Mattie Hawkins

di Miky_Holmes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You' re not stupid, Mattie ***
Capitolo 2: *** My best isn't worth anything ***
Capitolo 3: *** You’re a weirdo, Anita. I’m going to find out why. ***
Capitolo 4: *** Forse dovevo mostrarlo a qualcuno ***
Capitolo 5: *** Go away ***
Capitolo 6: *** i'm happy now ***
Capitolo 7: *** Escape ***
Capitolo 8: *** i'm back ***
Capitolo 9: *** Where are them ? ***
Capitolo 10: *** Mattie & Haron ***
Capitolo 11: *** Mattie's memories ***
Capitolo 12: *** Who are you? ***
Capitolo 13: *** I'm sorry Odi ***



Capitolo 1
*** You' re not stupid, Mattie ***


"You're not stupid, Mattie"

Qualcuno finalmente sembrava essersi accorto del fatto che Mattie non era affatto solo un adolescente ribelle, anzi. Per la famiglia Elster si era rivelata una fonte d'aiuto, una persona su cui contare. Leo per primo si era accorto di quanto la ragazza fosse pratica con il computer e di quante cose aveva scoperto riguardo i dati nascosti in Mia.
Mattie dal canto suo si era finalmente sentita parte di qualcosa, voleva aiutare la famiglia Elster, anche se erano dei Synth erano comunque una famiglia. 
Mattie e Leo erano seduti al tavolo della cucina della famiglia Hawkins, lei cercava nuovi dati per aiutare Max e Leo aspettava sviluppi. Ma qualcosa non andava, non riusciva ad andare avanti. Così Leo le disse dove stava sbagliando. 
"Scusa, sono stupida" disse Mattie mortificata per l'errore commesso. 
"No, non lo seit" le disse Leo con un sorriso per rassicurarla.
Mattie rispose al sorriso, davvero qualcuno si era accorto del suo potenziale? Davvero qualcuno si era accorto di quanto in realtà lei fosse intelligente? Sembrava di si, qualcuno si era accorto della giovane Mattie.


https://45.media.tumblr.com/2039bf6238e0ff793e3df2bdf6e0153d/tumblr_nxn2m9dHhM1sfcn7no4_250.gif (scena dalla quale è tratta la role).
 

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Capitolo 2
*** My best isn't worth anything ***


Mattie si sentiva triste e arrabbiata. I suoi genitori non la capivano, e per questo ne era triste. Era arrabbiata perchè si rendeva conto di quante cose potessero fare i Synth senza che studiassero, lei per fare il dottore avrebbe dovuto studiare anni e anni e a loro bastavano secondi. Per lei tutto questo non era giusto. Laura le disse di fare comunque il suo meglio, ma lei non capiva. Mattie a quel punto, con le lacrime agli occhi e stanca di tutto le disse semplicemente "Il mio meglio non vale niente". Faceva così male dirlo, sopratutto perchè era convinta che fosse la verità.

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Capitolo 3
*** You’re a weirdo, Anita. I’m going to find out why. ***


Mattie quella sera non riusciva proprio ad addormentarsi, aveva troppi pensieri per la testa. Ormai Anita faceva parte della famiglia da una settimana. Per quanto la casa fosse pulita e in ordine era sempre un Synt, e lei non si fidava. Quella sera decise di scendere in cucina, dove il Synth era in carica, e collegare il cavo al suo computer per scoprire cosa si celava dietro quel robot dalle fattezze umane. Appena collegò il cavo di Anita al computer il Synth si svegliò: "Posso aiutarti Mattie?" chiese Anita. Mattie la guardò per un attimo, tranquilla e con un sorriso sornione sulle labbra. "Tu sei strana Anita. E io scoprirò il perchè". Mattie cominciò a smanettare con il computer per trovare i dati del suo Synth, ma presto scoprì che qualcosa non andava. Si cominciò a preoccupare, cos'erano quelle strane scritte sullo schermo? Perchè avevano la forma di un albero? Ad un certo puntò Anita cominciò a gridare e agitarsi terribilmente. " Aiuto!!! Aiutatemi vi prego!". A quel punto Mattie Spaventata e col cuore in gola scollegò il Synth e rimase per un attimo immobile ad osservarla. Anita si calmò e tornò nella sua posizione iniziale, come se niente fosse. Mattie, ancora sotto shock corse in camera sua con il computer fra le braccia. Perchè aveva reagito così? I Synth non provano sentimenti, o almeno così dovrebbe essere. Si mise sul letto, era ancora spaventata, ma era determinata a scoprire cosa stesse succedendo al suo Synth. Ovviamente non avrebbe detto niente di niente ai suoi genitori per il momento. Troppo pericoloso. Quando si stese nel letto però non riuscì ancora a prendere sonno. Troppo spaventata e allo stesso tempo curiosa di sapere cosa nascondesse il suo Synth. L'avrebbe scoperto a tutti i costi.

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Capitolo 4
*** Forse dovevo mostrarlo a qualcuno ***


Mattie sentiva terribilmente in colpa per quello che era successo. Solo pochi giorni prima, Leo decise di mostrare a Mattie la sua storia, di come tutto ebbe inizio. Praticamente le origini della famiglia Elster e di come sono stati progettati i Synth. Leo si era attaccato un cavo di caricamento all'addome, e aveva mostrato i suoi ricordi attraverso uno schermo. Nella visione di Leo c'erano tutti. Mia, Niska, Fred e Maxie. Aveva visto tutto, anche la morte della madre e la lenta pazzia del padre di Leo. Ma sopratutto vide una cosa che non poteva immaginare, la morte di quest'ultimo mentre affoga in acqua. Il padre di Leo così cercò di far tornare suo figlio indietro usando la tecnologia. Così ora Leo era mezzo umano e mezzo Synth. Lui dovrebbe essere morto molti anni fa, quando era ancora un bambino. Invece era li con lei. Era una cosa incredibile che le fece venire la pelle d'oca. Mattie, ormai in lacrime e senza parole lasciò il deposito abbandonato, vedeva quanto Leo stesse soffrendo e quanto gli faceva male ricordare quelle cose. Eppure l'ha fatto per far capire a Mattie la situazione e farle conoscere meglio la sua famiglia. Dopo quell'episodio Mattie non video Leo per due giorni, un giorno, Leo dovette presentarsi a casa sua per andare da Mia e sopratutto perchè la famiglia Elster si sarebbe riunita lì per l'intera giornata senza che qualcuno li disturbasse. Leo era seduto sul divano della famiglia Hawkins, e Mattie decise di cogliere l'occasione per portargli qualcosa da mangiare. Dopo la faccia sorpresa di Leo e un leggero "Grazie" Mattie si sedette su un altro divano. "Mi dispiace, non avrei dovuto farti rivivere tutte quelle cose" disse Mattie con gli occhi tristi e un peso sul cuore. Leo, dopo aver udito quelle parole posò il cucchiaio e si girò verso di lei, "Forse dovevo mostrarlo a qualcuno" le disse, senza accennare un sorriso o altro. Ma Mattie era già un pò più tranquilla. Ora capiva perchè Leo era sempre scontroso e restio a fidarsi delle persone. Ne aveva passate tante e Mattie sperava che finalmente potesse avere un pò di pace e di poter rimanere con la sua famiglia.

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Capitolo 5
*** Go away ***


Mattie ha bisogno di fuggire dalla realtà, da tutto quello che la circonda e dalle mancanze della sua vita. Le mancano i suoi "amici" o "compagni" non sa neanche lei come definire la famiglia Elster. Sta di fatto che ha bisogno di una gita, di sentirsi libera. Perché si sente compressa, è una ragazza di 18 anni non dovrebbe sentirsi così. Ha vissuto un'avventura tempo fa che ha rotto le righe della sua vita quotidiana. Ora sente e sa che è questo quello che vuole. Un'avventura, per sentirsi libera, per fuggire, per sentirsi finalmente viva dopo tanto tempo. Tornerà, un giorno. Ma non adesso, non adesso che può finalmente vivere e scrivere un altro capitolo della sua vita.

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Capitolo 6
*** i'm happy now ***


Mattie era partita già da due giorni e non aveva alcuna intenzione di tornare a casa. Aveva fatto nuove amicizie un pó di qua e un po' di là. Respirare, rilassarsi, prendere un momento per se stessi. Mattie ora è seduta in un bar con due sue nuove amiche. Non aveva mai fatto amicizie dove abitava prima. Sapeva che doveva tornare a casa, ma non voleva, finalmente andava tutto bene. Mentre parlava con le sue amiche si udì squillare un telefono. Mattie constató che era sua madre. Non le rispondeva da quando era partita, forse era giunto il momento di darle una spiegazione. "Pronto?" Chiese Mattie con voce titubante. "Matilda Hawkins, dove diamine ti sei cacciata? Sono due giorni che ti cerchiamo" le urló la madre al telefono. In effetti non era stata una mossa geniale andarsene senza dire niente a nessuno. "Sto bene, sono sempre in Inghilterra. Mamma, ora sono felice" chiuse la chiamata senza dare il tempo alla madre di rispondere. Si fece fare in foto dalle sue amiche per mandarla alla madre. Non avrebbe rinunciato alla sua libertà. Non adesso. Era felice ora.

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Capitolo 7
*** Escape ***


Mattie è ancora fermamente convinta di non tornare a casa. È quasi passata una settimana da quando è partita, ha sentito sua madre una volta sola e non ha contattato nessun membro della famiglia. Cosa deve fare una ragazza di 18 quando non è più soddisfatta della sua vita? Semplice, fuggire. Anche se per poco tempo, anche per pochi istanti di libertà. Ovviamente le manca la sua famiglia, ma le manca anche essere se stessa. Qualcuno potrebbe dirle che è egoista, ma certe volte fa bene a se stessi, per ritrovare la strada giusta e per essere felici. Mattie finalmente è in pace con se stessa, tranquilla e non lo cambierebbe per niente al mondo. Al momento. Sentiva la mancanza di un'avventura, come quando c'era la famiglia Elster, con loro stava bene perché avevano bisogno di lei, della sua intelligenza. Ma ora? Cosa le restava? Niente. Fuggire da tutto, fare nuove amicizie per ogni dove, vivere. Ecco cosa stava facendo Matilda Hawkins.

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Capitolo 8
*** i'm back ***


Era davanti alla porta di casa, con lo zaino in spalla. Lo stesso che ha usato per tutti questi giorni e che l'ha accompagnata per le sue avventure. Mattie non aveva il coraggio di entrare in casa. Cosa avrebbe detto ai suoi genitori, a sua sorella e suo fratello? Con le mani un po' tremolanti prese le chiavi dalla tasca del giubbotto e apri la porta. "Mamma? Sono tornata". Non fece in tempo a chiudere la porta che si ritrovò circondata da sua mamma e la sua sorellina più piccola. "Dove ti eri cacciata? Eravamo così preoccupati per te, credevo fossi con la famiglia Elster. Non farlo mai più ti prego Mattie" le disse sua madre stringendola e con il volto rigato dalle lacrime. "Mattie, mi sei mancata tanto" disse sua sorella, sì avvinghiò a lei come se non volesse più lasciarla. Mattie era felice di essere tornata, ormai anche lei era in lacrime. "Mattie? Oddio Mattie sei tu? Sei tornata. Stai bene?" Suo padre e suo fratello entrarono in casa lasciando le buste della spesa fuori talmente era l'emozione di rivederla. "Non vi libererete facilmente di me" disse Mattie ancora in lacrime e tra le braccia della sua famiglia. "Non pensarci neanche" le disse il fratello stringendola tra le sue braccia. Aveva fatto la cosa giusta, tornare a casa dalla sua famiglia. Non sarebbe più stata la stessa, questo è certo. "Stasera a cena fuori, tutti insieme. Che ne dite?" Disse il padre di Mattie. "Ottima idea, devo raccontarvi un sacco di cose". Era tornata a casa, ma non era più la stessa Mattie di una volta, dopo le vicende della famiglia Elster e il suo viaggio, tutto sarebbe cambiato. Finalmente.

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Capitolo 9
*** Where are them ? ***


Capitava, da un po' ormai, che Mattie durante il corso della giornata si fermasse e si perdesse nei suoi pensieri. Pensava molto alla famiglia Elster, come non poteva? Erano una famiglia... Strana ma bella? Non sapeva neanche come lei come definirla. Ma sapeva che era preoccupata per loro. "Le ferite di Leo saranno guarite? Max è Mia saranno con lui? Stanno bene? Niska dove è andata? E Fred? Cosa avranno fatto con lui?" Ogni giorno, qualunque ora fosse, ovunque si trovasse capitava che le venivano in mente queste domande. Voleva rivederli, a tutti i costi, ma non poteva contattarli. Ma poi, sarebbero tornati? Si sarebbero rivisti? Quante domande affollavano la mente della giovane Mattie, certe volte perdeva anche il sonno, si rigirava tra le lenzuola cercando delle risposte, pensando positivo. Ma certe volte pensava anche in negativo. Era davanti alla finestra di camera sua, guardava il vialetto di casa sua, come se potessero comparire da un momento all'altro era sull'orlo delle lacrime ormai, non si era mai sentita così fragile come in quel momento. "Se avessero bisogno di aiuto? Se non stessero bene? Se Leo fosse morto? Ma perché poi dovrebbe esserlo? E se li avessero catturati? E se..." Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da un lieve bussare alla porta. "Vieni a giocare con me?" Le chiese la sua sorellina più piccola, Mattie trattenne le lacrime e si asciugò quelle che le scorrevano lungo le guance "Arrivo subito" disse voltandosi verso di lei con un sorriso. Appena la sorellina se ne andò si ritrovò di nuovo a vagare con lo sguardo verso la finestra. Forse era meglio distrarsi. Così si diresse verso la camera della sua sorellina. Le sue domande, tanto, non avrebbero avuto risposta quel giorno.

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Capitolo 10
*** Mattie & Haron ***


Mattie e Haron erano amici da anni ormai, si erano conosciuti a scuola e d'allora divennero inseparabili, anche perchè Mattie era una ragazza molto particolare, non era come le altre, lei è ribelle e certe volte molto rude e non ha peli sulla lingua. Lei diceva subito alle persone se le stavano a genio o o meno. Purtoppo non a tutti questo andava bene e quindi tendevano a isolarla. L'unico che era rimasto con Mattie era proprio lui. Lei non si era accorta che il moro provava qualcosa per lei, Haron infatti, si cacciava sempre nei guai pur di stare accanto a Mattie. Quel giorno Mattie coinvolse Haron in una sua solita "avventura". Mattie aveva deciso di hackerare il Synth della scuola, quello che faceva le pulizie. Lei odiava quei "robot" sosteneva che rubavano il lavoro alle persone vere e forse aveva ragione. Mentre lei cercava di collegarsi al Synth tramite il suo computer Haron piano piano si avvicinò a lei "Sei molto bella quando fai la criminale" le disse mentre cercava di baciarla. "Stai scherzando, vero?" disse Mattie indietreggiando con una faccia confusa. Non aveva mai visto il suo amico comportarsi in questo modo e francamente le dava alquanto fastidio. Era rimasta spiazzata dal suo comportamento ma non ci diede peso, almeno, così diede a vedere. "Si si, era solo uno scherzo" disse Haron rosso in volto. Sperava di avere una chance con Mattie, ma dopo quello sguardo capì che forse l'amica non era minimamente interessata a lui. Mentre entrambi erano assorti nei loro pensieri il Synth cominciò a parlare dicendo "ERRORE!ERRORE! INVIO UTENTE PRIMARIO". Mattie capì che qualcuno in giro di pochi minuti sarebbe venuto a vedere cosa fosse successo, così prese Haron per un polso e lo trascinò fuori. Era ancora stordita dopo quel "tentato bacio" da parte del suo amico, ma capì che lui non l'avrebbe mai lasciata sola e lei avrebbe fatto lo stesso con lui.

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Capitolo 11
*** Mattie's memories ***


Mattie non si capacita del fatto che gli manchi la famiglia Elster, ma sopratutto che le manchi Leo. Quel ragazzo così strano, ma in molti aspetti molto simile a lei. Certe volte, quando si sente sola o si sente semplicemente inutile ed insignificante, le vengono in mente le sue avventure dell'anno appena passato. Le viene in mente Leo, il suo..amico? Non lo sa neanche lei. L'unica cosa della quale è sicura è che Leo l'ha sempre fatta sentire parte di un gruppo, l'ha fatta sentire come se per una volta valesse davvero qualcosa. Le ha dato fiducia facendole vedere parte della sua vita, le ha dato fiducia quando dovevano riparare Max, le ha dato fiducia quando dovevano tenere al sicuro la famiglia Elster. Per Mattie era questo l'importante, la "fiducia". Mai nessuno l'aveva fatta sentire importante quanto quella famiglia, quanto Leo. Lui credeva in lei. Lei credeva in lui. Era questo l'importante, anche dopo il loro primo e strano incontro, quando Mattie uscì dal bar spaventata da quel ragazzo tanto strano. Eppure dopo le cose sono cambiate e sono diventati una squadra. Mattie ripercorreva quell'anno passato nella sua mente, con le cuffie alle orecchie e la canzone "Demons" degli Imagine Dragons e le lacrime che le rigavano le guance. Perchè non era sicura di rivedere quella famiglia, perchè aveva paura di non sentirsi più come un anno fa, perchè aveva paura che fosse successo qualcosa a qualcuno di loro. Mattie si sentiva fragile in quel momento come non lo era mai stata.

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Capitolo 12
*** Who are you? ***


Quando Mattie, decise di scrivere in un sito se avevano un consiglio da darle, perchè preoccupata per il suo Synth. Non credeva certo di ricevere una risposta con indirizzo e ora di incontro per il giorno successivo. Era lì, seduta alla tavola calda, ad aspettare la persona che le aveva risposto. Preoccupata e un pò spaventata della persona che si sarebbe trovata davanti. in un tavolo di fianco al suo, udì due persone che parlavano e che stavano aspettando una persona. "Ho scritto il luogo di incontro, orario e indirizzo." disse un ragazzo dai capelli corvini. "Aspettiamo ancora qualche minuto, magari arriva" gli rispose il ragazzo di fronte a lui sorridendogli. Che fossero loro due ad averle scritto? "Appuntamento romantico?" chiese Mattie rivolta ai due. "No, probabilmente sarà un grosso camionista spogliarellista" rispose il corvino girandosi di poco verso di lei. "Certi siti non sono affidabili" continuò lei con un sorriso sfacciato sul volto. "Anche tu aspetti qualcuno?" Chiese il ragazzo di fronte al corvino. "No, siete voi che aspettate me" disse Mattie mentre si alzava e li raggiungeva al tavolo. I due si guardarono straniti mentre la aspettavano. "Allora, potete aiutarmi con il mio Synth?" Chiese Mattie mentre si sedeva di fronte al corvino e di fianco all'altro ragazzo. "Questo è il tuo Synth?" Chiese il ragazzo di fonte a lei prendendo una foto stropicciata da una tasca e mostrandogli una foto del suo synth. Quella era proprio Anita, ma nella foto non sembrava un robot. Sembrava una persona vera e sorrideva in direzione dell'obbiettivo. Sentì una stretta al cuore. "è il mio Synth, Anita, cosa volete? E come mai avete una sua foto?" "Lei non si chiama Anita, il suo nome è Mia e si dia il caso che sia di mia proprietà e la vorrei riavere" disse sempre il corvino, adesso lo guardava dritto negli occhi, i suoi occhi azzurri pieni di tristezza in quel momento. Fece la faccia indifferente, ma quello sguardo la metteva a disagio. "Tua?" provò a fare un sorriso sarcastico diretto al ragazzo di fronte a lei. "Si, ti chiedo almeno di farmela vedere, ti prego" disse lui guardandola e guardando il ragazzo di fianco a lei. Cosa fare? non poteva certo fidarsi di due uomini appena conosciuti e portarli a casa sua. Ma poi perchè quel tipo aveva una foto di Anita? Chi erano quei due? "Va bene, ma prima devo andare in bagno" disse Mattie prendendo la borsa di una signora di fianco al loro tavolo e posandola di fonte al corvino per convincerlo che non se ne sarebbe andata senza di loro. Col cuore che batteva all'impazzata e la testa piena di dubbi e domande di alzò e andò in bagno cercando una via di fuga che trovò. Per quanto quel ragazzo avesse lo sguardo a pezzi e sembrava seriamente preoccupato per Anita o Mia o come si chiama, non si fidava di lui. Era così strano. Per il momento avrebbe lasciato perdere e decise di correre verso casa prima che i due si accorgessero della sua fuga.

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Capitolo 13
*** I'm sorry Odi ***


Mattie quel giorno tornò a casa stanca e affranta. Voleva solo aiutare Leo e la sua famiglia, ma adesso un nuovo robot si era insinuato nelle loro vite separando addirittura Leo da Max. Furiosa salì in camera sua. Rimase basita quando vide Odi seduto su una sedia di fianco alla scrivania, con una lettera in mano indirizzata a lei. Aveva un brutto presentimento. Aprì la busta tirando fuori la lettera e leggendola mentre fissava di sottecchi il suo Synth dai capelli biondi. "Mattie, non so come vivere la mia vita. Non so come aiutare le persone ora che sono così. Non ho sentito niente per molto tempo, mentre adesso sento vari sentimenti farsi strada dentro di me. Non ho un posto nel mondo. Ti ringrazio per avermi dato una nuova vita, ma non posso accettarlo". Così finì la sua lettera. Mattie sentì gli occhi pizzicare, la gola secca e un senso di smarrimento farsi strada dentro di lei. "Scusami Odi, Mi dispiace. Mi dispiace tanto" disse tra le lacrime che oramai le imperlavano il viso. Si avvicinò a lui toccandogli la mano senza smettere di piangere. Il suo synth si era scollegato e non sarebbe più tornato indietro. Con quel senso di angoscia strinse la lettera al petto con una mano e con l'altra strinse la mano di quel Synth tanto dolce.

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