Lovesick

di missgenius
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What if I say no? ***
Capitolo 2: *** I don't know if you noticed...but we are in a party! ***
Capitolo 3: *** I knew I'd find you here ***
Capitolo 4: *** I was trying to protect you ***
Capitolo 5: *** I can't believe I've married you ***
Capitolo 6: *** She's gone ***
Capitolo 7: *** Maybe recall? ***
Capitolo 8: *** Don't lie to me ***
Capitolo 9: *** Be a father ***



Capitolo 1
*** What if I say no? ***


Eccomi qui, ritorno finalmente con qualcosa di mio. E con qualcosa esclusivamente Sifki. Spero che esistano ancora shippers della coppia e che possiate apprezzare. Questa sarà (spero) una raccolta di drabbles , derivanti da una raccolta di prompt che mi ha fatto tornare l’ispirazione; i titoli saranno originali in inglese e proprio perché sono molto diversi tra loro diciamo che ci saranno vari AU e What If (praticamente credo quasi tutti). Anyway Vi lascio alla lettura e come sempre mi piacerebbe sapere cosa vi è piaciuto, cosa no, e se avete idee per altri prompt. 

Questa raccolta la dedico alla mia partner in crime Paoletta che mi ha sempre incoraggiata e ascoltata nei miei momenti di sconforto OTP. 😂


"Loki, Loki, ti prego, ascoltami... "
Loki si fermò di botto girandosi a guardarla con un misto di rassegnazione e rabbia. 
"Cosa c'è da dire ancora, Sif? Non capisci? Ormai PadreTutto ha ufficializzato il tuo impegno con Thor davanti a tutta la corte! Bene, anche questa volta Padre è riuscito a rendere la mia vita un inferno!"
Sif gli chiuse la bocca per farlo zittire, avendo sentito un rumore proveniente dal corridoio. 
"Andiamo in giardino a parlare." gli sussurrò.
Le prese la mano e con uno degli incantesimi che usava di solito condusse entrambi nel loro luogo d'incontri clandestini, un angolo remoto del giardino della regina coperto da occhi indiscreti da un folto roseto. 
Loki la guardò adesso con più calma nella voce, ma col dolore negli occhi. 
"Sif, ormai non c'è niente di cui parlare. Padre ha deciso."
"E tu ti arrendi così? Tieni così poco a me? Mi lascerai sposare tuo fratello senza fare niente? " chiese lei con gli occhi lucidi. 
"Sif, certo che tengo a te. Se ancora non hai capito la portata dei miei sentimenti dopo tutto questo tempo sei più sciocca di quanto credessi. Ma io sono solo il secondo principe. Il dio dell'inganno. Il vigliacco che usa la magia in battaglia. Se anche mi facessi avanti mio padre non mi concederebbe mai la mano della potente Lady Sif."
Fece un respiro pesante. Sif sapeva bene quali erano le voci che giravano sul principe scuro, non poteva negarlo. 
"Forse è meglio così. Thor... Thor sarà un re un giorno e tu sarai una splendida regina."
Il grosso schiaffo che gli arrivò improvviso sulla guancia sinistra non l'aveva previsto. 
"Dillo un'altra volta e non sarà solo la mia mano ad arrivare sulla tua faccia. Pensi che mi importi minimamente di diventare regina?"
"Sif..."
"E se dicessi di no?"
"Sif." le mise le mani sulle spalle. 
"Non mi possono costringere. Io ho scelto il mio principe e di certo non è Thor. Ho fatto la mia scelta molto tempo fa e non ho intenzione di perderti. Loki, io ti amo. La tua richiesta potrà pure essere rifiutata, ma sarò io a rifiutarmi di sposare chiunque non sia tu."
Era una delle poche volte nella sua vita che la Lingua d'argento di Asgard si trovava senza parole. Cosa aveva fatto per meritare una donna così straordinaria?
Fece l'unica cosa che gli venne spontanea. Le prese delicatamente il viso a coppa tra le lunghe dita e la baciò. Rimasero fronte contro fronte. 
"Ti amo più di quanto abbia amato mai nessuno." disse finalmente. 
Sif sorrise sulle sue labbra mentre lo baciava di nuovo. 
"Sai cosa significa questo, Sif. Tutte le voci malevole che metteranno in giro su... "
"Lo so. Non mi importa. Ce la faremo. Non ho intenzione di perderti. Ma ho bisogno che tu rimanga al mio fianco."
Le diede un bacio sulla punta del naso. 
"Per sempre."


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Capitolo 2
*** I don't know if you noticed...but we are in a party! ***


Volstagg era già arrivato al terzo cinghiale quando Loki la prese per mano e la costrinse ad alzarsi con lui dalla ricca tavola imbandita. "Loki!" si lamentò lei debolmente con un sorriso divertito negli occhi. "Stavo finendo di mangiare!"
"Finirai dopo, voglio ballare con la dama più bella del banchetto stasera."
Lei fece finta di osservare con noncuranza la sala piena di coppie. 
"Allora credo che lady Sigyn si sia appena liberata." 
Lui fece un sorriso storto.
"Molto spiritosa, ma no, non mi riferivo a lady Sigyn."
Si ritrovarono nel mezzo della sala da ballo; Loki le poggiò delicatamente una mano dietro la schiena e la avvicinò al suo petto. Lei sorrise, felice di vederlo così rilassato e a suo agio come non accadeva da anni. Iniziarono a ballare con passi leggeri e precisi, delicati nella melodia che proveniva dai musicanti in fondo alla stanza. 
"Te l'ho mai detto come ti stia bene il verde? Un colore davvero splendido. Risalta le pagliuzze dorate dei tuoi occhi."
Lei rise. "Non c'è bisogno di adularmi così, non ho già accettato di ballare?"
"Pensi che stia mentendo? Mi ferisci. Quando mai ho osato dire una menzogna in tua presenza?"
Avvicinò le sopracciglia in un' espressione innocente. 
"Beh, Dio dell'inganno, forse solo un paio di migliaia di volte. Ma comunque, parola mia, non mi ero mai resa conto che il verde è un colore a te gradito. Inizierò ad usarlo più spesso d'ora innanzi."
Gli sorrise con calore, un luccichio di scherzo nello sguardo. 
Lui la guardò con desiderio prima di baciarla con passione. 
Lei si staccò immediatamente senza fiato. 
"Loki cosa stai facendo?" chiese lei a bassa voce. "Non so se l'hai notato...ma siamo ad una festa." si morse il labbro per nascondere malamente un sorriso. 
"Sì, una festa per celebrare il nostro matrimonio. Credo di avere ormai tutti i diritti per baciare la mia consorte in pubblico. Non ho più bisogno di nascondermi. E poi la corte non dovrebbe aspettarselo? Sai, la prima notte di nozze, i novelli sposi si...preoccupano per la linea di successione."
"Sì sono abbastanza a conoscenza delle loro attività in merito alla... successione, ma per quanto mi risulta i novelli sposi attendono almeno di arrivare nella propria camera prima di iniziare a... discuterne."
"Andiamo allora." Si allontanò da lei con un sorriso estremamente malizioso. "Che stiamo aspettando? Ho sempre amato la politica." 
 
 
 
Angolo dell'autrice (che sono io!)
Allora da premettere che mi sono divertita da morire a scrivere questa storia (chi sa perché riesco a vederli benissimo in questa situazione), spero di avervi rubato un sorriso anche a voi! Sarebbe meraviglioso prendere lezioni di scienze politiche da Loki!
 
 

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Capitolo 3
*** I knew I'd find you here ***


 
 
AU - Modern days
 
 
Sif lo vide seduto sotto la solita grossa quercia. Thor le aveva chiamato un'ora prima raccontandole con voce rotta quello che era successo. Di come avesse convinto suo fratello a forzare la cassaforte del padre per prendere qualche soldo in più per riparare la vecchia Harley Davidson, dei certificati di nascita, del certificato di adozione in mezzo ai documenti importanti, dello shock e dello sgomento con cui era andato dai loro genitori, le urla con il padre e i pianti della madre, di come avesse preso le chiavi della macchina e fosse andato via. Quando Thor le aveva detto che non avevano sue notizie da ore era andata a colpo sicuro su dove trovarlo. Se fosse stato un giorno come un altro avrebbe avuto in mano un libro e l'aria assente di chi si trova in un altro mondo e non vuole essere disturbato. Invece era poggiato al tronco e osservava con gravità alcune famiglie che avevano portato i figli al parco. 
"Loki..."
Lui mosse appena gli occhi.
"Vattene."
Non si scoraggiò e si sedette accanto a lui. 
"Sapevo che ti avrei trovato qui."
"Ti ha mandata mio... Thor? Sei venuta per mostrarmi la tua pietà? Perché è tempo perso, Sif, molto meglio che torni dal tuo meraviglioso fidanzato."
Lei sospirò. "Io e tuo fratello non stiamo insieme.."
"Non è mio fratello!"
Lo sfogo improvviso la fece a zittire all'istante. Lui mantenne un'espressione furiosa per alcuni secondi, prima di chiudere gli occhi e portarsi una mano al viso. 
"Non voglio mostrarti pietà. Non ne vedo alcun motivo. Voglio solo che tu stia vicino a una persona amica."
"Ah. Amica." sputò con veleno. 
Lei trattenne le lacrime che minacciavano di uscire. 
"Non merito questo e lo sai. Sei stato tu ad allontanarti da me. E non ho mai capito il perché. Sei il mio migliore amico. Siamo cresciuti insieme e ci sei sempre stato per me da piccoli. Voglio ricambiare il favore."
"Sono cresciuto in una menzogna. Mi hanno mentito per 21 anni, Sif. Avrebbero potuto dirmelo... Almeno avrei capito perché sono sempre cresciuto all'ombra di mio... Anzi no, all'ombra di loro figlio.Sono sempre stata la secondo scelta, quello mai abbastanza bravo anche se mettevo il triplo dell'impegno di Thor! Ma non è mai stato abbastanza! Mai! Non mi hanno mai voluto bene come lui."
"Non è vero Loki! Non so cosa darei per essere stata al tuo posto. Se non ti hanno detto niente l'hanno fatto solo per proteggerti. Solo il cielo sa dove saresti adesso, magari non saresti nemmeno vivo. Sai benissimo quello che ho passato io e quando la sera tornavo nella casa famiglia pregavo Dio di farmi rimanere per sempre con voi, di essere vostra sorella, perché vedevo che i vostri genitori vi amavano, c'erano, forse non sono stati perfetti e avranno sbagliato, ma almeno hai avuto dei genitori! Mio padre è... Lo sai. Mia madre è morta. Ero sola prima di incontrarvi. Poi mi avete fatto vivere quello che significava avere una famiglia. Perché è questo che siete. Una famiglia. Non conta il sangue, conta quello che vi lega. Tuo fratello può essere a volte sciocco e irruento ma darebbe la sua vita per te. Tua madre ha sempre stravisto per te, e non puoi negarlo. Tuo padre...non sarà il migliore a dimostrarlo, ma ti ama. Sennò perché avrebbe preso la decisione di adottare un bambino trovato in mezzo al nulla, abbandonato tra i rifiuti?"
Aveva gli occhi lucidi e la voce roca di pianto. Lui la guardò in silenzio.
"Non so più chi sono..." disse appena. 
Lei gli prese il viso fra le mani.
"Sei Loki. Il mio Loki. Il bambino che giocava con me alla lotta quando nessun'altro voleva, il ragazzino che si è preso la colpa delle mie scappate nel mezzo della notte, quello che mi ha tagliato i capelli perché volevo dimostrare a gli altri che solo perché mio padre è un alcolizzato io non valevo di meno. Il ragazzo che alla notte del ballo di fine anno mi ha salvata dalla vergogna di rimanere senza cavaliere quando il mio compagno se n'è andato con un'altra. Che mi ha incoraggiata in tutti modi ad entrare all'università e che credendo in me mi ha convinto che avrei potuto fare tutto nella vita. Il ragazzo di cui sono innamorata da anni senza avere il coraggio di dirglielo perché un suo rifiuto mi spezzerebbe il cuore... "
Lui la guardò incredulo. 
"Sif... "
"Non so il perché ti sei allontanato da me in questo periodo. Ma, ti prego, non mandarmi via."
Quando la baciò non sentì solo il sapore delle sue lacrime. 
"Mi dispiace, io credevo che... Avevo sentito dire Fandral e Volstagg che sicuramente vi sareste fidanzati da lì a poco, e non ho ragionato più..."
"Lo sai che sono degli idioti. Sicuramente l'avranno detto apposta per vedere la tua reazione... È tutto apposto ora." gli sorrise dolcemente posandogli una mano sulla guancia. Lui chiuse gli occhi godendosi il calore sulla sua pelle fredda. Quando li riaprì abbozzò un sorriso. 
"Andiamo a casa? I miei genitori si staranno preoccupando."

 
 
 

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Capitolo 4
*** I was trying to protect you ***


 
 
 
Non doveva andare così. 
Non doveva andare così. 
Non doveva andare così


Riesce a ripetere solo questo nella sua testa.

Non doveva andare così

Asgard che entra in guerra. Guerra sanguinosa e terribile, in cui ha dovuto mettersi in gioco con tutte le sue abilità per poter far sopravvivere il Regno Eterno e dimostrare il suo valore, anche se nelle vesti di Odino nessuno saprà mai chi ha guidato l'esercito alla vittoria. Nessuno tranne lei. 
Lei, che stupida com'è, gli ha fatto da scudo umano, e un dardo infuocato le ha attraversato il petto. 
Non doveva andare così. 

Un momento e lei è per terra. Un'altro momento e lui è accanto a lei, i panni di Odino smessi e non se ne è nemmeno accorto. 
"Perché l'hai fatto?! Stupida! Dovevo esserci io qui!"
"Stavo cercando di proteggerti... E così che si fa... con le persone che si amano".
(Lei non lo aveva mai detto chiaramente, Loki piange per la prima volta dopo secoli).
"Ti prego non mi puoi lasciare ora. Sif, ti prego. "
"Dimmelo Loki... Dimmelo..."
Un respiro tirato, un singhiozzo che cerca di trattenere in gola. 
"Ti amo.. Ti ho sempre amato e continuerò a farlo finché avrò vita. "
La guarda mentre un sorriso tirato le costa un grande sforzo. 
"Sai.. L'ho sempre saputo.. Che c'era del buono in te... Tu non... Non sei un mostro. Sei solo Loki.. Il mio Loki... "
Gli occhi le si chiudono e il respiro smette di farle alzare il petto squarciato. 
Grido di disperazione, rabbia e urla.
Non dovevano andare così le cose. Lui si fa prendere, non gli importa, viene di nuovo imprigionato. 


Sif gli si avvicina e gli si mette rannicchiata contro. 
"Vattene, non ti voglio qui."
Lei ride sul suo collo. 
"Sei diventato un pessimo bugiardo, dio dell'inganno, cos'è successo alla tua lingua d'argento? "
Lui la guarda, un piccolo sorriso gli tira le labbra. 
"Mi sono rammollito, è vero. Non so perché. Forse mi sono innamorato."
La guarda mentre gli occhi le brillano a quel commento. 
"Deve essere una donna davvero straordinaria."
"Lo è. Mi manca molto. "
"Se non è qui non si dispiacerà se... "
Lei si avvicina e gli sfiora le labbra con le sue. Lui risponde subito e approfondisce il bacio. Si stacca, la guarda, le sorride.
"Vieni, mettiamoci a letto."
Lo guarda con espressione fintamente scandalizzata.
"Stai forse cercando di sedurmi principe?"
"Potrebbe essere un'idea... "
Ridono mentre si accoccolano sul letto, un braccio sotto il suo collo, lei usa il suo petto a mo' di cuscino. Lui le lascia un bacio sui capelli e aspira il suo odore, chiudendo un attimo gli occhi. "Resterai con me stanotte? "
"Solo se lo vuoi"
"Sempre. "

La guardia da fuori le pareti trasparenti osserva. Quasi gli fa pena a vederlo parlare da solo.
 
 
Angolo dell'autrice (che sono io!)
Ragazze, piango da sola.  Stile e temi diversi, ho un po' di paura, but, non rinnego niente, nemmeno i personaggi che forse vanno un pochino OOC.... Per favore fatemi sapere cosa ne pensate, per me è molto importante! Grazie mille a chi legge! 
 
 
 

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Capitolo 5
*** I can't believe I've married you ***


Sif entrò con passo deciso e sguardo furioso nello studio legale Smith's and co., non fermandosi a salutare i colleghi del marito, e ,anche se avessero voluto, la pistola d'ordinanza attaccata alla sua cintura vicino al distintivo, più la sua aria omicida non incoraggiavano affatto a ostacolare il percorso verso la sua destinazione, marciando verso l'ufficio con la targhetta in caratteri dorati L. Odinson.
Spalancò la porta con forza.
"Dimmi che non l'hai fatto veramente."
Loki alzò gli occhi sorpreso dal fascicolo che stava leggendo.
"Fatto cosa?" chiese con innocenza.  "Ah, no, non fare questo giochetto con me, sai bene a cosa mi riferisco!" e chiuse la porta facendo tremare il vetro.
Loki iniziò a capire il grado di nervosismo di sua moglie e si alzò lentamente, quasi con le mani in alto, conciliante.
"Sif, non c'è bisogno di fare così, stai calma... "
"Non mi dire di stare calma! Non posso credere a quello che hai fatto! Che... Che mi hai tradito in questo modo!"
"Io non ti ho tradita... "
"Sì, che l'hai fatto!" prese il giornale dalla borsa e lo sbattè con forza sulla scrivania perfettamente ordinata.
Loki afferrò il quotidiano e lesse con gli occhi il titolo in prima pagina.
«Arrestato Kingpin, il boss della malavita newyorkese, dopo anni di indagini da parte del distretto di polizia di NY. Fra poche settimane avverrà il processo, che avrà come controparte alla difesa il discusso avvocato Loki Odinson dello studio Smith's and co.» Non riuscì a trattenere un piccolo ghigno soddisfatto.
"Sai quanto abbiamo lavorato a questo caso io e tuo fratello! Sai che persona orribile è Kingpin. Tutti i morti che ha causato? Organizza tutta la criminalità della città! Come puoi anche solo prendere in considerazione di difendere un individuo del genere?"
La guardò impassibile.
"Sif, lo sai, non c'è niente di personale. Il capo mi ha fatto una proposta irrifiutabile. Sono il migliore in questa baracca e se riesco a vincere la causa diventerò finalmente socio di questo posto."
Sif lo guardò incredula. "E fammi immaginare, questo lenirà il tuo orgoglio ferito e ti prenderai una vendetta nei confronti di tuo padre che non ha mai acconsentito che tu entrassi a far parte del suo studio?"
Loki la fulminò con lo sguardo. Stavano per oltrepassare un limite mai detto.
"Sì esattamente così! Sono il migliore in questo lavoro e il vecchio non lo ha mai capito, non mi ha mai permesso di far carriera, ha sempre e solo favorito quello sciocco di mio fratello nei suoi sogni di gloria e giustizia poliziesca! Certo non avrebbe potuto mettere il figlio bastardo a capo della sua storica società!"
"Non ricominciare con questa storia Loki! Ne abbiamo già parlato, quello che ha fatto tuo padre...Odino, non deve decidere quello che sei tu... Loki, non puoi svendere la tua morale per le tue velleità di vendetta! Puoi essere il migliore anche senza dover difendere gente che non merita nemmeno di vivere. Puoi dimostrare il tuo valore facendo altro che diventare socio di uno studio legale. Mi avevi detto che avresti iniziato a usare le tue capacità per qualcosa di migliore che difendere Kingpin."
"Probabilmente ti ho mentito. Come faccio con il mondo intero." Aveva il tono freddo e manipolatore di chi vuole ferire. E ci stava riuscendo in pieno. Qualcosa però nell'espressione di Sif lo fecero continuare con un tono più pacato.
"Tu non capisci, Sif! È l'occasione della mia vita. Per fare il salto di qualità nella mia carriera. Io amo il mio lavoro! "
Lo guardò con le lacrime che le riempivano gli occhi.
"Speravo amassi di più me."
"Sif, non volevo dire... "
"No, no la colpa è mia, che continuo a sperare sempre che tu diventa l'uomo migliore che so che sei. Ma mi sbagliavo. Dovevo immaginarlo che non ti sarei mai bastata. Nemmeno adesso che... Non posso credere di averti sposato."
Recuperò la borsa e se ne uscì con la stessa furia, mentre le lacrime le rigavano il volto.
Loki rimase a guardarla andare via, prima di sbattere con forza un pugno contro la scrivania per la frustrazione. Lo studio era calato nel silenzio più assoluto, tutti erano immobili ad osservare la scena.
"Che avete da guardare? Tornate subito a lavoro!!"
 
Sif salì di fretta gli scalini che portavano alla loro villetta, gentile dono di nozze di Frigga.
Lei lo conosceva bene. Sapeva che in fondo era un uomo buono, ma che il suo dannatissimo orgoglio ferito avrebbe sempre cercato di riportarlo indietro, a quando era ancora definito "Il dio dell'inganno", e il benessere delle persone era il suo ultimo problema. Credeva che grazie al suo amore potesse cambiare. Credeva di averlo aiutato. Sembrava che le cose stessero andando davvero bene. Voleva costruire una famiglia con lui. E poi... Era una sciocca. Una stupida sciocca a credere di poter estirpare certi rancori così facilmente.
Prese la sua valigia da sotto il letto. Il letto dove fino a questa mattina si erano baciati e coccolati, prima che lui andasse in ufficio e lei dal dottore. Un ritardo di due settimane le aveva fatto comprare tre test, fatti di seguito il giorno prima. Tutti e tre positivi.
Era incinta e stasera glielo avrebbe detto. Avrebbe comprato un paio di scarpine da neonato, avrebbe organizzato una cenetta romantica a casa e gliele avrebbe date, gustandosi lo stupore e, sperava, la felicità che avrebbe letto nei suoi occhi. Questo prima di passare davanti il giornalaio e leggere i titoli. Si buttò sul letto abbandonando per un attimo i vestiti che stava mettendo in valigia e lasciandosi andare a un pianto che teneva dentro da quando lui le aveva detto di amare il suo lavoro più di lei. Come poteva dirgli che stava per diventare padre?
Prese il telefono e digitò veloce un numero. Attese tre squilli prima che una voce professionale e priva di accento le rispondesse.
"Natasha? Sono io. So che Clint è appena tornato, ma potrei stare un paio di notti da voi? Ti prego."




Angolo dell'autrice (che sono io!)
Allora, giuro che questa storia doveva essere al massimo 600 parole. Invece si è trasformata in un mostro di 20 pagine. Dovete credermi, si è praticamente scritta da sola!! Devo dire che amo molto l'ambito moderno, specie questo; ho letto in alcune fanfiction inglesi questo headcanon dove Sif è una poliziotta collega di Thor e Loki è uno di quegli avvocati un po' sul filo della legalità. Suddividerò la storia in credo 3/4 capitoli. Spero davvero che possiate regalarmi 1 minuto del vostro tempo per dirmi cosa ne pensate. Per me è molto importante e ve ne sarei infinitamente grata...Spero che vi piaccia il seguito a cui però, devo dirvi la verità, non ho ancora scritto il finale.  Nel mondo ideale tutto ha un lieto fine, ma questo non accade quasi mai nella vita vera. La storia prenderà una svolta improvvisa. Voi cosa ne dite? Happy ending or Real life?
p.s. Una dedica particolare sempre a te, Pao <3

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Capitolo 6
*** She's gone ***


AU - Modern Days 
Part 2

Ormai le bottiglie di birra vuote sul bancone del bar erano diventate sei. Aveva la mente annebbiata ma ancora non abbastanza per non pensare alla discussione con Sif, alle sue parole, a quanto era stato meschino. Non era così tanto insensibile da rimanere impassibile di fronte alla donna che amava andare via in lacrime per colpa sua.
Amava Sif, era l'unica cosa davvero bella della sua vita, l'unica che aveva creduto in lui quando nessuno sembrava sostenerlo, che lo aveva salvato nel momento più buio della sua vita. Ma era anche vero che amava il suo lavoro, aveva faticato, passato notti a studiare e ad essere preso in giro all'università, buttato sangue e lacrime per farsi un posto in questo mondo e quello poteva essere il caso che avrebbe portato una svolta alla sua carriera.
Sospirò pesantemente, passandosi una mano sulla faccia. Prese il telefono e guardò l'orario.
Le 23.38. Era tardi considerato che era sbronzo e che l'indomani mattina avrebbe avuto una riunione con il capo. Tanto valeva andare a casa, sperando di trovarla addormentata pur di non affrontarla di nuovo.
Si alzò barcollando dalla sedia. Meglio lasciare la macchina davanti l'ufficio e chiamare un taxi. Era abbastanza lucido da rendersi conto che non era in grado di guidare.
 
 
"Quindi fammi capire, è disposto a difendere quel...quel...lestofante" Clint si corresse appena in tempo davanti alla bambina di 4 anni prima che Natasha lo picchiasse "pur di ottenere il posto da socio nello studio? "
Sif stava seduta nel divano con in braccio Alexis che disegnava nel suo quaderno, esaltata dalla visita della zia che stanotte avrebbe dormito con lei nel suo lettino.
"Sì, ma la sai la storia. Da quando ha scoperto di essere adottato vuole vendicarsi nei confronti del padre. E questo è l'unico modo che conosce. Batterlo in quello che sa fare meglio. A costo di sacrificare se stesso."
Cercò di scacciare le lacrime di rabbia che minacciavano di uscire di nuovo.
Natasha entrò con una bottiglia e dei bicchieri in mano.
"E adesso cosa hai intenzione di fare? Ho sempre saputo che era un bas...Ahi." Clint guardò male la moglie che gli aveva dato un grosso pizzicotto sul braccio.
"Clint sappiamo perfettamente che lo odi da quando ti ha giocato quello scherzetto al college ma adesso sei adulto, dovresti vedere la cosa più lucidamente, e non peggiorare la situazione."
"Farmi credere di avere un tumore al cervello non è stato uno scherzetto e comunque ho iniziato ad essere civile con lui solo perché ti ha sposato, sappilo." continuò rivolgendosi a Sif.
"Alex, amore, non credi che sia ora di andare a letto?" Natasha interruppe il battibecco solitario di suo marito.
"Ma mamma, io aspetto la zia per andare a dormire! Ha promesso di dormire con me!" la bambina si portò una manina al petto per rafforzare il concetto facendo ondeggiare i morbidi capelli rossi ereditati dalla madre.
"Sì, ma la zia ti raggiunge fra pochissimo; ti mettiamo a letto, ti rimbocchiamo le coperte, papà ti legge la storia della buonanotte e la zia arriva."
Si mise al livello della figlia guardandola negli occhietti grigi.
"Va bene?"
"Subito subito? "
"Certo, non te ne accorgerai nemmeno."
La bambina sospirò. "Va bene."
“Andiamo allora principessa!”
Clint la prese in braccio e si diressero di sopra verso la camera della bambina.
Sif li guardò salire con una punta di tristezza e pensò alla creaturina che stava crescendo dentro di lei. Aveva desiderato così tanto vivere anche lei questi quadri di vita domestica che aveva visto riempire di felicità i suoi amici. Aveva conosciuto Natasha quando lavorava a Washington DC come operatrice sul campo in una missione sotto copertura per arrestare degli importanti esponenti della mafia russa, le aveva salvato la vita in un’occasione ed erano diventate in seguito amiche in una forma riservata quanto forte; e le era sembrato tutto tranne che un tipo materno. Poi aveva conosciuto uno dei suoi più vecchi amici del liceo, adesso nell'esercito, Clint Barton, e il permesso di soggiorno semestrale era diventato Green card*. Eppure da quando la piccola era nata poteva vedere l'amore incondizionato che provavano verso di lei e come tutto era cambiato in relazione ad Alexis. Avrebbe voluto la stessa cosa per lei e Loki.
La svegliarono dalla trance i passi che scendevano.
"Allora Sif, un proverbio in Russia dice che non c'è niente che non appaia migliore dopo una buon bicchiere di vodka."**
"Allora penso che fossi molto ubriaca quando hai sposato quell'idiota." disse alzando gli occhi.
"Un idiota che amo." rispose sorridendo.
Natasha si avvicinò con il liquido trasparente in mano, porgendoglielo. "In compenso però ha un gran bel sedere." disse con un sorriso malizioso.
Sif rise e si ritrovò a fissare il bicchiere. "Non credo di poterlo bere."
"E perché mai?" Natasha la fissò intensamente, prima che un lampo di riconoscimento le illuminasse il viso.
"L'ho saputo stamattina, ieri ho fatto addirittura tre test, dopo due settimane di ritardo, e oggi appena ho potuto sono andata dal mio dottore… mi ha detto che sono di circa 5 settimane."
Natasha si sedette accanto a lei sul divano sorseggiando la sua vodka.
"Sono felice per te. Ma Loki non lo sa immagino?"
" No... Sei la prima a saperlo... Intendevo dirglielo stasera, sai, se le cose fossero andate diversamente... " si strinse le ginocchia al petto.
Natasha le poggiò un braccio sulle spalle.
"Loki è un'anima tormentata ma ti ama. Sono sicura che le cose si risolveranno in un modo o nell'altro."
 
Loki arrivò davanti la villetta e si sorprese di trovarla completamente immersa nel buio. Nemmeno le luci del vialetto erano accese. Dopo un paio di tentativi riuscì ad aprire la porta di casa. Salì in camera da letto cercando di fare più piano possibile, ma quando entrò vide la camera vuota e vestiti sparpagliati sul letto. Si abbassò con fatica per guardare sotto il letto, confermando i suoi timori. La sua valigia non c'era più.
Sif se ne era andata.
 
 
*Green card: cittadinanza americana acquisita col matrimonio.
** Ragazze, non ne ho idea, l’ho inventato io.

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Capitolo 7
*** Maybe recall? ***


AU- Modern days
Part 3
Sif si svegliò per il fastidioso senso di nausea che da qualche settimana la importunava piacevolmente. Cercando di fare il più piano possibile per non svegliare la bambina andò in bagno per darsi una rinfrescata dal giorno prima e vestirsi. Ne uscì poco dopo pronta per andare in centrale. Scese le scale ma venne attratta dal profumo celestiale proveniente dalla cucina. Natasha era già in piedi, pronta e all'opera nel cucinare pancakes. Entrò in cucina con lo stomaco che brontolava rumorosamente.
"Buongiorno, dormito bene?"
"Si, più o meno. Alexis ha tirato calci tutta la notte... "
Si sedette sulla penisola della cucina, iniziando a versarsi la spremuta e guardando la caraffa di caffè con desiderio.
Natasha le versò sul piatto due frittelle ancora fumanti.
"Già, ho ringraziato il cielo quando ha smesso di dormire nel lettone con noi." Si sedette di fronte all'amica che aveva iniziato a divorarle voracemente.
"Credo che mio nipote apprezzi molto i miei pancakes.” Sif annuì con la bocca piena.
“Comunque… Come va stamattina? Si è fatto sentire?"
Sif fece un lungo sospiro. "Ho acceso il cellulare e ho trovato 15 chiamate di ieri sera e stanotte. Pensi che… Dovrei richiamarlo?"
"Uhm... No, lascialo cuocere un altro po'. Ma adesso tieni acceso il cellulare, fallo almeno squillare. Tendigli un ramo di speranza. Continuerà a chiamare tutta la mattina, ma tu rispondigli solo verso il pomeriggio. Avrà tempo così di riflettere."
“Nel programma di accademia militare in Russia c’è anche psicologia di coppia? Perché io credo di aver saltato questo capitolo.”
“Sì, qualcosa del genere.” Si guardarono un attimo negli occhi prima di scoppiare a ridere.
 
Era una bella mattinata per essere marzo. Il sole era alto nel cielo e non c'era nemmeno una nuvola, l'ideale per una passeggiata fino alla centrale. Si fece lasciare tre isolati prima e fece l'ultimo tratto a piedi nel rumore confortante della città piena di vita. Arrivò davanti al grosso edificio grigio, fermandosi un attimo davanti l'ingresso. Aveva visto in lontananza arrivare una grossa Harley Davidson nera con a bordo un ammasso di muscoli e capelli biondi svolazzanti. Thor magari avrebbe potuto consigliarle come comportarsi con suo fratello… Guardò l’orologio.  Era tardi, se non si fosse sbrigato sarebbe salita senza di lui. Se solo la macchina davanti non lo avesse rallentato così tanto... Perché si stava fermando?
Fu tutta questione di pochi secondi. La vettura che rallentava, i vetri che si abbassavano, le mitragliatrici che iniziarono a fare fuoco al grido di "Kingpin libero!". Al momento non registrò il dolore al petto che la fece accasciare per terra, percepì solo lo sparo. Fu quando alzò la mano e la vide intrisa di sangue che realizzò di essere stata colpita.
 
Si risvegliò l'indomani mattina sul divano al suono della sveglia dell'iPhone. Aveva provato a chiamarla più volte ma continuava a passargli la segreteria. Il messaggio era chiaro, non voleva sentirlo.
Non era riuscito a dormire nel loro letto, era troppo bruciante la sensazione di solitudine che stava iniziando a rodergli il petto. Il mal di testa martellante lo accompagnò mentre si faceva la barba e quando si vestì, e per tutto il tragitto in taxi per andare a lavoro. Arrivò in ufficio appena in tempo per la riunione e dovette scolarsi tre tazze di caffè solo per iniziare a capire di che cosa stavano parlando. Non serviva a nulla in quelle condizioni e appena poté si ritirò nel suo ufficio cercando di riportare ordine almeno nella sua mente. Avrebbe dovuto provare a chiamarla di nuovo. Assicurarsi che stesse bene. Chiederle scusa. Almeno provare a fare la pace. Prese il telefono e compose il numero a memoria.
Attese con agonia che iniziasse a squillare e quando stava ormai perdendo le speranze, sentì il segnale di risposta.
"Sif, tesoro, ti prego non riattaccare. Scusami, ieri non volevo... "
"Loki! Loki, sono Thor! Stavo… stavo appena per chiamarti! C'è stata una sparatoria davanti la centrale, Sif... Sif è stata... È stata colpita mentre stava entrando... "
"Cosa!? Dove... Dov'è adesso?!"
"La stanno portando d'urgenza all'ospedale...non...non mi hanno fatto salire con lei in ambulanza...non so... Non so come sta... C'era sangue dappertutto...mi dispiace... Devi...devi venire subito."
Ma Loki non lo stava ascoltando più; stava già scendendo gli scalini a due a due.
 

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Capitolo 8
*** Don't lie to me ***


AU - Modern Days 
Part 4



Non riusciva a respirare. Avvertì qualcuno che chiamava il suo nome, una presenza vicino a lei. Tutto era ovattato e buio, avrebbe voluto soltanto chiudere gli occhi. Mani che la toccavano, la alzavano, voci, sirene, un'ambulanza?
Cercò di parlare, ma farlo le risultò impossibile. I polmoni bruciavano. Ma doveva dirlo, dovevano aiutare il suo bambino. Ci riprovò.
"S...So..."
"Signora, signora, mi sente? Stia calma, andrà tutto bene, la stiamo portando in ospedale."
Un infermiere brizzolato spuntò confusamente nel suo campo visivo.
"...s..cinta..." biascicò.
"Non la capisco, può ripetere?" l'infermiere si avvicinò.
"Sono...incinta..." bisbigliò allo stremo delle forze.
Vide l'uomo capire e fare cenno al collega. "Avvisa la sala operatoria che stiamo portando una donna con ferita da arma da fuoco al petto in stato interessante, è urgente!"
 
 
Loki visse con pura agonia i 20 minuti di strada prima di arrivare in ospedale. Pregò Dio, tutti i santi che conosceva, pregò chiunque potesse ascoltare, che rimanesse viva, così che avrebbe potuto scusarsi con lei,  l'avrebbe potuta ancora vedere dormire accanto a lui, mangiare schifezze sul divano, punzecchiarsi con battutine sagaci, addormentarsi insieme dopo aver fatto l'amore, tutto. Avrebbe lasciato il lavoro, la carriera, sarebbe cambiato completamente, sarebbe diventato un marito migliore, un fratello, un figlio migliore, se solo lei fosse rimasta viva. Ti prego, tutto, ma non lei.
Arrivò correndo dentro la hall e trovò Thor, con gli occhi cerchiati, la maglietta bianca sporca di sangue, in un angolo della sala d'attesa.
"Loki! Grazie al cielo sei arrivato!" il fratello gli andò incontro.
"Dov'è Sif?!" chiese spiritato.
"Loki calmati e respira." lo prese saldamente per le spalle. "L'hanno portata d'urgenza in sala operatoria. È sotto i ferri. Possiamo solo aspettare che esca."
 
Rimase 5 ore in quella sedia davanti la sala operatoria. Occhi rossi e gonfi, fermo, immobile a guardare fisso davanti a sé. Non aveva più giacca né cravatta, il gilet aperto e la camicia sgualcita. Lo raggiunsero la madre e persino il padre, con cui non si vedeva dal giorno del matrimonio. Non venne detta una parola tra di loro, solo i mormorii di grazie per essere venuti quando Thor li fece andare a casa ad aspettare novità, sarebbe rimasto lui con il fratello. Jane, Natasha, i colleghi della centrale e dell’ufficio chiamarono per sapere. Non parlò con nessuno di loro, lasciò a Thor il compito di spiegare per dieci volte cosa era successo, e quel poco che stava succedendo. E ogni volta che lo sentiva un brivido gli partiva dalla spina dorsale e gli chiudeva la gola in un pianto muto.
 
 
Finalmente un dottore uscì dalla porta grigia.
"Chi è il marito dell’agente Tarbush?"
Loki scattò dalla sedia.
"Sono io! Sono il marito! La prego, mi dica che sta bene..."
"Sua moglie è viva ed è stabile." il dottore sorrise rassicurante. Loki riprese a respirare mentre Thor ringraziava il cielo.
"Purtroppo però il proiettile ha perforato di striscio un polmone e a causa della gravidanza in corso abbiamo dovuto agire in maniera più delicata per cercare di salvare il bambino... " Loki lo guardò confuso.
"No, mi scusi, forse ha sbagliato persona, mia moglie... Sif non è incinta."
Il dottore ebbe un attimo di esitazione. Aprì la cartelletta.
"Sif Lauren Tarbush, sposata con Loki Odinson, nata a Greenville il 12 marzo 1984?"
Loki sbiancò.
"Sì... Si è lei."
Thor lo prese per un braccio e lo fece sedere. Prese un respiro soffocato.
"Non sapevo che mia moglie fosse incinta. Il ba...il bambino... Come sta?"
Guardò verso il dottore che ebbe un attimo di esitazione.
"La ferita fortunatamente ha riguardato la parte superiore del corpo, ed il feto non ha subito traumi diretti... Ma è pur vero che non sappiamo se la mancanza di ossigeno e la perdita di sangue dovuta alla ferita siano state così prolungate da portare alla morte fetale. Al momento non ci sono sintomi di aborto spontaneo e questa è una cosa positiva. Ma potremmo essere sicuri solo fra una settimana."
Loki lo aveva ascoltato in stato di trance.
"Perché.. Cosa succede fra una settimana?"
"Sua moglie dovrebbe entrare nella sesta settimana e sarà possibile accertarci se il cuore del bambino ha iniziato a battere. Se non dovesse essere così...dovremmo procedere al raschiamento. Sarò sincero con lei, le probabilità di sopravvivenza del feto dopo un tale stress fisico della madre sono bassissime. Non voglio che si faccia troppe illusioni."
"Ho capito." Loki guardò il pavimento, cercando di assimilare queste informazioni.
Thor, che in tutto questo era rimasto accanto al fratello scioccato quanto lui, gli mise una mano sulle spalle cadute.
"Dottore, adesso è possibile per mio fratello vederla?"
"È ancora sotto anestesia, ma se vuole signor Odinson, può venire."
"Certo..." si alzò dalla sedia.
Thor lo fermò prima che andasse.
"Ehi, sta tranquillo. Sono sicuro che andrà tutto bene. Sif è la persona più forte che conosca.  Io rimango qui e intanto avviso mamma, Jane e gli altri." fece una pausa. "Preferisci che per adesso non dica niente del..?"
"No. lo dirò solo dopo... se ci sarà ancora qualcosa da dire..."
Thor annuì greve. Si girò un attimo a guardarlo prima di seguire il dottore. "Grazie, fratellone."
Sorrise. Erano anni che non lo chiamava così.
 
Sif si svegliò dal buio pesante da cui aveva cercato di sfuggire da ore. Iniziò ad avere consapevolezza del proprio corpo; cercò di muovere le dita dei piedi, le mani, infine cercò di aprire gli occhi. Si rese subito conto del respiratore a cui era attaccata: il fastidioso rumore le stava intralciando i pensieri che cercavano di ricostruire quello che era accaduto dopo la sparatoria. Un ricordo confuso di Thor  che le premeva sul petto si affacciò alla sua mente. Immediatamente il panico crebbe dentro di lei.
Il bambino?
E Loki dov’era?
Fortunatamente le bastò girare lo sguardo per vederlo seduto accanto a lei, addormentato in una sedia di plastica bianca da ospedale, con una mano a sorreggersi la testa. A giudicare dallo stato dei suoi vestiti e dei capelli doveva essere in ospedale già da un po'. Una mano era ancora stretta tra le sue nonostante il sonno. Cercò di stringerla più che poté per svegliarlo visto che non riusciva ancora a ritrovare l'uso delle sue corde vocali. Vide le sue palpebre svolazzare per qualche secondo prima di aprirsi di botto e guardare verso di lei.
“Sif, tesoro, riesci a sentirmi? Come ti senti?”
“Come se un tir da 18 tonnellate mi avesse investita.” gracchiò attraverso il respiratore.
Lo guardò da vicino. Aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto, cerchiati di nero e sembrava non dormire da secoli.
“Che ore sono?”
Loki guardò l’orologio al polso.
“Le 5:00 del mattino. Hai dormito per circa 12 ore.”
“Non credo di averlo fatto in tutta la mia vita.”
Lui la guardò serio.
“Non ho mai avuto così tanta paura in tutta la mia vita. Temevo che non ti avrei rivista più e ho delle scuse in sospeso da darti. Avevi ragione, come sempre, su Kingpin. Ho detto delle cose orribili e mi dispiace, non le ho mai pensate veramente. Ora più che mai ho deciso di cambiare totalmente... Mi occuperò solo di casi civili.”
Sif lo guardò. “Anche a me mi dispiace per quello che ho detto… ma c’è un’altra cosa che dovevo dirti. Non so se già te l’hanno detto…i dottori...”
Loki si portò una mano fasciata alla bocca per posargli un bacio.
“Sì. Sono stato informato.” Sorrise con tristezza.
“Avevo intenzione di dirtelo in una maniera più romantica; una bella cenetta a lume di candela magari, e un paio di scarpette da neonato sopra il tavolo.”  Chiuse un attimo gli occhi.“Ti prego dimmi che posso andare ancora a comprare quelle scarpette.”
 Loki le accarezzò i capelli. “E ti prego di non mentirmi. Voglio la verità.”
Prese un respiro prima di iniziare.
 “Il dottore ha detto che per adesso non ci sono segni di aborto spontaneo, in ogni caso non è possibile verificare con certezza se il bambino è ancora vivo fino alla settimana prossima quando dovrebbe essere possibile sentire il battito cardiaco ma… è stato molto chiaro. È  davvero difficile che possa essere sopravvissuto…”
Sif annuì. Una lacrima soltanto scese lenta ma venne asciugata dalle labbra di Loki.
“Ehi, qualsiasi cosa succeda, ce la faremo insieme. Sono qui e non ho nessuna intenzione di andarmene. Ti amo, Sif. E amo anche lui.” Indicò la sua pancia piatta. “E questo mi fa morire di paura, perché...perchè... come si fa ad amare qualcuno così tanto dopo solo 5 minuti dalla scoperta della sua esistenza? Ma sento nel profondo del mio cuore che lo amerò fino alla fine dei miei giorni perché… perché è nostro figlio. Solo a dirlo mi viene da piangere e ridere insieme. Mi rende felice in una maniera assurda tanto quanto mi fa spavento. Ed è bellissimo. Finché ci sarà speranza per lui, spererò più che posso, Sif. So che ce la può fare, sei sua madre e se ha preso anche solo un minimo della tua determinazione possiamo stare tranquilli….E se non dovesse farcela…sarà sempre una parte di noi. Nostro figlio. Qualsiasi cosa accada.”
 
Angolo dell'autrice (che sono io!)
Allora...per farmi perdonare l'assenza ecco che pubblico un duplex visto che originariamente dovevano essere due mini capitoli...Pure Fluff di qualità per voi, carissime shippatrici di OTP impossibili e che probabilmente non saranno mai canon... tenetevi i fazzoletti per l'ultimo capitolo, che avrà come colonna sonora la canzone "Turning page" di Sleeping at last.....Ascoltatela e ditemi se non fa piangere!

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Capitolo 9
*** Be a father ***


A svegliarlo dal sonno leggero in cui era caduto dopo la conversazione notturna con Sif fu la mano leggera di sua madre.
"Loki, tesoro... "
Per un attimo ritornò a quando era piccolo e Frigga veniva a svegliarlo per andare a scuola.
Poi aprì gli occhi e si ritrovò in una camera d'ospedale e Sif distesa sul lettino. Gli eventi del giorno prima ritornarono prepotenti tra i suoi ricordi.
Si massaggiò la faccia, sotto il sorriso preoccupato di sua madre.
"Che ore sono? " sussurrò. Sif dormiva ancora e non aveva intenzione di svegliarla.
"Le nove...sono venuta per darti il cambio. Va a casa a farti una bella doccia e cambiarti. Riposa qualche ora. Sei molto provato anche tu."
Avrebbe voluto protestare, ma sapeva perfettamente che aveva ragione. Erano più di 24 ore che era seduto al capezzale di Sif e iniziava ad avvertire la stanchezza aggravata dalla mancanza di sonno. E sua madre era l'unica persona di cui si fidava ciecamente per lasciarla al suo posto a vegliare su di lei.
Si alzò dalla sedia sgranchendosi.
"Va bene, ma torno fra un paio d'ore. Chiamami appena si sveglia, o se dovesse succedere qualcosa."
Frigga annuì contenta che il figlio non avesse fatto storie.
"Sta tranquillo, ci penso io."


Loki entrò a casa e si diresse quasi ad occhi chiusi dentro la doccia. L'acqua calda sciolse la tensione accumulata sulle spalle e gli permise di riflettere su tutto quello che era successo.
Aspettavano un bambino!
Ancora non riusciva a crederci. A mente fredda la cosa non era poi così tanto inaspettata. Non era stato programmato, ma era pure vero che negli ultimi tempi non erano stati esattamente "attenti". Era una cosa rimasta nell'aria, un tacito consenso da entrambe le parti a provarci. Ed ora... Ora che esisteva... Il solo pensiero che forse non ce l'aveva fatta il suo piccolino... Doveva essere forte per Sif, ma lì, da solo, sotto la doccia si permise di essere debole e di lasciarsi andare a un pianto di sfogo per tutta la paura e l'ansia che aveva.

Quando si diresse in camera per vestirsi si meravigliò; la loro stanza era intatta per come l'avevano lasciata 48 ore prima. Per lui era cambiato un mondo. Sembrava una vita fa. Prese un borsone e raccolse le cose che supponeva potessero servire a Sif per quella lunga settimana. Nel cassetto della biancheria, sotto i completi intimi, trovò 3 test di gravidanza. Tutti e tre colorati di un'allegra stanghetta rosa. Li osservò col cuore in gola.
Voleva ridere e piangere nello stesso momento.
Lui padre.
Un figlio, una parte di sè combinata ad una parte di Sif. Qualcosa di meraviglioso e sconvolgente, di prezioso quanto fragile, qualcuno che avrebbe avuto bisogno di lui, per cui avrebbe dovuto essere un padre.
Sarebbero stati una famiglia, lui sarebbe stato un padre.
Una parola che non gli rimandava ricordi piacevoli.
Ma avrebbe potuto cambiare tutto. Lui o lei sarebbe stata il suo voltare pagina, chiudere definitivamente col passato. E Sif? Oddio, lei sì che sarebbe stata una madre meravigliosa. La sua donna, la sua metà, l'essere che più amava in questa terra, che trasportava un germoglio di vita.
Qualcosa di loro.

Qualcosa che avevano creato insieme.
Qualcosa di assolutamente bello e perfetto.
Si buttò sul letto ancora sfatto.
"Dio, ti prego, fa che sopravviva." mormorò al soffitto chiudendo gli occhi.

Entrò nel corridoio dell'ospedale e venne travolto da una cascata di urlanti ricci rossi.
"Ziooo!! Siamo venuti con la mamma e papi perché la zia si è fatta male e le stanno facendo passare la bua e io la volevo vedere tanto tanto, sai, così le portavo l'orso Bobi che lui mi fa passare sempre il male al pancino quando ho la bua, ma il dottore antipatico mi ha detto che sono troppo piccola per vedere la zia, ma io gli ho detto a lui che sono grande! Ho già così!" e mostrò orgogliosa 4 ditina paffute.
Loki non aveva capito un'acca del discorso della bambina, ma nondimeno era felice di vederla.
Poco più in là comparve suo padre.

"Clint."
"Ciao Loki." prese Alexis in braccio, che gli circondò subito il collo con Bobi al seguito.
Lo guardò, pensando se lui avrebbe avuto questa sensazione.
"Mi dispiace per Sif. Non posso credere che fino a due notti fa era a casa nostra e adesso... "
Loki annuì.
"Sì riprenderà, Loki. È forte."
"Sì, è solo che bisogna superare...l'impatto." mormorò stanco.
Clint si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Non lo aveva mai visto così tanto stremato e svuotato. Ogni vecchio rancore svaporava nella pena che gli faceva. Anche lui aveva passato lo stesso calvario, quando per un pelo non aveva perso Natasha a Budapest in una sparatoria inaspettata. Ma in quel caso Nat non era ancora sua moglie e di certo non era incinta.
"Per adesso ci sono tua madre e Natasha con lei. Ma chiedeva di te. Dovresti andare. Ha bisogno che tu le stia vicino."


Una settimana dopo

Non era certo di aver mai provato una tale ansia e paura come quelle che provava in quel momento.
Il dottore li aveva fatti accomodare sopra il lettino per l'ecografia interna ed era uscito lasciandoli da soli per qualche minuto.
Sif gli strinse più forte la mano che non aveva mai lasciato da quando si era alzata dal letto.
"Loki, ho paura."
Avrebbe voluto dire qualcosa per farla stare meglio, ma la verità era che controllava a malapena la tensione che provava.
"Anche io." La guardò negli occhi cercando di abbozzare un sorriso.
Rientrò la ginecologa. Preparò il tutto in un silenzio carico di nervosismo.
Posizionò il sondino e attesero per un tempo che parve infinito.
Non si sentì nulla.


Pov Sif

Furono settimane difficili quelle immediatamente successive al raschiamento.
Amavamo quel piccolo esserino, e lo volevamo, anche se era inaspettato.
Perdere il nostro bambino fu un vero e proprio lutto, ed impiegammo un po' per elaborare la cosa.
Loki mi fu vicino, e credo che sarei impazzita senza di lui. Ci facemmo forza a vicenda.
Di fondo c’era il dolore e, a secondo dei giorni e dei momenti, si avvicendavano la tristezza, l’agitazione, la collera, il senso di colpa.
A volte c'erano lunghe notti che passavo a piangere abbracciata a lui.
 Se fossi stata più attenta, se avessi ritardato, se fossi rimasta a casa...
Tutto quei se che non facevano altro che alimentare il dolore, ed erano solo i forti abbracci e le dolci parole di Loki che mi riportavano alla realtà.

Con il trascorrere del tempo, la situazione migliorò. Piano piano il disagio e le emozioni negative divennero sempre meno frequenti e più gestibili.

Giorno dopo giorno il dolore si trasformò fino a diventare qualcos’altro: non più struggimento e disperazione, ma ricordo, nostalgia, accettazione.

Non avevo dimenticato il mio bambino quando un giorno, quasi con paura, mi ritrovai a vomitare con Loki che mi teneva i capelli. Non lo avevo dimenticato nemmeno quando ci ritrovammo davanti la farmacia, mano nella mano, per ricomprare quel test.
Un bambino perso, non è perso per la sua mamma. Lei lo custodisce per sempre, al sicuro, nel suo cuore.

Ma adesso c'era qualcun altro che reclamava la mia attenzione.






Loki cercò di non urlare dal dolore quando all'ennesima contrazione Sif gli stritolò la mano così forte che era certo sarebbe diventata nera. Quando finì riprese fiato e allentò la presa. Le massaggiò dolcemente la zona lombare in modo meccanico, come gli aveva detto di fare l'ostetrica da quando erano entrati cioè circa due ore fa.
Non aveva detto granché, Sif voleva il silenzio assoluto, e anche volendo, per tutto ciò che stava vedendo, ed era certo che non l'avrebbe mai più dimenticato, non era certo di riuscire a parlare e stare in piedi contemporaneamente. E dire che si era sempre fatto fregio del suo sangue freddo e della sua lingua d'argento.
Sif era lì tutta sudata e ansante che seguiva precisa i comandi dell'ostetrica, concentrata al massimo nell'impresa che da millenni non finiva mai di sorprendere e meravigliare.
La nascita.
Passarono interminabili minuti quando finalmente l'ostetrica disse che si vedeva la testa.
Loki affacciò un attimo ma subito si ritirò nel suo angolo di visuale sicura.
Poi fu tutto un momento sfocato.
Uscì la testa fra le urla di Sif e dopo un minuto la sua bambina era poggiata al petto della madre.
Non riuscì nemmeno in quel momento a dire nulla.
Le urla della sua piccolina gli riempirono le orecchie e il cuore.
Iniziò a piangere senza che riuscisse a registrare che lo stava davvero facendo.
Sif l'aveva presa e messa vicina, baciandole la testolina, e anche se era viola e appiccicosa, fu sicuro di non aver mai visto niente di più bello in tutta la sua vita.
Forse tutta la sua vita, ogni suo respiro, era servito solo per arrivare a lei.
La sua creatura, che aveva una testolina fitta di capelli neri e gli assomigliava così tanto che ne ebbe quasi paura. Abbracciò Sif, baciandole la fronte, il viso, le labbra, guardandola come una dea, per la meraviglia che aveva appena compiuto.
"Grazie. Ti amo. Vi amo con tutto me stesso."

Forse fu in quel preciso momento della sua vita che capì davvero il significato della parola amore.
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice (che sono io!)
Capitolo davvero difficile per me, non sapevo fino all'ultimo come sarebbero andate le cose e ho lasciato semplicemente che la storia si scrivesse da sola. Però, dai, alla fine spero che tutti siano rimasti contenti! Spero che vi sia piaciuta, e vi prego, anche voi lettori silenziosi, lasciate un pensiero. Questa 'storia' all'interno della storia è stata davvero qualcosa di molto importante per me, è stato inatteso quanto voluto.
Inoltre per quanto riguarda i pensieri di Sif ringrazio il forum di una psicologa che tratta questo tema, purtroppo ho vissuto indirettamente una cosa del genere e so che non importa quanto piccolo possa essere, l'amore c'era e rimane.
Grazie ancora a tutti, e spero di risentirci presto con la continuazione di questa raccolta.
Un HiddlestonHug a tutti!

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