Game of Love di Grimilde Deveraux (/viewuser.php?uid=847303)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Istruzioni ***
Capitolo 2: *** 1 - Benvenuti ***
Capitolo 3: *** 2 - Di incontri, colazioni e croissant ***
Capitolo 4: *** 3 - Inviti anonimi ***
Capitolo 5: *** 4 - Incontri di galli, pigiama party, dolci e malintesi ***
Capitolo 6: *** 6 - Incomprensioni ***
Capitolo 7: *** 6 - Sogno o son desto? ***
Capitolo 8: *** 7 - Incubi e ricordi ***
Capitolo 9: *** 8 - Confessioni ***
Capitolo 10: *** 9 - Le regole vanno rispettate anche se sono crudeli ***
Capitolo 11: *** 10 - Troppo facile ***
Capitolo 12: *** 11 - Convivenze difficili ***
Capitolo 13: *** 12 - Convivenze parte II ***
Capitolo 14: *** 13 - Dolore, ricordi e decisioni decisamente stupide ***
Capitolo 15: *** 14 - Baci, promesse e le premesse per molti disastri ***
Capitolo 16: *** 15 - Ognuno ha i suoi segreti ***
Capitolo 17: *** 16 - Progetti folli e richieste d'aiuto ***
Capitolo 18: *** 17 - Ananke, la notte delle inibizioni alle ortiche ***
Capitolo 19: *** 18 - Le consapevolezze del giorno dopo ***
Capitolo 20: *** 19 - Dannati francesi! ***
Capitolo 21: *** 20 - Aiuti, spinte e decisioni ***
Capitolo 22: *** 21 - Avvertimenti e verità ***
Capitolo 23: *** 22 - Guai ***
Capitolo 24: *** 23 - La calma prima della tempesta ***
Capitolo 25: *** 24 - Tempesta in arrivo ***
Capitolo 26: *** 25 - Scelte o rinunce? ***
Capitolo 27: *** 26 - S'è mai visto un cavaliere senza un dono per la sua dama? ***
Capitolo 28: *** 27 - Lieto fine...oppure no? ***
Capitolo 29: *** 28 - Sogni e futuro ***
Capitolo 30: *** 29 - Viole e margherite ***
Capitolo 31: *** 30 - Londra, Maui, Sussex, Mosca, Roma, Arles... ***
Capitolo 32: *** 31 - Torneremo sempre a Parigi ***
Capitolo 1 *** Istruzioni ***
Istruzioni
Grimilde's
È
da un po' che ci sto pensando, so che è una cosa stupida ma
mi frulla in testa quest'idea e onestamente devo ancora capire bene
come realizzarla ma ci voglio provare con chi avrà voglia di
imbarcarsi con me in questo viaggio, sarà un viaggio
relativamente breve visto che ho già un'altra interattiva in
corso e voglio dedicare tempo ad entrambe ma questa sarà
(spero) con una trama molto più lineare e quindi un po'
più semplice da gestire.
Adesso
parliamo di questioni pratiche: il tema di questa storia è
l'amore, l'amore la passione l'irrefrenabile lussuria, chiamatelo come
volete ma sempre di quello parliamo; la domanda che vi rivolgo
è questa: che cosa siete disposti a fare per avere l'amore
della vostra vita?
Ho
messo le note prima perché stavolta non voglio mettere
nessun prologo (quello ci sarà con gli OC) e
perché l'antefatto è uno solo:
un gruppo di 7 maghi e streghe di età
compresa tra i 20 e i 30 anni sono stati invitati nella
città più romantica del mondo, Parigi ovviamente,
per poter avere la possibilità di conquistare o trovare
l'amore della loro vita.
Ora
veniamo ai dettagli pratici...
SCHEDA
OC
Nome
completo (nome cognome e tutto il resto):
Soprannome:
Descrivilo
in 3 parole (intendo 3 aggettivi per caraterizzarlo, 3 di numero):
Età:
Ex
scuola o casa:
Prestavolto:
Aspetto
fisico:
Aspetto
caratteriale:
Segni
particolari:
Stato
di sangue:
Vizi
o fobie:
AMORTENTIA
(direi che questa è oltremodo obbligatoria):
Lavoro:
Famiglia:
Come
sogna il/la compagno/a ideale:
Cosa
ama:
Cosa
odia:
Scusatemi
ma sono un'inguaribile romantica e spesso questo lato prende il
sopravvento su di me.
Iscrizioni
aperte fino a sabato 6/08 e il primo capitolo con la scelta al massimo
inizio settimana prossima.
Per
chi volesse partecipare massimo 1 Oc a testa (mi servono 4 ragazze e 3
ragazzi) ed eventuali relazioni solo dopo la presentazione degli Oc.
Ah
mi stavo quasi dimenticando: ci troviamo nel periodo dopo la seconda
guerra magica e in questa storia non appariranno personaggi Canon o
relativi parenti quindi sbizzarritevi pure
|
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Capitolo 2 *** 1 - Benvenuti ***
Capitolo 1
Parigi,
Hotel des Fleurs, agosto 2014
<<
Frankie sei pronto? >> la voce di
suo fratello lo richiamò dal soggiorno mentre lui era ancora
impegnato a
guardare fuori dalla finestra le gocce di pioggia che creavano strani
disegni
sul vetro:<< Fran… >> ma
l’ennesimo richiamo si interruppe quando
entrando in camera Dorian Atelier vide che cosa stava facendo suo
fratello:<<
Sei ancora in pigiama? Andiamo gli ospiti arriveranno tra meno di due
ore, papà
ti crucerà vivo se ti trova ancora così
>> il più giovane alzò gli occhi
su Dorian già vestito di tutto punto e, alla vista del
completo serioso che suo
fratello si era scelto una piccola risata gli scivolò sulle
labbra:<< Pinguino
>> mormorò poi stando bene attento a farsi
sentire:<< Taci! Almeno
io sono vestito >> ribattè Dorian
avvicinandosi all’armadio del fratello
spalancandolo e gettando sul letto un paio di pantaloni grigio scuro e
una
camicia azzurra:<< Posso chiederti di non metterti quelle
dannate scarpe
da ginnastica solo per oggi? >> Frankie si
avvicinò ai vestiti passandosi
una mano nei riccioli biondi:<< Dobbiamo sembrare una
felice famiglia di
pinguini vero? >> domandò poi cercando di
sembrare serio ma fallendo
miseramente:<< Dobbiamo fare quello che ci si aspetta da
noi François,
ormai dovresti averlo imparato >> entrambi i ragazzi
voltarono gli occhi
verso la porta dove la figura statuaria del loro padre li osservava con
le
braccia incrociate sul petto e il suo perfetto completo giacca e
cravatta ad
enfatizzare la sua altezza e la sua innata eleganza.
Isaac
Atelier guardò i due figli poi rivolse
tutta l’attenzione al minore:<< Ormai non sei
più un bambino François, mi
aspetto che aiuti tuo fratello nel suo lavoro >>
<< Fare da cupido
ad un branco di ragazzini in cerca di chissà cosa non
è un lavoro >>
replicò il giovane a bassa voce e un calcio non molto
leggero di Dorian lo fece
tacere imprecando piano:<< Dacci dieci minuti e saremo
pronti papà
>> replicò il maggiore sfoggiando uno dei suoi
irresistibili sorrisi e,
incapace di resistervi come sempre, Isaac annuì lasciando la
camera.
Di
nuovo soli Dorian si voltò arrabbiato verso
François:<< Vuoi scatenare una litigata prima
dell’arrivo degli ospiti?
Andiamo Frankie >> << Sai anche tu che
è una stupidata Ian!
>> << Una stupidata che funziona;
papà ha conosciuto così mamma e
adesso… >> << Adesso tocca a te,
io non ne voglio sapere di questa
storia >> << Non sai cosa potrà
succedere >> Frankie fece
spallucce mentre prendendo i vestiti si avviava verso il bagno per una
doccia
veloce:<< Ripeto quello che ho sempre detto: un branco di
disperati in
cerca di una chimera >>
Eurotunnel,
agosto 2014
Quando
il treno uscì dal tunnel della Manica Lilith
fu investita da un’ondata di sole, guardando il paesaggio
fuori dal finestrino
per un attimo si perse dietro i profili delle case e delle colline che
costeggiavano Coquelles, presto sarebbe arrivata a Parigi…
Ripensano
a come tutta quella storia era
cominciata per un attimo si chiese che cosa le fosse passato per la
testa,
certo era stufa di restare sola e non ne poteva più delle
occhiate dei suoi
colleghi da quando si era sparsa la voce che lei e Anthony avevano
litigato;
certo lavoravano insieme, ma se lui era un idiota patentato che ci
poteva
fare?
Così
aveva colto al volo l’occasione e insieme a
Leila, la sua amica e collega da quando aveva cominciato a lavorare
all’ufficio
per la Cooperazione Magica Internazionale, aveva deciso di
intraprendere quel
viaggio, forse la leggenda dell’Hotel dell’amore
era tutta una bufala e non
avrebbe risolto niente, ma intanto aveva davanti due mesi di vacanze in
un
lussuoso hotel in una delle città più belle
d’Europa, che cosa poteva chiedere
di più?
<<
Stai ancora pensando a Tony? >>
la voce di Leila la risvegliò dai suoi
pensieri:<< Sto pensando a dove
gli ficcherei la sua bacchetta…razza di idiota ma chi si
crede di essere?
>> Leila fece spallucce:<< Diciamo che si
è messo contro la ragazza
sbagliata >> ripensando alla figuraccia che il ragazzo
aveva fatto
solamente la settimana prima entrambe si guardarono negli occhi
scoppiando a
ridere contemporaneamente:<< Se non altro se tutto va
come deve andare
entro la fine dell’anno sarai felicemente sposata con la tua
anima gemella!
>> riprese Leila allegra, lei aveva preso quella faccenda
molto più
seriamente di Lilith:<< Tu sei pazza, come fai a credere
a storie del
genere? >> << Non sono storie, da noi non
è molto conosciuto ma
l’Hotel des Fleurs è famosissimo a Parigi e in
gran parte del sud Europa,
strano che non ne hai mai sentito parlare >>
l’altra fece un mezzo
sorriso tornando a guardare il paesaggio che stava diventando sempre
più
cittadino:<< Non è che sono esattamente in
cerca del grande amore
ventiquattrore al giorno Lila >> << Tra due
mesi cambierai idea
>> e lasciando la frase in sospeso Leila
ripensò all’ultimo colloquio che
aveva avuto con suo padre, Jeremy Tallyst non era un uomo
all’antica anzi era
quanto di più lontano ci potesse essere, tuttavia quando si
parlava della sua
adorata bambina – Leila arricciò la bocca pensando
a quel termine che odiava
con tutto il cuore – le cose cambiavano.
Secondo
suo padre ormai era arrivato il momento
in cui lei doveva trovarsi un marito…le sue parole esatte
erano state: “Voglio che tu abbia
qualcuno accanto tesoro,
io e tua madre non ci saremo in eterno e voglio essere sicuro che
qualcuno si
prenderà cura della mia bambina quando io non
potrò farlo” poco importava
che ormai da qualche anno Leila vivesse a Londra insieme a Lilith e
un’altra
collega di lavoro, che guadagnasse abbastanza da potersi mantenere da
sola e
che la sua vita le andava bene così com’era,
Jeremy Tallyst aveva deciso e
quindi lei doveva accontentarlo…voleva bene ai suoi genitori
ma sposarsi…
Quando
poi era venuta a sapere da un collega del
ministero francese dell’Hotel des Fleurs aveva deciso di
provarci, in fondo se
la leggenda era vera almeno avrebbe almeno trovato un marito che
l’avrebbe
amata e molto, decisa a non perdere tempo aveva fatto i bagagli e aveva
portato
Lilith con sé in quell’avventura, sapeva che la
sua amica non gliel’avrebbe mai
perdonato!
Diagon
Alley, agosto 2014
<<
Les
jeux de cosa? >> e una giovane dai capelli neri
legati in una coda
alta guardò la sorella maggiore che stava sistemando alcuni
ludici per le scope
su uno scaffale:<< Les jeux
d’amour
>> ripeté l’altra con calma poi
fissandola negli occhi aggiunse:<< Hai
bisogno di cambiare aria Maggie, dopo la storia di…
>> << Non
dirlo, non dire il suo nome Violet! >> ed inorridendo
quasi avesse
davanti un’acromantula Maggie mise le mani avanti arretrando
di un paio di
passi guardando poi la sorella con astio:<<
D’accordo non lo nomino, ma
non puoi fare finta che non sia successo niente, stavate insieme da
anni e poi…
>> << Sto bene ok, anche mamma e le ragazze
si preoccupano ma io
sto bene d’accordo? >> e mentre pronunciava
quelle parole una piccola
risata le scappò dalle labbra, Violet annuì ma
non mollò la presa:<< Vedila
come una vacanza allora, un viaggio a Parigi. Hai sempre detto di voler
girare
il mondo perché non cominciare da lì?
>> << Un viaggio a Parigi in
un hotel dove le uniche persone che ci saranno avranno come scopo solo
quello
di infilarmi un anello al dito? >> replicò
incrociando le braccia
arrabbiata e battendo un piede per terra con evidente
nervosismo:<< Non
deve andare per forza così Mag… >>
ma prima che Violet potesse finire la
frase l’altra buttò fuori un respiro
sconsolato:<< Hai già prenotato
vero? >> domandò poi sapendo bene che Violet,
proprio come le sue altre
tre sorelle, era quel genere di persona che ti proponeva
un’idea solo quando
l’aveva già messa in atto:<< Beh ne
ho parlato con Lily, Rose ed Heather
e insieme abbiamo pensato di farti un regalo…
>> << Un regalo?
>> gli occhi di Violet divennero molto simili a quelli di
un cucciolo:<<
Eddai sorellina! Fallo per noi! Staremo meno in pena se sapremo che per
un po’ sarai
a Parigi a goderti le bellezze della città
dell’amore >> Maggie scosse il
capo borbottando nervosa:<< Non vi sopporto, lo sai vero?
>> poi
addolcendosi un attimo continuò:<<
Andrò ma sappi che non ho nessuna
intenzione di trovare un fidanzato o roba simile sono stata chiara?
>>
Violet evitò di replicare ma la sua mente corse per un
attimo al giovane con
cui aveva parlato via camino un paio di giorni prima…quello
era decisamente il
tipo che piaceva alla piccola Maggie e chissà che Parigi non
avrebbe compiuto
il miracolo liberando sua sorella dal fantasma di quel maledetto
Corvonero
dalle mani lunghe con qualsiasi maga che gli ronzasse attorno!
Aeroporto
Charles de Gaulle, agosto 2014
James
Rhodes raccolse il proprio borsone mentre
tendeva l’altra mano verso la piccola morettina che stava in
piedi accanto a
lui:<< Allora che cosa mi dici? >> e
sorridendole le prese il
piccolo trolley blu elettrico dalle mani:<< Dico che
solamente tu potevi
decidere di venire fino a Parigi con un aereo quando con una passaporta
o la
smaterializzazione… >> << Siamo
in vacanza Noelle, andiamo cerca di
rilassarti un po’ >> <<
Rilassarmi? Sai che soffro di vertigini
razza di troll e tu mi porti su un coso che vola a migliaia di metri
d’altezza
e che potrebbe cadere in ogni… >> James
alzò una mano poggiandole un dito
sulle labbra:<< Siamo atterrati e ora hai i piedi ben
piantati a terra
Jackson >> poi incamminandosi verso l’uscita
del terminal e ridendo
aggiunse:<< Senza contare che hai russato per tutto il
tempo del volo!
>> Noelle lo fulminò con lo
sguardo:<< Non ho russato! Io non russo!
>> il sorriso di James la diceva lunga sulla risposta che
le stava per
dare, ma una folla di turisti tagliò loro la strada e il
ragazzo si ritrovò con
la mano della sua amica stretta sul braccio:<< Sai che al
mondo esistono
altri 7 miliardi di persone vero cadetto Rhodes? >> lui
storse il naso
sentendosi chiamare cadetto:<< Ho superato
l’esame all’accademia due anni
fa, potresti smetterla di chiamarmi così >>
Noelle scrollò le spalle:<<
È divertente vedere la tua faccia quando lo faccio
>> James fece finta di
non sentirla e avviandosi verso le scale mobili
aggiunse:<< Andiamo o
perderemo il treno >>
La
sera era da poco scese sulla città e gli ultimi
raggi del sole giocavano a nascondino tra le onde della Senna e gli
alberi che
costeggiavano la riva:<< Così questo sarebbe
il famoso Hotel >> e
con una smorfia il ragazzo si voltò verso il suo
amico:<< E tu sembri un
pinguino Frankie >> << Sta’ zitto
Nott! È mio fratello che mi ha fatto
vestire così >> Libero Orion Nott rise sotto i
baffi guardando il suo amico ed ex compagno di
Quidditch:<< Ancora a
prendere ordini
dal fratellone eh…meno male che Dorian Atelier ha
frequentato Beauxbatons o ti
avrebbe messo in riga anche a scuola >>
François sorrise guardando la
maestosa porta a vetri che conduceva al giardino d’inverno al
centro dell’hotel:<<
Non siamo più a scuola da un po’ Libe, sai che
dovresti crescere >> <<
Non fare il saputello solo perché hai due anni in
più di me, ti ricordo che
posso batterti in sella ad una scopa >> <<
Sogna Nott, sogna
>> e mentre i due stavano per continuare i loro soliti
battibecchi una
voce li fece voltare verso la porta:<<
François, andiamo sbrigati stanno
arrivando! >> il biondo lanciò uno sguardo a
Libero per intimargli di
tacere e mordersi la lingua poi salendo i gradini e tornando
nell’ingresso accanto
a suo fratello aggiunse:<< Tra quanto…
>> << Adesso >>
replicò la voce di suo padre che in quel momento stava
scendendo i gradini dell’imponente
scala di marmo e nello stesso momento le porte principali si aprirono
mostrando
un gruppo di ragazzi e ragazze più o meno della loro
età che si guardavano
intorno come se fossero appena stati catapultati in un sogno, Dorian e
François
si guardarono sorridendo: l’Hotel faceva
quell’effetto a chiunque lo vedesse
per la prima volta!
Quando
la piccola comitiva si fu fermata al
centro del salone suo padre scese gli ultimi gradini e sistemandosi il
nodo
della cravatta si avvicinò sorridendo:<<
Benvenuti miei cari ospiti, io
sono Isaac Fabian Atelier, proprietario dell’Hotel des Fleurs
>> ci fu un
attimo di silenzio in cui come sempre suo padre catturò
l’attenzione di tutti e
Dorian rimase affascinato da come quell’uomo fosse in grado
di fare così bene
il suo lavoro, un giorno avrebbe tanto voluto diventare come lui, prima
che
potesse perdersi oltre in quei pensieri Isaac
continuò:<< So che molti di
voi sono qui per ciò che si racconta sul mio hotel come so
che altrettanti la
riterranno solo una sciocca superstizione ma posso assicurarvi che non
è così
>> agitando poi la propria bacchetta che teneva in mano
fece comparire
davanti ad ogni partecipante un piccolo vassoio che galleggiava a
mezz’aria:<<
Les
jeux d’amour sono nati oltre duecento anni fa
quando il bisnonno di mia
moglie decise di ovviare ad un annoso problema di nozze istituendo una
specie
di competizione, il suo scopo era esattamente l’opposto di
quello che è oggi ma
il risultato non è cambiato. A cominciare da stasera avete
due mesi, sessanta
giorni in cui potrete fare il tutto e per tutto per conquistare quella
che
ritenete possa essere la persona che vi starà accanto per il
resto della vostra
vita, sarete sottoposti a dei piccoli test durante il percorso e nulla
vi
vieterà di cambiare idea o obiettivo durante la gara,
l’unica regola è che non
ci sono regole >> poi lanciando uno sguardo ai suoi figli
aggiunse:<<
Salvo forse quelle della comune decenza ma di questo riparleremo
>> poi
tornado ai suoi ospiti:<< Davanti a voi
c’è un pezzo di pergamena e nella
fialetta una piccola dose di Amortentia; sul foglio vi prego di
scrivere
semplicemente il vostro nome >> François vide
una giovane ragazza bionda
allungare la mano verso la piuma e l’inchiostro e sorrise
vedendo la sua
espressione esterrefatta quando:<< Ma si
cancella… >> Isaac annuì
continuando a sorridere:<< Queste pergamene sono state
sottoposte ad un
potente incantesimo, quando sarà il momento capirete a cosa
potranno servirvi,
quanto alla pozione beh, nessuno vi vieta di usarla, sentirete
l’odore di ciò
che amate e visto il succo di questa competizione vi faciliterebbe di
molto il
compito, quando avrete preso la vostra decisione scrivete il nome della
persona
che avete scelto sul secondo pezzo di pergamena, l’ultima
sera verranno
scoperte tutte le carte e vedremo chi di voi è riuscito ad
ottenere ciò che
voleva, nel frattempo l’hotel è a vostra completa
disposizione e i miei figli –
lì indicò di nuovo François e Dorian
– saranno a vostra disposizione per
qualsiasi necessità >> poi sorridendo furbo
aggiunse:<< Ma non
dategli troppa confidenza, in fondo anche loro partecipano alla
competizione. Ci
rivedremo per la colazione di domattina, per questa sera dovrete fare a
meno
della mia presenza >> e detto questo Isaac Atelier si
inchinò sparendo
davanti agli occhi dei suoi ospiti.
<<
Se volete seguirci la cena vi aspetta
>> e facendo un ampio gesto con la mano Dorian
invitò la compagnia a
seguirlo verso una sala da pranzo ancora più lussuosa
dell’ingresso!
Alcune
ore dopo tutti gli ospiti erano stati
accompagnati nelle loro stanze, secondo le regole del gioco ragazzi e
ragazze
erano stati divisi e ad ognuno era stato assegnato un compagno di
stanza.
Margaret sorrise entrando nella propria stanza e vedendo con chi
avrebbe dovuto
dividerla: Noelle Jackson era di un anno più piccola di lei
ma erano state
compagne di casa e quella ragazze le era sempre stata molto simpatica,
ora
avevano l’occasione di conoscersi meglio; tuttavia rimase
stupita vedendo un
terzo letto nell’angolo opposto della camera, chi poteva
essere l’altra loro
compagna? La risposta alle sue domande uscì in quel momento
dal bagno con addosso
solo un accappatoio blu e un asciugamano dello stesso colore che si
stava
passando sui lunghi capelli neri:<< Ciao, io sono
Margaret e… >> l’altra
la guardò dall’alto in basso non proferendo
parola, poi avvicinandosi al letto
aggiunse:<< Ben >> poi sedendosi sul letto
si mise a cercare
qualcosa nella propria valigia non degnando le due compagne di uno
sguardo.
<<
James >> salutò il ragazzo
tendendo la mano al suo compagno di stanza:<< Michael
>> rispose l’altro
per poi avvicinarsi ad una sedia e poggiarvi sopra giacca e cravatta
cominciando poi a sbottonarsi la camicia:<<
Perché ho l’impressione di
averti già visto? >> domandò di
nuovo Rhodes mentre l’altro frugava nel
suo bagaglio:<< Sei mai stato ricoverato al San Mungo?
>> domandò
Mike con l’ombra di un sorriso e la risata del suo compagno
gli disse che forse
ci aveva preso:<< Più volte di quante vorrei
ma fa parte del gioco
>> << Come? >> James fece
spallucce:<< Sono un Auror,
finisco in infermeria o all’ospedale più volte di
quante mi piaccia ricordare e
tu che cosa sei, che fai al San Mungo? >>
<< Sono un guaritore
>> ricordandosi solo in quel momento di dove
l’aveva già visto James
annuì:<< Tu sei Michael Gail, quello del
salvataggio a quei due bambini
di Edimburgo, ora ricordo >> Mike annuì
brevemente:<< Ho fatto solo
il mio lavoro e poi non sono stato l’unico a dare una mano
>> << Hai
fatto un miracolo, ne hanno parlato tutti per settimane al ministero
>>
poi capendo che stava diventando un po’ troppo invadente
domandò:<< Allora…tu
sei qui per… >> << Per lo stesso
motivo per cui lo sei tu >>
ripensando di nuovo a Noelle James per un istante si ricordò
della fiala di
Amortentia che aveva messo in tasca, chissà se avrebbe
sentito il suo profumo,
chissà se…poi scuotendo il capo
aggiunse:<< Sono curioso di vedere che
cosa si inventeranno domani >> Mike fece spallucce poi
scusandosi si
avviò verso il bagno, aveva decisamente bisogno di una
doccia.
<<
Hai visto che roba Lily! Decisamente dei
bei ragazzi, anzi belli è decisamente riduttivo
>> e troppo su di giri
dopo quella prima cena in cui aveva avuto modo di osservare i loro
compagni
Leila cominciò a girare per la stanza saltellando
allegra:<< Per me ti
stai fissando troppo e non chiamarmi Lily! >> la
ribeccò l’altra
sedendosi sul proprio letto:<< Oh andiamo non fare la
guastafeste, hai
visto che avevo ragione io, ci sarà da
divertirsi… >> poi sedendosi
accanto all’amica e guardandola con il suo solito fare da
perenne curiosa Leila
aggiunse ridendo:<< Vuoi dirmi che non hai notato nessuno
di
interessante? Andiamo nemmeno uno di quei fusti? >> la
mente di Lilith
ripercorse la cena e per un attimo la sua mente si bloccò
sullo stangone moro dagli
occhi nocciola che sedeva davanti a lei e che le aveva versato da bere,
assomigliava in modo impressionante alla sua prima cotta ai tempi in
cui aveva
solamente tredici anni e il suo mondo era pari ad una nuvola rosa ma
non poteva
essere lui, o forse sì?
<<
Dove hai cacciato il sergente di ferro?
>> domandò Libero entrando nella stanza di
François e vedendo che non c’era
traccia di Dorian:<< Ian dorme nella sua camera
all’ultimo piano, dice
che sta meglio da solo >> Libe fece spallucce poggiando
la propria
valigia su un letto e tornando a guardare
l’amico:<< Diceva davvero tuo
padre? Parteciperete anche voi alla gara? >>
François fece una smorfia:<<
Sai benissimo che è vero, per quello sei qui…per
ridere di me >> un
sorriso attraversò le labbra del giovane
Nott:<< Chi io? >> domandò
poi cerando, miseramente, di fingersi addolorato:<<
Piantala di fare
quella faccia ti ricordo che adesso ci sei dentro anche tu
>> << A
che servono i fogli con i nostri nomi? >>
domandò poi curioso e François scosse
il capo:<< Da me non otterrai informazioni
>> poi alzando gli occhi
sul soffitto aggiunse:<< Ma davvero non lo so, sono
papà ed Ian che si
occupano di queste cose io non mi sono mai voluto mettere in mezzo
>> <<
E adesso hai deciso di partecipare a questo gioco al massacro, che cosa
ti è
preso amico? C’è qualcosa che non so?
>> ripensando a Fiona François fece
una smorfia:<< No, niente. Mi sono solo stufato di stare
solo tutto qui
>>
Solo
nella sua stanza intanto Dorian stava
seduto sul suo letto con in mano un vecchio blocco da disegno mentre
con un
sottile carboncino la sua mano scorreva veloce disegnando i tratti di
un volto,
non poteva credere che lei fosse lì, non poteva credere di
poterla vedere di
nuovo e non poteva credere che forse stavolta avrebbe potuto davvero
avere una
chance.
Isaac
Atelier, 55 anni, proprietario dell'Hotel des Fleurs
Dorian
Joshua Atelier, 27 anni, primogenito di Isaac
François
Matisse Atelier, 24 anni, secondo genito
Margaret
Sophie Stains, 24 anni
James
Rhodes, 24 anni
Noelle
Jackson, 23 anni
Bunny
Flecter, 22 anni
Libero
Orion Nott, 22 anni
Leila
Ambra Tallyst, 24 anni
Michael
Jamison Gail, 25 anni
Lilith
Shayla Sherwood, 23 anni
Grimilde's
Allora...siamo
arrivati all'hotel, so che non ho delineato bene tutti i personaggi ma
voglio che vengano fuori nel corso della storia; per quanto riguarda il
resto come ha detto Isaac non ci sono regole e tutto è
lecito.
Alla
fine ho aumentato il numero degli OC perchè di
alcuni mi
sono veramente innamorata e non ho potuto farne a meno e poi
così rendiamo le cose un po' più divertenti...
Io
mi sono fatta una mia idea di come potrebbero andare le cose ma tutto
può cambiare ed infatti voglio chiedere a voi a prima vista
chi
vi ispira e chi vedreste accoppiato con chi (riposte tramite messaggio
privato così per mantenere il segreto ancora per un po')
Per
quanto riguarda la storia qualche volta potrei farmi sentire per
chiedervi qualche delucidazione o altro...
Per ora è tutto e a
presto!
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Capitolo 3 *** 2 - Di incontri, colazioni e croissant ***
Capitolo 2
Sdraiata nel suo letto Ben cercava
inutilmente
di prendere sonno ma quello che stava ottenendo era solo un continuo
rigirarsi
nel letto e ormai le lenzuola color pesca erano diventate un groviglio
informe
che le aveva intrappolato le gambe.
Scalciandole in fondo al letto si
mise seduta
sul letto e passandosi le mani sul viso per togliersi i lunghi capelli
neri
dalla faccia lanciò un’occhiata veloce alle sue
due compagne di stanza che
dormivano tranquille senza un pensiero al mondo, facendo una smorfia si
mise in
piedi e infilandosi un paio di ciabatte si avviò verso la
porta sperando di non
incontrare nessuno durante la sua passeggiata notturna, aveva
decisamente
bisogno di pace, aria e tranquillità.
<< Spero che quella
non sia Acquaviola
perché altrimenti potrei buttarmi dal terrazzo per la
disperazione >>
sentendo una voce maschile alle sue spalle Ben si voltò di
scatto lasciando
cadere la bottiglia che stringeva tra le mani ma con un colpo di
bacchetta il
suo misterioso interlocutore la fermò prima che si
schiantasse al suolo poi
vedendolo avvicinarsi la ragazza riconobbe i capelli castani del suo ex
compagno di scuola:<< Che cosa ci fai in giro a
quest’ora Nott? >>
domandò poi acida mentre Libero si avvicinava calmo come se
stessero
chiacchierando del più e del meno e non fossero sul terrazzo
dell’hotel accanto
allo strapiombo che dava sulla Senna:<< Non sono
l’unico a quanto pare
>> commentò Libe con un sorriso continuando ad
avvicinarsi e, sempre
muovendo la bacchetta, facendo arrivare la bottiglia incriminata nelle
proprie
mani:<< Uhm…Ogden
Stravecchio…niente male come aperitivo notturno, ne hai
sempre una bottiglia in borsa Flecter o l’hai fregata dal bar
al piano di
sotto? >> lei lo fulminò con gli occhi
allungando la mano:<< È mia
quindi se non ti dispiace vorrei riaverla >> Libero
sorrise alzando la
bottiglia e portandosela alle labbra bevendone un sorso mentre
continuava a
tenere gli occhi fissi su di lei che lo fulminava
rabbiosa:<< Ottima
annata… >> poi sorridendo
aggiunse:<< Da quando Bunny Flecter ha
bisogno di andare in giro con una bottiglia di Whisky Incendiario nella
borsa?
Per quello che ricordo eri… >> sapendo bene
che cosa Libero stava per
dire e ricordando eli stessa com’era ai tempi della scuola
Ben alzò una mano
per fermarlo:<< Che cavolo ci fai qui Nott? Voglio stare
sola e la cosa
mi sembra evidente, tu sei d’intralcio >>
Libero fece spallucce come a
dire che la cosa non era un suo problema e appoggiandosi alla ringhiera
di
ferro lavorato che impediva la caduta nel fiume tornò a
guardarla:<< Non
dirmi che sei in quello stato per quel coglione di Greg Denton
>> sentendo il
cognome del suo ex fidanzato un brivido le corse lungo la schiena e la
mano sinistra
corse a coprirsi il polso dentro nascondendo entrambe le mani dietro la
schiena:<< Te lo ripeto: quello che faccio non sono
affari tuoi e ti
sarei grata se… >> << Lo sai che
era un idiota vero? >>
<< Ma si può sapere che cosa vuoi? Voglio
starmene in pace, non mi sembra
di chiedere tanto! Sparisci Nott! Adesso! >> Libero fece per ribattere ma
poi vedendo gli
occhi lucidi di Bunny le sorrise in silenzio sparendo con un piccolo
pop dalla
sua vista.
Di nuovo sola Ben riprese la
bottiglia che lui
aveva lasciato accanto alla ringhiera e ne bevve una generosa sorsata
incurante
del fatto che come sempre il liquido le bruciava la gola e
lasciò di nuovo
andare tutte le sue lacrime mentre i ricordi la assalivano e per la
milionesima
volta da quando la sua vita era stata rovinata si sentì
miseramente sola e
distrutta.
Dall’alto del tetto
della centralina elettrica
sul fondo del terrazzo intanto Libero si sedette sul bordo del casotto
guardando la ragazza che piangeva e continuava ad affogare i ricordi in
quella
stupida bottiglia di Whisky, avrebbe voluto aiutarla ma proprio non
sapeva come
fare e forse era anche l’ultima persona al mondo che era in
grado di farlo! Poi
tornando a guardare Bunny che si asciugava in fretta le lacrime
pensò che
poteva almeno provarci.
Parigi, ministero della Magia 2012
<< È tutto
pronto Ian? >> e il
ministro della Magia si voltò a guardarlo con il suo solito
sorrisetto
esitante, era un brav’uomo ma come politico era decisamente
pessimo, Ian ancora
si chiedeva come avesse potuto venire eletto ma per lo meno sapeva fare
il suo
lavoro decentemente e contrariamente al suo predecessore era di vedute
un po’
più aperte e la serata in programma lo stava chiaramente a
dimostrare.
<< È tutto
pronto signore, i nostri ospiti
arriveranno tramite passaporta tra un paio d’ore e gli Auror
sono stati
posizionati ad ogni entrata del ministero per impedire visite
indesiderate
>> il ministro sorrise compiaciuto:<<
Ottimo lavoro ragazzo mio,
davvero ottimo lavoro >> Ian annuì lentamente
tornando poi a guardare la
sala conferenze addobbata per l’occasione mentre una miriade
di camerieri in
livrea stava sistemando stuzzichini e calici di Acquaviola sui lunghi
tavoli
coperti dalle bandiere di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, i
comitati
presenti a quell’incontro tra ministeri che Jacques Malet,
ministro francese,
aveva indetto per migliorare la collaborazione internazionale; che poi
fosse
toccato a lui in qualità di suo braccio destro –
segretario come si divertiva a
chiamarlo Frankie – organizzare il tutto era solo un piccolo
dettaglio!
Tre ore dopo sorpassati i saluti e
le
presentazioni di rito la festa era nel suo pieno svolgimento e mentre
Malet era
impegnato in una conversazione sulla compravendita illegale di animali
con il
ministro tedesco e quello spagnolo Dorian ne approfittò per
prendere un attimo
di respiro ed uscire sulla terrazza del ministero che dava sul
Louvre:<<
Monsieur Atelier, che piacere incontrarla di nuovo >>
Dorian si voltò
sentendo la voce del ministro inglese:<< Ministro
>> e chinò il
capo in un breve saluto:<< La festa è di suo
gradimento? >> domandò
poi guardando la miriade di maghi e streghe che ballavano
sull’improvvisata
pista da ballo al centro della sala:<< Magnifica,
decisamente magnifica
>> poi guardando gli allestimenti e il sorriso orgoglioso
del suo collega
francese aggiunse:<< Malet ha fatto un ottimo acquisto
prendendola come
suo assistente >> Ian sorrise:<< Non ho
fatto niente di… >>
ma la frase gli si bloccò a metà quando i suoi
occhi catturarono un delicato
profilo femminile fasciato in un lungo abito di chiffon rosso fuoco e
una massa
di morbidi ricci scuri raccolti in uno chignon:<< Mi
può perdonare un
secondo ministro? >> domandò poi cercando di
non apparire scortese pronto
a seguire quella visione all’interno della sala mentre
l’uomo accanto a lui
sorrideva alzando un bicchiere di Whisky Incendiario in un piccolo
brindisi di
approvazione.
Passando velocemente tra la folla
Dorian cercò
di raggiungere la sua misteriosa visione, doveva conoscerla, parlare se
ci
riusciva o per lo meno presentarsi senza fare la figura
dell’idiota, lui non
era il genere di uomo che…era François il maestro
in quelle cose e…poi i suoi
occhi si alzarono e videro la giovane per mano ad un ragazzo
più o meno della
sua età che la guardava sorridendo e la stava invitando a
ballare.
Immobile e con il fiato corto
rimase a guardare
la coppia che raggiungeva il centro della pista proprio mentre
l’orchestra
intonava l’ennesimo valzer; quando le delegazioni tornarono a
casa alcune ore
dopo Dorian e il ministro salutarono educatamente gli ospiti e quando i
suoi
occhi incrociarono quelli della sua sconosciuta visione in rosso un
pezzo del
suo cuore se ne andò con lei.
Hotel des Fleur, 2014
Quando Noelle si alzò
quella mattina cominciava
appena ad albeggiare, non sapeva bene perché ma si era
svegliata e dopo una
decina di minuti a rigirarsi nel letto aveva capito che non si sarebbe
riaddormentata così alzandosi prese dalla valigia uno dei
costumi da bagno che
si era portata dietro e si diresse in bagno per cambiarsi, durante la
cena la
sera prima François Atelier aveva accennato ad una piscina
olimpionica sul
terrazzo dell’hotel e per quanto lei odiasse le altezze era
in vacanza ed una
piscina attrezzata di ogni genere di comfort era qualcosa che non
poteva
lasciarsi scappare.
Una volta sul terrazzo
però notò una testa scura
che si muoveva nell’acqua che luccicava ai primi raggi del
sole diventando
color perla; camminando piano appoggiò il proprio
asciugamano su uno degli
sdraio in legno cominciando a togliersi il pareo.
<< Bonjour
>> quella voce roca la fece voltare e restare immobile
davanti ad una
versione decisamente fuori dagli schemi del Dorian Atelier che aveva
avuto la
sera prima:<< Noelle Jackson giusto? >> lei
annuì ancora incapace
di parlare e ancora un po’ sorpresa di vedere quel fisico
asciutto evidenziato
dalle gocce d’acqua della piscina che gli scivolavano addosso
e dal costume
scuro che lui indossava:<< Perdona il mio abbigliamento,
solitamente non
viene mai nessuno quassù a quest’ora
>> si scusò lui afferrando un
asciugamano bianco passandoselo prima sul viso e i capelli per poi
metterselo
attorno al collo:<< A dire il vero ero solo curiosa, tuo
fratello ieri
sera ha accennato a questa piscina e visto che non riuscivo a dormire
ho
pensato di venire a dare un’occhiata >> la
piccola risata di Ian glielo
fece subito diventare simpatico, anche se a volte si muoveva e parlava
come un
gentiluomo di altri tempi Dorian Atelier sembrava un tipo simpatico e
decisamente un bravo ragazzo:<< Beh come ha detto mio
padre ieri l’hotel
è interamente a vostra disposizione, potete andare dove
volete e fare ciò che
vi pare a qualsiasi ora del girono e della notte >> poi
avvicinandosi ad
un tavolino su cui era appoggiata una caraffa di succo di zucca e
alcuni
croissant che sembravano appena sfornati
continuò:<< Sono io che devo
abituarmi al fatto di non essere più solo, sai per gran
parte dell’anno qui
dentro siamo solo io, mio padre e mio fratello >> e sua
madre? Si trovò a
domandarsi Noelle dal momento che il giovane non aveva fatto accenno ad
una
signora Atelier ma era ovvio che una madre doveva esserci visto che
c’erano lui
e suo fratello, ma forse le era successo qualcosa e non erano ancora
così in
confidenza per quel tipo di conversazione.
<<
…Legilimens… >> <<
Come? >>
domandò lei tornando a guardarlo sbattendo i grandi occhi
verdi:<< Ti ho
chiesto com’è lavorare come Legilimens, deve
essere interessante >>
<< Stressante il più delle volte
>> gli rispose con una scrollata di
spalle per poi aggiungere mentre si avvicinava per prendere un
bicchiere di
succo che lui le stava porgendo:<< Non fraintendermi mi
piace il mio
lavoro ma non sai mai che cosa puoi trovare guardando nella mente degli
altri e
spesso quelli a cui devo farlo non sono esattamente degli stinchi di
santi
>> << Da noi si chiamano semplicemente
carogne >> ed Ian
sorrise addentando un pezzo di croissant per poi offrirle il
vassoio:<<
Wow…brioche appena sfornate! >> e ridendo
Noelle fece per allungare una
mano quando l’espressione offesa di lui la
bloccò:<< Che ho detto?
>> << Croissant
>> specificò lui allungandole di nuovo il
vassoio tornando a sorridere:<< Per un francese
è un affronto quando voi
d’oltremanica li chiamate volgarmente brioche
>> Noelle afferrò uno dei
dolci:<< A nome di tutti noi d’oltremanica
chiedo perdono per la grave
mancanza >> entrambi scoppiarono a ridere e lei diede un
morso alla
sfoglia con sopra una spolverata di quello che scoprì poi
essere zenzero; era
strano ma quella brioche – pardon croissant – aveva
un sapore molto simile ai
biscotti di Natale…
<< Ehi che mi sono
perso? >> e la
voce calda di James fece girare i due e Noelle guardò
l’amico sorpresa:<<
Jamie… >> il giovane Rhodes si
avvicinò infilando le mani nei bermuda
chiari mentre la polo blu navy faceva risaltare la sua pelle ancora
chiara per
via del perennemente nuvoloso tempo londinese:<<
Buongiorno Noelle
>> poi alzando gli occhi sul moro in costume
aggiunse:<< Signor
Atelier >> << Signor Rhodes
>> gli rispose Dorian sullo
stesso tono per poi muoversi verso una porta che Noelle prima non aveva
notato:<< Scusatemi ma devo lasciarvi, ho bisogno di una
doccia e di
qualcosa di più consono da indossare, ci vediamo in sala da
pranzo per
colazione >> e salutando entrambi Ian scomparve
giù per una piccola scala
a chiocciola che la porta nascondeva.
<< Stai bene Jamie?
>> e la voce di
Noelle lo fece tornare alla realtà:<<
Sì certo, che cosa ci facevi qui
con quel tipo? >> la voce seria di lui la fece ridere e
lo sguardo di
James divenne ancora più scuro:<< Non stavo
facendo niente James, non
riuscivo a dormire e visto che non avevo voglia di restare in camera a
guardare
il soffitto ho pensato di venire a vedere la piscina di cui parlava
François Atelier
ieri sera >> poi guardando l’immensa vasca con
le piastrelle color
cobalto e l’intricato mosaico di una sirena e un tritone sul
fondo
sorrise:<< Aveva ragione, è davvero magnifica
>> poi mentre lei si
avvicinava al bordo della vasca James deglutì accorgendosi
solamente in quel momento
del costume rosso scuro che Noelle aveva indossato, certo era intero e
lasciava
ben poche parti scoperte ma forse la faceva ancora più bella
di come l’avesse
mai vista da quando la conosceva!
<< Allora cadetto
Rhodes vieni con me o
no? >> e mentre gli parlava Noelle allungò una
mano verso di lui
invitandolo a fare un tuffo, per un attimo memore di ciò che
la sua maglietta
nascondeva e che non aveva il coraggio di far vedere a nessuno, tanto
meno a
lei, James scosse il capo:<< Sono le sei e mezza del
mattino, non è
decisamente l’ora di fare un bagno >> lei lo
guardò per un istante con
quella piccola ruga che le attraversava la fronte quando
pensava:<< Jamie…
>> lo chiamò poi dolcemente:<<
Jamie cosa? Sono vestito e non ho
alcuna intenzione di tornare in camera a cambiarmi di nuovo
perché tu vuoi
bagnar… >> ma mentre finiva di lamentarsi
Noelle si avvicinò ulteriormente
al bordo della piscina tuffandosi all’indietro e facendo
inevitabilmente finire
un po’ d’acqua sui vestiti di lui:<<
Noelle! >> la chiamò cercando
di fingersi arrabbiato mentre cercava la bacchetta per asciugarsi, ma
il
sorriso di lei quando riemerse a metà della vasca come al
solito lo fece sciogliere.
Un’ora dopo Leila e
Lilith fecero il loro
ingresso nel magnifico giardino d’inverno che era stato
adibito ad area per la
colazione, mangiare attorniati da piante, fiori e farfalle incantate
che
svolazzavano qua e là come nella più classica e
romantica delle favole era un
sogno e un piccolo sospiro uscì dalle labbra di Leila mentre
su quelle di Lily
comparve una smorfia:<< Oh andiamo non ce
l’avrai davvero con me >>
le disse l’amica scoppiando a ridere:<<
Quaranta minuti Lila, quaranta
minuti per una doccia ed infilarsi un vestito è decisamente
troppo anche per te
>> la Tallyst sorrise scuotendo la lunga massa di boccoli
color
grano:<< Dovresti rilassarti un po’ Lilith,
siamo in vacanza non cade il
mondo se arriviamo un po’ in ritardo e…
>> alzando gli occhi e notando lo
stangone moro della sera prima gli occhi di Lilith si focalizzarono sul
suo
avambraccio ora scoperto dove, abilmente disegnata con inchiostro nero,
spiccava una rosa dei venti:<< Gail…
>> e quel nome le uscì dalle
labbra quasi involontariamente:<< Cosa? >>
le domandò Leila
perplessa:<< Quello è Michael Gail
>> ripeté l’altra come se stesse
parlando di una calamità naturale:<< Il
medimago di quel fantastico
salvataggio ad Edimburgo? >> il Tassorosso che le aveva
spezzato il cuore
il suo quarto anno e che lei aveva promesso non avrebbe mai
più rivisto per
tutto il resto della sua vita, ma quella era un’altra storia
e non era il caso
di raccontarla a Lila il mattino appena sveglie durante la colazione
giusto?
Tornando a guardare Michael Lilith
non poté che
chiedersi come mai lui si trovasse lì, cioè da
quello che ricordava dai tempi
della scuola non era mai stato un tipo popolare e al centro
dell’attenzione ma
di certo non gli mancavano le ragazze, c’era sempre qualche
infida Serpeverde o
qualche altezzosa Corvonero pronta a ronzargli intorno per non parlare
delle
perfette Tassorosso che gli stavano più appiccicate di una
mosca al miele, nell’anno
in cui si era presa una cotta per lui Lilith aveva odiato ognuna di
quelle
ragazze con tutto il suo cuore ma poi Mike aveva infranto i suoi sogni
e lei
era andata avanti cercando di cancellare quel cretino –
sì all’epoca lo aveva
chiamato così – dalla sua mente.
<< Lilith Sherwood
>> lei alzò gli
occhi marroni incrociando però un petto scolpito e una
camicia chiara a maniche
corte:<< Un po’ più in alto
scricciolo >> la canzonò la voce di
Michael e lei alzò gli occhi per arrivare a guardarlo in
faccia con le labbra
atteggiate ad una smorfia:<< Ti credi spiritoso Gail?
>> lui chinò
leggermente il capo in segno di scusa:<< Chiedo perdono,
solo che beh… >>
e lui mise una mano in mezzo a loro per enfatizzare le sue
parole:<< Beh
la differenza di altezza è evidente e mi è uscito
così, non volevo essere
scortese e non pensavo che… >> Lilith lo
superò cercando di controllare
le parole:<< Ecco non pensare e non fare altre battute
idiote d’accordo?
>> poi lasciandolo sulla porta della sala si
avvicinò al tavolo pieno di
croissant, baguette e ogni genere di ben di dio decisa ad affogare il
nervoso
in qualcosa di morbido e decisamente ipercalorico!
<< Dorian Joshua
Atelier sr, fondatore
dell’hotel e mio bisnonno >> quella voce fece
voltare Maggie che si ritrovò
accanto Dorian Atelier nuovamente vestito di tutto punto, solamente i
primi
bottoni della camicia nera slacciata e senza cravatta tradivano la sua
età
mentre tutto il resto di lui gridava serietà e compostezza
peggio di un
cartellone pubblicitario:<< Dorian Atelier sr?
>> domandò lei
tornado a guardare il quadro che campeggiava nella hall e che ritraeva
un uomo
di mezza età che assomigliava in maniera impressionante al
giovane che ora le
stava affianco:<< Sì, mio padre ha sempre
voluto un maschio e quando sono
nato io ha pensato fosse carino darmi il nome di suo nonno visto che
grazie a
questo hotel e a questi giochi – lì la sua voce si
incrinò leggermente – ha conosciuto
la sua compagna >> << Quindi tu ti
chiami… >> di nuovo lui
annuì:<< Dorian Joshua Atelier jr
>> poi facendo spallucce
aggiunse:<< Suona molto pomposo lo so, per questo
preferisco
semplicemente Ian >> gli occhi di Margaret si
spalancarono e le sue
labbra formarono una piccola O sorpresa:<< Aspetta un
attimo…Ian Atelier?
Quell’Ian Atelier? >> gli domandò
poi quasi stesse parlando di una
star:<< Quell’Ian Atelier cosa?
>> << L’ex vice del ministro
Jacques Malet? >> lui sorrise:<<
L’ex segretario tuttofare del
ministro…sì sono io>>
<< Le voci che giravano al ministero non erano
esattamente quelle, si diceva che dietro molte delle iniziative e dei
discorsi
di Malet ci fosse la tua mano, perché hai lasciato?
>> lui fece di nuovo
spallucce facendole segno di seguirlo verso il giardino
d’inverno per la
colazione:<< Mio padre aveva bisogno di me per gestire
l’hotel e poi la
politica non ha mai fatto troppo per me, troppe strette di mano e
sorrisi
impostati >> Margaret sorrise:<< Hai mai
pensato di fare altro? Oltre
a gestire l’hotel della tua famiglia voglio dire
>> vedendo che gli occhi
azzurri di lui fuggivano verso il tetto di vetro della struttura Maggie
si
sentì a disagio, non voleva essere invadente ma
c’era qualcosa che la attirava
in quel ragazzo e voleva conoscerlo meglio e poi, in fondo anche Violet
e le
altre erano della stessa idea, era lì per dimenticare Daniel
e divertirsi!
Grimilde's
Buonasera.
Come
al solito io scrivo e pubblico nelle ore notturne, chiedo scusa ma
purtroppo il mio cervello e la mia immaginazione sembrano svegliarsi a
quest'ora...
Ad
ogni modo eccoci qui con il secondo capitolo e con qualche piccola
spiegazione in più, il pezzetto del ministero riguarda il
passato di Ian ed è per rispondere alla vostra domanda: chi
è la ragazza a cui sta pensando; mi spiace un po' dirlo ma
la storia di Ian (di conseguenza anche quella della sua compagna)
è l'unica che ho già deciso e stabilito, mi
spiace ma è stato amore a prima vista appena ho letto la
scheda e il Dorian Atelier nel mio immaginario non ha voluto sentire
ragioni e ha scelto per conto suo, tuttavia prometto che non
mancheranno colpi di scena anche perchè per tutti gli altri
non c'è ancora niente di definitivo e come ho già
detto tutto può succedere! (Come sempre si accettanno
pronostici, suggerimenti o qualsiasi cosa vogliate specificare sul
vostro OC o chiedermi, in fondo le interattive servono a questo!)
Premetto
che nel prossimo capitolo ci saranno un paio di appuntamenti MOLTO
romantici quindi chi avesse qualche particolare richiesta io sono qui.
Per
il resto spero che il capitolo vi sia piaciuto e salvo cambi turno
improvvisi al lavoro ci vediamo entro fine settimana e poi sicuramente
nel prossimo weekend!
Ancora buonanotte a
tutti...anzi Bonne nuit!
|
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Capitolo 4 *** 3 - Inviti anonimi ***
Capitolo 3
Da quel primo
giorno all’hotel erano passati ormai una decina di giorni e
le chiacchierate
mattutine in piscina erano diventate per Dorian e Noelle quasi una
routine, un
po’ perché lui si svegliava comunque
all’alba ogni mattina e andava a nuotare e
un po’ perché lei stranamente si trovava bene a
parlare con quel ragazzo come
le era successo poche altre volte nella sua vita.
Per il resto
gli altri ospiti si stavano più o meno abituando alla
convivenza e se da una
parte Bunny Flecter passava sempre più tempo da sola chiusa
in camera per gran
parte del giorno la notte sulla terrazza illuminata dalla luna riusciva
a
trovare un po’ di quella pace e serenità che Greg
le aveva così brutalmente
portato via.
Proprio durante
una di quelle sue solitarie fughe notturne Ben si ritrovò a
perdersi nei
dolorosi ricordi della sua storia con quello che all’epoca
pensava fosse il suo
grande amore…
Greg
Denton era quello che si poteva definire il ragazzo perfetto: alto,
capelli scuri e occhi verdi, muscoloso bello e popolare,
l’uomo dei sogni
insomma.
Quasi
senza accorgersene Bunny si era immediatamente innamorata di quel
tredicenne spavaldo e sempre con il sorriso sulle labbra che era sempre
attorniato da amici e ragazze peggio di un campione di Quidditch; aveva
passato
anni ad osservarlo da lontano sperando che un giorno si accorgesse di
lei
immaginando e scrivendo immaginari appuntamenti e racconti dove lui era
l’indiscusso protagonista…per certi versi era
merito di Greg se ora lei era
diventata la famosa Ben Flecter, scrittrice e strega al primo posto dei
best
seller della Gazzetta del Profeta!
Guardando la
bottiglia di Whisky ancora chiusa accanto a lei sbuffò
prendendola per il collo
e togliendo il tappo nervosa: tutta la sua vita e ciò che
era successo da
cinque anni a quella parte era colpa o merito di Greg Denton!
Cercando di
calmare il panico e i ricordi che le trafiggevano il cuore
buttò giù una generosa
sorsata, era strano ma stare in quello stupido hotel pieno di quei
bambocci che
cercavano il vero amore le stava facendo bene, continuava a non
sopportare
quasi tutto il genere umano e trovava incredibilmente stucchevoli le
altre
ragazze e il loro fare da perfette damigelle in attesa del principe
azzurro,
lei si era intrufolata lì per trovare l’ennesima
ispirazione per il suo
prossimo libro, dell’amore non gliene fregava un bel niente
ma doveva ammettere
che tutto quel mondo di nuvolette rosa, arcobaleni e carie ai denti le
stava
ridando un po’ di pace, l’aria di Parigi era
decisamente più respirabile di
quella di Londra o di Hogwarts!
<< Di
nuovo a bere da sola? Ma devo dirti tutto Flecter >>
Bunny sbuffò
trattenendo un’imprecazione: ecco l’unica cosa che
rendeva satura l’aria di
Parigi con il suo dannato egocentrismo e il suo fare da megalomane
pallone
gonfiato:<< Ancora che ci provi Nott? Pensavo avessi
capito che non sei
il benvenuto >> Libero non le rispose subito mettendosi
seduto accanto a
lei e facendo scivolare le gambe nelle fessure della ringhiera
perdendosi a
guardare le luci della città e la Tour Eiffel che brillava
come un
faro:<< Guarda che non hai la proprietà
esclusiva della terrazza, io
posso andare dove mi pare >> << Dove ti
pare ma lontano da me, sei
insopportabile >> Libero scoppiò a ridere
scotendo il capo:<< Te lo
ripeto, Denton era un idiota ma tu fai pure come vuoi >>
poi rialzandosi
fece per tornare da François ma alzandosi di scatto Ben gli
corse vicino
afferrandolo per un braccio:<< Aspetta…
>> poco prima di voltarsi
di nuovo a guardarla un sorrisetto soddisfatto si dipinse sulle labbra
del
giovane Nott sapeva che quello avrebbe funzionato!
Intanto chiuso
nella sua stanza François era sdraiato sul letto con le note
di un’aria delle
Quattro stagioni di Vivaldi in sottofondo, erano mesi che non ascoltava
più
quella musica ma dopo la conversazione che aveva avuto con Libero ne
sentiva il
bisogno.
<< Una
moglie? Andiamo mi stai prendendo in giro! Come puoi avere una moglie!
>>
<< Ex moglie Libe, ex >> aveva sottolineato
con amarezza e poi era
passato a spiegargli come il giovane campione di Quidditch e uno dei
migliori
studenti di Hogwarts nel giro di qualche anno fosse diventato un marito
prima
ed un ex marito poi senza che il suo migliore amico o chiunque altro se
ne
accorgesse!
Mentre le note
dell’aria andavano avanti il ricordo di Fiona gli invase la
mente e il dolce
sorriso della ragazza la prima volta che l’aveva vista in
Place de Tetre lo
immobilizzò esattamente com’era successo allora.
Se ci pensava
ora gli sembrava impossibile che fossero già passati
diciotto mesi; suo padre
era andato su tutte le furie quando era tornato a casa dopo le nozze e
il
divorzio lampo, invece Ian gli era stato, a modo suo ovviamente,
insolitamente
vicino e solidale; era stato suo fratello infatti a consigliargli di
partecipare ai jeux d’amour, secondo la leggenda infatti la
storia dei giochi era nata quando il loro trisnonno
e il loro bisnonno avevano trovato l’amore tra le ospiti
dell’hotel, con il
tempo poi era nata quella competizione che lui aveva ritenuto inutile e
stupida
fino a quando gli ospiti non erano arrivati e i suoi occhi non si erano
posati su
una cascata di boccoli biondi e due occhi chiari, la somiglianza con
Fiona era
davvero impressionante e dopo quel pomeriggio la sua passione per le
bionde
minute e dal sorriso dolce era stata decisamente confermata, aveva
passato
tutta la prima settimana cercando di evitare la giovane che rispondeva
al nome
di Leila Tallyst per capire se ciò che lo aveva attratto era
la sua somiglianza
con la donna che gli aveva distrutto la vita o semplicemente Leila lo
aveva
colpito più di quanto avrebbe fatto chiunque altra.
<< Ancora
con la testa tra le nuvole fratellino? >> e la voce di
Dorian gli fece
alzare lo sguardo sulla porta della camera:<< Che cosa ci
fai qui? Sono
le quattro del pomeriggio, non dovresti essere a correre dietro alla
tua bella
impiegata del ministero? >> Ian fece spallucce ma
François lo
precedette:<< Che cosa stai combinando? Conosco quello
sguardo e quando
hai quel sorrisetto Ian Atelier so che c’è
qualcosa sotto >> di nuovo
Dorian fece spallucce andando a sedersi sul letto accanto a quello che
fin
dalla nascita aveva sempre considerato il suo adorato
fratellino:<< Come
stai? Sei diventato silenzioso da quando sono arrivati gli ospiti
>>
Frankie si lasciò di nuovo cadere sul letto:<<
Quando sono tornato a casa
un anno fa dopo la storia del divorzio che cos’hai pensato?
>> domandò
poi curioso di conoscere l’opinione di Ian:<<
Che cosa avrei dovuto
pensare? Ti sei innamorato e ci hai provato, com’è
andata a finire poi non lo
potevi certo prevedere >> François
annuì mestamente:<< Si deve
sposare di nuovo, ho parlato con un nostro vecchio comune amico, sta
solo
aspettando che il divorzio diventi effettivo per poi andare
all’altare con quel
tizio >> Dorian scosse appena il capo:<< E
perché sembra che la
cosa ti renda felice? >> Frankie si mise
seduto:<< Perché avevi
ragione Ian, avevi sempre avuto ragione su tutto >>
Dorian rise di gusto
poi tornando serio si passò una mano nei capelli
neri:<< Per quanto ami
avere ragione vorrei che ti spiegassi meglio fratellino
>> << Hogwarts,
forse non avrei mai dovuto andare a studiare lì, avrei
dovuto dare ascolto a te
e papà e venire in Provenza ma per una volta volevo farcela
da solo, volevo
dimostrarvi che ero in grado di cavarmela da solo e che non ero solo il
piccolo
François >> << Tutto questo
però non risponde alla mia domanda
Frankie, perché sembri felice di sapere che la tua ex moglie
vuole risposarsi?
>> << Perché se Fiona si risposa
e va avanti con la sua vita io non
devo sentirmi in colpa visto che vorrei andare avanti con la mia
>> Ian
sorrise alzandosi in piedi:<< Beh come ragionamento non
fa una piega, ora
scusami fratellino ma devo andare ad organizzare la cena di domani sera
e
chiedere alle nostre gentili ospiti che cosa intendono fare in
proposito
>>
Due piccoli
gufetti color panna sorvolarono la terrazza dell’hotel
andandosi a posare sulle
spalliere delle sdraio di Noelle e Leila, c’era uno splendido
sole quel
pomeriggio e quei due allegri gufetti tubavano guardando le
destinatarie dei
piccoli messaggi che stringevano nel becco:<<
È adorabile! Dio è
bellissimo >> e Leila guardò il piccolo
pennuto che la fissava con i gli
occhi grigi grandi quasi quanto tutta la sua testa:<< Ma
che cos’è?
>> domandò Noelle afferrando il suo biglietto
e aprendolo restando
immobile davanti a ciò che vi era scritto:
“ Noelle
Jackson posso avere l’onore di invitarti
fuori con me domani sera? ”
non c’era
nessuna firma sul biglietto:<< Nemmeno il tuo ha la
firma? >>
domandò Leila avvicinandosi:<< No, anche il
tuo è…>> Leila voltò il
biglietto per farglielo leggere:
“ Miss
Tallyst domani sera vorresti essere mia
ospite per vedere lo spettacolo più bello del mondo?
”
<< Beh le
grafie sono diverse quindi sono due ragazzi diversi, mi chiedo solo
chi…
>> cominciò Noelle ma una risata fece voltare
le quattro:<< Buon
pomeriggio signorine >> <<
Dorian… >> buttò fuori Noelle che
ormai aveva preso abbastanza confidenza con il ragazzo da arrivare a
chiamarlo
per nome:<< Tu sai qualcosa di questi? >>
chiese poi allungandogli
un invito:<< È un invito, come ha detto mio
padre ogni mezzo è lecito per
conquistare la persona che avete in mente, a quanto pare qualcuno ha
deciso di
agire >> << Ma non c’è
una firma o altro >> replicò Leila dubbiosa
sul suo misterioso Romeo e se colui che le aveva inviato quel messaggio
non era
ciò che lei voleva o a cui era interessata? Era troppo
educata per rifiutare un
invito ma non era nemmeno così sicura di saper fingere le
sue emozioni nel caso
il suo ospite non le fosse piaciuto:<< Non deve
preoccuparsi signorina
Tallyst, può fare ciò che vuole di
quell’invito, può scrivere una risposta ed
accettare, i gufi sono lì ad aspettare o semplicemente fare
finta di niente e vedere
se il suo ammiratore lascerà stare o riproverà di
nuovo, il fatto che i
biglietti non siano firmati è una regola inventata da mio
nonno in modo da non
creare pregiudizi, lui credeva che due persone dovessero conoscersi
prima di
rifiutarsi o piacersi a priori >> << Beh
sì, la cosa ha un senso
>> buttò lì Lilith
pensierosa:<< Ad ogni modo vi sono venuto a
cercare per un altro motivo >> continuò
Ian:<< Stasera ho
organizzato una cena riservata solamente ai vostri compagni di viaggio
per così
dire, è una sorta di riunione al maschile dove ognuno di noi
potrà confrontarsi
con gli altri >> << Cioè cinque
galli chiusi in una stanza?
>> domandò Lilith ricordando le
personalità tutt’altro che deboli dei
loro coinquilini inaspettatamente tutti, Dorian compreso, scoppiarono a
ridere:<< Paragone calzante miss Sherwood ma decisamente
azzeccato >>
poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni modo avrete questa
serata
interamente a vostra disposizione per fare ciò che volete,
fatemi sapere entro
l’ora di cena che cosa pensate di fare, se riuscite avvertite
anche la
signorina Flecter per favore >> poi con un piccolo
inchino Dorian si
voltò lasciando la terrazza e le quattro a bocca spalancata.
<< Una
cena per soli uomini >> mormorò Lila
elettrizzata dall’idea:<<
Secondo voi che cosa si diranno? Parleranno di noi? >>
<< Ovvio che
parleranno di noi Lila, non hai sentito Atelier? Ognuno di noi
potrà
confrontarsi con gli altri, altro che confronti, quello di stasera
sarà un vero
e proprio combattimento tra galli! >> <<
Lilith certe volte sei
davvero tremenda >> scoppiò a ridere Leila
mentre i suoi occhi tornavano
ancora al misterioso invito:<< Beh ma che cosa dovremmo
fare con questi?
>> domandò poi guardando Noelle che, per ora,
era l’unica nella sua
stessa situazione:<< Abbiamo cinque
possibilità Leila e se devo essere
onesta nessuna di esse è così male no? Che ci
costa provare? >> chiese
Noelle allegra facendo comparire piuma e pergamena per rispondere
brevemente al
suo ammiratore:<< Ma tu hai un’idea di chi
è? Voglio dire e se non
dovesse essere chi ti aspetti? >> Noelle fece
spallucce:<< Non mi
aspetto nessuno di preciso, non ancora almeno >> le altre
tre la
guardarono come se avesse appena detto la più grossa
bestialità del mondo così
lei replicò piccata:<< Cosa
c’è? >> << Beh
Noelle…tu e James
Rhodes… >> cominciò Maggie cercando
di prendere la cosa alla larga, in
quelle due settimane aveva capito che la sua nuova amica non si era per
niente
accorta di quello che era ormai chiaro a tutti e ciò che
James Rhodes era cotto
di lei!
<< Io e
James cosa? >> Lilith scoppiò a ridere ma fu
Margaret a
rispondere:<< Per dirla in parole semplici scommetto
dieci galeoni che è
stato lui a mandarti quell’invito >> Noelle
guardò prima il biglietto e
poi di nuovo le tre ragazze in costume sedute sulla sdraio davanti a
lei:<< Cosa? Oh andiamo è pura follia! Jamie e
io siamo amici! >> <<
Sì certo, come ti pare! >> e Lilith ridendo
continuò a rincarare la
dose:<< Ragazze, ad ogni modo…che cosa
facciamo stasera? >> domandò
Maggie ripensando alle parole di Ian come lui le aveva chiesto di
chiamarlo
solamente qualche giorno prima:<< Abbiamo tutta la sera
libera e quei
cinque faranno una pomposa e noiosa cena in cui probabilmente si
atteggeranno a
uomini maturi con scotch cognac e roba simile? >>
domandò Noelle cercando
di restare seria:<< Probabile >>
commentò Lilith:<< E se
facessimo…>> tutte si voltarono verso Leila
che sembrava sul punto di
fare la rivelazione del secolo:<< Lila? >>
le chiese l’amica dato
che stava enfatizzando davvero troppo la cosa:<< Se
facessimo un pigiama
party? >> << Un cosa? >> e
Lilith la guardò come se fosse
pazza:<< Un pigiama party, non ne hai mai fatto uno ad
Hogwarts con le
tue compagne di stanza? >> << Siamo
decisamente troppo cresciute
per una cosa del genere >> continuò Lilith
imperterrita anche se l’idea
cominciava a piacerle e guardando le facce sorridenti delle due more
capì di
essere in minoranza:<< E dai Lilith, abbiamo delle camere
talmente enormi
che sarà uno spasso >> commentò
Maggie ridendo un po’ troppo forte ma
tappandosi subito la bocca, la sua risata spesso assomigliava al verso
di un
piccolo porcellino e a scuola faceva sempre ridere tutti, lei se ne era
sempre
vergognata un po’ ma alla fine aveva imparato a riderci
sopra:<< Ok, ma
in camera vostra, è più grande e poi se vogliamo
coinvolgere anche Bunny
Flecter non vedo altre soluzioni >>
Mentre la
discussione proseguiva un grosso gufo reale dal ludico piumaggio nero e
gli
occhi azzurri planò sopra di loro andandosi a poggiare
accanto a Margaret
porgendo poi la zampa alla ragazza e mostrandole il messaggio che vi
era
legato.
<< Uhm…un
altro invito… >> commentò Lilith
sorridendo:<< Aspetta, non è detto
che… >> cominciò Maggie ma le sue
parole furono ampiamente smentite dal
messaggio:
“Margaret
vorresti farmi l’immenso onore di
essere mia ospite domenica sera dopo cena? Ho una sorpresa che penso
possa
piacerti, non ho bisogno di una risposta, ti aspetterò alle
9 di domenica ai
piedi dello scalone della hall, se vorrai, come spero, unirti a me io
sarò lì.”
<<
Ok
questo decisamente è un invito con i controfiocchi
>> e Leila sorrise
prendendo il biglietto e leggendolo di nuovo come se fosse stato la
più poetica
delle lettere d’amore:<< Hai idea di chi
può essere? >> domandò Noelle
all’amica e Margaret scosse il capo, aveva legato un
po’ con tutti in quei
giorni ma nessuno dei ragazzi le aveva fatto intendere che ci fosse
qualcosa di
più o che fosse particolarmente interessato a lei, tuttavia
voltandosi verso il
gufo che era ancora immobile accanto a lei Maggie alzò una
mano per accarezzare
la testa dell’uccello che tubò
felice:<< Ringrazia il tuo padrone da
parte mia >> mormorò poi piano anche se sapeva
bene che l’animale non
avrebbe mai potuto compiere quella richiesta, non a parole almeno;
tuttavia
quasi avesse capito il suo messaggio l’uccello le
sfiorò la mano con il becco
argentato e spiegando le grandi ali spiccò il volo volando
oltre la terrazza e
rientrando poco dopo in una finestra della mansarda lasciata aperta
dove il suo
padrone gli sorrise allungandogli un pezzo di cracker che
sgranocchiò
felice:<< Grazie Renoir, grazie amico mio
>> e sfiorando la testa
del gufo nello stesso punto dove l’aveva accarezzato anche
Maggie, Dorian
Atelier sorrise.
Grimilde's
Ed eccoci qui, mistero svelato! Anche se magari qualcuna di voi l'aveva
già intuito...la misteriosa donna che ha rubato il cuore di
Dorian è la nostra piccola Maggie e ovviamente il nostro
caro francesino non ha perso tempo - Ian ha già ben in mente
un piano che vbuole mettere in atto per avere Margaret al suo fianco
ricordiamocelo - ad ogni modo lei non è stata l'unica a
ricevere un invito e anche Leila e Noelle dovranno capire che cosa
vogliono fare ma dal momento che nessuna delle due è una
codarda credo sia ovvio che cosa faranno, tutto sta a vedere da chi e
dove verranno portate!
Prima degli appuntamenti però ci sono due cene (una cena ed
un pigiama party per essere precisi) dove molte carte verranno scoperte
e dove non mancheranno dibattiti e scontri, non dimentichiamoci che
James ha dimostrato di essere "lievemente" geloso di Noelle e che lei
sta stringendo una stretta amicizia con Dorian...insomma non voglio
dilungarmi troppo ma ci vediamo presto, al più tardi il
prossimo weekend!
Bonne nuit, à la prochaine...
PS: per chi se lo stesse chiedendo questa è l'ex moglie di
François, Fiona Poitiers.
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Capitolo 5 *** 4 - Incontri di galli, pigiama party, dolci e malintesi ***
Capitolo 4
Mentre
camminava per i corridoi dell’hotel Noelle sbuffò
pensando a quanto tempo aveva
passato a chiacchierare con Dorian in piscina e quanto poco continuasse
a
conoscerlo visto che in quel momento non sapeva proprio dove trovarlo!
<<
Noelle… >> la giovane si voltò
sentendosi chiamare e trovandosi faccia a
faccia con i dolci occhi azzurri di François
Atelier:<< François…
>> e per un attimo la Jackson rimase immobile a guardare
il più giovane
dei fratelli che, con addosso un paio di jeans e una polo bianca con lo
stemma
dei Grifondoro, sembrava proprio uno di quei giocatori di Quidditch
professionisti che aveva visto alla Coppa del Mondo:<<
È una mia
impressione o ti sei persa? >> commentò poi
lui vedendola guardarsi
intorno:<< A dire il vero sto cercando tuo fratello, ci
aveva chiesto
cosa volevamo fare stasera e di comunicarglielo una volta che avessimo
deciso…
>> François sorrise indicandole una piccola
scala in fondo al
corridoio:<< Mio fratello è in camera sua,
l’ultima porta in cima alle
scale, non puoi sbagliare >> << Grazie
>> poi sorridendo
aggiunse:<< Buona cena! >> inutile dire che
un sorriso altrettanto
divertito si dipinse sulle labbra di François, sì
sarebbe stata decisamente una
cena indimenticabile!
Giunta davanti
alla porta smaltata in cima alle scale Noelle scosse il capo
sorridendo: era
ovvio che non poteva sbagliare dato che quella era l’unica
porta del piano!
Fece per alzare
la mano e bussare quando si accorse che la porta era già
socchiusa: una
delicata musica di violino che riempiva l’aria, non sapeva
che Dorian
suonasse…poteva aggiungere anche quello ai moltissimi pregi
e alle incredibili
qualità di quell’uomo?
Poi però
sbirciando dentro si accorse che a suonare non era il suo amico ma uno
strumento solitario che galleggiava a mezz’aria e che, grazie
ad un incantesimo
ovviamente, suonava per conto suo quella magnifica melodia; ma se lo
strumento
suonava da solo Dorian dov’era? François sembrava
molto sicuro di dove si
trovasse il fratello quindi…poi avanzando piano di qualche
passo Noelle provò a
chiamarlo:<< Dorian…Dorian sono
Noelle… >> ma le sue parole si
bloccarono vedendo il giovane di spalle sulla terrazza della piccola
mansarda davanti
ad una tela mentre tracciava delicate linee scure con un carboncino.
Immobile per
qualche istante Noelle rimase a fissarlo, c’era qualcosa di
magico in quel
giovane così serio e composto che se ne stava dritto nella
luce del tramonto
con addosso una T-shirt nera, un paio di jeans e i piedi nudi e
ritrarre i
profili dei tetti di Parigi.
Non volendo
interromperlo Noelle si avvicinò piano, fece per aprire
bocca e chiamarlo
quando un grosso gufo nero si posò sulla ringhiera del
balconcino accanto a
Dorian e bubolò nella sua direzione con fare leggermente
infastidito attirando
l’attenzione del suo padrone:<< Cosa
c’è Renoir? >> domandò il
giovane voltandosi poi verso di lei visto che l’animale
continuava a puntarla
come se fosse un topolino:<< Noelle…
>> e la guardò sorpreso e lei
per un istante si sentì un po’ in colpa, come se
avesse violato un qualche
santuario segreto dove non le era concesso entrare:<<
Scusami…non volevo
disturbare, ti stavo cercando e François mi ha detto che eri
qui e… >>
Ian scosse il capo sorridendo:<< Devo rispiegare a mio
fratello il
concetto di privacy >> poi prendendo uno straccio bianco
appoggiato su un
tavolino di ferro si pulì le mani e si avvicinò a
lei sorridendo:<< Avevi
bisogno di qualcosa? Hai detto che mi stavi cercando >>
lei annuì
cercando di guardare dappertutto tranne che verso di lui, si sentiva
ancora a
disagio essendo nella camera di Dorian:<<
Sì…avevi detto di farti sapere
che cosa volevamo fare…stasera visto che voi…
>> lui sorrise annuendo e
prendendo un bicchiere dalla caraffa che aveva poggiata su una
mensola:<<
Ah giusto…allora? Che cosa avete pensato di fare?
>> << Un pigiama party >>
buttò fuori lei arrossendo fino alla punta
dei capelli quando lui si
voltò a guardarla e trattenne una piccola risata
trasformandola in un
sorriso:<< Non siete un po’ cresciute
per… >> lei voltò lo sguardo
verso la scrivania ingombra di fogli, colori e
pennelli:<< Lo so, ma non
siamo il genere da cene eleganti e vestiti pomposi, siamo ragazze e ci
piacciono peluche, dolci, fiori… >> stava
parlando a vanvera e lo sapeva
bene ma prima che Ian potesse interromperla il suo sguardo fu catturato
da un
viso disegnato in fretta su un foglio, un viso che lei conosceva e che
sorrideva quasi fosse stata lì in carne ed
ossa:<< Aspetta un attimo…
>> e presa da vai a capire quale istinto si
avvicinò prendendo il blocco
tra le mani:<< Questa è Maggie>>
sentenziò anche se la cosa era
palesemente ovvia:<< L’hai fatto tu?
>> domandò poi voltandosi
verso Ian che chinò il capo colpevole:<<
Noelle lascia che ti spieghi io…
>> ma il sorriso di lei lo destabilizzò per un
istante:<< Sono
felice per te >> << Cosa? >>
<< Beh lei ti piace no?
>> ripensando a quello che aveva provato qualche giorno
prima quando si
era ritrovato per caso a chiacchierare con la signorina Stains sulla
fondazione
dell’hotel e sul suo lavoro al ministero Ian
arrossì leggermente:<< Forse
piacere non è il termine
che userei
>> Noelle sorrise rimettendo lo schizzo al suo posto e
guardando il gufo
che ancora la scrutava dal balcone:<< Beh il tuo invito
era molto galante
e poi – sorrise avvicinandosi all’amico –
onestamente l’avrei capito anche
senza il ritratto, il tuo gufo non passa certo inosservato
>> Dorian
sorrise ma Renoir brontolò nervoso entrando in volo dalla
finestra passando in
mezzo ai due e posandosi sul suo trespolo accanto alla
scrivania:<< È un
po’ permaloso >> mormorò Dorian in
segno di scuse avvicinandosi poi
all’animale e dandogli un cracker per tenerlo
buono:<< E credo sia anche
un po’ geloso di me >> poi tornando a voltarsi
verso di lei aggiunse
allegro:<< Ad ogni modo torniamo a cose più
pratiche, volete fare un pigiama
party >> Noelle annuì:<< Dove se
posso chiederlo? E non dirmi in
camera perché la cosa è ovvia >>
<< Pensavamo in camera nostra
visto che è più grande di quella di Leila e
Lilith >> Ian annuì poi
frugando in uno dei cassetti del comò accanto alla finestra
le porse una chiave
lunga di ottone con un fiocco rosso cremisi attaccato:<<
Fatelo qui, è
una specie di salone che una volta usavano per le feste, ti
lascerò un paio
degli elfi dell’hotel per preparare tutto a tempo di record,
anzi… >> e
guardandosi intorno nella stanza chiamò:<<
Yanna >> una piccola
elfa con addosso un camice candido come la neve comparve accanto ad Ian
:<< Il padrone ha chiamato? >>
domandò lei alzando i grandi occhi
ambra sul giovane:<< Sì Yanna, la signorina
Jackson e altre nostre ospiti
hanno bisogno del vostro aiuto per preparare la loro serata tra donne,
fai in
modo che abbia tutto ciò che le occorre >>
l’elfa annuì:<< Dove
dobbiamo preparare tutto, signorina? >>
domandò poi guardando Noelle e la
ragazza alzò la chiave, Ian non le aveva detto dove si
trovava precisamente il
salone di cui le aveva parlato e dalla reazione dell’elfa
capì che non doveva
essere una cosa così semplice perché questa si
voltò verso Atelier
stupita:<< Signore il salone di madame Elodie
è chiuso da… >>
<< So da quanto è chiuso Yanna, mi sembra il
momento di cambiare qualcosa
qui dentro >> l’elfa scosse il capo muovendo le
grandi orecchie:<<
Padron Isaac non sarà contento >> Dorian si
inginocchiò in modo che i
suoi occhi fossero alla stessa altezza di quelli
dell’elfa:<< Parlerò io
con mio padre Yanna non preoccuparti >>
l’essere sorrise, o almeno così
sembrò a Noelle, alzando poi gli occhi sul
padrone:<< Come vuole padron
Dorian, Lena e Seza aiuteranno >> poi con un ultimo
inchinò scomparve in
un piccolo pop lasciando i due di nuovo soli:<< Se
è un problema usare
quel salone Dorian noi non… >> e Noelle fece
per ridargli la chiave
quando lui alzò una mano per fermarla scuotendo il
capo:<< Non pensarci
nemmeno, questo hotel è un mausoleo voluto da mio padre,
è ora di cambiare un po’
le cose >> pensando a quanto era magnifico
quell’albergo e quanto poco
assomigliasse ad una tomba, un mausoleo o un museo o come accidenti
lui voleva
chiamarlo, poi una pendola in fondo alla stanza batté le
quattro e Noelle si
riscosse:<< Sarà meglio che mi metta al lavoro
se non voglio mandare
all’aria tutto! Maggie e le altre mi aspettano in camera,
devo comunicargli la
novità >> poi sorridendo si
avvicinò alla porta stringendo ancora in mano
la chiave:<< Noelle… >> lei si
voltò verso Ian:<< Sì?
>> lui chinò il capo rialzandolo in
fretta:<< Per quello che hai
visto, per quello che riguarda Margaret… >>
lei rise nervosa calmandosi
poi e fissando gli occhi verdi in quelli blu di lui:<< Ci
tieni davvero
molto a lei >> era una constatazione non una
domanda:<< Più di
quanto immagini >> << Non le
dirò niente >> << Grazie
>> mormorò Ian a fior di labbra aprendole la
porta per farla uscire.
Come se fosse
stato colpito da un infarto James rimase immobile: che diavolo stava
succedendo? Che ci faceva Noelle con Atelier? Poi vedendo come lui era
vestito,
anzi sarebbe meglio dire svestito
visti
i soliti completi seriosi che indossava in giro per l’hotel,
si appiattì contro
il muro restando in ascolto:<< Scusami per essere
piombata qui così
>> stava dicendo Noelle con quella sua voce dolce come il
miele in una
tazza di latte caldo:<< Non hai nulla di cui scusarti, ti
avevo detto io
di… >> replicò l’altro e
le mani di James si chiusero a pugno mentre lui
respirava profondamente cercando di non dare in escandescenze, non era
mai
stato uno capace di molto autocontrollo, se si trattava di Noelle
Jackson
poi…tuttavia la voce di lei lo bloccò di
nuovo:<< È la tua camera, non
sarei dovuta piombare qui all’improvviso e tu eri…
>> Atelier era cosa?
Mille pensieri si intrufolarono nella mente di James e immagini ben
poco caste
e decisamente fastidiose di lui insieme a Noelle nella sua camera gli
fecero
salire il sangue al cervello:<< Avevi bisogno di me, sono
io che avrei
dovuto pensarci e farmi trovare >> sentì
Noelle ridere:<< Beh è
stato comunque molto interessante…da quel poco che
immaginavo non avrei mai
pensato che tu potessi… >> <<
È solo un hobby, non sono così
portato >> << Sei decisamente
più che portato, dotato oserei dire
>> stavolta fu il turno di Ian di ridere e James prese a
fare piccoli
respiri veloci:<< Sei decisamente un’adulatrice
Noelle Jackson >>
<< Sempre a disposizione se serve! >>
rispose lei con
l’aria di chi ti sta prendendo in giro, ma nascosto dietro
l’angolo James non
poteva vederla:<< Ora sarà meglio che vada
>> << Buon
divertimento per stasera e qualsiasi cosa ti serva manda pure Yanna a
chiamarmi
>>
Mezz’ora dopo
Noelle, Maggie, Leila, Lilith e un’imbronciata ma stranamente
presente Bunny
erano davanti ad una porta di legno rosso intagliato che rappresentava
un arco
fiorito, la chiave che Dorian aveva dato a Noelle ora era in mano a
Yanna che
la stava girando per aprire la porta:<< Che cosa ti ha
detto Atelier?
>> domandò Lilith mentre l’elfa
aiutata dalle altre due che si era
portata dietro spingeva le porte per aprirle:<< Che visto
che le nostre
camere erano piccole potevamo farlo qui il pigiama party
>> << Beh
è stato gentile >> buttò
lì Maggie ma il resto delle sue parole furono
trasformate in un’esclamazione a sorpresa immediatamente
seguita a ruota dalle
quattro amiche:<< Ma che cosa…
>> domandò Bunny facendo un passo
all’interno e restando immobile guardando l’immenso
salone con le pareti di
broccato rosso e specchi, il pavimento di lucido marmo color ocra e
stucchi e
statue dorate raffiguranti delle ninfe che impreziosivano gli angoli e
le
colonne ai lati della porta:<< Ma che posto è?
>> domandò Maggie
guardandosi intorno, le sembrava quasi di essere finita in un
sogno:<<
Questo era il salone delle feste >> rispose prontamente
Yanna mentre le
altre due elfe stavano spostando le pesanti tende di velluto rosso per
far
entrare la luce del tramonto e una splendida vista di Parigi tinta
d’arancio:<< La sala delle feste?
>> domandò Leila guardando una
statua raffigurante due esseri, un uomo e una donna, che si guardavano
come se
da ciò dipendesse la loro vita:<<
Sì, il signore e la signora davano qui
le feste per l’inizio e la fine dei giochi >>
commentò Yanna piatta poi
tornando a guardare Noelle aggiunse:<< La signorina
desidera qualcosa di
particolare? >> la Jackson guardò le altre e
stavolta fu Lilith a
parlare:<< Qualcosa di non troppo elaborato, vogliamo
solo passare una
serata tutte insieme e divertirci >> Yanna
annuì poi voltandosi verso le
altre due elfe aggiunse:<< Yanna, Lena e Seza penseranno
a tutto, va bene
signorine? >> Maggie sorrise:<< Sicure che
non volete… >> di
nuovo l’elfa scosse il capo:<< Padron Dorian ha
detto che Yanna è a
vostra disposizione >>
Mentre Yanna e
le altre si davano da fare per rendere indimenticabile la serata delle
ragazze
Dorian era nelle cucine dell’hotel seduto ad un vecchio
tavolo dal pianale di
marmo mentre conversava con Clau, l’elfo a capo della
cucina:<< Il vino è
di suo gradimento signore? >> domandò
l’elfo mentre versava un po’ di
Bordeaux Sauvignon nel calice di Ian:<< Vuoi farmi
ubriacare ancora prima
che inizi la cena Clau? >> << Il signore
regge molto bene il vino,
contrariamente a… >> <<
Contrariamente al suo patetico semi-astemio
fratellino vero Clau? >> e la voce divertita di Frankie
fece voltare i
due verso François e Libero Nott che erano sulla porta della
cucina:<<
Non è colpa mia se ad Hogwarts non ti hanno insegnato a
gustare un po’ di buon
vino francese >> lo prese in giro Ian portandosi il
calice alle
labbra:<< Veramente il signorino non regge nemmeno un
calice di
Acquaviola >> commentò Nott sedendosi al
tavolo e guardando il suo amico
c0n un caldo sorrisetto strafottente:<< Scusami tanto se
non mi sono
ubriacato durante i miei anni scolastici finendo nell’ufficio
della preside e
rischiando l’espulsione come qualcuno di mia conoscenza Libe
>> Nott rise
di gusto mentre Clau poggiava in mezzo al tavolo tre piatti con vari
assaggi
di cibo:<< Rischiato l’espulsione, che paroloni
Frankie, la McGranitt mi
adorava…non mi avrebbe mai mandato via…
>> <<
Sì certo, come dici tu…
>> lo sfotté
Frankie sedendosi accanto al fratello e guardando i piatti che Clau
aveva
portato:<< Che cos’è?
>> domandò poi curioso:<< Alcune
idee
per il menù >> spiegò
Ian:<< Clau non era sicuro di cosa preparare
e voleva farmele assaggiare >> << Se serve
un parere in più
>> e sorridendo Frankie adocchiò una deliziosa
ratatouille ancora
fumante:<< Mangia ingordo >> gli rispose
Ian sapendo bene quanto il
fratello adorasse quel piatto che Clau gli preparava fin da bambini,
lui al
contrario lo mangiava molto di rado, non perché non gli
piacesse ma perché vi
aveva legato troppi ricordi…
Due ore dopo la
sala da pranzo era stata preparata in grande stile e i piatti di Clau
erano
ben allineati al centro del tavolo in attesa degli ospiti, alla fine
grazie
agli assaggi, meglio chiamarla abbondante merenda salata pre-cena, di
Frankie e
Libero il menù verteva su un piccolo antipasto di alcuni dei
più caratteristici
formaggi della regione, una ratatouille, un gratin dauphinois e per
dolce una
tarte tatin e un eclair alla crema, i preferiti di Dorian e
François
ovviamente!
<< Ehi a
cosa dobbiamo tutto questo ben di Dio? >>
domandò Michael entrando
insieme a James nella sala dove già Libero e
François li aspettavano:<<
Tradizione dei giochi Gail >> replicò Frankie
con un sorriso:<< I
contendenti che cenano insieme e si confrontano sulle loro idee o i
loro
obiettivi se vogliamo >> << Una sorta di
giochiamo a carte scoperte?
>> domandò Michael avvicinandosi e prendendo
uno dei calici che François
gli stava offrendo:<< A nostro padre piace il gioco
pulito ed onesto, è
categorico su questo >> tutti si voltarono e Ian fece il
suo ingresso
nella stanza con addosso un completo che, per quanto fosse scuro ed
austero era
quanto di più bello ed invitante occhi umani avessero mai
visto!
<<
Entrata ad effetto Atelier? >> domandò James
cercando di mascherare
l’acidità che provava per il francese ma il suo
scambio di battute con Noelle
di quel pomeriggio era ancora impresso a fuoco nella sua
mente:<< Avevo
solo bisogno di cambiarmi signor Rhodes >>
replicò con calma
avvicinandosi al fratello e, sedendosi a capotavola invitò i
suoi ospiti a fare
altrettanto.
Una volta che
tutti si furono accomodati Ian alzò il proprio calice con un
sorriso:<<
Non sono uno a cui piacciono i discorsi ma mio padre mi ha delegato
questo
compito quindi…>> alzò il calice in
un brindisi:<< A voi, a noi e
alla nostra buona sorte che possa aiutarci là dove non
avremo l’audacia di
tentare >> François sorrise sapendo bene che
quelle parole erano una
palese caricatura dei discorsi che faceva Isaac e guardando il fratello
accanto
a lui aggiunse:<< Sai che i discorsi di Malet li scrivevi
decisamente
meglio >> Ian rise infilando il coltello in un pezzetto
di brie e
spalmandolo su una fetta di fragrante baguette:<< Solo
perché non dovevo
pronunciarli io fratellino, sarei morto in quel caso >>
<< Malet?
Il ministro Malet >> domandò Michael prendendo
una fettina di camembert
ma restando immobile una volta che lo ebbe messo in
bocca:<< È al
Calvadosa >> gli spiegò Frankie
sorridendo:<< Calva che? >>
<< L’hanno fatto macerare nel Calvados in modo
da dargli quel particolare
sapore, papà lo fa arrivare direttamente dalla Normandia
>> spiegò Ian
sorridendo e prendendo un po’ di gratin evitando la
ratatouille come la peste,
aveva già giocato troppo con i suoi ricordi per quel giorno
e gli era
sufficiente:<< Allora…chi vuol essere il
primo? >> domandò Libero
con esasperante calma:<< Il primo a fare che?
>> chiese James
guardandolo scioccato:<< A iniziare questa bella
chiacchierata a cuore
aperto, siamo qui a parlare di formaggio, vino e Normandia invece che
delle
cinque bellezze che ci sono al piano di sopra >> Mike e
Ian scossero il
capo con un debole sorriso mentre François quasi si
strozzava con l’acqua e
James con un cucchiaio di ratatouille:<< Oh andiamo non
sarete davvero
così sensibili, sarei un idiota a negare quanto sono
affascinanti quelle cinque
>> poi guardando Dorian aggiunse ridendo:<<
Ci hai pensato tu alla
scelta o devo ringraziare il paparino? >> Dorian rise
piano e fece per
aprire bocca quando James poggiò il proprio bicchiere sul
tavolo un po’ troppo
forte sibilando poi all’indirizzo di Libero:<<
Dobbiamo dedurre che per
te va bene chiunque purché respiri Nott? >>
Libero non si scompose
nemmeno a quel commento e sorrise come se fosse stata la conversazione
più
normale del mondo:<< Assolutamente no caro il mio James
Rhodes, io so
quello che voglio ma contrariamente a qualcuno farò di tutto
per ottenerlo
>> << Stai parlando di me? >>
chiese l’altro stringendo una
forchetta e facendosi sbiancare le nocche:<< Forse, non
sono io quello
che ha portato qui la sua amichetta del cuore sperando che lei si
accorga che
le muori dietro peggio di un cagnolino >>
<< Libe… >> lo
ammonì François ben sapendo quanto
l’amico potesse farti restare male con due
parole e il suo innato spirito di osservazione:<< Pensi
di essere l’unico
che ha fatto i compiti a casa Nott? Pensi di sapere tutto degli altri,
ma che
cosa possiamo dire di te? L’erede dei Nott che fa
l’attore al National Youth
Theatre >> << Cos’è
hai fatto ricerche su ognuno di noi? È così che
vi addestrano a fare gli Auror? Congratulazioni davvero…
>> <<
Basta >> la voce di Ian era bassa ma ferma e
glaciale:<< Libero per
favore >> continuò poi vedendo che il ragazzo
stava per replicare e in
quell’attimo Libero Nott capì perché
Frankie avesse così rispetto per suo
fratello, Dorian era l’emblema stesso della calma e
dell’aplomb ma sarebbe
stato capace di zittire un’intera platea con una sola
occhiata o una
parola:<< Questa cena è una semplice
conversazione, ognuno di noi ha i
propri obiettivi e probabilmente non sarebbe una gara se alcuni dei
nostri
interessi non si venissero a scontrare ma vi state dimenticando una
cosa
fondamentale: non siamo noi a dover scegliere o per lo meno la cosa non
spetta
solo a noi >> << E portare una ragazza
nella propria camera da
letto è giocare lealmente signor Atelier? >>
per nulla toccato da
quell’accusa Ian fissò gli occhi in quelli scuri
di James:<< Sarebbe
quasi comico se le tue convinzioni non fossero palesemente sbagliate
James
>> << Non chiamarmi James >>
replicò rabbioso passando anche
lui al tu e lasciando perdere ogni parvenza di educazione, Ian era il
vero
obiettivo della sua rabbia e non aveva alcuna intenzione di lasciar
cadere la
cosa, non ora che aveva la possibilità di affrontarlo.
<< La mia
cortesia passa in secondo piano quando vengo accusato ingiustamente
>>
<< Ingiustamente? Vi ho visti. Come diavolo fai a
negarlo? Vi ho visto e
non eravate certo due che chiacchieravano >> ricordandosi
com’era vestito
quel pomeriggio e capendo bene che la cosa vista dal di fuori poteva
essere
fraintesa Dorian rise piano:<< Onestamente io e Noelle
chiacchieriamo
molto >> << Vuoi farti male francesino?
>> domandò James
alzandosi di scatto ed estraendo la bacchetta dalla tasca della
giacca:<<
James! >> e Mike guardò il suo compagno di
stanza con gli occhi
spalancati:<< Ian… >>
mormorò François guardando il fratello che
lentamente si stava alzando ma che non ci pensava minimamente a
sfiorare la
bacchetta di faggio che teneva in tasca:<< Va tutto bene
Frankie,
risolveremo questa storia una volta per tutte >>
<< Vuoi batterti o
no? >> replicò di nuovo James la cui rabbia
aveva decisamente raggiunto
livelli da record:<< Non voglio battermi con te James
>> <<
Non fare il codardo, battiti >>
<< Che
diavolo state facendo? >> e Noelle insieme alle altre
ragazze, tutte in
pigiama, entrò di scatto dalla porta della sala da pranzo
lasciando i cinque,
chi più chi meno, a bocca aperta.
Salone delle feste,
un’ora prima…
<<
Wow…Yanna è magnifico >> e Maggie,
Leila, Lilith e Noelle guardarono il
salone rimasto praticamente invariato ma reso molto più
accogliente grazie ad
una miriade di cuscini di ogni grandezza stesi più o meno
ovunque sul pavimento
e a tante piccole luci che brillavano ad intermittenza svolazzando qua
e là per
la stanza…
Svolazzando? Si
domandò Maggie mentre una di quelle lucine le passava
davanti e lei si accorse
che in realtà si trattava di migliaia di piccole lucciole
che giravano allegre
per la stanza formando un piccolo cielo stellato tutto loro sopra le
loro
teste!
<< Yanna
ma questo è il signor Atelier? >>
domandò ad un certo punto Bunny che da
quando erano entrare nel salone quel pomeriggio era rimasta molto
colpita dalla
statua della “coppia fatata” così
l’aveva soprannominata che si giurava amore
guardandosi così appassionatamente quando poi Yanna non
rispose Maggie si voltò
a guardarla:<< C’è qualcosa che non
va Yanna? >> l’elfa guardò le
altre due sue aiutanti e scosse il capo:<< No signorina,
tutto a posto,
Yanna è in ritardo e Lena e Seza devono aiutare a servire la
cena al padrone,
mi scusi signorina, noi dobbiamo andare ora >> e
inchinandosi
profondamente le tre elfe sparirono lasciando le ragazze sole.
<< È una
mia impressione o non voleva parlarne? >>
domandò Lilith:<< No, non
è una tua impressione >> replicò
Ben avvicinandosi alle altre:<< Come
mai hai deciso di unirti a noi? >> le domandò
poi Leila a metà tra il
curioso e il saccente, non voleva essere cattiva ma Bunny le aveva
sempre
evitate peggio della peste nella settimana precedente, non capiva
questa sua
attiva partecipazione a quella serata:<< Diciamo che
qualcuno ha
particolarmente insistito >> replicò
l’altra con un piccolo sorriso
ricordando le sue chiacchierate sia con Maggie quel pomeriggio sia con
Libero
la notte prima sul tetto, praticamente entrambi le avevano detto la
stessa
cosa: lascia il passato
dov’è e cerca di
riprenderti la tua vita, lascia che gli altri ti conoscano e vedrai che
non
tutti ti deluderanno.
Ripensando per
un istante al giovane Nott che era quanto di più lontano
potesse esserci dal
caro Greg un sorriso le scivolò sulle labbra, aveva a
malapena tollerato Libero
Nott ad Hogwarts, un po’ per il fatto che lui
all’epoca era il classico
arrogante Grifondoro e un po’ perché poi Greg
aveva assorbito tutte le sue
attenzioni ed energie…certo Libero era ancora dannatamente
arrogante ma adesso
la cosa non le dispiaceva poi tanto!
<<
Scusate ma questo è un pigiama party no? >>
domandò Leila con una
risata:<< Certo Lila, che domande fai? >>
le domandò
Lilith:<< Beh non vedo ancora nessuno in pigiama!
>> replicò
l’altra e tirando fuori la propria bacchetta da dietro la
schiena l’agitò
trasfigurando gli abiti di ognuna nei loro pigiami.
<< Guarda
guarda…non ti facevo una da pizzi e merletti…su
chi devi fare colpo Maggie?
>> domandò Lilith sorridendo e sedendosi a
gambe incrociate su un enorme
cuscino color panna mentre Leila la guardava ridendo:<<
Parli tu che ti sei
portata dietro quel coso?
>>
<< Cos’hai contro il mio pigiama?
>> Leila guardò di nuovo i
pantaloncini a righe bianchi e blu dell’amica, ma soprattutto
la maglietta blu
scuro dove campeggiava a grandi lettere la scritta PILLOW
FIGHT TONIGHT:<< Vuoi davvero una risposta
Lily?
>> << Non chiamarmi…
>> Leila alzò le mani in segno di
resa:<< Lo so, lo so, scusa >> poi
avvicinandosi al tavolo dove
Lena e Seza avevano apparecchiato diede un’occhiata a cosa
c’era di
buono:<< Ehi avete visto? >> e ridendo
davanti ad una ciotola piena
di api frizzole, cioccorane e altri dolci aggiunse:<< Un
pigiama party in
piena regola! >> << Patatine, bibite, che
cos’hai detto a quelle
elfe Noelle? >> domandò Maggie guardando la
tavola:<< Solo che
volevamo passare una serata tra ragazze a divertirci e chiacchierare
>>
<< Ok, ci hanno preso per delle adolescenti!
>> replicò Lilith ma a
discapito delle sue parole afferrò un paio di cioccorane
addentandone subito
una!
Non passò molto
tempo che tutte e cinque erano sedute sugli enormi cuscini, ognuna con
qualcosa
da sgranocchiare o da bere davanti, perfino Bunny dopo
un’iniziale ritrosia era
stata coinvolta da quel variopinto ciclone che erano Noelle, Maggie,
Lilith e
Leila; dopo averle conosciute infatti era stata costretta ad ammettere
che
quelle quattro non erano così male: semplici, solari e
sincere, quelle che all’inizio
lei aveva pensato fossero infantili e superficiali ragazzine in
realtà erano
delle donne sveglie e capaci, ognuna con la propria
particolarità e speciali a
modo loro; guardando Maggie che stava bevendo un po’ di succo
di mela infatti
Bunny sorrise: Margaret sembrava così dolce e delicata
proprio come diceva il
suo nome ma con quella camicia da notte color pesca tutta pizzi e
ricami con
tanto di vestaglia abbinata la ragazza della porta accanto spariva
lasciando
posto ad una meravigliosa donna che avrebbe fatto voltare decisamente
molte
teste…
<< Per me
è un otto e mezzo >> << No
dai…almeno un nove pieno! >> e le
voci di Lilith e Noelle la fecero riscuotere:<< Che mi
sono persa?
>> domandò poi guardando le
altre:<< Noelle ha pensato bene di fare
una classifica dei ragazzi >> commentò
Margaret incrociando le braccia e
guardando l’amica che rideva:<< Ah ok
>> replicò Bunny con un
sorriso:<<
Scommetto di sapere chi c’è in cima alla sua lista
>> << Cosa? Chi?
>> e Noelle saltò come se fosse stata punta
da uno spillo mentre le
altre quattro la guardavano ridendo e urlando
all’unisono:<< James
Rhodes! >> la ragazza divenne rossa quasi quanto il
pigiama che indossava
e mise in bocca un pezzo di ananas candito per evitare di replicare
qualcosa,
vedendo poi che le ragazze continuavano a guardarla aggiunse acida
incrociando
le braccia sul petto come una bambina:<< La volete
smettere? >> poi
guardando Maggie e ricordandosi del disegno di Dorian aggiunse
sorridendo languida:<<
Perché invece di prendere in giro me non pensate ai vostri
appuntamenti?
>> Leila e Maggie si zittirono all’istante, la
faccenda degli
appuntamenti al buio le rendeva tutte ancora un po’
nervose:<< Oh Noelle
sei davvero una guastafeste quando vuoi >> e Leila si
passò le mani nei
capelli arricciandoli nervosa:<< Tu chi pensi che possa
essere? >>
domandò Maggie a Leila quasi con timore:<< La
domanda giusta sarebbe chi
vorresti che fosse >> commentò Bunny staccando
la testa di una cioccorana
con un solo morso e cominciando a masticarla sorridendo
divertita:<< C’è
qualcosa di diabolico in te Ben Flecter >>
continuò Leila che, anche se
non lo avrebbe mai ammesso, aveva il timore che il suo bel misterioso
cavaliere
non fosse stato un irriverente francese dagli occhi azzurri e i
riccioli
biondi.
<< Ho
un’idea…
>> tutte si voltarono a guardarla:<<
Sarebbe? Quando hai quella
faccia non è mai niente di buono Lila >>
replicò Lilith conoscendo il
carattere folle e le idee vulcaniche
dell’amica:<< Perché non andiamo a
spiarli? >> << Spiarli? >> la
voce di Maggie era leggermente
più acuta del solito:<< Ma sì! I
ragazzi! >> poi sfregandosi le
mani l’una sull’altra come se stesse progettando il
piano del secolo
aggiunse:<< Andiamo non siete curiose di vedere che cosa
stanno facendo?
>>
Detto fatto,
dieci minuti dopo le cinque erano, sempre in pigiama, pronte ad
appostarsi
fuori dalla sala da pranzo per spiare i loro cavalieri, fu proprio in
quel
momento che le grida di James attirarono la loro
attenzione:<< Vuoi farti
male francesino? >> a quelle parole Noelle
guardò preoccupata dentro la
stanza, James aveva la propria bacchetta in mano e la stava puntando
verso
Dorian:<< James! >> immobile Noelle
guardò Mike cercare di fermarlo:<<
Ian… >> anche François si intromise
guardando il fratello che lentamente
si stava alzando ma che non ci pensava minimamente a sfiorare la
propria bacchetta:<<
Va tutto bene Frankie, risolveremo questa storia una volta per tutte
>>
<< Vuoi batterti o no? >>
replicò di nuovo James e Noelle non
ricordò di averlo mai visto così
arrabbiato:<< Non voglio battermi con te
James >> Maggie guardò Noelle e
capì ciò che l’amica stava pensando
ancora prima che lei lo facesse:<< Noelle…
>> l’altra la guardò
supplichevole:<< Noelle se in pigiama non…
>> << Non fare il
codardo, battiti >> stavolta la voce di James era un
po’ più forte e la
giovane Jackson non riuscì più a trattenersi
irrompendo nella sala:<< Che
diavolo state facendo? >>
I ragazzi si
voltarono e James rimase immobile davanti a Noelle che lo guardava
dalla porta
con addosso il suo pigiama rosso, sempre che quegli shorts e quella
maglietta
potessero definirsi pigiama:<< Noelle >>
mormorò poi incapace di
aggiungere altro, aveva ancora la bacchetta in mano anche se la sua
presa si
era leggermente allentata:<< Che cavolo stai facendo si
può sapere?
>> << Stavamo semplicemente avendo una
discussione Noelle, non ti preoccupare
>> e la voce calma di Dorian le raggiunse le
orecchie:<< Una
semplice discussione? Avete le bacchette… >>
Dorian alzò le mani per
farle notare che lui non aveva nulla tra le mani:<< Credo
che a James
possa far bene una boccata d’aria >> Noelle
annuì e allungando una mano
verso James gli strinse un polso:<< Ti va di fare due
passi? >> gli
domandò poi piano e lui annuendo in silenzio la
seguì; Libero li guardò
attraversare la sala e salire le scale pensando che la terrazza quella
sera sarebbe
stata decisamente troppo affollata!
<< Uhm…a
cosa dobbiamo tutta questa eleganza? >>
commentò poi rivolgendo,
ovviamente, il suo sguardo all’abbigliamento fin troppo
casual delle ragazze
soffermandosi su Bunny e la sua candida camicia da notte bordata di
pizzo; con
quei lunghi capelli sciolti gli ricordava quasi la Dama Grigia tanto
era bella
ed eterea, poi stupendosi lui stesso dei suoi pensieri scosse il capo
alzandosi
dalla sua sedia e avviandosi verso la porta:<< Che ne
dite del bicchiere
della staffa? Tanto direi che ormai la cena è finita
>> << Ian?
>> domandò François alzandosi a sua
volta e avvicinandosi all’amico insieme
a Michael:<< Voi andate, vi raggiungo tra poco
>> << È un
invito Sherwood? >> domandò Mike guardando con
un sorriso la scritta sul
pigiama di Lilith:<< Non sperarci Gail, perderesti
>>
gli rispose lei
sorridendo serafica poi guardando François e Leila che se lo
stava praticamente
mangiando con gli occhi visto la polo scura e i jeans che lui indossava
domandò:<< Possiamo unirci a voi?
>> Libero guardò Bunny:<<
Vuoi unirti a me per un goccetto splendore? >> Ben scosse
il capo
scoppiando a ridere:<< Se è il tuo modo di
fare una proposta hai molto da
imparare Nott >> ma entrambi sapevano che quella frase
era solo una
piccola parte che ormai erano abituati entrambi a recitare.
Quando sentì la
porta chiudersi alle proprie spalle Ian tornò a guardare il
tavolo e vedendo
nell’angolo Yanna che lo fissava in attesa di riceve un
ordine le fece cenno di
avvicinarsi piano:<< Va tutto bene Yanna, fai i
complimenti a Clau per
la cena e fatti aiutare da Lena a sistemare, non fare tutto da sola
come al
solito >> << Il padrone sta bene?
>> domandò l’elfa
preoccupandosi:<< Sto bene, non è successo
niente te l’ho detto >>
<< Dalle vostre grida non sembrava >>
Dorian si voltò di scatto
restando immobile davanti a Margaret e, sapendo che lei non avrebbe
gradito, evitò
di guardare da qualsiasi altra parte che non fosse il suo
viso:<< Credevo
fossi andata con gli altri >> lei sorrise inclinando il
capo con un
piccolo sorriso:<< Mi stavo chiedendo come stavi, Noelle
si starà
occupando di James ma lui ce l’aveva con
te…>> al pensiero che quei due
finalmente sarebbero arrivati ad una qualche conclusione o per lo meno
ad una
svolta Ian sorrise:<< Beh sarebbe il caso che si occupi
di lui, mi
eviterebbe un bel po’ di problemi >>
<< James è geloso >> una
piccola risata sfuggì dalle labbra di
Atelier:<< L’avevo intuito >>
<< E Noelle è una bella ragazza
>> continuò Maggie, non sapeva
nemmeno lei da dove le uscissero quelle parole o perché le
stesse dicendo,
sapeva solo che il pensiero che quell’adone bruno rivolgesse
le sue attenzioni
a qualcun’altra un po’ la infastidiva, ripensando
alla sua piccola discussione
con Violet circa la sua permanenza a Parigi scosse leggermente il capo
per
togliersi quelle stupide fantasie dalla mente, lei non era
lì per cercarsi un
fidanzato! Anche se uno come Dorian Atelier…no! Doveva
restare lucida!
<< Noelle
non è il mio tipo >> replicò poi
lui giocherellando con un dito sul bordo
del suo bicchiere:<< Come? >>
<< Noelle – riprese lui sempre
sforzandosi per non mangiarsela con gli occhi visto quanto quella
camicia da
notte nera e color pesca solleticava la sua immaginazione –
non è propriamente
il mio genere, è una ragazza fantastica ma siamo solo amici
>> Margaret
si avvicinò:<< L’hai spiegato a
James? >> Ian sorrise e quando si
voltò di nuovo a guardarla lei era ad un passo da lui,
poteva quasi sentire il
suo delicato profumo o il suo caldo respiro che gli sfiorava il collo
visto le
loro differenze di altezza:<< Era quello che stavo
cercando di fare
quando siete entrate >> poi ricordandosi del pigiama
party aggiunse con l’ombra
di una risata:<< Vi siete divertite al vostro piccolo
party? >>
Maggie lo fulminò cercando di restare seria:<<
Ti stai prendendo gioco di
me Ian Atelier? >> lui sorrise:<< Stavo
solo cercando di ricordare
quando ho partecipato ad una cosa del genere >>
<< C’è sempre una
prima volta >> deglutendo per calmare le reazioni
involontarie che la
vicinanza della sua principessa dai boccoli neri gli stava suscitando
Dorian
cercò di mettere insieme una frase che avesse
senso:<< Vuoi avere tu l’onore?
>>
Grimilde's
Ok
lo so mi starete odiando per aver interrotto il capitolo
così ma a mia discolpa posso dire che stava diventando
davvero molto lungo e visto quanto mi sta piacendo questa storia e
quanto adoto tutti i vostri personaggi rischiavamo di trovarci con il
capitolo più lungo del secolo quindi meglio dividerlo in
due...(tanto non pensate che lasci passare molto prima di mettere il
prossimo aggiornamento, ho troppe idee che mi frullano nella testa per
non metterle per iscritto!!!!)
Ad
ogni modo veniamo al lato pratico della cosa: che cenetta tranquilla
eh...povero James ma una svegliata a lui e Noelle bisognava darla anche
se, le autrici non me ne vogliano perchè letteralmente AMO
questa coppia, i problemi non sono ancora finiti...è lunga
la strada per il Paradiso...
Per
il resto non voglio spendere troppe parole sul nostro Dorian, le sue
intenzioni le conosciamo tutti e ora le conosce anche Noelle (a causa
della boccaccia di François aggiungerei) ma forse un'amica
come la Jackson non può che fare bene a Maggie e Ian...nel
prossimo capitolo poi metterò i vari appuntamenti e chi lo
sa che qualche altro invito o simili non sbuchi fuori da qualche altra
parte...in fondo vedere le ragazze in pigiama, vi ricordo che siamo in
estate quindi maglietta e pantaloni corti per lo più,
avrà un po' sconvolto i nostri bellocci....
Vista
l'ora tarda come al solito vi saluto con il prossimo capitolo, anzi con
buona parte della storia, già in testa...
Bonne
nuit...à bientôt
|
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Capitolo 6 *** 6 - Incomprensioni ***
Capitolo 5
<< Vuoi
avere tu l’onore? >> immobile e a piedi nudi
Maggie non poteva credere
alle sue orecchie, era un invito? Era un invito a passare qualche ora
con lui o
un invito a fare ben altro? Mordendosi un labbro cercò di
togliersi quelle
stupide fantasie dalla testa, Ian Atelier non poteva, non pensava certo
di…
Che cosa
diavolo stava pensando? Voleva forse farla scappare prima ancora di
potersi
giocare tutte le sue carte? Non era mai stato un tipo avventato in vita
sua,
aveva sempre riflettuto sui pro e i contro di ogni cosa prima di agire
ma
Maggie aveva sconvolto il suo mondo e, proprio come due anni prima
quando le
era corso dietro attraverso la pista da ballo solo per conoscerla, non
aveva
pensato e aveva agito d’impulso nella speranza che stavolta
le cose andassero
diversamente, se era lì voleva dire che il misterioso
accompagnatore di quella
sera era sparito…mentalmente Ian si augurò che
fosse stato un distacco pacifico
ma dalle poche spiegazioni che gli aveva dato la sorella di Margaret
non ne era
così sicuro e, proprio per quel motivo e per
quell’accenno ad una fiducia ridotta
a brandelli a cui aveva
fatto riferimento Violet Stains che lui ora si sentiva in bilico
timoroso di
aver fatto il passo più lungo della gamba.
<< Jamie
mi vuoi dire che ti è preso? >> e una volta
raggiunta la terrazza Noelle
guardò il giovane che non aveva ancora aperto bocca e che
per tutto il tempo
aveva continuato a stringere la propria bacchetta:<<
Jamie… >> lo
chiamò di nuovo Noelle e stavolta lui alzò il
viso per guardarla ma rimase
ancora in silenzio:<< Che diavolo pensavi di fare me lo
vuoi dire?
>> lui buttò fuori un lungo respiro e si
lasciò cadere su una delle
sdraio guardando in su verso gli occhi di Noelle oscurati dalla
notte:<<
Ti ho visto oggi >> lei continuava a guardarlo senza
capire:<< Ti ho
visto uscire dalla camera di Atelier, sembravate…intimi
>> e quell’ultima
parola gli costò come una pugnalata al cuore e Noelle
intenerita da quello
sguardo da cucciolo gli si sedette vicino prendendogli le mani tra le
proprie,
James era sempre stato un bel po’ più alto di lei,
ma in quel momento erano
quasi alla stessa altezza:<< Non è successo
nulla Jamie, Dorian e io
siamo amici…abbiamo passato praticamente ogni mattina qui
insieme >> lo
sguardo di lui prese di nuovo fuoco e Noelle si affrettò a
precisare:<< A
chiacchierare! Che cosa vai a pensare Jamie?! >> poi
guardando un istante
verso la città immersa nel buio aggiunse:<<
Ultimamente sento molto la
mancanza dei miei fratelli, sai quanto poco mi piace stare sola e
Dorian mi ha
aiutato, abbiamo parlato di tante cose, è un buon amico e sa
ascoltare >>
<< Anch’io ti… >>
Noelle sorrise:<< Tu non ascolti Jamie, tu
senti solo quello che ti interessa >> non era vero ma in
quel momento non
era il caso di rivelarglielo, non quando l’aveva visto
puntare la bacchetta
contro il suo nuovo migliore amico.
<< Senti
Noelle mi dispiace, davvero…è stato uno scatto,
vi ho visto oggi e ho pensato
che fosse successo chissà cosa, che magari lui ti
avesse… >> lei scosse
il capo e i suoi capelli arrivarono a sfiorare le braccia di
James:<< No,
non è successo e non succederà mai niente tra me e
Dorian Atelier >> poi
sorridendogli appena aggiunse:<< Puoi smetterla di
comportarti da cane da
guardia e tornare ad essere il mio amico? >>
Amico.
L’ennesima
pugnalata.
Perché diavolo Noelle
non riusciva a capire che lei per lui non era solo un’amica?
Che non gli
bastava più passare con lei le pause pranzo nei loro turni
al ministero,
accompagnarla fino a casa quando finiva tardi e magari uscire a bere
qualcosa
al Paiolo Magico nel fine settimana?
Senza che
potesse fermarlo il ricordo del suo primo incontro con Noelle gli
invase la
mente…
Dipartimento generale Auror, Londra
un anno e mezzo prima
<<
Rhodes, Rhodes vieni qui >> e il suo capo lo aveva
chiamato dal suo
ufficio mentre stava finendo di scrivere il rapporto su un pedinamento
che lui e
un paio di colleghi avevano fatto a dei tizi che trafficavano animali
dagli
Stati Uniti:<< Sì capo? >> aveva
domandato poi entrando e restando
immobile davanti alla giovane dai capelli castani legati in una coda e
i
brillanti occhi verdi:<< Rhodes sei l’unico dei
miei Auror che si ostina
a lavorare da solo >> aveva cominciato l’uomo e
James sapeva fin troppo
bene dove quel discorso andasse a parare, da quando aveva avuto
quell’incidente
sei mesi prima aveva già cambiato tre colleghi ma nessuno
sembrava sopravvivere
al suo fianco, due infatti se n’erano andati preferendo il
lavoro di scrivania
e il terzo…beh una recluta appena uscita
dall’accademia che era svenuta durante
il suo primo scontro non contava no?
<< Senta
capo, per quanto riguarda Miller… >> aveva
iniziato cercando di prendere
il discorso alla larga, non capiva ancora cosa centrasse la ragazza in
piedi
appoggiata alla libreria del capo ma se proprio doveva parlare dei
fatti suoi
davanti a lei:<< Non mi interessa di Miller,
l’hai terrorizzato ma l’abbiamo
mandato alla squadra tattica, sembra essere più portato per
il lavoro di mente
che per quello di muscoli >> poi alzandosi in piedi il
capo si era
avvicinato a James voltando gli occhi verso la giovane:<<
Lei è Noelle
Jackson, ha collaborato con noi in moltissimi casi e si è
rivelata molto utile,
da domani lavorerà con te >> ed erano bastate
quelle cinque parole per
dargli il colpo di grazia e azzerare il suo mondo! Riusciva a malapena
a
collaborare per un paio di settimane con i suoi colleghi uomini, che
cosa aveva
di diverso quella specie di bambolina di porcellana
da…:<< Bambolina?
Che maschilismo >> il
commentò di lei accompagnato da quella voce dolce gli aveva
fatto alzare gli
occhi di scatto, era sicuro di non aver aperto bocca, come diavolo
faceva
quella a…poi un flash gli attraversò la
mente:<< Esatto genio >> e
ridendo lei aveva mimato mentre le sue labbra si aprivano in un gran
sorriso:<< Le-gi-li-mens >> Cazzo!
Era sicuro di averlo solo pensato, ma dalla risata di lei aveva capito
che
lavorarle affianco e tenere i propri pensieri per sé sarebbe
stata un’ardua
lotta!
<< Ehi a
che pensi? >> e la voce di Noelle lo riportò
alla terrazza ricordandogli
quanto duramente aveva lavorato per migliorare le sue doti da
Occlumante,
soprattutto quando i suoi pensieri riguardavano la ex Tassorosso al suo
fianco!
<< Stavo
ripensando alla prima volta che ci siamo conosciuti >>
Noelle
sorrise:<< Sai che ho letto nella tua mente da quando sei
entrato
nell’ufficio del capo vero? >> lui sorrise a
sua volta:<< Lo
sospettavo >> << Bel
fisico
ma se avesse una gonna con quelle gambe sarebbe da urlo? Ma
potevi pensare
qualcosa di più scemo? Eri un tale cretino
all’epoca! >> guardando lo
sguardo malizioso che lui le rivolse Noelle gli diede uno schiaffetto
sulla
spalla:<< Forse sei ancora un cretino! >>
poi tornando seria
aggiunse:<< Ad ogni modo davvero Jamie, mi manca il mio
amico e non
voglio più vederti fare una cosa come quella di stasera, non
voglio vederti
così arrabbiato e… >> ma un piccolo
sbadiglio la colse di
sorpresa:<< E tu stai crollando dal sonno, coraggio
torniamo giù prima
che crolli >> << È il 10 agosto,
ci sono le stelle cadenti,
restiamo ancora un po’ a guardarle >> incapace
come sempre di dirle di no
James si alzò in piedi levandosi la propria giacca per poi
risedersi vicino a
lei porgendogliela:<< D’accordo ma mettiti
questa, ti prenderai
un’accidenti con solo quello addosso >>
Noelle prese la
giacca infilandosela, era decisamente troppo grande per lei ma il
calore e il
profumo di James la rendevano molto più
confortevole:<< Dai vieni qui
>> e allungandosi in tutta la sua altezza sulla sdraio il
cadetto Rhodes
le fece segno di andargli vicino e quando lei si accoccolò
al suo fianco James
le mise un braccio dietro le spalle in modo da non farla cadere dal
loro
piccolo giaciglio improvvisato:<< Tu ci credi alle stelle
cadenti Jamie?
>> domandò Noelle sbadigliando di
nuovo:<< Per ora credo solo che
tu sia stanca morta Jackson >> << Non dire
– altro sbadiglio –
fesserie >> James scosse il capo dando fondo alle sue
smorfie più
incredule:<< Sì certo, come dici tu
>> girandosi contro di lui per
mettersi più comoda Noelle affondò per un istante
la testa nella giacca di
James e fu avvolta da un invitante e familiare profumo di zenzero e di
qualcos’altro che non riusciva ad inquadrare:<<
Ma questo è… >>
James la guardò preoccupato:<< La tua giacca,
sa di zenzero >> gli
spiegò poi quasi avesse scoperto che la terra ruota intorno
al sole:<<
Sì, è il mio profumo, sa di zenzero o almeno in
parte >> a quella
confessione il respiro di Noelle si bloccò, non
l’aveva detto a nessuno perché
si sentiva un po’ sciocca e per certi versi le sembrava anche
di aver
imbrogliato, l’unico a saperlo ovviamente era Ian ma solo
perché l’aveva colta
sul fatto altrimenti anche Atelier sarebbe stato escluso dalla cosa;
per farla
breve due giorni prima troppo curiosa aveva preso la boccetta di
amortentia che
Isaac Atelier aveva dato loro il primo giorno e l’aveva
aperta, aveva sentito
un mix imprecisato di profumi all’inizio e il suo olfatto era
stato annullato
per un attimo, poi con l’aiuto di Dorian era riuscita a
scindere i vari
profumi: vaniglia, l’odore polveroso dei libri della
biblioteca sia di Hogwarts
che di casa sua e poi c’era quello, quel forte odore di
zenzero che lei
adorava…all’inizio l’aveva associato ai
biscotti di Natale (o del suo
compleanno come li chiamava lei visto che era lo stesso giorno) ma
ora…la cosa stava
prendendo una piega del tutto diversa.
Dopo una decina
di minuti sentendo il suo respiro regolare James capì che
Noelle si era
addormentata, era una gran testona ma si vedeva che stava crollando dal
sonno,
incapace di resistere si mise su un lato in modo da poterla guardare in
viso e
sollevandole il mento con una mano guardò la perfezione di
quei lineamenti
perdendosi dietro le lunghe ciglia scure, dietro il piccolo naso
lievemente
all’insù e a quella bocca rosa cipria che a lui
ricordava tanto un batuffolo di
zucchero filato…chissà se sapeva anche di
zucchero…quasi inconsapevolmente mise
un dito sotto al mento di Noelle sollevandole appena la testa e
contemporaneamente chinando il proprio verso di lei.
Fu un attimo,
veloce e fugace come la stella cadente che attraversò il
cielo in quel momento
ma tornando a guardare le stelle James seppe che in qualsiasi modo
fossero
andate le cose dopo l’appuntamento a cui l’aveva
invitata, non avrebbe mai
potuto dimenticare il sapore di quella bocca o il sorriso fiducioso
della sua
amata mentre, stretta tra le sue braccia, dormiva placidamente.
<< Dite
che si sono già baciati? >> domandò
Libero con un sorriso mentre versava
un po’ di Whisky incendiario in un paio di bicchieri
porgendoli a François e
Mike:<< Sei davvero terribile Libe, hai provocato James
da quando si è
seduto a tavola >> replicò Frankie
inumidendosi appena le labbra con il
liquore ben sapendo quanto fosse bassa la sua
resistenza:<< Lo so ma
andiamo se qualcuno non gli dava una smossa quei due ora non sarebbero
soli sul
terrazzo a godersi le stelle e chissà cos’altro!
>> << La tua
finezza è come sempre esaltante Nott >> lo
rimbeccò Bunny sedendosi sul
braccio della poltrona del ragazzo e sfilandogli il bicchiere dalle
mani
facendo per berne un sorso:<< Ehi! Quello è
mio ladra >> <<
La prossima volta non fare l’egoista e offrilo anche alle
signore >> lo
rimbeccò lei facendo per bere ma la mano di Libero sulla sua
la bloccò:<<
Non ti hanno insegnato che non si rubano le cose degli altri coniglietta >> con quel
palese e
stupido riferimento al suo nome Ben strinse la mano attorno al vetro
del
bicchiere e sorridendo come la più terribile delle arpie lo
girò in modo da
lavare Libero e la sua bella camicia grigia, lasciandogli poi il
bicchiere
sulle ginocchia si alzò avvicinandosi alla porta e
guardandolo da sopra la
spalla:<< Dovresti stare attento Nott, anche i conigli
mordono sai… >>
poi guardando il resto del gruppo aggiunse:<< Buonanotte,
a domani
>>
Quando Ben ebbe
lasciato la stanza François dovette trattenersi dallo
scoppiare a ridere: non
erano molti quelli in grado di umiliare e zittire Libero Orion Nott e
una
peperina mora dal carattere spinoso quanto quello del suo amico fino a
quel
momento non era rientrata nella lista!
<< Sta’
zitto Frankie! Sta’ zitto >> e poggiando il
bicchiere sul tavolino Libero
si alzò guardando di nuovo la camicia che puzzava di liquore
peggio di una
taverna:<< Dannata ragazzina! >>
brontolò poi lasciando la stanza
sotto gli sguardi un po’ attoniti e un po’
divertiti del quattro
rimasti:<< Ok, sono solo io che lo penso o quei due
finiranno avvinghiati
insieme in qualche anfratto prima che finisca la serata?
>> <<
Lilith! >> e Leila cercò di rimproverare
l’amica ma anche lei stava
sorridendo:<< Oh andiamo non fare quella faccia, le
vedevi anche tu le
scintille, potevamo bruciarci anche noi! Quei due sono come un
fiammifero e la
benzina, basta una scintilla piccola piccola >>
<< Che paragoni
miss Sherwood >> aggiunse Mike con un sorriso continuando
a sorseggiare
il suo whisky:<< Non chiamarmi miss
Sherwood, è quasi più insopportabile di
Lily >> << E come
dovrei chiamarti? >> le domandò calmo e,
cercò di nasconderlo,
sinceramente curioso di conoscere la risposta:<< Lilith,
io sono solo
Lilith >> Michael poggiò il bicchiere sul
tavolino accanto a quello ormai
vuoto di Libero:<< Bene Lilith, vuoi uscire con me domani
sera? >>
a quelle parole il cuore di lei ebbe un infarto, Leila
strabuzzò gli occhi
guardando da lui alla sua amica come se si aspettasse di veder crollare
l’hotel
e François decise di lasciar perdere il whisky, quella
serata era interessante
anche senza…
<< Perché
mi hai portato qui? >> e Ian guardò il grande
portone di legno
intagliato:<< Perché è il momento
che tu partecipi al tuo primo vero
pigiama party Ian Atelier >> e con la sua aria
più innocente Maggie o
guardò cercando di intenerirlo:<< Non credo di
avere l’abbigliamento
adatto >> le rispose indicando il completo con tanto di
camicia bianca e
gilet grigio scuro:<< Oh ce lo faremo andare bene
>> mormorò Maggie
sempre sorridendo:<< Almeno per questa volta
>> un sorriso
attraversò anche le labbra di Dorian:<< Mi
stai facendo preoccupare
signorina Stains >> lei si voltò a guardarlo
mentre con una mano spingeva
la porta:<< Puoi chiamarmi solo Maggie se ti va
>> lui si avvicinò
alzando una mano per aiutarla ad aprire il pesante
portone:<< Non lo so,
mi piace come sua per intero…Margaret…
>> e quando quella lingua e quelle
labbra pronunciarono il suo nome un brivido percorse la schiena di
Maggie e lei
si ritrovò a chiedersi perché con Daniel certe
sensazioni non le aveva mai
avute!
<< Yanna
ha fatto davvero un ottimo lavoro >> commentò
Dorian una volta entrato e
dopo aver visto la trasformazione che aveva subito la
stanza:<< Sì, è
stata molto gentile, non ci aspettavamo qualcosa di così
bello quando le
abbiamo chiesto del pigiama party >> <<
Yanna è fatta così, non ama
fare le cose in piccolo >> lei mosse ancora qualche passo
avvicinandosi
ai cuscini e lasciandosi cadere su uno di essi:<< Ti
è molto affezionata,
prima si stava preoccupando per te >> Dorian si
avvicinò sedendosi a sua
volta accanto a lei:<< Mi ha cresciuto, Frankie a undici
anni è andato ad
Hogwarts mentre io frequentando Beauxbatons ero praticamente quasi
sempre qui
>> Maggie lo guardò negli occhi mentre quelli
di Ian giravano per la
stanza:<< Sei cresciuto qui? Cioè qui
all’hotel? >> lui
annuì:<< La mia camera è la stessa
di quando avevo dieci anni, solo con
meno poster e forse un po’ più ordinata e senza
divise del Quidditch o boccini
in giro >> << Giocavi? >> di
nuovo lui annuì:<< Sono
stato il cercatore della scuola per qualche anno, ricordo la
disperazione di
mio padre quando gli dissi che volevo fare il giocatore professionista
finita
la scuola, non mi ha più parlato finché non gli
ho detto che avrei finito gli
studi e avrei fatto lo stage al ministero che mi avevano proposto
>>
ripensando a quanto dolci ed amorevoli fossero i suoi genitori Maggie
sospirò
triste:<< Tuo padre sembra un uomo molto duro
>> Ian sorrise
giocherellando con il bordo ricamato di un cuscino evitando di
guardarla negli
occhi:<< È solo molto severo, pretende il
massimo da noi e visto che io
sono quello che è rimasto qui si è concentrato su
di me in modo che un giorno
potessi mandare avanti l’hotel al posto suo >>
era inutile specificare
perché il suo rapporto con suo padre fosse leggermente
diverso da quello che
François aveva con l’uomo poi facendo una smorfia
involontaria pensò che non
era inutile, avrebbe solo richiesto un po’ troppe spiegazioni.
<< E tua
madre? >> per un istante Ian pensò di non
rispondere, ma Maggie aveva
avuto quell’incredibile capacità di leggerli
dentro da quando si erano parlati
la prima volta sullo scalone centrale della hall e già
allora aveva evitato di
rispondere ad alcune sue domande, non poteva farlo di
nuovo:<< Mia madre
è morta quando ero piccolo >> sì,
quella risposta doveva andare bene, non
presupponeva troppe spiegazioni e per il momento se la sarebbe cavata
anche se
in fondo al cuore moriva dalla voglia di raccontare tutto a quella
dolce e
bellissima fata che due anni prima era entrata nella sua orbita
sconvolgendo la
sua esistenza, la mano di Maggie sulla sua gli diede
un’ulteriore conferma di
ciò che pensava.
Lei fece per
aprire bocca quando un rumore fece voltare entrambi:<<
Yanna >> e
Dorian si alzò di scatto guardando l’elfa che lo
fissava con gli occhi
spaventati:<< Padron Dorian, mi spiace…io
doveva venire prima io…
>> Ian la guardò allungando una mano per
calmarla:<< Stai
tranquilla Yanna, che cosa c’è? Che
cos’è successo? >> l’elfa
chinò il
capo triste:<< Vostro padre è tornato padrone,
è nello studio e ha
chiesto di vedervi >> capendo le parole sottintese
dell’elfa e sapendo
bene che Isaac già aveva saputo del salone e di
chissà cos’altro Dorian si
rialzò voltandosi verso Maggie con gli occhi
cupi:<< Temo che il nostro
pigiama party sia stato interrotto prima del tempo, mi spiace Margaret
>>
poi rivolgendosi all’elfa aggiunse:<<
Accompagna la signorina Stains
nella sua stanza >> tornando di nuovo a guardare Maggie
che aveva alzato
una mano e stava per dire qualcosa lui sorrise, fece un paio di passi
verso di
lei afferrandole la mano ed intrecciando le loro dita:<<
Bonne nuit
Margaret, è stato un piacere stare qui con te
>> poi chinando il capo
fece per baciarle la fronte ma preoccupato di quello che poteva
rappresentare
quel gesto a metà strada si
bloccò:<< Bonne nuit Dorian Atelier
>>
e alzandosi in punta di piedi Maggie raggiunse la sua guancia
sfiorandola con
le labbra poco prima di sorpassarlo e raggiungere la porta.
Di nuovo solo
Dorian si tolse dalla tasca la bacchetta agitandola in aria e
rimettendo a
posto quel salone esattamente com’era stato fino a quel
pomeriggio poi
lanciando uno sguardo alla statua dei giovani innamorati che era
illuminata dai
raggi della luna mormorò cercando di farsi
coraggio:<< Mi manchi maman
>>
Quando sentì
bussare Isaac aprì la porta con colpo di bacchetta, sapeva
che era Dorian e
visto il tenore che avrebbe preso quella conversazione non era il caso
che si
alzasse a salutarlo con un abbraccio come faceva sempre quando tornava
da un
viaggio di lavoro.
<< Dorian
>> e salutò il figlio asciutto vedendolo
entrare:<< Papà >>
rispose l’altro a tono:<< Dobbiamo parlare
Dorian >> il giovane
avanzò nella stanza restando però in piedi senza
sedersi su una delle poltrone
di pelle davanti alla scrivania:<< Dobbiamo parlare o mi
devi ordinare cosa
fare come sempre? >> Isaac scosse il
capo:<< Sai bene che non ti ho
mai ordinato niente, sei mio figlio e ho piena fiducia in te Dorian,
sempre…non
ti lascerei questo hotel altrimenti solo che sono preoccupato
per… >>
<< Per cosa? >> << Hai dato a
quelle ragazze il permesso di
utilizzare il salone di tua madre >> sapeva che il
discorso sarebbe
andato a parare lì, meglio giocare subito a carte scoperte
allora:<< Ho
dato loro il permesso di utilizzare un’enorme salone che
è inutilizzato da
quando io avevo due anni >> la sua voce era calma ma non
per questo Isaac
non notò la rabbia che la pervadeva, suo figlio aveva preso
molte cose da sua
moglie ma per molte altre era la sua copia sputata:<<
Quel salone è
chiuso per ovvie ragioni e tu lo sai >> <<
Quel salone è chiuso
perché tu non vuoi rivivere i ricordi e stare male, ma non
puoi passare tutta
la vita ancorato al passato, vivi in questo hotel solo
perché è qui che hai
conosciuto la mamma, vivi qui e non vuoi spostare nemmeno una virgola
più del
necessario perché hai paura che qualcosa interferisca con i
ricordi del vostro
amore >> << Sono tuo padre Dorian, non ti
permetto di parlarmi così
>> << Sei mio padre ma sei anche il padre
di François eppure non
hai avuto scrupoli a mandare il tuo secondo genito dall’altra
parte della
Manica pur di togliertelo da davanti agli occhi >>
<< Non osare,
voglio bene a tuo fratello esattamente quanto…
>> << Vuoi bene a
mio fratello ma non riesci mai a guardarlo negli occhi, vuoi bene a mio
fratello ma è a me che hai chiesto di dirigere
l’hotel >> << Sei il
primogenito, è il tuo compito >>
<< È quello che io non ho mai
voluto fare, tu mi hai costretto a farlo e sai che ti ho detto di
sì perché
questa è la mia casa e vorrei che un giorno fosse quella dei
miei figli, ma
solo perché voglio che loro amino questo posto come lo amavo
io da bambino, ora
lo sto odiando >> << Stai odiando la tua
casa o stai odiando tuo
padre? >> Dorian scosse il capo:<< Non ti
odio papà e non potrei
mai farlo, ma vivere qui in mezzo a tutto questo è come un
continuo tormento,
lei manca anche a me e più resto qui e cerco di non pensarci
più mi viene in
mente e ci sto male >> << Vuoi forse
andartene? >> ecco,
erano di nuovo al punto cruciale della situazione, avevano
già avuto quella discussione
mesi prima quando Ian aveva comunicato al padre che avrebbe preso parte
ai
giochi e la discussione era finita sempre nello stesso modo: lui poteva
partecipare e forse avere la donna della sua vita, ma la sua vita
sarebbe
sempre stata legata all’Hotel des Fleur e ai Jeux
d’amour per tutto il resto della sua
esistenza:<< Allora
Dorian? Vuoi andartene? Vuoi venire meno alla parola che mi hai dato?
>>
<< Sai che non lo farò >> Isaac
guardò il figlio con i suoi stessi
occhi blu prendendo poi qualcosa dal cassetto della
scrivania:<<
Provamelo >> e allungando un piccolo pezzo di pergamena
sulla scrivania
guardò il sangue del suo sangue con
determinazione:<< Sai come funziona
il gioco >> Ian chinò il capo ormai preda di
rabbia, delusione e
tristezza, sperava di ritardare quella prova il più
possibile ma suo padre
l’aveva battuto sul tempo e ora non sapeva come avrebbe
reagito!
<< Sei
sleale >> commentò poi avvicinandosi alla
scrivania:<< Proteggo le
cose a cui tengo con ogni mezzo lo sai >>
La mattina dopo
mentre le altre si stavano preparando per scendere a fare colazione
Maggie era
sul suo letto con le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata
sopra:<< Maggie…ehi stai bene?
>> e Bunny le si avvicinò mettendole
una mano su una gamba per attirare la sua attenzione:<<
Sì, sto bene…ho
solo qualche pensiero per la testa >> l’altra
sorrise e per un attimo la
dolcezza prese di nuovo possesso del suo viso e Margaret si
ritrovò a pensare
che era davvero bella quando non si lasciava prendere dallo sconforto e
dai
brutti ricordi:<< È successo qualcosa ieri
sera? Dopo che ti abbiamo
lasciata sola con Dorian Atelier? >> lei scosse il capo
ripensando a quei
pochi momenti in cui erano stati nel salone e a come lui le era
sembrato così accessibile
e dolce:<< No, non è successo niente, abbiamo
parlato per un po’ e poi
siamo andati a dormire >> << Allora
andiamo, sono sicura che ti
starà aspettando per fare colazione insieme >>
Il pronostico
di Bunny tuttavia fu sfatato non appena le due ragazze misero piede
nella sala
e poco dopo Noelle e James con il fiatone li raggiunsero, Noelle si era cambiata ma
James
indossava ancora la camicia e i pantaloni della sera
prima:<< Ehi
buongiorno, ma dove hai dormito? >> e Bunny
guardò Noelle con fare
indagatore:<< Ci siamo addormentati in terrazza, stavamo
guardando le
stelle cadenti e siamo crollati >> << Tu
sei crollata Jackson,
russavi che era un piacere >> commentò James
sorridendo e sorpassandole
per raggiungere il tavolo della colazione:<< Te lo ripeto
Rhodes io non
russo! >> replicò lei piccata:<<
Ehi ma dov’è? >> domandò
Maggie dando voce ai propri pensieri e non vedendo i capelli neri e gli
occhi
blu che stava cercando all’interno della
sala:<< Mio figlio è dovuto
andare via per risolvere alcuni problemi dell’hotel signorina
Stains, ma non si
preoccupi sa cavarsela >> e la voce di Isaac Atelier fece
voltare tutta
la sala:<< Papà >> e
François si avvicinò al padre con un piccolo
sorriso:<< Quando sei tornato? Credevamo che non ce
l’avresti fatta prima
di domani >> Isaac guardò gli ospiti
dell’hotel, lasciare il timone ai
suoi figli per dieci giorni era stato quasi un suicidio per
ciò che restava a
memoria dell’amore della sua vita:<< Ho risolto
le cose prima, sono
tornato ieri sera >> << Hai già
visto Ian? >> << Io e
tuo fratello abbiamo avuto una interessante chiacchierata ieri sera
>> ricordandosi
del viso cupo di Dorian quando Yanna era venuta a chiamarlo il cuore di
Maggie
mancò un battito, avrebbe tanto voluto vedere Ian in quel
momento per
assicurarsi che tutto andava bene…
<< Dio
mio sei splendida! >> e Leila guardò Noelle
che con addosso un vestito di
pizzo nero sotto cui si intravedeva della seta rosso scuro si stava
facendo
acconciare i capelli dalle mani esperte di Lilith:<< Beh
nemmeno tu ti
sei risparmiata mi sembra >> replicò Bunny
guardando l’abito a mezza
manica di chiffon bianco che le arrivava fino al ginocchio, era molto
semplice
ma proprio per questo faceva risaltare la bellezza naturale di Leila
rendendola
ancora più favolosa.
<< Dite
che andrà bene? Voglio dire non so chi o cosa aspettarmi e
se non è la serata
che mi aspetto? >> domandò la biondina
torcendosi le mani:<< Andrà
bene, scommetto che il tuo ammiratore è alto, biondo e con
gli occhi color del
cielo >> replicò Maggie cercando di sorridere,
ma il fatto di non aver
mai incrociato Ian in tutta quella lunga giornata in giro per
l’hotel un po’ la
metteva di cattivo umore:<< François Atelier
non pensa certo a me
>> << Beh come ho sempre detto nessuna
delle alternative non è male
se escludiamo James che ovviamente starà aspettando Noelle
>> << La
vuoi smettere Ben? Non è divertente >>
replicò la diretta interessata
agitandosi sulla sedia, doveva ammettere che da quando aveva sentito il
profumo
di James sulla sua giacca non riusciva a togliersi il suo
bell’amico dalla
testa!
Intanto Libero
era seduto sul letto della sua camera a prendere in giro
François:<< Ora
sì che sembri davvero tuo fratello…ma che bel
pinguino! >> <<
Smettila Libe, sono preoccupato per Ian, è tutto il giorno
che non si fa vivo e
non è da lui >> << Tuo padre ha
detto che è partito per risolvere
qualche problema per l’hotel, visto che un giorno lo
dirigerà lui mi sembra
normale no? >> << Non mi ha detto niente,
non si è fatto sentire e
non so dove sia mio fratello, avrei bisogno di lui adesso
>> capendo che
il suo amico stava avendo una delle sue solite crisi
d’esistenza come quando
capitava a scuola Libero si alzò dal letto avvicinandosi al
comodino di
François e prendendo la foto dei due fratelli che
c’era poggiata sul
comodino:<< Prova a chiamarlo, magari è solo
impegnato e non ha avuto un
momento per dirti che andava via >> François
prese fra le mani la foto,
era una vecchia istantanea fatta il giorno che suo padre gli aveva
proposto di
andare a studiare ad Hogwarts, lui era stato felice dell’idea
ma poi aveva
capito che ciò significava vivere per sette anni lontano da
suo fratello…era
stato allora che avevano fatto quella foto e poi Ian l’aveva
incantata in modo
che se avesse voluto comunicare con lui l’avrebbe potuto fare
attraverso
quell’immagine.
<< Ian…
>> e provò piano a chiamare il fratello,
solitamente Dorian rispondeva
subito visto che aveva la copia di quella foto sempre in
tasca:<< Ian
dove sei? >> ancora nessuna risposta, ma dove poteva
essere suo fratello
per non rispondere nemmeno a lui?
Vedendo che il
suo amico stava per togliersi la giacca blu Libero gli si
avvicinò bloccandogli
le mani:<< Fermo fermo fermo! Che cavolo fai?
>> François guardò prima
l’amico e poi la sua immagine allo specchio:<<
Non ci vado, non posso
farlo…con Fiona è stato un disastro
perché questa volta dovrebbe… >>
Libero sorrise rimettendo la giacca sulle spalle
dell’amico:<< Perché da
quello che ricordo a scuola una volta mi hai detto che Leila Tallyst
era
proprio il tuo tipo, che ti avrebbe fatto rinunciare a qualsiasi altra
cosa al
mondo >> ricordando quella conversazione avvenuta
l’unica volta in cui
lui si era ubriacato alla fine del suo sesto anno, dopo che i
Grifondoro
avevano vinto la Coppa di Quidditch, Frankie scosse il
capo:<< Ero
sbronzo >> << Sei più sincero
quando sei sbronzo e lo sai >>
per un attimo François rimase zitto poi Libero lo
guardò sistemarsi il colletto
della camicia e sorridergli attraverso lo specchio:<<
Grazie Libe
>> l’amico fece spallucce:<< Non
sarò tuo fratello ma diciamo che
me la cavo >>
<<
François… >> e Leila rimase
immobile sul pianerottolo quando uscendo
dalla camera trovò il ragazzo appoggiato al muro davanti
alla porta che le
sorrideva:<< Dirti che sei splendida non renderebbe
l’idea, sei pronta ad
andare? >> sorridendo per cercare di vincere
l’imbarazzo di trovarsi
davanti il vecchio compagno di scuola Leila allungò una mano
prendendo quella
che lui le stava porgendo:<< Dove mi vuoi portare?
>> la mano di
Frankie stretta attorno alla sua vita la scombussolò un
istante poi lui le
sorrise:<< Dimmi solo che non soffri di vertigini
>> lei scosse il
capo e lui sorridendo le si avvicinò sussurrandole
all’orecchio:<<
Stringiti a me e non mollarmi per nessun motivo >> Leila
fece come le era
stato ordinato sentendo poi lo strappo allo stomaco dovuto alla
smaterializzazione, quando riaprì gli occhi le ci volle un
attimo per abituarsi
alla penombra.
Si guardò
intorno incuriosita e, contrariamente a quanto pensava non erano soli
ma in
mezzo ad una piccola folla di quelli che sembravano
turisti:<< Ma dove
siamo? >> domandò poi e François
sorrise allungandole una mano e
portandola verso un parapetto:<< Dimmelo tu
>> Leila guardò giù e
per un attimo le mancò il fiato: sotto di loro
c’era il buio della notte…il
buio e una miriade di piccole luci di vari colori, alcune si muovevano
e altre
si riflettevano in quella che, lo capì grazie ad una piccola
barca che vi
navigava in mezzo, era la Senna:<< Siamo in cima alla
Tour Eiffel?
>> domandò poi tornando a guardare gli occhi
azzurri del suo
cavaliere:<< Esattamente >>
replicò Frankie poi appoggiandosi al
parapetto aggiunse:<< Spesso quando sono a casa vengo qui
a riflettere, a
certe ore la torre è chiusa e basta un semplice incantesimo
di disillusione per
non farmi notare dalle telecamere, è uno dei miei posti
preferiti in tutta
Parigi >> ancora troppo affascinata da quel panorama che
definire magico
era un eufemismo Leila gli sorrise stringendogli poi una
mano:<< Perché
mi hai portato qui? >> lui fece
spallucce:<< Volevo portarti in un
posto speciale e per me questo è il posto più
speciale della città >> poi
sorridendole aggiunse stringendole la mano a sua volta:<<
Non male come
primo appuntamento no? >> lei guardò il suo
profilo illuminato dalle luci
della torre e si chiese che cosa sarebbe successo se magari ai tempi
della
scuola si fosse fermata un attimo a conoscerlo un po’ meglio.
Mentre Leila si
godeva Parigi ai suoi piedi in camera Maggie, Bunny e Lilith stavano
cercando
di calmare una disperata Noelle che continuava a
piangere:<< Adesso
ditemi ancora che è James che mi ha mandato
quell’invito! Jamie non mi farebbe
mai una cosa simile, Jamie non potrebbe mai…
>> ma un bussare alla porta
bloccò le loro parole e Ben si alzò per andare ad
aprire mentre Maggie
continuava a passare una mano sulla schiena di Noelle per
calmarla:<< Ho
bisogno di vederla, Bunny per favore… >>
sentendo la voce di James Noelle
alzò la testa di scatto:<< Jamie?
>> domandò poi guardando Maggie
quasi l’avesse appena colpita un fulmine:<< Ci
vuoi parlare? >> le
domandò l’altra preoccupata visto quanto ancora
stesse piangendo:<< Se
hai ragione ed è lui meglio che lo faccia subito
>> << Sicura?
Perché posso sempre cacciarlo fuori a calci >>
replicò Ben tornando
vicino a loro seguita a ruota da James in smoking e vedendolo
così Noelle non
ebbe più dubbi, era lui che le aveva mandato quel biglietto,
le sue amiche
avevano sempre avuto ragione e lei era stata così cieca da
non accorgersi di niente
in tutti quegli anni che lo conosceva!
<<
Possiamo parlare in privato? >>
domandò lui guardandola con quei grandi occhi
marroni
spalancati:<< Che cosa vuoi Jamie? >> gli
domandò cercando di
trattenere le lacrime:<< Voglio parlarti, dobbiamo
chiarire questa storia
>> Maggie e Lilith si alzarono avvicinandosi alla porta e
quest’ultima
trascinò fuori anche Bunny che stava già
prendendo la bacchetta puntandola
contro Rhodes.
<<
Allora? Che cos’hai da dirmi? >>
domandò Noelle guardandolo quasi senza
espressione, non l’aveva mai vista così ma sapeva
di meritarselo visto quello
che le aveva fatto.
<<
Ascolta Noelle io… >> ma lei non gli
lasciò il tempo di finire alzandosi
in piedi e aggredendolo:<< Tu cosa? Hai idea di come mi
sono sentita
James? Quel biglietto, quell’invito…non ero
nemmeno sicura di accettare perché
non sapevo da chi provenisse ma tutti, perfino Dorian che tu detesti
tanto mi
ha consigliato di accettare perché secondo lui, e anche
secondo le ragazze, non
sarei rimasta delusa! Maggie mi ha perfino accompagnato a scegliere
questo
dannato vestito e per un attimo anche io mi ero convinta che me lo
avevi
mandato tu, che quando sarei arrivata nella hall ti avrei trovato
lì con il tuo
sorriso e quell’aria da bello imposs…
>> incapace di resistere ancora
James la prese per le spalle tirandola verso di sé ed
impossessandosi delle sue
labbra in un bacio del tutto diverso da quello che le aveva rubato la
sera
prima sulla terrazza.
Noelle era lì,
bellissima e fiera come lui l’aveva sempre vista e
l’aveva fatto per lui, il
codardo era lui…il pauroso era lui che aveva preferito
nascondersi dietro un
angolo quando l’aveva vista là ferma ad aspettarlo
piuttosto che avvicinarsi e
prendersi quello che da anni ormai voleva!
Aveva preferito
rinunciare all’amore pur di non perdere l’amicizia
di quella ragazza
straordinaria ma adesso era ora di finirla, era ora di mettere le carte
in
tavola una volta per tutte, aveva sfidato a duello Dorian Atelier per
lei,
aveva messo in ballo tutto ciò a cui teneva compreso il suo
dannato orgoglio e
avrebbe rinunciato a qualsiasi cosa nella sua vita se in cambio avesse
avuto
Noelle Jackson!
Quando la
lasciò andare Noelle aprì gli occhi guardandolo
sorpresa mentre lui con il
fiato corto era immobile ad aspettare una sua risposta…lei
continuava a
guardarlo senza alcuna reazione, sembrava quasi che quel bacio non le
avesse
fatto provare niente, che non provasse più nulla per
lui…gli sarebbe andato
bene anche uno schiaffo, qualsiasi cosa pur di capire che in qualche
modo
faceva ancora parte della vita di quella ragazza, ma quel silenzi
glaciale era
la tortura peggiore di tutte!
<< Io
devo…sarà meglio che vada…scusami
>> e avvicinandosi alla porta sparì
lungo il corridoio scendendo le scale e correndo fuori
dall’hotel, aveva
bisogno di riprendere fiato!
Grimilde's
Eccomi
di nuovo con un nuovo aggiornamento in quanto 24/36 ore? Il merito va a
qualcuno che mi ha stuzzicato talmente tanto da farmi praticamente
buttare giù di getto tutto questo incasinando ancora di
più la vita di questi poveracci! (Ogni riferimento
è
puramente casuale Hadley!)
Prego
preparate pure fucili, forche o qualsiasi cosa vogliate tirarmi
addosso, so che sembro sadica ma vi avviso che nel prossimo capitolo
(diciamo nei prossimi 2 o 3 visto che li dividerò) le cose
peggioreranno anche di più!!!
Non
odiatemi, in fondo l'ha detto anche Isaac Atelier che i ragazzi
sarebbero stati sottoposti a delle prove...che poi le prove
siano
crudeli è un'altra storia...
Scherzi
a parte il prossimo aggiornamento credo arrivarà nel
prossimo
fine settimana perchè mi hanno dato i turni al lavoro e mi
devo
organizzare prima con quelli, per ogni cosa io sono qui, basta
scrivermi e vi rispondo sempre...
|
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Capitolo 7 *** 6 - Sogno o son desto? ***
Capitolo 6
Grimilde's
Allora...oggi ho
deciso di mettere le note prima per fare una semplice spiegazione, i
prossimi capitoli (a cominciare da questo) saranno dedicati ad alcuni
personaggi specifici e ad ognuno succederà più o
meno quello che succederà ad Ian in questo capitolo; non mi
dilngo oltre salvo dirvi che le parti in corsivo sono quelle che si
svolgono nella mente di Dorian così come negli altri
capitoli si svolgeranno nella mente dei vari personaggi...
So che avevo detto che
non avrei aggiornato prima di venerdì ma questo capitolo era
praticamente già pronto...
<<
Yanna >> la piccola elfa si voltò sentendosi
chiamare e trovando Margaret
Stains ferma sulla porta della lavanderia, come quella ragazza fosse
arrivata lì
l’elfa non lo sapeva ma sapeva che quella visita significava
guai:<<
Yanna sai dov’è Dorian? >>
domandò poi Maggie avvicinandosi
all’elfa:<<
No signorina, non so dove sia il padrone, è occupato e non
può essere
disturbato >> << Occupato? >>
e Margaret la guardò non
capendo come facesse Yanna a sapere che Dorian era occupato se diceva
di non
sapere dove fosse.
Girandosi
nel letto Dorian allungò un braccio stringendo il piccolo
corpo caldo accanto a
sé, incontrò un paio di strati di seta prima di
arrivare dove voleva ed
accarezzare la pancia lievemente arrotondata di sua moglie baciandole
poi la
nuca con dolcezza:<< Buongiorno pigrona >>
la donna accanto a lui
si mosse appena mugugnando qualcosa di incomprensibile:<<
Come dici
tesoro? Credo di non aver capito >> e sorridendo contro i
suoi capelli
cominciò a baciarle il collo scendendo pericolosamente verso
la spalla:<<
Dorian Joshua Atelier smettila immediatamente! Oggi arrivano i nuovi
ospiti e
tu devi essere pronto e presentabile tra due ore! >>
inutile dire che a
quelle parole lui scoppiò a ridere mentre lei si voltava a
guardarlo con i
grandi occhioni spalancati e pieni di rimprovero o almeno lei ci stava
provando
con tutta sé stessa:<< Sai che mi basta
un’ora per essere pronto >>
poi tirandola accanto a sé sotto le lenzuola rosse
aggiunse:<< Quindi ho
tutto il tempo per godermi la mia bellissima moglie, dico bene Margaret
Atelier? >> Maggie sorrise sciogliendosi come sempre
davanti a quegli
occhioni blu che l’avevano incantata dal primo
istante:<< Sei il diavolo
incarnato Ian >> lui fece spallucce baciandole piano le
labbra:<<
Non è colpa mia se mia moglie è così
desiderabile >> poi facendola girare
in modo che la sua schiena aderisse al materasso le scivolò
sopra guardandola
sornione:<< Che tu sia maledetto Ian >> ma
anche lei rideva mentre
pronunciava quelle parole:<< Sai anche tu che non mi
resisti >>
<< Ti odio >> lo prese in giro ricambiando
il suo bacio:<< Sì,
anch’io ti amo Margaret >>
Due ore
dopo il signore e la signora Atelier erano al centro della hall ad
aspettare l’arrivo
dei partecipanti ai giochi di quell’anno, guardando suo
fratello appoggiato
pigramente alla ringhiera Ian sorrise, era bello che Frankie alla fine
avesse
deciso di accettare quella cattedra di pozioni a Beauxbatons, almeno lo
aveva
vicino per gran parte dell’anno!
Voltando
lo sguardo verso Maggie le sorrise allungando una mano per stringere la
sua
come aveva fatto timidamente al loro primo appuntamento quando le porte
dell’ingresso
si aprirono e sua moglie ritrasse in fretta la mano dalla sua;
guardando i
dieci giovani davanti a sé Ian sorrise: era ora di
cominciare lo show.
Fu
solamente quella sera, mentre stanchi e stremati dopo la cena di
benvenuto
mentre rientravano in camera che Dorian si fermò un istante
a guardare il
profilo di Maggie che, davanti alla finestra, guardava Parigi facendo
scorrere
un dito sul vetro disegnando i contorni dei tetti:<<
Ehi… >> e le
si avvicinò accarezzandole un fianco:<< Va
tutto bene? >> lei annuì
continuando a guardare fuori:<< Sì, credo di
essere solo un po’ stanca è stata
una giornata impegnativa >> lui annuì a sua
volta ma quando fece per
chinare il capo e baciarle il collo Maggie scivolò via dal
suo abbraccio
avvicinandosi al cassettone per prendere una camicia da notte.
Guardando
sua moglie in silenzio Dorian provò a ripercorrere i momenti
di quella
giornata, era successo qualcosa dall’arrivo degli ospiti al
loro rientro in
camera, qualcosa che aveva sconvolto la sua dolce metà al
punto da farle
rifiutare perfino un bacio…
<<
Margaret… >> amava chiamarla con il suo nome
completo ma contrariamente
al solito lei non sorrise:<< Maggie…
>> provò di nuovo
avvicinandosi:<< Sono stanca Ian, fammi andare a letto
>> e girando
dall’altro lato della camera Maggie si sedette sul letto
infilandosi poi sotto
le lenzuola e voltando la schiena al marito, Ian rimase in piedi
immobile per
qualche istante: c’era decisamente qualcosa che non andava!
<<
Maggie va tutto bene? >> provò di nuovo a
chiederle mentre si spogliava
per andare a sua volta a letto:<< Va tutto bene, adesso
abbiamo altro di
cui preoccuparci, domani dovremo iniziare a pensare a cosa fare con
quei
ragazzi >> poi spegnendo la luce dalla sua parte Margaret
dichiarò chiusa
la conversazione.
Il
giorno dopo la situazione non era cambiata e nemmeno in quelli
successivi parve
migliorare, la donna che lui aveva amato e sposato sembrava sparita nel
nulla
lasciando il posto ad una algida ma sempre bellissima regina dei
ghiacci che a
malapena tollerava la sua vista.
<<
C’è qualcosa che non va Maggie, possiamo parlarne
per favore? >>
<<
Yanna tu sai dov’è Dorian vero? >> e
di nuovo Maggie pose quella
domanda:<< Io non sapere dov’è il
padrone signorina, mi spiace ma… >>
Maggie si avvicinò inginocchiandosi accanto
all’elfa:<< Per favore Yanna,
so che lo sai…ho bisogno di vederlo e di
parlargli…dimmi dov’è >>
sapendo
bene quello che stava succedendo, quello che Dorian provava per quella
ragazza
così dolce ed innocente e sapendo che così
facendo disubbidiva agli ordini di
padron Isaac Yanna chinò il capo pe rialzarlo poi
velocemente e fissare i suoi
grandi occhioni in quelli scuri di Maggie:<< La signorina
può venire con
me, ma deve promettere che non farà niente >>
<< Come? Cosa stai… >>
l’elfa alzò un dito come per
ammonirla:<< La signorina Margaret può venire
con me ma deve promettere che non farà niente
>> decisa ad andare in
fondo alla questione Maggie annuì:<<
D’accordo Yanna, prometto che non
farò niente >> l’elfa
annuì poi prendendo una bacinella con dell’acqua
fresca e alcuni stracci tese la mano alla ragazza che
l’afferrò poco prima di
smaterializzarsi.
Mentre
Maggie spariva alla ricerca di Ian in un piccolo salone al piano terra
James
Rhodes aveva scavato un vecchio pianoforte a coda e per stemperare un
po’ di
ansia e nervoso dopo il suo bacio a Noelle e la fuga di lei si era
messo a
strimpellare qualche nota, era un po’ che non lo faceva ma in
fondo era come
andare in bicicletta…
<< Jamie…
>> la voce dolce di Noelle lo interruppe su un accenno
del secondo pezzo
che aveva cominciato a suonare:<< Ciao Noelle
>> le rispose piatto
continuando a suonare senza nemmeno voltarsi a guardarla, fortuna che
il piano
dava le spalle alla porta perché non era sicuro di riuscire
a controllarsi con
lei affianco:<< Jamie io vorrei parlarti…
>> << Lo so, anche
io voglio parlare con te >> le rispose continuando a
suonare ma
bloccandosi quando sentì la mano di lei sul braccio e
sollevò lo sguardo per
incrociare quei due occhi verdi che lo avevano ammaliato fin dal primo
istante!
<<
Ma dove siamo? >> e Maggie guardò la piccola
elfa che spingeva una porta
scura davanti a loro:<< La prego faccia piano signorina
>> rispose
Yanna mentre apriva la porta entrando in una stanza quasi completamente
immersa
nel buio…
Gli occhi
di Maggie ci misero un po’ ad abituarsi alla penombra ma
quando lo fecero
quello che vide la lasciò senza fiato e dovette portarsi le
mani sulla bocca
per soffocare un grido:<< Ian…
>> e sussurrando appena il suo nome
si avvicinò al ragazzo che, a petto nudo, era sdraiato in un
letto
probabilmente preda degli incubi visto come si agitava e come le
coperte scure
erano un groviglio indistinto che avvolgeva il suo corpo, le sue grandi
mani
erano talmente strette attorno al lenzuolo da fargli sbiancare le
nocche e il
suo viso era il ritratto dell’angoscia:<< Che
cos’ha? Yanna che cosa… >>
e Maggie fece per avvicinarsi ma velocemente l’elfa si mise
tra lei e il
padrone bloccandola mentre con una mano passava un panno umido sulla
fronte del
ragazzo mormorando qualcosa di molto simile ad un dovete
essere forte
signore, passerà, presto passerà…
<<
Che cosa gli è successo? >> domandò
Maggie incapace di staccare gli occhi
dal viso di Ian tormentato da chissà cosa:<<
Mio figlio ha deciso di
darmi una prova del suo carattere signorina Stains >>
Margaret si voltò spaventata
guardando la porta dove Isaac Atelier era in piedi fermo come una
statua e
bello come un dio:<< Signor… >>
deglutì piano tornando a guardare
Ian:<< Signor Atelier >> poi guardando di
sfuggita l’uomo domandò piano:<<
Che cosa sta succedendo a Ian? >> Isaac si
avvicinò al letto del figlio
guardando prima lui e poi Yanna che continuava a tamponare la fronte
del
giovane con un panno:<< Mio figlio non corre alcun
pericolo signorina
Stains, certo non è piacevole quello che sta vivendo ma
Dorian ha accettato di
farlo pienamente consapevole di ciò a cui andava incontro
>> << È stato
lei? Lei gli ha fatto… >> inaspettatamente
Isaac tirò fuori un piccolo
pezzo di pergamena dalla tasca:<< Il primo giorno in cui
siete arrivati
qui signorina lei, come i suoi compagni, ha scritto il suo nome su un
pezzo di
pergamena come questo >> poi giocherellando con quello
che aveva in mano
aggiunse:<< Anzi credo proprio che il suo sia questo
>> Maggie lo
guardò seria:<< Che cosa centra quel foglio
con quello che sta succedendo
ad Dorian? >> << Queste pergamene sono
incantate – cominciò a
spiegare l’uomo sempre giocherellando con quella che aveva in
mano – un’idea di
mio suocero ad essere onesti, hanno il potere di catturare
l’essenza della
persona che vi scrive sopra il proprio nome, quando poi la persona la
tocca di
nuovo può vivere o rivivere momenti della sua vita o del suo
futuro per
affrontare le proprie paure e i propri timori >>
<< Tutto questo
per cosa? >> dio non osava nemmeno pensare a cosa stesse
vivendo Ian,
aveva avuto un piccolo assaggio della sua vita dalle sue labbra la sera
prima
ma non osava immaginare cosa lui stesse passando in quel
momento:<< L’amore
è una bella favola signorina Stains, l’amore ci
spinge a fare cose che non
pensavamo possibili, l’amore ci porta a rinunciare a tutto ma
non si può vivere
solo d’amore, non si può vivere solo del battito
di due cuori…se non c’è un
qualcosa di più sicuro e profondo alla base non si
è destinati a durare, l’amore
da solo è inutile e mio figlio lo sta provando sulla sua
pelle >> gli
occhi di Maggie si riempirono di terrore:<< Cosa? Ma non
può…sta male e…la
prego deve fare qualcosa per… >> Isaac scosse
il capo:<< Solamente
lui sa cosa sta affrontando e solamente lui può uscirne
>>
inaspettatamente lei tese la mano:<< Mi dia la mia
pergamena >>
<< Cosa? >> domandò Isaac
perplesso:<< Mi dia la mia
pergamena, se Ian deve affrontare tutto questo non voglio che sia solo
>>
<< Non può entrare in contatto con lui
signorina Stains, è inutile quello
che cerca di fare >> << Sono
un’Indicibile, so cosa faccio >>
non aveva mai usato il suo lavoro per farsi forza e tecnicamente non ne
poteva
parlare ma Dorian era stato così dolce con lei da quando era
arrivata all’Hotel
e, si sentiva stupida ad averlo capito solo in quell’istante,
lui non le era
certo indifferente quindi se poteva fare qualcosa per aiutarlo
l’avrebbe fatto!
<<
Non è il suo turno, quando verrà il momento
starà a lei dimostrare di cosa è capace,
ma non ora >> poi guardando l’elfa
aggiunse:<< Yanna prenditi cura
di mio figlio, avvisami quando si sveglierà >>
l’elfa annuì e decisa a
non arrendersi Maggie provò un’ultima
volta:<< Posso restare con lui
signor Atelier? Non voglio che stia solo… >>
rivedendo in quello sguardo
lo stesso sentimento e la stessa tenacia della donna che aveva rubato
il suo
cuore molti anni prima Isaac annuì:<< Rimanga
con lui se vuole, ma la
avverto che non servirà a molto >> poi in
silenzio lanciando un ultimo
sguardo al figlio lasciò la stanza.
<<
Questa cos’è? >> domandò
Ian guardando sua moglie mentre Renoir sul suo
trespolo guardava i suoi padroni e, soprattutto, la lettera firmata dal
ministero inglese che Dorian teneva in mano:<<
È una lettera, non hai mai
visto una lettera Dorian? >> lui prese fiato cercando di
calmarsi:<< Certo che so cos’è una
lettera, mi chiedevo solo perché il
ministero della magia dovrebbe scriverti, non avevi lasciato il lavoro?
>> lo sguardo di Maggie gli diede la risposta che cercava
ancora prima
che lei aprisse bocca:<< Sì, l’ho
lasciato! Sai benissimo che l’ho
lasciato! >> poi scoppiando a piangere dalla rabbia
aggiunse:<< Ho
dovuto lasciarlo visto che altrimenti avrei perso te >>
gli occhi di Ian
si spalancarono dalla sorpresa:<< Cosa? Maggie io non ho
mai… >>
<< Oh andiamo non dire idiozie, sei un Atelier, sei il
degno erede di tuo
padre e la tua vita è legata a questo hotel più
di quanto tu voglia ammettere,
non saresti mai venuto meno alla tua parola venendo con me a Londra
>>
<< L’avrei fatto, dio Maggie ti avrei seguito
ovunque…io voglio stare con
te, voglio te il resto non ha… >>
<< Non dire che non ha
importanza, non saremmo qui altrimenti >>
<< Sei tu che mi hai
detto che saresti venuta qui, sei tu che mi hai detto che non aveva
importanza
il dove ma solo che eravamo insieme >> Maggie lo
guardò furiosa:<<
Certo che l’ho detto ma tu non ti sei nemmeno posto il
problema, hai scelto
Parigi e l’hotel sapendo che potevi avere anche me, hai
scelto la via più facile
senza rinunciare a niente >> bloccato da
quell’accusa Dorian sentì il
cuore spaccarsi a metà, quando aveva chiesto a Maggie di
restare con lui per il
resto delle loro vite e lei aveva accettato di trasferirsi a Parigi con
lui non
aveva minimamente pensato che per lei potesse essere un peso, avrebbe
attraversato i continenti pur di starle accanto e sarebbe andato con
lei in
qualsiasi parte del mondo, ma quando lei gli aveva detto che Parigi
sarebbe
andata bene beh era stato l’uomo più felice del
mondo, solo ora si rendeva
conto dell’errore che aveva fatto…per certi versi
lo stesso che aveva fatto
Daniel Richardson a quel ballo del ministero molti anni prima!
<<
Maggie io non pensavo che tu…non voglio che tu rinunci a
qualcosa di così importante
se ci tieni davvero possiamo… >> lei
alzò gli occhi delusa:<<
Possiamo cosa? Credi che ora cambierebbe qualcosa? Credi che ora che
sto
aspettando nostro figlio cambierebbe qualcosa? La nostra vita
è stata scritta
nel momento in cui hai scelto di restare qui Dorian e niente
cambierà le cose
>> incapace di replicare qualsiasi cosa lui
chinò il capo mortalmente
deluso da sé stesso per aver rovinato la cosa più
bella della sua vita.
<<
Dimentica l'hotel...siamo solo noi tre, pensa alla nostra famiglia, io
ti amo e
tu lo sai. Andremo dove vuoi e faremo ciò che vuoi, stavolta
la scelta è tua
Margaret sono sincero >>
<<
Ian…svegliati…andrà tutto
bene…sono qui… >> una voce calda
perforò la sua
testa e il mondo cominciò a svanire attorno a
lui:<< Ian…ti prego
svegliati… >> sentiva qualcosa di caldo e di
umido scivolargli addosso,
sentiva qualcosa di caldo scaldarlo
dall’interno:<< Ian…
>> batté un
paio di volte le palpebre cercando di abituarsi alla penombra e di
capire dove
fosse o cosa gli fosse successo, il suo ultimo ricordo era la
discussione con
suo padre e la pergamena che lui gli aveva messo davanti.
<<
Ian… >> sentendosi chiamare voltò
appena la testa incrociando gli occhi
scuri di Margaret che era distesa nell’altra metà
del suo letto e gli stava
accarezzando i capelli con una mano mentre con l’altra si
stava asciugando le
lacrime che le rigavano il viso:<< Che cosa ci fai qui?
>> lei
sorrise guardandolo negli occhi:<< Ero preoccupata per
te, eri sparito
>> lui si mosse appena cercando di mettersi seduto, non
aveva male da
nessuna parte ma si sentiva abbastanza spossato, come se avesse corso
una
maratona:<< Che giorno è? >> le
domandò cercando di sembrare calmo
ma il pensiero che fosse già passata domenica che le avesse
dato buca al loro
primo appuntamento lo stava uccidendo dentro:<<
È sabato notte >>
poi lanciando uno sguardo all’orologio a parete illuminato
dalla luna
aggiunse:<< Direi domenica mattina ormai >>
poi un piccolo
sbadiglio la bloccò e le guance di Maggie si tinsero di
rosso:<< Da
quanto tempo sei qui? >> le chiese Ian con un piccolo
sorriso:<<
Ieri sera, Yanna era venuta per tenerti d’occhio ma mi sono
offerta di restare
io con te >> il cuore del giovane Atelier
mancò un battito:<<
Grazie Margaret, non eri tenuta a farlo >> lei
abbassò gli occhi incapace
di guardarlo senza arrossire di nuovo:<< Dopo quello che
era successo con
tuo padre per la storia del salone sei sparito e così mi
sono preoccupata, non
volevo averti messo nei guai e… >> lui scosse
il capo:<< Non mi hai
messo nei guai, diciamo che mio padre ha qualche problema a lasciar
andare il
passato ma è una cosa che riguarda solo lui >>
<< Ma ti ha fatto
lui questo, è stato lui a… >>
Dorian sorrise di nuovo:<< Ci hai
parlato vero? >> lei sorrise come a chiedergli
silenziosamente
scusa:<< Non l’ho fatto apposta te lo giuro,
solo che ero qui e lui è entrato,
volevo sapere che cosa ti stava succedendo, lui era così
calmo… >> poi
prendendo fiato dal momento che stava parlando troppo velocemente
aggiunse:<< Mi ha detto delle pergamene e di quello che
poteva
succederti, ho avuto paura per te >> ok quella ragazza
era la sua metà perfetta
e se non l’avesse smessa di giocare
all’infermierina premurosa con lui a letto
in quello stato Ian avrebbe mandato al diavolo il buon senso e il loro
appuntamento di quella sera baciandola lì e subito, tuttavia
il suo istinto di
gentiluomo ebbe la meglio facendolo restare immobile:<<
Non c’è niente di
cui preoccuparsi, certo non è piacevole come esperienza ma
posso assicurarti
che è del tutto innocua, serve solo a farti aprire gli occhi
su alcune cose
>> <<
Hochiestoatuopadredidarmilamiapergamena >>
<<
Cosa? >> replicò lui scioccato sperando di
aver capito male:<< Ho
chiesto a tuo padre di darmi la mia pergamena >>
ripeté lei più piano:<<
Quando ti ho visto stare così male volevo fare qualcosa per
aiutarti, ho
pensato che se ero anch’io sotto incantesimo magari avrei
potuto fare qualcosa,
insomma è il mio lavoro trafficare con certe cose
e… >> Ian sorrise anche
se il pensiero che Maggie avrebbe dovuto vivere le sue più
terribili paure
solamente per capire se il loro amore era destinato a durare lo faceva
morire:<< Sono così importante da suscitare
l’interesse di un’indicibile?
Sono onorato >> Maggie lo guardò cercando di
restare seria:<< Ti
credi divertente? >> lui fece spallucce:<<
Ho lavorato per
abbastanza tempo al ministero per sapere che cosa fa
un’indicibile e quanto sia
importante il tuo lavoro, sono onorato…davvero
>> Maggie non gli rispose
perché un altro sbadiglio la colse di sorpresa e il suo
piccolo corpicino stanco
scivolò delicatamente sulle lenzuola accoccolandosi accanto
a quello di
Ian:<< Sei stata sveglia tutta la notte a vegliare su di
me? >> lei
annuì troppo stanca per emettere un fiato:<<
Riposati, hai bisogno di
dormire un po’ >> << Ma se tu
avessi bisogno di… >> Ian le
accarezzò una guancia fissando gli occhi nei
suoi:<< Starò bene e quando
ti sveglierai sarò ancora qui, d’accordo?
>> di nuovo Margaret annuì e in
silenzio infilò un braccio sotto al cuscino che ancora
profumava di lui e si
lasciò andare ad un piccolo sonnellino, solo cinque
minuti…magari dieci; mentre
la sua bella principessa dormiva dopo averlo vegliato per tutta la
notte Ian
allungò una mano afferrando il blocco e la matita che teneva
nel cassetto del
comodino e cominciò a disegnare quel dolce angelo che
dormiva placido in una
nuvola di seta grigia accanto a lui.
<<
Gail >> Micheal si voltò verso la porta della
biblioteca trovandovi
Lilith in jeans e maglietta che lo guardava pensierosa:<<
Credevo
avessimo superato i formalismi da un pezzo, non sei tu che mi hai detto
di
chiamarti Lilith? >> lei fece un paio di passi dentro la
stanza:<<
Sì, lo so >> poi avvicinandosi ancora
aggiunse:<< Non posso uscire
con te Gail >> Michael chiuse il libro di scatto
facendola
sobbalzare:<< Certo che sei insuperabile! Riesci a
portare rancore a
distanza di nove anni! >> gli occhi di Lily mandarono
lampi:<<
Cosa? Aspetta non crederai mica che sia… >>
Mike le andò vicino con due
passi, era talmente alto e aveva le gambe talmente lunghe che gli
bastò quello
per raggiungerla:<< Certo che è per quello,
andiamo se non è per quello
perché non vuoi uscire con me? >> Lilith lo
guardò cercando di pensare
rapidamente a cosa dire, non voleva dargli la soddisfazione di averci
preso in
pieno ma sapevano entrambi che Mike aveva ragione!
<<
Allora? Non riesci a trovare una scusa valida? >> la
stuzzicò lui con il
voluto intento di essere cattivo:<< Gail ascolta io
non… >> il
guaritore si portò le mani sul viso imprecando piano per poi
passarsele nei
capelli:<< Per amor del cielo almeno chiamami con il mio
nome! Michael!
Mi chiamo Michael! Non pretendo di essere chiamato Mike ma
almeno… >> a
quelle parole Lilith esplose:<< Almeno cosa? Mi hai
umiliata a scuola, mi
hai detto che non ti saresti mai interessato, cito testualmente, ad una
piccola
insulsa Grifondoro troppo orgogliosa per fare qualsiasi cosa?
>> poi
guardandolo con un sguardo di puro odio aggiunse:<<
Cos’è adesso sono più
interessante? Visto che le altre sono già impegnate e ci
sono solo io hai
pensato che non ti avrei detto di no? >> Mike
cercò di calmarsi, aveva
una mezza idea su come zittire quella bocca insolente ma non ne avrebbe
ricavato molto e se voleva far funzionare le cose doveva stare
calmo:<<
Senti nanetta facciamo così
>> << Nanetta? >> e Lilith
lo fulminò inviperita:<< Chiamami Michael e io
la smetto di chiamarti
nanetta >> << Scordatelo stangone
>> Mike sorrise, sapeva che
non avrebbe ceduto ma andava bene così:<<
Posso accontentarmi di stangone
per adesso – un sorriso furbo gli si dipinse sul viso a
quelle parole – solo se
tu uscirai con me, domani mattina subito dopo colazione
>> << Lo
sai che la gente normale esce di sera? Quando le stelle brillano in
cielo e l’atmosfera
è più… >> ma Lilith non
fece in tempo a finire la frase che Mike la si
chinò verso di lei sussurrandole suadente
all’orecchio:<< Dovresti
saperlo nanetta io non sono normale; ci vediamo a colazione domani
>> e
lasciandola lì incapace ancora una volta di ribattere
lasciò la biblioteca.
L’orologio
che aveva al polso segnava le nove meno dieci e Maggie era il ritratto
dell’ansia
e dell’impazienza, se da un lato si era lasciata convincere
ad uscire con il
suo misterioso Romeo dall’altro moriva dalla voglia di
lasciar perdere tutto,
di tornare nella camera di Ian e di passare la serata insieme a lui,
anche solo
per chiacchierare!
<<
Oh smettila Maggie, se non stai ferma non riesco a sistemarti i capelli
>> e sbuffando nervosa Lilith continuò a
muovere le mani per sistemarle
il semi-raccolto che le stava facendo:<< Va tutto bene
Lilith? Sembri
nervosa… >> e Noelle, seduta sul letto con le
gambe incrociate guardò l’altra
ragazza preoccupata:<< Sì, è solo
Gail che mi da sui nervi, va tutto bene
>> << Ma perché ce
l’hai tanto con Michael? Sembra un ragazzo molto
gentile >> commentò Leila guardando
l’amica:<< La parola chiave di
tutto Lila è sembra, Michael Gail sembra
tante cose ma in realtà è una
serpe che va a capire come è finita tra i Tassorosso
>> poi ricordandosi
che la sua migliore amica era stata una Serpeverde
aggiunse:<< Con questo
non voglio dire che… >> Leila alzò
una mano con un sorriso:<< Se
dessi retta a tutti commenti idioti di voi Grifoni…
>> poi sorridendo
aggiunse:<< So che non ti riferivi a me tranquilla
>> << Ad
ogni modo Gail è un capitolo chiuso che non voglio in alcun
modo riaprire
>> già, proprio per questo aveva preso in
considerazione la sua proposta
per dopo colazione le ripeté la vocina saccente dentro di
lei!
<<
Ecco fatto, sei pronta >> e infilandole
l’ultima forcina nei capelli
Lilith lasciò a Maggie il tempo di guardarsi allo specchio
restando immobile
per ciò che stava vedendo:<< È
fantastico…davvero Lilith è…
>>
<< Ehi tu sei già bellissima normalmente, io
ho solo abbellito il tutto
>> inutile dire che dalla gioia Maggie le
gettò le braccia al collo per
poi guardare le ragazze con un piccolo sorriso:<< Fatemi
gli auguri
>> << Ricordati che devi andare nella hall
non in mansarda >>
le ricordò Bunny con un sorriso:<< Non sei
spiritosa >> <<
Non voglio esserlo, solo ricordarti che c’è
qualcuno che vuole uscire con te e
non sparisce per quasi due giorni senza motivo >> Maggie
annuì in
silenzio, non aveva detto a nessuno della storia delle pergamene
perché Ian
glielo aveva fatto giurare e in fondo nemmeno lei avrebbe dovuto
scoprirlo
prima del tempo.
Mentre
scendeva le scale che l’avrebbero portata nella hall il suo
cuore e la sua
mente ripercorsero l’ultima conversazione che aveva avuto
quel pomeriggio con
Ian poco dopo che si era svegliata, dopo un po’ di imbarazzo
gli aveva
confessato dell’invito ricevuto e le parole di lui
l’avevano lasciata un po’ basita,
per nulla preoccupato della cosa Dorian le aveva detto di andare
tranquillamente a prepararsi e di andare a quell’appuntamento.
Maggie si
era sentita davvero male a quelle parole, fino all’ultimo
aveva creduto che lui
provasse qualcosa per lei, che ci fosse qualcosa di speciale tra loro
due ma se
dopo quello che era successo in quella notte lui arrivava addirittura a
spingerla tra le braccia di un altro allora forse…
Poi
alzando gli occhi il cuore le si fermò in gola vedendo
l’uomo che l’attendeva
in fondo alle scale.
Più si
avvicinava e più il sorriso di lui si allargava,
più gradini scendeva e più si
sentiva bene, più gli andava vicino e più le
farfalle nel suo stomaco
crescevano.
<< E
tu che ci fai qui? >> gli domandò una volta
che lo ebbe raggiunto, Dorian
le sorrideva dolcemente come aveva fatto anche quella mattina quando
aveva
aperto gli occhi e l’aveva vista accanto a lui, sembrava che
non fosse passato
un solo minuto da quando lo aveva lasciato:<< Aspettavo
te >> le
rispose poi semplicemente porgendole il braccio e Maggie lo prese
guardandolo
ammirata: Ian aveva indossato una camicia chiara senza cravatta e un
completo
blu scuro con la giacca alla coreana:<< Sei bellissima,
non credo di
avertelo ancora detto oggi Margaret >> e quegli occhi blu
scivolarono
sulla sua figura facendola sentire come una dea davanti a quello
sguardo
vorace:<< Ti piace davvero? >> Ian
guardò di nuovo il delizioso
abito al ginocchio dai decori panna e azzurri, visto da davanti
sembrava un
abito da cocktail molto esclusivo ma le dita della sua mano che
scorrevano
sulla schiena nuda di lei lo resero ben cosciente della
sensualità dell’abito e
della donna che lo indossava:<< Piacere non rende
l’idea mia cara
>> poi avvicinandosi all’ingresso
dell’hotel aggiunse:<< Ti va di
fare due passi? >> Maggie annuì e si
lasciò trasportare nell’aria tiepida
di quella splendida Parigi ad agosto.
<<
Dove stiamo andando? >> gli domandò la sua
compagna mentre camminavano
mano nella mano lungo la Senna godendosi le luci che giocavano
nell’acqua e i
vari profumi, suoni e rumori che uscivano dai bistrot o dai locali
più disparati:<<
Abbi pazienza, ho una sorpresa per te che penso ti piacerà
>> commentò poi
continuando a camminare ancora per un po’.
Si fermò solamente
quando arrivò davanti all’imponente vecchia
stazione che ora ospitava il
celebre Museo d’Orsay con il grande orologio che campeggiava
sulla facciata e
la O sul manifesto d’ingresso:<< Ma questo
è…è… >> Ian
annuì poi
però notando le luci spente Maggie sorrise
delusa:<< È chiuso >>
replicò poi e Ian non poté che sorridere davanti
a quell’espressione da bambina
che lo faceva impazzire:<< Tecnicamente sì, lo
è >> <<
Tecnicamente? >> domandò Maggie che ormai
aveva imparato che con Ian
Atelier al suo fianco anche l’impossibile diventava
possibile:<< Un amico
mi deve un favore >> replicò lui mentre una
porta laterale poco lontano
da loro si apriva e un uomo in uniforme faceva loro cenno di
avvicinarsi:<< Vieni, andiamo >> poi quando
ebbe raggiunto l’uomo
Ian lo salutò con un sorriso:<< Signor
Deveraux… >> <<
Dorian, tutto a posto? Quando Marcel mi ha chiamato credevo scherzasse
>>
Atelier scosse il capo:<< No, non scherzava, me lo saluti
quando lo
sente, purtroppo non siamo ancora riusciti ad incontrarci in questi
giorni
>> << Non mancherò tranquillo
>> poi lanciando un’occhiata a
Maggie l’uomo sorrise di nuovo:<< Mio figlio
aveva ragione, è davvero
bellissima >> Ian guardò Maggie con tutta
l’adorazione del mondo:<<
Sì, lo so >> poi entrando nel museo a malapena
illuminato dalle luci di
emergenza aggiunse:<< Grazie ancora signore, sono in
debito >> poi
prendendo la mano di Maggie la condusse verso le scale mobili ormai
ferme
salendo velocemente i gradini:<< Ian…ma
dove… >> lui si fermò arrivato
al secondo piano e prendendole entrambe le mani le
sorrise:<< So che
sembra stupido ma voglio farti vedere una cosa, abbiamo lasciato un
discorso in
sospeso l’altra sera e volevo farlo in un posto speciale, da
bambino ho sempre
adorato venire qui, all’ultimo piano ci sono un paio dei miei
quadri preferiti
e… >> sapendo bene che quadri erano esposti
all’ultimo piano del Museo
Margaret sorrise:<< Da quando ti piacciono gli
impressionisti? >>
Ian si bloccò a pochi passi dall’ingresso della
sala guardandola da sopra la
spalla:<< Da quando ho imparato a tenere in mano un
carboncino >>
poi camminando per la stanza si fermò davanti a due immensi
quadri gemelli che
raffiguravano entrambi una coppia che ballava; il primo –
Ballo in città – ritraeva
una coppia dell’alta società in abiti eleganti
intenti probabilmente a ballare
un valzer, il secondo – Ballo in campagna –
rappresentava la stessa coppia ma
in abiti meno formali e con espressioni più rilassate in
quello che doveva
essere un ballo di paese o durante una festa in
campagna:<< Ti piace
Renoir? >> gli domandò Maggie mentre lui come
al solito si perdeva dietro
i mille significati di quei due quadri così semplici eppure
per lui così complessi.
<< Sì,
amo questi quadri >> lei guardò i due dipinti
così uguali eppure così radicalmente
diversi:<< Rappresentato pienamente come mi sento, le due
parti di me che
non riesco mai a far combaciare ma che convivono facendo a pugni per
sopraffare
l’altra >> c’era tristezza nelle
parole di Ian e quasi inconsapevolmente
Maggie gli prese la mano intrecciando le dita con le sue e stringendola
piano:<< Io vedo sempre lo stesso Ian, non due parti in
lotta >>
lui sorrise cominciando a girare per la stanza con lei per
mano:<< Tu
vedi solo il bello, vedi i lustrini e la seta del ballo in
città >> le
rispose distante citando in parte il quadro:<< Mostrami
anche l’altra
parte allora, mostrami i colori e l’allegria del ballo in
campagna, voglio
conoscerti davvero Dorian, non scherzavo l’altra sera
>> lui annuì e fece
per rispondere ma vide che gli occhi di lei erano stati catturati da
una tela,
I papaveri di Monet, che nella sua semplicità ti trasmetteva
un senso di pace e
armonia:<< E così ti piace Monet…
>> le domandò con un
sorriso:<< Molto, adoro questo quadro a dire il vero, il
rosso è il mio colore
preferito e i papaveri sono… >> lui
sorrise:<< Fammi indovinare, il
tuo fiore preferito? >> poi sorridendole
aggiunse:<< E io che
credevo fossero le margherite >> << Beh
anche quelle >> lui
si sedette su uno dei divanetti imbottiti proprio davanti al quadro e
porgendole una mano la invitò a fare
altrettanto:<< Così signorina Stains
tu vorresti conoscermi meglio >> sembrava quasi una
domanda casuale, ma
non c’era nulla di casuale in quello che Dorian aveva in
mente:<< Sì, mi
piacerebbe conoscerti meglio, so che c’è qualcosa
di più rispetto a quello che
fai vedere agli altri >> << Di
più? Cosa intendi? >> <<
Che come hai detto tu ci sono più parti di te, quella che
fai vedere al mondo e
che è decisamente molto affascinante…
>> Ian sorrise:<< Molto affascinante?
>> le domandò prendendola in
giro:<< Smettila, sono seria >>
<< Lo so >> poi tornando a guardare il
quadro aggiunse
debolmente:<< Forse non c’è niente
da scoprire sotto la superficie o
forse non sono così interessante come credi Margaret
>> con il cuore che
le si stringeva in una morsa vedendo il dolore che traspariva dagli
occhi di
lui lei appoggiò la testa sulla sua spalla sorridendogli
piano:<< Mi hai
portato qui perché è quello che si aspetterebbe
una ragazza da Dorian Joshua
Atelier vero? >> << Ho immaginato che
potesse piacerti, ti ho
sentita parlare con Noelle del d’Orsay qualche giorno fa
>> lei annuì:<<
Sì, adoro questo posto e sono felice di averlo visto con te
ma adesso andiamo,
portami dove mi porterebbe Ian, voglio conoscerti per quello che sei
veramente,
voglio vedere chi sei tu e non il tuo nome >>
<< Stringimi >>
le sussurrò poi con un sorriso:<< Aspetta non
vorrai… >> detestava
smaterializzarsi e se poteva lo evitava come la peste:<<
Farò tutto io,
fidati di me >> fiducia…suonava bene in bocca
a Dorian, più che a quell’idiota
di…ma non era il caso di pensare a Daniel giusto?
Quando
riaprì gli occhi Maggie si guardò intorno: da
quello che poteva vedere erano in
un giardino, tuttavia la unica illuminazione arrivava da alcune lampade
sotto
al porticato che circondava il parco:<< Dove siamo?
>> << Ai
Jardin du Luxembourg, era il mio posto preferito in tutta la
città quando ero
piccolo >> poi facendo un paio di passi e avvicinandosi
ad una panchina
si tolse la giacca poco prima di sedersi aspettando che lei facesse
altrettanto:<< Perché mi hai portato qui?
>> << Volevi vedere
chi era davvero Ian Atelier, beh io sono il tipo d’uomo che
porta una donna al
Museo d’Orsay per fare colpo perché ha paura che
farle fare una passeggiata nel
suo parco preferito al chiaro di luna sia troppo poco, sono uno di
quelli che
non ama stare in mezzo alla gente perché tutti da me si
aspettano che sia
qualcosa di diverso da quello che sono, mi piace restarmene chiuso in
camera
con solamente una tela davanti e un carboncino in mano per dare sfogo a
tutto
quello che ho dentro >> << Mi piacerebbe
vedere qualcuno dei tuoi
lavori >> mormorò piano Maggie incantata dalle
parole di lui, non avevano
mai avuto il tempo o l’opportunità di parlare
così apertamente e di certo ora
non se la sarebbe lasciata scappare:<< Sono in camera
mia, non li hai
notati quando mi hai fatto da infermiera? >> lei sorrise
scuotendo il
capo:<< Ero troppo occupata a concentrarmi sulla tua vita
per pensare a
curiosare in giro! >> lui rise di gusto gettando la testa
all’indietro e
per un attimo a Maggie sembrò di vedere un ragazzino
spensierato al posto dell’uomo
serio che purtroppo gli anni e i doveri gli avevano imposto di
diventare:<< Dimmi qualcosa di te Margaret, stiamo
parlando solamente di
me ma anche tu hai una storia >> lei
giocherellò con le pieghe della sua
gonna cercando di evitare il discorso, così Ian le prese una
mano stringendola
e portandosela alle labbra:<< Ehi…qualsiasi
cosa sia non devi vergognarti…sono
solamente io… >> lei
arrossì:<< Proprio perché sei tu mi
vergogno
>> gli rispose timida:<< Non ti
giudicherò te lo prometto >>
prendendo fiato lei si fece coraggio, in fondo prima o poi la storia
sarebbe
saltata fuori comunque:<< Fino ad un anno fa avevo un
ragazzo, si
chiamava Daniel Richardson, eravamo fidanzati dai tempi della scuola e
io
credevo che fosse il grande amore della mia vita >> Ian
annuì evitando
accuratamente di parlare, non era il momento di dirle che lui parte
della
storia la conosceva già:<< Due anni fa
però le cose hanno iniziato ad
andare male, Daniel veniva sempre chiamato d’urgenza al
lavoro, diceva che il
suo lavoro era tutto per lui e io come una stupida gli ho sempre
creduto, lo
amavo e pensavo che anche per lui fosse lo stesso >>
<< Quando hai
scoperto che ti tradiva? >> le domandò calmo e
lei lo guardò chiedendogli
silenziosamente come facesse a saperlo:<< Se non ti
avesse tradito
saresti insieme a lui ora e non su una panchina di Parigi a rivangare
il
passato con me >> << Non è
così male rivangare il passato con te
>> gli ricordò sorridendo poi stringendogli la
mano continuò:<< Ad
ogni modo un giorno l’ho sorpreso con una nostra ex compagna
di scuola, credevo
fosse stato un caso ma entrambi mi hanno confermato che la cosa andava
avanti
già da molto tempo e che io ero stato così
sciocca e stupida da non accorgermi
di niente, quando l’ho lasciato Daniel mi ha detto che gli
stavo facendo un
favore perché se non lo avessi scoperto mi avrebbe lasciato
lui visto quanto
ero mediocre ed insignificante >> Dorian prese fiato per
cercare di
controllare la voglia di andare a cercare quell’imbecille
ovunque e impartirgli
una lezione:<< Te l’ho già detto una
volta Margaret, io non avrei mai
trattato così la donna che amo >> le parole
gli uscirono
involontariamente dalla bocca e per Maggie fu come un fulmine a ciel
sereno:<< Eri tu… >> poi
riconoscendo finalmente quella voce roca
che l’aveva tormentata per giorni al suo ritorno a Londra lei
spalancò gli
occhi:<< Quella sera, alla festa del ministero,
l’uomo che ci ha visti litigare…
>> Ian annuì in silenzio:<<
Pensavi davvero quello che hai detto?
>> << Lo penso ancora, io non ti tratterei
mai così, non farei mai
nulla che possa farti del male >> il cuore di Maggie
cominciò a battere
impazzito e, se lei avesse potuto sentirlo, avrebbe saputo che quello
di Ian
batteva allo stesso modo poi lui sorridendole aggiunse dando
un’occhiata all’orologio:<<
Torniamo a casa? Si sta facendo tardi >>
casa…che bel suono che aveva
detto da lui…per un attimo si trovò a pensare a
loro due insieme in quel grande
letto nella mansarda dell’Hotel…chissà
se un giorno i loro mondi si sarebbero
fusi insieme.
Quando
arrivarono vicino all’hotel Dorian si assicurò che
nessuno, a cominciare da suo
fratello e da quel chiacchierone del suo amico Nott, fosse in giro a
quell’ora,
non perché si vergognasse di tenere Maggie abbracciata a
sé quasi avesse paura
che scappasse ma perché non voleva che nessuno a parte lei
vedesse il
meraviglioso sorriso che gli illuminava il viso; era presto e lui lo
sapeva,
era presto e tutto poteva ancora cambiare ma lui non era mai stato
felice come
in quel momento.
<<
La tua camera è in fondo al corridoio >> le
sussurrò una volta giunti al
piano della stanza di Maggie:<< Sì, lo so
>> mormorò lei dolcemente
con ancora la mano stretta a quella di lui, da quando avevano lasciato
il d’Orsay
non si erano quasi mai lasciati la mano quasi fosse la loro ancora di
salvezza
e doveva ammettere che la mano calda di Ian stretta alla sua era una
delle cose
più piacevoli che avesse mai provato:<< Vuoi
andare a dormire? >>
le domandò con un sorriso:<< Devo, chi le
sente quelle quattro se non
torno a dormire? Si faranno un sacco di storie e domattina non ce le
leveremmo
più di dosso >> <<
Sì, forse hai ragione >> acconsentì
lasciandola
andare:<< Buonanotte Margaret >> lei
sorrise facendo scivolare la
mano dalla sua:<< Buonanotte Ian >> e
voltandogli le spalle si
incamminò per il corridoio con un gran sorriso sulle labbra,
quello era quasi l’appuntamento
perfetto, mancava solo…
<<
Margaret >> lei si voltò vedendolo fermo
esattamente dove l’aveva
lasciato che le sorrideva, i suoi occhi che le dicevano quello che la
sua bocca
aveva paura di chiedere, non ci pensò un istante di
più e girandosi di corsa lo
raggiunse saltandogli tra le braccia; pensava di aver osato troppo ma
poi si
rese conto che Ian aveva stretto la sua vita e l’aveva
sollevata quel poco che
bastava perché lei arrivasse con il viso
all’altezza di quello di lui:<< È
dai ieri che aspetto di farlo >> lui rise mentre
avvicinava il viso a
quello di lei:<< Non ti lamentare, io sono due anni che
ti aspetto
signorina Stains >> poi quasi fosse la cosa
più naturale del mondo chinò ancora
il capo sfiorando le labbra di Maggie in un bacio che sapeva
dell’afrodisiaco
profumo di menta e fiori.
Una volta salutato
il suo bel principe azzurro Maggie fece qualche passo verso la sua
stanza per
assicurarsi che Dorian sparisse dalla sua vista poi voltandosi prese a
camminare fino allo studio di Isaac Atelier sperando di trovarvi l'uomo
ancora
sveglio.
<<
Signorina Stains...a cosa devo il piacere? >> le
domandò l'uomo quando la
vide entrare:<< Sa perché sono qui
>> << Ne è sicura? Ha
visto cos'ha fatto questa a mio figlio >> e
tirò fuori da un cassetto
della scrivania la pergamena incriminata:<< Lo faccio per
Ian >>
replicò lei avvicinandosi al tavolo ed allungando una mano
verso il pezzo di
carta.
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Capitolo 8 *** 7 - Incubi e ricordi ***
<<
Allora? >> e James guardò Noelle che stava
entrando nella stanza che lui
condivideva con Michael ma che quella mattina era uscito per un
impegno, un
appuntamento con Lilith lui lo sapeva ma non aveva detto niente, sapeva
che a
Gail non piaceva parlare molto di sé e quindi lui lasciava
correre.
<<
Ciao Jamie >> << E questo me lo hai detto
anche ieri sera, quello
che voglio sapere è di cosa dovevi parlarmi >>
ripensando a tutto quello
che era successo dal loro appuntamento mancato un piccolo sorriso le
salì alle
labbra…
Subito
dopo il bacio a dir poco mozzafiato di James era rimasta talmente
scossa che
aveva sentito il bisogno immediato di allontanarsi da lui per avere il
tempo di
respirare e rimettere ordine nei suoi pensieri; era corsa in strada e
la
tiepida aria della notte le aveva immediatamente risvegliato i sensi,
si era
messa a camminare senza una vera meta ma si era fermata dopo pochi
passi
sedendosi su una panchina in mezzo ad un viale alberato restando
lì a guardare
i passanti mentre lasciava che i pensieri e i ricordi si facessero
strada
dentro di lei e si mettessero nel posto giusto.
Ripensò
alla prima volta in cui aveva conosciuto James, con lo scopo di
lasciarlo senza
parole aveva letto i suoi pensieri non appena era entrato nella stanza
del suo
capo, ma se James avesse potuto leggere i suoi…
Quando il
suo capo le aveva comunicato che avrebbe collaborato con il
dipartimento Auror
e che avrebbe dovuto lavorare fianco a fianco con uno di loro si era
sentita
elettrizzata, era diventata una Legilimens perché amava
aiutare le persone e
stare tutto il giorno chiusa nel suo ufficio solo perché era
la più giovane del
gruppo e quindi il suo compito era compilare scartoffie e portare succo
di
zucca ai suoi colleghi più anziani e decisamente snob, non
era proprio quello
che sognava ma quando le si era presentata quella
possibilità l’aveva afferrata
al volo!
Il
problema era stato quando James Rhodes aveva fatto il suo ingresso
nell’ufficio
del suo capo e l’uomo glielo aveva presentato come il suo
futuro collega!
Ricordava
ogni dettaglio di Jamie di quel giorno: la divisa chiara che gli
delineava i
muscoli, i capelli spettinati dalle mani che gli aveva visto passarvi
dentro
milioni di volte mentre era chino sulla sua scrivania a scrivere un
rapporto,
le mani grandi e sporche di terra in quel momento per il pedinamento
che aveva
fatto con i suoi colleghi.
Il capo le
aveva detto che James aveva avuto un incidente qualche tempo prima e
che da
allora faticava a lavorare con un compagno per quel motivo avevano
deciso di
provare quella nuova interazione sperando che la cosa funzionasse.
Praticamente
lei e James erano la sola squadra formata da un Auror e un Legilimens,
sorridendo Noelle aveva sempre pensato che a modo loro erano unici.
Da lì era
cominciata la loro avventura insieme e, nonostante il lavoro fosse duro
e
avessero passato giornate terribili, James trovava sempre il modo di
farla
sorridere alla fine di ogni giornata, trovava sempre qualcosa di carino
da
dirle per farla sentire meno sola e triste per tutti i pensieri
orribili che
leggeva nella mente dei criminali che prendevano.
La prima
volta poi che lui aveva insistito per accompagnarla a casa dopo che
avevano
finito un turno particolarmente lungo Noelle si era sentita onorata e
poco dopo
erano finiti nel suo appartamento sdraiati sull’enorme divano
che occupava metà
della stanza a rivangare i tempi della scuola davanti a due burrobirre;
per
tutto quel tempo Noelle aveva visto James passare da una ragazza
all’altra con
la frequenza con cui una persona normale si cambia i
calzini:<< Mi diverto
Noelle, che male c’è? Sto aspettando la ragazza
giusta >> solo ora capiva
che la ragazza che lui stava aspettando era lei o per lo meno era
quello che
James le aveva fatto capire con quel bacio, l’invito
all’Hotel e tutto il
resto…
La domanda
ora era: poteva fidarsi di lui in quel senso? Poteva lasciarsi andare e
provare
a stare insieme a quel ragazzo così solare e spigliato che
aveva conquistato il
suo cuore in silenzio piano piano, pezzo per pezzo?
<<
Allora Noelle? >> la voce di Jamie la riportò
alla camera e guardando
quegli occhioni scuri seppe che aveva preso la decisione
giusta:<< Allora
mettiamo subito le cose in chiaro cadetto Rhodes >> a
quelle parole un
sorriso si allargò sulle labbra di Jamie:<<
Dimmi Jackson sono tutto tuo
>> << Niente scenate di gelosia, per nessun
motivo! Non posso
sempre arrivare al momento giusto per salvare il tuo regale posteriore
dai
casini che combini >> James fece spallucce ma lei
continuò
imperterrita:<< Non sto scherzando Jamie >>
a quelle parole lui si
alzò dal letto dove si era seduto e si avvicinò a
lei:<< Non so se posso
accettare, voglio dire tu sei così…sei splendida
e il pensiero che qualcuno
guardi questo sorriso quando io non sono con te mi manda il sangue al
cervello…soprattutto
quel francesino da… >> Noelle stava per
arrabbiarsi poi vide l’ombra del
sorriso che Jamie cercava di nasconderle:<< Sei
terribile, sto parlando
seriamente James! >> lui cercò di tornare
serio ma la cosa gli riusciva
pressoché impossibile avendo Noelle tra le
braccia:<< Va bene d’accordo,
ci proverò >> disse infine poi non riuscendo a
rinunciare all’ennesima
sfida aggiunse:<< Ma voglio qualcosa in cambio per questo
sforzo
sovrumano che mi stai chiedendo >> <<
Qualcosa che ha a che fare
con un bacio o qualcosa di simile vero? >> lui rise
mentre chinava il
capo verso quello di lei:<< Sì, qualcosa del
genere >> poi poco
prima di toccare le labbra della ragazza aggiunse
ridendo:<< Stavolta non
scappare però >> ed ignari di essere spiati
James e Noelle si persero
nella bellezza di quell’amicizia che ormai aveva cambiato
nome e presto avrebbe
cambiato le loro vite!
Intanto
Lilith seduta sul letto della sua stanza si era rifiutata di scendere a
colazione, se saltava il pasto e fingeva di stare male forse Gail si
sarebbe
rassegnato e l’avrebbe lasciata in pace; quello che non
poteva immaginare era
quanto forte potesse essere la tenacia di quel giovane medimago pur di
portarla
fuori per un appuntamento!
I suoi
pensieri e le sue speranza furono interrotte infatti quando
sentì bussare alla
porta, se fosse stata Leila avrebbe avuto le chiavi quindi rimase in
silenzio
sperando che chiunque fosse se ne andasse:<< Oh andiamo
davvero vuoi
farmi credere che non sei in camera? Non abbiamo dodici anni nanetta
>>
la voce di Mike dall’altro lato della porta e, soprattutto
quel nanetta detto
con così tanta naturalezza la fecero imbestialire ancora di
più:<< Ti ho
già detto di non chiamarmi nanetta razza di…
>> ma mentre gli stava
imprecando contro non si rese conto di aver aperto la porta e il
Michael Gail
che si trovò davanti la lasciò senza fiato, non
l’aveva mai visto così.
<<
Buongiorno nanetta >> replicò lui con il suo
solito sorriso da faccia da
schiaffi:<< Buongiorno un corno, ti ho detto che con te
non vengo da
nessuna parte >> inaspettatamente Michael
allungò una mano prendendo
quella di Lilith:<< Ne parliamo da un’altra
parte ok? Tu vieni con me poi
mandami pure al diavolo quanto vuoi! >> e sorridendo la
trascinò giù per
le scale.
<<
Stai bene? >> e James guardò Noelle che
scendeva le scale accanto a lui,
dopo quel bacio avevano deciso che era meglio scendere a fare colazione
invece
di rintanarsi in camera a fare chissà cosa anche
perché non vedendoli gli altri
avrebbero fatto supposizioni e capito tutto nel giro di pochi istanti,
questa
almeno era stata la spiegazione di James e Noelle non poteva immaginare
che
sotto ci fosse dell’altro, non in quel momento almeno.
<<
Guardali lì i piccioncini >>
commentò François guardando Rhodes e la
Jackson che entravano in sala da pranzo e rivolgendosi al fratello e a
Libero
che erano accanto a lui:<< Mi sembra che anche tu sia
nella loro stessa
situazione fratellino caro >> lo prese in giro Dorian che
aveva ancora la
mente ferma al bacio che aveva dato a Maggie la sera prima, era tutto
così
perfetto che quasi non ci credeva nemmeno lui!
<<
Togliti quel sorriso soddisfatto dalla faccia Ian, sei insopportabile,
sparisci
per due giorni e torni con quella faccia da padrone del mondo
pienamente
soddisfatto, sei un affronto per tutto il genere maschile fratello!
>>
Dorian tornò a guardare la porta sperando di vedere Margaret
entrare da un
momento all’altro, aveva voglia di correre da lei e baciarla
davanti a tutti
per togliere dalla mente dei suoi amici ogni più minuscolo
dubbio su quello che
lui provava per quella meravigliosa ragazza, non che avesse di che
preoccuparsi
da quello che aveva potuto intuire ma non si sa mai no?
<<
Smettila, arriverà >> lo rimbeccò
di nuovo Frankie mentre sorseggiava un
po’ di caffè e quando Ian non gli rispose seppe
che il cervello di suo fratello
si era già messo in moto:<< Ian…che
cosa stai pensando? Ian… >>
mentre i due fratelli stavano discutendo Libero si perse per un
po’ a guardare
il resto del gruppo che faceva colazione e il suo sguardo
cercò immancabilmente
Bunny che, in silenzio, stava riempiendo una tazza di latte e cereali.
<<
Serve una mano splendore? >> la ragazza alzò
gli occhi per un istante poi
vedendo, come pensava, che si trattava di Nott, tornò a
guardare la tazza quasi
lui fosse invisibile:<< Ehi…Bunny…
>> la chiamò di nuovo sapendo
bene che in parte di meritava quel trattamento:<< Bunny
cosa? Che vuoi
Nott? >> colpito da quella voce dura nonostante fosse
bassa per non farsi
sentire dagli altri Libero si fece più
vicino:<< Senti non volevo
davvero…mi dispiace se… >>
<< Cosa? Se mi hai piantata da sola per
tre notti su quella stramaledetta terrazza? Non so come funzioni nel
tuo
cervellino Nott ma quando dici ad una ragazza che ti piace e la baci a
casa mia
non sparisci senza motivo il giorno dopo >> Libero si
passò una mano nei
capelli scuri cercando di restare calmo, aveva un motivo più
che valido per
essere sparito ma aveva bisogno di spiegarlo a Bunny:<<
Senti c’è una
spiegazione valida per quello che è successo, davvero non
l’ho fatto apposta e
ti prometto che ti spiegherò tutto ma tu devi darmi la
possibilità di farlo
>> lei lo guardò di sbieco spostandosi
leggermente da lui:<< Non so
se posso farlo, anche Greg faceva così e ogni volta tornava
con una scusa…non
so se posso passarci ancora, non adesso almeno >> e
lasciandolo lì a
maledire il suo dannato problema Bunny si allontanò
andandosi a sedere in fondo
alla sala in un piccolo tavolino illuminato dal sole.
<<
Versailles? Questa è la tua idea di appuntamento Gail?
Girare la reggia di Luigi
XVI? >> Mike sorrise sempre tenendole la mano ed
incamminandosi dentro i
giardini della reggia:<< Ho voglia di fare quattro
chiacchiere con te
nanetta e tanto vale farlo in un posto che valga la pena vedere no?
>>
Lilith scosse il capo rassegnata seguendolo per i viottoli di sassolini
chiari,
ormai era lì e tanto valeva assecondarlo, ma non
gliel’avrebbe data vinta, mai!
<<
Noelle…ti posso parlare? >> e Ian si
avvicinò all’amica con un piccolo
sorriso stando bene attento a quello che faceva, ormai aveva capito di
che
pasta era fatto Rhodes e non voleva innescare un’altra
lite:<<
Dorian…allora com’è andato
l’appuntamento? >> domandò lei con
un caldo
sorriso e spalancando i grandi occhi verdi curiosa:<<
Margaret non ti ha
raccontato nulla quando è tornata ieri sera? Credevo che voi
donne non vedeste
l’ora di spettegolare su cose del genere >> per
un istante Noelle si
bloccò, la mela che teneva in mano a metà tra la
fruttiera e il suo
piatto:<< Dorian…veramente Maggie non
è tornata in camera stanotte, credevo
che fosse con te >> in un istante il suo sangue si
bloccò facendolo
sbiancare e poi gli salì tutto al cervello, i begli occhi
blu scuriti dalla
rabbia, senza aggiungere una parola si voltò uscendo di
corsa dalla sala e
salendo le scale a due a due, se aveva ragione e suo padre aveva fatto
quello
che credeva l’avrebbe pagata, stavolta l’avrebbe
pagata cara!
Aveva
quasi raggiunto il piano dove si trovava l’ufficio di Isaac
quando una voce
dolce lo bloccò:<< Ehi…buongiorno
>> avrebbe riconosciuto quella voce
tra mille, avrebbe riconosciuto quel suono e l’avrebbe
seguito ovunque, per lui
era come il canto di una sirena:<< Margaret
>> e si voltò a
guardarla mentre un sorriso gli illuminava il viso:<<
Ciao Ian >>
lo salutò lei avvicinandosi in tutto il suo splendore,
indossava un paio di
pantaloncini in jeans e una camicia rosa cipria senza
maniche:<< Dove sei
stata? Noelle ha detto che non sei tornata in camera, mi sono
preoccupato
>> e mentre parlava la prese tra le braccia passandole le
mani nei
capelli perdendosi dietro al loro profumo:<< Quando te ne
sei andato ieri
sera ho fatto due passi in giro per l’hotel, non riuscivo a
prendere sonno e
così sono finita in biblioteca, ho preso un libro per
cercare di addormentarmi
e devo essere rimasta su una delle poltrone, mi sono svegliata
lì stamattina,
sono andata a fare una doccia e stavo venendo a fare colazione adesso
>>
<< Bene, allora possiamo farla insieme >>
le mormorò sorridendo poi
prendendole la mano si diresse verso il terrazzo.
Mentre
camminava mano nella mano con il suo fidanzato, poteva davvero
definirlo tale?,
a Maggie tornò in mente la sua breve ma significativa
chiacchierata con Isaac
Atelier della sera prima:<< Fossi in lei lascerei passare
un po’ di tempo
prima di cimentarmi con certe cose signorina Stains >> le
aveva risposto
l’uomo quando lei gli aveva chiesto di poter avere la propria
pergamena per
capire se davvero la sua storia con Dorian era in grado di sopravvivere
a
qualsiasi cosa le riservasse il futuro:<< Ciò
che succederà è diverso per
ognuno di noi, quello che vedrà potrebbe essere il suo
futuro come anche il suo
passato o le sue più peggiori paure >> per un
attimo Maggie aveva
esitato:<< Crede che non potrei farcela? Crede che io non
sia all’altezza
di quello che potrei trovarmi davanti? >> Isaac
l’aveva guardata in
silenzio poi mettendosi le mani giunte davanti al viso si era sfiorato
le
labbra scuotendo lievemente il capo:<< Al contrario
signorina Stains, so
che affronterebbe egregiamente qualsiasi cosa ci sia dentro quel pezzo
di carta
forte del chiamiamolo sentimento che anima lei e mio figlio. Quello che
mi
chiedo è se entrambi siete coscienti di cosa questo
comporterà se deciderete di
continuare su questa strada >> Maggie era rimasta in
silenzio non
riuscendo ad afferrare il senso di tutto quel discorso:<<
Mio figlio è un
Atelier signorina Stains e come tale ha dei doveri, lei è
una maga molto in
gamba con una fiorente carriera, quando arriverete al punto in cui
dovrete
scegliere ed uno dei due dovrà sacrificare i propri sogni
per amore dell’altro
si è chiesta chi di voi due farà questa scelta?
>> << Ian non…
>> << Cosa? Non le chiederebbe mai di
scegliere? >> domandò
Isaac velenoso:<< La vita di mio figlio è a
Parigi a dirigere questo
hotel, la sua è in qualche polverosa stanza
dell’ufficio misteri di Londra, non
le sembra troppo per far funzionare le cose? >>
Le parole
di Isaac ancora le ronzavano in testa e dopo essersi messa il pezzo di
pergamena in tasca aveva girovagato senza meta per l’hotel
cercando di mettere
un po’ di ordine nelle sue idee, si era perfino addormentata
in un piccolo
salottino che aveva scovato vicino alla stanza di Dorian, ma non era
venuta a
capo di niente, aveva deciso di recarsi in camera e di mettere la
parola fine a
tutto quello stupido supplizio quando aveva visto Dorian in fondo al
corridoio
e il suo stupido cuoricino aveva reagito alla vicinanza del giovane
spingendola
dolcemente tra le sue braccia.
Quindi
adesso era lì, ferma in piedi sulla terrazza a guardare quel
giovane mago fuori
dal comune che le versava un po’ di succo come se fare
colazione insieme fosse
la cosa più semplice e naturale del mondo.
<<
Va tutto bene? Sembri stanca >> Maggie
sorrise:<< Una poltrona
della biblioteca non è decisamente il letto migliore del
mondo >> Ian
sorrise sedendosi su una sdraio e allungando le gambe davanti a
sé, quella
mattina contrariamente al solito aveva indossato un paio di jeans e una
maglietta ma anche così era semplicemente
magnifico:<< Ti avrei tenuta
con me ma non so quanto
avrei resistito
tenendo le mani a posto >> le mormorò poco
dopo che lei si fu stesa
accanto a lui ed Ian ebbe iniziato a giocherellare con i suoi
capelli:<<
È una proposta indecente signor Atelier? >>
lui sorrise sprofondando il
viso in quella massa di boccoli scuri:<< Sembro un
maniaco se dico di sì?
>> le domandò piano cercando di far perdere la
propria voce in quella
massa di seta scura ma lei lo sentì
comunque:<< Solo se pensi che io ti
dia una risposta negativa… >> <<
Margaret… >> le mormorò
cercando di pensare a qualcosa che lo tenesse calmo e gli evitasse di
far
prevalere la sua parte più istintiva e carnale sul terrazzo
di casa sua dove
chiunque in quel momento poteva scoprirli!
<<
Da quando hai questo anello? >> e la sua attenzione fu
catturata dalla
mano di Maggie che giocherellava con la sua e in particolare con
l’anello che
portava all’anulare:<< Me l’ha
regalato mio padre quando mi sono
diplomato, era la fede nuziale di mio nonno >> poi
togliendosi il monile
dal dito glielo passò e Maggie notò le piccole
parole incise
all’interno:<< Ab imo
pectore?
>> domandò poi curiosa:<<
Sì, vuol dire con tutto il cuore
è ciò che ha detto mio nonno a mia nonna quando
le ha chiesto di sposarla, che l’avrebbe amata per sempre con
tutto il cuore
>> Maggie sorrise restituendogli
l’anello:<< È estremamente
romantico, dovevano amarsi molto >> <<
Sì, ho ancora un sacco di
ricordi di loro, si erano trasferiti in Provenza quando mio padre aveva
preso a
gestire l’hotel per cui ogni tanto andavo a trovarli nei
weekend liberi dalla
scuola >> rimasero lì ancora un po’
a chiacchierare e Ian le raccontò di
come sua nonna avesse notato che da bambino lui spesso restava fermo
sulla
spiaggia davanti a casa a disegnare sulla sabbia con un
bastoncino:<< È
stata lei a darmi il mio primo blocco e la scatola dei colori,
papà non era
molto d’accordo perché lo considerava un
passatempo stupido ma mi ha sempre
aiutato a rilassarmi >> Maggie sorrise appoggiandosi
sulla sua
spalla:<< Mi piacerebbe vedere qualche tuo lavoro
sai…Noelle dice che sei
molto dotato >> Ian sorrise furbo seguendo il profilo del
suo naso con
l’indice:<< Tu e Noelle parlate un
po’ troppo di me e del signor Rhodes
>> << Solo perché lei non vuole
ammettere che… >> ripensando
all’ingresso dei due mano nella mano quella mattina rise di
gusto:<< Oh
credo che l’abbia capito invece e anche molto bene
>> gli occhi di lei si
spalancarono stupiti:<< No aspetta, ma che mi sono persa?
Che è successo?
Vuoi dire che quei due…che Noelle…
>> di nuovo Ian rise:<< Calma
terremoto >> poi mettendole una mano dietro la schiena e
accarezzandole
le spalle scoperte aggiunse:<< Sì, da quello
che ho visto stamattina la
nostra signorina Jackson ha aperto gli occhi su quello che quel povero
James
provava da dio solo sa quanto, sembravano due cuccioli in amore
stamattina
>> Maggie chinò il capo in modo che Ian non
potesse vederla, voleva
prenderlo in giro e se l’avesse fatto guardandolo in faccia
sarebbe scoppiata a
ridere:<< Beata lei, un po’ la
invidio…se penso a James poi, in fondo è
proprio… >> la mano di Ian che si irrigidiva
sulla sua spalla le disse
che il suo piano stava riuscendo:<< Scusami?
>> poi mettendole una
mano sotto al mento lui le fece alzare il viso per incontrare i suoi
occhi:<< Hai forse qualcosa da ridire sul sottoscritto?
>> ma
mentre pronunciava quelle parole il caldo sorriso di Margaret gli fece
capire
di essere cascato in pieno nella sua trappola:<< Ian
Atelier geloso…non
mi dispiace la cosa… >> inaspettatamente Ian
la prese alla vita
mettendola sotto di sé sulla sdraio guardandola con quegli
occhi da predatore
fissi nei suoi:<< Ah è così che la
metti…stai giocando con il fuoco
Margaret >> inutile dire che lei si scioglieva ogni volta
che la chiamava
con il suo nome completo, ormai era l’unico al mondo a
farlo:<< Non ho
paura di te signor Atelier >> << Cambierai
idea >> le
sussurrò mentre si chinava prendendo le labbra di Maggie tra
le
proprie:<< Sarai la mia dannazione Margaret Stains
>>
Due ore
dopo approfittando di François che era venuto a sequestrare
Dorian per una,
come l’aveva chiamata lui, questione della massima
importanza, Maggie tornò a
pensare al pezzo di pergamena che se ne stava ancora al sicuro nella
sua tasca,
non aveva detto niente ad Ian perché le era bastato guardare
il suo viso quando
si erano incrociati sulle scale quella mattina per capire che non
avrebbe mai
potuto accettare una cosa del genere, molto controvoglia si
trovò ad ammettere
che c’era una sola persona in quell’hotel che
avrebbe potuto aiutarla…
<<
Che cosa la porta di nuovo nel mio studio signorina Stains?
>> la voce di
Isaac era sempre glaciale, ma stavolta per Maggie era solo uno sprone
ad andare
avanti per la sua strada:<< Ho bisogno del suo aiuto
>> cominciò ma
quando Atelier fece per aprire bocca aggiunse:<< Ho
bisogno del suo aiuto
con questa >> guardando la pergamena Isaac
sorrise:<< Così ha
deciso di usarla senza dire niente a mio figlio >>
<< Dorian si
preoccuperebbe inutilmente e io non ho bisogno di uno stupido pezzo di
carta
per sapere che tengo a lui, ma se questa servirà a calmare
lei e i suoi
pregiudizi allora ok >> guardando lo sguardo truce di
Isaac per un attimo
Maggie pensò di aver esagerato, era stata dura e lo sapeva
ma Dorian si stava
rivelando sempre di più l’uomo dei suoi sogni e il
pensiero di perderlo la spingeva
a fare qualunque cosa:<< Credo che Ellie
l’avrebbe adorata >> la
voce di Isaac la riscosse:<< Cosa? >> lui
si alzò in piedi facendo
il giro della scrivania e mettendosi accanto alla ragazza che, vista la
differenza di altezza si sentì un po’ in
soggezione, ma possibile che in quella
famiglia tutti superassero il metro e ottanta?
<<
Elodie, mia moglie. Sono certo che l’avrebbe adorata se
l’avesse conosciuta
>> era la prima volta che sentiva il nome della defunta
signora Atelier
ed era la prima volta che sentiva Isaac farne parola e la cosa la
commosse non
poco:<< Dorian mi ha accennato qualcosa >>
a quelle parole Isaac
chinò il capo prendendo la pergamena tra le
mani:<< Ho amato mia moglie
più di qualsiasi cosa al mondo, l’ho amata fino
all’ultimo respiro >> poi
girandosi il pezzo di carta fra le dita lo porse a
Maggie:<< Non
accetterei niente di meno dalla donna che vuole stare al fianco di mio
figlio
>> Maggie allungò la mano
annuendo:<< Non voglio nient’altro che
far felice Dorian >> poi appena sfiorò la
carta con le dita tutto attorno
a lei divenne buio e l’ultima cosa che sentì
furono due braccia che la
sorreggevano sollevandola e una voce calda che le
sussurrava:<< Grazie
signorina Stains >>
Quando
riaprì gli occhi Maggie si guardò
intorno: la piccola camera da letto dove si trovava era deliziosamente
arredata
in quello stile bohémien della Parigi anni venti che aveva
sempre ammirato nei
libri e nei film, fece per stiracchiarsi e scendere dal letto quando si
accorse
di avere addosso solo una camicia decisamente maschile visto quanto le
stava
larga e un braccio dai muscoli fin troppo definiti che la teneva
ancorata al
materasso; fece per muoversi ancora quando la sagoma indistinta accanto
a lei
borbottò qualcosa per poi voltare la testa nella sua
direzione e cercare il suo
viso ad occhi chiusi:<< Dorian…
>> mormorò lei dolce vedendo l’uomo
dei suoi sogni peccaminosamente svestito che la stava tirando accanto a
sé:<< Dorian devo andare al lavoro,
farò tardi… >> la piccola
risata dell’uomo fece sorridere anche lei:<<
Sei il capo, puoi
permetterti di arrivare tardi >> Maggie si
strusciò contro di
lui:<< Anche tu devi andare al lavoro o te ne sei
dimenticato signor
sottosegretario >> Dorian sbuffò sonoramente
voltandosi poi dall’altra
parte del letto per vedere che ora era:<< Sono solo un
facchino, possono
fare a meno di me…la Nazione sopravvivrà anche
senza Ian Atelier >>
Margaret approfittò di quel piccolo sproloquio per sfuggire
alla sua presa e
alzarsi dal letto:<< Maggie! >> la
chiamò lui fingendosi arrabbiato
mentre lei si chiudeva in bagno facendogli la linguaccia.
<<
Mi vuoi dire che ti serve fratellino? >>
François guardò Dorian chinando
il capo:<< Frankie… >> e Ian si
avvicinò sapendo bene che quando
suo fratello si comportava così c’era qualcosa
sotto:<< Stamattina sono
uscito con Leila >> Ian incrociò le braccia
sul petto:<< L’avevo
immaginato visto gli occhi dolci che vi facevate a colazione e quindi?
>>
<< Siamo andati a Place de Tetre, sai quanto mi piace
stare lì in mezzo:
la gente, i bistrot, i pittori, Sacre Coeur…
>> << Arriva al dunque
>> cominciava a spazientirsi e poi doveva ammettere che
aveva voglia di
andare a ricercare Maggie per passare dell’altro tempo con
lei:<< L’ho
vista Ian, era ancora lì esattamente dove l’ho
vista la prima volta >>
<< Chi François? Per amor del cielo che cosa
stai… >> <<
Fiona >> << Fiona cosa? >>
François si passò le mani nei
capelli nervoso:<< Ti ho detto che l’ho
conosciuta a Place de Tetre
appena tornato dall’Inghilterra, quello che non ti ho detto
era che lei li ci
lavorava, fa l’artista e spesso espone i suoi lavori
lì >> << Hai
un pessimo tempismo fratellino, lasciatelo dire >>
François chinò il
capo:<< Lo so, ma quando ci siamo lasciati mi ha detto
che avrebbe lasciato
Parigi, che sarebbe andata vicino Nizza con il suo nuovo compagno, non
pensavo
che l’avrei rivista, non a Parigi almeno >>
<< Hai parlato con
Leila di tutto questo? >> << No, lei non si
è accorta di niente
stamattina, ho visto Fiona che mi fissava ma ho fatto finta di niente,
non
voglio fare casini Ian, non voglio rovinare tutto di nuovo
>> Dorian mise
le mani sulle spalle del fratello fissandolo negli
occhi:<< Primo tu non
hai rovinato niente nemmeno la prima volta, secondo Leila non
è Fiona e tu
questo lo sai, andrà tutto bene Frankie e per qualsiasi cosa
sai che puoi
sempre contare su di me >> per un attimo
François guardò il fratello
negli occhi e quelli scuri di Ian sorrisero prima ancora che lo
facessero le
sue labbra:<< Sei diverso >> Dorian
arricciò la bocca in una smorfia:<<
Cosa? >> << Tu, sei diverso. Più
rilassato e più felice >>
davanti all’evidenza il maggiore fece
spallucce:<< Tutto merito di una
strega dai capelli neri e il seducente profumo di fiori
>> << Sì,
l’avevo intuito >>
<<
Padrone, Seza ha portato quello che ha chiesto >> e
comparendo alle
spalle di Isaac mentre l’uomo era seduto su una poltrona
accanto al divano del
suo studio dove era distesa Margaret, l’elfa si
avvicinò:<< Il signor
Rhodes e la signorina Jackson sono ancora in albergo >>
<< Sì signore
>> << Fai come ti ho detto, ma assicurati
che siano insieme
>> di nuovo l’elfa annuì scomparendo
dallo studio e lasciando di nuovo
Isaac intento a vegliare su Maggie che, preda di chissà
cosa, si stava agitando
nel sonno:<< Devi essere forte signorina Stains, devi
rendere felice mio
figlio >>
<<
Che cos’è questa Ian? >> e con in
mano una delle camice di suo marito Maggie gli mostrò
l’inconfondibile traccia
di rossetto color mattone che era ben evidente sul colletto della
camicia
immacolata:<< Che cosa vuoi che sia? È
rossetto >> in quell’istante
la voce di Ian le sembrò diversa dal solito e perfino i suoi
occhi sembravano
avere qualcosa di diverso, erano freddi, spenti.
<<
Ian che cosa sta succedendo? >>
Dorian incrociò le braccia sul petto:<< Vuoi
davvero che te lo spieghi o
ci arrivi da sola Margaret? >> aveva sempre adorato
essere chiamata
Margaret da lui ma in quel momento il suo nome pareva quasi un
insulto:<<
Ian ti prego… >> era sull’orlo di
una crisi di nervi, non poteva succedere
ancora, la storia non poteva ripetersi di nuovo!
Immediatamente
le immagini di Daniel avvinghiato
sul divano di casa con Angela Mitchell, loro ex compagna di scuola e
sua
collega di lavoro, le tornarono alla mente facendole riempire gli occhi
di
lacrime:<< Ian ti prego… >>
mormorò ancora cercando di
controllarsi:<< Non dirmi che stai per piangere? Andiamo
avresti dovuto
saperlo che non saresti mai stata abbastanza, che uno come Dorian
Atelier non
avrebbe mai potuto accontentarsi di una stupida sciocca ottusa inutile
Tassorosso
>> a quelle parole, le stesse con cui l’aveva
chiamata Daniel, Ian aveva
quasi la stessa risata del suo ex mentre le diceva, analizzando poi le
parole
del marito Maggie per un attimo si bloccò: perché
diavolo Dorian parlava di sé
in terza persona?
Alzando
gli occhi sull’uomo che aveva davanti
Maggie rimase paralizzata: non era Ian era Daniel!
<<
Che cosa ci fai tu qui? Che cosa sta
succedendo? >> Daniel la guardò con
sufficienza:<< Cosa vuoi che ci
faccia, sono qui a ricordarti quanto sai essere stupida Maggie
>> poi
avvicinandosi la prese per un polso:<< Davvero credevi
che lui ti
volesse? Davvero pensavi che un Atelier, uno che può avere
qualsiasi donna al
mondo, perché dovrebbe volere te? >> due
piccole lacrime scesero sulle
guance di Margaret e l’ennesima risata di Daniel non fece che
peggiorare la
situazione:<< Non sei niente per lui, sei solo una come
tante, solo un
pesce in mezzo al mare >> mentre Daniel stava per
continuare il suo
sproloquio un piccolo flash passò nella mente di Maggie:
Dorian l’aveva notata
la sera della festa al ministero, l’aveva notata in una
stanza piena di gente;
ad un evento pieno di streghe eleganti ed altolocate Dorian Joshua
Atelier
aveva notato lei.
Forte
di quel ricordo, che fra parentesi le
aveva raccontato lo stesso Ian la sera prima, Maggie scoppiò
in una piccola
risata felice:<< Che cosa c’è?
Perché stai ridendo? >> Maggie alzò
gli occhi su Daniel:<< Lui mi ama >>
mormorò convinta:<< Non
puoi saperlo >> Maggie strattonò la mano
liberandola dalla stretta di
Daniel:<< Lui non è te, lui mi ama
>> poi guardandolo fisso come
non aveva avuto il coraggio di fare il giorno in cui aveva scoperto di
essere
stata tradita Maggie gli sputò addosso tutto
l’odio e il rancore che provava
per lui, probabilmente della piccola e dolce Maggie che Daniel aveva
usato,
conosciuto ed imbrogliato non restava molto in quel momento!
James e
Noelle erano in uno dei salottini del pian terreno seduti uno accanto
all’altro
sullo sgabello del pianoforte mentre ridendo James stava strimpellando
qualche
canzone interrompendosi ogni due minuti visto che non resisteva alla
tentazione
di baciare o toccare Noelle:<< La vuoi smettere? Mi fai
sentire come un
muffin >> brontolò lei cercando di restare
sedia mentre le labbra di
James sfioravano il suo collo lasciato scoperto dalla canottiera
arancione che
lei aveva indossato quella mattina:<< In effetti sei
deliziosa miss
Jackson >> le rispose lui ridendo mentre la sua mano
correva a cercare
quella di Noelle per stringerla:<< James…
>> lo riprese di nuovo appoggiandogli
la testa sulla spalla:<< Cosa c’è?
Voglio farlo dal primo giorno in cui
ti ho visto >> le rivelò candidamente
accorgendosi solamente poi di ciò
che aveva detto, Noelle fece per rispondere ma all’improvviso
un buio irreale
li avvolse impedendo loro perfino di guardarsi.
<<
Noelle! Noelle dove sei? >> e
James si guardò intorno nella piccola spiaggia di Newquay
mentre cercava la
fidanzata, aveva una strana sensazione e il non averla vicino lo
metteva come
sempre in agitazione:<< Noelle! >> inutile,
più la chiamava e più
lei sembrava sparita.
Ripercorrendo
il vialetto che portava dalla
spiaggia alla strada James continuò guardare i passanti
nella speranza di
intravedere quei capelli castani o quegli occhi verdi tra la folla.
Era
quasi giunto davanti al piccolo cottage che
avevano affittato per quella fuga romantica quando il suo istinto gli
fece
alzare gli occhi verso il lato opposto della strada, fu allora che lo
vide.
L’uomo
se ne stava immobile sul marciapiede
opposto al suo, il sorriso sghembo sul viso cinereo e una mano stretta
a pugno
che pian piano si sollevava mostrando a James qualcosa di rosso,
qualcosa che
solo poi riconobbe come la giacchia che Noelle aveva indossato quella
mattina
prima di uscire.
Tornando
a fissare gli occhi in quelli vuoti
dell’uomo il giovane Rhodes si sentì preso dal
panico, quell’uomo era morto,
come poteva essere lì davanti a lui? L’aveva
ucciso lui stesso come diavolo
poteva essere vivo e, soprattutto, che cosa aveva fatto alla sua Noelle?
Vedendolo
voltarsi ed incamminarsi per il
vecchio paese James cercò nelle tasche dei jeans la propria
bacchetta pronto a
tutto poi lo seguì.
Cercando
di muoversi intanto Noelle aprì gli
occhi guardandosi intorno:<< Dove…dove sono?
>> e alzò il capo
cercando un qualche punto di riferimento, l’ultima cosa che
ricordava era la
voce di James dal suo sdraio che le diceva:<< Mi prendi
un pacchetto di
api frizzole? >> poi era stato il vuoto più
completo e ora si ritrovava lì
chissà dove legata ad una sedia con un bavaglio che le
impediva di parlare,
scosse un po’ il proprio corpo per tastare la
solidità della sedia ma la sola
cosa che ottenne fu il rumore provocato dai piedini di questa sul
pavimento:<< Ti sei svegliata signorina >>
replicò una fetida voce
che puzzava di alcol lontano un chilometro ma che era
insopportabilmente vicina
al suo collo:<< Mi chiedevo quando ti saresti unita alla
nostra piccola
festicciola… >> Noelle si guardò
intorno ma no vide nessuno, era troppo
buio lì dentro per poter vedere distintamente
qualcosa:<< Non avere paura
mia cara presto non saremo più soli, il tuo bel cavaliere
sta arrivando
>>
James
si fermò guardando il vecchio magazzino
fatiscente ed abbandonato: che cosa ci faceva quel bastardo
lì dentro? Noelle
era con lui? Inutile dire che la sua ansia cresceva ogni minuto
così sapendo
bene di non avere altre possibilità e dal momento che quello
dell’Auror,
nonostante fosse in vacanza, restava comunque il suo lavoro e la sua
natura, si
avvicinò all’ingresso poggiando una mano sul
portone di ferro e spingendolo per
entrare.
<<
Lumos >> e sussurrando appena l’incantesimo
alzò la bacchetta per farsi un po’ più
di luce.
Stava
per addentrarsi per un corridoio alla sua
sinistra quando una voce sgradevole che aveva già sentito
attirò la sua attenzione
facendolo voltare e correre dalla parte opposta.
<<
Cosa dici tesoro dovrei toglierti quel
bavaglio eh...così il tuo adorato salvatore può
sentirti urlare >> poi
ridendo con lo stesso suono che avrebbe avuto uno che sta per essere
sgozzato
il suo aguzzino guardò Noelle tornando a puntarle un rozzo
coltello vicino al
viso:<< Purtroppo però devo dirtelo signorina:
non ti sentirà nessuno e non
verrà nessuno a salvarti >> gli occhi di
Noelle si spalancarono un po’
per la paura e un po’ perché moriva dalla voglia
di prendere la propria
bacchetta e di far fuori quel pazzo con le sue stesse mani, purtroppo
però la
bacchetta l’aveva lasciata nel cassetto del comodino dal
momento che c’era
James e che lui aveva sempre con sé la sua!
Cercando
di concentrarsi Noelle provò a leggere
la mente del su rapitore, era il suo lavoro e a volte le riusciva anche
se non
era così concentrata e se voleva avere una speranza di
uscire viva da lì doveva
provare…
Chiuse
per un istante gli occhi cercando di
focalizzarsi su di lui quando l’immagine di quello stesso
uomo a terra senza
vita le attraversò la mente, stava leggendo i suoi stessi
pensieri? Che cosa
succedeva perché non riusciva a fare il suo lavoro quando ne
aveva bisogno?
Riprovò
di nuovo e stavolta l’immagine che vide
fu lei stessa ferita e un fascio di luce rossa che colpiva il suo
aguzzino: c’era
qualcosa che non andava…
Stava
per riaprire gli occhi quando una voce
maschile la fece sorridere…
<<
Lasciala andare >> e James si
avvicinò con la bacchetta sguainata puntandola verso
l’uomo mentre i suoi occhi
correvano a Noelle legata:<< Sei di nuovo allo stesso
punto Rhodes, sei
di nuovo qui e stai per fare di nuovo lo stesso miserabile gesto
>>
sentenziò l’uomo con una calma
spietata:<< Lasciala stare e forse potrei
ripensarci >> << Forse? >>
poi voltandosi velocemente a
guardare Noelle aggiunse:<< Lei non lo sa
vero… >> James si
irrigidì e un brivido gelato gli percorse la spina
dorsale:<< Lei ha
visto solo la superficie, che cosa vedrebbe se si scavasse un
po’ più a fondo? Se
venisse fuori il motivo per cui non riesci a lavorare con un compagno?
>>
<< Te lo meritavi e rifarei cento, mille volte quello che
ho fatto, ho
visto cosa volevi fare a quelle persone, ho visto il tuo sguardo
>>
replicò Jamie con lo stesso tono
accusatorio:<< Hai visto quello che
volevi vedere Auror… >> buttò fuori
l’uomo con odio:<< Hai ucciso,
è questa la verità, hai ucciso e porterai sempre
addosso il marchio di questa
infamia >> ripensando al lungo taglio che gli
attraversava il petto e
che, nonostante i mesi passati insieme, ancora faticava a far vedere a
Noelle,
James strinse la presa attorno alla bacchetta:<< Te lo
ripeto: lasciala
andare >>
<<
Oh ma noi qui ci stiamo divertendo così
tanto… >> poi girandosi verso di lei lo
sconosciuto le prese il mento con
due dita strizzandole le guance e avvicinando il viso al
suo:<< Vero
piccola…dillo al tuo fidanzatino quanto ci stiamo
divert… >> <<
Stupeficium! >> e la voce di James immediatamente seguita
dallo
schiantesimo la bloccò mentre l’uomo accanto a lei
veniva sbalzato via cadendo
alcune decine di metri più in là e sbattendo la
testa a terra sul pavimento di
cemento.
<<
Stai bene? >> e James le si
avvicinò di corsa sciogliendo le corde con la bacchetta e
levandole il bavaglio
a mano in modo che lei potesse di nuovo parlare:<< Noelle
stai bene?
>> le domandò di nuovo visto che non
rispondeva:<< Jamie…>>
fu la sola cosa che fu in grado di mormorare prima che le forze le
venissero
meno e che scoppiasse in un pianto a dirotto, era durato solo qualche
decina di
minuti, un’ora a massimo ma quell’incubo
l’aveva scossa terribilmente:<<
Va tutto bene Noelle, ci sono io…va tutto bene
>> poi stringendola a sé e
prendendola in braccio James le sorrise per calmarla:<<
Andiamo a casa?
>> lei annuì e stringendosi ancora
più forte a lui aspettò che il suo
fidanzato si smaterializzasse.
Di
nuovo a casa James posò il suo delicato
carico sul divano e si mise appollaiato su uno dei braccioli
cominciando ad
accarezzare i capelli di lei:<< Jamie >>
lui la guardò
dolce:<< Sì? >> <<
Quell’uomo sembrava conoscerti >>
gli ricordò piano quasi avesse paura che nominandolo quella
carogna entrasse
dalla porta con il coltello sguainato:<< Sì,
in un certo senso lo conosco
>> rispose lui piatto:<< Ha a che fare con
il tuo lavoro? >>
lui annuì in silenzio:<< Ne parliamo
un’altra volta, adesso hai bisogno
di riposare >> Noelle sorrise allungando una mano per
accarezzargli la
maglietta nel punto esatto sotto cui lui nascondeva il suo
segreto:<< Un giorno
mi dirai cosa ti tormenta? >> James si sedette per terra
accanto al
divano dando le spalle a Noelle:<< Non so se potrai
accettare anche
questo di me, ho paura che se te lo raccontassi tu scapperesti via da
me e non
potrei sopportare di perderti >> la mano di Noelle sulla
sua spalla e la
bocca di lei persa nei suoi riccioli neri lo fecero sentire in pace con
il
mondo:<< Io sono qui James e ci sarò sempre
qualsiasi cosa tu abbia fatto
l’affronteremo insieme >> e rincuorato da
quella piccola fiamma di fiducia
incondizionata James Rhodes chiuse gli occhi lasciandosi andare alla
calma.
Quando Noelle
riaprì gli occhi e vide James disteso accanto a
sé alzò una mano per
accarezzargli la fronte:<< Ciao…
>> e lui le sorrise mentre si
rimetteva in piedi e le tendeva una mano per fare
altrettanto:<< Stai
bene? >> lei annuì:<< Ho fatto
un incubo terribile >> mormorò
poi stringendogli la mano come se da quello dipendesse la sua
vita:<< Sì,
anche io >> e cercando di non pensare a ciò
che aveva visto e che gli
sembrava così reale James la tirò vicino a
sé:<< Che ne dici di distrarci
un po’? Sto soffocando qui dentro >> Noelle
sorrise:<< A quest’ora
in piscina non c’è nessuno, potremmo…
>> James fece una smorfia:<< Siamo
a Parigi e la sola cosa a cui pensi è quella dannata
piscina, andiamo Jackson è
ora di goderci un po’ questa città
>> lei fece per replicare ma l’idea di
passare il pomeriggio in giro per quella favolosa città con
il suo Auror
personale le piaceva troppo per soffermarsi a notare piccoli dettagli
stonati.
<<
Papà
scusami volevo parlarti di… >> e la voce di
Dorian lo bloccò mentre stava
passando una mano sulla fronte della signorina Stains per assicurarsi
che
stesse bene:<< Ma che cosa… >> e
Ian raggiunse velocemente il
divano inginocchiandosi accanto al corpo privo di sensi di
Maggie:<< Che cosa
diavolo stai facendo? >> e guardando il padre con rabbia
alzò una mano
toccando le guance della ragazza:<< Dorian prima che tu
possa… >>
<< Prima che io cosa? Hai una vaga idea di quello che
potrebbe
succederle? Di quello che starà vivendo? Dio non lo
augurerei al mio peggior
nemico, figuriamoci a Margaret >> Isaac si
alzò in piedi mentre sul
figlio aveva ripreso a guardare la ragazza e ad accarezzarle il viso
sussurrandole dolci parole di conforto:<< Sta bene e tu
lo sai >>
<< La devasterà e tu lo sai >>
replicò il figlio freddo alzandosi
in piedi:<< Ero venuto a chiederti un consiglio ma
adesso… >>
<< Un consiglio su cosa? >> lo sguardo di
Ian corse rapido a
Margaret ed Isaac scosse il capo:<< La tua vita
è qui e tu lo sai
>> << Per questo l’hai costretta
a farlo? Per farle capire che se
vorrà stare con me dovrà farlo alle tue
condizioni? >> << Dorian io
non ho… >> ma un sussurro bloccò
entrambi:<< Ian… >>
immediatamente Dorian si voltò inginocchiandosi di nuovo
accanto a
Maggie:<< Margaret >> lei sorrise
debole:<< Mi piace quando
mi chiami così >> le mani di Dorian le
accarezzarono i capelli:<<
Stai bene? Perché l’hai fatto? Non eri obbligata
a… >> << Tuo padre
non mi ha obbligata, sono io che gli ho chiesto aiuto >>
e mettendosi più
o meno seduta Maggie lo guardò trafiggendolo con i grandi
occhioni scuri un po’
affaticati:<< Non volevo farti passare tutto questo
>> le ricordò
Dorian serio:<< Perché? Tu lo hai
fatto… >> << È
diverso, io
sono… >> << Cosa Ian? Che cosa
cambia tra me e te? Tu puoi lottare
per noi e dimostrare quanto sei forte e capace mentre io no?
>> non
sapeva nemmeno lei da dove le uscivano quelle parole ma il confronto
avuto con
Daniel era ancora troppo vivido nella sua mente e l’incubo si
stava mischiando
con la realtà:<< Come puoi pensare una cosa
del genere? Sai che io…
>> << So che cosa? So quello che tu mi dici
ma quello che dici e
quello che fai sono due cose diverse >> Dorian fece per
accarezzarle una
guancia ma la mano di Maggie sulla sua lo
bloccò:<< Devi fidarti di me
Ian >> lui evitò di guardarla negli occhi, non
voleva farle vedere quanto
fossero lucidi in quel momento:<< Io mi fido di te
>> Maggie alzò
per un istante gli occhi su Isaac e l’uomo annuì
sorridendole poi tornò a
guardare Ian:<< Dimostramelo allora >>
Grimilde's
Sì lo so, si era detto venerdì ma che volete
farci ho finito prima e perchè lasciarvi in attesa???
Qualcuno mi ha detto che sono folle (so che ha pienamente ragione) ma
ricordatevi che sono la vostra folle, oltre che sadica, e quindi meglio
mantenere fede alla mia reputazione e postare questo capitolo
immediatamente...
Stavolta non voglio dare troppe spiegazioni perchè sarebbero
le stesse del capitolo precedente quindi semplicemente buona lettura e
bonne nuit...
à la prochiane....
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Capitolo 9 *** 8 - Confessioni ***
Capitolo 8
Quando
Lilith rientrò nella sua camera mancava poco
all’ora di cena; vedendola entrare
Leila le sorrise dalla toletta dove si stava pettinando la lunga chioma
bionda:<< Sei uscita stamattina per colazione e rientri a
quest’ora? Per
essere una a cui Mike Gail non interessa perdi molto tempo insieme a
lui
>> di nuovo Lilith ripensò a quella strana
giornata in compagnia del suo
primo amore…
Quando si
erano inoltrati nei giardini di Versailles Mike non le aveva quasi
rivolto la
parola mentre si aggiravano tra i turisti intenti ad ammirare le
fontane e
scattare foto, era stato solo quando erano arrivati in un piccolo
angolo
nascosto dalle siepi che lui si era fermato voltandosi a guardarla,
Lilith si
era sentita un po’ a disagio, non per Mike ma
perché ora che l’aveva così
vicino capiva che lui aveva ragione a chiamarla nanetta, in confronto a
lui era
alta come quei buffi omini blu dei cartoni animati.
<<
Allora signor stangone? Che cosa hai intenzione di fare?
>> il sorriso
dio Michael l’aveva quasi fatta ridere a sua
volta:<< Non vuoi rendermi
le cose facili eh… >> << No
Gail, te l’ho già detto >>
Michael fece spallucce avvicinandosi poi alla panchina in pietra che
stava al
centro dello spiazzo:<< Mi odi davvero così
tanto Sherwood >> stava
parlando più a sé stesso che a
lei:<< Senti so che sono stato un
ragazzino odioso all’epoca ma avevo sedici anni, non puoi
pensare che sia lo
stesso di allora >> davanti a quelle parole Lilith si
fermò un attimo a
riflettere, anche lei era cambiata in quegli anni e quindi anche lui
poteva…
<<
Che cosa vuoi Gail? >> buttò fuori esasperata
sapendo che tanto lui non
si sarebbe arreso:<< In questo momento vorrei che ti
sedessi qui con me e
che parlassimo >> << Parlassimo? E di cosa?
>> domandò
perplessa ma avvicinandosi a lui:<< Di quello che ci
è successo in questi
nove anni >> lei scosse il capo
sorridendo:<< Per la serie
rivanghiamo i bei tempi andati? Non siamo due amiconi che si raccontano
segreti
>> lui abbozzò un sorriso voltando gli occhi
verso di lei:<< No ma
potremmo provare ad esserlo >> << Adesso
vuoi che siamo amici? A
scuola non mi rivolgevi la parola e adesso vuoi che…
>> << Te lo
ripeto a scuola ero uno stupido ragazzino che non sapeva nemmeno cosa
voleva
>> << Nessuno lo sa a sedici anni
>> pensò Lilith pensando
che a sedici anni non si sarebbe mai aspettata di seguire le orme di
suo padre
e di entrare nell’ufficio Cooperazione internazionale al
Ministero.
<<
Io volevo solo che mio nonno fosse orgoglioso di me, avrei fatto
qualsiasi cosa
per farlo felice >> << Tuo nonno?
>> lui annuì:<< Mi ha
cresciuto lui >> << E i tuoi genitori?
>> ma appena ebbe
pronunciato quella domanda Lilith si ricordò delle voci che
giravano a scuola
su come i genitori di Mike fossero morti durante una delle loro
missioni quando
lui aveva poco più di sei mesi:<< Scusami, non
intendevo… >> non le
era mai venuto facile scusarsi ma in quel momento sapeva di aver osato
troppo
anche se involontariamente:<< Non ti scusare, non
è un mistero che i miei
genitori siano morti durante una missione >> poi con un
piccolo sorriso
guardò la siepe davanti a loro:<< Non so cosa
ne sarebbe stato di me se
non ci fosse stato Frank >> << Non lo
chiami nonno? >> domandò
lei di nuovo e di nuovo provò l’istinto di
scusarsi, ma perché aveva cominciato
a parlare con lui?
<<
Se lo conoscessi capiresti che Frank non ha la classica faccia da
nonno, è più
come una specie di padre, zio, nonno, mamma tutto insieme in una sola
persona,
poteva lasciarmi al mio destino quando i miei sono morti, aveva la sua
vita e
io non ero previsto >> << Sei suo nipote,
non credo che avrebbe
potuto lasciarti a qualcun altro >> Mike la
guardò annuendo e avvicinando
la mano a quella di lei ferma in mezzo a loro:<< Andreste
d’accordo sai…è
quello che dice anche lui >> Lilith lo guardò
scuotendo il capo:<<
Forse perché è vero? Devo aggiungere anche ottuso
Tassorosso oltre a stangone?
>> gli domandò poi cercando di farlo ridere,
non le piaceva vedere quegli
occhioni marroni tristi anche se non sapeva nemmeno lei il
perché…
Da lì il
resto della loro giornata era trascorsa tra una crociera sulla Senna,
un giro
per i viottoli di Montmartre per concludersi con una cena in un bistrot
vicino
a Place de Tertre dove lei si era persa a guardare i pittori che
ritraevano le
giovani coppie o i magnifici profili della città; era stato
solo quando si
erano accorti dell’ora che Mike l’aveva presa di
nuovo per mano e riportata
verso l’albergo:<< Grazie per questa giornata
Lilith >> le aveva
detto mentre camminavano fianco a fianco:<< Grazie a te,
è stata…
>> << Strana? >> le
domandò lui ricordando quante volte si
erano ritrovati a ridere quasi senza motivo mentre si ritrovavano a
dire la
stessa cosa o a fissare gli stessi passanti pieni di souvenir, macchine
fotografiche e improbabili cappelli:<< Non credevo ti
piacesse il mondo
babbano >> gli aveva detto quando erano arrivati davanti
alla porta della
sua camera e come sempre la risposta di Mike l’aveva fatta
infuriare e
sorridere allo stesso tempo:<< Ci sono tante cose che
ancora non sai di
me nanetta ma tranquilla hai il tempo di scoprirle tutte
>> poi dandole
un piccolo bacio sulla guancia si era voltato dirigendosi verso la sua
camera:<< Gail! >> gli aveva urlato dietro
una volta resasi conto di
quello che lui aveva fatto, ma Mike era già sparito in fondo
al corridoio.
<< Quindi
Michael sta diventando di nuovo il tuo principe azzurro?
>> << Di
nuovo? Lila che cosa stai… >> <<
Hai detto tu che avevi una cotta
per lui a scuola, probabilmente ciò che ti piaceva di lui
allora è quello che
ti sta di nuovo piacendo adesso >> constatò
l’amica come se stesse esponendo
una verità universale:<< A me non piace Mike,
non più >> Leila
sorrise tornando a spazzolarsi i capelli e lasciando cuocere
l’amica nel suo
brodo per poi chiedere con la sua faccia più innocente
mentre posava la
spazzola nel beauty-case:<< E da quando Gail è
diventato Mike? >>
Lilith la guardò zittendosi e cercando di non assomigliare
ad un gufo che
arruffa le penne come succedeva sempre quando qualcuno la prendeva in
contropiede:<< Beh ha un nome non è un crimine
usarlo >> <<
No certo, ma fino a ieri era Gail lo stangone odioso, mi chiedevo solo
cosa
fosse cambiato >> Lilith si alzò di scatto
cercando il proprio pigiama:<<
Non è cambiato niente, Mike è solo più
corto da dire, tutto qui >>
replicò poi prendendo il cambio e infilandosi in bagno
considerando chiusa la
conversazione mentre Leila si sedeva sul suo letto sorridendo
soddisfatta: in
fondo era stata sua l’idea di trascinare Lilith in quella
follia ed era felice
che la sua amica avesse trovato qualcuno che le tenesse testa ma che
nel
contempo teneva a lei più di qualsiasi altra cosa; stava
quasi per
addormentarsi quando notò un piccolo pacchetto appoggiato
sul suo comodino con
un enorme fiocco verde e oro decisamente più grosso del
pacchetto stesso!
Prendendo
la scatolina tra le mani Leila la aprì trovandovi
all’interno un bocciolo di
rosa rossa ancora chiuso, appena lo prese in mano questo si
aprì mostrando un
biglietto al suo interno: “Buonanotte
mia
dolce Serpe, non vedo l’ora che arrivi domani, vestiti comoda
mi raccomando, F.”
anche senza la sua firma avrebbe capito comunque che si trattava di
lui,
solamente François Atelier poteva chiamarla mia dolce Serpe
dopo che avevano
passato metà del pomeriggio seduti ai Jardin du Tuileries a
rivangare i tempi
della scuola dove la rivalità tra il bel capitano dei
Grifoni, Frankie, e i
Serpeverde aveva toccato i record:<< Vi abbiamo strappato
la coppa più di
una volta, non fare l’arrogante con me signorina Tallyst
>> le aveva
ricordato ridendo e allora lei sorridendo aveva
controbattuto:<< Sì ma a
quanto ne so tu avresti voluto qualcos’altro oltre alla coppa
caro il mio
capitano >> François era rimasto immobile poi
guardando gli occhi furbi
di lei le aveva domandato timoroso:<< Non dirmi che hai
parlato con…
>> << Dovresti rispiegare al tuo migliore
amico il concetto di
segreto capitano, è stato un’inesauribile fonte di
informazioni >>
Frankie aveva scosso il capo ben sapendo che Libero aveva fatto apposta
a
spifferare tutto a Leila ma in fondo gli andava bene così,
non erano più a
scuola, non erano più il Capitano dei Grifondoro e la
Prefetto dei Serpeverde,
non era più nemici giurati solo per le case a cui
appartenevano, erano
solamente François e Leila.
Poggiando
il fiore e il biglietto sul comodino Leila si addormentò con
il sorriso sulle
labbra sognando il suo bel principe dagli occhi azzurri.
<<
Ciao François >> il giovane Atelier si
bloccò non appena mise piede nel
vecchio appartamento e quella voce roca lo accolse nel buio del
soggiorno:<< Che cosa ci fai qui? >> una
luce si accese illuminando
il profilo delicato di una donna:<< È casa
nostra mon cher, dove altro dovrei
andare >> inaspettatamente lo
sguardo di François si fece duro:<<
È casa mia Fiona, tu hai perso ogni
diritto il giorno che hai deciso che la mia opinione non aveva
importanza
>> la ragazza si alzò ancheggiando ed
avvicinandosi a lui, indossava gli
stessi vestiti di quella mattina notò François
ricordandosi che anche durante
il loro primo incontro Fiona aveva addosso uno di quei lunghi vestiti
multicolore correlati da bracciali, collane e una fascia in mezzo ai
capelli,
esattamente come in quel momento.
<<
Oh andiamo mon amour…ho
sbagliato
vuoi tenermi il muso per questo >> gli
sussurrò poi all’orecchio mentre
con le labbra gli sfiorava il collo:<< Se avessi saputo
che lo volevi
anche tu non lo avrei mai fatto >> << Non
cambia niente Fiona, hai
fatto la tua scelta e non puoi cancellare quello che è
successo >>
allontanandosi di un passo lei lo guardò sorridendo e
portandosi le mani dietro
al collo slacciò la chiusura dell’abito facendolo
scivolare fino ai piedi e
scavalcandolo poi con grazia:<< Vuoi dirmi ancora che ti
sono
indifferente? Che non provi più niente per me?
>> << Sono cambiate
molte cose Fiona, c’è un’altra persona
adesso e… >> lei sorrise poi
ridendo un po’ più forte si portò una
mano davanti alla bocca come una damina
dell’‘800:<< Sì, ho visto
la graziosa bambolina che ti portavi dietro, un
po’ troppo virginale per i tuoi gusti o mi sbaglio mon cher >>
<< Non chiamarla…Leila non
è… >> di
nuovo Fiona aveva riso:<< Leila…che nome
grazioso…davvero mon cher
non credo che funzionerà tra di
voi, le manca quel pizzico di brio che ci ha sempre
contraddistinti… >>
poi appiccicando il suo corpo nudo a quello vestito di lui
aggiunse:<<
Non te lo ricordi mon amour? Non
riuscivi a togliermi le mani di dosso >> e poco prima che
le labbra di
Fiona toccassero le sue François spalancò gli
occhi con il fiato corto
ritrovandosi nella sua camera; voltò lo sguardo verso il
letto di Libero ma era
ancora vuoto, poco male non aveva tempo di preoccuparsi delle fughe
notturne
del suo migliore amico, aveva una cosa ben più importante da
fare ed dimentico
di indossare solamente i pantaloni del pigiama uscì dalla
camera percorrendo
quasi di corsa il corridoio.
Un bussare
insistente alla porta svegliò le ragazze di
colpo:<< Ma chi diavolo…
>> e Lilith si alzò avvicinandosi alla porta
con la bacchetta in mano,
era vero che erano all’interno di un hotel e conoscevano i
loro coinquilini, ma
non si poteva mai sapere, erano le tre di notte in fondo!
Tuttavia
quando aprì piano la porta e vide il viso angosciato del
giovane dall’altro
lato il suo cuore si sciolse:<< Ciao Lilith, so che
è tardi, scusami
davvero ma devo…Leila è sveglia? Io
devo… >> Lilith si spostò di lato
per
farlo entrare:<< Ehi Lila è per te
>> poi guardando la coppia
sorrise:<< Io vado a dormire in camera delle altre, non
preoccupatevi ok?
>> e lasciandoli soli sorrise chiudendosi dietro la
porta:<< Che
cos’è successo? Che cosa ci fai qui Frankie?
>> sentendosi chiamare
Frankie lui sorrise, Fiona aveva sempre continuato a chiamarlo
François e lui
amava Leila per quanto si dimostrasse diversa dalla sua ex moglie:
amava? Ma
che pensieri stava facendo il suo cervello? Lui non… poi
alzò gli occhi
incrociando la figura di Leila e il pigiama arancione che lei indossava
sulla
cui maglietta erano stampate le sagome di tre coniglietti che
sbirciavano da
quello che probabilmente doveva essere il tronco di un albero, la Fiona
del
sogno aveva ragione: Leila era semplice ed innocente come
l’altra non lo era
mai stata ma era proprio quello ciò che più gli
piaceva di lei.
<<
Stai bene? Sembri sconvolto >> e lei si
avvicinò alzando una mano per accarezzargli
una guancia, inaspettatamente Frankie le afferrò il polso
tirandola accanto a
sé e chinando le labbra fino ad incontrare quelle di lei.
Immobile
per un attimo Leila cercò di capire che cosa stava
succedendo, aveva sognato
quel bacio dal loro primo appuntamento in cima alla Tour Eiffel ma non
avrebbe
certo pensato che sarebbe successo nella sua camera con lei con addosso
quel
ridicolo pigiama con i coniglietti!
<<
Leila scusami >> lei sorrise arrossendo un
po’:<< Da quando si
chiede scusa per un bacio del genere? >> gli occhi di lui
le dissero che
c’era sotto qualcosa ma il suo sorriso dolce le
scaldò il cuore:<< Non
sono stato troppo espansivo? >> le domandò
passandosi una mano nei
riccioli biondi:<< Sei un Grifondoro, sei così
per natura >> entrambi
risero poi gli occhi di François tornarono ad incatenare i
suoi:<< Ti
devo dire una cosa Leila, una cosa che riguarda il mio passato
>> era
venuto il momento di giocare a carte scoperte e visto quello che aveva
capito
non appena se l’era trovata davanti voleva essere sincero su
tutto.
<<
Siediti per favore, mi stai facendo paura >> e la voce di
Leila lo
riportò alla realtà:<< Non voglio
spaventarti ma è giusto che tu lo
sappia da me invece che da qualcun altro >> poi sedendosi
sul letto della
ragazza accanto a lei cominciò a raccontare:<<
Tre anni fa, quando sono
tornato qui dall’Inghilterra con una proposta ufficiale del
ministro per
dirigere il dipartimento di pozioni ero il ragazzo più
felice del mondo, stavo
realizzando il mio sogno e sarei tornato a casa, non mi mancava
nient’altro o
almeno così credevo >> Leila gli strinse la
mano:<< Hai conosciuto
una ragazza? >> lui annuì:<< Si
chiamava Fiona, era una strega
mezzosangue che aveva deciso di vivere come una babbana e faceva
l’artista a
Place de Tertre, ci siamo piaciuti immediatamente e nel giro di sei
mesi ci
siamo sposati, non so che cosa mi sia preso ma in quel momento la sola
cosa di
cui mi importava era lei, mia madre è morta quando ero molto
piccolo e l’idea
di potermi un giorno creare una famiglia mia mi ha sempre ossessionato,
quando
ho conosciuto Fiona ho pensato che finalmente avevo trovato anche io la
donna
che mi avrebbe reso felice, che insieme avremmo costruito qualcosa di
speciale
>> mentre lui parlava Leila continuava a stringergli la
mano
accarezzandogli le spalle nude con l’altra:<<
Che cos’è successo per
farti cambiare idea? >> lui scosse il
capo:<< Non ho cambiato idea,
l’ho sposata e per qualche tempo siamo stati felici insieme,
un giorno per caso
scoprii che lei era rimasta incinta e che era andata
all’ospedale appena
l’aveva scoperto, aveva interrotto la gravidanza senza dirmi
niente, quando le
ho chiesto spiegazioni mi ha detto che era troppo giovane per avere un
figlio e
che la sua vita le andava bene così com’era, che
non aveva sposato un Atelier
per finire a fare la mamma a tempo pieno >> poi
lasciandosi andare
poggiando la testa sulle ginocchia di Leila aggiunse
triste:<< Non lo
so…non ho una spiegazione vera e propria, quando mi ha detto
quelle cose ho
pensato a mia madre e a quanto abbia voluto sia mio fratello sia me, ho
pensato
che se lo avessi saputo non le avrei mai permesso di cancellare
così facilmente
una parte di me, era anche mio figlio oltre che suo e per lei non aveva
importanza… >> Leila sentì qualcosa
di umido scivolarle sulle gambe e si
accorse che François stava piangendo:<<
Frankie… >> lui voltò la
testa per guardarla, gli occhi resi ancora più grandi dalle
lacrime:<< Mi
piace quando mi chiami Frankie, mi piace stare con te, mi fai sentire
bene come
non mi succedeva da molto tempo >> lei
sorrise:<< Io sono qui, per
qualsiasi cosa tu abbia bisogno >> Atelier si rimise
seduto voltandosi a
guardarla:<< Leila…bella, bellissima
Leila… >> e prendendole il
viso con entrambe le mani lo avvicinò al suo baciandola
mentre anche le sue
lacrime si mischiavano a quel bacio rendendolo qualcosa di ancora
più
profondo:<< Vuoi restare qui stanotte? Lilith non
tornerà >> lui
annuì mentre lei si sdraiava e lo faceva stendere accanto a
sé:<< Grazie
Leila, non voglio stare solo, non stasera >> lei sorrise
accarezzandogli
i capelli:<< Tu non sei solo, te l’ho
già detto io sono qui, per
qualsiasi cosa tu abbia bisogno o voglia fare io sono qui
>> un piccolo
sorriso comparve sulle labbra del giovane:<< Ci sono
tante cose che
vorrei fare in questo momento ma credo che per adesso mi basti averti
qui
>> le rivelò sorridendo poggiando la testa sul
cuscino e fissando gli
occhi nei suoi, dopo un altro bacio dolce la guardò indeciso
se rivelarle o
meno ciò che la sua mente stava pensando ma ancora una volta
il suo cuore prese
il sopravvento parlando per lui:<< Potremmo addormentarci
sempre così
>> lei sorrise stringendogli la mano che lui aveva messo
tra loro per
mettersi comodo:<< Potrei abituarmi molto in fretta
>>
<<
Mi dispiace padron François, mi dispiace >> e
comparendo silenziosamente
all’interno della camera Seza si avvicinò ai due
giovani che dormivano
abbracciati stringendo tra le mani due piccoli pezzi di pergamena.
Mentre le
prove di suo padre proseguivano Ian era chiuso nel buio e nel silenzio
della
sua stanza, dopo la domanda di Maggie a cui vigliaccamente non aveva
risposto
si era rifugiato in camera sua evitando di scendere anche per la cena.
Incapace
di fare altrimenti poi aveva preso lo schizzo che aveva fatto due
giorni prima
guardando Margaret mentre dormiva e, facendo comparire una tela sul suo
cavalletto si era messo a dipingere, era qualcosa di un po’
diverso rispetto a
quello che era abituato a disegnare ma in fondo il soggetto era anche
migliore.
Era
talmente immerso nella sua opera che fu solo quando sentì
qualcosa pizzicargli
la mano che si accorse del suo gufo che lo guardava arrabbiato dal suo
trespolo
con una lettera nel becco:<< Renoir, ma che ti prende?
>> l’animale
lo guardò nervoso allungando la busta verso il suo padrone
che la prese
allungando un cracker al pennuto ma questo si voltò e senza
degnarlo di uno
sguardo volò via, bene ci si metteva anche il suo gufo ora!
Guardando
poi la lettera la aprì restando immobile dalle poche righe
scritte da una
svolazzante grafia femminile: “Vestiti
comodo e vieni con me, hai detto che ti fidi, bene adesso devi
dimostrarmelo,
Margaret”
Ian
sorrise sapeva che lei non si sarebbe arresa così guardando
un’ultima volta il
dipinto ancora incompleto sorrise poggiando colori e tavolozza, erano
le tre di
notte ma la sua amata voleva sorprenderlo…prova decisamente
ardua per un
maniaco del controllo come lui ma si trattava di Maggie e da lei
probabilmente
si sarebbe fatto fare qualsiasi cosa!
<<
Ma tu sai cosa vuol dire comodo Ian
Atelier? >> lo accolse lei incrociando le braccia sul
petto quando lo
vide scendere i gradini della hall con addosso un paio di pantaloni
color
tabacco, una camicia bianca e un gilet:<< Abbiamo una
concezione diversa
di comodo Margaret ma ciò non toglie che tu sia splendida
>> le rispose
con un sorriso:<< Smettila, non sei ancora scusato per la
tua scenata di
oggi >> Dorian annuì:<< Va bene,
come vuoi >> poi
sorridendole appena aggiunse:<< Quella è per
me? >> ed indicò la
benda scura che lei teneva tra le mani:<< Siamo
perspicaci >> lo
prese in giro Maggie e lui allungò una mano per farsela
dare:<< No, hai detto che ti
saresti fidato di me >> gli ricordò tirando
indietro la mano:<<
Margaret…non vorrei sottolinearlo ma
c’è una piccola differenza di altezza tra di
noi e… >> << Prendimi in braccio
>> gli ordinò lei con un
sorriso:<< Cosa? >> <<
Prendimi in braccio. Così ci arrivo
>> sorridendo Ian si avvicinò mettendole una
mano dietro la schiena e
l’altra sotto le ginocchia prendendola in
braccio:<< Grazie >> commentò
lei allegra mettendogli le braccia al collo e solamente in
quell’istante lui si
accorse che l’abito, lungo fino ai piedi, che Maggie
indossava era sì un
prendisole ma era bianco! Per assurdo sembravano due sposini di un
quadro di
Renoir, due sposi di campagna pronti a dire il loro
sì…diavolo cosa andava a
pensare, era proprio cotto!
<<
Sei pronto? >> << Come faccio a risponderti
se non so dove dobbiamo
andare? >> << Tu concentrati, al resto
penso io >> <<
Margaret… >>
cominciò lui
titubante:<< Hai detto che ti fidi ricordi?
>> << Direi
qualsiasi cosa per farti cambiare idea in questo momento
>> la prese in
giro ma lei non ci cascò e dopo pochi istanti Ian
sentì che si stavano
smaterializzando.
<<
Leila…Leila svegliati >> le mani di qualcuno
che la scuotevano le fecero
aprire gli occhi:<< Leila >> la ragazza
guardò nel vuoto per un
attimo poi i suoi occhi tornarono a fissare
François:<< Frankie…
>>
lui le sorrise ma si vedeva che era scosso almeno quanto
lei:<< Cos’è
successo? >> Leila si mise seduta e mentre lui le
accarezzava i capelli e
le spalle cercò di radunare le idee:<< Non lo
so, l’ultima cosa che
ricordo è che ci siamo addormentati, poi è
diventato tutto buio… >> in un
attimo ciò che aveva vissuto le tornò alla mente
e le lacrime le salirono agli
occhi facendola scoppiare in singhiozzi:<< Oh mio dio
Jam… >> <<
Cosa? >> lei alzò gli occhi sul
ragazzo:<< Avevo un fidanzato
alcuni anni fa >> Frankie annuì stringendole
le mani per darle la forza
di continuare:<< Si chiamava James Ferguson, era un nato
babbano e viveva
nella parte babbana di Londra, un paio d’anni fa
nell’anniversario del giorno
in cui ci siamo conosciuti mi ha chiesto di sposarlo…
>> le parole le
morirono in gola mentre prendeva fiato e cercava di non scoppiare a
piangere:<< Va tutto bene, Leila va tutto
bene…calmati >> lei annuì
asciugandosi in fretta le lacrime:<< Il giorno dopo
avermi chiesto di
sposarlo James è andato al lavoro, eravamo
d’accordo di vederci al Paiolo
Magico per fare un giro a Diagon Alley…quando non
l’ho visto arrivare sono
andata fino a casa sua per vedere se fosse successo qualcosa, era
sempre in
ritardo e io lo prendevo in giro per questo…
>> di nuovo le lacrime
cominciarono a scenderle sul viso:<< Quando sono arrivata
ho visto una di
quelle ambulanze babbane che caricavano una barella, mi sono avvicinata
e l’ho
visto…era Jam…era stato investito da una macchina
perché aveva attraversato di
corsa, stava venendo da me perché era in
ritardo…è successo tutto perché io lo
stavo aspettando…se fossimo usciti insieme dal lavoro questo
non sarebbe
successo e… >> le mani di François
le accarezzarono le guance e lui con i
pollici le asciugò le lacrime:<< Non
è colpa tua Leila, non è successo
per colpa tua, è stato un incidente >> lei
annuì ma continuò a
piangere:<< James è morto il giorno dopo in
ospedale, era l’uomo che
amavo ed è morto davanti ai miei occhi…
>> poi fissando gli occhi azzurri
di Frankie aggiunse:<< Non posso farlo di nuovo, non
posso perdere anche
te, non voglio che ti succeda qualcosa e… >>
François le sorrise dolce
prendendola tra le braccia per calmarla:<< Mi dispiace
per quello che hai
passato Leila, davvero…non avrei mai voluto che ti capitasse
una cosa del
genere ma io sono qui d’accordo? Io sono qui e ti prometto
che ci sarò sempre
qualsiasi cosa accada >> << Ho paura
Frankie >> gli mormorò
alzando la testa per guardarlo in faccia:<<
L’amore fa paura a volte
>> lei sorrise:<< Parli come se…
>> ma poi si bloccò pensando
di dire una cosa stupida e fuori luogo:<< Come se cosa?
>> <<
Come se tu provassi…come se tu mi…
>> << Io ti amo Leila >>
poi accarezzandole i capelli aggiunse più calmo e
serio:<< Forse sono
avventato a dirlo e probabilmente la mia esperienza passata non mi ha
insegnato
niente, ma se c’è una cosa che ho imparato
è che l’amore non lo scegli è lui
che sceglie te. Quando ti ho visto entrare il primo giorno ho pensato
che avrei
potuto divertirmi, che avrei passato qualche ora piacevole con una
ragazza che
a scuola consideravo molto carina e che aveva invaso la mia
immaginazione di
stupido quindicenne, ma poi ti ho conosciuto e ti ho portato con me
sulla Tour
Eiffel, ho passato davvero del tempo con te e ho dovuto fare degli
incubi
terribili per capirlo ma adesso lo so, ti amo Leila Tallyst e non ho
alcuna
intenzione di andarmene lontano da te, per nessun motivo
>> poggiando il
capo sulla spalla di François Leila si lasciò
avvolgere dal caldo profumo della
sua pelle:<< Aspetterai che io sia pronta a dirti le
stesse cose?
>> Frankie intrecciò le loro mani sorridendole
e baciandole i
capelli:<< Aspetterò fino alla fine dei miei
giorni >> poi
sorridendole aggiunse:<< Ma sappi che non
cambierò mai idea >>
<< Dove
siamo? >> ed Ian voltò la testa verso Maggie
che era ancora tra le sue
braccia:<< La smetti di chiederlo? Ascolta…
>> gli rispose lei dal
momento che lui aveva ancora addosso la benda…
Immobile Dorian
cercò di concentrarsi su ciò che gli altri suoi
quattro sensi gli
trasmettevano: era notte quando avevano lasciato Parigi ma sentiva il
calore
del sole sulla pelle, l’odore dell’acqua e il suo
lento gorgogliare:<<
Maggie dove… >> <<
Aspetta… >> e portando le mani dietro la
testa di Dorian sciolse il nodo facendogli scivolare via la benda dagli
occhi:<< Ma cosa… >> e guardando
le barche a vela e il piccolo
porticciolo dall’altra parte della sponda rimase impalato
incredulo per ciò che
stava vivendo:<< Non è possibile non
può
essere che… >> poi
guardando Margaret fece per dire qualcosa quando lei alzò
una mano per
mettergliela sulle labbra:<< Un’indicibile non
può parlare del suo lavoro
e questo ne fa parte, goditi il momento ok? >>
<< Siamo ad Argenteuil
>> era un’affermazione ma lei annuì
comunque:<< Sembra un quadro di
Renoir >> continuò ancora lui riconoscendo i
paesaggi e le ambientazioni
quasi fosse davanti al quadro, quasi fosse dentro al
quadro…poi ripensando al
fatto che a meno che non fossero andati indietro nel tempo era
impossibile che
ad Argenteuil fosse giorno e a Parigi notte lui tornò a
guardare
Maggie:<< Non siamo dentro a… >>
lei chinò il capo girandosi verso
il fiume per evitare di rispondergli:<< Ti ho detto che
di certe cose non
posso parlare, volevo solo fare qualcosa che ti rendesse felice
>> le
braccia di Dorian che le stringevano la vita le fecero sobbalzare il
cuore e
sentire il corpo di lui che aderiva al suo la fece stare bene quasi
quanto le
sue successive parole:<< Nessuno aveva mai fatto una cosa
del genere per
me Margaret, ti ringrazio >> poi prima che lei potesse
rispondere
continuò:<< Mi dispiace per come ho reagito
nell’ufficio di mio padre,
non volevo che tu stessi male e so benissimo che cosa sono in grado di
fare
quelle dannate pergamene, non volevo che tu fossi costretta a rivivere
qualcosa
che ti ha fatto provare tanto dolore o che potrebbe fartene provare in
futuro
>> << So perché l’hai
fatto e so che lo rifaresti di nuovo perché tieni
a me ma quella pergamena mi è servita a capire una cosa
molto importante
>> Ian rimase in silenzio trattenendo il fiato e Maggie
lo sentì visto
quanto erano vicini:<< Ho capito quanto tu sia importante
per me Dorian,
ho capito che Daniel mi aveva distrutta e fatta a pezzi, talmente tanti
che non
avrei mai pensato di poterli rimettere insieme ma mi è
bastato conoscere te,
incontrarti e passare del tempo insieme per dimenticare quello che lui
mi aveva
fatto >> Dorian strinse le mani che aveva intrecciato a
quelle di Maggie
sulla pancia di lei:<< Se lo avessi davanti lo ucciderei
per il male che
ti ha fatto >> lei sorrise alzando il viso per guardare
lui:<< Lo
so, ti amo anche per questo >> l’aveva detto
con così tanta naturalezza
che per un istante Ian pensò di averlo
sognato:<< Cos’hai detto? >>
lei gli si girò tra le braccia in modo da poterlo guardare
direttamente negli
occhi:<< Ho detto che ti amo >> non
l’aveva mai detto per prima a
nessuno in tutta la sua vita, nemmeno a Daniel per cui aveva una cotta
praticamente dal primo momento in cui lo aveva conosciuto, non
l’aveva mai
detto perché in fondo al cuore sapeva che se non si esponeva
non correva il
rischio di essere delusa, tuttavia ora era lì, ferma sulla
spiaggia di un
quadro di Renoir a dire a quell’uomo meraviglioso che
conosceva da meno di un
mese che era innamorata di lui, era lì a mettere in gioco
sé stessa mentre lui
ancora non le aveva dato una risposta.
Stava quasi
per mettersi a piangere un po’ per l’ansia e un
po’ per la paura quando Dorian
chinò il capo avvicinandolo al suo orecchio:<<
Non rende l’idea con ciò
che provo per te ma so che non ci sono altre parole: ti amo Margaret
>> a
quelle parole un grande e luminoso sorriso le si allargò
sulle labbra e felice
come una bambina il giorno di Natale gli gettò le braccia al
collo saltandogli
in braccio come un piccolo koala per sentirlo ancora più
vicino:<<
Margaret…Maggie aspetta o… >> ma
prima che lui potesse finire la frase si
sbilanciarono entrambi sprofondando nella sabbia, il corpo di Ian sotto
al suo
attutì il colpo…
<< Ian
scusami…stai bene? Ti sei fatto male? Ti sei...
>> lui sorrise:<<
Te lo ripeto, non credo di essere mai stato più felice in
tutta la mia vita
>> poi incurante di dove si trovasse o di quello che
poteva succedere le
infilò le mani nei capelli attirandola verso di
sé e baciandola con passione.
Grimilde's
Che cosa posso dire...questo
capitolo mi ha preso per tanti motivi diversi a cominciare da Frankie e
Leila che hanno trovato l'uno nell'altra la pace, l'amore e la
serenità che ad entrambi mancava; poi abbiamo Mike e Lilith
che piano piano stanno mettendo le basi per qualcosa che si
rivelerà oltremodo speciale nonostante sia iniziata
decisamente nel modo sbagliato ed infine come sempre Ian e Maggie che
ormai sono la nostra coppietta per eccellenza in fondo un amore come
quello che Dorian prova per Margaret è davvero raro da
trovare e ora che anche lei lo ricambia...NO! Non cominciate a sperare
e fare gli occhi a cuoricino, mi conoscete e sapete che non
c'è pace per nessuno qui dentro...con la mia solita minaccia
notturna vi lascio ai vostri sogni e io torno ai miei se domani mattina
voglio alzarmi e sfornare un altro capitolo entro domenica, ci sono
ancora altre questioni irristolte che vanno chiarite (Libero e Bunny
per fare un esempio...)
Bonne nuit...
|
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Capitolo 10 *** 9 - Le regole vanno rispettate anche se sono crudeli ***
Capitolo 9
Isaac era
come sempre seduto alla sua scrivania ma diversamente dal solito
quell’anno non
riusciva a scrivere il suo solito annuncio…forse il fatto
che i suoi figli
avessero preso parte ai giochi e che sembravano aver trovato
l’anima gemella lo
frenava dal fare quell’ennesimo atto di crudeltà
ma suo suocero era stato
chiaro il giorno in cui lui aveva preso in mano le sorti di quella
competizione:<< Ogni regola va rispettata nel minimo
dettaglio Isaac,
ogni singola regola per quanto crudele possa sembrare >>
Forse crudele
non era la parola giusta ma il bene che voleva a Dorian e
François lo faceva
sentire in colpa:<< Il padrone deve
farlo…è la regola signore >> e
Seza lo guardò dalla porta dove aspettava in silenzio che
Isaac finisse di
scrivere quel foglio di pergamena per portarlo ai suoi destinatari.
<<
Le regole possono essere cambiate Seza, non per forza
bisogna… >>
<< Le regole non possono essere cambiate, padron Meler lo
diceva sempre
>> ricordandosi che prima di diventare una dei suoi elfi
Seza era stata l’elfa
di casa Meler e in particolare quella di sua moglie Elodie,
l’uomo chinò il
capo ricominciando a scrivere:<< E sia Seza, ma questa
è l’ultima volta
che faccio una cosa simile, regole o non regole >>
Il mattino
dopo quattro lettere arrivarono ai loro destinatari accompagnate dai
soliti
gufetti color panna dell’Hotel des Fleur…
Grimilde's
Allora...io
ho detto che prima o poi mi avreste uccisa e questo è il
momento buono...
Per
farla breve questo capitolo è per una mini nuova selezione
di personaggi, quattro come dice il testo (due ragazze e due ragazzi),
che possono venire da dove più vi piace (stato, scuola e via
dicendo)
Le
regole sono sempre quelle iniziali ma questa è solo
l'ennesima sadica prova del primo inventore di questi giochi per vedere
quanto due persone siano destinate a stare insieme davanti ad ogni
genere di ostacolo e come ha verificato Maggie a sue spese il
tradimento è uno di questi!
Inoltre
ormai i nostri ragazzi sono praticamente un gruppo e non si farebbero
mai del male a vicenda mentre dei nuovi arrivati...chi lo sa...
Le
selezioni resteranno aperte fino a domenica sera dal momento che, chi
segue la storia lo sa bene, i miei orari di pubblicazione sono peggio
di quelli di un vampiro.
Per la scheda prendete
pure quella che c'è nel capitolo delle istruzioni, scrivete
la recensione per prenotarvi e mandatemi la scheda tramite messaggio
privato...
à la prochaine...et Bonne chance...
|
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Capitolo 11 *** 10 - Troppo facile ***
Capitolo 10
Libero se
ne stava seduto sul bordo della piscina con i piedi a mollo
nell’acqua, era
passata quasi una settimana dalla sua discussione con Bunny quella
mattina a
colazione e quasi due dalla sera in cui era stato così
stupido o avventato da
baciarla mentre lei come al solito stava sproloquiando su quanto Greg
Denton le
avesse rovinato la vita; non ci aveva pensato e prendendole il viso tra
le mani
l’aveva fatto.
Era da
giorni che si vedevano su quel dannato terrazzo e quando finalmente
aveva fatto
quello che si sentiva…per colpa di quei dannati mal di testa
che non gli
lasciavano tregua tutto si era complicato!
Da dopo la
morte dei suoi genitori adottivi e il periodo che aveva passato in
ospedale
quel “piccolo problema” come lo chiamava il suo
medico aveva cominciano a fare
parte di lui e per due o tre volte al mese si ritrovava a non riuscire
nemmeno
a mettere due parole in fila tanto era il dolore che gli perforava la
testa;
nei due giorni dopo il bacio a Bunny la sua testa era praticamente
esplosa e
restare sdraiato a letto completamente al buio era stata la sua unica
salvezza,
il suo problema ora era come spiegarlo alla giovane miss Flecter: non
era una
cosa di cui amava parlare perché gli portava alla mente
troppi ricordi!
<<
Nott, che cosa ci fai quassù da solo? >>
Libero si voltò di scatto
trovando Mike, James e Ian che si stavano avvicinando alla piscina,
tutti e tre
in costume:<< Io volevo stare un po’ in pace,
voi che ci fate qui
>> poi guardandoli di nuovo aggiunse con un
sorrisetto:<< Sembrate
pronti per fare un calendario >> Ian scosse il
capo:<< Sempre
simpatico vero Libero… >> <<
Concedimi le mie piccole soddisfazioni
quotidiane Atelier >> poi vedendo che una testa bionda
non compariva sul
terrazzo aggiunse:<< Frankie dov’è?
>> Dorian chinò il capo
mormorando piano:<< Frankie aveva un appuntamento
>> << Oh
Leila Tallyst ha colpito di nuovo…bene…sono
felice per lui >> Ian evitò
di replicare che l’appuntamento di François non
era con Leila, ci sarebbero
volute troppe spiegazioni e non era quello il momento!
<<
Ad ogni modo non hai risposto alla mia domanda Dorian, che cosa ci fate
voi qui
a quest’ora? >> stavolta fu Mike a rispondere
con un sorriso:<<
Riunione tra uomini e visto che non siamo esattamente i tipi da cena
– lì gli
scappò un sorriso al ricordo di com’era finita
l’ultima cena che avevano fatto
– abbiamo deciso che una nuotata sarebbe stata meglio
>> << Cioè
siete qui per parlare di donne? Oh andiamo non ci credo
>> << Siamo
qui perché lui ha detto che era importante parlare
>> replicò James
lanciando un’occhiata ad Ian, non avrebbe mai smesso di
trattarlo così ma quel francesino
cominciava a stargli simpatico, sembrava calmo e tranquillo ma al
momento
giusto sapeva tirare fuori gli artigli e poi ora Noelle era sua e
quindi poteva
anche smettere di…no, non avrebbe mai smesso di essere
geloso di lei!
<<
Grazie per l’appoggio James >>
replicò Ian sedendosi su uno dei
trampolini:<< Ad ogni modo meglio che ci sia anche tu
Libero, almeno mi
risparmio una spiegazione >> poi guardando
l’intero gruppo
aggiunse:<< Ci sono alcune regole di cui non siete stati
informati
>> << Come sarebbe di
cui non
siamo stati informati? >> replicò
Jamie facendo il verso ad
Ian:<< Che le regole dei Jeux
d’amour ci impediscono di rivelare tutto ai
partecipanti, è una cosa ideata
dal mio bisnonno, fatta apposta per testare la forza di una coppia
>> spiegò
Dorian con la voce scura, non piacevano nemmeno a lui quelle regole e
il
pensiero di Maggie con qualcuno che non fosse lui gli mandava il sangue
al
cervello:<< In cosa consistono queste regole Dorian?
>> domandò
Michael calmo sedendosi su uno sdraio e poggiando le mani sulle
ginocchia:<< Scambio di coppie >>
buttò fuori l’altro prima che gli
mancassero le forze:<< Che cosa? >> James
era decisamente
scioccato, un colpo che la sua gelosia non avrebbe potuto
sopportare:<< Scambio
di coppie? >> << Sì, esiste una
stanza accanto al vecchio salone
delle feste, è sempre chiusa, ci sono due porte per
entrarvi, domani da una
parte ci saremo noi, dall’altra le ragazze. Entreremo a turno
a caso e la
ragazza che entrerà dall’altra parte
sarà la nostra compagna per le prossime
tre settimane >> << Tre settimane?
Compagna? Ma che cavolo stai…
>> << Convivenza James >>
spiegò Ian:<< Passeremo tre
settimane in una delle camere dell’hotel con la persona che
entrerà nella
camera insieme a noi, è tutto casuale quindi per assurdo
potresti anche passare
le prossime settimane in camera con Noelle, ma potrebbe anche non
succedere
>> << La tua famiglia è una
famiglia di pazzi >> replicò
acido Rhodes al pensiero di come Noelle avrebbe passato quel tempo, non
aveva
paura per sé visto che sapeva che chiunque gli fosse toccato
lui avrebbe visto
sempre e solo la sua bambolina dagli occhi verdi, aveva paura di chi si
sarebbe
trovato con lei e che, manco a dirlo, avrebbe potuto attrarla
più di lui e del
suo pesante, indegno ed ingombrante passato.
<<
Lo so, lo so fin troppo bene ma quando sono stati creati questi giochi
avevano come
scopo l’esatto opposto di oggi, il mio antenato voleva
evitare di sposarsi
quindi ha fatto di tutto per evitare che ciò accadesse
>> ricordando come
suo nonno e sua nonna gli raccontassero delle imprese di Jacob Meler
per
evitare di mettersi un anello al dito Ian sorrise:<< Per
assurdo è
successo esattamente il contrario >> <<
Questa storia non mi piace
per niente >> commentò di nuovo
James:<< Ti consola se ti dico che
per quanto sia folle e crudele questa pazzia ha sempre funzionato?
Tutte le
coppie che hanno partecipato ai giochi nel corso degli anni sono sempre
rimaste
in contatto con mio nonno e mio padre, sono ancora insieme dopo tutto
questo
tempo >>
Mentre i
ragazzi parlavano François si era recato a Place de Tertre
con tutta
l’intenzione di affrontare i suoi demoni una volta per tutte,
dopo aver detto
la verità a Leila ed aver parlato con suo fratello si era
infatti convinto che
doveva dare un taglio per sempre alla sua storia con Fiona e a
ciò che c’era
stato.
<<
Guarda guarda chi si rivede…sei solo oggi bel biondino?
>> e la voce di
lei, strascicata e canzonatoria mentre poggiava gli acquarelli sul
tavolino di
legno accanto alla tela:<< Non sono venuto per scherzare
Fiona, dobbiamo
parlare >> le replicò Frankie mettendo le mani
nelle tasche dei
pantaloni:<< Sto andando a casa mon
cher, ti va di venire con me? >> e
avvicinandosi a lui si strusciò
sul suo corpo passandogli una mano sul viso con fare
allusivo:<< Smettila
Fiona, sono qui per parlare non per rivangare i vecchi tempi
>> Fiona
sorrise con quel suo sorrisetto pieno di sottintesi passandosi poi una
mano nei
capelli biondi:<< Oh andiamo mon
amour non ti dirmi che hai dimenticato come ci divertivamo
insieme >>
François la guardò glaciale:<< Sono
venuto solo per parlarti Fiona, ho
conosciuto una persona e volevo mettere bene le cose in chiaro una
volta per
tutte >> Fiona lo guardò sbattendo le lunghe
ciglia e fingendosi
sorpresa:<< Hai conosciuto una persona? Vuoi dire forse
la ragazzina con
cui ti ho visto settimana scorsa? >> << Non
è una ragazzina, è una
donna… >> << Una donna che ti
guarda come se tu potessi camminare
sulle acque, ti è sempre piaciuto fare colpo e io lo so
meglio di chiunque
altro >> << Sono innamorato di lei Fiona
>> la bionda sorrise
di nuovo mentre rimetteva a posto le sue cose:<< Come eri
innamorato di
me? Cos’è la lascerai non appena anche lei
farà qualcosa che non ti piace?
>> François scosse il capo:<<
Sai bene perché è finita Fiona
>> lei lo fulminò con lo
sguardo:<< È finita perché tu non
hai
voluto ascoltarmi >> << È finita
perché tu hai abortito senza dirmi
niente Fiona, non hai chiesto il mio aiuto o il mio parere, mi hai
trattato
come se io non esistessi, era anche mio figlio >> Fiona
rimase immobile,
François aveva pronunciato quelle parole con calma e
freddezza ma era quasi
peggio che se le avesse urlate:<< Che cosa potevo fare?
Ero spaventata,
mi ha preso il panico…tu parlavi della tua famiglia,
dell’hotel che tuo fratello
avrebbe diretto, di viaggiare…avremmo lasciato da parte
tutti i nostri sogni,
avremmo rinunciato a tutto e per che cosa? >>
<< Per la nostra
famiglia, quel bambino sarebbe stato la nostra famiglia e tu non hai
nemmeno
pensato che fosse il caso di avvisarmi >> davanti
all’evidenza dei fatti
Fiona gettò con rabbia le proprie cose nella
borsa:<< Beh che cosa vuoi?
Anche tu adesso hai fatto la tua scelta, sei qui solo per rinfacciarmi
quanto
sei felice con la tua principessina dei ghiacci? Una volta eri un uomo
diverso
Frankie >> << Ero venuto per parlare e
chiarire questa cosa una
volta per tutte ma credo che non arriveremo mai da nessuna parte vero
Fiona?
>> poi voltandole le spalle si incamminò verso
Sacre Coeur sussurrandole
prima di lasciarla:<< Spero che un giorno tu possa
trovare quello che ti
renderà felice >> poi chiudendo finalmente con
il suo passato François
tornò all’hotel.
<< E
adesso che cosa si è inventato? >>
domandò poi quando arrivato in camera
trovò un biglietto di suo fratello:
“Ci vediamo in terrazza,
Ian”
accanto un
costume da bagno con i colori di Grifondoro, che fratello spiritoso che
aveva!
<<
Posso sapere che cosa state facendo? >> e arrivato sul
terrazzo guardò i
quattro, Libero compreso, che se ne stavano placidamente a mollo nella
parte
bassa della piscina:<< Buonasera fratellino, hai deciso
di unirti a noi
alla fine >> Frankie fece spallucce:<<
Sembrate degli idioti messi
lì come dei vecchietti lo sapete vero? >> poi
muovendosi verso la parte
più profonda della vasca continuò a sorridere con
quella sua faccia da
angioletto che prometteva guai, solamente Ian e Libero parvero
accorgersi di
quello che aveva in mente:<< Non osare, Frankie non
osare… >>
cominciò Dorian cercando di alzarsi dalla vasca mentre anche
Nott minacciava il
suo amico:<< Provaci e sei un uomo morto, provaci e
stanotte te la faccio
pagare Atelier! >> Frankie continuò a
sorridere come un bambino che ha
appena trovato un barattolo di caramelle poi scoppiando in una calda
risata
aggiunse malefico:<< Ian…sai che questo vuol
dire guerra vero? >>
era una cosa che facevano fin da bambini, giocavano a fare la lotta in
piscina
e spesso e volentieri era Ian quello che vinceva perché era
più grande, più
forte e più alto della pulce che François era da
bambino, con il tempo poi il
fratello maggiore aveva iniziato a lasciarlo vincere ma non per questo
erano
meno competitivi:<< Non abbiamo più sei anni
Frankie e poi siamo quattro
contro uno >> il biondino sorrise di
nuovo:<< Adesso non sai
nemmeno contare fratellino? >> e a quelle parole Leila,
Maggie, Noelle,
Lilith e Bunny in costume comparvero alle sue spalle e un sorriso di
sfida
comparve sulle labbra dei quattro ancora in acqua:<< Ok
fratellino,
questo vuol dire guerra >> e sorridendo Ian si
alzò in piedi suscitando
un piccolo rossore sulle labbra di Maggie che dalla gita alla spiaggia
non era
più stata così a stretto contatto con il
ragazzo:<< Uhm…sì direi che ci
possiamo divertire >> e anche James e Mike si unirono a
Dorian guardando
il gruppo davanti a loro con le braccia incrociate sul petto; Leila
lanciò uno
sguardo a Lilith e vide che l’amica non riusciva a staccare
gli occhi dal petto
di Gail e dal suo tatuaggio che nonostante la poca luce spiccava sulla
sua
pelle chiara come marchiato a fuoco.
<<
Lily… >> e Leila provò a
risvegliare l’amica:<< Non
chiamarmi…
>> cominciò l’altra voltandosi a
guardarla:<< E tu smettila di
sbavare, sembra che non hai mai visto un ragazzo in costume
>> Noelle e
Maggie risero piano:<< Beh devi ammettere che non
è la stessa cosa Lila…
>> commentò la Jackson sorridendo a James in
modo inequivocabile,
stavolta era lui il muffin:<< Sì, Noelle ha
ragione, non puoi paragonare
qualsiasi altro a… >> << Felice
che tu gradisca lo spettacolo
Margaret >> la prese in giro Dorian dal momento che era
impossibile non
sentirle vista la vicinanza:<< Vuoi finire
sott’acqua per caso? >>
lo rimbeccò lei fulminandolo con gli occhi:<<
Forse >> replicò Ian
sorridendo e solo in quell’istante le ragazze si accorsero
che accanto a lui
era rimasto solo Libero:<< Aspetta un attimo ma
dove… >> cominciò a
dire Lilith:<< Qui tesoro >> e due braccia
la sollevarono da terra
facendole lanciare un grido, fece appena in tempo a collegare Michael a
quella
stretta prima che lui si lanciasse nella piscina con lei in
braccio:<<
Ora tocca a te signorina >> e Noelle si
ritrovò stretta nell’abbraccio di
James mentre lui sorridendo si avvicinava piano al bordo facendosi poi
cadere
all’indietro nell’acqua.
Frankie e
Ian si guardarono per un istante e il maggiore sorrise
soddisfatto:<< Mi
sembra che io abbia qualcosa che ti appartiene fratellone
>> e sorridendo
Frankie voltò appena la testa verso Maggie che era in piedi
accanto a
lui:<< Questo è un colpo basso Frankie
>> e facendo leva sulle
braccia Dorian uscì dall’acqua avvicinandosi
piano:<< Sai che mi gioco
tutte le mie carte contro di te >> la mano di Dorian si
allungò verso
Maggie e lei la prese sorridendogli:<< Hai trovato il mio
punto debole
fratellino, complimenti >> poi chinando il capo verso
Margaret fece per
baciarla ma lei mettendogli le mani sul petto lo spinse indietro con
tutto
l’intento di farlo cadere in acqua, la sola cosa che non
aveva calcolato fu la
stretta di Ian sul suo polso che la trascinò in acqua con
lui:<< Ian!
>> gli urlò contro quando riemersero
dall’acqua e lui la tirò accanto a
sé accarezzandole i capelli:<< Sì
mon amour? >> la prese in
giro:<< Sei terribile >> ma il resto di
eventuali lamentele finì
sulle labbra di Ian che la prese in braccio per tenerla sollevata visto
che lei
non toccava il fondo!
<<
Buonasera Flecter >> Bunny si voltò trovandosi
Libero davanti:<<
Nott >> la sua voce acida per Libe fu come una
pugnalata:<< Andiamo
posso spiegarti? Credi davvero che sia il tipo da…
>> << Da cosa?
Devo ricordarti la reputazione che avevi a scuola Nott? Non eri certo
un
santo…vogliamo chiederlo a tutte quelle del nostro anno?
Credo che tu le
conosca tutte molto bene o mi sbaglio? >>
<< Da quando dai credito
ai pettegolezzi? >> non voleva litigare ma doveva trovare
il modo di
farsi ascoltare, visto anche quello che Ian aveva raccontato prima che
arrivassero le ragazze:<< Da quando? >>
continuò lei incrociando le
braccia e mettendo in evidenza il bikini nero che aveva
indossato:<<
Forse da quando ho provato sulla mia pelle quanto sei bravo con le
parole e
quanto sei invece carente con i fatti? >> poi
considerando chiusa la
conversazione gli voltò le spalle ripercorrendo le scale per
tornare in camera,
non voleva vederlo mai più!
Mezz’ora
dopo approfittando di un momento di calma Dorian si mise seduto sul
bordo della
piscina guardando il resto del gruppo e Margaret che era appoggiata
sulle sue
ginocchia ancora a mollo nell’acqua:<< Devo
dirvi una cosa… >> poi
guardando i ragazzi aggiunse:<< Loro parte della storia
la conoscono già
ma ora che ci siete tutti… >> poi cominciando
a rispiegare quella
sgradevole parte della storia espose anche quello che aveva pensato
poco prima
di salire in terrazza:<< Possiamo farcela, voglio dire si
tratta solo di
alcune settimane e sappiamo tutti i progetti degli altri quindi non
potremmo
mai farci la guerra o pugnalarci alle spalle
perciò… >> il piano era
semplice e in fondo in quel mese ormai si era creata una sorta di
amicizia tra
di loro, perfino James aveva cominciato a tollerare Dorian ora che
aveva capito
che Noelle era solamente sua, complice anche il fatto che la suddetta
ragazza
lo avrebbe cruciato se si fosse permesso di polemizzare di nuovo; ad
ogni modo
proprio per la sua semplicità il piano di Ian era la cosa
più prevedibile del
mondo e proprio per quel motivo Isaac aveva dovuto mettere in atto le
famose
regole di Jacob Meler…
Il giorno
dopo poco prima di colazione Dorian informò di nuovo le
ragazze di ciò che i
giochi prevedevano, dovevano mantenere le apparenze se volevano che il
loro
piano notturno funzionasse:<< Scambio di coppie?
Convivenza? >> e
Noelle guardò l’amico fingendosi
stupita:<< Sì, so che avrei dovuto
dirvelo prima ma mio padre non me l’ha permesso…
>> Maggie gli strinse
una mano:<< L’amore deve resistere a tutto
vero? >> lui guardò la
donna che amava con un timido sorriso:<< Qualcosa del
genere >> il
bacio di Margaret sulla sua guancia sembrò calmarlo almeno
un po’:<< Tre
settimane senza Nott tra i piedi? Una manna dal cielo >>
commentò Bunny
che ancora non aveva perdonato Libero per il suo gesto e quindi era
nella fase:
ogni scusa è buona per farla pagare a Libero!
<<
Dovresti perdonarlo sai >> le ricordò Dorian
con un piccolo
sorriso:<< Hai detto la parola magica Atelier:
dovrei…E poi perdonarlo
per cosa? Per quanto è stato idiota? >>
<< Perché lui a te ci tiene
anche se non ha il modo più dolce del mondo di dimostrarlo
>> le ricordò
Noelle con un sorriso:<< Ho già avuto uno del
genere che spariva quando
gli faceva comodo e quando ricompariva aveva già la scusa
pronta, ho avuto già visto
questo film e so bene come andrà a finire >>
inutile era troppo testarda
e in quel momento non avrebbe cambiato idea:<< Pensaci
almeno Ben
>> le mormorò Leila con un piccolo
sorriso:<< Proverò ma non
aspettatevi che cambi idea >> poi lasciando il gruppo
uscì dalla sala
andando a gironzolare per l’hotel, se era vero quello che
aveva detto Dorian
che il signor Atelier presto avrebbe fatto una specie di scambio di
coppie
aveva voglia di stare sola prima della convivenza forzata con qualcuno
che
magari non avrebbe sopportato!
<<
Bunny >> sentendo la voce di Libero che la chiamava lei
continuò a
camminare decisa ad ignorarlo:<< Bunny aspetta
>> non doveva
fermarsi, doveva andare avanti e chiudersi da qualche parte lontano da
lui,
sapeva bene com’era fatta e visto che Libero Nott non le era
così indifferente
sapeva che proprio com’era successo a scuola con Greg ci
sarebbe cascata come
una pera cotta e non voleva, non era più quel genere di
ragazza, non lo era più
da molto tempo…
<<
Vuoi fermarti maledizione? >> e
una mano le afferrò il polso facendola girare con
forza:<< Che cosa vuoi?
>> e guardando negli occhi di Libero per un attimo si
sentì mancare il
fiato, non li aveva mai visti così scuri e
arrabbiati:<< Voglio parlare
Bunny e tu mi devi ascoltare >> la voce di Libero stava
diventando più
tagliente del solito e per un attimo un flash le attraversò
la mente: Greg
aveva sempre quel tono quando stava per…
Lo
strattone del giovane Nott le fece sbattere
la schiena contro il muro e poi di nuovo contro di lui:<<
Libero per
favore… >> cercò di bloccarlo
spaventata di rivivere di nuovo quelle
terribili esperienze:<< Per favore cosa? Sei tu che
continui a
paragonarmi a Denton, tanto vale che mi comporti come lui no?
è questo che vuoi
in fondo…è questo che continui a cercare
>> adesso Libero aveva entrambe
le mani strette sulle sue braccia e Bunny si stava decisamente
spaventando, più
lo guardava e più il suo compagno di bevute si trasformava
nel mostro che aveva
rovinato i suoi ultimi anni di scuola:<< Ti prego
basta…per favore non…
>> << Cosa? Andiamo sappiamo tutti e due
come andrà a finire, ti
conviene arrenderti subito, mi faciliterai di molto le cose!
>> erano
quasi le stesse parole, quasi le stesse che Greg le aveva detto la
prima volta
che aveva alzato le mani su di lei e quel terribile ricordo era ancora
indelebile nella sua mente:<< Non ci provare, non osare
toccarmi!
>> e troppo spaventata dalla situazione e preda della
paura che tutto
potesse ripetersi di nuovo Bunny si liberò dalla stretta di
Nott spingendolo
via e guardandolo con odio:<< Mi fai schifo! Mi fai
solamente schifo!
>> sputò fuori con le lacrime che le rigavano
il viso:<< Dicevi di
non essere come Greg, che sarebbe stato diverso e che dovevo fidarmi,
beh la
vuoi sapere la novità Nott? La vuoi sapere una cosa? Tu sei
esattamente come
lui Libero, sei esattamente come quello stronzo! Anzi ancora peggio
perché sai
benissimo che cosa ho passato e stai facendo esattamente la stessa
cosa!
>>
In
pochi istanti la lite degenerò, le loro grida
si sentivano in tutto il piano, era come vedere due titani che
combattono una
guerra che avrà solo perdite e nessun
vincitore:<< Va bene sai che ti
dico Flecter: vuoi stare da sola? Bene ti accontento! Arrangiati io mi
chiamo
fuori! >> e voltandole le spalle Libero la
lasciò sola in mezzo al corridoio
inginocchiata sul pavimento a piangere disperata…
<<
Bunny…Bunny… >> una voce le fece
sbattere le palpebre per capire che cosa
diavolo stava succedendo:<< Libero? >> lui
sorrise:<< Stai
bene? >> lei annuì rimettendosi in piedi e
scostandosi da lui, il ricordo
o quello che era della discussione appena avuta ancora troppo vivo
nella sua
mente:<< Che cosa vuoi? Non te ne eri andato?
>> lui la guardò
sorpreso:<< Andato dove? Ero in camera, mi sono svegliato
tardi >>
poi voltandosi verso le scale aggiunse:<< Andiamo, Isaac
Atelier ci ha
chiesto di andare in sala da pranzo per un annuncio >>
ricordando il
discorso di Dorian della sera prima Bunny annuì scendendo
accanto a Libero bene
attenta a non sfiorarlo.
<<
Signore e signori >> cominciò Isaac una volta
che tutti furono entrati
nella stanza e si furono seduti:<< Come posso immaginare
mio figlio vi
avrà già informato di ciò che
comporterà la seconda parte di questa
competizione >> a quelle parole Dorian guardò
il padre negli occhi e
seppe di essere stato fregato, c’era qualcosa che Isaac non
gli aveva mai detto
e solo in quel momento lui lo capì:<< Quello
che Dorian non ha
considerato è una parte che non sono mai stato tenuto a
rivelare a nessuno
>> poi facendo segno a Seza di aprire le porte della sala
due ragazze e
due ragazzi attirarono lo sguardo di tutta la sala:<< Le
regole della
famiglia Meler prevedono che prima di attuare un qualsiasi scambio di
coppia
altri giovani vengano invitati a far parte alla competizione
>> e con
quelle parole Isaac fece gelare tutti i presenti e gli occhi di Ian
corsero
prima a Maggie e poi a suo fratello: erano fregati!
I nuovi arrivati: (non ho fatto le presentazioni perchè ci
saranno nel prossimo capitolo)
Delila Shepperd, 28 anni
Daniel Johnson, 24 anni
Iridis Gilliana Mackay, 21 anni
Nikolaj Aleksej Valuev, 24 anni
Grimilde's
Non
avetecela con me per le mie scelte...come ho
già detto purtroppo ho una storia in testa e ho dovuto
scegliere quello che si adattava di più alla trama...non ho
voluto mettere personaggi in più perchè
già con questi stanno diventando tanti e dare spazio a tutti
(cosa che voglio fare e non sempre riesco) è un'impresa
quindi chiedo scusa anticipatamente.
Ad ogni modo per ora i "nuovi arrivati" hanno fatto solo una comparsata
sul finale perchè non avevo il tempo di metterli bene in
luce e poi dal prossimo capitolo ci sarà lo scambio di
coppie e quindi lì usciranno fuori un po' tutti, vecchi e
nuovi...
Come sempre tutto può succedere perchè il "gruppo
iniziale" ha fatto un patto ma gli altri no e quindi i giochi si
riaprono...il prossimo aggiornamento, stavolta davvero, non ci
sarà prima di sabato (datemi il tempo di pensarlo e
scriverlo e visto il lavoro prima non posso)
à la prochaine...
|
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Capitolo 12 *** 11 - Convivenze difficili ***
Capitolo 11
Quando
ebbe ripreso a respirare normalmente James guardò ancora i
nuovi arrivati: un
conto era sapere che Noelle avrebbe passato le prossime settimane con
Mike, con
i due Atelier o perfino con Nott che non avrebbe fatto nulla di male
visto la
sua incasinata storia con la Flecter, ma quelli...lanciò di
nuovo un’occhiata
al biondo e al moro fermi sulla porta, quelli erano
un’incognita che non sapeva
come affrontare e lui odiava le sorprese!
<<
Bene ora che ci siamo tutti possiamo cominciare…
>> e sorridendo Isaac
guardò di nuovo i suoi figli:<< Seza puoi
accompagnare le nostre ospiti all’altro
ingresso della stanza, è ora di cominciare >>
e guardando di nuovo i suoi
figli Isaac Atelier aprì la porta che portava nella hall
conducendo i ragazzi
su per le scale mentre Seza portava le ragazze dal lato opposto
dell’albergo.
<<
Questa non è una vera e propria stanza >>
cominciò Isaac guardando il
gruppo:<< In realtà è una
passaporta, ogni cinque minuti ognuno di voi
entrerà da qui mentre una delle ragazze entrerà
dall’altra parte, quando sarete
entrambi dentro verrete smaterializzati in una delle stanze
dell’hotel a voi
assegnate e lì passerete gran parte delle prossime tre
settimane, potrete
ancora andare in giro per l’hotel e per la città
con chi vi pare senza problemi
ad una sola condizione: la vostra compagna di stanza dovrà
essere sempre con
voi >> a quelle parole Libero guardò prima Ian
e poi Frankie:<< Un
modo gentile per dire che saranno sempre degli appuntamenti a quattro?
>>
<< Un modo per farvi capire che non sempre si
può avere quello che si
vuole senza lottare signor Nott >> gli ricordò
Isaac con l’ombra di un
sorriso sul viso:<< Ad ogni modo non
c’è altro da
aggiungere…>> poi
guardando Dorian aggiunse con un sorriso:<< Vuoi avere tu
l’onore?
>> sapendo di non avere scelta e avendocela un
po’ con suo padre per quel
tiro mancino Ian avanzò mettendo una mano sulla maniglia
sussurrando a suo
padre:<< Io e te abbiamo alcune cose di cui parlare
>> poi aprendo
la porta entrò nella sala aspettando di vedere chi sarebbe
stata la sua
coinquilina; quando una chioma biondo scuro entrò nel suo
campo visivo il
giovane alzò gli occhi incrociandone un paio azzurri un
po’ più chiari dei
suoi; la sua nuova compagna alzò appena la mano per salutare
ma prima che uno
dei due potesse dire una parola furono smaterializzati.
<<
Daniel >> e lui tese la mano verso la mora dagli occhi
verdi che si
guardava intorno nella piccola suite arredata in stile
minimalista:<<
Noelle >> rispose lei distrattamente continuando a
guardare la camera e
cercando di capire in che parte dell’hotel
fossero:<< Non sei una di
tante parole eh… >> commentò lui
sedendosi sul divano ed allargando le braccia
sullo schienale:<< No…cioè
sì…scusa solo che tutto questo è un
po’
spiazzante e… >> Daniel sorrise
serafico:<< Spiazzante…uhm…non mi
avevano mai definito spiazzante, dovrò aggiornare il
vocabolario >>
Noelle si girò di scatto e fece per ribattere a tono quando
qualcosa sul collo
di lui catturò la sua attenzione e un delicato visino
sorridente dalle
guanciotte rosa le riempì la mente.
Lilith
continuava imperterrita a guardare il suo coinquilino cercando di non
imprecare
per il destino crudele che sembrava avercela con lei:<<
Ciao tesoro
>> << Stangone >> lo
rimbeccò sorridendo:<< Oh andiamo
Lilith non dirmi che volevi qualcun altro >> le
ricordò Mike sorridendo e
allargando le braccia facendo spallucce:<< Ha importanza
stangone? Ormai
siamo qui no >> ripensando alla sera prima quando
l’aveva presa in
braccio per gettarla in piscina Michael sorrise felice:<<
Ha importanza
solo se vorresti un altro al mio posto tesoro >> le
guance di Lilith
divennero due graziosi pomodorini:<< Non
chiamarmi… >> ma Mike la
interruppe ridendo:<< E come dovrei chiamare la ragazza
che mi piace?
>> davanti a quell’ammissione la Sherwood si
bloccò incapace di
replicare: i suoi sogni di ragazzina stavano diventando
realtà e ormai nemmeno
lei sapeva più che cosa voleva da lui!
<< E
così tu vieni da Ilvermorny, interessante >> e
Libero guardò la nuova
arrivata che stava aprendo la propria valigia poggiando sul letto un
vecchio
maglione con lo stemma della scuola americana:<< Cosa
vuoi dire con
interessante? >> domandò lei con un filo di
voce:<< Vuol dire che
la cosa mi rende curioso >> replicò il giovane
Nott alzandosi e
avvicinandosi per studiare lo stemma sul golf:<<
L’America è un posto che
mi piacerebbe visitare un giorno >> <<
Ilvermorny è una scuola come
un’altra, non c’è niente di speciale
>> lui fece spallucce poi sorridendo
aggiunse:<< Ad ogni modo io sono Libero >>
<< Iridis…
>> lui fece per aprire bocca ma lei lo
precedette:<< Iris è
sufficiente >> << Ok, vada per Iris
>> poi stravaccandosi su
uno dei letti con il suo immancabile sorriso Libe aggiunse
allegro:<<
Allora Iris idee su come passare le prossime tre settimane?
>>
<<
Ok mio fratello mi ammazzerà >> e scoppiando a
ridere François guardò
Maggie seduta su una poltrona che lo guardava scuotendo il capo e
cercando di trattenere
un sorriso:<< Sei perfido >> gli
rinfacciò poi con un
sorriso:<< Io? >> domandò il
giovane Atelier continuando a
ridere:<< Hai idea della faccia che avrà mio
fratello quando scoprirà che
la sua adorata Margaret è insieme a quello scapestrato
irresponsabile del suo
fratellino? Praticamente ho i giorni contati >>
<< Ian non è…
>> Frankie si passò una mano nei capelli
biondi alzando gli occhi azzurri
su Maggie:<< Cosa, geloso? Dammi retta Maggie non conosci
ancora bene mio
fratello, quello crucerebbe chiunque provi solo a guardarti,
figuriamoci uno
che dorme a due metri da te >> Maggie arrossì
appena, Ian non le aveva
mai dato l’idea di essere un tipo impulsivo o geloso, non
come James
almeno:<< Lo maschera bene se te lo stai chiedendo ma
c’è un lupo sotto
quello sguardo da agnello, credimi>>
<<
Come sei finito a fare l’Auror James? >> lui
guardò Leila che gli aveva
posto quella domanda con il sorriso sulle labbra:<< Cosa
vuol dire come
sono finito a fare l’Auror? Ho frequentato
l’accademia >> lei
annuì:<<
Sì, quello lo so, intendevo dire perché hai
deciso di fare proprio quello, a
scuola se ben ricordo eri il cocco di Vitious, ti aveva raccomandato
come
spezzaincantesimi no? >> Rhodes alzò la testa
stupito:<< E tu come
fai a saperlo? >> lei fece spallucce:<<
Noelle..sai noi donne
parliamo >> poi sorridendo ancora di più e
prendendolo in giro
aggiunse:<< Parliamo molto >> James scosse
il capo:<< Spero
non parliate di quello che credo perché altrimenti io e
Noelle dobbiamo fare un
discorsetto e… >> Leila scoppiò a
ridere:<< Oh non ti preoccupare
non siamo ancora arrivate a quel genere di pettegolezzi anche
perché non tutte
avremmo qualcosa da raccontare e non è divertente se non ci
si confronta!
>> James si lasciò andare sul letto guardando
il soffitto:<< Donne,
chi vi capisce è bravo >> poi alzando gli
occhi verso Leila le domandò
sorridendo furbo:<< E tu? Che mi dici del tuo bel
francese dal visetto
d’angelo? Chissà perché Frankie non mi
da l’idea di uno che si lascia scappare
l’occasione per… >> un cuscino gli
arrivò in faccia prima che potesse
concludere la frase e guardando di nuovo Leila sorrise, quelle tre
settimane si
sarebbe divertito!
Bunny era
seduta sul tavolino del piccolo soggiorno da almeno cinque minuti
intenta a
fissare in silenzio lo sconosciuto moro che ricambiava il suo sguardo
con le
braccia incrociate sul petto:<< Non che tu non sia una
bella visione ma
tre settimane sono lunghe da far passare in silenzio >> e
con quella voce
simile al velluto dal marcato ed inequivocabile accento russo lo
sconosciuto si
avvicinò sedendosi sul tavolino accanto a
lei:<< Ehi qualcuno ti ha detto
di… >> << Beh sono accanto alla
grande Ben Flecter, scusami se
voglio godermi appieno il momento >> lei
strabuzzò gli occhi, era ancora
scossa da quella specie di incubo che aveva avuto su Libero e il fatto
che ora
si trovasse davanti quella specie di adone moro con l’aria da
Lucifero non le
facilitava di certo le cose, se quello cominciava ad adularla poi..
<<
Senti perché non cominciamo con le presentazioni? Non mi
piace dare confidenza
a uno che nemmeno conosco >> il russo tese le labbra
carnose in un
sorriso e per un istante Bunny si domandò come sarebbe stato
baciarle, erano
così diverse da quelle di Greg e anche da quelle di
Libero…dio quanto le mancava
Nott!
Tuttavia
ogni volta che ripensava a lui le tornavano in mente le sere che aveva
passato
da sola su quello stramaledetto terrazzo e la rabbia tornava ad
impadronirsi di
lei, Noelle e Maggie le avevano detto che se si arrabbiava
così tanto era
perché teneva a Libero e al loro rapporto ma sinceramente
lei cominciava a
diffidarne!
<<
Niko >> la voce di lui la riscosse:<< Niko
e…? >> <<
Solo Niko >> << Bunny >> gli
rispose stringendo la mano che
lui le stava porgendo e quando lo fece inaspettatamente Niko se la
portò alle
labbra in un piccolo baciamano:<< S
udovol’stviyem Bunny >> c’era
qualcosa in quell’uomo, c’era qualcosa in quegli
occhi color muschio e in quel
sorriso peccaminoso che l’attraeva come un magnete,
c’era qualcosa che le
diceva che forse conoscere meglio Niko non sarebbe stato un male, forse
quell’incontro le avrebbe cambiato la vita…
<<
Mi dai un minuto, Delila giusto? >> e guardando la sua
compagna di stanza
che poggiava la propria valigia accanto al divano letto e si apprestava
ad
aprirlo a mano, Ian si avvicinò alla porta:<<
Sì, certo figurati…intanto
se non ti spiace io ne approfitto per sistemarmi, ok? >>
per un istante
Dorian rimase immobile a fissarla, da quando erano entrati nella sua
camera la
ragazza aveva tirato fuori dalla tasca del vestito la propria bacchetta
ma
l’aveva appoggiata sul tavolo quasi dimenticandosi di
averla:<< Se hai
bisogno di una mano posso chiamarti uno degli elfi domestici
e… >> Delila
alzò la testa:<< Cosa? Oh no grazie, faccio da
sola >> annuendo e
troppo nervoso per pensare ad altro in quel momento Dorian
aprì la porta e
salutando di nuovo si recò alla ricerca di suo padre, aveva
bisogno di
chiarimenti e li voleva subito!
<<
Papà ti devo parlare >> e Dorian
bloccò suo padre che stava per entrare
nel suo studio:<< Dorian entra >> e aprendo
la porta Isaac gli fece
segno di precederlo all’interno.
Una volta
che ebbe richiuso l’uscio il padrone di casa si
voltò a guardare il figlio che
aveva l’espressione più rabbiosa che gli avesse
mai visto da molto, moltissimo
tempo:<< Deduco che la mia piccola sorpresa non ti ha
fatto piacere
>> << Hai voglia di scherzare? Andiamo
papà questo è giocare sporco
>> gli ricordò il suo primogenito stringendo i
pugni per mantenere la
calma, in quello aveva decisamente preso da lui:<< Che
cosa vuoi che ti
dica Dorian? Le regole dei Jeux sono chiare ed esistono per un motivo,
non le
ho create io e tu lo sai >> << No ma tu sei
quello che le può
cambiare. Sei il capo adesso e di certo il nonno non può
più dirti nulla se
cambi qualche regola per… >> <<
Per favorire i miei figli? Le
regole esistono per un motivo Dorian e non posso cambiarle solo
perché tu e tuo
fratello avete preso una cotta >> sentendo quello
spregevole giudizio
riferito al suo rapporto con Maggie gli occhi di Ian divennero due
fessure
rabbiose:<< Una cotta? Cotta non è il termine
con cui definire ciò che io
provo per Margaret >> << Allora provalo, se
ne sei innamorato come
credi queste tre settimane non cambieranno niente, se davvero la ami e
lei ama
te tra trenta giorni sarete mano nella mano nella hall a dare inizio
alla
vostra vita o mi sbaglio? >> Dorian fece per aprire bocca
ma suo padre
alzò una mano per bloccarlo:<< So cosa vuoi
dirmi e ti ricordo solo una
cosa: Parigi e Londra non sono poi così vicine e la
lontananza non giova ai
rapporti di coppia >> Ian scosse il capo scoppiando in
una risata
amara:<< Devo dirlo papà, quando vuoi sei
davvero incoraggiante >>
<< Voglio solo che tu non debba rinunciare a niente, ho
promesso a tua
madre il giorno in cui sei nato che avrei fatto di tutto per farti
vivere
sempre felice >> sentendo nominare sua madre Dorian
guardò il ritratto di
Elodie che campeggiava dietro la scrivania del padre, non gli era mai
piaciuto
troppo ma era una delle poche immagini che aveva di sua
madre:<< Io sono
felice papà, con Margaret sono felice >> un
impercettibile sorriso
attraversò il viso di Isaac, amava vedere i suoi ragazzi
così felici e sapere
che avrebbero avuto una vita piena e soddisfacente gli faceva sentire
un po’
meno la mancanza della sua amata Ellie:<< So che
è banale detto adesso,
ma anche io ci sono passato e ti posso assicurare che se vi amate
davvero
passerà in fretta >> ricordandosi che anche
suo padre e sua madre si
erano conosciuti durante un’edizione dei giochi e che
probabilmente anche Isaac
si era trovato nella sua stessa condizione la rabbia di Dorian
diminuì un po’
ma non riuscì comunque a digerire l’idea che per
tre settimane non avrebbe
potuto stare liberamente con Maggie, aveva così tante cose
che voleva fare con
lei e invece…
<<
Sai che se avessi potuto ti avrei evitato tutto questo >>
padre e figlio
si guardarono in silenzio per un lungo istante:<< Secondo
me provi un
piacere perverso nell’incasinarmi la vita papà ma
potrei sempre sbagliarmi
>> gli ricordò con un sorriso e ricambiando
Isaac chinò il capo tornando
ai suoi documenti dichiarando chiusa la conversazione.
<<
Ma l’hai visto quel tipo? Sembra uscito da sotto un ponte
conciato così
>> e più imbestialito di quanto avrebbe
pensato visto il suo carattere
Libero guardò prima il suo migliore amico e poi il russo che
aveva decisamente
monopolizzato Bunny e la stava facendo ridere:<<
Perché non ammetti
semplicemente che sei geloso Libe? >> gli
domandò François mentre Maggie
seduta accanto a lui stava chiacchierando con Iridis incuriosita, come
tutti
del resto, da Ilvermorny e dalla sua storia:<< Io non
sono geloso, ho
provato a parlarle e a chiarire nei giorni scorsi ma da quando
è arrivato quel
damerino del cavolo per lei sono inesistente, è sempre
lì a pendere dalle sue
labbra >> mentre Libero rodeva nella sua gelosia
l’intesa tra Ben e Niko
aumentava ogni istante di più…forse era il fatto
che erano entrambi due
artisti, che avevano un’anima particolarmente sensibile o
semplicemente il
fatto che si assomigliavano più di quanto credevano, Bunny
non avrebbe saputo
dirlo con certezza ma la cosa non le dispiaceva affatto!
<<
Tu e quel tizio in che rapporti siete? >> le chiese Niko
mentre gli occhi
di Libero stavano lanciando fulmini e saette verso di lui, fortuna che
gli
sguardi non potevano uccidere:<< Intendi quello che
vorrebbe lui o la
verità? >> << Intendo quello che
vuoi tu, lo stai facendo impazzire
e la cosa è evidente >> le ricordò
l’altro con un sorriso:<< Beh se
lo merita, se lo merita tutto >> Niko rise allungando poi
una mano e
scostandole una ciocca di capelli davanti al viso:<< Oh
beh se la metti
così allora… >> poi avvicinandosi
ad un soffio dal suo viso
aggiunse:<< Sono pronto ad immolarmi per la causa
ljubòv >>
<<
Ok io adesso lo ammazzo, se non le leva le mani di dosso io…
>> e
alzandosi di scatto Libero fece per impugnare la bacchetta ma la risata
di
Bunny lo fermò:<< Qualche problema Nott?
>> Libe digrignò i denti
dalla rabbia:<< Sì Flecter, ho qualche
problema con te e il tuo amico
>> Bunny guardò prima Niko e poi di nuovo
lui:<< Dovevi pensarci
prima caro mio, dovevi pensarci prima di giocare con me
>> << Io
non ho… >> ma prima che la discussione
degenerasse François si alzò
poggiando una mano sulla spalla dell’amico:<<
Libe per favore. Dovete
parlare ma non qui e non adesso >> Libero alzò
un’ultima volta gli occhi
su Bunny poi tornando a guardare Frankie aggiunse:<<
Sì, hai ragione ho
tre settimane di tempo per svagarmi, parleremo dopo >>
<<
Come sarebbe a dire che non usi la magia >> e Dorian,
seduto sul terrazzo
della sua camera insieme a Delila guardava quest’ultima come
se fosse
pazza:<< Quello che ho detto, vivo in mezzo ai babbani
nel centro di
Cardiff, non è il caso che usi la magia per ogni piccola
cosa, alla fine è
quasi diventata un’abitudine >> Ian
tornò a guardare Parigi sorseggiando
il suo succo:<< E poi quel tuo lavoro…
>> lei sorrise addentando
una frittella:<< Commercialista, un po’ quello
che fate tu e tuo padre
con l’hotel, solo che io lo faccio con i soldi di altri,
è stimolante dal punto
di vista intellettuale >> << Lavori con
babbani per la maggior
parte vero? >> Delila annuì:<<
Sì, sono una mezzosangue e in fondo
mi ci trovo bene, ci sono un sacco di regole a cui attenersi ma una
volta che
le hai imparate te le cavi alla grande >>
<< Non ti manca mai la
magia? Voglio dire poterti esprimere liberamente e fare qualche piccolo
incantesimo se ti viene voglia? >> << Te
l’ho detto, dopo un po’ ti
abitui e inoltre farcela con solamente le proprie forze è,
come dire, eccitante
>> Ian annuì e nel sorriso della ragazza per
un attimo rivide un altro
viso, un altro sorriso e un’altra ragazza che gli mancava
quasi come l’aria che
respirava:<< Allora dimmi qualcosa di te…a
parte il fatto che sei a dir
poco fantastico come pittore e sei il figlio del proprietario
dell’hotel non so
altro Dorian Atelier >> lui sollevò il capo di
scatto:<< Pittore?
>> le guance di Delila divennero rosse:<<
Scusami, quando sei
uscito l’altro pomeriggio ho curiosato un po’ in
giro, c’era quel quadro là in
fondo e… >> alzando gli occhi verso
l’interno della camera Ian notò il
quadro che aveva iniziato la settimana prima e che ritraeva Maggie
addormentata
sul suo letto, aveva intenzione di regalarlo alla sua dolce
metà ma non era
ancora riuscito a finirlo, senza contare che lo scherzetto di suo padre
aveva
decisamente rovinato i suoi piani!
<< È
la tua ragazza vero? >> gli domandò Delila
guardando a sua volta il viso
di Maggie che era l’unica parte finita e scoperta del dipinto
ed Ian chinando
il capo annuì:<< Sì, non ce lo
siamo detti apertamente ma non credo ce ne
sia bisogno…lei è tutto quello che voglio e che
mi fa stare bene >> e
sorridendo pensando al piccolo incarico che aveva affidato a Yanna Ian
sospirò,
forse suo padre aveva ragione ma lui non aveva alcuna intenzione di far
dimenticare
alla giovane miss Stains i momenti che avevano passato
insieme…
Sentendo
bussare alla porta della suite François si alzò
dal divano dove stava cercando
di calmare Libero ma quando si affacciò per vedere chi fosse
non trovò nessuno.
<<
Chi era? >> gli domandò Maggie guardandolo
tornare senza nessuno:<<
Qualcuno che si diverte a fare scherzi, se non fossi qui ridotto
all’ombra di
te stesso avrei pensato a te mio caro Libero >>
commentò poi cercando di
tirare l’amico su di morale ma Libe dopo il suo scontro con
Bunny di quella
mattina infatti era diventato apatico e inespressivo, se non fosse
stato per la
compagnia di Iridis, Maggie e del suo storico amico probabilmente si
sarebbe
nascosto in qualche angolo sperduto a leccarsi le ferite in
silenzio:<<
Come diavolo ha fatto? Come ha fatto a… >> poi
prima di concludere la
frase si passò le mani nei capelli tirandoseli con
rabbia:<< È
tutta colpa mia! Mia e della mia testa! È difettosa, lo
sapevo che mi avrebbe
portato solo casini! Lo sapevo che non dovevo darti retta! È
colpa tua Frankie,
tua e del tuo fastidioso e perenne ottimismo! Sei stucchevole
e… >>
François sorrise sedendosi di nuovo accanto a
lui:<< Però quanti
complimenti per una sola frase >> poi tornando serio
aggiunse:<< Se
convinco la tua bella a parlarti prometti di non fare casini e di
smetterla di
fare il bambino lagnoso? >> sentendosi chiamare lagnoso
Libero alzò la
testa di scatto:<< Bambino lagnoso a chi? Sai che
potrei… >>
<< Beh almeno reagisci, è già
qualcosa Libe! >> alzando gli occhi
al cielo per la scenetta Maggie cercò di non ridere quando
una piccola sagoma
dalla porta della camera richiamò la sua
attenzione:<< Yanna… >>
mormorò poi a mezza voce:<< Hai detto
qualcosa? >> le domandò Iris
guardandola ma la giovane Stains si alzò in piedi scuotendo
il capo:<<
No, ho dimenticato una cosa in camera, torno subito >> e
avvicinandosi
alla camera si infilò dentro velocemente chiudendo la porta
e guardando l’elfa
dritto negli occhi.
<<
Signorina Margaret >> << Cosa
c’è Yanna? È successo qualcosa a Ian?
Sta bene? >> il pensiero di non averlo ancora visto quel
giorno un po’ la
rattristava e l’averlo visto il giorno prima scendere per
colazione insieme a
quella biondona dagli occhi azzurri e il sorriso smagliante la faceva
sentire
un po’ nervosa, si fidava di Dorian come di nessuno al mondo
ma quella era
davvero una bellezza e sembrava anche in perfetta sintonia con
lui…
<<
Padron Dorian sta bene, mi ha solo mandato per darle questo
>> e aprendo
il palmo della mano Yanna le mostrò un pezzetto di pergamena
stropicciato,
stava per dire qualcosa ma non appena le sue mani toccarono il foglio
questo le
galleggiò davanti al viso trasformandosi in una piccola
scatola di cartone
rosso scuro con un foglio di pergamena attaccata:<< A
dopo miss >>
e chinando il capo Yanna scomparve lasciandola sola con la piccola
scatola.
Sedendosi sul
letto Maggie prese il pacco tra le mani srotolando veloce la pergamena,
la
grafia di Ian era facilmente riconoscibile…
“ Buongiorno
Margaret – le bastò immaginare
lui che la chiamava per sciogliersi – so che non è
quello che ti aspettavi ma
per il momento non mi è concesso fare altro, goditelo anche
per me in ricordo
di quella meravigliosa notte in riva alla Senna.
Ti amo ”
Aprendo il
piccolo pacchetto bene attenta a non piangere di gioia Margaret rimase
immobile
davanti al suo contenuto: un delizioso cupcake al cioccolato con una
soffice
copertura di crema al burro e tre lamponi che luccicavano come appena
raccolti;
togliendo il dolce dalla scatola Maggie cominciò a togliervi
l’involucro per
assaggiarlo quando la suddetta scatola si trasformò in
un’altra piccola
pergamena, stavolta le righe erano scritte in fretta:
“
Stasera a mezzanotte, ci vediamo davanti
alle cucine, je t’aime ma vie ”
Che cosa
diavolo stava combinando Ian? In cucina a mezzanotte? Da quando il
principe
azzurro invitava Biancaneve ad un incontro clandestino nelle cucine del
suo
palazzo?
<< Maggie,
tutto bene? >> e la voce di Frankie seguita da un lieve
bussare alla
porta:<< Sì, tutto a posto arrivo
>> e alzandosi di corsa lei
poggiò il dolcetto sul comodino infilandosi i biglietti di
Dorian nella tasca
posteriore dei jeans.
<<
Oh mio dio ma è bellissima! >> e
cinguettando estasiate Leila e Noelle guardarono di nuovo la foto della
figlia
che Daniel aveva tirato fuori dopo le insistenti domande della sua
nuova
compagna di stanza sulla neonata che aveva visto nella sua mente.
<<
Ti giuro che se dopo questo mi chiede di mettere su famiglia sei morto
>>
e cercando di ridere James guardò l’altro ragazzo
che annuì cercando a sua
volta di non ridere:<< Beh scusa se te lo dico amico ma
al tuo posto mi
immolerei molto volentieri per la causa >> James strinse
una mano per
cercare di controllarsi, aveva promesso a Noelle la famosa notte in
piscina che
non avrebbe fatto scenate e si sarebbe controllato qualsiasi cosa fosse
successa ma davanti a quello sbruffone, che si gli stava simpatico ma
che dormiva
vicino alla sua Noelle, era difficile mantenere il controllo.
<<
Attento a quello che dici Daniel, Jamie è un tantino
irritabile sull’argomento
>> e ridendo Noelle restituì la foto al
ragazzo sedendosi poi
direttamente in braccio a Rhodes e guardandolo con la sua espressione
più
angelica:<< Ma mi ha promesso di fare il bravo, vero
Jamie… >>
inutile dire che avendo il corpo di Noelle così vicino al
suo James fu
costretto a prendere un respiro molto, molto profondo:<<
Vuoi giocare con
il fuoco Jackson? >> Noelle scoppiò a ridere
avvicinando poi il viso al
collo di James in modo da potergli sussurrare qualcosa
all’orecchio:<<
Ringrazia che sono l’unica legilimens presente o dovresti
vergognarti dei tuoi
pensieri cadetto Rhodes >> forse con quel commento Noelle
voleva
stuzzicarlo e rimetterlo al suo posto visto che non avrebbero potuto
fare
niente, ma nel giro di pochi istanti si trovò a cavalcioni
sulle gambe di James
con le sue mani che le tenevano il viso e le labbra del ragazzo sulle
sue
mentre la sua lingua stava facendo qualcosa di decisamente irripetibile.
Dopo un
minuto buono e un ben poco discreto colpo di tosse di Daniel, Jamie si
staccò guardandola
con quello che lei ormai chiamava “ lo sguardo da muffin
” e infatti
avvicinando il viso al suo e sfiorandole il naso aggiunse
calmo:<<
Ringrazia che non siamo soli e non voglio che il tuo amico si faccia
idee
strane Noelle Jackson o i miei pensieri sarebbero già
realtà >> a quelle
parole non c’era una solo parte di Noelle che non fosse
arrossita ed incapace
di replicare come suo solito lo guardò mettendo il
broncio:<< Dio sei
adorabile quando ti zittisco >> << Ti odio
James >>
Fu solamente
durante la cena che si ritrovarono di nuovo tutti, o quasi, seduti allo
stesso
tavolo: Libero che ancora non rivolgeva la parola a Bunny offeso a
morte e la
signorina in questione che per farlo ingelosire continuava a
chiacchierare con
Niko mentre i suoi occhi correvano imperterriti a cercare quelli di
Nott inconsapevole
dei piani del suo bel Grifondoro che ora stava meditando
vendetta…
Accanto a
loro François aveva approfittato dell’occasione
per scivolare accanto a Leila e
visto come si stavano comportando forse Libero non aveva tutti i torti
a
definirli stucchevoli!
Accanto a
loro James ancora sorrideva per il suo scherzetto a Noelle e mentre
Daniel
stava raccontando di sua figlia ad Iris e Delila, era tutto perfetto e
guardandosi intorno Maggie tornò a fissare Dorian che le
mangiava vicino quasi
come se nulla di quello che stava succedendo intorno a loro lo
toccasse,
concentrato sul filetto alla Wellington che Clau gli aveva
preparato:<<
Posso sapere che cos’hai in mente di fare dopo?
>> gli domandò
avvicinandosi un po’ in modo che nessuno potesse
sentirla:<< Hai mangiato
il tuo cupcake? Ti è piaciuto? >> le
domandò lui in risposta con un
sorriso:<< Dorian Joshua Atelier ti ho chiesto
cosa… >> ma le
labbra di lui baciarono velocemente le sue chiudendole:<<
Mi piace quando
ti arrabbi e mi chiami con il mio nome completo, sei… -
aspettò qualche istante
come se stesse assaporando le sue stesse parole – eccitante
>> <<
Ian! >> e le guance di lei divennero rosse come i lamponi
che aveva sul
suo dolcetto in camera:<< Ad ogni modo per rispondere
alla tua domanda
mia piccola impaziente >> e lì Ian
avvicinò il viso a quello di lei
sussurrandole ad un centimetro dall’orecchio con quella sua
voce strascicata ad
ogni parola:<< Devi avere pazienza fino a mezzanotte
>> poi vedendo
il sorrisetto che stava per spuntare sulle labbra di Maggie
aggiunse:<< E
non provare a corrompermi, perché non otterrai niente
>> guardandolo
irritata Margaret tornò a guardare il suo piatto di arrosto
con patate:<<
Sei insopportabile >> << Abbi pazienza
>> lei fece per
rispondere quando la risata cristallina di Leila attirò
l’attenzione dell’intera
tavolata:<< Scusate ragazzi, ma dove sono Michael e
Lilith?
>>
La grande
pendola dell’ingresso stava battendo i dodici rintocchi della
mezzanotte e nel
silenzio dell’hotel addormentato Maggie poteva sentire il
rumore dei suoi piedi
nudi sulla moquette, non sapeva perché ma invece di
smaterializzarsi
semplicemente davanti alla porta della cucina aveva preferito fare
tutta la
strada a piedi, forse per rendere quel piccolo sogno un po’
più lungo…
Quando arrivò
davanti alla porta in legno con intagliato il disegno di un elfo
domestico con
il cappello da cuoco e un mestolo in mano per un istante sorrise poi
guardandosi intorno si accorse che di Ian non c’era traccia,
che fosse successo
qualcosa?
Stava per
spostarsi ed andare a cercarlo quando una piccola coppa ricolma di
lamponi,
fragole e more le comparve davanti fluttuando poi verso la porta della
cucina
che si aprì da sola come i quadri delle sale comuni di
Hogwarts mostrandole un
tavolo dal pianale di marmo flebilmente illuminato dalla luce della
luna che
filtrava dalle finestre poste all’altro lato della stanza.
Era tutto
in ordine ed immobile, gli elfi dovevano essere da un’altra
parte visto che non
volava una mosca…
Muovendo un
paio di passi e seguendo sempre la coppa di frutti Maggie
avanzò nella stanza
chiedendosi che cosa stesse succedendo; guardò la coppa
appoggiarsi sul tavolo
e mentre stava per allungare una mano per prendere un lampone, un forte
odore
di menta la avvolse e qualcosa di caldo aderì alla sua
schiena mentre un
morbido pezzo di seta le scivolava sugli occhi:<< Spero
che tu non dorma
così insieme a mio fratello o potrei non rispondere di me
mon ange… >>
Maggie sorrise sentendo la voce di Ian ad un passo da
lei:<< È solo una
camicia da notte >> gli ricordò ripensando a
ciò che indossava e che per
quanto fosse femminile restava comunque una camicia di cotone bianco
lunga fin
sotto al ginocchio, beh sì certo il fatto che le lasciasse
le spalle…ma prima
che potesse concludere il pensiero sentì le labbra di Ian
sulla scapola mentre
il suo respiro caldo risaliva piano lungo la sua clavicola fino al suo
collo:<< Ian… >> lo
sentì sorridere contro la sua pelle con il suo
respiro caldo che le faceva venire i brividi lungo la spina
dorsale:<< Mi
sei mancata Margaret >> lei fece per voltarsi ma le mani
di lui sulle
braccia la immobilizzarono:<< No >> poi
più dolcemente tornò a
riempirle il collo di piccoli baci intervallandoli con le proprie
parole:<< Non ti voltare, ho pensato a questa serata solo
per te e voglio
che tu te la goda fino alla fine >> suonava un
po’ come una minaccia ma
lei non aveva certo paura…
Si risvegliò
solamente quando sentì qualcosa di morbido
e vellutato toccarle le labbra:<< Apri
>> tremante come una
foglia ubbidì alla sua voce schiudendo la bocca e mentre il
lampone le
scivolava sulla lingua sentì i polpastrelli di Ian che le
accarezzavano le
labbra:<< Sei bellissima Margaret, sei la ragazza
più bella che abbia mai
visto in tutta la mia vita >> lei mandò
giù il lampone per riuscire a
parlare:<< Ian che cosa stai… >>
ma si bloccò quando una mano le
spostò i capelli di lato e lui riprese a baciarle il
collo:<< Ti ho
sognato per così tanto tempo, ho immaginato questo momento
centinaia di volte…
>> la sua voce era come il suono di un flauto di un
incantatore di
serpenti e lei era la serpe, avrebbe fatto qualsiasi cosa quella voce
calda le
avrebbe chiesto, qualsiasi…
<<
Ho disegnato il tuo viso centinaia di volte da quella sera al
ministero, ho
fatto di tutto per non pensarti e cercare di andare avanti con la mia
vita ma
tu sei sempre stata nei miei pensieri, sei come
un’ossessione, come una
deliziosa ossessione da cui non mi voglio liberare >>
<< Vuoi farmi
morire? >> trovò la forza di domandargli con
la poca voce che le
restava:<< Voglio che tu capisca quanto non poterti avere
accanto in
questi giorni mi sta distruggendo >> poi facendo
scivolare le mani lungo
il profilo di Maggie dalle spalle ai fianchi aggiunse
piano:<< Ti voglio
Margaret, ti voglio così tanto che mi sta uccidendo ma so
che ora non posso
farlo quindi concedimi almeno questo, concedimi di renderti felice e di
farti
vedere come sarà tra di noi >> lei sorrise
anche se lui stando alle sue
spalle non poteva vederla:<< Con fragole, more e lamponi?
>> la
piccola risata di Ian le fece capire di aver colto nel
segno:<< Si
possono fare tante cose con fragole, more e lamponi ma
chérie… >> e
Maggie lo sentì appoggiarsi di nuovo a lei per raggiungere
probabilmente la
coppa sul tavolo:<< …Basta usare un
po’ di immaginazione >>
stavolta sentì il piccolo frutto scivolarle prima su un
braccio per poi
risalire fino alla spalla, al collo, alla guancia:<< Ti
piace? >>
incapace di parlare annuì piano mentre lui le metteva anche
quella succosa mora
in bocca cominciando a baciarle la nuca.
Fu solo
alcuni minuti dopo quando ebbe ritrovato un po’ di
autocontrollo che Maggie riuscì
a parlare:<< Vuoi passare così tutta la notte?
>> << Ho in
mente ben altro ma come ti ho già detto non voglio certo
farlo in cucina
>> << Possiamo andare…
>> << Questo è il mio regalo per
te, goditelo Margaret >> la rimproverò
dolcemente ma lei testarda
continuò:<< Ma non è giusto, anche
io voglio farti… >> con il
pollice Ian le chiuse delicatamente le labbra:<< Vuoi
ancora che risponda
di me? Non voglio sapere cosa vorresti farmi, la mia immaginazione mi
dà già il
tormento da sola >> inaspettatamente Maggie fece un passo
indietro in
modo da appiccicarsi al petto di lui e gettando la testa
nell’incavo della sua
spalla alzò il viso verso di lui, anche con quella benda
sugli occhi sapeva
chiaramente dov’era Ian e poteva chiaramente immaginare la
sua espressione in
quel momento:<< Ti prego Ian…anche tu mi sei
mancato… >> e per
enfatizzare la sua supplica intrecciò le loro mani
avvolgendoli entrambi in un
abbraccio; lo sentì borbottare qualcosa di molto simile ad
un imprecazione poi
sciogliendo una mano aggiunse a voce un po’ più
alta:<< Strega >>
Maggie sorrise raggiante:<< Ti ho convinto?
>> Ian la fece voltare
tra le proprie braccia prendendola poi per i fianchi e sollevandola da
terra la
fece sedere sul pianale del tavolo:<< Un giorno o
l’altro dovrò imparare
a dirti di no o sarai la mia rovina >> poi alzando le
mani e mettendole
dietro la testa di Maggie continuò:<< Ti tolgo
la benda ma tu prometti
che non mi farai impazzire, ho una soglia di sopportazione molto bassa
se si
tratta di te >> << Farò la brava
>> lui rise piano mentre le
scioglieva il nodo facendo scivolare il pezzo di
stoffa:<< Le ultime
parole famose >>
Quando ebbe
riacquistato la vista Maggie ci mise un attimo a riabituarsi alla
penombra ma
quando i suoi occhi incrociarono Dorian il suo cuoricino fece le
capriole dalla
gioia: definirlo bello era decisamente riduttivo…credeva di
vederlo in pigiama
ma lui indossava ancora i pantaloni che aveva indossato per la cena e
la stessa
camicia rosso cremisi sbottonata, era magnifico.
<<
Non ti sei cambiato? >> << Ho passato le
ultime ore a convincere
Clau a lasciarmi la sua preziosa cucina >> Maggie sorrise
arrossendo
mentre allungava una mano verso di lui e mormorava
piano:<< Vieni qui
>> Ian l’accontentò incastrandosi in mezzo alle
sue gambe appoggiandosi
al bordo del tavolo:<< Allora? Mi hai corrotto con false
promesse
signorina Stains? >> le domandò sorridendo
come il diavolo in cui si
stava trasformando:<< Uomo di poca fede >>
lo prese in giro lei
allungando la mano per prendere una fragola stringendola con due
dita:<<
Apri la bocca >> guardandola per poco Ian non ebbe un
infarto, il gioco
era divertente al contrario, quando era lui ad avere il potere, forse
dare a
Maggie la possibilità di giocare con lui non era stata una
buona idea, quella
ragazza aveva il potere di annientarlo.
<<
Cosa c’è? Non dirmi che una piccola innocua
fragolina ti… >> ma prima che
finisse di parlare lui le afferrò il polso mordendo il
frutto e masticandolo in
fretta non staccando gli occhi da quei due laghi scuri in cui amava
sprofondare.
Doveva stare
calmo, doveva calmarsi se voleva mantenere il controllo ma lei glielo
stava
rendendo ogni secondo più difficile:<<
Nervoso? >> e ridendo piano
lo guardò di sottecchi:<< Te lo ripeto
chérie, sei una strega >>
poi afferrandole le spalle sorrise:<< E io sono troppo
debole per
resistere >> poi continuando a sorridere
abbassò la testa quel poco che
bastava per baciare quelle labbra che sapevano di more e lamponi ma che
per lui
erano le porte del Paradiso.
Grimilde's
Beh che
cosa posso dire...onestamente non lo so nemmeno io perchè
ho nella testa troppe immagini ed idee in questo momento e
quindi intanto che voi leggere questo io mi metto già a
scrivere il seguito...
Solo una cosa: scusate
se non ho risposto alle vostre recensioni, sono stati dei giorni un po'
intensi e mi hanno risucchiato un po'...sappiate però che ho
letto tutto e che come sempre apprezzo tutto quello che mi dite...
A prestissimo....
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Capitolo 13 *** 12 - Convivenze parte II ***
Capitolo 12
Grimilde's
Che cosa
posso dire, anche
stavolta è il caso che io metta le note prima altrimenti non
si
capirebbe nulla di quello che scriverò!
Devo fare solo un paio di precisazioni prima di cominciare: la prima
parte del capitolo (quella riguardante Lilith e Michael) è
accaduta praticamente in contemporanea a tutti i fatti successi nello
scorso capitolo dalla litigata di Libero e Bunny fino all'incontro in
cucina di Ian e Maggie; da questo punto in avanti praticamente
torneremo alla scena di conclusione del capitolo precedente e andremo
avanti da lì.
Credo di avervi detto tutto e quindi buona lettura...(ho messo delle
note anche a fine capitolo per evitare il linciaggio!)
<< E
come dovrei chiamare la ragazza che mi piace? >> quella
frase continuava
a ronzarle in testa senza che lei potesse farci niente, Mike ormai era
stato
chiaro su quello che voleva e su ciò che provava, ora il
problema era lei…lei e
i suoi stupidi angoscianti patemi da psicodramma:<<
Michael io… >>
ma mentre alzava gli occhi su di lui per rispondere il suo bello
stangone
sbatté un istante le palpebre arretrando velocemente fino al
divano dietro le
sue spalle:<< Lilith mi gira la testa…per
favore Lilith prendi un
bicchiere d’acqua e... >> probabilmente Mike
voleva aggiungere la parola
zucchero alla sua frase ma il suo corpo cadde pesantemente sul divano
lasciando
Lilith preda della paura.
Guardandosi
intorno Mike non ci mise molto a
capire dove si trovasse, quella era Hogwarts e più
precisamente la sala comune
dei Tassorosso dove lui aveva passato gran parte dei suoi anni di
studio.
Girando
la testa a destra e a sinistra per
rendersi conto un po’ meglio dell’anno o delle
persone che aveva attorno: vide
una piccola Margaret Stains che chiacchierava con alcune amiche e
perfino
Noelle che doveva avere all’incirca tredici anni quindi dal
momento che lui
aveva due anni in più della Jackson voleva dire che ne aveva
quindici o
sedici…che cosa cavolo ci faceva nel suo corpo di sedicenne
a scuola?
La
risposta a quella domanda gli salì naturale
alla mente: Lilith. Aveva quindici anni la prima volta che aveva visto
Lilith e
sedici quando aveva capito che quella fastidiosa Grifondoro di
quattordici anni
avrebbe dovuto far parte della sua vita!
<<
Scusa Stains, che giorno è oggi?
>> e avvicinandosi a Maggie le sorrise cercando di
sembrare amichevole,
non si erano parlati molto all’epoca della scuola dal momento
che lui era
prefetto e aveva un anno in più di lei ma conosceva Maggie
ora e gli stava
molto simpatica:<< Oh…scusa…Gail
giusto? >> poi guardando
velocemente il calendario aggiunse:<< È il 10
ottobre, è giovedì >>
Gail? Certo lui e Maggie non avevano chissà quale rapporto
ma chiamarlo per
cognome come se fosse un qualsiasi anonimo ragazzo, cioè lui
era un prefetto
e…ma poi i suoi occhi si alzarono su una vetrinetta dove
erano appoggiate alcune
delle piante della serra e rimase immobile a guardare il proprio
riflesso: che
fine aveva fatto il Michael Gail che lui ricordava aver frequentato
Hogwarts?
Chi era quel goffo nerd con gli occhiali spessi, la divisa malmessa e
nessuna
spilla da prefetto appuntata sul petto!
<<
Scusate io…scusate… >> e con
l’aria che aveva smesso di arrivargli ai polmoni corse fuori
dalla sala comune.
Aveva
appena raggiunto il Lago Nero quando si
appoggiò ad un albero per prendere fiato: che diavolo stava
succedendo? D’accordo
che non era mai stato uno dei più popolari della scuola ma
quello non era lui,
quello non era Michael
Jamison Gail
era…era…era qualcosa di spaventoso che lui non sapeva come affrontare!
Era
ancora seduto sull’erba quando una risata
cristallina attirò la sua attenzione facendolo voltare di
scatto: Lilith.
Rimase
immobile per dio solo sa quanto tempo a
guardare quella deliziosa adolescente dai capelli scuri e il sorriso
splendente
che correva per il giardino insieme alle sue amiche.
Ricordava
quel pomeriggio come se fosse successo
il giorno prima: era stata la prima volta in cui aveva visto Lilith
Sherwood;
nella versione che lui aveva in mente, e non nell’incubo che
stava vivendo,
Lilith era bella esattamente come in quel momento e proprio come allora
correva
per il parco con le sue amiche per godersi quell’ultimo
pomeriggio di sole solo
che nella scena che lui stava guardando c’era qualcosa di
stonato, qualcosa di
decisamente fuori posto e che, manco a dirlo, portava il nome del
biondo e
stupido Grifondoro che teneva Lilith per mano e la guardava come se
fosse stata
l’unica ragazza sulla faccia della terra!
Stava
pensando se era il caso di restare lì a
guardarla come un fissato quando lei si bloccò in mezzo
all’erba e si voltò
nella sua direzione…
Il
respiro di Mike si bloccò mentre la guardava
avvicinarsi, mentre vedeva quegli occhi scuri puntati dritti su di lui,
dio si
sentiva come un bambino davanti a lei, si sentiva come uno stupido
bambino che
non sapeva come comportarsi! Lui che aveva sempre avuto la parlantina
facile e
il dono di essere sempre perfetto per ogni momento ora era
l’esatto opposto!
Guardò
ancora per un istante Lilith che si
avvicinava poi il biondo imbecille la
chiamò:<< Lily…Lily vieni, che cosa
stai facendo? >> << Eccomi…dio
Alex sei davvero pressante a volte,
arrivo arrivo >> e ridendo con quella sua risata
cristallina lei tornò
dal compagno di casa prendendolo per mano…ma che diavolo
stava succedendo? Non
ricordava che Lilith avesse un ragazzo all’epoca…
Passò
solo per i corridoi gran parte della
giornata, in quel momento non gli importava molto delle lezioni visto
come si
sentiva e poi aveva sempre il pensiero di Lilith insieme a quel dannato
Alex a
dargli il tormento, doveva assolutamente capire che cos’era
successo, doveva capire
perché tutto era così diverso da come lui lo
ricordava…doveva…
Poi
qualcosa di scuro con una cravatta rosso e
oro al collo entrò nel suo campo visivo e lui riconobbe
immediatamente il
delicato profumo di Lilith.
Incapace
di bloccarsi allungò una mano
afferrandole il braccio e fermandola.
Lo
sguardo di Lilith fu come una pugnalata al
cuore:<< Scusami? Che cosa stai facendo? >>
<< Devo parlare
con te Lilith, adesso… >> lei continuava a
guardarlo come se fosse
pazzo:<< Senti io non ti conosco e sinceramente non ho
tempo da perdere
con… >> << Mike, mi chiamo Mike
>> lei arricciò le
labbra:<< Ecco appunto, Mike non ho tempo da perdere,
quindi se vuoi
scusarmi dovrei andare >> la stretta sul braccio si
accentuò, non era
ancora pronto a lasciarla andare, non poteva:<< Tu non
capisci, io e te…
>> lei sorrise ma anche Michael capì che lo
stava prendendo in
giro:<< Senti sono lusingata dalle tue parole,
davvero…ma non c’è e non
ci sarà mai nessuno noi, non potrei mai prendere in
considerazione un
Tassorosso, ho una reputazione da difendere capisci? >>
<< Che cosa
stai dicendo? Lilith noi… >> gli occhi di lei
si fecero scuri:<< Te
lo ripeto non esiste nessun noi, dovrei essere pazza per prendere in
considerazione un’ipotesi del genere quindi scusami ma non
è proprio il caso
>> poi liberandosi dalla sua stretta lo lasciò
lì in mezzo al corridoio
con il cuore in pezzi.
Spalancò
gli occhi di scatto cercando di abituarli alla luce e capire dove fosse
finito:<< Michael…Michael stai bene?
>> quella voce d’angelo lo
fece voltare verso la protagonista del suo incubo personale che aveva
in mano
un asciugamano umido con cui molto probabilmente gli stava tamponando
la fronte
sudata, era un medico e la testa che gli scoppiava e la gola secca
parlavano da
sole su quello che poteva aver avuto:<<
Lilith… >> e alzò una mano
per accarezzarle una guancia:<< Sì sono io
>> replicò lei
arrossendo appena:<< Come ti senti? >> gli
domandò di nuovo
dolce:<< Lilith >> e senza pensare,
decisamente senza pensare, a quello
che stava facendo Michael si sporse dal divano arrivando al viso della
ragazza
e prendendolo con una mano fece combaciare le sue labbra con quelle di
lei.
Immobile
per un paio di secondi Lilith cercò di pensare velocemente,
che cosa stava
facendo? Che cosa stava succedendo? Un attimo prima Michael era svenuto
e ora
la stava baciando come se andasse della sua vita, dio quella bocca
era…ma la
lingua di Mike la distrasse facendole perdere la concentrazione.
Oh
andiamo non fare l’idiota: è Michael Gail!
È
sempre stato Mike!
E la vocina dentro di lei si mise ad urlarle nella testa.
Ammettendo
finalmente con sé stessa che era quello che aveva voluto che
accadesse dal
primo istante in cui lo aveva visto la mattina del secondo giorno a
colazione
Lilith gli mise le braccia al collo ricambiando il
bacio….purtroppo per lei la
mole di Mike, decisamente maggiore della sua, fece sbilanciare il
ragazzo
facendoli rotolare entrambi sul tappeto damascato facendola finire
sotto quella
statua greca dagli occhi color caffè che la stavano
spogliando:<< Mike…
>> lui sorrise:<< Dovevo svenire per
sentirmi chiamare Mike
>> Lilith sorrise a sua volta:<<
Alzati…sei pesante >> la
bocca di Michael sfiorò di nuovo la sua:<<
Forse non voglio alzarmi
>> e il suo sorriso fece capire a Lilith
cos’aveva in mente il suo bel
guaritore:<< Mike non so se…tu sei svenuto e
io non so se…non… >>
dopo l’ennesimo bacio Mike le rotolò accanto
mettendosi su un fianco e
sdraiandosi sul tappeto sfiorando una guancia di Lilith con un
dito:<<
Non voglio sembrare pazzo Lilith ma la mia pazienza ha raggiunto il
limite e
sono dovuto svenire per capirlo >> << Che
vuoi dire? >>
<< Ho fatto un sogno mentre ero svenuto >>
lei rimase in silenzio
aspettando che lui continuasse:<< Ho rivisto il giorno i
cui ci siamo
conosciuti, in cui mi hai detto che… >>
<< Ah…e tu lo chiami sogno?
>> domandò Lilith facendo per alzarsi e non
volendo di nuovo rivivere
quell’umiliazione per l’ennesima
volta:<< Aspetta! Fammi finire! >>
e prendendola per il polso Mike le impedì di
muoversi:<< Ho rivissuto
quel momento ma a parti invertite >> << A
parti invertite? >>
lui annuì:<< Sì, io che ti dicevo
che mi piacevi e tu che mi hai risposto
con cose molto simili a quelle che ho detto io quel giorno, adesso so
come ti
sei sentita e mi dispiace, davvero >> <<
Adesso lo so, mi dispiace
se ti ho trattato male in queste settimane solo che ogni volta che ti
guardo
ripenso a quel giorno e ci sto male >> lui sorrise
giocherellando con una
ciocca dei capelli di lei:<< Ti consola se ti dico che
anche tu mi piacevi
all’epoca ma che ero terrorizzato dall’idea che le
cose potessero andare male?
>> << Andare male? Ma che stai dicendo?
>> lui chinò il capo
fissando lo sguardo sugli intricati disegni del
tappeto:<< Io non sono
mai stato un tipo che fa impazzire le donne, non sono mai stato quello
per cui
si fanno follie, sono uno normale, uno qualsiasi…quando mi
hai detto che ti
piacevo mi è mancata l’aria, tu eri
così bella per me, così solare e allegra,
io mi sento vuoto quando sono solo, mi sento inutile >>
<< Sei un
guaritore, hai salvato quei bambini ad Edimburgo e inutile o normale
non sono
decisamente parole con cui ti definirei >>
<< Mi hai guardato? Mi
hai guardato bene Lilith? >> lei rise piano poggiandogli
una mano sul
petto proprio dove il cuore di Mike stava rischiando un
infarto:<< Sì
Michael Gail, ti ho guardato e anche molto bene >> poi
avvicinandosi un
po’ mise il viso a due millimetri dal suo facendo incrociare
i loro
respiri:<< Adesso però smettila di fare la
vittima e alzati da questo
tappeto, sei svenuto e hai bisogno di stare comodo e rilassato
>>
<< Lilith…io sono comodo se tu sei…
>> l’occhiolino che gli fece
quando lo guardò bastò a
scombussolarlo:<< Ma non ho alcuna intenzione di
lasciarti solo, siamo coinquilini per le prossime tre settimane
ricordi?
>> poi tendendogli la mano lo tirò insieme a
lei verso uno dei due
letti:<< Andiamo adesso sdraiati e non farmi
più preoccupare >>
<<
Non ho intenzione di passare tutta la giornata sdraiato qui a fare
niente
>> borbottò Mike dieci minuti dopo quando
Lilith si sedette sul bordo del
letto con un libro tra le mani:<< Hai intenzione di
restare lì a
lagnarti? >> << Vuoi davvero che me ne stia
sdraiato qui senza fare
nulla? Era più divertente quello che stavamo per fare su
quel tappeto >>
le ricordò prendendola per un braccio e sdraiandola accanto
a sé:<<
Scordatelo >> << Perché?
>> lei rise:<< Perché non voglio
che la nostra prima volta succeda solo perché tu ti stai
annoiando >>
Michael rise di gusto baciandole la punta del naso:<<
Quindi c’è un noi e
ci sarà una prima volta >> le guance di Lilith
divennero paonazze…ma perché
lui riusciva a parlare di quegli argomenti con così tanta
disinvoltura e lei
no?
<< Andiamo
non fare quella faccia, sono un uomo
che cosa vuoi che faccia >> Lilith sorrise prendendo la
propria bacchetta
dal comodino accanto a loro e agitandola trasfigurò un vaso
di fiori in quella
stupida scatola che i babbani chiamavano televisione:<< E
quella a cosa
serve? >> domandò Mike guardando la ragazza
che era nel letto accanto a
lui:<< Quella ti terrà occupato per un
po’ caro il mio brontolone
>> poi prendendo il telecomando accese la tv gettando il
piccolo aggeggio
scuro nelle mani di Michael:<< Trova qualcosa che ti
interessi e lasciami
leggere per favore >> Gail rimase immobile per un
po’ a guardare le immagini
in movimento poi un uomo di bell’aspetto che parlava
catturò la sua attenzione…
Preoccupata
dal silenzio del ragazzo al suo fianco Lilith alzò gli occhi
vedendo quelli di
Mike concentrati sulla TV, li alzò anche lei e guardando il
piccolo logo che
segnalava il nome del canale una risata le scappò dalle
labbra:<< Cosa
c’è? >> le domandò Mike
accigliato:<< Stai guardando un canale
maschile? Oh mio dio sei tremendo >> << Sei
tu che mi hai dato in
mano questo, scusa se ho trovato qualcosa che mi interessa
>> <<
Vedere un uomo che parla di moda e cucina come se si trattasse di una
qualche
strana scienza che per voi è incomprensibile è
ridicolo >> capendo che
lei non avrebbe smesso e che aveva tutta l’intenzione di
stuzzicarlo Michael la
lasciò parlare ancora un po’ poi lanciando da
parte il telecomando l’afferrò
per un braccio mettendola stesa sul letto sotto di
sé:<< Penso che tu
abbia esposto perfettamente la tua posizione sull’argomento
miss Sherwood
>> l’espressione irritata di Lilith gli diceva
che la sfida era appena
cominciata:<< Avrei espresso la mia opinione
eh… >> lui
annuì:<< Sì, adesso è
ora che io esprima la mia >> poi
puntellandosi su un braccio usò la mano libera per
accarezzare i capelli di
Lilith con delicatezza:<< Che cosa stai facendo?
>> domandò lei
arrossendo al tocco di quelle dita ruvide che le procuravano brividi
ovunque:<<
Esplicito il mio punto di vista, ti stai lamentando che sono un rozzo
stupido
uomo che pensa solo a sé stesso e al suo piacere, voglio
farti vedere che è il
piacere di altri la mia prima preoccupazione in questo momento
>> capendo
bene che Mike intendeva il suo
piacere Lilith arrossì ancora di più e fu
costretta a deglutire per non farsi
venire un attacco di panico mentre quelle mani scendevano sul suo viso
e sulla
sua spalla scottandole la pelle dove la toccavano:<<
Michael… >>
<< Sì, tesoro? >>
<< Non chiamarmi… >>
<<
Preferisci che ti chiami Lily o Lilith? Tesoro rende meglio
l’idea >> lei
lo guardò mentre i suoi occhi si spalancavano di
curiosità:<< L’idea di
cosa? >> la bocca di Mike catturò la sua prima
che lui le
rispondesse:<< Che sei mia >> poi
passandole la lingua sulle labbra
le sorrise poco prima di tornare a baciarla:<< Ho
aspettato per quasi
dieci anni tesoro, non farmi aspettare ancora…
>> poi scendendo con la
mano fino alla pancia di Lilith cominciò a sollevarle la
maglietta.
<<
Lilith? Lilith ci sei? Stai bene? >> e un bussare
insistente alla porta
bloccò la coppia mentre Mike stava giocherellando con i
bottoni della casacca
del suo pigiama che Lilith aveva indossato dopo il loro piccolo pas de
deux:<< Uhm…fine della tranquillità
>> commentò ridendo mentre lei
spalancava gli occhi riconoscendo la voce di Leila dall’altro
lato della porta
chiusa:<< Ti diverte la cosa? >>
domandò a Mike vedendolo sorridere
tranquillo:<< Non abbiamo fatto niente di male
>> << Parla
per te, Lila capirà tutto e io sarò finita
>> prendendole il viso tra le
mani Michael le baciò le labbra:<< Non hai
fatto niente di male Lilith,
siamo persone, è naturale che… >>
<< Che cosa? >> <<
Lilith! >> e la voce di Leila li interruppe
ancora:<< Meglio aprire
prima che la Tallyst butti giù la porta >> e
alzandosi al posto di Lilith
Michael fece per raggiungere l’uscio con addosso solo un paio
di boxer quando
Lilith alzandosi di corsa lo bloccò sbattendolo contro il
muro a pochi
centimetri dalla porta saltellando per tenerlo fermo ed impedirgli di
aprire:<< Smettila >> <<
Lil… >> ma tirandolo verso di
sé lei lo baciò per zittirlo:<<
Smettila e stai fermo ok? >>
<<
Ian scusa so che è tardi ma Yanna ha detto che eri qui
e… >> e aprendo la
porta della cucina François si bloccò vedendo suo
fratello e Maggie a pochi
centimetri l’uno dall’altro con il fiato corto e le
guance rosee:<<
Aspetta un attimo ma voi due non… >> Dorian
accarezzò il viso di Maggie
sussurrandole qualcosa che Frankie non riuscì a capire poi
Ian si voltò verso
di lui:<< Ciao fratellino, suppongo che ci sia una
ragione oltremodo
importante che ti ha portato qui alle due di notte vero?
>> François
chinò il capo imbarazzato mentre Ian aiutava Maggie a
scendere dal tavolo e le
baciava di nuovo le labbra:<< Ho bisogno di parlare con
te >> Ian
annuì rassegnato a vedere la sua piccola serata rovinata, ma
in fondo non gli
dispiaceva così tanto…era andato troppo vicino a
perdere il controllo e, per
quanto volesse che Margaret fosse sua, non voleva averla sul tavolo di
marmo
della cucina, aveva un progetto più elaborato in mente!
<<
Che cosa c’è? Sembri depresso >>
<< Sono andato a parlare con Bunny
Flecter subito dopo cena, volevo chiederle di parlare con Libero,
è
intrattabile e giuro che potrei ucciderlo se continua a…
>> capendo che
c’era altro dietro la sfilza di parole a raffica del piccolo
di casa, Ian si
voltò verso Maggie:<< Mi perdoni ma
chérie se devo interrompere la nostra
piccola liaison? A quanto pare il mio fratellino necessita dei miei
consigli
>> guardando i due fratelli e soprattutto
l’espressione preoccupata di
François Margaret annuì baciando una guancia del
suo diavolo tentatore:<<
Buonanotte Ian…mi mancherai >> lui le prese un
polso baciandole il palmo
per poi posarselo sul cuore che ancora batteva al doppio della sua
velocità:<< Non quanto tu mancherai a me
Margaret >> lei sorrise
poi si avvicinò a Frankie poggiandogli una mano sulla spalla
e
sussurrandogli:<< Ci vediamo in camera >>
lui annuì sorridendole a
sua volta poi, quando la porta si fu chiusa dietro le spalle di Maggie,
avanzò
verso suo fratello sedendosi al tavolo aspettando che Dorian facesse
altrettanto.
<<
Ciao Leila! >> e sorridendo Lilith aprì la
porta della camera dopo aver
chiuso il più velocemente possibile i bottoni del pigiama
che aveva
addosso:<< Lilith ma che cosa hai addosso?
>> e l’amica la guardò
perplessa:<< È di Gail, il mio pigiama si
è sporcato con un po’ di
pozione e così ho dovuto metterlo a bagno e…
>> Leila incrociò le braccia
sul petto:<< Un semplice gratta e netta non era
sufficiente? >>
Lilith intrecciò le braccia dietro la schiena mentre
nascosto dietro la porta
Mike la guardava ghignando, la adorava ma adorava ancora di
più vederla balbettare
a quel modo per nascondere ciò che avevano
fatto:<< No, era una macchia
molto grande >> Lila annuì
sorridendo:<< Sì, posso
immaginare…ad
ogni modo non ti ho visto a cena e volevo solo sapere se andava tutto
bene
>> Lilith annuì vigorosamente muovendo i
capelli che le danzarono tutto
attorno al viso:<< Sì, va tutto
bene…io e Mike ci siamo messi a parlare e
abbiamo perso la cognizione del tempo >> dietro la porta
lui sogghignò di
nuovo, sì certo tra le altre cose avevano anche
parlato…:<< Capisco, allora
ci vediamo domani mattina >> continuò Leila
con calma e Lilith
annuì:<< Sì, ci vediamo a colazione
>> l’amica sorrise e si voltò
pronta ad andarsene:<< Ok, buonanotte Lilith
>> poi muovendo un
paio di passi aggiunse voltandosi a guardarla da sopra la spalla e
sorridendo:<< Buonanotte Mike non farla stare alzata fino
a tardi o
domani non si sveglierà >> e alzando la mano
facendo un piccolo gesto di
saluto avanzò nel corridoio lasciando Lilith livida sulla
porta mentre Michael
dietro di lei riusciva a malapena a trattenersi dal ridere.
<<
Allora? Che cosa c’è? Quella di Nott è
una scusa e l’ho capito subito >>
François alzò il capo di scatto:<<
Non è una scusa, sono andato davvero
a… >> Dorian sorrise sedendosi a sua
volta:<< Oh non dubito che tu
sia andato come sempre ad immolarti per le battaglie del tuo migliore
amico,
dico solo che non è solo quello a preoccuparti
>> François cominciò a
giocherellare con le venature del marmo passandovi un dito
sovrappensiero:<< Beh sì, non è
solo quello… >> buttò fuori poi
cercando di sembrare il più impersonale
possibile:<< Sputa il rospo
>> << Prima posso farti una domanda?
>> Ian annuì:<<
Hai detto a Maggie che la ami giusto? >> <<
Sì, un paio di
settimane fa >> << E lei ti ha risposto che
ti ama anche lei vero?
>> ripensando alla loro dichiarazione dentro al quadro un
sorriso
attraversò le sue labbra:<< Sì, me
lo ha detto ma cosa centra questo con
te? >> << Un paio di settimane fa ho detto
a Leila la verità su
Fiona >> << Molto coraggioso da parte tua
>> e Ian incrociò
le mani sul tavolo:<< Sì, lo so. È
andata meglio di quello che pensavo
onestamente. Leila è meravigliosa, ha capito
perché mi sono sposato e perché è
finita >> << Ma? >>
François guardò il fratello e Ian lo
incitò silenziosamente ad andare avanti:<< Ma
dopo queste rivelazioni ho
avuto la malsana idea di dirle che sono innamorato di lei
>> <<
Cosa c’è di male in questo Frankie?
>> il più giovane poggiò i gomiti
sul
tavolo passandosi le mani nei capelli e guardando fisso la parete
davanti a
sé:<< Credo di aver osato troppo, quando
gliel’ho detto Leila mi ha
chiesto di aspettare fin quando non fosse stata pronta a dirmelo a sua
volta,
le ho promesso che l’avrei fatto ma ragionandoci a mente
fredda ho capito una
cosa >> << E cioè?
>> << Che sto facendo lo stesso errore
che ho fatto con Fiona, mi sono lasciato prendere dai sentimenti e ho
aperto
bocca senza riflettere, ho detto quello che provo ma lei non ha
ricambiato, non
pretendevo una dichiarazione o una promessa ma dopo una settimana ho
cominciato
a chiedermi se la sentirò mai dirmi quelle parole, dopo che
le ho detto di
Fiona penserà che sono uno che dice cose del genere alla
leggera, che non da
valore a quelle due parole e… >> le mani di
Ian che stringevano le sue lo
bloccarono:<< Tu dai valore a quelle parole o non
l’avresti detto Frankie,
lo so io come lo sa Leila, devi solo darle tempo e vedrai che ti
dirà quello
che aspetti >> << Ma se dovesse andare
male? Se dovessi mandare
tutto a monte come ho fatto con Fiona? >>
<< Non hai mandato tutto
a monte tu, è stata lei che… >>
François chinò il capo:<< Ho anche
io la mia parte di colpa e credere che non sia così non mi
aiuterà a farmi
amare da Leila, da quella sera non abbiamo più affrontato
l’argomento e non so
che cosa ne pensi, poi c’è stata questa stupida
idea di papà e io non ho più potuto
fare niente >>
<<
James posso farti una domanda? >> Rhodes
guardò la sua compagna di stanza
che sedeva sul suo letto con le gambe incrociate, stava cercando di
prendere
sonno ma Leila sembrava non volerlo lasciare in pace:<<
Dimmi >> e
mettendosi seduto si passò le mani sulla canottiera grigio
scuro:<< Come
sai che ami Noelle? >> lui strabuzzò gli
occhi:<< Come scusa?
>> << Tu sei innamorato di Noelle? Come fai
ad esserne sicuro?
>> James la guardò ancora non capendo dove lei
volesse andare a
parare:<< Leila… >> la ragazza
chinò il capo giocherellando con il
bordo della sua maglia:<< Frankie mi ha…
>> << Sì? >> e
James si mise seduto comodo guardando la ragazza, se ne intendeva
abbastanza di
donne per sapere che sarebbe stata una cosa lunga:<<
Frankie mi ha detto
che mi ama >> buttò fuori lei come se quella
cosa le fosse costata un
enorme sforzo e il piccolo sorriso di James la rincuorò per
un attimo:<<
Beh mi sembra un’ottima cosa no? >> Leila
annuì ma James vide scivolare
una piccola lacrima sulla sua guancia:<< Sì,
so che lo è…solo che io non
gli ho detto niente, non gli ho risposto e adesso lui
penserà che… >> con
il cuore troppo tenero nonostante quello che voleva far credere al
resto del
mondo James si alzò dal proprio letto inginocchiandosi
davanti a Leila:<<
Ehi Leila non fare così…non è successo
niente, devi solo parlare con François,
devi solo dirgli ciò che provi e andrà tutto a
posto, devi solo dirgli che lo
ami e vedrai che tornerà il tuo adorato principe azzurro in
men che non si dica
>> la ragazza alzò gli occhi arrossati e James
sempre sorridendo alzò una
mano per spostarle i capelli biondi dal viso:<< Io amo
Noelle perché so
che non posso passare il resto della mia vita senza di lei, tu puoi
dire lo
stesso di François Atelier? >> con un piccolo
sorriso Leila Tallyst annuì:<<
E allora devi solo dirglielo >> il sorriso di Leila si
allargò:<<
Grazie James >> l’auror rise
piano:<< Sempre a disposizione my lady
>> presa dallo slancio del momento Leila gli
gettò le braccia al collo in
un abbraccio di gratitudine facendo scivolare entrambi per terra
nell’esatto
momento in cui la porta della stanza si aprì e un paio di
occhi color cielo li
fissavano riempiendosi di odio.
<<
Frankie… >> e cercando di alzarsi il
più velocemente possibile Leila fece
per avvicinarsi al ragazzo e dargli una spiegazione quando
François scomparve
davanti a loro.
Grimilde's
Ok preparate pure i
fucili, sono pronta all'esecuzione...
Mi dispiace per il
finale ma
qualcosa doveva pur succedere e qualcuno non era ancora stato toccato
dalla mia perfidia...tranquille andrà tutto a posto....prima
della fine ovviamente!
Ho voluto concentrare questo capitolo su Michael e Lilith
perchè
povero Mike l'avevo già fatto penare troppo (sono nove anni
che
aspetta in fondo! Parole sue non mie!)
In conclusione come potete ben immaginare il prossimo capitolo
è
già in corso e prossimamente vi dirò quando
riuscirò a pubblicarlo, dipende dalla mia ispirazione ma
penso
entro domenica in serata se non prima...se non mi avete ancora
metaforicamente ucciso incrociate le dita per me.
Chiedo di nuovo perdono...
à la prochaine...la vostra sadica Serpe...
|
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Capitolo 14 *** 13 - Dolore, ricordi e decisioni decisamente stupide ***
Capitolo 13
<<
Maggie! Frankie è qui? >> e quando Margaret
aprì la porta si trovò
davanti Leila con il viso rigato di lacrime e James dietro di lei che
le teneva
una mano sulle spalle:<< No, non è
qui…l’ultima volta che l’ho visto era
con Ian, che cos’è successo? >>
Leila tremava troppo per poter parlare
così fu James a spiegarle:<< È
venuto in camera nostra e ci ha trovati in
una situazione diciamo…equivoca >> e
cercò di mettere in quella parola
meno malizia possibile, in fondo quello a cui François aveva
assistito era solo
un normale abbraccio tra amici.
<<
Venite dentro e spiegatemi che cos’è successo
>> e facendo entrare i due
amici Maggie si spostò dalla porta e quando Leila si fu
accomodata sul piccolo
divanetto le si avvicinò stringendole la
mano:<< Andrà tutto bene, vuoi
un bicchiere d’acqua o qualcos’altro?
>> Leila annuì mormorando
piano:<< L’acqua va bene >>
Margaret annuì poi si avvicinò al
mobile bar versando un bicchiere dalla caraffa di
cristallo:<< Che cos’è
successo James? >> domandò di nuovo mentre a
piccoli sorsi Leila mandava
giù l’acqua cercando di calmarsi:<<
Io e Leila stavamo parlando, mi aveva
chiesto un consiglio e io le stavo rispondendo, eravamo abbastanza
vicini in
effetti…quando abbiamo finito Leila in amicizia mi ha
abbracciato e siamo
scivolati sul pavimento, in quel momento è entrato
François e ha equivocato
tutto, si è smaterializzato e non sappiamo dove sia,
credevamo fosse tornato
qui e volevamo spiegargli l’accaduto >>
Margaret annuì passandosi le mani
nei capelli:<< Potete aspettare qui? Forse so chi
può trovarlo >>
James annuì:<< In effetti Atelier potrebbe
sapere dov’è suo fratello
>> << Vado a chiamarlo, dammi cinque minuti
>>
<<
Aspettavi visite notturne? >> e sorridendo Delila si
alzò dal proprio
divano letto mentre Ian ancora concentrato continuava a dipingere, dopo
il suo
interludio con Maggie gli era decisamente passato il sonno e
così ne aveva
approfittato per dipingere, il fatto che poi Delila avesse deciso di
fargli
compagnia e di chiacchierare con lui era un altro paio di maniche!
<<
Se è quello scocciatore di mio fratello digli che le sue
paturnie amorose
devono aspettare domani mattina, voglio finire questo…
>> <<
Eh…Renoir in erba veramente non è tuo fratello
>> << Ian… >>
al suo nome bisbigliato con quella dolcezza Dorian si voltò
con ancora il
pennello tra le mani:<< Margaret? Che cosa ci fai qui?
>> lei
rimase in silenzio poi Dorian vide che gli occhi della ragazza
puntavano alla
tela dietro le sue spalle:<< Quella sono io
>> e avvicinandosi a
lui Maggie continuò a guardare il quadro: non c’era
niente di visibile o di
scoperto, solamente lei semicoperta dalle lenzuola grigie di un letto
mentre
dormiva con un piccolo sorriso sul viso, non c’era niente di
anomalo eppure
quel dipinto trasudava passione e desiderio più di qualsiasi
altro quadro di
nudo avesse mai visto in vita sua.
Ad una
seconda occhiata più attenta si potevano notare le sue
guance leggermente
arrossate, la curva delicata delle labbra, la mano che spuntava da
sotto il
cuscino tesa verso qualcosa di non visibile allo spettatore,
ricordando quel
giorno Maggie sapeva bene dove tendeva quella mano: verso il giovane
uomo in
jeans e maglietta davanti a lei:<< Margaret va tutto
bene? Che cosa ci
fai qui? >> lei si riscosse tornando a guardare
Ian:<< Tuo
fratello… >> << Cosa centra
Frankie adesso? >> << È
sparito >>
Con gli
occhi sbarrati Ian ascoltò quelle due piccole parole ancora
incredulo poi
guardando la donna che amava domandò con un filo di
voce:<< Dimmi che è
uno scherzo >> Maggie scosse il capo:<< No,
Leila e James sono in
camera nostra, non so dirti cosa sia successo di preciso ma Frankie si
è
smaterializzato e non abbiamo idea di dove sia >> Dorian
annuì pulendosi
velocemente le mani con uno straccio ed infilandosi un paio di scarpe
da
ginnastica:<< Andiamo, voglio trovarlo prima che faccia
qualche idiozia
>> Margaret lo guardò timorosa prendendogli il
polso con entrambe le mani,
aveva bisogno di sentire il suo calore:<< Pensi di
riuscire a trovarlo?
>> Ian annuì velocemente:<<
Voglio prima parlare con Leila e James,
ma se lo conosco almeno un po’ penso di sapere dove
può essere >>
Dieci
minuti e dopo la spiegazione di James sull’accaduto Dorian si
alzò di nuovo in
piedi misurando il soggiorno a grandi passi:<< Hai idea
di dove possa
essere? >> domandò Leila guardando il giovane
che le dava le spalle e
guardava fuori dalla finestra:<< Idee molte, una
più probabile dell’altra,
ma mio fratello non è il tipo da farsi trovare se non vuole
>> <<
Nessuno lo conosce meglio di te, saprai convincerlo >> e
la voce ferma di
Delila fece voltare Ian con un piccolo sorriso:<< Un modo
gentile di
blandire il mio ego Shepperd? >> lei scosse il capo
slegandosi e
rifacendosi velocemente la lunga coda di capelli
biondi:<< Un modo per
farti agire in fretta Atelier >> un sorrisetto fugace
passò sulle labbra
di Dorian guardando la sua compagna di stanza e Maggie si
sentì strana ma il
pensiero di dove fosse finito François in quel momento
superava qualsiasi
cosa:<< Io vado a cercarlo, se non sono tornato entro ora
di pranzo
cercate un modo per tener buono mio padre e non far capire che cosa sia
successo a Frankie >> e guardando in particolar modo
James e Maggie Ian
si avvicinò alla porta della camera:<< Ti
serve una mano? >> di
nuovo Delila gli si avvicinò e di nuovo Maggie
sentì una piccola fitta al
petto:<< No, è una cosa che devo fare da solo
>> poi guardando di
nuovo i presenti nella stanza uscì smaterializzandosi appena
ebbe varcato la
soglia.
Rimasti
soli Maggie tornò a guardare Leila:<< Volete
restare qui? Almeno saremo
informati se… >> e guardò James
mentre Leila alzava gli occhi ancora
scossa:<< Maggie non voglio darti fastidio e…
>> << Ma quale
fastidio, voglio esserci quando quel testone verrà ad
implorare il tuo perdono
per averti fatto stare così male >>
<<
Io torno in camera, ora che Dorian non c’è mi
riposerò un po’, ditegli che ci
vediamo per colazione >> e alzandosi Delila si
avvicinò alla porta ma
Maggie decisa a togliersi ogni dubbio si
fermò:<< Scusami, Delila…
>> la bionda si voltò:<<
Sì, Margaret giusto? >> sentendo il
suo nome completo e visto che Ian era l’unico a chiamarla
così, Maggie fece
una smorfia:<< Maggie è sufficiente
>> << Sì,
certo…scusami
solo che Dorian ti chiama sempre Margaret e quindi…
>> << Ti volevo
parlare proprio di questo in effetti >> gli occhi chiari
di Delila la
scrutarono da capo a piedi:<< Pensi che sia interessata a
lui vero?
>> era una sfida e lei l’aveva capito fin
troppo bene:<< Penso che
passate molto tempo insieme e che siete entrati molto in confidenza
molto in
fretta >> aveva calcato apposta su ogni molto della frase
per far capire
il suo disappunto:<< Dorian non mi aveva detto che eri
una ragazza gelosa,
probabilmente non lo crede nemmeno lui >>
<< Quello che c’è tra me
e Ian… >> Delila sorrise ma in quel sorriso
c’era comunque sempre
quell’aria di sfida che Maggie non
sopportava:<< Senti pensa quello che
vuoi, io e lui siamo quasi coscritti e abbiamo un po’ di
interessi in comune,
per quello andiamo d’accordo poi se tu vuoi pensare male fai
pure, voglio solo
ricordati che non sono io quella sui quadri che ha appeso in camera
>>
quadri? Al termine plurale usato dalla giovane Maggie si chiese quanti
quadri
avesse Ian in camera e perché Delila li avesse
già visti e lei no,
probabilmente Frankie non era l’unico Atelier che avrebbe
dovuto fare una
chiacchierata al suo ritorno!
<<
Sapevo che ti avrei trovato qui >> e mentre il sole
sorgeva dal mare
tingendo di rosa e arancio il paesaggio intorno a loro Ian
andò a sedersi sulla
spiaggia di ciottoli accanto al fratello:<< Sono
così patetico anche
nella fuga? Quanto ci hai messo a trovarmi? Cinque minuti?
>> Dorian lo
guardò con rimprovero:<< Giuro che non ti
prendo a pugni solo perché sei
mio fratello ma a volte sei davvero idiota >>
François si perse a
guardare l’alba poi affondando le mani nella sabbia aggiunse
calmo:<< Ti
ricordi quando da piccoli papà ci portava qui per le
vacanze? >> Dorian
lo guardò serio e fece per aprire bocca quando
l’altro alzando una mano lo
fermò:<< Non voglio parlarne adesso
>> << Leila sta male
Frankie, è spaventata e preoccupata per te >>
François fece scivolare le
mani lasciando cadere il suo intero corpo sui sassi della
battigia:<< Lo
so e non voglio farla soffrire ma ho bisogno di pace in questo momento
>>
conoscendo bene il suo fratellino e ricordando quanto anche da bambino
avesse
bisogno di quel posto e di quella spiaggia per venire a patti con i
suoi
pensieri e i suoi dubbi Dorian rimase in silenzio mentre
François sdraiato
guardava il cielo sopra di loro:<< Da bambini
papà mi odiava >>
buttò fuori ad un certo punto il minore con un sorriso acido
in faccia:<<
Papà non ti odia >> gli ricordò
Dorian sapendo bene che nonostante il suo
comportamento Isaac amava il suo secondogenito più di
qualsiasi cosa al
mondo:<< Beh forse odiare è un termine un
po’ forte ma sappiamo entrambi chi
è il suo prediletto Ian, o mi sbaglio? >>
<< Vuoi davvero
affrontare questo discorso adesso? >> gli
domandò Dorian sarcastico, non
era mai stata una cosa di cui parlava molto volentieri anche
perché la maggior
parte di quelle affermazioni erano solo frutto di malintesi e frasi non
dette
tra suo padre e suo fratello:<< Siamo soli in riva allo
splendido mare
della Provenza all’alba dell’anniversario della
morte di nostra madre, direi
che è il momento giusto per parlare di quanto nostro padre
non possa guardarmi
nemmeno in faccia fratellone >> la rabbia e
l’acidità insita in quel
discorso strinsero il cuore di Ian facendogli di nuovo tornare in mente
il
momento in cui Isaac gli aveva spiegato che Elodie, che la sua mamma,
la sua
bellissima maman, non sarebbe più tornata a casa, che li
aveva lasciati per
sempre…
<< È
successo per colpa del fagottino? >> ricordava di aver
ingenuamente
chiesto a suo padre dal momento che quel batuffolo urlante era la sola
cosa che
era cambiata nella loro vita; ricordava ancora gli occhi lucidi e la
voce
malferma di suo padre nel rispondergli, ma non avrebbe mai dimenticato
le sue
parole nonostante avesse solamente tre anni:<< No Dorian,
tuo fratello
non ha nessuna colpa, il cuore della mamma era debole e i guaritori non
hanno
potuto fare niente per curarla ma il tuo fratellino non ha colpa
>> poi
mettendogli una mano sulla spalla aveva aggiunto:<< Tu
sei il fratello
maggiore e devi promettermi che ti prenderai cura di
François, sempre anche
quando io non potrò farlo >>
<<
Perché me lo stai facendo vedere? >>
domandò Frankie rabbioso e solo
allora Ian si rese conto di aver condiviso il suo ricordo con il
fratello:<< Scusami Frankie non l’ho fatto
apposta >> << Ha
estorto una promessa ad un bambino di tre anni, è comunque
orribile >>
<< Non usare papà come scusa per non tornare a
casa e affrontare i tuoi
problemi >> Frankie voltò la testa verso il
fratello:<< I miei
problemi possono aspettare fino a stasera? Ho la testa che mi scoppia e
mi
sento un idiota per essermene andato così >>
<< Sarai un idiota
anche stasera e anche domani >> gli ricordò
Ian prendendolo
spudoratamente in giro:<< Simpatico quanto un Ungaro
Spinato fratello
>> << Grazie >>
replicò Ian sorridendo serafico prima di
alzarsi in piedi e guardare il mare ripensando a quando da bambini
giocavano a
rincorrersi su quella spiaggia:<< Vedi di pensare in
fretta, abbiamo
tempo fino a mezzogiorno poi dobbiamo tornare >>
François tornò seduto e
guardò il fratello di spalle che guardava le onde
infrangersi sulla
riva:<< Vuoi davvero tornare a casa oggi? Non vuoi
aspettare domani o
almeno che scenda il buio? >> << Voglio
fare una nuotata in mare
visto che siamo qui poi torneremo a casa e potrò chiudermi
in camera da solo
fino a domani >> << Da solo? Dimentichi la
tua coinquilina Ian
>> gli ricordò Frankie alzandosi a sua volta e
andandogli vicino:<<
Delila sa stare in silenzio e lasciarmi nel mio brodo quando serve,
Maggie no
>> << Non vuoi che lei lo sappia?
>> gli occhi blu di suo
fratello divennero di pietra e il suo viso cereo:<< Non
azzardarti a
dirle niente, se scopro che le hai rivelato qualcosa su questa storia
giuro che…
>> << Stai progettando di passare la tua
vita con lei, vuoi passare
tutta la tua vita con lei come puoi pensare di non dirglielo?
>> sapendo
bene che suo fratello aveva ragione Dorian chinò il
capo:<< Lei ha visto
solo la parte migliore di me, ha visto il fascinoso e brillante Atelier
le
grand, non voglio che veda il patetico debole ragazzino che si dispera
per la
perdita della mamma >> << Avevi tre anni
Ian nessuno ti
colpevolizza se… >> << Io vado a
nuotare, tu pensa a cosa vuoi fare
perché ti riporterò a casa anche di peso sappilo
>> e cominciando a
spogliarsi Dorian si avvicinò piano all’acqua del
mare chiudendo gli occhi poco
prima di immergersi e nascondendo le sue lacrime tra le gocce del mare.
<<
Bunny! Bunny! >> le urla del suo compagno di stanza
fecero svegliare
anche Iris che si voltò a guardare Libero Nott con il volto
pallido e gli occhi
persi che sedeva sul letto:<< Libero che
cos’hai? Stai male? >> il
ragazzo si voltò verso di lei, erano quasi le 8 del mattino,
ma visto quanta
fatica aveva fatto ad addormentarsi pensando a Bunny e al suo dannato
russo,
non era una colpa dormire ancora a quell’ora no?
<<
Cosa? Dove sono? Cos’è successo? >>
Iris si alzò avvicinandosi al suo
letto:<< Stavi dormendo e ti sei svegliato urlando, credo
che tu abbia
avuto un incubo >> Libero guardò la ragazza
per un attimo poi chiuse le
palpebre cercando di ricordare parti di quella visione confuso, incubo
era un
modo carino di definire quello che aveva vissuto, sembrava
così vero, così
reale che per un attimo aveva creduto che stesse accadendo
davvero…
Facendo
dei piccoli respiri rivide Bunny accanto
a lui, non sapeva dire quanto tempo fosse passato, sapeva solo che
erano di
nuovo insieme ed erano felici, Greg, Niko, l’hotel e le loro
litigate ormai
solo un ricordo lontano, erano insieme in qualche sperduto paesino
dell’Italia
ed erano felici…
Ricordò
di aver pensato che la gravidanza donava
decisamente molto alla sua fidanzata.
Gravidanza…Bunny
incinta di un figlio loro gli
aveva fatto gonfiare il petto di orgoglio, forse davvero erano
destinati a
stare insieme, forse davvero potevano risolvere tutto.
Era
tutto così perfetto che quasi non ci
credeva: forse anche Libero Nott poteva avere un po’ di
felicità nella sua vita
senza che i guai lo raggiungessero e gli rovinassero
l’esistenza.
<<
Un giorno o l’altro dovrai ringraziare
François per averti fatto partecipare ai
giochi…non sarebbe successo niente di
tutto questo senza il tuo amico >> la voce di Ben era
così dolce, quasi
come quella di una fata, erano seduti sul pavimento di casa quella che
era
diventata sua moglie, lo capiva dalla fede che lei portava al dito,
stava
giocando con un delizioso bambino dai capelli neri che usava uno dei
suoi
vecchi libri di Shakespeare come fortino per dei
soldatini:<< Mi credi
davvero così buono signora Nott? >> lei
sorrise guardandolo con quegli
occhi che lo avevano attratto fin dal primo momento:<< So
che lo sei,
solo che non vuoi dare a François questa soddisfazione
>> lui sorrise a
sua volta sdraiandosi a pancia in giù per giocare con suo
figlio:<< No,
non per ora in effetti >> replicò ridendo per
poi tornare a concentrarsi
sull’immaginaria battaglia che suo figlio stava ricreando nel
loro salotto.
L’immagine
cambiò ancora e stavolta il piccolo
erede dei Nott aveva incominciato a camminare, correre sarebbe stato
più
preciso, e ovviamente con Bunny via per lavoro toccava a lui prendersi
cura del
bambino.
Era un
caldo pomeriggio di sole e vedere suo
figlio che trotterellava come un piccolo paperotto sul marciapiede
accanto a
lui con quell’assurda salopette rosso e oro era la cosa
più bella del mondo,
era un sogno probabilmente ma la sua vita rasentava la perfezione.
<<
Mamma! >> sentendo la voce del
bambino anche Libero alzò gli occhi e vide l’auto
di Bunny dall’altro lato
della strada:<< Mamma! >> ripeté
di nuovo il piccolo tirando il
padre per raggiungere la donna che gli sorrideva:<<
Aspetta piccolo, ci
sono le macchine e… >> << Mamma!
>> e non riuscendo a capire
bene come Libero guardò suo figlio liberarsi dalla sua
stretta e correre in
mezzo alla strada mentre il rombo di un’auto sopraggiungeva a
gran velocità.
Immobile
quasi non fosse nemmeno lì guardò sua
moglie correre verso il figlio e stringerlo tra le braccia ma
l’auto era troppo
vicina.
Si era
svegliato urlando con il ricordo di quei due corpi freddi davanti a lui
e il
suo cuore ormai stanco di vivere:<< Era solo un incubo
Libero, solo un
incubo >> gli ricordò Iris poggiando una mano
sul braccio di lui:<<
Solo un incubo dici? Perché a me sembrava così
reale >> lei sorrise debolmente
ripensando a quello che lui gli aveva appena raccontato e a quel poco
che
sapeva sulla sua vita:<< Hai passato momenti terribili
per tutta la tua
infanzia, è normale che ora che sei in questa situazione con
Bunny Flecter fai
sogni del genere, ma non vogliono dire niente sono solo
sogni… >>
<< Se invece dovesse essere tutto vero? Andiamo ti ho
detto com’è stata
la mia vita, la morte mi ha sempre seguito ovunque, qualsiasi cosa io
facessi,
qualsiasi persona a cui tenessi la morte se l’è
portata via, se dovesse
succedere anche a lei? Anche ad un figlio nostro? >>
<< Stai
parlando di futuro Libero, è
un’ipotesi…potrebbe accadere come non potrebbe e
non lo saprai mai se non lo vivi >>
l’espressione decisa di lui le
fece capire che stavano andando nella
direzione sbagliata:<< Se non provo non
accadrà, questa è una certezza
>> Iris scosse il capo:<< Non
accadrà con Bunny forse, ma ci
saranno altre persone al mondo a cui tieni, ci sarà qualche
altra ragazza un
domani…andiamo non dirmi che vuoi passare solo il resto
della tua vita >>
Libero scoppiò a ridere di gusto:<< A parte il
fatto che a Bunny Flecter
ultimamente non interessa dove o con chi io sia, non avere una compagna
non
significa rinunciare al divertimento, non mi annoierò
credimi >> Iris lo
guardò in silenzio scuotendo il capo: l’idea di
Libero avrebbe portato non
pochi guai in hotel ne era sicura ma soprattutto avrebbe solamente
peggiorato i
rapporti tra lui e Bunny.
Quando si
smaterializzarono di nuovo in camera di Dorian i due fratelli si
guardarono con
un sorriso, avevano parlato poco in quelle ore trascorse insieme ma
loro erano
così: non avevano bisogno di grandi discorsi o altro,
c’erano l’uno per l’altro
ed era sempre stato sufficiente; tuttavia c’era qualcuno con
cui non avevano
fatto i conti:<< Bene, vedo che vi siete degnati di
ritornare >> a
quella voce entrambi si voltarono verso la porta:<<
Papà noi… >> e François
fece un passo avanti ma, come sempre del resto, gli occhi di Isaac
erano fissi
su Dorian:<< Allora Dorian? Sto aspettando una
spiegazione >> <<
È colpa mia >> e di nuovo Frankie si intromise
nel discorso:<< François
per favore sto parlando con… >> ma Frankie
stavolta non aveva nessuna
intenzione di farsi mettere all’angolo da suo
padre:<< Lo so che stai
parlando con Ian, tu parli sempre con lui e mai con me >>
poi vedendo che
Isaac non lo stava nemmeno guardando aggiunse:<< Guardami
papà, guardami
in faccia quando ti parlo >> << Posso
ascoltarti anche senza…
>> << Guardami per una volta nella vita!
Guardami e vedrai che sono
tuo figlio e non la mamma! >> aveva quasi urlato
quell’ultima frase ma
sapeva bene di avere gli stessi occhi e lo stesso sorriso di Elodie,
sapeva che
quei due occhioni azzurro chiaro dal taglio lievemente allungato
contornati da
ciglia bionde erano identici a quelli della sua mamma e che Isaac
probabilmente
moriva ogni volta che ci pensava ma non per questo poteva tollerare che
suo
padre non considerasse nemmeno la sua esistenza:<<
François smettila di
fare il bambino e… >> <<
Guardalo papà! Maledizione guardalo e
falla finita, la mamma è morta e questo non
cambierà se guardi tuo figlio negli
occhi! >> sbottò Dorian che come ogni anno in
quel giorno preferiva stare
lontano dal mondo per evitare di far del male a chiunque vista la
rabbia che
aveva in corpo:<< Ian… >> e
Frankie cercò di dire qualcosa ma l’altro,
con le mani che gli tremavano dalla rabbia,
continuò:<< Ian niente, sono
stufo di voi due che vi fate la guerra! Sono stufo di dover tenere
d’occhio mio
fratello e compiacere mio padre, sono stufo di dover sempre pensare a
voi due e
mai a me! Sono stufo di… >> ma poi prendendo
un respiro profondo tirò un pugno
contro il muro tornando a fissare il padre con i suoi stessi occhi
blu:<<
La mamma è morta, manca a te come manca a
noi…forse a Frankie più di tutti
visto che non ha nemmeno un suo ricordo ma tu non ti sforzi nemmeno di
capirlo
>> poi guardando suo fratello negli occhi per un istante
tornò a
concentrarsi sul genitore:<< Quando maman è
morta ti ho chiesto se fosse
stata colpa di mio fratello, se fosse stato per via della gravidanza,
ero
troppo piccolo per capire all’epoca ma non potrò
mai dimenticare quello che mi
hai detto >> << François non
centrava niente con… >> <<
Sì, lo so…un grave caso di preeclampsia, un caso
su duemila vero? >> poi
guardando lo sguardo scioccato di Isaac aggiunse acido:<<
Mi sono
documentato, quando non hai più tre anni vuoi delle risposte
e nella biblioteca
di Beauxbatons ci sono anche dei testi di medicina babbana
>> poi
passandosi le mani nei capelli aggiunse:<< Ad ogni modo
so perché fai così,
in effetti guardare lui – e lì Frankie si
sentì un po’ a disagio, Ian parlava
quasi come se lui non fosse presente – è proprio
come guardare lei, ricordo
poche cose di quegli anni insieme, ho pochi ricordi ma non
dimenticherò mai i
suoi occhi e il suo sorriso, ogni volta che guardo Frankie sorridere
è come
vedere maman che ride e sì, all’inizio faceva male
ma con il tempo ho capito
che mi faceva male solo perché ero io a permetterglielo
>> poi sedendosi
sul bordo del letto diede le spalle ad entrambi:<< Adesso
per favore
fatemi il piacere di lasciarmi solo, è
l’anniversario della morte di maman e
voglio starmene da solo >> aveva calcato apposta su
quella frase per fare
in modo che i due lo lasciassero in pace e infatti né Isaac
né François commentarono
e uscendo in silenzio dalla stanza lo lasciarono solo facendolo cadere
a peso
morto sul letto.
<<
Frankie >> e sia Maggie sia Leila lo guardarono
sorridendo quando lui
varcò la porta della sua camera:<< Stai bene?
>> gli domandò Maggie
con un sorriso:<< Più o meno >>
poi alzando gli occhi in quelli
chiari di Leila fece un piccolo sorriso:<< Ciao Lila
>> <<
Ciao… >> poi cominciando come suo solito a
parlare a raffica cercò un
modo per spiegargli quello che era successo la sera prima ma la mano
alzata di
Atelier la fermò:<< So che dobbiamo parlare e
che non è successo niente
ma adesso ho bisogno di stare un po’ solo, sono stanco morto
>> poi
accarezzandole il viso aggiunse:<< Prometto che appena mi
sveglio
chiariremo tutto >> Leila annuì poi sorridendo
anche a Maggie si avvicinò
alla porta per tornare da James.
Di nuovo
soli Margaret si voltò verso il suo coinquilino con le
braccia incrociate sul
petto:<< Ok, adesso dimmi che cosa
c’è, non sei stanco e si
vede…perché non
le vuoi parlare? >> ricordandosi lo sguardo rabbioso di
Ian e le sue
parole sulla spiaggia François si morse un labbro per
evitarsi di spifferare
tutto, sapeva quanto stava soffrendo in quel momento suo fratello e di
certo la
vicinanza di Maggie gli avrebbe fatto bene ma da bravo cocciuto lui
voleva
affrontare tutto da solo:<< Non c’è
niente, oggi è solo una brutta
giornata tutto qui >> << Una brutta
giornata? Andiamo sai anche tu
che tra James e Leila non è… >>
Frankie si sedette sul suo letto
guardando poi la foto di lui e Ian che aveva poggiata sul comodino:<<
Non ho detto che
la brutta giornata riguarda Leila e James >> vedendo dove
puntava lo
sguardo dell’altro Maggie sentì un tuffo al
cuore:<< Ian… >>
mormorò poi piano timorosa di cosa potesse essere successo
al suo
principe:<< Stai tranquilla, vuole solo stare un
po’ da solo il mio
fratellone, gli passerò presto >>
<< Da solo? Ma se c’è
quella…
>> Frankie sorrise:<< Non ti piace Delila
vero? >> chiese
ripensando ad un discorso che avevano fatto solamente il giorno prima
su quanto
quella Shepperd e Ian sembrassero in sintonia:<< Non
è che non mi piace…non
so come collocarla…a volte sembra ci stia provando altre
invece mi spinge tra
le braccia di Ian, non capisco cosa voglia >>
François si stese sul letto
guardando il soffitto:<< Di certo sai cosa vuole Dorian
>> <<
Lo credi davvero? >> domandò Maggie incerta
per la prima volta, un conto
era farsi una sua idea sul loro rapporto, un conto era sapere cosa
percepivano
gli altri:<< Credo che se non fosse per questo stupido
obbligo di
convivenza tu e mio fratello non uscireste dalla sua camera fino alla
fine dei
giochi e solamente per vedere lui in ginocchio che chiede la tua mano
>>
<< Io e tuo fratello che ci sposiamo? Andiamo Frankie
>> il giovane
alzò la testa:<< Perché? Che cosa
ci vedi di strano? Anche i miei
genitori si sono conosciuti così e alla fine dei giochi mio
padre ha… >>
poi ricordandosi che giorno era si bloccò con un groppo che
gli bloccava la
gola:<< Cos’hai? >> e Maggie gli
si sedette accanto:<<
Niente, forse oggi non è un brutto giorno solo per Ian
>> collegando il
discorso con la reazione di François Margaret gli strinse
una mano con la
propria:<< È oggi vero? >>
<< È oggi cosa? >> forse
riusciva ad eludere il discorso, Maggie non era stupida e lui
l’aveva capito
presto:<< Ian mi ha detto che vostra madre è
morta durante i
festeggiamenti del suo anniversario di nozze, è oggi
>> gli occhi azzurri
spalancati di lui le diedero la conferma che voleva:<<
Cosa? Perché pensi
che sia…no, maman non centra con…
>> << Lui sta male per questo,
Ian sta male perché oggi è il suo anniversario
>> poi immaginando che
Frankie avesse già pronta una scusa
aggiunse:<< Non mi mentire >>
François
buttò fuori un respiro rassegnato:<< Mio
fratello mi ammazzerà >>
poi alzando gli occhi tornò a spiegarle:<<
Oggi sono ventiquattro anni
che nostra madre è morta, calcolando che io ho compiuto
ventiquattro anni tre
mesi fa capirai quanto io possa ricordare di quel giorno
>> << Non
capisco, che cosa stai… >> <<
Mio fratello ha ventisette anni, all’epoca
ne aveva tre e quel pomeriggio è uno dei pochi ricordi che
ha di nostra madre,
lei che sviene tra le braccia di nostro padre e che non si è
più risvegliata, l’ho
costretto a raccontarmelo un giorno quando avevo circa dieci anni, non
capivo perché
lui stesse così male e me lo ha detto >> poi
bloccando la mano di Maggie
che già si stava alzando per andare dal suo uomo
aggiunse:<< Ti prego
lascialo solo, Ian è diverso quando si parla di maman, oggi
lui non è l’uomo
che conosci e non so quanto ti piacerebbe se lo vedessi e…
>> << Ti
ha chiesto di non farmi andare a lui vero? >>
<< Forse >>
mormorò Frankie anche se lui condivideva lo stesso desiderio
di Maggie di far
star meglio suo fratello:<< Lasciami andare, non posso
stare qui sapendo
che… >> << Non è
solo, se avrà bisogno di qualcosa
c’è… >>
<< Non mi consola sapere che mentre Ian sta male
c’è un’altra donna con
lui >>
<<
Sicuro che non ti serve niente? >> e l’altra
donna in questione si
sedette a gambe incrociate sulla poltrona alle spalle di Dorian
tornando a
sfogliare una rivista babbana che aveva trovato in un’edicola
poco fuori dall’hotel:<<
Sto bene così Shepperd >> le rispose lui con
la voce dura non voltandosi
nemmeno e continuando a fissare un punto fuori dalla
finestra:<< Come
vuoi, se cambi idea… >> <<
Sì, so dove trovarti…ora posso stare
solo? >> << Se proprio non puoi farne a
meno, io vado a fare una
nuotata >> e alzandosi in piedi Delila afferrò
un asciugamano e un
capello di paglia avvicinandosi alla porta.
Ian sentì
l’uscio chiudersi e tirò un sospiro di sollievo,
ora finalmente poteva…poi un
profumo di fiori lo avvolse, un piccolo peso fece sprofondare appena il
materasso dietro la sua schiena e un corpo caldo si avvicinò
al suo mentre una
mano gli accarezzava le spalle nude coperte solo dal
lenzuolo:<< Vattene
>> sapeva bene a chi apparteneva quella mano ma non la
voleva accanto in
quel momento, non quando era l’ombra di sé stesso.
Lei rimase
in silenzio e così le ripeté
duro:<< Vai via >> lei non fiatò
ma la
sua mano scese lungo il suo braccio finché non raggiunse la
sua mano, quando
sentì quelle piccole dita che cercavano di intrecciarsi con
le sue scostò la
mano quasi fosse stato scottato:<< Perché devi
essere così testarda?
>> di nuovo lei rimase zitta:<< Non sono
dell’umore adatto per i
giochini Margaret, non sono dell’umore per niente
>> si aspettava una
reazione a quelle parole, si aspettava una qualche risposta o un gesto
rassicurante com’era tipico del suo piccolo angelo personale,
ma la sola cosa
che sentì fu il rumore delle lenzuola mentre lei si
allontanava da lui: bene
forse ce l’aveva fatta e…ma il calore di quel
piccolo corpicino attaccato alla
sua schiena gli mozzò il fiato: ora non c’erano
più le lenzuola a dividerli,
ora non c’era nulla che gli impedisse di sentire i piccoli
seni di Maggie
premuti contro di lui o quelle gambe da ballerina attorcigliate alle
sue,
riusciva perfino a sentire i capelli di lei sul collo dal momento che
le labbra
di Maggie gli stavano scivolando sulla schiena facendogli lo stesso
effetto di
un balsamo caldo, era troppo, era tutto troppo per quel momento e se
nemmeno
quel giorno poteva starsene a sprofondare nel suo dolore
allora…
<<
Vuoi lasciarmi solo? >> e voltandosi di scatto
capì di averla fatta
spaventare quando vide gli occhi di lei spalancarsi:<< Ho
bisogno di
stare da solo e tu così non mi aiuti >> poi
prima che lei potesse
replicare aggiunse di nuovo:<< Faccio già
fatica a trattenermi quando
sono calmo e siamo insieme, oggi proprio non ho voglia di frenarmi e tu
non
devi farne le spese ok? Sono arrabbiato e non voglio sfogare la mia
rabbia così
>> ancora in silenzio Maggie alzò appena il
viso quel poco che bastava
per sfiorare le labbra di Dorian, svelte le mani di lui le bloccarono i
polsi
ai lati del corpo per evitarle altri movimento ma invece di baciarlo
Maggie si
avvicinò al suo orecchio:<< Io sono qui.
Qualsiasi cosa succeda o di
qualsiasi umore tu sia, io sono qui >> Ian
alzò gli occhi al cielo
mormorando qualcosa di molto simile ad un perché
proprio tu? Perché esisti?, Maggie conosceva poco
il francese ma quello lo
aveva capito:<< Ian… >> gli
occhi di lui erano ancora tristi ed
inespressivi e per un attimo lei ebbe paura:<< Non dirmi
che sei qui se
non sei disposta a rimanerci Margaret >> le
rinfacciò ancora
acido:<< Non dirmi che rimarrai anche quando io
toccherò il fondo, per
ora ho ancora abbastanza cervello per controllarmi ma tra
un’ora o due non
saprei… >> poi per dare maggiore enfasi alle
sue parole le lasciò un
polso facendo scivolare la mano sul corpo di lei sfiorandole apposta
zone che
sapeva l’avrebbero fatta eccitare:<< Potrei
chiederti più di quanto tu
sia disposta a darmi e non voglio che la nostra prima volta sia un
ricordo
spiacevole, non voglio che… >> con uno
strattone Maggie liberò anche l’altra
mano afferrando il viso di Dorian e guardandolo fisso in quegli zaffiri
blu:<< Io sono qui. Dannato cocciuto testone, io sono qui
qualsiasi cosa
tu dica. Prego, fai del tuo peggio ma mi troverai sempre qui
>> nervoso
per non essere riuscito nel suo intento di spaventarla Ian le
voltò di nuovo le
spalle tornando a guardare fuori e borbottando
infastidito:<< Fai come ti
pare >> Maggie gli si avvicinò di nuovo e gli
mise un braccio attorno
alla vita cercando la sua mano per intrecciarla con la
propria…nonostante
rimase in silenzio questa volta Ian non si scostò.
<<
Che cosa stai facendo si può sapere? >> e
fulminandolo con gli occhi
Bunny guardò Libero che, sdraiato su una delle sdraio della
piscina prendeva il
sole chiacchierando con Iris da un lato e Delila
dall’altro:<< Come? Non
capisco a cosa tu ti stia riferendo Flecter >> per Bunny
fu un colpo
sentirsi chiamare di nuovo con il suo cognome, una volta era bello
sentirlo
dire da quella voce calda e decisamente troppo sarcastica, ora invece
suonava
come un insulto:<< Mi sto riferendo ai tuoi stupidi
giochetti da bambino,
vuoi forse farmi ingelosire? Perché sappi che…
>> << Ingelosire?
>> e Libero sorrise facendosi scivolare gli occhiali da
sole sugli occhi
sorridendo pacifico:<< Non sei così importante
ma chérie >> e
considerando chiusa la questione la guardò tornare verso
Niko, James, Leila,
Daniel e Noelle che se ne stavano a mollo nella parte bassa della
piscina a
godersi l’idromassaggio.
Grimilde's
Tranquille
non lascio mica le cose così...ma un po' di pausa dopo tutto
questo dolore e brutti ricordi ci voleva...non ho molto da aggiungere
perchè il capitolo parla da sè, voglio solo
precisare una
cosa: gli uomini ( e i nostri signorini non fanno eccezione) sono degli
idioti ottusi e testardi che prima fanno le cose e poi usano il
cervello quindi non stupitevi di reazioni infantili, cattiverie
gratuite o roba del genere, loro pensano di agire per il meglio (sempre
che sappiano cosa sia meglio ma questa è un'altra storia...)
Bonne nuit...
|
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Capitolo 15 *** 14 - Baci, promesse e le premesse per molti disastri ***
<<
Sei stato davvero perfido >> commentò Iris
scuotendo la testa e
dispiacendosi per Bunny:<< Ti ho già detto che
non voglio rischiare
>> replicò Libero acido bevendo un
po’ della bibita che aveva in
mano:<< Per me stai solo esagerando, era un sogno mica un
presagio
>> Nott non rispose e Delila, che aveva ascoltato tutta
la storia da
Iris, lo guardò scuotendo il capo:<< Io sono
d’accordo con Iris, ma se tu
sei convinto delle tue scelte Nott >> Libero
alzò un sopracciglio
accigliato, quella donna era strana e non aveva ancora avuto il tempo
di
inquadrarla a dovere:<< Cosa vuol dire se io sono
convinto… >> Delila
non lo lasciò finire:<< Che se ti piace
vederla con Nikolaj Valuev
>> sentendo per la prima volta il nome completo del russo
e associandolo
a quello dell’eclettico artista di cui aveva sentito
sussurrare il nome nei
dietro le quinte di Londra ne rimase per un attimo
interdetto:<< Cioè
fammi capire bene, quello è Nikolaj Valuev? >>
e alzandosi gli occhiali
sopra la testa guardò il giovane che stava facendo ridere la
piccola comitiva
dall’altro lato della piscina con qualcuno dei suoi
straordinari racconti
mentre una delle sue mani era attorno alle spalle di
Bunny:<< Beh sì
>> rispose piatta Delila per poi
spiegare:<< Qualche tempo fa mi
sono occupata di un ricco babbano che voleva investire in un paio di
sue opere
e ho dovuto incontrarlo >> di nuovo Libero
guardò il giovane russo
peccaminosamente svestito con solo quel dannato costume da bagno
addosso e
Bunny che lo guardava rapita:<< E dimmi Delila, viveva
sotto un ponte
anche all’epoca il grande artista? >> sia Iris
sia Delila si guardarono
per un istante scoppiando a ridere contemporaneamente:
chissà se Libero Nott e
Bunny Flecter avrebbero mai ammesso di essere uno geloso
dell’altra!
Quando si
svegliò era quasi pomeriggio inoltrato e guardandosi intorno
François vide che
Maggie non era ancora tornata, tanto meglio voleva dire che suo
fratello si era
arreso all’evidenza che nemmeno Atelier le grand poteva
farcela da solo in
certi momenti!
In
compenso voltando lo sguardo sull’altra parte della camera
vide una civetta dal
manto color cioccolato e due grandi occhi gialli che lo guardava con
una
lettera nel becco pazientando in silenzio che lui si
svegliasse:<< Nanà?
>> conosceva quella civetta, era quella che lui stesso
aveva regalato a
Fiona il giorno del loro matrimonio, che cosa poteva volere ancora da
lui la
sua ex moglie?
Accarezzando
il capo dell’uccello prese la busta che aveva nel becco
notando che era più
voluminosa di quanto sembrasse all’apparenza.
Senza
pensarci troppo e pregando silenziosamente che fossero i documenti del
divorzio
che Fiona gli aveva rimandato firmati aprì il plico restando
immobile davanti
al primo foglio: una lettera della sua ex! Ovvio! Doveva saperlo che
non
sarebbe stato così facile liberarsi di lei!
“ François,
mio amato François…continuerò a
chiamarti così perché quello che provo per te non
cambierà solo perché tu hai
deciso di chiudere con il nostro matrimonio.
Non
puoi chiedermi dimenticare ciò che c’è
stato, non puoi chiedermi di cancellare con una firma le notti che
abbiamo
passato insieme; le notti in cui mi facevi da modello e finivamo sempre
a fare
l’amore…mi hai detto che con me ti sentivi libero
e felice per la prima volta
in tutta la tua vita, credi che con lei potrai fare lo stesso? Che il
vostro
rapporto sarà come il nostro? Non troverai con nessuna
quello che avevamo noi
ma in questo momento so che le mie parole non serviranno a niente
quindi ho
deciso di darti quello che vuoi nella speranza che presto tu ti accorga
dei
tuoi sbagli.
Tornerai
da me amore mio, so che sarà così…
Tornerai
e quando accadrà sarà tutto com’era una
volta, saremo di nuovo io e te contro il resto del mondo.
Je
t’aime mon amour.
Tua
Fiona
”
Guardando il
resto dei fogli vide la firma di sua moglie, anzi ormai della sua ex
moglie
accanto alla sua e per un attimo restò immobile a fissare i
documenti cercando
di capire che cosa provava.
Non pensava
sarebbe successo ma quella lettera aveva risvegliato in lui alcune
emozioni che
credeva svanite; forse era per quelle parole di estrema supplica, forse
era per
via dell’anniversario di sua madre e per la conseguente
litigata con suo padre,
sapeva solo che mai come in quel momento si era sentito vuoto.
Un guscio,
questo restava di lui dopo tutto quel tempo; dopo gli anni a vivere
nell’ombra
di suo fratello, dopo gli anni ad Hogwarts a farsi bello del suo
sorriso e dei
suoi occhioni azzurri, dopo un matrimonio fallito pensando di aver
trovato la
felicità ora tutto ciò che restava di lui era una
faccia, una massa di riccioli
dorati e quei due occhioni che ora erano più profondi dei
meandri della Senna.
Fu il
rientro in camera di Maggie a distoglierlo dai suoi lugubri
pensieri:<<
Ehi che cosa ci fai qui? Credevo che tu e Ian…
>> lei fece un piccolo
sorriso ripensando all’intenso pomeriggio che aveva passato
con il bell’Atelier:<<
Si è addormentato circa mezz’ora fa, Delila
è tornata in camera e visto che ho
notato Seza e Yanna in giro ho preferito tornare qui, è
già un momento
abbastanza teso con vostro padre, non voglio creare altri problemi
>>
Frankie annuì poi avvicinandosi all’armadio prese
una camicia ed un paio di
jeans:<< Mi spiace dirlo visto che giorno è
oggi, ma vorrei avere vicino
mio fratello, dobbiamo festeggiare >> Maggie lo
guardò interrogativa
mentre anche lei si avvicinava al comò dove aveva riposto i
suoi
vestiti:<< Festeggiare? >> <<
Sono un uomo libero finalmente,
Fiona ha firmato i documenti del divorzio >>
inaspettatamente Maggie lo
abbracciò stretto:<< Sono felice per te!
>> poi tornando seria e
arrossendo un po’ aggiunse cercando di fingersi
arrabbiata:<< Ora però
devi strisciare da Leila e chiederle perdono >> stavolta
furono le
braccia di François a stringersi attorno al suo
corpo:<< Ho in mente
qualcosa di meglio credimi >> poi baciandole una guancia
aggiunse:<< Sono felice che sia tu la ragazza di mio
fratello, sei
speciale Maggie >> poi togliendosi la maglietta come se
niente fosse si
infilò la camicia cominciando ad allacciarsi i
bottoni:<< Spero che non
ti toglierai i pantaloni qui vero? >> guardandola da
sopra la spalla
Frankie sorrise:<< Vai tu in bagno a cambiarti, hai
bisogno di una doccia
sei sconvolta >> ripensando di nuovo ai momenti passati
con Ian e le sue
stupide sfuriate per farla andare via Maggie sospirò
rassegnata:<< Ce ne
vorrebbero cento di docce >> di nuovo François
sorrise:<< Fattene
bastare una perché siamo in ritardo per la cena
>> lei arricciò il naso
mentre prendeva un vestito verde scuro
dall’armadio:<< Devo ricordarti
chi è che è scappato ieri notte creando tutto
questo casino caro il mio Frankie?
>> << No ma petite, mi farò
bastare le minacce >> poi ridendo
di nuovo François si mise a cercare il proprio orologio
dentro al comodino
spostando di lato una piccola scatolina di velluto scuro.
La cena fu
tranquilla come al solito, Ian e Delila non si videro nemmeno per il
dolce ma
Maggie non se ne preoccupò più di tanto visto che
aveva chiesto a Clau e Yanna
di portare ad Ian un piccolo pensiero da parte sua, era sicura che la
piccola
coppa di frutti di bosco lo avrebbe fatto sorridere, proprio come il
piccolo
regalo che vi aveva messo all’interno…
Tuttavia fu
Lilith ad attirare l’attenzione di tutti:<< So
che l’ultima volta che vi
abbiamo lasciati soli è stata quasi l’apocalisse,
ma direi che da allora le
cose sono decisamente cambiate quindi… >> a
quelle parole Mike guardò
prima François e poi James, Libero ed infine
Noelle:<< Ti avverto che non
ho intenzione di immolarmi per lui Jackson >> la ragazza
sorrise:<<
Non ti preoccupare Gail lascialo fare, ci sbatterà il muso
da solo >> a
quelle parole James fece scorrere un dito sul bordo del bicchiere ma
l’altra
mano stava scivolando su qualcosa di ben più morbido e
delicato, qualcosa che
assomigliava vagamente al corpo di Noelle seduta al suo fianco e che
stava
facendo di tutto per restare immobile!
<<
Continua Lilith, che stavi dicendo? >> la
spronò Frankie con un piccolo sorriso:<<
Vorrei organizzare un’altra serata tra donne, sempre che tuo
padre permetta s’intende
>> << Dobbiamo chiedere a lui o a Ian
>> specificò Frankie
calmo e Lilith annuì:<<
…è solo che con questa storia della convivenza
forzata e degli appuntamenti abbiamo avuto poco tempo per parlare
>>
<< Per spettegolare vorrai dire >> la
ribeccò Mike con un sorriso
ma lei lo zittì facendo scorrere una mano sulla nuca di
lui:<< Non ti
preoccupare stangone i tuoi segreti
sono al sicuro con me >> l’intera tavolata
scoppiò a ridere e per un
flebile istante le guance di Michael si tinsero di rosso, lui che aveva
scavalcato un ardemonio e portato in salvo quei bambini da morte sicura
e che
aveva assistito ad interventi che molti suoi colleghi definivano
decisamente
disgustosi era messo all’angolo da un soldo di cacio di
nemmeno un metro e
sessanta!
<<
Ehi, è una mia impressione o ci siamo persi qualcosa Gail?
>> domandò
Libero sorseggiando un po’ di vino e sorridendo malizioso
all’altro:<< I
fatti tuoi mai vero Nott? >> Libero fece
spallucce:<< Perché,
quando i tuoi sono così interessanti? >> poi
guardando Lilith e
sollevando il calice in un brindisi aggiunse divertito:<<
Hai tutta la
mia stima signorina Sherwood >> Lilith sorrise
compiaciuta mimando un
piccolo inchino:<< Grazie Libero >>
<< Di niente >>
commentò lui poi mentre tornava a guardare il suo piatto i
suoi occhi
incrociarono quelli di Bunny che lo fissava insistentemente, stava per
rimettersi di nuovo a mangiare quando l’immagine del suo
primo incontro con
Bunny sulla terrazza gli attraversò la mente e guardando di
nuovo Ben annuì
piano, non voleva tornare sui suoi passi ma una spiegazione gliela
doveva.
<<
Modo interessante di chiedermi un appuntamento Flecter, mai sentito
parlare
delle parole o dei gufi? >> Bunny si voltò
verso di lui muovendo i lunghi
capelli neri e arricciando il naso in una smorfia:<<
Visto quanto mi
parli ultimamente e le cose carine che dici Nott direi che sei tu
quello che
deve imparare le buone maniere >> Libero fece spallucce e
fece per aprire
bocca e ribattere a tono poi notò qualcosa appoggiato sullo
sdraio alle spalle
della ragazza:<< Accio >> e muovendo la
bacchetta fece volare la
bottiglia di Whisky incendiario verso di lui:<< Credevo
fossimo andati
oltre >> le ricordò ripensando a quanto tempo
era passato da quando
entrambi avevano attinto ad una di quelle bottiglie insieme su quello
stupido tetto:<<
Sì ma un’ultima volta in onore dei vecchi tempi
non può farci male no? >>
<< Un’ultima volta? >>
domandò perplesso, erano davvero giunti a
quel punto? Non che non lo volesse visti i suoi incubi ma detto da
Bunny
sembrava così vero, così reale…
<<
Andiamo mi credi stupida Nott? Non finiremo mai felici e contenti come
loro,
non siamo destinati a stare insieme >>
l’occhiataccia di Libero per metà
la fece sbuffare e per metà sorridere:<< Non
fare quella faccia, sai che ho
ragione >> << Cosa vuoi fiori e bigliettini
d’amore? Noi non siamo
quel genere di persone >> << No, noi siamo
quel genere di persone
che giocano a stuzzicarsi ma che non riusciranno mai a concludere
qualcosa di
serio, quanto pensi che durerebbe tra noi? >> poi quando
lui fece per
rispondere aggiunse:<< Non c’è
bisogno che tu lo dica, lo so già. Ci abbiamo
provato ed è andata a finire così, forse questa
cosa della convivenza non è
così male, Niko è… >>
quello che stava succedendo era un incubo! Un dannato
incubo che prometteva di fargli scoppiare la testa! Sì certo
aveva intenzione
lui stesso di starle lontano per paura che potesse succederle qualcosa
di
terribile com’era successo ai suoi genitori, sia biologici
sia adottivi, ma lui
lo faceva perché l’amava – sì
maledizione l’amava! – e non perché le
preferiva
una tizia sbucata dal nulla!
<<
Senti mi hai fatto venire qui per dirmi che te la spassi con il russo
di
Durmstrang? Che hai trovato la tua anima gemella in uno che non fa
altro che
pavoneggiarsi in giro credendosi il migliore del mondo?
>> <<
Libero io non…come ti permetti di…
>> alla felicità per il fatto che una
volta tanto Bunny lo chiamasse con il suo nome si sostituì
immediatamente la
rabbia per le sue successive parole:<< Mi permetto
perché c’era qualcosa
tra di noi, niente di scritto o di firmato lo so ma c’era
>> Bunny prese
fiato per un attimo, non si aspettava che il discorso prendesse quella
piega ma
davanti a Libero Nott come sempre si sentiva più confusa che
mai:<< Senti
sono qui solo perché Atelier mi ha chiesto di ascoltarti e
di provare a
chiarire le cose con te ma se questa è la soluzione
allora… >> << Chiarire?
Venirmi a dire che preferisci quel pallone gonfiato tu lo chiami
chiarire?
>> Ben si passò le mani nei capelli
esasperata:<< Che cosa diavolo
vuoi da me? Sei sparito per giorni e adesso vieni qui pretendendo cose
inesistenti! Hai avuto la tua occasione e… >>
<< Inesistenti?
>> poi afferrandola per un braccio preda cieca della
propria rabbia se la
tirò addosso incollando le labbra con quelle di lei e
facendo scivolare la sua
lingua nella bocca di Bunny.
<<
Che cosa stai facendo? >> gli domandò lei a
fior di labbra:<< Mi
prendo quello che è mio >> passò
qualche minuto prima che uno dei due
decidesse si staccarsi, qualche minuto in cui le mani di Libero
vagarono sulla
schiena di lei e quelle di Bunny presero a giocherellare con i bottoni
della sua
camicia; era come una boccata d’ossigeno dopo
l’apnea, era come arrivare in
cima ad un monte, guardare il mondo sottostante ed urlare dalla gioia,
era come
toccare il cielo con un dito e di certo nessuno dei due aveva
intenzione di
fermarsi…
<< Bunny
dove sei? >> la voce scura di Nikolaj interruppe il
momento e quasi scottata
Ben si staccò da lui poggiandogli le mani sul petto per
allontanarlo e
guardandolo con le pupille così dilatate dal desiderio che
quasi non si vedeva
l’iride…dio mancava così poco, solo un
altro istante e avrebbe avuto ciò che da
un mese e più desiderava, ma perché diavolo quel
dannato borioso arrogante
doveva sempre saltare fuori al momento meno opportuno?
<<
Sono qui >> e cercando di sembrare calma lei
chiamò Nikolaj che comparve
immediatamente al suo fianco scrutando truce Libero:<<
Nott >> lo
salutò poi avvicinandosi alla ragazza ma lei mosse un passo
scostandosi
leggermente:<< Valuev >> e sorridendo
Libero gli rese pan per
focaccia, Nikolaj non si era mai presentato ufficialmente e onestamente
non
pareva così felice che qualcuno lo avesse collegato alla sua
famiglia:<<
Ho interrotto qualcosa? >> domandò poi
guardando Bunny con un
sorriso:<< No…stavamo solo chiacchierando e
bevendo il bicchiere della
staffa >> commentò Libero alzando la bottiglia
per poi stapparla
bevendone un lungo sorso:<< Tu permetti vero Flecter?
>> poi
bevendo il secondo sorso richiuse la bottiglia lanciandola tra le mani
di Bunny
che per un pelo l’afferrò al volo:<<
Alla vostra, buona salute >>
poi notando Iris ferma sulla porta della terrazza il suo sorriso si
allargò
ancora di più, dio se solo fosse stato meno vendicativo ed
orgoglioso…
Avvicinandosi
ancora alla sua compagna di stanza le poggiò una mano sulla
spalla
sussurrandole qualcosa all’orecchio per poi chinarsi e
baciarla.
Con la
coda dell’occhio vide Bunny impallidire e stupidamente
pensò che aveva vinto
quel round.
<< E
tu vuoi davvero stare con un tipo del genere? >>
domandò Nikolaj una
volta che Libero ed Iris furono spariti dalla loro
vista:<< Tu non
capisci >> il russo incrociò le braccia sul
petto sbuffando
nervoso:<< No, direi di no >> poi sedendosi
su una sdraio
aggiunse:<< Ma posso provarci, avanti spiegami
>> e sorridendo
malizioso aggiunse:<< Visto che hai rifiutato me voglio
capire che cos’ha
il mio rivale per vincere così facilmente >>
<< Non è una gara Niko
>> replicò Bunny sedendosi sulla sdraio
davanti alla sua:<< Siamo
uomini Ben, tutto per noi è una gara, dipende solo come la
prendiamo e cosa
siamo disposti a fare per vincere >> <<
Detto così è davvero
sgradevole, mi fai sentire come una volpe durante la caccia
>> <<
Beh che il tuo amichetto sia un bel mastino non ho dubbi, tu
però se davvero
vuoi essere la volpe devi farti furba o quello ti sbranerà
in un boccone
>> << Che cosa dovrei fare scusa?
>> Valuev ci pensò un
istante poi ripensando al bacio che Libero aveva dato alla biondina che
condivideva la stanza con lui aggiunse:<< Beh per prima
cosa bisogna
eliminare la concorrenza >> << E come
dovrei fare? Iris è simpatica
e onestamente non mi ha fatto niente per… >>
il sorriso di lui la diceva
lunga sul filo dei suoi pensieri:<< Lei è
affar mio, tu pensa solo a
riprenderti quell’idiota se proprio ci tieni >>
Bunny annuì:<< Sì,
ci tengo >> << Allora lasciami fare e
presto lo avrai di nuovo ai
tuoi piedi >> poi alzandosi aggiunse tendendole una
mano:<< Adesso
però andiamo a letto, è tardi e per oggi abbiamo
già macchinato abbastanza >>
andandogli vicino Bunny lo guardò in
silenzio:<< Perché mi stai aiutando?
Voglio dire potresti tranquillamente usare questa cosa per far fuori
Libero e…
>> Niko fece spallucce:<< Tu mi piaci Ben,
mi stai simpatica e ho
visto da subito che non ho speranze contro quel piccolo Shakespeare in
erba
>> poi ridendo aggiunse:<< E poi mi sto
annoiando, questo
movimenterà un po’ le cose >>
Intanto qualche
piano più sotto Iris stava cercando di non mettere mano alla
propria bacchetta
per non schiantare Libero giù dalla
finestra:<< Ma si può sapere che
cavolo ti è preso? Fino a stamattina eri lì a
frignare su quanto ti mancasse la
Flecter e su quanto non puoi stare con lei nonostante la ami e poi mi
baci? Ma sei
pazzo?! Se pensi di usarmi per farla ingelosire hai sbagliato a capire
caro
mio! Non ho intenzione di prestarmi a niente del genere!
>> quando ebbe
finito di urlare Libero sorrise:<< Mi dispiace
d’accordo? Non volevo
farlo >> all’occhiataccia di Iris
continuò alzando le mani in segno di
resa:<< Davvero! Ero andato lì per parlare con
lei, per chiarire le cose
ma abbiamo iniziato a litigare e… >>
<< Che bella novità, non fate
altro da quando vi conosco >> << Ci siamo
baciati, cioè io l’ho
baciata e andava tutto bene finché non è arrivato
quel dannato russo e ho perso
la testa, mi ha spinto via per lui! Volevo farla stare male e tu eri
lì, non mi
piace quello che ho fatto ma non stavo pensando e…
>> << Che non
pensavi la cosa era evidente Libero >> gli
ricordò Iris sedendosi sul suo
letto esasperata:<< Non puoi baciare una ragazza e cinque
minuti dopo
baciarne un’altra come se niente fosse, l’avrai
ferita a morte >>
<< Volevo ferirla >> specificò
lui offeso:<< Oh lo immagino,
voi uomini siete famosi per la vostra capacità di fare le
cose e dopo pensare a
quale sia la scelta migliore >> << Non
è una situazione facile, che
cosa potevo fare? >> << Dirle che la ami
magari? >> << Sì
certo e sentirmi dire che preferisce quel cretino a me? Sai che bella
conversazione >> scuotendo il capo Iris si
gettò sul letto voltandosi a
fissare Libero negli occhi:<< Facciamo così,
se io ti assicuro che
Nikolaj Valuev non sarà un problema tu parlerai chiaro con
Bunny una volta per
tutte? >> << Come pensi di eliminare
quel…coso? >> sorrisero
entrambi, ogni volta Nott trovava un modo creativo di chiamare Nikolaj
pur di
non usare il suo nome!
<<
Io penserò al coso, tu pensa a cosa le dirai
>> << Me la prenderò
personalmente con te se le cose non dovessero andare bene sappilo
>> lei
annuì:<< Me ne farò una ragione,
adesso però fammi dormire finché mi è
passata la voglia di schiantarti >>
<<
Giulietta e Romeo avete finito? >> e sorridendo Leila
urlò a voce un po’
più alta in modo che James e Noelle chiusi in camera da
letto potessero sentire
la sua voce:<< Sei pericolosa Leila Tallyst
>> commentò Daniel
Johnson con un sorriso prendendo poi un piccolo pacchetto argentato
dalla tasca
dei jeans tirandone poi fuori una sigaretta che si accese subito
dopo:<<
Hai una bambina e fumi? Sei deplorevole Daniel >> lo
prese in giro Leila
e lui ricambiò il sorriso:<< Fumo solo quando
Abby non è con me e visto
che per questo mese il signor Atelier l’ha affidata ad una
bambinaia d’eccellenza
posso concedermi qualche piccolo vizio >>
<< Bambinaia? >>
Daniel annuì:<< Quando mi è
arrivata la lettera d’invito ai Jeux d’amour
ho immediatamente risposto dicendo che non avrei potuto partecipare
senza
portare Abigail con me, in risposta Isaac Atelier mi ha mandato la
migliore
tata a sua disposizione dicendo che sarebbe rimasta a casa mia a
prendersi cura
di mia figlia, posso parlare con Abby via camino praticamente quando
voglio ma
ciò non vuol dire che non mi manchi >>
<< Siete solo voi due? Sua madre?
>> gli occhi verdi di Daniel si scurirono e lui
chinò il capo mesto
tirando un paio di boccate:<< Shannon è morta
per dare alla luce Abby, i guaritori
le avevano detto che molto probabilmente solamente una di loro due ce
l’avrebbe
fatta ma lei non ha voluto sentire ragioni e purtroppo io
l’ho persa >>
<< Quanti anni ha tua figlia? >>
<< Quasi quattro, li farà
tra due mesi >> << E tu non hai mai pensato
di trovare qualcun’altra
>> << No, non ne ho mai avuto il bisogno,
amavo Shannon, il resto
era un dettaglio >> << E adesso che cosa
è cambiato? Sei qui e non
penso sia solo per un viaggio di piacere >>
<< Abigail ha bisogno
di una madre >> e quella era la versione ufficiale del
suo
coinvolgimento, quella era la storia che tutti avrebbero dovuto sapere,
il suo
cuore non era in questione e mai lo sarebbe stato, lui non aveva
bisogno dell’amore
e non cercava una donna, a lui serviva una mamma per la sua piccola per
arrivare là dove lui purtroppo non sarebbe mai potuto
arrivare, gli serviva una
ragazza che lo capisse e non pretendesse da lui più di
quanto era disposto a
dare.
Mentre Leila
e Danny continuavano la loro chiacchierata Noelle e James era impegnati
in tutt’altro
genere di chiacchiere o per meglio dire di silenzi, visto che con le
bocche
così vicine era difficile fare conversazione!
<<
Ahia! Ma sei matto? >> e Noelle si scansò
appena quando James le
mordicchiò la spalla lasciata scoperta dalla maglietta a
righe nere e oro che
lei indossava:<< Cosa c’è? Sei il
mio muffin volevo assaggiare il tuo
sapore >> e riprendendo da dove si era fermato James fece
scorrere la
lingua sulla clavicola di Noelle arrivando al suo
collo:<< Pervertito!
>> lo prese in giro lei schiaffeggiandogli la mano e
cercando di
allontanarlo da sé ma le mani di James la tirarono di nuovo
verso di
lui:<< E no tesoro, è tutto il giorno che mi
giri intorno come una
piccola ape con il miele, non puoi tirarti indietro proprio adesso
>>
Noelle sorrise scuotendo la testa:<< Io non mi tiro
indietro cadetto ma
ti ricordo che la tua coinquilina non ha la fama di essere la persona
più calma
del mondo e piomberà qui sul più bello se
vorrà andare a letto lo sai >>
<< La prossima volta dirò a
François di venire a tenerla impegnata >>
commentò lui baciandole il collo risalendo fino al suo
orecchio:<< Sì
certo e Daniel dovrebbe fare compagnia a Maggie? Vuoi vedere Dorian
Atelier
commettere un omicidio per caso? >> James
sbuffò:<< Ok allora ci
porteremo anche Atelier così lui starà con la
Stains e la sua compagna di
stanza terrà buono il tuo coinquilino, ti va bene adesso?
>> poi
sfiorandole le labbra aggiunse sorridendo:<< Possiamo
tornare ad
occuparci di cose più interessanti per favore?
>> << Ad una
condizione…non chiamarmi mai più muffin!
>> << Pasticcino ti piace
di più? >> le chiese ridendo ed infilando una
gamba tra quelle di Noelle
ribaltò le loro posizioni facendo ritrovare la ragazza sotto
il suo corpo scolpito:<<
Jamie… >> << Sì
pasticcino? >> le domandò ridendo poco prima
di tornare di nuovo a baciare quel collo d’avorio per poi
scendere verso la
scollatura della maglietta:<< Pasticcino non…
>> ma le labbra di
James le impedirono ogni protesta mentre quella lingua solitamente
tagliente si
fondeva con la sua come velluto, inebriata dal profumo di James e, suo
malgrado, amando i biscotti di zenzero quasi quanto lui Noelle fece
scorrere le
mani sulla schiena di lui delineando piano ogni muscolo, certo che gli
allenamenti da Auror avevano dato i loro frutti e non solo per quanto
riguardava la sua bravura o gli incantesimi, fisicamente James, grazie
anche
alla sua considerevole altezza, era quanto di più simile
c’era ad una statua:
tonico, atletico, scattante, sodo…
<< E
adesso chi sarebbe il pervertito? >> domandò
lui scaldandole il collo che
continuava a baciare mentre cercava di non ridere:<< Non
è carino leggere
i pensieri di una signora Rhodes! >> << Sei
tu che pensi
rumorosamente pasticcino, io mi limito ad osservare >>
Noelle fece per
girarsi e sfuggire alla sua presa ma quegli 88 chili di muscoli la
tenevano ben
ancorata al materasso!
<<
Eh no piccola, tu non scappi da nessuna parte! >> Noelle
lo guardò con i
grandi occhioni verdi che lampeggiavano di sfida poi gli fece scorrere
le mani
sul petto arrivando all’allacciatura dei pantaloni
sfilandogli la camicia e
facendo per slacciargliela.
Fu questione
di un attimo e scivolando di lato James le prese le mani con le proprie
baciandole le nocche con un sorriso:<< Hai ragione tesoro
mio, sarà
meglio smettere, Leila potrebbe entrare da un momento
all’altro, non è il caso
di darle un buon motivo per uccidermi >> <<
Ma Jamie… >> lui
si mise seduto trascinandola con sé:<< Non
vorrai far aspettare il tuo
coinquilino vero? >>
immobile
senza capire che cosa era cambiato in quei pochi istanti Noelle
cercò di
leggere la mente di James, non le piaceva farlo ma doveva capire,
purtroppo
tutto quello che vide fu il ricordo della loro chiacchierata mentre lui
suonava
il pianoforte.
<< A
cosa devo il piacere di questa visita? >> e sorridendo
calmo Isaac
Atelier guardò suo figlio minore insieme a Margaret Stains,
Lilith Sherwood e
Michael Gail:<< Devo chiederti un favore papà
>> cominciò François,
ma Lilith si fece avanti:<< Veramente dobbiamo signor
Atelier, l’idea è
stata mia e so che l’ultima volta non ha gradito molto
ciò che è successo ma
stavolta staremo attente e seguiremo le sue direttive >>
Isaac incrociò le
mani sulla scrivania osservando i quattro:<< Premessa
interessante
mademoiselle Sherwood, sono curioso di vedere dove vuole arrivare
>>
<< L’ultima volta che suo figlio le ha chiesto
di poter organizzare una
cena per i ragazzi e un ritrovo per noi ragazze
c’è stato qualche problema e
parte del problema siamo state noi ma stavolta non
succederà, faremo come vuole
lei, solo vorremmo passare un po’ di tempo insieme
>> Frankie rimase
immobile, non aveva mai sentito nessuno a parte suo fratello rivolgersi
a suo
padre in quel modo e non sapeva come lui avrebbe potuto reagire, per
questo
motivo il sorriso di Isaac e la piccola risata che ne seguì
lo lasciò
decisamente basito:<< Ritroverò ancora il mio
hotel intero alla fine
della vostra serata signorina Sherwood? >> Lilith
annuì decisa:<<
Immacolato >> allungando una mano aprì un
cassetto estraendo una lunga
chiave d’argento intagliata allungandola sulla scrivania e
guardando suo
figlio, i suoi occhi blu che trafiggevano quelli di
François:<< Questa è
la chiave del salone dei fiordalisi, chiedi a Yanna e Seza di rimettere
un po’
in ordine, tra un paio di giorni potrete avere la vostra serata
signorine
>> poi tornando a guardare Frankie
aggiunse:<< Credi che una serata
nella sala del biliardo potrebbe tenervi calmi mentre loro si
divertono?
>> il ragazzo annuì:<<
Chiederò a Seza di dare una passata anche lì
>> Isaac annuì e quando il piccolo gruppo fece
per uscire Isaac si alzò
in piedi:<< Mademoiselle Stains posso parlarle un
secondo? >>
Maggie si bloccò e François alzò gli
occhi verso il padre che si affrettò a
spiegare:<< Puoi assistere se vuoi François,
ma penso che Margaret
troverebbe la cosa un tantino imbarazzante >> guardando
Maggie il giovane
fece per aprire bocca ma lei sorridendo gli fece segno di andare.
<<
Cosa doveva dirmi signore? >> domandò quando
furono di nuovo soli e Isaac
aveva fatto di nuovo il giro della scrivania tornando a
sedersi:<< Dirle
semplicemente grazie, anche se è contro ogni regola so
cos’ha fatto oggi per
Dorian >> Maggie chinò il
capo:<< Sono solo rimasta vicino a lui,
non volevo che fosse solo >> << Voglio
chiederle un favore >>
Maggie annuì:<< Qualsiasi cosa succeda,
qualsiasi cosa mio figlio possa
dire o fare rimanga accanto a lui >> ripensando alle
parole dure di
Dorian di quel pomeriggio a Maggie si strinse il cuore, più
lui aveva cercato
di allontanarla e più lei aveva capito che il suo posto era
accanto a lui, non
se ne sarebbe mai andata da quell’hotel ormai lo sapeva e,
con ogni
probabilità, lo sapeva anche Isaac Atelier:<<
Non ho alcuna intenzione di
andarmene >> << Sono stato e sono
tutt’ora un padre duro e
intransigente con i miei figli e so che loro mi giudicano un despota
>>
<< Ian e Frankie non… >> il
sorriso di Isaac la sciolse, era
identico a quello del suo primogenito:<< Non mi
addolcisca la pillola, ho
avuto un interessante confronto con i miei figli solo qualche ora fa,
adesso
voglio solo sapere che entrambi avranno sempre qualcuno vicino che
possa
vegliare su di loro, non voglio che provino quello che ho provato io
quando ho
perso Elodie >> << Io resterò
accanto a Ian ma per quanto riguarda
Frankie… >> Isaac
sorrise:<<
Il mio secondogenito è in grado di prendersi da solo la
signorina Tallyst e di
tenersela stretta, Dorian e il suo spirito di sacrificio sono il mio
problema
>> << Glielo giuro, non lo
lascerò >> e probabilmente
Margaret credeva davvero a quelle parole più che a qualsiasi
altra promessa che
avesse mai fatto in vita sua.
Grimilde's
aka Sadica Serpe
Ok strano ma vero anche per me
siamo arrivati ad un altro capitolo, sto pian piano inserendo anche i
nuovi personaggi con i loro obiettivi, alla fine non li ho messi
lì solo a fare le belle statuine e viste le idee geniali (di
Niko e Iris) mi sa che ne vedremo delle belle...
Quanto all'idea di Lilith che dire almeno stavolta non rischieranno
l'ira di Isaac, ma speriamo vivamente che una partita a biliardo non
diventi l'ennesimo combattimento perchè stavolta si
prospetterebbe un bel match: LiberoVSNiko...(perdonate se straparlo ma
è l'orario e la giornata intensa appena trascorsa...)
Piccola richiesta...scusate ma ogni tanto mi serve anche questo...
Tre cose:
1 - vizi di ogni genere irrinunciabili per il vostro oc
2 - uno o più desideri (anche le cose più stupide)
3 - due o massimo tre parenti che potrebbero comparire verso la fine
della storia (una breve descrizione giusto per inquadrare le persone,
nome e grado di parentela grazie!)
Credo sia davvero tutto!
Bonne nuit....au-revoir...
|
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Capitolo 16 *** 15 - Ognuno ha i suoi segreti ***
Capitolo 15
Il mattino
dopo quando scese per colazione nuovamente padrone di sé Ian
si bloccò per un
attimo a guardare la deliziosa figura di Maggie avvolta in un abitino
nero con
dei deliziosi fiori di pesco stampati sopra:<< Buongiorno
principessa
>> e arrivandole alle spalle appoggiò il corpo
alla schiena di lei
mettendo le mani sopra quelle di lei:<< Grazie per il
pensiero >>
le mormorò poi all’orecchio e gli occhi di Maggie
corsero al bracciale che lui
portava al polso, un insieme di corde intrecciate tra loro con in mezzo
il
simbolo dell’infinito:<< Ti piace?
>> << Molto >> le
sussurrò piano passando poi un pollice sul bracciale
identico che anche Maggie
portava al polso:<< So che è sciocco da parte
mia, ma volevo darti
qualcosa che ti facesse pensare a me anche quando non siamo insieme
>>
Ian sorrise allungando una mano per prendere una pesca:<<
Perché hai
scelto l’infinito? >> <<
Perché… >> anche se non la stava
guardando in faccia Ian vide le sue guance arrossire così le
sussurrò piano
scivolando con le labbra sul suo collo:<<
Perché quello che provo per te
è infinto principessa >>
Tuttavia
come ogni momento romantico che si rispetti anche quello fu interrotto
da due
voci decisamente arrabbiate che provenivano dalla hall, fortuna che
loro erano
gli unici ospiti dell’hotel o sarebbero stati
guai:<< Scusami un attimo,
vado a vedere cosa succede >> e lasciando
l’abbraccio di Maggie Dorian si
avvicinò a François poco prima di varcare le
porte del giardino d’inverno
trovandosi davanti Libero e Nikolaj che si squadravano in cagnesco
mentre
Michael e Daniel li tenevano per le braccia in modo da allontanarli il
più
possibile:<< Provaci di nuovo! Prova a dirlo di nuovo
bastardo e io ti…
>> stava sbraitando Libero con il viso rosso per la
rabbia e la testa che
gli scoppiava:<< Cos’è hai paura
della verità Nott? Hai paura che…
>> << Taci! Riprovaci e…
>> e Libero fece per liberarsi ma la
stretta di Daniel era abbastanza salda da impedirgli qualsiasi
movimento:<< Vi prego non ditemi che state ancora
litigando per… >>
ma prima che Dorian potesse concludere la frase la voce ferma di Isaac
alle sue
spalle gli fece gelare il sangue:<< Ancora mi chiedo
perché devi sempre
essere così buono Dorian >> voltandosi verso
suo padre Ian chinò il capo
mesto:<< Perché penso che quello non sia una
soluzione ma solo un ripiego
>> Isaac si avvicinò ancora guardando i due
giovani che si stavano
uccidendo con gli occhi:<< Un ripiego che ha sempre
sortito il suo
effetto >> << Non siamo più ai
tempi della Bastiglia papà >>
continuò il primogenito cercando di calmare le
acque:<< No, ma sai che ci
sono poche cose che riesco a tollerare nel mio hotel e questa
– lì indicò i due
che sembravano due lupi pronti ad azzannarsi – non
è tra loro >> poi
fissando Libero e Nikolaj aggiunse freddo:<< Mi spiace
per voi signori ma
devo chiedervi di lasciare temporaneamente i vostri alloggi, i miei
figli vi
scorteranno nella vostra stanza per le prossime tre notti
>> i due
giovani condannati guardarono prima Dorian e poi Libero rivolse gli
occhi a
François che lo guardava spaesato tanto quanto
lui:<< Non vi preoccupate,
sono passati i tempi dei martelli per spaccare pietre ma ciò
non toglie che io
possa sfruttare le vostre potenzialità inespresse in altri
modi >> poi
guardando Dorian si tolse una chiave d’ottone con una pietra
azzurra
incastonata dalla tasca:<< Credo che il piano inferiore
necessiti di
qualche rinnovamento >> Ian prese la chiave in mano
scuotendo il capo con
un mezzo sorriso:<< Come vuoi papà
>> poi guardando Mike e Danny
aggiunse:<< Lasciateli >> e rivolgendosi
infine a Libe e Niko
aggiunse:<< Andiamo >> e in silenzio si
incamminò verso una scala
di marmo laterale chiusa da un cordone di velluto blu che Ian
aprì facendo
segno agli altri, suo fratello compreso, di seguirlo nei sotterranei.
Più
scendevano e più sembrava che quelle scale conducessero al
centro della terra,
erano solo un paio di rampe ma la poca luce, ottenuta solo da qualche
lampada
ad olio appesa alle pareti, e il suo riverbero sul marmo lucido
creavano un
aspetto quasi spettrale:<< Cos’è
c’è un boia che ci aspetta in fondo al
corridoio? >> domandò Libero con un sorriso
che, suo malgrado, anche
Nikolaj ricambiò:<< Penso che un boia ti
sembrerebbe più allettante
Libero >> commentò Dorian con una risata
sommessa prima di arrivare ad
una porta di legno chiaro che spinse piano:<< E quindi?
Che cosa ci dobbiamo
fare? >> domandò Niko guardando ciò
che conteneva la stanzetta vale a
dire scope, stracci, secchi e via dicendo:<< Pulire
>> replicò Ian
calmo:<< La stanza qui accanto è quella che
dovrete sistemare
>> e
voltandosi Dorian tirò fuori
la chiave che gli aveva dato suo padre infilandola nella toppa del
portone
intagliato che raffigurava una di quelle divinità greche che
si vedono nei
musei:<< Beh ma potremmo benissimo farlo con la magia
e… >>
<< E domattina tutto tornerà come ora, se
utilizzate la magia il giorno
dopo dovrete ricominciare da capo, questa stanza è fatta
apposta per resistere
ad ogni tipo di magia, l’unica che funziona è
quella di mio padre >> poi
girando la chiave spinse il portone aspettando di sentire le
imprecazioni dei
due poveri malcapitati, nemmeno François aveva mai visto
quella parte
dell’hotel e lui stesso l’aveva scoperta per caso
insieme ai suoi vecchi
compagni di scuola durante una vacanza ma poi Isaac non gli aveva
più permesso
di entrarvi.
<<
Aspetta non penserai che noi… >>
balbettò Libero senza parole:<<
Der’mo! >> imprecò il russo
sbattendo un pugno contro il vento:<<
Libero, Nikolaj, Frankie…benvenuti nelle terme
dell’Hotel des Fleur >> e
guardando l’immenso stanzone scavato nella pietra con vasche
di marmo azzurro e
rubinetti in oro Libero e Nikolaj maledissero mentalmente la loro
impulsività e
Isaac Atelier, dannato sadico!
<<
La porta del ripostiglio delle scope è questa mentre la
porta là in fondo è
quella della vostra camera, ci sono due letti e un armadio, uno degli
elfi vi
porterà i pasti ma voi non potrete uscire da qui per i
prossimi tre giorni,
quando io e Frankie ce ne andremo vi dovrò chiudere dentro
e, come vi ho detto,
nessuna magia vi farà uscire >>
<< Non ti aspetterai davvero che
restiamo qui a pulire vero Atelier? >> domandò
Niko incrociando le
braccia sul petto ma prima che Dorian potesse rispondere qualcosa di
volante,
piccolo ma con degli artigli taglienti gli passò a pochi
centimetri dalla testa
facendolo indietreggiare di colpo:<< Ma cosa…
>> << Quello è
Robespierre >> spiegò
Dorian
guardando il piccolo falco dalle ali grigie che planava sulla testa di
una
statua raffigurante il dio greco Poseidone:<<
È il falco di mio padre, vi
terrà d’occhio in questi giorni >>
<< Nessuno ha mai detto a vostro
padre che è pazzo? >> domandò
Libero fissando in cagnesco il falco che
gli restituì lo sguardo:<< Oh sì
Libero, non immagini quanti lo hanno
fatto >> replicò François
sorridendo ricordando quanti avevano “pulito”
quella e altre parti dell’hotel per aver suscitato
l’ira del padrone di
casa:<< È un sadico >>
continuò Nott nervoso:<< Prima
cominciate e prima finirete, davvero Libe non è uno scherzo
>> poi
salutando di nuovo Frankie e Ian li lasciarono soli; mentre risalivano
le scale
per tornare ai piani superiori François rise piano scuotendo
il capo mentre
guardava suo fratello maggiore:<< Cosa
c’è? >> domandò Dorian
nascondendo a sua volta un sorriso:<< Papà si
sbaglia, sei perfido quasi
quanto lui >> << Perché?
>> domandò innocentemente
Ian:<< Perché Robespierre non è il
falco di papà, lui è
papà >> Dorian sorrise salendo
gli ultimi gradini:<< Sarebbe stato troppo dirgli che il
loro carnefice
li sta tenendo d’occhio sotto forma di falco e poi non devono
per forza sapere
che papà è un animagus >>
Di nuovo
soli Libero e Nikolaj avevano ripreso a litigare nel giro di cinque
minuti,
ogni scusa sembrava buona per attaccare briga:<< Oh
andiamo sei ridicolo
Nott, vuoi litigare anche per chi prenderà la scopa e chi il
secchio? >>
gli occhi di Libero lo fulminarono di nuovo e Nikolaj
rise:<< Sei uno
spasso! >> commentò poi con la sua voce scura
ridendo del suo compagno di
sventure:<< Te lo faccio vedere io lo spasso
>> e lasciando cadere
la scopa Libero fece per avventarsi su Niko quando il piccolo falco che
era
rimasto appollaiato sulla statua per tutto il tempo lanciò
un urlo caduto
facendo bloccare entrambi e facendogli tappare le
orecchie:<< Maledetto
pennuto! >> imprecò Libe girandosi verso il
rapace che, se non fosse
stato impossibile visto che era un uccello, stava sogghignando mentre
li
guardava:<< Stavolta sono d’accordo con te
>> commentò Nikolaj
rimettendosi in piedi poi allungando una mano aggiunse:<<
Senti io non ho
alcuna voglia di passare qui dentro più tempo del necessario
o di farmi cavare gli
occhi da quell’uccello psicopatico >> Libero
guardò la sua mano
tesa:<< Cosa mi stai proponendo Valuev? >>
Niko sorrise:<< In
Russia la chiameremmo peredyshka,
ma
credo che da voi si dica semplicemente tregua >>
<< Tu e io una
tregua? Continua a sperare >> Niko rimase immobile con la
mano
tesa:<< Perché ti fa così paura
l’idea di non farmi la guerra ogni
momento? >> << Tu non mi fai paura
>> replicò Libero colto
sul vivo, aveva ancora davanti l’immagine di Bunny che si
scostava da lui non
appena quel bamboccio la chiamava e il pensiero che lui condivideva la
camera
con lei ogni notte e lo avrebbe fatto anche per le successive due
settimane non
gli agevolava il compito di farsi piacere Nikolaj
Valuev:<< Ne sei
sicuro? >> Libe fece una smorfia:<< Non
credo che insultarmi sia il
modo migliore di ottenere una tregua >> Niko prese la
scopa e fece per
avvicinarsi al lato opposto della stanza:<< Fa come vuoi,
ma sappi che
non è utile avermi come nemico >>
<< Credi di spaventarmi con
qualche minaccia? >> Niko non rispose mettendosi a pulire
e cercando di
non stringere la stretta attorno alla scopa per la voglia che aveva di
spaccarla su quella testa dura di Libero Nott!
<<
Come sarebbe che sono in punizione? >> e Bunny
guardò François che stava
spiegando a lei e Iris cosa comprendeva la sparizione di Niko e
Libero:<<
Hanno fatto saltare i nervi a papà e quindi passeranno
insieme i prossimi tre
giorni nella speranza di risolvere le loro divergenze >>
Iris sorrise
mentre Bunny sbuffò incrociando le braccia sul
petto:<< Ok, allora spero
che tu abbia preparato i sacchi per cadaveri perché non
troveremo nessuno dei
due tra tre giorni >> << Oh li troveremo
miss Flecter, li troveremo
>> commentò Ian alle sue spalle poi lanciando
un’occhiata al fratello
aggiunse:<< Ti dispiace fare tu gli onori di casa
Frankie? Io ho un paio
di questioni da sistemare in ufficio >> il fratello
annuì poi vedendo Dorian
che saliva le scale lo raggiunse sussurrandogli qualcosa
all’orecchio che fece
sorridere l’altro.
<<
Ragazze ho avuto un’idea! >> e uscendo dalla
biblioteca con un enorme
sorriso Lilith si avvicinò al gruppo insieme a Leila e
Mike:<< Che idea?
>> domandò Delila guardando quel piccolo
vulcano dai capelli
scuri:<< Il signor Atelier ci ha dato il permesso di fare
un’altra serata
tra donne domani sera ma se oggi passassimo la giornata tutti insieme
in giro
per la città? Voglio dire siamo a Parigi e non abbiamo visto
quasi niente
>> << Non saremo tutti Lilith
>> commentò Bunny
acida:<< Cosa? >> << Niko e
Libero si sono fatti mettere agli
arresti domiciliari >> commentò Iris facendo
spallucce:<< E poi
nemmeno Dorian potrà venire, papà gli ha affidato
un paio di affari da
sistemare >> il viso di Lilith si oscurò
deluso:<< Beh allora chi
vuole potrebbe… >> << Io ci sto!
>> e sorridendo James fece
un passo in avanti guardando prima Leila che come sua compagna di
stanza doveva
seguirlo per forza e poi Noelle:<<
Ehm…veramente io… >> e pensando
a quello che aveva in mente di preparare cercò velocemente
una scusa ma Daniel
la precedette avvicinandosi e mettendole un braccio attorno alle
spalle:<< Noelle deve aiutare me, tra pochi giorni
è il compleanno di mia
figlia e dato che non potrò stare con lei volevo almeno
prenderle un regalo e
visto che sono negato con queste cose mi serve un punto di vista
femminile
>> James fece per aprire bocca ma visto ciò
che lui stesso stava
nascondendo alla sua ragazza annuì avvicinandosi per darle
un bacio sulla
fronte:<< Ci vediamo più tardi ok?
>> Noelle annuì poi alzò gli
occhi verso Maggie che era vicino alle scale:<< Tu e
Frankie venite con
noi? >> la ragazza fece per rispondere quando Atelier
l’afferrò per un
braccio:<< Maggie è sequestrata fino a nuovo
ordine, spiacente ragazzi
>> vedendo il suo ragazzo così vicino a
Margaret e così lontano da lei
Leila sospirò, non si erano ancora parlati chiaramente dal
ritorno di Frankie e
anche se sapeva che lui non ce l’aveva con lei non poteva
esserne certa finché non
avesse visto di nuovo il suo dolce sorriso:<< Ci vediamo
dopo ragazzi
scusate >> e sparendo in cima alle scale trascinandosi
dietro Maggie François
sorrise salutando con la mano.
<<
Ma che ti è preso? Credevo volessi stare un po’ di
tempo con Leila, le hai parlato
poi? >> domandò Maggie quando lei e Frankie
ebbero raggiunto la loro
camera:<< Non ancora ma lo farò, davvero lo
farò presto >> aggiunse
poi vendendo l’espressione arrabbiata di lei:<<
Perché mi hai trascinato
qui? >> << Credevo avessi voglia di stare
con mio fratello visto le
condizioni in cui era ieri, lui non può lasciare
l’hotel perché in assenza di
papà è lui che comanda >> sedendosi
sul letto Maggie si passò le mani
sulle ginocchia nervosa, c’era un piccolo tarlo nella sua
mente che aveva messo
radici e pian piano stava crescendo dentro di lei suscitandole pensieri
di ogni
tipo:<< Ian dirigerà l’hotel al
posto di vostro padre un giorno vero?
>> domandò poi dando voce almeno a parte dei
suoi dubbi:<< Beh sì,
l’idea di papà è quella
>> << Cosa vuol dire l’idea di
papà?
>> François fece spallucce:<<
È papà che ci tiene a lasciargli
l’hotel
e Ian lo accontenta, come sempre >> <<
Credi che tuo fratello
farebbe altro se potesse? >> << Credo che
ormai si sia convinto
talmente di volerlo anche lui che non farà mai
nient’altro, la famiglia è la
cosa più importante per lui >> poi sorridendo
aggiunse piano:<< Beh
magari forse la seconda più importante >> e
lanciò a Maggie un’occhiata
molto allusiva facendola arrossire.
<<
Ehi Shepperd giusto? >> Delila si voltò
sentendosi chiamare ed incrociò
gli occhi verdi di Daniel Johnson, non si erano mai parlati molto in
quella
settimana ma aveva visto la foto della bambina di Daniel e sentito la
triste
storia di sua moglie.
<<
Veramente è Delila, Shepperd era mio padre >>
<< Capito >>
mormorò lui avanzando nella stanza:<< Che cosa
stai cercando? >> le
domandò poi vedendo il libro che aveva tra le
mani:<< Oh solo una cosa
per passare il pomeriggio, Dorian deve restare qui e io devo trovare un
modo
per impiegare la giornata >> Daniel si
avvicinò sollevando il libro tra
le mani:<< E leggere la guerra dei Goblin in Francia ti
aiuterà a far
passare il tempo più in fretta? >>
<< Ridammi quel libro, ridammelo
>> e allungandosi Delila si appoggiò alle
spalle di Daniel per
raggiungere il braccio che lui aveva alzato e che stringeva forte il
volume, si
sentiva un po’ in imbarazzo a stare così vicino ad
un uomo, più giovane di lei
per giunta!
<<
Andiamo non dirmi che non ci arrivi >> e Daniel
allungò il braccio più
che poteva:<< Dammelo! >>
borbottò ancora lei mettendosi
addirittura sulle punte senza successo, stavano per continuare con quel
giochino quando Delila perse l’equilibrio scivolando
all’indietro verso la
libreria:<< Ehi attenta >> e lasciando
cadere il libro a terra
Daniel si allungò con entrambe le mani afferrando Delila
alla vita impedendole
di cadere addosso alla libreria:<< Va tutto bene?
>> le domandò poi
con un piccolo sorriso e lei incrociando quegli occhi verdi
annuì velocemente
liberandosi da quella stretta e lasciando il libro dov’era
corse fuori dalla
biblioteca salendo rapidamente i gradini che portavano alla mansarda di
Dorian,
doveva stare sola prima di fare altri danni!
<<
Il pennuto è ancora lì, ma non mangia e non dorme
mai quel maledetto? >>
bofonchiò Valuev mentre l’uccello in questione
svolazzava sopra le loro teste
peggio di un avvoltoio:<< Magari sta pensando a come
cibarsi di te Valuev
>> lo prese in giro Libe mentre stava lucidando il fondo
di una delle
vasche; uno straccio bagnato gli arrivò sulla schiena
sporcando la camicia
bianca che aveva messo quella mattina:<< Vuoi morire
giovane Valuev?
>> gli domandò alzandosi e impugnando lo
spazzolone come se fosse un’arma:<<
Non puoi usare la magia Nott >> sorrise l’altro
serafico:<< No, ma
strozzarti con le mie stesse mani sarà un vero piacere
>> e Libero fece
per muoversi quando lo sguardo di Nikolaj fisso dietro le sue spalle attirò la sua attenzione;
girandosi
a sua volta Libe si avvicinò al muretto che fino a poco
prima stava pulendo,
non se ne era accorto ma c’era una scritta intagliata nella
pietra: Ananke, e più
sotto: nous sommes tous victimes du
désir.
<< Che
cosa vuol dire? >> domandò Niko avvicinandosi
e sfiorando l’incisione:<<
È una specie di motto o qualcosa di simile, come a
ricordarci che siamo tutti
mortali e che siamo preda delle passioni, una cosa tipo
l’amore di Romeo e
Giulietta >> spiegò Libero cambiando, come
accadeva sempre, il tono di
voce quando parlava di qualcosa che riguardava il suo immenso amore per
il
teatro e il Bardo.
<<
Ah già, Shakespeare, me ne stavo dimenticando
>> Libe alzò un
sopracciglio scettico:<< Cos’hai contro William
Shakespeare si può
sapere? >> Niko sorrise:<< Assolutamente
nulla, mi piacerebbe riuscire
a fare solamente una minima parte di quello che ha fatto lui
>> Libe fece
spallucce:<< La prima cosa sensata che ti sento dire da
quando sei
arrivato qui >> << Se ti fossi preso la
briga di conoscermi invece
di saltarmi al collo come un lupo che vuole scannarmi >>
<< Se non
ti fossi messo a fare il cascamorto con la mia ragazza >>
ribatté Libero
acido:<< La tua cosa? >> accorgendosi solo
dopo di come aveva
chiamato Bunny Libe cercò di fare marcia indietro ma Valuev
era troppo furbo
per cadere in un simile giochetto:<< Ben sa di queste tue
espansive
dimostrazioni d’affetto? >> <<
Quello che succede tra me e Ben sono
fatti nostri >> Niko non si diede per vinto, se voleva
aiutare Bunny come
aveva detto dove entrare in quella piccola testolina complicata e
vedere che
posto occupava Bunny e, soprattutto, che posto occupava Iris!
<<
Anche quello che succede tra te e Iris sono fatti vostri o pensi che
baciare
due ragazze nella stessa sera, anzi nella stessa mezz’ora ti
renda una specie
di idolo? >> con rabbia Libe lanciò a terra lo
spazzolone:<< Vuoi
venire anche tu a farmi la morale? Ho sbagliato d’accordo?
Errare è umano,
tutti fanno degli errori e se tu fossi un minimo più normale
e meno sadico non
gireresti il coltello nella piaga! >> <<
Dico solo che dovresti
deciderti e prenderti quello che vuoi prima che lo faccia qualcun altro
>> Nikolaj era stato calmo e freddo ma i suoi occhi erano
scuri per la sfida
che vi era nascosta:<< La vuoi? Vuoi Ben?
>> domandò Libero con le
mani che gli tremavano:<< Perché?
>> di nuovo quella voce pronta a
dargli battaglia, ma davvero Valuev voleva morire in quelle maledette
terme? <<
Perché se la vuoi dovrai passare sul mio cadavere!
>> Niko fece spallucce
lasciando cadere il discorso e tornando a preoccuparsi delle ragnatele
che danzavano
tra le colonne di tufo.
Erano in giro
da circa un paio d’ore quando l’attenzione di
Lilith fu catturata da un
musicista di strada che suonava una dolce nenia su quello che doveva
essere
Pont Alexandre III:<<
Lilith…Lilith… >> e Mike si
avvicinò
poggiando una mano sulla spalla della ragazza:<< Ancora
un attimo…aspetta
>> e come incantata da quella musica Lilith
continuò a fissare il ragazzo
che suonava:<< Ti piace? >> le
domandò Mike circondandole la vita e
poggiando la testa sulla sua:<< Sì, mi da un
senso di malinconia ma di
pace allo stesso tempo, sembra quasi una ninna nanna >>
<< Non ti
facevo così romantica Lilith Sherwood >> le
mormorò con un
sorriso:<< Sei tu che mi rendi così, non mi
piace diventare un marshmallow
>> Michael mormorò qualcosa ma la sua bocca
era immersa nei capelli di
Lilith e quindi lei non riuscì a sentire, quando poi il
violinista finì di
suonare si tolse il cappello salutando il pubblico e facendo un
profondo
inchino, vedendo quel ragazzo alto e atletico che sorrideva al
pubblico
passandosi una mano nei capelli scuri per un attimo Lilith ebbe un
tuffo al
cuore e davanti agli occhi le si parò una scena molto simile
che aveva vissuto
qualche anno prima quando suo fratello maggiore, babbano contrariamente
a lei,
aveva avuto un ruolo nella sua prima rappresentazione teatrale; quando
lo aveva
visto uscire alla fine della performance inchinandosi davanti a tutto
il
pubblico le erano venute le lacrime agli occhi e aveva applaudito
più forte che
aveva potuto…sospirando nostalgica pensò che era
davvero troppo tempo che non
vedeva e non sentiva Levi e onestamente le mancava da morire!
<<
Senti so che pensi che io e Libero siamo… >> e
non sapendo da dove
iniziare il discorso Iris cercò di prendere la cosa alla
larga fallendo
miseramente a giudicare dallo sguardo di Bunny:<< Parlare
del tuo bacio
con Nott non è il modo migliore per fare conversazione sai?
>> Iris
arrossì torcendosi le mani tra di loro per il
nervoso:<< Non volevo dire
questo, anzi il contrario, non ho chiesto io a Libero di…
>> << Che
Libero Nott è un idiota lo sapevo da sola, vorrei capire che
cosa stai cercando
di dirmi >> << Sto cercando di dirti che
è un idiota ma è
innamorato di te >> Bunny fece spallucce avvicinandosi ad
una bancarella
che vendeva statuette della Tour Eiffel e modellini di Notre
Dame:<< Può
essere innamorato di chi vuole e sbandierarlo al mondo intero,
finché non me lo
verrà a dire in faccia e si impegnerà per
dimostrarmelo non gli crederò più
>> Iris scosse il capo sbuffando piano per non farsi
sentire dall’altra
poi guardando anche lei i piccoli monumenti si ritrovò a
sfiorare la punta di
una delle piccole torri di Notre Dame immaginando come doveva essere
stare
lassù in cima con solo il vento e le chimere a farti
compagnia, stare immersi nel
vuoto assoluto e potersi librare in volo…ok stava
fantasticando troppo! Quindi lasciando
perdere i suoi sogni da ragazzina tornò a guardare
Bunny:<< Posso
chiederti una cosa? Non ho secondi fini lo giuro >> la
Flecter annuì e l’altra
continuò:<< Com’è Nikolaj
Valuev? Voglio dire si sentono così tante cose
su di lui, Delila dice che è famoso e onestamente anche io
l’ho già sentito
nominare, solo che non l’avevo mai visto e me lo immaginavo
un po’… - prese
fiato su quell’ultima parola – diverso
>> lo sguardo di Bunny le disse
che aveva frainteso la sua domanda e naturalmente la fece
arrossire:<<
Uhm…niente secondi fini
è…chissà perché non ci
credo >> commentò l’altra
con una piccola risata:<< Ad ogni modo Niko è
esattamente come lo vedi:
bello da mozzare il fiato e capace di portarti sulla luna solo con uno
sguardo.
Se non fosse che sono già… >> ma
Bunny interruppe la frase a metà, lei
non era già impegnata, non con un tonto testardo e ottuso
che non vedeva l’evidenza
nemmeno quando ci sbatteva contro!
Poi alzando
gli occhi verso una delle meravigliose statue dorate del ponte pensò a Libero
chiuso chissà dove a pulire…se
non fosse stato che in fondo quell’idiota le mancava la cosa
sarebbe stata decisamente
comica!
Mentre gli
altri si perdevano dietro le bellezze della città
dell’amore Leila e James
erano appoggiati su un muretto a guardare la Senna che placida scorreva
sotto
di loro:<< Allora? Hai poi parlato con il tuo bel
principino? >>
domandò James con un sorriso inclinando la testa verso
l’amica:<< Non
ancora, volevo farlo prima ma hai visto anche tu che cos’ha
fatto Frankie…
>> Rhodes annuì tornando a guardare il
fiume:<< Forse sarà il caso
che vi parlate, se hai davvero in mente di frequentare
l’accademia dovrai
tornare in Inghilterra e non credo che lui la prenderà
così bene >> a
quelle parole Leila spalancò gli occhi, James era
l’unico a cui aveva parlato
del suo desiderio di diventare un Auror, non che il suo lavoro al
Ministero non
la soddisfacesse, ma sentiva che doveva fare qualcosa di più
della sua vita e
non ammuffire in un ufficio o dietro a migliaia di scartoffie.
<< Vuol
dire che hai parlato con il tuo istruttore…ma mi avevi detto
che ci sarebbe
voluto del tempo e non era sicuro che… >>
James sorrise:<< Ho
ancora qualche aggancio all’accademia e a quanto pare ci sono
ancora un paio di
posti liberi per il prossimo corso >> poi guardando lei
con quegli occhioni
scuri seri e sinceri aggiunse:<< Devi decidere Leila,
stiamo parlando di
tre anni e Atelier vive qui, la sua vita è qui come il suo
lavoro, non sei
costretta a scegliere tra il lavoro e l’amore, voglio dire io
so che tornerò a
Londra tra poche settimane ma Noelle verrà con me mentre tu
e anche Maggie…
>> davanti a quelle parole Lila si vide costretta ad
ammettere che il suo
amico aveva ragione, alla fine di quel mese la loro breve vacanza
sarebbe
finita e lei e Frankie avrebbero dovuto prendere una decisione per il
loro
futuro, senza contare il fatto che lui le aveva detto di amarla ma lei
non gli
aveva ancora dato una risposta!
<<
Quanto tempo ho per pensarci James? >> lui
sorrise:<< Fino alla
fine del mese, le classi per il nuovo anno non vorranno annunciate fino
a metà
del mese prossimo >> poi voltandosi e appoggiando i
gomiti al muretto
aggiunse guardando la città che scorreva davanti a
loro:<< Vuoi un
consiglio Leila? Goditi queste settimane, passa con François
tutto il tempo che
puoi e cerca di capire che cosa vuoi, vivi ogni giorno come se fosse
l’ultimo
così quando prenderai la tua decisione saprai di non avere
rimpianti >>
<< Perché mi sembra che questo discorso non
sia rivolto solo a me?
>> gli domandò lei poggiando una mano sul
braccio di lui che la manica
risvoltata della camicia lasciava scoperto:<< Cosa?
Perché lo pensi?
>> << Perché ho visto la tua
faccia stamattina quando Noelle ti ha
detto che non sarebbe venuta con noi >> <<
È la mia ragazza è
normale che mi manchi >> << E anche
l’altra sera, siete rimasti in
camera per mezz’ora ma so per certo che non avete fatto
nulla, credevo che uno
come te…voglio dire non hai mai fatto mistero di volere
Noelle e invece adesso…
>> lo sguardo di James divenne scuro in un
istante:<< Forse non
sono così scontato come credi >>
ribatté cercando di non sembrare acido
ma quello era un tasto dolente che proprio non voleva
toccare:<< Tu?
>> domandò Leila con un
sorriso:<< Scusa se te lo dico ma sei una
delle persone più prevedibili che abbia mai conosciuto
>> <<
Prevedibile? >> domandò lui
infastidito:<< Beh per quanto riguarda Noelle
sì, andresti nel fuoco per lei e la cosa è
evidente, non capisco perché non
vuoi andare fino in fondo >> James rise piano poi
tornando serio la
guardò cercando di non sorridere:<< Stiamo
davvero parlando di questo
Leila? Stiamo davvero parlando della mia intimità con
Noelle? >> lei fece
spallucce passandosi le mani nei lunghi capelli biondi con
nonchalance:<<
Che cosa c’è di strano? Pensi che tra di noi non
parliamo mai di certe cose? È
il nostro argomento preferito >> poi sorridendo malefica
tanto da
assomigliare ad un folletto aggiunse:<< Infatti non vedo
l’ora di
torturare Lilith per sapere se Michael Gail è a livello
della fama che aveva a
scuola >> James incapace di trattenersi
scoppiò di nuovo a
ridere:<< Ricordami di non averti mai come nemica Leila
Tallyst, fai
paura >> a pochi passi dai due ragazzi sentendo James
pronunciare quel
nome una giovane donna bionda, avvolta in un abito panna con decori
dorati, si
fermò voltandosi per un istante a guardare Leila che
sorrideva, si soffermò sul
vestito a volant color rosa antico che le lasciava scoperte le braccia
essendo
senza maniche, nessun gioiello, non un filo di trucco se non un lieve
rossetto
rosa e i capelli sciolti liberi di giocare con il vento; procedendo di
qualche
passo la donna lanciò un’ultima occhiata a Leila e
cercò di capire che cosa
avesse di così speciale quella ragazza per attirare tanto
François Matisse
Atelier!
<< Che
cosa stiamo facendo qui? >> domandò Delila
guardando Dorian che con una
vecchia chiave arrugginita stava aprendo la porta a vetri di una serra
che si
trovava nel giardino sul retro dell’hotel:<<
Devo fare un lavoro e
lasciarti in camera raggomitolata sul letto in posizione fetale non mi
sembrava
il caso >> commentò Dorian secco, aveva
trovato Delila rannicchiata sul
letto mezz’ora prima quando era tornato in camera per
cambiarsi prima di
scendere in giardino e vedendola con gli occhi rossi e i capelli
arruffati per
via delle mani che lei continuava a passarvici dentro non ci aveva
pensato troppo,
l’aveva sollevata di peso e se l’era trascinata
dietro!
<< Da quando
sei così gentile Atelier? >> <<
Da quando mi sono stufato di essere
sempre come gli altri si aspettano che io sia >>
replicò Ian mentre
spingeva la vecchia porta in ferro battuto che raffigurava le iniziali
A e I
intrecciate insieme fino a formare un albero:<< Tutto
questo cambiamento
è dovuto a Maggie presumo >>
commentò Delila entrando dietro di lui e
restando immobile davanti alla miriade di fiori, piante ed uccelli che
svolazzavano
lì dentro:<< Ma che posto è?
>> domandò poi notando due piccoli
colibrì che si stavano avvicinando in volo ed uno dei due
che si posava allegro
sul dorso della mano di Ian guardandolo quasi con
affetto:<< Questa era
la serra di mio nonno, l’ha fatta costruire quando suo padre
gli ha ceduto la
direzione dell’albergo, aveva una passione per
l’Erbologia e per le creature di
ogni genere, magiche o babbane >> poi accarezzando
delicatamente la testa
del colibrì sollevò la mano per farlo tornare
dalla sua piccola
compagna:<< Mi ha lasciato la chiave di questo posto
quando se n’è andato
chiedendomi di prendermene cura, l’ho sempre fatto ma adesso
è ora di dare una
sistemata >> capendo in parte le idee del suo coinquilino
Delila
sorrise:<< Hai intenzione di condividere questo piccolo
angolo di Paradiso
con Maggie vero? >> Ian sorrise mentre si avvicinava ad
un rampicante
iniziando a controllare le foglie e i fiori che erano da
recidere:<<<
Le devo molto più che una serata indimenticabile ma al
momento è la sola cosa
che posso offrirle >> << Oltre ai tuoi
quadri intendi? >> e
Delila rise sapendo che i suoi quadri erano uno dei talloni
d’Achille del
giovane, ma di nuovo Ian la sorprese:<< Oh a quello ho
già pensato…
>>
Infatti
Maggie era ancora immobile davanti al dipinto che Yanna aveva lasciato
sul suo
letto solamente dieci minuti prima e che era accompagnato come al
solito da un
biglietto di Dorian:
“
Il
mio bellissimo angelo che dorme, sei sempre bellissima ma vie. ti amo
”
<< Sì,
direi che mio fratello non è male come pittore, ma il
soggetto aiuta molto…direi
che era molto ispirato eh… >> e ridendo
Frankie fece voltare Maggie con
quella battuta mentre lei continuava ad essere rossa come un
peperone:<<
Dai non fare quella faccia, in fondo è davvero un bel quadro
e non si vede
niente di sconveniente >> Maggie deglutì
tornando a guardare il
quadro:<< Lo so, davvero lo so, solo che se ripenso a
quella notte e
ripenso a Dorian… >> << Eravate
a letto insieme e lui ti ha
ritratto dopo quello che avevate fatto, è normale che ti
susciti… >>
<< No! Tu non capisci Frankie >> riprese
lei ancora più
rossa:<< Io e Ian non abbiamo…né
quella notte né mai… >> gli occhi
azzurri di François divennero enormi e dilatati dalla
sorpresa:<< Aspetta
cosa? Tu e mio fratello non avete? Voi due non…
>> Maggie incrociò le
braccia sul petto tornando a guardare il quadro, guardare Frankie e
parlare di
certe cose la metteva decisamente in imbarazzo:<< No, non
abbiamo ancora
fatto niente e smettila di ripeterlo! >> ripensando al
Dorian Atelier che
lui conosceva bene e alla fama che suo fratello si era fatto a
Beauxbatons, spesso
spalleggiato dai suoi cari vecchi e, per lui almeno, detestabili
migliori
amici, François scosse il capo:<< Sei sicura
che voi… >> << Sì
e ora smettila! >> lo rimbeccò Maggie nervosa
e François si ritrovò a
sorridere: se c’era una donna che era in grado di domare
Atelier le grand
allora di sicuro Ian l’avrebbe sposata, di quello era certo!
<< Ehi
serve una mano? >> e una voce maschile fece voltare
Dorian e Delila
mentre lui stava spostando un pesante letto circolare di vimini e lei
stava
dando da mangiare ai pappagallini multicolore che le svolazzavano
intorno come
ad una fata:<< Daniel, Noelle, che ci fate qui?
>> domandò Ian
salutando:<< Curiosavamo in giro >> rispose
Noelle entrando per poi
guardandosi intorno:<< Ehi ma che posto è
questo? È fantastico >>
<< È l’alcova di Dorian Atelier,
abbiamo scoperto dove porta le sue
conquiste il grande seduttore >> rispose Delila che, da
quando Ian aveva
cominciato a tirare fuori il suo carattere tagliente, si divertiva a
riempirlo
di frecciatine:<< Ridi finché ne sei in grado
Delila, quando verrà il tuo
turno sarò io a ghignare >> ribatté
Atelier suscitando la risata anche di
Daniel mentre Nöelle scuoteva il capo incapace di credere che
quel ragazzo
dalla battuta facile e sarcastica fosse lo stesso Ian che continuava ad
andare
a nuotare con lei all’alba:<< Ti serve una mano
con quelle piante?
>> domandò Daniel ad un certo punto vedendo
Ian che tirava fuori la
bacchetta per potare più velocemente alcuni fiori che quasi
toccavano il
soffitto in vetro della struttura:<< No qui ce la faccio
da solo, mi
serve che dai una mano a Delila con i pappagalli, sai alcuni di loro
sono un po’
suscettibili e una persona da sola non riuscirebbe a sfamarli tutti
prima di finire
sommersa dalle piume >> Daniel annuì e si
avvicinò a Delila che era
intenta ad osservare un magnifico esemplare di Ara giacinto che la
guardava dal
ramo del grosso salice che stava al centro della serra:<<
Ci rincontriamo
>> e sorridendo Daniel allungò una mano per
prendere un sacco di mangime
e nel farlo sfiorò accidentalmente una gamba nuda di Delila
che si scostò con
un salto fulminandolo con gli occhi:<< Scusa, non volevo
>> mormorò
Daniel alzando le mani per poi prendere velocemente il sacco e
cominciare a
dedicarsi all’altra metà dei
pennuti:<< Dorian io esco un attimo >>
e seguita dal pappagallo blu che sembrava averla presa in simpatia
Delila uscì
dalla serra cominciando a passeggiare per il giardino senza una vera e
propria
meta.
<< Ehi
va tutto bene? >> la ragazza si voltò sentendo
la voce di Noelle e
trovando decisamente umiliante alla sua età essere compatita
da una ragazzina
di ventitré anni, chissà se sarebbe mai riuscita
ad affrontare i suoi problemi
senza scattare come una molla ogni volta che qualcuno scombussolava il
suo
delicato equilibrio:<< Come? >>
domandò poi fingendo indifferenza
mentre il pappagallo le si appollaiava sulla spalla:<< Va
tutto bene? Sei scappata
di corsa quando Daniel si è
avvicinato…è successo qualcosa tra voi?
>> l’altra
scosse la testa:<< A malapena ci parlo, no semplicemente
sono un po’
nervosa ultimamente >> << Posso chiederti
come mai? >>
domandò Noelle piano sorridendo:<< Sempre che
non sia troppo impicciona
ovviamente >> Delila
scosse la
testa:<< No, solo che tra un paio di giorni è
il mio compleanno ed è la
prima volta che lo passo lontano da casa >> che poi fosse
la prima volta
che lo passava con qualcuno diverso da sé stessa o dal suo
furetto Mogol era un’altra
storia:<< Beh non sarà come passarlo con i
tuoi amici e la tua famiglia
ma potremmo renderlo lo stesso indimenticabile, che ne dici?
>> <<
Indimenticabile? >> domandò piano ricordando
quanto indimenticabile, e
non in senso positivo, era stata l’ultima festa che aveva
passato con la sua
famiglia che equivaleva al suo ultimo anno ad Hogwarts prima del
diploma e
della sua scelta di lasciare il mondo dei maghi quasi del
tutto:<< Credi
che potresti evitare che la cosa si sappia? Alla fine sto invecchiando
e non
vorrei una torta gigante con sopra la mia età
>> commentò poi cercando di
alleggerire la tensione e non volendo approfondire troppo la storia
della sua
vita, meno persone sapevano quello che le era successo e meglio era,
era
pericolosa e non voleva esserlo anche per loro!
<<
Secondo te chi di noi due mangerà per primo?
>> chiese Nikolaj ridendo
mentre stava aprendo i rubinetti delle vasche per controllare quanto
scorresse
l’acqua, era quasi sera e non si era fermato un attimo da
quella mattina se non
per il pranzo:<< È solo un uccellaccio della
grandezza di un pollo, non farà
niente Valuev >> se solo Libero avesse saputo a chi stava
indirizzando
tutti quegli insulti probabilmente se ne sarebbe stato zitto, ma le
successive
parole di Nikolaj e la risposta di Libero fecero drizzare le piume del
falco…sapeva
che mettere insieme quei due sarebbe stato ciò che gli
serviva!
<<
Senti ho pensato ad una cosa mentre tiravamo a lucido questo posto
>>
cominciò Niko sorridendo:<< Cosa?
>> chiese Libero acido, non l’aveva
ucciso ma mal sopportava ancora il suo compagno di
cella:<< Questo posto
è una favola una volta messo a posto >>
<< Sì e noi ci stiamo
mettendo giorni quando Atelier con la bacchetta di metterebbe pochi
minuti
>> Niko si avvicinò a Libe con quel suo fare
da grande
cospiratore:<< Lascia perdere le lamentele Nott e attiva
quel geniale
cervellino che ti ritrovi: una festa qui dentro >> e
sorrise fiero della
sua idea:<< Una festa? Che cosa vuoi dire?
>> << Oh andiamo a
scuola non hai mai partecipato ad una festa clandestina? Non dirmi che
ad
Hogwarts non facevate certe cose perché non ci credo
>> ricordandosi che
ai tempi della scuola lui era quello che le organizzava quelle feste
Libero
sorrise:<< Con chi credi di parlare scusami?
>> Niko rise piano
felice di aver trovato un complice per la sua idea:<<
Bene, visto che
siamo d’accordo comincia a pensare a cosa possiamo fare,
abbiamo ancora due
giorni per organizzare la più fenomenale festa clandestina
che questo posto
abbia mai visto >>
Isaac Atelier (modello
animagus) meglio noto come il falco psicopatico
Le terme dell'Hotel
des Fleur
La serra di monsieur
Atelier
Grimilde's
Buonasera...anzi
buonanotte o buongiorno a seconda dell'orario in cui leggerete...
Allora...cominciamo
dall'inizio: Libero e Niko sono sempre allo stesso punto e questo lo
sappiamo tutti ma mettere insieme due menti del genere
porterà solamente una cosa: guai. (Questo è un
avvertimento e la conclusione del capitolo con le parole di Niko lo sta
chiaramente a dimostrare)
Per il resto che cosa
posso dire, mi serviva un capitolo di passaggio o di inizio che
mettesse le basi per ciò che succederà dopo...a
cominciare da Leila che vuole diventare Auror fino a Dorian che
risistema la serra del nonno e chi ha un po' d'immaginazione
può immaginare perchè...
Mi mancano ancora un
paio di risposte di qualche autore alle domande dello scorso capitolo senza le quali non
posso andare avanti, non fino alla fine del capitolo almeno...io
comincio a scriverlo tanto ci sono un po' di parti che devo mettere
prima del punto incriminato ma poi quelle mi serviranno...
A presto...
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Capitolo 17 *** 16 - Progetti folli e richieste d'aiuto ***
Capitolo 16
Grimilde's
Bene eccoci qui, scusate ma anche stavolta le note vanno messe prima
del capitolo!
Non per altro sono per dirvi che mi è uscito un capitolo un
po' più lungo del solito ma ho voluto inserirci un po' di
cose e non mi andava di tranciare tutto a metà...
Vi avviso che prima di metà settimana prossima non ci
sarà un altro capitolo non perchè non lo stia
scrivendo o non abbia idee (quelle ci sono fin quasi alla fine), ma
perchè è un capitolo anche quello abbastanza
lunghetto e più che altro " denso e corposo ", passatemi il
termine, e voglio rendere bene ognuno dei personaggi...
Vi lascio al capitolo prima di dilungarmi in cose inutili...
Au revoir....
<<
Dorian posso parlarti? >> e Maggie si avvicinò
al giovane che stava
rientrando in hotel da una porta sul retro accompagnato da Noelle,
Daniel e
Delila:<< Ciao…non sei andata con gli altri?
>> le domandò
sorridendo:<< No, Frankie è voluto restare qui
>> gli spiegò
dondolandosi sulle gambe appena coperte dal vestito nero che
indossava:<<
Di cosa volevi parlarmi? >> le domandò anche
se poteva benissimo
immaginarlo visto il rossore sulle sue guance e da quello che ora era
in camera
di Maggie.
Capendo
che erano di troppo Noelle sorrise tirando Daniel per un
braccio:<< Noi
andiamo a cambiarci prima di cena >> poi guardando Delila
fece per
aggiungere qualcosa ma la ragazza scosse il capo voltandosi poi di
nuovo verso
il giardino:<< Ho dimenticato una cosa fuori, vado a
prenderla >>
Ian annuì sapendo che Delila aveva bisogno di stare sola,
poi tornando a guardare
Maggie aggiunse con un sorriso:<< Bene principessa, siamo
soli…di che
cosa volevi parlarmi? >> Maggie arrossì ancora
di più e, vai a capire
dove trovò la forza di guardare Dorian negli
occhi:<< Sai di cosa voglio
parlare >> lui si avvicinò di un passo
stringendo le mani di lei con le
proprie e accarezzandole i polsi con il pollice:<< So
cosa vuoi dirmi,
solo che mi aspettavo un’altra reazione Margaret
>> << Lo so, mi
piace davvero, ogni volta che lo guardo ripenso a quella notte e a te
che…
>> ripensando al motivo che allora lo aveva spinto ad
assecondare suo
padre con quella stupida pergamena Dorian sorrise:<<
L’ho fatto per te e
lo rifarei altre mille volte se dovesse servire >> Maggie
annuì poi
alzando gli occhi scuri in quelli di lui deglutì appena e
trovò la forza di
domandargli, vergognandosi come mai in vita sua:<<
Perché tuo fratello è
convinto che tu non riesca a togliermi le mani di dosso quando siamo
insieme?
>> la risata di Ian la lasciò ancora
più confusa di prima poi stringendole
una mano ed intrecciando le loro dita aggiunse:<< Vieni
con me, forse è
ora che parliamo chiaramente >> e incamminandosi lungo il
corridoio che
portava alle cucine:<< Perché in cucina?
>> gli domandò quando
arrivarono davanti alla porta mentre Ian la stava
aprendo:<< Perché avere
Clau che gira in giro mi impedirà di stenderti su quel
tavolo e fare quello che
voglio fare dal primo momento in cui ti ho visto entrare
dall’ingresso
dell’hotel >> Maggie si bloccò sulla
porta guardando l’uomo che le stava
davanti:<< Dorian… >> Ian la
tirò accanto a sé sorridendo mentre
con le mani le accarezzava il viso:<< Ti voglio Margaret
e lo sai, non
voglio più fare niente per nasconderlo >> le
guance di lei divennero le
due fragole più carine che avesse mai visto:<<
Anche io ti… >> ma il
resto della frase le rimase bloccato in gola, si vergognava troppo di
dirlo ad
alta voce e quello era uno dei motivi per cui con il suo ex si
tratteneva
sempre e quindi lui aveva cominciato a cercare compagnia altrove
e…:<<
Non farlo >> la voce di Ian la riportò alla
realtà:<< Non fare
cosa? >> lui le sfiorò la bocca con il pollice
per poi sostituirlo con le
proprie labbra:<< Non pensare nemmeno per un attimo che
ciò che ha fatto
quell’idiota sia colpa tua >> Maggie sorrise
piano cercando di respirare
normalmente accorgendosi poi che erano i respiri di Ian a far respirare
lei:<< Non è corretto usare la
legimanzia… >> lui sorrise
continuando a baciarla:<< Userei qualsiasi cosa per farti
sparire
quell’assurda idea dalla mente >>
<< Ian tu non sai com’era tra me
e Daniel, non sai quello che noi… >> lui le
accarezzò una guancia con il
dorso della mano:<< Sì, hai ragione non lo so
ma sono un uomo e non mi
viene affatto difficile immaginare quanto sarà bello il
momento in cui io e te
saremo una cosa sola…non riesco a pensare a nessuna che non
sia tu insieme a me
>>
Mentre
Dorian era perso dietro il sorriso di Maggie e non solo Daniel e Noelle
erano
seduti in uno dei piccoli soggiorni:<< Quando sei uscita
prima dalla
serra hai parlato con Delila? >> domandò ad un
certo punto il giovane
Johnson con noncuranza:<< Cosa? Sì abbiamo
parlato, perché ti interessa?
>> Daniel fece una smorfia:<<
Perché vorrei capire che cosa le ho
fatto di male, quando mi vede sembra che abbia davanti un Dissennatore,
diventa
pallida e scappa >> Noelle sorrise poggiandogli una mano
su quella di lui
che era appoggiata sul bracciolo:<< Sono sicura che tu
non centri niente,
mi ha solo detto che è il primo anno che passa il suo
compleanno lontano da
casa e si sente un po’ fuori fase tutto qui >>
Fuori fase
era esattamente come si sentiva infatti Delila in quel momento e se non
fosse
stato per ciò che ritraeva la fotografia che teneva tra le
mani probabilmente
l’avrebbe stracciata in mille pezzi già da tempo!
<<
Mark… >> e con gli occhi rossi e la voce
ridotta ad un sussurro tra le
lacrime guardò il bambino dagli occhi azzurri e i capelli
ramati che sorrideva
felice nella foto stretto ad una bambina della stessa età
con una treccia e una
salopette blu sporca di qualcosa di molto simile alla
vernice:<< Mi
manchi Mark… >> poi infilando di nuovo la foto
nella piccola pochette che
portava sempre con sé si alzò asciugandosi in
fretta gli occhi e facendo
ritorno all’hotel.
<<
Ehi va tutto bene? >> domandò James a Leila
quando ebbero varcato di
nuovo la soglia dell’ingresso e lei vide François
intento ad impartire qualche
ordine agli elfi domestici:<< Sì, tutto bene
>> mormorò poi dal
momento che il giovane Atelier aveva appena alzato la mano per salutare
prima
di sparire in uno dei salotti:<< Gli passerà,
tranquilla >> le
mormorò James facendo per salire le scale con lei ma un
uragano dai capelli
scuri e gli occhi verdi gli saltò addosso come una
scimmietta baciandogli le
labbra:<< Ciao cadetto Rhodes >> James
dovette allungare una mano
ed afferrare il corrimano della scala per evitarsi di cadere poi
sorridendo
Noelle si voltò verso Leila:<< Ciao Lila,
bella la passeggiata? >>
Leila sorrise divertita:<< Sì, diciamo che
è stata illuminante >>
poi salendo un paio di gradini aggiunse divertita:<< Io
vado a farmi una
doccia, se tieni il tuo fidanzato lontano dalla camera per un
po’ mi fai solo
un favore…sai credo che tu gli sia mancata >>
poi strizzando l’occhio a
James sorrise saltellando fino in cima alle scale fischiettando con
nonchalance.
Di nuovo
soli Noelle tornò a guardare il ragazzo che per mantenere
l’equilibrio le aveva
messo le mani sotto le cosce stringendola a
sé:<< E così ti sono mancata
Jamie… >> mormorò sorridendo
sorniona:<< Tu mi manchi sempre
Jackson >> l’ennesimo bacio poi Noelle si
preparò a sganciare la
bomba:<< Posso portarti in un posto? >>
James la guardò
perplesso:<< Dove? >> Noelle scosse il capo
baciandolo
velocemente:<< Quante domande cadetto, se te lo dicessi
che sorpresa
sarebbe? >> poi muovendosi un po’ per scendere
dalle braccia di James lo
prese per mano incamminandosi lungo il corridoio che portava alla sala
con il
pianoforte…
Raggiunsero
la sala e, con non poco disappunto di James, la sorpassarono, proprio
come
sorpassarono la biblioteca e anche la sala dove spesso si riunivano
tutti dopo
cena per un bicchierino di whisky incendiario:<< Mi vuoi
dire dove…
>> ma poi Noelle si fermò di colpo davanti ad
una piccola porta bianca
che quasi si confondeva con il muro e James dovette stare attento a non
finirle
addosso:<< Ho trovato questo posto mentre giravo in giro
per l’hotel, ho
chiesto a Dorian se potevo sistemarlo un po’ e lui mi ha
detto di sì >>
gli spiegò lei con gli occhi che brillavano:<<
Non capisco, che cosa hai…
>> ma quando Noelle aprì la porta e James vide
la piccola camera dalle
pareti color cielo finemente arredata e con il piccolo letto ad una
piazza e
mezza con le candide lenzuola pulite:<< A quanto dice
Dorian questa era
una delle camere della servitù ai tempi in cui il suo
bisnonno fondò l’hotel,
era in disuso da un po’ ma ha detto che potevamo usarla se ne
avevamo voglia
>> poi sventolando davanti al naso di James qualcosa di
molto simile ad
una chiave aggiunse:<< Me l’ha regalata, per
così dire, per tutto il
tempo che resteremo qui >> poi entrando e facendo una
piroetta sorrise
avvicinandosi ad una tenda che, James lo scoprì quando
Noelle la spostò,
nascondeva una vasca da bagno in ceramica bianca con i piedini dorati,
era
grande abbastanza da contenere loro due insieme e il suo cervello e
altre parti
di lui non mancarono di sottolineare quel particolare.
<<
Miss… >> Leila si voltò sentendosi
chiamare e ritrovandosi davanti una
degli elfi dell’hotel con in mano una grossa busta di quelle
dei negozi di
vestiti:<< Il signorino François mi ha chiesto
di darle questo >> e
le porse il sacchetto color panna inchinandosi per poi sparire.
Immobile
davanti alla porta della sua camera Leila si voltò per
entrare in camera e
aprire il pacchetto ma non appena posò la mano sulla
maniglia la busta nella
sua mano o meglio ciò che vi era all’interno
cominciò a muoversi animato di
propria volontà facendola sobbalzare dallo spavento, ma che
diavolo pensava di
fare Frankie?!
Ancora
terrorizzata dalla busta guardò il sacchetto aprirsi e
qualcosa di molto simile
ai maglioni delle divise da Quidditch di Hogwarts uscì dalla
borsa
svolazzandole davanti come se aspettasse una sua mossa.
Leila
rimase a guardare il golf, decisamente di qualche taglia più
grande della sua,
che se ne stava a pochi metri da lei sospeso a mezz’aria, fu
solo quando scosse
il capo per via dei suoi colori, quelli di Grifondoro ovviamente, che
si
accorse del messaggio attaccato alla manica:
“
Mi faresti il piacere di indossarlo per me? Solo
questo. F ”
Solo
quello? Ma che gli saltava in mente? A parte il fatto che non si era
mai vista
una Serpeverde con addosso i colori di Grifondoro, quel maglione non
era
abbastanza lungo per coprirla oltre le cosce, che cosa era venuto in
mente a
Frankie?
Afferrando
poi il maglione cercando di non diventare rossa per la vergogna
abbassò la
maniglia entrando in camera ma ciò che l’aspettava
dentro era ancora peggio del
golf!
<<
Ciao Lila >> Leila rimase immobile: ok era decisamente
morta ed era
finita in Paradiso, non c’era altra spiegazione! Non poteva
esserci altra
spiegazione per avere François Atelier a petto nudo con solo
i pantaloni della
sua vecchia divisa da Quidditch steso sul suo letto che la aspettava
come se
fosse stato il padrone del mondo…con quel sorriso malizioso
sulle labbra poi…
<<
Che diavolo sta succedendo? >> gli domandò poi
sempre stringendo tra le
mani il suddetto maglione che ormai aveva capito essere di
Frankie:<<
Dobbiamo parlare >> le rispose lui togliendosi le braccia
da dietro la
testa e stiracchiandole in modo che i suoi bicipiti si
tendessero:<<
Appunto, dobbiamo parlare non rotolarci a letto insieme…
>> <<
Perché non fare entrambe le cose? >>
all’improvviso Leila strinse la mano
con cui teneva il maglione e glielo lanciò
addosso:<< Per questo mi hai
mandato questo? Per questo volevi che lo mettessi? Io non sono una
ragazzina
alle prime armi Frankie! Non sono una delle ochette che ti facevano il
filo a
scuola e che ti cadevano ai piedi solo perché gli regalavi
la tua sciarpa o la
tua divisa! Io non voglio questo e non voglio venire a letto con te!
>> aveva
appena finito di urlare quando le braccia forti di lui la strinsero
alla
vita:<< Ehi…non è
assolutamente…Lila non volevo dire questo >>
poi
sollevando le mani e scostandole i capelli dalla faccia la
guardò
sorridendo:<< So che tu non sei come le altre, so che non
sei pronta a
cadere ai miei piedi solo perché ho un bel sorriso e la
parlantina facile, è
questo che mi piace di te, è questo che mi ha fatto perdere
la testa a scuola e
che mi ha fatto innamorare quando sei arrivata qui >> lei
lo guardò con gli
occhi lucidi:<< Mi piace il tuo sorriso >>
mormorò poi con un
piccolo sorriso:<< E a me piace il tuo, ogni volta che ti
guardo mi torna
in mente il giorno del diploma quando ci siamo incrociati davanti alla
Sala
Grande, era la prima volta che ti avevo così vicino e dentro
di me sapevo che
sarebbe stata l’ultima. Forse è per quello che ho
sposato Fiona appena tornato
a Parigi, forse è per dimenticare la bellissima Serpeverde
dagli occhi di
ghiaccio che ho fatto un casino dietro l’altro cercando di
eliminare tutto
quello che mi ricordava gli anni passati ad Hogwarts >>
<< Frankie
>> << Io ti amo Leila Tallyst, ti amo da
così tanto tempo che mi ci
sono voluti sette anni ed un divorzio per capire quanto tu mi fossi
rimasta
dentro >> << Divorzio? >>
domandò lei perplessa e lì François
sorrise, preso dalla foga di vedere Leila con addosso la sua divisa in
uno
stupido ma decisamente romantico gesto di possesso maschile, si era
dimenticato
di dirle la cosa più importante:<< Fiona ha
firmato i documenti del
divorzio, il suo gufo me li ha portati l’altra sera prima di
scendere a cena
>> gli occhi di Leila si illuminarono di
speranza:<< Vuol dire che
adesso sei… >> << Sono
ufficialmente libero >> solo in quel
momento Leila si rese conto che per tutto il tempo in cui era uscita
con
Frankie era uscita con un uomo che era ancora legalmente sposato,
sì certo in
procinto di rompere con sua moglie ma pur sempre sposato era!
<<
Adesso siamo solo io e te, solo noi due senza nessuno che si
può mettere in
mezzo >> troppo felice di quella notizia Leila gli
gettò le braccia al
collo nascondendo il viso contro la sua spalla per fermare le lacrime
di gioia
dimenticando per un attimo il pensiero dell’accademia e di
diventare Auror,
forse avere François Atelier valeva più di tutto
il resto!
<<
Ehi aspetta…così mi rovini l’altra
parte della sorpresa >> le mormorò lui
quando le labbra di lei presero a baciargli i muscoli della spalla e
qualche
piccola cicatrice che lui si era fatto a scuola durante gli allenamenti
dei
Grifondoro:<< Quale altra parte? >> gli
domandò sorridendo e
cominciando a baciargli la vena che gli pulsava sul
collo:<< Questa
parte… >> e Frankie riuscì a
staccarsi quel poco che gli serviva per
raggiungere la porta del bagno e aprirla facendone uscire una nuvoletta
di
vapore al profumo di…:<< Limone?
>> domandò Leila riconoscendo
l’aroma del suo bagnoschiuma:<< Sì,
ma vieni a vedere >> lei gli
prese la mano avvicinandosi e restando immobile davanti alla vasca
piena
d’acqua sulla cui superficie galleggiavano una miriade di
piccoli e candidi
gelsomini:<< Frankie ma… >> lui
sorrise mettendosi alle sue spalle
e cominciando a slacciarle i piccoli bottoncini che chiudevano il
vestito:<< Dovevo farmi perdonare per averti trattato in
quel modo
orribile >> lei si lasciò andare contro il
petto di lui sospirando
sognante:<< Scusa sarebbe stato sufficiente
>> lui rise mentre con
le labbra le sfiorava la nuca sollevandole con una mano la massa di
riccioli
biondi:<< Scusa non sarà mai sufficiente, sei
la donna che amo e voglio
viziarti per tutto il resto della mia vita >> a quelle
parole Leila si
bloccò irrigidendosi:<< Cosa
c’è Lila? Ho detto qualcosa di male?
>> lei scosse appena il capo girandosi poi verso di lui e
cercando di
restare vestita mentre si preparava ad affrontare quella parte del
discorso:<<
So che è stupido da dire ora visto quello che hai fatto per
me, ma che cosa
faremo tra tre settimane? Voglio dire io vivo a Londra, ho un lavoro,
una casa,
un posto in accademia e… >>
François la guardò sorpreso:<<
Aspetta
un attimo, accademia? >> le domandò sperando
di aver capito male:<<
Sì, l’accademia
per Auror, ho chiesto a
James se poteva informarsi e oggi pomeriggio mi ha detto che se voglio
ci sono
ancora dei posti disponibili per il prossimo corso >>
<< Da quando
vuoi fare l’Auror? >> domandò lui
stringendole le mani ma restando
serio:<< Credo da sempre, mio padre è un Auror
e ho sempre voluto essere
come lui, poi però non ne ho mai avuto davvero il coraggio
fino a quando non ho
conosciuto te; tu mi hai fatto capire che posso fare tutto quello che
voglio
della mia vita, hai creduto in me perché sono io e non per
il mio bel sorriso o
le mie belle gambe >> François sorrise felice
che finalmente lei avesse
capito ciò che lui provava:<< Strano come il
mio amore mi si stia ritorcendo
contro >> commentò con un sorriso poi
accarezzandole una guancia
aggiunse:<< Ma in fondo posso fare il pozionista anche a
Londra >>
i begli occhioni di Leila divennero ancora più grandi quando
lo sentì
pronunciare quelle parole:<< Cosa? >>
<< Posso fare il
pozionista ovunque io voglia, mi avevano offerto un posto prima che io
lasciassi l’Inghilterra, certo non è come quello
che avrei qui a Parigi ma tu
vali molto più di tutto questo >>
<< Frankie io non voglio…è la tua
vita, il tuo lavoro…non voglio farti rinunciare a
niente…resterei io qui se ci
fosse un modo per… >> a quelle parole un viso
a dir poco familiare riempì
la mente del giovane Atelier, dio sarebbe stata una delle cose
più umilianti
della sua vita ma per Leila era disposto a questo e altro!
<<
Senti facciamo così: non pensiamoci adesso, godiamoci questo
momento e quando
verrà il tempo per decidere sceglieremo dove andare e cosa
fare >>
<< Stiamo parlando del tuo futuro >> gli
ricordò lei
testarda:<< E anche del tuo Lila >> poi
baciandole le labbra
aggiunse dolce:<< Ricordati solo che qualsiasi cosa
succeda resteremo
insieme, sempre >> Leila gli gettò di nuovo le
braccia al collo
guardandolo come se lui le avesse appena regalato la luna poi
baciandolo con
passione aggiunse felice:<< Ti amo >> il
suo sorrisetto malizioso
apparve sulle labbra di Frankie:<< Sapevo che ne sarebbe
valsa la pena
>> commentò poi poggiandole le mani sulle
spalle e facendo scivolare il
vestito a terra:<< Ma adesso chiudi gli occhi e goditi
ogni momento mia
bellissima Serpeverde >> e sollevando Leila tra le
braccia mosse un paio
di passi adagiandola poi nell’acqua della vasca e cominciando
a massaggiarle
piano le spalle:<< Ruffiano di un Grifondoro
>> lo prese in giro
lei mentre sospirava per quelle coccole decisamente ben
fatte:<< Ti amo
anch’io ma vie >> le ricordò lui
cominciando a baciarle il collo quando
la voce di lei lo bloccò:<< Vuoi venire a
farmi compagnia o devo godermi
questo relax tutta sola? >> la risata di
François le fece alzare un
sopracciglio scettica:<< Dicevi di non voler venire a
letto con me
>> le ricordò cercando di restare
serio:<< Oh beh…credo di poter
riconsiderare il mio punto di vista >>
commentò lei altezzosa guardandolo
mentre si parava accanto a lei seduto sul bordo della
vasca:<< Davvero?
>> Leila allungò le braccia per afferrare il
collo di Frankie e tirarlo
verso di lei dentro la vasca:<< Davvero >>
gli sussurrò poco prima
che lui scivolasse dentro l’acqua con lei facendo allagare
buona parte del
pavimento:<< Prega che James non torni tra poco
perché sarebbe davvero
imbarazzante >> << Tranquilla ma vie, ho
idea che Noelle lo stia
tenendo abbastanza impegnato al momento >> poi
sollevandosi quel poco che
bastava per arrivare alla cintura dei pantaloni fece scattare la
chiusura
mentre le mani di Leila lo aiutavano ad eliminare anche
l’ultimo ostacolo che
restava tra i loro corpi pronta a prendersi il suo bel cacciatore una
volta per
tutte!
<<
Oh andiamo cos’è quella faccia? >> e
guardando il ragazzo davanti a lei
che sembrava in preda ad un attacco d’ansia Noelle
cercò di capire che cosa
aveva James in quei giorni, sembrava quasi un’altra
persona:<< Quale
faccia? >> le domandò cercando di restare
calmo:<< Quella faccia,
quella che hai da circa una settimana quando restiamo da soli, sembra
quasi che
tu abbia paura che io carpisca la tua virtù >>
poi incrociando le braccia
e guardandolo nervosa aggiunse:<< Cosa che so per certo
ha fatto quella
tua compagna di casa al sesto anno, se n’è vantata
praticamente per tre
settimane quindi non venire a fare il pudico verginello con me James
Rhodes,
sputa il rospo, che cosa c’è? >>
James rimase immobile per un attimo, lui
nemmeno se la ricordava la sua prima volta cioè
sì se la ricordava ma era come
un ricordo di un tempo lontano, come se fosse appartenuto a qualcuno
che non
era lui:<< Non c’è niente che non va
Noelle davvero, solo che ho avuto
così tante storie senza importanza in cui finivamo a letto
nel giro di due
giorni che ora che ci sei tu nella mia vita vorrei fare le cose con
calma,
andarci piano e godermi tutto quello che c’è di
bello nello stare con te
>> poi sapendo che lei avrebbe obiettato
aggiunse:<< Oltre al sesso
>> sbuffando nervosa Noelle lo guardò
arrabbiata:<< Perché hai
sempre la capacità di rivoltare le cose a tuo favore? Ti
odio quando fai così…
>> James la prese tra le braccia con un piccolo
sorriso:<< Andiamo
pasticcino…abbiamo tutto il tempo del mondo per poter fare
l’amore, perché
sprecare la nostra prima volta adesso? >>
<< Perché ti voglio
maledizione! >> borbottò lei agitandosi tra le
sue braccia:<< Sai
cosa vuol dire avere un Auror per di più che sembra un
modello come ragazzo? Ti
fa venire in mente cose che non penseresti mai in circostanze normali
>>
<< Un modello? >> mormorò lui
con un sorriso:<< Non fingere
di non sapere di essere bello Jamie, mi hai fatto sprecare il mio
più bel
completino di pizzo e un sacco di energie per niente mio caro
>> alle
parole completino di pizzo James cercò
di non immaginarsi Noelle con
addosso solo l’intimo e magari anche di colore…ma
gli bastò chinare leggermente
gli occhi per scorgere una spallina verde scuro che sbucava dalla
maglietta
nera di lei:<< Non pensare che sia difficile solo per te
resistere
pasticcino, io sono anni che non aspetto altro che averti tutta per me
>>
lei alzò il viso guardandolo imbronciata:<<
Allora fallo, che senso ha
aspettare? >> le spiegazioni da dare in quel momento
erano troppe e per
quanto aveva già condiviso con lei una parte di quella
storia era stato solo un
sogno e la realtà era leggermente diversa e forse Noelle non
l’avrebbe accettata.
Mentre se
ne stavano stravaccati sulle due brande che Atelier osava chiamare
letti Libero
si voltò verso Niko che era perso nei suoi pensieri dietro
l’organizzazione
della festa clandestina:<< Tu vuoi farlo davvero?
>> gli domandò
poi mettendosi seduto e passandosi una mano nei capelli giocando con il
ciuffo
che gli scendeva sulla fronte:<< Certo che voglio farlo,
io non mi
rimangio mai la parola Nott, mai >> << Tu
mi porterai al manicomio
>> mormorò Libero ma prima che
l’altro potesse rispondere la porta della
stanza si aprì e i due pensarono di veder comparire lo
stesso elfo domestico
che aveva portato il pranzo invece bellissimo, elegante ed
intimidatorio, Isaac
Atelier comparve sulla porta incrociando le braccia e sorridendo
beffardo:<<
Mi consola il fatto che siate entrambi ancora interi >>
Niko scattò in
piedi a quella battuta ma bastò un’occhiata di
Isaac a rimetterlo al suo posto,
con quell’uomo era meglio non scherzare!
<<
Quello che sto per dire è decisamente inconsueto da parte
mia ma penso che voi
due mi sarete più utili fuori di qui che come spazzini
>> poi lanciando
un’occhiata alle terme che per poco non brillavano come
quando suo padre le
aveva costruite aggiunse:<< Anche se credo di aver
scoperto la vostra
vera vocazione >> poi spostandosi di lato
aggiunse:<< Tornate di
sopra prima che ci ripensi >> alzandosi Libero
chinò il capo in segno di
ringraziamento guadagnando velocemente l’uscita seguito da
Nikolaj.
Quando
svoltò l’angolo e fece per raggiungere le scale
però Valuev lo tirò di lato
nascondendosi in una piccola rientranza da dove poteva osservare Isaac
Atelier
che usciva dalla porta e chiudeva il portone:<< Che cosa
vuoi fare?
>> domandò Libe guardando a sua volta in
direzione di Isaac:<< Non
intendo rinunciare ad un festino come si deve solo perché il
boia ci ha
concesso la grazia >> di nuovo Libero lo
guardò come se fosse appena
evaso da un manicomio:<< Non sfidare la sorte Valuev non
vorrai
ritornare... >> ma un'esclamazione di felicità
di Nikolaj lo bloccò
mentre l'altro correva di nuovo nel corridoio raccogliendo qualcosa da
terra:<< La fortuna assiste gli audaci Nott, ricordatelo!
>> Libero
lo guardò aspettando la spiegazione e fu allora che Niko gli
fece dondolare
davanti agli occhi la chiave d'ottone che apriva le
terme:<< Dove diavolo
l'hai... >> Niko aveva un sorriso che andava da un
orecchio all'altro
come un bambino il giorno di Natale:<< Era lì
per terra, probabilmente
gli è caduta dalla tasca >> << E
tu non ti sei fatto scappare l'occasione
vero? >> << Avevi dubbi? >>
Libero scosse il capo:<<
Direi di no >> poi al pensiero di cosa fosse successo se
Isaac Atelier
avesse scoperto il loro piano, probabilmente non sarebbero usciti mai
più da
quelle terme o almeno non vivi!
Dietro
l'angolo in fondo al corridoio intanto un piccolo falco grigio
sogghignava
appollaiato sulla cima di una fiaccola spenta pensando a quanto quei
ragazzini
erano così confortantemente prevedibili!
Per
attuare il suo piano Nikolaj aveva bisogno essenzialmente di due cose:
l'aiuto
di Libero, e quello se lo era assicurato dopo il furto della chiave,
è una
buona scorta di cibi e bevande, più bevande a dire il vero,
per dare alla festa
la giusta dose di brio...era quasi arrivato alle cucine dell'hotel per
capire
dove fossero le dispense e come entrarvi quando una minuta figura
bionda sbucò
dal fondo del corridoio entrando nel suo campo visivo, Iris....inutile
dire che
il suo sorriso si allargò ancora di più, quella
era la giornata delle
occasioni!
Senza
perdere tempo si avvicinò alla ragazza allargando le
braccia:<< Iridis
>> << Nikolaj Valuev >> e la
ragazza pronunciò il suo nome a
metà tra un insulto e una presa in
giro:<< Che cosa ci fai fuori dalla
tua cella? >> domandò allusiva, non era
esattamente da lei fare battute
del genere ma aveva promesso a Libero che gli avrebbe tolto Valuev dai
piedi e
questo comportava fare la civetta con lui!
<<
Il signor Atelier ci ha fatto uscire, dice che abbiamo imparato la
lezione
>> gli occhi di Iris brillarono:<< Quindi
anche Libero è...
>> a quella frase Niko drizzò le orecchie,
doveva tenere quella ragazza
lontana da Nott, l'aveva promesso a Bunny:<< Libero,
Libero, Libero...che
cosa avrà di speciale Libero Nott >> lei
arricciò le labbra in una
smorfia:<< Vuoi seriamente una risposta? >>
Nikolaj sfoderò il suo
miglior sorriso da canaglia:<< Voglio che dimentichi Nott
per cinque
minuti >> << Cosa ma... >> ma
ogni protesta fu inutile e Niko
la prese per un polso trascinandola in un piccolo corridoio accanto
alle
cucine:<< Che cosa stai facendo? >> lui le
mise un dito sulle
labbra per zittirla mentre continuava a guardare gli elfi fare avanti
ed
indietro dalla cucina ad una stanza dietro l'angolo:<<
Nikolaj mi vuoi
dire che... >> << Zitta o ci sentiranno
>> allo sguardo
rabbioso di Iris continuò:<< Devo entrare
nella dispensa d'accordo? Non
ti posso spiegare perché ma è così
>> << Rubi le caramelle come un
bambino? >> la piccola risata di Niko la fece solo
infuriare di
più:<< Credimi Iridis ti basterebbe passare
mezz'ora con me per capire
che non sono un bambino >> << Dici?
Perché io vedo solo un
ragazzino che non ne vuole saper per di crescere e che si diverte a
creare
disastri dove non ce n'è bisogno
>> a quelle parole Niko si voltò
fulminandola con gli occhi:<< E scommetto che invece Nott
è un bravo
ragazzo vero? Che è pieno di buone intenzioni ed
è uno con la testa sulle
spalle...cosa speri di ottenere con tutta questa adulazione? Per lui
sei solo
la bambolina di turno per far ingelosire Ben >> a quelle
parole gli occhi
di Iris divennero lucidi ma non diede a Nikolaj la soddisfazione di
vedere una
lacrima scivolarle sul viso:<< Quanto devi sentirti
misero per sputare
tanta cattiveria sugli altri? >> << Misero?
>> ok adesso
quella ragazzina stava esagerando, nonostante la promessa fatta a Bunny
non
intendeva restare lì a farsi insultare da lei, non quando
aveva una festa da
organizzare almeno:<< Vuoi che ti faccia vedere quanto
sono misero?
>> dopo quelle parole Iris si trovò sbattuta
contro il muro alle sue
spalle con le mani di Niko ai lati della testa:<< Pensi
di farmi paura?
>> Niko sorrise beffardo:<< Paura? No...
>> poi avvicinando
il viso al collo di Iris aggiunse mentre sfregava il naso su quella
pelle
liscia:<< Voglio solo farti capire come dovrebbe
trattarti un uomo vero e
non quel ragazzino >> Iris fece per divincolarsi ma le
gambe e il corpo
di Niko si schiacciarono su di lei impedendole di
muoversi:<< Già scappi
bambolina? >> portandosi le braccia davanti al petto Iris
fece per
spingerlo via ma la sola cosa che poté fare fu praticamente
allargare i palmi
su quella maglietta grigia sotto cui si nascondevano i muscoli definiti
del suo
assalitore.
<<
Lasciami Valuev! Per amor del cielo... >> ma ormai Niko
si era spinto
troppo oltre e con la stupida idea nella testa di dimostrare ad Iris
che lui
era meglio di Nott fece esattamente quello che Libero aveva fatto solo
due sere
prima e chinando il capo verso quello della ragazza le
afferrò le labbra
brutalmente succhiandole e prendendole le guance con i palmi in modo da
intensificare quel contatto il più possibile...
<< Ahi!
Ma cosa... >> poi guardando prima la bocca di Iris e poi
la propria mano
che si era portato sul labbro si accorse di un piccolo rivolo di
sangue:<< Mi hai morso >>
constatò poi toccandosi ancora il labbro
e continuando a vedere sangue sul suo dito:<< E tu allora
non provare mai
più ad approfittarti di me >> lo
attaccò lei nervosa poi scivolando fuori
da quell'abbraccio costretto lo squadrò da capo a piedi
un'ultima volta
sibilando ferita:<< E hai anche il coraggio di chiedermi
perché sei misero
>> poi voltandosi corse via sperando di non mettersi a
piangere prima di
arrivare in camera!
<<
Mi presteresti Renoir? >> Ian guardò suo
fratello che era immobile sulla
porta della sua camera con Maggie affianco:<< Ciao
principessa >>
la salutò poi avvicinandosi e strappandole un piccolo bacio,
poi guardando il
fratello aggiunse:<< A che ti serve il mio gusto alle
dieci di sera?
>> << Renoir è l'unico che
può entrare nel quartiere generale degli
Auror senza essere controllato >> Ian annuì
mentre apriva la finestra per
richiamare il gufo:<< A chi devi scrivere al quartiere
generale? >>
Frankie deglutì e sia Ian sia Maggie capirono che quello che
stava per dire gli
costava parecchio:<< Ho bisogno di parlare con Deveraux
>> <<
A che ti serve Marcel? >> sentendo nominare il capo Auror
Maggie si
ricordò del guardiano del d'Orsay che doveva essere
imparentato con
l'uomo:<< Aspetta ma stiamo parlando di Marcel Deveraux?
Il capo Auror?
>> domandò curiosa guardando i due fratelli
mente il gufo di Ian entrava
dalla finestra poggiandosi sulla testata del letto guardando lei con i
grandi
occhi azzurri pieni di curiosità:<<
Tranquilla, è solo un po' geloso ma
non morde >> commentò Ian facendo per
avvicinarsi ma Renoir si voltò di
scatto arruffando le penne per poi tornare a guardare Maggie infilando
la testa
sotto la mano di lei per essere accarezzato:<< Ok questo
non me lo sarei
mai immaginato >> << Cosa? >>
domandò Frankie con un
sorriso:<< Che il tuo gufo sia più ruffiano di
te con la tua ragazza?
>> Maggie arrossì scostando la mano
dall'animale destando un'occhiataccia
di quest'ultimo all'indirizzo di Frankie colpevole di aver distratto la
sua
nuova dispensatrice di coccole:<< Hai già la
lettera? >> domandò
Dorian che, sciocco da dire, cominciava ad essere geloso delle
attenzioni del
gufo per Maggie:<< Tieni >> e
François porse il messaggio al
fratello:<< Spero che il tuo amico abbia la cortesia di
rispondermi
>> Ian scosse il capo:<< Se la smettessi di
essere così acido
sapresti che Marcel è più che disposto a...
>> Frankie fece una
smorfia:<< Certo, perché sono tuo fratello
altrimenti mi avrebbe già
mandato al diavolo >> << Frankie...
>> lo ammonì Dorian
scuotendo il capo ma il suo fratellino
continuò:<< Frankie cosa? Atelier
le grand non apprezza quando vengono criticati i suoi amici?
>> <<
Non è il momento o il luogo per certi discorsi
>> poi avvicinandosi a
Renoir gli porse un biscotto legandogli poi il piccolo messaggio alla
zampa
sussurrandogli piano qualcosa; in silenzio il gufo diede un'ultimo
sguardo a
Maggie librandosi poi in volo ed uscendo dalla finestra.
<<
Che gli hai detto? >> domandò lei
curiosa:<< Che al suo ritorno
potrà avere altre coccole da te >> Maggie
sorrise:<< Frankie ha
ragione, siete proprio due ruffiani >> <<
Ehi io ho tutto il
diritto di esserlo, sei la mia compagna! >>
brontolò Ian ma nemmeno la
sua voce seria poteva nascondere il sorriso che aveva sulle
labbra:<<
Sono solo tua e lo sai >> a quelle parole
François scosse il
capo:<< Vi prego sto per diventare diabetico
>> Dorian sorrise
stringendo Maggie a sé e baciandole la punta del
naso:<< Devo chiederti
cos'hai fatto in camera con Leila fratellino? Anche se posso
immaginarlo dal
tuo profumo di gelsomino >> << Ti odio
>> poi guardandosi
intorno Frankie aggiunse sconsolato:<< Dov'è
Delila quando mi serve una
mano? >> << È andata a prendere
un libro da leggere prima di
dormire >> gli spiegò Dorian e in effetti
Delila era in biblioteca, ma
non stava cercando nessun libro o meglio non ancora!
Stava
andando verso la biblioteca per riporre il libro di favole, Contes de
ma mère
l'Oye, che aveva letto ad Abby via camino per farla addormentare quando
una
musica lieve di flauto gli arrivò alle orecchie; vedendo la
luce che filtrava
dalla porta socchiusa della biblioteca si avvicinò piano per
vedere cosa stava
succedendo restando poi immobile davanti a quell'insolito ed
irresistibile
spettacolo.
Immersa
nella calda musica del flauto che usciva dalla sua bacchetta e con
addosso solo
un enorme maglia bianca oversize Delila stava ballando con gli occhi
chiusi, i
piedi nudi e i capelli sciolti persa nella musica e nei suoi pensieri.
Incapace
di distogliere lo sguardo Daniel rimase fermo a guardare ogni singola
piega
della casacca che le aderiva al corpo ad ogni piroetta, rimase fermo a
guardare
la corona dorata dei suoi capelli, che gli stava succedendo? Non era
mai stato
un voyeur in vita sua eppure adesso non riusciva a togliere gli occhi
da quella
donna dagli occhi azzurri che ballava sul lucido parquet, aveva quasi
paura a
respirare per non spezzare quell'incantesimo meraviglioso, tuttavia
proprio
mentre stava pensando a cosa fare Delila si voltò nella sua
direzione e i loro
occhi si incrociarono mentre quelli di lei si spalancavano spaventati.
<<
Dobbiamo smetterla di incontrarci così >>
buttò lì lui cercando di sdrammatizzare
il momento di imbarazzo:<< Che cosa ci facevi
lì? >> gli domandò
piccata e in risposta Daniel alzò il libro di
favole:<< Abby voleva la
favola della buonanotte dal suo papà >>
ricordando quanto anche Mark
amava quel momento della giornata gli occhi di Delila si riempirono di
tristezza:<< Capisco >> poi prendendo un
libro che era appoggiato
su un tavolino e reggendo la propria bacchetta nell'altra fece per
uscire
quando una domanda di Daniel la fermò:<<
Credevo che non usassi la magia,
non avevi detto così l'altra sera >> lei fece
spallucce:<< Ogni
tanto lo faccio, mi devo tenere in esercizio >>
<< Mi spieghi
perché non la usi? >> domandò
Daniel incapace di trattenersi e Delila
sorrise acida:<< Hai tutta la notte e una bottiglia di
Ogden? >>
togliendosi la bacchetta dalla tasca e muovendola appena Daniel fece
comparire
sul tavolo due tazze di una bevanda color oro brunito:<<
Cos'è? >>
domandò lei avvicinandosi:<< Idromele
>> le rispose avvicinando con
la bacchetta una seconda poltrona e sprofondandoci
sopra:<< Bene, adesso
sono pronto ad ascoltarti >> le comunicò
prendendo una delle tazze e
sorridendole mentre ne mandava giù un sorso:<<
Chi ti dice che io voglia
parlare? >> Daniel le porse la seconda
tazza:<< Non sembra ma so
ascoltare >> lei fece un mezzo sorriso mentre afferrava
la tazza:<<
Ti ha mai detto nessuno che sei dannatamente sicuro di te?
>> <<
L'ultima che me l'ha detto l'ho sposata >>
replicò Daniel con un sorriso
ma appena ebbe pronunciato quella frase il ricordo di Shannon e del
loro primo
bacio gli squarciò il cuore:<< Va tutto bene?
>> lui annuì
sbattendo le palpebre:<< Era da un po' che non pensavo al
mio primo
incontro con Shannon >> Delila gli sorrise, un sorriso
sincero
stavolta:<< Anche tu hai il tuo macigno sul cuore, non
è il caso di
giocare con i brutti ricordi Daniel >> poi poggiando la
tazza di idromele
sul tavolo accanto a lui fece per andarsene ma la mano di Daniel le
afferrò il
polso:<< Non andare >> << Non
voglio parlare di questa storia
>> lui alzò gli occhi su di lei, dio avrebbe
potuto perdersi in quei due
laghi verdi:<< Allora non parlare ma resta con me
>> Delila rimase
immobile:<< Perché? >>
domandò poi ancora in dubbio:<<
Perché
no? >> le rispose lui con un piccolo sorriso mentre lei
avvicinava
l'altra poltrona e gli sedeva accanto guardandolo in silenzio; la
stretta di
Daniel dal polso scivolò sulla sua mano, così
piccola e chiara rispetto a
quella di lui, ma non si attenuò per tutto il tempo che
passarono lì a
guardarsi negli occhi.
<<
Signore, benvenute nella stanza dei fiordalisi >> e con
un piccolo
sorriso François apri le porte dalla stanza su un piccolo
salottino dalle
pareti azzurro chiaro:<< Mi aspettavo qualcosa di
più... >> ma le
parole di Leila furono smentite non appena varcò la soglia e
vide il soffitto
alto quasi quattro metri da cui pendevano a cascata migliaia di
fiordalisi che
riempivano la stanza con il loro profumo:<< Era la stanza
preferita di
mia nonna, l'ha fatta costruire quando lei e nonno si sono sposati
>>
spiegò Frankie al piccolo gruppo che stava guardando i
quadri e le foto appese
alle pareti:<< Secondo la tradizione si dice che mia
nonna abbia lanciato
un incantesimo sulla stanza e chiunque vi entra è obbligato
a dire solamente la
verità >> a quelle parole Leila si
voltò verso il fidanzato e fece per
fargli una domanda ma Frankie la bloccò:<< Non
ci provare Serpe >>
lei sorrise:<< Ma Grifondoro non era la culla dei
coraggiosi di cuore?
>> Frankie le baciò le labbra
sorridendo:<< Coraggiosi ma non
stupidi >> poi avvicinandosi all'uscita
aggiunse:<< Ora scusatemi
signore ma ho una partita a biliardo a cui non posso mancare
>> una volta
che Frankie fu uscito Noelle si voltò verso le
altre:<< Dite che
rischiano di uccidersi anche con le stecche da biliardo?
>> Lilith sorrise:<<
Se non mettiamo Nikolaj e Libero nella stessa stanza magari li
troveremo ancora
vivi >>
Tuttavia
le ragazze non potevano saperlo ma erano altri due gli uomini di cui si
sarebbero dovuti preoccupare ed uno di questi rispondeva al nome di
François
Matisse Atelier.
<<
Paura di dire la verità piccolo Frankie? >> lo
bloccò una voce scura a
pochi passi dalla stanza dei fiordalisi:<< Per te sono
François, Marcel
>> l'altro fece spallucce:<< Se vogliamo
rimane formali allora io
sono il capo Deveruax ma non credo che ti piacerebbe essere trattato
come tutti
gli altri, non
visto il motivo per cui
volevi vedermi almeno >> << Ian sa che sei
qui? >> domandò
Frankie stupito di non vedere suo fratello accanto
all'uomo:<< No, non
posso fermarmi sono solo venuto a parlare con te >> << Magnanimo
da parte tua >> Marcel
si appoggiò al muro:<< Sei il
fratello del mio migliore amico, farei qualsiasi cosa per Dorian
>> di
nuovo quell'espressione acida gli deturpò il viso mentre
rispondeva:<<
Ripeto molto magnanimo >> << Che cosa ti
serve? >> <<
Le tue conoscenze >>
Erano
quasi le undici e mezza quando Dorian si ritrovò a tirare il
colpo decisivo
della partita contro James, non avrebbe mai detto che quel vulcano
geloso ed
iperattivo avesse la classe e la bravura del giocatore da biliardo, ma
evidentemente
si era sbagliato!
<<
Allora Atelier? Come pensi di fare? >> in silenzio Ian
guardò le tre
bilie sul tavolo verde, era abbastanza bravo a carambola da aver vinto
più di
qualche galeone ai suoi amici a scuola ma doveva ammettere che Rhodes
era riuscito
nel difficile compito di metterlo in
difficoltà:<< C’è
qualcosa per cui
mi vuoi punire James? >> il ragazzo lo guardò
sorridendo:<< Hai
qualcosa di cui farti punire? >> replicò di
rimando e Dorian sorrise
mentre appoggiava il fianco al biliardo allungando la stecca e
sfiorando con le
lunghe dita il velluto verde del tavolo:<< Credevo ti
avrebbe fatto
piacere >> commentò poi mentre tirava indietro
la stecca per colpire la
sua palla gialla:<< Potrei essere io a decidere le
circostanze dei miei
rapporti con la mia ragazza? >> gli ricordò
James con un mezzo sorriso
sulle labbra, era inutile negarlo e ormai Dorian Joshua Atelier gli
stava
decisamente simpatico anche se poteva evitare di fornire a Noelle una
piccola
camera del piacere dove lei aveva tentato di sedurre James senza
successo!
<< Mi
scuso per l’invadenza ma è lei che è
venuta da me >> commentò Ian
colpendo la palla che scivolò delicata lungo il tavolo
colpendo la prima sponda
per poi girarsi verso il boccino rosso:<< E tu non hai
saputo dirle di no
vero? >> domandò l’altro sarcastico
e sentì in sottofondo le risate di
Daniel e Mike, Nikolaj se ne stava in un angolo a sorseggiare un
po’ di vino
elfico e Libero e Frankie erano dall’altra parte assorti in
vai a capire quale
discussione che a suo fratello non piaceva per niente
decretò Ian considerando
la faccia imbronciata del piccolo di casa:<< Noelle
è una ragazza a cui è
difficile dire di no >> per un pelo la palla di Ian
schivò quella bianca
di James e Rhodes sorrise:<< Tocca a me >>
poi avvicinandosi al
tavolo per studiare il suo colpo continuò il
discorso:<< So di cosa è
capace Noelle ma forse non è il momento migliore
per… >> Ian rise piano e
solo in quel momento James si accorse che l’altro era accanto
a lui e con la
scusa di chinarsi per guardare a sua volta il colpo gli
sussurrò
all’orecchio:<< Difficile resistere quando hai
un succulento pasticcino
che ti si offre su un vassoio d’argento >> a
quelle parole James ebbe un
brivido gelato che gli percorse la schiena:<< Vuoi che
tiriamo di nuovo
fuori la bacchetta? >> << Vuoi vederci
morti entrambi per mano
della tua ragazza? >> James sorrise:<< So
che è stupido ma lo sto
facendo per lei >> Dorian
annuì:<< Non insisterò oltre ma
dovresti
darle una spiegazione o la cosa potrebbe rivoltartisi contro
>> <<
Lo so, lo farò >> << Solo non
adesso >> << Forse
>> concordò alla fine allungando la stecca per
tirare, fu proprio in quel
momento che, dalla finestra lasciata aperta per far entrare la brezza
estiva, cinque
piccole farfalle azzurro chiaro svolazzarono all’interno
della sala andandosi a
posare sulla spalla di Daniel, Mike, Frankie, James e Ian.
Prendendo la
sua tra le mani Dorian notò che in realtà era un
origami da cui spiccavano
alcune parole scritte a mano, svolse la sua e cominciò a
leggere il messaggio
alzando poi gli occhi arrabbiati su Nikolaj e Libero, non ci voleva un
genio
per capire chi avesse mandato quel messaggio ma puntava più
sull’irriverente
russo che su Libero che per quanto fosse sopra le righe non si sarebbe
mai
votato al suicidio in quel modo:<< Spero che tu stia
scherzando Nikolaj
>> l’altro si alzò buttando
giù ancora un po’ di vino:<<
Perché? Andiamo
vi serve qualcosa per sciogliervi un po’…
>> Dorian si passò la mano
libera nei capelli neri imprecando tra i denti:<< Tu non
capisci, non hai
idea di cosa… >> << Non ho paura
di tuo padre Atelier se è questo
che ti preoccupa, mi prenderò la mia colpa se
servirà >> Ian si massaggiò
le tempie con le dita:<< Non è per quello, non
si tratta di colpa…
>> ma prima che potesse dare ulteriori spiegazioni Yanna
comparve nella
sala avvicinandosi e guardandolo con deferenza:<< Il
signor Atelier ha
chiesto di vederla padron Dorian >> il ragazzo
annuì e ficcandosi il
messaggio in tasca guadagnò l’uscita dalla sala,
era arrivato quel momento che
lui ormai temeva come la peste.
<< Che
cos’è? >> e Lilith guardò
la piccola farfalla azzurra che le si era
posata in grembo mentre anche le altre facevano lo
stesso:<< Sembra un
invito >> constatò Bunny aprendo il suo
cominciando a leggerlo:<< E
con istruzioni precise >> replicò Leila che
stava leggendo le piccole
note messe sul retro della farfalla dietro al a dir poco irriverente ed
esplicito invito:<< Che cosa si sono inventati stavolta?
>> domandò
Noelle rileggendo di nuovo la frase scritta al centro del piccolo
foglio:<< Non è un’idea di Ian
>> replicò Maggie che sapeva bene
fin dove poteva arrivare il suo adorato principe e decisamente quello
non era
il suo stile:<< No, credo che questa sia una trovata di
Nikolaj >>
replicò Iris al ricordo del suo ultimo incontro con il
giovane e del suo fare
furtivo:<< Se si tratta di Niko allora avrà a
che fare con le terme dove
sono stati lui e Libero, mi stava raccontando ieri sera di quanto sono
belle ed
immense >> spiegò Bunny con un
sorriso:<< Una festa clandestina
quindi? >> domandò Leila con un sorriso e
Maggie arrossì a quelle
parole:<< Non penserete di… >>
l’idea di trovarsi tutti in costume
dentro ad un bagno termale con magari anche qualche secondo fine poco
casto un
po’ l’atterriva, tanto quanto la invogliava
l’idea di rivedere Dorian in
costume da bagno, dio doveva smetterla di pensare a quei muscoli
definiti o sarebbe
impazzita!
<<
Sai che sei diventata un pomodoro? >> domandò
Noelle con un sorriso e la
piccola Stains mise il broncio arrabbiata con sé
stessa:<< Lo so, solo
che… >> << Che vorresti fare le
cosacce con Atelier ma lui non te
lo permette >> mormorò Lilith sorridendo e
Leila spalancò gli
occhi:<< Parli proprio tu, è bastato lasciarti
un pomeriggio in camera
con Mike Gail e vi ho trovati che giocavate al dottore >>
<< Lila! >>
brontolò l’altra arrossendo:<< Ah e
così aveva ragione Libero, vi siete
dati da fare >> commentò Bunny sorridendo e
sorseggiando un po’ del vino
elfico che Seza aveva servito:<< Sì e allora?
Tu e Libero che cosa
pensate di fare a tal proposito? >> ribatté
cercando di vincere il suo
imbarazzo nel solo modo che conosceva, attaccando:<< Io e
Libero cosa? Quell’arrogante…
>> e Bunny fece per infervorarsi ma la voce pacata di
Iris la
bloccò:<< Se ti fermassi un attimo a guardare
davvero Libe invece di
arrabbiarti sempre vedresti quello che è chiaro per tutti Ben >> e calcò
apposta sul soprannome della ragazza:<<
E sarebbe di grazia? >> le domandò
acida:<< Che Libero è cotto di
te e farebbe qualsiasi cosa per riaverti indietro >>
buttò fuori Iris con
le guance che le si imporporavano e lasciando le altre sei basite a
guardarla,
nessuno l’aveva mai vista alzare la voce a quel modo o
rispondere a qualcuno
con così tanta decisione, che diavolo stava succedendo?
<< Non
è vero che non uso la magia per mia scelta >>
e la voce di Delila spezzò
il momento:<< Cosa? >> e Maggie si
voltò a guardarla:<< Cosa
stai dicendo? >> domandò Noelle guardandola
perplessa:<< È vero che
vivo in mezzo ai babbani ed è vero che per questo non uso la
magia, ma non è
cominciata così e la cosa non mi piace >>
continuò l’altra ma poi
mettendosi le mani alla bocca i suoi occhi si riempirono di
paura:<<
Scusate non so perché sto dicendo una cosa del genere,
dimenticate quello che
ho detto e… >> << Allora Daniel
aveva ragione >> << Daniel?
>> e Delila guardò Noelle
scocciata:<< Mi ha detto che ieri sera vi
siete incontrati, secondo lui c’è qualcosa che ti
ha bloccato e che ti fa paura
ma che non è una tua scelta quella di non usare la magia
>> << Odio
quanto è perspicace quella serpe >> Leila
sorrise:<< Siamo Serpi e
siamo fastidiosi di natura, Daniel era così anche a scuola
se ben ricordo
>> la discussione andò avanti ancora per
qualche minuto ma l’argomento
Delila non fu sollevato di nuovo e la giovane Shepperd cercò
di tenere la bocca
chiusa il più possibile visto che sembrava animata di
volontà propria e non
riusciva a mettere un freno alle sue parole!
<<
Volevi vedermi papà? >> e spingendo piano la
porta Dorian entrò nell’ufficio
del padre:<< Più che vederti volevo impedirti
di mandare a monte questa
fondamentale parte dei giochi >> Ian prese fiato cercando
di ragionare a
mente lucida:<< Perché dovrei farlo?
>> domandò poi
nervoso:<< So ciò che va fatto e
perché, so che cosa comprendono le
regole di Jacob Meler e del bisnonno Dorian >> Isaac si
alzò piano dalla
scrivania avvicinandosi al figlio e mettendogli una mano sulla
spalla:<<
So che lo sai e so che vorresti attenerti a questo ma tu hai paura
Dorian e la
tua paura è la tua debolezza più grande
>> Ian alzò gli occhi in quelli
identici del padre:<< Paura? Di cosa dovrei aver paura?
>> Isaac
sorrise:<< Di te stesso e di quello che potresti fare
senza il tuo senso
della morale a fermarti >> sentendo un brivido che gli
correva lungo la
spina dorsale Ian sollevò un sopracciglio
sarcastico:<< L’hai già fatto
vero? >> poi notando il calice dorato che c’era
sulla scrivania del padre
aggiunse:<< Credo anche di sapere come…
>> e avvicinandosi prese il
bicchiere in mano:<< Non è un po’
perfido drogare il vino? >> << Non
lo chiamerei drogare, è una pozioncina così
semplice >> Ian
sorrise:<< Se non sapessi da chi Frankie ha preso il suo
talento da
pozionista quasi mi stupirei di te papà >>
Isaac rimase immobile
chiedendogli calmo:<< Non l’hai ancora bevuto
vero? >> Dorian
scosse il capo poi sollevò il bicchiere in un brindisi a suo
padre
avvicinandoselo alle labbra:<< Alla tua papà,
giusto per farti vedere che
non ho paura di quello che sono >> Isaac rimase in
silenzio mentre Ian
beveva poi quando il figlio ebbe posato di nuovo il bicchiere sul piano
di
mogano aggiunse:<< Credo che dovrò fare i miei
complimenti al signor
Valuev, è un inconsapevole valido aiuto quel ragazzo
>> Ian si mise una
mano in tasca giocherellando con l’invito:<<
Chissà perché sospettavo che
sapessi già tutto >> << Qui
dentro non accade nulla che io non
sappia >> sapendo che suo padre aveva ragione gli occhi
di Ian brillarono
di sfida:<< Ho fatto un incantesimo di protezione alla
serra di nonno
Albert >> << Non ti avrei mai spiato
>> << Scusa se te
lo dico papà ma mi hai insegnato ad essere più
furbo del mio nemico >>
Isaac rise piano annuendo:<< E in questo caso il nemico
sono io >>
Ian sorrise a sua volta poi sfilando la mano dalla tasca
lanciò al padre la pallina
a cui aveva ridotto il suo invito:<< Tieni, compiaciti
del tuo
inconsapevole aiutante >> lo istigò e
avvicinandosi alla porta
aggiunse:<< Io ho di meglio da fare >>
Rimasto solo
Isaac si appoggiò al piano della scrivania srotolando il
pezzo di carta e
leggendo le poche parole che Valuev aveva scritto di suo pugno:
“Si dice che per evitare le
tentazioni bisogna sfuggire alla noia...e se
invece qualcuno volesse cedervi? Forse si può imboccare la
strada verso
l'inferno...e basta un invito per aprire la porta del nostro lato
selvaggio.
”
Più in
piccolo sul retro tre veloci raccomandazioni:
“
Mettetevi in costume,
preparatevi al
divertimento e per cortesia lasciate la morale a casa ”
Decisamente un talento
innato…pensò poi
sorridendo e passando un dito sul bordo del bicchiere in cui aveva
appena
bevuto suo figlio con un sorriso mormorando quasi a sé
stesso:<< Buona
giornata ragazzi >>
|
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Capitolo 18 *** 17 - Ananke, la notte delle inibizioni alle ortiche ***
Capitolo 17
Grimilde's
Solo per specificare una cosa: questo capitolo è quasi una
song-fic...il testo della canzone (in francese ma esiste anche la
versione italiana) è Belle
(Bella in
italiano) dal musical Notre
Dame de Paris,
l'ho trovata particolarmente adatta al
capitolo (dalle
premesse dello scorso e leggendo il titolo penso lo abbiate capito)
perchè parla di uomini che vogliono cedere alla tentazione
senza
curarsi di ciò che avverrà dopo o volendolo fare
anche
sapendo le conseguenze...buona lettura... (Vi chiedo scusa fin da ora
per l'immensa lunghezza del capitlo ma c'erano troppe cose che dovevo
mettere e che dovevano succedere tutte in quella giornata! Perdonatemi.
Questo penso sarà il capitolo più lungo, gli
altri
torneranno più o meno alla lunghezza normale
perchè ormai
i danni sono fatti!)
Belle
C'est
un mot qu'on
dirait inventé pour elle
Quand
elle danse et
qu'elle met son corps à jour, tel
Un
oiseau qui
étend ses ailes pour s'envoler
Alors je sens l'enfer
s'ouvrir sous mes pieds
Infilandosi
sotto le coperte con Nikolaj che già russava nel letto
accanto Bunny fece una
cosa che non faceva da quando era arrivata lì:
tirò fuori dalla valigia un vecchio
blocco malandato e che sinceramente aveva visto tempi migliori per poi
scrivere
la data in alto e due piccole frasi…
La cosa
più brutta della giornata: mi sono fatta mettere i piedi in
testa da Iris
Mackay
La
cosa
più bella della giornata: Secondo Iris Libero vuole me.
Inutile
dire che un piccolo sorriso le si disegnò sulle labbra
mentre pensava che il
giorno dopo avrebbe dovuto fare di tutto per avvicinarsi a Nott e
chiedergli se
era tutto vero e forse la festa di quel pazzo del suo compagno di
stanza le
avrebbe dato decisamente una mano in quel senso!
Il mattino
dopo un piccolo stormo di gufetti beige partì
dall’hotel diretto un po’ in ogni
parte del continente.
Dal
terrazzo della sua camera da letto Dorian stava finendo di legare i tre
messaggi
alla zampa di Renoir:<< Vai prima da Pierre e Hermes,
Marcel potrebbe
essere via in una missione, aspetta che torni al quartier generale
>> il
gufo lo guardò fiero poi scrollando appena la zampa con i
tre biglietti partì
alla volta della sua solita missione mentre il suo padrone scuoteva il
capo al
pensiero di ciò che aveva appena scritto in quei biglietti e
ai tre che si
sarebbero presentati dopo il suo invito!
<<
Robert guarda…è arrivato un invito
>> e una donna dal delicato caschetto
biondo e un dolce sorriso sul viso si avvicinò al marito con
una busta bianca
vergata da una delicata grafia dorata:<< Che
cos’è? Da dove arriva?
>> domandò l’uomo posando i guanti
da lavoro e avvicinandosi alla
moglie:<< Sembra venire da… >>
<< Viene da Parigi, è dell’hotel
dove si trova Peggy >> i due si voltarono a quella voce
vedendo una
ragazza mora dai capelli a caschetto che si avvicinava con un sorriso,
teneva
in mano un invito identico a quello della coppia:<<
Violet è successo
qualcosa a tua sorella? >> domandò la donna
con un velo di apprensione
nella voce, non aveva ancora aperto la lettera e non sapeva che cosa
poteva
contenere:<< Non mamma, la tua piccola Peggy sta bene,
l’invito arriva
dal proprietario dell’hotel che a quanto pare ci ha invitato
a trascorrere lì
qualche giorno >> Robert guardò moglie e
figlia accigliato:<< Non
ho il tempo e i soldi per andare fino a Parigi, senza contare che sono
quasi
due mesi che non ho notizie di tua sorella e non è da
Margaret fare una cosa
del genere, chissà cosa… >>
<< Non è che non vuole scriverti
papà,
non può >> specificò Violet
avvicinandosi:<< Cosa vuol dire non
può? >> << Oh smettila Bob,
nostra figlia è in una delle città più
belle del mondo, quando tornerà a casa ti
racconterà tutto! >> commentò
la moglie agitando una mano e spingendo delicatamente il marito che la
guardò
accigliato:<< Karen, è la nostra piccolina
>> << È una donna
ormai e tu dovresti imparare ad accettarlo >>
<< Già che l’abbiate
mandata là senza dirmi niente non mi piace, se penso che poi
potrebbe anche
fare dei brutti incontri… >> Violet sorrise
ripensando al giovane con cui
aveva parlato per iscrivere Maggie ai giochi dell’hotel,
brutti incontri non
era decisamente il termine con cui lo avrebbe descritto ma suo padre
era fatto
così!
J'ai
posé
mes yeux sous sa robe de gitane
À
quoi me
sert encore de prier Notre-Dame
Quel
Est
celui qui lui
jettera la première pierre
Celui-là
ne
mérite pas d'être sur terre
<<
Ehi ma è passato un tornado qui dentro? >> e
Frankie si guardò intorno
nella camera dove i vestiti di Maggie erano sparsi un po’
ovunque come le
scarpe e un paio di cassetti così come le ante
dell’armadio erano
spalancate:<< Cosa? No è che non
trovo… >> e Maggie tornò a frugare
in un cassetto passando poi alla valigia mentre si passava le mani nei
capelli
esasperata:<< Cosa stai cercando Maggie? >>
le domandò l’altro che
se c’era una cosa che proprio non tollerava era il
disordine:<< Il mio costume!
L’avevo messo in valigia, so che l’avevo messo e so
che l’ho visto pochi giorni
fa, è sparito >> François si
guardò intorno notando qualcosa color panna
che sporgeva da un cassetto:<< Maggie…
>> lei si voltò sbattendo le
palpebre:<< Cercavi questo? >> e le
allungò un costume intero color
panna legato dietro al collo da una grossa spilla
dorata:<< Sì! Dio l’hai
trovato! >> poi diventando rossa prese
l’indumento tra le mani e scoppiò
a ridere nervosa:<< Scusami, so che sono un disastro
è solo che ieri sera
tuo fratello… >> e ancora incapace di
distinguere tra sogno e realtà
Maggie raccontò a Frankie del piccolo incontro che aveva
avuto con Ian la sera
prima:<< Non andare oltre, ti prego non lo voglio sapere
>>
commentò lui quando lei arrivò al punto in cui le
mani di Ian erano scivolate
molto più in giù del suo viso e del suo
collo:<< Non è successo niente,
scemo! Mi ha guardato e mi ha detto “ Manca ancora
poco, solo un giorno
”, che cavolo vuol dire? >> François
fece spallucce:<< A me lo
dici? E io che ne so, dovresti chiederlo ai suoi amichetti, loro
sicuramente lo
sapranno >> << Amichetti? >>
domandò Maggie sempre più
confusa:<< Sì, i tre moschettieri che si porta
dietro da quando è andato
a scuola, palloni gonfiati >> << Stai
parlando di Deveraux?
>> Frankie annuì facendo poi una
smorfia:<< Non solo di lui, quando
arriveranno capirai >> << Arriveranno?
>> di nuovo François
annuì:<< Ian li ha invitati qui per una breve
vacanza, sembra che ci sia
una qualche ricorrenza che devono festeggiare insieme o roba simile
>>
inaspettatamente Maggie gli si sedette accanto sul letto prendendogli
le
mani:<< Perché non ti piacciono?
>> lui la guardò negli
occhi:<< Non è che non mi
piacciono… >> la faccia di Maggie gli
disse che non l’aveva convinta:<< Va bene non
mi piacciono >>
commentò poi nervoso:<< Ma non è
per loro, cioè è Ian che non mi piace
quando è con loro >> << Ian?
>> << Aspetta e capirai
>> poi alzandosi in piedi aggiunse mentre si avvicinava
al bagno:<<
O forse l’hai già provato su di te,
l’Ian che conosci ti avrebbe mai toccato
come ha fatto lui ieri sera? >> << Frankie
non penserai che…
>> << So che ti ha fatto piacere ma
pensaci, tu l’hai conosciuto e
sai com’è fatto >> Maggie
ripensò di nuovo a quello che era successo la
sera prima e un piccolo sorriso le salì alle labbra mentre
un piccolo brivido
le scivolò dalla nuca alla spina dorsale:<< So
come è fatto e so che
anche quello fa parte di lui >> rispose poi tornando a
cercare qualcosa
nei cassetti, doveva trovare qualcosa da mettere sopra a quel
dannatissimo
costume!
<<
Hai intenzione di mangiarla tutta? >> domandò
James sorridendo mentre
guardava Noelle seduta tra lui e Daniel che aveva davanti una pila di
frittelle
e pancakes che avrebbe fatto invidia alle cucine di
Hogwarts:<< Ho
bisogno di zuccheri e di stimolare le mie endorfine, visto che qualcuno
continua a fare il prezioso >> commentò acida
infilando la forchetta
nella morbida pasta delle frittelle e portandosela alla bocca
masticandola
emettendo dei piccoli gemiti felici:<< Ti diverti?
>> le mormorò
James stringendo i pugni sul tavolo e l’espressione
fintamente angelica di
Noelle gli disse che era nei guai:<< Perché
pensi che mi diverta Jamie?
Non è un divertimento per me… >>
poi avvicinandosi alla sua guancia con
la scusa di un bacio gli sussurrò all’orecchio
mentre con la mano gli
accarezzava una coscia coperta dai jeans:<< Non quando
potrei avere
qualcosa di molto più sexy ed eccitante in cui affondare i
denti >>
<< Noelle per favore… >>
<< Ehi com’è andata la serata tra
donne? >> domandò Daniel cercando di distrarre
Noelle ma anche la sua
attenzione fu catturata da una bionda in shorts e canottiera che stava
bevendo
un succo:<< Scusate ma devo andare a…
>> James gli lanciò
un’occhiata omicida:<< E mi lasci qui con lei
così? >> Daniel sorrise:<<
Prova a dire che questa situazione ti dispiace davvero >>
lo prese in
giro poi mentre si avvicinava a Delila.
<<
Ciao >> la ragazza quasi sobbalzò quando
sentì quella voce roca
scostandosi di lato prima che due mani potessero afferrarle la
vita:<<
Non intendo fare un remake di ieri sera Valuev, scordatelo
>> e
fulminandolo con gli occhi Iris si allontanò di un paio di
passi:<< Oh
andiamo non dirmi che non ti è piaciuto >>
commentò Niko con un
sorriso:<< Il fatto che tu baci discretamente
bene non vuol dire
che io voglia ripetere l’esperienza >>
<< Discretamente bene?
>> le domandò serafico:<<
Vogliamo migliorare un po’ che dici? La
pratica rende migliori >> Iris sorrise maligna alzando
poi una mano, per
un attimo Niko si aspettò uno schiaffo o qualcosa del genere
ma quando sentì la
mano di lei scivolargli lungo la maglietta scura fu costretto a
riaprire gli
occhi sorpreso:<< Che cosa fai? >> lei rise
piano:<< Hai
detto che la pratica rende migliori…vediamo se è
vero >> la gola di
Nikolaj divenne secca in un attimo, che ne era della ragazzina timorosa
che
aveva brutalmente spaventato il giorno prima con un semplice bacio?
<<
Che cos’hai in mente? >> l’altra mano
di Iris salì a sfiorare la cintura
di cuoio dei suoi pantaloni:<< Hai paura di me Valuev?
>> Niko
deglutì scuotendo il capo:<< Paura io? Di
cosa? >> la mano di Iris
scivolò accidentalmente verso il basso poi lei
tornò a sfiorargli gli
addominali con il suo sorrisetto da diavolo in viso:<<
Hai ragione, non
mi sembra che tu abbia paura…rilassati allora, sei
così rigido >>
prendendole i polsi con le mani e allontanandoli dal proprio corpo Niko
la
guardò arrabbiato:<< La smetti di giocare con
me? Ieri quasi ti mettevi a
piangere per un bacio e adesso tenti di abusare di me? Che
cos’hai che non va?
>> era arrabbiato e stava parlando senza troppi filtri ma
detestava
essere messo all’angolo in particolar modo da una ragazzina
dai grandi occhi
chiari e quel visetto d’angelo che avrebbe voluto coprire di
baci: ma da dove
gli usciva un pensiero simile? Senza contare che Iridis Mackay non era
decisamente il suo tipo!
<<
Ero stanco, che cosa c’è di strano?
>> la ragazza al suo fianco lo guardò
cercando di non scoppiare a ridere di nuovo:<< Ho capito
Mike davvero…
>> poi scoppiando irrimediabilmente a ridere mentre
entravano nel giardino
d’inverno Lilith si asciugò una
lacrima:<< Ma almeno le scarpe! >>
Gail si passò una mano nei capelli sporcandosi le dita con
il gel che si era
messo quella mattina:<< Io non ho detto niente del tuo
vizio di
abbracciare il cuscino invece che me e di raggomitolarti in quelle
coperte tipo
larva mentre continui a borbottare perché hai freddo
>> poi guardandola
nervoso aggiunse:<< Cosa altamente improbabile visto che
siamo ancora in
estate >> << Siamo a settembre sapientone,
di sera fa freddo!
>> lo rimbeccò lei allungando una mano sul
tavolo della colazione e
afferrando un muffin alla mela:<< Se hai freddo abbraccia
me maledizione
Lil! >> lei rimase bloccata con il muffin a
metà tra il tavolo e la
bocca:<< Come mi hai chiamato? >>
<< Lil… >> poi
girandosi per prendere un croissant aggiunse
imbarazzato:<< Scusami, so
che non ti piacciono i diminutivi ma a me è sempre piaciuto
e… >> ma
Lilith non lo stava più ascoltando, gli occhi puntati sulla
porta della stanza
dove accanto ad Isaac Atelier c’era un uomo alto e bruno che
lei pensava non
avrebbe rivisto tanto presto:<< Ma non
è… >> e lasciando giù il
dolce si avvicinò timorosa:<< Non è
possibile >> poi alzando gli
occhi sul tizio che con il suo fisico riempiva quasi tutta la porta
mormorò
piano con la gola che le bruciava:<< Levi?
>> il ragazzo abbassò
gli occhi grigi su di lei:<< Ciao sorellina
>> senza aggiungere
altro Lilith lanciò un grido felice saltando al collo
dell’uomo che non perse
tempo a stringerla per evitarle di cadere:<< Dobbiamo
lavorare un po’ sul
tuo contegno sorellina >> << Sei qui, cosa
me ne frega del
contegno! >> lo zittì lei poi voltandosi verso
Isaac Atelier domandò
piano:<< È opera sua? >>
l’uomo sorrise voltandosi poi verso tutta
l’allegra compagnia riunita, non mancava nessuno se non si
contavano i suoi
figli e la signorina Stains ma Ian e Frankie già sapevano
cosa sarebbe
successo:<< Questa mattina degli inviti sono stati
mandati da questo
hotel ad alcuni dei vostri parenti, non vi dirò chi e quando
arriveranno ma da
qui alla fine dei giochi potreste avere delle visite inaspettate,
sappiate che
fa tutto parte dei giochi, da sempre >>
Ô
Lucifer !
A quelle
parole Maggie che si trovava nella hall insieme a Frankie, Ian e Delila
si
voltò verso il fidanzato sorpresa:<< Le nostre
famiglie? >> Ian bloccò
la mano con cui le stava accarezzando il polso:<<
Sì, te lo avrei detto
tra poco, non mi aspettavo che papà facesse
l’annuncio adesso >> le
guance di Maggie divennero leggermente arrossate:<< Vuol
dire che mio
padre e mia madre… >> poi pensando che erano
babbani e che non potevano
arrivare così facilmente all’hotel scosse il
capo:<< Sono babbani, non
possono arrivare qui da soli e poi papà non
spenderà mai tutti quei soldi per…
>> Ian sorrise colpevole:<< Papà
ha predisposto delle passaporte e
poi una delle tue sorelle non è mica una strega?
>> a quelle parole
Maggie si voltò verso di lui sbuffando:<< Vuoi
proprio farmi venire
l’ansia vero? >> Ian sorrise chinando il capo e
baciandola piano:<<
Se poi posso essere quello che te la farà passare
sì >> << Promesse
Atelier…tutte promesse… >> lo
canzonò lei anche se non sapeva bene da
dove le arrivava tutta quella sfrontatezza:<< Mi sono un
po’ stufato
delle promesse a dire il vero…dammi dieci minuti e le
farò diventare fatti
>> << Hai bisogno di dieci minuti per
arrivare in camera? >>
lui la baciò di nuovo attirandola a sé per farle
capire che non
scherzava:<< Ho bisogno di dieci minuti per tenere questi
impiccioni
lontano da noi, non voglio avere interruzioni sul più bello
>> << Vi
prego non davanti a me, ho ancora tutta una vita da vivere
>> e
sorridendo Frankie si guadagnò un'occhiata dal fratello ma
fu Maggie a tirargli
un piccolo pugno sul braccio:<< Ehi ma che modi sono?
>> Maggie lo
guardò sorridendo:<< Smettila di fare il
guastafeste e forse andremo
d’accordo François Atelier >> a
quelle parole Frankie strabuzzò gli
occhi:<< Ehi, tu chi sei che ne hai fatto della mia
adorabile compagna di
stanza? >> Maggie gli fece una piccola
linguaccia:<< Te l’ho detto
smettila di fare il terzo incomodo e forse… >>
Franki scoppiò a ridere
commentando poi allungando una mano per fare un buffetto sulla guancia
di
Maggie:<< Stare con questo pomposo damerino ti sta
facendo male Margaret,
dovresti ripensarci… >> e sorrise guardando il
fratello maggiore in segno
di sfida, quella di Frankie voleva essere solamente una battuta, il
solito
giochino per far saltare i nervi ad Ian, ma quando vide gli occhi del
fratello
ridursi a due fessure e le mani di Dorian arpionarsi ai fianchi di
Maggie capì
che quello forse non era il momento adatto per
scherzare:<< Beh io e
Delila cominciamo ad andare a fare colazione, raggiungeteci quando al
mio
fratellino sarà passata la rabbia ok? >>
Rimasti
soli Maggie alzò gli occhi a guardare quelli di Dorian che
erano scuri come non
li aveva mai visti:<< Ian…stai bene?
>> gli domandò alzando una
mano per sfiorare la guancia di lui:<< Adesso
sì >> le rispose
asciutto lanciando un’ultima occhiata alla testa di riccioli
biondi che stava
andando a fare colazione:<< Ian, sai che non
c’è niente tra me e Frankie
vero? Sai che tu sei l’unico che… >>
un dito di lui le chiuse le labbra
impedendole di continuare la frase:<< Ti prego non
aggiungere altro
Margaret >> lei spalancò gli occhi e fece per
dire qualcosa ma il dito di
Ian le teneva bloccate le labbra e così per distrarlo
cominciò a baciarglielo
piano per attirare la sua attenzione:<<
Smettila… >> le sussurrò
cercando di stare calmo ma più che un ordine sembrava che le
stesse chiedendo
di continuare:<< Ti voglio Ian >>
riuscì a dirgli un attimo dopo e
lui prendendole il viso tra le mani la baciò come se ne
andasse della sua
vita:<< Perché? Perché devo sentire
la tua bocca pronunciare certi
irresistibili inviti Margaret? >> Maggie lo
guardò sorridendo facendo
scorrere un dito lungo la linea dei suoi addominali a malapena nascosti
dalla
camicia sorridendo allusiva:<< Mi fai venire i brividi
quando mi chiami
Margaret…lo adoro… >> un sorrisetto
furbo si disegnò su quelle labbra
color sangue:<< Lo scopo è esattamente quello
amore >> era una delle
rare volte, se non la prima, che Ian la chiamava amore ma, per quanto
quel
suono fosse bello, niente era paragonabile al suo nome quando usciva da
quella
bocca peccaminosa:<< Perché dobbiamo
aspettare? >> gli domandò
strusciandosi volutamente contro di lui:<<
Perché… >> e mentre
parlava un piccolo flash attraversò la mente di Ian, la sua
dannata morale che
si risvegliava nei momenti meno opportuni!
Lei non
è così, lei non vuole che tu lo faccia
davvero…ti odierebbe se sapesse che cosa
stai pensando…
Il suo
cervello cercava di farlo calmare e ragionare ma il suo cuore e il suo
istinto
gli dicevano di prendersi finalmente quella donna e che tutto sarebbe
andato
per il meglio, tuttavia non volendo lasciare le frase in sospeso la
guardò
sorridendo:<< Perché voglio preparare qualcosa
che sia degno di te mia
piccola principessa, dammi un po’ di tempo e non ti
deluderò >> Maggie
gli gettò le braccia al collo facendosi sollevare per
arrivare all’altezza del
suo viso baciandogli una guancia e poi le labbra aggiunse
dolce:<< Tu non
potresti deludermi neanche volendo >>
Ancora
immobile per la comparsa di quell’armadio umano dagli occhi
grigi Mike stava
cercando di ricomporsi mentre Lilith gli si avvicinava per mano al
fratello,
dio non pensava che avrebbe conosciuto così la famiglia di
Lilith o meglio non
ci aveva mai nemmeno pensato e a dire il vero Levi Sherwood un
po’ lo
intimoriva!
<<
Mike… >> lui sorrise mentre Lilith continuava
a parlare:<< Mike
volevo presentarti mio fratello >> poi voltandosi verso
l’altro:<<
Levi, lui è Mike il mio… >> suo
fratello tese la mano guardando Mike da
capo a piedi:<< Amico? >>
domandò poi glaciale guardando il
giovane:<< Forse un po’ più che
amico >> mormorò Lilith che accanto
a Levi si sentiva come sempre un piccolo pulcino bisognoso di essere
protetto,
un po’ come la faceva sentire anche Michael a dire il vero ma
per tutt’altri
motivi!
<<
Grazie per la presentazione Lilith >> commentò
Mike prendendo la mano
dell’altro:<< Michael Gail >>
<< Levi… >> ma prima che
potesse completare il suo nome Levi collegò quel nome e quel
viso ai racconti
di scuola della sua sorellina:<< Aspetta un
attimo… >> e si voltò
verso Lilith perplesso:<< Quel Michael Gail? Quello che
ti ha… >>
Lilith sorrise appena mentre Mike si irrigidì a quelle
parole, Lilith aveva
parlato di lui a suo fratello? Aveva parlato di ciò che le
aveva fatto a
scuola?
<< È
storia vecchia Levi, le cose sono molto cambiate da allora
>> il ragazzo
non diede segno di voler cambiare espressione:<< Dobbiamo
dirci molte
cose sorellina >> lei annuì:<<
Abbiamo tempo, quanto ti fermi?
>> lui le accarezzò una guancia con un sorriso
triste:<< Solo un
paio di giorni, lunedì ho una tournée a Londra e
poi Gemma e la piccola mi
aspettano a casa >> a quelle parole Lilith
aprì la bocca incredula:<<
La piccola? >> sapeva che suo fratello si era sposato un
paio d’anni
prima, aveva anche conosciuto Gemma la sua deliziosa moglie irlandese,
quello
che non sapeva era che…:<< Sì, sono
venuto anche per questo, sei
diventata zia >> le disse con un sorriso allargando le
braccia ben
sapendo che la sorella lo avrebbe stritolato:<< Oh mio
dio! Levi sono
felice per voi! È meraviglioso! >> quando
poté tornare a respirare Levi
tirò fuori dalla tasca posteriore dei jeans il portafoglio
porgendo alla
sorella una foto di sua moglie con un piccolo scricciolo in braccio.
Mike restò
a guardare gli occhi di Lilith che brillavano mentre guardava la nipote
e anche
il suo cuore si sciolse, era inutile negarlo: finché Lilith
era felice lui non
poteva chiedere niente di più e se poi quella
felicità era almeno in parte
merito suo tanto di guadagnato.
<<
Come si chiama? >> domandò Lilith al fratello
alzando di nuovo gli occhi
su di lui:<< Beh ci abbiamo pensato per un po’,
le nonne volevano che
avesse i loro nomi, sai la tradizione… >>
Lilith arricciò il
naso:<< Non l’avrete chiamata Geraldine come
mamma vero? >> lui
rise e scosse il capo:<< No e anche Berenice, il nome
della mamma di
Gemma, ci sembrava un po’ eccessivo, volevamo qualcosa di
speciale >> poi
guardando la sorella dritto negli occhi concluse:<< Per
cui Lilith ci è
sembrato il nome giusto >> lei aprì di nuovo
la bocca e con un sorriso
Levi le posò un dito sotto al mento facendogliela
chiudere:<< Sorpresa?
>> << Le hai dato il mio nome…
>> lui annuì:<< È
stata
Gemma a proporlo ma devo ammettere che io avevo solo paura a dirlo
>> gli
occhi di Lilith si riempirono di lacrime:<< Ti voglio
bene Levi >>
mormorò poi arrossendo e il fratello le
sorrise:<< Anche io sorellina,
anche io >>
Immediatamente
dopo colazione Lilith e Levi uscirono con la scuola di fare un giro per
Montmartre e aggiornarsi un po’ su quello che era successo
nelle loro vite da
quando si erano visti l’ultima volta:<< Ehi che
ci fai qui senza la tua
irriverente fidanzata? >> domandò Niko
avvicinandosi a Mike:<< È
con suo fratello, probabilmente gli starà parlando di quello
che è successo tra
di noi, non mi sembrava il caso di andare con loro e subire quella
gogna, se
sarà il caso affronterò Levi Sherwood quando
torneranno >> << Eh i
fratelli…brutta cosa… >>
commentò Nikolaj con una mezza smorfia:<<
Tu che cosa ci fai in giro? Non dovresti essere ad organizzare il tuo
depravato
festino? >> Niko rise mordicchiandosi un labbro come se
stesse meditando
sull’idea poi tirando fuori dalla tasca una sigaretta se la
accese sogghignando:<<
Beh io non lo avevo pensato così depravato ma
l’idea non è male sai dottore
>> Michael scosse il capo:<< Se non sapessi
di sbagliarmi giurerei
che questa tua maschera da duro e dannato è tutta una
finzione Niko >> il
russo tirò un paio di boccate spegnendo la sigaretta nel
piattino sotto ad un
vaso di roselline lì vicino:<< Hai ragione
Gail, ti stai sbagliando
>> poi salutandolo con la mano tornò dentro
l’hotel giocherellando con la
chiave d’ottone che teneva in tasca.
<<
Ehi straniero >> Libero si voltò guardando la
ragazza che gli si stava
avvicinando, bellissima come sempre, in un delizioso costume da bagno
color
prugna:<< Iris >> e sorrise guardando
l’amica e allungandole una
mano:<< Che cosa ci fai qui tutto solo? >>
gli domandò avvicinandosi
e guardando la piscina con l’immensa voglia di sfruttare
quella giornata di
sole:<< Avevo bisogno di pensare >>
<< Pensare a Bunny?
>> lui fece spallucce:<< Anche
>> poi tornando a guardare lei
sorrise e Iris si ritrovò a pensare che quando aveva quel
sorriso così dolce e
spontaneo Libero Nott sembrava quasi un’altra persona, molto
più felice e
rilassato…
<<
Dovresti dirle quello che provi per lei >> il sorriso
dell’altro tornò
quello solito da canaglia che ormai tutti ben
conoscevano:<< Lo farò
presto >> poi infilandosi le mani nelle tasche dei jeans
aggiunse:<< Almeno la festa di quel pazzo schizzato mi
sarà utile in
qualche modo >> sentendo nominare Niko Iris
raggelò, provava una marea di
sentimenti contrastanti per quel pallone gonfiato egocentrico e bello
da mozzare
il fiato, gli sarebbe saltata addosso nel giro di due secondi ogni
volta che se
lo ritrovava vicino ma lo avrebbe anche preso a schiaffi per quel suo
modo di
fare da padrone del mondo! Facendo una piccola smorfia però
si accorse che era
quel suo modo di fare che rendeva Nikolaj Valuev così
affascinante, era quello
che lo rendeva ciò che era e che probabilmente stava
iniziando a piacerle più
di quanto non avrebbe mai ammesso nemmeno a sé
stessa:<< Ehi a che pensi?
Iris… >> la voce di Libero la
riportò alla terrazza:<< Stavo
pensando alla festa e alla tua dichiarazione…una cosa in
grande stile, intendi
urlarle il tuo amore davanti a tutti Libero Nott? >> il
ragazzo si voltò
di scatto cercando di non arrossire o balbettare, faceva tanto il
gradasso ma
quando si parlava di Bunny Flecter e di quello che provava per lei
diventava
come un bambino alla sua prima cotta:<< Sei non fossi
andata a Ilvermorny
saresti stata una perfetta Serpeverde sai… >>
le mormorò poi cercando di
deviare il discorso:<< Grazie ma stavo bene dove stavo,
in mezzo ai Tuono
Alati… >> poi dando una gomitata a Libero
aggiunse:<< Andrà tutto
bene, ne sono sicura >> poi guardando la piscina gli
chiese
piano:<< Tu cosa ne pensi di Valuev? >>
<< Come? >>
domandò Nott scioccato poi guardando lo sguardo di Iris si
bloccò:<<
Aspetta non mi dire che tu…non può essere
che… >> poi passandosi una mano
sul viso aggiunse:<< Oh andiamo Iris! Valuev! Nikolaj
Valuev! Quella
specie di pazzo da rinchiudere al San Mungo! >> lei lo
guardò
infervorandosi:<< Non devo rendere conto a te di chi mi
piace Libero Nott
>> << Non dico questo Iris, ma andiamo
Niko?! Sei seria? >>
lei si bloccò per un attimo e in quell’istante i
begli occhi scuri di Valuev le
balenarono davanti, era inutile negarlo ormai:<<
Sì, sono seria! E tu
sarà meglio che ti schiarisci le idee >>
commentò ridendo avvicinandosi a
Libero e spingendolo in avanti in modo da far cadere entrambi in acqua.
<<
Ma sei pazza? >> commentò Libero quando
riemerse togliendosi i capelli
dal viso e guardandola con gli occhi che mandavano
lampi:<< Siamo
suscettibili signorino Nott? >> e scoppiando a ridere
Iris fece qualche
bracciata girando intorno a Libero come un piccolo
squalo:<< Te lo faccio
vedere io il suscettibile! >> e afferrandole una caviglia
Libero la tirò
accanto a sé con il preciso intento di farla finire
sott’acqua ma Iris più
svelta di lui gli si allontanò per poi comparirgli alle
spalle e saltargli
addosso per farlo scivolare sott’acqua:<< Ho
vinto io! >> esultò
poi trionfante mentre lui ancora sputacchiava acqua al sapore di
cloro:<<
Ti odio >> le ricordò scuotendo la
testa:<< Ammettilo che non puoi
fare a meno di me Libero >> si guardarono per un attimo
in silenzio poi
Libero sorrise mentre con un paio di bracciate raggiungeva il bordo
della vasca
sedendovisi e dando una mano ad Iris a fare altrettanto, quando furono
entrambi
solamente con i piedi a mollo la guardò mormorando
piano:<< Hai ragione
sai…ci stavo pensando ieri sera, mi sono messo a guardarti
dormire e ho pensato
a come sarebbe stato facile stare con te al posto che con Bunny
>> Iris
sorrise:<< Sì, ci ho pensato anche io qualche
volta, non stiamo male
insieme >> lui fece per replicare ma lei
continuò:<< C’è un solo
problema, io non sono Bunny Flecter >> Libero sorrise
capendo dove lei
voleva arrivare:<< E io non sono Nikolaj Valuev
>> Iris sorrise
dolce:<< Mi dispiace >> Libero rise di
gusto:<< A me no, di
pazzi ne basta uno in circolazione >> poi tornando a
guardare il
panorama:<< Potrei anche sbagliarmi ma secondo me anche
tu gli piaci
>> << Naaaaa…non dire fesserie
Nott >> << Provaci, che
male può farti? >> quanto male Iris
l’avrebbe scoperto solo quella sera
ma per il momento non voleva pensarci!
Oh !
Laisse-moi rien
qu'une fois
Glisser
mes doigts
dans les cheveux d'Esmeralda
<<
Dobbiamo parlare >> Delila alzò gli occhi
trovandosi Daniel a pochi
centimetri dal viso:<< Ma che modi sono? Vuoi farmi
venire un infarto
Johnson? >> Daniel le afferrò un polso
tirandosela dietro per i corridoi
fino alla biblioteca:<< Nessun infarto ma voglio un
chiarimento >>
le intimò poi serio incrociando le braccia sul petto ambio
tendendo i muscoli
sotto la maglietta chiara:<< Chiarimento? E di che cosa?
>> lui
avanzò di un passo e Delila arretrò andando a
sbattere con la schiena contro
uno scaffale:<< Del perché ogni volta che mi
vedi scappi o ti comporti
come se io fossi Voldermort! >> era un po’
eccessivo come paragone ma
reggeva perfettamente il confronto con il suo stato d’animo,
non aveva mai
trovato nessuno che lo trattasse come un appestato e la cosa gli dava
un po’
fastidio:<< Oh andiamo non farne una questione personale,
non tutti possono
andare d’accordo >> lo rimproverò
lei cercando di non entrare troppo in
quella conversazione anche se la voglia di condividere con qualcuno
quel
segreto era tanta:<< Andare d’accordo? Non si
tratta di questo, io e te
non litighiamo, tu mi eviti, non puoi tollerare che ti stia a meno di
sei metri
e, visto che non ti ho fatto niente di male, la cosa mi dà
ai nervi >>
Delila si strinse le braccia attorno al corpo come a proteggersi da un
attacco
invisibile poi alzò gli occhi azzurri pieni di paura su di
lui:<< Non è
colpa tua Daniel, so che è colpa mia, ti prego vai via
>> << Cosa?
>> << Vai via! >> gli
urlò sull’orlo delle lacrime:<< Tu
non stai bene, non penserai davvero che ti lasci sola
quando… >> <<
Vattene >> gli intimò ancora sibilando e
cominciando ad essere scossa da
piccoli brividi, per paura di poter fare qualcosa chiuse gli occhi e si
strinse
le unghie nella carne delle braccia, se riusciva a concentrarsi sul
proprio
dolore forse poteva evitare di farne a lui!
Inaspettatamente
le braccia di Daniel le avvolsero il corpo e lei si ritrovò
contro quel petto
di marmo incantata dal forte battito del suo cuore:<< Va
tutto bene,
andrà tutto bene, io non me ne vado >>
incapace di replicare e con
l’aiuto ritmico del suo battito cardiaco che sembrava avere
il potere di
rallentare anche il suo, Delila prese fiato facendo dei respiri
profondi.
Fu solo
dopo qualche minuto e quando fu sicuro che la crisi era passata che
Daniel la
lasciò andare ma tenendo comunque le mani sulle braccia
della donna:<<
Stai meglio? >> lei annuì piano poi
lasciandosi cadere su una poltrona
aggiunse:<< Non dovevi restare qui, non dovevi
vedere… >> <<
Vedere cosa? Non è successo niente di che >>
le ricordò lui con un
sorriso prendendole le mani nelle proprie:<< No ma ci
è mancato poco, non
voglio vederti fare la sua stessa fine, la prossima volta che ti dico
di
andartene, vattene >> Daniel sorrise di nuovo alzando una
mano per
passargliela tra i capelli:<< Metti in conto che ci
sarà già una prossima
volta? Sono onorato miss Shepperd >> Delila
alzò gli occhi
arrabbiata:<< Non sto scherzando, è una cosa
seria >> << Sono
solo degli attacchi di panico, basta sapere come calmarli, anche Abby
ne aveva
da piccola e ora sta bene >> poi tornando serio a sua
volta lui aggiunse:<<
Ma di chi stavi parlando prima? >> <<
Prima? >> gli domandò
sperando di non aver aperto di nuovo bocca
inavvertitamente:<< Sì, hai
detto non voglio vederti fare la sua stessa fine,
la stessa fine di chi?
>> << Di nessuno, non so perché
ho… >> << Mi prendi
davvero per uno stupido? >> le domandò
arrabbiato e lei sospirò quasi si
stesse togliendo un enorme peso dalle spalle:<<
D’accordo, ma ricordati
che l’hai voluto tu. Quando avrò finito non voglio
commenti o recriminazioni
d’accordo? >> lui alzò la mano
fingendo di giurare:<< Hai la mia
parola d’onore >>
Delila fece una smorfia ma
chissà perché di Daniel
Johnson sentiva che si poteva fidare, poi tirando fuori dalla pochette
una
piccola foto la porse al ragazzo:<< Il suo nome era
Marcus William
Shepperd >> alla muta domanda di Daniel
aggiunse:<< Era mio
fratello gemello >> << Che cosa gli
è successo? >> aveva quasi
paura a chiedere ma capiva che Delila aveva bisogno di una spinta a
continuare
quel salto nel buio:<< È in coma, ha avuto un
incidente quando avevamo
sei anni e da allora non si è più ripreso,
è ricoverato in un ospedale babbano
specializzato a Boston ma i medici dicono che non si
riprenderà mai più
>> << Ma lui è…
>> Delila sorrise:<< Secondo mio padre
quando eravamo bambini era un mago anche più dotato di me,
io ero la frana
della famiglia, ero la secondogenita, la seconda scelta e via dicendo,
Mark era
il prediletto dei miei genitori >> <<
È crudele da dire ad una
bambina di sei anni >> << I miei sono
abbastanza conservatori,
hanno sempre creduto che un figlio maschio fosse l’onore
più grande e quando
poi siamo nati io e Mark, io ero solo un accessorio in più
>> <<
Che cos’è successo a tuo fratello?
>> << Un giorno eravamo nel
giardino di casa, mamma ci lasciava spesso da soli a giocare e ogni
tanto Mark
faceva qualche piccola magia involontaria per farmi divertire, io non
ero brava
come lui, non avevo ancora fatto magie e mio padre cominciava
seriamente a
credere che solamente mio fratello avesse ereditato quel piccolo, come
lo
chiamava lui, talento di famiglia >>
asciugandosi in fretta un
paio di lacrime Delila andò avanti:<< Quel
giorno Mark iniziò a prendermi
in giro perché non riuscivo a fare neanche una magia, non
era cattivo o altro,
era solo un bambino…ad un certo punto mi arrabbiai e pensai
di farlo smettere
in qualche modo, mi concentrai talmente tanto che quando riaprii gli
occhi lui
era lì davanti a me steso a terra immobile con gli occhi
chiusi…pensavo stesse
fingendo o qualcosa del genere, ma non si è mai
più svegliato.
Mio padre l’ha
portato all’ospedale ma i guaritori gli hanno detto che non
potevano fare
niente perché un qualche tipo di magia sconosciuta gli aveva
bloccato la mente,
praticamente era come un corpo senz’anima, era vuoto. Quando
glielo hanno detto
mio padre li ha informati di quello che era successo e loro hanno
provato a
chiedermi che cosa avevo fatto, che cosa era successo e cose del genere
solo
che io non lo sapevo; non avevo idea di quello che avevo fatto e quindi
di come
invertire il processo. Mi hanno fatto qualche test e dopo due settimane
sono
giunti alla conclusione che io ero un raro caso di strega che non era
in grado
di controllare appieno i suoi poteri, quando sono impaurita, nervosa o
sotto
qualsiasi altra forte emozione non riesco a controllare i miei poteri e
potrei
fare del male a chi mi sta vicino, dicono che non rischio di farne a me
stessa
ma sono un pericolo per gli altri >> per un attimo Delila
si fermò
chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo, le faceva sempre
male
ricordare quella parte:<< Dopo il giudizio dei guaritori
i miei hanno
portato Mark in un ospedale babbano specializzato in casi di lunga
degenza in
modo che si prendessero cura di lui poi hanno spedito me in un collegio
nel
Wyoming, sono rimasta lì finché non è
arrivata la lettera da Hogwarts e così mi
hanno mandata in Inghilterra ma al di fuori della scuola non ho mai
utilizzato
la magia e quando mi sono diplomata ho preferito tagliare i ponti con
tutti e
andare a vivere tra i babbani in modo da non dover fare del male a
nessuno, con
il tempo ci ho preso l’abitudine e adesso quasi non mi pesa
più >>
In
silenzio senza sapere cosa dire Daniel provò a cercare le
parole adatte ma
quello che lei aveva passato era davvero terribile e soprattutto ci era
passata
da sola visto che i suoi genitori le avevano bellamente voltato le
spalle:<< Grazie per avermi ascoltato, non pensavo di
dirlo ma mi ha
fatto bene dirlo a qualcuno e… >> quando
Delila fece per alzarsi lui le
strinse le mani inchiodandola alla sedia:<< Vieni con me
>>
<< Cosa? >> << Vieni con me,
una volta finiti i giochi vieni
a vivere con me >> lei spalancò gli occhi
sorpresa e Daniel pensò che
poteva vederci il cielo in quei pozzi azzurri:<< Ma che
stai dicendo? Ti
ho detto che non posso controllare, che sono pericolosa…tu
hai una figlia, non
vorrai che… >> Daniel sorrise:<<
Abby è parte di quello che ti sto
dicendo ma prima lascia che ti dica una cosa: non sei pericolosa ed
è una cosa
che si può controllare benissimo >>
<< Ma se ti ho detto che…
>> << Stava per succedere prima, ma io sono
ancora qui e sto bene
>> << Daniel davvero non è il
caso di…se dovesse capitare qualcosa
io non so come invertire il processo, non saprei cosa fare
>>
<> << Prima è
stato un
caso, se non mi avessi abbracciata e non avessi sentito il tuo
cuore… >>
forse stava parlando troppo a giudicare dall’espressione di
lui ma voleva
convincerlo di quanto quell’idea era folle:<<
Il mio cuore? >> lei annuì:<<
Il battito del tuo cuore mi ha calmato ma non posso mica portarti
dietro come
un valium umano. No Daniel, la cosa è fuori discussione
>> lei era
irremovibile ma Daniel era ancora più
testardo:<< Provaci almeno, andiamo
ti ho visto l’altra sera: tu vuoi usare la magia, tu sai
usare la magia e sai
controllarti benissimo, hai solo bisogno di una mano in alcuni momenti
ma
potresti controllare anche quelli solo volendo >> poi
guardandola negli
occhi aggiunse:<< E io ho bisogno di una mano con Abby
>> quella fu
la goccia che fece traboccare il vaso...
Che cavolo gli veniva in mente di
dirle?
Era pazzo? Si conoscevano a malapena e le chiedeva di andare a vivere
con lui e
di prendersi cura di sua figlia:<< Ok tu sei pazzo, non
posso mica…
>> << Non voglio fare niente di
sconveniente, tu hai bisogno del
mio aiuto e io ho bisogno di qualcuno che mi aiuti con Abby, ormai non
è più
così piccola e credo che abbia bisogno di qualcuno di
– Daniel fece una piccola
smorfia – diverso da un papà iperprotettivo nella
sua vita, la mamma di Shannon
mi dà spesso una mano ma Abby ha bisogno di una figura
più giovane e che possa
aiutarla quando crescerà e… >>
<< Daniel, io non posso farle da
mamma >> << Lo so, non lo voglio.
Cioè non che tu non sia degna
di…sono io che voglio stare solo, se ci fossi tu mi
aiuteresti con Abby e tra
noi non ci sarebbe nessun tipo di coinvolgimento al di fuori
dell’amicizia e
andrebbe bene, funzionerebbe alla grande lo so >> Delila
rimase immobile
a guardarlo chiedendosi quanto potevano essere contorti gli uomini e
quanto
potessero rendere orribile una proposta del genere anche se fatta con
le
migliori intenzioni:<< E se un domani dovesse arrivare
una donna della
quale ti innamorerai? Se arrivasse quella giusta io che fine farei?
>>
Daniel scosse il capo passandosi una mano nei capelli
biondi:<< Ho già
avuto quella giusta e l’ho persa, non succederà
più >> era determinato su
quel punto e Delila non trovò niente da replicare, sapeva di
sua moglie e di
quanto lui l’avesse amata ma le si riempiva il cuore di
tristezza al pensiero
che all’età di vent’anni Daniel si fosse
chiuso ogni possibilità di amare di
nuovo, forse per quel suo stupido cuore troppo sensibile verso Johnson
gli
sorrise:<< Non ti sto dicendo sì, ma ci
penserò >> << Grazie
>> commentò lui alzandosi poi avvicinandosi
alla porta si voltò a
guardarla:<< Posso avere il piacere di accompagnarti ad
una festa
clandestina stasera? >> Delila scosse il
capo:<< Vattene Daniel
prima che ti affatturi >>
Guardando
per l’ennesima volta l’orologio che aveva al polso
Michael sbuffò spazientito,
erano ormai ore che Lilith era fuori con suo fratello, che diavolo si
stavano
dicendo di così importante? Aveva voglia anche lui di stare
con lei e forse non
solo per parlare!
Stava per
alzarsi e misurare di nuovo il salottino a grandi passi quando un
piccolo
trambusto dalla hall attirò la sua attenzione facendolo
uscire e mostrandogli
una delle scene più orribili che avesse mai potuto
immaginare:<< Lilith!
>> e preoccupato corse accanto a Levi Sherwood che
portava la sorella
svenuta tra le braccia:<< Che cos’è
successo? >> domandò poi
nervoso toccando il collo e il polso di lei per assicurarsi che
respirasse
ancora:<< Eravamo qui fuori e stavamo per entrare quando
Lil ha detto che
le girava la testa e poi è svenuta, non so
cos’abbia >> poi alzando gli
occhi verso Michael aggiunse:<< Tu sei un medico giusto?
Lil dice che sei
una specie di dottore, aiutala per favore >> Michael fece
per dire
qualcosa quando la voce calma di Isaac Atelier li
interruppe:<< Non
preoccupatevi, sta bene e tra un paio d’ore sarà
di nuovo sveglia >> poi
voltandosi verso Mike aggiunse:<< Signor Gail la metta a
letto e non la
lasci sola per nessuno motivo >> ricordandosi di quello
che Lilith gli
aveva raccontato quando era lui quello svenuto Michael annuì
mentre Isaac si
avvicinava a Levi per tranquillizzarlo sulla salute della sua sorellina.
<<
Che cosa ti è venuto in mente, andiamo vuoi davvero farti
umiliare a questo
modo? >> Lilith guardò il bel viso di suo
fratello deturpato dalla
rabbia:<< Levi non è così, non
è come… >> <<
Già certo come
no! Quello ti ha praticamente definito una stupida senza cervello e tu
gli
muori ancora dietro! Mi complimento con te sorellina davvero!
>> gli
occhi di Lilith si riempirono di lacrime:<<
Perché non mi ascolti? Mike è
cambiato, io sono cambiata, abbiamo parlato e…
>> << Ci sei andata
a letto? >> la domanda di Levi la colse di sorpresa
mozzandole il
respiro.
Mike si
sentiva male per lei vedendola a letto rannicchiata su sé
stessa con le mani
che stringevano convulsamente le lenzuola: chissà cosa stava
vivendo la sua
piccola Lil in quel momento, sapeva che era solo un sogno e che sarebbe
finito
presto ma vederla stare male faceva stare male anche lui.
<<
Sono qui Lilith, sono qui nanetta >> le
mormorò accarezzandole i capelli,
non sapeva a quanto servisse ma voleva che lei lo sentisse e sapesse
che era
sempre e comunque al suo fianco.
<<
Allora? Rispondimi: ci sei andata a letto vero? >> le
guance di Lilith
divennero rosse:<< Non sono cose di cui io debba
discutere con te Levi,
sono grande abbastanza per… >> suo fratello le
voltò le spalle:<<
Sempre la stessa storia vero? Tu sei una strega, tu sei speciale e tu
puoi
decidere cos’è meglio per te anche se stai facendo
un madornale errore >>
a quelle parole a Lilith tornò in mente il giorno in cui le
era arrivata la
lettera per Hogwarts e Levi l’aveva odiata per quella
possibilità che lui aveva
sempre desiderato:<< Siamo ancora a questo punto Levi?
Credevo l’avessimo
superato, credevo che ormai… >>
<< Che ormai cosa? Tu hai tutto
quello che vuoi Lilith, tu puoi avere tutto ciò che
desideri, hai la magia, hai
mamma e papà che ti adorano e adesso hai anche quel cretino
che era la tua
prima cotta che sbava per te, scusami tanto sorellina ma comincio a non
poterne
più della fortuna della perfetta piccola Lilith Sherwood,
comincio ad essere
stufo di essere la seconda scelta su tutto! Io ti voglio bene Lilith ma
non ho
intenzione di restare qui a guardarti mentre butti via la tua vita con
uno che
sicuramente ti farà solo soffrire >>
<<
Come sta? >> Michael si voltò guardando Levi
immobile sulla porta della
stanza mentre lui era seduto sul letto con la testa di Lilith sulle
ginocchia
mentre le mani di lei stringevano i suoi pantaloni conficcandogli le
piccole
unghie nella pelle ma era una cosa che sopportava più che
volentieri se voleva
dire che Lilith si sarebbe sentita meno sola:<< Di
preciso non lo so, è
un incubo ma è una cosa che solo lei può
affrontare >> replicò tornando
ad accarezzare i capelli di lei:<< Ti lascerà
i segni >> mormorò
Levi avvicinandosi e notando quanto le unghie della sorella erano
conficcate
nelle gambe di Mike:<< Lo so, ma non voglio che si senta
sola, lei mi è
stata vicino quando è successo a me >>
<< Gratitudine? >>
domandò Levi ma Michael sorrise togliendo una mano di Lilith
dalle sue gambe
stringendola con la propria:<< Direi più amore
>> poi alzando gli
occhi aggiunse calmo e serio:<< Non gliel’ho
ancora detto ma sono
innamorato di lei, forse dalla prima volta che l’ho vista.
L’ho trattata male e
non avrei mai voluto farlo ma passerò il resto della mia
vita a chiederle
perdono e a guadagnarmi il suo amore >>
<<
Mike non mi farà soffrire >>
replicò lei determinata ma Levi rise
acido:<< Sì, lo dicevi anche a quattordici
anni ed è bastato il tempo di
un anno scolastico per farti cambiare idea, ti ha spezzato il cuore Lil
cosa ti
fa credere che ora sarà diverso? >> poi
guardandola con biasimo aggiunse
la sola frase che Lilith non avrebbe mai voluto sentire da quelle
labbra:<< Vai avanti così e io e te non
abbiamo più niente da dirci, vai
avanti per la tua strada e con me hai chiuso >> ormai
Lilith piangeva e
non c’era modo o cosa che potesse calmarla, le due persone
più importanti della
sua vita erano inconciliabili e non avrebbe mai potuto scegliere uno
dei due!
<<
Sei cattivo Levi, come puoi chiedermi di fare una cosa del genere? Come
puoi
dirmi di rinunciare a Mike, sai che io lo… >> ma mentre stava per
pronunciare quell’ultima parola sentì qualcosa di
caldo che l’avvolgeva poi una
luce chiara le colpì gli occhi e quando sbatté le
lunghe ciglia per guardarsi
intorno si trovò praticamente rannicchiata tra il suo
ragazzo e suo fratello
con Mike che le teneva una mano e Levi che le accarezzava un fianco con
affetto:<< Ciao sorellina >> le
mormorò Levi con il suo caldo
sorriso:<< Levi…che
cos’è…cos’è
successo? >> e si voltò verso Mike
per vedere la sua espressione ma anche Gail stava
sorridendo:<< Hai fatto
un brutto sogno Lil, tutto qui >> le rispose il fidanzato
con un sorriso
continuando a stringerle la mano, sentendo Levi che si schiariva la
voce Lilith
tornò a guardarlo e allora il fratello si
alzò:<< Io vado a riposare, è
stata una giornata dura e domani voglio stare ancora un po’
con te prima di
tornare a Londra >> << Levi…
>> mormorò lei preoccupata di
quello che gli aveva raccontato sulla sua storia con
Mike:<< Tranquilla
sorellina, mi fido di te. Sempre >> e quelle quattro
parole bastarono a
farla sentire in pace con sé stessa.
<<
Stai bene? >> le domandò Mike mettendosi
più comodo e stendendosi nel
letto con lei:<< Io e te in un letto siamo pericolosi
stangone >>
lo prese in giro rannicchiandosi contro di lui:<< Non ho
intenzione di
fare niente con tuo fratello in giro sappilo >>
<< Stasera però
Levi non ci sarà >> Mike la baciò
sorridendo:<< Stasera sarai tutta
mia >> e pensando a ciò che se ne stava
placidamente nella tasca della
sua giacca Lilith sorrise appoggiandosi al petto di
Mike:<< Sì, devo dire
che sei più comodo tu di un cuscino >>
<<
Ed ecco il bambino felice che scarta i suoi regali >>
commentò Libero
mentre Niko con precisione quasi maniacale e un sorriso a trentadue
denti
stampato in faccia stava costellando di piccole candele lo scalone che
scendeva
alle terme e riempiendo le vasche con petali di fiori e oli profumati
che
permeavano l’aria attorno a loro:<< Devi fare
colpo su qualcuno stasera
Valuev? >> domandò Libero notando quanto Niko
fosse preciso in quello che
stava facendo:<< Puoi chiamarmi solo Niko per favore?
>> <<
Che cosa c’è che non va nel tuo cognome scusa?
>> domandò Libe e Niko lo
guardò di traverso:<< Non è il mio
cognome è chi lo porta a darmi
fastidio >> capendo che in fondo le loro situazioni non
erano così
diverse Libero annuì in silenzio:<< Tregua?
>> domandò poi piano
indeciso anche lui su quella parola:<< Stai rivoltando le
carte in tavola
Nott? >> Libero scosse il capo:<< Sto
semplicemente cercando di non
rovinare questa serata ancora prima che cominci >>
capendo che Libero
aveva un piano in mente o per lo meno un’idea, Niko
annuì borbottando qualcosa
a proposito della faccia da scemo dell’altro tornando poi a
concentrarsi sugli
alcolici che aveva predisposto in una nicchia di pietra in un angolo
accanto al
piccolo bagno turno.
<<
Ma vuoi fargli venire un infarto per caso? >>
domandò Frankie quando vide
Maggie uscire dal bagno con i capelli sciolti lungo le spalle, il
costume panna
e una camicia nera un po’ lunga che le faceva da vestaglia e
che le arrivava a
metà delle cosce:<< È troppo?
>> Frankie deglutì:<< La
camicia non è tua vero? >> lei scosse il
capo:<< È una di quelle di
Ian, ho chiesto a Yanna se poteva procurarmene una, tuo fratello non lo
sa e tu
non devi dirglielo >> François alzò
le mani in segno di resa mentre si
sistemava la camicia di lino azzurra come i suoi occhi:<<
Leila resterà
senza fiato, sei favoloso >> lui sorrise guardando Maggie
dal riflesso
dello specchio:<< Dici che sarei pazzo a lasciare tutto
per stare con
lei? Voglio dire qui sarei il capo del dipartimento di pozioni, sarei
io a
comandare invece a Londra sarei uno dei tanti, è un posto da
impiegato qualsiasi
>> << Io farei la stessa cosa se dovessi
scegliere tra il mio
lavoro, la mia vita a Londra e tuo fratello, farei qualsiasi cosa per
stare con
Ian >> ripensando alla sua conversazione con Marcel
Deveraux e al gufo
che Marcel gli aveva mandato subito dopo pranzo Frankie
sorrise:<< Sì,
credo che tu abbia ragione alla fine di posti da pozionista ce ne sono
ovunque
mentre Leila Tallyst è unica >> Maggie lo
guardò sorridendo e scuotendo
il capo:<< Come siamo romantici stasera signor Atelier,
che cos’hai in mente?
>> Frankie allungò una mano verso il
comò aprendo il primo cassetto ed
estraendo una piccola scatolina rivestita di velluto:<<
Beh io ho
qualcosa in mente, ma non certo per stasera >> poi
girandosi verso Maggie
aprì il piccolo portagioie mostrandole quello che conteneva.
<<
Perché sei nervosa? Non è che tu e il bellimbusto
abbiate problemi >>
commentò Daniel sorridendo forzatamente a Noelle mentre lei
si legava un
delicato foulard di seta impalpabile attorno al corpo in modo da
coprire il
costume a due pezzi rosso che aveva indossato:<< Il
bellimbusto, come lo
chiami tu, sta diventando il problema >>
mormorò la Jackson decisamente
nervosa:<< Cosa vuoi dire? Non mi sembra che tu e James
abbiate litigato
>> lei arricciò il naso in una smorfia mentre
cercava una collana a
pendente nel suo beauty:<< Solo perché non lo
facciamo davanti agli altri
non significa che non litighiamo >> specificò
lei mettendosi la collana
in modo che il pendente, uno smeraldo tagliato a forma di goccia, le
scivolasse
esattamente sul petto poco sopra la curva del seno, era impossibile che
James
non lo vedesse e che il suo sguardo non gli cadesse lì,
anche perché quel
ciondolo glielo aveva regalato lui l’anno prima per il suo
compleanno quindi…
<<
Voi due che litigate davvero sarebbe l’Apocalisse Noelle,
siete praticamente
come il principe e la principessa delle favole che leggo ad Abby,
vivrete per
sempre felici e contenti >> di nuovo lei
arricciò il naso:<< Nelle
tue favole non c’è nessun accenno ad un principe
idiota e testardo? >>
Danny fece spallucce e sorrise:<< Magari ha i suoi
motivi… >> le
ricordò facendo per sdraiarsi sul letto e vedendolo Noelle
si girò di scatto
allarmata:<< Ehi aspetta che stai facendo?
>> << Mi metto
comodo, non ho tutta questa voglia di venire a festeggiare se mi
capisci…
>> Noelle incrociò le braccia sul petto
cominciando a battere un piede
per terra, sembrava la caricatura di un coniglietto arrabbiato con
quello
sguardo truce:<< Aspetta un attimo,
cos’è questa novità? Stamattina non
vedevi l’ora che arrivasse questa serata e adesso invece ti
tiri indietro? Che
cos’è successo nel mentre Danny? Chi è
riuscito a demolire la tua spavalderia
da arrogante ed insopportabile serpe? >> <<
Arrogante e cosa?
>> lei agitò le mani minimizzando la
cosa:<< Lo dico in senso
buono, sai che mi piaci, avanti che è successo?
>> poi avvicinandosi e
tirandolo per un braccio aggiunse:<< O meglio lei chi
è? Anche se credo
di avere una mezza idea in proposito >> Daniel si mise
seduto a forza
visto che sapeva che quel piccolo uragano non lo avrebbe lasciato in
pace tanto
in fretta:<< Senti ho fatto una cavolata e non penso sia
il caso di
venire a festeggiare stasera >> lei
sorrise:<< Che cosa le hai
detto? >> << Come sai che…
>> << C’è una sola
donna in
questo albergo che ha destato la tua attenzione e quindi te lo ripeto:
che cosa
le hai fatto? >> deglutendo Daniel si prese la testa tra
le mani:<<
Le ho chiesto di venire a vivere con me >>
<< Cosa? No aspetta,
davvero? >> lui alzò la testa annuendo
borbottando nervoso:<< Se lo
urli ancora mi sentirò più stupido di quanto non
sia già >> Noelle gli si
sedette accanto:<< Beh ammetto che non mi aspettavo una
dichiarazione
così rapida ma in effetti insieme siete…
>> lui alzò le mani per
bloccarla:<< No, che hai capito…stavamo
parlando del nostro passato e ad
un certo punto mi è uscito fuori…ma non
c’è niente di romantico in questo,
voglio che mi dia una mano con Abby, non che io e lei…
>> Noelle alzò gli
occhi al cielo:<< Ti prego dimmi che non glielo hai detto
così >>
<< Certo che… >> uno
scappellotto gli arrivò sulla testa prima che
potesse concludere la frase:<< Sei un idiota Daniel
Johnson! >> lui
guardò Noelle con gli occhi verdi arrabbiati e
nervosi:<< No! Io non ho
bisogno di un’altra donna, io ho avuto Shannon e ora
c’è Abby che ha bisogno di
me, non mi serve una che mi faccia dimenticare quello che ho passato
con…
>> altro scappellotto stavolta un po’
più forte del primo:<< Ahia!
>> << Continua a dire scemate del genere e
io continuo a darteli
>> lo minacciò Noelle poi tornando calma
incrociò le braccia sul
petto:<< Perché lo hai chiesto a Delila?
>> Daniel la guardò
cercando velocemente una scusa per cambiare discorso:<<
Chi ti dice che
lo abbia chiesto a lei? >>
Noelle alzò di nuovo gli
occhi al cielo sbuffando:<<
Ok tra te e Jamie non so chi sia peggio >> poi scuotendo
la testa
continuò:<< Ripeto quello che ho detto prima:
c’è una sola donna qui
dentro che ha suscitato il tuo interesse quindi voglio sapere:
perché glielo
hai detto? >> capendo che con lei non aveva molte vie di
fuga, anzi
assolutamente nessuna, decise di vuotare il sacco o per lo meno in
parte:<< Perché vorrei che mia figlia
diventasse così quando sarà grande,
ho ascoltato la sua storia e nonostante tutto quello che ha passato
è diventata
una donna che non si spaventa davanti a niente o quasi, è
decisa, è
intelligente, è caparbia e… >>
<< Bellissima? >> suggerì
Noelle con un sorriso:<< No, vedi che non capisci, io
voglio qualcuno che
possa essere un modello per Abigail. Quando si è fidata di
me tanto da
raccontarmi cosa le era successo mi sono sentito onorato e
lì ho capito che
vorrei che mia figlia avesse accanto un modello del genere, non me ne
faccio
niente di una oca senza cervello che penserebbe solo ad affascinare me
quando
la cosa più importante è mia figlia
>> capendo che quel mulo cocciuto non
si sarebbe mosso di un millimetro da quello che credeva fosse la cosa
giusta da
fare Noelle decise di cambiare tattica:<< Sì,
ho capito quello che vuoi
dire, ma cerca di vedere la cosa dall’altra parte: hai
chiesto ad una donna di
venire a vivere con te non perché lei ti piace o
perché ne sei innamorato, lo
hai fatto perché cerchi una specie di babysitter per tua
figlia, per quanto
siano nobili le tue intenzioni Daniel non è esattamente la
proposta che una
ragazza si aspetta di ricevere >> Johnson parve pensarci
un attimo poi le
parole di Delila di quel pomeriggio gli tornarono in mente: E
se un domani
dovesse arrivare una donna della quale ti innamorerai? Se arrivasse
quella
giusta io che fine farei? Non aveva fatto caso a quelle
domande sul momento
ma con il senno di poi capiva che quel discorso era più che
legittimo:<<
Io non voglio illuderla, non voglio che possa sperare che un giorno
io…non
posso farlo Noelle, non posso darle quello che non sono più
in grado di provare
>> ma mentre pronunciava quella frase lui stesso si
accorse che forse non
era del tutto vero: aveva uno stupido sorrisino sulle labbra da quel
pomeriggio
ogni volta che ripensava a Delila tra le sue braccia durante
quell’attacco di
panico e a quello che lei gli aveva detto sul battito del suo
cuore…si sentiva
stupidamente orgoglioso di essere l’unico in grado di
calmarla, l’unico a cui
avesse rivelato il suo segreto e, anche se non era così
bello da dire, l’unico
che era in grado di scatenarle certe reazioni…
Chiudendo
gli occhi e prendendo un bel respiro Daniel rimise a posto le idee nel
suo
cervello: quello che stava succedendo non andava bene, quello che stava
cominciando a provare era pericoloso e poi non doveva dimenticare
Shannon, lei
era l’amore della sua vita, lei era la donna che aveva
sposato e giurato di
amare, gli si bloccò il respiro a quella frase, finché
morte non ci separi…la
morte di lei li aveva già separati ma per lui era come se
lei fosse ancora lì.
<<
Andiamo tu adesso vieni con me e per lo meno le chiedi scusa per le
assurdità
che le hai detto oggi >> la voce di Noelle
così come le mani di lei sul
suo braccio lo riportarono alla realtà e in quel momento
guardando la
determinazione della ragazza Daniel capì una cosa: doveva
convincere Delila ad
andare con lui, se non altro perché voleva davvero aiutarla
con il suo
problema!
Quando
raggiunse le terme insieme a Leila James si guardò intorno
nella sala
illuminata dalla luce dorata di tante piccole candele che fluttuavano
sopra le
loro teste mentre un mare di petali di fiore di vari colori galleggiava
sull’acqua:<< Benvenuti alla notte della
follia, la sola notte in cui
potete essere chi volete e fare ciò che volete
>> e come un anfitrione
dei tempi antichi, con tanto di lenzuolo a fungere da toga e una corona
di
alloro vero in testa, Nikolaj li accolse mettendo loro in mano due
bicchieri di
cristallo finemente lavorato contenenti idromele a giudicare dal
colore:<< Ti sei dato molto da fare vedo >>
sogghignò James
cercando con gli occhi la morettina che voleva stringere tra le
braccia:<< Beh amico mio che cosa vuoi che ti
dica…amo le cose ben fatte
>> poi sollevando gli occhi Niko incrociò il
delicato profilo di una
bionda dagli occhi azzurri che stava varcando la soglia con addosso
solamente un
costume intero senza spalline color rosa antico, se non fosse stato per
il
ricamo nero su un lato sembrava quasi non indossare nulla, era una
visione:<< Scusatemi, devo fare gli onori di casa
>> commentò
scherzando ed avvicinandosi alla donna:<< Delila
>> la salutò poi
con un sorriso che lei ricambiò:<< Vedo che il
tuo gusto per l’eccesso è
rimasto quello di una volta >> commentò lei
ricordando l’unica festa di
Niko a cui aveva partecipato nel periodo in cui aveva curato le vendita
di alcune
sue opere per un ricco imprenditore americano:<< Ricordo
che anche quella
volta indossavi un vestito davvero fenomenale, ma stasera ti sei
superata
>> sorridendo di nuovo lei gli portò via dalle
mani il bicchiere:<<
Ho deciso che non ho alcuna intenzione di restarmene in un angolo ad
ammuffire,
hai dato questa festa per farci divertire no? Bene voglio proprio
divertirmi
>>
Belle
Est-ce
le diable qui
s'est incarné en elle
Pour
détourner mes yeux du Dieu éternel
Qui
a mis dans mon
être ce désir charnel
Pour
m'empêcher de regarder vers le Ciel
Guardando
i due che ridevano Daniel mandò giù un lungo
sorso dell’Acquaviola che aveva in
mano, aveva deciso di non bere troppo perché voleva avere la
lucidità
necessaria per parlare con Delila ma vederla civettare con Nikolaj
quando
invece avrebbe dovuto esserci lui a…ma che cosa stava
pensando? Era pazzo? Lui
per quella donna non provava niente! Assolutamente niente!
<<
Sono carini insieme vero? E dire che pensavo di avere qualche chance,
che
stupida vero? >> ed Iris gli si avvicinò
scuotendo il capo e mandando giù
una lunga sorsata di quello che, Daniel ci avrebbe giurato, non era
succo di
zucca:<< Stai bene? >> << Se
per bene intendi che sono qui a
farmi il sangue amaro per un buffone che si diverte con qualsiasi cosa
respiri
allora sì, sto bene >> di nuovo lo sguardo di
Daniel tornò ai due e
stringendo la presa sul proprio bicchiere restò a guardare
Niko che porgeva il
braccio a Delila e la scortava verso una delle vasche:<<
Siamo nella
stessa situazione a quanto vedo >> commentò
Iris con un sorriso
acido:<< Bene, allora brindo alla tua Danny
>> << Salute
>> commentò lui amaro facendo tintinnare i
loro bicchieri e finendo in un
unico sorso quello che restava del suo drink, forse ubriacarsi non era
un’idea
così cattiva…
Infatti
quella era esattamente l’idea che aveva avuto Bunny non
appena aveva varcato
quella dannata porta celeste e aveva visto Libero che usciva da una
delle
vasche con una miriade di piccole goccioline che gli scivolavano sul
petto, ma
come diavolo faceva ad essere così perfetto in ogni dannato
momento? Con il
senno di poi aveva capito che per lei Libero Nott sarebbe stato
perfetto anche
dopo una partita di Quidditch sotto la pioggia e pieno di fango e
sudore, aveva
cercato di avvicinarsi e di dirgli qualcosa, ma la sua grande
abilità di
oratrice e scrittrice veniva meno ogni volta che incrociava quel
sorriso e
quegli occhi marroni che le facevano mancare il fiato.
<<
Ciao >> e quella voce scura la fece sobbalzare mentre un
brivido caldo le
percorreva le membra:<< Che cavolo Nott! >>
Libe rise vedendo la
sua faccia arrabbiata:<< Scusami, solo che eri
così assorta nei tuoi
pensieri che non ho resistito >> << Forse
sono altre le cose a cui
non dovresti resistere invece che comportarti come un bambino di cinque
anni
>> inaspettatamente Libero la prese tra le braccia
sorridendo
allegro:<< La vuoi chiudere quella bocca una buona volta?
>> a
quella voce canzonatoria e quel sorrisetto Ben si inalberò
all’istante:<<
Cosa vuoi, sei tu che… >> ma il resto della
sua frase fu bloccato dalle
labbra di Libero sulle sue.
Stava per
mettergli le braccia al collo e rispondere al bacio quando lui si
staccò
guardandola fisso negli occhi:<< Dovrei trovare un altro
modo per
zittirti ma devo dire che questo è molto piacevole
>> << Mi dici
che cosa vuoi… >> un altro bacio
bloccò le sue parole e quando si staccò
di nuovo Libero le passò le mani nei capelli guardandola con
gli occhi che
brillavano:<< Vuoi farmi parlare? >> poi
poggiando la fronte su
quella di lei e sorridendo aggiunse:<< Ci ho pensato e
hai ragione:
litigheremo per metà del tempo se stiamo insieme
>> lì il suo sorriso
divenne ancora più grande:<< Ma passeremo di
certo l’altra metà a fare
l’amore per fare pace e non voglio perdere nessuna delle due
cose >> per
la prima volta dopo tanti anni Bunny divenne rossa abbassando gli occhi
imbarazzata da quelle parole, il ragazzino era diventato uomo in un
attimo
davanti ai suoi occhi ed era tutto per lei:<< Che cosa
stai dicendo?
>> Libero rise piano sollevandole il viso con una
mano:<< Sai
benissimo cosa sto dicendo, perché non me lo dici tu?
>> <<
Arrogante >> lo sfotté non volendo dargliela
vinta:<< Dillo
>> la sfidò di nuovo e sorridendo Bunny gli
mise le braccia dietro al
collo allungando una gamba per infilarla tra quelle di
Libero:<< Dire
cosa? >> lui deglutì poi sorrise, non avrebbe
mai rinunciato ad una
sfida:<< Sai benissimo cosa >> lei scosse
il capo:<< Credo di
avere un vuoto di memoria >> poi senza che Libero se ne
accorgesse spostò
leggermente il piede in modo da farlo inciampare, erano sul bordo della
piscina
e quindi finirono entrambi in acqua.
Quando
riemersero sotto lo sguardo di tutti gli altri Libero la
tirò vicino a
sé:<< Strega >> le
mormorò sorridendo e Bunny scoppiò a ridere
baciandolo:<< Arrogante buffone >> Libero
se la prese in braccio
portandola di peso fuori dall’acqua e avvicinandosi alla
porta:<< Adesso
te lo faccio vedere io l’arrogante buffone >>
poi strappandole l’ennesimo
bacio davanti a tutti si voltò verso gli amici lanciando
un’occhiata di sfida a
Nikolaj:<< Non sperare che te la riporti prima di domani
amico! >>
poi sotto gli sguardi esterrefatti di metà dei presenti
uscì tenendosi in
braccio quella che finalmente poteva chiamare la sua ragazza!
<<
Teatrale come sempre >> commentò James
riferendosi a Libero con un
sorriso mentre guardava Noelle che era seduta accanto a lui nel piccolo
bagno
turco e che giocherellava con un paio di petali che le galleggiavano
davanti:<< Perché vuoi dirmi che tu non lo
faresti? >> domandò
senza nemmeno guadarlo:<< Credi che non lo voglia?
>> lei fece
spallucce:<< Non lo so ed è questo il problema
>> vinto dal suo
stesso desiderio e stufo di negarsi almeno il piacere di
un’unica volta con
quello splendore prese un polso di Noelle alzandosi di
scatto:<< Hai
quella dannata chiave con te? >> gli occhi di lei
brillarono di
vittoria:<< Certo che ce l’ho ma non penso tu
adesso voglia sapere dove
>> James sorrise e dio solo sapeva quanto gli costava
farlo in quel
momento:<< Vuoi che ti spogli qui davanti a tutti Noelle
Jackson?
>> lei scosse il capo:<< No, ti voglio
tutto per me cadetto Rhodes
>> James se la incollò su un fianco baciandole
i capelli che adesso
profumavano di cedro e mirto:<< Chiamami
un’altra volta così e non ci
arriveremo interi in quella camera >> << Mi
piaci quando sei così
ricettivo cadetto >> inaspettatamente James si
bloccò dietro una colonna
poco prima della porta ma fortunatamente nascosto dalla vista degli
altri
appoggiando Noelle contro il muro e alzando una mano per arrivare al
fiocco che
le teneva chiuso il pezzo sopra del costume sorrise:<< Io
ti avevo
avvisato >> poi scivolando con le labbra sul collo di lei
cominciò a
percorrerlo piano con la punta della lingua pizzicandole la pelle con
quel
leggero velo di barba che non si era rasato quella
mattina:<< Jamie…
>> lui rise contro il suo collo:<< Peggiori
solo le cose così
pasticcino >> << Usa la smaterializzazione,
fai quello che vuoi ma
muoviti non ce la faccio più >> lo
implorò in un sussurro cominciando ad
accarezzargli la schiena con le mani e tirando i lembi della canottiera
che lui
si era ostinato ad indossare per nascondere quel vergognoso segreto.
Quando
riaprì gli occhi Noelle guardò le familiari
pareti azzurre della stanza:<<
Da quando ci sono capitata dentro sapevo che sarebbe successo qui
>>
disse guardando il letto e facendo per voltarsi verso James ma il corpo
di lui
appoggiato alla schiena la bloccò:<< Eh no mia
cara, hai giocato con me
fino ad adesso…ora è il mio turno
>> poi facendo scivolare le dita su e
giù sulla pancia di Noelle usò la bocca per
sciogliere quel maledetto nodo
lasciando scivolare a terra il pezzo sopra del costume:<<
Mio piccolo
delizioso pasticcino >> un sospiro uscì dalle
labbra di lei e con un
piccolo strattone James la fece voltare verso di sé
riprendendo a
baciarla:<< Noelle Jackson hai una vaga idea di quanto io
abbia aspettato
questo momento? >> lei annuì e scosse il capo
quasi contemporaneamente,
stava provando così tante sensazioni che non sapeva
esattamente che cosa
dire:<< Sei ancora troppo vestito Jamie >>
e lei allungò una mano
per infilarla sotto alla sua canotta quando lui la
bloccò:<< Posso fare
da solo? C’è una cosa che devi vedere e non vorrei
che… >> ma bloccando
il resto della frase si allontanò un paio di passi da lei
portandosi le mani
alla vita e tirandosi via la maglia dalla testa gettandola poi a terra.
Mentre
guardava quella statua greca estasiata Noelle si rese conto che era la
prima
volta da quando lo conosceva che vedeva James a petto nudo, anche
d’estate o
durante tutto il tempo che avevano passato insieme lui aveva sempre
portato una
stupida canottiera come quella che aveva messo quella sera, fu solo
quando i
suoi occhi scivolarono poco sotto il costato di lui che ne
capì il vero
motivo:<< Jamie >> e mormorò il
suo nome quasi con timore:<<
Lo so non è un bello spettacolo >>
commentò lui cercando di non guardarla
ma la mano fresca di Noelle gli sfiorò la lunga cicatrice
che gli attraversava
il fianco e che spariva sotto l’elastico del costume, non era
particolarmente
cruenta ma era grossa ed era lì a ricordargli ogni giorno
quello che era
successo:<< Quando te la sei fatta? >>
<< Durante l’incidente
che ho avuto tre anni fa >> poi passandosi una mano sul
viso cercò di calmare
il nervosismo:<< So che è orribile da vedere
quindi se non vuoi… >>
ma vedendo Noelle che si inginocchiava davanti a lui gli venne un
colpo:<< Che cosa stai… >> lei
sorrise:<< Lascami fare
>> e con tutta la tenerezza del mondo la giovane Jackson
chinò il capo
iniziando a baciare tutto il percorso della cicatrice:<<
Non è una ferita
che mi farà cambiare idea su di te James Rhodes, non
è questa che mi farà
cambiare quello che provo >> afferrandola per le spalle
lui la tirò di
nuovo in piedi stringendola a sé e accarezzandole il viso e
i capelli al colmo
della gioia:<< Ti amo Noelle, ti amo da morire
>> lei sorrise
baciandolo mentre gli sfiorava di nuovo la cicatrice con la
mano:<< Anche
io ti amo stupido pauroso >> e mentre la faceva sdraiare
sul letto e si
stendeva su di lei James Rhodes capì che niente sarebbe mai
stato così perfetto
come quel momento.
<<
Ehi che cos’è quella faccia imbronciata?
>> Maggie si voltò a trovando i
due occhi azzurri del suo coinquilino che la guardavano
curiosi:<<
Niente, solo che tuo fratello ha cose più importanti da fare
>> Frankie
le si sedette accanto nell’acqua bassa della
piscina:<< Cos’è successo?
>> << Eravamo qui seduti e prima che
potessi anche solo pensare di
saltargli addosso è arrivata Yanna dicendogli che
c’erano delle questioni della
massima urgenza che necessitavano di lui >>
François sorrise vedendo il
broncio di Maggie che si accentuava sempre di
più:<< Andiamo cosa può
esserci di così urgente alle dieci di sera? Tuo fratello
vuole farmi morire
>> poi ripensando a com’era vestito anzi meglio
dire svestito Dorian
quella sera le salì ancora di più il nervoso;
Frankie stava per aprire bocca e
dire qualcosa per consolarla quando un urlo spezzò
l’atmosfera gioiosa:<<
Tieni le mani lontano da lei! >> e Daniel Johnson in un
impeto di rabbia
si avvicinò a Niko prendendolo per una spalla per poi
tirargli un pugno in
piena faccia facendolo cadere a terra.
Con le
mani che ancora tremavano Daniel voltò lo sguardo verso
Delila ancora in piedi
lì accanto e con una mano sulle labbra dove fino a pochi
istanti prima Nikolaj
la stava baciando:<< Chi vuoi, chiunque tu voglia ma non
lui! >>
poi fulminandola per l’ennesima volta Daniel le
voltò le spalle uscendo dalla
stanza sbattendo la porta.
Ci vollero
un paio di minuti dopo quell’ennesima scena madre prima che
Maggie si
accorgesse di due grandi occhi azzurri che la stavano scrutando da una
rientranza accanto alla statua di Poseidone che sovrastava il lato
opposto
della piscina, rimase ferma ancora un attimo poi il suo interlocutore
le fece
segno di seguirlo e, per quanto sembrasse strano a dirsi, sembrava
anche
abbastanza imperativo.
Uscendo
dalla vasca si diresse verso di lui scoprendo poi una piccola porta
che, stando
a quello che vi era scritto sopra, portava ad uno spogliatoio.
La spinse
piano e quando vi entrò si rese conto della poca luce che vi
regnava dentro,
riusciva a malapena a vedere oltre il suo naso:<< Renoir?
>> chiamò
poi cercando di capire dove era finito il gufo:<< Renoir
dove sei?
>> al secondo richiamo l’animale emise un
piccolo grido e un’altra luce
si accese dando modo a Margaret di vedere una lunga scatola dorata
poggiata sul
pianale di tufo:<< E questa cos’è?
>> domandò poi al gufo che si
era appostato accanto alla scatola quasi aspettando che lei
l’aprisse e in
effetti sul biglietto appoggiato sopra c’era scritto il suo
nome; girandolo
Maggie lesse le l’altra parola scarabocchiata in fretta: Indossami.
Sollevando
il coperchio della scatola un piccolo sorriso le comparve sulle labbra
alla
vista dell’abito color avorio che vi era
dentro…che cosa stava combinando Ian?
Senza pensarci troppo fece per slacciare il fermaglio dorato che faceva
da
chiusura all’abito per metterselo quando si
ricordò che il suo costume era
ancora bagnato, avrebbe rovinato tutto il vestito nel giro di due
minuti quindi
c’era una sola che poteva fare.
Una volta
richiusa la scatola Maggie fece per guardare Renoir ma il gufo sembrava
svanito
nel nulla, le venne una mezza idea di chiamare Yanna e chiederle come
sempre
dove fosse finito il suo padrone quando qualcosa di piccolo, colorato e
decisamente iperattivo prese a svolazzarle intorno alla
testa:<< Ma cosa…
>> e sollevando una mano Maggie fece per cacciare
l’insetto accorgendosi
poi che in realtà quello era un piccolo colibrì
dalla testa violetta che
sembrava molto intenzionato a starle appiccicato:<< E tu
da dove esci?
>> domandò poi guardandolo diffidente, aveva
fatto amicizia con Renoir ma
continuava a diffidare dei pennuti in genere, tuttavia il piccolo
uccello non
si diede per vinto e girandole attorno come la reincarnazione di un
falco in
miniatura la portò ad alzare gli occhi su una piccola porta
scura sul fondo
dello spogliatoio che prima non aveva notato:<< Vuoi che
ti segua?
>> domandò all’uccellino e questo,
quasi l’avesse capita, cominciò a
sbattere le ali ancora più freneticamente uscendo nella
fresca aria notturna.
Elle
porte en elle le
péché originel
La
désirer
fait-il de moi un criminel
Celle
Qu'on
prenait pour une
fille de joie une fille de rien
Semble
soudain porter
la croix du genre humain
Mentre
usciva Maggie si guardò intorno nel magnifico ed immenso
giardino quasi del
tutto immerso nel buio:<< Dove mi stai portando?
>> domandò dopo
qualche passo notando che l’animaletto svolazzava davanti a
lei ma si fermava
ogni tanto per assicurarsi che lo stesse seguendo:<<
Dorian che cosa hai
organizzato stavolta? >> sì ormai aveva capito
che il suo caro
fidanzatino aveva trovato una scusa per defilarsi per organizzarle quel
qualsiasi cosa fosse! Rabbrividendo un attimo a causa dei piedi nudi
che
camminavano sul porticato di pietra esterno Maggie si guardò
intorno quando
qualcosa poggiato sulla balaustra catturò la sua attenzione.
Si avvicinò ancora e notò una rosa bianca chiusa
dentro quella che aveva
tutta l’aria di essere una gabbia dorata, fece per allungare
una mano e
prendere il fiore quando si ritrovò catapultata in un
ricordo: <<
Margaret… >> fu solo un attimo ma
percepì la stessa sensazione di quel
momento, di quando Dorian aveva pronunciato per la prima volta il suo
nome la
sera del pigiama party.
Quando
tornò alla realtà il fedele colibrì
era lì che l’aspettava:<< Tu sei la
mia guida di stasera vero? >> il piccolo fece un paio di
capriole in aria
in segno di assenso poi continuò la sua piccola corsa
facendola scendere nel
giardino ed addentrarsi in una galleria di cespugli e alberi, sembrava
quasi un
labirinto tanto era buio e tanto quelle siepi erano alte.
Quando
giunse alla fine del corridoio miss Stains rimase immobile davanti alla
fontana
che zampillava al centro dello spiazzo con un delizioso putto alato che
sorrideva e sembrava soffiare via qualcosa dalla propria mano, Maggie
si guardò
intorno alla ricerca di qualche altro pensiero di Ian ma non vide
nulla;
stava per
perdere le speranze quando il suo piccolo amico volò fino
alla statua
dell'angelo poi le svolazzò praticamente in mano portando
con sé la corolla di
un papavero, non appena il fiore sfiorò le sue dita un altro
flash le si parò
davanti: Dorian in smoking che l’attendeva in fondo alla
scale la sera del loro
primo appuntamento…aveva quasi fatto le scale di corsa
quando lo aveva visto e
aveva capito che stava aspettando lei, lo aveva amato dal primo momento
e tutto
quello che lui stava facendo non era altro che l’ennesima
prova di quanto lei
fosse ricambiata.
Ô
Notre-Dame!
Oh
! Laisse-moi rien
qu'une fois
Pousser
la porte du
jardin d'Esmeralda
La caccia
al tesoro, sì ormai nella sua mente la chiamava
così visto anche il premio che
sperava l’aspettasse alla fine, riprese e stavolta
arrivò davanti ad un muro di
cinta con un portone lavorato in ferro battuto; si avvicinò
e lo spinse piano
entrando in quello che sembrava a tutti gli effetti una sorta di
piccolo
giardino segreto: c’erano un paio di salici e in fondo una
costruzione che non
riusciva a scorgere bene per quanto era immersa
nell’oscurità.
Mosse
qualche passo in quella direzione ma la sua guida le si parò
davanti volando a
zig zag con fare decisamente arrabbiato:<<
Perché non vuoi che ci vada?
>> l’uccellino fece uno strano verso poi le
girò intorno alla testa per
farle voltare il viso e fu allora che le sue labbra si aprirono in una
O
sorpresa: il salice accanto a lei, e dio solo sapeva come aveva fatto a
non
notarlo prima, era letteralmente coperto di lucciole che brillavano
come stelle
nella notte.
Rimase
immobile a guadarle quando una di loro si avvicinò
poggiandosi sul suo naso e,
proprio come ormai si aspettava, un altro ricordo la avvolse: non
c’era molto
da vedere, solamente due mani strette l’una
nell’altra ma avrebbe ricordato
quel momento per il resto della sua vita, quando quel giorno orribile
Ian non
l’aveva cacciata e si era fatto consolare anche solo con un
abbraccio per lei
era stato come la più bella dichiarazione di fiducia del
mondo, gli aveva
dimostrato che sarebbe rimasta sempre accanto a lui in qualsiasi
momento e lui
le aveva dimostrato qual era il suo posto: lì, al suo fianco.
All’improvviso
tutte le lucciole lasciarono l’albero e quasi dirette da una
musica immaginaria
si posizionarono ai due lati di Maggie creando un immaginario sentiero
che
conduceva proprio all’edificio che aveva visto poco prima.
Nascosto
dal riflesso della luna sulle vetrate Ian guardò la sua
bella principessa
percorre quasi correndo quel sentiero di lucciole, non credeva avrebbe
mai
visto Maggie più bella della prima volta in cui si erano
incontrati ma in quel
momento con quel vestito e quel sorriso sulle labbra era davvero
l’immagine di
una dea, la sua dea.
Quando
raggiunse l’edificio Maggie si accorse che era quasi
interamente di vetro e
spingendo piano la porta ebbe la conferma di quello che aveva
immaginato: era
una serra.
Entrando e
vedendo la miriade di piante, uccellini e lucciole che riempivano
l’ambiente si
sentì come una principessa delle favole che entra nel regno
delle fate, c’era
qualcosa di estremamente magico in quel luogo e fu solo quando
sentì quella
voce di velluto alle sue spalle che capì
cos’era:<< Ciao amore mio
>>
Bello era
riduttivo per descrivere il magnifico uomo che le si stava avvicinando
con le
mani nelle tasche dei pantaloni e la camicia bianca sbottonata sul
collo che
non faceva altro che mettere in risalto la sua innata classe ed
eleganza:<< Dio quanto sei bello >> gli
sussurrò quando Ian la ebbe
raggiunta e lo vide sorridere:<< Mi stai rubando le
battute chérie?
>> << Posso rubarti qualcos’altro
se vuoi >> lo stuzzicò
sorridendo per poi passarsi la lingua sul labbro inferiore; erano a
pochi
centimetri l’uno dell’altro ma Ian non aveva ancora
alzato una mano per
toccarla, era immobile a guardarla quasi fosse la prima volta che la
vedesse:<< Puoi toccarmi sai…non mordo
>> lui rise piano:<<
Tu no ma vie, io forse sì >> Maggie
sorrise:<< Vuoi giocare a chi è
più pericoloso? >> << Parto
svantaggiato amore, tu sei la mia
tentazione più grande >> << E tu
sei la mia >> gli ricordò
calma:<< Grazie per quello che mi hai preparato
>> continuò poi con
gli occhi che brillavano:<< Ti sono piaciuti i miei
ricordi? >>
<< Sono quelli che preferisco >>
<< Anche io, avrei voluto
farti vedere con i miei occhi quello che ho provato la prima sera che
ti ho
visto ma poi mi sono ricordato che non erano pensieri così
perbene >>
<< Credi che i miei lo siano adesso? >>
<< Margaret… >>
con un passo lei colmò la distanza tra di
loro:<< Dillo ancora >>
<< Margaret >> le ripeté di
nuovo e lei alzò le mani cominciando a
slacciargli i bottoni ad uno ad uno:<< Aspetta...
>> le sussurrò
Ian prendendo fiato e Maggie alzò un sopracciglio
scettica:<< Mi stai
davvero chiedendo di aspettare? >> lui annuì
prendendole una
mano:<< Dammi solo un minuto, c'è una cosa che
voglio darti >> poi
tirando fuori la mano dalla tasca dei pantaloni le fece penzolare
davanti al
viso una collana con una pietra bianca opalescente tagliata a forma di
cuore,
il resto del girocollo era un meraviglioso intarsio di oro, brillanti e
pietre:<< Questa è una pietra di luna, quando
ero piccolo mia mamma mi
faceva giocherellare con il ciondolo finché non mi
addormentavo, diceva che
teneva lontano i brutti sogni... >> Maggie lo
guardò sorpresa:<<
Aspetta vuoi dire che quella era di... >>
<< Era di mia madre, è la
sola cosa che ho voluto tenere di lei >> gli occhi di
Maggie divennero
lucidi:<< Non posso accettare, Ian non...
>> lui le si mise alle
spalle:<< Non te lo sto chiedendo >> poi
sollevando una mano arrivò
alla chiusura del vestito mormorandole all'orecchio:<<
Sono giorni che sogno
di vedertela addosso, di vederti con solo questa addosso
>> la sua mano
lasciò andare il fermaglio mentre una carezza di seta
scivolava sul corpo nudo
di Maggie:<< Sorpreso? >> gli
domandò sentendolo prendere fiato e
Ian rise sfiorandole una spalla con le labbra:<< Diciamo
che mi stai
rendendo molto difficile fare le cose come si deve >>
Maggie rise piano
prendendogli una mano e poggiandola sul suo ventre in modo che Ian
potesse
sentire la sua pelle sotto le dita:<< Va bene, come vuoi
starò buona
>> la voce di Ian le fece venire i
brividi:<< Stai tentando il
diavolo amore mio >> << Tu non sei il
diavolo >> la mano di
Ian scese un po' più in basso facendola
sospirare:<< Sicura? >>
<< Forse un po' >> << Bene
>> le mormorò sorridendo per
poi sollevare di nuovo la mano e passargliela sul collo poco prima di
farvi
scivolare la collana.
<<
Grazie >> e prendendo il cuore con due dita si
voltò verso di lui con un
piccolo sorriso:<< Adesso però vieni qui
>> e alzandosi in punta di
piedi gli mise le braccia al collo e prontamente le mani di Dorian la
sollevarono, senza perdere tempo Maggie gli baciò le labbra
iniziando a giocare
con la sua lingua; non appena Ian sentì le gambe di lei
salde attorno alla
propria vita spostò le mani sul resto del suo corpo, dio
quanto poteva la sua
felicità dipendere da quello scricciolo di sessanta
chili:<< Sai di menta
>> commentò poi quando si staccarono per
riprendere fiato:<< Credo
che Niko abbia messo litri di oli in quelle vasche >> Ian
sorrise:<<
Non sai quanto mi è costato non farti mia in quella piscina
stasera, quando ti
ho visto con la mia camicia e quel costume ero così eccitato
che temevo di non
poter aspettare >> << Per quanto mi sarebbe
piaciuto preferisco che
sia solo tu a vedermi così >> Ian sorrise
furbo:<< E sarà sempre
così >> poi muovendo un paio di passi con il
suo piccolo koala addosso
andò dietro l'immenso salice al centro della serra mostrando
a Maggie un letto
rotondo di vimini coperto da candide lenzuola:<< Che cosa
ci fa un letto
qui? >> << Idea di mio nonno, questa serra
era sua, è qui che si è
dichiarato a mia nonna e che l'ha sedotta la prima volta
>> Maggie lo
guardò allusiva:<< Vizio di famiglia?
>> << No, volevo solo
che ti ricordassi per sempre di questa serata >>
<< Sarai mio, me
lo ricorderei anche se lo avessimo fatto sul tavolo della cucina
>>
Dorian le baciò le labbra:<< Non penso che
Clau gradirebbe lo spettacolo
>> poi adagiandola sul morbido giaciglio
aggiunse:<< Anche perché
vorrei essere l'unico a sentirti quando griderai il mio nome
>> quando
vide lo sguardo di sfida balenare negli occhi di Maggie per un attimo
si
ricordò di quella dannata pozione ma quando quelle mani
raggiunsero il bottone
dei suoi pantaloni tutto il resto passò in secondo piano,
tutto tranne la sua
voce che lo sfidava:<< Non penso che griderò
signor Atelier >>
<< Ne riparliamo domani signorina Stains >>
<< Perché non
adesso? >> rimettendosi in piedi Ian si portò
le mani alla vita facendo
scivolare i pantaloni per poi tornare nel letto con
Maggie:<< Perché
adesso voglio concentrarmi su qualcosa di molto, molto più
invitante >> e
mentre pronunciava quella frase cominciò a baciarla sul
collo scendendo sempre
più in basso ad ogni parola evitando però
accuratamente di sfiorarle il seno o
qualsiasi altro punto che avrebbe potuto mettere fine a quel
gioco:<<
Credi.... >> Maggie prese un respiro:<<
Credi che... - altro
respiro - cederò? >> la bocca di lui era ad un
soffio da quella parte di
lei che agognava di essere soddisfatta:<< Non lo credo
principessa, lo so
>> poi sfiorando accidentalmente con la mano quella parte
di lei Ian si
stese al suo fianco guardandola rapito:<< Ci sono
così tante cose che
vorrei fare con te e abbiamo così poco tempo
>> << Abbiamo tutto
il… >> ma ormai troppo impaziente Ian le mise
una mano dietro la nuca
tirandola verso di sé e riprendendo a baciarla mentre la sua
dolce e timida
fidanzata faceva scivolare le mani fino all’elastico dei suoi
boxer.
Belle
Malgré ses
grands yeux noirs qui vous ensorcellent
La demoiselle
serait-elle encore pucelle ?
Quand ses mouvements
me font voir monts et merveilles
Sous son jupon aux
couleurs de l'arc-en-ciel
Mentre i
due finalmente potevano godersi quel momento tanto atteso
qualcun’altra, seduta
sul proprio letto stava giocherellando con una collana tra le mani
aspettando
che il suo bel cavaliere finisse di farsi la doccia e la raggiungesse a
letto,
ormai si era abituata a dormire con lui accanto e non riusciva a fare
diversamente!
<<
Ehi che cosa ci fai lì dritta come un soldatino?
>> Lilith alzò gli occhi
guardando quel viso che aveva amato dal primo momento in cui lo aveva
visto:<< Ti stavo aspettando >> Mike le si
avvicinò sorridendo,
aveva solo un asciugamano legato attorno alla vita e per un attimo lei
cercò di
concentrarsi su qualcosa che non fosse quel corpo
fantastico:<< Cos’hai
Lil? Sembri nervosa >> Lilith prese fiato stringendo le
mani di Mike
nelle proprie e facendovi scivolare la piccola collana che gli aveva
preso:<< Che cos’è? >>
domandò lui vedendo la piccola barretta d’acciaio
satinato attaccata ad una sottile catenella dello stesso
materiale:<< È
una collana, l’ho trovata stamattina mentre ero in giro con
Levi >> Mike
osservò meglio il gioiello e notò le piccole
parole incise sui quattro lati: l’amour,
la joie, la passion, la vie.
<<
Il vecchietto della bancarella ha detto che secondo la tradizione
queste sono
le quattro parole da cui si riconosce se la persona che hai accanto
è quella giusta:
l’amore che provi per lui, la gioia che ti provoca lo stargli
accanto, la
passione che
condividete
e la vita che passerete insieme
>> poi alzandosi in piedi sorrise dolce con gli occhi che
brillavano:<< Levi mi ha preso in giro per tutto il
tempo, ma io ci ho
pensato e so che quello che provo per te non è una semplice
cotta >>
Michael sorrise:<< Anche io ti…
>> << Aspetta, fammi finire
>> Mike fece per annuire ma rimase immobile vedendo
Lilith che gli si
stava inginocchiando davanti sempre tenendogli le mani e sorridendo
radiosa:<< Michael Jamieson Gail, vuoi sposarmi?
>>
Ma
dulcinée
laissez-moi vous êtes infidèle
Avant
de vous avoir
menée jusqu'à l'autel
Quel
Est
l'homme qui
détournerait son regard d'elle
Sous
peine
d'être changé en statue de sel
Stretta
tra quelle braccia forti Maggie continuava a lasciarsi baciare dalle
labbra di
quel diavolo d’uomo, tuttavia c’era qualcosa che la
disturbava in quel momento
di assoluta perfezione:<< Toglitela >> gli
ordinò poi ferma
guardando Ian con tutta la serietà di cui era
capace:<< Come? >>
<< La camicia, toglitela >> lui
sorrise:<< Ai suoi ordini
signorina >> e mettendosi seduto Ian si sfilò
l’indumento dalla testa
gettandolo a terra accanto ai pantaloni:<< Adesso
sì che ragioniamo
>> gli rivelò lei sorridendo facendolo
sdraiare e mettendosi a cavalcioni
sulle sue gambe:<< Chiudi gli occhi >>
Dorian fece come gli stava
ordinando e quando Maggie lo vide steso tra le lenzuola con gli occhi
chiusi e
le braccia aperte completamente alla sua mercé
sentì un piccolo senso di
possesso e quella punta di gelosia tutta femminile che si era
impadronita di
lei dalla prima volta che aveva toccato quelle labbra:<<
Ti amo Dorian,
ti amo dal primo momento in cui ci siamo parlati >> gli
mormorò mentre si
sdraiava su di lui facendo aderire i loro corpi e gli baciava il collo
visto
che più in alto non poteva arrivare dalla sua
posizione:<< Ti amo anch’io
Margaret >> scendendo con le labbra lungo il suo petto
lei sorrise
scaldando la pelle di lui con il proprio respiro:<< La
sera del ballo del
ministero, hai mai pensato cosa sarebbe successo se ti fossi
presentato?
>> lui sorrise tenendo sempre gli occhi
chiusi:<< Milioni di volte
ma vie >> Maggie lo baciò ancora, ormai era
quasi arrivata alla sua
vita:<< Avrei voluto che lo avessi fatto, ora le cose
sarebbero diverse
>> Ian allungò una mano e anche senza vederla
trovò quella di lei
intrecciandola con la propria:<< Se non ci fosse stato
quell’idiota
insieme a te ti avrei portato via da quella festa e ti avrei fatta mia
quella
notte stessa >> lei rise sollevando i
fianchi:<< Possiamo
recuperare adesso? >> prendendogli le mani Maggie le
poggiò sui propri
fianchi e lo vide sorridere quando sentì la sua pelle calda
sotto le
dita:<< Fai piano, è passato un po’
dall’ultima volta >> gli
ricordò timorosa per la prima volta da quando era iniziata
quella serata:<<
Se dovessi esagerare fermami >>
l’ammonì mentre lei scivolava su di lui e
un piccolo sorriso estatico si disegnava sulle labbra di
entrambi…
Ô
Fleur-de-Lys,
Je
ne suis pas homme
de foi
J'irai
cueillir la
fleur d'amour d'Esmeralda
Erano
passati quasi due anni dall’ultima volta che era stata a quel
punto con
qualcuno ma era come se il suo corpo e quello di Ian fossero nati per
stare
insieme, erano così perfetti che al giovane bastarono un
paio di spinte per far
impallidire tutto quello di cui Daniel si era sempre vantato, in
confronto a
Dorian Atelier il suo ex era un misero puntino insignificante.
<<
Ian… >> sentendosi chiamare Dorian
aprì gli occhi e per un attimo Maggie ebbe
i brividi guardando quei due pozzi quasi neri da quanto lui aveva le
pupille
dilatate e nel giro di pochi secondi Dorian invertì le loro
posizioni
sovrastandola e sorridendole senza mai lasciarla
andare:<< Stai bene?
>> le domandò prendendo fiato e lei
annuì, aveva la gola troppo secca per
dire qualsiasi cosa.
Sorridendole
Ian continuò a fissare gli occhi nei suoi finché
da quelle labbra di pesca non
uscì il suo nome e mentre si chinava per baciare quel seno
latteo rise
assaporando il gusto della vittoria.
J'ai
posé
mes yeux sous sa robe de gitane
À quoi me
sert encore de prier Notre-Dame
Quel
Est celui qui lui
jettera la première pierre
Celui-là ne
mérite pas d'être sur terre
<<
Certo che non scherzavi Marcel, è davvero
carina...>> conosceva quella
voce, ma sperava tanto che la sua mente gli stesse giocando un brutto
scherzo:<< Carina? È uno schianto, se non ci
fosse Charlotte... >>
<< Sempre con questa scusa di tua moglie, è
vecchia Deveraux >> lo
prese in giro la prima voce:<< Dite quello che volete, io
trovo che
stiano bene insieme >> concluse una terza voce e con
ancora gli occhi
chiusi Ian cercò di non mettersi a ridere, il suo inferno
personale aveva appena
interrotto uno dei momenti più romantici della sua vita!
Oh
! Laisse-moi rien
qu'une fois
Glisser mes doigts
dans les cheveux d'Esmeralda
Esmeralda.
<<
Dite che dovremo svegliarli? >> ma perché i
suoi migliori
amici dovevano avere quelle idee malsane? Non potevano aspettarlo in
hotel come
tutte le persone normali? Per un attimo Ian maledisse l'idea di averli
invitati
per il weekend.
<< Adesso datemi una buona ragione per non cruciarvi
tutti e tre >>
e girandosi nel letto si mise seduto con le gambe fuori dal
letto:<< Ah
ok, hai i boxer...per un attimo pensavo di doverti vedere al
naturale...
>> e Marcel sorrise malizioso:<< Mi
spiegate che cosa ci fate qui?
>> domandò il piccolo del gruppo fulminando i
tre che lo guardavano
sorridendo sornioni:<< Ci hai invitato tu
>> replicò il biondo
passandosi una mano sui capelli corti e facendo brillare di
divertimento gli
occhi color acquamarina:<< Vi ho invitati a passare il
weekend in hotel
per conoscere Margaret Pierre, non a rovinare la nostra prima...
>> la
risata del giovane con il codino accanto a Pierre lo fece infuriare
ancora di
più:<< Aspetta questa era la vostra prima...
>> e si guardò intorno
notando i gelsomini rampicanti e i cespugli di hibiscus che profumavano
l'ambiente:<< Sapevo che quella del serio e compassato
Dorian era solo
una finta, sapevo che Atelier le grand sarebbe
tornato >> commentò
poi felice:<< Hermes uscite da qui, adesso
>> sibilò Ian allungando
la mano verso la sua bacchetta di faggio poggiata sul
comodino:<< Dai
Ianuccio...sai che non volevamo... >> lo prese di nuovo
in giro l'amico
con il suo sorriso da canaglia:<< Ian... >>
quella piccola vocina
gli gelò in sangue nelle vene: adesso era davvero nei guai!
la collana di Elodie
Atelier, ora di Maggie...
Levi Sherwood, fratello di
Lilith
Gli amici di Ian (a qualcuno noti come " I tre
Moschettieri ")
Marcel Deveraux
Pierre DuLac
Hermes Valois
La
postilla della Serpe
Scusatemi di nuovo, l'ultima cosa poi smetto di rompere!!!! Lo giuro!
Se vi va (quindi niente obbligo) per quando arriveranno i vari parenti
nei prossimi capitoli se avete in mente qualche prestavolto particolare
e volete dirmelo altrimenti mi guardo intorno io e scelgo quello che mi
ispira...decidete voi...(tanto non compariranno tutti nel prossimo
capitolo tranquille)
|
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Capitolo 19 *** 18 - Le consapevolezze del giorno dopo ***
Capitolo 18
<<
Maggie mettiti questa per favore >> e allungandole la
propria camicia
Dorian la coprì con il lenzuolo e solamente dopo la giovane
si accorse di tre
paia di occhi che la fissavano:<< Che cosa…
>> poi voltandosi verso
Dorian si perse per un attimo a guardare quella perfezione di muscoli
accorgendosi dopo del segno viola che lui aveva alla base del
collo:<<
Dammi cinque minuti e torno da te d’accordo? >>
poi avvicinandosi ai tre
uomini li prese per le camicie spintonandoli in malo modo fino alla
porta della
serra sbattendoli in giardino.
<<
Ehi è questo il modo di trattare i tuoi migliori amici?
>> domandò Hermes
trattenendo a stento le risate:<< È il modo di
trattare i tre idioti che
hanno appena rovinato il mio risveglio dalla notte perfetta
>> Pierre
incrociò le braccia sul petto:<< La notte
perfetta eh… >> poi
scambiandosi un’occhiata con gli amici
aggiunse:<< La serra,
i fiori, il succhiotto che hai sul collo…hai
trovato la donna in grado di domare il nostro stallone preferito?
>>
Dorian prese fiato:<< Pierre DuLac smettila
immediatamente o giuro che ti
tolgo quello che fa di te il più famoso giocatore della
nazionale >>
Hermes scoppiò a ridere:<< Credo che non stia
parlando della mano buona
che usi per impugnare la mazza amico >> Marcel rise a sua
volta:<<
Beh Hermes…sempre di mazza parliamo >>
<< Ma chi me lo ha fatto
fare di farvi venire qui? >> brontolò Ian
più a sé stesso che a
loro:<< Dai Ian lo sai che scherziamo >>
commentò Marcel cercando
di calmare l’amico:<< Lo so Marc, davvero lo so
>> poi passandosi
una mano nei capelli aggiunse:<< Ma in quel letto
c’è la donna che amo e
onestamente avrei voluto svegliarla in maniera diversa >>
Hermes annuì ma
fu Pierre a scusarsi per tutti:<< Scusa Ian, davvero non
volevamo
rovinarti la serata perfetta, non pensavamo che voi due non aveste
ancora…cioè tu
sei Atelier le grand, a scuola eri…
>> un piccolo lampo di
tristezza passò negli occhi blu del giovane
Atelier:<< Sono stato Atelier
le grand dieci anni fa, quei tempi sono finiti
>> << Ehm…Ian…
>>
e Marcel richiamò la sua attenzione:<< Cosa?
>> borbottò l’altro
che non li aveva ancora perdonati:<< Girati Atelier
>> gli ordinò Hermes
e quando Ian si girò trovò Maggie sulla porta
della serra a piedi nudi con
addosso solo la sua camicia e la collana di sua madre:<<
Ciao >>
lei sorrise facendo per scendere i gradini ma lui la
raggiunse:<< Ciao
amore >> poi voltandosi verso i suoi migliori amici un
piccolo sorriso
gli scappò sulle labbra:<< Avrei voluto
presentarteli in maniera diversa
>> poi fulminandoli ancora aggiunse:<< Loro
sono i miei migliori
amici: Marcel, Pierre ed Hermes >> Maggie rimase ferma a
guardare quei
tre adoni poi aggiunse stringendosi ad Ian:<< Piacere di
conoscervi, io
sono Maggie >> per un attimo Ian sperò di
essersela cavata ma gli bastò guardare
i suoi amici che si allontanavano e Maggie che scivolava via dal suo
abbraccio
per ricredersi.
<<
Margaret scusami io non credevo... >> lei si
voltò con gli occhi pieni di
rabbia e di qualcosa che lui non riuscì a
comprendere:<< Non credevi
cosa? Per chi mi hai preso Ian? Solo perché siamo andati a
letto insieme adesso
pensi di poterti vantare della cosa con i tuoi amici? Di potermi
sbandierare in
giro come... >> la bocca di lui sulla sua la
bloccò.
Quando la
lasciò Ian la guardò con gli occhi
scuri:<< Credi che l'abbia fatto
apposta? Credi che potrei mai dividere questa notte con qualcuno oltre
a te?
>> poi passandosi le mani nei capelli prese
fiato:<< Senti mi
dispiace, ho invitato quei tre perché volevo farteli
conoscere, tu conosci già mio
padre e mio fratello, volevo che conoscessi l'altra metà
della mia famiglia
>> davanti a quelle parole Maggie si
bloccò:<< Non l'avevi
programmato? >> si sentiva stupida a chiederlo ma voleva
sentirlo da
lui:<< Sai che non lo farei mai, sono quei tre idioti che
mi hanno voluto
fare uno scherzo, come se fossimo ancora a scuola >>
avvicinandosi Maggie
fece per dire qualcosa ma lui continuò:<<
Quando sono andato a
Beauxbatons ero un ragazzino arrabbiato con il mondo, mi sentivo solo e
triste
ma sapevo che non potevo cedere, che se lo avessi fatto avrei deluso
mio padre
e non potevo farlo, non potrò mai farlo >>
davanti a quelle parole Maggie
cominciò a capire come si era sentito Ian per tutti quegli
anni:<<
Conobbi Marcel la seconda settimana di scuola, ero entrato di nascosto
nel
campo da Quidditch della scuola per giocare un po', mi ha sempre
rilassato
giocare e ne avevo davvero bisogno, credevo che mi avrebbe mandato
dalla
preside o cose del genere, invece nel giro di mezz'ora ci siamo
ritrovati a
giocare insieme come se ci conoscessimo da una vita, Pierre ed Hermes
erano i
suoi compagni di squadra e così siamo diventati un gruppo.
Al mio terzo anno
sono diventato cercatore e da quel momento siamo stati inseparabili, so
che
sembrano degli arroganti cretini, ma non sarei quello che sono oggi
senza di
loro >> poi stringendole la mano sorrise:<<
O senza di te >>
<< Io non ho fatto niente >>
<< Mi hai accettato per come
sono davvero, quello che abbiamo fatto ieri sera, quello che ho sempre
sognato
di fare con te, pensavo fosse troppo, pensavo di sembrare pazzo invece
tu...
>> poggiandogli una mano sulla guancia Maggie gli fece
voltare il viso
verso di lei:<< Quanto tempo abbiamo prima di colazione?
>> Dorian
sorrise:<< Mezz'ora, quarantacinque minuti al massimo
>> lei si
passò la lingua sulle labbra prima di baciarlo di
nuovo:<< Facciamoceli
bastare monsieur Atelier >>
Sbattendo
le palpebre per abituarsi alla luce che filtrava dalle persiane James
guardò il
piccolo corpicino rannicchiato accanto a lui, Noelle era
così bella e pura e
lui si sentiva così male per aver ceduto e aver sporcato con
le sue mani quel
piccolo capolavoro di perfezione, non si pentiva di quello che avevano
fatto,
non avrebbe mai potuto; si pentiva di averle di nuovo mentito.
<<
Uhm...è presto, dove stai andando? >> e la
mano di Noelle fece per
afferrarlo mentre lui si stava alzando:<< Continua a
dormire, io torno
subito >> ovviamente Noelle si voltò
guardandolo con i grandi occhi verdi
perplessi:<< Dove stai andando James Rhodes?
>> << Da nessuna
parte, mi si stanno informicolando le gambe e volevo sgranchirmele un
po’… >>
con la voce acida nonostante quello che stava facendo Noelle
spostò le lenzuola
mostrando il suo corpo al fidanzato:<< Vuoi sgranchirti,
vieni qui allora
>> << Non penso sia il caso di…
>> lei sbatté un pugno sul
letto mettendosi seduta con le gambe incrociate sul
materasso:<< Ti prego
non ricominciare! Non di nuovo! >> poi alzando gli occhi
per guardarlo
aggiunse più calma:<< Che cosa
c’è Jamie? C’è qualcosa che
ti preoccupa
ma pensavo che dopo ieri sera… >>
<< Non si tratta di ieri sera
Noelle, forse io non sono l’uomo giusto per te, forse
è meglio se ti trovi… >>
lei si alzò in piedi raggiungendolo e facendo per tirargli
uno schiaffo ma la
mano di James la bloccò a pochi centimetri dal suo
viso:<< Ehi...ma che
cosa… >> << Ti meriteresti di
peggio razza di opportunista, cos’è adesso
che hai ottenuto quello che volevi non ti interesso più?
avevi detto di volerci
andare piano, di voler stare con me, invece erano tutte balle! Non
appena ti ho
dato quello che ti ha dato chiunque altra hai perso ogni interesse
per… >>
le labbra di James e la lingua di lui in bocca le impedirono di finire
quella
frase; quando la lasciò James le passò le mani
tra i capelli:<< Noelle
Jackson io ti amo, su questo non devi avere dubbi >>
<< Jamie… >>
<< Ti amo ma continuo a pensare che tu staresti meglio
senza di me
>> una mano di Noelle si alzò ad accarezzargli
una guancia coperta di
barba:<< Pensi di essere l’unico a provare una
cosa del genere? Anche io
ti amo Jamie come puoi credere che stia meglio senza di te?
>> <<
Non sono l’uomo che pensi di conoscere >>
buttò fuori ormai sfinito dal
peso che da anni si portava dentro:<< Io ti conosco, so
chi è James
Rhodes e per quanto a volte tu sia insopportabilmente arrogante e
saccente mi
piaci e passerei tutta la mia vita a… >>
<< Non sono l’eroe che
dipingi tu d’accordo? >> << Sei
un Auror James, so che avrai fatto
cose di cui non vai fiero ma tutti noi abbiamo…
>> << Sono un
assassino d’accordo? >> le urlò in
faccia, probabilmente non c’era altro
modo di farle cambiare idea e la verità di certo
l’avrebbe spaventata:<<
Cosa? >> e portandosi le mani alla bocca per soffocare un
grido Noelle lo
guardò con gli occhi dilatati dalla paura:<<
Sono un assassino, ho ucciso
un uomo >> ripeté di nuovo con gli occhi seri
e quelli di Noelle
divennero lucidi:<< Non può
essere…tu non puoi… >>
<< Invece
sì, uno schiantesimo. Lui era un babbano >>
lei prese fiato poi poggiò le
mani sulle braccia nude di lui:<< Dimmi
cos’è successo James >>
<< Come? >> << Dimmi
cos’è successo, hai ucciso un uomo va
bene, ma voglio sapere come e cosa è successo
>> << Tu sei pazza,
Noelle ti ho appena detto che… >> ma prima che
lui potesse fare qualsiasi
cosa per fermarla Noelle entrò nella sua mente trovandosi
catapultata in quel
giorno che aveva cambiato per sempre James Rhodes!
<<
Fermi tutti, mani in alto! >> tutta la gente dentro al
supermercato
rimase immobile davanti ai tre uomini armati e con delle maschere
bianche sul
viso:<< Il primo che osa muovere un muscolo gli faccio
saltare il
cervello >> commentò il secondo uomo
scoppiando a ridere e avvicinandosi
ad una cassiera di mezza età che era immobile davanti alla
sua cassa:<<
Avanti vecchia apri e tira fuori i soldi >> poi facendo
cenno ai due
complici di avvicinarsi alle altre casse prese uno dei sacchetti di
carta della
spesa piazzandolo davanti alla donna:<< Tira fuori tutto
quello che hai,
avanti >> immobile come se stesse guardando un film
Noelle vide James in
fila dietro ad una mamma con due bambini che osservava la scena, poteva
sentire
la sua rabbia e il suo cervello che stava rapidamente osservando la
situazione,
aveva la bacchetta nella tasca interna della giacca e stava calcolando
al
millesimo di secondo i tempi per poter fare qualcosa senza far del male
a
persone innocenti, era l’unico mago in mezzo a tutti quei
babbani ma lei sapeva
che non avrebbe mai permesso che…:<< Ehi tu!
Che hai da guardare?
>> e il terzo uomo rimasto immobile sulla porta del
supermercato si voltò
guardando direttamente lui, James rimase immobile:<< Ti
ho detto che cos’hai
da guardare ragazzino >> e si avvicinò
minaccioso verso di lui.
Noelle
notò che l’uomo non aveva armi con sé o
almeno non apparentemente, ma solo un
pazzo sarebbe andato a fare una rapina disarmato:<<
Allora? vuoi fare l’eroe
per caso? >> poi avvicinandosi ancora
aggiunse:<< Li conosco i tipi
come te sai…credi che potresti fare qualcosa per risolvere
la situazione, che
farai un grande gesto e tutti voi uscirete di qui sani e salvi, notizia
flash
pivello: non accadrà. Nessuno di voi uscirà sano
da qui e sicuramente non tu
>> James lanciò un’occhiata alla
donna con i due figli che era accanto a
lui e che era pallida come un cadavere:<<
Andrà tutto bene signora, andrà
tutto... >> voleva calmare lei e chiunque altro
lì dentro prima di
prendere la bacchetta e sistemare quei tre, doveva fare in fretta e poi
sparire
di lì ma se tutto andava come aveva progettato sarebbe
filato tutto liscio.
Noelle
poteva sentire chiaramente i pensieri di James, erano i suoi ricordi
quelli che
stava guardando in fondo…
<<
Ti ho detto di non fare l’eroe >> e con quella
voce impastata e acida l’uomo
si avvicinò ancora a James prendendolo per il collo e
stringendo in modo da
fargli mancare l’aria:<< Mi hai capito
bamboccio? Devi stare fermo e
zitto >> poi alzando l’altra mano
tirò un ceffone a Rhodes colpendogli la
guancia con il dorso e il grosso anello che vi era sopra.
Cadendo
a terra Jamie lo guardò con odio pulendosi un rivolo di
sangue dal labbro e
facendo per rialzarsi:<< Sei cocciuto eh…
>> commentò l’altro quasi
divertito dalla scena:<< Bene, vediamo se questo ti fa
passare la voglia…
>> e avvicinandosi alla donna guardò i due
bambini immobili nel carrello
della spesa con gli occhi lucidi:<< Stai tranquilla
piccola…finché il tuo
amico starà buono non ti succederà niente, ma se
dovesse provare ancora… >>
<< Adesso basta! >> James si
rialzò e fece per prendere la propria
bacchetta ma l’uomo si voltò di scatto mettendogli
di nuovo le mani alla
gola:<< Decido io quando è basta
>> gli sibilò poi e con una mano
si rovistò nella giacca tirando fuori un coltellaccio dalla
lama
seghettata:<< E il tuo tempo è scaduto
ragazzino >> poi fissando
gli occhi neri in quelli di James gli conficcò il coltello
in un fianco
infilandovelo fino all’elsa e spingendo
forte:<< Esattamente caro…fa male
vero… >> il sorriso sadico dell’uomo
gli disse quello che aveva
sospettato fin dall’inizio: quello era un pazzo.
Mentre
la vista gli si annebbiava e il fianco gli bruciava James strinse la
mano
attorno alla bacchetta tirandola fuori e puntandola allo stomaco
dell’uomo:<<
Che cosa stai… >> ma il ladro non ebbe tempo
di pensare ad altro perché la
sua voce urlò stupeficium e un lampo rosso di inaudita
potenza sbatté quel
viscido verme indietro facendolo sbattere con la testa contro il bordo
di
metallo di una delle casse.
Tutti
gli occhi dei presenti si spostarono su James e gli altri due complici
vedendo
il loro amico che non si muoveva più presero quel poco di
malloppo che avevano
racimolato dalle due casse guadagnando velocemente l’uscita
del negozio.
La
donna a cui James aveva appena salvato la vita fece per alzare una mano
ed
avvicinarsi a lui ma ormai la ferita gli faceva troppo e sentiva che
stava per
svenire; con le ultime forze rimaste sorrise e si
smaterializzò.
Noelle uscì
dalla sua testa guardando il ragazzo che amava con gli occhi verdi di
nuovo
lucidi ma per altri motivi:<< Non dovevi farlo
>> le mormorò poi
tornando a sedersi sul letto sfinito dal peso di quel
ricordo:<< Dovevo
sapere e tu non me lo avresti mai detto da solo >> James
alzò gli occhi
guardandola poi con un piccolo sorriso
mormorò:<< Ormai sai tutto, quindi
sai perché non possiamo restare insieme >>
Noelle fece per prendergli una
mano ma James si scostò:<< Vestiti per favore,
così mi distrai troppo e
mi viene voglia di tornare in questo letto con te >>
<< Dovresti
farlo >> << Cosa? >> prima di
continuare Noelle si sedette
accanto a lui sul letto avvolgendosi nelle lenzuola:<<
Non ti sei già punito
abbastanza per quello che ti è successo? >>
<< Punito? Noelle io ho…
>> lei gli strinse le mani tra le
proprie:<< Sì, hai ucciso un uomo
è vero, ma ti stavi difendendo e stavi difendendo anche
tutte quelle persone
dentro al supermercato, non hai ucciso per il gusto di farlo,
l’hai fatto perché
sei stato costretto >> poi sfiorandogli la cicatrice lei
aggiunse:<< Per questo ti vergognavi a farmela vedere?
>> in
silenzio Jamie annuì:<< Ogni volta mi ricorda
quello che ho fatto, ogni
volta che la guardo mi torna in mente quel giorno e non volevo che tu
fossi
costretta a portare questo peso con me >> sorridendogli
dolce Noelle gli
baciò una guancia dove lui si stava facendo crescere un
leggero velo di
barba:<< So che è terribile quello che ti
è successo Jamie, ma c'è una
cosa a cui non hai pensato: io voglio te. Voglio te e voglio il
pacchetto
completo >> un piccolo sorriso si fece strada sulle
labbra di lui e così Noelle
continuò:<< Voglio una casa tutta nostra, a
Londra, con il giardino, un
albero di ciliegio e due o tre bambini che giocano nel prato
>> poi
ridendo appena aggiunse:<< E voglio un cane!
>> James le prese le
mani:<< Scusa se non te l'ho detto, ma era un peso troppo
grande da
sopportare >> Noelle si strinse a lui:<<
Condividere cose del
genere le rende meno pesanti >> poi sorridendogli
aggiunse:<<
Niente più segreti Jamie, io mi fido di te e voglio poterlo
fare per tutto il
tempo che staremo insieme >> lui sorrise:<<
Sempre è un periodo
molto lungo >> la stuzzicò mentre una piccola
immagine si faceva largo
nella sua mente:<< Sempre è
un’ottima prospettiva >> poi facendo
stendere il fidanzato accanto a sé aggiunse:<<
Cos’è successo dopo che ti
sei smaterializzato? >> lui le mise un braccio dietro le
spalle tirandola
accanto a sé:<< Sono andato al San Mungo,
stavo perdendo molto sangue e
credevo che non ce l’avrei fatta, sono svenuto una volta
comparso nell’ingresso
dell’ospedale; i medici hanno detto che è stata
una fortuna che non mi sia
spezzato durante la materializzazione visto quanto poco ero cosciente.
Sono
rimasto sedato per giorni e ho preso la rimpolpa sangue per settimane,
il mio
capo mi ha detto che una squadra di obliviatori è
intervenuta subito dopo che
io sono sparito e ha modificato la memoria di tutti i presenti
cancellando
quello che avevo fatto, i telegiornali babbani hanno parlato di una
rapina
finita male e cose così, hanno preso i suoi complici poco
lontano e hanno
modificato anche la loro memoria, mi sono salvato ma io non
potrò mai
dimenticare quello che ho fatto >> << Forse
non devi dimenticarlo.
Sei quello che sei anche per ciò che è successo
quel giorno, io ti vedevo a
scuola e ho sempre pensato che fossi troppo arrogante e pomposo, ma
quanto ci
siamo rivisti al quartier generale ho conosciuto un uomo diverso, un
uomo e non
un ragazzino che giocava a fare l’auror, mi sono innamorata
di quello che sei
oggi e quello che sei oggi è frutto anche di quel giorno
Jamie >> lui
sorrise stringendola a sé e baciandole una
tempia:<< Sia benedetto il
giorno in cui il mio capo ha pensato di farti diventare la mia collega
Noelle
Jackson >>> lei sorrise baciandogli le
labbra:<< Sia benedetto
il giorno in cui hai pensato di portarmi qui >>
Entrando
nel piccolo giardino per la colazione con Leila al suo fianco e vedendo
i tre
uomini seduti in un tavolo rotondo al centro della stanza lo stomaco di
Frankie
si chiuse all’instante:<< Che
cos’hai? >> gli domandò la fidanzata
prendendogli
una mano:<< Niente, sto bene >> poi
lanciando un’ultima occhiata ai
tre che ridevano allegramente sorseggiando caffè e croissant
fece per tirare
oltre ma anche gli occhi di Leila si bloccarono su di loro, in fondo
era presto
e oltre a loro cinque la sala era deserta:<< Quelli chi
sono? >>
<< Amici di Ian >> replicò
Frankie asciutto:<< Perché mi
sembra di averli già visti da qualche parte?
>> domandò la ragazza
curiosa:<< Perché sono famosi e amano esserlo
>> le ricordò il
fidanzato:<< Sbaglio o non ti vanno a genio?
>> << Sono dei
palloni gonfiati >> replicò il giovane
avvicinandosi al tavolo e
prendendo un bicchiere di succo:<<
François… >> si voltò di
scatto
sentendo quella voce maschile:<< Deveraux
>> Marcel sorrise
mettendosi una mano nella tasca posteriore dei jeans tirandone fuori
una
piccola busta di pergamena:<< Ho fatto qualche chiamata,
se sei ancora
dell’idea questo è quello che mi avevi chiesto
>> poi rivolgendo lo
sguardo verso Leila le prese una mano facendole il
baciamano:<< Marcel
Deveraux >> guardando l’uomo e il suo sorriso
galante Leila arrossì appena:<<
Quel Marcel Deveraux? >> chiese poi dal momento che
qualche volta aveva
sentito suo padre nominare il giovane capo Auror:<< La
mia fama mi
precede >> commentò lui poi sorridendole
aggiunse:<< Il solo ed
unico >> << Marc piantala di fare il
cascamorto o lo dirò a Charlie
e poi saranno affari tuoi >> lo richiamò
Hermes dal tavolo con un sorriso
sornione:<< Se non fosse che mi dispiacerebbe per tua
moglie ti avrei già
mandato all’altro mondo da un po’ Herm
>> l’altro sorrise:<< Mi
vuoi troppo bene per fare una cosa del genere e poi senza di me
dovresti
sopportare Pierre da solo >> << Ehi
>> commentò l’altro preso
in causa:<< Ho sempre Ian… >> lo
schernì di nuovo Marcel mentre
Frankie e Leila osservavano quel divertente siparietto:<<
Ian? >>
replicò Hermes scuotendo il capo:<< Adesso che
ha quello splendore per le
mani? Sognati pure di vederlo di nuovo in circolazione caro il mio
Marcel
>> << Felice di destare come sempre il tuo
interesse Hermes davvero
>> e la voce dell’Atelier chiamato in causa li
fece voltare tutti verso l’ingresso
dove Ian e Maggie mano nella mano si stavano avvicinando al
tavolo:<< Ah
togliti quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia, sei disgustoso Ian!
>>
brontolò poi Hermes guardando la faccia felice
dell’amico:<< Geloso?
>> Hermes Valois addentò un pezzo di pane e
marmellata facendo diventare
anche il masticare qualcosa di osceno, ma possibile che
quell’uomo nonostante
gli anni fosse ancora il ragazzino di sedici anni che faceva il playboy
a
scuola:<< Geloso io? Te lo farò dire da Leonie
quanto ho da essere geloso
>> Dorian scosse la testa spostando una sedia dal tavolo
per far sedere
Maggie:<< Un giorno o l’altro le
chiederò perché ti ha sposato >>
<< Perché voleva avere il migliore in
circolazione tutto per sé >>
Pierre dovette mettersi una mano sulla bocca per soffocare una risata e
Marcel
tornò a sedersi ghignando:<< Leonie sa delle
tue idee o dobbiamo
dirglielo noi? >> provocò l’amico
bevendo il caffè:<< Charlie sa
che ha sposato un completo idiota che tra poco avrà un
occhio nero? >>
<< Ragazzi…ragazzi…
>> e sorridendo Pierre rivolse i suoi occhioni
azzurri verso la donna seduta davanti a lui:<< Non siamo
qui per litigare…non
davanti alle signore almeno >> Marcel annuì ma
fu di nuovo Hermes a
concludere la frase:<< Hai ragione Pierre, siamo qui per
festeggiare il
nostro piccolo Atelier preferito! Giusto Ianuccio? >> a
quel nomignolo
Ian prese un respiro profondo e cercò gli occhi di Maggie
che ridevano silenziosamente
ma fu un borbottio sommesso alle sue spalle a richiamare la sua
attenzione e
voltandosi vide gli occhi azzurri di Frankie pieni di
rimprovero:<<
Datemi cinque minuti >> commentò poi girandosi
e avvicinandosi al
fratello:<< Bene, ci risiamo >>
commentò Hermes acido versandosi
della spremuta:<< Sei perfido Herm >> lo
rimproverò Marcel
piano:<< Sono realista, non ha più dieci anni,
è ora che cresca >>
<< Lo faresti anche tu se ti fosse successo quello che
è successo a loro
>> gli ricordò Pierre alzando gli occhi verso
Maggie:<< Scusalo,
Hermes non ha peli sulla lingua >> Maggie
guardò i tre leggermente in
imbarazzo e con ancora in mente la scena del suo
risveglio:<< Ci dispiace
per prima comunque >> ed Hermes la guardò con
un piccolo sorriso:<<
Volevamo dare sui nervi a Ian non rovinarvi la festa >>
<< Sì, Ian
me lo ha detto, solo che è stato un
po’… >> << Siamo dei
cretini ma
non siamo cattivi >> le ricordò Pierre
sorridendo:<< E andremmo nel
fuoco per quel ragazzino >> commentò Marcel
guardando di sfuggita Ian
che, in un angolo della sala, stava discutendo con il fratello.
<<
Lo sai che non li sopporto, che cosa vuoi che faccia? >>
<< Sono i
miei amici Frankie e li ho invitati qui per fargli conoscere Maggie
>> il
più giovane lo guardò nervoso:<<
Sì, certo e per festeggiare quella
stupidata di Vargas! >> un sorriso passò
rapido sulle labbra di
Dorian:<< Quella è solo una scusa per vederci
ogni tanto visto gli
impegni di ognuno di noi >> di nuovo il fratello lo
guardò con
biasimo:<< Certo perché starsene tutto il
giorno a giocare a Quidditch è una
cosa così impegnativa come anche scrivere qualche articolo
per quel giornale
del cavolo o… >> << Sai che sei
infantile François? >>
<< Oh adesso sono François? Quando compaiono i
tre moschettieri sono François?
>> non volendo iniziare una discussione in quel momento
Ian si passò le
mani nei capelli:<< Lasciamo stare, ne parleremo con
calma in un altro
momento ma dobbiamo chiarire questa storia >>
<< Ti facilito la
cosa Dorian >> e mise nel nome del fratello tutto il
disprezzo di cui era
capace:<< Finché quegli idioti sono qui
scordati di me e forse anche dopo
>> poi girandogli le spalle tornò da Leila
sussurrandole qualcosa all’orecchio
prima di lasciare la sala.
<<
Avete litigato di nuovo? >> domandò Pierre
quando il suo amico tornò a
sedersi accanto a Maggie:<< Evitiamo
l’argomento Pierre per favore?
>>
Girandosi
per mettersi comoda Iris allungò una mano per afferrare la
coperta ma la sua
mano incontrò qualcosa di caldo e morbido accanto a lei, che
diavolo era? Si
girò di nuovo cercando di mettersi comoda ma era come se
fosse sdraiata su
qualcosa di morbido e duro allo stesso tempo, qualcosa che respirava a
giudicare dal movimento che sentiva contro il proprio
petto:<< Uhm…kotoryy
seychas chas? >> le bastarono quelle poche
incomprensibili parole
pronunciate da quella voce scura per farla mettere seduta e spalancare
gli
occhi di colpo:<< Oh mio dio! >> e
guardando il corpo di Nikolaj
ancora seminudo e ancora mezzo addormentato si portò le mani
alla bocca: che
diavolo aveva fatto quella notte?
Rimase
ancora un istante a guardare il giovane moro accanto a lei che si stava
svegliando, rimase un attimo solo ad indugiare su quelle ciglia lunghe
che gli
chiudevano gli occhi, su quei capelli neri spettinati come se fosse
appena
sceso dalla scopa o avesse…un calore inaspettato le
salì al viso e prima che
lui potesse girarsi verso di lei si smaterializzò
ricomparendo pochi istanti
dopo in camera sua…
Allungando
una mano accanto a sé mentre si girava Niko
sorrise:<< Dobroye utro
moya dorogaya… >> ma quando la sua
mano toccò il freddo pavimento di
tufo delle terme il suo sorriso scomparve e le più colorite
imprecazioni nella
sua lingua madre gli riempirono la mente: che cosa doveva fare per
tenersi
quella benedetta ragazza vicino?
Immersa
nel vapore e nel calore della doccia Bunny si mise una piccola dose di
shampoo
sulla mano per poi passare a lavarsi i capelli ripensando a quello che
era
successo quella notte con il giovane che aveva lasciato nudo e
addormentato nel
letto, stava per prendere la boccetta del bagnoschiuma quando un corpo
caldo si
appiccicò al suo:<< Perché dobbiamo
sprecare l’acqua? >> Ben si
voltò sorridendo e baciando le labbra di
Libero:<< Ma non ti è ancora
bastato Nott? >> lui scosse il capo:<< In
questo momento non sto
pensando a farlo di nuovo, voglio solo ottimizzare i tempi per scendere
a
colazione in orario >> lasciandosi andare tra quelle
braccia rise piano
mentre lui cominciava a baciarle il collo:<<
Sì certo faremo sicuramente…
>> poi baciandolo dietro l’orecchio come aveva
scoperto gli piaceva
aggiunse melliflua:<< ...tardi >>
<< Posso anche saltare la
colazione >> e scoppiano a ridere Libero la spinse contro
la parete della
doccia.
<<
Libe…Libe avrei bisogno di… >> e
un’imprecazione sfuggì dalle labbra di
Nott mentre rialzava di scatto la testa:<< Non ci credo!
>> brontolò
poi chiudendo l’acqua della doccia e guardando
Ben:<< Tu non muoverti da
qui e rimani con quell’espressione in faccia >>
sussurrò piano poi aprì la
porta a vetri nell’esatto momento in cui il suo scocciatore
stava per bussare
alla porta del bagno:<< Fai un altro passo Frankie
Atelier e non vivrai
abbastanza per raccontarlo >> poi prendendo in fretta un
asciugamano se
lo legò intorno alla vita arrivando alla porta, aprendola
appena ed infilandosi
fuori:<< Ehi, come mai così acido? Credevo che
Bunny ti avesse addolcito…
>> << Appunto >>
replicò l’altro a denti stretti per poi
vedere l’espressione nervosa dell’amico e quella
preoccupata di Leila dietro di
lui:<< Ciao Tallyst >> << Ho
un nome Libero >> gli
ricordò lei ma il ragazzo fece spallucce:<<
Sarai Tallyst finché non
porti il tuo caro fidanzatino via da qui >>
<< Piantala, ti
divertirai con la Flecter più tardi, adesso ho bisogno di te
>> la voce
acida di Frankie lo fece voltare di nuovo verso
l’amico:<< Ehi ma ti ha
morso un Kneazle? >> poi tornando a guardare
Leila:<< Te lo ripeto
Tallyst calmalo perché oggi ha qualcosa che non va
>> << Certo che
ho qualcosa che non va idiota o non sarei qui adesso! >>
poi aprendo e
chiudendo velocemente le mani per ritrovare la calma Frankie
aggiunse:<<
Hai ancora le chiavi del mio appartamento, quelle che ti ho dato dopo
il
divorzio? >> Libero guardò il proprio
comodino:<< A che ti servono?
>> << Ho bisogno di prendere aria
>> << Sono nel cassetto,
ma sappi che se sparisci di nuovo e tuo fratello se la prende con me io
me la
prenderò con te >> Frankie si
avvicinò al cassetto aprendolo e prendendo
le chiavi:<< Mio fratello ha altro a cui pensare e poi
con lui me la vedo
io >> Libero scosse il capo:<< Le ultime
parole famose >>
Frankie si voltò di scatto fulminandolo:<< Sei
mio amico Libe ma adesso
stai tirando troppo la corda >> conoscendo il carattere
spiritoso e
sempre gioviale del suo amico, Nott lo guardò
sorpreso:<< Frankie
davvero: stai bene? >> << Starò
bene quando se ne saranno andati
>> Libe incrociò le braccia sul
petto:<< Ho capito, sono arrivati
gli amici di Ian >> << Che cosa centrano
loro con il tuo malumore?
>> chiese Lila al fidanzato ma lui scosse il
capo:<< Non ne voglio
parlare ok? Meglio che andiamo a fare colazione fuori >>
poi prendendo la
mano della fidanzata si avvicinò alla porta:<<
Grazie Libe >> poi
scoppiando a ridere aggiunse in direzione della porta del
bagno:<< Ciao
Bunny! Scusa il disturbo >>
Quando
riaprì gli occhi Lilith guardò la parte vuota del
letto accanto a sé, per un
attimo le si strinse il cuore al pensiero di non ricevere il bacio del
buongiorno dal suo bello stangone, ma quando sentì scorrere
l’acqua della
doccia un sorriso birichino le si allargò sul viso: quanto
era bello Mike di
prima mattina con i capelli arruffati, ma nudo sotto la doccia era
anche meglio…alzandosi
dal letto raggiunse la porta del bagno in punta di piedi per non fare
rumore,
voleva sorprenderlo ma ci aveva già provato più
volte ed era sempre stato lui a
sorprendere lei!
Aprì piano
uno spiraglio sbirciando dentro: il bagno era vuoto e l’acqua
continuava a
scendere dalla doccia…bene forse quella era la volta
buona…
Aprendo
ancora un po’ la porta ringraziò madre natura di
averla fatta così minuta in
modo da passare ovunque senza fare troppo rumore.
Voltò velocemente
lo sguardo verso la doccia vedendo la silhouette di Mike che si stava
passando
le mani nei capelli, bene era tutto perfetto.
Sorridendo
sorniona si voltò verso lo specchio mentre si toglieva la
casacca del pigiama
di Gail, ormai dormiva solo con quella, e fece per posarla sul
lavandino quando
qualcosa di piccolo e argentato appoggiato accanto al lavello
attirò la sua
attenzione e i ricordi di quello che era successo la sera prima la
bloccarono
nuda, con la mano a metà tra sé stessa e il
lavandino e un’espressione
indecifrabile in viso.
Fu così che
Mike la trovò un paio di minuti dopo quando uscì
dalla doccia:<< Lil…stai
bene nanetta? >> ormai quel soprannome non le dava
più fastidio, anzi la
faceva sciogliere come neve al sole…:<< La
collana… >> mormorò lei
allungando una mano per prendere il gioiello che lei stessa aveva
regalato a
Mike solamente la sera prima e che le riportava alla mente un'altra
scena:<< Non volevo bagnarla >>
commentò lui allungando la mano per
prenderla, ma Lilith richiuse il pugno:<< Ti ho chiesto
di sposarmi ieri
sera >> lui sorrise:<< Sì, devo
dire che non me lo aspettavo
>> le ricordò poi con un sorriso che
però Lilith non ricambiò:<< Ti
ho chiesto di sposarmi ma tu non hai risposto >>
<< Lo so >>
continuando a tenere la mano chiusa Lilith
continuò:<< Non è bello fare
una domanda del genere e non avere una risposta >> lui
chiuse il pugno di
Lilith la sua mano:<< Non era il luogo e il momento per
darti quella
risposta >> << Non ci vuole tanto a dire
sì Mike >> poi
strabuzzando gli occhi aggiunse:<< Perché mi
dirai di sì vero? >> e
come si aspettava la risata di lui le fece saltare i nervi, proprio
come il
bacio che le diede sulla testa:<< Per saperlo dovrai
aspettare il momento
giusto nanetta >> << Adesso sei irritante
>> << Andiamo
vuoi davvero che ti dia una risposta mentre siamo entrambi seminudi in
bagno?
Vuoi ricordarlo così? >> lei guardò
lo specchio che rifletteva l'immagine
di loro due abbracciati, di due anime che dopo tanto vagare si erano
finalmente
ritrovate:<< Voglio che tu mi dia una risposta e voglio
che sia sì >>
Michael chinò la testa e le baciò una
guancia:<< Avrai la tua risposta
presto te lo prometto >> poi avviandosi verso la camera
aggiunse:<<
Adesso però fammi cambiare, ho un appuntamento per colazione
>> <<
Cosa cosa cosa? >> e Lilith lo seguì in camera
incurante di essere
svestita:<< Ho un appuntamento per colazione Lil, stai
tranquilla
>> << Con chi? >> lui fece
spallucce mentre cercava una
camicia nell'armadio:<< Tuo fratello >>
<< Mio fratello?
Levi? >> Mike sorrise guardandola da sopra la
spalla:<< Perché ne
hai altri? >> << No, ma... >>
finendo di allacciarsi i
polsini della camicia Mike si voltò prendendole il viso tra
le mani baciandole
le labbra poco prima di mettersi a cercare dei
pantaloni:<< Allora non
preoccuparti >> << Mike onestamente, tu e
Levi che... >> lui
si sedette sul letto infilandosi i pantaloni per poi infilarsi un paio
di
mocassini scuri, infine alzandosi le sorrise accarezzandole una
guancia:<< Tranquilla piccola Lil, vogliamo solo fare
quattro chiacchiere
sulla ragazza che entrambi amiamo >> poi con un ultimo
sorriso aprì la
porta lasciandola lì immobile al centro della
stanza...Lilith ci mise qualche
minuto per capire che Mike aveva appena ammesso di amarla!
A piedi
nudi e facendo meno rumore possibile Delila scese in cucina, Dorian non
era
tornato in camera a dormire ma a giudicare da come guardava Margaret
alla festa
non se ne era stupita più di tanto, sperava solo che
finalmente il suo amico
avesse ottenuto quello che voleva...quanto a lei, beh quello che voleva
era ben
lontano dal raggiungerlo ma andava bene così: che se ne
faceva di un uomo che
la trattava alla stregua di un giocattolo rotto o di una babysitter a
tempo
pieno per sua figlia?
Daniel
Johnson non era quello giusto per lei e per quanto fosse
incredibilmente
affascinante e pieno di quella gioia di vita che lei necessitava come
l'aria
non avrebbe buttato all'aria la sua vita per un uomo che aveva chiuso
il suo
cuore e che mai avrebbe potuto provare qualcosa per lei; sì
certo non sarebbe
mai stato facile ma anche lei sognava il grande amore, sognava qualcuno
che la
baciasse appena apriva gli occhi e che non vedesse l'ora di prenderla
tra le
braccia la sera...lo voleva da così tanto tempo che per un
periodo ci era anche
andata vicino ma Oliver non era quello giusto e non le aveva mai fatto
l'effetto che le faceva Danny anche solo con uno sguardo o un
sorriso...tuttavia doveva smetterla, Daniel Johnson era una questione
archiviata e una volta passati quegli ultimi dieci giorni
sarebbe tornata a
casa e alla sua solita vita.
Sorridendo
al capo degli elfi domestici che la squadrava malamente per
quell'invasione nel
suo regno la ragazza si avvicinò al tavolo al centro della
stanza afferrando
una pesca dal cesto della frutta e un panino al prosciutto e formaggio,
sedendosi poi in fondo al tavolo fece per addentare il panino quando la
porta
d'ingresso si aprì di nuovo e Clau lanciò una
specie di borbottio mormorando
accidenti in direzione del nuovo venuto.
Alzando
gli occhi Delila li riabbassò subito per evitare di
incrociare quelli verdi
dell'uomo:<< Così adesso non merito nemmeno un
saluto? >> <<
Vuoi un premio per la tua vittoria sul ring? >>
sorridendo Daniel colse
la sfida implicita in quelle parole:<< Beh l'ho messo al
tappeto mi
sembra >> Delila scosse la testa tornando a guardare il
panino ma in un
attimo le era passata tutta la fame:<< Perché
diavolo l'hai fatto?
>> lui le si sedette davanti e fece per allungare una
mano ma lei
ritrasse la sua così Danny le spiegò
nervoso:<< Ti
stava baciando >> e a giudicare dal
suo tono scocciato quella spiegazione doveva essere più che
chiara:<< E
allora? >> gli rispose lei piatta:<<
Allora? Aveva baciato Iris, ci
ha provato Bunny Flecter, che cosa ti serve ancora per capire che non
è un
ragazzo affidabile? Che non ha intenzioni serie? >>
Delila rise piano, si
sentiva un po' cattiva a trattarlo così ma se voleva
evitarsi inutili dolori
doveva allontanarlo da sé:<< Chi ti dice che
io le abbia? >>
<< Ti ho chiesto di venire a vivere con me, ti ho
promesso di darti una
mano e tu preferiresti divertirti con quel ruffiano piuttosto che...
>>
improvvisamente Delila si alzò sbattendo una mano sul tavolo
e facendo rotolare
la pesca fino a Daniel:<< Nikolaj sarà anche
un ruffiano e vorrà solo
divertirsi come dici tu, ma contrariamente a te lui si gode la vita e
si prende
quello che vuole senza farsi troppe domande >> poi
passandogli accanto
gli diede il colpo di grazia:<< Ho vissuto in una bolla
per quasi tutta
la mia vita e Niko mi fa sentire viva e mi fa stare bene
>> poi
lanciandogli un'occhiata di traverso concluse:<< Fino a
pochi giorni fa
pensavo lo stesso di te ma evidentemente mi sbagliavo, addio Daniel
spero che
un giorno tu possa essere felice >> poi lasciandolo
lì fermo avvolto da
quel profumo di pesca uscì cercando di non pensare a quanto
quel ragazzo era
ottuso.
<<
Ti giuro! Era così spaventato quando sono entrato nel campo
che credevo mi
sarebbe svenuto davanti...>> e ridendo ancora Marcel
continuò a
raccontare a Maggie del giorno in cui lui e Ian si erano conosciuti
facendo
ovviamente ridere anche la ragazza:<< Sì
sì continuate pure...prego
demolitemi pure >> e facendo un gesto con la mano Ian
guardò gli amici
con stizza:<< Siamo un po' permalosi eh Atelier
le grand? Cos'è hai
paura che ti facciamo vergognare davanti a questo splendore?
>> Ian si
girò di scatto fulminando Hermes:<< Chiamala
ancora splendore e Leonie
dovrà preoccuparsi di me e non di Marc >>
Hermes rise di gusto guardando
l'amico con gli occhi castani pieni di sfida:<< Atelier
le grand
che minaccia...dieci anni fa mi avresti già tirato un pugno
per una cosa del
genere, da quando sei diventato un cagnolino da compagnia?
>> <<
Atelier cosa? >> domandò Maggie guardando il
fidanzato ma fu Pierre ad
intervenire:<< Atelier le grand >> poi
mettendosi comodo sul
divanetto aggiunse:<< Era il soprannome di Ian quando
andavamo a scuola,
glielo avevano dato le sue, diciamo, fans >>
<< Fans? >>
Maggie era sempre più perplessa:<< Beh il caro
signorino qui presente non
era affatto l'angioletto che sembra, era l'idolo delle ragazze e spesso
approfittava del suo ascendente >> Dorian si
irrigidì sapendo bene che
cosa poteva significare quella frase:<< Si certo fammi
sembrare uno che
passava il tempo appartato negli sgabuzzini con la prima che capitava,
grazie
Pierre >> << Andiamo non ho mai detto
questo, però ti piaceva
essere letteralmente adorato >> Ian scosse il
capo:<< Ero giovane,
stupido e avevo degli amici che mi portavano sulla cattiva strada
>>
Hermes sorrise:<< Sempre colpa degli amici eh...invece di
dire grazie
ecco cosa fai... >> poi accavallando le gambe
tamburellando le dita sul
bracciolo della poltrona aggiunse:<< Quando tutto questo
bel giochino
d'amore sarà finito e la deliziosa signorina Stains
avrà il tuo anello al dito
posso avere l'esclusiva sulle tue nozze? >> Maggie rimase
senza parole ma
accanto a lei Ian sembrava calmo e oltremodo rilassato:<<
Parla l'amico o
il giornalista? >> << Parlano gli affari,
tu e il tuo bel faccino
siete quello che farà vendere al mio capo più
copie di quanto si sia mai
sognato >> due dita di Dorian scivolarono sulla spalla di
Maggie coperta
da una leggera maglietta azzurra:<< Quando Margaret mi
dirà di sì sarai
il primo a saperlo Herm >> poi sorridendo e baciando una
tempia di lei le
sussurrò all'orecchio facendola sorridere:<<
Forse >> Maggie lo
guardò ridendo piano:<< Metti già
in conto che io voglia sposarti?
>> Dorian rise facendo per baciarla:<< Vuoi
forse negarlo principessa?
Tu mi ami >> << E allora? >>
<< Tu mi ami, io ti
amo...non c'è neanche bisogno che te lo chieda mi sembra
>> stava
giocando con lei davanti ai suoi amici e la cosa era evidente, Frankie
aveva
ragione a dire che Dorian era un uomo diverso quando quei tre erano nei
paraggi, ma come le aveva ricordato l'amico forse a lei la cosa non
dispiaceva
per niente:<< Rimangiati quello che hai detto Dorian
Atelier se vuoi
ancora baciare queste labbra >> gli intimò
cercando di restare seria
mentre lui la stava sollevando per prenderla in braccio, ma la porta
del
salottino si socchiuse e Yanna fece capolino:<< Padron
Dorian c'è una
visita per... >> il ragazzo si voltò
sentendosi chiamare e i suoi occhi
incrociarono tre persone ferme sulla soglia dietro all'elfa; Ian fece
per
alzarsi ma la voce di Maggie lo bloccò facendogli gelare il
sangue nelle
vene:<< Violet? Mamma? Papà? Che ci fate qui?
>> gli occhi di Ian
incrociarono quelli scuri del padre della sua ragazza che sembravano
volerlo
uccidere seduta stante: bel modo di conoscere il suo ipotetico futuro
suocero!
Violet Stains
Karen
Stains
Robert
"Bob" Stains
Grimilde's
Ed eccoci qui...stavolta con un capitolo decisamente più
ridotto se vogliamo ma mancano ancora delle piccole cose da
chiarire...ci sarà tempo anche per quelle tra poco...per ora
avevo solo voglia di far venire un infarto a Dorian e qualche dubbio
nella testa di qualcun altro...
Stavolta non ho niente di particolare da aggiungere quindi non mi
dilungo in discorsi senza nè capo nè coda...
Au revoir....bonne nuit...
|
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Capitolo 20 *** 19 - Dannati francesi! ***
Capitolo 19
<<
Violet? Mamma? Papà? Che ci fate qui? >> e
guardando i genitori con un
po' di imbarazzo Maggie individuò immediatamente lo sguardo
della sorella in
cerca di conforto.
Era
inutile negarlo: tra le sue quattro sorelle maggiori Violet era sempre
stata la
sua preferita, forse anche per il fatto che era l'unica ad essere una
strega e
quindi l'unica con cui poteva confrontarsi e parlare di determinate
cose che il
resto della sua famiglia non avrebbe capito...che poi il loro legame
andasse
ben oltre Hogwarts o la magia era un'altra storia.
<<
Vi! >> e alzandosi in fretta la giovane Stains corse tra
le braccia della
sorella poco più alta di lei che la strinse sorridendo a sua
volta:<<
Peggy, sei un incanto, che cosa ti è successo? L'aria di
Parigi ti ha fatto
davvero bene >> commentò la maggiore lanciando
un'occhiata all'aria in
questione: alto, moro, bello come un dio e con gli occhi del colore del
mare:<< Tesoro fatti vedere, sei splendida
>> e anche Karen sorrise
mettendo due mani sulle spalle della figlia facendola voltare verso di
sé:<< Ciao mamma >> la
salutò Maggie ben sapendo che ben presto
Karen e Bob avrebbero preso a...<< La mia piccolina,
potevi trovare un
po' di tempo per scrivere al tuo paparino... >> ecco
esattamente quello!
I suoi non volevano rassegnarsi al fatto che ormai era adulta, beh
forse sua
madre un po' l'aveva capito dopo la storia di Daniel, ma suo padre
proprio no!
<<
Mi dispiace papà >> poi voltandosi verso Ian
che era ancora seduto sul
divano sorrise e lui seppe che era arrivato il momento del suo
suicidio:<< Papà, mamma, Vi...voglio
presentarvi una persona >> poi
mentre Ian si avvicinava gli strinse la mano, voleva essere sicura che
lui le
restasse affianco anche dopo quell'uragano che era la sua
famiglia:<< Lui
è Dorian >> specificò poi fissando
gli occhi in quelli identici del
padre:<< Dorian? >> domandò
infatti Bob scrutando il giovane da
capo a piedi:<< Buongiorno signor Stains >>
poi guardando prima
Karen e poi Violet aggiunse:<< Signora Stains,
signorina... >> ma
la voce di Violet lo interruppe con una piccola risata:<<
Oh Violet è
sufficiente, in fondo possiamo già dire di conoscerci
>> Ian ricambiò il
sorriso della donna:<< In effetti, allora piacere Violet
>> la
ragazza gli strinse la mano:<< Piacere di vederti in
carne e ossa Dorian
>> Ian fece per aggiungere qualcosa quando un leggero
tossicchiare alle
sue spalle gli fece ricordare dei tre pazzi seduti alle sue spalle, si
voltò
giusto in tempo per vederli alzarsi ed avvicinarsi alla porta, fu
Marcel a
parlare:<< Noi cominciamo ad andare, ci vediamo
più tardi da Louis
>> Ian annuì poi presentò
velocemente i suoi amici:<< Signori
Stains, loro sono dei miei amici che soggiorneranno qui per qualche
giorno:
Marcel, Hermes e Pierre >> quando guardò il
terzo giovane in piedi dietro
agli altri con le braccia incrociate sul petto Violet sentì
un brivido
percorrerle la schiena, quegli occhi erano di un colore indefinito: un
misto
tra il verde dei boschi, l'azzurro del cielo e il ceruleo oscuro delle
profondità del mare...la prima cosa che le venne in mente, e
non seppe nemmeno
lei perché, fu il Libro della Giungla che sua madre le
leggeva da piccola, in
particolare la scena in cui il grosso serpente Kaa cerca di ipnotizzare
Mowgli
con il suo sguardo...
<<
...di farci compagnia, se non siete troppo stanchi e...
>> la mente di
Violet tornò a concentrarsi sul ragazzo di sua sorella,
sì l'aveva capito
subito che ruolo aveva Ian nella vita di Maggie e non solo per il fatto
che lui
l'aveva praticamente in braccio quando erano entrati, quei due erano
come un
magnete e un pezzo di ferro, gravitavano l'uno attorno all'altra senza
mai
allontanarsi troppo:<< Come? >>
domandò poi essendosi persa gran
parte del discorso per colpa di quegli occhi:<< Dorian vi
stava
proponendo un giro ai Jardin de Tuileries, in questa stagione
è magnifico
>> spiegò Marcel e il viso di Karen si
illuminò:<< Ho sempre
sognato di vedere Parigi >> cinguettò poi
guardando il ragazzo accanto
alla figlia:<< E con una guida sarà ancora
meglio! >> Maggie
arrossì all'istante:<< Mamma non penso che Ian
possa... >> ma lui
la bloccò sorridendo e porgendo il braccio alla
donna:<< Sarà un piacere
signora Stains, prego >> la donna
sorrise:<< Signora mi fa sentire
vecchia, chiamami Karen mio caro >> di nuovo lui sorrise
e Maggie si
ritrovò a pensare che a volte quel principe francese era
davvero troppo
perfetto per essere vero.
<<
Apri! Iris! >> << Vattene >>
e per l'ennesima volta la
ragazza gli diede la stessa risposta:<<Proklyatiye!
Apri donna!
>> ci fu un attimo di silenzio e per un istante Niko
credé di avercela
fatta, ma poi la voce di Iris lo fece incazzare ancora di
più:<< Vattene
Nikolaj >> sibilando altre imprecazioni tra i denti lui
appoggiò i palmi
delle mani e la fronte al lucido legno della porta:<<
Senti Iris so che
sono stato odioso, so che ho sbagliato e che me lo merito ma non
possiamo
andare oltre? Siamo due persone adulte e dovremmo trovare un modo per
andare
d’accordo invece che farci la guerra >> non era
da lui fare certi
discorsi ed essere così remissivo ma dopo la notte che
avevano passato soli
alle terme…beh dopo quello Iris Mackay era decisamente
salita al primo posto
nelle sue priorità e quindi avrebbe fatto qualsiasi cosa per
averla vinta!
<<
Ti ho detto di andartene, niente di quello che dirai potrà
convincermi ad
aprire questa porta >> lui sorrise consapevole del fatto
che lei non
poteva vederlo, poi ricordandosi che Bunny e Libero erano ancora in
camera sua
decise di giocarsi il tutto e per tutto:<< Andiamo non
puoi lasciarmi qui
fuori: ho dormito su un pavimento duro tutta la notte e non posso
tornare in
camera mia perché il tuo caro amichetto e la mia coinquilina
stanno scoprendo
nuove figure del Kamasutra e io di certo non voglio assistere
>> sentì la
risata di lei:<< Ridi di me donna? Uscirai da
lì prima o poi e allora la
pagherai >> Iris rise di nuovo ma ciò che
bloccò Nikolaj fu lo scatto
della serratura e lo spiraglio che si aprì mostrando il viso
sorridente della
ragazza:<< Entra, non voglio che gli altri pensino che
sei del tutto
pazzo e poi saresti capace di andare a rovinare il momento di
felicità di
Libero e Bunny e non te lo posso permettere >> lui
sorrise
strafottente:<< Sapevo che mi avresti aperto donna
>> Iris lo guardò
irritata afferrando la bacchetta e ficcandogliela sotto al
mento:<<
Chiamami donna un’altra volta e
sarà l’ultima cosa che farai con quella
bocca Niko Valuev >> Niko sorrise:<< La mia
gattina che tira fuori
gli artigli >> Iris spostò la bacchetta sul
collo dove gli pulsava una
vena:<< Lo stesso discorso vale anche per gattina o
qualsiasi altro
soprannome idiota ti venga in mente >> <<
Ieri sera non ti
dispiaceva quando ti chiamavo lyublyu>>
decisa a non ammettere che
non ricordava nulla di quello che era successo la notte precedente Iris
arricciò il naso:<< Ieri sera avevo bevuto,
è già tanto che ti abbia
distinto dal muro >> capendo ciò che Iris
cercava di nascondere Niko
approfittò dell’occasione:<<
Davvero? Perché ricordo che sapevi molto
bene chi ero quando mi hai proposto di fare il bagno nudi e…
>> <<
Nudi? Sicuro di non essere ancora ubriaco? >> lui le
afferrò la mano con
cui stringeva la bacchetta e se la tirò
addosso:<< Sicuro quanto so che
avrai i brividi se farò questo >> e con la
mano libera Nikolaj scese lungo
un fianco di Iris risalendo piano solleticandole la pelle sotto la
maglia:<< Niko… >>
sussurrò lei cercando di resistere:<<
Vedi…so cosa ti piace…so cosa ti serve
>> le ricordò facendo al stessa
cosa con l’altra mano mentre lei abbassava la bacchetta
lasciandola cadere a
terra:<< Tu non sai cosa voglio, non sei adatto
a… >> << Vuoi
forse dirmi che non mi vuoi? >> Iris scosse il
capo:<< Certo che ti
voglio, ma tu non sei disposto a restare oltre la durata di una notte
quindi
che senso ha? Non me ne faccio niente dell’avventura di un
giorno >>
<< Un giorno? Almeno un mese splendore >>
Iris si sciolse dal suo
abbraccio:<< Non sei divertente Niko >>
<< Non voglio esserlo
>> commentò lui ma la sua voce era diventata
piatta
all’improvviso:<< Non so come si faccia ad
avere una relazione a lungo
termine, non ci sono portato >> poi avvicinandosi a lei e
facendola
girare verso di sé aggiunse togliendole una ciocca dal
viso:<< Perché non
lasciamo che le cose succedano e vediamo come va? >>
<< E tu questo
lo chiami comportarsi da adulti? >> lui si fece serio
tutt’un
tratto:<< Meglio così che fare promesse che
potrei non mantenere, non
voglio che mi odi ancora prima di imparare a conoscermi >>
<<
Adesso tu mi devi assolutamente raccontare tutto >> e
Violet afferrò la
sorella per un braccio tirandola da parte mentre Dorian faceva da
cicerone ai
suoi genitori aiutato da Marcel ed Hermes, Pierre in silenzio seguiva
la scena
a poca distanza da loro:<< Tutto cosa Vi?
>> domandò la piccola
cercando di sviare l’argomento, non voleva parlare della sua
storia con Ian con
i suoi, soprattutto suo padre, a tiro d’orecchi!
<<
Come cosa? Di come tu e il signor bello come un dio greco siete finiti
avvinghiati su quel divano quando noi siamo entrati >> le
guance di
Maggie divennero rosse:<< Non eravamo…
>> la maggiore fece
spallucce:<< Sì certo sorellina, solo
perché siamo arrivati in tempo,
altrimenti chissà cosa stavate per fare…con quei
tre che vi guardavano poi >>
<< Ian non…mi stava solo baciando,
voleva… >> ma accorgendosi dello
sguardo della sorella Maggie incrociò le braccia sul petto
facendo la solita
smorfia imbronciata che faceva fin da bambina quando qualcosa non
andava come
diceva lei:<< Smettila di guardarmi così
>> Violet alzò le mani in
segno di resa:<< D’accordo la smetto, la smetto
>> poi riprendendo
a camminare e sorridendo aggiunse melliflua:<< Per ora
>> <<
Vi! >> le due sorelle scoppiarono a ridere quasi
contemporaneamente ma se
avessero alzato gli occhi avrebbero notato un serpente ammaliatore che
stava
puntando la sua preda con un sorriso strafottente dipinto in viso.
<<
Oh mio dio ma è… >> e Karen Stains
alzò gli occhi verso la Basilica del
Sacré Coeur:<<…splendida
>> concluse poi con lo sguardo che
brillava:<< Vuole entrare a visitarla madame?
>> domandò Marcel con
un sorriso:<< Madame? Nessuno mi ha mai chiamato madame
prima d’ora
>> commentò la donna allegra:<<
Cet outrage! Una signora come lei
>> lo assecondò Hermes porgendo il braccio
alla donna:<< Madame
Stains…posso avere l’onore? >>
chiese poi galante indicando i gradini
della chiesa:<< Oh certo… >> poi
voltandosi a guardare il marito
aggiunse:<< Avanti Bob andiamo! >> vedendo
lo sguardo lievemente
irritato di Robert Stains Ian guardò gli amici avvicinandosi
poi
all’uomo:<< Posso portarla a visitare un posto
che penso possa piacerle
signore? >> a quelle parole Ian si accorse che anche
Maggie e Violet lo
stavano ascoltando:<< E dove vorresti portarmi ragazzo?
Spero per te che
non sia un’altra chiesa perché…
>> pensando a quello che Maggie gli aveva
raccontato dei suoi genitori e del loro vivaio Ian
sorrise:<< No,
signore…è qualcosa che so apprezzerà
molto >>
Una
ventina di minuti dopo Maggie e Violet furono costrette ad ammettere
che Ian
aveva ragione perché la faccia di Bob quando misero piede al
Jardin des Plantes
era davvero impagabile:<< Ok, il ragazzo ci sa
decisamente fare >>
commentò Vi lanciando un’occhiata a Ian ma facendo
poi scivolare gli occhi
sulle spalle tornite del biondo accanto a lui:<<
Perché ho come
l’impressione che tu non stia parlando solo di Ian, Vi?
>> le domandò
innocentemente Maggie e gli occhi di Violet si allontanarono da Pierre
sfuggendo verso la miriade di fiori che adornava il
giardino:<< Che cosa
dici, io sono sposata e… >> <<
Mamma dice che le cose con Alexander
non vanno molto bene >> Violet fece una
smorfia:<< Diciamo pure che
non vanno affatto, io ce l’ho messa tutta per far funzionare
le cose ma questa
storia del bambino è stata troppo anche per noi
>> Maggie poggiò una mano
sul braccio della sorella:<< Ehi non è colpa
tua, se lui non è in grado
di capirlo allora non era quello giusto per te >> Violet
annuì spostando
le mani dietro la testa per giocherellare con i propri capelli
ricordando solo
poi che in un attimo di follia li aveva tagliati in quel delizioso
caschetto corto
a cui però non si era ancora abituata:<< So
che hai ragione Peggy,
davvero però eramio marito…quando mi sono sposata
l’ho fatto con l’idea che
fosse per sempre e invece adesso mi ritrovo a dover firmare delle
stupide carte
come se non fosse mai successo niente >> <<
Hai scelto tu di
lasciarlo Vi, probabilmente era la cosa giusta da fare >>
la sorella
annuì quando la voce di Bob che rideva e chiamava la
più piccola le
bloccò:<< Peggy guarda un salice!
>> la ragazza alzò gli occhi sul
grande albero che svettava nel centro dell’aiuola ma pensieri
diversi da quelli
di suo padre le attraversarono la mente, ricordi della notte appena
passata e
di un altro salice a cui era appoggiato un letto di vimini…
<<
Mi ricordo ancora il tuo faccino imbronciato, sembrava che ti avessero
tolto il
tuo giocattolo preferito >> continuò poi
sorridendo alla figlia:<<
Papà non penso che… >>
<< Lascialo parlare Maggie >> e Ian la
guardò sorridendo:<< Dorian non credo che ti
interessi… >> Bob si
fermò guardando la figlia:<< Scusami bigné
ti sto mettendo in
imbarazzo? >> << Bigné?
>> domandò Ian fissando la fidanzata
e cercando di restare serio ma ci pensò Violet a dare a
Maggie il colpo di
grazia:<< Sì, bigné. La nostra cara
Peggy era così rosea e paffutella da
piccola che papà l’ha chiamata così
finché non ha cominciato ad andare ad
Hogwarts >> << Vi! >> e di
nuovo Maggie fulminò la sorella
arrossendo e cercando di non incrociare il viso di Ian, non si era mai
vergognata tanto in vita sua e non voleva che lui la considerasse una
ragazzina, non dopo quello che avevano fatto almeno!
<<
Suvvia tesoro non mettere in imbarazzo tua sorella, avevo un soprannome
per
ognuna di voi >> a quelle parole gli occhi di Maggie si
illuminarono:<<È vero! Papà
com’è che chiamavi Violet? Non mi ricordo
bene, era una cosa tipo… >> <<
Trottola >> risposte
prontamente Bob sorridendo alla figlia maggiore:<< La mia
trottola
combina guai >> anche le guance di Violet divennero rosse
e a quel punto
dovette ammettere che la sua piccola sorellina era proprio cresciuta,
sotto
quel visetto angelico si nascondeva il demonio! Non volendo tuttavia
perdere
Violet decise di giocarsi la sua ultima carta:<<
Papà che cosa stavi
dicendo prima del salice del vivaio…sai quello che piaceva
tanto a Peggy
>> Maggie si voltò cercando di bloccare le
parole della sorella ma ormai
la bomba era stata sganciata:.<< Avevo tre anni
papà >> commentò la
ragazza cercando di restare calma ma in realtà stava andando
in
iperventilazione per la vergogna:<< Tre? Io mi ricordavo
cinque… >>
<< Forse è meglio tornare dalla mamma, orami
avranno finito di visitare
la chiesa >> Bob annuì e fece per incamminarsi
mentre Ian dava
un'occhiata al l'orologio:<<È quasi ora di
pranzo, avevo detto a Marcel
che ci saremmo visti da Louis >>
<<
Louis? >> e Leila guardò il piccolo bistro
dalla porta verde
smeraldo:<< Esatto Louis >>
commentò Frankie con un
sorriso:<< La miglior cucina di tutta Parigi
>> poi facendo segno
alla fidanzata di seguirlo Frankie aprì la porta entrando
nel locale.
Immobile
per un attimo Leila guardò la clientela:<< Ma
sono tutti... >>
Frankie le sorrise sapendo cosa stava per dire:<< Da
questa parte
>> e guidandola verso un piccolo corridoio seminascosto
non fece caso ai
due giovani e alla signora bionda che sedevano a pochi passi
dall'ingresso.
<<
Ma è... - Leila voltò lo sguardo verso
François che le sorrideva - bellissimo
>> lui annuì:<< La parte esterna
del locale è aperta anche ai
babbani visto che comunque sarebbe stato impossibile far diversamente,
ma
questa... >> e si incamminò verso il centro
del locale con le mani nelle
tasche dei jeans:<< Questa è la vera magia
>> e lei non poté dargli
torto quando alzando gli occhi vide l'albero che dal centro della
stanza
allargava i suoi rami sul soffitto creando una specie di tetto fiorito
da cui
oltre ai fiori sbucavano tra le foglie piccoli esseri che svolazzavano
per la
stanza; le sedie in legno e i tavoli anni '50 davano al posto
quell'immancabile
tocco kitsch che però rendeva tutto perfetto, gli specchi
appesi alle pareti e
che riflettevano la variopinta clientela erano poi la ciliegina sulla
torta:<< Vieni, ho prenotato un tavolo >> e
sorridendo Frankie la
condusse la centro della sala proprio sotto il grande albero.
<<
Oh eccovi qui! >> e Karen Stains sorrise allegra quando
vide entrare il
marito e le figlie:<< Avete fatto un bel giro mon cher?
>> domandò
poi quando il marito le si sedette affianco:<< Mon cosa?
>> replicò
lui stranito:<< Mon cher >>
ripeté Karen con un sorriso:<<
Mentre vi aspettavamo ho chiesto a Marcel ed Hermes di insegnarmi
qualche
parola di francese, è una lingua così romantica
ed affascinante >> poi
guardando i due che sogghignavano all'indirizzo di Ian
aggiunse:<<
Com'era quella frase...je crache... >> Hermes
sorrise:<<Je
craque pour toi>> poi sorridendo
aggiunse:<< Ian sa bene che
cosa significa >> Maggie alzò gli occhi verso
il fidanzato ricordandosi
di una frase simile che lui le aveva detto mentre si lasciava andare
alla
passione:<< Sì Bob, non è
romantico...vuol dire mi piaci...una dolcissima
dichiarazione d'amore >> l'uomo guardò sua
moglie chiedendosi che cosa
diamine le fosse
successo in quelle due
ore, sì certo Karen era un'inguaribile romantica e adorava
guardare le
telenovelas in TV, ma quel suo atteggiamento era davvero troppo, senza
contare
il fatto che...la mano di sua moglie sulla guancia lo fece girare
perplesso
mentre Karen avvicinava le labbra alla sua bocca guardandolo
felice:<< Je
craque pour toi mon cher >> e con quella frase che ancora
aleggiava tra
loro lo baciò come se fossero tornati i due ragazzini che si
erano conosciuti
alla facoltà di botanica di Oxford:<< Karen...
>> e guardandola
scioccato Robert Stains cercò di non
arrossire:<< Oh non fare il timido
adesso, sei sempre stato così romantico e passionale
>> <<
Mamma...stai bene? >> domandò Violet che non
era abituata a quella
versione così schietta della donna che l'aveva cresciuta a
latte, biscotti e
baci sulle sbucciature alle ginocchia:<< Certo che sto
bene tesoro, ma
sono a Parigi e ho intenzione di godermi ogni singolo momento
>> Maggie
fece per andare in aiuto alla sorella quando alzando gli occhi sulla
sala vide
due occhioni azzurri che li fissavano pieni di rabbia:<<
Frankie...
>> mormorò poi e sentendo quel nome Ian
guardò nella sua stessa direzione
incrociando il viso di suo fratello che lo squadrava con
rabbia:<<
Scusatemi, torno subito >> e alzandosi si
avvicinò al fratello:<<
Ciao >> François alzò appena gli
occhi sul fratello:<< Ciao
>> poi dando un'occhiata alla tavolata
aggiunse:<< Ti stai divertendo
vedo >> Ian si passò una mano tra i
capelli:<< Sono i miei amici
Frankie >> << E io sono tuo fratello, ma
questo non ti ha mai fatto
effetto più di tanto >> ma perché
era così cocciuto? Poi Ian si ricordò
che suo fratello aveva preso tutto da lui! <<
François ti prego...tutto
questo è assurdo, perché non provi a capire
che... >> << Capire
cosa? >> poi afferrando con rabbia un polso del fratello
lo costrinse ad
alzare di nuovo la faccia:<< Guardami negli occhi,
guardami e dimmi che
con loro ti comporti come con me, che sei il sergente di ferro che io
conosco e
forse la smetterò >> Ian rimase per un istante
in silenzio e suo fratello
lo prese per un'ammissione di colpa:<< Non puoi...non
puoi dirlo perché
sai che ho ragione >> << Frankie sai che
io... >> << Te
l'ho già detto stamattina ma a quanto pare non hai capito:
non puoi avere tutto
Ian...me o loro la scelta mi pare semplice >>
<< Non puoi chiedermi
di rinunciare a parte della mia famiglia >> gli occhi
azzurri del più
giovane si scurirono:<< Io sono la tua famiglia! Io e
papà lo siamo, quei
tre sono solo... >> << Sono stati la mia
famiglia per sette anni
quando tu eri in Inghilterra e papà era ancora chiuso nel
suo dolore, tu non
eri a casa con lui Frankie, tu non sai com'era... >>
<< Certo io
non so com'era vivere con il padre che ti ha sempre adorato e trattato
come un
principe >> Dorian per un istante ricordò
com'era strano avere suo padre
vicino in quegli anni: Isaac era stato un padre fantastico per lui ma
sempre
freddo e distaccato, tutto ciò che suo figlio faceva
sembrava non essere mai sufficiente
a strappargli un sorriso o una parola dolce...per un po' Ian aveva
pensato che
suo padre preferisse François per la somiglianza con lui ed
Elodie, ma ben
presto si era reso conto che con Frankie era anche più
freddo che con lui e
quindi ci aveva pensato lui a far sentire speciale ed amato il suo fagottino,
con il senno di poi forse lo aveva viziato un po' troppo ma era suo
fratello e
anche adesso mentre stavano litigando lui riusciva solo a pensare che
non
poteva continuare ad avercela con Frankie:<< Possiamo
parlarne? >>
<< Cosa? >> << So che
c'è l'hai con me e ti capisco ma vorrei
che tu adesso capissi me, possiamo parlarne? >> guardando
Pierre ed
Hermes che li fissavano Frankie scosse il capo:<< Non
voglio strapparti i
tuoi amici Atelier le grand, ne parleremo quando sarai tornato
semplicemente
Ian >> poi vedendo Leila che sopraggiungeva le prese la
mano mentre la
ragazza salutava suo fratello con un sorriso.
<<
Posso? >> e bussando lievemente mentre spingeva la porta
Levi entrò nella
camera che Lilith divideva con Mike notando poi che solamente uno dei
due letti
era sfatto, l'altro non era stato minimamente toccato:<<
Mi devo già
pentire della mia scelta, maledetto Gail >>
<< Che stai dicendo
Levi? Pentirti? Dov'è Mike? >> il giovane
sorrise:<< Aveva da fare,
mi ha chiesto di portarti questo e di farti un po' di compagnia
finché non
torna >> e mentre parlava porse alla sorella un sacchetto
bianco e rosso
che aveva tutta l'aria di provenire da un negozio:<< Che
cos'è? >>
domandò lei scostando i lembi della busta e guardandovi
dentro per poi tirarne
fuori un delizioso abitino al ginocchio di satin nero con degli inserti
e le
spalline di pizzo:<< Che cosa ci devo fare con un
vestito? Che cosa ha in
mente? Che avete organizzato? >> poi guardando truce il
fratello
aggiunse:<< Perché tu sei coinvolto, lo so
eravate insieme fino a poco fa
>> Levi sorrise sedendosi su una poltrona e appoggiando
le braccia sui
braccioli:<< Hai sempre avuto la brutta abitudine di
rovinarti da sola le
sorprese, lascia che gli altri ti stupiscano e si prendano cura di te
Lil
>> sentendosi chiamare così Lilith
sorrise:<< Anche Mike ha
cominciato a chiamarmi Lil... >> Levi
annuì:<< Lo so >>
<< Di che avete parlato stamattina? >>
<< Di lui, di te, di
quello che è successo tra voi due prima che io arrivassi
>> << Non
mi stai aiutando Levi Sherwood >> << Forse
non voglio >> le
ricordò con un sorriso:<< Stai già
facendo comunella con tuo cognato?
>> poi accorgendosi di quello che aveva appena detto
abbassò la testa
giocherellando con il bordo della propria maglietta:<< Ho
chiesto a Mike
di sposarmi. Ieri sera prima di andare a letto. Gli ho dato la
collana... >>
<< ...che abbiamo comprato ieri mattina a quella
bancarella, so anche
questo >> << Vi siete detti proprio di
tutto eh... >> lui si
alzò sedendosi accanto alla sorella e prendendole le mani
con le
proprie:<< Mike ha voluto essere sincero al cento per
cento su quello che
prova per te e io l'ho apprezzato, è un bravo ragazzo Lilith
e ti ama >>
lei fece una smorfia:<< Se me lo avesse detto o mi avesse
risposto
qualcosa ieri sera, invece mi ha solo baciato e... >>
Levi le tappò la
bocca con una mano sorridendo:<< Pensa se voglio sentire
quello che stai
per dire, sei mia sorella e voglio che tu sia felice, ma certi dettagli
preferirei che mi restassero ignoti >> Lilith
annuì e quando lui spostò
la mano aggiunse:<< Vorrei solo sapere se ho fatto un
passo falso, lo
conosco e so che non mi farebbe mai stare male ma non voglio che lo
faccia solo
perché si sente obbligato >> facendo
appoggiare la sorella al proprio
petto Levi la abbracciò accarezzandole i capelli poi
ripensando a quello che
Mike aveva preparato per lei ringraziò che sua sorella non
potesse vedere il
suo sorriso in quel momento, non era bravo con i segreti se messo alle
strette.
Mentre il
resto del gruppo era sparso un po' ovunque alla ricerca chi di pace chi
di un
po' di divertimento, Delila aveva praticamente corrotto Clau per farle
usare la
cucina, era nervosa ed arrabbiata e in quei momenti non c’era
niente in grado
di rilassarla come prendere farina, uova e zucchero e sfornare una
bella torta
o qualche biscotto glassato.
Sorridendo
mentre prendeva ciò che le serviva dalla credenza
pensò che i suoi sarebbero
inorriditi a vederla: una Shepperd, una purosangue americana di alto
lignaggio
come lei che fa dolci nella cucina di un hotel quando potrebbe
benissimo avere
chi lo fa per lei..con un sorriso capì che era
più babbana di quanto le
piacesse ammettere a volte!
<<
Ehi >> alzando gli occhi dalla ciotola dove aveva appena
infilato le mani
per impastare Delila incrociò gli occhi di
Daniel:<< Che cosa ci fai qui?
>> lui si avvicinò con un piccolo sorriso e le
mani che oscillavano lungo
i fianchi, possibile che fosse da mozzare il fiato anche con quei jeans
sdruciti e quella camicia che decisamente aveva visto tempi migliori?
<<
Ti cercavo e visto che non ti trovavo ho deciso di corrompere un paio
di elfi
per farmi dire dove fosse la – sorrise a quelle parole
– come ti hanno
chiamato…ah sì ora ricordo: l’adorabile
miss Shepperd >> Delila continuò
ad impastare riabbassando gli occhi:<< Ciò
dimostra che gli elfi sanno
essere più civili ed educati di te >> Daniel
non rispose immediatamente
avvicinandosi al tavolo e con due dita prese un pezzetto
dell’impasto che lei
stava lavorando:<< Ma che fai? >> poi
guardandolo male
aggiunse:<< È crudo >> Daniel
mise in bocca il suo piccolo
trofeo:<< Non morirò, ho mangiato cose
più strane in giro per il mondo
>> sulle labbra di Delila comparve un piccolo sorriso che
cercò in tutti
i modi di nascondere:<< Spero che tua figlia non abbia
preso da te il tuo
spirito di avventura o tra qualche anno saranno guai per te
paparino… >>
<< Grazie! Non avevo ancora vagliato questa
possibilità e ora tu mi hai
messo la pulce nell’orecchio! >> poi giusto per
farla arrabbiare un po’
infilò di nuovo la mano nella ciotola:<< Ma la
vuoi smettere? >>
domandò Delila con uno sguardo che doveva sembrare cattivo
ma che a lui piaceva
ancora di più:<< Sto facendo quello che mi hai
detto tu stamattina:
prendo quello che voglio senza preoccuparmi delle conseguenze
>> Delila
fece per replicare ma Daniel fece velocemente il giro del tavolo
afferrandole
una mano e tirandola fuori dalla ciotola:<< E ho
intenzione di… >>
ma alzando gli occhi verso la porta il viso di lei si
illuminò con un radioso
sorriso:<< Oliver! >> e lasciando le mani
di Daniel gli girò
attorno correndo verso il giovane biondo dagli occhi azzurri che si
stagliava
sulla porta della cucina:<< Chissà
perché non sono stupito di vederti
conciata così Delly… >> e
allargando le braccia incurante della farina
che gli si stava spargendo sulla giacca blu notte l’uomo
chiuse Delila in uno
stretto abbraccio affondando il viso nei suoi capelli:<<
Ma che ci fai
qui? Non mi aspettavo che… >> e mentre i due
si salutavano anche troppo
calorosamente, Daniel rimase a guardare la scena con
l’immensa voglia di
prendere quella dannata ciotola e tirarla dietro al suo nuovo problema!
<< Mezz’ora
Marc, non ti chiedo di più, ti prego >> e Ian
guardò il suo migliore
amico implorandolo alla stregua di un cucciolo:<< Come
credi che possa
fare? Parliamo dei tuoi futuri suoceri e della tua fidanzata, sarebbe
strano se
sparissi così senza motivo e insieme a sua sorella non
credi? >> Dorian
annuì:<< Lo so, ma mi servono solamente trenta
minuti, ho già parlato con
il commesso e… >> << Ehi che
cos’avete da confabulare voi due?
>> e la voce allegra di Pierre accompagnato da Violet e
Maggie fece
riscuotere i due:<< Niente… >> e
Marc guardò il suo migliore amico
in cerca di aiuto, non era mai stato bravo con le scuse e per quello si
sentiva
a disagio con quello che Ian gli aveva appena chiesto:<<
Sai che
mentiresti meglio sotto veritaserum, sei pessimo Marc >>
commentò Pierre
con un sorriso e Ian si voltò sorridendo
furbo:<< Forse se tu non avessi
questo terribile vizio di ficcare il naso in affari che non ti
riguardano non
rovineresti le sorprese altrui Pierre DuLac >>
<< Sorprese?
>> domandò Maggie guardando il
fidanzato:<< Beh sì, avevo pensato
che forse poteva piacerti Margaret >> sentendo il giovane
francese
chiamarla con il suo nome completo un sorriso scappò sulle
labbra di
Violet:<< Piacerle cosa? >>
domandò poi fingendo una faccia
angelica che proprio non le riusciva ma Dorian parve ignorare quel
piccolo
dettaglio:<< Beh una serata al Moulin Rouge,
c’è una sala riservata ai
maghi e stasera la sorella di Marcel si esibisce quindi avevo pensato
che
poteva essere una buona occasione per presentarti anche Charlotte e
Leonie
>> gli occhi di Maggie si illuminarono ma fu la voce di
Pierre ad
interrompere il quadretto:<< Ehi aspetta un attimo
Atelier: tu e la tua
bella, Marc e Charlie, Herm e Leonie…io non ho intenzione di
fare il settimo
incomodo chiaro? >> a quelle parole Maggie
guardò la sorella maggiore e
sorrise:<< Violet può venire con noi
>> << Cosa? >>
domandò l’altra guardando Maggie leggermente
agitata:<< Beh non vorrai
perderti una serata fuori? Andiamo Vi al Mouling Rouge, quante volte da
bambine
abbiamo sognato di andare in giro per il mondo, siamo a Parigi vuoi non
approfittare dell’occasione? >> che poi
l’occasione a cui si riferiva
Maggie era alto, biondo e con gli occhi acquamarina era tutta
un’altra cosa ma
in fondo svagarsi un po’ non avrebbe che potuto giovare alla
sua sorellina!
<<
Non lo so…non ho niente da mettere per una serata fuori
Peggy, non ho portato
niente per… >> il sorriso radioso della
sorella la mise ancora di più in
allarme:<< Ho io qualcosa che può andarti
bene, in fondo quando sono
partita mi hai fatto mettere in valigia tanti di quei vestiti
>> e in
quel momento Violet Stains maledì sé stessa per
aver incoraggiato sua sorella a
partire per quel viaggio, chi lo immaginava che la cosa le si sarebbe
ritorta
contro a quel modo?
<<
Vuoi una mano a svignartela? >> Violet si
voltò vedendo il sorrisetto
furbo di Dorian che le stava accanto:<< Come?
>> lui le porse la
mano:<< Ho bisogno dell’aiuto di una persona
che conosca molto bene
Margaret, posso approfittare di te Violet? >> la donna
sorrise:<<
Se me lo chiedi così >> civettò
sfacciatamente attirandosi uno sguardo
acido dalla sua sorellina che non aveva sentito il loro piccolo scambio
di
battute:<< Vi…ti ricordi quanto adoravo Honey
da piccola vero? >>
Violet annuì così Maggie
continuò:<< Ian è il mio Honey
adesso >> Dorian
fece per aprire bocca ma Violet scosse la testa:<< Non
penso tu voglia
conoscere i dettagli >> poi guardando i suoi amici
aggiunse:<< O
meglio non adesso >> poi prendendo sotto braccio il bel
francese
aggiunse:<< Allora dove mi porti signor Atelier?
>> << Ad
assaggiare i migliori macaron di tutta la città
>> poi allontanandosi un
po’ in modo da non essere sentito aggiunse:<<
Ma prima dobbiamo fare un
salto a Place Vendôme >> riconoscendo il nome
della famosa piazza nota
per le sue gioiellerie e negozi di lusso Violet spalancò gli
occhi:<<
Aspetta ma cosa devi… >> ma Ian
accelerò il passo:<< Scusa se te lo
dico ma hai quasi la stessa curiosità di tua sorella,
è possibile riuscire a
farvi una sorpresa signorina Stains? >>
Mentre Ian
e Violet erano spariti chissà dove Maggie e i suo genitori
erano rimasti n
compagnia di Marcel, Pierre ed Hermes che avevano deciso di ingannare
il tempo
portando i tre visitare il museo di Montmartre, vedendo suo padre
leggermente
indietro rispetto al resto del gruppo Maggie gli si
avvicinò:<< Tutto
bene papà? >> gli domandò con un
piccolo sorriso:<< Sì certo
piccola, stavo solo riflettendo >> Maggie gli
infilò una mano sotto al
braccio:<< Mi sei mancato papà
>> gli ricordò dolce poi guardandolo
curiosa aggiunse:<< A che pensavi? >> Bob
si fermò un attimo
accarezzando una guancia della figlia:<< Stavo pensando a
Daniel
Richardson e al motivo per cui vi siete lasciati >> il
viso di Maggie si
oscurò in un attimo:<< Sai che
cos’è successo papà, non capisco che
senso
abbia parlane ancora >> Bob
annuì:<< Te lo dico perché hai
sofferto
molto per colpa di quel tizio e ora sei qui a Parigi con un altro che
sta
giocando con il tuo cuore proprio come quel farabutto, non voglio
vederti
soffrire ancora Peggy, non voglio che qualcuno faccia del male alla mia
bambina
>> con il cuore stretto di gioia per l’immenso
amore che suo padre
continuava sempre a dimostrarle Maggie sorrise:<< Non
devi preoccuparti
per questo papà, so che è presto e tu hai tutto
il diritto di preoccuparti, ma
Dorian non è Daniel, Ian è perfetto, mi ama e io
amo lui e so che non mi farebbe
mai soffrire, mai nemmeno se da quello dipendesse la sua vita
>> <<
Parli come se lo conoscessi bene >> constatò
Bob ancora
incredulo:<< È così
papà, ci è bastato guardarci per capirci, ci
è
bastata una sera a parlare per non staccarci più, Ian
è un uomo meraviglioso e
vorrei tanto che tu lo conoscessi meglio >> a quelle
parole Bob Stains
annuì:<< Beh ho ancora un paio di giorni,
penso che potrei anche…
>> ma il resto della sua frase fu bloccato da una
esclamazione estasiata
di Karen:<< Ma è bellissimo, che vista
magnifica >> commentò mentre
guardava il piccolo vigneto che c’era sul retro del museo e
le piccole viuzze
che erano ciò che caratterizzava il
quartiere:<< Peggy vieni a vedere, è
uno spettacolo >> la giovane si avvicinò
annuendo e guardando i tre amici
del suo fidanzato quando sorridendo a sua volta Hermes disse
l’unica frase che
Bob Stains non avrebbe mai voluto sentire:<< Pensaci
Maggie, se Ian farà
davvero quello che mi ha promesso stamattina presto questa
sarà la tua casa
>>
<<
Mi vuoi dire dove stiamo andando Levi? Avevi detto che Mike sarebbe
tornato
presto invece tu mi stai portando… >> Levi si
bloccò guardando la
sorella:<< Ma fai così anche con Gail?
Perché davvero non so come faccia
a sopportarti >> Lilith fulminò il fratello
incrociando le braccia sul
pizzo nero del vestito che alla fine suo fratello le aveva fatto
indossare,
anche lui si era cambiato e ora indossava un completo blu scuro con una
camicia
azzurra e una cravatta intonata:<< Dove mi stai portando
Levi Sherwood?
Non ho intenzione di fare un altro passo se non mi dici…
>> il fratello
la guardò facendo spallucce:<< Come vuoi, a
mali estremi… >> e
avvicinandosi con un sorriso prese la sorella di peso sollevandola tra
le
braccia:<< Levi! >> e Lilith lo
guardò arrabbiata cercando di
dimenarsi ma suo fratello era decisamente più piazzato di
lei e non aveva
alcuna possibilità di liberarsi:<< Il fatto
che tu sia un soldo di cacio
aiuta molto sai Lil! >> << Lasciami
giù Levi, è imbarazzante, ti
prego lasciami… >> ma le parole di Lilith
furono bloccate quando suo
fratello svoltò l’angolo e una carrozza bianca con
un cavallo dal manto color
grano catturò la sua attenzione, rimase ancora
più stupita quando Levi la mise
a terra davanti alla carrozza aprendole lo sportello:<<
Miss… >> e
le porse la mano mentre Lilith lo guardava scioccata:<<
Che cosa
significa? >> << Sali >> la
incitò il fratello come a dirle
che per una volta poteva anche fare quello che le veniva chiesto senza
polemizzare sempre su tutto:<< Odio le sorprese lo sai
>> Levi salì
accanto a lei facendo poi un cenno al cocchiere che
partì:<< Questa ti
piacerà brontolona vedrai >>
Era quasi
buio quando il gruppo mise piede al Moulin Rouge, Maggie sembrava una
bambina a
Disneyland e continuava a guardarsi intorno meravigliata da quel mondo
di
gente, colore e musica:<< Ti ho già detto che
sei bellissima? >> le
domandò Ian in un orecchio mentre faceva scorrere una mano
sulla schiena di lei
coperta da uno scialle bianco e dall’abito di chiffon dello
stesso colore degli
occhi di Ian:<< Ehi Ian credi che Marc ed
Herm… >> cominciò a
domandare Pierre che in quel momento stava facendo di tutto per non
guardare la
splendida donna che aveva affianco e che gli ricordava una fata con
quell’abito
di pizzo nero con la sottoveste rosa antico e scarpe e borsa
intonate:<<
Marc ha detto che sarebbero andati a prendere Charlie e Leonie,
c’è un tavolo
prenotato a suo nome >> Pierre annuì
voltandosi leggermente verso Violet
e ripassando mentalmente gli ultimi schemi di gioco che il suo mister
gli aveva
dato per cercare di mantenere ancora per un po’
quell’espressione seria e
composta:<< Permetti? >> e le porse il
braccio prendendo un bel
respiro quando Violet posò la sua piccola mano sulla sua
giacca grigia, nemmeno
la stoffa della manica poteva nascondere quel tocco delicato che lui
già si
stava immaginando in ben altre parti di sé.
È
sposata idiota! Sposata! Ian te lo ha già
detto oggi! Ha messo bene le cose in chiaro! Devi proprio complicarti
la vita?
La sua
testa lo stava avvertendo in tutti i modi ma il suo corpo sembrava
reagire
quasi naturalmente a lei.
Pierre
respira, controllati…sei un uomo adulto,
concentrati su altro, forza.
Guardò Ian
avvicinarsi al maitre e comunicargli il nome della prenotazione,
fissò
intensamente i decori alle pareti, gli ornamenti dei lampadari, il
delizioso
caschetto che danzava attorno al viso di Violet, il pizzo nero
dell’abito in
contrasto con la pelle chiara…ecco quello andava bene! Con
quella pelle così
delicata ogni minimo segno si sarebbe visto e dato che a lui piaceva
molto
giocare con le sue partner questo faceva della delicata ed eterea
Violet Stains
la peggior candidata per ciò che la sua mente continuava a
riproporgli da tutto
il pomeriggio:<< Pierre stai bene? >> gli
domandò Maggie quando lui
si fu seduto accanto ad Ian:<< Come? >>
<< Non hai aperto
bocca da quando siamo entrati, stai bene? >> gli
ricordò ancora lei con
un piccolo sorriso:<< Sì, sto bene. Stavo solo
pensando agli allenamenti
della prossima settimana, ho il ritiro con la nazionale per tutto il
prossimo
mese >> cosa che in effetti era vera e come scusa poteva
reggere:<<
Un mese? Quindi andrete a Lione nel campo di…
>> domandò Violet
curiosa:<< Sì, andremo lì ma come
fai a sapere che… >> << Mio
marito, anzi il mio ex marito – si corresse con una piccola
smorfia – ha un
negozio di scope e affini, è un patito di Quidditch e spesso
ha seguito le
vicende della vostra nazionale da quando avete battuto
l’Irlanda e la Germania
alle eliminatorie, diciamo che ormai conosco quasi meglio il Quidditch
di tante
altre cose e ha cominciato a piacermi più di quanto possa
ammettere >>
colpo basso. Una donna che conosceva e parlava di Quidditch, quante
volte con
le sue occasionali conquiste aveva dovuto parlare di ogni stupidata che
gli
veniva in mente solo per il fatto che a loro non interessava nemmeno
che cosa
lui facesse per vivere o che cosa pagasse il ristorante di lusso dove
le
portava:<< Ti prego Violet non dargli corda, Pierre
è capace di non
smettere più quando si parla di Quidditch >>
cominciò Ian quando una voce
alle sue spalle fece voltare i quattro:<< Vous
savez qu’il ne cessera jamais, chérie
>> un sorriso
dolce apparve sulle labbra di Dorian mentre voltava lo
sguardo:<< Come tu
non smetterai mai di comparirmi alle spalle >> poi
alzandosi allargò le
braccia facendovi fiondare quella rossa dal viso spruzzato di
lentiggini e due
grandi occhi chiari:<< Sei stato via da noi troppo tempo
e sei sciupato
>> gli mormorò poi accarezzandogli una
guancia:<< Sono grande
abbastanza per cavarmela da solo Leonie >> lei rise
guardando prima i due
uomini seduti al tavolo e poi quelli che stavano alle sue spalle
insieme ad
un’altra donna dai lunghi capelli castani raccolti in una
treccia:<< Voi
che sapete cavarvela? Continua a sognare chérie
>> << Ma vie
lascialo respirare >> ed Hermes si avvicinò
poggiando una mano sul fianco
della donna baciandole una tempia:<< Avverto un
po’ di gelosia Valois?
>> gli mormorò lei sfidandolo mentre con una
mano giocherellava con i
bordi della giacca nera dell’uomo:<< Geloso di
te? >> le domandò
Hermes con un sorriso:<< Sempre mon amour
>> la donna sorrise
poggiando la schiena sul corpo del marito:<< Ridimmelo
stanotte e
potrebbe piacermi ancora di più >>
<< Leonie! Ti prego! >> e
Marcel si portò una mano sulla fronte con fare
melodrammatico mentre la donna
accanto a lui gli passava una mano sulla schiena sorridendo
all’altra:<<
Leonie non me lo scandalizzare, è già abbastanza
preoccupato perché ha saputo
che il piccolo Deveraux in realtà è una
piccola Deveraux, vorrei riavere mio marito alla fine della serata
>> gli
occhi di Leonie si illuminarono a quelle parole:<< Oh
Charlie! Ma petite
è fantastico! >> poi avvicinandosi alla pancia
arrotondata dell’amica la
accarezzò cominciando a parlare alla nascitura con dolci
vezzeggiativi in francese:<<
Sbrigati ad uscire piccola così aiuterai la zia Leonie e la
mamma a tenere a
bada questi maschioni >> Dorian si portò una
mano davanti alla bocca per
evitare di ridere mentre Hermes e Pierre scuotevano il capo e Marcel
guardava
sua moglie adorante, fu tuttavia Ian a cambiare argomento voltandosi
appena con
la mano verso Maggie:<< Congratulazioni Charlotte
>> poi facendo
cenno alla fidanzata aggiunse:<< Signore, vorrei
presentarvi una persona
>> gli occhi di Charlotte si illuminarono riconoscendo la
giovane di cui
suo marito gli aveva parlato:<< Una volta tanto devo dire
che Marcel non
ha esagerato, tu sei Maggie vero? >> domandò
poi allungando una
mano:<< Charlotte Deveraux, la moglie di questo idiota
>> mormorò
poi indicando Deveraux con un cenno del capo:<< Ehi!
L’idiota è ancora
qui sai >> Charlie rise:<< Ma lo so mon
cher, lo so bene >>
Hermes e Pierre scoppiarono a ridere mentre Ian presentava a Maggie
anche
Leonie:<< Margaret, lei è Leonie Valois, la
moglie di Hermes >> poi
guardando la vecchia compagna di scuola:<< Leonie lei
è Margaret, la mia
fidanzata >> << Hai una preferenza per le
brune ora chérie? Ad ogni
modo piacere Leonie Valois >> << Piacere,
Maggie Stains >>
<< Bella la tua collana >>
commentò poi notando la pietra a cuore
che Maggie aveva al collo:<< Grazie, è un
regalo >> mormorò la
ragazza ma non poté aggiungere altro perché un
uomo si portò al centro della
sala annunciando di prendere posto perché lo spettacolo
stava per
cominciare:<< Mesdames e messieurs il corpo di ballo del
Moulin Rouge
stasera è orgoglioso di presentarvi: Cabaret!
>> e facendo un profondo
inchino sparì dal centro della sala mentre le luci si
abbassavano e
l’attenzione generale si focalizzò sul palco.
Un paio
d’ore dopo quando il maestro di cerimonia salutò
il pubblico nell’ormai noto
epilogo di Cabaret il pubblico si alzò in
un’ovazione estasica e Maggie fu tra
di loro quando i due protagonisti, Sally e Cliff, comparvero sul palco
e la
giovane miss Stains ammirò la giovane dalla pelle color
caramello e i grandi occhi
scuri che si inchinava al pubblico con un grande sorriso, era stata
davvero
brava ed aveva un talento innato…
<<
Signore e signori…posso avere la vostra attenzione solo per
un minuto >>
e di nuovo il maitre comparve al centro della pista:<< Il
nostro locale
non è solito fare queste cose ma ci è giunta una
richiesta particolarmente
speciale e lo staff non è stato in grado di dire di
no…voglio chiedere ancora
alcuni minuti della vostra attenzione >> poi facendo
l’occhiolino ad un
punto indistinto tra il pubblico aggiunse:<< Ne
varrà la pena
>> Lilith
guardò il fratello
seduto accanto a lei che sorseggiava un po’ di Acquaviola
come se niente
accanto a lui lo toccasse:<< Mi spieghi che cosa ci
facciamo al Moulin
Rouge? Voglio dire lo spettacolo era bellissimo e anche il giro in
carrozza, ma
non capisco cosa tu e Mike… >> Levi le chiuse
le labbra con un dito
facendole voltare il viso verso il palco dove un occhio di bue
illuminava un
pianoforte a coda laccato di bianco, stava per dire qualcosa quando la
protagonista
del musical con addosso un abito color senape dal taglio ad impero e
una
cascata di boccoli neri che durante lo spettacolo erano stati legati
sorrise:<< Buona sera signore e signori, sono felice di
poter prestare la
mia voce per questo piccolo regalo e spero che vi godrete lo spettacolo
>> poi mettendosi nella parte più in ombra del
palco lasciò che il
pianista in smoking uscisse da dietro le quinte accomodandosi al piano.
Anche se
lo vedeva di spalle Lilith ebbe un infarto: avrebbe riconosciuto quel
metro e
novanta di muscoli definiti, riccioli scuri e spalle larghe ovunque,
avrebbe
riconosciuto quel modo di camminare e quell’eleganza anche
tra milioni di
persone; che cosa ci faceva Mike sul palco del più famoso
locale di Parigi?
<<
Levi ma…che cosa… >>
<< Ascolta >> commentò piano il
fratello
e dopo quelle esatte parole le mani di Michael si posarono sul
pianoforte
cominciando a suonare una dolce melodia che Lilith riconobbe quasi
all’istante
e non appena la voce della cantante si unì alla musica i
suoi occhi si
riempirono di lacrime, quella era la canzone che lei e Mike avevano
ascoltato
durante quella loro lunga prima giornata insieme per Parigi, si erano
rifugiati
in un piccolo bistrot per mangiare qualcosa dopo il giro per il
quartiere
latino e seduti ad un tavolo con quella musica in sottofondo lei aveva
capito
che Mike era l’uomo per lei, che non avrebbe mai potuto fare
a meno di lui.
What
would I do without your smart mouth?
Drawing
me in, and you kicking me out
You've
got my head spinning, no kidding, I can't
pin you down
What's
going on in that beautiful mind
I'm on
your magical mystery ride
And I'm
so dizzy, don't know what hit me, but
I'll be alright
Più le
dita di Mike andavano avanti più lei sentiva il desiderio di
alzarsi e
raggiungerlo sul palco, ecco perché Levi doveva stare con
lei, ecco che cosa le
stava preparando…dio ma come poteva non amare un uomo del
genere? Il suo
piccolo cuore innamorato le disse che lei lo aveva capito subito, quel
freddo
pomeriggio di novembre di dieci anni prima ad Hogwarts,
l’aveva capito subito
che Michael Jamieson Gail sarebbe stato quello che le avrebbe cambiato
la vita.
How
many times do I have to tell you
Even
when you're crying you're beautiful too
The
world is beating you down, I'm around
through every mood
You're
my downfall, you're my muse
My
worst distraction, my rhythm and blues
I can't
stop singing, it's ringing, in my head
for you
My
head's under water
But I'm
breathing fine
You're
crazy and I'm out of my mind
Mentre
continuava a suonare un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Mike,
sapeva
bene che Lilith era seduta alle sue spalle, aveva scelto lui
personalmente il
tavolo e aveva corrotto praticamente l’intero staff del
locale ma per quella
deliziosa nanetta dagli occhi scuri avrebbe fatto follie ben peggiori!
In fondo
quella sera doveva solo dirle che
accettava la sua proposta, che la sposava e che l’avrebbe
resa felice per tutto
il resto delle loro vite, ma perché dire semplicemente
sì e darle un bacio
quando poteva gridare al mondo intero quanto era fortunato ad averla
accanto?
Lilith era il suo sole e voleva che lei capisse quanto ciò
significasse per
lui!
'Cause
all of me
Loves
all of you
Love
your curves and all your edges
All
your perfect imperfections
Give
your all to me
I'll
give my all to you
You're
my end and my beginning
Even
when I lose I'm winning
'Cause
I give you all of me
And you
give me all of you
I give
you all of me
And you
give me all of you, oh oh
Quando la
canzone finì la cantante fece un piccolo inchinò
sparendo dietro le quinte ma
Mike rimase immobile seduto al piano senza muoversi.
Lilith lo
vide prendere un respiro profondo prima di alzarsi e voltarsi verso di
lei.
Le luci in
sala si riaccesero ma Lilith quasi non ci fece caso concentrata
com’era a
guardare Mike che la stava raggiungendo, tutta la sala era in silenzio
in
attesa di quello che stava per succedere e lei ebbe un tuffo al cuore
quando
Gail si mise a lato del tavolo porgendole la mano per farla alzare
mentre le
sue guance arrossivano per l’imbarazzo:<< Mike
ma cosa… >> <<
Vieni qui un attimo Lil >> poi sorridendo la
portò sul bordo della
pista:<< Stamattina mi hai chiesto una risposta,
stamattina mi hai detto
che non avevo risposto alla tua domanda di ieri sera e avevi ragione,
non ti ho
risposto e mi dispiace se ti ho fatto pensare anche per un solo istante
che la
mia risposta poteva essere qualcosa di diverso da
sì>> gli occhi di lei
brillarono come il sorriso di lui:<< Avevo in mente di
chiedertelo io
dalla prima volta che ti ho baciato, da quando ti sei presa cura di me
durante
quella mattina, avevo in mente di farlo ma avevo bisogno di un anello e
dell’atmosfera giusta per fare le cose come si deve invece
come sempre tu mi
hai anticipato e mi hai lasciato spiazzato >>
inginocchiandosi poi davanti
a lei tirò fuori dal taschino dello smoking un piccolo
astuccio di velluto rosa
che conteneva un diamante dal taglio ovale con una montatura
d’oro
rosa:<< Ma tu sei sempre stata quella più
coraggiosa tra noi due mia
piccola amata Grifondoro>> poi togliendo
l’anello dalla scatola le prese
la mano sinistra lei facendole scivolare il gioiello
all’anulare:<< Ho
sempre amato queste cose di te, ma ce ne sono così tante
altre che la sola cosa
che posso fare è chiedertelo io questa
volta…questo era di mia madre, adesso
vorrei che fosse tuo e che lo restasse per sempre: Lilith Sherwood, sei
l’amore
della mia vita e io ti amo, vuoi farmi l’immenso onore di
diventare mia moglie?
>> cercando di non cominciare a piangere come una fontana
Lilith annuì
con la testa mentre Mike si alzava di nuovo in piedi prendendola in
braccio e
sollevandola da terra baciandole le labbra; a quel bacio
l’intera sala esplose
in un urlo di gioia, applausi e fischi degni di uno stadio e mentre la
stringeva a sé come il suo piccolo tesoro prezioso Mike
poggiò la fronte su
quella di Lilith:<< Mi hai appena reso l’uomo
più felice del mondo, ti
amo miss Sherwood >> Lilith si lasciò baciare
di nuovo sorridendo e
piangendo insieme tanto era felice:<< Ti amo stangone
>>
<<
Oh mio dio non ci posso credere! Leila non la perdonerà mai
per essersi persa
questa scena >> e Maggie sorrise guardando Ian seduto
accanto a
lei:<< Sì, devo dire che non me
l’aspettavo proprio una dichiarazione
così da Gail >> poi voltandosi velocemente
verso Marcel aggiunse:<<
Moira è stata splendida con quella canzone, non mi ricordavo
cantasse così
>> Marcel sorrise bevendo un po’ del suo
drink:<< Mia sorella è la
donna dai mille talenti lo sai bene amico >> ricordandosi
com’era quella
giovane donna quando erano solo dei ragazzi Ian rise
piano:<< Sì,
decisamente lo ricordo bene >> << I
complimenti sono ben accetti
Atelier, ma devi farli alla diretta interessata >> e due
mani con le
unghie smaltate di oro si posarono sulle spalle di Dorian
massaggiandogliele
piano:<< Ciao Moira >> mormorò
lui senza nemmeno voltarsi e la
ragazza con un sorriso lo strinse in un abbraccio sprofondando
nell’incavo del
suo collo:<< Dio quanto mi sei mancato Dorian Atelier,
è una vita che non
ti fai più vedere in giro >> Maggie
guardò Ian che nonostante continuasse
a sorridere sembrava leggermente a disagio, i suoi occhi erano un
po’ più
spenti del solito:<< Ho avuto un po’ di impegni
con l’hotel Moira
>> poi voltandosi appena in modo che lei gli lasciasse il
collo
aggiunse:<< Posso presentarti una persona?
>> la giovane alzò gli
occhi sulle due donne, una accanto ad Ian e l’altra accanto a
Pierre, che la
guardavano un po’ spaesate:<< Immagino che lei
sia Margaret…io sono Moira
>> commentò poi porgendo la mano a Maggie con
un radioso sorriso:<<
È un piacere vederti in carne ed ossa >>
<< Come? >> domandò
Maggie perplessa e Moira fece spallucce sedendosi poi accanto a
Charlotte:<< Beh mio fratello mi ha accennato qualcosa ma
è bello vederti
di persona finalmente >> poi guardando Ian con un sorriso
aggiunse
facendogli l’occhiolino:<< Perso il vizio per
le rosse che non tengono
mai la bocca chiusa? >> a quelle parole Leonie seduta
accanto a lei le
tirò una lieve gomitata:<< Ehi! Guarda che
potrei offendermi! >> Moira
rise guardando l’amica:<< Tu che ti offendi
Leonie Valois? Sarebbe la
prima volta! >> poi tornando a guardare Ian
aggiunse:<< Mi dici
come facevi a sopportarla quando eravate fidanzati? Da ragazza era
anche più
logorroica di adesso! >> a quelle parole Ian prese un
piccolo respiro e
fece per stringere la mano di Maggie con la propria ma lei la
scostò e quando
lui voltò appena gli occhi vide quelli di lei leggermente
lucidi e le sue
labbra serrate in una linea dura:<< Possiamo parlarne
dopo? >> le
sussurrò avvicinandosi al suo orecchio:<<
C’è qualcosa di cui dobbiamo
parlare? >> gli rispose incurante di chi potesse
sentirli:<<
Margaret... >> << Sì Dorian,
dimmi >> gli rispose con una
punta di acidità nella voce e incapace di mandare avanti
quella situazione Ian
si alzò prendendole la mano:<< Vieni con me
>> la sua voce era
ferma e dura; nessun gesto galante, nessun per favore, solamente la sua
mano
tesa in attesa che lei la prendesse:<< Ragazzi va tutto
bene? >>
domandò Pierre guardando il suo amico e Ian annuì
serio:<< Se non
torniamo prima che andate via puoi accompagnare Violet in hotel per
favore?
>> DuLac annuì:<< Certo amico,
tutto quello che vuoi >>
<< Grazie >> replicò Ian
asciutto mentre i suoi occhi blu
continuavano a fissare Maggie in attesa che lei si
alzasse:<< Dorian io…
>> e Moira cercò di scusarsi per la sua
dannata boccaccia, prendeva
sempre in giro Leonie ma lei sapeva di avere lo stesso
difetto…solo che loro
facevano sempre così, si conoscevano da quando andavano a
scuola quindi era
normale per lei trattare Dorian nello stesso modo in cui trattava suo
fratello
o quegli altri due modelli da copertina, erano sempre stati come una
grande
famiglia:<< Non fa niente Moira, va tutto bene
>> e mentre lui
pronunciava quella frase Maggie si alzò in piedi e lui
afferrandole la mano la
trascinò velocemente fuori dal locale.
<<
Allora? Mi hai portato qui almeno parla >> e Maggie lo
guardò nervosa
mentre lui era immobile davanti alla porta del Moulin Rouge e la
fissava con
gli occhi scuriti da chissà cosa:<< Non qui.
Andiamo in un posto dove
possiamo parlare in pace >> << Dove?
>> << Ai Jardin du
Luxembourg non c’è nessuno a quest’ora
>> Maggie si avvicinò a lui
abbassando il capo mentre gli prendeva la mano per
smaterializzarsi:<<
Non voglio andare lì se dobbiamo litigare >>
non le piaceva rovinare il
luogo in cui lui le aveva aperto per la prima volta il suo cuore con la
loro
prima litigata:<< Scegli tu il posto allora
>> Maggie annuì e Ian
la lasciò fare facendosi trasportare.
<<
Uhm…scelta interessante >> commentò
lui guardando le pareti della propria
camera:<< Così non posso urlare o fare
scenate, astuta principessa
>> lei arricciò il naso:<< Non
voglio essere astuta, voglio solo
parlare con te >> << Vuoi parlare?
>> e Ian si mise seduto
sul letto a braccia incrociate:<< Bene, sono qui.
Parliamo >> poi
appoggiando le mani ai lati del corpo aggiunse:<< Avanti,
sono pronto
>> << Pronto a cosa? >>
<< Beh hai visto due donne con
cui ho un rapporto molto stretto e hai scoperto che una delle due
è stata una
mia ragazza, posso capire che tu voglia delle risposte, sono qui per
dartele
>> Maggie si passò le mani prima sulle pieghe
dell’abito e poi nei
capelli:<< Sei snervante quando sei così
calmo, mi fai arrabbiare ancora
di più >> Ian fissò gli occhi nei
suoi:<< Sai che non hai niente di
cui essere arrabbiata vero? >> a quelle parole Maggie lo
guardò
scioccata:<< Cosa? Non avrei nulla di cui…
>> poi avvicinandosi lo
fulminò con gli occhi:<< Non pensi che avresti
dovuto dirmi che la moglie
di uno dei tuoi migliori amici, che tra parentesi è una
specie di fotomodella,
era la tua fidanzata? Quanto siete stati insieme prima che lei ed
Hermes…come è
possibile che lui l’abbia sposata dopo che voi
due…la amavi? L’hai mai amata? Forse
la ami ancora e non puoi averla quindi io sono…
>> il resto delle sue
parole finì ingoiato dalle labbra di Dorian, quasi non si
era accorta che lui
aveva allungato un braccio e se l’era praticamente tirata
sulle gambe
mettendola a cavalcioni su di sé e intrappolandole il viso
con le mani aveva
preso a baciarla:<< Ian…smettila
Ian… >> e agitandosi Maggie
allontanò il viso da lui:<< Non ho intenzione
di risolvere tutto con il
sesso >> << Non ho intenzione di stare qui
a litigare su qualcosa
che non vale più la pena di essere discusso >>
le mani di Maggie sul suo
petto gli impedirono di avvicinarla ancora:<< Non vale la
pena? Era la
tua fidanzata! >> lui scosse il capo con un piccolo
sorriso:<< In
francese come presumo anche da voi, esistono due termini…
>> << Non
mi serve una lezione su… >> ma lui
continuò come se non fosse stato
interrotto:<< Amie
che
corrisponde al vostro girlfriend e fiancée
che puoi capire da sola cosa significa. Leonie era la mia ragazza
quando
andavamo a scuola, siamo stati insieme per un anno forse anche meno,
sapevo che
Hermes era innamorato di lei e io non lo sono mai stato, si sono messi
insieme
e da allora non si sono più lasciati. Sono stato il padrino
di Tobias, il loro
primogenito >> << Ok, ma questo non spiega
come… >> <<
Invece la mia fiancée
è qui tra le
mie braccia >> << Sono belle parole
ma… >> lui le prese le
mani:<< Non sono solo parole, tutto quello che ho fatto
da quando hai
messo piede in questo hotel l’ho fatto per te, l’ho
fatto perché voglio che tu
faccia parte della mia vita finché respirerò. Ho
passato tutta la mia vita solo
ed arrabbiato sapendo che dovevo prendermi cura della mia famiglia, che
dovevo
fare in modo che mio padre reagisse e che mio fratello non si sentisse
troppo
solo, tu sei la prima cosa egoista che faccio nella mia vita, sei la
sola in
grado di farmi sentire in pace con me stesso e che sopporta il casino e
il
disastro che ho dentro, credevo di non meritare l’amore e di
non esserne
capace, credevo che la mia vita sarebbe stata un costellarsi di
avventure senza
importanza. Tu sei entrata nella mia vita come un raggio di sole e
dalla prima
volta che ti ho visto non ho potuto fare altro che pensare a te e
pregare in
silenzio che un giorno avrei avuto la fortuna di avere la mia occasione
con te,
sei la donna che amo Margaret Stains, l’unica che io abbia
mai amato e sì, ho
avuto un passato e ho avuto qualche ragazza prima di conoscerti ma da
quando ti
ho visto quella sera non c’è più stata
nessuna, mai. >> << Ian…
>> le mani di lui avevano preso ad accarezzarle la
schiena con
dolcezza:<< Ci sei solo tu, tu sei l’unica
>> Maggie sollevò le
mani per accarezzare il viso di lui:<< Mi dispiace. Credo
di aver
esagerato un po’…solo che prima i tuoi amici alla
serra, poi i miei genitori ed
ora Leonie e Moira, tu sei mio e non sopporto che
qualcun’altra possa… >>
il sorrisetto compiaciuto di lui le disse che apprezzava quello che
stava
dicendo:<< Cosa c’è?
>> << Non pensavo ti avrei mai vista
gelosa di me miss Stains >> << Dobbiamo
rivedere il tuo amor proprio
monsieur Atelier? >> << No principessa solo
che tu sei così dolce e
adorabile che è difficile immaginarti a difendere
ciò che è tuo con le unghie e
con i denti >> poi sorridendo le baciò la
punta del naso:<< Penso
che tuo padre non avesse tutti i torti a chiamarti bignè
>> a quell’affermazione
Maggie si scostò fulminandolo:<< Come scusa?
Io sarei l’equivalente di
una bella bambolina da soprammobile? >> era
così facile farla arrabbiare
ma lui in quel momento la voleva così tanto:<<
Assolutamente no tesoro
>> Maggie prese fiato prima di alzare gli occhi scuri su
di lui:<<
Dimmi una cosa Ian: che cosa ti piace di me? >>
<< Cosa vuoi dire?
>> << Ho avuto il piacere – anche
lui notò il suo tono ironico – di
conoscere la tua ex e di vedere anche la sorella del tuo migliore amico
che
letteralmente stravedere per te; da quello che hanno raccontato loro
poi tu a
scuola eri praticamente il sogno di ogni ragazza e, credimi lo so per
esperienza, lo sei ancora adesso…come posso essere sicura di
essere io quella
che dici di amare? Leonie è sposata ma ci sono altre donne
bellissime, bionde,
alte e magre come lei che farebbero carte false per averti, io sono una
normale
ragazza che lavora al ministero della magia, sono una qualunque
Tassorosso che
ha frequentato Hogwarts e per uno scherzo del destino si è
trovata ad
incrociare la tua strada >> Ian sorrise
ancora:<< C’è una cosa che
non ti ho detto di quella sera alla festa del ministero
>> << Cioè?
>> << Ero con una ragazza, avevo invitato
una di quelle donne alte
e bionde che dici tu, è vero mi sono sempre piaciute le
bionde con gli occhi
chiari perché le sole cose che ricordo di mia madre sono i
suoi occhi azzurri e
il biondo dorato dei suoi capelli, ho sempre pensato che se avessi
trovato una
donna che le assomigliava almeno un po’ avrei potuto avere la
felicità che lei
e mio padre avevano condiviso, poi ho visto te >>
<< Io non
assomiglio a tua madre >> e a quelle parole Maggie si
sfiorò la collana
di Elodie che lui le aveva dato:<< Tu le assomigli molto
più di qualsiasi
altra ragazza che io abbia mai conosciuto >> poi
baciandole le mani
aggiunse:<< Quando ho visto te con quel tuo splendido
vestito quella sera
e dopo averti sentito litigare con quello stronzo ho lasciato la
ragazza,
adesso non ricordo nemmeno come si chiamava, ricordo solo che dopo
averti
parlato, anche solo per pochi istanti nient’altro aveva
importanza oltre a te. Sono
tornato qui da solo e ho fatto quello cercando di ricordarmi ogni
singolo
particolare del tuo viso o dei tuoi occhi >> Maggie
alzò a sua volta gli
occhi e finalmente lo vide: appeso dietro la scrivania dal lato opposto
della
stanza proprio in corrispondenza del lato del letto in cui dormiva
Dorian c’era
un quadro di una donna vestita di rosso che ballava stretta ad un uomo
moro di
spalle, proprio come nel quadro di Renoir l’attenzione era
catturata dalla
ballerina e dal suo abito vermiglio, non aveva bisogno di avvicinarsi
per
vedere che era lei:<< Quello non è Daniel
vero? >> gli domandò
allora tornando a guardarlo:<< Sai che non è
Daniel >> <<
Avrei voluto davvero ballare con te quella sera >>
<< Possiamo
farlo ora se vuoi >> lei lo guardò
interrogativa:<< Davvero non ti
interessa che io non sia come Leonie o come qualsiasi altra che hai
frequentato
prima? >> lui annuì:<< Mi piaci
perché sei tu, perché non sei come
loro, amo la mia piccola dolce Margaret >> a quelle
parole il piccolo
tarlo che si era instaurato nella testa di Maggie da quando aveva visto
Leonie
e aveva scoperto che era stata la ragazza di Dorian esplose: era ora di
far
vedere ad Atelier le grand di cosa era davvero capace Margaret Sophie
Stains!
<<
Ian, posso restare a dormire qui con te? >> gli chiese
allora
innocentemente:<< Amore mio cosa ti sta venendo in mente?
>>
<< Niente, voglio solo dormire abbracciata al mio
fidanzato, dopo quello
che mi hai detto non mi va di lasciarti per tornare in camera mia
>>
<< Beh tecnicamente sono gli ultimi due giorni che
dovresti passare con
Frankie…fammi solo andare a cercare Delila per avvisarla
>> Maggie
sorrise mettendosi in piedi:<< D’accordo, io ti
aspetto qui >>
Dorian le baciò la fronte poco prima di lasciare la stanza.
Mentre due
innamorati si chiarivano altri due, o meglio uno dei due, era alle
prese con
quel mostro dagli occhi verdi chiamato gelosia, in effetti i suoi occhi
erano
verdi! Maledetti proverbi! E guardando ancora Delila che rideva e
scherzava su
uno dei divanetti del soggiorno al secondo piano con accanto il suo
biondo e
perfetto amico Daniel fece una smorfia:<< Credevo che
dopo quel pugno voi
due aveste combinato qualcosa amico, ma vedo che sei sempre allo stesso
punto
>> Danny alzò lo sguardo trovando Nikolaj in
piedi accanto alla piccola
libreria mentre teneva in mano un bicchiere di dio solo sa
cosa:<< Che
cosa vuoi? E non chiamarmi amico >> <<
Sembrano molto in sintonia
>> <<È un suo amico, un compagno
di scuola >> commentò Daniel
atono che, anche se se ne vergognava palesemente, aveva pedinato Delly
e il suo
amichetto per tutto il giorno:<< Mi vuoi dire
perché non vai lì, la
prendi e te la baci? >> Daniel lo fulminò con
gli occhi:<< Perché non
è quello che voglio da lei >> <<
Sì certo, una mamma per tua figlia
vero…sai quanto è umiliante per una donna
sentirsi dire una cosa del genere?
>> << Io ho già avuto la donna
della mia vita l’ho persa presto ma
va bene così >> Niko fece spallucce
mormorandogli poi poco prima di
andarsene:<< Se era davvero la donna della tua vita
avrebbe voluto
vederti felice e non solo come un cane >> poi lasciandolo
di nuovo solo
con la sua assurda e, secondo lui, ingiustificata gelosia Nikolaj
lasciò la
stanza deciso a mettere un punto fermo a quello che c’era tra
lui ed Iris, non
era successo niente a parte un bacio durante quella notte alle terme ma
il
fatto che lei non lo ricordasse giocava a suo favore e aveva intenzione
di
sfruttare la cosa finché gli era possibile!
<<
Ok, ho fatto. Delila è occupata quindi credo che per
stanotte… >> ma
rientrando nella propria camera Ian rimase immobile trovandola
vuota:<<
Margaret? >> domandò poi non vedendo la
ragazza da nessuna parte:<<
Sono qui >> sentiva la sua voce ma non la
vedeva:<< Dove? >>
poi ridendo domandò:<< Vuoi giocare a
nascondino per caso? >> poi
entrando definitivamente in camera notò la luce tremula che
proveniva dal
bagno:<< Principessa… >> la
chiamò poi avvicinandosi alla porta e
sbirciando all’interno mentre un profumo di menta e fiori gli
arrivava alle
narici:<< Amore che cosa stai facendo? >>
muovendo poggiando la
mano sulla porta la spinse piano restando immobile davanti alla donna,
sì
decisamente non era più una ragazza, nuda che illuminata
dalla luce di decine
di candele appoggiate un po’ ovunque stava chiudendo
l’acqua della sua
vasca:<< Hai ragione, voglio giocare…ma non a
nascondino >>
Charlotte
Deveraux
Leonie
Valois
Moira Deveraux
Oliver De la Tour
Grimilde's
Chiedo scusa per il ritardo ma dalla lunghezza del capitolo penso che
avrete capito anche il perchè (non calcolando impegni vari
che mi hanno reso infernale questa settimana ma tralasciamo!)
Ad ogni modo ho dovuto far slittare un altro paio di scene che avevo in
mente ma che metterò nel prossimo capitolo...
Lo so mi starete odiando per quanto è sfortunato Daniel ma
ben presto avrà la sua rivincita (o il colpo di grazia
dipende dai casi) quanto al resto che cosa posso dire: alcuni
personaggi non sono comparsi perchè ci saranno nei prossimi
capitolo a confronto/contatto con i propri parenti...
A presto come sempre! (Si spera!)
|
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Capitolo 21 *** 20 - Aiuti, spinte e decisioni ***
Capitolo 20
<<
Dici che staranno bene? >> domandò Violet
quando Pierre la scortò fuori
dal locale dopo aver salutato gli altri, contrariamente a lui Marcel e
Hermes
sarebbero tornati a casa dalle loro mogli, lui non avendo nessuno che
lo
aspettava nel suo appartamento vuoto aveva deciso di fermarsi
all’hotel ancora
per un paio di notti quindi stava facendo esattamente quello che Ian
gli aveva
chiesto e stava tornando in hotel con Violet Stains, sempre con la
testa piena
di quei suoi stramaledetti schemi di gioco pur di non pensare alla
donna
accanto a lui!
<<
Pierre… >> lui ebbe un brivido sentendola
pronunciare il suo nome, dio
poteva esserci parola più bella al mondo? Nessuna gli aveva
mai fatto
quell’effetto e dire che ne aveva avute di donne e anche
molto più spigliate e
decise della riservata ed educata Violet:<< Come?
>> le domandò
allora tornando a concentrarsi su di lei:<< Stai bene?
Sembri con la
testa altrove >> lui abbozzò un sorriso che a
Violet non sembrò per
niente quello del divo da copertina che vedeva ritratto con la fascia
da
capitano durante le partite o che era praticamente il volto della
nazionale
francese, quello era un sorriso vero, un sorriso di un uomo che
nascondeva un
mondo intero dietro quegli occhi verdeacqua.
<<
Sto solo cercando di memorizzare gli schemi prima del ritiro, non mi
piace
arrivare impreparato >> di nuovo una scusa banale ma non
poteva dirle che
moriva dalla voglia di farla appoggiare al muro alle sue spalle e
letteralmente
di divorarla lì in mezzo alla strada:<< Deve
essere bello fare della tua
passione il tuo lavoro >> lui
annuì:<< Sì, anche se ammetto che
quando a scuola giocavo con i ragazzi mi divertivo molto di
più, diventa più
impegnativo quando ti pagano per farlo e spesso hai bisogno di staccare
e di
evadere per rimettere le cose nella giusta prospettiva >>
Violet sospirò
pensando che anche a lei sarebbe servito staccare un po' la spina da
tutto
quello che le stava succedendo a Londra: il divorzio, un nuovo lavoro
da
trovare, una nuova casa...
<<
Ti va di fare una piccola deviazione? >> la voce di
Pierre le fece alzare
gli occhi su di lui:<< Come? >>
<< Non ho voglia di tornare
subito all'hotel, c'è un bar a dieci minuti da qui,
è un buco e anche
malfrequentato ma hanno il cognac migliore di tutta la Francia
>>
<< Vuoi portare una signora in un locale di dubbia
frequentazione e poco
raccomandabile signor DuLac? >> << Posso
portarti in hotel e
andarci dopo, ma farei il doppio della strada >> il
sorriso di Violet gli
fece capire che avrebbe seguito quella donna anche
all'inferno:<< Non sia
mai... >> poi prendendolo a braccetto sbatté
le ciglia facendogli gli
occhioni dolci:<< Inoltre ho un bel cavaliere prestante a
difendermi dai
malintenzionati >> stando allo scherzo Pierre le
sfiorò una guancia con
il pollice:<< Ai suoi ordini ma dame >> ed
incamminandosi Pierre
DuLac cercò di ignorare il frusciare della stoffa della sua
giacca contro lo
scialle nero che Violet aveva sulle spalle, dio quanto si stava
trattenendo...
<<
Margaret io... >> lei sorrise avvicinandosi e cominciando
a slacciargli
il nodo della cravatta:<< Rilassati Atelier le grand, non
farò niente di
eccezionale, niente che tu non voglia almeno >>
sentendosi chiamare a
quel modo da lei per un attimo la mente di Ian cercò di
sottrarlo da quel sogno
ad occhi aperti ma poi...:<< Baciami >>
dovette sbattere più volte
le palpebre per vedere Maggie che gli stava offrendo la curva chiara
del collo,
mentre con una mano gli stava sfiorando il punto dove solamente la
notte prima
gli aveva lasciato un succhiotto, fortuna che amava le camice e il
colletto
nascondeva i segni oppure i suoi amici gli avrebbero dato il tormento!
Chinandosi
piano Dorian posò le labbra su quella pelle morbida proprio
nel punto dove
pulsava la sua giugulare.
Maggie
sorrise divertita, Ian non si sarebbe mai liberato del bravo ragazzo
che era in
lui:<< Ti ho detto baciami, fallo come si deve
>> lui alzò il viso
guardandola con quei magnetici occhi blu:<< Cosa vuoi di
preciso
signorina ? >> il piccolo ghigno di Maggie lo fece
pentire subito di aver
fatto quella domanda:<< Forse è meglio se ti
do una dimostrazione pratica
>> e mettendosi in punta di piedi aderì al
corpo del fidanzato
slacciandogli la camicia grigia e cominciando a far scivolare la lingua
su e
giù lungo il collo del ragazzo per poi fermarsi poco sotto
al suo mento ridendo
appena per il velo di barba che le pizzicava il viso:<<
Mi piaci con la
barba, mi piace quando mi baci e mi fa il solletico >>
Ian respirò
piano:<< Ti bacerei se tu non mi avessi bloccato il collo
tesoro >>
<< Dopo...dopo potrai farlo, adesso fammi finire
>> e chinando le
labbra riprese la sua piccola tortura mentre Ian faticava a restare
fermo:<< Smettila >> e muovendo appena il
collo fece spostare
Maggie che lo guardò con gli occhi appannati dal desiderio,
un sorriso
compiaciuto che guardava il segno rosso sul collo di
lui:<< Non ti piace?
>> lui sorrise finendo di togliersi la camicia e
gettandola a terra
insieme alla cravatta:<< Non c'è gusto se tu
ti diverti e io devo essere
torturato senza poter far nulla non credi? >> poi
allungò una mano
iniziando a slacciare la cintura dei pantaloni.
<<
Allora dimmi signor bello impossibile...com'è che il
campione della nazionale
francese non ha una ragazza e si trova a dover far da babysitter ad una
noiosa
vecchia zitella? >> domandò Violet sorridendo
un po' troppo e facendo
scivolare un dito sul bordo del bicchiere che aveva davanti, era stato
più
forte di lei e quando aveva mandato giù il primo sorso di
cognac si era sentita
così leggera da voler riprovare
l'esperienza:<< Tu non sei affatto
vecchia o noiosa e quanto all'essere zitella, single è un
modo migliore di
dirlo >> la risata di lei era cristallina ma aveva un
fondo di
acidità:<< Se un uomo è solo
è single e va bene, se lo è una donna
è
zitella e basta. Alla mia età poi sono praticamente vecchia
>> Pierre
stava per dirle l'ennesima frase galante quando una voce arrochita dal
fumo e
sgrammaticata dall'alcol si intromise nella
conversazione:<< Ehi madame
vieni a farti un giro con me? >> Violet guardò
l'uomo che si era
appoggiato sul bancone: non era per niente brutto e sicuramente da
sobrio
avrebbe anche avuto qualche chance, ma era talmente ubriaco che se non
ci fosse
stato il bancone sarebbe già finito con la faccia sul
pavimento di
cotto:<< La signora è occupata
>> e a quelle parole Violet sentì la
mano calda di Pierre poggiarsi sulla sua spalla con fare
protettivo:<<
Andiamo amico non fare l'avaro, non sai che bisogna essere generosi con
il
prossimo, perché non la condividiamo? >>
Pierre fece una smorfia ma si
vedeva che tentava di trattenersi:<< Gira al largo e
trova qualcuno che
ti porti a casa >> fece poi per girarsi dichiarando
chiuso il discorso ma
la mano dell'ubriaco che ghermiva il braccio di Violet gli fece salire
il
sangue al cervello:<< Andiamo non fare l'avaro, fai
divertire anche me
>> gli bastò guardare gli occhi spaventati di
lei per scendere dallo
sgabello e prendere quel tizio per il bavero della
giacca:<< Ti ho detto
gira al largo, mi hai sentito? >> << Vuoi
divertirti solo tu?
Andiamo non puoi... >> ma prima che quel babbeo potesse
aggiungere altro
Pierre alzò il braccio chiudendo la mano a pugno e facendola
impattare contro
la mascella di quel coglione che arretrò barcollando
appoggiandosi poi ad un
muro per riprendere fiato e non stramazzare a terra:<<
Mossa sbagliata
amico >> commentò quello pulendosi il labbro
sporco di sangue, Pierre
scosse leggermente la testa, fortuna che era un battitore ed era
ambidestro,
poteva farsi male alla mano senza preoccuparsi troppo di non poter
giocare!
<<
Lascia che metta in chiaro una cosa >> e prendendo il
tipo per un braccio
lo trascinò di peso fuori dal locale:<<
Vattene a casa e fattela passare,
la signora è impegnata >> il tizio lo
guardò nervoso, probabilmente
incapace di prendersi un rifiuto o di essere umiliato
così:<< Tu non mi
dai ordini! Tu non... >> e con rabbia il tizio si
avventò contro Pierre
facendo impattare la schiena di DuLac contro il muro facendolo
imprecare tra i
denti, dio se per colpa di quel cretino era costretto a saltare il
ritiro…
Mettendo
un braccio tra sé e quell’animale lo
scansò spingendolo lontano da sé per poi
tirargli un altro pugno stavolta allo stomaco:<< Ma
perché non la smetti?
>> gli domandò poi bloccandosi e guardandolo
ma quello testardo come un
mulo gli fu di nuovo addosso, che pessima serata!
Non
ci
pensò un attimo e scrollandosi quell’ammasso molle
di carne e birra lo
allontanò da sé guardandolo con il fuoco negli
occhi, l’altro fece per
contrattaccare di nuovo ma lo sguardo nero di Pierre lo
bloccò e rimettendosi
velocemente in piedi l’uomo se la diede a gambe, dio che
razza di uomo poteva
ridursi in quel modo?
Stava
quasi per rientrare e vedere come stava Violet quando alzando gli occhi
sull’ingresso la trovò immobile a pochi passi da
lui:<< Stai bene?
>> le domandò piano mentre si passava una mano
sulla nuca:<< Sarei
io a doverlo chiedere a te >> gli rispose lei con un
mezzo sorriso,
Pierre la guardò in silenzio chiedendosi che diavolo aveva
il suo cervello che
non andava visto i pensieri che stava facendo in quel momento, doveva
stare
calmo, era tutta colpa dell’adrenalina, doveva solo darsi una
calmata e tutto
sarebbe andato a posto:<< Forse è meglio
tornare in hotel, vado a pagare
e poi… >> << Pierre
>> e la mano di lei sul braccio lo
bloccò.
Ci
fu una
frazione di secondo, una singola frazione di secondo in cui il suo
cervello gli
urlò a grandi lettere di fermarsi, in cui pensò
che fosse meglio tirarsi
indietro e lasciare tutto com’era proprio come gli aveva
consigliato Ian ma
come detto fu solo un momento, poi la sua mano afferrò la
nuca di Violet
sprofondando nella seta scura del suo caschetto avvicinandola al suo
viso e le
sue labbra furono su quelle della donna mentre lui si abbeverava di
quel succo
come se fosse stato il nettare degli dei.
Stringendo
le braccia attorno a quel collo e quelle spalle da pugile Violet
sorrise mentre
la sua lingua scivolava sulle labbra di Pierre prima di infilarsi nella
sua
bocca, per un istante sentì il sapore ferroso del sangue,
probabilmente una ferita
o un piccolo taglio che quel cretino gli aveva procurato…la
cosa servì solo a
farla stringere di più al suo salvatore.
Facendo
un
rapido giro su sé stesso Pierre le fece appoggiare la
schiena al muro dove solo
poco prima lui aveva sbattuto mentre staccava appena le labbra da
quelle di lei
solo per portarle più in basso prima sul collo e poi lungo
il pizzo che
costeggiava la scollatura dell’abito:<< Sai di
zucchero >> Violet
rise:<< Zucchero? >> Pierre
annuì ritornando a baciarla:<< Ho
un debole per i dolci >> << Non si direbbe
>> il sorriso di
Pierre le disse chiaramente come sarebbe proseguita quella
serata:<< Non
ho detto che tipo di dolci >> poi rafforzando la stretta
attorno al corpo
di Violet la sollevò da terra di qualche
centimetro:<< Reggiti ma petite
>> << Cosa? >>
<< Sarà un atterraggio morbido te lo
prometto >> e mantenne la promessa perché
quando si materializzarono
erano sprofondati nelle morbide coperte di un letto:<<
Stai cercando di
sedurmi Pierre DuLac? >> gli domandò lei
sorridendo mentre con le mani
gli accarezzava gli addominali che la camicia bianca non faceva altro
che
sottolineare:<< Credevo di averlo già fatto
>> le mormorò
sorridendo mentre con una mano raggiungeva la cerniera
dell’abito che lei aveva
sul fianco facendola scivolare verso il basso:<< Puoi
dirmi di no quando
vuoi mia cara >> Violet sorrise passandosi la lingua
sulle labbra quasi
pensierosa:<< Pensi che voglia dirti di no?
>> << Sono un
galantuomo in fondo, devo chiedertelo >> lei sorrise e
prima che se ne
rendesse conto Pierre si trovò sdraiato sul letto con Violet
a cavalcioni sopra
di lui, il vestito ormai sollevato fino alla vita le lasciava scoperte
le cosce
su cui lui si affrettò ad appoggiare le mani tamburellandovi
con le
dita:<< Me lo fai un favore bello e impossibile?
>> cominciava ad
amare Violet quando lo chiamava
così…<< Tutto quello che vuoi
zuccherino
>> non le avrebbe reso le cose facili e poi gli piaceva
il luccichio che
compariva nei suoi occhi quando la sfidava:<< Non essere
un gentiluomo,
ne ho abbastanza di uomini che mi trattano come se potessi rompermi,
sono una
donna e mi piace divertirmi, non voglio vivere sotto una campana di
vetro
>> la risata di Pierre le scaldò il
petto:<< Vuoi giocare zucchero?
Giochiamo >> poi afferrandole i polsi ribaltò
di nuovo le loro posizioni
facendo scendere la parte superiore del vestito fino alla sua vita
strappandolo
poi per toglierglielo e lasciandola in intimo e con le
decolleté nere ai
piedi:<< Maggie ci teneva a quel vestito >>
mormorò Violet con il
miglior finto tono dispiaciuto che le uscì in quel
momento:<< Te lo
sistemo domattina, adesso ho di meglio da fare >> e
sorridendo tornò a
baciarla mentre le mani di Violet lo spogliavano velocemente di giacca
e
camicia accarezzando poi quei muscoli scultorei: ecco un altro motivo
per cui
Violet amava tanto il Quidditch…quei giocatori avevano dei
fisici fantastici!
<<
Ok, adesso devi essere sincera con me >> Delila
voltò lo sguardo verso
l’uomo steso per terra accanto a lei sul terrazzo, erano
lì da più di due ore e
stavano guardando le stelle mentre chiacchieravano del più e
del meno:<<
Non lo sono sempre Liv? >> lui fece una smorfia a quel
soprannome ma lei
lo chiamava così proprio perché sapeva che non lo
sopportava:<< Certo che
lo sei Delly, ma non quando si parla dei tuoi sentimenti
>> lei si mise
seduta guardandolo scioccata:<< I miei sentimenti?
Credevo avessimo
superato questa fase da un pezzo Oliver De la Tour >> lui
scoppiò a
ridere:<< Non intendevo i tuoi sentimenti per me Delly,
intendevo quelli
per quella specie di Indiana Jones con cui ti ho trovata in cucina
stamattina
>> poi sorridendo e voltando la testa verso di lei
aggiunse:<<
Stavi preparando la tua torta della tranquillità?
>> Delila lo guardò
ancora più scioccata:<< La smetti di chiamarla
così? È un nome odioso
>> << Ma è vero, tu prepari
dolci solo quando sei nervosa o
qualcuno ti da sui nervi e di solito prepari biscotti, se quello
è riuscito a
farti arrivare alla torta vuol dire che è davvero importante
>> Delila
incrociò le braccia sul petto:<< Daniel
Johnson non è importante >>
Oliver rise tornando a guardare il cielo stellato e mettendo le mani
dietro la
testa:<< Sì certo, raccontalo a chi non ti
conosce come me >>
tornando a sdraiarsi e a guardare il cielo Delila fece un piccolo
sorriso:<< E va bene, forse un po’ è
importante ma me la sto facendo
passare >> << Non puoi passare tutta la
vita sola per colpa di
quello che è successo a Mark, io ho vissuto tre anni con te
e sono vivo, sto
bene >> lei sorrise voltando la testa verso
l’amico:<< Senza offesa
Liv ma tu non mi hai mai provocato quel genere di emozioni
>> lui si unì
alla risata:<< Sì, eravamo la coppia peggio
assortita della storia! Come
amici siamo una favola ma come fidanzati… >>
poi tornando serio
aggiunse:<< Ho visto come ti guarda, è tutto
il giorno che ci sta dietro
come un cane da tartufo, tu gli piaci >> <<
Io non gli piaccio, non
nel modo che pensi tu >> e cercando di non mettersi di
nuovo a piangere a
quel ricordo Delila raccontò all’amico della
proposta di Daniel, della sua gelosia
per Niko e perfino della sua crisi scampata solo grazie
all’intervento di
Indiana Jones come lo chiamava Liv!
<<
Eri una Corvonero, ti credevo più sveglia Delly
>> lei si voltò
accigliata:<< E tu sei rimasto sempre il solito
Serpeverde che non sa
tenere la bocca chiusa >> Oliver non si scompose nemmeno,
la loro
amicizia era iniziata con un litigio in fondo ma poi non si erano
più
separati:<< Insultami quanto vuoi, ma pensavo lo avessi
capito >>
<< Capito cosa? >> << Il tuo
amichetto è un Serpeverde, proprio
come me >> << E quindi? Che è
stupido e arrogante lo so >>
Oliver sorrise:<< Stupido, arrogante e fifone, morirebbe
piuttosto che
chiederti qualcosa a cui non sa come risponderai >>
Delila fece una
smorfia:<< Posso capire la paura ma quello che mi ha
detto è davvero
umiliante, mi sono sentita alla stregua di una domestica e quando ti
piace
qualcuno e ti senti così non è per niente una
bella sensazione >> Oliver
sorrise tornando a guardare il cielo che si stava
rannuvolando:<< Sarà
meglio tornare dentro prima che cominci a piovere >>
Delly annuì
rialzandosi e avviandosi con l'amico verso la camera che Dorian aveva
preparato
per loro, non voleva sapere che cosa stessero facendo lui e Maggie e
non voleva
capitare sul più bello quindi aveva deciso di dormire con
Oliver come ai tempi
della loro convivenza.
<<
Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua tu intanto vai in
camera, ti
raggiungo subito >> << Esistono gli elfi
domestici Delly perché
non... >> lei sorrise facendogli la
linguaccia:<< Viziato purosangue,
mi piace scendere in cucina e poi anche gli elfi hanno bisogno di
riposare
>> Oliver fece una mezza smorfia poi le baciò
la fronte:<< Vado a
farmi una doccia, a dopo Delly >> la ragazza lo
guardò incamminarsi e
sparire in camera prima di scendere le scale e dirigersi verso la
cucina, ormai
Clau l'aveva presa in simpatia e di certo non le avrebbe detto nulla
per quella
piccola intrusione.
Stava
per
raggiungere la scala che portava alle cucine quando un suono sommesso
simile al
lamento di un cucciolo attirò la sua attenzione, si
fermò guardandosi intorno
ma non vedendo niente fece per scendere quando di nuovo il lamento
riprese,
decisa ormai a scoprirne la causa cominciò a guardarsi
intorno alla ricerca di
qualche movimento strano.
Seguì
i
piccoli singhiozzi fino ad un angolino nascosto tra le scale e
l’ingresso della
sala da pranzo; si avvicinò ancora vedendo un piccolo
batuffolo dai capelli
rossi raggomitolato su sé stesso e avvolto in un pigiamino
rosa con delle
pecorelle bianche qua e là:<< Ehi
piccola… >> la bambina emise un
altro piccolo lamento stringendo ancora di più al petto il
suo pupazzo cercando
di farsi forza:<< Ciao piccola, io sono Delly
>> per quanto non le
piacesse il suo soprannome era molto più facile di Delila
per una
bambina:<< Va tutto bene tesoro, che
cos’è successo? >> la bambina
si calmò girandosi verso di lei e due grandi occhi verdi la
fissarono facendole
battere il cuore all’impazzata:<< Abigail
>> mormorò a mezza voce e
sentendo il proprio nome la bambina alzò gli occhi
guardandola curiosa:<<
Tu sei Abigail non è vero? La figlia di Daniel
>> la piccola rimase
ancora per un attimo immobile senza sapere cosa dire così
Delila le tese la
mano:<< Vuoi tornare dal tuo papà piccola?
>> inaspettatamente la
bambina scosse il capo:<< È successo qualcosa?
>> stavolta Abby
annuì:<< Il tuo papà sta bene?
>> di nuovo la bambina annuì e
Delila si inginocchiò accanto a lei:<< Ti va
di venire con me? Stavo
andando in cucina a prendere un po’ di latte e biscotti, vuoi
farmi compagnia?
>> sul viso della piccola si aprì un sorriso,
lo stesso sorriso caldo di
Daniel ovviamente e scattando in piedi come un piccolo soldatino Abby
prese la
mano che lei le stava porgendo:<< Poi però
andiamo subito dal tuo papà
prima che si preoccupi d’accordo? >> la piccola
annuì e trotterellando
accanto a Delila la seguì giù per le scale fino
in cucina.
Mentre
prendeva due tazze dalla credenza Delila osservò di nascosto
la piccola Abby
che, seduta al tavolo che con la testa appoggiata sulle braccine la
guardava di
sottecchi cercando di non farsi scoprire.
<<
Ecco, tieni >> e tirando fuori la propria bacchetta
Delila scaldò il
latte facendo volteggiare davanti alla piccola un vassoio pieno di
biscotti
dalle forme più strane:<< Si! Bello! Fallo
ancora! >> e battendo le
manine Abby la guardò raggiante dicendo le prime parole da
quando l’aveva
incontrata:<< Cosa? Questo? >> e con un
sorriso fece spostare
alcuni biscotti che si misero a danzare attorno alla tazza della
bambina prima
di tornare compostamente nel loro piatto:<< Si!
Papà lo fa sempre a casa!
>> e mentre pronunciava quella parola il suo visino
gioioso tornò triste
e le sue labbra si gonfiarono come sul punto di
piangere:<< No…Abby che
cosa c’è? >> poi collegando la frase
aggiunse:<< Ti manca la tua
casa? >> la bimba annuì poi, cercando di
trattenere le lacrime
aggiunse:<< La camera di papà è
troppo grande, ci sono tante ombre scure
che fanno tanta paura, ci sono i mostri >> Delila
capì al volo:<< E
tu non hai detto al tuo papà che vuoi tornare a casa vero?
>> la bimba
scosse la folta massa di capelli color rubino:<< No,
papà ha detto che
tornerà presto, che è venuto per trovare una
regina e portarla a casa per noi,
me lo ha promesso >> un piccolo sorriso si dipinse sulle
labbra di Delila
al pensiero di quanto Daniel stava facendo per sua
figlia:<< Senti io
sono amica del tuo papà, che ne dici se provo a parlarci io?
Magari lo convinco
a tornare presto a casa >> Abby sembrò
pensarci un attimo:<< Con
anche una regina? >> Delila rise piano e un pensiero
altamente masochista
si fece largo nella sua mente:<< Sì Abby,
anche con una regina! >> poi
avvicinandole i biscotti aggiunse:<< Ora mangia
>> in silenzio la
bambina afferrò un biscotto con le gocce di cioccolato
intingendolo nel latte
caldo e addentandolo come il più buono dei cibi.
<<
Abby! Abby! >> e non sapendo più dove cercare
la figlia Daniel aprì la
porta della cucina quando:<< Taci Daniel. La svegli
così >> il
giovane si fermò vedendo una figura seduta al tavolo che
sembrava bisbigliare
piano qualcosa:<< Delila? >> aveva
riconosciuto subito la sua voce
ed era un po’ spiazzato, non pensava l’avrebbe
rivista senza quel suo adone
biondo accanto:<< Che cosa… >>
lei voltò la testa fulminandolo con
gli occhi:<< Abbassa la voce, si è appena
addormentata >> e
solamente avvicinandosi Daniel notò la propria figlia
addormentata nelle
braccia della donna con il suo inseparabile peluche stretto al
petto:<<
Che cosa state facendo? >> domandò poi
abbassando la voce:<< Stavo
scendendo a prendere un bicchiere d’acqua quando
l’ho trovata in un angolo che
piangeva, così l’ho portata qui e le ho preparato
latte e biscotti >>
spiegò Delila come se la cosa fosse stata
ovvia:<< E non hai pensato di
chiamarmi sono ore che… >> stava alzando un
po’ troppo la voce:<<
Svegliala e te la farò pagare Danny >> un
piccolo sorriso gli scappò
sentendosi chiamare Danny ma tornò immediatamente a guardare
la figlia:<<
Dovevi chiamarmi >> continuò
cocciuto:<< Portiamola a letto, ho
bisogno di parlare con te e non voglio svegliarla >> e
alzandosi il più
delicatamente possibile Delila fece per incamminarsi verso la porta
quando
Daniel la bloccò facendo scivolare le proprie braccia tra
quelle di lei ed il
corpicino di Abby:<< È pesante e credo che tu
la stia tenendo in braccio
da un po’ >> << Non è
un problema…davvero >> lui si fece
scivolare la figlia accanto al petto:<< Tranquilla ci
penso io, ho
comunque bisogno di una mano per metterla a letto >>
Delila annuì
seguendolo in silenzio su per le scale e quando furono davanti alla
porta della
camera del ragazzo lei si ricordò di Noelle:<<
Tranquilla, Noelle dorme
nell’altra stanza, io ed Abby ci siamo accampati in soggiorno
come a casa
>> e facendole cenno di aprire la porta Delila sorrise
vedendo i due
grossi divani color crema messi uno vicino all’altro con un
due cuscini e
qualche coperta raffazzonata alla bell’e
meglio:<< Sei proprio un
disastro con le lenzuola, non puoi far dormire una bambina
così >> poi
tirando fuori la bacchetta dalla tasca la agitò in aria
trasfigurando i divani
in un comodo lettone matrimoniale:<< Ehi ma
stai… >> lei
sorrise:<< Qualcuno mi ha detto che se voglio posso
controllarmi quindi
voglio vedere se è vero >> Daniel
sorrise:<< Almeno in quello ti
sono stato utile >> poi poggiando Abby sotto le lenzuola
la coprì
accarezzandole piano la testolina per poi voltarsi verso
Delila:<< Bene,
di che cosa volevi parlarmi? >> lei lo guardò
scioccata:<< Qui?
>> lui fece spallucce:<< Non voglio
allontanarmi da li nel caso si
svegli >> << D’accordo, come
vuoi, ma almeno mettiamoci comodi
>> << Il letto è comodissimo
>> << Daniel >> lo
rimbeccò lei acida avvicinandosi al tavolo del soggiorno e
lui fece altrettanto
sedendosi poi davanti a lei:<< Dicevamo >>
e la guardò serio mentre
con la coda dell’occhio teneva sotto controllo Abby che
però non dava l’impressione
di volersi muovere:<< Ho parlato con Abby mentre facevano
il nostro
spuntino >> meglio cominciare da lì, era
meglio prendere il discorso alla
larga:<< E cosa vi siete dette? >>
domandò lui cercando di stare
allo scherzo ma curioso come poche altre volte lo era stato nella sua
vita:<< Che le manchi, vuole che torni a casa e che ci
resti >> era
stata volutamente schietta perché le si era stretto il cuore
all’idea di quella
bambina che cresceva senza il suo papà vicino ogni momento,
i suoi genitori
avevano fatto lo stesso con lei e sapeva bene che cosa
significava:<< So
che sta male senza di me, ma che cosa posso fare? Quando è
morta sua madre
pensavo che le sarei bastato io per tutta la vita, che non
c’era bisogno di
altro…poi ogni tanto c’è sua nonna, la
madre di Shannon, che mi fa una mano. Credevo
fosse sufficiente ma un paio di mesi fa Abby è tornata a
casa in lacrime dopo
essere andata a giocare con degli amichetti >> Delila lo
guardò
preoccupata:<< Che cos’è successo?
>> << Un paio di bambini
l’avevano
presa in giro perché lei non ha la mamma, volevano sapere
perché e lei non
sapeva che cosa rispondere, non le ho mai detto che Shannon
è morta quando lei
è nata, sa che la sua mamma non c’è
più ma non sa il vero motivo, volevo
proteggerla ma adesso mi rendo conto che forse non era la cosa migliore
>> lei si voltò a guardare la
bambina:<< Non potevi spiegare ad una
neonata che sua madre è morta per darla alla luce, quando
sarà più grande lo
farai e se vuoi ti darò… >> ma si
bloccò ricordandosi di non aver ancora
affrontato quella parte del discorso:<< Mi darai cosa?
>> le domandò
Daniel accigliato:<< Era questo che volevo dirti: se la
tua offerta è
ancora valida…ci ho pensato e potrei accettare
>> gli occhi verdi di
Daniel si spalancarono:<< Vuoi dire che…che
tu… >> lei
annuì:<< Verrò con te se
è quello che vuoi ma sappi che lo faccio solo
per Abby, non voglio che lei cresca sola come sono cresciuta io, so
cosa vuol
dire e non è una cosa piacevole >> lui
annuì:<< Te l’ho chiesto
solo per questo, so che sono stato un po’ fuori di me in
questi giorni ma sto
facendo tutto questo per mia figlia e il pensiero di non renderla
felice mi
terrorizzava e… >> << Delly!
>> la vocina acuta di Abby
catturò la loro attenzione e Daniel guardò Delila
perplesso sentendo la bambina
chiamare lei:<< Cosa c’è Abby? Va
tutto bene… >> e alzandosi Delila
si avvicinò alla bambina accarezzandole i
capelli:<< È tornato il mostro,
è tornato >> stringendo la bambina tra le
braccia lei sorrise:<< Lo
hai salutato? >> Abby la guardò
sorpresa:<< Perché? >> Delila
sorrise:<< Perché non tutti i mostri sono
cattivi, sono sicura che questo
era solo un mostro gentile che voleva fare amicizia, magari
è spaventato quanto
te… >> << Dici davvero?
>> domandò la bambina affascinata da
quelle parole:<< Sì, anche nel mio armadio da
bambina c’era un mostro,
era molto simpatico e mi metteva in ordine tutti i vestiti mentre
dormivo, sai
alla fine visto che c’era lui nel mio armadio gli altri
mostri cattivi non
potevano venirci >> gli occhi di Abby brillarono e solo
in quel momento
lei notò Daniel in piedi dietro alla donna che la teneva tra
le
braccia:<< Possiamo tornare a casa papà?
>> domandò allora con un
gran sorriso:<< Abby papà deve restare qui
ancora un po’, deve trovarti
la tua regina te lo ricordi? >> la piccola sorrise e suo
padre rivide sé
stesso in quel sorriso furbo:<< Ma l’ho
già trovata io la nostra regina
papà, non c’è bisogno che cerchi ancora
>> << Ah sì? >>
domandò Daniel curioso e la piccola annuì
vigorosamente:<< E posso anche
conoscerla? >> le chiese il padre per vedere dove sua
figlia volesse
andare a parare:<< Delly, lui è il mio
papà! >> poi guardando il
padre sorrise angelica:<< Papà lei
è Delly! >> i due si guardarono
e Delila scosse il capo: fregata da uno scricciolo di quattro anni!
<<
Atelier >> François si voltò
sentendosi chiamare e vedendo l’uomo che
stava sopraggiungendo ebbe il forte istinto di girarsi e andarsene dal
locale:<< Che cosa vuoi Deveraux? >> Marcel
fece una
smorfia:<< Oltre a prenderti a sberle? Voglio parlare con
te >>
<< Ma io no quindi se vuoi scusarmi…
>> la mano di Marcel si
strinse attorno al suo braccio facendolo bloccare
dov’era:<< Non sono qui
per perdere tempo e ringrazia il cielo che sono venuto io
perché se avessi
lasciato fare ad Hermes sareste finiti in strada con le bacchette
sguainate
nel giro di cinque minuti >> gli occhi azzurri di Frankie
lampeggiarono:<< Dillo come se fosse un vanto mi
raccomando! Ancora mi
chiedo come faccia mio fratello a… >> Marcel
lo lasciò sedendosi sullo
sgabello di fianco a lui:<< Ian probabilmente non
vorrebbe che tu lo
sapessi ma c’è una storia che voglio raccontarti
François e poi forse cambierai
idea su tuo fratello e sul rapporto che ci lega >> lo
sguardo scettico di
Frankie gli disse che non sarebbe stata un’impresa facile ma
lui lo fece lo
stesso:<< Sai che tuo fratello si è rotto una
gamba e un braccio al suo
terzo anno vero? Sai che è rimasto in infermeria a scuola
per due mesi per via
di una piccola commozione cerebrale >>
<< Certo che lo so, papà mi
aveva scritto di non preoccuparmi e che Ian stava meglio
>> Marcel
giocherellò con il bicchiere che aveva
ordinato:<< Quello che non sai e
che non penso sappia nemmeno tuo padre è che Ian non
è caduto >> <<
Cosa ma che stai dicendo? >> <<
È successo durante uno dei nostri
allenamenti, io ero vicino a lui…era il giorno del suo
compleanno e stavamo
parlando di cosa fare per festeggiare, ad un certo punto mi ha
solamente detto:“
La sola cosa che vorrei è stare con mia madre” poi
ha staccato le mani dalla
scopa e si è lasciato scivolare giù, eravamo a
quindici metri di altezza,
Hermes e Pierre sono riusciti a rallentargli la caduta ma si
è fatto male
comunque, non abbiamo mai detto a nessuno che si era buttato, tutti
sanno che è
scivolato >> << Mio fratello non farebbe
mai una cosa del genere,
Ian non farebbe mai… >> << Ogni
anno il giorno dell’anniversario di
vostra madre Ian lo passa da solo, ti sei mai chiesto che cosa faccia
chiuso in
camera? >> << No, sta male e lo so ma
è solamente disteso a letto e…
>> << Piange, per tutto il resto
dell’anno lui è il perfetto Dorian
Atelier, il perfetto figlio, fratello e tutto quello che vuoi, lui si
è preso
la tua felicità e quella di vostro padre sulle spalle,
farebbe di tutto per voi
e so che mi ucciderebbe per quello che ti sto dicendo ma lui non è diverso
quando è con noi, si sente
solo più libero, un po’ come si sente con Maggie a
quanto posso vedere >>
in silenzio dopo quelle parole François guardò
l’uomo accanto a lui:<< Perché
non me l’ha mai detto? Perché tu sai cose che io
non so di mio fratello?
>> << Perché lui vuole essere il
tuo eroe, vuole essere forte anche
per te come ha fatto per tutta la sua vita e sa che una cosa del genere
lo
farebbe solo sembrare debole ai tuoi occhi e a quelli di vostro padre
>>
<< Debole? >> domandò Frankie
ancora sotto shock:<< È Ian, è
orgoglioso più di quanto voglia ammettere, per quello gli
piace calarsi nei
panni di Atelier le grand, per quello gli piace fare il seduttore e il
bello della
situazione, mette una maschera e affronta il mondo anziché
affrontare sé stesso;
lui ti vuole bene François, più di quanto ne
voglia a qualsiasi altra persona
sulla terra e litigare con te lo distrugge, non chiedergli di scegliere
perché siamo
i suoi amici e vogliamo bene a lui quanto lui ne vuole a te
>> <<
Non dire a mio fratello che me lo hai detto >> Marcel lo
guardò con un
piccolo sorriso:<< Ci tengo ancora alla mia vita se
permetti >>
Frankie scosse il capo:<< Non voglio che quando
andrò a chiedergli scusa
pensi che l’ho fatto solo perché ho saputo la
verità >> Marcel lo guardò
interrogativo:<< Ma lo fai per questo? >>
Frankie lo fulminò con
gli occhi:<< Lo faccio perché è mio
fratello e gli voglio bene, quanto a
voi faccia come vuole, sono in debito con voi per esservi presi cura di
lui
quando io non avrei mai potuto farlo ma non per questo mi state
più simpatici,
dillo anche al tuo amico Valois >> << Non
mancherò >>
commentò Marcel con un sorriso poi alzando il bicchiere
brindò a François:<<
Ian ha ragione, sei un ragazzo unico >> il giovane si
bloccò un attimo
guardando l’Auror negli occhi:<< Grazie di
avermelo detto Marcel >>
<< Dovevi saperlo, forse non da me ma dovevi
>>
La
mattina
dopo fu un caldo raggio di sole a fargli aprire gli occhi, sbattendo le
palpebre e guardandosi intorno si accorse di essere a letto,
l’ultima cosa che
ricordava era Maggie nuda nella sua vasca mentre lui si godeva lo
spettacolo
facendo cose che forse era meglio non ripetere a voce alta, si
girò appena ma
una mano trattenne il suo braccio e lui si trovò di nuovo
appiccicato al corpo
nudo della sua fidanzata:<< Muoviti di un solo millimetro
e ti farò
rimpiangere di avermi chiamata bignè stanotte
>> un sorriso malandrino
gli comparve sul viso mentre chinava la bocca riempiendo il collo e la
schiena
di Maggie di baci:<< Davvero amore? Per tutte le volte
che l’ho fatto
stanotte? >> poi morsicandole piano un fianco la fece
sobbalzare
sorridendo e girandola a pancia in su le baciò il
ventre:<< Sei così
morbida e dolce…sei il mio bignè amore come altro
dovrei chiamarti? >>
lei rise scuotendo il capo e afferrandogli il viso per portarlo alla
sua
altezza e baciarlo:<< Riesci a rendere sconcio anche il
soprannome con
cui mi chiamava mio padre, sei un depravato Dorian Atelier
>> lui rise
sfiorandole il naso con il proprio:<< Come se ti
dispiacesse >> lei
si strusciò contro di lui risvegliando i suoi bassi
istinti:<< Mai detto
nulla del genere >> in un attimo Ian la prese per i
fianchi e
sollevandola la mise sopra di sé guardandola felice mentre i
loro corpi si
univano di nuovo:<< Bene amore perché stai
risvegliando le mie voglie
>> muovendosi come una gatta Margaret si
sdraiò sulla sua pancia
arrivando a baciargli il mento coperto di barba:<< A tua
disposizione
Atelier le grand >> e quella fu la sola cosa che fu in
grado di dire per un’altra
ora buona.
<<
Hai fame? >> e stavolta veramente in piedi Ian si
infilò un paio di
pantaloni del pigiama mentre guardava Maggie rannicchiata tra le
lenzuola che
gli sorrideva felice:<< Fame di cibo? >>
gli domandò stirandosi le
braccia sopra la testa:<< Vorrei riprendere fiato
principessa ma possiamo
replicare dopo se ti va >> << Ho voglia di
un po’ di lamponi e more
>> gli disse ricordando bene quello che avevano fatto
l’ultima volta che
avevano avuto a che fare insieme con i frutti di bosco e la cucina
dell’hotel:<<
Tentatrice >> << Tu vai a prenderli poi mi
ringrazierai >>
<<
Buongiorno splendore >> Iris sbatté le
palpebre guardando Niko che era
seduto sul letto di fianco al suo:<< Che cavolo ci fai
qui? Avevo detto
il divano! >> gli ricordò poi acida mettendosi
a sedere e avvolgendosi
nelle lenzuola per coprire la canotta e gli shorts che usava come
pigiama:<< Il divano era scomodo e non volevo sprecare
questo bel letto
morbido >> replicò lui con un
sorriso:<< Sei impossibile Nikolaj
>> borbottò lei poi girandogli la schiena e
guardando la sveglia sul
comodino aggiunse:<< È presto fammi dormire
>> lui non replicò
subito ma Iris sentì un peso che si sdraiava nel letto
accanto a lei e la voce
di lui molto vicina al suo orecchio:<< Come vuoi
splendore, posso farti
compagnia? >> si girò infuriata nel giro di
pochi secondi:<< Che
cosa pensi di… >> ma le labbra di Niko sulle
sue le impedirono ogni
replica.
Mike e
Lilith sorridevano come due adolescenti mentre mano nella mano si
incamminavano
verso il giardino per la colazione:<< La smetti di
guardarmi così? Mi fai
sentire nuda >> lui sorrise baciandole la
testa:<< Ma eri nuda fino
a poco fa nanetta, nuda e abbracciata a me… >>
<< Michael Jamison
Gail, non farmi pentire di averti… >> si
guardarono in silenzio per un
attimo poi lui chinò il capo baciandole le
labbra:<< Non potrei vivere
senza di te >> Lilith si sciolse come neve al
sole:<< Ruffiano
>> << Ti amo anch’io
>> le piaceva sentirselo dire e le
piaceva dirglielo ma non quando lui ne approfittava così
apertamente.
<<
Mike! >> una voce acuta fece girare il ragazzo verso
l’ingresso dell’hotel:<<
Ma cosa… >> e lui si girò appena in
tempo per vedere una biondina in
jeans e felpa che, spingendo malamente Lilith di lato, gli saltava al
collo
stringendolo felice:<< Mike quanto mi sei mancato!
>> il ragazzo
strinse le braccia attorno alla vita della giovane
sorridendo:<< Kelly
non respiro >> poi rimettendola a terra aggiunse
guardandosi
intorno:<< Dov’è Frank?
>> la ragazza si girò a sua volta
sorridendo:<< Era dietro di me, stava aiutando una
signora che… >>
<< Nonna Jo! >> e un piccolo tornado dai
capelli color fuoco
attraversò di corsa l’atrio scappando dalla mano
di Daniel e andando ad
abbracciare l’anziana signora che prese la nipotina tra le
braccia
sorridendo:<< Ciao scricciolo! Come sta la mia piccolina?
>> poi
alzando gli occhi su Daniel che stava arrivando
aggiunse:<< Ciao Daniel
>> << Joanne, fatto buon viaggio?
>> << Sì, ottimo
>> poi voltandosi verso l’uomo dai capelli
grigi e gli occhiali che aveva
appena appoggiato due valige sul pavimento aggiunse:<<
Grazie per l’aiuto
signor Gail >> l’altro sorrise:<<
Basta Frank e poi è stato un
piacere >> << Allora grazie Frank
>> ma l’attenzione di
Joanne fu catturata da Abigail che le stava tirando un braccio per
attirare la
sua attenzione:<< Nonna vieni! Nonna vieni a conoscere
Delly! >>
<< Delly? >> domandò la donna
guardando Daniel perplessa:<<
Ti spiego tra poco >> le mormorò lui mentre la
bambina stava tirando la
nonna verso Delila che era rimasta indietro per non intromettersi in
quei
saluti.
<<
Michael >> Mike si voltò sentendosi
chiamare:<< Frank >> e
abbracciò l’uomo che l’aveva cresciuto
con un caldo sorriso:<< Ti trovo
bene ragazzo, sembri rinato >> <<
Sì, avevo bisogno di un po’ di
vacanza >> poi guardando sua sorella e suo nonno
aggiunse:<< Frank,
Kelly, c’è una persona che voglio presentarvi
>> e tendendo la mano a
Lilith aggiunse:<< Lei è Lilith Sherwood
>> gli occhi di Frank
corsero alla mano della ragazza ma Kelly aprì bocca per
prima:<< Piacere,
io sono Kelly la sorella di Mike, tu sei una sua amica?
>> Mike rise
mentre Lilith arrossiva:<< Lil non è mia amica
Kelly, è la mia futura
moglie >> gli occhi della ragazza si spalancarono e
Lilith non seppe dire
se per la sorpresa o l’orrore vista la sua successiva
domanda:<< La tua
cosa? >>
Nonna
Joanne
Abilgail "Abby" Johnson
Frank
Gail
Kelly Gail
(mi scuso
se l'immagine è più piccola ma il pc non me la
caricava)
Grimilde's
Ok, ci sono poche parole per questo capitolo anche perchè
non saprei cosa dire...lascio la parola alla storia e a voi dopo...solo
una piccola precisazione: la figlia di Daniel è un po'
più sveglia di suo padre per fortuna!
Scherzi a parte ci vediamo presto...
Datemi una settimana e potrei farcela...
A la prochaine...
|
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Capitolo 22 *** 21 - Avvertimenti e verità ***
Capitolo 21
<<
La tua cosa? >> e Kelly guardò il fratello
come se fosse
impazzito:<< La mia futura moglie >> le
ripeté Mike calmo:<<
Ho chiesto a Lilith di sposarmi ieri sera >> la giovane
Sherwood
sorrise:<< Veramente io l’ho chiesto a te due
giorni fa >> Mike le
sorrise:<< Dettagli >> poi ridendo
aggiunse:<< Inoltre la mia
dichiarazione al Moulin Rouge vale come una domanda a cui hai detto di
sì
>> Lil incrociò le braccia sul petto e fece
per rispondere quando Kelly si
intromise:<< Ma non puoi sposarti! Non puoi andare via da
casa >>
<< Kelly Mike è adulto, non
c’è niente di male se va a vivere per conto
suo >> commentò calmo Frank che conosceva bene
il carattere impulsivo
della ragazzina:<< Lo so che è adulto ma
è… >> a quelle parole Mike
prese la sorella per un braccio tirandola verso di sé per
abbracciarla:<<
Perché non andiamo a fare colazione tutti insieme e ne
parliamo dopo? Dai Kelly
ti spiegherò tutto e sono sicuro che adorerai Lilith ma ora
ho fame >> e
con quella piccola battuta che sperava potesse calmare un po’
le acque Mike
tirò la sorella verso il giardino mentre Frank si avvicinava
a Lilith con un
gran sorriso:<< Benvenuta in famiglia signorina Sherwood
>> lei
sorrise timidamente, non aveva mai pensato seriamente di avere a che
fare con
la famiglia di Michael, cioè lui le aveva parlato di Frank e
di sua sorella
adottiva ma non pensava li avrebbe visti, non così presto
almeno!
Con un
piccolo sorriso sulle labbra Dorian stava svoltando l’angolo
del corridoio per
tornare in camera da Maggie…gli veniva quasi voglia di
fischiettare talmente
era felice quando una porta a poca distanza da lui si aprì e
il giovane Atelier
si trovò faccia a faccia con la sorella della sua fidanzata
vestita esattamente
come la sera prima, con le scarpe in mano e i capelli fin troppo
spettinati per
una che aveva solo dormito, avrebbe anche fatto finta di niente ma il
forte
profumo dell’acqua di colonia preferita di Pierre addosso a
lei lo fece
bloccare indeciso su come comportarsi:<<
Oh…Dorian >> e proprio
come quelle di Maggie anche le guance di Violet si imporporarono di
quel
delizioso rosso ciliegia:<< Pierre dorme ancora?
>> lei arrossì
ancora di più scuotendo il capo:<< Si sta
facendo una doccia… >>
rispose lei non sapendo esattamente che cosa dire poi sollevando
entrambe le
mani le poggiò sulle braccia di lui coperte dalla camicia
bianca:<< Ti
prego non lo dire a Peggy, ti prego non voglio che…
>> << Cosa?
>> lei si tirò indietro:<< Non
voglio che mi consideri una poco di
buono, mi sto separando da mio marito e mi sento già
abbastanza stupida per
quello che ho fatto ma Pierre… >> un caldo
sorriso le scivolò sul viso al
pensiero di quello che avevano fatto quella notte:<<
…Pierre mi fa sentire
viva come non mi sono mai sentita in vita mia >> Ian
annuì poggiandole
una mano sul braccio:<< Io non le dirò niente
ma dovresti farlo tu, sono
sicuro che sarebbe felice per te >> poi facendole
l’occhiolino aggiunse
malizioso:<< Anche perché credo che non ti
toglierai il mio amico dai
piedi molto presto >> Violet sorrise alzando di nuovo il
viso ma i suoi
occhi notarono un segno rosso quasi
violaceo alla base del collo di Dorian e un dubbio le fece capolino
nella mente
ma lo scacciò: Peggy non era quel genere di ragazza, lei era
dolce e delicata,
era un piccolo fiore aggraziato non come lei
che…:<< Potresti fare finta
di non averlo visto? >> lei alzò gli occhi e
si accorse che Ian aveva
notato cosa stava fissando:<< Mia sorella ha…
>> Dorian
sorrise:<< Preferirei che quello che succede tra me e
Margaret resti tra
di noi >> Vi annuì:<<
È diversa da quando è con te >> Ian
la
guardò perplesso:<< Che vuoi dire?
>> << Peggy, è diversa da
quando sta con te, a Londra e quando stava con Daniel era come una
bambina spaventata
dal mondo e timorosa di osare invece adesso è una donna
>> il sorriso di
Ian le fece capire che sua sorella era decisamente
cresciuta:<< È una
donna che sa quello che vuole e non ha paura di…
>> Ian rise:<<
Decisamente sa quello che vuole e anche come ottenerlo >>
<<
Promettimi che la renderai felice >> era un po’
stucchevole come frase ma
da quando Ian l’aveva portata con sé il pomeriggio
precedente per quel piccolo
regalo per Peggy lei si sentiva in dovere di salvaguardare la
felicità della
sua sorellina:<< Preferirei morire piuttosto che renderla
infelice
>> lei fece per continuare la conversazione ma un rumore
in fondo al
corridoio li bloccò entrambi:<< Ti conviene
cambiarti prima che qualcuno
ti veda, a più tardi Violet >> e salutandola
Ian percorse gli ultimi
metri che lo separavano dalla sua camera entrando con la ciotola di
lamponi e
more che aveva preso dalla cucina.
Sotto il
getto caldo della doccia intanto Pierre stava riflettendo su tutto
quello che
era successo quella notte: non aveva programmato di finire a letto con
Violet
Stains quella sera stessa ma quando lei gli aveva preso il braccio dopo
la sua
piccola rissa l’adrenalina che gli scorreva nel sangue si era
concentrata tutta
in un unico punto e il suo cervello gli aveva detto addio andando in
blackout
completo.
Dio se
chiudeva gli occhi poteva ancora sentire quella pelle morbida sotto le
dita,
poteva sentire la sua voce che lo chiamava in preda al desiderio,
fortuna che
aveva avuto la prontezza di lanciare un muffliato sulla stanza
così nessuno
aveva sentito le loro “ voci ”
all’esterno.
Quando
aveva aperto gli occhi quella mattina si era trovato lei sdraiata su un
fianco
che lo guardava sorridendo e accarezzandogli il profilo della mascella,
senza
pensarci un attimo l’aveva baciata e nel giro di poco avevano
ricominciato da
dove si erano interrotti la sera prima, era stato solo un paio
d’ore dopo
quando lei aveva ammesso di doversi andare a cambiare che lui si era
reso conto
di quanto non volesse lasciarla andare:<< So che
è una proposta azzardata
e fuori luogo Violet ma se ci fosse un seguito? >> aveva
pronunciato tante
volte quelle parole ma quella era la prima in cui le pensava
davvero:<<
Vale a dire? >> lui aveva abbozzato un
sorriso:<< Finché staremo
qui o finché vorrai >> << Tu e
io insieme? >> lui aveva
annuito:<< Direi che non stiamo poi così male
no? >> lei lo aveva
baciato ridendo:<< No, decisamente no…
>> poi strusciandosi contro
di lui aveva aggiunto sussurrandoglielo
nell’orecchio:<< Finché non
tornerò a Londra >> inutile dire che il suo
bacio successivo era valso
come un sì e, gli si illuminavano gli occhi al pensiero,
adesso non vedeva
l’ora di rivederla!
<<
Delly sta per… >> e Joanne si
avvicinò alla donna bionda che sua nipote
le aveva presentato:<< Delila, ma signora io
non… >> la donna tornò
a guardare Daniel e la figlia che giocavano nel giardino
dell’hotel:<<
Mia figlia era una ragazza adorabile, dolce e generosa, era troppo
buona per
questo mondo e credeva ciecamente nel prossimo e nelle seconde
occasioni.
Quando le hanno detto che sarebbe diventata madre era la donna
più felice del
mondo, amava Daniel come si ama solo il primo amore ma purtroppo la mia
Shannon
era troppo debole per questo mondo e pur di far nascere la sua bambina
ci ha rimesso
la vita >> << Io non voglio prendere il
posto di sua figlia né con
Abigail né con Daniel, davvero voglio solo dare una mano
>> Joanne alzò
gli occhi sulla ragazza nervosa al suo fianco:<< Tu tieni
a lui vero?
>> << Come? >>
<< Lo vedo da come lo guardi, c’è
qualcosa tra di voi >> << No, assolutamente
no. Daniel è stato
chiaro e io sono d’accordo con lui, le ripeto non voglio e
non posso… >>
l’anziana donna si sedette ad un tavolino di ferro guardando
ancora
Delila:<< Certo che puoi mia cara >> poi
allo sguardo perplesso di
lei aggiunse:<< Daniel è come un figlio per
me, l’ho praticamente
adottato da quando Shannon me lo ha presentato e poi da quando
è nata Abby,
sono felice che lui sia ancora legato al ricordo di Shannon dopo tutto
questo
tempo ma lo vedo quanto è solo e profondamente infelice, lo
vedo quanto ha bisogno
di sentirsi amato indipendentemente da sua figlia e da ciò
che può dare, è un
uomo che non può esserlo in pieno, è un padre per
la maggior parte del tempo e
un gran lavoratore per il tempo che gli resta ma non riesce a trovare
qualcuno
con cui essere sé stesso e ho paura che prima o poi lo
rimpiangerà >> gli
occhi di Delila corsero verso Daniel perdendosi dietro al grande
sorriso che
stava riservando alla sua piccolina:<< Daniel non cerca
un’altra donna,
lui vuole solo qualcuno che lo aiuti con Abby, non ha bisogno di una
fidanzata
o una moglie >> di nuovo Joanne sorrise:<<
Più parli e più mi
convinco di quanto voi due stareste bene insieme >> poi
guardando la
nipote aggiunse:<< Daniel aveva me per dargli una mano
con la piccola ma
ha deciso comunque di venire qui e dopo averti conosciuta di chiederti
di
venire a vivere con lui >> << Vuole farmi
credere che… >>
<< Ehi non starete parlando male di me vero?
>> e la voce di Daniel
con Abby attaccata al petto tipo koala le bloccò e a Joanne
non sfuggì lo sguardo
di pura adorazione che Delila rivolse al giovane:<<
Assolutamente sì mio
caro, se questa povera ragazza deve venire a vivere con te è
giusto che sappia
quanto sei disordinato, caotico e testardo >> Danny
guardò la donna che
da un paio di notti affollava i suoi pensieri con un
sorriso:<< Che sono
testardo lo sa già ma penso che non avrebbe problemi a
tenermi testa >> a
quelle parole Abby si mosse per scendere dall’abbraccio del
padre saltellando
poi in braccio a Delila:<< Verrai davvero a vivere con
noi Delly? Verrai?
>> era inutile negare quello che ormai aveva
deciso:<< Sì Abby, se
il tuo papà è d’accordo
verrò con voi >> la bambina si
voltò sorridendo
verso Daniel sfoderando il suo sorrisetto angelico:<<
Può venire vero
papà? Vero? >> << Certo
scricciolo, certo che può >> poi
guardando Delila fisso negli occhi aggiunse:<< Non vedevo
l’ora >>
e per chi non avesse conosciuto la loro situazione quella poteva
decisamente
sembrare una proposta indecente!
<<
Abby vieni con la nonna, dobbiamo andare in camera a disfare le valige
>>
e alzandosi in piedi Joanne prese la nipotina per mano portandosela
dietro
mentre Abby si voltava ancora a guardare Delila e suo padre che
sedevano insieme
a chiacchierare.
<< È
bella vero nonna? >> Joanne guardò a sua volta
la coppia:<< Sì Abby
è molto bella >> la bambina ci
pensò un po' su poi guardando dritto
davanti a sé domandò piano:<< Pensi
che Delly possa essere la mia mamma?
>> poi forse rendendosi conto di quello che stava dicendo
aggiunse:<<
La mia nuova mamma, so che la mia mamma è in cielo come dice
papà ma io non
l'ho mai vista e vorrei tanto una mamma e vorrei che fosse Delly
>>
Joanne sorrise alle parole della nipote, Abigail aveva quasi lo
stesso
carattere dolce e solare di Shannon, quasi perché c'erano
alcuni peculiari
tratti che la bambina aveva inevitabilmente preso dal
padre:<< Certo che
Delly potrà essere la tua nuova mamma, solo che devi dare il
tempo a lei e papà
di capirlo da soli >> Abby annuì convinta poi
guardando un'ultima volta i
due adulti aggiunse:<< A papà piace tanto
Delly >> di nuovo la
nonna sorrise:<< Sì tesoro, gli piace proprio
tanto >>
<<
Sei sicura di voler venire a vivere con noi? >> Delila lo
guardò come se
fosse pazzo:<< Ti stai rimangiando la tua offerta Daniel?
>> lui
alzò le mani in segno di resa:<< Assolutamente
no! >> poi tornando
a guardarla aggiunse:<< Mi chiedevo solo se il tuo amico
Oliver...
>> lei sorrise:<< Liv ha di meglio da fare
che pensare alla mia
vita o meglio, avrebbe di meglio da fare >>
<< Non siete solo amici
vero? >> lei sorrise:<< Siamo amici
>> poi chinando il capo
aggiunse:<< Una volta eravamo qualcosa di più
>> Daniel strinse a
pugno la mano che aveva sul tavolo fino a farsi sbiancare le nocche poi
prendendo
un bel respiro domandò:<< Quanto siete stati
insieme? >> <
Perché ti interessa? >> <<
È un tuo amico, fa parte della tua vita,
devo sapere se corro il rischio di vederti scappare con la tua ex
fiamma dei
tempi della scuola >> gli occhi di Delila fiammeggiarono
per un attimo,
possibile che Danny avesse sempre la capacità di dire la
cosa sbagliata al
momento sbagliato?
<<
Io e Oliver siamo amici Daniel, non scapperò con il primo
che capita. Ho fatto
una promessa ad Abby e intendo mantenerla >> lui fece
finta di non essere
colpito da quelle parole:<< Quindi lo fai solo per mia
figlia >>
Delila pensò bene di ripagarlo con la stessa
moneta:<< Perché tu per cosa
lo fai? >> lui si raddrizzò sulla sedia come
se fosse stato colpito da
una scossa:<< Certo che lo faccio per Abby, per cos'altro
se no!?
>>
<<
Forse dovremmo smetterla >> e incapace di non sorridere
Iris guardò i
grandi occhi scuri di Niko che si specchiavano nei
suoi:<< Forse dovremmo
continuare, c'è ancora qualche punto della tua bocca che non
conosco >>
la risata di Iris gli scaldò il petto, aveva creduto di
prendersi l'ennesimo
schiaffo quando l'aveva baciata e invece sembrava che lei non
aspettasse altro,
che la sola cosa che volesse fosse di essere presa tra le braccia ed
essere
baciata, com’era strana la vita.
<<
Nikolaj… >>
con una piccola risata
Iris gli prese il viso tra le mani riprendendo a
baciarlo:<< Non verrò a
letto con te caro mio >> lui sorrise:<<
Continua a ripeterlo lyublyu
può darsi che tu prima o poi ci creda
>> Iris fece per voltarsi
dall’altra parte quando con uno scatto Niko le
afferrò i polsi stringendoli e
spingendola con la schiena sul letto mentre si metteva a cavalcioni
sopra di
lei:<< L’altra sera per quanto tu fossi bella
senza niente addosso non ho
voluto approfittare di… >> lei rise
acida:<< Non farmi ridere, Niko
Valuev che non coglie al volo un’occasione mi sembra strano
>> lui si
chinò facendo combaciare il corpo a quello di lei e poi con
la bocca che le
sfiorava la pelle dell’orecchio aggiunse:<< Non
l’ho fatto, voglio che tu
sia lucida quando ti regalerò il sesso più
fantastico della tua vita, voglio
che tu lo ricordi il giorno dopo, quello dopo e quello dopo
ancora… >> ok
se lui andava avanti così gli avrebbe venduto anche
l’anima, ma perché di tutti
i bei ragazzi presenti in quello stramaledetto albergo lei doveva
andarsi a
scegliere un cocciuto, arrogante, borioso, sexy, affascinante,
muscoloso,
eccentrico e bellissimo russo dagli occhi neri come la pece e il
sorriso del
diavolo?
<<
Vuoi farmi credere che adesso che puoi non ti prenderai quello che
vuoi?
>> gli domandò cercando di sfidarlo e di
ritrovare un po’ di
autocontrollo ma quando lui scosse il capo e fece per alzarsi ebbe
davvero
l’istinto di mettergli le mani al collo:<< Sai
una cosa Iridis, ci ho
pensato stanotte mentre ti guardavo dormire…
>> lei fece per aprire bocca
ma lui con un dito le chiuse le labbra:<< Ci ho pensato e
come ti ho già
detto non so come andranno le cose ma non voglio farmi odiare prima
ancora di
iniziare quindi tempo al tempo >> poi togliendo la mano
dalle labbra di
lei si alzò in piedi chinandosi di nuovo e afferrandole il
mento con due dita
mentre le strappava l’ennesimo bacio:<<
Ciò non vuol dire che tu non
possa provare a farmi cambiare idea >> Iris gli fece la
linguaccia e fece
per liberarsi quando lui la baciò di nuovo:<<
Rischio di ricaderci da
solo ma sei così invitante >> lei
alzò una mano per accarezzargli la
camicia stropicciata che lui indossava dalla sera
prima:<< Serviti pure
>> Niko sorrise furbo poi mettendosi in piedi la
guardò con gli occhi che
brillavano:<< Resta ferma dove sei, torno subito
>> Iris lo guardò
spaesata ma lui era già uscito dalla stanza.
<<
Mi cercava signor Atelier? >> e bussando piano alla porta
dell'ufficio
Libero guardò all'interno dove il padre del suo migliore
amico sedeva dietro la
sua scrivania con una lettera aperta tra le mani:<< Entri
signor Nott, ho
bisogno di parlare con lei >> poi allungandogli una
lettera
aggiunse:<< Avevo scritto ai suoi nonni per invitarli qui
ma non ho mai
ricevuto risposta, fino a stamattina >> poi spingendo la
lettera verso
Libero aggiunse:<< Penso che dovrebbe leggerla con calma
>> Libero
non guardò nemmeno il figlio riconoscendo l'arzigogolata
grafia di sua
nonna:<< Lei l'ha letta signore? >> Isaac
annuì in silenzio:<<
Che cosa dice? >> Isaac rimase in silenzio per un
attimo:<< Credo
che dovresti leggerla >> Libero scosse il
capo:<< Ho tagliato i
ponti con loro anni fa, non ho alcuna intenzione di riprendere i
contatti solo
perché… >> << Tuo
nonno è morto Libero >> a quelle parole il
ragazzo rimase immobile con la pergamena in mano:<< Cosa?
>>
<< Tua nonna mi ha scritto quella lettera per informarmi
e chiedermi di
dirtelo, avrei preferito lo facesse lei ma a quanto pare non se la
sente
>> << Quando è successo?
>> domandò Nott con un filo di voce,
era vero che non aveva un buon rapporto – anzi non aveva
proprio un rapporto –
con i suoi nonni ma erano pur sempre l’unica parte della sua
famiglia che gli
era rimasta e ora c’era solo sua nonna, forse era lecito
provare quella piccola
stretta al cuore in fondo:<< A quanto mi ha scritto ha
avuto un ictus
poco dopo il tuo arrivo qui ed è stato costretto a letto,
una settimana fa è
morto durante la notte, a quanto dice tua nonna se
n’è andato in pace >>
digerendo tutte quelle notizie insieme Libero cercò di
trattenere le lacrime,
non era la morte del vecchio Nott in sé che gli faceva male,
era il fatto che
come sempre i suoi nonni lo avevano escluso da ogni scelta e da ogni
cosa, sì
lui si chiamava Libero Orion Nott ed era geneticamente e legalmente
loro
nipote, ma da quando era tornato a vivere con loro non aveva mai fatto
davvero
parte della loro famiglia: cresciuto da elfi e balie e poi spedito ad
Hogwarts
dove restava per tutto il tempo possibile escluse le vacanze estive che
spesso
passava con il suo migliore amico in un hotel a Parigi quindi i periodi
che aveva
passato a casa con loro erano davvero molto pochi.
<<
Tuo nonno prima di morire ha lasciato testamento >> il
ragazzo alzò gli
occhi:<< E cosa centro io? C’è mia
nonna quindi… >> << Ha
lasciato tutto a te, sei l’unico parente maschio che ha e sei
il suo
discendente più prossimo >> <<
Io sono cosa? >> << Sei
il nuovo capofamiglia dei Nott, tutto quello che era di tuo nonno:
case, conti
in banca, tenute e via dicendo ora è tuo >>
<< Cosa? >>
<< Il notaio dei tuoi nonni arriverà
dopodomani con i documenti per la
successione >> << Non voglio niente da loro
>> quella frase
gli era uscita dalle labbra prima che potesse pensarci e in effetti si
rese
conto che era proprio così, aveva passato quasi tutta la sua
vita senza i soldi
e la fortuna dei Nott cavandosela da solo e ora non gli servivano quei
conti in
banca o quelle case per poter fare qualcosa:<< Pensaci
bene prima di
rifiutare, alla fine saranno tuoi in ogni caso un giorno e forse
è meglio che
tu impari a gestire la cosa ora che dopo >>
<< Quando arriverà il
notaio? >> << Dopodomani, ti
farò chiamare appena sarà qui >>
Libero chinò appena il capo in segno di saluto e
rispetto:<< Grazie
signore >> poi guardando la lettera la strinse in
mano:<< Posso
tenerla? Solo per oggi >> Isaac
annuì:<< Per qualsiasi cosa Libero
sai che puoi contare sulla mia famiglia >> di nuovo il
ragazzo chinò il
capo e mentre lasciava lo studio finalmente Libero capì
perché i due Atelier
erano così attaccati al loro padre: nonostante fosse un uomo
di ghiaccio Isaac
Atelier era una roccia che aveva sempre sostenuto i suoi figli in ogni
momento
e ora stava aiutando lui che in fondo non era nessuno se non un vecchio
compagno
di scuola di François.
<<
Margaret… >> e riaprendo la porta della camera
Ian si avvicinò al letto notando
solo poi che la sua piccola principessa non era dove l’aveva
lasciata:<<
Margaret dove sei? >> e mentre si guardava intorno
notò la porta finestra
del terrazzo aperta e le tende che svolazzavano spinte dal
vento:<< Margaret?
>> e uscendo sul piccolo terrazzino trovò la
fidanzata raggomitolata su
una sedia a dondolo avvolta in una grossa coperta color
ocra:<< Ehi…che
ci fai qui fuori? >> lei alzò gli occhi verso
di lui smettendo di
guardare i tetti di Parigi in quel fresco mattino:<< Ti
stavo aspettando
e non è bello stare a letto se non ci sei tu
>> Ian sorrise poggiando la
ciotola di frutti di bosco sul tavolino in ferro:<< Che
cosa c’è? Avanti
piccola sai che puoi dirmelo >> gli occhi di Maggie
divennero lucidi per
un istante:<< Stavo pensando che tra dieci giorni i
giochi finiranno
>> lui ci pensava dalla prima volta in cui era uscito con
lei, dalla
prima volta in cui le aveva detto di amarla, faceva il conto alla
rovescia da
quando aveva cominciato a capire che la sua vita sarebbe stata niente
senza
Margaret Stains ma non poteva dirglielo, non in quel momento almeno;
per un
attimo fu tentato di aprire il piccolo scrigno che c’era sul
comò e che
conteneva il regalo che aveva preso per la sua principessa insieme a
Violet.
<<
Ian… >> lui tornò a guardarla
sorridendo:<< Dimmi mon amour
>> << Che cosa faremo quando io
dovrò tornare a Londra? >>
lui sorrise:<< La faremo funzionare piccola, se lo vuoi
troveremo un modo
>> e lui quel modo l’aveva già
trovato ma c’era ancora quel piccolo
ragazzino insicuro dentro di lui che non era sicuro della risposta che
avrebbe
ricevuto da lei!
<<
Delly! >> e la voce di Oliver fece voltare Delila mentre
lei stava
andando in biblioteca con Abby:<< Liv >> lo
salutò lei poi
sorridendo aggiunse:<< Credo che tu non conosca Abigail,
lei è la figlia
di Daniel >> l’uomo sorrise inginocchiandosi
alla stessa altezza della
bambina:<< Piacere Abigail, io mi chiamo Oliver
>> la piccola
rimase in silenzio:<< Sei un amico di Delly?
>> domandò poi vedendo
il sorriso che lui rivolse alla sua nuova mamma:<<
Sì, sono un suo amico
>> << Lo sai che Delly diventerà
la mia mamma! Sposerà il mio papà
e… >> << Abby! Nessuno ha detto
che io e il tuo papà… >>
<< Ma devi sposare papà, come puoi diventare
la mia mamma se non sposi
papà? >> Delila deglutì
nervosamente, come faceva a dire ad Abby
che…:<< Sai una cosa Abby, forse Delly dice
così perché il tuo papà non
glielo ha ancora chiesto >> la voce di Oliver la
riportò alla realtà, che
diavolo stava farneticando? Lei e Daniel non avevano mai parlato di
matrimonio!
<<
Davvero? >> domandò la bambina
stupita:<< Può darsi piccola e
magari il tuo papà vorrebbe fare una sorpresa a Delly non
credi? >> la
bimba annuì con un largo sorriso e in quel momento Oliver
diede il colpo di
grazia:<< Perché non vai a chiederglielo?
L’ho visto andare a fare
colazione poco fa >> << Posso Delly?
>> lei annuì lasciandola
andare, in fondo Isaac Atelier aveva assicurato loro che Abby da sola
non
sarebbe mai potuta uscire dall’hotel quindi…
Una volta
rimasti soli Delila si voltò verso
l’amico:<< Che cosa diavolo ti salta
in mente? È una bambina, crede a tutto quello che le viene
detto e dal momento
che la cosa che desidera di più è una
famiglia… >> << Ha ragione
lei Delly, come fai a farle da madre se non sposi suo padre?
>> Delila
incrociò le braccia sul petto:<< Penso che
Daniel abbia in mente più una
babysitter che una moglie >> << E tu
cos’hai in mente? >>
domandò il ragazzo con un largo sorriso:<< Io?
Che cosa centra quello che
voglio io? Non posso costringerlo a provare qualcosa che non prova
>>
<< Lo vuoi sposare? Lo ami? >>
<< Mi piace e tu lo sai
>> Oliver sorrise ma un’altra persona poco
lontano che aveva sentito
quello scambio di battute sorrise a sua volta e un progetto
cominciò a
delinearsi nella sua mente, era ora di dare una smossa a quei due!
<<
Sei ancora dove ti ho lasciato? >> la voce di Niko la
fece voltare verso
la porta mentre lui stava rientrando con alcuni oggetti che fluttuavano
ordinatamente
dietro di lui:<< Che cosa stai facendo? Dove sei andato?
>> e lo
guardò mentre lui faceva poggiare a terra ciò che
si era portato
dietro:<< Niko… >> lui sorrise
allungandole una mano senza
guardarla:<< Vieni qui >> <<
Che cosa stai facendo? >>
lui mosse la mano facendole segno di avvicinarsi:<< Ti ho
detto che
voglio che tu mi conosca prima di giudicare, beh questa è
una delle tante parti
di me >> e scoprendo quello che si era portato dietro
lasciò che Iris
vedesse il suo ultimo piccolo lavoro.
Immobile
per qualche istante Iris cercò di capire se stava o meno
sognando:<< Niko
ma è… >> e si avvicinò
al piccolo blocco di argilla da cui fuoriusciva il
busto di un uomo che aveva le fattezze molto simili a quelle di
Nikolaj:<<
Sei tu? >> gli domandò poi voltandosi a
guardare gli occhi scuri di lui
concentrati sulla statuetta:<< Ma Delila diceva che eri
un pittore non…
>> << Pittore,
scultore…onestamente tutto quello che ha a che fare
con l’arte mi affascina, mi fa sentire in pace con me stesso
>> poi
facendo spallucce aggiunse:<< Diventare il galoppino di
mio padre non mi
ha mai entusiasmato molto e quindi eccomi qui >> poi
sollevandosi le
maniche della camicia allungò una mano verso la statua
incompleta e fu solo in
quel momento che Iris notò meglio la linea nera che gli
percorreva
l’avambraccio e che vista da vicino altro non era che il
profilo dei principali
monumenti di Mosca, la città natale di Niko:<<
Ti manca mai casa tua?
>> lui non si mosse studiando la statua:<<
Più di quanto ammetterei
mai ma se devo scegliere tra casa e la mia libertà, la
scelta è scontata
>> << Ti piace fare quello che vuoi
>> lui cominciò a lavorare
un punto accanto all’uomo della statua e Iris rimase
affascinata nel vedere
quelle mani che plasmavano la creta, Niko lavorava quella massa informe
secondo
un’idea che aveva nella mente dando vita a quel capolavoro
che era magnifico
nella sua semplicità e applicava la stessa cosa anche alla
sua vita: aveva
deciso che direzione prendere e andava avanti per la sua strada
incurante di
ciò che pensavano gli altri o di come lo giudicavano,
l’aveva invidiato fin dal
primo momento per quel suo modo di fare, senza contare che non aveva
mai visto
niente di più affascinante di lui mentre era così
concentrato sul suo lavoro,
era così bello con quell’espressione dura e seria,
era così irresistibile che
quasi le veniva voglia di…
Si accorse
di quello che stava facendo solo quando sentì Niko
borbottare qualcosa, ma
continuò comunque sedendoglisi in braccio tra lui e la
scultura:<< Ora
sono lucida >> lui la guardò in silenzio
attento a dove poggiava le mani
sporche di argilla, Iris era così invitante con solo quello
striminzito pigiama
addosso, ma non voleva sporcarla o altro quindi cercò di
fare l'uomo maturo e
sorrise:<< Puoi metterti davanti a me seduta sul letto?
Non riesco a
ritrarti se mi sei così vicina >> lei
sbatté le palpebre e Niko per un
attimo non riuscì a capire se fingesse o oppure
no:<< Ritrarmi? >>
lui annuì:<< Voglio aggiungere una parte a
questa scultura e tu sei
perfetta per quello che ho... >> ma prima che potesse
finire di parlare
Iris gli prese una mano con le proprie portandola sul suo collo e
lasciando che
il palmo di Niko fosse a metà tra il suo collo e il suo seno
così che lui
potesse sentire i suoi battiti accelerati e la sua pelle
morbida:<< Sono
lucida Niko >> lui deglutì e lei
continuò:<< Solo lucida e ti
voglio >> lui fece per spostare la mano quando Iris si
potrò l'altra su
una coscia fino al bordo dei pantaloncini:<< Iris...
>> <<
Hai ragione non mi ricordo che cosa sia successo in piscina ma adesso
so quello
che voglio e se resto ancora qui a guardarti mi verrà un
infarto quindi ti
prego... >> quella vocina da cucciola sciolse le sue
ritrosie come neve
al sole:<< So che sembra stupido da dire ma non ho
bisogno di
conoscerti...io già ti conosco >>
<< Non sai tutto Iridis >>
sorrise pensando a quanto era bello il suo nome detto con quella fredda
e roca
cadenza russa:<< Ho tutto il tempo per scoprirlo
>> << Alcune
cose di me potrebbero non piacerti >> lei sorrise
dolce:<< Ci sono
già cose che non mi piacciono ma fanno parte di te e tu mi
piaci così come sei
Nikolaj >> lui alzò le mani accarezzandole i
capelli biondi e avvicinando
il viso al suo:<< L'altra notte non ho continuato non
solo perché eri
ubriaca, mi hai detto una cosa mentre eravamo nudi in piscina e...
>>
<< Sono vergine Niko, sono vergine ma voglio che la mia
prima volta sia
con te >> in quell'istante Valuev dubitò
fortemente che lei non si
ricordasse nulla della loro serata visto che erano le esatte parole che
gli
aveva detto in piscina ma se allora aveva avuto il buon senso di
fermarsi ora
quello stesso buon senso gli diceva di stenderla sul letto e
prendersela.
Con le
mani di lui strette sui fianchi Iris si lasciò sollevare e
poi adagiare sul
letto dove era stata sdraiata fino a mezz'ora prima:<<
Farò quello che mi
chiedi Iridis ma devi fare esattamente quello che ti dirò io
va bene? >>
lei annuì cercando di mascherare un sorriso, sapeva che Niko
avrebbe avuto quel
suo carattere spocchioso ed autoritario anche in quel frangente ma la
cosa non
le dispiaceva.
<<
Vado a pulirmi le mani e poi... >> << No!
>> la voce di Iris
era quasi strozzata così come il suo polso nella stretta di
lei:<< Non
hai capito, voglio che resti esattamente così come sei
>> gli occhi di
Niko divennero ancora più scuri ma molto più
dolci:<< Iridis… >> ma
non ebbe il tempo di aggiungere altro perché lei
alzò la testa per baciarlo di
nuovo:<< Ti ho detto che devi stare…
>> cercò di dire ancora ma per
la prima volta capì che non gli importava di fare a modo
suo, quello che voleva
era lei e in qualsiasi modo l’avesse ottenuta andava bene.
La guardò
ancora per un attimo poi portando le mani sulle spalline del top
facendoglielo
scivolare fino alla vita: era così piccola e perfetta,
solitamente le sue
“compagne di giochi” erano delle perfette barbie
siliconate che avevano tutto
nelle proporzioni “giuste” e ben evidenti, Iris no.
Iris era
piccola, dalla pelle color crema lievemente dorata dal sole della
Francia, con
i capelli biondo scuro che andavano sfumando verso le punte e quei due
grandi
occhi tra il marrone e il verde che gli ricordavano le fitte macchie di
bosco
nella tenuta dei suoi in Russia, Iris era diversa da ciò che
aveva sempre
cercato ma contrariamente a tutte le altre era vera.
<<
Niko…sei snervante se fai così…
>> si accorse solo in quell’istante di
essere rimasto immobile con le mani appoggiate accanto ai fianchi di
lei per
non schiacciarla con il proprio peso:<<
Scusami…solo che sei così…
>> << Così? >> lo
invitò lei visto che si era fermato di
nuovo incantato da quelle labbra color pesca che si
muovevano:<< …vera
>> concluse poi chinandosi e prendendo un seno tra le
labbra:<< Sei
la prima cosa vera che incontro nella mia vita >> forse
forse era quasi
meglio che sentirsi dire ti
amo…forse…pensò Iris mentre quella
bocca arrogante
le faceva venire i brividi, Nikolaj Valuev era davvero bravo in tutto
quello
che faceva!
<<
Ti farò un po’ male
d’accordo…ma se è troppo dimmelo e mi
fermo, non voglio che
sia… >> << Smettila di parlare
>> gli borbottò mentre,
entrambi nudi in mezzo alle lenzuola, lui cercava di essere gentile
almeno in
quel momento:<< Chi tra noi due ha più
esperienza? Chi sa quello che…
>> cercò di farle capire ma la risposta di lei
lo fece sbattere contro un
muro:<< Chi non avrà niente se continua a
parlare? >> << Va
bene, come vuoi ma ti ho avvisata >>
Per un
attimo Iris trattenne il fiato; lui aveva ragione, faceva male ma era
un male
diverso…come quando da piccola si sbucciava il ginocchio e
poi sua madre le
dava un bacio sulla ferita e tutto passava, il corpo di Niko dentro e
attorno a
lei aveva lo stesso effetto, il dolore era sparito immediatamente
lasciando il
posto a qualcosa di decisamente diverso che la stava sciogliendo da
dentro.
<<
Stringimi le mani >> e con un piccolo sorriso Niko
intrecciò le dita con
quelle di lei:<< Cos… >>
<< Fallo ti prego >> era quasi
un sussurro e se lui non avesse avuto la bocca ad un millimetro dal suo
orecchio probabilmente non l’avrebbe neanche
sentito…fece per replicare ancora
ma una fitta al basso ventre le fece stringere istintivamente quelle
mani
grandi e calde, le ci vollero un paio di minuti per ritrovare la parola
e il
respiro mentre Niko steso sopra di lei faceva altrettanto…
Quando abbassò
gli occhi per guardare quelli di Iris un sorriso pieno di calore gli
comparve sulle
labbra: per la prima volta dopo tanto tempo era in pace e felice.
<<
Signor Stains. Signora. Violet >> e mentre salutava la
giovane un piccolo
sorriso scappò dalle labbra di Dorian e lei
arrossì:<< Buongiorno Dorian
caro, dormito bene? >> domandò Karen allegra
mentre si versava un po’ di
caffè, dormito non era esattamente quello che aveva fatto
ma…:<<
Buongiorno mamma! Papà! >> e Maggie comparve
alle sue spalle vestita di
tutto punto sorridendo allegra, dio quanto era bella, ogni giorno era
sempre
più bella e lui era sempre più innamorato di lei.
<<
Ciao sorellina…fatto sogni d’oro? >>
la stuzzicò Violet addentando un cornetto
e guadagnandosi un’occhiata perplessa da Maggie e una nervosa
da Ian, dio
quanto amava stuzzicare quei due:<< Buongiorno signori
>> e una
voce calda le fece immediatamente scomparire il sorriso dalle labbra
che però
comparì su quelle di Ian:<< Ciao
Pierre…ti sei svegliato tardi? >>
gli domandò l’amico con un sorriso mentre Violet
guardava il suo sogno ad occhi
aperti avvicinarsi, splendido con un paio di jeans, le scarpe italiane
e una
camicia cremisi:<< A dire il vero no, mi sono svegliato
presto ma ho
scritto a Mémé >> <<
Come sta tua nonna? >> gli domandò Ian
con un sorriso ricordando la signora DuLac e il suo cipiglio
severo:<< Mi
hai chiesto quando la porterò via da quella gabbia di vecchi
>> <<
Sai che puoi farla venire qui quando vuoi >> DuLac
annuì:<< Lo so
Ian e ti ringrazio ma sono più tranquillo sapendo che ci
sono dei medici con
lei >> a quelle parole e vedendo i suoi occhi diventare
lucidi Violet
sentì l’immensa voglia di chiedergli qualcosa ma
non era né il luogo né il
momento:<< Che programmi avete per la giornata ragazzi?
Oggi è l’ultimo
giorno poi domattina dovremo… >>
cominciò Karen spalmando un po’ di
marmellata su un pezzo di baguette:<< A dire il vero
mamma io ho pensato
di fermarmi ancora qualche giorno >> Bob si
voltò scioccato sentendo le
parole di Violet:<< Come? Perché tesoro?
>> << Non muoio
dalla voglia di tornare a casa e affrontare Alex papà, non
ho nulla di particolare
che mi aspetta a casa, mi prenderò ancora qualche giorno
>> << Se
vuoi possiamo… >> continuò
l’uomo che non amava l’idea di lasciare due
delle sue bambine sole in un paese sconosciuto con dei tipi come quel
DuLac o
quell’Atelier…vedeva come le guardavano e non
voleva dire niente di buono!
<<
Tu e mamma dovete aprire il vivaio papà, ho
trent’anni sono in grado di
cavarmela da sola, stai tranquillo >> <<
Violet ha ragione Bob,
lasciala riposare un po’, nemmeno io voglio che torni da quel
bamboccio se non
vuole >> e come sempre le parole di Karen erano legge,
Bob Stains lo
sapeva!
<<
Che ne dite di andare a fare un giro al Louvre? Abbiamo tutto il giorno
potremo
visitarne buona parte o magari il museo d’Orsay
>> chiese Maggie con un
sorriso e guardando Ian si ricordò del loro primo
appuntamento e di quei due
quadri di Renoir che erano lo specchio dell’anima del suo
uomo.
<<
Sì, è un’idea
magnifica…adoro il Louvre >>
commentò Violet sorridendo poi
guardando Pierre il suo sorriso si allargò:<<
Ci fai compagnia Pierre?
>> << Io veramente…
>> << Ci farebbe piacere mio caro
>> commentò Karen con affetto:<<
Se insiste signora Stains…
>> << Certo che insisto! >>
commentò la donna
ridendo:<< Vado a mettermi un paio di scarpe
più comode e anche tu
dovresti farlo Peggy o ora di stasera non camminerai più
>> Margaret
arrossì ma le parole di Pierre le diedero il colpo di
grazia:<< Credo che
Ian la prenderebbe in braccio molto volentieri signora >>
gli occhi di
Karen brillarono e sorrise guardando Dorian:<< Un vero
gentiluomo
>> poi prendendo entrambe le figlie per mano
aggiunse:<< Avanti,
dobbiamo uscire in fretta se vogliamo vedere tutto >>
Maggie evitò di
sottolineare che tutto era molto relativo se riferito al museo del
Louvre ma
non era quello il momento per contraddire sua madre!
<<
Posso parlarti un attimo Dorian >> Ian si
voltò guardando il volto serio
di Robert Stains:<< Certo signore >>
rispose poi educatamente
mentre una strana sensazione si stava impossessando di
lui:<< In privato,
permette signor DuLac >> Pierre guardò il suo
migliore amico che annuì
impercettibilmente e così lui si avviò al banco
del buffet:<< Ci vediamo
nella hall più tardi >> Ian annuì
di nuovo e fece segno a Bob di
seguirlo, c’era un piccolo salottino che non usava quasi mai
nessuno e lì
avrebbero potuto parlare in pace.
<<
Di che cosa voleva parlarmi signore? >>
domandò poi una volta che Bob si
fu accomodato sulla poltroncina di pelle marrone davanti a
lui:<< Sai di
cosa voglio parlarti ragazzo >> detestava sentirsi
chiamare ragazzo a
quel modo ma voleva aspettare di vedere dove andava a finire la
conversazione
prima di fare qualcosa di cui si sarebbe sicuramente
pentito:<< Presumo
di Margaret e della nostra relazione >> Robert
accavallò le gambe
poggiando le mani sui braccioli imbottiti:<< Esattamente
>> poi
fissandolo dritto negli occhi continuò:<<
Peggy è una ragazza molto
intelligente e brillante >> << Anche
bellissima se me lo concede
>> Bob fece una smorfia:<< Mia figlia ha
cervello, non solo un bel
sorriso >> Ian rimase zitto, meglio lasciarlo
finire:<< Ha lavorato
molto duramente per arrivare dov’è e il suo lavoro
le darebbe molte possibilità
di avere un brillante futuro >> << Lo so
signore, voglio anch’io
che lei raggiunga… >> << E
restare qui perché si è infatuata di un
ragazzo durante l’estate non è certo quello che mi
auguravo per lei >>
<< Restare qui? Signore io non ho chiesto a Margaret
di… >>
<< A quanto mi ha detto mia figlia tu un giorno dirigerai
questo posto
giusto? Quando tuo padre non lo farà più
>> << Sì, l’idea
è quella
>> << E Peggy ha una vita e un lavoro a
Londra, come pensate di
poter andare avanti in una relazione così? Prima o poi uno
dei due dovrà fare
un sacrificio e rinunciare a qualcosa e, perdonami la franchezza
Dorian, ma non
so se tu lo faresti >> quelle parole lo colpirono come
uno schiantesimo e
gli gelarono il sangue nelle vene, c’era una cosa che doveva
mettere in chiaro
assolutamente:<< Margaret è la cosa
più importante del mondo per me
signore, farei qualsiasi cosa per lei, qualsiasi >>
<< Anche
lasciarla andare e farla diventare quello che vuole? >>
strinse i pugni
più che poteva per evitare che le lacrime che aveva sugli
occhi gli
bruciassero, si sentiva morire al pensiero di passare il resto della
sua vita
senza Maggie ma se era una prova di debolezza o egoismo che suo padre
voleva,
beh sarebbe rimasto deluso:<< Sì
>> prese fiato dopo aver detto
quell’unica sillaba:<< Morirei ma lo farei se
lei fosse felice >> e
mentre pronunciava quelle parole seppe che
le paure del bambino che si era buttato giù dalla scopa
dodici anni prima erano
tornate.
<<
Amore…stai ancora pensando a quello che ti ha detto Marcel?
>> domandò
Leila avvicinandosi a François che in silenzio guardava
fuori dalla finestra
della sua camera, aveva raccontato a Leila parte della storia evitando
accuratamente
di rivelarle ciò che aveva fatto Ian, non era ancora pronto
lui a digerire
quella cosa, figuriamoci dirlo ad altri per quanto si fidasse di lei
come di
nessuno:<< Non esattamente… >>
lei gli si avvicinò stringendogli
una mano e poggiando la testa sulla sua spalla:<< Allora
cos’hai? Sei insolitamente
silenzioso >> lui giocherellò con uno dei
cordini della tenda che aveva
accanto:<< Stavo pensando a quando mi hai detto
dell’accademia per Auror
>> lei alzò gli occhi
guardandolo:<< Sì, James aspetta solo una mia
risposta >> Frankie deglutì:<<
Se avessi trovato il modo di farti
restare qui con me e di farti entrare in accademia? >>
<< Come? Che
stai dicendo? >> lui la guardò abbozzando un
sorriso:<< Marcel
Deveraux è il capo degli Auror, praticamente è
lui che decide e l’accademia di
Parigi è a Saint-Denis, gli ho chiesto un favore e mi ha
detto che se vuoi
potresti… >> Leila continuava a guardarlo in
silenzio:<< So che è
egoistico da parte mia, ma non voglio che tu te ne vada come non voglio
lasciare la mia famiglia >> Leila lo fece voltare verso
di sé mettendogli
le mani sul viso guardandolo sorridendo:<< Tu vuoi che
resti a Parigi
François Atelier? >> lui annuì e
lei continuò:<< Vuoi continuare la
nostra relazione anche una volta finiti i giochi? >>
<< Voglio
continuarla per tutto il resto della mia vita, ti amo Lila
>> << Ti
amo anche io >> poi sfiorandogli le labbra
aggiunse:<< Chiama pure
Marcel, credo che dovrà trovarmi un posto a Parigi
>> un grande sorriso
si aprì sulle labbra di Frankie che baciandola velocemente
si spostò
avvicinandosi alla porta:<< Sei la donna della mia vita
Leila Tallyst, ti
amo! >> << Ma dove stai andando?
>> lui sorrise aprendo la
porta:<< Torno subito te lo prometto >> poi
lasciandola lì sola e
perplessa uscì dalla stanza, doveva assolutamente sistemare
quella cosa finché
ne aveva il coraggio.
<<
Signor Rhodes…signorina Jackson >> e uno degli
elfi domestici dell’hotel
comparve accanto a Noelle mentre lei e James erano seduti in giardino a
chiacchierare:<< Sì? >>
domandò lei con un piccolo sorriso:<<
Signorina ci sono visite…per voi…
>> James e Noelle si guardarono
perplessi:<< Visite? >> l’elfo
annuì muovendo le grandi
orecchie:<< Sì signore, i vostri parenti sono
arrivati e il signor
Atelier mi ha chiesto di avvisarvi >> i due piccioncini
si guardarono e
James sorrise:<< Pronta? >> Noelle gli
strinse la mano:<<
Insieme a te? Sempre >> poi alzandosi fece cenno
all’elfo di precederli
all’interno ma delle urla provenienti dal salottino al piano
terra attirarono
la loro attenzione bloccandoli.
<<
Che cosa vuol dire che non posso? Kelly sono un uomo, non puoi
impedirmi di
sposarmi e di essere felice! >> James si
bloccò, non aveva mai sentito
Mike alzare la voce e dal suo tono doveva essere parecchio
arrabbiato:<<
Tu eri già felice! Che cosa c’era che non andava
in quello che avevamo prima? >>
avvicinandosi James vide Michael che si passava le mani nei capelli
prendendo
un respiro profondo mentre la ragazza bionda davanti a lui, sua sorella
Kelly
se non sbagliava, aveva il viso rigato di lacrime e
un’espressione decisamente
arrabbiata:<< Kelly ti prego… >>
cercò ancora Mike calmando un po’
il tono della voce.
<<
Ti prego cosa? Non la voglio nella nostra famiglia e non la voglio
nella nostra
casa >> a quelle parole tutta la proverbiale calma del
guaritore Michael
Jamieson Gail venne meno, si odiava per quello che stava per dire ma
era ora di
finirla:<< Pensa quello che vuoi, tanto passati questi
quindici giorni e
dopo che avrò sposato Lilith sarò io a non
tornare a casa! >> e
voltandosi lasciò la sorellina in lacrime da sola.
Grimilde's
Beh...eccoci qui...questa è la settimana dei capitoli con
più domande e tragedie che risposte...so che è un
po' più piccolo del solito ma alla fine era la concluisione
di quello precedente e nel prossimo ci sarà tutto quello che
per ora manca...a cominciare dai parenti di James e Noelle che nella
mia masochistica idea ho deciso di far arrivare contemporaneamente!
Per quanto riguarda questo capitolo invece prego: fucilatemi pure se
dovete...mi spiace per certi punti e sono stata quasi male io a
scriverli ma erano necessari....
A presto spero (ma non prima del prossimo fine settimana credo...)
|
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Capitolo 23 *** 22 - Guai ***
Capitolo 22
<<
Dovresti andare a vedere come sta Mike >>
commentò Noelle guardando James
con un debole sorriso:<< Tu pensi a lei? >>
Noelle annuì mentre James
andava a cercare l’amico, tuttavia la giovane Jackson non
fece in tempo a
raggiungere il salottino che Lilith comparve sulla soglia guardando
Kelly con
evidente rabbia repressa:<< Che cosa vuoi?
>> domandò la ragazzina
guardando male la causa di tutti i suoi problemi:<<
Voglio parlare con te
>> e calma Lilith avanzò nella stanza, Noelle
si sentiva un po' strana a
restare ferma lì a guardare ma qualcosa le diceva che una
delle due avrebbe
avuto bisogno di aiuto.
<<
Perché hai detto quelle cose orribili a tuo fratello?
>> Kelly le voltò
le spalle:<< Perché gli voglio bene e non mi
va che se ne vada solo
perché crede di essere innamorato >> Lilith
prese fiato contando
mentalmente fino a 10:<< Tuo fratello non crede di essere
innamorato, noi
siamo innamorati >> << Ah davvero? Sei
davvero innamorata di lui
eh... >> Lilith si passò le mani nei
capelli:<< Sì! Maledizione sì
lo amo! >> gli occhi chiari di Kelly divennero lucidi e
un piccolo
singhiozzo le uscì dalle labbra:<< Non voglio
che Mike se ne vada...
>> mormorò poi sedendosi sul divano e Lilith
si avvicinò cercando di prenderle
una mano ma Kelly la spostò:<< Tu non mi piaci
>> Lilly fece un
piccolo sorriso, stranamente stare vicino a Mike l'aveva resa un po'
più calma
e comunque lui teneva molto a quella pestifera ragazzina quindi doveva
trovare
il modo di andarci d'accordo:<< Ok va bene
>> Kelly alzò gli occhi
sorpresa:<< Che vuoi dire? >>
<< Io non ti piaccio, va bene
>> poi sorridendo continuò:<<
Non devo piacerti per forza, io
voglio stare con Mike ma non devo piacere per forza anche a te
>>
<< Rimarrai con lui vero? >> Lilith
annuì:<< Per tutto il
resto della nostra vita >> o finché
Michael vorrà ma questo Kelly
non lo disse ad alta voce, non voleva farsi cogliere di nuovo
impreparata.
Lasciandole
stare Noelle andò a cercare James, se conosceva bene i suoi
parenti, con ogni
probabilità sua sorella e suo fratello,
quindi:<< La mia piccolina!
>> e prima che se ne rendesse conto si ritrovò
stritolata dalle braccia
di Jonathan:<< John...lasciami...John >> la
risata calda di suo
fratello le scaldò il cuore come sempre:<<
Ciao piccola, dio sei
splendida >> una volta di nuovo a terra Noelle
guardò il fratello
fulminandolo silenziosamente, non aveva più cinque
anni:<< Jonathan non
vedi che la stai mettendo in imbarazzo >> e sorridendo
Camille si
avvicinò ai fratelli passandosi una mano nei capelli
dorati:<< Ciao Cami
>> la salutò Noelle con un piccolo sorriso
mentre la sorella le baciava
delicatamente una guancia:<< Ciao Noelle >>
poi guardando James
aggiunse:<< James Rhodes giusto?
L’auror…Ci siamo già conosciuti se non
sbaglio >> riconoscendo la bionda sorella della sua
ragazza che lavorava
come obliviatore al ministero Jamie deglutì
appena:<< Sì, credo di sì
>> << Auror? >> e Jonathan
guardò il ragazzo con un piccolo
sorriso:<< Uhm…sì potrebbe anche
andarmi bene >> << Johnny! >>
e Noelle lo guardò ancora più
rossa:<< La piccola ha ragione Johnny, deve
piacere a lei non a te >> replicò Camille con
un sorrisetto divertito ma
prima che qualcuno potesse aggiungere altro un grido di gioia e due
paia di
braccia si avventarono su James facendolo letteralmente cadere a
terra:<<
Zio Jamie! Zio Jamie! >> << Piccole! Le mie
principesse >> e
con un sorriso James si mise seduto sul marmo della hall guardando le
nipoti
con un sorriso:<< Allora dov'è la mamma?
>> e guardò le due bambine
che sorridevano allegre:<< La mamma è qui
>> commentò una voce
femminile facendo alzare gli occhi del giovane Rhodes:<<
Isa >> e
sorrise ancora mentre la donna si avvicinava spostando le figlie dal
suo corpo
in modo che potesse alzarsi:<< Anne, Emma, vi ho detto un
sacco di volte
che quando non siamo a casa dovete comportarvi bene e non saltare
addosso allo
zio come due scimmiette >> le bambine chinarono il capo e
stavano per
mormorare un debole mi dispiace quando James prese la più
piccola tra le
braccia sollevandola sopra la testa:<< Ma loro sono le
mie scimmiette
>> e iniziò a fare il solletico alla piccola e
per un attimo Noelle pensò
che un giorno tra le braccia del suo Auror ci sarebbe stato un piccolo
Rhodes
con lo stesso sorriso di James e magari i suoi occhioni verdi.
<<
Adesso tocca a te! >> e senza capire come Noelle si
ritrovò sollevata da
terra con le pareti dell'ingresso che le giravano attorno come se si
stesse smaterializzando:<<
Jamie! Jamie! >> e lanciando piccoli urletti Noelle
cominciò a scalciare
per farsi rimettere giù:<< D'accordo,
d'accordo come vuoi >> poi
rimettendola a terra sorrise:<< Sei un caso cronico per
quanto soffri di
vertigini Jackson >> e le baciò una guancia
allegro, Noelle arrossì
cercando di evitare gli sguardi di Jonathan e Camille ma si
trovò ad incrociare
quello curioso di Anne:<< Tu sei la ragazza di zio Jamie?
>>
Isabelle sorrise prendendo in braccio la figlia:<< Annie,
non si chiedono
queste cose >> << Oh no beh...non fa niente
io... >> cercò di
scusarsi Noelle che era rimasta immobile non sapendo cosa dire e la
risatina
divertita di Camille guadagnò alla bionda un'occhiataccia
dalla
sorella:<< Che c'è? Non capita tutti i giorni
di vederti balbettare, mi
godo la scena >> Noelle scosse il capo senza sapere
esattamente cosa rispondere:<<
Che ne dite di andare a fare un giro? >> e la voce di
James le fece
spuntare un piccolo sorriso sulle labbra, James Rhodes sarebbe sempre
stato la
sua salvezza, sempre come quel pomeriggio ad Hyde Park quando
quell'idiota del
suo ex fidanzato l'aveva piantata lì da sola dopo una
litigata...la prima
persona che le era venuta in mente era stato James e ancora con gli
occhi rossi
si era precipitata a casa dell'amico bisognosa di conforto, solo alcuni
giorni
dopo aveva scoperto che quella sera lui aveva un appuntamento ma che
l'aveva
disdetto per stare con lei; sorridendo si chiese perché era
dovuta arrivare
fino a Parigi per capire che quel fantastico ragazzo era quello
giusto:<<
Pensi che sia davvero così? >> sentendo quella
voce secca si voltò trovandosi
Camille a pochi passi da lei che la guardava seria:<< Che
cosa? Oh
andiamo Cami no! >> ed incrociò le braccia sul
petto guardando male la sorella:<<
No cosa? Sei mia sorella, mi preoccupo per te >> Noelle
la prese per un
braccio mettendosi un secondo in disparte senza farsi notare dagli
altri che si
stavano avviando verso l'uscita:<< Io lo amo Cami
>> l'altra non
sembrò cedere:<< Amavi anche Vincent e guarda
com'è finita >>
<< Vincent era un idiota >>
<< Avresti fatto qualsiasi cosa
per lui e ora stai facendo la stessa cosa anche con James
>> poi
lanciando un'occhiata a James aggiunse:<< Sai quante voci
girano su di
lui al ministero, sai quante donne ha... >>
<< Anche Sean ha avuto
qualche ragazza prima di te ma non gliene hai mai fatta una colpa
>> le
ricordò la più giovane non volendo dargliela
vinta ma Camille non sembrava aver
intenzione di desistere:<< Cosa centra
adesso Sean?
>> Noelle guardò la sorella come se fosse
pazza:<< Mi stai dicendo
che non posso stare con James perché ha avuto delle ragazze
prima di me ma tu
hai fatto la stessa cosa con Sean >> <<
Sean non aveva la fama del
più grande casanova del Dipartimento >>
<< Jamie ha portato qui me
perché mi ama
>> davanti a quella cocciutaggine che aveva sempre
contraddistinto la
piccola di casa Camille annuì:<< Fa come vuoi
Noelle, solo stai attenta
>> << Va tutto bene? >> e
James si avvicinò allungando una
mano per accarezzare la spalla di Noelle che gli
sorrise:<< Benissimo,
allora, avete deciso dove andare? >> lui
annuì:<< Le mie nipoti vogliono
fare un giro sulla Senna e poi andare a Disneyland >>
<<
Disneyland? >> domandò Camille perplessa e
James sorrise:<< Mea
culpa, non so dirgli di no >>
<<
Ian…posso parlarti? >>
Dorian si voltò sentendo la voce del
fratello:<< Ciao Frankie, cosa c’è?
>> non aveva voglia di intavolare l’ennesima
discussione in quel momento
e dopo l’allegra chiacchierata con Bob Stains moriva dalla
voglia di chiudersi
in camera e prendere a pugni il muro finché ne avesse avuto
la forza, ma
Margaret lo aspettava nella hall e lui non poteva
deluderla.<< Volevo
chiederti scusa >> a quelle parole Dorian
guardò il suo fratellino
perplesso:<< Scusa? >> Frankie
annuì serio:<< Sì, avevi
ragione quando dicevi che mi stavo comportando da bambino
>> poi
passandosi una mano nei riccioli biondi aggiunse:<<
Cioè quei tre
continuano a non starmi simpatici ma sono tuoi amici e se sono amici di
mio
fratello tanto male non devono essere >> Ian
guardò il fratello
perplesso:<< A cosa è dovuto questo tuo cambio
di opinione? >>
Frankie fece una smorfia:<< Non ho cambiato opinione solo
non voglio più
litigare con mio fratello >> Dorian alzò un
sopracciglio, suo fratello
non era mai così accondiscendente ma decise di non
soffermarsi troppo sul quel
particolare per il momento:<< D’accordo, come
vuoi. Adesso scusami ma c’è
una gita al Louvre a cui devo prendere parte >> e fece
per entrare in
camera quando la mano di Francois sul braccio lo
fermò:<< Sei sicuro che
è tutto a posto? Sei strano >> Dorian
annuì evitando di incrociare gli
occhi del fratello, c’erano cose che nemmeno Frankie
conosceva ma quel testone
restava comunque la persona che lo conosceva e capiva meglio al
mondo:<<
Sì, sono in ritardo, parleremo quando torno ok?
>> l’altro annuì con una
punta di ansia che gli stringeva il cuore, anche se cercava di non
pensarci il
racconto di Marcel era sempre nella sua mente e ogni volta che guardava
Ian si
chiedeva cosa avesse portato suo fratello a quel gesto, ancora faticava
a
crederlo possibile!
<< Come ti senti?
>> e Bunny guardò Libero che
era ancora fermo sul bordo del letto con la lettera di sua nonna tra le
mani:<< Strano >> mormorò poi
con un filo di voce:<< Cosa
vuoi dire? >> e lei dolce gli passò una mano
sulla spalla coperta da
un’assurda maglietta che avevano comprato in un negozietto
dietro Place de la
Concorde il giorno prima e che raffigurava tutti i monumenti
più famosi della
città:<< Che dovrei stare male, era mio nonno
ed è morto, dovrei sentire
qualcosa ma non sento niente >> <<
Libe… >> << È
crudele lo so, ma non avevamo mai avuto questo gran rapporto,
cioè loro mi
tolleravano perché ero loro nipote e io li tolleravo
perché dovevo vivere lì,
ma non sono mai stati quel genere di nonni che ti abbracciano quando
fai degli
incubi o ti incoraggiano a fare di tutto per raggiungere i tuoi sogni,
mi
dispiace che sia morto davvero ma non provo niente >>
<< Devi darti
tempo, è una cosa che hai bisogno di elaborare con calma
>> poi
baciandogli una guancia Bunny sorrise:<< Io sono sempre
qui lo sai
>> in un istante lei si trovò in braccio al
ragazzo che la guardava con
gli occhi che brillavano:<< Ti amo lo sai vero? Ti amo
perché sono un
casino e tu mi vuoi lo stesso >> Bunny gli
accarezzò una guancia:<<
Io ero un casino quando siamo arrivati qui eppure tu non ti sei arreso
con me
>> Libero le sorrise:<< L’ho
fatto e stavo per mandare tutto a
monte solo perché ero geloso di quel bulletto russo
>> lei rise, Libero
Nikolaj proprio non riusciva a digerirlo:<< Forse senza
Niko e Iris non
saremmo mai arrivati a questo punto >> <<
Sai che suona come un ringraziamento?
>> le domandò ironico:<< Lo
è. Pensaci >> poi mettendosi
comoda accanto a lui aggiunse:<< Se tu non fossi stato
geloso di Niko non
avresti baciato Iris e io non sarei stata gelosa, non sarei venuta alla
festa
in piscina e non mi sarei ubriacata vomitandoti addosso tutte quelle
cattiverie
>> Libero finse di pensarci un attimo:<<
Beh sì…forse in qualche
modo devo essere grato quel tizio >> <<
Forse? Libe! >>
risero entrambi della faccia arrabbiata di Bunny poi lui le
passò le mani nei
capelli sorridendole innamorato:<< Grazie di essere qui
con me, grazie di
starmi vicino quando sai che ne ho bisogno >> lei gli
baciò le
labbra:<< Non hai nemmeno bisogno di chiederlo, te
l’ho detto: io non me
ne vado >> << Che ne dici di
andare a fare due passi? Credo
sia ora di uscire da questa camera >> Bunny si
stiracchiò fingendo di non
notare le occhiate lascive di Libero:<< Usciamo
>> borbottò lui ad
un tratto alzandosi dal letto e avvicinandosi alla porta ma la risata
di Bunny
lo bloccò:<< Che c’è?
>> lei indicò la maglietta che lui
indossava:<<
Sei adorabile con quella addosso Nott, ma solo finché siamo
io e te chiusi qui
dentro, fuori scordati di indossarla >> Libero fece una
smorfia:<<
Sembro un bambino? >> Ben osservò le cuciture
della maglietta che si tendevano
sopra a quei muscoli e quel corpo tonico, bambino non era il termine
esatto ma
non era il caso di dare a quel Grifondoro arrogante altre armi contro
di
lei:<< Diciamo che dal nuovo capofamiglia dei Nott ci si
aspetterebbe un
abbigliamento un po’ più consono >>
commentò poi pratica muovendo la
bacchetta per trasfigurare la maglietta in una camicia:<<
Adesso va
meglio >> Libe scosse il capo:<< Almeno i
jeans li posso tenere?
>> le domandò mentre Ben si alzava
avvicinandosi alla sua valigia
enfatizzando apposta ogni suo movimento:<< Sì,
quelli sì…per ora…
>> << Dobbiamo uscire da questa camera!
Vestiti mentre io vado a…
>> ma mentre apriva la porta della camera Libero si
trovò davanti uno
degli elfi dell’hotel che stava per bussare alla
porta:<< Cosa c’è?
>> domandò poi vendendo che l’elfo
sembrava spaesato:<< La
signorina Flecter signor Nott, c’è una lettera per
lei >> e alzando la
piccola busta l’elfo chinò il capo in segno di
reverenza:<< Dammela,
gliela consegnerò io >> l’elfo
lasciò la busta e inchinandosi di nuovo
sparì con un piccolo sbuffo:<< Ehi signorina
Flecter c’è una lettera per
te >> Bunny guardò il suo ragazzo che stava
tornando verso di lei con una
busta tra le mani:<< Cosa? >>
<< Questa, l’ha portata un elfo
poco fa >> la ragazza prese la busta tra le mani
sbuffando sonoramente
quando riconobbe la grafia con cui era scritto il suo
nome:<< Bene! Ci
voleva proprio! >> poi guardando Libero con un sorriso
aggiunse:<<
Sei pronto a conoscere mia madre signor Nott? >>
<< Cosa? >>
Bunny si sedette per un istante sul divano aprendo la lettera e
cominciando a
leggerla in fretta:<< La mia cara e dolce mammina mi ha
scritto per informarmi
che tra qualche giorno verrà insieme a mia nonna
all’hotel sotto invito del
signor Atelier >> poi scorrendo alcune righe
aggiunse:<< Sapevo che
non poteva non dirmelo! >> poi atteggiandosi a donna
dell’alta società
aggiunse con la voce leggermente in falsetto e citando
testualmente:<<
Spero vivamente che tu non abbia fatto nulla di disdicevole macchiando
il buon
nome della nostra famiglia, tua nonna, tuo padre ed io confidiamo nel
tuo
giudizio e speriamo vivamente che questi due mesi ti siano stati utili
>>
con un piccolo sorriso amaro Bunny alzò gli occhi su
Libero:<< Ti piace
essere definito utile? >> << Che stai
dicendo? >> Ben fece
spallucce appoggiando la lettera sul tavolino mentre tornava a frugare
in
valigia:<< Io non ci volevo nemmeno venire qui,
l’idea è stata di mia
madre, a quanto pare come unica erede della famiglia Flecter il mio
compito è
trovare un altrettanto ricco e nobile e sposarmelo facendoci una
nidiata di
figli, possibilmente maschi! >> lo sguardo di Libero le
fece capire che
stava per dire una delle sue solite battute:<< Beh direi
che presentare a
tua madre il capofamiglia dei Nott come tuo attuale fidanzato non
è male come
cosa o sbaglio tesoro? >> e mentre lei si stava
spogliando per indossare
un paio di leggins e una maximaglia Libero se la tirò vicino
cominciando a
baciarle il collo:<< Dovevamo uscire…hai detto
così Libe >> gli
ricordò mentre quella bocca astuta era già andata
a prendere il suo punto debole
alla base del collo:<< Infatti…ma cinque
minuti in più non uccideranno
nessuno >> Bunny si voltò abbassando una mano
per sfiorare i pantaloni di
lui poi spingendolo di lato in malo modo aggiunse:<<
Uccideranno te mio caro
>> << Lo sai che stanotte la
pagherai… >> lei gli fece la
linguaccia raccogliendosi poi i capelli con le mani in modo che lui
potesse
vedere il suo collo scoperto:<< Devi solo provarci
stallone >>
sapendo bene che lei si aspettava di essere di nuovo presa tra le
braccia
Libero le passò affianco tornando di nuovo verso la
porta:<< Come vuoi,
stasera regoleremo i conti >> Bunny fece per replicare ma
il sorriso di
Libero riflesso nello specchio le disse che aveva già perso
in partenza!
<<
Che cosa le hai detto stavolta? >> e Jonathan si
avvicinò alla sorella
maggiore che guardava Noelle e James far giocare le nipotine di
quest’ultimo,
subito dopo essere usciti dall’hotel infatti Noelle per le
piccole Emma ed Anne
era diventata immediatamente ZIA Noelle, associazione molto logica
visto che
era la ragazza di ZIO Jamie:<< Oh andiamo Cami!
È felice lasciala in pace
>> << Johnny lo vedo che è
felice, mi piacerebbe che lo restasse
>> anche lui si mise a guardare la sua piccolina che
sollevava una delle
due bambine indicandole il castello delle principesse e Cenerentola che
passeggiava
insieme al suo principe azzurro:<< Per me stanno bene
insieme, magari è
la volta buona >> << Sai quante volte buone
ha avuto James Rhodes?
C’è una mia amica che lavora al ministero nella sezione uso
improprio dei manufatti dei
babbani ed è uscita con lui qualche volta, dopo che si sono
divertiti per un
paio di settimane le ha detto addio senza tanti problemi,
perché con Noelle
dovrebbe essere diverso? Perché con nostra sorella dovrebbe
cambiare qualcosa?
>> << Perché quando trovi la
persona giusta il resto non ha più
importanza, tu hai Sean e io ho Bianca, Noelle è rimasta
sola da quando noi ce
ne siamo andati e non ricordo di averla mai vista così
felice >> Camille
annuì ma continuò a tenere sotto controllo James
per tutto il pomeriggio,
purtroppo non trovando altro che il suo sguardo innamorato ogni volta
che
guardava Noelle, sarebbe stata una giornata lunga!
<<
Jamie adora le sue nipoti >> la voce di Isabelle fece
voltare di scatto
Noelle mentre lei era persa ad osservare James che si lasciava
fotografare
insieme a Cenerentola e la Bella Addormentata per la
felicità delle
piccole:<< Sì, non l’avevo mai visto
con un bambino ma si vede che
farebbe qualsiasi cosa per loro >> la donna
annuì tornando a guardare le
sue figlie:<< Jamie è il padrino di entrambe
ed è uno zio fantastico ma
so che non gli basta >> << Come?
>> la donna sorrise
passandosi una mano nei capelli neri come quelli di
James:<< James non lo
da a vedere e fa l’uomo grande e forte ma quello che desidera
di più al mondo è
avere una famiglia sua e dei figli suoi >> poi tornando
seria aggiunse:<<
Sai dell’incidente che Jamie ha avuto tre anni fa vero?
>> Noelle annuì
in silenzio:<< Che cosa sai? >>
domandò ancora Isabelle decisa a
scoprire fino a che punto era profondo il rapporto tra suo fratello e
quella
deliziosa ragazza:<< Tutto >> poi sapendo
che non era una valida
spiegazione Noelle continuò:<< Ne abbiamo
parlato qualche giorno fa, lui
non voleva dirmelo perché si vergognava e così ho
usato la legimanzia >>
allo sguardo scioccato di Isabelle alzò le
mani:<< Non volevo farlo,
davvero. Odio farlo soprattutto con lui ma lo vedevo così
preoccupato e
disperato e dovevo sapere perché, dovevo sapere che cosa
c’era di così
terribile nel suo passato da fargli pensare che io sarei scappata via
>>
<< Ma sei rimasta >> era una semplice
constatazione dal momento che
erano lì a parlare:<< Sì,
rimarrò sempre accanto a lui. Lo amo. Ci ho
messo troppo a capirlo e non ho intenzione di perdere altro tempo
standogli
lontano, lui è un uomo meraviglioso e quello che
è successo è terribile ma lo
ha fatto cambiare in meglio >> sentendo James che rideva
mentre le piccole
gli si aggrappavano addosso come due scimmiette:<< Sono
felice che lui
abbia trovato te Noelle, è il mio fratellino e voglio solo
che sia felice
>> << Posso essere onesta Isabelle?
>> la donna annuì:<<
È lui che rende felice me, dal primo giorno in cui
l’ho conosciuto >> e
ricordano la prima discussione che avevano avuto appena usciti
dall’ufficio del
Capo Auror quel giorno di due anni prima Noelle sorrise.
<<
Ehi stangone, cos’è quel muso lungo?
>> Mike
alzò la testa vedendo Lilith
che rientrava in camera sorridendo:<< Come fai a
sorridere? Mia
sorella
ti ha detto delle cose orribili e tu sorridi >> la
ragazza gli si
sedette
accanto sul divano accoccolandosi al suo fianco come un
gattino:<< Tua
sorella è solo un po’ gelosa, dalle tempo e le
passerà >> Mike fece un
respiro profondo e Lil alzò gli occhi
guardandolo:<< Ho
sentito quello
che lei hai detto stamattina >> << Sono
stato orribile, non
volevo
farlo, non volevo parlare così ma lei è
così
cocciuta, così
testarda…così…>>
<< Te >> concluse Lilith con un sorriso
baciandogli il
mento:<<
Cosa? >> << Siete uguali >>
<< Noi non
siamo… >>
cominciò lui ma Lilith gli mise una mano sulla
bocca:<<
Certo tu hai
imparato ad essere più calmo e razionale con gli anni e con
il
tuo lavoro e
Kelly ha solo 19 anni, è più impulsiva e senza
peli sulla
lingua, ma di base
siete uguali >> Mike le sorrise:<< Vuol
dire che dopo
averti
conosciuto meglio anche lei ti adorerà come ti adoro io?
>> << Sei
un idiota >> lo prese in giro Lil scuotendo il capo poi
aggiunse:<<
Vuol dire che per trattare con voi servono perseveranza e pazienza
>>
<< Credi di farle cambiare idea? >>
ripensando alla sua
piccola
chiacchierata con Kelly Lilith fece spallucce:<< Diciamo
che
punto a
farle accettare la cosa. Io ti amo Mike e non sarà tua
sorella a
farmi cambiare
idea ma non voglio dover passare la maggior parte del tempo a discutere
o farti
rinunciare alla tua famiglia, so quanto significhino per te
>>
<<
Frank è il solo padre che riesco a ricordare, ho amato i
miei ma
lui mi ha
cresciuto >> << Lo so, per questo ti
prometto che
risolveremo
questa cosa ma devi darmi tempo e, soprattutto, devi darlo a Kelly
>> Mike
annuì non immaginando che la biondina in questione intanto
era
seduta sul letto
della sua stanza intenta a rileggere per la centesima volta quella
lettera così
importante e che per lei significava così tanto…
<<
Hai esagerato Kelly lo sai >> la voce di Frank le fece
sollevare gli
occhi dal pezzo di pergamena:<< Lo so, mi dispiace Frank
ma lui…lei…
>> << A me sembra una ragazza molto carina
e a modo >> <<
È bassa, accanto a Mike sembra una bambina >>
l’uomo scosse il
capo:<< Anche tu accanto a Dylan lo sembri o sbaglio?
>> le guance
di lei si imporporarono:<< Cosa centra adesso
Dylan…io non… >>
l’anziano
uomo fece finta di cercare qualcosa nella propria
valigia:<< Oh andiamo
Kelly Gail, ti conosco da quando eri un soldo di cacio, so benissimo
perché te
la sei presa con tuo fratello e la sua ragazza e so perché
non vuoi dirgli la
verità >> << Tu l’hai
accettato, cosa mi importa dell’opinione di
Michael, soprattutto ora che… >>
<< Se non ti importasse glielo
avresti detto prima che partisse invece sei rimasta zitta e ora la cosa
è più
grande di te e non sai come gestirla >> Kelly
chinò di nuovo la testa guadando
la firma scarabocchiata in fretta in fondo alla lettera: With
all my heart, Dylan.
Ogni volta
che leggeva quelle parole un calore inaspettato l’avvolgeva
ed era come se lui
fosse lì accanto a lei, era così felice da quando
lo aveva conosciuto ed
avevano cominciato ad uscire insieme, era così felice da
quando Dylan Axel era
entrato nella sua vita e sapeva che non avrebbe mai potuto fare a meno
di lui,
l’unico problema? Dylan era il tirocinante di suo fratello al
San Mungo e Mike
non sapeva ancora niente di tutta quella storia!
<<
Oh mio dio...guardate >> e per la milionesima volta Karen si
bloccò davanti ad
una delle statue greche nell’ala dedicata del
Louvre:<< Allora vediamo…questa
è… >> e si avvicinò per
leggere il nome della statua mentre Violet
cercava di tenere ferma una delle mani di Pierre che continuava a
scivolare
casualmente attorno alla sua vita e anche più in
basso:<< La smetti?
>> gli sussurrò piano fingendo di guardare una
statua poco distante e per
evitare che gli altri la sentissero:<< Potrei…
>> mormorò lui con
quel suo sorriso da galeotto che ormai lei stava cominciando ad
adorare:<< In cambio di qualcosa >>
<< Cosa? >> gli
domandò fulminandolo quando la sua mano si mise a giocare
con il bordo della
camicetta gialla che lei aveva indossato:<< Quando
torniamo in albergo
posso portarti a cena? Solo tu e io >> <<
Se accetto ora la
smetterai di avere quello sguardo? >> <<
Quale sguardo? >>
domandò lui voltandosi verso gli altri e sorridendo a Bob
Stains che lo stava
lentamente uccidendo con gli occhi:<< Quello sguardo da voglio uscire di qui e portarti a letto
>> Pierre sorrise sornione:<< Sai che
è quello che voglio fare
>> poi fingendo di spostarle una ciocca dal viso aggiunse
sfiorandole la
guancia:<< E lo vuoi anche tu >>
<< Sei un depravato >>
ricordando quello che era successo quella notte lui scosse il
capo:<< Non
mi sembrava che ti dispiacesse >> << Se osi
farlo davanti ai miei
genitori sì >> Pierre sorrise:<<
Mai ma vie >> poi girandole
attorno con la scusa di osservare meglio la scultura
aggiunse:<< Ma sai
che ti adoro Violet Stains >> poi guardando il resto del
gruppo vide il
suo migliore amico che se ne stava rigido come un palo accanto a Maggie
con le
mani infilate nelle tasche della giacca e lo sguardo perso nel
vuoto:<<
Scusami, mi dai un minuto >> lei guardò nella
sua stessa
direzione:<< Cosa c’è?
>> Pierre scosse il capo ripensando a quello
stupido pomeriggio di gennaio sul campo da Quidditch a
Beauxbatons:<<
Niente, solo una sensazione e spero di sbagliarmi >>
Violet lo guardò
avvicinarsi ad Ian e poggiare una mano sulla spalla
dell’amico facendolo
allontanare da loro.
<<
Cosa vuoi? >> replicò Dorian atono guardando
dappertutto tranne che negli
occhi dell’amico:<< Cos’hai?
>> e senza tanti giri di parole Pierre
lo fece voltare verso di lui:<< Niente >>
<< Certo e io sono mago
Merlino, avanti sputa il rospo >> Dorian strinse i pugni
e tese la
mascella nervoso:<< Centra la tua chiacchierata con il
padre di Maggie
per caso? >> poi sapendo fin troppo bene di averci visto
giusto Pierre
continuò:<< Da quando lasci che qualcuno ti
dica cosa fare o non fare
Dorian Atelier? >> << Non lascio
che… >> ma con quelle parole
diede a Pierre la conferma dei suoi sospetti:<< Che cosa
ti ha detto?
>> << Niente che non pensassi
già >> l’amico incrociò
le
braccia sul petto:<< Tipo? >> ma Ian non
fece in tempo ad
aggiungere altro che Maggie spuntò da dietro la sua
schiena:<< Va tutto
bene? Ian stai bene? >> il ragazzo annuì e gli
si strinse il cuore ad
incrociare quei grandi occhi scuri, dio come poteva anche solo pensare
di fare
qualcosa che le rovinasse la vita o la rendesse infelice? La amava
così tanto…poi
pensando che proprio lui poteva essere la sua rovina si
sentì morire ma
stampandosi un bel sorriso sulle labbra
annuì:<< Tutto bene principessa,
stavo solo ricordando a Pierre che per ora tua sorella è
ancora una donna
sposata >> Maggie spalancò gli occhi guardando
prima Violet accanto ai
genitori e poi Pierre accanto a lei:<< Aspetta un attimo
vuol dire che tu
e lei…voi due… >> Ian sorrise
nonostante Pierre lo stesse fulminando con
lo sguardo:<< Sei sorpresa Margaret? >> lei
scosse il capo
sorridendo poi a Pierre:<< No, cioè
sì ma non è un problema >> poi
fissando Violet aggiunse:<< Sono felice che mia sorella
abbia trovato un
uomo degno e che possa rimpiazzare quell’idiota che ha
sposato! >> i due
uomini si guardarono immobili poi Maggie mise su la sua migliore aria
seria
anche se perfino così Ian la trovava adorabile e di certo
non spaventava
nessuno:<< Solo non provare a farmela soffrire o dovrai
vedertela con me
Pierre DuLac >> gli occhi azzurri di lui scivolarono
sulla seconda donna
che, forse nemmeno lui lo sapeva, stava cambiando la sua
vita:<< Non
voglio farla soffrire, non preoccuparti >> e per chi
conosceva bene
Pierre DuLac quell’espressione così seria
significava solo che un po’ di svago
e divertimento non sarebbero bastati al giovane DuLac per togliersi
Violet
Stains dalla testa ma quella era un’altra storia!
<<
Peggy, ragazzi…andiamo…l’ora di pranzo
è passata da un po’, andiamo a mangiare
qualcosa >> guardando l’orologio che portava al
polso Ian sorrise alle
parole di Karen, ormai era quasi ora di cena e quella donna non si era
fermata
un istante, era un ciclone proprio come le sue ragazze!
<<
Pesce? >> e Noelle guardò il piatto che James
e Johnny avevano ordinato e
che stavano per assaggiare:<< Sì, avevo voglia
di qualcosa di diverso
>> commentò il suo fidanzato mentre gli elfi
servivano il resto della
cena:<< Come fai a… >> e la
ragazza storse la bocca guardando il
piatto con il filetto di spigola che lui aveva davanti:<<
Oh andiamo
piccola, ti è sempre piaciuto il pesce >>
commentò Jonathan sorridendo e
prendendo una forchettata del proprio:<< Sì,
non è quello…non mi va tutto
qui >> << Sicura? Ne vuoi assaggiare un
po’? >> domandò James
tagliandone un pezzetto ma Noelle lo allontanò da
sé:<< Davvero Jamie non
mi va >> e mentre pronunciava quelle parole vide lo
sguardo severo di sua
sorella che la fissava, era tutto il giorno che andava avanti
così e non capiva
perché Camille dovesse essere così dura, era
grande e, cosa ancora più
importante, era felice, che cosa aveva sua sorella da recriminare?
<<
Stai bene Noelle? Sei pallida >> ed Isabelle la
guardò preoccupata mentre
lei sbocconcellava a malapena la pasta al pomodoro che aveva
chiesto:<<
Sì, deve essere la stanchezza o un po’ di freddo,
non ho molta fame >>
<< Sei diventata cagionevole Noelle? >> le
domandò la voce secca di
Camille facendole alzare gli occhi sulla sorella con una
smorfia:<< Non
tutti sono indistruttibili come te sorellina, la gente normale
può anche essere
stanca e… >> << Buone,
rinfoderate le armi signore, vi prego
>> << No Johnny, è tutto il
giorno che lei va avanti così, adesso
voglio che mi dica perché… >>
cominciò Noelle nervosa:<< Sì
Jonathan ha ragione, stanne fuori >> lo
rimproverò Camille poi guardando
la sorella aggiunse:<< Sai bene perché mi
comporto così: sei avventata. Lo
sei sempre stata e io mi preoccupo per te >>
<< Non c’è bisogno che
tu… >> cominciò la più
piccola inalberandosi e alzandosi in piedi ma poi
mettendosi una mano sulla bocca e spalancando gli occhi si
scusò uscendo velocemente
dalla sala.
<<
Dove vai? >> e Camille guardò verso James che
si era alzato di
scatto:<< Vado a lei, non la lascio sola >>
poi scuotendo il capo
andò alla ricerca della sua fidanzata, c’era un
solo posto dove poteva trovarla…
<<
Sapevo che ti avrei trovato qui >> e mentre entrava nella
loro piccola
alcova James sorrise vedendo Noelle seduta sul pavimento con la schiena
e la testa
appoggiate al letto:<< stai bene? >> le
domandò poi sedendosi
accanto a lei:<< Non lo so, cioè mia sorella
mi fa saltare i nervi e…
>> James sorrise:<< Si preoccupa per te
>> poi facendo
spallucce aggiunse:<< E visto come eri ridotta per colpa
di quell’idiota
di Vincet non poso darle torto >> Noelle si
appoggiò a lui:<<
Vincent era un idiota e un cafone, tu non lo sei >> Jamie
le accarezzò la
testa:<< Tu lo sai, ma tua sorella non mi conosce, dalle
il tempo di
capirlo >> poi sorridendo aggiunse:<< Se
vuoi posso parlarci io,
magari sarebbe più tranquilla >> Noelle
sorrise appena:<< Sei
adorabile James Rhodes, sei il fidanzato migliore del mondo
>> << E
tu hai bisogno di un abbraccio, vieni qui >> e allargando
le braccia
James aspettò che Noelle gli si avvicinasse ma appena lei si
appoggiò e fu
avvolta dal suo famigliare profumo di zenzero un altro attacco di
nausea la
fece alzare di corsa e riuscì appena a raggiungere il
lavandino prima di vomitare.
<<
Noelle… >> e James fece per avvicinarsi ma lei
sentendo ancora quel profumo
lo bloccò:<< Aspetta, scusami James ma non
sopporto il tuo profumo
adesso, non so perché ma mi dà la nausea
>> lui fece per annuire con un
sorriso:<< Cavolo stai diventando delicata sembri quasi
una donna…
>> << …incinta >>
e sbiancando Noelle pronunciò quell’unica
parola sentendo la terra mancarle sotto i piedi mentre anche gli occhi
di James
si spalancavano per lo stupore:<< L’abbiamo
fatto l’altra notte, non può
essere che...e poi abbiamo usato le giuste protezioni…
>> lei fece per
scuotere il capo ma anche quello le dava problemi:<< Non
l’altra mattina
James, non quando mi hai raccontato dell’incidente e
poi… >> i suoi
occhioni verdi divennero lucidi riempiendosi di
lacrime:<< Che cosa
facciamo? Che cosa facciamo se… >> stando a
distanza per non farla stare
ancora male lui allungò le mani afferrando quelle di
lei:<< Aspetta a
pensarci…non sappiamo ancora se sia così e poi
– lì il suo sorriso si allargò
ancora di più – sei tu che mi hai detto di volere
una casa con un bel giardino
e almeno due o tre figli >> << Ti andrebbe
bene davvero? >>
lui annuì:<< Ho te, avremo forse un bambino,
che cosa mi serve d’altro
per amarti più di così? >> poi
baciandole le mani sorrise:<< Ma
prima fatti visitare da Mike ok? >> un po’
più calma ma non troppo Noelle
fece un piccolo sorriso:<< D’accordo
>> poi sorridendogli
aggiunse:<< Ti amo >> << Ti
amo anch’io >>
Un paio d’ore
dopo mentre era nella camera che condivideva con Frankie e stava
preparando le
sue valige per spostarle in quella di Dorian l’indomani
Maggie sorrise
felice:<< Sei stucchevole Maggie, mio fratello ti fa
davvero un effetto
orribile >> e ridendo Frankie la guardò dal
letto mentre stava sfogliando
una copia del Le Monde:<< Cosa vuoi che ti dica, Ian mi
rende felice
>> poi malignamente aggiunse
sogghignando:<< Come Leila rende felice
te >> il ragazzo annuì:<< Ha
accettato di venire qui…ha detto che
resterà a Parigi con me >> Maggie sorrise
pensando che lei in fondo stava
solo aspettando che Ian glielo chiedesse:<< Sono felice
per te >>
<< Grazie >> poi alzandosi dal letto
aggiunse:<< Io vado a
farmi una doccia va bene? >> Maggie annuì e
quando François si fu chiuso
la porta del bagno alle spalle un lieve bussare sul vetro della
finestra attirò
la sua attenzione.
<<
Ma cosa? >> e guardando il gufo dal manto fulvo e due
grandi occhi azzurri
che la fissava accigliato Maggie prese la busta che l’animale
aveva nel becco:<<
Grazie… >> mormorò poi persa mentre
l’animale già volava via, conosceva
quel gufo ma non capiva il perché di quella lettera;
rigirandosi la busta tra
le mani i suoi occhi si fissarono sul logo del Ministero della Magia
impresso
sul retro, doveva essere successo qualcosa Hamilton Devin, il suo capo
all’Ufficio
Misteri non le avrebbe mai scritto.
Camille Jackson
Jonathan
Jackson
Isabelle
Rhodes-Mitchell
Emma Mitchell
Anne Mitchell
Grimilde's
So che il capitolo non è molto ma è un capitolo
di
passaggio e poi non mi andava di allungarlo ulteriormente solo per
farlo più lungo e quindi di lasciarvi senza niente per tutta
la
settimana.
Ci vediamo nel prossimo fine settimana...
A presto...
|
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Capitolo 24 *** 23 - La calma prima della tempesta ***
Capitolo 23
Grimilde's
Avvertimento, quando metto le note a inizio capitolo ormai sapete che
è così...solo una piccola postilla
così si
capirà tutto meglio: i prossimi capitoli si
svolgeranno
tutti più o meno nello stesso momento ma saranno visti dai
veri
punti di vista di alcuni "gruppi" di personaggi (li ho suddivisi un po'
per capitolo) quindi praticamente saranno sempre gli stessi giorni ma
vissuti da ognuno di loro. In fodno vi ho lasciato le foto di tutti i
parenti che praticamente arriveranno negli ultimi sette giorni (vedi
discorso di Isaac nel capitolo) quindi per ora buona lettura e a
presto! (Ci vediamo in fondo!)
<<
Quindi? Tutto qui il tuo grande talento? >> e ridendo
Iris guardò Nikolaj
seduto al pianoforte che aveva appena finito di suonare un famoso
motivo di
Beethoven:<< Cosa vorrebbe dire signorina Mackay?
>> le domandò con
la sua solita aria saccente e un caldo sorriso tutto per lei,
irremovibile Iris
mise su un'aria puntigliosa:<< Beethoven lo sanno suonare
tutti, non c'è
nulla di straordinario >> Niko rise
piano:<< La musica non era di
suo gradimento ma chèrie? Che cosa desidera ascoltare?
>> Iris avvicinò
le labbra al suo orecchio sussurrandogli poi con voce
roca:<< Stupiscimi
Nikolaj, in fondo ti riesce bene >> lui rimase in
silenzio tornando a
guardare i tasti d'avorio poi chiudendo gli occhi si lasciò
trascinare dai
ricordi della notte che avevano passato insieme cominciando a muovere
le dita
sulla tastiera.
In
silenzio Iris ascoltò la musica lasciandosi cullare da
quella melodia che cresceva
sempre di più...era una cosa strana: ad ogni nota
più marcata, ad ogni
aumentare del ritmo sentiva dentro di sé le stesse
sensazione della sera prima
quando Niko si era perso dentro di lei e quando sentì la
mano di lui sfiorare
la sua gamba si accorse di essere arrossita e che Niko la stava
guardando con
quegli occhi scuri che ormai la facevano perdere ma che sembravano
conoscerla
da sempre:<< Ti piace? >> le
domandò poi piano:<< Era
bellissima >> mormorò con un filo di voce poi
stringendo la mano di lui
aggiunse:<< Sei davvero bravo >> lui le
baciò velocemente le labbra
e, Iris non ci avrebbe giurato ma sembrava così, un piccolo
rossore passò
rapido su quegli zigomi affilati:<< Sono solo ispirato
>> << Posso
chiederti una cosa Niko? >> e mentre pronunciava quella
frase la voce di
Iris andò sempre più a spegnersi:<<
Dimmi… >> <<
Com’è stato
ieri sera? >> lui la guardò scioccato per un
attimo e lei sollevò le mani
passandosele sul viso stropicciandosi gli occhi:<<
Cioè lasciami
spiegare…per me è stato meraviglioso, ma come hai
capito da solo non ho molti
termini di paragone e quindi… >> al pensiero
di lei fra le braccia di un
altro, con un tizio sconosciuto che guardava le sue guance arrossire
quando
arrivava al limite o la sua bocca aprirsi in un sospiro Niko
sentì la nausea
che gli tappava lo stomaco:<< Quindi cosa? Vuoi la mia
opinione perché ho
avuto dei termini di paragone? >> capì dal
viso di lei che era stato più
acido di quanto avesse voluto:<< Non intendevo quello
>> lui scosse
il capo prendendole le mani:<< No, sono io che ho
esagerato è solo che…
>> << Che cosa? >> lui
sorrise:<< Ho avuto tante donne
nella mia vita è vero, ma nessuna di loro era vergine,
nessuna si era mai
fidata di me fino a questo punto. Tu l’hai fatto e ora io mi
sento… >> si
bloccò guardando la bocca socchiusa di lei, dio doveva
finire di dire quello
che stava dicendo prima che la voglia di baciarla avesse di nuovo il
sopravvento:<< Tu ti senti… >>
deglutì nervoso sapendo che quello
che stava per dire era decisamente poco da lui ma era la cosa
più vera che
avesse mai detto:<< Mi sento diverso, non riesco a
pensare a nulla che
non sia averti vicino a me, sempre in ogni momento…mi sento
pazzo ma è così.
L’altra sera in piscina ti ho fermato perché
credevo che quando ti saresti
svegliata mi avresti odiato per quello che ti avevo fatto, mi sentivo
un orco
ancora prima di toccarti, ora invece mi sento un principe
>> poi pensando
che quella frase poteva sembrare un tantino narcisista fece per
correggersi ma
le labbra di Iris sulle sue gli strapparono un sorriso
gongolante:<< Sapevo
che c’era un cuore sotto quella massa di arroganza, sapevo
che non eri solo un
gran pallone gonfiato >> << Forse sei la
prima a crederlo davvero
>> << Forse sono la prima a cui lo lasci
vedere >> gli
ricordò dolce poi alzandosi aggiunse con un sorriso
tendendogli la mano:<<
Vieni con me, adesso tocca a me farti vedere qualcosa >>
<< Iridis…
>> il suo sorriso si allargò ancora di
più:<< Amo quando dici il
mio nome >> << Mi piace il tuo nome,
è unico come te >> lei
rise tirandolo in piedi e gettandogli le braccia al
collo:<< Ora non fare
lo sdolcinato però >> Niko le baciò
la punta del naso:<< Questo o
io e te in un letto insieme, scegli tu >> Iris finse di
pensarci:<<
Uhm…credo che avendo ancora una settimana possiamo impiegare
questa giornata
facendo ben altro non credi? >> lui sorrise e la
seguì fuori dalla sala
ma quando fecero per prendere le scale Yanna, l’elfa di Ian
sbarrò loro la
strada:<< Chiedo scusa signori ma padron Isaac ha
richiesto la presenza
di tutti in salone, è urgente >> Niko
guardò Iris accanto a lui:<< È
successo qualcosa? >> domandò poi con una
punta di preoccupazione nella voce:<<
No signore, ma il padrone vi aspetta >>
Quando
entrò nel salone Daniel si accorse che quasi tutti erano
già lì, mancavano
solamente Dorian e suo padre e quanto pareva, vide Delila accanto a
Noelle e
James mentre la giovane Jackson sembrava tesa come una corda di
violino,
immobile a guardare la mano di Delila che scivolava su e giù
sulla schiena di
Noelle per calmarla e vedendo il viso di Noelle distendersi a Danny
venne
l’illuminazione: Ivan Padmos.
Ivan
era un suo vecchio amico che aveva conosciuto durante un paio di viaggi
prima
in Russia e poi in Grecia, l’uomo sosteneva di essere una
sorta di canale delle
emozioni, di riuscire a far confluire le emozioni sue e degli altri
all’interno
del suo corpo per poi decidere come e su chi riversarle; Daniel non
aveva dato
credito a quelle favole finché non aveva visto Ivan
all’opera, fece per
avvicinarsi a Delila ma la porta della sala si aprì di nuovo
e Ian e suo padre
entrarono in silenzio attraversando i presenti mentre Isaac Atelier si
metteva
al centro della stanza.
Gli
occhi di tutti si rivolsero verso il patriarca della famiglia Atelier
che,
strano ma vero, sorrideva compiaciuto guardando le facce dei
presenti:<< Bene,
credo che vi starete chiedendo perché vi ho riuniti tutti
qui >>
Mentre
il padrone di casa parlava in un’ala della biblioteca Joanne
e Oliver de la
Tour erano seduti ad un tavolo l’uno davanti
all’altro intenti in una fitta
conversazione.
<<
Come dicevo vi ho convocati qui perché questa competizione
ha delle tradizioni
e come mi ha ricordato mio figlio stamattina, ogni tanto, vanno onorate
>> poi fissando gli occhi di Ian
continuò:<< A partire da questo
momento la vostra convivenza è chiusa, vi restano sette
giorni da passare qui
ed è giusto che li passiate con la persona che credete possa
starvi accanto per
il resto della vita >> si guardarono tutti l’un
l’altro e Maggie cercò
gli occhi di Ian che però continuava a guadare suo padre,
infatti poco dopo
Isaac continuò:<< Tra sei giorni,
l’ultima notte che passerete qui, ci
sarà una festa per concludere la vostra permanenza e, se lo
vorrete, mettere un
punto fermo a ciò che è nato in questi due mesi
per poterlo continuare poi
fuori da qui. È un ballo in lungo quindi signori procuratevi
uno smoking degno
di tale nome o dovrò pensarci io e non so quanto la cosa vi
piacerebbe >>
e lì lanciò un’occhiata al suo figlio
minore che brontolò qualcosa di molto
simile ad un imprecazione facendo sorridere Leila accanto a
lui:<< Unica
regola di questo ballo è per le signore, chiedo venia, che
avranno l’obbligo di
indossare un abito rosso >> <<
Perché rosso? >> domandò la
voce di Bunny nel silenzio che si era creato:<<
Perché rosso era l’abito
della moglie di Jacob Meler, l’inventore dei giochi ed
è anche il colore del
casato dei Meler >> nessuno fiatò ancora e
così Isaac si voltò chiamando
Seza e Yanna che sopraggiunsero con due vassoi su cui erano poggiati
dei pezzi
di pergamena e quelle che avevano tutta l’aria di essere
fiale di amortentia:<<
Credo che riconosciate questi pezzi di carta vero? >> e
guardò la
signorina Stains ricordando quanto aveva cominciato ad ammirare quella
ragazza
dopo la lealtà e la forza che aveva dimostrato,
più la conosceva e più gli
ricordava Elodie, era impressionante.
<<
Al vostro arrivo vi ho chiesto di scriverci il vostro nome, ora vi
chiederò di
fare un’altra cosa >> fece segno alle elfe che
passarono tra i presenti
dando ad ognuno la propria pergamena e una fiala:<< So
che credete di
sapere che cosa c’è nel vostro cuore e
ciò che desiderate ma è ora che qualcuno
vi dica se ciò che credete è reale o meno
>> poi guardando i suoi figli
aggiunse:<< Versate il contenuto della fiala sulla
pergamena, la vostra
mente e il vostro cuore faranno il resto >>
<< Cosa vuol dire che…
>> borbottò Niko ma Isaac
continuò:<< Sta a voi scegliere se
seguire quel consiglio o meno, fatto ciò visto che sono un
gentiluomo, stavolta
lascerò l’onore alle signorine: scegliere
l’uomo con cui vorrete passare i
prossimi giorni e, potenzialmente, il resto della vostra vita, avete
tutto il
giorno per farlo >> poi con un inchino restò
fermo a guardare le
quattordici fialette il cui liquido impregnava la pergamena e sorrise
guardando
le espressioni dei ragazzi, amava quel momento, lo amava da quando
sulla sua
pergamena trent’anni prima era apparso il nome di Elodie Alara Meler.
Rimase
fermò guardando il sorriso che si dipinse sul viso di
François e il ricordo di
quello stesso sorriso sul viso di sua moglie quando sulla pergamena era
comparso il suo nome gli fece battere il cuore un po’
più veloce del normale, era
felice che i suoi ragazzi finalmente avrebbero avuto quello che lui non
si era
potuto godere per colpa di una stupida ed insignificante malattia mai
diagnosticata,
aveva passato tutta la vita nella paura di perdere anche loro come
aveva perso
Elodie, ora era felice di lasciarli andare per la loro strada con
qualcuno di
degno accanto; sollevando poi gli occhi per guardare Ian qualcosa nello
sguardo
di suo figlio lo bloccò, Dorian non era come sua madre
capace di affrontare le
sue emozioni e di conviverci, lui era come Isaac e Atelier sapeva bene
che se
non fosse stato per Elodie lui sarebbe finito molto male e ora temeva
la stessa
cosa per suo figlio!
<<
Solo un’ultima cosa prima di lasciarvi: l’hotel
intero è a vostra disposizione,
scegliete pure la camera che volete >> poi fece per
ritirarsi nel suo
ufficio quando una voce lo bloccò:<<
Papà, posso parlarti? >> Isaac
si voltò incrociando gli occhi azzurri di
Frankie:<< Cosa c’è
François?
>> domandò cercando di mantenere
un’espressione neutra quando invece
avrebbe voluto abbracciare suo figlio e dirgli che era felice per lui,
ma non
era quello il momento:<< Avrei bisogno di parlarti in
privato >>
Da
lontano Leila guardò Isaac Atelier annuire e Frankie che lo
seguiva, che cosa
stava succedendo? Le aveva sorriso poco dopo aver letto il nome sulla
pergamena
ma quando lei aveva fatto per baciarlo si era spostato sussurrandole
una scusa
veloce e avvicinandosi al padre, che cosa stava succedendo? Che cosa
poteva
significare tutta quella storia dopo che Frankie le aveva chiesto di
restare a
Parigi con lui?
<<
Ian… >> Atelier si voltò sentendosi
chiamare e trovando la sua bellissima
fidanzata che gli sorrideva angelica, ma ormai sapeva che sotto quel
sorriso si
nascondeva un diavolo tentatore quindi si
preparò:<< Dimmi ma vie
>> Maggie sorrise sollevandosi in punta di piedi e
cingendo il collo di
lui con le braccia:<< Ho una valigia in camera di
Frankie, pronta
>> lui cercò di sorridere, aveva sette giorni
da passare sempre con
quell’angelo bruno, non doveva rovinare tutto solo
perché la sua mente gli
stava giocando brutti scherzi, non in quel momento:<<
Credo che la tua
valigia non sia più lì già da un
po’ amore mio >> gli occhi di Maggie si
spalancarono e un’espressione accigliata le comparve sul
viso:<< Sei
impossibile! >> gli rinfacciò poi cercando di
arrabbiarsi ma le labbra di
lui sulle sue la bloccarono:<< Sto aspettando questo
momento da quando
hai messo piede in hotel, perdonami se non posso rispettare una stupida
regola
di cortesia >> poteva farcela, se pensava a quanto lei
era bella, a
quanto la desiderasse ed amasse forse poteva passare indenne quelle
giornate e
poi, beh quando sarebbe arrivato il momento di partire avrebbe trovato
una
soluzione, ma il pensiero che Bob Stains non avrebbe approvato
continuava a
bloccarlo.
Delila
guardò Daniel fermo sulla porta per un istante, toccava a
lei chiedergli se
voleva passare i prossimi sette giorni con lei, non osava pensare a
tutto il
resto della loro vita, perché anche se a lei Daniel piaceva,
e molto, non era sicura
di cosa provasse lui quindi…tuttavia quando fece per
avvicinarsi rimase
immobile a guardare Daniel insieme a Oliver che lasciava la stanza.
<<
Allora? Dove volevi portarmi? >> e Niko guardò
Iris sorridendo:<< Aspetta,
chi ti dice che… >> lui sorrise
sornione:<< Ok, se non io chi?
>> poi chinando il capo le baciò le labbra
mentre lei rispondeva:<<
Arrogante egocentrico >> << Lo so miss
Mackay, grazie per avermelo
ricordato >>
Una
volta fuori dal salone Lilith fece per voltarsi verso Mike e baciarlo
quando la
voce di Noelle li bloccò entrambi:<< Mike
posso parlarti? >> la
giovane Sherwood guardò l’amica perplessa
così Noelle si affrettò ad
aggiungere:<< No, non è come pensi
Lilith…ho bisogno di un suo
parere…medico >> buttò fuori poi
come se la cosa le costasse molto, non
aveva dormito dalla sera prima da quando lei e James avevano parlato e
a nulla
erano valsi gli abbracci e le carezze del suo fidanzato che si era
perfino
fatto una doccia pur di non farla stare ancora male per via del suo
profumo.
<<
Che è successo? Stai bene? >> Noelle
annuì:<< Credo di sì,
cioè
no…non lo so… >> in quel momento
sopraggiunse James:<< Possiamo
parlarne in un posto più tranquillo per favore?
>> Michael annuì poi
guardando Lilith aggiunse:<< Mi dai un attimo, ci vediamo
in camera
>> la ragazza annuì con un
sorriso:<< Ci vediamo dopo >> poi
guardando Noelle aggiunse:<< Spero vada tutto bene
>> << Lo
spero anche io >> rispose l’altra stringendo la
mano di James come se
fosse stata un’ancora di salvezza.
<<
Dov’è andato Mike? >> a quelle
parole Lilith si voltò incrociando lo sguardo
di Kelly:<< Un’amica aveva bisogno di lui
>> poi notando lo sguardo
triste di Kelly aggiunse:<< Posso dirgli che lo cercavi
quando avrà
finito, non ci metterà molto >> Kelly
annuì appena poi quando Lilith fece
per andarsene aggiunse:<< Credi che Mike mi voglia ancora
bene? >>
Lil si bloccò per un attimo:<< Certo che ti
vuole bene, perché non…
>> << Dopo quello che ci siamo detti ieri,
mi ha detto che finito
qui se ne andrà insieme a te e non tornerà
più a casa >> gli occhi di
Kelly per un istante divennero lucidi:<< Certo che
tornerà a casa, era
solo arrabbiato ma non pensava davvero quello che ha detto, era solo
triste per
quello che gli hai detto >> Kelly rialzò gli
occhi:<< Tu dici che
Mike mi capirebbe un po’ di più se gli dicessi
perché mi sono arrabbiata?
>> la piccola di casa Gail stava girando attorno al punto
cruciale del discorso
in maniera impressionante, era quasi peggio di Michael quando ci si
metteva:<<
Beh sì, direi che quello può aiutare
>> cercò di andarle dietro Lilith,
non voleva litigare di nuovo e per la prima volta quella piccola peste
sembrava
aver ritirato gli artigli:<< Che
cos’è successo Kelly? Che cos’hai paura
di dire a Mike? Non si arrabbierà te lo posso assicurare
>> la ragazzina
scosse il capo:<< Mike darà di matto e Dylan
ci rimetterà il posto
>> << Dylan? >>
domandò Lilith perplessa:<< Sì,
Dylan
il tirocinante di Mike, mio fratello lo licenzierà lo so
>> << Perché
Mike dovrebbe… >> <<
Perché Dylan è il mio fidanzato >>
buttò
fuori la ragazza tappandosi poi immediatamente la bocca accorgendosi di
quello
che aveva appena detto:<< Ti prego non dirlo a Mike, ti
prego non
dirglielo! >> prendendo fiato Lilith cercò di
restare calma, non le
piaceva e decisamente non riusciva a mentire a Mike quindi meglio
capire prima
cosa c’era sotto:<< Devi dirgli la
verità Kelly, ma prima dimmi che cosa
sta succedendo, non posso aiutarti se non so cosa succede
>> << Aiutarmi?
>> Lilith annuì:<< Mike potrebbe
anche arrabbiarsi ma possiamo
calmarlo, devi solo lasciare che ti aiuti >> la ragazzina
annuì e Lilith
la portò in camera, aveva bisogno di capire che cosa stava
succedendo prima di
affrontare il suo caro futuro marito in quella carneficina!
<<
Allora? >> e Isaac guardò suo figlio in piedi
rigido in mezzo allo studio
mentre lui si stava accomodando sulla sua poltrona dietro la scrivania
di mogano:<<
Tu vuoi che io sia felice, papà? >> Isaac
rimase immobile poi un sorriso
gli si aprì sulle labbra:<< Lo voglio da tutta
la vita François >>
il giovane annuì:<< So che hai sempre lasciato
ad Ian questo compito
perché un giorno sarà lui a dirigere
l’hotel e i Jeux d’amour ma devo chiederti
un favore >> Isaac gli fece cenno di continuare, per la
prima volta in
molti anni davanti a sé vedeva l’uomo che aveva
sempre sospettato François
nascondesse in fondo al suo cuore:<< Vorrei organizzare
io la festa di
chiusura di quest’anno >> Isaac fece per
annuire poi le successive parole
di suo figlio lo bloccarono:<< E voglio farlo nel salone
di maman
>> sapendo bene che suo padre avrebbe contestato
François si affrettò ad
aggiungere:<< Ho chiesto a Leila di restare a Parigi con
me e lei ha
detto di sì >> di nuovo suo padre fece per
parlare ma lui continuò, la
pazienza e la diplomazia non erano doti di cui la famiglia Atelier era
provvista:<< Sono felice che lei resterà con
me e che possa comunque realizzare
i suoi sogni ma quando ho visto il suo nome comparire sulla mia
pergamena ho
capito quello che il mio cuore sta cercando di dirmi da quando sono
iniziati
questi dannati giochi, ho passato la maggior parte della mia vita a non
credere
a quello che tu o Ian mi avete sempre raccontato della tua storia con
maman, ho
pensato che due mesi non sarebbero mai bastati per farmi trovare la
donna della
mia vita e ho sposato Fiona credendo che dovevo essere io a decidere
del mio
destino e nessun’altro ma poi Leila è arrivata qui
e adesso so che la sola cosa
che voglio è passare il resto della mia vita con lei
>> prendendo fiato
dopo quel veloce monologo François alzò gli occhi
verso il padre:<< Voglio
chiederle di sposarmi papà e voglio farlo nel salone dove tu
l’hai chiesto a
maman >> << Posso? >>
domandò a quel punto Isaac con un
sorriso:<< Sì, scusami >>
mormorò Frankie mentre le mani
continuavano a tremargli, suo padre non gli aveva ancora dato una
risposta:<<
Tieni, se vuoi fare le cose come si deve ti servirà questo
>> e poggiando
sulla scrivania una scatola rosso scuro la allungò verso il
figlio:<< Che
cos’è? >> domandò curioso
e suo padre gli rispose mentre lui apriva il
piccolo cofanetto:<< Ho chiesto a tua madre di sposarla
con quell’anello,
è un cimelio della famiglia Atelier da generazioni ed
è giusto che sia al dito
della tua futura moglie >> François si
bloccò per un attimo:<< Ma è
Ian il primogenito, è lui che dovrebbe avere…
>> << Non tutto segue
una regola François, ho tenuto quell’anello chiuso
nel cassetto dal giorno in
cui tua madre è morta e aspettavo solo il momento per
dartelo, gliel’ho
promesso >> << Promesso? >>
di nuovo Isaac annuì:<< Quando
sei nato tua madre mi ha fatto promettere di lasciare a te e tuo
fratello due
cose: la sua collana con la pietra di luna a Dorian perché
potesse tenere i
brutti pensieri lontano dal suo cuore e a te il suo anello di
fidanzamento perché
il tuo cuore racchiude tutto l’amore che lei aveva per me
>> Frankie continuava
a guardarlo senza capire:<< Tuo fratello è
stato il dono più bello che
tua madre mi potesse fare, un figlio era la sola cosa che ci mancava
per rendere
perfetta la nostra vita, non le ho mai detto di volere un altro figlio
dopo la
nascita di Dorian perché avevo paura di non meritare altra
gioia, invece la
notte di natale sette mesi prima della tua nascita lei mi ha fatto il
regalo
più bello del mondo, so di non averti dimostrato spesso
quanto ti voglio bene
François, ma ogni volta che ti guardo rivedo la donna che ho
amato con tutto me
stesso >> una lacrima solitaria scivolò sul
viso del giovane pozionista:<<
Mi dispiace papà >> Isaac scosse il
capo:<< Non farlo, sei felice
ed è la sola cosa che voglio per te, che anche tua madre
vorrebbe >>
Mentre
in hotel c’erano in atto alcuni spostamenti un mago e una
strega si
materializzavano alle porte del Parfum de Lavande,
un’esclusiva villa poco
fuori dalla città nel cuore della Provenza:<<
Che cosa ci facciamo qui
Pierre? Avevi parlato di cenare insieme >> e Violet
guardò il mago
accanto a lei che sorrideva, c’era qualcosa di diverso in lui
quel pomeriggio:<<
Andremo a cena, ho prenotato in un delizioso ristorantino in riva al
mare, ma
prima voglio farti conoscere una persona >> poi sorrise
mentre una donna
vestita di bianco si avvicinava aprendo il cancello:<< Oh
signor DuLac,
non l’aspettavamo…sarà felice di
vederla >> << Grazie mademoiselle
Loriot >> poi prendendo la mano di Violet ed
incamminandosi verso l’ingresso
aggiunse:<< Come sta oggi? >> la donna si
voltò sorridendo:<<
Stamattina era un po’ giù ma siamo riusciti a
farla alzare e ha fatto
colazione, ora è in terrazza >>
<< Grazie >> mormorò il
giovane e quando la donna li ebbe lasciati le sorrise:<<
Vieni >> e
la condusse su un terrazzo assolato con il pavimento in cotto e alcune
persone
sedute ai tavolini di ferro, c’era chi giocava a carte, chi
leggeva e chi come
un’anziana signora in un angolo
guardava il mare infrangersi sulla battigia in lontananza, stava quasi
per
chiedere spiegazioni a Pierre quando lui si diresse proprio verso
quella donna
dai capelli biondo oro tagliati corti, indossava un lungo abito color
cipria e
al collo portava una collana di perle bianche che aveva
l’aria di essere molto
antica:<< A cosa devo questa sorpresa? >>
domandò poi senza nemmeno
voltarsi e Violet rimase ferma mentre Pierre sorrideva:<<
Sai che la
gente si saluta prima di rimproverarla Mémé?
>> Violet conosceva poco il
francese ma sapeva che Mémé voleva dire nonna,
quindi quella donna era…:<< Hai portato
un’ospite con te Pierre DuLac,
fai l’uomo educato e presentamela o devo pensare che non ti
ho insegnato niente
da bambino >> lui sorrise di nuovo avvicinandosi alla
donna e solo in
quel momento Violet si accorse che l’anziana signora DuLac
sedeva su una sedia
a rotelle per quanto fosse mascherata per bene:<<
Mémé, lei è Violet
Stains >> poi guardando lei aggiunse:<<
Violet, lei è Isobel DuLac,
mia nonna >> sentendosi chiamare così la donna
strinse una delle mani che
Pierre le aveva appoggiato sulle spalle mormorandogli
dolce:<< Ça va,
c’est bon mon coeur >> lui
non rispose e le sorrise poi la donna tornò a posare i suoi
grandi occhi
acquamarina, identici a quelli di Pierre, su di lei:<<
Dunque Violet
>> e la guardò come se fosse stata un giudice
e lei sotto processo:<<
Nome molto grazioso >> lei sorrise:<<
Grazie, i miei genitori hanno
un vivaio e hanno dato a tutte noi come primo nome quello di un fiore,
mio
padre dice che era la stagione delle viole quando sono nata io e
così mi è
toccato il nome >> un sorriso attraversò le
labbra della donna:<< Violet…non
ho mai conosciuto una Violet… >> poi
guardandola di nuovo aggiunse:<<
Hai detto primo nome, mi piacerebbe conoscere anche il secondo mia cara
>> lei annuì:<< Marie
>> lo sguardo di Isobel DuLac si fece
furbo:<< Marie…avevo un’amica di
nome Marie…era la mia migliore amica e se
non fosse stato per lei non avrei mai sposato il mio Henri >>
<< Nonna
non credo che Violet voglia sentire… >> la
donna girò la testa guardando
Pierre:<< Pierre Albert Henri DuLac preferisci che
racconti alla tua
compagna di quando eri piccolo e stavi imparando a nuotare?
>> Pierre
rimase immobile preso in contropiede e Violet sorrise:<<
Mi piacerebbe
proprio sentirla quella storia signora DuLac >> la donna
sorrise a sua
volta:<< Bene, accomodati allora, è una storia
molto interessante
>> e guardando sua nonna e la sua attuale ragazza che
stavano per
sparlare di lui e della sua infanzia Pierre seppe di essere finito
dalla
padella alla brace!
<<
Mike? >> e James guardò l’amico che
stava tastando la pancia di Noelle
facendo poi qualche piccolo incantesimo con la
bacchetta:<< No, James
>> << No cosa? >>
domandò Noelle stesa sul letto e
preoccupata:<< Non sei incinta Noelle >>
replicò dolce il medimago:<<
Sei sicuro? >> domandò di nuovo
Rhodes:<< Sì, sono sicuro. Ho fatto
più di un incantesimo e hanno dato tutti lo stesso risultato
>> Noelle
sfuggì gli occhi di James fissando i propri in quelli di
Mike:<< Allora
che cos’ho? Perché sono stata male? Non riuscivo a
sopportare nemmeno il
profumo di James >> Mike ci pensò un
attimo:<< Può essere per molte
ragioni, a cominciare dall’influenza, dallo stress,
stanchezza >> poi
sorridendole aggiunse:<< Se ti capiterà di
nuovo vieni subito da me e
così capiremo che cos’è
>> la ragazza annuì così Mike
guardò prima lei e
poi James:<< Per qualsiasi cosa io sono in camera, in
ogni caso cerca di
riposare un po’ Noelle, sei pallida >> la
ragazza annuì accoccolandosi
sul letto con un cuscino stretto al petto:<<
D’accordo dottore, grazie
>> sorrise poi cercando di non rattristarsi mentre James
accompagnava Mike
alla porta.
Fu
solo quando il suo bel cadetto tornò da lei che finalmente,
stretta in quelle
braccia che amava, che si lasciò andare alle
lacrime:<< Ehi…non fare
così…Noelle…
>> lei tirò su col naso asciugandosi un
lacrimone:<< Lo so, so che
non devo però Jamie ci avevo pensato e mi piaceva
l’idea di noi due con un
bimbo >> lui le sorrise accarezzandole il
viso:<< Anche io ci ho
pensato piccola, tutta la notte mentre tu ti rigiravi inquieta
>> un
piccolo sorriso passò rapido sulle labbra della ragazza
così James continuò:<<
Ci ho pensato e anche se mi dispiace che non sia ora amore mio, so che
voglio
che sia così e che lo sia presto >> poi
sorridendole le baciò le labbra:<<
Sicuro che no ti dispiace? >> chiese di nuovo Noelle
preoccupata:<<
Sicuro, te l’ho detto avremo altre occasioni >>
poi stringendola a sé aggiunse:<<
E soprattutto devo cominciare a cercare una casa con un giardino e un
ciliegio
>> Noelle rise di nuovo rifugiandosi contro il petto di
James:<< Ti
amo cadetto Rhodes >> << Ti amo miss
Jackson >> rimasero
abbracciati ancora un po’ e quando sentì il
respiro regolare di Noelle scivolò
giù dal letto, c’era una cosa che doveva fare ed
era vitale che la facesse da
solo.
<<
James va tutto bene? >> e Jonathan guardò il
giovane immobile sulla porta
della sua camera:<< Sì, Camille
c’è? Avrei bisogno di parlare con lei
>>
Era
quasi il tramonto quando lei e Pierre lasciarono la casa di riposo e
solo
quando arrivarono in riva al mare Violet ebbe il coraggio di dar voce
ai suoi
pensieri:<< Posso chiederti una cosa? >>
lui annuì ma continuò a
guadare il mare, era stata una bella giornata e gli si era riempito il
cuore di
gioia quando aveva visto sua nonna accettare Violet, ma ora sapeva che
era il
momento delle spiegazioni:<< Perché tua nonna
si trova in una casa di
riposo in Provenza? Non è così vecchia
>> lui annuì di nuovo:<<
Mémé
è malata, mio nonno è morto un paio
d’anni fa d’infarto e dopo alcuni controlli
lei ha scoperto di avere una sorta di tumore al sangue, i babbani lo
chiamano
leucemia. L’ho portata da alcuni specialisti e mi hanno detto
che no c’è modo
di curarla, né la medicina babbana né la nostra
possono fare qualcosa, hanno
detto che la sua situazione ora è in una fase di stallo,
potrebbe andare avanti
così per anni ma potrebbe peggiorare
anche domani, ci sono giornate belle e giornate brutte ma lei
è la mia vita le
resterò vicino finché potrò
>> una mano di Violet gli si posò sulla
spalla:<< Ti ha cresciuto lei da quando sono morti
i… >> lui fece
un sorriso amaro:<< Oh i miei non sono morti, anzi non
sono mai stati più
vivi >> << Come? Che vuoi dire?
>> Pierre si sedette su un
muretto di pietra fissando le onde:<< Mio padre aveva 20
anni quando sono
nato e mia madre 17, sono stato il classico errore e dal momento che i
miei
nonni materni non ne volevano sapere di aborto o cosa del genere hanno
costretto i miei a sposarsi >> mille domande si
affacciarono nella mente
di Violet ma il suo cuore le disse di tacere e di lasciarlo
finire:<< Nessuno
ci avrebbe mai scommesso ma quei due sono felicemente sposati da quasi
trent’anni,
il loro unico problema ero io >> <<
Problema? >> << Non
hanno mai davvero voluto un figlio, io ero solo il mezzo per farli
stare insieme
e quando ci sono riusciti, dopo la mia nascita, si sono dimenticati di
me
lasciandomi alle cure dei miei nonni >> poi ridendo amaro
aggiunse:<<
È stata mia nonna a scegliere il mio nome e sono stati lei e
mio nonno a crescermi
per tutta la vita, i miei genitori non si sono mai fatti vivi se non
per darmi
qualche regalo a natale o ai compleanni, ora che sono cresciuto nemmeno
quello,
non li sento da un paio d’anni ma va bene così
>> pensando al rapporto
stretto che lei aveva con Bob e Karen il suo cuore non poté
che provare pena
per lui:<< Mi dispiace… >> lui
sorrise:<< A me no, ho avuto
due genitori fantastici e amorevoli anche se li ho chiamati
Pépé e Mémé al
posto di mamma e papà >> <<
Pierre… >> << Andiamo a cenare,
arriveremo tardi >> e rialzandosi in piedi lui
decretò chiuso il
discorso.
<<
Tutto a posto, ed ora che siamo soli mia cara…
>> ma le parole di Mike si
bloccarono quando entrando in camera trovò Kelly seduta sul
letto e Lilith accanto
che fissava lui come se fosse il diavolo incarnato:<< Che
cosa sta succedendo?
>> Lilith si alzò ma non si
avvicinò a lui:<< Dobbiamo parlare
>> << Amore non capisco, che
cosa… >> Kelly si alzò a sua
volta:<< Non è una buona idea, non posso non
riesco a… >> ma Mike
avanzò mettendole le mani sulle spalle:<< Che
cosa stai dicendo? Che cosa
sta succedendo Kelly? So che c’era qualcosa che non andava
quando sono partito
ma credevo che una volta a casa avremmo chiarito e…
>> << Tu non
tornerai a casa, come possiamo chiarire? >> Michael si
passò le mani nei
riccioli scuri:<< Certo che tornerò a casa, ho
detto quelle cose perché ero
arrabbiato, ma sai che non potrei mai lasciare te e Frank, mai
>> poi
sorridendo guardò Lilith:<< Anche se ho
trovato la donna che amo voi farete
sempre parte della mia vita >> gli occhi della ragazzina
si riempirono di
lacrime:<< Non sei l’unico ad aver trovato la
persona che ama Mike
>> mormorò poi cercando negli occhi di Lilith
il coraggio che lei
decisamente non aveva:<< Cosa? >> poi
guardando prima Lilith e poi
la sorella aggiunse:<< Da quando tu…chi? Dove?
>> << Michael
lasciala parlare >> il medimago si allontanò
un istante annuendo:<<
Sì, scusami…solo che non mi aspettavo
che… >> << Io te lo dico ma
tu non ti arrabbiare ok? >> Mike guardò la
sorella scandalizzato:<<
Cosa vuol dire non ti arrabbiare? Se sai che mi arrabbierò
è perché lo conosco…
>> poi
guardando l’espressione
della sorella aggiunse:<< È così
vero? Lo conosco? >> Lilith
sorrise cercando di non farsi vedere, non si aspettava quella reazione
o forse
sì conoscendo il suo stangone…
<<
Ma se lo conosco anche io non può essere uno dei tuoi amici,
non mi hai mai
voluto presentare nessuno e gli unici che conosco e che tu conosci
sono…
>> lì lo sproloquio di Mike si
bloccò e il bel dottore dovette sedersi sul
divano passandosi le mani nei capelli:<< Dylan
>> mormorò poi certo
di quello che stava dicendo:<< È Dylan vero?
>> Kelly non rispose
ma lui la conosceva troppo bene per sapere come
reagiva:<< Da quanto va
avanti? >> di nuovo lei rimase zitta guardando il
pavimento:<< Kelly…da
quanto va avanti? >> << Te la prenderai con
lui se te lo dico
>> Mike scosse il capo:<< Non
farò niente, Dylan è un bravo ragazzo
e, anche se mi costa ammetterlo, so che ti tratterà come
meriti >> poi
guardando la sorella negli occhi aggiunse:<< Tu sei
felice Kelly?
>> lei annuì piano:<< Anche io
sono felice con Lilith, tanto felice
>> mormorò poi guardando la donna che
amava:<< Puoi essere felice
per me come io lo sono per te? >> <<
È un ricatto >> commentò
Kelly arricciando la bocca in una smorfia:<< Una
richiesta, se davvero
ami Dylan come mi stai dicendo capirai perché io non voglio
separarmi da Lil,
tu non ti separeresti da Dylan se io te lo chiedessi vero?
>> lei scosse
il capo:<< Ecco allora capisci me e quello che mi stai
chiedendo di fare
>> Kelly smise di guardare il fratello alzando gli occhi
su Lilith:<<
Tu lo ami vero? >> Lilith annuì e lei
continuò:<< È testardo come
un mulo, sdolcinato oltre misura, disordinato e confusionario e tu lo
ami lo
stesso? >> di nuovo Lilith annuì e stavolta
senza che nessuno se lo
aspettasse Kelly colmò la distanza tra di loro
abbracciandola stretta:<< Allora
va bene, posso accettare qualcuno che vuole il mio fratellone
così com’è
>> poi velocemente come l’aveva stretta la
lasciò dirigendosi verso la
porta con un sorriso:<< Devo scrivere a Dylan, era in
ansia…devo dirgli
che è andato tutto bene >> e uscendo con uno
smagliante sorriso Kelly li
lasciò di nuovo soli.
Mike
sorrise alzando gli occhi verso Lilith che pareva ancora più
scioccata di lui:<<
Ok, che cos’è appena successo? >>
Lilith gli si sedette accanto sorridendo
e baciandogli una guancia:<< Mi hai ricordato ancora una
volta perché mi
sono innamorata di quel prefetto di Tassorosso che non perdeva mai
occasione
per togliermi punti >> << Era un motivo
come un altro per parlare
con te >> Lil sorrise:<< Kelly ha ragione,
sei decisamente
sdolcinato >> poi baciandolo gli si sedette in braccio
arruffandogli i
capelli:<< Ma mi piace il mio dottore sdolcinato e
testardo, mi piace da
morire >> << Anche tu mi piaci orgogliosa
cocciuta Grifondoro
>> e mettendole le mani alla vita sorrise pregustando
quello che stava
per succedere.
<<
Le hai scritte tu? >> domandò Niko alzando il
viso dai fogli di pergamena
che Iris gli aveva messo davanti:<<
Sì…beh è solo una perdita di
tempo…non
dovevo neanche… >> e arrossendo fece per
raccogliere i fogli ma lui le
bloccò le mani:<< Aspetta…
>> poi prendendo uno dei fogli glielo
mise tra le mani:<< Sono splendide >> ed
immaginando la sua
risposta aggiunse:<< E non lo dico solo perché
sono tue e tu mi piaci,
sono davvero belle >> Iris arricciò la bocca
nervosa:<< Non hanno
senso, sono frasi sconnesse >> lui
sorrise:<< Sono i pensieri del
tuo cuore lyublyu, è
come leggere
dentro di te, è magnifico… >>
l’entusiasmo che Niko dimostrava per quelle
poesie scarabocchiate in fretta quando ancora andava a scuola le
scaldò il
cuore, non le aveva mai fatte vedere a nessuno o meglio qualcuno le
aveva
viste, ma non aveva avuto la grazie e il cuore di apprezzarle come
invece stava
facendo quel russo dagli occhi di tenebra di cui pian piano si stava
innamorando.
<<
Questa è diversa >> mormorò poi ad
un tratto lui e Iris alzò gli occhi
per vedere che cosa lui stava leggendo diventando muta e rossa come un
peperone:<<
Non l’hai scritta insieme alle altre vero? >>
lei scosse il capo:<<
Se non sapessi che è la tua grafia non penserei che sia tua,
sembra di una
persona totalmente diversa >> Iris sorrise,
chissà cosa avrebbe pensato
se avesse saputo quando aveva scritto quelle poche righe e dichi
parlavano:<<
Il ragazzo per cui l’hai scritta doveva essere un gran
bastardo fortunato
>> ok, su certe cose Niko Valuev o faceva finta di non
capire o era
davvero ottuso, decise di non dargli quella
soddisfazione:<< Oh sì, direi
che bastardo è il termine giusto >> poi
baciandogli una guancia aggiunse
appoggiandosi sulle sue spalle:<< Ma forse è
anche molto fortunato o mi
sbaglio Nikolaj? >> collegando finalmente i tasselli lui
alzò gli occhi
neri su di lei perplesso:<< Io? Parla di me?
>> Iris gli fece
notare la data scarabocchiata in fretta in fondo al foglio e che lui
aveva
coperto con la mano fino a poco prima: era del giorno del loro primo
bacio,
quando l’aveva praticamente sbattuta contro il muro della
cucina e lei poi lo
aveva morso, credeva che quel momento fosse stato stranamente eccitante
solo
per lui ma a giudicare dalle parole che Iris aveva scritto su quel
foglio si
era sempre sbagliato di grosso:<< Hai una vena perversa
quasi quanto la
mia lyublyu >> lei
sorrise
imitando la sua espressione maliziosa quasi alla perfezione poi
facendogli
scivolare le mani dalle spalle verso il petto gli sfiorò il
collo con le
labbra:<< Andiamo in camera… >>
Niko rise facendo per tirarsela
addosso:<< Ho creato un mostro >> lei
scosse il capo ridendo:<<
Che hai capito? Ci sono i tuoi vestiti da sistemare >>
lui annuì, rimise
velocemente i fogli nella cartellina di pelle che lei gli aveva dato
poi
alzandosi si voltò sollevandola tra le braccia e
baciandola:<< Sì, ci
penseremo dopo ai vestiti…adesso ho di meglio da fare
>> e con il suo
trofeo tra le braccia uscì dal salottino facendo per
attraversare la hall
quando due occhi scuri quasi come i suoi lo bloccarono:<<
Mama? >>
domandò poi e, quasi
senza accorgersene, rimise Iris a terra sempre tenendola stretta a
sé prima di
guardare la ragazzina dai capelli castani raccolti in una treccia
aggiunse
perplesso di vederla lì:<< Nina?
>> << Ciao Niko >> lo
salutò la ragazza con un debole sorriso mentre la donna
accanto a lei squadrava
il figlio con occhi di ghiaccio:<< Buonasera Nikolaj
>> poi con lo
stesso cipiglio freddo aggiunse:<< Vuoi presentarci la
tua amica >>
non era una domanda ed era anche cortese, ma c’era qualcosa
di estremamente
sbagliato nel modo in cui quella donna, la madre di Nikolaj se non
aveva capito
male, aveva pronunciato la parola amica.
<<
100000 galeoni alla Gringott, una casa a Londra, una a Brighton e una
in
Toscana, dio ma quanto sono ricchi i Nott? >> e
sorridendo Bunny prese Libero
a braccetto baciandogli una guancia:<<
Cos’è ti stai innamorando dei miei
soldi signorina Flecter? >> la prese in giro tirandosela
accanto e baciandole
le labbra:<< Amo già te, posso cominciare ad
apprezzare le ricchezze dei
Nott no? >> Libe rise di gusto:<<
Così mi bastava ereditare per
farti cadere ai miei piedi, a saperlo prima avrei risparmiato un bel
po’ di
fatica! >> << Ma quanto sei scemo!
Ripensandoci Niko non è tanto male
sai… >> Libero sorrise scuotendo il
capo:<< Credo tu sia arrivata
tardi Flecter, ti dovrai accontentare di me >>
<< Accontentare? Non
penso di averti insegnato ad accontentarti nella vita Bunny, mi
è bastato già
quel Gregory, Graham, come diavolo si chiamava >>
imprecando mentalmente
Bunny sorrise a Libero sussurrandogli piano:<< Inizia lo
spettacolo
>> poi voltandosi cercò di stamparsi in facci
ail suo miglior sorriso,
sarebbe stata una lunga serata:<< Ciao mamma, che bella
sorpresa >>
poi vedendo la donna bionda dietro a Giulia Flecter aggiunse stavolta
più
sincera:<< Nonna, è bello vederti
>> Rosalie sorrise alla nipote:<<
È bello anche per me vederti piccola >> Ben
allargò il suo sorriso e
quando sua madre fece per aprire di nuovo bocca
aggiunse:<< Mamma posso
presentarti una persona? >> e senza lasciarle il tempo di
replicare continuò
decisa:<< Il mio fidanzato, Libero Orion Nott
>> per un attimo le
labbra di Giulia ebbero un tremito poi la donna si
ricompose:<< Nott? Parente
di sir Edward Nott? >> il ragazzo annuì
stringendole la mano:<< Sì,
era mio nonno >> rispose Libero, aveva imparato a
conoscere la gente come
Giulia Flecter grazie a suo nonno, aveva imparato a capire velocemente
quelle
persone che ti trattano e ti misurano in base al tuo potere o al tuo
conto in
banca e, in quel momento, lui aveva entrambi:<< Mi
dispiace molto per la
sua perdita >> continuò la donna con aria
addolorata:<< Grazie
>> Bunny si ritrovò a pensare che non aveva
mai visto Libero così serio e
freddo ma in fondo era un degno avversario per sua madre e la cosa non
poteva
che renderla felice:<< Non so dirle quanto sua figlia mi
sia stata vicino
e quanto abbia apprezzato il suo aiuto >>
commentò poi lui sorridendo a
Bunny:<< Mia figlia? Bunny? >> Libero
guardò la ragazza che gli
aveva fatto perdere la testa:<< Ha forse altre figlie
signora Flecter?
>> poi tornando a guardare la donna
aggiunse:<< Ad ogni modo è tardi,
che ne dice di unirsi a noi per la cena, più tardi le
mostrerò la sua stanza e
domani potremo parlare tranquillamente >>
<< Parlare di cosa?
>> domandò l’altra che non era
abituata ad essere trattata in quel modo:<<
Beh ma del contratto matrimoniale tra me e Bunny, non vorrà
per caso non farlo
vero madame? >> Bunny restò immobile per un
attimo a quelle parole ma la
faccia allibita di sua madre la fece tacere, avrebbero fatto i conti
dopo in
camera, da soli.
Mentre
la sera scendeva su Parigi a Londra un grosso gufo nero dagli occhi
azzurri si
posava sul davanzale di una finestra:<< Papà
c’è una lettera >> e alzandosi
dal tavolo una bambina dagli occhi azzurri e un caschetto di riccioli
biondi si
avvicinò aprendo la vetrata e avvicinandosi al
gufo:<< Anita vieni
dentro, fa freddo… >> e sua madre la
richiamò dentro alzandosi dal tavolo
insieme al marito:<< Che cos’è
Jeremy? >> domandò poi mentre suo
marito prendeva la lettera dal becco del gufo e leggeva il proprio nome
scritto
sopra:<< Non ne ho idea, ma sembra venire da Parigi
>> poi senza
esitare l’uomo strappò la cera lacca che chiudeva
la busta estraendone una
lettera scritta con un delicato inchiostro blu:
“
Signor
Tallyst, so che è presuntuoso da parte mia scriverle questa
lettera ma non
avendo avuto occasione di incontrarci prima mi è sembrato
doveroso informare
lei e la sua famiglia di quello che sta succedendo.
Sono
innamorato
di sua figlia e vorrei chiederle di sposarmi e di restare qui con me a
Parigi,
so che è avventato e che lei potrà non essere
d’accordo o non fidarsi di me, per
questo motivo le chiedo di incontrarmi.
So
che mio
padre le ha inviato un invito a raggiungerci qui in hotel per far
felice Leila,
ma io vorrei poterle parlare in privato da uomo a uomo prima di quella
data e
vorrei chiederle ufficialmente la mano di sua figlia e avere la sua
benedizione; so che è un gesto all’antica ma
significherebbe molto per me e
sono certo che significherà anche per Leila.
Nella
speranza che accetti il mio invito, potrei venire a Londra dopodomani e
mi piacerebbe
incontrarla.
Cordialmente,
François
Matisse Atelier
”
Giulia Tobin-Flecter
Rosalie
Kentry-Flecter
April
Mackay
Blanch
Mackay
Nina
Valuev
Helena
Valuev
Jeremy
Tallyst
Ambra
Lea Tallyst
Anita Julliette Tallyst
Isobel
DuLac
Grimilde's
Volevo dedicare questo capitolo ad una persona che da quasi un anno non
è più al mio fianco ma che è sempre
nel mio cuore e nei miei ricordi, avrei dovuto farlo tra un po' ma
meglio che lo faccia ora finché ho la forza di farlo; mi
manchi, sempre.
Adesso veniamo alle cose belle però: si accettano scommesse
su cosa succederà ora...prego puntate pure...fate il vostro
gioco...
|
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Capitolo 25 *** 24 - Tempesta in arrivo ***
Capitolo 24
Grimilde's
Piccola nota: tutte le
scene dei vari personaggi sono da considerarsi
singolarmente, vale a dire che si svolgono più o meno
contemporaneamente nell'arco di uno stesso giorno ma se avessi dovuto
fare avanti ed indietro tra tutti sarebbe stato un caos quindi ho
deciso di dividerle per personaggi. Ci rivediamo in fondo al
capitolo...a presto...
<<
Quindi, che cosa vuoi? >> e Daniel guardò
Oliver con le braccia
incrociate sul petto, l'avrebbe visto anche un cieco che non aveva
alcuna
voglia di fare quella conversazione ma il giovane De la Tour aveva uno
scopo
ben preciso e avrebbe fatto qualsiasi cosa per
arrivarci:<< Voglio solo
chiarire un paio di cose con te Daniel >>
<< Signor Johnson per te,
non siamo amici >> Oliver non si lasciò
intimorire sorridendo:<<
Stavo dicendo Daniel - continuò imperterrito - che cosa
intendi fare con Delly?
>> << Non credo siano affari tuoi
>> l'altro sorrise:<<
Forse...o forse no >> Daniel lo guardò
cercando di mantenere la calma ma
Oliver non sembrava volersi togliere quell'espressione soddisfatta
dalla
faccia:<< Senti non giriamoci troppo intorno, voglio bene
a Delly
>> << Questo lo so >>
commentò Daniel irritato:<<
Quindi non lascerò che la mia migliore amica si rovini la
vita solo perché non
è capace di dire di no agli occhioni di tua figlia chiaro?
>> <<
Delila ha deciso da sola di... >> << Di
seguire un uomo che la
vuole solo come babysitter per sua figlia? Davvero Daniel i miei
complimenti
>> << Non ti consento di giudicare, tu non
sai... >> Oliver
scosse il capo:<< Non so cosa? Che stai giocando con una
ragazza
meravigliosa condannandola ad una vita di seconda mano impedendole di
trovare
magari qualcuno che possa renderla davvero felice >>
<< Io...
>> << Tu cosa? Vuoi dirmi che mi sono
sbagliato? Che ho capito male
e c'è dell'altro? >> il cuore di Daniel
sembrò spaccarsi in due, il
ricordo di Shannon immobile davanti ai suoi occhi ma accanto a lei un
altro
dolce sorriso, due occhi chiari e dei lunghi capelli d'oro che
coprivano due
guance rosa...la notte in cui lui e Delila avevano dormito insieme era
stata la
prima volta, dalla morte di Shannon, che condivideva il letto con una
donna che
non fosse Abigail, sì certo aveva provato ad avere qualche
storia giusto perché
era umano e aveva le sue esigenze ma non era mai andato oltre un paio
di uscite
o cose così, mai prima di incontrare la signorina Shepperd.
<<
Allora? Vuoi dirmi che provi qualcosa per lei? Perché se non
è così non ho
alcuna intenzione di lasciare che... >> ma le sue parole
furono bloccate
dalle braccia di Daniel, una che lo teneva per il colletto della
camicia e
l'altra che gli bloccava la gola:<< Non azzardarti. Non
azzardarti a
dirle qualcosa che... >> i suoi occhi erano scuri ma la
faccia di Oliver
per nulla spaventata lo insospettì proprio come la risata
dell'altro che lo
spinse a lasciarlo andare:<< Sei davvero un pessimo
bugiardo Daniel, ma
riesci a convincere te stesso e Delly, non so come fai >>
<< Io non
sto mentendo >> Oliver si sedette comodamente su una
delle poltrone della
stanza accavallando le gambe e guardandolo fisso:<< Sai
che cosa le è
successo da piccola, sai che cos'è in grado di fare se perde
il controllo
>> in silenzio Daniel annuì:<<
Bene, quindi sai anche a che cosa è
dovuto il suo potere >> << Alle emozioni
>> Oliver fece un
piccolo cenno di assenso con il capo continuando:<< Alle
emozioni forti,
non basta un semplice nervoso o una simpatia per qualcuno per farle
perdere il
controllo, ci vuole qualcosa di più, qualcosa di importante
>> <<
Che cosa stai cercando di dirmi? >> << Ho
parlato con Delly, so
cos'è successo tra di voi in biblioteca, so che stava per
avere una crisi ma
che sei riuscito a calmarla >> << E allora?
>> di nuovo
Oliver sorrise:<< E allora in quasi quindici anni di
amicizia di cui tre
da fidanzati io non ho mai scatenato alcuna reazione in Delila, per
questo le
piaceva stare con me, eravamo tranquilli, calmi e lei stava bene
>> il
suo sorriso si trasformò in una piccola
smorfia:<< Poi lei viene qui, ti
conosce e nel giro di nemmeno due settimane ha la prima crisi da quando
la
conosco >> c'era un po' di amarezza nella sua voce
notò Daniel ma lo
lasciò continuare:<< Ci ho messo un po' a
capire che quando ami davvero
qualcuno vuoi che sia felice e non solo che stia bene e tranquillo
>>
infine sollevando quei due occhi di ghiaccio su Daniel
aggiunse:<<
Pensaci bene prima di rispondermi o non farlo nemmeno se non vuoi ma
sappi questo
Daniel: io amo quella donna e so per certo che lei prova qualcosa di
molto
forte per te, ora potrei anche minacciarti e mi piacerebbe farlo, non
sai
quanto mi piacerebbe, ma non voglio che sia legata tutta la vita ad un
codardo
che non sa cosa vuole... >> << È
una minaccia? >> De
la Tour scosse il capo:<< È una
proposta >> poi fissando la porta della camera
aggiunse:<< Tra poco
Delly entrerà da quella porta e contro ogni buon senso e
ragione ti chiederà di
passare questi ultimi giorni con lei, pensa a ciò che vuoi
davvero prima di
risponderle perché se le dirai di sì per poi
farla soffrire non esiterò un solo
istante a riprendermela e a fartela pagare sono stato chiaro?
>> Daniel
fece per replicare, non si sarebbe lasciato minacciare così,
ma il rumore di
una chiave che girava nella toppa li bloccò entrambi.
Due
secondi dopo proprio come Oliver aveva previsto Delila comparve nella
stanza:<< Che succede? >>
domandò poi guardando il suo amico e
l'uomo che, suo malgrado per il momento, si era accorta di volere
accanto.
<<
Niente Delly, stavamo solo chiacchierando >> poi
alzandosi e avvicinandosi
a lei Oliver le accarezzò una guancia baciandole la
fronte:<< Mi mancherai
Delila Shepperd, mi mancherai immensamente >>
<< Torno a Londra tra
una settimana Liv, ci rivedremo presto >> lui scosse il
capo:<<
Cerca di essere felice Delly >> e con quell'ultima frase
sulle labbra
uscì lasciandoli soli.
Cercando
di non sembrare agitato Daniel fece un sorriso stentato ma Delila parve
accorgersene:<< Di che avete parlato? >>
Daniel fece
spallucce:<< Di niente, voleva sapere che cosa faremo una
volta
trasferiti nel Sussex >> << Sussex?
>> domandò lei
perplessa:<< Ho preso una casa poco fuori Brighton,
sembra quasi di stare
in campagna, mi piacerebbe far crescere lì Abby
>> vedendo che Delila
chinava gli occhi le parole di Oliver gli offuscarono la vista e senza
nemmeno
sapere perché si ritrovò a dire:<<
Non sei d'accordo con me? >> lei
alzò gli occhi incrociando i suoi:<< Non
è quello...è che tu ti preoccupi
così tanto di Abby, lei è il tuo primo pensiero
>> poi cercando di non
mettersi a piangere aggiunse:<< Mi sarebbe solo piaciuto
avere lo stesso
anche dai miei genitori ma per loro esisteva solo Mark >>
sentì la mano
di Daniel sul braccio solo quando il profumo di lui
l'avvolse:<< I tuoi
non hanno mai capito che persona straordinaria tu fossi
>> << Tu
sei di parte >> gli mormorò
sorridendo:<< Forse ma ho gli occhi per
vedere quello che sei e quello che fai >> erano belle
parole, davvero
belle e più lui parlava più lei aveva voglia di
pronunciare quella fatidica
domanda e prendersi quel bel biondino tutto per lei ma non sapeva se ne
avrebbe
avuto la forza:<< Ho pensato ad una cosa >>
la voce di Daniel la
riscosse:<< Cosa? >> << Ho
conosciuto un uomo quando sono
andato in Russia qualche anno fa poco dopo la morte di Shannon, il suo
nome era
Ivan Padmos >> si sedettero entrambi sul divano e lui
continuò:<<
L'ho conosciuto in un bar mentre affogavo i miei dolori nell'alcol
>>
<< Dove vuoi arrivare Danny? >> lo sguardo
di lui si fece
serio:<< Ivan era una sorta di sciamano, o almeno
così si faceva
chiamare, aveva la capacità di incanalare e gestire le sue
emozioni e quelle
altrui in modo da alleviare le sofferenze degli altri >>
gli occhi di
Delila gli dicevano che non lo stava seguendo e per certi versi la
capiva, quel
discorso era stato strano anche per lui all'inizio...ripensando a come
Ivan
glielo aveva fatto capire sorrise:<< Tu sei esattamente
come lui >>
<< Io sarei cosa? >> lui sorrise allungando
poi le mani per
prendere le sue:<< Ti faccio vedere >> e
con un sorriso si portò le
mani di Delila sul petto ordinandole poi piano:<< Chiudi
gli occhi
>> lei fece per replicare ma lui la fissò
dritto negli occhi:<<
Fidati >> si fidava anche troppo di lui, era quello il
suo vero problema!
<<
Brava >> lo senti mormorare poi Daniel
continuò:<< Cerca di
ascoltare con tutti gli altri sensi, che cosa riesci a percepire?
>>
Delila aprì una mano sul petto di lui sentendo sotto le dita
il battito forte,
lento e cadenzato del suo cuore...adorava quel suono...adorava quel
ritmico
movimento che la calmava nel profondo connettendosi al suo; fece per
dire
qualcosa quando una piccola impercettibile scossa e un battito
più veloce degli
altri catturò la sua attenzione:<< Sei
nervoso? >> gli domandò poi
dubbiosa ma sempre con gli occhi chiusi:<< Che cosa te lo
fa credere?
>> le domandò lui e anche il suono della sua
voce le parve lievemente
arrochito, come se una nota di rabbia si stesse nascondendo sotto la
superficie:<< La tua voce....il tuo cuore
è...beh sì, è nervoso e lo
è
anche la tua voce >> << Forse se il tuo
amico non venisse qui a fare
il principe sul cavallo bianco io ora sarei più calmo
>> ok gli era decisamente
scappata quella frase ma continuava incessantemente a ripensare alle
parole di
Oliver, aveva ragione a preoccuparsi visto che il giovane aveva ammesso
tranquillamente di amare Delila, la sua Delila...ma che andava a
pensare, lei
non era...:<< Daniel calmati, mi stai mandando in pappa
il cervello
>> << Cosa? >>
<< Ti stai arrabbiando e riesco a
percepirlo anche senza vederti, calmati per favore >>
<< Come
faccio a calmarmi me lo dici? >> Delila aprì
anche l'altro palmo sul suo
petto:<< Respira ecco come >> a quelle
parole fu come se qualcuno
gli avesse fatto ingurgitare a forza una tazza di latte caldo e miele,
si
sentiva di nuovo in pace con il mondo anche se il pensiero che lei
potesse
lasciarlo per...che cosa stupida: per lasciarlo prima sarebbe dovuta
essere
sua!
<<
Hai una capacità così facile di arrabbiarti, come
pensi di aiutarmi facendo
così? >> << Ok, hai
ragione...cerca di concentrarti su quello che
senti, prova a fare qualcosa per controllare la cosa, per calmarmi come
hai
fatto oggi con Noelle >> Delila ripensò a
qualche ora prima quando aveva
massaggiato la schiena di Noelle per consolarla dalle sue
ansie:<< Noelle
era preoccupata, non una bomba sul punto di esplodere >>
<< Io ho
calmato te, tu prova a farlo con me >> cercando di
concentrarsi Delila
ripensò a quella sera in biblioteca, ripensò alle
braccia di Daniel attorno al
suo corpo, doveva calmare sé stessa se voleva calmare lui,
quella mattina
involontariamente aveva fatto la stessa cosa quasi senza volerlo.
Ripensò
a quel profumo forte che ormai associava immediatamente a lui,
ripensò a quella
voce che le sussurrava piano che tutto sarebbe andato bene, a quelle
mani
grandi che le scivolavano tra i capelli, era così bello
stare stretta a quel
petto e chiusa al sicuro in
quell’abbraccio…sorrise per un istante ma il cuore
di Daniel che batteva più velocemente del normale le fece
spalancare gli occhi
e l’espressione di lui, quasi fosse in apnea e non riuscisse
a riprendere a
respirare, le ghiacciò il sangue facendole allontanare le
mani e alzarsi di
scatto mettendo tra di loro la maggior distanza possibile.
<<
Delila… >> aveva la voce leggermente bassa e
lei si voltò tormentandosi
le mani:<< Stammi lontano, ti prego stammi lontano
>> <<
Delil… >> lo sentì alzarsi e si
voltò allarmata mettendo le mani avanti
per bloccarlo:<< Ti ho detto di starmi lontano, stava per
succedere di
nuovo, stavo per farlo ancora…hai sentito…hai
visto…stavo per farti… >>
senza rendersene conto le lacrime cominciarono a scivolarle sul viso e
la sua
voce si ruppe preda del terrore:<< Ehi…
>> sentì le mani di lui tra
i capelli prima che potesse fermarlo:<< Non è
successo niente… >>
aveva una voce così calda, come diavolo poteva dirle quelle
cose dopo che
l’aveva quasi mandato in coma?
<<
Non è vero…non so controllarmi, non
so… >> << Era solo una
prova…era la prima volta…ci possiamo riprovare
e… >> lei alzò gli occhi
arrabbiata:<< Non voglio giocare ancora con la tua vita!
>>
<< Voglio aiutarti, voglio poter…
>> << Non sono un
giocattolo rotto che puoi aggiustare Daniel, sono un pericolo e prima
lo
capirai meglio sarà per tutti, mi chiedo solo come tu possa
pensare di volermi
vicino ad Abby visto quello che… >>
<< Ehi la vuoi smettere…
>> dio se quelle mani non avessero smesso di accarezzarla
si sarebbe
ritrovata allo stesso punto di prima in poco tempo:<< Non
trattarmi come
se fossi stupida, ti faccio pena ma questo non è un buon
motivo… >>
<< Non mi fai pena…voglio aiutarti davvero
e… >> << Non puoi!
Lo vuoi capire che non puoi fare niente? Ogni volta che siamo vicini
sei a
rischio >> lui la guardò serio continuando a
tenerle la testa tra le
mani:<< Forse voglio correre il rischio >>
<< Io no! >>
gli urlò cercando di smettere di piangere ma con il cuore a
pezzi al pensiero
di perderlo:<< Non pensi che ne valga la pena?
>> << È
proprio perché ne vale la pena che…
>> un piccolo sorriso gli comparve
sulle labbra:<< Allora stai zitta e lasciami fare
>> e senza capire
nemmeno lui come o perché la tirò verso di
sé premendo le proprie labbra su
quelle rosa di Delila assaporando quel profumo e quel sapore di pesca
che aveva
sentito dal primo istante…
Con
il fiato corto per la sorpresa lei ci mise poco ad adattarsi a
quell’invasione,
a quelle labbra ruvide sulle sue, a quelle dita che le accarezzavano le
guance
e quel respiro caldo che scaldava anche lei.
La
sua lingua trovò quella di Daniel in un gesto
così naturale che sembrava non
stesse aspettando altro da tutta la vita, nemmeno Oliver che era il
Giacomo
Casanova di Hogwarts ai loro tempi sapeva baciare così,
nemmeno lui la faceva
sussultare a quel modo.
Incapace
di sottrarsi si spinse ancora di più verso di lui e
sentì una delle sue mani
scivolarle via dalla guancia per scendere prima sulla sua spalla e poi
sulla
sua schiena.
Sentì
quella carezza andare ancora più giù e uno strano
formicolio impossessarsi di
lei, con uno spintone lo allontanò da sé
lasciando il giovane spaesato che la
fissava perplesso con quei grandi occhi verdi:<<
Perché l’hai… >>
<< Stava succedendo ancora >>
l’espressione delusa di Daniel si
trasformò in un piccolo sorriso, amava essere
l’unico a farle
quell’effetto:<< Ok, devo andare più
piano >> Delila lo guardò
spaventata:<< Vuoi riprovarci? >> lui
sorrise:<< Certo
>> poi avvicinandosi e mettendole le braccia alla vita
aggiunse
calmo:<< Dimmi quando sto superando il limite ok?
>> lei annuì ma
quando lui fece per chinare il capo gli mise una mano sulle labbra
bloccandolo:<< Aspetta >> <<
Cosa c’è? >> era scocciato
e si vedeva:<< Non dicevi di volere solo qualcuno che ti
aiutasse con
Abby? >> spostandole la mano e poggiando la fronte contro
quella di lei
aggiunse:<< Forse ho bisogno di qualcuno che aiuti anche
me >> lì
il suo sorriso si allargò:<< Non ti prometto
che sarà facile e non so
cosa riuscirò a darti o come ma credo valga la pena provarci
che dici? >>
Delila annuì ricambiando il suo sorriso con gli occhi che
luccicavano:<<
Non voglio che tu faccia qualcosa per cui non sei pronto
>> <<
Forse dovrei cominciare a farlo invece, me lo ripetono tutti da un
sacco di
tempo ma fino ad ora non avevo mai davvero preso in considerazione la
cosa
>> << Piccoli passi? >> gli
domandò incerta mentre lui tornava
a chinarsi per baciarla:<< Sì, andiamo per
gradi >> alzando le mani
per accarezzargli le guance lei sorrise per la prima volta felice dopo
tanto
tempo poi poco prima che le loro labbra si sfiorassero di nuovo lo
bloccò:<< E adesso che cosa
c’è? >> lo stava torturando e lo
sapeva
ma doveva farlo prima che andassero oltre:<< Vuoi passare
con me
quest’ultima settimana? >> lui rise scuotendo
la testa:<< Mi pareva
che fosse ovvio >> poi con un veloce bacio a stampo
aggiunse:<<
Questa e tutte quelle che verranno dopo >>
<<
Perché non posso andare da Delly e papà nonna?
>> domandò Abby che sedeva
in biblioteca tra sua nonna e Oliver mentre il giovane le stava
leggendo la
storia di Jack e il fagiolo magico:<< Perché
in questo momento Delly e
tuo padre stanno parlando di cose molto importanti piccola
>> replicò poi
strizzando l’occhio all’anziana donna che sorrise a
sua volta: il loro piano
era stato a dir poco geniale e sapevano entrambi che avrebbe dato
presto i suoi
frutti, in fondo a volte non era un male dire una piccola bugia per un
fine
superiore giusto? Lui voleva bene a Delila, le voleva bene come a
nessun’altra
sulla terra ma come ad una sorella, l’amore…beh
quello per lui era un’altra
storia!
<<
Allora Nikolaj? >> e sua madre lo guardò di
nuovo con quello sguardo penetrante
che a lui aveva sempre dato l’idea di essere sotto ad un
plotone d’esecuzione,
almeno suo padre lo guardava perennemente con sdegno e disprezzo e
quello lo
sapeva gestire, gli occhi di ghiaccio di sua madre decisamente no!
<<
Lei è Iridis >> replicò poi freddo
continuando a stringere la ragazza
accanto a sé:<< Iridis…
>> ed Helena Valuev ripeté quel nome
assaporandolo quasi potesse capire cosa stesse succedendo tra lei e suo
figlio
solo in quel modo:<< Un nome particolare signorina
>> Iris fece per
rispondere quando:<< Iris! >>
<< Blanch aspetta! >> e
due voci che conosceva fin troppo bene le fecero alzare gli occhi
spostandosi
giusto in tempo da Niko prima che la sua sorellina minore le saltasse
al collo
a modi koala facendola quasi cadere per terra ma le mani salde del suo
russo
preferito la sorressero:<< Iris! >> e
sorridendo la sua sorellina
la guardò raggiante:<< Ciao Blanch…
>> poi guardando l’altra
sorella che si avvicinava aggiunse:<< Che cosa ci fate
qui a quest’ora
April? >> la ragazza fece una smorfia avvicinandosi alla
sorella per
prendere la più piccola tra le braccia ma Blanch non diede
segno di volersi
muovere:<< Sono andata a prendere Blanch e siamo venute
non appena
abbiamo potuto, non è facile arrivare qui senza una
passaporta sai >>
Iris annuì poi cercando di svicolare da quella situazione
decisamente
imbarazzante aggiunse:<< Venite con me, credo ci sia una
stanza per voi
ma devo chiedere a Dorian dove… >>
<< Non posso dormire con te
Iris? >> domandò la sua sorellina facendole
chinare la testa e
sorridendo:<< Beh ecco Blanch a dire il vero…
>> lei alzò gli occhi
su Niko che annuì impercettibilmente mentre lei saliva le
scale accompagnata
dalle sorelle.
Rimasti
soli Nikolaj si voltò verso sua madre restando fermo quasi
come una statua di
sale:<< Che cosa sei venuta a fare? >> il
sorriso di Helena sarebbe
stato caldo e affettuoso se quella donna fosse stata in grado di
provare
affetto o qualcosa di lontanamente simile per i suoi
figli:<< Sono venuta
a farti rinsavire Nikolaj e da quello che vedo sono arrivata al momento
giusto
>> poi guardando anche Nina aggiunse:<<
È stato un lungo viaggio,
parleremo domattina, Nina andiamo >> la ragazza
annuì facendo per seguire
sua madre quando Niko le prese un braccio:<< Posso
parlare con Nina?
>> Helena lo guardò
accigliata:<< Adesso? Che cos’hai da dire di
così importante a tua sorella? >> Niko fece
una smorfia:<< Non la
vedo da quasi un anno direi che posso prendermi mezz’ora con
lei no? >>
Helena rimase immobile per un attimo e Niko credette che non avrebbe
cambiato
idea ma poi un cenno di assenso sua madre si voltò salendo
le scale e
lasciandoli soli.
Intanto
nella stanza che fino a pochi minuti prima era stata pronta per lei e
Niko,
Iris stava preparando il letto matrimoniale per lei e le
sorelle:<<
Perché c’è un letto solo Iris?
>> domandò Blanch guardando la sorella che
faceva apparire cuscini e coperte:<< Perché
Iris dorme da sola Blanch,
proprio come a casa >> replicò April con una
punta di arroganza nella
voce, non era una novità che la maggiore di casa MacKay
fosse una specie di
eremita che sembrava rifuggire tutto il resto del mondo o per lo meno
era così
prima che un certo russo entrasse nella sua vita, ora il pensiero di
stare
lontano da lui le stringeva il cuore ma quello che la rattristava di
più era
l’espressione che aveva visto sul viso della madre del
ragazzo quando li aveva
sorpresi insieme: sembrava quasi disgustata che lei perfino toccasse
suo
figlio, si sentiva così male a pensarci…
<<
Allora? Perché è venuta? >> ed
incrociando le braccia sul petto Niko si
appoggiò al pianoforte della sala ricreativa dove aveva
portato sua sorella minore:<<
Secondo te perché? È nostra madre Niko dovresti
conoscerla meglio di me
>> << Proprio perché la conosco
ti sto chiedendo che cos’ha in
mente stavolta >> << Hai fatto una promessa
>> gli ricordò la
sorella:<< Avevo dieci anni, potrebbe passare per un
ricatto >>
<< Non deve essere per forza così Niko, non
devi per forza fargli la
guerra…né a lui né alla
mamma…sono cambiati sai…da quando te ne sei
andato
loro… >> << Cambiati? Ci
crederò quando lo vedrò >> Nina
scosse il capo poggiando una mano sul braccio del fratello maggiore,
era
giovane ma a volte sapeva essere più ragionevole di
lui:<< Provaci, so
che non sempre ha il modo migliore di dimostrarlo ma mamma ti vuole
bene
>> << Ti ha costretto a firmare un accordo
con un emerito
sconosciuto, lo chiami amore questo? >> la ragazza fece
spallucce:<< Ilya era un emerito sconosciuto,
l’ho conosciuto meglio
durante l’estate e non è così male come
pensi tu, potrei anche amarlo un giorno
>> << Nina… >> e
lui fece per dire qualcosa ma lei gli poggiò
una mano sulle labbra:<< Non dire niente Niko,
è una mia decisione o
almeno lo è adesso, voglio sposarmi e vorrei che tutti i
miei fratelli fossero
presenti al mio matrimonio >> << Sai che
non tornerò mai >>
lei fece un mezzo sorriso:<< Non devi tornare, non nel
senso che intendi
tu almeno >> poi girandosi verso la finestra aperta e
guardando il cielo
stellato che appena si intravedeva dietro gli alberi del giardino
aggiunse:<< Mi basterebbe sapere che ci sei, in fondo
alla chiesa
nascosto da tutti ma che sei lì per me >>
davanti a quelle parole Niko
non riuscì a dire niente e si ritrovò ad annuire
piano mentre si avvicinava per
abbracciare la sua sorellina:<< Non te lo posso
promettere Nina ma ci
sarò sempre se avrai bisogno di me, sempre >>
la sorella sorrise appena
poi fissandolo negli occhi aggiunse con
curiosità:<< Sei diverso >>
<< Cosa? >> lei sorrise di
nuovo:<< Sei più rilassato
>> poi tornando a guardare il cielo
aggiunse:<< Ti ha fatto bene
venire qui >> ripensando ad Iris e a quello che stava
nascendo tra di
loro Nikolaj sorrise anche se Nina, di spalle, non poteva
vederlo:<< Sì,
lo credo anch’io >> << Darai una
possibilità a mamma? >>
<< Solo una, se mi deluderà ancora non
aspettarti di vedermi ancora
>> << Va bene >>
mormorò lei:<< Ora sono davvero
esausta, vado a dormire, ci vediamo domani d’accordo?
>> il giovane annuì
preparandosi a quella che sarebbe stata una notte orribile sdraiato su
quel
divano decisamente scomodo!
Mentre
le sue sorella si erano già addormentate Iris continuava a
rigirarsi nel letto,
le mancava il corpo caldo di Niko accanto al suo e non c’era
niente che potesse
fare in quel momento per riaverlo.
Se
si fosse alzata Blanch, visto il suo sonno leggero, si sarebbe accorta
e lei
non sapeva come spiegare a sua sorella perché doveva avere
accanto quello
sconosciuto!
Stava
quasi per richiudere gli occhi quando una piccola farfalla
svolazzò da uno
spiraglio della finestra poggiandosi sul comodino proprio accanto al
suo naso,
che ci faceva una farfalla su…poi osservandola meglio si
accorse che non era
una vera farfalla: era un origami come quelli che Niko aveva fatto per
la festa
in piscina…Niko…
Allungò
una mano e spiegò il foglio leggendo le poche parole che
ovviamente le aveva
mandato lui: “Mi
devi una notte lyublyu, Niko” sorrise
stringendo il
biglietto in mano e addormentandosi felice che anche lui in quel
momento stesse
pensando a lei!
Londra
era decisamente più fredda di Parigi, fortuna che aveva
avuto la geniale idea
di mettersi quel giaccone di lana o sarebbe congelato nel giro di
poco:<<
Signor Atelier? >> e una voce lo fece voltare verso un
uomo alto e biondo
dagli stessi occhi azzurri di Leila:<<
François, il signor Tallyst dico
bene? >> Jeremy annuì stringendo la mano che
Frankie gli aveva
porto:<< Mi ricordo di lei, devo averla vista un paio di
volte ad
Hogwarts quando venivo a prendere Leila >> Frankie
annuì:<< Sì,
eravamo compagni di classe ma io ero un Grifondoro >>
l’uomo
sorrise:<< Mia figlia si è innamorata di un
Grifondoro? >> François
rise:<< Anche Leila lo trovava comico
all’inizio >> << Non ho
dubbi >> poi indicando il pub dietro di loro
aggiunse:<< Vogliamo
accomodarci in un posto più caldo? >> Frankie
annuì con un piccolo
sorriso seguendo l’uomo all’interno del Paiolo
Magico.
<<
Allora? Di che cosa voleva parlarmi signor Atelier? >>
<< François
>> rispose l’altro bevendo un po’ di
burrobirra per poi
continuare:<< Non voglio girarci intorno signor Tallyst,
sono innamorato
di sua figlia da così tanto tempo che non me ne sono accorto
finché non l’ho
vista entrare all’hotel due mesi fa, ho cercato di essere
ragionevole e di fare
le cose con calma, so che il mio gesto potrebbe sembrare avventato ma
sono qui
per chiederle la mano di sua figlia >> Jeremy Tallyst
rimase immobile per
un attimo guardando il giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri
più seri
che avesse mai visto, non c’era traccia di scherzo in quello
che stava
dicendo:<< Mia figlia è una
ragazza… >> << È una
donna unica
che io non voglio perdere >> precisò
Frankie:<< Leila sa delle sue
intenzioni? >> Frankie scosse il capo:<<
Non ancora, le ho chiesto
di restare con me a Parigi e lei ha accettato ma non le ho ancora
chiesto di
sposarla, vorrei farlo quando verrete a trovarla se lei è
d’accordo >>
Jeremy sorrise:<< Nessun uomo è mai pronto per
dare sua figlia in moglie
ma, sarei un bugiardo a non ammetterlo, in parte è il motivo
per cui l’ho
mandata a Parigi >> poi disegnando il bordo del bicchiere
con la mano
aggiunse:<< Quello e la speranza che si togliesse dalla
testa quella
folle idea di diventare Auror >>
Tallyst non poté non notare che lo sguardo del
suo futuro genero si era
incupito a quelle parole:<< Non lo sapeva
François? Non sapeva che la mia
delicata e adorabile figlia aspira a diventare un Auror?
>> << Certo
che lo so, per questo l’ho aiutata ad entrare
all’accademia di Saint-Denis
>> << Che cosa? >> e gli
occhi di Jeremy divennero di
ghiaccio:<< Ha idea di cosa… >>
ma Frankie non si lasciò
intimorire, avrebbe fatto di tutto per Leila e quello era il momento di
dimostrarlo:<< Ho idea di quello che Leila è
in grado di fare e lei può
fare tutto quello che vuole, è una donna
– sottolineò la parola quanto più
poté in modo da far capire a Tallyst che sua
figlia non era più una bambina – forte e caparbia
che diventerà un grande Auror
se lo vorrà o qualsiasi altra cosa desideri >>
<< È solamente…
>> << È adulta e quando
sarà mia moglie sarà libera di fare tutto
ciò che vorrà >> poi addolcendo un
po’ il tono di voce François
aggiunse:<< Posso essere schietto signore?
>> l’altro annuì appoggiandosi
allo schienale della sedia ed incrociando le braccia
sull’ampio petto:<<
Prego >> commentò poi freddo ma sotto sotto
cominciava ad apprezzare la
determinazione di quel giovane, era un uomo deciso e fiero, non avrebbe
potuto
affidare la sua bambina ad uno diverso:<< Si è
mai fermato a chiedersi
perché Leila vuole diventare un Auror? >>
<< Non mi venga a
raccontare che lo fa per me, lei è sempre stata la prima a
rinfacciarmi che il
mio lavoro ci ha tenuti lontano, che non sono stato il padre affettuoso
e
presente che sono ora con sua sorella >> Frankie
annuì:<< Sì, ne
abbiamo parlato >> poi alzando gli occhi in quelli del
suocero continuò:<<
Ma mi ha anche detto che lei è il suo eroe e che un giorno
vorrebbe diventare
un Auror per poter diventare come lei e renderla fiero signore
>>
<< Io sono già… >>
lui era già fiero di Leila, era sempre stato
fiero della sua bella principessa dagli occhi azzurri, era sempre stato
fiero
di quella meravigliosa bambina che gli era mancata ogni volta che era
in
missione, non vederla crescere ogni giorno era stato uno dei suoi
più grandi
rimpianti ma era sempre stato orgoglioso di com’era
diventata:<< Dovrebbe
dirlo a lei, non a me >> << Tra una
settimana dicevi? >>
François sorrise:<< Cinque giorni, ci
sarà la festa di chiusura dei Jeux
d’amour e prima che la serata finisca chiederò a
Leila di diventare mia moglie
>> Jeremy sorrise:<< Sarò felice
di vedere quel momento François
>> << Sarò felice di averla mia
ospite signor Tallyst >>
l’altro sorrise:<< Jeremy è
sufficiente >> << Grazie >>
poi alzandosi in piedi e salutandosi entrambi si avviarono uno verso
l’uscita
del pub, l’altro verso il passaggio per Diagon Alley, doveva
prendere un paio
di cose prima di tornare a Parigi.
<<
Amore >> << Ian! >> poi
girandosi di scatto e nascondendo
quello che aveva in mano sotto al cuscino della sedia a dondolo Maggie
sorrise:<< Mi hai spaventato >> lui
sorrise:<< Eri così
assorta nei tuoi pensieri che non volevo disturbarti >>
trattenendo il
fiato al pensiero di quello che stava leggendo lei deglutì
piano:<< Da
quanto sei lì? >> << Non da
molto, sono andato a parlare con mio
padre circa la festa ma mi ha caldamente mandato al diavolo
>> <<
Cosa? >> sulle labbra di Dorian si disegnò un
sorriso:<< Credo che
Frankie abbia finalmente deciso di fare la cosa giusta >>
<<
Continuo a non capire cosa intendi >> lui si sedette
sulla sedia accanto
alla sua voltando la testa per guardarla:<< Mia madre ha
lasciato
qualcosa anche a Frankie >> poi allungando una mano per
prendere quella
sinistra di Maggie e giocherellando con le sue dita
aggiunse:<< A me ha
lasciato la collana che ti ho dato, ho sempre voluto vedertela al collo
>> << Stai divagando Ian >>
lui sorrise:<< Lo so
>> poi alzando gli occhi in quelli di lei
aggiunse:<< A mio
fratello ha lasciato l’anello di fidanzamento che le aveva
dato mio padre
quando le chiese di sposarlo >> a quelle parole la bocca
di Maggie si
spalancò in un O sorpresa e Ian sorrise, era il pesciolino
più bello e grazioso
che avesse mai visto, se la sarebbe mangiata
all’instante:<< Aspetta…vuoi
dire che Frankie…che lui sta per chiedere a
Leila… >> << Alla festa
credo >> Maggie gli lasciò la mano
portandosele entrambe alla bocca per
soffocare un urletto di gioia mentre i suoi occhi diventarono
lievemente
lucidi:<< Oh mio dio è così
terribilmente romantico! Dio come vorrei…
>> ma la sua frase si bloccò a metà
rendendosi conto di cosa stava per
dire, ma soprattutto a chi lo stava dicendo!
<<
Ian io…non intendevo… >> lui
chinò il capo con un sorriso:<< Non ho
detto niente ma vie >> << Lo so ma
ciò non toglie che sono del
tutto priva di tatto >> e sorridendo appena gli si
avvicinò
inginocchiandosi davanti a lui ma lui le allungò una mano
per farla sedere
sulle sue gambe:<< Solo perché non voglio
chiederti in moglie davanti ad
una sala gremita di gente non vuol dire che non ci ho mai pensato
Margaret
>> poi sfiorandole la guancia con un dito
aggiunse:<< Mi piacerebbe
che fosse una cosa solo nostra, privata tra noi due >>
lei sorrise
appoggiando la testa sulla sua spalla:<< Una cosa tipo
ora? Siamo soli e…
>> le labbra di lui sfiorarono le sue:<< Ci
hai provato principessa
ma prima dobbiamo capire come far funzionare le cose, non voglio
affrettare
tutto solo per la voglia che ho di svegliarmi accanto a te ogni
mattina, non
voglio dover rivoluzionare le nostre vite solo perché ho
fretta di averti qui
con me >> Maggie gli fece scivolare una mano dal collo al
petto:<<
Ma tu hai già rivoluzionato la mia vita Ian, da quando mi
hai parlato quella
sera al ministero >> << Cosa?
>> e lui la guardò
dubbioso:<< Quello che mi hai detto in riva alla Senna,
che se io fossi
stata la tua ragazza non mi avresti mai trattato così, che
io sarei sempre
stata la tua priorità…mi ha fatto riflettere e
devo ammettere che stavo
pensando di lasciare Daniel già da un po’ quando
l’ho trovato con
quell’altra…avevo solo paura di restare sola
>> le mani di Dorian si
strinsero a pugno per un istante e poi si aprirono sui fianchi di lei
accarezzandola
piano:<< Faresti una cosa per me mon amour?
>> Maggie lo guardò
perplessa:<< Sarebbe? >> <<
Voglio farti un ritratto >>
lei arricciò il naso mentre le sue guance si tingevano di
rosso:<< Hai
già un mio ritratto, più di uno a dire il vero
>> lui sfiorò il naso di
lei con il proprio:<< Ho fatto tutti quei quadri chiuso
qui dentro da
solo pensando a te o mentre tu dormivi, vorrei poterne fare uno con te
sveglia
davanti a me, vorrei poter vedere la luce dei tuoi occhi mentre ti
dipingo >>
Maggie incrociò le braccia sul petto:<< Non
voglio un altro ritratto
>> Ian la guardò cercando di capire dove
andasse a parare:<< Va
ben… >> << Fammi finire
>> gli disse poi prendendogli le mani
e guardando il cavalletto di legno che era in un angolo della
terrazza:<<
Insegnami a dipingere, lascia che sia io a ritrarre…
>> <<
Margaret… >> ma lei continuò
cocciuta e ruffiana:<< Non dicevi di
volermi fare felice sempre? >> Ian alzò gli
occhi al cielo per un istante
tornando a guardare lei:<< E cosa vorresti ritrarre?
Renoir si
immolerebbe molto volentieri per la causa >> lei rise
baciandogli una
guancia:<< Quanto sei scemo! Voglio ritrarre te
>> Ian rise di
gusto:<< Non hai un soggetto migliore del sottoscritto?
>> Maggie
scosse il capo:<< No e anche se ci fosse io voglio te
>> <<
D’accordo miss Stains, come vuoi >> e senza
darle il tempo di capire cosa
stesse succedendo strinse la presa attorno al corpo di lei prendendola
in
braccio:<< Ian! >> <<
Shhh…inizia la lezione >> poi
portandola in casa l’adagiò sul letto voltandosi
per cercare il proprio blocco
da disegno e mentre lo guardava sorridere Maggie sorrise a sua volta,
inconsapevolmente avevano entrambi raggiunto il loro scopo per quel
momento!
<<
Che cos’è? >> e Pierre sdraiato sul
suo letto guardò la lettera che
Violet, sdraiata accanto a lui, gli stava porgendo:<<
È una citazione, è
arrivata da Londra ieri mattina, ho cercato di ignorarla ma credo che
non mi
sia più possibile >> lui spiegò la
pergamena dove c’era scritto a chiare
lettere che lei si sarebbe dovuta presentare l’indomani al
ministero per
rettificare il suo divorzio e definire i termini della
separazione:<<
Devi tornare a Londra >> commentò poi atono
cercando di non
guardarla:<< Sì, devo tornare >>
specificò lei triste stringendosi
inconsapevolmente a lui, non voleva lasciarlo ma non poteva fare
altrimenti in
quel momento:<< E tu devi partire per il ritiro a Lione
>> Pierre
annuì:<< Sì, poi avremo un paio di
partite amichevoli in Germania, sarà
un mese abbastanza lungo >> Violet fuggì i
suoi occhi quando lui fece per
guardarla:<< Così questa è la fine
>> << Cosa? >> le
domandò quasi strozzandosi a quelle parole:<<
Avevamo detto finché io
fossi rimasta o finché ci saremmo divertiti, io devo tornare
a Londra, è la
fine >> con il cuore che gli martellava nel petto quasi
fosse preda di un
infarto Pierre annuì cercando di fingersi
serio:<< Sì, ma può essere la
fine anche tra qualche ora, non devi partire subito >>
Violet gli
accarezzò una guancia:<< Sarà
meglio che vada a preparare le mie valige,
ho detto ai miei che sarei rimasta da solo mentre mettevo in vendita la
casa e
credo mi stiano aspettando già da ieri >>
Pierre annuì:<<
D’accordo, come vuoi >> poi prendendole una
mano la sollevò verso le
proprie labbra baciandone il dorso, se avesse toccato di nuovo quelle
labbra
sapeva che non avrebbe potuto farne a meno!
<<
È stato… >> cominciò poi
ma Violet gli sorrise da sopra la spalla mentre
si metteva seduta:<< È stata la settimana
più intensa della mia vita,
grazie >> non poteva dirle altro perché rimani sarebbe stata la cosa
più sbagliata da dire in quel
momento!
<<
Come sta Noelle? >> domandò Lilith quando Mike
rientrò in camera:<<
Bene, credo sia solo un po’ di stress o qualcosa del genere,
niente di grave
>> la ragazza annuì:<< Bene, mi
ero preoccupata >> poi
dondolandosi un po’ sul grande letto matrimoniale aggiunse
guardando Mike con
sguardo furbo:<< Posso chiederti una cosa?
>> lui si voltò a
guadarla:<< Dimmi… >> il sorriso
di Lilith si allargò ancora di più
e lui capì che quello che gli stava per dire non gli sarebbe
piaciuto così
tanto ma lei si sarebbe divertita un mondo:<< Hai preso
bene la storia di
Kelly e Dylan >> le orecchie di Mike si drizzarono come
se fosse stato
morso da un Kneazle:<< Cosa vuoi dire? >>
<< Beh solo che sei
stato molto maturo e hai capito che si amano davvero, sei il perfetto
fratello
maggiore >> Mike si voltò avvicinandosi alla
fidanzata:<< Perché cosa
avrei dovuto fare secondo te? Se le avessi detto qualcosa di diverso
Kelly si
sarebbe arrabbiata, avremmo litigato di nuovo e io sarei finito con un
valido
tirocinante in meno >> Lilith sorrise:<< Ah
quindi lo fai solo per
non perdere un valido tirocinante…che uomo venale che sei
Michael
Gail…interessato solo al lavoro… >>
e alzandosi dal letto Lil si avvicinò
a lui mettendogli le mani sulle braccia:<< Io non penso
solo al lavoro…sai
bene che non… >> accorgendosi si essere stato
preso in giro Mike scosse
il capo sorridendo:<< Sei diabolica >>
Lilith alzò il viso verso il
suo per farsi baciare:<< Con te è troppo
facile… >> poi mettendosi
sulle punte e gettandogli le braccia al collo aggiunse:<<
Ma sono davvero
contenta che tu e Kelly abbiate risolto i vostri problemi, è
tua sorella e non
mi piaceva l’idea di essere la causa dei vostri litigi
>> Mike le
circondò la vita prendendola in braccio facendole allacciare
le gambe ai propri
fianchi:<< Tu non sarai mai la causa dei miei problemi
Lilith Sherwood,
hai capito? Mai >> lei annuì ma lo
guardò seria:<< Sì, ma hai detto
a Kelly delle cose orribili solo perché non era
d’accordo con il nostro
matrimonio >> Mike fece un paio di passi arrivano al
letto e sedendosi
sempre con lei in braccio:<< Voglio bene a mia sorella
Lil, davvero le
voglio molto bene >> e mentre parlava prese ad
accarezzare i capelli di
lei:<< Ma se mai dovessi trovarmi nella condizione di
scegliere nella mia
vita io sceglierei sempre e comunque te, anche se questo mi costasse
tutto il
resto >> << Mike…
>> lui le baciò le labbra:<< Ti
ho
già perso una volta perché sono stato stupido,
non intendo fare di nuovo lo
stesso sbaglio, sei la persona più importante della mia vita
e lo sarai per
sempre >> lei si accoccolò sul suo petto con
un timido sorriso giocherellando
con i bottoni della camicia di Michael:<< Posso dire una
cosa? Anche se
può sembrare un po’ azzardata ora come
ora… >> << Dimmi
>> le
rispose poggiando le labbra sui suoi capelli:<< Hai
pensato a dove
andremo a vivere una volta sposati? So che è folle da dire
ma ci stavo pensando
mentre ti aspettavo e… >> << Il
mio appartamento è abbastanza
grande per tutti e due >> << Potremmo non
restare due ancora per
tanto >> << Cosa? >> e Mike
le alzò il viso per
guardarla:<< Beh non dico
adesso…però insomma…io
vorrei…non voglio
aspettare troppo…quando ho visto la foto di Levi e di sua
figlia io… >>
Michael chinò la testa in modo che la sua fronte toccasse
quella di lei poi
sorridendo la fece stendere sotto di sé sul letto iniziando
a baciarla ovunque:<<
Fare ad un uomo... >> e mettendosi all’altezza
della pancia di Lilith
cominciò a sollevarle la maglietta baciandole la
pelle:<< …certe proposte
miss Sherwood… >> e continuò la sua
risalita spogliandola per poi tornare
verso i jeans di lei:<< …per alcuni di noi
equivale… >> la sollevò
appena per toglierle i pantaloni con
facilità:<< …alla più
erotica delle
proposte >> Lil lo guardò con gli occhi che
brillavano, era fantastico
quando Mike la trattava a quel modo e a lei piaceva troppo per
rinunciarvi:<< È un sì signor Gail?
>> gli domandò ridendo mentre
Mike tornava verso le sue labbra e le sue mani gli slacciavano i
bottoni della
camicia:<< È più un
“nemmeno io voglio aspettare” >> le
confermò rotolando
su un fianco e portandola sopra di sé:<<
Sarebbe bello avere un bambino
con il tuo sorriso e i tuoi occhi, credo che lo adorerei quasi quanto
te
>> un brivido percorse la schiena di Lilith a quelle
parole mentre le
mani di Mike l’accarezzavano:<< Questo
è giocare sporco dottore >>
<< Lo so >> e Mike sorrise
irriverente:<< Come so che ti
piace >> << Approfittatore >>
e chinandosi Lil lo
baciò:<< Sempre >>
continuò lui continuando ad accarezzarla.
Era
ancora presto quando Iris aprì gli occhi il mattino dopo,
non era più abituata
a dormire con le sue sorelle in un unico letto e visti anche i troppi
pensieri
che aveva per la testa ad un certo punto aveva deciso di alzarsi e di
scendere,
se era troppo presto per la colazione avrebbe fatto un giro in
biblioteca alla
ricerca di un buon libro per ingannare il tempo.
<<
Quale magnifica visione >> ancora di spalle sorrise
mentre allungava una
mano per prendere una raccolta di poesie del
settecento:<< Buongiorno anche
a te, come mai già in piedi? >>
sentì quelle mani grandi e calde che le
stringevano la vita:<< Perché il divano del
salottino è troppo piccolo e
troppo scomodo per dormirci a lungo >> <<
Potevi trasfigurarlo in
un letto sapientone >> le labbra di Niko sul suo collo la
fecero
sospirare:<< Anche con un letto a due piazze non sarebbe
cambiato niente,
mancava qualcos’altro >> Iris lasciò
perdere il libro e si voltò verso di
lui:<< Anche tu mi sei mancato lo sai >>
Niko sorrise:<< È
bello sentirselo dire >> fece per baciarla quando il
rumore di qualcosa
che cadeva alle sue spalle lo bloccò facendolo voltare verso
l’unica persona
che non voleva si trovasse lì in quel
momento:<< Mama? >> le
domandò poi fissando Helena dritto negli occhi e con
evidente nervosismo:<<
Nikolaj…ho interrotto qualcosa per caso? >>
domandò la donna avanzando
nella biblioteca con addosso quella che sembrava una morbida e costosa
vestaglia di cachmiere:<< No, nulla
signora…stavamo solo… >> ed
Iris si allontanò dall’abbracciò di
Niko, quella donna le metteva soggezione e
non sapeva perché quindi meglio capirci prima
qualcosa:<< Veramente sì
mama, mi hai interrotto mentre stavo per dare il buongiorno alla mia
ragazza…Iris
è troppo buona per fartelo notare >>
commentò Niko tagliente e fece per
riabbracciare Iridis quando sua madre sorrise:<< Mi
dispiace caro, ma ero
venuta a cercarti, tua sorella vuole parlarti e…
>> << Ho parlato
con Nina ieri sera replicò lui sempre restando di
spalle:<< Non devi
dirlo a me, è lei che… >> Niko
guardò di sfuggita Iris e le baciò
dolcemente una guancia:<< Ci vediamo dopo
d’accordo? >> lei annuì
in silenzio cercando di evitare gli occhi scuri di Helena Valuev
puntati su di
lei:<< Tu non vieni mama? >>
domandò poi lui quando vide che Helena
non si stava muovendo:<< Arrivo tra un attimo, ero venuta
per cercare un
libro >> Niko fece spallucce e lasciò la
stanza.
Rimaste
sole e non volendo prolungare ulteriormente la sgradita compagnia Iris
fece per
recuperare il suo libro e andarsene quando la voce della donna la
bloccò:<< Ti piace mio figlio vero?
>> la ragazza si bloccò:<<
Come dice scusi? >> Helena si sedette su una poltrona di
pelle
accavallando le gambe e fissando gli occhi in quelli di
lei:<< Hai capito
benissimo, non fare la santarellina con me >> poi
incrociando le mani
davanti al viso aggiunse:<< Ma ti posso capire benissimo:
alto, moro,
quell’aria da principe delle tenebre, se ha preso da suo
padre deduco che sia
anche molto dotato a letto, senza dimenticare un conto in banca molto
generoso
quando un giorno Nikolaj entrerà in possesso della sua parte
di eredità
>> << Io non…lei…
>> Helena sorrise:<< Sei così
ingenua…quasi
quasi mi incantavi sai mia cara… >> Iris prese
fiato:<< Io non voglio
incantare nessuno, quello che c’è tra me e
Niko… >> Helena sorrise di
nuovo:<< Niko… >> i suoi occhi
poi divennero due lame
affilate:<< Il nome di mio figlio è Nikolaj
Aleksej Valuev e come tale
deve essere trattato >> poi alzandosi di nuovo in piedi e
avvicinandosi
ad Iris aggiunse:<< E tu, scusa se te lo dico mia cara,
non sei
decisamente all’altezza di un Valuev, nemmeno lontanamente
>> <<
Lei non può dire… >> i suoi occhi
si stavano riempiendo di lacrime e il
suo cuore stava per scoppiare:<< Posso invece, sono sua
madre e so cos’è
meglio per lui…o cos’è meglio per te
>> << Per me? >>
mettendosi una mano in tasca Helena ne estrasse una pergamena piegata
in
quattro e una fotografia di una giovane donna dai riccioli biondi e gli
occhi
chiari:<< Chi è? >>
domandò poi incapace di contenere la curiosità
e non capendo dove quel discorso andasse a parare:<< Si
chiama Irina Dolochov,
è la figlia di alcuni nostri amici di famiglia
>> Iris fece per replicare
quando Helena continuò:<< È una
vecchia amica d’infanzia di Nikolaj ed è
la sua promessa sposa >> a quelle parole le lacrime che
Iris aveva sugli
occhi scivolarono sul suo viso e la sua voce si ruppe così
come il suo
cuore:<< Che cosa…Niko non…non
è… >> << Non
è possibile?
>> domandò la donna fredda:<<
Leggi mia cara >> e le aprì la
pergamena che Iris aveva in mano:<< Questa è
una copia del contratto
prematrimoniale tra Nikolaj ed Irina, lo hanno firmato molti anni fa
prima che
finissero la scuola, sono promessi da quando avevano dieci anni e
finito questo
viaggio quando tornerò a Mosca Nikolaj si sposerà
>> poi avviandosi verso
la porta aggiunse:<< Divertiti pure finché
sarete qui signorina Mackay ma
mettiti bene in testa una cosa: mio figlio non sarà mai tuo,
mai >>
Irina Vasilievna Dolochov, la promessa sposa
Grimilde's
E come dicevo la tempesta...mamma quanto mi piace essere
melodrammatica! Ad ogni modo gentile la mamma di Niko vero?
|
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Capitolo 26 *** 25 - Scelte o rinunce? ***
Capitolo 25
Con
un piccolo sbadiglio Noelle si girò pensando di trovare il
corpo di James
accanto a sé, invece trovò solo il suo lato del
letto sfatto e freddo.
Fece
per mettersi seduta quando la porta della camera si aprì e
l’auror in questione
entrò con un vassoio con sopra la più abbondante
colazione che lei avesse mai
visto in vita sua: frittelle, pancake, succo, yogurt, frutta, perfino
dei
biscotti con gocce di cioccolato:<< Ehi…vuoi
farmi ingrassare Jamie?
>> lui sorrise avvicinandosi e poggiando il vassoio sul
tavolino sotto la
finestra:<< Non che voglia farmi cruciare di prima
mattina amore, ma non
è tutta per te >> Noelle lo guardò
piccata:<< Come scusa? Ma per
chi… >> << Noelle…
>> la voce di Camille la fece voltare
verso l’ingresso:<< Cami? >> e
guardò la sorella perplessa
scendendo dal letto e ringraziando il cielo di avere addosso il
pigiama:<< Che cosa ci fai qui? >> la
sorella si sedette su una
delle poltroncine accanto al tavolino:<< Volevo parlare
con te, io e
James abbiamo avuto una lunga chiacchierata stanotte e ora avrei
bisogno di
chiarire le cose con te >> Noelle rimase immobile per un
attimo a quelle
parole ma le labbra di James sulla sua guancia la
riscossero:<< Vado a
fare un giro, ci vediamo dopo piccola >> poi salutando
Camille con uno
dei suoi soliti sorrisi uscì lasciando le due sorelle da
sole.
<<
Allora? >> e Noelle guardò la sorella maggiore
incrociando le braccia sul
petto:<< Allora volevo scusarmi, sono stata dura con te e
visto che oggi
io e John ripartiamo non volevo lasciarci così
>> << Io lo amo Cami
e lui ama me >> replicò Noelle
calma:<< Adesso lo so >> le
rispose Camille con calma poi aggiunse:<< Non mi ero mai
resa conto di
quanto tu abbia sofferto quando noi ce ne siamo andati di casa, insomma
io e
John abbiamo più o meno la stessa età, ce ne
siamo andati quasi insieme, tu sei
rimasta sola e mi dispiace, ho pensato che fossero solo i capricci di
una
ragazzina quando abbiamo litigato qualche anno fa ma parlando con James
mi sono
resa conto che tu ci sei stata davvero male >> Noelle
annuì:<< Non
è quello, voglio dire sono felice che voi abbiate le vostre
famiglie e le
vostre vite ma mi sono sentita un po’ abbandonata e poi con
il lavoro non
abbiamo tutte queste occasioni di vederci…Jamie è
diventato la mia famiglia
così in fretta che sono dovuta venire fino a qui per
accorgermi che lo amavo
>> << Sì in effetti sei sempre
stata un po’ lenta sorellina
>> replicò Camille con un sorriso prendendola
spudoratamente in
giro:<< Come scusa? >> << Beh
voglio dire…due anni…due anni e
non hai mai fatto pensieri poco casti su quell’Auror? Io ci
ho messo due minuti
>> << Camille Jackson! >>
<< Cosa? Sai che ho ragione
>> e a quelle parole scoppiarono a ridere entrambe nel
medesimo
istante:<< Ti voglio bene Noelle, davvero
>> la più piccola si alzò
avvicinandosi alla sorella e sedendosi davanti a lei mentre addentava
un
pancake:<< Ti voglio bene anche io Cami >>
<<
Ah ecco dov’eri… >> e sorridendo
Niko entrò in una delle salette al piano
terra trovando Iris seduta su una poltrona con davanti un libro che non
stava
veramente leggendo, lo sapeva perché era restato fermo per
qualche minuto ad
osservarla e lei non aveva girato nemmeno una pagina:<<
Uhm? >> e
lei alzò gli occhi finché non incrociò
la statuaria figura del suo bel russo,
Niko rimase immobile vedendo che gli occhi di Iris erano arrossati e
che
probabilmente aveva appena smesso di piangere:<<
Iris…va tutto bene?
>> le domandò preoccupato togliendole il libro
di mano ed
inginocchiandosi davanti a lei:<< Non lo so, dimmelo tu
Nikolaj >>
sentendo il suo nome completo con quella voce acida Niko prese fiato,
c’era
qualcosa sotto e avrebbe capito cosa o si sarebbe dannato per farlo,
non era
così quando l’aveva lasciata due ore
prima:<< Iris…che cosa
c’è? Stavi
bene prima e ora invece… >> <<
Ora so la verità >> commentò
lei sempre con quella voce acida:<< La verità
su che cosa? >> lei
fece per alzarsi scostando le mani di lui e guardandolo
arrabbiata:<< Il
nome Irina Dolochov ti dice niente? >> sentendo quel nome
il sangue gli
si gelò nelle vene, come diavolo faceva Iris a sapere il
nome di Irina?
<<
Che cosa centra? Perché dovrei… >>
lei strinse le mani più volte cercando
di calmarsi:<< Per amor del cielo almeno
non prendermi per una stupida, almeno questo per favore
>>
<< Ok, che cosa sai? >> era inutile girarci
intorno e prima
chiarivano quella cosa prima lei sarebbe tornata la ragazza piena di
vita e
incredibilmente affascinante che lui sapeva si nascondeva dietro mille
insicurezze:<< Non saprei…forse che
è la tua fidanzata? >> <<
Irina non è la mia fidanzata >> Iris
alzò gli occhi al cielo sbuffando:<<
La tua promessa sposa allora >> poi guardandolo come se
fosse stato un
bambino aggiunse:<< Sai cosa vuol dire promessa
sposa Nikolaj Valuev? >> << Non
è così
semplice >> lo odiava quando girava intorno alle cose e
cercava scuse, lo
odiava quando non era sincero perché così non
faceva altro che avvalorare le
parole di Helena, quel ragazzo era proprio figlio di sua madre!
<<
Non è semplice? È molto semplice invece: ho visto
la tua firma su quel
contratto, ho visto la sua e ho letto a grandi linee
quell’accordo >>
<< Come l’hai avuto? Nessuno a parte mio padre
o quello di Irina ha…
>> ma mentre pronunciava quelle parole Nikolaj si
ricordò con chi aveva
lasciato Iris in biblioteca:<< Mia madre >>
commentò poi rivolto
più a sé stesso che a lei, come aveva potuto
essere così stupido da lasciare
Iris con Helena? Come aveva potuto pensare che quella donna non avrebbe
fatto
nulla per rovinargli di nuovo la vita?
<<
Sì, strano vero? >> e ridendo nervosa lei
tornò a guardare quegli occhi neri
che fino alla sera prima l’avevano fatta sentire felice e che
ora invece le
strappavano il cuore:<< Fino a ieri avevo paura di lei e
di quello che
avrebbe potuto dire su di me, ora invece devo quasi ringraziarla per
avermi
detto la verità >> << La
verità? Ringraziarla? >> Iris
annuì:<< Sì, quella
verità che tu non mi avresti mai detto, tante belle
parole Niko, tante promesse e tanti giri di parole quando invece entro
la fine
dell’anno tornerai a Mosca per sposarti, sarai orgoglioso di
te immagino…l’algida
e fredda Iridis Mackay che come un'idiota è caduta nella tua
rete, un altro
punto per Nikolaj Valuev, davvero i miei complimenti! Irina sa di tutte
quelle
con cui sei stato? Perché le converrà stare
attenta quando… >> quello
sproloquio di accuse fu interrotto dalle labbra di Niko sulle sue e dal
corpo
di lui che la sovrastava su quella piccola poltrona schiacciandola
contro lo
schienale.
Sentì
lo schiaffo solamente quando lei lo spinse lontano da sé
facendolo cadere per
terra:<< Credi che questo cambi qualcosa?
>> gli urlò poi con gli
occhi lucidi in piedi davanti a lui:<< Sì,
cambia tutto Iris >>
<< Il contratto è valido? >>
<< Come? >> << Il
contratto che hai firmato con Irina è ancora valido?
>> << Sì, lo è
>> Iris lo guardò arrabbiata e
delusa:<< Allora non cambia niente
Niko, tu stai per sposarti e io è ora che torni al mio posto
>> poi senza
continuare quel discorso si girò uscendo dalla stanza e
lasciandolo lì per
terra ad imprecare contro il mondo e sperare allo stesso tempo di non
incontrare sua madre perché in quel momento non era sicuro
di cosa avrebbe
potuto farle!
<<
Sei felice ora Libero? >> e quando ebbe salutato sua
madre che, con molto
dispiacere, era ripartita immediatamente dopo aver firmato il contratto
prematrimoniale,
Bunny guardò il suo fidanzato che se ne stava dietro di lei
con le braccia
incrociate e un grosso sorriso soddisfatto stampato in
faccia:<< Felice e
soddisfatto tesoro >> Bunny scosse il
capo:<< Pallone gonfiato
>> << Non la pensavi così quando
ti ho messo questo al dito mi
sembra >> le ricordo lui sollevandole la mano e
sventolandole davanti
agli occhi il grosso rubino tagliato a ovale color
sangue:<< Non ho mai
detto di odiare la tua arroganza ma certe volte è dura da
sopportare,
soprattutto quando hai deciso la nostra vita a tavolino con mia madre
in un
pomeriggio >> Libero sorrise tirandola verso di
sé:<< Non ho deciso
nulla, le ho solo detto quello che voleva sentirsi dire
>> Bunny lo
guardò perplessa così lui le
spiegò:<< Sono un Nott questo è
vero ma sono
sempre la stessa persona che hai conosciuto in questi mesi e credo di
averti
ampiamente dimostrato quanto tenga alla tua opinione, quello che ha tua
madre è
solo un pezzo di carta in cui si attesta che lei ha accettato una
sontuosa
villetta nella campagna inglese in cambio della sua unica figlia ma
credimi
quando ti dico che scambierei tutto quello che ho pur di avere te nella
mia
vita >> poi sorridendo le fece penzolare davanti agli
occhi una piccola chiave
argentata:<< E per dimostrarti che non sto mentendo
questa è tua >>
<< Cos’è? >>
domandò lei prendendo la chiave:<<
È una
sorpresa ed è in camera nostra >> Bunny lo
guardò sorridendogli
appena:<< Libero Nott che cosa stai progettando?
>> lui le baciò le
labbra sorridendo:<< La nostra vita >> le
rispose poi stupendo
anche sé stesso per quella dolcezza che non era mai stata
troppo parte di lui!
<<
Ah eccoti…ma dove sei stato? È tutto il giorno
che ti cerco >> e Leila si
avvicinò a François vedendolo rientrare in camera
e togliersi il
cappotto:<< Come? Avevo una commissione da sbrigare
>> inventò sul
momento non volendo rivelarle quello che aveva fatto e che stava ancora
facendo
per lei:<< Una commissione? Frankie sei stato via per
tutto il giorno,
nemmeno Ian sapeva dove… >> <<
Mio fratello non sa sempre tutto
Lila >> << No, ma ero preoccupata
e… >> lui le baciò le
labbra con dolcezza e quando si staccò le mise davanti un
piccolo bouquet di
rose che aveva fatto apparire nel giro di pochi
istanti:<< Ma cosa deve
fare un uomo per farti una sorpresa chérie? >>
<< Non stai cercando
di nascondermi qualcosa vero? >> lui sorrise, doveva
essere forte se
voleva che fosse una sorpresa e, soprattutto, che
riuscisse:<< No, perché
dovrei? >> poi per depistare ogni sospetto gli venne
l’idea:<< Mio
padre mi ha incaricato di organizzare la festa di chiusura dei Jeux
d’amour, ho
quattro giorni e sono un disastro in queste cose, quindi mi
chiedevo… >>
Leila lo guardò con gli occhi che
brillavano:<< Sì? >> sembrava
quasi una bambina e lui si divertiva un mondo a renderla
felice:<< Mi
chiedevo se tu volessi darmi una mano Lila, sono un disastro con balli
e
ricevimenti, il massimo che io e Libero abbiamo organizzato
è una festa per la
vittoria della Coppa di Quidditch e non è il massimo
per… >> lei finse di
pensarci un attimo mentre faceva comparire un vaso e ci metteva dentro
le
rose:<< Quindi ti serve il mio aiuto? >>
domandò di spalle mentre
sorrideva e carezzava i delicati petali rosa pallido:<<
Sì, se la vuoi
mettere così >> lei sorrise
ancora:<< Il mio orgoglioso Grifondoro
che chiede aiuto ad una Serpeverde… >> capendo
dove lei stava puntando François
le arrivò alle spalle afferrandole la vita:<<
Si sta prendendo gioco di
me miss Tallyst? >> lei scosse il capo mentre i suoi
capelli biondi
sfioravano il petto di lui:<< No, ma sarebbe carino
sentirti chiedere per
favore >> scuotendo il capo Frankie sorrise avvicinando
la bocca all’orecchio
di Leila mentre con le mani le accarezzava la vita salendo verso
l’alto:<<
Per favore Leila… >> e mise in quelle parole
tutta la malizia di cui era
capace:<< Per favore ma vie…mi daresti una
mano? Non posso farcela senza
di te >> sapendo bene che il suo giochino le si era
ritorno contro Leila
si voltò tra le sue braccia mettendogli le proprie attorno
al collo:<<
Sei sleale >> lui sorrise:<< E da quando le
Serpi sono leali? Tu hai
le tue armi, io le mie >> Leila si finse
offesa:<< Io le mie non le
uso contro di te >> Frankie finse di
pensarci:<< Ah davvero…e con
chi le usi signorina? >> le domandò
accarezzandole la schiena
tamburellando con le dita:<< Geloso signor Atelier?
>> lui chinò il
capo avvicinandolo a quello di lei:<< Di te? Da quando
eravamo a scuola
Lila >> << Adesso non esagerare
>> François sorrise
cullandola appena nel proprio abbraccio:<< Per essere
precisi dal nostro
quinto anno quando Brandon Hyke ti ha invitato ad Hogsmeade per il
weekend di
San Valentino, stavo per farlo io ma quell’idiota di un
Corvonero mi ha
preceduto >> a quelle parole Leila si ricordò
di com’era cambiato l’atteggiamento
di François nei suoi confronti da quell’anno,
Brandon poi era stato il suo
primo ragazzo anche se era durata solamente qualche
mese:<< Quindi era
per quello che non mi hai più rivolto la parola e hai
chiesto a Lumacorno di
cambiare compagno per le lezioni? >> lui annuì
in silenzio, era stato
stupido all’epoca e ripensandoci ora forse non avrebbero
perso tutto quel tempo
lontani se le avesse detto quello che provava ma aveva quindici anni ed
era un
concentrato di emozioni, non poteva pretendere di ragionare
lucidamente:<< Sì, ogni volta che ti vedevo
con quell’idiota mi veniva
voglia di prenderlo a pugni e così ho preferito evitare la
cosa il più
possibile >> Leila alzò una mano per
accarezzargli il viso:<< Ti
amo Frankie >> lui sorrise:<< Ti amo
anch’io Lila >> poi
sorridendo aggiunse:<< Ho implorato abbastanza per
convincerti? >>
lei rise di gusto baciandolo:<< Mi avevi convinto
già al secondo per
favore ma è stato bello sentirti dire queste cose
>> << Serpe
>> le intimò con un sorriso:<<
Mi hai chiesto tu di restare a
Parigi te lo ricordo >> << Una delle
fortune più grandi della mia
vita >> e se avesse fatto più attenzione alle
parole del suo fidanzato
forse Leila avrebbe cominciato a sospettare qualcosa, ma in fondo con
charme e
fascino gli Atelier ci sapevano fare e Frankie era troppo bello e
troppo innamorato
per farle pensare che stesse tramando qualcosa alle sue spalle!
<<
Padrone >> Dorian si voltò sentendo la voce di
Seza:<< Seza? Che cosa
ci fai qui? >> era raro che l’elfa di suo padre
venisse nelle sue stanze,
era Yanna ad occuparsi di lui o della sua camera:<< Yanna
sta poco bene e
così Seza ha preso il suo posto per oggi padrone
>> gli rispose l’elfa
servizievole chinando il capo fin quasi a sfiorare il pavimento, Ian
aveva
sempre odiato quel genere di deferenza e infatti dal momento che lo
avevano
cresciuto Yanna e Clau non si comportavano così con
lui:<< Avevi bisogno
di qualcosa Seza? >> domandò poi vedendo che
l’elfa non se ne
andava:<< No signore >> poi togliendosi
qualcosa dalla tasca del
grembiule che indossava aggiunse:<< Ma Seza ha trovato
questa e pensava
che il padrone volesse ridarla alla signorina >> e gli
porse un foglio di
pergamena piegata in due:<< Dove l’hai trovata?
>> << Era in
terrazzo signore, sotto il cuscino di una sedia >>
rispose l’elfa
prontamente:<< D’accordo Seza, puoi andare
>> l’elfa si inchinò di
nuovo lasciandolo solo con il foglio di pergamena tra le mani.
<<
Quando torni a casa papà? >> e Abby
guardò suo padre con gli occhi lucidi
mentre, in braccio a sua nonna, stava salutando Daniel poco prima della
partenza:<<
Presto tesoro, presto sarò di nuovo a casa, Abby si
voltò verso Delila che
stringeva la mano di Daniel con un piccolo sorriso:<<
Verrai anche tu
Delly? Verrai a casa con papà? >> lei sorrise
allungando una mano per accarezzare
la guancia della bambina:<< Certo che verrò a
casa con papà tesoro, ci
rivedremo presto te lo prometto >> ora più
sicura e vedendo i due così
vicini e sorridenti Abby sorrise:<< Posso salutare ancora
papà nonna?
>> Joanne la mise a terra annuendo ed Abby si
lanciò verso suo padre
abbracciandogli le gambe:<< Ti voglio bene
papà, ci vediamo presto
>> Daniel sorrise e fece per abbassarsi ed abbracciarla
ma Abby lo lasciò
passando ad abbracciare le gambe di Delila:<< Ti voglio
bene Delly e sono
felice che sarai la mia nuova mamma >> poi girandosi di
nuovo verso la
nonna allungò la mano prendendo quella della donna e
avviandosi con lei verso
la passaporta.
Rimasti
soli Delila si voltò verso Daniel che le sorrideva
innamorato:<< Che ridi
Daniel? >> gli domandò mentre una lacrima
commossa le scivolava sulla
guancia, lui la fermò con un dito poco prima di
rispondere:<< Rido perché
Oliver avrà anche messo nel sacco me, ma Abby ha messo nel
sacco te e due volte
per di più >> Delila sorrise:<<
Sì, in effetti se ti ho detto di sì
è solo per tua figlia >> Daniel la
tirò verso di sé mettendole un braccio
attorno alla vita:<< Nostra figlia
ormai…futura mamma >> Delila lo
guardò scuotendo il capo:<< Detto da Abby
è un po’ meglio lo sai?
>> << Siamo pretenziose Delly?
>> lei scosse il capo
ridendo:<< Chiamami ancora così e ti
farò rimpiangere di avermi proposto
di vivere insieme >> Daniel si fece serio bloccandosi in
mezzo al
giardino dove stavano passeggiando:<< E come dovrei
chiamarti? >>
poi allungandosi e baciandole il collo, il mento ed una guancia
aggiunse:<<
Darling? My love? Angel? >> << Ma la
smetti? Sei ridicolo >>
lo prese in giro lei convinta che lui la stesse prendendo in
giro:<<
Scegli >> le disse invece serio come non lo aveva mai
visto in vita
sua:<< Come? >> << Scegli un
modo in cui posso chiamarti perché
semplicemente Delila non mi basta più >>
<< Sono passati solo due
giorni, Daniel non puoi… >> <<
Due giorni da quando l’ho capito, ma
penso sia cominciata molto prima…credo sia iniziata quella
sera in biblioteca
quando mi hai detto che il battito del mio cuore ti calma, non sai
quanto mi
sono sentito stupidamente orgoglioso per quelle parole,
io…l’unico che è capace
di… >> ma le labbra di lei sulle sue lo
bloccarono, più per la sorpresa
del gesto che per il gesto in sé, quando lo
lasciò Delila gli mise le mani
sulle guance guardandolo felice:<< My love va benissimo,
ho avuto troppa
gente che mi ha chiamato con i nomi più assurdi e
onestamente preferisco le
cose semplici >> Daniel sorrise afferrandola di nuovo per
la vita:<<
Va bene my love, come vuoi >> poi stringendosela addosso
sorrise felice
pensando che ora la sua vita era completa o quasi…
<<
Dimmi perché l’hai fatto? >> ed
entrando nella camera della madre come
una furia Nikolaj guardò Helena con gli occhi che volevano
ucciderla mentre
Nina guardava suo fratello spaventata:<< Ho fatto cosa
tesoro? >>
lui la guardò come se avesse davanti la cosa più
orribile del mondo:<<
Non chiamarmi tesoro e non fare finta di niente, sai benissimo a cosa
mi
riferisco >> Helena si sedette alla toletta passandosi la
spazzola nei
capelli neri:<< Hai parlato con la tua piccola concubina
deduco >>
<< Lei non è… >>
<< Cosa? Andiamo Nikolaj pensi davvero che
una ragazza del genere possa starti accanto? Che possa valere qualcosa?
È sciatta,
insignificante e anonima, decisamente non il tipo che vorrei vedere
accanto a
mio figlio non credi >> Niko prese fiato per non spaccare
niente, si
sentiva così arrabbiato per le parole con cui sua madre
stava descrivendo
Iris:<< Non mi interessa chi o cosa preferisci vedere
accanto a me mama, Iris
è una ragazza fantastica e,
soprattutto, è vera, onesta, sincera e io la amo, non
lascerò che tu rovini
quel poco di buono che sono riuscito a trovare nella mia vita, mai
>> sua
madre lo guardò dal riflesso dello specchio:<<
Sei ancora vincolato dal
quel contratto non dimenticarlo, entro la fine dell’anno
dovrai sposare Irina
>> << I contratti possono essere sciolti,
parlerò con il signor Dolochov,
sono certo che troverà un partito migliore per sua figlia
>> << Un
partito migliore di un Valuev? Tu vaneggi >> deciso ad
andare fino in
fondo Niko sorrise fiero guardando la madre, ci aveva pensato un
po’ prima di
andare lì e ancora non sapeva se era una buona idea quello
che stava facendo ma
per Iris forse ne valeva davvero la pena, senza contare il fatto che
aveva
appena ammesso di amarla:<< Dolochov è un uomo
sveglio e un nome, anche
se è quello dei Valuev, non vale niente senza soldi alle
spalle e io cara
mammina rinuncio volentieri alla mia parte di eredità se
questo vuol dire
riavere la mia libertà >> poi guardando la
sorella aggiunse:<<
Dalla pure a Nina, è il mio regalo di nozze. Mi spiace di
non poter venire al
tuo matrimonio sestra, ma come vedi
avevo ragione io >> poi senza ascoltare gli improperi e i
richiami di sua
madre al suo affronto uscì dalla stanza, aveva un paio di
lettere da scrivere
e un anello da trovare!
<<
Sono libero >> Iris lo guardò perplessa
trovandoselo davanti sulla porta
della camera un paio d’ore dopo:<< Che diavolo
stai dicendo? >>
Niko le porse due lettere:<< Sono arrivate poco fa, ho
usato gli elfi
dell’hotel per farle arrivare prima ed avere le risposte in
tempo >> le
spiegò mentre lei prendeva in mano i fogli e leggeva i nomi
sulle buste: il
primo recava il nome di uno studio di notai a Mosca, il secondo non
sapeva bene
dove fosse ma riconobbe il nome del mittente: Vasily Andrej Dolochov.
<<
Che significa? >> << Leggile, prenditi
tutto il tempo che vuoi ma
leggile e poi vieni a parlare con me, sono alle terme quando avrai
voglia di
parlare con me >> << Niko io…
>> lui le strinse le
mani:<< Fammi questo favore ti prego >> poi
sentendo delle voci all’interno
della camera aggiunse:<< Starò li tutta la
notte, se non verrai saprò che
devo rinunciare ma almeno avrò fatto tutto quello che potevo
>> Iris fece
per ribattere ancora ma lui scosse il capo:<< Pensaci
>> poi
portandosi le mani di lei alle labbra e baciandole
sorrise:<< Ti aspetto
dove tutto è cominciato lyublyu
>> e con un sorriso si smaterializzò davanti
ai suoi occhi lasciandola
con il cuore a mille.
<<
Chi era Iris? >> le domandò April comparendole
accanto in accappatoio:<<
Nessuno April, nessuno >> poi fissando le lettere che
aveva in mano
aggiunse:<< Devo fare una cosa, ci vediamo più
tardi ok? >> la
sorella la guardò perplessa:<< È
successo qualcosa? >> << No,
va tutto bene, mi sono solo dimenticata di una cosa, torno subito
>>
<<
Posso parlarti papà? >> Isaac alzò
gli occhi dal foglio di pergamena che
stava leggendo:<< Dorian…entra
>> poi quando il figlio si fu seduto
aggiunse:<< Che cos’è successo?
>> Ian fece un piccolo
sorriso:<< Non più di un mese fa abbiamo
già avuto una discussione su
questo argomento >> Isaac lo guardò perplesso,
erano cambiate tante cose
in quel mese e ora che erano alla fine poteva benissimo immaginare che
cosa
stava per dirgli suo figlio:<< Stiamo parlando di te e
della signorina
Stains immagino >> Ian annuì:<<
Che cosa sei venuto a dirmi?
>> << Tu vuoi che io diriga
l’hotel al posto tuo >> Isaac
annuì:<< Sai che è così
>> << Quando? >>
<< Cosa?
>> << Quando dovrò prendere il
tuo posto? >> << Quando
vorrai Dorian >> << Alla fine dei giochi ti
va bene? >>
domandò il giovane a bruciapelo:<< Non eri di
quest’idea l’ultima volta
che abbiamo avuto questa conversazione, saresti partito per Londra
dietro a Margaret
all’istante, che cosa ti ha fatto cambiare idea?
>> << Non avevo
tutte le risposte di cui avevo bisogno fino a poco tempo fa
>> <<
Sicuro che è quello che vuoi? >> Dorian
annuì pensando a ciò che era al
sicuro nella tasca interna della sua giacca:<< Sicuro
>> mormorò
poi a mezza voce:<< Come vuoi, sei tu che devi decidere
Dorian >>
<< Ho già preso la mia decisione
papà, non tornerò indietro >>
replicò il giovane sicuro ma guardandolo negli occhi Isaac
ebbe un brutto
presentimento.
Era
quasi mezzanotte quando sentì la porta delle terme che si
apriva, era rimasto
seduto su quella sdraio da quando era arrivato giocherellando con il
piccolo
cerchietto d’argento che aveva tra le mani:<<
Pensavo non saresti venuta
>> rispose poi riconoscendo il profumo di lei prima
ancora di vedere la
sua sagoma nella penombra:<< Blanch ci ha messo un
po’ ad addormentarsi,
non volevo che mi chiedesse dove stavo andando >>
<< Perché non
sapevi cosa dirle? >> << Perché
non so cosa tu voglia da me
>> Niko si alzò dalla sdraio
avvicinandosi:<< Quello che volevo
prima che mia madre rovinasse tutto, quello che continuo a volere
nonostante
tutto: te >> Iris trattenne il fiato:<<
Niko… >> << So
che non sono un esempio di virtù o moralità ma
hai detto tu che sai come sono e
che mi vuoi lo stesso >> <<
Niko…hai rinunciato alla tua eredità,
hai… >> << Ho rotto il contratto
con il padre di Irina, a quanto
pare non sono più un bersaglio così appetibile
senza i soldi della mia famiglia,
il signor Dolochov ha rescisso il contratto all’istante
>> << Hai
rinunciato a tutto Niko, soldi, il tuo nome, la tua…
>> << Era una
famiglia ingombrante che non mi ha mai lasciato libero davvero, quanto
ai
soldi, sì non ne ho come prima ma posso vivere con le mie
forze e le mie opere
mi aiuteranno notevolmente >> poi inginocchiandosi ai
suoi piedi le prese
la mano mettendole al dito un piccolo cerchio d’argento
finemente lavorato con
delle piccole foglie di vite lungo tutto il giro:<< A
rendere tutto
perfetto manchi solo tu: vuoi sposarmi Iridis Mackay? >>
<<
Non vieni a dormire? >> e Maggie guardò Dorian
seduto sulla terrazza che
guardava le luci della notte:<< Arrivo tra un attimo, tu
comincia ad
andare >> le mormorò rapito dai suoni e dai
colori della Parigi notturna
che amava, l’aveva dipinta così tante volte nei
suoi quadri.
<<
Non fare tardi ok, non riesco a dormire se non sei accanto a me
>> e con
un piccolo bacio sulla guancia Maggie gli sorrise:<<
Cinque minuti
>> le mormorò con un debole sorriso e lei
sparì all’interno della camera
accostando la portafinestra.
Dopo
essersi assicurato di essere solo Dorian si tolse dalla tasca della
giacca un
foglio di pergamena piegato in due riaprendolo e rileggendo di nuovo le
poche
righe che vi erano scritte sopra:
“
Margaret, scusa se ti scrivo mentre sei ancora in vacanza ma ho pensato
di
dirtelo il prima possibile: hanno accettato la tua promozione; so che
mi hai
scritto poco tempo fa dicendomi che forse non saresti tornata a Londra
e lo
capisco, sai quanto io dia importanza alla famiglia, ma pensaci
bene…è l’occasione
per cui hai lavorato tanto e che accade una sola volta nella vita.
Resto in
attesa di una tua risposta, qualunque essa sia.
A presto, Hamilton
Devin”
Era
una lettera abbastanza informale ma aveva lavorato al ministero per
troppo
tempo per non sapere chi fosse Hamilton Devin o come viaggiassero le
notizie
non ancora ufficiali, quello che doveva capire ora era cosa Maggie
avesse intenzione
di fare.
Chiudendo
per un attimo gli
occhi il ricordo del suo incubo con la pergamena gli invase la mente e
il suo
cervello gli disse quello che il suo cuore non aveva il coraggio
nemmeno di
pensare.
Grimilde's
Ok, chi se lo
aspettava? E, soprattutto, che cosa farà adesso Ian? E anche
che cosa farà Iris, ma gli ultimatum sono il forte di un
certo russo e lo sappiamo bene, bisogna vedere che cosa lei
sarà disposta a fare pur di averlo vicino...
|
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Capitolo 27 *** 26 - S'è mai visto un cavaliere senza un dono per la sua dama? ***
Capitolo 26
<<
A rendere tutto
perfetto manchi solo tu: vuoi sposarmi Iridis Mackay? >> stava sognando, doveva
per forza sognare perché in nessuna realtà o
mondo parallelo Nikolaj Valuev
avrebbe mai rinunciato alla sua eredità o ad un vantaggioso
matrimonio
combinato per poi inginocchiarsi davanti a lei con un anello e
chiederla in
moglie! Era impossibile!
<<
Iris… >> sbatté le palpebre
cercando di ricacciare indietro le lacrime in
modo che il viso di lui in quel momento con quel sorriso dolce e
sincero restasse
impresso nella sua mente per tutto il resto della sua
vita:<< Ehi…lyublyu
non volevo farti piangere >> le mormorò
accorgendosi delle lacrime che
lei stava strenuamente trattenendo poi rimettendosi in piedi ed
accarezzandole
le guance aggiunse:<< Beh forse sì ma dovevano
essere lacrime di
gioia…mentre mi baciavi e… >> Iris
scosse appena la testa nascondendosi
poi contro il petto caldo di Niko:<< Hai rinunciato ai
tuoi soldi, hai
rinunciato ad un accordo vantaggioso e all’appoggio che la
tua famiglia ti ha
sempre dato >> lui sorrise accarezzandole la testa,
sapeva che non
sarebbe stato facile:<< Ho rinunciato a soldi che non ho
mai voluto e non
ho mai usato, ho rinunciato ad una prigione dorata con una donna che
non amo,
ho mandato al diavolo un appoggio, come lo chiami tu, che è
sempre stato
subordinato alla mia cieca obbedienza agli ordini dei miei genitori;
non
tornerò a Mosca e non sposerò Irina, non
lascerò la ragazza che amo solo perché
mia madre non approva >> poi sollevando il viso di Iris
verso il proprio
aggiunse:<< Non ti lascerò solo
perché qualcuno pensa che non sei
abbastanza per me >> poi chinando la testa e baciandole
le labbra
aggiunse:<< Sono stato orribile, arrogante, cafone,
stronzo e tu mi hai
voluto lo stesso, sono stato un mostro e un bastardo e hai voluto
comunque che
io fossi quello a cui hai dato la tua verginità
>> la baciò di nuovo con
un sorriso:<< Sono io a non meritare te Iridis e non puoi
biasimarmi se
oltre ad essere il primo voglio essere l’unico e
l’ultimo >> lei sorrise
appena a quelle parole, in tutto quel turbinio di dichiarazioni ce
n’era una
che l’aveva colpita più delle
altre:<< Non vuoi lasciare la ragazza che
ami? >> gli domandò pigolando piano come un
piccolo pulcino appena uscito
dall’uovo:<< Sì, so di non avertelo
detto esattamente con queste parole
ma quello che provo non è qualcosa di semplice, è
a volte non mi sembrava abbastanza
dirti ti amo, ma capisco che sia bello sentirselo dire >>
lei gli mise
una mano su una guancia:<< Ti amo Niko, ti amo dalla
prima volta che mi
hai baciato… >> << Ma?
>> le domandò piano, capiva dal tono
della sua voce che c’era un ma e fissando quegli occhi verdi
immaginò anche
quale poteva essere:<< Mi ami ma non mi sposerai
>> c’era delusione
nella sua voce, forse anche un po’ di rabbia e lo capiva;
aveva rinunciato a
tutto per lei e per averla vicino e lei gli rispondeva così,
ma che cosa poteva
farci? Era troppo giovane per sposarsi, aveva ventun anni e non aveva
visto
praticamente niente del mondo, non aveva mai girato come aveva sempre
sognato,
non aveva fatto altro che andare a scuola, prendere bei voti per
rendere fieri
i suoi genitori, diplomarsi e cercarsi un lavoro di un qualche tipo per
guadagnare qualcosa ed iniziare a mantenersi per conto suo, aveva
impiegato
tutta la vita a rendere felici e orgogliosi gli altri senza pensare a
sé stessa
e ora che aveva la possibilità di farlo si tirava indietro
come una vigliacca.
<<
Niko non è che non voglio…davvero…
>> lui annuì:<< È
presto ed è inaspettato
lo so >> poi le sorrise intrecciando le mani con le
sue:<< Ma ho avuto
così paura di perderti che mi è sembrato il modo
più semplice per non lasciarti
scappare >> Iris sorrise di quella fragilità
che lui non aveva mai mostrato
a nessuno se non a lei:<< Non scapperò Nikolaj
>> poi avvicinandosi
a lui gli sorrise radiosa:<< Non ti libererai di me
così facilmente
>> lui la guardo con gli occhi neri che
brillavano:<< Non voglio
liberarmi di te >> poi sciogliendo le loro mani e
mettendole attorno alla
vita di Iris aggiunse:<< Ma voglio che tu sia felice e
che abbia tutto
quello che vuoi… >> lei annuì
alzando la testa per farsi baciare:<<
Possiamo parlarne domattina? >> poi baciandogli il mento
aggiunse
maliziosa:<< Ti devo una notte se non sbaglio
>> << Lyublyu…
>> l’ammonì ricordandosi
com’era quasi andata a finire l’ultima volta che
erano stati lì:<< Non hai scuse stavolta
>> gli ricordò lasciando
il suo abbraccio e facendo un paio di passi verso la vasca mentre lui
restava
immobile a guardarla immergersi con quel pigiama bianco che nel giro di
pochi
istanti sarebbe diventato trasparente, dio come faceva a resisterle?
<<
Tu sei la cosa più bella che potesse mai capitarmi, sei
incredibile >> le
mormorò poco dopo quando, incurante dei jeans o della
camicia che indossava, si
tolse le scarpe raggiungendola nella piscina:<< Niko!
>> e Iris si
finse scandalizzata quando lui la tirò vicino a
sé facendo per toglierle la
maglietta:<< Facciamo le preziose signorina Mackay?
>> << Non
ti renderò le cose facili signor Valuev se è
questo che pensi >> <<
Non sai resistermi Iris >> era così divertente
giocare con lui, era così
bello vederlo così sicuro e un attimo dopo
così…rise vedendolo trattenere il
fiato mentre la sua mano scorreva lungo il suo petto verso il basso e
verso la
cintura dei suoi jeans:<< Non voglio resisterti, ma
è divertente farti
penare un po’ >> gli ricordò con un
sorriso malefico in cui Niko
riconobbe il proprio, ma poi bastò la mano di Iris che gli
sollevava la camicia
sfiorandogli la pelle per farlo imprecare piano.
Il
resto fu come sempre naturale e facile, era anche più facile
che respirare, le
mise le mani sui fianchi facendole scivolare in basso gli shorts del
pigiama
mentre lei lo liberava dei jeans quel poco che le bastava per
averlo:<<
Appoggiati al bordo >> gli sussurrò poi in un
orecchio guadagnandosi
un’occhiataccia da quegli occhi da lupo:<< Mi
stai dando ordini? >>
lei sorrise:<< Fa quello che ti dico e non ribattere
>> <<
Despota >> le rinfacciò appoggiandosi con la
schiena alle mattonelle del
bordo della vasca mentre con le mani e le braccia si puntellava sul
bordo:<< Bravo >> poi nuotandogli accanto
lei gli mise le mani
sulle spalle sollevandosi in modo da allacciargli le gambe alla vita e
scivolare sul suo corpo come una piccola sirena.
Un
sospiro gli uscì dalle labbra poco prima che Iris tornasse a
baciarlo:<<
Avevo ragione? >> lui sorrise tornando poi a baciare
quelle labbra alla
fragola:<< Decisamente lyublyu >> e
lasciandola fare si godé quella
passionale sirena che aveva avuto la fortuna di far innamorare di
sé.
Il
mattino dopo fu una voce roca accanto a lei a farla
svegliare:<< Dobroye utro moya
dorogaya >> Iris
si girò nell’abbraccio di Niko
baciandolo:<< Buongiorno >> poi
accorgendosi di dove si trovavano si mise seduta di
scatto:<< È mattina!
Ci siamo addormentati! >> lui sorrise sdraiandosi comodo
sulla sdraio e
mettendosi le braccia dietro la testa:<< È
ancora presto lyublyu, non si
accorgerà nessuno se… >> lei scosse
il capo:<< No, April si sveglia
maledettamente presto al mattino, potrebbe
già…dio come faccio a dirle che…
>> poi chinandosi di fretta e baciando le labbra di Niko
si mise in
piedi:<< Ci vediamo dopo >> e senza
aggiungere altro si
smaterializzò.
Rimasto
solo Nikolaj guardò l’acqua cheta della piscina
scoppiando in una fragorosa
risata: ci sarebbe mai stato un mattino in cui quella donna non sarebbe
scappata da lui? Tuttavia il pensiero di rivederla di lì ad
un paio d’ore gli
stampò un sorriso strafottente e soddisfatto in faccia.
<<
Già sveglia? >> e girandosi nel letto Libero
alzò gli occhi vedendo Bunny
con addosso solo una delle sue camice che era rannicchiata sul divano
con in
mano un blocco e una piuma:<< Veramente sono
già un paio d’ore che sono
in piedi >> replicò lei senza nemmeno
guardarlo e continuando a scrivere
sul foglio:<< Ben…Bunny…
>> e alzandosi senza preoccuparsi di
indossare solamente i boxer Libe si avvicinò alla sua
ragazza che non diede
segno di vederlo.
Rimase
fermo per un paio di minuti dietro le sue spalle leggiucchiando quello
che lei
stava scrivendo: a giudicare dal foglio diviso per personaggi dalle
note tra
parentesi sembrava un copione, ma Bunny scriveva libri, non era una
sceneggiatrice,
non era…
<<
Non sbirciare, non è carino leggere i lavori quando non sono
ancora finiti,
porta sfortuna >> << E questo chi te
l’ha detto? >> le
domandò con un sorriso:<< Niko, un
po’ di tempo fa >> Libero alzò
gli occhi al cielo:<< Dai ancora credito a quel pomposo
arrogante
>> << Sei geloso per caso Nott?
>> lui sorrise, ecco che
ricominciava…dio quanto le piaceva stuzzicarlo!
<<
Se fossi geloso non ti avrei dato le chiavi della mia casa a Roma
>>
Bunny lo fissò gongolando:<< Veramente tu mi
hai dato tutta la casa caro
mio non solo le chiavi >> ricordandosi della svenevole e
romantica
dichiarazione che le aveva fatto la sera prima quando le aveva chiesto
di
andare a vivere insieme nella città eterna in modo da
mettere più distanza
possibile da entrambe le loro famiglie Libero scosse il
capo:<< Mi stai
già buttando in mezzo ad una strada? >> Bunny
sorrise facendo scorrere
nuovamente la piuma sul foglio e tornando a
concentrarsi:<< Lo farò se mi
dai ancora fastidio e non mi lasci finire >> rassegnato a
doversi trovare
qualcosa da fare Libero andò verso il bagno aprendo
l’acqua della doccia,
guardando la porta chiudersi Bunny tirò un sospiro di
sollievo: certo che fare
una sorpresa a Libero Nott era davvero un’impresa!
<<
William… >> Mike si voltò verso la
sua fidanzata seduta sul divano vicino
a lui:<< Come? >> <<
William… >> ripeté lei come se
fosse la cosa più ovvia del mondo:<< Se vuoi
spiegarlo anche a me Lil
>> cercava di scherzare ma sentire il nome di suo padre
lo aveva un po’
messo in agitazione:<< So che è stupido ma
visto che hai detto di non
voler aspettare… >> lì le guance di
Lilith divennero due piccole fragole
mature:<< Stavo solo pensando a dei nomi per un bambino,
William è un bel
nome >> lui la guardò sorridendo
così lei gli strinse la mano:<<
Era il nome di tuo padre, sarebbe bello se fosse quello di nostro
figlio
>> il cuore di Mike si strinse in una morsa, gli faceva
ancora male
pensare ai suoi genitori anche se era passato tanto
tempo:<< Sei sicura
di volerlo davvero? >> domandò poi sfuggendo
gli occhi di Lilith e
guardando invece il quadro di un campo di fiori appeso sul muro di
fronte:<< Cosa vuoi dire…Michael…
>> e lei poggiandogli una mano
sulla guancia lo fece voltare verso di sé:<<
Niente, sono solo pensieri
stupidi >> << Non sono stupidi se stiamo
parlando del nostro
futuro, mi avevi detto di volerlo anche tu >> lui
annuì:<< Sì, so
quello che ho detto >> << Ma non lo pensavi
davvero >> concluse
Lilith un po’ delusa ma fu solo quando fece per alzarsi che
le mani di Mike la
trattennero:<< Certo che lo pensavo e lo penso ancora
>> <<
Allora perché mi hai… >> lui fece
una smorfia poi chinò il capo
triste:<< Non ho avuto un padre per molto tempo Lil,
sì certo c’era
Frank, ma Frank è mio nonno e se non ne fossi capace? Non so
come si comporta
un padre, ero troppo piccolo per ricordare il mio e nostro figlio
potrebbe
ritenermi un disastro >> a quella piccola confessione
Lilith si sciolse,
come poteva quel gigante alto e tutto d’un pezzo essere
l’uomo più dolce che
lei conoscesse? Come poteva aver anche solo pensato di non amarlo
ancora come
quando erano a scuola?
<<
Mike… >> lui continuò a guardare in
basso, le apriva il proprio cuore come
con nessuno ma non per questo si vergognava meno delle sue debolezze,
anzi con
lei forse di più:<< Michael…
>> ancora niente:<< Michael
Jamieson Gail, guardami >> a quella voce un po’
più dura del solito lui
alzò la testa:<< Scusami
Lil…davvero scusa solo che… >> lei
sorrise
dolce:<< Nostro figlio ti adorerà Mike
>> << Non lo puoi
sapere >> continuò lui testardo ma lei gli
baciò una guancia:<< Ti
fidi di me? >> lui annuì:<<
Allora sappi questo: se mi assomiglierà
almeno un po’ – sorrise e lui capì che
ovviamente il loro bambino avrebbe preso
da Lilith – ti amerà e ti adorerà tanto
quanto ti amo io, Frank è tuo nonno ed
è vero, ma ti ha fatto da padre e tu sei un uomo
meraviglioso grazie a lui Mike
e sarai un padre altrettanto meraviglioso >>
<< Lo credi davvero?
>> Lilith annuì:<< Non ti avrei
chiesto di avere un bambino se non
ci credessi >> il sorriso che si aprì sul viso
del suo bel dottore era
una delle cose più belle che avesse mai
visto:<< Beh futura signora
Gail…per avere un bambino occorre provarci…serve
pratica e una buona dose di
fortuna >> Lilith lo guardò scuotendo la
testa:<< Siamo giovani e
in salute dottore, dovresti saperlo che non ci vorrà molto
prima che… >>
Mike si finse offeso:<< Oh così mi togli tutto
il divertimento tesoro…lasciami
il gusto di provarci come si deve >> << Ah
spero che non prenda da
te o sarò rovinata >> <<
Perché sarai pazza di lui come lo sei di
me? >> << Perché non sai cosa
vuol dire no! >> poi
guardandolo negli occhi e sorridendogli aggiunse poco prima di
baciarlo:<<
E perché sì, non ti resisto! >>
Michael annuì piano poi poco prima di
riprendere a baciarla aggiunse:<< Tyler >>
<< Cosa? >>
negli occhi di lui passò un piccolo lampo di
tristezza:<< Il secondo nome
di mio padre era Tyler >> Lilith non rispose ma il suo
bacio valeva più
di qualsiasi parola.
<<
Iris? Ma che ci fai in bagno? >> poi guardandosi intorno
April aggiunse:<<
Anzi che ci fai già in piedi? >> passandosi
l’asciugamano nei capelli e
allacciandosi stretta la cintura dell’accappatoio in modo che
non si vedessero
i segni della sua passionale nottata Iris guardò la
sorella:<< Mi sono
svegliata e visto che non riuscivo a dormire mi sono fatta una doccia
>>
poi lanciando un’occhiata al bagno aggiunse:<<
Prego ora è tutto tuo se
ti va >> April annuì prendendo dei vestiti e
passando accanto alla
sorella fece per chiudere la porta del bagno quando si
bloccò:<< Iris…
>> la maggiore si voltò:<< Cosa?
>> << Hai cambiato
bagnoschiuma per caso? >> lei scosse il
capo:<< No, perché?
>> << Hai un profumo diverso
>> immobile per un secondo e
ricordando il buonissimo profumo della pelle di Niko ma decisamente
diverso dal
suo Iris fece spallucce cercando di restare calma:<< Devo
aver usato il
bagnoschiuma dell’hotel, non è male sai
>> poi sorridendo appena si avvicinò
all’armadio cercando qualcosa da mettersi e girandosi appena
verso la sorella:<<
Sbrigati prima che Blanch si svegli o non te la caverai più
>> ancora poco
convinta della versione di sua sorella April lasciò cadere
il discorso chiudendosi
in bagno per una bella doccia calda.
Quando
la vide entrare per colazione insieme alle sue sorelle il sorriso di
Niko si
allargò ancora di più, se era splendida con
quello striminzito pigiama bianco,
con quell’abito color pastello ricamato in oro era ancora
più bella, il pensiero
poi che l’avesse fatto per lui lo rendeva ancora
più spavaldo, se solo non
avesse lasciato i capelli sciolti…poi scosse la testa al
ricordo di ciò che
probabilmente quel capelli nascondevano, lei aveva la decenza di
coprire certi
segni, abbassando leggermente gli occhi su ciò che lui
stesso aveva sul collo e
che era opera di quel demonio biondo rise piano, lui certi pudori
proprio non
li aveva!
<<
Buongiorno signore >> e si avvicinò con il
proprio piatto della colazione
guardando prima le sue sorelle e poi Iris:<< Ciao
>> le sussurrò
mettendo in quell’unica parola tutti i significati del
mondo:<< Ciao Niko
>> << Posso invitarvi a fare colazione?
>> domandò volendo
trovare una scusa per passare del tempo con lei senza però
toglierlo alle sue sorelle
che sapeva le erano mancate:<< Beh veramente…
>> << Certo
perché no! >> e con un sorriso April si
avvicinò dando un’occhiata a
quello che lui aveva nel piatto:<< Qualcosa di buono?
>> domandò
poi curiosa sbirciando il buffet:<< Non ho mai assaggiato
niente della
cucina francese e mi piacerebbe provare… >> e
avvicinandosi al lungo
tavolo April cominciò a guardare in giro con
curiosità:<< Vieni, ti ho
preso qualcosa >> e sorridendo Niko indicò ad
Iris un piccolo tavolo dove
l’aspettava già un piatto con sua colazione
preferita.
<<
Allora dimmi un po’ Niko… >> e
tornando a sedersi vicino a lui April sorrise
addentando un croissant:<< Come si sta comportando la mia
sorellona?
Quando mi ha detto che sarebbe venuta qui quasi non ci credevo, lei che
è così buona
e cara, non ce la vedo a giocarsi il tutto e per tutto…
>> poi guardando
lo sguardo nervoso di Iridis aggiunse:<< Ho detto
qualcosa che non va?
Iris ho forse… >> la ragazza scosse la
testa:<< No April, tutto
bene >> e allungò una mano per prendere il
bicchiere con la sua spremuta
quando Blanch notò l’anello d’argento
che lei aveva al dito:<< Iris! Che
bello! >> notando anche April il piccolo monile prese la
mano della
sorella guardando con curiosità il gioiello:<<
Dove l’hai preso? Non hai
mai avuto una cosa del genere e sono sicura di non avertelo mai visto
>>
<< È… >> e tirando
indietro la mano Iris arrossì:<< È
un
regalo >> << Un bel regalo, chi ti ha fatto
un regalo del genere?
>> gli occhi di Iris si abbassarono sul
piatto:<< Non ha…ha
importanza… >> la mano di Niko si strinse
attorno al coltello del burro
che aveva in mano, dio ma perché aveva dovuto dirlo?
<<
Niko tu sai chi glielo ha dato? >> domandò a
quel punto April che come al
solito non voleva mollare il colpo:<< Chi glielo ha
regalato? >>
domandò lui e Iris riconobbe immediatamente
quell’inflessione nervosa nella sua
voce, lo aveva fatto arrabbiare e lo sapeva:<< Non saprei
April, dovresti
chiederlo a lei ma non penso sia qualcosa di importante visto che
è solo di un
amico >> poi posando il coltello sul piatto
aggiunse:<< Scusatemi
ma mi è passata la fame >> e alzandosi da
tavola Niko si girò guadagnando
velocemente l’uscita dal giardino d’inverno, se
fosse restato lì un solo
istante ancora probabilmente si sarebbe messo ad urlarle contro ed era
l’ultima
cosa che voleva anche se probabilmente avrebbe fatto bene ad entrambi!
<<
Torno subito >> e lasciando le sorelle impalate ed
inconsapevoli di
quello che stava succedendo Iris si alzò correndo alla
ricerca di quel testone,
stavolta aveva torto e sapeva che lui le avrebbe fatto sudare il suo
perdono ma
il suo rapporto con la sua famiglia non era così facile e
prima di
conoscerlo…beh glielo avrebbe spiegato di lì a
poco.
<<
Niko! Niko ti vuoi fermare? Nikolaj! >> e mettendosi a
correre Iris lo chiamò
mentre il ragazzo stava camminando sempre più in fretta
sotto al porticato di
pietra che girava intorno al giardino
dell’hotel:<< Niko! >> era
così presa dal raggiungerlo che non si accorse nemmeno che
lui si era fermato andandogli
a sbattere contro la schiena e sarebbe caduta per terra se lui non si
fosse
voltato di scatto allungando un braccio per afferrarla
all’ultimo.
Immediatamente
dopo essersi assicurato che non si era fatta niente Niko la
lasciò voltandole
di nuovo le spalle:<< Che cosa vuoi? >> le
chiese scontroso:<<
Ti devo spiegare una cosa >> lui prese un profondo
respiro:<< Cosa
mi devi spiegare? Ti ho chiesto di sposarmi e tu mi hai detto di no
>>
cominciò poi deluso e nervoso:<< Capisco di
aver agito troppo in fretta e
posso aspettare purché un giorno accada, ma non capisco
perché mentire, che
cosa c’è di così vergognoso nel nostro
rapporto da non dirlo alle tue sorelle?
>> poi continuando da solo nei suoi ragionamenti e senza
il coraggio di
guardarla concluse:<< O forse non è il nostro
rapporto, forse sono
semplicemente io. Dico bene Iridis? Non sono abbastanza ora senza un
nome e i
soldi vero? Non sono abbastanza da essere presentato alla famiglia
Mackay come
il tuo fidanzato e il tuo futuro marito? Io che mi preoccupavo della
tua virtù e
di non approfittarmi di te >> rise amaramente pensando a
come si erano
invertiti i ruoli:<< Il piccolo agnello ha messo alle
strette il lupo,
credevo di essere io il cacciatore invece sono una misera preda caduta
nella
tua rete, spero almeno che sia stato soddisfacente lyublyu
>> <<
Non mi chiamare così quando litighiamo >> a
quelle parole lui si
voltò:<< Cosa? >>
<< Mi piace quando mi chiami così, non
farlo quando stiamo litigando o rovinerai la sua magia >>
<< Ti
chiamo lyublyu perché ti amo e anche tu dici di amarmi, ma
non abbastanza da
dire la verità davanti agli altri >>
fissandolo dritto negli occhi Iris
avanzò di un passo alzando poi una mano per metterla sul
petto di Nikolaj dove
batteva il suo cuore:<< Ero vergine prima di conoscerti
>> <<
Lo so, c’ero non c’è bisogno
che… >> lei alzò l’altra
mano mettendogli un
dito sulle labbra per zittirlo:<< Ero vergine ed ero
sola, non ho mai
avuto dei veri amici o qualcuno che si interessasse a me a tal punto da
andare
oltre ad un bel sorriso o ad un po’ di compagnia a seconda
del momento, l’ho
capito abbastanza presto e ho preferito starmene per i fatti miei
evitando
tutto e tutti, credevo di essere forte, di essere inattaccabile
>>
sorrise ricordano quando l’aveva visto varcare la porta
dell’hotel quella prima
mattina di un mese prima:<< Poi ho conosciuto il
più arrogante, cocciuto
sbruffone che abbia mai incontrato, hai sconvolto il mio essere in poco
meno di
un mese Niko, per la mia famiglia io sono la piccola, dolce ed
innocente Iris
che ha paura del mondo, non posso scagliargli una bomba del genere
senza
prepararli almeno un po’ >> Nikolaj rimase
immobile per un attimo senza
sapere cosa dire, ma alla fine la sola cosa che poté fare fu
di stringerle la
mano:<< Lo faremo insieme, ti ho detto che voglio stare
con te e questo
non cambierà mai >> poi tirandosela addosso
aggiunse con un piccolo
sorriso di scherno:<< Ma devi promettermi che mi sposerai
Iridis Mackay,
non oggi e non subito ma un giorno lo farai >> con un
piccolo sorriso e
gli occhi che brillavano Iris annuì togliendosi poi
l’anello dal dito e poggiandolo
sul palmo di Niko:<< Me lo chiederai di nuovo Niko, con
questo anello e
ti dirò di sì, ma prima ci sono altre cose che
voglio fare >> <<
Spero insieme a me >> le ricordò prendendola
in giro ma Iris lo abbracciò
in silenzio felice:<< Sempre insieme a te
>>
<<
Bene, direi che per oggi l’allenamento è finito,
preparate le valige, avete due
giorni liberi poi si parte per Berlino, ci aspettano un paio di partite
abbastanza
importanti, non voglio scuse solo perché si tratta di
amichevoli sono stato
chiaro? >> e con la sua solita faccia incazzata e i
baffetti che gli
penzolavano sotto al naso come una tendina l’allenatore
guardò la sua squadra
come se fossero sotto corte marziale:<< Bene, ora andate
>> poi
lanciando un’occhiata a due dei cacciatori e ad un paio di
riserve
aggiunse:<< Monch, Mann, niente bravate, non mi servono
giocatori
ubriachi, con il mal di testa o infortunati sono stato chiaro?
>> i due
giovanotti annuirono in silenzio e il mister compiaciuto li
guardò uscire
nell’esatto momento in cui dalla porta dello spogliatoio
entrava un giovane
alto, biondo, prestante e dai brillanti occhi
acquamarina:<< Guarda
guarda chi è tornato! Pierre DuLac nel pieno della sua
forma! >> e
sorridendo l’uomo si avvicinò alla sua punta di
diamante con un gran sorriso
stampato in faccia, Pierre era un battitore e il suo ruolo era
più da difensore
che da attaccante, ma era così dannatamente bravo che le sue
capacità gli erano
valse la nomina di capitano dopo solo un anno di ingresso in
nazionale:<<
Mister >> lo salutò Pierre con un
po’ di tensione visto quello che gli
stava per dire:<< Vai a fare le valige ragazzo mio,
Berlino ci aspetta,
fremo all’idea di mettere a tacere quei crucchi!
>> Pierre scosse il capo,
la competitività di quell’uomo era inarrestabile,
avrebbe fatto qualsiasi cosa
per vincere:<< Mister a questo proposito…
>> l’allenatore drizzò le
orecchie più in fretta di un segugio che sente una
lepre:<< Che cosa c’è
Pierre? Ti ho concesso due giorni per andare a trovare tua nonna, che
cos’è
successo? >> << Niente,
davvero…solo che non potrò venire in
Germania mister >> << Come? Mi stai
prendendo in giro? >>
<< Ho degli impegni che richiedono la mia presenza,
tornerò per l’inizio
del campionato lo prometto ma per ora non posso…
>> << Pierre,
ragazzo mio ascoltami…se è per i soldi o per
qualche benefit particolare
possiamo… >> Pierre alzò le mani
scuotendo il capo:<< No, non si
tratta di soldi, c’è una cosa che devo fare, a
Londra… >> << Londra?
>> poi fulminandolo con gli occhi
aggiunse:<< Non sarà che per caso
quegli sciacalli dello United… >>
quell’uomo era impossibile, viveva e
respirava Quidditch come se non ci fosse altro nella vita, Pierre non
si
meravigliava del fatto che fosse scapolo, sovrappeso e decisamente con
pochi
capelli:<< No, non si tratta di Quidditch o della
squadra, è una
cosa…personale >> << Donne?
>> indagò l’uomo diventando
improvvisamente peggio di un mastino:<< Sì
coach, si tratta di una donna
>> con un verso a metà tra
un’imprecazione e uno sbadiglio annoiato il
mister agitò la mano in aria con noncuranza, era alto la
metà di Pierre ma non
per questo era meno imponente o prevaricante:<< Le donne
sono
sopravvalutate, cos’ha questa femmina che non puoi trovare in
qualche bella
parigina? >> << Non è per il
divertimento coach, lei è… >>
l’uomo scosse il capo facendo ancora quello strano
verso:<< Non mi
interessa cos’abbia questa femmina di particolare, abbiamo
due settimane
intense di partite altrettanto intense che dobbiamo vincere e io non ho
alcuna
intenzione di fare a meno del mio miglior giocatore >>
<< Mister io
non posso… >> << Sei il capitano
Pierre, sei colui che deve dare
l’esempio alla squadra >> poi avvicinandosi
alla porta dello spogliatoio
aggiunse:<< Non ti tratterrò se è
questo che pensi, ma ricordati chi è
che decide le formazioni qui dentro, fai come credi ma se uscirai da
questa
porta per andare a Londra non scomodarti a tornare >> poi
sapendo bene di
averlo messo al muro lo lasciò solo.
<<
Violet va tutto bene? >> e sua madre la guardò
con un piccolo sorriso
mentre lei stava riponendo in una scatola uno dei tre inutili servizi
di porcellana
che le avevano regalato per il matrimonio, non li aveva mai usati ma
Alex aveva
insistito per metterli nella lista di nozze perché era
essenziale avere un
servizio buono per quando avevano ospiti di riguardo…un
servizio buono, non
tre!
<<
Sto bene mamma >> mormorò poi stringendo le
mani attorno ad uno di quegli
stupidi piatti da portata:<< Violet se
c’è qualcosa che…so che un divorzio
non è mai facile ma… >> la giovane
Stains sorrise cercando di mascherare
una smorfia, non era per il divorzio che stava così
male…anzi per quello aveva
festeggiato con più di una bottiglia di birra e il
più grasso e salato
fish&chips che aveva trovato, se si sentiva così
sola e così a terra la
colpa era tutta di un francese palestrato, biondo e dagli occhi azzurri
che
giocava come battitore nella nazionale e che, suo malgrado, le aveva
rubato il
cuore in poco più di sette giorni e altrettante notti
appassionate!
<<
Starò bene mamma, voglio solo finire di impacchettare questa
roba e trovare un
posto dove metterla >> << Hai chiesto ad
Alex se vuole qualcosa?
>> Violet fece spallucce:<< Alexander ha
detto di non volere niente
che gli ricordi questo fallimento
>> e mise in quell’ultima parola, usata con
molta gentilezza dal suo caro
ex marito, tutto il disprezzo di cui era capace:<< E dire
che sembrava un
bravo ragazzo quando vi siete sposati, ero convinta che fosse quello
giusto
>> mormorò Karen con tristezza poi notando un
piccolo portachiavi a forma
di Tour Eiffel poggiato sul tavolino aggiunse:<<
L’avrei detto anche di
quel bel francese ma non ha fatto in tempo a nascere nulla tra di
voi…un vero
peccato >> << Cosa? Mamma ma che stai
dicendo? >> e le parole
di Karen la riportarono alla realtà:<< Ma
sì Pierre! Eravate così carini
insieme…quando ti sei voluta fermare ancora a Parigi ho
sperato che succedesse
qualcosa… >> la sua espressione triste la
diceva lunga su quanto sarebbe
stata felice di una sua relazione con Pierre DuLac, lo sarebbe stata
anche lei
stessa maledizione!
<<
Siamo stati insieme per nemmeno una settimana mamma, che cosa poteva
mai…
>> << Quanto pensi che ci abbia messo ad
innamorarmi di tuo padre
signorina? Frequentavo il primo semestre a Oxford quando ho conosciuto
Robert
Stains, tua sorella Heather è nata poco dopo la mia laurea
>> << Ok
mamma non voglio sapere niente, non ora >> e Violet
scosse il capo
cercando di cancellarsi dalla mente immagini dei suoi genitori da
giovani tutt’altro
che innocenti:<< È la verità e se
ci pensi nemmeno Peggy ci ha messo
molto ad innamorarsi di Dorian >> già la sua
sorellina…un sorriso si
dipinse sul viso di Violet al pensiero del solitario intrecciato con
brillanti
che Ian aveva preso insieme a lei a Place Vendome e che aveva
intenzione di
donare a Maggie, per chiederle di sposarlo probabilmente…
Era
proprio quell’anello, chiuso nel suo piccolo cofanetto di
velluto nero che Ian
non riusciva a smettere di fissare, era nascosto nella tasca interna
della sua
giacca preferita da quando lo aveva comprato per evitare che Maggie lo
vedesse
e lui aveva passato giorni preda della voglia di prenderlo e mettersi
in
ginocchio davanti a lei chiedendole di restare, ora
quell’idea gli sembrava
solo un desiderio egoista, chi era lui per impedire a Maggie di
diventare
qualcuno? Chi era lui per chiederle di abbandonare il suo lavoro e la
sua vita
a Londra solo per seguire lui? Per seguire un codardo che non aveva il
coraggio
di dire di no a suo padre?
<<
Ehi…che stai facendo? >> e Maggie comparve
sulla porta del bagno con un
sorriso avvolta in una nuvola di vapore e sommersa dalla morbida spugna
nera
del suo accappatoio, sembrava quasi una bambola visto quanto era grande
quell’affare rispetto a lei:<< Che ci fai con
il mio accappatoio?
>> lei fece spallucce avanzando sulla moquette a piedi
nudi:<< Ho
dimenticato il mio in valigia, non ti dispiace vero? >>
cercando di
sorridere Dorian si avvicinò abbracciandola incurante del
fatto che lei era
ancora bagnata:<< Dovrebbe dispiacermi che il mio
accappatoio abbia il
tuo profumo? Perché mai ma vie? >> si sentiva
uno sporco bastardo a
fingere in quel modo, ma in fondo mancavano solamente cinque giorni
alla fine
dei giochi, perché doveva rovinarsi quei momenti con lei in
previsione di
quello che sarebbe potuto succedere? Se erano destinati a stare insieme
sarebbe
stato così, se non lo erano…beh ci avrebbe
pensato in seguito!
<<
Va tutto bene Ian? >> lo vedeva strano in quei giorni,
quasi con la mente
altrove ma forse era solo una sua impressione…forse era
tutta quell’ansia e
quell’attesa, i due mesi stavano per scadere, Mike aveva
chiesto a Lilith di
sposarlo, Frankie lo stava per chiedere a Leila, Daniel e Delila
praticamente
avevano già una famiglia loro con la piccola
Abby…forse era solo la voglia di
mettere un punto fermo alla loro relazione che le faceva vedere
fantasmi dove
non ce n’erano.
<<
Dorian >> lui alzò la testa di scatto, adorava
quando lei lo chiamava con
il suo nome per intero ma sentirsi chiamare Ian gliela faceva sentire
più vicina…
<< Sto bene Maggie, stavo solo pensando alla festa, mio
fratello che
chiederà a Leila di sposarlo, proprio come mio padre ha
fatto con mia… >>
un groppo gli bloccò la gola, faceva ancora fatica a pensare
ad Elodie e
solamente con Maggie si sentiva libero di dimostrare
quanto:<< Lei
sarebbe fiera di te >> no, non lo sarebbe stata visto
cosa stava
pensando, ma non poteva dirlo a Maggie:<< Sei un angelo
>> le
mormorò allora sapendo bene di non meritare tutto
quell’affetto e quell’amore:<<
Ti amo, non mi piace vederti stare male >> quasi fosse
una cosa
automatica alzò le mani per affondarle nei capelli di
lei:<< Nemmeno io
voglio vederti stare male, farei qualsiasi cosa per vederti felice
>>
<< Io sono felice, finché ci sarai tu io
sarò felice >> bene, quello
era decisamente il colpo di grazia!
<<
Leila Tallyst vuoi…Leila Ambra Tallyst…Lila vuoi
farmi l’onore… >>
all’ennesima risata di Libero François si
voltò nervoso verso la porta del salone
guardando il suo amico che se la rideva come un matto mentre lui
misurava la
sala a grandi passi con l’anello di sua madre in tasca
ripetendo e provando
alla ricerca della frase giusta per chiedere la mano di Leila, ci
sarebbero
stati anche i suoi genitori e lui avrebbe fatto la figura del perfetto
idiota
se non avesse trovato le parole giuste per dire quella stramaledetta
frase e,
soprattutto, per farsi rispondere di sì! Non che avesse
dubbi intendiamoci ma
voleva che fosse tutto assolutamente perfetto.
<<
Lo sapevo! Ecco cosa succede a lasciare due maschi, grifondoro per di
più, a
fare un lavoro che solo una donna può fare! >>
e scuotendo la massa di riccioli
biondi e ridendo insieme Leila entrò nella stanza
guardandosi intorno facendo
bloccare Frankie in mezzo al salone e facendo ridere ancora di
più Libero:<<
Che cos’hai da ridere Nott? >> gli
domandò poi fulminandolo con gli
occhi:<< Voi due insieme siete un danno, esattamente come
lo eravate a
scuola! >> poi girandosi verso Frankie gli si
avvicinò scrutando i fiori
e gli addobbi della sala:<< Adesso capisco
perché hai chiesto il mio
aiuto >> a quelle parole Libe scoppiò di nuovo
a ridere:<< Beh
visto che hai la tua dolce metà ad aiutarti io levo le tende
Frankie, sai ho
anch’io una piccola commissione da sbrigare, in bocca al lupo
>> e
strizzando l’occhio all’amico si dileguò.
<<
Che cosa stava dicendo Libero? >> Frankie fece
spallucce:<< Niente
di importante, ha scommesso che non ce l’avrei fatta ad
organizzare tutto da solo
e da quando ha saputo che ti ho chiesto di aiutarmi mi sta dando il
tormento
>> Leila sorrise baciando la guancia del
fidanzato:<< Ricordami
ancora perché è tuo amico >>
François le circondò la vita con un
braccio:<< Perché se non fosse stato per lui
non avrei mai capito quanto
ti amo signorina Tallyst >> Leila sorrise allontanandosi
poi quando
Frankie fece per baciarla:<< Ruffiano >>
poi girandosi verso gli
elfi che stavano sistemando i vasi di fiori e le candele scosse il
capo:<< Posso dirti che hai un pessimo gusto amore mio?
>> François
si guardò intorno:<< Che cosa
c’è che non va? >> Lila
arricciò il naso:<<
Ranuncoli e narcisi? Andiamo Frankie è un
ballo…serve qualcosa di classico
>> e agitando la bacchetta trasformò quei
piccoli vasi di fiori in autentiche
sfere di rose e peonie color porpora spruzzate d’oro mentre
grossi drappi di velluto
color cremisi e blu notte danzavano appendendosi al soffitto come a
creare una
volta di tessuto, al centro della sala attorno al piedistallo della
statua d’oro
di Isaac ed Elodie comparve una piccola cascata di rose candide come la
neve,
tovaglie immacolate coprirono i tavoli e un profumo di fiori seguito da
splendide farfalle vermiglie e panna riempì
l’aria:<< Lila…ma…
>>
lei si voltò sorridendo compiaciuta di
sé:<< Ecco, questo è
l’addobbo per
un ballo >> Frankie rimase immobile mentre Yanna e Lena
annuivano
soddisfatte e lui come sempre si ritrovò a sorridere: che
cosa avrebbe fatto
senza Leila!
<<
Come sarebbe a dire un dono? >> e James guardò
Isaac Atelier seduto
comodamente sulla sua poltrona di pelle dietro la scrivania, ora capiva
perché aveva
radunato solo loro sette lasciando le ragazze impegnate alla ricerca
del loro
vestito, quell’uomo ci godeva a metterli in
difficoltò, l’aveva sempre
sospettato:<<
Sì signor Rhodes, un dono per le vostre dame
>> replicò Atelier
tranquillo poi guardando tutti i ragazzi in piedi davanti a lui
aggiunse calmo:<<
Non si è mai visto un cavaliere portare una dama ad un ballo
senza un degno
omaggio >> << Che cosa dovrebbe essere
esattamente questo dono?
>> domandò Daniel:<< Quello che
ritiene più adatto alla sua
compagna signor Johnson, quello che raffigura meglio i suoi sentimenti
per lei
>> poi con un sorriso decisamente divertito sulle labbra
Isaac appoggiò
la schiena alla poltrona:<< Avete ventiquattro ore,
potete andare ovunque
volete ma entro domani sera dovrete essere qui con i doni per le vostre
dame e
il giorno dopo accompagnarle al ballo >> ognuno di loro
era già perso nei
suoi pensieri e in silenzio tutti abbandonarono lo studio,
l’ultimo ad uscire
fu Frankie che poco prima di andarsene si voltò verso suo
padre:<< Papà…
>> Isaac alzò gli occhi:<<
Sì François? >> il ragazzo
tornò
verso la scrivania:<< Che cos’hai regalato tu a
maman? >> Isaac
guardò il figlio con un caldo sorriso:<< La
stessa cosa che tu regalerai
alla signorina Tallyst e che in questo momento è nella tasca
della tua giacca
>> gli ricordò poi nostalgico al pensiero di
quanto Elodie aveva avuto
ragione su tutto: su di loro, su Dorian, su François, su
quanto lui sarebbe
stato solo senza di lei…
Capendo
che nessuno dei due era ancora pronto ad affrontare quel discorso
Frankie
salutò suo padre dirigendosi poi verso la sua camera, se era
vero che non aveva
bisogno di cercare il regalo per Leila era altrettanto vero che doveva
trovare
qualcosa di adatto da mettersi per il ballo!
Baia di
Cardiff
<<
Oh signor Gail…che piacere vederla >> e il
negoziante sorrise gioviale vedendo
entrare uno dei suoi migliori clienti:<< Buon pomeriggio
Andrew >>
lo salutò Mike con un sorriso:<< È
qui per Claire? Mio nipote se ne sta
occupando a dovere, ma è in anticipo, nella sua lettera
diceva che… >>
Mike alzò una mano bloccando le proteste
dell’uomo:<< No Andrew, non sono
qui per Claire, non ancora >> poi alzando lo sguardo
sulla vetrina dietro
le spalle dell’uomo aggiunse:<< Sono qui per un
paio di scarpe, bianche,
numero 36 >>
Roma,
museo di Villa Borghese
Con
il blocco in una mano e una matita nell’altra Nikolaj si mise
a giare intorno
alla statua di marmo al centro della sala, era un’idea
talmente stupida e
sdolcinata che si stava facendo paura da solo ma Isaac Atelier aveva
detto un
simbolo e quale simbolo migliore del suo amore per Iris se non un
promemoria di
tutti i posti in cui l’avrebbe portata e di tutto quello che
le avrebbe mostrato?
Continuò
a sorridere finché lo schizzo non fu concluso poi ammirando
i tratti decisi con
cui aveva disegnato le mani di Ade che stringono a lui Proserpina, la
carica
erotica e la tensione sensuale – forse anche sessuale
– di quella statua era
qualcosa di innegabile ma che Bernini aveva rappresentato con
magistrale
eleganza e abilità.
Rimesso
il blocco nella tracolla che aveva in spalla uscì verso il
giardino alla
ricerca di un luogo appartato dove smaterializzarsi, aveva ancora un
paio di
posti da visitare.
Hogsmeade
<<
Sono 10 galeoni >> e il commerciante allungò
il piccolo sacchettino di pelle
scura nella mano di Daniel:<< Grazie mille
>> << È un
ciondolo molto bello signore, è per una persona importante?
>> Daniel
sorrise pensando alla faccia che avrebbe fatto Delila quando glielo
avrebbe
dato:<< Sì, è per una persona molto
importante >> poi lasciando il
negozio si diresse verso i Tre Manici di scopa, aveva una piccola
aggiunta da
fare a quel regalo e l’avrebbe fatta personalmente.
Roma,
ufficio notarile Cesari e figli
<<
In contanti? Ma signore è una cifra…
>> e il povero notaio rimase immobile
guardando il giovane ventenne davanti a lui che gli stava poggiando
davanti un
cospicuo mazzo di banconote di grosso taglio:<< Beh
è proprio per questo
è il signor Martelli è così felice di
vendermelo vero? Perché avrà subito
ciò
che gli serve >> l’anziano uomo accanto a lui
sorrise felice forse immaginando
di aver fatto l’affare della sua vita:<<
Sì, il signor Nott mi ha fatto
un’offerta decisamente vantaggiosa e lei capisce notaio che
non posso dire di
no, sa bene le condizioni in cui verso da un paio d’anni e
non mi posso permettere
di dire di no >> il notaio annuì facendo
scorrere la sua Montblanc sul
foglio in carta bollata che aveva davanti:<< Allora
vediamo se c’è tutto…
>> e con la sua voce cadenzata cominciò a
leggere l’atto di vendita.
Un
paio d’ore dopo Libero era all’interno del suo
nuovo acquisto: un piccolo
vecchio malconcio teatro, sorrise tirando fuori la propria
bacchetta…malconcio
ancora per poco e sorridendo cominciò a sistemare quel
vecchio rudere facendolo
tornare ai fasti di un tempo, con la magia era tutto decisamente
più facile!
Londra,
dintorni di Notting Hill
<<
Zio Jamie! Zio Jamie! >> ed Emma corse sulla porta per
abbracciarlo non
appena sua madre aprì:<< Ehi scimmietta!
>> commentò il ragazo
prendendo la nipote al collo e sorridendole:<< Che cosa
ci fai qui zio Jamie?
>> domandò la bimba curiosa:<<
Già, vorrei proprio saperlo anche io
James, che ci fai qui? >> rimettendo la nipote a terra
James alzò gli
occhi sulla sorella:<< Ho bisogno di un favore Isa
>> la donna
sorrise guardando il suo fratellino e cercando di fingersi
seria:<< E
sarebbe? >> << L’anello di mamma
>> gli occhi di Isabelle
luccicarono per un istante:<< Oh…vuoi chiedere
a Noelle… >>
<< Cosa devi chiedere a zia Noelle zio Jamie?
>> domandò Emma che
nonostante fosse stata rimessa a terra non si era spostata dal fianco
del suo
adorato zio:<< Deve chiederle di sposarlo Emma, su ora
vai da tuo padre,
la mamma e zio Jamie devono andare a cercare una cosa >>
Serra
di
Albert Atelier
<<
Va tutto bene signore? >> Dorian alzò la testa
dal piccolo cespuglio di
candidi mughetti:<< Cosa Yanna? >>
l’elfa si avvicinò:<<
Yanna voleva sapere se il padrone sta bene >> Yanna era
praticamente la
sua tata da quando sua madre era morta ma lui ancora si stupiva di come
quell’elfa
lo conoscesse meglio di chiunque altro:<< Va tutto bene
Yanna, devo solo
prendere qualche fiore per fare un bouquet per Margaret
>> l’elfa annuì
in silenzio avvicinandosi poi ad una piccola aiuola dove crescevano
tanti non ti
scordar di me:<< Forse questi staranno bene con i
mughetti e i papaveri
signore >> replicò poi cogliendo un singolo
fiorellino e mostrandolo a
Dorian.
I
non ti scordar di me…dio era quasi ironico per non dire
crudele regalarle un
fiore del genere visto quello che aveva in mente di fare,
però forse non doveva
arrivare fino a quel punto, forse semplicemente doveva
aspettare…una volta
finiti i giochi lei sarebbe tornata a Londra e con il tempo avrebbero
trovato
il modo di farlo funzionare…con il tempo e la
pazienza…
Scosse
la testa nervoso: tempo, pazienza e un’incredibile
lontananza, aveva funzionato
fin a quel momento perché per quei due mesi erano stati
praticamente sempre
insieme, ma una volta separati che cosa sarebbe successo? Chi gli
assicurava
che a Londra Maggie non avrebbe trovato qualcuno più
affascinante, meritevole o
semplicemente più disponibile di lui?
Sala da
biliardo, Hotel des Fleurs, passate le 24 ore…
Si
erano messi tutti d’accordo e quando si ritrovarono nella
sala del biliardo
quella sera Dorian mosse la bacchetta facendo comparire davanti ad
ognuno di
loro un bicchiere di ottimo Bordeaux:<< Avevo pensato ad
una cena d’addio,
ma visto com’è finita la prima volta
>> commentò poi lanciando
un’occhiata
a James:<< Sono cambiate un po’ di cose da
allora Dorian >> replicò
l’altro con un sorriso:<< Sì,
decisamente lo sono >> <<
Aspettate, che cos’è successo la prima volta?
>> domandò Niko curioso e a
quelle parole Mike e Frankie scoppiarono a ridere:<<
Nulla di che…diciamo
solo che qualche galletto ha arruffato un po’ troppo le penne
>> commentò
poi Libero sedendosi su una poltrona:<< Ehi è
la donna che amo ed era
uscita dalla sua camera >> commentò James
indicando Dorian che stava
sorseggiando il suo vino:<< Se non fosse stato per quello
forse non saresti
qui adesso con quell’anello in tasca James >>
Rhodes annuì alzando il
calice in onore dell’altro:<< Alla mia
impulsività e al tuo stramaledetto
avere sempre ragione Atelier >> Ian alzò a sua volta il bicchiere ma
nei suoi occhi non
c’era traccia di felicità, era quel suo
pragmatismo e la certezza di sapere
come sarebbe andata a finire che gli straziava il cuore al pensiero di
Maggie
Grimilde's
E così siamo giunti al momento clou: il ballo di chiusura
dei giochi...manca ancora tutta una giornata prima della serata
speciale e degli ultimi arrivi prima del grande annuncio di
Frankie...manca poco al gran finale e mi si stringe il cuore pensando
che siamo arrivati quasi alla fine di questo viaggio...la parola chiave
però è proprio quella...QUASI...non è
ancora finita...
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Capitolo 28 *** 27 - Lieto fine...oppure no? ***
Capitolo pre-pre epilogo
Immobile
con quella scatoletta di velluto scuro tra le mani James
guardò la sua immagine
riflessa nello specchio, era da più di dieci minuti che
continuava a percorrere
la stanza avanti e indietro, Noelle era sotto la doccia e lui stava
cercando un
modo abbastanza romantico per chiederle di sposarlo, si sentiva
così ansioso
che nemmeno lui si riconosceva.
<<
Noelle Jackson vuoi… >> scosse il capo, stava
parlando alla sua fidanzata
non ad una ragazza qualsiasi:<< Io ti amo Noelle, ti amo
e… >> e sono un
patetico idiota! Pensò
cercando di dire qualcosa di più originale ma proprio non
gli veniva in mente
niente:<< Ti amo, Noelle vuoi sposarmi? >>
domandò poi guardando il
paesaggio fuori dalla finestra:<< Sì
>> si girò di scatto a quella
risposta trovando lei pigramente appoggiata allo stipite della porta
che gli
sorrideva con le braccia incrociate sul petto:<< Da
quanto sei lì?
>> le domandò poi incapace di muoversi
così fu lei ad
avvicinarsi:<< Dal tuo terzo o quarto tentativo
credo… >> <<
E mi hai lasciato impazzire così? >> le
domandò accigliato:<< Eri
tremendamente dolce Jamie… >> lui fece per
ribattere poi finalmente
collegò quello che lei gli aveva risposto poco
prima:<< Hai detto di sì?
>> Noelle sorrise alzando le mani per metterle sulle
guance di
lui:<< Avevi dei dubbi per caso? >> James
scosse il capo ma i suoi
occhi erano lucidi:<< Mi sembra solo troppo bello per
essere vero
>> << Ti amo James Rhodes >>
lui lasciò che una piccola
lacrima di gioia gli scivolasse sulla guancia:<< Ti amo
anch’io e quando
torneremo a Londra troverò una casa con un giardino dove i
nostri figli
potranno giocare con il cane >> << Jamie
>> e Noelle lo
guardò a metà tra una risata e un sorriso
innamorato:<< Voglio che tu sia
felice Noelle, voglio fare tutto quello che posso per renderti la donna
più
felice del mondo >> poi quasi se ne stesse per
dimenticare le prese la
mano sinistra infilandole al dito l’anello con il topazio
tagliato a rombo che
una volta era stato di sua madre; lei guardò
l’anello felice poi stringendo le
sue mani con quelle di Jamie e alzandosi in punta di piedi gli
baciò le
labbra:<< Mi stai già rendendo felice Jamie
Rhodes, l’hai fatto da quando
ci siamo conosciuti >>
<<
Bunny…Ben…Bunny? >> e rientrando in
camera Libero si guardò intorno
vedendo il letto intatto, le luci spente ma la sua fidanzata non era da
nessuna
parte, fece per uscire di nuovo quando una bottiglia poggiata sul
tavolino da
caffè attirò la sua attenzione; si
avvicinò prendendo per il collo la bottiglia
di Ogden e accorgendosi solo in quel momento del piccolo pezzo di
pergamena che
vi era attaccato.
“Prendi due bicchieri e
raggiungimi Nott”
Raggiungerla
dove?
Poi
guardando la bottiglia un sorriso gli comparve sulle labbra e per poco
non
scoppiò a ridere: tutto era cominciato con una bottiglia di
Ogden e una terrazza,
allungandosi per prendere un paio di bicchieri lì vicino
Libero lasciò la
camera salendo poi di corsa i gradini che portavano sul letto, era
curioso di
vedere che cosa gli stava organizzando Bunny e poi aveva una cosa nella
tasca
che non vedeva l’ora di darle!
<<
Ci hai messo poco >> lo accolse lei seduta su una sdraio
che guardava la
porta:<< Ti conosco >> commentò
lui con un sorriso compiaciuto
mentre si avvicinava:<< Anche se devo ammettere di non
sapere che cosa
stai tramando Flecter >> lei sorrise alzandosi in
piedi:<< Ogni
cosa a suo tempo Nott, adesso brindiamo >> Libero le
porse un bicchiere stappando
poi la bottiglia:<< Brindare a cosa? >> le
domandò mentre versava
due generose dita di liquido nei bicchieri:<< A noi, al
nostro
fidanzamento e al fatto che nel giro di un pomeriggio ti sei liberato
di mia
madre >> commentò Bunny sorridendo e alzando
il proprio bicchiere per poi
fare per berlo, ma Libero la fermò:<< Aspetta
>> << Che c’è?
>> gli domandò seccata:<< Posso
fare un brindisi anche io? >>
Bunny annuì restando ferma a guardarlo:<< Alla
mia splendida fidanzata
che ha accettato di diventare mia moglie, alla ragazza di cui mi sono
innamorato e alla donna che mi ha fatto diventare l’uomo che
sono oggi >>
poi poggiando il bicchiere su un tavolino aggiunse:<< E
questo è solo per
dimostrarti quanto sei importante per me >> e togliendosi
una piccola
busta dalla tasca Libero la porse a Bunny che
l’afferrò curiosa leggendo poi il
nome di uno studio notarile di Roma:<< Che
cos’è? Credevo che la casa
fosse già tua, non c’era bisogno di…
>> lui sorrise:<< Non si
tratta della casa >> Bunny aprì la busta
curiosa e leggendo le prime
righe lanciò un urlo di gioia:<< È
un teatro! >> poi sollevando gli
occhi e guardando Libe aggiunse al settimo cielo:<< Mi
stai regalando un
teatro? >> lui annuì:<<
Sì, ho pensato che visto che ci
trasferiremo a Roma dovremmo trovare qualcosa da fare, qualcosa che
comprenda
l’uscire di casa per lo meno >> la prese in
giro poi con una risata:<<
Sei l’uomo più meraviglioso del mondo! Ti amo
Nott! >> davanti a quella
dichiarazione a cuore aperto così atipica per la ragazza
orgogliosa che
conosceva Libero fece per dire qualcosa ma Bunny scoppiò a
ridere di nuovo
baciandogli le labbra:<< E so già anche che
cosa rappresentarci >>
poi girandosi verso lo sdraio e prendendo un pacco di fogli legati
insieme da
uno spago aggiunse:<< Sempre che tu vorrai farlo
>> Libe cercò di
mettere insieme i pezzi poi chinando il capo sul primo foglio di
pergamena
rimase bloccato davanti a quelle poche righe:
“My life with Shakespeare
di
Bunny
Flecter”
<<
Che cos’è? >> le domandò
poi mentre si sedeva e slegava il nodo dello
spago:<< È la tua storia, la nostra storia
>> sfogliando alcune
pagine Libero rimase di sasso:<< Parla di noi? Di me e di
te? >>
Bunny annuì:<< Sì, non sono molto
brava con le storie d’amore o per lo
meno con quelle che hanno un lieto fine, ma tu mi hai insegnato che
insieme
possiamo avere tutto quello che vogliamo, che finché ci
saremo l’uno per
l’altra andrà tutto bene, volevo trovare un modo
per dirti grazie >> in
silenzio Libero appoggiò il copione sullo sdraio
avvicinandosi poi a lei e
baciandole le labbra sotto quel tiepido sole di fine
settembre:<< Come
faccio a non amarti quando tu fai cose del genere? Come faccio a
pensare che la
mia vita non sia con te, insieme a te, per sempre? >> ok,
stava
diventando troppo sdolcinato ma la amava e finalmente potevano essere
insieme
ed essere felici.
<<
Vado io >> e April sorrise mentre si alzava per andare ad
aprire la porta
restando poi di sasso trovandosi davanti il bellissimo russo con cui
avevano
fatto colazione il giorno prima:<< Ciao, Iris
dov’è? >> domandò lui
con un piccolo sorriso:<< È di là,
sta aiutando Blanch… >> ma lei
non fece in tempo a finire la frase che lui la superò
entrando in camera e
sorridendo davanti ad Iris inginocchiata sul tappeto accanto alla sua
sorellina
che l’aiutava a fare i compiti:<< Ciao
>> la salutò poi lei mentre
la ragazza alzava gli occhi verdi verso di lui:<< Niko
>> poi
incuriosita lo guardò dubbiosa:<< Che cosa ci
fai qui? >> lui si
avvicinò sorridendo:<< Ho una cosa per te
>> << Niko io non
credo che… >> ma lui le posò
davanti un piccolo quaderno dalla copertina
nera sedendosi sul divano accanto a lei che era ancora in
ginocchio:<<
Vuoi vedere il mondo no...che ne dici di vederlo insieme?
>> le domandò
poi mentre Iris apriva il quaderno e restava immobile davanti ai
disegni di
tutti i posti che lei aveva detto a Niko di voler
visitare:<< Sono andato
in ognuno di quei posti e te ne ho portato un pezzetto ma voglio che tu
venga
con me, voglio visitarli con te, voglio farti vedere ogni angolo del
mondo Iris
e voglio averti accanto per tutto il resto della mia vita, non mi
interessa se
mi sposerai oppure no, mi basta che tu sia con me >>
avevano detto di
andarci piano, di affrontare le cose con calma e magari cominciare a
dire
qualcosa a sua sorella prima che ai suoi genitori ma a quanto pareva
Nikolaj
Valuev non conosceva il concetto di calma!
<<
Aspetta un attimo ma che sta succedendo? Iris…
>> ed April guardò la sorella
come se fosse la prima volta che la vedesse:<< Beh ecco
April…io e Niko…
>> e le sue guance arrossirono mentre cercava di trovare
un modo per
spiegare la cosa:<< Sono innamorato di tua sorella e lei
ama me >>
concluse Niko calmo allungando poi una mano per intrecciare le dita con
quelle
di Iris:<< Cosa? >> domandò la
ragazza perplessa:<< Amo
Iridis >> ripeté lui calmo:<<
È vero? >> domandò April
guardando la sorella:<< Sì, è
vero…e anche io lo amo >> April fece
un piccolo sorriso sedendosi comodamente sul divano:<<
Beh
sorellona…voglio proprio vederti quando lo dirai a mamma e
papà >> a
quelle parole Iris raggelò ma la mano calda di Niko che
stringeva la sua le
fece forza e allora decise di fare la sola cosa che voleva da quando se
lo era
ritrovato davanti in ginocchio, si voltò verso di lui con un
sorriso:<<
Sì Niko >> << Sì
cosa? >> lei si alzò accoccolandosi sul
divano con lui e poggiando la testa sulla sua spalla:<<
Sì voglio vedere
il mondo con te e sì un giorno ti sposerò
>>
<<
Mike…Mike dove sei? >> e Lilith si
guardò intorno nella camera uscendo
dal bagno e non trovando Mike a letto dove lo aveva
lasciato:<< Michael…
>> stava per chiamarlo di nuovo quando una risata
attirò la sua
attenzione e lo vide appoggiato alla portafinestra che dava sulla
città con un
pacchetto della grandezza di una scatola da scarpe tra le
mani:<< Sono
qui Lil >> lei si avvicinò sorridendo,
bellissima anche con un paio di
jeans e una maglietta a maniche lunghe, era così semplice e
allo stesso tempo
bellissima che lui quasi si sentiva morire dalla gioia:<<
Che cosa c’è?
Hai l’aria di un bambino che ha appena combinato una
marachella >> lui
sorrise malizioso:<< Beh forse >> poi
allungandole la scatola che,
Lilith lo notò in quel momento, era effettivamente una
scatola da scarpe, le
sorrise:<< Ti ho preso queste >> lei
aprì il coperchio restando
immobile davanti ad un paio di scarpe da ginnastica di tela
bianche:<<
Mike io non… >> lui allungò una
mano stringendo quella di lei:<<
Sono una parte del mio regalo, ti serviranno per venire in barca con me
>> << In barca? >> gli
domandò sorpresa e lui annuì:<<
Ho una barca a vela ormeggiata a Cardiff, l’ho comprata poco
dopo essere
entrato al corso per guaritori del San Mungo, volevo un posto dove
poter
evitare di pensare al lavoro e ai problemi, dove potermi sentire libero
e il
mare e la vela mi fanno questo effetto…avevo programmato di
fare una specie di
giro del mondo, volevo prendermi un periodo sabatico per pensare a
quello che
avrei fatto del resto della mia vita >> si
avvicinò ancora guardandola
come se fosse stata il centro del mondo:<< Credo che
parlare di luna di
miele ora sia più corretto non pensi? >> gli
occhi di Lilith si
riempirono di lacrime, maledetto Gail che le faceva sempre
quell’effetto:<< Prima di fare la luna di miele
dovremmo sposarci
>> << Appena tornati a Londra o su
un’isola della Polinesia durante
il viaggio, non mi interessa dove, per me sei già mia moglie
nel momento in cui
ti ho messo quell’anello al dito al Moulin Rouge
>> << Michael…
>> e lasciando cadere le scarpe a terra si
gettò tra le sue braccia con
un sorriso:<< Ti seguirò ovunque tu voglia
andare >> poi sorridendo
aggiunse con gli occhi che brillavano di gioia:<< Ma
ammetto che la
Polinesia è invitante >> << Ci
andremo presto…il tempo di fare di
nuovo le valige e saremo solo noi due e Clare >>
<< Clare? >>
<< La barca, le ho dato il nome di mia madre
>> a quelle parole
Lilith si sciolse definitivamente e sperò con tutto il cuore
che il loro
piccolo Tyler arrivasse presto, Mike aveva bisogno di qualcuno che lo
amasse
incondizionatamente…<< Ti amo stangone, ti amo
da morire >> lui
sorrise passandole le mani nei capelli:<< Ti amo
anch’io >>
<<
Ehi…ti ho cercato ovunque >> e poggiandole una
mano sulla spalla Daniel
si avvicinò a Delila rannicchiata su una poltrona che aveva
messo davanti alla
finestra per guardare il panorama della
città:<< E hai guardato ovunque
tranne che nel posto più ovvio >> lo prese in
giro con un piccolo sorriso
mentre Daniel faceva il giro attorno alla sedia per mettersi davanti a
lei:<< Sì, stavolta hai ragione
>> poi guardandola con curiosità ed
incrociando le braccia sul petto aggiunse:<< A che stai
pensando?
>> lei sorrise scuotendo la testa:<< Sto
pensando che tra tre
giorni saremo nel Sussex >> poi alzando gli occhi su di
lui
aggiunse:<< Sto pensando che da dopo domani
avrò una figlia e un
fidanzato >> Daniel sorrise a quelle parole, fino ad una
settimana prima
nemmeno lui credeva possibile una cosa del genere ed invece ora era
lì, davanti
a quella donna meravigliosa pronto a donarle tutto sé
stesso:<< Ho una
cosa per te >> commentò poi con un piccolo
sorriso facendo penzolare un
piccolo ciondolo dorato a forma di cuore davanti agli occhi di
Delly:<<
Daniel…è…è
bellissimo >> commentò lei allungando una mano
per prenderlo:<<
Aspetta, c’è una sorpresa >> poi
inginocchiandosi davanti a lei aggiunse:<<
Aprilo >> toccando la piccola chiusura Delila fece
scattare le due metà
del ciondolo e quando questo si aprì il suono flebile di un
cuore che batteva
le arrivò alle orecchie calmandola quasi
all’istante; avrebbe riconosciuto quel
suono tra mille:<< Ma è…Daniel
è… >> << È
il mio cuore che
batte, ho fatto un incantesimo al ciondolo, è collegato
direttamente con me,
così potrai calmarti anche se io non sono accanto a te, so
che ce la puoi fare
anche da sola ma so che hai bisogno di avere qualcosa a darti forza
>> lei
lo guardò con le lacrime agli occhi mentre stringeva il
pugno attorno al
ciondolo che lui le aveva dato:<< Danny…
>> era la prima volta che
lo chiamava Danny e la cosa non gli dispiaceva per
niente:<< Cosa?
>> le domandò poi vedendola diventare
seria:<< Possiamo provarci
ancora? >> << A fare cosa? >>
<< A controllare le mie o
le tue emozioni, voglio riuscirci >> sorrise di quanto
quella donna
riuscisse ad essere incredibile e sedendosi accanto a lei le prese le
mani
nelle proprie:<< Non dobbiamo farlo per forza se non vuoi
>> lei
sorrise:<< Un giorno voglio poterti baciare o fare
qualsiasi altra cosa
senza dovermi preoccupare di farti del male o di farlo a chiunque altro
>> lui le sorrise con quello sguardo dolce come il
miele:<< Un
giorno molto presto stringerai tra le braccia nostro figlio e ti
prometto che
non dovrai preoccuparti di altro se non di guardare quanto somiglia a
suo padre
>> << Sei un idiota! >> lo
prese in giro lei poi mentre
scuoteva il capo si bloccò:<< Aspetta un
attimo, hai detto nostro figlio?
>> di nuovo Daniel sorrise con quella sua faccia da
canaglia:<< Beh
possiamo provare a dare un fratellino ad Abby non credi?
>> Delila scoppiò
a ridere:<< Solo tu Daniel Johnson puoi fare una proposta
del genere ad
una donna usando tua figlia! >> lui si
avvicinò baciandole le labbra
sempre con quel maledetto sorriso in faccia:<< Nostra
figlia… >>
<< Sei comunque un ruffiano di prim’ordine
>> << Lo so miss
Shepperd, lo so bene >>
<<
Miss Stains…questo è per lei…padron
Dorian mi ha chiesto di darglielo >>
e con un’espressione felice che doveva assomigliare ad un
sorriso Yanna porse a
Maggie un mazzo di papaveri, mughetti, non ti scordar di me e rose
bianche:<<
Dov’è Ian, Yanna? >>
l’elfa chinò il capo:<< Padron
Dorian ha avuto
un contrattempo, mi ha chiesto di dirle che vi vedrete direttamente
alla festa
questa sera >> un po’ delusa dal non aver
ricevuto direttamente quello
splendido bouquet dalle mani di Dorian Maggie ringraziò
comunque Yanna girandosi
poi verso la cabina armadio di Ian: Isaac Atelier aveva detto che le
ragazze si
sarebbero dovute vestire di rosso…beh c’era un
solo vestito che lei poteva
indossare.
<<
Dove stai andando? >> e Frankie bloccò suo
fratello sulla porta
dell’hotel mentre si stava infilando una giacca di pelle
blu:<< Ciao,
scusa ma ho un impegno, tornerò tra un paio d’ore
>> << Ian…dove
stai… >> << Ho appuntamento con
Marc ed Herm, dobbiamo andare a
prendere una cosa per il compleanno di Pierre e…
>> << Pierre è in
Germania e tornerà tra un mese, che bisogno avete
di… >> << Gli
faremo una sorpresa per il suo compleanno o almeno ci proveremo, ora
scusa ma
devo proprio andare >> poi lasciando il fratello immobile
nella hall uscì
in strada cercando un luogo sicuro per smaterializzarsi, odiava mentire
a
Frankie o a Maggie ma sapeva che entrambi lo avrebbero distolto dal suo
piano e
voleva mettere le cose in chiaro prima di prendere una decisione.
<<
Non ci credo! Lo sapevo! Sapevo che non sarebbero…
>> << Lila…
>> e Frankie entrò nella camera che
condivideva con la fidanzata mentre
lei scorreva nervosa gli abiti dentro il suo armadio:<<
Frankie… >>
e lei si voltò con le guance arrossate e gli occhi
lucidi:<< Amore cosa
c’è? >> le domandò lui
avvicinandosi di corsa e prendendole le
mani:<< Niente, sono solo una stupida
sentimentale… >> immaginando
che cosa poteva scuoterla a quel modo François
sorrise:<< Ti mancano i
tuoi? >> Leila alzò lo sguardo
sorpresa:<< Come sai…cosa vuoi…
>> << Ti mancano i tuoi e ti dispiace che
non siano ancora venuti
qui >> << Ancora? Conosco mio padre, non
verrà. Avrà qualche
improrogabile missione che necessita la sua attenzione e
così sua figlia passa
di nuovo… >> << In secondo piano
Leila? Questo stavi per dire?
>> a quella voce secca Leila alzò gli occhi
incrociando quelli azzurri di
Jeremy Tallyst:<< Papà? >>
domandò poi incredula di vedere suo
padre davanti a lei con addosso un completo scuro:<< Ciao
tesoro >>
poi avvicinandosi mentre Frankie si spostava aggiunse:<<
So di non
avertelo dimostrato molto in passato ma non c’è
niente più importante di te, di
voi, nella mia vita >> incapace di trattenere ancora le
lacrime e con un
urlo di felicità Leila si gettò tra le braccia
del padre bagnandogli la camicia
con lacrime di gioia:<< Sei venuto! Sei venuto!
>> Jeremy alzò gli
occhi sul giovane biondino che lo guardava sorridendo:<<
Ho avuto una
piccola spinta lo ammetto >> girandosi appena verso
Frankie Lila lo
guardò perplessa:<< Sei stato tu?
>> in silenzio François annuì poi
aggiunse:<< Ma posso aspettare che finisci i saluti per
un grazie
>> << Che finisco…
>> ma un grido molto simile al suo la
bloccò di nuovo:<< Lila! >>
<< Anita? >> e
allungando la testa oltre suo padre vide sua nonna che si avvicinava
con la sua
sorellina per mano e un grosso sacchetto
nell’altra:<< Nonna! >>
<< Ciao tesoro >> salutò la
donna con un sorriso:<< Tua madre
si è presa una brutta influenza e non è potuta
venire, ma ti manda questo e mi
ha detto che sa che ti starà d’incanto
>> Leila prese il sacchetto che la
nonna le stava porgendo sbirciando all’interno e restando
immobile davanti ad un
tripudio di rosso e oro:<< Ma è…
>> e guardò la donna non credendo
possibile che sua madre avesse davvero fatto questo per
lei:<< Sì, mi ha
detto di dirti che ora dovrebbe andarti bene tesoro >> la
ragazza gettò
le braccia al collo della nonna poi si inginocchiò
all’altezza della sorella
sorridendole e baciandole una guancia:<< Sono felice che
tu sia qui
ranocchietta >> << Mi sei mancata Lila!
>> << Mi sei
mancata anche tu >> e le sarebbe mancata ancora di
più visto che non
sarebbe tornata a Londra ma le bastò una piccola occhiata a
François per capire
che ne valeva decisamente la pena!
Erano
quasi le sette e mezza quando François vide rientrare suo
fratello e, cosa
alquanto strana, Ian non era solo ma quel qualcuno non era chi lui si
aspettava:<<
Oh andiamo nemmeno un bicchiere di Bordeaux? Sicuro Simon?
>> sentì dire
suo fratello mentre l’altro uomo accanto a lui scuoteva il
capo:<< Non
sono come voi francesi con il pallino per il vino, per noi inglesi
è meglio una
bella birra e, se mi sbrigo, faccio ancora in tempo a passare dal
Paiolo Magico
prima di tornare a casa >> Ian sorrise stringendo la mano
all’uomo e
annuendo:<< Salutami Moira, Marcel mi ha detto che state
pensando di trasferirvi
a Londra >> << L’ho chiesto a
Moira ma per ora il suo lavoro è qui
>> << E il tuo è là,
ma lei ti seguirebbe ovunque lo so >>
<< O io seguirò lei, chi lo sa
>> commentò l’altro con un marcato
accento inglese nonostante parlasse un fluente francese, poi salutando
un’ultima volta si smaterializzò davanti agli
occhi di Ian lasciando il giovane
con un sorriso sulle labbra che però sparì quasi
immediatamente.
<<
Ian…quello chi era? >> domandò
François avvicinandosi e Dorian prese
fiato, non pensava di venire scoperto così
presto:<< Un amico >>
<< Un amico? Non l’ho mai visto…
>> <<È il fidanzato di Moira
Deveraux, ci siamo incontrati da Louis e abbiamo fatto quattro
chiacchiere
>> << Ah…non l’avevo
mai visto >> << Marc non lo
tollera molto >> spiegò Ian
sbrigativo:<< Pensa che porterà Moira
via da Parigi e sa che lei davvero lo seguirebbe ovunque
>> poi
avvicinandosi alle scale Ian si voltò guardando il fratello
con un piccolo
sorriso:<< Scusami Frankie ma c’è
una festa e io devo cambiarmi prima di
essere in ritardo >> e lasciando il fratello nella hall
sparì su per le
scale, aveva bisogno di camminare e di mettere ordine nella sua mente e
in ciò
che gli aveva detto Simon.
Quando
rientrò in camera Dorian fece appena in tempo ad aprire la
porta che fu avvolto
in un bozzolo di capelli corvini e spugna nera, Maggie si era di nuovo
rimessa
il suo accappatoio:<< Sei tornato! >> e
sorridendo lei gli gettò le
braccia al collo baciandogli le labbra:<< Dove sei stato?
Ero preoccupata
>> lui fece un piccolo sorriso cercando di imprimersi in
faccia l’espressione
più rilassata che riuscisse a trovare:<< Avevo
una commissione da
sbrigare con Marc ed Herm e abbiamo tirato un po’
più in lungo del previsto
>> << Per un attimo ho pensato che mi
avresti fatto andare da sola
alla festa, non è carino far aspettare una signora al suo
primo ballo Dorian
Atelier >> con un groppo in gola e il pensiero di come
avrebbe fatto
tutta la sua vita senza di lei Ian le baciò la
fronte:<< Le mie scuse
miss Stains, non accadrà più >> poi
avvicinandosi al bagno e sorridendole
aggiunse divertito:<< Se magari ti togli il mio
accappatoio mi farei una
doccia anche io Margaret >> lei incrociò le
braccia sul petto
sfidandolo:<< Non hai bisogno di questo, ci sono degli
asciugamani in
bagno >> Ian la guardò indeciso su cosa dire
ma il suo cuore fece il resto:<<
Dillo che vuoi vedermi nudo signorina… >> poi
tornando verso di lei e
chinandosi per baciarle le labbra aggiunse:<< Stai
diventando una piccola
viziata lo sai? >> << Lo so, ma con te ne
vale decisamente la pena
>> commentò lei con un radioso sorriso in
viso:<< Non mi tentare
chérie o faremo davvero tardi >> lei
annuì lasciandolo e avvicinandosi
alla toeletta per spazzolarsi i capelli e cercare una qualche
acconciatura che
stesse bene con il suo vestito.
Il
quartetto d’archi incantato stava facendo decisamente il suo
lavoro, i tavoli
del buffet erano imbanditi con ogni ben di dio Clau fosse riuscito a
produrre
in quell’interminabile giornata e tutti i suoi ospiti si
stavano divertendo
chiacchierando e ballando sulle note di un valzer, era tutto
così perfetto,
tutto così immancabilmente da favola che sfiorandosi il
cofanetto che aveva in
tasca Frankie alzò lo sguardo su Leila che era accanto a suo
padre e sua nonna
con addosso quello splendido abito rosso cremisi con delle foglie di
acanto ricamate
in oro su tutto l’abito, sorrise per ciò che stava
pensando: la sua futura
moglie indossava i colori di Grifondoro e le stavano
divinamente…
<<
Va tutto bene Frankie? >> e la voce di Ian lo fece
voltare alla sua
sinistra dove suo fratello, impeccabile nel suo smoking migliore, era
fermo e
rigido al suo fianco:<< Tra dieci minuti starò
meglio >> rispose
lui con un sorriso:<< In bocca al lupo fratellino, si
felice >> François
fece per andare verso la sua ragazza quando la mano di Ian sulla sua lo
bloccò:<< Sono felice che tu sia a casa
finalmente, so di non avertelo
detto spesso ma ti voglio bene Frankie e sono fiero di te e del tuo
lavoro >>
il giovane Grifondoro guardò il fratello, Dorian non era uno
che si sprecava in
certi commenti, non era uno sdolcinato rammollito, che gli stava
succedendo?
<<
Ian…va tutto bene? >> Dorian annuì
con una piccola smorfia:<< Tra
un paio d’ore andrà meglio >>
<< Ian sei sicuro che…è tutto il
giorno che sei strano, se hai bisogno di… >>
Dorian alzò una mano per
fermare le parole del fratello:<< Ho bisogno che tu vada
da Leila, che ti
inginocchi davanti a lei e le chieda di diventare tua moglie
>> <<
Ian… >> << Sto bene Frankie, non
ho cinque anni >> poi
alzando gli occhi ed incrociando la figura di Maggie splendida nel suo
abito
rosso che non faceva altro che ricordargli la prima volta in cui
l’aveva vista
aggiunse:<< Vado a godermi la scena da un posto
d’onore >> e
infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni neri si
avvicinò alla sua compagna
perdendosi dietro i mughetti e i non ti scordar di me del suo bouquet
che
Maggie aveva usato come decorazione per raccogliersi i capelli, era
davvero
magnifica quella sera.
<<
Lila… >> la ragazza si voltò a
quella voce mentre un piccolo sorriso le
riempiva le labbra rosa:<< Frankie…stavo
giusto dicendo a mio padre dell’accademia
e… >> guardando Jeremy Tallyst
François notò il viso sorridente e
rilassato dell’uomo, che la loro chiacchierata fosse servita
e Tallyst avesse
finalmente capito che Leila ormai era una donna? Meravigliosa e capace
aggiunse
mentalmente e presto sarebbe stata…:<< Lila
puoi venire un attimo con me?
>> le domandò poi allungandole la
mano:<< Cosa? Ma dove… >>
<< Balliamo >> le rispose mentre
inchinandosi educatamente a suo padre
la trascinava al centro della pista da ballo e la prendeva per i
fianchi mentre
la musica ricominciava.
Guardando
il suo fidanzato Leila sorrise: erano rare le volte in cui aveva visto
François
Matisse Atelier in smoking, contando quel ballo probabilmente tre ma
forse
anche per quello era ancora più meraviglioso
così…sembrava un principe delle
favole con quegli occhi azzurri, quei riccioli biondo oro e quello
sguardo
innamorato tutto rivolto a lei:<< Non sapevo ballassi
così bene, mi hai
detto di odiare ballare >> lui rise piano avvicinandola a
sé e
sussurrandole all’orecchio:<< Anche i
grifondoro mentono a volte >>
poi tornando a guardarla negli occhi
continuò:<< Stavo solo aspettando la
compagna giusta >> lei rise piano e sull’eco
della sua risata l’orchestra
concluse la canzone.
Leila
si voltò per tornare accanto agli altri quando la mano di
Frankie stretta al
suo polso la bloccò:<< Frankie ma
cosa… >> poi voltandosi rimase
immobile davanti a quegli occhi color del cielo seri come non li aveva
mai
visti.
Rimase
ferma imbambolata ed incredula mentre lui le prendeva anche
l’altra mano e le
si inginocchiava davanti nel centro del salone sul pavimento di marmo
color
ocra, proprio accanto alla statua di Isaac ed Elodie.
<<
Leila Tallyst, ho pensato a milioni di modi per chiedertelo
>> il fiato
le si bloccò in gola, stava succedendo davvero?
L’aveva sognato così tante
volte che non le sembrava vero.
<<
Ma adesso so che non mi importa come lo farò, mi importa
solo che tu accetti…Lila,
amore mio, vuoi sposarmi? >> e mentre pronunciava quelle
parole tirò
fuori dalla tasca un cofanetto di velluto che, lo scoprì
quando lui glielo aprì
davanti, conteneva uno splendido diamante rosa tagliato a goccia e
contornato da
piccoli brillanti e montato su un anello di oro rosso:<<
Frankie…
>> e bisbigliò il suo nome quasi temesse di
svegliarsi, ecco perché mancava
sempre qualcosa quando lui le chiedeva di restare, ecco
perché sembrava sempre
che Frankie le stesse nascondendo qualcosa ultimamente.
Si
accorse di star piangendo solo quando si portò le mani sul
viso per soffocare
un piccolo grido di gioia:<< Sì
>> mormorò poi con un singhiozzo
mentre annuiva e lui le infilava l’anello al dito mettendosi
in piedi:<<
Ti amo, ti amo François Atelier >> le labbra
di Frankie sfiorarono le sue
:<< E io amo te Leila Tallyst, la mia sola ed unica Lila
>> e si
chinò di nuovo per baciarla mentre tutti intorno a loro
applaudivano e gioivano
con fischi ed incitamenti:<< Un brindisi agli sposi!
>> commentò la
voce roca di Isaac facendo girare suo figlio mentre tutti alzavano i
calici di
vino:<< Auguri! >> <<
Congratulazioni! >> <<
Auguri e figli maschi! >> fu la solita battuta di Niko
che fece inevitabilmente
girare Jeremy Tallyst ma né a Frankie né a Leila
importava quello che succedeva
intorno a loro, chiusi nel loro piccolo attimo di eterna
felicità.
<<
E bravo capitano! >> commentò Libero quando i
due sposini tornarono in
mezzo al gruppo:<< Fai tanto il santarellino e poi
invece… >> gli
ricordò l’amico con un sorriso e una pacca sulla
spalla:<< Se avessi
dovuto contare su di te Libe sarei già morto da tempo
>> commentò Frankie
stringendo la mano di Lila e baciandole una tempia:<< Oh
andiamo non fare
il permaloso proprio adesso…ti sono stato d’aiuto
quando le ho spifferato che
eri cotto di lei >> commentò l’amico
sorridendo e ricordando quello che
si era lasciato sfuggire con Leila durante la prima settimana
all’hotel:<<
Non so se ringraziarti o prenderti a pugni Libe >>
commentò Frankie
ridendo, ma poi due occhi blu dietro la spalla di Nott lo fecero
sorridere
ancora di più:<< Scusami Libe,
devo… >> poi guardando Leila
sorrise:<< Dobbiamo…parlare con una persona
>> guardando anche
Leila nella stessa direzione e incrociando gli occhi di Isaac Atelier
lei annuì
stringendo la mano di François, doveva ammettere che le
metteva un po’ di ansia
incontrare quell’uomo in qualità di futuro suocero!
<<
Papà >> e Frankie si avvicinò al
padre che, caso strano ma poi non così
tanto, era accanto a Jeremy Tallyst:<<
François, Leila >> e sorrise
alla ragazza:<< Io e Jeremy stavamo scambiando quattro
chiacchiere tra
vecchi amici >> << Amici? >>
domandò François perplesso:<<
Rivali suona meglio Isaac >> commentò Jeremy
con un sorriso:<<
Quando mai siamo stati rivali? Tu volevi Joceline, io Elodie
>> <<
Sì, ma mia moglie ha pensato bene di usare il bel francese
dagli occhi blu per
farmi ingelosire per tutto il tempo e tu eri d’accordo
>> Isaac
sorrise:<< Ho sempre detto che Joy era una donna sveglia
>> a quel
discorso François guardò il padre capendoci
ancora meno:<< Aspetta…mi
stai dicendo che voi…che voi due…
>> << Sì François,
quando io ho
conosciuto tua madre Jeremy ha conosciuto sua moglie e per uno strano
caso del
destino i nostri figli… >> << Si
sono innamorati allo stesso modo,
destino, Isaac? Tu hai maneggiato tutto fin dall’inizio
>> commentò
Tallyst ridendo:<< Sì, ma non potevo prevedere
di chi si sarebbe
innamorato mio figlio >> l’altro lo
guardò scuotendo il capo:<<
Bionda, occhi azzurri, tu e tuo figlio avete gli stessi gusti
lasciatelo dire
>> poi voltandosi verso sua figlia
aggiunse:<< Ad ogni modo,
nonostante le trame di questa vecchia volpe, sono felice per te tesoro
mio, non
posso essere più felice dell’uomo che si
prenderà cura di te adesso >>
poi lasciando il bicchiere sul tavolo si avvicinò alla
figlia stringendola in
un abbraccio:<< Sono fiero di te Leila, lo sono sempre
stato >> Lila
si asciugò in fretta le lacrime che non avevano ancora
smesso di caderle sul
viso guardando suo padre:<< Perché non mi hai
detto che tu e mamma vi siete
conosciuti… >> <<
Perché non saresti venuta qui e avresti pensato
ad un imbroglio da parte mia, invece io volevo solo che tu fossi felice
>> la ragazza lo guardò
sorridendo:<< Ti voglio bene papà
>>
lui le accarezzò una guancia:<< Ti voglio bene
anch’io piccola >>
Rientrando
in camera Ian non poté fare a meno di guardare il sorriso
che ancora aleggiava
sulle labbra di Maggie; avevano ballato per tutta la sera, avevano
brindato a
Frankie e Leila, l’aveva stretta a sé e baciata
così tante volte nell’arco di
quelle poche ore che sapeva bene che il suo sapore non lo avrebbe
abbandonato
tanto presto.
<<
Dorian? >> lui si voltò a guardarla, non si
era nemmeno accorto che lo
stava chiamando perso com’era nei suoi
pensieri:<< Scusami…stavo pensando
>> lei sorrise avvicinandosi e alzando le mani sul
papillon di lui
iniziando a scioglierglielo:<< L’avevo notato
mon cher…a che pensavi?
>> lui le mise le mani alla vita con un piccolo
sorriso:<< A questa
serata >> lei finì di slacciargli il
cravattino facendoglielo scivolare
dal collo:<< La serata perfetta vuoi dire?
>> << Perfetta?
>> lei sorrise facendo spallucce:<< Quasi
perfetta, mancava
qualcosa ma penso di poter aspettare >> <<
Aspettare? >> lei
annuì sorridendo:<< Sì,
aspetterò >> sapendo bene ciò che
Margaret
stava aspettando e morendo lui stesso dalla voglia di farlo Ian si
tolse la
giacca appendendola ad un gancio accanto alla porta:<<
Posso rimediare in
qualche modo alle mie mancanze mademoiselle? >> le
domandò avvicinandosi
e stringendola tra le braccia mentre le accarezzava i fianchi con una
mano e
con l’altra saliva a cercare la cerniera del
vestito:<< Ian… >>
<< Si? >> << Vuoi davvero
farlo ora? >> << Voglio
farlo dal primo istante in cui ti ho vista con questo vestito addosso
stasera
ma avevamo un ballo a cui partecipare >> <<
Dovrò stare attenta ad
indossare questo vestito quando sono con te >> lo prese
in giro poi continuò
abbassando le mani e sfilando la camicia di lui dai
pantaloni:<< Ma anche
tu in smoking sei una tentazione troppo grande >> la
guardò per un attimo
cercando la forza di fermarsi o di dire qualsiasi cosa che li facesse
semplicemente
sdraiare uno vicino all’altro nel letto, ma le labbra di
Maggie sul suo collo
gli fecero perdere ogni speranza:<< Lasciati andare,
rilassati… >>
incapace di resistere ancora Dorian le sollevò il vestito
fino alla vita
sollevando poi lei facendole allacciare le gambe alla sua
vita:<<
Reggiti, devo fare una cosa e mi servono entrambe le mani
>> poi quasi
fosse la cosa più naturale del mondo arretrò di
qualche passo finché non sentì
la sponda imbottita del letto dietro di sé; si
slacciò in fretta la cintura e
il bottone dei pantaloni facendoli scivolare a terra per poi lasciarsi
cadere
sul letto con Maggie sopra di sé:<< Ian!
>> lo prese in giro lei con
un sorriso:<< Cosa? >> le
domandò innocentemente prima di baciarla
di nuovo:<< Ti ho detto di non poter aspettare ancora
>> e
ribaltando in fretta le loro posizioni la guardò sorridendo
mentre il suo corpo
si avvicinava a quello di lei:<< Fermami se vado troppo
veloce, fermami
se… >> ma per tutta risposta Maggie si
avvicinò a lui trovando
naturalmente la sua metà:<< Ti voglio e
smettila di parlare >> il
resto fu solo un silenzioso incontro di anime e corpi rotto dai loro
sospiri e
dalle loro mani strette le une in quelle dell’altro; mentre
si lasciava andare
verso il paradiso Maggie sorrise, nemmeno la loro prima volta Dorian
era stato
così passionale, c’era qualcosa di diverso quella
sera, forse era il vino,
forse era tutta quell’atmosfera di festa o il fatto che lui
fosse convinto di
doverla salutare il mattino dopo, almeno per un
po’…sorrise mentre i brividi
dell’orgasmo cominciavano a scuoterla: non vedeva
l’ora di vedere la sua faccia
quando gli avrebbe detto che non sarebbe partita.
<<
Così questo è un addio? >>
domandò Niko con un sorriso mentre, tutti
riuniti nella hall la mattina dopo, si stavano preparando a
partire:<<
Beh diciamo un arrivederci Nikolaj, possiamo sempre ritrovarci qui tra
qualche
tempo e vedere come siamo finiti >> commentò
James con un sorriso stringendo
la mano di Noelle:<< Voi due? Tra meno di un anno avrete
già il primo
Rhodes in arrivo e so che non sarà l’ultimo
>> commentò l’altro e Jamie
sorrise:<< Forse… >>
<< James! >> e Noelle arrossì
dando una sberla sul braccio del fidanzato:<< Beh almeno
lui te lo sta
dicendo apertamente e non usa sua figlia come scusa >>
commentò Delila
sorridendo e guadagnandosi un’occhiata di fuoco da
Daniel:<< Poteva
rimanere una cosa privata my love >> la
rimproverò nervoso e lei si voltò
sorridendogli diabolica:<< Assolutamente no, non
finché non ti deciderai
a farmi una proposta come si deve >> gli occhi di Daniel
raccolsero la
sfida e prendendola per i fianchi la tirò a
sé:<< Come vuoi, se lo devo
fare qui davanti a tutti >> e sorridendo la
guardò dritto negli
occhi:<< Sposami Delila Shepperd, domani appena arriviamo
a casa >>
gli occhi di lei si spalancarono:<< Cosa? Ma
sei… >> poi alzando
gli occhi al cielo aggiunse:<< Sei impossibile Daniel!
>> <<
Ti amo, che senso ha aspettare? >> anche se non era
lì con lei a Delila
sembrò di sentire la risata divertita di Oliver nelle
orecchie, chissà come se
la sarebbe ghignata il suo migliore amico vedendo quella scena!
<<
Beh scusate ma noi dobbiamo andare, abbiamo una barca da prendere
e… >>
<< Luna di miele in barca a vela…dio
com’è romantico >> e Leila
guardò Lilith con un sorriso mentre la ragazza si stringeva
a Michael:<<
Oh smettila Lila, niente sarà più zuccheroso
della proposta di Frankie di ieri
sera >> commentò la ragazza:<<
Solo perché io non ho visto la sua
serenata al Moulin Rouge >> << Signore, non
è una… >> cercò
di fermarle Mike ma Lilith alzò una mano per
bloccarlo:<< Tra me e lei
stangone è sempre una gara…ma stavolta penso sia
un pareggio >> Lila
annuì abbracciando poi stretta
l’amica:<< Mi mancherai Lily! Mi mancherai
da morire! Promettimi che verrai a trovarmi presto! >>
<< Quando
giurerai per diventare un auror sarò lì a godermi
la scena Tallyst non ti preoccupare
>> poi guardando Frankie aggiunse:<< O
quando deciderete la data,
ti servirà una damigella d’onore, giusto?
>> << Assolutamente sì!
>> << Ehi ma Nott e la Flecter dove sono?
>> domandò a quel
punto Michael guardandosi intorno:<< Libero ha avuto una
chiamata da sua
nonna, sono partiti poco fa, hanno detto di salutarvi e che ci
rivedremo
presto, magari a Roma >> << Andranno a Roma
allora… >> commentò
Niko:<< A quanto pare, ma con quei due non si sa mai
>> replicò
Frankie sapendo bene che se Libero era una bomba, Bunny era il
fiammifero che
innescava la sua miccia!
<<
Passeremo a salutarli quando andremo da quelle parti allora
>> concluse
Valuev stringendo Iris a sé:<< So che
è scontato da dire, ma mi
mancherete tutti >> commentò Maggie con un
piccolo sorriso:<< Sì,
hai ragione ma davvero dobbiamo rivederci >>
<< Tra un anno o giù
di lì, giusto per vedere come siamo andati a finire!
>> commentò Niko
sorridendo:<< Ti avrò ucciso da qui ad un anno
se continui così sbruffone
>> << Sicura lyublyu? >> e
guardò Iris con quei suoi occhioni
neri che erano diventati così dolci:<< Vedremo
>> lo prese in giro
lei tornando poi a salutare tutti gli altri.
Rimasti
soli Frankie prese Leila per mano guardando suo fratello e
Maggie:<< Noi
andiamo a mangiare fuori, volete unirvi a noi? >> Maggie
fece per
rispondere quando Ian scosse il capo:<< Ho delle cose da
fare, magari ci
vediamo più tardi fratellino >> poi guardando
Leila aggiunse:<< Non
ho ancora avuto occasione di dirtelo Leila: benvenuta in famiglia
>>
<< Grazie Dorian >> quando anche Frankie e
Lila se ne furono andati
Maggie si voltò verso il fidanzato:<< Che
cos’hai da fare? >> lui
la guardò senza alcuna espressione in viso:<<
Voglio stare un po’ con te,
tutto qui >> << Abbiamo tutto il tempo del
mondo Ian, non c’è
bisogno di… >> << Abbiamo tutto
il tempo del mondo prima che tu
parta? >> << Cosa? >>
<< Beh i Jeux d’amour sono
finiti, devi tornare a Londra >> inaspettatamente Maggie
gli afferrò la
mano e prima che lui potesse capire che cosa stava succedendo si
ritrovò nella
sua camera con lei immobile e decisamente nervosa davanti.
<<
Cosa vuol dire che devo tornare a Londra? Credevo avessi capito
>>
<< Capito cosa? >> lei fece un piccolo
sorriso:<< Non tornerò
a Londra Dorian, resterò qui, a Parigi, con te
>>
Peggy
ha una vita e un
lavoro a Londra…le
parole di Bob Stains gli rimbombarono nel cervello come se lui fosse
stato lì
ad urlargliele addosso!
E
restare qui perché si
è infatuata di un ragazzo durante l’estate non
è certo quello che mi auguravo
per lei
Infatuata…lui
e Maggie non si erano semplicemente infatuati ma proprio per
ciò che provava
per lei non poteva permettere che lei facesse un errore del genere, lui
non
valeva così tanto…
<<
Perché? Perché vuoi restare qui? >>
<< Perché? Ian andiamo non puoi
essere serio >> gli disse cercando di restare calma,
cominciavano a
preoccuparla le sue parole:<< Maggie tu hai un lavoro a
Londra, hai una
carriera e… >> << Posso farne a
meno, posso cercare altro anche a
Parigi, non è importante che… >>
Ha
lavorato molto
duramente per arrivare dov’è e il suo lavoro le
darebbe molte possibilità di
avere un brillante futuro
Quel
brillante futuro che lui le stava rovinando con la sua presenza! Forse
c’era un
motivo se quella sera al ministero non le aveva parlato, se lei
all’epoca era
impegnata con un altro…uno stupido gioco del destino
gliel’aveva portata a
Parigi e lui aveva vissuto i due mesi più belli della sua
vita ma ora non
poteva lasciare che lei si rovinasse per lui, non a quel prezzo o si
sarebbe
odiato per tutta la vita e anche lei lo avrebbe odiato.
<<
Non è importante? Margaret hai appena avuto una promozione,
ho lavorato al
ministero e so cosa vuol dire avere una promozione, soprattutto per un
indicibile >> a quelle parole lei si
bloccò:<< Come sai che…come
fai a… >> Dorian si avvicinò alla
propria scrivania tirandone un foglio
di pergamena piegata in due:<< Seza l’ha
trovata qualche giorno fa
sistemando la mia camera e me l’ha portata >>
poi avvicinandosi e
porgendole la lettera aggiunse:<< Non ti sei nemmeno
preoccupata di dirmelo,
non hai neanche pensato che dovessi saperlo >>
<< No, non l’ho
pensato perché anche prima che arrivasse questa lettera
sapevo già quello che
volevo e che avrei fatto, io voglio te, ti amo e voglio passare la mia
vita con
te >>
Prima o
poi uno dei due
dovrà fare un sacrificio e rinunciare a qualcosa e,
perdonami la franchezza
Dorian, ma non so se tu lo faresti
Oh
sì che lo farebbe, anzi lo stava facendo! E dio solo sapeva
quanto gli costava
quello che stava per dire!
<<
Forse sono io che non voglio passare il resto della mia vita con te
>>
gli
occhi di Margaret si riempirono di lacrime a quella voce dura e a
quelle parole:<<
Che stai dicendo? >> Ian si voltò guardando il
quadro che aveva dipinto
quella famosa notte dopo la festa:<< Che non voglio che
resti qui, non ti
voglio con me, non se il prezzo da pagare è questo
>> << Dorian! Dorian
non puoi dire davvero, stai scherzando…ti prego non
puoi… >> e lei si
avvicinò facendo per abbracciarlo ma Ian si
scansò e per la prima volta da
quando si erano conosciuti Maggie si sentì sola nonostante
lui fosse a pochi
centimetri da lei:<< Ian…hai detto di
amarmi…hai detto che… >> lui
si voltò, non riusciva a guardarla negli occhi e dire quello
che stava
dicendo:<< So quello che ho detto >>
<< Hai sempre mentito
allora? Non puoi dire di amarmi e farmi questo, non
puoi…volevi solo… >>
<< Non ho mentito Margaret, ti ho amato e forse ti amo
ancora ma non
penso sia sufficiente >> la sentì singhiozzare
e si odiò per tutto il
male che le stava facendo:<< Guardami in faccia, dimmi
che non mi ami e
che vuoi che me ne vada guardandomi in faccia >> Dorian
prese un respiro
profondo per poi voltarsi verso di lei, i suoi occhi erano
così scuri da
sembrare quasi neri e quelli di Maggie erano rossi e pieni di
lacrime:<<
Ti amo, ma non voglio che tu rimanga >> era anche peggio
che sentirsi
dire che non l’aveva mai amata:<< Non ha senso
quello che stai dicendo,
non puoi amarmi e non volere… >>
<< Probabilmente amarci non è
sufficiente >> poi avvicinandosi alla porta e mettendo la
mano sulla
maniglia aggiunse:<< Ti manderò Yanna per
darti una mano con le valige
>> e con quell’ultima frase uscì
sbattendo la porta.
Rimasta
sola Maggie si accasciò sul pavimento in preda ai singhiozzi
e con gli occhi
gonfi di pianto.
<<
Ian! Ian! >> Dorian alzò appena la testa dalla
poltrona di pelle dov’era
seduto quando suo fratello entrò come una furia nella sala
da biliardo dove si
era rintanato per tutto il giorno:<< Ciao fratellino,
è andato bene il
pranzo? >>
Frankie
rimase immobile, non aveva mai sentito la voce di suo fratello a quel
modo e i
suoi occhi blu erano lucidi, quasi avesse pianto, poi notando le due
bottiglie
di Bordeaux, una vuota e l’altra a metà poggiate
sul tavolino aggiunse:<<
Che cos’è questa storia di Maggie? L’ho
incrociata poco fa e… >> <<
L’ho lasciata Frankie, che cosa c’è di
difficile da capire? >> <<
Perché?
Perché Santo Godric ha lasciato quella benedetta ragazza?
>> Dorian si
alzò avvicinandosi alla finestra:<<
Perché non l’avrei resa felice, lei
ha una vita a Londra, ha un futuro e un lavoro, io non ne
farò mai parte
>> sentì i passi di François che si
avvicinavano sul parquet:<< È
per l’hotel? >> << Cosa?
>> << L’hai lasciata
perché papà
vuole che tu stia qui a dirigere l’hotel e non vuoi impedirle
di avere la sua
vita? >> ma perché suo fratello era
così perspicace? O meglio quando lo
era diventato? Aveva passato tutta la vita cercando di dare a lui e suo
padre
la vita felice che meritavano, lui era solo un punto in più
nell’equazione ma
non aveva così tanta importanza.
<<
Che cosa ti fa
credere che sia per l’hotel >> <<
So che cosa voleva papà da te, so
che cosa faresti tu per renderlo felice >>
<< E perché ne stiamo
parlando se sai così tante cose fratellino? >>
Frankie si avvicinò
ancora:<< Perché voglio che mio fratello sia
felice e che non rinunci
alla donna che ama solo per far felice nostro padre >>
Dorian scosse il
capo:<< La tua ingenuità mi fa ridere
fratellino, da domani io dirigerò
questo posto e Maggie avrà la sua vita e la sua carriera,
non ci metterà molto
a dimenticarsi di me, tutti avremo quello che vogliamo e tutti saremo
felice
>>
nonostante
quelle parole il suo tono altamente sarcastico non sfuggì a
suo fratello e così
Frankie decise di tagliare corto:<< Ho detto a
papà che dirigerò io l’hotel,
gli ho chiesto di lasciarti libero >> <<
Cosa? >> e Ian si
voltò di scatto verso il fratello:<< Abbiamo
parlato per un po’ prima che
ti venissi a cercare, dirigerò io l’hotel insieme
a lui e poi me lo lascerà
quando sarò pronto >> gli occhi di Dorian si
spalancarono per la sorpresa
per poi scurirsi
dalla rabbia:<<
Chi ti ha chiesto di immischiarti nella mia vita? Chi ti ha chiesto
di…
>> << Sei mio fratello, che cosa avrei
dovuto fare? >>
<< Lasciarmi in pace! Ho passato tutta la vita a fare in
modo che tu
avessi quello che vuoi, che papà fosse felice,
perché devi rovinare tutto solo
per fare l’eroe della situazione? >>
<< Io non…Ian io non voglio…
>> << Dovevi pensarci prima fratellino
>> gli ricordò acido
tornando a guardare la finestra:<< Volevo solo che anche
tu fossi felice,
ora non c’è niente che ti impedisca di andare a
Londra se vuoi stare con Maggie
>> << Chi ti dice che lo voglio
>> << La ami >>
replicò François con calma:<< Non
sai che cosa provo >> <<
No, ma so che lei è l’unica che ti
renderà felice e io non voglio rischiare di
perderti di nuovo perché tu pensi sempre agli altri e non a
te stesso >>
<< Di nuovo? >> domandò Dorian
girandosi poi guardando gli occhi colpevoli
del fratello minore aggiunse:<< Chi di loro tre te lo ha
detto? >>
sapevano entrambi di cosa stavano parlando, ora Ian voleva sapere chi
dei suoi
migliori amici doveva uccidere:<< Quando io e te abbiamo
litigato Marcel è
venuto a parlarmi e… >> non voleva dirglielo e
gli era sfuggito
involontariamente e, guardando gli occhi di suo fratello, sapeva che
ora era
nei guai:<< Bene! Marc e io dobbiamo fare un discorso
>> poi senza
pensare ad altro Dorian si smaterializzò lasciando
François solo nella sala da
biliardo.
Grimilde's
I giochi sono finiti, siamo alla fine e per tutti o quasi sta per
cominciare il lieto fine...
Pensate che vi lascerò così? E' finita davvero?
Chi lo sa...non vi resta che aspettare il prossimo capitolo per
saperlo...
|
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Capitolo 29 *** 28 - Sogni e futuro ***
Capitolo 21
Grimilde's
Un piccolo salto
avanti prima di tornare indietro... premetto che i
prossimi capitoli saranno un po' più corti di come siete
abituati, in fondo siamo alla fine...poche cose ricche di significato e
pochi giri di parole...(questo capitolo in particolare è
molto
breve perchè è una sorta di piccolo salto nel
futuro da
quando tutti hanno lasciato l'hotel...calcolate che alla fine di ogni
paragrafo è passato circa un anno o poco più)
Erano
ormai passati quasi dodici mesi da quando i giochi erano finiti e
ognuno era
tornato alla sua vita, magari con qualche piccola differenza ma la vita
lontano
da Parigi e anche nella città
dell’amore…era sempre la stessa meravigliosa
favola.
James e Noelle - Londres: une maison, deux enfants et un chien
<<
Signora Rhodes >> e con un sorriso Jamie entrò
nella casa che lui e
Noelle avevano comprato poco lontano da Hyde Park dove lui si era
innamorato di
lei; nel giardino c’era perfino il grande ciliegio che aveva
predetto Jamie, la
sola cosa che mancava ai due manco a dirlo erano dei bambini, per
quanto ci
stessero provando sembravano non voler arrivare mai.
Avevano
passato i primi mesi in trepidante attesa, poi l’attesa era
diventata ansia e
l’ansia…beh per Noelle in certi momenti era
diventata addirittura disperazione
e James aveva dovuto dar fondo a tutte le sue doti di Occlumante per
evitare
che la moglie leggesse i suoi tristi pensieri, almeno uno di loro due
doveva
essere forte per entrambi.
<<
Noelle dove sei? >> la chiamò ancora mentre
con la giacca ancora stretta
addosso avanzava per l’ingresso dirigendosi verso il
soggiorno:<< Sono di
sopra >> lo chiamò la voce di lei e lanciando
un’occhiata a ciò che
nascondeva dentro la giacca l’auror sorrise.
<<
Che cosa stai facendo? >> le domandò poi
entrando nella stanza, ancora
vuota, che volevano trasformare nella cameretta dei loro futuri
figli:<<
Sto pensando >> << Pensando a cosa?
>> le domandò
avvicinandosi piano per non mandare a monte la sua
sorpresa:<< A cosa
fare di questa stanza, non prendiamoci in giro Jamie, volevamo tenerla
per i
nostri figli ma comincio a pensare che non arriveranno mai e so che lo
pensi
anche tu ma che non vuoi che lo sappia >>
<< Io non…Noelle…
>> e cercò di stare calmo mentre moriva dalla
voglia di prenderla tra le
braccia e consolarla:<< Non riesci a bloccarmi anche
mentre dormi James,
so che non dovrei ma ho dato una sbirciata ai tuoi pensieri
l’altra notte, è
colpa mia probabilmente ma penso che non potremmo mai…
>> un piccolo
guaio attirò l’attenzione di
Noelle:<< Che cos’è stato?
>> domandò
allora lei guardandosi intorno:<< Cosa? Io non ho sentito
niente >>
di nuovo quel suono:<< Oh andiamo Jamie non puoi non
sentirlo >> e
a quelle parole lei si voltò verso suo marito notando il
grosso rigonfiamento
sotto la giacca a vento che lui indossava:<< Che cosa
stai facendo?
>> la cosa che James teneva al caldo sotto la giacca
cominciò ad agitarsi
sentendo i passi di Noelle e prima che uno dei due potesse accorgersene
un
piccolo musetto bianco e marrone dai vivaci occhi azzurro chiaro
spuntò dalla
giacca di James guardando poi Noelle con curiosità e
muovendo ripetutamente il
suo piccolo nasino rosa per annusare l’aria attorno a
sé.
<<
Jamie ma cosa? >> lui fece spallucce aprendo del tutto la
giacca e prendendo
il cucciolo tra le mani:<< So che non è un
momento facile amore e so che
stai male ma sono convinto che non sia colpa tua o mia, ci serve
solamente del
tempo >> poi allungando le mani per dar modo a Noelle di
prendere il
cucciolo aggiunse:<< È un’Australian
Shepperd, dicono che sia un ottimo cane
da guardia e perfetto per stare con i bambini, so che avremo dei
bambini un
giorno ma tu a Parigi hai detto che volevi una casa, dei figli e un
cane…beh la
casa c’è, ora abbiamo un cane…sono
sicuro che i figli arriveranno presto
>> << Ti amo James Rhodes, ti amo
immensamente >> commentò
Noelle e fece per sollevarsi sulle punte e baciare James quando il
cucciolo si
mise in mezzo leccandole la faccia e destando le lamentele del padrone
di
casa:<< Ehi! >> << Cosa
c’è piccolo…vuoi le coccole? Vuoi le
coccole della mamma? >> James scosse il capo guardando
Noelle che
coccolava il cucciolo, perché aveva come
l’impressione di essersi rovinato con
le sue mani?
Tre
mesi dopo di ritorno dal fantomatico ritrovo che lui stesso aveva
predetto
James si ritrovò a guardare sua moglie seduta sul divano che
con gli occhi lucidi
continuava a guardare il piccolo stick che aveva in
mano:<< È positivo…Jamie
è positivo… >> con gli occhi colmi
d’amore lui si inginocchiò davanti a
lei prendendole le mani:<< Vedi che avevo
ragione…ci serviva solo tempo
>> lei sorrise accarezzando con una mano la testa di
Pluto che le sedeva
accanto sul divano:<< Ci serviva di nuovo Parigi
>> James fece
spallucce:<< Sì, anche quello ha aiutato
>> poi guardando ancora la
moglie aggiunse:<< Come lo vuoi chiamare?
>> la risposta a quella
domanda arrivò sei mesi dopo quando James e Noelle si
trovarono a compilare i
moduli del San Mungo per registrare la nascita di Sean e
Gillian
Rhodes
Mike e Lilith - partout dans le monde en 365 jours
<<
Vuoi stare lì tutto il tempo a fare la lucertola nanetta o
pensi di venire a
farti una nuotata? >> e con la sua calda risata Michael
guardò la sua
fidanzata sdraiata su un comodo sdraio all’ombra di una palma
sulla bianca
spiaggia di Maui, Lilith sorrise alzandosi gli occhiali da sole sopra
la testa
e sollevandosi appena in modo da godersi quello splendido adone in
costume:<< Sei un dottore Michael Gail, dovresti saperlo
che le donne
incinta hanno bisogno di riposo, relax e attenzioni >>
prima che lei
potesse capire le sue intenzioni Mike si smaterializzò per
riapparire accanto a
lei mentre faceva scivolare una mano ancora bagnata sulla sua pelle
accaldata:<<
Mike! È fredda! >> e lei fece per scostarsi ma
le mani di Mike le
afferrarono le spalle mentre le labbra di lui trovavano le sue in quel
gesto
che ormai era naturale come respirare:<< Hai detto
attenzioni no?
>> poi abbassandosi e sorridendo alla pancia leggermente
arrotondata di Lilith
aggiunse:<< Ehi piccolo fai il bravo nella pancia della
mamma perché altrimenti
lei se la prenderà con me >> <<
Gail! >> lo rimbeccò Lil
incrociando le braccia sul petto e a quell’espressione
accigliata Mike scoppiò
a ridere:<< Ti detesto quando fai così
>> << E se faccio
così? >> domandò lui facendola
stendere di nuovo sulla sdraio e
mettendosi sopra di lei guardandola con quei grandi occhi scuri e la
collana
che Lilith gli aveva regalato che penzolava tra di
loro:<< Forse un po’
meno >> commentò la ragazza e fu in quel
momento che a Mike venne l’idea…
…<<
Vieni in spiaggia? Sono le nove di sera, che cosa diavolo vuole fare
a…
>> ma le parole di Lil furono bloccate quando, una volta
raggiunta la
piccola insenatura dove erano stati fino a dopo pranzo, vide Mike
immobile
sotto uno splendido arco di Hibiscus in fiore: indossava una camicia
azzurra e
un paio di pantaloni di lino chiari mentre i piedi gli affondavano
nella calda
acqua della riva del mare:<< Mike…io
non…non capisco… >> solo
avvicinandosi notò che accanto al suo fidanzato
c’era un altro uomo, dalla
palle olivastra e un’improbabile completo fatto da bermuda e
camicia a
fiori:<< Ho pensato ad una cosa oggi mentre eravamo qui
Lil >> poi
allungandole una mano aspettò che lei lo raggiungesse e la
portò esattamente
sotto l’arco:<< Quando eravamo a Parigi ti ho
detto che non mi
interessava dove o come perché tu per me eri già
mia moglie >> gli occhi
di lei cominciarono a diventare lucidi, forse intuendo le intenzioni di
lui:<< Quindi ho pensato che era giunto il momento di
ufficializzare la
cosa, mi spiace solo che le nostre famiglie non siano qui con noi ma ci
rifaremo una volta a casa, ora voglio farlo e voglio che sia per sempre
>> solo in quel momento Lil capì
perché lui avesse insistito tanto quella
sera a farle indossare quel delicato prendisole bianco con i ricami di
pizzo,
aveva già pensato a tutto il furbo!
<<
Freddy è un impiegato dell’ambasciata inglese del
ministero e può regolarizzare
tutto adesso se vuoi >> le spiegò Mike
indicandole il libro e la piuma
che l’uomo con la camicia a fiori le stava porgendo e Lilith
notò il suo nome
in fondo ad un atto che redigeva le loro nozze:<< Devo
solo firmare?
>> domando poi guardano prima il funzionario e poi
Mike:<< Sì basta
solo una firma signorina Sherwood >> Lilith prese la
piuma e, con la mano
che le tremava un po’, appose la sua firma accanto a quella
di Mike poi alzando
gli occhi su di lui sorrise raggiante con gli occhi pieni di lacrime di
gioia:<< Gail…signora Gail >>
Michael sorrise a sua volta:<<
Lilith Gail…suona bene non trovi? >> lei si
alzò sulle punte mentre lui
si chinava per baciarla:<< Benissimo >>
<<
Ancora una spinta…ancora una Lil…forza ce la puoi
fare… >> la donna si
voltò verso Mike che le stringeva la mano accanto al letto
mentre una dottoressa
stava facendo nascere il loro bambino:<<
Perché sei voluto entrare? Non voglio
che… >> cercò di dire lei ma
l’ennesima contrazione la colse impreparata:<<
Spinga! Ora signora! >> le intimò la
dottoressa quasi come un sergente e
pochi istanti dopo un piccolo pianto si levò nella sala
parto del San Mungo.
Quando
l’infermiera pose il fagottino avvolto in una candida coperta
tra le braccia di
Lilith, Mike le si avvicinò con un sorriso accarezzando la
fronte del piccolo
che, ancora con gli occhi chiusi, cercava sua madre:<<
Per questo amore
mio, non me lo sarei perso per niente al mondo >>
sentendo delle voci
accanto a sé il bambino aprì di colpo gli occhi
guardando le sagome indistinte
davanti a sé, avevano un odore così famigliare e
così buono:<< Ciao
piccolo… >> mormorò Mike quasi
commosso da tanta perfezione:<< Mike…ti
presento tuo figlio >> poi guardando il bambino e
girandolo appena verso
suo padre aggiunse:<< Tyler…lui è
Mike il tuo papà >> il sorriso di
Michael le scaldò il cuore e la lacrima solitaria che scese
sul suo viso la
fece sorridere, il suo stangone aveva un cuore così
grande:<< Ti amo
Lilith Gail >> poi guardando il bambino
aggiunse:<< E amo anche te
Tyler Levi Gail >>
Daniel e Delila - Camomille et campagne
<<
Mamma! Mamma! >> Delila alzò gli occhi dal
libro di nomi che stava leggendo
guardando Abigail che tornava correndo dal sentiero che costeggiava il
bosco,
aveva qualcosa tra le mani e, a giudicare dallo sguardo sconsolato di
Daniel
poco dietro di lei, era qualcosa che avrebbe portato ancora maggiore
scompiglio
in quella casa!
<<
Mamma guarda! Guarda cos’ho trovato! >> e
sorridendo raggiante Abby si
avvicinò a lei aprendo le mani e mostrando il piccolo
animaletto peloso che le
si rigirava tra le braccia:<< Abby ma…
>> << È bello vero?
L’ho
trovato vicino al torrente, era tutto solo… >>
poi lanciando di nuovo uno
sguardo al piccolo gattino nero che stava miagolando piano
aggiunse:<<
Posso tenerlo? Posso mamma? >> Delila alzò gli
occhi verso
Daniel:<< Hai chiesto a papà? >>
lui fece un piccolo segno di no
con la testa e lei sorrise guardando la figlia:<< Allora
può restare, ma
devi trovargli un nome, non possiamo chiamarlo gatto per sempre
>> ferma
a guardare il micio Abby parve pensarci poi l’animale si
voltò verso di lei
guardandola curioso con i grandi occhi gialli:<<
Mamma…dici che zio
Oliver si offenderà se lo chiamo come lui? >>
Delila alzò gli occhi
vedendo lo sguardo divertito di Daniel mentre si avvicinava alla
figlia:<<
Oh no tesoro, scommetto che a zio Oliver farà molto
piacere…anzi potresti
perfino chiamarlo Olly >> Delila scosse la testa in
silenzio, amava suo
marito e amava il suo migliore amico ma quei due non avrebbero mai
smesso di
punzecchiarsi e il nome del gatto era solo l’ultimo di una
lunga fila di
esempi!
Quando
Abby corse in casa poco dopo per far vedere a nonna Joanne il nuovo
arrivato
Daniel ne approfittò per sedersi sul dondolo del giardino
accanto a sua
moglie:<< Sei davvero perfido quando vuoi sai
>> << Ehi sei
tu che le hai permesso di tenerlo signora Shepperd-Johnson
>> lei rise
piano, sapeva che suo marito non aveva digerito la sua decisione di
tenersi
anche il proprio cognome accanto a quello da sposata:<<
Me lo rinfaccerai
ancora per tanto? >> gli domandò allora
fingendosi offesa e Daniel parve
pensarci:<< Beh sì…credo di
sì… >> poi chinandosi verso di lei
e
baciandola aggiunse.<< Almeno finché resterai
mia moglie e ciò vuol dire
per tutto il resto della nostra vita >> lei sorrise
ricambiando il suo
bacio:<< Mi sembra un bel progetto…
>> lui annuì poi i suoi occhi
caddero sul libro di nomi che lei aveva poggiato accanto a
sé:<< Stai
ancora leggendo quel libro? >> Delila lo
guardò seria:<< Nostro figlio
deve avere un nome Daniel, nascerà tra due settimane non
possiamo… >> ma
la risata di lui la bloccò:<< Cosa
c’è? >> << Lui ha
già un
nome >> poi sapendo bene che lei avrebbe preteso una
spiegazione
aggiunse:<< Ed è l’unico che tu
vorresti davvero dargli: Markus >>
il cuore di Delly si bloccò per un attimo sentendo nominare
suo
fratello:<< Daniel io non so se…
>> lui annuì stringendole le
mani:<< Glielo devi, so che a lui sarebbe piaciuto e
forse anche ai tuoi
>> Delila parve pensarci ancora, le faceva male ripensare
a quella parte
della sua vita:<< Markus…Markus Oliver
Shepperd-Johnson >> sentendo
il secondo nome Danny fece una smorfia:<< No ti
prego…non farmi questo,
quel damerino non la smetterà più di gongolare
così >> << Sarà il
suo padrino Daniel, deve portare il suo nome >> Johnson
alzò gli occhi al
cielo:<< Perché lui doveva essere compreso nel
pacchetto? Io volevo solo
te >> << Oliver è il mio
migliore amico >> << Poteva
restarsene a Londra, Boston, dove diavolo era…invece ora
è sempre tra i piedi
>> le ricordò cercando di fingersi serio ma in
realtà sorrideva anche lui
per quanto essere il testimone della sposa aveva cambiato la vita di
Oliver che
aveva conosciuto la sua attuale fidanzata proprio grazie al loro
matrimonio:<<
Dovresti essere più buono, se non fosse stato per lui non
saresti mio marito
>> Daniel incrociò le braccia sul petto senza
rispondere e scoppiano a
ridere divertita Delila gli baciò una
guancia:<< Ti amo signor brontolone
permaloso >>
<<
Odio quel gatto >> commentò Oliver guardando
il grasso gatto nero che
stava sonnecchiando sul suo cuscino accanto al camino come se non
avesse un
pensiero al mondo, poi girandosi verso la sua amica e prendendo tra le
braccia
il bambino che puntava le braccine verso di lui
aggiunse:<< Fortunatamente
ci sarai tu a portare avanti il nostro nome campione, so che sarai un
perfetto
Serpeverde quando sarà il momento >> Delly
storse il naso:<< Stai
già portando mio figlio sulla cattiva strada Oliver De la
Tour? >>
<< Ehi anche io ero un Serpeverde, cosa vuoi dire con
questo? >>
domandò Daniel alzando gli occhi dal libro che stava
leggendo con Abby sulle
ginocchia:<< Appunto >> commentò
Delila con un sorriso:<<
Spero che nostro figlio non prenda tutto da te o sarò
rovinata >>
<< Ricordami perché siamo insieme?
>> domandò Danny
sarcastico:<< Perché mi ami Daniel Johnson e
io amo te >> a quelle
parole un piccolo sorriso comparve sulle labbra di
Danny:<< Sì, ti amo
>>
Iris e Niko - Ying e Yang
<<
Ho detto di no e non cambio idea donna! >> sentendosi di
nuovo chiamare
donna con quel modo imperioso e autoritario che lui spesso usava con i
suoi
sottoposti Iris si mise le mani sui fianchi:<< Nikolaj
Valuev rimangiati
quello che hai detto! Adesso! >> gli occhi neri di Niko
la
fulminarono:<< Non lo farò >>
<< È tua sorella, devi esserci
>> gli ricordò lei pratica:<< Ho
giurato che non l’avrei fatto e
non intendo cambiare idea >> Iris alzò gli
occhi al cielo esasperata passandosi
le mani nei riccioli biondi:<< Che tu sia maledetto
dannato testone! Come
puoi essere così ottuso non riesco a capirlo!
>> Niko la guardò nervoso
mentre le mani gli tremavano al pensiero di quello che Iris gli stava
chiedendo
di fare:<< Ottuso? Io sarei… >>
lo sguardo di Iris gli disse
chiaramente cosa pensava:<< Certo che lo sei!
>> poi avvicinandosi
e prendendogli le mani nelle proprie aggiunse:<< So cosa
stai provando,
nemmeno io muoio dalla voglia di rivedere tua madre lo sai…
>> poi alzò i
grandi occhi verdi su di lui e un piccolo sorriso le si aprì
sul viso:<<
Ma è tua sorella Niko, Nina è la tua sorellina e
so che anche tu vorresti
esserci quando lei attraverserà la navata con il suo abito
bianco >> lui
chinò la testa, aveva ragione lei e lo sapevano
entrambi:<< Non voglio
vedere nessuno della mia famiglia, non voglio stare seduto in mezzo a
loro e…
>> la mano di Iris sulla sua guancia lo
bloccò, proprio come le sue
successive parole:<< Non devi farlo per forza
>> poi baciandogli
una guancia aggiunse:<< Staremo in fondo alla chiesa e
finita la
cerimonia ce ne andremo, nessuno si accorgerà di noi
>> a quelle parole
Niko sorrise:<< Forse non proprio nessuno
>> Iris si allontanò da
lui per mettere il bollitore del tè sul
fuoco:<< Sei tu a doverlo
decidere, ma so che le farebbe piacere >>
La
chiesa era gremita di persone, praticamente tutta la nobiltà
magica Russa e non
era stata invitata all’evento più i suoi compagni
di scuola, gli insegnanti e
il preside di Durmstrang; c’era praticamente chiunque a quel
matrimonio,
chiunque tranne la sola persona che a lei interessava
davvero:<< Potrebbe
ancora arrivare sai >> a quelle parole Nina si
voltò verso la porta
vedendo il suo fidanzato che le sorrideva con gli occhi
chiusi:<< Ilya!
Che cosa ci fai qui? Lo sposo non deve… >> il
sorriso di lui divenne
ancora più grande:<< Non aprirò gli
occhi prima di essere uscito te lo
prometto, ma so che ora avevi bisogno di un po’ di conforto
>> Ilya era
l’unico a sapere quanto le mancasse Nikolaj, dalla
discussione che suo fratello
aveva avuto con sua madre l’anno prima a Parigi avevano rotto
ogni rapporto,
non si era più fatto vivo nemmeno con lei e Nina odiava sua
madre per questo
visto che era stata tutta colpa sua, ma sperava davvero che almeno il
giorno
del suo matrimonio suo fratello l’avrebbe stupita come faceva
quando lei era
bambina e lui le faceva fantastiche farfalle di origami per poi
fargliele
volare tutt’attorno come una principessa:<< Non
so se arriverà e
onestamente non ci spererei così tanto >>
<< Tu vuoi che venga
lyublyu e magari sarà così >> lei
fece per aggiungere altro quando la
voce secca di Helena Valuev interruppe il momento:<< Che
cosa ci fai qui
Ilya? Non dovreste vedervi prima della cerimonia >> il
giovane si voltò
aprendo gli occhi per guardare sua suocera:<< Non ho
visto niente
signora, volevo solo salutare Nina, ora vado ad aspettarla
all’altare >>
e con un sorriso Ilya si dileguò mentre Helena Valuev
entrava a chiamare sua
figlia per portarla dove suo marito l’aspettava per condurla
all’altare.
Fu
solo finita la cerimonia, mentre usciva dalla chiesa per mano ad Ilya
davanti
agli ospiti che Nina notò due occhi neri e un sorriso
avvolti in uno smoking
scuro con la camicia grigia, alzò gli occhi giusto per
incrociare quelli di suo
fratello e la donna che lui stringeva a sé: alla fine erano
rimasti insieme,
alla fine Niko aveva rinunciato a tutto per essere felice ma era venuto
lì per
lei, era venuto al suo matrimonio nonostante tutto, felice come lo era
stata solo
altre poche volte nella vita Nina guardò suo marito con un
sorriso…solamente
alcune ore dopo scartando i vari regali un piccolo rotolo di pergamena
chiuso
con un nastro color oro attirò la sua attenzione, lo prese
in mano srotolandolo
e restando immobile davanti al ritratto a carboncino di lei con il
sorriso
sulle labbra e i capelli sciolti lungo le spalle, in basso in un angolo
poche
parole scarabocchiate: “Ya
lyublyu tebya Nina, Niko” e
quello fu il più bel regalo che potesse ricevere.
<<
Sapevi che le sarebbe piaciuto vero? >>
commentò Iris mentre Niko guardava
sua sorella da un corridoio dell’immensa sala
ricevimenti:<< Sei tu che
sapevi che volevo essere qui, anche se non lo ammettevo
>> << Ormai
ti conosco Niko >> lui sorrise stringendola a
sé:<< Già >>
poi sorridendo aggiunse:<< Pronta a partire?
>> Iris alzò gli occhi
verso di lui:<< Dove andiamo stavolta? >>
<< Visto che qui si
gela io direi in un posto caldo, spero ti piacerà
>> e prima che lei
potesse aggiungere altro si smaterializzò sorridendo
pensando alla faccia che
avrebbe fatto Iris una volta davanti alla Sagrada Familia di Barcellona!
(Nina
e Ilya)
Libero e Bunny - From Rome with love
<<
Sogno di una notte di mezz’estate >> e Libero
gettò sul tavolo il libro
con la commedia di Shakespeare:<< Molto rumore per nulla
o la dodicesima
notte, andiamo Nott non puoi proporre la stessa commedia
dell’anno scorso
>> Libero guardò la moglie con
acidità:<< Non ho intenzione di
interpretare una parte che non sia quella di Oberon sia chiaro
>> Bunny
alzò gli occhi a cielo esasperata da quella cocciuta
primadonna di suo
marito:<< Sai che esistono altre opere oltre a Sogno di
una notte di
mezza estate ed esistono altri autori oltre a Shakespeare che
potremmo…
>> lo sguardo che le lanciò Libero la diceva
lunga su come la
pensasse:<< Oh andiamo non fare così, sai
benissimo che adoro queste
opere ma qualche volta potremmo anche… >>
Libero fece spallucce avvicinandosi
alla porta del camerino dietro le quinte del teatro:<<
Come vuoi Bunny,
il teatro è tuo, puoi mettere in scena quello che vuoi
>> commentò poi deliberatamente
innervosito, a dire il vero non aveva molta importanza
l’opera con cui
avrebbero aperto la stagione ma si divertiva ancora a stuzzicare Bunny
come i
primi tempi i cui erano insieme:<< Oh per amor del cielo!
Sei terribile
Nott! >> commentò lei con un borbottio
indistinto che Libe sospettò
fossero appellativi non molto lusinghieri nei suoi
confronti:<< Terribile
io? Quella è un’opera meravigliosa e il
Bardo… >> << Ci sono un
sacco di altre opere meravigliose: Casa di bambola, Un tram che si
chiama desiderio,
Sette spose per sette… >> la faccia di Libero
a quei titoli la fece talmente
innervosire che non riuscì nemmeno a finire a
frase:<< Shakespeare, la
prima sarà sempre di Shakespeare >>
commentò lui deciso:<< Ok
>> replicò Bunny con un
sorriso:<< Ok, ma l’opera la
sceglierò io
>> << Cosa? >> chiese lui
preoccupato di come quegli occhioni
furbi lo guardavano:<< La bisbetica domata
>> gli disse poi Bunny
con un sorriso:<< Uhm… >> lui si
avvicinò allungando le mani per
prendere i fianchi di lei:<< In effetti non è
male come scelta…mi ricorda
qualcosa >> Ben gli passò una mano sul petto
per stuzzicarlo mentre nella
sua mente già pregustava la vittoria:<< Farai
il ruolo di Petruccio senza
troppe storie vero? >> lui ghignò e per un
attimo Bunny pensò di essersi
fregata con le sue mani:<< Se io sono Petruccio mi
servirà una Caterina
>> capendo dove lui voleva arrivare Bunny
sorrise:<< Sì, beh penso
che Rosanna sarà perfetta per la parte >>
pensando alla giovane attrice
che avevano assunto qualche tempo prima Libero fece una
smorfia:<<
Rosanna? Ehi io non voglio un’altra per interpretare il ruolo
di mia moglie, io
voglio mia moglie! >> << Continua a sognare
Nott >>
Una
settimana dopo Bunny e Libero si tenevano per mano durante la chiusura
dello
spettacolo mentre ricevevano gli applausi entusiasti del pubblico,
guardando
Libero che le stringeva la mano e sorrideva Bunny pensò al
momento in cui, nel
camerino del teatro, gli avrebbe dato la bella notizia, non vedeva
l’ora di
veder la sua faccia…
L’anno
successivo, per la gioia di Libero, l’opera di apertura fu di
nuovo Sogno di una
notte di mezz’estate, Bunny
lo guardò orgogliosa da dietro le
quinte, tra le sue braccia che rideva guardando il padre: Elena
Ippolita Nott.
François e Leila - Toujours Paris
Il
loro matrimonio era stato l’evento più
chiacchierato di tutti i salotti purosangue
da Parigi a Londra: Leila Tallyst che diventa Leila Tallyst-Atelier e
sposa il
secondogenito di Isaac Atelier era la notizia più succulenta
su cui i
giornalisti scandalistici avevano messo le mani dai tempi degli
articoli di
Rita Skeeter e il torneo Tre Maghi, un po’ di sano
pettegolezzo di cui la gente
non può fare a meno!
<<
Devo farlo davvero? Sono così belli che mi
dispiace… >> e Leila guardò
con dispiacere il suo bouquet mentre le invitato al ricevimento erano
ammassate
dietro di lei in attesa del lancio del bouquet:<<
Sì, direi che o lo fai
o verremo assaltati da un branco di invitate inferocite
>> le confermò
Frankie ridendo e baciandole una guancia:<< Ti amo
François >> lui
le passò le mani sulle spalle che il vestito di pizzo
lasciava scoperte, era
luglio in fondo e faceva abbastanza caldo in quella
stagione:<< Ti amo
anch’io Lila >> la giovane guardò le
damigelle ammucchiate con la coda
dell’occhio e sorrise guardando il marito:<<
Ok, facciamolo >> poi
stringendo il mazzo di rose rosa sorrise:<< Pronte
signore? Uno, due, tre
>> e lanciò in aria il mazzo di fiori
aspettando di vedere chi lo avrebbe
preso in mano.
Guardando
sua moglie che rideva Frankie pensò che era proprio una
bella festa, un
matrimonio da favola…mancava solo una cosa per renderlo
perfetto…
<<
Ti manca vero? >> François voltò lo
sguardo verso Leila che lo aveva raggiunto
sulla terrazza dell’hotel dove lui si era
rifugiato:<< Sì, mi manca
>> commentò poi guardando i tetti di Parigi
alla luce del primo
mattino:<< Lo prendevo sempre in giro perché
si alzava all’alba per
venire a nuotare, ma adesso mi manca terribilmente, so che sta bene ma
sapere
che non tornerà a casa non fa comunque piacere
>> Lila si avvicinò a lui
abbracciandolo:<< Ian ha fatto la sua scelta amore e tu
gli sei stato d’aiuto
come solo un fratello può fare >>
<< Vorrei che non se ne fosse
andato, se avessi pensato meno a me stesso nel corso degli anni e
avessi…
>> << Dorian voleva che tu fossi felice,
non ti avrebbe permesso di
fare diversamente >> guardando al sua neomoglie Frankie
Atelier sorrise
baciandola:<< Sicura che vuoi fare l’auror
chérie? Hai un futuro come
politica >> Lila si finse scandalizzata:<<
Politica? No grazie mon
cher, preferisco fare l’accademia e prendermi cura dei miei
uomini >> François
sorrise:<< Non ti dispiace che siano maschi?
>> lei scosse il
capo:<< Due François in miniatura, direi che
non potrei essere più felice
nemmeno volendo >> François fece per
rispondere quando Yanna apparve
accanto a lui:<< Padron
François…padrone… >> il
pozionista si voltò:<<
Cosa c’è Yanna? >> <<
Suo padre ha chiesto di vederla nel suo
ufficio, immediatamente >> << È
successo qualcosa? >> l’elfa
scosse il capo:<< Non lo so signore, padron Isaac ha solo
detto di venire
a chiamare lei >>
Grimilde's
Lo so che manca qualcuno all'appello ma tempo del prossimo
capitolo capirete tutto promesso!
|
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Capitolo 30 *** 29 - Viole e margherite ***
Capitolo 30
Grimilde's
Come detto alla fine del capitolo precedente mancava qualcuno...
Se
uscirai da questa
porta per andare a Londra non scomodarti a tornare
Quelle
parole gli rimbombavano ancora nella testa eppure Pierre non ci aveva
pensato
due volte, era andato a Berlino con la squadra e aveva giocato la prima
partita
per calmare il mister, dopo una vittoria quell’uomo diventava
decisamente più
malleabile, poi senza troppi mezzi termini lo aveva affrontato nel suo
ufficio
dicendogli che avrebbe dovuto giocare con il suo battitore di riserva
per le
prossime partite perché lui sarebbe tornato
all’inizio della nuova stagione;
davanti all’uomo poi con il proprio borsone in mano si era
smaterializzato
ricomparendo nelle fredde strade di Londra, dio quanto odiava quel
clima del
diavolo ma aveva il più valido dei motivi per essere
lì e se ne stava comodamente
al caldo nella tasca interna del suo giaccone!
Raggomitolata
sul divano di casa sua Violet era ferma a guardare le nuvole grigie che
si
rincorrevano fuori dalla finestra, aveva impacchettato da poco le
ultime cose
che aveva lasciato al negozio di Alex, il suo ex marito non si era
nemmeno
fatto trovare e aveva mandato il suo migliore amico per aprirle la
porta e
controllare che lei prendesse solo ciò che era suo lasciando
perdere tutto il
resto, come se le fosse mai interessato avere qualcosa di lui o che era
conservato nel suo prezioso negozio!
Come
sempre nell’ultimo periodo quando era sola e aveva il tempo
di pensare la sua
mente si concentrava sull’unico pensiero che riempiva le sue
giornate e i suoi
sogni la notte: Pierre Albert Henri DuLac, l’uomo che volente
o nolente si era
accorta di amare e che si pentiva come poche di aver lasciato.
Un
sorriso amaro le solcò le labbra: ma di cosa si illudeva?
Lei non era nessuno
per destare l’interesse di uno come Pierre, di un grande e
famoso campione come
lui; sì certo si erano divertiti e non poco durante quei
dieci giorni a Parigi
in giro per la città a visitare ogni piccolo angolo nascosto
della città
dell’amore o di notte tra le lenzuola della camera che lui
aveva in hotel, ma
il divertimento di qualche giorno non poteva compensare tutto il resto,
lei era
una ragazza come tante altre e lui era un giovane aitante e famoso che
di sicuro
ora era in compagnia di una qualche stangona bionda e tedesca che aveva
già
perso la testa per lui…
Avrebbe
dato qualsiasi cosa per poterlo vedere di nuovo, per potergli parlare
ancora e
abbracciarlo perdendosi nel profumo del suo dopobarba che ormai
l’accompagnava
ovunque come un’ombra silenziosa e ricordo di quei giorni
meravigliosi.
Alzò
gli occhi per tornare a guardare il traffico della città e
le sembrò quasi di
vederlo dall’altro lato della strada: i capelli corti, gli
occhi acquamarina, la
giacca di pelle imbottita che lui le aveva prestato durante la loro
ultima gita
per la città poco prima della sua partenza; avrebbe tanto
voluto mostrargli
ogni angolo della sua Londra come lui le aveva mostrato
l’anima di Parigi,
avrebbe voluto rivivere ancora quei momenti ma sapeva che non era
possibile e
il fatto che lo immaginasse ovunque era solo un segno di quanto fosse
suggestionabile
e con il cuore tenero.
Fece
per alzarsi dal divano e prepararsi un buon tè caldo quando,
troppo debole,
lanciò un’ultima occhiata a quell’adone
biondo sul marciapiede convinta che
l’avrebbe trovato vuoto…invece Pierre era ancora
lì, gli occhi alzati a
guardare la sua finestra.
Il
suo cuore prese a battere all’impazzata realizzando che
quella non era
un’allucinazione o una fantasia: Pierre era davvero su quel
marciapiede, era
davvero a Londra, era davvero tornato da lei!
Sperava
tanto di trovarla il prima possibile, ma quando era comparso in quella
stradina
secondaria accanto alla zona di Trafalgar Square non ne era
così sicuro, Londra
era una città grande e Violet poteva essere ovunque, non
dubitava che l’avrebbe
trovata ma moriva così tanto dalla voglia di vederla che
sperava di non
metterci troppo.
Si
era sentito osservato e quando aveva alzato gli occhi per vedere da
chi, si era
ritrovato a guardare quel viso di porcellana che lo aveva tormentato da
quando
le aveva stupidamente detto addio, non avrebbe dovuto lasciarla tornare
a
Londra o meglio non avrebbe dovuto farla andare via da sola, ci aveva
messo
poco più di due settimane a capire che la sua vita non aveva
senso senza di
lei, ma non l’avrebbe lasciata andare per niente al mondo,
non ora che l’aveva
di nuovo davanti…ci mise qualche secondo a capire che Violet
era scesa di corsa
in strada e ora era a pochi passi da lui ferma sul portone del
palazzo:<<
Sei qui? >> gli domandò con gli occhi lucidi
mentre lui si avvicinava
sorridendole:<< Dove altro dovrei essere?
>> le chiese sorridendo,
aveva molto di cui farsi perdonare ma avevano tutto il tempo del
mondo:<<
Credevo fossi a Berlino per le amichevoli >>
allungò le mani per
stringere quelle di lei:<< Il Quidditch può
aspettare, c’era qualcosa di
più importante di cui mi dovevo occupare >> di
nuovo Violet sorrise e
stavolta le lacrime le scivolarono sul viso:<< Sei
tornato da me, sei
tornato per me >> allargando le braccia Pierre si
lasciò abbracciare
sentendo quel corpo morbido incastrarsi perfettamente con il
suo:<<
Tornerò sempre da te Violet e ti porterò sempre
con me >> alzò il viso
verso il suo poi prendendo quello di lui tra le mani si mise sulle
punte
baciandogli le labbra felice:<< Mi sei mancato tanto
>> <<
Anche tu, non immagini quanto >> <<
Provamelo >> lo sfidò
sorridendo mentre si staccava da lui tenendolo sempre per mano e
trascinandolo
al piano di sopra verso il suo piccolo bilocale:<< Ai
suoi ordini
signorina Stains >> la prese in giro mentre la prendeva
tra le braccia
per baciarla di nuovo e Violet cercava con la mano libera di aprire la
porta di
casa.
<<
Gavroche un altro >> e Dorian alzando la mano
chiamò il barista del locale
facendosi portare l’ennesimo bicchiere di vino, si era seduto
nella parte
babbana del locale in modo da non avere la tentazione di tirare fuori
la bacchetta
o fare qualche stupidaggine, inoltre nessuna delle persona che aveva
intorno
poteva riconoscerlo e quindi andare a dire a suo padre o a chiunque
altro dove
lui si trovasse o cosa stesse facendo!
<<
Lascia la bottiglia >> commentò poi freddo al
giovane dai capelli castani
e il viso lungo che gli stava versando il vino, il ragazzo fece per
rispondere
ma alzando gli occhi dietro le spalle di Ian la sua espressione
mutò in un
attimo e sparì dietro ad altre ordinazioni.
Capendo
di non essere più solo Atelier raddrizzò le
spalle senza però voltarsi:<<
Allora chi vi ha mandato? Mio padre o mio fratello? >>
<< Ian…
>> la voce di Marcel gli fece salire il sangue al
cervello:<< Non
mi rivolgere la parola Marc, non lo fare >>
<< Ian ascolta siamo
qui per… >> << Per fare cosa?
Per aiutarmi a stare meglio e poi
andare a spiattellare a mio fratello la mia ennesima debolezza? Ti sei
sentito
meglio a spifferare tutto a Frankie? Ti sei sentito meglio a dire a mio
fratello quanto in realtà io sia debole e misero?
>> << Dorian,
Marc non voleva… >> << Tu non
cercare di difenderlo, non ha scuse
>> sibilò Ian guardando Hermes con odio poi
tornando a guardare Deveraux
aggiunse:<< Avevate promesso. Vi avevo chiesto una cosa
soltanto quel
giorno: che nessuno venisse mai a saperlo. Nessuno. Mai.
>> poi tornando
al suo bicchiere di vino aggiunse:<< E questo comprendeva
soprattutto mio
fratello e mio padre >> incurante della
probabilità di venire schiantato
o peggio Marcel si sedette accanto al suo migliore amico togliendogli
il bicchiere
da davanti e mettendosi tra lui e la bottiglia:<< E cosa
avrei dovuto fare?
Lasciare che tuo fratello ce l’avesse con te per sempre? Che
non ti rivolgesse
più la parola solo perché noi siamo amici?
>> Dorian lo guardò
nervoso:<< Appunto, siamo amici e tu hai fatto la sola
cosa che sapevi
non avrei mai voluto >> <<
Ian…io ero d’accordo con lui, ci abbiamo
pensato molto prima di… >> cominciò
Herm sedendosi dall’altro lato e
cercando di far ragionare il ragazzo:<< So che non era
quello che volevi,
so che potrà sembrarti sbagliato ora, ma François
aveva bisogno di capire
quello che c’è tra di noi e non c’era
altro modo, sei tu il primo a non volere
che tuo fratello ti odi, noi abbiamo solo fatto in modo che fosse
così >>
Dorian fece una smorfia alzando la mano per richiamare il povero
Gavroche:<< Sì, bravi
complimenti…così ora ho davvero perso tutto
quello
che avevo grazie alle vostre sparate di bontà e alla misera
compassione di mio
fratello per me >> << Perso tutto quello
che…Ian che cosa stai
dicendo? >> e Marcel lo guardò
preoccupato:<< Frankie dirigerà
l’hotel, ha parlato con papà e a quanto pare lo ha
convinto che sia una bella
cosa lasciarmi libero di fare quello che voglio della mia vita, come se
avessi
ancora una vita poi >> i due amici lo guardarono
perplessi:<< Che
stai dicendo? Pensavo che tu e Maggie… >>
cominciò Hermes che conosceva
abbastanza bene il cuore di Ian e sapeva bene che il suo amico non
aveva mai
provato per nessuna quello che provava per Margaret
Stains:<< Margaret è
tornata a Londra, non siamo più – gli
morirà la voce su quell’ultima parola –
non siamo più niente >> << Cosa?
Perché? >> e Marcel lo
guardò quasi fosse un pazzo da rinchiudere:<<
Perché la sua vita è a
Londra e la mia fino a poco fa era qui, a Parigi, all’hotel
>> <<
Niente vi avrebbe impedito di stare insieme >>
constatò Herm
pratico:<< È stata promossa, mentre eravamo
qui le è arrivata una lettera
in cui il suo capo le comunicava la sua promozione, ho chiesto in giro
e ho
scoperto che… >> << Chiesto in
giro? >> domandò Marcel
perplesso ma forse già sospettando cosa avesse fatto il suo
amico:<< Simon
è una valida fonte di informazioni >>
<< Simon? >> domandò
Hermes perplesso:<< Simon Jefferson, il fidanzato di
Moira >>
commentò Marcel scuotendo il capo tornando a guardare
Ian:<< Che cosa
centra Simon? >> domandò di nuovo Valois che
ancora non capiva:<<
Simon lavora all’ufficio per l’applicazione della
legge sulla magia a Londra,
praticamente sopra di lui c’è solo il suo capo e
il ministro >> spiegò
Deveraux con calma poi tornando a guardare Ian aggiunse
preoccupato:<<
Che ti ha detto? >> Ian guardò la vetrata
dietro la rastrelliera delle
bottiglie dietro al bancone sentendosi male ricordando come aveva
trattato la
donna della sua vita pur di darle ciò che lei
meritava:<< Mi ha detto che
Margaret è una delle persone più promettenti che
il ministero abbia mai avuto,
che il ministro in persona si è preso la briga di informarsi
su di lei e che il
suo capo sta pensando di formarla per un’altra promozione a
breve >> poi
guardando prima Marc, poi Herm ed infine di nuovo il proprio riflesso,
si passò
le mani nei capelli con tristezza:<< Come faccio? Come
faccio a negarle
tutto questo solo per tenerla accanto a me? Come posso non volere che
abbia il
meglio visto quanto si impegna ed è brava nel suo lavoro?
>> il ricordo
del loro piccolo viaggio dentro al quadro di Renoir era ancora
così vivido
nella sua mente, aveva parlato spesso con Maggie, nei limiti del
possibile
ovvio, del suo lavoro e di quanto lei lo amasse, per quello si sentiva
ancora
più misero e crudele a toglierglielo solo perché
lui non poteva vivere senza di
lei.
<<
Vai a Londra allora…se non dovrai più dirigere
l’hotel e vuoi che lei abbia il
meglio vai da lei, potrete avere tutto: starete insieme e lei
avrà la sua carriera,
tu avrai la tua donna e sicuramente un lavoro nel ministero, con le tue
credenziali
e le raccomandazioni di Malet non dovrebbe essere difficile…
>> <<
Lei mi odia >> commentò Ian deluso e
triste:<< Cosa? >>
Odiarlo?
Come poteva odiarlo? Sì certo era stata male e aveva pianto
talmente tante di
quelle lacrime che il solo pensare al suo nome le faceva luccicare di
nuovo gli
occhi per un motivo del tutto diverso stavolta però
…
Abbassando
gli occhi su quello che aveva tra le mani tirò leggermente
su con il naso
tornando a guardare la sua immagine riflessa nello specchio: era
passato poco
più di un mese da quando aveva lasciato Parigi, non aveva
cercato Violet o i
suoi genitori, non aveva scritto a nessuno e non aveva mandato un gufo
nemmeno
a Frankie per sapere come stesse o, cosa ancora più
importante, come stesse
Dorian senza di lei…tuttavia ora le cose erano cambiate, non
lo avrebbe cercato
vista la loro ultima discussione e ciò che le aveva detto ma
il pensiero che di
lì a poco ci sarebbe stato il suo compleanno e che
l’avrebbero passato soli la
faceva stare così male…Dorian era diventato
così importante per lei in così
poco tempo che quasi le sembrava tutto ancora un
sogno…abbassando di nuovo gli
occhi però seppe che ora non si trattava più di
impuntarsi o di scegliere,
c’era una sola cosa che poteva fare, così andando
vicino alla porta sollevò la
cornetta del telefono vintage che sua madre le aveva regalato
componendo il
numero dei suoi genitori aspettando che qualcuno
rispondesse:<< Mamma,
ciao >>
Non
era tornato a casa dalla sera in cui aveva parlato con i suoi amici,
non era più
tornato all’hotel e aveva passato le notti nei posti
più disparati dormendo
dove gli capitava come un senzatetto, certo con la magia riusciva a
scaldarsi
senza problemi nonostante si stesse avvicinando novembre, ma era giunto
ormai
il momento di cambiarsi, non poteva vivere con addosso quegli stracci
per
molto, inoltre cominciava a fare freddo e se voleva lasciare la
città come
sperava aveva bisogno di fare almeno una valigia.
Si
materializzò all’interno della sua stanza e
immediatamente il suo profumo di
menta unito a quello di fiori di Maggie lo avvolse, com’era
possibile che si
sentisse ancora? Erano passate settimane e Yanna di certo aveva
cambiato l’aria
nella stanza e rifatto il letto, com’era possibile
che…
Il
resto della sua frase si bloccò quando alzando gli occhi sul
suo letto vide le
stesse lenzuola in cui aveva dormito con Maggie la loro ultima notte e,
poggiato
sopra come la più sacra delle reliquie, il famoso vestito
rosso che lei aveva
indossato anche la sera del ballo…
Si
avvicinò piano quasi avesse paura che fosse
un’allucinazione e che sparisse
prima che lo potesse toccare, allungò una mano per sfiorare
la stoffa delicata,
gli sembrava quasi di vederla, gli sembrava quasi che Maggie fosse
lì accanto a
lui, dietro di lui, che gli poggiava una mano sulla spalla mentre lui
cadeva in
ginocchio ai piedi del letto e i suoi occhi si velavano di lacrime.
Era
stato un idiota, un idiota innamorato che ha fatto la cosa
più stupida al
momento sbagliato…niente poteva cambiare quello che aveva
detto, lei non lo
avrebbe perdonato, aveva voluto quella situazione e ora non poteva che
commiserare
sé stesso per la sua stupidità, la sola cosa che
lo consolava era che lei
probabilmente un giorno lo avrebbe dimenticato e sarebbe stata felice
con
qualcuno più meritevole di lui.
Dopo
aver raccolto in fretta alcuni dei suoi vestiti chiuse la cerniera del
borsone
nero di pelle voltandosi poi verso la parete opposta; fissò
con intensità il
quadro di Maggie, il primo che aveva disegnato dopo averla
conosciuta…tutto era
cominciato da lì, tutto era partito da quella sera al
ministero e da quel vestito
cremisi.
<<
Reductor >> e con la sua bacchetta in mano
lanciò incantesimo colpendo il
dipinto e guardandolo lacerarsi sotto i suoi occhi, se voleva
ricominciare
avrebbe dovuto farlo nel modo giusto, poi allungando una mano e
afferrando il
vestito lanciò un ultimo sguardo alla stanza salutando
Renoir con un cenno del
capo, il gufo lo avrebbe trovato ovunque, prima di smaterializzarsi di
nuovo.
<<
La ringrazio dottoressa, davvero…sono sicuro che quando
glielo dirò ne sarà
felice >> a quella voce Maggie alzò gli occhi,
non poteva essere vero…non
poteva…poi una voce chiamò il suo
nome:<< Margaret Stains? >> il
giovane davanti alla dottoressa si voltò e Maggie si
trovò a incrociare i suoi
occhioni acquamarina:<< Maggie? >>
<< Pierre >> lo
salutò lei con un piccolo sorriso:<< Che cosa
ci fai qui? Stai bene?
>> lei annuì avvicinandosi:<<
Più o meno >> poi guardando lui
aggiunse:<< Che ci fai a Londra? Credevo fossi andato a
Berlino per…
>> lui sorrise:<< Ero a Berlino, ci ero
andato davvero >> poi
alzando una mano per accarezzarle un braccio aggiunse:<<
Ma ho capito che
la mia vita non aveva senso senza una certa signorina che tu conosci
molto bene
>> gli occhi di Maggie si spalancarono:<<
Aspetta…vuol dire che tu
e Vi…tu e mia sorella… >>
<< Sì, io e Violet >>
commentò lui
continuando a sorridere felice:<< Signorina
Stains… >> e la voce
impaziente dell’infermiera li riportò al corridoio
del San Mungo:<< Sì,
arrivo… >> poi voltandosi verso Pierre fece
per chiedergli qualcosa
quando lui si accomodò tranquillamente su una delle sedie
poste lungo il
muro:<< Aspetterò che tu finisca, tranquilla
>> Maggie sorrise, non
sapeva perché ma quell’atteggiamento protettivo le
ricordava tanto Ian e prima
che potesse fermarla una piccola lacrima le scivolò sulla
guancia:<<
Maggie stai bene? >> lei scosse piano la
testa:<< Verresti con me
Pierre? Per favore >> DuLac si alzò
avvicinandosi e prendendola tra le
braccia:<< Sei sicura? >> <<
Sì, non voglio essere sola
>> << Va bene >>
l’infermiera annuì esasperata aprendo la
porta e facendo rientrare i due nello studio della dottoressa.
<<
Ancora qui signor DuLac? >> domandò la
medimaga con un piccolo sorriso
mentre scorreva la cartella preliminare di Maggie:<< Beh
stavolta sono
qui per sostegno dottoressa, un’amica ha bisogno di me
>> la donna annuì
alzandosi in piedi e avvicinandosi a Maggie:<< Prego, si
sdrai sul
lettino signorina Stains, perché è venuta qui?
>> Maggie voltò la testa
verso la finestra, non voleva guardare Pierre mentre lo diceva,
avrebbero
affrontato dopo quell’argomento:<< Credo di
essere incinta >>
Pierre trattenne il fiato per un attimo mentre la donna si avvicinava a
Maggie
alzandole il maglione color pastello controllando la sua pancia per poi
andare
a prendere alcuni strumenti:<< Che cosa le fa pensare di
essere incinta?
>> << Ho fatto un test di gravidanza
babbano, ma non so se ci abbia
preso, insomma non so se funziona correttamente anche con i maghi
e… >>
<< Facciamo un controllo veloce e avremo le risposte
>> poi
avvicinandosi ad un armadietto prese una piccola fialetta con un
liquido color
paglierino all’interno:<< La beva, se
è incinta questa ce lo dirà
immediatamente >> Maggie si mise seduta con le gambe che
penzolavano dal
lettino e prese in mano la fiala: stava tutto
lì…doveva solo berla e avrebbe
saputo se l’uomo che amava e che le aveva spezzato il cuore
le aveva lasciato
qualcosa di più di un cuore infranto e tante lacrime.
Pierre
la guardò mandar giù la pozione tutto
d’un fiato e non appena lei riconsegnò la
fiala alla dottoressa qualcosa all’altezza della sua pancia
sembrò prendere
vita, la medimaga la fece stendere di nuovo e sollevandole il maglione
le
mostrò una piccola fonte di luce che irradiava da dentro di
lei e che si muoveva
formando delle piccole spirali:<< Che cosa succede? Che
cos’è? >>
domandò Maggie incantata a guardare la piccola
luce:<< È il tuo bambino
Margaret o almeno lo sarà tra qualche mese, a giudicare da
quello che vedo devi
essere di un mese, sei settimane al massimo >> cinque
settimane e tre
giorni, non poteva non essere sicura dell’ultima volta in cui
aveva fatto
l’amore con Dorian e in cui, inconsapevolmente, avevano
concepito quel piccolo
angelo.
<<
Per ora va tutto bene Margaret ma nei prossimi tempi potresti sentirti
molto
stanca e a breve cominceranno anche le nausee, hai qualcuno che
può darti una
mano nel caso… >> Maggie fece per dire di no,
quando la voce di Pierre la
bloccò:<< Certo che sì, sai che
puoi contare su di me, su di noi >>
si voltò a guardarlo con un sorriso, l’aveva
sempre considerato un uomo meraviglioso
e ora capiva perché:<< Sei sicuro Pierre?
>> lui annuì senza aggiungere
altro e così la dottoressa passò a spiegare ad
entrambi cosa doveva fare Maggie
e le diede un appuntamento per il mese successivo:<<
Voglio tenerti sotto
controllo per i primi tempi, è la tua prima gravidanza ed
è meglio essere
cauti, non sappiamo come reagirà il tuo corpo
>> gli occhi di Maggie si
spalancarono spaventati:<< Crede che potrebbe andare male
qualcosa?
>> la dottoressa scosse il capo guardandola
però con aria severa:<<
Non dovrebbe ma non si è mai sicuri di niente fino alla
quattordicesima,
quindicesima settimana e quindi preferisco andarci piano, ma tu se una
donna
giovane e sana Margaret, non dovrebbero esserci grossi problemi
>>
<< Va bene, ci vediamo tra un mese allora
>> << Sì, mi
raccomando riguardati e cerca di mangiare leggero senza strafare, le
voglie
sono qualcosa con cui dovrai convivere per un po’
>>
Una
volta fuori dall’ospedale mentre camminavano uno affianco
all’altra Maggie si
voltò a guardare Pierre, non le aveva ancora chiesto niente
e sembrava
insolitamente calmo, possibile che non sapesse…poi
ricordandosi che lui era
partito prima che tra lei e Ian le cose andassero male si
voltò di scatto per
dargli una spiegazione:<< Lo so >> le
mormorò quasi senza
guardarla:<< Sai cosa? >> <<
So che cosa ha fatto Ian, so
perché sei a Londra e non a Parigi, so perché sei
qui da sola e quell’idiota
del mio amico non è accanto a te >>
<< Da quanto lo sai? >> lui
fece spallucce:<< Una settimana, forse due
>> poi fermandosi in un
angolo riparato aggiunse:<< Hermes e Marc mi hanno
mandato un gufo, non
ti sono venuto a cercare subito perché speravo che ti
saresti fatta viva con
Violet o con i tuoi, ma lei sembrava non saperne niente e io volevo
avere
qualche informazione in più prima di parlarne con lei o di
venire a cercarti ma
oggi ha cambiato un po’ i miei piani >>
<< Lo dirai a Violet? Le
dirai quello che è successo e di…
>> la sua mano andò a coprirsi la
pancia dove stava crescendo il suo piccolo tesoro:<< No,
non lo farò
>> commentò Pierre con un
sorriso:<< Ma penso che dovresti farlo
tu, è tua sorella e ti vuole bene, vorrà starti
vicino e poi in due ti daremo
una mano anche meglio >> Maggie annuì poi
alzò gli occhi guardando il
cielo grigio di Londra:<< Ho chiamato mia madre un paio
di giorni fa, non
le ho spiegato nulla ma le ho detto che andrò a stare da lei
e papà per un po’,
che mi sono presa una pausa dal lavoro…quando
sarà il momento le parlerò del
bambino e di Dorian, ora proprio non ne ho la forza >>
Pierre la strinse
a sé:<< Lui ti ama lo sai? >>
<< Non ne sono così sicura, mi
ama ma mi ha detto delle cose orribili, mi ha escluso dalla sua vita
>>
<< Tornerà in sé vedrai
>> << Tu credi? >> Pierre
sorrise:<< Lo conosco abbastanza, prima o poi ci
arriverà e riuscirà a
stupirti te lo garantisco…poi quando saprà
del… >> << No! >>
esclamò Maggie sbiancando:<< No cosa?
>> << Non voglio che tu
glielo dica, non voglio che sappia del bambino >>
<< Come? Perché?
>> Maggie chinò la testa cercando di non
mettersi a piangere, maledetti
ormoni:<< Perché non voglio che torni da me
perché è obbligato da un
bambino, non voglio che un giorno mi odi perché lui ci ha
tenuti insieme
>> e abbassò gli occhi sulla propria
pancia:<< Vuoi che torni
perché ti ama >> lei annuì incapace
di dire una parola:<< Vieni,
credo che ti ci voglia qualcosa di caldo >> e mettendole
una mano sulle
spalle riprese a camminare tenendosela vicino, il suo migliore amico
era un
idiota che presto sarebbe tornato in sé e sarebbe corso a
cercarla ma fino a
quel momento si sarebbe preso cura lui di Maggie:<< Tu
che ci facevi
dalla dottoressa Anderson? È una ginecologa, non esattamente
il tipo di medico
che… >> ok, prima o poi sarebbero dovuti
arrivare anche a quella parte,
solo sperava almeno di arrivare al pub prima:<< Entriamo,
ne parleremo al
caldo >>
<<
Riguarda mia sorella vero? >> gli domandò
mentre si sedevano ad un tavolino
appartato e il cameriere porgeva loro un paio di
menù:<< Sì, riguarda
Violet >> commentò Pierre scorrendo
velocemente il menù:<< E?
>> domandò Maggie curiosa:<< E
sono stato dalla dottoressa Anderson
per fare degli esami, le ho spiegato la situazione tra me e Violet e
volevo
capire quanto fosse grave il suo non poter avere figli prima di dire
cose che
potrebbero far star male tua sorella >> <<
Quanto fosse grave? Non
capisco, Violet non può…Alexander le ha detto
che… >> << Il tuo ex
cognato ha mentito, era lui che non poteva avere figli, secondo la
Anderson
Violet può averne, con difficoltà certo, ma
potrà farlo…senza contare il fatto
che io sono perfettamente in salute da quel punto di vista
>> Maggie
spalancò gli occhi collegando finalmente tutti i tasselli
del discorso:<<
Aspetta un attimo…tu e Vi? Voi due volete…
>> Pierre sorrise e per la
prima volta Maggie pensò di vederlo arrossire o
imbarazzarsi, lui il sarcasmo e
la mancanza di pudore fatta persona che arrossiva quando si parlava di
figli e
della donna che amava:<< Beh ecco…non ne
abbiamo ancora parlato davvero…però
ieri sera ho chiesto a tua sorella di sposarmi e quindi…
>> << Che
cosa? Davvero? >> << Sì, ci ho
messo tanto a capirlo e avevo paura
che non fosse reale visto quanto sono stato solo durante la mia vita,
ma Violet
ha cambiato il mio mondo, ha cambiato la mia vita e ha cambiato me, non
ho mai
provato niente del genere per nessuna ed è stato
così dalla prima volta che
l’ho vista, non potrei vivere senza di lei >>
gli occhi di Maggie si
fecero tristi: anche Ian le aveva fatto un discorso del genere quando
le aveva
raccontato della prima volta in cui l’aveva vista eppure ora
erano ai lati
opposti della Manica uno senza l’altra, dio doveva smettere
di
pensarci:<< Andrà bene Maggie, davvero so che
è così >> e la mano
calda di Pierre sulla sua la fece sentire per un istante meno sola.
Caffè
Rivoire, Piazza della Signoria, Firenze
Seduto
ad uno dei tavolini all’aperto nonostante fosse il tramonto e
facesse un freddo
tremendo Dorian allungò le gambe sotto il tavolo davanti a
sé, aveva viaggiato
per un paio di giorni senza una meta precisa ed era giunto in quella
città
quasi per caso, aveva bisogno di un paio di giorni di riposo prima di
riprendere
il suo viaggio, di riposo e di mangiare qualcosa che non somigliasse ad
una
schifosa brodaglia e che avesse un po’ più di
consistenza.
<<
Posso portarle qualcosa signore? >> gli
domandò un cameriere avvicinandosi
con in mano un bloc-notes mentre lui leggeva velocemente il
menù:<< Una
bistecca, alta e al sangue, un’insalata e una bottiglia di
rosso >> il
giovanotto chinò il capo finendo di scrivere
l’ordinazione:<< Certo
signore, arriva immediatamente >> poi lanciando
un’occhiata alla giacca
di lana e alla sciarpa che Dorian portava al collo
aggiunse:<< Non vuole
accomodarsi dentro signore? Starebbe più al caldo
>> Ian guardò Palazzo
Vecchio dall’altra parte della piazza e le poche persone che
giravano
coraggiose per le strade sfidando il freddo:<< No grazie,
sto bene qui
>> << Come preferisce >> e
chinando di nuovo la testa il
cameriere tornò dentro al locale.
Se
ne stava seduto perso nei suoi pensieri quando, quasi inconsapevolmente
si
infilò una mano nella tasca della giacca e qualcosa di
velluto sotto le sue dita
catturò la sua attenzione.
Tirò
fuori la mano dalla tasca e poggiò la scatolina nera sul
tavolo aprendola e restando
immobile davanti all’anello che non aveva avuto il coraggio
di regalare a
Maggie, non se l’era portato dietro apposta, se lo avesse
saputo l’avrebbe
gettato in mezzo alla neve in quel rifugio vicino a Grenoble, se lo
avesse
saputo se ne sarebbe liberato prima di lasciare Parigi.
<<
Bell’anello…vogliamo vedere come mi sta?
>> si girò di scatto a quella voce
incrociando un paio di occhi da gatta e una chioma di capelli biondi
che sapeva
bene a chi apparteneva:<< Tu che ci fai qui?
>> << Io? Che ci
fai tu lontano da Parigi e dal tuo prezioso hotel >>
Dorian fece una
smorfia che si accentuò quando vide che la donna si stava
sedendo sulla sedia
accanto a lui accavallando le lunghe gambe fasciate in un paio di
stivali di
pelle con il pelo e una lunga pelliccia bianca che la fasciava come una
regina:<< Che cosa faccio io non ti deve interessare
>> lei sorrise
arricciando le labbra coperte da quel rossetto color
mattone:<< Oh
Dorian…ho sempre pensato che tu fossi quello più
interessante tra di voi,
François era così dolce, semplice,
innocente…certo era bravo a letto ma per il
resto mi annoiava a morte, io e te invece saremmo…
>> e poggiò una mano
su quella di lui coprendo in parte la scatolina
dell’anello:<< Che dici
vediamo come mi sta? >> guardandola come se volesse
ucciderla Dorian
spostò la scatolina in malo modo
chiudendola:<< Cosa vuoi Fiona? Che cosa
vuoi da me? >> lei fece per rispondere quando il
cameriere tornò il
cameriere tornò con l’ordinazione di Dorian
voltandosi poi verso di lei una
volta poggiato il piatto sul tavolo:<< La signora
desidera ordinare
qualcosa? >> <<
La signora
se ne stava andando >> replicò Dorian freddo
ma il sorriso di Fiona gli
disse che non sarebbe stato così facile:<< Oh
andiamo Dorian…è così che
si tratta una vecchia amica? >> poi guardando il
cameriere
aggiunse:<< Una Caesar Salad e un altro bicchiere per il
vino >>
<< Non sei invitata a restare >>
replicò freddo Atelier e fulminò
il cameriere come a fidarlo a portare quell’ordinazione in
cucina:<<
D’accordo, niente insalata, ma porti comunque il bicchiere
>> commentò
Fiona alla fine con un sorriso:<< Non è bello
bere da soli tesoro
>> << Non chiamarmi tesoro e lasciami solo,
non abbiamo niente da
dirci >> << Dieci anni fa non la pensavi
così >> <<
Dieci anni fa era il giorno del mio diploma ed ero ubriaco, non mi
ricordo
nemmeno che cosa sia successo in quella camera >>
<< Stai mentendo
>> Dorian si versò un po’ di vino
portandosi il bicchiere alle labbra
guardando lei come se fosse stata meno di niente:<< Forse
non era così
importante da dover essere ricordato, non credi? >> gli
occhi di Fiona
divennero lucidi:<< Non puoi essere serio, non puoi
dire… >>
<< Te lo ripeto Fiona, avevo diciassette anni e avevo
bevuto decisamente
troppo cognac >> la donna si alzò guardandolo
con odio:<< Sei
spregevole >> << Io? E tu che hai sposato
mio fratello sapendo bene
chi era >> << Amavo François
>> << No, gli hai tolto
suo figlio, non puoi dire di amarlo e fargli una cosa del genere,
volevi lui per
lo stesso motivo per cui volevi me a scuola: fama e un nome,
nient’altro
>> << Misero bastardo >> Ian
sorrise maligno:<< Niente
di quello che dirai mi farà cambiare idea e ora vattene
finché riesco ancora ad
essere gentile >> indispettita
e
decisamente arrabbiata Fiona lo guardò con odio
un’ultima volta prima di
girarsi e incamminarsi lungo la piazza sparendo dalla sua vista.
Stava
per mettersi a mangiare quando una lieve melodia gli arrivò
alle orecchie…si
guardò intorno per vedere da dove provenisse quel suono ma
la piazza ormai era
quasi deserta, tuttavia quella musica doveva pur provenire da qualche
parte, il
suono di quel pianoforte doveva venire da qualcuno…
Fece
per guardarsi di nuovo intorno quando le parole della canzone gli
bloccarono il
fiato in gola, conosceva quella canzone…conosceva le parole
e conosceva il
titolo…strinse la mano attorno al coltello cercando di
controllarsi mentre la
musica continuava.
Io non
posso stare fermo con le mani nelle mani
tante
cose devo fare prima che venga domani
e se lei
già sta dormendo io non posso riposare
farò
in modo che al risveglio non mi possa più scordare
Perché
questa lunga notte, non sia nera più del nero
fatti
grande dolce luna e riempi il cielo intero
e
perché quel suo sorriso possa ritornare ancora
splendi
sole domattina come non hai fatto ancora
sorrise
ripensando alla prima cena che avevano avuto all’hotel
all’arrivo degli ospiti,
sorrise amaramente al ricordo di quanto Maggie fosse bella anche quella
sera
con i capelli raccolti in una coda veloce, una maglietta rosa scuro e
un paio
di pantaloni grigi che le arrivavano appena sotto al ginocchio, era
sempre
stata così bella ed affascinante che lui aveva resistito a
malapena al
desiderio di parlare con lei già quella sera…
E per poi
farle cantare, le canzoni che ha imparato
io le
costruirò un silenzio che nessuno ha mai sentito
sveglierò
tutti gli amanti, parlerò per ore ed ore
abbracciamoci
più forte, perché lei vuole l'amore.
Oh
sì…Maggie decisamente voleva
l’amore…meritava l’amore, meritava tutto
l’amore
del mondo e lui aveva cercato di darglielo ma poi si era dovuto
arrendere
all’evidenza che il suo amore per lei non sarebbe mai stato
abbastanza, non era
amore se la persona che ami è costretta a sacrificare tutto
per te e per farti
felice, non è amore quando lei rinuncia a tutto e tu non
rinunci a niente.
Poi
corriamo per le strade e mettiamoci a ballare
perché
lei vuole la gioia, perché lei odia il rancore,
e poi coi
secchi di vernice coloriamo tutti i muri,
case,
vicoli e palazzi, perché lei ama i colori
raccogliamo
tutti i fiori, che può darci primavera
costruiamole
una culla, per amarci quando è sera
poi
saliamo su nel cielo, e prendiamole una stella,
perché
Margherita è buona, perché Margherita
è bella.
Cercò
di riprendere a respirare normalmente quando la sua mente gli
piazzò davanti
uno dei momenti con Margaret che serbava più gelosamente nel
suo cuore: la loro
prima notte insieme, la notte dell’anniversario della morte
di sua madre quando
lui si era lasciato andare a tutto il suo dolore e aveva trovato
conforto solo
nel suo caldo abbraccio e nella mano che lei gli passava tra i capelli
ripetendogli che tutto sarebbe andato bene, che gli sarebbe sempre
stata
accanto in qualsiasi momento e qualsiasi cosa fosse successa…
Maggie
aveva mantenuto la sua parte della promessa, gli era restata sempre
vicino e
avrebbe continuato a farlo se non fosse stato per lui, se lui non
avesse
rovinato quel meraviglioso bocciolo con le sue paranoie e i suoi sensi
di
colpa.
Perché
Margherita è dolce, perché Margherita
è vera
perché
Margherita ama, e lo fa una notte intera
Oh
sì, Maggie era vera, era amore, passione,
sensualità…quando l’aveva fatta sua
per la prima volta gli era sembrato di toccare il cielo con un dito,
era in
paradiso e lo sapeva benissimo; all’inizio aveva pensato di
essere gentile, romantico,
educato ma lei nel giro di pochi minuti gli aveva fatto capire che non
era ciò
di cui aveva bisogno: aveva visto il piccolo bruco trasformarsi in
farfalla
sotto ai suoi occhi, aveva sentito la sua pelle morbida sotto le dita e
si era
sentito felice come non mai quando lei gli aveva detto che lo amava
poco prima
di addormentarsi abbracciata a lui in quel morbido giaciglio di vimini.
perché
Margherita è un sogno, perché Margherita
è il
sale
perché
Margherita è il vento e non sa che può far male
Male?
Maggie non avrebbe mai potuto fare male a nessuno, era lui che le aveva
fatto
male, molto male e consapevolmente anche.
Aveva
pensato di fare la cosa giusta ma più i giorni passavano e
più lui si sentiva
morire dentro senza di lei…non c’era posto,
città, paese, stanza, dove si
recasse e dove il ricordo di lei non lo raggiungeva; era stato a
Grenoble, a Nizza,
a Zurigo, Vienna e perfino ad Atene pur di trovare un posto in cui
sparire ma
in ogni luogo aveva trovato qualcosa che lo aveva fatto pensare a lei e
al suo
dolce sorriso, a lei e a quegli occhi scuri che sapevano leggerlo come
nessuno,
a lei e a quella risata calda che lo faceva sentire meno solo, a lei e
a
quell’amore che pensava di non meritare ma che ora voleva
così disperatamente…
perché
Margherita è tutto, ed è lei la mia pazzia
Margaret…la
sua Margaret
Margherita,
Margherita...
L’amore
della sua vita che aveva lasciato andare perché troppo
codardo…
Margherita...adesso
è mia...
Doveva
andare da lei, doveva chiederle perdono e sperare che il suo amore
fosse
abbastanza forte da dimenticare quanto lui era stato stronzo e
vigliaccio.
Margherita…è
mia...
Finendo
di annodarsi i capelli in due piccole trecce Margaret si
guardò allo specchio
con un piccolo sorriso: aveva parlato con Violet il giorno prima
raccontandole
tutta la verità; ora con l’aiuto di Pierre e di
sua sorella si sentiva un po’
meno sola, sarebbe comunque andata dai suoi per un po’ ma
Violet le sarebbe
stata vicino e l’avrebbe accompagnata ad ogni visita glielo
aveva promesso tra
una lacrima e l’altra dicendole che non avrebbe lasciato fare
a quel
bell’imbusto del suo fidanzato o lei si sarebbe ritrovata con
un piccolo giocatore
di Quidditch per nipote! Inutile dire che le lamentele di Pierre e le
sue
smorfie erano state solo la ciliegina sulla torta.
Guardandosi
ancora allo specchio Maggie sorrise appena: aveva un buco enorme nel
petto al
posto del cuore e si sentiva vuota come mai prima ma c’erano
tante persone che
le volevano bene e che le erano accanto e presto ce ne sarebbe stata
una in più
che, lei lo sperava con tutto il cuore, avrebbe avuto due grandi occhi
blu
pronti a guardarla con amore incondizionato.
Infilandosi
la pesante mantella di lana prese la propria borsa uscendo dalla
piccola
mansarda, doveva recarsi al Ministero per consegnare ufficialmente le
sue
dimissioni e comunicare l’aspettativa per il nuovo lavoro che
le era stato
offerto, era un rischio e probabilmente stava giocando con il fuoco ma qualcosa
dentro di lei le diceva
che era la scelta giusta.
Stava
inserendo la chiave nella toppa del portone quando una voce alle sue
spalle la
bloccò:<< Guarda un po’ che
coincidenza…Maggie >> si voltò
cercando
di mettere su un sorriso di circostanza, decisamente lui era
l’ultima persona
che voleva vedere in quel momento:<< Ciao Daniel, che
cosa ci fai qui? E
non mi bevo la storia che sei passato per caso >> il
ragazzo si avvicinò
con un sorrisetto strafottente sulle labbra:<< Ok,
beccato >>
aggiunse poi alzando per un attimo le mani come se si stesse
arrendendo:<< Mi sembrava di averti intravista al
ministero poco fa e ti
ho seguito per vedere se avevo ragione, chiedo venia >>
<< Mi hai
seguito? Che cosa vuoi? >>
Rimase
immobile dall’altro lato della strada a guardare la scena,
era ancora più bella
di quando l’aveva lasciata, era ancora più bella
di come la ricordava…il vero
problema era che ricordava perfettamente anche il giovane che le stava
davanti
e che le stava parlando, se solo avesse potuto sentire cosa si stavano
dicendo...
<<
Cos’è ora non posso venire a fare un saluto ad una
vecchia amica? >>
<< Amica? Amica, Daniel? Noi due non siamo mai stati
amici >> lui
fece spallucce sorridendo:<< Sì, in effetti
hai ragione, abbiamo saltato
a piè pari quella parte ma che ci vuoi fare…eri
un bocconcino delizioso Maggie,
forse un po’ troppo puritana per i miei gusti ma nessuno
è perfetto no?
>> lo guardò come si guarda un
insetto:<< Che cosa sei venuto a
fare? Non abbiamo nulla da dirci e… >>
inaspettatamente lui si avvicinò
alzando una mano per posarla sulla sua guancia:<< Abbiamo
molto da dirci
invece Maggie, tesoro mio >> << Non
chiamarmi tesoro >> il
sorriso di lui si tramutò in quell’espressione
cattiva che lei spesso gli aveva
visto negli anni ma che solamente ora si rendeva conto di cosa fosse in
realtà:<< Dici? Perché vedi girano
strane voci al ministero sul perché tu
abbia dato le dimissioni e dal momento che sei sola e non a Parigi con
il tuo
fantomatico fidanzato penso che ti servirà una mano quando
verrà il momento
>> gli occhi di Maggie si spalancarono e lei dovette
trattenersi dal
ridergli in faccia:<< E da chi? Da te? >>
lui la guardò
duro:<< Sì tesoro, da me >> poi
afferrandole un polso e tirandosela
vicino aggiunse a bassa voce:<< Sono il solo che
può tollerare di averti
vicino, nemmeno un francese idiota ti ha voluto, nemmeno il padre di
tuo figlio
>> poi ghignando senza più ritegno
aggiunse:<< Ma non preoccuparti,
penso di poter crescere un bastardo senza troppi problemi, in fondo non
resterà
solo a lungo >> << Daniel lasciami, non ho
intenzione di… >>
la risata di lui la lasciò di sasso:<< Pensi
davvero di farcela da sola?
Pensi di potertela cavare? Non sei niente senza un uomo, senza di
me…sei sola
>> Maggie fece per rispondere ma una voce alle sue spalle
fece accelerare
il battito del suo cuore:<< Lei non è sola e
ti sarei grato se tenessi le
mani lontano da Margaret >>
Daniel
rimase immobile per un attimo poi vide il piccolo sorriso sbocciare
sulle
labbra di Maggie e gli occhi di lei illuminarsi:<< Ian
>> sentì
appena quel nome sussurrato poi tornò a guardare il ragazzo
che si stava
avvicinando: la barba che gli copriva il viso, i capelli che quasi gli
arrivavano alle spalle, indossava un pesante maglione scuro, pantaloni
della
stessa foggia e un paio di stivali di pelle scuri, il tutto completato
da una
giacca di lana grigia e una sciarpa blu come i suoi
occhi:<< E tu chi
saresti? >> << Quello che ti
ucciderà se oserai ancora avvicinarti
a lei >> replicò avanzando in modo da coprire
Maggie con il proprio corpo
ma senza nemmeno guardarla, non ne aveva ancora la
forza:<< Uccidermi?
>> poi guardando lei di sfuggita
aggiunse:<< Vale così tanto per
te? >> poi riconoscendo l’accento marcato di
Dorian aggiunse:<<
Aspetta un attimo…tu sei il francese…sei quello
che se l’è fatta a Parigi…
>> guardò entrambi per un attimo poi
scoppiò a ridere:<< Dimmi una
cosa amico mio: è ancora la dolce ed ingenua bambolina che
ho lasciato o le hai
insegnato qualcosa di più spinto diciamo >> da
dietro le sue spalle
Maggie guardò Ian prendere fiato, poche volte
l’aveva visto perdere la sua calma
e sperava davvero di non vederlo ora, per il bene di Daniel anche se
non se lo
meritava così tanto.
<<
Fatti dare un consiglio amico – e lo guardò come a
volerlo uccidere all’istante
– vattene finché puoi farlo da solo
>> << Altrimenti? >>
domandò Daniel sfidandolo apertamente:<< Siamo
in mezzo alla strada in un
quartiere babbano, che cosa potrai mai farmi damerino? >>
Dorian sorrise
passandosi una mano nei capelli e l’altra sul viso con un
sorriso stanco ma
perfido sul viso, Maggie non lo aveva mai visto così.
<<
Pensi che mi serva la bacchetta per darti una lezione bastardo?
>>
<< Oh la metti così…interessante
>> commentò poi sollevandosi le
maniche del maglione e della giacca contemporaneamente:<<
Credi di farmi
paura? Credi di avere qualche possibilità? >>
poi vedendo che Maggie
stava per aprire bocca aggiunse:<< O speri che lei ti si
getterà tra le
braccia dopo che l’avrai salvata dal lupo cattivo? Che si
darà a te in chissà
quale modo, piena di gratitudine…dammi retta non lo
farà >> ok quello era
decisamente troppo, ne aveva sentite abbastanza di stronzate per
sopportarne
ancora, aveva cercato di stare calmo e di non spaccare la faccia a
quell’idiota
ma se la stava andando a cercare!
Senza
pensarci due volte strinse le dita a pugno e alzò il braccio
colpendo poi
quell’idiota alla mascella facendolo arretrare di qualche
passo:<< Picchi
duro…bene, mi divertirò di più
>> commentò Daniel spavaldo cercando di
colpirlo
a sua volta ma Dorian schivò i suoi colpi restituendoglieli
con un paio di
ganci allo stomaco e un altro ben assestato al mento guardandolo cadere
a terra
come una marionetta a cui sono stati tagliati i fili.
Daniel
fece per rialzarsi e dargli di nuovo contro ma lo sguardo di Dorian gli
disse
che avrebbe avuto la peggio e così, grande uomo quale era,
pensò bene di
alzarsi, asciugarsi il labbro sanguinante e di squagliarsela lungo la
strada
lasciandoli soli.
<<
Dorian >> e Maggie gli poggiò una mano su un
braccio mentre lui si voltava
verso di lei:<< Ciao Margaret >> la
salutò cercando di sorridere ma
si sentiva morire al pensiero di quanto l’avesse fatta stare
male:<< Che
cosa ci fai qui? Pensavo fossi a Parigi >>
<< Sì…lo
ero…cioè lo ero
quando sei partita ma poi io… >> la
guardò non sapendo bene che cosa dire
così fece la sola cosa che aveva sempre desiderato fare: si
mise la mano in
tasca tirando fuori la scatoletta dell’anello prendendole le
mani ed
inginocchiandosi davanti a lei in mezzo alla strada facendo fermare
anche
qualche passante:<< Margaret Sophie Stains, so che non ho
il diritto di
farlo ma ti amo, ti amo così tanto che mi sta
uccidendo…vuoi sposarmi? >>
Immobile
e con le lacrima agi occhi Maggie rimase ferma a guardare il
meraviglioso
anello d’oro bianco intrecciato con quattro piccoli diamanti
che scendevano sui
lati mentre al centro brillava il solitario tagliato a cuscino che
rifletteva
anche la poca luce di quel freddo mattino di novembre:<<
Dorian…io…
>> lui si rialzò in piedi mettendo
l’anello nelle mani di lei:<< So
che dobbiamo parlare di tante cose ma dovevo dirtelo prima di qualsiasi
altra
cosa >> lei annuì appena poi alzò
gli occhi per guardarlo:<<
Possiamo entrare in casa? Ho bisogno di sedermi >>
stavolta fu il suo
turno di annuire e in silenzio la seguì su per le scale
entrando poi nel
piccolo mondo di Margaret cercando di non sorridere per la gioia di
trovarsi
con lei, in casa sua, ma con lei sarebbe stato bene ovunque.
<<
Non puoi venire qui e chiedermi di sposarti come se quel giorno
all’hotel non
fosse mai esistito, mi hai detto delle cose orribili >>
la voce di lei lo
fece tornare al presente e guardò la ragazza che amava
avvicinarsi ad una
piccola poltrona raggomitolandocisi sopra sempre con l’anello
in mano mentre
lui si sedette sul divano a lato incapace di smettere di
guardarla:<< Sì,
so quello che ho detto e non voglio che tu lo dimentichi, non voglio
fare finta
che non sia successo >> poi fissando gli occhi in quelli
di lei aggiunse
serio:<< Quando te ne sei andata ho avuto una discussione
con Frankie…mio
fratello dirigerà l’hotel insieme a mio padre
>> << Cosa? >>
<< Sì, io i ho detto quelle cose
perché sapevo che sarei dovuto restare a
Parigi, la mia vita era lì e la tua era qui, avevi appena
avuto una promozione
e io non volevo essere l’ostacolo alla tua carriera o ai tuoi
sogni, non volevo
che per avere me rinunciassi a tutto il resto, pensavo che un giorno mi
avresti
odiato e ti giuro non potrei mai sopportarlo >>
<< Ian…Ian…
>> e lei cercò di fermarlo con un piccolo
sorriso:<< Cosa? >>
<< Mi sono licenziata >> <<
Come? Perché? >> allungando
una mano verso il tavolino da caffè Maggie gli porse una
lettera con un logo
che lui conosceva fin troppo bene:<< Ma è del
Ministero…è del Ministero
francese >> << Sì, mi
è arrivata qualche giorno fa, mi hanno
offerto lo stesso posto che avrei qui ma con uno stipendio
più alto e una casa
se voglio, così non dovrò preoccuparmi di
spendere metà di quello che guadagno
per l’affitto >> scuotendo il capo incredulo
Ian sorrise:<< Charlie
>> << Cosa? >>
<< Charlie, sono in debito con lei
>> << Charlie? Chi? >> ma poi
Maggie capì:<< Charlotte
Deveraux? La moglie di Marcel? >> Dorian
annuì:<< Sì, lei è
un’indicibile,
una dei vice capi >> poi porgendo la lettera a Maggie
aggiunse:<< Questa
è la sua firma >> << Oh, non lo
sapevo >> << Lo so,
Charlie non è il tipo da sbandierare le sue intenzioni al
mondo ma Marcel deve
averle parlato di te e lei ha preso le sue informazioni
>> Margaret tornò
a guardarlo incredula:<< Io non…non capisco
>> << Ironicamente
ti ha offerto la soluzione ai nostri problemi, ora che i nostri
problemi non ci
sono più >> << Perché
sei qui Ian? >> gli domandò allora
decisa ad avere le sue risposte:<< Perché ho
girato mezza Europa nel
tentativo di ricominciare da capo e dimenticarti ma non
c’è un solo posto in
cui sono stato in cui non abbia pensato a te, ti amo Margaret e non ho
smesso
un solo secondo, ho detto delle cose orribili lo so ma credevo di non
meritarmi
il tuo amore, di non essere abbastanza >>
<< L’hai fatto per me?
>> lui annuì incapace di aprire
bocca:<< Ian…vorrei che me lo
avessi detto >> << Non saresti partita se
te ne avessi parlato
>> lei sorrise annuendo piano:<< E sai
benissimo perché…ti amo
>> lui annuì ancora e si mise in ginocchio
davanti a lei poggiando la
testa sulle sue ginocchia come se fosse un bambino:<<
Passerò il resto
della mia vita a farmi perdonare, passerò il resto dei miei
giorni a tentare di
meritarmi ancora il tuo amore >> << Dorian
non devi fare niente, io
ti amo già…non devi fare niente per…
>> ma capì che lui aveva la testa
altrove quando lo vide alzare la testa e guardarsi intorno:
c’era una cosa che
non aveva notato prima vale a dire tutti gli scatoloni che riempivano
la casa
di Maggie:<< Stavi partendo? Stavi venendo a Parigi?
>> le domandò
poi con gli occhi sorpresi:<< Non
proprio…stavo andando dai miei, ho
preso un periodo di aspettativa e ho mandato una risposta a quella
lettera
dicendo che se saranno ancora interessati tra un anno ne riparleremo
>>
<< Un anno? Aspettativa? Margaret che stai dicendo?
Perché hai preso un’aspettativa?
>> lei sorrise alzandosi in piedi e guardandolo con un
piccolo sorriso: <<
Dovrò pur prendermi un periodo di aspettativa quando
nascerà il bambino
>> a quelle parole Ian rimase immobile con la mano che
scorreva sul piccolo
tavolo bianco del monolocale e alzò i grandi occhi blu su di
lei…
Simon Jefferson
Daniel
Richardson, l'ex fidanzato di Maggie
Grimilde's
E così ci
siamo quasi, manca un capitolo più un
piccolo epilogo alla fine, mi rattrista dirlo ma lascerò i
commenti lacrimevoli e i discorsi lunghi per la fine...ora vi dico
solo: a presto...
|
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Capitolo 31 *** 30 - Londra, Maui, Sussex, Mosca, Roma, Arles... ***
Capitolo 29
Solo una piccola nota prima di
cominciare...ogni parte di questo capitolo si svolge quasi
contemporaneamente alle altre e praticamente copre quasi un
anno...dalla fine dei giochi all'epilogo che al più tardi
pubblicherò domani sera...
Buona lettura
A
quelle parole Ian rimase immobile con la mano che scorreva sul piccolo
tavolo
bianco del monolocale e alzò i grandi occhi blu su di lei
mentre un caldo
sorriso gli si apriva sul viso:<< Dici davvero?
>> Maggie rimase
ferma ma la sua testa annuì
impercettibilmente:<< Da quanto lo sai?
>> le domandò allora mettendosi dritto e
guardandola, faceva quasi paura
al suo piccolo cuore impazzito per quanto era calmo…sapeva
che Ian era un uomo
dal grande autocontrollo ma aveva anche visto il fuoco e
l’uragano dietro al
muro di ghiaccio e non sapeva quale dei due avrebbe dovuto affrontare
in quel
momento.
<<
Da un qualche settimana più o meno >>
mormorò a mezza voce:<< Da
quanto sai che aspetti mio figlio, Margaret? >> poi
avvicinandosi ancora
aggiunse:<< Perché è per questo che
me lo stai dicendo vero? Perché è mio
figlio >> gli occhi di lei lo
fulminarono:<< Certo che è tuo, di
chi dovrebbe essere? Non sono una che va con il…
>> ma le labbra di
Dorian sulle sue le impedirono di continuare:<< Dimmi
solo da quanto lo
sai amore mio >> << Un mese…sei
settimane… >> << Non me
lo avresti mai detto se non fossi piombato qui? >>
<< Io non…non lo
so…Ian è tuo figlio ma io…
>> lui le accarezzò i capelli e a Maggie
sembrò di essere tornata a quei primi giorni
d’amore in cui il loro mondo era
perfetto ed esistevano solamente loro due, persi ed innamorati come
bambini:<<
Ma tu volevi che io tornassi da te per amore e non per dovere
>> lei annuì
con gli occhi lucidi e le labbra serrate mentre guardava Dorian
lasciarle il
viso e fare la cosa più dolce che un uomo avrebbe mai potuto
fare.
Atelier
si inginocchiò sul pavimento, vista la loro differenza di
altezza il suo viso
era esattamente in linea con la pancia di Margaret, la
guardò per una frazione
di secondo poi le sollevò il maglioncino scoprendole la
pancia ancora troppo
piatta perché si notasse qualcosa e poggiando le labbra su
quella pelle chiara
sorrise, Maggie fece per dire qualcosa ma Ian la bloccò e
continuando a fissare
la sua pancia cominciò a parlare:<< Ti chiedo
scusa mon ange, tu non hai
colpa di quello che è successo e a causa della
stupidità di tuo padre hai rischiato
di non conoscerlo mai…non so se sia un bene che io sia qui
ora; non c’è altro
posto dove vorrei essere ma non so se me lo merito davvero e se tua
madre avrà
la forza di perdonarmi e volermi ancora al suo fianco >>
Maggie fece per
dire qualcosa ma lui non la lasciò fare:<< Mi
sono chiesto tante volte
come sarei stato come padre, qualche volta in più da quando
una bellissima Tassorosso
ha invaso ma mia vita ma nonostante tutto sono giunto sempre alla
stessa
conclusione: ho paura mon petit, ho paura di sbagliare come ho
sbagliato con
tua madre, non per cattiveria certo ma per il troppo
amore…sono un uomo che non
ha mezze misure e purtroppo il mio amore per voi è sopra ad
ogni cosa, farò
qualsiasi cosa per te e per la tua mamma ma vie, farò
qualsiasi cosa pur di
avervi sempre nella mia vita se voi me lo
permetterete…prometto di impegnarmi
per renderti il bambino più felice del mondo, prometto che
sarò un padre di cui
andrai orgoglioso, sarò qui per te in ogni momento della tua
vita mon amour,
sempre e per sempre qualsiasi cosa accada >> incapace di
stare ancora
zitta Maggie alzò il viso di Dorian verso il
suo:<< E noi saremo sempre
qui con te Ian…sempre e per sempre >> gli
occhi di Dorian erano lucidi
anche se lui non avrebbe mai ammesso che quelle erano lacrime, fece per
alzarsi
quando un piccolo singulto di Maggie lo
bloccò:<< Che cosa c’è?
Che cos’hai?
>> lei abbassò gli occhi e la sua mano e
quella di Ian toccarono lo
stesso punto dove si intravedeva una piccola sporgenza:<<
Il bimbo…ha…ha…
>> Ian la guardò perplesso:<<
Non l’aveva mai fatto prima? >>
lei scosse la testa:<< No, avevo provato a parlargli
tante volte ma non
si era mai mosso >> le dita di Ian sfiorarono la pelle di
Maggie:<<
Je t’aime mon ange…je t’aime…
>> di nuovo il bambino si agitò e Maggie
sorrise mentre lacrime di gioia le rigavano il viso:<<
Gli piace il suono
della tua voce >> Ian scosse il capo:<< Gli
piace che i suoi
genitori siano di nuovo insieme >> poi sollevando ancora
gli occhi verso
Maggie aggiunse piano:<< Mi sposerai Margaret? So di non
avere il diritto
di chiedertelo ma ti amo, ti amo e se passo un altro istante della mia
vita
lontano da te non so cosa potrei fare >> guardando
l’astuccio dell’anello
che lei aveva poggiato sul comò:<< Vuoi
davvero che io sia tua moglie?
>> lui si rialzò di nuovo in piedi prendendo
la scatolina e aprendola di
nuovo davanti a lei tolse l’anello dalla scatola
infilandoglielo al dito:<<
Non c’è cosa che desideri di più
Margaret Stains, non c’è niente che voglia
più
di questo >> lei lo guardò sorridendo come se
le avessero appena regalato
la luna, ci era voluto decisamente troppo ma erano finalmente arrivati
a quel
momento e niente avrebbe potuto cambiare quell’istante
così perfetto:<< Sì
Dorian Atelier, sì voglio sposarti >>
<<
Per i poteri conferitimi dal Ministro della Magia e sotto la presenza
di questi
testimoni, io vi dichiaro marito e moglie >> poi
sorridendo il funzionario
del ministero strizzò l’occhio ad
Ian:<< Può baciare la sposa >>
Dorian
guardò per un attimo Pierre e Violet abbracciati e
sorridenti accanto a loro
poi tornò a concentrare la sua attenzione su Maggie,
splendida con quell’abito
da cocktail color ghiaccio e i capelli raccolti in una semplice treccia
avvicinando
le labbra alle sue con un sorriso.
James
e Noelle
<<
Se non mi dici immediatamente dove stiamo andando James Rhodes giuro
che…
>> e con la sua solita aria autoritaria Noelle
cercò di intimidire il suo
neomarito ma la sola reazione che ottenne fu la risata calda di
James:<< Oh
smettila di far l’arrabbiata, sai che adori le mie sorprese
>> << Non
mi piace essere bendata e sballottata in giro per Londra come una
bambola di
pezza, ho ancora addosso l’abito che ho messo per la cena con
i tuoi, mi
sarebbe piaciuto almeno cambiarmi >> fortunatamente lei
era bendata o
avrebbe visto il sorriso soddisfatto di James:<< Oh ma ti
potrai
comodamente cambiare una volta a casa signora Rhodes >>
<< Non
chiamarmi… >> << Mi hai sposato
un mese fa Noelle, hai preso il mio
cognome, dovevi dirmelo prima se volevi continuare a chiamarti Noelle
Jackson
>> lei arricciò il naso in una
smorfia:<< Mi piace Noelle Rhodes,
no mi piace quando tu lo usi per fare il ruffiano >>
sentì James
mormorare qualcosa poi un suono freddo e metallico, quasi un
cigolio…fece
ancora un paio di passi poi la mano di James arrivò al suo
viso e le sollevò la
benda sopra la testa:<< Bene signora Rhodes, siamo
arrivati >>
<< Arrivati dove? >> e Noelle
guardò spaesata la piccola casa
bianca su due piani:<< Che cosa ci facciamo qui James?
>> <<
Siamo a casa mogliettina cara >> << A casa?
>> << Sì,
diciamo che vivere nell’ex appartamento da scapolo di mio
cognato andava bene
all’inizio, ma adesso è ora che cominciamo a
costruirci un nostro futuro con una
casa nostra >> Noelle guardò la casa e il
giardino dove c’era perfino uno
splendido ciliegio:<< Casa nostra? Ma James come faremo a
pagarla…costerà…
>> << Come farò a pagarla amore,
è il mio regalo per te, per noi e
la vita meravigliosa che avremo insieme >> poi
abbracciandola le fece
penzolare un mazzo di chiavi davanti al viso:<< Vuoi
entrare a vederla? Ho
già portato qui tutta la nostra roba >>
inaspettatamente lei gli saltò al
collo felice:<< Ti amo James Rhodes! Ti amo da morire!
>
Mike e Lilith
<<
Signora Gail >> Lilith si voltò guardando Mike
da sopra i propri occhiali
da sole:<< Guarda che se non la smetti subito di getto in
mezzo al mare e
me ne vado >> il bel dottore sorrise:<< Sai
come manovrare una
barca a vela da sola tesoro? >> Lil sorrise, anche se a
Mike quello
sembrò più un ghigno minaccioso:<<
Qualche maritino premuroso mi ha
voluto insegnare…e poi ho sempre la mia bacchetta
>> Mike si finse offeso
da quelle minacce:<< E ti libereresti di me
così amore? Adesso che aspetti
nostro figlio? >> Lilith bevve un sorso del suo
succo:<< Appunto,
di bambino me ne basta uno >> Mike si avvicinò
accovacciandosi accanto
alla piccola sdraio sul ponte della barca dove era seduta
Lilith:<<
Facciamo così amore…io smetto di chiamarti
signora Gail ma tu mi permetti di
controllare come state >> le guance di Lilith divennero
rosse un po’ per
l’imbarazzo un po’ per la rabbia:<<
Abbiamo già fatto questo discorso
Michael Jamieson Gail, quando torneremo a Londra andrò al
San Mungo, vedrò un
guaritore e… >> << Io sono un
guaritore e sono tuo marito, perché non
posso… >> gli occhi di Lilith lo fulminarono
da dietro le lenti degli
occhiali:<< Appunto! Sei mio marito e non ho alcuna
intenzione di farmi
visitare da te, non riuscirei più a guardarti in faccia!
Andiamo stangone non
farmi arrabbiare! >> alzandosi di nuovo in piedi e
alzando le mani arrendendosi
Mike annuì piano:<< Come vuoi, quando
torneremo a Londra andremo al San
Mungo >> poi allontanandosi per andare sotto coperta si
voltò per
guardarla da sopra la spalla aggiungendo con un
sorriso:<< Signora Gail
>> riuscì a scansarsi appena per evitare una
fattura di Lilith e poi
sparì in cambusa chiudendo la porta e cominciando a cercare
qualcosa da
preparare per il pranzo e per quel delizioso adorabile concentrato di
ormoni
che era diventata sua moglie da quando aspettava il loro bambino!
Daniel e Delila
<<
Mamma! Mamma! Vieni a giocare con me? >> e con il suo
immancabile sorriso
Abby guardò Delila che sedeva sul dondolo
all’ombra della tettoia di
casa:<< Abby fai la brava, la mamma non può
venire a giocare con te
adesso, è… >> cercò di
spiegare Daniel, ma contro ogni avvertenza Delila
era già in piedi e si stava inginocchiando per prendere la
bambina tra le
braccia:<< Smettila di fare il guastafeste Johnson, sono
incinta non
moribonda! >> << Aspetti mio figlio Delly,
direi che ho tutto il
diritto di preoccuparmi >> Delila guardò prima
Abby poi lui facendogli la
linguaccia come se avesse avuto cinque anni:<< Vuoi
preoccuparti per me? Bene
allora tienimi d’occhio mentre gioco con Abby, non ho alcuna
intenzione di
restare su quel dondolo con te che mi soffochi tutto il tempo sono
stata
chiara? >> Daniel non rispose alzando gli occhi al cielo
ma poi le sue
labbra si piegarono in un sorriso…era vero che ormai i loro
battibecchi erano
all’ordine del giorno, ma lui non poteva che essere felice di
vedere sua moglie
così allegra e spensierata.
Dopo
il matrimonio infatti a poco a poco le difese di Delila si erano
sciolte come
burro, buona parte del merito era anche di quell’angelo di
sua figlia che l’aveva
adorata dal primo momento…ma lui ora non poteva che essere
felice di vedere le
donne più importanti della sua vita giocare
sull’erba come se fossero state due
indiane in un accampamento o due amazzoni che si
arrampicavano…un momento
arrampicavano sugli alberi? Delila era incinta!
<<
Ehi che cosa pensate di fare? Non pensare nemmeno di…
>> e con il suo
solito fare protettivo Daniel si alzò di corsa per
raggiungerle:<< Ma
papà! Ci stavamo divertendo tanto >>
<< La mamma deve stare attenta
a quello che fa Abby, non vorrai che il tuo fratellino…
>> << Uffa!
La mamma ha ragione papà! Sei un guastafeste!
>> Daniel alzò gli occhi al
cielo scuotendo il capo e sperando con tutto il cuore che almeno il
nuovo
arrivato fosse maschio, qualcuno doveva ristabilire la
parità dei sessi in
quella casa o sarebbe stato rovinato!
Iris e Niko
<<
Ferma! Ferma o non ci riuscirò mai >>
<< Sono una persona Nikolaj,
non uno dei tuoi manichini! >> e incrociando le braccia
sul petto e
sbuffando Iris si mosse a disagio sullo sgabello di legno dove Niko la
stava
facendo posare da più di due ore:<< Lo so
lyublyu, ma fatto per l’arte,
sei così bella e se non finisco prima che la luce
cambi… >> <<
Esistono delle lampade artificiali per questo e poi siamo maghi, ti
basterebbe
la magia per... >> << La magia e le luci
artificiali non hanno lo
stesso effetto che ha il sole, non creano la stessa sfumatura dorata
sulla tua
pelle >> commentò lui continuando a muovere
velocemente il carboncino sul
blocco:<< Niko…sono mezza nuda e sono due ore
che sono in questa
stramaledetta posizione, possiamo fare almeno una pausa? Ti prego
>>
<< Ho quasi finito Iridis… >>
<< L’hai detto anche mezz’ora
fa e sono ancora qui >> << Un attimo solo,
sposta il braccio un po’
più in alto, passati la mano nei…
>> ma le parole di Niko finirono all’aria
quando lui si rese conto di quello che Iris stava
facendo:<< Lyublyu…
>> e guardano la fidanzata che, casualmente ed
innocentemente, stava
facendo scivolare il lenzuolo con cui lui l’aveva coperta
sfiorandosi poi la
pelle con il preciso intento di distrarre il novello
Michelangelo:<< Ops…scusa…mi
deve essere scivolato >> commentò lei
guardando l’ammasso di stoffa
ammucchiato accanto ai suoi piedi nudi:<<
Aspetta…adesso lo raccolgo
>> e scendendo con un piccolo saltello dallo sgabello
Iris gli diede le
spalle abbassandosi poi per raccogliere il telo:<< Donna
malefica!
>> e lasciando da parte blocco e carboncini Niko si
avvicinò a lei
prendendola tra le braccia, il bozzetto l’avrebbe finito
più tardi!
Libero e Bunny
<<
Signor Nott…l’ambasciatore inglese vorrebbe
parlare con lei >> e il suo elfo
domestico bussò piano alla porta dello
studio:<< Sì George, fallo passare
>> l’elfo fece per voltarsi quando una voce
femminile lo bloccò:<<
George avvisa l’ambasciatore che il signor Nott lo
riceverà domani, oggi ha
altri impegni >> Libero alzò gli occhi
guardando Bunny:<< Ben, non
posso non ricevere… >> la ragazza fece
spallucce avvicinandosi al mobile
bar dello studio del fidanzato:<<
L’ambasciatore vuole solo chiederti l’ennesimo
prestito di cui la sua ambasciata sembra avere immensamente bisogno,
potrà
aspettare fino a domani per un tappeto nuovo non credi?
>> poi girandosi
e guardando l’elfo aggiunse:<< Su
George…avanti vai… >> il piccolo
servitore guardò verso Libero che annuì
brevemente con la testa così quello
sparì.
Di
nuovo soli Bunny poggiò due bicchieri sulla scrivania in
mezzo a loro e
borbottò versando una generosa dose di Ogden ad
entrambi:<< Vorrei tanto
che una volta tanto quell’elfo mi desse retta, vivo anche io
in questa casa ma
per le questioni importanti lui aspetta sempre che tu…
>> Libero sorrise
lasciandosi andare sullo schiena della poltrona di
pelle:<< Devi capirlo,
non sei ancora mia moglie, è normale che per le cose
importanti George come
tutti gli altri elfi si rivolga al padrone…quando sarai una
Nott allora sarai
effettivamente la padrona di casa e lui ti ubbidirà
ciecamente >> lei
fece una smorfia:<< Il succo della questione resta quello
Libe: quando?
>> << Cosa? >>
<< Hai firmato un contratto con mia
madre in cui ti impegnavi a sposarmi e questo mi sta bene, ma quando
hai
intenzione di farlo? Quando ci siamo trasferiti qui ci siamo detti di
aspettare
un po’ ma è quasi un anno e ormai
dovremmo… >> la risata di Libero la
irritò solamente di più, quando il ragazzo si
calmò la guardò fisso negli
occhi:<< George >> l’elfo
riapparve:<< Signore? >>
<< George di’ all’ambasciatore Smith
che lo raggiungeremo tra poco nel
salone principale dell’ambasciata >>
l’elfo chinò il capo sparendo poi
per eseguire l’ordine:<< Ma
aspetta…avevi detto che… >> Libero
si alzò
da dietro la scrivania raggiungendola:<< Bunny, Bunny,
Bunny…cosa deve
fare un uomo per farti una sorpresa? >> <<
Sorpresa? >>
domandò lei non capendoci più
nulla:<< Viviamo a Roma da quasi un anno è
vero…ma noi siamo ancora a tutti gli effetti cittadini
inglesi e se vogliamo
che il nostro matrimonio sia valido e riconosciuto ovunque dobbiamo
fare
richiesta… >> lei spalancò gli
occhi:<< Richiesta all’ambasciata
>> poi fisando quegli occhi scuri che le sorridevano
aggiunse:<<
Per quello l’ambasciatore è qui >>
Libero annuì porgendole il
braccio:<< Ora che ti sei rovinata da sola la mia
sorpresa Bunny Flecter,
vuoi farmi l’onore di seguirmi all’ambasciata e
firmare i documenti che
ufficializzeranno la nostra unione? >> lei scosse il capo
sorridendogli.
Un
paio d’ore dopo mentre passeggiavano lungo la strada che
dall’ambasciata li
avrebbe portati a casa Bunny guardò Libero
sorridendo:<< Sarà così per tutta
la vita signor Nott? >> << Così
come? >> << Tu che
decidi e io che ti amo troppo per dirti di no? >> Libe
parve pensarci un
attimo poi la guardò ridendo:<< Te lo
farò sapere signora Nott >>
La
calda brezza del mare la raggiunse dalla finestra lasciata socchiusa
facendo
muovere le sottili tende di tulle, si girò appena trovando
il viso sorridente
di suo marito che la guardava:<< Buongiorno mia adorata
moglie >>
<< Buongiorno mio adorato marito >>
replicò lei sorridendo e
lasciandosi baciare:<< Che cosa vuoi fare oggi ma vie?
>> le
domandò Ian alzando una mano per accarezzarle i
capelli:<< Non fa tanto
caldo oggi e c’è un po’ di
vento…se andassimo a fare una passeggiata sulla
spiaggia? >> Dorian annuì continuando a
guardare gli occhi scuri di
Maggie:<< Non andremo troppo lontano però
d’accordo? Voglio che tu sia
vicino a casa se dovesse succedere >> <<
Siamo in anticipo Ian,
mancano ancora un paio di settimane, puoi calmarti >> lui
sorrise
ancora:<< Va bene, come vuoi tu signora Atelier, come
vuoi tu >>
poi girandosi per alzarsi aggiunse:<< Vado a preparare la
colazione, che
cosa vuoi mangiare? >> << Ci sono ancora
quelle meravigliose crepes
con la marmellata di lamponi di ieri sera? >> Ian scosse
la
testa:<< No, ma posso sempre preparartele ma vie
>> << Sei l’uomo
più meraviglioso del mondo >> lui rise mentre
si infilava una
maglietta:<< Ti amo anche io tesoro…ora
però alzati, se aspettiamo troppo
farà davvero troppo caldo per uscire >> Maggie
annuì e quando Ian uscì
dalla piccola camera da letto sorrise facendo per alzarsi dal
letto…
<<
Dorian! Ian! >> la voce spaventata di Maggie gli fece
lasciare la ciotola
dove stava mescolando latte e uova e correre immediatamente da
lei:<<
Marg… >> << Tu e la tua
boccaccia! >> notando la piccola
pozza d’acqua sotto ai piedi di Maggie Ian sorrise poi
avvicinandosi a lei la
prese tra le braccia rimettendola a letto:<< Ora stai
tranquilla…andrà
tutto bene… >> <<È
già come suo padre, in anticipo come te…nostro
figlio ti assomiglia già… >>
<< Maggie non credo che… >>
<< Zitto ok?! Non è ancora nato e
già avete fatto coalizione >> Ian
non proferì più parola ma cominciò ad
accarezzare i capelli della moglie.
Dopo
un paio d’ore in cui le contrazioni si erano ravvicinate Ian
si spostò dal
fianco di Maggie:<< Dovrei andare a chiamare qualcuno,
forse Yanna potrebbe…
>> << Non provare a muoverti da
qui…non provare a lasciarmi sola Dorian
Atelier o… >> << Ma Margaret io
non posso… >> << Manda
un patronus a Violet, lei e Pierre sono in vacanza a Marsiglia, solo
loro e
te, non voglio nessuno >>
Altre
tre ore dopo incredulo Dorian aiutò sua cognata e Yanna,
miracolosamente
chiamata all’ultimo secondo, a far venire al mondo un piccolo
fagottino urlante
e sporco di sangue.
<<
Allora? >> domandò Maggie sfinita mentre
Pierre le passava un panno umido
sulla fronte:<< È una femmina
signora…è una bambina >> Maggie
alzò
gli occhi verso Ian:<< Dorian…Ian…
>> lui prese un asciugamano
pulito e vi avvolse la bambina pulendole poi il visino e avvicinandosi
a lei
mentre Pierre si avvicinava a Violet:<<
Guardala…è perfetta... >>
commentò
il neopapà con un gran sorriso mentre gli occhi di Maggie si
perdevano dietro a
quella creaturina che faceva piccoli versetti e si muoveva ancora alla
cieca
sentendo il calore di suoi genitori:<< Sì,
è perfetta >> mormorò
Maggie cercando di non piangere:<< Come volete chiamarla?
>>
domandò Vi avvicinandosi per guardare la
nipote:<< Non ci avevamo ancora…
>> fece per dire Ian, ma Maggie come sempre lo
sorprese:<< Adele,
Adele Elodie Atelier >> sentendo il nome di sua madre e
quello di sua
nonna Dorian alzò gli occhi su di lei:<< Sei
sicura? >> lei
annuì:<< Più che sicura se lei
sarà forte metà delle donne di cui porta
il nome >> << Lo sarà
sicuramente… >> Maggie sorrise guardando
ancora la figlia poi sollevando gli occhi su suo marito aggiunse
decisa:<< Ian, so che non vuoi sentirmelo dire, ma
è il momento di tornare a casa >>
Era
un caldo giorno di inizio agosto quando cinque gufi raggiunsero le loro
destinazioni: Mosca, Roma, Londra, una barca nel mezzo dei mari della
Polinesia,
la campagna del Sussex…
Ognuno
di loro con una busta color crema nel becco, ognuno di loro con lo
stesso
identico messaggio, anzi invito…
Grimilde's
Questo è l'ultimo capitolo vero e proprio, il prossimo
sarà l'epilogo che in pratica è ricollegato alla
fine del capitolo 28 quando Frankie e Leila vengono chiamati
nell'ufficio di Isaac...
|
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Capitolo 32 *** 31 - Torneremo sempre a Parigi ***
Epilogo
...stavolta è davvero la fine...
<<
È successo qualcosa? >> l’elfa
scosse il capo:<< Non lo so signore,
padron Isaac ha solo detto di venire a chiamare lei >>
Con
ancora le parole di Yanna nelle orecchie François percorse
di corsa le scale
che portavano all’ufficio di suo padre, era il giorno del suo
matrimonio…sì beh
il mattino dopo, ma ciò aveva poca importanza; doveva essere
successo qualcosa se
Isaac lo chiamava con quell’urgenza e forse qualcosa di non
così piacevole.
Prese
fiato per un attimo giunto davanti all’ufficio con Leila al
suo fianco e poi
poggiò la mano sulla maniglia dorata abbassandola ed
entrando nello studio del
padre.
<<
Papà… >> a quella voce i suoi sensi
si tesero come le corde di un violino,
era passato quasi un anno da quando se n’era andato da
lì e poco meno dall’ultima
volta che si erano rivisti a Londra, non era ancora pronto a guardarlo
di nuovo
in faccia, ma visto che come un cane codardo non si era presentato al
suo
matrimonio forse era il caso che…
Frankie
riconobbe quelle spalle ampie ancora prima che l’altro si
voltasse:<<
Ian? >> suo fratello lo guardò calmo e lui si
trovò a pensare che con
quella barba accennata, quei capelli un po’ più
lunghi di come li aveva sempre
tenuti e quell’abbigliamento non proprio sportivo ma
decisamente ben lontano
dal serio e compassato Dorian Atelier che lui aveva visto per tutta la
vita,
suo fratello sembrava proprio un altro uomo:<< Che cosa
ci fai qui?
>> domandò poi avvicinandosi e solo in quel
momento Frankie si accorse di
Maggie accanto al fratello e del piccolo fagottino rosa che lei teneva
tra le
braccia:<< Oh mio dio…ma
è…è… >> e
Lila si avvicinò mentre Margaret
scostava leggermente la copertina per farle vedere quel piccolo angelo
che dormicchiava
sereno nelle braccia della madre:<< È nata tre
settimane fa nella villa
in Provenza >> << Ti sei trasferito ad
Arles? >> domandò François
a quelle parole guardando il fratello:<< Non proprio, io
e Maggie abbiamo
fatto una vacanza ma Adele ha deciso di nascere prima e così
già che eravamo
qui abbiamo pensato di passare per farvela conoscere >>
Frankie lanciò un’occhiata
alla nipote:<< L’hai chiamata come la nonna
>> mormorò poi riconoscendo
il nome:<< Sì, anche >> poi
sorridendo guardando la figlia Ian
aggiunse:<< François, ti presento mia figlia:
Adele Elodie Atelier
>>
Fu
solamente quella sera, dopo i degni festeggiamenti e la cena che
François e
Dorian si ritirarono nella sala del biliardo per poter finalmente
affrontare in
pace i loro demoni, avevano fatto finta che tutto andasse bene per
l’intera
giornata ma avevano delle questioni da risolvere ed entrambi lo
sapevano bene.
<<
Quanto avete intenzione di restare? >> domandò
Frankie una volta chiusa
la porta:<< A dire il vero non lo so, Maggie ha avuto un
posto come
indicibile al ministero qui a Parigi e io pensavo di parlare con Malet
o
qualcuno per vedere se potrò ancora avere qualche piccolo
incarico, non ho
ancora idea di cosa farò ma troverò il modo di
tenermi impegnato >>
<< Dove andrete a vivere? >>
<< Charlie ha offerto a Maggie
anche una piccola casa se la vorrà, non è molto
ma per me, lei e Dede andrà più
che bene >> << Non sei a tuo agio nei posti
piccoli Ian lo sai
>> << Non ho il tempo e la voglia di
cercarmi una villa ora
fratellino, ho altre cose a cui pensare >>
François rise piano avvicinandosi
al fratello:<< Non devi cercare una casa quando ne hai
già una e nemmeno
un lavoro… >> << Che stai
dicendo? >> << Questa è casa
tua Ian, questo è il tuo lavoro >>
<< È il tuo lavoro, mi ha
pugnalato alle spalle facendo quello stupido accordo con
papà >> <<
Ti ha riportato da Maggie il mio stupido accordo però
>> << Sì, ma
ciò non cambia la sostanza, è il tuo hotel ora
>> di nuovo François sorrise:<<
È sempre stato il nostro hotel, della nostra famiglia
>> poi guardando il
fratello con quello sguardo furbo che Ian non gli vedeva da quando era
bambino
aggiunse:<< E poi quest’inverno mia nipote
avrà due cuginetti, non pensi
che sarebbe bello farli crescere insieme qui? >>
<< Come siamo
cresciuti io e te? A correre per le scale e far impazzire Yanna e Seza?
>> << La mia infanzia è stata la
più bella che potessi desiderare,
voglio che sia così anche per i miei, i nostri figli
>> Dorian scosse il
capo guardando per un istante fuori dalla finestra e poi di nuovo verso
suo
fratello:<< Insieme? >> Frankie gli porse
uno dei due bicchieri di
vino che aveva poggiato sul tavolino da caffè Luigi
XIV:<< Insieme
>> Ian fece per dire qualcosa quando una calda risata
roca bloccò
entrambi facendoli voltare verso una poltrona in ombra
dall’altra parte del
tavolo.
<<
Venti anni, ho aspettato quasi vent’anni per vedervi
finalmente insieme
>> << Papà >> e
Dorian guardò Isaac che si stava alzando
dalla poltrona guardando i figli con orgoglio e gli occhi azzurri che
brillavano:<< Siete i miei figli Dorian e so di non
avervelo mai
dimostrato così spesso ma sono fiero di voi e se vorrete
mandare avanti questo
posto insieme io non potrei che esserne felice >> nessuno
dei tre fiatò
dopo quelle parole ma non c’era bisogno di aggiungere altro:
Dorian era a casa
e niente poteva più andare male.
<<
È quello che vuoi? >> domandò
Maggie quella sera mentre erano nella
vecchia camera di Dorian e lei stava poggiando Dede nella culla che
Yanna le
aveva procurato, culla che aveva scoperto essere di suo
marito:<< Tu
saresti felice? >> coprendo la loro bambina che stringeva
il suo vecchio
orsetto di peluche, il famoso Honey, Maggie annuì
avvicinandosi al
marito:<< Siamo di nuovo insieme, siamo a casa e abbiamo
una figlia, non
potrei essere più felice >> Ian la
guardò sorridendo poi mettendole le
braccia attorno alla vita aggiunse:<< Sapevi fin
dall’inizio che saremmo
tornati qui >> << Sapevo fin
dall’inizio qual era la nostra casa
>> lui le baciò la punta del
naso:<< Bene signora Atelier, ho una
piccola sorpresa per te allora >>
Una
settimana dopo era tutto pronto: il giardino che conduceva alla serra
addobbato
a festa, petali di papavero che delimitavano un sentiero che dal
portico
portava alla grande struttura di vetro e acciaio; Maggie aveva tra le
mani u
bouquet molto simile a quello che Ian le aveva regalato la sera prima
del ballo
di chiusura dei giochi, la sera in cui avevano fatto l’amore
per l’ultima volta
e avevano concepito Adele…
Sorrise
girando la testa di lato vedendo Violet con in braccio la piccola che
guardava
sua madre curiosa mentre Karen non riusciva a levarle gli occhi di
dosso alla
neonata estasiata da quanto fosse uguale a Maggie ma con gli occhioni
blu di
Ian.
<<
Sei pronta tesoro? >> le domandò la voce di
Bob al suo fianco:<<
Sono pronta papà >> commentò lei
raggiante e lo era davvero.
Con
le mani nelle tasche dello smoking per nascondere il nervosismo Ian
continuava
a lanciare occhiate nervose alla porta aperta della
serra:<< Calmati, sta
arrivando >> commentò Pierre accanto a lui
mentre gli occhi di Ian cercavano
quelli di suo fratello che in quel momento era dall’altro
lato dell’altare,
Maggie lo aveva voluto come suo testimone per via di quello che aveva
fatto per
Ian e per lei e Dorian aveva scelto Pierre in quanto il suo amico si
era preso
cura della sua regina quando lui non era in grado di farlo.
Prendendo
fiato Ian percorse la piccola serra con uno sguardo soffermandosi per
un attimo
sui pochi presenti…avevano voluto una cerimonia intima e
quella che era intorno
a loro, per alcuni aspetti, era la sua famiglia.
Guardò
Charlotte e Marcel che tenevano in braccio la loro bambina nata poco
dopo la
sua partenza a pochi giorni da Natale, guardò Leonie e
Hermes con Toby che
guardava sua madre e la sua pancia lievemente arrotondata come a
sfidare
chiunque a toccare la sua futura sorellina; guardò
dall’altro lato della sala e
come un flash rivide quel giorno, quel primo giorno di arrivo
all’hotel: guardò
Lilith splendida con quell’abito color ocra e i capelli
raccolti sopra la
testa, la pelle ancora dorata dal sole della Polinesia e il sorriso di
chi ha
appena ottenuto la luna, il sole e le stelle…il suo piccolo
sole personale
infatti era seduto sulle lunghe gambe del suo papà e
guardava curioso il
fermacravatta d’oro che Mike portava e che era il segno della
sua promozione a
capo guaritore del San Mungo, decisamente un bel passo avanti per la
sua
carriera.
Noelle
e James erano seduti proprio accanto a loro: i volti sorridenti ed
innamorati
anche se c’era qualcosa che sembrava pesare negli occhi di
lei ma conoscendoli
Dorian era sicuro che presto avrebbero risolto anche quello, erano una
delle
coppie meglio riuscite che conosceva e avevano sempre trovato il modo
di
capirsi, amarsi e venirsi incontro, sempre insieme e sempre uniti.
Sorrise
quando i suoi occhi incrociarono quelli di Delila che teneva la sua
mano tra
quelle di Daniel che la fissava come se avesse paura di vederla sparire
sotto i
suoi occhi…era passato del tempo da quando l’aveva
conosciuta, ma della donna
timorosa e spaventata che era entrata all’hotel e che era
stata la sua compagna
di stanza ormai non restava più nulla, l’amore di
Daniel e di Abby le aveva
dato quella spinta che le serviva per riprendere in mano la sua vita e
lui di
ciò non poteva che essere felice, Daniel felice lo sembrava
un po’ meno ma gli
era bastato scambiare un paio di parole con lui prima della cerimonia
per
capire che in quanto a padre apprensivo il giovane Johnson gli faceva
concorrenza egregiamente, fortuna che secondo gli esami il piccolo era
maschio
o sarebbe stato anche peggio per Danny!
Quelli
che sembravano avere meno problemi e noie di tutti erano, come sempre,
Niko e
Iris che sembravano non essersi ancora stancati di girare il mondo e
vivere da
eterni fidanzati innamorati e pieni di passione…ma in fondo
come biasimarli? Si
erano cercati per così tanto tempo che ora ne avevano di
cose da recuperare! Accanto
a loro con quell’aria da perenne combinaguai e il suo solito
sorriso sfacciato
Libero stava giocherellando con la mano di Bunny dove spiccava la
piccola fede
d’oro che le aveva messo al dito pochi giorni prima quando
avevano firmato i
documenti all’ambasciata, era stata una semplice firma su un
pezzo di carta
come lui aveva raccontato a Frankie e agli altri, ma più lui
e Bunny stavano
lontani dall’ipocrisia e dalla falsità
dell’alta società inglese e meglio
stavano!
Ian
fece per perdersi di nuovo nei suoi pensieri quando una mano invisibile
lo
spinse ad alzare gli occhi sulla porta dove, al braccio di Robert
Stains, sua
moglie avanzava lungo la piccola navata per raggiungere lui sotto al
grande
salice dove l’aveva fatta sua per la prima volta.
Rimase
fermo a guardare Maggie avanzare in quella nuvola di luce e farfalle
che come
sempre le giravano attorno come ad una fata, rimase a guardare i suoi
lunghi
capelli raccolti dietro la testa e da cui spuntavano qua e
là piccoli non ti
scordar di me, guardò il suo abito di pizzo bianco
così bohémienne e così simile
all’animo
candido e puro di sua moglie.
Le
tese la mano quando padre e figlia raggiunsero l’altare e si
voltò verso l’impiegato
del ministero che era stato assunto per officiare l’evento.
Visto
il bel tempo il rinfresco era stato allestito nel giardino antistante
la serra,
migliaia di fili e lanterne colorate riempivano i rampi degli alberi e
svolazzavano
sopra gli ospiti, fu solamente quando scese la sera però che
cominciò il vero
spettacolo…
<<
Ian ma… >> e Maggie si voltò verso
suo marito memore delle migliaia di
lucciole che l’avevano accompagnata anche quella prima notte
in cui erano diventati
una persona sola:<< Mi piaceva che ricordassi quel
momento ma vie >>
le mormorò piano poi alzandosi in piedi
aggiunse:<< Vuoi ballare con me?
>> Maggie fece per annuire quando una voce dal fondo
catturò l’attenzione
generale:<< Finché ci siamo ancora
tutti…una foto! >> gli sposi si
voltarono verso Leila che stringeva la macchina fotografica con un
grande
sorriso.<< Lila! Ora? >> domandò
Frankie guardando la moglie che
aveva già dato l’attrezzo in mano ad
Hermes:<< Direi che è il tuo lavoro
vero Valois? >> Herm guardò la macchina poi
Leila:<< Sempre gentili
voi Auror…dovrò scambiare due parole con il tuo
capo madame Atelier >>
commentò guadando Marcel e scoppiando a
ridere:<< Fallo, ma lui sa che
sono la migliore >> commentò la ragazza che
ormai, contrariamente a suo
marito, aveva preso in simpatia gli amici di Dorian.
<<
Coraggio, mettetevi tutti in posa >> il gruppo si
riunì al centro della
pista attorno a Maggie mentre Ian si metteva alle spalle di sua moglie
allacciando le mani alla sua vita, Maggie fece per voltarsi ma lui la
bloccò:<< Stai in posa e sorridi
>> lei non commentò ma strinse le
mani del marito con le proprie facendo tintinnare appena le loro fedi.
Sentì
appena le labbra di Dorian che le scivolavano sulla guancia poco prima
del
flash della macchina fotografica ma udì chiaramente le sue
parole:<< Ti
amo >>
FIN.
Grimilde's
Questa è davvero la fine, siamo giunti alla conclusione di
questa storia che è stato un meraviglioso viaggio di quasi
sei
mesi che ho intrapreso insieme a voi, un viaggio che mi ha dato molto
più di quello che mi aspettavo e che grazie a voi e ai
meravigliosi personaggi che avete creato ha dato vita ad una storia
straordinaria.
Non mi piace molto dilungarmi in parole e ringraziamenti, soprattutto
in un momento come questo dove rischio altamente di commuovermi, ma una
cosa la voglio dire: grazie di avermi dato l'opportunità di
vivere quest'avventura e di avermi concesso questi personaggi unici e
insostituibili, li ho adorati tutti dal primo all'ultimo, purtroppo
questa come tutte le storie ha una fine.
La sola cosa che posso dirvi ancora è arrivederci, addio
è un termine che non mi piace, arrivederci fino al prossimo
viaggio insieme...
Grimilde.
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