Il segreto di Sophie

di Marlena_Libby
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era una bella giornata di sole a San Fransokyo e Hiro aveva deciso di andare al parco per svagarsi un po' dopo un'intera giornata passata a studiare. Uno dei suoi professori l'aveva riempito di compiti perché era il primo della classe: lui amava la robotica, ma non per questo voleva più compiti, soprattutto perché di lì a poco ci sarebbero state le verifiche di fine quadrimestre e aveva bisogno di tempo per ripassare. A quanto si diceva sarebbero state difficilissime e tutti gli studenti erano agitatissimi! Quella mattina Wasabi si era agitato al solo pensiero e aveva cominciato a sudare così tanto da doversi cambiare la maglietta per ben due volte! Pensò all'avventura che aveva vissuto con i suoi amici per vendicare Tadashi: era passato un mese da allora e ogni volta che ci ripensava gli sfuggiva qualche lacrima. Suo fratello se n'era andato troppo presto e aveva ancora tutta una vita davanti: non avrebbe mai potuto trovarsi un lavoro, né innamorarsi e nemmeno formare una famiglia. Hiro però aveva intenzione di andare avanti nonostante il dolore e di vivere appieno la sua vita anche per lui. Decise di tornare a casa, ma all'improvviso una ragazza gli cadde addosso e finirono entrambi in una pozzanghera di fango.
- Oh scusami piccolo, non ti avevo visto! - disse lei mentre lo aiutava a rialzarsi.
- No, non fa niente - rispose lui e si soffermò un attimo a guardarla.
Doveva avere almeno diciotto anni: era alta, magra, con la pelle chiara, i capelli corti di un bel biondo acceso e gli occhi azzurri e visto il suo accento doveva essere americana. Era vestita di rosa e aveva al collo un preziosissimo medaglione bianco e dorato, uno di quelli in cui si mettono le foto.
- Meglio se vado a casa a cambiarmi. Perché non vieni anche tu visto che ti sei sporcata peggio di me? - le disse Hiro. Chissà perché, ma aveva la sensazione di doverla conoscere meglio.
- Grazie, per fortuna che avevo dei vestiti di ricambio. Io mi chiamo Sophie Ricksen, e tu?
- Io sono Hiro Hamada, piacere. Abito sopra il Lucky Cat Cafè, il bar di mia zia - e detto questo si incamminarono, mentre Hiro continuava ad avere la sensazione che quella ragazza avrebbe portato novità importanti nella sua vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Appena arrivarono al bar, Cass andò loro incontro e abbracciò il nipote.
- Hiro, meno male, cominciavo a preoccuparmi! E lei chi è? - concluse poi, notando Sophie.
- Lei è Sophie, l'ho conosciuta poco fa al parco. Mi è caduta addosso e siamo finiti entrambi nel fango. Possiamo salire sopra a cambiarci?
- Certo. Quando avrete fatto scendete, vi farò trovare qualcosa da mangiare.
- Va bene.

Mentre Hiro si cambiava, la bionda lo aspettava seduta su uno dei due letti e si guardava intorno curiosa. Non poteva credere di essere nella stanza di Hiro! Era da tempo che sperava di conoscerlo e pensare che l'aveva incontrato per puro caso! Si tolse in medaglione dal collo, lo aprì e si mise ad accarezzare la foto al suo interno con un dito.
- Oh Titti, quanto mi manchi! - disse con aria triste.
- Qualcosa non va? - chiese una voce facendola sobbalzare. Si voltò e vide Hiro che la guardava perplesso.
- No, niente! Ora vado a cambiarmi - rispose lei richiudendo in fretta il medaglione e appoggiandolo sul comodino.
Hiro si mise a osservarlo: era a forma di cuore, fatto di madreperla e con delle decorazioni d'oro così come la catenina. Fece per prenderlo, ma Sophie entrò e lo agguantò in fretta e furia.
- Non toccarlo! - disse lei.
- Scusa... - rispose lui non capendo perchè la ragazza avesse reagito così.
- Non fa niente - disse lei addolcendosi. - Questo medaglione è molto importante per me. Dentro c'è una foto del mio ragazzo. Ci siamo conosciuti tre mesi fa: ci siamo scontrati ed è stato amore a prima vista, ma purtroppo ci siamo lasciati - concluse intristendosi.
- Mi dispiace, so come ci si sente a perdere qualcuno a cui tieni. Mio fratello è morto un mese fa - disse Hiro lasciandosi sfuggire una lacrima.
- A te è andata peggio che a me.
- Prima ho sentito che lo chiamavi Titti - continuò il ragazzino incuriosito da questa cosa.
- Avevo l'abitudine di chiamarlo con quel soprannome - rispose lei ridacchiando.
- Ma cambiando argomento, come mai avevi dei vestiti di ricambio?
- Beh, sai, mi capita spesso di cadere e sporcarmi, quindi mi porto sempre dei vestiti di ricambio.
- Non sembri una che si sporca spesso.
- E tu non sembri uno che ama la robotica.
Hiro rimase sorpreso.
- Come sai che amo la robotica? - chiese.
-Oh, beh... La tua stanza è piena di congegni - rispose lei improvvisamente nervosa.
Hiro non ne era del tutto convinto, ma decise di crederle.
- Vado alla SFIT con i miei amici. Magari domani te li faccio conoscere, ormai anche tu sei mia amica.
- Grazie, mi piacerebbe molto!
- Ci vediamo al parco?
- Certamente!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il giorno dopo Sophie si recò al parco e si sedette su una panchina ad aspettare. Aveva la mente assorta, quando sentì una voce che la chiamava.
- Ehi Sophie eccoci! - si girò e vide Hiro in compagnia di un gruppetto di ragazzi.
La prima era una ragazza alta, bionda con gli occhi verdi, portava gli occhiali e aveva un radioso sorriso in faccia. La seconda aveva i capelli scuri con alcune ciocche viola e un'aria ribelle. Poi c'era un ragazzo alto quanto un grattacielo, i capelli in stile afro e la pelle scura. L'ultimo era un ragazzo con i capelli biondi, un cappello jamaicano e un sorriso sciocco sul viso.
- Sophie, loro sono Fred, Wasabi, GoGo e Honey, i miei migliori amici - li presentò Hiro.
- Piacere di conoscervi - disse lei stringendo la mano ad ognuno di loro.
- Wow, questo è il medaglione più bello che abbia mai visto! - esclamò Honey alla vista del medaglione di Sophie.
- Grazie - disse lei stringendo il gioiello tra le mani, come a voler evitare che loro lo toccassero o lo guardassero.
- Che ne dite di andare a fare una passeggiata? - propose Hiro.
Tutti annuirono e cominciarono a girare senza meta per la città parlando del più e del meno.
- Sai, quando Hiro ci ha detto che ci avrebbe presentato una nuova amica Honey si è messa a fare le capriole dalla gioia per tutta la scuola! - disse Fred ridendo.
- E come potevo non farle? Adoro fare nuove amicizie! A proposito Hiro, come l'hai incontrata? - chiese Honey al ragazzino.
- Ieri ero andato al parco per rilassarmi e mentre stavo per andarmene mi è caduta addosso - disse lui e gli altri ridacchiarono. - Adesso andiamo tutti a casa mia Sophie, devo farti conoscere un altro membro del gruppo.

Quando arrivarono, Hiro prese una valigetta rossa e si punse un dito con uno spillo dicendo "ahi". In quel momento dalla valigetta uscì uno strano robot bianco e morbido come un marshmallow.
- Io sono Baymax, il tuo personale assistente sanitario. Ciao Hiro - disse il robot.
- Ciao Baymax, volevo presentarti Sophie. Sophie, lui è Baymax, un robot medico progettato da mio fratello.
La ragazza interpellata si avvicinò al robot con lo sguardo perso nel vuoto e gli mise una mano sulla guancia. Poi iniziò a girarle la testa e stava quasi per cadere, ma arrivarono Hiro e Wasabi a sorreggerla.
- Sophie che ti prende?! Che hai?! Baymax, visitala subito! - urlò Hiro in preda al panico.
- No, non ce n'è bisogno! Ora devo scappare, ciao! - disse lei correndo via dopo essersi faticosamente rimessa in piedi lasciando perplessi gli altri.
"Per fortuna non mi sono fatta visitare!" pensò la ragazza mentre correva a casa. "Se scoprissero tutto prima del tempo sarebbe un disastro!"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era passata solo una settimana e il gruppo andava già molto d'accordo con Sophie: Honey si era divertita come una matta a fare shopping con lei, GoGo l'aiutava a sentirsi più sicura di sé, a Wasabi piaceva parlarle della vita che conducevano alla SFIT e Fred amava tantissimo farla ridere. Stavano tornando a casa dopo aver preso un frullato tutti insieme e parlavano del più e del meno.
- Fred è stato davvero esilarante quando prima ti sei fatto uscire il frullato dal naso! Ma si può sapere come hai fatto?! - gli chiese Sophie, che ancora non riusciva a smettere di ridere per questo.
- Anni di pratica - rispose lui vantandosi.
- Sophie, ho notato che il tuo medaglione è uno di quelli in cui si mettono le foto: per caso ce n'è una nel tuo? - le chiese Wasabi.
-C'è una foto del mio ragazzo. Mi ha lasciata un mese fa ed eravamo così felici insieme!- rispose lei mogia.
- Quel tipo non capisce niente: sei la ragazza più dolce e carina che conosca! - le disse convintissima Honey.
- Se vuoi il mio parere rimpiangerà per tutta la vita di averti lasciata scappare così facilmente - le sorrise GoGo poggiandole una mano sulla spalla.
- Grazie ragazze - disse lei sorridendo a entrambe di gratitudine.
- Ragazzi vi ricordate quando abbiamo sconfitto Yokai un mese fa? Spero che ci ricapiti presto, è stato davvero fo... Ahi! - Fred finì così la frase perché Hiro gli aveva pestato un piede apposta per zittirlo. -Ma perché l'hai fatto?!
- Eravamo d'accordo che non avremo parlato a Sophie della nostra avventura! - gli sussurrò il ragazzino arrabbiato.
- Scusa, l'avevo dimenticato! - sussurrò il biondo mortificato.
- Fred di cosa parlavi? - chiese Sophie non capendo perché quei due bisbigliavano.
- Yokai è il cattivo di un mio videogioco: il mese scorso abbiamo fatto un pigiama party e ci abbiamo giocato tutti insieme - si affrettò a rispondere lui.
Hiro si era messo d'accordo con loro di non dire a Sophie che erano supereroi per non metterla in pericolo. Anche se la conosceva da poco le si era affezionato e voleva proteggerla a tuti i costi.
Passando davanti a un vicolo videro due uomini che discutevano animatamente.
- Dobbiamo portare alla base tutto il materiale e subito! Se la polizia ci scopre adesso siamo fritti! - disse il primo, un uomo massiccio e abbronzato con la voce roca.
- Ti ho già detto mille volte che non possiamo se prima non avremo tutte le informazioni necessarie! - rispose l'altro, un uomo magro con i capelli grigi.
Mentre ascoltavano di nascosto la conversazione, Fred perse l'equilibrio e cadde per terra attirando l'attenzione dei tipacci.
- Ehi voi, ragazzini! - gridò l'energumeno.
Hiro e gli altri stavano per darsela a gambe, ma quello con i capelli grigi tirò fuori un revolver e lo puntò contro di loro.
- Se fate un altro passo vi imbottirò di piombo! Ora salite sul camion senza fare scherzi!
Loro furono costretti a obbedire, poi i tipacci chiusero a chiave la porta del camion e si misero alla guida del veicolo.
- Che facciamo, che facciamo, che facciamo?!?!?! - gridò Wasabi in preda a una crisi di panico.
- Fai la donna Wasabi! - gli urlò GoGo nervosa.
- Smettetela entrambi e cerchiamo un modo per uscire! - li rimproverò Hiro.
Intanto si accorsero che il camion si era fermato, ma non dovevano ancora essere arrivati alla "base" di cui parlavano quei due, perché altrimenti li avrebbero fatti uscire per ucciderli e evitare che spifferassero ciò che avevano sentito.
- Ho una forcina: potremo usarla per scassinare la porta, uscire e nasconderci finché non se ne saranno andati - propose Honey.
Tutti approvarono e quando quei due se ne furono andati, uscirono allo scoperto e presero un autobus per tornare indietro. Quando arrivarono  a casa di Hiro, salirono nella sua stanza, lui attivò Baymax e si misero a discutere di ciò che era successo.
- Chissà chi erano e di cosa parlavano. Dobbiamo entrare in azione! - disse Hiro deciso.
- Eh? Di che cosa parlate? - chiese Sophie perplessa.
- Ora è inutile che cerchiamo ancora di nascondertelo: noi siamo gli eroi che hanno salvato la città un mese fa e non ti abbiamo detto nulla per proteggerti. Ora che lo sai puoi aiutarci se ti va - le propose Hiro.
- Certo che mi va, questo mi farà sentire ancora più parte del vostro gruppo! - rispose lei entusiasta.
- Bene, ci vediamo qui domani per raccogliere informazioni su quei tipi. Intanto progetterò la tua armatura Sophie.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo andarono tutti a casa di Hiro, come stabilito.
- Ok, prima di iniziare, vorrei farvi vedere l'armatura di Sophie - disse Hiro tirando fuori da sotto il letto un'armatura azzurra e cominciando a spiegare come funzionava.
- Allora, premendo questo tasto sulla visiera del casco potrai vedere dentro gli edifici e premendo questo sul braccio potrai diventare invisibile. Invece dicendo "attivazione ali" si attiveranno dei razzi dietro la schiena che ti permetteranno di volare e premendo questo tasto sul braccio quando qualcuno ti dice qualcosa, sulla visiera ti apparirà scritto se sta mentendo oppure no.
Sophie osservava l'armatura con gli occhi che le brillavano per la meraviglia.
- Sei davvero un portento, è una meraviglia! - si complimentò lei.
- Beh, che ne dite di metterci al lavoro? - chiese Wasabi.
Tutti annuirono, così Hiro accese il suo computer e cominciarono a cercare informazioni sui malviventi che li avevano attaccati.
- Ho trovato qualcosa! Quello grosso e abbronzato si chiama Dallas Thackery, è un grande esperto di esplosivi ed è ricercato per aver fatto esplodere una compagnia di assicurazioni. Invece l'altro è Paul Howard, è esperto di droghe e veleni ed è ricercato per aver ucciso Gordon Kingsleigh, un importante politico americano - lesse Hiro.
- Però abbiamo bisogno di più informazioni: dai discorsi che abbiamo sentito sembrava che stessero lavorando per qualcuno - fece notare GoGo.
- Hiro ingrandisci le loro foto nella zona del collo, mi pare di aver visto qualcosa - chiese Honey.
Hiro le ingrandì e videro che entrambi i malviventi avevano sul collo uno strano tatuaggio: si trattava del simbolo dell'infinito in arancione sopra un quadrifoglio nero; così fecero ulteriori ricerche.
- Quel tatuaggio è il simbolo della Cost Avenue, un'organizzazione di criminali che ruba tecnologie avanzatissime e le vende per guadagnare soldi e sviluppare armi per i loro scopi. Ogni membro deve per forza avere quel tatuaggio sul collo.
Poi Hiro cliccò su una foto: era uno donna dai capelli neri e gli occhi verdi vestita in maniera elegante.
- Lei è Sherry Richards, una miliardaria a capo dell'organizzazione. Nell'ultimo periodo l'organizzazione ha comprato tecnologie da organizzazioni criminali in tutto il mondo e le ha portate qui a San Fransokyo, dove c'è la loro base. A quanto pare il prossimo acquisto verrà fatto a Buenos Aires, in Argentina. Credo che ci toccherà fare un bel viaggetto lì - concluse Hiro.
- Possiamo andare col mio jet privato. Credo che questa sarà l'avventura più forte della nostra vita! - esultò Fred.
- Ma che scusa usiamo con i nostri genitori? - chiese Honey.
-Possiamo dire che andremo a fare una gita di più giorni con la scuola - propose GoGo.
Tutti accettarono e dopo aver salutato Hiro andarono a casa a riposare, tutti eccitati per l'avventura che li attendeva il giorno dopo, soprattutto Sophie. Era stato tutto così improvviso! Era da tempo che voleva conoscere Hiro e gli altri, ma non si sarebbe mai aspettata di trovarsi in una situazione simile! Così andò a dormire, ma non prima di aver dato un bacio alla foto del suo Titti, che in quel momento le sembrava così lontano eppure così vicino al tempo stesso. Poi sistemò il medaglione aperto sul suo comodino per fare in modo che il suo grande amore vegliasse sui suoi sogni.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il giorno seguente, dopo essere riusciti a convincere i loro genitori, i ragazzi presero il jet privato di Fred e partirono per Buenos Aires.
- Qualche anno fa mio padre ha comprato una villa per le vacanze a Buenos Aires. Ci sistemeremo lì - disse il biondo.
- Bene, ora controlliamo se abbiamo tutto. Le armature? - chiese Hiro.
- Ci sono - rispose Wasabi.
- I finti tatuaggi della Cost Avenue?
- Ce li ho io - rispose Honey.
- La mappa del posto in cui faranno il prossimo acquisto?
- C'è anche quella - rispose GoGo.
-Invece la valigetta con Baymax ce l'ho io. Allora abbiamo tutto - concluse Hiro.
- Ragazzi è da un po' che volevo chiedervelo: come mai avete deciso di diventare supereroi per salvare San Fransokyo il mese scorso? - chiese a un tratto Sophie.
Tutti si intristirono.
- Perché abbiamo scoperto che era stato quell'uomo a uccidere mio fratello ed era anche un nostro professore, Robert Callaghan - disse mogio Hiro.
- Oh, capisco - disse lei incupendosi e diventando pallida all'improvviso.
- Che ti prende? - chiese preoccupato Wasabi.
- No niente - mentì lei, ma poi si portò la mano alla bocca e corse in bagno a vomitare.
- Sophie tu non stai bene ed è inutile che continui a negare! Devi farti visitare da Baymax! - disse Hiro deciso.
- Ma no, sto bene, probabilmente a colazione ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male! Forza organizziamo il piano - rispose Sophie frettolosamente.
- Va bene - disse Hiro poco convinto.
Sistemarono su un tavolino la piantina e cominciarono a organizzarsi.
- Allora l'entrata è qui. Arriveremo travestiti da scienziati della Cost Avenue con Baymax nascosto dentro una cassa e porteremo con noi questa sfera per indossare le nostre armature: per attivarla bisogna premere su questo pulsante - disse Hiro.
- Il nostro obiettivo è arrivare al computer centrale. Dobbiamo avere i tatuaggi al collo perché ci saranno dei dispositivi di controllo a ogni stanza a cui dobbiamo mostrarli - concluse GoGo.
E dopo aver finito di organizzarsi andarono a riposarsi per essere in forze.

Intanto a San Fransokyo, in una lussuosissima villa, una donna, Sherry Richards, era stesa sul suo letto a guardare una vecchia videocassetta che le trasmetteva ricordi dolci e tristi allo stesso tempo: era il giorno del suo matrimonio e stava andando nella sua nuova casa con il marito, Brock Powers. Com'erano eccitati al pensiero della loro nuova vita! Ma in quel momento entrò Dallas Thackery.
- Mi scusi madame, devo parlarle urgentemente.
Lei mise in pausa la cassetta e tirò un vaso contro l'uomo, che per fortuna riuscì a schivarlo.
- Ti avrò detto cento volte che non voglio essere disturbata quando guardo questa cassetta! - urlò inviperita la donna.
- Lo so, ma mente io e Howard venivamo qui con il nuovo materiale abbiamo avuto delle complicazioni - si giustificò lui un po' spaventato.
- Che tipo di complicazioni?
- Dei ragazzini ci hanno sentiti parlare del piano e noi li abbiamo fatti salire sul furgone, ma mentre venivamo qui sono scappati.
- Cosa?! Vi siete fatti imbrogliare da dei ragazzini?! Avete almeno scoperto chi sono?! - urlò lei.
- Sì. Si chiamano Hiro Hamada, Sophie Ricksen, Fred Lee, GoGo Tomago, Wasabi Wood e Honey Lemon. Tutti loro, tranne Sophie Ricksen, frequentano la SFIT e da quello che sappiamo si stanno dirigendo a Buenos Aires.
- Raduna tutti i nostri uomini e partiamo subito! Non possiamo permettere che mandino tutto all'aria! - gridò Sherry.
- Agli ordini, madame!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Dopo qualche ora di viaggio arrivarono. Buenos Aires era una città molto vivace, con tanti alberi, grattacieli e strade grandi. Non era moderna e tecnologica come San Fransokyo, ma aveva il suo fascino. Fred ci era già stato altre volte con i genitori in vacanza e disse che di notte tutti i grattacieli e le strade si illuminavano creando un effetto molto suggestivo. Una volta arrivati vennero accolti dai domestici che sistemarono i loro bagagli, poi andarono in cucina, dove lo chef aveva preparato per loro un tipico piatto argentino, le empanadas. Poi si diressero nel luogo dove si sarebbe dovuto svolgere l'acquisto con i travestimenti decisi. Entrarono cercando di mantenere la calma e per fortuna nessuno si accorse che erano intrusi.
- Uffa, ma perchè devo spingerla proprio io la cassa con Baymax! - si lamentò Wasabi.
- Ma allora sei proprio una mammoletta! Non è così pesante! - sbuffò GoGo.
- Smettetela, dobbiamo essere invisibili! - li rimproverò Hiro. Poi guardando la cartina aggiunse: - Allora, se la mappa è giusta, il computer centrale dovrebbe essere dietro la prossima porta a destra.
Quando arrivarono, su uno scanner accanto alla porta comparve la scritta RICHIESTA IDENTIFICAZIONE. Tutti mostrarono i tatuaggi finti e la porta si aprì da sola. La stanza aveva le pareti azzurro chiarissimo ed era piena di armi avanzatissime e strani congegni e in mezzo a tutto questo c'era il computer centrale. Dopo aver fatto uscire Baymax dalla cassa, Hiro accese il computer, ma doveva prima inserire la password.
- Quale potrebbe essere? Ci sono, "Cost Avenue"! - gridò il quattordicenne, ma quando la inserì, il computer disse che era errata.
- Magari è proprio la parola "password" - suggerì Fred.
Hiro la inserì e il computer mostrò tutte le informazioni che conteneva.
- Qui ci sono tutte le e-mail di acquisto che Sherry ha mandato alle varie organizzazzioni. C'è scritto che servono per un progetto segreto - lesse il giovane.
- Guarda Hiro, cosa sono quelle immagini? - chiese Honey.
Hiro andò a cliccare e quello che vide lo sconvolse.
- Ragazzi, tutte le tecnologie che hanno acquistato servono a creare delle bombe in grado di distruggere delle intere città. E su questo elenco ci sono le città in cui vogliono piazzarle: Mosca, Roma, Cancun e Nizza.
- E gli uomini in quelle foto chi sono? - chiese Sophie.
- Questi uomini vengono ognuno da una delle città in cui intendono piazzare le bombe. Credo che ci sia un nesso - disse pensieroso Hiro dopo aver verificato.
- Bene, bene, bene, guarda un po' chi abbiamo qui - disse una voce alle loro spalle.
Si voltarono e videro lei, Sherry Richards, che li fissava con un ghigno spalleggiata da due dei suoi uomini.
- Che cosa significano tutto questo? - chiese Fred alla donna.
- Non sono affari che vi riguardano! Ora arrendetevi e nessuno si farà male! - gridò lei.
Loro per tutta risposta attivarono le loro armature e Sherry premette il pulsante di un telecomando e arrivarono un sacco di robot. I ragazzi cominciarono a combattere; Wasabi li tagliava a fette con in suoi laser, Honey li faceva esplodere con le sue bombe chimiche, GoGo li stendeva con i suoi dischi magnetici, Hiro e Baymax li facevano esplodere con i loro razzi e Sophie, dopo essere diventata invisibile, li prendeva a pugni. Sembrava che stessero vincendo, ma uno dei malviventi lanciò una bomboletta a terra da cui uscì un gas che fece perdere loro i sensi.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Dopo averli storditi con il gas e aver disattivato Baymax, i malviventi caricarono i ragazzi su un furgone e si diressero ad una villa molto grande e lussuosa. Si trattava della casa per le vacanze di Sherry ed era anche la seconda sede dell'organizzazione.
- Portateli nella stanza della paura - ordinò la donna ai suoi uomini.

Il primo a svegliarsi fu Hiro. Aveva un terribile mal di testa e la vista annebbiata. Quando si fu totalmente ripreso si guardò attorno: si trovava in un ambiente in penombra con tutte le pareti nere e i suoi amici erano a terra ancora privi di sensi.
- Ragazzi svegliatevi - disse scuotendo un po' ognuno di loro.
Si svegliarono anche loro un pò storditi come il quattordicenne, ma si ripresero subito.
- Ma dove ci troviamo? E cos'è successo? - chiese Honey.
- Non lo so - rispose Hiro.
- Beh, l'ultima cosa che ricordo è che stavamo combattendo e uno dei tirapiedi di Sherry ha buttato per terra una bomboletta - si intromise GoGo.
- Non credo che ci abbiano riportati a San Fransokyo, ci avrebbero messo troppo tempo. Forse qui in Argentina hanno una seconda sede e adesso siamo proprio lì - dedusse Hiro.
- Siamo nel covo del cattivo! Troppo forte! - esclamò Fred.
- Forte?! Stiamo rischiando di morire e tu lo trovi forte?! - urlò Wasabi.
- Smettetela, dobbiamo restare uniti - cercò di calmarli Sophie.
In quel momento degli strani congegni sulle parerti li scannerizzarono. I ragazzi restarono in guardia, pronti ad affrontare qualche trappola.
- AAAAHHHH!!!! DEGLI SCARAFAGGI!!!! - urlò Wasabi in preda al panico.
- Ma quali scara... Ma quello è... UN LUPO!!! - urlò poi anche GoGo.
Gli altri non capivano cosa stesse succedendo ai loro amici, ma poi cominciarono anche loro a vedere cose che gli altri non vedevano: Honey diceva di vedere del sangue colare sulle pareti, Sophie vedeva un enorme teschio che voleva succhiarle l'anima, Fred invece si sentiva annegare nell'acqua e Hiro vedeva un incendio avvolgere tutta la stanza. Tutti si agitavano, tremavano e gridavano in preda alla più completa disperazione, non sapendo come fare a sfuggire a quelle orrende visioni. Poi Hiro vide i congegni sulle pareti e pensando che fossero collegati a ciò che stavano vedendo, li distrusse e tutti si calmarono.
- Ma cos'è successo? - chiese perplessa Honey.
- Erano quegli strani congegni a causare le nostre visioni. Credo che siano degli speciali proiettori che dopo aver scannerizzato qualcuno proiettano la sua paura più grande - disse Hiro.
- Cioè la mia dei teschi, quella di Wasabi degli scarafaggi, quella di Fred di annegare, quella di GoGo dei lupi, quella di Honey per il sangue e la tua del fuoco Hiro - concluse Sophie.
- Scommetto che chiudono i prigionieri qui dentro per farli impazzire. Ora però andiamo, dobbiamo trovare Baymax - disse Hiro.
Wasabi tagliò a fette la porta con i suoi laser e tutti si diressero alla ricerca del loro amico robot.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Dopo essere usciti dalla stanza i nostri eroi cominciarono a vagare per l'edificio alla ricerca del loro amico robot. Dopo un po' arrivarono ad un corridoio con tre porte: una sulla parete destra, una su quella sinistra e una al centro.
- Abbiamo setacciato l'intero edificio, Baymax dev'essere per forza dietro una di queste porte. Sophie, controlla con la vista a raggi X - disse Hiro.
- Baymax è dietro la porta al centro - disse la ragazza dopo aver controllato.
- Allora andiamo - disse Fred, ma mentre stava per avviarsi Sophie lo bloccò.
- Aspetta. C'è una rete invisibile di raggi laser bollenti che potrebbero tagliarci a fette.
- Allora come attraversiamo il corridoio? - chiese Wasabi.
- Per fortuna ho portato delle lenti a contatto a raggi X. Tu Sophie non ne hai bisogno, hai quella dell'armatura - disse Hiro.
Dopo che tutti ebbero indossato le lenti, cominciarono a oltrepassare la rete. Certo non fu facile, dovettero abbassarsi e scavalcare molte volte, ma alla fine arrivarono in fondo al corridoio.
- Wow, è stato un po' come giocare a twister! - esclamò Honey.
Uno dei raggi stava per trapassare GoGo, ma Fred lo notò in tempo e tirò in salvo l'amica.
- Fred! Tu mi hai salvato la vita! - esclamò lei stupefatta.
- Già, e ora sei in debito con me. Posso essere ricambiato in baci? - chiese lui sporgendo le labbra.
- Avrei preferito essere tagliata a fette! - rispose lei acida.
Quando la aprirono si ritrovarono in un laboratorio molto grande e al centro c'era Baymax inattivo.
- Cosa gli è successo? - chiese Wasabi.
- Non ha più le sue schede inserite. Dobbiamo trovarle - rispose Hiro.
In quel momento entrò uno scienziato dell'organizzazione. Quando li vide stava per chiamare i rinforzi, ma loro lo bloccarono.
- Allora, dove hai messo le schede di Baymax? - chiese Hiro con tono deciso.
- Sono in quel cassetto - rispose in fretta l'uomo.
- Sta mentendo - disse Sophie dopo aver controllato con il congegno della verità della sua armatura.
- Farai meglio a dirci subito dove le hai messe! Altrimenti... - urlò GoGo minacciando di colpirlo con un disco magnetico.
- No, no, ti prego! Eccole, prendetele pure! - urlò lui spaventato tirandole fuori da una tasca del camice.
I ragazzi inserirono di nuovo le schede dentro Baymax e lui si riattivò.
- Bravi, molto bravi - disse una voce femminile e subdola alle loro spalle.
Si voltarono e videro Sherry Richards che li fissava con un sorriso diabolico.
- Sistemerò te per le feste più tardi - disse arrabbiata allo scienziato perché aveva dato ai ragazzi le schede del robot.
Loro fecero per attaccarla, ma lei premette il tasto di un telecomando e loro non riuscirono più a muoversi.
- Che cos'ha fatto? - chiese Honey spaventata.
- Ho attivato i magneti del pavimento - rispose lei.
Poi chiamò i suoi uomini che tolsero le armature ai ragazzi e tolsero di nuovo le schede di Baymax e ordinò loro di portarli nella sala principale.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


I ragazzi e Baymax vennero portati nella sala centrale e furono legati schiena contro schiena sul pavimento. Era un ambiente molto grande con un sacco di marchingegni, tra cui un grandissimo computer.
- Visto che ormai non potete più fermarmi ho deciso di svelarvi il mio piano - disse Sherry.
Poi fece apparire sul computer le immagini dei quattro uomini che i ragazzi avevano visto nel posto in cui avevano fatto l'ultimo acquisto.
- Dieci anni fa questi uomini commisero una rapina e fra gli ostaggi c'eravamo anche io e mio marito. Lui rimase ucciso e da allora io giurai di vendicarmi! In questi anni mi sono fatta strada nel mondo della criminalità, ho progettato delle bombe potentissime e le ho piazzate sotto le città in cui sono andati a vivere dopo aver scontato la pena! Ora annuncerò in televisione che farò esplodere quelle città se loro non si consegneranno a me! - concluse con un ghigno.
Una persona segnata dal dolore che voleva vendicarsi: per i ragazzi fu come vivere un déjà vu.
- Ma ormai hanno pagato per le loro colpe - disse Hiro.
- MA LA LEGGE NON LI HA PUNITI COME VOGLIO IO! DEVONO PAGARE PER AVER DISTRUTTO LA PARTE MIGLIORE DELLA MIA VITA! - gridò lei.
- Ho fatto costruire un'altra bomba per quell'altra città, com'è che si chiama? Ah, sì! San Fransokyo! - concluse sadica.
- No, non può farlo! - gridò Honey.
- Sì invece, così imparerete a non impicciarvi in faccende che non vi riguardano! - detto questo se ne andò.
- Dobbiamo liberarci a tutti i costi! - disse GoGo.
Wasabi vide dei frammenti di vetro sul pavimento e li usò per tagliare le corde che lo legarono e liberare tutti. Poi ripresero le loro armature e Baymax e andarono  nella sala in cui si stava svolgendo l'annuncio.
- Prendeteli! - gridò Sherry quando entrarono.
I suoi uomini li attaccarono, ma loro li stesero con calci e pugni e colpirono Sherry alla testa facendole perdere i sensi.
- Ce l'abbiamo fatta! - esultò Fred e tutti cominciarono a esultare.
Poi Hiro chiamò anonimamente la polizia per farli arrestare e disse anche di avvertire le forze dell'ordine di quelle città per disinnescare le bombe.
- Maledetti! - ringhiò a bassa voce Sherry appena riprese i sensi e puntando una pistola contro Hiro.
Nessuno se ne accorse, tranne Sophie.
- HIRO, ATTENTO! - gridò parandoglisi davanti e venendo colpita alla spalla dal proiettile. Il dolore fu così lancinante che perse i sensi.
- SOPHIE! - gridò il ragazzino disperato.
- Tranquillo, è ancora viva, ma dobbiamo sbrigarci - disse Wasabi dopo aver controllato il polso.

Arrivarono alla villa per le vacanze di Fred a tempo di record volando su Baymax. Per fortuna i domestici e il cuoco erano usciti, o avrebbero dovuto dare parecchie spiegazioni. Dopo che si furono tolti tutti le armature adagiarono Sophie su un letto e la fecero curare da Baymax.
- Allora, come sta? - chiese Hiro, ancora scosso dal fatto che l'amica aveva rischiato di morire per salvarlo.
- Per fortuna è stata colpita alla spalla o sarebbero morti tutti e tre - disse il robot.
- Tutti e tre? - chiesero perplessi i ragazzi.
- Sì. Dal mio scanner risulta che Sophie è incinta da un mese di due bambini. Per fortuna l'utero non ha subito danni - spiegò il robot.
Gli altri rimasero completamente scioccati. Non avrebbero mai sospettato che la loro amica fosse incinta, ma almeno adesso si spiegavano i suoi continui malesseri. In quel momento la ragazza riprese i sensi.
- Ragazzi, cos'è successo? - chiese.
- Abbiamo fatto arrestare Sherry Richards e i suoi uomini, ma non parliamo di questo ora: non ci avevi detto di essere incinta - disse GoGo.
- E voi come l'avete scoperto?! - chiese Sophie stupefatta.
- Ti abbiamo fatto visitare da Baymax perché Sherry ti aveva sparato. Ora dicci perché ce l'hai tenuto nascosto! - disse Hiro insistente.
- Va bene, ora è giusto che sappiate la verità - disse lei.
Prese il suo medaglione e lo aprì: la foto ritraeva lei e un bellissimo ragazzo dai capelli neri e gli occhi marroni stesi su un divano che sorridevano abbracciati. Anche se la foto non li ritraeva per intero si vedeva che erano completamente nudi e avevano i capelli scompigliati e gli occhi che brillavano per l'emozione. Ma ciò che più li sconvolse fu che conoscevano benissimo il ragazzo nella foto.
- T... Tadashi?

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


I ragazzi continuavano a guardare la foto di Tadashi e Sophie sconvolti. Quindi era lui il misterioso ragazzo di Sophie e il padre dei gemelli? E perché non ne sapevano niente?
- Che significa tutto questo?! Spiegami! - pretese Hiro.
E Sophie cominciò a raccontare: - Ci siamo conosciuti tre mesi fa: stavo correndo perché ero in ritardo per la mia lezione di aerobica e mi sono scontrata con lui. Quando lo vidi rimasi come fulminata: era bello come i fiori! Entrami arrossimmo, ci presentammo e lui si offrì di darmi un passaggio con la sua moto. Nei giorni seguenti ci vedemmo sempre più spesso e quando lui mi chiese di diventare la sua ragazza io ero felicissima!
- Ma perché non ci ha mai detto niente? - chiese perplesso Hiro.
- Perché prima voleva vedere come sarebbero andate le cose tra noi. Mi ha parlato molto spesso di voi: non faceva che ripetere quanto fossero fantastici i suoi amici, quanto fosse invadente la zia, ma mi parlava soprattutto di te Hiro. Diceva sempre che eri un piccolo prodigio e che era molto preoccupato del fatto che ti mettessi sempre nei guai con i bot-duelli. Mi disse anche che stava lavorando a un robot medico per cercare di farti smettere.
- In effetti mio fratello usciva molto spesso in quel periodo, ma ogni volta diceva che era rimasto a lavorare al suo progetto - disse Hiro.
- Alcune volte volte andava davvero a lavorarci, altre volte veniva da me. Ogni volta che mi parlava di voi ero sempre più impaziente di conoscervi.
- Ma quando ti ha messa incinta? - gli chiese di nuovo il ragazzino.
- Il giorno prima che morisse - gli rispose lei incupendosi, per poi continuare: - Eravamo seduti sul divano a guardare la TV e i miei genitori erano usciti. Poi non so come, abbiamo fatto l'amore e ci siamo scattati la foto che porto sempre con me nel mio medaglione. Poi ci siamo addormentati abbracciati l'uno all'altra. Dopo qualche ora ci siamo svegliati, lui si è vestito in fretta e furia ed è tornato a casa- disse con un espressione nostalgica.
Era stata la prima volta per entrambi e ricordava tutto: il profumo di Tadashi, il sapore dolce e fresco delle sue labbra, la passione e i brividi lungo la schiena! Cosa avrebbe dato per provare ancora quelle sensazioni!
- Passò qualche giorno e lui non si fece più sentire. All'inizio pensavo che non stesse bene, ma poi un giorno andai a portare un fiore sulla tomba di mio nonno e vidi una lapide nuova. Quando mi avvicinai e vidi la foto di Tadashi caddi in ginocchio sconvolta e rimasi lì a piangere per un'ora. Quando tornai a casa avevo gli occhi rossi e tremavo per il freddo. Non riuscivo a crederci: Tadashi Hamada, il ragazzo che amavo più della mia stessa vita, se n'era andato! - disse con le lacrime agli occhi.
- Poi ho cominciato a soffrire di vomito e mal di testa. All'inizio pensavo che fosse lo shock per la morte di Tadashi, ma quando mi sono fatta visitare ho scoperto di essere incinta.
Quindi si rivolse a Hiro e continuò: - Quando la settimana scorsa ti ho incontrato al parco ho capito subito che eri suo fratello, anche se non ti avevo mai visto, e mi sono venute le lacrime agli occhi: avevi il suo stesso sguardo! Quando mi sono ricordata di avere dei vestiti di ricambio ho avuto l'idea di cadere addosso a te di proposito in modo da usare la scusa di cambiarmi a casa tua per conoscere meglio te e tutte le persone che erano care a Tadashi - disse con le lacrime che cominciarono a scorrerle lungo le guance.
- Ma perché ci dici tutto questo solo ora?- chiese ancora Hiro, anche lui con le lacrime agli occhi.
- Perché non volevo causare altro dolore, così ho deciso di non dire niente per il momento. Voi siete ragazzi fantastici e non meritate di soffrire, tanto meno tu Hiro! - concluse con la voce incrinata dal pianto.
A quel punto Hiro la abbracciò commosso dalla bontà d'animo di Sophie. Lei rimase un attimo interdetta, ma poi ricambiò l'abbraccio, a cui si unirono anche gli altri e Baymax, che erano rimasti in silenzio ad ascoltare la storia.
- Sophie tu prima per me eri solo un'amica, ma adesso sei più di questo, sei come una sorella - disse Hiro asciugandosi le lacrime.
- Grazie. Mi dispiace solo che i bambini non conosceranno mai il loro meraviglioso papà - rispose Sophie mogia.
- No. Lo conosceranno attraverso te, me e i nostri amici.- disse il ragazzino accarezzando la pancia della ragazza.
Era felicissimo di diventare zio!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Per mantenere la bugia della gita di più giorni dovettero restare ancora qualche giorno a Buenos Aires e Fred si raccomandò con i domestici della sua villa per le vacanze di non dire niente ai genitori. Quando arrivarono al Lucky Cat Cafè la zia di Hiro corse ad abbracciarlo.
- Hiro, mi sei mancato! Com'è andata la gita? Poi mi devi raccontare tutto!
- Mi sono divertito, ma ora siediti, dobbiamo raccontarti una cosa importante - le disse il ragazzo.
E allora Sophie raccontò alla donna della sua storia con Tadashi e del fatto che ora era incinta. A racconto finito Cass era sconvolta.
- Quindi tu ora sei incinta dei figli di mio nipote? - chiese con gli occhi lucidi.
- Sì, e mi dispiace di non averglielo detto prima, ma non volevo causare dolore a nessuno - disse Sophie con gli occhi bassi.
Cass sorrise e prese le mani della ragazza tra le sue.
- Sei una brava ragazza Sophie, capisco perché Tadashi ti amasse tanto. Ora fai parte della famiglia, se vuoi puoi trasferirti qui. Abbiamo due camere libere: una la puoi usare tu e l'altra sarà per i bambini.
- Certo, ma prima chiederò il permesso ai miei genitori! Grazie signora Hamada! - esclamò Sophie.
- Ti prego, chiamami Cass e dammi del tu - disse la donna e Sophie sorrise.

- PISTA! FATE LARGO! STO PER AVERE DEI NIPOTI! - gridava Hiro mentre correva a casa sua sui pattini a rotelle, con Fred e Wasabi dietro e anche loro sui pattini.
Sophie si era trasferita a casa di Hiro ed era all'ultimo mese di gravidanza, quindi i bambini sarebbero arrivati tra poco e si era saputo che sarebbero stati un maschio e una femmina. Poco prima, mentre i tre ragazzi erano al parco, la ragazza aveva chiamato dicendo di aver avuto una contrazione e Hiro era subito andato nel panico pensando che stesse per partorire, così si stava precipitando a casa sua con Fred e Wasabi sui pattini per fare in fretta. Quando arrivarono stavano andando così veloci che non fecero in tempo a fermarsi e andarono a sbattere contro un muro, poi Sophie scese dalle scale seguita da Honey e GoGo che erano rimaste a tenerle compagnia.
- Hiro te l'avevo detto al telefono che era solo una piccola contrazione - disse divertita.
- Ah. Allora tranquilli ragazzi, falso allarme - disse il ragazzino agli altri due.
- Mamma mia, è il decimo questa settimana! E siamo solo a mercoledì! - gridò esasperato Wasabi.
- Senti Hiro, capisco che tu sia eccitato, lo sono anch'io. Però stai un po' esagerando - disse Sophie.
- Non è vero! - ribatté stizzito Hiro mentre lui, Wasabi e Fred si stavano rialzando e togliendo i pattini.
- Invece sì. Ogni volta che Sophie ha una contrazione tu vai nel panico, e ti preoccupi sempre di cosa deve mangiare e che sia a riposo. Sei peggio di una mamma ossessiva - ribatté GoGo.
Hiro e Sophie avevano legato molto in quei mesi, erano diventati come fratello e sorella, e quindi lui cercava in ogni modo di proteggerla. Lo aveva promesso a se stesso e a Tadashi. Non aveva neanche voluto che lei li aiutasse a preparare la camera dei bambini, insinuando che sarebbe stato troppo faticoso. Poi in quel momento arrivò Cass.
- Ragazzi, venite un attimo con me in salotto - disse.
I ragazzi la seguirono e quando arrivarono trovarono una lavagna.
- Zia, a che serve quella lavagna? - chiese Hiro.
- Ho avuto un'idea per trovare i nomi per i bambini: ognuno di voi mi dirà che nomi vuole e io li scriverò qui, così avremo più possibilità di scelta - spiegò lei e tutti accettarono.
- Madison e Riley - scelse GoGo.
- Luke e Leila - scelse Fred.
- Shiori e Wataru - scelse Honey
- Aki e Steve - scelse Wasabi.
- Sara e Lorenzo - scelse Sophie.
- Miyuki e Tony - scelse Hiro.
- Bene, manco solo io... Scelgo Claire e Alex - disse Cass e scrisse anche quelli sulla lavagna.
I ragazzi restarono ancora un po' in salotto a fantasticare sulla loro nuova vita con i bambini, poi tutti tornarono a casa.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Il giorno dopo Hiro e gli altri decisero di andare un po' al parco a rilassarsi.
- Vengo anch'io con voi - disse Sophie.
- Credo che sia meglio che resti a riposo - disse Hiro.
- Tranquillo, me ne starò seduta su una panchina senza fare sforzi - lo rassicurò lei.
- Va bene, ma se senti anche un solo dolore, me lo devi dire e torniamo indietro - si raccomandò protettivo il ragazzino.
Quando arrivarono GoGo e Fred si sfidavano a correre, mentre Hiro, Sophie, Honey e Wasabi restarono seduti su una panchina.
- Sophie so che sono un po' troppo ansioso e protettivo, ma non ne posso fare a meno. Ti voglio bene e ho promesso a me stesso e a Tadashi di proteggerti - disse a un certo punto il ragazzino.
- Non preoccuparti, è molto dolce da parte tua... Ah! - concluse stringendosi la pancia.
- Sophie va tutto bene? - chiese Wasabi.
- Sì, sto bene... Ah! Mi si sono rotte le acque! I bambini stanno arrivando! - gridò lei dolorante.
- Ok, forza dobbiamo andare in ospedale! Honey telefona a mia zia e dille di raggiungerci! - gridò Hiro tutto agitato.
- E dille anche di passare a prendere i miei genitori! - aggiunse Sophie.
Partirono a tutto gas con l'auto di Wasabi e in poco tempo arrivarono all'ospedale. Quando arrivarono i medici fecero stendere Sophie su un lettino e la portarono in sala parto e Hiro stava per raggiungerla, ma un medico lo bloccò.
- Mi dispiace, in sala parto è ammesso soltanto il padre - disse deciso.
- Lui è lo zio dei bambini! La prego, lo faccia entrare, il padre non c'è e io ho bisogno di qualcuno accanto! - gridò Sophie con le lacrime agli occhi e il medico acconsentì.
Quando entrarono Hiro si mise accanto a Sophie e le tenne stretta la mano.
- Hiro ho paura! E se i bambini non fossero sani?! Voglio Tadashi! Voglio Tadashi! - gridò lei singhiozzando.
A Hiro si strinse il cuore nel sentire quelle parole.
- Lo so che hai paura e che lo vorresti accanto, ma purtroppo non è possibile. Però ci sono io con te, fidati, andrà tutto bene - disse Hiro con tono dolce per rassicurarla.
A Sophie in quel momento sembrava di avere accanto il ragazzo che aveva tanto amato e si calmò.
Intanto i ragazzi aspettavano in sala d'attesa con le farfalle nello stomaco, sperando che sarebbe andato tutto bene. Poi arrivò anche Cass, seguita dai genitori di Sophie. Le ore passavano e alla fine si fecero le sette di sera, quando un medico andò da loro.
- I bambini sono nati e per fortuna sono sani. Ora potete entrare - disse con un sorriso.
Tutti si precipitarono in sala parto. Sophie era nel letto raggiante con Hiro accanto e aveva in braccio i due bambini, che erano già stati vestiti e lavati: il maschietto aveva i capelli biondi e gli occhi marroni e la femminuccia aveva i capelli neri e gli occhi azzurri. Tutti le si strinsero attorno per guardarli: erano una meraviglia!
- Sono bellissimi! - continuavano a dire.
- Sono diventata mamma! - disse Sophie con il viso luminoso.
- E io sono zio! Anzi, lo siete pure voi! - disse Hiro ai suoi amici.
- Come li vogliamo chiamare? - chiese Fred.
- Ho deciso di chiamarli... Claire e Riley - annunciò Sophie e tutti furono d'accordo.
- Quanto vorrei che Tadashi fosse qui! - sospirò Hiro.
- Sono sicura che adesso ci sta guardando dall'alto ed è felice - lo rassicurò la zia.

In quel momento, in un punto imprecisato di San Fransokyo, si stava svolgendo uno scenario completamente diverso: dentro una cella buia e fredda c'era un ragazzo incatenato alla parete e uno dei suoi carcerieri era appena entrato.
- Acqua - disse il prigioniero con voce roca.
- Se ci accontenti avrai ben più dell'acqua - disse il tipaccio.
- Acqua - continuò il prigioniero.
- Se continui a rifiutarti di aiutarci dovremmo prendere provvedimenti e ti assicuro che non ti conviene! - gridò il malvivente mentre chiudeva a chiave la porta della cella prima di andarsene.
Il ragazzo sospirò: era chiuso lì dentro da parecchi mesi, ma non poteva accontentare i suoi carcerieri. Non l'avrebbe mai fatto. Cominciò a sentirsi solo e perso. Ripensò a casa sua e a tutte le persone che amava e per la prima volta, da quando era prigioniero, scoppiò in un lungo pianto.

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