Il regno di Hikaru

di Merit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Il mio nome è Hikaru, Hikaru Shido è sono la nuova colonna portante di Sephiro. Quattro anni prima ero solo una studentessa delle scuole medie del pianeta Terra, praticavo il kendo nella palestra che gestivano i mie amati fratelli palestra, ma tutto cambiò in modo radicale. Tre anni prima fui convocata in questo modo insieme, a quelle che sarebbero diventate le mie migliori amiche, Umi e Fuu per divenire un cavaliere magico.  A quel tempo ero solo una ragazzina di quattordici anni che scioccamente aveva frainteso il proprio compito…

“ Vostra Altezza, ma siete ancora in veste da camera! ” la giovine sussultò impaurita era cosi concentrata nello scrivere sul suo diario che non aveva sentito entrare la sua ancella “Perdonami Aliena non era mia intenzione fare cosi tardi” con un gesto secco Hikaru chiuse il pesante tomo, sistemo la piuma bianca nel suo astuccio e si alzò dallo scrittoio.

Quattro anni erano passati e lei era cambiata, certo per chi era sempre al suo fianco il proprio mutamento poteva sembrare minimo se non impercettibile, almeno era quelle che lei amava pensare. Il suo fisico certo era piuttosto gracile, ma aveva abbandonato i tratti acerbi tipici dell’adolescenza per assumere un aspetto più maturo;  si era infatti fatta un poco più alta, le forme del suo corpo più rotonde e i lineamenti del viso più sottili donandone un aspetto più delicato e solenne.

“ Non dovete scusarvi Vostra Altezza ” mormorò pietrificata la giovine ancella “ Voi siete la Colonna, non dovete certamente scusarVi con una vostra serva ” quelle parole di scuse le parvero velate da una sottile ironia, a suo malgrado Hikaru si ritrovò a sospirare rassegnata. Farsi accettare come nuova Sovrana non era stato facile per lei, sapeva come la sua gente la vedeva; era pur sempre un ex cavaliere magico, colei che aveva ucciso la principessa Emeraude e portato non poco scompiglio in questo regno, nervosamente si passo una mano sulla zazzera ramata scompigliandola in un gesto che per l’etichetta aveva poco di principesco.

“ Preparatemi un bagno caldo Aliena e quando avete finito preparate l’abito da cerimonia, quando avete terminato venite subito da me ho un altro compito da darvi ” inconsciamente si ritrovò a sperare di apparire abbastanza autoritaria, non era ancora pienamente abituata a dar ordini e più di una volta si era sentita impacciata “Come desiderate Vostra Altezza ” l’ancella non disse altro prima di sparire nella sala da bagno adiacente allo sua camera da letto, poco dopo la vice ritornare di corsa per sistemare il letto senza che questo le fosse ordinato,sorrise Aliena era molto diligente e risparmiarle fatiche le era spesso inutile. La vide poi aprire le ante dell’armadio e adagiare il pesante vestito vermiglio sul letto. Le gote di Aliena si tinsero di un lieve rossore “ Perdonate la mia dimenticanza ma, ecco vedete io… .” la giovane ancella chinò il capo mortificata ,ed Hikaru, si ritrovò a sorridere gentilmente verso di ella, lentamente si avvicinò alla giovane e dolcemente posò una mano sul suo capo corvino, donandole una carezza materna “ Non temere parla pure non è mia intenzione punirti. Vieni ora seguimi, altrimenti l’acqua del bagno si fredderà, ma tu intanto parla pure liberamente” sorrise ancora come a voler dare maggior peso alle sue parole, l’ancella ricambiò il sorriso dolce della principessa con uno più timido. “ Il Monaco Guida mi ha pregato di dirvi di sbrigarvi perché oggi alla riunione parteciperanno delle vostre vecchie conoscenze ” Le disse una volta che la propria sovrana si era immersa nella profonda vasca di marmo bianco; nell’udire quelle parole il cuore di Hikaru  prese a battere più velocemente, tanto che dovette portare entrambe le mani all’altezza del petto, -Lantis sei tornato vero ?- ,  il pensiero le attraversò la mente prima che ella potesse controllarlo “ E Clef ti ha riferito il nome dei nostri ospiti?- si morse il labbro aveva parlato con troppa foga,le succedeva spesso quando pensava al bel spadaccino magico dalla chioma corvina e gli occhi neri. “ N-no Mia Signora, Clef non mi ha riferito i loro nomi, vi vedo turbata qualcosa forse non va ?” la principessa non rispose alla domanda dell’ancella, non voleva apparire certamente scortese, ma il fiato per parlare le mancava , si immerse nell’acqua profumata per via degli olii  per scaricare la delusione.

“ No, no va tutto bene Aliena” riemerse velocemente dalla vasca, mentre la sua ancella le porgeva un asciugamano che rapidamente avvolse attorno al corpo, un brivido di freddo percorse rapidamente la sua schiena mentre camminava a piedi nudi sul pavimento. Si sedette dinanzi alla sua Toilette e attraverso il riflesso della specchio diede una rapida occhiata alla sua serva  “Puoi andare Aliena non ho più bisogno dei tuoi servigi, posso fare da sola  ma prima … ma prima riferisci al Monaco Guida che non dovrà attendermi per molto e di portar pazienza .”

Attraversò il riflesso della specchiera vide la giovinetta inchinarsi per poi allontanarsi con passi svelti dalla stanza, la principessa allungo il braccio destro per prendere la spazzola – Lantis sei forse ritornato su Sephiro ?- appena la sua mente formulò quel pensiero, la spazzola le cadde dalla mano ed ora la principessa osservava con sensi di colpa la sua immagine riflessa . Si accorse in un secondo momento del tremore del suo corpo e di aver trattenuto il fiato “  Io non sono come la principessa Emeraude” raccolse la spazzola e lentamente la fece scivolare sulla chioma rossa,le labbra si dischiusero ed a ogni colpo di spazzola la giovine mormorava una preghiera augurando la pace e prosperità per la sua gente.

Un’ora più tardi vestita con il suo abito cerimoniale, un’elegante abito rosso che le aderiva perfettamente il corpo snello affusolato e che,lasciava scoperte le spalle, fece il suo ingresso nella sala del trono. Non indossava gioielli particolari, esclusa la corona simbolo della Colonna di Sephiro e, nascosto nella scollatura dell’abito, il ciondolo di Lantis. Dopo aver preso posto sul suo scanno  Clef diede inizio alla riunione, Hikaru ascoltava silente le parole dei suoi consiglieri mal celando la sua curiosità, su ordine di Clef la sua ancella le aveva riferito dell’arrivo a corte di alcuni ospiti, ospiti che a detta della sua serva conosceva bene eppure il Monaco Guida aveva taciuto sui nomi degli invitati ed ora la curiosità pareva roderle l’animo.

“ Ed ora se mi è permesso vorrei fare un annuncio. Vostra Grazia, mi state ascoltando ?” venne bruscamente riportata alla realtà dalle parole di Clef, sorrise timidamente “ Ma certamente Monaco Guida vi do la mia autorizzazione, cosa volete annunciarci di così importante ?” Clef sorrise soddisfatto , aiutandosi con il suo bastone si portò al centro della sala “ Signori consiglieri, principessa” iniziò con voce altisonante mentre lentamente fissava l’espressione impaziente di Hikaru. Le labbra del mago si incurvarono in un lieve sorriso, in quattro anni aveva visto crescere quella giovane fanciulla terrestre,in quei quattro anni non gli passarono certo inosservati ogni suo più piccolo cambiamento. Non ci voleva un genio per capire che la sua sovrana non era più la ragazzina solare e gioiosa di un tempo, si era fatta più matura e introversa e meno vitale, forse per via del peso della sua reggenza, e questo le procurava una profonda tristezza. Hikaru, prima di essere la Sovrana di questo regno,era una sua amica, e nel vederla cosi spenta una fitta dolorosa al cuore si impossessava di lui. Si era ripromesso, in un non lontano passato, di non sottovalutare più i sentimenti della propria sovrana, non dopo quello che era accaduto ad Emeraude. La tragedia non doveva ripetersi, ma questo non significava che non avrebbe aiutato quella fanciulla ad essere felice, benché ella si sforzava di apparire sempre posata e serena e di rispettare rigorosamente l’etichetta di palazzo, si era imposta ,con una volontà ferrea, di controllare ogni singola emozione, ogni singolo comportamento in modo da finalizzare la sua vita alla preghiera. Un atteggiamento consono ad una vera Colonna, ma suo malgrado la principessa non poteva impedire alla sua curiosità di essere controllata e lui faceva ben spesso leva su questo suo atteggiamento, per cercare di farla riemergere dal suo torpore.

“ Fra meno di una settimana inizierà il quinto anno di reggenza della principessa Hikaru e per festeggiare ho deciso di convocare degli ospiti speciali” volutamente Clef prese un’altra pausa, numerosi brusii da parte dei consiglieri si fecero sentire nella sala del trono. Si sorprese nell’osservare la Principessa stringere ansiosamente i braccioli del proprio trono, il mago alzò un poco il bastone e subito il silenzio calò nella sala del trono “ spero di aver fatto una cosa gradita verso la mia amata Sovrana nel convocare su Sephiro Eagle di Ootozam e i cavalieri magici Umi Ryuzaky e Fuu Hooji” altri mormorii poterono udire nella sala e ben presto le paure di molti presero voce “ I Cavalieri Magici hanno fatto ritorno su Sephiro scoppierà un’altra guerra ? Principessa siete stata voi a convocarli ?” la sovrana non rispose non ancora era troppo emozionata e delusa al tempo stesso, Lantis non sarebbe mai tornato su Sephiro lo sapeva, ma infondo al cuore aveva sperato di poterlo rivedere, anche solo per un attimo.  La Principessa era allo oscuro di questa faccenda è stata una mia idea, e spero vivamente di aver recato un po’ di gioia nel cuore della mia sovrana” le parole di Clef furono pronunciate con tono duro e nessuno parve volere riprendere l’argomento “ E ora direi di fare entrare i nostri ospiti nella sala” le porte si spalancarono in modo da far entrare le tre figure che lentamente si avvicinarono al trono per poi inchinarsi con fare formale. Hikaru che fino ad ora non aveva parlato , si alzò di scatto dallo scanno “ Eagle, Umi, Fuu alzatevi. Non dovete chinarvi dinanzi a me, sono sempre io, la vostra amica non c’è bisogno di essere così formali” nuovi brusii si fecero sentire, la Colonna non stava chiaramente rispettando il protocollo regale e Clef poté ritenersi soddisfatto nel vedere compiere un gesto cosi spontaneo dopo tempo da parte della fanciulla terrestre, tuttavia l’ordine doveva essere ristabilito.

Eagle alzò il capo albino, lo sguardo si soffermò prima, sul Monaco Guida tacitamente i due parvero intendersi, per poi soffermarsi sulla giovane sovrana “ Principessa siete gentile a concederci tale onore, ma vi prego di perdonare il nostro imbarazzo e spero vivamente di non recarvi offesa alcuna nel declinare la vostra richiesta, ma preferiamo attenerci al protocollo di corte” Hikaru sospirò piano, si il principe di Ootozam aveva ragione doveva stare attenta a seguire l’etichetta altrimenti il consiglio non le avrebbe perdonato una tale mancanza “ Vi do il benvenuto nel mio Regno amici miei e vi prego di perdonarmi per avervi messo in imbarazzo.” La giovine arretrò di qualche passo e lentamente ritornò a sedersi sul trono “ Membri del consiglio mi pare che la riunione di oggi si possa dire conclusa, vi lascio liberi di tornare alle proprie funzioni e vi prego di lasciarmi sola con i miei ospiti. Oh no, no Clef vi prego restate ancora, ho ancora una cosa da domandarvi” Quanto tutti gli alti dignitari di corte abbandonarono la sala, lasciandola sola con i suoi amici la principessa sospirò esausta “ Oh meno male non ne potevo più” lo sguardo si posò infine sui quattro presenti sorrisero divertiti da quelle parole “ Scusami per prima Hikaru non volevo mancarti di rispetto…” “ Eagle non preoccuparti ho capito non dovevo manifestare cosi apertamente la mia felicità, sono la colonna di Sephiro e non posso permettermi di fare favoritismi di nessun tipo. Solo che …che desideravo tanto potervi riabbracciare” la voce della principessa terrestre si era fatta incrinata ed ora le lacrime di gioia scivolavano sulle sue gote “ Hikaru sciocca non devi piangere,non è un comportamento degno di una sovrana” a rimproverarla era stata Umi, “ Hai ragione Umi e solo che sono troppo felice” solo quando lo sguardo si posò sul cavaliere magico dell’acqua poté notare che anch’ella era in lacrime “ Umi ha ragione, sei una principessa oramai, devi pensare a svolgere il tuo compito nei migliore dei modi” anche la voce gentile di Fuu era scossa tremolante e nemmeno il cavaliere del vento riuscì ad impedirsi di versar lacrime per la commozione . Come manovrate da fili invisibili le tre ragazze si abbracciarono in un gesto spontaneo “ Amiche mie quanto mi siete mancate” a parlare era stata la giovane sovrana “ Anche tu ci sei mancata tanto” risposero in coro le altre due, quando sciolsero l’abbraccio le giovani si ritrovarono a sorridere, un colpo di tosse attirò l’attenzione della sovrana, le guance si colorarono subito di rosso per l’imbarazzo “ Scusami Clef non era mia intenzione ignorarti” il mago sorrise divertito “ Non preoccuparti Hikaru,spero solo di averti fatto una sorpresa gradita sapevo quanto ti mancavono le tue amiche” alzò le spalle fingendosi disinteressato “ Oh è per questo che ti ho chiesto di fermarti, per ringraziarti” lo sguardo della principessa si rabbuiò un poco, era stata sincera, ma era un’altra la domanda che voleva porgere al Monaco Guida “ Ti dispiace se accompagno le mie amiche nelle mie stanze voglio stare un po’ sola con loro, Eagle ti lascio in buona compagnia” il giovane mango piegò il capo in avanti “ Va bene andate pure principessa” . 

“Grazie Clef. Umi, Fuu venite vi mostro le mie stanze” la sovrana sollevò un  poco la gonna della veste e rapidamente,seguita dalle due amiche uscì dalla stanza, fu solo quando le porte si richiusero dietro le spalle delle terresti che il principe di Ootozam fece udire la sua voce.

“ Hikaru è molto cambiata, si è fatta molto più carina” azzardò Eagle “ Non dirmi che non l’hai notato Eagle, non ti facevo così cieco” il mago si avvicinò lentamente al trono “ Non sono così cieco come dici tu Clef, anche io mi sono accorto dello sguardo di Hikaru, non sono sciocco ho visto che la vostra principessa sente la mancanza di Lantis. Solo mi chiedo solo quanto durerà la pace su questo mondo, se non sbaglio alla principessa non è permesso di innamorarsi, Emeraude e Zagart sono morti per questo e Mokona non ha …” il giovane interruppe il suo discorso quando il monaco guida  “ Mokona, il Creatore è lui il problema. Ha acconsentito alla principessa di salvarti la vita, ma non ha voluto modificare le leggi di questo mondo e se la pace persiste è proprio perché Hikaru è diversa da Emeraude, la sua volontà è più forte e poi, e poi è tormentata dai rimorsi. So per certo che la nostra sovrana si sente colpevole per la scomparsa del Gran Sacerdote e per la Principessa Emeraude. E’ per questo che ha deciso di controllare i suoi sentimenti e le sue azioni con maggiore durezza, in modo da pregare con maggior rigore per la pace di Sephiro, ma l’energia della nostra Hikaru si sta spegnendo ugualmente. Dimmi perché Lantis non è con te, perché ha rifiutato il mio invito?” preoccupato il mago si voltò verso il principe “ Lantis è uno sciocco, uno sciocco innamorato anche se non l’ammetterà mai, si è rifiutato di scendere dalla mia astronave,ma non temere farò in modo fargli incontrare la sua Principessa, intanto volevo informarti a proposito di Mokona…”

 

Il sole era al tramonto quando la Principessa terminò le sue preghiere e si decise ad uscire dal piccolo tempio situato nei giardini privati, “ Finalmente hai terminato le tue preghiere Hikaru” la rossa sorrise, senza aspettare un invito si avvicinò al ragazzo “ Non aspettavo di trovarti qui Eagle” si sedette sul bordo della fontana poco distante da lui “ Perché mi hai aspettato? Le mie preghiere sono molto lunghe ti sarai annoiato” il ragazzo alzò le spalle “ Volevo parlare con una vecchia amica, spero che questo non sia un problema” Hikaru incurvo incerta un sopracciglio “ E perché mai dovrebbe essere un problema?” improvvisamente turbata la fanciulla ruotò il busto in modo da specchiarsi nella fontana avvicinando nelle acque tranquille immerse la mano sinistra, immediatamente dall’acqua si diradarono dei piccoli cerchi concentrici per farsi via via più grandi .

Il giovane di Ootozam si avvicinò alla sovrana in modo da sfiorarle delicatamente la sottile catena d’oro che portava al collo, in modo da sollevare  e rendere visibile il ciondolo che indossava “ Perché non ti decidi a pormi la domanda che ti turba tanto Hikaru ? Lo sai non sei mai stata brava a nascondere i tuoi pensieri, ti si leggono chiaramente in faccia” la principessa strinse le mani a pugno, con la speranza di controllarne i tremiti “ Non capisco di cosa state parlando Eagle” era passata ad un tono formale, ed Eagle comprese che la piccola terrestre era in difficoltà ora “ Oh invece avete capito benissimo la mia domanda, Principessa Hikaru. Perché non mi chiedete qualche notizia su Lantis ? Io posso fornirvele” il cuore di Hikaru accelero i propri battiti, di scatto riprese il ciondolo strappandole dalle mani di Eagle,per farlo ricadere nuovamente all’interno della scollatura dell’abito, rendendo cosi solo visibile la catenina.

“ Lantis è tornato a Sephiro,sono sicuro che questa notizia ti interessa molto” riprese a parlare Eagle tornando ad un tono più confidenziale “ Sono sicuro che presto lo incontrerai,mia cara Hikaru” la principessa si alzò di scatto rapidamente “ Anche se Lantis è tornato su Sephiro non vorrà mai incontrarmi. Lui, lui mi odia Eagle” quasi si ritrovò ad urlare la principessa, “ Ora scusami quella di oggi è stata una giornata impegnativa, sono molto stanca perdonami ma devo ritirarmi nelle mie stanze” .Si mise a correre nel modo più veloce possibile, ma gli abiti che indossava la legavano i movimenti,le lacrime le scivolavano lentamente sulle guance dopo aver fatto una simile confessione; il principe di Ootozam comprese immediatamente che la fanciulla terrestre desiderava restare sola, per oggi l’aveva stuzzicata abbastanza e su ordine di Clef stesso, aveva fatto riemergere una parte dei sentimenti della Sovrana. Forse non tutto era perduto, probabilmente esisteva ancora un modo per cambiare il destino di due giovani e le leggi di Sephiro, ed il primo passo era quello di fare rincontrare Lantis ed Hikaru.

 

 

Continua…

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Hikaru raggiunse la sua stanza senza immaginare di trovarvi, sedute nel salottino, le sue amiche occupate a bere, quella che, in una sua prima e frettolosa analisi sembrava Tea in compagnia di Plesea e Caldina. Frustrata morse leggermente il labbro inferiore, se era fuggita da Eagle era perché voleva restare un po’ sola per riflettere e poi, non si sentiva molto presentabile, non era solita a badare alle apparenze seppure si impegnava e, non con poca fatica, a rispettare le rigide regole del protocollo di corte, ma ora si sentiva goffa ed inadatta a sostenere una conversazione amichevole.

Di fretta passò il dorso della mano sinistra sugli occhi asciugandosi le ultime lacrime come meglio poteva, era certa di avere gli occhi gonfi ed arrossati per il pianto e, come se non bastasse, la sua veste era sgualcita in più punti. Detestava profondamente gli abiti che era costretta a portare dato che le impedivano di compiere i movimenti più semplici, più volte in passato le era stato fatto notare che certi atteggiamenti erano sconvenienti per una principessa. Camminare a piedi nudi, parlare confidenza con qualcuno, correre o come spesso desiderava fare arrampicarsi sugli alberi erano gesti divenuti impensabili. Sorrise un poco, era un pensiero sciocco, eppure, sognava da sempre di potersi arrampicare sul secolare albero del suo giardino privato, forse perché su Sephiro, grazie alle sue preghiere, la primavera era perenne oppure si illudeva di provare una sorta di libertà nel compiere un gesto così semplice. Non sapeva nemmeno lei come spiegarsi un simile fantasia e, certamente, non era di vitale importanza trovare una risposta soddisfacente per giustificare un tale desiderio in un simile attimo; fortunatamente nessuna delle quattro ragazze parvero notarla decise quindi di andarsene senza attirare su di se troppa attenzione.

“ Finalmente, eccoti arrivata Hikaru ti stavamo aspettando con impazienza ” la bionda mise la tazzina sul piattino e posò il tutto  sul tavolino dinnanzi a lei, la sovrana di Sephiro si impose di voltarsi nel modo più naturale possibile “ Perdonatemi amiche mie, oggi mi sono dovuta soffermare maggiormente sulle mie preghiere, la riunione mi ha portato via molto tempo e, e non potevo proprio saltarle.” Sorrise alle quattro nutrendo la speranza di sembrare il più naturale possibile, “ Ma Hikaru qualcosa non va ? Sei così pallida” Umi si alzò di scatto dalla divanetto e rapidamente si avvicinò alla rossa per stringerle le mani . La giovane sovrana fece scivolare lo sguardo su ognuna di loro “ Sto bene. Dico davvero non dovete preoccuparvi, oggi per me è stata una giornata particolarmente impegnativa sono solo un po’ stanca tutto qui. E, e poi sapete non mi sono mai abituata a portare questi abiti. Non avete idea di quanto siano scomode queste vesti ” con uno strattone gentile liberò le proprie mani, ancora strette in quelle di Umi, in modo da sollevare un poco la gonna “ Adesso mi levo questo abito e mi cambio con qualcosa di più comodo ed, una volta finito, mi siederò con voi così potremo bere…”. Hikaru si alzò sulle punte dei piedi per ammirare il tavolino “ Cosa è Tea ? Oh beh ad ogni modo sarà meglio che mi cambi” non disse altro rapidamente si avvicinò all’armadio e senza badarvi  troppo prese il primo vestito che le capitò in mano, infine di gran fretta sparì alla vista delle quattro ragazze rinchiudendosi nella stanza da bagno.

“ Vedete anche voi amiche mie Hikaru non è più la stessa, è sempre così sfuggente, si vede che nasconde qualcosa, ma si rifiuta di spiegarci cosa” a parlare era stata Plesea, Caldina seduta al suo fianco si alzò ed avanzò di un passo“ Da quando è divenuta principessa non ha mai sottovalutato il suo compito” iniziò esitante “Ha sempre portato a termine ogni suo dovere con diligenza ed impegno ma…, ma è come se non fosse più lei”  lo sguardo della giovane incantatrice si posò sull’entrata della stanza dove si era rinchiusa la fanciulla terrestre. “ E’ tipico di Hikaru tenere per se i propri problemi, ha sempre cercato di non far preoccupare gli altri e di risolvere ogni suo incertezza da sola e sono sicura che è proprio quello che sta facendo ora” Umi inarco un sopracciglio “ Fuu hai ragione, però se non si confida con noi finirà con il distruggersi”. “ E’ anche per questo che Clef vi ha convocate ne sono certa, vi ha fatto venire  per cercare di aiutare la nostra Principessa e con lei, Sephiro ” dopo aver udito le parole di Plesea, Fuu ed Umi si scambiarono uno sguardo di intesa, avrebbero fatto di tutto per aiutare la loro amica .

Quando le pesanti porte in legno d’ebano si richiusero alle sue spalle la ragazza si lasciò scivolare lentamente sul pavimento lasciando cadere,in malo modo,la veste al proprio fianco, un sospiro le sfuggì dalle labbra nello stesso istante in cui la rossa reclinava il capo per appoggiarlo sullo stipite dell’uscio.

La mano destra accostò alla scollatura in modo da prendere il ciondolo regalatole da Lantis, con la sinistra la fanciulla sfiorò appena l’oggetto, come timorosa di graffiare quel semplice monile. Chiuse gli occhi mentre lentamente avvicinava al volto il medaglione, si figurò nella mente,quasi crudelmente,di ricevere una carezza da parte dello Spadaccino Magico.  – Sei tornato e questo mi basta- per i rimorsi di aver formulato un simile pensiero e per aver compiuto una tale azione ci sarebbe stato tempo, ma ora non poteva e,soprattutto,non voleva imporsi di pensare ad altro fino a quando non sentì un tuono squarciare l’aeree. Alzò il capo di scatto e sempre di scatto aprì gli occhi “ Sephiro ” pronunciò con voce bassa, immediatamente mollò la presa sul pendente in modo tale da congiungere le mani in atteggiamento di preghiera.

 

Lantis osservava,con sguardo impassibile dal vetro della sua stanza,il castello. Tutto era proprio come lo ricordava nulla sembrava cambiato, il maniero a forma di cristallo, la vegetazione rigogliosa e verdeggiante, se chiudeva gli occhi poteva quasi sentire il profumo dei fiori e l’aria fresca sferzargli sul viso. E pensare che solo pochi anni prima, con la scomparsa della prima colonna, Sephiro rischiava la completa distruzione; le condizioni del pianeta si erano inasprite a tal punto da rendere aride le terre un tempo fertili, la terra stessa era diventata instabile tanto che era facile ammirare dal castello enormi massi sollevarsi dal suolo e sgretolarsi nell’aria.  Quelli furono i giorni più cupi registrati negli memorie storiche, tutto sembrava perduto, difendersi dall’attacco di Pharen, Cizeeta e Ootozam sembrava impossibile e poi, poi su Sephiro fecero ritorno i cavalieri magici e con loro era arrivata lei.

Strinse i pugni senza distogliere lo sguardo dal castello assottigliandolo lievemente, Hikaru,il cavaliere magico del fuoco era solo una ragazzina fragile e indifesa tormentata dai rimorsi per aver assassinato Emeraude e suo fratello Zagart.

Non le faceva una colpa e mai gliela avrebbe fatta anche se provava un sentimento di profondo affetto nei confronti di suo fratello; Zagart aveva scelto una strada impossibile da percorrere, ed egli era ben consapevole delle proprie azioni così come lo era la principessa.  E poi come poteva accusarla? Il destino di un cavaliere magico era molto crudele, accettare una sorte fatta di sangue e guerre era già dura per lui, figurarsi per delle ragazzine convocate da un altro mondo.

E poi non riusciva ad accettare l’idea di saperla sovrana di un regno come Sephiro, non tollerava il pensiero di saperla legata indissolubilmente ad una vita di solitudine, non lei. Lei sempre così vitale e allegra. Da subito ne era rimasto affascinato benché continua a negarlo, non poteva fare altrimenti se voleva restarle lontano e rendere il distacco meno doloroso, però ora gli era impossibile imporsi di non pensare a lei, adesso che era così vicino alla fanciulla terrestre. Hikaru da timida e dolce sapeva tramutarsi in un valorosa guerriera, tuttavia la principessa di Sephiro non era una sanguinaria. Più di una volta l’aveva osservata, quando credeva di non essere vista da altri, in lacrime rivelandola più fragile di quanto potesse credere.

Ricordava molto bene il momento in cui Mokona l’aveva designata insieme, al suo più caro amico, Eagle, come adatta a percorrere la strada per divenire la nuova Colonna. Ben vivo nei suoi ricordi era la stretta avvertita allo stomaco e l’angoscia impossessarsi del suo freddo animo di guerriero. Impotente non ebbe altra scelta che aspettare la fine della battaglia ed, ancora una volta, Hikaru aveva dimostrato la sua nobiltà d’animo salvando così Eagle, dal suo triste destino di morte.

Mokona- strinse i pugni e abbasso un poco astioso il capo, il creatore non aveva voluto cedere alla richiesta della fanciulla terrestre, il sistema della Colonna non era stato mutato e lui comprese proprio in quel momento di doversi allontanarsi da lei, non poteva rischiare di metterla in pericolo per colpa dei loro sentimenti. Era questo il suo dovere in qualità di Spadaccino Magico. Dovere, le labbra si curvarono in un sorriso irriverente, il suo dovere era quello di rispettare delle leggi assurde, iniziava a capire i pensieri di suo fratello ora, per salvare la principessa doveva solo fingere di odiarla, si quella era l’unica soluzione possibile, eppure sentiva il sangue ribollire per la collera. Un giorno di questi sarebbe impazzito ne era certo, non era da lui scoraggiarsi in questo modo inspirò quindi lievemente e tornò a rilassarsi; non si voltò quando percepì il rumore di passi avvicinarsi per il corridoio, da quel lieve suono era riuscito a identificare la persona a cui appartenevano prima ancora del suo ingresso nella stanza.

“ Sei più silenzioso del solito Lantis” il giovane guerriero si volse e, con la solita espressione imperscrutabile, si limito a fissare il nuovo arrivato con aria apparentemente annoiata “ Suvvia Lantis non fare quei musi lunghi, da parte tua mi aspettavo una accoglienza più calorosa infondo, se non mi sono fermato al castello per la notte era per non lasciarti qui da solo.”.

Eagle sorrise, un sorriso dolce e caloroso come erano soliti incresparsi sulle sue labbra, si lasciò infine cadere stancamente sul divanetto in una posizione scomposta. “ Ah incontrare la tua Hikaru è stato più stancante del previsto” sorrise divertito quando sentì provenire un piccolo grugnito di diniego da parte dell’amico “ Il protocollo di corte è davvero terribile, ora capisco perché sei voluto rimanere qui a saperlo l’avrei fatto anche io, però ne è valsa la pena infine. Lo sai la principessa si è fatta molto più carina anche se…” . Lo Spadaccino Magico si avvicinò al retrò del divanetto “ Eagle smettila sono stanco di sentire le tue lamentele, non mi farai cambiare idea e non scenderò da questa astronave fino a quando non darai l’ordine di ritornare ad Ootozam. ” il giovane dai capelli argentei sollevò entrambe le mani in segno di resa “ Come vuoi tu Lantis, ma prima o poi dovrai scendere dalla Nsx. Clef vuole parlarti mi ha detto di riferirti che ti vuole incontrare perché dovete discutere su una questione urgente, ed in qualità di maestro e amico, spera in una tua risposta affermativa. Mi ha detto, inoltre, di ribadirti che si tratta di un ultimo compito in veste ufficiale di Spadaccino magico” frustrato Lantis si fermò sulla soglia della porta, Clef voleva incontrarlo e questo non era un buon segno, stava  forse per verificarsi qualcosa di spiacevole sul suo pianeta natio ? Volse il capo appena verso il principe di Ootozam inarcando un sopracciglio nero, un conflitto era nato dentro lui, accettare significava correre il rischio di rivederla e lui non voleva. Sapeva fin troppo bene di non aver ancora fatto chiarezza sui suoi sentimenti, o meglio, già da tempo sapeva di ricambiare l’amore per la nuova principessa, un amore inaccettabile sia per le dure leggi del suo mondo e sia per il suo senso di lealtà verso Sephiro. Rivederla però significava soprattutto correre il rischio di metterla in pericolo di vita proprio a causa dei suoi sentimenti che, era certo, non avrebbe potuto tenere celati una volta trovatosi al suo cospetto.  E questo non poteva permetterlo. Era molto più semplice l’imporsi di disprezzarla e starle lontano sapendola viva, si sentiva un vigliacco e lui un vigliacco non lo era mai stato. Era meglio una fuga che affrontare una guerra persa in partenza.

“Amico mio mi stai ascoltando? Incontrerai il Monaco Guida ? ” il ragazzo sospirò scoraggiato dai continui silenzi dello Spadaccino “ Incontrerò domani mattina il vecchio Monaco Guida a condizione che sia solo” non disse altro e l’albino sorrise fra se e se quando le porte dell’astronave si richiusero al passaggio del guerriero, convincere Lantis non era stato poi così difficile.

 

Quando fece il suo ritorno nella camera Hikaru si sentiva un po’ meglio, non  si era cambiata poichè, nella fretta, per errore aveva preso una camicia da notte quindi si era limitata a sciacquarsi il viso e sciogliere i capelli dalla lunga treccia ramata.

Si era seduta vicino ad Fuu ed Umi ed insieme avevano parlato a lungo con Caldina e Plesea, tanto che avevano persino saltato la cena. Si era limitata a mangiare qualche biscotto, seppur controvoglia, per non far preoccupare le ragazze, non sentiva i morsi della fame lo stomaco le si era chiuso per la tensione, anche se era riuscita a trovare un po’ di serenità stando in compagnia delle sue amiche. Avvicinò la mano sinistra alla bocca in modo da celare educatamente uno sbadiglio,immediatamente Plesea e Caldina si misero in piedi “ Principessa vi chiediamo il permesso di ritirarci nelle nostre stanze ” parlarono all’unisono e Hikaru ridacchiò divertita. “ Quante volte vi ho ripetuto di non usare un tono così formale quando siete sole con me, sapete bene che potete andarvene quando volete” volse lo sguardo prima su Fuu e poi Umi sorrise lievemente le sue amiche avevano decisamente un aspetto molto stanco si alzò a sua volta dal divanetto .

Plesea, Caldina prima di andare ho da chiedervi un favore, vi prego potete accompagnare le mie amiche nelle loro stanze? Sicuramente saranno stanche ” Umi strinse le mani per poi tornare ad aprirle di scatto “ Ma Hikaru noi non siamo stanche …” Fuu si affrettò ad appoggiare la mano sinistra sul ginocchio dell’amica  in modo da calmarla “ Hikaru ti ringrazio per la tua premura sia io che Umi siamo molto affaticate e poi anche tu non hai avuto certamente una giornata facile” la bionda si alzò porgendo la mano all’azzurra.

Umi annuì per poi alzarsi senza accettare l’aiuto dell’amica, non era certo intenzionata a mancarle di rispetto,ma non stava poi così male per farsi aiutare ad alzarsi da un divano “ Si scusaci Fuu ha ragione” iniziò passano la mano destra fra i lunghi capelli “ Il viaggio per venire sin qui  è stato stancante e rocambolesco come al solito del resto” si lamentò, Fuu rise mentre faceva ricadere al suo fianco il braccio . 

 “ Come vuoi tu Hikaru accompagneremo i cavalieri magici nelle loro stanze” Caldina e Plesea  avevano parlato nuovamente insieme ed, un sorriso divertito fece nuovamente capolino sulle labbra della sovrana“ Andate pure io non vi trattengo” le quattro non dissero altro si limitarono a compiere un inchino accennano ed uscire nella camera.

Una volta rimasta sola prese la camicia da notte che aveva precedentemente abbandonato su di una poltrona ed, una volta cambiatasi, si specchiò brevemente, lo sguardo ricadde distrattamente sulla sua corona. In apparenza il diadema  era rimasto immutato nell’aspetto, però nel momento in cui era stata scelta come sovrana la corona si era adattata a lei. Il grande zaffiro centrale si era tramutato in un rubino scarlatto mentre la forma del gioiello era rimasta inalterata. Alzò lentamente il braccio sinistro in modo da sfiorare la pietra preziosa, il rosso era stato associato al nuovo stemma regale, immaginava che non poteva essere altrimenti, la tinta le ricordava il fuoco. In passato aveva il totale controllo su tale potere come cavaliere magico, in qualità di principessa aveva il controllo su ogni singolo elemento, ma il fuoco e la luce erano i poteri che sentiva di controllare con maggiore naturalezza. Tentare di sfilare la corona dal capo era impossibile e già da tempo ci aveva rinunciato era come una sorta di catena indistruttibile ed oramai era divenuta parte di lei, anzi a dire il vero non era poi così scomoda come in un primo momento aveva immaginato, quando appoggiava il capo sui cuscini o quando lavava i capelli era come se l’oggetto non ci fosse, anche se sapeva che in realtà non era così.

Si stiracchiò un poco camminando a piedi nudi si avvicinò al grande letto a baldacchino, si sporse sul comodino in modo da soffiare sulla fiamma della candela che, da pochi istanti, era rimasta l’ultima fonte di luce della stanza. Fu solo quando rimase al buio che silenziosamente la sovrana si lasciò cadere pesantemente sul letto. I suoi capelli ricaddero in soffici onde scarlatte sul cuscino e facevano contrasto al bianco candore delle coltri, chiuse gli occhi e si rigirò sul fianco rannicchiandosi in posizione fetale. Inspirò piano ed espirò altrettanto debolmente, le parole di Eagle le tornarono in mente Lantis è tornato a Sephiro, sono sicuro che questa notizia ti interessa molto”.Quanto le era mancato? Nemmeno lei sapeva rispondersi e ogni volta più pensava a lui e, al modo in cui l’aveva trattata l’ultima volta in cui avevano parlato, si ritrovava a pregare con maggiore impegno. Ora che era tornato poteva dimostrargli di essere all’altezza di un simile incarico, anche se le sue mani si erano macchiate del sangue di Zagart e di Emeraude. Questa punizione era la più adatta per una come lei, il suo isolamento le permetteva così di ricordare le sue azioni abiette e di prendere decisioni con maggior criterio per il bene collettivo.

 –Illusa. Sei un’illusa Hikaru non avrai mai il suo perdono- sorrise amaramente, parte del suo cuore si divertiva a giocare crudelmente con i suoi sentimenti più nascosti, per sua fortuna quasi immediatamente interveniva la sua parte razionale che le ricordava di relegarli, nella parte più profonda del suo animo.

Il sonno quella notte, per qualche inspiegabile ragione, tardava ad arrivare si rigirò nel letto più e più volte ed infine riuscì a prendere sonno solo quando strinse il medaglione che portava al collo.

 

Il sole splendeva alto nel cielo e Lantis camminava con passi frettolosi nell’ala  che conduceva nello studio di Clef, una volta giunto dinanzi la porta non si fece scrupolo di bussare entrando direttamente nella stanza.

Clef era seduto sul suo scrittoio e sembrava concentrato sulla lettura di alcune antiche pergamene “ Non hai mai perso la pessima abitudine di entrare in una stanza senza prima bussare” il giovane guerriero ammirò sorpreso il Monaco Guida ancora chino sulla sua lettura. Clef aveva il potere di stupirlo ogni volta,  era infatti riuscito ad avvertire la sua presenza anche se impegnato in chissà quali complicati studi, a giudicare dallo stato delle pergamene doveva trattarsi di incantesimi molto antichi.  “ Ad ogni modo hai accettato di incontrarmi, anche se con un giorno di ritardo” il guerriero storse la bocca “ Clef non perdere tempo con inutili chiacchiere, Eagle mi ha detto che volevi parlarmi di qualcosa di importante.”

Con l’aiuto del suo bastone il Monaco Guida si alzò dalla sedia e aggirando lo scrittoio si avvicinò un poco allo spadaccino “ Pazienta mio giovane amico” Clef scosse il capo “Si hai ragione quello che sto per dirti è molto importante. Sono sicuro inoltre che quello che ascolterai non ti piacerà affatto. Riguarda Hikaru, ho ragione di credere che la sua vita è in pericolo…” Il monaco alzò un poco bastone come a voler azzittire per tempo Lantis “ Non è questo il momento delle domande fammi prima finire quello che sto per dirti. Ho avvertito una presenza ostile, seppur in forma lieve, e la cosa che mi preoccupa maggiormente è che la principessa stessa non si è accorta di nulla. Probabilmente si tratta della mia immaginazione, però, Hikaru mi parsa più stanca del solito e questo è molto strano, temo per la sua incolumità ed ho ragione di credere che il pericolo più grande si manifesterà proprio nella sera del gran ballo. Ti chiedo quindi vegliare su di lei sino al giorno della festa, se non accadrà nulla potrai ritenerti libero di andare dove più ti aggrada. Lantis ti prego inoltre di mantenere segreta questa nostra conversazione, nemmeno i cavalieri magici sanno nulla di quel che ti ho detto. So di potermi fidare di te non è vero mio giovane amico ? ”.

Clef strinse con entrambe le mani il bastone una volta finito di parlare ed ora, attendeva la risposta del giovane Spadaccino “ Io…” iniziò il guerriero schiarendosi un poco la voce, “ E’ vero in passato ho giurato di servire fedelmente la Corona e Sephiro, ma adesso…”, “ Clef , Clef posso entrare ?” una voce femminile proveniente da dietro la porta interruppe il suo discorso. Lantis si girò verso l’uscio di scatto, non aveva sentito i suoi passi leggeri e mentalmente si trovo a maledire la sua stupidità “ Certamente Principessa entrate pure ” rispose prontamente il Monaco Guida, dal tono così formale la fanciulla comprese che egli non era solo. Le porte si spalancarono magicamente al suo passaggio, Hikaru teneva lo sguardo chino, in modo da poter osservare, dei fiori bianchi che stringeva con le esili ed affusolate mani   “ Vi ringrazio Monaco Guida” rispose con tono gentile .

Hikaru era divenuta ancor più bella di quanto ricordava, i lunghi crini rossi erano raccolti nella solita treccia che le ricadeva morbidamente lungo la spalla sinistra mettendo il risalto il collo sottile niveo della fanciulla, la figura esile era esaltata da un elegante abito ramato finemente ricamato con fini arabeschi .

Quando i suoi occhi scuri incrociarono quelli cremisi di lei, Lantis avvertì l’impulso di stringerla fra le braccia, non si accorse neppure di essersi avvicinato a lei. Una volta trovatosi a pochi passi da ella, con gesti eleganti si inchinò piegando il capo in modo da distogliere lo sguardo da quello della principessa.  

“ Vi do il mio bentornato su Sephiro, Lantis ” parlò la fanciulla dopo un silenzio interminabile.

 

Continua…

 

Ringraziamenti:

Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia e in particolare Femke e Shirin che hanno lasciato un commento. Sono felice che la storia vi piaccia, spero di non deludere nessuno con questo secondo capitolo che a dir la verità mi convince molto poco. Un saluto, Merit

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Neve. Lenta e soffice scendeva giù dal cielo grigio-azzurro. Un lieve e freddo venticello sferzava nell’intero regno, due figure, per nulla infastidite, camminavano l’una al fianco dell’altra per i giardini.

Angoscia, Sgomento le attanagliavano l’animo come una feroce morsa allo stomaco, si impose di camminare indifferente beandosi della piccola gioia che le davano quei fiocchi silenziosi.

Un silenzio quasi irreale regnava attorno a loro, e a loro volta i due si limitarono a camminare senza dir nulla; Hikaru, ad ogni passo, poteva quasi sfiorare con il gomito, il braccio di Lantis, ma ciò non sembrava turbare più di tanto il giovane guerriero.

Chiuso nel suo mutismo il suo accompagnatore si limitava ad avanzare, sul terreno innevato senza mostrare segni di fatica, credendo di non essere vista dal guerriero, la principessa ne osservava affascinata, i tratti decisi del volto.

Non poteva più negare la sensazione di pace che avvertiva, quando lo Spadaccino era con lei, non riusciva ancora dare un nome alle emozioni contrastanti che provava; e tanto meno le era concesso farlo. Affetto, Amore o qualsiasi altro sentimento, per lei erano Tabù, per questo cercava di non fare maggiore chiarezza sulle sue emozioni. Fare chiarezza significava intraprendere una strada pericolosa, e ciò la spaventava molto. Ben impressi nella sua mente erano i ricordi della guerra appena finita, troppo sangue era stato versato.

Crogiolarsi nelle sue riflessioni non l’avrebbero aiutata, era suo compito e dovere reprimere i suoi stati d’animo; questo era quello che tutti si aspettavano da lei, allora perché le risultava impensabile, se non impossibile, scacciare delle emozioni così forti? Non voleva farne a meno, come poteva negarsi l’unica cosa che la faceva felice?

Giunsero nei pressi della fontana situata al centro del parco ed Hikaru, si sedette sul bordo, Lantis tuttavia, preferì restare in piedi dinanzi alla fonte; come a voler pronunciare qualcosa, la rossa mosse le labbra, ma non proferì alcun suono.  La mano destra avvicinò al volto, in modo da portare dietro l’orecchio, un ciuffo ribelle, sfuggitole dalla treccia per via del vento.

Lo vide alzare confuso lo sguardo verso il cielo, per poi aprire il palmo della mano destra, in modo da osservare confuso quei fiocchi freddi che si erano posati sulla sua mano.

Osservò farsi largo, sul volto dello Spadaccino, un’espressione di meraviglia mista ad incredulità che certamente, ai più, sarebbe apparsa insolita sul viso solitamente inespressivo del guerriero. Non rimase stupita, oramai già da tempo aveva imparato a comprendere i suoi silenzi, proprio grazie il tempo trascorso restando al suo fianco.

Le labbra della giovane si incurvarono in un sorriso dolce, lo sguardo curioso del cavaliere era come quello di un bambino, le fu spontaneo provare un moto di tenerezza.

Inspirò in modo impercettibile, il suo cuore aumentò i suoi battiti e le gote si tinsero di un rossore ben visibile. Le succedeva spesso ultimamente e, sempre solo, quando era in sua compagnia o, anche solo, avvertiva la sua presenza.

Scosse affranta la testa, chissà cosa avrebbero pensato le malelingue dei suoi comportamenti infantili, infastidita dai suoi stessi pensieri, storse la bocca arricciando il naso, infine tornò a prestare attenzione allo Spadaccino.

Era certa che Lantis non conoscesse la neve, anche se in passato aveva viaggiato molto, nessuno su Sephiro l’aveva vista, compreso lui, – Chissà a cosa starà pensando- ; la rossa reclinò la testa alla sua sinistra, in attesa di udire le parole del compagno.

 

 “ E’ opera tua Hikaru?”,anche se il tono della sua voce era tranquillo, come al solito, Hikaru avvertì l’angoscia dello spadaccino, “ Che cosa sta cadendo dal cielo?”.

La ragazza abbasso il capo in modo da celare, con la frangetta ramata, gli occhi fattosi improvvisamente lucidi. L’Angoscia e lo Sgomento si fecero risentire, con una violenza così devastante, da farle assalire il panico. Lo stomaco le doleva, come se le avessero appena dato un pugno, inconsciamente strinse le mani sul bordo della fontana. Lentamente chiuse gli occhi cercando di assumere un’espressione più neutra possibile, cercando invano di raccogliere le idee e di contrarsi su una piccola preghiera.

Come poteva spiegargli il gelo che provava nel cuore? La sua anima era legata indissolubilmente alle emozioni degli abitanti di Sephiro, e al momento, la sua gente era ancora spaventata e confusa, così tanto da farle avvertire un forte malessere fisico. No, non era solo questo e lei lo sapeva, ancora una volta scosse il capo, come a voler reprimere dentro se, la parte più recondita delle sue riflessioni.

Le fu spontaneo legare il suo umore, alla condizione climatica del pianeta, ed ecco spiegato il motivo per il quale la neve imbiancava così il suo mondo. Voleva solo rasserenare il suo popolo, non voleva confonderlo ancora di più, riaprì lentamente gli occhi tornando a fissare il bianco candore che la circondava.

 “ E’ neve” sussurrò appena, non aggiunse altro, timorosa di non riuscire a controllare il tremito della voce. “ Non è pericolosa, sulla Terra è un fenomeno comune in inverno”, aggiunse per tranquillizzarlo dopo un lungo silenzio, non osava incrociare lo sguardo di Lantis, si sentiva tremendamente vulnerabile.

“ Ho pensato che potesse essere utile… Volevo rendere Sephiro un po’ più simile alla Terra, così da non sentire la mancanza del mio mondo. ”, alle sue stesse orecchie le sue parole le risuonavano poco convincenti, non voleva mentire.

 “ Non solo è stata scelta un’assassina come regnate, perché è come tale che ti considera l’intera popolazione, ma anche un’incosciente, come puoi credere una cosa simile? Se ti ostinerai a voler fare di Sephiro un regno simile al tuo mondo, turberai il suo equilibrio già precario. Come puoi credere di poter essere amata dai tuoi sudditi, se farai una cosa del genere? La forza di Volontà è ciò che più conta, ti credevo più forte, invece continui a prestare ascolto hai tuoi desideri. Cosa pensi di fare in questo modo? Non ti sembra di essere un po’ troppo egoista? Non puoi pretendere di contare sull’appoggio delle tue amiche e di Clef, sei tu la Colonna, è su di te questo mondo conta di andare avanti. Mi hai sentito Hikaru? ”.

Una fitta al cuore la costrinse a portare entrambe le mani sul petto stringendo, in modo convulso, un lembo della veste principesca, le parole che aveva pronunciato Lantis con tanta tranquillità ebbero il potere di ferirla.

-Perché, perché sei cosi freddo con me? Perché, proprio ora mi rivolgi parole così aspre?- era questo che il suo cuore voleva dire, - Principessa io sono una principessa, il mio dovere viene prima di ogni cosa. Lo so bene. - formulò immediatamente la sua mente.

Hikaru non riuscì a dar voce ai suoi pensieri, si ritrovò a fissare inerme la figura della persona a cui era più legata, senza poter manifestare i suoi sentimenti reali, “ Hai ragione, non ho scusanti”; alzò il braccio destro e aprì di scatto la mano, lentamente fece ruotare il polso tornando a chiudere l’arto a pugno, contemporaneamente si mise a borbottare una formula magica. Immediatamente la neve smise di cadere, i raggi solari si fecero più caldi riscaldando l’intero pianeta.

“ Ti domando scusa Lantis, ho agito di impulso credendo di fare del bene. Non accadrà più in futuro, non ho ancora padronanza dei miei poteri…mi è venuto spontaneo…io non volevo credimi… ”.

Lo vide sorridere beffardo, “ Queste sono le tipiche scuse di una bambina viziata. Emeraude era in grado di gestire i suoi poteri senza lamentarsi tanto”, la principessa non era riuscita a trattenersi, una lacrima scese dai suoi vermigli, seguita da un’altra e un’altra ancora.

 -Guardami. Perché, perché non riesci a vedere che io non sono Emeraude, io sono Hikaru. Sono solo una semplice ragazza terrestre. - scosse la testa e si morse il labbro inferiore leggermente, come a voler dominare l’impulso di rivelargli i suoi pensieri, ma soprattutto per trattenere dei piccoli singhiozzi.

 

Lantis distolse lo sguardo, Hikaru non sembrava sospettare quanto gli erano costate pronunciare quelle parole dure, se solo si fosse accorta delle sue menzogne, di certo avrebbe preso le sue parole per quello che erano veramente: irreali.

Con un gesto convulso strinse, con la mano destra, un lembo del suo mantello, era la prima volta che la vedeva in lacrime, mentalmente si maledì per averla fatta soffrire in quel modo, ma non aveva altra scelta.

Era tutto così dannatamente difficile scegliere fra, il suo dovere e le sue emozioni, la ragione gli diceva di andarsene il suo cuore gli urlava di restare. Era uno sciocco, innamorarsi dell’unica persona che non poteva avere, era la cosa più stupida che aveva mai fatto.

Le braccia le tremavano per la tentazione di stringere Hikaru a se in modo da farla calmare, frustrato per non poterle essere di aiuto sospirò. Strinse ancora di più i lembi della veste, sapeva di provare un sentimento forte nei confronti della principessa, un sentimento molto pericoloso per tutti, ma soprattutto per lei.

Non voleva essere divenire una minaccia per la vita di quella ragazzina terrestre, era suo dovere proteggerla non solo perché era la Colonna, Hikaru era molto di più che la Sovrana di Sephiro.

Proteggere la Principessa questo aveva giurato, quando era divenuto uno spadaccino magico e, questo avrebbe fatto sino alla fine. Si, andare via era la soluzione migliore per tutti, in passato aveva fatto la stessa cosa, incapace di ammirare la disfatta di suo fratello, aveva abbandonato Sephiro.

“ Principessa”, si decise a parlare solo quando le parve più calma, “  Vi prego di accogliere questa mia richiesta. Da tempo volevo chiedervi il permesso di andare via da Sephiro, se resto qui mi sarà impossibile affinare la mia arte di guerriero.”.

 “ Non siete mai stato obbligato a servirmi, potete andare via quando lo riterrete più opportuno”, si voltò di scatto per quanto le era possibile, visto che era ancora seduta sul bordo della fonte, in modo da celare, alla vista del soldato, quelle stille simili a perle che le rigavano nuovamente il volto.

La voce di Hikaru era rotta dal pianto e lei si maledì mentalmente, Lantis protese un braccio verso le spalle della principessa, voleva esserle di conforto, ma all’ultimo fece ricadere l’arto sul fianco.

 “ Per quanto riguarda le mie amiche non resteranno su Sephiro, torneranno a casa molto presto. Lo faranno appena le loro ferite saranno guarite. Non voglio mettere a repentaglio la loro salute. ”, non era da Hikaru essere così apatica e Lantis si accorse che stava facendo del suo meglio per mantenere un atteggiamento più consono al suo ruolo.

Sorrise amaramente, un sorriso che lei non poteva ammirare. Era riuscito nel suo progetto. Godeva del consenso della principessa, finalmente poteva lasciare Sephiro per sempre, eppure nel profondo del suo animo non provava gioia alcuna.  

“ Partirò stasera stessa, oramai non vi è più nessuna ragione che giustifichi la mia presenza. Nessun pericolo minaccia la stabilità del Vostro regno.”, la vide voltarsi lentamente verso di lui, sulle sue labbra si era increspato un sorriso aspro che, mal si intonava, sul volto di una fanciulla spensierata come era stata un tempo.

 

“ Oramai abbiamo una nuova Colonna, niente e nessuno oserà minacciare la pace di questo regno ”, tagliente la rossa riprese a parlare, “ Siete libero di andare Lantis, ora la vostra vita appartiene a voi, ma prima vorrei restituirvi il vostro ciondolo. Era un dono di vostra Madre, è giusto che siate voi a tenerlo”.

Lentamente si era voltata verso il guerriero, gli occhi erano ancora lucidi e, piccole scie rosate erano ben visibili, là dove, le piccole gocce erano scivolate sul suo volto pallido.

La delusione e lo sconforto che provava in quel momento la faceva sentire confusa e fragile, emozioni che non aveva mai provato, nemmeno sul campo di battaglia.

Sentiva il respiro venirle meno, tanto che fu costretta ad inspirare ed espirare più velocemente, come se avesse appena percorso un miglio intero di corsa.  Nuovamente sentiva le lacrime pungerle gli occhi, con un grande sforzo di volontà riuscì a trattenerle, non era più il tempo di lasciarsi andare al dolore. Se poi ci rifletteva bene, le sue erano sofferenze lievi rispetto a tutte quelle che avevano passato i suoi sudditi. 

Si sentiva in colpa per il tono cosi aspro con, il quale aveva parlato, e mai avrebbe pensato che proprio a Lantis si sarebbe rivolta in questo modo, però, questo era la sola maniera per non cedere alla disperazione.

Scosse il capo un’altra volta. Hikaru si impose di mantenere un atteggiamento adatto alla situazione, infondo era pur sempre la nuova Sovrana, il tempo dei giochi era quindi finito ora aveva delle responsabilità.

Si sfilò dal collo il medaglione lentamente, con gesto elegante protese il braccio destro verso il guerriero, porgendogli il monile.

 “ Un dono è sempre un dono.”, posò la sua mano sinistra su quella di lei, sfregandole con il pollice il dorso, con un lieve e gentile tocco che mal si diceva ad uno spadaccino, “ Tenetelo voi Principessa”.

Hikaru trattenne il fiato, il suo sguardo si andò ad incrociare con quello di lui, non erano mai stati così vicini come ora, un piccolo brivido le attraverso la schiena, - Non andare, ti prego-  .

Lantis prese il pendente facendolo scivolare dalle sue dita sottili, con calma avvicinò le mani verso l’esile collo della Sovrana sfiorandolo delicatamente come timoroso di farle male, gentilmente lo allacciò, Hikaru arrossì senza volere nel sentirsi sfiorare la gola.

Per un breve istante, gli occhi scuri di Lantis, si incrociarono in quelli di lei, Hikaru sentì improvvisamente la gola riarsa, con la lingua si umettò le labbra secche, come un piccolo gatto. Lo sguardo di lui ricadde su quelle piccole ed invitanti labbra, Lantis si scansò bruscamente, e la principessa non riuscì fare a meno di avvertire una sgradevole sensazione di mancanza trafiggerle il petto, come mille dardi.

 -Perdonami non posso restare. Non ho la forza necessaria per strapparti dalle tue catene.-, di scattò le diede le spalle con passi sicuri si incamminò verso il sentiero senza più voltarsi indietro.

 “ Tornerete un giorno su Sephiro?” il panico si era impossessata di lei, mandando all’aria i suoi buoni propositi di mantenere un comportamento austero. Quando non ricevette alcuna risposta da parte del guerriero, si alzò dalla fontana,“ Lantis, Lantis tornerete ?” , urlò forte. Nessuna risposta le giunse mai alle orecchie e allora comprese finalmente l’amara verità,ed Hikaru,inerme si limitò ad osservare l’elegante figura sparire  per sempre dalla sua vita.

 

Scosse il capo più volte. Non era sicuramente il momento adatto per lasciarsi andare ai ricordi. Era nelle stanze di Clef ora, con Lantis ancora prostrato in un rispettoso inchino. Smarrita osservò il Monaco Guida, era riuscita solo a pronunciare poche parole e sperava di ricevere almeno un aiuto da parte del mago, ma questi si limitava a sorriderle bonariamente.

“ Potete alzarvi Lantis, non è necessaria tanta formalità.”, parlò infine quasi esasperata, volse lo sguardo per non incontrare quello di lui, altrimenti le parole sarebbero di nuovo mancate.

“ Come desiderate Vostra Altezza”, rabbrividì nell’udire dopo anni, la sua voce possente, Lantis non pareva cambiato di molto, sebbene si fosse fatta più alta, lo spadaccino continua a sovrastarla con la sua figura slanciata; un sorriso divertito si disegno sulle sue labbra dopo molto tempo. Se voleva ammirarlo in volto era ancora costretta ad alzare il capo, proprio come quando era solo una ragazzina di sedici anni, una volta che si era rialzato, la principessa si inchinò a raccogliere i fiori che aveva lasciato cadere.

 “ Potevate farvi annunciare al consiglio e, ai membri della corte, così vi avremmo accolto con una cerimonia degna del vostro grado”, si morse il labbro inferiore nervosamente con tutte le cose che poteva dire questa era la più sciocca ed insensata.

Gli occhi neri di Lantis si rabbuiarono nell’udire quelle poche parole di Hikaru, “ Non è necessario sapete bene quanto io detesti queste sciocche formalità”, con quelle semplici parole era tornato nuovamente il silenzio nella piccola stanza.

“ E poi non mi fermerò a lungo”, si volse ad ammirare Clef, “ Resterò su Sephiro, quanto basta, per porre fine ad un ultimo compito .”.

Il tono che aveva usato non ammetteva repliche e ritenendo superflua la sua presenza nella stanza, Lantis, si diresse verso l’uscio senza dare altre spiegazioni, lasciando i due presenti ancora ammutoliti.

Clef strinse il suo bastone più sereno, alla fine il guerriero aveva accettato, stava andando tutto per il verso giusto, ed ora sorrideva fra se e se, con la coda dell’occhio si limitò ad osservare la Principessa.

Hikaru pareva pensierosa, con la fronte aggrottata e lo sguardo chino a terra, “ Lantis”, la sentì mormorare con una sofferenza mai mostrata così apertamente, quando si accorse degli sguardi di Clef, Hikaru gli rivolse un sorriso gentile.

“ Se non sbaglio siete venuta sin perché volevate farmi qualche domanda?”, gentilmente le indicò con il bastone un seggio libero, “ Uh? Ah no, non ho tempo per sedermi”, rispose dopo aver ammirato con scarso interesse la sedia, lo sguardo inevitabilmente si posò sulla porta.

“ Volevo solo sapere, come procedono i preparativi per il ballo”, il Monaco Guida portò leggermente il busto in avanti in modo da poggiarsi al suo bastone, “ Tutto procede per il meglio, c’è grande fermento a palazzo, non dovete preoccuparvi”.

Ne seguì un breve silenzio poi finalmente Hikaru si decise a porre la domanda che tanto le attanagliava la mente: “ Cosa intendeva dire Lantis? Quale compito deve portare a termine?”

 

Continua…

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Un sospiro di frustrazione fece eco ad un altro, ed un altro ancora. Non aveva ottenuto le risposte che cercava, e, non avendo di meglio da fare per nascondersi agli occhi del mago si era rifugiata all’interno del tempio, dove in ginocchio al centro di una sala, la cui unica luce era data dalle tremolanti fiaccole, stava inginocchiata sul freddo marmo con le mani conserte nascosta in quella semi oscurità.
E, nella penombra  del tempietto, il rossore delle sue guance era praticamente impercettibile.  Arrossiva ancora, si disse maledicendosi mentalmente e, nel farlo prese tra la fila di denti chiari come perle, il labbro inferiore. Come non farlo?

Era stato via per tanti anni e, invece che  dimenticarlo come aveva sperato, il suo ricordo si era fatto ingombrante e pesante nel suo animo. 
<< Risplendi o luce, per illuminare e portare gioia e pace su queste terre. Mokona, creatore dei mondi, dona la pace alle mie genti. Rendile felici e dimentica  l’egoismo.>>  . Si interruppe.
La sua mente vagò su pensieri lontani, come poteva concentrarsi ora, quando la morsa sullo suo stomaco si era fatta più forte, al punto da farla impallidire tanto da farla rialzare di scatto. Provava un senso di nausea tale da costringerla ad uscire di gran corsa da quella sala, con la mano destra appoggiata sulle proprie labbra.
E non visto, Lantis si era seduto su di un ramo di quell’albero secolare, posto a guardia di quel giardino e, le cui fronde servivano per dare ristoro dai raggi solari la Colonna portate di Cefiro. Ed era l’unico posto dal quale  poteva avere l’intera visuale dei giardini senza essere visto, a meno che ovviamente non fosse stato lui a volerlo.
E, non aveva resistito alla tentazione di appurare con i suoi occhi se, le parole di Clef quanto quelle di Egle fossero veritiere,  ecco perché si irrigidì quando la scorse correre al di fuori del tempio, nel quale lui era proibito entrare, e percorrere sempre di corsa il colonnato posto alla sua sinistra e, disposto in semicerchio.
Si era fermata all’improvviso frontalmente a lui, la vide appoggiarsi con la schiena alla colonna bianca, mentre la mano destra dalla bocca fece scivolare verso la fronte sudata. Era pallida e sudata, con il fiato spezzato, e non era certo la corsa ad averla resa così stanca.
Fu un attimo, incapace di attendere oltre, smosse un ramo mostrandosi davanti ad Hikaru, e, la ragazza si era irrigidita per la sorpresa. Scese con agilità dall’albero e, in silenzio stava accorciando la sua distanza che lo separava dalla fanciulla terrestre.
<< Principessa state bene?>>.
Hikaru però non le rispose, stanca con gli occhi insolitamente lucidi si limitava a guardarlo in un insolito silenzio. Battendo le palpebre in modo innocente e delicato da rischiare di farlo impazzire, più del suo silenzio dietro il quale si era trincerata interrotta solo dal fiatone.
<< No.>> rispose sincera nascondendo il viso tra le mani, non voleva essere guardata da Lantis, in quel momento non avrebbe di certo retto il suo sguardo profondo. Lui era sempre stato capace di leggerne l’animo, ed in quel momento provava una tale vergogna al punto da non riuscire a trattenere le lacrime.
E, traditore, il suo corpo fu scosso da violenti tremiti: << Ho appena realizzato che non >>.  Non riuscì a terminare la frase, le lacrime e i vari singhiozzi che ne seguirono  le impedirono di andare oltre.
E, nel vederla così in difficoltà,  Lantis si avvicinò ancora e, con quanta più delicatezza la strinse a se, nascondendo la piccola figura di Hikaru all’interno del mantello sollevato  con lo scopo di farla sentire al sicuro da occhi indiscreti.
<< Devi calmarti Hikaru, altrimenti non riuscirò a capire una sola parola>> le sue parole furono poco più che un sussurro, ma non fecero l’effetto da lui desiderato, anzi la sentì aggrapparsi a lui con più disperazione decise di lasciarla fare, e sfogare quello che sentiva dentro, per poter parlare eventualmente con calma, non sciolse il suo abbraccio, ma provò a trascinarla verso le radici della pianta secolare, in modo da sedersi sulle sue radici, e adagiare la principessa sulle sue stesse ginocchia.
<< Hikaru.>> la chiamò solo quando la sentì meno agita tra le sue braccia. << Cosa ti è successo? Sei molto pallida.>> Aveva iniziato ad accarezzare la sua soffice chioma rossa, racchiusa nella solita treccia, sciogliendone in parte i nodi con le sue stesse dita, sciogliendone parte di quella semplice acconciatura.
<< Sto bene ora.>> Se  lui non parlava, lei avrebbe mostrato la sua stessa reticenza, offesa nell’orgoglio si scostò rapidamente da Lantis, mettendosi in piedi dinnanzi a lui.
Fu solo quando fece per andarsene che sentì stringere la mano sul proprio polso, costringendola così a voltarsi verso di lui.
<< Lantis >> bisbigliò. << Mi sei mancato. Non ho fatto altro che pregare per il bene del mio regno eppure, mi sei mancato. Questa è la pura verità, non so perché ti è sstato detto che il mio regno e la mia vita è  minacciata, ma l’unica minaccia che mi si presenta davanti agli occhi sei tu. Solo tu puoi farmi del male.>>
Aveva parlato di getto un’altra volta ed un’altra volta ancora era scoppiata a piangere davanti agli occhi dell’uomo che amava. << Se te ne andrai ora forse non impazzirò di dolore, ma se deciderai di restare io.>>
Fu zittita all’improvviso da Lantis, le cui labbra l’avevano raggiunta e con forza l’avevano costretta a zittirsi nell’attimo in cui aveva deciso sfrontatamente di baciarla. E lei incapace di trattenersi aveva ricambiato il suo bacio con altrettanta foga.
<> era stata Umi  a parlare. << Sei strana da quando sei ritornata dalle stanze di Clef>> aveva aggiunto Fuu.
<< Come dite? >> era arrossita come una ragazzina, e nel farlo si era morsa il labbro inferiore. Imprecò tra se se, la sua mente aveva iniziato a giocarle brutti scherzi e, quello che peggio, nelle sue fantasie si era materializzato prepotentemente Lantis.

Se saperlo lontano per lei era una tortura ora che era tornato era costretta a sopportare il dolore di tenerlo lontano dal suo cuore, e i suoi pensieri: perché si, lui era l’unico in tutta Cefiro in grado di ferirla e farle molto male.

Più male di quanto gli stessi suoi sudditi avrebbero potuto immaginare, più  male dei Cavalieri Magici che, in caso contrario, sarebbe stata costretta a convocare, ma a differenza di Emeraude, lei non avrebbe trovato la gioia nell’unirsi per l’eternità al fianco dell’uomo che amava. Lei ugualmente sarebbe rimasta sola e senza conforto.

Si, Lantis era il suo solo ed unico carnefice e, sfortunatamente, lei se ne era perdutamente innamorata.
 
Angolino dell’autore:
è___é ehm, mi scuso con tutti quelli che mi hanno commentato e aspettato per tanto, tanto, ma tanto tempo ma questo capitolo in principio non veniva è nato ed è stato scritto in mille modi diversi. Quello che mi piaceva di più, beh, ha fatto puff con la morte del mio pc. V.V Coca-cola e pc, si odiano, ho dovuto impararlo a mie spese. So che è un capitolo corto, ma consideratelo di transizione. Una scusa per sbloccarmi un po’. E dare respiro a questa storia che voglio assolutamente finire.  Ora chiudo, su mega saluto Merit :*

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