Bellezza, potere e magia di una fata dagli occhi color cristallo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La gelosia di un principe triste ***
Capitolo 2: *** Il grande grigorio magico ***
Capitolo 3: *** l'amicizia tra Malefica e il giovane principe ***
Capitolo 4: *** La manifestazione del terrore e dell'oscurità ***
Capitolo 5: *** La salvezza risiede in quegli occhi color cristallo ***
Capitolo 6: *** Una nuova avventura per il principe Lorenzo ***
Capitolo 1
*** La gelosia di un principe triste ***
| Capitolo 1: La gelosia di un principe triste Era un giorno di primavera quando la regina Aurora mise al mondo la sua secondogenita. «È uno dei giorni più belli della mia vita!» esclamò il principe Filippo quando sua moglie li porse per la prima volta sua figlia. «Guarda che bello, amore mio.» «Già. È proprio una bella bambina.» rispose Aurora sfinita a causa del parto difficile che aveva dovuto affrontare. «Sei stata bravissima, tesoro. Hai messo al mondo la bambina più bella del regno. Guarda come mi osserva con i suoi occhioni celesti cristallini.» «Secondo te come dovremmo chiamarla?» «Penso che il nome Crystal sia il più appropriato. Che ne dici?» «Mi sembra un nome bellissimo, Filippo.» disse Aurora che faticava a parlare. «Cosa ti sta succedendo? Stai male? Infermiera!» «Non preoccupatevi, signore. Vostra moglie ha solo bisogno di molto riposo. Sono stati giorni molto difficili per lei.» «Avete ragione, Alberta. Sarà meglio che me ne vada. Anche la bambina deve riposare come la madre.» «Assolutamente sì principe. Quando si risveglierà, verrà allattata da sua moglie.» «Molto bene, Alberta. Per qualsiasi cosa, non indugiate a chiamarmi. Sarò a dare la notizia del lieto evento a tutta la gente della brughiera che da giorni aspetta con ansia questo bellissimo momento.» «Allora non perdete tempo, mio re.» rispose Alberta congedandosi con il suo suddito con un inchino e tornando di filata ad assistere sua moglie e la piccola neonata. Quando Filippo uscì dalla sua camera da letto, vide che nei corridoi del palazzo, un bambino di circa tre anni giocava a rincorrere uno dei tanti servi che la famiglia disponeva. «Lorenzo! Cosa stai facendo al maggiordomo?» domandò Filippo con tono da predica «N-niente.» balbettò il piccolo primogenito della famiglia. «Non dirmi bugie. La devi smettere di tormentare la servitù.» «Ho capito. Padre. La smetto subito.» rispose Lorenzo a testa china. «Molto bene. Harry, tu puoi andare.» «Perfetto signore. Se mi cercate, mi troverete in cucina a preparare la cena per stasera. Con permesso.» disse il maggiordomo allontanandosi a passo svelto. «Sembra che stia scappando da qualcosa il nostro maggiordomo… Non credete padre?» «Forse sta scappando per paura di te, figliolo.» disse Filippo scoppiando in una risata. «Non siete per nulla simpatico, padre.» disse il piccolo risentito. «Come sta mia madre?» Filippo non vedeva l’ora di comunicargli la bellissima notizia. «Lorenzo, ti comunico che da oggi hai una sorellina. Il suo nome è Crystal.» ma la notizia non sembrava interessare più di tanto il figlioletto del re. «Splendido… e la mamma?» disse Lorenzo con tono freddo. «Ma non sei contento che finalmente avrai qualcuno con cui giocare?» domandò Filippo incredulo. «Posso benissimo giocare da solo, padre. E poi trascorro gran parte delle mie giornate in biblioteca a studiare e a leggere.» «Non metto assolutamente in dubbio che l’istruzione non sia di fondamentale importanze. Ma ancor più importante è che tu ti svaghi andando a giocare nei giardini del castello o visitando il tuo regno. Sono rare le volte in cui sei uscito da queste quattro mura.» «Avete ragione, padre. Però ultimamente preferisco rimanere a leggere un buon libro che scambiare conversazioni con gente che non ha la minima educazione e istruzione.» «Adesso basta di fare l’insolente. Non ti permetto di parlare così degli abitanti che lavorano dall’alba fino al tramonto per rendere questo regno un posto migliore. Adesso va in camera tua e rifletti sulle parole da te pronunciate.» Filippo non riusciva ancora a credere come potesse crescere suo figlio. Man mano che passavano i mesi, il suo carattere si stava inasprimendo sempre più. «Non avete ancora risposto alla mia domanda su mia madre.» «Sta benissimo. È in camera da letto che si riposa. Ora vai.» disse infine mentre vedeva suo figlio che gli aveva dato le spalle. La festa per la nascita della piccola Crystal si sarebbe svolta appena la madre e la figlia fossero state in condizioni ottimali per ricevere e salutare tutta la folla che si fosse presentata a palazzo. «Quando potrò rivedere mia madre?» continuava a dire il piccolo Lorenzo con i suoi occhioni marroni apparentemente dolci. «Hai fatto quello che poche ore fa’ ti ho ordinato?» «Sì padre… Mi dispiace aver parlato così dei miei sudditi. Non lo farò mai più.» «Lo spero tanto. Ricordati che i tuoi sudditi costituiscono il tuo impero. Senza di loro tu non saresti niente. Loro ti rispettano profondamente e anche tu dovrai fare la stessa cosa d’ora innanzi. Capito?» «Perfettamente padre. Sono ancora rammaricato per le mie vergognose parole.» «Sei ancora troppo giovane per capire come funziona il mondo. Vedrai che con il passare degli anni acquisterai giudizio e umiltà. Alcune delle doti fondamentali che un principe deve avere.» Dopo questo intenso discorso, il re Filippo permise a suo figlio di andare a trovare sua madre. «Ora puoi andare a vedere come sta tua madre. È molto migliorata rispetto all’ultima volta ma non devi stancarla troppo, chiaro?» «Chiarissimo. Sono molto fiero di avere un padre come voi.» disse il piccolo bambino abbracciandolo con finta devozione. In realtà, senza un apparente motivo, il piccolo Lorenzo non era mai riuscito a legare con il padre. Al contrario era sempre appiccicato alla madre. Chiedeva sempre dove stava e ogni volta che aveva occasione, passava tutto il tempo con lei. Altrimenti si rifugiava in biblioteca a leggere e a studiare. Aveva il cuore pieno di gioia quando entrò nella sua stanza. Non vedeva sua madre da quasi una settimana. «Madre! Mi siete mancata tantissimo.» disse il piccolo piombandogli letteralmente addosso. «Piano! Piano, figlio mio. Sono ancora molto debole.» rispose Aurora con un filo di voce. «Quando riprenderete a passare del tempo con me?» «Appena riacquisterò le mie forze. Ora devo ricominciare a camminare. Fatto ciò potrò riprendere le mie mansioni da regina e a giocare con te.» «Non vedo l’ora.» Intanto Lorenzo non aveva ancora degnato minimamente la sua sorellina di uno sguardo. «Lorenzo, vuoi vedere la tua sorellina.» «Beh, se proprio devo.» mostrando tutto il suo minimo interesse. Si affacciò alla sua carrozzina vedendo come dormiva sommessamente. «Vedrai che quando crescerà, tra qualche mese potrai giocare con lei invece che con me.» mormorò la regina con un sorriso. «Ma io non voglio giocare con lei. Voglio giocare con voi!» «Tesoro, devi capire che i miei doveri da regina mi impegnano troppo tempo e quindi non posso rimanere sempre a giocare con te.» «Ma finora lo avete fatto, no?» Il piccolo Lorenzo stava continuando a spazientirsi. «Perché tu eri molto piccolo e non volevo lasciarti crescere con nessun’altro che non fossi io. Ma visto che ormai sei un giovanotto…» «No, non è vero! Sono ancora molto piccolo!» «Puoi badare benissimo a te stesso e presto potrai badare anche tua sorella.» Sembrava che quelle ultime parole avessero colpito nel segno il bambino. «No! Questo mai e poi mai! Voi mi avete ferito profondamente madre, rinnegando il mio amore con i vostri doveri.» «Lorenzo, perché non vuoi capire? È per il bene di tutti che io ritorni a fare la regina e stia vicino a tuo padre.» «Mio padre se la può cavare benissimo da solo anche senza di voi. È molto bravo a fare il re e a impartire ordini.» «Perché? Io non lo sono?» domandò Aurora un po’ divertita. «Sì… Però lui è molto più severo di voi.» «Non capisco tutto il tuo astio che hai nei suoi confronti. Ti ha fatto qualcosa di male? Ti ha sgridato senza motivo?» Non era il caso che Lorenzo confessasse le brutte parole che aveva detto a suo padre sugli abitanti del regno e nemmeno mettere in cattiva luce lui. Il piccolo sapeva benissimo che sua madre era sempre dalla sua parte. Anche quando doveva prendere decisioni alquanto difficili. «No però…» «Però cosa? Avanti Lorenzo, perché non mi parli?» «Ora devo andare, madre. Vi ho fatto affaticare fin troppo. Riprenderemo la conversazione quando starete meglio.» e senza aspettare la risposta della madre, lasciò la sua stanza a testa china fissando pensieroso il pavimento. “Doveri di una regina… Perché non posso avere una madre normale come tutti i bambini di questo regno?” |
Capitolo 2
*** Il grande grigorio magico ***
| Capitolo 2: il grande grigorio magico Erano trascorsi cinque anni. Altri cinque anni di pace. Ma un re e una regina non potevano aspettarsi che la pace durasse per sempre. «Qualcosa prima o poi sarebbe successo.» continuava a dire pessimista il re Filippo. «Stiamo governando questo regno con il massimo delle nostre forze. Non permetteremo mai a nessuno di rovinare tutto il buono che abbiamo fatto finora.» «Vorrei tanto avere il tuo ottimismo, cara.» rispose sconsolato il re. «Adesso basta con questi musi lunghi. Domani nostro figlio compierà 10 anni e voglio che passi un compleanno indimenticabile.» «Quel bambino… perché è così triste?» «Siamo sempre in viaggio per il mondo per riuscire a mantenere la pace, e naturalmente non possiamo stare vicini ai nostri figli.» «Vedrai, presto capiranno che quello che stiamo facendo per il nostro regno lo facciamo solo per il loro bene e per quello dei nostri fedeli sudditi.» Nella sala del trono dove si trovavano il re e la regina, si sentì aprire improvvisamente la porta. Era il piccolo Lorenzo che correva per le stanze del castello.» «Vi chiedo perdono vostre maestà, ma stare dietro a questo bambino non è nei compiti più semplici.» «Non preoccupatevi.» disse la regina con un timido sorriso. «Ora potete andare.» Dopo che il servo si fosse congedato, il re Filippo squadrò con sguardo truce il suo primogenito. «Lorenzo, quante volte ti ho detto che non devi correre per il castello? Non sei più un bambino piccolo.» «Filippo, nostro figlio non ha ancora dieci anni.» «A dieci anni non ero scalmanato come lui.» «Questo sta a significare che non siamo uguali.» disse piccato il ragazzino. «Cos’hai detto?! Nelle tue vene scorre il mio e il sangue di tuo madre. Non scordartelo. Non hai ancora minimamente capito che devi rispettare dei precisi ordini qui dentro?» «Eccoci finalmente arrivati all’argomento delle regole del castello. Sapete che vi dico? Non ne posso più di queste regole! Sono sicuro che i bambini di questo regno sono più liberi di me.» «Più liberi sì ma sono ugualmente fortunati come te? Quale altro genitore amerebbe un figlio come facciamo io e tua madre?» Filippo aveva girato il coltello nella piaga. «Questa sì che è buona… Voi padre, non mi siete mai stato accanto e subito dopo che è nata Crystal, anche mia madre mi ha abbandonato.» «Non ti sono mai stato accanto per il semplice motivo che ogni volta che mi avvicinavo a te, non facevi altro che scansarmi e ignorarmi come se avessi la peste!» «E lo farei tuttora…» ribattè sottovoce ma senza evitare di essere sentito dal padre. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso e Lorenzo non potè non prendersi un sonoro schiaffo dal padre. Non era mai stato picchiato prima d’ora ma dopo questa ennesima litigata, Filippo non potè fare altrimenti. «Vattene da qui! Sei un bambino senza cuore.» rispose Filippo con voce strozzata. «Vi odio. Odio tutte e due!» gridò il piccolo mentre si massaggiava la guancia colpita e le lacrime gli rigavano la fronte. Corse via da quella stanza, andandosi a rifugiare nella biblioteca del castello. «Hai visto cos’hai fatto? Era necessario reagire così?» domandò Aurora fuori di sé. «Ho dovuto farlo. Non mi ha lasciato altra scelta!» «C’è sempre una scelta!» Il rapporto con suo figlio non era mai stato così burrascoso. L’uniche gioia che gli rimaneva a parte sua moglie, era la piccola Crystal che intanto aveva raggiunto la sala del trono capeggiata da Alberta. La servitrice che l’aveva vista nascere, non si staccava mai da quella bimba paffutella con il viso dolce e i suoi occhi che brillavano incessantemente. «Eccoci arrivati, piccola mia.» esclamò la vecchia donna. «Crystal! Vieni dalla mamma!» gridò Aurora ritrovando il sorriso. «Mamma!» «Come stai piccola mia?» «Bene. Oggi Alberta mi ha cucinato un sacco di dolci buoni.» «E quali sarebbero questi dolci buoni?» «Se vieni in cucina te li mostriamo. Non ricordo i loro nomi.» rispose innocentemente la piccola. «Allora andiamoci subito. Può venire anche papà?» «Certo. Papà, voi venite insieme a me e alla mamma in cucina a vedere i dolci cucinati da me e da Alberta.» «Magari un’altra volta, piccola mia. Papà deve sistemare urgentemente alcune cose che sono rimaste in sospeso fin troppo tempo.» Crystal non capiva le parole difficili del padre e il suo rifiuto la fece diventare seria per un momento. «Va bene, ma non sapete cosa vi perdete.» «Sarà per la prossima volta. Ora vai con tua madre.» Dopo che la piccola e sua madre lasciarono la sala del trono,il re Filippo intrattenne per qualche minuto Alberta per parlargli di suo figlio. «Alberta, desidero che voi o qualcun altro della servitù sorvegli ventiquattro ore su ventiquattro, il mio primogenito. Almeno finchè non si sarà calmato un po’.» «Come volete, mio re. Anche se penso che questa sua rabbia sia solo passeggera come tutte le altre.» «Vorrei tanto credervi, ma qualcosa mi dice che non è così.» «Allora mi metterò subito alla sua ricerca.» «Credo che lo troverete in biblioteca, intento a leggere libri su libri.» «Perfetto, allora mi dirigerò subito lì.» «Grazie mille Alberta.» disse infine il re che aveva ritrovato per un momento il sorriso. «Dovere, mio re.» e con un reverente inchino, si congedò dal suo sovrano per eseguire il suo ultimo ordine. «Dannati genitori! Ma come faccio a vivere la mia vita in questo modo? Solo regole su regole! Per fortuna che mi rimangono le fantasie dei libri.» Il piccolo principe cercava inesorabilmente dei nuovi libri che non aveva mai letto. «Ma questi li ho letti tutti. E per giunta anche più di una volta.» Si recò allora in una nuova parte della biblioteca che non aveva mai visitato. Dinanzi a lui si presentavano libri vecchi e ammuffiti che nessuno leggeva da secoli. «Accidenti, da quanto non viene pulito questo posto?» si domandò sdegnato il ragazzino. «Meglio se ritorno nel settore di libri fantastici… Però prima prenderò questo.» Trovò un grande libro nero che assomigliava più ad una enciclopedia. «Il grande grimorio di magia nera. Come evocare spiriti, demoni ed entità soprannaturali.” «Potrebbe essere un libro molto interessante.» disse il giovane mentre lasciava il reparto pieno con i suoi libri polverosi. Andò in camera sua per essere più al sicuro da possibili occhi indiscreti. Era consapevole che il libro che aveva appena preso non faceva altro che portare guai. Guai che sembrava abituato. Il libro era illustrato da immagini e simboli di spiriti e demoni, con incantesimi scritti in una lingua a lui sconosciuta. «Decifrare questo libro sarà impossibile! Non capisco una sola parola.» Provò a leggerlo ma con scarsi risultati. «Maledetto libro! Non servi a nulla!» disse il bambino con un impeto di rabbia e scaraventandolo per terra. Fu in quel momento che il libro iniziò ad illuminarsi di una luce rossa fosforescente. Quella visione colpì subito il bambino, e quando riaprì il libro, era come se il suo sguardo si fosse perso nel vuoto. Improvvisamente riuscì a leggere cosa c’era scritto e subito dopo, un’entità malvagia si materializzò di fronte a lui con un forte boato che scosse l’intero castello. Senza rendersene conto, il piccolo Lorenzo aveva evocato una vecchia conoscenza dei suoi genitori: Malefica. |
Capitolo 3
*** l'amicizia tra Malefica e il giovane principe ***
| Capitolo tre: L’amicizia tra Malefica e il giovane principe Era proprio lei. Con il suo mantello nero e il suo scettro inconfondibile. La regina delle forze del male era tornata in vita. «Finalmente… dopo tutti questi anni ho ripreso a vivere.» disse Malefica guardandosi allo specchio della camera del principe. «E tutto grazie a te, piccolo giovanotto.» Lorenzo era completamente inebetito da quello che stava vedendo. «Quindi voi… voi siete… no, non è possibile. Non potete essere uscita dal libro.» «E invece posso eccome. Sei stato tu ad evocarmi.» «Sinceramente, non ricordo di averlo fatto.» «Perché eri in un completo stato di trance. È normale quando si è presi nell’evocare simili incantesimi.» «Continuo a non credere a quello che sto vedendo… La magia non esiste!» «Non fare lo scettico. Non puoi non credere all’apparenza.» «Sono fermamente sicuro che questo è tutto un sogno. È stata una giornata molto stressante e sono certo che dopo aver fatto un sonnellino ristoratore, tutto questo non sarà più reale.» «Testardo come pochi. È solo questione di tempo. Vedrai che ti ricrederai, figlio di re Filippo e della regina Aurora.» «Come fate a sapere i nomi dei miei genitori?» «Devi sapere, che tua madre e tuo padre siamo… amici di vecchia data.» «Quindi se vi vedrebbero, sarete riconosciuta all’istante?» «Certo che sì. Però non credo che ora sia il momento adatto.» rispose Malefica cercando di sviare l’argomento. «Allora vi farò incontrare domani, visto che si compirà il mio decimo compleanno.» «Non correre troppo, mio piccolo Lorenzo. Ogni cosa…» Ma Malefica fu interrotta dal bussare della camera da letto del piccolo principe. «Dannazione!» esclamò la strega, per poi scomparire all’istante. Dall’altra parte della soglia, comparve la domestica Alberta. «Buonasera, principe. Con chi stavate parlando?» domandò incuriosita la donna. «Questi non sono affari che vi riguardano, Alberta.» rispose secco il principe. «Certo che no. È solo che passavo di qui e pensavo di trovarvi in compagnia di qualcuno. Anzi, di qualcuna. Ho sentito una voce femminile…» «Come potete ben vedere, qui dentro non c’è nessuno. Sarà stata solo la tua immaginazione.» «Sarà, ma sono convinta…» «Ora basta Alberta. Non fare l’insistente. Odio quando la gente fa così. Ti prego di lasciarmi solo con i miei pensieri.» «Non venite a cenare con la vostra famiglia?» «Famiglia? Ma quale famiglia… Una famiglia che si rispetti non ti pugnalerebbe alle spalle come continuamente stanno facendo.» «Non è così, mio principe. Sono sicuro che c’è una spiegazione a questa situazione alquanto complicata.» «Adesso fai pure l’insolente? Ne ho abbastanza di te! Vattene da camera mia o ti farò cacciare con la forza. Fammi portare qualcosa da mangiare qui in camera mia. Per stasera non voglio vedere nessuno.» Lorenzo aveva perso la pazienza pure con la più fidata domestica della sua famiglia. «I vostri genitori non la prenderanno bene…» «Non mi interessa! Fa come ti ho detto e lasciami in pace una volta per tutte!» «Con permesso.» disse infine la donna prima di scomparire dalla vista del principe. Quando il silenzio tornò a calare nella camera da letto del piccolo, Malefica ricomparve come per magia. «Ma dove eravate finita?» «Ero scomparsa. Come per magia. Credi ancora che tutto questo non esista?» «Non lo so. Non so più a cosa credere.» mormorò il principe prendendosi la testa con le mani. «Non essere così confuso. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, potrai contare sempre su di me.» ripose Malefica nascondendo un ghigno minaccioso. «Davvero? Farete tutto quello che desidero?» «Ma certo! È il minimo dopo che mi avete riportato in vita.» «Quindi voi siete un fantasma?» «Non proprio. Sono reale. Molto più di quanto tu possa mai credere.» «Capisco… Sono molto felice di avervi al mio fianco. Voi sarete la mia unica amica.» «Più che un’amica, considerami come la madre che non hai mai avuto al tuo fianco.» «Certo. Lo farò.» disse infine il giovane principe piombando addosso a Malefica per abbracciarla e manifestare tutto l’amore che disponeva. |
Capitolo 4
*** La manifestazione del terrore e dell'oscurità ***
| Capitolo 4: La manifestazione del terrore e dell’oscurità «Principe, avanti svegliatevi. Oggi è un giorno molto speciale per voi.» disse Alberta che si era intrufolata dentro la sua camera spiegando le tende e aprendo le finestre. «Ma… Che ore sono?» domandò confuso il piccolo ancora mezzo addormentato. «È già abbastanza tardi. I vostri genitori vi stanno aspettando.» «Che aspettino ancora. Stamattina non voglio alzarmi.» «Adesso basta! Ieri sera siete riuscito a sbarazzarmi di me, ma oggi la storia andrà diversamente. Vestitevi subito o vi trascinerò nella sala del trono con tutta la forza di cui sono capace e vi avverto che non è poca.» «E va bene… mi avete convinto.» «E questo? Cos’è?» domandò Alberta prendendo il libro che il piccolo aveva trovato appena ieri in biblioteca. «N-niente.» balbettò il principe strappandoglielo dalle mani. «Principe, cosa mi nascondete?» «Assolutamente niente, Alberta. Ti consiglio di smetterla con tutte queste tue insistenze. Mi stai irritando.» «Sto facendo tutto ciò perché nell’ultimo periodo mi sembrate strano.» «Sono perfettamente come sempre. Non costringermi a riferire le tue insolenze ai miei genitori.» «Fate pure.» mormorò la serva con un gesto di sfida. «Anche i vostri sono molto preoccupati del vostro carattere distaccato.» «Silenzio! Mi avete stufato tutti quanti!» sbottò il principe uscendo di corsa dalla camera da letto in preda ad una rabbia feroce. Si precipitò nella sala grande dove i suoi genitori stavano per finire di fare colazione. «Cos’è questa storia di Alberta che non fa altro che perseguitarmi ultimamente?» I genitori e la piccola sorella erano esterrefatti per i modi bruschi del giovane principe. «Buongiorno anche a te, Lorenzo. Che cosa succede?» domandò pacato il Filippo. «Spiegatemelo voi, padre. Come mai Alberta si sta comportando in modo strano?» «Ho dato ordini io ad Alberta per sorvegliarti tutto il giorno tutti i giorni per capire le tue strampalate intenzioni che non sono per niente buone.» «Ma cosa state dicendo? Vi siete forse ammattiti tutti quanti? Madre vi prego, dite qualcosa.» «Io… io di questa storia non so un bel niente. Tuo padre non me ne ha mai parlato…» «Come immaginavo…» «Questa è una cosa che riguarda me e te, Lorenzo.» «Vi avverto, lasciatemi in pace o ve ne pentirete amaramente.» tuonò Lorenzo. «Non ti permetto di minacciarmi! Sono tuo padre e sei sotto la mia responsabilità! Mettitelo in quella testa,ingrato che non sei altro!» Il piccolo Lorenzo non potè più trattenere le lacrime che cominciavano a sgorgargli sul viso. Era troppo arrabbiato. Troppo furioso con suo padre. Ed ogni giorno che passava lo vedeva come un nemico. Come una persona da eliminare una volta per tutte. «Presto tutto questo finirà! Non mi sottometterete mai più e sarete solo un brutto ricordo.» Quelle parole ferirono il re a tal punto che anche lui iniziò a piangere. «Ma cosa dici! Hai idea di quello…» «So perfettamente quello che sto dicendo! Se non riuscirò personalmente nel mio intento, la creatura magica con cui ho stretto ultimamente un legame affettivo, lo farà al posto mio… MALEFICA! Vieni avanti!» Un boato si alzò improvvisamente echeggiando per tutto il castello. Il sole si oscurò improvvisamente, lasciando spazio a tuoni e fulmini. «No Lorenzo… non lei…» disse il re con voce spezzata quando la vide apparire con tutta la sua malvagità. «Buongiorno, principe Filippo. O forse dovrei meglio dire, re. Che splendida giornata non trovate?» domandò Malefica con crudele malvagità. «Come… è possibile… tutto questo? Io vi avevo ucciso!» «Non potrete mai capire le forze del male, re Filippo. Loro tornano sempre, prima o poi…» «Andatevene immediatamente da qui!» gridò Aurora che fin ad ora era quasi sempre rimasta zitta e inerme durante la litigata tra suo marito e suo figlio. «Regina Aurora! Quale onore. Siete ancora più bella dell’ultima volta che vi ho fatto cadere in un sonno profondo. Peccato che il mio piano durato per sedici anni non sia andato a buon fine. Però posso sempre rimediare…» «Cosa volete fare?» «Con l’aiuto del vostro piccolo principe, governeremo questo posto, facendolo diventare la culla della magia nera e delle forze del male.» «Non oserete! Non ve lo permetterò! Lorenzo, non posso credere a quello che hai fatto. Diventare alleato con la creatura della peggior specie.» ribattè sempre più indignato il re. «Nemmeno io lo immaginavo la prima volta che l’ho incontrato… Ma ho visto in lui una luce tenebrosa e un cuore malvagio che non avevo mai visto in nessuno. Solo ad allora ho capito che poteva essere utile per la mia causa.» «Malefica è una persona molto speciale per me. È la madre che mi è mancata da tanti anni a questa parte.» Con quella frase, Lorenzo fissò intensamente sua madre con sguardo torvo e pieno di odio. «Non pensavo che un figlio potesse darmi tanti dispiaceri come fai tu…» bofonchiò Aurora con il cuore spezzato e le lacrime che non smettevano di finire. «Ma siete sicuro che costui sia veramente il vostro primogenito? Perché a me non sembra proprio.» ribattè piccata Malefica. «Ma adesso basta con le parole… Passiamo ai fatti! Questa volta nessuno mi fermerà. Nessuno! Ho la vittoria in pugno!» gridò trionfante la strega scatenando ogni maleficio sul castello e su tutto il regno circostante, senza lasciare scampo a chiunque fosse stato contro di lei e contro il piccolo principe. |
Capitolo 5
*** La salvezza risiede in quegli occhi color cristallo ***
| Capitolo 5: La salvezza risiede in quegli occhi color cristallo «Il giudizio universale che da secoli avevo sempre in mente, finalmente si è avverato. Ora tutto il regno è venuto a sapere delle mie forze oscure.» disse Malefica usurpando il trono al re Filippo e alla regina Aurora. «Sì Malefica. Tutto questo è fantastico.» ribattè il principe con ghigno trionfante. Intanto i reali della Brughiera erano stati rinchiusi nelle segrete del castello, lasciati morire piano piano in condizioni miserevoli. «Non posso ancora crederci! Il nostro primogenito succube di quella strega!» tuonò il re Filippo grondando di rabbia. «È tutta colpa nostra… Se solo gli fossimo stati vicino tutto questo non sarebbe mai accaduto» «Aurora, è inutile rivangare il passato. Ormai quello che è successo è successo, e noi non potremmo cambiare il corso della storia.» «Quindi preferisci morire marcendo qui dentro senza fare niente?!» «Siamo degli esseri umani, Aurora. Non possiamo fare niente contro le forze oscure. È questa la cruda realtà.» Filippo si prese la testa tra le mani esasperato come non era mai stato. «Sono stato un pessimo padre. Non ho adempito ai miei doveri quando aveva bisogno di me… sarà l’unico rimorso che mi porterò per tutto il resto della mia ormai breve vita.» «Non dire così! Noi non moriremo.» disse Aurora cercando di non arrendersi. «È solo questione di tempo, mia moglie adorata… Ormai è finita.» «E io ti ripeto che non è vero! Finchè l’ultimo essere umano alleato con le forze del bene non si sarà arreso a Malefica, c’è sempre una speranza.» «E dimmi, chi sarebbe costui che può tenere testa a Malefica?» «Ricordati una cosa, Filippo… Io ho fiducia nella mia amata creatura. So per certa che sarà lei a salvarci.» Filippo non rispose pensando che ormai la sua regina stesse vaneggiando e impazzendo in quella cella umida e fredda. Crystal era l’unica bambina che era stata risparmiata dal giudizio universale di Malefica. Ingenuamente, la strega più potente delle forze del male credette che una creatura piccola e così innocente non avrebbe fatto del male a nessuno. Ma si sbagliava… Uno sbaglio che presto pagò a caro prezzo. «Principe Lorenzo, sai per caso dove si trova tua sorella?» domandò Malefica incuriosita. «Starà girovagando nel castello.» rispose semplicemente il bambino. «Voglio parlare con lei. Forse riesco a portarla dalla nostra parte… Così anche l’ultimo discendente di questo regno si sarà piegato alla volontà delle forze del male. Vai subito a cercarla» Ma non ce ne fu bisogno. Crystal comparve sulla soglia della sala del trono dove si trovava proprio Malefica. «Ah, sei qui…» «Questo castello è davvero gigantesco, non trovate anche voi?» «Concordo, mia piccola esploratrice.» «Potete dirmi dove si trova la mia mamma e il mio papà?» «Se ne sono andati, tesoro mio. Tu e tuo fratello siete stati abbandonati. Per sempre. Sono dei genitori egoisti non trovi?» mormorò la strega mentendo spudoratamente ad una piccola bambina innocente. «Beh sinceramente, non so cosa pensare. Io sono solo una bimba piccola.» «Quel tuo fare innocente mi irrita non poco. Però forse puoi tornarci utile in qualche modo… Magari ti potrei trasformare in una creatura orripilante. Che ne dici di un grosso drago?» «Bleah! Sono delle creature bruttissime! A me piacerebbe trasformarmi in una fata buona.» «In una fata? Ahahah. Ma non farmi ridere. Le fate buone come a quelle che ti riferisci tu, sono delle creature inutili. Al contrario del drago che è un essere forte e indistruttibile.» «Ne sei veramente sicura?» Fu in quel momento improvviso che i poteri nascosti della piccola Crystal si manifestarono in tutto il suo splendore. Un bagliore di luce accecante inondò tutta la sala del trono, trasformando la piccola bambina in una bellissima fate dalle ali gigantesche con indosso un abito color dell’oro.  «Cosa significa tutto questo? Chi sei tu veramente?» «Sono Crystal. Fata della natura e protettrice di questo regno.» rispose semplicemente la creatura con un sorriso radioso e pieno di speranze. «Lo sapevo… Sapevo che ti avrei dovuto rinchiudere insieme a quei traditori dei tuoi genitori.» «Non sarebbe servito a niente… La luce delle forze del bene non può spegnersi mai. Nemmeno quando una strega volgare come te distrugge un regno fantastico come questo.» «Stupida creatura senza cervello! Pensi davvero di essere più forte di me?!» tuonò Malefica con un impeto di rabbia. «Mettetemi alla prova e vedrete come le forze del male riusciranno a soccombere ancora una volta.» «No! Questa volta no!» Malefica era fuori controllo. Scagliò ogni sorta di maleficio e incantesimo oscuro di cui era a conoscenza, ma Crystal non subì nemmeno il piccolo graffio. «No! Non è possibile! Tu non puoi resistermi!» «E invece è quello che ho appena fatto! Preparati a tornare nell’oblio di cui sei destinata a rimanere fino alla fine dei tempi.» I sortilegi e gli incantesimi di Crystal erano molto più potenti di tutta la magia di Malefica. La strega non potè far altro che subire tutti i suoi attacchi, arrendendosi malevolmente sotto i colpi delle forze del bene. «Avete vinto… Ma non finisce qui! Un giorno tornerò e quel giorno ti farò pentire di avermi sfidata!» Malefica ritornò nel grande grimorio di magia nera dove il principe Lorenzo l’aveva evocata, e per evitare che potesse essere evocata una seconda volta, la fata Crystal distrusse il libro e tutto il reparto di magia nera e oscura che la biblioteca del castello conteneva. |
Capitolo 6
*** Una nuova avventura per il principe Lorenzo ***
| Capitolo 6: Una nuova avventura per il principe Lorenzo Il re Filippo e la regina Aurora furono finalmente liberati dalla loro prigionia, e il regno della Brughiera riprese a splendere sotto la luce della fata della natura. «Figlia mia! Ci hai salvati! Non potremmo mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto!» disse Aurora al culmine di una gioia incontrollabile mentre la stringeva a sé. «Figlia adorata! Non capisco dove tutti questi tuoi poteri siano venuti…» disse Filippo ancora incredulo. «Dopo pochi giorni che venni alla luce, l’anima della Brughiera scelse me come la sua nuova protettrice, dandomi in regalo questi poteri speciali. Non avrei mai pensato che un giorno mi sarebbero serviti a qualcosa… Non credevo che Malefica potesse un giorno tornare.» «L’erba cattiva non muore mai, come si suol dire.» «Avete ragione, padre.» disse sorridente la fata. «Madre… Padre…» Era la voce del piccolo Lorenzo. Una voce che sembrò avesse squarciato la felicità che era stata appena riconquistata. «Lorenzo… Come hai potuto!» «No padre. Non siate duro con lui. Non è colpa sua. Sono state le forze del male a intrappolarlo.» si intromise Crystal evitando a suo fratello una sgridata o peggio ancora, la radiazione dal regno. «Tranquilla, non lo sarò. Però il suo cuore è… insomma, c’è del male dentro di lui.» «Di questo non dovete preoccuparvi. Ci penso io.» la rassicurò la fata. Lorenzo fissava intensamente quel bagliore di luce che sua sorella emanava da tutto il suo corpo. «Crystal io… non so cosa dire. Mi dispiace per tutto quello che ho combinato…» «Lorenzo. Fratello mio. Sangue del mio sangue. Non devi scusarti. So che non eri tu… Però per evitare che succeda un’altra volta una cosa del genere, devo obbligarti a lasciare il castello.» «Mi sembra giusto.» mormorò il piccolo principe. «Sì ma non sarà per sempre. Dopo aver trascorso un paio d’anni nella foresta, vedrai che sarai una persona completamente trasformata e tutta l’oscurità che si trova dentro di te, sparirà per sempre.» «Ma come può farmi un simile effetto?» «Lorenzo, te lo sei già dimenticato? La foresta è magica. È lì che tutte le forze del bene manifestano il loro potere.» «Hai ragione, Crystal. Beh, allora non devo perdere tempo. Prendo tutte le mie cose e…» «No, non ti servirà nulla. Devi solo purificare la tua anima. Tutto qui. Non ti servono alimenti o vestiti d’ogni genere.» «Ma Crystal, sei sicura che sia una buona idea che tuo fratello vaghi come un selvaggio?» domandò il re scettico. «Padre, non preoccupatevi. La foresta lo accoglierà a braccia aperte come un figlio legittimo e lo cullerà proteggendolo da ogni male.» «Come da ogni male? Quale male può nascondere la foresta?» «Questo sta a te scoprirlo. Ora vai, e quando tornerai sarai il nuovo re della Brughiera.» disse infine la fata della natura dando la benedizione a quel fratello che aveva sempre amato e rispettato da quando era venuta alla luce.» «Grazie sorellina. Grazie per la nuova vita che mi hai donato.» disse infine il piccolo principe congedandosi dalla sua famiglia. «Ma deve per forza partire subito? Non può aspettare domani? Stasera daremo una festa in tutto il regno per la sconfitta di Malefica e…» «No padre, niente feste per noi. E poi è necessario che Lorenzo parta subito.» disse categorica Crystal con il suo solito sorriso lucente. «Come credi, figlia mia… Lorenzo, buona fortuna per la tua nuova vita. Ricordati che io e tua madre ti vogliamo bene e qualsiasi cosa succeda, ti saremo sempre accanto.» «Grazie, padre. È bello sentirvelo dire.» disse Lorenzo andando ad abbracciare coloro che non aveva mai del tutto amato. «Anch’io ti voglio bene, fratello mio. Rimarrai per sempre nel mio cuore fino alla fine dei tempi.» Angolo di lmpaoli94 Salve a tutti! Ho voluto scrivere questa fan fiction perché ritengo La bella addormentata nel bosco la mia fiaba preferita. Fatemi sapere se vi è piaciuta oppure no. Magari potrei scrivere un continuo… Ciao a presto. |