Game of Love

di Grimilde Deveraux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Istruzioni ***
Capitolo 2: *** 1 - Benvenuti ***
Capitolo 3: *** 2 - Di incontri, colazioni e croissant ***
Capitolo 4: *** 3 - Inviti anonimi ***
Capitolo 5: *** 4 - Incontri di galli, pigiama party, dolci e malintesi ***
Capitolo 6: *** 6 - Incomprensioni ***
Capitolo 7: *** 6 - Sogno o son desto? ***
Capitolo 8: *** 7 - Incubi e ricordi ***
Capitolo 9: *** 8 - Confessioni ***
Capitolo 10: *** 9 - Le regole vanno rispettate anche se sono crudeli ***
Capitolo 11: *** 10 - Troppo facile ***
Capitolo 12: *** 11 - Convivenze difficili ***
Capitolo 13: *** 12 - Convivenze parte II ***
Capitolo 14: *** 13 - Dolore, ricordi e decisioni decisamente stupide ***
Capitolo 15: *** 14 - Baci, promesse e le premesse per molti disastri ***
Capitolo 16: *** 15 - Ognuno ha i suoi segreti ***
Capitolo 17: *** 16 - Progetti folli e richieste d'aiuto ***
Capitolo 18: *** 17 - Ananke, la notte delle inibizioni alle ortiche ***
Capitolo 19: *** 18 - Le consapevolezze del giorno dopo ***
Capitolo 20: *** 19 - Dannati francesi! ***
Capitolo 21: *** 20 - Aiuti, spinte e decisioni ***
Capitolo 22: *** 21 - Avvertimenti e verità ***
Capitolo 23: *** 22 - Guai ***
Capitolo 24: *** 23 - La calma prima della tempesta ***
Capitolo 25: *** 24 - Tempesta in arrivo ***
Capitolo 26: *** 25 - Scelte o rinunce? ***
Capitolo 27: *** 26 - S'è mai visto un cavaliere senza un dono per la sua dama? ***
Capitolo 28: *** 27 - Lieto fine...oppure no? ***
Capitolo 29: *** 28 - Sogni e futuro ***
Capitolo 30: *** 29 - Viole e margherite ***
Capitolo 31: *** 30 - Londra, Maui, Sussex, Mosca, Roma, Arles... ***
Capitolo 32: *** 31 - Torneremo sempre a Parigi ***



Capitolo 1
*** Istruzioni ***


Istruzioni

Grimilde's


È da un po' che ci sto pensando, so che è una cosa stupida ma mi frulla in testa quest'idea e onestamente devo ancora capire bene come realizzarla ma ci voglio provare con chi avrà voglia di imbarcarsi con me in questo viaggio, sarà un viaggio relativamente breve visto che ho già un'altra interattiva in corso e voglio dedicare tempo ad entrambe ma questa sarà (spero) con una trama molto più lineare e quindi un po' più semplice da gestire.

Adesso parliamo di questioni pratiche: il tema di questa storia è l'amore, l'amore la passione l'irrefrenabile lussuria, chiamatelo come volete ma sempre di quello parliamo; la domanda che vi rivolgo è questa: che cosa siete disposti a fare per avere l'amore della vostra vita? 


Ho messo le note prima perché stavolta non voglio mettere nessun prologo (quello ci sarà con gli OC) e perché l'antefatto è uno solo: 

un gruppo di 7 maghi e streghe di età compresa tra i 20 e i 30 anni sono stati invitati nella città più romantica del mondo, Parigi ovviamente, per poter avere la possibilità di conquistare o trovare l'amore della loro vita.


Ora veniamo ai dettagli pratici...


SCHEDA OC


Nome completo (nome cognome e tutto il resto):

Soprannome:

Descrivilo in 3 parole (intendo 3 aggettivi per caraterizzarlo, 3 di numero):

Età:

Ex scuola o casa:

Prestavolto:

Aspetto fisico:

Aspetto caratteriale:

Segni particolari:

Stato di sangue:

Vizi o fobie:

AMORTENTIA (direi che questa è oltremodo obbligatoria):

Lavoro:

Famiglia:

Come sogna il/la compagno/a ideale:

Cosa ama:

Cosa odia:


Scusatemi ma sono un'inguaribile romantica e spesso questo lato prende il sopravvento su di me.

Iscrizioni aperte fino a sabato 6/08 e il primo capitolo con la scelta al massimo inizio settimana prossima.

Per chi volesse partecipare massimo 1 Oc a testa (mi servono 4 ragazze e 3 ragazzi) ed eventuali relazioni solo dopo la presentazione degli Oc.


Ah mi stavo quasi dimenticando: ci troviamo nel periodo dopo la seconda guerra magica e in questa storia non appariranno personaggi Canon o relativi parenti quindi sbizzarritevi pure

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Capitolo 2
*** 1 - Benvenuti ***


Capitolo 1
Parigi, Hotel des Fleurs, agosto 2014

<< Frankie sei pronto? >> la voce di suo fratello lo richiamò dal soggiorno mentre lui era ancora impegnato a guardare fuori dalla finestra le gocce di pioggia che creavano strani disegni sul vetro:<< Fran… >> ma l’ennesimo richiamo si interruppe quando entrando in camera Dorian Atelier vide che cosa stava facendo suo fratello:<< Sei ancora in pigiama? Andiamo gli ospiti arriveranno tra meno di due ore, papà ti crucerà vivo se ti trova ancora così >> il più giovane alzò gli occhi su Dorian già vestito di tutto punto e, alla vista del completo serioso che suo fratello si era scelto una piccola risata gli scivolò sulle labbra:<< Pinguino >> mormorò poi stando bene attento a farsi sentire:<< Taci! Almeno io sono vestito >> ribattè Dorian avvicinandosi all’armadio del fratello spalancandolo e gettando sul letto un paio di pantaloni grigio scuro e una camicia azzurra:<< Posso chiederti di non metterti quelle dannate scarpe da ginnastica solo per oggi? >> Frankie si avvicinò ai vestiti passandosi una mano nei riccioli biondi:<< Dobbiamo sembrare una felice famiglia di pinguini vero? >> domandò poi cercando di sembrare serio ma fallendo miseramente:<< Dobbiamo fare quello che ci si aspetta da noi François, ormai dovresti averlo imparato >> entrambi i ragazzi voltarono gli occhi verso la porta dove la figura statuaria del loro padre li osservava con le braccia incrociate sul petto e il suo perfetto completo giacca e cravatta ad enfatizzare la sua altezza e la sua innata eleganza.

Isaac Atelier guardò i due figli poi rivolse tutta l’attenzione al minore:<< Ormai non sei più un bambino François, mi aspetto che aiuti tuo fratello nel suo lavoro >> << Fare da cupido ad un branco di ragazzini in cerca di chissà cosa non è un lavoro >> replicò il giovane a bassa voce e un calcio non molto leggero di Dorian lo fece tacere imprecando piano:<< Dacci dieci minuti e saremo pronti papà >> replicò il maggiore sfoggiando uno dei suoi irresistibili sorrisi e, incapace di resistervi come sempre, Isaac annuì lasciando la camera.

Di nuovo soli Dorian si voltò arrabbiato verso François:<< Vuoi scatenare una litigata prima dell’arrivo degli ospiti? Andiamo Frankie >> << Sai anche tu che è una stupidata Ian! >> << Una stupidata che funziona; papà ha conosciuto così mamma e adesso… >> << Adesso tocca a te, io non ne voglio sapere di questa storia >> << Non sai cosa potrà succedere >> Frankie fece spallucce mentre prendendo i vestiti si avviava verso il bagno per una doccia veloce:<< Ripeto quello che ho sempre detto: un branco di disperati in cerca di una chimera >>

 

Eurotunnel, agosto 2014

Quando il treno uscì dal tunnel della Manica Lilith fu investita da un’ondata di sole, guardando il paesaggio fuori dal finestrino per un attimo si perse dietro i profili delle case e delle colline che costeggiavano Coquelles, presto sarebbe arrivata a Parigi…

Ripensano a come tutta quella storia era cominciata per un attimo si chiese che cosa le fosse passato per la testa, certo era stufa di restare sola e non ne poteva più delle occhiate dei suoi colleghi da quando si era sparsa la voce che lei e Anthony avevano litigato; certo lavoravano insieme, ma se lui era un idiota patentato che ci poteva fare?

Così aveva colto al volo l’occasione e insieme a Leila, la sua amica e collega da quando aveva cominciato a lavorare all’ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, aveva deciso di intraprendere quel viaggio, forse la leggenda dell’Hotel dell’amore era tutta una bufala e non avrebbe risolto niente, ma intanto aveva davanti due mesi di vacanze in un lussuoso hotel in una delle città più belle d’Europa, che cosa poteva chiedere di più?

 

<< Stai ancora pensando a Tony? >> la voce di Leila la risvegliò dai suoi pensieri:<< Sto pensando a dove gli ficcherei la sua bacchetta…razza di idiota ma chi si crede di essere? >> Leila fece spallucce:<< Diciamo che si è messo contro la ragazza sbagliata >> ripensando alla figuraccia che il ragazzo aveva fatto solamente la settimana prima entrambe si guardarono negli occhi scoppiando a ridere contemporaneamente:<< Se non altro se tutto va come deve andare entro la fine dell’anno sarai felicemente sposata con la tua anima gemella! >> riprese Leila allegra, lei aveva preso quella faccenda molto più seriamente di Lilith:<< Tu sei pazza, come fai a credere a storie del genere? >> << Non sono storie, da noi non è molto conosciuto ma l’Hotel des Fleurs è famosissimo a Parigi e in gran parte del sud Europa, strano che non ne hai mai sentito parlare >> l’altra fece un mezzo sorriso tornando a guardare il paesaggio che stava diventando sempre più cittadino:<< Non è che sono esattamente in cerca del grande amore ventiquattrore al giorno Lila >> << Tra due mesi cambierai idea >> e lasciando la frase in sospeso Leila ripensò all’ultimo colloquio che aveva avuto con suo padre, Jeremy Tallyst non era un uomo all’antica anzi era quanto di più lontano ci potesse essere, tuttavia quando si parlava della sua adorata bambina – Leila arricciò la bocca pensando a quel termine che odiava con tutto il cuore – le cose cambiavano.

Secondo suo padre ormai era arrivato il momento in cui lei doveva trovarsi un marito…le sue parole esatte erano state: “Voglio che tu abbia qualcuno accanto tesoro, io e tua madre non ci saremo in eterno e voglio essere sicuro che qualcuno si prenderà cura della mia bambina quando io non potrò farlo” poco importava che ormai da qualche anno Leila vivesse a Londra insieme a Lilith e un’altra collega di lavoro, che guadagnasse abbastanza da potersi mantenere da sola e che la sua vita le andava bene così com’era, Jeremy Tallyst aveva deciso e quindi lei doveva accontentarlo…voleva bene ai suoi genitori ma sposarsi…

Quando poi era venuta a sapere da un collega del ministero francese dell’Hotel des Fleurs aveva deciso di provarci, in fondo se la leggenda era vera almeno avrebbe almeno trovato un marito che l’avrebbe amata e molto, decisa a non perdere tempo aveva fatto i bagagli e aveva portato Lilith con sé in quell’avventura, sapeva che la sua amica non gliel’avrebbe mai perdonato!

 

Diagon Alley, agosto 2014

<< Les jeux de cosa? >> e una giovane dai capelli neri legati in una coda alta guardò la sorella maggiore che stava sistemando alcuni ludici per le scope su uno scaffale:<< Les jeux d’amour >> ripeté l’altra con calma poi fissandola negli occhi aggiunse:<< Hai bisogno di cambiare aria Maggie, dopo la storia di… >> << Non dirlo, non dire il suo nome Violet! >> ed inorridendo quasi avesse davanti un’acromantula Maggie mise le mani avanti arretrando di un paio di passi guardando poi la sorella con astio:<< D’accordo non lo nomino, ma non puoi fare finta che non sia successo niente, stavate insieme da anni e poi… >> << Sto bene ok, anche mamma e le ragazze si preoccupano ma io sto bene d’accordo? >> e mentre pronunciava quelle parole una piccola risata le scappò dalle labbra, Violet annuì ma non mollò la presa:<< Vedila come una vacanza allora, un viaggio a Parigi. Hai sempre detto di voler girare il mondo perché non cominciare da lì? >> << Un viaggio a Parigi in un hotel dove le uniche persone che ci saranno avranno come scopo solo quello di infilarmi un anello al dito? >> replicò incrociando le braccia arrabbiata e battendo un piede per terra con evidente nervosismo:<< Non deve andare per forza così Mag… >> ma prima che Violet potesse finire la frase l’altra buttò fuori un respiro sconsolato:<< Hai già prenotato vero? >> domandò poi sapendo bene che Violet, proprio come le sue altre tre sorelle, era quel genere di persona che ti proponeva un’idea solo quando l’aveva già messa in atto:<< Beh ne ho parlato con Lily, Rose ed Heather e insieme abbiamo pensato di farti un regalo… >> << Un regalo? >> gli occhi di Violet divennero molto simili a quelli di un cucciolo:<< Eddai sorellina! Fallo per noi! Staremo meno in pena se sapremo che per un po’ sarai a Parigi a goderti le bellezze della città dell’amore >> Maggie scosse il capo borbottando nervosa:<< Non vi sopporto, lo sai vero? >> poi addolcendosi un attimo continuò:<< Andrò ma sappi che non ho nessuna intenzione di trovare un fidanzato o roba simile sono stata chiara? >> Violet evitò di replicare ma la sua mente corse per un attimo al giovane con cui aveva parlato via camino un paio di giorni prima…quello era decisamente il tipo che piaceva alla piccola Maggie e chissà che Parigi non avrebbe compiuto il miracolo liberando sua sorella dal fantasma di quel maledetto Corvonero dalle mani lunghe con qualsiasi maga che gli ronzasse attorno!

 

Aeroporto Charles de Gaulle, agosto 2014

James Rhodes raccolse il proprio borsone mentre tendeva l’altra mano verso la piccola morettina che stava in piedi accanto a lui:<< Allora che cosa mi dici? >> e sorridendole le prese il piccolo trolley blu elettrico dalle mani:<< Dico che solamente tu potevi decidere di venire fino a Parigi con un aereo quando con una passaporta o la smaterializzazione… >> << Siamo in vacanza Noelle, andiamo cerca di rilassarti un po’ >> << Rilassarmi? Sai che soffro di vertigini razza di troll e tu mi porti su un coso che vola a migliaia di metri d’altezza e che potrebbe cadere in ogni… >> James alzò una mano poggiandole un dito sulle labbra:<< Siamo atterrati e ora hai i piedi ben piantati a terra Jackson >> poi incamminandosi verso l’uscita del terminal e ridendo aggiunse:<< Senza contare che hai russato per tutto il tempo del volo! >> Noelle lo fulminò con lo sguardo:<< Non ho russato! Io non russo! >> il sorriso di James la diceva lunga sulla risposta che le stava per dare, ma una folla di turisti tagliò loro la strada e il ragazzo si ritrovò con la mano della sua amica stretta sul braccio:<< Sai che al mondo esistono altri 7 miliardi di persone vero cadetto Rhodes? >> lui storse il naso sentendosi chiamare cadetto:<< Ho superato l’esame all’accademia due anni fa, potresti smetterla di chiamarmi così >> Noelle scrollò le spalle:<< È divertente vedere la tua faccia quando lo faccio >> James fece finta di non sentirla e avviandosi verso le scale mobili aggiunse:<< Andiamo o perderemo il treno >>

 

La sera era da poco scese sulla città e gli ultimi raggi del sole giocavano a nascondino tra le onde della Senna e gli alberi che costeggiavano la riva:<< Così questo sarebbe il famoso Hotel >> e con una smorfia il ragazzo si voltò verso il suo amico:<< E tu sembri un pinguino Frankie >> << Sta’ zitto Nott! È mio fratello che mi ha fatto vestire così >> Libero Orion Nott rise sotto i baffi guardando il suo amico ed ex compagno di Quidditch:<< Ancora a prendere ordini dal fratellone eh…meno male che Dorian Atelier ha frequentato Beauxbatons o ti avrebbe messo in riga anche a scuola >> François sorrise guardando la maestosa porta a vetri che conduceva al giardino d’inverno al centro dell’hotel:<< Non siamo più a scuola da un po’ Libe, sai che dovresti crescere >> << Non fare il saputello solo perché hai due anni in più di me, ti ricordo che posso batterti in sella ad una scopa >> << Sogna Nott, sogna >> e mentre i due stavano per continuare i loro soliti battibecchi una voce li fece voltare verso la porta:<< François, andiamo sbrigati stanno arrivando! >> il biondo lanciò uno sguardo a Libero per intimargli di tacere e mordersi la lingua poi salendo i gradini e tornando nell’ingresso accanto a suo fratello aggiunse:<< Tra quanto… >> << Adesso >> replicò la voce di suo padre che in quel momento stava scendendo i gradini dell’imponente scala di marmo e nello stesso momento le porte principali si aprirono mostrando un gruppo di ragazzi e ragazze più o meno della loro età che si guardavano intorno come se fossero appena stati catapultati in un sogno, Dorian e François si guardarono sorridendo: l’Hotel faceva quell’effetto a chiunque lo vedesse per la prima volta!

 

Quando la piccola comitiva si fu fermata al centro del salone suo padre scese gli ultimi gradini e sistemandosi il nodo della cravatta si avvicinò sorridendo:<< Benvenuti miei cari ospiti, io sono Isaac Fabian Atelier, proprietario dell’Hotel des Fleurs >> ci fu un attimo di silenzio in cui come sempre suo padre catturò l’attenzione di tutti e Dorian rimase affascinato da come quell’uomo fosse in grado di fare così bene il suo lavoro, un giorno avrebbe tanto voluto diventare come lui, prima che potesse perdersi oltre in quei pensieri Isaac continuò:<< So che molti di voi sono qui per ciò che si racconta sul mio hotel come so che altrettanti la riterranno solo una sciocca superstizione ma posso assicurarvi che non è così >> agitando poi la propria bacchetta che teneva in mano fece comparire davanti ad ogni partecipante un piccolo vassoio che galleggiava a mezz’aria:<<  Les jeux d’amour sono nati oltre duecento anni fa quando il bisnonno di mia moglie decise di ovviare ad un annoso problema di nozze istituendo una specie di competizione, il suo scopo era esattamente l’opposto di quello che è oggi ma il risultato non è cambiato. A cominciare da stasera avete due mesi, sessanta giorni in cui potrete fare il tutto e per tutto per conquistare quella che ritenete possa essere la persona che vi starà accanto per il resto della vostra vita, sarete sottoposti a dei piccoli test durante il percorso e nulla vi vieterà di cambiare idea o obiettivo durante la gara, l’unica regola è che non ci sono regole >> poi lanciando uno sguardo ai suoi figli aggiunse:<< Salvo forse quelle della comune decenza ma di questo riparleremo >> poi tornado ai suoi ospiti:<< Davanti a voi c’è un pezzo di pergamena e nella fialetta una piccola dose di Amortentia; sul foglio vi prego di scrivere semplicemente il vostro nome >> François vide una giovane ragazza bionda allungare la mano verso la piuma e l’inchiostro e sorrise vedendo la sua espressione esterrefatta quando:<< Ma si cancella… >> Isaac annuì continuando a sorridere:<< Queste pergamene sono state sottoposte ad un potente incantesimo, quando sarà il momento capirete a cosa potranno servirvi, quanto alla pozione beh, nessuno vi vieta di usarla, sentirete l’odore di ciò che amate e visto il succo di questa competizione vi faciliterebbe di molto il compito, quando avrete preso la vostra decisione scrivete il nome della persona che avete scelto sul secondo pezzo di pergamena, l’ultima sera verranno scoperte tutte le carte e vedremo chi di voi è riuscito ad ottenere ciò che voleva, nel frattempo l’hotel è a vostra completa disposizione e i miei figli – lì indicò di nuovo François e Dorian – saranno a vostra disposizione per qualsiasi necessità >> poi sorridendo furbo aggiunse:<< Ma non dategli troppa confidenza, in fondo anche loro partecipano alla competizione. Ci rivedremo per la colazione di domattina, per questa sera dovrete fare a meno della mia presenza >> e detto questo Isaac Atelier si inchinò sparendo davanti agli occhi dei suoi ospiti.

<< Se volete seguirci la cena vi aspetta >> e facendo un ampio gesto con la mano Dorian invitò la compagnia a seguirlo verso una sala da pranzo ancora più lussuosa dell’ingresso!

 

Alcune ore dopo tutti gli ospiti erano stati accompagnati nelle loro stanze, secondo le regole del gioco ragazzi e ragazze erano stati divisi e ad ognuno era stato assegnato un compagno di stanza. 
Margaret sorrise entrando nella propria stanza e vedendo con chi avrebbe dovuto dividerla: Noelle Jackson era di un anno più piccola di lei ma erano state compagne di casa e quella ragazze le era sempre stata molto simpatica, ora avevano l’occasione di conoscersi meglio; tuttavia rimase stupita vedendo un terzo letto nell’angolo opposto della camera, chi poteva essere l’altra loro compagna? La risposta alle sue domande uscì in quel momento dal bagno con addosso solo un accappatoio blu e un asciugamano dello stesso colore che si stava passando sui lunghi capelli neri:<< Ciao, io sono Margaret e… >> l’altra la guardò dall’alto in basso non proferendo parola, poi avvicinandosi al letto aggiunse:<< Ben >> poi sedendosi sul letto si mise a cercare qualcosa nella propria valigia non degnando le due compagne di uno sguardo.

 

<< James >> salutò il ragazzo tendendo la mano al suo compagno di stanza:<< Michael >> rispose l’altro per poi avvicinarsi ad una sedia e poggiarvi sopra giacca e cravatta cominciando poi a sbottonarsi la camicia:<< Perché ho l’impressione di averti già visto? >> domandò di nuovo Rhodes mentre l’altro frugava nel suo bagaglio:<< Sei mai stato ricoverato al San Mungo? >> domandò Mike con l’ombra di un sorriso e la risata del suo compagno gli disse che forse ci aveva preso:<< Più volte di quante vorrei ma fa parte del gioco >> << Come? >> James fece spallucce:<< Sono un Auror, finisco in infermeria o all’ospedale più volte di quante mi piaccia ricordare e tu che cosa sei, che fai al San Mungo? >> << Sono un guaritore >> ricordandosi solo in quel momento di dove l’aveva già visto James annuì:<< Tu sei Michael Gail, quello del salvataggio a quei due bambini di Edimburgo, ora ricordo >> Mike annuì brevemente:<< Ho fatto solo il mio lavoro e poi non sono stato l’unico a dare una mano >> << Hai fatto un miracolo, ne hanno parlato tutti per settimane al ministero >> poi capendo che stava diventando un po’ troppo invadente domandò:<< Allora…tu sei qui per… >> << Per lo stesso motivo per cui lo sei tu >> ripensando di nuovo a Noelle James per un istante si ricordò della fiala di Amortentia che aveva messo in tasca, chissà se avrebbe sentito il suo profumo, chissà se…poi scuotendo il capo aggiunse:<< Sono curioso di vedere che cosa si inventeranno domani >> Mike fece spallucce poi scusandosi si avviò verso il bagno, aveva decisamente bisogno di una doccia.

 

<< Hai visto che roba Lily! Decisamente dei bei ragazzi, anzi belli è decisamente riduttivo >> e troppo su di giri dopo quella prima cena in cui aveva avuto modo di osservare i loro compagni Leila cominciò a girare per la stanza saltellando allegra:<< Per me ti stai fissando troppo e non chiamarmi Lily! >> la ribeccò l’altra sedendosi sul proprio letto:<< Oh andiamo non fare la guastafeste, hai visto che avevo ragione io, ci sarà da divertirsi… >> poi sedendosi accanto all’amica e guardandola con il suo solito fare da perenne curiosa Leila aggiunse ridendo:<< Vuoi dirmi che non hai notato nessuno di interessante? Andiamo nemmeno uno di quei fusti? >> la mente di Lilith ripercorse la cena e per un attimo la sua mente si bloccò sullo stangone moro dagli occhi nocciola che sedeva davanti a lei e che le aveva versato da bere, assomigliava in modo impressionante alla sua prima cotta ai tempi in cui aveva solamente tredici anni e il suo mondo era pari ad una nuvola rosa ma non poteva essere lui, o forse sì?

 

<< Dove hai cacciato il sergente di ferro? >> domandò Libero entrando nella stanza di François e vedendo che non c’era traccia di Dorian:<< Ian dorme nella sua camera all’ultimo piano, dice che sta meglio da solo >> Libe fece spallucce poggiando la propria valigia su un letto e tornando a guardare l’amico:<< Diceva davvero tuo padre? Parteciperete anche voi alla gara? >> François fece una smorfia:<< Sai benissimo che è vero, per quello sei qui…per ridere di me >> un sorriso attraversò le labbra del giovane Nott:<< Chi io? >> domandò poi cerando, miseramente, di fingersi addolorato:<< Piantala di fare quella faccia ti ricordo che adesso ci sei dentro anche tu >> << A che servono i fogli con i nostri nomi? >> domandò poi curioso e François scosse il capo:<< Da me non otterrai informazioni >> poi alzando gli occhi sul soffitto aggiunse:<< Ma davvero non lo so, sono papà ed Ian che si occupano di queste cose io non mi sono mai voluto mettere in mezzo >> << E adesso hai deciso di partecipare a questo gioco al massacro, che cosa ti è preso amico? C’è qualcosa che non so? >> ripensando a Fiona François fece una smorfia:<< No, niente. Mi sono solo stufato di stare solo tutto qui >>

 

Solo nella sua stanza intanto Dorian stava seduto sul suo letto con in mano un vecchio blocco da disegno mentre con un sottile carboncino la sua mano scorreva veloce disegnando i tratti di un volto, non poteva credere che lei fosse lì, non poteva credere di poterla vedere di nuovo e non poteva credere che forse stavolta avrebbe potuto davvero avere una chance.

Isaac Atelier, 55 anni, proprietario dell'Hotel des Fleurs

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Dorian Joshua Atelier, 27 anni, primogenito di Isaac

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François Matisse Atelier, 24 anni, secondo genito

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Margaret Sophie Stains, 24 anni

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James Rhodes, 24 anni

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Noelle Jackson, 23 anni

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Bunny Flecter, 22 anni

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Libero Orion Nott, 22 anni

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Leila Ambra Tallyst, 24 anni

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Michael Jamison Gail, 25 anni

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Lilith Shayla Sherwood, 23 anni

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Grimilde's

Allora...siamo arrivati all'hotel, so che non ho delineato bene tutti i personaggi ma voglio che vengano fuori nel corso della storia; per quanto riguarda il resto come ha detto Isaac non ci sono regole e tutto è lecito.

Alla fine ho aumentato il  numero degli OC perchè di alcuni mi sono veramente innamorata e non ho potuto farne a meno e poi così rendiamo le cose un po' più divertenti...

Io mi sono fatta una mia idea di come potrebbero andare le cose ma tutto può cambiare ed infatti voglio chiedere a voi a prima vista chi vi ispira e chi vedreste accoppiato con chi (riposte tramite messaggio privato così per mantenere il segreto ancora per un po')

Per quanto riguarda la storia qualche volta potrei farmi sentire per chiedervi qualche delucidazione o altro...

Per ora è tutto e a presto!

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Capitolo 3
*** 2 - Di incontri, colazioni e croissant ***


Capitolo 2

Sdraiata nel suo letto Ben cercava inutilmente di prendere sonno ma quello che stava ottenendo era solo un continuo rigirarsi nel letto e ormai le lenzuola color pesca erano diventate un groviglio informe che le aveva intrappolato le gambe.

Scalciandole in fondo al letto si mise seduta sul letto e passandosi le mani sul viso per togliersi i lunghi capelli neri dalla faccia lanciò un’occhiata veloce alle sue due compagne di stanza che dormivano tranquille senza un pensiero al mondo, facendo una smorfia si mise in piedi e infilandosi un paio di ciabatte si avviò verso la porta sperando di non incontrare nessuno durante la sua passeggiata notturna, aveva decisamente bisogno di pace, aria e tranquillità.

 

<< Spero che quella non sia Acquaviola perché altrimenti potrei buttarmi dal terrazzo per la disperazione >> sentendo una voce maschile alle sue spalle Ben si voltò di scatto lasciando cadere la bottiglia che stringeva tra le mani ma con un colpo di bacchetta il suo misterioso interlocutore la fermò prima che si schiantasse al suolo poi vedendolo avvicinarsi la ragazza riconobbe i capelli castani del suo ex compagno di scuola:<< Che cosa ci fai in giro a quest’ora Nott? >> domandò poi acida mentre Libero si avvicinava calmo come se stessero chiacchierando del più e del meno e non fossero sul terrazzo dell’hotel accanto allo strapiombo che dava sulla Senna:<< Non sono l’unico a quanto pare >> commentò Libe con un sorriso continuando ad avvicinarsi e, sempre muovendo la bacchetta, facendo arrivare la bottiglia incriminata nelle proprie mani:<< Uhm…Ogden Stravecchio…niente male come aperitivo notturno, ne hai sempre una bottiglia in borsa Flecter o l’hai fregata dal bar al piano di sotto? >> lei lo fulminò con gli occhi allungando la mano:<< È mia quindi se non ti dispiace vorrei riaverla >> Libero sorrise alzando la bottiglia e portandosela alle labbra bevendone un sorso mentre continuava a tenere gli occhi fissi su di lei che lo fulminava rabbiosa:<< Ottima annata… >> poi sorridendo aggiunse:<< Da quando Bunny Flecter ha bisogno di andare in giro con una bottiglia di Whisky Incendiario nella borsa? Per quello che ricordo eri… >> sapendo bene che cosa Libero stava per dire e ricordando eli stessa com’era ai tempi della scuola Ben alzò una mano per fermarlo:<< Che cavolo ci fai qui Nott? Voglio stare sola e la cosa mi sembra evidente, tu sei d’intralcio >> Libero fece spallucce come a dire che la cosa non era un suo problema e appoggiandosi alla ringhiera di ferro lavorato che impediva la caduta nel fiume tornò a guardarla:<< Non dirmi che sei in quello stato per quel coglione di Greg Denton >> sentendo il cognome del suo ex fidanzato un brivido le corse lungo la schiena e la mano sinistra corse a coprirsi il polso dentro nascondendo entrambe le mani dietro la schiena:<< Te lo ripeto: quello che faccio non sono affari tuoi e ti sarei grata se… >> << Lo sai che era un idiota vero? >> << Ma si può sapere che cosa vuoi? Voglio starmene in pace, non mi sembra di chiedere tanto! Sparisci Nott! Adesso! >>  Libero fece per ribattere ma poi vedendo gli occhi lucidi di Bunny le sorrise in silenzio sparendo con un piccolo pop dalla sua vista.

Di nuovo sola Ben riprese la bottiglia che lui aveva lasciato accanto alla ringhiera e ne bevve una generosa sorsata incurante del fatto che come sempre il liquido le bruciava la gola e lasciò di nuovo andare tutte le sue lacrime mentre i ricordi la assalivano e per la milionesima volta da quando la sua vita era stata rovinata si sentì miseramente sola e distrutta.

Dall’alto del tetto della centralina elettrica sul fondo del terrazzo intanto Libero si sedette sul bordo del casotto guardando la ragazza che piangeva e continuava ad affogare i ricordi in quella stupida bottiglia di Whisky, avrebbe voluto aiutarla ma proprio non sapeva come fare e forse era anche l’ultima persona al mondo che era in grado di farlo! Poi tornando a guardare Bunny che si asciugava in fretta le lacrime pensò che poteva almeno provarci.

 

Parigi, ministero della Magia 2012

<< È tutto pronto Ian? >> e il ministro della Magia si voltò a guardarlo con il suo solito sorrisetto esitante, era un brav’uomo ma come politico era decisamente pessimo, Ian ancora si chiedeva come avesse potuto venire eletto ma per lo meno sapeva fare il suo lavoro decentemente e contrariamente al suo predecessore era di vedute un po’ più aperte e la serata in programma lo stava chiaramente a dimostrare.

<< È tutto pronto signore, i nostri ospiti arriveranno tramite passaporta tra un paio d’ore e gli Auror sono stati posizionati ad ogni entrata del ministero per impedire visite indesiderate >> il ministro sorrise compiaciuto:<< Ottimo lavoro ragazzo mio, davvero ottimo lavoro >> Ian annuì lentamente tornando poi a guardare la sala conferenze addobbata per l’occasione mentre una miriade di camerieri in livrea stava sistemando stuzzichini e calici di Acquaviola sui lunghi tavoli coperti dalle bandiere di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, i comitati presenti a quell’incontro tra ministeri che Jacques Malet, ministro francese, aveva indetto per migliorare la collaborazione internazionale; che poi fosse toccato a lui in qualità di suo braccio destro – segretario come si divertiva a chiamarlo Frankie – organizzare il tutto era solo un piccolo dettaglio!

 

Tre ore dopo sorpassati i saluti e le presentazioni di rito la festa era nel suo pieno svolgimento e mentre Malet era impegnato in una conversazione sulla compravendita illegale di animali con il ministro tedesco e quello spagnolo Dorian ne approfittò per prendere un attimo di respiro ed uscire sulla terrazza del ministero che dava sul Louvre:<< Monsieur Atelier, che piacere incontrarla di nuovo >> Dorian si voltò sentendo la voce del ministro inglese:<< Ministro >> e chinò il capo in un breve saluto:<< La festa è di suo gradimento? >> domandò poi guardando la miriade di maghi e streghe che ballavano sull’improvvisata pista da ballo al centro della sala:<< Magnifica, decisamente magnifica >> poi guardando gli allestimenti e il sorriso orgoglioso del suo collega francese aggiunse:<< Malet ha fatto un ottimo acquisto prendendola come suo assistente >> Ian sorrise:<< Non ho fatto niente di… >> ma la frase gli si bloccò a metà quando i suoi occhi catturarono un delicato profilo femminile fasciato in un lungo abito di chiffon rosso fuoco e una massa di morbidi ricci scuri raccolti in uno chignon:<< Mi può perdonare un secondo ministro? >> domandò poi cercando di non apparire scortese pronto a seguire quella visione all’interno della sala mentre l’uomo accanto a lui sorrideva alzando un bicchiere di Whisky Incendiario in un piccolo brindisi di approvazione.

Passando velocemente tra la folla Dorian cercò di raggiungere la sua misteriosa visione, doveva conoscerla, parlare se ci riusciva o per lo meno presentarsi senza fare la figura dell’idiota, lui non era il genere di uomo che…era François il maestro in quelle cose e…poi i suoi occhi si alzarono e videro la giovane per mano ad un ragazzo più o meno della sua età che la guardava sorridendo e la stava invitando a ballare.

Immobile e con il fiato corto rimase a guardare la coppia che raggiungeva il centro della pista proprio mentre l’orchestra intonava l’ennesimo valzer; quando le delegazioni tornarono a casa alcune ore dopo Dorian e il ministro salutarono educatamente gli ospiti e quando i suoi occhi incrociarono quelli della sua sconosciuta visione in rosso un pezzo del suo cuore se ne andò con lei.

 

Hotel des Fleur, 2014

Quando Noelle si alzò quella mattina cominciava appena ad albeggiare, non sapeva bene perché ma si era svegliata e dopo una decina di minuti a rigirarsi nel letto aveva capito che non si sarebbe riaddormentata così alzandosi prese dalla valigia uno dei costumi da bagno che si era portata dietro e si diresse in bagno per cambiarsi, durante la cena la sera prima François Atelier aveva accennato ad una piscina olimpionica sul terrazzo dell’hotel e per quanto lei odiasse le altezze era in vacanza ed una piscina attrezzata di ogni genere di comfort era qualcosa che non poteva lasciarsi scappare.

Una volta sul terrazzo però notò una testa scura che si muoveva nell’acqua che luccicava ai primi raggi del sole diventando color perla; camminando piano appoggiò il proprio asciugamano su uno degli sdraio in legno cominciando a togliersi il pareo.

<< Bonjour >> quella voce roca la fece voltare e restare immobile davanti ad una versione decisamente fuori dagli schemi del Dorian Atelier che aveva avuto la sera prima:<< Noelle Jackson giusto? >> lei annuì ancora incapace di parlare e ancora un po’ sorpresa di vedere quel fisico asciutto evidenziato dalle gocce d’acqua della piscina che gli scivolavano addosso e dal costume scuro che lui indossava:<< Perdona il mio abbigliamento, solitamente non viene mai nessuno quassù a quest’ora >> si scusò lui afferrando un asciugamano bianco passandoselo prima sul viso e i capelli per poi metterselo attorno al collo:<< A dire il vero ero solo curiosa, tuo fratello ieri sera ha accennato a questa piscina e visto che non riuscivo a dormire ho pensato di venire a dare un’occhiata >> la piccola risata di Ian glielo fece subito diventare simpatico, anche se a volte si muoveva e parlava come un gentiluomo di altri tempi Dorian Atelier sembrava un tipo simpatico e decisamente un bravo ragazzo:<< Beh come ha detto mio padre ieri l’hotel è interamente a vostra disposizione, potete andare dove volete e fare ciò che vi pare a qualsiasi ora del girono e della notte >> poi avvicinandosi ad un tavolino su cui era appoggiata una caraffa di succo di zucca e alcuni croissant che sembravano appena sfornati continuò:<< Sono io che devo abituarmi al fatto di non essere più solo, sai per gran parte dell’anno qui dentro siamo solo io, mio padre e mio fratello >> e sua madre? Si trovò a domandarsi Noelle dal momento che il giovane non aveva fatto accenno ad una signora Atelier ma era ovvio che una madre doveva esserci visto che c’erano lui e suo fratello, ma forse le era successo qualcosa e non erano ancora così in confidenza per quel tipo di conversazione.

<< …Legilimens… >> << Come? >> domandò lei tornando a guardarlo sbattendo i grandi occhi verdi:<< Ti ho chiesto com’è lavorare come Legilimens, deve essere interessante >> << Stressante il più delle volte >> gli rispose con una scrollata di spalle per poi aggiungere mentre si avvicinava per prendere un bicchiere di succo che lui le stava porgendo:<< Non fraintendermi mi piace il mio lavoro ma non sai mai che cosa puoi trovare guardando nella mente degli altri e spesso quelli a cui devo farlo non sono esattamente degli stinchi di santi >> << Da noi si chiamano semplicemente carogne >> ed Ian sorrise addentando un pezzo di croissant per poi offrirle il vassoio:<< Wow…brioche appena sfornate! >> e ridendo Noelle fece per allungare una mano quando l’espressione offesa di lui la bloccò:<< Che ho detto? >> << Croissant >> specificò lui allungandole di nuovo il vassoio tornando a sorridere:<< Per un francese è un affronto quando voi d’oltremanica li chiamate volgarmente brioche >> Noelle afferrò uno dei dolci:<< A nome di tutti noi d’oltremanica chiedo perdono per la grave mancanza >> entrambi scoppiarono a ridere e lei diede un morso alla sfoglia con sopra una spolverata di quello che scoprì poi essere zenzero; era strano ma quella brioche – pardon croissant – aveva un sapore molto simile ai biscotti di Natale…

 

<< Ehi che mi sono perso? >> e la voce calda di James fece girare i due e Noelle guardò l’amico sorpresa:<< Jamie… >> il giovane Rhodes si avvicinò infilando le mani nei bermuda chiari mentre la polo blu navy faceva risaltare la sua pelle ancora chiara per via del perennemente nuvoloso tempo londinese:<< Buongiorno Noelle >> poi alzando gli occhi sul moro in costume aggiunse:<< Signor Atelier >> << Signor Rhodes >> gli rispose Dorian sullo stesso tono per poi muoversi verso una porta che Noelle prima non aveva notato:<< Scusatemi ma devo lasciarvi, ho bisogno di una doccia e di qualcosa di più consono da indossare, ci vediamo in sala da pranzo per colazione >> e salutando entrambi Ian scomparve giù per una piccola scala a chiocciola che la porta nascondeva.

<< Stai bene Jamie? >> e la voce di Noelle lo fece tornare alla realtà:<< Sì certo, che cosa ci facevi qui con quel tipo? >> la voce seria di lui la fece ridere e lo sguardo di James divenne ancora più scuro:<< Non stavo facendo niente James, non riuscivo a dormire e visto che non avevo voglia di restare in camera a guardare il soffitto ho pensato di venire a vedere la piscina di cui parlava François Atelier ieri sera >> poi guardando l’immensa vasca con le piastrelle color cobalto e l’intricato mosaico di una sirena e un tritone sul fondo sorrise:<< Aveva ragione, è davvero magnifica >> poi mentre lei si avvicinava al bordo della vasca James deglutì accorgendosi solamente in quel momento del costume rosso scuro che Noelle aveva indossato, certo era intero e lasciava ben poche parti scoperte ma forse la faceva ancora più bella di come l’avesse mai vista da quando la conosceva!

<< Allora cadetto Rhodes vieni con me o no? >> e mentre gli parlava Noelle allungò una mano verso di lui invitandolo a fare un tuffo, per un attimo memore di ciò che la sua maglietta nascondeva e che non aveva il coraggio di far vedere a nessuno, tanto meno a lei, James scosse il capo:<< Sono le sei e mezza del mattino, non è decisamente l’ora di fare un bagno >> lei lo guardò per un istante con quella piccola ruga che le attraversava la fronte quando pensava:<< Jamie… >> lo chiamò poi dolcemente:<< Jamie cosa? Sono vestito e non ho alcuna intenzione di tornare in camera a cambiarmi di nuovo perché tu vuoi bagnar… >> ma mentre finiva di lamentarsi Noelle si avvicinò ulteriormente al bordo della piscina tuffandosi all’indietro e facendo inevitabilmente finire un po’ d’acqua sui vestiti di lui:<< Noelle! >> la chiamò cercando di fingersi arrabbiato mentre cercava la bacchetta per asciugarsi, ma il sorriso di lei quando riemerse a metà della vasca come al solito lo fece sciogliere.

 

Un’ora dopo Leila e Lilith fecero il loro ingresso nel magnifico giardino d’inverno che era stato adibito ad area per la colazione, mangiare attorniati da piante, fiori e farfalle incantate che svolazzavano qua e là come nella più classica e romantica delle favole era un sogno e un piccolo sospiro uscì dalle labbra di Leila mentre su quelle di Lily comparve una smorfia:<< Oh andiamo non ce l’avrai davvero con me >> le disse l’amica scoppiando a ridere:<< Quaranta minuti Lila, quaranta minuti per una doccia ed infilarsi un vestito è decisamente troppo anche per te >> la Tallyst sorrise scuotendo la lunga massa di boccoli color grano:<< Dovresti rilassarti un po’ Lilith, siamo in vacanza non cade il mondo se arriviamo un po’ in ritardo e… >> alzando gli occhi e notando lo stangone moro della sera prima gli occhi di Lilith si focalizzarono sul suo avambraccio ora scoperto dove, abilmente disegnata con inchiostro nero, spiccava una rosa dei venti:<< Gail… >> e quel nome le uscì dalle labbra quasi involontariamente:<< Cosa? >> le domandò Leila perplessa:<< Quello è Michael Gail >> ripeté l’altra come se stesse parlando di una calamità naturale:<< Il medimago di quel fantastico salvataggio ad Edimburgo? >> il Tassorosso che le aveva spezzato il cuore il suo quarto anno e che lei aveva promesso non avrebbe mai più rivisto per tutto il resto della sua vita, ma quella era un’altra storia e non era il caso di raccontarla a Lila il mattino appena sveglie durante la colazione giusto?

Tornando a guardare Michael Lilith non poté che chiedersi come mai lui si trovasse lì, cioè da quello che ricordava dai tempi della scuola non era mai stato un tipo popolare e al centro dell’attenzione ma di certo non gli mancavano le ragazze, c’era sempre qualche infida Serpeverde o qualche altezzosa Corvonero pronta a ronzargli intorno per non parlare delle perfette Tassorosso che gli stavano più appiccicate di una mosca al miele, nell’anno in cui si era presa una cotta per lui Lilith aveva odiato ognuna di quelle ragazze con tutto il suo cuore ma poi Mike aveva infranto i suoi sogni e lei era andata avanti cercando di cancellare quel cretino – sì all’epoca lo aveva chiamato così – dalla sua mente.

<< Lilith Sherwood >> lei alzò gli occhi marroni incrociando però un petto scolpito e una camicia chiara a maniche corte:<< Un po’ più in alto scricciolo >> la canzonò la voce di Michael e lei alzò gli occhi per arrivare a guardarlo in faccia con le labbra atteggiate ad una smorfia:<< Ti credi spiritoso Gail? >> lui chinò leggermente il capo in segno di scusa:<< Chiedo perdono, solo che beh… >> e lui mise una mano in mezzo a loro per enfatizzare le sue parole:<< Beh la differenza di altezza è evidente e mi è uscito così, non volevo essere scortese e non pensavo che… >> Lilith lo superò cercando di controllare le parole:<< Ecco non pensare e non fare altre battute idiote d’accordo? >> poi lasciandolo sulla porta della sala si avvicinò al tavolo pieno di croissant, baguette e ogni genere di ben di dio decisa ad affogare il nervoso in qualcosa di morbido e decisamente ipercalorico!

 

<< Dorian Joshua Atelier sr, fondatore dell’hotel e mio bisnonno >> quella voce fece voltare Maggie che si ritrovò accanto Dorian Atelier nuovamente vestito di tutto punto, solamente i primi bottoni della camicia nera slacciata e senza cravatta tradivano la sua età mentre tutto il resto di lui gridava serietà e compostezza peggio di un cartellone pubblicitario:<< Dorian Atelier sr? >> domandò lei tornado a guardare il quadro che campeggiava nella hall e che ritraeva un uomo di mezza età che assomigliava in maniera impressionante al giovane che ora le stava affianco:<< Sì, mio padre ha sempre voluto un maschio e quando sono nato io ha pensato fosse carino darmi il nome di suo nonno visto che grazie a questo hotel e a questi giochi – lì la sua voce si incrinò leggermente – ha conosciuto la sua compagna >> << Quindi tu ti chiami… >> di nuovo lui annuì:<< Dorian Joshua Atelier jr >> poi facendo spallucce aggiunse:<< Suona molto pomposo lo so, per questo preferisco semplicemente Ian >> gli occhi di Margaret si spalancarono e le sue labbra formarono una piccola O sorpresa:<< Aspetta un attimo…Ian Atelier? Quell’Ian Atelier? >> gli domandò poi quasi stesse parlando di una star:<< Quell’Ian Atelier cosa? >> << L’ex vice del ministro Jacques Malet? >> lui sorrise:<< L’ex segretario tuttofare del ministro…sì sono io>> << Le voci che giravano al ministero non erano esattamente quelle, si diceva che dietro molte delle iniziative e dei discorsi di Malet ci fosse la tua mano, perché hai lasciato? >> lui fece di nuovo spallucce facendole segno di seguirlo verso il giardino d’inverno per la colazione:<< Mio padre aveva bisogno di me per gestire l’hotel e poi la politica non ha mai fatto troppo per me, troppe strette di mano e sorrisi impostati >> Margaret sorrise:<< Hai mai pensato di fare altro? Oltre a gestire l’hotel della tua famiglia voglio dire >> vedendo che gli occhi azzurri di lui fuggivano verso il tetto di vetro della struttura Maggie si sentì a disagio, non voleva essere invadente ma c’era qualcosa che la attirava in quel ragazzo e voleva conoscerlo meglio e poi, in fondo anche Violet e le altre erano della stessa idea, era lì per dimenticare Daniel e divertirsi!

Grimilde's

Buonasera.

Come al solito io scrivo e pubblico nelle ore notturne, chiedo scusa ma purtroppo il mio cervello e la mia immaginazione sembrano svegliarsi a quest'ora...

Ad ogni modo eccoci qui con il secondo capitolo e con qualche piccola spiegazione in più, il pezzetto del ministero riguarda il passato di Ian ed è per rispondere alla vostra domanda: chi è la ragazza a cui sta pensando; mi spiace un po' dirlo ma la storia di Ian (di conseguenza anche quella della sua compagna) è l'unica che ho già deciso e stabilito, mi spiace ma è stato amore a prima vista appena ho letto la scheda e il Dorian Atelier nel mio immaginario non ha voluto sentire ragioni e ha scelto per conto suo, tuttavia prometto che non mancheranno colpi di scena anche perchè per tutti gli altri non c'è ancora niente di definitivo e come ho già detto tutto può succedere! (Come sempre si accettanno pronostici, suggerimenti o qualsiasi cosa vogliate specificare sul vostro OC o chiedermi, in fondo le interattive servono a questo!)

Premetto che nel prossimo capitolo ci saranno un paio di appuntamenti MOLTO romantici quindi chi avesse qualche particolare richiesta io sono qui.

Per il resto spero che il capitolo vi sia piaciuto e salvo cambi turno improvvisi al lavoro ci vediamo entro fine settimana e poi sicuramente nel prossimo weekend!

Ancora buonanotte a tutti...anzi Bonne nuit!

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Capitolo 4
*** 3 - Inviti anonimi ***


Capitolo 3

Da quel primo giorno all’hotel erano passati ormai una decina di giorni e le chiacchierate mattutine in piscina erano diventate per Dorian e Noelle quasi una routine, un po’ perché lui si svegliava comunque all’alba ogni mattina e andava a nuotare e un po’ perché lei stranamente si trovava bene a parlare con quel ragazzo come le era successo poche altre volte nella sua vita.

Per il resto gli altri ospiti si stavano più o meno abituando alla convivenza e se da una parte Bunny Flecter passava sempre più tempo da sola chiusa in camera per gran parte del giorno la notte sulla terrazza illuminata dalla luna riusciva a trovare un po’ di quella pace e serenità che Greg le aveva così brutalmente portato via.

Proprio durante una di quelle sue solitarie fughe notturne Ben si ritrovò a perdersi nei dolorosi ricordi della sua storia con quello che all’epoca pensava fosse il suo grande amore…

 

Greg Denton era quello che si poteva definire il ragazzo perfetto: alto, capelli scuri e occhi verdi, muscoloso bello e popolare, l’uomo dei sogni insomma.

Quasi senza accorgersene Bunny si era immediatamente innamorata di quel tredicenne spavaldo e sempre con il sorriso sulle labbra che era sempre attorniato da amici e ragazze peggio di un campione di Quidditch; aveva passato anni ad osservarlo da lontano sperando che un giorno si accorgesse di lei immaginando e scrivendo immaginari appuntamenti e racconti dove lui era l’indiscusso protagonista…per certi versi era merito di Greg se ora lei era diventata la famosa Ben Flecter, scrittrice e strega al primo posto dei best seller della Gazzetta del Profeta!

 

Guardando la bottiglia di Whisky ancora chiusa accanto a lei sbuffò prendendola per il collo e togliendo il tappo nervosa: tutta la sua vita e ciò che era successo da cinque anni a quella parte era colpa o merito di Greg Denton!

Cercando di calmare il panico e i ricordi che le trafiggevano il cuore buttò giù una generosa sorsata, era strano ma stare in quello stupido hotel pieno di quei bambocci che cercavano il vero amore le stava facendo bene, continuava a non sopportare quasi tutto il genere umano e trovava incredibilmente stucchevoli le altre ragazze e il loro fare da perfette damigelle in attesa del principe azzurro, lei si era intrufolata lì per trovare l’ennesima ispirazione per il suo prossimo libro, dell’amore non gliene fregava un bel niente ma doveva ammettere che tutto quel mondo di nuvolette rosa, arcobaleni e carie ai denti le stava ridando un po’ di pace, l’aria di Parigi era decisamente più respirabile di quella di Londra o di Hogwarts!

 

<< Di nuovo a bere da sola? Ma devo dirti tutto Flecter >> Bunny sbuffò trattenendo un’imprecazione: ecco l’unica cosa che rendeva satura l’aria di Parigi con il suo dannato egocentrismo e il suo fare da megalomane pallone gonfiato:<< Ancora che ci provi Nott? Pensavo avessi capito che non sei il benvenuto >> Libero non le rispose subito mettendosi seduto accanto a lei e facendo scivolare le gambe nelle fessure della ringhiera perdendosi a guardare le luci della città e la Tour Eiffel che brillava come un faro:<< Guarda che non hai la proprietà esclusiva della terrazza, io posso andare dove mi pare >> << Dove ti pare ma lontano da me, sei insopportabile >> Libero scoppiò a ridere scotendo il capo:<< Te lo ripeto, Denton era un idiota ma tu fai pure come vuoi >> poi rialzandosi fece per tornare da François ma alzandosi di scatto Ben gli corse vicino afferrandolo per un braccio:<< Aspetta… >> poco prima di voltarsi di nuovo a guardarla un sorrisetto soddisfatto si dipinse sulle labbra del giovane Nott sapeva che quello avrebbe funzionato!

 

Intanto chiuso nella sua stanza François era sdraiato sul letto con le note di un’aria delle Quattro stagioni di Vivaldi in sottofondo, erano mesi che non ascoltava più quella musica ma dopo la conversazione che aveva avuto con Libero ne sentiva il bisogno.

 

<< Una moglie? Andiamo mi stai prendendo in giro! Come puoi avere una moglie! >> << Ex moglie Libe, ex >> aveva sottolineato con amarezza e poi era passato a spiegargli come il giovane campione di Quidditch e uno dei migliori studenti di Hogwarts nel giro di qualche anno fosse diventato un marito prima ed un ex marito poi senza che il suo migliore amico o chiunque altro se ne accorgesse!

 

Mentre le note dell’aria andavano avanti il ricordo di Fiona gli invase la mente e il dolce sorriso della ragazza la prima volta che l’aveva vista in Place de Tetre lo immobilizzò esattamente com’era successo allora.

Se ci pensava ora gli sembrava impossibile che fossero già passati diciotto mesi; suo padre era andato su tutte le furie quando era tornato a casa dopo le nozze e il divorzio lampo, invece Ian gli era stato, a modo suo ovviamente, insolitamente vicino e solidale; era stato suo fratello infatti a consigliargli di partecipare ai jeux d’amour, secondo la leggenda infatti la storia dei giochi era nata quando il loro trisnonno e il loro bisnonno avevano trovato l’amore tra le ospiti dell’hotel, con il tempo poi era nata quella competizione che lui aveva ritenuto inutile e stupida fino a quando gli ospiti non erano arrivati e i suoi occhi non si erano posati su una cascata di boccoli biondi e due occhi chiari, la somiglianza con Fiona era davvero impressionante e dopo quel pomeriggio la sua passione per le bionde minute e dal sorriso dolce era stata decisamente confermata, aveva passato tutta la prima settimana cercando di evitare la giovane che rispondeva al nome di Leila Tallyst per capire se ciò che lo aveva attratto era la sua somiglianza con la donna che gli aveva distrutto la vita o semplicemente Leila lo aveva colpito più di quanto avrebbe fatto chiunque altra.

 

<< Ancora con la testa tra le nuvole fratellino? >> e la voce di Dorian gli fece alzare lo sguardo sulla porta della camera:<< Che cosa ci fai qui? Sono le quattro del pomeriggio, non dovresti essere a correre dietro alla tua bella impiegata del ministero? >> Ian fece spallucce ma François lo precedette:<< Che cosa stai combinando? Conosco quello sguardo e quando hai quel sorrisetto Ian Atelier so che c’è qualcosa sotto >> di nuovo Dorian fece spallucce andando a sedersi sul letto accanto a quello che fin dalla nascita aveva sempre considerato il suo adorato fratellino:<< Come stai? Sei diventato silenzioso da quando sono arrivati gli ospiti >> Frankie si lasciò di nuovo cadere sul letto:<< Quando sono tornato a casa un anno fa dopo la storia del divorzio che cos’hai pensato? >> domandò poi curioso di conoscere l’opinione di Ian:<< Che cosa avrei dovuto pensare? Ti sei innamorato e ci hai provato, com’è andata a finire poi non lo potevi certo prevedere >> François annuì mestamente:<< Si deve sposare di nuovo, ho parlato con un nostro vecchio comune amico, sta solo aspettando che il divorzio diventi effettivo per poi andare all’altare con quel tizio >> Dorian scosse appena il capo:<< E perché sembra che la cosa ti renda felice? >> Frankie si mise seduto:<< Perché avevi ragione Ian, avevi sempre avuto ragione su tutto >> Dorian rise di gusto poi tornando serio si passò una mano nei capelli neri:<< Per quanto ami avere ragione vorrei che ti spiegassi meglio fratellino >> << Hogwarts, forse non avrei mai dovuto andare a studiare lì, avrei dovuto dare ascolto a te e papà e venire in Provenza ma per una volta volevo farcela da solo, volevo dimostrarvi che ero in grado di cavarmela da solo e che non ero solo il piccolo François >> << Tutto questo però non risponde alla mia domanda Frankie, perché sembri felice di sapere che la tua ex moglie vuole risposarsi? >> << Perché se Fiona si risposa e va avanti con la sua vita io non devo sentirmi in colpa visto che vorrei andare avanti con la mia >> Ian sorrise alzandosi in piedi:<< Beh come ragionamento non fa una piega, ora scusami fratellino ma devo andare ad organizzare la cena di domani sera e chiedere alle nostre gentili ospiti che cosa intendono fare in proposito >>

 

Due piccoli gufetti color panna sorvolarono la terrazza dell’hotel andandosi a posare sulle spalliere delle sdraio di Noelle e Leila, c’era uno splendido sole quel pomeriggio e quei due allegri gufetti tubavano guardando le destinatarie dei piccoli messaggi che stringevano nel becco:<< È adorabile! Dio è bellissimo >> e Leila guardò il piccolo pennuto che la fissava con i gli occhi grigi grandi quasi quanto tutta la sua testa:<< Ma che cos’è? >> domandò Noelle afferrando il suo biglietto e aprendolo restando immobile davanti a ciò che vi era scritto:

Noelle Jackson posso avere l’onore di invitarti fuori con me domani sera?

 

non c’era nessuna firma sul biglietto:<< Nemmeno il tuo ha la firma? >> domandò Leila avvicinandosi:<< No, anche il tuo è…>> Leila voltò il biglietto per farglielo leggere:

Miss Tallyst domani sera vorresti essere mia ospite per vedere lo spettacolo più bello del mondo?

 

<< Beh le grafie sono diverse quindi sono due ragazzi diversi, mi chiedo solo chi… >> cominciò Noelle ma una risata fece voltare le quattro:<< Buon pomeriggio signorine >> << Dorian… >> buttò fuori Noelle che ormai aveva preso abbastanza confidenza con il ragazzo da arrivare a chiamarlo per nome:<< Tu sai qualcosa di questi? >> chiese poi allungandogli un invito:<< È un invito, come ha detto mio padre ogni mezzo è lecito per conquistare la persona che avete in mente, a quanto pare qualcuno ha deciso di agire >> << Ma non c’è una firma o altro >> replicò Leila dubbiosa sul suo misterioso Romeo e se colui che le aveva inviato quel messaggio non era ciò che lei voleva o a cui era interessata? Era troppo educata per rifiutare un invito ma non era nemmeno così sicura di saper fingere le sue emozioni nel caso il suo ospite non le fosse piaciuto:<< Non deve preoccuparsi signorina Tallyst, può fare ciò che vuole di quell’invito, può scrivere una risposta ed accettare, i gufi sono lì ad aspettare o semplicemente fare finta di niente e vedere se il suo ammiratore lascerà stare o riproverà di nuovo, il fatto che i biglietti non siano firmati è una regola inventata da mio nonno in modo da non creare pregiudizi, lui credeva che due persone dovessero conoscersi prima di rifiutarsi o piacersi a priori >> << Beh sì, la cosa ha un senso >> buttò lì Lilith pensierosa:<< Ad ogni modo vi sono venuto a cercare per un altro motivo >> continuò Ian:<< Stasera ho organizzato una cena riservata solamente ai vostri compagni di viaggio per così dire, è una sorta di riunione al maschile dove ognuno di noi potrà confrontarsi con gli altri >> << Cioè cinque galli chiusi in una stanza? >> domandò Lilith ricordando le personalità tutt’altro che deboli dei loro coinquilini inaspettatamente tutti, Dorian compreso, scoppiarono a ridere:<< Paragone calzante miss Sherwood ma decisamente azzeccato >> poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni modo avrete questa serata interamente a vostra disposizione per fare ciò che volete, fatemi sapere entro l’ora di cena che cosa pensate di fare, se riuscite avvertite anche la signorina Flecter per favore >> poi con un piccolo inchino Dorian si voltò lasciando la terrazza e le quattro a bocca spalancata.

<< Una cena per soli uomini >> mormorò Lila elettrizzata dall’idea:<< Secondo voi che cosa si diranno? Parleranno di noi? >> << Ovvio che parleranno di noi Lila, non hai sentito Atelier? Ognuno di noi potrà confrontarsi con gli altri, altro che confronti, quello di stasera sarà un vero e proprio combattimento tra galli! >> << Lilith certe volte sei davvero tremenda >> scoppiò a ridere Leila mentre i suoi occhi tornavano ancora al misterioso invito:<< Beh ma che cosa dovremmo fare con questi? >> domandò poi guardando Noelle che, per ora, era l’unica nella sua stessa situazione:<< Abbiamo cinque possibilità Leila e se devo essere onesta nessuna di esse è così male no? Che ci costa provare? >> chiese Noelle allegra facendo comparire piuma e pergamena per rispondere brevemente al suo ammiratore:<< Ma tu hai un’idea di chi è? Voglio dire e se non dovesse essere chi ti aspetti? >> Noelle fece spallucce:<< Non mi aspetto nessuno di preciso, non ancora almeno >> le altre tre la guardarono come se avesse appena detto la più grossa bestialità del mondo così lei replicò piccata:<< Cosa c’è? >> << Beh Noelle…tu e James Rhodes… >> cominciò Maggie cercando di prendere la cosa alla larga, in quelle due settimane aveva capito che la sua nuova amica non si era per niente accorta di quello che era ormai chiaro a tutti e ciò che James Rhodes era cotto di lei!

<< Io e James cosa? >> Lilith scoppiò a ridere ma fu Margaret a rispondere:<< Per dirla in parole semplici scommetto dieci galeoni che è stato lui a mandarti quell’invito >> Noelle guardò prima il biglietto e poi di nuovo le tre ragazze in costume sedute sulla sdraio davanti a lei:<< Cosa? Oh andiamo è pura follia! Jamie e io siamo amici! >> << Sì certo, come ti pare! >> e Lilith ridendo continuò a rincarare la dose:<< Ragazze, ad ogni modo…che cosa facciamo stasera? >> domandò Maggie ripensando alle parole di Ian come lui le aveva chiesto di chiamarlo solamente qualche giorno prima:<< Abbiamo tutta la sera libera e quei cinque faranno una pomposa e noiosa cena in cui probabilmente si atteggeranno a uomini maturi con scotch cognac e roba simile? >> domandò Noelle cercando di restare seria:<< Probabile >> commentò Lilith:<< E se facessimo…>> tutte si voltarono verso Leila che sembrava sul punto di fare la rivelazione del secolo:<< Lila? >> le chiese l’amica dato che stava enfatizzando davvero troppo la cosa:<< Se facessimo un pigiama party? >> << Un cosa? >> e Lilith la guardò come se fosse pazza:<< Un pigiama party, non ne hai mai fatto uno ad Hogwarts con le tue compagne di stanza? >> << Siamo decisamente troppo cresciute per una cosa del genere >> continuò Lilith imperterrita anche se l’idea cominciava a piacerle e guardando le facce sorridenti delle due more capì di essere in minoranza:<< E dai Lilith, abbiamo delle camere talmente enormi che sarà uno spasso >> commentò Maggie ridendo un po’ troppo forte ma tappandosi subito la bocca, la sua risata spesso assomigliava al verso di un piccolo porcellino e a scuola faceva sempre ridere tutti, lei se ne era sempre vergognata un po’ ma alla fine aveva imparato a riderci sopra:<< Ok, ma in camera vostra, è più grande e poi se vogliamo coinvolgere anche Bunny Flecter non vedo altre soluzioni >>

Mentre la discussione proseguiva un grosso gufo reale dal ludico piumaggio nero e gli occhi azzurri planò sopra di loro andandosi a poggiare accanto a Margaret porgendo poi la zampa alla ragazza e mostrandole il messaggio che vi era legato.

<< Uhm…un altro invito… >> commentò Lilith sorridendo:<< Aspetta, non è detto che… >> cominciò Maggie ma le sue parole furono ampiamente smentite dal messaggio:

 

Margaret vorresti farmi l’immenso onore di essere mia ospite domenica sera dopo cena? Ho una sorpresa che penso possa piacerti, non ho bisogno di una risposta, ti aspetterò alle 9 di domenica ai piedi dello scalone della hall, se vorrai, come spero, unirti a me io sarò lì.

 

<< Ok questo decisamente è un invito con i controfiocchi >> e Leila sorrise prendendo il biglietto e leggendolo di nuovo come se fosse stato la più poetica delle lettere d’amore:<< Hai idea di chi può essere? >> domandò Noelle all’amica e Margaret scosse il capo, aveva legato un po’ con tutti in quei giorni ma nessuno dei ragazzi le aveva fatto intendere che ci fosse qualcosa di più o che fosse particolarmente interessato a lei, tuttavia voltandosi verso il gufo che era ancora immobile accanto a lei Maggie alzò una mano per accarezzare la testa dell’uccello che tubò felice:<< Ringrazia il tuo padrone da parte mia >> mormorò poi piano anche se sapeva bene che l’animale non avrebbe mai potuto compiere quella richiesta, non a parole almeno; tuttavia quasi avesse capito il suo messaggio l’uccello le sfiorò la mano con il becco argentato e spiegando le grandi ali spiccò il volo volando oltre la terrazza e rientrando poco dopo in una finestra della mansarda lasciata aperta dove il suo padrone gli sorrise allungandogli un pezzo di cracker che sgranocchiò felice:<< Grazie Renoir, grazie amico mio >> e sfiorando la testa del gufo nello stesso punto dove l’aveva accarezzato anche Maggie, Dorian Atelier sorrise.


Grimilde's
Ed eccoci qui, mistero svelato! Anche se magari qualcuna di voi l'aveva già intuito...la misteriosa donna che ha rubato il cuore di Dorian è la nostra piccola Maggie e ovviamente il nostro caro francesino non ha perso tempo - Ian ha già ben in mente un piano che vbuole mettere in atto per avere Margaret al suo fianco ricordiamocelo - ad ogni modo lei non è stata l'unica a ricevere un invito e anche Leila e Noelle dovranno capire che cosa vogliono fare ma dal momento che nessuna delle due è una codarda credo sia ovvio che cosa faranno, tutto sta a vedere da chi e dove verranno portate!
Prima degli appuntamenti però ci sono due cene (una cena ed un pigiama party per essere precisi) dove molte carte verranno scoperte e dove non mancheranno dibattiti e scontri, non dimentichiamoci che James ha dimostrato di essere "lievemente" geloso di Noelle e che lei sta stringendo una stretta amicizia con Dorian...insomma non voglio dilungarmi troppo ma ci vediamo presto, al più tardi il prossimo weekend!

Bonne nuit, à la prochaine...

PS: per chi se lo stesse chiedendo questa è l'ex moglie di François, Fiona Poitiers.
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Capitolo 5
*** 4 - Incontri di galli, pigiama party, dolci e malintesi ***


Capitolo 4

Mentre camminava per i corridoi dell’hotel Noelle sbuffò pensando a quanto tempo aveva passato a chiacchierare con Dorian in piscina e quanto poco continuasse a conoscerlo visto che in quel momento non sapeva proprio dove trovarlo!

<< Noelle… >> la giovane si voltò sentendosi chiamare e trovandosi faccia a faccia con i dolci occhi azzurri di François Atelier:<< François… >> e per un attimo la Jackson rimase immobile a guardare il più giovane dei fratelli che, con addosso un paio di jeans e una polo bianca con lo stemma dei Grifondoro, sembrava proprio uno di quei giocatori di Quidditch professionisti che aveva visto alla Coppa del Mondo:<< È una mia impressione o ti sei persa? >> commentò poi lui vedendola guardarsi intorno:<< A dire il vero sto cercando tuo fratello, ci aveva chiesto cosa volevamo fare stasera e di comunicarglielo una volta che avessimo deciso… >> François sorrise indicandole una piccola scala in fondo al corridoio:<< Mio fratello è in camera sua, l’ultima porta in cima alle scale, non puoi sbagliare >> << Grazie >> poi sorridendo aggiunse:<< Buona cena! >> inutile dire che un sorriso altrettanto divertito si dipinse sulle labbra di François, sì sarebbe stata decisamente una cena indimenticabile!

 

Giunta davanti alla porta smaltata in cima alle scale Noelle scosse il capo sorridendo: era ovvio che non poteva sbagliare dato che quella era l’unica porta del piano!

Fece per alzare la mano e bussare quando si accorse che la porta era già socchiusa: una delicata musica di violino che riempiva l’aria, non sapeva che Dorian suonasse…poteva aggiungere anche quello ai moltissimi pregi e alle incredibili qualità di quell’uomo?

Poi però sbirciando dentro si accorse che a suonare non era il suo amico ma uno strumento solitario che galleggiava a mezz’aria e che, grazie ad un incantesimo ovviamente, suonava per conto suo quella magnifica melodia; ma se lo strumento suonava da solo Dorian dov’era? François sembrava molto sicuro di dove si trovasse il fratello quindi…poi avanzando piano di qualche passo Noelle provò a chiamarlo:<< Dorian…Dorian sono Noelle… >> ma le sue parole si bloccarono vedendo il giovane di spalle sulla terrazza della piccola mansarda davanti ad una tela mentre tracciava delicate linee scure con un carboncino.

Immobile per qualche istante Noelle rimase a fissarlo, c’era qualcosa di magico in quel giovane così serio e composto che se ne stava dritto nella luce del tramonto con addosso una T-shirt nera, un paio di jeans e i piedi nudi e ritrarre i profili dei tetti di Parigi.

Non volendo interromperlo Noelle si avvicinò piano, fece per aprire bocca e chiamarlo quando un grosso gufo nero si posò sulla ringhiera del balconcino accanto a Dorian e bubolò nella sua direzione con fare leggermente infastidito attirando l’attenzione del suo padrone:<< Cosa c’è Renoir? >> domandò il giovane voltandosi poi verso di lei visto che l’animale continuava a puntarla come se fosse un topolino:<< Noelle… >> e la guardò sorpreso e lei per un istante si sentì un po’ in colpa, come se avesse violato un qualche santuario segreto dove non le era concesso entrare:<< Scusami…non volevo disturbare, ti stavo cercando e François mi ha detto che eri qui e… >> Ian scosse il capo sorridendo:<< Devo rispiegare a mio fratello il concetto di privacy >> poi prendendo uno straccio bianco appoggiato su un tavolino di ferro si pulì le mani e si avvicinò a lei sorridendo:<< Avevi bisogno di qualcosa? Hai detto che mi stavi cercando >> lei annuì cercando di guardare dappertutto tranne che verso di lui, si sentiva ancora a disagio essendo nella camera di Dorian:<< Sì…avevi detto di farti sapere che cosa volevamo fare…stasera visto che voi… >> lui sorrise annuendo e prendendo un bicchiere dalla caraffa che aveva poggiata su una mensola:<< Ah giusto…allora? Che cosa avete pensato di fare? >> << Un pigiama party >> buttò fuori lei arrossendo fino alla punta dei capelli quando lui si voltò a guardarla e trattenne una piccola risata trasformandola in un sorriso:<< Non siete un po’ cresciute per… >> lei voltò lo sguardo verso la scrivania ingombra di fogli, colori e pennelli:<< Lo so, ma non siamo il genere da cene eleganti e vestiti pomposi, siamo ragazze e ci piacciono peluche, dolci, fiori… >> stava parlando a vanvera e lo sapeva bene ma prima che Ian potesse interromperla il suo sguardo fu catturato da un viso disegnato in fretta su un foglio, un viso che lei conosceva e che sorrideva quasi fosse stata lì in carne ed ossa:<< Aspetta un attimo… >> e presa da vai a capire quale istinto si avvicinò prendendo il blocco tra le mani:<< Questa è Maggie>> sentenziò anche se la cosa era palesemente ovvia:<< L’hai fatto tu? >> domandò poi voltandosi verso Ian che chinò il capo colpevole:<< Noelle lascia che ti spieghi io… >> ma il sorriso di lei lo destabilizzò per un istante:<< Sono felice per te >> << Cosa? >> << Beh lei ti piace no? >> ripensando a quello che aveva provato qualche giorno prima quando si era ritrovato per caso a chiacchierare con la signorina Stains sulla fondazione dell’hotel e sul suo lavoro al ministero Ian arrossì leggermente:<< Forse piacere non è il termine che userei >> Noelle sorrise rimettendo lo schizzo al suo posto e guardando il gufo che ancora la scrutava dal balcone:<< Beh il tuo invito era molto galante e poi – sorrise avvicinandosi all’amico – onestamente l’avrei capito anche senza il ritratto, il tuo gufo non passa certo inosservato >> Dorian sorrise ma Renoir brontolò nervoso entrando in volo dalla finestra passando in mezzo ai due e posandosi sul suo trespolo accanto alla scrivania:<< È un po’ permaloso >> mormorò Dorian in segno di scuse avvicinandosi poi all’animale e dandogli un cracker per tenerlo buono:<< E credo sia anche un po’ geloso di me >> poi tornando a voltarsi verso di lei aggiunse allegro:<< Ad ogni modo torniamo a cose più pratiche, volete fare un pigiama party >> Noelle annuì:<< Dove se posso chiederlo? E non dirmi in camera perché la cosa è ovvia >> << Pensavamo in camera nostra visto che è più grande di quella di Leila e Lilith >> Ian annuì poi frugando in uno dei cassetti del comò accanto alla finestra le porse una chiave lunga di ottone con un fiocco rosso cremisi attaccato:<< Fatelo qui, è una specie di salone che una volta usavano per le feste, ti lascerò un paio degli elfi dell’hotel per preparare tutto a tempo di record, anzi… >> e guardandosi intorno nella stanza chiamò:<< Yanna >> una piccola elfa con addosso un camice candido come la neve comparve accanto ad Ian :<< Il padrone ha chiamato? >> domandò lei alzando i grandi occhi ambra sul giovane:<< Sì Yanna, la signorina Jackson e altre nostre ospiti hanno bisogno del vostro aiuto per preparare la loro serata tra donne, fai in modo che abbia tutto ciò che le occorre >> l’elfa annuì:<< Dove dobbiamo preparare tutto, signorina? >> domandò poi guardando Noelle e la ragazza alzò la chiave, Ian non le aveva detto dove si trovava precisamente il salone di cui le aveva parlato e dalla reazione dell’elfa capì che non doveva essere una cosa così semplice perché questa si voltò verso Atelier stupita:<< Signore il salone di madame Elodie è chiuso da… >> << So da quanto è chiuso Yanna, mi sembra il momento di cambiare qualcosa qui dentro >> l’elfa scosse il capo muovendo le grandi orecchie:<< Padron Isaac non sarà contento >> Dorian si inginocchiò in modo che i suoi occhi fossero alla stessa altezza di quelli dell’elfa:<< Parlerò io con mio padre Yanna non preoccuparti >> l’essere sorrise, o almeno così sembrò a Noelle, alzando poi gli occhi sul padrone:<< Come vuole padron Dorian, Lena e Seza aiuteranno >> poi con un ultimo inchinò scomparve in un piccolo pop lasciando i due di nuovo soli:<< Se è un problema usare quel salone Dorian noi non… >> e Noelle fece per ridargli la chiave quando lui alzò una mano per fermarla scuotendo il capo:<< Non pensarci nemmeno, questo hotel è un mausoleo voluto da mio padre, è ora di cambiare un po’ le cose >> pensando a quanto era magnifico quell’albergo e quanto poco assomigliasse ad una tomba, un mausoleo o un museo o come accidenti lui voleva chiamarlo, poi una pendola in fondo alla stanza batté le quattro e Noelle si riscosse:<< Sarà meglio che mi metta al lavoro se non voglio mandare all’aria tutto! Maggie e le altre mi aspettano in camera, devo comunicargli la novità >> poi sorridendo si avvicinò alla porta stringendo ancora in mano la chiave:<< Noelle… >> lei si voltò verso Ian:<< Sì? >> lui chinò il capo rialzandolo in fretta:<< Per quello che hai visto, per quello che riguarda Margaret… >> lei rise nervosa calmandosi poi e fissando gli occhi verdi in quelli blu di lui:<< Ci tieni davvero molto a lei >> era una constatazione non una domanda:<< Più di quanto immagini >> << Non le dirò niente >> << Grazie >> mormorò Ian a fior di labbra aprendole la porta per farla uscire.

 

Come se fosse stato colpito da un infarto James rimase immobile: che diavolo stava succedendo? Che ci faceva Noelle con Atelier? Poi vedendo come lui era vestito, anzi sarebbe meglio dire svestito visti i soliti completi seriosi che indossava in giro per l’hotel, si appiattì contro il muro restando in ascolto:<< Scusami per essere piombata qui così >> stava dicendo Noelle con quella sua voce dolce come il miele in una tazza di latte caldo:<< Non hai nulla di cui scusarti, ti avevo detto io di… >> replicò l’altro e le mani di James si chiusero a pugno mentre lui respirava profondamente cercando di non dare in escandescenze, non era mai stato uno capace di molto autocontrollo, se si trattava di Noelle Jackson poi…tuttavia la voce di lei lo bloccò di nuovo:<< È la tua camera, non sarei dovuta piombare qui all’improvviso e tu eri… >> Atelier era cosa? Mille pensieri si intrufolarono nella mente di James e immagini ben poco caste e decisamente fastidiose di lui insieme a Noelle nella sua camera gli fecero salire il sangue al cervello:<< Avevi bisogno di me, sono io che avrei dovuto pensarci e farmi trovare >> sentì Noelle ridere:<< Beh è stato comunque molto interessante…da quel poco che immaginavo non avrei mai pensato che tu potessi… >> << È solo un hobby, non sono così portato >> << Sei decisamente più che portato, dotato oserei dire >> stavolta fu il turno di Ian di ridere e James prese a fare piccoli respiri veloci:<< Sei decisamente un’adulatrice Noelle Jackson >> << Sempre a disposizione se serve! >> rispose lei con l’aria di chi ti sta prendendo in giro, ma nascosto dietro l’angolo James non poteva vederla:<< Ora sarà meglio che vada >> << Buon divertimento per stasera e qualsiasi cosa ti serva manda pure Yanna a chiamarmi >>

 

Mezz’ora dopo Noelle, Maggie, Leila, Lilith e un’imbronciata ma stranamente presente Bunny erano davanti ad una porta di legno rosso intagliato che rappresentava un arco fiorito, la chiave che Dorian aveva dato a Noelle ora era in mano a Yanna che la stava girando per aprire la porta:<< Che cosa ti ha detto Atelier? >> domandò Lilith mentre l’elfa aiutata dalle altre due che si era portata dietro spingeva le porte per aprirle:<< Che visto che le nostre camere erano piccole potevamo farlo qui il pigiama party >> << Beh è stato gentile >> buttò lì Maggie ma il resto delle sue parole furono trasformate in un’esclamazione a sorpresa immediatamente seguita a ruota dalle quattro amiche:<< Ma che cosa… >> domandò Bunny facendo un passo all’interno e restando immobile guardando l’immenso salone con le pareti di broccato rosso e specchi, il pavimento di lucido marmo color ocra e stucchi e statue dorate raffiguranti delle ninfe che impreziosivano gli angoli e le colonne ai lati della porta:<< Ma che posto è? >> domandò Maggie guardandosi intorno, le sembrava quasi di essere finita in un sogno:<< Questo era il salone delle feste >> rispose prontamente Yanna mentre le altre due elfe stavano spostando le pesanti tende di velluto rosso per far entrare la luce del tramonto e una splendida vista di Parigi tinta d’arancio:<< La sala delle feste? >> domandò Leila guardando una statua raffigurante due esseri, un uomo e una donna, che si guardavano come se da ciò dipendesse la loro vita:<< Sì, il signore e la signora davano qui le feste per l’inizio e la fine dei giochi >> commentò Yanna piatta poi tornando a guardare Noelle aggiunse:<< La signorina desidera qualcosa di particolare? >> la Jackson guardò le altre e stavolta fu Lilith a parlare:<< Qualcosa di non troppo elaborato, vogliamo solo passare una serata tutte insieme e divertirci >> Yanna annuì poi voltandosi verso le altre due elfe aggiunse:<< Yanna, Lena e Seza penseranno a tutto, va bene signorine? >> Maggie sorrise:<< Sicure che non volete… >> di nuovo l’elfa scosse il capo:<< Padron Dorian ha detto che Yanna è a vostra disposizione >>

 

Mentre Yanna e le altre si davano da fare per rendere indimenticabile la serata delle ragazze Dorian era nelle cucine dell’hotel seduto ad un vecchio tavolo dal pianale di marmo mentre conversava con Clau, l’elfo a capo della cucina:<< Il vino è di suo gradimento signore? >> domandò l’elfo mentre versava un po’ di Bordeaux Sauvignon nel calice di Ian:<< Vuoi farmi ubriacare ancora prima che inizi la cena Clau? >> << Il signore regge molto bene il vino, contrariamente a… >> << Contrariamente al suo patetico semi-astemio fratellino vero Clau? >> e la voce divertita di Frankie fece voltare i due verso François e Libero Nott che erano sulla porta della cucina:<< Non è colpa mia se ad Hogwarts non ti hanno insegnato a gustare un po’ di buon vino francese >> lo prese in giro Ian portandosi il calice alle labbra:<< Veramente il signorino non regge nemmeno un calice di Acquaviola >> commentò Nott sedendosi al tavolo e guardando il suo amico c0n un caldo sorrisetto strafottente:<< Scusami tanto se non mi sono ubriacato durante i miei anni scolastici finendo nell’ufficio della preside e rischiando l’espulsione come qualcuno di mia conoscenza Libe >> Nott rise di gusto mentre Clau poggiava in mezzo al tavolo tre piatti con vari assaggi di cibo:<< Rischiato l’espulsione, che paroloni Frankie, la McGranitt mi adorava…non mi avrebbe mai mandato via… >> <<  Sì certo, come dici tu… >> lo sfotté Frankie sedendosi accanto al fratello e guardando i piatti che Clau aveva portato:<< Che cos’è? >> domandò poi curioso:<< Alcune idee per il menù >> spiegò Ian:<< Clau non era sicuro di cosa preparare e voleva farmele assaggiare >> << Se serve un parere in più >> e sorridendo Frankie adocchiò una deliziosa ratatouille ancora fumante:<< Mangia ingordo >> gli rispose Ian sapendo bene quanto il fratello adorasse quel piatto che Clau gli preparava fin da bambini, lui al contrario lo mangiava molto di rado, non perché non gli piacesse ma perché vi aveva legato troppi ricordi…

 

Due ore dopo la sala da pranzo era stata preparata in grande stile e i piatti di Clau erano ben allineati al centro del tavolo in attesa degli ospiti, alla fine grazie agli assaggi, meglio chiamarla abbondante merenda salata pre-cena, di Frankie e Libero il menù verteva su un piccolo antipasto di alcuni dei più caratteristici formaggi della regione, una ratatouille, un gratin dauphinois e per dolce una tarte tatin e un eclair alla crema, i preferiti di Dorian e François ovviamente!

<< Ehi a cosa dobbiamo tutto questo ben di Dio? >> domandò Michael entrando insieme a James nella sala dove già Libero e François li aspettavano:<< Tradizione dei giochi Gail >> replicò Frankie con un sorriso:<< I contendenti che cenano insieme e si confrontano sulle loro idee o i loro obiettivi se vogliamo >> << Una sorta di giochiamo a carte scoperte? >> domandò Michael avvicinandosi e prendendo uno dei calici che François gli stava offrendo:<< A nostro padre piace il gioco pulito ed onesto, è categorico su questo >> tutti si voltarono e Ian fece il suo ingresso nella stanza con addosso un completo che, per quanto fosse scuro ed austero era quanto di più bello ed invitante occhi umani avessero mai visto!

<< Entrata ad effetto Atelier? >> domandò James cercando di mascherare l’acidità che provava per il francese ma il suo scambio di battute con Noelle di quel pomeriggio era ancora impresso a fuoco nella sua mente:<< Avevo solo bisogno di cambiarmi signor Rhodes >> replicò con calma avvicinandosi al fratello e, sedendosi a capotavola invitò i suoi ospiti a fare altrettanto.

Una volta che tutti si furono accomodati Ian alzò il proprio calice con un sorriso:<< Non sono uno a cui piacciono i discorsi ma mio padre mi ha delegato questo compito quindi…>> alzò il calice in un brindisi:<< A voi, a noi e alla nostra buona sorte che possa aiutarci là dove non avremo l’audacia di tentare >> François sorrise sapendo bene che quelle parole erano una palese caricatura dei discorsi che faceva Isaac e guardando il fratello accanto a lui aggiunse:<< Sai che i discorsi di Malet li scrivevi decisamente meglio >> Ian rise infilando il coltello in un pezzetto di brie e spalmandolo su una fetta di fragrante baguette:<< Solo perché non dovevo pronunciarli io fratellino, sarei morto in quel caso >> << Malet? Il ministro Malet >> domandò Michael prendendo una fettina di camembert ma restando immobile una volta che lo ebbe messo in bocca:<< È al Calvadosa >> gli spiegò Frankie sorridendo:<< Calva che? >> << L’hanno fatto macerare nel Calvados in modo da dargli quel particolare sapore, papà lo fa arrivare direttamente dalla Normandia >> spiegò Ian sorridendo e prendendo un po’ di gratin evitando la ratatouille come la peste, aveva già giocato troppo con i suoi ricordi per quel giorno e gli era sufficiente:<< Allora…chi vuol essere il primo? >> domandò Libero con esasperante calma:<< Il primo a fare che? >> chiese James guardandolo scioccato:<< A iniziare questa bella chiacchierata a cuore aperto, siamo qui a parlare di formaggio, vino e Normandia invece che delle cinque bellezze che ci sono al piano di sopra >> Mike e Ian scossero il capo con un debole sorriso mentre François quasi si strozzava con l’acqua e James con un cucchiaio di ratatouille:<< Oh andiamo non sarete davvero così sensibili, sarei un idiota a negare quanto sono affascinanti quelle cinque >> poi guardando Dorian aggiunse ridendo:<< Ci hai pensato tu alla scelta o devo ringraziare il paparino? >> Dorian rise piano e fece per aprire bocca quando James poggiò il proprio bicchiere sul tavolo un po’ troppo forte sibilando poi all’indirizzo di Libero:<< Dobbiamo dedurre che per te va bene chiunque purché respiri Nott? >> Libero non si scompose nemmeno a quel commento e sorrise come se fosse stata la conversazione più normale del mondo:<< Assolutamente no caro il mio James Rhodes, io so quello che voglio ma contrariamente a qualcuno farò di tutto per ottenerlo >> << Stai parlando di me? >> chiese l’altro stringendo una forchetta e facendosi sbiancare le nocche:<< Forse, non sono io quello che ha portato qui la sua amichetta del cuore sperando che lei si accorga che le muori dietro peggio di un cagnolino >> << Libe… >> lo ammonì François ben sapendo quanto l’amico potesse farti restare male con due parole e il suo innato spirito di osservazione:<< Pensi di essere l’unico che ha fatto i compiti a casa Nott? Pensi di sapere tutto degli altri, ma che cosa possiamo dire di te? L’erede dei Nott che fa l’attore al National Youth Theatre >> << Cos’è hai fatto ricerche su ognuno di noi? È così che vi addestrano a fare gli Auror? Congratulazioni davvero… >> << Basta >> la voce di Ian era bassa ma ferma e glaciale:<< Libero per favore >> continuò poi vedendo che il ragazzo stava per replicare e in quell’attimo Libero Nott capì perché Frankie avesse così rispetto per suo fratello, Dorian era l’emblema stesso della calma e dell’aplomb ma sarebbe stato capace di zittire un’intera platea con una sola occhiata o una parola:<< Questa cena è una semplice conversazione, ognuno di noi ha i propri obiettivi e probabilmente non sarebbe una gara se alcuni dei nostri interessi non si venissero a scontrare ma vi state dimenticando una cosa fondamentale: non siamo noi a dover scegliere o per lo meno la cosa non spetta solo a noi >> << E portare una ragazza nella propria camera da letto è giocare lealmente signor Atelier? >> per nulla toccato da quell’accusa Ian fissò gli occhi in quelli scuri di James:<< Sarebbe quasi comico se le tue convinzioni non fossero palesemente sbagliate James >> << Non chiamarmi James >> replicò rabbioso passando anche lui al tu e lasciando perdere ogni parvenza di educazione, Ian era il vero obiettivo della sua rabbia e non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere la cosa, non ora che aveva la possibilità di affrontarlo.

<< La mia cortesia passa in secondo piano quando vengo accusato ingiustamente >> << Ingiustamente? Vi ho visti. Come diavolo fai a negarlo? Vi ho visto e non eravate certo due che chiacchieravano >> ricordandosi com’era vestito quel pomeriggio e capendo bene che la cosa vista dal di fuori poteva essere fraintesa Dorian rise piano:<< Onestamente io e Noelle chiacchieriamo molto >> << Vuoi farti male francesino? >> domandò James alzandosi di scatto ed estraendo la bacchetta dalla tasca della giacca:<< James! >> e Mike guardò il suo compagno di stanza con gli occhi spalancati:<< Ian… >> mormorò François guardando il fratello che lentamente si stava alzando ma che non ci pensava minimamente a sfiorare la bacchetta di faggio che teneva in tasca:<< Va tutto bene Frankie, risolveremo questa storia una volta per tutte >> << Vuoi batterti o no? >> replicò di nuovo James la cui rabbia aveva decisamente raggiunto livelli da record:<< Non voglio battermi con te James >> << Non fare il codardo, battiti >>

 

<< Che diavolo state facendo? >> e Noelle insieme alle altre ragazze, tutte in pigiama, entrò di scatto dalla porta della sala da pranzo lasciando i cinque, chi più chi meno, a bocca aperta.

 

Salone delle feste, un’ora prima…

<< Wow…Yanna è magnifico >> e Maggie, Leila, Lilith e Noelle guardarono il salone rimasto praticamente invariato ma reso molto più accogliente grazie ad una miriade di cuscini di ogni grandezza stesi più o meno ovunque sul pavimento e a tante piccole luci che brillavano ad intermittenza svolazzando qua e là per la stanza…

Svolazzando? Si domandò Maggie mentre una di quelle lucine le passava davanti e lei si accorse che in realtà si trattava di migliaia di piccole lucciole che giravano allegre per la stanza formando un piccolo cielo stellato tutto loro sopra le loro teste!

<< Yanna ma questo è il signor Atelier? >> domandò ad un certo punto Bunny che da quando erano entrare nel salone quel pomeriggio era rimasta molto colpita dalla statua della “coppia fatata” così l’aveva soprannominata che si giurava amore guardandosi così appassionatamente quando poi Yanna non rispose Maggie si voltò a guardarla:<< C’è qualcosa che non va Yanna? >> l’elfa guardò le altre due sue aiutanti e scosse il capo:<< No signorina, tutto a posto, Yanna è in ritardo e Lena e Seza devono aiutare a servire la cena al padrone, mi scusi signorina, noi dobbiamo andare ora >> e inchinandosi profondamente le tre elfe sparirono lasciando le ragazze sole.

<< È una mia impressione o non voleva parlarne? >> domandò Lilith:<< No, non è una tua impressione >> replicò Ben avvicinandosi alle altre:<< Come mai hai deciso di unirti a noi? >> le domandò poi Leila a metà tra il curioso e il saccente, non voleva essere cattiva ma Bunny le aveva sempre evitate peggio della peste nella settimana precedente, non capiva questa sua attiva partecipazione a quella serata:<< Diciamo che qualcuno ha particolarmente insistito >> replicò l’altra con un piccolo sorriso ricordando le sue chiacchierate sia con Maggie quel pomeriggio sia con Libero la notte prima sul tetto, praticamente entrambi le avevano detto la stessa cosa: lascia il passato dov’è e cerca di riprenderti la tua vita, lascia che gli altri ti conoscano e vedrai che non tutti ti deluderanno.

Ripensando per un istante al giovane Nott che era quanto di più lontano potesse esserci dal caro Greg un sorriso le scivolò sulle labbra, aveva a malapena tollerato Libero Nott ad Hogwarts, un po’ per il fatto che lui all’epoca era il classico arrogante Grifondoro e un po’ perché poi Greg aveva assorbito tutte le sue attenzioni ed energie…certo Libero era ancora dannatamente arrogante ma adesso la cosa non le dispiaceva poi tanto!

<< Scusate ma questo è un pigiama party no? >> domandò Leila con una risata:<< Certo Lila, che domande fai? >> le domandò Lilith:<< Beh non vedo ancora nessuno in pigiama! >> replicò l’altra e tirando fuori la propria bacchetta da dietro la schiena l’agitò trasfigurando gli abiti di ognuna nei loro pigiami.

<< Guarda guarda…non ti facevo una da pizzi e merletti…su chi devi fare colpo Maggie? >> domandò Lilith sorridendo e sedendosi a gambe incrociate su un enorme cuscino color panna mentre Leila la guardava ridendo:<< Parli tu che ti sei portata dietro quel coso? >> << Cos’hai contro il mio pigiama? >> Leila guardò di nuovo i pantaloncini a righe bianchi e blu dell’amica, ma soprattutto la maglietta blu scuro dove campeggiava a grandi lettere la scritta PILLOW FIGHT TONIGHT:<< Vuoi davvero una risposta Lily? >> << Non chiamarmi… >> Leila alzò le mani in segno di resa:<< Lo so, lo so, scusa >> poi avvicinandosi al tavolo dove Lena e Seza avevano apparecchiato diede un’occhiata a cosa c’era di buono:<< Ehi avete visto? >> e ridendo davanti ad una ciotola piena di api frizzole, cioccorane e altri dolci aggiunse:<< Un pigiama party in piena regola! >> << Patatine, bibite, che cos’hai detto a quelle elfe Noelle? >> domandò Maggie guardando la tavola:<< Solo che volevamo passare una serata tra ragazze a divertirci e chiacchierare >> << Ok, ci hanno preso per delle adolescenti! >> replicò Lilith ma a discapito delle sue parole afferrò un paio di cioccorane addentandone subito una!

Non passò molto tempo che tutte e cinque erano sedute sugli enormi cuscini, ognuna con qualcosa da sgranocchiare o da bere davanti, perfino Bunny dopo un’iniziale ritrosia era stata coinvolta da quel variopinto ciclone che erano Noelle, Maggie, Lilith e Leila; dopo averle conosciute infatti era stata costretta ad ammettere che quelle quattro non erano così male: semplici, solari e sincere, quelle che all’inizio lei aveva pensato fossero infantili e superficiali ragazzine in realtà erano delle donne sveglie e capaci, ognuna con la propria particolarità e speciali a modo loro; guardando Maggie che stava bevendo un po’ di succo di mela infatti Bunny sorrise: Margaret sembrava così dolce e delicata proprio come diceva il suo nome ma con quella camicia da notte color pesca tutta pizzi e ricami con tanto di vestaglia abbinata la ragazza della porta accanto spariva lasciando posto ad una meravigliosa donna che avrebbe fatto voltare decisamente molte teste…

<< Per me è un otto e mezzo >> << No dai…almeno un nove pieno! >> e le voci di Lilith e Noelle la fecero riscuotere:<< Che mi sono persa? >> domandò poi guardando le altre:<< Noelle ha pensato bene di fare una classifica dei ragazzi >> commentò Margaret incrociando le braccia e guardando l’amica che rideva:<< Ah ok >> replicò Bunny con un sorriso:<< Scommetto di sapere chi c’è in cima alla sua lista >> << Cosa? Chi? >> e Noelle saltò come se fosse stata punta da uno spillo mentre le altre quattro la guardavano ridendo e urlando all’unisono:<< James Rhodes! >> la ragazza divenne rossa quasi quanto il pigiama che indossava e mise in bocca un pezzo di ananas candito per evitare di replicare qualcosa, vedendo poi che le ragazze continuavano a guardarla aggiunse acida incrociando le braccia sul petto come una bambina:<< La volete smettere? >> poi guardando Maggie e ricordandosi del disegno di Dorian aggiunse sorridendo languida:<< Perché invece di prendere in giro me non pensate ai vostri appuntamenti? >> Leila e Maggie si zittirono all’istante, la faccenda degli appuntamenti al buio le rendeva tutte ancora un po’ nervose:<< Oh Noelle sei davvero una guastafeste quando vuoi >> e Leila si passò le mani nei capelli arricciandoli nervosa:<< Tu chi pensi che possa essere? >> domandò Maggie a Leila quasi con timore:<< La domanda giusta sarebbe chi vorresti che fosse >> commentò Bunny staccando la testa di una cioccorana con un solo morso e cominciando a masticarla sorridendo divertita:<< C’è qualcosa di diabolico in te Ben Flecter >> continuò Leila che, anche se non lo avrebbe mai ammesso, aveva il timore che il suo bel misterioso cavaliere non fosse stato un irriverente francese dagli occhi azzurri e i riccioli biondi.

<< Ho un’idea… >> tutte si voltarono a guardarla:<< Sarebbe? Quando hai quella faccia non è mai niente di buono Lila >> replicò Lilith conoscendo il carattere folle e le idee vulcaniche dell’amica:<< Perché non andiamo a spiarli? >> << Spiarli? >> la voce di Maggie era leggermente più acuta del solito:<< Ma sì! I ragazzi! >> poi sfregandosi le mani l’una sull’altra come se stesse progettando il piano del secolo aggiunse:<< Andiamo non siete curiose di vedere che cosa stanno facendo? >>

 

Detto fatto, dieci minuti dopo le cinque erano, sempre in pigiama, pronte ad appostarsi fuori dalla sala da pranzo per spiare i loro cavalieri, fu proprio in quel momento che le grida di James attirarono la loro attenzione:<< Vuoi farti male francesino? >> a quelle parole Noelle guardò preoccupata dentro la stanza, James aveva la propria bacchetta in mano e la stava puntando verso Dorian:<< James! >> immobile Noelle guardò Mike cercare di fermarlo:<< Ian… >> anche François si intromise guardando il fratello che lentamente si stava alzando ma che non ci pensava minimamente a sfiorare la propria bacchetta:<< Va tutto bene Frankie, risolveremo questa storia una volta per tutte >> << Vuoi batterti o no? >> replicò di nuovo James e Noelle non ricordò di averlo mai visto così arrabbiato:<< Non voglio battermi con te James >> Maggie guardò Noelle e capì ciò che l’amica stava pensando ancora prima che lei lo facesse:<< Noelle… >> l’altra la guardò supplichevole:<< Noelle se in pigiama non… >> << Non fare il codardo, battiti >> stavolta la voce di James era un po’ più forte e la giovane Jackson non riuscì più a trattenersi irrompendo nella sala:<< Che diavolo state facendo? >>

 

I ragazzi si voltarono e James rimase immobile davanti a Noelle che lo guardava dalla porta con addosso il suo pigiama rosso, sempre che quegli shorts e quella maglietta potessero definirsi pigiama:<< Noelle >> mormorò poi incapace di aggiungere altro, aveva ancora la bacchetta in mano anche se la sua presa si era leggermente allentata:<< Che cavolo stai facendo si può sapere? >> << Stavamo semplicemente avendo una discussione Noelle, non ti preoccupare >> e la voce calma di Dorian le raggiunse le orecchie:<< Una semplice discussione? Avete le bacchette… >> Dorian alzò le mani per farle notare che lui non aveva nulla tra le mani:<< Credo che a James possa far bene una boccata d’aria >> Noelle annuì e allungando una mano verso James gli strinse un polso:<< Ti va di fare due passi? >> gli domandò poi piano e lui annuendo in silenzio la seguì; Libero li guardò attraversare la sala e salire le scale pensando che la terrazza quella sera sarebbe stata decisamente troppo affollata!

<< Uhm…a cosa dobbiamo tutta questa eleganza? >> commentò poi rivolgendo, ovviamente, il suo sguardo all’abbigliamento fin troppo casual delle ragazze soffermandosi su Bunny e la sua candida camicia da notte bordata di pizzo; con quei lunghi capelli sciolti gli ricordava quasi la Dama Grigia tanto era bella ed eterea, poi stupendosi lui stesso dei suoi pensieri scosse il capo alzandosi dalla sua sedia e avviandosi verso la porta:<< Che ne dite del bicchiere della staffa? Tanto direi che ormai la cena è finita >> << Ian? >> domandò François alzandosi a sua volta e avvicinandosi all’amico insieme a Michael:<< Voi andate, vi raggiungo tra poco >> << È un invito Sherwood? >> domandò Mike guardando con un sorriso la scritta sul pigiama di Lilith:<< Non sperarci Gail, perderesti >> gli rispose lei sorridendo serafica poi guardando François e Leila che se lo stava praticamente mangiando con gli occhi visto la polo scura e i jeans che lui indossava domandò:<< Possiamo unirci a voi? >> Libero guardò Bunny:<< Vuoi unirti a me per un goccetto splendore? >> Ben scosse il capo scoppiando a ridere:<< Se è il tuo modo di fare una proposta hai molto da imparare Nott >> ma entrambi sapevano che quella frase era solo una piccola parte che ormai erano abituati entrambi a recitare.

 

Quando sentì la porta chiudersi alle proprie spalle Ian tornò a guardare il tavolo e vedendo nell’angolo Yanna che lo fissava in attesa di riceve un ordine le fece cenno di avvicinarsi piano:<< Va tutto bene Yanna, fai i complimenti a Clau per la cena e fatti aiutare da Lena a sistemare, non fare tutto da sola come al solito >> << Il padrone sta bene? >> domandò l’elfa preoccupandosi:<< Sto bene, non è successo niente te l’ho detto >> << Dalle vostre grida non sembrava >> Dorian si voltò di scatto restando immobile davanti a Margaret e, sapendo che lei non avrebbe gradito, evitò di guardare da qualsiasi altra parte che non fosse il suo viso:<< Credevo fossi andata con gli altri >> lei sorrise inclinando il capo con un piccolo sorriso:<< Mi stavo chiedendo come stavi, Noelle si starà occupando di James ma lui ce l’aveva con te…>> al pensiero che quei due finalmente sarebbero arrivati ad una qualche conclusione o per lo meno ad una svolta Ian sorrise:<< Beh sarebbe il caso che si occupi di lui, mi eviterebbe un bel po’ di problemi >> << James è geloso >> una piccola risata sfuggì dalle labbra di Atelier:<< L’avevo intuito >> << E Noelle è una bella ragazza >> continuò Maggie, non sapeva nemmeno lei da dove le uscissero quelle parole o perché le stesse dicendo, sapeva solo che il pensiero che quell’adone bruno rivolgesse le sue attenzioni a qualcun’altra un po’ la infastidiva, ripensando alla sua piccola discussione con Violet circa la sua permanenza a Parigi scosse leggermente il capo per togliersi quelle stupide fantasie dalla mente, lei non era lì per cercarsi un fidanzato! Anche se uno come Dorian Atelier…no! Doveva restare lucida!

<< Noelle non è il mio tipo >> replicò poi lui giocherellando con un dito sul bordo del suo bicchiere:<< Come? >> << Noelle – riprese lui sempre sforzandosi per non mangiarsela con gli occhi visto quanto quella camicia da notte nera e color pesca solleticava la sua immaginazione – non è propriamente il mio genere, è una ragazza fantastica ma siamo solo amici >> Margaret si avvicinò:<< L’hai spiegato a James? >> Ian sorrise e quando si voltò di nuovo a guardarla lei era ad un passo da lui, poteva quasi sentire il suo delicato profumo o il suo caldo respiro che gli sfiorava il collo visto le loro differenze di altezza:<< Era quello che stavo cercando di fare quando siete entrate >> poi ricordandosi del pigiama party aggiunse con l’ombra di una risata:<< Vi siete divertite al vostro piccolo party? >> Maggie lo fulminò cercando di restare seria:<< Ti stai prendendo gioco di me Ian Atelier? >> lui sorrise:<< Stavo solo cercando di ricordare quando ho partecipato ad una cosa del genere >> << C’è sempre una prima volta >> deglutendo per calmare le reazioni involontarie che la vicinanza della sua principessa dai boccoli neri gli stava suscitando Dorian cercò di mettere insieme una frase che avesse senso:<< Vuoi avere tu l’onore? >>

Grimilde's

Ok lo so mi starete odiando per aver interrotto il capitolo così ma a mia discolpa posso dire che stava diventando davvero molto lungo e visto quanto mi sta piacendo questa storia e quanto adoto tutti i vostri personaggi rischiavamo di trovarci con il capitolo più lungo del secolo quindi meglio dividerlo in due...(tanto non pensate che lasci passare molto prima di mettere il prossimo aggiornamento, ho troppe idee che mi frullano nella testa per non metterle per iscritto!!!!)

Ad ogni modo veniamo al lato pratico della cosa: che cenetta tranquilla eh...povero James ma una svegliata a lui e Noelle bisognava darla anche se, le autrici non me ne vogliano perchè letteralmente AMO questa coppia, i problemi non sono ancora finiti...è lunga la strada per il Paradiso...

Per il resto non voglio spendere troppe parole sul nostro Dorian, le sue intenzioni le conosciamo tutti e ora le conosce anche Noelle (a causa della boccaccia di François aggiungerei) ma forse un'amica come la Jackson non può che fare bene a Maggie e Ian...nel prossimo capitolo poi metterò i vari appuntamenti e chi lo sa che qualche altro invito o simili non sbuchi fuori da qualche altra parte...in fondo vedere le ragazze in pigiama, vi ricordo che siamo in estate quindi maglietta e pantaloni corti per lo più, avrà un po' sconvolto i nostri bellocci....

Vista l'ora tarda come al solito vi saluto con il prossimo capitolo, anzi con buona parte della storia, già in testa...

Bonne nuit...à bientôt

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Capitolo 6
*** 6 - Incomprensioni ***


Capitolo 5

<< Vuoi avere tu l’onore? >> immobile e a piedi nudi Maggie non poteva credere alle sue orecchie, era un invito? Era un invito a passare qualche ora con lui o un invito a fare ben altro? Mordendosi un labbro cercò di togliersi quelle stupide fantasie dalla testa, Ian Atelier non poteva, non pensava certo di…

 

Che cosa diavolo stava pensando? Voleva forse farla scappare prima ancora di potersi giocare tutte le sue carte? Non era mai stato un tipo avventato in vita sua, aveva sempre riflettuto sui pro e i contro di ogni cosa prima di agire ma Maggie aveva sconvolto il suo mondo e, proprio come due anni prima quando le era corso dietro attraverso la pista da ballo solo per conoscerla, non aveva pensato e aveva agito d’impulso nella speranza che stavolta le cose andassero diversamente, se era lì voleva dire che il misterioso accompagnatore di quella sera era sparito…mentalmente Ian si augurò che fosse stato un distacco pacifico ma dalle poche spiegazioni che gli aveva dato la sorella di Margaret non ne era così sicuro e, proprio per quel motivo e per quell’accenno ad una fiducia ridotta a brandelli a cui aveva fatto riferimento Violet Stains che lui ora si sentiva in bilico timoroso di aver fatto il passo più lungo della gamba.

 

<< Jamie mi vuoi dire che ti è preso? >> e una volta raggiunta la terrazza Noelle guardò il giovane che non aveva ancora aperto bocca e che per tutto il tempo aveva continuato a stringere la propria bacchetta:<< Jamie… >> lo chiamò di nuovo Noelle e stavolta lui alzò il viso per guardarla ma rimase ancora in silenzio:<< Che diavolo pensavi di fare me lo vuoi dire? >> lui buttò fuori un lungo respiro e si lasciò cadere su una delle sdraio guardando in su verso gli occhi di Noelle oscurati dalla notte:<< Ti ho visto oggi >> lei continuava a guardarlo senza capire:<< Ti ho visto uscire dalla camera di Atelier, sembravate…intimi >> e quell’ultima parola gli costò come una pugnalata al cuore e Noelle intenerita da quello sguardo da cucciolo gli si sedette vicino prendendogli le mani tra le proprie, James era sempre stato un bel po’ più alto di lei, ma in quel momento erano quasi alla stessa altezza:<< Non è successo nulla Jamie, Dorian e io siamo amici…abbiamo passato praticamente ogni mattina qui insieme >> lo sguardo di lui prese di nuovo fuoco e Noelle si affrettò a precisare:<< A chiacchierare! Che cosa vai a pensare Jamie?! >> poi guardando un istante verso la città immersa nel buio aggiunse:<< Ultimamente sento molto la mancanza dei miei fratelli, sai quanto poco mi piace stare sola e Dorian mi ha aiutato, abbiamo parlato di tante cose, è un buon amico e sa ascoltare >> << Anch’io ti… >> Noelle sorrise:<< Tu non ascolti Jamie, tu senti solo quello che ti interessa >> non era vero ma in quel momento non era il caso di rivelarglielo, non quando l’aveva visto puntare la bacchetta contro il suo nuovo migliore amico.

<< Senti Noelle mi dispiace, davvero…è stato uno scatto, vi ho visto oggi e ho pensato che fosse successo chissà cosa, che magari lui ti avesse… >> lei scosse il capo e i suoi capelli arrivarono a sfiorare le braccia di James:<< No, non è successo e non succederà mai niente tra me e Dorian Atelier >> poi sorridendogli appena aggiunse:<< Puoi smetterla di comportarti da cane da guardia e tornare ad essere il mio amico? >>

Amico.

L’ennesima pugnalata.

Perché diavolo Noelle non riusciva a capire che lei per lui non era solo un’amica? Che non gli bastava più passare con lei le pause pranzo nei loro turni al ministero, accompagnarla fino a casa quando finiva tardi e magari uscire a bere qualcosa al Paiolo Magico nel fine settimana?

Senza che potesse fermarlo il ricordo del suo primo incontro con Noelle gli invase la mente…

 

Dipartimento generale Auror, Londra un anno e mezzo prima

 

<< Rhodes, Rhodes vieni qui >> e il suo capo lo aveva chiamato dal suo ufficio mentre stava finendo di scrivere il rapporto su un pedinamento che lui e un paio di colleghi avevano fatto a dei tizi che trafficavano animali dagli Stati Uniti:<< Sì capo? >> aveva domandato poi entrando e restando immobile davanti alla giovane dai capelli castani legati in una coda e i brillanti occhi verdi:<< Rhodes sei l’unico dei miei Auror che si ostina a lavorare da solo >> aveva cominciato l’uomo e James sapeva fin troppo bene dove quel discorso andasse a parare, da quando aveva avuto quell’incidente sei mesi prima aveva già cambiato tre colleghi ma nessuno sembrava sopravvivere al suo fianco, due infatti se n’erano andati preferendo il lavoro di scrivania e il terzo…beh una recluta appena uscita dall’accademia che era svenuta durante il suo primo scontro non contava no?

<< Senta capo, per quanto riguarda Miller… >> aveva iniziato cercando di prendere il discorso alla larga, non capiva ancora cosa centrasse la ragazza in piedi appoggiata alla libreria del capo ma se proprio doveva parlare dei fatti suoi davanti a lei:<< Non mi interessa di Miller, l’hai terrorizzato ma l’abbiamo mandato alla squadra tattica, sembra essere più portato per il lavoro di mente che per quello di muscoli >> poi alzandosi in piedi il capo si era avvicinato a James voltando gli occhi verso la giovane:<< Lei è Noelle Jackson, ha collaborato con noi in moltissimi casi e si è rivelata molto utile, da domani lavorerà con te >> ed erano bastate quelle cinque parole per dargli il colpo di grazia e azzerare il suo mondo! Riusciva a malapena a collaborare per un paio di settimane con i suoi colleghi uomini, che cosa aveva di diverso quella specie di bambolina di porcellana da…:<< Bambolina? Che maschilismo >> il commentò di lei accompagnato da quella voce dolce gli aveva fatto alzare gli occhi di scatto, era sicuro di non aver aperto bocca, come diavolo faceva quella a…poi un flash gli attraversò la mente:<< Esatto genio >> e ridendo lei aveva mimato mentre le sue labbra si aprivano in un gran sorriso:<< Le-gi-li-mens >> Cazzo! Era sicuro di averlo solo pensato, ma dalla risata di lei aveva capito che lavorarle affianco e tenere i propri pensieri per sé sarebbe stata un’ardua lotta!

 

<< Ehi a che pensi? >> e la voce di Noelle lo riportò alla terrazza ricordandogli quanto duramente aveva lavorato per migliorare le sue doti da Occlumante, soprattutto quando i suoi pensieri riguardavano la ex Tassorosso al suo fianco!

<< Stavo ripensando alla prima volta che ci siamo conosciuti >> Noelle sorrise:<< Sai che ho letto nella tua mente da quando sei entrato nell’ufficio del capo vero? >> lui sorrise a sua volta:<< Lo sospettavo >> << Bel fisico ma se avesse una gonna con quelle gambe sarebbe da urlo? Ma potevi pensare qualcosa di più scemo? Eri un tale cretino all’epoca! >> guardando lo sguardo malizioso che lui le rivolse Noelle gli diede uno schiaffetto sulla spalla:<< Forse sei ancora un cretino! >> poi tornando seria aggiunse:<< Ad ogni modo davvero Jamie, mi manca il mio amico e non voglio più vederti fare una cosa come quella di stasera, non voglio vederti così arrabbiato e… >> ma un piccolo sbadiglio la colse di sorpresa:<< E tu stai crollando dal sonno, coraggio torniamo giù prima che crolli >> << È il 10 agosto, ci sono le stelle cadenti, restiamo ancora un po’ a guardarle >> incapace come sempre di dirle di no James si alzò in piedi levandosi la propria giacca per poi risedersi vicino a lei porgendogliela:<< D’accordo ma mettiti questa, ti prenderai un’accidenti con solo quello addosso >>

 

Noelle prese la giacca infilandosela, era decisamente troppo grande per lei ma il calore e il profumo di James la rendevano molto più confortevole:<< Dai vieni qui >> e allungandosi in tutta la sua altezza sulla sdraio il cadetto Rhodes le fece segno di andargli vicino e quando lei si accoccolò al suo fianco James le mise un braccio dietro le spalle in modo da non farla cadere dal loro piccolo giaciglio improvvisato:<< Tu ci credi alle stelle cadenti Jamie? >> domandò Noelle sbadigliando di nuovo:<< Per ora credo solo che tu sia stanca morta Jackson >> << Non dire – altro sbadiglio – fesserie >> James scosse il capo dando fondo alle sue smorfie più incredule:<< Sì certo, come dici tu >> girandosi contro di lui per mettersi più comoda Noelle affondò per un istante la testa nella giacca di James e fu avvolta da un invitante e familiare profumo di zenzero e di qualcos’altro che non riusciva ad inquadrare:<< Ma questo è… >> James la guardò preoccupato:<< La tua giacca, sa di zenzero >> gli spiegò poi quasi avesse scoperto che la terra ruota intorno al sole:<< Sì, è il mio profumo, sa di zenzero o almeno in parte >> a quella confessione il respiro di Noelle si bloccò, non l’aveva detto a nessuno perché si sentiva un po’ sciocca e per certi versi le sembrava anche di aver imbrogliato, l’unico a saperlo ovviamente era Ian ma solo perché l’aveva colta sul fatto altrimenti anche Atelier sarebbe stato escluso dalla cosa; per farla breve due giorni prima troppo curiosa aveva preso la boccetta di amortentia che Isaac Atelier aveva dato loro il primo giorno e l’aveva aperta, aveva sentito un mix imprecisato di profumi all’inizio e il suo olfatto era stato annullato per un attimo, poi con l’aiuto di Dorian era riuscita a scindere i vari profumi: vaniglia, l’odore polveroso dei libri della biblioteca sia di Hogwarts che di casa sua e poi c’era quello, quel forte odore di zenzero che lei adorava…all’inizio l’aveva associato ai biscotti di Natale (o del suo compleanno come li chiamava lei visto che era lo stesso giorno) ma ora…la cosa stava prendendo una piega del tutto diversa.

 

Dopo una decina di minuti sentendo il suo respiro regolare James capì che Noelle si era addormentata, era una gran testona ma si vedeva che stava crollando dal sonno, incapace di resistere si mise su un lato in modo da poterla guardare in viso e sollevandole il mento con una mano guardò la perfezione di quei lineamenti perdendosi dietro le lunghe ciglia scure, dietro il piccolo naso lievemente all’insù e a quella bocca rosa cipria che a lui ricordava tanto un batuffolo di zucchero filato…chissà se sapeva anche di zucchero…quasi inconsapevolmente mise un dito sotto al mento di Noelle sollevandole appena la testa e contemporaneamente chinando il proprio verso di lei.

Fu un attimo, veloce e fugace come la stella cadente che attraversò il cielo in quel momento ma tornando a guardare le stelle James seppe che in qualsiasi modo fossero andate le cose dopo l’appuntamento a cui l’aveva invitata, non avrebbe mai potuto dimenticare il sapore di quella bocca o il sorriso fiducioso della sua amata mentre, stretta tra le sue braccia, dormiva placidamente.

 

<< Dite che si sono già baciati? >> domandò Libero con un sorriso mentre versava un po’ di Whisky incendiario in un paio di bicchieri porgendoli a François e Mike:<< Sei davvero terribile Libe, hai provocato James da quando si è seduto a tavola >> replicò Frankie inumidendosi appena le labbra con il liquore ben sapendo quanto fosse bassa la sua resistenza:<< Lo so ma andiamo se qualcuno non gli dava una smossa quei due ora non sarebbero soli sul terrazzo a godersi le stelle e chissà cos’altro! >> << La tua finezza è come sempre esaltante Nott >> lo rimbeccò Bunny sedendosi sul braccio della poltrona del ragazzo e sfilandogli il bicchiere dalle mani facendo per berne un sorso:<< Ehi! Quello è mio ladra >> << La prossima volta non fare l’egoista e offrilo anche alle signore >> lo rimbeccò lei facendo per bere ma la mano di Libero sulla sua la bloccò:<< Non ti hanno insegnato che non si rubano le cose degli altri coniglietta >> con quel palese e stupido riferimento al suo nome Ben strinse la mano attorno al vetro del bicchiere e sorridendo come la più terribile delle arpie lo girò in modo da lavare Libero e la sua bella camicia grigia, lasciandogli poi il bicchiere sulle ginocchia si alzò avvicinandosi alla porta e guardandolo da sopra la spalla:<< Dovresti stare attento Nott, anche i conigli mordono sai… >> poi guardando il resto del gruppo aggiunse:<< Buonanotte, a domani >>

 

Quando Ben ebbe lasciato la stanza François dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere: non erano molti quelli in grado di umiliare e zittire Libero Orion Nott e una peperina mora dal carattere spinoso quanto quello del suo amico fino a quel momento non era rientrata nella lista!

<< Sta’ zitto Frankie! Sta’ zitto >> e poggiando il bicchiere sul tavolino Libero si alzò guardando di nuovo la camicia che puzzava di liquore peggio di una taverna:<< Dannata ragazzina! >> brontolò poi lasciando la stanza sotto gli sguardi un po’ attoniti e un po’ divertiti del quattro rimasti:<< Ok, sono solo io che lo penso o quei due finiranno avvinghiati insieme in qualche anfratto prima che finisca la serata? >> << Lilith! >> e Leila cercò di rimproverare l’amica ma anche lei stava sorridendo:<< Oh andiamo non fare quella faccia, le vedevi anche tu le scintille, potevamo bruciarci anche noi! Quei due sono come un fiammifero e la benzina, basta una scintilla piccola piccola >> << Che paragoni miss Sherwood >> aggiunse Mike con un sorriso continuando a sorseggiare il suo whisky:<< Non chiamarmi miss Sherwood, è quasi più insopportabile di Lily >> << E come dovrei chiamarti? >> le domandò calmo e, cercò di nasconderlo, sinceramente curioso di conoscere la risposta:<< Lilith, io sono solo Lilith >> Michael poggiò il bicchiere sul tavolino accanto a quello ormai vuoto di Libero:<< Bene Lilith, vuoi uscire con me domani sera? >> a quelle parole il cuore di lei ebbe un infarto, Leila strabuzzò gli occhi guardando da lui alla sua amica come se si aspettasse di veder crollare l’hotel e François decise di lasciar perdere il whisky, quella serata era interessante anche senza…

 

<< Perché mi hai portato qui? >> e Ian guardò il grande portone di legno intagliato:<< Perché è il momento che tu partecipi al tuo primo vero pigiama party Ian Atelier >> e con la sua aria più innocente Maggie o guardò cercando di intenerirlo:<< Non credo di avere l’abbigliamento adatto >> le rispose indicando il completo con tanto di camicia bianca e gilet grigio scuro:<< Oh ce lo faremo andare bene >> mormorò Maggie sempre sorridendo:<< Almeno per questa volta >> un sorriso attraversò anche le labbra di Dorian:<< Mi stai facendo preoccupare signorina Stains >> lei si voltò a guardarlo mentre con una mano spingeva la porta:<< Puoi chiamarmi solo Maggie se ti va >> lui si avvicinò alzando una mano per aiutarla ad aprire il pesante portone:<< Non lo so, mi piace come sua per intero…Margaret… >> e quando quella lingua e quelle labbra pronunciarono il suo nome un brivido percorse la schiena di Maggie e lei si ritrovò a chiedersi perché con Daniel certe sensazioni non le aveva mai avute!

<< Yanna ha fatto davvero un ottimo lavoro >> commentò Dorian una volta entrato e dopo aver visto la trasformazione che aveva subito la stanza:<< Sì, è stata molto gentile, non ci aspettavamo qualcosa di così bello quando le abbiamo chiesto del pigiama party >> << Yanna è fatta così, non ama fare le cose in piccolo >> lei mosse ancora qualche passo avvicinandosi ai cuscini e lasciandosi cadere su uno di essi:<< Ti è molto affezionata, prima si stava preoccupando per te >> Dorian si avvicinò sedendosi a sua volta accanto a lei:<< Mi ha cresciuto, Frankie a undici anni è andato ad Hogwarts mentre io frequentando Beauxbatons ero praticamente quasi sempre qui >> Maggie lo guardò negli occhi mentre quelli di Ian giravano per la stanza:<< Sei cresciuto qui? Cioè qui all’hotel? >> lui annuì:<< La mia camera è la stessa di quando avevo dieci anni, solo con meno poster e forse un po’ più ordinata e senza divise del Quidditch o boccini in giro >> << Giocavi? >> di nuovo lui annuì:<< Sono stato il cercatore della scuola per qualche anno, ricordo la disperazione di mio padre quando gli dissi che volevo fare il giocatore professionista finita la scuola, non mi ha più parlato finché non gli ho detto che avrei finito gli studi e avrei fatto lo stage al ministero che mi avevano proposto >> ripensando a quanto dolci ed amorevoli fossero i suoi genitori Maggie sospirò triste:<< Tuo padre sembra un uomo molto duro >> Ian sorrise giocherellando con il bordo ricamato di un cuscino evitando di guardarla negli occhi:<< È solo molto severo, pretende il massimo da noi e visto che io sono quello che è rimasto qui si è concentrato su di me in modo che un giorno potessi mandare avanti l’hotel al posto suo >> era inutile specificare perché il suo rapporto con suo padre fosse leggermente diverso da quello che François aveva con l’uomo poi facendo una smorfia involontaria pensò che non era inutile, avrebbe solo richiesto un po’ troppe spiegazioni.

<< E tua madre? >> per un istante Ian pensò di non rispondere, ma Maggie aveva avuto quell’incredibile capacità di leggerli dentro da quando si erano parlati la prima volta sullo scalone centrale della hall e già allora aveva evitato di rispondere ad alcune sue domande, non poteva farlo di nuovo:<< Mia madre è morta quando ero piccolo >> sì, quella risposta doveva andare bene, non presupponeva troppe spiegazioni e per il momento se la sarebbe cavata anche se in fondo al cuore moriva dalla voglia di raccontare tutto a quella dolce e bellissima fata che due anni prima era entrata nella sua orbita sconvolgendo la sua esistenza, la mano di Maggie sulla sua gli diede un’ulteriore conferma di ciò che pensava.

Lei fece per aprire bocca quando un rumore fece voltare entrambi:<< Yanna >> e Dorian si alzò di scatto guardando l’elfa che lo fissava con gli occhi spaventati:<< Padron Dorian, mi spiace…io doveva venire prima io… >> Ian la guardò allungando una mano per calmarla:<< Stai tranquilla Yanna, che cosa c’è? Che cos’è successo? >> l’elfa chinò il capo triste:<< Vostro padre è tornato padrone, è nello studio e ha chiesto di vedervi >> capendo le parole sottintese dell’elfa e sapendo bene che Isaac già aveva saputo del salone e di chissà cos’altro Dorian si rialzò voltandosi verso Maggie con gli occhi cupi:<< Temo che il nostro pigiama party sia stato interrotto prima del tempo, mi spiace Margaret >> poi rivolgendosi all’elfa aggiunse:<< Accompagna la signorina Stains nella sua stanza >> tornando di nuovo a guardare Maggie che aveva alzato una mano e stava per dire qualcosa lui sorrise, fece un paio di passi verso di lei afferrandole la mano ed intrecciando le loro dita:<< Bonne nuit Margaret, è stato un piacere stare qui con te >> poi chinando il capo fece per baciarle la fronte ma preoccupato di quello che poteva rappresentare quel gesto a metà strada si bloccò:<< Bonne nuit Dorian Atelier >> e alzandosi in punta di piedi Maggie raggiunse la sua guancia sfiorandola con le labbra poco prima di sorpassarlo e raggiungere la porta.

Di nuovo solo Dorian si tolse dalla tasca la bacchetta agitandola in aria e rimettendo a posto quel salone esattamente com’era stato fino a quel pomeriggio poi lanciando uno sguardo alla statua dei giovani innamorati che era illuminata dai raggi della luna mormorò cercando di farsi coraggio:<< Mi manchi maman >>

 

Quando sentì bussare Isaac aprì la porta con colpo di bacchetta, sapeva che era Dorian e visto il tenore che avrebbe preso quella conversazione non era il caso che si alzasse a salutarlo con un abbraccio come faceva sempre quando tornava da un viaggio di lavoro.

<< Dorian >> e salutò il figlio asciutto vedendolo entrare:<< Papà >> rispose l’altro a tono:<< Dobbiamo parlare Dorian >> il giovane avanzò nella stanza restando però in piedi senza sedersi su una delle poltrone di pelle davanti alla scrivania:<< Dobbiamo parlare o mi devi ordinare cosa fare come sempre? >> Isaac scosse il capo:<< Sai bene che non ti ho mai ordinato niente, sei mio figlio e ho piena fiducia in te Dorian, sempre…non ti lascerei questo hotel altrimenti solo che sono preoccupato per… >> << Per cosa? >> << Hai dato a quelle ragazze il permesso di utilizzare il salone di tua madre >> sapeva che il discorso sarebbe andato a parare lì, meglio giocare subito a carte scoperte allora:<< Ho dato loro il permesso di utilizzare un’enorme salone che è inutilizzato da quando io avevo due anni >> la sua voce era calma ma non per questo Isaac non notò la rabbia che la pervadeva, suo figlio aveva preso molte cose da sua moglie ma per molte altre era la sua copia sputata:<< Quel salone è chiuso per ovvie ragioni e tu lo sai >> << Quel salone è chiuso perché tu non vuoi rivivere i ricordi e stare male, ma non puoi passare tutta la vita ancorato al passato, vivi in questo hotel solo perché è qui che hai conosciuto la mamma, vivi qui e non vuoi spostare nemmeno una virgola più del necessario perché hai paura che qualcosa interferisca con i ricordi del vostro amore >> << Sono tuo padre Dorian, non ti permetto di parlarmi così >> << Sei mio padre ma sei anche il padre di François eppure non hai avuto scrupoli a mandare il tuo secondo genito dall’altra parte della Manica pur di togliertelo da davanti agli occhi >> << Non osare, voglio bene a tuo fratello esattamente quanto… >> << Vuoi bene a mio fratello ma non riesci mai a guardarlo negli occhi, vuoi bene a mio fratello ma è a me che hai chiesto di dirigere l’hotel >> << Sei il primogenito, è il tuo compito >> << È quello che io non ho mai voluto fare, tu mi hai costretto a farlo e sai che ti ho detto di sì perché questa è la mia casa e vorrei che un giorno fosse quella dei miei figli, ma solo perché voglio che loro amino questo posto come lo amavo io da bambino, ora lo sto odiando >> << Stai odiando la tua casa o stai odiando tuo padre? >> Dorian scosse il capo:<< Non ti odio papà e non potrei mai farlo, ma vivere qui in mezzo a tutto questo è come un continuo tormento, lei manca anche a me e più resto qui e cerco di non pensarci più mi viene in mente e ci sto male >> << Vuoi forse andartene? >> ecco, erano di nuovo al punto cruciale della situazione, avevano già avuto quella discussione mesi prima quando Ian aveva comunicato al padre che avrebbe preso parte ai giochi e la discussione era finita sempre nello stesso modo: lui poteva partecipare e forse avere la donna della sua vita, ma la sua vita sarebbe sempre stata legata all’Hotel des Fleur e ai Jeux d’amour per tutto il resto della sua esistenza:<< Allora Dorian? Vuoi andartene? Vuoi venire meno alla parola che mi hai dato? >> << Sai che non lo farò >> Isaac guardò il figlio con i suoi stessi occhi blu prendendo poi qualcosa dal cassetto della scrivania:<< Provamelo >> e allungando un piccolo pezzo di pergamena sulla scrivania guardò il sangue del suo sangue con determinazione:<< Sai come funziona il gioco >> Ian chinò il capo ormai preda di rabbia, delusione e tristezza, sperava di ritardare quella prova il più possibile ma suo padre l’aveva battuto sul tempo e ora non sapeva come avrebbe reagito!

<< Sei sleale >> commentò poi avvicinandosi alla scrivania:<< Proteggo le cose a cui tengo con ogni mezzo lo sai >>

 

La mattina dopo mentre le altre si stavano preparando per scendere a fare colazione Maggie era sul suo letto con le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata sopra:<< Maggie…ehi stai bene? >> e Bunny le si avvicinò mettendole una mano su una gamba per attirare la sua attenzione:<< Sì, sto bene…ho solo qualche pensiero per la testa >> l’altra sorrise e per un attimo la dolcezza prese di nuovo possesso del suo viso e Margaret si ritrovò a pensare che era davvero bella quando non si lasciava prendere dallo sconforto e dai brutti ricordi:<< È successo qualcosa ieri sera? Dopo che ti abbiamo lasciata sola con Dorian Atelier? >> lei scosse il capo ripensando a quei pochi momenti in cui erano stati nel salone e a come lui le era sembrato così accessibile e dolce:<< No, non è successo niente, abbiamo parlato per un po’ e poi siamo andati a dormire >> << Allora andiamo, sono sicura che ti starà aspettando per fare colazione insieme >>

Il pronostico di Bunny tuttavia fu sfatato non appena le due ragazze misero piede nella sala e poco dopo Noelle e James con il fiatone li raggiunsero, Noelle si era cambiata ma James indossava ancora la camicia e i pantaloni della sera prima:<< Ehi buongiorno, ma dove hai dormito? >> e Bunny guardò Noelle con fare indagatore:<< Ci siamo addormentati in terrazza, stavamo guardando le stelle cadenti e siamo crollati >> << Tu sei crollata Jackson, russavi che era un piacere >> commentò James sorridendo e sorpassandole per raggiungere il tavolo della colazione:<< Te lo ripeto Rhodes io non russo! >> replicò lei piccata:<< Ehi ma dov’è? >> domandò Maggie dando voce ai propri pensieri e non vedendo i capelli neri e gli occhi blu che stava cercando all’interno della sala:<< Mio figlio è dovuto andare via per risolvere alcuni problemi dell’hotel signorina Stains, ma non si preoccupi sa cavarsela >> e la voce di Isaac Atelier fece voltare tutta la sala:<< Papà >> e François si avvicinò al padre con un piccolo sorriso:<< Quando sei tornato? Credevamo che non ce l’avresti fatta prima di domani >> Isaac guardò gli ospiti dell’hotel, lasciare il timone ai suoi figli per dieci giorni era stato quasi un suicidio per ciò che restava a memoria dell’amore della sua vita:<< Ho risolto le cose prima, sono tornato ieri sera >> << Hai già visto Ian? >> << Io e tuo fratello abbiamo avuto una interessante chiacchierata ieri sera >> ricordandosi del viso cupo di Dorian quando Yanna era venuta a chiamarlo il cuore di Maggie mancò un battito, avrebbe tanto voluto vedere Ian in quel momento per assicurarsi che tutto andava bene…

 

<< Dio mio sei splendida! >> e Leila guardò Noelle che con addosso un vestito di pizzo nero sotto cui si intravedeva della seta rosso scuro si stava facendo acconciare i capelli dalle mani esperte di Lilith:<< Beh nemmeno tu ti sei risparmiata mi sembra >> replicò Bunny guardando l’abito a mezza manica di chiffon bianco che le arrivava fino al ginocchio, era molto semplice ma proprio per questo faceva risaltare la bellezza naturale di Leila rendendola ancora più favolosa.

<< Dite che andrà bene? Voglio dire non so chi o cosa aspettarmi e se non è la serata che mi aspetto? >> domandò la biondina torcendosi le mani:<< Andrà bene, scommetto che il tuo ammiratore è alto, biondo e con gli occhi color del cielo >> replicò Maggie cercando di sorridere, ma il fatto di non aver mai incrociato Ian in tutta quella lunga giornata in giro per l’hotel un po’ la metteva di cattivo umore:<< François Atelier non pensa certo a me >> << Beh come ho sempre detto nessuna delle alternative non è male se escludiamo James che ovviamente starà aspettando Noelle >> << La vuoi smettere Ben? Non è divertente >> replicò la diretta interessata agitandosi sulla sedia, doveva ammettere che da quando aveva sentito il profumo di James sulla sua giacca non riusciva a togliersi il suo bell’amico dalla testa!

 

Intanto Libero era seduto sul letto della sua camera a prendere in giro François:<< Ora sì che sembri davvero tuo fratello…ma che bel pinguino! >> << Smettila Libe, sono preoccupato per Ian, è tutto il giorno che non si fa vivo e non è da lui >> << Tuo padre ha detto che è partito per risolvere qualche problema per l’hotel, visto che un giorno lo dirigerà lui mi sembra normale no? >> << Non mi ha detto niente, non si è fatto sentire e non so dove sia mio fratello, avrei bisogno di lui adesso >> capendo che il suo amico stava avendo una delle sue solite crisi d’esistenza come quando capitava a scuola Libero si alzò dal letto avvicinandosi al comodino di François e prendendo la foto dei due fratelli che c’era poggiata sul comodino:<< Prova a chiamarlo, magari è solo impegnato e non ha avuto un momento per dirti che andava via >> François prese fra le mani la foto, era una vecchia istantanea fatta il giorno che suo padre gli aveva proposto di andare a studiare ad Hogwarts, lui era stato felice dell’idea ma poi aveva capito che ciò significava vivere per sette anni lontano da suo fratello…era stato allora che avevano fatto quella foto e poi Ian l’aveva incantata in modo che se avesse voluto comunicare con lui l’avrebbe potuto fare attraverso quell’immagine.

<< Ian… >> e provò piano a chiamare il fratello, solitamente Dorian rispondeva subito visto che aveva la copia di quella foto sempre in tasca:<< Ian dove sei? >> ancora nessuna risposta, ma dove poteva essere suo fratello per non rispondere nemmeno a lui?

Vedendo che il suo amico stava per togliersi la giacca blu Libero gli si avvicinò bloccandogli le mani:<< Fermo fermo fermo! Che cavolo fai? >> François guardò prima l’amico e poi la sua immagine allo specchio:<< Non ci vado, non posso farlo…con Fiona è stato un disastro perché questa volta dovrebbe… >> Libero sorrise rimettendo la giacca sulle spalle dell’amico:<< Perché da quello che ricordo a scuola una volta mi hai detto che Leila Tallyst era proprio il tuo tipo, che ti avrebbe fatto rinunciare a qualsiasi altra cosa al mondo >> ricordando quella conversazione avvenuta l’unica volta in cui lui si era ubriacato alla fine del suo sesto anno, dopo che i Grifondoro avevano vinto la Coppa di Quidditch, Frankie scosse il capo:<< Ero sbronzo >> << Sei più sincero quando sei sbronzo e lo sai >> per un attimo François rimase zitto poi Libero lo guardò sistemarsi il colletto della camicia e sorridergli attraverso lo specchio:<< Grazie Libe >> l’amico fece spallucce:<< Non sarò tuo fratello ma diciamo che me la cavo >>

 

<< François… >> e Leila rimase immobile sul pianerottolo quando uscendo dalla camera trovò il ragazzo appoggiato al muro davanti alla porta che le sorrideva:<< Dirti che sei splendida non renderebbe l’idea, sei pronta ad andare? >> sorridendo per cercare di vincere l’imbarazzo di trovarsi davanti il vecchio compagno di scuola Leila allungò una mano prendendo quella che lui le stava porgendo:<< Dove mi vuoi portare? >> la mano di Frankie stretta attorno alla sua vita la scombussolò un istante poi lui le sorrise:<< Dimmi solo che non soffri di vertigini >> lei scosse il capo e lui sorridendo le si avvicinò sussurrandole all’orecchio:<< Stringiti a me e non mollarmi per nessun motivo >> Leila fece come le era stato ordinato sentendo poi lo strappo allo stomaco dovuto alla smaterializzazione, quando riaprì gli occhi le ci volle un attimo per abituarsi alla penombra.

Si guardò intorno incuriosita e, contrariamente a quanto pensava non erano soli ma in mezzo ad una piccola folla di quelli che sembravano turisti:<< Ma dove siamo? >> domandò poi e François sorrise allungandole una mano e portandola verso un parapetto:<< Dimmelo tu >> Leila guardò giù e per un attimo le mancò il fiato: sotto di loro c’era il buio della notte…il buio e una miriade di piccole luci di vari colori, alcune si muovevano e altre si riflettevano in quella che, lo capì grazie ad una piccola barca che vi navigava in mezzo, era la Senna:<< Siamo in cima alla Tour Eiffel? >> domandò poi tornando a guardare gli occhi azzurri del suo cavaliere:<< Esattamente >> replicò Frankie poi appoggiandosi al parapetto aggiunse:<< Spesso quando sono a casa vengo qui a riflettere, a certe ore la torre è chiusa e basta un semplice incantesimo di disillusione per non farmi notare dalle telecamere, è uno dei miei posti preferiti in tutta Parigi >> ancora troppo affascinata da quel panorama che definire magico era un eufemismo Leila gli sorrise stringendogli poi una mano:<< Perché mi hai portato qui? >> lui fece spallucce:<< Volevo portarti in un posto speciale e per me questo è il posto più speciale della città >> poi sorridendole aggiunse stringendole la mano a sua volta:<< Non male come primo appuntamento no? >> lei guardò il suo profilo illuminato dalle luci della torre e si chiese che cosa sarebbe successo se magari ai tempi della scuola si fosse fermata un attimo a conoscerlo un po’ meglio.

 

Mentre Leila si godeva Parigi ai suoi piedi in camera Maggie, Bunny e Lilith stavano cercando di calmare una disperata Noelle che continuava a piangere:<< Adesso ditemi ancora che è James che mi ha mandato quell’invito! Jamie non mi farebbe mai una cosa simile, Jamie non potrebbe mai… >> ma un bussare alla porta bloccò le loro parole e Ben si alzò per andare ad aprire mentre Maggie continuava a passare una mano sulla schiena di Noelle per calmarla:<< Ho bisogno di vederla, Bunny per favore… >> sentendo la voce di James Noelle alzò la testa di scatto:<< Jamie? >> domandò poi guardando Maggie quasi l’avesse appena colpita un fulmine:<< Ci vuoi parlare? >> le domandò l’altra preoccupata visto quanto ancora stesse piangendo:<< Se hai ragione ed è lui meglio che lo faccia subito >> << Sicura? Perché posso sempre cacciarlo fuori a calci >> replicò Ben tornando vicino a loro seguita a ruota da James in smoking e vedendolo così Noelle non ebbe più dubbi, era lui che le aveva mandato quel biglietto, le sue amiche avevano sempre avuto ragione e lei era stata così cieca da non accorgersi di niente in tutti quegli anni che lo conosceva!

 

<< Possiamo parlare in privato? >>  domandò lui guardandola con quei grandi occhi marroni spalancati:<< Che cosa vuoi Jamie? >> gli domandò cercando di trattenere le lacrime:<< Voglio parlarti, dobbiamo chiarire questa storia >> Maggie e Lilith si alzarono avvicinandosi alla porta e quest’ultima trascinò fuori anche Bunny che stava già prendendo la bacchetta puntandola contro Rhodes.

<< Allora? Che cos’hai da dirmi? >> domandò Noelle guardandolo quasi senza espressione, non l’aveva mai vista così ma sapeva di meritarselo visto quello che le aveva fatto.

<< Ascolta Noelle io… >> ma lei non gli lasciò il tempo di finire alzandosi in piedi e aggredendolo:<< Tu cosa? Hai idea di come mi sono sentita James? Quel biglietto, quell’invito…non ero nemmeno sicura di accettare perché non sapevo da chi provenisse ma tutti, perfino Dorian che tu detesti tanto mi ha consigliato di accettare perché secondo lui, e anche secondo le ragazze, non sarei rimasta delusa! Maggie mi ha perfino accompagnato a scegliere questo dannato vestito e per un attimo anche io mi ero convinta che me lo avevi mandato tu, che quando sarei arrivata nella hall ti avrei trovato lì con il tuo sorriso e quell’aria da bello imposs… >> incapace di resistere ancora James la prese per le spalle tirandola verso di sé ed impossessandosi delle sue labbra in un bacio del tutto diverso da quello che le aveva rubato la sera prima sulla terrazza.

Noelle era lì, bellissima e fiera come lui l’aveva sempre vista e l’aveva fatto per lui, il codardo era lui…il pauroso era lui che aveva preferito nascondersi dietro un angolo quando l’aveva vista là ferma ad aspettarlo piuttosto che avvicinarsi e prendersi quello che da anni ormai voleva!

Aveva preferito rinunciare all’amore pur di non perdere l’amicizia di quella ragazza straordinaria ma adesso era ora di finirla, era ora di mettere le carte in tavola una volta per tutte, aveva sfidato a duello Dorian Atelier per lei, aveva messo in ballo tutto ciò a cui teneva compreso il suo dannato orgoglio e avrebbe rinunciato a qualsiasi cosa nella sua vita se in cambio avesse avuto Noelle Jackson!

Quando la lasciò andare Noelle aprì gli occhi guardandolo sorpresa mentre lui con il fiato corto era immobile ad aspettare una sua risposta…lei continuava a guardarlo senza alcuna reazione, sembrava quasi che quel bacio non le avesse fatto provare niente, che non provasse più nulla per lui…gli sarebbe andato bene anche uno schiaffo, qualsiasi cosa pur di capire che in qualche modo faceva ancora parte della vita di quella ragazza, ma quel silenzi glaciale era la tortura peggiore di tutte!

<< Io devo…sarà meglio che vada…scusami >> e avvicinandosi alla porta sparì lungo il corridoio scendendo le scale e correndo fuori dall’hotel, aveva bisogno di riprendere fiato!

Grimilde's

Eccomi di nuovo con un nuovo aggiornamento in quanto 24/36 ore? Il merito va a qualcuno che mi ha stuzzicato talmente tanto da farmi praticamente buttare giù di getto tutto questo incasinando ancora di più la vita di questi poveracci! (Ogni riferimento è puramente casuale Hadley!)

Prego preparate pure fucili, forche o qualsiasi cosa vogliate tirarmi addosso, so che sembro sadica ma vi avviso che nel prossimo capitolo (diciamo nei prossimi 2 o 3 visto che li dividerò) le cose peggioreranno anche di più!!! 

Non odiatemi, in fondo l'ha detto anche Isaac Atelier che i ragazzi sarebbero stati sottoposti  a delle prove...che poi le prove siano crudeli è un'altra storia...

Scherzi a parte il prossimo aggiornamento credo arrivarà nel prossimo fine settimana perchè mi hanno dato i turni al lavoro e mi devo organizzare prima con quelli, per ogni cosa io sono qui, basta scrivermi e vi rispondo sempre... 

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Capitolo 7
*** 6 - Sogno o son desto? ***


Capitolo 6

Grimilde's 

Allora...oggi ho deciso di mettere le note prima per fare una semplice spiegazione, i prossimi capitoli (a cominciare da questo) saranno dedicati ad alcuni personaggi specifici e ad ognuno succederà più o meno quello che succederà ad Ian in questo capitolo; non mi dilngo oltre salvo dirvi che le parti in corsivo sono quelle che si svolgono nella mente di Dorian così come negli altri capitoli si svolgeranno nella mente dei vari personaggi...

So che avevo detto che non avrei aggiornato prima di venerdì ma questo capitolo era praticamente già pronto...

<< Yanna >> la piccola elfa si voltò sentendosi chiamare e trovando Margaret Stains ferma sulla porta della lavanderia, come quella ragazza fosse arrivata lì l’elfa non lo sapeva ma sapeva che quella visita significava guai:<< Yanna sai dov’è Dorian? >> domandò poi Maggie avvicinandosi all’elfa:<< No signorina, non so dove sia il padrone, è occupato e non può essere disturbato >> << Occupato? >> e Margaret la guardò non capendo come facesse Yanna a sapere che Dorian era occupato se diceva di non sapere dove fosse.

 

Girandosi nel letto Dorian allungò un braccio stringendo il piccolo corpo caldo accanto a sé, incontrò un paio di strati di seta prima di arrivare dove voleva ed accarezzare la pancia lievemente arrotondata di sua moglie baciandole poi la nuca con dolcezza:<< Buongiorno pigrona >> la donna accanto a lui si mosse appena mugugnando qualcosa di incomprensibile:<< Come dici tesoro? Credo di non aver capito >> e sorridendo contro i suoi capelli cominciò a baciarle il collo scendendo pericolosamente verso la spalla:<< Dorian Joshua Atelier smettila immediatamente! Oggi arrivano i nuovi ospiti e tu devi essere pronto e presentabile tra due ore! >> inutile dire che a quelle parole lui scoppiò a ridere mentre lei si voltava a guardarlo con i grandi occhioni spalancati e pieni di rimprovero o almeno lei ci stava provando con tutta sé stessa:<< Sai che mi basta un’ora per essere pronto >> poi tirandola accanto a sé sotto le lenzuola rosse aggiunse:<< Quindi ho tutto il tempo per godermi la mia bellissima moglie, dico bene Margaret Atelier? >> Maggie sorrise sciogliendosi come sempre davanti a quegli occhioni blu che l’avevano incantata dal primo istante:<< Sei il diavolo incarnato Ian >> lui fece spallucce baciandole piano le labbra:<< Non è colpa mia se mia moglie è così desiderabile >> poi facendola girare in modo che la sua schiena aderisse al materasso le scivolò sopra guardandola sornione:<< Che tu sia maledetto Ian >> ma anche lei rideva mentre pronunciava quelle parole:<< Sai anche tu che non mi resisti >> << Ti odio >> lo prese in giro ricambiando il suo bacio:<< Sì, anch’io ti amo Margaret >>

 

Due ore dopo il signore e la signora Atelier erano al centro della hall ad aspettare l’arrivo dei partecipanti ai giochi di quell’anno, guardando suo fratello appoggiato pigramente alla ringhiera Ian sorrise, era bello che Frankie alla fine avesse deciso di accettare quella cattedra di pozioni a Beauxbatons, almeno lo aveva vicino per gran parte dell’anno!

Voltando lo sguardo verso Maggie le sorrise allungando una mano per stringere la sua come aveva fatto timidamente al loro primo appuntamento quando le porte dell’ingresso si aprirono e sua moglie ritrasse in fretta la mano dalla sua; guardando i dieci giovani davanti a sé Ian sorrise: era ora di cominciare lo show.

 

Fu solamente quella sera, mentre stanchi e stremati dopo la cena di benvenuto mentre rientravano in camera che Dorian si fermò un istante a guardare il profilo di Maggie che, davanti alla finestra, guardava Parigi facendo scorrere un dito sul vetro disegnando i contorni dei tetti:<< Ehi… >> e le si avvicinò accarezzandole un fianco:<< Va tutto bene? >> lei annuì continuando a guardare fuori:<< Sì, credo di essere solo un po’ stanca è stata una giornata impegnativa >> lui annuì a sua volta ma quando fece per chinare il capo e baciarle il collo Maggie scivolò via dal suo abbraccio avvicinandosi al cassettone per prendere una camicia da notte.

Guardando sua moglie in silenzio Dorian provò a ripercorrere i momenti di quella giornata, era successo qualcosa dall’arrivo degli ospiti al loro rientro in camera, qualcosa che aveva sconvolto la sua dolce metà al punto da farle rifiutare perfino un bacio…

<< Margaret… >> amava chiamarla con il suo nome completo ma contrariamente al solito lei non sorrise:<< Maggie… >> provò di nuovo avvicinandosi:<< Sono stanca Ian, fammi andare a letto >> e girando dall’altro lato della camera Maggie si sedette sul letto infilandosi poi sotto le lenzuola e voltando la schiena al marito, Ian rimase in piedi immobile per qualche istante: c’era decisamente qualcosa che non andava!

<< Maggie va tutto bene? >> provò di nuovo a chiederle mentre si spogliava per andare a sua volta a letto:<< Va tutto bene, adesso abbiamo altro di cui preoccuparci, domani dovremo iniziare a pensare a cosa fare con quei ragazzi >> poi spegnendo la luce dalla sua parte Margaret dichiarò chiusa la conversazione.

 

Il giorno dopo la situazione non era cambiata e nemmeno in quelli successivi parve migliorare, la donna che lui aveva amato e sposato sembrava sparita nel nulla lasciando il posto ad una algida ma sempre bellissima regina dei ghiacci che a malapena tollerava la sua vista.

<< C’è qualcosa che non va Maggie, possiamo parlarne per favore? >>

 

<< Yanna tu sai dov’è Dorian vero? >> e di nuovo Maggie pose quella domanda:<< Io non sapere dov’è il padrone signorina, mi spiace ma… >> Maggie si avvicinò inginocchiandosi accanto all’elfa:<< Per favore Yanna, so che lo sai…ho bisogno di vederlo e di parlargli…dimmi dov’è >> sapendo bene quello che stava succedendo, quello che Dorian provava per quella ragazza così dolce ed innocente e sapendo che così facendo disubbidiva agli ordini di padron Isaac Yanna chinò il capo pe rialzarlo poi velocemente e fissare i suoi grandi occhioni in quelli scuri di Maggie:<< La signorina può venire con me, ma deve promettere che non farà niente >> << Come? Cosa stai… >> l’elfa alzò un dito come per ammonirla:<< La signorina Margaret può venire con me ma deve promettere che non farà niente >> decisa ad andare in fondo alla questione Maggie annuì:<< D’accordo Yanna, prometto che non farò niente >> l’elfa annuì poi prendendo una bacinella con dell’acqua fresca e alcuni stracci tese la mano alla ragazza che l’afferrò poco prima di smaterializzarsi.

 

Mentre Maggie spariva alla ricerca di Ian in un piccolo salone al piano terra James Rhodes aveva scavato un vecchio pianoforte a coda e per stemperare un po’ di ansia e nervoso dopo il suo bacio a Noelle e la fuga di lei si era messo a strimpellare qualche nota, era un po’ che non lo faceva ma in fondo era come andare in bicicletta…

<< Jamie… >> la voce dolce di Noelle lo interruppe su un accenno del secondo pezzo che aveva cominciato a suonare:<< Ciao Noelle >> le rispose piatto continuando a suonare senza nemmeno voltarsi a guardarla, fortuna che il piano dava le spalle alla porta perché non era sicuro di riuscire a controllarsi con lei affianco:<< Jamie io vorrei parlarti… >> << Lo so, anche io voglio parlare con te >> le rispose continuando a suonare ma bloccandosi quando sentì la mano di lei sul braccio e sollevò lo sguardo per incrociare quei due occhi verdi che lo avevano ammaliato fin dal primo istante!

 

<< Ma dove siamo? >> e Maggie guardò la piccola elfa che spingeva una porta scura davanti a loro:<< La prego faccia piano signorina >> rispose Yanna mentre apriva la porta entrando in una stanza quasi completamente immersa nel buio…

Gli occhi di Maggie ci misero un po’ ad abituarsi alla penombra ma quando lo fecero quello che vide la lasciò senza fiato e dovette portarsi le mani sulla bocca per soffocare un grido:<< Ian… >> e sussurrando appena il suo nome si avvicinò al ragazzo che, a petto nudo, era sdraiato in un letto probabilmente preda degli incubi visto come si agitava e come le coperte scure erano un groviglio indistinto che avvolgeva il suo corpo, le sue grandi mani erano talmente strette attorno al lenzuolo da fargli sbiancare le nocche e il suo viso era il ritratto dell’angoscia:<< Che cos’ha? Yanna che cosa… >> e Maggie fece per avvicinarsi ma velocemente l’elfa si mise tra lei e il padrone bloccandola mentre con una mano passava un panno umido sulla fronte del ragazzo mormorando qualcosa di molto simile ad un dovete essere forte signore, passerà, presto passerà…

<< Che cosa gli è successo? >> domandò Maggie incapace di staccare gli occhi dal viso di Ian tormentato da chissà cosa:<< Mio figlio ha deciso di darmi una prova del suo carattere signorina Stains >> Margaret si voltò spaventata guardando la porta dove Isaac Atelier era in piedi fermo come una statua e bello come un dio:<< Signor… >> deglutì piano tornando a guardare Ian:<< Signor Atelier >> poi guardando di sfuggita l’uomo domandò piano:<< Che cosa sta succedendo a Ian? >> Isaac si avvicinò al letto del figlio guardando prima lui e poi Yanna che continuava a tamponare la fronte del giovane con un panno:<< Mio figlio non corre alcun pericolo signorina Stains, certo non è piacevole quello che sta vivendo ma Dorian ha accettato di farlo pienamente consapevole di ciò a cui andava incontro >> << È stato lei? Lei gli ha fatto… >> inaspettatamente Isaac tirò fuori un piccolo pezzo di pergamena dalla tasca:<< Il primo giorno in cui siete arrivati qui signorina lei, come i suoi compagni, ha scritto il suo nome su un pezzo di pergamena come questo >> poi giocherellando con quello che aveva in mano aggiunse:<< Anzi credo proprio che il suo sia questo >> Maggie lo guardò seria:<< Che cosa centra quel foglio con quello che sta succedendo ad Dorian? >> << Queste pergamene sono incantate – cominciò a spiegare l’uomo sempre giocherellando con quella che aveva in mano – un’idea di mio suocero ad essere onesti, hanno il potere di catturare l’essenza della persona che vi scrive sopra il proprio nome, quando poi la persona la tocca di nuovo può vivere o rivivere momenti della sua vita o del suo futuro per affrontare le proprie paure e i propri timori >> << Tutto questo per cosa? >> dio non osava nemmeno pensare a cosa stesse vivendo Ian, aveva avuto un piccolo assaggio della sua vita dalle sue labbra la sera prima ma non osava immaginare cosa lui stesse passando in quel momento:<< L’amore è una bella favola signorina Stains, l’amore ci spinge a fare cose che non pensavamo possibili, l’amore ci porta a rinunciare a tutto ma non si può vivere solo d’amore, non si può vivere solo del battito di due cuori…se non c’è un qualcosa di più sicuro e profondo alla base non si è destinati a durare, l’amore da solo è inutile e mio figlio lo sta provando sulla sua pelle >> gli occhi di Maggie si riempirono di terrore:<< Cosa? Ma non può…sta male e…la prego deve fare qualcosa per… >> Isaac scosse il capo:<< Solamente lui sa cosa sta affrontando e solamente lui può uscirne >> inaspettatamente lei tese la mano:<< Mi dia la mia pergamena >> << Cosa? >> domandò Isaac perplesso:<< Mi dia la mia pergamena, se Ian deve affrontare tutto questo non voglio che sia solo >> << Non può entrare in contatto con lui signorina Stains, è inutile quello che cerca di fare >> << Sono un’Indicibile, so cosa faccio >> non aveva mai usato il suo lavoro per farsi forza e tecnicamente non ne poteva parlare ma Dorian era stato così dolce con lei da quando era arrivata all’Hotel e, si sentiva stupida ad averlo capito solo in quell’istante, lui non le era certo indifferente quindi se poteva fare qualcosa per aiutarlo l’avrebbe fatto!

<< Non è il suo turno, quando verrà il momento starà a lei dimostrare di cosa è capace, ma non ora >> poi guardando l’elfa aggiunse:<< Yanna prenditi cura di mio figlio, avvisami quando si sveglierà >> l’elfa annuì e decisa a non arrendersi Maggie provò un’ultima volta:<< Posso restare con lui signor Atelier? Non voglio che stia solo… >> rivedendo in quello sguardo lo stesso sentimento e la stessa tenacia della donna che aveva rubato il suo cuore molti anni prima Isaac annuì:<< Rimanga con lui se vuole, ma la avverto che non servirà a molto >> poi in silenzio lanciando un ultimo sguardo al figlio lasciò la stanza.

 

<< Questa cos’è? >> domandò Ian guardando sua moglie mentre Renoir sul suo trespolo guardava i suoi padroni e, soprattutto, la lettera firmata dal ministero inglese che Dorian teneva in mano:<< È una lettera, non hai mai visto una lettera Dorian? >> lui prese fiato cercando di calmarsi:<< Certo che so cos’è una lettera, mi chiedevo solo perché il ministero della magia dovrebbe scriverti, non avevi lasciato il lavoro? >> lo sguardo di Maggie gli diede la risposta che cercava ancora prima che lei aprisse bocca:<< Sì, l’ho lasciato! Sai benissimo che l’ho lasciato! >> poi scoppiando a piangere dalla rabbia aggiunse:<< Ho dovuto lasciarlo visto che altrimenti avrei perso te >> gli occhi di Ian si spalancarono dalla sorpresa:<< Cosa? Maggie io non ho mai… >> << Oh andiamo non dire idiozie, sei un Atelier, sei il degno erede di tuo padre e la tua vita è legata a questo hotel più di quanto tu voglia ammettere, non saresti mai venuto meno alla tua parola venendo con me a Londra >> << L’avrei fatto, dio Maggie ti avrei seguito ovunque…io voglio stare con te, voglio te il resto non ha… >> << Non dire che non ha importanza, non saremmo qui altrimenti >> << Sei tu che mi hai detto che saresti venuta qui, sei tu che mi hai detto che non aveva importanza il dove ma solo che eravamo insieme >> Maggie lo guardò furiosa:<< Certo che l’ho detto ma tu non ti sei nemmeno posto il problema, hai scelto Parigi e l’hotel sapendo che potevi avere anche me, hai scelto la via più facile senza rinunciare a niente >> bloccato da quell’accusa Dorian sentì il cuore spaccarsi a metà, quando aveva chiesto a Maggie di restare con lui per il resto delle loro vite e lei aveva accettato di trasferirsi a Parigi con lui non aveva minimamente pensato che per lei potesse essere un peso, avrebbe attraversato i continenti pur di starle accanto e sarebbe andato con lei in qualsiasi parte del mondo, ma quando lei gli aveva detto che Parigi sarebbe andata bene beh era stato l’uomo più felice del mondo, solo ora si rendeva conto dell’errore che aveva fatto…per certi versi lo stesso che aveva fatto Daniel Richardson a quel ballo del ministero molti anni prima!

<< Maggie io non pensavo che tu…non voglio che tu rinunci a qualcosa di così importante se ci tieni davvero possiamo… >> lei alzò gli occhi delusa:<< Possiamo cosa? Credi che ora cambierebbe qualcosa? Credi che ora che sto aspettando nostro figlio cambierebbe qualcosa? La nostra vita è stata scritta nel momento in cui hai scelto di restare qui Dorian e niente cambierà le cose >> incapace di replicare qualsiasi cosa lui chinò il capo mortalmente deluso da sé stesso per aver rovinato la cosa più bella della sua vita.

<< Dimentica l'hotel...siamo solo noi tre, pensa alla nostra famiglia, io ti amo e tu lo sai. Andremo dove vuoi e faremo ciò che vuoi, stavolta la scelta è tua Margaret sono sincero >>

 

<< Ian…svegliati…andrà tutto bene…sono qui… >> una voce calda perforò la sua testa e il mondo cominciò a svanire attorno a lui:<< Ian…ti prego svegliati… >> sentiva qualcosa di caldo e di umido scivolargli addosso, sentiva qualcosa di caldo scaldarlo dall’interno:<< Ian… >> batté un paio di volte le palpebre cercando di abituarsi alla penombra e di capire dove fosse o cosa gli fosse successo, il suo ultimo ricordo era la discussione con suo padre e la pergamena che lui gli aveva messo davanti.

<< Ian… >> sentendosi chiamare voltò appena la testa incrociando gli occhi scuri di Margaret che era distesa nell’altra metà del suo letto e gli stava accarezzando i capelli con una mano mentre con l’altra si stava asciugando le lacrime che le rigavano il viso:<< Che cosa ci fai qui? >> lei sorrise guardandolo negli occhi:<< Ero preoccupata per te, eri sparito >> lui si mosse appena cercando di mettersi seduto, non aveva male da nessuna parte ma si sentiva abbastanza spossato, come se avesse corso una maratona:<< Che giorno è? >> le domandò cercando di sembrare calmo ma il pensiero che fosse già passata domenica che le avesse dato buca al loro primo appuntamento lo stava uccidendo dentro:<< È sabato notte >> poi lanciando uno sguardo all’orologio a parete illuminato dalla luna aggiunse:<< Direi domenica mattina ormai >> poi un piccolo sbadiglio la bloccò e le guance di Maggie si tinsero di rosso:<< Da quanto tempo sei qui? >> le chiese Ian con un piccolo sorriso:<< Ieri sera, Yanna era venuta per tenerti d’occhio ma mi sono offerta di restare io con te >> il cuore del giovane Atelier mancò un battito:<< Grazie Margaret, non eri tenuta a farlo >> lei abbassò gli occhi incapace di guardarlo senza arrossire di nuovo:<< Dopo quello che era successo con tuo padre per la storia del salone sei sparito e così mi sono preoccupata, non volevo averti messo nei guai e… >> lui scosse il capo:<< Non mi hai messo nei guai, diciamo che mio padre ha qualche problema a lasciar andare il passato ma è una cosa che riguarda solo lui >> << Ma ti ha fatto lui questo, è stato lui a… >> Dorian sorrise di nuovo:<< Ci hai parlato vero? >> lei sorrise come a chiedergli silenziosamente scusa:<< Non l’ho fatto apposta te lo giuro, solo che ero qui e lui è entrato, volevo sapere che cosa ti stava succedendo, lui era così calmo… >> poi prendendo fiato dal momento che stava parlando troppo velocemente aggiunse:<< Mi ha detto delle pergamene e di quello che poteva succederti, ho avuto paura per te >> ok quella ragazza era la sua metà perfetta e se non l’avesse smessa di giocare all’infermierina premurosa con lui a letto in quello stato Ian avrebbe mandato al diavolo il buon senso e il loro appuntamento di quella sera baciandola lì e subito, tuttavia il suo istinto di gentiluomo ebbe la meglio facendolo restare immobile:<< Non c’è niente di cui preoccuparsi, certo non è piacevole come esperienza ma posso assicurarti che è del tutto innocua, serve solo a farti aprire gli occhi su alcune cose >> << Hochiestoatuopadredidarmilamiapergamena >> << Cosa? >> replicò lui scioccato sperando di aver capito male:<< Ho chiesto a tuo padre di darmi la mia pergamena >> ripeté lei più piano:<< Quando ti ho visto stare così male volevo fare qualcosa per aiutarti, ho pensato che se ero anch’io sotto incantesimo magari avrei potuto fare qualcosa, insomma è il mio lavoro trafficare con certe cose e… >> Ian sorrise anche se il pensiero che Maggie avrebbe dovuto vivere le sue più terribili paure solamente per capire se il loro amore era destinato a durare lo faceva morire:<< Sono così importante da suscitare l’interesse di un’indicibile? Sono onorato >> Maggie lo guardò cercando di restare seria:<< Ti credi divertente? >> lui fece spallucce:<< Ho lavorato per abbastanza tempo al ministero per sapere che cosa fa un’indicibile e quanto sia importante il tuo lavoro, sono onorato…davvero >> Maggie non gli rispose perché un altro sbadiglio la colse di sorpresa e il suo piccolo corpicino stanco scivolò delicatamente sulle lenzuola accoccolandosi accanto a quello di Ian:<< Sei stata sveglia tutta la notte a vegliare su di me? >> lei annuì troppo stanca per emettere un fiato:<< Riposati, hai bisogno di dormire un po’ >> << Ma se tu avessi bisogno di… >> Ian le accarezzò una guancia fissando gli occhi nei suoi:<< Starò bene e quando ti sveglierai sarò ancora qui, d’accordo? >> di nuovo Margaret annuì e in silenzio infilò un braccio sotto al cuscino che ancora profumava di lui e si lasciò andare ad un piccolo sonnellino, solo cinque minuti…magari dieci; mentre la sua bella principessa dormiva dopo averlo vegliato per tutta la notte Ian allungò una mano afferrando il blocco e la matita che teneva nel cassetto del comodino e cominciò a disegnare quel dolce angelo che dormiva placido in una nuvola di seta grigia accanto a lui.

 

<< Gail >> Micheal si voltò verso la porta della biblioteca trovandovi Lilith in jeans e maglietta che lo guardava pensierosa:<< Credevo avessimo superato i formalismi da un pezzo, non sei tu che mi hai detto di chiamarti Lilith? >> lei fece un paio di passi dentro la stanza:<< Sì, lo so >> poi avvicinandosi ancora aggiunse:<< Non posso uscire con te Gail >> Michael chiuse il libro di scatto facendola sobbalzare:<< Certo che sei insuperabile! Riesci a portare rancore a distanza di nove anni! >> gli occhi di Lily mandarono lampi:<< Cosa? Aspetta non crederai mica che sia… >> Mike le andò vicino con due passi, era talmente alto e aveva le gambe talmente lunghe che gli bastò quello per raggiungerla:<< Certo che è per quello, andiamo se non è per quello perché non vuoi uscire con me? >> Lilith lo guardò cercando di pensare rapidamente a cosa dire, non voleva dargli la soddisfazione di averci preso in pieno ma sapevano entrambi che Mike aveva ragione!

<< Allora? Non riesci a trovare una scusa valida? >> la stuzzicò lui con il voluto intento di essere cattivo:<< Gail ascolta io non… >> il guaritore si portò le mani sul viso imprecando piano per poi passarsele nei capelli:<< Per amor del cielo almeno chiamami con il mio nome! Michael! Mi chiamo Michael! Non pretendo di essere chiamato Mike ma almeno… >> a quelle parole Lilith esplose:<< Almeno cosa? Mi hai umiliata a scuola, mi hai detto che non ti saresti mai interessato, cito testualmente, ad una piccola insulsa Grifondoro troppo orgogliosa per fare qualsiasi cosa? >> poi guardandolo con un sguardo di puro odio aggiunse:<< Cos’è adesso sono più interessante? Visto che le altre sono già impegnate e ci sono solo io hai pensato che non ti avrei detto di no? >> Mike cercò di calmarsi, aveva una mezza idea su come zittire quella bocca insolente ma non ne avrebbe ricavato molto e se voleva far funzionare le cose doveva stare calmo:<< Senti nanetta facciamo così >> << Nanetta? >> e Lilith lo fulminò inviperita:<< Chiamami Michael e io la smetto di chiamarti nanetta >> << Scordatelo stangone >> Mike sorrise, sapeva che non avrebbe ceduto ma andava bene così:<< Posso accontentarmi di stangone per adesso – un sorriso furbo gli si dipinse sul viso a quelle parole – solo se tu uscirai con me, domani mattina subito dopo colazione >> << Lo sai che la gente normale esce di sera? Quando le stelle brillano in cielo e l’atmosfera è più… >> ma Lilith non fece in tempo a finire la frase che Mike la si chinò verso di lei sussurrandole suadente all’orecchio:<< Dovresti saperlo nanetta io non sono normale; ci vediamo a colazione domani >> e lasciandola lì incapace ancora una volta di ribattere lasciò la biblioteca.

 

L’orologio che aveva al polso segnava le nove meno dieci e Maggie era il ritratto dell’ansia e dell’impazienza, se da un lato si era lasciata convincere ad uscire con il suo misterioso Romeo dall’altro moriva dalla voglia di lasciar perdere tutto, di tornare nella camera di Ian e di passare la serata insieme a lui, anche solo per chiacchierare!

<< Oh smettila Maggie, se non stai ferma non riesco a sistemarti i capelli >> e sbuffando nervosa Lilith continuò a muovere le mani per sistemarle il semi-raccolto che le stava facendo:<< Va tutto bene Lilith? Sembri nervosa… >> e Noelle, seduta sul letto con le gambe incrociate guardò l’altra ragazza preoccupata:<< Sì, è solo Gail che mi da sui nervi, va tutto bene >> << Ma perché ce l’hai tanto con Michael? Sembra un ragazzo molto gentile >> commentò Leila guardando l’amica:<< La parola chiave di tutto Lila è sembra, Michael Gail sembra tante cose ma in realtà è una serpe che va a capire come è finita tra i Tassorosso >> poi ricordandosi che la sua migliore amica era stata una Serpeverde aggiunse:<< Con questo non voglio dire che… >> Leila alzò una mano con un sorriso:<< Se dessi retta a tutti commenti idioti di voi Grifoni… >> poi sorridendo aggiunse:<< So che non ti riferivi a me tranquilla >> << Ad ogni modo Gail è un capitolo chiuso che non voglio in alcun modo riaprire >> già, proprio per questo aveva preso in considerazione la sua proposta per dopo colazione le ripeté la vocina saccente dentro di lei!

<< Ecco fatto, sei pronta >> e infilandole l’ultima forcina nei capelli Lilith lasciò a Maggie il tempo di guardarsi allo specchio restando immobile per ciò che stava vedendo:<< È fantastico…davvero Lilith è… >> << Ehi tu sei già bellissima normalmente, io ho solo abbellito il tutto >> inutile dire che dalla gioia Maggie le gettò le braccia al collo per poi guardare le ragazze con un piccolo sorriso:<< Fatemi gli auguri >> << Ricordati che devi andare nella hall non in mansarda >> le ricordò Bunny con un sorriso:<< Non sei spiritosa >> << Non voglio esserlo, solo ricordarti che c’è qualcuno che vuole uscire con te e non sparisce per quasi due giorni senza motivo >> Maggie annuì in silenzio, non aveva detto a nessuno della storia delle pergamene perché Ian glielo aveva fatto giurare e in fondo nemmeno lei avrebbe dovuto scoprirlo prima del tempo.

Mentre scendeva le scale che l’avrebbero portata nella hall il suo cuore e la sua mente ripercorsero l’ultima conversazione che aveva avuto quel pomeriggio con Ian poco dopo che si era svegliata, dopo un po’ di imbarazzo gli aveva confessato dell’invito ricevuto e le parole di lui l’avevano lasciata un po’ basita, per nulla preoccupato della cosa Dorian le aveva detto di andare tranquillamente a prepararsi e di andare a quell’appuntamento.

Maggie si era sentita davvero male a quelle parole, fino all’ultimo aveva creduto che lui provasse qualcosa per lei, che ci fosse qualcosa di speciale tra loro due ma se dopo quello che era successo in quella notte lui arrivava addirittura a spingerla tra le braccia di un altro allora forse…

Poi alzando gli occhi il cuore le si fermò in gola vedendo l’uomo che l’attendeva in fondo alle scale.

Più si avvicinava e più il sorriso di lui si allargava, più gradini scendeva e più si sentiva bene, più gli andava vicino e più le farfalle nel suo stomaco crescevano.

<< E tu che ci fai qui? >> gli domandò una volta che lo ebbe raggiunto, Dorian le sorrideva dolcemente come aveva fatto anche quella mattina quando aveva aperto gli occhi e l’aveva vista accanto a lui, sembrava che non fosse passato un solo minuto da quando lo aveva lasciato:<< Aspettavo te >> le rispose poi semplicemente porgendole il braccio e Maggie lo prese guardandolo ammirata: Ian aveva indossato una camicia chiara senza cravatta e un completo blu scuro con la giacca alla coreana:<< Sei bellissima, non credo di avertelo ancora detto oggi Margaret >> e quegli occhi blu scivolarono sulla sua figura facendola sentire come una dea davanti a quello sguardo vorace:<< Ti piace davvero? >> Ian guardò di nuovo il delizioso abito al ginocchio dai decori panna e azzurri, visto da davanti sembrava un abito da cocktail molto esclusivo ma le dita della sua mano che scorrevano sulla schiena nuda di lei lo resero ben cosciente della sensualità dell’abito e della donna che lo indossava:<< Piacere non rende l’idea mia cara >> poi avvicinandosi all’ingresso dell’hotel aggiunse:<< Ti va di fare due passi? >> Maggie annuì e si lasciò trasportare nell’aria tiepida di quella splendida Parigi ad agosto.

 

<< Dove stiamo andando? >> gli domandò la sua compagna mentre camminavano mano nella mano lungo la Senna godendosi le luci che giocavano nell’acqua e i vari profumi, suoni e rumori che uscivano dai bistrot o dai locali più disparati:<< Abbi pazienza, ho una sorpresa per te che penso ti piacerà >> commentò poi continuando a camminare ancora per un po’.

Si fermò solamente quando arrivò davanti all’imponente vecchia stazione che ora ospitava il celebre Museo d’Orsay con il grande orologio che campeggiava sulla facciata e la O sul manifesto d’ingresso:<< Ma questo è…è… >> Ian annuì poi però notando le luci spente Maggie sorrise delusa:<< È chiuso >> replicò poi e Ian non poté che sorridere davanti a quell’espressione da bambina che lo faceva impazzire:<< Tecnicamente sì, lo è >> << Tecnicamente? >> domandò Maggie che ormai aveva imparato che con Ian Atelier al suo fianco anche l’impossibile diventava possibile:<< Un amico mi deve un favore >> replicò lui mentre una porta laterale poco lontano da loro si apriva e un uomo in uniforme faceva loro cenno di avvicinarsi:<< Vieni, andiamo >> poi quando ebbe raggiunto l’uomo Ian lo salutò con un sorriso:<< Signor Deveraux… >> << Dorian, tutto a posto? Quando Marcel mi ha chiamato credevo scherzasse >> Atelier scosse il capo:<< No, non scherzava, me lo saluti quando lo sente, purtroppo non siamo ancora riusciti ad incontrarci in questi giorni >> << Non mancherò tranquillo >> poi lanciando un’occhiata a Maggie l’uomo sorrise di nuovo:<< Mio figlio aveva ragione, è davvero bellissima >> Ian guardò Maggie con tutta l’adorazione del mondo:<< Sì, lo so >> poi entrando nel museo a malapena illuminato dalle luci di emergenza aggiunse:<< Grazie ancora signore, sono in debito >> poi prendendo la mano di Maggie la condusse verso le scale mobili ormai ferme salendo velocemente i gradini:<< Ian…ma dove… >> lui si fermò arrivato al secondo piano e prendendole entrambe le mani le sorrise:<< So che sembra stupido ma voglio farti vedere una cosa, abbiamo lasciato un discorso in sospeso l’altra sera e volevo farlo in un posto speciale, da bambino ho sempre adorato venire qui, all’ultimo piano ci sono un paio dei miei quadri preferiti e… >> sapendo bene che quadri erano esposti all’ultimo piano del Museo Margaret sorrise:<< Da quando ti piacciono gli impressionisti? >> Ian si bloccò a pochi passi dall’ingresso della sala guardandola da sopra la spalla:<< Da quando ho imparato a tenere in mano un carboncino >> poi camminando per la stanza si fermò davanti a due immensi quadri gemelli che raffiguravano entrambi una coppia che ballava; il primo – Ballo in città – ritraeva una coppia dell’alta società in abiti eleganti intenti probabilmente a ballare un valzer, il secondo – Ballo in campagna – rappresentava la stessa coppia ma in abiti meno formali e con espressioni più rilassate in quello che doveva essere un ballo di paese o durante una festa in campagna:<< Ti piace Renoir? >> gli domandò Maggie mentre lui come al solito si perdeva dietro i mille significati di quei due quadri così semplici eppure per lui così complessi.

<< Sì, amo questi quadri >> lei guardò i due dipinti così uguali eppure così radicalmente diversi:<< Rappresentato pienamente come mi sento, le due parti di me che non riesco mai a far combaciare ma che convivono facendo a pugni per sopraffare l’altra >> c’era tristezza nelle parole di Ian e quasi inconsapevolmente Maggie gli prese la mano intrecciando le dita con le sue e stringendola piano:<< Io vedo sempre lo stesso Ian, non due parti in lotta >> lui sorrise cominciando a girare per la stanza con lei per mano:<< Tu vedi solo il bello, vedi i lustrini e la seta del ballo in città >> le rispose distante citando in parte il quadro:<< Mostrami anche l’altra parte allora, mostrami i colori e l’allegria del ballo in campagna, voglio conoscerti davvero Dorian, non scherzavo l’altra sera >> lui annuì e fece per rispondere ma vide che gli occhi di lei erano stati catturati da una tela, I papaveri di Monet, che nella sua semplicità ti trasmetteva un senso di pace e armonia:<< E così ti piace Monet… >> le domandò con un sorriso:<< Molto, adoro questo quadro a dire il vero, il rosso è il mio colore preferito e i papaveri sono… >> lui sorrise:<< Fammi indovinare, il tuo fiore preferito? >> poi sorridendole aggiunse:<< E io che credevo fossero le margherite >> << Beh anche quelle >> lui si sedette su uno dei divanetti imbottiti proprio davanti al quadro e porgendole una mano la invitò a fare altrettanto:<< Così signorina Stains tu vorresti conoscermi meglio >> sembrava quasi una domanda casuale, ma non c’era nulla di casuale in quello che Dorian aveva in mente:<< Sì, mi piacerebbe conoscerti meglio, so che c’è qualcosa di più rispetto a quello che fai vedere agli altri >> << Di più? Cosa intendi? >> << Che come hai detto tu ci sono più parti di te, quella che fai vedere al mondo e che è decisamente molto affascinante… >> Ian sorrise:<< Molto affascinante? >> le domandò prendendola in giro:<< Smettila, sono seria >> << Lo so >> poi tornando a guardare il quadro aggiunse debolmente:<< Forse non c’è niente da scoprire sotto la superficie o forse non sono così interessante come credi Margaret >> con il cuore che le si stringeva in una morsa vedendo il dolore che traspariva dagli occhi di lui lei appoggiò la testa sulla sua spalla sorridendogli piano:<< Mi hai portato qui perché è quello che si aspetterebbe una ragazza da Dorian Joshua Atelier vero? >> << Ho immaginato che potesse piacerti, ti ho sentita parlare con Noelle del d’Orsay qualche giorno fa >> lei annuì:<< Sì, adoro questo posto e sono felice di averlo visto con te ma adesso andiamo, portami dove mi porterebbe Ian, voglio conoscerti per quello che sei veramente, voglio vedere chi sei tu e non il tuo nome >> << Stringimi >> le sussurrò poi con un sorriso:<< Aspetta non vorrai… >> detestava smaterializzarsi e se poteva lo evitava come la peste:<< Farò tutto io, fidati di me >> fiducia…suonava bene in bocca a Dorian, più che a quell’idiota di…ma non era il caso di pensare a Daniel giusto?

 

Quando riaprì gli occhi Maggie si guardò intorno: da quello che poteva vedere erano in un giardino, tuttavia la unica illuminazione arrivava da alcune lampade sotto al porticato che circondava il parco:<< Dove siamo? >> << Ai Jardin du Luxembourg, era il mio posto preferito in tutta la città quando ero piccolo >> poi facendo un paio di passi e avvicinandosi ad una panchina si tolse la giacca poco prima di sedersi aspettando che lei facesse altrettanto:<< Perché mi hai portato qui? >> << Volevi vedere chi era davvero Ian Atelier, beh io sono il tipo d’uomo che porta una donna al Museo d’Orsay per fare colpo perché ha paura che farle fare una passeggiata nel suo parco preferito al chiaro di luna sia troppo poco, sono uno di quelli che non ama stare in mezzo alla gente perché tutti da me si aspettano che sia qualcosa di diverso da quello che sono, mi piace restarmene chiuso in camera con solamente una tela davanti e un carboncino in mano per dare sfogo a tutto quello che ho dentro >> << Mi piacerebbe vedere qualcuno dei tuoi lavori >> mormorò piano Maggie incantata dalle parole di lui, non avevano mai avuto il tempo o l’opportunità di parlare così apertamente e di certo ora non se la sarebbe lasciata scappare:<< Sono in camera mia, non li hai notati quando mi hai fatto da infermiera? >> lei sorrise scuotendo il capo:<< Ero troppo occupata a concentrarmi sulla tua vita per pensare a curiosare in giro! >> lui rise di gusto gettando la testa all’indietro e per un attimo a Maggie sembrò di vedere un ragazzino spensierato al posto dell’uomo serio che purtroppo gli anni e i doveri gli avevano imposto di diventare:<< Dimmi qualcosa di te Margaret, stiamo parlando solamente di me ma anche tu hai una storia >> lei giocherellò con le pieghe della sua gonna cercando di evitare il discorso, così Ian le prese una mano stringendola e portandosela alle labbra:<< Ehi…qualsiasi cosa sia non devi vergognarti…sono solamente io… >> lei arrossì:<< Proprio perché sei tu mi vergogno >> gli rispose timida:<< Non ti giudicherò te lo prometto >> prendendo fiato lei si fece coraggio, in fondo prima o poi la storia sarebbe saltata fuori comunque:<< Fino ad un anno fa avevo un ragazzo, si chiamava Daniel Richardson, eravamo fidanzati dai tempi della scuola e io credevo che fosse il grande amore della mia vita >> Ian annuì evitando accuratamente di parlare, non era il momento di dirle che lui parte della storia la conosceva già:<< Due anni fa però le cose hanno iniziato ad andare male, Daniel veniva sempre chiamato d’urgenza al lavoro, diceva che il suo lavoro era tutto per lui e io come una stupida gli ho sempre creduto, lo amavo e pensavo che anche per lui fosse lo stesso >> << Quando hai scoperto che ti tradiva? >> le domandò calmo e lei lo guardò chiedendogli silenziosamente come facesse a saperlo:<< Se non ti avesse tradito saresti insieme a lui ora e non su una panchina di Parigi a rivangare il passato con me >> << Non è così male rivangare il passato con te >> gli ricordò sorridendo poi stringendogli la mano continuò:<< Ad ogni modo un giorno l’ho sorpreso con una nostra ex compagna di scuola, credevo fosse stato un caso ma entrambi mi hanno confermato che la cosa andava avanti già da molto tempo e che io ero stato così sciocca e stupida da non accorgermi di niente, quando l’ho lasciato Daniel mi ha detto che gli stavo facendo un favore perché se non lo avessi scoperto mi avrebbe lasciato lui visto quanto ero mediocre ed insignificante >> Dorian prese fiato per cercare di controllare la voglia di andare a cercare quell’imbecille ovunque e impartirgli una lezione:<< Te l’ho già detto una volta Margaret, io non avrei mai trattato così la donna che amo >> le parole gli uscirono involontariamente dalla bocca e per Maggie fu come un fulmine a ciel sereno:<< Eri tu… >> poi riconoscendo finalmente quella voce roca che l’aveva tormentata per giorni al suo ritorno a Londra lei spalancò gli occhi:<< Quella sera, alla festa del ministero, l’uomo che ci ha visti litigare… >> Ian annuì in silenzio:<< Pensavi davvero quello che hai detto? >> << Lo penso ancora, io non ti tratterei mai così, non farei mai nulla che possa farti del male >> il cuore di Maggie cominciò a battere impazzito e, se lei avesse potuto sentirlo, avrebbe saputo che quello di Ian batteva allo stesso modo poi lui sorridendole aggiunse dando un’occhiata all’orologio:<< Torniamo a casa? Si sta facendo tardi >> casa…che bel suono che aveva detto da lui…per un attimo si trovò a pensare a loro due insieme in quel grande letto nella mansarda dell’Hotel…chissà se un giorno i loro mondi si sarebbero fusi insieme.

 

Quando arrivarono vicino all’hotel Dorian si assicurò che nessuno, a cominciare da suo fratello e da quel chiacchierone del suo amico Nott, fosse in giro a quell’ora, non perché si vergognasse di tenere Maggie abbracciata a sé quasi avesse paura che scappasse ma perché non voleva che nessuno a parte lei vedesse il meraviglioso sorriso che gli illuminava il viso; era presto e lui lo sapeva, era presto e tutto poteva ancora cambiare ma lui non era mai stato felice come in quel momento.

<< La tua camera è in fondo al corridoio >> le sussurrò una volta giunti al piano della stanza di Maggie:<< Sì, lo so >> mormorò lei dolcemente con ancora la mano stretta a quella di lui, da quando avevano lasciato il d’Orsay non si erano quasi mai lasciati la mano quasi fosse la loro ancora di salvezza e doveva ammettere che la mano calda di Ian stretta alla sua era una delle cose più piacevoli che avesse mai provato:<< Vuoi andare a dormire? >> le domandò con un sorriso:<< Devo, chi le sente quelle quattro se non torno a dormire? Si faranno un sacco di storie e domattina non ce le leveremmo più di dosso >> << Sì, forse hai ragione >> acconsentì lasciandola andare:<< Buonanotte Margaret >> lei sorrise facendo scivolare la mano dalla sua:<< Buonanotte Ian >> e voltandogli le spalle si incamminò per il corridoio con un gran sorriso sulle labbra, quello era quasi l’appuntamento perfetto, mancava solo…

<< Margaret >> lei si voltò vedendolo fermo esattamente dove l’aveva lasciato che le sorrideva, i suoi occhi che le dicevano quello che la sua bocca aveva paura di chiedere, non ci pensò un istante di più e girandosi di corsa lo raggiunse saltandogli tra le braccia; pensava di aver osato troppo ma poi si rese conto che Ian aveva stretto la sua vita e l’aveva sollevata quel poco che bastava perché lei arrivasse con il viso all’altezza di quello di lui:<< È dai ieri che aspetto di farlo >> lui rise mentre avvicinava il viso a quello di lei:<< Non ti lamentare, io sono due anni che ti aspetto signorina Stains >> poi quasi fosse la cosa più naturale del mondo chinò ancora il capo sfiorando le labbra di Maggie in un bacio che sapeva dell’afrodisiaco profumo di menta e fiori.

 

Una volta salutato il suo bel principe azzurro Maggie fece qualche passo verso la sua stanza per assicurarsi che Dorian sparisse dalla sua vista poi voltandosi prese a camminare fino allo studio di Isaac Atelier sperando di trovarvi l'uomo ancora sveglio.

<< Signorina Stains...a cosa devo il piacere? >> le domandò l'uomo quando la vide entrare:<< Sa perché sono qui >> << Ne è sicura? Ha visto cos'ha fatto questa a mio figlio >> e tirò fuori da un cassetto della scrivania la pergamena incriminata:<< Lo faccio per Ian >> replicò lei avvicinandosi al tavolo ed allungando una mano verso il pezzo di carta.

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Capitolo 8
*** 7 - Incubi e ricordi ***


<< Allora? >> e James guardò Noelle che stava entrando nella stanza che lui condivideva con Michael ma che quella mattina era uscito per un impegno, un appuntamento con Lilith lui lo sapeva ma non aveva detto niente, sapeva che a Gail non piaceva parlare molto di sé e quindi lui lasciava correre.

<< Ciao Jamie >> << E questo me lo hai detto anche ieri sera, quello che voglio sapere è di cosa dovevi parlarmi >> ripensando a tutto quello che era successo dal loro appuntamento mancato un piccolo sorriso le salì alle labbra…

Subito dopo il bacio a dir poco mozzafiato di James era rimasta talmente scossa che aveva sentito il bisogno immediato di allontanarsi da lui per avere il tempo di respirare e rimettere ordine nei suoi pensieri; era corsa in strada e la tiepida aria della notte le aveva immediatamente risvegliato i sensi, si era messa a camminare senza una vera meta ma si era fermata dopo pochi passi sedendosi su una panchina in mezzo ad un viale alberato restando lì a guardare i passanti mentre lasciava che i pensieri e i ricordi si facessero strada dentro di lei e si mettessero nel posto giusto.

Ripensò alla prima volta in cui aveva conosciuto James, con lo scopo di lasciarlo senza parole aveva letto i suoi pensieri non appena era entrato nella stanza del suo capo, ma se James avesse potuto leggere i suoi…

 

Quando il suo capo le aveva comunicato che avrebbe collaborato con il dipartimento Auror e che avrebbe dovuto lavorare fianco a fianco con uno di loro si era sentita elettrizzata, era diventata una Legilimens perché amava aiutare le persone e stare tutto il giorno chiusa nel suo ufficio solo perché era la più giovane del gruppo e quindi il suo compito era compilare scartoffie e portare succo di zucca ai suoi colleghi più anziani e decisamente snob, non era proprio quello che sognava ma quando le si era presentata quella possibilità l’aveva afferrata al volo!

Il problema era stato quando James Rhodes aveva fatto il suo ingresso nell’ufficio del suo capo e l’uomo glielo aveva presentato come il suo futuro collega!

Ricordava ogni dettaglio di Jamie di quel giorno: la divisa chiara che gli delineava i muscoli, i capelli spettinati dalle mani che gli aveva visto passarvi dentro milioni di volte mentre era chino sulla sua scrivania a scrivere un rapporto, le mani grandi e sporche di terra in quel momento per il pedinamento che aveva fatto con i suoi colleghi.

Il capo le aveva detto che James aveva avuto un incidente qualche tempo prima e che da allora faticava a lavorare con un compagno per quel motivo avevano deciso di provare quella nuova interazione sperando che la cosa funzionasse.

Praticamente lei e James erano la sola squadra formata da un Auror e un Legilimens, sorridendo Noelle aveva sempre pensato che a modo loro erano unici.

 

Da lì era cominciata la loro avventura insieme e, nonostante il lavoro fosse duro e avessero passato giornate terribili, James trovava sempre il modo di farla sorridere alla fine di ogni giornata, trovava sempre qualcosa di carino da dirle per farla sentire meno sola e triste per tutti i pensieri orribili che leggeva nella mente dei criminali che prendevano.

La prima volta poi che lui aveva insistito per accompagnarla a casa dopo che avevano finito un turno particolarmente lungo Noelle si era sentita onorata e poco dopo erano finiti nel suo appartamento sdraiati sull’enorme divano che occupava metà della stanza a rivangare i tempi della scuola davanti a due burrobirre; per tutto quel tempo Noelle aveva visto James passare da una ragazza all’altra con la frequenza con cui una persona normale si cambia i calzini:<< Mi diverto Noelle, che male c’è? Sto aspettando la ragazza giusta >> solo ora capiva che la ragazza che lui stava aspettando era lei o per lo meno era quello che James le aveva fatto capire con quel bacio, l’invito all’Hotel e tutto il resto…

La domanda ora era: poteva fidarsi di lui in quel senso? Poteva lasciarsi andare e provare a stare insieme a quel ragazzo così solare e spigliato che aveva conquistato il suo cuore in silenzio piano piano, pezzo per pezzo?

 

<< Allora Noelle? >> la voce di Jamie la riportò alla camera e guardando quegli occhioni scuri seppe che aveva preso la decisione giusta:<< Allora mettiamo subito le cose in chiaro cadetto Rhodes >> a quelle parole un sorriso si allargò sulle labbra di Jamie:<< Dimmi Jackson sono tutto tuo >> << Niente scenate di gelosia, per nessun motivo! Non posso sempre arrivare al momento giusto per salvare il tuo regale posteriore dai casini che combini >> James fece spallucce ma lei continuò imperterrita:<< Non sto scherzando Jamie >> a quelle parole lui si alzò dal letto dove si era seduto e si avvicinò a lei:<< Non so se posso accettare, voglio dire tu sei così…sei splendida e il pensiero che qualcuno guardi questo sorriso quando io non sono con te mi manda il sangue al cervello…soprattutto quel francesino da… >> Noelle stava per arrabbiarsi poi vide l’ombra del sorriso che Jamie cercava di nasconderle:<< Sei terribile, sto parlando seriamente James! >> lui cercò di tornare serio ma la cosa gli riusciva pressoché impossibile avendo Noelle tra le braccia:<< Va bene d’accordo, ci proverò >> disse infine poi non riuscendo a rinunciare all’ennesima sfida aggiunse:<< Ma voglio qualcosa in cambio per questo sforzo sovrumano che mi stai chiedendo >> << Qualcosa che ha a che fare con un bacio o qualcosa di simile vero? >> lui rise mentre chinava il capo verso quello di lei:<< Sì, qualcosa del genere >> poi poco prima di toccare le labbra della ragazza aggiunse ridendo:<< Stavolta non scappare però >> ed ignari di essere spiati James e Noelle si persero nella bellezza di quell’amicizia che ormai aveva cambiato nome e presto avrebbe cambiato le loro vite!

 

Intanto Lilith seduta sul letto della sua stanza si era rifiutata di scendere a colazione, se saltava il pasto e fingeva di stare male forse Gail si sarebbe rassegnato e l’avrebbe lasciata in pace; quello che non poteva immaginare era quanto forte potesse essere la tenacia di quel giovane medimago pur di portarla fuori per un appuntamento!

I suoi pensieri e le sue speranza furono interrotte infatti quando sentì bussare alla porta, se fosse stata Leila avrebbe avuto le chiavi quindi rimase in silenzio sperando che chiunque fosse se ne andasse:<< Oh andiamo davvero vuoi farmi credere che non sei in camera? Non abbiamo dodici anni nanetta >> la voce di Mike dall’altro lato della porta e, soprattutto quel nanetta detto con così tanta naturalezza la fecero imbestialire ancora di più:<< Ti ho già detto di non chiamarmi nanetta razza di… >> ma mentre gli stava imprecando contro non si rese conto di aver aperto la porta e il Michael Gail che si trovò davanti la lasciò senza fiato, non l’aveva mai visto così.

<< Buongiorno nanetta >> replicò lui con il suo solito sorriso da faccia da schiaffi:<< Buongiorno un corno, ti ho detto che con te non vengo da nessuna parte >> inaspettatamente Michael allungò una mano prendendo quella di Lilith:<< Ne parliamo da un’altra parte ok? Tu vieni con me poi mandami pure al diavolo quanto vuoi! >> e sorridendo la trascinò giù per le scale.

 

<< Stai bene? >> e James guardò Noelle che scendeva le scale accanto a lui, dopo quel bacio avevano deciso che era meglio scendere a fare colazione invece di rintanarsi in camera a fare chissà cosa anche perché non vedendoli gli altri avrebbero fatto supposizioni e capito tutto nel giro di pochi istanti, questa almeno era stata la spiegazione di James e Noelle non poteva immaginare che sotto ci fosse dell’altro, non in quel momento almeno.

 

<< Guardali lì i piccioncini >> commentò François guardando Rhodes e la Jackson che entravano in sala da pranzo e rivolgendosi al fratello e a Libero che erano accanto a lui:<< Mi sembra che anche tu sia nella loro stessa situazione fratellino caro >> lo prese in giro Dorian che aveva ancora la mente ferma al bacio che aveva dato a Maggie la sera prima, era tutto così perfetto che quasi non ci credeva nemmeno lui!

<< Togliti quel sorriso soddisfatto dalla faccia Ian, sei insopportabile, sparisci per due giorni e torni con quella faccia da padrone del mondo pienamente soddisfatto, sei un affronto per tutto il genere maschile fratello! >> Dorian tornò a guardare la porta sperando di vedere Margaret entrare da un momento all’altro, aveva voglia di correre da lei e baciarla davanti a tutti per togliere dalla mente dei suoi amici ogni più minuscolo dubbio su quello che lui provava per quella meravigliosa ragazza, non che avesse di che preoccuparsi da quello che aveva potuto intuire ma non si sa mai no?

<< Smettila, arriverà >> lo rimbeccò di nuovo Frankie mentre sorseggiava un po’ di caffè e quando Ian non gli rispose seppe che il cervello di suo fratello si era già messo in moto:<< Ian…che cosa stai pensando? Ian… >> mentre i due fratelli stavano discutendo Libero si perse per un po’ a guardare il resto del gruppo che faceva colazione e il suo sguardo cercò immancabilmente Bunny che, in silenzio, stava riempiendo una tazza di latte e cereali.

 

<< Serve una mano splendore? >> la ragazza alzò gli occhi per un istante poi vedendo, come pensava, che si trattava di Nott, tornò a guardare la tazza quasi lui fosse invisibile:<< Ehi…Bunny… >> la chiamò di nuovo sapendo bene che in parte di meritava quel trattamento:<< Bunny cosa? Che vuoi Nott? >> colpito da quella voce dura nonostante fosse bassa per non farsi sentire dagli altri Libero si fece più vicino:<< Senti non volevo davvero…mi dispiace se… >> << Cosa? Se mi hai piantata da sola per tre notti su quella stramaledetta terrazza? Non so come funzioni nel tuo cervellino Nott ma quando dici ad una ragazza che ti piace e la baci a casa mia non sparisci senza motivo il giorno dopo >> Libero si passò una mano nei capelli scuri cercando di restare calmo, aveva un motivo più che valido per essere sparito ma aveva bisogno di spiegarlo a Bunny:<< Senti c’è una spiegazione valida per quello che è successo, davvero non l’ho fatto apposta e ti prometto che ti spiegherò tutto ma tu devi darmi la possibilità di farlo >> lei lo guardò di sbieco spostandosi leggermente da lui:<< Non so se posso farlo, anche Greg faceva così e ogni volta tornava con una scusa…non so se posso passarci ancora, non adesso almeno >> e lasciandolo lì a maledire il suo dannato problema Bunny si allontanò andandosi a sedere in fondo alla sala in un piccolo tavolino illuminato dal sole.

 

<< Versailles? Questa è la tua idea di appuntamento Gail? Girare la reggia di Luigi XVI? >> Mike sorrise sempre tenendole la mano ed incamminandosi dentro i giardini della reggia:<< Ho voglia di fare quattro chiacchiere con te nanetta e tanto vale farlo in un posto che valga la pena vedere no? >> Lilith scosse il capo rassegnata seguendolo per i viottoli di sassolini chiari, ormai era lì e tanto valeva assecondarlo, ma non gliel’avrebbe data vinta, mai!

 

<< Noelle…ti posso parlare? >> e Ian si avvicinò all’amica con un piccolo sorriso stando bene attento a quello che faceva, ormai aveva capito di che pasta era fatto Rhodes e non voleva innescare un’altra lite:<< Dorian…allora com’è andato l’appuntamento? >> domandò lei con un caldo sorriso e spalancando i grandi occhi verdi curiosa:<< Margaret non ti ha raccontato nulla quando è tornata ieri sera? Credevo che voi donne non vedeste l’ora di spettegolare su cose del genere >> per un istante Noelle si bloccò, la mela che teneva in mano a metà tra la fruttiera e il suo piatto:<< Dorian…veramente Maggie non è tornata in camera stanotte, credevo che fosse con te >> in un istante il suo sangue si bloccò facendolo sbiancare e poi gli salì tutto al cervello, i begli occhi blu scuriti dalla rabbia, senza aggiungere una parola si voltò uscendo di corsa dalla sala e salendo le scale a due a due, se aveva ragione e suo padre aveva fatto quello che credeva l’avrebbe pagata, stavolta l’avrebbe pagata cara!

Aveva quasi raggiunto il piano dove si trovava l’ufficio di Isaac quando una voce dolce lo bloccò:<< Ehi…buongiorno >> avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, avrebbe riconosciuto quel suono e l’avrebbe seguito ovunque, per lui era come il canto di una sirena:<< Margaret >> e si voltò a guardarla mentre un sorriso gli illuminava il viso:<< Ciao Ian >> lo salutò lei avvicinandosi in tutto il suo splendore, indossava un paio di pantaloncini in jeans e una camicia rosa cipria senza maniche:<< Dove sei stata? Noelle ha detto che non sei tornata in camera, mi sono preoccupato >> e mentre parlava la prese tra le braccia passandole le mani nei capelli perdendosi dietro al loro profumo:<< Quando te ne sei andato ieri sera ho fatto due passi in giro per l’hotel, non riuscivo a prendere sonno e così sono finita in biblioteca, ho preso un libro per cercare di addormentarmi e devo essere rimasta su una delle poltrone, mi sono svegliata lì stamattina, sono andata a fare una doccia e stavo venendo a fare colazione adesso >> << Bene, allora possiamo farla insieme >> le mormorò sorridendo poi prendendole la mano si diresse verso il terrazzo.

 

Mentre camminava mano nella mano con il suo fidanzato, poteva davvero definirlo tale?, a Maggie tornò in mente la sua breve ma significativa chiacchierata con Isaac Atelier della sera prima:<< Fossi in lei lascerei passare un po’ di tempo prima di cimentarmi con certe cose signorina Stains >> le aveva risposto l’uomo quando lei gli aveva chiesto di poter avere la propria pergamena per capire se davvero la sua storia con Dorian era in grado di sopravvivere a qualsiasi cosa le riservasse il futuro:<< Ciò che succederà è diverso per ognuno di noi, quello che vedrà potrebbe essere il suo futuro come anche il suo passato o le sue più peggiori paure >> per un attimo Maggie aveva esitato:<< Crede che non potrei farcela? Crede che io non sia all’altezza di quello che potrei trovarmi davanti? >> Isaac l’aveva guardata in silenzio poi mettendosi le mani giunte davanti al viso si era sfiorato le labbra scuotendo lievemente il capo:<< Al contrario signorina Stains, so che affronterebbe egregiamente qualsiasi cosa ci sia dentro quel pezzo di carta forte del chiamiamolo sentimento che anima lei e mio figlio. Quello che mi chiedo è se entrambi siete coscienti di cosa questo comporterà se deciderete di continuare su questa strada >> Maggie era rimasta in silenzio non riuscendo ad afferrare il senso di tutto quel discorso:<< Mio figlio è un Atelier signorina Stains e come tale ha dei doveri, lei è una maga molto in gamba con una fiorente carriera, quando arriverete al punto in cui dovrete scegliere ed uno dei due dovrà sacrificare i propri sogni per amore dell’altro si è chiesta chi di voi due farà questa scelta? >> << Ian non… >> << Cosa? Non le chiederebbe mai di scegliere? >> domandò Isaac velenoso:<< La vita di mio figlio è a Parigi a dirigere questo hotel, la sua è in qualche polverosa stanza dell’ufficio misteri di Londra, non le sembra troppo per far funzionare le cose? >>

 

Le parole di Isaac ancora le ronzavano in testa e dopo essersi messa il pezzo di pergamena in tasca aveva girovagato senza meta per l’hotel cercando di mettere un po’ di ordine nelle sue idee, si era perfino addormentata in un piccolo salottino che aveva scovato vicino alla stanza di Dorian, ma non era venuta a capo di niente, aveva deciso di recarsi in camera e di mettere la parola fine a tutto quello stupido supplizio quando aveva visto Dorian in fondo al corridoio e il suo stupido cuoricino aveva reagito alla vicinanza del giovane spingendola dolcemente tra le sue braccia.

Quindi adesso era lì, ferma in piedi sulla terrazza a guardare quel giovane mago fuori dal comune che le versava un po’ di succo come se fare colazione insieme fosse la cosa più semplice e naturale del mondo.

<< Va tutto bene? Sembri stanca >> Maggie sorrise:<< Una poltrona della biblioteca non è decisamente il letto migliore del mondo >> Ian sorrise sedendosi su una sdraio e allungando le gambe davanti a sé, quella mattina contrariamente al solito aveva indossato un paio di jeans e una maglietta ma anche così era semplicemente magnifico:<< Ti avrei tenuta con me ma non so  quanto avrei resistito tenendo le mani a posto >> le mormorò poco dopo che lei si fu stesa accanto a lui ed Ian ebbe iniziato a giocherellare con i suoi capelli:<< È una proposta indecente signor Atelier? >> lui sorrise sprofondando il viso in quella massa di boccoli scuri:<< Sembro un maniaco se dico di sì? >> le domandò piano cercando di far perdere la propria voce in quella massa di seta scura ma lei lo sentì comunque:<< Solo se pensi che io ti dia una risposta negativa… >> << Margaret… >> le mormorò cercando di pensare a qualcosa che lo tenesse calmo e gli evitasse di far prevalere la sua parte più istintiva e carnale sul terrazzo di casa sua dove chiunque in quel momento poteva scoprirli!

<< Da quando hai questo anello? >> e la sua attenzione fu catturata dalla mano di Maggie che giocherellava con la sua e in particolare con l’anello che portava all’anulare:<< Me l’ha regalato mio padre quando mi sono diplomato, era la fede nuziale di mio nonno >> poi togliendosi il monile dal dito glielo passò e Maggie notò le piccole parole incise all’interno:<< Ab imo pectore? >> domandò poi curiosa:<< Sì, vuol dire con tutto il cuore è ciò che ha detto mio nonno a mia nonna quando le ha chiesto di sposarla, che l’avrebbe amata per sempre con tutto il cuore >> Maggie sorrise restituendogli l’anello:<< È estremamente romantico, dovevano amarsi molto >> << Sì, ho ancora un sacco di ricordi di loro, si erano trasferiti in Provenza quando mio padre aveva preso a gestire l’hotel per cui ogni tanto andavo a trovarli nei weekend liberi dalla scuola >> rimasero lì ancora un po’ a chiacchierare e Ian le raccontò di come sua nonna avesse notato che da bambino lui spesso restava fermo sulla spiaggia davanti a casa a disegnare sulla sabbia con un bastoncino:<< È stata lei a darmi il mio primo blocco e la scatola dei colori, papà non era molto d’accordo perché lo considerava un passatempo stupido ma mi ha sempre aiutato a rilassarmi >> Maggie sorrise appoggiandosi sulla sua spalla:<< Mi piacerebbe vedere qualche tuo lavoro sai…Noelle dice che sei molto dotato >> Ian sorrise furbo seguendo il profilo del suo naso con l’indice:<< Tu e Noelle parlate un po’ troppo di me e del signor Rhodes >> << Solo perché lei non vuole ammettere che… >> ripensando all’ingresso dei due mano nella mano quella mattina rise di gusto:<< Oh credo che l’abbia capito invece e anche molto bene >> gli occhi di lei si spalancarono stupiti:<< No aspetta, ma che mi sono persa? Che è successo? Vuoi dire che quei due…che Noelle… >> di nuovo Ian rise:<< Calma terremoto >> poi mettendole una mano dietro la schiena e accarezzandole le spalle scoperte aggiunse:<< Sì, da quello che ho visto stamattina la nostra signorina Jackson ha aperto gli occhi su quello che quel povero James provava da dio solo sa quanto, sembravano due cuccioli in amore stamattina >> Maggie chinò il capo in modo che Ian non potesse vederla, voleva prenderlo in giro e se l’avesse fatto guardandolo in faccia sarebbe scoppiata a ridere:<< Beata lei, un po’ la invidio…se penso a James poi, in fondo è proprio… >> la mano di Ian che si irrigidiva sulla sua spalla le disse che il suo piano stava riuscendo:<< Scusami? >> poi mettendole una mano sotto al mento lui le fece alzare il viso per incontrare i suoi occhi:<< Hai forse qualcosa da ridire sul sottoscritto? >> ma mentre pronunciava quelle parole il caldo sorriso di Margaret gli fece capire di essere cascato in pieno nella sua trappola:<< Ian Atelier geloso…non mi dispiace la cosa… >> inaspettatamente Ian la prese alla vita mettendola sotto di sé sulla sdraio guardandola con quegli occhi da predatore fissi nei suoi:<< Ah è così che la metti…stai giocando con il fuoco Margaret >> inutile dire che lei si scioglieva ogni volta che la chiamava con il suo nome completo, ormai era l’unico al mondo a farlo:<< Non ho paura di te signor Atelier >> << Cambierai idea >> le sussurrò mentre si chinava prendendo le labbra di Maggie tra le proprie:<< Sarai la mia dannazione Margaret Stains >>   

 

Due ore dopo approfittando di François che era venuto a sequestrare Dorian per una, come l’aveva chiamata lui, questione della massima importanza, Maggie tornò a pensare al pezzo di pergamena che se ne stava ancora al sicuro nella sua tasca, non aveva detto niente ad Ian perché le era bastato guardare il suo viso quando si erano incrociati sulle scale quella mattina per capire che non avrebbe mai potuto accettare una cosa del genere, molto controvoglia si trovò ad ammettere che c’era una sola persona in quell’hotel che avrebbe potuto aiutarla…

<< Che cosa la porta di nuovo nel mio studio signorina Stains? >> la voce di Isaac era sempre glaciale, ma stavolta per Maggie era solo uno sprone ad andare avanti per la sua strada:<< Ho bisogno del suo aiuto >> cominciò ma quando Atelier fece per aprire bocca aggiunse:<< Ho bisogno del suo aiuto con questa >> guardando la pergamena Isaac sorrise:<< Così ha deciso di usarla senza dire niente a mio figlio >> << Dorian si preoccuperebbe inutilmente e io non ho bisogno di uno stupido pezzo di carta per sapere che tengo a lui, ma se questa servirà a calmare lei e i suoi pregiudizi allora ok >> guardando lo sguardo truce di Isaac per un attimo Maggie pensò di aver esagerato, era stata dura e lo sapeva ma Dorian si stava rivelando sempre di più l’uomo dei suoi sogni e il pensiero di perderlo la spingeva a fare qualunque cosa:<< Credo che Ellie l’avrebbe adorata >> la voce di Isaac la riscosse:<< Cosa? >> lui si alzò in piedi facendo il giro della scrivania e mettendosi accanto alla ragazza che, vista la differenza di altezza si sentì un po’ in soggezione, ma possibile che in quella famiglia tutti superassero il metro e ottanta?

<< Elodie, mia moglie. Sono certo che l’avrebbe adorata se l’avesse conosciuta >> era la prima volta che sentiva il nome della defunta signora Atelier ed era la prima volta che sentiva Isaac farne parola e la cosa la commosse non poco:<< Dorian mi ha accennato qualcosa >> a quelle parole Isaac chinò il capo prendendo la pergamena tra le mani:<< Ho amato mia moglie più di qualsiasi cosa al mondo, l’ho amata fino all’ultimo respiro >> poi girandosi il pezzo di carta fra le dita lo porse a Maggie:<< Non accetterei niente di meno dalla donna che vuole stare al fianco di mio figlio >> Maggie allungò la mano annuendo:<< Non voglio nient’altro che far felice Dorian >> poi appena sfiorò la carta con le dita tutto attorno a lei divenne buio e l’ultima cosa che sentì furono due braccia che la sorreggevano sollevandola e una voce calda che le sussurrava:<< Grazie signorina Stains >>

 

Quando riaprì gli occhi Maggie si guardò intorno: la piccola camera da letto dove si trovava era deliziosamente arredata in quello stile bohémien della Parigi anni venti che aveva sempre ammirato nei libri e nei film, fece per stiracchiarsi e scendere dal letto quando si accorse di avere addosso solo una camicia decisamente maschile visto quanto le stava larga e un braccio dai muscoli fin troppo definiti che la teneva ancorata al materasso; fece per muoversi ancora quando la sagoma indistinta accanto a lei borbottò qualcosa per poi voltare la testa nella sua direzione e cercare il suo viso ad occhi chiusi:<< Dorian… >> mormorò lei dolce vedendo l’uomo dei suoi sogni peccaminosamente svestito che la stava tirando accanto a sé:<< Dorian devo andare al lavoro, farò tardi… >> la piccola risata dell’uomo fece sorridere anche lei:<< Sei il capo, puoi permetterti di arrivare tardi >> Maggie si strusciò contro di lui:<< Anche tu devi andare al lavoro o te ne sei dimenticato signor sottosegretario >> Dorian sbuffò sonoramente voltandosi poi dall’altra parte del letto per vedere che ora era:<< Sono solo un facchino, possono fare a meno di me…la Nazione sopravvivrà anche senza Ian Atelier >> Margaret approfittò di quel piccolo sproloquio per sfuggire alla sua presa e alzarsi dal letto:<< Maggie! >> la chiamò lui fingendosi arrabbiato mentre lei si chiudeva in bagno facendogli la linguaccia.

 

<< Mi vuoi dire che ti serve fratellino? >> François guardò Dorian chinando il capo:<< Frankie… >> e Ian si avvicinò sapendo bene che quando suo fratello si comportava così c’era qualcosa sotto:<< Stamattina sono uscito con Leila >> Ian incrociò le braccia sul petto:<< L’avevo immaginato visto gli occhi dolci che vi facevate a colazione e quindi? >> << Siamo andati a Place de Tetre, sai quanto mi piace stare lì in mezzo: la gente, i bistrot, i pittori, Sacre Coeur… >> << Arriva al dunque >> cominciava a spazientirsi e poi doveva ammettere che aveva voglia di andare a ricercare Maggie per passare dell’altro tempo con lei:<< L’ho vista Ian, era ancora lì esattamente dove l’ho vista la prima volta >> << Chi François? Per amor del cielo che cosa stai… >> << Fiona >> << Fiona cosa? >> François si passò le mani nei capelli nervoso:<< Ti ho detto che l’ho conosciuta a Place de Tetre appena tornato dall’Inghilterra, quello che non ti ho detto era che lei li ci lavorava, fa l’artista e spesso espone i suoi lavori lì >> << Hai un pessimo tempismo fratellino, lasciatelo dire >> François chinò il capo:<< Lo so, ma quando ci siamo lasciati mi ha detto che avrebbe lasciato Parigi, che sarebbe andata vicino Nizza con il suo nuovo compagno, non pensavo che l’avrei rivista, non a Parigi almeno >> << Hai parlato con Leila di tutto questo? >> << No, lei non si è accorta di niente stamattina, ho visto Fiona che mi fissava ma ho fatto finta di niente, non voglio fare casini Ian, non voglio rovinare tutto di nuovo >> Dorian mise le mani sulle spalle del fratello fissandolo negli occhi:<< Primo tu non hai rovinato niente nemmeno la prima volta, secondo Leila non è Fiona e tu questo lo sai, andrà tutto bene Frankie e per qualsiasi cosa sai che puoi sempre contare su di me >> per un attimo François guardò il fratello negli occhi e quelli scuri di Ian sorrisero prima ancora che lo facessero le sue labbra:<< Sei diverso >> Dorian arricciò la bocca in una smorfia:<< Cosa? >> << Tu, sei diverso. Più rilassato e più felice >> davanti all’evidenza il maggiore fece spallucce:<< Tutto merito di una strega dai capelli neri e il seducente profumo di fiori >> << Sì, l’avevo intuito >>

 

<< Padrone, Seza ha portato quello che ha chiesto >> e comparendo alle spalle di Isaac mentre l’uomo era seduto su una poltrona accanto al divano del suo studio dove era distesa Margaret, l’elfa si avvicinò:<< Il signor Rhodes e la signorina Jackson sono ancora in albergo >> << Sì signore >> << Fai come ti ho detto, ma assicurati che siano insieme >> di nuovo l’elfa annuì scomparendo dallo studio e lasciando di nuovo Isaac intento a vegliare su Maggie che, preda di chissà cosa, si stava agitando nel sonno:<< Devi essere forte signorina Stains, devi rendere felice mio figlio >>

 

<< Che cos’è questa Ian? >> e con in mano una delle camice di suo marito Maggie gli mostrò l’inconfondibile traccia di rossetto color mattone che era ben evidente sul colletto della camicia immacolata:<< Che cosa vuoi che sia? È rossetto >> in quell’istante la voce di Ian le sembrò diversa dal solito e perfino i suoi occhi sembravano avere qualcosa di diverso, erano freddi, spenti.

<< Ian che cosa sta succedendo? >> Dorian incrociò le braccia sul petto:<< Vuoi davvero che te lo spieghi o ci arrivi da sola Margaret? >> aveva sempre adorato essere chiamata Margaret da lui ma in quel momento il suo nome pareva quasi un insulto:<< Ian ti prego… >> era sull’orlo di una crisi di nervi, non poteva succedere ancora, la storia non poteva ripetersi di nuovo!

Immediatamente le immagini di Daniel avvinghiato sul divano di casa con Angela Mitchell, loro ex compagna di scuola e sua collega di lavoro, le tornarono alla mente facendole riempire gli occhi di lacrime:<< Ian ti prego… >> mormorò ancora cercando di controllarsi:<< Non dirmi che stai per piangere? Andiamo avresti dovuto saperlo che non saresti mai stata abbastanza, che uno come Dorian Atelier non avrebbe mai potuto accontentarsi di una stupida sciocca ottusa inutile Tassorosso >> a quelle parole, le stesse con cui l’aveva chiamata Daniel, Ian aveva quasi la stessa risata del suo ex mentre le diceva, analizzando poi le parole del marito Maggie per un attimo si bloccò: perché diavolo Dorian parlava di sé in terza persona?

Alzando gli occhi sull’uomo che aveva davanti Maggie rimase paralizzata: non era Ian era Daniel!

<< Che cosa ci fai tu qui? Che cosa sta succedendo? >> Daniel la guardò con sufficienza:<< Cosa vuoi che ci faccia, sono qui a ricordarti quanto sai essere stupida Maggie >> poi avvicinandosi la prese per un polso:<< Davvero credevi che lui ti volesse? Davvero pensavi che un Atelier, uno che può avere qualsiasi donna al mondo, perché dovrebbe volere te? >> due piccole lacrime scesero sulle guance di Margaret e l’ennesima risata di Daniel non fece che peggiorare la situazione:<< Non sei niente per lui, sei solo una come tante, solo un pesce in mezzo al mare >> mentre Daniel stava per continuare il suo sproloquio un piccolo flash passò nella mente di Maggie: Dorian l’aveva notata la sera della festa al ministero, l’aveva notata in una stanza piena di gente; ad un evento pieno di streghe eleganti ed altolocate Dorian Joshua Atelier aveva notato lei.

Forte di quel ricordo, che fra parentesi le aveva raccontato lo stesso Ian la sera prima, Maggie scoppiò in una piccola risata felice:<< Che cosa c’è? Perché stai ridendo? >> Maggie alzò gli occhi su Daniel:<< Lui mi ama >> mormorò convinta:<< Non puoi saperlo >> Maggie strattonò la mano liberandola dalla stretta di Daniel:<< Lui non è te, lui mi ama >> poi guardandolo fisso come non aveva avuto il coraggio di fare il giorno in cui aveva scoperto di essere stata tradita Maggie gli sputò addosso tutto l’odio e il rancore che provava per lui, probabilmente della piccola e dolce Maggie che Daniel aveva usato, conosciuto ed imbrogliato non restava molto in quel momento!

 

James e Noelle erano in uno dei salottini del pian terreno seduti uno accanto all’altro sullo sgabello del pianoforte mentre ridendo James stava strimpellando qualche canzone interrompendosi ogni due minuti visto che non resisteva alla tentazione di baciare o toccare Noelle:<< La vuoi smettere? Mi fai sentire come un muffin >> brontolò lei cercando di restare sedia mentre le labbra di James sfioravano il suo collo lasciato scoperto dalla canottiera arancione che lei aveva indossato quella mattina:<< In effetti sei deliziosa miss Jackson >> le rispose lui ridendo mentre la sua mano correva a cercare quella di Noelle per stringerla:<< James… >> lo riprese di nuovo appoggiandogli la testa sulla spalla:<< Cosa c’è? Voglio farlo dal primo giorno in cui ti ho visto >> le rivelò candidamente accorgendosi solamente poi di ciò che aveva detto, Noelle fece per rispondere ma all’improvviso un buio irreale li avvolse impedendo loro perfino di guardarsi.

 

<< Noelle! Noelle dove sei? >> e James si guardò intorno nella piccola spiaggia di Newquay mentre cercava la fidanzata, aveva una strana sensazione e il non averla vicino lo metteva come sempre in agitazione:<< Noelle! >> inutile, più la chiamava e più lei sembrava sparita.

Ripercorrendo il vialetto che portava dalla spiaggia alla strada James continuò guardare i passanti nella speranza di intravedere quei capelli castani o quegli occhi verdi tra la folla.

Era quasi giunto davanti al piccolo cottage che avevano affittato per quella fuga romantica quando il suo istinto gli fece alzare gli occhi verso il lato opposto della strada, fu allora che lo vide.

L’uomo se ne stava immobile sul marciapiede opposto al suo, il sorriso sghembo sul viso cinereo e una mano stretta a pugno che pian piano si sollevava mostrando a James qualcosa di rosso, qualcosa che solo poi riconobbe come la giacchia che Noelle aveva indossato quella mattina prima di uscire.

Tornando a fissare gli occhi in quelli vuoti dell’uomo il giovane Rhodes si sentì preso dal panico, quell’uomo era morto, come poteva essere lì davanti a lui? L’aveva ucciso lui stesso come diavolo poteva essere vivo e, soprattutto, che cosa aveva fatto alla sua Noelle?

Vedendolo voltarsi ed incamminarsi per il vecchio paese James cercò nelle tasche dei jeans la propria bacchetta pronto a tutto poi lo seguì.

 

Cercando di muoversi intanto Noelle aprì gli occhi guardandosi intorno:<< Dove…dove sono? >> e alzò il capo cercando un qualche punto di riferimento, l’ultima cosa che ricordava era la voce di James dal suo sdraio che le diceva:<< Mi prendi un pacchetto di api frizzole? >> poi era stato il vuoto più completo e ora si ritrovava lì chissà dove legata ad una sedia con un bavaglio che le impediva di parlare, scosse un po’ il proprio corpo per tastare la solidità della sedia ma la sola cosa che ottenne fu il rumore provocato dai piedini di questa sul pavimento:<< Ti sei svegliata signorina >> replicò una fetida voce che puzzava di alcol lontano un chilometro ma che era insopportabilmente vicina al suo collo:<< Mi chiedevo quando ti saresti unita alla nostra piccola festicciola… >> Noelle si guardò intorno ma no vide nessuno, era troppo buio lì dentro per poter vedere distintamente qualcosa:<< Non avere paura mia cara presto non saremo più soli, il tuo bel cavaliere sta arrivando >>

 

James si fermò guardando il vecchio magazzino fatiscente ed abbandonato: che cosa ci faceva quel bastardo lì dentro? Noelle era con lui? Inutile dire che la sua ansia cresceva ogni minuto così sapendo bene di non avere altre possibilità e dal momento che quello dell’Auror, nonostante fosse in vacanza, restava comunque il suo lavoro e la sua natura, si avvicinò all’ingresso poggiando una mano sul portone di ferro e spingendolo per entrare.

<< Lumos >> e sussurrando appena l’incantesimo alzò la bacchetta per farsi un po’ più di luce.

Stava per addentrarsi per un corridoio alla sua sinistra quando una voce sgradevole che aveva già sentito attirò la sua attenzione facendolo voltare e correre dalla parte opposta.

 

<< Cosa dici tesoro dovrei toglierti quel bavaglio eh...così il tuo adorato salvatore può sentirti urlare >> poi ridendo con lo stesso suono che avrebbe avuto uno che sta per essere sgozzato il suo aguzzino guardò Noelle tornando a puntarle un rozzo coltello vicino al viso:<< Purtroppo però devo dirtelo signorina: non ti sentirà nessuno e non verrà nessuno a salvarti >> gli occhi di Noelle si spalancarono un po’ per la paura e un po’ perché moriva dalla voglia di prendere la propria bacchetta e di far fuori quel pazzo con le sue stesse mani, purtroppo però la bacchetta l’aveva lasciata nel cassetto del comodino dal momento che c’era James e che lui aveva sempre con sé la sua!

Cercando di concentrarsi Noelle provò a leggere la mente del su rapitore, era il suo lavoro e a volte le riusciva anche se non era così concentrata e se voleva avere una speranza di uscire viva da lì doveva provare…

Chiuse per un istante gli occhi cercando di focalizzarsi su di lui quando l’immagine di quello stesso uomo a terra senza vita le attraversò la mente, stava leggendo i suoi stessi pensieri? Che cosa succedeva perché non riusciva a fare il suo lavoro quando ne aveva bisogno?

Riprovò di nuovo e stavolta l’immagine che vide fu lei stessa ferita e un fascio di luce rossa che colpiva il suo aguzzino: c’era qualcosa che non andava…

Stava per riaprire gli occhi quando una voce maschile la fece sorridere…

 

<< Lasciala andare >> e James si avvicinò con la bacchetta sguainata puntandola verso l’uomo mentre i suoi occhi correvano a Noelle legata:<< Sei di nuovo allo stesso punto Rhodes, sei di nuovo qui e stai per fare di nuovo lo stesso miserabile gesto >> sentenziò l’uomo con una calma spietata:<< Lasciala stare e forse potrei ripensarci >> << Forse? >> poi voltandosi velocemente a guardare Noelle aggiunse:<< Lei non lo sa vero… >> James si irrigidì e un brivido gelato gli percorse la spina dorsale:<< Lei ha visto solo la superficie, che cosa vedrebbe se si scavasse un po’ più a fondo? Se venisse fuori il motivo per cui non riesci a lavorare con un compagno? >> << Te lo meritavi e rifarei cento, mille volte quello che ho fatto, ho visto cosa volevi fare a quelle persone, ho visto il tuo sguardo >> replicò Jamie con lo stesso tono accusatorio:<< Hai visto quello che volevi vedere Auror… >> buttò fuori l’uomo con odio:<< Hai ucciso, è questa la verità, hai ucciso e porterai sempre addosso il marchio di questa infamia >> ripensando al lungo taglio che gli attraversava il petto e che, nonostante i mesi passati insieme, ancora faticava a far vedere a Noelle, James strinse la presa attorno alla bacchetta:<< Te lo ripeto: lasciala andare >>

 

<< Oh ma noi qui ci stiamo divertendo così tanto… >> poi girandosi verso di lei lo sconosciuto le prese il mento con due dita strizzandole le guance e avvicinando il viso al suo:<< Vero piccola…dillo al tuo fidanzatino quanto ci stiamo divert… >> << Stupeficium! >> e la voce di James immediatamente seguita dallo schiantesimo la bloccò mentre l’uomo accanto a lei veniva sbalzato via cadendo alcune decine di metri più in là e sbattendo la testa a terra sul pavimento di cemento.

<< Stai bene? >> e James le si avvicinò di corsa sciogliendo le corde con la bacchetta e levandole il bavaglio a mano in modo che lei potesse di nuovo parlare:<< Noelle stai bene? >> le domandò di nuovo visto che non rispondeva:<< Jamie…>> fu la sola cosa che fu in grado di mormorare prima che le forze le venissero meno e che scoppiasse in un pianto a dirotto, era durato solo qualche decina di minuti, un’ora a massimo ma quell’incubo l’aveva scossa terribilmente:<< Va tutto bene Noelle, ci sono io…va tutto bene >> poi stringendola a sé e prendendola in braccio James le sorrise per calmarla:<< Andiamo a casa? >> lei annuì e stringendosi ancora più forte a lui aspettò che il suo fidanzato si smaterializzasse.

 

Di nuovo a casa James posò il suo delicato carico sul divano e si mise appollaiato su uno dei braccioli cominciando ad accarezzare i capelli di lei:<< Jamie >> lui la guardò dolce:<< Sì? >> << Quell’uomo sembrava conoscerti >> gli ricordò piano quasi avesse paura che nominandolo quella carogna entrasse dalla porta con il coltello sguainato:<< Sì, in un certo senso lo conosco >> rispose lui piatto:<< Ha a che fare con il tuo lavoro? >> lui annuì in silenzio:<< Ne parliamo un’altra volta, adesso hai bisogno di riposare >> Noelle sorrise allungando una mano per accarezzargli la maglietta nel punto esatto sotto cui lui nascondeva il suo segreto:<< Un giorno mi dirai cosa ti tormenta? >> James si sedette per terra accanto al divano dando le spalle a Noelle:<< Non so se potrai accettare anche questo di me, ho paura che se te lo raccontassi tu scapperesti via da me e non potrei sopportare di perderti >> la mano di Noelle sulla sua spalla e la bocca di lei persa nei suoi riccioli neri lo fecero sentire in pace con il mondo:<< Io sono qui James e ci sarò sempre qualsiasi cosa tu abbia fatto l’affronteremo insieme >> e rincuorato da quella piccola fiamma di fiducia incondizionata James Rhodes chiuse gli occhi lasciandosi andare alla calma.

 

Quando Noelle riaprì gli occhi e vide James disteso accanto a sé alzò una mano per accarezzargli la fronte:<< Ciao… >> e lui le sorrise mentre si rimetteva in piedi e le tendeva una mano per fare altrettanto:<< Stai bene? >> lei annuì:<< Ho fatto un incubo terribile >> mormorò poi stringendogli la mano come se da quello dipendesse la sua vita:<< Sì, anche io >> e cercando di non pensare a ciò che aveva visto e che gli sembrava così reale James la tirò vicino a sé:<< Che ne dici di distrarci un po’? Sto soffocando qui dentro >> Noelle sorrise:<< A quest’ora in piscina non c’è nessuno, potremmo… >> James fece una smorfia:<< Siamo a Parigi e la sola cosa a cui pensi è quella dannata piscina, andiamo Jackson è ora di goderci un po’ questa città >> lei fece per replicare ma l’idea di passare il pomeriggio in giro per quella favolosa città con il suo Auror personale le piaceva troppo per soffermarsi a notare piccoli dettagli stonati.

 

<< Papà scusami volevo parlarti di… >> e la voce di Dorian lo bloccò mentre stava passando una mano sulla fronte della signorina Stains per assicurarsi che stesse bene:<< Ma che cosa… >> e Ian raggiunse velocemente il divano inginocchiandosi accanto al corpo privo di sensi di Maggie:<< Che cosa diavolo stai facendo? >> e guardando il padre con rabbia alzò una mano toccando le guance della ragazza:<< Dorian prima che tu possa… >> << Prima che io cosa? Hai una vaga idea di quello che potrebbe succederle? Di quello che starà vivendo? Dio non lo augurerei al mio peggior nemico, figuriamoci a Margaret >> Isaac si alzò in piedi mentre sul figlio aveva ripreso a guardare la ragazza e ad accarezzarle il viso sussurrandole dolci parole di conforto:<< Sta bene e tu lo sai >> << La devasterà e tu lo sai >> replicò il figlio freddo alzandosi in piedi:<< Ero venuto a chiederti un consiglio ma adesso… >> << Un consiglio su cosa? >> lo sguardo di Ian corse rapido a Margaret ed Isaac scosse il capo:<< La tua vita è qui e tu lo sai >> << Per questo l’hai costretta a farlo? Per farle capire che se vorrà stare con me dovrà farlo alle tue condizioni? >> << Dorian io non ho… >> ma un sussurro bloccò entrambi:<< Ian… >> immediatamente Dorian si voltò inginocchiandosi di nuovo accanto a Maggie:<< Margaret >> lei sorrise debole:<< Mi piace quando mi chiami così >> le mani di Dorian le accarezzarono i capelli:<< Stai bene? Perché l’hai fatto? Non eri obbligata a… >> << Tuo padre non mi ha obbligata, sono io che gli ho chiesto aiuto >> e mettendosi più o meno seduta Maggie lo guardò trafiggendolo con i grandi occhioni scuri un po’ affaticati:<< Non volevo farti passare tutto questo >> le ricordò Dorian serio:<< Perché? Tu lo hai fatto… >> << È diverso, io sono… >> << Cosa Ian? Che cosa cambia tra me e te? Tu puoi lottare per noi e dimostrare quanto sei forte e capace mentre io no? >> non sapeva nemmeno lei da dove le uscivano quelle parole ma il confronto avuto con Daniel era ancora troppo vivido nella sua mente e l’incubo si stava mischiando con la realtà:<< Come puoi pensare una cosa del genere? Sai che io… >> << So che cosa? So quello che tu mi dici ma quello che dici e quello che fai sono due cose diverse >> Dorian fece per accarezzarle una guancia ma la mano di Maggie sulla sua lo bloccò:<< Devi fidarti di me Ian >> lui evitò di guardarla negli occhi, non voleva farle vedere quanto fossero lucidi in quel momento:<< Io mi fido di te >> Maggie alzò per un istante gli occhi su Isaac e l’uomo annuì sorridendole poi tornò a guardare Ian:<< Dimostramelo allora >>


Grimilde's
Sì lo so, si era detto venerdì ma che volete farci ho finito prima e perchè lasciarvi in attesa???
Qualcuno mi ha detto che sono folle (so che ha pienamente ragione) ma ricordatevi che sono la vostra folle, oltre che sadica, e quindi meglio mantenere fede alla mia reputazione e postare questo capitolo immediatamente...
Stavolta non voglio dare troppe spiegazioni perchè sarebbero le stesse del capitolo precedente quindi semplicemente buona lettura e bonne nuit...
à la prochiane....

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Capitolo 9
*** 8 - Confessioni ***


Capitolo 8

Quando Lilith rientrò nella sua camera mancava poco all’ora di cena; vedendola entrare Leila le sorrise dalla toletta dove si stava pettinando la lunga chioma bionda:<< Sei uscita stamattina per colazione e rientri a quest’ora? Per essere una a cui Mike Gail non interessa perdi molto tempo insieme a lui >> di nuovo Lilith ripensò a quella strana giornata in compagnia del suo primo amore…

 

Quando si erano inoltrati nei giardini di Versailles Mike non le aveva quasi rivolto la parola mentre si aggiravano tra i turisti intenti ad ammirare le fontane e scattare foto, era stato solo quando erano arrivati in un piccolo angolo nascosto dalle siepi che lui si era fermato voltandosi a guardarla, Lilith si era sentita un po’ a disagio, non per Mike ma perché ora che l’aveva così vicino capiva che lui aveva ragione a chiamarla nanetta, in confronto a lui era alta come quei buffi omini blu dei cartoni animati.

<< Allora signor stangone? Che cosa hai intenzione di fare? >> il sorriso dio Michael l’aveva quasi fatta ridere a sua volta:<< Non vuoi rendermi le cose facili eh… >> << No Gail, te l’ho già detto >> Michael fece spallucce avvicinandosi poi alla panchina in pietra che stava al centro dello spiazzo:<< Mi odi davvero così tanto Sherwood >> stava parlando più a sé stesso che a lei:<< Senti so che sono stato un ragazzino odioso all’epoca ma avevo sedici anni, non puoi pensare che sia lo stesso di allora >> davanti a quelle parole Lilith si fermò un attimo a riflettere, anche lei era cambiata in quegli anni e quindi anche lui poteva…

<< Che cosa vuoi Gail? >> buttò fuori esasperata sapendo che tanto lui non si sarebbe arreso:<< In questo momento vorrei che ti sedessi qui con me e che parlassimo >> << Parlassimo? E di cosa? >> domandò perplessa ma avvicinandosi a lui:<< Di quello che ci è successo in questi nove anni >> lei scosse il capo sorridendo:<< Per la serie rivanghiamo i bei tempi andati? Non siamo due amiconi che si raccontano segreti >> lui abbozzò un sorriso voltando gli occhi verso di lei:<< No ma potremmo provare ad esserlo >> << Adesso vuoi che siamo amici? A scuola non mi rivolgevi la parola e adesso vuoi che… >> << Te lo ripeto a scuola ero uno stupido ragazzino che non sapeva nemmeno cosa voleva >> << Nessuno lo sa a sedici anni >> pensò Lilith pensando che a sedici anni non si sarebbe mai aspettata di seguire le orme di suo padre e di entrare nell’ufficio Cooperazione internazionale al Ministero.

<< Io volevo solo che mio nonno fosse orgoglioso di me, avrei fatto qualsiasi cosa per farlo felice >> << Tuo nonno? >> lui annuì:<< Mi ha cresciuto lui >> << E i tuoi genitori? >> ma appena ebbe pronunciato quella domanda Lilith si ricordò delle voci che giravano a scuola su come i genitori di Mike fossero morti durante una delle loro missioni quando lui aveva poco più di sei mesi:<< Scusami, non intendevo… >> non le era mai venuto facile scusarsi ma in quel momento sapeva di aver osato troppo anche se involontariamente:<< Non ti scusare, non è un mistero che i miei genitori siano morti durante una missione >> poi con un piccolo sorriso guardò la siepe davanti a loro:<< Non so cosa ne sarebbe stato di me se non ci fosse stato Frank >> << Non lo chiami nonno? >> domandò lei di nuovo e di nuovo provò l’istinto di scusarsi, ma perché aveva cominciato a parlare con lui?

<< Se lo conoscessi capiresti che Frank non ha la classica faccia da nonno, è più come una specie di padre, zio, nonno, mamma tutto insieme in una sola persona, poteva lasciarmi al mio destino quando i miei sono morti, aveva la sua vita e io non ero previsto >> << Sei suo nipote, non credo che avrebbe potuto lasciarti a qualcun altro >> Mike la guardò annuendo e avvicinando la mano a quella di lei ferma in mezzo a loro:<< Andreste d’accordo sai…è quello che dice anche lui >> Lilith lo guardò scuotendo il capo:<< Forse perché è vero? Devo aggiungere anche ottuso Tassorosso oltre a stangone? >> gli domandò poi cercando di farlo ridere, non le piaceva vedere quegli occhioni marroni tristi anche se non sapeva nemmeno lei il perché…

Da lì il resto della loro giornata era trascorsa tra una crociera sulla Senna, un giro per i viottoli di Montmartre per concludersi con una cena in un bistrot vicino a Place de Tertre dove lei si era persa a guardare i pittori che ritraevano le giovani coppie o i magnifici profili della città; era stato solo quando si erano accorti dell’ora che Mike l’aveva presa di nuovo per mano e riportata verso l’albergo:<< Grazie per questa giornata Lilith >> le aveva detto mentre camminavano fianco a fianco:<< Grazie a te, è stata… >> << Strana? >> le domandò lui ricordando quante volte si erano ritrovati a ridere quasi senza motivo mentre si ritrovavano a dire la stessa cosa o a fissare gli stessi passanti pieni di souvenir, macchine fotografiche e improbabili cappelli:<< Non credevo ti piacesse il mondo babbano >> gli aveva detto quando erano arrivati davanti alla porta della sua camera e come sempre la risposta di Mike l’aveva fatta infuriare e sorridere allo stesso tempo:<< Ci sono tante cose che ancora non sai di me nanetta ma tranquilla hai il tempo di scoprirle tutte >> poi dandole un piccolo bacio sulla guancia si era voltato dirigendosi verso la sua camera:<< Gail! >> gli aveva urlato dietro una volta resasi conto di quello che lui aveva fatto, ma Mike era già sparito in fondo al corridoio.

 

<< Quindi Michael sta diventando di nuovo il tuo principe azzurro? >> << Di nuovo? Lila che cosa stai… >> << Hai detto tu che avevi una cotta per lui a scuola, probabilmente ciò che ti piaceva di lui allora è quello che ti sta di nuovo piacendo adesso >> constatò l’amica come se stesse esponendo una verità universale:<< A me non piace Mike, non più >> Leila sorrise tornando a spazzolarsi i capelli e lasciando cuocere l’amica nel suo brodo per poi chiedere con la sua faccia più innocente mentre posava la spazzola nel beauty-case:<< E da quando Gail è diventato Mike? >> Lilith la guardò zittendosi e cercando di non assomigliare ad un gufo che arruffa le penne come succedeva sempre quando qualcuno la prendeva in contropiede:<< Beh ha un nome non è un crimine usarlo >> << No certo, ma fino a ieri era Gail lo stangone odioso, mi chiedevo solo cosa fosse cambiato >> Lilith si alzò di scatto cercando il proprio pigiama:<< Non è cambiato niente, Mike è solo più corto da dire, tutto qui >> replicò poi prendendo il cambio e infilandosi in bagno considerando chiusa la conversazione mentre Leila si sedeva sul suo letto sorridendo soddisfatta: in fondo era stata sua l’idea di trascinare Lilith in quella follia ed era felice che la sua amica avesse trovato qualcuno che le tenesse testa ma che nel contempo teneva a lei più di qualsiasi altra cosa; stava quasi per addormentarsi quando notò un piccolo pacchetto appoggiato sul suo comodino con un enorme fiocco verde e oro decisamente più grosso del pacchetto stesso!

Prendendo la scatolina tra le mani Leila la aprì trovandovi all’interno un bocciolo di rosa rossa ancora chiuso, appena lo prese in mano questo si aprì mostrando un biglietto al suo interno: “Buonanotte mia dolce Serpe, non vedo l’ora che arrivi domani, vestiti comoda mi raccomando, F.” anche senza la sua firma avrebbe capito comunque che si trattava di lui, solamente François Atelier poteva chiamarla mia dolce Serpe dopo che avevano passato metà del pomeriggio seduti ai Jardin du Tuileries a rivangare i tempi della scuola dove la rivalità tra il bel capitano dei Grifoni, Frankie, e i Serpeverde aveva toccato i record:<< Vi abbiamo strappato la coppa più di una volta, non fare l’arrogante con me signorina Tallyst >> le aveva ricordato ridendo e allora lei sorridendo aveva controbattuto:<< Sì ma a quanto ne so tu avresti voluto qualcos’altro oltre alla coppa caro il mio capitano >> François era rimasto immobile poi guardando gli occhi furbi di lei le aveva domandato timoroso:<< Non dirmi che hai parlato con… >> << Dovresti rispiegare al tuo migliore amico il concetto di segreto capitano, è stato un’inesauribile fonte di informazioni >> Frankie aveva scosso il capo ben sapendo che Libero aveva fatto apposta a spifferare tutto a Leila ma in fondo gli andava bene così, non erano più a scuola, non erano più il Capitano dei Grifondoro e la Prefetto dei Serpeverde, non era più nemici giurati solo per le case a cui appartenevano, erano solamente François e Leila.

 

Poggiando il fiore e il biglietto sul comodino Leila si addormentò con il sorriso sulle labbra sognando il suo bel principe dagli occhi azzurri.

 

<< Ciao François >> il giovane Atelier si bloccò non appena mise piede nel vecchio appartamento e quella voce roca lo accolse nel buio del soggiorno:<< Che cosa ci fai qui? >> una luce si accese illuminando il profilo delicato di una donna:<< È casa nostra mon cher, dove altro dovrei andare >> inaspettatamente lo sguardo di François si fece duro:<< È casa mia Fiona, tu hai perso ogni diritto il giorno che hai deciso che la mia opinione non aveva importanza >> la ragazza si alzò ancheggiando ed avvicinandosi a lui, indossava gli stessi vestiti di quella mattina notò François ricordandosi che anche durante il loro primo incontro Fiona aveva addosso uno di quei lunghi vestiti multicolore correlati da bracciali, collane e una fascia in mezzo ai capelli, esattamente come in quel momento.

<< Oh andiamo mon amour…ho sbagliato vuoi tenermi il muso per questo >> gli sussurrò poi all’orecchio mentre con le labbra gli sfiorava il collo:<< Se avessi saputo che lo volevi anche tu non lo avrei mai fatto >> << Non cambia niente Fiona, hai fatto la tua scelta e non puoi cancellare quello che è successo >> allontanandosi di un passo lei lo guardò sorridendo e portandosi le mani dietro al collo slacciò la chiusura dell’abito facendolo scivolare fino ai piedi e scavalcandolo poi con grazia:<< Vuoi dirmi ancora che ti sono indifferente? Che non provi più niente per me? >> << Sono cambiate molte cose Fiona, c’è un’altra persona adesso e… >> lei sorrise poi ridendo un po’ più forte si portò una mano davanti alla bocca come una damina dell’‘800:<< Sì, ho visto la graziosa bambolina che ti portavi dietro, un po’ troppo virginale per i tuoi gusti o mi sbaglio mon cher >> << Non chiamarla…Leila non è… >> di nuovo Fiona aveva riso:<< Leila…che nome grazioso…davvero mon cher non credo che funzionerà tra di voi, le manca quel pizzico di brio che ci ha sempre contraddistinti… >> poi appiccicando il suo corpo nudo a quello vestito di lui aggiunse:<< Non te lo ricordi mon amour? Non riuscivi a togliermi le mani di dosso >> e poco prima che le labbra di Fiona toccassero le sue François spalancò gli occhi con il fiato corto ritrovandosi nella sua camera; voltò lo sguardo verso il letto di Libero ma era ancora vuoto, poco male non aveva tempo di preoccuparsi delle fughe notturne del suo migliore amico, aveva una cosa ben più importante da fare ed dimentico di indossare solamente i pantaloni del pigiama uscì dalla camera percorrendo quasi di corsa il corridoio.

 

Un bussare insistente alla porta svegliò le ragazze di colpo:<< Ma chi diavolo… >> e Lilith si alzò avvicinandosi alla porta con la bacchetta in mano, era vero che erano all’interno di un hotel e conoscevano i loro coinquilini, ma non si poteva mai sapere, erano le tre di notte in fondo!

Tuttavia quando aprì piano la porta e vide il viso angosciato del giovane dall’altro lato il suo cuore si sciolse:<< Ciao Lilith, so che è tardi, scusami davvero ma devo…Leila è sveglia? Io devo… >> Lilith si spostò di lato per farlo entrare:<< Ehi Lila è per te >> poi guardando la coppia sorrise:<< Io vado a dormire in camera delle altre, non preoccupatevi ok? >> e lasciandoli soli sorrise chiudendosi dietro la porta:<< Che cos’è successo? Che cosa ci fai qui Frankie? >> sentendosi chiamare Frankie lui sorrise, Fiona aveva sempre continuato a chiamarlo François e lui amava Leila per quanto si dimostrasse diversa dalla sua ex moglie: amava? Ma che pensieri stava facendo il suo cervello? Lui non… poi alzò gli occhi incrociando la figura di Leila e il pigiama arancione che lei indossava sulla cui maglietta erano stampate le sagome di tre coniglietti che sbirciavano da quello che probabilmente doveva essere il tronco di un albero, la Fiona del sogno aveva ragione: Leila era semplice ed innocente come l’altra non lo era mai stata ma era proprio quello ciò che più gli piaceva di lei.

<< Stai bene? Sembri sconvolto >> e lei si avvicinò alzando una mano per accarezzargli una guancia, inaspettatamente Frankie le afferrò il polso tirandola accanto a sé e chinando le labbra fino ad incontrare quelle di lei.

Immobile per un attimo Leila cercò di capire che cosa stava succedendo, aveva sognato quel bacio dal loro primo appuntamento in cima alla Tour Eiffel ma non avrebbe certo pensato che sarebbe successo nella sua camera con lei con addosso quel ridicolo pigiama con i coniglietti!

<< Leila scusami >> lei sorrise arrossendo un po’:<< Da quando si chiede scusa per un bacio del genere? >> gli occhi di lui le dissero che c’era sotto qualcosa ma il suo sorriso dolce le scaldò il cuore:<< Non sono stato troppo espansivo? >> le domandò passandosi una mano nei riccioli biondi:<< Sei un Grifondoro, sei così per natura >> entrambi risero poi gli occhi di François tornarono ad incatenare i suoi:<< Ti devo dire una cosa Leila, una cosa che riguarda il mio passato >> era venuto il momento di giocare a carte scoperte e visto quello che aveva capito non appena se l’era trovata davanti voleva essere sincero su tutto.

<< Siediti per favore, mi stai facendo paura >> e la voce di Leila lo riportò alla realtà:<< Non voglio spaventarti ma è giusto che tu lo sappia da me invece che da qualcun altro >> poi sedendosi sul letto della ragazza accanto a lei cominciò a raccontare:<< Tre anni fa, quando sono tornato qui dall’Inghilterra con una proposta ufficiale del ministro per dirigere il dipartimento di pozioni ero il ragazzo più felice del mondo, stavo realizzando il mio sogno e sarei tornato a casa, non mi mancava nient’altro o almeno così credevo >> Leila gli strinse la mano:<< Hai conosciuto una ragazza? >> lui annuì:<< Si chiamava Fiona, era una strega mezzosangue che aveva deciso di vivere come una babbana e faceva l’artista a Place de Tertre, ci siamo piaciuti immediatamente e nel giro di sei mesi ci siamo sposati, non so che cosa mi sia preso ma in quel momento la sola cosa di cui mi importava era lei, mia madre è morta quando ero molto piccolo e l’idea di potermi un giorno creare una famiglia mia mi ha sempre ossessionato, quando ho conosciuto Fiona ho pensato che finalmente avevo trovato anche io la donna che mi avrebbe reso felice, che insieme avremmo costruito qualcosa di speciale >> mentre lui parlava Leila continuava a stringergli la mano accarezzandogli le spalle nude con l’altra:<< Che cos’è successo per farti cambiare idea? >> lui scosse il capo:<< Non ho cambiato idea, l’ho sposata e per qualche tempo siamo stati felici insieme, un giorno per caso scoprii che lei era rimasta incinta e che era andata all’ospedale appena l’aveva scoperto, aveva interrotto la gravidanza senza dirmi niente, quando le ho chiesto spiegazioni mi ha detto che era troppo giovane per avere un figlio e che la sua vita le andava bene così com’era, che non aveva sposato un Atelier per finire a fare la mamma a tempo pieno >> poi lasciandosi andare poggiando la testa sulle ginocchia di Leila aggiunse triste:<< Non lo so…non ho una spiegazione vera e propria, quando mi ha detto quelle cose ho pensato a mia madre e a quanto abbia voluto sia mio fratello sia me, ho pensato che se lo avessi saputo non le avrei mai permesso di cancellare così facilmente una parte di me, era anche mio figlio oltre che suo e per lei non aveva importanza… >> Leila sentì qualcosa di umido scivolarle sulle gambe e si accorse che François stava piangendo:<< Frankie… >> lui voltò la testa per guardarla, gli occhi resi ancora più grandi dalle lacrime:<< Mi piace quando mi chiami Frankie, mi piace stare con te, mi fai sentire bene come non mi succedeva da molto tempo >> lei sorrise:<< Io sono qui, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno >> Atelier si rimise seduto voltandosi a guardarla:<< Leila…bella, bellissima Leila… >> e prendendole il viso con entrambe le mani lo avvicinò al suo baciandola mentre anche le sue lacrime si mischiavano a quel bacio rendendolo qualcosa di ancora più profondo:<< Vuoi restare qui stanotte? Lilith non tornerà >> lui annuì mentre lei si sdraiava e lo faceva stendere accanto a sé:<< Grazie Leila, non voglio stare solo, non stasera >> lei sorrise accarezzandogli i capelli:<< Tu non sei solo, te l’ho già detto io sono qui, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno o voglia fare io sono qui >> un piccolo sorriso comparve sulle labbra del giovane:<< Ci sono tante cose che vorrei fare in questo momento ma credo che per adesso mi basti averti qui >> le rivelò sorridendo poggiando la testa sul cuscino e fissando gli occhi nei suoi, dopo un altro bacio dolce la guardò indeciso se rivelarle o meno ciò che la sua mente stava pensando ma ancora una volta il suo cuore prese il sopravvento parlando per lui:<< Potremmo addormentarci sempre così >> lei sorrise stringendogli la mano che lui aveva messo tra loro per mettersi comodo:<< Potrei abituarmi molto in fretta >>

 

<< Mi dispiace padron François, mi dispiace >> e comparendo silenziosamente all’interno della camera Seza si avvicinò ai due giovani che dormivano abbracciati stringendo tra le mani due piccoli pezzi di pergamena.

 

Mentre le prove di suo padre proseguivano Ian era chiuso nel buio e nel silenzio della sua stanza, dopo la domanda di Maggie a cui vigliaccamente non aveva risposto si era rifugiato in camera sua evitando di scendere anche per la cena.

Incapace di fare altrimenti poi aveva preso lo schizzo che aveva fatto due giorni prima guardando Margaret mentre dormiva e, facendo comparire una tela sul suo cavalletto si era messo a dipingere, era qualcosa di un po’ diverso rispetto a quello che era abituato a disegnare ma in fondo il soggetto era anche migliore.

Era talmente immerso nella sua opera che fu solo quando sentì qualcosa pizzicargli la mano che si accorse del suo gufo che lo guardava arrabbiato dal suo trespolo con una lettera nel becco:<< Renoir, ma che ti prende? >> l’animale lo guardò nervoso allungando la busta verso il suo padrone che la prese allungando un cracker al pennuto ma questo si voltò e senza degnarlo di uno sguardo volò via, bene ci si metteva anche il suo gufo ora!

Guardando poi la lettera la aprì restando immobile dalle poche righe scritte da una svolazzante grafia femminile: “Vestiti comodo e vieni con me, hai detto che ti fidi, bene adesso devi dimostrarmelo, Margaret

Ian sorrise sapeva che lei non si sarebbe arresa così guardando un’ultima volta il dipinto ancora incompleto sorrise poggiando colori e tavolozza, erano le tre di notte ma la sua amata voleva sorprenderlo…prova decisamente ardua per un maniaco del controllo come lui ma si trattava di Maggie e da lei probabilmente si sarebbe fatto fare qualsiasi cosa!

 

<< Ma tu sai cosa vuol dire comodo Ian Atelier? >> lo accolse lei incrociando le braccia sul petto quando lo vide scendere i gradini della hall con addosso un paio di pantaloni color tabacco, una camicia bianca e un gilet:<< Abbiamo una concezione diversa di comodo Margaret ma ciò non toglie che tu sia splendida >> le rispose con un sorriso:<< Smettila, non sei ancora scusato per la tua scenata di oggi >> Dorian annuì:<< Va bene, come vuoi >> poi sorridendole appena aggiunse:<< Quella è per me? >> ed indicò la benda scura che lei teneva tra le mani:<< Siamo perspicaci >> lo prese in giro Maggie e lui allungò una mano per  farsela dare:<< No, hai detto che ti saresti fidato di me >> gli ricordò tirando indietro la mano:<< Margaret…non vorrei sottolinearlo ma c’è una piccola differenza di altezza tra di noi e… >> << Prendimi in braccio >> gli ordinò lei con un sorriso:<< Cosa? >> << Prendimi in braccio. Così ci arrivo >> sorridendo Ian si avvicinò mettendole una mano dietro la schiena e l’altra sotto le ginocchia prendendola in braccio:<< Grazie >> commentò lei allegra mettendogli le braccia al collo e solamente in quell’istante lui si accorse che l’abito, lungo fino ai piedi, che Maggie indossava era sì un prendisole ma era bianco! Per assurdo sembravano due sposini di un quadro di Renoir, due sposi di campagna pronti a dire il loro sì…diavolo cosa andava a pensare, era proprio cotto!

<< Sei pronto? >> << Come faccio a risponderti se non so dove dobbiamo andare? >> << Tu concentrati, al resto penso io >> << Margaret… >>  cominciò lui titubante:<< Hai detto che ti fidi ricordi? >> << Direi qualsiasi cosa per farti cambiare idea in questo momento >> la prese in giro ma lei non ci cascò e dopo pochi istanti Ian sentì che si stavano smaterializzando.

 

<< Leila…Leila svegliati >> le mani di qualcuno che la scuotevano le fecero aprire gli occhi:<< Leila >> la ragazza guardò nel vuoto per un attimo poi i suoi occhi tornarono a fissare François:<< Frankie… >> lui le sorrise ma si vedeva che era scosso almeno quanto lei:<< Cos’è successo? >> Leila si mise seduta e mentre lui le accarezzava i capelli e le spalle cercò di radunare le idee:<< Non lo so, l’ultima cosa che ricordo è che ci siamo addormentati, poi è diventato tutto buio… >> in un attimo ciò che aveva vissuto le tornò alla mente e le lacrime le salirono agli occhi facendola scoppiare in singhiozzi:<< Oh mio dio Jam… >> << Cosa? >> lei alzò gli occhi sul ragazzo:<< Avevo un fidanzato alcuni anni fa >> Frankie annuì stringendole le mani per darle la forza di continuare:<< Si chiamava James Ferguson, era un nato babbano e viveva nella parte babbana di Londra, un paio d’anni fa nell’anniversario del giorno in cui ci siamo conosciuti mi ha chiesto di sposarlo… >> le parole le morirono in gola mentre prendeva fiato e cercava di non scoppiare a piangere:<< Va tutto bene, Leila va tutto bene…calmati >> lei annuì asciugandosi in fretta le lacrime:<< Il giorno dopo avermi chiesto di sposarlo James è andato al lavoro, eravamo d’accordo di vederci al Paiolo Magico per fare un giro a Diagon Alley…quando non l’ho visto arrivare sono andata fino a casa sua per vedere se fosse successo qualcosa, era sempre in ritardo e io lo prendevo in giro per questo… >> di nuovo le lacrime cominciarono a scenderle sul viso:<< Quando sono arrivata ho visto una di quelle ambulanze babbane che caricavano una barella, mi sono avvicinata e l’ho visto…era Jam…era stato investito da una macchina perché aveva attraversato di corsa, stava venendo da me perché era in ritardo…è successo tutto perché io lo stavo aspettando…se fossimo usciti insieme dal lavoro questo non sarebbe successo e… >> le mani di François le accarezzarono le guance e lui con i pollici le asciugò le lacrime:<< Non è colpa tua Leila, non è successo per colpa tua, è stato un incidente >> lei annuì ma continuò a piangere:<< James è morto il giorno dopo in ospedale, era l’uomo che amavo ed è morto davanti ai miei occhi… >> poi fissando gli occhi azzurri di Frankie aggiunse:<< Non posso farlo di nuovo, non posso perdere anche te, non voglio che ti succeda qualcosa e… >> François le sorrise dolce prendendola tra le braccia per calmarla:<< Mi dispiace per quello che hai passato Leila, davvero…non avrei mai voluto che ti capitasse una cosa del genere ma io sono qui d’accordo? Io sono qui e ti prometto che ci sarò sempre qualsiasi cosa accada >> << Ho paura Frankie >> gli mormorò alzando la testa per guardarlo in faccia:<< L’amore fa paura a volte >> lei sorrise:<< Parli come se… >> ma poi si bloccò pensando di dire una cosa stupida e fuori luogo:<< Come se cosa? >> << Come se tu provassi…come se tu mi… >> << Io ti amo Leila >> poi accarezzandole i capelli aggiunse più calmo e serio:<< Forse sono avventato a dirlo e probabilmente la mia esperienza passata non mi ha insegnato niente, ma se c’è una cosa che ho imparato è che l’amore non lo scegli è lui che sceglie te. Quando ti ho visto entrare il primo giorno ho pensato che avrei potuto divertirmi, che avrei passato qualche ora piacevole con una ragazza che a scuola consideravo molto carina e che aveva invaso la mia immaginazione di stupido quindicenne, ma poi ti ho conosciuto e ti ho portato con me sulla Tour Eiffel, ho passato davvero del tempo con te e ho dovuto fare degli incubi terribili per capirlo ma adesso lo so, ti amo Leila Tallyst e non ho alcuna intenzione di andarmene lontano da te, per nessun motivo >> poggiando il capo sulla spalla di François Leila si lasciò avvolgere dal caldo profumo della sua pelle:<< Aspetterai che io sia pronta a dirti le stesse cose? >> Frankie intrecciò le loro mani sorridendole e baciandole i capelli:<< Aspetterò fino alla fine dei miei giorni >> poi sorridendole aggiunse:<< Ma sappi che non cambierò mai idea >>

 

<< Dove siamo? >> ed Ian voltò la testa verso Maggie che era ancora tra le sue braccia:<< La smetti di chiederlo? Ascolta… >> gli rispose lei dal momento che lui aveva ancora addosso la benda…

Immobile Dorian cercò di concentrarsi su ciò che gli altri suoi quattro sensi gli trasmettevano: era notte quando avevano lasciato Parigi ma sentiva il calore del sole sulla pelle, l’odore dell’acqua e il suo lento gorgogliare:<< Maggie dove… >> << Aspetta… >> e portando le mani dietro la testa di Dorian sciolse il nodo facendogli scivolare via la benda dagli occhi:<< Ma cosa… >> e guardando le barche a vela e il piccolo porticciolo dall’altra parte della sponda rimase impalato incredulo per ciò che stava vivendo:<< Non è possibile non può essere che… >> poi guardando Margaret fece per dire qualcosa quando lei alzò una mano per mettergliela sulle labbra:<< Un’indicibile non può parlare del suo lavoro e questo ne fa parte, goditi il momento ok? >> << Siamo ad Argenteuil >> era un’affermazione ma lei annuì comunque:<< Sembra un quadro di Renoir >> continuò ancora lui riconoscendo i paesaggi e le ambientazioni quasi fosse davanti al quadro, quasi fosse dentro al quadro…poi ripensando al fatto che a meno che non fossero andati indietro nel tempo era impossibile che ad Argenteuil fosse giorno e a Parigi notte lui tornò a guardare Maggie:<< Non siamo dentro a… >> lei chinò il capo girandosi verso il fiume per evitare di rispondergli:<< Ti ho detto che di certe cose non posso parlare, volevo solo fare qualcosa che ti rendesse felice >> le braccia di Dorian che le stringevano la vita le fecero sobbalzare il cuore e sentire il corpo di lui che aderiva al suo la fece stare bene quasi quanto le sue successive parole:<< Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me Margaret, ti ringrazio >> poi prima che lei potesse rispondere continuò:<< Mi dispiace per come ho reagito nell’ufficio di mio padre, non volevo che tu stessi male e so benissimo che cosa sono in grado di fare quelle dannate pergamene, non volevo che tu fossi costretta a rivivere qualcosa che ti ha fatto provare tanto dolore o che potrebbe fartene provare in futuro >> << So perché l’hai fatto e so che lo rifaresti di nuovo perché tieni a me ma quella pergamena mi è servita a capire una cosa molto importante >> Ian rimase in silenzio trattenendo il fiato e Maggie lo sentì visto quanto erano vicini:<< Ho capito quanto tu sia importante per me Dorian, ho capito che Daniel mi aveva distrutta e fatta a pezzi, talmente tanti che non avrei mai pensato di poterli rimettere insieme ma mi è bastato conoscere te, incontrarti e passare del tempo insieme per dimenticare quello che lui mi aveva fatto >> Dorian strinse le mani che aveva intrecciato a quelle di Maggie sulla pancia di lei:<< Se lo avessi davanti lo ucciderei per il male che ti ha fatto >> lei sorrise alzando il viso per guardare lui:<< Lo so, ti amo anche per questo >> l’aveva detto con così tanta naturalezza che per un istante Ian pensò di averlo sognato:<< Cos’hai detto? >> lei gli si girò tra le braccia in modo da poterlo guardare direttamente negli occhi:<< Ho detto che ti amo >> non l’aveva mai detto per prima a nessuno in tutta la sua vita, nemmeno a Daniel per cui aveva una cotta praticamente dal primo momento in cui lo aveva conosciuto, non l’aveva mai detto perché in fondo al cuore sapeva che se non si esponeva non correva il rischio di essere delusa, tuttavia ora era lì, ferma sulla spiaggia di un quadro di Renoir a dire a quell’uomo meraviglioso che conosceva da meno di un mese che era innamorata di lui, era lì a mettere in gioco sé stessa mentre lui ancora non le aveva dato una risposta.

Stava quasi per mettersi a piangere un po’ per l’ansia e un po’ per la paura quando Dorian chinò il capo avvicinandolo al suo orecchio:<< Non rende l’idea con ciò che provo per te ma so che non ci sono altre parole: ti amo Margaret >> a quelle parole un grande e luminoso sorriso le si allargò sulle labbra e felice come una bambina il giorno di Natale gli gettò le braccia al collo saltandogli in braccio come un piccolo koala per sentirlo ancora più vicino:<< Margaret…Maggie aspetta o… >> ma prima che lui potesse finire la frase si sbilanciarono entrambi sprofondando nella sabbia, il corpo di Ian sotto al suo attutì il colpo…

<< Ian scusami…stai bene? Ti sei fatto male? Ti sei... >> lui sorrise:<< Te lo ripeto, non credo di essere mai stato più felice in tutta la mia vita >> poi incurante di dove si trovasse o di quello che poteva succedere le infilò le mani nei capelli attirandola verso di sé e baciandola con passione.

Grimilde's

Che cosa posso dire...questo capitolo mi ha preso per tanti motivi diversi a cominciare da Frankie e Leila che hanno trovato l'uno nell'altra la pace, l'amore e la serenità che ad entrambi mancava; poi abbiamo Mike e Lilith che piano piano stanno mettendo le basi per qualcosa che si rivelerà oltremodo speciale nonostante sia iniziata decisamente nel modo sbagliato ed infine come sempre Ian e Maggie che ormai sono la nostra coppietta per eccellenza in fondo un amore come quello che Dorian prova per Margaret è davvero raro da trovare e ora che anche lei lo ricambia...NO! Non cominciate a sperare e fare gli occhi a cuoricino, mi conoscete e sapete che non c'è pace per nessuno qui dentro...con la mia solita minaccia notturna vi lascio ai vostri sogni e io torno ai miei se domani mattina voglio alzarmi e sfornare un altro capitolo entro domenica, ci sono ancora altre questioni irristolte che vanno chiarite (Libero e Bunny per fare un esempio...) 

Bonne nuit...

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Capitolo 10
*** 9 - Le regole vanno rispettate anche se sono crudeli ***


Capitolo 9

Isaac era come sempre seduto alla sua scrivania ma diversamente dal solito quell’anno non riusciva a scrivere il suo solito annuncio…forse il fatto che i suoi figli avessero preso parte ai giochi e che sembravano aver trovato l’anima gemella lo frenava dal fare quell’ennesimo atto di crudeltà ma suo suocero era stato chiaro il giorno in cui lui aveva preso in mano le sorti di quella competizione:<< Ogni regola va rispettata nel minimo dettaglio Isaac, ogni singola regola per quanto crudele possa sembrare >>

Forse crudele non era la parola giusta ma il bene che voleva a Dorian e François lo faceva sentire in colpa:<< Il padrone deve farlo…è la regola signore >> e Seza lo guardò dalla porta dove aspettava in silenzio che Isaac finisse di scrivere quel foglio di pergamena per portarlo ai suoi destinatari.

<< Le regole possono essere cambiate Seza, non per forza bisogna… >> << Le regole non possono essere cambiate, padron Meler lo diceva sempre >> ricordandosi che prima di diventare una dei suoi elfi Seza era stata l’elfa di casa Meler e in particolare quella di sua moglie Elodie, l’uomo chinò il capo ricominciando a scrivere:<< E sia Seza, ma questa è l’ultima volta che faccio una cosa simile, regole o non regole >>

 

Il mattino dopo quattro lettere arrivarono ai loro destinatari accompagnate dai soliti gufetti color panna dell’Hotel des Fleur…

Grimilde's 

Allora...io ho detto che prima o poi mi avreste uccisa e questo è il momento buono...

Per farla breve questo capitolo è per una mini nuova selezione di personaggi, quattro come dice il testo (due ragazze e due ragazzi), che possono venire da dove più vi piace (stato, scuola e via dicendo) 

Le regole sono sempre quelle iniziali ma questa è solo l'ennesima sadica prova del primo inventore di questi giochi per vedere quanto due persone siano destinate a stare insieme davanti ad ogni genere di ostacolo e come ha verificato Maggie a sue spese il tradimento è uno di questi!

Inoltre ormai i nostri ragazzi sono praticamente un gruppo e non si farebbero mai del male a vicenda mentre dei nuovi arrivati...chi lo sa...

Le selezioni resteranno aperte fino a domenica sera dal momento che, chi segue la storia lo sa bene, i miei orari di pubblicazione sono peggio di quelli di un vampiro.
Per la scheda prendete pure quella che c'è nel capitolo delle istruzioni, scrivete la recensione per prenotarvi e mandatemi la scheda tramite messaggio privato...
à la prochaine...et
Bonne chance...

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Capitolo 11
*** 10 - Troppo facile ***


Capitolo 10

Libero se ne stava seduto sul bordo della piscina con i piedi a mollo nell’acqua, era passata quasi una settimana dalla sua discussione con Bunny quella mattina a colazione e quasi due dalla sera in cui era stato così stupido o avventato da baciarla mentre lei come al solito stava sproloquiando su quanto Greg Denton le avesse rovinato la vita; non ci aveva pensato e prendendole il viso tra le mani l’aveva fatto.

Era da giorni che si vedevano su quel dannato terrazzo e quando finalmente aveva fatto quello che si sentiva…per colpa di quei dannati mal di testa che non gli lasciavano tregua tutto si era complicato!

Da dopo la morte dei suoi genitori adottivi e il periodo che aveva passato in ospedale quel “piccolo problema” come lo chiamava il suo medico aveva cominciano a fare parte di lui e per due o tre volte al mese si ritrovava a non riuscire nemmeno a mettere due parole in fila tanto era il dolore che gli perforava la testa; nei due giorni dopo il bacio a Bunny la sua testa era praticamente esplosa e restare sdraiato a letto completamente al buio era stata la sua unica salvezza, il suo problema ora era come spiegarlo alla giovane miss Flecter: non era una cosa di cui amava parlare perché gli portava alla mente troppi ricordi!

 

<< Nott, che cosa ci fai quassù da solo? >> Libero si voltò di scatto trovando Mike, James e Ian che si stavano avvicinando alla piscina, tutti e tre in costume:<< Io volevo stare un po’ in pace, voi che ci fate qui >> poi guardandoli di nuovo aggiunse con un sorrisetto:<< Sembrate pronti per fare un calendario >> Ian scosse il capo:<< Sempre simpatico vero Libero… >> << Concedimi le mie piccole soddisfazioni quotidiane Atelier >> poi vedendo che una testa bionda non compariva sul terrazzo aggiunse:<< Frankie dov’è? >> Dorian chinò il capo mormorando piano:<< Frankie aveva un appuntamento >> << Oh Leila Tallyst ha colpito di nuovo…bene…sono felice per lui >> Ian evitò di replicare che l’appuntamento di François non era con Leila, ci sarebbero volute troppe spiegazioni e non era quello il momento!

<< Ad ogni modo non hai risposto alla mia domanda Dorian, che cosa ci fate voi qui a quest’ora? >> stavolta fu Mike a rispondere con un sorriso:<< Riunione tra uomini e visto che non siamo esattamente i tipi da cena – lì gli scappò un sorriso al ricordo di com’era finita l’ultima cena che avevano fatto – abbiamo deciso che una nuotata sarebbe stata meglio >> << Cioè siete qui per parlare di donne? Oh andiamo non ci credo >> << Siamo qui perché lui ha detto che era importante parlare >> replicò James lanciando un’occhiata ad Ian, non avrebbe mai smesso di trattarlo così ma quel francesino cominciava a stargli simpatico, sembrava calmo e tranquillo ma al momento giusto sapeva tirare fuori gli artigli e poi ora Noelle era sua e quindi poteva anche smettere di…no, non avrebbe mai smesso di essere geloso di lei!

<< Grazie per l’appoggio James >> replicò Ian sedendosi su uno dei trampolini:<< Ad ogni modo meglio che ci sia anche tu Libero, almeno mi risparmio una spiegazione >> poi guardando l’intero gruppo aggiunse:<< Ci sono alcune regole di cui non siete stati informati >> << Come sarebbe di cui non siamo stati informati? >> replicò Jamie facendo il verso ad Ian:<< Che le regole dei Jeux d’amour ci impediscono di rivelare tutto ai partecipanti, è una cosa ideata dal mio bisnonno, fatta apposta per testare la forza di una coppia >> spiegò Dorian con la voce scura, non piacevano nemmeno a lui quelle regole e il pensiero di Maggie con qualcuno che non fosse lui gli mandava il sangue al cervello:<< In cosa consistono queste regole Dorian? >> domandò Michael calmo sedendosi su uno sdraio e poggiando le mani sulle ginocchia:<< Scambio di coppie >> buttò fuori l’altro prima che gli mancassero le forze:<< Che cosa? >> James era decisamente scioccato, un colpo che la sua gelosia non avrebbe potuto sopportare:<< Scambio di coppie? >> << Sì, esiste una stanza accanto al vecchio salone delle feste, è sempre chiusa, ci sono due porte per entrarvi, domani da una parte ci saremo noi, dall’altra le ragazze. Entreremo a turno a caso e la ragazza che entrerà dall’altra parte sarà la nostra compagna per le prossime tre settimane >> << Tre settimane? Compagna? Ma che cavolo stai… >> << Convivenza James >> spiegò Ian:<< Passeremo tre settimane in una delle camere dell’hotel con la persona che entrerà nella camera insieme a noi, è tutto casuale quindi per assurdo potresti anche passare le prossime settimane in camera con Noelle, ma potrebbe anche non succedere >> << La tua famiglia è una famiglia di pazzi >> replicò acido Rhodes al pensiero di come Noelle avrebbe passato quel tempo, non aveva paura per sé visto che sapeva che chiunque gli fosse toccato lui avrebbe visto sempre e solo la sua bambolina dagli occhi verdi, aveva paura di chi si sarebbe trovato con lei e che, manco a dirlo, avrebbe potuto attrarla più di lui e del suo pesante, indegno ed ingombrante passato.

<< Lo so, lo so fin troppo bene ma quando sono stati creati questi giochi avevano come scopo l’esatto opposto di oggi, il mio antenato voleva evitare di sposarsi quindi ha fatto di tutto per evitare che ciò accadesse >> ricordando come suo nonno e sua nonna gli raccontassero delle imprese di Jacob Meler per evitare di mettersi un anello al dito Ian sorrise:<< Per assurdo è successo esattamente il contrario >> << Questa storia non mi piace per niente >> commentò di nuovo James:<< Ti consola se ti dico che per quanto sia folle e crudele questa pazzia ha sempre funzionato? Tutte le coppie che hanno partecipato ai giochi nel corso degli anni sono sempre rimaste in contatto con mio nonno e mio padre, sono ancora insieme dopo tutto questo tempo >>  

 

Mentre i ragazzi parlavano François si era recato a Place de Tertre con tutta l’intenzione di affrontare i suoi demoni una volta per tutte, dopo aver detto la verità a Leila ed aver parlato con suo fratello si era infatti convinto che doveva dare un taglio per sempre alla sua storia con Fiona e a ciò che c’era stato.

<< Guarda guarda chi si rivede…sei solo oggi bel biondino? >> e la voce di lei, strascicata e canzonatoria mentre poggiava gli acquarelli sul tavolino di legno accanto alla tela:<< Non sono venuto per scherzare Fiona, dobbiamo parlare >> le replicò Frankie mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni:<< Sto andando a casa mon cher, ti va di venire con me? >> e avvicinandosi a lui si strusciò sul suo corpo passandogli una mano sul viso con fare allusivo:<< Smettila Fiona, sono qui per parlare non per rivangare i vecchi tempi >> Fiona sorrise con quel suo sorrisetto pieno di sottintesi passandosi poi una mano nei capelli biondi:<< Oh andiamo mon amour non ti dirmi che hai dimenticato come ci divertivamo insieme >> François la guardò glaciale:<< Sono venuto solo per parlarti Fiona, ho conosciuto una persona e volevo mettere bene le cose in chiaro una volta per tutte >> Fiona lo guardò sbattendo le lunghe ciglia e fingendosi sorpresa:<< Hai conosciuto una persona? Vuoi dire forse la ragazzina con cui ti ho visto settimana scorsa? >> << Non è una ragazzina, è una donna… >> << Una donna che ti guarda come se tu potessi camminare sulle acque, ti è sempre piaciuto fare colpo e io lo so meglio di chiunque altro >> << Sono innamorato di lei Fiona >> la bionda sorrise di nuovo mentre rimetteva a posto le sue cose:<< Come eri innamorato di me? Cos’è la lascerai non appena anche lei farà qualcosa che non ti piace? >> François scosse il capo:<< Sai bene perché è finita Fiona >> lei lo fulminò con lo sguardo:<< È finita perché tu non hai voluto ascoltarmi >> << È finita perché tu hai abortito senza dirmi niente Fiona, non hai chiesto il mio aiuto o il mio parere, mi hai trattato come se io non esistessi, era anche mio figlio >> Fiona rimase immobile, François aveva pronunciato quelle parole con calma e freddezza ma era quasi peggio che se le avesse urlate:<< Che cosa potevo fare? Ero spaventata, mi ha preso il panico…tu parlavi della tua famiglia, dell’hotel che tuo fratello avrebbe diretto, di viaggiare…avremmo lasciato da parte tutti i nostri sogni, avremmo rinunciato a tutto e per che cosa? >> << Per la nostra famiglia, quel bambino sarebbe stato la nostra famiglia e tu non hai nemmeno pensato che fosse il caso di avvisarmi >> davanti all’evidenza dei fatti Fiona gettò con rabbia le proprie cose nella borsa:<< Beh che cosa vuoi? Anche tu adesso hai fatto la tua scelta, sei qui solo per rinfacciarmi quanto sei felice con la tua principessina dei ghiacci? Una volta eri un uomo diverso Frankie >> << Ero venuto per parlare e chiarire questa cosa una volta per tutte ma credo che non arriveremo mai da nessuna parte vero Fiona? >> poi voltandole le spalle si incamminò verso Sacre Coeur sussurrandole prima di lasciarla:<< Spero che un giorno tu possa trovare quello che ti renderà felice >> poi chiudendo finalmente con il suo passato François tornò all’hotel.

<< E adesso che cosa si è inventato? >> domandò poi quando arrivato in camera trovò un biglietto di suo fratello: 

“Ci vediamo in terrazza, Ian” 

accanto un costume da bagno con i colori di Grifondoro, che fratello spiritoso che aveva!

 

<< Posso sapere che cosa state facendo? >> e arrivato sul terrazzo guardò i quattro, Libero compreso, che se ne stavano placidamente a mollo nella parte bassa della piscina:<< Buonasera fratellino, hai deciso di unirti a noi alla fine >> Frankie fece spallucce:<< Sembrate degli idioti messi lì come dei vecchietti lo sapete vero? >> poi muovendosi verso la parte più profonda della vasca continuò a sorridere con quella sua faccia da angioletto che prometteva guai, solamente Ian e Libero parvero accorgersi di quello che aveva in mente:<< Non osare, Frankie non osare… >> cominciò Dorian cercando di alzarsi dalla vasca mentre anche Nott minacciava il suo amico:<< Provaci e sei un uomo morto, provaci e stanotte te la faccio pagare Atelier! >> Frankie continuò a sorridere come un bambino che ha appena trovato un barattolo di caramelle poi scoppiando in una calda risata aggiunse malefico:<< Ian…sai che questo vuol dire guerra vero? >> era una cosa che facevano fin da bambini, giocavano a fare la lotta in piscina e spesso e volentieri era Ian quello che vinceva perché era più grande, più forte e più alto della pulce che François era da bambino, con il tempo poi il fratello maggiore aveva iniziato a lasciarlo vincere ma non per questo erano meno competitivi:<< Non abbiamo più sei anni Frankie e poi siamo quattro contro uno >> il biondino sorrise di nuovo:<< Adesso non sai nemmeno contare fratellino? >> e a quelle parole Leila, Maggie, Noelle, Lilith e Bunny in costume comparvero alle sue spalle e un sorriso di sfida comparve sulle labbra dei quattro ancora in acqua:<< Ok fratellino, questo vuol dire guerra >> e sorridendo Ian si alzò in piedi suscitando un piccolo rossore sulle labbra di Maggie che dalla gita alla spiaggia non era più stata così a stretto contatto con il ragazzo:<< Uhm…sì direi che ci possiamo divertire >> e anche James e Mike si unirono a Dorian guardando il gruppo davanti a loro con le braccia incrociate sul petto; Leila lanciò uno sguardo a Lilith e vide che l’amica non riusciva a staccare gli occhi dal petto di Gail e dal suo tatuaggio che nonostante la poca luce spiccava sulla sua pelle chiara come marchiato a fuoco.

<< Lily… >> e Leila provò a risvegliare l’amica:<< Non chiamarmi… >> cominciò l’altra voltandosi a guardarla:<< E tu smettila di sbavare, sembra che non hai mai visto un ragazzo in costume >> Noelle e Maggie risero piano:<< Beh devi ammettere che non è la stessa cosa Lila… >> commentò la Jackson sorridendo a James in modo inequivocabile, stavolta era lui il muffin:<< Sì, Noelle ha ragione, non puoi paragonare qualsiasi altro a… >> << Felice che tu gradisca lo spettacolo Margaret >> la prese in giro Dorian dal momento che era impossibile non sentirle vista la vicinanza:<< Vuoi finire sott’acqua per caso? >> lo rimbeccò lei fulminandolo con gli occhi:<< Forse >> replicò Ian sorridendo e solo in quell’istante le ragazze si accorsero che accanto a lui era rimasto solo Libero:<< Aspetta un attimo ma dove… >> cominciò a dire Lilith:<< Qui tesoro >> e due braccia la sollevarono da terra facendole lanciare un grido, fece appena in tempo a collegare Michael a quella stretta prima che lui si lanciasse nella piscina con lei in braccio:<< Ora tocca a te signorina >> e Noelle si ritrovò stretta nell’abbraccio di James mentre lui sorridendo si avvicinava piano al bordo facendosi poi cadere all’indietro nell’acqua.

Frankie e Ian si guardarono per un istante e il maggiore sorrise soddisfatto:<< Mi sembra che io abbia qualcosa che ti appartiene fratellone >> e sorridendo Frankie voltò appena la testa verso Maggie che era in piedi accanto a lui:<< Questo è un colpo basso Frankie >> e facendo leva sulle braccia Dorian uscì dall’acqua avvicinandosi piano:<< Sai che mi gioco tutte le mie carte contro di te >> la mano di Dorian si allungò verso Maggie e lei la prese sorridendogli:<< Hai trovato il mio punto debole fratellino, complimenti >> poi chinando il capo verso Margaret fece per baciarla ma lei mettendogli le mani sul petto lo spinse indietro con tutto l’intento di farlo cadere in acqua, la sola cosa che non aveva calcolato fu la stretta di Ian sul suo polso che la trascinò in acqua con lui:<< Ian! >> gli urlò contro quando riemersero dall’acqua e lui la tirò accanto a sé accarezzandole i capelli:<< Sì mon amour? >> la prese in giro:<< Sei terribile >> ma il resto di eventuali lamentele finì sulle labbra di Ian che la prese in braccio per tenerla sollevata visto che lei non toccava il fondo!

<< Buonasera Flecter >> Bunny si voltò trovandosi Libero davanti:<< Nott >> la sua voce acida per Libe fu come una pugnalata:<< Andiamo posso spiegarti? Credi davvero che sia il tipo da… >> << Da cosa? Devo ricordarti la reputazione che avevi a scuola Nott? Non eri certo un santo…vogliamo chiederlo a tutte quelle del nostro anno? Credo che tu le conosca tutte molto bene o mi sbaglio? >> << Da quando dai credito ai pettegolezzi? >> non voleva litigare ma doveva trovare il modo di farsi ascoltare, visto anche quello che Ian aveva raccontato prima che arrivassero le ragazze:<< Da quando? >> continuò lei incrociando le braccia e mettendo in evidenza il bikini nero che aveva indossato:<< Forse da quando ho provato sulla mia pelle quanto sei bravo con le parole e quanto sei invece carente con i fatti? >> poi considerando chiusa la conversazione gli voltò le spalle ripercorrendo le scale per tornare in camera, non voleva vederlo mai più!

 

Mezz’ora dopo approfittando di un momento di calma Dorian si mise seduto sul bordo della piscina guardando il resto del gruppo e Margaret che era appoggiata sulle sue ginocchia ancora a mollo nell’acqua:<< Devo dirvi una cosa… >> poi guardando i ragazzi aggiunse:<< Loro parte della storia la conoscono già ma ora che ci siete tutti… >> poi cominciando a rispiegare quella sgradevole parte della storia espose anche quello che aveva pensato poco prima di salire in terrazza:<< Possiamo farcela, voglio dire si tratta solo di alcune settimane e sappiamo tutti i progetti degli altri quindi non potremmo mai farci la guerra o pugnalarci alle spalle perciò… >> il piano era semplice e in fondo in quel mese ormai si era creata una sorta di amicizia tra di loro, perfino James aveva cominciato a tollerare Dorian ora che aveva capito che Noelle era solamente sua, complice anche il fatto che la suddetta ragazza lo avrebbe cruciato se si fosse permesso di polemizzare di nuovo; ad ogni modo proprio per la sua semplicità il piano di Ian era la cosa più prevedibile del mondo e proprio per quel motivo Isaac aveva dovuto mettere in atto le famose regole di Jacob Meler…  

 

Il giorno dopo poco prima di colazione Dorian informò di nuovo le ragazze di ciò che i giochi prevedevano, dovevano mantenere le apparenze se volevano che il loro piano notturno funzionasse:<< Scambio di coppie? Convivenza? >> e Noelle guardò l’amico fingendosi stupita:<< Sì, so che avrei dovuto dirvelo prima ma mio padre non me l’ha permesso… >> Maggie gli strinse una mano:<< L’amore deve resistere a tutto vero? >> lui guardò la donna che amava con un timido sorriso:<< Qualcosa del genere >> il bacio di Margaret sulla sua guancia sembrò calmarlo almeno un po’:<< Tre settimane senza Nott tra i piedi? Una manna dal cielo >> commentò Bunny che ancora non aveva perdonato Libero per il suo gesto e quindi era nella fase: ogni scusa è buona per farla pagare a Libero!

<< Dovresti perdonarlo sai >> le ricordò Dorian con un piccolo sorriso:<< Hai detto la parola magica Atelier: dovrei…E poi perdonarlo per cosa? Per quanto è stato idiota? >> << Perché lui a te ci tiene anche se non ha il modo più dolce del mondo di dimostrarlo >> le ricordò Noelle con un sorriso:<< Ho già avuto uno del genere che spariva quando gli faceva comodo e quando ricompariva aveva già la scusa pronta, ho avuto già visto questo film e so bene come andrà a finire >> inutile era troppo testarda e in quel momento non avrebbe cambiato idea:<< Pensaci almeno Ben >> le mormorò Leila con un piccolo sorriso:<< Proverò ma non aspettatevi che cambi idea >> poi lasciando il gruppo uscì dalla sala andando a gironzolare per l’hotel, se era vero quello che aveva detto Dorian che il signor Atelier presto avrebbe fatto una specie di scambio di coppie aveva voglia di stare sola prima della convivenza forzata con qualcuno che magari non avrebbe sopportato!

 

<< Bunny >> sentendo la voce di Libero che la chiamava lei continuò a camminare decisa ad ignorarlo:<< Bunny aspetta >> non doveva fermarsi, doveva andare avanti e chiudersi da qualche parte lontano da lui, sapeva bene com’era fatta e visto che Libero Nott non le era così indifferente sapeva che proprio com’era successo a scuola con Greg ci sarebbe cascata come una pera cotta e non voleva, non era più quel genere di ragazza, non lo era più da molto tempo…

 

<< Vuoi fermarti maledizione? >> e una mano le afferrò il polso facendola girare con forza:<< Che cosa vuoi? >> e guardando negli occhi di Libero per un attimo si sentì mancare il fiato, non li aveva mai visti così scuri e arrabbiati:<< Voglio parlare Bunny e tu mi devi ascoltare >> la voce di Libero stava diventando più tagliente del solito e per un attimo un flash le attraversò la mente: Greg aveva sempre quel tono quando stava per…

Lo strattone del giovane Nott le fece sbattere la schiena contro il muro e poi di nuovo contro di lui:<< Libero per favore… >> cercò di bloccarlo spaventata di rivivere di nuovo quelle terribili esperienze:<< Per favore cosa? Sei tu che continui a paragonarmi a Denton, tanto vale che mi comporti come lui no? è questo che vuoi in fondo…è questo che continui a cercare >> adesso Libero aveva entrambe le mani strette sulle sue braccia e Bunny si stava decisamente spaventando, più lo guardava e più il suo compagno di bevute si trasformava nel mostro che aveva rovinato i suoi ultimi anni di scuola:<< Ti prego basta…per favore non… >> << Cosa? Andiamo sappiamo tutti e due come andrà a finire, ti conviene arrenderti subito, mi faciliterai di molto le cose! >> erano quasi le stesse parole, quasi le stesse che Greg le aveva detto la prima volta che aveva alzato le mani su di lei e quel terribile ricordo era ancora indelebile nella sua mente:<< Non ci provare, non osare toccarmi! >> e troppo spaventata dalla situazione e preda della paura che tutto potesse ripetersi di nuovo Bunny si liberò dalla stretta di Nott spingendolo via e guardandolo con odio:<< Mi fai schifo! Mi fai solamente schifo! >> sputò fuori con le lacrime che le rigavano il viso:<< Dicevi di non essere come Greg, che sarebbe stato diverso e che dovevo fidarmi, beh la vuoi sapere la novità Nott? La vuoi sapere una cosa? Tu sei esattamente come lui Libero, sei esattamente come quello stronzo! Anzi ancora peggio perché sai benissimo che cosa ho passato e stai facendo esattamente la stessa cosa! >>

In pochi istanti la lite degenerò, le loro grida si sentivano in tutto il piano, era come vedere due titani che combattono una guerra che avrà solo perdite e nessun vincitore:<< Va bene sai che ti dico Flecter: vuoi stare da sola? Bene ti accontento! Arrangiati io mi chiamo fuori! >> e voltandole le spalle Libero la lasciò sola in mezzo al corridoio inginocchiata sul pavimento a piangere disperata…

 

<< Bunny…Bunny… >> una voce le fece sbattere le palpebre per capire che cosa diavolo stava succedendo:<< Libero? >> lui sorrise:<< Stai bene? >> lei annuì rimettendosi in piedi e scostandosi da lui, il ricordo o quello che era della discussione appena avuta ancora troppo vivo nella sua mente:<< Che cosa vuoi? Non te ne eri andato? >> lui la guardò sorpreso:<< Andato dove? Ero in camera, mi sono svegliato tardi >> poi voltandosi verso le scale aggiunse:<< Andiamo, Isaac Atelier ci ha chiesto di andare in sala da pranzo per un annuncio >> ricordando il discorso di Dorian della sera prima Bunny annuì scendendo accanto a Libero bene attenta a non sfiorarlo.

<< Signore e signori >> cominciò Isaac una volta che tutti furono entrati nella stanza e si furono seduti:<< Come posso immaginare mio figlio vi avrà già informato di ciò che comporterà la seconda parte di questa competizione >> a quelle parole Dorian guardò il padre negli occhi e seppe di essere stato fregato, c’era qualcosa che Isaac non gli aveva mai detto e solo in quel momento lui lo capì:<< Quello che Dorian non ha considerato è una parte che non sono mai stato tenuto a rivelare a nessuno >> poi facendo segno a Seza di aprire le porte della sala due ragazze e due ragazzi attirarono lo sguardo di tutta la sala:<< Le regole della famiglia Meler prevedono che prima di attuare un qualsiasi scambio di coppia altri giovani vengano invitati a far parte alla competizione >> e con quelle parole Isaac fece gelare tutti i presenti e gli occhi di Ian corsero prima a Maggie e poi a suo fratello: erano fregati!




I nuovi arrivati: (non ho fatto le presentazioni perchè ci saranno nel prossimo capitolo)
Delila Shepperd, 28 anni

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Daniel Johnson, 24 anni
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Iridis Gilliana Mackay, 21 anni
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Nikolaj Aleksej Valuev, 24 anni
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Grimilde's
Non avetecela con me per le mie scelte...come ho già detto purtroppo ho una storia in testa e ho dovuto scegliere quello che si adattava di più alla trama...non ho voluto mettere personaggi in più perchè già con questi stanno diventando tanti e dare spazio a tutti (cosa che voglio fare e non sempre riesco) è un'impresa quindi chiedo scusa anticipatamente.
Ad ogni modo per ora i "nuovi arrivati" hanno fatto solo una comparsata sul finale perchè non avevo il tempo di metterli bene in luce e poi dal prossimo capitolo ci sarà lo scambio di coppie e quindi lì usciranno fuori un po' tutti, vecchi e nuovi...
Come sempre tutto può succedere perchè il "gruppo iniziale" ha fatto un patto ma gli altri no e quindi i giochi si riaprono...il prossimo aggiornamento, stavolta davvero, non ci sarà prima di sabato (datemi il tempo di pensarlo e scriverlo e visto il lavoro prima non posso)
à la prochaine...

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Capitolo 12
*** 11 - Convivenze difficili ***


Capitolo 11

Quando ebbe ripreso a respirare normalmente James guardò ancora i nuovi arrivati: un conto era sapere che Noelle avrebbe passato le prossime settimane con Mike, con i due Atelier o perfino con Nott che non avrebbe fatto nulla di male visto la sua incasinata storia con la Flecter, ma quelli...lanciò di nuovo un’occhiata al biondo e al moro fermi sulla porta, quelli erano un’incognita che non sapeva come affrontare e lui odiava le sorprese!

 

<< Bene ora che ci siamo tutti possiamo cominciare… >> e sorridendo Isaac guardò di nuovo i suoi figli:<< Seza puoi accompagnare le nostre ospiti all’altro ingresso della stanza, è ora di cominciare >> e guardando di nuovo i suoi figli Isaac Atelier aprì la porta che portava nella hall conducendo i ragazzi su per le scale mentre Seza portava le ragazze dal lato opposto dell’albergo.

<< Questa non è una vera e propria stanza >> cominciò Isaac guardando il gruppo:<< In realtà è una passaporta, ogni cinque minuti ognuno di voi entrerà da qui mentre una delle ragazze entrerà dall’altra parte, quando sarete entrambi dentro verrete smaterializzati in una delle stanze dell’hotel a voi assegnate e lì passerete gran parte delle prossime tre settimane, potrete ancora andare in giro per l’hotel e per la città con chi vi pare senza problemi ad una sola condizione: la vostra compagna di stanza dovrà essere sempre con voi >> a quelle parole Libero guardò prima Ian e poi Frankie:<< Un modo gentile per dire che saranno sempre degli appuntamenti a quattro? >> << Un modo per farvi capire che non sempre si può avere quello che si vuole senza lottare signor Nott >> gli ricordò Isaac con l’ombra di un sorriso sul viso:<< Ad ogni modo non c’è altro da aggiungere…>> poi guardando Dorian aggiunse con un sorriso:<< Vuoi avere tu l’onore? >> sapendo di non avere scelta e avendocela un po’ con suo padre per quel tiro mancino Ian avanzò mettendo una mano sulla maniglia sussurrando a suo padre:<< Io e te abbiamo alcune cose di cui parlare >> poi aprendo la porta entrò nella sala aspettando di vedere chi sarebbe stata la sua coinquilina; quando una chioma biondo scuro entrò nel suo campo visivo il giovane alzò gli occhi incrociandone un paio azzurri un po’ più chiari dei suoi; la sua nuova compagna alzò appena la mano per salutare ma prima che uno dei due potesse dire una parola furono smaterializzati.

 

<< Daniel >> e lui tese la mano verso la mora dagli occhi verdi che si guardava intorno nella piccola suite arredata in stile minimalista:<< Noelle >> rispose lei distrattamente continuando a guardare la camera e cercando di capire in che parte dell’hotel fossero:<< Non sei una di tante parole eh… >> commentò lui sedendosi sul divano ed allargando le braccia sullo schienale:<< No…cioè sì…scusa solo che tutto questo è un po’ spiazzante e… >> Daniel sorrise serafico:<< Spiazzante…uhm…non mi avevano mai definito spiazzante, dovrò aggiornare il vocabolario >> Noelle si girò di scatto e fece per ribattere a tono quando qualcosa sul collo di lui catturò la sua attenzione e un delicato visino sorridente dalle guanciotte rosa le riempì la mente.

 

Lilith continuava imperterrita a guardare il suo coinquilino cercando di non imprecare per il destino crudele che sembrava avercela con lei:<< Ciao tesoro >> << Stangone >> lo rimbeccò sorridendo:<< Oh andiamo Lilith non dirmi che volevi qualcun altro >> le ricordò Mike sorridendo e allargando le braccia facendo spallucce:<< Ha importanza stangone? Ormai siamo qui no >> ripensando alla sera prima quando l’aveva presa in braccio per gettarla in piscina Michael sorrise felice:<< Ha importanza solo se vorresti un altro al mio posto tesoro >> le guance di Lilith divennero due graziosi pomodorini:<< Non chiamarmi… >> ma Mike la interruppe ridendo:<< E come dovrei chiamare la ragazza che mi piace? >> davanti a quell’ammissione la Sherwood si bloccò incapace di replicare: i suoi sogni di ragazzina stavano diventando realtà e ormai nemmeno lei sapeva più che cosa voleva da lui!

 

<< E così tu vieni da Ilvermorny, interessante >> e Libero guardò la nuova arrivata che stava aprendo la propria valigia poggiando sul letto un vecchio maglione con lo stemma della scuola americana:<< Cosa vuoi dire con interessante? >> domandò lei con un filo di voce:<< Vuol dire che la cosa mi rende curioso >> replicò il giovane Nott alzandosi e avvicinandosi per studiare lo stemma sul golf:<< L’America è un posto che mi piacerebbe visitare un giorno >> << Ilvermorny è una scuola come un’altra, non c’è niente di speciale >> lui fece spallucce poi sorridendo aggiunse:<< Ad ogni modo io sono Libero >> << Iridis… >> lui fece per aprire bocca ma lei lo precedette:<< Iris è sufficiente >> << Ok, vada per Iris >> poi stravaccandosi su uno dei letti con il suo immancabile sorriso Libe aggiunse allegro:<< Allora Iris idee su come passare le prossime tre settimane? >>

 

<< Ok mio fratello mi ammazzerà >> e scoppiando a ridere François guardò Maggie seduta su una poltrona che lo guardava scuotendo il capo e cercando di trattenere un sorriso:<< Sei perfido >> gli rinfacciò poi con un sorriso:<< Io? >> domandò il giovane Atelier continuando a ridere:<< Hai idea della faccia che avrà mio fratello quando scoprirà che la sua adorata Margaret è insieme a quello scapestrato irresponsabile del suo fratellino? Praticamente ho i giorni contati >> << Ian non è… >> Frankie si passò una mano nei capelli biondi alzando gli occhi azzurri su Maggie:<< Cosa, geloso? Dammi retta Maggie non conosci ancora bene mio fratello, quello crucerebbe chiunque provi solo a guardarti, figuriamoci uno che dorme a due metri da te >> Maggie arrossì appena, Ian non le aveva mai dato l’idea di essere un tipo impulsivo o geloso, non come James almeno:<< Lo maschera bene se te lo stai chiedendo ma c’è un lupo sotto quello sguardo da agnello, credimi>>

 

<< Come sei finito a fare l’Auror James? >> lui guardò Leila che gli aveva posto quella domanda con il sorriso sulle labbra:<< Cosa vuol dire come sono finito a fare l’Auror? Ho frequentato l’accademia >> lei annuì:<< Sì, quello lo so, intendevo dire perché hai deciso di fare proprio quello, a scuola se ben ricordo eri il cocco di Vitious, ti aveva raccomandato come spezzaincantesimi no? >> Rhodes alzò la testa stupito:<< E tu come fai a saperlo? >> lei fece spallucce:<< Noelle..sai noi donne parliamo >> poi sorridendo ancora di più e prendendolo in giro aggiunse:<< Parliamo molto >> James scosse il capo:<< Spero non parliate di quello che credo perché altrimenti io e Noelle dobbiamo fare un discorsetto e… >> Leila scoppiò a ridere:<< Oh non ti preoccupare non siamo ancora arrivate a quel genere di pettegolezzi anche perché non tutte avremmo qualcosa da raccontare e non è divertente se non ci si confronta! >> James si lasciò andare sul letto guardando il soffitto:<< Donne, chi vi capisce è bravo >> poi alzando gli occhi verso Leila le domandò sorridendo furbo:<< E tu? Che mi dici del tuo bel francese dal visetto d’angelo? Chissà perché Frankie non mi da l’idea di uno che si lascia scappare l’occasione per… >> un cuscino gli arrivò in faccia prima che potesse concludere la frase e guardando di nuovo Leila sorrise, quelle tre settimane si sarebbe divertito!

 

Bunny era seduta sul tavolino del piccolo soggiorno da almeno cinque minuti intenta a fissare in silenzio lo sconosciuto moro che ricambiava il suo sguardo con le braccia incrociate sul petto:<< Non che tu non sia una bella visione ma tre settimane sono lunghe da far passare in silenzio >> e con quella voce simile al velluto dal marcato ed inequivocabile accento russo lo sconosciuto si avvicinò sedendosi sul tavolino accanto a lei:<< Ehi qualcuno ti ha detto di… >> << Beh sono accanto alla grande Ben Flecter, scusami se voglio godermi appieno il momento >> lei strabuzzò gli occhi, era ancora scossa da quella specie di incubo che aveva avuto su Libero e il fatto che ora si trovasse davanti quella specie di adone moro con l’aria da Lucifero non le facilitava di certo le cose, se quello cominciava ad adularla poi..

<< Senti perché non cominciamo con le presentazioni? Non mi piace dare confidenza a uno che nemmeno conosco >> il russo tese le labbra carnose in un sorriso e per un istante Bunny si domandò come sarebbe stato baciarle, erano così diverse da quelle di Greg e anche da quelle di Libero…dio quanto le mancava Nott!

Tuttavia ogni volta che ripensava a lui le tornavano in mente le sere che aveva passato da sola su quello stramaledetto terrazzo e la rabbia tornava ad impadronirsi di lei, Noelle e Maggie le avevano detto che se si arrabbiava così tanto era perché teneva a Libero e al loro rapporto ma sinceramente lei cominciava a diffidarne!

<< Niko >> la voce di lui la riscosse:<< Niko e…? >> << Solo Niko >> << Bunny >> gli rispose stringendo la mano che lui le stava porgendo e quando lo fece inaspettatamente Niko se la portò alle labbra in un piccolo baciamano:<< S udovol’stviyem Bunny >> c’era qualcosa in quell’uomo, c’era qualcosa in quegli occhi color muschio e in quel sorriso peccaminoso che l’attraeva come un magnete, c’era qualcosa che le diceva che forse conoscere meglio Niko non sarebbe stato un male, forse quell’incontro le avrebbe cambiato la vita…

 

<< Mi dai un minuto, Delila giusto? >> e guardando la sua compagna di stanza che poggiava la propria valigia accanto al divano letto e si apprestava ad aprirlo a mano, Ian si avvicinò alla porta:<< Sì, certo figurati…intanto se non ti spiace io ne approfitto per sistemarmi, ok? >> per un istante Dorian rimase immobile a fissarla, da quando erano entrati nella sua camera la ragazza aveva tirato fuori dalla tasca del vestito la propria bacchetta ma l’aveva appoggiata sul tavolo quasi dimenticandosi di averla:<< Se hai bisogno di una mano posso chiamarti uno degli elfi domestici e… >> Delila alzò la testa:<< Cosa? Oh no grazie, faccio da sola >> annuendo e troppo nervoso per pensare ad altro in quel momento Dorian aprì la porta e salutando di nuovo si recò alla ricerca di suo padre, aveva bisogno di chiarimenti e li voleva subito!

 

<< Papà ti devo parlare >> e Dorian bloccò suo padre che stava per entrare nel suo studio:<< Dorian entra >> e aprendo la porta Isaac gli fece segno di precederlo all’interno.

Una volta che ebbe richiuso l’uscio il padrone di casa si voltò a guardare il figlio che aveva l’espressione più rabbiosa che gli avesse mai visto da molto, moltissimo tempo:<< Deduco che la mia piccola sorpresa non ti ha fatto piacere >> << Hai voglia di scherzare? Andiamo papà questo è giocare sporco >> gli ricordò il suo primogenito stringendo i pugni per mantenere la calma, in quello aveva decisamente preso da lui:<< Che cosa vuoi che ti dica Dorian? Le regole dei Jeux sono chiare ed esistono per un motivo, non le ho create io e tu lo sai >> << No ma tu sei quello che le può cambiare. Sei il capo adesso e di certo il nonno non può più dirti nulla se cambi qualche regola per… >> << Per favorire i miei figli? Le regole esistono per un motivo Dorian e non posso cambiarle solo perché tu e tuo fratello avete preso una cotta >> sentendo quello spregevole giudizio riferito al suo rapporto con Maggie gli occhi di Ian divennero due fessure rabbiose:<< Una cotta? Cotta non è il termine con cui definire ciò che io provo per Margaret >> << Allora provalo, se ne sei innamorato come credi queste tre settimane non cambieranno niente, se davvero la ami e lei ama te tra trenta giorni sarete mano nella mano nella hall a dare inizio alla vostra vita o mi sbaglio? >> Dorian fece per aprire bocca ma suo padre alzò una mano per bloccarlo:<< So cosa vuoi dirmi e ti ricordo solo una cosa: Parigi e Londra non sono poi così vicine e la lontananza non giova ai rapporti di coppia >> Ian scosse il capo scoppiando in una risata amara:<< Devo dirlo papà, quando vuoi sei davvero incoraggiante >> << Voglio solo che tu non debba rinunciare a niente, ho promesso a tua madre il giorno in cui sei nato che avrei fatto di tutto per farti vivere sempre felice >> sentendo nominare sua madre Dorian guardò il ritratto di Elodie che campeggiava dietro la scrivania del padre, non gli era mai piaciuto troppo ma era una delle poche immagini che aveva di sua madre:<< Io sono felice papà, con Margaret sono felice >> un impercettibile sorriso attraversò il viso di Isaac, amava vedere i suoi ragazzi così felici e sapere che avrebbero avuto una vita piena e soddisfacente gli faceva sentire un po’ meno la mancanza della sua amata Ellie:<< So che è banale detto adesso, ma anche io ci sono passato e ti posso assicurare che se vi amate davvero passerà in fretta >> ricordandosi che anche suo padre e sua madre si erano conosciuti durante un’edizione dei giochi e che probabilmente anche Isaac si era trovato nella sua stessa condizione la rabbia di Dorian diminuì un po’ ma non riuscì comunque a digerire l’idea che per tre settimane non avrebbe potuto stare liberamente con Maggie, aveva così tante cose che voleva fare con lei e invece…

<< Sai che se avessi potuto ti avrei evitato tutto questo >> padre e figlio si guardarono in silenzio per un lungo istante:<< Secondo me provi un piacere perverso nell’incasinarmi la vita papà ma potrei sempre sbagliarmi >> gli ricordò con un sorriso e ricambiando Isaac chinò il capo tornando ai suoi documenti dichiarando chiusa la conversazione.

 

<< Ma l’hai visto quel tipo? Sembra uscito da sotto un ponte conciato così >> e più imbestialito di quanto avrebbe pensato visto il suo carattere Libero guardò prima il suo migliore amico e poi il russo che aveva decisamente monopolizzato Bunny e la stava facendo ridere:<< Perché non ammetti semplicemente che sei geloso Libe? >> gli domandò François mentre Maggie seduta accanto a lui stava chiacchierando con Iridis incuriosita, come tutti del resto, da Ilvermorny e dalla sua storia:<< Io non sono geloso, ho provato a parlarle e a chiarire nei giorni scorsi ma da quando è arrivato quel damerino del cavolo per lei sono inesistente, è sempre lì a pendere dalle sue labbra >> mentre Libero rodeva nella sua gelosia l’intesa tra Ben e Niko aumentava ogni istante di più…forse era il fatto che erano entrambi due artisti, che avevano un’anima particolarmente sensibile o semplicemente il fatto che si assomigliavano più di quanto credevano, Bunny non avrebbe saputo dirlo con certezza ma la cosa non le dispiaceva affatto!

<< Tu e quel tizio in che rapporti siete? >> le chiese Niko mentre gli occhi di Libero stavano lanciando fulmini e saette verso di lui, fortuna che gli sguardi non potevano uccidere:<< Intendi quello che vorrebbe lui o la verità? >> << Intendo quello che vuoi tu, lo stai facendo impazzire e la cosa è evidente >> le ricordò l’altro con un sorriso:<< Beh se lo merita, se lo merita tutto >> Niko rise allungando poi una mano e scostandole una ciocca di capelli davanti al viso:<< Oh beh se la metti così allora… >> poi avvicinandosi ad un soffio dal suo viso aggiunse:<< Sono pronto ad immolarmi per la causa ljubòv >>

<< Ok io adesso lo ammazzo, se non le leva le mani di dosso io… >> e alzandosi di scatto Libero fece per impugnare la bacchetta ma la risata di Bunny lo fermò:<< Qualche problema Nott? >> Libe digrignò i denti dalla rabbia:<< Sì Flecter, ho qualche problema con te e il tuo amico >> Bunny guardò prima Niko e poi di nuovo lui:<< Dovevi pensarci prima caro mio, dovevi pensarci prima di giocare con me >> << Io non ho… >> ma prima che la discussione degenerasse François si alzò poggiando una mano sulla spalla dell’amico:<< Libe per favore. Dovete parlare ma non qui e non adesso >> Libero alzò un’ultima volta gli occhi su Bunny poi tornando a guardare Frankie aggiunse:<< Sì, hai ragione ho tre settimane di tempo per svagarmi, parleremo dopo >>

 

<< Come sarebbe a dire che non usi la magia >> e Dorian, seduto sul terrazzo della sua camera insieme a Delila guardava quest’ultima come se fosse pazza:<< Quello che ho detto, vivo in mezzo ai babbani nel centro di Cardiff, non è il caso che usi la magia per ogni piccola cosa, alla fine è quasi diventata un’abitudine >> Ian tornò a guardare Parigi sorseggiando il suo succo:<< E poi quel tuo lavoro… >> lei sorrise addentando una frittella:<< Commercialista, un po’ quello che fate tu e tuo padre con l’hotel, solo che io lo faccio con i soldi di altri, è stimolante dal punto di vista intellettuale >> << Lavori con babbani per la maggior parte vero? >> Delila annuì:<< Sì, sono una mezzosangue e in fondo mi ci trovo bene, ci sono un sacco di regole a cui attenersi ma una volta che le hai imparate te le cavi alla grande >> << Non ti manca mai la magia? Voglio dire poterti esprimere liberamente e fare qualche piccolo incantesimo se ti viene voglia? >> << Te l’ho detto, dopo un po’ ti abitui e inoltre farcela con solamente le proprie forze è, come dire, eccitante >> Ian annuì e nel sorriso della ragazza per un attimo rivide un altro viso, un altro sorriso e un’altra ragazza che gli mancava quasi come l’aria che respirava:<< Allora dimmi qualcosa di te…a parte il fatto che sei a dir poco fantastico come pittore e sei il figlio del proprietario dell’hotel non so altro Dorian Atelier >> lui sollevò il capo di scatto:<< Pittore? >> le guance di Delila divennero rosse:<< Scusami, quando sei uscito l’altro pomeriggio ho curiosato un po’ in giro, c’era quel quadro là in fondo e… >> alzando gli occhi verso l’interno della camera Ian notò il quadro che aveva iniziato la settimana prima e che ritraeva Maggie addormentata sul suo letto, aveva intenzione di regalarlo alla sua dolce metà ma non era ancora riuscito a finirlo, senza contare che lo scherzetto di suo padre aveva decisamente rovinato i suoi piani!

<< È la tua ragazza vero? >> gli domandò Delila guardando a sua volta il viso di Maggie che era l’unica parte finita e scoperta del dipinto ed Ian chinando il capo annuì:<< Sì, non ce lo siamo detti apertamente ma non credo ce ne sia bisogno…lei è tutto quello che voglio e che mi fa stare bene >> e sorridendo pensando al piccolo incarico che aveva affidato a Yanna Ian sospirò, forse suo padre aveva ragione ma lui non aveva alcuna intenzione di far dimenticare alla giovane miss Stains i momenti che avevano passato insieme…

 

Sentendo bussare alla porta della suite François si alzò dal divano dove stava cercando di calmare Libero ma quando si affacciò per vedere chi fosse non trovò nessuno.

<< Chi era? >> gli domandò Maggie guardandolo tornare senza nessuno:<< Qualcuno che si diverte a fare scherzi, se non fossi qui ridotto all’ombra di te stesso avrei pensato a te mio caro Libero >> commentò poi cercando di tirare l’amico su di morale ma Libe dopo il suo scontro con Bunny di quella mattina infatti era diventato apatico e inespressivo, se non fosse stato per la compagnia di Iridis, Maggie e del suo storico amico probabilmente si sarebbe nascosto in qualche angolo sperduto a leccarsi le ferite in silenzio:<< Come diavolo ha fatto? Come ha fatto a… >> poi prima di concludere la frase si passò le mani nei capelli tirandoseli con rabbia:<< È tutta colpa mia! Mia e della mia testa! È difettosa, lo sapevo che mi avrebbe portato solo casini! Lo sapevo che non dovevo darti retta! È colpa tua Frankie, tua e del tuo fastidioso e perenne ottimismo! Sei stucchevole e… >> François sorrise sedendosi di nuovo accanto a lui:<< Però quanti complimenti per una sola frase >> poi tornando serio aggiunse:<< Se convinco la tua bella a parlarti prometti di non fare casini e di smetterla di fare il bambino lagnoso? >> sentendosi chiamare lagnoso Libero alzò la testa di scatto:<< Bambino lagnoso a chi? Sai che potrei… >> << Beh almeno reagisci, è già qualcosa Libe! >> alzando gli occhi al cielo per la scenetta Maggie cercò di non ridere quando una piccola sagoma dalla porta della camera richiamò la sua attenzione:<< Yanna… >> mormorò poi a mezza voce:<< Hai detto qualcosa? >> le domandò Iris guardandola ma la giovane Stains si alzò in piedi scuotendo il capo:<< No, ho dimenticato una cosa in camera, torno subito >> e avvicinandosi alla camera si infilò dentro velocemente chiudendo la porta e guardando l’elfa dritto negli occhi.

<< Signorina Margaret >> << Cosa c’è Yanna? È successo qualcosa a Ian? Sta bene? >> il pensiero di non averlo ancora visto quel giorno un po’ la rattristava e l’averlo visto il giorno prima scendere per colazione insieme a quella biondona dagli occhi azzurri e il sorriso smagliante la faceva sentire un po’ nervosa, si fidava di Dorian come di nessuno al mondo ma quella era davvero una bellezza e sembrava anche in perfetta sintonia con lui…

<< Padron Dorian sta bene, mi ha solo mandato per darle questo >> e aprendo il palmo della mano Yanna le mostrò un pezzetto di pergamena stropicciato, stava per dire qualcosa ma non appena le sue mani toccarono il foglio questo le galleggiò davanti al viso trasformandosi in una piccola scatola di cartone rosso scuro con un foglio di pergamena attaccata:<< A dopo miss >> e chinando il capo Yanna scomparve lasciandola sola con la piccola scatola.

Sedendosi sul letto Maggie prese il pacco tra le mani srotolando veloce la pergamena, la grafia di Ian era facilmente riconoscibile…

 

Buongiorno Margaret – le bastò immaginare lui che la chiamava per sciogliersi – so che non è quello che ti aspettavi ma per il momento non mi è concesso fare altro, goditelo anche per me in ricordo di quella meravigliosa notte in riva alla Senna.

Ti amo

 

Aprendo il piccolo pacchetto bene attenta a non piangere di gioia Margaret rimase immobile davanti al suo contenuto: un delizioso cupcake al cioccolato con una soffice copertura di crema al burro e tre lamponi che luccicavano come appena raccolti; togliendo il dolce dalla scatola Maggie cominciò a togliervi l’involucro per assaggiarlo quando la suddetta scatola si trasformò in un’altra piccola pergamena, stavolta le righe erano scritte in fretta:

 

Stasera a mezzanotte, ci vediamo davanti alle cucine, je t’aime ma vie

 

Che cosa diavolo stava combinando Ian? In cucina a mezzanotte? Da quando il principe azzurro invitava Biancaneve ad un incontro clandestino nelle cucine del suo palazzo?

<< Maggie, tutto bene? >> e la voce di Frankie seguita da un lieve bussare alla porta:<< Sì, tutto a posto arrivo >> e alzandosi di corsa lei poggiò il dolcetto sul comodino infilandosi i biglietti di Dorian nella tasca posteriore dei jeans.

 

<<  Oh mio dio ma è bellissima! >> e cinguettando estasiate Leila e Noelle guardarono di nuovo la foto della figlia che Daniel aveva tirato fuori dopo le insistenti domande della sua nuova compagna di stanza sulla neonata che aveva visto nella sua mente.

<< Ti giuro che se dopo questo mi chiede di mettere su famiglia sei morto >> e cercando di ridere James guardò l’altro ragazzo che annuì cercando a sua volta di non ridere:<< Beh scusa se te lo dico amico ma al tuo posto mi immolerei molto volentieri per la causa >> James strinse una mano per cercare di controllarsi, aveva promesso a Noelle la famosa notte in piscina che non avrebbe fatto scenate e si sarebbe controllato qualsiasi cosa fosse successa ma davanti a quello sbruffone, che si gli stava simpatico ma che dormiva vicino alla sua Noelle, era difficile mantenere il controllo.

<< Attento a quello che dici Daniel, Jamie è un tantino irritabile sull’argomento >> e ridendo Noelle restituì la foto al ragazzo sedendosi poi direttamente in braccio a Rhodes e guardandolo con la sua espressione più angelica:<< Ma mi ha promesso di fare il bravo, vero Jamie… >> inutile dire che avendo il corpo di Noelle così vicino al suo James fu costretto a prendere un respiro molto, molto profondo:<< Vuoi giocare con il fuoco Jackson? >> Noelle scoppiò a ridere avvicinando poi il viso al collo di James in modo da potergli sussurrare qualcosa all’orecchio:<< Ringrazia che sono l’unica legilimens presente o dovresti vergognarti dei tuoi pensieri cadetto Rhodes >> forse con quel commento Noelle voleva stuzzicarlo e rimetterlo al suo posto visto che non avrebbero potuto fare niente, ma nel giro di pochi istanti si trovò a cavalcioni sulle gambe di James con le sue mani che le tenevano il viso e le labbra del ragazzo sulle sue mentre la sua lingua stava facendo qualcosa di decisamente irripetibile.

Dopo un minuto buono e un ben poco discreto colpo di tosse di Daniel, Jamie si staccò guardandola con quello che lei ormai chiamava “ lo sguardo da muffin ” e infatti avvicinando il viso al suo e sfiorandole il naso aggiunse calmo:<< Ringrazia che non siamo soli e non voglio che il tuo amico si faccia idee strane Noelle Jackson o i miei pensieri sarebbero già realtà >> a quelle parole non c’era una solo parte di Noelle che non fosse arrossita ed incapace di replicare come suo solito lo guardò mettendo il broncio:<< Dio sei adorabile quando ti zittisco >> << Ti odio James >>

 

Fu solamente durante la cena che si ritrovarono di nuovo tutti, o quasi, seduti allo stesso tavolo: Libero che ancora non rivolgeva la parola a Bunny offeso a morte e la signorina in questione che per farlo ingelosire continuava a chiacchierare con Niko mentre i suoi occhi correvano imperterriti a cercare quelli di Nott inconsapevole dei piani del suo bel Grifondoro che ora stava meditando vendetta…

Accanto a loro François aveva approfittato dell’occasione per scivolare accanto a Leila e visto come si stavano comportando forse Libero non aveva tutti i torti a definirli stucchevoli!

Accanto a loro James ancora sorrideva per il suo scherzetto a Noelle e mentre Daniel stava raccontando di sua figlia ad Iris e Delila, era tutto perfetto e guardandosi intorno Maggie tornò a fissare Dorian che le mangiava vicino quasi come se nulla di quello che stava succedendo intorno a loro lo toccasse, concentrato sul filetto alla Wellington che Clau gli aveva preparato:<< Posso sapere che cos’hai in mente di fare dopo? >> gli domandò avvicinandosi un po’ in modo che nessuno potesse sentirla:<< Hai mangiato il tuo cupcake? Ti è piaciuto? >> le domandò lui in risposta con un sorriso:<< Dorian Joshua Atelier ti ho chiesto cosa… >> ma le labbra di lui baciarono velocemente le sue chiudendole:<< Mi piace quando ti arrabbi e mi chiami con il mio nome completo, sei… - aspettò qualche istante come se stesse assaporando le sue stesse parole – eccitante >> << Ian! >> e le guance di lei divennero rosse come i lamponi che aveva sul suo dolcetto in camera:<< Ad ogni modo per rispondere alla tua domanda mia piccola impaziente >> e lì Ian avvicinò il viso a quello di lei sussurrandole ad un centimetro dall’orecchio con quella sua voce strascicata ad ogni parola:<< Devi avere pazienza fino a mezzanotte >> poi vedendo il sorrisetto che stava per spuntare sulle labbra di Maggie aggiunse:<< E non provare a corrompermi, perché non otterrai niente >> guardandolo irritata Margaret tornò a guardare il suo piatto di arrosto con patate:<< Sei insopportabile >> << Abbi pazienza >> lei fece per rispondere quando la risata cristallina di Leila attirò l’attenzione dell’intera tavolata:<< Scusate ragazzi, ma dove sono Michael e Lilith? >>

 

La grande pendola dell’ingresso stava battendo i dodici rintocchi della mezzanotte e nel silenzio dell’hotel addormentato Maggie poteva sentire il rumore dei suoi piedi nudi sulla moquette, non sapeva perché ma invece di smaterializzarsi semplicemente davanti alla porta della cucina aveva preferito fare tutta la strada a piedi, forse per rendere quel piccolo sogno un po’ più lungo…

Quando arrivò davanti alla porta in legno con intagliato il disegno di un elfo domestico con il cappello da cuoco e un mestolo in mano per un istante sorrise poi guardandosi intorno si accorse che di Ian non c’era traccia, che fosse successo qualcosa?

Stava per spostarsi ed andare a cercarlo quando una piccola coppa ricolma di lamponi, fragole e more le comparve davanti fluttuando poi verso la porta della cucina che si aprì da sola come i quadri delle sale comuni di Hogwarts mostrandole un tavolo dal pianale di marmo flebilmente illuminato dalla luce della luna che filtrava dalle finestre poste all’altro lato della stanza.

Era tutto in ordine ed immobile, gli elfi dovevano essere da un’altra parte visto che non volava una mosca…

Muovendo un paio di passi e seguendo sempre la coppa di frutti Maggie avanzò nella stanza chiedendosi che cosa stesse succedendo; guardò la coppa appoggiarsi sul tavolo e mentre stava per allungare una mano per prendere un lampone, un forte odore di menta la avvolse e qualcosa di caldo aderì alla sua schiena mentre un morbido pezzo di seta le scivolava sugli occhi:<< Spero che tu non dorma così insieme a mio fratello o potrei non rispondere di me mon ange… >> Maggie sorrise sentendo la voce di Ian ad un passo da lei:<< È solo una camicia da notte >> gli ricordò ripensando a ciò che indossava e che per quanto fosse femminile restava comunque una camicia di cotone bianco lunga fin sotto al ginocchio, beh sì certo il fatto che le lasciasse le spalle…ma prima che potesse concludere il pensiero sentì le labbra di Ian sulla scapola mentre il suo respiro caldo risaliva piano lungo la sua clavicola fino al suo collo:<< Ian… >> lo sentì sorridere contro la sua pelle con il suo respiro caldo che le faceva venire i brividi lungo la spina dorsale:<< Mi sei mancata Margaret >> lei fece per voltarsi ma le mani di lui sulle braccia la immobilizzarono:<< No >> poi più dolcemente tornò a riempirle il collo di piccoli baci intervallandoli con le proprie parole:<< Non ti voltare, ho pensato a questa serata solo per te e voglio che tu te la goda fino alla fine >> suonava un po’ come una minaccia ma lei non aveva certo paura…

Si risvegliò solamente quando sentì qualcosa di morbido  e vellutato toccarle le labbra:<< Apri >> tremante come una foglia ubbidì alla sua voce schiudendo la bocca e mentre il lampone le scivolava sulla lingua sentì i polpastrelli di Ian che le accarezzavano le labbra:<< Sei bellissima Margaret, sei la ragazza più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita >> lei mandò giù il lampone per riuscire a parlare:<< Ian che cosa stai… >> ma si bloccò quando una mano le spostò i capelli di lato e lui riprese a baciarle il collo:<< Ti ho sognato per così tanto tempo, ho immaginato questo momento centinaia di volte… >> la sua voce era come il suono di un flauto di un incantatore di serpenti e lei era la serpe, avrebbe fatto qualsiasi cosa quella voce calda le avrebbe chiesto, qualsiasi…

<< Ho disegnato il tuo viso centinaia di volte da quella sera al ministero, ho fatto di tutto per non pensarti e cercare di andare avanti con la mia vita ma tu sei sempre stata nei miei pensieri, sei come un’ossessione, come una deliziosa ossessione da cui non mi voglio liberare >> << Vuoi farmi morire? >> trovò la forza di domandargli con la poca voce che le restava:<< Voglio che tu capisca quanto non poterti avere accanto in questi giorni mi sta distruggendo >> poi facendo scivolare le mani lungo il profilo di Maggie dalle spalle ai fianchi aggiunse piano:<< Ti voglio Margaret, ti voglio così tanto che mi sta uccidendo ma so che ora non posso farlo quindi concedimi almeno questo, concedimi di renderti felice e di farti vedere come sarà tra di noi >> lei sorrise anche se lui stando alle sue spalle non poteva vederla:<< Con fragole, more e lamponi? >> la piccola risata di Ian le fece capire di aver colto nel segno:<< Si possono fare tante cose con fragole, more e lamponi ma chérie… >> e Maggie lo sentì appoggiarsi di nuovo a lei per raggiungere probabilmente la coppa sul tavolo:<< …Basta usare un po’ di immaginazione >> stavolta sentì il piccolo frutto scivolarle prima su un braccio per poi risalire fino alla spalla, al collo, alla guancia:<< Ti piace? >> incapace di parlare annuì piano mentre lui le metteva anche quella succosa mora in bocca cominciando a baciarle la nuca.

Fu solo alcuni minuti dopo quando ebbe ritrovato un po’ di autocontrollo che Maggie riuscì a parlare:<< Vuoi passare così tutta la notte? >> << Ho in mente ben altro ma come ti ho già detto non voglio certo farlo in cucina >> << Possiamo andare… >> << Questo è il mio regalo per te, goditelo Margaret >> la rimproverò dolcemente ma lei testarda continuò:<< Ma non è giusto, anche io voglio farti… >> con il pollice Ian le chiuse delicatamente le labbra:<< Vuoi ancora che risponda di me? Non voglio sapere cosa vorresti farmi, la mia immaginazione mi dà già il tormento da sola >> inaspettatamente Maggie fece un passo indietro in modo da appiccicarsi al petto di lui e gettando la testa nell’incavo della sua spalla alzò il viso verso di lui, anche con quella benda sugli occhi sapeva chiaramente dov’era Ian e poteva chiaramente immaginare la sua espressione in quel momento:<< Ti prego Ian…anche tu mi sei mancato… >> e per enfatizzare la sua supplica intrecciò le loro mani avvolgendoli entrambi in un abbraccio; lo sentì borbottare qualcosa di molto simile ad un imprecazione poi sciogliendo una mano aggiunse a voce un po’ più alta:<< Strega >> Maggie sorrise raggiante:<< Ti ho convinto? >> Ian la fece voltare tra le proprie braccia prendendola poi per i fianchi e sollevandola da terra la fece sedere sul pianale del tavolo:<< Un giorno o l’altro dovrò imparare a dirti di no o sarai la mia rovina >> poi alzando le mani e mettendole dietro la testa di Maggie continuò:<< Ti tolgo la benda ma tu prometti che non mi farai impazzire, ho una soglia di sopportazione molto bassa se si tratta di te >> << Farò la brava >> lui rise piano mentre le scioglieva il nodo facendo scivolare il pezzo di stoffa:<< Le ultime parole famose >>

Quando ebbe riacquistato la vista Maggie ci mise un attimo a riabituarsi alla penombra ma quando i suoi occhi incrociarono Dorian il suo cuoricino fece le capriole dalla gioia: definirlo bello era decisamente riduttivo…credeva di vederlo in pigiama ma lui indossava ancora i pantaloni che aveva indossato per la cena e la stessa camicia rosso cremisi sbottonata, era magnifico.

<< Non ti sei cambiato? >> << Ho passato le ultime ore a convincere Clau a lasciarmi la sua preziosa cucina >> Maggie sorrise arrossendo mentre allungava una mano verso di lui e mormorava piano:<< Vieni qui >> Ian l’accontentò incastrandosi in mezzo alle sue gambe appoggiandosi al bordo del tavolo:<< Allora? Mi hai corrotto con false promesse signorina Stains? >> le domandò sorridendo come il diavolo in cui si stava trasformando:<< Uomo di poca fede >> lo prese in giro lei allungando la mano per prendere una fragola stringendola con due dita:<< Apri la bocca >> guardandola per poco Ian non ebbe un infarto, il gioco era divertente al contrario, quando era lui ad avere il potere, forse dare a Maggie la possibilità di giocare con lui non era stata una buona idea, quella ragazza aveva il potere di annientarlo.

<< Cosa c’è? Non dirmi che una piccola innocua fragolina ti… >> ma prima che finisse di parlare lui le afferrò il polso mordendo il frutto e masticandolo in fretta non staccando gli occhi da quei due laghi scuri in cui amava sprofondare.

Doveva stare calmo, doveva calmarsi se voleva mantenere il controllo ma lei glielo stava rendendo ogni secondo più difficile:<< Nervoso? >> e ridendo piano lo guardò di sottecchi:<< Te lo ripeto chérie, sei una strega >> poi afferrandole le spalle sorrise:<< E io sono troppo debole per resistere >> poi continuando a sorridere abbassò la testa quel poco che bastava per baciare quelle labbra che sapevano di more e lamponi ma che per lui erano le porte del Paradiso.

Grimilde's

Beh che cosa posso dire...onestamente non lo so nemmeno io perchè  ho nella testa troppe immagini ed idee in questo momento e quindi intanto che voi leggere questo io mi metto già a scrivere il seguito...
Solo una cosa: scusate se non ho risposto alle vostre recensioni, sono stati dei giorni un po' intensi e mi hanno risucchiato un po'...sappiate però che ho letto tutto e che come sempre apprezzo tutto quello che mi dite...
A prestissimo....

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Capitolo 13
*** 12 - Convivenze parte II ***


Capitolo 12

Grimilde's

Che cosa posso dire, anche stavolta è il caso che io metta le note prima altrimenti non si capirebbe nulla di quello che scriverò!
Devo fare solo un paio di precisazioni prima di cominciare: la prima parte del capitolo (quella riguardante Lilith e Michael) è accaduta praticamente in contemporanea a tutti i fatti successi nello scorso capitolo dalla litigata di Libero e Bunny fino all'incontro in cucina di Ian e Maggie; da questo punto in avanti praticamente torneremo alla scena di conclusione del capitolo precedente e andremo avanti da lì.
Credo di avervi detto tutto e quindi buona lettura...(ho messo delle note anche a fine capitolo per evitare il linciaggio!)

<< E come dovrei chiamare la ragazza che mi piace? >> quella frase continuava a ronzarle in testa senza che lei potesse farci niente, Mike ormai era stato chiaro su quello che voleva e su ciò che provava, ora il problema era lei…lei e i suoi stupidi angoscianti patemi da psicodramma:<< Michael io… >> ma mentre alzava gli occhi su di lui per rispondere il suo bello stangone sbatté un istante le palpebre arretrando velocemente fino al divano dietro le sue spalle:<< Lilith mi gira la testa…per favore Lilith prendi un bicchiere d’acqua e... >> probabilmente Mike voleva aggiungere la parola zucchero alla sua frase ma il suo corpo cadde pesantemente sul divano lasciando Lilith preda della paura.

 

Guardandosi intorno Mike non ci mise molto a capire dove si trovasse, quella era Hogwarts e più precisamente la sala comune dei Tassorosso dove lui aveva passato gran parte dei suoi anni di studio.

Girando la testa a destra e a sinistra per rendersi conto un po’ meglio dell’anno o delle persone che aveva attorno: vide una piccola Margaret Stains che chiacchierava con alcune amiche e perfino Noelle che doveva avere all’incirca tredici anni quindi dal momento che lui aveva due anni in più della Jackson voleva dire che ne aveva quindici o sedici…che cosa cavolo ci faceva nel suo corpo di sedicenne a scuola?

La risposta a quella domanda gli salì naturale alla mente: Lilith. Aveva quindici anni la prima volta che aveva visto Lilith e sedici quando aveva capito che quella fastidiosa Grifondoro di quattordici anni avrebbe dovuto far parte della sua vita!

 

<< Scusa Stains, che giorno è oggi? >> e avvicinandosi a Maggie le sorrise cercando di sembrare amichevole, non si erano parlati molto all’epoca della scuola dal momento che lui era prefetto e aveva un anno in più di lei ma conosceva Maggie ora e gli stava molto simpatica:<< Oh…scusa…Gail giusto? >> poi guardando velocemente il calendario aggiunse:<< È il 10 ottobre, è giovedì >> Gail? Certo lui e Maggie non avevano chissà quale rapporto ma chiamarlo per cognome come se fosse un qualsiasi anonimo ragazzo, cioè lui era un prefetto e…ma poi i suoi occhi si alzarono su una vetrinetta dove erano appoggiate alcune delle piante della serra e rimase immobile a guardare il proprio riflesso: che fine aveva fatto il Michael Gail che lui ricordava aver frequentato Hogwarts? Chi era quel goffo nerd con gli occhiali spessi, la divisa malmessa e nessuna spilla da prefetto appuntata sul petto!

<< Scusate io…scusate… >> e con l’aria che aveva smesso di arrivargli ai polmoni corse fuori dalla sala comune.

Aveva appena raggiunto il Lago Nero quando si appoggiò ad un albero per prendere fiato: che diavolo stava succedendo? D’accordo che non era mai stato uno dei più popolari della scuola ma quello non era lui, quello non era  Michael Jamison Gail era…era…era qualcosa di spaventoso che lui non  sapeva come affrontare!

Era ancora seduto sull’erba quando una risata cristallina attirò la sua attenzione facendolo voltare di scatto: Lilith.

Rimase immobile per dio solo sa quanto tempo a guardare quella deliziosa adolescente dai capelli scuri e il sorriso splendente che correva per il giardino insieme alle sue amiche.

 

Ricordava quel pomeriggio come se fosse successo il giorno prima: era stata la prima volta in cui aveva visto Lilith Sherwood; nella versione che lui aveva in mente, e non nell’incubo che stava vivendo, Lilith era bella esattamente come in quel momento e proprio come allora correva per il parco con le sue amiche per godersi quell’ultimo pomeriggio di sole solo che nella scena che lui stava guardando c’era qualcosa di stonato, qualcosa di decisamente fuori posto e che, manco a dirlo, portava il nome del biondo e stupido Grifondoro che teneva Lilith per mano e la guardava come se fosse stata l’unica ragazza sulla faccia della terra!

Stava pensando se era il caso di restare lì a guardarla come un fissato quando lei si bloccò in mezzo all’erba e si voltò nella sua direzione…

Il respiro di Mike si bloccò mentre la guardava avvicinarsi, mentre vedeva quegli occhi scuri puntati dritti su di lui, dio si sentiva come un bambino davanti a lei, si sentiva come uno stupido bambino che non sapeva come comportarsi! Lui che aveva sempre avuto la parlantina facile e il dono di essere sempre perfetto per ogni momento ora era l’esatto opposto!

Guardò ancora per un istante Lilith che si avvicinava poi il biondo imbecille la chiamò:<< Lily…Lily vieni, che cosa stai facendo? >> << Eccomi…dio Alex sei davvero pressante a volte, arrivo arrivo >> e ridendo con quella sua risata cristallina lei tornò dal compagno di casa prendendolo per mano…ma che diavolo stava succedendo? Non ricordava che Lilith avesse un ragazzo all’epoca…

 

Passò solo per i corridoi gran parte della giornata, in quel momento non gli importava molto delle lezioni visto come si sentiva e poi aveva sempre il pensiero di Lilith insieme a quel dannato Alex a dargli il tormento, doveva assolutamente capire che cos’era successo, doveva capire perché tutto era così diverso da come lui lo ricordava…doveva…

Poi qualcosa di scuro con una cravatta rosso e oro al collo entrò nel suo campo visivo e lui riconobbe immediatamente il delicato profumo di Lilith.

Incapace di bloccarsi allungò una mano afferrandole il braccio e fermandola.

Lo sguardo di Lilith fu come una pugnalata al cuore:<< Scusami? Che cosa stai facendo? >> << Devo parlare con te Lilith, adesso… >> lei continuava a guardarlo come se fosse pazzo:<< Senti io non ti conosco e sinceramente non ho tempo da perdere con… >> << Mike, mi chiamo Mike >> lei arricciò le labbra:<< Ecco appunto, Mike non ho tempo da perdere, quindi se vuoi scusarmi dovrei andare >> la stretta sul braccio si accentuò, non era ancora pronto a lasciarla andare, non poteva:<< Tu non capisci, io e te… >> lei sorrise ma anche Michael capì che lo stava prendendo in giro:<< Senti sono lusingata dalle tue parole, davvero…ma non c’è e non ci sarà mai nessuno noi, non potrei mai prendere in considerazione un Tassorosso, ho una reputazione da difendere capisci? >> << Che cosa stai dicendo? Lilith noi… >> gli occhi di lei si fecero scuri:<< Te lo ripeto non esiste nessun noi, dovrei essere pazza per prendere in considerazione un’ipotesi del genere quindi scusami ma non è proprio il caso >> poi liberandosi dalla sua stretta lo lasciò lì in mezzo al corridoio con il cuore in pezzi.

 

Spalancò gli occhi di scatto cercando di abituarli alla luce e capire dove fosse finito:<< Michael…Michael stai bene? >> quella voce d’angelo lo fece voltare verso la protagonista del suo incubo personale che aveva in mano un asciugamano umido con cui molto probabilmente gli stava tamponando la fronte sudata, era un medico e la testa che gli scoppiava e la gola secca parlavano da sole su quello che poteva aver avuto:<< Lilith… >> e alzò una mano per accarezzarle una guancia:<< Sì sono io >> replicò lei arrossendo appena:<< Come ti senti? >> gli domandò di nuovo dolce:<< Lilith >> e senza pensare, decisamente senza pensare, a quello che stava facendo Michael si sporse dal divano arrivando al viso della ragazza e prendendolo con una mano fece combaciare le sue labbra con quelle di lei.

 

Immobile per un paio di secondi Lilith cercò di pensare velocemente, che cosa stava facendo? Che cosa stava succedendo? Un attimo prima Michael era svenuto e ora la stava baciando come se andasse della sua vita, dio quella bocca era…ma la lingua di Mike la distrasse facendole perdere la concentrazione.

Oh andiamo non fare l’idiota: è Michael Gail! È sempre stato Mike! E la vocina dentro di lei si mise ad urlarle nella testa.

Ammettendo finalmente con sé stessa che era quello che aveva voluto che accadesse dal primo istante in cui lo aveva visto la mattina del secondo giorno a colazione Lilith gli mise le braccia al collo ricambiando il bacio….purtroppo per lei la mole di Mike, decisamente maggiore della sua, fece sbilanciare il ragazzo facendoli rotolare entrambi sul tappeto damascato facendola finire sotto quella statua greca dagli occhi color caffè che la stavano spogliando:<< Mike… >> lui sorrise:<< Dovevo svenire per sentirmi chiamare Mike >> Lilith sorrise a sua volta:<< Alzati…sei pesante >> la bocca di Michael sfiorò di nuovo la sua:<< Forse non voglio alzarmi >> e il suo sorriso fece capire a Lilith cos’aveva in mente il suo bel guaritore:<< Mike non so se…tu sei svenuto e io non so se…non… >> dopo l’ennesimo bacio Mike le rotolò accanto mettendosi su un fianco e sdraiandosi sul tappeto sfiorando una guancia di Lilith con un dito:<< Non voglio sembrare pazzo Lilith ma la mia pazienza ha raggiunto il limite e sono dovuto svenire per capirlo >> << Che vuoi dire? >> << Ho fatto un sogno mentre ero svenuto >> lei rimase in silenzio aspettando che lui continuasse:<< Ho rivisto il giorno i cui ci siamo conosciuti, in cui mi hai detto che… >> << Ah…e tu lo chiami sogno? >> domandò Lilith facendo per alzarsi e non volendo di nuovo rivivere quell’umiliazione per l’ennesima volta:<< Aspetta! Fammi finire! >> e prendendola per il polso Mike le impedì di muoversi:<< Ho rivissuto quel momento ma a parti invertite >> << A parti invertite? >> lui annuì:<< Sì, io che ti dicevo che mi piacevi e tu che mi hai risposto con cose molto simili a quelle che ho detto io quel giorno, adesso so come ti sei sentita e mi dispiace, davvero >> << Adesso lo so, mi dispiace se ti ho trattato male in queste settimane solo che ogni volta che ti guardo ripenso a quel giorno e ci sto male >> lui sorrise giocherellando con una ciocca dei capelli di lei:<< Ti consola se ti dico che anche tu mi piacevi all’epoca ma che ero terrorizzato dall’idea che le cose potessero andare male? >> << Andare male? Ma che stai dicendo? >> lui chinò il capo fissando lo sguardo sugli intricati disegni del tappeto:<< Io non sono mai stato un tipo che fa impazzire le donne, non sono mai stato quello per cui si fanno follie, sono uno normale, uno qualsiasi…quando mi hai detto che ti piacevo mi è mancata l’aria, tu eri così bella per me, così solare e allegra, io mi sento vuoto quando sono solo, mi sento inutile >> << Sei un guaritore, hai salvato quei bambini ad Edimburgo e inutile o normale non sono decisamente parole con cui ti definirei >> << Mi hai guardato? Mi hai guardato bene Lilith? >> lei rise piano poggiandogli una mano sul petto proprio dove il cuore di Mike stava rischiando un infarto:<< Sì Michael Gail, ti ho guardato e anche molto bene >> poi avvicinandosi un po’ mise il viso a due millimetri dal suo facendo incrociare i loro respiri:<< Adesso però smettila di fare la vittima e alzati da questo tappeto, sei svenuto e hai bisogno di stare comodo e rilassato >> << Lilith…io sono comodo se tu sei… >> l’occhiolino che gli fece quando lo guardò bastò a scombussolarlo:<< Ma non ho alcuna intenzione di lasciarti solo, siamo coinquilini per le prossime tre settimane ricordi? >> poi tendendogli la mano lo tirò insieme a lei verso uno dei due letti:<< Andiamo adesso sdraiati e non farmi più preoccupare >>

 

<< Non ho intenzione di passare tutta la giornata sdraiato qui a fare niente >> borbottò Mike dieci minuti dopo quando Lilith si sedette sul bordo del letto con un libro tra le mani:<< Hai intenzione di restare lì a lagnarti? >> << Vuoi davvero che me ne stia sdraiato qui senza fare nulla? Era più divertente quello che stavamo per fare su quel tappeto >> le ricordò prendendola per un braccio e sdraiandola accanto a sé:<< Scordatelo >> << Perché? >> lei rise:<< Perché non voglio che la nostra prima volta succeda solo perché tu ti stai annoiando >> Michael rise di gusto baciandole la punta del naso:<< Quindi c’è un noi e ci sarà una prima volta >> le guance di Lilith divennero paonazze…ma perché lui riusciva a parlare di quegli argomenti con così tanta disinvoltura e lei no?

<<  Andiamo non fare quella faccia, sono un uomo che cosa vuoi che faccia >> Lilith sorrise prendendo la propria bacchetta dal comodino accanto a loro e agitandola trasfigurò un vaso di fiori in quella stupida scatola che i babbani chiamavano televisione:<< E quella a cosa serve? >> domandò Mike guardando la ragazza che era nel letto accanto a lui:<< Quella ti terrà occupato per un po’ caro il mio brontolone >> poi prendendo il telecomando accese la tv gettando il piccolo aggeggio scuro nelle mani di Michael:<< Trova qualcosa che ti interessi e lasciami leggere per favore >> Gail rimase immobile per un po’ a guardare le immagini in movimento poi un uomo di bell’aspetto che parlava catturò la sua attenzione…

Preoccupata dal silenzio del ragazzo al suo fianco Lilith alzò gli occhi vedendo quelli di Mike concentrati sulla TV, li alzò anche lei e guardando il piccolo logo che segnalava il nome del canale una risata le scappò dalle labbra:<< Cosa c’è? >> le domandò Mike accigliato:<< Stai guardando un canale maschile? Oh mio dio sei tremendo >> << Sei tu che mi hai dato in mano questo, scusa se ho trovato qualcosa che mi interessa >> << Vedere un uomo che parla di moda e cucina come se si trattasse di una qualche strana scienza che per voi è incomprensibile è ridicolo >> capendo che lei non avrebbe smesso e che aveva tutta l’intenzione di stuzzicarlo Michael la lasciò parlare ancora un po’ poi lanciando da parte il telecomando l’afferrò per un braccio mettendola stesa sul letto sotto di sé:<< Penso che tu abbia esposto perfettamente la tua posizione sull’argomento miss Sherwood >> l’espressione irritata di Lilith gli diceva che la sfida era appena cominciata:<< Avrei espresso la mia opinione eh… >> lui annuì:<< Sì, adesso è ora che io esprima la mia >> poi puntellandosi su un braccio usò la mano libera per accarezzare i capelli di Lilith con delicatezza:<< Che cosa stai facendo? >> domandò lei arrossendo al tocco di quelle dita ruvide che le procuravano brividi ovunque:<< Esplicito il mio punto di vista, ti stai lamentando che sono un rozzo stupido uomo che pensa solo a sé stesso e al suo piacere, voglio farti vedere che è il piacere di altri la mia prima preoccupazione in questo momento >> capendo bene che Mike intendeva il suo piacere Lilith arrossì ancora di più e fu costretta a deglutire per non farsi venire un attacco di panico mentre quelle mani scendevano sul suo viso e sulla sua spalla scottandole la pelle dove la toccavano:<< Michael… >> << Sì, tesoro? >> << Non chiamarmi… >> << Preferisci che ti chiami Lily o Lilith? Tesoro rende meglio l’idea >> lei lo guardò mentre i suoi occhi si spalancavano di curiosità:<< L’idea di cosa? >> la bocca di Mike catturò la sua prima che lui le rispondesse:<< Che sei mia >> poi passandole la lingua sulle labbra le sorrise poco prima di tornare a baciarla:<< Ho aspettato per quasi dieci anni tesoro, non farmi aspettare ancora… >> poi scendendo con la mano fino alla pancia di Lilith cominciò a sollevarle la maglietta.

 

<< Lilith? Lilith ci sei? Stai bene? >> e un bussare insistente alla porta bloccò la coppia mentre Mike stava giocherellando con i bottoni della casacca del suo pigiama che Lilith aveva indossato dopo il loro piccolo pas de deux:<< Uhm…fine della tranquillità >> commentò ridendo mentre lei spalancava gli occhi riconoscendo la voce di Leila dall’altro lato della porta chiusa:<< Ti diverte la cosa? >> domandò a Mike vedendolo sorridere tranquillo:<< Non abbiamo fatto niente di male >> << Parla per te, Lila capirà tutto e io sarò finita >> prendendole il viso tra le mani Michael le baciò le labbra:<< Non hai fatto niente di male Lilith, siamo persone, è naturale che… >> << Che cosa? >> << Lilith! >> e la voce di Leila li interruppe ancora:<< Meglio aprire prima che la Tallyst butti giù la porta >> e alzandosi al posto di Lilith Michael fece per raggiungere l’uscio con addosso solo un paio di boxer quando Lilith alzandosi di corsa lo bloccò sbattendolo contro il muro a pochi centimetri dalla porta saltellando per tenerlo fermo ed impedirgli di aprire:<< Smettila >> << Lil… >> ma tirandolo verso di sé lei lo baciò per zittirlo:<< Smettila e stai fermo ok? >>

 

<< Ian scusa so che è tardi ma Yanna ha detto che eri qui e… >> e aprendo la porta della cucina François si bloccò vedendo suo fratello e Maggie a pochi centimetri l’uno dall’altro con il fiato corto e le guance rosee:<< Aspetta un attimo ma voi due non… >> Dorian accarezzò il viso di Maggie sussurrandole qualcosa che Frankie non riuscì a capire poi Ian si voltò verso di lui:<< Ciao fratellino, suppongo che ci sia una ragione oltremodo importante che ti ha portato qui alle due di notte vero? >> François chinò il capo imbarazzato mentre Ian aiutava Maggie a scendere dal tavolo e le baciava di nuovo le labbra:<< Ho bisogno di parlare con te >> Ian annuì rassegnato a vedere la sua piccola serata rovinata, ma in fondo non gli dispiaceva così tanto…era andato troppo vicino a perdere il controllo e, per quanto volesse che Margaret fosse sua, non voleva averla sul tavolo di marmo della cucina, aveva un progetto più elaborato in mente!

<< Che cosa c’è? Sembri depresso >> << Sono andato a parlare con Bunny Flecter subito dopo cena, volevo chiederle di parlare con Libero, è intrattabile e giuro che potrei ucciderlo se continua a… >> capendo che c’era altro dietro la sfilza di parole a raffica del piccolo di casa, Ian si voltò verso Maggie:<< Mi perdoni ma chérie se devo interrompere la nostra piccola liaison? A quanto pare il mio fratellino necessita dei miei consigli >> guardando i due fratelli e soprattutto l’espressione preoccupata di François Margaret annuì baciando una guancia del suo diavolo tentatore:<< Buonanotte Ian…mi mancherai >> lui le prese un polso baciandole il palmo per poi posarselo sul cuore che ancora batteva al doppio della sua velocità:<< Non quanto tu mancherai a me Margaret >> lei sorrise poi si avvicinò a Frankie poggiandogli una mano sulla spalla e sussurrandogli:<< Ci vediamo in camera >> lui annuì sorridendole a sua volta poi, quando la porta si fu chiusa dietro le spalle di Maggie, avanzò verso suo fratello sedendosi al tavolo aspettando che Dorian facesse altrettanto.

 

<< Ciao Leila! >> e sorridendo Lilith aprì la porta della camera dopo aver chiuso il più velocemente possibile i bottoni del pigiama che aveva addosso:<< Lilith ma che cosa hai addosso? >> e l’amica la guardò perplessa:<< È di Gail, il mio pigiama si è sporcato con un po’ di pozione e così ho dovuto metterlo a bagno e… >> Leila incrociò le braccia sul petto:<< Un semplice gratta e netta non era sufficiente? >> Lilith intrecciò le braccia dietro la schiena mentre nascosto dietro la porta Mike la guardava ghignando, la adorava ma adorava ancora di più vederla balbettare a quel modo per nascondere ciò che avevano fatto:<< No, era una macchia molto grande >> Lila annuì sorridendo:<< Sì, posso immaginare…ad ogni modo non ti ho visto a cena e volevo solo sapere se andava tutto bene >> Lilith annuì vigorosamente muovendo i capelli che le danzarono tutto attorno al viso:<< Sì, va tutto bene…io e Mike ci siamo messi a parlare e abbiamo perso la cognizione del tempo >> dietro la porta lui sogghignò di nuovo, sì certo tra le altre cose avevano anche parlato…:<< Capisco, allora ci vediamo domani mattina >> continuò Leila con calma e Lilith annuì:<< Sì, ci vediamo a colazione >> l’amica sorrise e si voltò pronta ad andarsene:<< Ok, buonanotte Lilith >> poi muovendo un paio di passi aggiunse voltandosi a guardarla da sopra la spalla e sorridendo:<< Buonanotte Mike non farla stare alzata fino a tardi o domani non si sveglierà >> e alzando la mano facendo un piccolo gesto di saluto avanzò nel corridoio lasciando Lilith livida sulla porta mentre Michael dietro di lei riusciva a malapena a trattenersi dal ridere.

 

<< Allora? Che cosa c’è? Quella di Nott è una scusa e l’ho capito subito >> François alzò il capo di scatto:<< Non è una scusa, sono andato davvero a… >> Dorian sorrise sedendosi a sua volta:<< Oh non dubito che tu sia andato come sempre ad immolarti per le battaglie del tuo migliore amico, dico solo che non è solo quello a preoccuparti >> François cominciò a giocherellare con le venature del marmo passandovi un dito sovrappensiero:<< Beh sì, non è solo quello… >> buttò fuori poi cercando di sembrare il più impersonale possibile:<< Sputa il rospo >> << Prima posso farti una domanda? >> Ian annuì:<< Hai detto a Maggie che la ami giusto? >> << Sì, un paio di settimane fa >> << E lei ti ha risposto che ti ama anche lei vero? >> ripensando alla loro dichiarazione dentro al quadro un sorriso attraversò le sue labbra:<< Sì, me lo ha detto ma cosa centra questo con te? >> << Un paio di settimane fa ho detto a Leila la verità su Fiona >> << Molto coraggioso da parte tua >> e Ian incrociò le mani sul tavolo:<< Sì, lo so. È andata meglio di quello che pensavo onestamente. Leila è meravigliosa, ha capito perché mi sono sposato e perché è finita >> << Ma? >> François guardò il fratello e Ian lo incitò silenziosamente ad andare avanti:<< Ma dopo queste rivelazioni ho avuto la malsana idea di dirle che sono innamorato di lei >> << Cosa c’è di male in questo Frankie? >> il più giovane poggiò i gomiti sul tavolo passandosi le mani nei capelli e guardando fisso la parete davanti a sé:<< Credo di aver osato troppo, quando gliel’ho detto Leila mi ha chiesto di aspettare fin quando non fosse stata pronta a dirmelo a sua volta, le ho promesso che l’avrei fatto ma ragionandoci a mente fredda ho capito una cosa >> << E cioè? >> << Che sto facendo lo stesso errore che ho fatto con Fiona, mi sono lasciato prendere dai sentimenti e ho aperto bocca senza riflettere, ho detto quello che provo ma lei non ha ricambiato, non pretendevo una dichiarazione o una promessa ma dopo una settimana ho cominciato a chiedermi se la sentirò mai dirmi quelle parole, dopo che le ho detto di Fiona penserà che sono uno che dice cose del genere alla leggera, che non da valore a quelle due parole e… >> le mani di Ian che stringevano le sue lo bloccarono:<< Tu dai valore a quelle parole o non l’avresti detto Frankie, lo so io come lo sa Leila, devi solo darle tempo e vedrai che ti dirà quello che aspetti >> << Ma se dovesse andare male? Se dovessi mandare tutto a monte come ho fatto con Fiona? >> << Non hai mandato tutto a monte tu, è stata lei che… >> François chinò il capo:<< Ho anche io la mia parte di colpa e credere che non sia così non mi aiuterà a farmi amare da Leila, da quella sera non abbiamo più affrontato l’argomento e non so che cosa ne pensi, poi c’è stata questa stupida idea di papà e io non ho più potuto fare niente >>

 

<< James posso farti una domanda? >> Rhodes guardò la sua compagna di stanza che sedeva sul suo letto con le gambe incrociate, stava cercando di prendere sonno ma Leila sembrava non volerlo lasciare in pace:<< Dimmi >> e mettendosi seduto si passò le mani sulla canottiera grigio scuro:<< Come sai che ami Noelle? >> lui strabuzzò gli occhi:<< Come scusa? >> << Tu sei innamorato di Noelle? Come fai ad esserne sicuro? >> James la guardò ancora non capendo dove lei volesse andare a parare:<< Leila… >> la ragazza chinò il capo giocherellando con il bordo della sua maglia:<< Frankie mi ha… >> << Sì? >> e James si mise seduto comodo guardando la ragazza, se ne intendeva abbastanza di donne per sapere che sarebbe stata una cosa lunga:<< Frankie mi ha detto che mi ama >> buttò fuori lei come se quella cosa le fosse costata un enorme sforzo e il piccolo sorriso di James la rincuorò per un attimo:<< Beh mi sembra un’ottima cosa no? >> Leila annuì ma James vide scivolare una piccola lacrima sulla sua guancia:<< Sì, so che lo è…solo che io non gli ho detto niente, non gli ho risposto e adesso lui penserà che… >> con il cuore troppo tenero nonostante quello che voleva far credere al resto del mondo James si alzò dal proprio letto inginocchiandosi davanti a Leila:<< Ehi Leila non fare così…non è successo niente, devi solo parlare con François, devi solo dirgli ciò che provi e andrà tutto a posto, devi solo dirgli che lo ami e vedrai che tornerà il tuo adorato principe azzurro in men che non si dica >> la ragazza alzò gli occhi arrossati e James sempre sorridendo alzò una mano per spostarle i capelli biondi dal viso:<< Io amo Noelle perché so che non posso passare il resto della mia vita senza di lei, tu puoi dire lo stesso di François Atelier? >> con un piccolo sorriso Leila Tallyst annuì:<< E allora devi solo dirglielo >> il sorriso di Leila si allargò:<< Grazie James >> l’auror rise piano:<< Sempre a disposizione my lady >> presa dallo slancio del momento Leila gli gettò le braccia al collo in un abbraccio di gratitudine facendo scivolare entrambi per terra nell’esatto momento in cui la porta della stanza si aprì e un paio di occhi color cielo li fissavano riempiendosi di odio.

<< Frankie… >> e cercando di alzarsi il più velocemente possibile Leila fece per avvicinarsi al ragazzo e dargli una spiegazione quando François scomparve davanti a loro.


Grimilde's
Ok preparate pure i fucili, sono pronta all'esecuzione...
Mi dispiace per il finale ma qualcosa doveva pur succedere e qualcuno non era ancora stato toccato dalla mia perfidia...tranquille andrà tutto a posto....prima della fine ovviamente!
Ho voluto concentrare questo capitolo su Michael e Lilith perchè povero Mike l'avevo già fatto penare troppo (sono nove anni che aspetta in fondo! Parole sue non mie!)
In conclusione come potete ben immaginare il prossimo capitolo è già in corso e prossimamente vi dirò quando riuscirò a pubblicarlo, dipende dalla mia ispirazione ma penso entro domenica in serata se non prima...se non mi avete ancora metaforicamente ucciso incrociate le dita per me.
Chiedo di nuovo perdono...

à la prochaine...la vostra sadica Serpe...

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Capitolo 14
*** 13 - Dolore, ricordi e decisioni decisamente stupide ***


Capitolo 13

<< Maggie! Frankie è qui? >> e quando Margaret aprì la porta si trovò davanti Leila con il viso rigato di lacrime e James dietro di lei che le teneva una mano sulle spalle:<< No, non è qui…l’ultima volta che l’ho visto era con Ian, che cos’è successo? >> Leila tremava troppo per poter parlare così fu James a spiegarle:<< È venuto in camera nostra e ci ha trovati in una situazione diciamo…equivoca >> e cercò di mettere in quella parola meno malizia possibile, in fondo quello a cui François aveva assistito era solo un normale abbraccio tra amici.

<< Venite dentro e spiegatemi che cos’è successo >> e facendo entrare i due amici Maggie si spostò dalla porta e quando Leila si fu accomodata sul piccolo divanetto le si avvicinò stringendole la mano:<< Andrà tutto bene, vuoi un bicchiere d’acqua o qualcos’altro? >> Leila annuì mormorando piano:<< L’acqua va bene >> Margaret annuì poi si avvicinò al mobile bar versando un bicchiere dalla caraffa di cristallo:<< Che cos’è successo James? >> domandò di nuovo mentre a piccoli sorsi Leila mandava giù l’acqua cercando di calmarsi:<< Io e Leila stavamo parlando, mi aveva chiesto un consiglio e io le stavo rispondendo, eravamo abbastanza vicini in effetti…quando abbiamo finito Leila in amicizia mi ha abbracciato e siamo scivolati sul pavimento, in quel momento è entrato François e ha equivocato tutto, si è smaterializzato e non sappiamo dove sia, credevamo fosse tornato qui e volevamo spiegargli l’accaduto >> Margaret annuì passandosi le mani nei capelli:<< Potete aspettare qui? Forse so chi può trovarlo >> James annuì:<< In effetti Atelier potrebbe sapere dov’è suo fratello >> << Vado a chiamarlo, dammi cinque minuti >>

 

<< Aspettavi visite notturne? >> e sorridendo Delila si alzò dal proprio divano letto mentre Ian ancora concentrato continuava a dipingere, dopo il suo interludio con Maggie gli era decisamente passato il sonno e così ne aveva approfittato per dipingere, il fatto che poi Delila avesse deciso di fargli compagnia e di chiacchierare con lui era un altro paio di maniche!

<< Se è quello scocciatore di mio fratello digli che le sue paturnie amorose devono aspettare domani mattina, voglio finire questo… >> << Eh…Renoir in erba veramente non è tuo fratello >> << Ian… >> al suo nome bisbigliato con quella dolcezza Dorian si voltò con ancora il pennello tra le mani:<< Margaret? Che cosa ci fai qui? >> lei rimase in silenzio poi Dorian vide che gli occhi della ragazza puntavano alla tela dietro le sue spalle:<< Quella sono io >> e avvicinandosi a lui Maggie continuò a guardare il quadro: non c’era niente di visibile o di scoperto, solamente lei semicoperta dalle lenzuola grigie di un letto mentre dormiva con un piccolo sorriso sul viso, non c’era niente di anomalo eppure quel dipinto trasudava passione e desiderio più di qualsiasi altro quadro di nudo avesse mai visto in vita sua.

Ad una seconda occhiata più attenta si potevano notare le sue guance leggermente arrossate, la curva delicata delle labbra, la mano che spuntava da sotto il cuscino tesa verso qualcosa di non visibile allo spettatore, ricordando quel giorno Maggie sapeva bene dove tendeva quella mano: verso il giovane uomo in jeans e maglietta davanti a lei:<< Margaret va tutto bene? Che cosa ci fai qui? >> lei si riscosse tornando a guardare Ian:<< Tuo fratello… >> << Cosa centra Frankie adesso? >> << È sparito >>

Con gli occhi sbarrati Ian ascoltò quelle due piccole parole ancora incredulo poi guardando la donna che amava domandò con un filo di voce:<< Dimmi che è uno scherzo >> Maggie scosse il capo:<< No, Leila e James sono in camera nostra, non so dirti cosa sia successo di preciso ma Frankie si è smaterializzato e non abbiamo idea di dove sia >> Dorian annuì pulendosi velocemente le mani con uno straccio ed infilandosi un paio di scarpe da ginnastica:<< Andiamo, voglio trovarlo prima che faccia qualche idiozia >> Margaret lo guardò timorosa prendendogli il polso con entrambe le mani, aveva bisogno di sentire il suo calore:<< Pensi di riuscire a trovarlo? >> Ian annuì velocemente:<< Voglio prima parlare con Leila e James, ma se lo conosco almeno un po’ penso di sapere dove può essere >>

 

Dieci minuti e dopo la spiegazione di James sull’accaduto Dorian si alzò di nuovo in piedi misurando il soggiorno a grandi passi:<< Hai idea di dove possa essere? >> domandò Leila guardando il giovane che le dava le spalle e guardava fuori dalla finestra:<< Idee molte, una più probabile dell’altra, ma mio fratello non è il tipo da farsi trovare se non vuole >> << Nessuno lo conosce meglio di te, saprai convincerlo >> e la voce ferma di Delila fece voltare Ian con un piccolo sorriso:<< Un modo gentile di blandire il mio ego Shepperd? >> lei scosse il capo slegandosi e rifacendosi velocemente la lunga coda di capelli biondi:<< Un modo per farti agire in fretta Atelier >> un sorrisetto fugace passò sulle labbra di Dorian guardando la sua compagna di stanza e Maggie si sentì strana ma il pensiero di dove fosse finito François in quel momento superava qualsiasi cosa:<< Io vado a cercarlo, se non sono tornato entro ora di pranzo cercate un modo per tener buono mio padre e non far capire che cosa sia successo a Frankie >> e guardando in particolar modo James e Maggie Ian si avvicinò alla porta della camera:<< Ti serve una mano? >> di nuovo Delila gli si avvicinò e di nuovo Maggie sentì una piccola fitta al petto:<< No, è una cosa che devo fare da solo >> poi guardando di nuovo i presenti nella stanza uscì smaterializzandosi appena ebbe varcato la soglia.

Rimasti soli Maggie tornò a guardare Leila:<< Volete restare qui? Almeno saremo informati se… >> e guardò James mentre Leila alzava gli occhi ancora scossa:<< Maggie non voglio darti fastidio e… >> << Ma quale fastidio, voglio esserci quando quel testone verrà ad implorare il tuo perdono per averti fatto stare così male >>

 

<< Io torno in camera, ora che Dorian non c’è mi riposerò un po’, ditegli che ci vediamo per colazione >> e alzandosi Delila si avvicinò alla porta ma Maggie decisa a togliersi ogni dubbio si fermò:<< Scusami, Delila… >> la bionda si voltò:<< Sì, Margaret giusto? >> sentendo il suo nome completo e visto che Ian era l’unico a chiamarla così, Maggie fece una smorfia:<< Maggie è sufficiente >> << Sì, certo…scusami solo che Dorian ti chiama sempre Margaret e quindi… >> << Ti volevo parlare proprio di questo in effetti >> gli occhi chiari di Delila la scrutarono da capo a piedi:<< Pensi che sia interessata a lui vero? >> era una sfida e lei l’aveva capito fin troppo bene:<< Penso che passate molto tempo insieme e che siete entrati molto in confidenza molto in fretta >> aveva calcato apposta su ogni molto della frase per far capire il suo disappunto:<< Dorian non mi aveva detto che eri una ragazza gelosa, probabilmente non lo crede nemmeno lui >> << Quello che c’è tra me e Ian… >> Delila sorrise ma in quel sorriso c’era comunque sempre quell’aria di sfida che Maggie non sopportava:<< Senti pensa quello che vuoi, io e lui siamo quasi coscritti e abbiamo un po’ di interessi in comune, per quello andiamo d’accordo poi se tu vuoi pensare male fai pure, voglio solo ricordati che non sono io quella sui quadri che ha appeso in camera >> quadri? Al termine plurale usato dalla giovane Maggie si chiese quanti quadri avesse Ian in camera e perché Delila li avesse già visti e lei no, probabilmente Frankie non era l’unico Atelier che avrebbe dovuto fare una chiacchierata al suo ritorno!

 

<< Sapevo che ti avrei trovato qui >> e mentre il sole sorgeva dal mare tingendo di rosa e arancio il paesaggio intorno a loro Ian andò a sedersi sulla spiaggia di ciottoli accanto al fratello:<< Sono così patetico anche nella fuga? Quanto ci hai messo a trovarmi? Cinque minuti? >> Dorian lo guardò con rimprovero:<< Giuro che non ti prendo a pugni solo perché sei mio fratello ma a volte sei davvero idiota >> François si perse a guardare l’alba poi affondando le mani nella sabbia aggiunse calmo:<< Ti ricordi quando da piccoli papà ci portava qui per le vacanze? >> Dorian lo guardò serio e fece per aprire bocca quando l’altro alzando una mano lo fermò:<< Non voglio parlarne adesso >> << Leila sta male Frankie, è spaventata e preoccupata per te >> François fece scivolare le mani lasciando cadere il suo intero corpo sui sassi della battigia:<< Lo so e non voglio farla soffrire ma ho bisogno di pace in questo momento >> conoscendo bene il suo fratellino e ricordando quanto anche da bambino avesse bisogno di quel posto e di quella spiaggia per venire a patti con i suoi pensieri e i suoi dubbi Dorian rimase in silenzio mentre François sdraiato guardava il cielo sopra di loro:<< Da bambini papà mi odiava >> buttò fuori ad un certo punto il minore con un sorriso acido in faccia:<< Papà non ti odia >> gli ricordò Dorian sapendo bene che nonostante il suo comportamento Isaac amava il suo secondogenito più di qualsiasi cosa al mondo:<< Beh forse odiare è un termine un po’ forte ma sappiamo entrambi chi è il suo prediletto Ian, o mi sbaglio? >> << Vuoi davvero affrontare questo discorso adesso? >> gli domandò Dorian sarcastico, non era mai stata una cosa di cui parlava molto volentieri anche perché la maggior parte di quelle affermazioni erano solo frutto di malintesi e frasi non dette tra suo padre e suo fratello:<< Siamo soli in riva allo splendido mare della Provenza all’alba dell’anniversario della morte di nostra madre, direi che è il momento giusto per parlare di quanto nostro padre non possa guardarmi nemmeno in faccia fratellone >> la rabbia e l’acidità insita in quel discorso strinsero il cuore di Ian facendogli di nuovo tornare in mente il momento in cui Isaac gli aveva spiegato che Elodie, che la sua mamma, la sua bellissima maman, non sarebbe più tornata a casa, che li aveva lasciati per sempre…

 

<< È successo per colpa del fagottino? >> ricordava di aver ingenuamente chiesto a suo padre dal momento che quel batuffolo urlante era la sola cosa che era cambiata nella loro vita; ricordava ancora gli occhi lucidi e la voce malferma di suo padre nel rispondergli, ma non avrebbe mai dimenticato le sue parole nonostante avesse solamente tre anni:<< No Dorian, tuo fratello non ha nessuna colpa, il cuore della mamma era debole e i guaritori non hanno potuto fare niente per curarla ma il tuo fratellino non ha colpa >> poi mettendogli una mano sulla spalla aveva aggiunto:<< Tu sei il fratello maggiore e devi promettermi che ti prenderai cura di François, sempre anche quando io non potrò farlo >>

 

<< Perché me lo stai facendo vedere? >> domandò Frankie rabbioso e solo allora Ian si rese conto di aver condiviso il suo ricordo con il fratello:<< Scusami Frankie non l’ho fatto apposta >> << Ha estorto una promessa ad un bambino di tre anni, è comunque orribile >> << Non usare papà come scusa per non tornare a casa e affrontare i tuoi problemi >> Frankie voltò la testa verso il fratello:<< I miei problemi possono aspettare fino a stasera? Ho la testa che mi scoppia e mi sento un idiota per essermene andato così >> << Sarai un idiota anche stasera e anche domani >> gli ricordò Ian prendendolo spudoratamente in giro:<< Simpatico quanto un Ungaro Spinato fratello >> << Grazie >> replicò Ian sorridendo serafico prima di alzarsi in piedi e guardare il mare ripensando a quando da bambini giocavano a rincorrersi su quella spiaggia:<< Vedi di pensare in fretta, abbiamo tempo fino a mezzogiorno poi dobbiamo tornare >> François tornò seduto e guardò il fratello di spalle che guardava le onde infrangersi sulla riva:<< Vuoi davvero tornare a casa oggi? Non vuoi aspettare domani o almeno che scenda il buio? >> << Voglio fare una nuotata in mare visto che siamo qui poi torneremo a casa e potrò chiudermi in camera da solo fino a domani >> << Da solo? Dimentichi la tua coinquilina Ian >> gli ricordò Frankie alzandosi a sua volta e andandogli vicino:<< Delila sa stare in silenzio e lasciarmi nel mio brodo quando serve, Maggie no >> << Non vuoi che lei lo sappia? >> gli occhi blu di suo fratello divennero di pietra e il suo viso cereo:<< Non azzardarti a dirle niente, se scopro che le hai rivelato qualcosa su questa storia giuro che… >> << Stai progettando di passare la tua vita con lei, vuoi passare tutta la tua vita con lei come puoi pensare di non dirglielo? >> sapendo bene che suo fratello aveva ragione Dorian chinò il capo:<< Lei ha visto solo la parte migliore di me, ha visto il fascinoso e brillante Atelier le grand, non voglio che veda il patetico debole ragazzino che si dispera per la perdita della mamma >> << Avevi tre anni Ian nessuno ti colpevolizza se… >> << Io vado a nuotare, tu pensa a cosa vuoi fare perché ti riporterò a casa anche di peso sappilo >> e cominciando a spogliarsi Dorian si avvicinò piano all’acqua del mare chiudendo gli occhi poco prima di immergersi e nascondendo le sue lacrime tra le gocce del mare.

 

<< Bunny! Bunny! >> le urla del suo compagno di stanza fecero svegliare anche Iris che si voltò a guardare Libero Nott con il volto pallido e gli occhi persi che sedeva sul letto:<< Libero che cos’hai? Stai male? >> il ragazzo si voltò verso di lei, erano quasi le 8 del mattino, ma visto quanta fatica aveva fatto ad addormentarsi pensando a Bunny e al suo dannato russo, non era una colpa dormire ancora a quell’ora no?

<< Cosa? Dove sono? Cos’è successo? >> Iris si alzò avvicinandosi al suo letto:<< Stavi dormendo e ti sei svegliato urlando, credo che tu abbia avuto un incubo >> Libero guardò la ragazza per un attimo poi chiuse le palpebre cercando di ricordare parti di quella visione confuso, incubo era un modo carino di definire quello che aveva vissuto, sembrava così vero, così reale che per un attimo aveva creduto che stesse accadendo davvero…

 

Facendo dei piccoli respiri rivide Bunny accanto a lui, non sapeva dire quanto tempo fosse passato, sapeva solo che erano di nuovo insieme ed erano felici, Greg, Niko, l’hotel e le loro litigate ormai solo un ricordo lontano, erano insieme in qualche sperduto paesino dell’Italia ed erano felici…

Ricordò di aver pensato che la gravidanza donava decisamente molto alla sua fidanzata.

Gravidanza…Bunny incinta di un figlio loro gli aveva fatto gonfiare il petto di orgoglio, forse davvero erano destinati a stare insieme, forse davvero potevano risolvere tutto.

Era tutto così perfetto che quasi non ci credeva: forse anche Libero Nott poteva avere un po’ di felicità nella sua vita senza che i guai lo raggiungessero e gli rovinassero l’esistenza.

 

<< Un giorno o l’altro dovrai ringraziare François per averti fatto partecipare ai giochi…non sarebbe successo niente di tutto questo senza il tuo amico >> la voce di Ben era così dolce, quasi come quella di una fata, erano seduti sul pavimento di casa quella che era diventata sua moglie, lo capiva dalla fede che lei portava al dito, stava giocando con un delizioso bambino dai capelli neri che usava uno dei suoi vecchi libri di Shakespeare come fortino per dei soldatini:<< Mi credi davvero così buono signora Nott? >> lei sorrise guardandolo con quegli occhi che lo avevano attratto fin dal primo momento:<< So che lo sei, solo che non vuoi dare a François questa soddisfazione >> lui sorrise a sua volta sdraiandosi a pancia in giù per giocare con suo figlio:<< No, non per ora in effetti >> replicò ridendo per poi tornare a concentrarsi sull’immaginaria battaglia che suo figlio stava ricreando nel loro salotto.

 

L’immagine cambiò ancora e stavolta il piccolo erede dei Nott aveva incominciato a camminare, correre sarebbe stato più preciso, e ovviamente con Bunny via per lavoro toccava a lui prendersi cura del bambino.

Era un caldo pomeriggio di sole e vedere suo figlio che trotterellava come un piccolo paperotto sul marciapiede accanto a lui con quell’assurda salopette rosso e oro era la cosa più bella del mondo, era un sogno probabilmente ma la sua vita rasentava la perfezione.

<< Mamma! >> sentendo la voce del bambino anche Libero alzò gli occhi e vide l’auto di Bunny dall’altro lato della strada:<< Mamma! >> ripeté di nuovo il piccolo tirando il padre per raggiungere la donna che gli sorrideva:<< Aspetta piccolo, ci sono le macchine e… >> << Mamma! >> e non riuscendo a capire bene come Libero guardò suo figlio liberarsi dalla sua stretta e correre in mezzo alla strada mentre il rombo di un’auto sopraggiungeva a gran velocità.

Immobile quasi non fosse nemmeno lì guardò sua moglie correre verso il figlio e stringerlo tra le braccia ma l’auto era troppo vicina.

 

Si era svegliato urlando con il ricordo di quei due corpi freddi davanti a lui e il suo cuore ormai stanco di vivere:<< Era solo un incubo Libero, solo un incubo >> gli ricordò Iris poggiando una mano sul braccio di lui:<< Solo un incubo dici? Perché a me sembrava così reale >> lei sorrise debolmente ripensando a quello che lui gli aveva appena raccontato e a quel poco che sapeva sulla sua vita:<< Hai passato momenti terribili per tutta la tua infanzia, è normale che ora che sei in questa situazione con Bunny Flecter fai sogni del genere, ma non vogliono dire niente sono solo sogni… >> << Se invece dovesse essere tutto vero? Andiamo ti ho detto com’è stata la mia vita, la morte mi ha sempre seguito ovunque, qualsiasi cosa io facessi, qualsiasi persona a cui tenessi la morte se l’è portata via, se dovesse succedere anche a lei? Anche ad un figlio nostro? >> << Stai parlando di futuro Libero, è un’ipotesi…potrebbe accadere come non potrebbe e non lo saprai mai se non lo vivi >> l’espressione decisa di lui  le fece capire che stavano andando nella direzione sbagliata:<< Se non provo non accadrà, questa è una certezza >> Iris scosse il capo:<< Non accadrà con Bunny forse, ma ci saranno altre persone al mondo a cui tieni, ci sarà qualche altra ragazza un domani…andiamo non dirmi che vuoi passare solo il resto della tua vita >> Libero scoppiò a ridere di gusto:<< A parte il fatto che a Bunny Flecter ultimamente non interessa dove o con chi io sia, non avere una compagna non significa rinunciare al divertimento, non mi annoierò credimi >> Iris lo guardò in silenzio scuotendo il capo: l’idea di Libero avrebbe portato non pochi guai in hotel ne era sicura ma soprattutto avrebbe solamente peggiorato i rapporti tra lui e Bunny.

 

Quando si smaterializzarono di nuovo in camera di Dorian i due fratelli si guardarono con un sorriso, avevano parlato poco in quelle ore trascorse insieme ma loro erano così: non avevano bisogno di grandi discorsi o altro, c’erano l’uno per l’altro ed era sempre stato sufficiente; tuttavia c’era qualcuno con cui non avevano fatto i conti:<< Bene, vedo che vi siete degnati di ritornare >> a quella voce entrambi si voltarono verso la porta:<< Papà noi… >> e François fece un passo avanti ma, come sempre del resto, gli occhi di Isaac erano fissi su Dorian:<< Allora Dorian? Sto aspettando una spiegazione >> << È colpa mia >> e di nuovo Frankie si intromise nel discorso:<< François per favore sto parlando con… >> ma Frankie stavolta non aveva nessuna intenzione di farsi mettere all’angolo da suo padre:<< Lo so che stai parlando con Ian, tu parli sempre con lui e mai con me >> poi vedendo che Isaac non lo stava nemmeno guardando aggiunse:<< Guardami papà, guardami in faccia quando ti parlo >> << Posso ascoltarti anche senza… >> << Guardami per una volta nella vita! Guardami e vedrai che sono tuo figlio e non la mamma! >> aveva quasi urlato quell’ultima frase ma sapeva bene di avere gli stessi occhi e lo stesso sorriso di Elodie, sapeva che quei due occhioni azzurro chiaro dal taglio lievemente allungato contornati da ciglia bionde erano identici a quelli della sua mamma e che Isaac probabilmente moriva ogni volta che ci pensava ma non per questo poteva tollerare che suo padre non considerasse nemmeno la sua esistenza:<< François smettila di fare il bambino e… >> << Guardalo papà! Maledizione guardalo e falla finita, la mamma è morta e questo non cambierà se guardi tuo figlio negli occhi! >> sbottò Dorian che come ogni anno in quel giorno preferiva stare lontano dal mondo per evitare di far del male a chiunque vista la rabbia che aveva in corpo:<< Ian… >> e Frankie cercò di dire qualcosa ma l’altro, con le mani che gli tremavano dalla rabbia, continuò:<< Ian niente, sono stufo di voi due che vi fate la guerra! Sono stufo di dover tenere d’occhio mio fratello e compiacere mio padre, sono stufo di dover sempre pensare a voi due e mai a me! Sono stufo di… >> ma poi prendendo un respiro profondo tirò un pugno contro il muro tornando a fissare il padre con i suoi stessi occhi blu:<< La mamma è morta, manca a te come manca a noi…forse a Frankie più di tutti visto che non ha nemmeno un suo ricordo ma tu non ti sforzi nemmeno di capirlo >> poi guardando suo fratello negli occhi per un istante tornò a concentrarsi sul genitore:<< Quando maman è morta ti ho chiesto se fosse stata colpa di mio fratello, se fosse stato per via della gravidanza, ero troppo piccolo per capire all’epoca ma non potrò mai dimenticare quello che mi hai detto >> << François non centrava niente con… >> << Sì, lo so…un grave caso di preeclampsia, un caso su duemila vero? >> poi guardando lo sguardo scioccato di Isaac aggiunse acido:<< Mi sono documentato, quando non hai più tre anni vuoi delle risposte e nella biblioteca di Beauxbatons ci sono anche dei testi di medicina babbana >> poi passandosi le mani nei capelli aggiunse:<< Ad ogni modo so perché fai così, in effetti guardare lui – e lì Frankie si sentì un po’ a disagio, Ian parlava quasi come se lui non fosse presente – è proprio come guardare lei, ricordo poche cose di quegli anni insieme, ho pochi ricordi ma non dimenticherò mai i suoi occhi e il suo sorriso, ogni volta che guardo Frankie sorridere è come vedere maman che ride e sì, all’inizio faceva male ma con il tempo ho capito che mi faceva male solo perché ero io a permetterglielo >> poi sedendosi sul bordo del letto diede le spalle ad entrambi:<< Adesso per favore fatemi il piacere di lasciarmi solo, è l’anniversario della morte di maman e voglio starmene da solo >> aveva calcato apposta su quella frase per fare in modo che i due lo lasciassero in pace e infatti né Isaac né François commentarono e uscendo in silenzio dalla stanza lo lasciarono solo facendolo cadere a peso morto sul letto.

 

<< Frankie >> e sia Maggie sia Leila lo guardarono sorridendo quando lui varcò la porta della sua camera:<< Stai bene? >> gli domandò Maggie con un sorriso:<< Più o meno >> poi alzando gli occhi in quelli chiari di Leila fece un piccolo sorriso:<< Ciao Lila >> << Ciao… >> poi cominciando come suo solito a parlare a raffica cercò un modo per spiegargli quello che era successo la sera prima ma la mano alzata di Atelier la fermò:<< So che dobbiamo parlare e che non è successo niente ma adesso ho bisogno di stare un po’ solo, sono stanco morto >> poi accarezzandole il viso aggiunse:<< Prometto che appena mi sveglio chiariremo tutto >> Leila annuì poi sorridendo anche a Maggie si avvicinò alla porta per tornare da James.

Di nuovo soli Margaret si voltò verso il suo coinquilino con le braccia incrociate sul petto:<< Ok, adesso dimmi che cosa c’è, non sei stanco e si vede…perché non le vuoi parlare? >> ricordandosi lo sguardo rabbioso di Ian e le sue parole sulla spiaggia François si morse un labbro per evitarsi di spifferare tutto, sapeva quanto stava soffrendo in quel momento suo fratello e di certo la vicinanza di Maggie gli avrebbe fatto bene ma da bravo cocciuto lui voleva affrontare tutto da solo:<< Non c’è niente, oggi è solo una brutta giornata tutto qui >> << Una brutta giornata? Andiamo sai anche tu che tra James e Leila non è… >> Frankie si sedette sul suo letto guardando poi la foto di lui e Ian che aveva poggiata sul comodino:<< Non ho detto che la brutta giornata riguarda Leila e James >> vedendo dove puntava lo sguardo dell’altro Maggie sentì un tuffo al cuore:<< Ian… >> mormorò poi piano timorosa di cosa potesse essere successo al suo principe:<< Stai tranquilla, vuole solo stare un po’ da solo il mio fratellone, gli passerò presto >> << Da solo? Ma se c’è quella… >> Frankie sorrise:<< Non ti piace Delila vero? >> chiese ripensando ad un discorso che avevano fatto solamente il giorno prima su quanto quella Shepperd e Ian sembrassero in sintonia:<< Non è che non mi piace…non so come collocarla…a volte sembra ci stia provando altre invece mi spinge tra le braccia di Ian, non capisco cosa voglia >> François si stese sul letto guardando il soffitto:<< Di certo sai cosa vuole Dorian >> << Lo credi davvero? >> domandò Maggie incerta per la prima volta, un conto era farsi una sua idea sul loro rapporto, un conto era sapere cosa percepivano gli altri:<< Credo che se non fosse per questo stupido obbligo di convivenza tu e mio fratello non uscireste dalla sua camera fino alla fine dei giochi e solamente per vedere lui in ginocchio che chiede la tua mano >> << Io e tuo fratello che ci sposiamo? Andiamo Frankie >> il giovane alzò la testa:<< Perché? Che cosa ci vedi di strano? Anche i miei genitori si sono conosciuti così e alla fine dei giochi mio padre ha… >> poi ricordandosi che giorno era si bloccò con un groppo che gli bloccava la gola:<< Cos’hai? >> e Maggie gli si sedette accanto:<< Niente, forse oggi non è un brutto giorno solo per Ian >> collegando il discorso con la reazione di François Margaret gli strinse una mano con la propria:<< È oggi vero? >> << È oggi cosa? >> forse riusciva ad eludere il discorso, Maggie non era stupida e lui l’aveva capito presto:<< Ian mi ha detto che vostra madre è morta durante i festeggiamenti del suo anniversario di nozze, è oggi >> gli occhi azzurri spalancati di lui le diedero la conferma che voleva:<< Cosa? Perché pensi che sia…no, maman non centra con… >> << Lui sta male per questo, Ian sta male perché oggi è il suo anniversario >> poi immaginando che Frankie avesse già pronta una scusa aggiunse:<< Non mi mentire >> François buttò fuori un respiro rassegnato:<< Mio fratello mi ammazzerà >> poi alzando gli occhi tornò a spiegarle:<< Oggi sono ventiquattro anni che nostra madre è morta, calcolando che io ho compiuto ventiquattro anni tre mesi fa capirai quanto io possa ricordare di quel giorno >> << Non capisco, che cosa stai… >> << Mio fratello ha ventisette anni, all’epoca ne aveva tre e quel pomeriggio è uno dei pochi ricordi che ha di nostra madre, lei che sviene tra le braccia di nostro padre e che non si è più risvegliata, l’ho costretto a raccontarmelo un giorno quando avevo circa dieci anni, non capivo perché lui stesse così male e me lo ha detto >> poi bloccando la mano di Maggie che già si stava alzando per andare dal suo uomo aggiunse:<< Ti prego lascialo solo, Ian è diverso quando si parla di maman, oggi lui non è l’uomo che conosci e non so quanto ti piacerebbe se lo vedessi e… >> << Ti ha chiesto di non farmi andare a lui vero? >> << Forse >> mormorò Frankie anche se lui condivideva lo stesso desiderio di Maggie di far star meglio suo fratello:<< Lasciami andare, non posso stare qui sapendo che… >> << Non è solo, se avrà bisogno di qualcosa c’è… >> << Non mi consola sapere che mentre Ian sta male c’è un’altra donna con lui >>

 

<< Sicuro che non ti serve niente? >> e l’altra donna in questione si sedette a gambe incrociate sulla poltrona alle spalle di Dorian tornando a sfogliare una rivista babbana che aveva trovato in un’edicola poco fuori dall’hotel:<< Sto bene così Shepperd >> le rispose lui con la voce dura non voltandosi nemmeno e continuando a fissare un punto fuori dalla finestra:<< Come vuoi, se cambi idea… >> << Sì, so dove trovarti…ora posso stare solo? >> << Se proprio non puoi farne a meno, io vado a fare una nuotata >> e alzandosi in piedi Delila afferrò un asciugamano e un capello di paglia avvicinandosi alla porta.

Ian sentì l’uscio chiudersi e tirò un sospiro di sollievo, ora finalmente poteva…poi un profumo di fiori lo avvolse, un piccolo peso fece sprofondare appena il materasso dietro la sua schiena e un corpo caldo si avvicinò al suo mentre una mano gli accarezzava le spalle nude coperte solo dal lenzuolo:<< Vattene >> sapeva bene a chi apparteneva quella mano ma non la voleva accanto in quel momento, non quando era l’ombra di sé stesso.

Lei rimase in silenzio e così le ripeté duro:<< Vai via >> lei non fiatò ma la sua mano scese lungo il suo braccio finché non raggiunse la sua mano, quando sentì quelle piccole dita che cercavano di intrecciarsi con le sue scostò la mano quasi fosse stato scottato:<< Perché devi essere così testarda? >> di nuovo lei rimase zitta:<< Non sono dell’umore adatto per i giochini Margaret, non sono dell’umore per niente >> si aspettava una reazione a quelle parole, si aspettava una qualche risposta o un gesto rassicurante com’era tipico del suo piccolo angelo personale, ma la sola cosa che sentì fu il rumore delle lenzuola mentre lei si allontanava da lui: bene forse ce l’aveva fatta e…ma il calore di quel piccolo corpicino attaccato alla sua schiena gli mozzò il fiato: ora non c’erano più le lenzuola a dividerli, ora non c’era nulla che gli impedisse di sentire i piccoli seni di Maggie premuti contro di lui o quelle gambe da ballerina attorcigliate alle sue, riusciva perfino a sentire i capelli di lei sul collo dal momento che le labbra di Maggie gli stavano scivolando sulla schiena facendogli lo stesso effetto di un balsamo caldo, era troppo, era tutto troppo per quel momento e se nemmeno quel giorno poteva starsene a sprofondare nel suo dolore allora…

<< Vuoi lasciarmi solo? >> e voltandosi di scatto capì di averla fatta spaventare quando vide gli occhi di lei spalancarsi:<< Ho bisogno di stare da solo e tu così non mi aiuti >> poi prima che lei potesse replicare aggiunse di nuovo:<< Faccio già fatica a trattenermi quando sono calmo e siamo insieme, oggi proprio non ho voglia di frenarmi e tu non devi farne le spese ok? Sono arrabbiato e non voglio sfogare la mia rabbia così >> ancora in silenzio Maggie alzò appena il viso quel poco che bastava per sfiorare le labbra di Dorian, svelte le mani di lui le bloccarono i polsi ai lati del corpo per evitarle altri movimento ma invece di baciarlo Maggie si avvicinò al suo orecchio:<< Io sono qui. Qualsiasi cosa succeda o di qualsiasi umore tu sia, io sono qui >> Ian alzò gli occhi al cielo mormorando qualcosa di molto simile ad un perché proprio tu? Perché esisti?, Maggie conosceva poco il francese ma quello lo aveva capito:<< Ian… >> gli occhi di lui erano ancora tristi ed inespressivi e per un attimo lei ebbe paura:<< Non dirmi che sei qui se non sei disposta a rimanerci Margaret >> le rinfacciò ancora acido:<< Non dirmi che rimarrai anche quando io toccherò il fondo, per ora ho ancora abbastanza cervello per controllarmi ma tra un’ora o due non saprei… >> poi per dare maggiore enfasi alle sue parole le lasciò un polso facendo scivolare la mano sul corpo di lei sfiorandole apposta zone che sapeva l’avrebbero fatta eccitare:<< Potrei chiederti più di quanto tu sia disposta a darmi e non voglio che la nostra prima volta sia un ricordo spiacevole, non voglio che… >> con uno strattone Maggie liberò anche l’altra mano afferrando il viso di Dorian e guardandolo fisso in quegli zaffiri blu:<< Io sono qui. Dannato cocciuto testone, io sono qui qualsiasi cosa tu dica. Prego, fai del tuo peggio ma mi troverai sempre qui >> nervoso per non essere riuscito nel suo intento di spaventarla Ian le voltò di nuovo le spalle tornando a guardare fuori e borbottando infastidito:<< Fai come ti pare >> Maggie gli si avvicinò di nuovo e gli mise un braccio attorno alla vita cercando la sua mano per intrecciarla con la propria…nonostante rimase in silenzio questa volta Ian non si scostò.

 

<< Che cosa stai facendo si può sapere? >> e fulminandolo con gli occhi Bunny guardò Libero che, sdraiato su una delle sdraio della piscina prendeva il sole chiacchierando con Iris da un lato e Delila dall’altro:<< Come? Non capisco a cosa tu ti stia riferendo Flecter >> per Bunny fu un colpo sentirsi chiamare di nuovo con il suo cognome, una volta era bello sentirlo dire da quella voce calda e decisamente troppo sarcastica, ora invece suonava come un insulto:<< Mi sto riferendo ai tuoi stupidi giochetti da bambino, vuoi forse farmi ingelosire? Perché sappi che… >> << Ingelosire? >> e Libero sorrise facendosi scivolare gli occhiali da sole sugli occhi sorridendo pacifico:<< Non sei così importante ma chérie >> e considerando chiusa la questione la guardò tornare verso Niko, James, Leila, Daniel e Noelle che se ne stavano a mollo nella parte bassa della piscina a godersi l’idromassaggio.

Grimilde's

Tranquille non lascio mica le cose così...ma un po' di pausa dopo tutto questo dolore e brutti ricordi ci voleva...non ho molto da aggiungere perchè il capitolo parla da sè, voglio solo precisare una cosa: gli uomini ( e i nostri signorini non fanno eccezione) sono degli idioti ottusi e testardi che prima fanno le cose e poi usano il cervello quindi non stupitevi di reazioni infantili, cattiverie gratuite o roba del genere, loro pensano di agire per il meglio (sempre che sappiano cosa sia meglio ma questa è un'altra storia...)

Bonne nuit... 

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Capitolo 15
*** 14 - Baci, promesse e le premesse per molti disastri ***


<< Sei stato davvero perfido >> commentò Iris scuotendo la testa e dispiacendosi per Bunny:<< Ti ho già detto che non voglio rischiare >> replicò Libero acido bevendo un po’ della bibita che aveva in mano:<< Per me stai solo esagerando, era un sogno mica un presagio >> Nott non rispose e Delila, che aveva ascoltato tutta la storia da Iris, lo guardò scuotendo il capo:<< Io sono d’accordo con Iris, ma se tu sei convinto delle tue scelte Nott >> Libero alzò un sopracciglio accigliato, quella donna era strana e non aveva ancora avuto il tempo di inquadrarla a dovere:<< Cosa vuol dire se io sono convinto… >> Delila non lo lasciò finire:<< Che se ti piace vederla con Nikolaj Valuev >> sentendo per la prima volta il nome completo del russo e associandolo a quello dell’eclettico artista di cui aveva sentito sussurrare il nome nei dietro le quinte di Londra ne rimase per un attimo interdetto:<< Cioè fammi capire bene, quello è Nikolaj Valuev? >> e alzandosi gli occhiali sopra la testa guardò il giovane che stava facendo ridere la piccola comitiva dall’altro lato della piscina con qualcuno dei suoi straordinari racconti mentre una delle sue mani era attorno alle spalle di Bunny:<< Beh sì >> rispose piatta Delila per poi spiegare:<< Qualche tempo fa mi sono occupata di un ricco babbano che voleva investire in un paio di sue opere e ho dovuto incontrarlo >> di nuovo Libero guardò il giovane russo peccaminosamente svestito con solo quel dannato costume da bagno addosso e Bunny che lo guardava rapita:<< E dimmi Delila, viveva sotto un ponte anche all’epoca il grande artista? >> sia Iris sia Delila si guardarono per un istante scoppiando a ridere contemporaneamente: chissà se Libero Nott e Bunny Flecter avrebbero mai ammesso di essere uno geloso dell’altra!

 

Quando si svegliò era quasi pomeriggio inoltrato e guardandosi intorno François vide che Maggie non era ancora tornata, tanto meglio voleva dire che suo fratello si era arreso all’evidenza che nemmeno Atelier le grand poteva farcela da solo in certi momenti!

In compenso voltando lo sguardo sull’altra parte della camera vide una civetta dal manto color cioccolato e due grandi occhi gialli che lo guardava con una lettera nel becco pazientando in silenzio che lui si svegliasse:<< Nanà? >> conosceva quella civetta, era quella che lui stesso aveva regalato a Fiona il giorno del loro matrimonio, che cosa poteva volere ancora da lui la sua ex moglie?

Accarezzando il capo dell’uccello prese la busta che aveva nel becco notando che era più voluminosa di quanto sembrasse all’apparenza.

Senza pensarci troppo e pregando silenziosamente che fossero i documenti del divorzio che Fiona gli aveva rimandato firmati aprì il plico restando immobile davanti al primo foglio: una lettera della sua ex! Ovvio! Doveva saperlo che non sarebbe stato così facile liberarsi di lei!

 

François, mio amato François…continuerò a chiamarti così perché quello che provo per te non cambierà solo perché tu hai deciso di chiudere con il nostro matrimonio.

Non puoi chiedermi dimenticare ciò che c’è stato, non puoi chiedermi di cancellare con una firma le notti che abbiamo passato insieme; le notti in cui mi facevi da modello e finivamo sempre a fare l’amore…mi hai detto che con me ti sentivi libero e felice per la prima volta in tutta la tua vita, credi che con lei potrai fare lo stesso? Che il vostro rapporto sarà come il nostro? Non troverai con nessuna quello che avevamo noi ma in questo momento so che le mie parole non serviranno a niente quindi ho deciso di darti quello che vuoi nella speranza che presto tu ti accorga dei tuoi sbagli.

Tornerai da me amore mio, so che sarà così…

Tornerai e quando accadrà sarà tutto com’era una volta, saremo di nuovo io e te contro il resto del mondo.

Je t’aime mon amour.

Tua Fiona

 

Guardando il resto dei fogli vide la firma di sua moglie, anzi ormai della sua ex moglie accanto alla sua e per un attimo restò immobile a fissare i documenti cercando di capire che cosa provava.

Non pensava sarebbe successo ma quella lettera aveva risvegliato in lui alcune emozioni che credeva svanite; forse era per quelle parole di estrema supplica, forse era per via dell’anniversario di sua madre e per la conseguente litigata con suo padre, sapeva solo che mai come in quel momento si era sentito vuoto.

Un guscio, questo restava di lui dopo tutto quel tempo; dopo gli anni a vivere nell’ombra di suo fratello, dopo gli anni ad Hogwarts a farsi bello del suo sorriso e dei suoi occhioni azzurri, dopo un matrimonio fallito pensando di aver trovato la felicità ora tutto ciò che restava di lui era una faccia, una massa di riccioli dorati e quei due occhioni che ora erano più profondi dei meandri della Senna.

Fu il rientro in camera di Maggie a distoglierlo dai suoi lugubri pensieri:<< Ehi che cosa ci fai qui? Credevo che tu e Ian… >> lei fece un piccolo sorriso ripensando all’intenso pomeriggio che aveva passato con il bell’Atelier:<< Si è addormentato circa mezz’ora fa, Delila è tornata in camera e visto che ho notato Seza e Yanna in giro ho preferito tornare qui, è già un momento abbastanza teso con vostro padre, non voglio creare altri problemi >> Frankie annuì poi avvicinandosi all’armadio prese una camicia ed un paio di jeans:<< Mi spiace dirlo visto che giorno è oggi, ma vorrei avere vicino mio fratello, dobbiamo festeggiare >> Maggie lo guardò interrogativa mentre anche lei si avvicinava al comò dove aveva riposto i suoi vestiti:<< Festeggiare? >> << Sono un uomo libero finalmente, Fiona ha firmato i documenti del divorzio >> inaspettatamente Maggie lo abbracciò stretto:<< Sono felice per te! >> poi tornando seria e arrossendo un po’ aggiunse cercando di fingersi arrabbiata:<< Ora però devi strisciare da Leila e chiederle perdono >> stavolta furono le braccia di François a stringersi attorno al suo corpo:<< Ho in mente qualcosa di meglio credimi >> poi baciandole una guancia aggiunse:<< Sono felice che sia tu la ragazza di mio fratello, sei speciale Maggie >> poi togliendosi la maglietta come se niente fosse si infilò la camicia cominciando ad allacciarsi i bottoni:<< Spero che non ti toglierai i pantaloni qui vero? >> guardandola da sopra la spalla Frankie sorrise:<< Vai tu in bagno a cambiarti, hai bisogno di una doccia sei sconvolta >> ripensando di nuovo ai momenti passati con Ian e le sue stupide sfuriate per farla andare via Maggie sospirò rassegnata:<< Ce ne vorrebbero cento di docce >> di nuovo François sorrise:<< Fattene bastare una perché siamo in ritardo per la cena >> lei arricciò il naso mentre prendeva un vestito verde scuro dall’armadio:<< Devo ricordarti chi è che è scappato ieri notte creando tutto questo casino caro il mio Frankie? >> << No ma petite, mi farò bastare le minacce >> poi ridendo di nuovo François si mise a cercare il proprio orologio dentro al comodino spostando di lato una piccola scatolina di velluto scuro.

 

La cena fu tranquilla come al solito, Ian e Delila non si videro nemmeno per il dolce ma Maggie non se ne preoccupò più di tanto visto che aveva chiesto a Clau e Yanna di portare ad Ian un piccolo pensiero da parte sua, era sicura che la piccola coppa di frutti di bosco lo avrebbe fatto sorridere, proprio come il piccolo regalo che vi aveva messo all’interno…

Tuttavia fu Lilith ad attirare l’attenzione di tutti:<< So che l’ultima volta che vi abbiamo lasciati soli è stata quasi l’apocalisse, ma direi che da allora le cose sono decisamente cambiate quindi… >> a quelle parole Mike guardò prima François e poi James, Libero ed infine Noelle:<< Ti avverto che non ho intenzione di immolarmi per lui Jackson >> la ragazza sorrise:<< Non ti preoccupare Gail lascialo fare, ci sbatterà il muso da solo >> a quelle parole James fece scorrere un dito sul bordo del bicchiere ma l’altra mano stava scivolando su qualcosa di ben più morbido e delicato, qualcosa che assomigliava vagamente al corpo di Noelle seduta al suo fianco e che stava facendo di tutto per restare immobile!

<< Continua Lilith, che stavi dicendo? >> la spronò Frankie con un piccolo sorriso:<< Vorrei organizzare un’altra serata tra donne, sempre che tuo padre permetta s’intende >> << Dobbiamo chiedere a lui o a Ian >> specificò Frankie calmo e Lilith annuì:<< …è solo che con questa storia della convivenza forzata e degli appuntamenti abbiamo avuto poco tempo per parlare >> << Per spettegolare vorrai dire >> la ribeccò Mike con un sorriso ma lei lo zittì facendo scorrere una mano sulla nuca di lui:<< Non ti preoccupare stangone i tuoi segreti sono al sicuro con me >> l’intera tavolata scoppiò a ridere e per un flebile istante le guance di Michael si tinsero di rosso, lui che aveva scavalcato un ardemonio e portato in salvo quei bambini da morte sicura e che aveva assistito ad interventi che molti suoi colleghi definivano decisamente disgustosi era messo all’angolo da un soldo di cacio di nemmeno un metro e sessanta!

<< Ehi, è una mia impressione o ci siamo persi qualcosa Gail? >> domandò Libero sorseggiando un po’ di vino e sorridendo malizioso all’altro:<< I fatti tuoi mai vero Nott? >> Libero fece spallucce:<< Perché, quando i tuoi sono così interessanti? >> poi guardando Lilith e sollevando il calice in un brindisi aggiunse divertito:<< Hai tutta la mia stima signorina Sherwood >> Lilith sorrise compiaciuta mimando un piccolo inchino:<< Grazie Libero >> << Di niente >> commentò lui poi mentre tornava a guardare il suo piatto i suoi occhi incrociarono quelli di Bunny che lo fissava insistentemente, stava per rimettersi di nuovo a mangiare quando l’immagine del suo primo incontro con Bunny sulla terrazza gli attraversò la mente e guardando di nuovo Ben annuì piano, non voleva tornare sui suoi passi ma una spiegazione gliela doveva.

 

<< Modo interessante di chiedermi un appuntamento Flecter, mai sentito parlare delle parole o dei gufi? >> Bunny si voltò verso di lui muovendo i lunghi capelli neri e arricciando il naso in una smorfia:<< Visto quanto mi parli ultimamente e le cose carine che dici Nott direi che sei tu quello che deve imparare le buone maniere >> Libero fece spallucce e fece per aprire bocca e ribattere a tono poi notò qualcosa appoggiato sullo sdraio alle spalle della ragazza:<< Accio >> e muovendo la bacchetta fece volare la bottiglia di Whisky incendiario verso di lui:<< Credevo fossimo andati oltre >> le ricordò ripensando a quanto tempo era passato da quando entrambi avevano attinto ad una di quelle bottiglie insieme su quello stupido tetto:<< Sì ma un’ultima volta in onore dei vecchi tempi non può farci male no? >> << Un’ultima volta? >> domandò perplesso, erano davvero giunti a quel punto? Non che non lo volesse visti i suoi incubi ma detto da Bunny sembrava così vero, così reale…

<< Andiamo mi credi stupida Nott? Non finiremo mai felici e contenti come loro, non siamo destinati a stare insieme >> l’occhiataccia di Libero per metà la fece sbuffare e per metà sorridere:<< Non fare quella faccia, sai che ho ragione >> << Cosa vuoi fiori e bigliettini d’amore? Noi non siamo quel genere di persone >> << No, noi siamo quel genere di persone che giocano a stuzzicarsi ma che non riusciranno mai a concludere qualcosa di serio, quanto pensi che durerebbe tra noi? >> poi quando lui fece per rispondere aggiunse:<< Non c’è bisogno che tu lo dica, lo so già. Ci abbiamo provato ed è andata a finire così, forse questa cosa della convivenza non è così male, Niko è… >> quello che stava succedendo era un incubo! Un dannato incubo che prometteva di fargli scoppiare la testa! Sì certo aveva intenzione lui stesso di starle lontano per paura che potesse succederle qualcosa di terribile com’era successo ai suoi genitori, sia biologici sia adottivi, ma lui lo faceva perché l’amava – sì maledizione l’amava! – e non perché le preferiva una tizia sbucata dal nulla!

<< Senti mi hai fatto venire qui per dirmi che te la spassi con il russo di Durmstrang? Che hai trovato la tua anima gemella in uno che non fa altro che pavoneggiarsi in giro credendosi il migliore del mondo? >> << Libero io non…come ti permetti di… >> alla felicità per il fatto che una volta tanto Bunny lo chiamasse con il suo nome si sostituì immediatamente la rabbia per le sue successive parole:<< Mi permetto perché c’era qualcosa tra di noi, niente di scritto o di firmato lo so ma c’era >> Bunny prese fiato per un attimo, non si aspettava che il discorso prendesse quella piega ma davanti a Libero Nott come sempre si sentiva più confusa che mai:<< Senti sono qui solo perché Atelier mi ha chiesto di ascoltarti e di provare a chiarire le cose con te ma se questa è la soluzione allora… >> << Chiarire? Venirmi a dire che preferisci quel pallone gonfiato tu lo chiami chiarire? >> Ben si passò le mani nei capelli esasperata:<< Che cosa diavolo vuoi da me? Sei sparito per giorni e adesso vieni qui pretendendo cose inesistenti! Hai avuto la tua occasione e… >> << Inesistenti? >> poi afferrandola per un braccio preda cieca della propria rabbia se la tirò addosso incollando le labbra con quelle di lei e facendo scivolare la sua lingua nella bocca di Bunny.

<< Che cosa stai facendo? >> gli domandò lei a fior di labbra:<< Mi prendo quello che è mio >> passò qualche minuto prima che uno dei due decidesse si staccarsi, qualche minuto in cui le mani di Libero vagarono sulla schiena di lei e quelle di Bunny presero a giocherellare con i bottoni della sua camicia; era come una boccata d’ossigeno dopo l’apnea, era come arrivare in cima ad un monte, guardare il mondo sottostante ed urlare dalla gioia, era come toccare il cielo con un dito e di certo nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi…

 

<< Bunny dove sei? >> la voce scura di Nikolaj interruppe il momento e quasi scottata Ben si staccò da lui poggiandogli le mani sul petto per allontanarlo e guardandolo con le pupille così dilatate dal desiderio che quasi non si vedeva l’iride…dio mancava così poco, solo un altro istante e avrebbe avuto ciò che da un mese e più desiderava, ma perché diavolo quel dannato borioso arrogante doveva sempre saltare fuori al momento meno opportuno?

<< Sono qui >> e cercando di sembrare calma lei chiamò Nikolaj che comparve immediatamente al suo fianco scrutando truce Libero:<< Nott >> lo salutò poi avvicinandosi alla ragazza ma lei mosse un passo scostandosi leggermente:<< Valuev >> e sorridendo Libero gli rese pan per focaccia, Nikolaj non si era mai presentato ufficialmente e onestamente non pareva così felice che qualcuno lo avesse collegato alla sua famiglia:<< Ho interrotto qualcosa? >> domandò poi guardando Bunny con un sorriso:<< No…stavamo solo chiacchierando e bevendo il bicchiere della staffa >> commentò Libero alzando la bottiglia per poi stapparla bevendone un lungo sorso:<< Tu permetti vero Flecter? >> poi bevendo il secondo sorso richiuse la bottiglia lanciandola tra le mani di Bunny che per un pelo l’afferrò al volo:<< Alla vostra, buona salute >> poi notando Iris ferma sulla porta della terrazza il suo sorriso si allargò ancora di più, dio se solo fosse stato meno vendicativo ed orgoglioso…

Avvicinandosi ancora alla sua compagna di stanza le poggiò una mano sulla spalla sussurrandole qualcosa all’orecchio per poi chinarsi e baciarla.

Con la coda dell’occhio vide Bunny impallidire e stupidamente pensò che aveva vinto quel round.

 

<< E tu vuoi davvero stare con un tipo del genere? >> domandò Nikolaj una volta che Libero ed Iris furono spariti dalla loro vista:<< Tu non capisci >> il russo incrociò le braccia sul petto sbuffando nervoso:<< No, direi di no >> poi sedendosi su una sdraio aggiunse:<< Ma posso provarci, avanti spiegami >> e sorridendo malizioso aggiunse:<< Visto che hai rifiutato me voglio capire che cos’ha il mio rivale per vincere così facilmente >> << Non è una gara Niko >> replicò Bunny sedendosi sulla sdraio davanti alla sua:<< Siamo uomini Ben, tutto per noi è una gara, dipende solo come la prendiamo e cosa siamo disposti a fare per vincere >> << Detto così è davvero sgradevole, mi fai sentire come una volpe durante la caccia >> << Beh che il tuo amichetto sia un bel mastino non ho dubbi, tu però se davvero vuoi essere la volpe devi farti furba o quello ti sbranerà in un boccone >> << Che cosa dovrei fare scusa? >> Valuev ci pensò un istante poi ripensando al bacio che Libero aveva dato alla biondina che condivideva la stanza con lui aggiunse:<< Beh per prima cosa bisogna eliminare la concorrenza >> << E come dovrei fare? Iris è simpatica e onestamente non mi ha fatto niente per… >> il sorriso di lui la diceva lunga sul filo dei suoi pensieri:<< Lei è affar mio, tu pensa solo a riprenderti quell’idiota se proprio ci tieni >> Bunny annuì:<< Sì, ci tengo >> << Allora lasciami fare e presto lo avrai di nuovo ai tuoi piedi >> poi alzandosi aggiunse tendendole una mano:<< Adesso però andiamo a letto, è tardi e per oggi abbiamo già macchinato abbastanza >> andandogli vicino Bunny lo guardò in silenzio:<< Perché mi stai aiutando? Voglio dire potresti tranquillamente usare questa cosa per far fuori Libero e… >> Niko fece spallucce:<< Tu mi piaci Ben, mi stai simpatica e ho visto da subito che non ho speranze contro quel piccolo Shakespeare in erba >> poi ridendo aggiunse:<< E poi mi sto annoiando, questo movimenterà un po’ le cose >>

 

Intanto qualche piano più sotto Iris stava cercando di non mettere mano alla propria bacchetta per non schiantare Libero giù dalla finestra:<< Ma si può sapere che cavolo ti è preso? Fino a stamattina eri lì a frignare su quanto ti mancasse la Flecter e su quanto non puoi stare con lei nonostante la ami e poi mi baci? Ma sei pazzo?! Se pensi di usarmi per farla ingelosire hai sbagliato a capire caro mio! Non ho intenzione di prestarmi a niente del genere! >> quando ebbe finito di urlare Libero sorrise:<< Mi dispiace d’accordo? Non volevo farlo >> all’occhiataccia di Iris continuò alzando le mani in segno di resa:<< Davvero! Ero andato lì per parlare con lei, per chiarire le cose ma abbiamo iniziato a litigare e… >> << Che bella novità, non fate altro da quando vi conosco >> << Ci siamo baciati, cioè io l’ho baciata e andava tutto bene finché non è arrivato quel dannato russo e ho perso la testa, mi ha spinto via per lui! Volevo farla stare male e tu eri lì, non mi piace quello che ho fatto ma non stavo pensando e… >> << Che non pensavi la cosa era evidente Libero >> gli ricordò Iris sedendosi sul suo letto esasperata:<< Non puoi baciare una ragazza e cinque minuti dopo baciarne un’altra come se niente fosse, l’avrai ferita a morte >> << Volevo ferirla >> specificò lui offeso:<< Oh lo immagino, voi uomini siete famosi per la vostra capacità di fare le cose e dopo pensare a quale sia la scelta migliore >> << Non è una situazione facile, che cosa potevo fare? >> << Dirle che la ami magari? >> << Sì certo e sentirmi dire che preferisce quel cretino a me? Sai che bella conversazione >> scuotendo il capo Iris si gettò sul letto voltandosi a fissare Libero negli occhi:<< Facciamo così, se io ti assicuro che Nikolaj Valuev non sarà un problema tu parlerai chiaro con Bunny una volta per tutte? >> << Come pensi di eliminare quel…coso? >> sorrisero entrambi, ogni volta Nott trovava un modo creativo di chiamare Nikolaj pur di non usare il suo nome!

<< Io penserò al coso, tu pensa a cosa le dirai >> << Me la prenderò personalmente con te se le cose non dovessero andare bene sappilo >> lei annuì:<< Me ne farò una ragione, adesso però fammi dormire finché mi è passata la voglia di schiantarti >>

 

<< Giulietta e Romeo avete finito? >> e sorridendo Leila urlò a voce un po’ più alta in modo che James e Noelle chiusi in camera da letto potessero sentire la sua voce:<< Sei pericolosa Leila Tallyst >> commentò Daniel Johnson con un sorriso prendendo poi un piccolo pacchetto argentato dalla tasca dei jeans tirandone poi fuori una sigaretta che si accese subito dopo:<< Hai una bambina e fumi? Sei deplorevole Daniel >> lo prese in giro Leila e lui ricambiò il sorriso:<< Fumo solo quando Abby non è con me e visto che per questo mese il signor Atelier l’ha affidata ad una bambinaia d’eccellenza posso concedermi qualche piccolo vizio >> << Bambinaia? >> Daniel annuì:<< Quando mi è arrivata la lettera d’invito ai Jeux d’amour ho immediatamente risposto dicendo che non avrei potuto partecipare senza portare Abigail con me, in risposta Isaac Atelier mi ha mandato la migliore tata a sua disposizione dicendo che sarebbe rimasta a casa mia a prendersi cura di mia figlia, posso parlare con Abby via camino praticamente quando voglio ma ciò non vuol dire che non mi manchi >> << Siete solo voi due? Sua madre? >> gli occhi verdi di Daniel si scurirono e lui chinò il capo mesto tirando un paio di boccate:<< Shannon è morta per dare alla luce Abby, i guaritori le avevano detto che molto probabilmente solamente una di loro due ce l’avrebbe fatta ma lei non ha voluto sentire ragioni e purtroppo io l’ho persa >> << Quanti anni ha tua figlia? >> << Quasi quattro, li farà tra due mesi >> << E tu non hai mai pensato di trovare qualcun’altra >> << No, non ne ho mai avuto il bisogno, amavo Shannon, il resto era un dettaglio >> << E adesso che cosa è cambiato? Sei qui e non penso sia solo per un viaggio di piacere >> << Abigail ha bisogno di una madre >> e quella era la versione ufficiale del suo coinvolgimento, quella era la storia che tutti avrebbero dovuto sapere, il suo cuore non era in questione e mai lo sarebbe stato, lui non aveva bisogno dell’amore e non cercava una donna, a lui serviva una mamma per la sua piccola per arrivare là dove lui purtroppo non sarebbe mai potuto arrivare, gli serviva una ragazza che lo capisse e non pretendesse da lui più di quanto era disposto a dare.

 

Mentre Leila e Danny continuavano la loro chiacchierata Noelle e James era impegnati in tutt’altro genere di chiacchiere o per meglio dire di silenzi, visto che con le bocche così vicine era difficile fare conversazione!

<< Ahia! Ma sei matto? >> e Noelle si scansò appena quando James le mordicchiò la spalla lasciata scoperta dalla maglietta a righe nere e oro che lei indossava:<< Cosa c’è? Sei il mio muffin volevo assaggiare il tuo sapore >> e riprendendo da dove si era fermato James fece scorrere la lingua sulla clavicola di Noelle arrivando al suo collo:<< Pervertito! >> lo prese in giro lei schiaffeggiandogli la mano e cercando di allontanarlo da sé ma le mani di James la tirarono di nuovo verso di lui:<< E no tesoro, è tutto il giorno che mi giri intorno come una piccola ape con il miele, non puoi tirarti indietro proprio adesso >> Noelle sorrise scuotendo la testa:<< Io non mi tiro indietro cadetto ma ti ricordo che la tua coinquilina non ha la fama di essere la persona più calma del mondo e piomberà qui sul più bello se vorrà andare a letto lo sai >> << La prossima volta dirò a François di venire a tenerla impegnata >> commentò lui baciandole il collo risalendo fino al suo orecchio:<< Sì certo e Daniel dovrebbe fare compagnia a Maggie? Vuoi vedere Dorian Atelier commettere un omicidio per caso? >> James sbuffò:<< Ok allora ci porteremo anche Atelier così lui starà con la Stains e la sua compagna di stanza terrà buono il tuo coinquilino, ti va bene adesso? >> poi sfiorandole le labbra aggiunse sorridendo:<< Possiamo tornare ad occuparci di cose più interessanti per favore? >> << Ad una condizione…non chiamarmi mai più muffin! >> << Pasticcino ti piace di più? >> le chiese ridendo ed infilando una gamba tra quelle di Noelle ribaltò le loro posizioni facendo ritrovare la ragazza sotto il suo corpo scolpito:<< Jamie… >> << Sì pasticcino? >> le domandò ridendo poco prima di tornare di nuovo a baciare quel collo d’avorio per poi scendere verso la scollatura della maglietta:<< Pasticcino non… >> ma le labbra di James le impedirono ogni protesta mentre quella lingua solitamente tagliente si fondeva con la sua come velluto, inebriata dal profumo di James e, suo malgrado, amando i biscotti di zenzero quasi quanto lui Noelle fece scorrere le mani sulla schiena di lui delineando piano ogni muscolo, certo che gli allenamenti da Auror avevano dato i loro frutti e non solo per quanto riguardava la sua bravura o gli incantesimi, fisicamente James, grazie anche alla sua considerevole altezza, era quanto di più simile c’era ad una statua: tonico, atletico, scattante, sodo…

<< E adesso chi sarebbe il pervertito? >> domandò lui scaldandole il collo che continuava a baciare mentre cercava di non ridere:<< Non è carino leggere i pensieri di una signora Rhodes! >> << Sei tu che pensi rumorosamente pasticcino, io mi limito ad osservare >> Noelle fece per girarsi e sfuggire alla sua presa ma quegli 88 chili di muscoli la tenevano ben ancorata al materasso!

<< Eh no piccola, tu non scappi da nessuna parte! >> Noelle lo guardò con i grandi occhioni verdi che lampeggiavano di sfida poi gli fece scorrere le mani sul petto arrivando all’allacciatura dei pantaloni sfilandogli la camicia e facendo per slacciargliela.

Fu questione di un attimo e scivolando di lato James le prese le mani con le proprie baciandole le nocche con un sorriso:<< Hai ragione tesoro mio, sarà meglio smettere, Leila potrebbe entrare da un momento all’altro, non è il caso di darle un buon motivo per uccidermi >> << Ma Jamie… >> lui si mise seduto trascinandola con sé:<< Non vorrai far aspettare il tuo coinquilino vero? >>  immobile senza capire che cosa era cambiato in quei pochi istanti Noelle cercò di leggere la mente di James, non le piaceva farlo ma doveva capire, purtroppo tutto quello che vide fu il ricordo della loro chiacchierata mentre lui suonava il pianoforte.

 

<< A cosa devo il piacere di questa visita? >> e sorridendo calmo Isaac Atelier guardò suo figlio minore insieme a Margaret Stains, Lilith Sherwood e Michael Gail:<< Devo chiederti un favore papà >> cominciò François, ma Lilith si fece avanti:<< Veramente dobbiamo signor Atelier, l’idea è stata mia e so che l’ultima volta non ha gradito molto ciò che è successo ma stavolta staremo attente e seguiremo le sue direttive >> Isaac incrociò le mani sulla scrivania osservando i quattro:<< Premessa interessante mademoiselle Sherwood, sono curioso di vedere dove vuole arrivare >> << L’ultima volta che suo figlio le ha chiesto di poter organizzare una cena per i ragazzi e un ritrovo per noi ragazze c’è stato qualche problema e parte del problema siamo state noi ma stavolta non succederà, faremo come vuole lei, solo vorremmo passare un po’ di tempo insieme >> Frankie rimase immobile, non aveva mai sentito nessuno a parte suo fratello rivolgersi a suo padre in quel modo e non sapeva come lui avrebbe potuto reagire, per questo motivo il sorriso di Isaac e la piccola risata che ne seguì lo lasciò decisamente basito:<< Ritroverò ancora il mio hotel intero alla fine della vostra serata signorina Sherwood? >> Lilith annuì decisa:<< Immacolato >> allungando una mano aprì un cassetto estraendo una lunga chiave d’argento intagliata allungandola sulla scrivania e guardando suo figlio, i suoi occhi blu che trafiggevano quelli di François:<< Questa è la chiave del salone dei fiordalisi, chiedi a Yanna e Seza di rimettere un po’ in ordine, tra un paio di giorni potrete avere la vostra serata signorine >> poi tornando a guardare Frankie aggiunse:<< Credi che una serata nella sala del biliardo potrebbe tenervi calmi mentre loro si divertono? >> il ragazzo annuì:<< Chiederò a Seza di dare una passata anche lì >> Isaac annuì e quando il piccolo gruppo fece per uscire Isaac si alzò in piedi:<< Mademoiselle Stains posso parlarle un secondo? >> Maggie si bloccò e François alzò gli occhi verso il padre che si affrettò a spiegare:<< Puoi assistere se vuoi François, ma penso che Margaret troverebbe la cosa un tantino imbarazzante >> guardando Maggie il giovane fece per aprire bocca ma lei sorridendo gli fece segno di andare.

<< Cosa doveva dirmi signore? >> domandò quando furono di nuovo soli e Isaac aveva fatto di nuovo il giro della scrivania tornando a sedersi:<< Dirle semplicemente grazie, anche se è contro ogni regola so cos’ha fatto oggi per Dorian >> Maggie chinò il capo:<< Sono solo rimasta vicino a lui, non volevo che fosse solo >> << Voglio chiederle un favore >> Maggie annuì:<< Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa mio figlio possa dire o fare rimanga accanto a lui >> ripensando alle parole dure di Dorian di quel pomeriggio a Maggie si strinse il cuore, più lui aveva cercato di allontanarla e più lei aveva capito che il suo posto era accanto a lui, non se ne sarebbe mai andata da quell’hotel ormai lo sapeva e, con ogni probabilità, lo sapeva anche Isaac Atelier:<< Non ho alcuna intenzione di andarmene >> << Sono stato e sono tutt’ora un padre duro e intransigente con i miei figli e so che loro mi giudicano un despota >> << Ian e Frankie non… >> il sorriso di Isaac la sciolse, era identico a quello del suo primogenito:<< Non mi addolcisca la pillola, ho avuto un interessante confronto con i miei figli solo qualche ora fa, adesso voglio solo sapere che entrambi avranno sempre qualcuno vicino che possa vegliare su di loro, non voglio che provino quello che ho provato io quando ho perso Elodie >> << Io resterò accanto a Ian ma per quanto riguarda Frankie… >>  Isaac sorrise:<< Il mio secondogenito è in grado di prendersi da solo la signorina Tallyst e di tenersela stretta, Dorian e il suo spirito di sacrificio sono il mio problema >> << Glielo giuro, non lo lascerò >> e probabilmente Margaret credeva davvero a quelle parole più che a qualsiasi altra promessa che avesse mai fatto in vita sua.

Grimilde's aka Sadica Serpe

Ok strano ma vero anche per me siamo arrivati ad un altro capitolo, sto pian piano inserendo anche i nuovi personaggi con i loro obiettivi, alla fine non li ho messi lì solo a fare le belle statuine e viste le idee geniali (di Niko e Iris) mi sa che ne vedremo delle belle...
Quanto all'idea di Lilith che dire almeno stavolta non rischieranno l'ira di Isaac, ma speriamo vivamente che una partita a biliardo non diventi l'ennesimo combattimento perchè stavolta si prospetterebbe un bel match: LiberoVSNiko...(perdonate se straparlo ma è l'orario e la giornata intensa appena trascorsa...)

Piccola richiesta...scusate ma ogni tanto mi serve anche questo...
Tre cose:
1 - vizi di ogni genere irrinunciabili per il vostro oc
2 - uno o più desideri (anche le cose più stupide)
3 - due o massimo tre parenti che potrebbero comparire verso la fine della storia (una breve descrizione giusto per inquadrare le persone, nome e grado di parentela grazie!)

Credo sia davvero tutto!

Bonne nuit....au-revoir...

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Capitolo 16
*** 15 - Ognuno ha i suoi segreti ***


Capitolo 15

Il mattino dopo quando scese per colazione nuovamente padrone di sé Ian si bloccò per un attimo a guardare la deliziosa figura di Maggie avvolta in un abitino nero con dei deliziosi fiori di pesco stampati sopra:<< Buongiorno principessa >> e arrivandole alle spalle appoggiò il corpo alla schiena di lei mettendo le mani sopra quelle di lei:<< Grazie per il pensiero >> le mormorò poi all’orecchio e gli occhi di Maggie corsero al bracciale che lui portava al polso, un insieme di corde intrecciate tra loro con in mezzo il simbolo dell’infinito:<< Ti piace? >> << Molto >> le sussurrò piano passando poi un pollice sul bracciale identico che anche Maggie portava al polso:<< So che è sciocco da parte mia, ma volevo darti qualcosa che ti facesse pensare a me anche quando non siamo insieme >> Ian sorrise allungando una mano per prendere una pesca:<< Perché hai scelto l’infinito? >> << Perché… >> anche se non la stava guardando in faccia Ian vide le sue guance arrossire così le sussurrò piano scivolando con le labbra sul suo collo:<< Perché quello che provo per te è infinto principessa >>

 

Tuttavia come ogni momento romantico che si rispetti anche quello fu interrotto da due voci decisamente arrabbiate che provenivano dalla hall, fortuna che loro erano gli unici ospiti dell’hotel o sarebbero stati guai:<< Scusami un attimo, vado a vedere cosa succede >> e lasciando l’abbraccio di Maggie Dorian si avvicinò a François poco prima di varcare le porte del giardino d’inverno trovandosi davanti Libero e Nikolaj che si squadravano in cagnesco mentre Michael e Daniel li tenevano per le braccia in modo da allontanarli il più possibile:<< Provaci di nuovo! Prova a dirlo di nuovo bastardo e io ti… >> stava sbraitando Libero con il viso rosso per la rabbia e la testa che gli scoppiava:<< Cos’è hai paura della verità Nott? Hai paura che… >> << Taci! Riprovaci e… >> e Libero fece per liberarsi ma la stretta di Daniel era abbastanza salda da impedirgli qualsiasi movimento:<< Vi prego non ditemi che state ancora litigando per… >> ma prima che Dorian potesse concludere la frase la voce ferma di Isaac alle sue spalle gli fece gelare il sangue:<< Ancora mi chiedo perché devi sempre essere così buono Dorian >> voltandosi verso suo padre Ian chinò il capo mesto:<< Perché penso che quello non sia una soluzione ma solo un ripiego >> Isaac si avvicinò ancora guardando i due giovani che si stavano uccidendo con gli occhi:<< Un ripiego che ha sempre sortito il suo effetto >> << Non siamo più ai tempi della Bastiglia papà >> continuò il primogenito cercando di calmare le acque:<< No, ma sai che ci sono poche cose che riesco a tollerare nel mio hotel e questa – lì indicò i due che sembravano due lupi pronti ad azzannarsi – non è tra loro >> poi fissando Libero e Nikolaj aggiunse freddo:<< Mi spiace per voi signori ma devo chiedervi di lasciare temporaneamente i vostri alloggi, i miei figli vi scorteranno nella vostra stanza per le prossime tre notti >> i due giovani condannati guardarono prima Dorian e poi Libero rivolse gli occhi a François che lo guardava spaesato tanto quanto lui:<< Non vi preoccupate, sono passati i tempi dei martelli per spaccare pietre ma ciò non toglie che io possa sfruttare le vostre potenzialità inespresse in altri modi >> poi guardando Dorian si tolse una chiave d’ottone con una pietra azzurra incastonata dalla tasca:<< Credo che il piano inferiore necessiti di qualche rinnovamento >> Ian prese la chiave in mano scuotendo il capo con un mezzo sorriso:<< Come vuoi papà >> poi guardando Mike e Danny aggiunse:<< Lasciateli >> e rivolgendosi infine a Libe e Niko aggiunse:<< Andiamo >> e in silenzio si incamminò verso una scala di marmo laterale chiusa da un cordone di velluto blu che Ian aprì facendo segno agli altri, suo fratello compreso, di seguirlo nei sotterranei.

 

Più scendevano e più sembrava che quelle scale conducessero al centro della terra, erano solo un paio di rampe ma la poca luce, ottenuta solo da qualche lampada ad olio appesa alle pareti, e il suo riverbero sul marmo lucido creavano un aspetto quasi spettrale:<< Cos’è c’è un boia che ci aspetta in fondo al corridoio? >> domandò Libero con un sorriso che, suo malgrado, anche Nikolaj ricambiò:<< Penso che un boia ti sembrerebbe più allettante Libero >> commentò Dorian con una risata sommessa prima di arrivare ad una porta di legno chiaro che spinse piano:<< E quindi? Che cosa ci dobbiamo fare? >> domandò Niko guardando ciò che conteneva la stanzetta vale a dire scope, stracci, secchi e via dicendo:<< Pulire >> replicò Ian calmo:<< La stanza qui accanto è quella che dovrete sistemare >>  e voltandosi Dorian tirò fuori la chiave che gli aveva dato suo padre infilandola nella toppa del portone intagliato che raffigurava una di quelle divinità greche che si vedono nei musei:<< Beh ma potremmo benissimo farlo con la magia e… >> << E domattina tutto tornerà come ora, se utilizzate la magia il giorno dopo dovrete ricominciare da capo, questa stanza è fatta apposta per resistere ad ogni tipo di magia, l’unica che funziona è quella di mio padre >> poi girando la chiave spinse il portone aspettando di sentire le imprecazioni dei due poveri malcapitati, nemmeno François aveva mai visto quella parte dell’hotel e lui stesso l’aveva scoperta per caso insieme ai suoi vecchi compagni di scuola durante una vacanza ma poi Isaac non gli aveva più permesso di entrarvi.

<< Aspetta non penserai che noi… >> balbettò Libero senza parole:<< Der’mo! >> imprecò il russo sbattendo un pugno contro il vento:<< Libero, Nikolaj, Frankie…benvenuti nelle terme dell’Hotel des Fleur >> e guardando l’immenso stanzone scavato nella pietra con vasche di marmo azzurro e rubinetti in oro Libero e Nikolaj maledissero mentalmente la loro impulsività e Isaac Atelier, dannato sadico!

<< La porta del ripostiglio delle scope è questa mentre la porta là in fondo è quella della vostra camera, ci sono due letti e un armadio, uno degli elfi vi porterà i pasti ma voi non potrete uscire da qui per i prossimi tre giorni, quando io e Frankie ce ne andremo vi dovrò chiudere dentro e, come vi ho detto, nessuna magia vi farà uscire >> << Non ti aspetterai davvero che restiamo qui a pulire vero Atelier? >> domandò Niko incrociando le braccia sul petto ma prima che Dorian potesse rispondere qualcosa di volante, piccolo ma con degli artigli taglienti gli passò a pochi centimetri dalla testa facendolo indietreggiare di colpo:<< Ma cosa… >> << Quello è Robespierre >> spiegò  Dorian guardando il piccolo falco dalle ali grigie che planava sulla testa di una statua raffigurante il dio greco Poseidone:<< È il falco di mio padre, vi terrà d’occhio in questi giorni >> << Nessuno ha mai detto a vostro padre che è pazzo? >> domandò Libero fissando in cagnesco il falco che gli restituì lo sguardo:<< Oh sì Libero, non immagini quanti lo hanno fatto >> replicò François sorridendo ricordando quanti avevano “pulito” quella e altre parti dell’hotel per aver suscitato l’ira del padrone di casa:<< È un sadico >> continuò Nott nervoso:<< Prima cominciate e prima finirete, davvero Libe non è uno scherzo >> poi salutando di nuovo Frankie e Ian li lasciarono soli; mentre risalivano le scale per tornare ai piani superiori François rise piano scuotendo il capo mentre guardava suo fratello maggiore:<< Cosa c’è? >> domandò Dorian nascondendo a sua volta un sorriso:<< Papà si sbaglia, sei perfido quasi quanto lui >> << Perché? >> domandò innocentemente Ian:<< Perché Robespierre non è il falco di papà, lui è papà >> Dorian sorrise salendo gli ultimi gradini:<< Sarebbe stato troppo dirgli che il loro carnefice li sta tenendo d’occhio sotto forma di falco e poi non devono per forza sapere che papà è un animagus >>

 

Di nuovo soli Libero e Nikolaj avevano ripreso a litigare nel giro di cinque minuti, ogni scusa sembrava buona per attaccare briga:<< Oh andiamo sei ridicolo Nott, vuoi litigare anche per chi prenderà la scopa e chi il secchio? >> gli occhi di Libero lo fulminarono di nuovo e Nikolaj rise:<< Sei uno spasso! >> commentò poi con la sua voce scura ridendo del suo compagno di sventure:<< Te lo faccio vedere io lo spasso >> e lasciando cadere la scopa Libero fece per avventarsi su Niko quando il piccolo falco che era rimasto appollaiato sulla statua per tutto il tempo lanciò un urlo caduto facendo bloccare entrambi e facendogli tappare le orecchie:<< Maledetto pennuto! >> imprecò Libe girandosi verso il rapace che, se non fosse stato impossibile visto che era un uccello, stava sogghignando mentre li guardava:<< Stavolta sono d’accordo con te >> commentò Nikolaj rimettendosi in piedi poi allungando una mano aggiunse:<< Senti io non ho alcuna voglia di passare qui dentro più tempo del necessario o di farmi cavare gli occhi da quell’uccello psicopatico >> Libero guardò la sua mano tesa:<< Cosa mi stai proponendo Valuev? >> Niko sorrise:<< In Russia la chiameremmo peredyshka, ma credo che da voi si dica semplicemente tregua >> << Tu e io una tregua? Continua a sperare >> Niko rimase immobile con la mano tesa:<< Perché ti fa così paura l’idea di non farmi la guerra ogni momento? >> << Tu non mi fai paura >> replicò Libero colto sul vivo, aveva ancora davanti l’immagine di Bunny che si scostava da lui non appena quel bamboccio la chiamava e il pensiero che lui condivideva la camera con lei ogni notte e lo avrebbe fatto anche per le successive due settimane non gli agevolava il compito di farsi piacere Nikolaj Valuev:<< Ne sei sicuro? >> Libe fece una smorfia:<< Non credo che insultarmi sia il modo migliore di ottenere una tregua >> Niko prese la scopa e fece per avvicinarsi al lato opposto della stanza:<< Fa come vuoi, ma sappi che non è utile avermi come nemico >> << Credi di spaventarmi con qualche minaccia? >> Niko non rispose mettendosi a pulire e cercando di non stringere la stretta attorno alla scopa per la voglia che aveva di spaccarla su quella testa dura di Libero Nott!

 

<< Come sarebbe che sono in punizione? >> e Bunny guardò François che stava spiegando a lei e Iris cosa comprendeva la sparizione di Niko e Libero:<< Hanno fatto saltare i nervi a papà e quindi passeranno insieme i prossimi tre giorni nella speranza di risolvere le loro divergenze >> Iris sorrise mentre Bunny sbuffò incrociando le braccia sul petto:<< Ok, allora spero che tu abbia preparato i sacchi per cadaveri perché non troveremo nessuno dei due tra tre giorni >> << Oh li troveremo miss Flecter, li troveremo >> commentò Ian alle sue spalle poi lanciando un’occhiata al fratello aggiunse:<< Ti dispiace fare tu gli onori di casa Frankie? Io ho un paio di questioni da sistemare in ufficio >> il fratello annuì poi vedendo Dorian che saliva le scale lo raggiunse sussurrandogli qualcosa all’orecchio che fece sorridere l’altro.

 

<< Ragazze ho avuto un’idea! >> e uscendo dalla biblioteca con un enorme sorriso Lilith si avvicinò al gruppo insieme a Leila e Mike:<< Che idea? >> domandò Delila guardando quel piccolo vulcano dai capelli scuri:<< Il signor Atelier ci ha dato il permesso di fare un’altra serata tra donne domani sera ma se oggi passassimo la giornata tutti insieme in giro per la città? Voglio dire siamo a Parigi e non abbiamo visto quasi niente >> << Non saremo tutti Lilith >> commentò Bunny acida:<< Cosa? >> << Niko e Libero si sono fatti mettere agli arresti domiciliari >> commentò Iris facendo spallucce:<< E poi nemmeno Dorian potrà venire, papà gli ha affidato un paio di affari da sistemare >> il viso di Lilith si oscurò deluso:<< Beh allora chi vuole potrebbe… >> << Io ci sto! >> e sorridendo James fece un passo in avanti guardando prima Leila che come sua compagna di stanza doveva seguirlo per forza e poi Noelle:<< Ehm…veramente io… >> e pensando a quello che aveva in mente di preparare cercò velocemente una scusa ma Daniel la precedette avvicinandosi e mettendole un braccio attorno alle spalle:<< Noelle deve aiutare me, tra pochi giorni è il compleanno di mia figlia e dato che non potrò stare con lei volevo almeno prenderle un regalo e visto che sono negato con queste cose mi serve un punto di vista femminile >> James fece per aprire bocca ma visto ciò che lui stesso stava nascondendo alla sua ragazza annuì avvicinandosi per darle un bacio sulla fronte:<< Ci vediamo più tardi ok? >> Noelle annuì poi alzò gli occhi verso Maggie che era vicino alle scale:<< Tu e Frankie venite con noi? >> la ragazza fece per rispondere quando Atelier l’afferrò per un braccio:<< Maggie è sequestrata fino a nuovo ordine, spiacente ragazzi >> vedendo il suo ragazzo così vicino a Margaret e così lontano da lei Leila sospirò, non si erano ancora parlati chiaramente dal ritorno di Frankie e anche se sapeva che lui non ce l’aveva con lei non poteva esserne certa finché non avesse visto di nuovo il suo dolce sorriso:<< Ci vediamo dopo ragazzi scusate >> e sparendo in cima alle scale trascinandosi dietro Maggie François sorrise salutando con la mano.

 

<< Ma che ti è preso? Credevo volessi stare un po’ di tempo con Leila, le hai parlato poi? >> domandò Maggie quando lei e Frankie ebbero raggiunto la loro camera:<< Non ancora ma lo farò, davvero lo farò presto >> aggiunse poi vendendo l’espressione arrabbiata di lei:<< Perché mi hai trascinato qui? >> << Credevo avessi voglia di stare con mio fratello visto le condizioni in cui era ieri, lui non può lasciare l’hotel perché in assenza di papà è lui che comanda >> sedendosi sul letto Maggie si passò le mani sulle ginocchia nervosa, c’era un piccolo tarlo nella sua mente che aveva messo radici e pian piano stava crescendo dentro di lei suscitandole pensieri di ogni tipo:<< Ian dirigerà l’hotel al posto di vostro padre un giorno vero? >> domandò poi dando voce almeno a parte dei suoi dubbi:<< Beh sì, l’idea di papà è quella >> << Cosa vuol dire l’idea di papà? >> François fece spallucce:<< È papà che ci tiene a lasciargli l’hotel e Ian lo accontenta, come sempre >> << Credi che tuo fratello farebbe altro se potesse? >> << Credo che ormai si sia convinto talmente di volerlo anche lui che non farà mai nient’altro, la famiglia è la cosa più importante per lui >> poi sorridendo aggiunse piano:<< Beh magari forse la seconda più importante >> e lanciò a Maggie un’occhiata molto allusiva facendola arrossire.

 

<< Ehi Shepperd giusto? >> Delila si voltò sentendosi chiamare ed incrociò gli occhi verdi di Daniel Johnson, non si erano mai parlati molto in quella settimana ma aveva visto la foto della bambina di Daniel e sentito la triste storia di sua moglie.

<< Veramente è Delila, Shepperd era mio padre >> << Capito >> mormorò lui avanzando nella stanza:<< Che cosa stai cercando? >> le domandò poi vedendo il libro che aveva tra le mani:<< Oh solo una cosa per passare il pomeriggio, Dorian deve restare qui e io devo trovare un modo per impiegare la giornata >> Daniel si avvicinò sollevando il libro tra le mani:<< E leggere la guerra dei Goblin in Francia ti aiuterà a far passare il tempo più in fretta? >> << Ridammi quel libro, ridammelo >> e allungandosi Delila si appoggiò alle spalle di Daniel per raggiungere il braccio che lui aveva alzato e che stringeva forte il volume, si sentiva un po’ in imbarazzo a stare così vicino ad un uomo, più giovane di lei per giunta!

<< Andiamo non dirmi che non ci arrivi >> e Daniel allungò il braccio più che poteva:<< Dammelo! >> borbottò ancora lei mettendosi addirittura sulle punte senza successo, stavano per continuare con quel giochino quando Delila perse l’equilibrio scivolando all’indietro verso la libreria:<< Ehi attenta >> e lasciando cadere il libro a terra Daniel si allungò con entrambe le mani afferrando Delila alla vita impedendole di cadere addosso alla libreria:<< Va tutto bene? >> le domandò poi con un piccolo sorriso e lei incrociando quegli occhi verdi annuì velocemente liberandosi da quella stretta e lasciando il libro dov’era corse fuori dalla biblioteca salendo rapidamente i gradini che portavano alla mansarda di Dorian, doveva stare sola prima di fare altri danni!

 

<< Il pennuto è ancora lì, ma non mangia e non dorme mai quel maledetto? >> bofonchiò Valuev mentre l’uccello in questione svolazzava sopra le loro teste peggio di un avvoltoio:<< Magari sta pensando a come cibarsi di te Valuev >> lo prese in giro Libe mentre stava lucidando il fondo di una delle vasche; uno straccio bagnato gli arrivò sulla schiena sporcando la camicia bianca che aveva messo quella mattina:<< Vuoi morire giovane Valuev? >> gli domandò alzandosi e impugnando lo spazzolone come se fosse un’arma:<< Non puoi usare la magia Nott >> sorrise l’altro serafico:<< No, ma strozzarti con le mie stesse mani sarà un vero piacere >> e Libero fece per muoversi quando lo sguardo di Nikolaj fisso dietro le sue spalle attirò la sua attenzione; girandosi a sua volta Libe si avvicinò al muretto che fino a poco prima stava pulendo, non se ne era accorto ma c’era una scritta intagliata nella pietra: Ananke, e più sotto: nous sommes tous victimes du désir.

<< Che cosa vuol dire? >> domandò Niko avvicinandosi e sfiorando l’incisione:<< È una specie di motto o qualcosa di simile, come a ricordarci che siamo tutti mortali e che siamo preda delle passioni, una cosa tipo l’amore di Romeo e Giulietta >> spiegò Libero cambiando, come accadeva sempre, il tono di voce quando parlava di qualcosa che riguardava il suo immenso amore per il teatro e il Bardo.

<< Ah già, Shakespeare, me ne stavo dimenticando >> Libe alzò un sopracciglio scettico:<< Cos’hai contro William Shakespeare si può sapere? >> Niko sorrise:<< Assolutamente nulla, mi piacerebbe riuscire a fare solamente una minima parte di quello che ha fatto lui >> Libe fece spallucce:<< La prima cosa sensata che ti sento dire da quando sei arrivato qui >> << Se ti fossi preso la briga di conoscermi invece di saltarmi al collo come un lupo che vuole scannarmi >> << Se non ti fossi messo a fare il cascamorto con la mia ragazza >> ribatté Libero acido:<< La tua cosa? >> accorgendosi solo dopo di come aveva chiamato Bunny Libe cercò di fare marcia indietro ma Valuev era troppo furbo per cadere in un simile giochetto:<< Ben sa di queste tue espansive dimostrazioni d’affetto? >> << Quello che succede tra me e Ben sono fatti nostri >> Niko non si diede per vinto, se voleva aiutare Bunny come aveva detto dove entrare in quella piccola testolina complicata e vedere che posto occupava Bunny e, soprattutto, che posto occupava Iris!

<< Anche quello che succede tra te e Iris sono fatti vostri o pensi che baciare due ragazze nella stessa sera, anzi nella stessa mezz’ora ti renda una specie di idolo? >> con rabbia Libe lanciò a terra lo spazzolone:<< Vuoi venire anche tu a farmi la morale? Ho sbagliato d’accordo? Errare è umano, tutti fanno degli errori e se tu fossi un minimo più normale e meno sadico non gireresti il coltello nella piaga! >> << Dico solo che dovresti deciderti e prenderti quello che vuoi prima che lo faccia qualcun altro >> Nikolaj era stato calmo e freddo ma i suoi occhi erano scuri per la sfida che vi era nascosta:<< La vuoi? Vuoi Ben? >> domandò Libero con le mani che gli tremavano:<< Perché? >> di nuovo quella voce pronta a dargli battaglia, ma davvero Valuev voleva morire in quelle maledette terme? << Perché se la vuoi dovrai passare sul mio cadavere! >> Niko fece spallucce lasciando cadere il discorso e tornando a preoccuparsi delle ragnatele che danzavano tra le colonne di tufo.

 

Erano in giro da circa un paio d’ore quando l’attenzione di Lilith fu catturata da un musicista di strada che suonava una dolce nenia su quello che doveva essere Pont Alexandre III:<< Lilith…Lilith… >> e Mike si avvicinò poggiando una mano sulla spalla della ragazza:<< Ancora un attimo…aspetta >> e come incantata da quella musica Lilith continuò a fissare il ragazzo che suonava:<< Ti piace? >> le domandò Mike circondandole la vita e poggiando la testa sulla sua:<< Sì, mi da un senso di malinconia ma di pace allo stesso tempo, sembra quasi una ninna nanna >> << Non ti facevo così romantica Lilith Sherwood >> le mormorò con un sorriso:<< Sei tu che mi rendi così, non mi piace diventare un marshmallow >> Michael mormorò qualcosa ma la sua bocca era immersa nei capelli di Lilith e quindi lei non riuscì a sentire, quando poi il violinista finì di suonare si tolse il cappello salutando il pubblico e facendo un profondo inchino, vedendo quel ragazzo alto e atletico che sorrideva al pubblico passandosi una mano nei capelli scuri per un attimo Lilith ebbe un tuffo al cuore e davanti agli occhi le si parò una scena molto simile che aveva vissuto qualche anno prima quando suo fratello maggiore, babbano contrariamente a lei, aveva avuto un ruolo nella sua prima rappresentazione teatrale; quando lo aveva visto uscire alla fine della performance inchinandosi davanti a tutto il pubblico le erano venute le lacrime agli occhi e aveva applaudito più forte che aveva potuto…sospirando nostalgica pensò che era davvero troppo tempo che non vedeva e non sentiva Levi e onestamente le mancava da morire!

 

<< Senti so che pensi che io e Libero siamo… >> e non sapendo da dove iniziare il discorso Iris cercò di prendere la cosa alla larga fallendo miseramente a giudicare dallo sguardo di Bunny:<< Parlare del tuo bacio con Nott non è il modo migliore per fare conversazione sai? >> Iris arrossì torcendosi le mani tra di loro per il nervoso:<< Non volevo dire questo, anzi il contrario, non ho chiesto io a Libero di… >> << Che Libero Nott è un idiota lo sapevo da sola, vorrei capire che cosa stai cercando di dirmi >> << Sto cercando di dirti che è un idiota ma è innamorato di te >> Bunny fece spallucce avvicinandosi ad una bancarella che vendeva statuette della Tour Eiffel e modellini di Notre Dame:<< Può essere innamorato di chi vuole e sbandierarlo al mondo intero, finché non me lo verrà a dire in faccia e si impegnerà per dimostrarmelo non gli crederò più >> Iris scosse il capo sbuffando piano per non farsi sentire dall’altra poi guardando anche lei i piccoli monumenti si ritrovò a sfiorare la punta di una delle piccole torri di Notre Dame immaginando come doveva essere stare lassù in cima con solo il vento e le chimere a farti compagnia, stare immersi nel vuoto assoluto e potersi librare in volo…ok stava fantasticando troppo! Quindi lasciando perdere i suoi sogni da ragazzina tornò a guardare Bunny:<< Posso chiederti una cosa? Non ho secondi fini lo giuro >> la Flecter annuì e l’altra continuò:<< Com’è Nikolaj Valuev? Voglio dire si sentono così tante cose su di lui, Delila dice che è famoso e onestamente anche io l’ho già sentito nominare, solo che non l’avevo mai visto e me lo immaginavo un po’… - prese fiato su quell’ultima parola – diverso >> lo sguardo di Bunny le disse che aveva frainteso la sua domanda e naturalmente la fece arrossire:<< Uhm…niente secondi fini è…chissà perché non ci credo >> commentò l’altra con una piccola risata:<< Ad ogni modo Niko è esattamente come lo vedi: bello da mozzare il fiato e capace di portarti sulla luna solo con uno sguardo. Se non fosse che sono già… >> ma Bunny interruppe la frase a metà, lei non era già impegnata, non con un tonto testardo e ottuso che non vedeva l’evidenza nemmeno quando ci sbatteva contro!

Poi alzando gli occhi verso una delle meravigliose statue dorate del ponte  pensò a Libero chiuso chissà dove a pulire…se non fosse stato che in fondo quell’idiota le mancava la cosa sarebbe stata decisamente comica!

 

Mentre gli altri si perdevano dietro le bellezze della città dell’amore Leila e James erano appoggiati su un muretto a guardare la Senna che placida scorreva sotto di loro:<< Allora? Hai poi parlato con il tuo bel principino? >> domandò James con un sorriso inclinando la testa verso l’amica:<< Non ancora, volevo farlo prima ma hai visto anche tu che cos’ha fatto Frankie… >> Rhodes annuì tornando a guardare il fiume:<< Forse sarà il caso che vi parlate, se hai davvero in mente di frequentare l’accademia dovrai tornare in Inghilterra e non credo che lui la prenderà così bene >> a quelle parole Leila spalancò gli occhi, James era l’unico a cui aveva parlato del suo desiderio di diventare un Auror, non che il suo lavoro al Ministero non la soddisfacesse, ma sentiva che doveva fare qualcosa di più della sua vita e non ammuffire in un ufficio o dietro a migliaia di scartoffie.

<< Vuol dire che hai parlato con il tuo istruttore…ma mi avevi detto che ci sarebbe voluto del tempo e non era sicuro che… >> James sorrise:<< Ho ancora qualche aggancio all’accademia e a quanto pare ci sono ancora un paio di posti liberi per il prossimo corso >> poi guardando lei con quegli occhioni scuri seri e sinceri aggiunse:<< Devi decidere Leila, stiamo parlando di tre anni e Atelier vive qui, la sua vita è qui come il suo lavoro, non sei costretta a scegliere tra il lavoro e l’amore, voglio dire io so che tornerò a Londra tra poche settimane ma Noelle verrà con me mentre tu e anche Maggie… >> davanti a quelle parole Lila si vide costretta ad ammettere che il suo amico aveva ragione, alla fine di quel mese la loro breve vacanza sarebbe finita e lei e Frankie avrebbero dovuto prendere una decisione per il loro futuro, senza contare il fatto che lui le aveva detto di amarla ma lei non gli aveva ancora dato una risposta!

<< Quanto tempo ho per pensarci James? >> lui sorrise:<< Fino alla fine del mese, le classi per il nuovo anno non vorranno annunciate fino a metà del mese prossimo >> poi voltandosi e appoggiando i gomiti al muretto aggiunse guardando la città che scorreva davanti a loro:<< Vuoi un consiglio Leila? Goditi queste settimane, passa con François tutto il tempo che puoi e cerca di capire che cosa vuoi, vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo così quando prenderai la tua decisione saprai di non avere rimpianti >> << Perché mi sembra che questo discorso non sia rivolto solo a me? >> gli domandò lei poggiando una mano sul braccio di lui che la manica risvoltata della camicia lasciava scoperto:<< Cosa? Perché lo pensi? >> << Perché ho visto la tua faccia stamattina quando Noelle ti ha detto che non sarebbe venuta con noi >> << È la mia ragazza è normale che mi manchi >> << E anche l’altra sera, siete rimasti in camera per mezz’ora ma so per certo che non avete fatto nulla, credevo che uno come te…voglio dire non hai mai fatto mistero di volere Noelle e invece adesso… >> lo sguardo di James divenne scuro in un istante:<< Forse non sono così scontato come credi >> ribatté cercando di non sembrare acido ma quello era un tasto dolente che proprio non voleva toccare:<< Tu? >> domandò Leila con un sorriso:<< Scusa se te lo dico ma sei una delle persone più prevedibili che abbia mai conosciuto >> << Prevedibile? >> domandò lui infastidito:<< Beh per quanto riguarda Noelle sì, andresti nel fuoco per lei e la cosa è evidente, non capisco perché non vuoi andare fino in fondo >> James rise piano poi tornando serio la guardò cercando di non sorridere:<< Stiamo davvero parlando di questo Leila? Stiamo davvero parlando della mia intimità con Noelle? >> lei fece spallucce passandosi le mani nei lunghi capelli biondi con nonchalance:<< Che cosa c’è di strano? Pensi che tra di noi non parliamo mai di certe cose? È il nostro argomento preferito >> poi sorridendo malefica tanto da assomigliare ad un folletto aggiunse:<< Infatti non vedo l’ora di torturare Lilith per sapere se Michael Gail è a livello della fama che aveva a scuola >> James incapace di trattenersi scoppiò di nuovo a ridere:<< Ricordami di non averti mai come nemica Leila Tallyst, fai paura >> a pochi passi dai due ragazzi sentendo James pronunciare quel nome una giovane donna bionda, avvolta in un abito panna con decori dorati, si fermò voltandosi per un istante a guardare Leila che sorrideva, si soffermò sul vestito a volant color rosa antico che le lasciava scoperte le braccia essendo senza maniche, nessun gioiello, non un filo di trucco se non un lieve rossetto rosa e i capelli sciolti liberi di giocare con il vento; procedendo di qualche passo la donna lanciò un’ultima occhiata a Leila e cercò di capire che cosa avesse di così speciale quella ragazza per attirare tanto François Matisse Atelier!

 

<< Che cosa stiamo facendo qui? >> domandò Delila guardando Dorian che con una vecchia chiave arrugginita stava aprendo la porta a vetri di una serra che si trovava nel giardino sul retro dell’hotel:<< Devo fare un lavoro e lasciarti in camera raggomitolata sul letto in posizione fetale non mi sembrava il caso >> commentò Dorian secco, aveva trovato Delila rannicchiata sul letto mezz’ora prima quando era tornato in camera per cambiarsi prima di scendere in giardino e vedendola con gli occhi rossi e i capelli arruffati per via delle mani che lei continuava a passarvici dentro non ci aveva pensato troppo, l’aveva sollevata di peso e se l’era trascinata dietro!

<< Da quando sei così gentile Atelier? >> << Da quando mi sono stufato di essere sempre come gli altri si aspettano che io sia >> replicò Ian mentre spingeva la vecchia porta in ferro battuto che raffigurava le iniziali A e I intrecciate insieme fino a formare un albero:<< Tutto questo cambiamento è dovuto a Maggie presumo >> commentò Delila entrando dietro di lui e restando immobile davanti alla miriade di fiori, piante ed uccelli che svolazzavano lì dentro:<< Ma che posto è? >> domandò poi notando due piccoli colibrì che si stavano avvicinando in volo ed uno dei due che si posava allegro sul dorso della mano di Ian guardandolo quasi con affetto:<< Questa era la serra di mio nonno, l’ha fatta costruire quando suo padre gli ha ceduto la direzione dell’albergo, aveva una passione per l’Erbologia e per le creature di ogni genere, magiche o babbane >> poi accarezzando delicatamente la testa del colibrì sollevò la mano per farlo tornare dalla sua piccola compagna:<< Mi ha lasciato la chiave di questo posto quando se n’è andato chiedendomi di prendermene cura, l’ho sempre fatto ma adesso è ora di dare una sistemata >> capendo in parte le idee del suo coinquilino Delila sorrise:<< Hai intenzione di condividere questo piccolo angolo di Paradiso con Maggie vero? >> Ian sorrise mentre si avvicinava ad un rampicante iniziando a controllare le foglie e i fiori che erano da recidere:<<< Le devo molto più che una serata indimenticabile ma al momento è la sola cosa che posso offrirle >> << Oltre ai tuoi quadri intendi? >> e Delila rise sapendo che i suoi quadri erano uno dei talloni d’Achille del giovane, ma di nuovo Ian la sorprese:<< Oh a quello ho già pensato… >>

 

Infatti Maggie era ancora immobile davanti al dipinto che Yanna aveva lasciato sul suo letto solamente dieci minuti prima e che era accompagnato come al solito da un biglietto di Dorian:

Il mio bellissimo angelo che dorme, sei sempre bellissima ma vie. ti amo

<< Sì, direi che mio fratello non è male come pittore, ma il soggetto aiuta molto…direi che era molto ispirato eh… >> e ridendo Frankie fece voltare Maggie con quella battuta mentre lei continuava ad essere rossa come un peperone:<< Dai non fare quella faccia, in fondo è davvero un bel quadro e non si vede niente di sconveniente >> Maggie deglutì tornando a guardare il quadro:<< Lo so, davvero lo so, solo che se ripenso a quella notte e ripenso a Dorian… >> << Eravate a letto insieme e lui ti ha ritratto dopo quello che avevate fatto, è normale che ti susciti… >> << No! Tu non capisci Frankie >> riprese lei ancora più rossa:<< Io e Ian non abbiamo…né quella notte né mai… >> gli occhi azzurri di François divennero enormi e dilatati dalla sorpresa:<< Aspetta cosa? Tu e mio fratello non avete? Voi due non… >> Maggie incrociò le braccia sul petto tornando a guardare il quadro, guardare Frankie e parlare di certe cose la metteva decisamente in imbarazzo:<< No, non abbiamo ancora fatto niente e smettila di ripeterlo! >> ripensando al Dorian Atelier che lui conosceva bene e alla fama che suo fratello si era fatto a Beauxbatons, spesso spalleggiato dai suoi cari vecchi e, per lui almeno, detestabili migliori amici, François scosse il capo:<< Sei sicura che voi… >> << Sì e ora smettila! >> lo rimbeccò Maggie nervosa e François si ritrovò a sorridere: se c’era una donna che era in grado di domare Atelier le grand allora di sicuro Ian l’avrebbe sposata, di quello era certo!

 

<< Ehi serve una mano? >> e una voce maschile fece voltare Dorian e Delila mentre lui stava spostando un pesante letto circolare di vimini e lei stava dando da mangiare ai pappagallini multicolore che le svolazzavano intorno come ad una fata:<< Daniel, Noelle, che ci fate qui? >> domandò Ian salutando:<< Curiosavamo in giro >> rispose Noelle entrando per poi guardandosi intorno:<< Ehi ma che posto è questo? È fantastico >> << È l’alcova di Dorian Atelier, abbiamo scoperto dove porta le sue conquiste il grande seduttore >> rispose Delila che, da quando Ian aveva cominciato a tirare fuori il suo carattere tagliente, si divertiva a riempirlo di frecciatine:<< Ridi finché ne sei in grado Delila, quando verrà il tuo turno sarò io a ghignare >> ribatté Atelier suscitando la risata anche di Daniel mentre Nöelle scuoteva il capo incapace di credere che quel ragazzo dalla battuta facile e sarcastica fosse lo stesso Ian che continuava ad andare a nuotare con lei all’alba:<< Ti serve una mano con quelle piante? >> domandò Daniel ad un certo punto vedendo Ian che tirava fuori la bacchetta per potare più velocemente alcuni fiori che quasi toccavano il soffitto in vetro della struttura:<< No qui ce la faccio da solo, mi serve che dai una mano a Delila con i pappagalli, sai alcuni di loro sono un po’ suscettibili e una persona da sola non riuscirebbe a sfamarli tutti prima di finire sommersa dalle piume >> Daniel annuì e si avvicinò a Delila che era intenta ad osservare un magnifico esemplare di Ara giacinto che la guardava dal ramo del grosso salice che stava al centro della serra:<< Ci rincontriamo >> e sorridendo Daniel allungò una mano per prendere un sacco di mangime e nel farlo sfiorò accidentalmente una gamba nuda di Delila che si scostò con un salto fulminandolo con gli occhi:<< Scusa, non volevo >> mormorò Daniel alzando le mani per poi prendere velocemente il sacco e cominciare a dedicarsi all’altra metà dei pennuti:<< Dorian io esco un attimo >> e seguita dal pappagallo blu che sembrava averla presa in simpatia Delila uscì dalla serra cominciando a passeggiare per il giardino senza una vera e propria meta.

 

<< Ehi va tutto bene? >> la ragazza si voltò sentendo la voce di Noelle e trovando decisamente umiliante alla sua età essere compatita da una ragazzina di ventitré anni, chissà se sarebbe mai riuscita ad affrontare i suoi problemi senza scattare come una molla ogni volta che qualcuno scombussolava il suo delicato equilibrio:<< Come? >> domandò poi fingendo indifferenza mentre il pappagallo le si appollaiava sulla spalla:<< Va tutto bene? Sei scappata di corsa quando Daniel si è avvicinato…è successo qualcosa tra voi? >> l’altra scosse la testa:<< A malapena ci parlo, no semplicemente sono un po’ nervosa ultimamente >> << Posso chiederti come mai? >> domandò Noelle piano sorridendo:<< Sempre che non sia troppo impicciona ovviamente >>  Delila scosse la testa:<< No, solo che tra un paio di giorni è il mio compleanno ed è la prima volta che lo passo lontano da casa >> che poi fosse la prima volta che lo passava con qualcuno diverso da sé stessa o dal suo furetto Mogol era un’altra storia:<< Beh non sarà come passarlo con i tuoi amici e la tua famiglia ma potremmo renderlo lo stesso indimenticabile, che ne dici? >> << Indimenticabile? >> domandò piano ricordando quanto indimenticabile, e non in senso positivo, era stata l’ultima festa che aveva passato con la sua famiglia che equivaleva al suo ultimo anno ad Hogwarts prima del diploma e della sua scelta di lasciare il mondo dei maghi quasi del tutto:<< Credi che potresti evitare che la cosa si sappia? Alla fine sto invecchiando e non vorrei una torta gigante con sopra la mia età >> commentò poi cercando di alleggerire la tensione e non volendo approfondire troppo la storia della sua vita, meno persone sapevano quello che le era successo e meglio era, era pericolosa e non voleva esserlo anche per loro!

 

<< Secondo te chi di noi due mangerà per primo? >> chiese Nikolaj ridendo mentre stava aprendo i rubinetti delle vasche per controllare quanto scorresse l’acqua, era quasi sera e non si era fermato un attimo da quella mattina se non per il pranzo:<< È solo un uccellaccio della grandezza di un pollo, non farà niente Valuev >> se solo Libero avesse saputo a chi stava indirizzando tutti quegli insulti probabilmente se ne sarebbe stato zitto, ma le successive parole di Nikolaj e la risposta di Libero fecero drizzare le piume del falco…sapeva che mettere insieme quei due sarebbe stato ciò che gli serviva!

<< Senti ho pensato ad una cosa mentre tiravamo a lucido questo posto >> cominciò Niko sorridendo:<< Cosa? >> chiese Libero acido, non l’aveva ucciso ma mal sopportava ancora il suo compagno di cella:<< Questo posto è una favola una volta messo a posto >> << Sì e noi ci stiamo mettendo giorni quando Atelier con la bacchetta di metterebbe pochi minuti >> Niko si avvicinò a Libe con quel suo fare da grande cospiratore:<< Lascia perdere le lamentele Nott e attiva quel geniale cervellino che ti ritrovi: una festa qui dentro >> e sorrise fiero della sua idea:<< Una festa? Che cosa vuoi dire? >> << Oh andiamo a scuola non hai mai partecipato ad una festa clandestina? Non dirmi che ad Hogwarts non facevate certe cose perché non ci credo >> ricordandosi che ai tempi della scuola lui era quello che le organizzava quelle feste Libero sorrise:<< Con chi credi di parlare scusami? >> Niko rise piano felice di aver trovato un complice per la sua idea:<< Bene, visto che siamo d’accordo comincia a pensare a cosa possiamo fare, abbiamo ancora due giorni per organizzare la più fenomenale festa clandestina che questo posto abbia mai visto >>



Isaac Atelier (modello animagus) meglio noto come il falco psicopatico
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Le terme dell'Hotel des Fleur
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La serra di monsieur Atelier
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Grimilde's
Buonasera...anzi buonanotte o buongiorno a seconda dell'orario in cui leggerete...
Allora...cominciamo dall'inizio: Libero e Niko sono sempre allo stesso punto e questo lo sappiamo tutti ma mettere insieme due menti del genere porterà solamente una cosa: guai. (Questo è un avvertimento e la conclusione del capitolo con le parole di Niko lo sta chiaramente a dimostrare)
Per il resto che cosa posso dire, mi serviva un capitolo di passaggio o di inizio che mettesse le basi per ciò che succederà dopo...a cominciare da Leila che vuole diventare Auror fino a Dorian che risistema la serra del nonno e chi ha un po' d'immaginazione può immaginare perchè...

Mi mancano ancora un paio di risposte di qualche autore alle domande dello scorso capitolo senza le quali non posso andare avanti, non fino alla fine del capitolo almeno...io comincio a scriverlo tanto ci sono un po' di parti che devo mettere prima del punto incriminato ma poi quelle mi serviranno...

A presto...

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Capitolo 17
*** 16 - Progetti folli e richieste d'aiuto ***


Capitolo 16 Image and video hosting by TinyPic Grimilde's
Bene eccoci qui, scusate ma anche stavolta le note vanno messe prima del capitolo!
Non per altro sono per dirvi che mi è uscito un capitolo un po' più lungo del solito ma ho voluto inserirci un po' di cose e non mi andava di tranciare tutto a metà...
Vi avviso che prima di metà settimana prossima non ci sarà un altro capitolo non perchè non lo stia scrivendo o non abbia idee (quelle ci sono fin quasi alla fine), ma perchè è un capitolo anche quello abbastanza lunghetto e più che altro " denso e corposo ", passatemi il termine, e voglio rendere bene ognuno dei personaggi...
Vi lascio al capitolo prima di dilungarmi in cose inutili...

Au revoir....

<< Dorian posso parlarti? >> e Maggie si avvicinò al giovane che stava rientrando in hotel da una porta sul retro accompagnato da Noelle, Daniel e Delila:<< Ciao…non sei andata con gli altri? >> le domandò sorridendo:<< No, Frankie è voluto restare qui >> gli spiegò dondolandosi sulle gambe appena coperte dal vestito nero che indossava:<< Di cosa volevi parlarmi? >> le domandò anche se poteva benissimo immaginarlo visto il rossore sulle sue guance e da quello che ora era in camera di Maggie.

Capendo che erano di troppo Noelle sorrise tirando Daniel per un braccio:<< Noi andiamo a cambiarci prima di cena >> poi guardando Delila fece per aggiungere qualcosa ma la ragazza scosse il capo voltandosi poi di nuovo verso il giardino:<< Ho dimenticato una cosa fuori, vado a prenderla >> Ian annuì sapendo che Delila aveva bisogno di stare sola, poi tornando a guardare Maggie aggiunse con un sorriso:<< Bene principessa, siamo soli…di che cosa volevi parlarmi? >> Maggie arrossì ancora di più e, vai a capire dove trovò la forza di guardare Dorian negli occhi:<< Sai di cosa voglio parlare >> lui si avvicinò di un passo stringendo le mani di lei con le proprie e accarezzandole i polsi con il pollice:<< So cosa vuoi dirmi, solo che mi aspettavo un’altra reazione Margaret >> << Lo so, mi piace davvero, ogni volta che lo guardo ripenso a quella notte e a te che… >> ripensando al motivo che allora lo aveva spinto ad assecondare suo padre con quella stupida pergamena Dorian sorrise:<< L’ho fatto per te e lo rifarei altre mille volte se dovesse servire >> Maggie annuì poi alzando gli occhi scuri in quelli di lui deglutì appena e trovò la forza di domandargli, vergognandosi come mai in vita sua:<< Perché tuo fratello è convinto che tu non riesca a togliermi le mani di dosso quando siamo insieme? >> la risata di Ian la lasciò ancora più confusa di prima poi stringendole una mano ed intrecciando le loro dita aggiunse:<< Vieni con me, forse è ora che parliamo chiaramente >> e incamminandosi lungo il corridoio che portava alle cucine:<< Perché in cucina? >> gli domandò quando arrivarono davanti alla porta mentre Ian la stava aprendo:<< Perché avere Clau che gira in giro mi impedirà di stenderti su quel tavolo e fare quello che voglio fare dal primo momento in cui ti ho visto entrare dall’ingresso dell’hotel >> Maggie si bloccò sulla porta guardando l’uomo che le stava davanti:<< Dorian… >> Ian la tirò accanto a sé sorridendo mentre con le mani le accarezzava il viso:<< Ti voglio Margaret e lo sai, non voglio più fare niente per nasconderlo >> le guance di lei divennero le due fragole più carine che avesse mai visto:<< Anche io ti… >> ma il resto della frase le rimase bloccato in gola, si vergognava troppo di dirlo ad alta voce e quello era uno dei motivi per cui con il suo ex si tratteneva sempre e quindi lui aveva cominciato a cercare compagnia altrove e…:<< Non farlo >> la voce di Ian la riportò alla realtà:<< Non fare cosa? >> lui le sfiorò la bocca con il pollice per poi sostituirlo con le proprie labbra:<< Non pensare nemmeno per un attimo che ciò che ha fatto quell’idiota sia colpa tua >> Maggie sorrise piano cercando di respirare normalmente accorgendosi poi che erano i respiri di Ian a far respirare lei:<< Non è corretto usare la legimanzia… >> lui sorrise continuando a baciarla:<< Userei qualsiasi cosa per farti sparire quell’assurda idea dalla mente >> << Ian tu non sai com’era tra me e Daniel, non sai quello che noi… >> lui le accarezzò una guancia con il dorso della mano:<< Sì, hai ragione non lo so ma sono un uomo e non mi viene affatto difficile immaginare quanto sarà bello il momento in cui io e te saremo una cosa sola…non riesco a pensare a nessuna che non sia tu insieme a me >>

 

Mentre Dorian era perso dietro il sorriso di Maggie e non solo Daniel e Noelle erano seduti in uno dei piccoli soggiorni:<< Quando sei uscita prima dalla serra hai parlato con Delila? >> domandò ad un certo punto il giovane Johnson con noncuranza:<< Cosa? Sì abbiamo parlato, perché ti interessa? >> Daniel fece una smorfia:<< Perché vorrei capire che cosa le ho fatto di male, quando mi vede sembra che abbia davanti un Dissennatore, diventa pallida e scappa >> Noelle sorrise poggiandogli una mano su quella di lui che era appoggiata sul bracciolo:<< Sono sicura che tu non centri niente, mi ha solo detto che è il primo anno che passa il suo compleanno lontano da casa e si sente un po’ fuori fase tutto qui >>

 

Fuori fase era esattamente come si sentiva infatti Delila in quel momento e se non fosse stato per ciò che ritraeva la fotografia che teneva tra le mani probabilmente l’avrebbe stracciata in mille pezzi già da tempo!

<< Mark… >> e con gli occhi rossi e la voce ridotta ad un sussurro tra le lacrime guardò il bambino dagli occhi azzurri e i capelli ramati che sorrideva felice nella foto stretto ad una bambina della stessa età con una treccia e una salopette blu sporca di qualcosa di molto simile alla vernice:<< Mi manchi Mark… >> poi infilando di nuovo la foto nella piccola pochette che portava sempre con sé si alzò asciugandosi in fretta gli occhi e facendo ritorno all’hotel.

 

<< Ehi va tutto bene? >> domandò James a Leila quando ebbero varcato di nuovo la soglia dell’ingresso e lei vide François intento ad impartire qualche ordine agli elfi domestici:<< Sì, tutto bene >> mormorò poi dal momento che il giovane Atelier aveva appena alzato la mano per salutare prima di sparire in uno dei salotti:<< Gli passerà, tranquilla >> le mormorò James facendo per salire le scale con lei ma un uragano dai capelli scuri e gli occhi verdi gli saltò addosso come una scimmietta baciandogli le labbra:<< Ciao cadetto Rhodes >> James dovette allungare una mano ed afferrare il corrimano della scala per evitarsi di cadere poi sorridendo Noelle si voltò verso Leila:<< Ciao Lila, bella la passeggiata? >> Leila sorrise divertita:<< Sì, diciamo che è stata illuminante >> poi salendo un paio di gradini aggiunse divertita:<< Io vado a farmi una doccia, se tieni il tuo fidanzato lontano dalla camera per un po’ mi fai solo un favore…sai credo che tu gli sia mancata >> poi strizzando l’occhio a James sorrise saltellando fino in cima alle scale fischiettando con nonchalance.

Di nuovo soli Noelle tornò a guardare il ragazzo che per mantenere l’equilibrio le aveva messo le mani sotto le cosce stringendola a sé:<< E così ti sono mancata Jamie… >> mormorò sorridendo sorniona:<< Tu mi manchi sempre Jackson >> l’ennesimo bacio poi Noelle si preparò a sganciare la bomba:<< Posso portarti in un posto? >> James la guardò perplesso:<< Dove? >> Noelle scosse il capo baciandolo velocemente:<< Quante domande cadetto, se te lo dicessi che sorpresa sarebbe? >> poi muovendosi un po’ per scendere dalle braccia di James lo prese per mano incamminandosi lungo il corridoio che portava alla sala con il pianoforte…

Raggiunsero la sala e, con non poco disappunto di James, la sorpassarono, proprio come sorpassarono la biblioteca e anche la sala dove spesso si riunivano tutti dopo cena per un bicchierino di whisky incendiario:<< Mi vuoi dire dove… >> ma poi Noelle si fermò di colpo davanti ad una piccola porta bianca che quasi si confondeva con il muro e James dovette stare attento a non finirle addosso:<< Ho trovato questo posto mentre giravo in giro per l’hotel, ho chiesto a Dorian se potevo sistemarlo un po’ e lui mi ha detto di sì >> gli spiegò lei con gli occhi che brillavano:<< Non capisco, che cosa hai… >> ma quando Noelle aprì la porta e James vide la piccola camera dalle pareti color cielo finemente arredata e con il piccolo letto ad una piazza e mezza con le candide lenzuola pulite:<< A quanto dice Dorian questa era una delle camere della servitù ai tempi in cui il suo bisnonno fondò l’hotel, era in disuso da un po’ ma ha detto che potevamo usarla se ne avevamo voglia >> poi sventolando davanti al naso di James qualcosa di molto simile ad una chiave aggiunse:<< Me l’ha regalata, per così dire, per tutto il tempo che resteremo qui >> poi entrando e facendo una piroetta sorrise avvicinandosi ad una tenda che, James lo scoprì quando Noelle la spostò, nascondeva una vasca da bagno in ceramica bianca con i piedini dorati, era grande abbastanza da contenere loro due insieme e il suo cervello e altre parti di lui non mancarono di sottolineare quel particolare.

 

<< Miss… >> Leila si voltò sentendosi chiamare e ritrovandosi davanti una degli elfi dell’hotel con in mano una grossa busta di quelle dei negozi di vestiti:<< Il signorino François mi ha chiesto di darle questo >> e le porse il sacchetto color panna inchinandosi per poi sparire.

Immobile davanti alla porta della sua camera Leila si voltò per entrare in camera e aprire il pacchetto ma non appena posò la mano sulla maniglia la busta nella sua mano o meglio ciò che vi era all’interno cominciò a muoversi animato di propria volontà facendola sobbalzare dallo spavento, ma che diavolo pensava di fare Frankie?!

Ancora terrorizzata dalla busta guardò il sacchetto aprirsi e qualcosa di molto simile ai maglioni delle divise da Quidditch di Hogwarts uscì dalla borsa svolazzandole davanti come se aspettasse una sua mossa.

Leila rimase a guardare il golf, decisamente di qualche taglia più grande della sua, che se ne stava a pochi metri da lei sospeso a mezz’aria, fu solo quando scosse il capo per via dei suoi colori, quelli di Grifondoro ovviamente, che si accorse del messaggio attaccato alla manica:

 

Mi faresti il piacere di indossarlo per me? Solo questo. F

 

Solo quello? Ma che gli saltava in mente? A parte il fatto che non si era mai vista una Serpeverde con addosso i colori di Grifondoro, quel maglione non era abbastanza lungo per coprirla oltre le cosce, che cosa era venuto in mente a Frankie?

Afferrando poi il maglione cercando di non diventare rossa per la vergogna abbassò la maniglia entrando in camera ma ciò che l’aspettava dentro era ancora peggio del golf!

<< Ciao Lila >> Leila rimase immobile: ok era decisamente morta ed era finita in Paradiso, non c’era altra spiegazione! Non poteva esserci altra spiegazione per avere François Atelier a petto nudo con solo i pantaloni della sua vecchia divisa da Quidditch steso sul suo letto che la aspettava come se fosse stato il padrone del mondo…con quel sorriso malizioso sulle labbra poi…

<< Che diavolo sta succedendo? >> gli domandò poi sempre stringendo tra le mani il suddetto maglione che ormai aveva capito essere di Frankie:<< Dobbiamo parlare >> le rispose lui togliendosi le braccia da dietro la testa e stiracchiandole in modo che i suoi bicipiti si tendessero:<< Appunto, dobbiamo parlare non rotolarci a letto insieme… >> << Perché non fare entrambe le cose? >> all’improvviso Leila strinse la mano con cui teneva il maglione e glielo lanciò addosso:<< Per questo mi hai mandato questo? Per questo volevi che lo mettessi? Io non sono una ragazzina alle prime armi Frankie! Non sono una delle ochette che ti facevano il filo a scuola e che ti cadevano ai piedi solo perché gli regalavi la tua sciarpa o la tua divisa! Io non voglio questo e non voglio venire a letto con te! >> aveva appena finito di urlare quando le braccia forti di lui la strinsero alla vita:<< Ehi…non è assolutamente…Lila non volevo dire questo >> poi sollevando le mani e scostandole i capelli dalla faccia la guardò sorridendo:<< So che tu non sei come le altre, so che non sei pronta a cadere ai miei piedi solo perché ho un bel sorriso e la parlantina facile, è questo che mi piace di te, è questo che mi ha fatto perdere la testa a scuola e che mi ha fatto innamorare quando sei arrivata qui >> lei lo guardò con gli occhi lucidi:<< Mi piace il tuo sorriso >> mormorò poi con un piccolo sorriso:<< E a me piace il tuo, ogni volta che ti guardo mi torna in mente il giorno del diploma quando ci siamo incrociati davanti alla Sala Grande, era la prima volta che ti avevo così vicino e dentro di me sapevo che sarebbe stata l’ultima. Forse è per quello che ho sposato Fiona appena tornato a Parigi, forse è per dimenticare la bellissima Serpeverde dagli occhi di ghiaccio che ho fatto un casino dietro l’altro cercando di eliminare tutto quello che mi ricordava gli anni passati ad Hogwarts >> << Frankie >> << Io ti amo Leila Tallyst, ti amo da così tanto tempo che mi ci sono voluti sette anni ed un divorzio per capire quanto tu mi fossi rimasta dentro >> << Divorzio? >> domandò lei perplessa e lì François sorrise, preso dalla foga di vedere Leila con addosso la sua divisa in uno stupido ma decisamente romantico gesto di possesso maschile, si era dimenticato di dirle la cosa più importante:<< Fiona ha firmato i documenti del divorzio, il suo gufo me li ha portati l’altra sera prima di scendere a cena >> gli occhi di Leila si illuminarono di speranza:<< Vuol dire che adesso sei… >> << Sono ufficialmente libero >> solo in quel momento Leila si rese conto che per tutto il tempo in cui era uscita con Frankie era uscita con un uomo che era ancora legalmente sposato, sì certo in procinto di rompere con sua moglie ma pur sempre sposato era!

<< Adesso siamo solo io e te, solo noi due senza nessuno che si può mettere in mezzo >> troppo felice di quella notizia Leila gli gettò le braccia al collo nascondendo il viso contro la sua spalla per fermare le lacrime di gioia dimenticando per un attimo il pensiero dell’accademia e di diventare Auror, forse avere François Atelier valeva più di tutto il resto!

<< Ehi aspetta…così mi rovini l’altra parte della sorpresa >> le mormorò lui quando le labbra di lei presero a baciargli i muscoli della spalla e qualche piccola cicatrice che lui si era fatto a scuola durante gli allenamenti dei Grifondoro:<< Quale altra parte? >> gli domandò sorridendo e cominciando a baciargli la vena che gli pulsava sul collo:<< Questa parte… >> e Frankie riuscì a staccarsi quel poco che gli serviva per raggiungere la porta del bagno e aprirla facendone uscire una nuvoletta di vapore al profumo di…:<< Limone? >> domandò Leila riconoscendo l’aroma del suo bagnoschiuma:<< Sì, ma vieni a vedere >> lei gli prese la mano avvicinandosi e restando immobile davanti alla vasca piena d’acqua sulla cui superficie galleggiavano una miriade di piccoli e candidi gelsomini:<< Frankie ma… >> lui sorrise mettendosi alle sue spalle e cominciando a slacciarle i piccoli bottoncini che chiudevano il vestito:<< Dovevo farmi perdonare per averti trattato in quel modo orribile >> lei si lasciò andare contro il petto di lui sospirando sognante:<< Scusa sarebbe stato sufficiente >> lui rise mentre con le labbra le sfiorava la nuca sollevandole con una mano la massa di riccioli biondi:<< Scusa non sarà mai sufficiente, sei la donna che amo e voglio viziarti per tutto il resto della mia vita >> a quelle parole Leila si bloccò irrigidendosi:<< Cosa c’è Lila? Ho detto qualcosa di male? >> lei scosse appena il capo girandosi poi verso di lui e cercando di restare vestita mentre si preparava ad affrontare quella parte del discorso:<< So che è stupido da dire ora visto quello che hai fatto per me, ma che cosa faremo tra tre settimane? Voglio dire io vivo a Londra, ho un lavoro, una casa, un posto in accademia e… >> François la guardò sorpreso:<< Aspetta un attimo, accademia? >> le domandò sperando di aver capito male:<< Sì,  l’accademia per Auror, ho chiesto a James se poteva informarsi e oggi pomeriggio mi ha detto che se voglio ci sono ancora dei posti disponibili per il prossimo corso >> << Da quando vuoi fare l’Auror? >> domandò lui stringendole le mani ma restando serio:<< Credo da sempre, mio padre è un Auror e ho sempre voluto essere come lui, poi però non ne ho mai avuto davvero il coraggio fino a quando non ho conosciuto te; tu mi hai fatto capire che posso fare tutto quello che voglio della mia vita, hai creduto in me perché sono io e non per il mio bel sorriso o le mie belle gambe >> François sorrise felice che finalmente lei avesse capito ciò che lui provava:<< Strano come il mio amore mi si stia ritorcendo contro >> commentò con un sorriso poi accarezzandole una guancia aggiunse:<< Ma in fondo posso fare il pozionista anche a Londra >> i begli occhioni di Leila divennero ancora più grandi quando lo sentì pronunciare quelle parole:<< Cosa? >> << Posso fare il pozionista ovunque io voglia, mi avevano offerto un posto prima che io lasciassi l’Inghilterra, certo non è come quello che avrei qui a Parigi ma tu vali molto più di tutto questo >> << Frankie io non voglio…è la tua vita, il tuo lavoro…non voglio farti rinunciare a niente…resterei io qui se ci fosse un modo per… >> a quelle parole un viso a dir poco familiare riempì la mente del giovane Atelier, dio sarebbe stata una delle cose più umilianti della sua vita ma per Leila era disposto a questo e altro!

<< Senti facciamo così: non pensiamoci adesso, godiamoci questo momento e quando verrà il tempo per decidere sceglieremo dove andare e cosa fare >> << Stiamo parlando del tuo futuro >> gli ricordò lei testarda:<< E anche del tuo Lila >> poi baciandole le labbra aggiunse dolce:<< Ricordati solo che qualsiasi cosa succeda resteremo insieme, sempre >> Leila gli gettò di nuovo le braccia al collo guardandolo come se lui le avesse appena regalato la luna poi baciandolo con passione aggiunse felice:<< Ti amo >> il suo sorrisetto malizioso apparve sulle labbra di Frankie:<< Sapevo che ne sarebbe valsa la pena >> commentò poi poggiandole le mani sulle spalle e facendo scivolare il vestito a terra:<< Ma adesso chiudi gli occhi e goditi ogni momento mia bellissima Serpeverde >> e sollevando Leila tra le braccia mosse un paio di passi adagiandola poi nell’acqua della vasca e cominciando a massaggiarle piano le spalle:<< Ruffiano di un Grifondoro >> lo prese in giro lei mentre sospirava per quelle coccole decisamente ben fatte:<< Ti amo anch’io ma vie >> le ricordò lui cominciando a baciarle il collo quando la voce di lei lo bloccò:<< Vuoi venire a farmi compagnia o devo godermi questo relax tutta sola? >> la risata di François le fece alzare un sopracciglio scettica:<< Dicevi di non voler venire a letto con me >> le ricordò cercando di restare serio:<< Oh beh…credo di poter riconsiderare il mio punto di vista >> commentò lei altezzosa guardandolo mentre si parava accanto a lei seduto sul bordo della vasca:<< Davvero? >> Leila allungò le braccia per afferrare il collo di Frankie e tirarlo verso di lei dentro la vasca:<< Davvero >> gli sussurrò poco prima che lui scivolasse dentro l’acqua con lei facendo allagare buona parte del pavimento:<< Prega che James non torni tra poco perché sarebbe davvero imbarazzante >> << Tranquilla ma vie, ho idea che Noelle lo stia tenendo abbastanza impegnato al momento >> poi sollevandosi quel poco che bastava per arrivare alla cintura dei pantaloni fece scattare la chiusura mentre le mani di Leila lo aiutavano ad eliminare anche l’ultimo ostacolo che restava tra i loro corpi pronta a prendersi il suo bel cacciatore una volta per tutte!

 

<< Oh andiamo cos’è quella faccia? >> e guardando il ragazzo davanti a lei che sembrava in preda ad un attacco d’ansia Noelle cercò di capire che cosa aveva James in quei giorni, sembrava quasi un’altra persona:<< Quale faccia? >> le domandò cercando di restare calmo:<< Quella faccia, quella che hai da circa una settimana quando restiamo da soli, sembra quasi che tu abbia paura che io carpisca la tua virtù >> poi incrociando le braccia e guardandolo nervosa aggiunse:<< Cosa che so per certo ha fatto quella tua compagna di casa al sesto anno, se n’è vantata praticamente per tre settimane quindi non venire a fare il pudico verginello con me James Rhodes, sputa il rospo, che cosa c’è? >> James rimase immobile per un attimo, lui nemmeno se la ricordava la sua prima volta cioè sì se la ricordava ma era come un ricordo di un tempo lontano, come se fosse appartenuto a qualcuno che non era lui:<< Non c’è niente che non va Noelle davvero, solo che ho avuto così tante storie senza importanza in cui finivamo a letto nel giro di due giorni che ora che ci sei tu nella mia vita vorrei fare le cose con calma, andarci piano e godermi tutto quello che c’è di bello nello stare con te >> poi sapendo che lei avrebbe obiettato aggiunse:<< Oltre al sesso >> sbuffando nervosa Noelle lo guardò arrabbiata:<< Perché hai sempre la capacità di rivoltare le cose a tuo favore? Ti odio quando fai così… >> James la prese tra le braccia con un piccolo sorriso:<< Andiamo pasticcino…abbiamo tutto il tempo del mondo per poter fare l’amore, perché sprecare la nostra prima volta adesso? >> << Perché ti voglio maledizione! >> borbottò lei agitandosi tra le sue braccia:<< Sai cosa vuol dire avere un Auror per di più che sembra un modello come ragazzo? Ti fa venire in mente cose che non penseresti mai in circostanze normali >> << Un modello? >> mormorò lui con un sorriso:<< Non fingere di non sapere di essere bello Jamie, mi hai fatto sprecare il mio più bel completino di pizzo e un sacco di energie per niente mio caro >> alle parole completino di pizzo James cercò di non immaginarsi Noelle con addosso solo l’intimo e magari anche di colore…ma gli bastò chinare leggermente gli occhi per scorgere una spallina verde scuro che sbucava dalla maglietta nera di lei:<< Non pensare che sia difficile solo per te resistere pasticcino, io sono anni che non aspetto altro che averti tutta per me >> lei alzò il viso guardandolo imbronciata:<< Allora fallo, che senso ha aspettare? >> le spiegazioni da dare in quel momento erano troppe e per quanto aveva già condiviso con lei una parte di quella storia era stato solo un sogno e la realtà era leggermente diversa e forse Noelle non l’avrebbe accettata.

 

Mentre se ne stavano stravaccati sulle due brande che Atelier osava chiamare letti Libero si voltò verso Niko che era perso nei suoi pensieri dietro l’organizzazione della festa clandestina:<< Tu vuoi farlo davvero? >> gli domandò poi mettendosi seduto e passandosi una mano nei capelli giocando con il ciuffo che gli scendeva sulla fronte:<< Certo che voglio farlo, io non mi rimangio mai la parola Nott, mai >> << Tu mi porterai al manicomio >> mormorò Libero ma prima che l’altro potesse rispondere la porta della stanza si aprì e i due pensarono di veder comparire lo stesso elfo domestico che aveva portato il pranzo invece bellissimo, elegante ed intimidatorio, Isaac Atelier comparve sulla porta incrociando le braccia e sorridendo beffardo:<< Mi consola il fatto che siate entrambi ancora interi >> Niko scattò in piedi a quella battuta ma bastò un’occhiata di Isaac a rimetterlo al suo posto, con quell’uomo era meglio non scherzare!
<< Quello che sto per dire è decisamente inconsueto da parte mia ma penso che voi due mi sarete più utili fuori di qui che come spazzini >> poi lanciando un’occhiata alle terme che per poco non brillavano come quando suo padre le aveva costruite aggiunse:<< Anche se credo di aver scoperto la vostra vera vocazione >> poi spostandosi di lato aggiunse:<< Tornate di sopra prima che ci ripensi >> alzandosi Libero chinò il capo in segno di ringraziamento guadagnando velocemente l’uscita seguito da Nikolaj.

Quando svoltò l’angolo e fece per raggiungere le scale però Valuev lo tirò di lato nascondendosi in una piccola rientranza da dove poteva osservare Isaac Atelier che usciva dalla porta e chiudeva il portone:<< Che cosa vuoi fare? >> domandò Libe guardando a sua volta in direzione di Isaac:<< Non intendo rinunciare ad un festino come si deve solo perché il boia ci ha concesso la grazia >> di nuovo Libero lo guardò come se fosse appena evaso da un manicomio:<< Non sfidare la sorte Valuev non vorrai ritornare... >> ma un'esclamazione di felicità di Nikolaj lo bloccò mentre l'altro correva di nuovo nel corridoio raccogliendo qualcosa da terra:<< La fortuna assiste gli audaci Nott, ricordatelo! >> Libero lo guardò aspettando la spiegazione e fu allora che Niko gli fece dondolare davanti agli occhi la chiave d'ottone che apriva le terme:<< Dove diavolo l'hai... >> Niko aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro come un bambino il giorno di Natale:<< Era lì per terra, probabilmente gli è caduta dalla tasca >> << E tu non ti sei fatto scappare l'occasione vero? >> << Avevi dubbi? >> Libero scosse il capo:<< Direi di no >> poi al pensiero di cosa fosse successo se Isaac Atelier avesse scoperto il loro piano, probabilmente non sarebbero usciti mai più da quelle terme o almeno non vivi!

Dietro l'angolo in fondo al corridoio intanto un piccolo falco grigio sogghignava appollaiato sulla cima di una fiaccola spenta pensando a quanto quei ragazzini erano così confortantemente prevedibili!

 

Per attuare il suo piano Nikolaj aveva bisogno essenzialmente di due cose: l'aiuto di Libero, e quello se lo era assicurato dopo il furto della chiave, è una buona scorta di cibi e bevande, più bevande a dire il vero, per dare alla festa la giusta dose di brio...era quasi arrivato alle cucine dell'hotel per capire dove fossero le dispense e come entrarvi quando una minuta figura bionda sbucò dal fondo del corridoio entrando nel suo campo visivo, Iris....inutile dire che il suo sorriso si allargò ancora di più, quella era la giornata delle occasioni!

Senza perdere tempo si avvicinò alla ragazza allargando le braccia:<< Iridis >> << Nikolaj Valuev >> e la ragazza pronunciò il suo nome a metà tra un insulto e una presa in giro:<< Che cosa ci fai fuori dalla tua cella? >> domandò allusiva, non era esattamente da lei fare battute del genere ma aveva promesso a Libero che gli avrebbe tolto Valuev dai piedi e questo comportava fare la civetta con lui!

<< Il signor Atelier ci ha fatto uscire, dice che abbiamo imparato la lezione >> gli occhi di Iris brillarono:<< Quindi anche Libero è... >> a quella frase Niko drizzò le orecchie, doveva tenere quella ragazza lontana da Nott, l'aveva promesso a Bunny:<< Libero, Libero, Libero...che cosa avrà di speciale Libero Nott >> lei arricciò le labbra in una smorfia:<< Vuoi seriamente una risposta? >> Nikolaj sfoderò il suo miglior sorriso da canaglia:<< Voglio che dimentichi Nott per cinque minuti >> << Cosa ma... >> ma ogni protesta fu inutile e Niko la prese per un polso trascinandola in un piccolo corridoio accanto alle cucine:<< Che cosa stai facendo? >> lui le mise un dito sulle labbra per zittirla mentre continuava a guardare gli elfi fare avanti ed indietro dalla cucina ad una stanza dietro l'angolo:<< Nikolaj mi vuoi dire che... >> << Zitta o ci sentiranno >> allo sguardo rabbioso di Iris continuò:<< Devo entrare nella dispensa d'accordo? Non ti posso spiegare perché ma è così >> << Rubi le caramelle come un bambino? >> la piccola risata di Niko la fece solo infuriare di più:<< Credimi Iridis ti basterebbe passare mezz'ora con me per capire che non sono un bambino >> << Dici? Perché io vedo solo un ragazzino che non ne vuole saper per di crescere e che si diverte a creare disastri dove non ce n'è bisogno >> a quelle parole Niko si voltò fulminandola con gli occhi:<< E scommetto che invece Nott è un bravo ragazzo vero? Che è pieno di buone intenzioni ed è uno con la testa sulle spalle...cosa speri di ottenere con tutta questa adulazione? Per lui sei solo la bambolina di turno per far ingelosire Ben >> a quelle parole gli occhi di Iris divennero lucidi ma non diede a Nikolaj la soddisfazione di vedere una lacrima scivolarle sul viso:<< Quanto devi sentirti misero per sputare tanta cattiveria sugli altri? >> << Misero? >> ok adesso quella ragazzina stava esagerando, nonostante la promessa fatta a Bunny non intendeva restare lì a farsi insultare da lei, non quando aveva una festa da organizzare almeno:<< Vuoi che ti faccia vedere quanto sono misero? >> dopo quelle parole Iris si trovò sbattuta contro il muro alle sue spalle con le mani di Niko ai lati della testa:<< Pensi di farmi paura? >> Niko sorrise beffardo:<< Paura? No... >> poi avvicinando il viso al collo di Iris aggiunse mentre sfregava il naso su quella pelle liscia:<< Voglio solo farti capire come dovrebbe trattarti un uomo vero e non quel ragazzino >> Iris fece per divincolarsi ma le gambe e il corpo di Niko si schiacciarono su di lei impedendole di muoversi:<< Già scappi bambolina? >> portandosi le braccia davanti al petto Iris fece per spingerlo via ma la sola cosa che poté fare fu praticamente allargare i palmi su quella maglietta grigia sotto cui si nascondevano i muscoli definiti del suo assalitore.

<< Lasciami Valuev! Per amor del cielo... >> ma ormai Niko si era spinto troppo oltre e con la stupida idea nella testa di dimostrare ad Iris che lui era meglio di Nott fece esattamente quello che Libero aveva fatto solo due sere prima e chinando il capo verso quello della ragazza le afferrò le labbra brutalmente succhiandole e prendendole le guance con i palmi in modo da intensificare quel contatto il più possibile...

<< Ahi! Ma cosa... >> poi guardando prima la bocca di Iris e poi la propria mano che si era portato sul labbro si accorse di un piccolo rivolo di sangue:<< Mi hai morso >> constatò poi toccandosi ancora il labbro e continuando a vedere sangue sul suo dito:<< E tu allora non provare mai più ad approfittarti di me >> lo attaccò lei nervosa poi scivolando fuori da quell'abbraccio costretto lo squadrò da capo a piedi un'ultima volta sibilando ferita:<< E hai anche il coraggio di chiedermi perché sei misero >> poi voltandosi corse via sperando di non mettersi a piangere prima di arrivare in camera!

 

<< Mi presteresti Renoir? >> Ian guardò suo fratello che era immobile sulla porta della sua camera con Maggie affianco:<< Ciao principessa >> la salutò poi avvicinandosi e strappandole un piccolo bacio, poi guardando il fratello aggiunse:<< A che ti serve il mio gusto alle dieci di sera? >> << Renoir è l'unico che può entrare nel quartiere generale degli Auror senza essere controllato >> Ian annuì mentre apriva la finestra per richiamare il gufo:<< A chi devi scrivere al quartiere generale? >> Frankie deglutì e sia Ian sia Maggie capirono che quello che stava per dire gli costava parecchio:<< Ho bisogno di parlare con Deveraux >> << A che ti serve Marcel? >> sentendo nominare il capo Auror Maggie si ricordò del guardiano del d'Orsay che doveva essere imparentato con l'uomo:<< Aspetta ma stiamo parlando di Marcel Deveraux? Il capo Auror? >> domandò curiosa guardando i due fratelli mente il gufo di Ian entrava dalla finestra poggiandosi sulla testata del letto guardando lei con i grandi occhi azzurri pieni di curiosità:<< Tranquilla, è solo un po' geloso ma non morde >> commentò Ian facendo per avvicinarsi ma Renoir si voltò di scatto arruffando le penne per poi tornare a guardare Maggie infilando la testa sotto la mano di lei per essere accarezzato:<< Ok questo non me lo sarei mai immaginato >> << Cosa? >> domandò Frankie con un sorriso:<< Che il tuo gufo sia più ruffiano di te con la tua ragazza? >> Maggie arrossì scostando la mano dall'animale destando un'occhiataccia di quest'ultimo all'indirizzo di Frankie colpevole di aver distratto la sua nuova dispensatrice di coccole:<< Hai già la lettera? >> domandò Dorian che, sciocco da dire, cominciava ad essere geloso delle attenzioni del gufo per Maggie:<< Tieni >> e François porse il messaggio al fratello:<< Spero che il tuo amico abbia la cortesia di rispondermi >> Ian scosse il capo:<< Se la smettessi di essere così acido sapresti che Marcel è più che disposto a... >> Frankie fece una smorfia:<< Certo, perché sono tuo fratello altrimenti mi avrebbe già mandato al diavolo >> << Frankie... >> lo ammonì Dorian scuotendo il capo ma il suo fratellino continuò:<< Frankie cosa? Atelier le grand non apprezza quando vengono criticati i suoi amici? >> << Non è il momento o il luogo per certi discorsi >> poi avvicinandosi a Renoir gli porse un biscotto legandogli poi il piccolo messaggio alla zampa sussurrandogli piano qualcosa; in silenzio il gufo diede un'ultimo sguardo a Maggie librandosi poi in volo ed uscendo dalla finestra.

<< Che gli hai detto? >> domandò lei curiosa:<< Che al suo ritorno potrà avere altre coccole da te >> Maggie sorrise:<< Frankie ha ragione, siete proprio due ruffiani >> << Ehi io ho tutto il diritto di esserlo, sei la mia compagna! >> brontolò Ian ma nemmeno la sua voce seria poteva nascondere il sorriso che aveva sulle labbra:<< Sono solo tua e lo sai >> a quelle parole François scosse il capo:<< Vi prego sto per diventare diabetico >> Dorian sorrise stringendo Maggie a sé e baciandole la punta del naso:<< Devo chiederti cos'hai fatto in camera con Leila fratellino? Anche se posso immaginarlo dal tuo profumo di gelsomino >> << Ti odio >> poi guardandosi intorno Frankie aggiunse sconsolato:<< Dov'è Delila quando mi serve una mano? >> << È andata a prendere un libro da leggere prima di dormire >> gli spiegò Dorian e in effetti Delila era in biblioteca, ma non stava cercando nessun libro o meglio non ancora!

 

Stava andando verso la biblioteca per riporre il libro di favole, Contes de ma mère l'Oye, che aveva letto ad Abby via camino per farla addormentare quando una musica lieve di flauto gli arrivò alle orecchie; vedendo la luce che filtrava dalla porta socchiusa della biblioteca si avvicinò piano per vedere cosa stava succedendo restando poi immobile davanti a quell'insolito ed irresistibile spettacolo.

Immersa nella calda musica del flauto che usciva dalla sua bacchetta e con addosso solo un enorme maglia bianca oversize Delila stava ballando con gli occhi chiusi, i piedi nudi e i capelli sciolti persa nella musica e nei suoi pensieri.

Incapace di distogliere lo sguardo Daniel rimase fermo a guardare ogni singola piega della casacca che le aderiva al corpo ad ogni piroetta, rimase fermo a guardare la corona dorata dei suoi capelli, che gli stava succedendo? Non era mai stato un voyeur in vita sua eppure adesso non riusciva a togliere gli occhi da quella donna dagli occhi azzurri che ballava sul lucido parquet, aveva quasi paura a respirare per non spezzare quell'incantesimo meraviglioso, tuttavia proprio mentre stava pensando a cosa fare Delila si voltò nella sua direzione e i loro occhi si incrociarono mentre quelli di lei si spalancavano spaventati.

<< Dobbiamo smetterla di incontrarci così >> buttò lì lui cercando di sdrammatizzare il momento di imbarazzo:<< Che cosa ci facevi lì? >> gli domandò piccata e in risposta Daniel alzò il libro di favole:<< Abby voleva la favola della buonanotte dal suo papà >> ricordando quanto anche Mark amava quel momento della giornata gli occhi di Delila si riempirono di tristezza:<< Capisco >> poi prendendo un libro che era appoggiato su un tavolino e reggendo la propria bacchetta nell'altra fece per uscire quando una domanda di Daniel la fermò:<< Credevo che non usassi la magia, non avevi detto così l'altra sera >> lei fece spallucce:<< Ogni tanto lo faccio, mi devo tenere in esercizio >> << Mi spieghi perché non la usi? >> domandò Daniel incapace di trattenersi e Delila sorrise acida:<< Hai tutta la notte e una bottiglia di Ogden? >> togliendosi la bacchetta dalla tasca e muovendola appena Daniel fece comparire sul tavolo due tazze di una bevanda color oro brunito:<< Cos'è? >> domandò lei avvicinandosi:<< Idromele >> le rispose avvicinando con la bacchetta una seconda poltrona e sprofondandoci sopra:<< Bene, adesso sono pronto ad ascoltarti >> le comunicò prendendo una delle tazze e sorridendole mentre ne mandava giù un sorso:<< Chi ti dice che io voglia parlare? >> Daniel le porse la seconda tazza:<< Non sembra ma so ascoltare >> lei fece un mezzo sorriso mentre afferrava la tazza:<< Ti ha mai detto nessuno che sei dannatamente sicuro di te? >> << L'ultima che me l'ha detto l'ho sposata >> replicò Daniel con un sorriso ma appena ebbe pronunciato quella frase il ricordo di Shannon e del loro primo bacio gli squarciò il cuore:<< Va tutto bene? >> lui annuì sbattendo le palpebre:<< Era da un po' che non pensavo al mio primo incontro con Shannon >> Delila gli sorrise, un sorriso sincero stavolta:<< Anche tu hai il tuo macigno sul cuore, non è il caso di giocare con i brutti ricordi Daniel >> poi poggiando la tazza di idromele sul tavolo accanto a lui fece per andarsene ma la mano di Daniel le afferrò il polso:<< Non andare >> << Non voglio parlare di questa storia >> lui alzò gli occhi su di lei, dio avrebbe potuto perdersi in quei due laghi verdi:<< Allora non parlare ma resta con me >> Delila rimase immobile:<< Perché? >> domandò poi ancora in dubbio:<< Perché no? >> le rispose lui con un piccolo sorriso mentre lei avvicinava l'altra poltrona e gli sedeva accanto guardandolo in silenzio; la stretta di Daniel dal polso scivolò sulla sua mano, così piccola e chiara rispetto a quella di lui, ma non si attenuò per tutto il tempo che passarono lì a guardarsi negli occhi.

 

<< Signore, benvenute nella stanza dei fiordalisi >> e con un piccolo sorriso François apri le porte dalla stanza su un piccolo salottino dalle pareti azzurro chiaro:<< Mi aspettavo qualcosa di più... >> ma le parole di Leila furono smentite non appena varcò la soglia e vide il soffitto alto quasi quattro metri da cui pendevano a cascata migliaia di fiordalisi che riempivano la stanza con il loro profumo:<< Era la stanza preferita di mia nonna, l'ha fatta costruire quando lei e nonno si sono sposati >> spiegò Frankie al piccolo gruppo che stava guardando i quadri e le foto appese alle pareti:<< Secondo la tradizione si dice che mia nonna abbia lanciato un incantesimo sulla stanza e chiunque vi entra è obbligato a dire solamente la verità >> a quelle parole Leila si voltò verso il fidanzato e fece per fargli una domanda ma Frankie la bloccò:<< Non ci provare Serpe >> lei sorrise:<< Ma Grifondoro non era la culla dei coraggiosi di cuore? >> Frankie le baciò le labbra sorridendo:<< Coraggiosi ma non stupidi >> poi avvicinandosi all'uscita aggiunse:<< Ora scusatemi signore ma ho una partita a biliardo a cui non posso mancare >> una volta che Frankie fu uscito Noelle si voltò verso le altre:<< Dite che rischiano di uccidersi anche con le stecche da biliardo? >> Lilith sorrise:<< Se non mettiamo Nikolaj e Libero nella stessa stanza magari li troveremo ancora vivi >>

Tuttavia le ragazze non potevano saperlo ma erano altri due gli uomini di cui si sarebbero dovuti preoccupare ed uno di questi rispondeva al nome di François Matisse Atelier.

 

<< Paura di dire la verità piccolo Frankie? >> lo bloccò una voce scura a pochi passi dalla stanza dei fiordalisi:<< Per te sono François, Marcel >> l'altro fece spallucce:<< Se vogliamo rimane formali allora io sono il capo Deveruax ma non credo che ti piacerebbe essere trattato come tutti gli  altri, non visto il motivo per cui volevi vedermi almeno >> << Ian sa che sei qui? >> domandò Frankie stupito di non vedere suo fratello accanto all'uomo:<< No, non posso fermarmi sono solo venuto a parlare con te >>  << Magnanimo da parte tua >>  Marcel si appoggiò al muro:<< Sei il fratello del mio migliore amico, farei qualsiasi cosa per Dorian >> di nuovo quell'espressione acida gli deturpò il viso mentre rispondeva:<< Ripeto molto magnanimo >> << Che cosa ti serve? >> << Le tue conoscenze >>

 

Erano quasi le undici e mezza quando Dorian si ritrovò a tirare il colpo decisivo della partita contro James, non avrebbe mai detto che quel vulcano geloso ed iperattivo avesse la classe e la bravura del giocatore da biliardo, ma evidentemente si era sbagliato!

<< Allora Atelier? Come pensi di fare? >> in silenzio Ian guardò le tre bilie sul tavolo verde, era abbastanza bravo a carambola da aver vinto più di qualche galeone ai suoi amici a scuola ma doveva ammettere che Rhodes era riuscito nel difficile compito di metterlo in difficoltà:<< C’è qualcosa per cui mi vuoi punire James? >> il ragazzo lo guardò sorridendo:<< Hai qualcosa di cui farti punire? >> replicò di rimando e Dorian sorrise mentre appoggiava il fianco al biliardo allungando la stecca e sfiorando con le lunghe dita il velluto verde del tavolo:<< Credevo ti avrebbe fatto piacere >> commentò poi mentre tirava indietro la stecca per colpire la sua palla gialla:<< Potrei essere io a decidere le circostanze dei miei rapporti con la mia ragazza? >> gli ricordò James con un mezzo sorriso sulle labbra, era inutile negarlo e ormai Dorian Joshua Atelier gli stava decisamente simpatico anche se poteva evitare di fornire a Noelle una piccola camera del piacere dove lei aveva tentato di sedurre James senza successo!

<< Mi scuso per l’invadenza ma è lei che è venuta da me >> commentò Ian colpendo la palla che scivolò delicata lungo il tavolo colpendo la prima sponda per poi girarsi verso il boccino rosso:<< E tu non hai saputo dirle di no vero? >> domandò l’altro sarcastico e sentì in sottofondo le risate di Daniel e Mike, Nikolaj se ne stava in un angolo a sorseggiare un po’ di vino elfico e Libero e Frankie erano dall’altra parte assorti in vai a capire quale discussione che a suo fratello non piaceva per niente decretò Ian considerando la faccia imbronciata del piccolo di casa:<< Noelle è una ragazza a cui è difficile dire di no >> per un pelo la palla di Ian schivò quella bianca di James e Rhodes sorrise:<< Tocca a me >> poi avvicinandosi al tavolo per studiare il suo colpo continuò il discorso:<< So di cosa è capace Noelle ma forse non è il momento migliore per… >> Ian rise piano e solo in quel momento James si accorse che l’altro era accanto a lui e con la scusa di chinarsi per guardare a sua volta il colpo gli sussurrò all’orecchio:<< Difficile resistere quando hai un succulento pasticcino che ti si offre su un vassoio d’argento >> a quelle parole James ebbe un brivido gelato che gli percorse la schiena:<< Vuoi che tiriamo di nuovo fuori la bacchetta? >> << Vuoi vederci morti entrambi per mano della tua ragazza? >> James sorrise:<< So che è stupido ma lo sto facendo per lei >> Dorian annuì:<< Non insisterò oltre ma dovresti darle una spiegazione o la cosa potrebbe rivoltartisi contro >> << Lo so, lo farò >> << Solo non adesso >> << Forse >> concordò alla fine allungando la stecca per tirare, fu proprio in quel momento che, dalla finestra lasciata aperta per far entrare la brezza estiva, cinque piccole farfalle azzurro chiaro svolazzarono all’interno della sala andandosi a posare sulla spalla di Daniel, Mike, Frankie, James e Ian.

Prendendo la sua tra le mani Dorian notò che in realtà era un origami da cui spiccavano alcune parole scritte a mano, svolse la sua e cominciò a leggere il messaggio alzando poi gli occhi arrabbiati su Nikolaj e Libero, non ci voleva un genio per capire chi avesse mandato quel messaggio ma puntava più sull’irriverente russo che su Libero che per quanto fosse sopra le righe non si sarebbe mai votato al suicidio in quel modo:<< Spero che tu stia scherzando Nikolaj >> l’altro si alzò buttando giù ancora un po’ di vino:<< Perché? Andiamo vi serve qualcosa per sciogliervi un po’… >> Dorian si passò la mano libera nei capelli neri imprecando tra i denti:<< Tu non capisci, non hai idea di cosa… >> << Non ho paura di tuo padre Atelier se è questo che ti preoccupa, mi prenderò la mia colpa se servirà >> Ian si massaggiò le tempie con le dita:<< Non è per quello, non si tratta di colpa… >> ma prima che potesse dare ulteriori spiegazioni Yanna comparve nella sala avvicinandosi e guardandolo con deferenza:<< Il signor Atelier ha chiesto di vederla padron Dorian >> il ragazzo annuì e ficcandosi il messaggio in tasca guadagnò l’uscita dalla sala, era arrivato quel momento che lui ormai temeva come la peste.

 

<< Che cos’è? >> e Lilith guardò la piccola farfalla azzurra che le si era posata in grembo mentre anche le altre facevano lo stesso:<< Sembra un invito >> constatò Bunny aprendo il suo cominciando a leggerlo:<< E con istruzioni precise >> replicò Leila che stava leggendo le piccole note messe sul retro della farfalla dietro al a dir poco irriverente ed esplicito invito:<< Che cosa si sono inventati stavolta? >> domandò Noelle rileggendo di nuovo la frase scritta al centro del piccolo foglio:<< Non è un’idea di Ian >> replicò Maggie che sapeva bene fin dove poteva arrivare il suo adorato principe e decisamente quello non era il suo stile:<< No, credo che questa sia una trovata di Nikolaj >> replicò Iris al ricordo del suo ultimo incontro con il giovane e del suo fare furtivo:<< Se si tratta di Niko allora avrà a che fare con le terme dove sono stati lui e Libero, mi stava raccontando ieri sera di quanto sono belle ed immense >> spiegò Bunny con un sorriso:<< Una festa clandestina quindi? >> domandò Leila con un sorriso e Maggie arrossì a quelle parole:<< Non penserete di… >> l’idea di trovarsi tutti in costume dentro ad un bagno termale con magari anche qualche secondo fine poco casto un po’ l’atterriva, tanto quanto la invogliava l’idea di rivedere Dorian in costume da bagno, dio doveva smetterla di pensare a quei muscoli definiti o sarebbe impazzita!

<< Sai che sei diventata un pomodoro? >> domandò Noelle con un sorriso e la piccola Stains mise il broncio arrabbiata con sé stessa:<< Lo so, solo che… >> << Che vorresti fare le cosacce con Atelier ma lui non te lo permette >> mormorò Lilith sorridendo e Leila spalancò gli occhi:<< Parli proprio tu, è bastato lasciarti un pomeriggio in camera con Mike Gail e vi ho trovati che giocavate al dottore >> << Lila! >> brontolò l’altra arrossendo:<< Ah e così aveva ragione Libero, vi siete dati da fare >> commentò Bunny sorridendo e sorseggiando un po’ del vino elfico che Seza aveva servito:<< Sì e allora? Tu e Libero che cosa pensate di fare a tal proposito? >> ribatté cercando di vincere il suo imbarazzo nel solo modo che conosceva, attaccando:<< Io e Libero cosa? Quell’arrogante… >> e Bunny fece per infervorarsi ma la voce pacata di Iris la bloccò:<< Se ti fermassi un attimo a guardare davvero Libe invece di arrabbiarti sempre vedresti quello che è chiaro per tutti Ben >> e calcò apposta sul soprannome della ragazza:<< E sarebbe di grazia? >> le domandò acida:<< Che Libero è cotto di te e farebbe qualsiasi cosa per riaverti indietro >> buttò fuori Iris con le guance che le si imporporavano e lasciando le altre sei basite a guardarla, nessuno l’aveva mai vista alzare la voce a quel modo o rispondere a qualcuno con così tanta decisione, che diavolo stava succedendo?

<< Non è vero che non uso la magia per mia scelta >> e la voce di Delila spezzò il momento:<< Cosa? >> e Maggie si voltò a guardarla:<< Cosa stai dicendo? >> domandò Noelle guardandola perplessa:<< È vero che vivo in mezzo ai babbani ed è vero che per questo non uso la magia, ma non è cominciata così e la cosa non mi piace >> continuò l’altra ma poi mettendosi le mani alla bocca i suoi occhi si riempirono di paura:<< Scusate non so perché sto dicendo una cosa del genere, dimenticate quello che ho detto e… >> << Allora Daniel aveva ragione >> << Daniel? >> e Delila guardò Noelle scocciata:<< Mi ha detto che ieri sera vi siete incontrati, secondo lui c’è qualcosa che ti ha bloccato e che ti fa paura ma che non è una tua scelta quella di non usare la magia >> << Odio quanto è perspicace quella serpe >> Leila sorrise:<< Siamo Serpi e siamo fastidiosi di natura, Daniel era così anche a scuola se ben ricordo >> la discussione andò avanti ancora per qualche minuto ma l’argomento Delila non fu sollevato di nuovo e la giovane Shepperd cercò di tenere la bocca chiusa il più possibile visto che sembrava animata di volontà propria e non riusciva a mettere un freno alle sue parole!

 

<< Volevi vedermi papà? >> e spingendo piano la porta Dorian entrò nell’ufficio del padre:<< Più che vederti volevo impedirti di mandare a monte questa fondamentale parte dei giochi >> Ian prese fiato cercando di ragionare a mente lucida:<< Perché dovrei farlo? >> domandò poi nervoso:<< So ciò che va fatto e perché, so che cosa comprendono le regole di Jacob Meler e del bisnonno Dorian >> Isaac si alzò piano dalla scrivania avvicinandosi al figlio e mettendogli una mano sulla spalla:<< So che lo sai e so che vorresti attenerti a questo ma tu hai paura Dorian e la tua paura è la tua debolezza più grande >> Ian alzò gli occhi in quelli identici del padre:<< Paura? Di cosa dovrei aver paura? >> Isaac sorrise:<< Di te stesso e di quello che potresti fare senza il tuo senso della morale a fermarti >> sentendo un brivido che gli correva lungo la spina dorsale Ian sollevò un sopracciglio sarcastico:<< L’hai già fatto vero? >> poi notando il calice dorato che c’era sulla scrivania del padre aggiunse:<< Credo anche di sapere come… >> e avvicinandosi prese il bicchiere in mano:<< Non è un po’ perfido drogare il vino? >> << Non lo chiamerei drogare, è una pozioncina così semplice >> Ian sorrise:<< Se non sapessi da chi Frankie ha preso il suo talento da pozionista quasi mi stupirei di te papà >> Isaac rimase immobile chiedendogli calmo:<< Non l’hai ancora bevuto vero? >> Dorian scosse il capo poi sollevò il bicchiere in un brindisi a suo padre avvicinandoselo alle labbra:<< Alla tua papà, giusto per farti vedere che non ho paura di quello che sono >> Isaac rimase in silenzio mentre Ian beveva poi quando il figlio ebbe posato di nuovo il bicchiere sul piano di mogano aggiunse:<< Credo che dovrò fare i miei complimenti al signor Valuev, è un inconsapevole valido aiuto quel ragazzo >> Ian si mise una mano in tasca giocherellando con l’invito:<< Chissà perché sospettavo che sapessi già tutto >> << Qui dentro non accade nulla che io non sappia >> sapendo che suo padre aveva ragione gli occhi di Ian brillarono di sfida:<< Ho fatto un incantesimo di protezione alla serra di nonno Albert >> << Non ti avrei mai spiato >> << Scusa se te lo dico papà ma mi hai insegnato ad essere più furbo del mio nemico >> Isaac rise piano annuendo:<< E in questo caso il nemico sono io >> Ian sorrise a sua volta poi sfilando la mano dalla tasca lanciò al padre la pallina a cui aveva ridotto il suo invito:<< Tieni, compiaciti del tuo inconsapevole aiutante >> lo istigò e avvicinandosi alla porta aggiunse:<< Io ho di meglio da fare >>

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Rimasto solo Isaac si appoggiò al piano della scrivania srotolando il pezzo di carta e leggendo le poche parole che Valuev aveva scritto di suo pugno:

 

Si dice che per evitare le tentazioni bisogna sfuggire alla noia...e se invece qualcuno volesse cedervi? Forse si può imboccare la strada verso l'inferno...e basta un invito per aprire la porta del nostro lato selvaggio.

 

Più in piccolo sul retro tre veloci raccomandazioni:

 

Mettetevi in costume, preparatevi al divertimento e per cortesia lasciate la morale a casa

 

Decisamente un talento innato…pensò poi sorridendo e passando un dito sul bordo del bicchiere in cui aveva appena bevuto suo figlio con un sorriso mormorando quasi a sé stesso:<< Buona giornata ragazzi >>




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Capitolo 18
*** 17 - Ananke, la notte delle inibizioni alle ortiche ***


Capitolo 17 Image and video hosting by TinyPic Grimilde's
Solo per specificare una cosa: questo capitolo è quasi una song-fic...il testo della canzone (in francese ma esiste anche la versione italiana) è Belle (Bella in italiano) dal musical Notre Dame de Paris, l'ho trovata particolarmente adatta al capitolo (dalle premesse dello scorso e leggendo il titolo penso lo abbiate capito) perchè parla di uomini che vogliono cedere alla tentazione senza curarsi di ciò che avverrà dopo o volendolo fare anche sapendo le conseguenze...buona lettura... (Vi chiedo scusa fin da ora per l'immensa lunghezza del capitlo ma c'erano troppe cose che dovevo mettere e che dovevano succedere tutte in quella giornata! Perdonatemi. Questo penso sarà il capitolo più lungo, gli altri torneranno più o meno alla lunghezza normale perchè ormai i danni sono fatti!)




Belle
C'est un mot qu'on dirait inventé pour elle
Quand elle danse et qu'elle met son corps à jour, tel
Un oiseau qui étend ses ailes pour s'envoler
Alors je sens l'enfer s'ouvrir sous mes pieds

Infilandosi sotto le coperte con Nikolaj che già russava nel letto accanto Bunny fece una cosa che non faceva da quando era arrivata lì: tirò fuori dalla valigia un vecchio blocco malandato e che sinceramente aveva visto tempi migliori per poi scrivere la data in alto e due piccole frasi…

 

La cosa più brutta della giornata: mi sono fatta mettere i piedi in testa da Iris Mackay

La cosa più bella della giornata: Secondo Iris Libero vuole me.

 

Inutile dire che un piccolo sorriso le si disegnò sulle labbra mentre pensava che il giorno dopo avrebbe dovuto fare di tutto per avvicinarsi a Nott e chiedergli se era tutto vero e forse la festa di quel pazzo del suo compagno di stanza le avrebbe dato decisamente una mano in quel senso!

 

Il mattino dopo un piccolo stormo di gufetti beige partì dall’hotel diretto un po’ in ogni parte del continente.

Dal terrazzo della sua camera da letto Dorian stava finendo di legare i tre messaggi alla zampa di Renoir:<< Vai prima da Pierre e Hermes, Marcel potrebbe essere via in una missione, aspetta che torni al quartier generale >> il gufo lo guardò fiero poi scrollando appena la zampa con i tre biglietti partì alla volta della sua solita missione mentre il suo padrone scuoteva il capo al pensiero di ciò che aveva appena scritto in quei biglietti e ai tre che si sarebbero presentati dopo il suo invito!

 

<< Robert guarda…è arrivato un invito >> e una donna dal delicato caschetto biondo e un dolce sorriso sul viso si avvicinò al marito con una busta bianca vergata da una delicata grafia dorata:<< Che cos’è? Da dove arriva? >> domandò l’uomo posando i guanti da lavoro e avvicinandosi alla moglie:<< Sembra venire da… >> << Viene da Parigi, è dell’hotel dove si trova Peggy >> i due si voltarono a quella voce vedendo una ragazza mora dai capelli a caschetto che si avvicinava con un sorriso, teneva in mano un invito identico a quello della coppia:<< Violet è successo qualcosa a tua sorella? >> domandò la donna con un velo di apprensione nella voce, non aveva ancora aperto la lettera e non sapeva che cosa poteva contenere:<< Non mamma, la tua piccola Peggy sta bene, l’invito arriva dal proprietario dell’hotel che a quanto pare ci ha invitato a trascorrere lì qualche giorno >> Robert guardò moglie e figlia accigliato:<< Non ho il tempo e i soldi per andare fino a Parigi, senza contare che sono quasi due mesi che non ho notizie di tua sorella e non è da Margaret fare una cosa del genere, chissà cosa… >> << Non è che non vuole scriverti papà, non può >> specificò Violet avvicinandosi:<< Cosa vuol dire non può? >> << Oh smettila Bob, nostra figlia è in una delle città più belle del mondo, quando tornerà a casa ti racconterà tutto! >> commentò la moglie agitando una mano e spingendo delicatamente il marito che la guardò accigliato:<< Karen, è la nostra piccolina >> << È una donna ormai e tu dovresti imparare ad accettarlo >> << Già che l’abbiate mandata là senza dirmi niente non mi piace, se penso che poi potrebbe anche fare dei brutti incontri… >> Violet sorrise ripensando al giovane con cui aveva parlato per iscrivere Maggie ai giochi dell’hotel, brutti incontri non era decisamente il termine con cui lo avrebbe descritto ma suo padre era fatto così! 



J'ai posé mes yeux sous sa robe de gitane
À quoi me sert encore de prier Notre-Dame
Quel
Est celui qui lui jettera la première pierre
Celui-là ne mérite pas d'être sur terre

<< Ehi ma è passato un tornado qui dentro? >> e Frankie si guardò intorno nella camera dove i vestiti di Maggie erano sparsi un po’ ovunque come le scarpe e un paio di cassetti così come le ante dell’armadio erano spalancate:<< Cosa? No è che non trovo… >> e Maggie tornò a frugare in un cassetto passando poi alla valigia mentre si passava le mani nei capelli esasperata:<< Cosa stai cercando Maggie? >> le domandò l’altro che se c’era una cosa che proprio non tollerava era il disordine:<< Il mio costume! L’avevo messo in valigia, so che l’avevo messo e so che l’ho visto pochi giorni fa, è sparito >> François si guardò intorno notando qualcosa color panna che sporgeva da un cassetto:<< Maggie… >> lei si voltò sbattendo le palpebre:<< Cercavi questo? >> e le allungò un costume intero color panna legato dietro al collo da una grossa spilla dorata:<< Sì! Dio l’hai trovato! >> poi diventando rossa prese l’indumento tra le mani e scoppiò a ridere nervosa:<< Scusami, so che sono un disastro è solo che ieri sera tuo fratello… >> e ancora incapace di distinguere tra sogno e realtà Maggie raccontò a Frankie del piccolo incontro che aveva avuto con Ian la sera prima:<< Non andare oltre, ti prego non lo voglio sapere >> commentò lui quando lei arrivò al punto in cui le mani di Ian erano scivolate molto più in giù del suo viso e del suo collo:<< Non è successo niente, scemo! Mi ha guardato e mi ha detto “ Manca ancora poco, solo un giorno ”, che cavolo vuol dire? >> François fece spallucce:<< A me lo dici? E io che ne so, dovresti chiederlo ai suoi amichetti, loro sicuramente lo sapranno >> << Amichetti? >> domandò Maggie sempre più confusa:<< Sì, i tre moschettieri che si porta dietro da quando è andato a scuola, palloni gonfiati >> << Stai parlando di Deveraux? >> Frankie annuì facendo poi una smorfia:<< Non solo di lui, quando arriveranno capirai >> << Arriveranno? >> di nuovo François annuì:<< Ian li ha invitati qui per una breve vacanza, sembra che ci sia una qualche ricorrenza che devono festeggiare insieme o roba simile >> inaspettatamente Maggie gli si sedette accanto sul letto prendendogli le mani:<< Perché non ti piacciono? >> lui la guardò negli occhi:<< Non è che non mi piacciono… >> la faccia di Maggie gli disse che non l’aveva convinta:<< Va bene non mi piacciono >> commentò poi nervoso:<< Ma non è per loro, cioè è Ian che non mi piace quando è con loro >> << Ian? >> << Aspetta e capirai >> poi alzandosi in piedi aggiunse mentre si avvicinava al bagno:<< O forse l’hai già provato su di te, l’Ian che conosci ti avrebbe mai toccato come ha fatto lui ieri sera? >> << Frankie non penserai che… >> << So che ti ha fatto piacere ma pensaci, tu l’hai conosciuto e sai com’è fatto >> Maggie ripensò di nuovo a quello che era successo la sera prima e un piccolo sorriso le salì alle labbra mentre un piccolo brivido le scivolò dalla nuca alla spina dorsale:<< So come è fatto e so che anche quello fa parte di lui >> rispose poi tornando a cercare qualcosa nei cassetti, doveva trovare qualcosa da mettere sopra a quel dannatissimo costume!

 

<< Hai intenzione di mangiarla tutta? >> domandò James sorridendo mentre guardava Noelle seduta tra lui e Daniel che aveva davanti una pila di frittelle e pancakes che avrebbe fatto invidia alle cucine di Hogwarts:<< Ho bisogno di zuccheri e di stimolare le mie endorfine, visto che qualcuno continua a fare il prezioso >> commentò acida infilando la forchetta nella morbida pasta delle frittelle e portandosela alla bocca masticandola emettendo dei piccoli gemiti felici:<< Ti diverti? >> le mormorò James stringendo i pugni sul tavolo e l’espressione fintamente angelica di Noelle gli disse che era nei guai:<< Perché pensi che mi diverta Jamie? Non è un divertimento per me… >> poi avvicinandosi alla sua guancia con la scusa di un bacio gli sussurrò all’orecchio mentre con la mano gli accarezzava una coscia coperta dai jeans:<< Non quando potrei avere qualcosa di molto più sexy ed eccitante in cui affondare i denti >> << Noelle per favore… >> << Ehi com’è andata la serata tra donne? >> domandò Daniel cercando di distrarre Noelle ma anche la sua attenzione fu catturata da una bionda in shorts e canottiera che stava bevendo un succo:<< Scusate ma devo andare a… >> James gli lanciò un’occhiata omicida:<< E mi lasci qui con lei così? >> Daniel sorrise:<< Prova a dire che questa situazione ti dispiace davvero >> lo prese in giro poi mentre si avvicinava a Delila.

 

<< Ciao >> la ragazza quasi sobbalzò quando sentì quella voce roca scostandosi di lato prima che due mani potessero afferrarle la vita:<< Non intendo fare un remake di ieri sera Valuev, scordatelo >> e fulminandolo con gli occhi Iris si allontanò di un paio di passi:<< Oh andiamo non dirmi che non ti è piaciuto >> commentò Niko con un sorriso:<< Il fatto che tu baci discretamente bene non vuol dire che io voglia ripetere l’esperienza >> << Discretamente bene? >> le domandò serafico:<< Vogliamo migliorare un po’ che dici? La pratica rende migliori >> Iris sorrise maligna alzando poi una mano, per un attimo Niko si aspettò uno schiaffo o qualcosa del genere ma quando sentì la mano di lei scivolargli lungo la maglietta scura fu costretto a riaprire gli occhi sorpreso:<< Che cosa fai? >> lei rise piano:<< Hai detto che la pratica rende migliori…vediamo se è vero >> la gola di Nikolaj divenne secca in un attimo, che ne era della ragazzina timorosa che aveva brutalmente spaventato il giorno prima con un semplice bacio?

<< Che cos’hai in mente? >> l’altra mano di Iris salì a sfiorare la cintura di cuoio dei suoi pantaloni:<< Hai paura di me Valuev? >> Niko deglutì scuotendo il capo:<< Paura io? Di cosa? >> la mano di Iris scivolò accidentalmente verso il basso poi lei tornò a sfiorargli gli addominali con il suo sorrisetto da diavolo in viso:<< Hai ragione, non mi sembra che tu abbia paura…rilassati allora, sei così rigido >> prendendole i polsi con le mani e allontanandoli dal proprio corpo Niko la guardò arrabbiato:<< La smetti di giocare con me? Ieri quasi ti mettevi a piangere per un bacio e adesso tenti di abusare di me? Che cos’hai che non va? >> era arrabbiato e stava parlando senza troppi filtri ma detestava essere messo all’angolo in particolar modo da una ragazzina dai grandi occhi chiari e quel visetto d’angelo che avrebbe voluto coprire di baci: ma da dove gli usciva un pensiero simile? Senza contare che Iridis Mackay non era decisamente il suo tipo!

 

<< Ero stanco, che cosa c’è di strano? >> la ragazza al suo fianco lo guardò cercando di non scoppiare a ridere di nuovo:<< Ho capito Mike davvero… >> poi scoppiando irrimediabilmente a ridere mentre entravano nel giardino d’inverno Lilith si asciugò una lacrima:<< Ma almeno le scarpe! >> Gail si passò una mano nei capelli sporcandosi le dita con il gel che si era messo quella mattina:<< Io non ho detto niente del tuo vizio di abbracciare il cuscino invece che me e di raggomitolarti in quelle coperte tipo larva mentre continui a borbottare perché hai freddo >> poi guardandola nervoso aggiunse:<< Cosa altamente improbabile visto che siamo ancora in estate >> << Siamo a settembre sapientone, di sera fa freddo! >> lo rimbeccò lei allungando una mano sul tavolo della colazione e afferrando un muffin alla mela:<< Se hai freddo abbraccia me maledizione Lil! >> lei rimase bloccata con il muffin a metà tra il tavolo e la bocca:<< Come mi hai chiamato? >> << Lil… >> poi girandosi per prendere un croissant aggiunse imbarazzato:<< Scusami, so che non ti piacciono i diminutivi ma a me è sempre piaciuto e… >> ma Lilith non lo stava più ascoltando, gli occhi puntati sulla porta della stanza dove accanto ad Isaac Atelier c’era un uomo alto e bruno che lei pensava non avrebbe rivisto tanto presto:<< Ma non è… >> e lasciando giù il dolce si avvicinò timorosa:<< Non è possibile >> poi alzando gli occhi sul tizio che con il suo fisico riempiva quasi tutta la porta mormorò piano con la gola che le bruciava:<< Levi? >> il ragazzo abbassò gli occhi grigi su di lei:<< Ciao sorellina >> senza aggiungere altro Lilith lanciò un grido felice saltando al collo dell’uomo che non perse tempo a stringerla per evitarle di cadere:<< Dobbiamo lavorare un po’ sul tuo contegno sorellina >> << Sei qui, cosa me ne frega del contegno! >> lo zittì lei poi voltandosi verso Isaac Atelier domandò piano:<< È opera sua? >> l’uomo sorrise voltandosi poi verso tutta l’allegra compagnia riunita, non mancava nessuno se non si contavano i suoi figli e la signorina Stains ma Ian e Frankie già sapevano cosa sarebbe successo:<< Questa mattina degli inviti sono stati mandati da questo hotel ad alcuni dei vostri parenti, non vi dirò chi e quando arriveranno ma da qui alla fine dei giochi potreste avere delle visite inaspettate, sappiate che fa tutto parte dei giochi, da sempre >>

Ô Lucifer !

A quelle parole Maggie che si trovava nella hall insieme a Frankie, Ian e Delila si voltò verso il fidanzato sorpresa:<< Le nostre famiglie? >> Ian bloccò la mano con cui le stava accarezzando il polso:<< Sì, te lo avrei detto tra poco, non mi aspettavo che papà facesse l’annuncio adesso >> le guance di Maggie divennero leggermente arrossate:<< Vuol dire che mio padre e mia madre… >> poi pensando che erano babbani e che non potevano arrivare così facilmente all’hotel scosse il capo:<< Sono babbani, non possono arrivare qui da soli e poi papà non spenderà mai tutti quei soldi per… >> Ian sorrise colpevole:<< Papà ha predisposto delle passaporte e poi una delle tue sorelle non è mica una strega? >> a quelle parole Maggie si voltò verso di lui sbuffando:<< Vuoi proprio farmi venire l’ansia vero? >> Ian sorrise chinando il capo e baciandola piano:<< Se poi posso essere quello che te la farà passare sì >> << Promesse Atelier…tutte promesse… >> lo canzonò lei anche se non sapeva bene da dove le arrivava tutta quella sfrontatezza:<< Mi sono un po’ stufato delle promesse a dire il vero…dammi dieci minuti e le farò diventare fatti >> << Hai bisogno di dieci minuti per arrivare in camera? >> lui la baciò di nuovo attirandola a sé per farle capire che non scherzava:<< Ho bisogno di dieci minuti per tenere questi impiccioni lontano da noi, non voglio avere interruzioni sul più bello >> << Vi prego non davanti a me, ho ancora tutta una vita da vivere >> e sorridendo Frankie si guadagnò un'occhiata dal fratello ma fu Maggie a tirargli un piccolo pugno sul braccio:<< Ehi ma che modi sono? >> Maggie lo guardò sorridendo:<< Smettila di fare il guastafeste e forse andremo d’accordo François Atelier >> a quelle parole Frankie strabuzzò gli occhi:<< Ehi, tu chi sei che ne hai fatto della mia adorabile compagna di stanza? >> Maggie gli fece una piccola linguaccia:<< Te l’ho detto smettila di fare il terzo incomodo e forse… >> Franki scoppiò a ridere commentando poi allungando una mano per fare un buffetto sulla guancia di Maggie:<< Stare con questo pomposo damerino ti sta facendo male Margaret, dovresti ripensarci… >> e sorrise guardando il fratello maggiore in segno di sfida, quella di Frankie voleva essere solamente una battuta, il solito giochino per far saltare i nervi ad Ian, ma quando vide gli occhi del fratello ridursi a due fessure e le mani di Dorian arpionarsi ai fianchi di Maggie capì che quello forse non era il momento adatto per scherzare:<< Beh io e Delila cominciamo ad andare a fare colazione, raggiungeteci quando al mio fratellino sarà passata la rabbia ok? >>

Rimasti soli Maggie alzò gli occhi a guardare quelli di Dorian che erano scuri come non li aveva mai visti:<< Ian…stai bene? >> gli domandò alzando una mano per sfiorare la guancia di lui:<< Adesso sì >> le rispose asciutto lanciando un’ultima occhiata alla testa di riccioli biondi che stava andando a fare colazione:<< Ian, sai che non c’è niente tra me e Frankie vero? Sai che tu sei l’unico che… >> un dito di lui le chiuse le labbra impedendole di continuare la frase:<< Ti prego non aggiungere altro Margaret >> lei spalancò gli occhi e fece per dire qualcosa ma il dito di Ian le teneva bloccate le labbra e così per distrarlo cominciò a baciarglielo piano per attirare la sua attenzione:<< Smettila… >> le sussurrò cercando di stare calmo ma più che un ordine sembrava che le stesse chiedendo di continuare:<< Ti voglio Ian >> riuscì a dirgli un attimo dopo e lui prendendole il viso tra le mani la baciò come se ne andasse della sua vita:<< Perché? Perché devo sentire la tua bocca pronunciare certi irresistibili inviti Margaret? >> Maggie lo guardò sorridendo facendo scorrere un dito lungo la linea dei suoi addominali a malapena nascosti dalla camicia sorridendo allusiva:<< Mi fai venire i brividi quando mi chiami Margaret…lo adoro… >> un sorrisetto furbo si disegnò su quelle labbra color sangue:<< Lo scopo è esattamente quello amore >> era una delle rare volte, se non la prima, che Ian la chiamava amore ma, per quanto quel suono fosse bello, niente era paragonabile al suo nome quando usciva da quella bocca peccaminosa:<< Perché dobbiamo aspettare? >> gli domandò strusciandosi volutamente contro di lui:<< Perché… >> e mentre parlava un piccolo flash attraversò la mente di Ian, la sua dannata morale che si risvegliava nei momenti meno opportuni!

 

Lei non è così, lei non vuole che tu lo faccia davvero…ti odierebbe se sapesse che cosa stai pensando…

 

Il suo cervello cercava di farlo calmare e ragionare ma il suo cuore e il suo istinto gli dicevano di prendersi finalmente quella donna e che tutto sarebbe andato per il meglio, tuttavia non volendo lasciare le frase in sospeso la guardò sorridendo:<< Perché voglio preparare qualcosa che sia degno di te mia piccola principessa, dammi un po’ di tempo e non ti deluderò >> Maggie gli gettò le braccia al collo facendosi sollevare per arrivare all’altezza del suo viso baciandogli una guancia e poi le labbra aggiunse dolce:<< Tu non potresti deludermi neanche volendo >>

 

Ancora immobile per la comparsa di quell’armadio umano dagli occhi grigi Mike stava cercando di ricomporsi mentre Lilith gli si avvicinava per mano al fratello, dio non pensava che avrebbe conosciuto così la famiglia di Lilith o meglio non ci aveva mai nemmeno pensato e a dire il vero Levi Sherwood un po’ lo intimoriva!

<< Mike… >> lui sorrise mentre Lilith continuava a parlare:<< Mike volevo presentarti mio fratello >> poi voltandosi verso l’altro:<< Levi, lui è Mike il mio… >> suo fratello tese la mano guardando Mike da capo a piedi:<< Amico? >> domandò poi glaciale guardando il giovane:<< Forse un po’ più che amico >> mormorò Lilith che accanto a Levi si sentiva come sempre un piccolo pulcino bisognoso di essere protetto, un po’ come la faceva sentire anche Michael a dire il vero ma per tutt’altri motivi!

<< Grazie per la presentazione Lilith >> commentò Mike prendendo la mano dell’altro:<< Michael Gail >> << Levi… >> ma prima che potesse completare il suo nome Levi collegò quel nome e quel viso ai racconti di scuola della sua sorellina:<< Aspetta un attimo… >> e si voltò verso Lilith perplesso:<< Quel Michael Gail? Quello che ti ha… >> Lilith sorrise appena mentre Mike si irrigidì a quelle parole, Lilith aveva parlato di lui a suo fratello? Aveva parlato di ciò che le aveva fatto a scuola?

<< È storia vecchia Levi, le cose sono molto cambiate da allora >> il ragazzo non diede segno di voler cambiare espressione:<< Dobbiamo dirci molte cose sorellina >> lei annuì:<< Abbiamo tempo, quanto ti fermi? >> lui le accarezzò una guancia con un sorriso triste:<< Solo un paio di giorni, lunedì ho una tournée a Londra e poi Gemma e la piccola mi aspettano a casa >> a quelle parole Lilith aprì la bocca incredula:<< La piccola? >> sapeva che suo fratello si era sposato un paio d’anni prima, aveva anche conosciuto Gemma la sua deliziosa moglie irlandese, quello che non sapeva era che…:<< Sì, sono venuto anche per questo, sei diventata zia >> le disse con un sorriso allargando le braccia ben sapendo che la sorella lo avrebbe stritolato:<< Oh mio dio! Levi sono felice per voi! È meraviglioso! >> quando poté tornare a respirare Levi tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il portafoglio porgendo alla sorella una foto di sua moglie con un piccolo scricciolo in braccio.

Mike restò a guardare gli occhi di Lilith che brillavano mentre guardava la nipote e anche il suo cuore si sciolse, era inutile negarlo: finché Lilith era felice lui non poteva chiedere niente di più e se poi quella felicità era almeno in parte merito suo tanto di guadagnato.

<< Come si chiama? >> domandò Lilith al fratello alzando di nuovo gli occhi su di lui:<< Beh ci abbiamo pensato per un po’, le nonne volevano che avesse i loro nomi, sai la tradizione… >> Lilith arricciò il naso:<< Non l’avrete chiamata Geraldine come mamma vero? >> lui rise e scosse il capo:<< No e anche Berenice, il nome della mamma di Gemma, ci sembrava un po’ eccessivo, volevamo qualcosa di speciale >> poi guardando la sorella dritto negli occhi concluse:<< Per cui Lilith ci è sembrato il nome giusto >> lei aprì di nuovo la bocca e con un sorriso Levi le posò un dito sotto al mento facendogliela chiudere:<< Sorpresa? >> << Le hai dato il mio nome… >> lui annuì:<< È stata Gemma a proporlo ma devo ammettere che io avevo solo paura a dirlo >> gli occhi di Lilith si riempirono di lacrime:<< Ti voglio bene Levi >> mormorò poi arrossendo e il fratello le sorrise:<< Anche io sorellina, anche io >>

 

Immediatamente dopo colazione Lilith e Levi uscirono con la scuola di fare un giro per Montmartre e aggiornarsi un po’ su quello che era successo nelle loro vite da quando si erano visti l’ultima volta:<< Ehi che ci fai qui senza la tua irriverente fidanzata? >> domandò Niko avvicinandosi a Mike:<< È con suo fratello, probabilmente gli starà parlando di quello che è successo tra di noi, non mi sembrava il caso di andare con loro e subire quella gogna, se sarà il caso affronterò Levi Sherwood quando torneranno >> << Eh i fratelli…brutta cosa… >> commentò Nikolaj con una mezza smorfia:<< Tu che cosa ci fai in giro? Non dovresti essere ad organizzare il tuo depravato festino? >> Niko rise mordicchiandosi un labbro come se stesse meditando sull’idea poi tirando fuori dalla tasca una sigaretta se la accese sogghignando:<< Beh io non lo avevo pensato così depravato ma l’idea non è male sai dottore >> Michael scosse il capo:<< Se non sapessi di sbagliarmi giurerei che questa tua maschera da duro e dannato è tutta una finzione Niko >> il russo tirò un paio di boccate spegnendo la sigaretta nel piattino sotto ad un vaso di roselline lì vicino:<< Hai ragione Gail, ti stai sbagliando >> poi salutandolo con la mano tornò dentro l’hotel giocherellando con la chiave d’ottone che teneva in tasca.

 

<< Ehi straniero >> Libero si voltò guardando la ragazza che gli si stava avvicinando, bellissima come sempre, in un delizioso costume da bagno color prugna:<< Iris >> e sorrise guardando l’amica e allungandole una mano:<< Che cosa ci fai qui tutto solo? >> gli domandò avvicinandosi e guardando la piscina con l’immensa voglia di sfruttare quella giornata di sole:<< Avevo bisogno di pensare >> << Pensare a Bunny? >> lui fece spallucce:<< Anche >> poi tornando a guardare lei sorrise e Iris si ritrovò a pensare che quando aveva quel sorriso così dolce e spontaneo Libero Nott sembrava quasi un’altra persona, molto più felice e rilassato…

<< Dovresti dirle quello che provi per lei >> il sorriso dell’altro tornò quello solito da canaglia che ormai tutti ben conoscevano:<< Lo farò presto >> poi infilandosi le mani nelle tasche dei jeans aggiunse:<< Almeno la festa di quel pazzo schizzato mi sarà utile in qualche modo >> sentendo nominare Niko Iris raggelò, provava una marea di sentimenti contrastanti per quel pallone gonfiato egocentrico e bello da mozzare il fiato, gli sarebbe saltata addosso nel giro di due secondi ogni volta che se lo ritrovava vicino ma lo avrebbe anche preso a schiaffi per quel suo modo di fare da padrone del mondo! Facendo una piccola smorfia però si accorse che era quel suo modo di fare che rendeva Nikolaj Valuev così affascinante, era quello che lo rendeva ciò che era e che probabilmente stava iniziando a piacerle più di quanto non avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stessa:<< Ehi a che pensi? Iris… >> la voce di Libero la riportò alla terrazza:<< Stavo pensando alla festa e alla tua dichiarazione…una cosa in grande stile, intendi urlarle il tuo amore davanti a tutti Libero Nott? >> il ragazzo si voltò di scatto cercando di non arrossire o balbettare, faceva tanto il gradasso ma quando si parlava di Bunny Flecter e di quello che provava per lei diventava come un bambino alla sua prima cotta:<< Sei non fossi andata a Ilvermorny saresti stata una perfetta Serpeverde sai… >> le mormorò poi cercando di deviare il discorso:<< Grazie ma stavo bene dove stavo, in mezzo ai Tuono Alati… >> poi dando una gomitata a Libero aggiunse:<< Andrà tutto bene, ne sono sicura >> poi guardando la piscina gli chiese piano:<< Tu cosa ne pensi di Valuev? >> << Come? >> domandò Nott scioccato poi guardando lo sguardo di Iris si bloccò:<< Aspetta non mi dire che tu…non può essere che… >> poi passandosi una mano sul viso aggiunse:<< Oh andiamo Iris! Valuev! Nikolaj Valuev! Quella specie di pazzo da rinchiudere al San Mungo! >> lei lo guardò infervorandosi:<< Non devo rendere conto a te di chi mi piace Libero Nott >> << Non dico questo Iris, ma andiamo Niko?! Sei seria? >> lei si bloccò per un attimo e in quell’istante i begli occhi scuri di Valuev le balenarono davanti, era inutile negarlo ormai:<< Sì, sono seria! E tu sarà meglio che ti schiarisci le idee >> commentò ridendo avvicinandosi a Libero e spingendolo in avanti in modo da far cadere entrambi in acqua.

<< Ma sei pazza? >> commentò Libero quando riemerse togliendosi i capelli dal viso e guardandola con gli occhi che mandavano lampi:<< Siamo suscettibili signorino Nott? >> e scoppiando a ridere Iris fece qualche bracciata girando intorno a Libero come un piccolo squalo:<< Te lo faccio vedere io il suscettibile! >> e afferrandole una caviglia Libero la tirò accanto a sé con il preciso intento di farla finire sott’acqua ma Iris più svelta di lui gli si allontanò per poi comparirgli alle spalle e saltargli addosso per farlo scivolare sott’acqua:<< Ho vinto io! >> esultò poi trionfante mentre lui ancora sputacchiava acqua al sapore di cloro:<< Ti odio >> le ricordò scuotendo la testa:<< Ammettilo che non puoi fare a meno di me Libero >> si guardarono per un attimo in silenzio poi Libero sorrise mentre con un paio di bracciate raggiungeva il bordo della vasca sedendovisi e dando una mano ad Iris a fare altrettanto, quando furono entrambi solamente con i piedi a mollo la guardò mormorando piano:<< Hai ragione sai…ci stavo pensando ieri sera, mi sono messo a guardarti dormire e ho pensato a come sarebbe stato facile stare con te al posto che con Bunny >> Iris sorrise:<< Sì, ci ho pensato anche io qualche volta, non stiamo male insieme >> lui fece per replicare ma lei continuò:<< C’è un solo problema, io non sono Bunny Flecter >> Libero sorrise capendo dove lei voleva arrivare:<< E io non sono Nikolaj Valuev >> Iris sorrise dolce:<< Mi dispiace >> Libero rise di gusto:<< A me no, di pazzi ne basta uno in circolazione >> poi tornando a guardare il panorama:<< Potrei anche sbagliarmi ma secondo me anche tu gli piaci >> << Naaaaa…non dire fesserie Nott >> << Provaci, che male può farti? >> quanto male Iris l’avrebbe scoperto solo quella sera ma per il momento non voleva pensarci!


Oh ! Laisse-moi rien qu'une fois
Glisser mes doigts dans les cheveux d'Esmeralda

<< Dobbiamo parlare >> Delila alzò gli occhi trovandosi Daniel a pochi centimetri dal viso:<< Ma che modi sono? Vuoi farmi venire un infarto Johnson? >> Daniel le afferrò un polso tirandosela dietro per i corridoi fino alla biblioteca:<< Nessun infarto ma voglio un chiarimento >> le intimò poi serio incrociando le braccia sul petto ambio tendendo i muscoli sotto la maglietta chiara:<< Chiarimento? E di che cosa? >> lui avanzò di un passo e Delila arretrò andando a sbattere con la schiena contro uno scaffale:<< Del perché ogni volta che mi vedi scappi o ti comporti come se io fossi Voldermort! >> era un po’ eccessivo come paragone ma reggeva perfettamente il confronto con il suo stato d’animo, non aveva mai trovato nessuno che lo trattasse come un appestato e la cosa gli dava un po’ fastidio:<< Oh andiamo non farne una questione personale, non tutti possono andare d’accordo >> lo rimproverò lei cercando di non entrare troppo in quella conversazione anche se la voglia di condividere con qualcuno quel segreto era tanta:<< Andare d’accordo? Non si tratta di questo, io e te non litighiamo, tu mi eviti, non puoi tollerare che ti stia a meno di sei metri e, visto che non ti ho fatto niente di male, la cosa mi dà ai nervi >> Delila si strinse le braccia attorno al corpo come a proteggersi da un attacco invisibile poi alzò gli occhi azzurri pieni di paura su di lui:<< Non è colpa tua Daniel, so che è colpa mia, ti prego vai via >> << Cosa? >> << Vai via! >> gli urlò sull’orlo delle lacrime:<< Tu non stai bene, non penserai davvero che ti lasci sola quando… >> << Vattene >> gli intimò ancora sibilando e cominciando ad essere scossa da piccoli brividi, per paura di poter fare qualcosa chiuse gli occhi e si strinse le unghie nella carne delle braccia, se riusciva a concentrarsi sul proprio dolore forse poteva evitare di farne a lui!

Inaspettatamente le braccia di Daniel le avvolsero il corpo e lei si ritrovò contro quel petto di marmo incantata dal forte battito del suo cuore:<< Va tutto bene, andrà tutto bene, io non me ne vado >> incapace di replicare e con l’aiuto ritmico del suo battito cardiaco che sembrava avere il potere di rallentare anche il suo, Delila prese fiato facendo dei respiri profondi.

Fu solo dopo qualche minuto e quando fu sicuro che la crisi era passata che Daniel la lasciò andare ma tenendo comunque le mani sulle braccia della donna:<< Stai meglio? >> lei annuì piano poi lasciandosi cadere su una poltrona aggiunse:<< Non dovevi restare qui, non dovevi vedere… >> << Vedere cosa? Non è successo niente di che >> le ricordò lui con un sorriso prendendole le mani nelle proprie:<< No ma ci è mancato poco, non voglio vederti fare la sua stessa fine, la prossima volta che ti dico di andartene, vattene >> Daniel sorrise di nuovo alzando una mano per passargliela tra i capelli:<< Metti in conto che ci sarà già una prossima volta? Sono onorato miss Shepperd >> Delila alzò gli occhi arrabbiata:<< Non sto scherzando, è una cosa seria >> << Sono solo degli attacchi di panico, basta sapere come calmarli, anche Abby ne aveva da piccola e ora sta bene >> poi tornando serio a sua volta lui aggiunse:<< Ma di chi stavi parlando prima? >> << Prima? >> gli domandò sperando di non aver aperto di nuovo bocca inavvertitamente:<< Sì, hai detto non voglio vederti fare la sua stessa fine, la stessa fine di chi? >> << Di nessuno, non so perché ho… >> << Mi prendi davvero per uno stupido? >> le domandò arrabbiato e lei sospirò quasi si stesse togliendo un enorme peso dalle spalle:<< D’accordo, ma ricordati che l’hai voluto tu. Quando avrò finito non voglio commenti o recriminazioni d’accordo? >> lui alzò la mano fingendo di giurare:<< Hai la mia parola d’onore >> 

Delila fece una smorfia ma chissà perché di Daniel Johnson sentiva che si poteva fidare, poi tirando fuori dalla pochette una piccola foto la porse al ragazzo:<< Il suo nome era Marcus William Shepperd >> alla muta domanda di Daniel aggiunse:<< Era mio fratello gemello >> << Che cosa gli è successo? >> aveva quasi paura a chiedere ma capiva che Delila aveva bisogno di una spinta a continuare quel salto nel buio:<< È in coma, ha avuto un incidente quando avevamo sei anni e da allora non si è più ripreso, è ricoverato in un ospedale babbano specializzato a Boston ma i medici dicono che non si riprenderà mai più >> << Ma lui è… >> Delila sorrise:<< Secondo mio padre quando eravamo bambini era un mago anche più dotato di me, io ero la frana della famiglia, ero la secondogenita, la seconda scelta e via dicendo, Mark era il prediletto dei miei genitori >> << È crudele da dire ad una bambina di sei anni >> << I miei sono abbastanza conservatori, hanno sempre creduto che un figlio maschio fosse l’onore più grande e quando poi siamo nati io e Mark, io ero solo un accessorio in più >> << Che cos’è successo a tuo fratello? >> << Un giorno eravamo nel giardino di casa, mamma ci lasciava spesso da soli a giocare e ogni tanto Mark faceva qualche piccola magia involontaria per farmi divertire, io non ero brava come lui, non avevo ancora fatto magie e mio padre cominciava seriamente a credere che solamente mio fratello avesse ereditato quel piccolo, come lo chiamava lui, talento di famiglia >> asciugandosi in fretta un paio di lacrime Delila andò avanti:<< Quel giorno Mark iniziò a prendermi in giro perché non riuscivo a fare neanche una magia, non era cattivo o altro, era solo un bambino…ad un certo punto mi arrabbiai e pensai di farlo smettere in qualche modo, mi concentrai talmente tanto che quando riaprii gli occhi lui era lì davanti a me steso a terra immobile con gli occhi chiusi…pensavo stesse fingendo o qualcosa del genere, ma non si è mai più svegliato. 

Mio padre l’ha portato all’ospedale ma i guaritori gli hanno detto che non potevano fare niente perché un qualche tipo di magia sconosciuta gli aveva bloccato la mente, praticamente era come un corpo senz’anima, era vuoto. Quando glielo hanno detto mio padre li ha informati di quello che era successo e loro hanno provato a chiedermi che cosa avevo fatto, che cosa era successo e cose del genere solo che io non lo sapevo; non avevo idea di quello che avevo fatto e quindi di come invertire il processo. Mi hanno fatto qualche test e dopo due settimane sono giunti alla conclusione che io ero un raro caso di strega che non era in grado di controllare appieno i suoi poteri, quando sono impaurita, nervosa o sotto qualsiasi altra forte emozione non riesco a controllare i miei poteri e potrei fare del male a chi mi sta vicino, dicono che non rischio di farne a me stessa ma sono un pericolo per gli altri >> per un attimo Delila si fermò chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo, le faceva sempre male ricordare quella parte:<< Dopo il giudizio dei guaritori i miei hanno portato Mark in un ospedale babbano specializzato in casi di lunga degenza in modo che si prendessero cura di lui poi hanno spedito me in un collegio nel Wyoming, sono rimasta lì finché non è arrivata la lettera da Hogwarts e così mi hanno mandata in Inghilterra ma al di fuori della scuola non ho mai utilizzato la magia e quando mi sono diplomata ho preferito tagliare i ponti con tutti e andare a vivere tra i babbani in modo da non dover fare del male a nessuno, con il tempo ci ho preso l’abitudine e adesso quasi non mi pesa più >> 

In silenzio senza sapere cosa dire Daniel provò a cercare le parole adatte ma quello che lei aveva passato era davvero terribile e soprattutto ci era passata da sola visto che i suoi genitori le avevano bellamente voltato le spalle:<< Grazie per avermi ascoltato, non pensavo di dirlo ma mi ha fatto bene dirlo a qualcuno e… >> quando Delila fece per alzarsi lui le strinse le mani inchiodandola alla sedia:<< Vieni con me >> << Cosa? >> << Vieni con me, una volta finiti i giochi vieni a vivere con me >> lei spalancò gli occhi sorpresa e Daniel pensò che poteva vederci il cielo in quei pozzi azzurri:<< Ma che stai dicendo? Ti ho detto che non posso controllare, che sono pericolosa…tu hai una figlia, non vorrai che… >> Daniel sorrise:<< Abby è parte di quello che ti sto dicendo ma prima lascia che ti dica una cosa: non sei pericolosa ed è una cosa che si può controllare benissimo >> << Ma se ti ho detto che… >> << Stava per succedere prima, ma io sono ancora qui e sto bene >> << Daniel davvero non è il caso di…se dovesse capitare qualcosa io non so come invertire il processo, non saprei cosa fare >> <> << Prima è stato un caso, se non mi avessi abbracciata e non avessi sentito il tuo cuore… >> forse stava parlando troppo a giudicare dall’espressione di lui ma voleva convincerlo di quanto quell’idea era folle:<< Il mio cuore? >> lei annuì:<< Il battito del tuo cuore mi ha calmato ma non posso mica portarti dietro come un valium umano. No Daniel, la cosa è fuori discussione >> lei era irremovibile ma Daniel era ancora più testardo:<< Provaci almeno, andiamo ti ho visto l’altra sera: tu vuoi usare la magia, tu sai usare la magia e sai controllarti benissimo, hai solo bisogno di una mano in alcuni momenti ma potresti controllare anche quelli solo volendo >> poi guardandola negli occhi aggiunse:<< E io ho bisogno di una mano con Abby >> quella fu la goccia che fece traboccare il vaso...

Che cavolo gli veniva in mente di dirle? Era pazzo? Si conoscevano a malapena e le chiedeva di andare a vivere con lui e di prendersi cura di sua figlia:<< Ok tu sei pazzo, non posso mica… >> << Non voglio fare niente di sconveniente, tu hai bisogno del mio aiuto e io ho bisogno di qualcuno che mi aiuti con Abby, ormai non è più così piccola e credo che abbia bisogno di qualcuno di – Daniel fece una piccola smorfia – diverso da un papà iperprotettivo nella sua vita, la mamma di Shannon mi dà spesso una mano ma Abby ha bisogno di una figura più giovane e che possa aiutarla quando crescerà e… >> << Daniel, io non posso farle da mamma >> << Lo so, non lo voglio. Cioè non che tu non sia degna di…sono io che voglio stare solo, se ci fossi tu mi aiuteresti con Abby e tra noi non ci sarebbe nessun tipo di coinvolgimento al di fuori dell’amicizia e andrebbe bene, funzionerebbe alla grande lo so >> Delila rimase immobile a guardarlo chiedendosi quanto potevano essere contorti gli uomini e quanto potessero rendere orribile una proposta del genere anche se fatta con le migliori intenzioni:<< E se un domani dovesse arrivare una donna della quale ti innamorerai? Se arrivasse quella giusta io che fine farei? >> Daniel scosse il capo passandosi una mano nei capelli biondi:<< Ho già avuto quella giusta e l’ho persa, non succederà più >> era determinato su quel punto e Delila non trovò niente da replicare, sapeva di sua moglie e di quanto lui l’avesse amata ma le si riempiva il cuore di tristezza al pensiero che all’età di vent’anni Daniel si fosse chiuso ogni possibilità di amare di nuovo, forse per quel suo stupido cuore troppo sensibile verso Johnson gli sorrise:<< Non ti sto dicendo sì, ma ci penserò >> << Grazie >> commentò lui alzandosi poi avvicinandosi alla porta si voltò a guardarla:<< Posso avere il piacere di accompagnarti ad una festa clandestina stasera? >> Delila scosse il capo:<< Vattene Daniel prima che ti affatturi >>

 

Guardando per l’ennesima volta l’orologio che aveva al polso Michael sbuffò spazientito, erano ormai ore che Lilith era fuori con suo fratello, che diavolo si stavano dicendo di così importante? Aveva voglia anche lui di stare con lei e forse non solo per parlare!

Stava per alzarsi e misurare di nuovo il salottino a grandi passi quando un piccolo trambusto dalla hall attirò la sua attenzione facendolo uscire e mostrandogli una delle scene più orribili che avesse mai potuto immaginare:<< Lilith! >> e preoccupato corse accanto a Levi Sherwood che portava la sorella svenuta tra le braccia:<< Che cos’è successo? >> domandò poi nervoso toccando il collo e il polso di lei per assicurarsi che respirasse ancora:<< Eravamo qui fuori e stavamo per entrare quando Lil ha detto che le girava la testa e poi è svenuta, non so cos’abbia >> poi alzando gli occhi verso Michael aggiunse:<< Tu sei un medico giusto? Lil dice che sei una specie di dottore, aiutala per favore >> Michael fece per dire qualcosa quando la voce calma di Isaac Atelier li interruppe:<< Non preoccupatevi, sta bene e tra un paio d’ore sarà di nuovo sveglia >> poi voltandosi verso Mike aggiunse:<< Signor Gail la metta a letto e non la lasci sola per nessuno motivo >> ricordandosi di quello che Lilith gli aveva raccontato quando era lui quello svenuto Michael annuì mentre Isaac si avvicinava a Levi per tranquillizzarlo sulla salute della sua sorellina.

 

<< Che cosa ti è venuto in mente, andiamo vuoi davvero farti umiliare a questo modo? >> Lilith guardò il bel viso di suo fratello deturpato dalla rabbia:<< Levi non è così, non è come… >> << Già certo come no! Quello ti ha praticamente definito una stupida senza cervello e tu gli muori ancora dietro! Mi complimento con te sorellina davvero! >> gli occhi di Lilith si riempirono di lacrime:<< Perché non mi ascolti? Mike è cambiato, io sono cambiata, abbiamo parlato e… >> << Ci sei andata a letto? >> la domanda di Levi la colse di sorpresa mozzandole il respiro.

 

Mike si sentiva male per lei vedendola a letto rannicchiata su sé stessa con le mani che stringevano convulsamente le lenzuola: chissà cosa stava vivendo la sua piccola Lil in quel momento, sapeva che era solo un sogno e che sarebbe finito presto ma vederla stare male faceva stare male anche lui.

<< Sono qui Lilith, sono qui nanetta >> le mormorò accarezzandole i capelli, non sapeva a quanto servisse ma voleva che lei lo sentisse e sapesse che era sempre e comunque al suo fianco.

 

<< Allora? Rispondimi: ci sei andata a letto vero? >> le guance di Lilith divennero rosse:<< Non sono cose di cui io debba discutere con te Levi, sono grande abbastanza per… >> suo fratello le voltò le spalle:<< Sempre la stessa storia vero? Tu sei una strega, tu sei speciale e tu puoi decidere cos’è meglio per te anche se stai facendo un madornale errore >> a quelle parole a Lilith tornò in mente il giorno in cui le era arrivata la lettera per Hogwarts e Levi l’aveva odiata per quella possibilità che lui aveva sempre desiderato:<< Siamo ancora a questo punto Levi? Credevo l’avessimo superato, credevo che ormai… >> << Che ormai cosa? Tu hai tutto quello che vuoi Lilith, tu puoi avere tutto ciò che desideri, hai la magia, hai mamma e papà che ti adorano e adesso hai anche quel cretino che era la tua prima cotta che sbava per te, scusami tanto sorellina ma comincio a non poterne più della fortuna della perfetta piccola Lilith Sherwood, comincio ad essere stufo di essere la seconda scelta su tutto! Io ti voglio bene Lilith ma non ho intenzione di restare qui a guardarti mentre butti via la tua vita con uno che sicuramente ti farà solo soffrire >>

 

<< Come sta? >> Michael si voltò guardando Levi immobile sulla porta della stanza mentre lui era seduto sul letto con la testa di Lilith sulle ginocchia mentre le mani di lei stringevano i suoi pantaloni conficcandogli le piccole unghie nella pelle ma era una cosa che sopportava più che volentieri se voleva dire che Lilith si sarebbe sentita meno sola:<< Di preciso non lo so, è un incubo ma è una cosa che solo lei può affrontare >> replicò tornando ad accarezzare i capelli di lei:<< Ti lascerà i segni >> mormorò Levi avvicinandosi e notando quanto le unghie della sorella erano conficcate nelle gambe di Mike:<< Lo so, ma non voglio che si senta sola, lei mi è stata vicino quando è successo a me >> << Gratitudine? >> domandò Levi ma Michael sorrise togliendo una mano di Lilith dalle sue gambe stringendola con la propria:<< Direi più amore >> poi alzando gli occhi aggiunse calmo e serio:<< Non gliel’ho ancora detto ma sono innamorato di lei, forse dalla prima volta che l’ho vista. L’ho trattata male e non avrei mai voluto farlo ma passerò il resto della mia vita a chiederle perdono e a guadagnarmi il suo amore >>

 

<< Mike non mi farà soffrire >> replicò lei determinata ma Levi rise acido:<< Sì, lo dicevi anche a quattordici anni ed è bastato il tempo di un anno scolastico per farti cambiare idea, ti ha spezzato il cuore Lil cosa ti fa credere che ora sarà diverso? >> poi guardandola con biasimo aggiunse la sola frase che Lilith non avrebbe mai voluto sentire da quelle labbra:<< Vai avanti così e io e te non abbiamo più niente da dirci, vai avanti per la tua strada e con me hai chiuso >> ormai Lilith piangeva e non c’era modo o cosa che potesse calmarla, le due persone più importanti della sua vita erano inconciliabili e non avrebbe mai potuto scegliere uno dei due!

<< Sei cattivo Levi, come puoi chiedermi di fare una cosa del genere? Come puoi dirmi di rinunciare a Mike, sai che io lo… >> ma mentre stava per pronunciare quell’ultima parola sentì qualcosa di caldo che l’avvolgeva poi una luce chiara le colpì gli occhi e quando sbatté le lunghe ciglia per guardarsi intorno si trovò praticamente rannicchiata tra il suo ragazzo e suo fratello con Mike che le teneva una mano e Levi che le accarezzava un fianco con affetto:<< Ciao sorellina >> le mormorò Levi con il suo caldo sorriso:<< Levi…che cos’è…cos’è successo? >> e si voltò verso Mike per vedere la sua espressione ma anche Gail stava sorridendo:<< Hai fatto un brutto sogno Lil, tutto qui >> le rispose il fidanzato con un sorriso continuando a stringerle la mano, sentendo Levi che si schiariva la voce Lilith tornò a guardarlo e allora il fratello si alzò:<< Io vado a riposare, è stata una giornata dura e domani voglio stare ancora un po’ con te prima di tornare a Londra >> << Levi… >> mormorò lei preoccupata di quello che gli aveva raccontato sulla sua storia con Mike:<< Tranquilla sorellina, mi fido di te. Sempre >> e quelle quattro parole bastarono a farla sentire in pace con sé stessa.

<< Stai bene? >> le domandò Mike mettendosi più comodo e stendendosi nel letto con lei:<< Io e te in un letto siamo pericolosi stangone >> lo prese in giro rannicchiandosi contro di lui:<< Non ho intenzione di fare niente con tuo fratello in giro sappilo >> << Stasera però Levi non ci sarà >> Mike la baciò sorridendo:<< Stasera sarai tutta mia >> e pensando a ciò che se ne stava placidamente nella tasca della sua giacca Lilith sorrise appoggiandosi al petto di Mike:<< Sì, devo dire che sei più comodo tu di un cuscino >>


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<< Ed ecco il bambino felice che scarta i suoi regali >> commentò Libero mentre Niko con precisione quasi maniacale e un sorriso a trentadue denti stampato in faccia stava costellando di piccole candele lo scalone che scendeva alle terme e riempiendo le vasche con petali di fiori e oli profumati che permeavano l’aria attorno a loro:<< Devi fare colpo su qualcuno stasera Valuev? >> domandò Libero notando quanto Niko fosse preciso in quello che stava facendo:<< Puoi chiamarmi solo Niko per favore? >> << Che cosa c’è che non va nel tuo cognome scusa? >> domandò Libe e Niko lo guardò di traverso:<< Non è il mio cognome è chi lo porta a darmi fastidio >> capendo che in fondo le loro situazioni non erano così diverse Libero annuì in silenzio:<< Tregua? >> domandò poi piano indeciso anche lui su quella parola:<< Stai rivoltando le carte in tavola Nott? >> Libero scosse il capo:<< Sto semplicemente cercando di non rovinare questa serata ancora prima che cominci >> capendo che Libero aveva un piano in mente o per lo meno un’idea, Niko annuì borbottando qualcosa a proposito della faccia da scemo dell’altro tornando poi a concentrarsi sugli alcolici che aveva predisposto in una nicchia di pietra in un angolo accanto al piccolo bagno turno.

 

<< Ma vuoi fargli venire un infarto per caso? >> domandò Frankie quando vide Maggie uscire dal bagno con i capelli sciolti lungo le spalle, il costume panna e una camicia nera un po’ lunga che le faceva da vestaglia e che le arrivava a metà delle cosce:<< È troppo? >> Frankie deglutì:<< La camicia non è tua vero? >> lei scosse il capo:<< È una di quelle di Ian, ho chiesto a Yanna se poteva procurarmene una, tuo fratello non lo sa e tu non devi dirglielo >> François alzò le mani in segno di resa mentre si sistemava la camicia di lino azzurra come i suoi occhi:<< Leila resterà senza fiato, sei favoloso >> lui sorrise guardando Maggie dal riflesso dello specchio:<< Dici che sarei pazzo a lasciare tutto per stare con lei? Voglio dire qui sarei il capo del dipartimento di pozioni, sarei io a comandare invece a Londra sarei uno dei tanti, è un posto da impiegato qualsiasi >> << Io farei la stessa cosa se dovessi scegliere tra il mio lavoro, la mia vita a Londra e tuo fratello, farei qualsiasi cosa per stare con Ian >> ripensando alla sua conversazione con Marcel Deveraux e al gufo che Marcel gli aveva mandato subito dopo pranzo Frankie sorrise:<< Sì, credo che tu abbia ragione alla fine di posti da pozionista ce ne sono ovunque mentre Leila Tallyst è unica >> Maggie lo guardò sorridendo e scuotendo il capo:<< Come siamo romantici stasera signor Atelier, che cos’hai in mente? >> Frankie allungò una mano verso il comò aprendo il primo cassetto ed estraendo una piccola scatolina rivestita di velluto:<< Beh io ho qualcosa in mente, ma non certo per stasera >> poi girandosi verso Maggie aprì il piccolo portagioie mostrandole quello che conteneva.

 

<< Perché sei nervosa? Non è che tu e il bellimbusto abbiate problemi >> commentò Daniel sorridendo forzatamente a Noelle mentre lei si legava un delicato foulard di seta impalpabile attorno al corpo in modo da coprire il costume a due pezzi rosso che aveva indossato:<< Il bellimbusto, come lo chiami tu, sta diventando il problema >> mormorò la Jackson decisamente nervosa:<< Cosa vuoi dire? Non mi sembra che tu e James abbiate litigato >> lei arricciò il naso in una smorfia mentre cercava una collana a pendente nel suo beauty:<< Solo perché non lo facciamo davanti agli altri non significa che non litighiamo >> specificò lei mettendosi la collana in modo che il pendente, uno smeraldo tagliato a forma di goccia, le scivolasse esattamente sul petto poco sopra la curva del seno, era impossibile che James non lo vedesse e che il suo sguardo non gli cadesse lì, anche perché quel ciondolo glielo aveva regalato lui l’anno prima per il suo compleanno quindi…

<< Voi due che litigate davvero sarebbe l’Apocalisse Noelle, siete praticamente come il principe e la principessa delle favole che leggo ad Abby, vivrete per sempre felici e contenti >> di nuovo lei arricciò il naso:<< Nelle tue favole non c’è nessun accenno ad un principe idiota e testardo? >> Danny fece spallucce e sorrise:<< Magari ha i suoi motivi… >> le ricordò facendo per sdraiarsi sul letto e vedendolo Noelle si girò di scatto allarmata:<< Ehi aspetta che stai facendo? >> << Mi metto comodo, non ho tutta questa voglia di venire a festeggiare se mi capisci… >> Noelle incrociò le braccia sul petto cominciando a battere un piede per terra, sembrava la caricatura di un coniglietto arrabbiato con quello sguardo truce:<< Aspetta un attimo, cos’è questa novità? Stamattina non vedevi l’ora che arrivasse questa serata e adesso invece ti tiri indietro? Che cos’è successo nel mentre Danny? Chi è riuscito a demolire la tua spavalderia da arrogante ed insopportabile serpe? >> << Arrogante e cosa? >> lei agitò le mani minimizzando la cosa:<< Lo dico in senso buono, sai che mi piaci, avanti che è successo? >> poi avvicinandosi e tirandolo per un braccio aggiunse:<< O meglio lei chi è? Anche se credo di avere una mezza idea in proposito >> Daniel si mise seduto a forza visto che sapeva che quel piccolo uragano non lo avrebbe lasciato in pace tanto in fretta:<< Senti ho fatto una cavolata e non penso sia il caso di venire a festeggiare stasera >> lei sorrise:<< Che cosa le hai detto? >> << Come sai che… >> << C’è una sola donna in questo albergo che ha destato la tua attenzione e quindi te lo ripeto: che cosa le hai fatto? >> deglutendo Daniel si prese la testa tra le mani:<< Le ho chiesto di venire a vivere con me >> << Cosa? No aspetta, davvero? >> lui alzò la testa annuendo borbottando nervoso:<< Se lo urli ancora mi sentirò più stupido di quanto non sia già >> Noelle gli si sedette accanto:<< Beh ammetto che non mi aspettavo una dichiarazione così rapida ma in effetti insieme siete… >> lui alzò le mani per bloccarla:<< No, che hai capito…stavamo parlando del nostro passato e ad un certo punto mi è uscito fuori…ma non c’è niente di romantico in questo, voglio che mi dia una mano con Abby, non che io e lei… >> Noelle alzò gli occhi al cielo:<< Ti prego dimmi che non glielo hai detto così >> << Certo che… >> uno scappellotto gli arrivò sulla testa prima che potesse concludere la frase:<< Sei un idiota Daniel Johnson! >> lui guardò Noelle con gli occhi verdi arrabbiati e nervosi:<< No! Io non ho bisogno di un’altra donna, io ho avuto Shannon e ora c’è Abby che ha bisogno di me, non mi serve una che mi faccia dimenticare quello che ho passato con… >> altro scappellotto stavolta un po’ più forte del primo:<< Ahia! >> << Continua a dire scemate del genere e io continuo a darteli >> lo minacciò Noelle poi tornando calma incrociò le braccia sul petto:<< Perché lo hai chiesto a Delila? >> Daniel la guardò cercando velocemente una scusa per cambiare discorso:<< Chi ti dice che lo abbia chiesto a lei? >> 

Noelle alzò di nuovo gli occhi al cielo sbuffando:<< Ok tra te e Jamie non so chi sia peggio >> poi scuotendo la testa continuò:<< Ripeto quello che ho detto prima: c’è una sola donna qui dentro che ha suscitato il tuo interesse quindi voglio sapere: perché glielo hai detto? >> capendo che con lei non aveva molte vie di fuga, anzi assolutamente nessuna, decise di vuotare il sacco o per lo meno in parte:<< Perché vorrei che mia figlia diventasse così quando sarà grande, ho ascoltato la sua storia e nonostante tutto quello che ha passato è diventata una donna che non si spaventa davanti a niente o quasi, è decisa, è intelligente, è caparbia e… >> << Bellissima? >> suggerì Noelle con un sorriso:<< No, vedi che non capisci, io voglio qualcuno che possa essere un modello per Abigail. Quando si è fidata di me tanto da raccontarmi cosa le era successo mi sono sentito onorato e lì ho capito che vorrei che mia figlia avesse accanto un modello del genere, non me ne faccio niente di una oca senza cervello che penserebbe solo ad affascinare me quando la cosa più importante è mia figlia >> capendo che quel mulo cocciuto non si sarebbe mosso di un millimetro da quello che credeva fosse la cosa giusta da fare Noelle decise di cambiare tattica:<< Sì, ho capito quello che vuoi dire, ma cerca di vedere la cosa dall’altra parte: hai chiesto ad una donna di venire a vivere con te non perché lei ti piace o perché ne sei innamorato, lo hai fatto perché cerchi una specie di babysitter per tua figlia, per quanto siano nobili le tue intenzioni Daniel non è esattamente la proposta che una ragazza si aspetta di ricevere >> Johnson parve pensarci un attimo poi le parole di Delila di quel pomeriggio gli tornarono in mente: E se un domani dovesse arrivare una donna della quale ti innamorerai? Se arrivasse quella giusta io che fine farei? Non aveva fatto caso a quelle domande sul momento ma con il senno di poi capiva che quel discorso era più che legittimo:<< Io non voglio illuderla, non voglio che possa sperare che un giorno io…non posso farlo Noelle, non posso darle quello che non sono più in grado di provare >> ma mentre pronunciava quella frase lui stesso si accorse che forse non era del tutto vero: aveva uno stupido sorrisino sulle labbra da quel pomeriggio ogni volta che ripensava a Delila tra le sue braccia durante quell’attacco di panico e a quello che lei gli aveva detto sul battito del suo cuore…si sentiva stupidamente orgoglioso di essere l’unico in grado di calmarla, l’unico a cui avesse rivelato il suo segreto e, anche se non era così bello da dire, l’unico che era in grado di scatenarle certe reazioni…

Chiudendo gli occhi e prendendo un bel respiro Daniel rimise a posto le idee nel suo cervello: quello che stava succedendo non andava bene, quello che stava cominciando a provare era pericoloso e poi non doveva dimenticare Shannon, lei era l’amore della sua vita, lei era la donna che aveva sposato e giurato di amare, gli si bloccò il respiro a quella frase, finché morte non ci separi…la morte di lei li aveva già separati ma per lui era come se lei fosse ancora lì.

<< Andiamo tu adesso vieni con me e per lo meno le chiedi scusa per le assurdità che le hai detto oggi >> la voce di Noelle così come le mani di lei sul suo braccio lo riportarono alla realtà e in quel momento guardando la determinazione della ragazza Daniel capì una cosa: doveva convincere Delila ad andare con lui, se non altro perché voleva davvero aiutarla con il suo problema!

 

Quando raggiunse le terme insieme a Leila James si guardò intorno nella sala illuminata dalla luce dorata di tante piccole candele che fluttuavano sopra le loro teste mentre un mare di petali di fiore di vari colori galleggiava sull’acqua:<< Benvenuti alla notte della follia, la sola notte in cui potete essere chi volete e fare ciò che volete >> e come un anfitrione dei tempi antichi, con tanto di lenzuolo a fungere da toga e una corona di alloro vero in testa, Nikolaj li accolse mettendo loro in mano due bicchieri di cristallo finemente lavorato contenenti idromele a giudicare dal colore:<< Ti sei dato molto da fare vedo >> sogghignò James cercando con gli occhi la morettina che voleva stringere tra le braccia:<< Beh amico mio che cosa vuoi che ti dica…amo le cose ben fatte >> poi sollevando gli occhi Niko incrociò il delicato profilo di una bionda dagli occhi azzurri che stava varcando la soglia con addosso solamente un costume intero senza spalline color rosa antico, se non fosse stato per il ricamo nero su un lato sembrava quasi non indossare nulla, era una visione:<< Scusatemi, devo fare gli onori di casa >> commentò scherzando ed avvicinandosi alla donna:<< Delila >> la salutò poi con un sorriso che lei ricambiò:<< Vedo che il tuo gusto per l’eccesso è rimasto quello di una volta >> commentò lei ricordando l’unica festa di Niko a cui aveva partecipato nel periodo in cui aveva curato le vendita di alcune sue opere per un ricco imprenditore americano:<< Ricordo che anche quella volta indossavi un vestito davvero fenomenale, ma stasera ti sei superata >> sorridendo di nuovo lei gli portò via dalle mani il bicchiere:<< Ho deciso che non ho alcuna intenzione di restarmene in un angolo ad ammuffire, hai dato questa festa per farci divertire no? Bene voglio proprio divertirmi >>


Belle
Est-ce le diable qui s'est incarné en elle
Pour détourner mes yeux du Dieu éternel
Qui a mis dans mon être ce désir charnel
Pour m'empêcher de regarder vers le Ciel

Guardando i due che ridevano Daniel mandò giù un lungo sorso dell’Acquaviola che aveva in mano, aveva deciso di non bere troppo perché voleva avere la lucidità necessaria per parlare con Delila ma vederla civettare con Nikolaj quando invece avrebbe dovuto esserci lui a…ma che cosa stava pensando? Era pazzo? Lui per quella donna non provava niente! Assolutamente niente!

<< Sono carini insieme vero? E dire che pensavo di avere qualche chance, che stupida vero? >> ed Iris gli si avvicinò scuotendo il capo e mandando giù una lunga sorsata di quello che, Daniel ci avrebbe giurato, non era succo di zucca:<< Stai bene? >> << Se per bene intendi che sono qui a farmi il sangue amaro per un buffone che si diverte con qualsiasi cosa respiri allora sì, sto bene >> di nuovo lo sguardo di Daniel tornò ai due e stringendo la presa sul proprio bicchiere restò a guardare Niko che porgeva il braccio a Delila e la scortava verso una delle vasche:<< Siamo nella stessa situazione a quanto vedo >> commentò Iris con un sorriso acido:<< Bene, allora brindo alla tua Danny >> << Salute >> commentò lui amaro facendo tintinnare i loro bicchieri e finendo in un unico sorso quello che restava del suo drink, forse ubriacarsi non era un’idea così cattiva…

 

Infatti quella era esattamente l’idea che aveva avuto Bunny non appena aveva varcato quella dannata porta celeste e aveva visto Libero che usciva da una delle vasche con una miriade di piccole goccioline che gli scivolavano sul petto, ma come diavolo faceva ad essere così perfetto in ogni dannato momento? Con il senno di poi aveva capito che per lei Libero Nott sarebbe stato perfetto anche dopo una partita di Quidditch sotto la pioggia e pieno di fango e sudore, aveva cercato di avvicinarsi e di dirgli qualcosa, ma la sua grande abilità di oratrice e scrittrice veniva meno ogni volta che incrociava quel sorriso e quegli occhi marroni che le facevano mancare il fiato.

<< Ciao >> e quella voce scura la fece sobbalzare mentre un brivido caldo le percorreva le membra:<< Che cavolo Nott! >> Libe rise vedendo la sua faccia arrabbiata:<< Scusami, solo che eri così assorta nei tuoi pensieri che non ho resistito >> << Forse sono altre le cose a cui non dovresti resistere invece che comportarti come un bambino di cinque anni >> inaspettatamente Libero la prese tra le braccia sorridendo allegro:<< La vuoi chiudere quella bocca una buona volta? >> a quella voce canzonatoria e quel sorrisetto Ben si inalberò all’istante:<< Cosa vuoi, sei tu che… >> ma il resto della sua frase fu bloccato dalle labbra di Libero sulle sue.

Stava per mettergli le braccia al collo e rispondere al bacio quando lui si staccò guardandola fisso negli occhi:<< Dovrei trovare un altro modo per zittirti ma devo dire che questo è molto piacevole >> << Mi dici che cosa vuoi… >> un altro bacio bloccò le sue parole e quando si staccò di nuovo Libero le passò le mani nei capelli guardandola con gli occhi che brillavano:<< Vuoi farmi parlare? >> poi poggiando la fronte su quella di lei e sorridendo aggiunse:<< Ci ho pensato e hai ragione: litigheremo per metà del tempo se stiamo insieme >> lì il suo sorriso divenne ancora più grande:<< Ma passeremo di certo l’altra metà a fare l’amore per fare pace e non voglio perdere nessuna delle due cose >> per la prima volta dopo tanti anni Bunny divenne rossa abbassando gli occhi imbarazzata da quelle parole, il ragazzino era diventato uomo in un attimo davanti ai suoi occhi ed era tutto per lei:<< Che cosa stai dicendo? >> Libero rise piano sollevandole il viso con una mano:<< Sai benissimo cosa sto dicendo, perché non me lo dici tu? >> << Arrogante >> lo sfotté non volendo dargliela vinta:<< Dillo >> la sfidò di nuovo e sorridendo Bunny gli mise le braccia dietro al collo allungando una gamba per infilarla tra quelle di Libero:<< Dire cosa? >> lui deglutì poi sorrise, non avrebbe mai rinunciato ad una sfida:<< Sai benissimo cosa >> lei scosse il capo:<< Credo di avere un vuoto di memoria >> poi senza che Libero se ne accorgesse spostò leggermente il piede in modo da farlo inciampare, erano sul bordo della piscina e quindi finirono entrambi in acqua.

Quando riemersero sotto lo sguardo di tutti gli altri Libero la tirò vicino a sé:<< Strega >> le mormorò sorridendo e Bunny scoppiò a ridere baciandolo:<< Arrogante buffone >> Libero se la prese in braccio portandola di peso fuori dall’acqua e avvicinandosi alla porta:<< Adesso te lo faccio vedere io l’arrogante buffone >> poi strappandole l’ennesimo bacio davanti a tutti si voltò verso gli amici lanciando un’occhiata di sfida a Nikolaj:<< Non sperare che te la riporti prima di domani amico! >> poi sotto gli sguardi esterrefatti di metà dei presenti uscì tenendosi in braccio quella che finalmente poteva chiamare la sua ragazza!

 

<< Teatrale come sempre >> commentò James riferendosi a Libero con un sorriso mentre guardava Noelle che era seduta accanto a lui nel piccolo bagno turco e che giocherellava con un paio di petali che le galleggiavano davanti:<< Perché vuoi dirmi che tu non lo faresti? >> domandò senza nemmeno guadarlo:<< Credi che non lo voglia? >> lei fece spallucce:<< Non lo so ed è questo il problema >> vinto dal suo stesso desiderio e stufo di negarsi almeno il piacere di un’unica volta con quello splendore prese un polso di Noelle alzandosi di scatto:<< Hai quella dannata chiave con te? >> gli occhi di lei brillarono di vittoria:<< Certo che ce l’ho ma non penso tu adesso voglia sapere dove >> James sorrise e dio solo sapeva quanto gli costava farlo in quel momento:<< Vuoi che ti spogli qui davanti a tutti Noelle Jackson? >> lei scosse il capo:<< No, ti voglio tutto per me cadetto Rhodes >> James se la incollò su un fianco baciandole i capelli che adesso profumavano di cedro e mirto:<< Chiamami un’altra volta così e non ci arriveremo interi in quella camera >> << Mi piaci quando sei così ricettivo cadetto >> inaspettatamente James si bloccò dietro una colonna poco prima della porta ma fortunatamente nascosto dalla vista degli altri appoggiando Noelle contro il muro e alzando una mano per arrivare al fiocco che le teneva chiuso il pezzo sopra del costume sorrise:<< Io ti avevo avvisato >> poi scivolando con le labbra sul collo di lei cominciò a percorrerlo piano con la punta della lingua pizzicandole la pelle con quel leggero velo di barba che non si era rasato quella mattina:<< Jamie… >> lui rise contro il suo collo:<< Peggiori solo le cose così pasticcino >> << Usa la smaterializzazione, fai quello che vuoi ma muoviti non ce la faccio più >> lo implorò in un sussurro cominciando ad accarezzargli la schiena con le mani e tirando i lembi della canottiera che lui si era ostinato ad indossare per nascondere quel vergognoso segreto.

Quando riaprì gli occhi Noelle guardò le familiari pareti azzurre della stanza:<< Da quando ci sono capitata dentro sapevo che sarebbe successo qui >> disse guardando il letto e facendo per voltarsi verso James ma il corpo di lui appoggiato alla schiena la bloccò:<< Eh no mia cara, hai giocato con me fino ad adesso…ora è il mio turno >> poi facendo scivolare le dita su e giù sulla pancia di Noelle usò la bocca per sciogliere quel maledetto nodo lasciando scivolare a terra il pezzo sopra del costume:<< Mio piccolo delizioso pasticcino >> un sospiro uscì dalle labbra di lei e con un piccolo strattone James la fece voltare verso di sé riprendendo a baciarla:<< Noelle Jackson hai una vaga idea di quanto io abbia aspettato questo momento? >> lei annuì e scosse il capo quasi contemporaneamente, stava provando così tante sensazioni che non sapeva esattamente che cosa dire:<< Sei ancora troppo vestito Jamie >> e lei allungò una mano per infilarla sotto alla sua canotta quando lui la bloccò:<< Posso fare da solo? C’è una cosa che devi vedere e non vorrei che… >> ma bloccando il resto della frase si allontanò un paio di passi da lei portandosi le mani alla vita e tirandosi via la maglia dalla testa gettandola poi a terra.

Mentre guardava quella statua greca estasiata Noelle si rese conto che era la prima volta da quando lo conosceva che vedeva James a petto nudo, anche d’estate o durante tutto il tempo che avevano passato insieme lui aveva sempre portato una stupida canottiera come quella che aveva messo quella sera, fu solo quando i suoi occhi scivolarono poco sotto il costato di lui che ne capì il vero motivo:<< Jamie >> e mormorò il suo nome quasi con timore:<< Lo so non è un bello spettacolo >> commentò lui cercando di non guardarla ma la mano fresca di Noelle gli sfiorò la lunga cicatrice che gli attraversava il fianco e che spariva sotto l’elastico del costume, non era particolarmente cruenta ma era grossa ed era lì a ricordargli ogni giorno quello che era successo:<< Quando te la sei fatta? >> << Durante l’incidente che ho avuto tre anni fa >> poi passandosi una mano sul viso cercò di calmare il nervosismo:<< So che è orribile da vedere quindi se non vuoi… >> ma vedendo Noelle che si inginocchiava davanti a lui gli venne un colpo:<< Che cosa stai… >> lei sorrise:<< Lascami fare >> e con tutta la tenerezza del mondo la giovane Jackson chinò il capo iniziando a baciare tutto il percorso della cicatrice:<< Non è una ferita che mi farà cambiare idea su di te James Rhodes, non è questa che mi farà cambiare quello che provo >> afferrandola per le spalle lui la tirò di nuovo in piedi stringendola a sé e accarezzandole il viso e i capelli al colmo della gioia:<< Ti amo Noelle, ti amo da morire >> lei sorrise baciandolo mentre gli sfiorava di nuovo la cicatrice con la mano:<< Anche io ti amo stupido pauroso >> e mentre la faceva sdraiare sul letto e si stendeva su di lei James Rhodes capì che niente sarebbe mai stato così perfetto come quel momento.

 

<< Ehi che cos’è quella faccia imbronciata? >> Maggie si voltò a trovando i due occhi azzurri del suo coinquilino che la guardavano curiosi:<< Niente, solo che tuo fratello ha cose più importanti da fare >> Frankie le si sedette accanto nell’acqua bassa della piscina:<< Cos’è successo? >> << Eravamo qui seduti e prima che potessi anche solo pensare di saltargli addosso è arrivata Yanna dicendogli che c’erano delle questioni della massima urgenza che necessitavano di lui >> François sorrise vedendo il broncio di Maggie che si accentuava sempre di più:<< Andiamo cosa può esserci di così urgente alle dieci di sera? Tuo fratello vuole farmi morire >> poi ripensando a com’era vestito anzi meglio dire svestito Dorian quella sera le salì ancora di più il nervoso; Frankie stava per aprire bocca e dire qualcosa per consolarla quando un urlo spezzò l’atmosfera gioiosa:<< Tieni le mani lontano da lei! >> e Daniel Johnson in un impeto di rabbia si avvicinò a Niko prendendolo per una spalla per poi tirargli un pugno in piena faccia facendolo cadere a terra.

Con le mani che ancora tremavano Daniel voltò lo sguardo verso Delila ancora in piedi lì accanto e con una mano sulle labbra dove fino a pochi istanti prima Nikolaj la stava baciando:<< Chi vuoi, chiunque tu voglia ma non lui! >> poi fulminandola per l’ennesima volta Daniel le voltò le spalle uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

Ci vollero un paio di minuti dopo quell’ennesima scena madre prima che Maggie si accorgesse di due grandi occhi azzurri che la stavano scrutando da una rientranza accanto alla statua di Poseidone che sovrastava il lato opposto della piscina, rimase ferma ancora un attimo poi il suo interlocutore le fece segno di seguirlo e, per quanto sembrasse strano a dirsi, sembrava anche abbastanza imperativo.

Uscendo dalla vasca si diresse verso di lui scoprendo poi una piccola porta che, stando a quello che vi era scritto sopra, portava ad uno spogliatoio.

La spinse piano e quando vi entrò si rese conto della poca luce che vi regnava dentro, riusciva a malapena a vedere oltre il suo naso:<< Renoir? >> chiamò poi cercando di capire dove era finito il gufo:<< Renoir dove sei? >> al secondo richiamo l’animale emise un piccolo grido e un’altra luce si accese dando modo a Margaret di vedere una lunga scatola dorata poggiata sul pianale di tufo:<< E questa cos’è? >> domandò poi al gufo che si era appostato accanto alla scatola quasi aspettando che lei l’aprisse e in effetti sul biglietto appoggiato sopra c’era scritto il suo nome; girandolo Maggie lesse le l’altra parola scarabocchiata in fretta: Indossami.

Sollevando il coperchio della scatola un piccolo sorriso le comparve sulle labbra alla vista dell’abito color avorio che vi era dentro…che cosa stava combinando Ian? Senza pensarci troppo fece per slacciare il fermaglio dorato che faceva da chiusura all’abito per metterselo quando si ricordò che il suo costume era ancora bagnato, avrebbe rovinato tutto il vestito nel giro di due minuti quindi c’era una sola che poteva fare.

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Una volta richiusa la scatola Maggie fece per guardare Renoir ma il gufo sembrava svanito nel nulla, le venne una mezza idea di chiamare Yanna e chiederle come sempre dove fosse finito il suo padrone quando qualcosa di piccolo, colorato e decisamente iperattivo prese a svolazzarle intorno alla testa:<< Ma cosa… >> e sollevando una mano Maggie fece per cacciare l’insetto accorgendosi poi che in realtà quello era un piccolo colibrì dalla testa violetta che sembrava molto intenzionato a starle appiccicato:<< E tu da dove esci? >> domandò poi guardandolo diffidente, aveva fatto amicizia con Renoir ma continuava a diffidare dei pennuti in genere, tuttavia il piccolo uccello non si diede per vinto e girandole attorno come la reincarnazione di un falco in miniatura la portò ad alzare gli occhi su una piccola porta scura sul fondo dello spogliatoio che prima non aveva notato:<< Vuoi che ti segua? >> domandò all’uccellino e questo, quasi l’avesse capita, cominciò a sbattere le ali ancora più freneticamente uscendo nella fresca aria notturna.

Elle porte en elle le péché originel
La désirer fait-il de moi un criminel
Celle
Qu'on prenait pour une fille de joie une fille de rien
Semble soudain porter la croix du genre humain

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Mentre usciva Maggie si guardò intorno nel magnifico ed immenso giardino quasi del tutto immerso nel buio:<< Dove mi stai portando? >> domandò dopo qualche passo notando che l’animaletto svolazzava davanti a lei ma si fermava ogni tanto per assicurarsi che lo stesse seguendo:<< Dorian che cosa hai organizzato stavolta? >> sì ormai aveva capito che il suo caro fidanzatino aveva trovato una scusa per defilarsi per organizzarle quel qualsiasi cosa fosse! Rabbrividendo un attimo a causa dei piedi nudi che camminavano sul porticato di pietra esterno Maggie si guardò intorno quando qualcosa poggiato sulla balaustra catturò la sua attenzione.


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Si avvicinò ancora e notò una rosa bianca chiusa dentro quella che aveva tutta l’aria di essere una gabbia dorata, fece per allungare una mano e prendere il fiore quando si ritrovò catapultata in un ricordo: << Margaret… >> fu solo un attimo ma percepì la stessa sensazione di quel momento, di quando Dorian aveva pronunciato per la prima volta il suo nome la sera del pigiama party.

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Quando tornò alla realtà il fedele colibrì era lì che l’aspettava:<< Tu sei la mia guida di stasera vero? >> il piccolo fece un paio di capriole in aria in segno di assenso poi continuò la sua piccola corsa facendola scendere nel giardino ed addentrarsi in una galleria di cespugli e alberi, sembrava quasi un labirinto tanto era buio e tanto quelle siepi erano alte.

Quando giunse alla fine del corridoio miss Stains rimase immobile davanti alla fontana che zampillava al centro dello spiazzo con un delizioso putto alato che sorrideva e sembrava soffiare via qualcosa dalla propria mano, Maggie si guardò intorno alla ricerca di qualche altro pensiero di Ian ma non vide nulla;

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stava per perdere le speranze quando il suo piccolo amico volò fino alla statua dell'angelo poi le svolazzò praticamente in mano portando con sé la corolla di un papavero, non appena il fiore sfiorò le sue dita un altro flash le si parò davanti: Dorian in smoking che l’attendeva in fondo alla scale la sera del loro primo appuntamento…aveva quasi fatto le scale di corsa quando lo aveva visto e aveva capito che stava aspettando lei, lo aveva amato dal primo momento e tutto quello che lui stava facendo non era altro che l’ennesima prova di quanto lei fosse ricambiata.


Ô Notre-Dame!
Oh ! Laisse-moi rien qu'une fois
Pousser la porte du jardin d'Esmeralda

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La caccia al tesoro, sì ormai nella sua mente la chiamava così visto anche il premio che sperava l’aspettasse alla fine, riprese e stavolta arrivò davanti ad un muro di cinta con un portone lavorato in ferro battuto; si avvicinò e lo spinse piano entrando in quello che sembrava a tutti gli effetti una sorta di piccolo giardino segreto: c’erano un paio di salici e in fondo una costruzione che non riusciva a scorgere bene per quanto era immersa nell’oscurità.

Mosse qualche passo in quella direzione ma la sua guida le si parò davanti volando a zig zag con fare decisamente arrabbiato:<< Perché non vuoi che ci vada? >> l’uccellino fece uno strano verso poi le girò intorno alla testa per farle voltare il viso e fu allora che le sue labbra si aprirono in una O sorpresa: il salice accanto a lei, e dio solo sapeva come aveva fatto a non notarlo prima, era letteralmente coperto di lucciole che brillavano come stelle nella notte.


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Rimase immobile a guadarle quando una di loro si avvicinò poggiandosi sul suo naso e, proprio come ormai si aspettava, un altro ricordo la avvolse: non c’era molto da vedere, solamente due mani strette l’una nell’altra ma avrebbe ricordato quel momento per il resto della sua vita, quando quel giorno orribile Ian non l’aveva cacciata e si era fatto consolare anche solo con un abbraccio per lei era stato come la più bella dichiarazione di fiducia del mondo, gli aveva dimostrato che sarebbe rimasta sempre accanto a lui in qualsiasi momento e lui le aveva dimostrato qual era il suo posto: lì, al suo fianco.

All’improvviso tutte le lucciole lasciarono l’albero e quasi dirette da una musica immaginaria si posizionarono ai due lati di Maggie creando un immaginario sentiero che conduceva proprio all’edificio che aveva visto poco prima.

 

Nascosto dal riflesso della luna sulle vetrate Ian guardò la sua bella principessa percorre quasi correndo quel sentiero di lucciole, non credeva avrebbe mai visto Maggie più bella della prima volta in cui si erano incontrati ma in quel momento con quel vestito e quel sorriso sulle labbra era davvero l’immagine di una dea, la sua dea.


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Quando raggiunse l’edificio Maggie si accorse che era quasi interamente di vetro e spingendo piano la porta ebbe la conferma di quello che aveva immaginato: era una serra.

Entrando e vedendo la miriade di piante, uccellini e lucciole che riempivano l’ambiente si sentì come una principessa delle favole che entra nel regno delle fate, c’era qualcosa di estremamente magico in quel luogo e fu solo quando sentì quella voce di velluto alle sue spalle che capì cos’era:<< Ciao amore mio >>

Bello era riduttivo per descrivere il magnifico uomo che le si stava avvicinando con le mani nelle tasche dei pantaloni e la camicia bianca sbottonata sul collo che non faceva altro che mettere in risalto la sua innata classe ed eleganza:<< Dio quanto sei bello >> gli sussurrò quando Ian la ebbe raggiunta e lo vide sorridere:<< Mi stai rubando le battute chérie? >> << Posso rubarti qualcos’altro se vuoi >> lo stuzzicò sorridendo per poi passarsi la lingua sul labbro inferiore; erano a pochi centimetri l’uno dell’altro ma Ian non aveva ancora alzato una mano per toccarla, era immobile a guardarla quasi fosse la prima volta che la vedesse:<< Puoi toccarmi sai…non mordo >> lui rise piano:<< Tu no ma vie, io forse sì >> Maggie sorrise:<< Vuoi giocare a chi è più pericoloso? >> << Parto svantaggiato amore, tu sei la mia tentazione più grande >> << E tu sei la mia >> gli ricordò calma:<< Grazie per quello che mi hai preparato >> continuò poi con gli occhi che brillavano:<< Ti sono piaciuti i miei ricordi? >> << Sono quelli che preferisco >> << Anche io, avrei voluto farti vedere con i miei occhi quello che ho provato la prima sera che ti ho visto ma poi mi sono ricordato che non erano pensieri così perbene >> << Credi che i miei lo siano adesso? >> << Margaret… >> con un passo lei colmò la distanza tra di loro:<< Dillo ancora >> << Margaret >> le ripeté di nuovo e lei alzò le mani cominciando a slacciargli i bottoni ad uno ad uno:<< Aspetta... >> le sussurrò Ian prendendo fiato e Maggie alzò un sopracciglio scettica:<< Mi stai davvero chiedendo di aspettare? >> lui annuì prendendole una mano:<< Dammi solo un minuto, c'è una cosa che voglio darti >> poi tirando fuori la mano dalla tasca dei pantaloni le fece penzolare davanti al viso una collana con una pietra bianca opalescente tagliata a forma di cuore, il resto del girocollo era un meraviglioso intarsio di oro, brillanti e pietre:<< Questa è una pietra di luna, quando ero piccolo mia mamma mi faceva giocherellare con il ciondolo finché non mi addormentavo, diceva che teneva lontano i brutti sogni... >> Maggie lo guardò sorpresa:<< Aspetta vuoi dire che quella era di... >> << Era di mia madre, è la sola cosa che ho voluto tenere di lei >> gli occhi di Maggie divennero lucidi:<< Non posso accettare, Ian non... >> lui le si mise alle spalle:<< Non te lo sto chiedendo >> poi sollevando una mano arrivò alla chiusura del vestito mormorandole all'orecchio:<< Sono giorni che sogno di vedertela addosso, di vederti con solo questa addosso >> la sua mano lasciò andare il fermaglio mentre una carezza di seta scivolava sul corpo nudo di Maggie:<< Sorpreso? >> gli domandò sentendolo prendere fiato e Ian rise sfiorandole una spalla con le labbra:<< Diciamo che mi stai rendendo molto difficile fare le cose come si deve >> Maggie rise piano prendendogli una mano e poggiandola sul suo ventre in modo che Ian potesse sentire la sua pelle sotto le dita:<< Va bene, come vuoi starò buona >> la voce di Ian le fece venire i brividi:<< Stai tentando il diavolo amore mio >> << Tu non sei il diavolo >> la mano di Ian scese un po' più in basso facendola sospirare:<< Sicura? >> << Forse un po' >> << Bene >> le mormorò sorridendo per poi sollevare di nuovo la mano e passargliela sul collo poco prima di farvi scivolare la collana.

<< Grazie >> e prendendo il cuore con due dita si voltò verso di lui con un piccolo sorriso:<< Adesso però vieni qui >> e alzandosi in punta di piedi gli mise le braccia al collo e prontamente le mani di Dorian la sollevarono, senza perdere tempo Maggie gli baciò le labbra iniziando a giocare con la sua lingua; non appena Ian sentì le gambe di lei salde attorno alla propria vita spostò le mani sul resto del suo corpo, dio quanto poteva la sua felicità dipendere da quello scricciolo di sessanta chili:<< Sai di menta >> commentò poi quando si staccarono per riprendere fiato:<< Credo che Niko abbia messo litri di oli in quelle vasche >> Ian sorrise:<< Non sai quanto mi è costato non farti mia in quella piscina stasera, quando ti ho visto con la mia camicia e quel costume ero così eccitato che temevo di non poter aspettare >> << Per quanto mi sarebbe piaciuto preferisco che sia solo tu a vedermi così >> Ian sorrise furbo:<< E sarà sempre così >> poi muovendo un paio di passi con il suo piccolo koala addosso andò dietro l'immenso salice al centro della serra mostrando a Maggie un letto rotondo di vimini coperto da candide lenzuola:<< Che cosa ci fa un letto qui? >> << Idea di mio nonno, questa serra era sua, è qui che si è dichiarato a mia nonna e che l'ha sedotta la prima volta >> Maggie lo guardò allusiva:<< Vizio di famiglia? >> << No, volevo solo che ti ricordassi per sempre di questa serata >> << Sarai mio, me lo ricorderei anche se lo avessimo fatto sul tavolo della cucina >> Dorian le baciò le labbra:<< Non penso che Clau gradirebbe lo spettacolo >> poi adagiandola sul morbido giaciglio aggiunse:<< Anche perché vorrei essere l'unico a sentirti quando griderai il mio nome >> quando vide lo sguardo di sfida balenare negli occhi di Maggie per un attimo si ricordò di quella dannata pozione ma quando quelle mani raggiunsero il bottone dei suoi pantaloni tutto il resto passò in secondo piano, tutto tranne la sua voce che lo sfidava:<< Non penso che griderò signor Atelier >> << Ne riparliamo domani signorina Stains >> << Perché non adesso? >> rimettendosi in piedi Ian si portò le mani alla vita facendo scivolare i pantaloni per poi tornare nel letto con Maggie:<< Perché adesso voglio concentrarmi su qualcosa di molto, molto più invitante >> e mentre pronunciava quella frase cominciò a baciarla sul collo scendendo sempre più in basso ad ogni parola evitando però accuratamente di sfiorarle il seno o qualsiasi altro punto che avrebbe potuto mettere fine a quel gioco:<< Credi.... >> Maggie prese un respiro:<< Credi che... - altro respiro - cederò? >> la bocca di lui era ad un soffio da quella parte di lei che agognava di essere soddisfatta:<< Non lo credo principessa, lo so >> poi sfiorando accidentalmente con la mano quella parte di lei Ian si stese al suo fianco guardandola rapito:<< Ci sono così tante cose che vorrei fare con te e abbiamo così poco tempo >> << Abbiamo tutto il… >> ma ormai troppo impaziente Ian le mise una mano dietro la nuca tirandola verso di sé e riprendendo a baciarla mentre la sua dolce e timida fidanzata faceva scivolare le mani fino all’elastico dei suoi boxer.


Belle
Malgré ses grands yeux noirs qui vous ensorcellent
La demoiselle serait-elle encore pucelle ?
Quand ses mouvements me font voir monts et merveilles
Sous son jupon aux couleurs de l'arc-en-ciel

Mentre i due finalmente potevano godersi quel momento tanto atteso qualcun’altra, seduta sul proprio letto stava giocherellando con una collana tra le mani aspettando che il suo bel cavaliere finisse di farsi la doccia e la raggiungesse a letto, ormai si era abituata a dormire con lui accanto e non riusciva a fare diversamente!

<< Ehi che cosa ci fai lì dritta come un soldatino? >> Lilith alzò gli occhi guardando quel viso che aveva amato dal primo momento in cui lo aveva visto:<< Ti stavo aspettando >> Mike le si avvicinò sorridendo, aveva solo un asciugamano legato attorno alla vita e per un attimo lei cercò di concentrarsi su qualcosa che non fosse quel corpo fantastico:<< Cos’hai Lil? Sembri nervosa >> Lilith prese fiato stringendo le mani di Mike nelle proprie e facendovi scivolare la piccola collana che gli aveva preso:<< Che cos’è? >> domandò lui vedendo la piccola barretta d’acciaio satinato attaccata ad una sottile catenella dello stesso materiale:<< È una collana, l’ho trovata stamattina mentre ero in giro con Levi >> Mike osservò meglio il gioiello e notò le piccole parole incise sui quattro lati: l’amour, la joie, la passion, la vie.

<< Il vecchietto della bancarella ha detto che secondo la tradizione queste sono le quattro parole da cui si riconosce se la persona che hai accanto è quella giusta: l’amore che provi per lui, la gioia che ti provoca lo stargli accanto, la passione che condividete e la vita che passerete insieme >> poi alzandosi in piedi sorrise dolce con gli occhi che brillavano:<< Levi mi ha preso in giro per tutto il tempo, ma io ci ho pensato e so che quello che provo per te non è una semplice cotta >> Michael sorrise:<< Anche io ti… >> << Aspetta, fammi finire >> Mike fece per annuire ma rimase immobile vedendo Lilith che gli si stava inginocchiando davanti sempre tenendogli le mani e sorridendo radiosa:<< Michael Jamieson Gail, vuoi sposarmi? >>

Ma dulcinée laissez-moi vous êtes infidèle
Avant de vous avoir menée jusqu'à l'autel
Quel
Est l'homme qui détournerait son regard d'elle
Sous peine d'être changé en statue de sel

Stretta tra quelle braccia forti Maggie continuava a lasciarsi baciare dalle labbra di quel diavolo d’uomo, tuttavia c’era qualcosa che la disturbava in quel momento di assoluta perfezione:<< Toglitela >> gli ordinò poi ferma guardando Ian con tutta la serietà di cui era capace:<< Come? >> << La camicia, toglitela >> lui sorrise:<< Ai suoi ordini signorina >> e mettendosi seduto Ian si sfilò l’indumento dalla testa gettandolo a terra accanto ai pantaloni:<< Adesso sì che ragioniamo >> gli rivelò lei sorridendo facendolo sdraiare e mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe:<< Chiudi gli occhi >> Dorian fece come gli stava ordinando e quando Maggie lo vide steso tra le lenzuola con gli occhi chiusi e le braccia aperte completamente alla sua mercé sentì un piccolo senso di possesso e quella punta di gelosia tutta femminile che si era impadronita di lei dalla prima volta che aveva toccato quelle labbra:<< Ti amo Dorian, ti amo dal primo momento in cui ci siamo parlati >> gli mormorò mentre si sdraiava su di lui facendo aderire i loro corpi e gli baciava il collo visto che più in alto non poteva arrivare dalla sua posizione:<< Ti amo anch’io Margaret >> scendendo con le labbra lungo il suo petto lei sorrise scaldando la pelle di lui con il proprio respiro:<< La sera del ballo del ministero, hai mai pensato cosa sarebbe successo se ti fossi presentato? >> lui sorrise tenendo sempre gli occhi chiusi:<< Milioni di volte ma vie >> Maggie lo baciò ancora, ormai era quasi arrivata alla sua vita:<< Avrei voluto che lo avessi fatto, ora le cose sarebbero diverse >> Ian allungò una mano e anche senza vederla trovò quella di lei intrecciandola con la propria:<< Se non ci fosse stato quell’idiota insieme a te ti avrei portato via da quella festa e ti avrei fatta mia quella notte stessa >> lei rise sollevando i fianchi:<< Possiamo recuperare adesso? >> prendendogli le mani Maggie le poggiò sui propri fianchi e lo vide sorridere quando sentì la sua pelle calda sotto le dita:<< Fai piano, è passato un po’ dall’ultima volta >> gli ricordò timorosa per la prima volta da quando era iniziata quella serata:<< Se dovessi esagerare fermami >> l’ammonì mentre lei scivolava su di lui e un piccolo sorriso estatico si disegnava sulle labbra di entrambi…


Ô Fleur-de-Lys,
Je ne suis pas homme de foi
J'irai cueillir la fleur d'amour d'Esmeralda

Erano passati quasi due anni dall’ultima volta che era stata a quel punto con qualcuno ma era come se il suo corpo e quello di Ian fossero nati per stare insieme, erano così perfetti che al giovane bastarono un paio di spinte per far impallidire tutto quello di cui Daniel si era sempre vantato, in confronto a Dorian Atelier il suo ex era un misero puntino insignificante.

<< Ian… >> sentendosi chiamare Dorian aprì gli occhi e per un attimo Maggie ebbe i brividi guardando quei due pozzi quasi neri da quanto lui aveva le pupille dilatate e nel giro di pochi secondi Dorian invertì le loro posizioni sovrastandola e sorridendole senza mai lasciarla andare:<< Stai bene? >> le domandò prendendo fiato e lei annuì, aveva la gola troppo secca per dire qualsiasi cosa.

Sorridendole Ian continuò a fissare gli occhi nei suoi finché da quelle labbra di pesca non uscì il suo nome e mentre si chinava per baciare quel seno latteo rise assaporando il gusto della vittoria.

J'ai posé mes yeux sous sa robe de gitane
À quoi me sert encore de prier Notre-Dame
Quel
Est celui qui lui jettera la première pierre
Celui-là ne mérite pas d'être sur terre

Ô Lucifer !

<< Certo che non scherzavi Marcel, è davvero carina...>> conosceva quella voce, ma sperava tanto che la sua mente gli stesse giocando un brutto scherzo:<< Carina? È uno schianto, se non ci fosse Charlotte... >> << Sempre con questa scusa di tua moglie, è vecchia Deveraux >> lo prese in giro la prima voce:<< Dite quello che volete, io trovo che stiano bene insieme >> concluse una terza voce e con ancora gli occhi chiusi Ian cercò di non mettersi a ridere, il suo inferno personale aveva appena interrotto uno dei momenti più romantici della sua vita!

Oh ! Laisse-moi rien qu'une fois
Glisser mes doigts dans les cheveux d'Esmeralda
Esmeralda.

<< Dite che dovremo svegliarli? >> ma perché i suoi migliori amici dovevano avere quelle idee malsane? Non potevano aspettarlo in hotel come tutte le persone normali? Per un attimo Ian maledisse l'idea di averli invitati per il weekend.
<< Adesso datemi una buona ragione per non cruciarvi tutti e tre >> e girandosi nel letto si mise seduto con le gambe fuori dal letto:<< Ah ok, hai i boxer...per un attimo pensavo di doverti vedere al naturale... >> e Marcel sorrise malizioso:<< Mi spiegate che cosa ci fate qui? >> domandò il piccolo del gruppo fulminando i tre che lo guardavano sorridendo sornioni:<< Ci hai invitato tu >> replicò il biondo passandosi una mano sui capelli corti e facendo brillare di divertimento gli occhi color acquamarina:<< Vi ho invitati a passare il weekend in hotel per conoscere Margaret Pierre, non a rovinare la nostra prima... >> la risata del giovane con il codino accanto a Pierre lo fece infuriare ancora di più:<< Aspetta questa era la vostra prima... >> e si guardò intorno notando i gelsomini rampicanti e i cespugli di hibiscus che profumavano l'ambiente:<< Sapevo che quella del serio e compassato Dorian era solo una finta, sapevo che Atelier le grand sarebbe tornato >> commentò poi felice:<< Hermes uscite da qui, adesso >> sibilò Ian allungando la mano verso la sua bacchetta di faggio poggiata sul comodino:<< Dai Ianuccio...sai che non volevamo... >> lo prese di nuovo in giro l'amico con il suo sorriso da canaglia:<< Ian... >> quella piccola vocina gli gelò in sangue nelle vene: adesso era davvero nei guai!






la collana di Elodie Atelier, ora di Maggie...
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Levi Sherwood, fratello di Lilith
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Gli amici di Ian
(a qualcuno noti come " I tre Moschettieri ")

Marcel Deveraux
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Pierre DuLac
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Hermes Valois
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La postilla della Serpe
Scusatemi di nuovo, l'ultima cosa poi smetto di rompere!!!! Lo giuro!
Se vi va (quindi niente obbligo) per quando arriveranno i vari parenti nei prossimi capitoli se avete in mente qualche prestavolto particolare e volete dirmelo altrimenti mi guardo intorno io e scelgo quello che mi ispira...decidete voi...(tanto non compariranno tutti nel prossimo capitolo tranquille)

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Capitolo 19
*** 18 - Le consapevolezze del giorno dopo ***


Capitolo 18

<< Maggie mettiti questa per favore >> e allungandole la propria camicia Dorian la coprì con il lenzuolo e solamente dopo la giovane si accorse di tre paia di occhi che la fissavano:<< Che cosa… >> poi voltandosi verso Dorian si perse per un attimo a guardare quella perfezione di muscoli accorgendosi dopo del segno viola che lui aveva alla base del collo:<< Dammi cinque minuti e torno da te d’accordo? >> poi avvicinandosi ai tre uomini li prese per le camicie spintonandoli in malo modo fino alla porta della serra sbattendoli in giardino.

<< Ehi è questo il modo di trattare i tuoi migliori amici? >> domandò Hermes trattenendo a stento le risate:<< È il modo di trattare i tre idioti che hanno appena rovinato il mio risveglio dalla notte perfetta >> Pierre incrociò le braccia sul petto:<< La notte perfetta eh… >> poi scambiandosi un’occhiata con gli amici aggiunse:<< La serra,  i fiori, il succhiotto che hai sul collo…hai trovato la donna in grado di domare il nostro stallone preferito? >> Dorian prese fiato:<< Pierre DuLac smettila immediatamente o giuro che ti tolgo quello che fa di te il più famoso giocatore della nazionale >> Hermes scoppiò a ridere:<< Credo che non stia parlando della mano buona che usi per impugnare la mazza amico >> Marcel rise a sua volta:<< Beh Hermes…sempre di mazza parliamo >> << Ma chi me lo ha fatto fare di farvi venire qui? >> brontolò Ian più a sé stesso che a loro:<< Dai Ian lo sai che scherziamo >> commentò Marcel cercando di calmare l’amico:<< Lo so Marc, davvero lo so >> poi passandosi una mano nei capelli aggiunse:<< Ma in quel letto c’è la donna che amo e onestamente avrei voluto svegliarla in maniera diversa >> Hermes annuì ma fu Pierre a scusarsi per tutti:<< Scusa Ian, davvero non volevamo rovinarti la serata perfetta, non pensavamo che voi due non aveste ancora…cioè tu sei Atelier le grand, a scuola eri… >> un piccolo lampo di tristezza passò negli occhi blu del giovane Atelier:<< Sono stato Atelier le grand dieci anni fa, quei tempi sono finiti >> << Ehm…Ian… >> e Marcel richiamò la sua attenzione:<< Cosa? >> borbottò l’altro che non li aveva ancora perdonati:<< Girati Atelier >> gli ordinò Hermes e quando Ian si girò trovò Maggie sulla porta della serra a piedi nudi con addosso solo la sua camicia e la collana di sua madre:<< Ciao >> lei sorrise facendo per scendere i gradini ma lui la raggiunse:<< Ciao amore >> poi voltandosi verso i suoi migliori amici un piccolo sorriso gli scappò sulle labbra:<< Avrei voluto presentarteli in maniera diversa >> poi fulminandoli ancora aggiunse:<< Loro sono i miei migliori amici: Marcel, Pierre ed Hermes >> Maggie rimase ferma a guardare quei tre adoni poi aggiunse stringendosi ad Ian:<< Piacere di conoscervi, io sono Maggie >> per un attimo Ian sperò di essersela cavata ma gli bastò guardare i suoi amici che si allontanavano e Maggie che scivolava via dal suo abbraccio per ricredersi.

<< Margaret scusami io non credevo... >> lei si voltò con gli occhi pieni di rabbia e di qualcosa che lui non riuscì a comprendere:<< Non credevi cosa? Per chi mi hai preso Ian? Solo perché siamo andati a letto insieme adesso pensi di poterti vantare della cosa con i tuoi amici? Di potermi sbandierare in giro come... >> la bocca di lui sulla sua la bloccò.

Quando la lasciò Ian la guardò con gli occhi scuri:<< Credi che l'abbia fatto apposta? Credi che potrei mai dividere questa notte con qualcuno oltre a te? >> poi passandosi le mani nei capelli prese fiato:<< Senti mi dispiace, ho invitato quei tre perché volevo farteli conoscere, tu conosci già mio padre e mio fratello, volevo che conoscessi l'altra metà della mia famiglia >> davanti a quelle parole Maggie si bloccò:<< Non l'avevi programmato? >> si sentiva stupida a chiederlo ma voleva sentirlo da lui:<< Sai che non lo farei mai, sono quei tre idioti che mi hanno voluto fare uno scherzo, come se fossimo ancora a scuola >> avvicinandosi Maggie fece per dire qualcosa ma lui continuò:<< Quando sono andato a Beauxbatons ero un ragazzino arrabbiato con il mondo, mi sentivo solo e triste ma sapevo che non potevo cedere, che se lo avessi fatto avrei deluso mio padre e non potevo farlo, non potrò mai farlo >> davanti a quelle parole Maggie cominciò a capire come si era sentito Ian per tutti quegli anni:<< Conobbi Marcel la seconda settimana di scuola, ero entrato di nascosto nel campo da Quidditch della scuola per giocare un po', mi ha sempre rilassato giocare e ne avevo davvero bisogno, credevo che mi avrebbe mandato dalla preside o cose del genere, invece nel giro di mezz'ora ci siamo ritrovati a giocare insieme come se ci conoscessimo da una vita, Pierre ed Hermes erano i suoi compagni di squadra e così siamo diventati un gruppo. Al mio terzo anno sono diventato cercatore e da quel momento siamo stati inseparabili, so che sembrano degli arroganti cretini, ma non sarei quello che sono oggi senza di loro >> poi stringendole la mano sorrise:<< O senza di te >> << Io non ho fatto niente >> << Mi hai accettato per come sono davvero, quello che abbiamo fatto ieri sera, quello che ho sempre sognato di fare con te, pensavo fosse troppo, pensavo di sembrare pazzo invece tu... >> poggiandogli una mano sulla guancia Maggie gli fece voltare il viso verso di lei:<< Quanto tempo abbiamo prima di colazione? >> Dorian sorrise:<< Mezz'ora, quarantacinque minuti al massimo >> lei si passò la lingua sulle labbra prima di baciarlo di nuovo:<< Facciamoceli bastare monsieur Atelier >>

 

Sbattendo le palpebre per abituarsi alla luce che filtrava dalle persiane James guardò il piccolo corpicino rannicchiato accanto a lui, Noelle era così bella e pura e lui si sentiva così male per aver ceduto e aver sporcato con le sue mani quel piccolo capolavoro di perfezione, non si pentiva di quello che avevano fatto, non avrebbe mai potuto; si pentiva di averle di nuovo mentito.

<< Uhm...è presto, dove stai andando? >> e la mano di Noelle fece per afferrarlo mentre lui si stava alzando:<< Continua a dormire, io torno subito >> ovviamente Noelle si voltò guardandolo con i grandi occhi verdi perplessi:<< Dove stai andando James Rhodes? >> << Da nessuna parte, mi si stanno informicolando le gambe e volevo sgranchirmele un po’… >> con la voce acida nonostante quello che stava facendo Noelle spostò le lenzuola mostrando il suo corpo al fidanzato:<< Vuoi sgranchirti, vieni qui allora >> << Non penso sia il caso di… >> lei sbatté un pugno sul letto mettendosi seduta con le gambe incrociate sul materasso:<< Ti prego non ricominciare! Non di nuovo! >> poi alzando gli occhi per guardarlo aggiunse più calma:<< Che cosa c’è Jamie? C’è qualcosa che ti preoccupa ma pensavo che dopo ieri sera… >> << Non si tratta di ieri sera Noelle, forse io non sono l’uomo giusto per te, forse è meglio se ti trovi… >> lei si alzò in piedi raggiungendolo e facendo per tirargli uno schiaffo ma la mano di James la bloccò a pochi centimetri dal suo viso:<< Ehi...ma che cosa… >> << Ti meriteresti di peggio razza di opportunista, cos’è adesso che hai ottenuto quello che volevi non ti interesso più? avevi detto di volerci andare piano, di voler stare con me, invece erano tutte balle! Non appena ti ho dato quello che ti ha dato chiunque altra hai perso ogni interesse per… >> le labbra di James e la lingua di lui in bocca le impedirono di finire quella frase; quando la lasciò James le passò le mani tra i capelli:<< Noelle Jackson io ti amo, su questo non devi avere dubbi >> << Jamie… >> << Ti amo ma continuo a pensare che tu staresti meglio senza di me >> una mano di Noelle si alzò ad accarezzargli una guancia coperta di barba:<< Pensi di essere l’unico a provare una cosa del genere? Anche io ti amo Jamie come puoi credere che stia meglio senza di te? >> << Non sono l’uomo che pensi di conoscere >> buttò fuori ormai sfinito dal peso che da anni si portava dentro:<< Io ti conosco, so chi è James Rhodes e per quanto a volte tu sia insopportabilmente arrogante e saccente mi piaci e passerei tutta la mia vita a… >> << Non sono l’eroe che dipingi tu d’accordo? >> << Sei un Auror James, so che avrai fatto cose di cui non vai fiero ma tutti noi abbiamo… >> << Sono un assassino d’accordo? >> le urlò in faccia, probabilmente non c’era altro modo di farle cambiare idea e la verità di certo l’avrebbe spaventata:<< Cosa? >> e portandosi le mani alla bocca per soffocare un grido Noelle lo guardò con gli occhi dilatati dalla paura:<< Sono un assassino, ho ucciso un uomo >> ripeté di nuovo con gli occhi seri e quelli di Noelle divennero lucidi:<< Non può essere…tu non puoi… >> << Invece sì, uno schiantesimo. Lui era un babbano >> lei prese fiato poi poggiò le mani sulle braccia nude di lui:<< Dimmi cos’è successo James >> << Come? >> << Dimmi cos’è successo, hai ucciso un uomo va bene, ma voglio sapere come e cosa è successo >> << Tu sei pazza, Noelle ti ho appena detto che… >> ma prima che lui potesse fare qualsiasi cosa per fermarla Noelle entrò nella sua mente trovandosi catapultata in quel giorno che aveva cambiato per sempre James Rhodes!

 

<< Fermi tutti, mani in alto! >> tutta la gente dentro al supermercato rimase immobile davanti ai tre uomini armati e con delle maschere bianche sul viso:<< Il primo che osa muovere un muscolo gli faccio saltare il cervello >> commentò il secondo uomo scoppiando a ridere e avvicinandosi ad una cassiera di mezza età che era immobile davanti alla sua cassa:<< Avanti vecchia apri e tira fuori i soldi >> poi facendo cenno ai due complici di avvicinarsi alle altre casse prese uno dei sacchetti di carta della spesa piazzandolo davanti alla donna:<< Tira fuori tutto quello che hai, avanti >> immobile come se stesse guardando un film Noelle vide James in fila dietro ad una mamma con due bambini che osservava la scena, poteva sentire la sua rabbia e il suo cervello che stava rapidamente osservando la situazione, aveva la bacchetta nella tasca interna della giacca e stava calcolando al millesimo di secondo i tempi per poter fare qualcosa senza far del male a persone innocenti, era l’unico mago in mezzo a tutti quei babbani ma lei sapeva che non avrebbe mai permesso che…:<< Ehi tu! Che hai da guardare? >> e il terzo uomo rimasto immobile sulla porta del supermercato si voltò guardando direttamente lui, James rimase immobile:<< Ti ho detto che cos’hai da guardare ragazzino >> e si avvicinò minaccioso verso di lui.

Noelle notò che l’uomo non aveva armi con sé o almeno non apparentemente, ma solo un pazzo sarebbe andato a fare una rapina disarmato:<< Allora? vuoi fare l’eroe per caso? >> poi avvicinandosi ancora aggiunse:<< Li conosco i tipi come te sai…credi che potresti fare qualcosa per risolvere la situazione, che farai un grande gesto e tutti voi uscirete di qui sani e salvi, notizia flash pivello: non accadrà. Nessuno di voi uscirà sano da qui e sicuramente non tu >> James lanciò un’occhiata alla donna con i due figli che era accanto a lui e che era pallida come un cadavere:<< Andrà tutto bene signora, andrà tutto... >> voleva calmare lei e chiunque altro lì dentro prima di prendere la bacchetta e sistemare quei tre, doveva fare in fretta e poi sparire di lì ma se tutto andava come aveva progettato sarebbe filato tutto liscio.

Noelle poteva sentire chiaramente i pensieri di James, erano i suoi ricordi quelli che stava guardando in fondo…

<< Ti ho detto di non fare l’eroe >> e con quella voce impastata e acida l’uomo si avvicinò ancora a James prendendolo per il collo e stringendo in modo da fargli mancare l’aria:<< Mi hai capito bamboccio? Devi stare fermo e zitto >> poi alzando l’altra mano tirò un ceffone a Rhodes colpendogli la guancia con il dorso e il grosso anello che vi era sopra.

Cadendo a terra Jamie lo guardò con odio pulendosi un rivolo di sangue dal labbro e facendo per rialzarsi:<< Sei cocciuto eh… >> commentò l’altro quasi divertito dalla scena:<< Bene, vediamo se questo ti fa passare la voglia… >> e avvicinandosi alla donna guardò i due bambini immobili nel carrello della spesa con gli occhi lucidi:<< Stai tranquilla piccola…finché il tuo amico starà buono non ti succederà niente, ma se dovesse provare ancora… >> << Adesso basta! >> James si rialzò e fece per prendere la propria bacchetta ma l’uomo si voltò di scatto mettendogli di nuovo le mani alla gola:<< Decido io quando è basta >> gli sibilò poi e con una mano si rovistò nella giacca tirando fuori un coltellaccio dalla lama seghettata:<< E il tuo tempo è scaduto ragazzino >> poi fissando gli occhi neri in quelli di James gli conficcò il coltello in un fianco infilandovelo fino all’elsa e spingendo forte:<< Esattamente caro…fa male vero… >> il sorriso sadico dell’uomo gli disse quello che aveva sospettato fin dall’inizio: quello era un pazzo.

Mentre la vista gli si annebbiava e il fianco gli bruciava James strinse la mano attorno alla bacchetta tirandola fuori e puntandola allo stomaco dell’uomo:<< Che cosa stai… >> ma il ladro non ebbe tempo di pensare ad altro perché la sua voce urlò stupeficium e un lampo rosso di inaudita potenza sbatté quel viscido verme indietro facendolo sbattere con la testa contro il bordo di metallo di una delle casse.

Tutti gli occhi dei presenti si spostarono su James e gli altri due complici vedendo il loro amico che non si muoveva più presero quel poco di malloppo che avevano racimolato dalle due casse guadagnando velocemente l’uscita del negozio.

La donna a cui James aveva appena salvato la vita fece per alzare una mano ed avvicinarsi a lui ma ormai la ferita gli faceva troppo e sentiva che stava per svenire; con le ultime forze rimaste sorrise e si smaterializzò.

Noelle uscì dalla sua testa guardando il ragazzo che amava con gli occhi verdi di nuovo lucidi ma per altri motivi:<< Non dovevi farlo >> le mormorò poi tornando a sedersi sul letto sfinito dal peso di quel ricordo:<< Dovevo sapere e tu non me lo avresti mai detto da solo >> James alzò gli occhi guardandola poi con un piccolo sorriso mormorò:<< Ormai sai tutto, quindi sai perché non possiamo restare insieme >> Noelle fece per prendergli una mano ma James si scostò:<< Vestiti per favore, così mi distrai troppo e mi viene voglia di tornare in questo letto con te >> << Dovresti farlo >> << Cosa? >> prima di continuare Noelle si sedette accanto a lui sul letto avvolgendosi nelle lenzuola:<< Non ti sei già punito abbastanza per quello che ti è successo? >> << Punito? Noelle io ho… >> lei gli strinse le mani tra le proprie:<< Sì, hai ucciso un uomo è vero, ma ti stavi difendendo e stavi difendendo anche tutte quelle persone dentro al supermercato, non hai ucciso per il gusto di farlo, l’hai fatto perché sei stato costretto >> poi sfiorandogli la cicatrice lei aggiunse:<< Per questo ti vergognavi a farmela vedere? >> in silenzio Jamie annuì:<< Ogni volta mi ricorda quello che ho fatto, ogni volta che la guardo mi torna in mente quel giorno e non volevo che tu fossi costretta a portare questo peso con me >> sorridendogli dolce Noelle gli baciò una guancia dove lui si stava facendo crescere un leggero velo di barba:<< So che è terribile quello che ti è successo Jamie, ma c'è una cosa a cui non hai pensato: io voglio te. Voglio te e voglio il pacchetto completo >> un piccolo sorriso si fece strada sulle labbra di lui e così Noelle continuò:<< Voglio una casa tutta nostra, a Londra, con il giardino, un albero di ciliegio e due o tre bambini che giocano nel prato >> poi ridendo appena aggiunse:<< E voglio un cane! >> James le prese le mani:<< Scusa se non te l'ho detto, ma era un peso troppo grande da sopportare >> Noelle si strinse a lui:<< Condividere cose del genere le rende meno pesanti >> poi sorridendogli aggiunse:<< Niente più segreti Jamie, io mi fido di te e voglio poterlo fare per tutto il tempo che staremo insieme >> lui sorrise:<< Sempre è un periodo molto lungo >> la stuzzicò mentre una piccola immagine si faceva largo nella sua mente:<< Sempre è un’ottima prospettiva >> poi facendo stendere il fidanzato accanto a sé aggiunse:<< Cos’è successo dopo che ti sei smaterializzato? >> lui le mise un braccio dietro le spalle tirandola accanto a sé:<< Sono andato al San Mungo, stavo perdendo molto sangue e credevo che non ce l’avrei fatta, sono svenuto una volta comparso nell’ingresso dell’ospedale; i medici hanno detto che è stata una fortuna che non mi sia spezzato durante la materializzazione visto quanto poco ero cosciente. Sono rimasto sedato per giorni e ho preso la rimpolpa sangue per settimane, il mio capo mi ha detto che una squadra di obliviatori è intervenuta subito dopo che io sono sparito e ha modificato la memoria di tutti i presenti cancellando quello che avevo fatto, i telegiornali babbani hanno parlato di una rapina finita male e cose così, hanno preso i suoi complici poco lontano e hanno modificato anche la loro memoria, mi sono salvato ma io non potrò mai dimenticare quello che ho fatto >> << Forse non devi dimenticarlo. Sei quello che sei anche per ciò che è successo quel giorno, io ti vedevo a scuola e ho sempre pensato che fossi troppo arrogante e pomposo, ma quanto ci siamo rivisti al quartier generale ho conosciuto un uomo diverso, un uomo e non un ragazzino che giocava a fare l’auror, mi sono innamorata di quello che sei oggi e quello che sei oggi è frutto anche di quel giorno Jamie >> lui sorrise stringendola a sé e baciandole una tempia:<< Sia benedetto il giorno in cui il mio capo ha pensato di farti diventare la mia collega Noelle Jackson >>> lei sorrise baciandogli le labbra:<< Sia benedetto il giorno in cui hai pensato di portarmi qui >>

 

Entrando nel piccolo giardino per la colazione con Leila al suo fianco e vedendo i tre uomini seduti in un tavolo rotondo al centro della stanza lo stomaco di Frankie si chiuse all’instante:<< Che cos’hai? >> gli domandò la fidanzata prendendogli una mano:<< Niente, sto bene >> poi lanciando un’ultima occhiata ai tre che ridevano allegramente sorseggiando caffè e croissant fece per tirare oltre ma anche gli occhi di Leila si bloccarono su di loro, in fondo era presto e oltre a loro cinque la sala era deserta:<< Quelli chi sono? >> << Amici di Ian >> replicò Frankie asciutto:<< Perché mi sembra di averli già visti da qualche parte? >> domandò la ragazza curiosa:<< Perché sono famosi e amano esserlo >> le ricordò il fidanzato:<< Sbaglio o non ti vanno a genio? >> << Sono dei palloni gonfiati >> replicò il giovane avvicinandosi al tavolo e prendendo un bicchiere di succo:<< François… >> si voltò di scatto sentendo quella voce maschile:<< Deveraux >> Marcel sorrise mettendosi una mano nella tasca posteriore dei jeans tirandone fuori una piccola busta di pergamena:<< Ho fatto qualche chiamata, se sei ancora dell’idea questo è quello che mi avevi chiesto >> poi rivolgendo lo sguardo verso Leila le prese una mano facendole il baciamano:<< Marcel Deveraux >> guardando l’uomo e il suo sorriso galante Leila arrossì appena:<< Quel Marcel Deveraux? >> chiese poi dal momento che qualche volta aveva sentito suo padre nominare il giovane capo Auror:<< La mia fama mi precede >> commentò lui poi sorridendole aggiunse:<< Il solo ed unico >> << Marc piantala di fare il cascamorto o lo dirò a Charlie e poi saranno affari tuoi >> lo richiamò Hermes dal tavolo con un sorriso sornione:<< Se non fosse che mi dispiacerebbe per tua moglie ti avrei già mandato all’altro mondo da un po’ Herm >> l’altro sorrise:<< Mi vuoi troppo bene per fare una cosa del genere e poi senza di me dovresti sopportare Pierre da solo >> << Ehi >> commentò l’altro preso in causa:<< Ho sempre Ian… >> lo schernì di nuovo Marcel mentre Frankie e Leila osservavano quel divertente siparietto:<< Ian? >> replicò Hermes scuotendo il capo:<< Adesso che ha quello splendore per le mani? Sognati pure di vederlo di nuovo in circolazione caro il mio Marcel >> << Felice di destare come sempre il tuo interesse Hermes davvero >> e la voce dell’Atelier chiamato in causa li fece voltare tutti verso l’ingresso dove Ian e Maggie mano nella mano si stavano avvicinando al tavolo:<< Ah togliti quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia, sei disgustoso Ian! >> brontolò poi Hermes guardando la faccia felice dell’amico:<< Geloso? >> Hermes Valois addentò un pezzo di pane e marmellata facendo diventare anche il masticare qualcosa di osceno, ma possibile che quell’uomo nonostante gli anni fosse ancora il ragazzino di sedici anni che faceva il playboy a scuola:<< Geloso io? Te lo farò dire da Leonie quanto ho da essere geloso >> Dorian scosse la testa spostando una sedia dal tavolo per far sedere Maggie:<< Un giorno o l’altro le chiederò perché ti ha sposato >> << Perché voleva avere il migliore in circolazione tutto per sé >> Pierre dovette mettersi una mano sulla bocca per soffocare una risata e Marcel tornò a sedersi ghignando:<< Leonie sa delle tue idee o dobbiamo dirglielo noi? >> provocò l’amico bevendo il caffè:<< Charlie sa che ha sposato un completo idiota che tra poco avrà un occhio nero? >> << Ragazzi…ragazzi… >> e sorridendo Pierre rivolse i suoi occhioni azzurri verso la donna seduta davanti a lui:<< Non siamo qui per litigare…non davanti alle signore almeno >> Marcel annuì ma fu di nuovo Hermes a concludere la frase:<< Hai ragione Pierre, siamo qui per festeggiare il nostro piccolo Atelier preferito! Giusto Ianuccio? >> a quel nomignolo Ian prese un respiro profondo e cercò gli occhi di Maggie che ridevano silenziosamente ma fu un borbottio sommesso alle sue spalle a richiamare la sua attenzione e voltandosi vide gli occhi azzurri di Frankie pieni di rimprovero:<< Datemi cinque minuti >> commentò poi girandosi e avvicinandosi al fratello:<< Bene, ci risiamo >> commentò Hermes acido versandosi della spremuta:<< Sei perfido Herm >> lo rimproverò Marcel piano:<< Sono realista, non ha più dieci anni, è ora che cresca >> << Lo faresti anche tu se ti fosse successo quello che è successo a loro >> gli ricordò Pierre alzando gli occhi verso Maggie:<< Scusalo, Hermes non ha peli sulla lingua >> Maggie guardò i tre leggermente in imbarazzo e con ancora in mente la scena del suo risveglio:<< Ci dispiace per prima comunque >> ed Hermes la guardò con un piccolo sorriso:<< Volevamo dare sui nervi a Ian non rovinarvi la festa >> << Sì, Ian me lo ha detto, solo che è stato un po’… >> << Siamo dei cretini ma non siamo cattivi >> le ricordò Pierre sorridendo:<< E andremmo nel fuoco per quel ragazzino >> commentò Marcel guardando di sfuggita Ian che, in un angolo della sala, stava discutendo con il fratello.

 

<< Lo sai che non li sopporto, che cosa vuoi che faccia? >> << Sono i miei amici Frankie e li ho invitati qui per fargli conoscere Maggie >> il più giovane lo guardò nervoso:<< Sì, certo e per festeggiare quella stupidata di Vargas! >> un sorriso passò rapido sulle labbra di Dorian:<< Quella è solo una scusa per vederci ogni tanto visto gli impegni di ognuno di noi >> di nuovo il fratello lo guardò con biasimo:<< Certo perché starsene tutto il giorno a giocare a Quidditch è una cosa così impegnativa come anche scrivere qualche articolo per quel giornale del cavolo o… >> << Sai che sei infantile François? >> << Oh adesso sono François? Quando compaiono i tre moschettieri sono François? >> non volendo iniziare una discussione in quel momento Ian si passò le mani nei capelli:<< Lasciamo stare, ne parleremo con calma in un altro momento ma dobbiamo chiarire questa storia >> << Ti facilito la cosa Dorian >> e mise nel nome del fratello tutto il disprezzo di cui era capace:<< Finché quegli idioti sono qui scordati di me e forse anche dopo >> poi girandogli le spalle tornò da Leila sussurrandole qualcosa all’orecchio prima di lasciare la sala.

<< Avete litigato di nuovo? >> domandò Pierre quando il suo amico tornò a sedersi accanto a Maggie:<< Evitiamo l’argomento Pierre per favore? >>

 

Girandosi per mettersi comoda Iris allungò una mano per afferrare la coperta ma la sua mano incontrò qualcosa di caldo e morbido accanto a lei, che diavolo era? Si girò di nuovo cercando di mettersi comoda ma era come se fosse sdraiata su qualcosa di morbido e duro allo stesso tempo, qualcosa che respirava a giudicare dal movimento che sentiva contro il proprio petto:<< Uhm…kotoryy seychas chas? >> le bastarono quelle poche incomprensibili parole pronunciate da quella voce scura per farla mettere seduta e spalancare gli occhi di colpo:<< Oh mio dio! >> e guardando il corpo di Nikolaj ancora seminudo e ancora mezzo addormentato si portò le mani alla bocca: che diavolo aveva fatto quella notte?

Rimase ancora un istante a guardare il giovane moro accanto a lei che si stava svegliando, rimase un attimo solo ad indugiare su quelle ciglia lunghe che gli chiudevano gli occhi, su quei capelli neri spettinati come se fosse appena sceso dalla scopa o avesse…un calore inaspettato le salì al viso e prima che lui potesse girarsi verso di lei si smaterializzò ricomparendo pochi istanti dopo in camera sua…

Allungando una mano accanto a sé mentre si girava Niko sorrise:<< Dobroye utro moya dorogaya… >> ma quando la sua mano toccò il freddo pavimento di tufo delle terme il suo sorriso scomparve e le più colorite imprecazioni nella sua lingua madre gli riempirono la mente: che cosa doveva fare per tenersi quella benedetta ragazza vicino?

 

Immersa nel vapore e nel calore della doccia Bunny si mise una piccola dose di shampoo sulla mano per poi passare a lavarsi i capelli ripensando a quello che era successo quella notte con il giovane che aveva lasciato nudo e addormentato nel letto, stava per prendere la boccetta del bagnoschiuma quando un corpo caldo si appiccicò al suo:<< Perché dobbiamo sprecare l’acqua? >> Ben si voltò sorridendo e baciando le labbra di Libero:<< Ma non ti è ancora bastato Nott? >> lui scosse il capo:<< In questo momento non sto pensando a farlo di nuovo, voglio solo ottimizzare i tempi per scendere a colazione in orario >> lasciandosi andare tra quelle braccia rise piano mentre lui cominciava a baciarle il collo:<< Sì certo faremo sicuramente… >> poi baciandolo dietro l’orecchio come aveva scoperto gli piaceva aggiunse melliflua:<< ...tardi >> << Posso anche saltare la colazione >> e scoppiano a ridere Libero la spinse contro la parete della doccia.

<< Libe…Libe avrei bisogno di… >> e un’imprecazione sfuggì dalle labbra di Nott mentre rialzava di scatto la testa:<< Non ci credo! >> brontolò poi chiudendo l’acqua della doccia e guardando Ben:<< Tu non muoverti da qui e rimani con quell’espressione in faccia >> sussurrò piano poi aprì la porta a vetri nell’esatto momento in cui il suo scocciatore stava per bussare alla porta del bagno:<< Fai un altro passo Frankie Atelier e non vivrai abbastanza per raccontarlo >> poi prendendo in fretta un asciugamano se lo legò intorno alla vita arrivando alla porta, aprendola appena ed infilandosi fuori:<< Ehi, come mai così acido? Credevo che Bunny ti avesse addolcito… >> << Appunto >> replicò l’altro a denti stretti per poi vedere l’espressione nervosa dell’amico e quella preoccupata di Leila dietro di lui:<< Ciao Tallyst >> << Ho un nome Libero >> gli ricordò lei ma il ragazzo fece spallucce:<< Sarai Tallyst finché non porti il tuo caro fidanzatino via da qui >> << Piantala, ti divertirai con la Flecter più tardi, adesso ho bisogno di te >> la voce acida di Frankie lo fece voltare di nuovo verso l’amico:<< Ehi ma ti ha morso un Kneazle? >> poi tornando a guardare Leila:<< Te lo ripeto Tallyst calmalo perché oggi ha qualcosa che non va >> << Certo che ho qualcosa che non va idiota o non sarei qui adesso! >> poi aprendo e chiudendo velocemente le mani per ritrovare la calma Frankie aggiunse:<< Hai ancora le chiavi del mio appartamento, quelle che ti ho dato dopo il divorzio? >> Libero guardò il proprio comodino:<< A che ti servono? >> << Ho bisogno di prendere aria >> << Sono nel cassetto, ma sappi che se sparisci di nuovo e tuo fratello se la prende con me io me la prenderò con te >> Frankie si avvicinò al cassetto aprendolo e prendendo le chiavi:<< Mio fratello ha altro a cui pensare e poi con lui me la vedo io >> Libero scosse il capo:<< Le ultime parole famose >> Frankie si voltò di scatto fulminandolo:<< Sei mio amico Libe ma adesso stai tirando troppo la corda >> conoscendo il carattere spiritoso e sempre gioviale del suo amico, Nott lo guardò sorpreso:<< Frankie davvero: stai bene? >> << Starò bene quando se ne saranno andati >> Libe incrociò le braccia sul petto:<< Ho capito, sono arrivati gli amici di Ian >> << Che cosa centrano loro con il tuo malumore? >> chiese Lila al fidanzato ma lui scosse il capo:<< Non ne voglio parlare ok? Meglio che andiamo a fare colazione fuori >> poi prendendo la mano della fidanzata si avvicinò alla porta:<< Grazie Libe >> poi scoppiando a ridere aggiunse in direzione della porta del bagno:<< Ciao Bunny! Scusa il disturbo >>

 

Quando riaprì gli occhi Lilith guardò la parte vuota del letto accanto a sé, per un attimo le si strinse il cuore al pensiero di non ricevere il bacio del buongiorno dal suo bello stangone, ma quando sentì scorrere l’acqua della doccia un sorriso birichino le si allargò sul viso: quanto era bello Mike di prima mattina con i capelli arruffati, ma nudo sotto la doccia era anche meglio…alzandosi dal letto raggiunse la porta del bagno in punta di piedi per non fare rumore, voleva sorprenderlo ma ci aveva già provato più volte ed era sempre stato lui a sorprendere lei!

Aprì piano uno spiraglio sbirciando dentro: il bagno era vuoto e l’acqua continuava a scendere dalla doccia…bene forse quella era la volta buona…

Aprendo ancora un po’ la porta ringraziò madre natura di averla fatta così minuta in modo da passare ovunque senza fare troppo rumore.

Voltò velocemente lo sguardo verso la doccia vedendo la silhouette di Mike che si stava passando le mani nei capelli, bene era tutto perfetto.

Sorridendo sorniona si voltò verso lo specchio mentre si toglieva la casacca del pigiama di Gail, ormai dormiva solo con quella, e fece per posarla sul lavandino quando qualcosa di piccolo e argentato appoggiato accanto al lavello attirò la sua attenzione e i ricordi di quello che era successo la sera prima la bloccarono nuda, con la mano a metà tra sé stessa e il lavandino e un’espressione indecifrabile in viso.

Fu così che Mike la trovò un paio di minuti dopo quando uscì dalla doccia:<< Lil…stai bene nanetta? >> ormai quel soprannome non le dava più fastidio, anzi la faceva sciogliere come neve al sole…:<< La collana… >> mormorò lei allungando una mano per prendere il gioiello che lei stessa aveva regalato a Mike solamente la sera prima e che le riportava alla mente un'altra scena:<< Non volevo bagnarla >> commentò lui allungando la mano per prenderla, ma Lilith richiuse il pugno:<< Ti ho chiesto di sposarmi ieri sera >> lui sorrise:<< Sì, devo dire che non me lo aspettavo >> le ricordò poi con un sorriso che però Lilith non ricambiò:<< Ti ho chiesto di sposarmi ma tu non hai risposto >> << Lo so >> continuando a tenere la mano chiusa Lilith continuò:<< Non è bello fare una domanda del genere e non avere una risposta >> lui chiuse il pugno di Lilith la sua mano:<< Non era il luogo e il momento per darti quella risposta >> << Non ci vuole tanto a dire sì Mike >> poi strabuzzando gli occhi aggiunse:<< Perché mi dirai di sì vero? >> e come si aspettava la risata di lui le fece saltare i nervi, proprio come il bacio che le diede sulla testa:<< Per saperlo dovrai aspettare il momento giusto nanetta >> << Adesso sei irritante >> << Andiamo vuoi davvero che ti dia una risposta mentre siamo entrambi seminudi in bagno? Vuoi ricordarlo così? >> lei guardò lo specchio che rifletteva l'immagine di loro due abbracciati, di due anime che dopo tanto vagare si erano finalmente ritrovate:<< Voglio che tu mi dia una risposta e voglio che sia sì >> Michael chinò la testa e le baciò una guancia:<< Avrai la tua risposta presto te lo prometto >> poi avviandosi verso la camera aggiunse:<< Adesso però fammi cambiare, ho un appuntamento per colazione >> << Cosa cosa cosa? >> e Lilith lo seguì in camera incurante di essere svestita:<< Ho un appuntamento per colazione Lil, stai tranquilla >> << Con chi? >> lui fece spallucce mentre cercava una camicia nell'armadio:<< Tuo fratello >> << Mio fratello? Levi? >> Mike sorrise guardandola da sopra la spalla:<< Perché ne hai altri? >> << No, ma... >> finendo di allacciarsi i polsini della camicia Mike si voltò prendendole il viso tra le mani baciandole le labbra poco prima di mettersi a cercare dei pantaloni:<< Allora non preoccuparti >> << Mike onestamente, tu e Levi che... >> lui si sedette sul letto infilandosi i pantaloni per poi infilarsi un paio di mocassini scuri, infine alzandosi le sorrise accarezzandole una guancia:<< Tranquilla piccola Lil, vogliamo solo fare quattro chiacchiere sulla ragazza che entrambi amiamo >> poi con un ultimo sorriso aprì la porta lasciandola lì immobile al centro della stanza...Lilith ci mise qualche minuto per capire che Mike aveva appena ammesso di amarla!

 

A piedi nudi e facendo meno rumore possibile Delila scese in cucina, Dorian non era tornato in camera a dormire ma a giudicare da come guardava Margaret alla festa non se ne era stupita più di tanto, sperava solo che finalmente il suo amico avesse ottenuto quello che voleva...quanto a lei, beh quello che voleva era ben lontano dal raggiungerlo ma andava bene così: che se ne faceva di un uomo che la trattava alla stregua di un giocattolo rotto o di una babysitter a tempo pieno per sua figlia?

Daniel Johnson non era quello giusto per lei e per quanto fosse incredibilmente affascinante e pieno di quella gioia di vita che lei necessitava come l'aria non avrebbe buttato all'aria la sua vita per un uomo che aveva chiuso il suo cuore e che mai avrebbe potuto provare qualcosa per lei; sì certo non sarebbe mai stato facile ma anche lei sognava il grande amore, sognava qualcuno che la baciasse appena apriva gli occhi e che non vedesse l'ora di prenderla tra le braccia la sera...lo voleva da così tanto tempo che per un periodo ci era anche andata vicino ma Oliver non era quello giusto e non le aveva mai fatto l'effetto che le faceva Danny anche solo con uno sguardo o un sorriso...tuttavia doveva smetterla, Daniel Johnson era una questione archiviata e una volta passati quegli ultimi dieci giorni sarebbe tornata a casa e alla sua solita vita.

Sorridendo al capo degli elfi domestici che la squadrava malamente per quell'invasione nel suo regno la ragazza si avvicinò al tavolo al centro della stanza afferrando una pesca dal cesto della frutta e un panino al prosciutto e formaggio, sedendosi poi in fondo al tavolo fece per addentare il panino quando la porta d'ingresso si aprì di nuovo e Clau lanciò una specie di borbottio mormorando accidenti in direzione del nuovo venuto.

Alzando gli occhi Delila li riabbassò subito per evitare di incrociare quelli verdi dell'uomo:<< Così adesso non merito nemmeno un saluto? >> << Vuoi un premio per la tua vittoria sul ring? >> sorridendo Daniel colse la sfida implicita in quelle parole:<< Beh l'ho messo al tappeto mi sembra >> Delila scosse la testa tornando a guardare il panino ma in un attimo le era passata tutta la fame:<< Perché diavolo l'hai fatto? >> lui le si sedette davanti e fece per allungare una mano ma lei ritrasse la sua così Danny le spiegò nervoso:<<  Ti stava baciando >> e a giudicare dal suo tono scocciato quella spiegazione doveva essere più che chiara:<< E allora? >> gli rispose lei piatta:<< Allora? Aveva baciato Iris, ci ha provato Bunny Flecter, che cosa ti serve ancora per capire che non è un ragazzo affidabile? Che non ha intenzioni serie? >> Delila rise piano, si sentiva un po' cattiva a trattarlo così ma se voleva evitarsi inutili dolori doveva allontanarlo da sé:<< Chi ti dice che io le abbia? >> << Ti ho chiesto di venire a vivere con me, ti ho promesso di darti una mano e tu preferiresti divertirti con quel ruffiano piuttosto che... >> improvvisamente Delila si alzò sbattendo una mano sul tavolo e facendo rotolare la pesca fino a Daniel:<< Nikolaj sarà anche un ruffiano e vorrà solo divertirsi come dici tu, ma contrariamente a te lui si gode la vita e si prende quello che vuole senza farsi troppe domande >> poi passandogli accanto gli diede il colpo di grazia:<< Ho vissuto in una bolla per quasi tutta la mia vita e Niko mi fa sentire viva e mi fa stare bene >> poi lanciandogli un'occhiata di traverso concluse:<< Fino a pochi giorni fa pensavo lo stesso di te ma evidentemente mi sbagliavo, addio Daniel spero che un giorno tu possa essere felice >> poi lasciandolo lì fermo avvolto da quel profumo di pesca uscì cercando di non pensare a quanto quel ragazzo era ottuso.

 

<< Ti giuro! Era così spaventato quando sono entrato nel campo che credevo mi sarebbe svenuto davanti...>> e ridendo ancora Marcel continuò a raccontare a Maggie del giorno in cui lui e Ian si erano conosciuti facendo ovviamente ridere anche la ragazza:<< Sì sì continuate pure...prego demolitemi pure >> e facendo un gesto con la mano Ian guardò gli amici con stizza:<< Siamo un po' permalosi eh Atelier le grand? Cos'è hai paura che ti facciamo vergognare davanti a questo splendore? >> Ian si girò di scatto fulminando Hermes:<< Chiamala ancora splendore e Leonie dovrà preoccuparsi di me e non di Marc >> Hermes rise di gusto guardando l'amico con gli occhi castani pieni di sfida:<< Atelier le grand che minaccia...dieci anni fa mi avresti già tirato un pugno per una cosa del genere, da quando sei diventato un cagnolino da compagnia? >> << Atelier cosa? >> domandò Maggie guardando il fidanzato ma fu Pierre ad intervenire:<< Atelier le grand >> poi mettendosi comodo sul divanetto aggiunse:<< Era il soprannome di Ian quando andavamo a scuola, glielo avevano dato le sue, diciamo, fans >> << Fans? >> Maggie era sempre più perplessa:<< Beh il caro signorino qui presente non era affatto l'angioletto che sembra, era l'idolo delle ragazze e spesso approfittava del suo ascendente >> Dorian si irrigidì sapendo bene che cosa poteva significare quella frase:<< Si certo fammi sembrare uno che passava il tempo appartato negli sgabuzzini con la prima che capitava, grazie Pierre >> << Andiamo non ho mai detto questo, però ti piaceva essere letteralmente adorato >> Ian scosse il capo:<< Ero giovane, stupido e avevo degli amici che mi portavano sulla cattiva strada >> Hermes sorrise:<< Sempre colpa degli amici eh...invece di dire grazie ecco cosa fai... >> poi accavallando le gambe tamburellando le dita sul bracciolo della poltrona aggiunse:<< Quando tutto questo bel giochino d'amore sarà finito e la deliziosa signorina Stains avrà il tuo anello al dito posso avere l'esclusiva sulle tue nozze? >> Maggie rimase senza parole ma accanto a lei Ian sembrava calmo e oltremodo rilassato:<< Parla l'amico o il giornalista? >> << Parlano gli affari, tu e il tuo bel faccino siete quello che farà vendere al mio capo più copie di quanto si sia mai sognato >> due dita di Dorian scivolarono sulla spalla di Maggie coperta da una leggera maglietta azzurra:<< Quando Margaret mi dirà di sì sarai il primo a saperlo Herm >> poi sorridendo e baciando una tempia di lei le sussurrò all'orecchio facendola sorridere:<< Forse >> Maggie lo guardò ridendo piano:<< Metti già in conto che io voglia sposarti? >> Dorian rise facendo per baciarla:<< Vuoi forse negarlo principessa? Tu mi ami >> << E allora? >> << Tu mi ami, io ti amo...non c'è neanche bisogno che te lo chieda mi sembra >> stava giocando con lei davanti ai suoi amici e la cosa era evidente, Frankie aveva ragione a dire che Dorian era un uomo diverso quando quei tre erano nei paraggi, ma come le aveva ricordato l'amico forse a lei la cosa non dispiaceva per niente:<< Rimangiati quello che hai detto Dorian Atelier se vuoi ancora baciare queste labbra >> gli intimò cercando di restare seria mentre lui la stava sollevando per prenderla in braccio, ma la porta del salottino si socchiuse e Yanna fece capolino:<< Padron Dorian c'è una visita per... >> il ragazzo si voltò sentendosi chiamare e i suoi occhi incrociarono tre persone ferme sulla soglia dietro all'elfa; Ian fece per alzarsi ma la voce di Maggie lo bloccò facendogli gelare il sangue nelle vene:<< Violet? Mamma? Papà? Che ci fate qui? >> gli occhi di Ian incrociarono quelli scuri del padre della sua ragazza che sembravano volerlo uccidere seduta stante: bel modo di conoscere il suo ipotetico futuro suocero!



Violet Stains
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Karen Stains
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Robert "Bob" Stains

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Ed eccoci qui...stavolta con un capitolo decisamente più ridotto se vogliamo ma mancano ancora delle piccole cose da chiarire...ci sarà tempo anche per quelle tra poco...per ora avevo solo voglia di far venire un infarto a Dorian e qualche dubbio nella testa di qualcun altro...
Stavolta non ho niente di particolare da aggiungere quindi non mi dilungo in discorsi senza nè capo nè coda...
Au revoir....bonne nuit...

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Capitolo 20
*** 19 - Dannati francesi! ***


Capitolo 19

<< Violet? Mamma? Papà? Che ci fate qui? >> e guardando i genitori con un po' di imbarazzo Maggie individuò immediatamente lo sguardo della sorella in cerca di conforto.

Era inutile negarlo: tra le sue quattro sorelle maggiori Violet era sempre stata la sua preferita, forse anche per il fatto che era l'unica ad essere una strega e quindi l'unica con cui poteva confrontarsi e parlare di determinate cose che il resto della sua famiglia non avrebbe capito...che poi il loro legame andasse ben oltre Hogwarts o la magia era un'altra storia.

<< Vi! >> e alzandosi in fretta la giovane Stains corse tra le braccia della sorella poco più alta di lei che la strinse sorridendo a sua volta:<< Peggy, sei un incanto, che cosa ti è successo? L'aria di Parigi ti ha fatto davvero bene >> commentò la maggiore lanciando un'occhiata all'aria in questione: alto, moro, bello come un dio e con gli occhi del colore del mare:<< Tesoro fatti vedere, sei splendida >> e anche Karen sorrise mettendo due mani sulle spalle della figlia facendola voltare verso di sé:<< Ciao mamma >> la salutò Maggie ben sapendo che ben presto Karen e Bob avrebbero preso a...<< La mia piccolina, potevi trovare un po' di tempo per scrivere al tuo paparino... >> ecco esattamente quello! I suoi non volevano rassegnarsi al fatto che ormai era adulta, beh forse sua madre un po' l'aveva capito dopo la storia di Daniel, ma suo padre proprio no!

<< Mi dispiace papà >> poi voltandosi verso Ian che era ancora seduto sul divano sorrise e lui seppe che era arrivato il momento del suo suicidio:<< Papà, mamma, Vi...voglio presentarvi una persona >> poi mentre Ian si avvicinava gli strinse la mano, voleva essere sicura che lui le restasse affianco anche dopo quell'uragano che era la sua famiglia:<< Lui è Dorian >> specificò poi fissando gli occhi in quelli identici del padre:<< Dorian? >> domandò infatti Bob scrutando il giovane da capo a piedi:<< Buongiorno signor Stains >> poi guardando prima Karen e poi Violet aggiunse:<< Signora Stains, signorina... >> ma la voce di Violet lo interruppe con una piccola risata:<< Oh Violet è sufficiente, in fondo possiamo già dire di conoscerci >> Ian ricambiò il sorriso della donna:<< In effetti, allora piacere Violet >> la ragazza gli strinse la mano:<< Piacere di vederti in carne e ossa Dorian >> Ian fece per aggiungere qualcosa quando un leggero tossicchiare alle sue spalle gli fece ricordare dei tre pazzi seduti alle sue spalle, si voltò giusto in tempo per vederli alzarsi ed avvicinarsi alla porta, fu Marcel a parlare:<< Noi cominciamo ad andare, ci vediamo più tardi da Louis >> Ian annuì poi presentò velocemente i suoi amici:<< Signori Stains, loro sono dei miei amici che soggiorneranno qui per qualche giorno: Marcel, Hermes e Pierre >> quando guardò il terzo giovane in piedi dietro agli altri con le braccia incrociate sul petto Violet sentì un brivido percorrerle la schiena, quegli occhi erano di un colore indefinito: un misto tra il verde dei boschi, l'azzurro del cielo e il ceruleo oscuro delle profondità del mare...la prima cosa che le venne in mente, e non seppe nemmeno lei perché, fu il Libro della Giungla che sua madre le leggeva da piccola, in particolare la scena in cui il grosso serpente Kaa cerca di ipnotizzare Mowgli con il suo sguardo...

<< ...di farci compagnia, se non siete troppo stanchi e... >> la mente di Violet tornò a concentrarsi sul ragazzo di sua sorella, sì l'aveva capito subito che ruolo aveva Ian nella vita di Maggie e non solo per il fatto che lui l'aveva praticamente in braccio quando erano entrati, quei due erano come un magnete e un pezzo di ferro, gravitavano l'uno attorno all'altra senza mai allontanarsi troppo:<< Come? >> domandò poi essendosi persa gran parte del discorso per colpa di quegli occhi:<< Dorian vi stava proponendo un giro ai Jardin de Tuileries, in questa stagione è magnifico >> spiegò Marcel e il viso di Karen si illuminò:<< Ho sempre sognato di vedere Parigi >> cinguettò poi guardando il ragazzo accanto alla figlia:<< E con una guida sarà ancora meglio! >> Maggie arrossì all'istante:<< Mamma non penso che Ian possa... >> ma lui la bloccò sorridendo e porgendo il braccio alla donna:<< Sarà un piacere signora Stains, prego >> la donna sorrise:<< Signora mi fa sentire vecchia, chiamami Karen mio caro >> di nuovo lui sorrise e Maggie si ritrovò a pensare che a volte quel principe francese era davvero troppo perfetto per essere vero.

 

<< Apri! Iris! >> << Vattene >> e per l'ennesima volta la ragazza gli diede la stessa risposta:<<Proklyatiye! Apri donna! >> ci fu un attimo di silenzio e per un istante Niko credé di avercela fatta, ma poi la voce di Iris lo fece incazzare ancora di più:<< Vattene Nikolaj >> sibilando altre imprecazioni tra i denti lui appoggiò i palmi delle mani e la fronte al lucido legno della porta:<< Senti Iris so che sono stato odioso, so che ho sbagliato e che me lo merito ma non possiamo andare oltre? Siamo due persone adulte e dovremmo trovare un modo per andare d’accordo invece che farci la guerra >> non era da lui fare certi discorsi ed essere così remissivo ma dopo la notte che avevano passato soli alle terme…beh dopo quello Iris Mackay era decisamente salita al primo posto nelle sue priorità e quindi avrebbe fatto qualsiasi cosa per averla vinta!

<< Ti ho detto di andartene, niente di quello che dirai potrà convincermi ad aprire questa porta >> lui sorrise consapevole del fatto che lei non poteva vederlo, poi ricordandosi che Bunny e Libero erano ancora in camera sua decise di giocarsi il tutto e per tutto:<< Andiamo non puoi lasciarmi qui fuori: ho dormito su un pavimento duro tutta la notte e non posso tornare in camera mia perché il tuo caro amichetto e la mia coinquilina stanno scoprendo nuove figure del Kamasutra e io di certo non voglio assistere >> sentì la risata di lei:<< Ridi di me donna? Uscirai da lì prima o poi e allora la pagherai >> Iris rise di nuovo ma ciò che bloccò Nikolaj fu lo scatto della serratura e lo spiraglio che si aprì mostrando il viso sorridente della ragazza:<< Entra, non voglio che gli altri pensino che sei del tutto pazzo e poi saresti capace di andare a rovinare il momento di felicità di Libero e Bunny e non te lo posso permettere >> lui sorrise strafottente:<< Sapevo che mi avresti aperto donna >> Iris lo guardò irritata afferrando la bacchetta e ficcandogliela sotto al mento:<< Chiamami donna un’altra volta e sarà l’ultima cosa che farai con quella bocca Niko Valuev >> Niko sorrise:<< La mia gattina che tira fuori gli artigli >> Iris spostò la bacchetta sul collo dove gli pulsava una vena:<< Lo stesso discorso vale anche per gattina o qualsiasi altro soprannome idiota ti venga in mente >> << Ieri sera non ti dispiaceva quando ti chiamavo lyublyu>> decisa a non ammettere che non ricordava nulla di quello che era successo la notte precedente Iris arricciò il naso:<< Ieri sera avevo bevuto, è già tanto che ti abbia distinto dal muro >> capendo ciò che Iris cercava di nascondere Niko approfittò dell’occasione:<< Davvero? Perché ricordo che sapevi molto bene chi ero quando mi hai proposto di fare il bagno nudi e… >> << Nudi? Sicuro di non essere ancora ubriaco? >> lui le afferrò la mano con cui stringeva la bacchetta e se la tirò addosso:<< Sicuro quanto so che avrai i brividi se farò questo >> e con la mano libera Nikolaj scese lungo un fianco di Iris risalendo piano solleticandole la pelle sotto la maglia:<< Niko… >> sussurrò lei cercando di resistere:<< Vedi…so cosa ti piace…so cosa ti serve >> le ricordò facendo al stessa cosa con l’altra mano mentre lei abbassava la bacchetta lasciandola cadere a terra:<< Tu non sai cosa voglio, non sei adatto a… >> << Vuoi forse dirmi che non mi vuoi? >> Iris scosse il capo:<< Certo che ti voglio, ma tu non sei disposto a restare oltre la durata di una notte quindi che senso ha? Non me ne faccio niente dell’avventura di un giorno >> << Un giorno? Almeno un mese splendore >> Iris si sciolse dal suo abbraccio:<< Non sei divertente Niko >> << Non voglio esserlo >> commentò lui ma la sua voce era diventata piatta all’improvviso:<< Non so come si faccia ad avere una relazione a lungo termine, non ci sono portato >> poi avvicinandosi a lei e facendola girare verso di sé aggiunse togliendole una ciocca dal viso:<< Perché non lasciamo che le cose succedano e vediamo come va? >> << E tu questo lo chiami comportarsi da adulti? >> lui si fece serio tutt’un tratto:<< Meglio così che fare promesse che potrei non mantenere, non voglio che mi odi ancora prima di imparare a conoscermi >>

 

<< Adesso tu mi devi assolutamente raccontare tutto >> e Violet afferrò la sorella per un braccio tirandola da parte mentre Dorian faceva da cicerone ai suoi genitori aiutato da Marcel ed Hermes, Pierre in silenzio seguiva la scena a poca distanza da loro:<< Tutto cosa Vi? >> domandò la piccola cercando di sviare l’argomento, non voleva parlare della sua storia con Ian con i suoi, soprattutto suo padre, a tiro d’orecchi!

<< Come cosa? Di come tu e il signor bello come un dio greco siete finiti avvinghiati su quel divano quando noi siamo entrati >> le guance di Maggie divennero rosse:<< Non eravamo… >> la maggiore fece spallucce:<< Sì certo sorellina, solo perché siamo arrivati in tempo, altrimenti chissà cosa stavate per fare…con quei tre che vi guardavano poi >> << Ian non…mi stava solo baciando, voleva… >> ma accorgendosi dello sguardo della sorella Maggie incrociò le braccia sul petto facendo la solita smorfia imbronciata che faceva fin da bambina quando qualcosa non andava come diceva lei:<< Smettila di guardarmi così >> Violet alzò le mani in segno di resa:<< D’accordo la smetto, la smetto >> poi riprendendo a camminare e sorridendo aggiunse melliflua:<< Per ora >> << Vi! >> le due sorelle scoppiarono a ridere quasi contemporaneamente ma se avessero alzato gli occhi avrebbero notato un serpente ammaliatore che stava puntando la sua preda con un sorriso strafottente dipinto in viso.

 

<< Oh mio dio ma è… >> e Karen Stains alzò gli occhi verso la Basilica del Sacré Coeur:<<…splendida >> concluse poi con lo sguardo che brillava:<< Vuole entrare a visitarla madame? >> domandò Marcel con un sorriso:<< Madame? Nessuno mi ha mai chiamato madame prima d’ora >> commentò la donna allegra:<< Cet outrage! Una signora come lei >> lo assecondò Hermes porgendo il braccio alla donna:<< Madame Stains…posso avere l’onore? >> chiese poi galante indicando i gradini della chiesa:<< Oh certo… >> poi voltandosi a guardare il marito aggiunse:<< Avanti Bob andiamo! >> vedendo lo sguardo lievemente irritato di Robert Stains Ian guardò gli amici avvicinandosi poi all’uomo:<< Posso portarla a visitare un posto che penso possa piacerle signore? >> a quelle parole Ian si accorse che anche Maggie e Violet lo stavano ascoltando:<< E dove vorresti portarmi ragazzo? Spero per te che non sia un’altra chiesa perché… >> pensando a quello che Maggie gli aveva raccontato dei suoi genitori e del loro vivaio Ian sorrise:<< No, signore…è qualcosa che so apprezzerà molto >>

Una ventina di minuti dopo Maggie e Violet furono costrette ad ammettere che Ian aveva ragione perché la faccia di Bob quando misero piede al Jardin des Plantes era davvero impagabile:<< Ok, il ragazzo ci sa decisamente fare >> commentò Vi lanciando un’occhiata a Ian ma facendo poi scivolare gli occhi sulle spalle tornite del biondo accanto a lui:<< Perché ho come l’impressione che tu non stia parlando solo di Ian, Vi? >> le domandò innocentemente Maggie e gli occhi di Violet si allontanarono da Pierre sfuggendo verso la miriade di fiori che adornava il giardino:<< Che cosa dici, io sono sposata e… >> << Mamma dice che le cose con Alexander non vanno molto bene >> Violet fece una smorfia:<< Diciamo pure che non vanno affatto, io ce l’ho messa tutta per far funzionare le cose ma questa storia del bambino è stata troppo anche per noi >> Maggie poggiò una mano sul braccio della sorella:<< Ehi non è colpa tua, se lui non è in grado di capirlo allora non era quello giusto per te >> Violet annuì spostando le mani dietro la testa per giocherellare con i propri capelli ricordando solo poi che in un attimo di follia li aveva tagliati in quel delizioso caschetto corto a cui però non si era ancora abituata:<< So che hai ragione Peggy, davvero però eramio marito…quando mi sono sposata l’ho fatto con l’idea che fosse per sempre e invece adesso mi ritrovo a dover firmare delle stupide carte come se non fosse mai successo niente >> << Hai scelto tu di lasciarlo Vi, probabilmente era la cosa giusta da fare >> la sorella annuì quando la voce di Bob che rideva e chiamava la più piccola le bloccò:<< Peggy guarda un salice! >> la ragazza alzò gli occhi sul grande albero che svettava nel centro dell’aiuola ma pensieri diversi da quelli di suo padre le attraversarono la mente, ricordi della notte appena passata e di un altro salice a cui era appoggiato un letto di vimini…

<< Mi ricordo ancora il tuo faccino imbronciato, sembrava che ti avessero tolto il tuo giocattolo preferito >> continuò poi sorridendo alla figlia:<< Papà non penso che… >> << Lascialo parlare Maggie >> e Ian la guardò sorridendo:<< Dorian non credo che ti interessi… >> Bob si fermò guardando la figlia:<< Scusami bigné ti sto mettendo in imbarazzo? >> << Bigné? >> domandò Ian fissando la fidanzata e cercando di restare serio ma ci pensò Violet a dare a Maggie il colpo di grazia:<< Sì, bigné. La nostra cara Peggy era così rosea e paffutella da piccola che papà l’ha chiamata così finché non ha cominciato ad andare ad Hogwarts >> << Vi! >> e di nuovo Maggie fulminò la sorella arrossendo e cercando di non incrociare il viso di Ian, non si era mai vergognata tanto in vita sua e non voleva che lui la considerasse una ragazzina, non dopo quello che avevano fatto almeno!

<< Suvvia tesoro non mettere in imbarazzo tua sorella, avevo un soprannome per ognuna di voi >> a quelle parole gli occhi di Maggie si illuminarono:<<È vero! Papà com’è che chiamavi Violet? Non mi ricordo bene, era una cosa tipo… >> << Trottola >> risposte prontamente Bob sorridendo alla figlia maggiore:<< La mia trottola combina guai >> anche le guance di Violet divennero rosse e a quel punto dovette ammettere che la sua piccola sorellina era proprio cresciuta, sotto quel visetto angelico si nascondeva il demonio! Non volendo tuttavia perdere Violet decise di giocarsi la sua ultima carta:<< Papà che cosa stavi dicendo prima del salice del vivaio…sai quello che piaceva tanto a Peggy >> Maggie si voltò cercando di bloccare le parole della sorella ma ormai la bomba era stata sganciata:.<< Avevo tre anni papà >> commentò la ragazza cercando di restare calma ma in realtà stava andando in iperventilazione per la vergogna:<< Tre? Io mi ricordavo cinque… >> << Forse è meglio tornare dalla mamma, orami avranno finito di visitare la chiesa >> Bob annuì e fece per incamminarsi mentre Ian dava un'occhiata al l'orologio:<<È quasi ora di pranzo, avevo detto a Marcel che ci saremmo visti da Louis >>

 

<< Louis? >> e Leila guardò il piccolo bistro dalla porta verde smeraldo:<< Esatto Louis >> commentò Frankie con un sorriso:<< La miglior cucina di tutta Parigi >> poi facendo segno alla fidanzata di seguirlo Frankie aprì la porta entrando nel locale.

Immobile per un attimo Leila guardò la clientela:<< Ma sono tutti... >> Frankie le sorrise sapendo cosa stava per dire:<< Da questa parte >> e guidandola verso un piccolo corridoio seminascosto non fece caso ai due giovani e alla signora bionda che sedevano a pochi passi dall'ingresso.

<< Ma è... - Leila voltò lo sguardo verso François che le sorrideva - bellissimo >> lui annuì:<< La parte esterna del locale è aperta anche ai babbani visto che comunque sarebbe stato impossibile far diversamente, ma questa... >> e si incamminò verso il centro del locale con le mani nelle tasche dei jeans:<< Questa è la vera magia >> e lei non poté dargli torto quando alzando gli occhi vide l'albero che dal centro della stanza allargava i suoi rami sul soffitto creando una specie di tetto fiorito da cui oltre ai fiori sbucavano tra le foglie piccoli esseri che svolazzavano per la stanza; le sedie in legno e i tavoli anni '50 davano al posto quell'immancabile tocco kitsch che però rendeva tutto perfetto, gli specchi appesi alle pareti e che riflettevano la variopinta clientela erano poi la ciliegina sulla torta:<< Vieni, ho prenotato un tavolo >> e sorridendo Frankie la condusse la centro della sala proprio sotto il grande albero.

 

<< Oh eccovi qui! >> e Karen Stains sorrise allegra quando vide entrare il marito e le figlie:<< Avete fatto un bel giro mon cher? >> domandò poi quando il marito le si sedette affianco:<< Mon cosa? >> replicò lui stranito:<< Mon cher >> ripeté Karen con un sorriso:<< Mentre vi aspettavamo ho chiesto a Marcel ed Hermes di insegnarmi qualche parola di francese, è una lingua così romantica ed affascinante >> poi guardando i due che sogghignavano all'indirizzo di Ian aggiunse:<< Com'era quella frase...je crache... >> Hermes sorrise:<<Je craque pour toi>> poi sorridendo aggiunse:<< Ian sa bene che cosa significa >> Maggie alzò gli occhi verso il fidanzato ricordandosi di una frase simile che lui le aveva detto mentre si lasciava andare alla passione:<< Sì Bob, non è romantico...vuol dire mi piaci...una dolcissima dichiarazione d'amore >> l'uomo guardò sua moglie chiedendosi che cosa diamine le  fosse successo in quelle due ore, sì certo Karen era un'inguaribile romantica e adorava guardare le telenovelas in TV, ma quel suo atteggiamento era davvero troppo, senza contare il fatto che...la mano di sua moglie sulla guancia lo fece girare perplesso mentre Karen avvicinava le labbra alla sua bocca guardandolo felice:<< Je craque pour toi mon cher >> e con quella frase che ancora aleggiava tra loro lo baciò come se fossero tornati i due ragazzini che si erano conosciuti alla facoltà di botanica di Oxford:<< Karen... >> e guardandola scioccato Robert Stains cercò di non arrossire:<< Oh non fare il timido adesso, sei sempre stato così romantico e passionale >> << Mamma...stai bene? >> domandò Violet che non era abituata a quella versione così schietta della donna che l'aveva cresciuta a latte, biscotti e baci sulle sbucciature alle ginocchia:<< Certo che sto bene tesoro, ma sono a Parigi e ho intenzione di godermi ogni singolo momento >> Maggie fece per andare in aiuto alla sorella quando alzando gli occhi sulla sala vide due occhioni azzurri che li fissavano pieni di rabbia:<< Frankie... >> mormorò poi e sentendo quel nome Ian guardò nella sua stessa direzione incrociando il viso di suo fratello che lo squadrava con rabbia:<< Scusatemi, torno subito >> e alzandosi si avvicinò al fratello:<< Ciao >> François alzò appena gli occhi sul fratello:<< Ciao >> poi dando un'occhiata alla tavolata aggiunse:<< Ti stai divertendo vedo >> Ian si passò una mano tra i capelli:<< Sono i miei amici Frankie >> << E io sono tuo fratello, ma questo non ti ha mai fatto effetto più di tanto >> ma perché era così cocciuto? Poi Ian si ricordò che suo fratello aveva preso tutto da lui! << François ti prego...tutto questo è assurdo, perché non provi a capire che... >> << Capire cosa? >> poi afferrando con rabbia un polso del fratello lo costrinse ad alzare di nuovo la faccia:<< Guardami negli occhi, guardami e dimmi che con loro ti comporti come con me, che sei il sergente di ferro che io conosco e forse la smetterò >> Ian rimase per un istante in silenzio e suo fratello lo prese per un'ammissione di colpa:<< Non puoi...non puoi dirlo perché sai che ho ragione >> << Frankie sai che io... >> << Te l'ho già detto stamattina ma a quanto pare non hai capito: non puoi avere tutto Ian...me o loro la scelta mi pare semplice >> << Non puoi chiedermi di rinunciare a parte della mia famiglia >> gli occhi azzurri del più giovane si scurirono:<< Io sono la tua famiglia! Io e papà lo siamo, quei tre sono solo... >> << Sono stati la mia famiglia per sette anni quando tu eri in Inghilterra e papà era ancora chiuso nel suo dolore, tu non eri a casa con lui Frankie, tu non sai com'era... >> << Certo io non so com'era vivere con il padre che ti ha sempre adorato e trattato come un principe >> Dorian per un istante ricordò com'era strano avere suo padre vicino in quegli anni: Isaac era stato un padre fantastico per lui ma sempre freddo e distaccato, tutto ciò che suo figlio faceva sembrava non essere mai sufficiente a strappargli un sorriso o una parola dolce...per un po' Ian aveva pensato che suo padre preferisse François per la somiglianza con lui ed Elodie, ma ben presto si era reso conto che con Frankie era anche più freddo che con lui e quindi ci aveva pensato lui a far sentire speciale ed amato il suo fagottino, con il senno di poi forse lo aveva viziato un po' troppo ma era suo fratello e anche adesso mentre stavano litigando lui riusciva solo a pensare che non poteva continuare ad avercela con Frankie:<< Possiamo parlarne? >> << Cosa? >> << So che c'è l'hai con me e ti capisco ma vorrei che tu adesso capissi me, possiamo parlarne? >> guardando Pierre ed Hermes che li fissavano Frankie scosse il capo:<< Non voglio strapparti i tuoi amici Atelier le grand, ne parleremo quando sarai tornato semplicemente Ian >> poi vedendo Leila che sopraggiungeva le prese la mano mentre la ragazza salutava suo fratello con un sorriso.

 

<< Posso? >> e bussando lievemente mentre spingeva la porta Levi entrò nella camera che Lilith divideva con Mike notando poi che solamente uno dei due letti era sfatto, l'altro non era stato minimamente toccato:<< Mi devo già pentire della mia scelta, maledetto Gail >> << Che stai dicendo Levi? Pentirti? Dov'è Mike? >> il giovane sorrise:<< Aveva da fare, mi ha chiesto di portarti questo e di farti un po' di compagnia finché non torna >> e mentre parlava porse alla sorella un sacchetto bianco e rosso che aveva tutta l'aria di provenire da un negozio:<< Che cos'è? >> domandò lei scostando i lembi della busta e guardandovi dentro per poi tirarne fuori un delizioso abitino al ginocchio di satin nero con degli inserti e le spalline di pizzo:<< Che cosa ci devo fare con un vestito? Che cosa ha in mente? Che avete organizzato? >> poi guardando truce il fratello aggiunse:<< Perché tu sei coinvolto, lo so eravate insieme fino a poco fa >> Levi sorrise sedendosi su una poltrona e appoggiando le braccia sui braccioli:<< Hai sempre avuto la brutta abitudine di rovinarti da sola le sorprese, lascia che gli altri ti stupiscano e si prendano cura di te Lil >> sentendosi chiamare così Lilith sorrise:<< Anche Mike ha cominciato a chiamarmi Lil... >> Levi annuì:<< Lo so >> << Di che avete parlato stamattina? >> << Di lui, di te, di quello che è successo tra voi due prima che io arrivassi >> << Non mi stai aiutando Levi Sherwood >> << Forse non voglio >> le ricordò con un sorriso:<< Stai già facendo comunella con tuo cognato? >> poi accorgendosi di quello che aveva appena detto abbassò la testa giocherellando con il bordo della propria maglietta:<< Ho chiesto a Mike di sposarmi. Ieri sera prima di andare a letto. Gli ho dato la collana... >> << ...che abbiamo comprato ieri mattina a quella bancarella, so anche questo >> << Vi siete detti proprio di tutto eh... >> lui si alzò sedendosi accanto alla sorella e prendendole le mani con le proprie:<< Mike ha voluto essere sincero al cento per cento su quello che prova per te e io l'ho apprezzato, è un bravo ragazzo Lilith e ti ama >> lei fece una smorfia:<< Se me lo avesse detto o mi avesse risposto qualcosa ieri sera, invece mi ha solo baciato e... >> Levi le tappò la bocca con una mano sorridendo:<< Pensa se voglio sentire quello che stai per dire, sei mia sorella e voglio che tu sia felice, ma certi dettagli preferirei che mi restassero ignoti >> Lilith annuì e quando lui spostò la mano aggiunse:<< Vorrei solo sapere se ho fatto un passo falso, lo conosco e so che non mi farebbe mai stare male ma non voglio che lo faccia solo perché si sente obbligato >> facendo appoggiare la sorella al proprio petto Levi la abbracciò accarezzandole i capelli poi ripensando a quello che Mike aveva preparato per lei ringraziò che sua sorella non potesse vedere il suo sorriso in quel momento, non era bravo con i segreti se messo alle strette.

 

Mentre il resto del gruppo era sparso un po' ovunque alla ricerca chi di pace chi di un po' di divertimento, Delila aveva praticamente corrotto Clau per farle usare la cucina, era nervosa ed arrabbiata e in quei momenti non c’era niente in grado di rilassarla come prendere farina, uova e zucchero e sfornare una bella torta o qualche biscotto glassato.

Sorridendo mentre prendeva ciò che le serviva dalla credenza pensò che i suoi sarebbero inorriditi a vederla: una Shepperd, una purosangue americana di alto lignaggio come lei che fa dolci nella cucina di un hotel quando potrebbe benissimo avere chi lo fa per lei..con un sorriso capì che era più babbana di quanto le piacesse ammettere a volte!

<< Ehi >> alzando gli occhi dalla ciotola dove aveva appena infilato le mani per impastare Delila incrociò gli occhi di Daniel:<< Che cosa ci fai qui? >> lui si avvicinò con un piccolo sorriso e le mani che oscillavano lungo i fianchi, possibile che fosse da mozzare il fiato anche con quei jeans sdruciti e quella camicia che decisamente aveva visto tempi migliori?

<< Ti cercavo e visto che non ti trovavo ho deciso di corrompere un paio di elfi per farmi dire dove fosse la – sorrise a quelle parole – come ti hanno chiamato…ah sì ora ricordo: l’adorabile miss Shepperd >> Delila continuò ad impastare riabbassando gli occhi:<< Ciò dimostra che gli elfi sanno essere più civili ed educati di te >> Daniel non rispose immediatamente avvicinandosi al tavolo e con due dita prese un pezzetto dell’impasto che lei stava lavorando:<< Ma che fai? >> poi guardandolo male aggiunse:<< È crudo >> Daniel mise in bocca il suo piccolo trofeo:<< Non morirò, ho mangiato cose più strane in giro per il mondo >> sulle labbra di Delila comparve un piccolo sorriso che cercò in tutti i modi di nascondere:<< Spero che tua figlia non abbia preso da te il tuo spirito di avventura o tra qualche anno saranno guai per te paparino… >> << Grazie! Non avevo ancora vagliato questa possibilità e ora tu mi hai messo la pulce nell’orecchio! >> poi giusto per farla arrabbiare un po’ infilò di nuovo la mano nella ciotola:<< Ma la vuoi smettere? >> domandò Delila con uno sguardo che doveva sembrare cattivo ma che a lui piaceva ancora di più:<< Sto facendo quello che mi hai detto tu stamattina: prendo quello che voglio senza preoccuparmi delle conseguenze >> Delila fece per replicare ma Daniel fece velocemente il giro del tavolo afferrandole una mano e tirandola fuori dalla ciotola:<< E ho intenzione di… >> ma alzando gli occhi verso la porta il viso di lei si illuminò con un radioso sorriso:<< Oliver! >> e lasciando le mani di Daniel gli girò attorno correndo verso il giovane biondo dagli occhi azzurri che si stagliava sulla porta della cucina:<< Chissà perché non sono stupito di vederti conciata così Delly… >> e allargando le braccia incurante della farina che gli si stava spargendo sulla giacca blu notte l’uomo chiuse Delila in uno stretto abbraccio affondando il viso nei suoi capelli:<< Ma che ci fai qui? Non mi aspettavo che… >> e mentre i due si salutavano anche troppo calorosamente, Daniel rimase a guardare la scena con l’immensa voglia di prendere quella dannata ciotola e tirarla dietro al suo nuovo problema!

 

<< Mezz’ora Marc, non ti chiedo di più, ti prego >> e Ian guardò il suo migliore amico implorandolo alla stregua di un cucciolo:<< Come credi che possa fare? Parliamo dei tuoi futuri suoceri e della tua fidanzata, sarebbe strano se sparissi così senza motivo e insieme a sua sorella non credi? >> Dorian annuì:<< Lo so, ma mi servono solamente trenta minuti, ho già parlato con il commesso e… >> << Ehi che cos’avete da confabulare voi due? >> e la voce allegra di Pierre accompagnato da Violet e Maggie fece riscuotere i due:<< Niente… >> e Marc guardò il suo migliore amico in cerca di aiuto, non era mai stato bravo con le scuse e per quello si sentiva a disagio con quello che Ian gli aveva appena chiesto:<< Sai che mentiresti meglio sotto veritaserum, sei pessimo Marc >> commentò Pierre con un sorriso e Ian si voltò sorridendo furbo:<< Forse se tu non avessi questo terribile vizio di ficcare il naso in affari che non ti riguardano non rovineresti le sorprese altrui Pierre DuLac >> << Sorprese? >> domandò Maggie guardando il fidanzato:<< Beh sì, avevo pensato che forse poteva piacerti Margaret >> sentendo il giovane francese chiamarla con il suo nome completo un sorriso scappò sulle labbra di Violet:<< Piacerle cosa? >> domandò poi fingendo una faccia angelica che proprio non le riusciva ma Dorian parve ignorare quel piccolo dettaglio:<< Beh una serata al Moulin Rouge, c’è una sala riservata ai maghi e stasera la sorella di Marcel si esibisce quindi avevo pensato che poteva essere una buona occasione per presentarti anche Charlotte e Leonie >> gli occhi di Maggie si illuminarono ma fu la voce di Pierre ad interrompere il quadretto:<< Ehi aspetta un attimo Atelier: tu e la tua bella, Marc e Charlie, Herm e Leonie…io non ho intenzione di fare il settimo incomodo chiaro? >> a quelle parole Maggie guardò la sorella maggiore e sorrise:<< Violet può venire con noi >> << Cosa? >> domandò l’altra guardando Maggie leggermente agitata:<< Beh non vorrai perderti una serata fuori? Andiamo Vi al Mouling Rouge, quante volte da bambine abbiamo sognato di andare in giro per il mondo, siamo a Parigi vuoi non approfittare dell’occasione? >> che poi l’occasione a cui si riferiva Maggie era alto, biondo e con gli occhi acquamarina era tutta un’altra cosa ma in fondo svagarsi un po’ non avrebbe che potuto giovare alla sua sorellina!

<< Non lo so…non ho niente da mettere per una serata fuori Peggy, non ho portato niente per… >> il sorriso radioso della sorella la mise ancora di più in allarme:<< Ho io qualcosa che può andarti bene, in fondo quando sono partita mi hai fatto mettere in valigia tanti di quei vestiti >> e in quel momento Violet Stains maledì sé stessa per aver incoraggiato sua sorella a partire per quel viaggio, chi lo immaginava che la cosa le si sarebbe ritorta contro a quel modo?

<< Vuoi una mano a svignartela? >> Violet si voltò vedendo il sorrisetto furbo di Dorian che le stava accanto:<< Come? >> lui le porse la mano:<< Ho bisogno dell’aiuto di una persona che conosca molto bene Margaret, posso approfittare di te Violet? >> la donna sorrise:<< Se me lo chiedi così >> civettò sfacciatamente attirandosi uno sguardo acido dalla sua sorellina che non aveva sentito il loro piccolo scambio di battute:<< Vi…ti ricordi quanto adoravo Honey da piccola vero? >> Violet annuì così Maggie continuò:<< Ian è il mio Honey adesso >> Dorian fece per aprire bocca ma Violet scosse la testa:<< Non penso tu voglia conoscere i dettagli >> poi guardando i suoi amici aggiunse:<< O meglio non adesso >> poi prendendo sotto braccio il bel francese aggiunse:<< Allora dove mi porti signor Atelier? >> << Ad assaggiare i migliori macaron di tutta la città >> poi allontanandosi un po’ in modo da non essere sentito aggiunse:<< Ma prima dobbiamo fare un salto a Place Vendôme >> riconoscendo il nome della famosa piazza nota per le sue gioiellerie e negozi di lusso Violet spalancò gli occhi:<< Aspetta ma cosa devi… >> ma Ian accelerò il passo:<< Scusa se te lo dico ma hai quasi la stessa curiosità di tua sorella, è possibile riuscire a farvi una sorpresa signorina Stains? >>

 

Mentre Ian e Violet erano spariti chissà dove Maggie e i suo genitori erano rimasti n compagnia di Marcel, Pierre ed Hermes che avevano deciso di ingannare il tempo portando i tre visitare il museo di Montmartre, vedendo suo padre leggermente indietro rispetto al resto del gruppo Maggie gli si avvicinò:<< Tutto bene papà? >> gli domandò con un piccolo sorriso:<< Sì certo piccola, stavo solo riflettendo >> Maggie gli infilò una mano sotto al braccio:<< Mi sei mancato papà >> gli ricordò dolce poi guardandolo curiosa aggiunse:<< A che pensavi? >> Bob si fermò un attimo accarezzando una guancia della figlia:<< Stavo pensando a Daniel Richardson e al motivo per cui vi siete lasciati >> il viso di Maggie si oscurò in un attimo:<< Sai che cos’è successo papà, non capisco che senso abbia parlane ancora >> Bob annuì:<< Te lo dico perché hai sofferto molto per colpa di quel tizio e ora sei qui a Parigi con un altro che sta giocando con il tuo cuore proprio come quel farabutto, non voglio vederti soffrire ancora Peggy, non voglio che qualcuno faccia del male alla mia bambina >> con il cuore stretto di gioia per l’immenso amore che suo padre continuava sempre a dimostrarle Maggie sorrise:<< Non devi preoccuparti per questo papà, so che è presto e tu hai tutto il diritto di preoccuparti, ma Dorian non è Daniel, Ian è perfetto, mi ama e io amo lui e so che non mi farebbe mai soffrire, mai nemmeno se da quello dipendesse la sua vita >> << Parli come se lo conoscessi bene >> constatò Bob ancora incredulo:<< È così papà, ci è bastato guardarci per capirci, ci è bastata una sera a parlare per non staccarci più, Ian è un uomo meraviglioso e vorrei tanto che tu lo conoscessi meglio >> a quelle parole Bob Stains annuì:<< Beh ho ancora un paio di giorni, penso che potrei anche… >> ma il resto della sua frase fu bloccato da una esclamazione estasiata di Karen:<< Ma è bellissimo, che vista magnifica >> commentò mentre guardava il piccolo vigneto che c’era sul retro del museo e le piccole viuzze che erano ciò che caratterizzava il quartiere:<< Peggy vieni a vedere, è uno spettacolo >> la giovane si avvicinò annuendo e guardando i tre amici del suo fidanzato quando sorridendo a sua volta Hermes disse l’unica frase che Bob Stains non avrebbe mai voluto sentire:<< Pensaci Maggie, se Ian farà davvero quello che mi ha promesso stamattina presto questa sarà la tua casa >>

 

<< Mi vuoi dire dove stiamo andando Levi? Avevi detto che Mike sarebbe tornato presto invece tu mi stai portando… >> Levi si bloccò guardando la sorella:<< Ma fai così anche con Gail? Perché davvero non so come faccia a sopportarti >> Lilith fulminò il fratello incrociando le braccia sul pizzo nero del vestito che alla fine suo fratello le aveva fatto indossare, anche lui si era cambiato e ora indossava un completo blu scuro con una camicia azzurra e una cravatta intonata:<< Dove mi stai portando Levi Sherwood? Non ho intenzione di fare un altro passo se non mi dici… >> il fratello la guardò facendo spallucce:<< Come vuoi, a mali estremi… >> e avvicinandosi con un sorriso prese la sorella di peso sollevandola tra le braccia:<< Levi! >> e Lilith lo guardò arrabbiata cercando di dimenarsi ma suo fratello era decisamente più piazzato di lei e non aveva alcuna possibilità di liberarsi:<< Il fatto che tu sia un soldo di cacio aiuta molto sai Lil! >> << Lasciami giù Levi, è imbarazzante, ti prego lasciami… >> ma le parole di Lilith furono bloccate quando suo fratello svoltò l’angolo e una carrozza bianca con un cavallo dal manto color grano catturò la sua attenzione, rimase ancora più stupita quando Levi la mise a terra davanti alla carrozza aprendole lo sportello:<< Miss… >> e le porse la mano mentre Lilith lo guardava scioccata:<< Che cosa significa? >> << Sali >> la incitò il fratello come a dirle che per una volta poteva anche fare quello che le veniva chiesto senza polemizzare sempre su tutto:<< Odio le sorprese lo sai >> Levi salì accanto a lei facendo poi un cenno al cocchiere che partì:<< Questa ti piacerà brontolona vedrai >>

 

Era quasi buio quando il gruppo mise piede al Moulin Rouge, Maggie sembrava una bambina a Disneyland e continuava a guardarsi intorno meravigliata da quel mondo di gente, colore e musica:<< Ti ho già detto che sei bellissima? >> le domandò Ian in un orecchio mentre faceva scorrere una mano sulla schiena di lei coperta da uno scialle bianco e dall’abito di chiffon dello stesso colore degli occhi di Ian:<< Ehi Ian credi che Marc ed Herm… >> cominciò a domandare Pierre che in quel momento stava facendo di tutto per non guardare la splendida donna che aveva affianco e che gli ricordava una fata con quell’abito di pizzo nero con la sottoveste rosa antico e scarpe e borsa intonate:<< Marc ha detto che sarebbero andati a prendere Charlie e Leonie, c’è un tavolo prenotato a suo nome >> Pierre annuì voltandosi leggermente verso Violet e ripassando mentalmente gli ultimi schemi di gioco che il suo mister gli aveva dato per cercare di mantenere ancora per un po’ quell’espressione seria e composta:<< Permetti? >> e le porse il braccio prendendo un bel respiro quando Violet posò la sua piccola mano sulla sua giacca grigia, nemmeno la stoffa della manica poteva nascondere quel tocco delicato che lui già si stava immaginando in ben altre parti di sé.

 

È sposata idiota! Sposata! Ian te lo ha già detto oggi! Ha messo bene le cose in chiaro! Devi proprio complicarti la vita?

 

La sua testa lo stava avvertendo in tutti i modi ma il suo corpo sembrava reagire quasi naturalmente a lei.

 

Pierre respira, controllati…sei un uomo adulto, concentrati su altro, forza.

 

Guardò Ian avvicinarsi al maitre e comunicargli il nome della prenotazione, fissò intensamente i decori alle pareti, gli ornamenti dei lampadari, il delizioso caschetto che danzava attorno al viso di Violet, il pizzo nero dell’abito in contrasto con la pelle chiara…ecco quello andava bene! Con quella pelle così delicata ogni minimo segno si sarebbe visto e dato che a lui piaceva molto giocare con le sue partner questo faceva della delicata ed eterea Violet Stains la peggior candidata per ciò che la sua mente continuava a riproporgli da tutto il pomeriggio:<< Pierre stai bene? >> gli domandò Maggie quando lui si fu seduto accanto ad Ian:<< Come? >> << Non hai aperto bocca da quando siamo entrati, stai bene? >> gli ricordò ancora lei con un piccolo sorriso:<< Sì, sto bene. Stavo solo pensando agli allenamenti della prossima settimana, ho il ritiro con la nazionale per tutto il prossimo mese >> cosa che in effetti era vera e come scusa poteva reggere:<< Un mese? Quindi andrete a Lione nel campo di… >> domandò Violet curiosa:<< Sì, andremo lì ma come fai a sapere che… >> << Mio marito, anzi il mio ex marito – si corresse con una piccola smorfia – ha un negozio di scope e affini, è un patito di Quidditch e spesso ha seguito le vicende della vostra nazionale da quando avete battuto l’Irlanda e la Germania alle eliminatorie, diciamo che ormai conosco quasi meglio il Quidditch di tante altre cose e ha cominciato a piacermi più di quanto possa ammettere >> colpo basso. Una donna che conosceva e parlava di Quidditch, quante volte con le sue occasionali conquiste aveva dovuto parlare di ogni stupidata che gli veniva in mente solo per il fatto che a loro non interessava nemmeno che cosa lui facesse per vivere o che cosa pagasse il ristorante di lusso dove le portava:<< Ti prego Violet non dargli corda, Pierre è capace di non smettere più quando si parla di Quidditch >> cominciò Ian quando una voce alle sue spalle fece voltare i quattro:<< Vous savez qu’il ne cessera jamais, chérie >> un sorriso dolce apparve sulle labbra di Dorian mentre voltava lo sguardo:<< Come tu non smetterai mai di comparirmi alle spalle >> poi alzandosi allargò le braccia facendovi fiondare quella rossa dal viso spruzzato di lentiggini e due grandi occhi chiari:<< Sei stato via da noi troppo tempo e sei sciupato >> gli mormorò poi accarezzandogli una guancia:<< Sono grande abbastanza per cavarmela da solo Leonie >> lei rise guardando prima i due uomini seduti al tavolo e poi quelli che stavano alle sue spalle insieme ad un’altra donna dai lunghi capelli castani raccolti in una treccia:<< Voi che sapete cavarvela? Continua a sognare chérie >> << Ma vie lascialo respirare >> ed Hermes si avvicinò poggiando una mano sul fianco della donna baciandole una tempia:<< Avverto un po’ di gelosia Valois? >> gli mormorò lei sfidandolo mentre con una mano giocherellava con i bordi della giacca nera dell’uomo:<< Geloso di te? >> le domandò Hermes con un sorriso:<< Sempre mon amour >> la donna sorrise poggiando la schiena sul corpo del marito:<< Ridimmelo stanotte e potrebbe piacermi ancora di più >> << Leonie! Ti prego! >> e Marcel si portò una mano sulla fronte con fare melodrammatico mentre la donna accanto a lui gli passava una mano sulla schiena sorridendo all’altra:<< Leonie non me lo scandalizzare, è già abbastanza preoccupato perché ha saputo che il piccolo Deveraux in realtà è una piccola Deveraux, vorrei riavere mio marito alla fine della serata >> gli occhi di Leonie si illuminarono a quelle parole:<< Oh Charlie! Ma petite è fantastico! >> poi avvicinandosi alla pancia arrotondata dell’amica la accarezzò cominciando a parlare alla nascitura con dolci vezzeggiativi in francese:<< Sbrigati ad uscire piccola così aiuterai la zia Leonie e la mamma a tenere a bada questi maschioni >> Dorian si portò una mano davanti alla bocca per evitare di ridere mentre Hermes e Pierre scuotevano il capo e Marcel guardava sua moglie adorante, fu tuttavia Ian a cambiare argomento voltandosi appena con la mano verso Maggie:<< Congratulazioni Charlotte >> poi facendo cenno alla fidanzata aggiunse:<< Signore, vorrei presentarvi una persona >> gli occhi di Charlotte si illuminarono riconoscendo la giovane di cui suo marito gli aveva parlato:<< Una volta tanto devo dire che Marcel non ha esagerato, tu sei Maggie vero? >> domandò poi allungando una mano:<< Charlotte Deveraux, la moglie di questo idiota >> mormorò poi indicando Deveraux con un cenno del capo:<< Ehi! L’idiota è ancora qui sai >> Charlie rise:<< Ma lo so mon cher, lo so bene >> Hermes e Pierre scoppiarono a ridere mentre Ian presentava a Maggie anche Leonie:<< Margaret, lei è Leonie Valois, la moglie di Hermes >> poi guardando la vecchia compagna di scuola:<< Leonie lei è Margaret, la mia fidanzata >> << Hai una preferenza per le brune ora chérie? Ad ogni modo piacere Leonie Valois >> << Piacere, Maggie Stains >> << Bella la tua collana >> commentò poi notando la pietra a cuore che Maggie aveva al collo:<< Grazie, è un regalo >> mormorò la ragazza ma non poté aggiungere altro perché un uomo si portò al centro della sala annunciando di prendere posto perché lo spettacolo stava per cominciare:<< Mesdames e messieurs il corpo di ballo del Moulin Rouge stasera è orgoglioso di presentarvi: Cabaret! >> e facendo un profondo inchino sparì dal centro della sala mentre le luci si abbassavano e l’attenzione generale si focalizzò sul palco.

Un paio d’ore dopo quando il maestro di cerimonia salutò il pubblico nell’ormai noto epilogo di Cabaret il pubblico si alzò in un’ovazione estasica e Maggie fu tra di loro quando i due protagonisti, Sally e Cliff, comparvero sul palco e la giovane miss Stains ammirò la giovane dalla pelle color caramello e i grandi occhi scuri che si inchinava al pubblico con un grande sorriso, era stata davvero brava ed aveva un talento innato…

 

<< Signore e signori…posso avere la vostra attenzione solo per un minuto >> e di nuovo il maitre comparve al centro della pista:<< Il nostro locale non è solito fare queste cose ma ci è giunta una richiesta particolarmente speciale e lo staff non è stato in grado di dire di no…voglio chiedere ancora alcuni minuti della vostra attenzione >> poi facendo l’occhiolino ad un punto indistinto tra il pubblico aggiunse:<< Ne varrà la pena >>  Lilith guardò il fratello seduto accanto a lei che sorseggiava un po’ di Acquaviola come se niente accanto a lui lo toccasse:<< Mi spieghi che cosa ci facciamo al Moulin Rouge? Voglio dire lo spettacolo era bellissimo e anche il giro in carrozza, ma non capisco cosa tu e Mike… >> Levi le chiuse le labbra con un dito facendole voltare il viso verso il palco dove un occhio di bue illuminava un pianoforte a coda laccato di bianco, stava per dire qualcosa quando la protagonista del musical con addosso un abito color senape dal taglio ad impero e una cascata di boccoli neri che durante lo spettacolo erano stati legati sorrise:<< Buona sera signore e signori, sono felice di poter prestare la mia voce per questo piccolo regalo e spero che vi godrete lo spettacolo >> poi mettendosi nella parte più in ombra del palco lasciò che il pianista in smoking uscisse da dietro le quinte accomodandosi al piano.

Anche se lo vedeva di spalle Lilith ebbe un infarto: avrebbe riconosciuto quel metro e novanta di muscoli definiti, riccioli scuri e spalle larghe ovunque, avrebbe riconosciuto quel modo di camminare e quell’eleganza anche tra milioni di persone; che cosa ci faceva Mike sul palco del più famoso locale di Parigi?

<< Levi ma…che cosa… >> << Ascolta >> commentò piano il fratello e dopo quelle esatte parole le mani di Michael si posarono sul pianoforte cominciando a suonare una dolce melodia che Lilith riconobbe quasi all’istante e non appena la voce della cantante si unì alla musica i suoi occhi si riempirono di lacrime, quella era la canzone che lei e Mike avevano ascoltato durante quella loro lunga prima giornata insieme per Parigi, si erano rifugiati in un piccolo bistrot per mangiare qualcosa dopo il giro per il quartiere latino e seduti ad un tavolo con quella musica in sottofondo lei aveva capito che Mike era l’uomo per lei, che non avrebbe mai potuto fare a meno di lui.

What would I do without your smart mouth?

Drawing me in, and you kicking me out

You've got my head spinning, no kidding, I can't pin you down

What's going on in that beautiful mind

I'm on your magical mystery ride

And I'm so dizzy, don't know what hit me, but I'll be alright

 

Più le dita di Mike andavano avanti più lei sentiva il desiderio di alzarsi e raggiungerlo sul palco, ecco perché Levi doveva stare con lei, ecco che cosa le stava preparando…dio ma come poteva non amare un uomo del genere? Il suo piccolo cuore innamorato le disse che lei lo aveva capito subito, quel freddo pomeriggio di novembre di dieci anni prima ad Hogwarts, l’aveva capito subito che Michael Jamieson Gail sarebbe stato quello che le avrebbe cambiato la vita.

 

How many times do I have to tell you

Even when you're crying you're beautiful too

The world is beating you down, I'm around through every mood

You're my downfall, you're my muse

My worst distraction, my rhythm and blues

I can't stop singing, it's ringing, in my head for you

 

My head's under water

But I'm breathing fine

You're crazy and I'm out of my mind

 

Mentre continuava a suonare un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Mike, sapeva bene che Lilith era seduta alle sue spalle, aveva scelto lui personalmente il tavolo e aveva corrotto praticamente l’intero staff del locale ma per quella deliziosa nanetta dagli occhi scuri avrebbe fatto follie ben peggiori!

In fondo quella sera doveva solo dirle che accettava la sua proposta, che la sposava e che l’avrebbe resa felice per tutto il resto delle loro vite, ma perché dire semplicemente sì e darle un bacio quando poteva gridare al mondo intero quanto era fortunato ad averla accanto? Lilith era il suo sole e voleva che lei capisse quanto ciò significasse per lui!

 

'Cause all of me

Loves all of you

Love your curves and all your edges

All your perfect imperfections

Give your all to me

I'll give my all to you

You're my end and my beginning

Even when I lose I'm winning

'Cause I give you all of me

And you give me all of you

 

I give you all of me

And you give me all of you, oh oh

 

Quando la canzone finì la cantante fece un piccolo inchinò sparendo dietro le quinte ma Mike rimase immobile seduto al piano senza muoversi.

Lilith lo vide prendere un respiro profondo prima di alzarsi e voltarsi verso di lei.

Le luci in sala si riaccesero ma Lilith quasi non ci fece caso concentrata com’era a guardare Mike che la stava raggiungendo, tutta la sala era in silenzio in attesa di quello che stava per succedere e lei ebbe un tuffo al cuore quando Gail si mise a lato del tavolo porgendole la mano per farla alzare mentre le sue guance arrossivano per l’imbarazzo:<< Mike ma cosa… >> << Vieni qui un attimo Lil >> poi sorridendo la portò sul bordo della pista:<< Stamattina mi hai chiesto una risposta, stamattina mi hai detto che non avevo risposto alla tua domanda di ieri sera e avevi ragione, non ti ho risposto e mi dispiace se ti ho fatto pensare anche per un solo istante che la mia risposta poteva essere qualcosa di diverso da sì>> gli occhi di lei brillarono come il sorriso di lui:<< Avevo in mente di chiedertelo io dalla prima volta che ti ho baciato, da quando ti sei presa cura di me durante quella mattina, avevo in mente di farlo ma avevo bisogno di un anello e dell’atmosfera giusta per fare le cose come si deve invece come sempre tu mi hai anticipato e mi hai lasciato spiazzato >> inginocchiandosi poi davanti a lei tirò fuori dal taschino dello smoking un piccolo astuccio di velluto rosa che conteneva un diamante dal taglio ovale con una montatura d’oro rosa:<< Ma tu sei sempre stata quella più coraggiosa tra noi due mia piccola amata Grifondoro>> poi togliendo l’anello dalla scatola le prese la mano sinistra lei facendole scivolare il gioiello all’anulare:<< Ho sempre amato queste cose di te, ma ce ne sono così tante altre che la sola cosa che posso fare è chiedertelo io questa volta…questo era di mia madre, adesso vorrei che fosse tuo e che lo restasse per sempre: Lilith Sherwood, sei l’amore della mia vita e io ti amo, vuoi farmi l’immenso onore di diventare mia moglie? >> cercando di non cominciare a piangere come una fontana Lilith annuì con la testa mentre Mike si alzava di nuovo in piedi prendendola in braccio e sollevandola da terra baciandole le labbra; a quel bacio l’intera sala esplose in un urlo di gioia, applausi e fischi degni di uno stadio e mentre la stringeva a sé come il suo piccolo tesoro prezioso Mike poggiò la fronte su quella di Lilith:<< Mi hai appena reso l’uomo più felice del mondo, ti amo miss Sherwood >> Lilith si lasciò baciare di nuovo sorridendo e piangendo insieme tanto era felice:<< Ti amo stangone >>

 

<< Oh mio dio non ci posso credere! Leila non la perdonerà mai per essersi persa questa scena >> e Maggie sorrise guardando Ian seduto accanto a lei:<< Sì, devo dire che non me l’aspettavo proprio una dichiarazione così da Gail >> poi voltandosi velocemente verso Marcel aggiunse:<< Moira è stata splendida con quella canzone, non mi ricordavo cantasse così >> Marcel sorrise bevendo un po’ del suo drink:<< Mia sorella è la donna dai mille talenti lo sai bene amico >> ricordandosi com’era quella giovane donna quando erano solo dei ragazzi Ian rise piano:<< Sì, decisamente lo ricordo bene >> << I complimenti sono ben accetti Atelier, ma devi farli alla diretta interessata >> e due mani con le unghie smaltate di oro si posarono sulle spalle di Dorian massaggiandogliele piano:<< Ciao Moira >> mormorò lui senza nemmeno voltarsi e la ragazza con un sorriso lo strinse in un abbraccio sprofondando nell’incavo del suo collo:<< Dio quanto mi sei mancato Dorian Atelier, è una vita che non ti fai più vedere in giro >> Maggie guardò Ian che nonostante continuasse a sorridere sembrava leggermente a disagio, i suoi occhi erano un po’ più spenti del solito:<< Ho avuto un po’ di impegni con l’hotel Moira >> poi voltandosi appena in modo che lei gli lasciasse il collo aggiunse:<< Posso presentarti una persona? >> la giovane alzò gli occhi sulle due donne, una accanto ad Ian e l’altra accanto a Pierre, che la guardavano un po’ spaesate:<< Immagino che lei sia Margaret…io sono Moira >> commentò poi porgendo la mano a Maggie con un radioso sorriso:<< È un piacere vederti in carne ed ossa >> << Come? >> domandò Maggie perplessa e Moira fece spallucce sedendosi poi accanto a Charlotte:<< Beh mio fratello mi ha accennato qualcosa ma è bello vederti di persona finalmente >> poi guardando Ian con un sorriso aggiunse facendogli l’occhiolino:<< Perso il vizio per le rosse che non tengono mai la bocca chiusa? >> a quelle parole Leonie seduta accanto a lei le tirò una lieve gomitata:<< Ehi! Guarda che potrei offendermi! >> Moira rise guardando l’amica:<< Tu che ti offendi Leonie Valois? Sarebbe la prima volta! >> poi tornando a guardare Ian aggiunse:<< Mi dici come facevi a sopportarla quando eravate fidanzati? Da ragazza era anche più logorroica di adesso! >> a quelle parole Ian prese un piccolo respiro e fece per stringere la mano di Maggie con la propria ma lei la scostò e quando lui voltò appena gli occhi vide quelli di lei leggermente lucidi e le sue labbra serrate in una linea dura:<< Possiamo parlarne dopo? >> le sussurrò avvicinandosi al suo orecchio:<< C’è qualcosa di cui dobbiamo parlare? >> gli rispose incurante di chi potesse sentirli:<< Margaret... >> << Sì Dorian, dimmi >> gli rispose con una punta di acidità nella voce e incapace di mandare avanti quella situazione Ian si alzò prendendole la mano:<< Vieni con me >> la sua voce era ferma e dura; nessun gesto galante, nessun per favore, solamente la sua mano tesa in attesa che lei la prendesse:<< Ragazzi va tutto bene? >> domandò Pierre guardando il suo amico e Ian annuì serio:<< Se non torniamo prima che andate via puoi accompagnare Violet in hotel per favore? >> DuLac annuì:<< Certo amico, tutto quello che vuoi >> << Grazie >> replicò Ian asciutto mentre i suoi occhi blu continuavano a fissare Maggie in attesa che lei si alzasse:<< Dorian io… >> e Moira cercò di scusarsi per la sua dannata boccaccia, prendeva sempre in giro Leonie ma lei sapeva di avere lo stesso difetto…solo che loro facevano sempre così, si conoscevano da quando andavano a scuola quindi era normale per lei trattare Dorian nello stesso modo in cui trattava suo fratello o quegli altri due modelli da copertina, erano sempre stati come una grande famiglia:<< Non fa niente Moira, va tutto bene >> e mentre lui pronunciava quella frase Maggie si alzò in piedi e lui afferrandole la mano la trascinò velocemente fuori dal locale.

 

<< Allora? Mi hai portato qui almeno parla >> e Maggie lo guardò nervosa mentre lui era immobile davanti alla porta del Moulin Rouge e la fissava con gli occhi scuriti da chissà cosa:<< Non qui. Andiamo in un posto dove possiamo parlare in pace >> << Dove? >> << Ai Jardin du Luxembourg non c’è nessuno a quest’ora >> Maggie si avvicinò a lui abbassando il capo mentre gli prendeva la mano per smaterializzarsi:<< Non voglio andare lì se dobbiamo litigare >> non le piaceva rovinare il luogo in cui lui le aveva aperto per la prima volta il suo cuore con la loro prima litigata:<< Scegli tu il posto allora >> Maggie annuì e Ian la lasciò fare facendosi trasportare.

<< Uhm…scelta interessante >> commentò lui guardando le pareti della propria camera:<< Così non posso urlare o fare scenate, astuta principessa >> lei arricciò il naso:<< Non voglio essere astuta, voglio solo parlare con te >> << Vuoi parlare? >> e Ian si mise seduto sul letto a braccia incrociate:<< Bene, sono qui. Parliamo >> poi appoggiando le mani ai lati del corpo aggiunse:<< Avanti, sono pronto >> << Pronto a cosa? >> << Beh hai visto due donne con cui ho un rapporto molto stretto e hai scoperto che una delle due è stata una mia ragazza, posso capire che tu voglia delle risposte, sono qui per dartele >> Maggie si passò le mani prima sulle pieghe dell’abito e poi nei capelli:<< Sei snervante quando sei così calmo, mi fai arrabbiare ancora di più >> Ian fissò gli occhi nei suoi:<< Sai che non hai niente di cui essere arrabbiata vero? >> a quelle parole Maggie lo guardò scioccata:<< Cosa? Non avrei nulla di cui… >> poi avvicinandosi lo fulminò con gli occhi:<< Non pensi che avresti dovuto dirmi che la moglie di uno dei tuoi migliori amici, che tra parentesi è una specie di fotomodella, era la tua fidanzata? Quanto siete stati insieme prima che lei ed Hermes…come è possibile che lui l’abbia sposata dopo che voi due…la amavi? L’hai mai amata? Forse la ami ancora e non puoi averla quindi io sono… >> il resto delle sue parole finì ingoiato dalle labbra di Dorian, quasi non si era accorta che lui aveva allungato un braccio e se l’era praticamente tirata sulle gambe mettendola a cavalcioni su di sé e intrappolandole il viso con le mani aveva preso a baciarla:<< Ian…smettila Ian… >> e agitandosi Maggie allontanò il viso da lui:<< Non ho intenzione di risolvere tutto con il sesso >> << Non ho intenzione di stare qui a litigare su qualcosa che non vale più la pena di essere discusso >> le mani di Maggie sul suo petto gli impedirono di avvicinarla ancora:<< Non vale la pena? Era la tua fidanzata! >> lui scosse il capo con un piccolo sorriso:<< In francese come presumo anche da voi, esistono due termini… >> << Non mi serve una lezione su… >> ma lui continuò come se non fosse stato interrotto:<< Amie che corrisponde al vostro girlfriend e fiancée che puoi capire da sola cosa significa. Leonie era la mia ragazza quando andavamo a scuola, siamo stati insieme per un anno forse anche meno, sapevo che Hermes era innamorato di lei e io non lo sono mai stato, si sono messi insieme e da allora non si sono più lasciati. Sono stato il padrino di Tobias, il loro primogenito >> << Ok, ma questo non spiega come… >> << Invece la mia fiancée è qui tra le mie braccia >> << Sono belle parole ma… >> lui le prese le mani:<< Non sono solo parole, tutto quello che ho fatto da quando hai messo piede in questo hotel l’ho fatto per te, l’ho fatto perché voglio che tu faccia parte della mia vita finché respirerò. Ho passato tutta la mia vita solo ed arrabbiato sapendo che dovevo prendermi cura della mia famiglia, che dovevo fare in modo che mio padre reagisse e che mio fratello non si sentisse troppo solo, tu sei la prima cosa egoista che faccio nella mia vita, sei la sola in grado di farmi sentire in pace con me stesso e che sopporta il casino e il disastro che ho dentro, credevo di non meritare l’amore e di non esserne capace, credevo che la mia vita sarebbe stata un costellarsi di avventure senza importanza. Tu sei entrata nella mia vita come un raggio di sole e dalla prima volta che ti ho visto non ho potuto fare altro che pensare a te e pregare in silenzio che un giorno avrei avuto la fortuna di avere la mia occasione con te, sei la donna che amo Margaret Stains, l’unica che io abbia mai amato e sì, ho avuto un passato e ho avuto qualche ragazza prima di conoscerti ma da quando ti ho visto quella sera non c’è più stata nessuna, mai. >> << Ian… >> le mani di lui avevano preso ad accarezzarle la schiena con dolcezza:<< Ci sei solo tu, tu sei l’unica >> Maggie sollevò le mani per accarezzare il viso di lui:<< Mi dispiace. Credo di aver esagerato un po’…solo che prima i tuoi amici alla serra, poi i miei genitori ed ora Leonie e Moira, tu sei mio e non sopporto che qualcun’altra possa… >> il sorrisetto compiaciuto di lui le disse che apprezzava quello che stava dicendo:<< Cosa c’è? >> << Non pensavo ti avrei mai vista gelosa di me miss Stains >> << Dobbiamo rivedere il tuo amor proprio monsieur Atelier? >> << No principessa solo che tu sei così dolce e adorabile che è difficile immaginarti a difendere ciò che è tuo con le unghie e con i denti >> poi sorridendo le baciò la punta del naso:<< Penso che tuo padre non avesse tutti i torti a chiamarti bignè >> a quell’affermazione Maggie si scostò fulminandolo:<< Come scusa? Io sarei l’equivalente di una bella bambolina da soprammobile? >> era così facile farla arrabbiare ma lui in quel momento la voleva così tanto:<< Assolutamente no tesoro >> Maggie prese fiato prima di alzare gli occhi scuri su di lui:<< Dimmi una cosa Ian: che cosa ti piace di me? >> << Cosa vuoi dire? >> << Ho avuto il piacere – anche lui notò il suo tono ironico – di conoscere la tua ex e di vedere anche la sorella del tuo migliore amico che letteralmente stravedere per te; da quello che hanno raccontato loro poi tu a scuola eri praticamente il sogno di ogni ragazza e, credimi lo so per esperienza, lo sei ancora adesso…come posso essere sicura di essere io quella che dici di amare? Leonie è sposata ma ci sono altre donne bellissime, bionde, alte e magre come lei che farebbero carte false per averti, io sono una normale ragazza che lavora al ministero della magia, sono una qualunque Tassorosso che ha frequentato Hogwarts e per uno scherzo del destino si è trovata ad incrociare la tua strada >> Ian sorrise ancora:<< C’è una cosa che non ti ho detto di quella sera alla festa del ministero >> << Cioè? >> << Ero con una ragazza, avevo invitato una di quelle donne alte e bionde che dici tu, è vero mi sono sempre piaciute le bionde con gli occhi chiari perché le sole cose che ricordo di mia madre sono i suoi occhi azzurri e il biondo dorato dei suoi capelli, ho sempre pensato che se avessi trovato una donna che le assomigliava almeno un po’ avrei potuto avere la felicità che lei e mio padre avevano condiviso, poi ho visto te >> << Io non assomiglio a tua madre >> e a quelle parole Maggie si sfiorò la collana di Elodie che lui le aveva dato:<< Tu le assomigli molto più di qualsiasi altra ragazza che io abbia mai conosciuto >> poi baciandole le mani aggiunse:<< Quando ho visto te con quel tuo splendido vestito quella sera e dopo averti sentito litigare con quello stronzo ho lasciato la ragazza, adesso non ricordo nemmeno come si chiamava, ricordo solo che dopo averti parlato, anche solo per pochi istanti nient’altro aveva importanza oltre a te. Sono tornato qui da solo e ho fatto quello cercando di ricordarmi ogni singolo particolare del tuo viso o dei tuoi occhi >> Maggie alzò a sua volta gli occhi e finalmente lo vide: appeso dietro la scrivania dal lato opposto della stanza proprio in corrispondenza del lato del letto in cui dormiva Dorian c’era un quadro di una donna vestita di rosso che ballava stretta ad un uomo moro di spalle, proprio come nel quadro di Renoir l’attenzione era catturata dalla ballerina e dal suo abito vermiglio, non aveva bisogno di avvicinarsi per vedere che era lei:<< Quello non è Daniel vero? >> gli domandò allora tornando a guardarlo:<< Sai che non è Daniel >> << Avrei voluto davvero ballare con te quella sera >> << Possiamo farlo ora se vuoi >> lei lo guardò interrogativa:<< Davvero non ti interessa che io non sia come Leonie o come qualsiasi altra che hai frequentato prima? >> lui annuì:<< Mi piaci perché sei tu, perché non sei come loro, amo la mia piccola dolce Margaret >> a quelle parole il piccolo tarlo che si era instaurato nella testa di Maggie da quando aveva visto Leonie e aveva scoperto che era stata la ragazza di Dorian esplose: era ora di far vedere ad Atelier le grand di cosa era davvero capace Margaret Sophie Stains!

<< Ian, posso restare a dormire qui con te? >> gli chiese allora innocentemente:<< Amore mio cosa ti sta venendo in mente? >> << Niente, voglio solo dormire abbracciata al mio fidanzato, dopo quello che mi hai detto non mi va di lasciarti per tornare in camera mia >> << Beh tecnicamente sono gli ultimi due giorni che dovresti passare con Frankie…fammi solo andare a cercare Delila per avvisarla >> Maggie sorrise mettendosi in piedi:<< D’accordo, io ti aspetto qui >> Dorian le baciò la fronte poco prima di lasciare la stanza.

 

Mentre due innamorati si chiarivano altri due, o meglio uno dei due, era alle prese con quel mostro dagli occhi verdi chiamato gelosia, in effetti i suoi occhi erano verdi! Maledetti proverbi! E guardando ancora Delila che rideva e scherzava su uno dei divanetti del soggiorno al secondo piano con accanto il suo biondo e perfetto amico Daniel fece una smorfia:<< Credevo che dopo quel pugno voi due aveste combinato qualcosa amico, ma vedo che sei sempre allo stesso punto >> Danny alzò lo sguardo trovando Nikolaj in piedi accanto alla piccola libreria mentre teneva in mano un bicchiere di dio solo sa cosa:<< Che cosa vuoi? E non chiamarmi amico >> << Sembrano molto in sintonia >> <<È un suo amico, un compagno di scuola >> commentò Daniel atono che, anche se se ne vergognava palesemente, aveva pedinato Delly e il suo amichetto per tutto il giorno:<< Mi vuoi dire perché non vai lì, la prendi e te la baci? >> Daniel lo fulminò con gli occhi:<< Perché non è quello che voglio da lei >> << Sì certo, una mamma per tua figlia vero…sai quanto è umiliante per una donna sentirsi dire una cosa del genere? >> << Io ho già avuto la donna della mia vita l’ho persa presto ma va bene così >> Niko fece spallucce mormorandogli poi poco prima di andarsene:<< Se era davvero la donna della tua vita avrebbe voluto vederti felice e non solo come un cane >> poi lasciandolo di nuovo solo con la sua assurda e, secondo lui, ingiustificata gelosia Nikolaj lasciò la stanza deciso a mettere un punto fermo a quello che c’era tra lui ed Iris, non era successo niente a parte un bacio durante quella notte alle terme ma il fatto che lei non lo ricordasse giocava a suo favore e aveva intenzione di sfruttare la cosa finché gli era possibile!

 

<< Ok, ho fatto. Delila è occupata quindi credo che per stanotte… >> ma rientrando nella propria camera Ian rimase immobile trovandola vuota:<< Margaret? >> domandò poi non vedendo la ragazza da nessuna parte:<< Sono qui >> sentiva la sua voce ma non la vedeva:<< Dove? >> poi ridendo domandò:<< Vuoi giocare a nascondino per caso? >> poi entrando definitivamente in camera notò la luce tremula che proveniva dal bagno:<< Principessa… >> la chiamò poi avvicinandosi alla porta e sbirciando all’interno mentre un profumo di menta e fiori gli arrivava alle narici:<< Amore che cosa stai facendo? >> muovendo poggiando la mano sulla porta la spinse piano restando immobile davanti alla donna, sì decisamente non era più una ragazza, nuda che illuminata dalla luce di decine di candele appoggiate un po’ ovunque stava chiudendo l’acqua della sua vasca:<< Hai ragione, voglio giocare…ma non a nascondino >>




Charlotte Deveraux
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Leonie Valois
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Moira Deveraux
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Oliver De la Tour
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Chiedo scusa per il ritardo ma dalla lunghezza del capitolo penso che avrete capito anche il perchè (non calcolando impegni vari che mi hanno reso infernale questa settimana ma tralasciamo!)
Ad ogni modo ho dovuto far slittare un altro paio di scene che avevo in mente ma che metterò nel prossimo capitolo...
Lo so mi starete odiando per quanto è sfortunato Daniel ma ben presto avrà la sua rivincita (o il colpo di grazia dipende dai casi) quanto al resto che cosa posso dire: alcuni personaggi non sono comparsi perchè ci saranno nei prossimi capitolo a confronto/contatto con i propri parenti...

A presto come sempre! (Si spera!)

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Capitolo 21
*** 20 - Aiuti, spinte e decisioni ***


Capitolo 20

<< Dici che staranno bene? >> domandò Violet quando Pierre la scortò fuori dal locale dopo aver salutato gli altri, contrariamente a lui Marcel e Hermes sarebbero tornati a casa dalle loro mogli, lui non avendo nessuno che lo aspettava nel suo appartamento vuoto aveva deciso di fermarsi all’hotel ancora per un paio di notti quindi stava facendo esattamente quello che Ian gli aveva chiesto e stava tornando in hotel con Violet Stains, sempre con la testa piena di quei suoi stramaledetti schemi di gioco pur di non pensare alla donna accanto a lui!

<< Pierre… >> lui ebbe un brivido sentendola pronunciare il suo nome, dio poteva esserci parola più bella al mondo? Nessuna gli aveva mai fatto quell’effetto e dire che ne aveva avute di donne e anche molto più spigliate e decise della riservata ed educata Violet:<< Come? >> le domandò allora tornando a concentrarsi su di lei:<< Stai bene? Sembri con la testa altrove >> lui abbozzò un sorriso che a Violet non sembrò per niente quello del divo da copertina che vedeva ritratto con la fascia da capitano durante le partite o che era praticamente il volto della nazionale francese, quello era un sorriso vero, un sorriso di un uomo che nascondeva un mondo intero dietro quegli occhi verdeacqua.

<< Sto solo cercando di memorizzare gli schemi prima del ritiro, non mi piace arrivare impreparato >> di nuovo una scusa banale ma non poteva dirle che moriva dalla voglia di farla appoggiare al muro alle sue spalle e letteralmente di divorarla lì in mezzo alla strada:<< Deve essere bello fare della tua passione il tuo lavoro >> lui annuì:<< Sì, anche se ammetto che quando a scuola giocavo con i ragazzi mi divertivo molto di più, diventa più impegnativo quando ti pagano per farlo e spesso hai bisogno di staccare e di evadere per rimettere le cose nella giusta prospettiva >> Violet sospirò pensando che anche a lei sarebbe servito staccare un po' la spina da tutto quello che le stava succedendo a Londra: il divorzio, un nuovo lavoro da trovare, una nuova casa...

<< Ti va di fare una piccola deviazione? >> la voce di Pierre le fece alzare gli occhi su di lui:<< Come? >> << Non ho voglia di tornare subito all'hotel, c'è un bar a dieci minuti da qui, è un buco e anche malfrequentato ma hanno il cognac migliore di tutta la Francia >> << Vuoi portare una signora in un locale di dubbia frequentazione e poco raccomandabile signor DuLac? >> << Posso portarti in hotel e andarci dopo, ma farei il doppio della strada >> il sorriso di Violet gli fece capire che avrebbe seguito quella donna anche all'inferno:<< Non sia mai... >> poi prendendolo a braccetto sbatté le ciglia facendogli gli occhioni dolci:<< Inoltre ho un bel cavaliere prestante a difendermi dai malintenzionati >> stando allo scherzo Pierre le sfiorò una guancia con il pollice:<< Ai suoi ordini ma dame >> ed incamminandosi Pierre DuLac cercò di ignorare il frusciare della stoffa della sua giacca contro lo scialle nero che Violet aveva sulle spalle, dio quanto si stava trattenendo...

 

<< Margaret io... >> lei sorrise avvicinandosi e cominciando a slacciargli il nodo della cravatta:<< Rilassati Atelier le grand, non farò niente di eccezionale, niente che tu non voglia almeno >> sentendosi chiamare a quel modo da lei per un attimo la mente di Ian cercò di sottrarlo da quel sogno ad occhi aperti ma poi...:<< Baciami >> dovette sbattere più volte le palpebre per vedere Maggie che gli stava offrendo la curva chiara del collo, mentre con una mano gli stava sfiorando il punto dove solamente la notte prima gli aveva lasciato un succhiotto, fortuna che amava le camice e il colletto nascondeva i segni oppure i suoi amici gli avrebbero dato il tormento!

Chinandosi piano Dorian posò le labbra su quella pelle morbida proprio nel punto dove pulsava la sua giugulare.

Maggie sorrise divertita, Ian non si sarebbe mai liberato del bravo ragazzo che era in lui:<< Ti ho detto baciami, fallo come si deve >> lui alzò il viso guardandola con quei magnetici occhi blu:<< Cosa vuoi di preciso signorina ? >> il piccolo ghigno di Maggie lo fece pentire subito di aver fatto quella domanda:<< Forse è meglio se ti do una dimostrazione pratica >> e mettendosi in punta di piedi aderì al corpo del fidanzato slacciandogli la camicia grigia e cominciando a far scivolare la lingua su e giù lungo il collo del ragazzo per poi fermarsi poco sotto al suo mento ridendo appena per il velo di barba che le pizzicava il viso:<< Mi piaci con la barba, mi piace quando mi baci e mi fa il solletico >> Ian respirò piano:<< Ti bacerei se tu non mi avessi bloccato il collo tesoro >> << Dopo...dopo potrai farlo, adesso fammi finire >> e chinando le labbra riprese la sua piccola tortura mentre Ian faticava a restare fermo:<< Smettila >> e muovendo appena il collo fece spostare Maggie che lo guardò con gli occhi appannati dal desiderio, un sorriso compiaciuto che guardava il segno rosso sul collo di lui:<< Non ti piace? >> lui sorrise finendo di togliersi la camicia e gettandola a terra insieme alla cravatta:<< Non c'è gusto se tu ti diverti e io devo essere torturato senza poter far nulla non credi? >> poi allungò una mano iniziando a slacciare la cintura dei pantaloni.

 

<< Allora dimmi signor bello impossibile...com'è che il campione della nazionale francese non ha una ragazza e si trova a dover far da babysitter ad una noiosa vecchia zitella? >> domandò Violet sorridendo un po' troppo e facendo scivolare un dito sul bordo del bicchiere che aveva davanti, era stato più forte di lei e quando aveva mandato giù il primo sorso di cognac si era sentita così leggera da voler riprovare l'esperienza:<< Tu non sei affatto vecchia o noiosa e quanto all'essere zitella, single è un modo migliore di dirlo >> la risata di lei era cristallina ma aveva un fondo di acidità:<< Se un uomo è solo è single e va bene, se lo è una donna è zitella e basta. Alla mia età poi sono praticamente vecchia >> Pierre stava per dirle l'ennesima frase galante quando una voce arrochita dal fumo e sgrammaticata dall'alcol si intromise nella conversazione:<< Ehi madame vieni a farti un giro con me? >> Violet guardò l'uomo che si era appoggiato sul bancone: non era per niente brutto e sicuramente da sobrio avrebbe anche avuto qualche chance, ma era talmente ubriaco che se non ci fosse stato il bancone sarebbe già finito con la faccia sul pavimento di cotto:<< La signora è occupata >> e a quelle parole Violet sentì la mano calda di Pierre poggiarsi sulla sua spalla con fare protettivo:<< Andiamo amico non fare l'avaro, non sai che bisogna essere generosi con il prossimo, perché non la condividiamo? >> Pierre fece una smorfia ma si vedeva che tentava di trattenersi:<< Gira al largo e trova qualcuno che ti porti a casa >> fece poi per girarsi dichiarando chiuso il discorso ma la mano dell'ubriaco che ghermiva il braccio di Violet gli fece salire il sangue al cervello:<< Andiamo non fare l'avaro, fai divertire anche me >> gli bastò guardare gli occhi spaventati di lei per scendere dallo sgabello e prendere quel tizio per il bavero della giacca:<< Ti ho detto gira al largo, mi hai sentito? >> << Vuoi divertirti solo tu? Andiamo non puoi... >> ma prima che quel babbeo potesse aggiungere altro Pierre alzò il braccio chiudendo la mano a pugno e facendola impattare contro la mascella di quel coglione che arretrò barcollando appoggiandosi poi ad un muro per riprendere fiato e non stramazzare a terra:<< Mossa sbagliata amico >> commentò quello pulendosi il labbro sporco di sangue, Pierre scosse leggermente la testa, fortuna che era un battitore ed era ambidestro, poteva farsi male alla mano senza preoccuparsi troppo di non poter giocare!

<< Lascia che metta in chiaro una cosa >> e prendendo il tipo per un braccio lo trascinò di peso fuori dal locale:<< Vattene a casa e fattela passare, la signora è impegnata >> il tizio lo guardò nervoso, probabilmente incapace di prendersi un rifiuto o di essere umiliato così:<< Tu non mi dai ordini! Tu non... >> e con rabbia il tizio si avventò contro Pierre facendo impattare la schiena di DuLac contro il muro facendolo imprecare tra i denti, dio se per colpa di quel cretino era costretto a saltare il ritiro…

Mettendo un braccio tra sé e quell’animale lo scansò spingendolo lontano da sé per poi tirargli un altro pugno stavolta allo stomaco:<< Ma perché non la smetti? >> gli domandò poi bloccandosi e guardandolo ma quello testardo come un mulo gli fu di nuovo addosso, che pessima serata!

Non ci pensò un attimo e scrollandosi quell’ammasso molle di carne e birra lo allontanò da sé guardandolo con il fuoco negli occhi, l’altro fece per contrattaccare di nuovo ma lo sguardo nero di Pierre lo bloccò e rimettendosi velocemente in piedi l’uomo se la diede a gambe, dio che razza di uomo poteva ridursi in quel modo?

Stava quasi per rientrare e vedere come stava Violet quando alzando gli occhi sull’ingresso la trovò immobile a pochi passi da lui:<< Stai bene? >> le domandò piano mentre si passava una mano sulla nuca:<< Sarei io a doverlo chiedere a te >> gli rispose lei con un mezzo sorriso, Pierre la guardò in silenzio chiedendosi che diavolo aveva il suo cervello che non andava visto i pensieri che stava facendo in quel momento, doveva stare calmo, era tutta colpa dell’adrenalina, doveva solo darsi una calmata e tutto sarebbe andato a posto:<< Forse è meglio tornare in hotel, vado a pagare e poi… >> << Pierre >> e la mano di lei sul braccio lo bloccò.

Ci fu una frazione di secondo, una singola frazione di secondo in cui il suo cervello gli urlò a grandi lettere di fermarsi, in cui pensò che fosse meglio tirarsi indietro e lasciare tutto com’era proprio come gli aveva consigliato Ian ma come detto fu solo un momento, poi la sua mano afferrò la nuca di Violet sprofondando nella seta scura del suo caschetto avvicinandola al suo viso e le sue labbra furono su quelle della donna mentre lui si abbeverava di quel succo come se fosse stato il nettare degli dei.

 

Stringendo le braccia attorno a quel collo e quelle spalle da pugile Violet sorrise mentre la sua lingua scivolava sulle labbra di Pierre prima di infilarsi nella sua bocca, per un istante sentì il sapore ferroso del sangue, probabilmente una ferita o un piccolo taglio che quel cretino gli aveva procurato…la cosa servì solo a farla stringere di più al suo salvatore.

 

Facendo un rapido giro su sé stesso Pierre le fece appoggiare la schiena al muro dove solo poco prima lui aveva sbattuto mentre staccava appena le labbra da quelle di lei solo per portarle più in basso prima sul collo e poi lungo il pizzo che costeggiava la scollatura dell’abito:<< Sai di zucchero >> Violet rise:<< Zucchero? >> Pierre annuì ritornando a baciarla:<< Ho un debole per i dolci >> << Non si direbbe >> il sorriso di Pierre le disse chiaramente come sarebbe proseguita quella serata:<< Non ho detto che tipo di dolci >> poi rafforzando la stretta attorno al corpo di Violet la sollevò da terra di qualche centimetro:<< Reggiti ma petite >> << Cosa? >> << Sarà un atterraggio morbido te lo prometto >> e mantenne la promessa perché quando si materializzarono erano sprofondati nelle morbide coperte di un letto:<< Stai cercando di sedurmi Pierre DuLac? >> gli domandò lei sorridendo mentre con le mani gli accarezzava gli addominali che la camicia bianca non faceva altro che sottolineare:<< Credevo di averlo già fatto >> le mormorò sorridendo mentre con una mano raggiungeva la cerniera dell’abito che lei aveva sul fianco facendola scivolare verso il basso:<< Puoi dirmi di no quando vuoi mia cara >> Violet sorrise passandosi la lingua sulle labbra quasi pensierosa:<< Pensi che voglia dirti di no? >> << Sono un galantuomo in fondo, devo chiedertelo >> lei sorrise e prima che se ne rendesse conto Pierre si trovò sdraiato sul letto con Violet a cavalcioni sopra di lui, il vestito ormai sollevato fino alla vita le lasciava scoperte le cosce su cui lui si affrettò ad appoggiare le mani tamburellandovi con le dita:<< Me lo fai un favore bello e impossibile? >> cominciava ad amare Violet quando lo chiamava così…<< Tutto quello che vuoi zuccherino >> non le avrebbe reso le cose facili e poi gli piaceva il luccichio che compariva nei suoi occhi quando la sfidava:<< Non essere un gentiluomo, ne ho abbastanza di uomini che mi trattano come se potessi rompermi, sono una donna e mi piace divertirmi, non voglio vivere sotto una campana di vetro >> la risata di Pierre le scaldò il petto:<< Vuoi giocare zucchero? Giochiamo >> poi afferrandole i polsi ribaltò di nuovo le loro posizioni facendo scendere la parte superiore del vestito fino alla sua vita strappandolo poi per toglierglielo e lasciandola in intimo e con le decolleté nere ai piedi:<< Maggie ci teneva a quel vestito >> mormorò Violet con il miglior finto tono dispiaciuto che le uscì in quel momento:<< Te lo sistemo domattina, adesso ho di meglio da fare >> e sorridendo tornò a baciarla mentre le mani di Violet lo spogliavano velocemente di giacca e camicia accarezzando poi quei muscoli scultorei: ecco un altro motivo per cui Violet amava tanto il Quidditch…quei giocatori avevano dei fisici fantastici!

 

<< Ok, adesso devi essere sincera con me >> Delila voltò lo sguardo verso l’uomo steso per terra accanto a lei sul terrazzo, erano lì da più di due ore e stavano guardando le stelle mentre chiacchieravano del più e del meno:<< Non lo sono sempre Liv? >> lui fece una smorfia a quel soprannome ma lei lo chiamava così proprio perché sapeva che non lo sopportava:<< Certo che lo sei Delly, ma non quando si parla dei tuoi sentimenti >> lei si mise seduta guardandolo scioccata:<< I miei sentimenti? Credevo avessimo superato questa fase da un pezzo Oliver De la Tour >> lui scoppiò a ridere:<< Non intendevo i tuoi sentimenti per me Delly, intendevo quelli per quella specie di Indiana Jones con cui ti ho trovata in cucina stamattina >> poi sorridendo e voltando la testa verso di lei aggiunse:<< Stavi preparando la tua torta della tranquillità? >> Delila lo guardò ancora più scioccata:<< La smetti di chiamarla così? È un nome odioso >> << Ma è vero, tu prepari dolci solo quando sei nervosa o qualcuno ti da sui nervi e di solito prepari biscotti, se quello è riuscito a farti arrivare alla torta vuol dire che è davvero importante >> Delila incrociò le braccia sul petto:<< Daniel Johnson non è importante >> Oliver rise tornando a guardare il cielo stellato e mettendo le mani dietro la testa:<< Sì certo, raccontalo a chi non ti conosce come me >> tornando a sdraiarsi e a guardare il cielo Delila fece un piccolo sorriso:<< E va bene, forse un po’ è importante ma me la sto facendo passare >> << Non puoi passare tutta la vita sola per colpa di quello che è successo a Mark, io ho vissuto tre anni con te e sono vivo, sto bene >> lei sorrise voltando la testa verso l’amico:<< Senza offesa Liv ma tu non mi hai mai provocato quel genere di emozioni >> lui si unì alla risata:<< Sì, eravamo la coppia peggio assortita della storia! Come amici siamo una favola ma come fidanzati… >> poi tornando serio aggiunse:<< Ho visto come ti guarda, è tutto il giorno che ci sta dietro come un cane da tartufo, tu gli piaci >> << Io non gli piaccio, non nel modo che pensi tu >> e cercando di non mettersi di nuovo a piangere a quel ricordo Delila raccontò all’amico della proposta di Daniel, della sua gelosia per Niko e perfino della sua crisi scampata solo grazie all’intervento di Indiana Jones come lo chiamava Liv!

<< Eri una Corvonero, ti credevo più sveglia Delly >> lei si voltò accigliata:<< E tu sei rimasto sempre il solito Serpeverde che non sa tenere la bocca chiusa >> Oliver non si scompose nemmeno, la loro amicizia era iniziata con un litigio in fondo ma poi non si erano più separati:<< Insultami quanto vuoi, ma pensavo lo avessi capito >> << Capito cosa? >> << Il tuo amichetto è un Serpeverde, proprio come me >> << E quindi? Che è stupido e arrogante lo so >> Oliver sorrise:<< Stupido, arrogante e fifone, morirebbe piuttosto che chiederti qualcosa a cui non sa come risponderai >> Delila fece una smorfia:<< Posso capire la paura ma quello che mi ha detto è davvero umiliante, mi sono sentita alla stregua di una domestica e quando ti piace qualcuno e ti senti così non è per niente una bella sensazione >> Oliver sorrise tornando a guardare il cielo che si stava rannuvolando:<< Sarà meglio tornare dentro prima che cominci a piovere >> Delly annuì rialzandosi e avviandosi con l'amico verso la camera che Dorian aveva preparato per loro, non voleva sapere che cosa stessero facendo lui e Maggie e non voleva capitare sul più bello quindi aveva deciso di dormire con Oliver come ai tempi della loro convivenza.

<< Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua tu intanto vai in camera, ti raggiungo subito >> << Esistono gli elfi domestici Delly perché non... >> lei sorrise facendogli la linguaccia:<< Viziato purosangue, mi piace scendere in cucina e poi anche gli elfi hanno bisogno di riposare >> Oliver fece una mezza smorfia poi le baciò la fronte:<< Vado a farmi una doccia, a dopo Delly >> la ragazza lo guardò incamminarsi e sparire in camera prima di scendere le scale e dirigersi verso la cucina, ormai Clau l'aveva presa in simpatia e di certo non le avrebbe detto nulla per quella piccola intrusione.

Stava per raggiungere la scala che portava alle cucine quando un suono sommesso simile al lamento di un cucciolo attirò la sua attenzione, si fermò guardandosi intorno ma non vedendo niente fece per scendere quando di nuovo il lamento riprese, decisa ormai a scoprirne la causa cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualche movimento strano.

Seguì i piccoli singhiozzi fino ad un angolino nascosto tra le scale e l’ingresso della sala da pranzo; si avvicinò ancora vedendo un piccolo batuffolo dai capelli rossi raggomitolato su sé stesso e avvolto in un pigiamino rosa con delle pecorelle bianche qua e là:<< Ehi piccola… >> la bambina emise un altro piccolo lamento stringendo ancora di più al petto il suo pupazzo cercando di farsi forza:<< Ciao piccola, io sono Delly >> per quanto non le piacesse il suo soprannome era molto più facile di Delila per una bambina:<< Va tutto bene tesoro, che cos’è successo? >> la bambina si calmò girandosi verso di lei e due grandi occhi verdi la fissarono facendole battere il cuore all’impazzata:<< Abigail >> mormorò a mezza voce e sentendo il proprio nome la bambina alzò gli occhi guardandola curiosa:<< Tu sei Abigail non è vero? La figlia di Daniel >> la piccola rimase ancora per un attimo immobile senza sapere cosa dire così Delila le tese la mano:<< Vuoi tornare dal tuo papà piccola? >> inaspettatamente la bambina scosse il capo:<< È successo qualcosa? >> stavolta Abby annuì:<< Il tuo papà sta bene? >> di nuovo la bambina annuì e Delila si inginocchiò accanto a lei:<< Ti va di venire con me? Stavo andando in cucina a prendere un po’ di latte e biscotti, vuoi farmi compagnia? >> sul viso della piccola si aprì un sorriso, lo stesso sorriso caldo di Daniel ovviamente e scattando in piedi come un piccolo soldatino Abby prese la mano che lei le stava porgendo:<< Poi però andiamo subito dal tuo papà prima che si preoccupi d’accordo? >> la piccola annuì e trotterellando accanto a Delila la seguì giù per le scale fino in cucina.

Mentre prendeva due tazze dalla credenza Delila osservò di nascosto la piccola Abby che, seduta al tavolo che con la testa appoggiata sulle braccine la guardava di sottecchi cercando di non farsi scoprire.

<< Ecco, tieni >> e tirando fuori la propria bacchetta Delila scaldò il latte facendo volteggiare davanti alla piccola un vassoio pieno di biscotti dalle forme più strane:<< Si! Bello! Fallo ancora! >> e battendo le manine Abby la guardò raggiante dicendo le prime parole da quando l’aveva incontrata:<< Cosa? Questo? >> e con un sorriso fece spostare alcuni biscotti che si misero a danzare attorno alla tazza della bambina prima di tornare compostamente nel loro piatto:<< Si! Papà lo fa sempre a casa! >> e mentre pronunciava quella parola il suo visino gioioso tornò triste e le sue labbra si gonfiarono come sul punto di piangere:<< No…Abby che cosa c’è? >> poi collegando la frase aggiunse:<< Ti manca la tua casa? >> la bimba annuì poi, cercando di trattenere le lacrime aggiunse:<< La camera di papà è troppo grande, ci sono tante ombre scure che fanno tanta paura, ci sono i mostri >> Delila capì al volo:<< E tu non hai detto al tuo papà che vuoi tornare a casa vero? >> la bimba scosse la folta massa di capelli color rubino:<< No, papà ha detto che tornerà presto, che è venuto per trovare una regina e portarla a casa per noi, me lo ha promesso >> un piccolo sorriso si dipinse sulle labbra di Delila al pensiero di quanto Daniel stava facendo per sua figlia:<< Senti io sono amica del tuo papà, che ne dici se provo a parlarci io? Magari lo convinco a tornare presto a casa >> Abby sembrò pensarci un attimo:<< Con anche una regina? >> Delila rise piano e un pensiero altamente masochista si fece largo nella sua mente:<< Sì Abby, anche con una regina! >> poi avvicinandole i biscotti aggiunse:<< Ora mangia >> in silenzio la bambina afferrò un biscotto con le gocce di cioccolato intingendolo nel latte caldo e addentandolo come il più buono dei cibi.

 

<< Abby! Abby! >> e non sapendo più dove cercare la figlia Daniel aprì la porta della cucina quando:<< Taci Daniel. La svegli così >> il giovane si fermò vedendo una figura seduta al tavolo che sembrava bisbigliare piano qualcosa:<< Delila? >> aveva riconosciuto subito la sua voce ed era un po’ spiazzato, non pensava l’avrebbe rivista senza quel suo adone biondo accanto:<< Che cosa… >> lei voltò la testa fulminandolo con gli occhi:<< Abbassa la voce, si è appena addormentata >> e solamente avvicinandosi Daniel notò la propria figlia addormentata nelle braccia della donna con il suo inseparabile peluche stretto al petto:<< Che cosa state facendo? >> domandò poi abbassando la voce:<< Stavo scendendo a prendere un bicchiere d’acqua quando l’ho trovata in un angolo che piangeva, così l’ho portata qui e le ho preparato latte e biscotti >> spiegò Delila come se la cosa fosse stata ovvia:<< E non hai pensato di chiamarmi sono ore che… >> stava alzando un po’ troppo la voce:<< Svegliala e te la farò pagare Danny >> un piccolo sorriso gli scappò sentendosi chiamare Danny ma tornò immediatamente a guardare la figlia:<< Dovevi chiamarmi >> continuò cocciuto:<< Portiamola a letto, ho bisogno di parlare con te e non voglio svegliarla >> e alzandosi il più delicatamente possibile Delila fece per incamminarsi verso la porta quando Daniel la bloccò facendo scivolare le proprie braccia tra quelle di lei ed il corpicino di Abby:<< È pesante e credo che tu la stia tenendo in braccio da un po’ >> << Non è un problema…davvero >> lui si fece scivolare la figlia accanto al petto:<< Tranquilla ci penso io, ho comunque bisogno di una mano per metterla a letto >> Delila annuì seguendolo in silenzio su per le scale e quando furono davanti alla porta della camera del ragazzo lei si ricordò di Noelle:<< Tranquilla, Noelle dorme nell’altra stanza, io ed Abby ci siamo accampati in soggiorno come a casa >> e facendole cenno di aprire la porta Delila sorrise vedendo i due grossi divani color crema messi uno vicino all’altro con un due cuscini e qualche coperta raffazzonata alla bell’e meglio:<< Sei proprio un disastro con le lenzuola, non puoi far dormire una bambina così >> poi tirando fuori la bacchetta dalla tasca la agitò in aria trasfigurando i divani in un comodo lettone matrimoniale:<< Ehi ma stai… >> lei sorrise:<< Qualcuno mi ha detto che se voglio posso controllarmi quindi voglio vedere se è vero >> Daniel sorrise:<< Almeno in quello ti sono stato utile >> poi poggiando Abby sotto le lenzuola la coprì accarezzandole piano la testolina per poi voltarsi verso Delila:<< Bene, di che cosa volevi parlarmi? >> lei lo guardò scioccata:<< Qui? >> lui fece spallucce:<< Non voglio allontanarmi da li nel caso si svegli >> << D’accordo, come vuoi, ma almeno mettiamoci comodi >> << Il letto è comodissimo >> << Daniel >> lo rimbeccò lei acida avvicinandosi al tavolo del soggiorno e lui fece altrettanto sedendosi poi davanti a lei:<< Dicevamo >> e la guardò serio mentre con la coda dell’occhio teneva sotto controllo Abby che però non dava l’impressione di volersi muovere:<< Ho parlato con Abby mentre facevano il nostro spuntino >> meglio cominciare da lì, era meglio prendere il discorso alla larga:<< E cosa vi siete dette? >> domandò lui cercando di stare allo scherzo ma curioso come poche altre volte lo era stato nella sua vita:<< Che le manchi, vuole che torni a casa e che ci resti >> era stata volutamente schietta perché le si era stretto il cuore all’idea di quella bambina che cresceva senza il suo papà vicino ogni momento, i suoi genitori avevano fatto lo stesso con lei e sapeva bene che cosa significava:<< So che sta male senza di me, ma che cosa posso fare? Quando è morta sua madre pensavo che le sarei bastato io per tutta la vita, che non c’era bisogno di altro…poi ogni tanto c’è sua nonna, la madre di Shannon, che mi fa una mano. Credevo fosse sufficiente ma un paio di mesi fa Abby è tornata a casa in lacrime dopo essere andata a giocare con degli amichetti >> Delila lo guardò preoccupata:<< Che cos’è successo? >> << Un paio di bambini l’avevano presa in giro perché lei non ha la mamma, volevano sapere perché e lei non sapeva che cosa rispondere, non le ho mai detto che Shannon è morta quando lei è nata, sa che la sua mamma non c’è più ma non sa il vero motivo, volevo proteggerla ma adesso mi rendo conto che forse non era la cosa migliore >> lei si voltò a guardare la bambina:<< Non potevi spiegare ad una neonata che sua madre è morta per darla alla luce, quando sarà più grande lo farai e se vuoi ti darò… >> ma si bloccò ricordandosi di non aver ancora affrontato quella parte del discorso:<< Mi darai cosa? >> le domandò Daniel accigliato:<< Era questo che volevo dirti: se la tua offerta è ancora valida…ci ho pensato e potrei accettare >> gli occhi verdi di Daniel si spalancarono:<< Vuoi dire che…che tu… >> lei annuì:<< Verrò con te se è quello che vuoi ma sappi che lo faccio solo per Abby, non voglio che lei cresca sola come sono cresciuta io, so cosa vuol dire e non è una cosa piacevole >> lui annuì:<< Te l’ho chiesto solo per questo, so che sono stato un po’ fuori di me in questi giorni ma sto facendo tutto questo per mia figlia e il pensiero di non renderla felice mi terrorizzava e… >> << Delly! >> la vocina acuta di Abby catturò la loro attenzione e Daniel guardò Delila perplesso sentendo la bambina chiamare lei:<< Cosa c’è Abby? Va tutto bene… >> e alzandosi Delila si avvicinò alla bambina accarezzandole i capelli:<< È tornato il mostro, è tornato >> stringendo la bambina tra le braccia lei sorrise:<< Lo hai salutato? >> Abby la guardò sorpresa:<< Perché? >> Delila sorrise:<< Perché non tutti i mostri sono cattivi, sono sicura che questo era solo un mostro gentile che voleva fare amicizia, magari è spaventato quanto te… >> << Dici davvero? >> domandò la bambina affascinata da quelle parole:<< Sì, anche nel mio armadio da bambina c’era un mostro, era molto simpatico e mi metteva in ordine tutti i vestiti mentre dormivo, sai alla fine visto che c’era lui nel mio armadio gli altri mostri cattivi non potevano venirci >> gli occhi di Abby brillarono e solo in quel momento lei notò Daniel in piedi dietro alla donna che la teneva tra le braccia:<< Possiamo tornare a casa papà? >> domandò allora con un gran sorriso:<< Abby papà deve restare qui ancora un po’, deve trovarti la tua regina te lo ricordi? >> la piccola sorrise e suo padre rivide sé stesso in quel sorriso furbo:<< Ma l’ho già trovata io la nostra regina papà, non c’è bisogno che cerchi ancora >> << Ah sì? >> domandò Daniel curioso e la piccola annuì vigorosamente:<< E posso anche conoscerla? >> le chiese il padre per vedere dove sua figlia volesse andare a parare:<< Delly, lui è il mio papà! >> poi guardando il padre sorrise angelica:<< Papà lei è Delly! >> i due si guardarono e Delila scosse il capo: fregata da uno scricciolo di quattro anni!

 

<< Atelier >> François si voltò sentendosi chiamare e vedendo l’uomo che stava sopraggiungendo ebbe il forte istinto di girarsi e andarsene dal locale:<< Che cosa vuoi Deveraux? >> Marcel fece una smorfia:<< Oltre a prenderti a sberle? Voglio parlare con te >> << Ma io no quindi se vuoi scusarmi… >> la mano di Marcel si strinse attorno al suo braccio facendolo bloccare dov’era:<< Non sono qui per perdere tempo e ringrazia il cielo che sono venuto io perché se avessi lasciato fare ad Hermes sareste finiti in strada con le bacchette sguainate nel giro di cinque minuti >> gli occhi azzurri di Frankie lampeggiarono:<< Dillo come se fosse un vanto mi raccomando! Ancora mi chiedo come faccia mio fratello a… >> Marcel lo lasciò sedendosi sullo sgabello di fianco a lui:<< Ian probabilmente non vorrebbe che tu lo sapessi ma c’è una storia che voglio raccontarti François e poi forse cambierai idea su tuo fratello e sul rapporto che ci lega >> lo sguardo scettico di Frankie gli disse che non sarebbe stata un’impresa facile ma lui lo fece lo stesso:<< Sai che tuo fratello si è rotto una gamba e un braccio al suo terzo anno vero? Sai che è rimasto in infermeria a scuola per due mesi per via di una piccola commozione cerebrale >> << Certo che lo so, papà mi aveva scritto di non preoccuparmi e che Ian stava meglio >> Marcel giocherellò con il bicchiere che aveva ordinato:<< Quello che non sai e che non penso sappia nemmeno tuo padre è che Ian non è caduto >> << Cosa ma che stai dicendo? >> << È successo durante uno dei nostri allenamenti, io ero vicino a lui…era il giorno del suo compleanno e stavamo parlando di cosa fare per festeggiare, ad un certo punto mi ha solamente detto:“ La sola cosa che vorrei è stare con mia madre” poi ha staccato le mani dalla scopa e si è lasciato scivolare giù, eravamo a quindici metri di altezza, Hermes e Pierre sono riusciti a rallentargli la caduta ma si è fatto male comunque, non abbiamo mai detto a nessuno che si era buttato, tutti sanno che è scivolato >> << Mio fratello non farebbe mai una cosa del genere, Ian non farebbe mai… >> << Ogni anno il giorno dell’anniversario di vostra madre Ian lo passa da solo, ti sei mai chiesto che cosa faccia chiuso in camera? >> << No, sta male e lo so ma è solamente disteso a letto e… >> << Piange, per tutto il resto dell’anno lui è il perfetto Dorian Atelier, il perfetto figlio, fratello e tutto quello che vuoi, lui si è preso la tua felicità e quella di vostro padre sulle spalle, farebbe di tutto per voi e so che mi ucciderebbe per quello che ti sto dicendo ma  lui non è diverso quando è con noi, si sente solo più libero, un po’ come si sente con Maggie a quanto posso vedere >> in silenzio dopo quelle parole François guardò l’uomo accanto a lui:<< Perché non me l’ha mai detto? Perché tu sai cose che io non so di mio fratello? >> << Perché lui vuole essere il tuo eroe, vuole essere forte anche per te come ha fatto per tutta la sua vita e sa che una cosa del genere lo farebbe solo sembrare debole ai tuoi occhi e a quelli di vostro padre >> << Debole? >> domandò Frankie ancora sotto shock:<< È Ian, è orgoglioso più di quanto voglia ammettere, per quello gli piace calarsi nei panni di Atelier le grand, per quello gli piace fare il seduttore e il bello della situazione, mette una maschera e affronta il mondo anziché affrontare sé stesso; lui ti vuole bene François, più di quanto ne voglia a qualsiasi altra persona sulla terra e litigare con te lo distrugge, non chiedergli di scegliere perché siamo i suoi amici e vogliamo bene a lui quanto lui ne vuole a te >> << Non dire a mio fratello che me lo hai detto >> Marcel lo guardò con un piccolo sorriso:<< Ci tengo ancora alla mia vita se permetti >> Frankie scosse il capo:<< Non voglio che quando andrò a chiedergli scusa pensi che l’ho fatto solo perché ho saputo la verità >> Marcel lo guardò interrogativo:<< Ma lo fai per questo? >> Frankie lo fulminò con gli occhi:<< Lo faccio perché è mio fratello e gli voglio bene, quanto a voi faccia come vuole, sono in debito con voi per esservi presi cura di lui quando io non avrei mai potuto farlo ma non per questo mi state più simpatici, dillo anche al tuo amico Valois >> << Non mancherò >> commentò Marcel con un sorriso poi alzando il bicchiere brindò a François:<< Ian ha ragione, sei un ragazzo unico >> il giovane si bloccò un attimo guardando l’Auror negli occhi:<< Grazie di avermelo detto Marcel >> << Dovevi saperlo, forse non da me ma dovevi >>

 

La mattina dopo fu un caldo raggio di sole a fargli aprire gli occhi, sbattendo le palpebre e guardandosi intorno si accorse di essere a letto, l’ultima cosa che ricordava era Maggie nuda nella sua vasca mentre lui si godeva lo spettacolo facendo cose che forse era meglio non ripetere a voce alta, si girò appena ma una mano trattenne il suo braccio e lui si trovò di nuovo appiccicato al corpo nudo della sua fidanzata:<< Muoviti di un solo millimetro e ti farò rimpiangere di avermi chiamata bignè stanotte >> un sorriso malandrino gli comparve sul viso mentre chinava la bocca riempiendo il collo e la schiena di Maggie di baci:<< Davvero amore? Per tutte le volte che l’ho fatto stanotte? >> poi morsicandole piano un fianco la fece sobbalzare sorridendo e girandola a pancia in su le baciò il ventre:<< Sei così morbida e dolce…sei il mio bignè amore come altro dovrei chiamarti? >> lei rise scuotendo il capo e afferrandogli il viso per portarlo alla sua altezza e baciarlo:<< Riesci a rendere sconcio anche il soprannome con cui mi chiamava mio padre, sei un depravato Dorian Atelier >> lui rise sfiorandole il naso con il proprio:<< Come se ti dispiacesse >> lei si strusciò contro di lui risvegliando i suoi bassi istinti:<< Mai detto nulla del genere >> in un attimo Ian la prese per i fianchi e sollevandola la mise sopra di sé guardandola felice mentre i loro corpi si univano di nuovo:<< Bene amore perché stai risvegliando le mie voglie >> muovendosi come una gatta Margaret si sdraiò sulla sua pancia arrivando a baciargli il mento coperto di barba:<< A tua disposizione Atelier le grand >> e quella fu la sola cosa che fu in grado di dire per un’altra ora buona.

<< Hai fame? >> e stavolta veramente in piedi Ian si infilò un paio di pantaloni del pigiama mentre guardava Maggie rannicchiata tra le lenzuola che gli sorrideva felice:<< Fame di cibo? >> gli domandò stirandosi le braccia sopra la testa:<< Vorrei riprendere fiato principessa ma possiamo replicare dopo se ti va >> << Ho voglia di un po’ di lamponi e more >> gli disse ricordando bene quello che avevano fatto l’ultima volta che avevano avuto a che fare insieme con i frutti di bosco e la cucina dell’hotel:<< Tentatrice >> << Tu vai a prenderli poi mi ringrazierai >>

 

<< Buongiorno splendore >> Iris sbatté le palpebre guardando Niko che era seduto sul letto di fianco al suo:<< Che cavolo ci fai qui? Avevo detto il divano! >> gli ricordò poi acida mettendosi a sedere e avvolgendosi nelle lenzuola per coprire la canotta e gli shorts che usava come pigiama:<< Il divano era scomodo e non volevo sprecare questo bel letto morbido >> replicò lui con un sorriso:<< Sei impossibile Nikolaj >> borbottò lei poi girandogli la schiena e guardando la sveglia sul comodino aggiunse:<< È presto fammi dormire >> lui non replicò subito ma Iris sentì un peso che si sdraiava nel letto accanto a lei e la voce di lui molto vicina al suo orecchio:<< Come vuoi splendore, posso farti compagnia? >> si girò infuriata nel giro di pochi secondi:<< Che cosa pensi di… >> ma le labbra di Niko sulle sue le impedirono ogni replica.

 

Mike e Lilith sorridevano come due adolescenti mentre mano nella mano si incamminavano verso il giardino per la colazione:<< La smetti di guardarmi così? Mi fai sentire nuda >> lui sorrise baciandole la testa:<< Ma eri nuda fino a poco fa nanetta, nuda e abbracciata a me… >> << Michael Jamison Gail, non farmi pentire di averti… >> si guardarono in silenzio per un attimo poi lui chinò il capo baciandole le labbra:<< Non potrei vivere senza di te >> Lilith si sciolse come neve al sole:<< Ruffiano >> << Ti amo anch’io >> le piaceva sentirselo dire e le piaceva dirglielo ma non quando lui ne approfittava così apertamente.

<< Mike! >> una voce acuta fece girare il ragazzo verso l’ingresso dell’hotel:<< Ma cosa… >> e lui si girò appena in tempo per vedere una biondina in jeans e felpa che, spingendo malamente Lilith di lato, gli saltava al collo stringendolo felice:<< Mike quanto mi sei mancato! >> il ragazzo strinse le braccia attorno alla vita della giovane sorridendo:<< Kelly non respiro >> poi rimettendola a terra aggiunse guardandosi intorno:<< Dov’è Frank? >> la ragazza si girò a sua volta sorridendo:<< Era dietro di me, stava aiutando una signora che… >> << Nonna Jo! >> e un piccolo tornado dai capelli color fuoco attraversò di corsa l’atrio scappando dalla mano di Daniel e andando ad abbracciare l’anziana signora che prese la nipotina tra le braccia sorridendo:<< Ciao scricciolo! Come sta la mia piccolina? >> poi alzando gli occhi su Daniel che stava arrivando aggiunse:<< Ciao Daniel >> << Joanne, fatto buon viaggio? >> << Sì, ottimo >> poi voltandosi verso l’uomo dai capelli grigi e gli occhiali che aveva appena appoggiato due valige sul pavimento aggiunse:<< Grazie per l’aiuto signor Gail >> l’altro sorrise:<< Basta Frank e poi è stato un piacere >> << Allora grazie Frank >> ma l’attenzione di Joanne fu catturata da Abigail che le stava tirando un braccio per attirare la sua attenzione:<< Nonna vieni! Nonna vieni a conoscere Delly! >> << Delly? >> domandò la donna guardando Daniel perplessa:<< Ti spiego tra poco >> le mormorò lui mentre la bambina stava tirando la nonna verso Delila che era rimasta indietro per non intromettersi in quei saluti.

<< Michael >> Mike si voltò sentendosi chiamare:<< Frank >> e abbracciò l’uomo che l’aveva cresciuto con un caldo sorriso:<< Ti trovo bene ragazzo, sembri rinato >> << Sì, avevo bisogno di un po’ di vacanza >> poi guardando sua sorella e suo nonno aggiunse:<< Frank, Kelly, c’è una persona che voglio presentarvi >> e tendendo la mano a Lilith aggiunse:<< Lei è Lilith Sherwood >> gli occhi di Frank corsero alla mano della ragazza ma Kelly aprì bocca per prima:<< Piacere, io sono Kelly la sorella di Mike, tu sei una sua amica? >> Mike rise mentre Lilith arrossiva:<< Lil non è mia amica Kelly, è la mia futura moglie >> gli occhi della ragazza si spalancarono e Lilith non seppe dire se per la sorpresa o l’orrore vista la sua successiva domanda:<< La tua cosa? >>





Nonna Joanne
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Abilgail "Abby" Johnson
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Frank Gail
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Kelly Gail
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Image and video hosting by TinyPicGrimilde's
Ok, ci sono poche parole per questo capitolo anche perchè non saprei cosa dire...lascio la parola alla storia e a voi dopo...solo una piccola precisazione: la figlia di Daniel è un po' più sveglia di suo padre per fortuna!
Scherzi a parte ci vediamo presto...
Datemi una settimana e potrei farcela...
A la prochaine...

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Capitolo 22
*** 21 - Avvertimenti e verità ***


Capitolo 21

<< La tua cosa? >> e Kelly guardò il fratello come se fosse impazzito:<< La mia futura moglie >> le ripeté Mike calmo:<< Ho chiesto a Lilith di sposarmi ieri sera >> la giovane Sherwood sorrise:<< Veramente io l’ho chiesto a te due giorni fa >> Mike le sorrise:<< Dettagli >> poi ridendo aggiunse:<< Inoltre la mia dichiarazione al Moulin Rouge vale come una domanda a cui hai detto di sì >> Lil incrociò le braccia sul petto e fece per rispondere quando Kelly si intromise:<< Ma non puoi sposarti! Non puoi andare via da casa >> << Kelly Mike è adulto, non c’è niente di male se va a vivere per conto suo >> commentò calmo Frank che conosceva bene il carattere impulsivo della ragazzina:<< Lo so che è adulto ma è… >> a quelle parole Mike prese la sorella per un braccio tirandola verso di sé per abbracciarla:<< Perché non andiamo a fare colazione tutti insieme e ne parliamo dopo? Dai Kelly ti spiegherò tutto e sono sicuro che adorerai Lilith ma ora ho fame >> e con quella piccola battuta che sperava potesse calmare un po’ le acque Mike tirò la sorella verso il giardino mentre Frank si avvicinava a Lilith con un gran sorriso:<< Benvenuta in famiglia signorina Sherwood >> lei sorrise timidamente, non aveva mai pensato seriamente di avere a che fare con la famiglia di Michael, cioè lui le aveva parlato di Frank e di sua sorella adottiva ma non pensava li avrebbe visti, non così presto almeno!

 

Con un piccolo sorriso sulle labbra Dorian stava svoltando l’angolo del corridoio per tornare in camera da Maggie…gli veniva quasi voglia di fischiettare talmente era felice quando una porta a poca distanza da lui si aprì e il giovane Atelier si trovò faccia a faccia con la sorella della sua fidanzata vestita esattamente come la sera prima, con le scarpe in mano e i capelli fin troppo spettinati per una che aveva solo dormito, avrebbe anche fatto finta di niente ma il forte profumo dell’acqua di colonia preferita di Pierre addosso a lei lo fece bloccare indeciso su come comportarsi:<< Oh…Dorian >> e proprio come quelle di Maggie anche le guance di Violet si imporporarono di quel delizioso rosso ciliegia:<< Pierre dorme ancora? >> lei arrossì ancora di più scuotendo il capo:<< Si sta facendo una doccia… >> rispose lei non sapendo esattamente che cosa dire poi sollevando entrambe le mani le poggiò sulle braccia di lui coperte dalla camicia bianca:<< Ti prego non lo dire a Peggy, ti prego non voglio che… >> << Cosa? >> lei si tirò indietro:<< Non voglio che mi consideri una poco di buono, mi sto separando da mio marito e mi sento già abbastanza stupida per quello che ho fatto ma Pierre… >> un caldo sorriso le scivolò sul viso al pensiero di quello che avevano fatto quella notte:<< …Pierre mi fa sentire viva come non mi sono mai sentita in vita mia >> Ian annuì poggiandole una mano sul braccio:<< Io non le dirò niente ma dovresti farlo tu, sono sicuro che sarebbe felice per te >> poi facendole l’occhiolino aggiunse malizioso:<< Anche perché credo che non ti toglierai il mio amico dai piedi molto presto >> Violet sorrise alzando di nuovo il viso  ma i suoi occhi notarono un segno rosso quasi violaceo alla base del collo di Dorian e un dubbio le fece capolino nella mente ma lo scacciò: Peggy non era quel genere di ragazza, lei era dolce e delicata, era un piccolo fiore aggraziato non come lei che…:<< Potresti fare finta di non averlo visto? >> lei alzò gli occhi e si accorse che Ian aveva notato cosa stava fissando:<< Mia sorella ha… >> Dorian sorrise:<< Preferirei che quello che succede tra me e Margaret resti tra di noi >> Vi annuì:<< È diversa da quando è con te >> Ian la guardò perplesso:<< Che vuoi dire? >> << Peggy, è diversa da quando sta con te, a Londra e quando stava con Daniel era come una bambina spaventata dal mondo e timorosa di osare invece adesso è una donna >> il sorriso di Ian le fece capire che sua sorella era decisamente cresciuta:<< È una donna che sa quello che vuole e non ha paura di… >> Ian rise:<< Decisamente sa quello che vuole e anche come ottenerlo >> << Promettimi che la renderai felice >> era un po’ stucchevole come frase ma da quando Ian l’aveva portata con sé il pomeriggio precedente per quel piccolo regalo per Peggy lei si sentiva in dovere di salvaguardare la felicità della sua sorellina:<< Preferirei morire piuttosto che renderla infelice >> lei fece per continuare la conversazione ma un rumore in fondo al corridoio li bloccò entrambi:<< Ti conviene cambiarti prima che qualcuno ti veda, a più tardi Violet >> e salutandola Ian percorse gli ultimi metri che lo separavano dalla sua camera entrando con la ciotola di lamponi e more che aveva preso dalla cucina. 

 

Sotto il getto caldo della doccia intanto Pierre stava riflettendo su tutto quello che era successo quella notte: non aveva programmato di finire a letto con Violet Stains quella sera stessa ma quando lei gli aveva preso il braccio dopo la sua piccola rissa l’adrenalina che gli scorreva nel sangue si era concentrata tutta in un unico punto e il suo cervello gli aveva detto addio andando in blackout completo.

Dio se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire quella pelle morbida sotto le dita, poteva sentire la sua voce che lo chiamava in preda al desiderio, fortuna che aveva avuto la prontezza di lanciare un muffliato sulla stanza così nessuno aveva sentito le loro “ voci ” all’esterno.

Quando aveva aperto gli occhi quella mattina si era trovato lei sdraiata su un fianco che lo guardava sorridendo e accarezzandogli il profilo della mascella, senza pensarci un attimo l’aveva baciata e nel giro di poco avevano ricominciato da dove si erano interrotti la sera prima, era stato solo un paio d’ore dopo quando lei aveva ammesso di doversi andare a cambiare che lui si era reso conto di quanto non volesse lasciarla andare:<< So che è una proposta azzardata e fuori luogo Violet ma se ci fosse un seguito? >> aveva pronunciato tante volte quelle parole ma quella era la prima in cui le pensava davvero:<< Vale a dire? >> lui aveva abbozzato un sorriso:<< Finché staremo qui o finché vorrai >> << Tu e io insieme? >> lui aveva annuito:<< Direi che non stiamo poi così male no? >> lei lo aveva baciato ridendo:<< No, decisamente no… >> poi strusciandosi contro di lui aveva aggiunto sussurrandoglielo nell’orecchio:<< Finché non tornerò a Londra >> inutile dire che il suo bacio successivo era valso come un sì e, gli si illuminavano gli occhi al pensiero, adesso non vedeva l’ora di rivederla!

 

<< Delly sta per… >> e Joanne si avvicinò alla donna bionda che sua nipote le aveva presentato:<< Delila, ma signora io non… >> la donna tornò a guardare Daniel e la figlia che giocavano nel giardino dell’hotel:<< Mia figlia era una ragazza adorabile, dolce e generosa, era troppo buona per questo mondo e credeva ciecamente nel prossimo e nelle seconde occasioni. Quando le hanno detto che sarebbe diventata madre era la donna più felice del mondo, amava Daniel come si ama solo il primo amore ma purtroppo la mia Shannon era troppo debole per questo mondo e pur di far nascere la sua bambina ci ha rimesso la vita >> << Io non voglio prendere il posto di sua figlia né con Abigail né con Daniel, davvero voglio solo dare una mano >> Joanne alzò gli occhi sulla ragazza nervosa al suo fianco:<< Tu tieni a lui vero? >> << Come? >> << Lo vedo da come lo guardi, c’è qualcosa tra di voi >> << No, assolutamente no. Daniel è stato chiaro e io sono d’accordo con lui, le ripeto non voglio e non posso… >> l’anziana donna si sedette ad un tavolino di ferro guardando ancora Delila:<< Certo che puoi mia cara >> poi allo sguardo perplesso di lei aggiunse:<< Daniel è come un figlio per me, l’ho praticamente adottato da quando Shannon me lo ha presentato e poi da quando è nata Abby, sono felice che lui sia ancora legato al ricordo di Shannon dopo tutto questo tempo ma lo vedo quanto è solo e profondamente infelice, lo vedo quanto ha bisogno di sentirsi amato indipendentemente da sua figlia e da ciò che può dare, è un uomo che non può esserlo in pieno, è un padre per la maggior parte del tempo e un gran lavoratore per il tempo che gli resta ma non riesce a trovare qualcuno con cui essere sé stesso e ho paura che prima o poi lo rimpiangerà >> gli occhi di Delila corsero verso Daniel perdendosi dietro al grande sorriso che stava riservando alla sua piccolina:<< Daniel non cerca un’altra donna, lui vuole solo qualcuno che lo aiuti con Abby, non ha bisogno di una fidanzata o una moglie >> di nuovo Joanne sorrise:<< Più parli e più mi convinco di quanto voi due stareste bene insieme >> poi guardando la nipote aggiunse:<< Daniel aveva me per dargli una mano con la piccola ma ha deciso comunque di venire qui e dopo averti conosciuta di chiederti di venire a vivere con lui >> << Vuole farmi credere che… >> << Ehi non starete parlando male di me vero? >> e la voce di Daniel con Abby attaccata al petto tipo koala le bloccò e a Joanne non sfuggì lo sguardo di pura adorazione che Delila rivolse al giovane:<< Assolutamente sì mio caro, se questa povera ragazza deve venire a vivere con te è giusto che sappia quanto sei disordinato, caotico e testardo >> Danny guardò la donna che da un paio di notti affollava i suoi pensieri con un sorriso:<< Che sono testardo lo sa già ma penso che non avrebbe problemi a tenermi testa >> a quelle parole Abby si mosse per scendere dall’abbraccio del padre saltellando poi in braccio a Delila:<< Verrai davvero a vivere con noi Delly? Verrai? >> era inutile negare quello che ormai aveva deciso:<< Sì Abby, se il tuo papà è d’accordo verrò con voi >> la bambina si voltò sorridendo verso Daniel sfoderando il suo sorrisetto angelico:<< Può venire vero papà? Vero? >> << Certo scricciolo, certo che può >> poi guardando Delila fisso negli occhi aggiunse:<< Non vedevo l’ora >> e per chi non avesse conosciuto la loro situazione quella poteva decisamente sembrare una proposta indecente!

<< Abby vieni con la nonna, dobbiamo andare in camera a disfare le valige >> e alzandosi in piedi Joanne prese la nipotina per mano portandosela dietro mentre Abby si voltava ancora a guardare Delila e suo padre che sedevano insieme a chiacchierare.

<< È bella vero nonna? >> Joanne guardò a sua volta la coppia:<< Sì Abby è molto bella >> la bambina ci pensò un po' su poi guardando dritto davanti a sé domandò piano:<< Pensi che Delly possa essere la mia mamma? >> poi forse rendendosi conto di quello che stava dicendo aggiunse:<< La mia nuova mamma, so che la mia mamma è in cielo come dice papà ma io non l'ho mai vista e vorrei tanto una mamma e vorrei che fosse Delly >> Joanne sorrise alle parole della nipote, Abigail aveva quasi lo stesso carattere dolce e solare di Shannon, quasi perché c'erano alcuni peculiari tratti che la bambina aveva inevitabilmente preso dal padre:<< Certo che Delly potrà essere la tua nuova mamma, solo che devi dare il tempo a lei e papà di capirlo da soli >> Abby annuì convinta poi guardando un'ultima volta i due adulti aggiunse:<< A papà piace tanto Delly >> di nuovo la nonna sorrise:<< Sì tesoro, gli piace proprio tanto >>

 

<< Sei sicura di voler venire a vivere con noi? >> Delila lo guardò come se fosse pazzo:<< Ti stai rimangiando la tua offerta Daniel? >> lui alzò le mani in segno di resa:<< Assolutamente no! >> poi tornando a guardarla aggiunse:<< Mi chiedevo solo se il tuo amico Oliver... >> lei sorrise:<< Liv ha di meglio da fare che pensare alla mia vita o meglio, avrebbe di meglio da fare >> << Non siete solo amici vero? >> lei sorrise:<< Siamo amici >> poi chinando il capo aggiunse:<< Una volta eravamo qualcosa di più >> Daniel strinse a pugno la mano che aveva sul tavolo fino a farsi sbiancare le nocche poi prendendo un bel respiro domandò:<< Quanto siete stati insieme? >> < Perché ti interessa? >> << È un tuo amico, fa parte della tua vita, devo sapere se corro il rischio di vederti scappare con la tua ex fiamma dei tempi della scuola >> gli occhi di Delila fiammeggiarono per un attimo, possibile che Danny avesse sempre la capacità di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato?

<< Io e Oliver siamo amici Daniel, non scapperò con il primo che capita. Ho fatto una promessa ad Abby e intendo mantenerla >> lui fece finta di non essere colpito da quelle parole:<< Quindi lo fai solo per mia figlia >> Delila pensò bene di ripagarlo con la stessa moneta:<< Perché tu per cosa lo fai? >> lui si raddrizzò sulla sedia come se fosse stato colpito da una scossa:<< Certo che lo faccio per Abby, per cos'altro se no!? >>

 

<< Forse dovremmo smetterla >> e incapace di non sorridere Iris guardò i grandi occhi scuri di Niko che si specchiavano nei suoi:<< Forse dovremmo continuare, c'è ancora qualche punto della tua bocca che non conosco >> la risata di Iris gli scaldò il petto, aveva creduto di prendersi l'ennesimo schiaffo quando l'aveva baciata e invece sembrava che lei non aspettasse altro, che la sola cosa che volesse fosse di essere presa tra le braccia ed essere baciata, com’era strana la vita.

<< Nikolaj… >>  con una piccola risata Iris gli prese il viso tra le mani riprendendo a baciarlo:<< Non verrò a letto con te caro mio >> lui sorrise:<< Continua a ripeterlo lyublyu può darsi che tu prima o poi ci creda >> Iris fece per voltarsi dall’altra parte quando con uno scatto Niko le afferrò i polsi stringendoli e spingendola con la schiena sul letto mentre si metteva a cavalcioni sopra di lei:<< L’altra sera per quanto tu fossi bella senza niente addosso non ho voluto approfittare di… >> lei rise acida:<< Non farmi ridere, Niko Valuev che non coglie al volo un’occasione mi sembra strano >> lui si chinò facendo combaciare il corpo a quello di lei e poi con la bocca che le sfiorava la pelle dell’orecchio aggiunse:<< Non l’ho fatto, voglio che tu sia lucida quando ti regalerò il sesso più fantastico della tua vita, voglio che tu lo ricordi il giorno dopo, quello dopo e quello dopo ancora… >> ok se lui andava avanti così gli avrebbe venduto anche l’anima, ma perché di tutti i bei ragazzi presenti in quello stramaledetto albergo lei doveva andarsi a scegliere un cocciuto, arrogante, borioso, sexy, affascinante, muscoloso, eccentrico e bellissimo russo dagli occhi neri come la pece e il sorriso del diavolo?

<< Vuoi farmi credere che adesso che puoi non ti prenderai quello che vuoi? >> gli domandò cercando di sfidarlo e di ritrovare un po’ di autocontrollo ma quando lui scosse il capo e fece per alzarsi ebbe davvero l’istinto di mettergli le mani al collo:<< Sai una cosa Iridis, ci ho pensato stanotte mentre ti guardavo dormire… >> lei fece per aprire bocca ma lui con un dito le chiuse le labbra:<< Ci ho pensato e come ti ho già detto non so come andranno le cose ma non voglio farmi odiare prima ancora di iniziare quindi tempo al tempo >> poi togliendo la mano dalle labbra di lei si alzò in piedi chinandosi di nuovo e afferrandole il mento con due dita mentre le strappava l’ennesimo bacio:<< Ciò non vuol dire che tu non possa provare a farmi cambiare idea >> Iris gli fece la linguaccia e fece per liberarsi quando lui la baciò di nuovo:<< Rischio di ricaderci da solo ma sei così invitante >> lei alzò una mano per accarezzargli la camicia stropicciata che lui indossava dalla sera prima:<< Serviti pure >> Niko sorrise furbo poi mettendosi in piedi la guardò con gli occhi che brillavano:<< Resta ferma dove sei, torno subito >> Iris lo guardò spaesata ma lui era già uscito dalla stanza.

 

<< Mi cercava signor Atelier? >> e bussando piano alla porta dell'ufficio Libero guardò all'interno dove il padre del suo migliore amico sedeva dietro la sua scrivania con una lettera aperta tra le mani:<< Entri signor Nott, ho bisogno di parlare con lei >> poi allungandogli una lettera aggiunse:<< Avevo scritto ai suoi nonni per invitarli qui ma non ho mai ricevuto risposta, fino a stamattina >> poi spingendo la lettera verso Libero aggiunse:<< Penso che dovrebbe leggerla con calma >> Libero non guardò nemmeno il figlio riconoscendo l'arzigogolata grafia di sua nonna:<< Lei l'ha letta signore? >> Isaac annuì in silenzio:<< Che cosa dice? >> Isaac rimase in silenzio per un attimo:<< Credo che dovresti leggerla >> Libero scosse il capo:<< Ho tagliato i ponti con loro anni fa, non ho alcuna intenzione di riprendere i contatti solo perché… >> << Tuo nonno è morto Libero >> a quelle parole il ragazzo rimase immobile con la pergamena in mano:<< Cosa? >> << Tua nonna mi ha scritto quella lettera per informarmi e chiedermi di dirtelo, avrei preferito lo facesse lei ma a quanto pare non se la sente >> << Quando è successo? >> domandò Nott con un filo di voce, era vero che non aveva un buon rapporto – anzi non aveva proprio un rapporto – con i suoi nonni ma erano pur sempre l’unica parte della sua famiglia che gli era rimasta e ora c’era solo sua nonna, forse era lecito provare quella piccola stretta al cuore in fondo:<< A quanto mi ha scritto ha avuto un ictus poco dopo il tuo arrivo qui ed è stato costretto a letto, una settimana fa è morto durante la notte, a quanto dice tua nonna se n’è andato in pace >> digerendo tutte quelle notizie insieme Libero cercò di trattenere le lacrime, non era la morte del vecchio Nott in sé che gli faceva male, era il fatto che come sempre i suoi nonni lo avevano escluso da ogni scelta e da ogni cosa, sì lui si chiamava Libero Orion Nott ed era geneticamente e legalmente loro nipote, ma da quando era tornato a vivere con loro non aveva mai fatto davvero parte della loro famiglia: cresciuto da elfi e balie e poi spedito ad Hogwarts dove restava per tutto il tempo possibile escluse le vacanze estive che spesso passava con il suo migliore amico in un hotel a Parigi quindi i periodi che aveva passato a casa con loro erano davvero molto pochi.

<< Tuo nonno prima di morire ha lasciato testamento >> il ragazzo alzò gli occhi:<< E cosa centro io? C’è mia nonna quindi… >> << Ha lasciato tutto a te, sei l’unico parente maschio che ha e sei il suo discendente più prossimo >> << Io sono cosa? >> << Sei il nuovo capofamiglia dei Nott, tutto quello che era di tuo nonno: case, conti in banca, tenute e via dicendo ora è tuo >> << Cosa? >> << Il notaio dei tuoi nonni arriverà dopodomani con i documenti per la successione >> << Non voglio niente da loro >> quella frase gli era uscita dalle labbra prima che potesse pensarci e in effetti si rese conto che era proprio così, aveva passato quasi tutta la sua vita senza i soldi e la fortuna dei Nott cavandosela da solo e ora non gli servivano quei conti in banca o quelle case per poter fare qualcosa:<< Pensaci bene prima di rifiutare, alla fine saranno tuoi in ogni caso un giorno e forse è meglio che tu impari a gestire la cosa ora che dopo >> << Quando arriverà il notaio? >> << Dopodomani, ti farò chiamare appena sarà qui >> Libero chinò appena il capo in segno di saluto e rispetto:<< Grazie signore >> poi guardando la lettera la strinse in mano:<< Posso tenerla? Solo per oggi >> Isaac annuì:<< Per qualsiasi cosa Libero sai che puoi contare sulla mia famiglia >> di nuovo il ragazzo chinò il capo e mentre lasciava lo studio finalmente Libero capì perché i due Atelier erano così attaccati al loro padre: nonostante fosse un uomo di ghiaccio Isaac Atelier era una roccia che aveva sempre sostenuto i suoi figli in ogni momento e ora stava aiutando lui che in fondo non era nessuno se non un vecchio compagno di scuola di François.

 

<< Margaret… >> e riaprendo la porta della camera Ian si avvicinò al letto notando solo poi che la sua piccola principessa non era dove l’aveva lasciata:<< Margaret dove sei? >> e mentre si guardava intorno notò la porta finestra del terrazzo aperta e le tende che svolazzavano spinte dal vento:<< Margaret? >> e uscendo sul piccolo terrazzino trovò la fidanzata raggomitolata su una sedia a dondolo avvolta in una grossa coperta color ocra:<< Ehi…che ci fai qui fuori? >> lei alzò gli occhi verso di lui smettendo di guardare i tetti di Parigi in quel fresco mattino:<< Ti stavo aspettando e non è bello stare a letto se non ci sei tu >> Ian sorrise poggiando la ciotola di frutti di bosco sul tavolino in ferro:<< Che cosa c’è? Avanti piccola sai che puoi dirmelo >> gli occhi di Maggie divennero lucidi per un istante:<< Stavo pensando che tra dieci giorni i giochi finiranno >> lui ci pensava dalla prima volta in cui era uscito con lei, dalla prima volta in cui le aveva detto di amarla, faceva il conto alla rovescia da quando aveva cominciato a capire che la sua vita sarebbe stata niente senza Margaret Stains ma non poteva dirglielo, non in quel momento almeno; per un attimo fu tentato di aprire il piccolo scrigno che c’era sul comò e che conteneva il regalo che aveva preso per la sua principessa insieme a Violet.

<< Ian… >> lui tornò a guardarla sorridendo:<< Dimmi mon amour >> << Che cosa faremo quando io dovrò tornare a Londra? >> lui sorrise:<< La faremo funzionare piccola, se lo vuoi troveremo un modo >> e lui quel modo l’aveva già trovato ma c’era ancora quel piccolo ragazzino insicuro dentro di lui che non era sicuro della risposta che avrebbe ricevuto da lei!

 

<< Delly! >> e la voce di Oliver fece voltare Delila mentre lei stava andando in biblioteca con Abby:<< Liv >> lo salutò lei poi sorridendo aggiunse:<< Credo che tu non conosca Abigail, lei è la figlia di Daniel >> l’uomo sorrise inginocchiandosi alla stessa altezza della bambina:<< Piacere Abigail, io mi chiamo Oliver >> la piccola rimase in silenzio:<< Sei un amico di Delly? >> domandò poi vedendo il sorriso che lui rivolse alla sua nuova mamma:<< Sì, sono un suo amico >> << Lo sai che Delly diventerà la mia mamma! Sposerà il mio papà e… >> << Abby! Nessuno ha detto che io e il tuo papà… >> << Ma devi sposare papà, come puoi diventare la mia mamma se non sposi papà? >> Delila deglutì nervosamente, come faceva a dire ad Abby che…:<< Sai una cosa Abby, forse Delly dice così perché il tuo papà non glielo ha ancora chiesto >> la voce di Oliver la riportò alla realtà, che diavolo stava farneticando? Lei e Daniel non avevano mai parlato di matrimonio!

<< Davvero? >> domandò la bambina stupita:<< Può darsi piccola e magari il tuo papà vorrebbe fare una sorpresa a Delly non credi? >> la bimba annuì con un largo sorriso e in quel momento Oliver diede il colpo di grazia:<< Perché non vai a chiederglielo? L’ho visto andare a fare colazione poco fa >> << Posso Delly? >> lei annuì lasciandola andare, in fondo Isaac Atelier aveva assicurato loro che Abby da sola non sarebbe mai potuta uscire dall’hotel quindi…

Una volta rimasti soli Delila si voltò verso l’amico:<< Che cosa diavolo ti salta in mente? È una bambina, crede a tutto quello che le viene detto e dal momento che la cosa che desidera di più è una famiglia… >> << Ha ragione lei Delly, come fai a farle da madre se non sposi suo padre? >> Delila incrociò le braccia sul petto:<< Penso che Daniel abbia in mente più una babysitter che una moglie >> << E tu cos’hai in mente? >> domandò il ragazzo con un largo sorriso:<< Io? Che cosa centra quello che voglio io? Non posso costringerlo a provare qualcosa che non prova >> << Lo vuoi sposare? Lo ami? >> << Mi piace e tu lo sai >> Oliver sorrise ma un’altra persona poco lontano che aveva sentito quello scambio di battute sorrise a sua volta e un progetto cominciò a delinearsi nella sua mente, era ora di dare una smossa a quei due!

 

<< Sei ancora dove ti ho lasciato? >> la voce di Niko la fece voltare verso la porta mentre lui stava rientrando con alcuni oggetti che fluttuavano ordinatamente dietro di lui:<< Che cosa stai facendo? Dove sei andato? >> e lo guardò mentre lui faceva poggiare a terra ciò che si era portato dietro:<< Niko… >> lui sorrise allungandole una mano senza guardarla:<< Vieni qui >> << Che cosa stai facendo? >> lui mosse la mano facendole segno di avvicinarsi:<< Ti ho detto che voglio che tu mi conosca prima di giudicare, beh questa è una delle tante parti di me >> e scoprendo quello che si era portato dietro lasciò che Iris vedesse il suo ultimo piccolo lavoro.

Immobile per qualche istante Iris cercò di capire se stava o meno sognando:<< Niko ma è… >> e si avvicinò al piccolo blocco di argilla da cui fuoriusciva il busto di un uomo che aveva le fattezze molto simili a quelle di Nikolaj:<< Sei tu? >> gli domandò poi voltandosi a guardare gli occhi scuri di lui concentrati sulla statuetta:<< Ma Delila diceva che eri un pittore non… >> << Pittore, scultore…onestamente tutto quello che ha a che fare con l’arte mi affascina, mi fa sentire in pace con me stesso >> poi facendo spallucce aggiunse:<< Diventare il galoppino di mio padre non mi ha mai entusiasmato molto e quindi eccomi qui >> poi sollevandosi le maniche della camicia allungò una mano verso la statua incompleta e fu solo in quel momento che Iris notò meglio la linea nera che gli percorreva l’avambraccio e che vista da vicino altro non era che il profilo dei principali monumenti di Mosca, la città natale di Niko:<< Ti manca mai casa tua? >> lui non si mosse studiando la statua:<< Più di quanto ammetterei mai ma se devo scegliere tra casa e la mia libertà, la scelta è scontata >> << Ti piace fare quello che vuoi >> lui cominciò a lavorare un punto accanto all’uomo della statua e Iris rimase affascinata nel vedere quelle mani che plasmavano la creta, Niko lavorava quella massa informe secondo un’idea che aveva nella mente dando vita a quel capolavoro che era magnifico nella sua semplicità e applicava la stessa cosa anche alla sua vita: aveva deciso che direzione prendere e andava avanti per la sua strada incurante di ciò che pensavano gli altri o di come lo giudicavano, l’aveva invidiato fin dal primo momento per quel suo modo di fare, senza contare che non aveva mai visto niente di più affascinante di lui mentre era così concentrato sul suo lavoro, era così bello con quell’espressione dura e seria, era così irresistibile che quasi le veniva voglia di…

Si accorse di quello che stava facendo solo quando sentì Niko borbottare qualcosa, ma continuò comunque sedendoglisi in braccio tra lui e la scultura:<< Ora sono lucida >> lui la guardò in silenzio attento a dove poggiava le mani sporche di argilla, Iris era così invitante con solo quello striminzito pigiama addosso, ma non voleva sporcarla o altro quindi cercò di fare l'uomo maturo e sorrise:<< Puoi metterti davanti a me seduta sul letto? Non riesco a ritrarti se mi sei così vicina >> lei sbatté le palpebre e Niko per un attimo non riuscì a capire se fingesse o oppure no:<< Ritrarmi? >> lui annuì:<< Voglio aggiungere una parte a questa scultura e tu sei perfetta per quello che ho... >> ma prima che potesse finire di parlare Iris gli prese una mano con le proprie portandola sul suo collo e lasciando che il palmo di Niko fosse a metà tra il suo collo e il suo seno così che lui potesse sentire i suoi battiti accelerati e la sua pelle morbida:<< Sono lucida Niko >> lui deglutì e lei continuò:<< Solo lucida e ti voglio >> lui fece per spostare la mano quando Iris si potrò l'altra su una coscia fino al bordo dei pantaloncini:<< Iris... >> << Hai ragione non mi ricordo che cosa sia successo in piscina ma adesso so quello che voglio e se resto ancora qui a guardarti mi verrà un infarto quindi ti prego... >> quella vocina da cucciola sciolse le sue ritrosie come neve al sole:<< So che sembra stupido da dire ma non ho bisogno di conoscerti...io già ti conosco >> << Non sai tutto Iridis >> sorrise pensando a quanto era bello il suo nome detto con quella fredda e roca cadenza russa:<< Ho tutto il tempo per scoprirlo >> << Alcune cose di me potrebbero non piacerti >> lei sorrise dolce:<< Ci sono già cose che non mi piacciono ma fanno parte di te e tu mi piaci così come sei Nikolaj >> lui alzò le mani accarezzandole i capelli biondi e avvicinando il viso al suo:<< L'altra notte non ho continuato non solo perché eri ubriaca, mi hai detto una cosa mentre eravamo nudi in piscina e... >> << Sono vergine Niko, sono vergine ma voglio che la mia prima volta sia con te >> in quell'istante Valuev dubitò fortemente che lei non si ricordasse nulla della loro serata visto che erano le esatte parole che gli aveva detto in piscina ma se allora aveva avuto il buon senso di fermarsi ora quello stesso buon senso gli diceva di stenderla sul letto e prendersela.

Con le mani di lui strette sui fianchi Iris si lasciò sollevare e poi adagiare sul letto dove era stata sdraiata fino a mezz'ora prima:<< Farò quello che mi chiedi Iridis ma devi fare esattamente quello che ti dirò io va bene? >> lei annuì cercando di mascherare un sorriso, sapeva che Niko avrebbe avuto quel suo carattere spocchioso ed autoritario anche in quel frangente ma la cosa non le dispiaceva.

<< Vado a pulirmi le mani e poi... >> << No! >> la voce di Iris era quasi strozzata così come il suo polso nella stretta di lei:<< Non hai capito, voglio che resti esattamente così come sei >> gli occhi di Niko divennero ancora più scuri ma molto più dolci:<< Iridis… >> ma non ebbe il tempo di aggiungere altro perché lei alzò la testa per baciarlo di nuovo:<< Ti ho detto che devi stare… >> cercò di dire ancora ma per la prima volta capì che non gli importava di fare a modo suo, quello che voleva era lei e in qualsiasi modo l’avesse ottenuta andava bene.

La guardò ancora per un attimo poi portando le mani sulle spalline del top facendoglielo scivolare fino alla vita: era così piccola e perfetta, solitamente le sue “compagne di giochi” erano delle perfette barbie siliconate che avevano tutto nelle proporzioni “giuste” e ben evidenti, Iris no.

Iris era piccola, dalla pelle color crema lievemente dorata dal sole della Francia, con i capelli biondo scuro che andavano sfumando verso le punte e quei due grandi occhi tra il marrone e il verde che gli ricordavano le fitte macchie di bosco nella tenuta dei suoi in Russia, Iris era diversa da ciò che aveva sempre cercato ma contrariamente a tutte le altre era vera.

<< Niko…sei snervante se fai così… >> si accorse solo in quell’istante di essere rimasto immobile con le mani appoggiate accanto ai fianchi di lei per non schiacciarla con il proprio peso:<< Scusami…solo che sei così… >> << Così? >> lo invitò lei visto che si era fermato di nuovo incantato da quelle labbra color pesca che si muovevano:<< …vera >> concluse poi chinandosi e prendendo un seno tra le labbra:<< Sei la prima cosa vera che incontro nella mia vita >> forse forse era quasi meglio che sentirsi dire ti amo…forse…pensò Iris mentre quella bocca arrogante le faceva venire i brividi, Nikolaj Valuev era davvero bravo in tutto quello che faceva!

<< Ti farò un po’ male d’accordo…ma se è troppo dimmelo e mi fermo, non voglio che sia… >> << Smettila di parlare >> gli borbottò mentre, entrambi nudi in mezzo alle lenzuola, lui cercava di essere gentile almeno in quel momento:<< Chi tra noi due ha più esperienza? Chi sa quello che… >> cercò di farle capire ma la risposta di lei lo fece sbattere contro un muro:<< Chi non avrà niente se continua a parlare? >> << Va bene, come vuoi ma ti ho avvisata >>

Per un attimo Iris trattenne il fiato; lui aveva ragione, faceva male ma era un male diverso…come quando da piccola si sbucciava il ginocchio e poi sua madre le dava un bacio sulla ferita e tutto passava, il corpo di Niko dentro e attorno a lei aveva lo stesso effetto, il dolore era sparito immediatamente lasciando il posto a qualcosa di decisamente diverso che la stava sciogliendo da dentro.

<< Stringimi le mani >> e con un piccolo sorriso Niko intrecciò le dita con quelle di lei:<< Cos… >> << Fallo ti prego >> era quasi un sussurro e se lui non avesse avuto la bocca ad un millimetro dal suo orecchio probabilmente non l’avrebbe neanche sentito…fece per replicare ancora ma una fitta al basso ventre le fece stringere istintivamente quelle mani grandi e calde, le ci vollero un paio di minuti per ritrovare la parola e il respiro mentre Niko steso sopra di lei faceva altrettanto…

Quando abbassò gli occhi per guardare quelli di Iris un sorriso pieno di calore gli comparve sulle labbra: per la prima volta dopo tanto tempo era in pace e felice.

 

<< Signor Stains. Signora. Violet >> e mentre salutava la giovane un piccolo sorriso scappò dalle labbra di Dorian e lei arrossì:<< Buongiorno Dorian caro, dormito bene? >> domandò Karen allegra mentre si versava un po’ di caffè, dormito non era esattamente quello che aveva fatto ma…:<< Buongiorno mamma! Papà! >> e Maggie comparve alle sue spalle vestita di tutto punto sorridendo allegra, dio quanto era bella, ogni giorno era sempre più bella e lui era sempre più innamorato di lei.

<< Ciao sorellina…fatto sogni d’oro? >> la stuzzicò Violet addentando un cornetto e guadagnandosi un’occhiata perplessa da Maggie e una nervosa da Ian, dio quanto amava stuzzicare quei due:<< Buongiorno signori >> e una voce calda le fece immediatamente scomparire il sorriso dalle labbra che però comparì su quelle di Ian:<< Ciao Pierre…ti sei svegliato tardi? >> gli domandò l’amico con un sorriso mentre Violet guardava il suo sogno ad occhi aperti avvicinarsi, splendido con un paio di jeans, le scarpe italiane e una camicia cremisi:<< A dire il vero no, mi sono svegliato presto ma ho scritto a Mémé >> << Come sta tua nonna? >> gli domandò Ian con un sorriso ricordando la signora DuLac e il suo cipiglio severo:<< Mi hai chiesto quando la porterò via da quella gabbia di vecchi >> << Sai che puoi farla venire qui quando vuoi >> DuLac annuì:<< Lo so Ian e ti ringrazio ma sono più tranquillo sapendo che ci sono dei medici con lei >> a quelle parole e vedendo i suoi occhi diventare lucidi Violet sentì l’immensa voglia di chiedergli qualcosa ma non era né il luogo né il momento:<< Che programmi avete per la giornata ragazzi? Oggi è l’ultimo giorno poi domattina dovremo… >> cominciò Karen spalmando un po’ di marmellata su un pezzo di baguette:<< A dire il vero mamma io ho pensato di fermarmi ancora qualche giorno >> Bob si voltò scioccato sentendo le parole di Violet:<< Come? Perché tesoro? >> << Non muoio dalla voglia di tornare a casa e affrontare Alex papà, non ho nulla di particolare che mi aspetta a casa, mi prenderò ancora qualche giorno >> << Se vuoi possiamo… >> continuò l’uomo che non amava l’idea di lasciare due delle sue bambine sole in un paese sconosciuto con dei tipi come quel DuLac o quell’Atelier…vedeva come le guardavano e non voleva dire niente di buono!

<< Tu e mamma dovete aprire il vivaio papà, ho trent’anni sono in grado di cavarmela da sola, stai tranquillo >> << Violet ha ragione Bob, lasciala riposare un po’, nemmeno io voglio che torni da quel bamboccio se non vuole >> e come sempre le parole di Karen erano legge, Bob Stains lo sapeva!

<< Che ne dite di andare a fare un giro al Louvre? Abbiamo tutto il giorno potremo visitarne buona parte o magari il museo d’Orsay >> chiese Maggie con un sorriso e guardando Ian si ricordò del loro primo appuntamento e di quei due quadri di Renoir che erano lo specchio dell’anima del suo uomo.

<< Sì, è un’idea magnifica…adoro il Louvre >> commentò Violet sorridendo poi guardando Pierre il suo sorriso si allargò:<< Ci fai compagnia Pierre? >> << Io veramente… >> << Ci farebbe piacere mio caro >> commentò Karen con affetto:<< Se insiste signora Stains… >> << Certo che insisto! >> commentò la donna ridendo:<< Vado a mettermi un paio di scarpe più comode e anche tu dovresti farlo Peggy o ora di stasera non camminerai più >> Margaret arrossì ma le parole di Pierre le diedero il colpo di grazia:<< Credo che Ian la prenderebbe in braccio molto volentieri signora >> gli occhi di Karen brillarono e sorrise guardando Dorian:<< Un vero gentiluomo >> poi prendendo entrambe le figlie per mano aggiunse:<< Avanti, dobbiamo uscire in fretta se vogliamo vedere tutto >> Maggie evitò di sottolineare che tutto era molto relativo se riferito al museo del Louvre ma non era quello il momento per contraddire sua madre!

 

<< Posso parlarti un attimo Dorian >> Ian si voltò guardando il volto serio di Robert Stains:<< Certo signore >> rispose poi educatamente mentre una strana sensazione si stava impossessando di lui:<< In privato, permette signor DuLac >> Pierre guardò il suo migliore amico che annuì impercettibilmente e così lui si avviò al banco del buffet:<< Ci vediamo nella hall più tardi >> Ian annuì di nuovo e fece segno a Bob di seguirlo, c’era un piccolo salottino che non usava quasi mai nessuno e lì avrebbero potuto parlare in pace.

<< Di che cosa voleva parlarmi signore? >> domandò poi una volta che Bob si fu accomodato sulla poltroncina di pelle marrone davanti a lui:<< Sai di cosa voglio parlarti ragazzo >> detestava sentirsi chiamare ragazzo a quel modo ma voleva aspettare di vedere dove andava a finire la conversazione prima di fare qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito:<< Presumo di Margaret e della nostra relazione >> Robert accavallò le gambe poggiando le mani sui braccioli imbottiti:<< Esattamente >> poi fissandolo dritto negli occhi continuò:<< Peggy è una ragazza molto intelligente e brillante >> << Anche bellissima se me lo concede >> Bob fece una smorfia:<< Mia figlia ha cervello, non solo un bel sorriso >> Ian rimase zitto, meglio lasciarlo finire:<< Ha lavorato molto duramente per arrivare dov’è e il suo lavoro le darebbe molte possibilità di avere un brillante futuro >> << Lo so signore, voglio anch’io che lei raggiunga… >> << E restare qui perché si è infatuata di un ragazzo durante l’estate non è certo quello che mi auguravo per lei >> << Restare qui? Signore io non ho chiesto a Margaret di… >> << A quanto mi ha detto mia figlia tu un giorno dirigerai questo posto giusto? Quando tuo padre non lo farà più >> << Sì, l’idea è quella >> << E Peggy ha una vita e un lavoro a Londra, come pensate di poter andare avanti in una relazione così? Prima o poi uno dei due dovrà fare un sacrificio e rinunciare a qualcosa e, perdonami la franchezza Dorian, ma non so se tu lo faresti >> quelle parole lo colpirono come uno schiantesimo e gli gelarono il sangue nelle vene, c’era una cosa che doveva mettere in chiaro assolutamente:<< Margaret è la cosa più importante del mondo per me signore, farei qualsiasi cosa per lei, qualsiasi >> << Anche lasciarla andare e farla diventare quello che vuole? >> strinse i pugni più che poteva per evitare che le lacrime che aveva sugli occhi gli bruciassero, si sentiva morire al pensiero di passare il resto della sua vita senza Maggie ma se era una prova di debolezza o egoismo che suo padre voleva, beh sarebbe rimasto deluso:<< Sì >> prese fiato dopo aver detto quell’unica sillaba:<< Morirei ma lo farei se lei fosse felice >>  e mentre pronunciava quelle parole seppe che le paure del bambino che si era buttato giù dalla scopa dodici anni prima erano tornate.

 

<< Amore…stai ancora pensando a quello che ti ha detto Marcel? >> domandò Leila avvicinandosi a François che in silenzio guardava fuori dalla finestra della sua camera, aveva raccontato a Leila parte della storia evitando accuratamente di rivelarle ciò che aveva fatto Ian, non era ancora pronto lui a digerire quella cosa, figuriamoci dirlo ad altri per quanto si fidasse di lei come di nessuno:<< Non esattamente… >> lei gli si avvicinò stringendogli una mano e poggiando la testa sulla sua spalla:<< Allora cos’hai? Sei insolitamente silenzioso >> lui giocherellò con uno dei cordini della tenda che aveva accanto:<< Stavo pensando a quando mi hai detto dell’accademia per Auror >> lei alzò gli occhi guardandolo:<< Sì, James aspetta solo una mia risposta >> Frankie deglutì:<< Se avessi trovato il modo di farti restare qui con me e di farti entrare in accademia? >> << Come? Che stai dicendo? >> lui la guardò abbozzando un sorriso:<< Marcel Deveraux è il capo degli Auror, praticamente è lui che decide e l’accademia di Parigi è a Saint-Denis, gli ho chiesto un favore e mi ha detto che se vuoi potresti… >> Leila continuava a guardarlo in silenzio:<< So che è egoistico da parte mia, ma non voglio che tu te ne vada come non voglio lasciare la mia famiglia >> Leila lo fece voltare verso di sé mettendogli le mani sul viso guardandolo sorridendo:<< Tu vuoi che resti a Parigi François Atelier? >> lui annuì e lei continuò:<< Vuoi continuare la nostra relazione anche una volta finiti i giochi? >> << Voglio continuarla per tutto il resto della mia vita, ti amo Lila >> << Ti amo anche io >> poi sfiorandogli le labbra aggiunse:<< Chiama pure Marcel, credo che dovrà trovarmi un posto a Parigi >> un grande sorriso si aprì sulle labbra di Frankie che baciandola velocemente si spostò avvicinandosi alla porta:<< Sei la donna della mia vita Leila Tallyst, ti amo! >> << Ma dove stai andando? >> lui sorrise aprendo la porta:<< Torno subito te lo prometto >> poi lasciandola lì sola e perplessa uscì dalla stanza, doveva assolutamente sistemare quella cosa finché ne aveva il coraggio.

 

<< Signor Rhodes…signorina Jackson >> e uno degli elfi domestici dell’hotel comparve accanto a Noelle mentre lei e James erano seduti in giardino a chiacchierare:<< Sì? >> domandò lei con un piccolo sorriso:<< Signorina ci sono visite…per voi… >> James e Noelle si guardarono perplessi:<< Visite? >> l’elfo annuì muovendo le grandi orecchie:<< Sì signore, i vostri parenti sono arrivati e il signor Atelier mi ha chiesto di avvisarvi >> i due piccioncini si guardarono e James sorrise:<< Pronta? >> Noelle gli strinse la mano:<< Insieme a te? Sempre >> poi alzandosi fece cenno all’elfo di precederli all’interno ma delle urla provenienti dal salottino al piano terra attirarono la loro attenzione bloccandoli.

<< Che cosa vuol dire che non posso? Kelly sono un uomo, non puoi impedirmi di sposarmi e di essere felice! >> James si bloccò, non aveva mai sentito Mike alzare la voce e dal suo tono doveva essere parecchio arrabbiato:<< Tu eri già felice! Che cosa c’era che non andava in quello che avevamo prima? >> avvicinandosi James vide Michael che si passava le mani nei capelli prendendo un respiro profondo mentre la ragazza bionda davanti a lui, sua sorella Kelly se non sbagliava, aveva il viso rigato di lacrime e un’espressione decisamente arrabbiata:<< Kelly ti prego… >> cercò ancora Mike calmando un po’ il tono della voce.

 

<< Ti prego cosa? Non la voglio nella nostra famiglia e non la voglio nella nostra casa >> a quelle parole tutta la proverbiale calma del guaritore Michael Jamieson Gail venne meno, si odiava per quello che stava per dire ma era ora di finirla:<< Pensa quello che vuoi, tanto passati questi quindici giorni e dopo che avrò sposato Lilith sarò io a non tornare a casa! >> e voltandosi lasciò la sorellina in lacrime da sola.




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Beh...eccoci qui...questa è la settimana dei capitoli con più domande e tragedie che risposte...so che è un po' più piccolo del solito ma alla fine era la concluisione di quello precedente e nel prossimo ci sarà tutto quello che per ora manca...a cominciare dai parenti di James e Noelle che nella mia masochistica idea ho deciso di far arrivare contemporaneamente!
Per quanto riguarda questo capitolo invece prego: fucilatemi pure se dovete...mi spiace per certi punti e sono stata quasi male io a scriverli ma erano necessari....
A presto spero (ma non prima del prossimo fine settimana credo...)

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Capitolo 23
*** 22 - Guai ***


Capitolo 22

<< Dovresti andare a vedere come sta Mike >> commentò Noelle guardando James con un debole sorriso:<< Tu pensi a lei? >> Noelle annuì mentre James andava a cercare l’amico, tuttavia la giovane Jackson non fece in tempo a raggiungere il salottino che Lilith comparve sulla soglia guardando Kelly con evidente rabbia repressa:<< Che cosa vuoi? >> domandò la ragazzina guardando male la causa di tutti i suoi problemi:<< Voglio parlare con te >> e calma Lilith avanzò nella stanza, Noelle si sentiva un po' strana a restare ferma lì a guardare ma qualcosa le diceva che una delle due avrebbe avuto bisogno di aiuto.

 

<< Perché hai detto quelle cose orribili a tuo fratello? >> Kelly le voltò le spalle:<< Perché gli voglio bene e non mi va che se ne vada solo perché crede di essere innamorato >> Lilith prese fiato contando mentalmente fino a 10:<< Tuo fratello non crede di essere innamorato, noi siamo innamorati >> << Ah davvero? Sei davvero innamorata di lui eh... >> Lilith si passò le mani nei capelli:<< Sì! Maledizione sì lo amo! >> gli occhi chiari di Kelly divennero lucidi e un piccolo singhiozzo le uscì dalle labbra:<< Non voglio che Mike se ne vada... >> mormorò poi sedendosi sul divano e Lilith si avvicinò cercando di prenderle una mano ma Kelly la spostò:<< Tu non mi piaci >> Lilly fece un piccolo sorriso, stranamente stare vicino a Mike l'aveva resa un po' più calma e comunque lui teneva molto a quella pestifera ragazzina quindi doveva trovare il modo di andarci d'accordo:<< Ok va bene >> Kelly alzò gli occhi sorpresa:<< Che vuoi dire? >> << Io non ti piaccio, va bene >> poi sorridendo continuò:<< Non devo piacerti per forza, io voglio stare con Mike ma non devo piacere per forza anche a te >> << Rimarrai con lui vero? >> Lilith annuì:<< Per tutto il resto della nostra vita >> o finché Michael vorrà ma questo Kelly non lo disse ad alta voce, non voleva farsi cogliere di nuovo impreparata.

 

Lasciandole stare Noelle andò a cercare James, se conosceva bene i suoi parenti, con ogni probabilità sua sorella e suo fratello, quindi:<< La mia piccolina! >> e prima che se ne rendesse conto si ritrovò stritolata dalle braccia di Jonathan:<< John...lasciami...John >> la risata calda di suo fratello le scaldò il cuore come sempre:<< Ciao piccola, dio sei splendida >> una volta di nuovo a terra Noelle guardò il fratello fulminandolo silenziosamente, non aveva più cinque anni:<< Jonathan non vedi che la stai mettendo in imbarazzo >> e sorridendo Camille si avvicinò ai fratelli passandosi una mano nei capelli dorati:<< Ciao Cami >> la salutò Noelle con un piccolo sorriso mentre la sorella le baciava delicatamente una guancia:<< Ciao Noelle >> poi guardando James aggiunse:<< James Rhodes giusto? L’auror…Ci siamo già conosciuti se non sbaglio >> riconoscendo la bionda sorella della sua ragazza che lavorava come obliviatore al ministero Jamie deglutì appena:<< Sì, credo di sì >> << Auror? >> e Jonathan guardò il ragazzo con un piccolo sorriso:<< Uhm…sì potrebbe anche andarmi bene >> << Johnny! >> e Noelle lo guardò ancora più rossa:<< La piccola ha ragione Johnny, deve piacere a lei non a te >> replicò Camille con un sorrisetto divertito ma prima che qualcuno potesse aggiungere altro un grido di gioia e due paia di braccia si avventarono su James facendolo letteralmente cadere a terra:<< Zio Jamie! Zio Jamie! >> << Piccole! Le mie principesse >> e con un sorriso James si mise seduto sul marmo della hall guardando le nipoti con un sorriso:<< Allora dov'è la mamma? >> e guardò le due bambine che sorridevano allegre:<< La mamma è qui >> commentò una voce femminile facendo alzare gli occhi del giovane Rhodes:<< Isa >> e sorrise ancora mentre la donna si avvicinava spostando le figlie dal suo corpo in modo che potesse alzarsi:<< Anne, Emma, vi ho detto un sacco di volte che quando non siamo a casa dovete comportarvi bene e non saltare addosso allo zio come due scimmiette >> le bambine chinarono il capo e stavano per mormorare un debole mi dispiace quando James prese la più piccola tra le braccia sollevandola sopra la testa:<< Ma loro sono le mie scimmiette >> e iniziò a fare il solletico alla piccola e per un attimo Noelle pensò che un giorno tra le braccia del suo Auror ci sarebbe stato un piccolo Rhodes con lo stesso sorriso di James e magari i suoi occhioni verdi.

<< Adesso tocca a te! >> e senza capire come Noelle si ritrovò sollevata da terra con le pareti dell'ingresso che le giravano attorno come se si stesse smaterializzando:<< Jamie! Jamie! >> e lanciando piccoli urletti Noelle cominciò a scalciare per farsi rimettere giù:<< D'accordo, d'accordo come vuoi >> poi rimettendola a terra sorrise:<< Sei un caso cronico per quanto soffri di vertigini Jackson >> e le baciò una guancia allegro, Noelle arrossì cercando di evitare gli sguardi di Jonathan e Camille ma si trovò ad incrociare quello curioso di Anne:<< Tu sei la ragazza di zio Jamie? >> Isabelle sorrise prendendo in braccio la figlia:<< Annie, non si chiedono queste cose >> << Oh no beh...non fa niente io... >> cercò di scusarsi Noelle che era rimasta immobile non sapendo cosa dire e la risatina divertita di Camille guadagnò alla bionda un'occhiataccia dalla sorella:<< Che c'è? Non capita tutti i giorni di vederti balbettare, mi godo la scena >> Noelle scosse il capo senza sapere esattamente cosa rispondere:<< Che ne dite di andare a fare un giro? >> e la voce di James le fece spuntare un piccolo sorriso sulle labbra, James Rhodes sarebbe sempre stato la sua salvezza, sempre come quel pomeriggio ad Hyde Park quando quell'idiota del suo ex fidanzato l'aveva piantata lì da sola dopo una litigata...la prima persona che le era venuta in mente era stato James e ancora con gli occhi rossi si era precipitata a casa dell'amico bisognosa di conforto, solo alcuni giorni dopo aveva scoperto che quella sera lui aveva un appuntamento ma che l'aveva disdetto per stare con lei; sorridendo si chiese perché era dovuta arrivare fino a Parigi per capire che quel fantastico ragazzo era quello giusto:<< Pensi che sia davvero così? >> sentendo quella voce secca si voltò trovandosi Camille a pochi passi da lei che la guardava seria:<< Che cosa? Oh andiamo Cami no! >> ed incrociò le braccia sul petto guardando male la sorella:<< No cosa? Sei mia sorella, mi preoccupo per te >> Noelle la prese per un braccio mettendosi un secondo in disparte senza farsi notare dagli altri che si stavano avviando verso l'uscita:<< Io lo amo Cami >> l'altra non sembrò cedere:<< Amavi anche Vincent e guarda com'è finita >> << Vincent era un idiota >> << Avresti fatto qualsiasi cosa per lui e ora stai facendo la stessa cosa anche con James >> poi lanciando un'occhiata a James aggiunse:<< Sai quante voci girano su di lui al ministero, sai quante donne ha... >> << Anche Sean ha avuto qualche ragazza prima di te ma non gliene hai mai fatta una colpa >> le ricordò la più giovane non volendo dargliela vinta ma Camille non sembrava aver intenzione di desistere:<< Cosa centra adesso Sean? >> Noelle guardò la sorella come se fosse pazza:<< Mi stai dicendo che non posso stare con James perché ha avuto delle ragazze prima di me ma tu hai fatto la stessa cosa con Sean >> << Sean non aveva la fama del più grande casanova del Dipartimento >> << Jamie ha portato qui me perché mi ama >> davanti a quella cocciutaggine che aveva sempre contraddistinto la piccola di casa Camille annuì:<< Fa come vuoi Noelle, solo stai attenta >> << Va tutto bene? >> e James si avvicinò allungando una mano per accarezzare la spalla di Noelle che gli sorrise:<< Benissimo, allora, avete deciso dove andare? >> lui annuì:<< Le mie nipoti vogliono fare un giro sulla Senna e poi andare a Disneyland >> << Disneyland? >> domandò Camille perplessa e James sorrise:<< Mea culpa, non so dirgli di no >> 

<< Ian…posso parlarti? >> Dorian si voltò sentendo la voce del fratello:<< Ciao Frankie, cosa c’è? >> non aveva voglia di intavolare l’ennesima discussione in quel momento e dopo l’allegra chiacchierata con Bob Stains moriva dalla voglia di chiudersi in camera e prendere a pugni il muro finché ne avesse avuto la forza, ma Margaret lo aspettava nella hall e lui non poteva deluderla.<< Volevo chiederti scusa >> a quelle parole Dorian guardò il suo fratellino perplesso:<< Scusa? >> Frankie annuì serio:<< Sì, avevi ragione quando dicevi che mi stavo comportando da bambino >> poi passandosi una mano nei riccioli biondi aggiunse:<< Cioè quei tre continuano a non starmi simpatici ma sono tuoi amici e se sono amici di mio fratello tanto male non devono essere >> Ian guardò il fratello perplesso:<< A cosa è dovuto questo tuo cambio di opinione? >> Frankie fece una smorfia:<< Non ho cambiato opinione solo non voglio più litigare con mio fratello >> Dorian alzò un sopracciglio, suo fratello non era mai così accondiscendente ma decise di non soffermarsi troppo sul quel particolare per il momento:<< D’accordo, come vuoi. Adesso scusami ma c’è una gita al Louvre a cui devo prendere parte >> e fece per entrare in camera quando la mano di Francois sul braccio lo fermò:<< Sei sicuro che è tutto a posto? Sei strano >> Dorian annuì evitando di incrociare gli occhi del fratello, c’erano cose che nemmeno Frankie conosceva ma quel testone restava comunque la persona che lo conosceva e capiva meglio al mondo:<< Sì, sono in ritardo, parleremo quando torno ok? >> l’altro annuì con una punta di ansia che gli stringeva il cuore, anche se cercava di non pensarci il racconto di Marcel era sempre nella sua mente e ogni volta che guardava Ian si chiedeva cosa avesse portato suo fratello a quel gesto, ancora faticava a crederlo possibile!

<< Come ti senti? >> e Bunny guardò Libero che era ancora fermo sul bordo del letto con la lettera di sua nonna tra le mani:<< Strano >> mormorò poi con un filo di voce:<< Cosa vuoi dire? >> e lei dolce gli passò una mano sulla spalla coperta da un’assurda maglietta che avevano comprato in un negozietto dietro Place de la Concorde il giorno prima e che raffigurava tutti i monumenti più famosi della città:<< Che dovrei stare male, era mio nonno ed è morto, dovrei sentire qualcosa ma non sento niente >> << Libe… >> << È crudele lo so, ma non avevamo mai avuto questo gran rapporto, cioè loro mi tolleravano perché ero loro nipote e io li tolleravo perché dovevo vivere lì, ma non sono mai stati quel genere di nonni che ti abbracciano quando fai degli incubi o ti incoraggiano a fare di tutto per raggiungere i tuoi sogni, mi dispiace che sia morto davvero ma non provo niente >> << Devi darti tempo, è una cosa che hai bisogno di elaborare con calma >> poi baciandogli una guancia Bunny sorrise:<< Io sono sempre qui lo sai >> in un istante lei si trovò in braccio al ragazzo che la guardava con gli occhi che brillavano:<< Ti amo lo sai vero? Ti amo perché sono un casino e tu mi vuoi lo stesso >> Bunny gli accarezzò una guancia:<< Io ero un casino quando siamo arrivati qui eppure tu non ti sei arreso con me >> Libero le sorrise:<< L’ho fatto e stavo per mandare tutto a monte solo perché ero geloso di quel bulletto russo >> lei rise, Libero Nikolaj proprio non riusciva a digerirlo:<< Forse senza Niko e Iris non saremmo mai arrivati a questo punto >> << Sai che suona come un ringraziamento? >> le domandò ironico:<< Lo è. Pensaci >> poi mettendosi comoda accanto a lui aggiunse:<< Se tu non fossi stato geloso di Niko non avresti baciato Iris e io non sarei stata gelosa, non sarei venuta alla festa in piscina e non mi sarei ubriacata vomitandoti addosso tutte quelle cattiverie >> Libero finse di pensarci un attimo:<< Beh sì…forse in qualche modo devo essere grato quel tizio >> << Forse? Libe! >> risero entrambi della faccia arrabbiata di Bunny poi lui le passò le mani nei capelli sorridendole innamorato:<< Grazie di essere qui con me, grazie di starmi vicino quando sai che ne ho bisogno >> lei gli baciò le labbra:<< Non hai nemmeno bisogno di chiederlo, te l’ho detto: io non me ne vado >>  << Che ne dici di andare a fare due passi? Credo sia ora di uscire da questa camera >> Bunny si stiracchiò fingendo di non notare le occhiate lascive di Libero:<< Usciamo >> borbottò lui ad un tratto alzandosi dal letto e avvicinandosi alla porta ma la risata di Bunny lo bloccò:<< Che c’è? >> lei indicò la maglietta che lui indossava:<< Sei adorabile con quella addosso Nott, ma solo finché siamo io e te chiusi qui dentro, fuori scordati di indossarla >> Libero fece una smorfia:<< Sembro un bambino? >> Ben osservò le cuciture della maglietta che si tendevano sopra a quei muscoli e quel corpo tonico, bambino non era il termine esatto ma non era il caso di dare a quel Grifondoro arrogante altre armi contro di lei:<< Diciamo che dal nuovo capofamiglia dei Nott ci si aspetterebbe un abbigliamento un po’ più consono >> commentò poi pratica muovendo la bacchetta per trasfigurare la maglietta in una camicia:<< Adesso va meglio >> Libe scosse il capo:<< Almeno i jeans li posso tenere? >> le domandò mentre Ben si alzava avvicinandosi alla sua valigia enfatizzando apposta ogni suo movimento:<< Sì, quelli sì…per ora… >> << Dobbiamo uscire da questa camera! Vestiti mentre io vado a… >> ma mentre apriva la porta della camera Libero si trovò davanti uno degli elfi dell’hotel che stava per bussare alla porta:<< Cosa c’è? >> domandò poi vendendo che l’elfo sembrava spaesato:<< La signorina Flecter signor Nott, c’è una lettera per lei >> e alzando la piccola busta l’elfo chinò il capo in segno di reverenza:<< Dammela, gliela consegnerò io >> l’elfo lasciò la busta e inchinandosi di nuovo sparì con un piccolo sbuffo:<< Ehi signorina Flecter c’è una lettera per te >> Bunny guardò il suo ragazzo che stava tornando verso di lei con una busta tra le mani:<< Cosa? >> << Questa, l’ha portata un elfo poco fa >> la ragazza prese la busta tra le mani sbuffando sonoramente quando riconobbe la grafia con cui era scritto il suo nome:<< Bene! Ci voleva proprio! >> poi guardando Libero con un sorriso aggiunse:<< Sei pronto a conoscere mia madre signor Nott? >> << Cosa? >> Bunny si sedette per un istante sul divano aprendo la lettera e cominciando a leggerla in fretta:<< La mia cara e dolce mammina mi ha scritto per informarmi che tra qualche giorno verrà insieme a mia nonna all’hotel sotto invito del signor Atelier >> poi scorrendo alcune righe aggiunse:<< Sapevo che non poteva non dirmelo! >> poi atteggiandosi a donna dell’alta società aggiunse con la voce leggermente in falsetto e citando testualmente:<< Spero vivamente che tu non abbia fatto nulla di disdicevole macchiando il buon nome della nostra famiglia, tua nonna, tuo padre ed io confidiamo nel tuo giudizio e speriamo vivamente che questi due mesi ti siano stati utili >> con un piccolo sorriso amaro Bunny alzò gli occhi su Libero:<< Ti piace essere definito utile? >> << Che stai dicendo? >> Ben fece spallucce appoggiando la lettera sul tavolino mentre tornava a frugare in valigia:<< Io non ci volevo nemmeno venire qui, l’idea è stata di mia madre, a quanto pare come unica erede della famiglia Flecter il mio compito è trovare un altrettanto ricco e nobile e sposarmelo facendoci una nidiata di figli, possibilmente maschi! >> lo sguardo di Libero le fece capire che stava per dire una delle sue solite battute:<< Beh direi che presentare a tua madre il capofamiglia dei Nott come tuo attuale fidanzato non è male come cosa o sbaglio tesoro? >> e mentre lei si stava spogliando per indossare un paio di leggins e una maximaglia Libero se la tirò vicino cominciando a baciarle il collo:<< Dovevamo uscire…hai detto così Libe >> gli ricordò mentre quella bocca astuta era già andata a prendere il suo punto debole alla base del collo:<< Infatti…ma cinque minuti in più non uccideranno nessuno >> Bunny si voltò abbassando una mano per sfiorare i pantaloni di lui poi spingendolo di lato in malo modo aggiunse:<< Uccideranno te mio caro >> << Lo sai che stanotte la pagherai… >> lei gli fece la linguaccia raccogliendosi poi i capelli con le mani in modo che lui potesse vedere il suo collo scoperto:<< Devi solo provarci stallone >> sapendo bene che lei si aspettava di essere di nuovo presa tra le braccia Libero le passò affianco tornando di nuovo verso la porta:<< Come vuoi, stasera regoleremo i conti >> Bunny fece per replicare ma il sorriso di Libero riflesso nello specchio le disse che aveva già perso in partenza!

<< Che cosa le hai detto stavolta? >> e Jonathan si avvicinò alla sorella maggiore che guardava Noelle e James far giocare le nipotine di quest’ultimo, subito dopo essere usciti dall’hotel infatti Noelle per le piccole Emma ed Anne era diventata immediatamente ZIA Noelle, associazione molto logica visto che era la ragazza di ZIO Jamie:<< Oh andiamo Cami! È felice lasciala in pace >> << Johnny lo vedo che è felice, mi piacerebbe che lo restasse >> anche lui si mise a guardare la sua piccolina che sollevava una delle due bambine indicandole il castello delle principesse e Cenerentola che passeggiava insieme al suo principe azzurro:<< Per me stanno bene insieme, magari è la volta buona >> << Sai quante volte buone ha avuto James Rhodes? C’è una mia amica che lavora al ministero nella sezione uso improprio dei manufatti dei babbani ed è uscita con lui qualche volta, dopo che si sono divertiti per un paio di settimane le ha detto addio senza tanti problemi, perché con Noelle dovrebbe essere diverso? Perché con nostra sorella dovrebbe cambiare qualcosa? >> << Perché quando trovi la persona giusta il resto non ha più importanza, tu hai Sean e io ho Bianca, Noelle è rimasta sola da quando noi ce ne siamo andati e non ricordo di averla mai vista così felice >> Camille annuì ma continuò a tenere sotto controllo James per tutto il pomeriggio, purtroppo non trovando altro che il suo sguardo innamorato ogni volta che guardava Noelle, sarebbe stata una giornata lunga!

<< Jamie adora le sue nipoti >> la voce di Isabelle fece voltare di scatto Noelle mentre lei era persa ad osservare James che si lasciava fotografare insieme a Cenerentola e la Bella Addormentata per la felicità delle piccole:<< Sì, non l’avevo mai visto con un bambino ma si vede che farebbe qualsiasi cosa per loro >> la donna annuì tornando a guardare le sue figlie:<< Jamie è il padrino di entrambe ed è uno zio fantastico ma so che non gli basta >> << Come? >> la donna sorrise passandosi una mano nei capelli neri come quelli di James:<< James non lo da a vedere e fa l’uomo grande e forte ma quello che desidera di più al mondo è avere una famiglia sua e dei figli suoi >> poi tornando seria aggiunse:<< Sai dell’incidente che Jamie ha avuto tre anni fa vero? >> Noelle annuì in silenzio:<< Che cosa sai? >> domandò ancora Isabelle decisa a scoprire fino a che punto era profondo il rapporto tra suo fratello e quella deliziosa ragazza:<< Tutto >> poi sapendo che non era una valida spiegazione Noelle continuò:<< Ne abbiamo parlato qualche giorno fa, lui non voleva dirmelo perché si vergognava e così ho usato la legimanzia >> allo sguardo scioccato di Isabelle alzò le mani:<< Non volevo farlo, davvero. Odio farlo soprattutto con lui ma lo vedevo così preoccupato e disperato e dovevo sapere perché, dovevo sapere che cosa c’era di così terribile nel suo passato da fargli pensare che io sarei scappata via >> << Ma sei rimasta >> era una semplice constatazione dal momento che erano lì a parlare:<< Sì, rimarrò sempre accanto a lui. Lo amo. Ci ho messo troppo a capirlo e non ho intenzione di perdere altro tempo standogli lontano, lui è un uomo meraviglioso e quello che è successo è terribile ma lo ha fatto cambiare in meglio >> sentendo James che rideva mentre le piccole gli si aggrappavano addosso come due scimmiette:<< Sono felice che lui abbia trovato te Noelle, è il mio fratellino e voglio solo che sia felice >> << Posso essere onesta Isabelle? >> la donna annuì:<< È lui che rende felice me, dal primo giorno in cui l’ho conosciuto >> e ricordano la prima discussione che avevano avuto appena usciti dall’ufficio del Capo Auror quel giorno di due anni prima Noelle sorrise.

 

<< Ehi stangone, cos’è quel muso lungo? >> Mike alzò la testa vedendo Lilith che rientrava in camera sorridendo:<< Come fai a sorridere? Mia sorella ti ha detto delle cose orribili e tu sorridi >> la ragazza gli si sedette accanto sul divano accoccolandosi al suo fianco come un gattino:<< Tua sorella è solo un po’ gelosa, dalle tempo e le passerà >> Mike fece un respiro profondo e Lil alzò gli occhi guardandolo:<< Ho sentito quello che lei hai detto stamattina >> << Sono stato orribile, non volevo farlo, non volevo parlare così ma lei è così cocciuta, così testarda…così…>> << Te >> concluse Lilith con un sorriso baciandogli il mento:<< Cosa? >> << Siete uguali >> << Noi non siamo… >> cominciò lui ma Lilith gli mise una mano sulla bocca:<< Certo tu hai imparato ad essere più calmo e razionale con gli anni e con il tuo lavoro e Kelly ha solo 19 anni, è più impulsiva e senza peli sulla lingua, ma di base siete uguali >> Mike le sorrise:<< Vuol dire che dopo averti conosciuto meglio anche lei ti adorerà come ti adoro io? >> << Sei un idiota >> lo prese in giro Lil scuotendo il capo poi aggiunse:<< Vuol dire che per trattare con voi servono perseveranza e pazienza >> << Credi di farle cambiare idea? >> ripensando alla sua piccola chiacchierata con Kelly Lilith fece spallucce:<< Diciamo che punto a farle accettare la cosa. Io ti amo Mike e non sarà tua sorella a farmi cambiare idea ma non voglio dover passare la maggior parte del tempo a discutere o farti rinunciare alla tua famiglia, so quanto significhino per te >> << Frank è il solo padre che riesco a ricordare, ho amato i miei ma lui mi ha cresciuto >> << Lo so, per questo ti prometto che risolveremo questa cosa ma devi darmi tempo e, soprattutto, devi darlo a Kelly >> Mike annuì non immaginando che la biondina in questione intanto era seduta sul letto della sua stanza intenta a rileggere per la centesima volta quella lettera così importante e che per lei significava così tanto…

<< Hai esagerato Kelly lo sai >> la voce di Frank le fece sollevare gli occhi dal pezzo di pergamena:<< Lo so, mi dispiace Frank ma lui…lei… >> << A me sembra una ragazza molto carina e a modo >> << È bassa, accanto a Mike sembra una bambina >> l’uomo scosse il capo:<< Anche tu accanto a Dylan lo sembri o sbaglio? >> le guance di lei si imporporarono:<< Cosa centra adesso Dylan…io non… >> l’anziano uomo fece finta di cercare qualcosa nella propria valigia:<< Oh andiamo Kelly Gail, ti conosco da quando eri un soldo di cacio, so benissimo perché te la sei presa con tuo fratello e la sua ragazza e so perché non vuoi dirgli la verità >> << Tu l’hai accettato, cosa mi importa dell’opinione di Michael, soprattutto ora che… >> << Se non ti importasse glielo avresti detto prima che partisse invece sei rimasta zitta e ora la cosa è più grande di te e non sai come gestirla >> Kelly chinò di nuovo la testa guadando la firma scarabocchiata in fretta in fondo alla lettera: With all my heart, Dylan.

Ogni volta che leggeva quelle parole un calore inaspettato l’avvolgeva ed era come se lui fosse lì accanto a lei, era così felice da quando lo aveva conosciuto ed avevano cominciato ad uscire insieme, era così felice da quando Dylan Axel era entrato nella sua vita e sapeva che non avrebbe mai potuto fare a meno di lui, l’unico problema? Dylan era il tirocinante di suo fratello al San Mungo e Mike non sapeva ancora niente di tutta quella storia!    

 

<< Oh mio dio...guardate >> e per la milionesima volta Karen si bloccò davanti ad una delle statue greche nell’ala dedicata del Louvre:<< Allora vediamo…questa è… >> e si avvicinò per leggere il nome della statua mentre Violet cercava di tenere ferma una delle mani di Pierre che continuava a scivolare casualmente attorno alla sua vita e anche più in basso:<< La smetti? >> gli sussurrò piano fingendo di guardare una statua poco distante e per evitare che gli altri la sentissero:<< Potrei… >> mormorò lui con quel suo sorriso da galeotto che ormai lei stava cominciando ad adorare:<< In cambio di qualcosa >> << Cosa? >> gli domandò fulminandolo quando la sua mano si mise a giocare con il bordo della camicetta gialla che lei aveva indossato:<< Quando torniamo in albergo posso portarti a cena? Solo tu e io >> << Se accetto ora la smetterai di avere quello sguardo? >> << Quale sguardo? >> domandò lui voltandosi verso gli altri e sorridendo a Bob Stains che lo stava lentamente uccidendo con gli occhi:<< Quello sguardo da voglio uscire di qui e portarti a letto >> Pierre sorrise sornione:<< Sai che è quello che voglio fare >> poi fingendo di spostarle una ciocca dal viso aggiunse sfiorandole la guancia:<< E lo vuoi anche tu >> << Sei un depravato >> ricordando quello che era successo quella notte lui scosse il capo:<< Non mi sembrava che ti dispiacesse >> << Se osi farlo davanti ai miei genitori sì >> Pierre sorrise:<< Mai ma vie >> poi girandole attorno con la scusa di osservare meglio la scultura aggiunse:<< Ma sai che ti adoro Violet Stains >> poi guardando il resto del gruppo vide il suo migliore amico che se ne stava rigido come un palo accanto a Maggie con le mani infilate nelle tasche della giacca e lo sguardo perso nel vuoto:<< Scusami, mi dai un minuto >> lei guardò nella sua stessa direzione:<< Cosa c’è? >> Pierre scosse il capo ripensando a quello stupido pomeriggio di gennaio sul campo da Quidditch a Beauxbatons:<< Niente, solo una sensazione e spero di sbagliarmi >> Violet lo guardò avvicinarsi ad Ian e poggiare una mano sulla spalla dell’amico facendolo allontanare da loro.

 

<< Cosa vuoi? >> replicò Dorian atono guardando dappertutto tranne che negli occhi dell’amico:<< Cos’hai? >> e senza tanti giri di parole Pierre lo fece voltare verso di lui:<< Niente >> << Certo e io sono mago Merlino, avanti sputa il rospo >> Dorian strinse i pugni e tese la mascella nervoso:<< Centra la tua chiacchierata con il padre di Maggie per caso? >> poi sapendo fin troppo bene di averci visto giusto Pierre continuò:<< Da quando lasci che qualcuno ti dica cosa fare o non fare Dorian Atelier? >> << Non lascio che… >> ma con quelle parole diede a Pierre la conferma dei suoi sospetti:<< Che cosa ti ha detto? >> << Niente che non pensassi già >> l’amico incrociò le braccia sul petto:<< Tipo? >> ma Ian non fece in tempo ad aggiungere altro che Maggie spuntò da dietro la sua schiena:<< Va tutto bene? Ian stai bene? >> il ragazzo annuì e gli si strinse il cuore ad incrociare quei grandi occhi scuri, dio come poteva anche solo pensare di fare qualcosa che le rovinasse la vita o la rendesse infelice? La amava così tanto…poi pensando che proprio lui poteva essere la sua rovina si sentì morire ma stampandosi un bel sorriso sulle labbra annuì:<< Tutto bene principessa, stavo solo ricordando a Pierre che per ora tua sorella è ancora una donna sposata >> Maggie spalancò gli occhi guardando prima Violet accanto ai genitori e poi Pierre accanto a lei:<< Aspetta un attimo vuol dire che tu e lei…voi due… >> Ian sorrise nonostante Pierre lo stesse fulminando con lo sguardo:<< Sei sorpresa Margaret? >> lei scosse il capo sorridendo poi a Pierre:<< No, cioè sì ma non è un problema >> poi fissando Violet aggiunse:<< Sono felice che mia sorella abbia trovato un uomo degno e che possa rimpiazzare quell’idiota che ha sposato! >> i due uomini si guardarono immobili poi Maggie mise su la sua migliore aria seria anche se perfino così Ian la trovava adorabile e di certo non spaventava nessuno:<< Solo non provare a farmela soffrire o dovrai vedertela con me Pierre DuLac >> gli occhi azzurri di lui scivolarono sulla seconda donna che, forse nemmeno lui lo sapeva, stava cambiando la sua vita:<< Non voglio farla soffrire, non preoccuparti >> e per chi conosceva bene Pierre DuLac quell’espressione così seria significava solo che un po’ di svago e divertimento non sarebbero bastati al giovane DuLac per togliersi Violet Stains dalla testa ma quella era un’altra storia!

<< Peggy, ragazzi…andiamo…l’ora di pranzo è passata da un po’, andiamo a mangiare qualcosa >> guardando l’orologio che portava al polso Ian sorrise alle parole di Karen, ormai era quasi ora di cena e quella donna non si era fermata un istante, era un ciclone proprio come le sue ragazze!

 

<< Pesce? >> e Noelle guardò il piatto che James e Johnny avevano ordinato e che stavano per assaggiare:<< Sì, avevo voglia di qualcosa di diverso >> commentò il suo fidanzato mentre gli elfi servivano il resto della cena:<< Come fai a… >> e la ragazza storse la bocca guardando il piatto con il filetto di spigola che lui aveva davanti:<< Oh andiamo piccola, ti è sempre piaciuto il pesce >> commentò Jonathan sorridendo e prendendo una forchettata del proprio:<< Sì, non è quello…non mi va tutto qui >> << Sicura? Ne vuoi assaggiare un po’? >> domandò James tagliandone un pezzetto ma Noelle lo allontanò da sé:<< Davvero Jamie non mi va >> e mentre pronunciava quelle parole vide lo sguardo severo di sua sorella che la fissava, era tutto il giorno che andava avanti così e non capiva perché Camille dovesse essere così dura, era grande e, cosa ancora più importante, era felice, che cosa aveva sua sorella da recriminare?

<< Stai bene Noelle? Sei pallida >> ed Isabelle la guardò preoccupata mentre lei sbocconcellava a malapena la pasta al pomodoro che aveva chiesto:<< Sì, deve essere la stanchezza o un po’ di freddo, non ho molta fame >> << Sei diventata cagionevole Noelle? >> le domandò la voce secca di Camille facendole alzare gli occhi sulla sorella con una smorfia:<< Non tutti sono indistruttibili come te sorellina, la gente normale può anche essere stanca e… >> << Buone, rinfoderate le armi signore, vi prego >> << No Johnny, è tutto il giorno che lei va avanti così, adesso voglio che mi dica perché… >> cominciò Noelle nervosa:<< Sì Jonathan ha ragione, stanne fuori >> lo rimproverò Camille poi guardando la sorella aggiunse:<< Sai bene perché mi comporto così: sei avventata. Lo sei sempre stata e io mi preoccupo per te >> << Non c’è bisogno che tu… >> cominciò la più piccola inalberandosi e alzandosi in piedi ma poi mettendosi una mano sulla bocca e spalancando gli occhi si scusò uscendo velocemente dalla sala.

<< Dove vai? >> e Camille guardò verso James che si era alzato di scatto:<< Vado a lei, non la lascio sola >> poi scuotendo il capo andò alla ricerca della sua fidanzata, c’era un solo posto dove poteva trovarla…

 

<< Sapevo che ti avrei trovato qui >> e mentre entrava nella loro piccola alcova James sorrise vedendo Noelle seduta sul pavimento con la schiena e la testa appoggiate al letto:<< stai bene? >> le domandò poi sedendosi accanto a lei:<< Non lo so, cioè mia sorella mi fa saltare i nervi e… >> James sorrise:<< Si preoccupa per te >> poi facendo spallucce aggiunse:<< E visto come eri ridotta per colpa di quell’idiota di Vincet non poso darle torto >> Noelle si appoggiò a lui:<< Vincent era un idiota e un cafone, tu non lo sei >> Jamie le accarezzò la testa:<< Tu lo sai, ma tua sorella non mi conosce, dalle il tempo di capirlo >> poi sorridendo aggiunse:<< Se vuoi posso parlarci io, magari sarebbe più tranquilla >> Noelle sorrise appena:<< Sei adorabile James Rhodes, sei il fidanzato migliore del mondo >> << E tu hai bisogno di un abbraccio, vieni qui >> e allargando le braccia James aspettò che Noelle gli si avvicinasse ma appena lei si appoggiò e fu avvolta dal suo famigliare profumo di zenzero un altro attacco di nausea la fece alzare di corsa e riuscì appena a raggiungere il lavandino prima di vomitare.

<< Noelle… >> e James fece per avvicinarsi ma lei sentendo ancora quel profumo lo bloccò:<< Aspetta, scusami James ma non sopporto il tuo profumo adesso, non so perché ma mi dà la nausea >> lui fece per annuire con un sorriso:<< Cavolo stai diventando delicata sembri quasi una donna… >> << …incinta >> e sbiancando Noelle pronunciò quell’unica parola sentendo la terra mancarle sotto i piedi mentre anche gli occhi di James si spalancavano per lo stupore:<< L’abbiamo fatto l’altra notte, non può essere che...e poi abbiamo usato le giuste protezioni… >> lei fece per scuotere il capo ma anche quello le dava problemi:<< Non l’altra mattina James, non quando mi hai raccontato dell’incidente e poi… >> i suoi occhioni verdi divennero lucidi riempiendosi di lacrime:<< Che cosa facciamo? Che cosa facciamo se… >> stando a distanza per non farla stare ancora male lui allungò le mani afferrando quelle di lei:<< Aspetta a pensarci…non sappiamo ancora se sia così e poi – lì il suo sorriso si allargò ancora di più – sei tu che mi hai detto di volere una casa con un bel giardino e almeno due o tre figli >> << Ti andrebbe bene davvero? >> lui annuì:<< Ho te, avremo forse un bambino, che cosa mi serve d’altro per amarti più di così? >> poi baciandole le mani sorrise:<< Ma prima fatti visitare da Mike ok? >> un po’ più calma ma non troppo Noelle fece un piccolo sorriso:<< D’accordo >> poi sorridendogli aggiunse:<< Ti amo >> << Ti amo anch’io >>

 

Un paio d’ore dopo mentre era nella camera che condivideva con Frankie e stava preparando le sue valige per spostarle in quella di Dorian l’indomani Maggie sorrise felice:<< Sei stucchevole Maggie, mio fratello ti fa davvero un effetto orribile >> e ridendo Frankie la guardò dal letto mentre stava sfogliando una copia del Le Monde:<< Cosa vuoi che ti dica, Ian mi rende felice >> poi malignamente aggiunse sogghignando:<< Come Leila rende felice te >> il ragazzo annuì:<< Ha accettato di venire qui…ha detto che resterà a Parigi con me >> Maggie sorrise pensando che lei in fondo stava solo aspettando che Ian glielo chiedesse:<< Sono felice per te >> << Grazie >> poi alzandosi dal letto aggiunse:<< Io vado a farmi una doccia va bene? >> Maggie annuì e quando François si fu chiuso la porta del bagno alle spalle un lieve bussare sul vetro della finestra attirò la sua attenzione.

<< Ma cosa? >> e guardando il gufo dal manto fulvo e due grandi occhi azzurri che la fissava accigliato Maggie prese la busta che l’animale aveva nel becco:<< Grazie… >> mormorò poi persa mentre l’animale già volava via, conosceva quel gufo ma non capiva il perché di quella lettera; rigirandosi la busta tra le mani i suoi occhi si fissarono sul logo del Ministero della Magia impresso sul retro, doveva essere successo qualcosa Hamilton Devin, il suo capo all’Ufficio Misteri non le avrebbe mai scritto.



Camille Jackson
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Jonathan Jackson
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Isabelle Rhodes-Mitchell
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Emma Mitchell
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Anne Mitchell
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So che il capitolo non è molto ma è un capitolo di passaggio e poi non mi andava di allungarlo ulteriormente solo per farlo più lungo e quindi di lasciarvi senza niente per tutta la settimana.
Ci vediamo nel prossimo fine settimana...
A presto...

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Capitolo 24
*** 23 - La calma prima della tempesta ***


Capitolo 23 Image and video hosting by TinyPicGrimilde's
Avvertimento, quando metto le note a inizio capitolo ormai sapete che è così...solo una piccola postilla così si capirà tutto meglio: i prossimi capitoli si svolgeranno tutti più o meno nello stesso momento ma saranno visti dai veri punti di vista di alcuni "gruppi" di personaggi (li ho suddivisi un po' per capitolo) quindi praticamente saranno sempre gli stessi giorni ma vissuti da ognuno di loro. In fodno vi ho lasciato le foto di tutti i parenti che praticamente arriveranno negli ultimi sette giorni (vedi discorso di Isaac nel capitolo) quindi per ora buona lettura e a presto! (Ci vediamo in fondo!)

<< Quindi? Tutto qui il tuo grande talento? >> e ridendo Iris guardò Nikolaj seduto al pianoforte che aveva appena finito di suonare un famoso motivo di Beethoven:<< Cosa vorrebbe dire signorina Mackay? >> le domandò con la sua solita aria saccente e un caldo sorriso tutto per lei, irremovibile Iris mise su un'aria puntigliosa:<< Beethoven lo sanno suonare tutti, non c'è nulla di straordinario >> Niko rise piano:<< La musica non era di suo gradimento ma chèrie? Che cosa desidera ascoltare? >> Iris avvicinò le labbra al suo orecchio sussurrandogli poi con voce roca:<< Stupiscimi Nikolaj, in fondo ti riesce bene >> lui rimase in silenzio tornando a guardare i tasti d'avorio poi chiudendo gli occhi si lasciò trascinare dai ricordi della notte che avevano passato insieme cominciando a muovere le dita sulla tastiera.

In silenzio Iris ascoltò la musica lasciandosi cullare da quella melodia che cresceva sempre di più...era una cosa strana: ad ogni nota più marcata, ad ogni aumentare del ritmo sentiva dentro di sé le stesse sensazione della sera prima quando Niko si era perso dentro di lei e quando sentì la mano di lui sfiorare la sua gamba si accorse di essere arrossita e che Niko la stava guardando con quegli occhi scuri che ormai la facevano perdere ma che sembravano conoscerla da sempre:<< Ti piace? >> le domandò poi piano:<< Era bellissima >> mormorò con un filo di voce poi stringendo la mano di lui aggiunse:<< Sei davvero bravo >> lui le baciò velocemente le labbra e, Iris non ci avrebbe giurato ma sembrava così, un piccolo rossore passò rapido su quegli zigomi affilati:<< Sono solo ispirato >> << Posso chiederti una cosa Niko? >> e mentre pronunciava quella frase la voce di Iris andò sempre più a spegnersi:<< Dimmi… >> << Com’è stato ieri sera? >> lui la guardò scioccato per un attimo e lei sollevò le mani passandosele sul viso stropicciandosi gli occhi:<< Cioè lasciami spiegare…per me è stato meraviglioso, ma come hai capito da solo non ho molti termini di paragone e quindi… >> al pensiero di lei fra le braccia di un altro, con un tizio sconosciuto che guardava le sue guance arrossire quando arrivava al limite o la sua bocca aprirsi in un sospiro Niko sentì la nausea che gli tappava lo stomaco:<< Quindi cosa? Vuoi la mia opinione perché ho avuto dei termini di paragone? >> capì dal viso di lei che era stato più acido di quanto avesse voluto:<< Non intendevo quello >> lui scosse il capo prendendole le mani:<< No, sono io che ho esagerato è solo che… >> << Che cosa? >> lui sorrise:<< Ho avuto tante donne nella mia vita è vero, ma nessuna di loro era vergine, nessuna si era mai fidata di me fino a questo punto. Tu l’hai fatto e ora io mi sento… >> si bloccò guardando la bocca socchiusa di lei, dio doveva finire di dire quello che stava dicendo prima che la voglia di baciarla avesse di nuovo il sopravvento:<< Tu ti senti… >> deglutì nervoso sapendo che quello che stava per dire era decisamente poco da lui ma era la cosa più vera che avesse mai detto:<< Mi sento diverso, non riesco a pensare a nulla che non sia averti vicino a me, sempre in ogni momento…mi sento pazzo ma è così. L’altra sera in piscina ti ho fermato perché credevo che quando ti saresti svegliata mi avresti odiato per quello che ti avevo fatto, mi sentivo un orco ancora prima di toccarti, ora invece mi sento un principe >> poi pensando che quella frase poteva sembrare un tantino narcisista fece per correggersi ma le labbra di Iris sulle sue gli strapparono un sorriso gongolante:<< Sapevo che c’era un cuore sotto quella massa di arroganza, sapevo che non eri solo un gran pallone gonfiato >> << Forse sei la prima a crederlo davvero >> << Forse sono la prima a cui lo lasci vedere >> gli ricordò dolce poi alzandosi aggiunse con un sorriso tendendogli la mano:<< Vieni con me, adesso tocca a me farti vedere qualcosa >> << Iridis… >> il suo sorriso si allargò ancora di più:<< Amo quando dici il mio nome >> << Mi piace il tuo nome, è unico come te >> lei rise tirandolo in piedi e gettandogli le braccia al collo:<< Ora non fare lo sdolcinato però >> Niko le baciò la punta del naso:<< Questo o io e te in un letto insieme, scegli tu >> Iris finse di pensarci:<< Uhm…credo che avendo ancora una settimana possiamo impiegare questa giornata facendo ben altro non credi? >> lui sorrise e la seguì fuori dalla sala ma quando fecero per prendere le scale Yanna, l’elfa di Ian sbarrò loro la strada:<< Chiedo scusa signori ma padron Isaac ha richiesto la presenza di tutti in salone, è urgente >> Niko guardò Iris accanto a lui:<< È successo qualcosa? >> domandò poi con una punta di preoccupazione nella voce:<< No signore, ma il padrone vi aspetta >>

 

Quando entrò nel salone Daniel si accorse che quasi tutti erano già lì, mancavano solamente Dorian e suo padre e quanto pareva, vide Delila accanto a Noelle e James mentre la giovane Jackson sembrava tesa come una corda di violino, immobile a guardare la mano di Delila che scivolava su e giù sulla schiena di Noelle per calmarla e vedendo il viso di Noelle distendersi a Danny venne l’illuminazione: Ivan Padmos.

Ivan era un suo vecchio amico che aveva conosciuto durante un paio di viaggi prima in Russia e poi in Grecia, l’uomo sosteneva di essere una sorta di canale delle emozioni, di riuscire a far confluire le emozioni sue e degli altri all’interno del suo corpo per poi decidere come e su chi riversarle; Daniel non aveva dato credito a quelle favole finché non aveva visto Ivan all’opera, fece per avvicinarsi a Delila ma la porta della sala si aprì di nuovo e Ian e suo padre entrarono in silenzio attraversando i presenti mentre Isaac Atelier si metteva al centro della stanza.

 

Gli occhi di tutti si rivolsero verso il patriarca della famiglia Atelier che, strano ma vero, sorrideva compiaciuto guardando le facce dei presenti:<< Bene, credo che vi starete chiedendo perché vi ho riuniti tutti qui >>

 

Mentre il padrone di casa parlava in un’ala della biblioteca Joanne e Oliver de la Tour erano seduti ad un tavolo l’uno davanti all’altro intenti in una fitta conversazione.

 

<< Come dicevo vi ho convocati qui perché questa competizione ha delle tradizioni e come mi ha ricordato mio figlio stamattina, ogni tanto, vanno onorate >> poi fissando gli occhi di Ian continuò:<< A partire da questo momento la vostra convivenza è chiusa, vi restano sette giorni da passare qui ed è giusto che li passiate con la persona che credete possa starvi accanto per il resto della vita >> si guardarono tutti l’un l’altro e Maggie cercò gli occhi di Ian che però continuava a guadare suo padre, infatti poco dopo Isaac continuò:<< Tra sei giorni, l’ultima notte che passerete qui, ci sarà una festa per concludere la vostra permanenza e, se lo vorrete, mettere un punto fermo a ciò che è nato in questi due mesi per poterlo continuare poi fuori da qui. È un ballo in lungo quindi signori procuratevi uno smoking degno di tale nome o dovrò pensarci io e non so quanto la cosa vi piacerebbe >> e lì lanciò un’occhiata al suo figlio minore che brontolò qualcosa di molto simile ad un imprecazione facendo sorridere Leila accanto a lui:<< Unica regola di questo ballo è per le signore, chiedo venia, che avranno l’obbligo di indossare un abito rosso >> << Perché rosso? >> domandò la voce di Bunny nel silenzio che si era creato:<< Perché rosso era l’abito della moglie di Jacob Meler, l’inventore dei giochi ed è anche il colore del casato dei Meler >> nessuno fiatò ancora e così Isaac si voltò chiamando Seza e Yanna che sopraggiunsero con due vassoi su cui erano poggiati dei pezzi di pergamena e quelle che avevano tutta l’aria di essere fiale di amortentia:<< Credo che riconosciate questi pezzi di carta vero? >> e guardò la signorina Stains ricordando quanto aveva cominciato ad ammirare quella ragazza dopo la lealtà e la forza che aveva dimostrato, più la conosceva e più gli ricordava Elodie, era impressionante.

<< Al vostro arrivo vi ho chiesto di scriverci il vostro nome, ora vi chiederò di fare un’altra cosa >> fece segno alle elfe che passarono tra i presenti dando ad ognuno la propria pergamena e una fiala:<< So che credete di sapere che cosa c’è nel vostro cuore e ciò che desiderate ma è ora che qualcuno vi dica se ciò che credete è reale o meno >> poi guardando i suoi figli aggiunse:<< Versate il contenuto della fiala sulla pergamena, la vostra mente e il vostro cuore faranno il resto >> << Cosa vuol dire che… >> borbottò Niko ma Isaac continuò:<< Sta a voi scegliere se seguire quel consiglio o meno, fatto ciò visto che sono un gentiluomo, stavolta lascerò l’onore alle signorine: scegliere l’uomo con cui vorrete passare i prossimi giorni e, potenzialmente, il resto della vostra vita, avete tutto il giorno per farlo >> poi con un inchino restò fermo a guardare le quattordici fialette il cui liquido impregnava la pergamena e sorrise guardando le espressioni dei ragazzi, amava quel momento, lo amava da quando sulla sua pergamena trent’anni prima era apparso il nome di Elodie Alara Meler.

Rimase fermò guardando il sorriso che si dipinse sul viso di François e il ricordo di quello stesso sorriso sul viso di sua moglie quando sulla pergamena era comparso il suo nome gli fece battere il cuore un po’ più veloce del normale, era felice che i suoi ragazzi finalmente avrebbero avuto quello che lui non si era potuto godere per colpa di una stupida ed insignificante malattia mai diagnosticata, aveva passato tutta la vita nella paura di perdere anche loro come aveva perso Elodie, ora era felice di lasciarli andare per la loro strada con qualcuno di degno accanto; sollevando poi gli occhi per guardare Ian qualcosa nello sguardo di suo figlio lo bloccò, Dorian non era come sua madre capace di affrontare le sue emozioni e di conviverci, lui era come Isaac e Atelier sapeva bene che se non fosse stato per Elodie lui sarebbe finito molto male e ora temeva la stessa cosa per suo figlio!

<< Solo un’ultima cosa prima di lasciarvi: l’hotel intero è a vostra disposizione, scegliete pure la camera che volete >> poi fece per ritirarsi nel suo ufficio quando una voce lo bloccò:<< Papà, posso parlarti? >> Isaac si voltò incrociando gli occhi azzurri di Frankie:<< Cosa c’è François? >> domandò cercando di mantenere un’espressione neutra quando invece avrebbe voluto abbracciare suo figlio e dirgli che era felice per lui, ma non era quello il momento:<< Avrei bisogno di parlarti in privato >>

 

Da lontano Leila guardò Isaac Atelier annuire e Frankie che lo seguiva, che cosa stava succedendo? Le aveva sorriso poco dopo aver letto il nome sulla pergamena ma quando lei aveva fatto per baciarlo si era spostato sussurrandole una scusa veloce e avvicinandosi al padre, che cosa stava succedendo? Che cosa poteva significare tutta quella storia dopo che Frankie le aveva chiesto di restare a Parigi con lui?

 

<< Ian… >> Atelier si voltò sentendosi chiamare e trovando la sua bellissima fidanzata che gli sorrideva angelica, ma ormai sapeva che sotto quel sorriso si nascondeva un diavolo tentatore quindi si preparò:<< Dimmi ma vie >> Maggie sorrise sollevandosi in punta di piedi e cingendo il collo di lui con le braccia:<< Ho una valigia in camera di Frankie, pronta >> lui cercò di sorridere, aveva sette giorni da passare sempre con quell’angelo bruno, non doveva rovinare tutto solo perché la sua mente gli stava giocando brutti scherzi, non in quel momento:<< Credo che la tua valigia non sia più lì già da un po’ amore mio >> gli occhi di Maggie si spalancarono e un’espressione accigliata le comparve sul viso:<< Sei impossibile! >> gli rinfacciò poi cercando di arrabbiarsi ma le labbra di lui sulle sue la bloccarono:<< Sto aspettando questo momento da quando hai messo piede in hotel, perdonami se non posso rispettare una stupida regola di cortesia >> poteva farcela, se pensava a quanto lei era bella, a quanto la desiderasse ed amasse forse poteva passare indenne quelle giornate e poi, beh quando sarebbe arrivato il momento di partire avrebbe trovato una soluzione, ma il pensiero che Bob Stains non avrebbe approvato continuava a bloccarlo.

 

Delila guardò Daniel fermo sulla porta per un istante, toccava a lei chiedergli se voleva passare i prossimi sette giorni con lei, non osava pensare a tutto il resto della loro vita, perché anche se a lei Daniel piaceva, e molto, non era sicura di cosa provasse lui quindi…tuttavia quando fece per avvicinarsi rimase immobile a guardare Daniel insieme a Oliver che lasciava la stanza.

 

<< Allora? Dove volevi portarmi? >> e Niko guardò Iris sorridendo:<< Aspetta, chi ti dice che… >> lui sorrise sornione:<< Ok, se non io chi? >> poi chinando il capo le baciò le labbra mentre lei rispondeva:<< Arrogante egocentrico >> << Lo so miss Mackay, grazie per avermelo ricordato >>

 

Una volta fuori dal salone Lilith fece per voltarsi verso Mike e baciarlo quando la voce di Noelle li bloccò entrambi:<< Mike posso parlarti? >> la giovane Sherwood guardò l’amica perplessa così Noelle si affrettò ad aggiungere:<< No, non è come pensi Lilith…ho bisogno di un suo parere…medico >> buttò fuori poi come se la cosa le costasse molto, non aveva dormito dalla sera prima da quando lei e James avevano parlato e a nulla erano valsi gli abbracci e le carezze del suo fidanzato che si era perfino fatto una doccia pur di non farla stare ancora male per via del suo profumo.

<< Che è successo? Stai bene? >> Noelle annuì:<< Credo di sì, cioè no…non lo so… >> in quel momento sopraggiunse James:<< Possiamo parlarne in un posto più tranquillo per favore? >> Michael annuì poi guardando Lilith aggiunse:<< Mi dai un attimo, ci vediamo in camera >> la ragazza annuì con un sorriso:<< Ci vediamo dopo >> poi guardando Noelle aggiunse:<< Spero vada tutto bene >> << Lo spero anche io >> rispose l’altra stringendo la mano di James come se fosse stata un’ancora di salvezza.

<< Dov’è andato Mike? >> a quelle parole Lilith si voltò incrociando lo sguardo di Kelly:<< Un’amica aveva bisogno di lui >> poi notando lo sguardo triste di Kelly aggiunse:<< Posso dirgli che lo cercavi quando avrà finito, non ci metterà molto >> Kelly annuì appena poi quando Lilith fece per andarsene aggiunse:<< Credi che Mike mi voglia ancora bene? >> Lil si bloccò per un attimo:<< Certo che ti vuole bene, perché non… >> << Dopo quello che ci siamo detti ieri, mi ha detto che finito qui se ne andrà insieme a te e non tornerà più a casa >> gli occhi di Kelly per un istante divennero lucidi:<< Certo che tornerà a casa, era solo arrabbiato ma non pensava davvero quello che ha detto, era solo triste per quello che gli hai detto >> Kelly rialzò gli occhi:<< Tu dici che Mike mi capirebbe un po’ di più se gli dicessi perché mi sono arrabbiata? >> la piccola di casa Gail stava girando attorno al punto cruciale del discorso in maniera impressionante, era quasi peggio di Michael quando ci si metteva:<< Beh sì, direi che quello può aiutare >> cercò di andarle dietro Lilith, non voleva litigare di nuovo e per la prima volta quella piccola peste sembrava aver ritirato gli artigli:<< Che cos’è successo Kelly? Che cos’hai paura di dire a Mike? Non si arrabbierà te lo posso assicurare >> la ragazzina scosse il capo:<< Mike darà di matto e Dylan ci rimetterà il posto >> << Dylan? >> domandò Lilith perplessa:<< Sì, Dylan il tirocinante di Mike, mio fratello lo licenzierà lo so >> << Perché Mike dovrebbe… >> << Perché Dylan è il mio fidanzato >> buttò fuori la ragazza tappandosi poi immediatamente la bocca accorgendosi di quello che aveva appena detto:<< Ti prego non dirlo a Mike, ti prego non dirglielo! >> prendendo fiato Lilith cercò di restare calma, non le piaceva e decisamente non riusciva a mentire a Mike quindi meglio capire prima cosa c’era sotto:<< Devi dirgli la verità Kelly, ma prima dimmi che cosa sta succedendo, non posso aiutarti se non so cosa succede >> << Aiutarmi? >> Lilith annuì:<< Mike potrebbe anche arrabbiarsi ma possiamo calmarlo, devi solo lasciare che ti aiuti >> la ragazzina annuì e Lilith la portò in camera, aveva bisogno di capire che cosa stava succedendo prima di affrontare il suo caro futuro marito in quella carneficina!

 

<< Allora? >> e Isaac guardò suo figlio in piedi rigido in mezzo allo studio mentre lui si stava accomodando sulla sua poltrona dietro la scrivania di mogano:<< Tu vuoi che io sia felice, papà? >> Isaac rimase immobile poi un sorriso gli si aprì sulle labbra:<< Lo voglio da tutta la vita François >> il giovane annuì:<< So che hai sempre lasciato ad Ian questo compito perché un giorno sarà lui a dirigere l’hotel e i Jeux d’amour ma devo chiederti un favore >> Isaac gli fece cenno di continuare, per la prima volta in molti anni davanti a sé vedeva l’uomo che aveva sempre sospettato François nascondesse in fondo al suo cuore:<< Vorrei organizzare io la festa di chiusura di quest’anno >> Isaac fece per annuire poi le successive parole di suo figlio lo bloccarono:<< E voglio farlo nel salone di maman >> sapendo bene che suo padre avrebbe contestato François si affrettò ad aggiungere:<< Ho chiesto a Leila di restare a Parigi con me e lei ha detto di sì >> di nuovo suo padre fece per parlare ma lui continuò, la pazienza e la diplomazia non erano doti di cui la famiglia Atelier era provvista:<< Sono felice che lei resterà con me e che possa comunque realizzare i suoi sogni ma quando ho visto il suo nome comparire sulla mia pergamena ho capito quello che il mio cuore sta cercando di dirmi da quando sono iniziati questi dannati giochi, ho passato la maggior parte della mia vita a non credere a quello che tu o Ian mi avete sempre raccontato della tua storia con maman, ho pensato che due mesi non sarebbero mai bastati per farmi trovare la donna della mia vita e ho sposato Fiona credendo che dovevo essere io a decidere del mio destino e nessun’altro ma poi Leila è arrivata qui e adesso so che la sola cosa che voglio è passare il resto della mia vita con lei >> prendendo fiato dopo quel veloce monologo François alzò gli occhi verso il padre:<< Voglio chiederle di sposarmi papà e voglio farlo nel salone dove tu l’hai chiesto a maman >> << Posso? >> domandò a quel punto Isaac con un sorriso:<< Sì, scusami >> mormorò Frankie mentre le mani continuavano a tremargli, suo padre non gli aveva ancora dato una risposta:<< Tieni, se vuoi fare le cose come si deve ti servirà questo >> e poggiando sulla scrivania una scatola rosso scuro la allungò verso il figlio:<< Che cos’è? >> domandò curioso e suo padre gli rispose mentre lui apriva il piccolo cofanetto:<< Ho chiesto a tua madre di sposarla con quell’anello, è un cimelio della famiglia Atelier da generazioni ed è giusto che sia al dito della tua futura moglie >> François si bloccò per un attimo:<< Ma è Ian il primogenito, è lui che dovrebbe avere… >> << Non tutto segue una regola François, ho tenuto quell’anello chiuso nel cassetto dal giorno in cui tua madre è morta e aspettavo solo il momento per dartelo, gliel’ho promesso >> << Promesso? >> di nuovo Isaac annuì:<< Quando sei nato tua madre mi ha fatto promettere di lasciare a te e tuo fratello due cose: la sua collana con la pietra di luna a Dorian perché potesse tenere i brutti pensieri lontano dal suo cuore e a te il suo anello di fidanzamento perché il tuo cuore racchiude tutto l’amore che lei aveva per me >> Frankie continuava a guardarlo senza capire:<< Tuo fratello è stato il dono più bello che tua madre mi potesse fare, un figlio era la sola cosa che ci mancava per rendere perfetta la nostra vita, non le ho mai detto di volere un altro figlio dopo la nascita di Dorian perché avevo paura di non meritare altra gioia, invece la notte di natale sette mesi prima della tua nascita lei mi ha fatto il regalo più bello del mondo, so di non averti dimostrato spesso quanto ti voglio bene François, ma ogni volta che ti guardo rivedo la donna che ho amato con tutto me stesso >> una lacrima solitaria scivolò sul viso del giovane pozionista:<< Mi dispiace papà >> Isaac scosse il capo:<< Non farlo, sei felice ed è la sola cosa che voglio per te, che anche tua madre vorrebbe >>

 

Mentre in hotel c’erano in atto alcuni spostamenti un mago e una strega si materializzavano alle porte del Parfum de Lavande, un’esclusiva villa poco fuori dalla città nel cuore della Provenza:<< Che cosa ci facciamo qui Pierre? Avevi parlato di cenare insieme >> e Violet guardò il mago accanto a lei che sorrideva, c’era qualcosa di diverso in lui quel pomeriggio:<< Andremo a cena, ho prenotato in un delizioso ristorantino in riva al mare, ma prima voglio farti conoscere una persona >> poi sorrise mentre una donna vestita di bianco si avvicinava aprendo il cancello:<< Oh signor DuLac, non l’aspettavamo…sarà felice di vederla >> << Grazie mademoiselle Loriot >> poi prendendo la mano di Violet ed incamminandosi verso l’ingresso aggiunse:<< Come sta oggi? >> la donna si voltò sorridendo:<< Stamattina era un po’ giù ma siamo riusciti a farla alzare e ha fatto colazione, ora è in terrazza >> << Grazie >> mormorò il giovane e quando la donna li ebbe lasciati le sorrise:<< Vieni >> e la condusse su un terrazzo assolato con il pavimento in cotto e alcune persone sedute ai tavolini di ferro, c’era chi giocava a carte, chi leggeva  e chi come un’anziana signora in un angolo guardava il mare infrangersi sulla battigia in lontananza, stava quasi per chiedere spiegazioni a Pierre quando lui si diresse proprio verso quella donna dai capelli biondo oro tagliati corti, indossava un lungo abito color cipria e al collo portava una collana di perle bianche che aveva l’aria di essere molto antica:<< A cosa devo questa sorpresa? >> domandò poi senza nemmeno voltarsi e Violet rimase ferma mentre Pierre sorrideva:<< Sai che la gente si saluta prima di rimproverarla Mémé? >> Violet conosceva poco il francese ma sapeva che Mémé voleva dire nonna, quindi quella donna era…:<< Hai portato un’ospite con te Pierre DuLac, fai l’uomo educato e presentamela o devo pensare che non ti ho insegnato niente da bambino >> lui sorrise di nuovo avvicinandosi alla donna e solo in quel momento Violet si accorse che l’anziana signora DuLac sedeva su una sedia a rotelle per quanto fosse mascherata per bene:<< Mémé, lei è Violet Stains >> poi guardando lei aggiunse:<< Violet, lei è Isobel DuLac, mia nonna >> sentendosi chiamare così la donna strinse una delle mani che Pierre le aveva appoggiato sulle spalle mormorandogli dolce:<< Ça va, c’est bon mon coeur >> lui non rispose e le sorrise poi la donna tornò a posare i suoi grandi occhi acquamarina, identici a quelli di Pierre, su di lei:<< Dunque Violet >> e la guardò come se fosse stata un giudice e lei sotto processo:<< Nome molto grazioso >> lei sorrise:<< Grazie, i miei genitori hanno un vivaio e hanno dato a tutte noi come primo nome quello di un fiore, mio padre dice che era la stagione delle viole quando sono nata io e così mi è toccato il nome >> un sorriso attraversò le labbra della donna:<< Violet…non ho mai conosciuto una Violet… >> poi guardandola di nuovo aggiunse:<< Hai detto primo nome, mi piacerebbe conoscere anche il secondo mia cara >> lei annuì:<< Marie >> lo sguardo di Isobel DuLac si fece furbo:<< Marie…avevo un’amica di nome Marie…era la mia migliore amica e se non fosse stato per lei non avrei mai sposato il mio Henri >> << Nonna non credo che Violet voglia sentire… >> la donna girò la testa guardando Pierre:<< Pierre Albert Henri DuLac preferisci che racconti alla tua compagna di quando eri piccolo e stavi imparando a nuotare? >> Pierre rimase immobile preso in contropiede e Violet sorrise:<< Mi piacerebbe proprio sentirla quella storia signora DuLac >> la donna sorrise a sua volta:<< Bene, accomodati allora, è una storia molto interessante >> e guardando sua nonna e la sua attuale ragazza che stavano per sparlare di lui e della sua infanzia Pierre seppe di essere finito dalla padella alla brace!

 

<< Mike? >> e James guardò l’amico che stava tastando la pancia di Noelle facendo poi qualche piccolo incantesimo con la bacchetta:<< No, James >> << No cosa? >> domandò Noelle stesa sul letto e preoccupata:<< Non sei incinta Noelle >> replicò dolce il medimago:<< Sei sicuro? >> domandò di nuovo Rhodes:<< Sì, sono sicuro. Ho fatto più di un incantesimo e hanno dato tutti lo stesso risultato >> Noelle sfuggì gli occhi di James fissando i propri in quelli di Mike:<< Allora che cos’ho? Perché sono stata male? Non riuscivo a sopportare nemmeno il profumo di James >> Mike ci pensò un attimo:<< Può essere per molte ragioni, a cominciare dall’influenza, dallo stress, stanchezza >> poi sorridendole aggiunse:<< Se ti capiterà di nuovo vieni subito da me e così capiremo che cos’è >> la ragazza annuì così Mike guardò prima lei e poi James:<< Per qualsiasi cosa io sono in camera, in ogni caso cerca di riposare un po’ Noelle, sei pallida >> la ragazza annuì accoccolandosi sul letto con un cuscino stretto al petto:<< D’accordo dottore, grazie >> sorrise poi cercando di non rattristarsi mentre James accompagnava Mike alla porta.

Fu solo quando il suo bel cadetto tornò da lei che finalmente, stretta in quelle braccia che amava, che si lasciò andare alle lacrime:<< Ehi…non fare così…Noelle… >> lei tirò su col naso asciugandosi un lacrimone:<< Lo so, so che non devo però Jamie ci avevo pensato e mi piaceva l’idea di noi due con un bimbo >> lui le sorrise accarezzandole il viso:<< Anche io ci ho pensato piccola, tutta la notte mentre tu ti rigiravi inquieta >> un piccolo sorriso passò rapido sulle labbra della ragazza così James continuò:<< Ci ho pensato e anche se mi dispiace che non sia ora amore mio, so che voglio che sia così e che lo sia presto >> poi sorridendole le baciò le labbra:<< Sicuro che no ti dispiace? >> chiese di nuovo Noelle preoccupata:<< Sicuro, te l’ho detto avremo altre occasioni >> poi stringendola a sé aggiunse:<< E soprattutto devo cominciare a cercare una casa con un giardino e un ciliegio >> Noelle rise di nuovo rifugiandosi contro il petto di James:<< Ti amo cadetto Rhodes >> << Ti amo miss Jackson >> rimasero abbracciati ancora un po’ e quando sentì il respiro regolare di Noelle scivolò giù dal letto, c’era una cosa che doveva fare ed era vitale che la facesse da solo.

<< James va tutto bene? >> e Jonathan guardò il giovane immobile sulla porta della sua camera:<< Sì, Camille c’è? Avrei bisogno di parlare con lei >>

 

Era quasi il tramonto quando lei e Pierre lasciarono la casa di riposo e solo quando arrivarono in riva al mare Violet ebbe il coraggio di dar voce ai suoi pensieri:<< Posso chiederti una cosa? >> lui annuì ma continuò a guadare il mare, era stata una bella giornata e gli si era riempito il cuore di gioia quando aveva visto sua nonna accettare Violet, ma ora sapeva che era il momento delle spiegazioni:<< Perché tua nonna si trova in una casa di riposo in Provenza? Non è così vecchia >> lui annuì di nuovo:<< Mémé è malata, mio nonno è morto un paio d’anni fa d’infarto e dopo alcuni controlli lei ha scoperto di avere una sorta di tumore al sangue, i babbani lo chiamano leucemia. L’ho portata da alcuni specialisti e mi hanno detto che no c’è modo di curarla, né la medicina babbana né la nostra possono fare qualcosa, hanno detto che la sua situazione ora è in una fase di stallo, potrebbe andare avanti così per anni ma potrebbe  peggiorare anche domani, ci sono giornate belle e giornate brutte ma lei è la mia vita le resterò vicino finché potrò >> una mano di Violet gli si posò sulla spalla:<< Ti ha cresciuto lei da quando sono morti i… >> lui fece un sorriso amaro:<< Oh i miei non sono morti, anzi non sono mai stati più vivi >> << Come? Che vuoi dire? >> Pierre si sedette su un muretto di pietra fissando le onde:<< Mio padre aveva 20 anni quando sono nato e mia madre 17, sono stato il classico errore e dal momento che i miei nonni materni non ne volevano sapere di aborto o cosa del genere hanno costretto i miei a sposarsi >> mille domande si affacciarono nella mente di Violet ma il suo cuore le disse di tacere e di lasciarlo finire:<< Nessuno ci avrebbe mai scommesso ma quei due sono felicemente sposati da quasi trent’anni, il loro unico problema ero io >> << Problema? >> << Non hanno mai davvero voluto un figlio, io ero solo il mezzo per farli stare insieme e quando ci sono riusciti, dopo la mia nascita, si sono dimenticati di me lasciandomi alle cure dei miei nonni >> poi ridendo amaro aggiunse:<< È stata mia nonna a scegliere il mio nome e sono stati lei e mio nonno a crescermi per tutta la vita, i miei genitori non si sono mai fatti vivi se non per darmi qualche regalo a natale o ai compleanni, ora che sono cresciuto nemmeno quello, non li sento da un paio d’anni ma va bene così >> pensando al rapporto stretto che lei aveva con Bob e Karen il suo cuore non poté che provare pena per lui:<< Mi dispiace… >> lui sorrise:<< A me no, ho avuto due genitori fantastici e amorevoli anche se li ho chiamati Pépé e Mémé al posto di mamma e papà >> << Pierre… >> << Andiamo a cenare, arriveremo tardi >> e rialzandosi in piedi lui decretò chiuso il discorso.

 

<< Tutto a posto, ed ora che siamo soli mia cara… >> ma le parole di Mike si bloccarono quando entrando in camera trovò Kelly seduta sul letto e Lilith accanto che fissava lui come se fosse il diavolo incarnato:<< Che cosa sta succedendo? >> Lilith si alzò ma non si avvicinò a lui:<< Dobbiamo parlare >> << Amore non capisco, che cosa… >> Kelly si alzò a sua volta:<< Non è una buona idea, non posso non riesco a… >> ma Mike avanzò mettendole le mani sulle spalle:<< Che cosa stai dicendo? Che cosa sta succedendo Kelly? So che c’era qualcosa che non andava quando sono partito ma credevo che una volta a casa avremmo chiarito e… >> << Tu non tornerai a casa, come possiamo chiarire? >> Michael si passò le mani nei riccioli scuri:<< Certo che tornerò a casa, ho detto quelle cose perché ero arrabbiato, ma sai che non potrei mai lasciare te e Frank, mai >> poi sorridendo guardò Lilith:<< Anche se ho trovato la donna che amo voi farete sempre parte della mia vita >> gli occhi della ragazzina si riempirono di lacrime:<< Non sei l’unico ad aver trovato la persona che ama Mike >> mormorò poi cercando negli occhi di Lilith il coraggio che lei decisamente non aveva:<< Cosa? >> poi guardando prima Lilith e poi la sorella aggiunse:<< Da quando tu…chi? Dove? >> << Michael lasciala parlare >> il medimago si allontanò un istante annuendo:<< Sì, scusami…solo che non mi aspettavo che… >> << Io te lo dico ma tu non ti arrabbiare ok? >> Mike guardò la sorella scandalizzato:<< Cosa vuol dire non ti arrabbiare? Se sai che mi arrabbierò è perché lo conosco…  >> poi guardando l’espressione della sorella aggiunse:<< È così vero? Lo conosco? >> Lilith sorrise cercando di non farsi vedere, non si aspettava quella reazione o forse sì conoscendo il suo stangone…

<< Ma se lo conosco anche io non può essere uno dei tuoi amici, non mi hai mai voluto presentare nessuno e gli unici che conosco e che tu conosci sono… >> lì lo sproloquio di Mike si bloccò e il bel dottore dovette sedersi sul divano passandosi le mani nei capelli:<< Dylan >> mormorò poi certo di quello che stava dicendo:<< È Dylan vero? >> Kelly non rispose ma lui la conosceva troppo bene per sapere come reagiva:<< Da quanto va avanti? >> di nuovo lei rimase zitta guardando il pavimento:<< Kelly…da quanto va avanti? >> << Te la prenderai con lui se te lo dico >> Mike scosse il capo:<< Non farò niente, Dylan è un bravo ragazzo e, anche se mi costa ammetterlo, so che ti tratterà come meriti >> poi guardando la sorella negli occhi aggiunse:<< Tu sei felice Kelly? >> lei annuì piano:<< Anche io sono felice con Lilith, tanto felice >> mormorò poi guardando la donna che amava:<< Puoi essere felice per me come io lo sono per te? >> << È un ricatto >> commentò Kelly arricciando la bocca in una smorfia:<< Una richiesta, se davvero ami Dylan come mi stai dicendo capirai perché io non voglio separarmi da Lil, tu non ti separeresti da Dylan se io te lo chiedessi vero? >> lei scosse il capo:<< Ecco allora capisci me e quello che mi stai chiedendo di fare >> Kelly smise di guardare il fratello alzando gli occhi su Lilith:<< Tu lo ami vero? >> Lilith annuì e lei continuò:<< È testardo come un mulo, sdolcinato oltre misura, disordinato e confusionario e tu lo ami lo stesso? >> di nuovo Lilith annuì e stavolta senza che nessuno se lo aspettasse Kelly colmò la distanza tra di loro abbracciandola stretta:<< Allora va bene, posso accettare qualcuno che vuole il mio fratellone così com’è >> poi velocemente come l’aveva stretta la lasciò dirigendosi verso la porta con un sorriso:<< Devo scrivere a Dylan, era in ansia…devo dirgli che è andato tutto bene >> e uscendo con uno smagliante sorriso Kelly li lasciò di nuovo soli.

Mike sorrise alzando gli occhi verso Lilith che pareva ancora più scioccata di lui:<< Ok, che cos’è appena successo? >> Lilith gli si sedette accanto sorridendo e baciandogli una guancia:<< Mi hai ricordato ancora una volta perché mi sono innamorata di quel prefetto di Tassorosso che non perdeva mai occasione per togliermi punti >> << Era un motivo come un altro per parlare con te >> Lil sorrise:<< Kelly ha ragione, sei decisamente sdolcinato >> poi baciandolo gli si sedette in braccio arruffandogli i capelli:<< Ma mi piace il mio dottore sdolcinato e testardo, mi piace da morire >> << Anche tu mi piaci orgogliosa cocciuta Grifondoro >> e mettendole le mani alla vita sorrise pregustando quello che stava per succedere.

 

<< Le hai scritte tu? >> domandò Niko alzando il viso dai fogli di pergamena che Iris gli aveva messo davanti:<< Sì…beh è solo una perdita di tempo…non dovevo neanche… >> e arrossendo fece per raccogliere i fogli ma lui le bloccò le mani:<< Aspetta… >> poi prendendo uno dei fogli glielo mise tra le mani:<< Sono splendide >> ed immaginando la sua risposta aggiunse:<< E non lo dico solo perché sono tue e tu mi piaci, sono davvero belle >> Iris arricciò la bocca nervosa:<< Non hanno senso, sono frasi sconnesse >> lui sorrise:<< Sono i pensieri del tuo cuore lyublyu, è come leggere dentro di te, è magnifico… >> l’entusiasmo che Niko dimostrava per quelle poesie scarabocchiate in fretta quando ancora andava a scuola le scaldò il cuore, non le aveva mai fatte vedere a nessuno o meglio qualcuno le aveva viste, ma non aveva avuto la grazie e il cuore di apprezzarle come invece stava facendo quel russo dagli occhi di tenebra di cui pian piano si stava innamorando.

<< Questa è diversa >> mormorò poi ad un tratto lui e Iris alzò gli occhi per vedere che cosa lui stava leggendo diventando muta e rossa come un peperone:<< Non l’hai scritta insieme alle altre vero? >> lei scosse il capo:<< Se non sapessi che è la tua grafia non penserei che sia tua, sembra di una persona totalmente diversa >> Iris sorrise, chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo quando aveva scritto quelle poche righe e dichi parlavano:<< Il ragazzo per cui l’hai scritta doveva essere un gran bastardo fortunato >> ok, su certe cose Niko Valuev o faceva finta di non capire o era davvero ottuso, decise di non dargli quella soddisfazione:<< Oh sì, direi che bastardo è il termine giusto >> poi baciandogli una guancia aggiunse appoggiandosi sulle sue spalle:<< Ma forse è anche molto fortunato o mi sbaglio Nikolaj? >> collegando finalmente i tasselli lui alzò gli occhi neri su di lei perplesso:<< Io? Parla di me? >> Iris gli fece notare la data scarabocchiata in fretta in fondo al foglio e che lui aveva coperto con la mano fino a poco prima: era del giorno del loro primo bacio, quando l’aveva praticamente sbattuta contro il muro della cucina e lei poi lo aveva morso, credeva che quel momento fosse stato stranamente eccitante solo per lui ma a giudicare dalle parole che Iris aveva scritto su quel foglio si era sempre sbagliato di grosso:<< Hai una vena perversa quasi quanto la mia lyublyu >> lei sorrise imitando la sua espressione maliziosa quasi alla perfezione poi facendogli scivolare le mani dalle spalle verso il petto gli sfiorò il collo con le labbra:<< Andiamo in camera… >> Niko rise facendo per tirarsela addosso:<< Ho creato un mostro >> lei scosse il capo ridendo:<< Che hai capito? Ci sono i tuoi vestiti da sistemare >> lui annuì, rimise velocemente i fogli nella cartellina di pelle che lei gli aveva dato poi alzandosi si voltò sollevandola tra le braccia e baciandola:<< Sì, ci penseremo dopo ai vestiti…adesso ho di meglio da fare >> e con il suo trofeo tra le braccia uscì dal salottino facendo per attraversare la hall quando due occhi scuri quasi come i suoi lo bloccarono:<< Mama? >> domandò poi e, quasi senza accorgersene, rimise Iris a terra sempre tenendola stretta a sé prima di guardare la ragazzina dai capelli castani raccolti in una treccia aggiunse perplesso di vederla lì:<< Nina? >> << Ciao Niko >> lo salutò la ragazza con un debole sorriso mentre la donna accanto a lei squadrava il figlio con occhi di ghiaccio:<< Buonasera Nikolaj >> poi con lo stesso cipiglio freddo aggiunse:<< Vuoi presentarci la tua amica >> non era una domanda ed era anche cortese, ma c’era qualcosa di estremamente sbagliato nel modo in cui quella donna, la madre di Nikolaj se non aveva capito male, aveva pronunciato la parola amica.

 

<< 100000 galeoni alla Gringott, una casa a Londra, una a Brighton e una in Toscana, dio ma quanto sono ricchi i Nott? >> e sorridendo Bunny prese Libero a braccetto baciandogli una guancia:<< Cos’è ti stai innamorando dei miei soldi signorina Flecter? >> la prese in giro tirandosela accanto e baciandole le labbra:<< Amo già te, posso cominciare ad apprezzare le ricchezze dei Nott no? >> Libe rise di gusto:<< Così mi bastava ereditare per farti cadere ai miei piedi, a saperlo prima avrei risparmiato un bel po’ di fatica! >> << Ma quanto sei scemo! Ripensandoci Niko non è tanto male sai… >> Libero sorrise scuotendo il capo:<< Credo tu sia arrivata tardi Flecter, ti dovrai accontentare di me >> << Accontentare? Non penso di averti insegnato ad accontentarti nella vita Bunny, mi è bastato già quel Gregory, Graham, come diavolo si chiamava >> imprecando mentalmente Bunny sorrise a Libero sussurrandogli piano:<< Inizia lo spettacolo >> poi voltandosi cercò di stamparsi in facci ail suo miglior sorriso, sarebbe stata una lunga serata:<< Ciao mamma, che bella sorpresa >> poi vedendo la donna bionda dietro a Giulia Flecter aggiunse stavolta più sincera:<< Nonna, è bello vederti >> Rosalie sorrise alla nipote:<< È bello anche per me vederti piccola >> Ben allargò il suo sorriso e quando sua madre fece per aprire di nuovo bocca aggiunse:<< Mamma posso presentarti una persona? >> e senza lasciarle il tempo di replicare continuò decisa:<< Il mio fidanzato, Libero Orion Nott >> per un attimo le labbra di Giulia ebbero un tremito poi la donna si ricompose:<< Nott? Parente di sir Edward Nott? >> il ragazzo annuì stringendole la mano:<< Sì, era mio nonno >> rispose Libero, aveva imparato a conoscere la gente come Giulia Flecter grazie a suo nonno, aveva imparato a capire velocemente quelle persone che ti trattano e ti misurano in base al tuo potere o al tuo conto in banca e, in quel momento, lui aveva entrambi:<< Mi dispiace molto per la sua perdita >> continuò la donna con aria addolorata:<< Grazie >> Bunny si ritrovò a pensare che non aveva mai visto Libero così serio e freddo ma in fondo era un degno avversario per sua madre e la cosa non poteva che renderla felice:<< Non so dirle quanto sua figlia mi sia stata vicino e quanto abbia apprezzato il suo aiuto >> commentò poi lui sorridendo a Bunny:<< Mia figlia? Bunny? >> Libero guardò la ragazza che gli aveva fatto perdere la testa:<< Ha forse altre figlie signora Flecter? >> poi tornando a guardare la donna aggiunse:<< Ad ogni modo è tardi, che ne dice di unirsi a noi per la cena, più tardi le mostrerò la sua stanza e domani potremo parlare tranquillamente >> << Parlare di cosa? >> domandò l’altra che non era abituata ad essere trattata in quel modo:<< Beh ma del contratto matrimoniale tra me e Bunny, non vorrà per caso non farlo vero madame? >> Bunny restò immobile per un attimo a quelle parole ma la faccia allibita di sua madre la fece tacere, avrebbero fatto i conti dopo in camera, da soli.

 

Mentre la sera scendeva su Parigi a Londra un grosso gufo nero dagli occhi azzurri si posava sul davanzale di una finestra:<< Papà c’è una lettera >> e alzandosi dal tavolo una bambina dagli occhi azzurri e un caschetto di riccioli biondi si avvicinò aprendo la vetrata e avvicinandosi al gufo:<< Anita vieni dentro, fa freddo… >> e sua madre la richiamò dentro alzandosi dal tavolo insieme al marito:<< Che cos’è Jeremy? >> domandò poi mentre suo marito prendeva la lettera dal becco del gufo e leggeva il proprio nome scritto sopra:<< Non ne ho idea, ma sembra venire da Parigi >> poi senza esitare l’uomo strappò la cera lacca che chiudeva la busta estraendone una lettera scritta con un delicato inchiostro blu:

 

Signor Tallyst, so che è presuntuoso da parte mia scriverle questa lettera ma non avendo avuto occasione di incontrarci prima mi è sembrato doveroso informare lei e la sua famiglia di quello che sta succedendo.

Sono innamorato di sua figlia e vorrei chiederle di sposarmi e di restare qui con me a Parigi, so che è avventato e che lei potrà non essere d’accordo o non fidarsi di me, per questo motivo le chiedo di incontrarmi.

So che mio padre le ha inviato un invito a raggiungerci qui in hotel per far felice Leila, ma io vorrei poterle parlare in privato da uomo a uomo prima di quella data e vorrei chiederle ufficialmente la mano di sua figlia e avere la sua benedizione; so che è un gesto all’antica ma significherebbe molto per me e sono certo che significherà anche per Leila.

Nella speranza che accetti il mio invito, potrei venire a Londra dopodomani e mi piacerebbe incontrarla.

Cordialmente,

François Matisse Atelier


Giulia Tobin-Flecter

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Rosalie Kentry-Flecter
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April Mackay
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Blanch Mackay
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Nina Valuev
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Helena Valuev
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Jeremy Tallyst
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Ambra Lea Tallyst
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Anita Julliette Tallyst

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Isobel DuLac
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Volevo dedicare questo capitolo ad una persona che da quasi un anno non è più al mio fianco ma che è sempre nel mio cuore e nei miei ricordi, avrei dovuto farlo tra un po' ma meglio che lo faccia ora finché ho la forza di farlo; mi manchi, sempre.

Adesso veniamo alle cose belle però: si accettano scommesse su cosa succederà ora...prego puntate pure...fate il vostro gioco...

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Capitolo 25
*** 24 - Tempesta in arrivo ***


Capitolo 24 Image and video hosting by TinyPicGrimilde's
Piccola nota: tutte le scene dei vari personaggi sono da considerarsi singolarmente, vale a dire che si svolgono più o meno contemporaneamente nell'arco di uno stesso giorno ma se avessi dovuto fare avanti ed indietro tra tutti sarebbe stato un caos quindi ho deciso di dividerle per personaggi. Ci rivediamo in fondo al capitolo...a presto...

<< Quindi, che cosa vuoi? >> e Daniel guardò Oliver con le braccia incrociate sul petto, l'avrebbe visto anche un cieco che non aveva alcuna voglia di fare quella conversazione ma il giovane De la Tour aveva uno scopo ben preciso e avrebbe fatto qualsiasi cosa per arrivarci:<< Voglio solo chiarire un paio di cose con te Daniel >> << Signor Johnson per te, non siamo amici >> Oliver non si lasciò intimorire sorridendo:<< Stavo dicendo Daniel - continuò imperterrito - che cosa intendi fare con Delly? >> << Non credo siano affari tuoi >> l'altro sorrise:<< Forse...o forse no >> Daniel lo guardò cercando di mantenere la calma ma Oliver non sembrava volersi togliere quell'espressione soddisfatta dalla faccia:<< Senti non giriamoci troppo intorno, voglio bene a Delly >> << Questo lo so >> commentò Daniel irritato:<< Quindi non lascerò che la mia migliore amica si rovini la vita solo perché non è capace di dire di no agli occhioni di tua figlia chiaro? >> << Delila ha deciso da sola di... >> << Di seguire un uomo che la vuole solo come babysitter per sua figlia? Davvero Daniel i miei complimenti >> << Non ti consento di giudicare, tu non sai... >> Oliver scosse il capo:<< Non so cosa? Che stai giocando con una ragazza meravigliosa condannandola ad una vita di seconda mano impedendole di trovare magari qualcuno che possa renderla davvero felice >> << Io... >> << Tu cosa? Vuoi dirmi che mi sono sbagliato? Che ho capito male e c'è dell'altro? >> il cuore di Daniel sembrò spaccarsi in due, il ricordo di Shannon immobile davanti ai suoi occhi ma accanto a lei un altro dolce sorriso, due occhi chiari e dei lunghi capelli d'oro che coprivano due guance rosa...la notte in cui lui e Delila avevano dormito insieme era stata la prima volta, dalla morte di Shannon, che condivideva il letto con una donna che non fosse Abigail, sì certo aveva provato ad avere qualche storia giusto perché era umano e aveva le sue esigenze ma non era mai andato oltre un paio di uscite o cose così, mai prima di incontrare la signorina Shepperd.

<< Allora? Vuoi dirmi che provi qualcosa per lei? Perché se non è così non ho alcuna intenzione di lasciare che... >> ma le sue parole furono bloccate dalle braccia di Daniel, una che lo teneva per il colletto della camicia e l'altra che gli bloccava la gola:<< Non azzardarti. Non azzardarti a dirle qualcosa che... >> i suoi occhi erano scuri ma la faccia di Oliver per nulla spaventata lo insospettì proprio come la risata dell'altro che lo spinse a lasciarlo andare:<< Sei davvero un pessimo bugiardo Daniel, ma riesci a convincere te stesso e Delly, non so come fai >> << Io non sto mentendo >> Oliver si sedette comodamente su una delle poltrone della stanza accavallando le gambe e guardandolo fisso:<< Sai che cosa le è successo da piccola, sai che cos'è in grado di fare se perde il controllo >> in silenzio Daniel annuì:<< Bene, quindi sai anche a che cosa è dovuto il suo potere >> << Alle emozioni >> Oliver fece un piccolo cenno di assenso con il capo continuando:<< Alle emozioni forti, non basta un semplice nervoso o una simpatia per qualcuno per farle perdere il controllo, ci vuole qualcosa di più, qualcosa di importante >> << Che cosa stai cercando di dirmi? >> << Ho parlato con Delly, so cos'è successo tra di voi in biblioteca, so che stava per avere una crisi ma che sei riuscito a calmarla >> << E allora? >> di nuovo Oliver sorrise:<< E allora in quasi quindici anni di amicizia di cui tre da fidanzati io non ho mai scatenato alcuna reazione in Delila, per questo le piaceva stare con me, eravamo tranquilli, calmi e lei stava bene >> il suo sorriso si trasformò in una piccola smorfia:<< Poi lei viene qui, ti conosce e nel giro di nemmeno due settimane ha la prima crisi da quando la conosco >> c'era un po' di amarezza nella sua voce notò Daniel ma lo lasciò continuare:<< Ci ho messo un po' a capire che quando ami davvero qualcuno vuoi che sia felice e non solo che stia bene e tranquillo >> infine sollevando quei due occhi di ghiaccio su Daniel aggiunse:<< Pensaci bene prima di rispondermi o non farlo nemmeno se non vuoi ma sappi questo Daniel: io amo quella donna e so per certo che lei prova qualcosa di molto forte per te, ora potrei anche minacciarti e mi piacerebbe farlo, non sai quanto mi piacerebbe, ma non voglio che sia legata tutta la vita ad un codardo che non sa cosa vuole... >> << È una minaccia? >>  De la Tour scosse il capo:<< È una proposta >> poi fissando la porta della camera aggiunse:<< Tra poco Delly entrerà da quella porta e contro ogni buon senso e ragione ti chiederà di passare questi ultimi giorni con lei, pensa a ciò che vuoi davvero prima di risponderle perché se le dirai di sì per poi farla soffrire non esiterò un solo istante a riprendermela e a fartela pagare sono stato chiaro? >> Daniel fece per replicare, non si sarebbe lasciato minacciare così, ma il rumore di una chiave che girava nella toppa li bloccò entrambi.

Due secondi dopo proprio come Oliver aveva previsto Delila comparve nella stanza:<< Che succede? >> domandò poi guardando il suo amico e l'uomo che, suo malgrado per il momento, si era accorta di volere accanto.

<< Niente Delly, stavamo solo chiacchierando >> poi alzandosi e avvicinandosi a lei Oliver le accarezzò una guancia baciandole la fronte:<< Mi mancherai Delila Shepperd, mi mancherai immensamente >> << Torno a Londra tra una settimana Liv, ci rivedremo presto >> lui scosse il capo:<< Cerca di essere felice Delly >> e con quell'ultima frase sulle labbra uscì lasciandoli soli.

Cercando di non sembrare agitato Daniel fece un sorriso stentato ma Delila parve accorgersene:<< Di che avete parlato? >> Daniel fece spallucce:<< Di niente, voleva sapere che cosa faremo una volta trasferiti nel Sussex >> << Sussex? >> domandò lei perplessa:<< Ho preso una casa poco fuori Brighton, sembra quasi di stare in campagna, mi piacerebbe far crescere lì Abby >> vedendo che Delila chinava gli occhi le parole di Oliver gli offuscarono la vista e senza nemmeno sapere perché si ritrovò a dire:<< Non sei d'accordo con me? >> lei alzò gli occhi incrociando i suoi:<< Non è quello...è che tu ti preoccupi così tanto di Abby, lei è il tuo primo pensiero >> poi cercando di non mettersi a piangere aggiunse:<< Mi sarebbe solo piaciuto avere lo stesso anche dai miei genitori ma per loro esisteva solo Mark >> sentì la mano di Daniel sul braccio solo quando il profumo di lui l'avvolse:<< I tuoi non hanno mai capito che persona straordinaria tu fossi >> << Tu sei di parte >> gli mormorò sorridendo:<< Forse ma ho gli occhi per vedere quello che sei e quello che fai >> erano belle parole, davvero belle e più lui parlava più lei aveva voglia di pronunciare quella fatidica domanda e prendersi quel bel biondino tutto per lei ma non sapeva se ne avrebbe avuto la forza:<< Ho pensato ad una cosa >> la voce di Daniel la riscosse:<< Cosa? >> << Ho conosciuto un uomo quando sono andato in Russia qualche anno fa poco dopo la morte di Shannon, il suo nome era Ivan Padmos >> si sedettero entrambi sul divano e lui continuò:<< L'ho conosciuto in un bar mentre affogavo i miei dolori nell'alcol >> << Dove vuoi arrivare Danny? >> lo sguardo di lui si fece serio:<< Ivan era una sorta di sciamano, o almeno così si faceva chiamare, aveva la capacità di incanalare e gestire le sue emozioni e quelle altrui in modo da alleviare le sofferenze degli altri >> gli occhi di Delila gli dicevano che non lo stava seguendo e per certi versi la capiva, quel discorso era stato strano anche per lui all'inizio...ripensando a come Ivan glielo aveva fatto capire sorrise:<< Tu sei esattamente come lui >> << Io sarei cosa? >> lui sorrise allungando poi le mani per prendere le sue:<< Ti faccio vedere >> e con un sorriso si portò le mani di Delila sul petto ordinandole poi piano:<< Chiudi gli occhi >> lei fece per replicare ma lui la fissò dritto negli occhi:<< Fidati >> si fidava anche troppo di lui, era quello il suo vero problema!

<< Brava >> lo senti mormorare poi Daniel continuò:<< Cerca di ascoltare con tutti gli altri sensi, che cosa riesci a percepire? >> Delila aprì una mano sul petto di lui sentendo sotto le dita il battito forte, lento e cadenzato del suo cuore...adorava quel suono...adorava quel ritmico movimento che la calmava nel profondo connettendosi al suo; fece per dire qualcosa quando una piccola impercettibile scossa e un battito più veloce degli altri catturò la sua attenzione:<< Sei nervoso? >> gli domandò poi dubbiosa ma sempre con gli occhi chiusi:<< Che cosa te lo fa credere? >> le domandò lui e anche il suono della sua voce le parve lievemente arrochito, come se una nota di rabbia si stesse nascondendo sotto la superficie:<< La tua voce....il tuo cuore è...beh sì, è nervoso e lo è anche la tua voce >> << Forse se il tuo amico non venisse qui a fare il principe sul cavallo bianco io ora sarei più calmo >> ok gli era decisamente scappata quella frase ma continuava incessantemente a ripensare alle parole di Oliver, aveva ragione a preoccuparsi visto che il giovane aveva ammesso tranquillamente di amare Delila, la sua Delila...ma che andava a pensare, lei non era...:<< Daniel calmati, mi stai mandando in pappa il cervello >> << Cosa? >> << Ti stai arrabbiando e riesco a percepirlo anche senza vederti, calmati per favore >> << Come faccio a calmarmi me lo dici? >> Delila aprì anche l'altro palmo sul suo petto:<< Respira ecco come >> a quelle parole fu come se qualcuno gli avesse fatto ingurgitare a forza una tazza di latte caldo e miele, si sentiva di nuovo in pace con il mondo anche se il pensiero che lei potesse lasciarlo per...che cosa stupida: per lasciarlo prima sarebbe dovuta essere sua!

<< Hai una capacità così facile di arrabbiarti, come pensi di aiutarmi facendo così? >> << Ok, hai ragione...cerca di concentrarti su quello che senti, prova a fare qualcosa per controllare la cosa, per calmarmi come hai fatto oggi con Noelle >> Delila ripensò a qualche ora prima quando aveva massaggiato la schiena di Noelle per consolarla dalle sue ansie:<< Noelle era preoccupata, non una bomba sul punto di esplodere >> << Io ho calmato te, tu prova a farlo con me >> cercando di concentrarsi Delila ripensò a quella sera in biblioteca, ripensò alle braccia di Daniel attorno al suo corpo, doveva calmare sé stessa se voleva calmare lui, quella mattina involontariamente aveva fatto la stessa cosa quasi senza volerlo.

Ripensò a quel profumo forte che ormai associava immediatamente a lui, ripensò a quella voce che le sussurrava piano che tutto sarebbe andato bene, a quelle mani grandi che le scivolavano tra i capelli, era così bello stare stretta a quel petto e chiusa al sicuro in quell’abbraccio…sorrise per un istante ma il cuore di Daniel che batteva più velocemente del normale le fece spalancare gli occhi e l’espressione di lui, quasi fosse in apnea e non riuscisse a riprendere a respirare, le ghiacciò il sangue facendole allontanare le mani e alzarsi di scatto mettendo tra di loro la maggior distanza possibile.

<< Delila… >> aveva la voce leggermente bassa e lei si voltò tormentandosi le mani:<< Stammi lontano, ti prego stammi lontano >> << Delil… >> lo sentì alzarsi e si voltò allarmata mettendo le mani avanti per bloccarlo:<< Ti ho detto di starmi lontano, stava per succedere di nuovo, stavo per farlo ancora…hai sentito…hai visto…stavo per farti… >> senza rendersene conto le lacrime cominciarono a scivolarle sul viso e la sua voce si ruppe preda del terrore:<< Ehi… >> sentì le mani di lui tra i capelli prima che potesse fermarlo:<< Non è successo niente… >> aveva una voce così calda, come diavolo poteva dirle quelle cose dopo che l’aveva quasi mandato in coma?

<< Non è vero…non so controllarmi, non so… >> << Era solo una prova…era la prima volta…ci possiamo riprovare e… >> lei alzò gli occhi arrabbiata:<< Non voglio giocare ancora con la tua vita! >> << Voglio aiutarti, voglio poter… >> << Non sono un giocattolo rotto che puoi aggiustare Daniel, sono un pericolo e prima lo capirai meglio sarà per tutti, mi chiedo solo come tu possa pensare di volermi vicino ad Abby visto quello che… >> << Ehi la vuoi smettere… >> dio se quelle mani non avessero smesso di accarezzarla si sarebbe ritrovata allo stesso punto di prima in poco tempo:<< Non trattarmi come se fossi stupida, ti faccio pena ma questo non è un buon motivo… >> << Non mi fai pena…voglio aiutarti davvero e… >> << Non puoi! Lo vuoi capire che non puoi fare niente? Ogni volta che siamo vicini sei a rischio >> lui la guardò serio continuando a tenerle la testa tra le mani:<< Forse voglio correre il rischio >> << Io no! >> gli urlò cercando di smettere di piangere ma con il cuore a pezzi al pensiero di perderlo:<< Non pensi che ne valga la pena? >> << È proprio perché ne vale la pena che… >> un piccolo sorriso gli comparve sulle labbra:<< Allora stai zitta e lasciami fare >> e senza capire nemmeno lui come o perché la tirò verso di sé premendo le proprie labbra su quelle rosa di Delila assaporando quel profumo e quel sapore di pesca che aveva sentito dal primo istante…

 

Con il fiato corto per la sorpresa lei ci mise poco ad adattarsi a quell’invasione, a quelle labbra ruvide sulle sue, a quelle dita che le accarezzavano le guance e quel respiro caldo che scaldava anche lei.

La sua lingua trovò quella di Daniel in un gesto così naturale che sembrava non stesse aspettando altro da tutta la vita, nemmeno Oliver che era il Giacomo Casanova di Hogwarts ai loro tempi sapeva baciare così, nemmeno lui la faceva sussultare a quel modo.

Incapace di sottrarsi si spinse ancora di più verso di lui e sentì una delle sue mani scivolarle via dalla guancia per scendere prima sulla sua spalla e poi sulla sua schiena.

Sentì quella carezza andare ancora più giù e uno strano formicolio impossessarsi di lei, con uno spintone lo allontanò da sé lasciando il giovane spaesato che la fissava perplesso con quei grandi occhi verdi:<< Perché l’hai… >> << Stava succedendo ancora >> l’espressione delusa di Daniel si trasformò in un piccolo sorriso, amava essere l’unico a farle quell’effetto:<< Ok, devo andare più piano >> Delila lo guardò spaventata:<< Vuoi riprovarci? >> lui sorrise:<< Certo >> poi avvicinandosi e mettendole le braccia alla vita aggiunse calmo:<< Dimmi quando sto superando il limite ok? >> lei annuì ma quando lui fece per chinare il capo gli mise una mano sulle labbra bloccandolo:<< Aspetta >> << Cosa c’è? >> era scocciato e si vedeva:<< Non dicevi di volere solo qualcuno che ti aiutasse con Abby? >> spostandole la mano e poggiando la fronte contro quella di lei aggiunse:<< Forse ho bisogno di qualcuno che aiuti anche me >> lì il suo sorriso si allargò:<< Non ti prometto che sarà facile e non so cosa riuscirò a darti o come ma credo valga la pena provarci che dici? >> Delila annuì ricambiando il suo sorriso con gli occhi che luccicavano:<< Non voglio che tu faccia qualcosa per cui non sei pronto >> << Forse dovrei cominciare a farlo invece, me lo ripetono tutti da un sacco di tempo ma fino ad ora non avevo mai davvero preso in considerazione la cosa >> << Piccoli passi? >> gli domandò incerta mentre lui tornava a chinarsi per baciarla:<< Sì, andiamo per gradi >> alzando le mani per accarezzargli le guance lei sorrise per la prima volta felice dopo tanto tempo poi poco prima che le loro labbra si sfiorassero di nuovo lo bloccò:<< E adesso che cosa c’è? >> lo stava torturando e lo sapeva ma doveva farlo prima che andassero oltre:<< Vuoi passare con me quest’ultima settimana? >> lui rise scuotendo la testa:<< Mi pareva che fosse ovvio >> poi con un veloce bacio a stampo aggiunse:<< Questa e tutte quelle che verranno dopo >>

 

<< Perché non posso andare da Delly e papà nonna? >> domandò Abby che sedeva in biblioteca tra sua nonna e Oliver mentre il giovane le stava leggendo la storia di Jack e il fagiolo magico:<< Perché in questo momento Delly e tuo padre stanno parlando di cose molto importanti piccola >> replicò poi strizzando l’occhio all’anziana donna che sorrise a sua volta: il loro piano era stato a dir poco geniale e sapevano entrambi che avrebbe dato presto i suoi frutti, in fondo a volte non era un male dire una piccola bugia per un fine superiore giusto? Lui voleva bene a Delila, le voleva bene come a nessun’altra sulla terra ma come ad una sorella, l’amore…beh quello per lui era un’altra storia!

 

<< Allora Nikolaj? >> e sua madre lo guardò di nuovo con quello sguardo penetrante che a lui aveva sempre dato l’idea di essere sotto ad un plotone d’esecuzione, almeno suo padre lo guardava perennemente con sdegno e disprezzo e quello lo sapeva gestire, gli occhi di ghiaccio di sua madre decisamente no!

<< Lei è Iridis >> replicò poi freddo continuando a stringere la ragazza accanto a sé:<< Iridis… >> ed Helena Valuev ripeté quel nome assaporandolo quasi potesse capire cosa stesse succedendo tra lei e suo figlio solo in quel modo:<< Un nome particolare signorina >> Iris fece per rispondere quando:<< Iris! >> << Blanch aspetta! >> e due voci che conosceva fin troppo bene le fecero alzare gli occhi spostandosi giusto in tempo da Niko prima che la sua sorellina minore le saltasse al collo a modi koala facendola quasi cadere per terra ma le mani salde del suo russo preferito la sorressero:<< Iris! >> e sorridendo la sua sorellina la guardò raggiante:<< Ciao Blanch… >> poi guardando l’altra sorella che si avvicinava aggiunse:<< Che cosa ci fate qui a quest’ora April? >> la ragazza fece una smorfia avvicinandosi alla sorella per prendere la più piccola tra le braccia ma Blanch non diede segno di volersi muovere:<< Sono andata a prendere Blanch e siamo venute non appena abbiamo potuto, non è facile arrivare qui senza una passaporta sai >> Iris annuì poi cercando di svicolare da quella situazione decisamente imbarazzante aggiunse:<< Venite con me, credo ci sia una stanza per voi ma devo chiedere a Dorian dove… >> << Non posso dormire con te Iris? >> domandò la sua sorellina facendole chinare la testa e sorridendo:<< Beh ecco Blanch a dire il vero… >> lei alzò gli occhi su Niko che annuì impercettibilmente mentre lei saliva le scale accompagnata dalle sorelle.

Rimasti soli Nikolaj si voltò verso sua madre restando fermo quasi come una statua di sale:<< Che cosa sei venuta a fare? >> il sorriso di Helena sarebbe stato caldo e affettuoso se quella donna fosse stata in grado di provare affetto o qualcosa di lontanamente simile per i suoi figli:<< Sono venuta a farti rinsavire Nikolaj e da quello che vedo sono arrivata al momento giusto >> poi guardando anche Nina aggiunse:<< È stato un lungo viaggio, parleremo domattina, Nina andiamo >> la ragazza annuì facendo per seguire sua madre quando Niko le prese un braccio:<< Posso parlare con Nina? >> Helena lo guardò accigliata:<< Adesso? Che cos’hai da dire di così importante a tua sorella? >> Niko fece una smorfia:<< Non la vedo da quasi un anno direi che posso prendermi mezz’ora con lei no? >> Helena rimase immobile per un attimo e Niko credette che non avrebbe cambiato idea ma poi un cenno di assenso sua madre si voltò salendo le scale e lasciandoli soli.

 

Intanto nella stanza che fino a pochi minuti prima era stata pronta per lei e Niko, Iris stava preparando il letto matrimoniale per lei e le sorelle:<< Perché c’è un letto solo Iris? >> domandò Blanch guardando la sorella che faceva apparire cuscini e coperte:<< Perché Iris dorme da sola Blanch, proprio come a casa >> replicò April con una punta di arroganza nella voce, non era una novità che la maggiore di casa MacKay fosse una specie di eremita che sembrava rifuggire tutto il resto del mondo o per lo meno era così prima che un certo russo entrasse nella sua vita, ora il pensiero di stare lontano da lui le stringeva il cuore ma quello che la rattristava di più era l’espressione che aveva visto sul viso della madre del ragazzo quando li aveva sorpresi insieme: sembrava quasi disgustata che lei perfino toccasse suo figlio, si sentiva così male a pensarci…

 

<< Allora? Perché è venuta? >> ed incrociando le braccia sul petto Niko si appoggiò al pianoforte della sala ricreativa dove aveva portato sua sorella minore:<< Secondo te perché? È nostra madre Niko dovresti conoscerla meglio di me >> << Proprio perché la conosco ti sto chiedendo che cos’ha in mente stavolta >> << Hai fatto una promessa >> gli ricordò la sorella:<< Avevo dieci anni, potrebbe passare per un ricatto >> << Non deve essere per forza così Niko, non devi per forza fargli la guerra…né a lui né alla mamma…sono cambiati sai…da quando te ne sei andato loro… >> << Cambiati? Ci crederò quando lo vedrò >> Nina scosse il capo poggiando una mano sul braccio del fratello maggiore, era giovane ma a volte sapeva essere più ragionevole di lui:<< Provaci, so che non sempre ha il modo migliore di dimostrarlo ma mamma ti vuole bene >> << Ti ha costretto a firmare un accordo con un emerito sconosciuto, lo chiami amore questo? >> la ragazza fece spallucce:<< Ilya era un emerito sconosciuto, l’ho conosciuto meglio durante l’estate e non è così male come pensi tu, potrei anche amarlo un giorno >> << Nina… >> e lui fece per dire qualcosa ma lei gli poggiò una mano sulle labbra:<< Non dire niente Niko, è una mia decisione o almeno lo è adesso, voglio sposarmi e vorrei che tutti i miei fratelli fossero presenti al mio matrimonio >> << Sai che non tornerò mai >> lei fece un mezzo sorriso:<< Non devi tornare, non nel senso che intendi tu almeno >> poi girandosi verso la finestra aperta e guardando il cielo stellato che appena si intravedeva dietro gli alberi del giardino aggiunse:<< Mi basterebbe sapere che ci sei, in fondo alla chiesa nascosto da tutti ma che sei lì per me >> davanti a quelle parole Niko non riuscì a dire niente e si ritrovò ad annuire piano mentre si avvicinava per abbracciare la sua sorellina:<< Non te lo posso promettere Nina ma ci sarò sempre se avrai bisogno di me, sempre >> la sorella sorrise appena poi fissandolo negli occhi aggiunse con curiosità:<< Sei diverso >> << Cosa? >> lei sorrise di nuovo:<< Sei più rilassato >> poi tornando a guardare il cielo aggiunse:<< Ti ha fatto bene venire qui >> ripensando ad Iris e a quello che stava nascendo tra di loro Nikolaj sorrise anche se Nina, di spalle, non poteva vederlo:<< Sì, lo credo anch’io >> << Darai una possibilità a mamma? >> << Solo una, se mi deluderà ancora non aspettarti di vedermi ancora >> << Va bene >> mormorò lei:<< Ora sono davvero esausta, vado a dormire, ci vediamo domani d’accordo? >> il giovane annuì preparandosi a quella che sarebbe stata una notte orribile sdraiato su quel divano decisamente scomodo!

 

Mentre le sue sorella si erano già addormentate Iris continuava a rigirarsi nel letto, le mancava il corpo caldo di Niko accanto al suo e non c’era niente che potesse fare in quel momento per riaverlo.

Se si fosse alzata Blanch, visto il suo sonno leggero, si sarebbe accorta e lei non sapeva come spiegare a sua sorella perché doveva avere accanto quello sconosciuto!

Stava quasi per richiudere gli occhi quando una piccola farfalla svolazzò da uno spiraglio della finestra poggiandosi sul comodino proprio accanto al suo naso, che ci faceva una farfalla su…poi osservandola meglio si accorse che non era una vera farfalla: era un origami come quelli che Niko aveva fatto per la festa in piscina…Niko…

Allungò una mano e spiegò il foglio leggendo le poche parole che ovviamente le aveva mandato lui: “Mi devi una notte lyublyu, Niko” sorrise stringendo il biglietto in mano e addormentandosi felice che anche lui in quel momento stesse pensando a lei!

 

Londra era decisamente più fredda di Parigi, fortuna che aveva avuto la geniale idea di mettersi quel giaccone di lana o sarebbe congelato nel giro di poco:<< Signor Atelier? >> e una voce lo fece voltare verso un uomo alto e biondo dagli stessi occhi azzurri di Leila:<< François, il signor Tallyst dico bene? >> Jeremy annuì stringendo la mano che Frankie gli aveva porto:<< Mi ricordo di lei, devo averla vista un paio di volte ad Hogwarts quando venivo a prendere Leila >> Frankie annuì:<< Sì, eravamo compagni di classe ma io ero un Grifondoro >> l’uomo sorrise:<< Mia figlia si è innamorata di un Grifondoro? >> François rise:<< Anche Leila lo trovava comico all’inizio >> << Non ho dubbi >> poi indicando il pub dietro di loro aggiunse:<< Vogliamo accomodarci in un posto più caldo? >> Frankie annuì con un piccolo sorriso seguendo l’uomo all’interno del Paiolo Magico.

<< Allora? Di che cosa voleva parlarmi signor Atelier? >> << François >> rispose l’altro bevendo un po’ di burrobirra per poi continuare:<< Non voglio girarci intorno signor Tallyst, sono innamorato di sua figlia da così tanto tempo che non me ne sono accorto finché non l’ho vista entrare all’hotel due mesi fa, ho cercato di essere ragionevole e di fare le cose con calma, so che il mio gesto potrebbe sembrare avventato ma sono qui per chiederle la mano di sua figlia >> Jeremy Tallyst rimase immobile per un attimo guardando il giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri più seri che avesse mai visto, non c’era traccia di scherzo in quello che stava dicendo:<< Mia figlia è una ragazza… >> << È una donna unica che io non voglio perdere >> precisò Frankie:<< Leila sa delle sue intenzioni? >> Frankie scosse il capo:<< Non ancora, le ho chiesto di restare con me a Parigi e lei ha accettato ma non le ho ancora chiesto di sposarla, vorrei farlo quando verrete a trovarla se lei è d’accordo >> Jeremy sorrise:<< Nessun uomo è mai pronto per dare sua figlia in moglie ma, sarei un bugiardo a non ammetterlo, in parte è il motivo per cui l’ho mandata a Parigi >> poi disegnando il bordo del bicchiere con la mano aggiunse:<< Quello e la speranza che si togliesse dalla testa quella folle idea di diventare Auror >>  Tallyst non poté non notare che lo sguardo del suo futuro genero si era incupito a quelle parole:<< Non lo sapeva François? Non sapeva che la mia delicata e adorabile figlia aspira a diventare un Auror? >> << Certo che lo so, per questo l’ho aiutata ad entrare all’accademia di Saint-Denis >> << Che cosa? >> e gli occhi di Jeremy divennero di ghiaccio:<< Ha idea di cosa… >> ma Frankie non si lasciò intimorire, avrebbe fatto di tutto per Leila e quello era il momento di dimostrarlo:<< Ho idea di quello che Leila è in grado di fare e lei può fare tutto quello che vuole, è una donna – sottolineò la parola quanto più poté in modo da far capire a Tallyst che sua figlia non era più una bambina – forte e caparbia che diventerà un grande Auror se lo vorrà o qualsiasi altra cosa desideri >> << È solamente… >> << È adulta e quando sarà mia moglie sarà libera di fare tutto ciò che vorrà >> poi addolcendo un po’ il tono di voce François aggiunse:<< Posso essere schietto signore? >> l’altro annuì appoggiandosi allo schienale della sedia ed incrociando le braccia sull’ampio petto:<< Prego >> commentò poi freddo ma sotto sotto cominciava ad apprezzare la determinazione di quel giovane, era un uomo deciso e fiero, non avrebbe potuto affidare la sua bambina ad uno diverso:<< Si è mai fermato a chiedersi perché Leila vuole diventare un Auror? >> << Non mi venga a raccontare che lo fa per me, lei è sempre stata la prima a rinfacciarmi che il mio lavoro ci ha tenuti lontano, che non sono stato il padre affettuoso e presente che sono ora con sua sorella >> Frankie annuì:<< Sì, ne abbiamo parlato >> poi alzando gli occhi in quelli del suocero continuò:<< Ma mi ha anche detto che lei è il suo eroe e che un giorno vorrebbe diventare un Auror per poter diventare come lei e renderla fiero signore >> << Io sono già… >> lui era già fiero di Leila, era sempre stato fiero della sua bella principessa dagli occhi azzurri, era sempre stato fiero di quella meravigliosa bambina che gli era mancata ogni volta che era in missione, non vederla crescere ogni giorno era stato uno dei suoi più grandi rimpianti ma era sempre stato orgoglioso di com’era diventata:<< Dovrebbe dirlo a lei, non a me >> << Tra una settimana dicevi? >> François sorrise:<< Cinque giorni, ci sarà la festa di chiusura dei Jeux d’amour e prima che la serata finisca chiederò a Leila di diventare mia moglie >> Jeremy sorrise:<< Sarò felice di vedere quel momento François >> << Sarò felice di averla mia ospite signor Tallyst >> l’altro sorrise:<< Jeremy è sufficiente >> << Grazie >> poi alzandosi in piedi e salutandosi entrambi si avviarono uno verso l’uscita del pub, l’altro verso il passaggio per Diagon Alley, doveva prendere un paio di cose prima di tornare a Parigi.

 

<< Amore >> << Ian! >> poi girandosi di scatto e nascondendo quello che aveva in mano sotto al cuscino della sedia a dondolo Maggie sorrise:<< Mi hai spaventato >> lui sorrise:<< Eri così assorta nei tuoi pensieri che non volevo disturbarti >> trattenendo il fiato al pensiero di quello che stava leggendo lei deglutì piano:<< Da quanto sei lì? >> << Non da molto, sono andato a parlare con mio padre circa la festa ma mi ha caldamente mandato al diavolo >> << Cosa? >> sulle labbra di Dorian si disegnò un sorriso:<< Credo che Frankie abbia finalmente deciso di fare la cosa giusta >> << Continuo a non capire cosa intendi >> lui si sedette sulla sedia accanto alla sua voltando la testa per guardarla:<< Mia madre ha lasciato qualcosa anche a Frankie >> poi allungando una mano per prendere quella sinistra di Maggie e giocherellando con le sue dita aggiunse:<< A me ha lasciato la collana che ti ho dato, ho sempre voluto vedertela al collo >> << Stai divagando Ian >> lui sorrise:<< Lo so >> poi alzando gli occhi in quelli di lei aggiunse:<< A mio fratello ha lasciato l’anello di fidanzamento che le aveva dato mio padre quando le chiese di sposarlo >> a quelle parole la bocca di Maggie si spalancò in un O sorpresa e Ian sorrise, era il pesciolino più bello e grazioso che avesse mai visto, se la sarebbe mangiata all’instante:<< Aspetta…vuoi dire che Frankie…che lui sta per chiedere a Leila… >> << Alla festa credo >> Maggie gli lasciò la mano portandosele entrambe alla bocca per soffocare un urletto di gioia mentre i suoi occhi diventarono lievemente lucidi:<< Oh mio dio è così terribilmente romantico! Dio come vorrei… >> ma la sua frase si bloccò a metà rendendosi conto di cosa stava per dire, ma soprattutto a chi lo stava dicendo!

<< Ian io…non intendevo… >> lui chinò il capo con un sorriso:<< Non ho detto niente ma vie >> << Lo so ma ciò non toglie che sono del tutto priva di tatto >> e sorridendo appena gli si avvicinò inginocchiandosi davanti a lui ma lui le allungò una mano per farla sedere sulle sue gambe:<< Solo perché non voglio chiederti in moglie davanti ad una sala gremita di gente non vuol dire che non ci ho mai pensato Margaret >> poi sfiorandole la guancia con un dito aggiunse:<< Mi piacerebbe che fosse una cosa solo nostra, privata tra noi due >> lei sorrise appoggiando la testa sulla sua spalla:<< Una cosa tipo ora? Siamo soli e… >> le labbra di lui sfiorarono le sue:<< Ci hai provato principessa ma prima dobbiamo capire come far funzionare le cose, non voglio affrettare tutto solo per la voglia che ho di svegliarmi accanto a te ogni mattina, non voglio dover rivoluzionare le nostre vite solo perché ho fretta di averti qui con me >> Maggie gli fece scivolare una mano dal collo al petto:<< Ma tu hai già rivoluzionato la mia vita Ian, da quando mi hai parlato quella sera al ministero >> << Cosa? >> e lui la guardò dubbioso:<< Quello che mi hai detto in riva alla Senna, che se io fossi stata la tua ragazza non mi avresti mai trattato così, che io sarei sempre stata la tua priorità…mi ha fatto riflettere e devo ammettere che stavo pensando di lasciare Daniel già da un po’ quando l’ho trovato con quell’altra…avevo solo paura di restare sola >> le mani di Dorian si strinsero a pugno per un istante e poi si aprirono sui fianchi di lei accarezzandola piano:<< Faresti una cosa per me mon amour? >> Maggie lo guardò perplessa:<< Sarebbe? >> << Voglio farti un ritratto >> lei arricciò il naso mentre le sue guance si tingevano di rosso:<< Hai già un mio ritratto, più di uno a dire il vero >> lui sfiorò il naso di lei con il proprio:<< Ho fatto tutti quei quadri chiuso qui dentro da solo pensando a te o mentre tu dormivi, vorrei poterne fare uno con te sveglia davanti a me, vorrei poter vedere la luce dei tuoi occhi mentre ti dipingo >> Maggie incrociò le braccia sul petto:<< Non voglio un altro ritratto >> Ian la guardò cercando di capire dove andasse a parare:<< Va ben… >> << Fammi finire >> gli disse poi prendendogli le mani e guardando il cavalletto di legno che era in un angolo della terrazza:<< Insegnami a dipingere, lascia che sia io a ritrarre… >> << Margaret… >> ma lei continuò cocciuta e ruffiana:<< Non dicevi di volermi fare felice sempre? >> Ian alzò gli occhi al cielo per un istante tornando a guardare lei:<< E cosa vorresti ritrarre? Renoir si immolerebbe molto volentieri per la causa >> lei rise baciandogli una guancia:<< Quanto sei scemo! Voglio ritrarre te >> Ian rise di gusto:<< Non hai un soggetto migliore del sottoscritto? >> Maggie scosse il capo:<< No e anche se ci fosse io voglio te >> << D’accordo miss Stains, come vuoi >> e senza darle il tempo di capire cosa stesse succedendo strinse la presa attorno al corpo di lei prendendola in braccio:<< Ian! >> << Shhh…inizia la lezione >> poi portandola in casa l’adagiò sul letto voltandosi per cercare il proprio blocco da disegno e mentre lo guardava sorridere Maggie sorrise a sua volta, inconsapevolmente avevano entrambi raggiunto il loro scopo per quel momento!

 

<< Che cos’è? >> e Pierre sdraiato sul suo letto guardò la lettera che Violet, sdraiata accanto a lui, gli stava porgendo:<< È una citazione, è arrivata da Londra ieri mattina, ho cercato di ignorarla ma credo che non mi sia più possibile >> lui spiegò la pergamena dove c’era scritto a chiare lettere che lei si sarebbe dovuta presentare l’indomani al ministero per rettificare il suo divorzio e definire i termini della separazione:<< Devi tornare a Londra >> commentò poi atono cercando di non guardarla:<< Sì, devo tornare >> specificò lei triste stringendosi inconsapevolmente a lui, non voleva lasciarlo ma non poteva fare altrimenti in quel momento:<< E tu devi partire per il ritiro a Lione >> Pierre annuì:<< Sì, poi avremo un paio di partite amichevoli in Germania, sarà un mese abbastanza lungo >> Violet fuggì i suoi occhi quando lui fece per guardarla:<< Così questa è la fine >> << Cosa? >> le domandò quasi strozzandosi a quelle parole:<< Avevamo detto finché io fossi rimasta o finché ci saremmo divertiti, io devo tornare a Londra, è la fine >> con il cuore che gli martellava nel petto quasi fosse preda di un infarto Pierre annuì cercando di fingersi serio:<< Sì, ma può essere la fine anche tra qualche ora, non devi partire subito >> Violet gli accarezzò una guancia:<< Sarà meglio che vada a preparare le mie valige, ho detto ai miei che sarei rimasta da solo mentre mettevo in vendita la casa e credo mi stiano aspettando già da ieri >> Pierre annuì:<< D’accordo, come vuoi >> poi prendendole una mano la sollevò verso le proprie labbra baciandone il dorso, se avesse toccato di nuovo quelle labbra sapeva che non avrebbe potuto farne a meno!

<< È stato… >> cominciò poi ma Violet gli sorrise da sopra la spalla mentre si metteva seduta:<< È stata la settimana più intensa della mia vita, grazie >> non poteva dirle altro perché rimani sarebbe stata la cosa più sbagliata da dire in quel momento!  

 

<< Come sta Noelle? >> domandò Lilith quando Mike rientrò in camera:<< Bene, credo sia solo un po’ di stress o qualcosa del genere, niente di grave >> la ragazza annuì:<< Bene, mi ero preoccupata >> poi dondolandosi un po’ sul grande letto matrimoniale aggiunse guardando Mike con sguardo furbo:<< Posso chiederti una cosa? >> lui si voltò a guadarla:<< Dimmi… >> il sorriso di Lilith si allargò ancora di più e lui capì che quello che gli stava per dire non gli sarebbe piaciuto così tanto ma lei si sarebbe divertita un mondo:<< Hai preso bene la storia di Kelly e Dylan >> le orecchie di Mike si drizzarono come se fosse stato morso da un Kneazle:<< Cosa vuoi dire? >> << Beh solo che sei stato molto maturo e hai capito che si amano davvero, sei il perfetto fratello maggiore >> Mike si voltò avvicinandosi alla fidanzata:<< Perché cosa avrei dovuto fare secondo te? Se le avessi detto qualcosa di diverso Kelly si sarebbe arrabbiata, avremmo litigato di nuovo e io sarei finito con un valido tirocinante in meno >> Lilith sorrise:<< Ah quindi lo fai solo per non perdere un valido tirocinante…che uomo venale che sei Michael Gail…interessato solo al lavoro… >> e alzandosi dal letto Lil si avvicinò a lui mettendogli le mani sulle braccia:<< Io non penso solo al lavoro…sai bene che non… >> accorgendosi si essere stato preso in giro Mike scosse il capo sorridendo:<< Sei diabolica >> Lilith alzò il viso verso il suo per farsi baciare:<< Con te è troppo facile… >> poi mettendosi sulle punte e gettandogli le braccia al collo aggiunse:<< Ma sono davvero contenta che tu e Kelly abbiate risolto i vostri problemi, è tua sorella e non mi piaceva l’idea di essere la causa dei vostri litigi >> Mike le circondò la vita prendendola in braccio facendole allacciare le gambe ai propri fianchi:<< Tu non sarai mai la causa dei miei problemi Lilith Sherwood, hai capito? Mai >> lei annuì ma lo guardò seria:<< Sì, ma hai detto a Kelly delle cose orribili solo perché non era d’accordo con il nostro matrimonio >> Mike fece un paio di passi arrivano al letto e sedendosi sempre con lei in braccio:<< Voglio bene a mia sorella Lil, davvero le voglio molto bene >> e mentre parlava prese ad accarezzare i capelli di lei:<< Ma se mai dovessi trovarmi nella condizione di scegliere nella mia vita io sceglierei sempre e comunque te, anche se questo mi costasse tutto il resto >> << Mike… >> lui le baciò le labbra:<< Ti ho già perso una volta perché sono stato stupido, non intendo fare di nuovo lo stesso sbaglio, sei la persona più importante della mia vita e lo sarai per sempre >> lei si accoccolò sul suo petto con un timido sorriso giocherellando con i bottoni della camicia di Michael:<< Posso dire una cosa? Anche se può sembrare un po’ azzardata ora come ora… >> << Dimmi >> le rispose poggiando le labbra sui suoi capelli:<< Hai pensato a dove andremo a vivere una volta sposati? So che è folle da dire ma ci stavo pensando mentre ti aspettavo e… >> << Il mio appartamento è abbastanza grande per tutti e due >> << Potremmo non restare due ancora per tanto >> << Cosa? >> e Mike le alzò il viso per guardarla:<< Beh non dico adesso…però insomma…io vorrei…non voglio aspettare troppo…quando ho visto la foto di Levi e di sua figlia io… >> Michael chinò la testa in modo che la sua fronte toccasse quella di lei poi sorridendo la fece stendere sotto di sé sul letto iniziando a baciarla ovunque:<< Fare ad un uomo... >> e mettendosi all’altezza della pancia di Lilith cominciò a sollevarle la maglietta baciandole la pelle:<< …certe proposte miss Sherwood… >> e continuò la sua risalita spogliandola per poi tornare verso i jeans di lei:<< …per alcuni di noi equivale… >> la sollevò appena per toglierle i pantaloni con facilità:<< …alla più erotica delle proposte >> Lil lo guardò con gli occhi che brillavano, era fantastico quando Mike la trattava a quel modo e a lei piaceva troppo per rinunciarvi:<< È un sì signor Gail? >> gli domandò ridendo mentre Mike tornava verso le sue labbra e le sue mani gli slacciavano i bottoni della camicia:<< È più un “nemmeno io voglio aspettare” >> le confermò rotolando su un fianco e portandola sopra di sé:<< Sarebbe bello avere un bambino con il tuo sorriso e i tuoi occhi, credo che lo adorerei quasi quanto te >> un brivido percorse la schiena di Lilith a quelle parole mentre le mani di Mike l’accarezzavano:<< Questo è giocare sporco dottore >> << Lo so >> e Mike sorrise irriverente:<< Come so che ti piace >> << Approfittatore >> e chinandosi Lil lo baciò:<< Sempre >> continuò lui continuando ad accarezzarla.

 

Era ancora presto quando Iris aprì gli occhi il mattino dopo, non era più abituata a dormire con le sue sorelle in un unico letto e visti anche i troppi pensieri che aveva per la testa ad un certo punto aveva deciso di alzarsi e di scendere, se era troppo presto per la colazione avrebbe fatto un giro in biblioteca alla ricerca di un buon libro per ingannare il tempo.

<< Quale magnifica visione >> ancora di spalle sorrise mentre allungava una mano per prendere una raccolta di poesie del settecento:<< Buongiorno anche a te, come mai già in piedi? >> sentì quelle mani grandi e calde che le stringevano la vita:<< Perché il divano del salottino è troppo piccolo e troppo scomodo per dormirci a lungo >> << Potevi trasfigurarlo in un letto sapientone >> le labbra di Niko sul suo collo la fecero sospirare:<< Anche con un letto a due piazze non sarebbe cambiato niente, mancava qualcos’altro >> Iris lasciò perdere il libro e si voltò verso di lui:<< Anche tu mi sei mancato lo sai >> Niko sorrise:<< È bello sentirselo dire >> fece per baciarla quando il rumore di qualcosa che cadeva alle sue spalle lo bloccò facendolo voltare verso l’unica persona che non voleva si trovasse lì in quel momento:<< Mama? >> le domandò poi fissando Helena dritto negli occhi e con evidente nervosismo:<< Nikolaj…ho interrotto qualcosa per caso? >> domandò la donna avanzando nella biblioteca con addosso quella che sembrava una morbida e costosa vestaglia di cachmiere:<< No, nulla signora…stavamo solo… >> ed Iris si allontanò dall’abbracciò di Niko, quella donna le metteva soggezione e non sapeva perché quindi meglio capirci prima qualcosa:<< Veramente sì mama, mi hai interrotto mentre stavo per dare il buongiorno alla mia ragazza…Iris è troppo buona per fartelo notare >> commentò Niko tagliente e fece per riabbracciare Iridis quando sua madre sorrise:<< Mi dispiace caro, ma ero venuta a cercarti, tua sorella vuole parlarti e… >> << Ho parlato con Nina ieri sera replicò lui sempre restando di spalle:<< Non devi dirlo a me, è lei che… >> Niko guardò di sfuggita Iris e le baciò dolcemente una guancia:<< Ci vediamo dopo d’accordo? >> lei annuì in silenzio cercando di evitare gli occhi scuri di Helena Valuev puntati su di lei:<< Tu non vieni mama? >> domandò poi lui quando vide che Helena non si stava muovendo:<< Arrivo tra un attimo, ero venuta per cercare un libro >> Niko fece spallucce e lasciò la stanza.

Rimaste sole e non volendo prolungare ulteriormente la sgradita compagnia Iris fece per recuperare il suo libro e andarsene quando la voce della donna la bloccò:<< Ti piace mio figlio vero? >> la ragazza si bloccò:<< Come dice scusi? >> Helena si sedette su una poltrona di pelle accavallando le gambe e fissando gli occhi in quelli di lei:<< Hai capito benissimo, non fare la santarellina con me >> poi incrociando le mani davanti al viso aggiunse:<< Ma ti posso capire benissimo: alto, moro, quell’aria da principe delle tenebre, se ha preso da suo padre deduco che sia anche molto dotato a letto, senza dimenticare un conto in banca molto generoso quando un giorno Nikolaj entrerà in possesso della sua parte di eredità >> << Io non…lei… >> Helena sorrise:<< Sei così ingenua…quasi quasi mi incantavi sai mia cara… >> Iris prese fiato:<< Io non voglio incantare nessuno, quello che c’è tra me e Niko… >> Helena sorrise di nuovo:<< Niko… >> i suoi occhi poi divennero due lame affilate:<< Il nome di mio figlio è Nikolaj Aleksej Valuev e come tale deve essere trattato >> poi alzandosi di nuovo in piedi e avvicinandosi ad Iris aggiunse:<< E tu, scusa se te lo dico mia cara, non sei decisamente all’altezza di un Valuev, nemmeno lontanamente >> << Lei non può dire… >> i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime e il suo cuore stava per scoppiare:<< Posso invece, sono sua madre e so cos’è meglio per lui…o cos’è meglio per te >> << Per me? >> mettendosi una mano in tasca Helena ne estrasse una pergamena piegata in quattro e una fotografia di una giovane donna dai riccioli biondi e gli occhi chiari:<< Chi è? >> domandò poi incapace di contenere la curiosità e non capendo dove quel discorso andasse a parare:<< Si chiama Irina Dolochov, è la figlia di alcuni nostri amici di famiglia >> Iris fece per replicare quando Helena continuò:<< È una vecchia amica d’infanzia di Nikolaj ed è la sua promessa sposa >> a quelle parole le lacrime che Iris aveva sugli occhi scivolarono sul suo viso e la sua voce si ruppe così come il suo cuore:<< Che cosa…Niko non…non è… >> << Non è possibile? >> domandò la donna fredda:<< Leggi mia cara >> e le aprì la pergamena che Iris aveva in mano:<< Questa è una copia del contratto prematrimoniale tra Nikolaj ed Irina, lo hanno firmato molti anni fa prima che finissero la scuola, sono promessi da quando avevano dieci anni e finito questo viaggio quando tornerò a Mosca Nikolaj si sposerà >> poi avviandosi verso la porta aggiunse:<< Divertiti pure finché sarete qui signorina Mackay ma mettiti bene in testa una cosa: mio figlio non sarà mai tuo, mai >>          




Irina Vasilievna Dolochov, la promessa sposa

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E come dicevo la tempesta...mamma quanto mi piace essere melodrammatica! Ad ogni modo gentile la mamma di Niko vero? 

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Capitolo 26
*** 25 - Scelte o rinunce? ***


Capitolo 25

Con un piccolo sbadiglio Noelle si girò pensando di trovare il corpo di James accanto a sé, invece trovò solo il suo lato del letto sfatto e freddo.

Fece per mettersi seduta quando la porta della camera si aprì e l’auror in questione entrò con un vassoio con sopra la più abbondante colazione che lei avesse mai visto in vita sua: frittelle, pancake, succo, yogurt, frutta, perfino dei biscotti con gocce di cioccolato:<< Ehi…vuoi farmi ingrassare Jamie? >> lui sorrise avvicinandosi e poggiando il vassoio sul tavolino sotto la finestra:<< Non che voglia farmi cruciare di prima mattina amore, ma non è tutta per te >> Noelle lo guardò piccata:<< Come scusa? Ma per chi… >> << Noelle… >> la voce di Camille la fece voltare verso l’ingresso:<< Cami? >> e guardò la sorella perplessa scendendo dal letto e ringraziando il cielo di avere addosso il pigiama:<< Che cosa ci fai qui? >> la sorella si sedette su una delle poltroncine accanto al tavolino:<< Volevo parlare con te, io e James abbiamo avuto una lunga chiacchierata stanotte e ora avrei bisogno di chiarire le cose con te >> Noelle rimase immobile per un attimo a quelle parole ma le labbra di James sulla sua guancia la riscossero:<< Vado a fare un giro, ci vediamo dopo piccola >> poi salutando Camille con uno dei suoi soliti sorrisi uscì lasciando le due sorelle da sole.

<< Allora? >> e Noelle guardò la sorella maggiore incrociando le braccia sul petto:<< Allora volevo scusarmi, sono stata dura con te e visto che oggi io e John ripartiamo non volevo lasciarci così >> << Io lo amo Cami e lui ama me >> replicò Noelle calma:<< Adesso lo so >> le rispose Camille con calma poi aggiunse:<< Non mi ero mai resa conto di quanto tu abbia sofferto quando noi ce ne siamo andati di casa, insomma io e John abbiamo più o meno la stessa età, ce ne siamo andati quasi insieme, tu sei rimasta sola e mi dispiace, ho pensato che fossero solo i capricci di una ragazzina quando abbiamo litigato qualche anno fa ma parlando con James mi sono resa conto che tu ci sei stata davvero male >> Noelle annuì:<< Non è quello, voglio dire sono felice che voi abbiate le vostre famiglie e le vostre vite ma mi sono sentita un po’ abbandonata e poi con il lavoro non abbiamo tutte queste occasioni di vederci…Jamie è diventato la mia famiglia così in fretta che sono dovuta venire fino a qui per accorgermi che lo amavo >> << Sì in effetti sei sempre stata un po’ lenta sorellina >> replicò Camille con un sorriso prendendola spudoratamente in giro:<< Come scusa? >> << Beh voglio dire…due anni…due anni e non hai mai fatto pensieri poco casti su quell’Auror? Io ci ho messo due minuti >> << Camille Jackson! >> << Cosa? Sai che ho ragione >> e a quelle parole scoppiarono a ridere entrambe nel medesimo istante:<< Ti voglio bene Noelle, davvero >> la più piccola si alzò avvicinandosi alla sorella e sedendosi davanti a lei mentre addentava un pancake:<< Ti voglio bene anche io Cami >>

 

<< Ah ecco dov’eri… >> e sorridendo Niko entrò in una delle salette al piano terra trovando Iris seduta su una poltrona con davanti un libro che non stava veramente leggendo, lo sapeva perché era restato fermo per qualche minuto ad osservarla e lei non aveva girato nemmeno una pagina:<< Uhm? >> e lei alzò gli occhi finché non incrociò la statuaria figura del suo bel russo, Niko rimase immobile vedendo che gli occhi di Iris erano arrossati e che probabilmente aveva appena smesso di piangere:<< Iris…va tutto bene? >> le domandò preoccupato togliendole il libro di mano ed inginocchiandosi davanti a lei:<< Non lo so, dimmelo tu Nikolaj >> sentendo il suo nome completo con quella voce acida Niko prese fiato, c’era qualcosa sotto e avrebbe capito cosa o si sarebbe dannato per farlo, non era così quando l’aveva lasciata due ore prima:<< Iris…che cosa c’è? Stavi bene prima e ora invece… >> << Ora so la verità >> commentò lei sempre con quella voce acida:<< La verità su che cosa? >> lei fece per alzarsi scostando le mani di lui e guardandolo arrabbiata:<< Il nome Irina Dolochov ti dice niente? >> sentendo quel nome il sangue gli si gelò nelle vene, come diavolo faceva Iris a sapere il nome di Irina?

<< Che cosa centra? Perché dovrei… >> lei strinse le mani più volte cercando di calmarsi:<< Per amor del cielo almeno  non prendermi per una stupida, almeno questo per favore >> << Ok, che cosa sai? >> era inutile girarci intorno e prima chiarivano quella cosa prima lei sarebbe tornata la ragazza piena di vita e incredibilmente affascinante che lui sapeva si nascondeva dietro mille insicurezze:<< Non saprei…forse che è la tua fidanzata? >> << Irina non è la mia fidanzata >> Iris alzò gli occhi al cielo sbuffando:<< La tua promessa sposa allora >> poi guardandolo come se fosse stato un bambino aggiunse:<< Sai cosa vuol dire promessa sposa Nikolaj Valuev? >> << Non è così semplice >> lo odiava quando girava intorno alle cose e cercava scuse, lo odiava quando non era sincero perché così non faceva altro che avvalorare le parole di Helena, quel ragazzo era proprio figlio di sua madre!

<< Non è semplice? È molto semplice invece: ho visto la tua firma su quel contratto, ho visto la sua e ho letto a grandi linee quell’accordo >> << Come l’hai avuto? Nessuno a parte mio padre o quello di Irina ha… >> ma mentre pronunciava quelle parole Nikolaj si ricordò con chi aveva lasciato Iris in biblioteca:<< Mia madre >> commentò poi rivolto più a sé stesso che a lei, come aveva potuto essere così stupido da lasciare Iris con Helena? Come aveva potuto pensare che quella donna non avrebbe fatto nulla per rovinargli di nuovo la vita?

<< Sì, strano vero? >> e ridendo nervosa lei tornò a guardare quegli occhi neri che fino alla sera prima l’avevano fatta sentire felice e che ora invece le strappavano il cuore:<< Fino a ieri avevo paura di lei e di quello che avrebbe potuto dire su di me, ora invece devo quasi ringraziarla per avermi detto la verità >> << La verità? Ringraziarla? >> Iris annuì:<< Sì, quella verità che tu non mi avresti mai detto, tante belle parole Niko, tante promesse e tanti giri di parole quando invece entro la fine dell’anno tornerai a Mosca per sposarti, sarai orgoglioso di te immagino…l’algida e fredda Iridis Mackay che come un'idiota è caduta nella tua rete, un altro punto per Nikolaj Valuev, davvero i miei complimenti! Irina sa di tutte quelle con cui sei stato? Perché le converrà stare attenta quando… >> quello sproloquio di accuse fu interrotto dalle labbra di Niko sulle sue e dal corpo di lui che la sovrastava su quella piccola poltrona schiacciandola contro lo schienale.

Sentì lo schiaffo solamente quando lei lo spinse lontano da sé facendolo cadere per terra:<< Credi che questo cambi qualcosa? >> gli urlò poi con gli occhi lucidi in piedi davanti a lui:<< Sì, cambia tutto Iris >> << Il contratto è valido? >> << Come? >> << Il contratto che hai firmato con Irina è ancora valido? >> << Sì, lo è >> Iris lo guardò arrabbiata e delusa:<< Allora non cambia niente Niko, tu stai per sposarti e io è ora che torni al mio posto >> poi senza continuare quel discorso si girò uscendo dalla stanza e lasciandolo lì per terra ad imprecare contro il mondo e sperare allo stesso tempo di non incontrare sua madre perché in quel momento non era sicuro di cosa avrebbe potuto farle!

 

<< Sei felice ora Libero? >> e quando ebbe salutato sua madre che, con molto dispiacere, era ripartita immediatamente dopo aver firmato il contratto prematrimoniale, Bunny guardò il suo fidanzato che se ne stava dietro di lei con le braccia incrociate e un grosso sorriso soddisfatto stampato in faccia:<< Felice e soddisfatto tesoro >> Bunny scosse il capo:<< Pallone gonfiato >> << Non la pensavi così quando ti ho messo questo al dito mi sembra >> le ricordo lui sollevandole la mano e sventolandole davanti agli occhi il grosso rubino tagliato a ovale color sangue:<< Non ho mai detto di odiare la tua arroganza ma certe volte è dura da sopportare, soprattutto quando hai deciso la nostra vita a tavolino con mia madre in un pomeriggio >> Libero sorrise tirandola verso di sé:<< Non ho deciso nulla, le ho solo detto quello che voleva sentirsi dire >> Bunny lo guardò perplessa così lui le spiegò:<< Sono un Nott questo è vero ma sono sempre la stessa persona che hai conosciuto in questi mesi e credo di averti ampiamente dimostrato quanto tenga alla tua opinione, quello che ha tua madre è solo un pezzo di carta in cui si attesta che lei ha accettato una sontuosa villetta nella campagna inglese in cambio della sua unica figlia ma credimi quando ti dico che scambierei tutto quello che ho pur di avere te nella mia vita >> poi sorridendo le fece penzolare davanti agli occhi una piccola chiave argentata:<< E per dimostrarti che non sto mentendo questa è tua >> << Cos’è? >> domandò lei prendendo la chiave:<< È una sorpresa ed è in camera nostra >> Bunny lo guardò sorridendogli appena:<< Libero Nott che cosa stai progettando? >> lui le baciò le labbra sorridendo:<< La nostra vita >> le rispose poi stupendo anche sé stesso per quella dolcezza che non era mai stata troppo parte di lui!

 

<< Ah eccoti…ma dove sei stato? È tutto il giorno che ti cerco >> e Leila si avvicinò a François vedendolo rientrare in camera e togliersi il cappotto:<< Come? Avevo una commissione da sbrigare >> inventò sul momento non volendo rivelarle quello che aveva fatto e che stava ancora facendo per lei:<< Una commissione? Frankie sei stato via per tutto il giorno, nemmeno Ian sapeva dove… >> << Mio fratello non sa sempre tutto Lila >> << No, ma ero preoccupata e… >> lui le baciò le labbra con dolcezza e quando si staccò le mise davanti un piccolo bouquet di rose che aveva fatto apparire nel giro di pochi istanti:<< Ma cosa deve fare un uomo per farti una sorpresa chérie? >> << Non stai cercando di nascondermi qualcosa vero? >> lui sorrise, doveva essere forte se voleva che fosse una sorpresa e, soprattutto, che riuscisse:<< No, perché dovrei? >> poi per depistare ogni sospetto gli venne l’idea:<< Mio padre mi ha incaricato di organizzare la festa di chiusura dei Jeux d’amour, ho quattro giorni e sono un disastro in queste cose, quindi mi chiedevo… >> Leila lo guardò con gli occhi che brillavano:<< Sì? >> sembrava quasi una bambina e lui si divertiva un mondo a renderla felice:<< Mi chiedevo se tu volessi darmi una mano Lila, sono un disastro con balli e ricevimenti, il massimo che io e Libero abbiamo organizzato è una festa per la vittoria della Coppa di Quidditch e non è il massimo per… >> lei finse di pensarci un attimo mentre faceva comparire un vaso e ci metteva dentro le rose:<< Quindi ti serve il mio aiuto? >> domandò di spalle mentre sorrideva e carezzava i delicati petali rosa pallido:<< Sì, se la vuoi mettere così >> lei sorrise ancora:<< Il mio orgoglioso Grifondoro che chiede aiuto ad una Serpeverde… >> capendo dove lei stava puntando François le arrivò alle spalle afferrandole la vita:<< Si sta prendendo gioco di me miss Tallyst? >> lei scosse il capo mentre i suoi capelli biondi sfioravano il petto di lui:<< No, ma sarebbe carino sentirti chiedere per favore >> scuotendo il capo Frankie sorrise avvicinando la bocca all’orecchio di Leila mentre con le mani le accarezzava la vita salendo verso l’alto:<< Per favore Leila… >> e mise in quelle parole tutta la malizia di cui era capace:<< Per favore ma vie…mi daresti una mano? Non posso farcela senza di te >> sapendo bene che il suo giochino le si era ritorno contro Leila si voltò tra le sue braccia mettendogli le proprie attorno al collo:<< Sei sleale >> lui sorrise:<< E da quando le Serpi sono leali? Tu hai le tue armi, io le mie >> Leila si finse offesa:<< Io le mie non le uso contro di te >> Frankie finse di pensarci:<< Ah davvero…e con chi le usi signorina? >> le domandò accarezzandole la schiena tamburellando con le dita:<< Geloso signor Atelier? >> lui chinò il capo avvicinandolo a quello di lei:<< Di te? Da quando eravamo a scuola Lila >> << Adesso non esagerare >> François sorrise cullandola appena nel proprio abbraccio:<< Per essere precisi dal nostro quinto anno quando Brandon Hyke ti ha invitato ad Hogsmeade per il weekend di San Valentino, stavo per farlo io ma quell’idiota di un Corvonero mi ha preceduto >> a quelle parole Leila si ricordò di com’era cambiato l’atteggiamento di François nei suoi confronti da quell’anno, Brandon poi era stato il suo primo ragazzo anche se era durata solamente qualche mese:<< Quindi era per quello che non mi hai più rivolto la parola e hai chiesto a Lumacorno di cambiare compagno per le lezioni? >> lui annuì in silenzio, era stato stupido all’epoca e ripensandoci ora forse non avrebbero perso tutto quel tempo lontani se le avesse detto quello che provava ma aveva quindici anni ed era un concentrato di emozioni, non poteva pretendere di ragionare lucidamente:<< Sì, ogni volta che ti vedevo con quell’idiota mi veniva voglia di prenderlo a pugni e così ho preferito evitare la cosa il più possibile >> Leila alzò una mano per accarezzargli il viso:<< Ti amo Frankie >> lui sorrise:<< Ti amo anch’io Lila >> poi sorridendo aggiunse:<< Ho implorato abbastanza per convincerti? >> lei rise di gusto baciandolo:<< Mi avevi convinto già al secondo per favore ma è stato bello sentirti dire queste cose >> << Serpe >> le intimò con un sorriso:<< Mi hai chiesto tu di restare a Parigi te lo ricordo >> << Una delle fortune più grandi della mia vita >> e se avesse fatto più attenzione alle parole del suo fidanzato forse Leila avrebbe cominciato a sospettare qualcosa, ma in fondo con charme e fascino gli Atelier ci sapevano fare e Frankie era troppo bello e troppo innamorato per farle pensare che stesse tramando qualcosa alle sue spalle!

 

<< Padrone >> Dorian si voltò sentendo la voce di Seza:<< Seza? Che cosa ci fai qui? >> era raro che l’elfa di suo padre venisse nelle sue stanze, era Yanna ad occuparsi di lui o della sua camera:<< Yanna sta poco bene e così Seza ha preso il suo posto per oggi padrone >> gli rispose l’elfa servizievole chinando il capo fin quasi a sfiorare il pavimento, Ian aveva sempre odiato quel genere di deferenza e infatti dal momento che lo avevano cresciuto Yanna e Clau non si comportavano così con lui:<< Avevi bisogno di qualcosa Seza? >> domandò poi vedendo che l’elfa non se ne andava:<< No signore >> poi togliendosi qualcosa dalla tasca del grembiule che indossava aggiunse:<< Ma Seza ha trovato questa e pensava che il padrone volesse ridarla alla signorina >> e gli porse un foglio di pergamena piegata in due:<< Dove l’hai trovata? >> << Era in terrazzo signore, sotto il cuscino di una sedia >> rispose l’elfa prontamente:<< D’accordo Seza, puoi andare >> l’elfa si inchinò di nuovo lasciandolo solo con il foglio di pergamena tra le mani.

 

<< Quando torni a casa papà? >> e Abby guardò suo padre con gli occhi lucidi mentre, in braccio a sua nonna, stava salutando Daniel poco prima della partenza:<< Presto tesoro, presto sarò di nuovo a casa, Abby si voltò verso Delila che stringeva la mano di Daniel con un piccolo sorriso:<< Verrai anche tu Delly? Verrai a casa con papà? >> lei sorrise allungando una mano per accarezzare la guancia della bambina:<< Certo che verrò a casa con papà tesoro, ci rivedremo presto te lo prometto >> ora più sicura e vedendo i due così vicini e sorridenti Abby sorrise:<< Posso salutare ancora papà nonna? >> Joanne la mise a terra annuendo ed Abby si lanciò verso suo padre abbracciandogli le gambe:<< Ti voglio bene papà, ci vediamo presto >> Daniel sorrise e fece per abbassarsi ed abbracciarla ma Abby lo lasciò passando ad abbracciare le gambe di Delila:<< Ti voglio bene Delly e sono felice che sarai la mia nuova mamma >> poi girandosi di nuovo verso la nonna allungò la mano prendendo quella della donna e avviandosi con lei verso la passaporta.

Rimasti soli Delila si voltò verso Daniel che le sorrideva innamorato:<< Che ridi Daniel? >> gli domandò mentre una lacrima commossa le scivolava sulla guancia, lui la fermò con un dito poco prima di rispondere:<< Rido perché Oliver avrà anche messo nel sacco me, ma Abby ha messo nel sacco te e due volte per di più >> Delila sorrise:<< Sì, in effetti se ti ho detto di sì è solo per tua figlia >> Daniel la tirò verso di sé mettendole un braccio attorno alla vita:<< Nostra figlia ormai…futura mamma >> Delila lo guardò scuotendo il capo:<< Detto da Abby è un po’ meglio lo sai? >> << Siamo pretenziose Delly? >> lei scosse il capo ridendo:<< Chiamami ancora così e ti farò rimpiangere di avermi proposto di vivere insieme >> Daniel si fece serio bloccandosi in mezzo al giardino dove stavano passeggiando:<< E come dovrei chiamarti? >> poi allungandosi e baciandole il collo, il mento ed una guancia aggiunse:<< Darling? My love? Angel? >> << Ma la smetti? Sei ridicolo >> lo prese in giro lei convinta che lui la stesse prendendo in giro:<< Scegli >> le disse invece serio come non lo aveva mai visto in vita sua:<< Come? >> << Scegli un modo in cui posso chiamarti perché semplicemente Delila non mi basta più >> << Sono passati solo due giorni, Daniel non puoi… >> << Due giorni da quando l’ho capito, ma penso sia cominciata molto prima…credo sia iniziata quella sera in biblioteca quando mi hai detto che il battito del mio cuore ti calma, non sai quanto mi sono sentito stupidamente orgoglioso per quelle parole, io…l’unico che è capace di… >> ma le labbra di lei sulle sue lo bloccarono, più per la sorpresa del gesto che per il gesto in sé, quando lo lasciò Delila gli mise le mani sulle guance guardandolo felice:<< My love va benissimo, ho avuto troppa gente che mi ha chiamato con i nomi più assurdi e onestamente preferisco le cose semplici >> Daniel sorrise afferrandola di nuovo per la vita:<< Va bene my love, come vuoi >> poi stringendosela addosso sorrise felice pensando che ora la sua vita era completa o quasi…

 

<< Dimmi perché l’hai fatto? >> ed entrando nella camera della madre come una furia Nikolaj guardò Helena con gli occhi che volevano ucciderla mentre Nina guardava suo fratello spaventata:<< Ho fatto cosa tesoro? >> lui la guardò come se avesse davanti la cosa più orribile del mondo:<< Non chiamarmi tesoro e non fare finta di niente, sai benissimo a cosa mi riferisco >> Helena si sedette alla toletta passandosi la spazzola nei capelli neri:<< Hai parlato con la tua piccola concubina deduco >> << Lei non è… >> << Cosa? Andiamo Nikolaj pensi davvero che una ragazza del genere possa starti accanto? Che possa valere qualcosa? È sciatta, insignificante e anonima, decisamente non il tipo che vorrei vedere accanto a mio figlio non credi >> Niko prese fiato per non spaccare niente, si sentiva così arrabbiato per le parole con cui sua madre stava descrivendo Iris:<< Non mi interessa chi o cosa preferisci vedere accanto a me mama, Iris è una ragazza fantastica e, soprattutto, è vera, onesta, sincera e io la amo, non lascerò che tu rovini quel poco di buono che sono riuscito a trovare nella mia vita, mai >> sua madre lo guardò dal riflesso dello specchio:<< Sei ancora vincolato dal quel contratto non dimenticarlo, entro la fine dell’anno dovrai sposare Irina >> << I contratti possono essere sciolti, parlerò con il signor Dolochov, sono certo che troverà un partito migliore per sua figlia >> << Un partito migliore di un Valuev? Tu vaneggi >> deciso ad andare fino in fondo Niko sorrise fiero guardando la madre, ci aveva pensato un po’ prima di andare lì e ancora non sapeva se era una buona idea quello che stava facendo ma per Iris forse ne valeva davvero la pena, senza contare il fatto che aveva appena ammesso di amarla:<< Dolochov è un uomo sveglio e un nome, anche se è quello dei Valuev, non vale niente senza soldi alle spalle e io cara mammina rinuncio volentieri alla mia parte di eredità se questo vuol dire riavere la mia libertà >> poi guardando la sorella aggiunse:<< Dalla pure a Nina, è il mio regalo di nozze. Mi spiace di non poter venire al tuo matrimonio sestra, ma come vedi avevo ragione io >> poi senza ascoltare gli improperi e i richiami di sua madre al suo affronto uscì dalla stanza, aveva un paio di lettere da scrivere e un anello da trovare!

 

<< Sono libero >> Iris lo guardò perplessa trovandoselo davanti sulla porta della camera un paio d’ore dopo:<< Che diavolo stai dicendo? >> Niko le porse due lettere:<< Sono arrivate poco fa, ho usato gli elfi dell’hotel per farle arrivare prima ed avere le risposte in tempo >> le spiegò mentre lei prendeva in mano i fogli e leggeva i nomi sulle buste: il primo recava il nome di uno studio di notai a Mosca, il secondo non sapeva bene dove fosse ma riconobbe il nome del mittente: Vasily Andrej Dolochov.

<< Che significa? >> << Leggile, prenditi tutto il tempo che vuoi ma leggile e poi vieni a parlare con me, sono alle terme quando avrai voglia di parlare con me >> << Niko io… >> lui le strinse le mani:<< Fammi questo favore ti prego >> poi sentendo delle voci all’interno della camera aggiunse:<< Starò li tutta la notte, se non verrai saprò che devo rinunciare ma almeno avrò fatto tutto quello che potevo >> Iris fece per ribattere ancora ma lui scosse il capo:<< Pensaci >> poi portandosi le mani di lei alle labbra e baciandole sorrise:<< Ti aspetto dove tutto è cominciato lyublyu >> e con un sorriso si smaterializzò davanti ai suoi occhi lasciandola con il cuore a mille.

<< Chi era Iris? >> le domandò April comparendole accanto in accappatoio:<< Nessuno April, nessuno >> poi fissando le lettere che aveva in mano aggiunse:<< Devo fare una cosa, ci vediamo più tardi ok? >> la sorella la guardò perplessa:<< È successo qualcosa? >> << No, va tutto bene, mi sono solo dimenticata di una cosa, torno subito >>

 

<< Posso parlarti papà? >> Isaac alzò gli occhi dal foglio di pergamena che stava leggendo:<< Dorian…entra >> poi quando il figlio si fu seduto aggiunse:<< Che cos’è successo? >> Ian fece un piccolo sorriso:<< Non più di un mese fa abbiamo già avuto una discussione su questo argomento >> Isaac lo guardò perplesso, erano cambiate tante cose in quel mese e ora che erano alla fine poteva benissimo immaginare che cosa stava per dirgli suo figlio:<< Stiamo parlando di te e della signorina Stains immagino >> Ian annuì:<< Che cosa sei venuto a dirmi? >> << Tu vuoi che io diriga l’hotel al posto tuo >> Isaac annuì:<< Sai che è così >> << Quando? >> << Cosa? >> << Quando dovrò prendere il tuo posto? >> << Quando vorrai Dorian >> << Alla fine dei giochi ti va bene? >> domandò il giovane a bruciapelo:<< Non eri di quest’idea l’ultima volta che abbiamo avuto questa conversazione, saresti partito per Londra dietro a Margaret all’istante, che cosa ti ha fatto cambiare idea? >> << Non avevo tutte le risposte di cui avevo bisogno fino a poco tempo fa >> << Sicuro che è quello che vuoi? >> Dorian annuì pensando a ciò che era al sicuro nella tasca interna della sua giacca:<< Sicuro >> mormorò poi a mezza voce:<< Come vuoi, sei tu che devi decidere Dorian >> << Ho già preso la mia decisione papà, non tornerò indietro >> replicò il giovane sicuro ma guardandolo negli occhi Isaac ebbe un brutto presentimento.

 

Era quasi mezzanotte quando sentì la porta delle terme che si apriva, era rimasto seduto su quella sdraio da quando era arrivato giocherellando con il piccolo cerchietto d’argento che aveva tra le mani:<< Pensavo non saresti venuta >> rispose poi riconoscendo il profumo di lei prima ancora di vedere la sua sagoma nella penombra:<< Blanch ci ha messo un po’ ad addormentarsi, non volevo che mi chiedesse dove stavo andando >> << Perché non sapevi cosa dirle? >> << Perché non so cosa tu voglia da me >> Niko si alzò dalla sdraio avvicinandosi:<< Quello che volevo prima che mia madre rovinasse tutto, quello che continuo a volere nonostante tutto: te >> Iris trattenne il fiato:<< Niko… >> << So che non sono un esempio di virtù o moralità ma hai detto tu che sai come sono e che mi vuoi lo stesso >> << Niko…hai rinunciato alla tua eredità, hai… >> << Ho rotto il contratto con il padre di Irina, a quanto pare non sono più un bersaglio così appetibile senza i soldi della mia famiglia, il signor Dolochov ha rescisso il contratto all’istante >> << Hai rinunciato a tutto Niko, soldi, il tuo nome, la tua… >> << Era una famiglia ingombrante che non mi ha mai lasciato libero davvero, quanto ai soldi, sì non ne ho come prima ma posso vivere con le mie forze e le mie opere mi aiuteranno notevolmente >> poi inginocchiandosi ai suoi piedi le prese la mano mettendole al dito un piccolo cerchio d’argento finemente lavorato con delle piccole foglie di vite lungo tutto il giro:<< A rendere tutto perfetto manchi solo tu: vuoi sposarmi Iridis Mackay? >>

 

<< Non vieni a dormire? >> e Maggie guardò Dorian seduto sulla terrazza che guardava le luci della notte:<< Arrivo tra un attimo, tu comincia ad andare >> le mormorò rapito dai suoni e dai colori della Parigi notturna che amava, l’aveva dipinta così tante volte nei suoi quadri.

<< Non fare tardi ok, non riesco a dormire se non sei accanto a me >> e con un piccolo bacio sulla guancia Maggie gli sorrise:<< Cinque minuti >> le mormorò con un debole sorriso e lei sparì all’interno della camera accostando la portafinestra.

Dopo essersi assicurato di essere solo Dorian si tolse dalla tasca della giacca un foglio di pergamena piegato in due riaprendolo e rileggendo di nuovo le poche righe che vi erano scritte sopra:

 

“ Margaret, scusa se ti scrivo mentre sei ancora in vacanza ma ho pensato di dirtelo il prima possibile: hanno accettato la tua promozione; so che mi hai scritto poco tempo fa dicendomi che forse non saresti tornata a Londra e lo capisco, sai quanto io dia importanza alla famiglia, ma pensaci bene…è l’occasione per cui hai lavorato tanto e che accade una sola volta nella vita.

Resto in attesa di una tua risposta, qualunque essa sia.

A presto, Hamilton Devin”

 

Era una lettera abbastanza informale ma aveva lavorato al ministero per troppo tempo per non sapere chi fosse Hamilton Devin o come viaggiassero le notizie non ancora ufficiali, quello che doveva capire ora era cosa Maggie avesse intenzione di fare.

Chiudendo per un attimo gli occhi il ricordo del suo incubo con la pergamena gli invase la mente e il suo cervello gli disse quello che il suo cuore non aveva il coraggio nemmeno di pensare.



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Ok, chi se lo aspettava? E, soprattutto, che cosa farà adesso Ian? E anche che cosa farà Iris, ma gli ultimatum sono il forte di un certo russo e lo sappiamo bene, bisogna vedere che cosa lei sarà disposta a fare pur di averlo vicino...

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Capitolo 27
*** 26 - S'è mai visto un cavaliere senza un dono per la sua dama? ***


Capitolo 26

<< A rendere tutto perfetto manchi solo tu: vuoi sposarmi Iridis Mackay? >> stava sognando, doveva per forza sognare perché in nessuna realtà o mondo parallelo Nikolaj Valuev avrebbe mai rinunciato alla sua eredità o ad un vantaggioso matrimonio combinato per poi inginocchiarsi davanti a lei con un anello e chiederla in moglie! Era impossibile!

<< Iris… >> sbatté le palpebre cercando di ricacciare indietro le lacrime in modo che il viso di lui in quel momento con quel sorriso dolce e sincero restasse impresso nella sua mente per tutto il resto della sua vita:<< Ehi…lyublyu non volevo farti piangere >> le mormorò accorgendosi delle lacrime che lei stava strenuamente trattenendo poi rimettendosi in piedi ed accarezzandole le guance aggiunse:<< Beh forse sì ma dovevano essere lacrime di gioia…mentre mi baciavi e… >> Iris scosse appena la testa nascondendosi poi contro il petto caldo di Niko:<< Hai rinunciato ai tuoi soldi, hai rinunciato ad un accordo vantaggioso e all’appoggio che la tua famiglia ti ha sempre dato >> lui sorrise accarezzandole la testa, sapeva che non sarebbe stato facile:<< Ho rinunciato a soldi che non ho mai voluto e non ho mai usato, ho rinunciato ad una prigione dorata con una donna che non amo, ho mandato al diavolo un appoggio, come lo chiami tu, che è sempre stato subordinato alla mia cieca obbedienza agli ordini dei miei genitori; non tornerò a Mosca e non sposerò Irina, non lascerò la ragazza che amo solo perché mia madre non approva >> poi sollevando il viso di Iris verso il proprio aggiunse:<< Non ti lascerò solo perché qualcuno pensa che non sei abbastanza per me >> poi chinando la testa e baciandole le labbra aggiunse:<< Sono stato orribile, arrogante, cafone, stronzo e tu mi hai voluto lo stesso, sono stato un mostro e un bastardo e hai voluto comunque che io fossi quello a cui hai dato la tua verginità >> la baciò di nuovo con un sorriso:<< Sono io a non meritare te Iridis e non puoi biasimarmi se oltre ad essere il primo voglio essere l’unico e l’ultimo >> lei sorrise appena a quelle parole, in tutto quel turbinio di dichiarazioni ce n’era una che l’aveva colpita più delle altre:<< Non vuoi lasciare la ragazza che ami? >> gli domandò pigolando piano come un piccolo pulcino appena uscito dall’uovo:<< Sì, so di non avertelo detto esattamente con queste parole ma quello che provo non è qualcosa di semplice, è a volte non mi sembrava abbastanza dirti ti amo, ma capisco che sia bello sentirselo dire >> lei gli mise una mano su una guancia:<< Ti amo Niko, ti amo dalla prima volta che mi hai baciato… >> << Ma? >> le domandò piano, capiva dal tono della sua voce che c’era un ma e fissando quegli occhi verdi immaginò anche quale poteva essere:<< Mi ami ma non mi sposerai >> c’era delusione nella sua voce, forse anche un po’ di rabbia e lo capiva; aveva rinunciato a tutto per lei e per averla vicino e lei gli rispondeva così, ma che cosa poteva farci? Era troppo giovane per sposarsi, aveva ventun anni e non aveva visto praticamente niente del mondo, non aveva mai girato come aveva sempre sognato, non aveva fatto altro che andare a scuola, prendere bei voti per rendere fieri i suoi genitori, diplomarsi e cercarsi un lavoro di un qualche tipo per guadagnare qualcosa ed iniziare a mantenersi per conto suo, aveva impiegato tutta la vita a rendere felici e orgogliosi gli altri senza pensare a sé stessa e ora che aveva la possibilità di farlo si tirava indietro come una vigliacca.

<< Niko non è che non voglio…davvero… >> lui annuì:<< È presto ed è inaspettato lo so >> poi le sorrise intrecciando le mani con le sue:<< Ma ho avuto così paura di perderti che mi è sembrato il modo più semplice per non lasciarti scappare >> Iris sorrise di quella fragilità che lui non aveva mai mostrato a nessuno se non a lei:<< Non scapperò Nikolaj >> poi avvicinandosi a lui gli sorrise radiosa:<< Non ti libererai di me così facilmente >> lui la guardo con gli occhi neri che brillavano:<< Non voglio liberarmi di te >> poi sciogliendo le loro mani e mettendole attorno alla vita di Iris aggiunse:<< Ma voglio che tu sia felice e che abbia tutto quello che vuoi… >> lei annuì alzando la testa per farsi baciare:<< Possiamo parlarne domattina? >> poi baciandogli il mento aggiunse maliziosa:<< Ti devo una notte se non sbaglio >> << Lyublyu… >> l’ammonì ricordandosi com’era quasi andata a finire l’ultima volta che erano stati lì:<< Non hai scuse stavolta >> gli ricordò lasciando il suo abbraccio e facendo un paio di passi verso la vasca mentre lui restava immobile a guardarla immergersi con quel pigiama bianco che nel giro di pochi istanti sarebbe diventato trasparente, dio come faceva a resisterle?

<< Tu sei la cosa più bella che potesse mai capitarmi, sei incredibile >> le mormorò poco dopo quando, incurante dei jeans o della camicia che indossava, si tolse le scarpe raggiungendola nella piscina:<< Niko! >> e Iris si finse scandalizzata quando lui la tirò vicino a sé facendo per toglierle la maglietta:<< Facciamo le preziose signorina Mackay? >> << Non ti renderò le cose facili signor Valuev se è questo che pensi >> << Non sai resistermi Iris >> era così divertente giocare con lui, era così bello vederlo così sicuro e un attimo dopo così…rise vedendolo trattenere il fiato mentre la sua mano scorreva lungo il suo petto verso il basso e verso la cintura dei suoi jeans:<< Non voglio resisterti, ma è divertente farti penare un po’ >> gli ricordò con un sorriso malefico in cui Niko riconobbe il proprio, ma poi bastò la mano di Iris che gli sollevava la camicia sfiorandogli la pelle per farlo imprecare piano.

Il resto fu come sempre naturale e facile, era anche più facile che respirare, le mise le mani sui fianchi facendole scivolare in basso gli shorts del pigiama mentre lei lo liberava dei jeans quel poco che le bastava per averlo:<< Appoggiati al bordo >> gli sussurrò poi in un orecchio guadagnandosi un’occhiataccia da quegli occhi da lupo:<< Mi stai dando ordini? >> lei sorrise:<< Fa quello che ti dico e non ribattere >> << Despota >> le rinfacciò appoggiandosi con la schiena alle mattonelle del bordo della vasca mentre con le mani e le braccia si puntellava sul bordo:<< Bravo >> poi nuotandogli accanto lei gli mise le mani sulle spalle sollevandosi in modo da allacciargli le gambe alla vita e scivolare sul suo corpo come una piccola sirena.

Un sospiro gli uscì dalle labbra poco prima che Iris tornasse a baciarlo:<< Avevo ragione? >> lui sorrise tornando poi a baciare quelle labbra alla fragola:<< Decisamente lyublyu >> e lasciandola fare si godé quella passionale sirena che aveva avuto la fortuna di far innamorare di sé.

 

Il mattino dopo fu una voce roca accanto a lei a farla svegliare:<< Dobroye utro moya dorogaya >> Iris si girò nell’abbraccio di Niko baciandolo:<< Buongiorno >> poi accorgendosi di dove si trovavano si mise seduta di scatto:<< È mattina! Ci siamo addormentati! >> lui sorrise sdraiandosi comodo sulla sdraio e mettendosi le braccia dietro la testa:<< È ancora presto lyublyu, non si accorgerà nessuno se… >> lei scosse il capo:<< No, April si sveglia maledettamente presto al mattino, potrebbe già…dio come faccio a dirle che… >> poi chinandosi di fretta e baciando le labbra di Niko si mise in piedi:<< Ci vediamo dopo >> e senza aggiungere altro si smaterializzò.

Rimasto solo Nikolaj guardò l’acqua cheta della piscina scoppiando in una fragorosa risata: ci sarebbe mai stato un mattino in cui quella donna non sarebbe scappata da lui? Tuttavia il pensiero di rivederla di lì ad un paio d’ore gli stampò un sorriso strafottente e soddisfatto in faccia.

 

<< Già sveglia? >> e girandosi nel letto Libero alzò gli occhi vedendo Bunny con addosso solo una delle sue camice che era rannicchiata sul divano con in mano un blocco e una piuma:<< Veramente sono già un paio d’ore che sono in piedi >> replicò lei senza nemmeno guardarlo e continuando a scrivere sul foglio:<< Ben…Bunny… >> e alzandosi senza preoccuparsi di indossare solamente i boxer Libe si avvicinò alla sua ragazza che non diede segno di vederlo.

Rimase fermo per un paio di minuti dietro le sue spalle leggiucchiando quello che lei stava scrivendo: a giudicare dal foglio diviso per personaggi dalle note tra parentesi sembrava un copione, ma Bunny scriveva libri, non era una sceneggiatrice, non era…

<< Non sbirciare, non è carino leggere i lavori quando non sono ancora finiti, porta sfortuna >> << E questo chi te l’ha detto? >> le domandò con un sorriso:<< Niko, un po’ di tempo fa >> Libero alzò gli occhi al cielo:<< Dai ancora credito a quel pomposo arrogante >> << Sei geloso per caso Nott? >> lui sorrise, ecco che ricominciava…dio quanto le piaceva stuzzicarlo!

<< Se fossi geloso non ti avrei dato le chiavi della mia casa a Roma >> Bunny lo fissò gongolando:<< Veramente tu mi hai dato tutta la casa caro mio non solo le chiavi >> ricordandosi della svenevole e romantica dichiarazione che le aveva fatto la sera prima quando le aveva chiesto di andare a vivere insieme nella città eterna in modo da mettere più distanza possibile da entrambe le loro famiglie Libero scosse il capo:<< Mi stai già buttando in mezzo ad una strada? >> Bunny sorrise facendo scorrere nuovamente la piuma sul foglio e tornando a concentrarsi:<< Lo farò se mi dai ancora fastidio e non mi lasci finire >> rassegnato a doversi trovare qualcosa da fare Libero andò verso il bagno aprendo l’acqua della doccia, guardando la porta chiudersi Bunny tirò un sospiro di sollievo: certo che fare una sorpresa a Libero Nott era davvero un’impresa!

 

<< William… >> Mike si voltò verso la sua fidanzata seduta sul divano vicino a lui:<< Come? >> << William… >> ripeté lei come se fosse la cosa più ovvia del mondo:<< Se vuoi spiegarlo anche a me Lil >> cercava di scherzare ma sentire il nome di suo padre lo aveva un po’ messo in agitazione:<< So che è stupido ma visto che hai detto di non voler aspettare… >> lì le guance di Lilith divennero due piccole fragole mature:<< Stavo solo pensando a dei nomi per un bambino, William è un bel nome >> lui la guardò sorridendo così lei gli strinse la mano:<< Era il nome di tuo padre, sarebbe bello se fosse quello di nostro figlio >> il cuore di Mike si strinse in una morsa, gli faceva ancora male pensare ai suoi genitori anche se era passato tanto tempo:<< Sei sicura di volerlo davvero? >> domandò poi sfuggendo gli occhi di Lilith e guardando invece il quadro di un campo di fiori appeso sul muro di fronte:<< Cosa vuoi dire…Michael… >> e lei poggiandogli una mano sulla guancia lo fece voltare verso di sé:<< Niente, sono solo pensieri stupidi >> << Non sono stupidi se stiamo parlando del nostro futuro, mi avevi detto di volerlo anche tu >> lui annuì:<< Sì, so quello che ho detto >> << Ma non lo pensavi davvero >> concluse Lilith un po’ delusa ma fu solo quando fece per alzarsi che le mani di Mike la trattennero:<< Certo che lo pensavo e lo penso ancora >> << Allora perché mi hai… >> lui fece una smorfia poi chinò il capo triste:<< Non ho avuto un padre per molto tempo Lil, sì certo c’era Frank, ma Frank è mio nonno e se non ne fossi capace? Non so come si comporta un padre, ero troppo piccolo per ricordare il mio e nostro figlio potrebbe ritenermi un disastro >> a quella piccola confessione Lilith si sciolse, come poteva quel gigante alto e tutto d’un pezzo essere l’uomo più dolce che lei conoscesse? Come poteva aver anche solo pensato di non amarlo ancora come quando erano a scuola?

<< Mike… >> lui continuò a guardare in basso, le apriva il proprio cuore come con nessuno ma non per questo si vergognava meno delle sue debolezze, anzi con lei forse di più:<< Michael… >> ancora niente:<< Michael Jamieson Gail, guardami >> a quella voce un po’ più dura del solito lui alzò la testa:<< Scusami Lil…davvero scusa solo che… >> lei sorrise dolce:<< Nostro figlio ti adorerà Mike >> << Non lo puoi sapere >> continuò lui testardo ma lei gli baciò una guancia:<< Ti fidi di me? >> lui annuì:<< Allora sappi questo: se mi assomiglierà almeno un po’ – sorrise e lui capì che ovviamente il loro bambino avrebbe preso da Lilith – ti amerà e ti adorerà tanto quanto ti amo io, Frank è tuo nonno ed è vero, ma ti ha fatto da padre e tu sei un uomo meraviglioso grazie a lui Mike e sarai un padre altrettanto meraviglioso >> << Lo credi davvero? >> Lilith annuì:<< Non ti avrei chiesto di avere un bambino se non ci credessi >> il sorriso che si aprì sul viso del suo bel dottore era una delle cose più belle che avesse mai visto:<< Beh futura signora Gail…per avere un bambino occorre provarci…serve pratica e una buona dose di fortuna >> Lilith lo guardò scuotendo la testa:<< Siamo giovani e in salute dottore, dovresti saperlo che non ci vorrà molto prima che… >> Mike si finse offeso:<< Oh così mi togli tutto il divertimento tesoro…lasciami il gusto di provarci come si deve >> << Ah spero che non prenda da te o sarò rovinata >> << Perché sarai pazza di lui come lo sei di me? >> << Perché non sai cosa vuol dire no! >> poi guardandolo negli occhi e sorridendogli aggiunse poco prima di baciarlo:<< E perché sì, non ti resisto! >> Michael annuì piano poi poco prima di riprendere a baciarla aggiunse:<< Tyler >> << Cosa? >> negli occhi di lui passò un piccolo lampo di tristezza:<< Il secondo nome di mio padre era Tyler >> Lilith non rispose ma il suo bacio valeva più di qualsiasi parola.

 

<< Iris? Ma che ci fai in bagno? >> poi guardandosi intorno April aggiunse:<< Anzi che ci fai già in piedi? >> passandosi l’asciugamano nei capelli e allacciandosi stretta la cintura dell’accappatoio in modo che non si vedessero i segni della sua passionale nottata Iris guardò la sorella:<< Mi sono svegliata e visto che non riuscivo a dormire mi sono fatta una doccia >> poi lanciando un’occhiata al bagno aggiunse:<< Prego ora è tutto tuo se ti va >> April annuì prendendo dei vestiti e passando accanto alla sorella fece per chiudere la porta del bagno quando si bloccò:<< Iris… >> la maggiore si voltò:<< Cosa? >> << Hai cambiato bagnoschiuma per caso? >> lei scosse il capo:<< No, perché? >> << Hai un profumo diverso >> immobile per un secondo e ricordando il buonissimo profumo della pelle di Niko ma decisamente diverso dal suo Iris fece spallucce cercando di restare calma:<< Devo aver usato il bagnoschiuma dell’hotel, non è male sai >> poi sorridendo appena si avvicinò all’armadio cercando qualcosa da mettersi e girandosi appena verso la sorella:<< Sbrigati prima che Blanch si svegli o non te la caverai più >> ancora poco convinta della versione di sua sorella April lasciò cadere il discorso chiudendosi in bagno per una bella doccia calda.

 

Quando la vide entrare per colazione insieme alle sue sorelle il sorriso di Niko si allargò ancora di più, se era splendida con quello striminzito pigiama bianco, con quell’abito color pastello ricamato in oro era ancora più bella, il pensiero poi che l’avesse fatto per lui lo rendeva ancora più spavaldo, se solo non avesse lasciato i capelli sciolti…poi scosse la testa al ricordo di ciò che probabilmente quel capelli nascondevano, lei aveva la decenza di coprire certi segni, abbassando leggermente gli occhi su ciò che lui stesso aveva sul collo e che era opera di quel demonio biondo rise piano, lui certi pudori proprio non li aveva!

<< Buongiorno signore >> e si avvicinò con il proprio piatto della colazione guardando prima le sue sorelle e poi Iris:<< Ciao >> le sussurrò mettendo in quell’unica parola tutti i significati del mondo:<< Ciao Niko >> << Posso invitarvi a fare colazione? >> domandò volendo trovare una scusa per passare del tempo con lei senza però toglierlo alle sue sorelle che sapeva le erano mancate:<< Beh veramente… >> << Certo perché no! >> e con un sorriso April si avvicinò dando un’occhiata a quello che lui aveva nel piatto:<< Qualcosa di buono? >> domandò poi curiosa sbirciando il buffet:<< Non ho mai assaggiato niente della cucina francese e mi piacerebbe provare… >> e avvicinandosi al lungo tavolo April cominciò a guardare in giro con curiosità:<< Vieni, ti ho preso qualcosa >> e sorridendo Niko indicò ad Iris un piccolo tavolo dove l’aspettava già un piatto con sua colazione preferita.

<< Allora dimmi un po’ Niko… >> e tornando a sedersi vicino a lui April sorrise addentando un croissant:<< Come si sta comportando la mia sorellona? Quando mi ha detto che sarebbe venuta qui quasi non ci credevo, lei che è così buona e cara, non ce la vedo a giocarsi il tutto e per tutto… >> poi guardando lo sguardo nervoso di Iridis aggiunse:<< Ho detto qualcosa che non va? Iris ho forse… >> la ragazza scosse la testa:<< No April, tutto bene >> e allungò una mano per prendere il bicchiere con la sua spremuta quando Blanch notò l’anello d’argento che lei aveva al dito:<< Iris! Che bello! >> notando anche April il piccolo monile prese la mano della sorella guardando con curiosità il gioiello:<< Dove l’hai preso? Non hai mai avuto una cosa del genere e sono sicura di non avertelo mai visto >> << È… >> e tirando indietro la mano Iris arrossì:<< È un regalo >> << Un bel regalo, chi ti ha fatto un regalo del genere? >> gli occhi di Iris si abbassarono sul piatto:<< Non ha…ha importanza… >> la mano di Niko si strinse attorno al coltello del burro che aveva in mano, dio ma perché aveva dovuto dirlo?

<< Niko tu sai chi glielo ha dato? >> domandò a quel punto April che come al solito non voleva mollare il colpo:<< Chi glielo ha regalato? >> domandò lui e Iris riconobbe immediatamente quell’inflessione nervosa nella sua voce, lo aveva fatto arrabbiare e lo sapeva:<< Non saprei April, dovresti chiederlo a lei ma non penso sia qualcosa di importante visto che è solo di un amico >> poi posando il coltello sul piatto aggiunse:<< Scusatemi ma mi è passata la fame >> e alzandosi da tavola Niko si girò guadagnando velocemente l’uscita dal giardino d’inverno, se fosse restato lì un solo istante ancora probabilmente si sarebbe messo ad urlarle contro ed era l’ultima cosa che voleva anche se probabilmente avrebbe fatto bene ad entrambi!

<< Torno subito >> e lasciando le sorelle impalate ed inconsapevoli di quello che stava succedendo Iris si alzò correndo alla ricerca di quel testone, stavolta aveva torto e sapeva che lui le avrebbe fatto sudare il suo perdono ma il suo rapporto con la sua famiglia non era così facile e prima di conoscerlo…beh glielo avrebbe spiegato di lì a poco.

 

<< Niko! Niko ti vuoi fermare? Nikolaj! >> e mettendosi a correre Iris lo chiamò mentre il ragazzo stava camminando sempre più in fretta sotto al porticato di pietra che girava intorno al giardino dell’hotel:<< Niko! >> era così presa dal raggiungerlo che non si accorse nemmeno che lui si era fermato andandogli a sbattere contro la schiena e sarebbe caduta per terra se lui non si fosse voltato di scatto allungando un braccio per afferrarla all’ultimo.

Immediatamente dopo essersi assicurato che non si era fatta niente Niko la lasciò voltandole di nuovo le spalle:<< Che cosa vuoi? >> le chiese scontroso:<< Ti devo spiegare una cosa >> lui prese un profondo respiro:<< Cosa mi devi spiegare? Ti ho chiesto di sposarmi e tu mi hai detto di no >> cominciò poi deluso e nervoso:<< Capisco di aver agito troppo in fretta e posso aspettare purché un giorno accada, ma non capisco perché mentire, che cosa c’è di così vergognoso nel nostro rapporto da non dirlo alle tue sorelle? >> poi continuando da solo nei suoi ragionamenti e senza il coraggio di guardarla concluse:<< O forse non è il nostro rapporto, forse sono semplicemente io. Dico bene Iridis? Non sono abbastanza ora senza un nome e i soldi vero? Non sono abbastanza da essere presentato alla famiglia Mackay come il tuo fidanzato e il tuo futuro marito? Io che mi preoccupavo della tua virtù e di non approfittarmi di te >> rise amaramente pensando a come si erano invertiti i ruoli:<< Il piccolo agnello ha messo alle strette il lupo, credevo di essere io il cacciatore invece sono una misera preda caduta nella tua rete, spero almeno che sia stato soddisfacente lyublyu >> << Non mi chiamare così quando litighiamo >> a quelle parole lui si voltò:<< Cosa? >> << Mi piace quando mi chiami così, non farlo quando stiamo litigando o rovinerai la sua magia >> << Ti chiamo lyublyu perché ti amo e anche tu dici di amarmi, ma non abbastanza da dire la verità davanti agli altri >> fissandolo dritto negli occhi Iris avanzò di un passo alzando poi una mano per metterla sul petto di Nikolaj dove batteva il suo cuore:<< Ero vergine prima di conoscerti >> << Lo so, c’ero non c’è bisogno che… >> lei alzò l’altra mano mettendogli un dito sulle labbra per zittirlo:<< Ero vergine ed ero sola, non ho mai avuto dei veri amici o qualcuno che si interessasse a me a tal punto da andare oltre ad un bel sorriso o ad un po’ di compagnia a seconda del momento, l’ho capito abbastanza presto e ho preferito starmene per i fatti miei evitando tutto e tutti, credevo di essere forte, di essere inattaccabile >> sorrise ricordano quando l’aveva visto varcare la porta dell’hotel quella prima mattina di un mese prima:<< Poi ho conosciuto il più arrogante, cocciuto sbruffone che abbia mai incontrato, hai sconvolto il mio essere in poco meno di un mese Niko, per la mia famiglia io sono la piccola, dolce ed innocente Iris che ha paura del mondo, non posso scagliargli una bomba del genere senza prepararli almeno un po’ >> Nikolaj rimase immobile per un attimo senza sapere cosa dire, ma alla fine la sola cosa che poté fare fu di stringerle la mano:<< Lo faremo insieme, ti ho detto che voglio stare con te e questo non cambierà mai >> poi tirandosela addosso aggiunse con un piccolo sorriso di scherno:<< Ma devi promettermi che mi sposerai Iridis Mackay, non oggi e non subito ma un giorno lo farai >> con un piccolo sorriso e gli occhi che brillavano Iris annuì togliendosi poi l’anello dal dito e poggiandolo sul palmo di Niko:<< Me lo chiederai di nuovo Niko, con questo anello e ti dirò di sì, ma prima ci sono altre cose che voglio fare >> << Spero insieme a me >> le ricordò prendendola in giro ma Iris lo abbracciò in silenzio felice:<< Sempre insieme a te >>

 

<< Bene, direi che per oggi l’allenamento è finito, preparate le valige, avete due giorni liberi poi si parte per Berlino, ci aspettano un paio di partite abbastanza importanti, non voglio scuse solo perché si tratta di amichevoli sono stato chiaro? >> e con la sua solita faccia incazzata e i baffetti che gli penzolavano sotto al naso come una tendina l’allenatore guardò la sua squadra come se fossero sotto corte marziale:<< Bene, ora andate >> poi lanciando un’occhiata a due dei cacciatori e ad un paio di riserve aggiunse:<< Monch, Mann, niente bravate, non mi servono giocatori ubriachi, con il mal di testa o infortunati sono stato chiaro? >> i due giovanotti annuirono in silenzio e il mister compiaciuto li guardò uscire nell’esatto momento in cui dalla porta dello spogliatoio entrava un giovane alto, biondo, prestante e dai brillanti occhi acquamarina:<< Guarda guarda chi è tornato! Pierre DuLac nel pieno della sua forma! >> e sorridendo l’uomo si avvicinò alla sua punta di diamante con un gran sorriso stampato in faccia, Pierre era un battitore e il suo ruolo era più da difensore che da attaccante, ma era così dannatamente bravo che le sue capacità gli erano valse la nomina di capitano dopo solo un anno di ingresso in nazionale:<< Mister >> lo salutò Pierre con un po’ di tensione visto quello che gli stava per dire:<< Vai a fare le valige ragazzo mio, Berlino ci aspetta, fremo all’idea di mettere a tacere quei crucchi! >> Pierre scosse il capo, la competitività di quell’uomo era inarrestabile, avrebbe fatto qualsiasi cosa per vincere:<< Mister a questo proposito… >> l’allenatore drizzò le orecchie più in fretta di un segugio che sente una lepre:<< Che cosa c’è Pierre? Ti ho concesso due giorni per andare a trovare tua nonna, che cos’è successo? >> << Niente, davvero…solo che non potrò venire in Germania mister >> << Come? Mi stai prendendo in giro? >> << Ho degli impegni che richiedono la mia presenza, tornerò per l’inizio del campionato lo prometto ma per ora non posso… >> << Pierre, ragazzo mio ascoltami…se è per i soldi o per qualche benefit particolare possiamo… >> Pierre alzò le mani scuotendo il capo:<< No, non si tratta di soldi, c’è una cosa che devo fare, a Londra… >> << Londra? >> poi fulminandolo con gli occhi aggiunse:<< Non sarà che per caso quegli sciacalli dello United… >> quell’uomo era impossibile, viveva e respirava Quidditch come se non ci fosse altro nella vita, Pierre non si meravigliava del fatto che fosse scapolo, sovrappeso e decisamente con pochi capelli:<< No, non si tratta di Quidditch o della squadra, è una cosa…personale >> << Donne? >> indagò l’uomo diventando improvvisamente peggio di un mastino:<< Sì coach, si tratta di una donna >> con un verso a metà tra un’imprecazione e uno sbadiglio annoiato il mister agitò la mano in aria con noncuranza, era alto la metà di Pierre ma non per questo era meno imponente o prevaricante:<< Le donne sono sopravvalutate, cos’ha questa femmina che non puoi trovare in qualche bella parigina? >> << Non è per il divertimento coach, lei è… >> l’uomo scosse il capo facendo ancora quello strano verso:<< Non mi interessa cos’abbia questa femmina di particolare, abbiamo due settimane intense di partite altrettanto intense che dobbiamo vincere e io non ho alcuna intenzione di fare a meno del mio miglior giocatore >> << Mister io non posso… >> << Sei il capitano Pierre, sei colui che deve dare l’esempio alla squadra >> poi avvicinandosi alla porta dello spogliatoio aggiunse:<< Non ti tratterrò se è questo che pensi, ma ricordati chi è che decide le formazioni qui dentro, fai come credi ma se uscirai da questa porta per andare a Londra non scomodarti a tornare >> poi sapendo bene di averlo messo al muro lo lasciò solo.

 

<< Violet va tutto bene? >> e sua madre la guardò con un piccolo sorriso mentre lei stava riponendo in una scatola uno dei tre inutili servizi di porcellana che le avevano regalato per il matrimonio, non li aveva mai usati ma Alex aveva insistito per metterli nella lista di nozze perché era essenziale avere un servizio buono per quando avevano ospiti di riguardo…un servizio buono, non tre!

<< Sto bene mamma >> mormorò poi stringendo le mani attorno ad uno di quegli stupidi piatti da portata:<< Violet se c’è qualcosa che…so che un divorzio non è mai facile ma… >> la giovane Stains sorrise cercando di mascherare una smorfia, non era per il divorzio che stava così male…anzi per quello aveva festeggiato con più di una bottiglia di birra e il più grasso e salato fish&chips che aveva trovato, se si sentiva così sola e così a terra la colpa era tutta di un francese palestrato, biondo e dagli occhi azzurri che giocava come battitore nella nazionale e che, suo malgrado, le aveva rubato il cuore in poco più di sette giorni e altrettante notti appassionate!

<< Starò bene mamma, voglio solo finire di impacchettare questa roba e trovare un posto dove metterla >> << Hai chiesto ad Alex se vuole qualcosa? >> Violet fece spallucce:<< Alexander ha detto di non volere niente che gli ricordi questo fallimento >> e mise in quell’ultima parola, usata con molta gentilezza dal suo caro ex marito, tutto il disprezzo di cui era capace:<< E dire che sembrava un bravo ragazzo quando vi siete sposati, ero convinta che fosse quello giusto >> mormorò Karen con tristezza poi notando un piccolo portachiavi a forma di Tour Eiffel poggiato sul tavolino aggiunse:<< L’avrei detto anche di quel bel francese ma non ha fatto in tempo a nascere nulla tra di voi…un vero peccato >> << Cosa? Mamma ma che stai dicendo? >> e le parole di Karen la riportarono alla realtà:<< Ma sì Pierre! Eravate così carini insieme…quando ti sei voluta fermare ancora a Parigi ho sperato che succedesse qualcosa… >> la sua espressione triste la diceva lunga su quanto sarebbe stata felice di una sua relazione con Pierre DuLac, lo sarebbe stata anche lei stessa maledizione!

<< Siamo stati insieme per nemmeno una settimana mamma, che cosa poteva mai… >> << Quanto pensi che ci abbia messo ad innamorarmi di tuo padre signorina? Frequentavo il primo semestre a Oxford quando ho conosciuto Robert Stains, tua sorella Heather è nata poco dopo la mia laurea >> << Ok mamma non voglio sapere niente, non ora >> e Violet scosse il capo cercando di cancellarsi dalla mente immagini dei suoi genitori da giovani tutt’altro che innocenti:<< È la verità e se ci pensi nemmeno Peggy ci ha messo molto ad innamorarsi di Dorian >> già la sua sorellina…un sorriso si dipinse sul viso di Violet al pensiero del solitario intrecciato con brillanti che Ian aveva preso insieme a lei a Place Vendome e che aveva intenzione di donare a Maggie, per chiederle di sposarlo probabilmente…

 

Era proprio quell’anello, chiuso nel suo piccolo cofanetto di velluto nero che Ian non riusciva a smettere di fissare, era nascosto nella tasca interna della sua giacca preferita da quando lo aveva comprato per evitare che Maggie lo vedesse e lui aveva passato giorni preda della voglia di prenderlo e mettersi in ginocchio davanti a lei chiedendole di restare, ora quell’idea gli sembrava solo un desiderio egoista, chi era lui per impedire a Maggie di diventare qualcuno? Chi era lui per chiederle di abbandonare il suo lavoro e la sua vita a Londra solo per seguire lui? Per seguire un codardo che non aveva il coraggio di dire di no a suo padre?

<< Ehi…che stai facendo? >> e Maggie comparve sulla porta del bagno con un sorriso avvolta in una nuvola di vapore e sommersa dalla morbida spugna nera del suo accappatoio, sembrava quasi una bambola visto quanto era grande quell’affare rispetto a lei:<< Che ci fai con il mio accappatoio? >> lei fece spallucce avanzando sulla moquette a piedi nudi:<< Ho dimenticato il mio in valigia, non ti dispiace vero? >> cercando di sorridere Dorian si avvicinò abbracciandola incurante del fatto che lei era ancora bagnata:<< Dovrebbe dispiacermi che il mio accappatoio abbia il tuo profumo? Perché mai ma vie? >> si sentiva uno sporco bastardo a fingere in quel modo, ma in fondo mancavano solamente cinque giorni alla fine dei giochi, perché doveva rovinarsi quei momenti con lei in previsione di quello che sarebbe potuto succedere? Se erano destinati a stare insieme sarebbe stato così, se non lo erano…beh ci avrebbe pensato in seguito!

<< Va tutto bene Ian? >> lo vedeva strano in quei giorni, quasi con la mente altrove ma forse era solo una sua impressione…forse era tutta quell’ansia e quell’attesa, i due mesi stavano per scadere, Mike aveva chiesto a Lilith di sposarlo, Frankie lo stava per chiedere a Leila, Daniel e Delila praticamente avevano già una famiglia loro con la piccola Abby…forse era solo la voglia di mettere un punto fermo alla loro relazione che le faceva vedere fantasmi dove non ce n’erano.

<< Dorian >> lui alzò la testa di scatto, adorava quando lei lo chiamava con il suo nome per intero ma sentirsi chiamare Ian gliela faceva sentire più vicina… << Sto bene Maggie, stavo solo pensando alla festa, mio fratello che chiederà a Leila di sposarlo, proprio come mio padre ha fatto con mia… >> un groppo gli bloccò la gola, faceva ancora fatica a pensare ad Elodie e solamente con Maggie si sentiva libero di dimostrare quanto:<< Lei sarebbe fiera di te >> no, non lo sarebbe stata visto cosa stava pensando, ma non poteva dirlo a Maggie:<< Sei un angelo >> le mormorò allora sapendo bene di non meritare tutto quell’affetto e quell’amore:<< Ti amo, non mi piace vederti stare male >> quasi fosse una cosa automatica alzò le mani per affondarle nei capelli di lei:<< Nemmeno io voglio vederti stare male, farei qualsiasi cosa per vederti felice >> << Io sono felice, finché ci sarai tu io sarò felice >> bene, quello era decisamente il colpo di grazia!

 

<< Leila Tallyst vuoi…Leila Ambra Tallyst…Lila vuoi farmi l’onore… >> all’ennesima risata di Libero François si voltò nervoso verso la porta del salone guardando il suo amico che se la rideva come un matto mentre lui misurava la sala a grandi passi con l’anello di sua madre in tasca ripetendo e provando alla ricerca della frase giusta per chiedere la mano di Leila, ci sarebbero stati anche i suoi genitori e lui avrebbe fatto la figura del perfetto idiota se non avesse trovato le parole giuste per dire quella stramaledetta frase e, soprattutto, per farsi rispondere di sì! Non che avesse dubbi intendiamoci ma voleva che fosse tutto assolutamente perfetto.

<< Lo sapevo! Ecco cosa succede a lasciare due maschi, grifondoro per di più, a fare un lavoro che solo una donna può fare! >> e scuotendo la massa di riccioli biondi e ridendo insieme Leila entrò nella stanza guardandosi intorno facendo bloccare Frankie in mezzo al salone e facendo ridere ancora di più Libero:<< Che cos’hai da ridere Nott? >> gli domandò poi fulminandolo con gli occhi:<< Voi due insieme siete un danno, esattamente come lo eravate a scuola! >> poi girandosi verso Frankie gli si avvicinò scrutando i fiori e gli addobbi della sala:<< Adesso capisco perché hai chiesto il mio aiuto >> a quelle parole Libe scoppiò di nuovo a ridere:<< Beh visto che hai la tua dolce metà ad aiutarti io levo le tende Frankie, sai ho anch’io una piccola commissione da sbrigare, in bocca al lupo >> e strizzando l’occhio all’amico si dileguò.

<< Che cosa stava dicendo Libero? >> Frankie fece spallucce:<< Niente di importante, ha scommesso che non ce l’avrei fatta ad organizzare tutto da solo e da quando ha saputo che ti ho chiesto di aiutarmi mi sta dando il tormento >> Leila sorrise baciando la guancia del fidanzato:<< Ricordami ancora perché è tuo amico >> François le circondò la vita con un braccio:<< Perché se non fosse stato per lui non avrei mai capito quanto ti amo signorina Tallyst >> Leila sorrise allontanandosi poi quando Frankie fece per baciarla:<< Ruffiano >> poi girandosi verso gli elfi che stavano sistemando i vasi di fiori e le candele scosse il capo:<< Posso dirti che hai un pessimo gusto amore mio? >> François si guardò intorno:<< Che cosa c’è che non va? >> Lila arricciò il naso:<< Ranuncoli e narcisi? Andiamo Frankie è un ballo…serve qualcosa di classico >> e agitando la bacchetta trasformò quei piccoli vasi di fiori in autentiche sfere di rose e peonie color porpora spruzzate d’oro mentre grossi drappi di velluto color cremisi e blu notte danzavano appendendosi al soffitto come a creare una volta di tessuto, al centro della sala attorno al piedistallo della statua d’oro di Isaac ed Elodie comparve una piccola cascata di rose candide come la neve, tovaglie immacolate coprirono i tavoli e un profumo di fiori seguito da splendide farfalle vermiglie e panna riempì l’aria:<< Lila…ma… >> lei si voltò sorridendo compiaciuta di sé:<< Ecco, questo è l’addobbo per un ballo >> Frankie rimase immobile mentre Yanna e Lena annuivano soddisfatte e lui come sempre si ritrovò a sorridere: che cosa avrebbe fatto senza Leila!

 

<< Come sarebbe a dire un dono? >> e James guardò Isaac Atelier seduto comodamente sulla sua poltrona di pelle dietro la scrivania, ora capiva perché aveva radunato solo loro sette lasciando le ragazze impegnate alla ricerca del loro vestito, quell’uomo ci godeva a metterli in difficoltò, l’aveva sempre sospettato:<< Sì signor Rhodes, un dono per le vostre dame >> replicò Atelier tranquillo poi guardando tutti i ragazzi in piedi davanti a lui aggiunse calmo:<< Non si è mai visto un cavaliere portare una dama ad un ballo senza un degno omaggio >> << Che cosa dovrebbe essere esattamente questo dono? >> domandò Daniel:<< Quello che ritiene più adatto alla sua compagna signor Johnson, quello che raffigura meglio i suoi sentimenti per lei >> poi con un sorriso decisamente divertito sulle labbra Isaac appoggiò la schiena alla poltrona:<< Avete ventiquattro ore, potete andare ovunque volete ma entro domani sera dovrete essere qui con i doni per le vostre dame e il giorno dopo accompagnarle al ballo >> ognuno di loro era già perso nei suoi pensieri e in silenzio tutti abbandonarono lo studio, l’ultimo ad uscire fu Frankie che poco prima di andarsene si voltò verso suo padre:<< Papà… >> Isaac alzò gli occhi:<< Sì François? >> il ragazzo tornò verso la scrivania:<< Che cos’hai regalato tu a maman? >> Isaac guardò il figlio con un caldo sorriso:<< La stessa cosa che tu regalerai alla signorina Tallyst e che in questo momento è nella tasca della tua giacca >> gli ricordò poi nostalgico al pensiero di quanto Elodie aveva avuto ragione su tutto: su di loro, su Dorian, su François, su quanto lui sarebbe stato solo senza di lei…

Capendo che nessuno dei due era ancora pronto ad affrontare quel discorso Frankie salutò suo padre dirigendosi poi verso la sua camera, se era vero che non aveva bisogno di cercare il regalo per Leila era altrettanto vero che doveva trovare qualcosa di adatto da mettersi per il ballo!

 

Baia di Cardiff

<< Oh signor Gail…che piacere vederla >> e il negoziante sorrise gioviale vedendo entrare uno dei suoi migliori clienti:<< Buon pomeriggio Andrew >> lo salutò Mike con un sorriso:<< È qui per Claire? Mio nipote se ne sta occupando a dovere, ma è in anticipo, nella sua lettera diceva che… >> Mike alzò una mano bloccando le proteste dell’uomo:<< No Andrew, non sono qui per Claire, non ancora >> poi alzando lo sguardo sulla vetrina dietro le spalle dell’uomo aggiunse:<< Sono qui per un paio di scarpe, bianche, numero 36 >>

 

Roma, museo di Villa Borghese  

Con il blocco in una mano e una matita nell’altra Nikolaj si mise a giare intorno alla statua di marmo al centro della sala, era un’idea talmente stupida e sdolcinata che si stava facendo paura da solo ma Isaac Atelier aveva detto un simbolo e quale simbolo migliore del suo amore per Iris se non un promemoria di tutti i posti in cui l’avrebbe portata e di tutto quello che le avrebbe mostrato?

Continuò a sorridere finché lo schizzo non fu concluso poi ammirando i tratti decisi con cui aveva disegnato le mani di Ade che stringono a lui Proserpina, la carica erotica e la tensione sensuale – forse anche sessuale – di quella statua era qualcosa di innegabile ma che Bernini aveva rappresentato con magistrale eleganza e abilità.

Rimesso il blocco nella tracolla che aveva in spalla uscì verso il giardino alla ricerca di un luogo appartato dove smaterializzarsi, aveva ancora un paio di posti da visitare.

 

Hogsmeade

<< Sono 10 galeoni >> e il commerciante allungò il piccolo sacchettino di pelle scura nella mano di Daniel:<< Grazie mille >> << È un ciondolo molto bello signore, è per una persona importante? >> Daniel sorrise pensando alla faccia che avrebbe fatto Delila quando glielo avrebbe dato:<< Sì, è per una persona molto importante >> poi lasciando il negozio si diresse verso i Tre Manici di scopa, aveva una piccola aggiunta da fare a quel regalo e l’avrebbe fatta personalmente.

 

Roma, ufficio notarile Cesari e figli

<< In contanti? Ma signore è una cifra… >> e il povero notaio rimase immobile guardando il giovane ventenne davanti a lui che gli stava poggiando davanti un cospicuo mazzo di banconote di grosso taglio:<< Beh è proprio per questo è il signor Martelli è così felice di vendermelo vero? Perché avrà subito ciò che gli serve >> l’anziano uomo accanto a lui sorrise felice forse immaginando di aver fatto l’affare della sua vita:<< Sì, il signor Nott mi ha fatto un’offerta decisamente vantaggiosa e lei capisce notaio che non posso dire di no, sa bene le condizioni in cui verso da un paio d’anni e non mi posso permettere di dire di no >> il notaio annuì facendo scorrere la sua Montblanc sul foglio in carta bollata che aveva davanti:<< Allora vediamo se c’è tutto… >> e con la sua voce cadenzata cominciò a leggere l’atto di vendita.

Un paio d’ore dopo Libero era all’interno del suo nuovo acquisto: un piccolo vecchio malconcio teatro, sorrise tirando fuori la propria bacchetta…malconcio ancora per poco e sorridendo cominciò a sistemare quel vecchio rudere facendolo tornare ai fasti di un tempo, con la magia era tutto decisamente più facile!

 

Londra, dintorni di Notting Hill

<< Zio Jamie! Zio Jamie! >> ed Emma corse sulla porta per abbracciarlo non appena sua madre aprì:<< Ehi scimmietta! >> commentò il ragazo prendendo la nipote al collo e sorridendole:<< Che cosa ci fai qui zio Jamie? >> domandò la bimba curiosa:<< Già, vorrei proprio saperlo anche io James, che ci fai qui? >> rimettendo la nipote a terra James alzò gli occhi sulla sorella:<< Ho bisogno di un favore Isa >> la donna sorrise guardando il suo fratellino e cercando di fingersi seria:<< E sarebbe? >> << L’anello di mamma >> gli occhi di Isabelle luccicarono per un istante:<< Oh…vuoi chiedere a Noelle… >> << Cosa devi chiedere a zia Noelle zio Jamie? >> domandò Emma che nonostante fosse stata rimessa a terra non si era spostata dal fianco del suo adorato zio:<< Deve chiederle di sposarlo Emma, su ora vai da tuo padre, la mamma e zio Jamie devono andare a cercare una cosa >>

 

Serra di Albert Atelier

<< Va tutto bene signore? >> Dorian alzò la testa dal piccolo cespuglio di candidi mughetti:<< Cosa Yanna? >> l’elfa si avvicinò:<< Yanna voleva sapere se il padrone sta bene >> Yanna era praticamente la sua tata da quando sua madre era morta ma lui ancora si stupiva di come quell’elfa lo conoscesse meglio di chiunque altro:<< Va tutto bene Yanna, devo solo prendere qualche fiore per fare un bouquet per Margaret >> l’elfa annuì in silenzio avvicinandosi poi ad una piccola aiuola dove crescevano tanti non ti scordar di me:<< Forse questi staranno bene con i mughetti e i papaveri signore >> replicò poi cogliendo un singolo fiorellino e mostrandolo a Dorian.

I non ti scordar di me…dio era quasi ironico per non dire crudele regalarle un fiore del genere visto quello che aveva in mente di fare, però forse non doveva arrivare fino a quel punto, forse semplicemente doveva aspettare…una volta finiti i giochi lei sarebbe tornata a Londra e con il tempo avrebbero trovato il modo di farlo funzionare…con il tempo e la pazienza…

Scosse la testa nervoso: tempo, pazienza e un’incredibile lontananza, aveva funzionato fin a quel momento perché per quei due mesi erano stati praticamente sempre insieme, ma una volta separati che cosa sarebbe successo? Chi gli assicurava che a Londra Maggie non avrebbe trovato qualcuno più affascinante, meritevole o semplicemente più disponibile di lui?

 

Sala da biliardo, Hotel des Fleurs, passate le 24 ore…

Si erano messi tutti d’accordo e quando si ritrovarono nella sala del biliardo quella sera Dorian mosse la bacchetta facendo comparire davanti ad ognuno di loro un bicchiere di ottimo Bordeaux:<< Avevo pensato ad una cena d’addio, ma visto com’è finita la prima volta >> commentò poi lanciando un’occhiata a James:<< Sono cambiate un po’ di cose da allora Dorian >> replicò l’altro con un sorriso:<< Sì, decisamente lo sono >> << Aspettate, che cos’è successo la prima volta? >> domandò Niko curioso e a quelle parole Mike e Frankie scoppiarono a ridere:<< Nulla di che…diciamo solo che qualche galletto ha arruffato un po’ troppo le penne >> commentò poi Libero sedendosi su una poltrona:<< Ehi è la donna che amo ed era uscita dalla sua camera >> commentò James indicando Dorian che stava sorseggiando il suo vino:<< Se non fosse stato per quello forse non saresti qui adesso con quell’anello in tasca James >> Rhodes annuì alzando il calice in onore dell’altro:<< Alla mia impulsività e al tuo stramaledetto avere sempre ragione Atelier >> Ian alzò a  sua volta il bicchiere ma nei suoi occhi non c’era traccia di felicità, era quel suo pragmatismo e la certezza di sapere come sarebbe andata a finire che gli straziava il cuore al pensiero di Maggie


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E così siamo giunti al momento clou: il ballo di chiusura dei giochi...manca ancora tutta una giornata prima della serata speciale e degli ultimi arrivi prima del grande annuncio di Frankie...manca poco al gran finale e mi si stringe il cuore pensando che siamo arrivati quasi alla fine di questo viaggio...la parola chiave però è proprio quella...QUASI...non è ancora finita...

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Capitolo 28
*** 27 - Lieto fine...oppure no? ***


Capitolo pre-pre epilogo

Immobile con quella scatoletta di velluto scuro tra le mani James guardò la sua immagine riflessa nello specchio, era da più di dieci minuti che continuava a percorrere la stanza avanti e indietro, Noelle era sotto la doccia e lui stava cercando un modo abbastanza romantico per chiederle di sposarlo, si sentiva così ansioso che nemmeno lui si riconosceva.

<< Noelle Jackson vuoi… >> scosse il capo, stava parlando alla sua fidanzata non ad una ragazza qualsiasi:<< Io ti amo Noelle, ti amo e… >> e sono un patetico idiota! Pensò cercando di dire qualcosa di più originale ma proprio non gli veniva in mente niente:<< Ti amo, Noelle vuoi sposarmi? >> domandò poi guardando il paesaggio fuori dalla finestra:<< Sì >> si girò di scatto a quella risposta trovando lei pigramente appoggiata allo stipite della porta che gli sorrideva con le braccia incrociate sul petto:<< Da quanto sei lì? >> le domandò poi incapace di muoversi così fu lei ad avvicinarsi:<< Dal tuo terzo o quarto tentativo credo… >> << E mi hai lasciato impazzire così? >> le domandò accigliato:<< Eri tremendamente dolce Jamie… >> lui fece per ribattere poi finalmente collegò quello che lei gli aveva risposto poco prima:<< Hai detto di sì? >> Noelle sorrise alzando le mani per metterle sulle guance di lui:<< Avevi dei dubbi per caso? >> James scosse il capo ma i suoi occhi erano lucidi:<< Mi sembra solo troppo bello per essere vero >> << Ti amo James Rhodes >> lui lasciò che una piccola lacrima di gioia gli scivolasse sulla guancia:<< Ti amo anch’io e quando torneremo a Londra troverò una casa con un giardino dove i nostri figli potranno giocare con il cane >> << Jamie >> e Noelle lo guardò a metà tra una risata e un sorriso innamorato:<< Voglio che tu sia felice Noelle, voglio fare tutto quello che posso per renderti la donna più felice del mondo >> poi quasi se ne stesse per dimenticare le prese la mano sinistra infilandole al dito l’anello con il topazio tagliato a rombo che una volta era stato di sua madre; lei guardò l’anello felice poi stringendo le sue mani con quelle di Jamie e alzandosi in punta di piedi gli baciò le labbra:<< Mi stai già rendendo felice Jamie Rhodes, l’hai fatto da quando ci siamo conosciuti >>

 

<< Bunny…Ben…Bunny? >> e rientrando in camera Libero si guardò intorno vedendo il letto intatto, le luci spente ma la sua fidanzata non era da nessuna parte, fece per uscire di nuovo quando una bottiglia poggiata sul tavolino da caffè attirò la sua attenzione; si avvicinò prendendo per il collo la bottiglia di Ogden e accorgendosi solo in quel momento del piccolo pezzo di pergamena che vi era attaccato.

 

“Prendi due bicchieri e raggiungimi Nott”

 

Raggiungerla dove?

Poi guardando la bottiglia un sorriso gli comparve sulle labbra e per poco non scoppiò a ridere: tutto era cominciato con una bottiglia di Ogden e una terrazza, allungandosi per prendere un paio di bicchieri lì vicino Libero lasciò la camera salendo poi di corsa i gradini che portavano sul letto, era curioso di vedere che cosa gli stava organizzando Bunny e poi aveva una cosa nella tasca che non vedeva l’ora di darle!

 

<< Ci hai messo poco >> lo accolse lei seduta su una sdraio che guardava la porta:<< Ti conosco >> commentò lui con un sorriso compiaciuto mentre si avvicinava:<< Anche se devo ammettere di non sapere che cosa stai tramando Flecter >> lei sorrise alzandosi in piedi:<< Ogni cosa a suo tempo Nott, adesso brindiamo >> Libero le porse un bicchiere stappando poi la bottiglia:<< Brindare a cosa? >> le domandò mentre versava due generose dita di liquido nei bicchieri:<< A noi, al nostro fidanzamento e al fatto che nel giro di un pomeriggio ti sei liberato di mia madre >> commentò Bunny sorridendo e alzando il proprio bicchiere per poi fare per berlo, ma Libero la fermò:<< Aspetta >> << Che c’è? >> gli domandò seccata:<< Posso fare un brindisi anche io? >> Bunny annuì restando ferma a guardarlo:<< Alla mia splendida fidanzata che ha accettato di diventare mia moglie, alla ragazza di cui mi sono innamorato e alla donna che mi ha fatto diventare l’uomo che sono oggi >> poi poggiando il bicchiere su un tavolino aggiunse:<< E questo è solo per dimostrarti quanto sei importante per me >> e togliendosi una piccola busta dalla tasca Libero la porse a Bunny che l’afferrò curiosa leggendo poi il nome di uno studio notarile di Roma:<< Che cos’è? Credevo che la casa fosse già tua, non c’era bisogno di… >> lui sorrise:<< Non si tratta della casa >> Bunny aprì la busta curiosa e leggendo le prime righe lanciò un urlo di gioia:<< È un teatro! >> poi sollevando gli occhi e guardando Libe aggiunse al settimo cielo:<< Mi stai regalando un teatro? >> lui annuì:<< Sì, ho pensato che visto che ci trasferiremo a Roma dovremmo trovare qualcosa da fare, qualcosa che comprenda l’uscire di casa per lo meno >> la prese in giro poi con una risata:<< Sei l’uomo più meraviglioso del mondo! Ti amo Nott! >> davanti a quella dichiarazione a cuore aperto così atipica per la ragazza orgogliosa che conosceva Libero fece per dire qualcosa ma Bunny scoppiò a ridere di nuovo baciandogli le labbra:<< E so già anche che cosa rappresentarci >> poi girandosi verso lo sdraio e prendendo un pacco di fogli legati insieme da uno spago aggiunse:<< Sempre che tu vorrai farlo >> Libe cercò di mettere insieme i pezzi poi chinando il capo sul primo foglio di pergamena rimase bloccato davanti a quelle poche righe:

“My life with Shakespeare

 di Bunny Flecter”

<< Che cos’è? >> le domandò poi mentre si sedeva e slegava il nodo dello spago:<< È la tua storia, la nostra storia >> sfogliando alcune pagine Libero rimase di sasso:<< Parla di noi? Di me e di te? >> Bunny annuì:<< Sì, non sono molto brava con le storie d’amore o per lo meno con quelle che hanno un lieto fine, ma tu mi hai insegnato che insieme possiamo avere tutto quello che vogliamo, che finché ci saremo l’uno per l’altra andrà tutto bene, volevo trovare un modo per dirti grazie >> in silenzio Libero appoggiò il copione sullo sdraio avvicinandosi poi a lei e baciandole le labbra sotto quel tiepido sole di fine settembre:<< Come faccio a non amarti quando tu fai cose del genere? Come faccio a pensare che la mia vita non sia con te, insieme a te, per sempre? >> ok, stava diventando troppo sdolcinato ma la amava e finalmente potevano essere insieme ed essere felici.

 

<< Vado io >> e April sorrise mentre si alzava per andare ad aprire la porta restando poi di sasso trovandosi davanti il bellissimo russo con cui avevano fatto colazione il giorno prima:<< Ciao, Iris dov’è? >> domandò lui con un piccolo sorriso:<< È di là, sta aiutando Blanch… >> ma lei non fece in tempo a finire la frase che lui la superò entrando in camera e sorridendo davanti ad Iris inginocchiata sul tappeto accanto alla sua sorellina che l’aiutava a fare i compiti:<< Ciao >> la salutò poi lei mentre la ragazza alzava gli occhi verdi verso di lui:<< Niko >> poi incuriosita lo guardò dubbiosa:<< Che cosa ci fai qui? >> lui si avvicinò sorridendo:<< Ho una cosa per te >> << Niko io non credo che… >> ma lui le posò davanti un piccolo quaderno dalla copertina nera sedendosi sul divano accanto a lei che era ancora in ginocchio:<< Vuoi vedere il mondo no...che ne dici di vederlo insieme? >> le domandò poi mentre Iris apriva il quaderno e restava immobile davanti ai disegni di tutti i posti che lei aveva detto a Niko di voler visitare:<< Sono andato in ognuno di quei posti e te ne ho portato un pezzetto ma voglio che tu venga con me, voglio visitarli con te, voglio farti vedere ogni angolo del mondo Iris e voglio averti accanto per tutto il resto della mia vita, non mi interessa se mi sposerai oppure no, mi basta che tu sia con me >> avevano detto di andarci piano, di affrontare le cose con calma e magari cominciare a dire qualcosa a sua sorella prima che ai suoi genitori ma a quanto pareva Nikolaj Valuev non conosceva il concetto di calma!

<< Aspetta un attimo ma che sta succedendo? Iris… >> ed April guardò la sorella come se fosse la prima volta che la vedesse:<< Beh ecco April…io e Niko… >> e le sue guance arrossirono mentre cercava di trovare un modo per spiegare la cosa:<< Sono innamorato di tua sorella e lei ama me >> concluse Niko calmo allungando poi una mano per intrecciare le dita con quelle di Iris:<< Cosa? >> domandò la ragazza perplessa:<< Amo Iridis >> ripeté lui calmo:<< È vero? >> domandò April guardando la sorella:<< Sì, è vero…e anche io lo amo >> April fece un piccolo sorriso sedendosi comodamente sul divano:<< Beh sorellona…voglio proprio vederti quando lo dirai a mamma e papà >> a quelle parole Iris raggelò ma la mano calda di Niko che stringeva la sua le fece forza e allora decise di fare la sola cosa che voleva da quando se lo era ritrovato davanti in ginocchio, si voltò verso di lui con un sorriso:<< Sì Niko >> << Sì cosa? >> lei si alzò accoccolandosi sul divano con lui e poggiando la testa sulla sua spalla:<< Sì voglio vedere il mondo con te e sì un giorno ti sposerò >>

 

<< Mike…Mike dove sei? >> e Lilith si guardò intorno nella camera uscendo dal bagno e non trovando Mike a letto dove lo aveva lasciato:<< Michael… >> stava per chiamarlo di nuovo quando una risata attirò la sua attenzione e lo vide appoggiato alla portafinestra che dava sulla città con un pacchetto della grandezza di una scatola da scarpe tra le mani:<< Sono qui Lil >> lei si avvicinò sorridendo, bellissima anche con un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe, era così semplice e allo stesso tempo bellissima che lui quasi si sentiva morire dalla gioia:<< Che cosa c’è? Hai l’aria di un bambino che ha appena combinato una marachella >> lui sorrise malizioso:<< Beh forse >> poi allungandole la scatola che, Lilith lo notò in quel momento, era effettivamente una scatola da scarpe, le sorrise:<< Ti ho preso queste >> lei aprì il coperchio restando immobile davanti ad un paio di scarpe da ginnastica di tela bianche:<< Mike io non… >> lui allungò una mano stringendo quella di lei:<< Sono una parte del mio regalo, ti serviranno per venire in barca con me >> << In barca? >> gli domandò sorpresa e lui annuì:<< Ho una barca a vela ormeggiata a Cardiff, l’ho comprata poco dopo essere entrato al corso per guaritori del San Mungo, volevo un posto dove poter evitare di pensare al lavoro e ai problemi, dove potermi sentire libero e il mare e la vela mi fanno questo effetto…avevo programmato di fare una specie di giro del mondo, volevo prendermi un periodo sabatico per pensare a quello che avrei fatto del resto della mia vita >> si avvicinò ancora guardandola come se fosse stata il centro del mondo:<< Credo che parlare di luna di miele ora sia più corretto non pensi? >> gli occhi di Lilith si riempirono di lacrime, maledetto Gail che le faceva sempre quell’effetto:<< Prima di fare la luna di miele dovremmo sposarci >> << Appena tornati a Londra o su un’isola della Polinesia durante il viaggio, non mi interessa dove, per me sei già mia moglie nel momento in cui ti ho messo quell’anello al dito al Moulin Rouge >> << Michael… >> e lasciando cadere le scarpe a terra si gettò tra le sue braccia con un sorriso:<< Ti seguirò ovunque tu voglia andare >> poi sorridendo aggiunse con gli occhi che brillavano di gioia:<< Ma ammetto che la Polinesia è invitante >> << Ci andremo presto…il tempo di fare di nuovo le valige e saremo solo noi due e Clare >> << Clare? >> << La barca, le ho dato il nome di mia madre >> a quelle parole Lilith si sciolse definitivamente e sperò con tutto il cuore che il loro piccolo Tyler arrivasse presto, Mike aveva bisogno di qualcuno che lo amasse incondizionatamente…<< Ti amo stangone, ti amo da morire >> lui sorrise passandole le mani nei capelli:<< Ti amo anch’io >>

 

<< Ehi…ti ho cercato ovunque >> e poggiandole una mano sulla spalla Daniel si avvicinò a Delila rannicchiata su una poltrona che aveva messo davanti alla finestra per guardare il panorama della città:<< E hai guardato ovunque tranne che nel posto più ovvio >> lo prese in giro con un piccolo sorriso mentre Daniel faceva il giro attorno alla sedia per mettersi davanti a lei:<< Sì, stavolta hai ragione >> poi guardandola con curiosità ed incrociando le braccia sul petto aggiunse:<< A che stai pensando? >> lei sorrise scuotendo la testa:<< Sto pensando che tra tre giorni saremo nel Sussex >> poi alzando gli occhi su di lui aggiunse:<< Sto pensando che da dopo domani avrò una figlia e un fidanzato >> Daniel sorrise a quelle parole, fino ad una settimana prima nemmeno lui credeva possibile una cosa del genere ed invece ora era lì, davanti a quella donna meravigliosa pronto a donarle tutto sé stesso:<< Ho una cosa per te >> commentò poi con un piccolo sorriso facendo penzolare un piccolo ciondolo dorato a forma di cuore davanti agli occhi di Delly:<< Daniel…è…è bellissimo >> commentò lei allungando una mano per prenderlo:<< Aspetta, c’è una sorpresa >> poi inginocchiandosi davanti a lei aggiunse:<< Aprilo >> toccando la piccola chiusura Delila fece scattare le due metà del ciondolo e quando questo si aprì il suono flebile di un cuore che batteva le arrivò alle orecchie calmandola quasi all’istante; avrebbe riconosciuto quel suono tra mille:<< Ma è…Daniel è… >> << È il mio cuore che batte, ho fatto un incantesimo al ciondolo, è collegato direttamente con me, così potrai calmarti anche se io non sono accanto a te, so che ce la puoi fare anche da sola ma so che hai bisogno di avere qualcosa a darti forza >> lei lo guardò con le lacrime agli occhi mentre stringeva il pugno attorno al ciondolo che lui le aveva dato:<< Danny… >> era la prima volta che lo chiamava Danny e la cosa non gli dispiaceva per niente:<< Cosa? >> le domandò poi vedendola diventare seria:<< Possiamo provarci ancora? >> << A fare cosa? >> << A controllare le mie o le tue emozioni, voglio riuscirci >> sorrise di quanto quella donna riuscisse ad essere incredibile e sedendosi accanto a lei le prese le mani nelle proprie:<< Non dobbiamo farlo per forza se non vuoi >> lei sorrise:<< Un giorno voglio poterti baciare o fare qualsiasi altra cosa senza dovermi preoccupare di farti del male o di farlo a chiunque altro >> lui le sorrise con quello sguardo dolce come il miele:<< Un giorno molto presto stringerai tra le braccia nostro figlio e ti prometto che non dovrai preoccuparti di altro se non di guardare quanto somiglia a suo padre >> << Sei un idiota! >> lo prese in giro lei poi mentre scuoteva il capo si bloccò:<< Aspetta un attimo, hai detto nostro figlio? >> di nuovo Daniel sorrise con quella sua faccia da canaglia:<< Beh possiamo provare a dare un fratellino ad Abby non credi? >> Delila scoppiò a ridere:<< Solo tu Daniel Johnson puoi fare una proposta del genere ad una donna usando tua figlia! >> lui si avvicinò baciandole le labbra sempre con quel maledetto sorriso in faccia:<< Nostra figlia… >> << Sei comunque un ruffiano di prim’ordine >> << Lo so miss Shepperd, lo so bene >>

 

<< Miss Stains…questo è per lei…padron Dorian mi ha chiesto di darglielo >> e con un’espressione felice che doveva assomigliare ad un sorriso Yanna porse a Maggie un mazzo di papaveri, mughetti, non ti scordar di me e rose bianche:<< Dov’è Ian, Yanna? >> l’elfa chinò il capo:<< Padron Dorian ha avuto un contrattempo, mi ha chiesto di dirle che vi vedrete direttamente alla festa questa sera >> un po’ delusa dal non aver ricevuto direttamente quello splendido bouquet dalle mani di Dorian Maggie ringraziò comunque Yanna girandosi poi verso la cabina armadio di Ian: Isaac Atelier aveva detto che le ragazze si sarebbero dovute vestire di rosso…beh c’era un solo vestito che lei poteva indossare.

 

<< Dove stai andando? >> e Frankie bloccò suo fratello sulla porta dell’hotel mentre si stava infilando una giacca di pelle blu:<< Ciao, scusa ma ho un impegno, tornerò tra un paio d’ore >> << Ian…dove stai… >> << Ho appuntamento con Marc ed Herm, dobbiamo andare a prendere una cosa per il compleanno di Pierre e… >> << Pierre è in Germania e tornerà tra un mese, che bisogno avete di… >> << Gli faremo una sorpresa per il suo compleanno o almeno ci proveremo, ora scusa ma devo proprio andare >> poi lasciando il fratello immobile nella hall uscì in strada cercando un luogo sicuro per smaterializzarsi, odiava mentire a Frankie o a Maggie ma sapeva che entrambi lo avrebbero distolto dal suo piano e voleva mettere le cose in chiaro prima di prendere una decisione.

 

<< Non ci credo! Lo sapevo! Sapevo che non sarebbero… >> << Lila… >> e Frankie entrò nella camera che condivideva con la fidanzata mentre lei scorreva nervosa gli abiti dentro il suo armadio:<< Frankie… >> e lei si voltò con le guance arrossate e gli occhi lucidi:<< Amore cosa c’è? >> le domandò lui avvicinandosi di corsa e prendendole le mani:<< Niente, sono solo una stupida sentimentale… >> immaginando che cosa poteva scuoterla a quel modo François sorrise:<< Ti mancano i tuoi? >> Leila alzò lo sguardo sorpresa:<< Come sai…cosa vuoi… >> << Ti mancano i tuoi e ti dispiace che non siano ancora venuti qui >> << Ancora? Conosco mio padre, non verrà. Avrà qualche improrogabile missione che necessita la sua attenzione e così sua figlia passa di nuovo… >> << In secondo piano Leila? Questo stavi per dire? >> a quella voce secca Leila alzò gli occhi incrociando quelli azzurri di Jeremy Tallyst:<< Papà? >> domandò poi incredula di vedere suo padre davanti a lei con addosso un completo scuro:<< Ciao tesoro >> poi avvicinandosi mentre Frankie si spostava aggiunse:<< So di non avertelo dimostrato molto in passato ma non c’è niente più importante di te, di voi, nella mia vita >> incapace di trattenere ancora le lacrime e con un urlo di felicità Leila si gettò tra le braccia del padre bagnandogli la camicia con lacrime di gioia:<< Sei venuto! Sei venuto! >> Jeremy alzò gli occhi sul giovane biondino che lo guardava sorridendo:<< Ho avuto una piccola spinta lo ammetto >> girandosi appena verso Frankie Lila lo guardò perplessa:<< Sei stato tu? >> in silenzio François annuì poi aggiunse:<< Ma posso aspettare che finisci i saluti per un grazie >> << Che finisco… >> ma un grido molto simile al suo la bloccò di nuovo:<< Lila! >> << Anita? >> e allungando la testa oltre suo padre vide sua nonna che si avvicinava con la sua sorellina per mano e un grosso sacchetto nell’altra:<< Nonna! >> << Ciao tesoro >> salutò la donna con un sorriso:<< Tua madre si è presa una brutta influenza e non è potuta venire, ma ti manda questo e mi ha detto che sa che ti starà d’incanto >> Leila prese il sacchetto che la nonna le stava porgendo sbirciando all’interno e restando immobile davanti ad un tripudio di rosso e oro:<< Ma è… >> e guardò la donna non credendo possibile che sua madre avesse davvero fatto questo per lei:<< Sì, mi ha detto di dirti che ora dovrebbe andarti bene tesoro >> la ragazza gettò le braccia al collo della nonna poi si inginocchiò all’altezza della sorella sorridendole e baciandole una guancia:<< Sono felice che tu sia qui ranocchietta >> << Mi sei mancata Lila! >> << Mi sei mancata anche tu >> e le sarebbe mancata ancora di più visto che non sarebbe tornata a Londra ma le bastò una piccola occhiata a François per capire che ne valeva decisamente la pena!

 

Erano quasi le sette e mezza quando François vide rientrare suo fratello e, cosa alquanto strana, Ian non era solo ma quel qualcuno non era chi lui si aspettava:<< Oh andiamo nemmeno un bicchiere di Bordeaux? Sicuro Simon? >> sentì dire suo fratello mentre l’altro uomo accanto a lui scuoteva il capo:<< Non sono come voi francesi con il pallino per il vino, per noi inglesi è meglio una bella birra e, se mi sbrigo, faccio ancora in tempo a passare dal Paiolo Magico prima di tornare a casa >> Ian sorrise stringendo la mano all’uomo e annuendo:<< Salutami Moira, Marcel mi ha detto che state pensando di trasferirvi a Londra >> << L’ho chiesto a Moira ma per ora il suo lavoro è qui >> << E il tuo è là, ma lei ti seguirebbe ovunque lo so >> << O io seguirò lei, chi lo sa >> commentò l’altro con un marcato accento inglese nonostante parlasse un fluente francese, poi salutando un’ultima volta si smaterializzò davanti agli occhi di Ian lasciando il giovane con un sorriso sulle labbra che però sparì quasi immediatamente.

<< Ian…quello chi era? >> domandò François avvicinandosi e Dorian prese fiato, non pensava di venire scoperto così presto:<< Un amico >> << Un amico? Non l’ho mai visto… >> <<È il fidanzato di Moira Deveraux, ci siamo incontrati da Louis e abbiamo fatto quattro chiacchiere >> << Ah…non l’avevo mai visto >> << Marc non lo tollera molto >> spiegò Ian sbrigativo:<< Pensa che porterà Moira via da Parigi e sa che lei davvero lo seguirebbe ovunque >> poi avvicinandosi alle scale Ian si voltò guardando il fratello con un piccolo sorriso:<< Scusami Frankie ma c’è una festa e io devo cambiarmi prima di essere in ritardo >> e lasciando il fratello nella hall sparì su per le scale, aveva bisogno di camminare e di mettere ordine nella sua mente e in ciò che gli aveva detto Simon.

 

Quando rientrò in camera Dorian fece appena in tempo ad aprire la porta che fu avvolto in un bozzolo di capelli corvini e spugna nera, Maggie si era di nuovo rimessa il suo accappatoio:<< Sei tornato! >> e sorridendo lei gli gettò le braccia al collo baciandogli le labbra:<< Dove sei stato? Ero preoccupata >> lui fece un piccolo sorriso cercando di imprimersi in faccia l’espressione più rilassata che riuscisse a trovare:<< Avevo una commissione da sbrigare con Marc ed Herm e abbiamo tirato un po’ più in lungo del previsto >> << Per un attimo ho pensato che mi avresti fatto andare da sola alla festa, non è carino far aspettare una signora al suo primo ballo Dorian Atelier >> con un groppo in gola e il pensiero di come avrebbe fatto tutta la sua vita senza di lei Ian le baciò la fronte:<< Le mie scuse miss Stains, non accadrà più >> poi avvicinandosi al bagno e sorridendole aggiunse divertito:<< Se magari ti togli il mio accappatoio mi farei una doccia anche io Margaret >> lei incrociò le braccia sul petto sfidandolo:<< Non hai bisogno di questo, ci sono degli asciugamani in bagno >> Ian la guardò indeciso su cosa dire ma il suo cuore fece il resto:<< Dillo che vuoi vedermi nudo signorina… >> poi tornando verso di lei e chinandosi per baciarle le labbra aggiunse:<< Stai diventando una piccola viziata lo sai? >> << Lo so, ma con te ne vale decisamente la pena >> commentò lei con un radioso sorriso in viso:<< Non mi tentare chérie o faremo davvero tardi >> lei annuì lasciandolo e avvicinandosi alla toeletta per spazzolarsi i capelli e cercare una qualche acconciatura che stesse bene con il suo vestito.

 

Il quartetto d’archi incantato stava facendo decisamente il suo lavoro, i tavoli del buffet erano imbanditi con ogni ben di dio Clau fosse riuscito a produrre in quell’interminabile giornata e tutti i suoi ospiti si stavano divertendo chiacchierando e ballando sulle note di un valzer, era tutto così perfetto, tutto così immancabilmente da favola che sfiorandosi il cofanetto che aveva in tasca Frankie alzò lo sguardo su Leila che era accanto a suo padre e sua nonna con addosso quello splendido abito rosso cremisi con delle foglie di acanto ricamate in oro su tutto l’abito, sorrise per ciò che stava pensando: la sua futura moglie indossava i colori di Grifondoro e le stavano divinamente…

<< Va tutto bene Frankie? >> e la voce di Ian lo fece voltare alla sua sinistra dove suo fratello, impeccabile nel suo smoking migliore, era fermo e rigido al suo fianco:<< Tra dieci minuti starò meglio >> rispose lui con un sorriso:<< In bocca al lupo fratellino, si felice >> François fece per andare verso la sua ragazza quando la mano di Ian sulla sua lo bloccò:<< Sono felice che tu sia a casa finalmente, so di non avertelo detto spesso ma ti voglio bene Frankie e sono fiero di te e del tuo lavoro >> il giovane Grifondoro guardò il fratello, Dorian non era uno che si sprecava in certi commenti, non era uno sdolcinato rammollito, che gli stava succedendo?

<< Ian…va tutto bene? >> Dorian annuì con una piccola smorfia:<< Tra un paio d’ore andrà meglio >> << Ian sei sicuro che…è tutto il giorno che sei strano, se hai bisogno di… >> Dorian alzò una mano per fermare le parole del fratello:<< Ho bisogno che tu vada da Leila, che ti inginocchi davanti a lei e le chieda di diventare tua moglie >> << Ian… >> << Sto bene Frankie, non ho cinque anni >> poi alzando gli occhi ed incrociando la figura di Maggie splendida nel suo abito rosso che non faceva altro che ricordargli la prima volta in cui l’aveva vista aggiunse:<< Vado a godermi la scena da un posto d’onore >> e infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri si avvicinò alla sua compagna perdendosi dietro i mughetti e i non ti scordar di me del suo bouquet che Maggie aveva usato come decorazione per raccogliersi i capelli, era davvero magnifica quella sera.

 

<< Lila… >> la ragazza si voltò a quella voce mentre un piccolo sorriso le riempiva le labbra rosa:<< Frankie…stavo giusto dicendo a mio padre dell’accademia e… >> guardando Jeremy Tallyst François notò il viso sorridente e rilassato dell’uomo, che la loro chiacchierata fosse servita e Tallyst avesse finalmente capito che Leila ormai era una donna? Meravigliosa e capace aggiunse mentalmente e presto sarebbe stata…:<< Lila puoi venire un attimo con me? >> le domandò poi allungandole la mano:<< Cosa? Ma dove… >> << Balliamo >> le rispose mentre inchinandosi educatamente a suo padre la trascinava al centro della pista da ballo e la prendeva per i fianchi mentre la musica ricominciava.

Guardando il suo fidanzato Leila sorrise: erano rare le volte in cui aveva visto François Matisse Atelier in smoking, contando quel ballo probabilmente tre ma forse anche per quello era ancora più meraviglioso così…sembrava un principe delle favole con quegli occhi azzurri, quei riccioli biondo oro e quello sguardo innamorato tutto rivolto a lei:<< Non sapevo ballassi così bene, mi hai detto di odiare ballare >> lui rise piano avvicinandola a sé e sussurrandole all’orecchio:<< Anche i grifondoro mentono a volte >> poi tornando a guardarla negli occhi continuò:<< Stavo solo aspettando la compagna giusta >> lei rise piano e sull’eco della sua risata l’orchestra concluse la canzone.

Leila si voltò per tornare accanto agli altri quando la mano di Frankie stretta al suo polso la bloccò:<< Frankie ma cosa… >> poi voltandosi rimase immobile davanti a quegli occhi color del cielo seri come non li aveva mai visti.

Rimase ferma imbambolata ed incredula mentre lui le prendeva anche l’altra mano e le si inginocchiava davanti nel centro del salone sul pavimento di marmo color ocra, proprio accanto alla statua di Isaac ed Elodie.

<< Leila Tallyst, ho pensato a milioni di modi per chiedertelo >> il fiato le si bloccò in gola, stava succedendo davvero? L’aveva sognato così tante volte che non le sembrava vero.

<< Ma adesso so che non mi importa come lo farò, mi importa solo che tu accetti…Lila, amore mio, vuoi sposarmi? >> e mentre pronunciava quelle parole tirò fuori dalla tasca un cofanetto di velluto che, lo scoprì quando lui glielo aprì davanti, conteneva uno splendido diamante rosa tagliato a goccia e contornato da piccoli brillanti e montato su un anello di oro rosso:<< Frankie… >> e bisbigliò il suo nome quasi temesse di svegliarsi, ecco perché mancava sempre qualcosa quando lui le chiedeva di restare, ecco perché sembrava sempre che Frankie le stesse nascondendo qualcosa ultimamente.

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Si accorse di star piangendo solo quando si portò le mani sul viso per soffocare un piccolo grido di gioia:<< Sì >> mormorò poi con un singhiozzo mentre annuiva e lui le infilava l’anello al dito mettendosi in piedi:<< Ti amo, ti amo François Atelier >> le labbra di Frankie sfiorarono le sue :<< E io amo te Leila Tallyst, la mia sola ed unica Lila >> e si chinò di nuovo per baciarla mentre tutti intorno a loro applaudivano e gioivano con fischi ed incitamenti:<< Un brindisi agli sposi! >> commentò la voce roca di Isaac facendo girare suo figlio mentre tutti alzavano i calici di vino:<< Auguri! >> << Congratulazioni! >> << Auguri e figli maschi! >> fu la solita battuta di Niko che fece inevitabilmente girare Jeremy Tallyst ma né a Frankie né a Leila importava quello che succedeva intorno a loro, chiusi nel loro piccolo attimo di eterna felicità.

<< E bravo capitano! >> commentò Libero quando i due sposini tornarono in mezzo al gruppo:<< Fai tanto il santarellino e poi invece… >> gli ricordò l’amico con un sorriso e una pacca sulla spalla:<< Se avessi dovuto contare su di te Libe sarei già morto da tempo >> commentò Frankie stringendo la mano di Lila e baciandole una tempia:<< Oh andiamo non fare il permaloso proprio adesso…ti sono stato d’aiuto quando le ho spifferato che eri cotto di lei >> commentò l’amico sorridendo e ricordando quello che si era lasciato sfuggire con Leila durante la prima settimana all’hotel:<< Non so se ringraziarti o prenderti a pugni Libe >> commentò Frankie ridendo, ma poi due occhi blu dietro la spalla di Nott lo fecero sorridere ancora di più:<< Scusami Libe, devo… >> poi guardando Leila sorrise:<< Dobbiamo…parlare con una persona >> guardando anche Leila nella stessa direzione e incrociando gli occhi di Isaac Atelier lei annuì stringendo la mano di François, doveva ammettere che le metteva un po’ di ansia incontrare quell’uomo in qualità di futuro suocero!

<< Papà >> e Frankie si avvicinò al padre che, caso strano ma poi non così tanto, era accanto a Jeremy Tallyst:<< François, Leila >> e sorrise alla ragazza:<< Io e Jeremy stavamo scambiando quattro chiacchiere tra vecchi amici >> << Amici? >> domandò François perplesso:<< Rivali suona meglio Isaac >> commentò Jeremy con un sorriso:<< Quando mai siamo stati rivali? Tu volevi Joceline, io Elodie >> << Sì, ma mia moglie ha pensato bene di usare il bel francese dagli occhi blu per farmi ingelosire per tutto il tempo e tu eri d’accordo >> Isaac sorrise:<< Ho sempre detto che Joy era una donna sveglia >> a quel discorso François guardò il padre capendoci ancora meno:<< Aspetta…mi stai dicendo che voi…che voi due… >> << Sì François, quando io ho conosciuto tua madre Jeremy ha conosciuto sua moglie e per uno strano caso del destino i nostri figli… >> << Si sono innamorati allo stesso modo, destino, Isaac? Tu hai maneggiato tutto fin dall’inizio >> commentò Tallyst ridendo:<< Sì, ma non potevo prevedere di chi si sarebbe innamorato mio figlio >> l’altro lo guardò scuotendo il capo:<< Bionda, occhi azzurri, tu e tuo figlio avete gli stessi gusti lasciatelo dire >> poi voltandosi verso sua figlia aggiunse:<< Ad ogni modo, nonostante le trame di questa vecchia volpe, sono felice per te tesoro mio, non posso essere più felice dell’uomo che si prenderà cura di te adesso >> poi lasciando il bicchiere sul tavolo si avvicinò alla figlia stringendola in un abbraccio:<< Sono fiero di te Leila, lo sono sempre stato >> Lila si asciugò in fretta le lacrime che non avevano ancora smesso di caderle sul viso guardando suo padre:<< Perché non mi hai detto che tu e mamma vi siete conosciuti… >> << Perché non saresti venuta qui e avresti pensato ad un imbroglio da parte mia, invece io volevo solo che tu fossi felice >> la ragazza lo guardò sorridendo:<< Ti voglio bene papà >> lui le accarezzò una guancia:<< Ti voglio bene anch’io piccola >>

 

Rientrando in camera Ian non poté fare a meno di guardare il sorriso che ancora aleggiava sulle labbra di Maggie; avevano ballato per tutta la sera, avevano brindato a Frankie e Leila, l’aveva stretta a sé e baciata così tante volte nell’arco di quelle poche ore che sapeva bene che il suo sapore non lo avrebbe abbandonato tanto presto.

<< Dorian? >> lui si voltò a guardarla, non si era nemmeno accorto che lo stava chiamando perso com’era nei suoi pensieri:<< Scusami…stavo pensando >> lei sorrise avvicinandosi e alzando le mani sul papillon di lui iniziando a scioglierglielo:<< L’avevo notato mon cher…a che pensavi? >> lui le mise le mani alla vita con un piccolo sorriso:<< A questa serata >> lei finì di slacciargli il cravattino facendoglielo scivolare dal collo:<< La serata perfetta vuoi dire? >> << Perfetta? >> lei sorrise facendo spallucce:<< Quasi perfetta, mancava qualcosa ma penso di poter aspettare >> << Aspettare? >> lei annuì sorridendo:<< Sì, aspetterò >> sapendo bene ciò che Margaret stava aspettando e morendo lui stesso dalla voglia di farlo Ian si tolse la giacca appendendola ad un gancio accanto alla porta:<< Posso rimediare in qualche modo alle mie mancanze mademoiselle? >> le domandò avvicinandosi e stringendola tra le braccia mentre le accarezzava i fianchi con una mano e con l’altra saliva a cercare la cerniera del vestito:<< Ian… >> << Si? >> << Vuoi davvero farlo ora? >> << Voglio farlo dal primo istante in cui ti ho vista con questo vestito addosso stasera ma avevamo un ballo a cui partecipare >> << Dovrò stare attenta ad indossare questo vestito quando sono con te >> lo prese in giro poi continuò abbassando le mani e sfilando la camicia di lui dai pantaloni:<< Ma anche tu in smoking sei una tentazione troppo grande >> la guardò per un attimo cercando la forza di fermarsi o di dire qualsiasi cosa che li facesse semplicemente sdraiare uno vicino all’altro nel letto, ma le labbra di Maggie sul suo collo gli fecero perdere ogni speranza:<< Lasciati andare, rilassati… >> incapace di resistere ancora Dorian le sollevò il vestito fino alla vita sollevando poi lei facendole allacciare le gambe alla sua vita:<< Reggiti, devo fare una cosa e mi servono entrambe le mani >> poi quasi fosse la cosa più naturale del mondo arretrò di qualche passo finché non sentì la sponda imbottita del letto dietro di sé; si slacciò in fretta la cintura e il bottone dei pantaloni facendoli scivolare a terra per poi lasciarsi cadere sul letto con Maggie sopra di sé:<< Ian! >> lo prese in giro lei con un sorriso:<< Cosa? >> le domandò innocentemente prima di baciarla di nuovo:<< Ti ho detto di non poter aspettare ancora >> e ribaltando in fretta le loro posizioni la guardò sorridendo mentre il suo corpo si avvicinava a quello di lei:<< Fermami se vado troppo veloce, fermami se… >> ma per tutta risposta Maggie si avvicinò a lui trovando naturalmente la sua metà:<< Ti voglio e smettila di parlare >> il resto fu solo un silenzioso incontro di anime e corpi rotto dai loro sospiri e dalle loro mani strette le une in quelle dell’altro; mentre si lasciava andare verso il paradiso Maggie sorrise, nemmeno la loro prima volta Dorian era stato così passionale, c’era qualcosa di diverso quella sera, forse era il vino, forse era tutta quell’atmosfera di festa o il fatto che lui fosse convinto di doverla salutare il mattino dopo, almeno per un po’…sorrise mentre i brividi dell’orgasmo cominciavano a scuoterla: non vedeva l’ora di vedere la sua faccia quando gli avrebbe detto che non sarebbe partita.

 

<< Così questo è un addio? >> domandò Niko con un sorriso mentre, tutti riuniti nella hall la mattina dopo, si stavano preparando a partire:<< Beh diciamo un arrivederci Nikolaj, possiamo sempre ritrovarci qui tra qualche tempo e vedere come siamo finiti >> commentò James con un sorriso stringendo la mano di Noelle:<< Voi due? Tra meno di un anno avrete già il primo Rhodes in arrivo e so che non sarà l’ultimo >> commentò l’altro e Jamie sorrise:<< Forse… >> << James! >> e Noelle arrossì dando una sberla sul braccio del fidanzato:<< Beh almeno lui te lo sta dicendo apertamente e non usa sua figlia come scusa >> commentò Delila sorridendo e guadagnandosi un’occhiata di fuoco da Daniel:<< Poteva rimanere una cosa privata my love >> la rimproverò nervoso e lei si voltò sorridendogli diabolica:<< Assolutamente no, non finché non ti deciderai a farmi una proposta come si deve >> gli occhi di Daniel raccolsero la sfida e prendendola per i fianchi la tirò a sé:<< Come vuoi, se lo devo fare qui davanti a tutti >> e sorridendo la guardò dritto negli occhi:<< Sposami Delila Shepperd, domani appena arriviamo a casa >> gli occhi di lei si spalancarono:<< Cosa? Ma sei… >> poi alzando gli occhi al cielo aggiunse:<< Sei impossibile Daniel! >> << Ti amo, che senso ha aspettare? >> anche se non era lì con lei a Delila sembrò di sentire la risata divertita di Oliver nelle orecchie, chissà come se la sarebbe ghignata il suo migliore amico vedendo quella scena!

<< Beh scusate ma noi dobbiamo andare, abbiamo una barca da prendere e… >> << Luna di miele in barca a vela…dio com’è romantico >> e Leila guardò Lilith con un sorriso mentre la ragazza si stringeva a Michael:<< Oh smettila Lila, niente sarà più zuccheroso della proposta di Frankie di ieri sera >> commentò la ragazza:<< Solo perché io non ho visto la sua serenata al Moulin Rouge >> << Signore, non è una… >> cercò di fermarle Mike ma Lilith alzò una mano per bloccarlo:<< Tra me e lei stangone è sempre una gara…ma stavolta penso sia un pareggio >> Lila annuì abbracciando poi stretta l’amica:<< Mi mancherai Lily! Mi mancherai da morire! Promettimi che verrai a trovarmi presto! >> << Quando giurerai per diventare un auror sarò lì a godermi la scena Tallyst non ti preoccupare >> poi guardando Frankie aggiunse:<< O quando deciderete la data, ti servirà una damigella d’onore, giusto? >> << Assolutamente sì! >> << Ehi ma Nott e la Flecter dove sono? >> domandò a quel punto Michael guardandosi intorno:<< Libero ha avuto una chiamata da sua nonna, sono partiti poco fa, hanno detto di salutarvi e che ci rivedremo presto, magari a Roma >> << Andranno a Roma allora… >> commentò Niko:<< A quanto pare, ma con quei due non si sa mai >> replicò Frankie sapendo bene che se Libero era una bomba, Bunny era il fiammifero che innescava la sua miccia!

<< Passeremo a salutarli quando andremo da quelle parti allora >> concluse Valuev stringendo Iris a sé:<< So che è scontato da dire, ma mi mancherete tutti >> commentò Maggie con un piccolo sorriso:<< Sì, hai ragione ma davvero dobbiamo rivederci >> << Tra un anno o giù di lì, giusto per vedere come siamo andati a finire! >> commentò Niko sorridendo:<< Ti avrò ucciso da qui ad un anno se continui così sbruffone >> << Sicura lyublyu? >> e guardò Iris con quei suoi occhioni neri che erano diventati così dolci:<< Vedremo >> lo prese in giro lei tornando poi a salutare tutti gli altri.

 

Rimasti soli Frankie prese Leila per mano guardando suo fratello e Maggie:<< Noi andiamo a mangiare fuori, volete unirvi a noi? >> Maggie fece per rispondere quando Ian scosse il capo:<< Ho delle cose da fare, magari ci vediamo più tardi fratellino >> poi guardando Leila aggiunse:<< Non ho ancora avuto occasione di dirtelo Leila: benvenuta in famiglia >> << Grazie Dorian >> quando anche Frankie e Lila se ne furono andati Maggie si voltò verso il fidanzato:<< Che cos’hai da fare? >> lui la guardò senza alcuna espressione in viso:<< Voglio stare un po’ con te, tutto qui >> << Abbiamo tutto il tempo del mondo Ian, non c’è bisogno di… >> << Abbiamo tutto il tempo del mondo prima che tu parta? >> << Cosa? >> << Beh i Jeux d’amour sono finiti, devi tornare a Londra >> inaspettatamente Maggie gli afferrò la mano e prima che lui potesse capire che cosa stava succedendo si ritrovò nella sua camera con lei immobile e decisamente nervosa davanti.

<< Cosa vuol dire che devo tornare a Londra? Credevo avessi capito >> << Capito cosa? >> lei fece un piccolo sorriso:<< Non tornerò a Londra Dorian, resterò qui, a Parigi, con te >>

 

Peggy ha una vita e un lavoro a Londra…le parole di Bob Stains gli rimbombarono nel cervello come se lui fosse stato lì ad urlargliele addosso!

 

E restare qui perché si è infatuata di un ragazzo durante l’estate non è certo quello che mi auguravo per lei

 

Infatuata…lui e Maggie non si erano semplicemente infatuati ma proprio per ciò che provava per lei non poteva permettere che lei facesse un errore del genere, lui non valeva così tanto…

 

<< Perché? Perché vuoi restare qui? >> << Perché? Ian andiamo non puoi essere serio >> gli disse cercando di restare calma, cominciavano a preoccuparla le sue parole:<< Maggie tu hai un lavoro a Londra, hai una carriera e… >> << Posso farne a meno, posso cercare altro anche a Parigi, non è importante che… >>

 

Ha lavorato molto duramente per arrivare dov’è e il suo lavoro le darebbe molte possibilità di avere un brillante futuro

 

Quel brillante futuro che lui le stava rovinando con la sua presenza! Forse c’era un motivo se quella sera al ministero non le aveva parlato, se lei all’epoca era impegnata con un altro…uno stupido gioco del destino gliel’aveva portata a Parigi e lui aveva vissuto i due mesi più belli della sua vita ma ora non poteva lasciare che lei si rovinasse per lui, non a quel prezzo o si sarebbe odiato per tutta la vita e anche lei lo avrebbe odiato.

 

<< Non è importante? Margaret hai appena avuto una promozione, ho lavorato al ministero e so cosa vuol dire avere una promozione, soprattutto per un indicibile >> a quelle parole lei si bloccò:<< Come sai che…come fai a… >> Dorian si avvicinò alla propria scrivania tirandone un foglio di pergamena piegata in due:<< Seza l’ha trovata qualche giorno fa sistemando la mia camera e me l’ha portata >> poi avvicinandosi e porgendole la lettera aggiunse:<< Non ti sei nemmeno preoccupata di dirmelo, non hai neanche pensato che dovessi saperlo >> << No, non l’ho pensato perché anche prima che arrivasse questa lettera sapevo già quello che volevo e che avrei fatto, io voglio te, ti amo e voglio passare la mia vita con te >>

 

Prima o poi uno dei due dovrà fare un sacrificio e rinunciare a qualcosa e, perdonami la franchezza Dorian, ma non so se tu lo faresti

 

Oh sì che lo farebbe, anzi lo stava facendo! E dio solo sapeva quanto gli costava quello che stava per dire!

<< Forse sono io che non voglio passare il resto della mia vita con te >>



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gli occhi di Margaret si riempirono di lacrime a quella voce dura e a quelle parole:<< Che stai dicendo? >> Ian si voltò guardando il quadro che aveva dipinto quella famosa notte dopo la festa:<< Che non voglio che resti qui, non ti voglio con me, non se il prezzo da pagare è questo >> << Dorian! Dorian non puoi dire davvero, stai scherzando…ti prego non puoi… >> e lei si avvicinò facendo per abbracciarlo ma Ian si scansò e per la prima volta da quando si erano conosciuti Maggie si sentì sola nonostante lui fosse a pochi centimetri da lei:<< Ian…hai detto di amarmi…hai detto che… >> lui si voltò, non riusciva a guardarla negli occhi e dire quello che stava dicendo:<< So quello che ho detto >> << Hai sempre mentito allora? Non puoi dire di amarmi e farmi questo, non puoi…volevi solo… >> << Non ho mentito Margaret, ti ho amato e forse ti amo ancora ma non penso sia sufficiente >> la sentì singhiozzare e si odiò per tutto il male che le stava facendo:<< Guardami in faccia, dimmi che non mi ami e che vuoi che me ne vada guardandomi in faccia >> Dorian prese un respiro profondo per poi voltarsi verso di lei, i suoi occhi erano così scuri da sembrare quasi neri e quelli di Maggie erano rossi e pieni di lacrime:<< Ti amo, ma non voglio che tu rimanga >> era anche peggio che sentirsi dire che non l’aveva mai amata:<< Non ha senso quello che stai dicendo, non puoi amarmi e non volere… >> << Probabilmente amarci non è sufficiente >> poi avvicinandosi alla porta e mettendo la mano sulla maniglia aggiunse:<< Ti manderò Yanna per darti una mano con le valige >> e con quell’ultima frase uscì sbattendo la porta.

Rimasta sola Maggie si accasciò sul pavimento in preda ai singhiozzi e con gli occhi gonfi di pianto.

 

<< Ian! Ian! >> Dorian alzò appena la testa dalla poltrona di pelle dov’era seduto quando suo fratello entrò come una furia nella sala da biliardo dove si era rintanato per tutto il giorno:<< Ciao fratellino, è andato bene il pranzo? >>

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Frankie rimase immobile, non aveva mai sentito la voce di suo fratello a quel modo e i suoi occhi blu erano lucidi, quasi avesse pianto, poi notando le due bottiglie di Bordeaux, una vuota e l’altra a metà poggiate sul tavolino aggiunse:<< Che cos’è questa storia di Maggie? L’ho incrociata poco fa e… >> << L’ho lasciata Frankie, che cosa c’è di difficile da capire? >> << Perché? Perché Santo Godric ha lasciato quella benedetta ragazza? >> Dorian si alzò avvicinandosi alla finestra:<< Perché non l’avrei resa felice, lei ha una vita a Londra, ha un futuro e un lavoro, io non ne farò mai parte >> sentì i passi di François che si avvicinavano sul parquet:<< È per l’hotel? >> << Cosa? >> << L’hai lasciata perché papà vuole che tu stia qui a dirigere l’hotel e non vuoi impedirle di avere la sua vita? >> ma perché suo fratello era così perspicace? O meglio quando lo era diventato? Aveva passato tutta la vita cercando di dare a lui e suo padre la vita felice che meritavano, lui era solo un punto in più nell’equazione ma non aveva così tanta importanza.
<< Che cosa ti fa credere che sia per l’hotel >> << So che cosa voleva papà da te, so che cosa faresti tu per renderlo felice >> << E perché ne stiamo parlando se sai così tante cose fratellino? >> Frankie si avvicinò ancora:<< Perché voglio che mio fratello sia felice e che non rinunci alla donna che ama solo per far felice nostro padre >> Dorian scosse il capo:<< La tua ingenuità mi fa ridere fratellino, da domani io dirigerò questo posto e Maggie avrà la sua vita e la sua carriera, non ci metterà molto a dimenticarsi di me, tutti avremo quello che vogliamo e tutti saremo felice >>
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nonostante quelle parole il suo tono altamente sarcastico non sfuggì a suo fratello e così Frankie decise di tagliare corto:<< Ho detto a papà che dirigerò io l’hotel, gli ho chiesto di lasciarti libero >> << Cosa? >> e Ian si voltò di scatto verso il fratello:<< Abbiamo parlato per un po’ prima che ti venissi a cercare, dirigerò io l’hotel insieme a lui e poi me lo lascerà quando sarò pronto >> gli occhi di Dorian si spalancarono per la sorpresa  per poi scurirsi dalla rabbia:<< Chi ti ha chiesto di immischiarti nella mia vita? Chi ti ha chiesto di… >> << Sei mio fratello, che cosa avrei dovuto fare? >> << Lasciarmi in pace! Ho passato tutta la vita a fare in modo che tu avessi quello che vuoi, che papà fosse felice, perché devi rovinare tutto solo per fare l’eroe della situazione? >> << Io non…Ian io non voglio… >> << Dovevi pensarci prima fratellino >> gli ricordò acido tornando a guardare la finestra:<< Volevo solo che anche tu fossi felice, ora non c’è niente che ti impedisca di andare a Londra se vuoi stare con Maggie >> << Chi ti dice che lo voglio >> << La ami >> replicò François con calma:<< Non sai che cosa provo >> << No, ma so che lei è l’unica che ti renderà felice e io non voglio rischiare di perderti di nuovo perché tu pensi sempre agli altri e non a te stesso >> << Di nuovo? >> domandò Dorian girandosi poi guardando gli occhi colpevoli del fratello minore aggiunse:<< Chi di loro tre te lo ha detto? >> sapevano entrambi di cosa stavano parlando, ora Ian voleva sapere chi dei suoi migliori amici doveva uccidere:<< Quando io e te abbiamo litigato Marcel è venuto a parlarmi e… >> non voleva dirglielo e gli era sfuggito involontariamente e, guardando gli occhi di suo fratello, sapeva che ora era nei guai:<< Bene! Marc e io dobbiamo fare un discorso >> poi senza pensare ad altro Dorian si smaterializzò lasciando François solo nella sala da biliardo.




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I giochi sono finiti, siamo alla fine e per tutti o quasi sta per cominciare il lieto fine...
Pensate che vi lascerò così? E' finita davvero? Chi lo sa...non vi resta che aspettare il prossimo capitolo per saperlo...

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Capitolo 29
*** 28 - Sogni e futuro ***


Capitolo 21 Image and video hosting by TinyPic Grimilde's
Un piccolo salto avanti prima di tornare indietro... premetto che i prossimi capitoli saranno un po' più corti di come siete abituati, in fondo siamo alla fine...poche cose ricche di significato e pochi giri di parole...(questo capitolo in particolare è molto breve perchè è una sorta di piccolo salto nel futuro da quando tutti hanno lasciato l'hotel...calcolate che alla fine di ogni paragrafo è passato circa un anno o poco più)


Erano ormai passati quasi dodici mesi da quando i giochi erano finiti e ognuno era tornato alla sua vita, magari con qualche piccola differenza ma la vita lontano da Parigi e anche nella città dell’amore…era sempre la stessa meravigliosa favola.

James e Noelle - Londres: une maison, deux enfants et un chien

<< Signora Rhodes >> e con un sorriso Jamie entrò nella casa che lui e Noelle avevano comprato poco lontano da Hyde Park dove lui si era innamorato di lei; nel giardino c’era perfino il grande ciliegio che aveva predetto Jamie, la sola cosa che mancava ai due manco a dirlo erano dei bambini, per quanto ci stessero provando sembravano non voler arrivare mai.

Avevano passato i primi mesi in trepidante attesa, poi l’attesa era diventata ansia e l’ansia…beh per Noelle in certi momenti era diventata addirittura disperazione e James aveva dovuto dar fondo a tutte le sue doti di Occlumante per evitare che la moglie leggesse i suoi tristi pensieri, almeno uno di loro due doveva essere forte per entrambi.

<< Noelle dove sei? >> la chiamò ancora mentre con la giacca ancora stretta addosso avanzava per l’ingresso dirigendosi verso il soggiorno:<< Sono di sopra >> lo chiamò la voce di lei e lanciando un’occhiata a ciò che nascondeva dentro la giacca l’auror sorrise.

<< Che cosa stai facendo? >> le domandò poi entrando nella stanza, ancora vuota, che volevano trasformare nella cameretta dei loro futuri figli:<< Sto pensando >> << Pensando a cosa? >> le domandò avvicinandosi piano per non mandare a monte la sua sorpresa:<< A cosa fare di questa stanza, non prendiamoci in giro Jamie, volevamo tenerla per i nostri figli ma comincio a pensare che non arriveranno mai e so che lo pensi anche tu ma che non vuoi che lo sappia >> << Io non…Noelle… >> e cercò di stare calmo mentre moriva dalla voglia di prenderla tra le braccia e consolarla:<< Non riesci a bloccarmi anche mentre dormi James, so che non dovrei ma ho dato una sbirciata ai tuoi pensieri l’altra notte, è colpa mia probabilmente ma penso che non potremmo mai… >> un piccolo guaio attirò l’attenzione di Noelle:<< Che cos’è stato? >> domandò allora lei guardandosi intorno:<< Cosa? Io non ho sentito niente >> di nuovo quel suono:<< Oh andiamo Jamie non puoi non sentirlo >> e a quelle parole lei si voltò verso suo marito notando il grosso rigonfiamento sotto la giacca a vento che lui indossava:<< Che cosa stai facendo? >> la cosa che James teneva al caldo sotto la giacca cominciò ad agitarsi sentendo i passi di Noelle e prima che uno dei due potesse accorgersene un piccolo musetto bianco e marrone dai vivaci occhi azzurro chiaro spuntò dalla giacca di James guardando poi Noelle con curiosità e muovendo ripetutamente il suo piccolo nasino rosa per annusare l’aria attorno a sé.

<< Jamie ma cosa? >> lui fece spallucce aprendo del tutto la giacca e prendendo il cucciolo tra le mani:<< So che non è un momento facile amore e so che stai male ma sono convinto che non sia colpa tua o mia, ci serve solamente del tempo >> poi allungando le mani per dar modo a Noelle di prendere il cucciolo aggiunse:<< È un’Australian Shepperd, dicono che sia un ottimo cane da guardia e perfetto per stare con i bambini, so che avremo dei bambini un giorno ma tu a Parigi hai detto che volevi una casa, dei figli e un cane…beh la casa c’è, ora abbiamo un cane…sono sicuro che i figli arriveranno presto >> << Ti amo James Rhodes, ti amo immensamente >> commentò Noelle e fece per sollevarsi sulle punte e baciare James quando il cucciolo si mise in mezzo leccandole la faccia e destando le lamentele del padrone di casa:<< Ehi! >> << Cosa c’è piccolo…vuoi le coccole? Vuoi le coccole della mamma? >> James scosse il capo guardando Noelle che coccolava il cucciolo, perché aveva come l’impressione di essersi rovinato con le sue mani?

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Tre mesi dopo di ritorno dal fantomatico ritrovo che lui stesso aveva predetto James si ritrovò a guardare sua moglie seduta sul divano che con gli occhi lucidi continuava a guardare il piccolo stick che aveva in mano:<< È positivo…Jamie è positivo… >> con gli occhi colmi d’amore lui si inginocchiò davanti a lei prendendole le mani:<< Vedi che avevo ragione…ci serviva solo tempo >> lei sorrise accarezzando con una mano la testa di Pluto che le sedeva accanto sul divano:<< Ci serviva di nuovo Parigi >> James fece spallucce:<< Sì, anche quello ha aiutato >> poi guardando ancora la moglie aggiunse:<< Come lo vuoi chiamare? >> la risposta a quella domanda arrivò sei mesi dopo quando James e Noelle si trovarono a compilare i moduli del San Mungo per registrare la nascita di Sean e Gillian Rhodes

Mike e Lilith - partout dans le monde en 365 jours

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<< Vuoi stare lì tutto il tempo a fare la lucertola nanetta o pensi di venire a farti una nuotata? >> e con la sua calda risata Michael guardò la sua fidanzata sdraiata su un comodo sdraio all’ombra di una palma sulla bianca spiaggia di Maui, Lilith sorrise alzandosi gli occhiali da sole sopra la testa e sollevandosi appena in modo da godersi quello splendido adone in costume:<< Sei un dottore Michael Gail, dovresti saperlo che le donne incinta hanno bisogno di riposo, relax e attenzioni >> prima che lei potesse capire le sue intenzioni Mike si smaterializzò per riapparire accanto a lei mentre faceva scivolare una mano ancora bagnata sulla sua pelle accaldata:<< Mike! È fredda! >> e lei fece per scostarsi ma le mani di Mike le afferrarono le spalle mentre le labbra di lui trovavano le sue in quel gesto che ormai era naturale come respirare:<< Hai detto attenzioni no? >> poi abbassandosi e sorridendo alla pancia leggermente arrotondata di Lilith aggiunse:<< Ehi piccolo fai il bravo nella pancia della mamma perché altrimenti lei se la prenderà con me >> << Gail! >> lo rimbeccò Lil incrociando le braccia sul petto e a quell’espressione accigliata Mike scoppiò a ridere:<< Ti detesto quando fai così >> << E se faccio così? >> domandò lui facendola stendere di nuovo sulla sdraio e mettendosi sopra di lei guardandola con quei grandi occhi scuri e la collana che Lilith gli aveva regalato che penzolava tra di loro:<< Forse un po’ meno >> commentò la ragazza e fu in quel momento che a Mike venne l’idea…

 

…<< Vieni in spiaggia? Sono le nove di sera, che cosa diavolo vuole fare a… >> ma le parole di Lil furono bloccate quando, una volta raggiunta la piccola insenatura dove erano stati fino a dopo pranzo, vide Mike immobile sotto uno splendido arco di Hibiscus in fiore: indossava una camicia azzurra e un paio di pantaloni di lino chiari mentre i piedi gli affondavano nella calda acqua della riva del mare:<< Mike…io non…non capisco… >> solo avvicinandosi notò che accanto al suo fidanzato c’era un altro uomo, dalla palle olivastra e un’improbabile completo fatto da bermuda e camicia a fiori:<< Ho pensato ad una cosa oggi mentre eravamo qui Lil >> poi allungandole una mano aspettò che lei lo raggiungesse e la portò esattamente sotto l’arco:<< Quando eravamo a Parigi ti ho detto che non mi interessava dove o come perché tu per me eri già mia moglie >> gli occhi di lei cominciarono a diventare lucidi, forse intuendo le intenzioni di lui:<< Quindi ho pensato che era giunto il momento di ufficializzare la cosa, mi spiace solo che le nostre famiglie non siano qui con noi ma ci rifaremo una volta a casa, ora voglio farlo e voglio che sia per sempre >> solo in quel momento Lil capì perché lui avesse insistito tanto quella sera a farle indossare quel delicato prendisole bianco con i ricami di pizzo, aveva già pensato a tutto il furbo!

<< Freddy è un impiegato dell’ambasciata inglese del ministero e può regolarizzare tutto adesso se vuoi >> le spiegò Mike indicandole il libro e la piuma che l’uomo con la camicia a fiori le stava porgendo e Lilith notò il suo nome in fondo ad un atto che redigeva le loro nozze:<< Devo solo firmare? >> domando poi guardano prima il funzionario e poi Mike:<< Sì basta solo una firma signorina Sherwood >> Lilith prese la piuma e, con la mano che le tremava un po’, appose la sua firma accanto a quella di Mike poi alzando gli occhi su di lui sorrise raggiante con gli occhi pieni di lacrime di gioia:<< Gail…signora Gail >> Michael sorrise a sua volta:<< Lilith Gail…suona bene non trovi? >> lei si alzò sulle punte mentre lui si chinava per baciarla:<< Benissimo >>

 

<< Ancora una spinta…ancora una Lil…forza ce la puoi fare… >> la donna si voltò verso Mike che le stringeva la mano accanto al letto mentre una dottoressa stava facendo nascere il loro bambino:<< Perché sei voluto entrare? Non voglio che… >> cercò di dire lei ma l’ennesima contrazione la colse impreparata:<< Spinga! Ora signora! >> le intimò la dottoressa quasi come un sergente e pochi istanti dopo un piccolo pianto si levò nella sala parto del San Mungo.

Quando l’infermiera pose il fagottino avvolto in una candida coperta tra le braccia di Lilith, Mike le si avvicinò con un sorriso accarezzando la fronte del piccolo che, ancora con gli occhi chiusi, cercava sua madre:<< Per questo amore mio, non me lo sarei perso per niente al mondo >> sentendo delle voci accanto a sé il bambino aprì di colpo gli occhi guardando le sagome indistinte davanti a sé, avevano un odore così famigliare e così buono:<< Ciao piccolo… >> mormorò Mike quasi commosso da tanta perfezione:<< Mike…ti presento tuo figlio >> poi guardando il bambino e girandolo appena verso suo padre aggiunse:<< Tyler…lui è Mike il tuo papà >> il sorriso di Michael le scaldò il cuore e la lacrima solitaria che scese sul suo viso la fece sorridere, il suo stangone aveva un cuore così grande:<< Ti amo Lilith Gail >> poi guardando il bambino aggiunse:<< E amo anche te Tyler Levi Gail >>

Daniel e Delila - Camomille et campagne

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<< Mamma! Mamma! >> Delila alzò gli occhi dal libro di nomi che stava leggendo guardando Abigail che tornava correndo dal sentiero che costeggiava il bosco, aveva qualcosa tra le mani e, a giudicare dallo sguardo sconsolato di Daniel poco dietro di lei, era qualcosa che avrebbe portato ancora maggiore scompiglio in quella casa!

<< Mamma guarda! Guarda cos’ho trovato! >> e sorridendo raggiante Abby si avvicinò a lei aprendo le mani e mostrando il piccolo animaletto peloso che le si rigirava tra le braccia:<< Abby ma… >> << È bello vero? L’ho trovato vicino al torrente, era tutto solo… >> poi lanciando di nuovo uno sguardo al piccolo gattino nero che stava miagolando piano aggiunse:<< Posso tenerlo? Posso mamma? >> Delila alzò gli occhi verso Daniel:<< Hai chiesto a papà? >> lui fece un piccolo segno di no con la testa e lei sorrise guardando la figlia:<< Allora può restare, ma devi trovargli un nome, non possiamo chiamarlo gatto per sempre >> ferma a guardare il micio Abby parve pensarci poi l’animale si voltò verso di lei guardandola curioso con i grandi occhi gialli:<< Mamma…dici che zio Oliver si offenderà se lo chiamo come lui? >> Delila alzò gli occhi vedendo lo sguardo divertito di Daniel mentre si avvicinava alla figlia:<< Oh no tesoro, scommetto che a zio Oliver farà molto piacere…anzi potresti perfino chiamarlo Olly >> Delila scosse la testa in silenzio, amava suo marito e amava il suo migliore amico ma quei due non avrebbero mai smesso di punzecchiarsi e il nome del gatto era solo l’ultimo di una lunga fila di esempi!

Quando Abby corse in casa poco dopo per far vedere a nonna Joanne il nuovo arrivato Daniel ne approfittò per sedersi sul dondolo del giardino accanto a sua moglie:<< Sei davvero perfido quando vuoi sai >> << Ehi sei tu che le hai permesso di tenerlo signora Shepperd-Johnson >> lei rise piano, sapeva che suo marito non aveva digerito la sua decisione di tenersi anche il proprio cognome accanto a quello da sposata:<< Me lo rinfaccerai ancora per tanto? >> gli domandò allora fingendosi offesa e Daniel parve pensarci:<< Beh sì…credo di sì… >> poi chinandosi verso di lei e baciandola aggiunse.<< Almeno finché resterai mia moglie e ciò vuol dire per tutto il resto della nostra vita >> lei sorrise ricambiando il suo bacio:<< Mi sembra un bel progetto… >> lui annuì poi i suoi occhi caddero sul libro di nomi che lei aveva poggiato accanto a sé:<< Stai ancora leggendo quel libro? >> Delila lo guardò seria:<< Nostro figlio deve avere un nome Daniel, nascerà tra due settimane non possiamo… >> ma la risata di lui la bloccò:<< Cosa c’è? >> << Lui ha già un nome >> poi sapendo bene che lei avrebbe preteso una spiegazione aggiunse:<< Ed è l’unico che tu vorresti davvero dargli: Markus >> il cuore di Delly si bloccò per un attimo sentendo nominare suo fratello:<< Daniel io non so se… >> lui annuì stringendole le mani:<< Glielo devi, so che a lui sarebbe piaciuto e forse anche ai tuoi >> Delila parve pensarci ancora, le faceva male ripensare a quella parte della sua vita:<< Markus…Markus Oliver Shepperd-Johnson >> sentendo il secondo nome Danny fece una smorfia:<< No ti prego…non farmi questo, quel damerino non la smetterà più di gongolare così >> << Sarà il suo padrino Daniel, deve portare il suo nome >> Johnson alzò gli occhi al cielo:<< Perché lui doveva essere compreso nel pacchetto? Io volevo solo te >> << Oliver è il mio migliore amico >> << Poteva restarsene a Londra, Boston, dove diavolo era…invece ora è sempre tra i piedi >> le ricordò cercando di fingersi serio ma in realtà sorrideva anche lui per quanto essere il testimone della sposa aveva cambiato la vita di Oliver che aveva conosciuto la sua attuale fidanzata proprio grazie al loro matrimonio:<< Dovresti essere più buono, se non fosse stato per lui non saresti mio marito >> Daniel incrociò le braccia sul petto senza rispondere e scoppiano a ridere divertita Delila gli baciò una guancia:<< Ti amo signor brontolone permaloso >>

<< Odio quel gatto >> commentò Oliver guardando il grasso gatto nero che stava sonnecchiando sul suo cuscino accanto al camino come se non avesse un pensiero al mondo, poi girandosi verso la sua amica e prendendo tra le braccia il bambino che puntava le braccine verso di lui aggiunse:<< Fortunatamente ci sarai tu a portare avanti il nostro nome campione, so che sarai un perfetto Serpeverde quando sarà il momento >> Delly storse il naso:<< Stai già portando mio figlio sulla cattiva strada Oliver De la Tour? >> << Ehi anche io ero un Serpeverde, cosa vuoi dire con questo? >> domandò Daniel alzando gli occhi dal libro che stava leggendo con Abby sulle ginocchia:<< Appunto >> commentò Delila con un sorriso:<< Spero che nostro figlio non prenda tutto da te o sarò rovinata >> << Ricordami perché siamo insieme? >> domandò Danny sarcastico:<< Perché mi ami Daniel Johnson e io amo te >> a quelle parole un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Danny:<< Sì, ti amo >>


Iris e Niko - Ying e Yang

<< Ho detto di no e non cambio idea donna! >> sentendosi di nuovo chiamare donna con quel modo imperioso e autoritario che lui spesso usava con i suoi sottoposti Iris si mise le mani sui fianchi:<< Nikolaj Valuev rimangiati quello che hai detto! Adesso! >> gli occhi neri di Niko la fulminarono:<< Non lo farò >> << È tua sorella, devi esserci >> gli ricordò lei pratica:<< Ho giurato che non l’avrei fatto e non intendo cambiare idea >> Iris alzò gli occhi al cielo esasperata passandosi le mani nei riccioli biondi:<< Che tu sia maledetto dannato testone! Come puoi essere così ottuso non riesco a capirlo! >> Niko la guardò nervoso mentre le mani gli tremavano al pensiero di quello che Iris gli stava chiedendo di fare:<< Ottuso? Io sarei… >> lo sguardo di Iris gli disse chiaramente cosa pensava:<< Certo che lo sei! >> poi avvicinandosi e prendendogli le mani nelle proprie aggiunse:<< So cosa stai provando, nemmeno io muoio dalla voglia di rivedere tua madre lo sai… >> poi alzò i grandi occhi verdi su di lui e un piccolo sorriso le si aprì sul viso:<< Ma è tua sorella Niko, Nina è la tua sorellina e so che anche tu vorresti esserci quando lei attraverserà la navata con il suo abito bianco >> lui chinò la testa, aveva ragione lei e lo sapevano entrambi:<< Non voglio vedere nessuno della mia famiglia, non voglio stare seduto in mezzo a loro e… >> la mano di Iris sulla sua guancia lo bloccò, proprio come le sue successive parole:<< Non devi farlo per forza >> poi baciandogli una guancia aggiunse:<< Staremo in fondo alla chiesa e finita la cerimonia ce ne andremo, nessuno si accorgerà di noi >> a quelle parole Niko sorrise:<< Forse non proprio nessuno >> Iris si allontanò da lui per mettere il bollitore del tè sul fuoco:<< Sei tu a doverlo decidere, ma so che le farebbe piacere >>

 

La chiesa era gremita di persone, praticamente tutta la nobiltà magica Russa e non era stata invitata all’evento più i suoi compagni di scuola, gli insegnanti e il preside di Durmstrang; c’era praticamente chiunque a quel matrimonio, chiunque tranne la sola persona che a lei interessava davvero:<< Potrebbe ancora arrivare sai >> a quelle parole Nina si voltò verso la porta vedendo il suo fidanzato che le sorrideva con gli occhi chiusi:<< Ilya! Che cosa ci fai qui? Lo sposo non deve… >> il sorriso di lui divenne ancora più grande:<< Non aprirò gli occhi prima di essere uscito te lo prometto, ma so che ora avevi bisogno di un po’ di conforto >> Ilya era l’unico a sapere quanto le mancasse Nikolaj, dalla discussione che suo fratello aveva avuto con sua madre l’anno prima a Parigi avevano rotto ogni rapporto, non si era più fatto vivo nemmeno con lei e Nina odiava sua madre per questo visto che era stata tutta colpa sua, ma sperava davvero che almeno il giorno del suo matrimonio suo fratello l’avrebbe stupita come faceva quando lei era bambina e lui le faceva fantastiche farfalle di origami per poi fargliele volare tutt’attorno come una principessa:<< Non so se arriverà e onestamente non ci spererei così tanto >> << Tu vuoi che venga lyublyu e magari sarà così >> lei fece per aggiungere altro quando la voce secca di Helena Valuev interruppe il momento:<< Che cosa ci fai qui Ilya? Non dovreste vedervi prima della cerimonia >> il giovane si voltò aprendo gli occhi per guardare sua suocera:<< Non ho visto niente signora, volevo solo salutare Nina, ora vado ad aspettarla all’altare >> e con un sorriso Ilya si dileguò mentre Helena Valuev entrava a chiamare sua figlia per portarla dove suo marito l’aspettava per condurla all’altare.

Fu solo finita la cerimonia, mentre usciva dalla chiesa per mano ad Ilya davanti agli ospiti che Nina notò due occhi neri e un sorriso avvolti in uno smoking scuro con la camicia grigia, alzò gli occhi giusto per incrociare quelli di suo fratello e la donna che lui stringeva a sé: alla fine erano rimasti insieme, alla fine Niko aveva rinunciato a tutto per essere felice ma era venuto lì per lei, era venuto al suo matrimonio nonostante tutto, felice come lo era stata solo altre poche volte nella vita Nina guardò suo marito con un sorriso…solamente alcune ore dopo scartando i vari regali un piccolo rotolo di pergamena chiuso con un nastro color oro attirò la sua attenzione, lo prese in mano srotolandolo e restando immobile davanti al ritratto a carboncino di lei con il sorriso sulle labbra e i capelli sciolti lungo le spalle, in basso in un angolo poche parole scarabocchiate: “Ya lyublyu tebya Nina, Niko” e quello fu il più bel regalo che potesse ricevere.

 

<< Sapevi che le sarebbe piaciuto vero? >> commentò Iris mentre Niko guardava sua sorella da un corridoio dell’immensa sala ricevimenti:<< Sei tu che sapevi che volevo essere qui, anche se non lo ammettevo >> << Ormai ti conosco Niko >> lui sorrise stringendola a sé:<< Già >> poi sorridendo aggiunse:<< Pronta a partire? >> Iris alzò gli occhi verso di lui:<< Dove andiamo stavolta? >> << Visto che qui si gela io direi in un posto caldo, spero ti piacerà >> e prima che lei potesse aggiungere altro si smaterializzò sorridendo pensando alla faccia che avrebbe fatto Iris una volta davanti alla Sagrada Familia di Barcellona!

(Nina e Ilya)
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Libero e Bunny - From Rome with love


<< Sogno di una notte di mezz’estate >> e Libero gettò sul tavolo il libro con la commedia di Shakespeare:<< Molto rumore per nulla o la dodicesima notte, andiamo Nott non puoi proporre la stessa commedia dell’anno scorso >> Libero guardò la moglie con acidità:<< Non ho intenzione di interpretare una parte che non sia quella di Oberon sia chiaro >> Bunny alzò gli occhi a cielo esasperata da quella cocciuta primadonna di suo marito:<< Sai che esistono altre opere oltre a Sogno di una notte di mezza estate ed esistono altri autori oltre a Shakespeare che potremmo… >> lo sguardo che le lanciò Libero la diceva lunga su come la pensasse:<< Oh andiamo non fare così, sai benissimo che adoro queste opere ma qualche volta potremmo anche… >> Libero fece spallucce avvicinandosi alla porta del camerino dietro le quinte del teatro:<< Come vuoi Bunny, il teatro è tuo, puoi mettere in scena quello che vuoi >> commentò poi deliberatamente innervosito, a dire il vero non aveva molta importanza l’opera con cui avrebbero aperto la stagione ma si divertiva ancora a stuzzicare Bunny come i primi tempi i cui erano insieme:<< Oh per amor del cielo! Sei terribile Nott! >> commentò lei con un borbottio indistinto che Libe sospettò fossero appellativi non molto lusinghieri nei suoi confronti:<< Terribile io? Quella è un’opera meravigliosa e il Bardo… >> << Ci sono un sacco di altre opere meravigliose: Casa di bambola, Un tram che si chiama desiderio, Sette spose per sette… >> la faccia di Libero a quei titoli la fece talmente innervosire che non riuscì nemmeno a finire a frase:<< Shakespeare, la prima sarà sempre di Shakespeare >> commentò lui deciso:<< Ok >> replicò Bunny con un sorriso:<< Ok, ma l’opera la sceglierò io >> << Cosa? >> chiese lui preoccupato di come quegli occhioni furbi lo guardavano:<< La bisbetica domata >> gli disse poi Bunny con un sorriso:<< Uhm… >> lui si avvicinò allungando le mani per prendere i fianchi di lei:<< In effetti non è male come scelta…mi ricorda qualcosa >> Ben gli passò una mano sul petto per stuzzicarlo mentre nella sua mente già pregustava la vittoria:<< Farai il ruolo di Petruccio senza troppe storie vero? >> lui ghignò e per un attimo Bunny pensò di essersi fregata con le sue mani:<< Se io sono Petruccio mi servirà una Caterina >> capendo dove lui voleva arrivare Bunny sorrise:<< Sì, beh penso che Rosanna sarà perfetta per la parte >> pensando alla giovane attrice che avevano assunto qualche tempo prima Libero fece una smorfia:<< Rosanna? Ehi io non voglio un’altra per interpretare il ruolo di mia moglie, io voglio mia moglie! >> << Continua a sognare Nott >>

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Una settimana dopo Bunny e Libero si tenevano per mano durante la chiusura dello spettacolo mentre ricevevano gli applausi entusiasti del pubblico, guardando Libero che le stringeva la mano e sorrideva Bunny pensò al momento in cui, nel camerino del teatro, gli avrebbe dato la bella notizia, non vedeva l’ora di veder la sua faccia…

 

L’anno successivo, per la gioia di Libero, l’opera di apertura fu di nuovo Sogno  di una notte di mezz’estate,  Bunny lo guardò orgogliosa da dietro le quinte, tra le sue braccia che rideva guardando il padre: Elena Ippolita Nott.




François e Leila - Toujours Paris

Il loro matrimonio era stato l’evento più chiacchierato di tutti i salotti purosangue da Parigi a Londra: Leila Tallyst che diventa Leila Tallyst-Atelier e sposa il secondogenito di Isaac Atelier era la notizia più succulenta su cui i giornalisti scandalistici avevano messo le mani dai tempi degli articoli di Rita Skeeter e il torneo Tre Maghi, un po’ di sano pettegolezzo di cui la gente non può fare a meno!
<< Devo farlo davvero? Sono così belli che mi dispiace… >> e Leila guardò con dispiacere il suo bouquet mentre le invitato al ricevimento erano ammassate dietro di lei in attesa del lancio del bouquet:<< Sì, direi che o lo fai o verremo assaltati da un branco di invitate inferocite >> le confermò Frankie ridendo e baciandole una guancia:<< Ti amo François >> lui le passò le mani sulle spalle che il vestito di pizzo lasciava scoperte, era luglio in fondo e faceva abbastanza caldo in quella stagione:<< Ti amo anch’io Lila >> la giovane guardò le damigelle ammucchiate con la coda dell’occhio e sorrise guardando il marito:<< Ok, facciamolo >> poi stringendo il mazzo di rose rosa sorrise:<< Pronte signore? Uno, due, tre >> e lanciò in aria il mazzo di fiori aspettando di vedere chi lo avrebbe preso in mano.
Guardando sua moglie che rideva Frankie pensò che era proprio una bella festa, un matrimonio da favola…mancava solo una cosa per renderlo perfetto…

<< Ti manca vero? >> François voltò lo sguardo verso Leila che lo aveva raggiunto sulla terrazza dell’hotel dove lui si era rifugiato:<< Sì, mi manca >> commentò poi guardando i tetti di Parigi alla luce del primo mattino:<< Lo prendevo sempre in giro perché si alzava all’alba per venire a nuotare, ma adesso mi manca terribilmente, so che sta bene ma sapere che non tornerà a casa non fa comunque piacere >> Lila si avvicinò a lui abbracciandolo:<< Ian ha fatto la sua scelta amore e tu gli sei stato d’aiuto come solo un fratello può fare >> << Vorrei che non se ne fosse andato, se avessi pensato meno a me stesso nel corso degli anni e avessi… >> << Dorian voleva che tu fossi felice, non ti avrebbe permesso di fare diversamente >> guardando al sua neomoglie Frankie Atelier sorrise baciandola:<< Sicura che vuoi fare l’auror chérie? Hai un futuro come politica >> Lila si finse scandalizzata:<< Politica? No grazie mon cher, preferisco fare l’accademia e prendermi cura dei miei uomini >> François sorrise:<< Non ti dispiace che siano maschi? >> lei scosse il capo:<< Due François in miniatura, direi che non potrei essere più felice nemmeno volendo >> François fece per rispondere quando Yanna apparve accanto a lui:<< Padron François…padrone… >> il pozionista si voltò:<< Cosa c’è Yanna? >> << Suo padre ha chiesto di vederla nel suo ufficio, immediatamente >> << È successo qualcosa? >> l’elfa scosse il capo:<< Non lo so signore, padron Isaac ha solo detto di venire a chiamare lei >>

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Lo so che manca qualcuno all'appello ma tempo del prossimo capitolo capirete tutto promesso!

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Capitolo 30
*** 29 - Viole e margherite ***


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Come detto alla fine del capitolo precedente mancava qualcuno...

Se uscirai da questa porta per andare a Londra non scomodarti a tornare

 

Quelle parole gli rimbombavano ancora nella testa eppure Pierre non ci aveva pensato due volte, era andato a Berlino con la squadra e aveva giocato la prima partita per calmare il mister, dopo una vittoria quell’uomo diventava decisamente più malleabile, poi senza troppi mezzi termini lo aveva affrontato nel suo ufficio dicendogli che avrebbe dovuto giocare con il suo battitore di riserva per le prossime partite perché lui sarebbe tornato all’inizio della nuova stagione; davanti all’uomo poi con il proprio borsone in mano si era smaterializzato ricomparendo nelle fredde strade di Londra, dio quanto odiava quel clima del diavolo ma aveva il più valido dei motivi per essere lì e se ne stava comodamente al caldo nella tasca interna del suo giaccone!

 

Raggomitolata sul divano di casa sua Violet era ferma a guardare le nuvole grigie che si rincorrevano fuori dalla finestra, aveva impacchettato da poco le ultime cose che aveva lasciato al negozio di Alex, il suo ex marito non si era nemmeno fatto trovare e aveva mandato il suo migliore amico per aprirle la porta e controllare che lei prendesse solo ciò che era suo lasciando perdere tutto il resto, come se le fosse mai interessato avere qualcosa di lui o che era conservato nel suo prezioso negozio!

Come sempre nell’ultimo periodo quando era sola e aveva il tempo di pensare la sua mente si concentrava sull’unico pensiero che riempiva le sue giornate e i suoi sogni la notte: Pierre Albert Henri DuLac, l’uomo che volente o nolente si era accorta di amare e che si pentiva come poche di aver lasciato.

Un sorriso amaro le solcò le labbra: ma di cosa si illudeva? Lei non era nessuno per destare l’interesse di uno come Pierre, di un grande e famoso campione come lui; sì certo si erano divertiti e non poco durante quei dieci giorni a Parigi in giro per la città a visitare ogni piccolo angolo nascosto della città dell’amore o di notte tra le lenzuola della camera che lui aveva in hotel, ma il divertimento di qualche giorno non poteva compensare tutto il resto, lei era una ragazza come tante altre e lui era un giovane aitante e famoso che di sicuro ora era in compagnia di una qualche stangona bionda e tedesca che aveva già perso la testa per lui…

Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo vedere di nuovo, per potergli parlare ancora e abbracciarlo perdendosi nel profumo del suo dopobarba che ormai l’accompagnava ovunque come un’ombra silenziosa e ricordo di quei giorni meravigliosi.

Alzò gli occhi per tornare a guardare il traffico della città e le sembrò quasi di vederlo dall’altro lato della strada: i capelli corti, gli occhi acquamarina, la giacca di pelle imbottita che lui le aveva prestato durante la loro ultima gita per la città poco prima della sua partenza; avrebbe tanto voluto mostrargli ogni angolo della sua Londra come lui le aveva mostrato l’anima di Parigi, avrebbe voluto rivivere ancora quei momenti ma sapeva che non era possibile e il fatto che lo immaginasse ovunque era solo un segno di quanto fosse suggestionabile e con il cuore tenero.

Fece per alzarsi dal divano e prepararsi un buon tè caldo quando, troppo debole, lanciò un’ultima occhiata a quell’adone biondo sul marciapiede convinta che l’avrebbe trovato vuoto…invece Pierre era ancora lì, gli occhi alzati a guardare la sua finestra.

Il suo cuore prese a battere all’impazzata realizzando che quella non era un’allucinazione o una fantasia: Pierre era davvero su quel marciapiede, era davvero a Londra, era davvero tornato da lei!

 

Sperava tanto di trovarla il prima possibile, ma quando era comparso in quella stradina secondaria accanto alla zona di Trafalgar Square non ne era così sicuro, Londra era una città grande e Violet poteva essere ovunque, non dubitava che l’avrebbe trovata ma moriva così tanto dalla voglia di vederla che sperava di non metterci troppo.

Si era sentito osservato e quando aveva alzato gli occhi per vedere da chi, si era ritrovato a guardare quel viso di porcellana che lo aveva tormentato da quando le aveva stupidamente detto addio, non avrebbe dovuto lasciarla tornare a Londra o meglio non avrebbe dovuto farla andare via da sola, ci aveva messo poco più di due settimane a capire che la sua vita non aveva senso senza di lei, ma non l’avrebbe lasciata andare per niente al mondo, non ora che l’aveva di nuovo davanti…ci mise qualche secondo a capire che Violet era scesa di corsa in strada e ora era a pochi passi da lui ferma sul portone del palazzo:<< Sei qui? >> gli domandò con gli occhi lucidi mentre lui si avvicinava sorridendole:<< Dove altro dovrei essere? >> le chiese sorridendo, aveva molto di cui farsi perdonare ma avevano tutto il tempo del mondo:<< Credevo fossi a Berlino per le amichevoli >> allungò le mani per stringere quelle di lei:<< Il Quidditch può aspettare, c’era qualcosa di più importante di cui mi dovevo occupare >> di nuovo Violet sorrise e stavolta le lacrime le scivolarono sul viso:<< Sei tornato da me, sei tornato per me >> allargando le braccia Pierre si lasciò abbracciare sentendo quel corpo morbido incastrarsi perfettamente con il suo:<< Tornerò sempre da te Violet e ti porterò sempre con me >> alzò il viso verso il suo poi prendendo quello di lui tra le mani si mise sulle punte baciandogli le labbra felice:<< Mi sei mancato tanto >> << Anche tu, non immagini quanto >> << Provamelo >> lo sfidò sorridendo mentre si staccava da lui tenendolo sempre per mano e trascinandolo al piano di sopra verso il suo piccolo bilocale:<< Ai suoi ordini signorina Stains >> la prese in giro mentre la prendeva tra le braccia per baciarla di nuovo e Violet cercava con la mano libera di aprire la porta di casa.

 

<< Gavroche un altro >> e Dorian alzando la mano chiamò il barista del locale facendosi portare l’ennesimo bicchiere di vino, si era seduto nella parte babbana del locale in modo da non avere la tentazione di tirare fuori la bacchetta o fare qualche stupidaggine, inoltre nessuna delle persona che aveva intorno poteva riconoscerlo e quindi andare a dire a suo padre o a chiunque altro dove lui si trovasse o cosa stesse facendo!

<< Lascia la bottiglia >> commentò poi freddo al giovane dai capelli castani e il viso lungo che gli stava versando il vino, il ragazzo fece per rispondere ma alzando gli occhi dietro le spalle di Ian la sua espressione mutò in un attimo e sparì dietro ad altre ordinazioni.

Capendo di non essere più solo Atelier raddrizzò le spalle senza però voltarsi:<< Allora chi vi ha mandato? Mio padre o mio fratello? >> << Ian… >> la voce di Marcel gli fece salire il sangue al cervello:<< Non mi rivolgere la parola Marc, non lo fare >> << Ian ascolta siamo qui per… >> << Per fare cosa? Per aiutarmi a stare meglio e poi andare a spiattellare a mio fratello la mia ennesima debolezza? Ti sei sentito meglio a spifferare tutto a Frankie? Ti sei sentito meglio a dire a mio fratello quanto in realtà io sia debole e misero? >> << Dorian, Marc non voleva… >> << Tu non cercare di difenderlo, non ha scuse >> sibilò Ian guardando Hermes con odio poi tornando a guardare Deveraux aggiunse:<< Avevate promesso. Vi avevo chiesto una cosa soltanto quel giorno: che nessuno venisse mai a saperlo. Nessuno. Mai. >> poi tornando al suo bicchiere di vino aggiunse:<< E questo comprendeva soprattutto mio fratello e mio padre >> incurante della probabilità di venire schiantato o peggio Marcel si sedette accanto al suo migliore amico togliendogli il bicchiere da davanti e mettendosi tra lui e la bottiglia:<< E cosa avrei dovuto fare? Lasciare che tuo fratello ce l’avesse con te per sempre? Che non ti rivolgesse più la parola solo perché noi siamo amici? >> Dorian lo guardò nervoso:<< Appunto, siamo amici e tu hai fatto la sola cosa che sapevi non avrei mai voluto >> << Ian…io ero d’accordo con lui, ci abbiamo pensato molto prima di… >> cominciò Herm sedendosi dall’altro lato e cercando di far ragionare il ragazzo:<< So che non era quello che volevi, so che potrà sembrarti sbagliato ora, ma François aveva bisogno di capire quello che c’è tra di noi e non c’era altro modo, sei tu il primo a non volere che tuo fratello ti odi, noi abbiamo solo fatto in modo che fosse così >> Dorian fece una smorfia alzando la mano per richiamare il povero Gavroche:<< Sì, bravi complimenti…così ora ho davvero perso tutto quello che avevo grazie alle vostre sparate di bontà e alla misera compassione di mio fratello per me >> << Perso tutto quello che…Ian che cosa stai dicendo? >> e Marcel lo guardò preoccupato:<< Frankie dirigerà l’hotel, ha parlato con papà e a quanto pare lo ha convinto che sia una bella cosa lasciarmi libero di fare quello che voglio della mia vita, come se avessi ancora una vita poi >> i due amici lo guardarono perplessi:<< Che stai dicendo? Pensavo che tu e Maggie… >> cominciò Hermes che conosceva abbastanza bene il cuore di Ian e sapeva bene che il suo amico non aveva mai provato per nessuna quello che provava per Margaret Stains:<< Margaret è tornata a Londra, non siamo più – gli morirà la voce su quell’ultima parola – non siamo più niente >> << Cosa? Perché? >> e Marcel lo guardò quasi fosse un pazzo da rinchiudere:<< Perché la sua vita è a Londra e la mia fino a poco fa era qui, a Parigi, all’hotel >> << Niente vi avrebbe impedito di stare insieme >> constatò Herm pratico:<< È stata promossa, mentre eravamo qui le è arrivata una lettera in cui il suo capo le comunicava la sua promozione, ho chiesto in giro e ho scoperto che… >> << Chiesto in giro? >> domandò Marcel perplesso ma forse già sospettando cosa avesse fatto il suo amico:<< Simon è una valida fonte di informazioni >> << Simon? >> domandò Hermes perplesso:<< Simon Jefferson, il fidanzato di Moira >> commentò Marcel scuotendo il capo tornando a guardare Ian:<< Che cosa centra Simon? >> domandò di nuovo Valois che ancora non capiva:<< Simon lavora all’ufficio per l’applicazione della legge sulla magia a Londra, praticamente sopra di lui c’è solo il suo capo e il ministro >> spiegò Deveraux con calma poi tornando a guardare Ian aggiunse preoccupato:<< Che ti ha detto? >> Ian guardò la vetrata dietro la rastrelliera delle bottiglie dietro al bancone sentendosi male ricordando come aveva trattato la donna della sua vita pur di darle ciò che lei meritava:<< Mi ha detto che Margaret è una delle persone più promettenti che il ministero abbia mai avuto, che il ministro in persona si è preso la briga di informarsi su di lei e che il suo capo sta pensando di formarla per un’altra promozione a breve >> poi guardando prima Marc, poi Herm ed infine di nuovo il proprio riflesso, si passò le mani nei capelli con tristezza:<< Come faccio? Come faccio a negarle tutto questo solo per tenerla accanto a me? Come posso non volere che abbia il meglio visto quanto si impegna ed è brava nel suo lavoro? >> il ricordo del loro piccolo viaggio dentro al quadro di Renoir era ancora così vivido nella sua mente, aveva parlato spesso con Maggie, nei limiti del possibile ovvio, del suo lavoro e di quanto lei lo amasse, per quello si sentiva ancora più misero e crudele a toglierglielo solo perché lui non poteva vivere senza di lei.

<< Vai a Londra allora…se non dovrai più dirigere l’hotel e vuoi che lei abbia il meglio vai da lei, potrete avere tutto: starete insieme e lei avrà la sua carriera, tu avrai la tua donna e sicuramente un lavoro nel ministero, con le tue credenziali e le raccomandazioni di Malet non dovrebbe essere difficile… >> << Lei mi odia >> commentò Ian deluso e triste:<< Cosa? >>

 

Odiarlo? Come poteva odiarlo? Sì certo era stata male e aveva pianto talmente tante di quelle lacrime che il solo pensare al suo nome le faceva luccicare di nuovo gli occhi per un motivo del tutto diverso stavolta però …

Abbassando gli occhi su quello che aveva tra le mani tirò leggermente su con il naso tornando a guardare la sua immagine riflessa nello specchio: era passato poco più di un mese da quando aveva lasciato Parigi, non aveva cercato Violet o i suoi genitori, non aveva scritto a nessuno e non aveva mandato un gufo nemmeno a Frankie per sapere come stesse o, cosa ancora più importante, come stesse Dorian senza di lei…tuttavia ora le cose erano cambiate, non lo avrebbe cercato vista la loro ultima discussione e ciò che le aveva detto ma il pensiero che di lì a poco ci sarebbe stato il suo compleanno e che l’avrebbero passato soli la faceva stare così male…Dorian era diventato così importante per lei in così poco tempo che quasi le sembrava tutto ancora un sogno…abbassando di nuovo gli occhi però seppe che ora non si trattava più di impuntarsi o di scegliere, c’era una sola cosa che poteva fare, così andando vicino alla porta sollevò la cornetta del telefono vintage che sua madre le aveva regalato componendo il numero dei suoi genitori aspettando che qualcuno rispondesse:<< Mamma, ciao >>

 

Non era tornato a casa dalla sera in cui aveva parlato con i suoi amici, non era più tornato all’hotel e aveva passato le notti nei posti più disparati dormendo dove gli capitava come un senzatetto, certo con la magia riusciva a scaldarsi senza problemi nonostante si stesse avvicinando novembre, ma era giunto ormai il momento di cambiarsi, non poteva vivere con addosso quegli stracci per molto, inoltre cominciava a fare freddo e se voleva lasciare la città come sperava aveva bisogno di fare almeno una valigia.

Si materializzò all’interno della sua stanza e immediatamente il suo profumo di menta unito a quello di fiori di Maggie lo avvolse, com’era possibile che si sentisse ancora? Erano passate settimane e Yanna di certo aveva cambiato l’aria nella stanza e rifatto il letto, com’era possibile che…

Il resto della sua frase si bloccò quando alzando gli occhi sul suo letto vide le stesse lenzuola in cui aveva dormito con Maggie la loro ultima notte e, poggiato sopra come la più sacra delle reliquie, il famoso vestito rosso che lei aveva indossato anche la sera del ballo…

Si avvicinò piano quasi avesse paura che fosse un’allucinazione e che sparisse prima che lo potesse toccare, allungò una mano per sfiorare la stoffa delicata, gli sembrava quasi di vederla, gli sembrava quasi che Maggie fosse lì accanto a lui, dietro di lui, che gli poggiava una mano sulla spalla mentre lui cadeva in ginocchio ai piedi del letto e i suoi occhi si velavano di lacrime.

Era stato un idiota, un idiota innamorato che ha fatto la cosa più stupida al momento sbagliato…niente poteva cambiare quello che aveva detto, lei non lo avrebbe perdonato, aveva voluto quella situazione e ora non poteva che commiserare sé stesso per la sua stupidità, la sola cosa che lo consolava era che lei probabilmente un giorno lo avrebbe dimenticato e sarebbe stata felice con qualcuno più meritevole di lui.

Dopo aver raccolto in fretta alcuni dei suoi vestiti chiuse la cerniera del borsone nero di pelle voltandosi poi verso la parete opposta; fissò con intensità il quadro di Maggie, il primo che aveva disegnato dopo averla conosciuta…tutto era cominciato da lì, tutto era partito da quella sera al ministero e da quel vestito cremisi.

<< Reductor >> e con la sua bacchetta in mano lanciò incantesimo colpendo il dipinto e guardandolo lacerarsi sotto i suoi occhi, se voleva ricominciare avrebbe dovuto farlo nel modo giusto, poi allungando una mano e afferrando il vestito lanciò un ultimo sguardo alla stanza salutando Renoir con un cenno del capo, il gufo lo avrebbe trovato ovunque, prima di smaterializzarsi di nuovo.

 

<< La ringrazio dottoressa, davvero…sono sicuro che quando glielo dirò ne sarà felice >> a quella voce Maggie alzò gli occhi, non poteva essere vero…non poteva…poi una voce chiamò il suo nome:<< Margaret Stains? >> il giovane davanti alla dottoressa si voltò e Maggie si trovò a incrociare i suoi occhioni acquamarina:<< Maggie? >> << Pierre >> lo salutò lei con un piccolo sorriso:<< Che cosa ci fai qui? Stai bene? >> lei annuì avvicinandosi:<< Più o meno >> poi guardando lui aggiunse:<< Che ci fai a Londra? Credevo fossi andato a Berlino per… >> lui sorrise:<< Ero a Berlino, ci ero andato davvero >> poi alzando una mano per accarezzarle un braccio aggiunse:<< Ma ho capito che la mia vita non aveva senso senza una certa signorina che tu conosci molto bene >> gli occhi di Maggie si spalancarono:<< Aspetta…vuol dire che tu e Vi…tu e mia sorella… >> << Sì, io e Violet >> commentò lui continuando a sorridere felice:<< Signorina Stains… >> e la voce impaziente dell’infermiera li riportò al corridoio del San Mungo:<< Sì, arrivo… >> poi voltandosi verso Pierre fece per chiedergli qualcosa quando lui si accomodò tranquillamente su una delle sedie poste lungo il muro:<< Aspetterò che tu finisca, tranquilla >> Maggie sorrise, non sapeva perché ma quell’atteggiamento protettivo le ricordava tanto Ian e prima che potesse fermarla una piccola lacrima le scivolò sulla guancia:<< Maggie stai bene? >> lei scosse piano la testa:<< Verresti con me Pierre? Per favore >> DuLac si alzò avvicinandosi e prendendola tra le braccia:<< Sei sicura? >> << Sì, non voglio essere sola >> << Va bene >> l’infermiera annuì esasperata aprendo la porta e facendo rientrare i due nello studio della dottoressa.

<< Ancora qui signor DuLac? >> domandò la medimaga con un piccolo sorriso mentre scorreva la cartella preliminare di Maggie:<< Beh stavolta sono qui per sostegno dottoressa, un’amica ha bisogno di me >> la donna annuì alzandosi in piedi e avvicinandosi a Maggie:<< Prego, si sdrai sul lettino signorina Stains, perché è venuta qui? >> Maggie voltò la testa verso la finestra, non voleva guardare Pierre mentre lo diceva, avrebbero affrontato dopo quell’argomento:<< Credo di essere incinta >> Pierre trattenne il fiato per un attimo mentre la donna si avvicinava a Maggie alzandole il maglione color pastello controllando la sua pancia per poi andare a prendere alcuni strumenti:<< Che cosa le fa pensare di essere incinta? >> << Ho fatto un test di gravidanza babbano, ma non so se ci abbia preso, insomma non so se funziona correttamente anche con i maghi e… >> << Facciamo un controllo veloce e avremo le risposte >> poi avvicinandosi ad un armadietto prese una piccola fialetta con un liquido color paglierino all’interno:<< La beva, se è incinta questa ce lo dirà immediatamente >> Maggie si mise seduta con le gambe che penzolavano dal lettino e prese in mano la fiala: stava tutto lì…doveva solo berla e avrebbe saputo se l’uomo che amava e che le aveva spezzato il cuore le aveva lasciato qualcosa di più di un cuore infranto e tante lacrime.

Pierre la guardò mandar giù la pozione tutto d’un fiato e non appena lei riconsegnò la fiala alla dottoressa qualcosa all’altezza della sua pancia sembrò prendere vita, la medimaga la fece stendere di nuovo e sollevandole il maglione le mostrò una piccola fonte di luce che irradiava da dentro di lei e che si muoveva formando delle piccole spirali:<< Che cosa succede? Che cos’è? >> domandò Maggie incantata a guardare la piccola luce:<< È il tuo bambino Margaret o almeno lo sarà tra qualche mese, a giudicare da quello che vedo devi essere di un mese, sei settimane al massimo >> cinque settimane e tre giorni, non poteva non essere sicura dell’ultima volta in cui aveva fatto l’amore con Dorian e in cui, inconsapevolmente, avevano concepito quel piccolo angelo.

<< Per ora va tutto bene Margaret ma nei prossimi tempi potresti sentirti molto stanca e a breve cominceranno anche le nausee, hai qualcuno che può darti una mano nel caso… >> Maggie fece per dire di no, quando la voce di Pierre la bloccò:<< Certo che sì, sai che puoi contare su di me, su di noi >> si voltò a guardarlo con un sorriso, l’aveva sempre considerato un uomo meraviglioso e ora capiva perché:<< Sei sicuro Pierre? >> lui annuì senza aggiungere altro e così la dottoressa passò a spiegare ad entrambi cosa doveva fare Maggie e le diede un appuntamento per il mese successivo:<< Voglio tenerti sotto controllo per i primi tempi, è la tua prima gravidanza ed è meglio essere cauti, non sappiamo come reagirà il tuo corpo >> gli occhi di Maggie si spalancarono spaventati:<< Crede che potrebbe andare male qualcosa? >> la dottoressa scosse il capo guardandola però con aria severa:<< Non dovrebbe ma non si è mai sicuri di niente fino alla quattordicesima, quindicesima settimana e quindi preferisco andarci piano, ma tu se una donna giovane e sana Margaret, non dovrebbero esserci grossi problemi >> << Va bene, ci vediamo tra un mese allora >> << Sì, mi raccomando riguardati e cerca di mangiare leggero senza strafare, le voglie sono qualcosa con cui dovrai convivere per un po’ >>

 

Una volta fuori dall’ospedale mentre camminavano uno affianco all’altra Maggie si voltò a guardare Pierre, non le aveva ancora chiesto niente e sembrava insolitamente calmo, possibile che non sapesse…poi ricordandosi che lui era partito prima che tra lei e Ian le cose andassero male si voltò di scatto per dargli una spiegazione:<< Lo so >> le mormorò quasi senza guardarla:<< Sai cosa? >> << So che cosa ha fatto Ian, so perché sei a Londra e non a Parigi, so perché sei qui da sola e quell’idiota del mio amico non è accanto a te >> << Da quanto lo sai? >> lui fece spallucce:<< Una settimana, forse due >> poi fermandosi in un angolo riparato aggiunse:<< Hermes e Marc mi hanno mandato un gufo, non ti sono venuto a cercare subito perché speravo che ti saresti fatta viva con Violet o con i tuoi, ma lei sembrava non saperne niente e io volevo avere qualche informazione in più prima di parlarne con lei o di venire a cercarti ma oggi ha cambiato un po’ i miei piani >> << Lo dirai a Violet? Le dirai quello che è successo e di… >> la sua mano andò a coprirsi la pancia dove stava crescendo il suo piccolo tesoro:<< No, non lo farò >> commentò Pierre con un sorriso:<< Ma penso che dovresti farlo tu, è tua sorella e ti vuole bene, vorrà starti vicino e poi in due ti daremo una mano anche meglio >> Maggie annuì poi alzò gli occhi guardando il cielo grigio di Londra:<< Ho chiamato mia madre un paio di giorni fa, non le ho spiegato nulla ma le ho detto che andrò a stare da lei e papà per un po’, che mi sono presa una pausa dal lavoro…quando sarà il momento le parlerò del bambino e di Dorian, ora proprio non ne ho la forza >> Pierre la strinse a sé:<< Lui ti ama lo sai? >> << Non ne sono così sicura, mi ama ma mi ha detto delle cose orribili, mi ha escluso dalla sua vita >> << Tornerà in sé vedrai >> << Tu credi? >> Pierre sorrise:<< Lo conosco abbastanza, prima o poi ci arriverà e riuscirà a stupirti te lo garantisco…poi quando saprà del… >> << No! >> esclamò Maggie sbiancando:<< No cosa? >> << Non voglio che tu glielo dica, non voglio che sappia del bambino >> << Come? Perché? >> Maggie chinò la testa cercando di non mettersi a piangere, maledetti ormoni:<< Perché non voglio che torni da me perché è obbligato da un bambino, non voglio che un giorno mi odi perché lui ci ha tenuti insieme >> e abbassò gli occhi sulla propria pancia:<< Vuoi che torni perché ti ama >> lei annuì incapace di dire una parola:<< Vieni, credo che ti ci voglia qualcosa di caldo >> e mettendole una mano sulle spalle riprese a camminare tenendosela vicino, il suo migliore amico era un idiota che presto sarebbe tornato in sé e sarebbe corso a cercarla ma fino a quel momento si sarebbe preso cura lui di Maggie:<< Tu che ci facevi dalla dottoressa Anderson? È una ginecologa, non esattamente il tipo di medico che… >> ok, prima o poi sarebbero dovuti arrivare anche a quella parte, solo sperava almeno di arrivare al pub prima:<< Entriamo, ne parleremo al caldo >>

 

<< Riguarda mia sorella vero? >> gli domandò mentre si sedevano ad un tavolino appartato e il cameriere porgeva loro un paio di menù:<< Sì, riguarda Violet >> commentò Pierre scorrendo velocemente il menù:<< E? >> domandò Maggie curiosa:<< E sono stato dalla dottoressa Anderson per fare degli esami, le ho spiegato la situazione tra me e Violet e volevo capire quanto fosse grave il suo non poter avere figli prima di dire cose che potrebbero far star male tua sorella >> << Quanto fosse grave? Non capisco, Violet non può…Alexander le ha detto che… >> << Il tuo ex cognato ha mentito, era lui che non poteva avere figli, secondo la Anderson Violet può averne, con difficoltà certo, ma potrà farlo…senza contare il fatto che io sono perfettamente in salute da quel punto di vista >> Maggie spalancò gli occhi collegando finalmente tutti i tasselli del discorso:<< Aspetta un attimo…tu e Vi? Voi due volete… >> Pierre sorrise e per la prima volta Maggie pensò di vederlo arrossire o imbarazzarsi, lui il sarcasmo e la mancanza di pudore fatta persona che arrossiva quando si parlava di figli e della donna che amava:<< Beh ecco…non ne abbiamo ancora parlato davvero…però ieri sera ho chiesto a tua sorella di sposarmi e quindi… >> << Che cosa? Davvero? >> << Sì, ci ho messo tanto a capirlo e avevo paura che non fosse reale visto quanto sono stato solo durante la mia vita, ma Violet ha cambiato il mio mondo, ha cambiato la mia vita e ha cambiato me, non ho mai provato niente del genere per nessuna ed è stato così dalla prima volta che l’ho vista, non potrei vivere senza di lei >> gli occhi di Maggie si fecero tristi: anche Ian le aveva fatto un discorso del genere quando le aveva raccontato della prima volta in cui l’aveva vista eppure ora erano ai lati opposti della Manica uno senza l’altra, dio doveva smettere di pensarci:<< Andrà bene Maggie, davvero so che è così >> e la mano calda di Pierre sulla sua la fece sentire per un istante meno sola.

 

Caffè Rivoire, Piazza della Signoria, Firenze

Seduto ad uno dei tavolini all’aperto nonostante fosse il tramonto e facesse un freddo tremendo Dorian allungò le gambe sotto il tavolo davanti a sé, aveva viaggiato per un paio di giorni senza una meta precisa ed era giunto in quella città quasi per caso, aveva bisogno di un paio di giorni di riposo prima di riprendere il suo viaggio, di riposo e di mangiare qualcosa che non somigliasse ad una schifosa brodaglia e che avesse un po’ più di consistenza.

<< Posso portarle qualcosa signore? >> gli domandò un cameriere avvicinandosi con in mano un bloc-notes mentre lui leggeva velocemente il menù:<< Una bistecca, alta e al sangue, un’insalata e una bottiglia di rosso >> il giovanotto chinò il capo finendo di scrivere l’ordinazione:<< Certo signore, arriva immediatamente >> poi lanciando un’occhiata alla giacca di lana e alla sciarpa che Dorian portava al collo aggiunse:<< Non vuole accomodarsi dentro signore? Starebbe più al caldo >> Ian guardò Palazzo Vecchio dall’altra parte della piazza e le poche persone che giravano coraggiose per le strade sfidando il freddo:<< No grazie, sto bene qui >> << Come preferisce >> e chinando di nuovo la testa il cameriere tornò dentro al locale.

 

Se ne stava seduto perso nei suoi pensieri quando, quasi inconsapevolmente si infilò una mano nella tasca della giacca e qualcosa di velluto sotto le sue dita catturò la sua attenzione.

Tirò fuori la mano dalla tasca e poggiò la scatolina nera sul tavolo aprendola e restando immobile davanti all’anello che non aveva avuto il coraggio di regalare a Maggie, non se l’era portato dietro apposta, se lo avesse saputo l’avrebbe gettato in mezzo alla neve in quel rifugio vicino a Grenoble, se lo avesse saputo se ne sarebbe liberato prima di lasciare Parigi.

<< Bell’anello…vogliamo vedere come mi sta? >> si girò di scatto a quella voce incrociando un paio di occhi da gatta e una chioma di capelli biondi che sapeva bene a chi apparteneva:<< Tu che ci fai qui? >> << Io? Che ci fai tu lontano da Parigi e dal tuo prezioso hotel >> Dorian fece una smorfia che si accentuò quando vide che la donna si stava sedendo sulla sedia accanto a lui accavallando le lunghe gambe fasciate in un paio di stivali di pelle con il pelo e una lunga pelliccia bianca che la fasciava come una regina:<< Che cosa faccio io non ti deve interessare >> lei sorrise arricciando le labbra coperte da quel rossetto color mattone:<< Oh Dorian…ho sempre pensato che tu fossi quello più interessante tra di voi, François era così dolce, semplice, innocente…certo era bravo a letto ma per il resto mi annoiava a morte, io e te invece saremmo… >> e poggiò una mano su quella di lui coprendo in parte la scatolina dell’anello:<< Che dici vediamo come mi sta? >> guardandola come se volesse ucciderla Dorian spostò la scatolina in malo modo chiudendola:<< Cosa vuoi Fiona? Che cosa vuoi da me? >> lei fece per rispondere quando il cameriere tornò il cameriere tornò con l’ordinazione di Dorian voltandosi poi verso di lei una volta poggiato il piatto sul tavolo:<< La signora desidera ordinare qualcosa? >>  << La signora se ne stava andando >> replicò Dorian freddo ma il sorriso di Fiona gli disse che non sarebbe stato così facile:<< Oh andiamo Dorian…è così che si tratta una vecchia amica? >> poi guardando il cameriere aggiunse:<< Una Caesar Salad e un altro bicchiere per il vino >> << Non sei invitata a restare >> replicò freddo Atelier e fulminò il cameriere come a fidarlo a portare quell’ordinazione in cucina:<< D’accordo, niente insalata, ma porti comunque il bicchiere >> commentò Fiona alla fine con un sorriso:<< Non è bello bere da soli tesoro >> << Non chiamarmi tesoro e lasciami solo, non abbiamo niente da dirci >> << Dieci anni fa non la pensavi così >> << Dieci anni fa era il giorno del mio diploma ed ero ubriaco, non mi ricordo nemmeno che cosa sia successo in quella camera >> << Stai mentendo >> Dorian si versò un po’ di vino portandosi il bicchiere alle labbra guardando lei come se fosse stata meno di niente:<< Forse non era così importante da dover essere ricordato, non credi? >> gli occhi di Fiona divennero lucidi:<< Non puoi essere serio, non puoi dire… >> << Te lo ripeto Fiona, avevo diciassette anni e avevo bevuto decisamente troppo cognac >> la donna si alzò guardandolo con odio:<< Sei spregevole >> << Io? E tu che hai sposato mio fratello sapendo bene chi era >> << Amavo François >> << No, gli hai tolto suo figlio, non puoi dire di amarlo e fargli una cosa del genere, volevi lui per lo stesso motivo per cui volevi me a scuola: fama e un nome, nient’altro >> << Misero bastardo >> Ian sorrise maligno:<< Niente di quello che dirai mi farà cambiare idea e ora vattene finché riesco ancora ad essere gentile >>  indispettita e decisamente arrabbiata Fiona lo guardò con odio un’ultima volta prima di girarsi e incamminarsi lungo la piazza sparendo dalla sua vista.

Stava per mettersi a mangiare quando una lieve melodia gli arrivò alle orecchie…si guardò intorno per vedere da dove provenisse quel suono ma la piazza ormai era quasi deserta, tuttavia quella musica doveva pur provenire da qualche parte, il suono di quel pianoforte doveva venire da qualcuno…

Fece per guardarsi di nuovo intorno quando le parole della canzone gli bloccarono il fiato in gola, conosceva quella canzone…conosceva le parole e conosceva il titolo…strinse la mano attorno al coltello cercando di controllarsi mentre la musica continuava.

Io non posso stare fermo con le mani nelle mani

tante cose devo fare prima che venga domani

e se lei già sta dormendo io non posso riposare

farò in modo che al risveglio non mi possa più scordare

Perché questa lunga notte, non sia nera più del nero

fatti grande dolce luna e riempi il cielo intero

e perché quel suo sorriso possa ritornare ancora

splendi sole domattina come non hai fatto ancora

 

sorrise ripensando alla prima cena che avevano avuto all’hotel all’arrivo degli ospiti, sorrise amaramente al ricordo di quanto Maggie fosse bella anche quella sera con i capelli raccolti in una coda veloce, una maglietta rosa scuro e un paio di pantaloni grigi che le arrivavano appena sotto al ginocchio, era sempre stata così bella ed affascinante che lui aveva resistito a malapena al desiderio di parlare con lei già quella sera…

 

E per poi farle cantare, le canzoni che ha imparato

io le costruirò un silenzio che nessuno ha mai sentito

sveglierò tutti gli amanti, parlerò per ore ed ore

abbracciamoci più forte, perché lei vuole l'amore.

 

Oh sì…Maggie decisamente voleva l’amore…meritava l’amore, meritava tutto l’amore del mondo e lui aveva cercato di darglielo ma poi si era dovuto arrendere all’evidenza che il suo amore per lei non sarebbe mai stato abbastanza, non era amore se la persona che ami è costretta a sacrificare tutto per te e per farti felice, non è amore quando lei rinuncia a tutto e tu non rinunci a niente.

 

Poi corriamo per le strade e mettiamoci a ballare

perché lei vuole la gioia, perché lei odia il rancore,

e poi coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri,

case, vicoli e palazzi, perché lei ama i colori

raccogliamo tutti i fiori, che può darci primavera

costruiamole una culla, per amarci quando è sera

poi saliamo su nel cielo, e prendiamole una stella,

perché Margherita è buona, perché Margherita è bella.

 

Cercò di riprendere a respirare normalmente quando la sua mente gli piazzò davanti uno dei momenti con Margaret che serbava più gelosamente nel suo cuore: la loro prima notte insieme, la notte dell’anniversario della morte di sua madre quando lui si era lasciato andare a tutto il suo dolore e aveva trovato conforto solo nel suo caldo abbraccio e nella mano che lei gli passava tra i capelli ripetendogli che tutto sarebbe andato bene, che gli sarebbe sempre stata accanto in qualsiasi momento e qualsiasi cosa fosse successa…

Maggie aveva mantenuto la sua parte della promessa, gli era restata sempre vicino e avrebbe continuato a farlo se non fosse stato per lui, se lui non avesse rovinato quel meraviglioso bocciolo con le sue paranoie e i suoi sensi di colpa.

 

Perché Margherita è dolce, perché Margherita è vera

perché Margherita ama, e lo fa una notte intera

 

Oh sì, Maggie era vera, era amore, passione, sensualità…quando l’aveva fatta sua per la prima volta gli era sembrato di toccare il cielo con un dito, era in paradiso e lo sapeva benissimo; all’inizio aveva pensato di essere gentile, romantico, educato ma lei nel giro di pochi minuti gli aveva fatto capire che non era ciò di cui aveva bisogno: aveva visto il piccolo bruco trasformarsi in farfalla sotto ai suoi occhi, aveva sentito la sua pelle morbida sotto le dita e si era sentito felice come non mai quando lei gli aveva detto che lo amava poco prima di addormentarsi abbracciata a lui in quel morbido giaciglio di vimini.

 

perché Margherita è un sogno, perché Margherita è il sale

perché Margherita è il vento e non sa che può far male

 

Male? Maggie non avrebbe mai potuto fare male a nessuno, era lui che le aveva fatto male, molto male e consapevolmente anche.

Aveva pensato di fare la cosa giusta ma più i giorni passavano e più lui si sentiva morire dentro senza di lei…non c’era posto, città, paese, stanza, dove si recasse e dove il ricordo di lei non lo raggiungeva; era stato a Grenoble, a Nizza, a Zurigo, Vienna e perfino ad Atene pur di trovare un posto in cui sparire ma in ogni luogo aveva trovato qualcosa che lo aveva fatto pensare a lei e al suo dolce sorriso, a lei e a quegli occhi scuri che sapevano leggerlo come nessuno, a lei e a quella risata calda che lo faceva sentire meno solo, a lei e a quell’amore che pensava di non meritare ma che ora voleva così disperatamente…

 

perché Margherita è tutto, ed è lei la mia pazzia

 

Margaret…la sua Margaret

Margherita, Margherita...

 

L’amore della sua vita che aveva lasciato andare perché troppo codardo…

 

Margherita...adesso è mia...

 

Doveva andare da lei, doveva chiederle perdono e sperare che il suo amore fosse abbastanza forte da dimenticare quanto lui era stato stronzo e vigliaccio.

 

Margherita…è mia...

 

Finendo di annodarsi i capelli in due piccole trecce Margaret si guardò allo specchio con un piccolo sorriso: aveva parlato con Violet il giorno prima raccontandole tutta la verità; ora con l’aiuto di Pierre e di sua sorella si sentiva un po’ meno sola, sarebbe comunque andata dai suoi per un po’ ma Violet le sarebbe stata vicino e l’avrebbe accompagnata ad ogni visita glielo aveva promesso tra una lacrima e l’altra dicendole che non avrebbe lasciato fare a quel bell’imbusto del suo fidanzato o lei si sarebbe ritrovata con un piccolo giocatore di Quidditch per nipote! Inutile dire che le lamentele di Pierre e le sue smorfie erano state solo la ciliegina sulla torta.

Guardandosi ancora allo specchio Maggie sorrise appena: aveva un buco enorme nel petto al posto del cuore e si sentiva vuota come mai prima ma c’erano tante persone che le volevano bene e che le erano accanto e presto ce ne sarebbe stata una in più che, lei lo sperava con tutto il cuore, avrebbe avuto due grandi occhi blu pronti a guardarla con amore incondizionato.

Infilandosi la pesante mantella di lana prese la propria borsa uscendo dalla piccola mansarda, doveva recarsi al Ministero per consegnare ufficialmente le sue dimissioni e comunicare l’aspettativa per il nuovo lavoro che le era stato offerto, era un rischio e probabilmente stava giocando con  il fuoco ma qualcosa dentro di lei le diceva che era la scelta giusta.

Stava inserendo la chiave nella toppa del portone quando una voce alle sue spalle la bloccò:<< Guarda un po’ che coincidenza…Maggie >> si voltò cercando di mettere su un sorriso di circostanza, decisamente lui era l’ultima persona che voleva vedere in quel momento:<< Ciao Daniel, che cosa ci fai qui? E non mi bevo la storia che sei passato per caso >> il ragazzo si avvicinò con un sorrisetto strafottente sulle labbra:<< Ok, beccato >> aggiunse poi alzando per un attimo le mani come se si stesse arrendendo:<< Mi sembrava di averti intravista al ministero poco fa e ti ho seguito per vedere se avevo ragione, chiedo venia >> << Mi hai seguito? Che cosa vuoi? >>

 

Rimase immobile dall’altro lato della strada a guardare la scena, era ancora più bella di quando l’aveva lasciata, era ancora più bella di come la ricordava…il vero problema era che ricordava perfettamente anche il giovane che le stava davanti e che le stava parlando, se solo avesse potuto sentire cosa si stavano dicendo...

 

<< Cos’è ora non posso venire a fare un saluto ad una vecchia amica? >> << Amica? Amica, Daniel? Noi due non siamo mai stati amici >> lui fece spallucce sorridendo:<< Sì, in effetti hai ragione, abbiamo saltato a piè pari quella parte ma che ci vuoi fare…eri un bocconcino delizioso Maggie, forse un po’ troppo puritana per i miei gusti ma nessuno è perfetto no? >> lo guardò come si guarda un insetto:<< Che cosa sei venuto a fare? Non abbiamo nulla da dirci e… >> inaspettatamente lui si avvicinò alzando una mano per posarla sulla sua guancia:<< Abbiamo molto da dirci invece Maggie, tesoro mio >> << Non chiamarmi tesoro >> il sorriso di lui si tramutò in quell’espressione cattiva che lei spesso gli aveva visto negli anni ma che solamente ora si rendeva conto di cosa fosse in realtà:<< Dici? Perché vedi girano strane voci al ministero sul perché tu abbia dato le dimissioni e dal momento che sei sola e non a Parigi con il tuo fantomatico fidanzato penso che ti servirà una mano quando verrà il momento >> gli occhi di Maggie si spalancarono e lei dovette trattenersi dal ridergli in faccia:<< E da chi? Da te? >> lui la guardò duro:<< Sì tesoro, da me >> poi afferrandole un polso e tirandosela vicino aggiunse a bassa voce:<< Sono il solo che può tollerare di averti vicino, nemmeno un francese idiota ti ha voluto, nemmeno il padre di tuo figlio >> poi ghignando senza più ritegno aggiunse:<< Ma non preoccuparti, penso di poter crescere un bastardo senza troppi problemi, in fondo non resterà solo a lungo >> << Daniel lasciami, non ho intenzione di… >> la risata di lui la lasciò di sasso:<< Pensi davvero di farcela da sola? Pensi di potertela cavare? Non sei niente senza un uomo, senza di me…sei sola >> Maggie fece per rispondere ma una voce alle sue spalle fece accelerare il battito del suo cuore:<< Lei non è sola e ti sarei grato se tenessi le mani lontano da Margaret >>

 

Daniel rimase immobile per un attimo poi vide il piccolo sorriso sbocciare sulle labbra di Maggie e gli occhi di lei illuminarsi:<< Ian >> sentì appena quel nome sussurrato poi tornò a guardare il ragazzo che si stava avvicinando: la barba che gli copriva il viso, i capelli che quasi gli arrivavano alle spalle, indossava un pesante maglione scuro, pantaloni della stessa foggia e un paio di stivali di pelle scuri, il tutto completato da una giacca di lana grigia e una sciarpa blu come i suoi occhi:<< E tu chi saresti? >> << Quello che ti ucciderà se oserai ancora avvicinarti a lei >> replicò avanzando in modo da coprire Maggie con il proprio corpo ma senza nemmeno guardarla, non ne aveva ancora la forza:<< Uccidermi? >> poi guardando lei di sfuggita aggiunse:<< Vale così tanto per te? >> poi riconoscendo l’accento marcato di Dorian aggiunse:<< Aspetta un attimo…tu sei il francese…sei quello che se l’è fatta a Parigi… >> guardò entrambi per un attimo poi scoppiò a ridere:<< Dimmi una cosa amico mio: è ancora la dolce ed ingenua bambolina che ho lasciato o le hai insegnato qualcosa di più spinto diciamo >> da dietro le sue spalle Maggie guardò Ian prendere fiato, poche volte l’aveva visto perdere la sua calma e sperava davvero di non vederlo ora, per il bene di Daniel anche se non se lo meritava così tanto.

<< Fatti dare un consiglio amico – e lo guardò come a volerlo uccidere all’istante – vattene finché puoi farlo da solo >> << Altrimenti? >> domandò Daniel sfidandolo apertamente:<< Siamo in mezzo alla strada in un quartiere babbano, che cosa potrai mai farmi damerino? >> Dorian sorrise passandosi una mano nei capelli e l’altra sul viso con un sorriso stanco ma perfido sul viso, Maggie non lo aveva mai visto così.

<< Pensi che mi serva la bacchetta per darti una lezione bastardo? >> << Oh la metti così…interessante >> commentò poi sollevandosi le maniche del maglione e della giacca contemporaneamente:<< Credi di farmi paura? Credi di avere qualche possibilità? >> poi vedendo che Maggie stava per aprire bocca aggiunse:<< O speri che lei ti si getterà tra le braccia dopo che l’avrai salvata dal lupo cattivo? Che si darà a te in chissà quale modo, piena di gratitudine…dammi retta non lo farà >> ok quello era decisamente troppo, ne aveva sentite abbastanza di stronzate per sopportarne ancora, aveva cercato di stare calmo e di non spaccare la faccia a quell’idiota ma se la stava andando a cercare!

Senza pensarci due volte strinse le dita a pugno e alzò il braccio colpendo poi quell’idiota alla mascella facendolo arretrare di qualche passo:<< Picchi duro…bene, mi divertirò di più >> commentò Daniel spavaldo cercando di colpirlo a sua volta ma Dorian schivò i suoi colpi restituendoglieli con un paio di ganci allo stomaco e un altro ben assestato al mento guardandolo cadere a terra come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili.

Daniel fece per rialzarsi e dargli di nuovo contro ma lo sguardo di Dorian gli disse che avrebbe avuto la peggio e così, grande uomo quale era, pensò bene di alzarsi, asciugarsi il labbro sanguinante e di squagliarsela lungo la strada lasciandoli soli.

 

<< Dorian >> e Maggie gli poggiò una mano su un braccio mentre lui si voltava verso di lei:<< Ciao Margaret >> la salutò cercando di sorridere ma si sentiva morire al pensiero di quanto l’avesse fatta stare male:<< Che cosa ci fai qui? Pensavo fossi a Parigi >> << Sì…lo ero…cioè lo ero quando sei partita ma poi io… >> la guardò non sapendo bene che cosa dire così fece la sola cosa che aveva sempre desiderato fare: si mise la mano in tasca tirando fuori la scatoletta dell’anello prendendole le mani ed inginocchiandosi davanti a lei in mezzo alla strada facendo fermare anche qualche passante:<< Margaret Sophie Stains, so che non ho il diritto di farlo ma ti amo, ti amo così tanto che mi sta uccidendo…vuoi sposarmi? >>

Immobile e con le lacrima agi occhi Maggie rimase ferma a guardare il meraviglioso anello d’oro bianco intrecciato con quattro piccoli diamanti che scendevano sui lati mentre al centro brillava il solitario tagliato a cuscino che rifletteva anche la poca luce di quel freddo mattino di novembre:<< Dorian…io… >> lui si rialzò in piedi mettendo l’anello nelle mani di lei:<< So che dobbiamo parlare di tante cose ma dovevo dirtelo prima di qualsiasi altra cosa >> lei annuì appena poi alzò gli occhi per guardarlo:<< Possiamo entrare in casa? Ho bisogno di sedermi >> stavolta fu il suo turno di annuire e in silenzio la seguì su per le scale entrando poi nel piccolo mondo di Margaret cercando di non sorridere per la gioia di trovarsi con lei, in casa sua, ma con lei sarebbe stato bene ovunque.

<< Non puoi venire qui e chiedermi di sposarti come se quel giorno all’hotel non fosse mai esistito, mi hai detto delle cose orribili >> la voce di lei lo fece tornare al presente e guardò la ragazza che amava avvicinarsi ad una piccola poltrona raggomitolandocisi sopra sempre con l’anello in mano mentre lui si sedette sul divano a lato incapace di smettere di guardarla:<< Sì, so quello che ho detto e non voglio che tu lo dimentichi, non voglio fare finta che non sia successo >> poi fissando gli occhi in quelli di lei aggiunse serio:<< Quando te ne sei andata ho avuto una discussione con Frankie…mio fratello dirigerà l’hotel insieme a mio padre >> << Cosa? >> << Sì, io i ho detto quelle cose perché sapevo che sarei dovuto restare a Parigi, la mia vita era lì e la tua era qui, avevi appena avuto una promozione e io non volevo essere l’ostacolo alla tua carriera o ai tuoi sogni, non volevo che per avere me rinunciassi a tutto il resto, pensavo che un giorno mi avresti odiato e ti giuro non potrei mai sopportarlo >> << Ian…Ian… >> e lei cercò di fermarlo con un piccolo sorriso:<< Cosa? >> << Mi sono licenziata >> << Come? Perché? >> allungando una mano verso il tavolino da caffè Maggie gli porse una lettera con un logo che lui conosceva fin troppo bene:<< Ma è del Ministero…è del Ministero francese >> << Sì, mi è arrivata qualche giorno fa, mi hanno offerto lo stesso posto che avrei qui ma con uno stipendio più alto e una casa se voglio, così non dovrò preoccuparmi di spendere metà di quello che guadagno per l’affitto >> scuotendo il capo incredulo Ian sorrise:<< Charlie >> << Cosa? >> << Charlie, sono in debito con lei >> << Charlie? Chi? >> ma poi Maggie capì:<< Charlotte Deveraux? La moglie di Marcel? >> Dorian annuì:<< Sì, lei è un’indicibile, una dei vice capi >> poi porgendo la lettera a Maggie aggiunse:<< Questa è la sua firma >> << Oh, non lo sapevo >> << Lo so, Charlie non è il tipo da sbandierare le sue intenzioni al mondo ma Marcel deve averle parlato di te e lei ha preso le sue informazioni >> Margaret tornò a guardarlo incredula:<< Io non…non capisco >> << Ironicamente ti ha offerto la soluzione ai nostri problemi, ora che i nostri problemi non ci sono più >> << Perché sei qui Ian? >> gli domandò allora decisa ad avere le sue risposte:<< Perché ho girato mezza Europa nel tentativo di ricominciare da capo e dimenticarti ma non c’è un solo posto in cui sono stato in cui non abbia pensato a te, ti amo Margaret e non ho smesso un solo secondo, ho detto delle cose orribili lo so ma credevo di non meritarmi il tuo amore, di non essere abbastanza >> << L’hai fatto per me? >> lui annuì incapace di aprire bocca:<< Ian…vorrei che me lo avessi detto >> << Non saresti partita se te ne avessi parlato >> lei sorrise annuendo piano:<< E sai benissimo perché…ti amo >> lui annuì ancora e si mise in ginocchio davanti a lei poggiando la testa sulle sue ginocchia come se fosse un bambino:<< Passerò il resto della mia vita a farmi perdonare, passerò il resto dei miei giorni a tentare di meritarmi ancora il tuo amore >> << Dorian non devi fare niente, io ti amo già…non devi fare niente per… >> ma capì che lui aveva la testa altrove quando lo vide alzare la testa e guardarsi intorno: c’era una cosa che non aveva notato prima vale a dire tutti gli scatoloni che riempivano la casa di Maggie:<< Stavi partendo? Stavi venendo a Parigi? >> le domandò poi con gli occhi sorpresi:<< Non proprio…stavo andando dai miei, ho preso un periodo di aspettativa e ho mandato una risposta a quella lettera dicendo che se saranno ancora interessati tra un anno ne riparleremo >> << Un anno? Aspettativa? Margaret che stai dicendo? Perché hai preso un’aspettativa? >> lei sorrise alzandosi in piedi e guardandolo con un piccolo sorriso: << Dovrò pur prendermi un periodo di aspettativa quando nascerà il bambino >> a quelle parole Ian rimase immobile con la mano che scorreva sul piccolo tavolo bianco del monolocale e alzò i grandi occhi blu su di lei…




Simon Jefferson
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Daniel Richardson, l'ex fidanzato di Maggie
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E così ci siamo quasi, manca un capitolo più un piccolo epilogo alla fine, mi rattrista dirlo ma lascerò i commenti lacrimevoli e i discorsi lunghi per la fine...ora vi dico solo: a presto...

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Capitolo 31
*** 30 - Londra, Maui, Sussex, Mosca, Roma, Arles... ***


Capitolo 29 Solo una piccola nota prima di cominciare...ogni parte di questo capitolo si svolge quasi contemporaneamente alle altre e praticamente copre quasi un anno...dalla fine dei giochi all'epilogo che al più tardi pubblicherò domani sera...
Buona lettura

A quelle parole Ian rimase immobile con la mano che scorreva sul piccolo tavolo bianco del monolocale e alzò i grandi occhi blu su di lei mentre un caldo sorriso gli si apriva sul viso:<< Dici davvero? >> Maggie rimase ferma ma la sua testa annuì impercettibilmente:<< Da quanto lo sai? >> le domandò allora mettendosi dritto e guardandola, faceva quasi paura al suo piccolo cuore impazzito per quanto era calmo…sapeva che Ian era un uomo dal grande autocontrollo ma aveva anche visto il fuoco e l’uragano dietro al muro di ghiaccio e non sapeva quale dei due avrebbe dovuto affrontare in quel momento.

<< Da un qualche settimana più o meno >> mormorò a mezza voce:<< Da quanto sai che aspetti mio figlio, Margaret? >> poi avvicinandosi ancora aggiunse:<< Perché è per questo che me lo stai dicendo vero? Perché è mio figlio >> gli occhi di lei lo fulminarono:<< Certo che è tuo, di chi dovrebbe essere? Non sono una che va con il… >> ma le labbra di Dorian sulle sue le impedirono di continuare:<< Dimmi solo da quanto lo sai amore mio >> << Un mese…sei settimane… >> << Non me lo avresti mai detto se non fossi piombato qui? >> << Io non…non lo so…Ian è tuo figlio ma io… >> lui le accarezzò i capelli e a Maggie sembrò di essere tornata a quei primi giorni d’amore in cui il loro mondo era perfetto ed esistevano solamente loro due, persi ed innamorati come bambini:<< Ma tu volevi che io tornassi da te per amore e non per dovere >> lei annuì con gli occhi lucidi e le labbra serrate mentre guardava Dorian lasciarle il viso e fare la cosa più dolce che un uomo avrebbe mai potuto fare.

 

Atelier si inginocchiò sul pavimento, vista la loro differenza di altezza il suo viso era esattamente in linea con la pancia di Margaret, la guardò per una frazione di secondo poi le sollevò il maglioncino scoprendole la pancia ancora troppo piatta perché si notasse qualcosa e poggiando le labbra su quella pelle chiara sorrise, Maggie fece per dire qualcosa ma Ian la bloccò e continuando a fissare la sua pancia cominciò a parlare:<< Ti chiedo scusa mon ange, tu non hai colpa di quello che è successo e a causa della stupidità di tuo padre hai rischiato di non conoscerlo mai…non so se sia un bene che io sia qui ora; non c’è altro posto dove vorrei essere ma non so se me lo merito davvero e se tua madre avrà la forza di perdonarmi e volermi ancora al suo fianco >> Maggie fece per dire qualcosa ma lui non la lasciò fare:<< Mi sono chiesto tante volte come sarei stato come padre, qualche volta in più da quando una bellissima Tassorosso ha invaso ma mia vita ma nonostante tutto sono giunto sempre alla stessa conclusione: ho paura mon petit, ho paura di sbagliare come ho sbagliato con tua madre, non per cattiveria certo ma per il troppo amore…sono un uomo che non ha mezze misure e purtroppo il mio amore per voi è sopra ad ogni cosa, farò qualsiasi cosa per te e per la tua mamma ma vie, farò qualsiasi cosa pur di avervi sempre nella mia vita se voi me lo permetterete…prometto di impegnarmi per renderti il bambino più felice del mondo, prometto che sarò un padre di cui andrai orgoglioso, sarò qui per te in ogni momento della tua vita mon amour, sempre e per sempre qualsiasi cosa accada >> incapace di stare ancora zitta Maggie alzò il viso di Dorian verso il suo:<< E noi saremo sempre qui con te Ian…sempre e per sempre >> gli occhi di Dorian erano lucidi anche se lui non avrebbe mai ammesso che quelle erano lacrime, fece per alzarsi quando un piccolo singulto di Maggie lo bloccò:<< Che cosa c’è? Che cos’hai? >> lei abbassò gli occhi e la sua mano e quella di Ian toccarono lo stesso punto dove si intravedeva una piccola sporgenza:<< Il bimbo…ha…ha… >> Ian la guardò perplesso:<< Non l’aveva mai fatto prima? >> lei scosse la testa:<< No, avevo provato a parlargli tante volte ma non si era mai mosso >> le dita di Ian sfiorarono la pelle di Maggie:<< Je t’aime mon ange…je t’aime… >> di nuovo il bambino si agitò e Maggie sorrise mentre lacrime di gioia le rigavano il viso:<< Gli piace il suono della tua voce >> Ian scosse il capo:<< Gli piace che i suoi genitori siano di nuovo insieme >> poi sollevando ancora gli occhi verso Maggie aggiunse piano:<< Mi sposerai Margaret? So di non avere il diritto di chiedertelo ma ti amo, ti amo e se passo un altro istante della mia vita lontano da te non so cosa potrei fare >> guardando l’astuccio dell’anello che lei aveva poggiato sul comò:<< Vuoi davvero che io sia tua moglie? >> lui si rialzò di nuovo in piedi prendendo la scatolina e aprendola di nuovo davanti a lei tolse l’anello dalla scatola infilandoglielo al dito:<< Non c’è cosa che desideri di più Margaret Stains, non c’è niente che voglia più di questo >> lei lo guardò sorridendo come se le avessero appena regalato la luna, ci era voluto decisamente troppo ma erano finalmente arrivati a quel momento e niente avrebbe potuto cambiare quell’istante così perfetto:<< Sì Dorian Atelier, sì voglio sposarti >>

 
<< Per i poteri conferitimi dal Ministro della Magia e sotto la presenza di questi testimoni, io vi dichiaro marito e moglie >> poi sorridendo il funzionario del ministero strizzò l’occhio ad Ian:<< Può baciare la sposa >> Dorian guardò per un attimo Pierre e Violet abbracciati e sorridenti accanto a loro poi tornò a concentrare la sua attenzione su Maggie, splendida con quell’abito da cocktail color ghiaccio e i capelli raccolti in una semplice treccia avvicinando le labbra alle sue con un sorriso.


James e Noelle

<< Se non mi dici immediatamente dove stiamo andando James Rhodes giuro che… >> e con la sua solita aria autoritaria Noelle cercò di intimidire il suo neomarito ma la sola reazione che ottenne fu la risata calda di James:<< Oh smettila di far l’arrabbiata, sai che adori le mie sorprese >> << Non mi piace essere bendata e sballottata in giro per Londra come una bambola di pezza, ho ancora addosso l’abito che ho messo per la cena con i tuoi, mi sarebbe piaciuto almeno cambiarmi >> fortunatamente lei era bendata o avrebbe visto il sorriso soddisfatto di James:<< Oh ma ti potrai comodamente cambiare una volta a casa signora Rhodes >> << Non chiamarmi… >> << Mi hai sposato un mese fa Noelle, hai preso il mio cognome, dovevi dirmelo prima se volevi continuare a chiamarti Noelle Jackson >> lei arricciò il naso in una smorfia:<< Mi piace Noelle Rhodes, no mi piace quando tu lo usi per fare il ruffiano >> sentì James mormorare qualcosa poi un suono freddo e metallico, quasi un cigolio…fece ancora un paio di passi poi la mano di James arrivò al suo viso e le sollevò la benda sopra la testa:<< Bene signora Rhodes, siamo arrivati >> << Arrivati dove? >> e Noelle guardò spaesata la piccola casa bianca su due piani:<< Che cosa ci facciamo qui James? >> << Siamo a casa mogliettina cara >> << A casa? >> << Sì, diciamo che vivere nell’ex appartamento da scapolo di mio cognato andava bene all’inizio, ma adesso è ora che cominciamo a costruirci un nostro futuro con una casa nostra >> Noelle guardò la casa e il giardino dove c’era perfino uno splendido ciliegio:<< Casa nostra? Ma James come faremo a pagarla…costerà… >> << Come farò a pagarla amore, è il mio regalo per te, per noi e la vita meravigliosa che avremo insieme >> poi abbracciandola le fece penzolare un mazzo di chiavi davanti al viso:<< Vuoi entrare a vederla? Ho già portato qui tutta la nostra roba >> inaspettatamente lei gli saltò al collo felice:<< Ti amo James Rhodes! Ti amo da morire! >

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Mike e Lilith 

<< Signora Gail >> Lilith si voltò guardando Mike da sopra i propri occhiali da sole:<< Guarda che se non la smetti subito di getto in mezzo al mare e me ne vado >> il bel dottore sorrise:<< Sai come manovrare una barca a vela da sola tesoro? >> Lil sorrise, anche se a Mike quello sembrò più un ghigno minaccioso:<< Qualche maritino premuroso mi ha voluto insegnare…e poi ho sempre la mia bacchetta >> Mike si finse offeso da quelle minacce:<< E ti libereresti di me così amore? Adesso che aspetti nostro figlio? >> Lilith bevve un sorso del suo succo:<< Appunto, di bambino me ne basta uno >> Mike si avvicinò accovacciandosi accanto alla piccola sdraio sul ponte della barca dove era seduta Lilith:<< Facciamo così amore…io smetto di chiamarti signora Gail ma tu mi permetti di controllare come state >> le guance di Lilith divennero rosse un po’ per l’imbarazzo un po’ per la rabbia:<< Abbiamo già fatto questo discorso Michael Jamieson Gail, quando torneremo a Londra andrò al San Mungo, vedrò un guaritore e… >> << Io sono un guaritore e sono tuo marito, perché non posso… >> gli occhi di Lilith lo fulminarono da dietro le lenti degli occhiali:<< Appunto! Sei mio marito e non ho alcuna intenzione di farmi visitare da te, non riuscirei più a guardarti in faccia! Andiamo stangone non farmi arrabbiare! >> alzandosi di nuovo in piedi e alzando le mani arrendendosi Mike annuì piano:<< Come vuoi, quando torneremo a Londra andremo al San Mungo >> poi allontanandosi per andare sotto coperta si voltò per guardarla da sopra la spalla aggiungendo con un sorriso:<< Signora Gail >> riuscì a scansarsi appena per evitare una fattura di Lilith e poi sparì in cambusa chiudendo la porta e cominciando a cercare qualcosa da preparare per il pranzo e per quel delizioso adorabile concentrato di ormoni che era diventata sua moglie da quando aspettava il loro bambino!


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Daniel e Delila 

<< Mamma! Mamma! Vieni a giocare con me? >> e con il suo immancabile sorriso Abby guardò Delila che sedeva sul dondolo all’ombra della tettoia di casa:<< Abby fai la brava, la mamma non può venire a giocare con te adesso, è… >> cercò di spiegare Daniel, ma contro ogni avvertenza Delila era già in piedi e si stava inginocchiando per prendere la bambina tra le braccia:<< Smettila di fare il guastafeste Johnson, sono incinta non moribonda! >> << Aspetti mio figlio Delly, direi che ho tutto il diritto di preoccuparmi >> Delila guardò prima Abby poi lui facendogli la linguaccia come se avesse avuto cinque anni:<< Vuoi preoccuparti per me? Bene allora tienimi d’occhio mentre gioco con Abby, non ho alcuna intenzione di restare su quel dondolo con te che mi soffochi tutto il tempo sono stata chiara? >> Daniel non rispose alzando gli occhi al cielo ma poi le sue labbra si piegarono in un sorriso…era vero che ormai i loro battibecchi erano all’ordine del giorno, ma lui non poteva che essere felice di vedere sua moglie così allegra e spensierata.

Dopo il matrimonio infatti a poco a poco le difese di Delila si erano sciolte come burro, buona parte del merito era anche di quell’angelo di sua figlia che l’aveva adorata dal primo momento…ma lui ora non poteva che essere felice di vedere le donne più importanti della sua vita giocare sull’erba come se fossero state due indiane in un accampamento o due amazzoni che si arrampicavano…un momento arrampicavano sugli alberi? Delila era incinta!

<< Ehi che cosa pensate di fare? Non pensare nemmeno di… >> e con il suo solito fare protettivo Daniel si alzò di corsa per raggiungerle:<< Ma papà! Ci stavamo divertendo tanto >> << La mamma deve stare attenta a quello che fa Abby, non vorrai che il tuo fratellino… >> << Uffa! La mamma ha ragione papà! Sei un guastafeste! >> Daniel alzò gli occhi al cielo scuotendo il capo e sperando con tutto il cuore che almeno il nuovo arrivato fosse maschio, qualcuno doveva ristabilire la parità dei sessi in quella casa o sarebbe stato rovinato!

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Iris e Niko 

<< Ferma! Ferma o non ci riuscirò mai >> << Sono una persona Nikolaj, non uno dei tuoi manichini! >> e incrociando le braccia sul petto e sbuffando Iris si mosse a disagio sullo sgabello di legno dove Niko la stava facendo posare da più di due ore:<< Lo so lyublyu, ma fatto per l’arte, sei così bella e se non finisco prima che la luce cambi… >> << Esistono delle lampade artificiali per questo e poi siamo maghi, ti basterebbe la magia per... >> << La magia e le luci artificiali non hanno lo stesso effetto che ha il sole, non creano la stessa sfumatura dorata sulla tua pelle >> commentò lui continuando a muovere velocemente il carboncino sul blocco:<< Niko…sono mezza nuda e sono due ore che sono in questa stramaledetta posizione, possiamo fare almeno una pausa? Ti prego >> << Ho quasi finito Iridis… >> << L’hai detto anche mezz’ora fa e sono ancora qui >> << Un attimo solo, sposta il braccio un po’ più in alto, passati la mano nei… >> ma le parole di Niko finirono all’aria quando lui si rese conto di quello che Iris stava facendo:<< Lyublyu… >> e guardano la fidanzata che, casualmente ed innocentemente, stava facendo scivolare il lenzuolo con cui lui l’aveva coperta sfiorandosi poi la pelle con il preciso intento di distrarre il novello Michelangelo:<< Ops…scusa…mi deve essere scivolato >> commentò lei guardando l’ammasso di stoffa ammucchiato accanto ai suoi piedi nudi:<< Aspetta…adesso lo raccolgo >> e scendendo con un piccolo saltello dallo sgabello Iris gli diede le spalle abbassandosi poi per raccogliere il telo:<< Donna malefica! >> e lasciando da parte blocco e carboncini Niko si avvicinò a lei prendendola tra le braccia, il bozzetto l’avrebbe finito più tardi!

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Libero e Bunny

<< Signor Nott…l’ambasciatore inglese vorrebbe parlare con lei >> e il suo elfo domestico bussò piano alla porta dello studio:<< Sì George, fallo passare >> l’elfo fece per voltarsi quando una voce femminile lo bloccò:<< George avvisa l’ambasciatore che il signor Nott lo riceverà domani, oggi ha altri impegni >> Libero alzò gli occhi guardando Bunny:<< Ben, non posso non ricevere… >> la ragazza fece spallucce avvicinandosi al mobile bar dello studio del fidanzato:<< L’ambasciatore vuole solo chiederti l’ennesimo prestito di cui la sua ambasciata sembra avere immensamente bisogno, potrà aspettare fino a domani per un tappeto nuovo non credi? >> poi girandosi e guardando l’elfo aggiunse:<< Su George…avanti vai… >> il piccolo servitore guardò verso Libero che annuì brevemente con la testa così quello sparì.

Di nuovo soli Bunny poggiò due bicchieri sulla scrivania in mezzo a loro e borbottò versando una generosa dose di Ogden ad entrambi:<< Vorrei tanto che una volta tanto quell’elfo mi desse retta, vivo anche io in questa casa ma per le questioni importanti lui aspetta sempre che tu… >> Libero sorrise lasciandosi andare sullo schiena della poltrona di pelle:<< Devi capirlo, non sei ancora mia moglie, è normale che per le cose importanti George come tutti gli altri elfi si rivolga al padrone…quando sarai una Nott allora sarai effettivamente la padrona di casa e lui ti ubbidirà ciecamente >> lei fece una smorfia:<< Il succo della questione resta quello Libe: quando? >> << Cosa? >> << Hai firmato un contratto con mia madre in cui ti impegnavi a sposarmi e questo mi sta bene, ma quando hai intenzione di farlo? Quando ci siamo trasferiti qui ci siamo detti di aspettare un po’ ma è quasi un anno e ormai dovremmo… >> la risata di Libero la irritò solamente di più, quando il ragazzo si calmò la guardò fisso negli occhi:<< George >> l’elfo riapparve:<< Signore? >> << George di’ all’ambasciatore Smith che lo raggiungeremo tra poco nel salone principale dell’ambasciata >> l’elfo chinò il capo sparendo poi per eseguire l’ordine:<< Ma aspetta…avevi detto che… >> Libero si alzò da dietro la scrivania raggiungendola:<< Bunny, Bunny, Bunny…cosa deve fare un uomo per farti una sorpresa? >> << Sorpresa? >> domandò lei non capendoci più nulla:<< Viviamo a Roma da quasi un anno è vero…ma noi siamo ancora a tutti gli effetti cittadini inglesi e se vogliamo che il nostro matrimonio sia valido e riconosciuto ovunque dobbiamo fare richiesta… >> lei spalancò gli occhi:<< Richiesta all’ambasciata >> poi fisando quegli occhi scuri che le sorridevano aggiunse:<< Per quello l’ambasciatore è qui >> Libero annuì porgendole il braccio:<< Ora che ti sei rovinata da sola la mia sorpresa Bunny Flecter, vuoi farmi l’onore di seguirmi all’ambasciata e firmare i documenti che ufficializzeranno la nostra unione? >> lei scosse il capo sorridendogli.

Un paio d’ore dopo mentre passeggiavano lungo la strada che dall’ambasciata li avrebbe portati a casa Bunny guardò Libero sorridendo:<< Sarà così per tutta la vita signor Nott? >> << Così come? >> << Tu che decidi e io che ti amo troppo per dirti di no? >> Libe parve pensarci un attimo poi la guardò ridendo:<< Te lo farò sapere signora Nott >>


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La calda brezza del mare la raggiunse dalla finestra lasciata socchiusa facendo muovere le sottili tende di tulle, si girò appena trovando il viso sorridente di suo marito che la guardava:<< Buongiorno mia adorata moglie >> << Buongiorno mio adorato marito >> replicò lei sorridendo e lasciandosi baciare:<< Che cosa vuoi fare oggi ma vie? >> le domandò Ian alzando una mano per accarezzarle i capelli:<< Non fa tanto caldo oggi e c’è un po’ di vento…se andassimo a fare una passeggiata sulla spiaggia? >> Dorian annuì continuando a guardare gli occhi scuri di Maggie:<< Non andremo troppo lontano però d’accordo? Voglio che tu sia vicino a casa se dovesse succedere >> << Siamo in anticipo Ian, mancano ancora un paio di settimane, puoi calmarti >> lui sorrise ancora:<< Va bene, come vuoi tu signora Atelier, come vuoi tu >> poi girandosi per alzarsi aggiunse:<< Vado a preparare la colazione, che cosa vuoi mangiare? >> << Ci sono ancora quelle meravigliose crepes con la marmellata di lamponi di ieri sera? >> Ian scosse la testa:<< No, ma posso sempre preparartele ma vie >> << Sei l’uomo più meraviglioso del mondo >> lui rise mentre si infilava una maglietta:<< Ti amo anche io tesoro…ora però alzati, se aspettiamo troppo farà davvero troppo caldo per uscire >> Maggie annuì e quando Ian uscì dalla piccola camera da letto sorrise facendo per alzarsi dal letto…

<< Dorian! Ian! >> la voce spaventata di Maggie gli fece lasciare la ciotola dove stava mescolando latte e uova e correre immediatamente da lei:<< Marg… >> << Tu e la tua boccaccia! >> notando la piccola pozza d’acqua sotto ai piedi di Maggie Ian sorrise poi avvicinandosi a lei la prese tra le braccia rimettendola a letto:<< Ora stai tranquilla…andrà tutto bene… >> <<È già come suo padre, in anticipo come te…nostro figlio ti assomiglia già… >> << Maggie non credo che… >> << Zitto ok?! Non è ancora nato e già avete fatto coalizione >> Ian non proferì più parola ma cominciò ad accarezzare i capelli della moglie.

Dopo un paio d’ore in cui le contrazioni si erano ravvicinate Ian si spostò dal fianco di Maggie:<< Dovrei andare a chiamare qualcuno, forse Yanna potrebbe… >> << Non provare a muoverti da qui…non provare a lasciarmi sola Dorian Atelier o… >> << Ma Margaret io non posso… >> << Manda un patronus a Violet, lei e Pierre sono in vacanza a Marsiglia, solo loro e te, non voglio nessuno >>


Altre tre ore dopo incredulo Dorian aiutò sua cognata e Yanna, miracolosamente chiamata all’ultimo secondo, a far venire al mondo un piccolo fagottino urlante e sporco di sangue.

<< Allora? >> domandò Maggie sfinita mentre Pierre le passava un panno umido sulla fronte:<< È una femmina signora…è una bambina >> Maggie alzò gli occhi verso Ian:<< Dorian…Ian… >> lui prese un asciugamano pulito e vi avvolse la bambina pulendole poi il visino e avvicinandosi a lei mentre Pierre si avvicinava a Violet:<< Guardala…è perfetta... >> commentò il neopapà con un gran sorriso mentre gli occhi di Maggie si perdevano dietro a quella creaturina che faceva piccoli versetti e si muoveva ancora alla cieca sentendo il calore di suoi genitori:<< Sì, è perfetta >> mormorò Maggie cercando di non piangere:<< Come volete chiamarla? >> domandò Vi avvicinandosi per guardare la nipote:<< Non ci avevamo ancora… >> fece per dire Ian, ma Maggie come sempre lo sorprese:<< Adele, Adele Elodie Atelier >> sentendo il nome di sua madre e quello di sua nonna Dorian alzò gli occhi su di lei:<< Sei sicura? >> lei annuì:<< Più che sicura se lei sarà forte metà delle donne di cui porta il nome >> << Lo sarà sicuramente… >> Maggie sorrise guardando ancora la figlia poi sollevando gli occhi su suo marito aggiunse decisa:<< Ian, so che non vuoi sentirmelo dire, ma è il momento di tornare a casa >>

Era un caldo giorno di inizio agosto quando cinque gufi raggiunsero le loro destinazioni: Mosca, Roma, Londra, una barca nel mezzo dei mari della Polinesia, la campagna del Sussex…

Ognuno di loro con una busta color crema nel becco, ognuno di loro con lo stesso identico messaggio, anzi invito…


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Questo è l'ultimo capitolo vero e proprio, il prossimo sarà l'epilogo che in pratica è ricollegato alla fine del capitolo 28 quando Frankie e Leila vengono chiamati nell'ufficio di Isaac...




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Capitolo 32
*** 31 - Torneremo sempre a Parigi ***


Epilogo ...stavolta è davvero la fine...

<< È successo qualcosa? >> l’elfa scosse il capo:<< Non lo so signore, padron Isaac ha solo detto di venire a chiamare lei >>

Con ancora le parole di Yanna nelle orecchie François percorse di corsa le scale che portavano all’ufficio di suo padre, era il giorno del suo matrimonio…sì beh il mattino dopo, ma ciò aveva poca importanza; doveva essere successo qualcosa se Isaac lo chiamava con quell’urgenza e forse qualcosa di non così piacevole.

Prese fiato per un attimo giunto davanti all’ufficio con Leila al suo fianco e poi poggiò la mano sulla maniglia dorata abbassandola ed entrando nello studio del padre.

 

<< Papà… >> a quella voce i suoi sensi si tesero come le corde di un violino, era passato quasi un anno da quando se n’era andato da lì e poco meno dall’ultima volta che si erano rivisti a Londra, non era ancora pronto a guardarlo di nuovo in faccia, ma visto che come un cane codardo non si era presentato al suo matrimonio forse era il caso che…

 

Frankie riconobbe quelle spalle ampie ancora prima che l’altro si voltasse:<< Ian? >> suo fratello lo guardò calmo e lui si trovò a pensare che con quella barba accennata, quei capelli un po’ più lunghi di come li aveva sempre tenuti e quell’abbigliamento non proprio sportivo ma decisamente ben lontano dal serio e compassato Dorian Atelier che lui aveva visto per tutta la vita, suo fratello sembrava proprio un altro uomo:<< Che cosa ci fai qui? >> domandò poi avvicinandosi e solo in quel momento Frankie si accorse di Maggie accanto al fratello e del piccolo fagottino rosa che lei teneva tra le braccia:<< Oh mio dio…ma è…è… >> e Lila si avvicinò mentre Margaret scostava leggermente la copertina per farle vedere quel piccolo angelo che dormicchiava sereno nelle braccia della madre:<< È nata tre settimane fa nella villa in Provenza >> << Ti sei trasferito ad Arles? >> domandò François a quelle parole guardando il fratello:<< Non proprio, io e Maggie abbiamo fatto una vacanza ma Adele ha deciso di nascere prima e così già che eravamo qui abbiamo pensato di passare per farvela conoscere >> Frankie lanciò un’occhiata alla nipote:<< L’hai chiamata come la nonna >> mormorò poi riconoscendo il nome:<< Sì, anche >> poi sorridendo guardando la figlia Ian aggiunse:<< François, ti presento mia figlia: Adele Elodie Atelier >>

 

Fu solamente quella sera, dopo i degni festeggiamenti e la cena che François e Dorian si ritirarono nella sala del biliardo per poter finalmente affrontare in pace i loro demoni, avevano fatto finta che tutto andasse bene per l’intera giornata ma avevano delle questioni da risolvere ed entrambi lo sapevano bene.

<< Quanto avete intenzione di restare? >> domandò Frankie una volta chiusa la porta:<< A dire il vero non lo so, Maggie ha avuto un posto come indicibile al ministero qui a Parigi e io pensavo di parlare con Malet o qualcuno per vedere se potrò ancora avere qualche piccolo incarico, non ho ancora idea di cosa farò ma troverò il modo di tenermi impegnato >> << Dove andrete a vivere? >> << Charlie ha offerto a Maggie anche una piccola casa se la vorrà, non è molto ma per me, lei e Dede andrà più che bene >> << Non sei a tuo agio nei posti piccoli Ian lo sai >> << Non ho il tempo e la voglia di cercarmi una villa ora fratellino, ho altre cose a cui pensare >> François rise piano avvicinandosi al fratello:<< Non devi cercare una casa quando ne hai già una e nemmeno un lavoro… >> << Che stai dicendo? >> << Questa è casa tua Ian, questo è il tuo lavoro >> << È il tuo lavoro, mi ha pugnalato alle spalle facendo quello stupido accordo con papà >> << Ti ha riportato da Maggie il mio stupido accordo però >> << Sì, ma ciò non cambia la sostanza, è il tuo hotel ora >> di nuovo François sorrise:<< È sempre stato il nostro hotel, della nostra famiglia >> poi guardando il fratello con quello sguardo furbo che Ian non gli vedeva da quando era bambino aggiunse:<< E poi quest’inverno mia nipote avrà due cuginetti, non pensi che sarebbe bello farli crescere insieme qui? >> << Come siamo cresciuti io e te? A correre per le scale e far impazzire Yanna e Seza? >> << La mia infanzia è stata la più bella che potessi desiderare, voglio che sia così anche per i miei, i nostri figli >> Dorian scosse il capo guardando per un istante fuori dalla finestra e poi di nuovo verso suo fratello:<< Insieme? >> Frankie gli porse uno dei due bicchieri di vino che aveva poggiato sul tavolino da caffè Luigi XIV:<< Insieme >> Ian fece per dire qualcosa quando una calda risata roca bloccò entrambi facendoli voltare verso una poltrona in ombra dall’altra parte del tavolo.

<< Venti anni, ho aspettato quasi vent’anni per vedervi finalmente insieme >> << Papà >> e Dorian guardò Isaac che si stava alzando dalla poltrona guardando i figli con orgoglio e gli occhi azzurri che brillavano:<< Siete i miei figli Dorian e so di non avervelo mai dimostrato così spesso ma sono fiero di voi e se vorrete mandare avanti questo posto insieme io non potrei che esserne felice >> nessuno dei tre fiatò dopo quelle parole ma non c’era bisogno di aggiungere altro: Dorian era a casa e niente poteva più andare male.

 

<< È quello che vuoi? >> domandò Maggie quella sera mentre erano nella vecchia camera di Dorian e lei stava poggiando Dede nella culla che Yanna le aveva procurato, culla che aveva scoperto essere di suo marito:<< Tu saresti felice? >> coprendo la loro bambina che stringeva il suo vecchio orsetto di peluche, il famoso Honey, Maggie annuì avvicinandosi al marito:<< Siamo di nuovo insieme, siamo a casa e abbiamo una figlia, non potrei essere più felice >> Ian la guardò sorridendo poi mettendole le braccia attorno alla vita aggiunse:<< Sapevi fin dall’inizio che saremmo tornati qui >> << Sapevo fin dall’inizio qual era la nostra casa >> lui le baciò la punta del naso:<< Bene signora Atelier, ho una piccola sorpresa per te allora >>

 

Una settimana dopo era tutto pronto: il giardino che conduceva alla serra addobbato a festa, petali di papavero che delimitavano un sentiero che dal portico portava alla grande struttura di vetro e acciaio; Maggie aveva tra le mani u bouquet molto simile a quello che Ian le aveva regalato la sera prima del ballo di chiusura dei giochi, la sera in cui avevano fatto l’amore per l’ultima volta e avevano concepito Adele…

Sorrise girando la testa di lato vedendo Violet con in braccio la piccola che guardava sua madre curiosa mentre Karen non riusciva a levarle gli occhi di dosso alla neonata estasiata da quanto fosse uguale a Maggie ma con gli occhioni blu di Ian.

<< Sei pronta tesoro? >> le domandò la voce di Bob al suo fianco:<< Sono pronta papà >> commentò lei raggiante e lo era davvero.

 

Con le mani nelle tasche dello smoking per nascondere il nervosismo Ian continuava a lanciare occhiate nervose alla porta aperta della serra:<< Calmati, sta arrivando >> commentò Pierre accanto a lui mentre gli occhi di Ian cercavano quelli di suo fratello che in quel momento era dall’altro lato dell’altare, Maggie lo aveva voluto come suo testimone per via di quello che aveva fatto per Ian e per lei e Dorian aveva scelto Pierre in quanto il suo amico si era preso cura della sua regina quando lui non era in grado di farlo.

Prendendo fiato Ian percorse la piccola serra con uno sguardo soffermandosi per un attimo sui pochi presenti…avevano voluto una cerimonia intima e quella che era intorno a loro, per alcuni aspetti, era la sua famiglia.

Guardò Charlotte e Marcel che tenevano in braccio la loro bambina nata poco dopo la sua partenza a pochi giorni da Natale, guardò Leonie e Hermes con Toby che guardava sua madre e la sua pancia lievemente arrotondata come a sfidare chiunque a toccare la sua futura sorellina; guardò dall’altro lato della sala e come un flash rivide quel giorno, quel primo giorno di arrivo all’hotel: guardò Lilith splendida con quell’abito color ocra e i capelli raccolti sopra la testa, la pelle ancora dorata dal sole della Polinesia e il sorriso di chi ha appena ottenuto la luna, il sole e le stelle…il suo piccolo sole personale infatti era seduto sulle lunghe gambe del suo papà e guardava curioso il fermacravatta d’oro che Mike portava e che era il segno della sua promozione a capo guaritore del San Mungo, decisamente un bel passo avanti per la sua carriera.

Noelle e James erano seduti proprio accanto a loro: i volti sorridenti ed innamorati anche se c’era qualcosa che sembrava pesare negli occhi di lei ma conoscendoli Dorian era sicuro che presto avrebbero risolto anche quello, erano una delle coppie meglio riuscite che conosceva e avevano sempre trovato il modo di capirsi, amarsi e venirsi incontro, sempre insieme e sempre uniti.

Sorrise quando i suoi occhi incrociarono quelli di Delila che teneva la sua mano tra quelle di Daniel che la fissava come se avesse paura di vederla sparire sotto i suoi occhi…era passato del tempo da quando l’aveva conosciuta, ma della donna timorosa e spaventata che era entrata all’hotel e che era stata la sua compagna di stanza ormai non restava più nulla, l’amore di Daniel e di Abby le aveva dato quella spinta che le serviva per riprendere in mano la sua vita e lui di ciò non poteva che essere felice, Daniel felice lo sembrava un po’ meno ma gli era bastato scambiare un paio di parole con lui prima della cerimonia per capire che in quanto a padre apprensivo il giovane Johnson gli faceva concorrenza egregiamente, fortuna che secondo gli esami il piccolo era maschio o sarebbe stato anche peggio per Danny!

 

Quelli che sembravano avere meno problemi e noie di tutti erano, come sempre, Niko e Iris che sembravano non essersi ancora stancati di girare il mondo e vivere da eterni fidanzati innamorati e pieni di passione…ma in fondo come biasimarli? Si erano cercati per così tanto tempo che ora ne avevano di cose da recuperare! Accanto a loro con quell’aria da perenne combinaguai e il suo solito sorriso sfacciato Libero stava giocherellando con la mano di Bunny dove spiccava la piccola fede d’oro che le aveva messo al dito pochi giorni prima quando avevano firmato i documenti all’ambasciata, era stata una semplice firma su un pezzo di carta come lui aveva raccontato a Frankie e agli altri, ma più lui e Bunny stavano lontani dall’ipocrisia e dalla falsità dell’alta società inglese e meglio stavano!

Ian fece per perdersi di nuovo nei suoi pensieri quando una mano invisibile lo spinse ad alzare gli occhi sulla porta dove, al braccio di Robert Stains, sua moglie avanzava lungo la piccola navata per raggiungere lui sotto al grande salice dove l’aveva fatta sua per la prima volta.

Rimase fermo a guardare Maggie avanzare in quella nuvola di luce e farfalle che come sempre le giravano attorno come ad una fata, rimase a guardare i suoi lunghi capelli raccolti dietro la testa e da cui spuntavano qua e là piccoli non ti scordar di me, guardò il suo abito di pizzo bianco così bohémienne e così simile all’animo candido e puro di sua moglie.

Le tese la mano quando padre e figlia raggiunsero l’altare e si voltò verso l’impiegato del ministero che era stato assunto per officiare l’evento.

 

Visto il bel tempo il rinfresco era stato allestito nel giardino antistante la serra, migliaia di fili e lanterne colorate riempivano i rampi degli alberi e svolazzavano sopra gli ospiti, fu solamente quando scese la sera però che cominciò il vero spettacolo…

<< Ian ma… >> e Maggie si voltò verso suo marito memore delle migliaia di lucciole che l’avevano accompagnata anche quella prima notte in cui erano diventati una persona sola:<< Mi piaceva che ricordassi quel momento ma vie >> le mormorò piano poi alzandosi in piedi aggiunse:<< Vuoi ballare con me? >> Maggie fece per annuire quando una voce dal fondo catturò l’attenzione generale:<< Finché ci siamo ancora tutti…una foto! >> gli sposi si voltarono verso Leila che stringeva la macchina fotografica con un grande sorriso.<< Lila! Ora? >> domandò Frankie guardando la moglie che aveva già dato l’attrezzo in mano ad Hermes:<< Direi che è il tuo lavoro vero Valois? >> Herm guardò la macchina poi Leila:<< Sempre gentili voi Auror…dovrò scambiare due parole con il tuo capo madame Atelier >> commentò guadando Marcel e scoppiando a ridere:<< Fallo, ma lui sa che sono la migliore >> commentò la ragazza che ormai, contrariamente a suo marito, aveva preso in simpatia gli amici di Dorian.

<< Coraggio, mettetevi tutti in posa >> il gruppo si riunì al centro della pista attorno a Maggie mentre Ian si metteva alle spalle di sua moglie allacciando le mani alla sua vita, Maggie fece per voltarsi ma lui la bloccò:<< Stai in posa e sorridi >> lei non commentò ma strinse le mani del marito con le proprie facendo tintinnare appena le loro fedi.

Sentì appena le labbra di Dorian che le scivolavano sulla guancia poco prima del flash della macchina fotografica ma udì chiaramente le sue parole:<< Ti amo >>


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FIN.



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Questa è davvero la fine, siamo giunti alla conclusione di questa storia che è stato un meraviglioso viaggio di quasi sei mesi che ho intrapreso insieme a voi, un viaggio che mi ha dato molto più di quello che mi aspettavo e che grazie a voi e ai meravigliosi personaggi che avete creato ha dato vita ad una storia straordinaria.
Non mi piace molto dilungarmi in parole e ringraziamenti, soprattutto in un momento come questo dove rischio altamente di commuovermi, ma una cosa la voglio dire: grazie di avermi dato l'opportunità di vivere quest'avventura e di avermi concesso questi personaggi unici e insostituibili, li ho adorati tutti dal primo all'ultimo, purtroppo questa come tutte le storie ha una fine.
La sola cosa che posso dirvi ancora è arrivederci, addio è un termine che non mi piace, arrivederci fino al prossimo viaggio insieme...

Grimilde.

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