Tu es la Lumière, Je suis l'Ombre

di Ninotchka7
(/viewuser.php?uid=991901)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Un pianto nella notte.

Il cuore mio sussulta.

La gioia d'esser padre

mi coglie alla sprovvista.

Oh me, uomo felice!

Oh me, qual gioia!

Mi tremano le mani...

Sarà paura...?

Orsù, cosa temere?

Clemente è il mio destino!

E se sbagliassi...?

Così non fosse...?

Il cuore trema...

Questa visione

di un bel bambino biondo.

In mano il suo fioretto.

Lo sguardo di metallo.

Sorriso cesellato.

Così sarà mio figlio!

Orgoglio in gioventù!

Sollievo un po' più innanzi!

Il petto sfavillante.

Medaglie e distintivi!

L'orgoglio dei Jarjayes!

Oh Dio, qual dolce suono!

Oh Dio, quale potenza!

Oh Dio, quanta speranza...

Perdonatemi

se così io venni al mondo.

Nuda e inerme come tutti.

Cuore ardito nel mio petto.

Rosso caldo come fiamma.

Questa fiamma innamorata.

Occhi di ruscello...

Dell'argento non v'è traccia.

Di una lama di un fioretto.

Perdonatemi, o buon padre.

Perdonatemi...

Quale sciagura!

Terribile misfatto!

Destino senza cuore!

Ed io infelice!

L'onore che sognavo

è ancora un'utopia.

Quel maschio che volevo...

Averlo potrò mai.

Né gloria né sollievo.

Ma sol frivole note.

Ed una donna in più.

Adorato padre!

Quale colpa ho io commesso?

Il destino m'ha voluta

per chissà quale ragione.

Ditemi, oh buon padre.

Non vi recheranno gioia

i miei occhi di cristallo?

Le carezze di una figlia?

Tanta stima ho io per voi.

Accettatela com'è.

Mai pretenderò

d'essere voluta

con sincerità.

Ma mi bastan quelle mani.

E un po' d'affetto...

Eppur non è la fine.

Oh, pietà di me.

Ci son le soluzioni...

Abbiate pietà...!

In fondo cos'è "donna"?

Si posson sradicare

radici senza forza.

Lanciando nel tuo seno

ardore degno d'uomo.

E gli occhi miei ormai stanchi

brillanti fulgeranno.

Sarai tu la mia luce.

Ed io ti sarò d'ombra.

Io ti sarò maestro.

La guida dei tuoi passi.

Od un burattinaio.

Sfidarmi tu non osi!

E guai a provarci ancora!

Tu sei mia proprietà!

Ed io non voglio altro

che il meglio per la prole.

Creatura ingrata.

Ascolta ciò che voglio.

E bene ti farà.

Se bene è questo qui...

Non resta che ascoltare.

Perché altro ancor non so.

Oh spada del Signore.

Oh Oscar, il tuo nome.

Un uomo divverai.

La disciplina piega

i cuori più sfuggenti.

Il fulmine di Giove

sui placidi ruscelli.

Quegli occhi di cristallo.

Gelati ed imparziali.

E un seno soffocato.

Ferite e fasciature.

Soldato valoroso.

Lucente di medaglie.

Eroe ebbro di gloria.

L'orgoglio dei Jarjayes.

L'orgoglio dei Jarjayes...

Mi piego al volere

Del padre sì buono.

Quale vasto orizzonte

mi ponete davanti.

Ma permettetemi questo.

Garantirmi non potete

una vita pien di gioia.

Se soffrire io dovessi

non saranno le catene

a tenermi a voi legata.

Per te garantirò

il meglio per la vita.

Perché su questa terra

l'onore è assai prezioso.

Ed ora vien con me.

Oh mio figliolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Due ***


Proteggere Antonietta.

Nient'altro è mio dovere.

Proteggerla da chi

la renderà infelice.

Da chi la infangherà

di malelingue.

Lucente è questa spada

contro la luna bianca.

Non ha tremato mai

il polso mio sicuro.

Ma ora all'improvviso

qualcosa lo trattiene.

Non è la forza

di questo mio nemico

a ostacolarmi.

Tremori sconosciuti.

Tormenti senza nome.

Nessun motivo

a quest'indecisione.

Qualcosa a me ora sfugge.

Come potrà l'amore

esser nemico?

È mosso da interessi

il mondo della corte.

Chi serve la Regina

complotta alle sue spalle.

Maria Antonietta sembra

felice e spensierata.

Ma il riso ben nasconde

le lacrime gelate.

Versailles e i suoi freddi marmi.

Una dorata gabbia.

Vestiti e spese folli.

Non v'è altra gioia.

Ed io che son sincero.

Io che le do calore.

Son forse io il nemico?

Son ciò che di più vero

esiste in questo mondo.

Soccombere potrei.

Ma un martire sarò.

Felice di morire

per la Signora mia.

Oh Fersen, il tuo amore

è vero come pochi.

Magnifico è il tuo cuore.

E gli occhi tuoi stupendi.

Dinanzi a quella donna

che tanto lodi.

Ma forse non capisci...

Che cosa non capisco?

Cos' ho io da capire

se non che un grande amore

mi lacera...?

Vale a tal punto

la tua Regina...?

La sofferenza

infiamma un sentimento

senza speranze.

La lontananza

aumenta il mio desio.

E non t'è caro

ciò che t'è vicino?

M'è cara la mia vita

ma non quanto colei

a cui è legata...

Davvero v'è un legame?

Cos'è che vi incatena?

Promesse non son fatte.

La fede d'Antonietta

l'unisce al suo Luigi.

Perché, bastan le nozze

a sigillar legami?

Basta dir "sì"

per vivere d'amanti?

"Amanti"...

Amanti tormentati.

Dai petti palpitanti.

Pericoloso è il gioco.

Non vale la candela.

Un gioco è la Regina?

Lei sola nella corte

Non può contar su altri

che me...

Senza parole.

Il cuore mio è piegato

da ciò che affermi.

Scusate tanto.

Non voglio essere causa

del vostro turbamento.

Ma permettetemi.

Oh caro Oscar.

Avete mai provato

cosa vuol dire

essere soli?

Mai sola mi son detta.

Mio padre mi ha insegnato

a non venire meno

ai miei doveri.

La Francia e i suoi sovrani.

L'onore dei Jarjayes.

Ma può il dovere

render felice

una fanciulla?

"Fanciulla" tu mi chiami.

È vero, sono donna.

Ma questa sensazione

che mi scuote nel profondo

non troverà pace.

È il mio cuor di donna

che ti supplica in ginocchio

di dimenticarla.

Non v'è pietà

nella richiesta tua.

Amica tu non sei

della sovrana.

Non è così.

L'ho sempre rispettata.

Mai ho esitato

a porgerle il mio aiuto.

Perdono chiedo

per ciò che ho detto...

Colpa tua non è

ma del mio egoismo.

L'amor non è egoista.

Queste vostre parole

m'han piegato ancor di più

il costato.

Oh cara amica...

Soffrire non dovete

per uno come me.

Che sciocco sono stato...

Voi non mi meritate...

Dolce Fersen...

Ella ha sì tanto bisogno

del tuo dolce sospirare

al suo orecchio martoriato.

Lei che ha tutto l'or di Francia.

Ma non ha quel che desidera.

Sei magnifico.

Oh mio amato Fersen.

Luce del mio cuore,

volta le tue spalle

al mio pianto.

Per amor tuo

non desidero che questo.

Ed ora innanzi

cancellerò dal volto

la debolezza.

Io che vivo soffocata

in questa uniforme.

Non ho altro destino.

Affogare il mio amore

nell'ombra...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tre ***


Oh dolce mia signora.

I sogni ed i tormenti

mi tengono lontano

dalla mia patria.

Com'esuli infelici

la Francia ci rinchiude

tra le sue fredde sbarre.

Non bastan gli occhi miei

a contemplare il bello.

Parigi e il suo splendore

m'appaion quasi spogli.

Il cielo terso e chiaro

si tinge di caligine.

Olezzi di foschia

ci pizzicano il naso.

Ed ogni cosa è amara.

Perché non posso amarti...

Mio adorato Fersen.

V'è tormento attorno a noi.

Questi nobili corrotti

son decisi anche a sventare

il più intimo segreto.

Le catene e i rovi

della corte di Versailles

mi maciullano le carni.  

Ma non posso piangere.

Né lo voglio.

Sono la Regina.

Peccar nella tristezza

non mi piace.

Mi accontento dell'Adesso,

così fievole e sfuggente.

Io che mai m'accontentai

di gioielli e vesti.

Perché adesso ho ciò che voglio

proprio qui con me.

La ricchezza vera

che i diamanti non appagano.

Il mio sangue scorre.

Così vivo mai

l'ho avvertito.

Perché tu sei qui,

o mia gioia grande

che nel seno v'entra a stento.

E non voglio altro...

Regina mia.

Dapprima ciò che vidi

fu questa tua bellezza

che accende il desiderio

persino agli occhi spenti.

Ma ora che odo

le tue parole forti,

le fiamme dell'inferno

consumano il mio cuore,

mentre Discordia ride

della sciagura nostra.

Aver vorrei 

questo coraggio.

Vorrei affrontar le pene

come fai tu.

Invadimi, mio amore,

della tua luce.

Io, come l'ombra,

t'ambisco.

Di te voglio colmarmi.

Polmoni soffocati

che strillano in silenzio

di vita la lor sete.

Oh mia Regina...

Non chiamarmi in questo modo.

Allontana quest'idea

dalla fronte tua.

E dimentica

che io sono la Regina.

Spazzo lontano

queste parole.

Per una notte

non siamo che io e te.

Un uomo ed una donna.

Innamorati.

Nel dolce far l'amore

voglio affogare.

Convincermi che

una speranza cresca

per noi infelici amanti.

Sono pronta ad abbracciarti.

Se la luce io son per te,

splendi qui con me

in quest'attimo sì lieve.

E t'accolgo qui

dentro me

come fossi il mio figliolo.

Pargoletto dolce

che ti nutri del mio latte.

Canterò al tuo orecchio

ninnananne di palazzo.

Dormi bimbo, fino all'alba. 

E domani diverrai

della Francia il re.

Un amore immenso

volerà sui tetti

come l'angelo di Dio.

Benedette diverranno

le fanciulle d'ogni dove.

Che sian vergini o sovrane.

Che sian madri o sian bambine.

Saran libere di amare.

Di giocare tra le fonti.

Di sfuggire ai precettori

e alle leggi stabilite.

Potran piangere e esultare

senza che nessun le guardi

come fanno gli avvoltoi

affamati di carogne.

Potran scegliere chi amare.

Potran scegliere di vivere.

E di  costruirsi

la felicità.

Attorno a me ti sento.

La forza di un tornado

che spazza via il dolore

ed ogni vanità.

La nebbia ed il fetore

son or da noi distanti.

Un prato speranzoso

ci culla nel suo abbraccio.

E la preghiera

d'un uomo e di una donna

arriva fino al cielo

splendente di coraggio.

Maria Antonietta...

Maria Antonietta...

Fersen...

Fersen...!

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3621023