undici mesi con il mio amore sotto la luna

di HINAGHI_CHAN
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. sogno ***
Capitolo 2: *** 2.Jorge ***
Capitolo 3: *** 3. l'ex. ***
Capitolo 4: *** 4. La mia luna ***
Capitolo 5: *** 5. a casa ***
Capitolo 6: *** 6. film ***
Capitolo 7: *** 7. risveglio ***



Capitolo 1
*** 1. sogno ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Corro.
Corro via.
Corro via da qualcosa.
Qualcosa che vuole prendermi e uccidermi.
Ho una brutta sensazione da loro. Sono ferita all'addome. Loro mi inseguono grazie all'odore del mio sangue che esce.
A un certo punto inciampo.
Loro mi saranno presto vicini.
Morirò.
Morirò.
Morirò, ne sono certa.
Chiudo gli occhi quando sento uno di loro avvicinarsi e prepararsi ad attaccarmi.
Ma non succede nulla.
Quando riapro gli occhi il mio sguardo si intreccia con quello di un lupo. è meraviglioso: ha il pelo nero come la notte, i denti appuntiti e gli occhi verde smeraldo più belli che io abbia mai visto.
Quel lupo è meraviglioso.
Ha il musso un po' sporchi del sangue del tizio che stava per uccidermi.
Quindi mi ha salvata.
Sento di potermi fidare di lui.
Il mio istinto mi dice di accarezzarlo.
Allungo la mano per accarezzargli la testa.
>TUU. Sì informano i gentili passeggeri che l'aereo sta atterrando.
Era un sogno . Che peccato. Va be. Meglio che mi alaci la cintura. Dopo ventiquattro ore di volo sono finalmente arrivata.
Sono una semplice ragazza. Ho sedici anni e devo iniziare la quarta liceo. Nella mia scuola c'è un progetto di scambio molto bello. Però scelgono solo i più bravi.
Dopo la prima, mia cugina me ne ha parlato. Da allora mi sono impegnata al massimo. Ora sto scendendo d'aereo che mi ha potata dall'altra parte del mondo per undici messi di scambio scolastico. Sono italiana. E ora vivro' per un po' in Australia. Non vedo l'ora. Scendo prendendo il mio valigione. Sono in mezzo a gente che non conosco e di un'altra lingua. Tiro fuori dalla mia borsa un cartello sul quale avevo scritto il nome, comunicatomi in precedenza, del ragazzo che mi avrebbe ospitata. Dopo non molto un ragazzo mi si avvicina.

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Capitolo 2
*** 2.Jorge ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Dopo non molto un ragazzo mi si avicina.
-Hello. sei tu...- prende un foglieto dove credo ci sia il mio nome, -Giorgia?-
-Yes. sono io. E tu sei... Jorge? Giusto?-
-Si. piacere. èun po' buffo vero? Jorge e Giorgia?-
Ridiamo in sieme. Stiamo gia facendo amicizia.
-Concordo-
-Scusa non sono bravo le lingue. Ma faro del mio meglio per farti sentire a tuo aggio qui.-
Mi soride.
-Si. anch'io non me la cavo bensimi.-
-Andiamo?-
-Si-
Faccio per prendere la valigia ma lui fa prima di me.
-Non preocuparti te la porto io. Sono milto forte.-
-Grazie. Io non sono per niente forte.-
Usciamo e lui mi fa avicinare alla sua macchina. Poi mi fa entrare e mete la mia valigia dietro. Ero nel sedile del pasegero cando all'autista. Odio il silenzio, quindi provo a incominciare una conversazione.
-Jorge?-
-Si.-
-Tu quanti anni hai?-
-17 Tu?-
-16 Il mio compleanno e dicembre.-
-Che numero?-
-Il 4. Il mio compleanno è il 4 dicembre. Il tu?-
-Il 12 aprile.-
-Cioè?-
-12/4-
È imbarazante. Lo conosco da meno di trenta minuti e ho gia fatto una figura pesima. Lo guardo per notare una sua reazione. E lui se ne accorge.
-Sono troppo bello che non riesci a togliermi gli occhi di dosso?-
-No. Non è per questo.-
Anche se però è sul serio un bel ragazzo. Ha un taglio di capelli normale e sono ti colore nero scuro. Nero come la notte. In oltre ha gli occhi verdi smeraldo. È davero un bel ragzzo.
-Allora perché? E non mentirmi.-
-Perché volevo vedere una tua reazione.-
-A cosa? Se hai ottenuto questo scambio vuol dire che non sei una scioca. Non importa se non sai certe cose scontate.-
Gli sorido forse è un pò sbrufone ma anche gentile.
-E ora perchè continui a guasdarmi?-
-Così Mi sono incantata. E poi volevo capire con chi dovrò avere a che vare finche restero qui.-
-Pecato. Io ero sicuro che tu mi stessi guardando per sono bello e ti piacio.-
-No-
-Quindi secondo te sono brutto?-
-Non volevo dire questo. Intendevo che non era per quello che ti stavo guardando-
-Peccato. Secondo me invece sei molto carina.-
A quella afermazione dito rossa.
-Non dirmi che non telo ha mai detto nesuno.-
-No. Cioè qualcuno si ma mai uno sconoscuto.-
-Sconosciuto? credo che d'ora in poi non saremo più sconosciuti. Però hai ragionone non so niente aparte il tuo nome e l'eta di te. E tu di me. Che ne dici di parlare un po'?-
-Ok. Inizia pure tu.-
-Mmm... Che scuola ha scielto?-
-Liceo delle scienze aplicate. Tu?-
-Anch'io. Che lavoro fanno i tui genitori?-
-Mio padre fa la guardia giurata. Mentre mia madre aveva un negozio, ora non più quindi fa qualche lavoreto quendo può. I tuoi?-
-Mia madre è un medico chirurgo. Mentre mio padre...-
-Perchè ti sei bloccato?-
-Prometi di non giudicarmi male.-
-Prometo.-
-Mio padre è il preside della mia scuola e cioè di quella che freguenterai tu quest'anno.-
Rimasi zitta non sapevo sul serio come comentare quella affermazione.
Mi soride come se avese capito cosa ho pensato.
 

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Capitolo 3
*** 3. l'ex. ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
-Siamo arrivati.-
Esce dalla machina. viene dalla mia parte e mi aiuta, a scendere poi prende la mia valigia.
-Grazie- gli sorrido.
-Hai un bel sorriso.-
-G.. Grazie.-
-Di niente. Andiamo?-
Annuisco.
Lo seguo. Lui apre la porta. Mi fa oltrepassare il cancello e io noto una ragazza davanti alla porta d'ingresso. Jorge appena la vede si innervosisce.
-Chi è-
-La mia ex.-
-Cosa vuole?-
-Non lo so-
Ci avviciniamo alla porta quindi di conseguenza anche a lei.
-Hello. Mio amor.-
-Tanto ex. non sembra- Sussurro a bassa voce.
Jorge mi sente, ridacchia un attimo e si volta per sorridermi in risposta.
-Non la presa bene quando l'ho lasciata stamattina.-
-Ora a senso.-
-Che vuoi dire.-
-Avrà bisogno di tempo per accettarlo. Come l'hai lasciata?-
-Le ho semplicemente detto che la lasciavo.-
-Senza dargli un motivo?-
-No. Perché ha me non importava proprio lei ci stavo per altri motivi.-
-Allora non mi sorprende che non l'abbia acetato.-
-Che vuoi dire?-
Si gira del tutto verso di me sorpreso della mia affermazione.
-HEI! Jor non puoi ignorarmi cosi. Sono la tua ragazza.-
-Non sei più la mia ragazza.-
-Perché?-
-Perché ti ho lasciata.-
-Perché? Che ho fatto?-
-Niente. Tu niente.-
-E allora perché mi hai lasciata? Vino a ieri ti piacevo.-
-No. Tu non mi sei mai piaciuta. Stavo con te solo perché sei brava a letto.-
-E allora perché mi hai lasciata? Per questa sgualdrina qui?- Dice infuriata per ciò che l'è stato rivelato.
-No. Non prendertela con lei.- Cerca di difendermi. -E poi sei diventata troppo appiccicosa.-
Sembra più una scusa per liberarsi di lei.
-E vorresti sostituirmi con questa tavoletta?-
-Ti ho detto di non prendertela con lei. E poi ti lascio principalmente perché quest'anno avrò molto da fare e non voglio pensare a una cozza secante come te.-
-E vorresti sostituirmi con questa bruttina.-
-ORA BASTA! SMETILA DI PRENDERTELA CON LEI! NON CENTRA! NON TI A FATTO NIENTE! E POI NON È BRUTTA.- Mi difende ancora.
-Grazie.- Sussurro ma credo che mi abbia sentito.
-Non...- Inizia a parlare ma Jorge la interrompe bruscamente.
-ADDESO BASTA! VA VIA DA CASA MIA!-
-Mhh... Se con la sgualdrina non va bene. Non tornare a lagnarti da me.-
Va via cercando di darsi un ultimo contegno ma credo sia ferita. Parlerò Jorge per sapere di più del suo comportamento.
-Smettila! Ti ho detto di non trattarla cosi!-
Jorge si gira verso di me. -Scusami non avrei voluto che tu assistessi a questa scena-
-Non preoccuparti. Ma, scusa, il tuo discorso non ha molto senso.-
-Ho i miei motivi.-
-Se posso permettermi. Vorrei chiederti quali sono questi motivi.-
-Ora non posso dirtelo. Forse prima o poi, quando avrò le conferme che spero, se le avrò, ti dirò tutto. Sperando che non sia troppo.-
-Che vuoi dire?-
-Tutto a tempo debito. Ora andiamo dentro che cosi vestita ti ammalerai. Parliamo dentro.-
-Va bene- dissi titubante.
Ci avviciniamo alla porta. Lui apri e mi fece segno di entrare per prima.
-Prima le signore.-
-Grazie. Che gentil' uomo.-
Entriamo in casa e lui chiude la porta.

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Capitolo 4
*** 4. La mia luna ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Entriamo in casa e lui chiude la porta.
-Vieni ti mostro la tua stanza.-
Mi fa strada, e porta la mia valigia con se. Saliamo al secondo piano. In cima alle scalle c'è un piccolo cordoglio con tre porte. Il coridoglio è retangolare. In basso a destra ci sono le scalle, con difronte una porta. Jorge la indiza.
-Questa è la camera de miei genitori.-
Poi mi porta i fondo al coridoglio a sinistra, dove ci sono altre due porte una difronte all'altra.
-Questa è la mia stanza. Se ti serve qualcosa, in ogni momento, mi puoi svegliare e ti aiuto.- Dice indicando la porta a fianco a quella dei suoi genitori. Poi ndica l'altra. Acanto alla scala. -Questa è la camera degli ospiti. Tu starai qui. Difronte a me per ogli problema.-
Apre la porta e mi fa entrare. È sul serio una una bella camera quadrangolare. La porta è al centro di una delle pareti. Alla sinistra c'è uno spechio. Vicino a esso nell'angolo c'è un armadio a muro molto grande. Nell'angolo ficino a questo e opposti alla porta si trova in meraviglioso letto a due piazze. Alla destra della porta nell'angolo c'è una scrivania e delli scavalli su tutta la parete. A circa un merto dalla fine degni scavalli in direzione del letto c'è una porta.
-È..È bellissima. Questa stanza è bellissima-
-Sono felice che ti piacia-
Porta la mia valigia dentro e si avicina alla porta vicina al letto.
-Questo è il bagno.-
-Ho un bagno privato?-
-No, lo usiamo tutti.-
Mi blocco sperando me che stia scherzando.
-Stai scerzando?-
-No. Preparati.-
Io sbianco. Lui si mette a ridere.
-Non dirmi che ci hai creduto sul serio. Stavo scherzando. Ogni stanza a la propio bagnoi personele.-
Lascio un sospiro di solievo e mi meto a ridere anch'io. Che stupida che sono stata.
-Si. Ci avevo creduto. Bello scherzo.-
-Tu riposati un po'. Fra poco arriveranno i miei genitori. Vado a preparare qualcosa per cena.- Avvicinandosi alla porta.
-Tu sai cucinare?- Chiedo sorpresa.
-Si. Perché tanto sorpresa?-
-Non ti ci vedevo a essere uno che sa cucinare.-
-Infatti per la reputazione che mi tengo a scuola non sono il tipo. I soli a sapere la verità sono i miei genitori, il mio migliore amico e ora tu.-
Sorido. -Grazie vuol dire che ti fidi di me?-
-Si. No. Non lo so neanche io il motivo per cui talo sto dicendo.-
Contracambia il mio soriso.
-Grazie.-
Poi va via.
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Perché continuo a dirle cose che direi a nessun altro. Comunque sento di potermi fidare di lei e che non mi tradirebe mai.
Inizio a cucare e ritenso alla chiacherata di questa mattina.
°-Dormito bene tesoro?- Mi saluta mia madre quando vado in cucina per la colazione.
-Si. mamma.- Dicco con voce un po' stana.
-Emozionato per l'arrivo di questa ragazza italiana?-
-Si.-
-Hai un'espresione starana. Situto di stare bene? Hai fatto un brutto soglio, figliolo?-
-No. Uno strano sgno.-
-Raconta.-
-Ero un lupo e mi trovavo nel bosco. Poi sento un odore di sangue sconoscuto. Seguo la traccia e vedo una ragazza a terra ferita. È da lei che viene il sangua. Sta per essere ucissa da qualcosa che non vedo bene e non riesco a identificare nemmeno dall'oddore. Però non posso aspetare o uccidera la ragazza. Attaco e ellimino quell'esere. Poi mi volto verso di lei. Sento di potermi fidare cecamente. La vedo alsare una mano per accarezarmi e non so perché dessidero, aspetando quel contato. Poi mi sveglio quando sta per accarezarmi.-
-Complimenti figliolo.-
-Perché?-
-Come non ci hai pensato?-
-A cosa?-
-La ragazza del tuo sogno potrebe essere la tua compagna, la tua luna, il amore.-
-Ma... tu hai detto che disolito si incontra dopo molti anni. Io sono giovane.-
-Ho detto di solito. Non sempre. Sei fortunato.-
-È gia sucesso?-
-Si. La storia di capuceto rosso.-
-Tesoro racontaci comera. Se la vediamo telo dicamo.-
-Eee... Aveva la pelle chiara, chiarissima, come il latte se non di più. I capelli diondo scuro, non marne chiaro ne un pindo comune. E gli occhi...-
-Potrebbe essere la ragazza italiana. Dopo tutto, di solito, si soglia la propia luna poco prima di incontrarla. E anche lei fa lo stesso sogno. Però prima di parlarle cerca di avere magiori certaze.- Mi interompe mio padre.
-Caro non interomperlo. Finirai dopo. Jorge continua.- Lo rimprovera mia mamma.
-Aveva gli occi verde-grigio. E... Era bellissima. Ma non so se incontrandola cosi la riconoscerei con assoluta certeza.-
-Voi farete gli stasi sogli solo da due prospetive diverse. Ti consiglio di aspetare un po' avere la certeza che è lei e poi tutto andra a posto nel momento in cui capirà che sei tu il lupo che sogna.-
-Ma se fosse una semplice umana che faccio?-
-Quando ne avrai la certeza poi proverai a trovare il modo di parlarle senza spaventarla.-
-Sarà un impresa.- Comento cercando di nascondere malamente la mia preocupazione.
-E per questo voresti lasciare perdere e restare solo per sempre?-
-NO!!-
-Comunque sia avrai la totale certeza fra dieci giorni quando ci sarà la luna nuova-
-Sul serio?- Chiedo titubante.
-Si. Anchora pochi giorni e saprai. Su non è una atesa cosi teribile.
Ho finito di cucinare. Tra pochi minuti arriveranno i miei genitori. Quindi decido di andare a chiamare Giorgia. Vorse mio padre aveva raggione. Vorse è lei dupottutto ha gli occhi verde-grigio, la carnagione palida e i capelli biondo scuro.
Salgo al piano di sopra. vado alla sua porta. Mi guardo in torno, noto che ha messo a posto la sua roba dalla valigia. Ma poi vedo la sua valigia aperta a terra con sncora dentri delle cose. Mi volto per vederla e è li. Sul letto che riposa. Probabilmente è staca morta per il viaggio. È bellissima mentre dorme. Vorrei vederla cosi per sembre pare un angello.
Si. Probabilmente è propio lei la mia luna.
Che lo sia o no penso che chiunque avrà, un giorno, la fortana di svegliarsi e addormentarsi ogni giorno con lei.
A questo pensiero mi viene un strana sensazione che non ho mia provato nemmeno con la mia ex: Braid. Non capisco cosa sia. Compasione. Piacere. Felicita... Adiritura, potrebe essere amore? Si in parte. Ma vorse più gelosia che un altro uomo possa stare nel suo letto.
Sento il campanelo suonare. Sono i miei genitori. Mi spiace. Ma devo svegliarla.
Mi avvicino. Le poggio una mano sulla guancia e...

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Capitolo 5
*** 5. a casa ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Le poggio una mano sulla guancia e mi sento come trasportato da qualche in un altr dimenzione. E è quasi cosi. Perché quando mi guardo in giro mi ritrovo nel bosco che ho sognato. Vedo la scena in terza persona. C'è lei, la ragazza che o sognato, ma non ben vista in fascia. Ora però la vedo meglio e sono sempre più convinto essere Giorgia. Ma ne avro la conferma molto presto. Mi distrego dai miei pensieri perché sento un mugugno e torno a guardare la scena del sogno. Sembra il continu o meglio il finale di quelo che ho fatto in cui la salvavo.
Infati c'è una ragazza ferita, lei, a terra. Un lupo, io, difronte un po' sporco. Il mio sogno si è interoto poco prima che mi accarezase. Ma qui vedo che mi sta acarezando, propio dietro all'orecio. Che bello. Vorrei essere sul serio io. Chissa se è vero che lei sia la mia luna? Però vore tanto che fosse lei. È carina e per quel che so a anche un buon caratere.
Dopo non poco tutto finisce. Ritorno dove ero prima davanti a lei che dorme con la mia mano pogata sulla sua guancia. Lei si è svegliata ecco perché siamo tornati alla realta.
Mi guarda con una faccia con uno sguardo interogativo e io capisto il perché. In effeti è imbarazante. Arrosendo un po'.
-Non farti strane idee. Stavo solo cercando di svegliarti.-
-Non preocuparti.- Sbadiglia. -Perché mi volevi svegliare?-
-La cena è pronta-
-Che carini.- Sentiamo arrivare una voce e ci voltiamo verso la porta. Ci sono i miei genitori e ha parlare e stata mia mamma.
-MAMMA!!- Dico imbarazato.
-Ragazzi che stavate facendo?- Dice mio padre. -La cena è pronta andiamo?-
Mi rivolto a guardarla e mi rendo conto solo ora che non le avevo ancra levato la mano dal suo viso. È una sensazione piacevole, calda vorrei non smetere mai con questo contato. Quindi la ritrago. Ma appena sposto la mano lei la affera velocemente e la riporta sulla sua guancia. Non che mi dispiacia ma è... strano, imbarazante. Subito si rende conto di cio che ha fatto.
Penso che l'abbia fatto per istinto sensa un vero motivo.
-Scu...Scusami- E mi lascia la mano. Con quel gesto sembra voglia darmi la posibilita di sciegliere: Lasciare la mano o ristrarla. Ma sembra una scielca metaforica, ma non ne capisco il vero significato.
-Niente- Dicco continuando ad accarezarle la guancia.
Intanto i miei genitori sono andati giu. Lei è ancora sdraiata sul letto solo con la testa inclinata rispeto al corpo. Intanto io mi sono abbasato per arivare al suo livelo. I nostri occhi si incrociano come nel sogno.
Sono una bestia. Un mostro. Un lupo. O meglio un lipo manaro. Un licantropo. Seguo il mio istinto per natura. E ora il mio istinto mi sta dicendo di...
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Jorge realizo di avere ancora la sua mano sulla mia guancia. Quindi la ritrae. Ma io, non voglio, quindi, istintivamente, la riavero felocemente e riporto dove era prima. È una sensazione calda, piacevo e vorei sentirla sempre.
-Scu...Scusami.- Quando mi acorgo di cosa ho fatto levo la mano dalla sua. Mi aspeterei che la ritraga. Ma non lo fa. Ne sono felice e sento di potermi fidare incodizonatamente.
I suoi genitiri vanno via.
-Niente- Iniziando dal acarezarmi la guancia.
Mi alzo parsialmente e lui si abassa. I nostri sguardi si incrociano. Ho bisogno di un contato. E non devo nemmeno attendere tanto. Mi bacia, prima castamente poi dopo non molto il bacio diventa più passionele. Vorrei continuare a saggiare quelle labbra in etterno. Continuando cosi lui finsce per selire sul letto sopra di me, mentre io sono distessa su letto.
-HEI! VOI DUE, DISOPRA. VOLETE VENIRE A CENA O NO?- Sentiamo da piano inferiore.
A quelle parole è come se ci svegliasimo da un sogno, da uno splendido sogno. Un po' mi è dispiaciuto. Era un contato che mi piaceva molto.
-S...Scusa. Non volevo...- Dicce come se fino a quel momento non fosse stato se stesso.
Credo che abbia sbaiato parole, perché mi fa andare in bestia.
-Cosa non volevi? Non ho iniziato io!-
-No. No. No. Non volevo dire questo.-
-Allora cosa volevi dire?-
-Che... Non volevo darti quella impresione. È che in quel momento non più riuscito a tratenermi. I tuoi occhi, Il tuo odore, tutto. Non ho più resistito. Scusami. Ho esagerato. Poi considerando cio che ho detto prima Braid, la mia ex.-
-Non preocuparti. Non mi stavi dando quella impresione e il fatto che ti sia scusato così mi fa pensare che non lo sei. Ma comunque mi stai schiaciando.- Cocludo scherzando.
-Scusa- Si alsa e si mette seduto su bordo del letto.
-Niente-
>grgrgrgr.
Lui scopia a ridere. -Hai fame?-
-È da quando sono partita che non mangio niente.-
-Allora andiamo!- dice con enfasi. Poi si gira verso di me. Mi prende in braccio e mi mette a terra.
-Grazie.-
Andiamo giu. Il tavolo è gia apparechiato. Mi invitano a sedemi. La cena trascore 'nolmalmente', o almeno come sara normale per qualche mese. Quando finiamo di mangiare sono circa le dieci e i signori Marks mi dicono che posso andare a riposarmi.

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Capitolo 6
*** 6. film ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Quando finiamo di mangiare sono circa le dieci e i signori Marks mi dicono che posso andare a riposarmi. Non so che ore siano in Italia ma provo lo stesso a chiamare casa. E per fortuna mia mamma mi risponde anche se un po' assonnata. Parliamo per un po', io la rassicuro e tranquillizzo. Poi vado in camera mi lavo e metto il pigiama.
>Toc, toc.
-Giorgia, posso? Sono Jorge.-
-Si certo.-
Allora lui entra.
-Senti Gio. Posso chiamarti Gio?- Annuisco e lui continua. -Mio padre è nel suo ufficio e mia madre pure. Alla TV trasmettono un film che a me piace molto. Ma guardarlo da solo non è divertente come in compagnia. Quindi, se non sei troppo stanca, mi chiedevo se volessi guardarlo con me?-
-Si va bene. Anche se non credo che ci capirò molto in un altra lingua.- Accetto sorridendo, -Che film è?-
-"Il ragazzo che gridava al lupo... mannaro ."-
A me si illuminano gli occhi, adoro quel film.
-Fantastico. Piace molto anche a me! L'ho visto talmente tante volte da saperlo a quasi memoria!-
Ridemmo per un po'. Poi andammo a guardare il film. Quando fini erano più delle undici.
-Andiamo a letto?- Chiedo.
-Si. Domani mattina puoi dormire quanto vuoi.-
-Grazie-
-Ah. Domani viene qui il mio migliore amico a pranzo. E i miei genitori non ci saranno.-
-Va bene.- Andiamo di sopra e davanti alle rispettive porte ci salutiamo dandoci la buona notte.
'È buglio.
Troppo buglio.
Non vedo niente tranne una cosa.
O meglio persona?
Ho davanti una persona. Le sue mani e le unghie si trasformano in dei grandi artigli.
HO PAURA!
HO PAURA!
HO PAURA!
Vuole uccidermi sicuramente.
La guardo per bene e riesco a vedere abbastanza bene i vestiti che indossa. Sono come quelli dell'altro sogno. È la stesa persona, o cosa, ne sono sicura. Il mio sguardo sale fino alla sua faccia. La riconosco è la ragazza che ho visto oggi, la ex. di Jorge. E c'è la con me. Cosa le ho fatto? Cosa vuole? UCCIDERMI?
-Ora pagherai per tutto- Ringhia.
Avertendo il pericolo mi volto per correre via ma dopo non molto mi ferisce. Fa malissimo.
Sembra, però, che l'odore del mio sangue l'abbia distratta. Ne approfitto per scapare. E loro mi inseguono, solo ora mi rendo conto che ci sono altri esseri.
Corro.
Corro via.
Corro via da qualcosa.
Qualcosa che vuole prendermi e uccidermi.
Ho una brutta sensazione da loro.
Sono ferita all'addome. Loro mi seguono grazie all'odore del mio sangue che esce.
A un certo punto inciampo.'

-AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH- Grido e capisco che era solo un sogno.
>TUM.
La porta si apre di scatto. Mi volto, c'è Jorge. Si avvicina al letto e in tanto arrivano i suoi genitori.
-Che è successo?- Mi chiede Jorge sedendosi sul letto accanto a me.
-Un brutto sogno.- Rispondo, ancora frastornata dal sonno, in italiano.
Non so se a capito ciò che o detto o no. Ma mi abbraccia e rassicura. I suoi genitori vanno via capendo che ci può pensare lui e che ora è tutto a posto.
-Calma. Giorgia. Vuoi raccontarmi cosa hai visto?-
Scuoto la testa in segno di no.
-Va bene ora calmati e torna a dormire. Ricorda era solo un sogno, non è reale. Io vado.-
Si alza per dirigersi nella sua camera, ma io non voglio. Gli afferro un braccio per trattenerlo. Lui si volta e sorride mentre io non parlo.
-Vuoi che resti qui?-
Annuisco. Lui si mette sotto le coperte. Mi rannicchio sul suo petto e mi addormento.

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Capitolo 7
*** 7. risveglio ***


ITALIANO IN VERDE
INGLESE IN ROSSO
Mi alzo, mazza assonata, voglio andare in cucine a bere un po' d'acqua.
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Mi sveglio. Sento che manca qualcosa. Rimetto in ordine i pensieri della sera scorsa quindi muovo il braccio e sento che non c'è nessuno.
Dov'è Gio?
Apro di scatto gli occhi preoccupato.
Non lo sono mai stato cosi tanto. Che mi prende? È da quando ho conosciuto Giorgia che mi sento strano. In oltre non riesco a non pensare a lei.
Approposito dov'è?
Mi alzo e dirigo nel corridoio. Grazie hai miei sensi riesco a vederla. Sta barcollando, probabilmente ancora semiaddormentata, verso le scale. Ha i capelli arruffati, un pigiama forse troppo leggero per la temperatura del clima dell'Australia. Ma per la sua abitudine ora è fine estate non fine inverno. Si abituerà. Spero lo faccia presto perché non so quanto potrò resistere a vederla tutte le sere con quel pigiama cosi leggero.
La vedo barcollare un po' troppo e cercare di fare le scale. Sta dormendo in piedi. Se fa le scale cosi rischia di cadere. Corro da lei proprio in tempo. Perde l'equilibrio. Sta per cadere. Ma ci sono io. La prendo prima che cada. La tengo io, stretta in un abbraccio, con il suo odore che mi invade le narici.
-Mmm... Jorge?- Mugugna.
-Ti porto in camera?-
-Mi pace il tuo profumo.- Sussurra.
"Anche a me il tuo." Penso ma decido di non dirglielo. "Wow. Quanto sono mieloso. In passato non l'avrei mai nemmeno pensata una cosa cosi."
-Ti porto... dove stavi andando?- Le chiedo.
-In cucina. Ma ora voglio rimanere qua: Fra le tue braccia.-
-Va bene. Ma ti porto in camera.-
-Non voglio restare sola.- Alza la testa guardandomi. A uno sguardo è terrorizzato. "Di che cos'ha paura?"
***************************************************************************
È mattino. Mi sveglio. Mi sento in pace. Cosa è? Sento qualcosa che mi strige. È piacevole. Mi è già capitato di svegliarmi così con qualche ex, solitamente senza pigiama. Ma è altrettanto piacevole. Apro gli occhi per guardarla è bellissima. E vedendola così ho la certezza che non è stato un sogno.
>Toc,toc.
-Avanti.- Rispondo già sapendo che è mio padre.
-Jorge? Hai dormito qui?- Chiede entrando.
-Si- Rispondo secco senza cercare bugie per giustificarmi perché lui lo capirebbe subito e finirei nei guai.
-Avete SOLO dormito?-
"Che genitore sospettoso e impiccione." -Si-
-Ok. Tua madre e io andiamo a lavoro e torniamo stasera. Divertiti con Jack e prenditi cura anche Giorgia.-
-Ricevuto.- Rispondo sorridendo.
-Dico sul serio. Se succede qualcosa di grave chiama se no mi arrabbio. Devi essere responsabile se vuoi diventare l'Alpha.-
-Si. Lo so. Non preoccuparti.- Che scocciatura sempre le solite cose.
-Ora usciamo. A stasera.-
-Ok. Ciao babbo. CIAO MAMMA.- Grido l'ultima frase per farmi sentire dal piano di sotto.
-A STASERA JOR. FAI IL BRAVO E RISPETTA LE RACCOMANDAZIONI DI TUO PADRE.-
Poco dopo i miei escono.
Cerco una sveglia e per casualità la trovo. Guardo l'ora circa 19.30 .
"Non torna. Devo dirle che la sua sveglia è rotta." Il tempo di finire questo pensiero e realizzo che forse la sveglia non è rotta ma solo impostata all'italiana.
Quindi decido, a malavoglia, di alzarmi. Tento a muovermi per alzarmi ma non ci riesco. Gio mi tiene in modo quasi convulsivo e al mio minimo movimento la sua presa si stringe ancora di più al mio pigiama.
"Non posso svegliarla. Ma che faccio?"
Mi cade l'occhio sul suo telefono. Ieri sera mi aveva detto di aver impostato anche l'orario di qui.
Mi sforzo e riesco a prendere il suo cellullare. Sono circa le 11. Quindi fra un ora arriverà Jack.
Posso rimanere ancora mezz'ora e poi andare a prepararmi. Sto così bene al fianco di Giorgia. Vorrei svegliarmi sempre così.
Mi rendo conto solo ora di essermi innamorato di lei, praticamente da quando l'ho conosciuta.
Mezz'ora dopo con attenzione mi alzo cercando di non svegliarla. Ci riesco, quindi vado preparami e finisco giusto in tempo per sentire il campanello suonare.





Angolo Autore:
Odiatemi: Riaggiornerò fra una vita e mezzo. Non vi chiedo di perdonarmi per questo, anche perché non so quanta gente segue questa scuola, ma sappiate che ho avuto tanti impegni con la scuola, avendo difficolta in più essendo dislessica, disortografica e disgrafica. E è anche il motivo dei miei vari errori, di ogni tipo.

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