La nostra Apocalisse

di YomiCrazy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ravenna ***
Capitolo 2: *** Ravenna 2.0 ***



Capitolo 1
*** Ravenna ***


Ravenna





 
 
Mettetevi seduti ed ascoltatemi.
Tutti intorno al fuoco, forza.
Questa sera vi racconterò una storia. La storia di sette amici più Soul.
Non so da dove cominciare e che sia vera o finta, lascerò a voi il diritto di scegliere.
In questa storia userò nomi veri… o probabilmente solo i nomignoli con cui questi ragazzi si chiamavano fra di loro.
Comunque, cercando di dire qualcosa di sensato, vi parlerò di questo gruppo di sette amici più Soul – sì, proprio lui mi ha chiesto di discriminarlo in questo modo, di conseguenza non sto facendo un torto a nessuno.
Aggiungo poi che questa storia parlerà di un genocidio di massa.
O forse no.

 
La mattina in cui cominciò tutto, posso assicurarvi, che faceva un caldo bestiale.
Era il mese di Luglio, ne sono sicura, ma non ricordo se fosse il sedici od il ventisei.
Il lasso di tempo in cui questi ragazzi hanno avuto la peggio è più o meno fine Luglio inizio Agosto.
Yomi fu la prima a svegliarsi, in preda ad un attacco di caldo. Quella ragazza odiava il caldo più di ogni altra cosa, come il gatto odia l’acqua.
Si svegliò così di soprassalto, con i capelli appiccicati alla faccia ed il respiro leggermente affannato. Non capiva se era dovuto ad un brutto sogno (che ovviamente non ricordava) oppure al termometro che poco più in là segnava 32°C.
Le persiane verdi erano completamente abbassate e creavano una specie di tappo alle finestre per non permettere al caldo di entrare. I sottili fori di esse lasciavano uno spiraglio a dei sottili fasci di luce che entravano nella stanza illuminando qua e là i muri e le persone che dormivano tranquillamente.
Yomi spostò lo sguardo da una parte all’altra della camera e mise a fuoco sei ragazzi più Soul.
L’orologio segnava le due passate e le rotelle all’interno della sua testa cominciarono a ruotare nel senso giusto.
Avevamo detto nella Hall di svegliarci alle dieci… Perché non ci hanno chiamato?
Si stiracchiò lentamente, facendo poi aria con la mano. La lunga veste bianca le stava appiccicata al corpo, segno che durante la notte aveva sentito veramente caldo.
Perché il condizionatore è spento? Ricordo di averlo acceso… Forse Panda lo aveva acceso… Non ricordo.
La sera prima era un turbinio di momenti che passavano dall’essere ad una festa, a bere dell’alcol e ballare nella sala adibita alle feste dell’albergo.
Yomi ricordava di esser stata anche ad altre festicciole nella zona e che poi erano tornati in camera quella mattina verso le sei.
Avevano deciso di andare al mare quel giorno, così per non rischiare di dormire tutto il dì, avevano mandato Panda a richiedere la sveglia per le dieci.
Possibile che non avevano sentito lo squillo?
Forse non avevano proprio chiamato.
 
Farò una piccola pausa per spiegarvi il nome di Yomi.
Come potete immaginare, non si chiama veramente così e non è stato il gruppo più Soul ad assegnarglielo.
Yomi è un nome giapponese che significa letteralmente “La terra tenebrosa dei morti”.
Secondo alcune leggende, gli Yomi erano delle guardie che controllavano l’uscita dell’Inferno, secondo altre era la creatura più tenebrosa che lo popolava.
La ragazza in questione non era di certo una cattiva persona, ma più di una volta aveva comportamenti poco carini od alquanto esagerati e quindi il suo nome le cadeva a pennello.

 
Ricominciando a narrare la storia, Yomi si guardò intorno ed osservò tutti i suoi amici addormentati.
Erano tutti sdraiati sul pavimento della sala della camera che avevano preso in quell’albergo.
Il tutto era molto tranquillo e niente di appariscente, né tanto costoso.
La ragazza posò il viso sulla prima persona che dormiva accanto a lei.
Lampo.
 
Seconda pausa.
Questo ragazzo non si chiama Lampo, come potete immaginare.
Il suo soprannome non gli è stato affibbiato neanche perché è molto veloce nel fare le cose o perché è biondo.
Se devo dirla tutta, non conosco il perché di molti soprannomi, dopo tutto è una storia che vi sto raccontando.

 
La ragazza sorrise nel guardare il suo amico ed afferrò il cuscino su cui aveva dormito quella notte. In una frazione di secondo, la faccia del povero Lampo fu presa a cuscinate micidiali.
Yomi glielo tirò due volte, con l’unico scopo di svegliarlo malamente dal sonno.
Il ragazzo si drizzò subito, cercando di capire cosa fosse accaduto e girò il viso da una parte all’altra, fino a guardare Yomi dritta negli occhi.
“Ma…” cominciò, fissando la prova del delitto stretta fra le mani della ragazza “Yomi!”
“Dimmi” sorrise lei, sedendosi in modo corretto.
“Mi hai tirato una cuscinata!” mormorò lui, aggrottando le sopracciglia.
“Non oserei mai…” ridacchiò la ragazza, mettendosi una mano fra i capelli per tirarli indietro.
Lampo aprì la bocca sbigottito e si girò dalla parte opposta, cominciando a tirare per un braccio Soul.
 
Terza pausa.
Soul è un soprannome, come potete ben immaginare.
Significa “anima” in inglese e non gli è stato affibbiato perché è immateriale.
Se volete che ve la racconti tutta, Yomi era strafelice del fatto che Soul non fosse un fantasma, perché così poteva prenderlo a calci ogni momento.

 
Il ragazzo socchiuse gli occhi e mormorò qualcosa di incomprensibile.
Si girò lentamente verso Lampo, con una faccia da maniaco omicida e guardò l’amico.
“Cosa c’è” balbettò, calciando via la coperta.
“Yomi mi ha tirato una cuscinata!” disse a mo’ di risposta Lampo, incrociando le braccia.
Yomi guardò i due e si immaginò una scena ipotetica in cui i due si abbracciavano e coccolavano come due fidanzatini. Esatto, proprio come due innamorati: la ragazza era convinta che nel profondo quei due si amavano e che prima o poi si sarebbero messi insieme.
Il tutto, comunque, era solo nella testa di Yomi, perché effettivamente Soul si girò dalla parte opposta, ignorando completamente le strattonate dell’amico.
Tutto il trambusto svegliò l’anima di quel gruppo di amici più Soul: Ghian.
 
Quarta pausa.
Ghian è un soprannome, sì, ma è un nomignolo del vero nome del ragazzo in questione.
E’ uno dei pochi che ha come soprannome qualcosa di significativo.
Badate bene, è Ghian, non Gian.
Non sbagliatevi.
Devo anche avvertirvi che questo ragazzo ha un modo tutto suo di parlare. Lo scoprirete durante il racconto e noterete che, in fin dei conti, è uno dei più simpatici.

 
“Ooooooh!” alzò la voce Ghian “Voi non avete capito le regole del baretto!”
Tutte le persone sveglie lo guardarono.
“Devo tirare fuori le lame?” domandò, alzandosi in piedi “Devo farvi capire il situaziono?!”
Yomi ridacchiò.
L’alto tono di Ghian e l’azzuffamento fra Soul e Lampo fecero svegliare il più saccente – forse – ed il più tranquillo del gruppo: Panda.
 
Neanche lui si chiama Panda per qualcosa in particolare.
Non è bianco e neanche nero, non è minuto come il panda rosso e non mangia bambù.
Probabilmente questo soprannome gli è stato dato per il modo in cui vive la sua vita… come una panda, con tranquillità e lentezza, vivendo al momento.
E’ tranquillo… anzi, potrei anche dirvi che non lo è… Ma giudicherete voi dalla storia.

 
“Ma che cos’è tutto questo baccano?” chiese Panda, sospirando.
“Yomi mi ha tirato una cuscinata!” esclamò Lampo, cercando di ricevere un po’ di commiserazione da qualcuno del gruppo.
Il sopracciglio di Panda si inarcò leggermente e con uno scatto prese il suo cuscino, lanciandolo contro Lampo. La cosa bella di quest’azione è che Lampo riuscì ad evitare il cuscino abbassandosi di poco e la persona colpita fu Soul che stava poco più dietro di lui, seduto.
“Ora chiudi quella cazzo di bocca, okay?” mormorò Panda, nascondendosi subito dopo sotto le lenzuola.
Yomi ridacchiò ancora e prese di nuovo il suo cuscino, colpendo ancora Lampo.
“Ora basta, fuoco al fuoco!” urlò il ragazzo, colpendola a sua volta.
L’unico però che prendeva cuscinate fu Soul che, con sua grande disgrazia, si era trovato nel fuoco incrociato dei due ragazzi.
“La smettete di urlare?”
La voce proveniva da qualcuno più in là, Desi, che si stava svegliando in contemporanea con Frenny.
 
Desi è il diminutivo di Desiffer.
Per comodità e pigrizia, lo chiamerò sempre così.
Non so perché ha questo soprannome, come ho detto è solo una storia raccontata e come tutte le storie che potrebbero essere vere, molte cose non sono spiegate.
Frenny, invece, è una ragazza dolcissima e bianca come l’ovatta. Il suo soprannome è quello che si può definire più normale in assoluto, anche perché è proprio un diminutivo di quello originale.

 
“Yomi mi ha tirato una cuscinata!” urlò ancora Lampo, cercando di spiegare l’accaduto ma neanche questa volta ricevette qualche tipo di aiuto da parte di Desi.
Solo Frenny che si era stiracchiata poco più in là, sembrava davvero interessata a quel che era accaduto.
“Ma Yomi…” mormorò, alzandosi piano “Non sono cose carine da fare…”
“Nessuno pensa al povero Soul? L’unico che fino ad adesso è stato preso a cuscinate.”
“Ma taci” brontolò Panda, tirandosi la coperta fino a sopra i capelli.
“Ma non senti caldo?” domandò Yomi, avvicinandosi al ragazzo per punzecchiargli la schiena.
Panda afferrò il cuscino più vicino e lo spiaccicò in faccia alla ragazza.
“No ma di certo ora mi sento meglio” mormorò Panda sorridendo.
“Questa è guerra” dichiarò Yomi, poco prima di lanciarsi a capofitto sull’amico.
Ghian si mise davanti ai due e cominciò ad arbitrare l’incontro di lotta con i cuscini, con esito negativo per Yomi e positivo per Panda che in quanto a forza la superava di gran lunga.
 
Come ogni storia che si rispetti, ragazzi, il pervertito di turno c’è sempre.
In questo racconto si chiama KuroChan.
Il soprannome glielo diede proprio Yomi.
In principio, era solo Kuro, diminutivo di Kurosaki Ichigo di Bleach. Yomi ci aggiunse successivamente Chan e divenne KuroChan.
Possibile scambio anche con il gatto robot.

 
“Che è sto casino? Date fastidio” brontolò KuroChan, svegliandosi e girandosi verso tutto il gruppo.
Lampo incrociò le braccia, stufo di ripetere sempre la stessa cosa.
“Il fatto è che qui si parla poco di quanto io sia splendido e fantastico” prese parola Soul, con i capelli all’aria per colpa delle cuscinate.
Frenny ridacchiò leggermente, mentre Desi si poggiava la mano sulla testa sospirando.
“Soul, taci” lo riprese ancora Panda, muovendo la testa come per dissentire.
 
L’unico di cui ancora non vi ho parlato è Shugar.
Esatto, Shugar con l’h.
Lo sanno tutti che in inglese, zucchero è scritto senz’h, ma lui aveva deciso di chiamarsi in quel modo. Il suo gatto si chiamava Shugar e, se non ricordo male, mi disse che fu la madre a chiamarlo in quel modo.

 
Nessuno aveva la più pallida idea di come svegliare Shugar e per questo Yomi risolse tutto afferrando un cuscino, tirandolo contro il ragazzo. Per tutta risposta, quello non si mosse neanche.
“Ma…” mormorò, afferrandone un altro “Sveglia!”
Gliene tirò altri due e solo al quarto cuscino il ragazzo decise di aprire gli occhi per guardare malissimo la ragazza.
“Yomi…” sibilò Shugar.
“Sì?” sorrise lei.
“Ti odio” detto questo si girò dalla parte opposta e continuò a dormire.
 
Con questo piccolo prologo, vi ho presentato i sette amici più Soul.
Se volete sapere qualcosa in più, posso dirvi che Lampo è alto, Soul è cinese, Ghian ha la barba lunghissima, Panda è secco, Desi è un ballerino, Frenny ha la voce da bambina, KuroChan ha a pelle morbida, Shugar è timido e Yomi… beh, Yomi non fa altro che lamentarsi del suo corpo a forma di clessidra.
Tragici, eh? 

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Capitolo 2
*** Ravenna 2.0 ***


Ravenna 2.0

 
 
Come ogni racconto normale, dovrei descrivervi in modo completo chi sono i ragazzi della mia storia, come si sono conosciuti, come sono arrivati a Ravenna e via dicendo.
Potrei anche annoiarvi a morte con tutte queste descrizioni o potrei farvele piacere però…
Insomma, farò una piccola parentesi prima di continuare il racconto.
I ragazzi si sono incontrati giocando un videogame per pc… non sponsorizzerò il gioco, ma pensate a qualcosa di violento.
Dopo tanto tempo che giocavano, Yomi immaginò che una vacanza tutti assieme sarebbe stata una bella esperienza e così decise di esporla agli amici: due giorni al parco giochi e poi una settimana di vacanza al mare.
Per la vacanza scelsero un piccolo albergo a tre stelle.
La stanza era composta da un piccolo salotto, due camere da letto ed il bagno.
Il gruppetto una volta vista la camera, decise di dormire nel salotto, portandoci lenzuola e cuscini. Era molto ricco di oggetti utili: un televisore ed un minibar.
Le pareti erano abbellite da qualche cornice di qualche pittore ed i colori sobri come il bianco ed il nero rendevano il tutto molto tranquillo.
Le camere, invece, sembravano più personalizzate. Erano l’una l’opposta dell’altra.
La prima aveva colori sull’arancio e delle splendide tende piene di stelle. Ad un lato era presente un armadio a due ante vicino ad un tavolo su cui il gruppo vi aveva poggiato alcune delle valige.
La seconda, invece, aveva colori varianti sul blu e la tenda aveva del pizzo bianco alla fine. Anche in questa erano presenti armadio e tavolinetto.
Il bagno era piccolo ma simpatico, aveva il piatto doccia, il bidet, la tazza ed il lavandino. L’hotel aveva messo a disposizione anche una pochette con flaconcini di sapone.
Detto questo, torniamo alla storia.
Stavo dicendo del risveglio del gruppetto, ma vorrei raccontarvi di cos’hanno fatto per svegliarsi alle due del pomeriggio e del perché Yomi ricordava poco e nulla della serata precedente. 

 
Una volta presa la chiave della camera, Yomi si fece guida del gruppetto più Soul.
Entrati nella stanza, la ragazza si diresse nella camera colorata di blu, seguita da Frenny.
La mora trascinò la valigia fino a sotto al tavolino, buttandocela per poi sdraiarsi sul letto. Si lamentava sempre di quanto fosse pesante ma tutto il gruppo le aveva fatto notare che la valigia era dotata di rotelle che aiutavano il viaggiatore a portarla ovunque.
“Yomi, cosa facciamo ora?” domandò Frenny, sedendosi accanto a lei “Due stanze non bastano per tutti… Dove dormiamo?”
“Nel salotto” sbadigliò l’altra ragazza, sorridendo poi “A terra”.
“Stai scherzando spero” borbottò Desi, entrando nella camera.
Yomi lo guardò ridacchiando.
 
Sapete ragazzi, Desi è sempre stato il tipo di ragazzo che quando non piace qualcosa, tasta il terreno con un “stai scherzando, spero”.
Peccato che, però, non gli è mai andata bene.

 
“Non scherzo Desi” cominciò a rispondere la ragazza, mettendosi seduta sul letto “Prendete lenzuola e cuscini e mettiamoci tutti a terra a dormire.”
Il ragazzo non ne fu molto felice ed uscì di corsa dalla camera, per tornare con i rinforzi qualche secondo dopo.
Ognuno aveva da borbottare qualcosa sull’idea avuta da Yomi.
Io non dormo in mezzo ai maschi – Io ho bisogno del mio spazio – Se qualcuno mi disturba lo ammazzo – dormire per terra non è salutare.
Yomi ridacchiò ancora, fin quando non prese parola Lampo, tutto rosso in viso.
“Io vicino a Soul non ci dormo!”
“Ah, tranquillo” mormorò la ragazza, alzandosi ed accarezzandogli la testa “Vicino a Soul ci dormo io, così posso prenderlo a calci tutta la notte.”
“Grazie” rispose il cinese, aggrottando la fronte “Tu sì che sei un’amica.”
Yomi sorrise e poi stiracchiò le braccia.
“Tralasciando il gusto decisamente strambo delle camere, questa sera ci daremo alla pazza gioia, quindi il pavimento sarà più che comodo se non ci vomitate sopra.”
Mentre Yomi usciva dalla camera dell’albergo, intuì una serie di sguardi omicidi fissarla… Si era guadagnata la morte certa.
Quella sera, dopo essersi sistemati, scesero nel bar dell’Hotel.
I proprietari avevano dato una bella festa estiva e subito i ragazzi cominciarono a bere.
L’open Bar era previsto fino alla mezzanotte, dopo di ché avrebbero dovuto pagare… Ma Ghian era sicuro che sarebbe partito per la terra degli ubriachi molto prima della mezzanotte.
Yomi lo sfidò ad una gara di short e dopo neanche dieci minuti, entrambi cominciarono a barcollare ma non mollarono la sfida. Il tutto andò a vanti fino a quando la ragazza non inciampò e finì sul povero Panda che stava tranquillamente bevendo qualcosa come Cola o Rum e Cola.
Frenny aveva preso un po’ di succo di frutta e probabilmente più in là prese anche qualcosa di alcolico.
Accadde tutto molto in fretta poi. Oltre alla festa dell’Hotel, i ragazzi si spostarono in altre festicciole nei locali, in uno dei quali KuroChan diede il meglio di sé.
Dopo aver conosciuto tre belle ragazze, cominciò a spogliarsi della maglia ed a farla girare sulla testa come un cowboy, per poi saltare sui tavoli e ballare.
La sicurezza del locale lo prese e lo buttò fuori in pochi secondi ma i ragazzi non si fermarono, anzi… Ci risero sopra per poi tornare in Hotel, decidendo di finire la serata lì.
In conclusione di tutto, Yomi aveva anche rigurgitato l’alcol sui poveri vestiti di Panda che, oltretutto, l’aveva dovuta accompagnare in bagno per tenerle i capelli.
La forte musica era riuscita a far scatenare anche Soul e Lampo che si misero a ballare in pista con Frenny e Desi.
Ghian e KuroChan erano ancorati ad uno dei tavoli con tanto alcol sopra e Shugar faceva l’asociale con un buon Campari in mano.
Panda e Yomi andarono a sedersi accanto a lui.
“Beh, non balli?” domandò la ragazza.
“Tu hai finito di vomitare?” rispose l’altro, ridacchiando.
Yomi sbuffò ed agguantò un altro bicchiere, ma Panda ci si buttò a capofitto sopra.
“No, basta, che poi tocca fare tutto a me.”
“Eddaiiiii…” lo pregò lei, facendo gli occhietti da cerbiatta.
“No, cazzo ho detto no, piantala.”
Il gruppetto ancora sano di mente tornò al tavolo e chiacchierarono un po’.
La serata si concluse con KuroChan che si sfilò anche le mutande e con Panda che aveva chiesto la sveglia per le dieci.
I ragazzi si spostarono successivamente in camera, facendo a turno per il bagno.
C’è chi si addormiva sui tavoli, chi a terra, chi nella camera, chi sul pavimento del bagno e poi buonanotte a tutti nel salone.
 
La sveglia, come sapete, però, non arrivò mai e creò tutto il macello che vi ho già raccontato.
Le spiegazioni finiscono qui, il racconto può cominciare e con lui, la strage che accadde quel Luglio di Ravenna.

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