solo quell'ultima cosa per capire davvero.
-Io non l'ho mai dato un bacio.- disse all'improvviso. Logan lo guardò un attimo prima di rispondere.
-Nemmeno io.- affermò. La stessa identica idea passò nella mente dei due amici, ma non riuscirono a dirla entrambi, per troppa timidezza.
-A me piacerebbe provare... Renderebbe le cose più facili anche a scuola, senza tutti gli altri ragazzi che mi prendono in giro perché "sono ancora indietro rispetto a loro".- il moro annuì leggermente alle parole del più alto, cercando di non far notare il rossore delle proprie guancie. Avrebbe voluto tanto baciare Kendall, la sua cotta secolare, ma il solo pensiero lo imbarazzava da morire.
-E... Se provassimo?- il più piccolo era riuscito a trovare il coraggio per fare quella proposta. Logan sgranò gli occhi per un secondo, non essendo sicuro che quello che aveva sentito fosse vero.
-Beh... Potremmo, ma credo che baciare... Un ragazzo peggiorerebbe solo le cose...- non aveva tutti i torti, ma Kendall aveva già pensato anche a quello.
-Potremmo sempre dire di aver baciato qualcun'altro. Sarebbe una bugia, ma non del tutto.- il ragionamento del biondo non era niente male. Il problema, era riuscire a baciarsi. Non riuscivano neanche a guardarsi in faccia per la vergogna, figuriamoci a fare un gesto tanto intimo.
Fu di nuovo Kendall a prendere l'iniziativa. Misa una mano dietro la testa del moro e lo avvicinò a sé, rapidamente in modo che nessuno dei due potesse avere ripensamenti.
Ormai le loro labbra erano unite e sembravano non avere la minima intenzione di staccarsi. Piano piano, riuscirono a rilassarsi e a far entrare in contatto le loro lingue. Sembravano fatte a posta per danzare insieme, ma né Logan né Kendall se ne accorsero. Non potevano fare paragoni, ma erano abbastanza sicuri che quello fosse un bel bacio, avevano provato emozioni troppo belle perché non lo fosse.
Ad ossigeno finito, dovettero separarsi, anche se di malavoglia. Il moro sembrava essersi trasferito su un altro mondo, per quanto estasiato. Kendall, invece, si era tolto qualsiasi dubbio dalla testa. Logan gli piaceva tantissimo, più di quanto si potesse immaginare. Fosse stato per lui, quel bacio sarebbe durato ancora molto tempo. 
-Niente male.- commentò il biondo a bassa voce.
-G... Già.- aggiunse l'altro.
Babbo Natale o no, quello era stato sicuramente il miglior regalo di sempre. 

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Capitolo 3
*** The New Year's Eve ***


THE NEW YEAR'S EVE
 

Era un periodo in cui Kendall e Logan non si capivano molto bene. Bastava la minima incomprensione per cominciare un litigio, che nessuno dei due voleva. Per questo, la sera di Capodanno, non erano assieme ma entrambi a casa ad annoiarsi e a pensare all'ultima litigata. Sarebbe bastato rivelare i propri sentimenti per chiarirsi, ma non ci riuscivano.
"Sono stufo di insultarlo continuamenteNon è vero che è stupidonoioso o rompi scatoleÈ che vorrei che si accorgesse di tutto quello che faccio per fargli capire cosa provo." pensava il biondo mentre faceva rimbalzare una penna sulla superficie della scrivania.
"Finisco sempre col farlo piangere." le lacrime del moro erano una delle cose più brutte che Kendall potesse vedere, soprattutto se era lui a causarle. Pensare che, forse in quello stesso momento, il ragazzo che amava stesse piangendo gli spezzava il cuore.
"Questa cosa deve finire!" più veloce della luce scese le scale fino ad arrivare all'ingresso. Si mise il cappotto ed uscì, dirigendosi con passo deciso verso casa Henderson.
Nel frattempo, Logan stava effettivamente annaffiando il cuscino di lacrime. La litigata con Kendall era stata molto accesa e si erano dette tante cose brutte e lui, che era un ragazzo molto sensibile, aveva dato per vero tutto quel che gli aveva detto Kendall. Ormai aveva perso la speranza di essere ricambiato.
"Lui ha ragionesono uno stupidoGià solo per aver pensato per un secondo di avere una speranzaInvece è proprio il contrariomi odia ed è evidenteSolo che ora penserà che anche io lo odio... Con tutto quel che ho dettoStupidostupidostupido!" andava avanti ad auto insultarsi da ore. Una delle cose che più gli dispiaceva, era che avrebbe tanto voluto passare il Capodanno insieme, non da soli e arrabbiati in quel modo. Non ricordava neanche il motivo del litigio. Sapeva solo che era causato da incomprensioni, a loro volta causate dalla sua ritrosia nel rivelare il proprio amore.
Sentì il campanello suonare, ma non aveva voglia di scendere, così si asciugò in fretta le lacrime per affacciarsi alla finestra e chiedere chi fosse. 
Kendall si girò e lo vide, gli occhi arrossati da un pianto finito da poco e che combatteva per ricominciare. Quella visione fece sentire malissimo il più alto.
-K... Kendall?- il moro ebbe un po' di difficoltà a credere che lui fosse davvero sotto casa sua, ma ormai si era quasi abituato alle sorprese che l'altro gli riservava.
-Sì... Puoi scendere un attimo? Devo parlarti.- Kendall stava cercando di usare il tono più dolce che aveva a disposizione per evitare l'inizio di un nuovo litigio.
L'altro non rispose, si limitò a raggiungerlo davanti al cancello. Da vicino fece rattristare ancora di più Kendall. Aveva voglia di abbracciarlo, ma non voleva sconvolgerlo.
-Mi dispiace davvero tanto litigare sempre.- disse, sperando di aver cominciato una buona conversazione.
-Anche a me. È stancante.- rispose Logan. 
-È solo che non ci ascoltiamo abbastanza. Se lo facessimo, magari, riusciremmo a capirci.- disse il biondo, provocando un sorriso da parte di entrambi. Erano contenti di provare a capirsi.
-Pensandoci bene, non parliamo nemmeno molto, se non per dirci brutte cose.- il moro spalancò gli occhi.
-Io ci provo a parlare, ma appena lo faccio tu parti con i tuoi discorsi e non ascolti più!- era vero, Kendall era un tipo tante chiacchiere e poco ascolto. Non il massimo per risolvere discussioni.
-Non ascolto? Ma se ti ho sempre aiutato con tutti i tuoi problemi! Se no ascoltassi, non avrei potuto farlo!- si difese il biondo.
-Perché in quei casi non avevi, per miracolo, niente da dire! E comunque non è che hai sempre fatto tutto tu, eh. Come hai detto, erano i miei problemi!- stavano di nuovo litigando. Non se ne erano neanche resi conto. Cominciarono a dirsene di tutti i colori.
-Se solo tu mi ascoltassi!- gridò Logan.
-Va bene! Allora parla, cosa vuoi dirmi?!- chiese a gran voce il più alto.
-Tu... Tu... Ah!- il moro sospirò e cominciò a camminare, lasciandosi dietro Kendall che lo guardava allibito. Gli aveva finalmente dato la possibilità di dirgli qualsiasi cosa e lui se ne era andato. Non lo avrebbe mai capito. A meno che non ci fosse qualcosa che non voleva dirgli.
Cominciò a correre per raggiungerlo.
-Logan, aspetta!- gli afferrò il braccio fermandolo, senza lasciarlo.
-Cos'è che non vuoi dirmi?- chiese.
Il moro sbuffò ancora.
-Kendall, io non vorrò parlare ma tu... Tu sei veramente cieco!- quella frase fece pensare il biondo. Un presentimento gli passò per la testa, ma gli sembrava così improbabile.
-Se non me lo vuoi dire, allora aiutami a capire!- lo implorò. Se poteva risolvere le cose, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
-Ancora? Sono secoli che ci provo!- in quei occhi marroni si poteva vedere tanta disperazione, tanta tristezza.
-Se vogliamo risolvere questo casino sì! Dovrai provarci ancora!- rispose il biondo, determinato a risolvere tutto lì, su quel marciapiede nella notte del 31 dicembre.
-Io voglio risolvere le cose... È solo che è complicato... Ho anche un po' di paura...- il più piccolo capì che non c'era niente da fare. Logan si sarebbe tenuto le sue paure, nonostante tutti i problemi che ne derivavano. Forse, per riuscire a sciogliere la situazione, si sarebbero dovuti divertire un po' insieme come non facevano da tanto. Kendall sapeva che in piazza avevano allestito un palco con delle band che cantavano canzoni natalizie o, comunque, adatte alla festività di quella sera. C'era anche una piccola fiera a prezzi bassi e i negozi lì intorno facevano tutti gli sconti. Forse sarebbero dovuti andare lì per svagarsi un po' e riaquisire la solidità del loro rapporto d'amicizia, nonostante entrambi volessero di più.
-Senti, che ne dici se ora non ci pensiamo e andiamo in piazza? Dovrebbe essere divertente.- il più basso accettò l'offerta e si avviarono. Man mano che si avvicinavano sentivano le note di All I Want For Christmas più distinte. Appena arrivati sul luogo, videro su un grande schermo in mezzo alla piazza un conto alla rovescia che li avvertiva della sola ora mancante alla mezzanotte. La prima bancarella che visitarono vendeva guanti, sciarpe e cappelli di lana fatti a mano. Poi toccò a quella dei gadget, souvenirs ed oggettistica varia. Ne videro molte ma non comprarono niente. Con loro, avevano solo i soldi per un cioccolata calda che consumarono su una panchina.
-Questa cioccolata ci voleva proprio!- commentò il moro. Aveva le mani inguantate attorno alla tazza che emanava calore. Pensava di doverla restituire, ma il gestore della bancarella delle bibite gli aveva detto che le tazze erano in regalo, quindi se la sarebbe tenuta. Era bianca con delle decorazioni dipinte a mano che ricordavano dei fuochi d'artificio. Quella di Kendall, invece, aveva dipinta una città illuminata un po' stilizzata.
-Sì, hai ragione.- chiunque avrebbe preso quella frase alla leggera, ma a Logan provocò un grande sorriso. Era tanto che Kendall non gli diceva di aver ragione. Senza spegnere il sorriso, si alzò trascinando con se il biondo. Non voleva fare niente di particolare, solo tornare in quella strada più isolata e silenziosa.
-Qui è molto meglio, no? C'è meno rumore e meno gente.-  nonostante la lontananza dalla piazza, riuscivano a sentire la musica e di sicuro avrebbero sentito le voci delle persone che contavano al contrario negli ultimi secondi di quell'anno.
Kendall  non avrebbe mai capito se fu l'atmosfera, lo sprint dato dai festeggiamenti, dalla voglia di sistemare le cose o dall'amore. Fatto sta che riuscì a raccogliere tutto il coraggio necessario  per dire le parole, forse, più importanti della sua vita.
-Logan, tu hai un buon proposito per l'anno nuovo?- chiese d'improvviso.
-Beh... Sì, ne ho vari. Tu?- rispose il moro, che ne aveva di propositi, uno dei quali in comune con l'amico.
-Anche io. Uno in particolare. Vorrei tanto realizzarlo il prima possibile.- rispose con tono vago.
In lontananza si sentirono le prima urla delle persone: "Dieci! Nove! Otto!" continuarono a gridare i numeri.
-Ma mi servirebbe il tuo aiuto.- affermò il più alto con il solito tono.
Sette.
-Ah sì? Bene, vedrò cosa posso fare.- gli rispose il moro nello stesso modo, ma sorridendo. 
Sei.
-Saresti pronto anche adesso?- rispose ancora Kendall.
Cinque.
-Sì... Credo di sì.- Logan aveva capito verso cosa stavano andando e il fiato cominciava a mancargli.
Quattro.
-Bene. Allora direi di non perdere tempo.-
Le urla si fecero più alte e i visi dei due giovani più vicini. Sentirono un "Tre!", poi un "Due!" ed, infine, con un "Uno!", unirono le loro labbra. I fuovhi d'artificio sparati in aria e il grido del tanto aspettato zero non li sentirono neanche, troppo persi nel loro mondo che, più il bacio continuava, più si stava ricostruendo pezzo per pezzo. Gli ricordava quel bacio di otto anni prima, dato quasi per gioco. Quello che stavano vivendo, invece, lo vissero con il massimo della serietà. Si strinsero tra di loro, come per non permettere a nessuno di separarli. Quando si staccarono, si guardarono negli occhi a lungo.
-Ti amo.- Kendall non aveva più paura di dirlo, ormai non avrebbe avuto senso.
-Anche io ti amo.- e con l'affermazione di Logan, iniziarono ufficialmente un rapporto che finalmente era quello voluto da entrambi.

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Capitolo 4
*** The Return In School ***


THE RETURN IN SCHOOL
 

I capelli scintillanti della bambina svolazzarono mentre lei correva dietro al fratello. Era molto vivace ed esuberante, sempre pronta al gioco, al contrario di lui, che era più riflessivo e pacato. Nonostante i caratteri opposti, andavano molto d'accordo, anzi, erano inseparabili. Magari, era quella diversità ad unirli. Il bambino si chiamava Matthew, invece lei Angel. Erano i nomi con cui erano stati registrati in orfanotrofio e a Kendall e Logan non sembrava giusto cambiarli e poi gli piacevano. Angel aveva dei lunghi e lisci capelli rosso chiaro che si intonavano perfettamente con gli occhi verdi. Numerose lentiggini, che aveva in comune col fratello, erano sparse sul suo volto. Matthew aveva gli occhi azzurri e i capelli color miele, mossi ma ordinati che gli coprivano la fronte e arrivavano fin sotto il mento. Erano entrambi incantevoli, nessuno riusciva a resistergli. Avevano conquistato subito Logan e Kendall, tanto che, nonostante fosse complicato, li adottarono insieme. Si erano abituati subito alla nuova casa, così come alla scuola. Angel si era fatta immediatamente delle amiche che la adoravano, Matthew, invece, grazie alla sua indole pacifica si sarebbe adattato a qualsiasi cosa. Per questo, quel giorno, nessuno dei due si era lamentato di dover tornare a scuola dopo le vacanze di Natale.
-Bambini, rallentate!- li richiamò Logan vedendo che non si erano accorti della fine del marciapiede. I due ubbidirono subito, anzi, fecero retro front e raggiunsero i genitori, che li presero per mano. Continuarono a camminare fino a raggiungere l'ingresso della scuola, dove c'erano tanti altri piccoli studenti.
-Norah! Papà, posso andare da Norah?- chiese la piccola avendo visto l'amica poco distante da loro.
-Certo! Ma prima di entrare, vieni a salutarci.- le ricordò Kendall, dato che mancavano solo pochi minuti al suono della prima campanella. La rossa partì a razzo senza pensarci due volte. Spesso era sorprendente quanta energia fosse racchiusa in quel corpicino. Ancora più straordinario era il fatto che riuscisse a contenersi quando ce n'era bisogno.
Matthew preferì restare dov'era, non gli piaceva la confusione che faceva tutta quella gente. Quando dovettero entrare, salutarono i genitori e s'immersero nella folla di bambini che stavano raggiungendo le rispettive classi.
La coppia stava per tornare a casa, quando la madre di Norah li fermò per fare quattro chiacchiere.
-Quanto vorrei che Angel contagiasse mia figlia! Sarebbe bello non dover fare la guerra ogni mattina per alzarsi!- era una persona molto simpatica, stava diventando sempre più un'amica di famiglia.
Chiacchierarono per un po', parlando del più e del meno.
-E a lavoro come va?- chiese la donna.
-Tutto bene. Io, oggi, ricomincio con le lezioni di pianoforte, Kendall è in vacanza ancora per una settimana.- disse Logan, che insegnava in un istituto musicale per ragazzi.
-Ah, buon per lui!- disse lei riferendosi al biondo, che rise, anche se in realtà avrebbe voluto ricominciare a lavorare lo stesso giorno di suo marito, perché stare a casa senza di lui era terribilmente noioso. 
Dopo altre chiacchiere si salutarono e i due ripresero a camminare verso casa. Non mancava molto prima che Logan dovesse andare a lavoro e volevano passare un po' di tempo da soli assieme.
Cercarono di sbrigarsi, ma ad un certo punto il moro si portò una mano sulla fronte spalancando gli occhi.
-Che c'è?- chiese l'altro vedendolo fare in quel modo.
-Abbiamo scordato la merenda per i bambini!- il biondo alzò gli occhi al cielo, ricordandosi anche lui di quel particolare. Sperava di poter tornare a casa e stare un po' da solo con Logan. Sospirò, poi si diresse con il più basso verso un bar. Ci misero un po', dato che il posto era pieno di gente  e, una volta arrivato il loro turno, quello che chiesero are finito. Aspettarono che il panettiere facesse uscire l'ultima infornata, quindi presero due pizzette bianche. Dopo tornarono a scuola e consegnarono il cibo ad una signora che si occupava della segreteria scolastica. Era molto indaffarata (persino i suoi capelli a boccoli erano disordinati) e prima di porre la propria attenzione su di loro dovette rispondere ad alcune telefonate e firmare un mucchietto di documenti. 
Sembrava che quel giorno non potessero proprio stare in pace. Nonostante questo, riuscirono finalmente ad arrivare a casa. Appena varcata la porta di ingresso, si scambiarono un'occhiata in cui capirono di essere entrambi esasperati. Fu Kendall il primo a risvegliarsi e a rendersi conto che, finalmente, niente poteva disturbarli. Senza troppe cerimonie si avvicinò all'altro e gli diede un bacio a stampo sulle labbra, poi un secondo, un terzo, fino a che non ne iniziò uno più profondo. Si stavano finalmente rilassando, quando sentirono il cellulare di Logan squillare. Erano entrambi tentati di ignorare la chiamata e continuare a farsi gli affari loro, ma dove aver attaccato, il disturbatore chiamò una seconda volta obbligando il moro a rispondere.
-Pronto? Oh, ciao Terry, che c'è?- Terry era l'assistente di Logan, una ragazza tinta di biondo che più cercava di dimostrarsi affidabile e seria, più combinava disastri e appariva goffa e sbadata, come avrebbe confermato di lì a poco.
-Come? Tu hai... Ah, ti avevo detto che quelle cose erano a posto, non dovevi farci niente!- continuando a parlare al telefono, Logan si diresse verso la camera da letto e si sedette alla scrivania. Accese il computer che si trovava là sopra e, velocemente, sfogliò vari file e pagine del sito dell'istituto in cui lavorava. Terry gli aveva modificato degli orari e sballato l'ordine di alcuni spartiti, mettendoli nei giorni sbagliati. Oltre questi, aveva fatto molti altri danni.
-Non puoi rimandare?- chiese Kendall, che l'aveva seguito fino in camera.
-No, ha modificato anche delle cose per la lezione di oggi.- rispose il più grande con tono scocciato ed irritato, per poi girarsi verso il marito e, vedendolo decisamente affranto, ammorbidirsi.
-Mi dispiace, amore. So che non era questo che avevamo in mente... Magari sabato sarà diverso.-  il biondo strabuzzò gli occhi alla parola "sabato". Sì, quel giorno sarebbe stato diverso, ma non per questo migliore. Il sabato i bambini erano a casa e, per quanto adorasse quei piccoletti, aveva l'estremo bisogno del suo Logan tutto per lui. Tuttavia, non disse niente e si limitò ad osservarlo mentre lavorava. Già, lavorava. Ancora non era uscito, ma era come se lo fosse.
Passò una mezzora buona prima che Logan spegnesse il computer e si alzasse da quella sedia per dedicarsi all'amato.
Era strano notare che, dopo solo otto anni passati dall'inizio della loro relazione, erano quasi completamente cambiati caratterialmente. Soprattutto quello di Logan che, a volte, era irriconoscibile. Rimaneva sempre il ragazzino infantile e bisognoso di attenzioni, per certi versi, ma a volte sembrava molto più maturo di Kendall che, invece, era rimasto quello di sempre, tranne che per qualche particolare. Quel momento era un perfetto esempio di quanto, negli anni, fossero mutati: era Logan a tirar su di morale Kendall, non il contrario, come accadeva di solito.
-Troverò un modo per tenere a bada Terry, così domani staremo di più insieme, okay?- il più giovane annuì leggermente, cercando di abbozzare un sorriso.
-Comunque... Pensiamo positivo e godiamoci il tempo che ci rimane! Potremmo vederci un film!- esclamò il biondo, facendo però sorridere di divertimento l'altro.
-Ehm... Kindle, scusa se ti riporto a terra, ma sono le dieci e un quarto! Devo andare.- disse Logan, lasciando un bacio leggero sulla guancia del biondo, per poi uscire dalla camera e dirigersi verso l'ingresso.
Kendall rimase immobile per un po', poi raggiunse l'altro, pensando ad una scusa per farlo restare. Non gli venne in mente niente e usò "la mossa dell'abbraccio", nella speranza di convincere il moro a fregarsene del lavoro.
-Kendall...- lo rimproverò  Logan scherzando e scrollandosi le sue braccia dalle spalle. Si girò e lo guardò un attimo negli occhi. Disse un'ultima frase, prima di uscire e lasciarlo solo.
-So che non vorresti crederci, ma le vacanze sono finte!-

Angolo Me:

Scommetto che l'ultima frase detta da Logan vi ha fatto salire la malinconia! Beh, ammetto che anche per me è così. Non ho proprio voglia di tornare a scuola.
Che ne pensate di Matthew ed Angel? Chi di voi ha letto Stormy Weather di sicuro ha capito che mi piace particolarmente il nome della bimba.
In quest'ultimo capitolo trovate un Logan molto diverso dal mio solitoNon è stata una passeggiata mutargli del tutto il caratterequindi vedete di non farci l'abitudine ;-)!

Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno almeno dato un'occhiata a questa storiella, creata per far compagnia soprattutto nei giorni a cui si ferisce.

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