Power Stone: Tales of Sora

di KuroNekw
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Una storia leggendaria ***
Capitolo 2: *** Una strana ragazza ***
Capitolo 3: *** Inizia il viaggio ***
Capitolo 4: *** Ryoma ***
Capitolo 5: *** L'origine dell'anomalia ***
Capitolo 6: *** La Ninja del paese del vento ***
Capitolo 7: *** La danzatrice delle fiamme ***
Capitolo 8: *** I Frammenti del male ***
Capitolo 9: *** Pirati!? ***
Capitolo 10: *** La nebbia illusoria ***
Capitolo 11: *** L'isola degli elementi ***
Capitolo 12: *** Randall il guerriero dell'aura ***
Capitolo 13: *** La verità su Alexia e il popolo dei cieli ***



Capitolo 1
*** Prologo: Una storia leggendaria ***


Tanto tempo fa in un continente lontano esistevano dei guardiani a protezione di 7 isole nell’arcipelago degli elementi, così veniva chiamato poiché ogni città possedeva un potere donatogli da madre natura. Questi 7 guardiani erano potenti guerrieri votati a difendere le loro isole da chiunque tentasse di deturparle
L’isola del sole, della luna, del fuoco, del deserto, del vento, della roccia e l’isola di Sora erano le principali potenze, che insieme alle isole minori rappresentavano l’arcipelago, ad aiutarli in difesa delle loro isole i guardiani possedevano una pietra colorata che donava loro i poteri necessari per poter sconfiggere il male.
Col passare del tempo però la mente dei guerrieri venne annebbiata dal potere e le pietre che un tempo splendevano di luce propria iniziarono a consumarsi diventando sempre più opache, finché per poterne preservare lo splendore un saggio riuscì a dividere la parte ormai corrosa da quella pura e infine nascose le 7 pietre lontano dagli occhi di tutti. I guerrieri però erano ormai entrati in possesso del lato oscuro del potere e grazie a questo avevano ottenuto una lunga vita, in cambio il loro cuore era divenuto malvagio, iniziarono così a distruggere tutto quello che fino a quel momento avevano difeso.
Il saggio però, con le ultime forze rimaste riuscì a fermare i guerrieri trascinandoli in un sonno senza risveglio e a rinchiuderli li dove nessuno avrebbe mai dovuto trovarli.
Anche se provato, il continente, con il passare dei secoli tornò al suo splendore, quel periodo nefasto venne raccontato per generazioni finché non divenne solo leggenda. Ad oggi però una cosa è certa, le isole maggiori non sono più 7 ma 6. L’isola di Sora infatti non appare più su nessuna mappa e con il tempo fu dimenticata.


Pride chiuse il libro
Edward sorrise compiaciuto
-Cos’hai da sogghignare così- gli chiese il padre
-Quando sarò più grande viaggerò per tutto il continente e troverò Sora-
Pride rise con gusto
-è solo una vecchia leggenda Ed, una storia per bambini-
Ma il ragazzino mise il broncio
-E va bene….- Pride prese il piccolo Edward e lo mise a sedere sulle sue ginocchia –Se ci credi veramente, allora un giorno la troverai- e gli sorrise
Edward ricambiò il sorriso del padre
-Diventerò un grande esploratore, proprio come te!- disse entusiasta il ragazzino
-Voi due! Basta fare gli asociali venite il pranzo è pronto- li riprese una giovane donna dai capelli castano chiaro e gli occhi azzurri come il cielo
-Aja, la mamma ci chiama a raccolta- Fece Pride ammiccando un occhiolino al figlio
Poi si alzo e andò verso la moglie
Edward rimase ancora li, prese il grosso libro che il padre gli stava leggendo, o meglio che gli leggeva ogni giorno da ormai 7 anni come fosse un rito per la buona notte o per qualunque momento libero della giornata. Ed sapeva già leggere ma gli piaceva quando era il padre a farlo per lui, ci aggiungeva sempre qualcuna delle sue avventure, per cui ogni volta era come leggere una storia nuova.
Lo aprì alla prima pagina dove in grande vi era il titolo “I racconti di Sora”. Edward sorrise e infine con il libro sotto al braccio raggiunse i suoi genitori.


Anche se ormai la storia pare dimenticata, viene ancora tramandata come una leggenda, in verità da quei giorni passati sono ormai trascorsi più di 500 anni










Angolo dei commenti imbarazzanti
Saaaalve salve salve a tutti! Tanti anni che volevo scrivere una storia su Power Stone....più o meno quando ero alta una mela ed un asticello, si, insomma questo non era importante.
Dunque, finalmente spinta anche dalla bravissima Cecilia, la quale disegna da anni i personaggi di Power Stone (Ps: visitate il suo Deviantart e non ve ne pentirete -->
ChibiPyro) Mi sono decisa a riportare una delle tantissime storie create dalla mia infinita fantasia su carta, o meglio...al pc. 
Quiiindi spero tantissimo che la storia possa appassionarvi, che voi siate fan o meno, che conosciate o no i personaggi non importa, il mio augurio è che la storia possa entusiasmarvi quanto basta da poterla leggere tutta! 
Al prossimo capitolo!! 

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Capitolo 2
*** Una strana ragazza ***


12 anni dopo, Isola del Sole


-le avevo viste tutte durante i miei viaggi….ma questa poi- parlottava Edward tra se e se mentre guardava fuori dalla finestra delle sua stanza
-Chissà se finirà mai..- aggiunse Apollo il suo fedele maggiordomo.
Edward sospirò
-Nevica da quasi una settimana-
Il che era davvero strano, perché se ti trovi su un isola chiamata “Isola del sole” come minimo di aspetti che il sole splendi tutto l’anno, e di fatto era sempre stato così. Ma da qualche giorno in maniera del tutto anomala aveva preso a nevicare. Forti folate di vento seguite da vere e proprie bufere di neve, impedivano al giovane avventuriero di lasciare l’isola a bordo del suo aeroplano.
-Che noia…se resto ancora qualche giorno chiuso qui divento matto- Sbuffò infine il ragazzo mentre sorseggiava del thè appena versato da Apollo
-Potrebbe allenarsi per allentare lo stress- consigliò il fedele servo
-Già lo faccio e la mia situazione psicologica non migliora…- rispose Edward con aria scocciata
Apollo guardò fuori dalla finestra, mentre piccoli fiocchi di neve cadevano soavi sulla morbida distesa bianca ormai creata
-Potrebbe provare a guardare il lato positivo allora – continuò –Che ne dice di creare un pupazzo di neve?-
Il giovane lo fulminò
Apollo trasalì
-Non ho mica 5 anni!!! Apollo- lo rimproverò
Ci fu silenzio, Apollo preferì evitare di proporre altro
-Vabbè- Edward spezzò il silenzio, poggiò la tazza sul tavolino e indossò la sua giacca rossa – Vado a fare quattro passi-
-Oh eccellente, vado a prendere il cappotto!- disse Apollo tutto entusiasta
-No! Tu resti qui, quante volte devo ripeterlo che non mi serve la guardia del corpo- disse Edward ancora più seccato –Avvisa tu mia madre, non faccio tardi – e mollò li il suo maggiordomo, che, anche se si aspettava esattamente quella risposta, assunse un aria parecchio sconsolata. Dopo di che prese il vassoio e vi posò le tazze intento a portarle via, e in quel momento sospirò.
 
Edward era un ragazzo abbastanza alto per la sua età, aveva i capelli biondi e gli occhi come quelli della madre il suo abbigliamento solito era un completo rosso che faceva ricordare i classici vestiti da aviatore, dopotutto era un esploratore. prese la lunga discesa che l’avrebbe portato in città, la sua casa si trovava isolata su una collinetta in periferia. Anche se non amava particolarmente il suo status sociale, la sua famiglia era benestante e non gli era mai mancato nulla. Pride Falcon suo padre era un famoso esploratore, conosciuto in gran parte del continente, aveva portato alla luce parecchie rovine contenenti favolosi tesori, mappe, pietre preziose, testi antichi, nulla poteva fermarlo era stato al tempo un uomo molto coraggioso, si spingeva sempre la dove nessuno aveva mai osato, finchè…un giorno non fece più ritorno da uno dei suoi lunghi viaggi. Ma ormai erano trascorsi 10 anni, l’unica cosa che Pride aveva lasciato ad Edward fu una vecchia mappa indicante un isola che non era segnata su nessuna mappa moderna, gli era stata pervenuta qualche giorno dopo la partenza del padre.
Il ragazzo aveva trascorso gli ultimi 3 anni alla ricerca di quell’isola, indizi, letture, era convinto di sapere di cosa si trattasse ma nulla ne indicava l’esatta ubicazione, solo indizi su indizi, che non portavano mai a nulla, così dopo svariati tentativi vi aveva rinunciato. Si sentiva quasi preso in giro dal padre scomparso, avrebbe potuto benissimo scrivere una lettera, continuava a ripetersi Ed, e alla fine aveva assunto un atteggiamento distaccato da quasi tutti quelli che gli stavano intorno come a volersi ribellare per il torto subito. Passava le sue giornate ad allenarsi con la Boxe e quando si annoiava viaggiava per altre isole, voleva diventare più forte così da poter riuscire dove il padre aveva fallito.

-Questa neve inizia a stancarmi- borbottava tra se e se mentre con fatica si trascinava sul tappeto di neve bianco –Non fa in tempo a sciogliersi con il sole, che subito rincomincia-
Edward era così preso a prendere a calci la neve che aveva abbassato lo sguardo nell’istante in cui una giovane ragazza gli si gettò letteralmente addosso
I due rotolarono nella neve
-AIUTO AIUTAMI!- urlò la giovane
-Ma..che diavolo?!- esordì Ed
-Hei tu!! Levati e consegnaci la ragazza-
Due uomini dall’aria poco amichevole si fecero avanti
La ragazza si strinse ancora più stretta ad Edward
-Ti prego non lasciare che mi prendano-
Il ragazzo era confuso, non voleva guai, e ancor meno avrebbe voluto fare a botte con qualcuno. Cercò quindi di rialzarsi con la ragazza che invece non mollava la presa
-D’accordo…cerchiamo di fare il punto della situazione- disse con tono calmo –Intanto staccati che sembri una ventosa-
-Noo- la ragazza però non voleva mollare la presa
Edward sospirò
-Forza muoviti vieni con noi- esordirono intanto i due
-Si può sapere cosa vogliono da te?- chiese infine il ragazzo
-Vogliono rapirmi- rispose lei quasi in lacrime –mi faranno del male-
Edward li guardò attentamente. Entrambi portavano una strana veste marroncina ed erano coperti fin in volto
-Non sembrano così pericolosi….- bisbigliò
La ragazza allentò la presa e guardò Edward negli occhi. Gli occhi di lei brillavano di un verde quasi ipnotico
Edward ci pensò qualche secondo, d'altronde era pur sempre una ragazza in difficoltà.
-Va bene dai, ti aiuto..- accettò infine, e si portò avanti a lei –Sentite…vi conviene lasciar perdere in questi giorni sono parecchio nervoso- Esordì minaccioso contro quei due
Gli sconosciuti si guardarono e sogghignarono tra di loro
-Ragazzo sei serio?- disse uno di loro
-Quanto la fate lunga, se non volete lasciar perdere allora fatevi sotto- li incalzò lui in tutta tranquillità!
E così i due non se lo fecero ripetere due volte, certo doveva essere difficile muoversi con tutta quella neve, ma ad Edward pareva non importare, si mise in posizione di attacco e li attese entrambi. Il primo tirò un pugno in direzione del suo viso ma Edward lo scansò con assoluta tranquillità assumendo un espressione quasi annoiata, una volta evitato gli sferrò un calcio in faccia facendolo cadere di schiena a terra. Il secondo credendo di cogliere Ed alla sprovvista lo attaccò subito dopo, ma il ragazzo evito anche lui, come se potesse prevedere i suoi attacchi e con un pugno in pieno viso fece volare sulla neve anche il secondo.
I due uomini si rialzarono massaggiandosi la parte colpita e con qualche lamentela continuarono a guardare Edward con ostilità.
-Maledetto damerino- disse furioso uno dei due
-Seriamente ne volete ancora?- si chiese Edward con totale disinvoltura.
Ma i due questa volta ci pensarono su
-Non pensare di poter scappare per sempre Alexia! Prima o poi ti riporteremo indietro- Detto questo se ne andarono, diretti verso la foresta fuori dal sentiero
Edward si mise a braccia incrociate e si girò verso la ragazza
-Portare indietro?- chiese come prima cosa
La giovane chinò il capo
-Si..- rispose lei, anche se sembrasse poco convinta della sua affermazione
Ma a quel punto Edward non volle insistere
-Grazie per avermi salvata! – Disse lei e gli sorrise
I suoi occhi erano davvero belli, aveva dei lunghi capelli castano chiari che profumavano sicuramente di qualche fiore sconosciuto. L’unica cosa che non tornava….era che indossava un semplice abito color pesca con delle scarpette altrettanto poco consone alle temperature di quel momento. E di fatti poco dopo..
-ma stai tremando?- le fece lui, quando la vide chiaramente infreddolita
-eh che…non credevo di trovarmi sotto lo 0 sull’isola del sole-
Come? Erano giorni che nevicava, quindi la giovane veniva da un’altra isola, ma se così fosse avrebbe dovuto già occuparsi di indossare vestiti più pesanti, pensò Edward in quell’istante. Ma preferì tenersi tutto per se
-vieni a casa mia- le disse infine Ed -per lo meno, mia madre potrà darti qualcosa di più pesante da indossare- Detto questo la ragazza gli sorrise. Poi lui si levò la giacca e la coprì

A quanto pare il giovane non era poi così freddo e distaccato come dava a vedere, almeno, non con le belle ragazze!











Commento dell'autore fallito
Hei! fallito sarai tu....*ora parla anche da sola* ....dunque nonostante abbia mantenuto più o meno le stesse caratteristiche dei personaggi descritti già nell'anime più avanti cercherò di caratterizzarli a modo mio, almeno un pochino! 
spero che da qui in avanti la storia inizi ad interessare i lettori! Intanto la cara ChibiPyro ha quasi finito la copertina, presto potrete ammirarla su Deviantart
Al prossimo capitolo

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Capitolo 3
*** Inizia il viaggio ***


-Tieni cara- la premurosa Kat diede una calda coperta ad Alexia e Apollo gli preparò subito una tazza di the bollente
-Vi ringrazio della gentilezza- rispose lei visibilmente arrossata
-Figurati, non capita tutti i giorni che Edward porti a casa una giovane ragazza- fece la madre
Edward era seduto sul davanzale della finestra nel grande salone della sua villa
-Guarda che ti sento- fece lui –l’ho portata qui solo perché l’ho trovata in mezzo alla neve-
-Ti ringrazio ancora – sorrise ancora lei – sei stato molto gentile-
Ma lui di risposta si voltò a guardare fuori
-Devi scusarlo, questo brutto tempo lo mette di mal umore- scherzò la signora Falcon
Alexia iniziò a sorseggiare il suo the e nel mentre si guardava intorno
-E’ proprio grande questa casa- fece in tono sorpreso
-Mio marito era un famoso esploratore sai, i soldi non ci sono mai mancati…anche se sono 10 anni ormai che lui – pausa – è scomparso – chiuse infine Kat
Alexia sembrava incuriosita dalla storia di quell’esploratore e ascoltava con attenzione con la tazza vicino alle labbra dove piano piano vi soffiava dentro per cercare di raffreddarne il contenuto
-10 anni….- bisbiglio Alexia.. e poi volse il suo sguardo ad Edward, che ancora guardava fuori.
A quel punto la ragazza assunse un aria pensierosa
-Qualcosa non va cara?- le fece Kat
-Mi scusi…se glielo chiedo così ma…come si chiamava suo marito?-
-Pride Falcon…- Adesso quella curiosa era Kat
Alexia posò sul tavolino la tazza, assunse un espressione esterrefatta e guardò ancora verso Edward
-Ma allora sei tu!- disse infine, ottenendo finalmente l’attenzione del ragazzo
-io?- disse lui
-Massi sei il piccolo Edward Falcon-
-Piccolo!?- puntualizzò
Alexia scosse il capo, come se avesse detto una cretinata, poi si mise in piedi e andò verso di lui, gli prese una mano e lo guardò ancora negli occhi
-Si sei tu, il figlio di Pride, e te che stavo cercando!-
Edward era parecchio confuso, come anche gli altri presenti nel salotto
-Tu hai qualcosa di molto importante, una mappa! Vero?-
A quelle parole Edward trasalì
-Come…-
Alexia annuì come se avesse già capito cosa Edward volesse dirgli
-Fu il saggio del mio villaggio a consegnarla a tuo padre, lui ci raccontava spesso di te, diceva che il tuo sogno era raggiungere Sora!-
A quelle parole Edward scese dal davanzale, e assunse un espressione più seria
-Ma…ma tu da dove vieni! Chi sei in realtà- le chiese in fine
Lei chinò lo sguardo e si allontano di qualche centimetro, ci fu qualche minuto di silenzio
-Vengo da Sora, l’isola nel cielo- dichiarò infine Alexia
-Nel…nel cielo!!!??- Edward scosse il capo –Ma non diciamo stupidaggini non esiste un isola nel cielo-
Alexia mise un piccolo broncio
-Certo che esiste, ed io vengo da li-
Lui le mise una mano sulla fronte
-Madre, sta delirando chiama un dottore-
Ma Alexia gli tolse la mano questa volta si sentiva presa in giro
-Se non mi credi prendi la mappa!- disse decisa
Lui si mise a braccia conserte
-L’ho cercata per 3 anni! E nessun indizio mi ha mai portato ad una fantomatica isola nel cielo, Sora non esiste è solo frutto di leggende- disse lui sempre più arrogante
A quel punto lei iniziò a scrutarlo, aveva l’impressione che Edward non dicesse tutta la verità
-A no? Non esiste- disse lei –E non esistono nemmeno i guardiani ai tempi sacri?- aggiunse con estrema autosufficienza
Lui fece una visibile smorfia, come se fosse stato colpito in pieno
-Quelli cosa centrano…stanno li solo perché è una leggenda che si tramanda da generazioni-
Alexia a quel punto gli si avvicinò ad un palmo da naso e lo fissò intensamente negli occhi
-Ma tu ti senti quando parli!?-
A quel punto mentire cercare di girarci intorno non aveva più senso. Edward sospirò
-E va bene….si esistono, in verità ne ho conosciuti 2- Ammise il ragazzo
-Evviva te lo dicevo io!-
-Ma loro non sanno nulla di Sora, non ci sono indizi, e su questo sono sincero-
-Non importa, dammi quella mappa, ti spiego tutto io-
Edward mandò Apollo a prende la mappa dalla sua stanza, i due invece si sedettero entrambi sui divanetti, mentre la madre di Edward preferì lasciarli soli
-Quindi, dimmi la verità, se vieni “veramente”- puntualizzò il veramente – Da Sora, quei due tipi cosa volevano da te?-
-Non posso dirtelo- disse lei, questa volta con estrema convinzione, tant’è che Edward non ebbe da ribattere
Tirò un sospiro
-E va bene non insisto-
Intanto Apollo aveva portato la mappa
-Eccola signorino-
-Ti ringrazio- fece lui, e la aprì sul tavolino
Era una vecchia mappa, segnata visibilmente dal tempo, ma il materiale con cui era fatta doveva essere davvero raro, poiché non presentava alcun segno di usura sui disegni o le scritte.
Ad Alexia quando la vide gli si illuminarono gli occhi
-Da quanto tempo non la vedevo!- fece- il nostro capo villaggio la diede a tuo padre in segno di amicizia….e, anche perché senza diceva che non se ne sarebbe andato di li e che avrebbe rubato il tesoro sacro altrimenti…-
Edward si portò una mano in viso
-Tipico di lui-
-Bhe voleva darla a te, voleva permetterti di raggiungere l’isola-
-Poteva semplicemente dirmi come, scrivendo una lettera! Ma anche questo è tipico di lui, mai al dunque-
-Non è facile raggiungere l’isola Edward, non puoi farlo in volo, ma solo da terra- puntualizzò lei – e par farlo serve l’aiuto di tutti i guardiani delle isole-
-La storia delle 7 pietre?- Aggiunse lui
Lei sorrise
-ma è solo una legg…- Edward si fermò fulminato dallo sguardo di Alexia, sospirò e infine guardò sulla mappa –Quindi precisamente come la raggiungiamo?- aggiunse
-Vedi, questa mappa ha più di 500 anni, risale al tempo della battaglia per il potere, Sora era la settima isola dominante, fu spedita nel cielo dal vecchio saggio per preservare il potere delle pietre, ecco perché non esiste sulle cartine moderne-
Edward si portò entrambe le mani in viso
-Questa storia è assurda- disse
-Ti prego…- disse Alexia
Edward la guardò
-Aiutami a radunare gli altri 6 guardiani e insieme raggiungeremo Sora-
Sembrava così disperata, e il suo sguardo pareva non mentire
-Aspetta 6? Ma non erano 7?- disse Edward
Alexia sorrise poi richiuse la mappa e si alzò
-Tu sei uno dei 7!- disse –Ti ho appena scelto io- aggiunse
Lui la guardò con sospetto, ma non volle stranamente replicare, sicuramente cera qualcosa che Alexia non aveva o non poteva dirgli. Tutto sommato però l’idea di un avventura lo elettrizzava, erano giorni ormai che se ne stava chiuso in quella grande casa. Per cui non disse nulla
-Va bene ci sto!-
Alexia sorrise
Edward si avvicinò alla finestra
-Dobbiamo radunare questi protettori, io ne conosco un paio, uno si trova sull’isola della Luna- e a quelle parole rabbrividì – mentre un'altra…è sull’isola del fuoco- concluse
-Ottimo!! Allora partiamo subito- disse Alexia tutta entusiasta
-Si approfittiamone ora che non nevica forte, ma dovrò prima liberare la pista-
-Pista?- chiese lei
-Bhe ovvio, ci andremo volando!-

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Capitolo 4
*** Ryoma ***


-Quindi questa… è l’isola della luna?- chiese Alexia con estremo entusiasmo
-Non ci sei mai stata?- domandò Edward
-No…ma ho letto libri a riguardo-
Entrambi si fermarono
-Insomma non pensavo si morisse di caldo qui- continuò Alexia sventolandosi con un pezzo di carta
-Di fatto è parecchio insolito, non fa solo caldo, sembra che qui non piova da settimane- aggiunse Edward
I ragazzi erano giunti sull’isola che era la più vicina da quella del Sole, Edward aveva lasciato il suo aeroplano chiamato Hockenheim, in uno spiazzale vicino alla città nei pressi di una foresta. Quello che trovarono però giunti alle abitazioni, era un terreno arido e gente che annaspava camminando.
-Mi scusi- Alexia si rivolse ad un passante – Ma cosa è successo all’isola-
-Sono 3 settimane che non vediamo una goccia d’acqua, e i fiumi si sono quasi seccati-
Edward e Alexia si rivolsero uno sguardo di intesa
-Andiamo a cercare quello per cui siamo venuti, non ha senso restar qui a perder tempo- disse Edward
-Sull’isola del sole la neve, su quella della luna la siccità..- bisbigliava fra se e se Alexia, ma abbastanza da farsi sentire
-Già manca che su quella del fuoco ci troviamo maremoti e tsunami- scherzò lui
Mentre camminavano lungo le strade quasi deserte Edward non poté fare a meno di incrociare il suo sguardo con quello di una giovane ragazza dai capelli neri, raccolti con un fermaglio dorato con in dosso un abito colorato che ricordava molto i classici Yukata. La giovane lo aveva guardato a lungo, prima di sparire in un vicolo, Edward non l’aveva mai vista durante le sue visite alla città.
Dopo un po’ presero il sentiero che li avrebbe portati ad un vecchio tempio fuori dal paese nei pressi una fitta foresta, dove ormai gli alberi si erano quasi tutti seccati in mancanza di acqua.
Quando finalmente giunsero ad una vecchia struttura, simile ad un antico monastero
-Eccoci qui- Fece Edward
-Bene, che aspetti, bussa- Lo incoraggio lei
-Siamo proprio sicuri di aver bisogno proprio di lui?-
Lei lo guardò confusa
-Si insomma, ci sono tantissime altre persone sull’isola, chiediamo a qualcun altro-
-Ma sei serio?- fece lei
Lui sospirò
-Più o meno…- e infine bussò
Passò quasi un minuto, ma nessuno aprì la porta
-Bene, non ce nessuno, magari è anche abbandonato!- disse di fretta il ragazzo
-Ma che ti prende!- Alexia era sempre più confusa dal suo atteggiamento
-Falcon!- una voce dietro fece trasalire entrambi
Edward sospirò ancora e si voltò
-Ryoma- Fece rivolto al giovane ragazzo che videro di fronte a loro
I due si guardarono intensamente, Alexia credette che da un momento all’altro potessero fioccare scintille
Ryoma era il samurai a protezione del tempio, un dovere che si tramandava da generazioni la sua famiglia.
Portava una lunga Katana legata al suo fianco destro tenuta in una lucente fodera, doveva sicuramente curarla molto, e i lunghi capelli raccolti in una coda gli davano un aria imponente, ma sicuramente erano gli abiti a renderlo, almeno in apparenza, parecchio serio, difatti il suo lungo kimono la diceva lunga in quanto fosse un samurai ligio al suo dovere.
-Che ci fai qui- chiese il giovane
-Nulla, infatti ce ne stavamo per andar- Ma Alexia diede un calcio sul piede ad Edward prima che potesse finire la frase
-Ajo- si lamentò lui
-Se ci permetti di entrare- continuò lei- ti spiegheremo tutto!- E sorrise com’era solita fare

-Capisco- fece Ryoma dopo aver ascoltato fino in fondo la storia di Alexia –si il mio ruolo qui è proprio quello di proteggere il tempio, dove un tempo dimorava una delle pietre del potere, ma ho già detto al damerino qui- indicando Edward che assunse un aria decisamente contraria a quel nomignolo- che non ci sono indizi, su come raggiungere Sora, ora tu mi dici che è nel cielo, ma la situazione non cambia-
-E se ti dicessi che, radunando tutti i guardiani possiamo raggiungere l’isola?-
-Risponderei che non mi interessa, io devo solo proteggere questo posto, e poi ho altro a cui pensare-
-Tsk, codardo- replicò Edward!
-Come hai detto?!- rispose Ryoma
-Ma si può sapere voi due che avete??- li interruppe Alexia
-Siamo 40 pari ricordatelo- aggiunse il samurai
I due tornarono a guardarsi intensamente
-Se vuoi possiamo decretare qui e ora un vincitore- disse Edward alzandosi dal futon dove si erano seduti
-Come ti ho detto – si alzò anche lui- ho altro a cui pensare, e poi sei sparito per settimane, te la sei svignata quindi ho vinto di diritto-
-CHE COSA!?- replicò Edward per nulla convinto
-La nostra sfida era 9 giorni fa, ma tu non sei venuto- ribatté il samurai
-Vedi che non mi sono potuto muovere per la neve- disse Edward sdegnato
-Certo come no, sull’isola del sole la neve- disse lagnoso Ryoma
-E sull’isola della luna la siccità- lo rimbeccò Edward
I due non la finivano più di battibeccare
Alexia sbuffò e si mise in mezzo
-Abbiamo capito che stanno succedendo cose anomale nelle due isole, Ryoma…- Il ragazzo si degnò di guardarla – se ti aiutiamo, poi tu aiuti noi?- e lo fissò intensamente
Il ragazzo ci pensò qualche secondo
-se mi aiuterete a trovare l’origine di questa siccità e a debellarla allora si vi aiuterò!- Rispose lui con sicurezza
-Bene! Quindi mettete da parte la rivalità e andiamo in città!- disse Alexia che aveva assunto un aria sicura e decisa, unico modo per far smettere quei due di litigare.
-Non le manca la vivacità- chiese Ryoma rivolto ad Edward, mentre Alexia si era già portata avanti
-No fa sempre così quando vuole ottenere qualcosa- rispose lui
I due si guardarono ancora, questa volta non vi era traccia di sfida
-Tregua?- disse uno
-Tregua- rispose l’altro e si strinsero la mano
-Voi maschi….siete davvero strani- commentò infine Alexia.










Angolo autore:
Salve a tutti cari lettori scusate se ci sto mettendo tanto a postare, anche se la storia è finita, trovo poco tempo per pubblicare! Ora comunque cercherò di essere più regolare!
Ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** L'origine dell'anomalia ***


-Quando è iniziato tutto?- domandò Edward a Ryoma, mentre percorrevano la strada inversa che avevano preso solo qualche minuto prima per arrivare al monastero
-Te l’ho detto, circa 9 giorni fa, all’improvviso ha iniziato a fare caldo, i fiumi si prosciugavano in maniera anomala, e nel giro di qualche giorno, la città era senz’acqua.-
Edward si portò una mano al mento
-Davvero strano- bisbigliò 
-Inizio a pensare che la causa sia la stessa che ha colpito l’isola del sole- intervenne Alexia –quindi se la troviamo, forse risolviamo anche l’altro problema….ho un presentimento strano, percepisco una forza sconosciuta su quest’isola, quasi ostile-
Ryoma la guardò a quelle parole
-Percepisci?- 
-Una sorta di sesto senso- sorrise la giovane e si portò avanti, come se non avrebbe dovuto svelare quel particolare
-E’ davvero una ragazza strana-
-Già ma era da tempo che avevo voglia di un avventura, e lei sembra un tipo a posto- 
-Tu vuoi solo raggiungere Sora…non fare il furbo- gli rispose Ryoma, che ormai lo conosceva da tempo
Edward sogghignò
-In verità gli faccio anche da guardia del corpo, è presa di mira da- ci pensò un attimo ma poi decise di continuare ugualmente- “tipi” strani che vogliono riportarla chissà dove- 
-Tipi strani? – chiese l’amico che aveva notato la sospensione di Edward
-Alexia non me ne vuole parlare, non che mi interessi alla fine - lo rassicurò Edward
-Ragazzi!!! Venite- Alexia li aveva chiamati a raccolta un po’ più avanti
I due corsero verso di lei, arrivati vicino si trovarono ad un bivio
-Sento che è da questa parte- incitò lei
-Questa strada porta alla grotta di Corallo, li si trova l’altare ma lo visitata un sacco di volte in questi giorni, ma non ho visto nulla di insolito- disse Ryoma
-Io invece sono sicura che sia proprio li che dobbiamo cercare- detto questo Alexia iniziò a fare strada e i due ragazzi la seguirono senza farsi troppe domande.
Mentre percorrevano il sentiero Edward aveva come l’impressione di essere seguito, ma anche se si voltava non vedeva nulla di sospetto, aveva intuito però che anche Ryoma provava lo stesso disagio, per cui continuò a camminare facendo finta di nulla. 
-Ecco la grotta- fece Ryoma non appena giunsero all’enorme foro di un alto strato roccioso
Alexia aveva assunto un aria quasi tetra, come se fosse terrorizzata all’idea di entrare
-Hei va tutto bene?- Gli fece Edward
-Percepisco uno strano potere…- La ragazza fece un passo indietro
-Va bene se vuoi aspettaci qui, entriamo a dare un occhiata- la rassicurò Edward
Ma Alexia vece un cenno con il capo
-No io vengo con voi!-
I ragazzi entrarono nella caverna ed effettivamente qualcuno li stava seguendo, di fatti anche un'altra persona decise di seguirli all’interno. 
-Non si vede nulla qui, e l’umidità mi sta uccidendo le ossa- fece notare Edward 
-Ma sai solo lamentarti tu?- rimbeccò Ryoma
-Shh!- Edward mise un braccio davanti ai due amici e fece segno loro di star zitti –Avete sentito?-
I ragazzi rimasero tutti in silenzio, finchè non udirono come qualcosa che strisciava sulle rocce. Ryoma mise la sua mano sull’elsa della spada, pronto a sfoderarla in caso di pericolo. 
-Scusate- 
I due sobbalzarono all’unisono al suono della voce, che li colse totalmente di sorpresa alle loro spalle
-Oh perdonatemi non volevo spaventarvi- 
I ragazzi erano così concentrati che non avevano notato la luce emanata dalla torcia, che Alexia ora portava nella mano
-Ma dico io sei impazzita, potevamo morire di infarto! – si apprestò a far notare Edward –dove l’hai presa quella torcia
-Era all’entrata…- puntualizzò lei..
I due rimasero in silenzio, nessuno l’aveva notata prima di entrare
-Bhe comunque sia….non farlo mai più- concluse il samurai
A questo punto con la luce dalla loro parte il percorso fu meno difficile da affrontare, la grotta si estendeva parecchio all’interno della montagna, le pareti umide facevano gocciolare al suolo le piccole gocce d’acqua che ancora riuscivano a formarsi all’interno dello strato roccioso. Finalmente dopo la lunga camminata, raggiunsero la fine
-è qui che veniva custodita la pietra?- chiese Alexia
Ryoma annuì
-ricordo di aver visitato solo una volta questa grotta in passato- disse Edward avvicinandosi al piccolo altare di fronte a loro – ma non vi è nulla che parli di quella vecchia storia-
L’altare era alto almeno un metro, non presentava strani simboli o scritte, aveva solo un piccolo incavo dove sicuramente al tempo veniva custodita la pietra. 
-Quindi Alexia? Hai idee?- gli chiese Ryoma
Alexia iniziò a pensarci su, percepiva ancora quel disagio che l’aveva condotta fin li, ma con esattezza nemmeno lei sapeva cosa dovessero trovare.
-L’avete sentito?!- fece nuovamente Edward
-Sentito cosa- trasalì Alexia
-Di nuovo quello strisciare- concluse Ryoma
-Si, prima pensavo fossi tu Alexia, ma ora l’ho sentito di nuovo, c’è qualcuno qui- disse Edward cercando con lo sguardo l’origine di quello strano rumore. 
-R….r..ragazzi!- Alexia si pietrificò e con il bracciò puntò verso l’altare
-Che ti prende ora?- le fece Edward
Poi sia lui che l’amico seguirono dove lei aveva indicato. Alexia fece luce con la torcia
Un enorme ammasso nero, con 8 zampe era attaccato alla parete vicino all’altare
Ryoma lanciò un urlo e si nascose dietro Edward, seguito da Alexia
-Ma siete matti!!! Che vi nascondete dietro di me- Fece il ragazzo visibilmente spaventato anche lui
-Ra…ragno, RAGNO!!- Balbettò Ryoma
-Scherzi vero! Hai paura dei ragni?- lo riprese l’amico
-Quello non è un ragno normale, lascia una scia oscura dietro di lui- fece notare Alexia
I ragazzi continuavano a guardare la creatura che li scrutava attraverso l’oscurità, pronta chissà quando ad attaccarli
-Come faccio a combattere contro un essere così schifoso-
-sei razzista verso i tuoi avversari??- lo canzonò Ryoma
-Ma dico sei impazzito? È un ragno gigante, non posso prenderlo a pugni! Tu piuttosto puoi farlo a fette- puntualizzò Edward
-Ragazzi basta che vi decidete, quello ha tutta l’aria di farci fuori- 
Ma era troppo tardi, la grande creatura si scagliò su di loro, istintivamente tutti chiusero gli occhi. Lo spostamento d’aria aveva fatto spegnere la torcia di Alexia. 
-morto mangiato da un ragno, morto mangiato da un ragno, che fine orrenda- balbettava Ryoma
ci misero qualche secondo a capire, che quell’enorme mostro non era mai arrivato da loro.
Alexia riuscì ad accendere nuovamente la torcia. E quando tutti ebbero il coraggio di guardare, la creatura era stata letteralmente fatta a metà, dal suo corpo fuoriusciva come del gas nero e piano piano si polverizzò. Restarono tutti immobili, cercando di capire cosa fosse successo
-Appena in tempo direi-
Alzarono lo sguardo seguendo quella voce, e vicino all’altare la giovane ragazza con cui Edward aveva incrociato il suo sguardo quella mattina faceva roteare un Kunai nella mano destra
La ragazza sorrise
-Appena in tempo-

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Capitolo 6
*** La Ninja del paese del vento ***


Quando finalmente furono tutti fuori da quella grotta, Edward, Ryoma e Alexia si lasciarono cadere a terra esausti, come se avessero vissuto un incubo
-Me ne sono successe tante fin ora…, ma mostri gassosi mai- disse Edward con aria ancora incredula
Ryoma invece non la smetteva di tremare all’idea di aver incontrato il suo peggior incubo formato gigante
-Che razza di samurai sei, se hai paura dei ragni!!- lo punzecchiò l’amico
-Zitto tu, non è che ti sei comportato meglio!-
I due si guardarono nuovamente con aria di sfida
-Va bene basta voi due, non era alla portata di nessuno, non potevamo aspettarcelo- Poi si rivolse verso la giovane che li aveva salvati- ti ringraziamo…- Ma Alexia non sapeva ancora il nome della loro salvatrice
-Ayame- disse prontamente la ragazza -figuratevi, scusate se vi ho pedinati come un ladro, ma cercavo quella creatura da giorni-
-Sei un Ninja vero?- continuò a domandargli Alexia
-Si! Siamo rimasti in pochi, ma nella nostra famiglia è un arte che si tramanda da sempre-
-Quindi era quell’essere la causa della siccità…- si chiese Ryoma
-è probabile, ma non è un fenomeno circoscritto solo qui, molte isole dell’arcipelago stanno vivendo questi disagi- disse Ayame- l’imperatore del mio paese ci ha mandati alla ricerca delle pietre del potere- rivelò infine
-Ayame scusami, hai detto imperatore....-
Ayame annui
-Si, sono un Ninja a servizio dell’imperatore dell’isola del vento- disse con aria soddisfatta
-Qui tutti che sono convinti dell’esistenza delle pietre, e io l’unico che fino ad ora pensava che fosse una leggenda, ma si può sapere dov’eravate quando ho viaggiato per il continente?- domandò Edward dopo essersi rialzato, con aria scocciata
Ayame sorrise
-Io non sapevo nulla prima di questo incarico – disse la ragazza rivolta al giovane
Poi Edward guardò Ryoma, come a pretendere una risposta anche da lui
-Non guardare me, ogni volta che ci vedevamo combattevamo, non abbiamo mai avuto modo di parlare-
-Ayame…- Fece Alexia –perché l’imperatore vuole le pietre?-
Ayame divenne pensierosa prima di rispondere
-E’ convinto che questo lo aiuterà a fermare le anomalie..- ancora pausa – Tanta è la paura che si sta affidando ad una vecchia leggenda-
Alexia fisso intensamente Ayame
-Comunque….- li interruppe Edward e si rivolse ad Alexia –Tu devi dirci come facevi a sapere che qui si nascondeva l’origine dell’anomalia, abbiamo il diritto di saperlo-
Alexia sospirò
-D’accordo vi dirò tutto…-
-Un attimo- li interruppe Ayame, -non qui, venite a casa mia-

A casa di Ayame Alexia riferì anche alla giovane Ninja che lei era un abitante di Sora e che le pietre che lei stava cercando esistevano davvero
-Io ho…come delle visioni, mi mostrano dove sono nascoste le anomalie, ma posso solo percepirle quando mi trovo nelle vicinanze di una di esse, non so ne che forma hanno, ne che poteri utilizzano-
-Straordinario- esclamò Ayame –è questo uno dei poteri degli abitanti di Sora?-
Alexia arrossì
-In verità, sono l’unica in grado di farlo, è una rarità anche per noi-
-Ora mi chiedo, come sei arrivata sulla mia isola l’altro giorno- Aggiunse Edward
-Da Sora è possibile raggiungere qualsiasi delle isole maggiori, ma per tornarci è più complicato-
Edward guardò intensamente Alexia e la sensazione che lei non stesse dicendo tutta la verità era sempre più forte
-Cos’è questo trambusto?- li interruppe Ryoma
Da fuori l’abitazione di Ayame si sentivano persone gridare. I ragazzi uscirono e con loro sommo stupore videro che, pioveva
-è incredibile, allora quell’essere era davvero la causa della siccità- bisbigliò Edward
-Sull’isola del vento le coltivazioni non crescono più, gli alberi non producono più frutti e gli animali si ammalano…- disse Ayame in quel momento –Siamo partiti perché volevamo capire se anche le altre isole soffrivano questo fenomeno, e a quanto pare, ognuno ha un problema diverso-
-Nella mia nevica costantemente…- puntualizzò Edward
-E in quella del fuoco….-continuò Ayame –che abbiamo passato prima di venire qui, si susseguono nubifragi e trombe d’aria fortissime-
Edward divenne pensieroso, come preoccupato per qualcuno
-Quindi Ayame ti unirai a noi?- disse infine Alexia
Ayame annui
-Eccomi sorella- Un ragazzo vestito esattamente come Ayame diverso solo nel colore dell’abito e che portava con se uno scrigno dorato, interruppe la discussione. Edward lo guardò torvo, era chiaramente un ragazzo ma dal vestito e i lineamenti sembrava una ragazza
-Oh grazie fratello, presto rientriamo, devo farvi vedere una cosa-
Quando tutti si risedettero intorno al tavolo, Ayame si sfilò il gancio che teneva uniti i suoi capelli. Ci fu qualche secondo in cui Edward la fissò intensamente, probabilmente attratto dalla lunghezza dei capelli della ragazza, mentre lei si accingeva ad aprire il cofanetto utilizzando il gancio dorato.
Quando fu aperto, ne tirò fuori una chiave dorata grande almeno quanto la sua mano
Alexia riconobbe subito i segni riportati sopra, ma anche Edward non ne fu sorpreso
-Quei segni- Dissero infatti all’unisono i due, poi Edward lasciò prendere ad Alexia la parola
-Quei segni, sono di Sora vero?-
-Pensiamo di si, è stato l’imperatore a donarcelo, si tramanda da generazioni nella famiglia reale-
Alexia scosse il capo
-Quella chiave, ne sono sicura, apre le porte per raggiungere Sora dalla terra ferma-
Tutti rimasero colpiti da quelle parole
-Stai scherzando!?- la interruppe Edward –Vuoi dire che quella è la chiave per portone che si trova ai confini ad Est?-
-Conosci la porta del paradiso?-
Edward aggrottò la fronte
-Si chiama così?-
-Quindi è a questo che serve- disse Ayame con sorpresa –l’imperatore non ci ha detto nulla a riguardo…-
-Ma come fai a conoscere quel portone- Continuò Alexia- è nascosto agli occhi degli umani- disse sempre rivolta verso Edward
-Nascosto o meno io l’ho visto, è una porta gigantesca che si trova su un isola, la vidi tantissimi anni fa mentre sorvolavo l’area con mio padre….in effetti ho sempre pensato di essermela immaginata-
-Tuo padre era un uomo intelligente, sapeva molte cose- Disse Alexia non più tanto sorpresa
Ma Edward non la pensava allo stesso modo
-Sta di fatto che non l’ho mai più rivista…quell’isola- concluse lui –comunque ora abbiamo la chiave, andiamoci subito no?!-
-Scherzi? Dobbiamo riunire tutti i guardiani-
Edward mise un leggero broncio, Ryoma invece sogghignò per l’amico
-E dobbiamo debellare le anomalie che si stanno abbattendo sulle isole, non dimenticarlo-
-si lo so... ma ora siamo anche troppi, dove ci entriamo sul mio aereo- Fece notare Edward
-Se è un mezzo di trasporto che vi serve, nessun problema, potete usare l’imbarcazione che l’imperatore ci ha donato- disse il buffo fratello di Ayame con un sorriso
Edward scrollò le spalle in segno di resa
-Bene abbiamo tutti un obbiettivo in comune, debellare le anomalie che si sono abbattute sulle isole e riunire tutti i guardiani- li incoraggiò Alexia

Il gruppo stava prendendo forma, ma sicuramente con l’avanzare dell’avventura i ragazzi avrebbero incontrato difficoltà ancora più grandi. 

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Capitolo 7
*** La danzatrice delle fiamme ***


Mentre la nave guidata dalla giovane Ayame si dirigeva veloce verso l’isola del fuoco, Edward andò vicino ad Alexia che se ne stava in disparte ad osservare il mare..
-Senti- Le fece lui, e Alexia lo guardò
-Dimmi, qualcosa ti preoccupa?- le domandò lei
-No e che mi chiedevo- Edward pareva insicuro, quindi ci mise un po’ a formulare la domanda. –se hai conosciuto mio padre, e sai che mi ha mandato la mappa, allora è stata la volta in cui partì senza più tornare- Alexia guardò intensamente Edward –tu sai dov’era diretto?- concluse lui
Alexia scosse il capo
-Mi dispiace…no-
Edward volse lo sguardo al cielo pensieroso
-Ti manca?- le chiese lei un po’ intimorita
Ma lui fece una smorfia
-Figuriamoci, è stato solo un irresponsabile-
Rimasero in silenzio qualche minuto, finchè a largo non iniziò ad intravedersi un isola.
Era proprio come Ayame aveva detto, l’isola del fuoco era perennemente avvolta da una nube di pioggia. I Ragazzi riuscirono a sbarcare approfittando di un momento più tranquillo, ma quando arrivarono in città il forte vento e la pioggia impediva quasi loro di camminare, rendendogli difficile anche vedere davanti loro.
Edward fortunatamente sapeva dove andare, conosceva il guardiano a protezione dell’altare del fuoco.
Arrivarono quindi fino all’abitazione della bellissima Rouge
Ad accoglierli infatti vi era la giovane ragazza dai lunghi capelli castani
-Edward, ti aspettavo-
i 4 erano completamente fradici
-Chissà perché lo immaginavo- rispose il giovane
La ragazza scrutò il gruppo soffermandosi maggiormente su Ryoma, che aveva tutti i capelli zuppi alcuni dei quali gli coprivano la vista.
-Entrate dai-
Quando finalmente il gruppo riuscì a riscaldarsi i ragazzi poterono ringraziare Rouge per l’ospitalità
-Figurati Edward, lo sapevo che sareste venuti, anche se non precisamente quando-
La giovane era molto avvenente, aveva dei capelli molto lunghi che le scendevano raccolti da un cerchio dorato, lungo tutta la schiena, i suoi occhi penetranti avrebbero incantato chiunque, e la sua carnagione scura si sposava molto bene con degli abiti molto semplici che aveva indosso.
Il ragazzo sembrava quasi incantato nel guardarla, come dargli torto, forse era di lei che era preoccupato quando Ayame aveva avvertito il gruppo dei disagi sull’isola del fuoco. Ayame vicino a lui lo guardava con un pizzico di gelosia
-Anche tu percepisci le cose?- chiese Alexia quasi sbalordita dall’affermazione della ragazza
Rouge scosse il capo
-Io prevedo, più o meno il futuro, è un dono che ho dalla nascita-
-Rouge è anche una bravissima ballerina sai, dovresti vederla quando indossa il suo abito e danza con le fiamme….- Edward era totalmente in un altro mondo, e lo si notava dal suo sguardo ormai non più presente nella discussione
Ayame gli diede un colpetto al fianco, tanto da farlo trasalire
-Si! Insomma, ma non siamo venuti per questo- disse poi in tutta fretta massaggiandosi il punto colpito dalla giovane
Rouge fece una piccola risata
-Ma no dai presentami i tuoi nuovi amici- gli chiese infine
-Bhe- Edward guardò tutti- lei è la piccola Ayame- e mise una mano sulla testa della ragazza
-Non sono piccola, ho 16 anni- Ayame gonfiò le guance a quell’affermazione
-Poi c’è Alexia, di cui ora ti racconto- Alexia fece un cenno di saluto con la mano
-E infine il samurai da strapazzo Ryoma- e indicò l’amico
-Hei bada a come parli damerino- intervenne il samurai
Edward sorrise sotto i baffi
-Quindi lui è il famoso Ryoma!- chiese entusiasta Rouge, e si andò a sedere vicino a lui –è diverso da come me lo avevi descritto-
-Si bhe, è solo apparenza-
-Perché come mi avevi descritto!?- chiese lui visibilmente turbato, mentre Rouge non la smetteva di fissarlo
-Va bene cerchiamo di trattare gli argomenti per cui siamo venuti qui- Alexia ancora una volta cercò di portare la calma, e in fine raccontò anche a Rouge di tutto quello che era successo e del perché la stavano cercando.

-Ok credo di aver capito tutto e penso anche di sapere dove si trovi l’origine dell’anomalia che si è abbattuta sulla mia isola-
-Davvero?- disse Alexia entusiasta da quella notizia
Rouge annuì
-Il Vulcano del nostro paese è completamente avvolto da una nube nera, ed è impossibile avvicinarsi-
i ragazzi si lanciarono un occhiata di intesa
-Bhe purtroppo non ci resta che trovare un modo per farlo- aggiunse Edward
-Se questo aiuterà la mia gente, allora mi unirò anche io- disse Rouge senza pensarci due volte
-Coraggiosa- bisbigliò Ryoma, ma Rouge lo aveva sentito bene, tanto che gli si avvicinò ancora di più
-Bhe la mia famiglia è qui da secoli, ed io sono l’ultima rimasta a guardia del Vulcano- Gli disse in tono provocante e lo guardò negli occhi ad un palmo dal naso
Il ragazzo sgranò gli occhi e si fece indietro visibilmente imbarazzato
Lei iniziò a gattonargli vicino, ma in quel momento Edward si parò davanti ad entrambi
-Va bene va bene, basta chiacchiere, meglio sbrigarsi!-
Rouge fece l’occhiolino a Ryoma che deglutì. Poi tutti insieme lasciarono la casa.

Raggiungere il vulcano non era compito facile, il vento si era alzato e anche se la pioggia aveva cessato di cadere, detriti di vario genere impedivano ugualmente la vista.
-Quanto manca?- urlò Edward sperando di farsi sentire –Con questo vento nemmeno vedo dove stiamo andando-
-Rimanete attaccati a me, non manca molto- li rassicurò Rouge
Si tenevano tutti per mano, e intanto a piccoli passi si facevano sempre più avanti sulla montagna. Quando all’improvviso il vento cessò
-Ma che?- esclamò Ryoma dalle retrovie
-Il vento, non soffia più forte…- fece notare subito Alexia
-Ti sbagli Alexia…- puntualizzò Edward –il vento non soffia proprio più!-
Dinanzi a loro l’imponente Vulcano, e come aveva detto Rouge un enorme nube nera lo avvolgeva.
-è inquietante…- disse Ayame
-Hai ucciso senza scrupolo un gigantesco ragno nero, e questo ti sembra inquietante?- la riprese Ryoma
Ma la ragazza non sembrava ugualmente convinta.
L’entrata è da quella parte, ma bisognerebbe attraversare il fumo…e non so cosa ci aspetta dall’altra parte- disse Rouge
-Davvero strano…ad un passo indietro una bufera, qui invece non soffia nemmeno il vento…- osservò Edward
-E davanti a noi una minacciosa nube nera…che per quanto ne sappiamo potrebbe nascondere migliaia di ragni giganti…- concluse Ryoma, ancora provato dalla loro scorsa avventura
Edward gli rivolse uno sguardo pronto a dire qualcosa ma in quel momento, notò che Alexia non cera più
-Hei dov’è Alexia!?- fece quindi rivolto agli amici
Tutti iniziarono a guardarsi intorno
-Li!- Ayame indicò in alto
due tizi, diversi da quelli dell’ultima volta, avevano Alexia stretta fra le loro braccia e le coprivano la bocca con una mano
-Dannazione!- fece Edward
-Aspetta è quelli chi sono!- chiese Ayame
-Mi sono dimenticato di dirlo anche a voi, ma ci sono dei tizi che vogliono rapire Alexia!-
-Questo ormai l’avevamo capito!- disse Rouge
-Hei voi lasciatela stare subito- gli intimò Edward
-Hei Falcon hai notato che quelli….sono sospesi in aria?-
In effetti si, Ryoma aveva ragione, i tizi che avevano rapito Alexia erano letteralmente….sospesi in aria
Uno di loro fece una smorfia e scese a terra
-quindi siete voi, che state tenendo con la forza Alexia-
i ragazzi guardarono Edward
-Con la forza? Ma cosa dici! Al massimo siete voi che l’avete rapita!- disse il giovane
-Rapita?- ribattè lui –non diciamo sciocchezze, abbiamo l’ordine di riportarla a casa, dopo che lei a pensato bene di scappare-
Quindi è così, pensò Edward, Alexia era scappata di casa, ma perché?
-Bhe sta di fatto che lei non ha voglia di tornare, quindi non vedo perché obbligarla- continuò
l’uomo si scoprì finalmente il viso, anche lui aveva dei grandi occhi verdi e i suoi capelli argentati gli arrivavano sino alle spalle.
-Alexia….è un tributo importante-
Ayame si portò le mani vicino la bocca
-Un….tributo…vuol dire che la ucciderete- disse inorridita
-Per una giusta causa- disse l’uomo senza alcuno scrupolo nel pronunciare quelle parole
Ma in quel momento Ryoma aveva già sfoderato la sua spada ed Edward si era già scagliato su di lui senza pensarci due volte.
L’uomo però prima evitò il fendente del samurai e infine bloccò senza problemi il colpo di Edward, poi tirò un calcio dall’apparenza debole verso Ryoma, che appunto riuscì a pararlo ma una forza sconosciuta spinse all’indietro il ragazzo facendolo rotolare per terra. Poi successe una cosa simile con Edward, l’uomo fece uno scatto all’indietro e tirò un pungo a vuoto ma in direzione del giovane che rimase in un primo momento spiazzato, infine la stessa forza che aveva colpito Ryoma si abbatté su Edward impedendogli di capire cosa fosse successo, e lo spinse all’indietro.
Ayame e Rouge erano rimaste in retroguardia, ma nel vedere quello che era successo non sapevano come comportarsi contro quell’uomo.
Ryoma si rialzò ed Edward si mise seduto massaggiandosi la testa
-Che diavolo e successo- fece il samurai
-Non lo so….non ne ho idea, era come subire un contraccolpo in ritardo-
-GHYHAAAAAA-
Un terribile verso intanto venne udito dalla montagna
-E adesso che succede!- Disse Ryoma
GHYHAAAAAA-
Ancora e sempre più forte
-Che sia l’essere ad opera dell’anomalia?- fece Ayame
-Ti prego fa che non sia un ragno gigante volante- pregò Ryoma ad occhi chiusi
Edward si alzò e diede un colpo all’amico
-Ma ti pare?- gli fece
-Bhe noi togliamo il disturbo!- disse intanto l’uomo approfittando della situazione
-Hei aspettate non abbiamo finito!- Edward gli corse incontro
-Scherzi?- fece l’uomo mentre si librava di nuovo in cielo –non potreste battermi nemmeno fra 100 anni!-
Edward lo guardò minaccioso, poi rivolse il suo sguardo ad Alexia che era ormai in lacrime
Infine i due uomini sparirono nel nulla, come se si fossero teletrasportati altrove
-Maledizione dobbiamo seguirli!-
Non è il momento Edward….dobbiamo prima pensare a quello?!- Rouge aveva visto qualcosa uscire dalla montagna avvicinarsi a tutta velocità
Man mano che si avvicinava l’essere diventava sempre più grande, aveva l’aspetto di un enorme Viverna alata
-UN UN DRAGO!?- disse Ayame
Il drago avvolto dalla nube nera scese a terra e il suolo iniziò a tremare sotto i piedi di tutti
-E tu ti chiedevi come sconfiggere un ragno eh?- fece Ryoma all’amico che lo guardò torvo
Il drago però non attese nessuno caricò le sue fiamme e senza lasciar modo di scappare avvolse tutti con il fuoco
La prima cosa che videro quando le fiamme si dissiparono fu Rouge dinanzi a loro
-Appena in tempo…Rouge- Gli fece Edward
E davanti agli occhi esterrefatti di Ryoma e Ayame c'era Rouge avvolta dalle fiamme che guardò indietro verso di loro ammiccando un sorriso
-Non vi preoccupate, il fuoco è mio amico- 

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Capitolo 8
*** I Frammenti del male ***


Il drago aveva ripreso il volo
-Quel mostro non ci lascerà in pace, e se torniamo al villaggio rischiamo di attirarlo li- disse Rouge mentre si nascondevano dietro una roccia
-Quindi che vorresti fare?- gli chiese Edward
Rouge si portò una mano sotto al mento, stava sicuramente riflettendo su un piano da poter utilizzare
-Qui non esistono Draghi da centinaia di anni, quell’essere è sicuramente opera di un maleficio dobbiamo trovare l’origine e distruggerla!-
-Vuoi combatterlo?!- chiese Ryoma allarmato
Rouge annuì
-io e Ryoma lo terremo impegnato, mentre voi cercherete di saltargli sopra- aggiunse poi la rossa indicando Edward e Ayame, che si guardarono poco convinti
-Credi che sulla schiena di quel mostro ci sia quello che cerchiamo?- chiese poi Ayame
-è probabile, la scia nera viene da li!- concluse Rouge
I ragazzi guardarono in alto, il drago continuava a volteggiare sopra le loro teste.
-Bene vado prima io!- disse Rouge e senza attendere risposta dagli altri si scoprì rivelando la sua posizione
-Quella donna ha coraggio da vendere- osservò Ryoma
Edward sorrise beffardo
-E non solo- aggiunse malizioso
Ayame gli lanciò un occhiataccia, che però non fu intesa
-Invece di elogiare le doti di Rouge, muoviamoci!- disse infine
A quel punto Ryoma raggiunse Rogue che ormai aveva attirato l’attenzione del rettile
-Quindi il piano?- le chiese
Lei fece un sorriso
-tu pari i suoi artigli, io ti difendo dalle sue fiamme- concluse, lasciando Ryoma in uno stato di estrema perplessità!
-FERMARE I SUOI ARTIGLI!?- disse lui tra paura e stupore
Ma al drago di certo non interessavano i loro discorsi, e si gettò in picchiata sui due! Atterò con la stessa forza della prima volta e sollevò la possente zampa in procinto di colpirli
-ORA!- gli fece Rouge
Ryoma estrasse nuovamente la spada e prima di essere spazzati via intercettò il colpo, la forza di quella creatura era disumana, ma sorprendentemente Ryoma rimase in piedi, illeso, e con tutta la forza che aveva nel braccio rispedì al mittente il colpo
Provato ma incredulo Ryoma guardò Rouge
-Vedi? Ti sottovaluti-
Ancora non capiva se lei lo stesse prendendo in giro o altro, era certo però che quel drago aveva qualcosa di strano, Ryoma non poteva credere di aver fermato la sua carica, di sicuro non era come i tremendi bestioni che raccontavano le vecchie storie per bambini!
Approfittando della confusione della bestia, Ayame ed Edward avevano tentato di salirgli sopra.
-Sono parecchio elettrizzato, non sono mai salito su un drago!- Fece il ragazzo preso dall’euforia, mentre si arrampicava sulle scaglie
-Ecco…io non vorrei diventasse la prima e ultima volta!- disse la Ninja dopo che con un agile salto si era portata sul dorso del mostro
-Guarda- fece lui alla ragazza e indicò la dove fuoriusciva il gas nero –c’è qualcosa li!-
Ayame saltò subito nel punto indicato da Edward e notò un frammento nero attaccato li
-è una specie di pietra oscura!-
Ma in quel momento il drago, che si era sicuramente reso conto di avere qualcuno di indesiderato sulla propria schiena, prima fece un verso assordante, e infine prese il volo sotto gli occhi di Ryoma e Rouge..
-Ops…questo può diventare un problema- commentò il samurai
Ayame lanciò un urlo quando si rese conto che l’essere non poggiava più le zampe a terra! In quel momento la raggiunse Edward
-O MIO DIO! O MIO DIO!!- Ayame nascose la faccia aggrappandosi al ragazzo
-Hei che ti prende- disse lui spiazzato
-Soffro le vertigini!!- rispose lei nel panico più totale
-Un Ninja che soffre le vertigini?!- chiese incredulo
Il drago iniziò a salire sempre più su
-Non voglio guardare- disse lei
In tutta la scomodità di quel momento Edward riuscì a prendere il kunai da uno dei borsellini di Ayame, e con la ragazza letteralmente attaccata a lui iniziò a cercare di estrarre quella pietra dal dorso del mostro, che intanto aveva preso a girare intorno al vulcano
-Ci sei riuscito?- la intimò lei ancora impanicata
-Non è facile con te addosso!!- le fece notare
La pietra sembrava incastrata fra le scaglie, e di certo la situazione non aiutava la sua estrazione, soprattutto perché ad intervalli irregolari il drago pensava bene di fare giravolte su se stesso, rendendo difficile anche rimanere attaccati a lui
-Mi sta venendo la nausea- disse Ayame dopo l’ennesimo capovolgimento
-Hei! Vedi di non rimettere proprio ora- puntualizzò Edward –ci sono quasi!-
Detto questo riuscì finalmente ad estrarla. Il drago emise un verso diverso questa volta, sembrava provare dolore, poi si fermò a mezz’aria e tutta la nube iniziò a fuoriuscire la dove prima vi era la pietra
-Ottimo….e ora come scendiamo?-
Ma la domanda di Ayame non fece attendere risposta, che il drago iniziò a planare a tutta velocità verso il suolo!
I due ragazzi si attaccarono con tutte le forze sulle scaglie del drago, finchè non raggiunse il suolo sollevando un altissimo polverone
Ryoma e Rouge che avevano cercato di osservare dal basso, raggiunsero subito i due
-State bene!?- urlo Rouge appena la polvere alzata si fu diradata
-cof cof, si, credo di si- rispose Ayame strofinandosi gli occhi
Edward si alzò da terra scrollandosi i vestiti
-Dov’è finito il drago!?- esclamò
Quando tutti poterono avere la situazione sott’occhio, del drago non vi era più alcuna traccia, soltanto una piccola lucertola sgusciò da sotto Ayame fuggendo verso il vulcano, dove la nube nera che lo avvolgeva stava pian piano scomparendo
Solo Edward lo aveva notato
-Come avete fatto?- chiese Rouge
Edward gli porse la piccola pietra nera che avevano estratto qualche minuto prima
-Aveva questa sul dorso, non è stato facile levargliela-
Prima che Rouge potesse toccarla con le mani però, la piccola pietra si sgretolo
-Questo, è davvero strano- disse Ryoma
Rouge tornò pensierosa
Ci furono minuti di silenzio in cui ognuno rifletteva sull’accaduto..
-C’era un libro, quando ero piccolo- Edward spezzo il silenzio –parlava di guerrieri e pietre magiche-
-è una storia che conoscono tutti nel continente- fece notare Ryoma
-Si lo so, ma quello che sta succedendo nelle isole, e la pietra che abbiamo trovato, danno prova che quella storia non è solo una leggenda!- continuò
-Quindi..-aggiunse Ayame –quei guerrieri…si sono risvegliati?- terminò con un pizzico di timore
Ci fu ancora silenzio
-uhm non lo so, ci vorrebbe Alexia- disse infine Edward
Tutti sospirarono
-Quello che so ora è che dobbiamo riprendercela!- continuò
-L’avranno portata su Sora…ma come la raggiungiamo se non sappiamo la rotta per l’isola ad est- disse Ryoma
-Ho bisogno di consultare la mia mappa, torniamo alla nave!- disse il ragazzo, poi si girò verso Rouge –Tu, vieni con noi?- le chiese
La ragazza sorrise com’era solita fare, con quell’aria maliziosa
-Mi avete aiutato a risolvere il problema sull’isola, quindi ora aiuto voi!-


 

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Capitolo 9
*** Pirati!? ***


Dopo essersi assicurati che sull’isola era tornata la calma, i ragazzi tornarono all’imbarcazione con cui erano giunti fin li. Edward prese subito la sua vecchia mappa, ma quando l’aprì dall’interno cadde un bigliettino. Sotto gli occhi di tutti il ragazzo lo lesse “Se dovesse succedere l’impensabile, ho segnato sul retro della mappa il percorso da seguire per superare le inside che troverete in direzione dell’isola ad est, così che possiate aprire le porte verso Sora, mi dispiace non essere stata del tutto sincera con voi, ma vi prego se dovessero riportarmi indietro, fate di tutto pur di raggiungermi!” Alexia
Ovviamente nessuno di loro ci pensò più di una volta, e si misero subito in mare verso l’isola….
Ormai erano 4 giorni che navigavano senza scorgere nulla all’orizzonte.

Edward tira un sospiro
-Mi annoio…-
Ryoma sospira anche lui
-Uffa qui non ce nemmeno spazio per una sfida-
Entrambi erano appollaiati ad un lato della nave, con la testa rivolta verso il basso
-Possibile che entrambi vi lamentiate soltanto?- disse Rouge appena giunta dietro di loro
-Ma qui non accade nulla, e dell’isola nemmeno a pagarla- le rispose Edward in tono annoiato
-RAGAZZI!!- Ayame che era al timone, face segno loro con la mano
-Che succede?- fece Rouge
-c’è una nave a dritta!- disse
Tutti e 3 poi si girarono verso prua. Ayame aveva ragione, una nave andava dritto verso di loro, si accorsero anche che dietro quell’imbarcazione vi era una grossa nube di nebbia.
Attesero qualche minuto, quando furono abbastanza vicini per scorgere la bandiera che sventolava sull’albero di quella nave!
-Pirati!- disse Ryoma
-Credete che siano amichevoli?- chiese Edward, ma si beccò un pugno in testa da Rouge
-Ti pare che i pirati siano amichevoli?- le disse
-Ajo scherzavo- si difese lui massaggiandosi la parte colpita
-Hanno tirato fuori i cannoni!- fece notare Ayame –che faccio!?-
-Diamogli una lezione no?!- continuò Edward
-Per una volta sono d’accordo con lui- lo spalleggiò Ryoma
-Voi avete qualche rotella fuori posto….- Rouge guardò Ryoma e gli fece un occhiolino –mi piace-
Ryoma arrossì spontaneamente
-Quindi? Li costeggio?- chiese ancora Ayame
-Noi siamo pronti all’arrembaggio!- disse deciso Edward
Le due navi piano piano si costeggiarono a vicenda, da quella 2 cannoni erano pronti a far fuoco, sopra ad uno di essi si ergeva una figura, aveva un grosso cappello a punta tipico piratesco, una barba incolta e al posto di una mano un enorme tenaglia, così grande che non si riusciva a capire come facesse a non sbilanciarsi da un lato
-ARGH ARGH ARGH- fece l’uomo –Consegnatemi tutte le vostre ricchezze e…..-
Ma non fece in tempo a finire la frase che Ryoma ed Edward si erano già gettati all’attacco.
Qualche minuto dopo
-VOI NON SAPETE CHI SONO IO!!!!- Legarono l’uomo all’albero maestro della nave –SONO LO SPIETATO CAPITANO KRAKEN!-
-Credi abbia provviste nella nave?- Fece Edward al suo fidato compagno, ignorando totalmente il pirata
-Questo non ha nemmeno un equipaggio- notò Ryoma –ma facciamoci ugualmente un giro-
-HEI MA…..mi state ascoltando?- disse il vecchio ormai rassegnato
Ma Edward e Ryoma erano ormai andati via, dall’altro lato Ayame e Rouge attendevano i loro amici quasi con l’impazienza di dover riprendere il viaggio
-Su questa nave non c’è nulla- disse Ryoma sconsolato dopo essere tornato sopra coperta
-E non troverete nulla…- lo interruppe il pirata –Abbiamo perso tutto nel tentativo di superare quella nebbia li-
E con un cenno del capo fece riferimento all’enorme banco di nebbia dietro di loro
-Avete provato a superarlo?- chiese Edward arrivato dopo Ryoma
Kraken annui
-Senza una rotta precisa…è solo un cimitero per le navi- disse
-Si dia il caso che noi possediamo una mappa- disse Edward tronfio
-Eh!?- bofonchiò Kraken
Poi i due ragazzi tornarono sulla loro nave
-Bhe ci siamo un po’ sgranchiti e ora di continuare, sento che siamo vicini- disse Edward alle due ragazze
-No aspettate, aspettate, portatemi con voi-
-E perché dovremmo?- disse Edward
-Bhe non potete lasciarmi qui legato, e sono un esperto navigatore!- disse tutto trafelato
-Abbiamo già un esperta navigatrice- Ryoma indicò Ayame
-ah si?- l’uomo divenne d’un tratto serio –badate che quelle acque sono piene di insidie, se non si conoscono bene questi mari, il primo errore vi costerà la vita-
Ma i ragazzi avevano già iniziato ad allontanarsi
-Ok, faremo attenzione- disse poi Edward
-Cos….- kraken era quasi in lacrime –vi prego, vi prego, non potete mollarmi qui!-

-Se ti abbiamo aiutato è solo perché ci facevi pena- gli disse Edward che finalmente aveva deciso di far salire a bordo il vecchio pirata
-aiutato!! Prima mi avete catturato- fece notare lui
-Si perché tu volevi spararci addosso- puntualizzò Rouge
-Guarda che se non taci, ti spedisco direttamente in mare- fece Edward battendo il pugno nel palmo della sua mano
-NO NO NO!- disse e corse via al timone vicino ad Ayame
-Ayame se ti importuna dimmelo- disse Edward
-Nessun problema- lo rassicurò lei con un sorriso
-Bhe capitano polipo guidaci nella nebbia- gli fece Ryoma
-è KRAKEN!- sospirò il pirata ormai arreso, poi prese la mappa con le indicazioni dettagliate di Alexia –straordinario- esclamò. Sicuramente il fine di Kraken era mettere le mani su qualche bel tesoro, ma ai nostri eroi di sicuro non interessava, ognuno di loro sperava solo di raggiungere il prima possibile la loro amica sperando che non fosse troppo tardi.


 

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Capitolo 10
*** La nebbia illusoria ***


Era un po’ che navigavano in quella nebbia, si trovavano vicino al timone e cercavano di non perdersi d’occhio, poiché alle volte non era possibile nemmeno vedere ad un palmo dal naso
-Hei polipo, sicuro sia la direzione giusta?- chiese Ryoma
-è Krak…oh fa nulla- si è giusta-
-Ma toglimi una curiosità- disse Edward –che ci fa un vecchio per mare?-
-VECCHIO A CHI!!- sbraitò il pirata, prima di sospirare
-Dai avrai almeno 50 anni passati- continuò il ragazzo, gli altri risero a quell’affermazione
Anche se Kraken pareva stesse per perdere la pazienza si trattenne
-Faccio il pirata da più di 30 anni, mi avete solo colto in un momento brutto-
Lo guardarono tutti
-Mi ero addentrato nella nebbia con il mio equipaggio…avevamo sentito che qui ci sono luoghi pieni di tesori, ma- Il pirata fece una pausa e assunse l’espressione più terrificante che potesse assumere
-Ma?- intimò Ayame
-Abbiamo trovato solo morte- concluse lui
La giovane Ninja deglutì
-Stupidaggini- Edward diede un pugno in testa al vecchio –non spaventarci le ragazze con le storie di fantasmi-
-Guarda che è vero! Avevo uomini nel mio equipaggio, la nebbia li ha portati tutti via!- ribattè lui –Fate attenzione, perché ad un certo punto, vi ingannerà-
Edward divenne pensieroso
-Alexia non ci ha detto nulla riguardo la nebbia però…- disse
-Che sia causa anch’essa delle anomalie?- Chiese Ayame
-Non so di cosa state parlando, ma sappiate che prima questa nebbia non c’era- si intromise Kraken –Però la zona è piena di enormi scogli, se non la si conosce è pericolosa-
Rimasero tutti in silenzio. Ayame che era vicino al timone continuò a guardare diritta dinanzi a lei…quando ad un certo punto
-Mi chiedo se questa nebbia, è sempre stata qui- disse a voce alta, ma nessuno rispose
iniziò a guardarsi intorno e…non vide più nessuno
-Ra…ragazzi???! Dove siete-
-A…Ayame..- una voce familiare ma dal tono macabro si udì alle sue spalle, la ragazza rabbrividì all’idea di voltarsi, poi decise di farsi coraggio e piano piano si voltò
era il fratello di Ayame, ed era coperto di sangue su tutto il corpo. La ragazza sgranò gli occhi e fece un passo indietro
-Aya….Ayame aiutami- continuò lui
-Fratello…-
Ormai Ayame era come pietrificata, lanciò un urlo disperato e infine svenne

Ryoma iniziò a battere i piedi a terra dalla noia
-Insomma, inizio a snervarmi-
D’un tratto si sentì un formicolio vicino al suo collo, si passò così la mano e cacciò via il fastidio nel vero senso della parola, perché colpi qualcosa con le dita, quando volse lo sguardo a terra vide che era un grosso ragno. Il ragazzo fece un balzo all’indietro e sfoderò la spada
-stai, stai indietro sai!!! Un ragno marino??? Ragazzi!!- disse in tutta fretta, in maniera quasi incomprensibile, ma quando si voltò non cera più nessuno, posò di nuovo lo sguardo sulla creatura ma anche lei era sparita
-ma che? Cosa sta succedendo?- rinfoderò la spada “allucinazioni?” pensò
La nebbia si era leggermente diradata, ma davanti a lui ancora nessuno, il timone era libero
-Dove sono finiti gli altri…-
Ad un tratto un canto attirò l’attenzione del samurai, scese sul ponte ma non vide nessuno, finchè non decise di seguire quel canto meraviglioso fino a sporgersi dalla nave
-Viene da li…dal mare?- pensò. Non si accorse però di essersi sporto troppo, così tanto da rischiare di cadere
-RYOMA!!!-
Sentì la voce, ma non riuscì ugualmente a staccarsi dal bordo, fino a che qualcosa lo colpì violentemente in viso, facendogli perdere i sensi

-tsk, quel pirata aveva ragione la nebbia crea illusioni-
Edward si era trovato anche lui solo, e continuava a provare una terribile sensazione di disagio
-se perdo la lucidità farò la fine della ciurma di Kraken-
Il ragazzo si sedette a terra e chiuse gli occhi per cercare di non cadere vittima delle illusioni.
-Ed?- qualche minuto dopo una voce lo chiamava
Edward riaprì d’istinto gli occhi. Restò un attimo spiazzato
-Padre?-
Pride gli era apparso di fronte. Edward restò disorientato per qualche secondo
-vedo che hai trovato la rotta giusta- gli disse la figura
Ma Edward chiuse di nuovo gli occhi e scosse la testa
-Figuriamoci se è davvero lui-
-Edward!?-
Il ragazzo aprì gli occhi al suono della voce di Rouge
-Oh…Rouge!?- Si alzò in piedi e la guardò torvo
Lei invece non capiva perché la stesse fissando così
Poi lui le mise le mani sulle spalle
-Sei davvero tu? O sei un illusione?- le chiese ma non la lasciò rispondere –perché se sei un illusione a me va bene ugualmente- disse in tono malizioso, ma di tutta risposta si prese uno schiaffo in faccia così violento da farlo rotolare per la scalinata fin sotto
-Ajo, no…mi sa che sei quella vera- disse mugugnando, poi notò Ryoma e Ayame svenuti li vicino
-Cosa è successo?- disse subito, cercando di cambiare discorso
Rouge lo raggiunse
-è successo che la nebbia si è presa gioco di voi 3-
Anche Kraken giunse subito dopo
-Già e se non fosse stato per la vostra amica rossa e le mie abilità nautiche, a quest’ora eravate tutti cibo per pesci- disse il pirata
-Guardate, la nebbia si sta diradando- aggiunse poi Rouge
Edward intanto si era avvicinato ad Ayame
-Chissà cosa le è successo…ha le lacrime- notò lui
La ragazza riaprì lentamente gli occhi, come se si fosse appena risvegliata da un lungo sonno. Appena si vide il volto di Edward vicino arrossì e si coprì il viso asciugandosi le lacrime
-Oh, tutto bene?- le chiese poi lui
-Sisi- si affrettò a dire lei –devo aver avuto un brutto sogno, tutto qui-
Lui la guardò ancora qualche istante e poi quando anche Ryoma si fu ripreso spiegarono loro quello che era successo.
-Tu Rouge sei rimasta immune alla nebbia?- gli chiese il samurai
La ragazza scrollò le spalle
-Sarà che infondo sono una maga- lei gli sorrise e gli fece un occhiolino –mi dispiace averti colpito prima, ma non sapevo come impedirti di gettarti in mare-
Lui iniziò a ridere sarcastico ma era visibilmente imbarazzato dalla figura che aveva fatto
-Che figuraccia – lo punzecchio Edward –farsi abbindolare dalle sirene -
Ryoma aggrottò la fronte
-Non fa nulla dai, lo perdono- disse Rouge e diede un bacio sulla guancia del samurai
ci fu silenzio, poi Ryoma divenne completamente rosso in volto, Edward invece indietreggiò inorridito
Infine Ryoma riuscì ad ammiccare solo un piccolo sorriso a Rouge
Edward sospirò, Ayame invece iniziò a ridacchiare
-Avete finito di fare gli adolescenti in crisi ormonale? Guardate, siamo arrivati- Kraken li interruppe e indicò davanti loro –ecco l’isola al di la della nebbia!-

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Capitolo 11
*** L'isola degli elementi ***


-Che strana isola- osservò Ryoma non appena sbarcò 
Non aveva tutti i torti, era totalmente spoglia, non vi erano alberi, fiumi, ne laghi, se aguzzavi la vista potevi anche vederne la fine
- è inquietante- disse il pirata rimasto a bordo
-Non quanto te fidati- 
Kraken aggrottò la fronte
-Bhe, io resto qui, qualsiasi cosa dobbiate fare, fatela in fretta, ho già i brividi!- disse
-Se ci rubi la nave, sappi che ti veniamo a cercare- lo minacciò Edward
-Scherzi? Non sono così pazzo da affrontare quella nebbia senza la mappa- lo rassicurò lui
-Mi dici perché lo teniamo?- bisbigliò Ryoma all’amico
-Bhe infondo è simpatico- ci fu una pausa - e abbiamo un passatempo- disse infine ridendosela sotto i baffi
-Ragazzi!- Ayame li aveva chiamati a se. Lei e Rouge erano andate avanti 
i due corsero verso di loro
-Guardate- indicò Rogue –quella deve essere la porta che cerchiamo
Sotto gli occhi sbalorditi di tutti un enorme portone si ergeva al centro dell’isola
-E’ enorme- esclamò Ryoma
-Mi chiedo solo come nessuno si sia mai accorto della sua esistenza…-
-sicuramente una volta giunti a Sora lo scopriremo- disse Edward che aveva assunto un espressione eccitata –dai forza andiamo!- li incoraggiò subito dopo
-Ehi con calma- cercò di dirgli Ryoma ma ormai Edward aveva iniziato a correre verso la porta
-lo sapete da quanto tempo sogno questo momento?- continuò poi –da circa una vita…-
-certo che un portone così grande, una serratura tanto piccola- disse Ayame scrutando da vicino quello che doveva essere l’incavo per la chiave che portava con se
-bhe che aspetti!? Apri- lo incitò Edward che ormai non stava più nella pelle
La ragazza prese la chiave, per un attimo parve indecisa ma infine la fece entrare nel buco della serratura, deglutì istintivamente e infine la girò. Bastò un solo giro perché all’improvviso una luce accecante apparve sotto i piedi dei ragazzi e come un lampo li fece sparire nel nulla
Durò un istante perché si ritrovarono tutti davanti ad un imponente ingresso, dalle rocce di cui era formato e dalle colonne che lo tenevano su, doveva essere davvero antico
-Ok….credo non farò commenti su quello che è appena successo- Ryoma fu il primo a spezzare quel silenzio terrificante che si era creato
-Siamo arrivati?- chiese Rouge
-E’ stato….più facile del previsto- disse Ayame
Edward fu l’unico a non proferire parole, era troppo incantato nell’osservare quelle vecchie mura
-Bhe ormai siamo qui, direi di cercare subito Alexia- continuò Ryoma –seguiamo il sentiero, ci porterà sicuramente in centro abitato-
-Ma ci credete?- disse infine Edward –insomma- sempre più meravigliato –siamo sospesi in cielo!- 
-Si….e la cosa mi crea parecchio disturbo- intervenne Ayame che fino a quel momento non avrebbe voluto pensarci
Il gruppo seguì la strada, davanti a loro ogni tanto si vedeva qualche abitazione abbattuta, resti di una città ormai perduta
-E’ davvero desolante, siamo sicuri viva davvero qualcuno qui?- Chiese Ryoma
-Bhe sicuramente anche loro avranno sentito il passare degli anni- gli rispose Rouge
-se è la stessa isola di cui raccontano le storie, ha più di 500 anni- Edward assunse un aria pensierosa –sicuramente non hanno risentito molto dell’evoluzione umana- pausa –per questo sicuramente sia le costruzioni che i loro abitanti avranno la mentalità di quei tempi-
-Effettuano ancora sacrifici umani…- disse Ayame in tono pacato
-Bhe in ogni caso ora lo scopriremo- Ryoma che era in testa al gruppo, era finalmente giunto in quella che doveva essere l’unica città presente sull’isola.
-Siamo arrivati…- disse poi Edward una volta raggiunto l’amico
Quello che si trovavano davanti, fu, come aveva già accennato Edward, uno scenario retrogrado. 
Alcune case erano fatte di legno, altre di paglia. Ma quello che incuriosì tutti furono delle stelle con incise sopra l’immagine di alcune pietre, le stesse presenti sugli altari nelle isole maggiori. 
-Edward!- esclamò una voce amica –Ragazzi siete riusciti ad arrivare-
-Alexia?- Fece Ayame non appena la vide, poi le corse in contro per abbracciarla –oddio temevo fosse troppo tardi-
Alexia scosse il capo
-no- disse infine
Anche gli altri gli si avvicinarono
-perdonaci se ti abbiamo fatto aspettare, ma il viaggio non è stato facile- le disse Edward
Alexia scosse di nuovo il capo
-lo so, sono felice che stiate bene-
Tutti le sorrisero
-ALEXIA!!- una voce forte e acuta rimbombò alle spalle della ragazza
Era uno strano vecchietto, non più alto di un bambino di 10 anni, che portava nella mano destra un lungo bastone, e indossava un copricapo bizzarro decorato con foglie di diverso tipo
-Allora sono loro- continuò –gli stranieri che hanno osato varcare il portone- e lo disse come se fosse una cosa sbagliata
-Loro sono quelli di cui ti ho parlato saggio! Loro possono aiutarci-
Ma lui scosse il capo in segno di negazione
-Alexia…so che hai paura, ma questo riporterà la pace-
La ragazza, a quelle parole ebbe quasi un espressione rassegnata
Nel frattempo molti abitanti si stavano avvicinando al gruppo, alcuni di loro, noto Edward, erano vestiti tutti alla stessa maniera, come la prima volta che i due tizi cercarono di rapire Alexia. 
Poi da dietro il saggio apparve lui, il tipo che nell’isola del fuoco aveva messo fuori combattimento Edward e Ryoma senza che loro potessero fare nulla
-Senti- Edward alla fine decise di intromettersi –non so a cosa si stia riferendo Alexia- la guardò –ma se credete che un sacrificio umano riporterà l’ordine vi sbagliate di grosso!- disse deciso, ma quelle parole non furono prese molto bene da nessuno degli abitanti, che iniziarono a guardare i forestieri con sguardo diffidente
-Hei Falcon, modera le parole o qui finisce male- gli bisbigliò Ryoma ad un orecchio
-Voi non sapete nulla, non avete diritto di parlare- disse l’uomo alle spalle del saggio
-E voi invece siete solo dei bigotti retrogradi!- disse Edward facendo un passo avanti
I ragazzi lo guardarono esterrefatti, Ryoma si portò una mano in viso, ormai era troppo tardi per tornare indietro
-Come….osi- disse l’altro e anche lui provò a fare un passo avanti ma il saggio lo fermò con il bastone
-Sei diverso da tuo padre, lui aveva rispetto delle tradizioni- disse poi il vecchio
-Mio padre non avrebbe mai permesso questo!- rispose prontamente il ragazzo
-Bene allora!- fece poi il saggio –se sei convinto delle tue azioni, e Alexia pare abbia molta fiducia in voi, ti metterò alla prova
Tutti quanti assunsero un espressione confusa
-Affronterai Randall, il nostro migliore guerriero- 
Il ragazzo che Ryoma ed Edward non erano riusciti ad affrontare, era proprio lui, lo stesso che si era intromesso nella discussione
-Hei Falcon pens- ma Edward non fece finire la frase a Ryoma
-Accetto!- disse e il suo sguardo si accese di determinazione

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Capitolo 12
*** Randall il guerriero dell'aura ***


-Edward ascolta- Alexia cercava di persuaderlo –I nostri guerrieri sono diversi, loro attingono ad una forza interiore molto potente per combattere-
Ma Edward non le rivolse lo sguardo, continuava a guardare il suo avversario
-E allora perché non hai chiesto a loro di partire?- le chiese
Ma lei chinò il capo
-è complicato…- disse
-Allora lascia che ci pensi io, non gli permetterò di farti del male- disse lui e si fece avanti 
-Quanto credi di poter resistere damerino?- lo intimò Randall
Ma Edward non rispose, voleva evitare di cadere vittima delle sue provocazioni
-Lo sai che l’aria qui su è diversa da quella che respirate voi sulla terra ferma?- continuò –non voglio farti troppo male quindi fai ancora in tempo a….- 
ma Edward lo interruppe
-O ma insomma quanto parli!? Ti fai sotto oppure devo iniziare io!- gli intimò infine
Randall aggrotto la fronte 
I due si fecero più vicini e continuavano ad osservarsi, come se ognuno di loro cercasse di memorizzare esattamente come fosse fatto l’altro
-L’incontro finisce quando uno dei due non può più combattere o dichiara la resa- fece il saggio
I due annuirono
-Alexia, cosa intendi dire con “forza interiore”- Rogue glielo chiese non appena la ragazza si avvicinò a loro 
-Il nostro saggio…- iniziò lei –conosce tecniche di combattimento molto particolari, dove fai uso di una forza..- si fermò –chiamatela aura, per cui i colpi sono più forti e alle volte non serve nemmeno che colpiscano l’avversario-
-Come quando lo abbiamo affrontato la prima volta- disse Ryoma, non ci ha nemmeno sfiorati eppure il colpo è arrivato
Alexia annui 
-Si è una sorta di spostamento d’aria, è un arte che si tramanda da generazioni, pare fosse originaria solo di Sora- Alexia assunse un aria quasi tetra
-Cosa ti preoccupa maggiormente?- le chiese Ayame
-Randall…- pausa –lui è il più forte dell’isola- disse 
Ryoma fece un verso di dissenso
-poveri illusi….non sanno quanto è forte Falcon- 
Di quelle parole Alexia ne fu quasi sollevata, se lo diceva il suo rivale, doveva essere vero.
Fu Edward a fare la prima mossa, tirò un diretto sul viso di Randall, che però riuscì a schivarlo all’ultimo e abilmente diede un calcio sullo stomaco del ragazzo che per un momento sembrava cedere ma all’ultimo con il sinistro colpì in pieno viso il nemico.
i due si allontanarono di qualche passo sotto lo stupore delle persone che li stavano guardando
-è riuscito a colpirlo- si udiva –incredibile è veloce- 
-Si sei veloce, lo ammetto- disse Randall passandosi una mano sul labro 
-Tu però non ti stai impegnando- gli fece notare Edward 
Randall ammiccò un sorriso
-E va bene, facciamo sul serio-
Detto questo con uno scatto rapidissimo arrivò vicino ad Edward cogliendolo di sorpresa 
-Così va meglio?- 
Poi gli tirò un pugno in direzione del viso…che però non lo colpi, o almeno non direttamente, dopo qualche secondo in cui Edward non riusciva a capire cosa fosse successo, un colpo lo prese in pieno facendolo volare a terra
-Eccolo!- fece Ayame esterrefatta –deve essere quello di cui ci parlava Alexia..-
Ryoma divenne silenzioso, pareva fidarsi così cecamente dell’amico che non aveva bisogno di commenti
Edward intanto si rialzò massaggiandosi una guancia, il suo sguardò però non pareva trasparire alcun timore
Randall però non attese un altro secondo, con la stessa velocità di prima si scagliò sul ragazzo, con un calcio sempre carico di aura fece volare a mezz’aria Edward, infine Randal si portò su di lui con un salto e con un potente pugno sempre carico dello stesso potere gettò Edward al suolo alzando un polverone. 
Ayame e Rouge iniziarono a preoccuparsi. La rossa gettò un occhiata a Ryoma che era ancora impassibile
-Lui, non si arrenderà- disse, in quel momento Rouge notò che stringeva forte i denti, sicuramente era anche lui preoccupato
-OK BASTA!!- Alexia si mise a braccia aperte davanti ad Edward, che era ancora a terra. La ragazza aveva in mano un lungo pugnale
-Se non la finisci subito, mi ammazzo ora, così non potrete più svolgere alcun rituale- disse poi decisa
-Ma che sciocchezze dici ragazza!, spostati – la intimò Randal
-NO!- disse lei 
In quel momento però Edward le prese il pugnale con la mano, non si era accorta che si fosse rialzato. Lei gli rivolse lo sguardo. Il giovane era ricoperto di graffi in volto e anche se sembrava provato il suo sguardo era deciso come l’istante in cui aveva accettato l’incontro. Lei si lasciò prendere dalla disperazione e tra le lacrime si lasciò cadere a terra.
-Non è finita- disse lui, in tono atono e lanciò via il pugnale
Randal lo osservò con disprezzo e schioccando con la lingua iniziò a caricare il suo ultimo colpo
-Finiamola qui, damerino ti farò sparire quello sguardo arrogante- gli urlò forte e si lanciò ancora contro di lui
Edward rimase immobile
-i tuoi colpi saranno anche veloci e non posso prevederli, ma hanno un raggio d’azione entro il quale diventano più deboli con i secondi che passano!- bisbigliò Edward 
A quel punto Randal era pronto a colpire e tirò così un violento destro da quasi un metro di distanza
Dopo qualche secondo ecco arrivare lo spostamento d’aria che si stava per abbattere su Edward, ma lui all’ultimo lo schiva parando il colpo con il sinistro
-Alla fine! È come ricevere un colpo normale!!!- gli urlò il ragazzo
Randal rimase incredulo senza accorgersi che con uno scatto veloce Edward era arrivato fino a lui e caricando il destro lo colpì in pieno viso scaraventandolo al suolo. 

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Capitolo 13
*** La verità su Alexia e il popolo dei cieli ***


Restarono tutti sbalorditi per più di un minuto, Randall si rialzò dolorante in viso, ma con uno sguardo più furioso che mai! Prima che potesse proferire parola però il saggio si intromise e con un gesto dichiarò concluso lo scontro
-Bene, basta così ho visto abbastanza-
-Come!! Saggio ma cosa va dicendo- sbraitò Randall contrario all’idea 
-Randall, lo sai bene il motivo di tutto questo, ora ne abbiamo la certezza, possiamo porre fine a questa farsa-
A quel punto Randal chinò il capo in segno di resa
Edward si lasciò cadere seduto a terra, un istante dopo Ayame gli si gettò al collo
-Ajo!, Ayame mi fai male- fece lui
-Sei proprio un pazzo!- le disse lei con gioia 
-Tsk tanto lo sanno tutti che lo hai fatto solo per metterti in mostra- gli disse Ryoma, ma sembrava parecchio sollevato anche lui
-un po’- rispose l’amico 
Alexia passò davanti a tutti e 4 gli si mise di fronte e poi fece un inchino
-Mi dispiace aver messo in pericolo le vostre vite, ma dovevamo mettervi alla prova-
Quelle parole ci misero un po’ a giungere, anche perché sembravano senza senso
-COSA!!- Fece Ayame –Alla prova- 
-Lasciate che vi spieghi- si intromise il vecchio –Ma prima, vorremmo dare cure al vostro amico e offrirvi del cibo 
I ragazzi si guardarono, ma non poterono evitare di accettare

Si fece sera, e tutti si ritrovarono nella tenda del saggio per comprendere bene la situazione
-Come ti senti ragazzo?- fece il saggio rivolto ad Edward 
-Ne ho subite di peggio- fece lui altezzoso 
Poi rivolse uno sguardo a Randall ed entrambi si guardarono con ostilità
Il saggio rise nel vedere quel gesto 
-State calmi ora, non avete più motivo di combattere- fece poi
-Si ma ora ci spieghi tutto-! Chiese Ayame impaziente 
In quel momento anche Alexia entrò nella tenda e si andò a sedere vicino al saggio.
La spiegazione durò parecchio, ci furono parecchie domande nel mezzo, e ovviamente i ragazzi si sentirono presi in giro, almeno in un primo momento
Alexia non sarebbe stata sacrificata, un gesto tanto preistorico quanto inutile non sarebbe mai stato messo in atto da loro. Il compito della ragazza era quello di tornare sulla terra ferma e di radunare dei ragazzi in grado di governare il potere delle misteriose Power Stone, per farlo però aveva bisogno di una scusa…qualcosa che unisse tutti per una giusta causa, in quanto sapeva bene che smuoverli alimentati solo da una vecchia leggenda probabilmente non sarebbe servito
-Io sarei venuto ugualmente- Edward interruppe il discorso –cerco quest’isola da tanti anni-
-Da quando tuo padre ti mandò la mappa- continuò il saggio, che rivelò di chiamarsi Barth –ma in ogni caso senza l’aiuto di Alexia non sareste mai giunti qui!- concluse
-in verità noi siamo partiti per comprendere l’origine delle anomalie che avvolgono le nostre isole- disse poi Ryoma
Il vecchio annui
-Certo lo so, lasciate che continui il racconto- 
Il saggio Barth raccontò loro che i guerrieri della leggenda, quelli che 500 anni prima erano caduti preda del male si stavano per risvegliare, per questo il continente era in preda ad eventi insoliti e catastrofi naturali. 
I ragazzi lo avevano già intuito nel paese del fuoco
-Dovevo mettervi alla prova però- disse poi il saggio –dovevo sapere se sarete in grado di governare il potere delle pietre senza cadere vittime del male-
-Le pietre…- Sussurrò Rouge 
-Quindi esistono e sono reali …- continuò Edward
-Si, le pietre del potere sono custodite su quest’isola da ormai 500 anni, fu un mio antenato a spedirci qui, e vi sigillo il potere che i guerrieri bramano- 
Il saggio continuò raccontando che le isole colpite dalle anomalie stavano perdendo potere, per questo erano diventate vulnerabili
che l’unico modo per liberarle completamente oltre a quello di sconfiggere i guerrieri era quello di incastonare sui tempi delle isole la loro pietra così da ristabilire l’ordine in tutto il continente
-Ma così la pietra non sarà facile preda di quei guerrieri?- chiese Rouge 
-Basterà solo un tocco a ristabilire l’equilibrio, poi potrete anche riprenderle. E se sconfiggerete i guerrieri assopiti, allora le generazioni future non dovranno più temere nulla- gli spiegò il saggio
-Mi dispiace davvero tanto avervi mentito…- disse poi Alexia abbassando lo sguardo
ci fu silenzio, i ragazzi divennero pensierosi
-Ora la scelta spetta a voi, quando quei guerrieri si risveglieranno dovrete essere pronti, bisogna richiamare anche gli altri, e sarà compito vostro riunirli tutti- continuò il saggio
Edward si alzò in piedi 
-Bhe che aspettiamo! Ogni istante può essere prezioso- i suoi occhi brillavano di entusiasmo
Anche Ryoma segui l’esempio dell’amico e si alzò
-Avevo proprio voglia di cambiare aria, giorni chiuso in quel monastero- guardò l’amico –io ci sto-
Ayame fece un balzo e si alzò
-Io ho ordini precisi dall’imperatore, quindi lo farò- disse con convinzione
 Rouge annui anche lei era d’accordo con i suoi amici
-Ottimo, davvero ottimo- disse il vecchio –lasciate quindi, che vi accompagni al tempio sacro dell’isola-

Tutti uscirono dalla tenda, e sotto gli occhi di alcuni abitanti curiosi, presero un sentiero nascosto nella foresta e seguirono il Saggio e Alexia che ancora provava un senso di colpa per l’accaduto
Arrivarono presso un tempietto, il vecchio inserì il suo bastone in un incavo nella roccia e la porta dinanzi a loro si aprì, appena furono tutti dentro la porta si richiuse lentamente e davanti a loro su un piccolo piedistallo, 7 pietre colorate brillavano di luce propria
I 4 ragazzi rimasero a bocca aperta. Il saggio fece segno loro di avvicinarsi, nessuno proferì parola
-Queste sono le pietre…..di quella vecchia storia che ancora viene tramandata sulla terra- disse il saggio
-Mio padre…- iniziò Edward ma non aggiunse nulla
-Tuo padre era un tipo insistente, non hai idea di cosa mi ha combinato perché io gli mostrassi queste pietre- il saggio lo disse in tono quasi disperato al solo ricordare quel periodo
Edward ammiccò un sorriso
-Bhe lui otteneva quasi sempre quello che voleva- aggiunse
-Già, per questo gli affidai la mappa, sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, dovevamo prepararci in anticipo-
Edward lo guardò torvo
-“prepararvi”?- disse –quindi lui lo sapeva- 
Il saggio annui
-Certo…Alexia mi ha raccontato, mi dispiace che sia scomparso, l’avevo mandata sulla terra anche per poter parlare di nuovo con lui -
Ma Edward non disse nulla, preferì evitare di parlare ancora di quell’irresponsabile 
-Dunque, io non potrò insegnarvi ad utilizzare le pietre- Disse il saggio d’un tratto
I ragazzi rimasero meravigliati
-Come no!?- disse Ayame –e noi come facciamo ad usarle-
-Vedete se avessimo potuto usarle noi, non vi avremmo di certo messi in pericolo- il saggio raccolse tutte le pietre in un sacchetto –ma a noi abitanti del cielo ormai, ci è proibito farne uso-
-Quindi andremo alla cieca…- disse Ryoma
-Sono sicuro che saprete come utilizzarle- disse il vecchio Barth e andò verso Alexia
La ragazza prese il sacchetto che il saggio le porse 
-Alexia verrà con voi, lei è in grado di prevedere dove si nasconde il cuore di un anomalia-
-E la nostra Rouge vede nel futuro, così sarà più semplice la ricerca- disse Edward
-Si ma purtroppo non decido io quando…- aggiunse la ragazza
-è un potere interessante- disse il saggio scrutando Rouge, tanto che lei si sentì per la prima volta fuori posto
Alexia intanto aveva timore che loro non si fidassero più di lei, non gli aveva ancora rivolto lo sguardo
-Bene! –Edward sorrise ad Alexia e così fecero anche gli altri -Più siamo più sarà divertente- aggiunse e a quel punto lei si fece coraggio, e ricambiò il sorriso se loro avevano voltato pagina, doveva farlo anche lei

Tornarono al villaggio dove passarono la notte. Il mattino seguente
-Siete quindi pronti?-
Lo sguardo dei ragazzi era più determinato che mai
-Tu ti senti bene?- fece Ryoma all’amico
-Alla grande- Disse il ragazzo facendo roteare il suo braccio in segno positivo -hanno delle erbe mediche favolose- 
-Già, per questo me ne sono fatta dare qualcuna- Ayame mostrò loro un enorme sacco 
-Qualcuna?!- puntualizzò Ryoma –gli hai svaligiato la dispensa-
-Bhe loro ci mettono in pericolo, in qualche modo devono pur ripagare – disse lei in tutta tranquillità
-se siete pronti vi trasporteremo sulla prima isola-
Tutti si girarono verso il saggio
-Come trasportare?- fece Rogue
-Come credete sia arrivata sull’isola del sole la prima volta- disse loro Alexia sorridendogli – Possediamo una pietra in grado di trasportarci su ognuna delle isole maggiori- poi si girò verso Randal – è anche in grado di farci levitare per qualche minuto-
I ragazzi rimasero sorpresi, le meraviglie che questa civiltà nascosta da tutti da più di 500 anni nascondeva, erano tantissime
-Sfortunatamente possiamo usarla solo per il teletrasporto- aggiunse poi Alexia –purtroppo si esauriscono subito-
-Non importa, ci risparmierà comunque tanta fatica- disse Ryoma
-uhmmm- mugugnò Edward
-Che ti prende?- gli fece l’amico
-ho come l’impressione di dimenticare qualcosa
Ryoma ci pensò per pochi secondi
-Sarà la tua impressione!- gli fece poi
-Mah, sarà- si convinse l’amico e lanciò un occhiata verso Randall, che sussultò quando si accorse di essere osservato
-Quando torno, voglio imparare quelle tecniche straordinarie- gli fece Edward con un sorriso, che però fu ricambiato solo in parte, essendo Randall un tipo particolarmente orgoglioso
-BENE!- fece il saggio con voce solenne -La prima isola secondo la visione di Alexia, è quella del Vento!, raggiungete quindi la città di Tong-Ang e siate prudenti, buona fortuna- disse infine, e in un attimo i ragazzi sparirono sotto gli occhi di tutti


Isola del vento
-tsk, e io che mi aspettavo vulcani in eruzione- disse Ryoma sarcastico quando i loro piedi ebbero toccato l’isola del vento
-O…..O NO!!!- Disse Edward ad alta voce e parzialmente preoccupato
Tutti si girarono verso di lui
-Che succede!?- gli chiese Alexia
-Abbiamo dimenticato….Kraken e la nave….- Tutti ammutolirono, e Alexia assunse un espressione sempre più confusa
Su quella nave, lasciata ad attendere sotto l’isola di Sora, un vecchio pirata starnutì

Da qualche altra parte invece, nelle profondità di una grotta, un uomo ghignava malevolmente, davanti a lui 7 persone scattarono al suo segnale, pronti a portare la rovina su tutto il continente.
La corsa contro il tempo era appena iniziata


FINE PRIMA PARTE







Commento finale 
Ed eccoci alla fine della prima parte di questa storia, scusate se ci ho messo mesi a pubblicarla, nonostante fosse salvata sul mio pc! 
Dunque sto avendo difficoltà con il continuo....in quanto ho troppe idee e poca ispirazione. Spero ugualmente di completarla come si deve.
Intanto se avete piacere sul mio Deviantart Mery54, potete ammirare le copertine dei vari capitoli disegnate dalla bravissima ED-FOKK3R
Spero che fin qui la storia vi sia piaciuta! mi farebbe piacere sapere con una recensione, alla prossima!

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