Modern love

di Prinzesschen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** Something special ***
Capitolo 3: *** More than words ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Somebody to love

1

Uff

Gerard Way si guardò intorno alla ricerca di Frank Iero. Era praticamente l’unica persona conosciuta nell’intera scuola, a parte Mikey, suo fratello.

I fratelli Way erano da poco arrivati a Belleville e, arrivati alla nuova scuola, l’unico che li aveva accolti come persone e non come fonte di pettegolezzo era stato Frank.

Cambiare scuola è sempre una cosa traumatizzante e per loro era la prima volta che accadeva.

La madre era stata trasferita da Newark e aveva dovuto portare con sé anche i figli.

Era un ragazzo strano Frank: 1 metro e 65 circa di pazzia che se si sommavano al vestiario in perfetto stile punk e al ciuffo rosso creavano una figura davvero bizzarra.

Ma infondo anche Gerard era un tipo strano. Inusuale forse più interiormente che esteriormente.

Amava scrivere fumetti, lui. E cantare, a volte.

Come tutti gli artisti quindi aveva la testa fra le nuvole ed era riservato di natura.

Si accorse di una sagoma nera intenta a prendere a calci l’armadietto, evidentemente bloccato.

Frank. Chi altri poteva dimostrare tanta grazia?

Si avvicinò a passo sicuro fino a riconoscere anche il ciuffo rosso e il suo abituale abbigliamento.

Posò una mano sulla sua spalla e quello si voltò.

Gerard rimase leggermente interdetto. I suoi lineamenti erano…più delicati di quanto ricordasse!

Rimase a fissare le labbra leggermente più carnose e gli occhi che pur essendo sempre di quello strano miscuglio tra il verde e il castano erano incorniciati da lunghe e folte ciglia.

Intanto “Frank” lo guardava con un sopracciglio, decorato con un anellino argentato, alzato e l’aria annoiata.

Gerard percorse con gli occhi la figura dell’amico e per poco non gli prese un colpo notando una leggera curva all’altezza del petto.

-E’ lì…- disse svogliatamente quella che era evidentemente una ragazza indicando un punto dall’altra parte del corridoio.

-C-chi?- chiese Gerard imbarazzato e soprappensiero. Che figura di merda!

-Mio fratello…perché è lui che stavi cercando no?

Fratello?!

Si voltò nella direzione indicata dalla ragazza e scorse il vero Frank che smanettava tutto impegnato all’interno del suo armadietto.

-Oh…si io…scusa non…

-Hey prendi fiato tranquillo…ci scambiano- si interruppe per dare un pugno all’armadietto facendolo così magicamente spalancare. –tutti.

Lui annuì ancora un po’ sconvolto e si diresse verso Frank che si sbracciava salutandolo e avvicinandosi.

-Hai conosciuto Joey eh?- chiese entusiasta superandolo con un piccolo saltello e cominciando a camminare all’indietro.

-Tu hai una sorella?

-Gemella per la precisione…

Me ne sono accorto!

-Ma….che cavolo tutti quanti! Ok sono piccolo e nero, come Calimero, ma non sembro una donna! Come potete confonderci?!

Gerard ridacchiò imbarazzato avviandosi con Frank a fianco a lezione di chimica.

-Ma vi vestite praticamente uguali!- disse a mo’ di giustificazione voltandosi e lanciando un’occhiata alla ragazza che ora era avvinghiata ad un tipo di una stazza che lo faceva somigliare pericolosamente ad un armadio con le borchie e i tatuaggi.

-Si…lo facciamo più o meno da quando avevamo 12 anni. Amiamo lo stesso stile!- rispose l’altro ma Gerard non lo ascoltò nemmeno, intento com’era  a osservare la strana coppia.

-E quello chi è?

Frank lo guardò confuso prima di intercettare il suo sguardo e capire a chi si riferisse.

-Oh quello è Brian Haner, la nuova fiamma della mia sorellina...ehy non ti fare strane idee! Vedo come la guardi! E’ mia sorella! E gemella anche! La prenderei sul personale!- concluse ridendo e dando una pacca sulla spalla dell’amico che sentendo le insinuazioni dell’altro aveva rischiato di strozzarsi con la sua stessa saliva.

 

 

Che strano tipo!

Joey pensava ancora a quel ragazzo che, come spesso accadeva, l’aveva scambiata per il fratello.

E ci era rimasto malissimo scoprendo che era un ragazza! Beh…malissimo forse era un parolone però si poteva dire che semplicemente c’era rimasto.

-Jo a che pensi?- le chiese Brian scostandole una ciocca di capelli dagli occhi e guardandola curioso.

-Ad un tipo strano… - rispose laconica arricciando le labbra.

Stavano seduti sotto una quercia sul prato della scuola per la pausa pranzo.

-Un bel tipo?- chiese sul vago il ragazzo cominciando a lasciarle piccoli baci all’angolo delle labbra.

-Beh…non so l’ho visto oggi per la prima volta…dev’essere nuovo, bazzica con mio fratello!

-Ma chi Gerard Way?

-Lo conosci? Che tipo è?- chiese curiosa Joey tirandosi su con aria interessata.

Sul volto di Brian si dipinse un’espressione sorniona e un po’ infastidita.

-La new entry! Quello a cui Rev ha fatto lo sgambetto ieri! Ahahah

Lei scosse la testa mentre l’altro continuava a ridacchiare compiaciuto.

-Si vabbè però Jimmy è tremendo!

-Che ho combinato?- chiese Rev sentendosi chiamato in causa avvicinandosi e sedendosi accanto a loro con un grande panino in mano seguito da Johnny e Matt.

-Lo sgambetto che hai fatto a Way…memorabile! Si stava spaccando la faccia contro l’armadietto!

Il fautore del brutto tiro diede un cinque a colui che l’aveva attuato sotto lo sguardo contrariato della ragazza.

-Ma poverino! E’ appena arrivato!

-Prendi le sue difese?!- esclamò Matt malizioso. - Allora siamo messi male! Bri io mi preoccuperei al posto tuo!

Lei incrociò le braccia al petto guardandolo molto male.

-E’ amico di mio fratello! Tutto qui!

-Certo…ha ragione - disse serio Brian e quasi mi stupii della serietà del suo volto mentre lo diceva.

Furono istanti in cui il labbro inferiore del ragazzo tremolò e poi scoppiò a ridere fragorosamente scompigliando i capelli della sua ragazza che si innervosì ed emise un leggero ringhio prima di alzarsi, scrollarsi i pantaloni e dirigersi verso l’entrata.

-Hey! Stiamo scherzando!

Lei alzò una mano insieme per zittirlo e in segno di saluto e si dileguò oltre l’entrata. A volte Brian è così idiota!

Chissà perché quando si parlava di cotte diventava sempre molto suscettibile.

 

Gerard uscì dalla classe con  Frank che gli trotterellava di fianco.

-Come fai ad essere così allegro dopo una giornata del genere?

Finalmente era finita e potevano tornare a casa.

-Proprio perché è finita! E adesso torniamo a casa! Anzi…vuoi venire a casa mia?

-Oh beh…- si guardò intorno ed indicò l’edifico che ormai si trovava alle sue spalle.- Devo aspettare Mikey!

-Viene anche lui!

-D’accordo allora lo aspettiamo insieme.

Si sedettero sul muretto davanti all’entrata e Gerard si accese una sigaretta.

-Vuoi?- chiese all’amico porgendogli il pacchetto di marboro.

-Nono non fumo…

In quel momento davanti a loro passo piano una Porsche all’interno della quale rimbombava una canzone metal.

Al posto di guida c’era l’armadio di quella mattina e dietro i suoi compari.

Ahia

C’era anche quello che il giorno prima l’aveva quasi fatto finire con la faccia per terra.

E in messo a loro, seduta sullo schienale della decappottabile, stava Joey che appena li vide sorrise loro salutando con la mano.

-Frank! Gerard!

-Hey!- la salutò il fratello sorridente.

Come sa il mio nome? Non mi sono presentato!

Anche lui la salutò con la mano accennando un sorriso.

-Mi accompagna Brian…ci vediamo a casa ok?

Salve a tutti! Ed ecco la mia ultima creazione, ieri sera non avevo niente da fare ed ero ispirata perciò ho partorito questa "cosa". A voi la parola...che ne pensate? 

Ps: Il titolo della fanfiction è riferito ovviamente "Modern love" di David Bowie. I personaggi citati non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro. 

Per il momento è tutto, a voi studio!

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Capitolo 2
*** Something special ***


modern love 2

2

Joey strinse la lingua tra le labbra in una smorfia di pura concentrazione cercando di  non far sbavare lo smalto nero che si stava applicando alle unghie mangiucchiate delle mani.

Tra le sue virtù non c’era di certo la pazienza e attività che richiedevano così tanta concentrazione non facevano per lei poiché mettevano a dura prova il suo precario autocontrollo.

Di solito finiva per mandare all’aria mezz’ora di lavoro e disegnarsi ghirigori sul dorso della mano per poi inevitabilmente cancellare tutto con l’acetone.

“Ok calma Jo’…ce la puoi fare! Calma… ci sei quasi!” si impose mentalmente arrivata al mignolo.

Dalla stanza accanto partirono le note di una canzone.

“Holiday” dei Green Day.

Evidentemente Frank era allegro quel giorno.

La ragazza sorrise al pensiero e cominciò a canticchiare.

-Hear the sound of the fallin’ rain, comin’ down like a Armageddon flame…

E mentre cantava continuava la sua opera ad alta precisione.

La tragedia fu l’arrivo dell’assolo.

Frank cominciò a sbagliare note e Joey si impose di rimanere ferma e concentrata e di non andare a picchiarlo.

Un’altra nota troncata alla grande.

Pazienza Joey…pazienza, si diceva ringhiando piano.

Ed eccone un’altra!

Fine della concentrazione, della pazienza e dell’autocontrollo.

-Frank!! Lo stai sbagliando tutto questo cavolo di assolo!! Invece di andare a orecchio te lo fai insegnare una buona volta?!- sbraitò sbarcando nella stanza del fratello e piombandogli praticamente davanti.

Lui la guardò terrorizzato per poi nascondersi dietro Gerard di cui Joey si accorse solo allora.

-Oh ciao Gerard…ti prego diglielo anche tu che non può distruggere così un assolo, per giunta facile ai limiti della decenza!

Lui ridacchiò lanciando un’occhiatina all’amico aggrappato alla sua maglietta.

 -Suoni anche tu?- le chiese incuriosito. Sembrava sapere ciò che diceva.

-Si…suono anche io la chitarra…- poi lo sguardo le cadde sulla maglietta di Gerard.-Grande! Ti piacciono i Pink Floyd?

Gli occhi le brillavano al solo nominare la sua band preferita.

-Si sono grandiosi…- convenne Gerard sorridendo cordiale mentre lei cominciava a saltellare da un piede all’altro come una invasata.

-Ma la canzone migliore è in assoluto Point me at the sky!

-Hai ragione è una canzone stupenda…

Rimasero qualche secondo a guardarsi sorridenti.

Frank faceva scattare ritmicamente lo sguardo da uno all’altra, con aria avvilita.

Ed eccolo incantato da sua sorella. Sapeva che sarebbe andata a finire così! Si schiaffò una mano sulla fronte mentre Joey dopo aver annunciato che sarebbe tornata agli affari suoi schioccava un bacio prima sulla sua guancia e poi su quella di Gerard.

Stava per uscire dalla stanza quando si scontrò con Mikey Way che entrava con il risultato che caddero entrambi a terra con un tonfo, l’una sopra l’altro.

-Oh…scusa!- esclamò lei alzandosi di scatto e porgendo una mano allo strano ragazzo addosso al quale era caduta.

Aveva i capelli lisci (probabilmente piastrati) color biondo cenere e gli occhi castani tendenti al verde erano nascosti da due spesse lenti incorniciate da una montatura scura.

Sul volto arrossato dall’imbarazzo si fece spazio un timido sorriso.

-Non preoccuparti è…okay.- la rassicurò cordiale riprendendo pian piano il suo colore naturale.

Lei sorrise.

-Ah io sono Joey…- saltò su ricordandosi di non essersi presentata.- la sorella di Frank, come penso noterai.

-Mikey…- rispose l’altro stringendole la mano e facendo viaggiare lo sguardo da Frank alla ragazza. –Gemelli eh?

-Esattamente…comunque adesso scappo, ho un lavoro da finire!- concluse alzando una mano smaltata e schioccando un’occhiataccia al fratello.

Quando scomparve oltre la porta Frank la richiuse e si portò le mani a fianchi scuotendo il capo all’indirizzo del moro.

-Che c’è?- chiese quello allargando le braccia con aria esasperata.

 

 

Intanto Joey nell’altra stanza aveva iniziato a dipingersi le unghia dei piedi, avendo finito quelle delle mani.

Sorrise ripensando a Gerard.

Era decisamente un tipo interessante. E gli occhi…assurdamente stupendi.

Perché non erano di un verde normale. Non di un verde sgargiante…ma cupo, un po’ malinconico.

Il cordless cominciò a trillare fastidiosamente e Joey scosse la testa ancora una volta spazientita.

Incastrò l’apparecchio tra l’orecchio e la spalla e rispose.

-Dicano..

-Ciao piccola!- esordì Brian con voce allegra.

-Bri!

-Che fa di bello la mia ragazza senza di me?

-Metto…- si morse piano la lingua dando una spennellata particolarmente difficile all’angolino dell’unghia. -lo smalto!- concluse fiera della sua stessa precisione.

-Oh…che cosa emozionante!- disse l’altro falsamente entusiasta.

-Ah ah…ah! Fai poco lo spiritoso, è un’operazione ad alta precisione questa!

-E proprio questo che mi preoccupa honey…se ti innervosisci chi ti riprende più?

-Oh, ma tu lo trovi sempre il modo…- rispose lei con voce improvvisamente languida.

-Ovviamente…- rispose lui prima di abbandonarsi ad una leggera e roca risatina. –Senti stasera che vuoi fare?

-Proposte?

-Beh un’idea ce l’avrei…- rispose malizioso.

Ormai erano entrati in modalità telefono sexy, dopo l’affermazione della ragazza sul “misterioso” modo per far passare il nervosismo.

-Sarebbe?- gli diede corda la ragazza chiudendo il barattolo dello smalto e sporgendosi verso il comodino per posarlo.

-Me…te…casa mia vuota…un fantastico e confortevole letto!

Lei ridacchiò posando i piedi contro il muro e la schiena contro il materasso e buttando la testa giù dal bordo del letto.

-Potrebbe essere una prospettiva interessante…

-Beh vedi se ti interessa…sai dove abito.- concluse lui fingendosi vago e non particolarmente interessato. Ma Joey sapeva che era tutto il contrario.

-Ciao play-boy…

-A dopo, piccola…- la corresse lui sicuro di sé prima di chiudere la chiamata e lasciarla lì sul letto, con la testa penzoloni e un sorriso sul volto.

 Buongiorno! Ecco il secondo capitolo! Finalmente sono riuscita a scriverlo! Che ne pensate? Non sono particolarmente loquace stamattina, come non lo ero ieri e neanche l'altro ieri...perdonatemi! Periodo nero...tante cose che sommate mettono a dura prova il mio sistema nervoso.

Ringraziamenti:

friem: Ciao!! Non so se consideri questo capitolo abbastanza per dare un giudizio, ma sono disposta ad aspettare! Sarà una specie di sfida! +_+ grazie...fammi sapere che ne pensi! Baci.

 JuFrankestein: Wei! NON - ULULARE! -_-" Uuuh grazie per la fiducia che riponi in me, Gee ma non ho idea di come evolverà questa storia! Potrebbe uscire bene come potrebbe venirne fuori una schifezza! U:U Ho anche dimenticato la trama che avevo immaginato....bel casino! Ma mi inventerò qualcosa su...senti vai a quel paese tu e l'estathè! xD scappo...anche perchè non riesco a risponderti su msn e per recensione contemporaneamente! Una sono io! PS: grazie per l'illuminazione! Provvidenziale! =*

ms_reverie: hai ragione! Poverino! Ma vedrai non lo farò più maltrattare dai nostri cari scimmioni...(forse xD)

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Capitolo 3
*** More than words ***


modern 3

3

Joey si infilò lo shorts e si alzò dal letto.

-Dove credi di andare?- le chiese il suo ragazzo riacciuffandola per la vita e stringendola a sé.

-Brian sono le due! Mia madre mi ucciderà!

-A questo punto ti uccideranno comunque no? Quindi meglio ritardare la fine…- statuì testardo posandole piccoli baci sul collo.

Lei chiuse gli occhi, perdendosi in quel dolce contatto. Amava quel genere di attenzioni da parte di Brian. La sua non era una dolcezza intrisa di affetto ma di puro e semplice desiderio.

Joe sapeva perfettamente che non era una storia né seria né importante ma in fondo le andava bene così, fin a quel momento lui era stato l’unico capace di farla sentire donna.

-Mh…Ti prego…così rischio di non andarmene più…- si lamentò voltandosi e circondandogli il collo con le braccia.

Lui le scostò il ciuffo rosso dagli occhi e la baciò, sorridente.

– E’ esattamente ciò che voglio.

 

Joey fece scattare piano la serratura ed entrò di soppiatto in casa. Le luci erano spente e regnava una inconsueta tranquillità. “Ovvio” pensò, visto che era notte.

Però non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse strano entrare in casa e trovarla tranquilla e silenziosa. Con un fratello come Frank, esuberante e pieno di energie, e con i suoi degni compari, in quella casa il silenzio era una vera e propria utopia.

L’orologio appeso all’entrata le ricordò che erano le 3.

“Dannato manipolatore!” pensò scuotendo il capo e non potendo evitare di sorridere. Alla fine le aveva fatto fare tardi. “Grazie al cielo ha avuto il buon gusto di accompagnarmi in macchina…”

-Dal tuo sorriso devo dedurre che hai passato le ultime ore in compagnia di Brian…- disse una voce mentre la luce si accendeva.

-Oh…cazzo Frank mi hai fatto venire un colpo!- lo rimproverò lei capendo a chi appartenesse la voce e portandosi una mano al petto.

-Non hai risposto alla mia domanda…- disse lui serio. Stava li a fissarla severo, con le braccia incrociate al petto e l’aria apprensiva.

Il loro padre era andato via che loro erano ancora due bambini scappando con la baby-sitter e, Joey pensò, alle volte Frank si sentiva in dovere di riempire quel vuoto di ruolo interpretando però una parte che non  gli si addiceva.

-La tua, fratellino, non era una domanda, ma una constatazione perciò cosa vuoi che ti dica?

Lui scosse il capo avvilito. –Sei impossibile!

-E tu un rompipalle!

-Solo perché mi preoccupo per te? Sai che quel tipo non mi piace…- statuì mantenendo la stessa serietà.

Era vero. Aveva messo in guardia più di una volta la sorella da quel ragazzo. Era il classico play-boy che cercava solo divertimento e lui non sopportava l’idea che potesse usare la sua sorellina.

-Non deve piacere a te! Pensa un po’ alla tua vita, che io penso alla mia!

Lui sbuffò.

-Ma non capisci che ti usa? Si sta solo divertendo!

-E se mi stessi divertendo anche io, Frank? A questo non c’hai pensato? – ribattè lei ormai presa dalla discussione. Non sopportava di essere trattata come una bambinetta ingenua.

Lui si incupì.

-Fai un po’ come ti pare…- concluse voltandosi e richiudendosi nella sua stanza.

Fumante di rabbia la ragazza si chiuse in bagno.

Posò le mani ai lati del lavandino e sentì un conato di vomito salirle su per la gola.

Ripensò a quella cosa strana che le aveva dato Jimmy quella mattina nel cortile.

Non era la solita sciocchezza.

Alla prima boccata le era girata la testa. Ma piano piano l’effetto si era dileguato lasciando solo una piacevole sensazione di leggerezza.

Sentì l’acido salirle in bocca e con uno scatto fulmineo di aggrappò al water, rimettendo tutto ciò che aveva mangiato durante la giornata.

Si lasciò scivolare sul pavimento con la testa fra le mani.

Non era la prima volta che le capitava. Il suo organismo non reggeva quelle sostanze e ogni volta era la stessa storia.

Si alzò e premette la mano sul pulsante dello scarico, quasi aggrappandosi ad esso per mantenere l’equilibrio.

“Non sono una drogata..” si disse strizzando gli occhi.

No, non lo era. Era solo qualche caso sporadico.

Era il suo modo per fuggire dalla realtà.

Negli ultimi mesi le chiamate di suo padre si erano fatte sempre più frequenti e sempre lì a dirle le solite stronzate da pentito.

Ma lei non voleva ascoltarlo.

Li aveva abbandonati, non era il loro padre. Non aveva alcun diritto di considerarsi tale o di rivendicarne così prepotentemente il ruolo.

A Frank non aveva voluto dire niente.

Suo fratello era troppo impulsivo, troppo spesso vittima dei suoi istinti e così si era tenuta tutto dentro, cercando di sfuggire alla realtà con quei barbari metodi.

Ma il più delle volte i suoi sorrisi non erano vuoti. Riusciva ancora ad essere davvero spensierata ed era per questo che non voleva perdere quella spensieratezza.

Uscì dal bagno barcollando e senza fare rumore sbirciò nella camera della madre, dove quest’ultima dormiva placidamente.

Il riflesso dei vetri illuminati dalla luna si proiettava sulla parete bianca, attraversata dall’ombra della ragazza che si avvicinò al letto.

Si chinò sulla madre per posarle un bacio sulla fronte e poi si diresse verso la sua stanza, ma quando posò la mano sulla maniglia ripensò alla discussione avuta con il fratello e la fece ricadere lungo il fianco, indecisa.

Doveva parlarci, aveva sbagliato a trattarlo a quel modo. Lui si preoccupava solo per lei.

E poi aveva bisogno di lui.

Aveva paura di ciò che stava diventando. Di se stessa. E loro due erano una cosa sola, lui era la sua metà sana, la sua metà d’anima ancora non andata a puttane.

Bussò alla camera di Frank ma nessuno rispose.

-Dormi?- chiese intrufolando la testa nella stanza completamente buia.

-Che vuoi?- le chiese lui in risposta e lei sentì il fruscio delle lenzuola, segno che si era girato per darle le spalle.

-Posso entrare?

-Se proprio devi.

Lei zampettò a piedi nudi fino al letto del fratello sedendovisi e lui se ne accorse sentendo le molle del letto inclinarsi leggermente.

-Frank?

Non rispose, rimanendo di spalle.

-Hey…scusami…

Finalmente si voltò, sbuffando.

-Quel tipo non mi piace Jo! Ti farà solo soffrire, si sta approfittando di te!

Lei sorrise, intenerita.

-Nessuno dei due è davvero innamorato…non c’è pericolo di soffrire in una relazione come quella tra me e lui…- lo rassicurò carezzandogli i capelli un po’ più mossi dei suoi.

-Starai attenta?

-Si…

-Non voglio vederti piangere per lui, non lo sopporterei…

-Posso?- chiese lei in risposta, indicando il letto.

Lui annuì.

Si stese accanto al fratello che la abbracciò, stringendola a sé.

-Non puoi evitare che io soffra…come non posso evitarlo io stessa. Se soffrirò passerà…come tutto. Promettimi però che qualsiasi cattiveria io ti dica, quando sono incazzata, non smetterai mai di preoccuparti per me almeno un po’….mi fa sentire sicura…che si tratti di un ragazzo o…- esitò. – di qualsiasi altra cosa. Non odiarmi mai…ti prego.

Le guance si erano tinte leggermente di rosso. Non era il tipo che metteva a nudo i suoi sentimenti facilmente e farlo la imbarazzava non poco. Ma si trattava pur sempre di Frank. Lui sapeva sempre cosa la sorella pensava, anche senza parlare.

E probabilmente sapeva anche che lei non pensava le cose che aveva detto prima, nell’entrata. Non voleva che lui si facesse gli affari suoi.

-Non potrei mai…neanche imponendomelo. Sei mia sorella… e ti voglio bene. Scusa se a volte sono iper protettivo ma non posso farne a meno.

 

Ringraziamenti.

JuFrankestein: Gee!!! Si lo so che il capitolo non era granchè profondo ma non sono particolarmente ispirata per ora! La scena della telefonata ahahah. Cioè…al telefono a fare sti discorsi con Synyster Gates…sarebbe…lascio all’immaginazione di chi legge l’aggettivo più appropriato! Comunque…non esiste che mi ringrazi, di cosa poi? Ti assillo continuamente con i miei problemi e le mie turbe… sei la MIA Gee, che è più di “migliore amica” U.U. La migliore Gee che io potessi mai desiderare, e in fondo a volte abbiamo anche bisogno di trattarci male noi due xD Con i caratteri di merda che ci ritroviamo! ^^

ms_reverie: oh si! E’ lui l’antistress! Ahah che ne pensi di questo capitolo? ^^ Baci.

friem: io in questo momento la vedo benissimo per Brian eh! xD Vabbè ma la storia è all’inizio…ne succederanno di cose!! Baci.

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Capitolo 4
*** 4 ***


4 modern love
4
E ci sono giorni in cui mi sento soffocare.
In cui mi sento tremendamente fragile, bombardata da delusioni che forse mi feriscono più di quanto dovrebbero.
Mi manca il respiro se ricordo come alcune cose erano così perfette da non sembrare vere, prima.
Credo sia normale, però. Non lo è?  Guardare indietro e vedere allontanarsi ricordi, sensazioni, amicizie e amori che …  sembravano perfetti?
Chiudendo gli occhi spero quasi che le cose si risolvano da sole per poi riaprirli e vedere che è tutto dannatamente uguale, che la mia mente non può niente contro la realtà.
Posso sognare e sostituire con la mente momenti deludenti con momenti … stupendi, ma fino a che punto  rifiutare ciò che mi ferisce mi aiuterà?
Per quanto posso restare lì ferma a sognare? Qualche minuto o, in casi eccezionali, posso concedermi qualche ora.
Ma dopo?
Dopo che succede? Quando lui ricomincia a ferirmi, quando ogni minimo dettagli rischia di farmi male, quando mi sembra di non potermi fidare proprio di nessuno?
I sogni vanno a farsi fottere e, nell’istante stesso in cui torno con i piedi per terra, l’unico pensiero coerente che la mia mente riesce a formulare è “Sono proprio una stupida..”
E quella sensazione di vuoto che mi avvolge è così reale da ricordarmi come funzionano le cose e da far ripetere a me stessa quanto sia stupido illudersi.
Ma ci sono cose però che mi fanno amare la mia realtà…come mio fratello.
E mi sento in colpa per questo mio voler evadere, come se tutto questo fosse una prigione.
Perché sbarre non ce ne sono … sono io che intreccio reti con i fili sbagliati, quelli spinati che continuano a pungermi fino a farmi sanguinare.
E perdo di vista le cose davvero importanti sbattendo sempre la testa contro le stesse cose, contro chi speravo sarebbe riuscito ad amarmi e invece non l’ha fatto, contro la mia continua paura di perdere anche le ultime vere e belle amicizie che mi sono rimaste…
Forse il momento peggiore è proprio quello che in tutto questo mi sembra il migliore.
Quello in cui mi convinco che non me ne frega niente, che niente e nessuno possa scalfirmi.
E fingo.
Fingo un’indifferenza che non mi appartiene e se solo di sfuggita vedo i miei occhi riflessi mi rendo conto di quanto sia inutile fingere e cedo, improvvisamente.
E quello che appunto prima sembrava il modo più indolore per affrontare le cose, è quello che fa maggior danno.
E arrivo a dovere per forza sfogarmi.
Farlo da sola non mi svuota dai miei pensieri e…devo chiedere aiuto.
E mi odio se mi rivedo lì, a piangere come una stupida ragazzina ingenua pur sapendo che nessuno può risolvere le cose per me e tenendo per questo gran parte  dei miei pensieri al sicuro nella mia mente, dove nessuno può scovarli e dove rimarranno.
Ed è come un puzzle senza dei pezzi, incompleto, ciò che si presenta alla malcapitata che ha dovuto sorbirsi i miei lagni.
E chissà proprio nei momenti in cui tutto sembra crollare…anche le persone su cui faccio affidamento e alle quali mi aggrappo pensano bene di buttarmi ancora più giù…e allora ho davvero paura di crollare.
Joey buttò il diario per terra e lo spinse distrattamente sotto il letto come faceva sempre per poi lasciarsi cadere sul materasso e chiudere gli occhi.
Nella sua testa c'era qualcosa di inspiegabile e , ne era certa, nessuno avrebbe mai capito pur andandoci, talvolta, vicino.

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