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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1: Il ragazzo del lago *** Capitolo 2: *** 2: Ambientarsi *** Capitolo 3: *** 3: Colloquio di lavoro e giro turistico *** Capitolo 4: *** 4: Acquisti e sorprese *** Capitolo 5: *** 5: Il banchetto d'inizio anno *** Capitolo 6: *** 6: Nuovi amici e nuovi dubbi *** Capitolo 7: *** 7: I risultati delle analisi *** Capitolo 8: *** 8: L'apprendistato con i centauri *** Capitolo 9: *** 9: Banchetti e rituali *** Capitolo 10: *** 10: Cimiteri e Lune Piene ***
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diritti.
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infrangere
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Cap. 1: Il ragazzo del lago
Morbido e pungente, luce soffusa e calore.
Le palpebre sembravano
incollate fra loro e il ragazzo non riusciva ad aprire gli occhi.
Cercò di alzare una mano per strofinarseli, ma
scoprì di
non potersi muovere. Si agitò e riuscì a liberare
un
braccio dalla coperta che lo avvolgeva. Strizzò e
sbattè
le ciglia per abituare la vista alla luce calda delle candele e la
prima cosa che osservò fu il soffitto: il tetto sopra di lui
era
ligneo e portava appesi fasci di erbe, insaccati e gabbiette vuote di
varie dimensioni. La sua mente era ancora annebbiata e goffamente si
sedette sul morbido letto per guardare meglio dove si trovava.
Alla sua
sinistra vide una rozza credenza piena di pentole di terracotta,
ciotole e boccali da birra, alla sua destra invece trovò la
fonte di tutto il calore della stanza: un caminetto di medie
dimensioni, in cui ardeva allegramente un bel fuoco che non faceva
fumo. Davanti al letto c'era un tavolo molto alto, corredato da quattro
sedie altrettanto fuori misura. Su una di esse Nereus riconobbe i suoi
vestiti, messi palesemente ad asciugare davanti al camino e ormai
asciutti e caldi. In un angolo c'erano una grossa cuccia, vuota, e un
piccolo trespolo, dov'era appisolato un gufetto. In fondo alla stanza,
infine, c'era la porta d'ingresso in legno massiccio.
Con un ampio gesto si tolse la coperta patchwork dalle gambe e
posò i piedi nudi sulla pietra fredda che componeva il
pavimento
e le pareti. Prese i vestiti, si cambiò con un brivido e
cercò il suo zaino per riporre il pigiama che aveva addosso
fino
a qualche minuto prima. Lo trovò vicino alla testata del
letto,
sopra un baule, e lo aprì, controllandolo: Erbario,
provviste,
cambio e pigiama. Sì, era tutto in ordine.
Ora che era
nuovamente vestito, si risedette sul letto e cercò di
ragionare.
Evidentemente doveva essere capitato in una baita, com'era possibile
dedurre dall'arredamento. Gli abitanti (il letto era un matrimoniale,
quindi dovevano per forza essere due) che lo avevano accolto non erano
in casa, ma lui non poteva certo andarsene senza aver ringraziato per
l'ospitalità!
La sua mente confusa sembrò non allarmarsi per le evidenti
stranezze presenti nella stanza (il gufo, le candele, i mobili troppo
grandi...) finché non sentì un veloce raspare
provenire
dall'ingresso, corredato da sonori guaiti. La porta venne spalancata e
un grosso cane nero, di quelli per la caccia al cinghiale,
entrò
a balzelloni e, quando si fu accorto della presenza sveglia e
terrorizzata di Nereus, si lanciò verso di lui abbaiando. Il
ragazzo si rannicchiò in fondo al letto, alzando le braccia
e
urlando, aspettandosi un assalto che però non venne. Infatti
il
cane era stato acchiappato per il collare da un energumeno che, dando
la schiena al ragazzo, stava costringendo l'animale a cuccia con voce
cavernosa.
Per poco il giovane non urlò di nuovo, quando l'uomo
si alzò ("Era
alto quasi due metri e si era solo accucciato?"
Pensò sbigottito) e si voltò, posando una grossa
cesoia e
un cesto di vimini sul tavolo. Era alto almeno tre metri e mezzo e
largo cinque volte un uomo normale. Aveva i capelli neri, ricci e
ispidi, che si confondevano con la barba folta e i baffi cespugliosi. I
piedi, nascosti in grossi stivaloni di gomma da giardino, erano grossi
come piccoli delfini e le mani erano grandi come i coperchi dei bidoni
dell'immondizia. Il proprietario della casa continuò a
guardarlo, mentre indietreggiava e chiudeva delicatamente la porta con
una spinta.
"Stai bene?" disse il gigante "Non hai più freddo?".
Nereus, ancora in preda ad un attacco di tachicardia e non al cento per
cento sicuro della bontà di quell'uomo, rispose un tremante
"No
signore, grazie", stupendosi della sua voce rauca. Con fare
preoccupato, l'altro gli posò una mano sulla fronte per
sentirne
la temperatura.
"La febbre è scesa, menomale, ho avuto paura che
ci fossi rimasto secco. Eppure tremi ancora... tieni, rimetti la
coperta."
Anche se aveva quasi caldo, il ragazzo non lo contraddisse e
si lasciò avvolgere le spalle dalla lana colorata.
In silenzio osservò l'uomo versargli una tisana in un
boccale
dal bollitore di rame che era appeso sopra il fuoco. Bevve la bevanda
calda, riconoscendola subito come tisana di foglie di castagno contro
la febbre. Quante volte aveva dovuto berla in diciott'anni di vita! Per
fortuna, veniva sempre dolcificata con il miele.
"Eri messo proprio male sai. Principio di congelamento, geloni e
Merlino sa cos'altro! Mi spieghi cosa t'è venuto in mente di
gettarti vestito nel Lago Nero?" le parole del suo salvatore lo fecero
arrossire, mentre finalmente ricordava perché si trovava
lì.
Dopo
un intero giorno di cammino per le colline scozzesi era arrivato in
questa verdeggiante valle circondata dai monti. Davanti a lui si
trovava un enorme lago d'acqua blu pervinca, che dopo giorni di caldo e afa
gli era sembrato un miracolo. Notando a malapena il grande castello
sullo sfondo, aveva gettato lo zainetto sotto un albero e si era
tuffato. Aveva nuotato per circa dieci minuti, sospirando di
beatitudine, prima di accorgersi di quanto era fredda l'acqua. Stava
tornando tremante a riva quando si era sentito afferrare per un piede
ed era finito sott'acqua. Aveva cercato di divincolarsi, ma la cosa che
lo aveva arpionato era straordinariamente forte. Dopo pochi istanti era
svenuto. Ricordava poi pochi momenti di delirio: qualcuno che lo
prendeva in braccio, il gusto della medicina antipiretica che doveva
aver preso altre volte in quelle ore, l'odore del sambuco* e dolore,
come tanti spilli in tutto il corpo...
Con
una scrollata di spalle si distanziò da quei ricordi
dolorosi e
ritornò al presente, fissando i sui occhi verdi in quelli
piccoli e neri del gigante.
"La ringrazio per avermi salvato la vita,
signore. Sarei morto congelato se lei non mi avesse raccolto e curato."
L'uomo arrossì furiosamente e borbottò con voce
burbera:
"Chiamami Hagrid, non signore! Non ci sono signori qui, ragazzo."
Riconoscendo la tecnica che Hagrid aveva usato per combattere
l'imbarazzo come propria anche del frate a cui era stato assegnato da
neonato,
Nereus sorrise e tese la mano: "Nereus Della Rovere, molto piacere".
L'altro gliela strinse con un po' di esitazione e poi lo
invitò
a sedersi al tavolo, poggiando il suo boccale con la medicina davanti a
una sedia. Il ragazzo si tolse la coperta dalle spalle e si sedette,
riprendendo a bere mentre guardava Hagrid che estraeva due grosse
zucchine, alcune uova e un coltello seghettato dal cesto di vimini e
metteva tutto a posto, gli attrezzi da una parte e gli alimenti su un
bancone da lavoro pulito, che dall'angolazione in cui era prima non
aveva la possibilità di vedere.
"L'hai finita? Bravo, dai qua che dopo lo vado a lavare. Ora scusa, ma
devo scrivere una lettera al mio capo, gli avevo promesso che lo avrei
avvisato quando ti saresti svegliato e che ti avrei portato in
Infermeria per un ultimo controllo. Sai, Madama Chips ti ha visitato
spesso in questi due giorni in cui avevi la febbre alta."
Prese una penna di fagiano, una boccetta d'inchiostro nero e un foglio
di spessa carta gialla (pergamena, realizzò Nereus,
ricordando
di averla vista in molti libri scritti nel medioevo dai monaci
amanuensi conservati nella biblioteca del suo monastero) e scrisse:
Caro Professor Silente, Il ragazzo si
è svegliato,
dice di chiamarsi Nereus Della Rovere e non sembra molto stupito dal
nostro mondo. Forse è un Magonò integrato nel
Mondo
Magico. In ogni caso lo porto al castello, ci vediamo in Infermeria. Hagrid
Legò il bigliettino arrotolato a un laccetto
sulla zampa
del gufetto, che aveva diligentemente posto l'arto interessato e poi
era zampettato verso una delle finestre buie, prendendo il volo nel
cielo stellato appena questa era stata aperta. I due presero i loro
cappotti, che Hagrid aveva appeso dietro la porta, e uscirono. Mentre
quest'ultimo si cambiava gli stivali, Nereus, con la sciarpa ben
stretta al collo, si guardava in giro.
Vicino agli scalini dov'era
seduto l'uomo, oltre ai suoi stivali di cuoio vide anche una balestra.
Dietro alla capanna trovò un orto molto grande, sicuramente
bastante per... tre persone per tutto l'anno, calcolò in
base
alla sua più che decennale esperienza in campo
ortofrutticolo al
monastero. Vide persino galline, maiali, mucche e pecore, tutti profondamente
addormentati nelle loro stalle.
"Ner? Nereus, possibile che... ah,
eccoti! Che facevi, curiosavi?"
"Scusami Hagrid, volevo solo vedere
casa tua!" sorrise con fare innocente il ragazzo.
"Nah, la
verità è che sei curioso come un grillo!"
Spingendolo con
una mano sulla schiena, il gigante lo fece voltare e finalmente Nereus
vide la maestosità del castello vicino a loro. Mentre
camminavano per il parco, Hagrid dovette sostenere il giovane tre o
quattro volte per evitare che cadesse nell'erba, dato che non guardava
dove metteva i piedi ma l'enorme costruzione medioevale che aveva
davanti. A metà percorso, finalmente, il ragazzo si rivolse
al
suo ospitante.
"Hagrid, ma tu che mansione hai in questo posto?"
L'uomo si gonfiò tutto e disse fieramente:" Sono Custode
delle
Chiavi e dei Luoghi, cioè sono colui che ha tutte le chiavi
del
castello e mi occupo della foresta e del parco. All'interno del
castello ci pensa Gazza, che è il Custode. Ha una gatta
spelacchiata, Mrs. Purr, che litiga sempre con Thor! Ma in fondo
secondo me è solo un po' esaurito... tutti quei ragazzini da
tenere a freno farebbero impazzire chiunque!"
Nereus chiese perplesso:"Ragazzini? Di che parli?"
"Oh, non te l'ho
ancora detto? Il castello è una scuola! Mi sembra strano che
tu
non lo sappia, dopotutto è l'unica scuola di magia della
Gran
Bretagna e dell'Irlanda!"
Prima che il ragazzo potesse realizzare pienamente ciò che
il
suo nuovo gigantesco amico aveva detto, erano arrivati al castello e
avevano salito le scale fino al terzo piano.
"Il tour lo facciamo
un'altra volta con Gazza, eh?" disse Hagrid spalancando le doppie porte
in vetro dell'Infermeria. Li accolse una donna di mezza età
vestita come un'infermiera d'altri tempi, che si presentò
sorridendo come Madama Chips. Dopotutto, riflettè Nereus,
lì in quella valle tutto sembrava fermo al 1700.
Chissà
se conoscevano il telefono cellulare.
L'ala ospedaliera non era nulla di speciale: cinque letti per lato,
ognuno dotato di comodino e separè, una porta che dava su
una
stanza piena di scaffali ricolmi di boccette colorate, due stanze
chiuse (forse stanze dedicate alle malattie infettive?), l'ufficio con
gli alloggi dell'infermiera e infine due bagni.
"Bene, signor Della Rovere, procediamo con un esame preliminare e poi
viaggeremo più in profondità." disse affabile il
medico,
tirando fuori uno strano bastoncino decorato lungo una trentina di
centimetri.
Con crescente perplessità il povero ragazzo se lo
vide passare davanti, dietro e ai due lati. Poi fu fatto sedere e dal nulla
comparve un foglio di pergamena con delle scritte sopra.
"Bene. Nereus
Della Rovere, 18 anni e due mesi oggi (a proposito, auguri!), stato
fisico: ottimo, stato psicologico: ottimo, stato mentale: buono.
Livello magico 0,7**... normale, nel tuo caso."
Il bastoncino beige venne
mosso di nuovo e una luce rosata avvolse il capo di Nereus, per poi
dissolversi.
"Mh, come sospettavo, sei sotto lieve shock
post-traumatico. Dovevo immaginarlo. In questo caso ti consiglio una
terapia a base di..."
"Mi scusi..."
Madama Chips sollevò lo
sguardo dal foglio di pergamena, stupita che quel ragazzo all'apparenza
così timido avesse trovato il coraggio di interromperla. Ma,
si
disse, lui non era mai stato uno studente della scuola, quindi non
aveva esperienza con la sua apparente severità.
"La sindrome da
shock post-traumatico prevede allucinazioni visive e uditive?
Perché credo di soffrirne da quando mi sono svegliato..."
La
donna stava per ribattere costernata, ma poi si adombrò e si
voltò verso Hagrid. Agitò furiosa il bastoncino e
tutto
ad un tratto le voci dei due erano scomparse, anche se dalla faccia di
Madama Chips, stava sicuramente urlando. In Infermeria entrò
di
corsa un uomo anziano che Nereus non potè che paragonare a
Mago
Merlino.
Era alto e magro, con lunghi capelli bianchi e una barba dello
stesso colore così lunga che gli arrivava alla vita e per
fermarla doveva infilarla nella cintura della strana veste lilla che
indossava. I suoi occhi azzurri luccicavano dietro gli occhialini a
mezzaluna, ma si vedeva che era nervoso dalle occhiate che lanciava al
ragazzo. I tre continuarono a discutere per una buona decina di minuti,
poi evidentemente presero una decisione, perché anche Mago
Merlino tirò fuori un bastoncino e Nereus potè
sentire di
nuovo.
"Piacere, signor Della Rovere, mi chiamo Albus Percival Wulfric Brian
Silente e sono il Preside di questa scuola, ma tu chiamami solo
Professor Silente. Ora, Madama Chips dovrebbe praticare ancora un
incantesimo su di te, per farti capire meglio quello di cui stiamo
parlando. La autorizzi?"
Il ragazzo, più confuso che mai, si fidò dei
cenni di
Hagrid, che annuiva entusiasticamente. Dopotutto, cos'aveva da perdere?
L'infermiera creò un complicato arabesco in aria e poi
puntò il bastoncino verso la fronte del malcapitato che, con
la
mente invasa da immagini, voci, odori e nozioni, cadde svenuto sul
letto dalle coperte bianche.
*i fiori di sambuco vengono utilizzati per creare impacchi contro i
geloni. (tratto dal mio Erbario) ** I Magonò hanno un livello magico da 0,1 a 0,9. Hogwarts accetta studenti a partire dal livello 3: il livello 1 e il livello 2 contengono così poca magia che è facile da controllare e non ha bisogno di essere canalizzata attraverso incantesimi o bacchette (ad esempio i prestigiatori o i monaci buddisti che levitano quando meditano sono maghi con un basso livello magico) Hogwarts la immagino come un grande castello con a sud il villaggio di Hogsmeade, la stazione ecc. e a nord il Lago e la Foresta Proibita, che si estende a est e a ovest del castello e dietro il Lago.
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Cap. 2:
Ambientarsi
"L'incantesimo
"Intelligo Magia" è un complicatissimo incantesimo che viene
insegnato solo a specifiche squadre del Ministero (Ufficio Rapporti con
i Babbani, Obliviatori...) e ai Guaritori (su richiesta)
perché,
se mal eseguito, può causare danni permanenti alla mente
della
persona sottoposta all'incanto. La funzione di questo sortilegio
è quella di rendere noto a un Babbano il Mondo Magico in
maniera
sicura per lui e per noi. Infatti egli riceverà tutte le
nozioni
di conoscenza e cultura generale che ogni buon mago della sua
età dovrebbe possedere, ma non potrà divulgarle
ai Non
Magici, a meno che anche questi non siano stati sottoposti
all'incantesimo. Le informazioni sono permanenti (dunque l'incanto non
dev'essere ripetuto dopo un certo periodo di tempo) ed è
possibile, per l'esecutore, personalizzarlo inserendo informazioni in
più. Gli effetti collaterali saranno confusione, mal di
testa e
possibili svenimenti..." da
"Incantesimi Avanzati" (Miranda Gadula), cap. 16
Poppy Chips si riteneva un'infermiera navigata. Credeva di aver visto
di tutto, da Trasfigurazioni semi-irreversibili a semplici raffreddori,
ma mai, in più di trent'anni di servizio ad Hogwarts, aveva
affrontato un caso come quello che Albus gli aveva presentato un paio
di giorni prima.
Un ragazzo in età adolescenziale aveva avuto la brillante
idea
di farsi una nuotatina nel freddissimo e profondissimo Lago Nero. Gli
studenti sapevano che allontanarsi a più di dieci metri
dalla
riva era pericoloso, soprattutto per le creature che vivevano nel lago.
Infatti il genio era stato trovato da Hagrid, assiderato e salvato
appena in tempo da un branco di Avvincini da un tritone e depositato
delicatamente sulla riva vicino al suo zaino.
O almeno, così aveva detto il Preside, che aveva parlato con
la
sirena in persona in una lunga successione di fischi, grugniti e
schiocchi. Non aveva mai capito la passione di Albus per il Marino, per
il Goblinese o per qualunque altra stramba lingua magica, ma doveva
ammettere che in alcuni casi poteva tornare utile.
L'aveva subito ricoverato per accertarsi delle sue condizioni e
lì aveva scoperto la sua condizione di Magonò.
Questo era
stato un problema, in quanto non poteva usare incantesimi o pozioni per
curarlo, ma solo incantesimi diagnostici per capire il suo problema.
Infatti esse si legavano al nucleo magico e il ragazzo non lo possedeva.
Mentre rifletteva in questo modo, ricoprì Nereus con il
lenzuolo, che nel sonno si era spostato, e raccolse il suo bagaglio.
L'Erbario del giovane scivolò fuori e lei lo
aprì: ogni
pianta della Gran Bretagna e dell'Irlanda era stata dettagliatamente
descritta in ogni sua parte, con proprietà mediche e
alimentari,
corredate da meravigliosi e precisissimi disegni fatti a mano e da una
mappa che indicava i luoghi dove trovarle. Scorse fino in fondo al
libro, dove si trovavano le composizioni e le preparazioni dei vari
metodi medicamentosi erboristici e persino ricette per ottimi piatti.
Era da quel libro che aveva attinto le "medicine" da prescrivere al
paziente, dato che sembrava non avere nessun composto chimico Babbano
con sè per curarsi. L'aveva affidato ad Hagrid, che di quel
tipo
di guarigione era il più esperto fra loro, con mille
raccomandazioni, non ultima quella di portarglielo non appena si fosse
risvegliato. Poi però non aveva resistito ed era andata a
trovarlo e a visitarlo ogni giorno, preparando con il Guardiacaccia
impacchi e decotti.
Ripose il libro al suo posto e controllò lo stato del suo
malato: sembrava stare perfettamente, l'incantesimo aveva fatto effetto
e presto si sarebbe svegliato con un forte mal di testa e la mente
affollata. Entro un' oretta si sarebbe riordinata e il Mondo Magico
avrebbe avuto un nuovo componente.
"E' ancora arrabbiata con me, Madama Chips?"
"No, Rubeus, stai tranquillo."
Quel benedetto ragazzo. Gliel'aveva detto che doveva spiegare tutto al
paziente prima di portarlo da lei, che l'Intelligo Magia era difficile
e molto delicato e che se poteva evitare di eseguirlo lo preferiva di
gran lunga. Ma lui se n'era dimenticato, come suo solito. Non voleva
urlargli così, davvero, ma aveva passato una settimana
d'inferno
stando sveglia notte e giorno per finire quella relazione per il
S.Mungo ed era leggermente
nervosa.
Per rassicurarlo, posò una mano bianca sulla sua spalla.
Hagrid
si era seduto a gambe incrociate in terra vicino al capezzale di Nereus
e così la sua spalla arrivava all'altezza di quella
dell'infermiera.
Menomale che era arrivato Silente a sedare gli animi, con le sue solite
proposte pratiche.
"Se vuole restare qui, come credo che voglia,
dobbiamo trovargli un lavoro!" aveva esclamato, e chi se non il buon
mezzogigante si era proposto?
Si era davvero affezionato al ragazzo
(come biasimarlo?) e lo aveva subito offerto come suo assistente. Non
visto infatti lo aveva spiato mentre gironzolava sul retro di casa sua
e aveva notato lo sguardo esperto con cui osservava e valutava il suo
operato. Quando era sembrato soddisfatto dalla sua ispezione, Hagrid lo
aveva richiamato.
"Bene, allora Poppy è deciso: aggiungi all'incantesimo le
conoscenze necessarie ad una valutazione E nei M.A.G.O. e nei G.U.F.O. di Erbologia e
Cura delle Creature Magiche, l'incantesimo gli darà automaticamente un'infarinatura di tutto il resto. Penso che
ciò possa ampiamente bastare per il lavoro che gli
proporremo."
Come al solito, Silente riusciva a camuffare un ordine dietro un
sorriso gentile e due occhi brillanti. Così aveva eseguito
l'incantesimo concentrandosi al massimo e fortunatamente era riuscito.
Nereus riposava da 14 ore ormai e avrebbe dovuto svegliarsi a momenti.
Infatti, con un gemito di protesta, il ragazzo aprì gli
occhi e
subito contrasse il viso in una smorfia di fastidio, portandosi le mani
al capo e provando ad alzarsi. Hagrid tenne una delle sue grandi mani
sul petto del suo piccolo coinquilino sussurrandogli di stare sdraiato
finché il mal di testa non fosse passato.
"Madama Chips" si lamentò piano il ricoverato "potrebbe
darmi
qualcosa per quest'emicrania? Non so, una Pozione Analgesica..."
"Mi dispiace signor Della Rovere, ma non posso usare metodi magici con
te, solo incantesimi diagnostici."
"Ah... è vero... allora Hagrid..." sussurrò il
giovane " maggiorana..."
"Ci avevo già pensato, Ner. Fresca fresca di stamattina"
rispose
l'uomo, tirando fuori da una delle sue infinite tasche un thermos
babbano bianco, da cui versò una dose di tisana alla
maggiorana
contro cefalee ed emicranie (dolcificata con il miele) nel tappo-tazza.
Faticosamente e con l'aiuto dell'infermiera Nereus si
tirò
a sedere e bevve la sua medicina. Dopo i primi sorsi sentì
già il mal di testa diminuire leggermente e
sospirò
sollevato.
"Che incantesimo ha usato, Madama Chips?" chiese con tono normale
continuando a sorseggiare piano la bevanda calda. Ascoltò la
spiegazione dell'infermiera con attenzione, annuendo leggermente di
tanto in tanto e finendo la tisana.
Alla fine della spiegazione il Guardiacaccia
guardò orologio e disse: "Perbacco, è
già..."
Fu interrotto da dodici rintocchi.
"Mezzogiorno, ora di pranzo. Immagino che tu abbia fame, signorino. Ti
dimetto solo se prendi un'altra tazza oggi pomeriggio e adesso e a cena
mangi carciofi."
"Stia tranquilla Madama Chips, sono un paziente diligente."
Così facendo Nereus scese delicatamente dal letto e si
avviò in Sala Grande con il suo gigantesco amico.
**********************
Mentre scendevano in Sala Grande incontrarono un bellissimo e
timidissimo fantasma, che Hagrid chiamò dolcemente con il
nome
di Dama Grigia, e parlarono con molti ritratti curiosi. Per quanto ci
fosse ancora un sottofondo di genuino stupore, l'incantesimo aveva
fatto completamente effetto e il ragazzo sapeva che nel Mondo
della Magia (nel suo
mondo, pensò felicemente) tutto ciò era
completamente normale.
Le porte erano spalancate e Nereus poté perdersi nel cielo
limpido d'agosto che nascondeva le volte a crociera del soffitto. Le
tavolate degli studenti erano ovviamente vuote e al tavolo degli
insegnanti erano seduti solo quattro di loro, che avevano smesso di
parlare alla loro entrata. Il Magonò pensò che
Mago
Merl... ehm, Silente, avesse appena finito di spiegare loro la sua
situazione. Perciò si avviò con passo sicuro
verso il preside, che lo salutò sollevando il calice dorato.
Alla sua sinistra l'unico altro uomo del tavolo lo stava guardando con
fare calcolatore e vagamente sarcastico. Era molto alto e indossava una
toga da lavoro totalmente nera. Anche i suoi capelli erano lisci e neri
e facevano contrasto con la pelle pallida e il naso aquilino. Il
ragazzo notò che il professore aveva i capelli unti o
bagnati,
come se fosse appena uscito da una sauna. Vapori di pozione,
realizzò subito dopo: aveva capito cosa insegnava quel
docente.
Alla destra del preside invece si trovavano due donne completamente
opposte: una era alta, secca, con movenze eleganti e quasi feline. Era
sulla sessantina e aveva l'aria di essere molto severa. Riconobbe
l'accento della donna e non fu stupito di trovare una sua connazionale:
almeno una nel corpo insegnanti doveva pur esserci!
L'altra invece era molto più giovane, sulla trentina, ed era
bassa, rotondetta e con un sorriso gioviale sulle labbra. Aveva i
vestiti sporchi di terra e Nereus la identificò come la
professoressa di Erbologia, una delle due materie che conosceva meglio.
Hagrid si sedette su una sedia rinforzata apposta per lui e
picchiettò con la mano sulla seggiola che si trovava fra lui
e
la donna rotondetta, indicando al suo piccolo amico il suo posto.
Quest'ultimo fece segno di aspettare qualche secondo e
camminò
fino al preside per ringraziarlo della possibilità di
rimanere
al castello anche dopo la sua convalescenza. Infatti il mezzogigante
gli aveva riferito, nel tragitto dall'infermeria alla mensa, i progetti
che Silente aveva per lui e il ragazzo aveva acconsentito ad avere un
colloquio con il vecchio il prima possibile. Restare in quella valle
meravigliosa, fare quello che più gli piaceva e forse essere
persino pagato per il suo impegno lo riempiva di gioia.
"Sono contento la nostra proposta ti piaccia, mio caro ragazzo. Allora
ti aspetto domani mattina dopo colazione per discutere i dettagli."
"Con molto piacere, signore."
Finiti i convenevoli, Nereus si voltò verso l'arcigno
professore
di Pozioni e si presentò con viso serio e quasi
professionale.
La sua mancanza di sorriso sembrò piacere all'uomo, che
strinse
la sua mano con fermezza e si presentò come Severus Tobias
Piton. Al nuovo arrivato servì qualche secondo per collegare
il
suo nome alla fama che si portava dietro e tutto d'un tratto lo vide
sotto un'altra luce: era davanti ad un'abilissimo pozionista e
ricercatore, nonostante la giovane età (poco più di
trent'anni!). Il
suo passato oscuro, per quanto lo riguardava, non avrebbe affatto
influito sul rispetto che intendeva portargli da quel momento in poi:
tutti commettono errori e lui era stato totalmente assolto, punto. Il
suddetto Piton sgranò leggermente gli occhi nel "leggere"
queste
parole nella mente del ragazzo: non era cieca, incondizionata e stupida
fiducia Grifondoro, né un tentativo di blandimento
Serpeverde,
era puro e semplice... rispetto. Aveva sentito poche volte quella
parola rivolta a sè stesso e mai in modo positivo.
Con una nuova consapevolezza sollevò leggermente un angolo
della
bocca e disse: "Credo che noi due passeremo molto tempo produttivo
assieme."
"Lo credo anche io, signore. Con permesso." disse Nereus con uno
sguardo malandrino negli occhi e, con un cenno del capo di commiato,
subito imitato dall'uomo, si voltò verso la donna alta e
snella
dall'altra parte del tavolo. Così facendo
incrociò gli
occhi ammirati di Silente e Hagrid: ottenere rispetto da Severus doveva
essere un'impresa impossibile. La risatina soffocata di quest'ultimo
confermò la sua ipotesi.
"Minerva McGranitt, molto piacere." disse secca la professoressa,
scrutandolo. "Sono onorato di
conoscere
un'esponente così illustre della nobiltà della
mia terra.
Sono Nereus Della Rovere, ma questo penso che lei lo sappia
già."
disse il Magonò in perfetto gaelico scozzese, sorridendo
alla
faccia sorpresa della donna, che imprecò, facendo ridere
Nereus
e Hagrid e facendo impallidire scioccati gli altri.
I McGranitt erano infatti i purosangue scozzesi più ferrei
in
fatto di tradizione: si diceva che fra loro parlassero solo gaelico e
imparassero l'inglese da un'insegnante privato. Inoltre la donna era la
più esperta Trasfigurante del paese ed era anche una delle
poche
Animagus ancora in vita. Grazie,
incantesimo, pensò scherzosamente fra
sè il ragazzo. "Sono stupita di
trovare un ragazzo così giovane che parla la lingua di
Alba*. Posso chiederti dove hai imparato?" "Sono
madrelingua, signora.
Il monastero in cui mi hanno abbandonato da neonato era molto preciso
in fatto d'istruzione teorica e pratica: so inglese, scozzese e latino
così bene perchè li ho sentiti fin dalla prima
infanzia." "Gradiremmo capire anche noi, se la cosa non vi disturba!"
disse Albus sollevando una mano ad indicare la sua presenza.
Nereus invece era più che sicuro che il centenario
vecchietto sapesse anche quella lingua. E infatti... "Piantala Albus"
disse la McGranitt senza nemmeno guardarlo e stringendo la mano al
ragazzo.
Il preside sorrise e riprese a bere.
Hagrid a questo punto prese il suo giovane amico e lo fece sedere di
peso sulla sedia. Il tavolo si riempì di cibarie: due primi,
due
secondi, tre contorni e torta ai frutti di bosco come dolce. Servendosi
di haggis** e crema di carciofi, Nereus chiacchierò con
l'ultima
insegnante, che si presentò come l'Erbologa Pomona Sprite.
Aveva
lavorato solo all'interno di Hogwarts, ma era comunque conosciuta al
Mondo Magico per le due doti.
"Albus ci ha detto che hai portato con te il tuo Erbario... potrei
vederlo?" chiese Sprite euforica.
Nereus si chiese se fosse sempre così allegra o fosse solo
contenta per il suo arrivo.
Tirò fuori dallo zaino il libro in questione dicendole:
"L'ho
scritto io in quattordici anni di esperienza nell'orto, nel giardino
aromatico e nel bosco del monastero... però i disegni non
sono
tutti miei. "
In effetti le prime pagine erano scritte in una grafia molto elaborata
ma palesemente infantile, ed erano poi state successivamente arricchite
nel corso degli anni da considerazioni e precisazioni. Nereus ne andava
molto fiero.
"Sai, mi è venuta un'idea. Che ne dici se oggi lo tengo io?
Voglio farti una sorpresa, te lo restituisco domani mattina. "
Notando lo sguardo indeciso del ragazzo, Piton annuì
leggermente
guardandolo negli occhi e lui decise di fidarsi. Se pesino la persona
più schiva della Terra si fidava, perché non
doveva farlo
lui?
"Gli elfi hanno preparato questo piccolo banchetto per festeggiare la
tua completa guarigione, signor Della Rovere, e sarebbe un peccato non
assaggiare questo dolce!"
Con un colpo di bacchetta, la torta si divideva in sei fette e
i
piatti sporchi e le pietanze non consumate sparivano dirette in cucina.
"Non verrà buttato questo cibo, vero?" chiese Nereus
preoccupato.
"Stai tranquillo, a cena riproporranno ciò che non abbiamo
mangiato adesso. Qui non si spreca nulla! Quando ci sono gli studenti
è tutto proporzionato e il più delle volte
avanzano solo
una decina di porzioni, che vengono propinate a noi il giorno dopo!"
rise la professoressa di Erbologia.
"Della Rovere è un nome italiano, perché ti
chiami così?" continuò.
Il ragazzo si mise comodo: evidentemente era arrivato il momento di
raccontare la sua storia e, dalle facce dei presenti (a parte Piton,
sempre impassibile) era ciò che aspettavano da quando era
entrato.
"Vengo dal Monastero dei Frati francescani di Glasgow. Sono stato
abbandonato da neonato sotto una quercia nei pressi del cancello che
racchiude l'orto e il frate che mi ha trovato la mattina dopo, quello
che poi sarebbe diventato il mio maestro fino alla maggiore
età,
si chiamava Frate Giorgio ed era italiano. Così è
nato il
mio cognome e il nome l'hanno tratto da un vecchio documento greco che
trattava di Nereo, il dio primigenio del mare.
Con me nel convento c'erano altri cinque orfani, tutti maschi: Gioele,
Isaac, Leandros, Giosuè e Mattew, ognuno affidato ad un
frate
responsabile della loro istruzione e del loro comportamento. Sono e
sono stato un bambino molto vivace e Giorgio doveva sempre corrermi
dietro finché a quattro anni non decise di iniziarmi
all'erboristeria e all'agricoltura. Appena ho imparato correttamente
tutti e tre gli alfabeti (che non erano poi molto diversi, ma
lì
ci facevano fare anche lezione di calligrafia) e i numeri fino a 100
sia in numeri arabi che romani, il mio maestro mi ha regalato l'Erbario
vuoto. In questi diciotto anni ho appreso diverse cose, sia teoriche
(come i testi della biblioteca, che spaziavano dai greci ai giorni
nostri) che pratiche, con l'orto e gli animali.
A dodici anni mi hanno chiesto se volevo iniziare il percorso per
diventare monaco: Isaac lo era già da un anno e Gioele e
Giosuè avevano intrapreso questo percorso. Io decisi di non
assecondare questa loro vocazione, volevo girare il mondo e anche
Mattew, quando venne il suo momento, decise come me.
Quando due
mesi fa me ne andai il piccolo Leandros aveva ancora dieci anni e non
so cosa deciderà fra due anni... Questo è tutto,
tutto
ciò che ho è in questo zaino" finì
sollevando il
suo modesto bagaglio.
"E' pratica comune nelle famiglie più conservatrici
abbandonare
il figlio appena nato, se Magonò. Poi dicono che il bambino
è nato morto e fanno un bel funerale." intervenne Severus
con
voce carica di disprezzo. Non venne detto, ma il ragazzo era sicuro che
fosse comune anche l'infanticidio in questi casi. Ringraziò
Dio
di essere stato solo abbandonato e persino in prossimità di
un
convento, il Fato era stato buono con lui...
Silente battè le mani e disse che per quel giorno erano
tutti
impegnati, dunque era meglio sbrigarsi a lasciare il tavolo. Appena si
alzarono, tutti i piatti vuoti sparirono e la tavola rimase sgombra.
Hagrid e Nereus uscirono dal castello diretti nella capanna del
Guardiacaccia, seguiti inspiegabilmente da un Albus con la testa fra le
nuvole.
"Mi scusi Professore, se deve andare nella Foresta Proibita
l'accompagno..." borbottò l'uomo barbuto perplesso dallo
strano
comportamento del vecchio preside.
"Oh no, caro ragazzo, sono diretto proprio a casa tua. Se il signor
Della Rovere vuole diventare il tuo aiutante dovrà vivere
con
te!"
"Beh, certo, non riuscirei a vivere nel castello, troppi muri... sono
abituato all'aria aperta!" disse il suddetto futuro assistente.
"Beh, e dove vorresti metterlo a dormire, Rubeus, sul tavolo? Bisogna
creare una stanza in più e io sono qui per questo"
chiarì
Silente.
Ormai erano arrivati davanti all'abitazione. Hagrid entrò,
prese
Thor e il gufetto Annie, uscì e si mise vicino a Nereus, che
si
era allontanato per lasciare al preside lo spazio per operare.
Quando l'uomo si spostò, la casa era profondamente cambiata:
il
vano "centrale", che prima era quadrato, ora era circolare e largo il
doppio. In più, sul retro della casa era stata aggiunta una
seconda stanza più piccola. Con aria da agente immobiliare,
il
preside aprì loro la porta e li invitò dentro.
Il tavolo era sempre lo stesso e anche le sedie, ma la credenza era
più grande e ora conteneva anche delle stoviglie a misura
umana.
Il "banco di lavoro" per cucinare si era spostato vicino al camino
ingrandito ed era diventato di marmo, molto più facile da
pulire
del legno. Sulle braci accese del caminetto era stata posta una grata
che, spiegò il preside ai due, aveva la stessa funzione dei
fornelli babbani. Dove prima c'era il letto erano stati messi il
trespolo del gufetto e la cuccia di Thor. In mezzo a loro due si apriva
una porta, che portava all'altra stanza. Qui un piccolo spazio vuoto
immetteva davanti a due altre porte, una molto alta e l'altra normale:
erano le loro due stanze da letto ed erano identiche, ognuna di loro
aveva un letto (singolo per Nereus e matrimoniale per Hagrid), un
armadio, un comodino, una cassapanca e una finestra che dava sull'orto.
"Ora è tutto un po' spoglio nella tua stanza, Ner, mi
dispiace!"
disse Hagrid, che invece aveva in stanza appese le sue foto e tutti i
suoi effetti personali.
"Non ti preoccupare, sono appena arrivato! Vedrai che
decorerò
tutta la casa con i miei disegni" lo rassicurò sorridendo il
ragazzo.
"Prima di lasciarvi vi informo che ho reso il muro che divide le vostre
stanze insonorizzato: sai, signor Della Rovere, Hagrid russa!" gli
sussurrò all'orecchio il preside, con gli occhi che
brillavano
ilari.
**********************
"... A la nanita nana, nanita ella, nanita ella, mi niña
tiene
sueno, bendito sea, bendito sea... Fuentecita que corres, clara y
sonora, ruisenor que en la selva cantando y lloras... Calla mientras la
cuna se balansea... A la nanita nana, nanita ella... ***"
Nereus cantava nell'orto, sotto il caldo sole delle quattro, con una
bandana bianca in testa e la zappa in mano. Hagrid lo sentiva cantare
così da un paio d'ore che erano al lavoro fuori, lui con gli
animali e Nereus a strappare le erbacce fra le verdure. Aveva cantato
tutto il repertorio dei canti liturgici, da Adeste Fidelis a Tu Scendi
dalle Stelle e ora era passato ai canti tradizionali delle varie
nazioni europee.
"Ner... Ner!"
"... bendito sea... eh?" disse il ragazzo, alzandosi dalla posizione
accucciata in cui era per sentire meglio.
"Si può sapere perché sono due ore che canti
senza sosta?" chiese l'amico avvicinandosi per non urlare.
"Al monastero cantavamo sempre mentre lavoravamo, fa bene a noi, alle
piante e agli animali. E poi ero nel coro, al tempo, dunque..." rispose
con un sorriso.
"Ma davvero fa bene? Io non c'ho mai provato..." borbottò
Hagrid grattandosi la barba.
"Dai, t'insegno la Canzone di S.Damiano, è semplice ma
è
in italiano, me l'ha insegnata Giorgio. Mi sento solo a cantare senza
qualcuno vicino."
Poco dopo il parco di Hogwarts risuonava del canto del piccolo coro al
lavoro, perfettamente sincronizzato.
Dal suo ufficio, affacciato alla finestra ad ascoltare, Albus Silente
sorrise.
* Alba è il
nome in gaelico della Scozia ** l'haggis è
un insaccato tradizionale scozzese, in cui un
preparato di cuore, polmoni e fegato di pecora mischiati a cipolla,
grasso di rognone, farina d'avena, sale, spezie e brodo viene inserito
nello stomaco della suddetta pecora e bollito per tre ore. Nonostante
la descrizione, è ottimo. *** "A la nanita nana"
è una ninnananna spagnola bellissima (a
volte usata anche come canto liturgico) che mia madre mi cantava da
piccola, se non la conoscete andate a sentirla, è
meravigliosa.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Se ci fate caso, la
conformazione
della casa di Hagrid (quella nuova) è la stessa descritta
nel
terzo film. E se qualcuno se lo chiedesse, sì, so il gaelico
scozzese e sì, quella è la descrizione del mio
Erbario.
Così sapete qualcosina di me, autrice pazza ed eccentrica.
Preciso che non sono cristiana, ma sarebbe molto strano se un ragazzo
cresciuto con i monaci non lo fosse, non trovate? Ringrazio Kyem_13_7_13
per aver inserito questa storia nelle seguite, spero che questo
capitolo ti piaccia.
Capitolo 3 *** 3: Colloquio di lavoro e giro turistico ***
DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di
proprietà di J. K. Rowling e di chiunque ne
possieda i
diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né
intende
infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.
Cap. 3: Colloquio di
lavoro e giro turistico
"Ecco la tua sorpresa!"
Il gridolino estasiato che Pomona Sprite emise dopo aver pronunciato
queste parole fece voltare tutto il tavolo e procurò a Piton
un istantaneo mal di testa, ma nessuno sembrò curarsi della
sua
smorfia di fastidio. A dire il vero, nessuno si curava mai molto di
Piton in generale. Nereus posò il suo calice davanti al suo
piatto e prese il libro che la donna gli porgeva con trepidazione.
Quasi lo lasciò cadere: era almeno pesante il doppio
rispetto al
giorno prima. La professoressa non riuscì a resistere e si
riprese il volume, sfogliandolo febbrilmente e parlando
entusiasticamente investendo il povero ragazzo con un fiume di parole
sovreccitate:
"Oh sono certa che ti piacerà! Ecco vedi qui dove tu avevi
già descritto le piante babbane ho solo aggiunto le
proprietà magiche e curiosità e altre cose, va
beh,
mentre qui nei tuoi preparati ti ho scritto tutte le pozioni che si
fanno solo con le piante e invece qui nelle ricette ne avevi davvero
poche così ti ho aggiunto tutto questo, ti piace??"
Sbattendo le palpebre stordito il Magonò arpionò
il suo
libro e se lo strinse affettuosamente al petto, sorridendo incerto e
ripromettendosi di controllare cosa davvero coltivasse la professoressa
di Erbologia nelle sue serre. Minerva e Severus stavano ancora cercando
di nascondere le risate nelle tazze di caffè, mentre il
preside
e Hagrid non si fecero problemi: quest'ultimo lo mandò con
la
faccia nel porridge con una pacca scherzosa sulla spalla, ma ci si
stava abituando.
**********************
"Entra Nereus, entra pure!" disse la voce del preside da dietro la
porta.
Che razza di parola d'ordine è Zuccotti di zucca?
Perché qui tutti amano così tanto le zucche? Questi
pensieri vennero subito soffiati via dalla sua mente (compreso il gusto
orrendo del Succo di zucca assaggiato quella mattina) quando il ragazzo
vide l'ufficio di Silente. Situato in una torre, era ovviamente di
forma circolare e su tre livelli, due per l'ufficio (in modo da tenere
sopraelevata la scrivania) e uno per gli alloggi personali.
Appesi alle pareti tutti i ritratti dei presidi di Hogwarts lo
guardavano con aperta curiosità. Il luogo era pieno di
strumenti
magici, argentati e sbuffanti, disposti in ordine su mensole e tavoli.
Nereus riconobbe un pensatoio e una spada medioevale conservata in una
teca. Sopra ad una mensola in fondo alla stanza si trovava un vecchio
cappello, completamente fuori luogo in quell'ufficio, e una
meravigliosa fenice nel pieno della sua vita si stava facendo
accarezzare da Silente appollaiata sul suo bracciolo. Quando lo vide
entrare e guardarsi attorno a bocca aperta, volò trillando
verso
di lui, gli girò attorno un paio di volte e poi si
posò
sul suo trespolo.
"Fanny." commentò il vecchio preside.
Sorridendo, senza riuscire
a chiudere la bocca, dalle sue labbra uscì solo un suono
meravigliato. Poi, cercando di apparire professionale, si sedette sulla
comoda sedia di fronte alla scrivania. Accettò la tazza di
tisana calmante che da anni Albus spacciava come the verde senza
commentare.
"Allora, ti trovi bene con Hagrid finora?" chiese affabile l'uomo,
cominciando il colloquio di lavoro e mettendosi in bocca una
caramellina al limone.
"Oh sì, lavoriamo bene insieme... beh, per quanto ho potuto
vedere finora..." sorrise, imbarazzato "cucina abbastanza...
cioè, non proprio benissimo, quindi penso che di quello mi
occuperò io. Delle pulizie ci pensa lui, ha detto...
qualcosa
come 'una passata d'ombrello e vedi come la casa risplende' " Silente
sorrise paterno alzando gli occhi al cielo "poi beh... è
simpatico, di compagnia, adora il suo lavoro e gli piace cantare con me
ora che ha scoperto che gli animali producono il doppio se cantiamo
mentre ci occupiamo di loro. Penso che diventeremo una bella squadra."
"Bene, ne sono felice. E con gli altri professori come va?"
"Devo ammettere che la professoressa Sprite mi ha spaventato mezz'ora
fa... no, non rida preside, è vero! Non ho mai conosciuto
nessuno di così esuberante e loquace in vita mia, ma sembra
fantastica e non vedo l'ora di lavorare con lei, se vorrà
farmi
fare qualcosa. Per quanto riguarda Minerva McGranitt, beh... non so
come insegni, ma se è così meticolosa anche con
gli
studenti, sono fortunati e sfortunati allo stesso tempo! E poi parla
scozzese, signore, potremo chiacchierare indisturbati senza la paura
che qualcuna capisca cosa stiamo dicendo! Mh, a parte lei e credo forse
un paio di studenti. Il professor Piton invece... beh lui è
un
caso a parte."
"Spiegati, ragazzo..." chiese leggermente corrucciato Silente.
"Non mi fraintenda, professore, non è inteso in modo
negativo.
Vede... sono sempre stato abituato a confrontarmi con persone molto
colte e intelligenti fin dalla prima infanzia e quando incontro una
mente particolarmente brillante come quella del professor Piton non
posso fare a meno di andare in brodo di giuggiole. Inoltre è
un
maestro del sarcasmo ed è straordinariamente caustico, il
che
è un altro punto a suo favore poiché sono i miei
tipi di
ironia preferiti. Per quanto riguarda il suo passato, a me non importa.
Il passato è passato e non si può cambiare."
Il sorriso di Silente e il brillio nei suoi occhi lo rassicurarono: la
verità è sempre la cosa migliore da dire.
"Passando ad argomenti più seri, dimmi cosa ti hanno
insegnato a Glasgow."
"Okay, ehm... tre lingue, lette, parlate e scritte con relativa
letteratura, ma questo lo sapeva già... letteratura greca e
miti, ma scritti in latino...so coltivare tutte le piante descritte
qui, comprese quelle magiche grazie a voi... so allevare bovini,
maiali, pecore, capre e tutti i tipi di pollame. Con gli animali
selvatici non ho esperienza perché, fortunatamente,
allevavamo
abbastanza bestiame da non dover cacciare. Poi so un po' filosofia, la
storia e la geografia inglesi, un pochino di scienze e la matematica
fino alle equazioni di secondo grado... oh, e anche un po' di storia
dell'arte!"
Il sorriso ammirato del preside fu sostituito da una scintilla di
preoccupazione quando gli comunicò che, per lavorare nella
Foresta Proibita, sarebbe dovuto essere in grado di difendersi
egregiamente anche senza magia.
"Non si preoccupi, so usare fionda, cerbottana e arco molto bene...
cioè, credo. Prima di andare via ho fatto un'ultima prova
nel
bosco e Giorgio ha legato dei bersagli di 2 cm sulle schiene degli
scoiattoli in modo che potessero scappare sugli alberi senza essere
uccisi se li avessi colpiti. Li ho centrati tutti con tutte e tre le
armi, secondo lei è sufficiente? Correvano davvero molto ed
era
difficile prendere la mira in corsa..." disse il ragazzo,
improvvisamente insicuro.
Dopotutto lì c'era gente che in quattro e quattr'otto,
bibidi
bobidi bu, trasforma una capanna in una baita grande il
triplo.
Molto probabilmente quello che sapeva fare non era abbastanza. Si
sarebbe allenato di più, decise.
"E'... è stupefacente questo, Nereus, persino per un mago."
La risposta di Silente lo stupì a tal punto che non
riuscì a rispondere. Comunque, notò, le sue
emozioni
erano tenute a freno dalla tisana calmante.
"E' abbastanza frequente invece che, nei Maghinò, i geni
magici
si manifestino comunque, ma per altre strade. Nel tuo caso, la tua
straordinaria memoria e la tua mira infallibile sono dovuti a dei geni
magici molto forti. La tua famiglia natale dev'essere stata molto
potente."
Nereus s'incupì e sibilò : "La mia famiglia
è
Frate Giorgio di Glasgow e tutto il convento. Non voglio sapere nulla
di gente che mi ha
abbandonato solo perché non ero all'altezza delle
aspettative."
Il preside si rabbuiò a sua volta e annuì. Poi
riprese a
parlare, cercando di sciogliere la tensione creatasi nella stanza.
"Bene, allora... Allora ti farò avere le armi a cui
sei
abituato. Adesso devo farti una domanda molto personale, Nereus. Devi
sapere... anzi sai già, cosa sono i Thestral..."
"Sì, signore, posso vederli. Ho visto... morire... la mamma
di
Leo. L-Leandros Desdemoni, intendo. Di parto. E' arrivata un giorno con
questo pancino piccolo da noi, dicendo che non aveva una casa e
chiedendo pietà. Ovviamente l'abbiamo accolta. Io al tempo
ero
uno dei più piccoli e lei giocava sempre con noi, con me e
Matt,
anche quando la pancia si era fatta tanto grande che stava sempre
seduta. Poi un giorno stava andando nell'orto... a prendere un po'
d'aria penso... ed è caduta dalle scale... continuava a
perdere
sangue e urlava di salvare almeno il bambino... poi ha comiciato a
spingere... ormai era tempo, un paio di giorni e il bambino sarebbe
nato... e quando ho afferrato Leo per tirarlo fuori... ho fatto giusto
in tempo a mostrarglielo che è morta. Avevo otto anni e
avevo
appena visto..."
Nereus scoppiò a piangere come non gli accadeva da tempo.
Non si
era mai sfogato così con nessuno a parte con suo pa...
Giorgio,
e non capiva perché avesse raccontato tutta la storia
all'uomo
che ora lo teneva stretto. Ma si era sentito meglio, si era sfogato...
e Silente doveva essere abituato a crisi isteriche adolescenziali da secoli.
"Tu non dovevi essere lì, Nereus. Perché eri
lì?"
"Era un'emergenza signore, c'eravamo solo noi piccoli e Frate Jacob,
gli altri erano da qualche parte a Londra per non mi ricordo cosa, ma
era a Westminster... Matt era corso a prendere gli asciugamani e Jacob
cercava di tamponare le ferite, sopratutto quelle alla testa... Ma non
ce l'abbiamo fatta. Gli abbiamo dato il cognome della madre e il nome
che lei avrebbe voluto se fosse stato maschio... ispirandosi al mio..."
"Va bene ragazzo mio, ora calmati... su, asciuga le lacrime, bravo.
Vuoi un'altra tisana?" sussurrò paterno Silente.
Nereus annuì e si ritrovò presto con un'altra
tazza
bollente fra le mani, tirando un pochino su con il naso. Dopo una
decina di minuti si era finalmente calmato e il colloquio poteva
concludersi.
"Ascolta cos'ho pensato: per 160 galeoni al mese (sono circa 800
sterline) aiuterai Hagrid quando vorrà e se il professor
Kettleburn... Cura delle Creature Magiche, lo incontrerai, e la
professoressa Sprite avessero bisogno di te, puoi andare ad aiutarli. E
anche il professor Piton, direi... dato che ci vai così
d'accordo. Ma il tuo compito primario sarà quello di aiutare
Hagrid, d'accordo?"
"Signore, 800 sterline al mese? Scherza?" Mio Dio, era una cifra
esagerata. Non dimentichiamoci che lui faceva tutto questo
perché gli piaceva, non per un tornaconto. Santo cielo,
avrebbe
anche lavorato gratis!
"Dopotutto Hagrid prende 200 galeoni, che sono 1.000 sterline, ma se
pensi che sia poco potrei..."
"Poco? Ma signore, è troppo!"
"Troppo? Ragazzo mio, dai Babbani 800 sterline è
praticamente fare la fame!"
"Signore si ricordi che sono cresciuto con i monaci francescani, non ho
bisogno di tutti questi soldi..."
**********************
Venti minuti dopo Nereus uscì da dietro al gargoyle con il
suo
contratto firmato e controfirmato in tasca e la promessa di 160 galeoni
al mese sul suo nuovissimo conto alla Gringott. E' la prima e ultima volta
che provo a ragionare con lui. Mentre
pensava questo, incontrò un gatto per il corridoio del primo
piano. Subito non ci fece caso, ma quando questo si mise a
strusciarglisi sulle gambe dovette fermarsi per forza. Mentre la gatta (a tre colori sono quasi sempre
femmine,
ricordò) faceva l'otto fra le sue ginocchia, lui la prese
per la
collottola e la sollevò fino al suo viso. Non era una bella
gatta, ma nemmeno brutta.
"E tu di chi sei, micina?" tubò il ragazzo.
L'animale in risposta fece le fusa.
"METTI GIU' LE TUE ZAMPACCE DALLA MIA MRS. PURR!" urlò un
uomo
abbastanza orrendo sulla sessantina, zoppicando per un'anca danneggiata.
Il giovane posò delicatamente la gatta a terra che subito
corse
in circolo fra lui e il suo padrone, come se stesse invitando
quest'ultimo ad avvicinarsi. Quando fu arrivato abbastanza vicino da
vederlo in faccia, sorrise. Nereus puntò gli occhi su Mrs.
Purr (ma che nomi danno
a questi poveri animali??) per non dover ancora vedere
quella smorfia sofferente.
"Tu sei il Magonò che hanno salvato dal Lago Nero! Sei Della
Rovere! Piacere, io sono Argus Gazza e lei è Mrs. Purr."
Non doveva essere molto sveglio, pensò, sorridendogli
cortesemente.
"Anche io sono un Magonò. Cioè, in
realtà no. La
magia ce l'ho, solo che quei dannati ragazzini ne usano troppa e me la
rubano." sussurrò rabbioso nell'orecchio del povero ragazzo.
Finalmente Nereus si ricordò della frase di Hagrid e
capì
che lui era il Custode del castello. Così gli chiese di
fargli
vedere l'edificio. Lui sembrò estasiato dalla proposta e
disse
che si sarebbero incontrati davanti all'ingresso dopo pranzo. "Ci
vorrà un po'", disse.
Infatti ci volle tutto il pomeriggio e anche parte del dopocena. I
sotterranei erano enormi, ma non si persero. Argus gli fece vedere le
cucine, tutte le Sale Comuni, la Sala dei Trofei, le aule e le sedi dei
vari gruppi scolastici (Club di Scacchi, Club di Gobbiglie, Club di
Duello, Club del Libro, il coro e tutti i vari gruppi di studio creati
autonomamente dagli studenti) e tutte le torri.
Adesso sapeva esattamente quante aule vuote ci fossero a Hogwarts (ben
venticinque)
e si chiese che cosa mai poteva farsene di un'informazione del genere.
Nel suo letto, prima di addormentarsi, Nereus riflettè sul
Custode. Non era cattivo, solo estremamente rancoroso e paranoico.
Sperò che non fosse troppo severo con gli studenti, ma non
ne
dubitava. Battè un colpo sul muro che divideva le due stanze
per
augurare la buonanotte ad Hagrid, ma poi si ricordò che era
insonorizzato. Si alzò e andò a bussare alla
porta del
suo amico. Non sentendo risposta, la aprì un po', ma la
scoprì vuota. Dove
diamine era finito Rubeus?
Sul tavolo trovò una nota che diceva:
Ner, sono a Hogsmeade a bere
qualcosa. Non aspettarmi alzato, che domani dobbiamo andare a Diagon
Alley a fare spese per te. Ordini del preside. Buonanotte
La lettera finiva con un disegnino illeggibile che a Nereus
sembrò la firma di Hagrid, ma non indagò oltre,
era troppo
stanco. Filò a letto, soffiò sulla candela e
crollò tra le coltri.
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Ringrazio Elfosnape per
aver inserito
questa storia nelle seguite. Mi farebbe piacere se lasciaste un
commento per aiutarmi a migliorare, ma ovviamente, se non vi va non vi
obbligo. Al prossimo aggiornamento!
DISCLAIMER: Harry
Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di
J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap. 4: Acquisti e sorprese
E pensare che quel mattino era cominciato così bene.
Si era alzato, si era bevuto la sua tisana energizzante mattutina* con
due o tre biscotti multicereali trovati nella credenza, era uscito per
andare al bagno (che, come ogni buona baita, si trovava all'esterno
vicino alla concimaia), si era lavato faccia e denti nel lavabo di
granito dietro la capanna ed era tornato dentro per svegliare Hagrid,
sicuro che fosse ancora a dormire: doveva essere tornato piuttosto
tardi quella notte. Aveva bussato, aveva aperto piano la porta, ma il
letto del suo amico era intatto esattamente come la sera prima.
Mentre pensava quella frase emblematica, spaventato, corse fuori a
cercarlo: erano le otto ormai e Hagrid non
poteva non essere ancora arrivato. Dopo dieci minuti di ricerca
infruttuosa Thor lo raggiunse abbaiando e lo guidò trafelato
fino al pascolo recintato, dove l'immenso corpo di Hagrid ronfava fra
l'erba. Non pensò nemmeno per un secondo di poterlo
spostare. Fortunatamente, il Mezzogigante si svegliò da solo
dopo che casualmente
un
secchio di acqua gelata gli piombò sulla faccia. Posando
l'oggetto con molta nonchalance in bocca al Terranova, che lo
riportò di corsa al pozzo dove l'aveva preso, Nereus
aiutò l'uomo ad alzarsi e lo tenne in piedi quando
vomitò
l'anima vicino al porcile. Lo scaricò sulla sua enorme
poltrona
con uno sbuffo e preparò due tisane contro emicrania e
nausea
sul fuoco magico del camino.
"Se ti viene da vomitare di nuovo, Rubeus, dimmelo subito: non voglio
dover pulire il pavimento, va bene?"
Il Guardiacaccia mugolò un assenso, con gli occhi chiusi e
la
testa reclinata sullo schienale in pelle. Afferrò con
lentezza
la tazza con l'infuso di semi di cardo e sentì la nausea
affievolirsi fino a scomparire quasi del tutto.
"Stasera te ne bevi un'altra tazza. Qui c'è l'infuso per
l'emicrania: hai finito la maggiorana, così ho usato il
rosmarino. Mi raccomando, quando hai finito stenditi a letto per
mezz'ora, ti ho già oscurato le finestre. Io arrivo subito,
passo dal castello a prenderti l'Antisbornia."
"Piton mi ucciderà" sentì mormorare l'amico
chiudendo la porta della capanna.
**********************
"L'Antisbornia? Vado a controllare, ma non ti assicuro nulla." disse
Poppy Chips, aprendo la porta del magazzino e frugando fra le ampolle.
"Perchè devi capire Nereus che non è una pozione
molto
richiesta qui ad Hogwarts d'estate... e infatti l'ho finita." concluse
l'infermiera riemergendo dagli scaffali.
Il Magonò smise di dondolarsi avanti e indietro, un suo
antichissimo tic, e si alzò dal letto morbido su cui si era
arrampicato.
"E dove la trovo adesso?" chiese con sguardo un po' preoccupato.
"Severus la stava preparando stamattina: sta rinnovando tutte le mie
scorte in previsione dell'inizio dell'anno scolastico. Dopotutto manca
solo una settimana. Prova a chiedere a lui, gli stai simpatico e forse
ti fa questo favore." disse la donna con un occhiolino.
Pochi minuti dopo, Nereus bussava delicatamente alla porta dell'aula di
Pozioni. Sapeva sia la posizione del Laboratorio di Pozioni sia degli
alloggi privati del professore, ma non voleva sembrare invadente. Il
pozionista aprì la porta con uno sguardo annoiato che
cambiò subito in incuriosito appena vide chi aveva bussato.
Si
appoggiò allo stipite con una spalla, incrociò le
braccia
e chiese cosa poteva fare per lui. Il ragazzo espose la sua richiesta
molto educatamente e, dopo aver socchiuso gli occhi pensieroso, l'alto
uomo davanti a lui si staccò dal legno e con un cenno della
testa lo invitò ad entrare. Lo guidò fino alla
porta che
collegava l'aula al laboratorio e ne uscì poco dopo con una
fialetta verdina dall'odore orribile. La tappò con del
sughero e
gliela porse con un sorriso saputo.
"Non è la prima volta che Hagrid si riduce così
male, vero?"
"Ovviamente. Quell'enorme concentrato d'idiozia è capace di
dormire abbracciato a un pino una sera sì e l'altra pure.
Digli
che con questa mi deve un'intero calderone di Antisbornia e che lo
voglio per l'inizio della scuola, intesi?"
"Quanta crudeltà, Professor Piton. Il povero Hagrid non
può sapere come si prepara, è stato espulso al
terzo anno
e quella è una pozione del quinto!"
"Pensi che non lo sappia, Signor Della Rovere?" soffiò Piton
con
un ghigno che non prometteva niente di buono, chinandosi fino ad
arrivare vicinissimo al suo viso.
"E se io l'aiutassi in questa settimana a partire da domani?
Farò tutto quello che mi dice e in cambio
chiuderà un
occhio sul debito di Hagrid." propose il ragazzo.
"Assolutamente no, non accetto scambi. Ora fila via,
Magonò."
finì Severus caustico, girandosi e provocando con il
mantello il suo solito effetto pipistrello.
Nereus non si offese: se avesse davvero
voluto insultarlo non avrebbe usato quel tono di voce. Dunque sorrise e
corse via con la fiala stretta nel pugno.
"Diciott'anni e non sentirli" commentò il pozionista fra
sè e sè, prima di chiudere la porta e tornare ai
suoi
paioli.
**********************
Un'ora e una pozione dopo, Hagrid e Nereus stavano tornando dal lavoro
all'esterno, che quel mattino era stato molto breve.
"Di questo passo partiremo per le undici, sai? Lascia solo che faccia
la lista della spesa." disse Hagrid allegro, chiudendo dietro di
sè la porta di casa e sedendosi al grande tavolo.
"Partiamo con le cose che mancano in casa, tu fatti un giro e mi dici
cosa dobbiamo prendere, sì?"
Nereus alzò lo sguardo al soffitto e osservò le
erbe
poste ad essiccare: "Di sicuro la maggiorana. Poi hai finito le foglie
di betulla**, ma per quelle c'è la foresta proibita. Ti
manca la
nepeta cataria*** e il gallio****... ah no, quello è qui."
constatò vedendo i barattoli etichettati sulle mensole
"Menomale, il gallio è importante per i formaggi. Le bacche
di
gelso***** le ho viste qui fuori... e basta. Sei ben fornito!"
"Grazie Ner. Dunque di erbe solo la maggiorana e la nepeta cataria?
Guarda se c'è altro." commentò Hagrid scrivendo
su un
foglietto le due piante.
"Direi solo la Pozione Antisbornia per Severus! Se poi mi compri il
necessario per disegnare e dipingere mi rendi un ragazzo felice!"
urlò il ragazzo dall'ultima stanza che aveva controllato,
cioè camera sua.
Rubeus rise e segnò "Necessario per dipingere" nel foglietto
titolato "Ner". Poi si alzò, andò nella sua
camera,
aprì il suo armadio e scrisse tutto quello di cui Nereus
avrebbe
avuto bisogno come suo aiutante e come normale mago, come guanti in
pelle di drago rinforzati, toghe colorate, abiti da lavoro, stivali,
intimo ecc.
Intanto il Magonò, tornato in cucina e frugando nella
credenza, aveva trovato una
focaccina di farro buonissima e raggiunse il suo coinquilino con quella
in bocca.
"Ah, vedo che hai trovato il mio regalino di buona guarigione che ti
avevo comprato dai Tre Manici di Scopa, hai ragione, mi sono
dimenticato di dartelo. E' buono?"
"Mhmh" mugugnò il ragazzo con la bocca piena "Hai finito?"
"Proprio ora, mettiti il cappotto e andiamo."
Chiusero casa con Thor a fare la guardia, scesero fino al cancello e in
pochi minuti erano ad Hogsmeade.
"Prima tappa, Scrivenshaft" disse il Mezzogigante entrando nella
cartoleria.
"Buongiorno Hagrid! Fai già compere per i ragazzi di
Hogwarts?
Non è un po' prestino?" rise il commesso dietro al banco.
"Ciao Paul. No, oggi sono qui per il mio nuovo assistente, ha bisogno
di necessario per scrivere e un kit completo per disegnare, colorare e
dipingere." rispose l'uomo, spingendo il ragazzo davanti a
sè.
Quest'ultimo si girò verso il gigante, improvvisamente
preoccupato, rendendosi conti di non avere nemmeno uno zellino. Lui lo
rassicurò, ricordandogli che la prima "spesa" dei propri
dipendenti la pagava Silente in persona, per permettere loro di
sentirsi a loro agio all'interno del castello. Più
tranquillo,
Nereus seguì Paul in giro per il locale.
"Dato che hai budget illimitato, mi perdonerai se ti presento subito i
miei prodotti migliori. Qui abbiamo un Pennello Universale: diventa
esattamente dell'ampiezza, durezza e tipo desiderati. Lo stesso vale
per
questa Tavolozza Multicolore: ogni incavo rappresenta un tipo di
pittura: acquerello, acrilico, tempera, cera, olio, china ecc. e si
riempie esattamente della quantità e tonalità che
ti
serve. Immagina che meravigliosi tramonti potrai dipingere!" disse
mostrandogli un pennello piuttosto grosso con setole sintetiche e una
tavolozza professionale in legno chiaro.
"Se invece preferisci disegnare e colorare, ecco qua due altri
gioiellini: questa matita qui può diventare carboncino,
sanguigna e pastelli a cera o ad olio, mentre quest'altra diventa
esattamente del colore e della durezza volute, compreso il semplice
color grafite. Purtroppo entrambe non sono illimitate, dovrai
temperarle e alla fine ricomprarle... Allora, che ne pensi?"
Il Magonò era assolutamente senza parole: con quei quattro
oggetti avrebbe potuto avere la disponibilità di uno studio
professionale!
"Li compro!" disse senza pensarci due volte.
Il commesso rise soddisfatto e lo guidò davanti alla
vetrina,
dove erano posti tutti i tipi di piume. Il ragazzo scelse una lunga
piuma di corvo nero pece e aggiunse due o tre boccette di Inchiostro
Cambiacolore, molti rotoli di pergamena e un album da disegno.
Uscirono senza pagare, certi che Paul avrebbe mandato il conto
direttamente a Silente.
"E ora dove si va?" chiese Nereus guardando la sua lista.
"Qui abbiamo finito, bisogna andare dove c'è più
disponibilità di negozi" borbottò Hagrid frugando
nelle
tasche del cappotto.
"Glasgow?"
"No, Londra!" disse l'uomo entrando dai Tre Manici di Scopa e
dirigendosi verso il grosso camino in fondo al locale.
Una donna sui trent'anni uscì dal retro del bancone e
salutò l'uomo con un gran sorriso.
"Hei Hagrid! Come fai ad essere già in piedi dopo la..."
s'interruppe notando il ragazzo vicino a lui.
Arrossendo, la ragazza si presentò come Rosmerta, la
proprietaria dell'osteria.
"Allora è lei che ha cucinato quella meravigliosa focaccina
di
farro. Mi faccia indovinare: anche i biscotti multicereali sono suoi,
non è così?" replicò il diciottenne
con un
occhiolino.
Rosmerta sembrò colpita dai complimenti e si
lanciò in
un'interessantissima sequela di ricette, ingredienti e preparazioni che
interessarono molto Hagrid ma che dopo un po' annoiarono il
Magonò, il quale con un paio di cenni riuscì a
ricordare
al suo amico il motivo della loro irruzione dentro il locale.
"Oh, sì. Ehm, mi spiace Rosmerta, ma noi dovremmo andare a
Diagon Alley. Nereus deve finire la sua prima spesa, sai..." disse
l'uomo sventolando la lista delle cose da comprare.
"Oh, già. Hai la polvere?"
"Mhmh. Eccola qui. Ner apri la mano... bravo. Hai la mano troppo
piccola, sai? Non ci ho mai fatto caso." constatò Hagrid
tirando
fuori della cenere verdastra dalla tasca in cui aveva infilato la mano
prima di entrare nella taverna.
Il ragazzo non commentò nemmeno e, urlando "PAIOLO MAGICO!",
gettò la Polvere Volante nel camino e saltò nelle
fiamme
color smeraldo.
Arrivò rotolando sul tappeto impolverato, ormai
così
sporco che non si riconosceva più il colore originale. Ebbe
giusto due secondi per spostarsi, prima che il Mezzogigante arrivasse
con un tonfo così forte da far girare tutto il bar
incuriosito. L'uomo si alzò con molta difficoltà
e
guidò Nereus sul retro, dove, tirando fuori un ombrello rosa
che
non gli aveva mai visto, colpì il mattone giusto e
aprì
il varco per Diagon Alley.
"Bene. Per non caricare troppo il professor Silente, dovremo andare a
guardare se troviamo le tue cose dal negozio dell'usato. Quello che
manca lo compriamo nuovo. Ti dispiace?" gli chiese il gigante facendosi
largo fra la folla fino a una vetrinetta anonima.
"Perchè dovrebbe, Rubeus? Ti ricordo, di nuovo, che sono
cresciuto con dei monaci, okay? Non ho bisogno di cose nuove o costose.
Certo, se sono un regalo come quello che ho preso da Scrivenshaft, va
bene, ma se riesco a dare nuova vita agli oggetti, perchè
no? E
poi sono anni che compro dai robivecchi o ai mercati settimanali di
quartiere, a Glasgow. Nessun problema.******" concluse il ragazzo
battendo
sul fianco dell'uomo in una ben riuscita imitazione di una pacca sulla
spalla ed entrando nel negozio.
Una donnina anziana lo accolse con inaspettata gentilezza e, quando
Nereus le mostrò la lista, lei subito lo guidò
nel
reparto vestiario. Qui scelse un paio di stivali di gomma della sua
misura, verde bottiglia e solo leggermente rovinati in punta. La
vecchietta, Rosemarie, lo rassicurò dicendogli che non
accettavano oggetti incantati con nessun tipo di fattura, per evitare
articoli maledetti. Assieme agli stivali ne acquistò un
altro
paio di cuoio morbido e imbottiti di lana calda e un paio di scarponi
quasi nuovi, a prima vista molto resistenti. Appese in un angolo
trovò delle toghe da mago. Delle cinque che erano della sua
taglia, il Magonò ne scelse tre: una bianca con ghirigori
grigi
e neri, una verde chiaro spento e una color cartazzucchero con
decorazioni blu notte sul colletto, alla fine delle maniche e in fondo
alla toga.
Nel reparto di vestiario babbano comprò un paio di scarpe da
ginnastica marroni (sotto consiglio di Hagrid), due completi di abiti
in saldo perchè talmente rovinati da essere a malapena
vendibili, che destinò all'uso nell'orto e con gli animali
insieme ai vestiti che già possedeva, tre magliette a
maniche
corte a tinta unita, tre a maniche lunghe, tre pantaloni di fustagno
invernali, tre pantaloncini corti, tre canottiere, una nuova bandana
bianca, che risaltava tantissimo sui suoi riccioli neri e infine
cappello e guanti di lana verde chiaro come la sciarpa che
già possedeva. Nereus non aveva mai pensato a queste cose
"da donne", ma guardandosi allo specchio dovette ammettere che stava
davvero bene.
Tornando alla cassa passarono per il reparto libri usati, in cui il
ragazzo si bloccò per una buona mezz'ora. Alla fine, dei
quattro
libri che aveva scelto, lo convinsero a portarne a casa solo uno:
"Animali,
Spiriti e Fate: Manuale Aggiornato", di Sigmund Smirne.
"Il Ghirigoro mi vende i libri che ha in esubero o che non riesce a
vendere. Ci guadagno più io che loro!" rise l'anziana
infilando
tutti gli acquisti in grossi sacchetti.
"Ehi! E questa?" esclamò il Magonò afferrando un
piccolo artefatto di pietra rosa.
"Oh, quella me l'ha venduta una natababbana. E' una lampada di sale
rosa proveniente da una qualche catena montuosa dal nome
impronunciabile. Non l'ho nemmeno messa in magazzino, non so chi
potrebbe volerla."
"Io so cos'è. In questo buco al centro metti una piccola
candela
e il calore fa sprigionare microparticelle di sale che purificano
l'aria. E' molto utile e amata dai babbani" finì il ragazzo
mettendo l'oggetto in uno dei sacchetti.
"Contento tu... spero che verrai presto a trovarmi! E se hai qualcosa
da vendere, non esitare a venire da me!"
"Certo Rosemarie!" urlò Nereus in risposta.
"Bene. Ora mancano solo i completi da lavoro, lavorerai con me la
maggior parte del tempo, non possiamo permettere che tu ti faccia male.
Perciò dovremo necessariamente prendere tutto nuovo... da
Madama
McClan." commentò Hagrid.
Dopo un'altra ora, uscirono dal famoso negozio con altri due sacchetti
piendi di vestiti "comodi ma che non intralciano" come aveva
specificato la donna davanti alla richiesta di Hagrid.
"Rubeus, Albus pagherà una fortuna. Perchè hai
voluto far
sostituire i capi in pelle di drago con quelli in pelle di Graphorn?
Saranno anche praticamente invulnerabili ad ogni attacco babbano e
magico, ma costano il triplo della pelle normale! E in più
abbiamo preso due completi invernali e due estivi!"
"Nereus, io sono un Mezzogigante. La mia pelle è
naturalmente
forte come quella del Graphorn, ma la tua no, bisogna proteggerti. Tu
non sai con che animali abbiamo a che fare."
"Grazie per il mantello, comunque." replicò il ragazzo,
lasciando cadere la questione e accarezzandosi il mantello invernale
nuovo di zecca con aria ammirata.
Alla fine riuscirono anche a prendere la Pozione Antisbornia in
farmacia e, usciti dalla Londra Magica, la nepeta cataria e la
maggiorana nella prima erboristeria che videro.
**********************
Era ormai l'una e tornarono velocemente ad Hogwarts per mangiare
qualcosa. Finirono le ultime porzioni avanzate e poi, mentre Hagrid si
riposava nella sua stanza dopo aver preso la sua seconda dose di tisana
contro il mal di testa, Nereus stava sistemando tutti i suoi nuovi
averi nella sua stanza. Non fece in tempo a richiudere l' armadio ormai
pieno che Annie attirò la sua attenzione sbatacchiando le
ali
sul vetro della sua finestra e stridendo. Il Magonò corse
fuori
dalla capanna e trovò una scatola abbastanza grande fuori
dalla
porta. Con fatica la trascinò in casa e la tirò
sul
tavolo. Si arrampicò in ginocchio su una delle sedie e
aprì la confezione. Dentro c'era un biglietto scritto di
fresco:
Ti avevo promesso le tue
armi ed eccole qui. So che ne farai buon uso. Albus
Euforico, Nereus tirò fuori una cerbottana in
bambù, con alcune piume attaccate in mezzo e dei piccoli
proiettili a forma di cono dentro una bustina trasparente. La
posò sul tavolo ed estrasse una fionda in ebano e cuoio, i
cui
elastici erano stati incantati per non staccarsi nè
rompersi.
L'appoggiò vicino all'altra arma e finalmente vide l'oggetto
che
giustificava la dimensione del cartone: un arco professionale in
titanio, completo di faretra con venti frecce. Su tutti e tre gli
oggetti erano incise in oro le sue iniziali, N. D. R.
Senza riordinare come suo solito, corse fuori con i regali fra le
braccia e s'inoltrò nel parco, dove comiciò a
provare
l'arco. Era leggero e resistente e sembrava fatto su misura per lui:
non sbagliava un colpo.
Severus Piton, con le sue erbe per le pozioni fra le mani,
osservava da lontano quel ragazzo coraggioso. Sarebbe stato al
sicuro... non augurava di trovarselo davanti nemmeno a Voldemort.
Sorrise fra sè. Sì, forse a lui sì. Si
girò
e rientrò nel castello, mentre l'arciere, ignaro, faceva
sibilare le sue frecce alla luce del tardo pomeriggio.
*Ricetta per la tisana mattutina:
foglie d'ortica, foglie di equiseto, foglie di menta, foglie di salvia,
fiori di calendula e fiordaliso. Ottima anche per le escursioni o per
la palestra.
**Le foglie
di betulla hanno proprietà diuretiche e febbrifughe e
aiutano in caso di reumatismi, gotta e problemi renali.
***Il
gallio veniva usato in passato per
far cagliare il latte. Inoltre ha proprietà antispasmodiche,
astringenti, colagoghe, diuretiche e vulnerarie (arresta le emorragie).
****Le more
di gelso nero sono lassative
e diuretiche. In decotto con lo zucchero sedano e curano la tosse e il
loro succo acerbo aiuta in caso di afte (gargarismi).
*****La
nepeta cataria ha proprietà antipiretiche, antispasmodiche,
cicatrizzanti, digestive e sedative.
******Quello
che Nereus pensa dei negozi dell'usato è, lo ammetto, un mio
pensiero.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Ho scoperto che Hagrid non parla sgrammaticato, ma dialetto. E'
un errore di traduzione e infatti mi sono sempre chiesta come mai un
uomo con la terza media parlasse in questo modo. D'ora in poi
parlerà "normalmente" e penso di modificare anche i tre
capitoli
precedenti, appena ho un po' di tempo. Che ne pensate?
Ringrazio Max85 per aver
inserito
questa storia nei preferiti. Spero di non tradire la fiducia che
dimostri nei miei confronti. Rinnovo l'invito a lasciare un vostro
parere e mi scuso se questa volta il capitolo è un po'
lungo, mi
auguro che non sia noioso. Al prossimo aggiornamento
comincerà
l'anno scolastico e cominceremo a modificare la trama di J.K.Rowling.
Arrivederci a presto!
DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di J.
K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap. 5: Il banchetto d'inizio anno
"Uill, tha mi a 'dol" disse Minerva battendo sul ginocchio di Nereus e
alzandosi.
"Dol a dhèanamh thu àlainn!"* gli urlò
dietro il
ragazzo, ottenendo solo un insulto giocoso e il rumore di una porta
sbattuta.
Scuotendo la testa, il Magonò ripose il tè nella
credenza e andò fuori a lavare le tazze. Guardò
il cielo
e si accorse che il sole stava tramontando: si era
distratto ed era già in ritardo. Hagrid stava tornando dal
lavoro in quel momento e lo colpì piano sulla spalla con uno
dei
manici della cesoia.
"Non sei ancora pronto? Manca un'ora all'arrivo del treno!"
brontolò entrando in casa e cominciando a mettere a posto
attrezzi e prodotti.
Nereus corse in camera e indossò la toga da mago bianca con
i
ghirigori grigi e neri, a cui abbinò i suoi stivali
imbottiti e
il suo nuovo mantello. Sperò che gli stivali non gli
tenessero
troppo caldo ai piedi, ma erano le scarpe più
eleganti che aveva. Si pettinò i boccoli scuri con le dita,
guardandosi nel piccolo specchio appeso sull'anta del suo armadio e si
giudicò accettabile. Hagrid indossava un completo marrone
peloso
e una cravatta giallo zabaione e attirò gli sguardi
disgustati
di Piton quando entrarono in sala grande alle otto e quarantacinque.
C'erano già tutti i professori e la maggior parte erano
arrivati
quel giorno, dunque il ragazzo non aveva ancora avuto l'occasione di
conoscerli.
Una giovane donna di colore si presentò come la docente di
Astronomia Aurora Sinistra. Era magra e aveva sul viso un'espressione
annoiata: probabilmente aveva fame e non vedeva l'ora che il banchetto
cominciasse. Era seduta al terzultimo posto alla destra di Silente: gli
ultimi due sarebbero stati occupati da Hagrid e da lui. Vicino alla
donna era seduto un uomo molto piccolo che si presentò come
il
professore d'Incantesimi Filius Vitious con un sorriso gioviale. Le sue
conoscenze acquisite dall'Intelligo Magia lo informarono che l'uomo era
mezzo folletto ed era un abilissimo duellante.
"Ho sentito che cantavi in un coro, ragazzo. Ti aspetto alla prima
riunione del coro della scuola per un'audizione!"
"Ma signore, io sono nel corpo insegnanti... o almeno nello staff di
Hogwarts, non sono uno studente."
"Non c'è mai stata la regola che il coro debba essere
formato
solo da studenti. Se ti va sarei felice di sentirti." concluse il nano
con la sua vocina acuta.
Nereus ringraziò e guardò la McGranitt.
Nonostante non
fosse più nel fiore degli anni, quella sera era veramente
elegante con quel vestito verde smeraldo. Si avvicinò, le
fece il baciamano e le sussurrò
un complimento in gaelico che nessuno capì, tranne lei, che
arrossì leggermente. Quando però fu Silente,
seduto
vicino a lei, a ribadire inconsapevolmente ciò che aveva
appena
detto il ragazzo, Minerva s'alzò sorridendo imbarazzata e,
con
la scusa di andare ad accogliere gli studenti, trascinò con
se
Hagrid e lo spedì a prendere i primini, uscendo dal portone
dorato della Sala Grande. Salutando Severus con un cenno della mano,
subito ricambiato da un cenno rispettoso della testa, il ragazzo si
presentò alla professoressa Babbling di Antiche Rune. Era
anziana ma molto cordiale e gli fu subito simpatica, ma la materia era
troppo complicata per un tipo pratico come lui e non garantì
nulla alla donna quando essa gli propose di venire a sentire alcune
delle sue lezioni. Sedute vicino a lei c'erano rispettivamente Charity
Burbage, la professoressa natababbana di Babbanologia, e Septima
Vector, la misteriosa professoressa di Aritmanzia. Erano entrambe
socievoli, ma la prima, la più giovane, gli
sembrò troppo
esuberante. La professoressa Sprite lo abbracciò quando lo
vide
e il professor Kettleburn di Cura delle Creature Magiche lo
guardò con uno sguardo complice. Evidentemente era lui il
destinatario abituale di quelle eccessive effusioni non desiderate.
"Allora, così sei tu il Magonò che ha preso
Eccezionale
in ogni esame di Cura delle Creature Magiche affrontato! Sono felice di
fare la tua conoscenza, vieni, parliamo un po'."
Mentre l'uomo gli illustrava come strutturava le sue lezioni,
descrivendo con minuziosa e terrificante precisione come si era
procurato tutte quelle ferite e amputazioni, Nereus
vide un uomo magro e tremante, con un turbante viola in testa, sedersi
nel posto vuoto vicino a Severus, che, dopo averlo guardato malissimo,
gli voltò letteralmente le spalle con un movimento deciso e
continuò a parlare con Silente.
"Uuuuh. Chi è quell'uomo per far reagire così
Piton?"
chiese il ragazzo al professore che lo teneva al suo fianco con un
braccio sulle sue spalle.
"Quirinus Raptor, non una persona molto coraggiosa. Silente ha dovuto
fare le cose in fretta, nessuno accetta più la cattedra di
Difesa contro le Arti Oscure facilmente... dicono sia stata maledetta.
Cavolate, ma le voci girano e ad Hogwarts non ci vuole venire
più nessuno."
Un vociare confuso si mischiò con i rintocchi del grande
orologio dell'atrio: erano le nove** in punto e gli studenti erano
arrivati. Nereus corse al suo posto appena in tempo: moltissimi ragazzi
entrarono nel salone e si sedettero ai rispettivi posti lungo le
tavolate. Il Magonò li contò e vide che ogni anno
aveva
massimo dieci studenti per casa, fra maschi e femmine. Questo stava a
significare che i giovani maghi frequentanti la scuola erano poco meno
di
trecento: aveva pensato molti di più, ma evidentemente la
Prima Guerra Magica aveva portato via molti giovani, che di conseguenza
avevano avuto meno figli. I ragazzi lo guardavano con estrema
curiosità e quelli dell'ultimo anno di Grifondoro osarono
addirittura fare dei cenni per farlo avvicinare. Doveva sembrargli
strano che un mago praticamente della loro età sedesse al
tavolo dei professori.
Hagrid lo raggiunse e commentò il posto vuoto fra Vitious e
la
McGranitt con "Oh perbacco, Sibilla è di nuovo in ritardo.
Non
le piace proprio stare in mezzo alla gente..."
Prima che il diciottenne potesse chiedere al suo amico chi era questa
Sibilla, il portone si aprì, rivelando una solenne Minerva
McGranitt alla guida di una lunga fila di primini con il naso per aria.
Anche Nereus alzò lo sguardo e ammirò con loro il
cielo
stellato, in parte nascosto dalle migliaia di candele che galleggiavano
sopra i tavoli e facevano luccicare le stoviglie dorate. Alcuni
sembravano impauriti, altri addirittura spavaldi, ma in generale
dimostravano tutti di essere ansiosi, in attesa di sapere come
sarebbero stati smistati nei vari dormitori.
La professoressa di Trasfigurazione andò a prendere in un
angolo
il Cappello Parlante e lo sgabello che aveva preso pochi minuti prima
dall'ufficio del preside e li sistemò davanti a tutta la
scolaresca. Quando lo strappo che aveva per bocca si aprì e
lui
cominciò a cantare, la donna dai capelli neri si
voltò
verso Silente e afferrò la lunga pergamena che l'uomo le
porgeva. Nereus applaudì con gli altri quando l'indumento
s'inchinò alle tavolate e osservò i bambini alle
prese
con la prima vera prova della loro vita. Lo Smistamento andò
liscio per almeno una ventina di minuti e il Magonò
applaudì ad ogni nuovo alunno, incitandolo urlando il suo
nome
mentre si sedeva fra i suoi nuovi compagni. Quasi tutti gli rivolsero
un sorriso grato, soprattutto il piccolo Grifondoro che si era
dimenticato di restituire il cappello e si era subito le risate di
scherno di tutta la sala. Quando però la Direttrice di
Grifondoro chiamò con un sorriso il nome di Harry James
Potter,
tutta la sala si zittì, prima di scoppiare in sussurri
concitati. Anche Nereus non resistette e si sporse leggermente dal
tavolo per osservare il Bambino Che E' Sopravvissuto. Non era nulla di
speciale: troppo magro e basso per avere undici anni (ne dimostrava a
malapena nove), i capelli lisci, nerissimi e spettinati, un paio di
occhiali obsoleti (sicuramente non graduati bene, dato che
inconsciamente continuava a strizzare i suoi luminosi occhi verdi per
vedere meglio) e l'ombra di una vecchia ferita sulla fronte, mezza
nascosta dalla lunga frangia. Un minuto dopo essersi seduto strinse i
bordi dello sgabello con forza e Nereus immaginò che la
scelta
del cappello non gli andasse particolarmente a genio. Si potevano
contestare le decisioni di una mente vecchia di mille anni? Il ragazzo
non lo vedeva in faccia, ma lo sentiva mormorare, anche se non capiva
le parole. Silente e la McGranitt erano i più vicini:
quest'ultimo si voltò verso il Magonò e, mentre
tutti
erano distratti, sillabò senza emettere suono "Non
Serpeverde".
La sua ipotesi era giusta, quindi. Quando sentì il Cappello
urlare "GRIFONDORO!" applaudì e guardò quel
piccolo
occhialuto venire sommerso da Weasley urlanti. Hagrid, alla sua destra,
fece un segno di vittoria guardando il bambino negli occhi. Nereus
continuò ad incitare i primini finché anche un
nuovo
Serpeverde di colore non ebbe raggiunto i suoi compagni.
A quel punto Silente si alzò in piedi, sorrise,
spalancò
le braccia e disse alla Sala gremita e ora totalmente silenziosa:
"Benvenuti! Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di
dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E
cioè: pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!"
Quando si sedette, tutti risero, applaudirono e gridarono, ormai
abituati alle stranezze del preside. Il tavolo si era riempito di cibo
appena l'uomo si era riappropriato del proprio scranno e tutti
cominciarono a servirsi di tutto quel ben di Dio. Servendosi di roast
beef, patate arrosto e piselli, Nereus colse l'occasione per chiedere
ad Hagrid come mai conoscesse Potter e chi era la Sibilla di cui aveva
parlato prima. Venne così a sapere della gita a Diagon Alley
del
piccolo Harry e dell'esistenza di una materia come Divinazione.
Stava afferrando una carota cruda dalla ciotola davanti a sè
quando sentì una voce lugubre e monotona dietro di
sè:
"Lei deve essere il nuovo membro dello staff. Piacere, sono il
professor Rüf e insegno Storia della Magia."
Voltandosi, Nereus vide un fantasma di un uomo molto vecchio, vestito
elegantemente e con un monocolo che fluttuava a pochi centimetri da
terra. Lo salutò rispettosamente e si presentò.
Con un
cenno accondiscendente della testa, lo spirito sparì nel
muro.
Evidentemente era venuto al banchetto solo per presentarsi. Qualche
minuto dopo, quando le stoviglie della cena erano quasi vuote e nessuno
stava più mettendo cibo nel piatto, comparvero i dolci. La
quantità di cose da mangiare adesso era minore,
perché i ragazzi
erano sazi, ma la varietà era identica a prima. Il
Magonò
si servì di una fetta di torta di mele e una pallina di
gelato
ai frutti di bosco. Con stupore notò che Raptor aveva avuto
il
coraggio di intavolare una conversazione con Severus, che non sembrava
molto felice della cosa. Curiosamente, lo vide lanciare un'occhiataccia
al giovane Potter quando si accorse che il bambino li fissava, il quale
fece una smorfia e si girò verso il suo
vicino sfregandosi la fronte. Il ragazzo lanciò al
pozionista
uno sguardo interrogativo, che lui non molto elegantemente
ignorò. Quando anche i dolci vennero spazzolati, Silente si
rialzò e i piatti vennero riassorbiti dai tavoli.
"Ehm... solo poche parole ancora, adesso che siamo tutti sazi di cibo e
bevande. Ho da darvi alcuni annunci di inizio anno. Gli studenti del
primo anno sappiano che l'accesso alla Foresta Proibita è
vietato a
tutti gli studenti... e farebbero bene a ricordarselo anche alcuni
studenti più anziani. Inoltre il signor Gazza, il custode,
mi ha
chiesto di rammentarvi che è vietato fare duelli di magia
nei
corridoi e che la lista completa degli oggetti proibiti e il
regolamento di Hogwarts si possono consultare fuori dal suo ufficio. Le
selezioni per le squadre di Quidditch si terranno durante la seconda
settimana dell'anno scolastico e chiunque sia interessato è
pregato di contattare Madama Bumb. " Una donna seduta dall'altra parte
del tavolo che Nereus non aveva visto salutò alcuni
studenti.
Era bassa, aveva i capelli grigi a caschetto e gli occhi di una strana
sfumatura
ambrata. "Inoltre devo avvertirvi che da quest'anno è
vietato
l'accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non
desideriate fare una fine molto dolorosa." Lo sguardo perplesso del
diciottenne fu ricambiato da Hagrid con un segno che indicava "te lo
dico dopo". Anche fra gli studenti serpeggiava una certa agitazione.
Per spezzare la tensione creatasi con le sue parole, il preside propose
di cantare l'inno della scuola. Gran parte dei suoi colleghi non
sembrava molto felice della cosa e quando tutta la scolaresca
intonò il canto Nereus capì perché:
era una
cacofonia di voci incomprensibili, tutti andavano ad un ritmo diverso
dai loro compagni e se non avesse avuto le parole scritte davanti a
sè il Magonò non sarebbe riuscito a capire
nemmeno una
parola. L'anziano mago diresse le ultime battute della marcia funebre
cantata dai gemelli Weasley e poi congedò tutti gli
studenti.
Con uno stridio collettivo tutti i ragazzi si alzarono dalle panche e
si defilarono velocemente verso i dormitori.
Silente si risedette con un sospiro e disse: "Bene, anche questa
è andata. Ora possiamo andare a dormire anche noi.
Buonanotte!"
concluse camminando verso i suoi alloggi nella Torre Nord.
Qualche minuto dopo, nel suo letto, al ragazzo venne in mente
l'avvertimento del preside. Cosa c'era di tanto pericoloso in quel
corridoio da impedirne addirittura l'accesso non solo agli studenti, ma
anche a tutto lo staff e al corpo insegnanti di Hogwarts? Eppure quando
l'aveva visitato qualche settimana prima gli era sembrato un corridoio
pieno di aule inutilizzate e basta. L'indomani mattina Hagrid avrebbe
dovuto dargli una spiegazione più che esaustiva, o sarebbe
andato lui stesso a vedere questo fantomatico pericolo.
Rincuorato da questo pensiero, si addormentò serenamente,
cullato dal bubolio dei gufi appena arrivati che sfruttavano la loro
prima notte di caccia nelle campagne scozzesi.
*"Beh, io vado" "Vai a farti bella!" ** Correggetemi se
sbaglio, ma qui
secondo me c'è un errore di trama. Londra - Glasgow, con i
mezzi
moderni, sono 5 ore di treno. Mettiamo che da Glasgow ad Hogwarts ci
voglia ancora un'oretta e mezza al massimo. Aggiungiamo che stiamo
parlando dell'Hogwarts Express, un treno a vapore, pur comandato dalla
magia: 7 ore. Secondo i miei calcoli arriverebbero alle 18, ora di cena
per i britannici. I ragazzi arrivano quando il cielo è buio
e si vedono
chiaramente le stelle; il sole a inizio settembre tramonta alle otto,
dunque arrivano ad Hogsmeade almeno per le nove. Dalle undici di
mattina alle nove di sera sono dieci ore di viaggio: non vi sembrano
troppe, considerando anche che il treno fa solo le fermate di King's Cross e Hogsmeade? Comunque io mi sono
attenuta al canon e ho descritto un bellissimo cielo stellato.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Lo so, lo so,
è cortissimo
rispetto a quanto siete abituati, ma questa era una scena importante e
volevo darle la considerazione che meritava. RECENSITE, così potete
aiutarmi a migliorare (ne ho molto bisogno). A presto :*
DISCLAIMER: Harry
Potter e
tutti e personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di
J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap.6:
Nuovi amici e nuovi dubbi
Uscendo dalla Sala
Grande dopo aver mangiato, notò con piacere
che molti studenti avevano deciso di usare quel tempo tra la fine del
pranzo e l'inizio delle lezioni pomeridiane per svagarsi o svolgere i
primi compiti in riva al lago. Decise di usare quelle ore per
interagire con loro, soprattutto perché non sapeva cosa
fare:
Hagrid era a Diagon Alley per comprare qualcosa per conto del preside
(che fosse un modo per sfuggire alle sue pressanti domande sul terzo
piano?), Minerva e Severus stavano probabilmente correggendo i compiti
delle vacanze o preparando le lezioni per quel pomeriggio come tutti
gli altri professori e lui aveva svolto tutti i suoi lavori quella
mattina.
Assecondò le urla di un folto gruppo di primini di case
diverse
che lo chiamavano perché si sedesse qualche minuto fra loro.
Aiutò più che potè, cercando di
rispiegare ai
bambini ciò che non avevano capito delle lezioni di quel giorno, ma purtroppo nessuno di loro aveva frequentato Erbologia.
Riuscì comunque a suggerire loro qualche tecnica per
rimpinguare
i loro scarsi appunti: i ragazzi cominciarono subito a scambiarsi i
quaderni e ad unire le informazioni del libro alle loro, isolandolo
involontariamente. Il Magonò si alzò, li
salutò
(ricevendo risposte grate) e si allontanò verso le rive
sabbiose
del lago. Altri ragazzi e ragazze lo salutarono da sotto l'ombra degli
alberi, ma nessuno lo invitò ad unirsi ai loro gruppi e lo
lasciarono
proseguire.
A pochi metri dalle acque che gli erano ormai familiari, Nereus notò un salice
piangente
un po' più isolato e lo riconobbe come l'albero sotto cui
aveva
lasciato il suo zaino quel giorno in cui era quasi morto affogato
nell'acqua gelida. Con sua sorpresa, anche la pianta sembrò
sapere chi fosse e mosse leggermente le fronde in segno di saluto. Il
ragazzo scostò le foglie ed entrò in quel piccolo
mondo
in penombra. C'era un ragazzo sdraiato vicino al tronco, che
aprì un occhio e girò la testa verso di lui
quando
percepì la lama di luce che annunciava la sua entrata.
"Non volevo disturbarti" sussurrò entrando il diciottenne
per non interrompere quell'atmosfera silenziosa e rilassante.
"Vieni" rispose l'altro semplicemente, voltandosi su un fianco per
poter parlare meglio.
"Come ti chiami?" chiese lui di rimando, carezzando la corteccia del
salice e sdraiandosi di fronte a lui in modo da guardarlo negli occhi.
"Lawrence Lloyd. Tu sei il nuovo aiutante di Hagrid, vero? Ti ho
guardato lavorare dalle finestre del castello tutta la mattina."
mormorò senza alcun tono di voce particolare. La luce
soffusa
faceva intuire a Nereus la fisionomia del ragazzo: i capelli erano
chiari, probabilmente biondo cenere, e gli occhi risplendevano di una
sfumatura ambrata che Nereus con un brivido associò ai
licantropi.
"Perchè sei così legato a quest'albero?" chiese
acutamente l'altro, rigirandosi sulla schiena e chiudendo gli occhi.
Manco a farlo apposta, il raggio di sole che prima illuminava i suoi
occhi fece brillare la spilla sul suo petto: era il Prefetto Tassorosso
del quinto anno.
I due parlarono ancora qualche minuto, scambiandosi frasi assonnate e
poi rimasero in silenzio per un po', forse addormentandosi. Alle due
meno un quarto l'orologio informò il castello e tutto il
parco
che mancava poco all'inizio delle lezioni pomeridiane, dunque si
alzarono ed uscirono da quella bolla di calma. Il Magonò
scostò i rami e il quindicenne si avviò verso il
castello, girandosi appena per salutarlo con un sorriso.
*********************
"Vieni, forza... non ti faccio niente, devo solo cambiarti le bende...
brava, così..." sussurrò il Magonò
mentre cercava
di portar fuori dalla stalla una femmina di Thestral che si era ferita
al fianco volando sopra al castello. Quasi perse una mano quando
finalmente il cavallo alato decise di azzannare il topo morto che gli
tendeva: si era svegliato da poco e dunque aveva ancora i riflessi un
po' lenti. Quando rientrò nella capanna per preparare
l'impacco
per la ferita, vide il suo gigantesco amico osservare con interesse un
pezzo di pergamena appeso al lato destro della credenza. Afferrando un
piccolo calderone in rame e alcune radici di angelica si
avvicinò al banco da lavoro e disse: "Cosa stai facendo di
preciso?"
"Guardo quando Harry è libero, voglio fartelo conoscere. Oh,
ecco, oggi pomeriggio dopo Pozioni." Dopo un veloce sguardo al cielo
rosato continuò: "Sono le sette, fra un'ora cominciano le
lezioni, dovrebbe essere già sveglio."
Afferrò una pergamena e una piuma d'oca e
scribacchiò un
invito a bere un the. Mentre Hagrid era fuori a cercare Annie, Nereus
finì di spezzettare le radici e
cominciò a farle bollire sul fuoco con un coperchio*. Dopo
mezz'ora il ragazzo vide tornare Edvige con la risposta e subito
tornare
alla Guferia (evidentemente Hagrid aveva trovato lei invece del suo
gufo). Il Mezzogigante mise la testa fuori dalla porta aperta e
urlò "Viene!" prima di tornare a preparare i suoi biscotti
speciali per quel pomeriggio. Il ragazzo si girò verso la
cavalla nera e disse: "Sei contenta, eh, Mirea? Conoscerai un bambino
molto strano, ma lui probabilmente non ti vedrà". L'animale
nitrì d'aspettativa.
Alle tre in punto sentirono bussare alla porta e Thor si
alzò
dalla cuccia raschiando le unghie sul pavimento di pietra e corse
abbaiando alla porta. Nereus chiuse il libro che stava leggendo
("Bardachd nàdarra"**) ed entrò nella stanza
principale
proprio quando Potter e un altro bambino varcavano la soglia.
"Fate come foste a casa vostra!" disse Hagrid, lasciando andare il cane
che teneva per il collare per mettere l'occorrente per il the sul
tavolo. Il Magonò camminò verso i nuovi arrivati
e
staccò il cane dal viso del bambino dai capelli rossi.
L'animale, dopo un po' di moine e un biscotto, tornò a
cuccia e si sedette sulla coperta scodinzolando.
"Vi presento Ron" disse Harry sedendosi su una delle enormi sedie di
Hagrid.
"Un altro Weasley, eh? Ho passato metà della vita a dar la
caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta."
"Hai dei fratelli gemelli?" chiese incuriosito Nereus al bambino,
mentre Harry raccontava ad Hagrid cosa avevano fatto quella prima
settimana.
"Sono il sesto di sette figli" rivelò Ron "Tutti maschi
tranne l'ultima, che si chiama Ginevra e verrà a scuola
l'anno prossimo."
"E poi c'è il Custode, Gazza, sembra che ci odi!"
protestò Harry, e tutti gli occupanti della stanza inveirono
contro l'uomo, mentre Nereus cercava di difenderlo senza metterci
troppo impegno. Dopotutto, lui sapeva che Gazza odiava realmente i
piccoli maghi.
Parlarono anche della lezione di Pozioni e il ragazzo promise a Potter
che avrebbe parlato a Severus per cercare di farlo ragionare, ma chiese
al bambino di non sperarci troppo. Piton sapeva essere
straordinariamente testardo quando ci si metteva, anche quelle rare
volte in cui era evidente che Nereus aveva la meglio nelle loro dispute.
Hagrid riportò nuovamente l'attenzione su uno dei tanti
fratelli di Ron (un domatore di draghi) quando si rese conto che i
ragazzi avevano lasciato i loro biscotti sul piattino dopo il primo
morso. Anche il diciottenne li assaggiò, e
constatò che come sempre il Mezzogigante aveva usato troppa
farina, rendendo i biscotti immangiabili. Era forse per quello che il
giovane Potter tossiva così tanto da quando era arrivato? Ma
non era possibile: Nereus aveva notato che il bambino aveva una brutta
tosse anche al Banchetto.
Harry vide sul tavolo il trafiletto che Hagrid aveva ritagliato quella
mattina, con l'intento di spedirlo a Silente, e lo lesse, esclamando
stupito: "Hagrid! La rapina alla Gringott è avvenuta il
giorno del mio compleanno! Forse è successo quando c'eravamo
noi!"
L'uomo evitò palesemente di rispondere e invitò
il suo apprendista a far vedere l'esterno della baita agli studenti con
un tono che, seppur dolce, non ammetteva repliche.
Nereus vide con stupore che Harry non si era offeso perché
Hagrid aveva ignorato la sua domanda, anzi, si era rannicchiato ancora
di più sulla sedia fino quasi ad abbracciarsi le ginocchia. Come se si sentisse invisibile,
ma lo considerasse normale. I bambini non sembrarono molto interessati all'orto, ma
quando arrivarono alle stalle e agli altri edifici per gli animali Ron
scavalcò il recinto dove Hagrid si era addormentato ubriaco
alcuni giorni prima e corse subito ad accarezzare le mucche
e le pecore al pascolo. Harry sembrava aver finalmente capito da dove
arrivava
gran parte della materia prima che serviva per cucinare i pasti in Sala
Grande.
"Purtroppo non abbiamo frutteti o simili, dunque molte cose gli elfi
domestici le devono comprare. Beh, certo che noi non forniamo tutta la carne e tutta la verdura:
semplicemente quando gli ortaggi sono pronti o un animale è
così anziano che può essere utile solo come carne
da macello, li mandiamo nelle cucine e lì gli elfi domestici
moltiplicano la carne e le verdure fino alla quantità
necessaria. Senza questo trucco, l'orto e gli allevamenti si
svuoterebbero in un secondo!" rise Nereus, apparentemente ignaro che
dell'economia domestica del collegio ai bambini non poteva importare un
bel niente. Mentre proseguivano, Harry chiese sottovoce al suo amico
cosa fossero gli elfi domestici.
La faccia annoiata di Potter cambiò subito espressione
quando passarono davanti alla stalla destinata agli animali selvatici
feriti.
"Cos'è quello, Nereus?"
"Quello cosa, Harry?" dissero in contemporanea l'interpellato e Ron, il
primo perché stava controllando di aver portato le medicine
per Mirea dentro la sua bisaccia e il secondo perché
effettivamente vedeva solo uno spazio vuoto.
"Quella specie di... cavallo nero scheletrico." rispose il moro
indicando confusamente la scuderia.
"Amico, io non vedo niente!" protestò Weasley affacciandosi
alla parte di legno che funge da chiusura del box e guardando dentro lo
spazio buio con più attenzione.
"Non pensavo che la potessi vedere, Harry. Lei è Mirea, una
femmina di Thestral." disse il Magonò scavalcando agilmente
la porta e raggiungendo l'animale che mangiava nella mangiatoia in
fondo al sopracitato box. Quando la giumenta venne avanti e
sfiorò Ron con il muso, lui saltò indietro con un
"Ah!" spaventato.
Harry invece l'accarezzò sul naso, cosa che la cavalla
sembrò apprezzare. "Nereus, io non so nemmeno
cos'è un Thestral."
"Te lo spiego io cos'è! E' un cavallo alato tutto nero che
sembra un drago ed è presagio di morte! E in più
è carnivoro!"
"Piantala con queste sciocchezze, Ronald!" Disse il Magonò
con voce irritata. Aveva tirato fuori dalla borsa una ciotola di legno
chiusa con del cellophane babbano e stava spalmando la poltiglia
verdastra*** che essa conteneva sulla ferita abbastanza estesa
dell'animale. "I Thestral non sono presagio di morte, possono essere
visti solo da chi ha visto morire qualcuno."
"Oh" commentò stupito il bambino "però
è vero che sono carnivori!" rimontò, deciso ad
aver ragione.
"Sì, è vero, ma non sono pericolosi. Possono
volare per lunghissime distanze e sono molto mansueti con chi li tratta
bene. Puoi accarezzarla anche tu, sai. Non morde mica." concluse
incoraggiante il ragazzo.
"Ahi!" gemette Harry, infilandosi un dito in bocca dopo aver cercato di
offrire un po' di macinato all'animale. Anche dopo che l'aiutante del
Guardiacaccia finì di spiegargli come nutrirlo, Ron non
volle comunque avvicinarsi. Stettero con gli altri animali
finchè non fu ora di tornare al castello per la cena, quando
tutti loro rientrarono in Sala Grande.
**********************
Nonostane la stranezza del loro primo incontro, Nereus e Lawrence
legarono in fretta: Nereus faceva spesso compagnia allo studente mentre faceva i compiti, aumentati
a causa dei G.U.F.O. di quell'anno, in biblioteca o nella baita
dell'apprendista Guardiacaccia. Non era raro che durante le ore buche
s'incontrassero e, mentre Nereus e Hagrid lavoravano, Lawrence li
aiutasse e portasse notizie e pettegolezzi dal castello. Tornavano
molte volte sotto al salice quando il Tassorosso aveva finito i
compiti, per parlare e rilassarsi. Il primo sabato dell'anno scolastico
erano andati a sedersi sulla riva del lago e Nereus ne stava
approfittando per disegnare.
"Dunque secondo te dovrei dirglielo?"
"Secondo me dovresti solo stare fermo, Lawrie..." disse l'amico
tracciando
con attenzione la forma degli occhi leggermente a mandorla del Prefetto
con il carboncino.
"Ma se si arrabbia?"
"Fermo... perché dovrebbe, scusami? Non le stai mica dicendo
che l'hai
vista nuda o altro." commentò afferrando il viso del lupo
mannaro e rimettendolo nella posizione giusta.
"No, devo solo dirle che ho sentito sul suo ragazzo l'odore di
un'altra!" sbottò quello scattando
in piedi e alzando le braccia al cielo.
Nereus sbuffò frustrato: "Siediti, ho quasi finito! Lo vuoi
questo ritratto o no? Comunque che ne sai? Potrebbe essere una
sua
cugina, tanto la sua famiglia è imparentata con chiunque!"
Lawrence si risedette sull'erba e commentò distrattamente:
"Ma sì, tanto a me che mi frega..."
"Appunto. Ecco, finito!" disse il diciottenne firmando il foglio e
porgendoglielo.
Evidentemente doveva piacergli parecchio, perché con uno
scatto
ferino l'amico gli si gettò addosso abbracciandolo e
ringraziandolo. Cominciarono a giocare come due bambini che fanno la
lotta ma, nonostante la differenza d'età e i muscoli ben
sviluppati dal duro lavoro del più grande, era sempre il
più piccolo a sottometterlo, ringhiando giocosamente,
conscio
della propria forza sovrumana.
"Oh, ma trovatevi una stanza!" commentò una voce sarcastica
a
quello spettacolino.
Nonostante ciò, il lupo non si tolse dalla sua posizione (a
cavalcioni su Nereus e tenendo i suoi polsi schiacciati al suolo),
quindi il Magonò dovette piegare la testa all'indietro per
riconoscere la figura del professore di Pozioni a testa in
giù.
"Buongiorno Severus, mi cercavi?"
"In realtà sì. Ho bisogno di parlarti... lontano
da orecchie indiscrete" sibilò occhieggiando eloquentemente
Lawrence.
Con un guaito scocciato, il quindicenne rotolò lontano da
lui e Nereus potè quindi alzarsi, spazzolarsi i vestiti
babbani e seguire il docente. Quando si girò indietro vide
che il suo amico stava guardando il suo ritratto stropicciato
toccandosi perplesso il naso. Ops,
pensò ridacchiando il Magonò, forse ho sbagliato le proporzioni.
Arrivati vicino alle mura, l'uomo lanciò un'Incantesimo
Silenziante e si prese la testa fra le mani camminando avanti e
indietro. Nereus cominciò a preoccuparsi: non era da Severus
venire a cercarlo quando sapeva che era con Lawrie (il pozionista stesso aveva
detto che preferiva averci a che fare il meno possibile) per poi
rivelare tutto il proprio nervosismo in questo modo.
"E' uguale a Potter. Stessa arroganza, stesso modo di fare. E' la sua
fotocopia con gli occhi di lei. Come faccio a gestirlo?"
mormorò Piton parlando un po' a sè stesso e un
po' al suo amico. Fu solo dopo una decina di minuti buoni che il
Magonò riuscì a capire il nesso fra
ciò che il più grande gli aveva confidato una sera di
quell'estate davanti a una tazza di the e una scacchiera e
ciò che era successo alla prima lezione di pozioni del primo
anno che Severus gli stava raccontando dal suo punto di vista.
"Professore, a me Harry non sembra affatto un viziato o un arrogante.
E' sottile come un giunco, sembra che abbia nove anni e non undici e
certamente quel suggerimento sulla Granger che ti ha dato è
stata ingenuità e non impudenza. Ricordati, Severus, che lui
non è né suo padre né Black. Non far
si che le colpe del padre ricadano sul figlio e ragionaci
oggettivamente. Ti sembra un bambino sano?"
Il trentunenne crollò seduto su un ceppo e pensò
a ciò che aveva detto Nereus. Possibile che lui riuscisse
sempre a farlo riflettere? Ogni volta che discutevano di qualcosa, che
fosse la radice di mandragora o i loro ricordi d'infanzia, entrambi
andavano a dormire con qualcosa su cui pensare.
Un dubbio tremendo cominciò a profilarsi nella sua testa e,
per quanto cercasse di allontanarlo, i segni erano chiari. Aveva
bisogno di un altro parere: doveva parlare con Madama Chips. Con una
sferzata frettolosa della bacchetta tolse l'incantesimo e
s'incamminò verso l'infermeria con il Magonò alle
calcagna.
Arrivati a destinazione trovarono il preside nell'ufficio della
Medistrega.
"Ah, Severus, Nereus, Poppy mi stava consigliando una visita
approfondita a tutto il corpo studentesco perché ha paura di
aver individuato un ceppo di vaiolo di drago. Che ne pensate?"
I due annuirono d'accordo. "Tranquillo preside, eseguirò
ogni esame possibile e immaginabile per scongiurare questa
possibilità" commentò l'infermiera, facendo
capire a Severus e Nereus con uno sguardo d'intesa che lei aveva avuto
lo stesso dubbio, ma senza prove non poteva fare alcunché.
Quella sera a cena Silente annunciò il
provvedimento e dichiarò che ogni studente sarebbe stato
informato dell'ora e del giorno della sua visita, che era, ovviamente,
obbligatoria. Se i genitori erano interessati potevano ricevere una
copia delle analisi effettuate e questo procedimento sarebbe stato
compiuto ogni anno sui nuovi studenti per assicurare alla scuola
un'adeguata sicurezza medica. Nessuno ebbe da ridire e le visite
cominciarono la mattina dopo a partire dal primo anno.
*10g di radici di
angelica essiccate e spezzettate bollite in un litro d'acqua per dieci
minuti formano un decotto da usare per lavare la ferita e fermare
l'emorragia.
** "Poesia naturale"
*** Le foglie fresche di angelica pestate e applicate avvolte in una
garza sulla ferita per 2-3 volte al giorno favoriscono la
cicatrizzazione della stessa.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Questo capitolo l'avrò aperto e interrotto trenta volte in
questa lunga assenza, ma eccovelo pronto. Ho il sospetto di aver fatto
più errori del solito, perciò, per favore,
RECENSITE e ditemi cosa ne pensate! Grazie mille se lo farete e grazie
anche ai lettori silenziosi.
Ringrazio Cuccioladuomo, Elfosnape e ShessomaruJunior per aver inserito
la mia storia fra le seguite e Cuccioladuomo per averla messa anche fra
le sue ricordate. Spero che questo capitolo non vi deluda.
A presto!
DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di
J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap. 7:I risultati delle
analisi
Il martedì successivo, alla fine dell'ultima ora di lezione,
Minerva venne chiamata urgentemente in infermeria da un elfo domestico.
Quando arrivò a destinazione con il fiatone si
precipitò
di corsa nell'ufficio di Chips, chiedendosi il motivo di tutta
quell'agitazione.
"Che succede Poppy? Qualche problema con i miei grifoni?"
"E' meglio se ti siedi Minerva." disse l'infermiera con voce grave
mentre le passava sette fogli di pergamena. Erano i risultati delle
analisi del suo primo anno: non vide nulla di strano, a parte alcuni
chili in più o in meno al peso ideale, niente che
un'alimentazione personalizzata non potesse correggere. La scozzese
guardò l'altra donna perplessa, non vedendo alcun dato
allarmante. La Guaritrice le diede un rotolo di pergamena lungo il
triplo degli altri, Minerva lo aprì e inorridì
alla
quantità di problemi che quel prospetto rivelava.
Nome: Harold James
Potter
Età: 11
anni, 1 mese, 9 giorni
Livello magico: 8,7 -
modificato
Stato fisico: pessimo
Stato psicologico:
cattivo
Stato mentale: buono
Sistema nervoso: leggermente
sottosviluppato, nervi ultrasensibili
Sistema linfatico: nessun
danno
Apparato escretore: nessun
danno
Apparato riproduttore: nessun
danno
Apparato respiratorio: 15%
fumo passivo, una polmonite non curata peggiorata in broncopolmonite
(in corso)
Apparato digerente: malnutrizione
40%, stomaco delicato e leggermente atrofizzato, intestino debole,
peso: 27,5 kg (peso ideale 33,6 kg: sotto peso di 6,1 kg)
Sistema muscolatorio: sottosviluppato,
uno strappo muscolare al polpaccio dx curato autonomamente*
Sistema cardiocircolatorio: leggera
anemia
Sistema scheletrico: sottosviluppato
(carenza di calcio e minerali essenziali), una costola incrinata non
curata, femore sx rotto 1 volta (curato in ospedale), omero dx rotto
due volte (una curata in ospedale e una curata autonomamente), spalla
dx lussata una volta (curata autonomamente), mascella danneggiata
(curata autonomamente), retro del cranio contuso (curato
autonomamente). Altezza: 132 cm (altezza ideale 142 cm, 10 cm
più basso)
Sistema immunitario: NESSUN
VACCINO SOMMINISTRATO**, difese deboli
Sistema endocrino: nessun
danno
Apparato tegumentario: ematomi
di diversa gravità diffusi in tutto il corpo
Malattie: varicella (1
volta),
morbillo (1 volta), rosolia (1 volta), influenza (20 volte),
raffreddore (30 volte), polmonite (2 volte), broncopolmonite (1 volta,
in corso)
Danni genetici: miopia
ereditaria (-5 diottrie per occhio, occhiali NON adeguati)
Psiche: ansia, attacchi
di panico,
incubi ricorrenti, emozioni represse o esagerate, autostima quasi
inesistente, comportamenti autistici (autismo NON rilevato, solo
comportamenti tipici)
Conoscenze babbane: ottime,
scuola babbana frequentata fino alla fine della Primary School (4/5 -
11 anni d'età) con risultati mediocri nonostante le perfette
conoscenze acquisite
Conoscenze magiche: quasi
nessuna
Capacità motorie: sovrasviluppate
Capacità mentali: buone,
rilevata iperattività
"Spero che Albus non sappia niente di questo,
perché se
ne era a conoscenza e non ha fatto niente, che Merlino lo assista o lo
ucciderò insieme a quella famiglia schifosa!"
urlò la
professoressa sbattendo le analisi sulla scrivania dell'infermiera.
"Minerva, il bambino va visitato da uno Psicomago specializzato, sono
riuscita ad essere specifica solo sulla parte fisica e c'è
bisogno di ulteriori esami" disse quest'ultima, cercando di far capire
alla capocasa la reale gravità dei problemi psicologici del
bambino.
"Tranquilla cara, ci penseremo. Per ora mi limiterò a fare
due
chiacchiere con il preside riguardo le sue maledette protezioni legate
al sangue!" protestò a gran voce uscendo dall'area
ospedaliera,
ignara di una piccola ombra che, scesa da uno dei letti, stava cercando
inutilmente di tenere il suo passo.
**********************
"Zuccotti di zucca" disse fra i denti una furiosa Minerva McGranitt,
salendo sulla scala seguita inconsapevolmente da una presenza
silenziosa. Spalancò la porta irrompendo nella presidenza
come
era successo solo altre due volte nella sua vita: quando i Potter erano
morti e quando aveva scoperto gli abusi domestici che subiva Severus
Piton. Per questo Silente modificò subito la sua tipica
espressione educatamente perplessa in una seriamente preoccupata, ma
prima che potesse domandare alcunché, la donna gli
sbatté
il fascicolo davanti al naso, urlando "INNIS DHOMH!***"
Man mano che l'uomo andava avanti con la lettura sgranava sempre di
più gli occhi e diventava sempre più pallido.
"M-Minerva... io ti giuro che non ne avevo assolutamente idea... Sapevo
che non erano proprio la famiglia perfetta, ma Arabella non mi aveva
dipinto la situazione in modo così drastico..."
"Arabella Figg? Hai messo la vita del Bambino Sopravvissuto nelle mani
di una gattara Magonò ultra sessantenne?"
"Quel che ho fatto era necessario, Minerva. Le protezioni..."
"Oh, airson ifrinn riut agus ri do dhìon****, Albus, qui si
parla di un bambino che non ha mai ricevuto un abbraccio in vita sua se
non per cercare di soffocarlo! Ce l'hai messo tu in quella casa,
sperando in una sorta di amore fraterno proveniente da una donna che ha
ripudiato Lily Potter all'età di dieci anni!"
La professoressa fermò di colpo la sua invettiva percependo
una
pressione insolita intorno ai suoi polpacci. Voltò la testa
verso la fonte della sensazione e scorse un bambino piccolissimo che la
fissava con i
suoi verdissimi occhi mentre si aggrappava con così tanta
forza
alla sua veste bordeaux da rischiare di strapparla. D'istinto la donna
si
chinò per prenderlo in braccio, ma appena Harry
intuì
quello che stava per fare, i suoi occhi si riempirono di terrore e,
veloce come un Boccino, corse su per le scale e si barricò
negli
alloggi privati di Silente. Dai rumori che provenivano da dietro la
porta, sembrava che fosse riuscito a spostare il baule che prima era ai
piedi del
letto davanti all'ingresso.
"Povero, povero ragazzo..." mormorava il preside, con l'aria di uno che
stava quasi per mettersi a piangere.
Minerva non perse tempo e, afferrata una manciata di Polvere Volante,
urlò : "Laboratorio di Severus Piton!". Se c'era qualcuno
capace
di relazionarsi con dei bambini così danneggiati, quello era proprio il
Professore di Pozioni, pensò la donna con tristezza,
ricordando
gli orribili segni di cinghiate sulla schiena del ragazzo quando
avevano scoperto la sua situazione durante il quinto anno.
Lo trovò con l'assistente del guardiacaccia e appena disse
loro
cos'era appena successo, il ragazzo spense la fiamma sotto al calderone
mentre Severus lanciava un incantesimo di stasi sulla pozione. La donna
si spostò in fretta dal fuoco, per permettere loro di
raggiungere la torre presidenziale dai sotterranei. Per prima cosa i
due visionarono il documento sulla scrivania del preside, poi, mentre
Nereus crollava su una delle poltrone, il Pozionista chiuse gli occhi e
si strinse la radice del naso con un sospiro. Sperava davvero di avere
torto, tuttavia in quel momento il problema principale era far uscire
Potter da quell'appartamento. Poi avrebbe chiesto spiegazioni al
Preside.
Imbastì la sua espressione più severa e
salì con
forza le scale. Al bambino era stato insegnato che le moine e l'affetto
portavano solo a più problemi: con il tempo chiunque lo
avrebbe
preso sotto la sua ala avrebbe dovuto fare in modo di cambiare questa
sua teoria, ma ora si prestava straordinariamente bene per farsi
ubbidire in fretta dallo studente.
Bussò con non troppa forza, ma neanche gentilmente.
"Potter!" disse con voce ferma e senza urlare "Esci immediatamente da
lì!"
"Professor Piton?" rispose una vocina stupefatta, ma non spaventata,
dall'altro lato della porta. Bene, la tecnica era quella giusta.
"Esattamente signor Potter, e ti ordino di aprire subito questa porta!"
"Severus!" sussurrò preoccupato il Preside.
"Sshh, lascialo fare, Albus. Sta funzionando." mormorò la
Professoressa di Trasfigurazione in risposta.
Il suono del baule rimesso al suo posto risuonò in tutta la
stanza, ma il bambino ancora non si fece vedere. Si sentirono diversi
colpi di tosse forti e poi una vocina rauca chiese: "E' tanto
arrabbiato, signore?"
"Lo sarò se non obbedisci!"
E miracolosamente, Harry aprì la porta e scese le scale.
Quando
passò vicino a Severus strizzò gli occhi,
aspettandosi
uno schiaffo sulla nuca o qualcosa del genere, ma quando non successe
nulla proseguì nella discesa e si rannicchiò per
terra
vicino alla sedia di Nereus, cominciando a dondolarsi avanti e
indietro, autocullandosi.
Il Magonò prese una tazza di tisana calmante e la
offrì
al bambino, ma finché non ne bevve un po' lui stesso per
dimostrare che non era avvelenata, Harry si rifiutò di
accettarla.
Quando tutti i presenti si furono tranquillizzati, Silente
passò ad enunciare una strategia per risolvere il problema.
"Sono sicuro che riceverò numerose altre analisi
problematiche,
ma spero non gravi come questa. Ogni alunno con un prospetto
preoccupante dovrebbe essere sottoposto ad altri esami di accertamento,
dovrò richiedere che alcuni specialisti dal San Mungo siano
trasferiti qui in pianta stabile... Pensavo che fosse sufficiente
visitare tutti i nuovi studenti all'inizio dell'anno, ma ora credo che
bisognerà fare un check-up completo a tutti a
metà anno e
ai casi più... problematici" esitò sfiorando la
cartella
clinica di Harry "servirà un controllo almeno ogni tre mesi."
Gran parte dei ritratti dei precedenti presidi mormorarono il loro
assenso e diversi di loro affermarono di aver fatto lo stesso durante
il loro mandato. I Guaritori presenti nei dipinti cominciarono a urlare
consigli e Silente congedò staff e studente prima che il
caos
peggiorasse.
Durante il viaggio di ritorno verso l'Infermeria, Nereus
notò
che il bambino si era fatto pensoso e corrucciato, osservando perplesso
prima Severus e poi Minerva. Rallentando il passo si portò a
fianco di Harry dietro i due professori, abbastanza vicino da sentirlo
parlare ma abbastanza lontano da non allarmarlo.
"Lui era quello cattivo, lei era quella buona. Ora lui è
quello
che non mi fa male mentre lei è quella che ha cercato di
toccarmi. Non so più come comportarmi, Nereus..." chiese
consiglio con tono triste.
"Fidati di me, sono entrambi bravissime persone, solo che il professore
tende a nasconderlo di più della professoressa. Quando
arriverà un altro dottore dirà a tutti come
comportarsi
con te e nessuno proverà più a toccarti senza la
tua
autorizzazione."
Sul viso di Harry comparve un'espressione diffidente mentre
varcavano la porta dell'Infermeria. Una preoccupatissima Madama Chips
si precipitò sul bambino e gli si piantò davanti
con le
mani sui fianchi e una faccia spaventosa.
"Signor Potter! Tu non lascerai più la mia Infermeria fin
quando non te lo dirò io, ci siamo capiti giovanotto?"
Harry sembrò percepire che la donna non era così
cattiva
come sembrava, perché rispose con un flebile "Sì,
signora" solo dopo che Piton lo fulminò con un'occhiataccia.
Dopo che il bambino si fu infilato di nuovo nel suo letto lo lasciarono
solo con l'infermiera, che cominciava a sussurrare incantesimi di
guarigione sul torace del ragazzo.
**********************
La mattina dopo, nelle bacheche di tutte le sale comuni, comparve il
seguente avviso:
Giovedì 12
settembre 1991
cominceranno le lezioni di volo per gli alunni del primo anno durante
le ultime due ore di lezione pomeridiane (14:00 - 17:00),
così
strutturate: Grifondoro- Serpeverde:
dalle 15.30 alle 16:30 Corvonero- Tassorosso:
dalle 16:30 alle 17:30 Le altre lezioni si
terranno nelle seguenti date...
Seguivano un elenco di date che finiva con una lezione di ripasso due
giorni prima degli esami di fine anno.
Quel giovedì pomeriggio Nereus stava leggendo Animali, Spiriti e Fate
appoggiato al muro esterno della capanna che dava sull'orto, mentre
Lawrence scendeva verso di lui dal castello. Il lupo buttò
la borsa dei libri davanti a lui e si sdraiò comodamente
sull'erba con la testa sulle gambe di Nereus. Quest'ultimo
sollevò il libro per fargli spazio e guardò
giù,
ma il più piccolo aveva chiuso gli occhi e si stava godendo
la
fresca brezza settembrina sorridendo leggermente.
"Stai comodo?" chiese il Magonò sarcasticamente.
"Non rompere, Ner, ho avuto una giornata d'inferno: sia Vitious che la
McGranitt che Piton hanno fatto delle domande sullo scorso anno a tutta
la classe e il mio saggio di Storia della Magia per l'estate sulla
storia della magia celtica è stato valutato solo con A
perché non ho fatto riferimenti alle rune scandinave! Sono
proprio stufo."
Il bel nasino alla francese di Lawrie si arricciò di
disappunto
mentre incontrava gli occhi del suo migliore amico. Rinunciando a
finire il libro, Nereus lo posò di lato e
cominciò ad
accarezzare i capelli biondo cenere del Tassorosso mentre guardava il
cielo.
"Ehi, sono quasi le tre e mezza, Hagrid mi ha detto che oggi i primini
provavano a volare!"
A proposito di Hagrid: gli aveva finalmente detto cosa c'era in quel
famigerato corridoio del terzo piano. La pietra filosofale, seriamente?
In un castello pieno di bambini? Ma la cosa più incredibile
era
Fuffi. Hagrid chiamava un Terranova Thor e un cerbero gigantesco Fuffi.
A volte proprio non capiva il guardiacaccia.
"Eccoli infatti!" esclamò Lawrence sollevandosi di scatto
dalla
sua posizione sdraiata (sfiorando per un pelo il naso di Nereus, tra
l'altro) e indicando una fila di una ventina di bambini che si
dirigevano verso un prato vicino alla Foresta Proibita. I due decisero
di guardarli dalla capanna, dato che avevano la visuale perfetta non
solo per i bambini a terra, ma anche per quelli più
spericolati
che si libravano in aria.
Assistettero alla disastrosa caduta di Neville Paciock e al conseguente
abbandono della classe da parte della professoressa per accompagnarlo
in Infermeria. Preoccupati, si alzarono e cominciarono ad avvicinarsi,
ma prima che potessero raggiungere la scolaresca videro i capelli
biondo platino di Malfoy sfrecciare in aria, seguiti subito dopo da una
figuretta grossa metà della scopa.
Nereus aveva notato un battibecco tra i due quel mattino a colazione,
ma la McGranitt aveva sedato subito gli animi. Ora sembrava che il
piccolo Purosangue si volesse vendicare per l'affronto subito.
"E' matto..." sussurrarono entrambi i ragazzi correndo sotto i due
sfidanti. Malfoy lanciò qualcosa nell'aria e, mentre Harry
si
buttava all'inseguimento, il biondo scendeva di nuovo a terra acclamato
dai suoi compagni di Casa.
"Signor Della Rovere!" urlò una Grifondoro dai capelli
cespugliosi correndo verso il diciottenne "Ho provato a fermarlo,
gliel'ho detto che Madama Bumb ci ha detto di non volare, ma lui non mi
ha ascoltato..."
Nereus alzò una mano per chiedere silenzio, un gesto che
aveva
preso da Severus. Quel ragazzo era sottopeso e mezzo cieco: come
diavolo faceva a volare così bene?
Harry prese l'oggetto alla fine di una picchiata vertiginosa e corse
verso i suoi compagni sorridendo con il braccio alzato, la sfera di
vetro che
scintillava al sole. Tutto il suo entusiasmo si spense quando vide
Nereus che lo guardava. Abbassò la testa e
camminò
lentamente verso di lui, poi gli porse la palla (che fu afferrata con
non molta gentilezza) e sussurrò un "Scusi signore..." che
solo
Nereus e Lawrence sentirono.
"HARRY POTTER!" urlò la professoressa McGranitt
avvicinandosi in
fretta alla classe. Prima che potesse arrivarci, però, venne
intercettata dal dal Magonò che le spiegò tutto
ciò che
avevano visto. Metà classe confermò la sua
storia, mentre
i Serpeverde proteggevano il loro compagno negando tutto. Dato che
Nereus era comunque legalmente un adulto e soprattutto un membro dello
staff di Hogwarts, venne data per buona la sua
versione e Harry Potter e Draco Malfoy vennero scortati in Infermeria
dalla professoressa McGranitt per fare in modo che Madama Bumb potesse
decidere quanti punti togliere ai due trasgressori.
**********************
Durante tutto il mese successivo c'erano stati diversi pettegolezzi fra
gli studenti, alcuni totalmente assurdi: si diceva che Malfoy avesse
sfidato Harry a duello e che quest'ultimo era stato premiato per aver
vinto la sfida con una Nimbus Duemila e l'ammissione alla squadra di
Quidditch di Grifondoro nonostante fosse solo un primo anno. Nereus
sperava che l'intera voce fosse falsa: aver perso 20 punti per aver
volato quel pomeriggio non era stato sufficiente per
Malfoy? Inoltre Potter (che quel giorno aveva perso gli stessi
punti di Draco, per poi guadagnarne cinque subito dopo per aver aiutato
un compagno) non era nelle condizioni
fisiche adeguate per giocare a Quidditch, quindi tutto questo era
ridicolo.
Il giorno dopo aver letto le analisi di Harry, Silente aveva chiesto
che un maginutrizionista specializzato in problemi alimentari, di nome
Thomas Mittel, e uno
psicomago dell'età evolutiva (infanzia e adolescenza), il
signor John Cornwallis, si
stabilissero in pianta stabile ad Hogwarts per aiutare Poppy, che era
solo una Guaritrice pediatrica.
Per la fine di settembre Madama Chips aveva finito di visitare tutti
gli studenti e il signor Mittel e il signor Cornwallis avevano
terminato le cartelle cliniche entro la prima settimana di ottobre.
Erano stati individuati ben sedici "casi problematici": due di
essi erano già maggiorenni (una Grifondoro e un Tassorosso),
e gli altri quattordici ragazzi provenivano tre da
Grifondoro, quattro da Serpeverde,
quattro da Corvonero e tre da Tassorosso e tutti vennero ricoverati
finché tutte le loro ferite fisiche non furono guarite. A
Harry venne
effettivamente diagnosticata l'iperattività e fu uno degli
ultimi ad uscire dall'ala ospedaliera, secondo solo alla Serpeverde del
secondo anno Daphne Greengrass, su cui erano state rilevate evidenti
tracce di abuso sessuale.
Il signor Cornwallis individuò almeno venti studenti con DSA
e
alcuni altri con Deficit dell'attenzione o iperattività. Tre
studenti non presentavano ferite di alcun genere, ma due erano depressi
e uno era autistico.
Istituì perciò due ore due volte alla settimana
in cui gli studenti
(esclusi alcuni pazienti più gravi, che avevano appuntamenti
fissi tre volte a
settimana) potevano prenotarsi per una consulenza, ricoprendo il ruolo
che lo psicologo scolastico aveva negli istituti babbani. Gran parte
degli
studenti vennero inseriti in gruppi di lavoro a tema alimentazione e a
tema famiglia per far si che si confrontassero con i propri pari e
capissero, con l'aiuto degli altri studenti con problemi simili,
cos'era giusto o permesso e cosa no.
Il signor Mittel insistette per fare un
programma nutrizionale anche allo staff, per
"dare il buon esempio".
Durante i pasti quindi ognuno aveva il suo menù
personalizzato per raggiungere il proprio peso ideale, anche se il
dottore aveva cercato di renderli più simili possibili per
non caricare gli elfi della cucina di troppo lavoro, già
complicato a causa di allergie, intolleranze e preferenze personali e
religiose degli abitanti di Hogwarts.
Per i sette studenti a cui erano state diagnosticate malnutrizione,
anoressia o bulimia vennero organizzati altri pasti durante la
giornata, in modo che mangiassero poco e spesso.
Ci fu un po' di scompiglio all'inizio, quando alcuni ragazzi non
volevano aderire ai provvedimenti dei medici, ma quando il Preside
disse che per partecipare a ogni attività al di fuori delle
lezioni (Quidditch compreso) era necessaria l'autorizzazione di tutti e
tre i medimaghi, anche i più brontoloni si rassegnarono. La
professoressa McGranitt aveva effettivamente permesso ad Harry di
entrare nella squadra, ma, quando esse vennero riformate per escludere
chi non era adatto a giocare, i Guaritori non avevano nemmeno
dovuto leggere la sua cartella per impedirgli categoricamente di
partecipare finché non avesse raggiunto i valori normali per
la sua età.
Il Ministero, di fronte alle evidenze mediche, dovette procedere il
più velocemente possibile a togliere dalla tutela dei
parenti i casi gravi minorenni e a trovare una casa propria agli altri.
Sui giornali inglesi se ne parlò molto, ma non furono
inseriti i nomi delle famiglie coinvolte, nemmeno nel caso di Harry
(cosa che invece fu fatta nelle testate delle altre nazioni).
* "curato in ospedale" vuol dire che i Dursley si sono degnati di
portarlo al Pronto Soccorso, "curato autonomamente" vuol dire che Harry
e la sua magia si sono dovuti arrangiare da soli, con risultati non
sempre buoni.
** In Inghilterra non ci sono vaccini obbligatori, ma devi chiedere al
pediatra se può somministrarli. Sono a pagamento, quindi
potete
immaginare come si sono comportati i Dursley.
*** "Spiegami!" o "Dimmi!", insomma, avete capito il senso.
**** "Al diavolo tu e le tue protezioni"
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Se le volte in cui Harry ha avuto l'influenza o il raffreddore vi
sembrano troppe, pensate a quante volte voi avete avuto la febbre o la
tosse e il naso tappato da piccoli, e vi accorgerete che i numeri non
sono esagerati. Per il peso e l'altezza mi sono basata su peso e
altezza ideale di bambini di 9 e 11 anni.
So che alcuni di voi non concorderanno con la frase "Se
c'era qualcuno capace di relazionarsi con dei bambini abusati, quello
era proprio il Professore di Pozioni", ma
io vedo Severus così. Cercherò di non renderlo
assurdamente OOC come in certe ff che ho letto, in cui lui abbracciava
Harry dopo due settimane e si faceva chiamare Sev. Capisco
papà,
ma Sev...
Mi dispiace per l'ultima parte, un po' tecnica, ma volevo che fossero
ben chiari i provvedimenti presi dal Preside per evitare che queste
situazioni continuassero a peggiorare nella sua scuola.
Ringrazio Neko02002 che ha aggiunto la mia storia nelle seguite, nelle
ricordate e nelle preferite (Accidenti! Sono felice che ti piaccia
così tanto!), Annika02 che, oltre ad aver inserito questa
storia
nelle ricordate, ha anche fatto una recensione lunghissima al capitolo
6 (grazie tesoro!), lella minerva che ha messo la storia nelle
preferite e ha commentato in modo critico e costruttivo i capitoli 2,
4, 5, e 6 (grazie ancora!) e infine Kyem 13_7_3, la mia prima seguace,
che ha commentato in modo dolcissimo il capitolo 6. Un grande grazie a
tutte/i voi <3
Piccola comunicazione: ho il vizio, quando pubblico un capitolo, di
rileggere i precedenti e aggiustare eventuali passaggi inesatti o
errori vacanti. A volte riaggiornate la storia e guardate se ho
cambiato qualche piccolo dettaglio (niente di importante, ovviamente!)
Correzione al precedente capitolo: l'erba più adatta per
curare
le ferite aperte è l'achillea (chiamata anche erba del
soldato o
erba delle ferite), mentre l'angelica è più usata
nelle
contusioni. E' un piccolo dettaglio ininfluente ai fini della storia,
ma sono una persona pignola.
Finalmente sono riuscita a finire questo capitolo! La prossima
settimana ho ancora un sacco di verifiche, ma appena comincia giugno
sono libera!
Sarei felice se mi lasciaste una vostra opinione in merito a questo
capitolo <3
Alla prossima!
Capitolo 8 *** 8: L'apprendistato con i centauri ***
Disclaimer: Harry
Potter e
tutti i personaggi e luoghi della saga sono di J.K.Rowling e di
chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di
lucro, nè intende infrangere alcuna legge su diritti di
pubblicazione e copyright.
Cap. 8: L'apprendistato con i centauri
Una settimana prima di Halloween,
Nereus stava
tornando dall'ufficio della Professoressa Sprite, dove l'aveva aiutata
a spostare le piantine di Grinzafico nella Serra n° 3 per la
sua
prima ora di lezione pomeridiana con il terzo anno
Tassorosso-Grifondoro. Nel tragitto verso la Sala Grande per pranzare
passò davanti alla classe di Incantesimi e decise di
aspettare
Lawrence, per fargli una sorpresa. A mezzogiorno il grande orologio
segnò l'inizio della pausa pranzo e il quarto anno
Serpeverde-Tassorosso, distrutto da quattro ore di scuola consecutive,
uscì per andare a
posare le borse nelle Sale Comuni e poi a mangiare. Senza neanche il
tempo di spostarsi dall'arazzo a cui era appoggiato, il diciottenne si
trovò le braccia piene di un Prefetto Tassorosso urlante di
gioia.
"Ho sentito il tuo odore, ma pensavo che fossi solo passato per il
corridoio!" disse il lupetto con gli occhi che brillavano.
Erano solo tre giorni che non si vedevano, ma per lui evidentemente
sembrava passata un'eternità. In previsione della prima luna
piena da quando si erano conosciuti (tre giorni dopo Halloween), Nereus
aveva fatto una lunga e dettagliata ricerca in biblioteca sui lupi
mannari (conoscendo il latino e il gaelico come conosceva l'inglese,
aveva potuto leggere tutti i libri sull'argomento, anche i
più
vecchi) e, tra le altre cose, aveva scoperto che evidentemente Lawrence
l'aveva istintivamente definito come "membro del branco",
perché
i licantropi erano così affettuosi e protettivi solo con i
componenti del loro branco. Inoltre essi erano le uniche persone che
tolleravano avere vicino durante la trasformazione, anche se erano
umani, ma, ovviamente, solo se erano sotto gli effetti della pozione
Antilupo.
Dopo aver accompagnato i Tassorosso giù nella loro Sala
Comune,
il ragazzo seguì Lawrie in dormitorio, curioso di vedere
com'erano fatte le camere degli studenti. Dietro la botte su cui si
doveva battere per poter entrare, un piccolo cunicolo, terroso e in
salita, portava all'accogliente sala rotonda dal soffitto basso, che a
Nereus ricordò subito i disegni delle tane dei tassi che
aveva
visto al monastero su un libro del XVI sec. per insegnare ai giovani
Lord a cacciare. Salutò Tosca Tassorosso, che gli sorrideva
dal
quadro sopra il caminetto decorato con tassi danzanti, brindando con
una piccola coppa a due manici. Tutta la sala era affrescata con scene
mitologiche che parlavano di lealtà e duro lavoro e dal
soffitto
pendevano drappi gialli e neri che facevano pendant con la moquette
giallo scuro e le poltrone in pelle nera. Le finestre tonde erano circa
deci centimetri sopra il livello del terreno, dunque la luce che
comunque arrivava da esse era costantemente oscurata dalle ombre dei
piedi dei passanti.
L'ingresso ai dormitori erano due porte ai lati del caminetto, destra
per i maschi e sinistra per le femmine. Entrando si arrivava in uno
spazio circolare con sette porte che portavano ad altrettanti dormitori
con letti in legno, coperte patchwork, bagni (uno per ogni anno) e un
disordine da far invidia ai Grifondoro. Il letto del Prefetto si
riconosceva immediatamente, perché, come tutti i suoi
compagni
di anno (Herbert Fleet, Malcom Preece, Stanley Stebbins e Anthony
Rickett), aveva una pergamena appesa sulla testata del suo letto con su
scritto "Lawrence Lloyd". Nereus notò con piacere che il suo
amico aveva appeso tutti i disegni che gli aveva dato, compreso il
ritratto, sopra al suo comodino.
**********************
In Sala Grande, quel giorno, si assistette ad un fatto piuttosto
drammatico. Una bambina del terzo anno Corvonero si rifiutava di
mangiare: era una delle sette persone a cui era stato diagnosticato un
disturbo alimentare e, nel suo caso, era anoressica. Se ne stava
lì, con le braccine incrociate e il viso corrucciato,
fissando
il piatto di spezzatino di pollo e purè come se fosse
avvelenato
e niente che i suoi compagni le dissero riuscì a smuoverla.
Il
suo Caposcuola, guardando nel suo calice, si rese conto che la ragazza
non aveva preso le sue due pozioni per aumentare l'appetito e per
evitare di vomitare dopo aver mangiato. Spaventato, corse a chiamare
Mittel che, dopo diversi tentativi, dovette portarla in infermeria per
ricoverarla nuovamente: era una delle anoressiche più gravi
e se
non avesse aumentato di almeno un chilo il suo peso entro Halloween
avrebbero dovuto portarla d'urgenza al San Mungo.
"Non la possono alimentare artificialmente?" chiese la professoressa di
Babbanologia a quella di Antiche Rune, mentre la poverina scalciava
infuriata urlando che "doveva mantenere il controllo" mentre il dottore
e il Caposcuola la trascinavano via.
"Possono, ma le pozioni nutritive forniscono solo i nutrienti
necessari: se non mangia, lo stomaco smetterà di funzionare
e
non potrà più mangiare nulla."
Charity riprese a mangiare con sguardo triste. Gli altri studenti
sussurravano fra loro commentando il fatto e spronando i loro compagni
malati: Harry si vide riempire il piatto del triplo del cibo
che gli era concesso mangiare per pasto e, dato che nessuno sembrava
accorgersi di questo fatto, Nereus si alzò e andò
a
svuotare il piatto dell'undicenne fino ad arrivare ad una
quantità più accettabile. Harry
sospirò sollevato
e gli permise addirittura di toccarlo brevemente sulla spalla.
Tornato al suo posto, Hagrid si chinò verso di lui e gli
sussurrò: "Stasera al tramonto indossa le tue vesti da
lavoro e
prendi il tuo arco: andiamo nella Foresta Proibita, voglio farti
conoscere qualcuno di speciale."
Alla richiesta di maggiori dettagli, il gigante rispose con un
sorrisino preoccupantemente felice, come un bambino che stava per
mostrare alla mamma quanto era stato bravo, ma rispose solo con un
"Vedrai".
**********************
E precisamente quando il sole sparì dietro l'orizzonte,
Nereus
era fuori dalla capanna, seduto a cavalcioni della staccionata. L'arco
in titanio e la faretra con venti frecce gli pendevano dalle spalle
muscolose, pronti per essere usati in caso di pericolo.
Indossava una tuta tutta d'un pezzo* aderente come una seconda pelle in
pelle nera di
Graphorn, rinforzata nei punti vitali (petto, addome, spina dorsale,
genitali e testa). Aveva anche il cappuccio, che poteva essere
sollevato in caso di necessità. Ai piedi aveva due alti
scarponi
rinforzati che servivano apposta per addentrarsi in posti eventualmente
pericolosi o impervi.
"Perfetto, sei pronto. Andiamo, seguimi." disse Hagrid uscendo di casa
e afferrando la balestra. Thor li seguì, stranamente
silenzioso.
Appena gli alberi cominciarono ad essere più fitti, il
Mezzogigante si girò verso il Magonò e fece la
faccia
più seria che il ragazzo gli avesse mai visto stampata sul
viso.
"Questa esperienza l'ho fatta anche io quando ero apprendista
guardiacaccia, quindi so che può sembrarti strano
ciò che
stai per vedere, ma è importante che mi assecondi e che fai
quello che ti dico. Intesi?"
"Certo Hagrid." rispose il diciottenne, irrigidendosi istintivamente
quando sentì un forte frusciare di foglie alla sua sinistra.
"Buonasera Hagrid. Chi è il giovane uomo che porti con te?"
"Buonasera a te, Fiorenzo. Lui è Nereus, il mio aiutante...
o, come dite voi centauri, il mio apprendista."
"E' il tuo puledro quindi?" chiese un centauro appena arrivato, dal
manto color castagna e i capelli rosso scuro.
"Sì, Conan, e sono qui per chiedere ciò che mio
padre
aveva chiesto per me." rispose a sorpresa il Mezzogigante, facendo
sgranare gli occhi a Nereus, che però non disse niente, come
gli
era stato ordinato.
Le due creature gli girarono intorno, scrutandolo dall'alto dei loro
tre metri e mezzo. Fiorenzo gli venne davanti e gli sollevò
il mento con una nocca, spostandoglielo per guardarlo. Era un
bell'esemplare, dal corpo sauro e i capelli biondo platino. Conan gli
sfiorò le labbra e comandò: "Apri". Il ragazzo
perplesso
ubbidì prontamente e spalancò la bocca mostrando
loro i
denti. Si ricordava infatti che lo stato di salute di un cavallo si
vedeva dallo stato dei suoi denti ed evidentemente i centauri usavano
lo stesso metro di giudizio.
"E' idoneo." dissero entrambi gli animali in coro e il diciottenne
sentì distintamente Hagrid sospirare di sollievo.
"E' più grande di come eri tu quando tuo padre ti
portò
da noi. In teoria, alla sua età i nostri puledri perdono il
loro
stato di cuccioli e si sposano, ma vedremo cosa possiamo fare. Torna
domani sera qui e ti diremo quanto ci vorrà." concluse
Conan,
girandosi e trottando via.
Hagrid lo abbracciò con forza e lo rassicurò,
dicendogli
che tutto sarebbe andato bene e che con i centauri era al sicuro.
Fiorenzo gli mise una mano su una spalla e lo guidò nella
boscaglia da cui le due creature erano spuntate. Nereus si
voltò
un'ultima volta indietro, ma Hagrid già se ne era andato.
"Non aver paura, puledrino. Tuo padre sa quello che fa." gli
sussurrò Fiorenzo spostando i rami bassi per lui.
"Grazie, signore."
Dopo una ventina di minuti di camminata (Nereus era inciampato in una
radice solo due volte e lo considerava un successo) spuntarono in una
radura molto grande, in cui era radunata la più grande
mandria
di centauri che il ragazzo avesse mai visto... non che ne avesse viste
molte, in effetti. C'erano animali di tutte le età, dai
puledrini nati da poco e instabili sulle quattro zampe a vecchi
quadrupedi sdraiati sull'erba perché non avevano abbastanza
forza per stare in piedi. Il Magonò, estremamente
imbarazzato,
cercò di non guardarsi troppo in giro: le centaure erano a
petto
nudo come i maschi, con il seno in bella vista.
Concentrò la sua attenzione su quello che sembrava il
capobranco, un centauro di mezz'età totalmente nero e dalla
faccia arcigna a cui Conan stava facendo rapporto.
Mentre stava cercando di non farsi prendere troppo dall'ansia, si
sentì tirare per la mano e si girò verso una
puledrina
bianca e beige che dimostrava a malapena quattro anni umani. Lei lo
fissò intimorita con i suoi occhioni marroni e poi
galoppò a nascondersi dietro il corpo pezzato della madre,
che
la rassicurò sommessamente. Come se quello fosse stato un
segnale, pian piano tutti i centauri della zona vennero da lui.
Addirittura un baio che doveva avere poco più di quindici
anni
umani (alto comunque non meno di tre metri) lo sollevò dalle
ascelle senza sforzo, lo guardò
bene davanti e dietro e poi lo rimise giù, borbottando che
non
capiva come facesse Nereus ad essere più muscoloso di lui
nonostante pesasse un quarto di quello che pesava lui. Una giovane
madre color caffè, doveva avere la sua età, si
avvicinò a lui e le mostrò il suo bambino nato da
due
giorni, che camminava a stento aggrappandosi alla sua coda,
chiedendogli cosa ne pensasse. Lui si accucciò in modo da
arrivare all'altezza degli occhi del neonato (un piccolo palomino dai
capelli chiari) e disse che secondo lui era bellissimo e che sarebbe
cresciuto come un forte guerriero. Questo spinse altre madri a
chiedergli la stessa cosa e Nereus vide anche diverse giumente incinte
fra loro.
Il capobranco s'impennò e nitrì forte, facendo
correre
tutti di nuovo ai propri posti e lasciando il ragazzo impaurito in
mezzo alla radura. Il mustang si avvicinò, si
presentò
come Cassandro e gli chiese se sapesse che cosa doveva fare
lì e
perché. A Nereus Cassandro ricordò molto Piton
con i suoi
studenti, dunque cercò di rispondere il più
sinceramente
possibile, dicendo che "suo padre" gli aveva solo detto che sarebbe
stato al sicuro e che doveva obbedire a ciò che gli avrebbe
detto il capobranco. La creatura sembrò sufficientemente
soddisfatta della risposta e mise le mani ai lati del viso del
Magonò, con i pollici sulle tempie e il resto delle dita
sulla
nuca. Mormorò qualche parola in una lingua che Nereus non
riconobbe, probabilmente greco, dato che i centauri erano originari di
lì. La sua vista si sfocò per un minuto circa,
mentre
Cassandro esaminava tutte le conoscenze che possedeva. Quando ebbe
finito Nereus si sentiva un pò disorientato, ma si
impedì
di crollare a terra come una femminuccia, se non altro per non dare
possibilità a Cassandro di trattarlo male.
Il morello disse a Conan qualcosa che Nereus non capì e
l'altro
annuì. Poi, finalmente, il Capobranco si rivolse a lui.
"Tuo padre, come suo padre prima di lui, ti ha portato da noi per
completare la tua formazione. Le tue conoscenze umane, magiche e non,
sono adeguate, e di questo devi ringraziarlo, ho visto raramente un
puledro così intelligente. Ma ora sei qui per apprendere
tutto
ciò che noi creature magiche possiamo insegnarti. Grazie a
quell'incantesimo che ti potenzia la memoria a lungo termine che porti
addosso, non dimenticherai nulla, perciò possiamo tenerti
meno
del tempo che normalmente richiederebbe una formazione del genere,
cioè anni. Tuo padre, per esempio, è stato due
anni con
noi, uno con i Maridi, tre con i folletti e uno con gli elfi domestici
e
le ninfe. A te basterà
una settimana per ognuno di noi. In teoria dovresti fare apprendistato
anche presso i lupi mannari, ma dato il tuo legame con un giovane
adulto di quella specie abbiamo deciso di lasciar fare a lui. Sarai con
i puledri già
sessualmente maturi, quelli che voi umani chiamate "adolescenti". Hai
domande?"
Nereus non rispose, ancora frastornato. Sarebbe stato via da
Hogwarts un mese? Si sarebbe perso la luna piena di
Lawrence!
"In realtà, ho delle domande..."
disse il Magonò, cercando di non
far tremare troppo la sua voce. Dannazione, non stava davanti a una
manticora! Era solo un centauro con manie di grandezza!
"Bene, far
domandè è simbolo d'intelligenza"
commentò un
anziano nelle retrovie.
Nereus pose le sue domande in mezzo a un assenso sussurrato da parte
della mandria a quello che aveva detto la vecchia creatura. Cassandro
fece una smorfia infastidita e Nereus decise: quel centauro proprio non
gli era simpatico.
"La prima riguarda Law-ehm... il giovane lupo... tra poco
più di una settimana è luna piena e..."
"Non preoccuparti" stavolta era stato Conan a parlare " non
è
obbligatorio fare tutti gli apprendistati di seguito, anche se sarebbe
consigliato... Puoi decidere tu quando far cominciare la tua settimana
presso un gruppo di creature." Il centauro sorrise quando vide la
tensione nel corpo del piccolo puledro umano scomparire: com'erano
strani, questi esseri umani.
"L'altra domanda che ho è questa: centauri, Maridi,
folletti,
elfi domestici, ninfe, licantropi... non mancano i vampiri, Veela e un
sacco di altre creature?"
"I vampiri non interagiscono con esseri di specie diversa dalla loro,
dunque non sarebbe possibile ottenere un incontro con loro a meno che
tu non ti facessi trasformare apposta. Le Veela ormai sono piuttosto
rare e sarebbe difficile per te raggiungere uno dei loro clan: il
più vicino a noi è in Provenza, nel sud della
Francia. Le
altre creature hanno molto da insegnarti, questo è vero, ma
non
riuscirebbero comunque a comunicare efficacemente con te
perché
non parlano nessuna delle lingue degli umani." disse la voce baritonale
di Fiorenzo, che non si era mai mosso dal suo fianco.
"Bene, se abbiamo finito, è già un'ora dopo il
tramonto e
non è bene che i puledri siano svegli durante la notte.
Xander,
ti affido l'umano, mostragli com'è la vita di un centauro."
Dopo queste "perle di saggezza", Cassandro galoppò in
direzione
di uno dei molti sentieri che si diramavano dalla radura e scomparve.
Xander, un giovane adulto dal pelo totalmente bianco che faceva
contrasto con la sua pelle scura come il carbone si avvicinò
a
lui con un sorriso bonario e senza preavviso lo afferrò, se
lo
mise sotto il braccio e galoppò in direzione degli
adolescenti
ridenti dall'altra parte della radura.
"Ehi, mettimi giù!" urlò infastidito il
Magonò, scalciando e agitando i pugni senza successo.
"D'accordo" rise Xander, lasciandolo cadere per terra appena erano
arrivati davanti al piccolo gruppo.
"Grande, Mr. X!" disse il quindicenne baio mostrando la mano all'altro
centauro perché gli desse il cinque.
"E questo da dove viene Belarus?" protestò una femmina
grigia
con le mani sui fianchi mentre l'albino assecondava il suo amico
battendo la sua mano in quello strano gesto appena imparato.
"Ho sentito due puledri umani vicino al castello fare lo stesso: uno ha
detto "Caro Mr. "non ce la faremo mai", hai visto che Gazza non ci ha
beccati?" e l'altro ha risposto con questo gesto dicendo "Grande,
quella caccabomba se la ricorderà per sempre quel gattaccio
pulcioso!""
"Non te la prendere, giovane guerriero." disse una voce femminile alla
destra di Nereus, che quasi saltò dallo spavento prima di
accorgersi che a parlare era stata una puledra dal manto isabella e la
carnagione ispanica che dimostrava si e no sedici anni. Nonostante
questo (perché Nereus non era affatto sicuro che i centauri
avessero il loro stesso sistema di misurazione dell'età: non
si
sviluppavano tre volte più lentamente?) la sua testa era
allo
stesso livello di quella di Nereus: il ragazzo si rese conto di
trovarsi di fronte a una centaura pony.
"Non me la devo prendere per cosa?" chiese il Magonò,
fissandola negli occhi di un caldo marrone.
"Per Cassandro. Non ama molto gli umani, ma non è colpa sua.
Mia
madre mi ha detto che è nato in cattività pochi
anni
prima che le riserve dei centauri fossero dichiarate illegali e ha
visto come i maghi del Ministero trattavano la sua mandria. Quando
è riuscito ad andarsene da lì ha raccolto tutti i
fratelli e le sorelle sopravvissuti alle riserve inglesi e
irlandesi e hanno cercato un posto sicuro dove far prosperare la
colonia lontano dai Babbani e dalle grinfie di maghi senza scrupoli. Sono
arrivati in questa valle quando il preside Dippet era appena
entrato in carica e hanno fatto un patto di non belligeranza con loro. Molti
dei sopravvissuti erano stati importati da altre nazioni, per questo
vedi manti e carnagioni tutte diverse, e non solo i manti grigi o baii
originari della Grecia. Inoltre siamo più grandi, i nostri
antenati greci erano alti massimo un metro e venti al
garrese. Dunque vedi, non ha tutti i torti... Xander e Belarus
invece sono solo due idioti, soprattutto il secondo. Xander fra una
settimana diverrà adulto e non potrà
più
permettersi queste bambinate in pubblico." concluse con un mezzo
sorriso triste la giovane.
Nereus fece un paio di calcoli: Armando Dippet aveva iniziato il suo
mandato nel 1840... accidenti, Cassandro aveva qualcosa come 150 anni??
Adesso gli sembrava ovvio che i centauri crescessero più
lentamente degli umani. Dunque la puledra (come si chiamava, a
proposito?) doveva avere almeno... 45- 48 anni? Che strano...
"Sono Kennah, comunque" si presentò lei.
"Nereus" rispose il ragazzo, ma non si aspettava che la centaura lo
salutasse con un forte abbraccio. Purtroppo tutto questo entusiasmo
causò ehm... un'altra manifestazione di entusiasmo da parte
del
ragazzo.
"Guarda là, Kenny si è trovata un compagno!"
urlò
ridendo Belarus e nonostante i frettolosi cenni negativi di un
imbarazzato Magonò, continuò indicando il suo...
entusiasmo: "Quello succede solo con i compagni di legame, caro il mio
umano!"
Xander dimostrò tutta la sua maturità
schiaffeggiando sulla nuca il giovane esuberante.
"Ahi! Che ho fatto?"
"Non ti ricordi niente di quello che Fiorenzo ci ha detto sugli umani?
Loro scelgono con chi legarsi, non nascono già con un
compagno
predestinato. Dunque il loro corpo ogni volta che vede qualcuno che
potrebbe piacergli fa quella reazione! Guarda, è
già
sparito! Vuol dire che non sono compagni di legame, la trova solo
bella, hai capito, testa di cinghiale?" concluse il giovane prendendo
per un orecchio il più piccolo per portarlo da Nereus e
costringerlo a scusarsi.
Il ragazzo, ancora rosso di vergogna, precisò che aveva
avuto
quella reazione perché le donne umane si coprivano il petto,
dunque non era abituato a sentire i seni delle ragazze premuti su di
lui così all'improvviso. Anche Kennah si scusò
prontamente, anche se non aveva idea del perché gli umani si
vergognassero tanto delle reazioni naturali dei propri corpi. Lo
stallone mollò il baio e mise un braccio intorno alle spalle
di
Nereus, tranquillizzandolo dicendogli che quella sua raezione era
più che normale, dopotutto la ragazza era una fra le
più
belle della madria ("dopo la mia Freya, ovviamente"), ma avrebbe dovuto
abituarsi, perchè anche le Maridi giravano a petto nudo e le
ninfe erano addirittura completamente nude!
E così fu. Una settimana passò decisamente in
fretta: di
notte dormiva rannicchiato in mezzo a tutti gli altri giovani maschi,
mentre le femmine dormivano da tutt'altra parte per evitare legami
prematuri; al mattino mangiava e cacciava con loro, affinando ancora di
più, se possibile, la sua abilità come arciere e
le sue
conoscenze in campo medicinale ed erboristico; al pomeriggio seguiva
l'uno o l'altro membro del branco, imparando come gestire i giovani
puledri, come intrecciare cesti di vimini o piazzare trappole. Le sue
conoscenze di Astronomia, Astrologia e Divinazione si ampliarono
così tanto che alla fine della settimana le sue conoscenze
erano
uguali a quelle di un centauro adulto. Non era la prima e non sarebbe
stata l'ultima volta che ringraziava quell'incantesimo che Poppy aveva
messo su di lui che, oltre a potenziargli la capacità di
apprendimento, rendeva permanente tutto ciò che imparava.
Decise
che alla fine dei vari apprendistati avrebbe scritto un libro: tutto
quel sapere non poteva non essere condiviso.
La sera prima di Halloween era la sera dell'iniziazione di Xander e
tutti si erano radunati nella radura per la celebrazione. Nereus era
fieramente in piedi fra uno stranamente serio Belarus e una commossa
Kennah e indossava una corona di fiori di pero intrecciati con viole
blu** come tutti gli amici e le amiche più stretti di
Xander. Il
suddetto centauro stava camminando lentamente sul sentiero che dal
ritrovo degli adolescenti arrivava nella radura. Sua madre gli aveva
dipinto il corpo con ghirigori e simboli arcaici, che spiccavano
bianchi sulla carnagione scura e neri sul pelo bianco come la neve.
Mentre gli passava davanti, Kennah si gettò singhiozzante
sulla
spalla di Nereus, che la abbracciò stretta come quella prima
volta, con gli occhi umidi dalla commozione. Nonostante fosse passata
solo una settimana gli sembrava di conoscerli da sempre e sapeva che
non avrebbe mai potuto lasciarli il giorno dopo, per tornare ad
Hogwarts. I centauri maschi intonarono un canto baritonale quando
Cassandro sollevò una corona composta da lui stesso e la
mise
sulla testa ricciola del giovane.
"Fiori di maggiociondolo per darti il benvenuto fra noi per la seconda
volta, bacche di belladonna per la tua fierezza, fiori di ginestra per
raccomandarti l'umiltà, foglie di quercia per augurarti
sempre
forza. Xander del branco di Cassandro, nel territorio della Foresta
Proibita di Hogwarts, prometti di difendere questa mandria e i suoi
componenti con la tua vita?"
"Lo prometto, capobranco"
"Prometti di cercare di migliorarti sempre e di aiutare chi ne ha
bisogno, sia esso centauro o di altra specie, con dignità e
solerzia?"
"Lo prometto, capobranco"
"Prometti di non tradire mai le tradizioni e le usanze del tuo popolo?"
"Lo prometto, capobranco"
"Allora io, Cassandro, capobranco della mandria della Foresta Proibita
di Hogwarts, nomino te, Xander, guerriero della mandria,
finchè
rispetterai il giuramento."
Il canto dei giovani centauri divenne più forte man mano che
la
cerimonia andava avanti, fino a riempire di echi tutta la radura come
il morello porse al nuovo guerriero un arco in legno resistentissimo e
una freccia che Xander e Nereus avevano costruito il giorno prima. Il
centauro lo prese, incoccò la freccia, si alzò
più
che potè sulle zampe posteriori e con un urlo di gioia e
liberazione scagliò la freccia in alto nel cielo: lui e la
sua
compagna si sarebbero stabiliti nel punto dove essa fosse caduta. Tutta
la mandria urlò di gioia, ma la cerimonia non era ancora
finita:
infatti, ora che era un adulto, Xander poteva finalmente legarsi alla
sua Freya, che era diventata adulta il mese prima.
Infatti eccola avanzare dal sentiero che proveniva dal punto di riposo
delle centaure nubili e vedove verso il suo promesso sposo: anche lei,
come suo padre, era una morella, cioè aveva il manto
completamente nero abbinato a una carnagione scurissima. La corona di
fiori d'arancio e fiori di tiglio che portava sui riccioli scuri le
stava d'incanto e faceva risaltare quell'unico garofano bianco che lei
teneva fra le mani nell'incavo dei seni***. Xander la prese per mano e
si misero di fonte al padre di lei, che, commosso, legò un
nastro verde bosco fra le loro mani unite e chiese loro:
" Xander e Freya, giurate di proteggere l'altro con la vostra vita?"
"Lo giuriamo" dissero in coro i due sposini.
"Giurate di crescere i vostri figli insieme al meglio delle vostre
capacità e secondo le tredizioni e le usanze del nostro
popolo?"
"Lo giuriamo"
"Giurate fedeltà e rispetto l'uno all'altra?"
"Lo giuriamo"
"Allora io, capobranco di questi due giovani e padre della sposa,
chiedo alla magia di completare il rituale di legame."
Una pioggia di foglie mista a scintillii dorati avvolse i due centauri,
nascondendoli alla vista. Quando essa si dissolse i due si si stavano
staccando da un bacio mozzafiato sorridendo.
"Andate a trovare quella freccia, forza!" disse Cassandro spingendoli
in quella direzione.
I due vennero sommersi di abbracci e baci e Nereus non faceva
eccezione, saltando al collo di Xander e urlandogli nelle orecchie
tutta la sua felicità.
**********************
"Forza Nereus, fra meno di un'ora hai il banchetto di Samhain, o di
Ognissanti, o di Halloween... non ci capisco più niente con
tutte queste vostre religioni umane."
"Non voglio andare Kennah"
"Dovrai staccarti dal mio collo a un certo punto"
"No"
"Come no?"
"Voglio stare con voi"
"Siamo tutti già promessi e uno è pure sposato,
ma grazie per l'offerta"
"Piantala Belarus, lo sai che gli umani vivono ogni evento in modo
più intenso rispetto a noi"
"Ora che sei un adulto fai il genio? Ah no, lo facevi anche prima...
Questi si chiamano capricci, come quelli che fa tua sorella Tessa
quando tua madre non vuole portarla a galoppare"
"Nereus!"
"Ner!"
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio della centaura solo per
essere stritolato da suo "padre" e da Lawrie.
"Mi sei mancato tanto figliolo, c'è un sacco di lavoro che
devi fare"
"Lo so papà, si mi sono divertito, grazie per avermelo
chiesto"
"Oh, scusa, lupetto" disse Hagrid e si spostò per permettere
anche a Lawrence di soffocare il suo migliore amico dopo che il
Tassorosso aveva cercato di attirare la sua attenzione con colpi di
tosse sempre più forti.
IL licantropo mise subito il naso nel collo del Magonò per
sentire il suo odore, ma si ritrasse quasi subito infastidito.
"Ehw, puzzi di cavallo!"
"Succede quando dormi una settimana con addosso un centauro che russa"
"Io non russo!"
"Io non ho detto di star parlando di te, Belarus, poteva anche essere
Xavier o Renan, o qualunque altro centauro maschio dai quattordici ai
diciotto anni."
"Ah, ah, divertente"
"Forza bambini, è tempo di tornare." dise il guardiacaccia
incamminandosi verso Hogwarts.
Nereus si voltò verso le tre creature, la mano di Lawrence
nella sua e non sapeva da quanto fosse lì.
"Ci rivedremo presto" assicurò ai suoi amici.
"Sarà meglio per te" borbottò Kennah incrociando
le mani sotto al seno dorato.
"Fila via, umano, prima che cambi idea!" disse Belarus dandogli
giocosamente una pacca sul sedere, che però lo fece comunque
finire disteso faccia a terra con Lawrence sulla schiena.
Quando i due se ne furono andati, i due adolescenti si girarono verso
Xavier dicendo in coro: "Pensi che lui...?"
"No" disse sospirando quest'ultimo, poi guardò il cielo
stellato e sorrise "ma lo scoprirà presto".
*quindi non pantalone e maglia a maniche lunghe, proprio quel tipo di
tuta che la infili dai piedi e ti ricopre tutto il corpo, chiusa da una
cerniera che va dall'ombelico al mento. Metto qui una foto che ho preso
da uno dei miei libri preferiti che rende bene l'idea.
"
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type="text"> ** Viola blu
= fedeltà, fiore di pero = amicizia durevole *** Fiori d'arancio =
castità, tiglio = amore coniugale, garofano bianco =
fedeltà eterna, amore reciproco
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Altezza dei centauri:
1,70 (altezza al garrese di un cavallo medio) + 1.60 (altezza di un
essere umano medio) Se avete qualche
problema con il lessico dell'equitazione chiedete pure spiegazioni.
Ringrazio dal profondo del mio cuore lella minerva per i suoi consigli
sempre indicati e ShessomaruJunior per aver recensito il capitolo 7.
Ringrazio tutti i miei lettori silenziosi: abbiamo superato le 250
letture al primo capitolo e fino al capitolo quattro ci sono
più
di 100 letture! Per me significa tanto, perché io tendo a
leggere solo storie complete, quindi so quanto sia difficile seguire
una storia incompleta con pubblicazione irregolare come questa. Grazie
mille a tutti <3
Capitolo più lungo per scusarmi per l'attesa. Prossimo: Il
banchetto e la loro prima luna insieme.
Cosa ne pensate? RECENSITE! <3
DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di
J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap.
9: Banchetti e rituali
I tre uscirono dalla Foresta Proibita provando sensazioni contrastanti:
da un lato, Hagrid e Lawrence erano felici di rivedere il loro amico,
ma soprattutto il primo sapeva cosa stava provando il
Magonò:
quando aveva sedici anni suo "padre" e Cassandro erano dovuti andare a
prendere lui e Fiorenzo dall'altra parte della Foresta, dove si erano
rifugiati per non farsi separare. Nereus invece era felice di tornare
ad Hogwarts, ma allo stesso tempo triste a causa della conversazione
avuta con le tre creature pochi minuti prima. A distrarlo da quei
pensieri cupi ci pensò un Terranova di 70 kg sbavante e
scodinzolante che andava sotto il nome di Thor.
"Ciao bello! Ti sono mancato, eh, bestione? Sì, lo so,
puzzo...
non mi leccare! Thor, dai!" rise Nereus sepolto sotto l'esuberante
canide.
Hagrid lo aiutò ad alzarsi e gli ordinò di
lavarsi prima
di scegliere i vestiti da mettersi: anche se c'era poco tempo, non
avrebbe mandato il suo aiutante in quello stato alla festa.
I due Guardiacaccia non avevano una vasca e nemmeno una doccia come nei
bagni super attrezzati del castello, solo una latrina esterna e un
grande lavatoio di granito sul retro della casa, in cui erano attivi un
incantesimo per evitare che l'acqua, anche se ferma, stagnasse e un
altro che attingeva automaticamente il liquido dal pozzo. Per lavarsi
dovevano insaponarsi con un sapone fatto in casa (olio di oliva, cenere
del camino e olii essenziali a seconda dell'uso, non quelle robacce
chimiche Babbane irritanti ed inquinanti) e poi versarsi addosso una
bella secchiata o due di acqua fresca per sciacquarsi. D'inverno o
quando avevano tempo andavano a fare la doccia nel bagno degli
insegnanti, ma era sempre occupato e quel giorno bisognava fare in
fretta. Lawrence decise di aiutarlo ed evocò un getto
d'acqua
calda dalla sua bacchetta; non conosceva l'incantesimo per l'aria
calda, però, dunque Nereus dovette asciugarsi i capelli
spazzolandoseli davanti al camino, dato che il sole era già
tramontato.
**********************
"Hai una vasta scelta!" ironizzò il licantropo davanti
all'armadio aperto del Magonò.
"Vuoi darmi un consiglio o no?" chiese il diciottenne sdraiato di
traverso sul suo letto come mamma lo aveva fatto, guardandolo a testa
in giù. Lawrie gli lanciò addosso un paio di
mutande, la
sua toga da mago verde oliva (quella che in un primo momento aveva
classificato come "verde spento", lavata si era dimostrata di un colore
decisamente diverso) e il suo paio di scarpe da ginnastica babbane, che
fortunatamente il ragazzo prese prima che gli arrivassero in faccia
come le altre due cose. Per dispetto lanciò il cuscino
all'altro, che lo schivò senza problemi e
commentò con un
"Oh, molto maturo da parte tua". Il Tassorosso stava cercando di non
guardarlo mentre si vestiva, ma la sua mente da quindicenne continuava
a fargli notare gli addominali scolpiti, i bicipiti forti e il
contrasto fra i ricci neri e gli occhi verdi di Nereus. Era
così
muscoloso anche prima di andare dai centauri? Non se lo ricordava, o
forse non l'aveva mai notato...
**********************
Arrivarono in Sala Grande giusto in tempo per ascoltare il discorso di
Silente in merito a quel Banchetto: nonostante cercassero di andare ai
loro posti senza concentrare troppa attenzione su di loro, chiedere ad
Hagrid di avanzare silenziosamente era come pretendere che Mrs. Purr
cominciasse improvvisamente ad abbaiare.
"Benvenuti a tutti voi, compresi i ritardatari. E' con grande piacere
che auguro un felice anno nuovo a tutti i Wiccan che oggi festeggiano
Samhain e una buona festa dei morti a chi festeggia la vigilia
di
Ognissanti" Gran parte degli allievi applaudì entusiasta:
gli
studenti neopagani erano riconoscibili dagli abiti rituali che
portavano, segno che dopo il banchetto avrebbero officiato secondo la
loro tradizione, e dal fatto che sui tavoli intorno a loro c'erano solo
i cibi tradizionali per quella festa*. "Per noi altri, che inizi il
banchetto di Halloween!"
Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e
dal
soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi
stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche
più
piccole che Hagrid aveva intagliato apposta per l'occasione, lasciando
la loro polpa e gli ortaggi più grandi alla cura degli elfi
domestici. Mentre cominciava a mangiare, Nereus notò con
dispiacere che mancavano alcuni studenti all'appello: un posto vuoto a
Grifondoro e due a Tassorosso, che appartenevano a due terzi anni che
avevano fatto esplodere il loro calderone due ore prima, durante
l'ultima lezione di Pozioni della giornata, e che Severus aveva dovuto
accompagnare in Infermeria. Chiese informazioni a tutto il personale,
ma nessuno sapeva spiegargli perché Hermione Granger non
fosse
presente. Nereus pensò che probabilmente si era
addormentata.
Notò l'assenza di Raptor, ma prima che potesse chiedere sue
notizie, quest'ultimo entrò nella sala di corsa, con il
turbante
di traverso e il terrore dipinto in volto. Si avvicinò al
tavolo
principale, si accasciò davanti al professor Silente e
sussurrò (ma nella stanza silenziosa lo sentirono tutti):
"Un
troll... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire", per poi
svenire del tutto e cadere sul pavimento di pietra con un forte tonfo.
Tutti i bambini cominciarono ad urlare terrorizzati e ci vollero tutta
la buona volontà dei due Caposcuola e diversi petardi viola
dalla bacchetta del preside perché tutti si calmassero
abbastanza da sentire cosa dovevano fare. Nereus era subito scattato in
piedi ed era corso verso Ronald. Quando arrivò abbastanza
vicino, inorridì nel vedere che oltre ad Hermione mancava
anche
Harry.
"Ron! Ron, calmati! Mi devi dire dove sono Harry ed Hermione!"
"Nereus! Harry è uscito cinque minuti fa per andare al bagno
ed
Hermione è chiusa in bagno a piangere da due ore! Oh Nereus,
è colpa mia, l'ho insultata, mi dispiace tanto..."
"Adesso non c'è tempo! Tu segui tuo fratello e non tornare
indietro, mi hai capito? Vai!"
Il Magonò spinse il bambino in fila e corse fuori dalla Sala
Grande. Hagrid raccolse il professore e cominciò a portarlo
in Infermeria. Severus scagliò silenziosamente un
Incarcerus su Raptor, che si sarebbe sciolto appena fosse stato ben
chiuso nell'ala ospedaliera, e seguì Nereus di corsa. Aveva
notato anche lui l'assenza di Harry. Quella sera, con il permesso del
preside, dopo la cerimonia di Samhain lo avrebbe portato a visitare le
tombe dei suoi genitori, come faceva lui stesso ogni anno... e se il
ragazzo fosse stato preso dal Troll?
Dopo pochi secondi sentì delle urla provenire da destra,
verso il bagno delle ragazze al piano terra.
"Ehi, amico! Guarda di qua, io sono più buono di loro due!"
gridò Nereus attirando l'attenzione dell'essere gigantesco
lontano dai due primini. Il troll alzò la clava e corse
verso il
Magonò, che, ottenuto ciò che voleva, corse nella
direzione opposta. Severus li vide e lanciò il suo secondo
Incarcerus della serata contro il bestione, che cadde a terra gridando
indignato. Ora che il pericolo era scampato, i due corsero nel bagno,
dove una singhiozzante Hermione cercava di far uscire un tremante Harry
da sotto un lavandino sbeccato.
"Harry, ti prego, esci di lì, dobbiamo aiutare il signor
Della
Rovere, sta affrontando il troll per noi... Harry, perfavore..."
"Va tutto bene signorina Granger, il troll è inoffensivo"
"Oh!" urlò la bambina, e corse da Nereus, piangendo nelle
sue
vesti lacrime di paura. Il ragazzo la prese in braccio come avrebbe
fatto con Leandros, confortandola e passandole una mano sulla schiena.
Severus era con Harry, accovacciato sul pavimento fradicio e sporco del
bagno, tendendo una mano aperta verso il ragazzino spaventato, in
silenzio. Dopo quelle che sembrarono ore, la piccola mano di Potter
afferrò saldamente quella di Severus e il bambino si fece
trascinare fuori dal professore. Tutti videro che si era sporcato i
pantaloni, ma Piton con un incantesimo medico eliminò la
macchia
prima che arrivassero Silente e la professoressa McGranitt, che
urlò alla vista del troll nel bel mezzo del corridoio,
ancora
cosciente e ringhiante. Uno schiantesimo di Silente lo mandò
a
dormire. I due entrarono nel bagno e alla vista dei quattro e della
condizione disastrosa in cui versava il posto, il preside chiese:
"Qualcuno può dirmi cos'è successo?"
Con grande stupore di tutti, fu proprio Harry a parlare: "Stavo andando
in bagno quando ho visto questa enorme creatura entrare nel corridoio.
Mi sono rifugiato nella prima porta aperta che ho trovato ed era il
bagno delle ragazze. Hermione era qui e si stava lavando la faccia,
dunque le ho detto del troll. Lei mi ha chiesto di descriverglielo ma
in quel momento è entrato. Ci ha attaccati e noi cercavamo
di
fuggire o di nasconderci, ma lui bloccava la porta. Poi è
arrivato Nereus e l'ha attirato fuori in corridoio..."
"Sì, li stavo cercando e ho sentito le loro urla. Mentre
stavo
correndo via è arrivato Severus che l'ha legato." concluse
il
Magonò stringendo più forte un'Hermione esausta
dal
troppo piangere.
Silente sospirò e con un movimento della bacchetta
riparò, riordinò, asciugò e
pulì tutto. "Mi
sembra che voi abbiate avuto fin troppe emozioni per oggi. Che ne dite
di saltare il rituale e andare direttamente a letto?"
Hermione rispose a malapena, già addormentata con la testa
sulla
spalla sinistra di Nereus e le braccia intorno al suo collo, ma Harry
strinse forte la mano di Severus, che si abbassò di nuovo
per
capire cosa il ragazzino stesse borbottando sottovoce.
"Harry si sente abbastanza bene per fare ciò che avevamo
programmato, Albus, ma penso che andremo immediatamente"
comunicò il pozionista al preside, evocando il mantello di
Harry
e il proprio e indossandoli.
Il preside annuì e raccomandò attenzione, prima
di
lasciarli andare fino al punto di Apparizione fuori dai cancelli.
"Io riporto questa creatura fuori dal castello, in attesa del Ministero
domani. Voi andate a Grifondoro e dite che i Wiccan potranno celebrare
stasera, ci penseranno loro ad avvisare gli altri. Ci vediamo domani a
colazione, buonanotte..." disse Silente sollevando il troll e
portandolo via. Mentre se ne andava lo sentirono borbottare "Raptor mi
dovrà dare un bel po' di spiegazioni, oh sì..."
I due adulti non parlarono lungo il tragitto verso la Torre, per non
disturbare il piccolo fagotto di Nereus. Arrivati in Sala Comune tutti
si zittirono in attesa di notizie. Nereus passò Hermione
alla
McGranitt, che la portò a letto, e disse agli studenti che
il
troll era stato trovato e reso inoffensivo e che gli allievi che
festeggiavano Samhain potevano organizzarsi per fare il loro rituale
fuori nel parco.
**********************
(ATTENZIONE:
qui di seguito e fino alla fine del capitolo descriverò in
modo dettagliato un vero rituale di Samhain: chi non volesse leggere
è pregato di saltare)
Fuori c'era un grande assiepamento di studenti sussurranti, disposti in
circolo intorno ad un Cerchio composto da foglie autunnali, pigne e
altri elementi naturali che i ragazzi e le ragazze neopagane avevano
raccolto quel pomeriggio durante le loro attività
pre-rituali.
Nereus riuscì a guadagnarsi un posto in prima fila e a
vedere e
sentire tutto il procedimento.
Alcuni ragazzi stavano allestendo un grande altare con drappi neri,
arancioni e di colori autunnali con diversi strumenti appoggiati sopra:
si notavano bene un piccolo calderone, quattro candele di colori
diversi, piccole zucche intagliate, lavoretti a tema, disegni e
rappresentazioni di pipistrelli, gatti e cani, una scopa di quelle
usate per spazzare per terra, diversi tipi di erbe da una parte (il
Magonò riconobbe cardo, crisantemi, ginestre, felci, menta,
artemisia, noce moscata, salvia, rosmarino, alloro e lavanda) e alcune
pietre dall'altro lato (ossidiana, onice, corniola, opale, eliotropio e
ametista). Ognuno dei partecipanti al rituale aveva portato qualcosa:
un lavoretto, un disegno o qualcosa per decorare l'altare. Tutti loro
avevano portato foto dei cari defunti, che erano assiepate tutte
insieme davanti all'altare, sull'erba. Anche alcuni studenti non Wiccan
avevano portato qualcosa per i loro amici e gli porgevano i loro
regali, che andavano ad arricchire il grande altare. Alcune ragazze
stavano accendendo un falò al centro dei due cerchi. Quando
esso
fu acceso e scoppiettante, i Wiccan si misero in cerchio intorno ad
esso il nero e l'arancione delle loro vesti che si confondevano con il
buio e il bagliore del fuoco.
Diverse torce si accesero al di fuori del cerchio degli studenti non
Wiccan, creando così ben quattro cerchi protettivi e dando
inizio al rituale.
Uno dei bambini più piccoli prese una ciotola di sale che
tutti
loro avevano infuso di energia in precedenza e comiciò a
spargerlo in senso orario sopra le foglie e le pigne, che componevano
il secondo cerchio, rinforzandolo e dicendo "sale della Terra,
proteggici" ripetutamente. Tutti i ragazzi partecipanti al rituale lo
ripetevano con lui e anche alcuni studenti al di fuori del secondo
cerchio.
Quando lui fu tornato al suo posto, fu la volta di una bambina, che
prese l'incensiere in cui bruciava un incenso specifico dall'odore
inebriante e girò con quello sopra il sale nello stesso
verso di
prima, dicendo "Aria che soffia, proteggici". I Wiccan e le Wiccan
ripeterono la frase con lei.
Uno dei ragazzi più grandi girò nello stesso
verso con
una candela nera e arancione dicendo "Fuoco che brucia, proteggici",
copiato dai sui fratelli e sorelle e dagli studenti.
Infine una ragazza del sesto anno prese dell'acqua esnergizzata e la
spruzzò sopra il sale con le dita, dicendo "Acqua che
scorre,
proteggici". Quando tutti finirono di dire la frase e la ragazza
tornò a tenersi per mano con gli altri nel primo cerchio, il
ragazzo e la ragazza più grandi fra loro si staccarono dal
cerchio e si misero davanti all'altare. Guardando a Nord, a Est, a Sud
e ad Ovest invocarono gli elementi guardiani dei punti cardinali (Nord-
Terra, Est- Aria, Sud- Fuoco, Ovest- Acqua) sigillando così
il
secondo cerchio. Anche gli studenti si strinsero di più fra
loro
e cercarono di chiudere tutti i buchi del terzo cerchio che loro
componevano.
Venne accesa una candela argento con sopra disegnato il simbolo
stilizzato di una donna che tiene sopra la testa una luna piena e venne
invocata da tutte le ragazze la Dea Madre nel Cerchio con un inno a lei
dedicato. Quando le femmine finirono di cantare, i maschi accesero una
candela dorata con inciso un cerchio sormontato da una mezzaluna
orizzontale e invocarono nel cerchio il Dio Padre allo stesso modo. Poi
ogni corrente chiamò i propri dei specifici: la corrente
greca
Ade, Ermes, Thanatos, le tre Moire, Persefone, Ecate, la corrente
romana Plutone, Mercurio, ecc.
Quando tutte le varie correnti ebbero evocato i propri dei, tutti
insieme i partecipanti al rito invocarono gli spiriti dei defunti.
Poi finalmente uno di loro cominciò a spiegare:"Samhain
è
il sabba della morte, dell'oscurità, del riposo, degli
aspetti
oscuri delle divinità, delle divinità
dell'oltretomba e
degli spiriti degli antenati. In questa festa il velo fra i due mondi
si assottiglia e i vivi possono incontrare gli spiriti dei defunti".
Non visti, intanto, tutti i fantasmi del castello si erano messi
intorno all'altare, compreso Pix, stranamente rispettoso, ma forse solo
perché aveva il Barone Sanguinario vicino.
"Infine, è un sabba di riflessione e permette di usare
l'introspezione per analizzare dolori e angosce non ancora sopiti.
Grazie a tutti voi per essere qui con noi stasera. In queste occasioni
non esistono Case o differenze fra noi: siamo tutti figli della Grande
Madre" finì alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Adesso cominceremo a fare le attività che di solito si
fanno in
questa festa. Chiunque di voi voglia partecipare a qualcuna di esse
è pregato di accendere la bacchetta quando vuole
intervenire,
grazie." disse una ragazza con un sorriso, rivolta agli studenti.
Tutti i neopagani presero una noce e la buttarono nel falò
esprimendo un desiderio: se alla fine del rituale, a fuoco spento, la
loro noce si fosse carbonizzata, il desiderio si sarebbe avverato.
Molti studenti parteciparono, anche Nereus, che chiese una buona Luna
Piena per Lawrence.
"Ora vi chiediamo di riflettere sui significati di vita, morte e
rinascita. Se lo desiderate potete condividere le vostre idee con noi,
ma prima di tutto dovete condividerle con voi stessi." Questa volta
pochi neopagani e due studenti espressero il loro parere, ma tutti
stavano ragionando su quelle idee.
"Adesso racconteremo il mito di Demetra e Persefone** e altri miti
sull'oltretomba. Se avete altre storie da raccontarci accendete la
bacchetta" Due o tre studenti stranieri aggiunsero i loro racconti del
loro paese d'origine a quelli raccontati dai neopagani, allungando di
qualche minuto questa già lunga parte del rituale.
Un ragazzo prese una mela dal cesto delle offerte e la
tagliò a
metà in orizzontale, mostrando a tutti una stella a cinque
punte
dentro al frutto e dicendo: "Questo è il frutto della vita,
quindi della morte". Molti ripeterono quella frase sottovoce,
riflettendo sul suo significato.
Poi, uno per uno, prima i neopagani e poi gli studenti, presero le foto
dei loro defunti e parlarono di loro a tutti i loro compagni e
insegnanti presenti, dicendo com'erano stati e cosa avevano fatto in
vita. Era una specie di secondo funerale per tutti quanti e molti
piangevano mentre prendevano un pezzo di carta a forma di mela,
scrivevano sopra il nome (o i nomi) del defunto e lo attaccavano ad un
lungo spago. Alla fine di questa estesa parte del rituale una grande
collana di mele di carta fu appesa sopra l'altare (per essere poi
spostata, nei due giorni successivi, che era ancora festa, sopra il
tavolo degli insegnanti in Sala Grande).
Alla fine tutti i neopagani e alcuni studenti legarono un nastrino ad
un albero lì vicino e tolsero quello dell'anno precendente,
se
c'era, augurandosi felicità e prosperità per
l'anno nuovo.
"Bene, grazie a tutti quelli che hanno partecipato e grazie anche a chi
non l'ha fatto, venuto qui solo per darci supporto. Adesso faremo il
banchetto rituale, quindi se volete qualche chicco di melograno e un
po' di sidro, idromele o birra, accendete la bacchetta."
Prima si servirono i Wiccan, poi passarono fra gli studenti e molti
mangiarono un po' di frutta. Nereus prese felicemente una buona
manciata di chicchi di melograno da un sorridente Lawrence in abito da
cerimonia e un sorso di buonissimo idromele. Venne lasciata una ciotola
di latte e miele come offerta e poi venne sciolto il rituale: vennero
ringraziati e congedati tutti gli Dei e i guardiani elementali dei
punti cardinali in ordine inverso a quello con cui erano stati evocati
e venne poi sciolto il secondo Cerchio passando in senso antiorario con
gli elementi in ordine inverso, ringraziandoli per il loro lavoro.
Tornando a casa quella notte, Nereus si sentiva diverso, come se fosse
più energico o consapevole, senza sapersi spiegare il
perché.
*i cibi tradizionali
sono: maiale,
castagne, noci, zucca, melograno, granoturco, patate, dolci al miele
fatti in casa, sidro, idromele, birra, tisane. **penso che la
conosciate tutti, in caso scrivetemi in pv che ve la racconto.
+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Mi dispiace, il capitolo
è
venuto troppo lungo e Severus e Harry al cimitero e la prima luna piena
di Lawrence e Nereus saranno nel capitolo 10. Spero che l'ultima parte
(per chi l'ha letta) non vi abbia annoiato, ma volevo darvi un assaggio
di come io passo gran parte delle mie nottate durante determinati
giorni dell'anno. Ringrazio di cuore
lellaminerva che
come sempre analizza il capitolo paragrafo per paragrafo e mi da
un'opinione su tutto (e non è neppure timida: se qualcosa
non la
convince o vede qualche erroraccio me lo fa sapere!) e un grande
bentornata ad annika02 che ha recensito il capitolo 7 con grande
entusiasmo. Ditemi cosa ne pensate,
mi raccomando! A presto
abcd1DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di J.
K. Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright. Cap.10:
Cimiteri e Lune piene
Arrivati allo spiazzo d'erba circolare fuori dai cancelli,
Severus Piton si girò a vedere il bambino dalle sembianze
del suo peggior nemico. Le lacrime si erano seccate già da
tempo sulle sue guance e quegli occhi verdi ora asciutti si limitavano
solo a guardarlo interrogativamente.
"Harry" disse, scegliendo di chiamarlo per nome perché
l'argomento era delicato "stiamo andando in un luogo che è
potenzialmente pericoloso per te. Per andarci ho bisogno che tu ti
aggrappi forte a me o alla mia tunica e io dovrò almeno
toccarti la spalla. Arrivati lì dovrai starmi il
più vicino possibile e avvisarmi nel caso vedessi qualcosa o
qualcuno di sospetto. So che è fastidioso, ma è
per la tua sicurezza, capito?"
"Sì professore. Grazie per aver deciso di portarmi con lei
stanotte." rispose l'alunno, accettando le severe condizioni del
pozionista.
Harry prese fra le braccia più tessuto che poté
dalla tunica del professore e strinse forte gli occhi infastidito
quando l'adulto gli strinse un braccio intorno alle magre spalle, poi
fu risucchiato in un tubo strettissimo che gli rubò il
respiro per cinque secondi. Quando poté di nuovo respirare
cadde a terra ansimando, ma non vomitò: era abituato a
tenersi quel poco che aveva nello stomaco a ogni costo. Si riprese dopo
poco tempo, si rialzò e si guardò intorno: non
erano più ad Hogwarts, ma in un anfratto boscoso scarsamente
illuminato. Sentiva un rumore soffuso di bambini urlanti verso destra
ed è proprio da quella parte che si stava dirigendo il
professore.
Sbucarono dalle frasche direttamente nella strada principale del paese,
quella che portava alla piazza. Essendo quasi le nove, erano circondati
da piccoli babbani travestiti da mostri che facevano "Dolcetto o
Scherzetto" alle porte delle abitazioni. Un bambino vestito da
diavoletto provò a fermarlo e a chiedergli perché
non fosse vestito, ma Potter si nascose dietro al mantello trasfigurato
in cappotto di Piton e non rispose.
Severus nel frattempo continuava a chiedersi perché diavolo
tutti gli anni non poteva materializzarsi direttamente dietro la chiesa
ma si ostinava ad usare il punto di Materializzazione ufficiale e a
sorbirsi dei marmocchi babbani in cerca di un mal di denti... come se
non fosse già circondato da adolescenti tutto il tempo al
collegio. Quando sentì Harry praticamente infilarglisi sotto
al cappotto si ricordò chi era con lui e delicatamente lo
prese per mano per guidarlo fra la folla schiamazzante. Arrivati al
centro della piazza lo lasciò andare e gli indicò
di guardare la statua che raffigurava un uomo spettinato con gli
occhiali, una donna con i capelli lunghi e il viso bello e gentile e un
bambino piccolo in braccio a sua madre che sorrideva. Spiegò
al suo alunno che i babbani in quel punto vedevano solo un monumento ai
caduti delle due Guerre Mondiali, ma che esso cambiava forma in
presenza di persone con dei poteri magici. Infatti nella piazzetta si
vedevano diversi individui vestiti con abiti babbani malamente abbinati
che facevano foto alla statua e al paese intorno con macchine
fotografiche che sarebbero state bene in un museo.
"Professore, sono...?"
"Sì Harry, tuo padre, tua madre e quello sei tu, prima..."
rimase in sospeso Piton guardando la cicatrice che il bambino
continuava a toccarsi, perplesso nel constatare che il neonato marmoreo
ne era privo.
"... Prima che Voldemort decidesse di venirmi a fare Dolcetto o
Scherzetto." concluse per lui Harry amaramente.
Quando il Bambino Sopravvissuto ebbe contemplato abbastanza la statua,
si girò verso Severus in cerca di indicazioni su cosa fare.
"Vuoi vedere prima la tua vecchia casa o dove sono sepolti i tuoi
genitori? Ti avviso Harry, è possibile che ci sia qualche
abitante del Mondo Magico venuto ad onorare la loro memoria, cercheremo
di non farci infastidire."
"Vorrei salutare mamma e papà prima, signore..."
"Va bene, stammi vicino."
Piton si fece largo verso la chiesa, aprì il cancello che
conduceva al cimitero e, mentre quello si richiudeva da solo alle sue
spalle, andò fin dietro alla chiesa e si diresse subito
verso le due tombe in marmo bianco che spiccavano nel buio. Due maghi e
una strega giravano fra le lapidi, leggendo i nomi e riconoscendo
quelli di famose famiglie magiche, ma quando li videro arrivare dove
erano sepolti i Potter, si avvicinarono abbastanza da guardarli ma non
troppo vicino da disturbarli. Severus non seppe se essere loro grato o
essere infastidito dalla loro presenza, per cui non disse niente e
lesse per la decima volta le iscrizioni sui due sepolcri.
James Potter, nato il 27
marzo 1960, morto il 31 ottobre 1981
Lily Evans in Potter,
nata il 30 gennaio 1960, morta il 31 ottobre 1981
L'ultimo nemico che
sarà sconfitto è la morte
Harry lesse la frase incisa su entrambe le tombe
lentamente e a voce alta. Quella frase parlava di vita oltre la morte,
ma non fu rincuorante per Harry. Il bambino crollò a terra
piangendo silenziosamente, stringendo i pugni nell'erba buia e pensando
che i suoi genitori erano là sotto, ormai polvere, ignari che
il loro bambino era finalmente venuto a trovarli ed era vivo grazie a
loro, ma in quel momento desiderava soltanto raggiungerli.
"Perché" sussurrava con il cuore spezzato e la voce rotta "
perché me li hai portati via? Cosa ti avevano fatto? Cosa ti
avevo fatto? TI ODIO! TI ODIO TI ODIO TI ODIO!"
Severus interruppe quella crisi isterica stringendoselo forte al petto.
Il piccolo Potter si strinse al suo collo e pianse come non aveva mai
pianto in vita sua, non curandosi del contatto fisico di solito
indesiderato e quella volta ricercato, permettendo a lui e al suo
professore di abbassare le proprie barriere per la prima volta dopo
anni e sfogare tutti i sentimenti rimasti nascosti, sotterrati da
montagne di "sto bene" ed indifferenza.
Dopo diversi minuti il bambino si staccò e prese dalla tasca
interna del cappotto una busta trasparente con all'interno decine e
decine dei disegni che aveva fatto per i suoi genitori, da quando era
piccolo fino al più recente, il giorno prima, che era messo
sopra gli altri e li rappresentava tutti e tre insieme che si tenevano
per mano davanti ai cancelli di Hogwarts. Dentro di essi si potevano
vedere le sagome di Hagrid, Nereus, Silente, Piton, la McGranitt, Ron
ed Hermione che salutavano con il braccio alzato. Lo posò
sulla tomba di suo padre e Severus lo incollò con la magia
in un angolo, in modo che si leggesse la scritta ma si vedesse che
Harry Potter era passato di lì e aveva fatto un regalo ai
suoi genitori. Il professore evocò un giglio bianco e lo
posò sulla tomba di Lily. Dovette prendere in braccio Harry
per portarlo via di lì e nessuno dei due si accorse che
all'uscita del cimitero qualcuno scattò una foto.
**********************
Il mattino dopo la Gazzetta Del Profeta titolava in prima pagina:
HARRY POTTER VA A
TROVARE I SUOI GENITORI di Rosie Alderton
Ieri sera il piccolo
Harry Potter, 11 anni, accompagnato dal professore di Pozioni Severus
Piton, è andato a Godric's Hollow per visitare le tombe dei
suoi genitori. Quando l'ho visto in mezzo alla piazza quasi non lo
riconoscevo, piccolo com'è, ma quando l'ho visto guardare la
Statua in Memoria, sono stata subito sicura che fosse lui. Il bambino infatti
sembrava piuttosto spaventato dalla folla e si teneva il più
vicino possibile al suo professore che lo guidava verso il monumento. I
due sono poi andati al cimitero, dove un testimone oculare ci offre
gentilmente la sua testimonianza: "L'ho visto entrare con il signor
Piton (il professore, ndr) e dirigersi subito alla tomba dei suoi
genitori. Io e mia moglie eravamo lì per visitare sua nonna
[...], perciò ci siamo avvicinati insieme a mio cugino. Il
bambino è praticamente crollato in ginocchio sopra le tombe
strappando fili d'erba e urlando che odiava Colui- Che- Non- Deve-
Essere- Nominato. Poi è stato calmato dal professore che lo
accompagnava e ha tirato fuori un fascio di disegni, lo
può vedere lì". In effetti la busta
c'è ed è piena dei disegni che Potter deve aver
fatto da piccolo: in uno si vede persino la sua famiglia adottiva
cancellata con delle grandi X rosse. Harry ha anche visitato
la sua vecchia casa e il signor John Pikkly, che era lì "in
pellegrinaggio", come lui stesso afferma, dice che "Harry Potter ha
letto uno per uno tutte le scritte sul cartello e tutti i nomi, mentre
l'uomo con lui gli diceva chi erano quelle persone e se le conosceva.
Poi voleva entrare, ma il suo accompagnatore gli ha detto che era
pericoloso e che tutto quello che era lì dentro era stato
portato via appena erano stati tolti i corpi dei suoi genitori (non
esattamente con queste parole, ovviamente) e si trovava tutto nella
camera blindata dei Potter alla Gringott. Sono anche riuscito a
stringergli la mano!" Speriamo che Harry
Potter si sia goduto questa sua prima visita alla sua famiglia dopo ben
undici anni in cui era mancato a causa di forze indipendenti dalla sua
volontà.
Con affetto, la vostra Rosie
Per la storia di Harry
Potter, vedi pagg. 2-3-4 Per la storia di
Godric's Hollow, vedi pag. 5 Famiglie magiche a
Godric's Hollow, vedi pagg. 6 e 7
Chi è Severus Piton? a pag. 8
Sotto l'articolo campeggiavano due foto: la prima ritraeva
Severus ed Harry nella folla, presi di lato: il professore teneva il
bambino con una mano e indicava i suoi genitori marmorei con l'altra,
mentre Harry guardava la statua stupito strofinandosi la fronte; nella
seconda si vedeva Harry che si asciugava le lacrime con la manica del
cappotto in braccio a Severus e quest'ultimo che lo guardava
chiedendogli qualcosa, mentre uscivano dal cimitero.
Harry posò il giornale scioccato: chi aveva dato il permesso
a quella gente di scrivere articoli su di lui? E soprattutto c'erano
diverse cose sbagliate! Prima di tutto al cimitero erano successe molte
più cose, in più la busta con i disegni era
sigillata e nessuno poteva vedere i fogli che erano dentro, solo il
più recente (in cui i Dursley non comparivano affatto!).
Inoltre non aveva mai stretto la mano al signor Pikkly, anzi si era
ritratto! Doveva assolutamente scrivere una lettera a questa signora
Alderton.
"Ehi Potter! E' vero quindi che i tuoi zii ti menavano a sangue e non
ti facevano mangiare! Sei uno di quelli problematici allora! Quando me
l'avevano detto non ci avevo creduto." disse la vocetta acuta di Draco
Malfoy da dietro di lui, stranamente senza i suoi scagnozzi al seguito.
Harry si girò lentamente, si alzò,
arrivò davanti al viso pallido del biondino (che era
più alto di lui di almeno 10 cm) e gli chiese, con sincera
curiosità: "Ma io che cosa ti ho fatto perché tu
mi trattassi in questo modo? Ti ho forse insultato senza volere? E' per
il fatto che non ti ho stretto la mano?"
La faccia offesa e infuriata di Malfoy rispose per lui. Il Purosangue
sembrava vicino all'incrociare le braccia e battere un piede
per terra.
"Senti, non te l'ho stretta perché avevi appena insultato
l'unica persona che mi aveva trattato gentilmente, non
perché volevo che rovinassi le nostre vite litigando alla
prima occasione come bambini dell'asilo! Sei solo un pò
arrogante, ma conosco diverse persone che sono così solo per
apparenza. La vuoi smettere di trattarmi male solo per
un'incomprensione? Perché nonostante tu non sia la persona
più amabile qui ad Hogwarts, mi sono rotto di litigare con
le persone tutto il tempo! Adesso che ci siamo chiariti, fai un po'
come ti pare Draco."* concluse Harry infastidito, risedendosi.
Hermione lo guardava stupefatta e meravigliata, mentre Ron stava ancora
cercando di capire come avesse fatto a rimettere in riga Malfoy
dandogli dell'idiota e dell'immaturo allo stesso tempo.
Il bambino in questione li guardò e disse: "Che
c'è? Ho anche io qualche briciolo di maturità,
sapete."
Poi riprese a mangiare e cambiò argomento.
**********************
"Io li denuncio per diffamazione!" urlò Piton sbattendo il
giornale sulla sua scrivania, spaventando Harry che era venuto
lì dopo le lezioni per studiare con lui come a volte faceva.
"Cos'è la diffamazione?" chiese il bambino al professore che
stava imprecando sottovoce segnandosi tutte le frasi che non andavano
bene in quell'articolo, esattamente come aveva fatto Harry in
previsione della lettera da mandare al giornale.
L'articolo "Chi
è Severus Piton?" andava benissimo: era un
riassunto di tutti i suoi articoli e interviste autorizzate sulla sua
carriera di ricercatore e insegnante, con una bella foto che lo
ritraeva in piedi dietro un banco da lavoro in un laboratorio di
pozioni (la stessa foto che aveva usato per farsi fare un quadro magico
da appendere nel Laboratorio di Hogwarts e nell'ufficio del professore
di Pozioni sotto richiesta di Silente, che ora sostava nel ripostiglio
in attesa di prendere tutta la sua memoria e una "fotocopia" della sua
personalità al momento della sua morte).
Invece nell'articolo nuovo, oltre a diverse imprecisioni, c'erano anche
quelle due foto che non facevano bene alla sua reputazione! Ora gli
studenti potevano cominciare a pensare che lui sotto sotto era buono,
distrarsi durante le sue lezioni e combinare dei disastri!
"La diffamazione è un comportamento mirato a screditare la
reputazione di una persona, ledere la sua privacy o impedirle di
esprimere la verità dei fatti per contestare la
falsità di quanto detto." disse un quadro dietro la
scrivania, un certo Linfred di Stinchcombe, rispondendo alla domanda di
Harry, dato che Severus non sembrava intenzionato a farlo.
Harry ringraziò il fondatore della sua famiglia** e si
appuntò la definizione per ripeterla in seguito ad Hermione
e stupirla.
Grazie a Severus, Harry si era formato un bel programma di studi per
essere sempre al passo con i compiti, cosa che non aveva potuto fare
alla scuola babbana per non far sfigurare Dudley prendendo voti
migliori di lui.
"Signor Potter, grazie per essere passato, ma al momento abbiamo
entrambi una lettera da scrivere. Appena possibile andremo a parlarne
con il Professor Silente, ma per ora, torni pure in Sala Comune, in
biblioteca o dovunque lei passi la sua ora buca fra la fine delle
lezioni pomeridiane e la cena. Arrivederci."
"Arrivederci professore." disse Harry uscendo.
**********************
"Quindi domani cominci con i Maridi?"
"Sì, il professor Silente metterà su di me un
incantesimo Testabolla e un incantesimo Traduttore della durata di una
settimana, così potrò stare nel Lago Nero senza
problemi."
Nereus e Lawrence chiacchieravano del più e del meno mentre
andavano in Infermeria a prendere l'ultima dose di Pozione Antilupo:
fra due ore ci sarebbe stata la Luna Piena e dovevano cominciare a
prepararsi.
"Ma non avrai paura là sotto? Guarda che è buio!
E c'è la Piovra gigante, gli Avvincini..."
"Ho già avuto un piacevole incontro con un Avvincino,
Lawrie, e non sono morto grazie a una Selkie. Devo pur ringraziarle in
qualche modo, no?"
"Scusa, ma io la scorsa settimana senza di te mi sono sentito molto
solo, sono abituato ad averti vicino ormai... Buongiorno Madama Chips,
è pronta la mia dose?" disse il lupo mannaro entrando in
Infermeria.
La donna di mezz'età andò velocemente nel suo
ufficio e prese un calice fumante di liquido grigiastro.
"Prego, signor Lloyd, tutta d'un fiato, mi raccomando."
"Sì, sì, lo so... urgh, che schifo... d'accordo
signora, grazie mille... ci vediamo domani mattina!" disse il povero
ragazzo restituendo il calice e dirigendosi verso il portone del
castello tre piani più giù.
I due passarono da casa di Nereus per prendere una coperta, due
ciotole, del macinato, una focaccia di farro e delle bottiglie d'acqua.
Con tutte queste provviste si infilarono nello stretto passaggio sotto
al Platano Picchiatore e arrivarono alla Stamberga Strillante che
mancava un'ora al sorgere della luna.
Lawrence era sempre più nervoso e corse su per le scale,
lasciando Nereus a vedersela con i bagagli. Quest'ultimo
sentì diversi incantesimi di pulizia provenire da una delle
stanze e si diresse lì. Lawrence era rannicchiato su di un
letto a baldacchino in una camera appena pulita da polvere e sporcizia.
Si era già tolto i vestiti e li aveva gettati su una sedia e
ora stava tremando di aspettativa.
Nereus piegò bene i vestiti del suo amico e i suoi,
riempì le due ciotole con il macinato e un po' d'acqua
mettendole vicino alla porta, poi prese una coperta su cui lui e il suo
amico avevano dormito la sera precedente e ci si infilò
sotto con Lawrie, per niente imbarazzato dalle loro rispettive
nudità. Il lupetto infatti gli aveva detto che se alla
trasformazione avesse sentito subito l'odore del branco (quindi i loro
due odori mischiati insieme) l'avrebbe accettato più
facilmente.
Dopo un'ora di carezze calmanti, Lawrence si illuminò
all'improvviso della luce argentea della luna e cominciò a
cambiare senza provare alcun dolore, grazie alla Pozione Antilupo che
faceva il suo effetto. Mentre sentiva il corpo sotto di lui riempirsi
di pelliccia e cambiare forma, Nereus capì perché
il suo amico aveva scelto quella stanza: la finestra era puntata
esattamente nel punto in cui la Luna Piena sorgeva.
Un giovane lupo grigio aveva preso il posto di Lawrie in meno di un
minuto ed era saltato subito in piedi, annusando la coperta e Nereus,
curioso di sentire l'odore nuovo mischiato al suo. Il Magonò
sapeva che ci volevano circa dieci minuti perché la mente
umana di Lawrence dominasse quella canina, anche con la pozione in
circolo, quindi sopportò pazientemente tutte le annusate e
le leccate che il lupo entusiasta gli propinava. Okay, okay, wow, questo
è strano. Beh, bentornato me. Questa coperta odora di un
profumo tremendamente buono! Ner vide che Lawrie aveva cambiato sguardo, ad un certo
punto, e aveva cominciato ad annusare furiosamente la coperta.
Così, per farsi notare, gli mise una mano sulla schiena. Chi mi tocca? Chi
osa...? Oh, Nereus, ciao!
Il lupo mannaro gli era saltato addosso senza un attimo di
esitazione e ora guaiva felice e lanciava anche qualche abbaio gioioso,
come se quello fosse il giorno più felice della sua vita.
Non volle mangiare fino a quando entrambi non furono esausti dal troppo
giocare e rincorrersi per la casa e dopo mangiato cadde addormentato.
Poco prima dell'alba si ritrasformò senza svegliarsi. Il
Magonò lo ricoprì con la coperta, si
rivestì e si addormentò accanto a lui.
*mi è successa una cosa simile alle elementari: mi ero
appena trasferita in un altra scuola e c'era questa bambina che mi
aveva preso di mira senza un valido motivo, prendendomi in giro,
rubandomi le cose e dicendo bugie sul mio conto alle maestre. Dopo un
mese mi sono stancata e all'intervallo l'ho trascinata in bagno e le ho
fatto un discorsetto simile a questo: è saltato fuori che si
era offesa perché mi ero presentata a lei per ultima e per i
primi giorni non mi ricordavo mai il suo nome. Siamo diventate amiche
ma oggi purtroppo non ci sentiamo più perché lei
si è trasferita in Francia l'anno scorso e ha cambiato
numero. Comunque, se ho fatto un discorso del genere a 8 anni,
perché non dovrebbe riuscirci Harry a 11? Certo,
è OOC, perché l'Harry IC a 11 anni evidentemente non
è abbastanza maturo per fare una cosa del genere (o non
vuole, probabilmente), ma il mio Harry è intelligente e non
vuole problemi anche nel Mondo Magico, se può evitarli.
Spero che vi piaccia, in caso contrario... mi dispiace per voi :'D
** Linfred di Stinchcombe è il primo Potter, infatti, grazie
alle sue grandi conoscenze in Pozioni ed Erbologia era chiamato "The
Potterer" +-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+
Se non vi è ancora chiaro, vi metto qui sotto i
vari orari (per chi vuole ho fatto anche l'intero regolamento):
07:00-08:00: colazione
08:00-09:00: prima ora di lezione
09:00-10:00: seconda ora di lezione
10.00-11.00: terza ora di lezione
11.00-12:00: quarta ora di lezione
12:00-13:00: pranzo
13:00-15:00: ora buca del dopopranzo
14:00-15:00: quinta ora di lezione (prima ora pomeridiana)
15:00-16:00: sesta ora di lezione (seconda ora pomeridiana)
16:00- 17:00: settima ora di lezione (terza ora pomeridiana)
17:00-18:00: ora buca prima della cena
18:00-19:00: cena (i britannici cenano prestissimo)
20:00: tutti gli studenti dal primo al quarto anno devono trovarsi
nelle Sale Comuni (coprifuoco)
21:00: tutti gli studenti dal quinto al settimo anno devono trovarsi
nelle Sale Comuni (coprifuoco)
21:00-22:00: ronde dei Prefetti
22:00-23:00: ronde dei Caposcuola
08:00-20:00: biblioteca aperta
L'orario viene scandito dal grande orologio della torre. Gli studenti
hanno un quarto d'ora di tempo per spostarsi da una classe all'altra:
quello è anche il tempo che possono usare per fare
l'intervallo fra una lezione e l'altra. E' obbligatorio portare le
uniformi solo alle lezioni e ai pasti. Le lezioni si tengono dal
lunedì al sabato (il sabato le lezioni si interrompono alle
12:00 per permettere agli studenti di andare ad Hogsmeade). La domenica
l'orario della colazione è spostato di un'ora, mentre il
pranzo, la cena, i coprifuoco, le ronde e la biblioteca mantengono gli
stessi orari. Gli studenti hanno tre ore buche standard durante il
giorno, più quelle dopo cena, sabato pomeriggio, tutta la
giornata di domenica e le ore buche in caso di assenza di un
professore: se non riescono a studiare è solo
perché non vogliono. I gruppi scolastici si tengono sempre
la domenica, ognuno a un orario diverso per non incrociarsi fra loro e
permettere a ogni studente di frequentarne quanti ne vuole.
La descrizione della Luna piena di Lawrence sembra corta, ma in
realtà è densa di significato. A voi è
piaciuta?
Ringrazio di cuore annika02 che ha recensito la storia e con cui ho
intrattenuto una piacevole conversazione su aspetti poco approfonditi
della storia (per ora). Se avete domande non esitate a chiedere! Volevo
ringraziare tutti i lettori silenziosi che hanno fatto arrivare il
primo capitolo a più di 300 visualizzazioni e tutti i
capitoli fino al quinto a più di 100 visualizzazioni. Gli
altri capitoli stanno lentamente recuperando: ovviamente non
pubblicando regolarmente le persone non sanno mai quando riesco a
postare un capitolo e controllano la storia di tanto in tanto. Sono
stata davvero male ma ora che sto migliorando sono così
felice che mi è venuta l'ispirazione per il Capitolo dieci!
Ho aggiustato lo stile dei precedenti capitoli in modo da farlo
identico per tutta la storia: vi sembra più ordinata ora?
Vi prego di recensire, questa volta: questo è forse il
capitolo su cui ho più dubbi e vorrei veramente sentire il
vostro parere. Grazie mille se lo farete.
A presto