Is there anybody going to listen to my story, all about the girl who came to stay?

di johnpaulgeorgeringo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


1964 Il piccolo specchio del bagno appannato, rifletteva a malapena il volto di una giovane ragazza con qualche piccolo dilemma: quale look adottare per il suo primo giorno di lavoro? E non si trattava solo dell'abbigliamento, ma anche di come acconciare i suoi lunghi capelli biondi e di come truccarsi. Lisa, solitamente, non avrebbe avuto dubbi, non faceva mai un dramma, come tante altre ragazze, su cosa mettere. Quella mattina non era così. Aprì il suo armadio e cominciò a tirare fuori stampelle con jeans appesi, pantaloni eleganti, gonne. Prese tutte le camicette e le t-shirt. Mise tutto sul suo letto e, ancora in accappatoio, fissò i vestiti in cerca di un'illuminazione. L'occhio le andò su una vecchia e ormai consumata salopette di jeans, che aveva scartato a priori perché troppo sciatta. Ma più la guardava, più la convinceva. -al diavolo!- imprecò. Prese una t-shirt bianca, un paio di scarpe da ginnastica basse e i giochi erano fatti. Legò i capelli in una coda di cavallo e l'unica accortezza che ebbe, fu quella di mettere un rossetto rosso fuoco sulle labbra. Andò in cucina per recuperare le chiavi di casa da mettere nella borsa e guardò l'orologio: segnava le 9:30. -Cazzo, è tardi!-esclamò. Doveva presentarsi all'appuntamento alle 10:00. Diede una carezza veloce a Elvis, il suo gatto siamese che sonnecchiava, comodo comodo, sulla poltrona di pelle nera dove Lisa si spaparanzava per leggere un libro. Uscì di fretta, non poteva fare brutta figura il suo primo giorno di lavoro con un ritardo: andava ad incontrare i Beatles! Fortunatamente, la fermata della metro era vicinissima a casa di Lisa e, ancor meglio, ne beccò una che stava per partire in quel momento. Si mise seduta al primo posto che trovò libero. La tensione saliva sempre di più. Eppure non si faceva mai prendere dall'ansia ma, miseriaccia, doveva andare a lavorare per i Beatles. Quei quattro ragazzi di Liverpool stavano andando forte, facevano una musica innovativa, brillante... ed erano anche dei bellocci. Lisa arrossì al sol pensiero. -Datti una calmata- disse fra sé e sé. Scese dalla metro quasi correndo. Fumò una sigaretta nel frattempo, nervosamente. Intravide l'entrata di Abbey Road e si fermò qualche secondo a guardarla. Tirò un bel sospiro ed entrò. L'ingresso era sobrio, con qualche quadro appeso e in fondo, vide una donna sulla cinquantina dietro una grande scrivania, intenta a parlare al telefono. Si avvicinò e la donna le fece cenno bruscamente di aspettare che finisse la telefonata. -Buongiorno, mi dica- le chiese scrutandola da dietro due lenti a fondo di bottiglia, subito dopo aver agganciato la cornetta. -Ho appuntamento con il Sign . Epstein- le rispose. -Ah, si. Sei quella nuova- disse alzandosi dalla sedia e sparendo dietro l'angolo di un corridoio. Dopo qualche minuto, ricomparve in compagnia di Brian Epstein, il famoso manager dei Beatles, e colui con cui aveva fatto il colloquio. La salutò calorosamente- Lisa, cara- le diede la mano. -Come va?- chiese lei, tesa come una corda di violino. -Io bene. Te mi sa un po' di meno- rispose notando il nervosismo della ragazza. Lisa sorrise timidamente. -Capisco, ma non ti preoccupare. I ragazzi sono molto alla mano- cercò di rassicurarla. Fece cenno di seguirlo. Attraversarono un corridoio e improvvisamente Brian svoltò a destra e aprì una porta. -Questo è il tuo ufficio- disse. Era spazioso e luminoso e da un lato della stanza si trovava un bel divano rosso, dall'altro lato una grande scrivania. Sotto la grande finestra, si trovava un lungo tavolo dove era posizionata una bellissima e modernissima macchina da cucire. Vide un paio di manichini in un angolo. -Ti spiego brevemente- disse Brian avvicinandosi alla scrivania- chiameranno te per prendere un appuntamento con me e lo faranno su questo telefono blu. Questo telefono grigio è interno e ti servirà per contattare o me o George che è in studio con i ragazzi-. Continuò a spiegarle tutto velocemente e ad Elisa parve tutto più facile di quello che pensava. -...per cucire gli abiti, credo che tu abbia tutto. La nostra sarta e segretaria, la signora Palmer, è andata in pensione. Se ti serviranno stoffe o qualsiasi altra cosa, chiedi a me- finì il discorso. Lisa annuì energeticamente. -Adesso andiamo da quei quattro ragazzacci- le disse aprendole la porta gentilmente. Percorsero ancora una serpentina di corridoi con la moquette verde e Lisa vide, poco lontana, una porta con il vetro opaco da cui ne uscivano risa e lo strimpellio di una chitarra. La porta si aprì e a Lisa prese un colpo: non era nessuno dei Beatles, ma ne uscì un uomo affascinante, alto e snello che riconobbe subito. -George!- lo chiamò Brian. Era George Martin, il produttore dei Beatles. Lisa lo ammirava molto. -Posso presentarti Lisa? È la nostra nuova segretaria e sarta- disse Brian. - Piacere Lisa, io sono George- disse l'uomo pacatamente, stringendole la mano -Brian ti sta trattando bene? Ti ha spiegato tutto chiaramente?- chiese scherzando. -Oh, certo! Più chiaro di così- rispose lei. -Benissimo. State andando dalle belve?- chiese sospirando. Lusa annuì e sentì un tuffo al cuore. Probabilmente, in giornata, le sarebbe esploso se avesse continuato così. -Infatti ti stanno aspettando. Io faccio una pausa, ci vediamo- salutò i due, andando dalla parte opposta alla loro. Brian aprì la porta dello studio, senza nemmeno bussare e senza dare il tempo ad Lisa di prepararsi ancora un poco psicologicamente. "Ehiiiiii- si sentì una voce provenire dal centro della studio. Da dietro il pianoforte, con una matita dietro l'orecchio e un foglio in mano, spuntò Paul McCartney. George Harrison era seduto su una poltroncina e Lisa capì che la chitarra che aveva sentito prima, la stava suonando lui. Ringo Starr era dietro la sua batteria - Briiiiiian- lo salutò. -Dov'è Lennon?- chiese il manager. Si sentì il rumore distinto dello sciacquone del bagno. Da una porta in fondo alla stanza ne uscì John Lennon, che si stava tirando su i jeans. -Cavolo, Brian. Non posso nemmeno pisciare in santa pace?- protestò il roscio. -Ehi, John! Modera i termini, abbiamo una signorina presente!- lo rimproverò Brian. Lisa, che si era nascosta dietro il manager per tutti il tempo, si trovò al centro dell'attenzione di tutti. John fu il primo ad avvicinarsi a lei. -Ciao!!- la salutò e si presentò stringendole la mano. Poi, la raggiunsero anche gli altri tre. -Come va?- le chiese Paul con tutto il fascino che aveva. Lei pensò che andasse tutto a meraviglia, a parte che, forse, le stava per prendere un colpo. Brian uscì dalla stanza ammonendo ai ragazzi di trattare bene Lisa e farfugliando che aveva da sbrigare alcune faccende. Rimasta da sola con i quattro, si trovò tutti i loro occhi puntati addosso. Ma prese coraggio e prese la parola. -So che tra un mese andrete in tour e vi servono degli abiti di scena nuovi. Io li realizzerò per voi-. Era al centro dell'attenzione di tutti e la ascoltavano annuendo col capo. Solo John sembrava esser più interessato a lucidare la sua chitarra che a quello che stava dicendo la ragazza. Lisa non volle dar peso al suo comportamento e prese dalla sua grande borsa un book con tutti i suoi disegni. -Ho disegnato questi abiti per voi. Ditemi, più o meno, quello che può piacervi di più- disse aprendolo sul pianoforte dove era seduto Paul. Ringo prese prontamente il book e gli altri tre (finalmente anche John decise di prestare attenzione alla questione) , si radunarono attorno al batterista. -Sono tutti molto belli- si complimentò Paul. -Forse questo abito è quello che si avvicina di più al nostro gusto- fece vedere George a Lisa, prendendo il book dalle mani di Ringo e avvicinandosi a lei: avevano scelto il disegno di un completo con pantaloni a sigaretta neri e una giacca nera con un taschino laterale, camicia bianca e cravatta nera. Classico e sobrio. -Molto elegante- commentò lei - secondo me avete fatto un'ottima scelta-. George le sorrise e Lisa pregò di non essere arrossita più di tanto. Rimise il book nella borsa e ne tirò fuori un metro -Se non vi dispiace, dovrei prendere le vostre misure- disse imbarazzata al pensiero di doverli toccare. Il primo che scattò fu Paul e si mise al centro della stanza. Prese le misure della vita e si accorse di non avere un foglio e una penna dove appuntarle. -Scusate, ma non ho portato un foglio e una penna. Potreste prestarmeli voi? - chiese Lisa dispiaciuta. John prese un foglio e una penna dalla poltrona dove, poco prima, era seduto lui. -Grazie... Oh, ma, forse ci stavate scrivendo qualcosa- disse lei, accorgendosi che sopra al foglio c'era già scritto ' I'm A Loser'. -Non ti preoccupare, userò un altro foglio- le rispose John. Elisa scrisse la prima misura che aveva preso a Paul vicino al suo nome. -Quindi te sei la nostra sarta?- chiese Paul, improvvisamente. -Sì, e sono anche la segreteria di Brian e di tutti voi- rispose lei al moro. -Quindi hai preso il posto della Signora Palmer- -Uhm, è molto meglio della Signora Palmer- si intromise John. -Direi!- gli diede ragione Ringo. Lisa finì di prendere le misure di Paul, ulteriormente imbarazzata per le considerazioni appena fatte su di lei. -Hai un accento strano. Non sei inglese, vero? - chiese ancora Paul, togliendola dall'imbarazzo. -Sì, infatti sono italiana. Sono di Roma. Mi sono trasferita a Londra un paio di anni fa, dopo essermi laureata. Cercavo fortuna nel mio lavoro- rispose. -Quello della sarta?- chiese Ringo ingenuamente. -No - rispose Elisa ridacchiando- sono brava anche a fare la sarta perché mio padre è un famoso sarto di Roma e mi ha insegnato il mestiere. In realtà io sono una tecnica del suono-. -Wow, e qui hai avuto fortuna? - le chiese George estasiato. -Abbastanza, ho lavorato per alcuni gruppi locali. Più che altro ho seguito dei corsi di specializzazione qui a Londra- continuò a raccontare lei, sentendo scendere la tensione. Pensò che stesse andando bene, meglio della scena muta che credeva avrebbe fatto. Prese le misure anche a George e a Ringo, mentre Paul continuava a farle domande. -Attenta, cara- disse John di punto in bianco - Macca ci sta provando con te-. -Oooh, sta zitto, Lennon!- lo ammonì Paul che era diventato rosso in volto. -Ti conosco e secondo me è così- continuò a punzecchiarlo. Paul si chiuse in un silenzio tombale. John girava per lo studio, divertito per aver rovinato la festa a Paul. -Quindi Lisa, vero?- chiese il rosso alla ragazza. Lei annuì. -Essendo anche la nostra segretaria, dovresti fare tutto ciò che ti chiediamo, non è così?- le continuò a chiedere con un sorriso insolente. Lisa lo guardò negli occhi. Voleva provocarla e lei non voleva cascarci. -Dipende, Signor Lennon- decise di rispondere. -Da cosa?- -Da chi me lo chiede- -Oh, oh, oh!- rise Ringo. Elisa volse a John un sorriso soddisfatto e tutti risero alla sua battuta. Lei aveva già inquadrato il tipo. -Si vuole accomodare per prendere le misure?-. John era l'ultimo dei quattro. Lui si posizionò davanti a Lisa e la guardò sempre con quella espressione da insolente. Arrivata al girovita, John disse- Tesoro, prendi qualche misura in più. Sai, ho un bel pacco!- -Oh mio Dio, John...- si lamentò Paul, portandosi una mano sulla fronte. -Grazie del consiglio, Signor Lennon, ma so fare il mio lavoro-. La sua risposta provocò ancora le risatine di tutti, soprattutto quelle di Paul. -Io ho finito- disse Lisa radunando le sue cose - come diceva il Signor Lennon, io sono a vostra disposizione. Chiamatemi se vi serve qualcosa- finì di dire guardando John. -Oh, sì. Contaci- rispose lui. Tutti la ringraziarono e lei uscì dallo studio. Aveva molto lavoro da sbrigare. -John, santa miseria- lo rimproverò Paul appena Lisa chiuse la porta dello studio - perché vuoi farle scappare tutte? - -Nessuna ragazza ti ha mai tenuto testa così- disse George. -Gli sta proprio bene!- continuò a bacchettarlo Paul. -Macca, ma si è visto chiaramente che vuoi portatela a letto!- gli disse John, prendendo la sua chitarra. -John, ma cos... - -È una bella ragazza- lo interruppe l'amico. -È molto bella, ma perché devi mettermi in imbarazzo così? - gli chiese acido. -Suvvia, Paul! Stavo solo scherzando!- esclamò. John era fatto così: tanto arguto, simpatico, quanto insolente e spontaneo. Ma quella ragazza non si sarebbe piegata facilmente e per lui era una gran bella sfida. Salve a tutti! È la prima volta che scrivo una fan fiction, quindi abbiate pietà di me XD Scherzi a parte, spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo. Presto metterò il secondo. Intanto, buona lettura! ;D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lisa entrò nel suo ufficio. Respirò profondamente. Si era così divertita a a rispondere a John... era andata bene! Ora doveva concentrarsi sugli abiti e constatò che aveva bisogno di una bella stoffa nera, magari, leggermente satinata. Decise di chiamare Brian e chiedere a lui. Lui rispose al telefono dopo un minuto. -Brian, sono Lisa. Scusa il disturbo, ma mi servirebbe qualche metro di stoffa- gli spiegò come la voleva di preciso. -Benissimo, chiamo subito il negozio dove ci riforniamo che è qui accanto. Te la porteranno nel giro di poco tempo-. Lisa ringraziò il manager e chiuse la conversazione. Ancora faticava a credere di essere lì. Certo, non era il lavoro che desiderava fare e per cui aveva faticato tanto, ma era stata un'occasione che non aveva potuto rifiutare e decise di accontentarsi. Si chiese per un attimo se, qualche volta, gli avessero permesso di mettersi vicino al tecnico del suono ad osservare. Si distolse da quei pensieri e cominciò a rovistare nei cassetti del suo ufficio, in cerca di aghi, fili e tutto quello che le sarebbe potuto servire. Bussarono alla sua porta e lei corse ad aprirla: un ragazzo le poggiò un rotolone di stoffa sul pavimento e, salutandola, andò via. Lisa accarezzò quella stoffa e la trovò bellissima, di ottima qualità. Prese le forbici e cominciò l'opera. Erano passati ormai quattro giorni dal suo primo giorno di lavoro e, nel frattempo, non era mai uscita dal suo ufficio. Aveva lavorato ininterrottamente agli abiti e, difatti, quelli di Paul erano quasi finiti. Anche nel segnare gli appuntamenti non era andata male. Stava finendo di rammendare i pantaloni di Paul e sentì squillare il telefono interno. Rispose ancora con il filo in mano. -Lisa!-si sentì chiamare dall'altra parte del telefono. Era John. -Signor Lennon, mi dica tutto- gli rispose prepararandosi a tutto. -Riguardo alla questione di chiamarti per qualsiasi cosa ci serva... Mi porteresti un caffè?- le chiese. -Certo, sarà fatto- rispose attaccando il telefono. Si stava per avviare nella stanza adibita a "cucina" che si trovava proprio di fronte al suo ufficio, ma poi ci ripensò e tornò a lavorare. Il tono beffardo di John non era cambiato rispetto a qualche giorno prima e sicuramente voleva prenderla di nuovo di mira. Decise di fargli uno scherzo, prima o poi lui avrebbe richiamato. E così fu. Dopo una mezz'oretta il telefono squillò di nuovo e Lisa rispose con tutta calma. -Lisa, di nuovo io- si annunciò John. -Mi dica di nuovo, Signore- -Forse te ne sei dimenticata, e non posso biasimarti, anche io ho una pessima memoria- disse scherzosamente- ma dovevi portarmi un caffè!- -Ops, mi dispiace. Me ne sono proprio dimenticata! - rispose ironicamente, facendo capire che non fosse vero. -Ah, ne porteresti uno anche a Paul?- le chiese John al volo. -Riguardo alla questione 'dipende chi me lo chiede', visto che lo ha chiesto anche Paul, arrivo subito- attaccò il telefono ridendo e andò finalmente a fare quei benedetti caffè. John cominciò a ridacchiare - È forte questa ragazza, davvero- disse rivolgendosi ai ragazzi. -Appunto, non dovresti infastidirla- disse Paul accendendosi una sigaretta. -Ma guardatelo: è davvero cotto- lo prese in giro John. -Credo... Credo. .. Credo che sia piaciuta a tutti, o no?- cercò conforto nei due amici. -Sì, decisamente- rispose George. Anche Ringo annuì solennemente. -Come vi fate ingannare da un bel faccino... - li rimproverò John. -Ma se hai detto anche tu che è in gamba!- alzò la voce Paul. -Paulie, lo sai cosa mi ha detto Lisa per telefono? - John si avvicinò all'amico - che visto che il caffè lo volevi anche tu, allora lo avrebbe portato subito- gli diede una pacca sulla spalla. -John, lo stava facendo di proposito per prenderti per i fondelli... - rispose Paul ancora imbarazzato. -Ringooo- chiamò John- prova a dirmi che non è vero. È di nuovo arrossito! -. Ringo diede ragione a John e si buttarono su di lui. Anche George si unì, e fece il solletico a Paul, cosa che proprio non sopportava. In quel preciso istante, qualcuno bussò alla porta ed entrò Lisa. -Scusate- esordì vedendoli giocare - ma vi ho portato i caffè-. I ragazzi si ricomposero e John afferrò i due caffè porgendone uno a Paul. -Come va il lavoro? - le chiese George. -Molto bene, grazie- gli rispose con un sorriso - anzi, Paul? - chiamò il bassista. Lui, che stava sorseggiando il caffè, se lo mandò di traverso, rischiando di roversciarselo addosso. John soffocò una risata. -Verresti a provare il tuo abito? È tutto pronto- gli chiese - sempre se non vi disturbo- -Nessun disturbo- disse Paul alzandosi prontamente dallo sgabello e andando vicino alla porta. Uscirono insieme dallo studio e fecero in tempo a sentire John dire - Lisa, stai molto attenta a Macca! - prima di chiudere la porta. Paul sbuffò sonoramente e stavolta anche Lisa dovette soffocare una risata. Una volta nell'ufficio, Paul rimase in un angolo fino a che Lisa non gli porse il vestito da provare. Lo mandò dietro un separé di legno a cambiarsi. Non spiccicava una parola, forse era ancora imbarazzato per quello che aveva detto Lennon. -Fatto- disse uscendo dal separé. Era meraviglioso, il vestito gli stava benissimo e Lisa glielo fece anche notare - Stai benissimo, lo sai? Dico davvero! -. Questa volta Paul non arrossì e gonfiò il petto tronfio. Lisa controllò bene tutte le lunghezze e si accorse che doveva accorciare l'orlo dei pantaloni di un paio di centimetri. -Devi scusare John- disse Paul rivestendosi dietro il separé - ma lui è fatto così- -Bè, me ne sono accorta - rispose lei - ma mi diverto molto e se ti può rincuorare, non dò peso a quello che dice di te-. -Meno male. Sai quante ragazze mi prendono per un pervertito dandogli retta?- rise al pensiero - in fondo mi diverto anche io, ma con te è diverso visto che dobbiamo lavorare insieme-. Paul uscì dal separé, di nuovo con i suoi vestiti. -Paul, solo uno scemo non capirebbe come è fatto John- gli disse. Lui sembrò rincuorato, si vedeva che era un ragazzo che teneva molto alle apparenze e a mostrarsi garbato sempre. Le restituì l'abito piegato a dovere e continuò a sorseggiare il caffè, ormai quasi freddo, che aveva poggiato sulla scrivania di Lisa. -Come ti trovi qui? - le chiese osservandola cominciare ad accorciare l'orlo dei pantaloni. -Bene, ma mi sembra ancora tutto così surreale... - gli rispose. -Sei una nostra fan? - le chiese speranzoso. -Direi di sì. Pensa che vi ho visti in concerto una volta qui a Londra. La mia amica, come tutte le altre ragazze, urlava come una pazza . Io no, cercavo solo di ascoltarvi suonare. Non ho capito granché, purtroppo- -Oh, mi dispiace- rispose Paul guardandosi i piedi sconsolato - amiamo le nostre fan, ma fanno troppo casino. Anche noi non ci sentiamo suonare sul palco- Il telefono interno squillò e Lisa andò a rispondere -Oh, Signor Lennon... Sì è qui, glielo passo-. Lisa passò il telefono a Paul, che alzò gli occhi al cielo - John, cosa vuoi?... No, non mi sono dimenticato che dobbiamo registrare. Arrivo - attaccò la cornetta. Poi si rivolse a Lisa - Perdonami, devo tornare in studio- -Non ti preoccupare, il lavoro prima di tutto!- gli rispose solare. -Bè, vorrei che non fosse sempre così. A volte è più bello fare due chiacchiere con una bella ragazza. Grazie, comunque- le fece l'occhiolino e uscì dalla stanza. Altri quattro giorni passarono e Lisa non si diede tregua. Non prese neanche un giorno di riposo perché aveva paura di non finire gli abiti in tempo. Gli abiti di George erano belli che finiti. Pensò che non aveva sentito John quei giorni e le parve strano che non avesse pensato a punzecchiarla. Faceva anche il prezioso perché gli altri ragazzi si affacciavano sempre per salutarla prima di andare via o semplicemente per chiederle come andasse il lavoro, lui no. -Quanto sei strano, Lennon- pensò Lisa. Decise di chiamare George per provare l'abito, ma sentì qualcuno entrare nella cucina. Forse era uno dei ragazzi, forse era proprio lui. Uscì dall'ufficio e ci mise poco ad entrare nella cucina. Trovò John, alle prese con la macchinetta del caffè. -Sai come funziona questo arnese infernale?- le chiese con il barattolo del caffè in mano. Lei in quattro e quattro otto, mise il caffè del filtro e azionò la macchinetta. -Signor Lennon, perché non mi ha chiamata per farle il caffè? - gli chiese scherzosamente. -Ho pensato che non ti facesse piacere farmelo, sempre collegandomi al discorso 'dipende chi me lo chiede' -. Lisa rimase di stucco - No, ma io... io scherzavo, sul serio- cominciò a farfugliare dispiaciuta. John scoppiò in una risata - Ci sei cascata! Oh, davvero? Sono un bravo attore- disse elogiandosi. Elisa lo guardò quasi in cagnesco. -No, sul serio, avevo bisogno di uscire un po' dallo studio- disse con aria stanca - ma ora devo tornarci-. - Può chiamarmi George per provare l'abito? Quando volete, non voglio assolutamente disturbare-. John annuì, poi ridusse gli occhi a due fessure - Ma i miei di abiti? - -Non ci ho messo ancora mano - gli rispose. -Te li lasci per ultimi perché sono il più figo di tutti, vero? - -Torni allo studio, lei deve lavorare! - gli disse Lisa, girando i tacchi e agitando le mani in aria. Si chiuse la porta alle spalle ridendo. Strano, ma simpatico quel Lennon. George bussò alla porta dell'ufficio di Lisa circa un'ora dopo dall'incontro con John. Chiese permesso e, educatamente, le chiese scusa per il ritardo, ma dovevano finire di registrare. -Non preoccuparti, sul serio, non voglio disturbarvi- -Non ci disturbi mai- le rispose galante. Lisa tossì per non farsi sfuggire un verso di imbarazzo e prese tempestivamente il vestito dalla stampella. George si cambiò dietro il separé e uscì guardandosi la giacca. -Forse- le disse - con le scarpe da ginnastica non è il massimo-. Lisa rise, effettivamente quel connubio di cose non andava per niente bene. -Come ti sembra? - chiese al ragazzo mentre si specchiava nel lungo specchio attaccato alla parete. - Bellissimo, sei veramente brava. Meglio della Signora Palmer. Ha gusti un po' antichi quella donna- rispose. Lisa ringraziò George per i complimenti, mentre, come da prassi, controllava che tutte le lunghezze dell'abito fossero giuste. Lo rimandò a cambiarsi. -Sei brava così anche a fare la tecnica del suono? - le chiese il chitarrista uscendo dal separé. -Non sta a me giudicare, ma ho studiato molto e amo quel lavoro- gli rispose rimettendo per bene gli abiti sulla stampella. -Un giorno mi insegni a qualcosa sulle tecniche del suono? Chiedo sempre a Norman, il nostro fonico, ma dice di non avere mai tempo- le disse amareggiato. -Se Norman ce ne darà l'opportunità, molto volentieri- gli rispose cortesemente. Lui aprì un bel sorriso e la salutò, prima di tornare in studio velocemente. Lisa si mise subito a lavorare sugli abiti di Ringo, con un sorriso ebete sulla faccia, provocato da quel ragazzo tanto gentile e curioso. Non era mica da tutti i giorni che George Harrison ti chiedesse di insegnargli qualcosa. E non era mica da tutti i giorni avere a che fare con tanta gentilezza.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao a tutti! Volevo scusarmi per il disagio del testo tutto attaccato, senza spazi. Pubblico la storia dal cellulare e non ho ancora trovato il modo per mettere gli spazi o di dividere i paragrafi del capitolo. Appena troverò il modo, sistemerò tutto. Per il momento, spero che sia abbastanza comprensibile. Volevo ringraziare chi ha cominciato a leggere la storia e, da questo capitolo, le cose cominceranno a farsi più interessanti. Grazie ancora a tutti e buona lettura :) George rientrò in studio tenendo in mente degli accordi che doveva provare con la chitarra. -Come è andata? - gli chiese Ringo. -Bene e il vestito è davvero bello. Vero, Paul? - chiese all'amico che annuì. -Prima ho fatto uno scherzo a Lisa, quando mi stavo facendo il caffè - John raccontò agli amici tutta la vicenda e di come Lisa si fosse impanicata. -... Comunque, è una brava ragazza. Non ha preso un giorno di riposo da quando è qui - terminò il discorso. -John, come mai ti sprechi in tutti questi complimenti? Non è da te! Forse non sono io ad aver preso una cotta- si vendicò Paul. -Paulie, ti ricordo che sono sposato- rispose John innocentemente. -Sì, quando ti pare- si intromise Ringo. John tenne il broncio - Mi state dando della brutta persona!- -Forse lo sei- gli disse George. Si trovavano spesso a parlare di ragazze e Lisa non era di certo un'eccezione. Tornarono a suonare l'ultima canzone della giornata, stanchi morti, ma ancora con molta vita in corpo______ Ancora altri cinque giorni di incessante lavoro e Lisa cominciava a sentirsi parecchio stanca, a volte la sera le si incrociavano gli occhi. Brian aveva insistito a farle prendere un paio di giorni per riposarsi, ma lei era irremovibile: doveva finire il suo lavoro, dopodiché, avrebbe riposato. Nei giorni precedenti, aveva avuto molti contatti con i ragazzi: John quasi tutti i giorni la chiamava per sapere se stesse pensando ai suoi abiti. Lei rispondeva che, in quei giorni, aveva occhi solo per Ringo. - Ragazzaccia- la rimproverava scherzosamente. Ringo si era fermato a parlare con lei all'uscita dagli studi una sera di quelle. George e Paul la invitavano a prendere un caffè molto spesso. Si sentiva felice per questo, sentiva di aver rotto il ghiaccio con loro. Quel pomeriggio assolato, Lisa compose il numero dello studio di registrazione. Rispose John, come sempre. -Ringo Starr a rapporto!- annunciò lei. -Tanto prima o poi toccherà anche a me! - le rispose John. Ringo si presentò dopo qualche minuto. -Prego, dietro il separé - gli comunicò. Lui uscì da lì dietro goffamente: l'abito era troppo, troppo lungo. Lisa non riusciva a smettere di ridere. -Sono desolata, ma credo di aver sopravvalutato la tua altezza-. Prese meglio le misure. Ringo cominciò a parlare - Non ti ho ancora chiesto come sei arrivata a noi- -Prima di cominciare a lavorare per voi, facevo la fonica per un gruppo di Londra, ma non percepivo un grande stipendio. Un mio collega mi disse che qui ad Abbey Road cercavano una segretaria e una sarta. Lui sapeva che ero capace anche a fare la sarta. In realtà io non volevo presentarmi- gli raccontò mentre lui si cambiava nuovamente. -Perché mai? - chiese Ringo stupito. -Perché pensavo di non essere all'altezza. Sai, quante ragazze migliori di me ci saranno, pensavo- -Eppure migliori di te non ci sono state- le rispose uscendo dal separé - io sono contento che tu sia qui-. Si guardarono negli occhi intensamente. Lisa non aveva mai notato quanto fossero belli gli occhi di Ringo, di un celeste particolare. Forse era la luce del sole che gli rifletteva sul volto, ma lei lo trovò bellissimo . Sentì qualcosa scattarle dentro. Lui allungò la mano verso il viso di lei e le accarezzò la guancia. Lisa si immobilizzò, poi lui le sorrise dolcemente e quasi sussurrando le disse - Io devo rientrare. Tu accorcia gli orli, ok?-. Lisa annuì e lui uscì dall'ufficio, lasciandola incredula al centro della stanza. Non poteva evitare quella scossa che aveva sentito qualche secondo prima. E no, non doveva campare castelli in aria. Era stata un'innocente carezza, la conseguenza di uno sguardo. Solo una piccola dimostrazione di affetto. Si riprese dal momento e continuò a lavorare._______Ringo non era il tipo che faceva quelle cose. Di solito era così timido con le ragazze e solo con qualche bicchiere di più riusciva a combinare qualcosa. Dal primo giorno in cui Lisa era entrata ad Abbey Road, era rimasto colpito da tutto di lei: la sua bellezza mediterranea, diversa dalle ragazze inglesi e americane con cui aveva avuto a che fare; aveva un bel modo di fare; era simpatica ed intelligente. Gli altri ragazzi si prendevano in giro a vicenda su chi si fosse preso una cotta per lei. John lo diceva a Paul, Paul lo diceva a John. George se la rideva sotto i baffi, ma aveva capito che anche lui avesse un interesse verso di lei. La verità era che lui fosse quello veramente cotto lì dentro.______ Lisa, finalmente, era alla fine del suo lavoro. Dopo venti giorni che aveva cominciato, poteva finalmente dire di aver realizzato tutti, ma proprio tutti, gli abiti dei ragazzi. Tirò un sospiro di sollievo dopo aver spento la macchina da cucire ma forse non poteva stare ancora tranquilla: John Lennon doveva provare il suo abito e chissà cosa sarebbe potuto succedere. Nel momento in cui decise di chiamarlo, qualcuno bussò alla sua porta. Fece capolino Ringo. -Vuoi un caffè? Te lo porto?-le chiese gentile. -Magari, ma vengo a prenderlo con te- gli rispose raggiungendolo. Lui preparò il caffè, impedendo di farlo fare a Lisa, da vero gentiluomo. -Mmmh, si vede che sei molto stanca - la scrutò lui. -Sì, troppo- -Quanto ti manca per finire?- -Ho finito! - gli rispose sollevata - anzi, puoi farmi il favore di chiedere a John di venire da me a provare il suo benedetto abito?- -Certamente- le rispose rabbuiandosi in volto. Lei se ne accorse e spontaneamente gli chiese - Cosa ti succede? -. Si pentì subito della domanda. -Nulla - rispose il batterista tornando a sorriderle. Cosa caspita gli era preso? Ringo la salutò e le promise di mandarle John. Lei tornò in ufficio e si accese una sigaretta come premio per il duro lavoro. Guardò i suoi abiti, appesi alle stampelle, uno vicino all'altro. Li considerava i suoi capolavori. Ebbe un'illuminazione. Prese i pantaloni dell'abito di John e apportò una piccola modifica. Voleva fargli uno scherzo._____ John entrò nell'ufficio di Lisa, senza neanche bussare, con una sigaretta in bocca e si buttò letteralmente sul divano. - Quanto sono stanco! - esordì. -Allora siamo in due- gli rispose Lisa. Lui la guardò strizzando gli occhi, lei immaginò che non ci vedesse molto bene, perché spesso lo vedeva fare così. John si alzò dal divano e battè le mani - Bene, dove è il mio abito? - Lei lo staccò dalla stampella e glielo passò - Dove mi spoglio, qui davanti a te?-le chiese, cominciando a provocarla. -Come vuole, Signor Lennon - gli rispose a tono. -Ti prego, Lisa. Chiamami John- la implorò mettendosi in ginocchio e congiungendo le mani. -Allora, come vuoi, John - -Così va meglio. Credo, comunque, che per questa volta mi spoglierò lì dietro- indicò il separé - ma, chissà, magari un altro giorno...-. Lisa non gli diede corda, e si preparò per gustarsi la scena. Sentì John borbottare qualcosa. -Tesoro- la chiamò, uscendo dal separé tenendosi i pantaloni per non farli calare - forse mi hai preso troppo alla lettera quando ti ho detto di prendere qualche centimetro in più per il girovita-. Lei cominciò a ridere, perché lui aveva creduto che lei lo avesse fatto davvero sul serio. Lui sorrise, capendo tutto - Me l'hai fatta, siamo pari ora-. Nel giro di qualche minuto, John si cambiò i pantaloni troppo larghi, con quelli con la taglia giusta. Anche lui stava meravigliosamente bene, come tutti gli altri. -Dai, si può fare...- disse lui, facendo il finto soddisfatto - sul serio, è bellissimo, grazie-. John si cambiò nuovamente in fretta. Si avvicinò a Lisa per restituirle l'abito. -Mi vai a genio, sai? E io sono un tipo di persona difficile da ammaliare- le disse. -Che onore!-rispose lei simulando profondi inchini. John le diede un buffetto sulla guancia e tornò a lavorare. Le guance di Lisa, erano state prese tanto di mira in quei giorni. John era stato amichevole con quel gesto, Ringo qualcosa di più, era palese. Lisa chiamò Brian per avvertirlo del lavoro appena terminato e lui le consigliò di andare a casa e di prendersi un paio di giorni di riposo. Lisa prese tutte le sue cose e decise, prima di uscire da lì, di andare a fare un saluto ai ragazzi.______ -Qual buon vento? - chiese Paul a Lisa appena varcò la soglia dello studio. -Sto per andare a casa e riposerò un paio di giorni. Volevo salutarvi- gli rispose. -Prima di andare via- si avvicinò George con la chitarra addosso - noi stiamo registrando una canzone. Vuoi metterti in cabina con Norman? - le chiese, sicuramente pensando di farle un piacere. A Lisa brillarono gli occhi, ma era già molto tardi, e di notte la metro di Londra non era un gran bel posto. -Mi piacerebbe, George, ma mi conviene prendere la metro adesso, più tardi diventerà un posto molto brutto-gli rispose dispiaciuta. -Ti do un passaggio io per tornare a casa, non c'è problema- le propose George gentilmente. Lei accettò di buon grado il passaggio di George. Era molto stanca ma un'ora in più o un'ora in meno, tanto si sarebbe riposata per ben due giorni. Norman, il fonico, non la degnò di uno sguardo e nemmeno le rivolse una parola. Si mise dietro di lui, con gli occhi fissi sui pulsanti e le varie manovelle. Stavano registrando una canzone chiamata 'Eight Days a Week' e a Lisa piacque molto. Il ritmo era incalzante ed ebbe modo di ammirare Paul al basso che trovava fenomenale. Provarono più di una volta, sotto l'occhio vigile di George Martin. -Per oggi abbiamo terminato- annunciò il produttore -Torniamocene a casa-. -Mi pare giusto. È dalle 10:00 di questa mattina che siamo qui, ed è solo mezzanotte! - disse John ironicamente. Lisa decise di aspettare George fuori. Camminò per la serpentina di corridoi e, una volta fuori, sentì una voce dietro le sue spalle -Ti piace John? -. Si girò e vide Ringo che le stava venendo incontro. -Credo di non aver capito...- gli rispose confusa. -Ti piace John, Lisa? - le ripeté. Lo guardò incredula e sembrava adirato. -Ringo, ma... a me non piace nessuno. Perché mi chiedi questo? -. Lisa non riusciva a capire questo suo sprazzo di... gelosia? --John ci ha raccontato degli scherzi che vi fate. Voi scherzate sempre. Dimmi la verità! -. -Davvero, io ci scherzo, ma niente di più!- si giustificò lei. -Devi essere sincera. Non posso sempre correre dietro a ragazze che poi preferiscono John o Paul o George - disse quasi implorando. George uscì proprio in quel momento dallo studio, interrompendo inconsciamente la discussione. -Andiamo, Lisa? - le chiese. George salutò Ringo e lui rispose farfugliando un saluto. Lisa si sentì osservata, certa che Ringo la stesse guardando andare via. Cosa diavolo stava succedendo?________ George aprì gentilmente la portiera della macchina a Lisa e si fece spiegare dove fosse la sua abitazione. Stava ancora pensando a cosa le aveva detto Ringo, quando George le chiese - Come hai trovato il nostro fonico? - -Ha molta esperienza, è in gamba. Io avrei lavorato in un altro modo su quella canzone, ma non significa che il mio modo di lavorare sia quello giusto- gli rispose. Continuarono a parlare del più e del meno. Arrivati a destinazione, Lisa ringraziò di cuore il chitarrista e lui la salutò con la mano. Lisa salì la rampa di scale lentamente, sentendo salire una stanchezza incredibile. Entrò in casa con l'intento di buttarsi subito sul letto. Elvis, il suo gatto siamese chiamato così in onore di uno dei suoi cantanti preferiti, le fece tante fusa appena entrata. -Tesoro, meno male che c'è Anna, altrimenti saresti morto di fame queste due settimane-. Anna, la sua vicina e migliore amica, si occupava del suo gatto quando lei era impegnata. Si lavò i denti, si mise il pigiama e si mise subito a letto. L'ultima cosa che sentì prima di addormentarsi, fu Elvis che si acciambellava vicino a lei.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Un giorno passò in un lampo: Lisa oziò tutto il tempo mangiando schifezze e vedendo molti film. Il giorno dopo lo passò con Anna, la sua migliore amica. Fecero shopping e cenarono insieme. Ovviamente, Anna, si fece raccontare tutto delle tre settimane precedenti. -Wow!- ripeteva in continuazione. - Insomma, hai fatto colpo su tutti! Ma mi sembra che Ringo provi qualcosa per te. ODDIO, MA TI RENDI CONTO?!? - disse alzando la voce di qualche tono. -Anna, ci ho pensato tanto, ma non so cosa fare, mi credi? Magari domani sarà come se non fosse successo nulla ma se lui volesse... Ehm... - non riuscì a finire la frase. -Uscire con te?- completò la frase la sua amica. -Sì. Oh, quanto è difficile! È veramente un bel tipo, simpatico e gentile. Ma se dovesse andar male con lui, potrei avere delle ripercussioni sul lavoro? Sta andando così bene- disse Lisa parlando a macchinetta. Anna la guardò con espressione arrabbiata - Tu sei matta! - Lisa aggrottò la fronte - Dici? - chiese all'amica. -Cavolo, Lisa! La vita è una sola! Tu vuoi sempre vedere le conseguenze delle tue azioni, ed è giusto da una parte, ma dall'altra no. Dovresti imparare a buttarti di più e a vivere!- le fece la paternale. Lisa tentò di dire la sua, ma non ci riuscì. Anna la prese per le spalle e la scrollò - Santa miseria, Lisa! È uno di quei bellocci dei Beatles! Hai idea di quanto ti invidi in questo momento? - le chiese in modo minaccioso. Lisa fece di no con la testa - Benissimo- le disse lasciandole le spalle - credo che tu abbia capito-. Lisa rimase in silenzio pensierosa, poi prese la parola - È solo che forse non è il momento giusto... - -Amica mia, pensa a quello che ti ho detto! -. Anna non aveva tutti i torti, ma anche Lisa aveva le sue ragioni per pensarla in quel modo. In quel momento stava benissimo così e la spaventava dover prendere una nuova strada. Ringo sarebbe stata una nuova e bellissima 'strada', ma non era sicura se fosse stato il caso di percorrerla.____________Lisa entrò negli studi di Abbey Road e si accorse che le era mancato tutto, nonostante fosse mancata solo due giorni. In lontananza sentiva i ragazzi suonare, interrompendo ogni tanto. Il suo ufficio era sottosopra: Brian, che aveva preso il suo posto quei giorni, aveva lasciato un casino. Armata di buona pazienza rimise tutto in ordine, rispondendo ogni tanto ad una chiamata. Anche Brian la chiamò- Prima di tutto mi scuso per il disordine che ho lasciato. Vuoi che chiami qualcuno per sistemare? - le chiese. -No, Brian, ho già provveduto Io - gli rispose. -Ma che brava- si complimentò - comunque ti ho chiamata per chiederti se puoi venire nel mio ufficio per prendere dei fogli da far firmare ai ragazzi- -Arrivo subito!- gli rispose. Lisa passò da Brian e andò poi nello studio di registrazione. Bussò e la fecero entrare. -Bentornata- esclamò Paul. -Ti prego, non riposarti troppo . Brian è un pessimo segretario- la implorò John. Lei ridacchiò - Avreste dovuto vedere il casino che mi ha lasciato in ufficio- -Non oso immaginare- disse George, senza staccare gli occhi dalla sua chitarra. -Mi fate un autografo su questi fogli?- disse a tutti, porgendogli i fogli da firmare. -Lo sapevo che, sotto sotto, sei una nostra fan! - disse George scherzando. -Ma lo sono davvero! Stavo raccontando a Paul qualche giorno fa, del vostro concerto a cui ho assistito. Non ho capito niente, le urla erano assurde- raccontò ancora irritata dalla cosa. -Non avevi pensato ad amarti di bazooka?- le chiese John scherzando. Tutti risero, tranne Ringo. Non le aveva rivolto una parola. Lei uscì dallo studio per andare a sistemare i fogli nelle apposite cartelle e lo guardò. Anche lui la stava guardando uscire dalla stanza. Furono pochi secondi, ma decisamente intensi _________________La giornata passò in un lampo, Lisa era sempre molto impegnata. Dopo aver messo tutto in ordine, spense la la luce dell'ufficio e aprì la porta per uscire dalla stanza. La stava richiudendo dietro di sé, quando qualcuno la spinse di nuovo dentro. Al buio, trovò subito l'interruttore della luce e Ringo si palesò davanti ai suoi occhi. -Ma... Ringo! Che spavento! - lo rimproverò. -Ti vorrei parlare- esordì. Lei annuì con la testa. -Mi dispiace per l'altra sera, mi ero ingelosito. Andrò subito al sodo: sì, mi piaci- parlò senza prendere fiato. -Oh...- si fece uscire Lisa sorpresa, o quasi. -... e non voglio far passare altro tempo, tanto non cambierò idea: vuoi uscire con me?- finì per chiederle. -Mi prendi alla sprovvista- gli rispose, anche se non era vero. Forse non si era preparata troppo bene per quel momento. -Ci vorrei pensare, ti dispiace? - -No, no. Prenditi il tempo che vuoi- le rispose rattristandosi. -Ora vado. Salutami gli altri- scappò via lei. Il momento che tanto temeva, era arrivato. -E adesso? - si chiese camminando sotto la pioggia leggera di Londra.__________________ Ringo arrivò alla sua macchina con la testa tra le nuvole. Perché Lisa ci voleva pensare? Forse non le interessava o forse aveva già un ragazzo e, per non farlo rimanere male, gli aveva buttato una scusa lì per lì. Accese la macchina e ingranò la prima. Quando gli avrebbe dato una risposta? Tante domande gli affollavano la mente, ma una sopra le altre: perché quella ragazza aveva fatto così breccia nel suo cuore?

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Una mattina come tante, Lisa non immaginava neanche lontanamente a quello che le stava per capitare: era nel suo ufficio a rispondere alle solite telefonate, a preparare contratti o moduli da firmare. Qualcuno bussò alla sua porta - Avanti- disse lei, concentrata a scrivere. Alzò la testa e vide George entrare nella stanza tutto trafelato - Lisa, abbiamo bisogno di te!- sembrava disperato - Norman si è ammalato e non può venire questi giorni. Lo puoi sostituire tu? - le chiese. Lei sgranò gli occhi - Cioè, dovrei sostituire il fonico? - gli chiese a sua volta, sorpresa. -Ti prego, dobbiamo finire l'album!- la implorò. -Va bene, va bene- rispose infine. Lisa seguì George per il corridoio e cominciò a sentirsi piuttosto agitata. -E se non sarò in grado? - gli chiese improvvisamente. -Ce la faremo lo stesso- rispose categorico, lasciando capire di non volere nessuna replica. Entrarono nello studio e Ringo le rivolse un timido sorriso, che lei ricambiò. Lei pensò per un attimo che gli doveva ancora una risposta. Paul e George Martin le diedero dei fogli e le spiegarono nel dettaglio su quali canzoni dovessero lavorare quel giorno. Si accomodò col produttore nella cabina e finalmente si trovò nel suo habitat naturale: la magia di quei tasti, il bello del valorizzare una canzone. Fece tutto a modo suo, sperando che, infine, andasse bene. Quei quattro ragazzi avevano una grinta, un talento unico. Lisa amava la musica, ne capiva e come loro non aveva sentito mai. Lei, dal suo canto, ci mise grinta allo stesso modo. Le dita danzavano sui tasti, come lei stessa che tentava di improvvisare qualche mossa a ritmo di musica. Quello era uno dei momenti più emozionanti della sua vita._________________ Per la settimana a seguire, Lisa continuò a stare in studio con i ragazzi. Si divertì molto e non le costava per niente fatica fare ciò che amava di più al mondo. Ma la pacchia stava per finire: Norman sarebbe tornato presto, li avrebbe seguiti in tour e lei sarebbe tornata a rispondere a quello stupido telefono. Cercò di non pensarci troppo, si sentiva comunque molto fortunata ad aver fatto quel poco. -Wow, Wow, Wow! Album terminato, ragazzi! - esclamò Paul. Si innalzò un coro nello studio, a cui partecipò anche George Martin. Lisa battè le mani contenta e vide Ringo venire verso di lei. -Sei stata preziosa- disse dopo averla raggiunta in cabina - Grazie per il tuo aiuto- le disse teneramente. -Per me è stato un onore- gli rispose. Ci fu un minuto di silenzio tra di loro, col sottofondo delle urla dei ragazzi, ancora in festa- Senti, Lisa... So che non ti ho dato tregua e che è la quarta volta che te lo chiedo ma... Esci con me? -. Le chiede lui. Lisa rise perché lo trovò buffo. Era tutto vero, lui l'aveva tampinata nell'ultima settimana, ma lei ancora non riusciva a dargli una risposta da eterna insicura quale fosse - Ormai se ne riparla dopo il tour- gli rispose. -Per me va bene lo stesso!- la rassicurò guardandola fissa negli occhi. Dio, la ipnotizzavano. -Eeeeeeeehi, ragazziiiii- li interruppe John, molto su di giri. Era entrato nella cabina con due bicchieri di spumante tra le mani. - Dobbiamo festeggiareeee- gli disse porgendogli lo spumante. Brindarono tutti insieme e continuarono a fare festa per tutta la serata._________Il giorno dopo aver terminato l'album, che si era deciso di chiamare 'Beatles For Sale', ad Abbey Road tutto taceva. I ragazzi avevano la mattinata libera e, difatti, il clima era surreale senza rumori di chitarre, batterie o risate. Lisa invece era di nuovo nel suo ufficio, con una vena di malinconia. Nella pausa pranzo approfittò del fatto che non ci fosse nessuno e tornò in quella cabina che era stata sua solo per una settimana. Forse voleva imprimere ancora meglio i ricordi nella sua mente. Aveva passato momenti meravigliosi lì, ma troppo brevi. Fu questo pensiero a farle rigare il viso con una lacrima. Si rintanò nel suo ufficio e pianse sul serio. Si sfogò perché quell'assaggio di un sogno, era stato troppo crudele_______________________ La tristezza rimase anche il pomeriggio, ma fu tamponata un poco dall'arrivo dei ragazzi caciaroni e felici per la fine dell'album. Erano lì per decidere la lista finale delle canzoni da introdurre in 'Beatles For Sale'. Dopo un paio d'ore che erano in riunione, Lisa ricevette una chiamata da George Martin e le chiese di raggiungerli per parlarle. Le prese il panico: forse aveva sbagliato qualcosa la settimana precedente? Tesa come una corda di violino, si avviò verso la sala dove, di solito, si tenevano le riunioni. Entrò lentamente. -Siediti- le disse George Martin indicandole una sedia. Cominciò a sentire il cuore batterle all'impazzata. I ragazzi erano tutti in piedi davanti a lei e la guardavano inespressivi. -Abbiamo parlato anche di te questo pomeriggio e abbiamo trovato il tuo modo di lavorare superlativo. Sei moderna e brillante. Sei piaciuta a tutti noi. La proposta è una sola: diventeresti la nostra tecnica del suono? - parlò il produttore. Lisa rimase di sasso e non si diede un pizzicotto per non fare la figura della scema - Io? Davvero io?-chiese stupefatta. Tutti annuirono. - Ma certo che sì, George! - esclamò emozionata. -Quindi dovrai venire in tour con noi, lo sai questo? - continuò a chiederle George Martin. -Ovviamente!- rispose Lisa, prima di cambiare tono -Oh, ma Norman?... E la segreteria?- chiese allarmata. John alzò gli occhi al cielo. -Norman è stato chiamato da un altro gruppo e ha preferito lasciarci. Per la segreteria troveremo una soluzione- le spiegò pacatamente Martin, per poi avvicinarsi a lei - Congratulazioni, signorina. Sei una di noi- le strinse la mano. Tutti la abbracciarono felici e lei credeva ancora di essere in un sogno. Uscirono dal palazzo tutti insieme. -Dobbiamo festeggiare questa sera- se ne uscì John. - Andiamo al solito locale? - propose Paul. Tutti acconsentirono e John si rivolse a Lisa, che era dietro di loro a fumare una sigaretta, fissando il vuoto - Vuoi unirti a noi?-le chiese. -Io?- domandò tra le nuvole. -No, sai Lisa, chiedevo alla pianta che hai dietro- ironizzò John. -John, non imparerai mai ad essere più cortese? - chiese Paul al rosso. Si batteva sempre per le buone maniere. -Non ti preoccupare, Paul, credo di essermelo meritato- disse Lisa, ridendo - Accetto volentieri l'invito. Dovrò rinunciare a stare con Elvis, questa sera... - disse dispiaciuta. I ragazzi la guardarono sospettosi. -Chi sarebbe Elvis? - chiese Ringo agitato e con gli occhi sbarrati. -Tengo molto a lui... È il mio gatto! -. John quasi rotolò dal ridere; Ringo, che fino a quel momento aveva smesso di respirare, ricominciò a farlo. -Anche io ho un gatto che si chiama così- disse John. Si diedero un appuntamento e corsero tutti a casa a prepararsi._________ -Sì, Elvis. So che non ci sono mai. In fondo, Anna, non ti fa tanta compagnia? Dovresti capirmi. Ti rendi conto di cosa mi stia succedendo? - Lisa girava per casa parlando al suo micione, lui, comunque, non sembrava molto interessato alla cosa, visto che sonnecchiava. Lisa cantava e ballava mentre si preparava per la serata. Immaginava che il locale dove sarebbero andati fosse chic, quindi prestò attenzione al suo abbigliamento, non come al solito: indossò un paio di pantaloni grigio perla molto stretti e una camicetta bianca, e ci abbinò delle decolté nere dal tacco vertiginoso. Pensava di aver esagerato a mettere quelle scarpe ma, specchiandosi, si rese conto di non essere volgare, ma tutt'altro. Lisciò i capelli e ci mise un'eternità, sperando che non si increspassero durante la serata. Era pronta e decise di aspettare i ragazzi nel vialetto di casa. Mise da mangiare al suo gatto, infilò il giubbino di pelle nero e uscì.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Lisa sentì un brivido dietro la schiena uscita di casa, dovuto dal freschetto della sera. Non dovette aspettare troppo i ragazzi. Poco lontano, vide una bella Roll Royce accostarsi vicino al marciapiede da cui ne uscì il proprietario, John Lennon. Fece un giro su stesso, guardando in lontananza, ma non la vide. Lei gli andò incontro e, quando fu abbastanza vicina, gli disse- Mi sa che sei più miope di me!-. John si girò dalla sua parte e la squadrò- Questo è poco ma sicuro!-. Le fece il baciamano e si complimentò- Sei sempre bella, ma questa sera lo sei ancora di più-. -Non dirmi che fai i complimenti anche tu! - scherzò lei. Lui fece spallucce e aprì la portiera della macchina, quella del passeggero- Ringo, smamma. Fai mettere Lisa davanti- Ringo protestò - Non mi piace stare dietro! - -Oh, non fare il maleducato- gli disse George. Riluttante, Ringo scese dalla macchina. Appena vide Lisa, strabuzzò gli occhi - Sei bellissima- le disse, dandole un leggero bacio sulla guancia. -Così è troppo- pensò lei, avvampando in viso. Ringraziò il cielo che fosse abbastanza buio da non esser vista arrossire. Lisa salutò Paul e George e partirono alla volta del locale. Arrivarono in quindici minuti scarsi. L'entrata del locale era discreta: una piccola scalinata, portava ad bella veranda in legno. La porta era come quelle delle bettole del Far West e anche dentro il locale era arredato in quello stile. Una bella musica li travolse, c'era una bella luce soffusa e molta gente. Un uomo basso, tarchiato e con i baffi gli venne incontro - Salve, ragazzi!- li salutò solare. Era il proprietario del locale. -Ciao Mauro- lo salutò Ringo, dandogli la mano- oggi abbiamo portato una tua compaesana-. Mauro sorrise a Lisa - È un sempre un piacere incontrare i miei compaesani. Di dove sei?- le cominciò a parlare in italiano. Scambiarono due parole e li accompagnò al bancone del bar - Solitamente noi ci mettiamo sempre qui, ma se vuoi sederti su un tavolo, non c'è problema- si rivolse Ringo a Lisa. -No problem! - gli rispose. Lei si sedette su uno sgabello a caso e subito si trovò John e Paul ai lati. Ringo e George si misero alla sinistra di Paul. -L'italiano è una bellissima lingua- disse Paul. -Allora dovresti insegnarci la tua lingua, Lisa- disse John con malizia, non riferendosi per niente all'italiano. -John pensavo che, almeno per questa sera, mi rispiarmassi le tue favolose battute- gli rispose lei con un sorriso finto. -Pensavi male, dolcezza- le fece l'occhiolino. Lei scrollò le spalle rassegnata. I cinque ordinarono da bere e la serata cominciò alla grande. Fu un'occasione per Lisa per conoscere meglio i ragazzi: Le raccontarono della loro avventura ad Amburgo e della dura gavetta al Cavern di Liverpool. I loro racconti erano pieni di aneddoti divertenti e lei non smise di ridere per un secondo. Anche Lisa raccontò della sua vita in Italia, ma era di certo meno interessante delle loro storie. Nonostante ciò, la ascoltarono con attenzione, facendole domande a ripetizione. Tra un drink ed un altro, George si alzò e raggiunse il juke-box. Una ballata di Elvis Presley partì a tutto volume. John e Paul non poterono fare a meno di cominciare a cantare, imitando l'autore della canzone. Paul si alzò dallo sgabello e improvvisò un movimento pelvico. -Macca lascia stare, ti prego- gli consigliò John, con espressione inorridita. -No, non ascoltarlo. Sei magnifico! - lo difese Lisa. Continuarono a prendersi vicino a vicenda, sotto gli occhi di Lisa che si godeva lo spettacolo, quando si sentì bussare su una spalla: George era dietro di lei. -Mi concederesti questo ballo? - le chiese. Lisa accettò volentieri e lui la portò al centro della piccola pista da ballo a pochi metri da dove erano seduti loro. -Sono molto contento che tu sia una di noi e che ci aiuterai in tour. Sei in gamba ed eri sprecata dentro quell'ufficio- le confessò mentre giravano. Lei lo guardò sospettosa - Mmmh... Forse mi sbaglio, ma perché ho l'impressione che ci sia il tuo zampino dietro a tutto questo? - gli chiese. Lui abbozzò un sorriso - Hai l'impressione giusta. Sono stato io il primo ad avanzare la proposta di farti prendere il posto di Norman e tutti si sono trovati d'accordo con me. E poi, cavolo, sei anche più simpatica di Norman-. Lei rise di gusto, ricordando quanto l'ex fonico fosse scontroso. -Non so come ringraziarti- gli disse. Lui le accarezzò una spalla e le rispose- Non devi ringraziarmi, Lisa-. La canzone terminò e dal bancone del bar, partì un lungo applauso rivolto ai due. Lisa si stava divertendo un mondo, ma aveva notato che Ringo era stato piuttosto silenzioso per tutta la serata, bevendo una birra dietro l'altra. -Ragazzi, debbo lasciarvi un attimo- disse John improvvisamente, guardando fisso alla sua sinistra- credo che una ragazza chieda di me-. Si alzò portandosi dietro la sua birra e raggiunse una moretta che aveva il tavolo vicino a loro. -Sarà una grupie... - commentò George abbastanza schifato. -Geo, ad Amburgo non avevi questa opinione delle grupies- commentò Paul. -Ma John è sposato... o no? - chiese Lisa. -Sì, ma non sempre se ne ricorda- ironizzò Paul. Lisa rimase di stucco e arrivò velocemente alla conclusione che il mondo delle celebrità non aveva regole, perché ricco di tentazioni. Un po' per sgranchire le gambe, un po' per urgenza, Lisa si alzò dal suo posto per andare in bagno. Stava per entrare nel bagno delle donne, quando vide sfrecciare una ragazza dal bagno degli uomini. Poco dopo ne uscì anche John, con la cintura dei pantaloni slacciata e la patta aperta. -Queste donne mi distruggeranno- disse sistemandosi i pantaloni camminando. Lisa lo guardò sparire dietro l'angolo, riuscendo solo a provare tristezza per la moglie di John, ma preferì non giudicare la situazione, non sapendo nulla del loro matrimonio. Sovrappensiero, uscì dal bagno, per tornare dai ragazzi. Alzò la testa e vide Ringo venirle incontro. Nel momento in cui dovevano passarsi accanto, lui si parò davanti a lei, senza farla andare oltre. In poche mosse Ringo la portò a poggiarsi sul muro che avevano di fianco. La bloccò mettendo le mani sul muro, in modo da circondarla con le braccia. -Non riesco a capire- inziò a dirle - perché mi ingelosisco così tanto a vedere tutte le attenzioni dei ragazzi su di te-. Lisa rimase a guardarlo in silenzio. -Ma cosa cazzo mi fai? Perché sono così fottutamente cotto di te? -. Lui avvicinò pericolosamente il suo viso a quello di lei e la baciò. Quel bacio sapeva di birra e di tabacco. Inizialmente fu delicato, quasi come che i due si stessero studiando. Diventò poi travolgente e Lisa si lasciò andare, rispondendo con passione. Lui la prese in braccio ed entrò nel bagno degli uomini e chiuse la porta. Lisa sentì scattare la serratura della porta. Pochi passi e Ringo la poggiò delicatamente sui lavandini. Si baciarono ancora, mentre si toccavano reciprocamente da tutte le parti. Ormai l'eccitazione era alle stelle. Si abbassarono i pantaloni e fecero l'amore, tra i gemiti soffocati per non farsi sentire da nessuno. Terminarono affannati, abbracciati l'uno all'altra, mezzi nudi. -È stato... Wow- riuscì a dire Ringo. Si diedero una sistemata veloce. -Si chiederanno dove siamo finiti- considerò Lisa. Ringo si portò una mano sul mento, in cerca di un'idea. Poi la prese per mano. Aprì la porta del bagno, controllò che non ci fosse nessuno e uscirono. -Vedi quella porta? - le disse indicando la fine del corridoio - esci da lì e a destra troverai una scala. Scendi i gradini e gira a sinistra. Ti troverai all'entrata del locale . Dì ai ragazzi che hai incontrato un'amica e che ti sei fermata a parlare-. Lei annuì - E tu? - gli chiese. -Io... Bè, troverò una scusa- le rispose. La attirò a sè e la baciò di nuovo prima di separarsi. Lisa fece tutto alla lettera e rientrò nel locale. -Eccoti- le disse Paul - Dove eri finita? -. Lei raccontò esattamente quello che gli aveva detto di dire Ringo e se la bevvero. -Anche Starkey è sparito da un po'... - disse George. Proprio in quel momento, Ringo si materializzò vicino a Lisa. -Vecchia belva!! Non dirmi che sei andato con una ragazza al bagno! - gli disse John, dandogli una pacca sulla spalla. -Oh... - farfugliò lui colto alla sprovvista - Sì, è stata una cosa improvvisa- -E bravo il nostro Ringo- si congratularono tutti. Il batterista guardò Lisa e si sorrisero divertiti, lontani da occhi indiscreti. Era ormai notte fonda e decisero che fosse ora di rientrare. Il viaggio di ritorno fu silenzioso perché tutti troppo stanchi per cazzeggiare ancora. Lisa fu la prima a scendere dall'auto. -Ci vediamo dopo domani in aeroporto- salutò tutti e quattro. Guardò per un'ultima volta Ringo e chiuse lo sportello della macchina.________Lisa da quella serata, si sarebbe aspettata tutto, tranne l'incontro con Ringo. Lei non si concedeva così facilmente, ma in quel momento era sembrato tutto inevitabile. Non sapeva se esserne contenta o meno e la confusione regnava sovrana nella sua testa. Decise di dormirci sopra e di pensarci l'indomani mattina con la mente più lucida._______________________Ringo si sdraiò sul suo grande letto. Anche l'effetto dell'alcol era passato. Glielo aveva fatto passare Lisa. Cavolo se era stato bello. Cavolo se era bella!! Quanto si era ingelosito nel vederla al centro dell'attenzione di tutti ed era consapevole del fatto che qualche birra in più lo aveva aiutato a seguirla in bagno. Avrebbe voluto farlo e rifarlo e avrebbe desiderato averla accanto a lui in quel momento. Si chiese cosa sarebbe successo tra loro due dopo quella sera.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


L'aeroporto di Londra era un via vai continuo di gente e sembrava che andassero tutti di corsa. Lisa arrivò in taxi, con armi e bagagli, pronta per la sua nuova avventura. Si infilò in un bar piuttosto anonimo, dove si erano dati tutti appuntamento. Poco dopo, scorse tra la folla due personaggi curiosi, ma che riconobbe subito:George e Paul con baffi finti, occhiali da sole, cappellini con visiera e un abbigliamento anonimo entrarono nel bar. -Non so quanto reggerà questo travestimento- disse Paul - spero che gli altri arrivino presto- concluse. Detto questo videro apparire John, che era tutto tranne che anonimo: certo, aveva anche lui baffi finti e occhiali da sole, ma in testa portava un sombrero, abbinato ad una camicetta hawaiana. -Sai, John, dovevamo passare inosservati... - commentò George. -Ho pensato che così non mi avrebbe riconosciuto proprio nessuno- si difese dall'amico. Lisa notò che le persone che stavano facendo colazione, lo guardavano incuriositi. La cosa non sembrava turbare John. Presero un caffè per ingannare l'attesa e li raggiunse anche Brian con i rodie manager. -Siamo tutti? - chiese Brian. -Manca Ringo... - rispose Paul tamburellando le dita sul tavolo, spazientito. -Si sarà perso per l'aeroporto e non sarebbe la prima volta- considerò George. Infine, arrivò anche lui e imboccò nel bar col fiatone - Scusate... Ho trovato traffico- disse. -Aggiustati i baffi, li hai storti- gli consigliò John, ridendo. Li stava aspettando un aereo privato, dove sicuramente c'erano già quei pochi giornalisti che li seguivano. Grazie al travestimento di John un gruppetto di ragazze li riconobbe senza difficoltà e dovettero correre veloci come la luce fino all'aereo. Si salvarono dal linciaggio delle fan per poco. -Cavolo! - esclamò George, togliendosi i baffi finti con uno strappo - Potremmo anche cambiare connotati, ci riconoscerebbero lo stesso-. Lisa si sedette in un posto a caso, vicino al finestrino. - Posso?- le chiese Paul, affacciandosi dal sedile e indicando il posto vicino al suo. -Certo! Non dovevi chiederlo! - gli rispose. Dopo il decollo, uno per uno, i ragazzi si cambiarono in bagno, ritornando persone normali. Il viaggio fu piacevole e abbastanza breve, Madrid non era troppo lontana. -Mi raccomando, i ragazzi devono scendere prima di tutti- diede disposizioni Brian, poco dopo esser atterrati. Lisa si alzò dal suo posto dopo che lo aveva fatto Paul, ma rimase in piedi, facendo andare avanti George e John. Qualcuno le pestò il piede - Oh, scusami tanto! - si scusò Ringo che era dietro di lei. -Non è niente- rispose con lo sguardo basso. Era molto imbarazzata da quello che era successo con lui qualche sera prima al pub e non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. Più volte durante il viaggio aveva evitato il suo sguardo, tenendo gli occhi puntati sul libro che stava leggendo. Le urla che si sentirono appena i ragazzi misero piede fuori dall'aereo, furono spaventose. Lisa si affacciò dal finestrino e vide in lontananza, un'orda di persone, che agitavano le braccia in aria. Scese dall'aereo e la situazione era caotica: gli uomini della polizia riuscivano a contenere a malapena tutte quelle ragazze, in preda ad una crisi isterica. Per ovvi motivi di sicurezza, la apparizione dei Beatles durò poco. Loro salutarono tutte le persone calorosamente e li fecero salire su una limousine di corsa. -Peccato che ci fermiamo poco a salutare. Chissà da quanto tempo sono qui queste persone- disse John dispiaciuto. Da quel momento in poi, fu un corri corri: non fecero in tempo a posare i bagagli in albergo, che dovettero partire di nuovo per andare nel teatro dove si sarebbero esibiti il giorno dopo. Prima di iniziare le prove generali, i ragazzi furono condotti in una sala per una conferenza stampa. Lisa, invece, fu accompagnata nel teatro dove cominciò a collegare gli amplificatori, aiutata dal resto dello staff. Durante il concerto lei sarebbe stata in una cabina situata in alto, davanti ad un mixer dove avrebbe controllato gli amplificatori. Lisa si guardò intorno e cercò di immaginare il teatro pieno di gente: si emozionò al sol pensiero.____________ -No, John. Non ci pensare nemmeno- disse Brian categorico. -Dai, Brian. Ci travestiremo- John implorò il manager, senza risultato. Desiderava visitare Madrid in pieno giorno. Abbastanza contrariato, John tornò a pensare alla sua colazione, che ancora doveva consumare. Aprì un libro e si ammutolì. -Cosa leggi? - gli chiese Lisa che era davanti a lui. -Tolstoj- rispose lui, ancora nero - tanto solo questo posso fare-. -Anche io ho letto qualche libro di Tolstoj- gli rispose, riuscendo a farlo parlare un poco e a farlo rilassare. Anche Ringo si intromise nel discorso e cercò di attaccare bottone con Lisa. -Questo albergo ha una bella biblioteca, andiamo a dare un'occhiata? - le propose. -In realtà vorrei uscire per andare a comprare qualcosa da mettere questa sera. Non ho nulla di adatto. Magari... Ehm... Domani, ok? - gli rispose. Lui assunse un'espressione delusa. -Comprati qualcosa di sexy questa sera, così avrò una bella visuale- le fece l'occhiolino John. -Ma certo, John. Penserò solo a te nella scelta dell'abito, tranquillo! - gli rispose ironica prima di girare i tacchi e uscire dall'albergo._______ Perché erano due giorni che Lisa lo evitava come la peste? Non voleva parlargli assolutamente e non potevano andare avanti così. Per Ringo si stava trasformando in un pessimo soggiorno._________ L'espressione delusa sul volto di Ringo, aveva provocato a Lisa una fitta allo stomaco per il dispiacere. Non stava assumendo il comportamento giusto con lui e decise che presto avrebbero chiarito la faccenda. Madrid era colorata ed accogliente, come la sua Roma. Curiosò tutta la mattina tra i negozietti tipici del posto, prima di imbattersi in un negozio di abbigliamento che credeva facesse al caso suo. Scelse di optare per uno stile tra l'elegante e il moderno, che consisteva in una gonna stretta a vita alta e una camicia di seta bianca. Era il suo primo concerto con i Beatles e, grazie anche allo stipendio che adesso percepiva, non badò a spese. Uscì dal negozio e si rese conto che la mattina era passata in un lampo. Decise di riprendere la strada per l'albergo, fermandosi solo a prendere un sandwich per pranzo. Mangiò seduta su un muretto, osservando la gente che le passava davanti. Tra la folla, si fermò a guardare un gruppo di ragazzine. La incuriosirono perché la guardavano insistentemente. Una di loro lasciò il gruppo e la raggiunse -Tu eri con i Beatles questa mattina? - le chiese la ragazza con un inglese traballante. Lisa sbiancò. -No, ti sbagli- le rispose, sperando di essere più convincente possibile. -Non ti credo. Ti ho vista bene. Sei la fidanzata di uno di loro? - le continuò a chiedere in modo minaccioso. -Ho detto di no. Ora, scusami, ma devo andare-. A passo svelto tornò in albergo. Sembrava che quella ragazza la volesse malmenare. Come diavolo avevano fatto a vederla con quel marasma? In albergo si sentì al sicuro. Passò davanti al bar e vide Paul che stava prendendo un caffè. La salutò con la mano e lei lo raggiunse per raccontargli di cosa le era appena accaduto. Gli raccontò delle domande/minacce di quelle giovani ragazze. Paul si fece una bella risata. -Tu ridi, Paul? - lo rimproverò guardandolo male - io sono dovuta scappare! -. -Diventerai famosa anche tu, fattene una ragione. Farai interviste e altre cose... - la informò. Poi guardò la busta che Lisa aveva poggiato sul pavimento per parlare con lui e le chiese - Hai fatto acquisti? - -Sì, ho comprato qualcosa di elegante da mettermi questa sera- -Oh, sì. John ci ha accennato di un abito sexy che avresti comprato per questa sera... -. Lisa alzò gli occhi al cielo - John tende un po' ad esagerare- disse. -Comunque se mettessi un abito sexy, ne saremmo tutti contenti - le confessò lui, sorridendo sornione. -Paul, ma ti ci metti anche tu? - lo sgridò colpendolo con la borsetta su un braccio. --Ahi, Ahi... - si lamentò lui - scherzo, dai...-. Tornarono nelle rispettive stanze per prepararsi. Mancava poco e sarebbero tornati nel teatro per fare un'ulteriore prova e poi il tanto atteso concerto__________________ La prova andò meglio del giorno prima. -Lisa il tuo abito? - chiedeva John alla ragazza tra una canzone ed un'altra. Lei rispondeva delicatamente alzando il dito medio, facendolo sorridere. Cenarono al volo, prima di rintanarsi nei camerini per farsi belli. Lisa si sentì una diva di Hollywood con lo specchio con le lucine intorno, le poltroncine di pelle e un costoso champagne che giaceva al fresco dentro un secchiello col giaccio. Lisa ne bevve un bicchiere per allentare la tensione. Stava finendo di pettinarsi quando Brian si presentò da lei, elegante come al solito. -Lisa, aiuteresti i ragazzi a sistemarsi? Voi ragazze avete più dimestichezza con queste cose- le chiese. Lei accettò e andarono insieme nel camerino. I ragazzi erano già tutti vestiti davanti agli specchi, tentando di sistemarsi. -Secondo me, non dovresti mettere la cipria così, ma fai come vuoi- stava dicendo George a Paul. -Ho portato la vostra salvatrice - annunciò Brian. Tutti si girarono a guardarla e si azzittirono. -Lisa, sapevo che avresti avuto buon gusto nel vestire, ma io già dimentico facilmente le cose, poi ti ci metti anche tu- si disperò John. -Allora non guardare dalla mia parte, John. È semplice! - gli rispose acida Lisa - Piuttosto, ti è scoppiata una bomba in testa? - gli chiese cominciando proprio da lui con il parrucco. -Ragazzi, state veramente bene, posso dirvelo? - si complimentò lei con i quattro. -Merito tuo e dei tuoi abiti- le rispose Ringo, che la stava mangiando con gli occhi. La guardò insistemente per tutto il tempo. Il risultato finale era superlativo. I ragazzi erano pronti per ammaliare le loro fan. Il concerto sarebbe iniziato da lì a pochissimo. -Scusate, io vado a prendere una boccata d'aria. Ci vediamo dietro le quinte- li salutò Lisa, che cominciò a sentirsi seriamente nervosa. Ricordava di aver visto una porta di emergenza proprio lì vicino al camerino dei ragazzi. Spinse la maniglia della porta e si trovò in un terrazzino buio e deserto, l'ideale per calmarsi un pochino. Si accese una sigaretta e cominciò ad inspirare profondamente. Grazie al silenzio tombale riuscì a sentire, provenire dall'interno, i passi di qualcuno che veniva dalla sua parte. Ringo uscì fuori e Lisa capì subito che l' aveva raggiunta per un motivo. Rimase in silenzio qualche secondo prima di prendere la parola - Credo che dobbiamo parlare - -Già- gli rispose lei. -Perché mi stai evitando? - le chiese subito. -Ti chiedo scusa per il mio comportamento, ma mi sento ancora imbarazzata per quello che è successo al pub- -Non capisco perché, Lisa- -Perché solitamente non mi concedo così facilmente al primo appuntamento o alla prima opportunità. Non vorrei che mi prendessi per una ragazza poco seria- gli confessò. -Ma non lo faccio. L'altra sera è successo e basta, ci siamo lasciati andare. A dirla tutta è stato meraviglioso- si avvicinò a lei fino a far aderire i due corpi - lo farei altre mille volte, sai? - le continuò a dire con voce suadente. Le accarezzò una guancia col dorso della mano - Ti bacerei, ma non vorrei rovinare il tuo rossetto e io non starei bene impiastrato di rosso-. Lei rise e gli mise le braccia al collo. -Allora ci esci con me? - le chiese speranzoso. -Direi di sì- gli rispose raggiante. Lui le prese la mano e gliela baciò delicatamente. -Teniamoci tutto per noi, per adesso. Piaci ai ragazzi e non vorrei che ci fossero disguidi con loro- le propose. Lei lo guardò interrogativa, perché non si trovava d'accordo con lui. Ma non replicò. Rientrarono per dirigersi verso le quinte. Dopo un 'in bocca al lupo' generale, Lisa andò a prendere posto nella sua cabina e un mormorio di voci la travolse. Si affacciò e vide il teatro pieno di gente. Sentì i brividi correrle sotto la pelle________ Quando John, Paul, George e Ringo salirono sul palco, Lisa credette che la sala venisse giù: tutto tremava e le urla erano assordanti. -Buonasera a tutti e grazie di essere qui - Paul salutò il pubblico prima di cominciare a suonare : She Loves You e Twist And Shout, furono le prime canzoni che cantarono. Le urla impedivano il completo ascolto delle canzoni e Lisa azzardò ad alzare il volume degli amplificatori, sperando di non alterare la qualità del suono. Lo fece e sembrò andar bene. I ragazzi la guardarono dal palco, stupefatti. Le esibizioni successive, furono travolgenti. Terminò il concerto con A Hard Day's Night, fra lo scroscio di applausi del pubblico. Lisa fece altrettanto, li applaudì dalla loro cabina. Loro fecero profondi inchini al pubblico, poi parlottarono tra di loro. Alzarono lo sguardo verso Lisa e furono loro, stavolta, ad applaudire lei. Lei si commosse, e credette di essere la persona più fortunata al mondo.________________ Lisa tornò nel camerino con l'adrenalina che le scorreva nelle vene. Aspettò i ragazzi per congratularsi del bellissimo concerto. Arrivarono facendo casino come al solito e, appena la videro, corsero ad abbracciarla. -Grazie! Questa sera ci siamo sentiti suonare un po' di più - la ringraziò George. -Sei stata magnifica! - si complimentò Paul. -Voi lo siete! - rispose lei, grata. Quella sera brindarono alla vita, alla musica e alla felicità.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Questa volta i Beatles e tutto lo staff, partirono alla volta di Parigi. La solita folla di fan li accolse all'aeroporto e loro, sempre il più velocemente possibile, salutarono con le mani e sorrisi a trentadue denti, prima di salire sulla limousine. I ragazzi erano raggianti per l'accoglienza che ricevevano in tutte le città del mondo. La situazione fu la stessa di Madrid: pomeriggio prove e la sera rigorosamente in albergo. Lisa era affacciata alla finestra della sua stanza quella sera, guardando la Tour Eiffel luccicare : era una vista meravigliosa e la torre sembrava proteggere la città, così mastodontica. Avrebbe voluto raggiungerla per vederla da vicino. Si era fatta ormai una certa ora e si mise a letto, stanca del viaggio in aereo e della giornata caotica. Era in stato di dormiveglia, quando sentì qualcuno bussare insistentemente alla porta della sua stanza. Si alzò di scatto la e raggiunse . La aprì poco ma, la persona dall'altra parte, la aprì del tutto per poi entrare in stanza. John la guardava divertito. -Cosa ci fai qui?- gli chiese allarmata. -Dormivi? - le chiese a sua volta. -No, John, facevo una festa. Anzi, se ti vuoi unire... - gli rispose Lisa ironicamente, indicando la stanza vuota. -No, vestiti. Usciamo tutti insieme- le propose lui. -A quest'ora? - gli chiese guardando il suo orologio. -Dai! Brian non deve saperlo. Ci vediamo tra 10 minuti fuori dall'albergo- detto questo, lui si volatilizzò. Che sconsiderati! Li trovò puntuali, fuori dall'albergo, seduti su uno scalino di un portone di un'abitazione lì accanto. Si avvicinò a loro sbadigliando - Siete fuori di testa! - li rimproverò - se Brian lo scoprirà saranno guai! - -Tranquilla, Lisa. Lo abbiamo sempre fatto- le rispose candidamente Paul. -Stavi dormendo? - le chiese Ringo ridendo sotto i baffi. Probabilmente aveva notato la sua aria assonnata. Lei sbadigliò nuovamente, e gli diede la conferma di ciò che sospettava. Si incamminarono per le vie della bella città e aveva un fascino romantico. Ringo e Lisa rimasero vicini per tutta la passeggiata, scambiandosi sguardi di intesa. Arrivarono sotto la Tour Eiffel e Lisa la ammirò in tutti i suoi dettagli. John, Paul e George si fermarono alcuni metri più avanti degli altri due. -È bellissima, vero? - commentò Lisa, tenendo la testa all'insù. -Mai come te - le rispose Ringo. Lei lo guardò negli occhi e, se ne avesse avuto la possibilità, lo avrebbe baciato. -Mai nessuno mi ha fatto un complimento del genere- ammise lei. -Te ne farei altri mille così - le rispose accarezzandole i capelli, lontano dagli sguardi dei ragazzi. Le luci dell'alba cominciarono a fare capolino sulla città e si dovettero sbrigare a rientrare in albergo. Lisa sembrava camminare ad un metro da terra, per la felicità. Prima di entrare in stanza, Ringo le mandò un bacio silenzioso e fu la chiusura di una serata bellissima._____________Lisa si sedette sulla sedia con le rotelle della sua cabina nel teatro di Parigi, pronta a dare anche di più rispetto al concerto di Madrid . Cominciò a far ballare le gambe per la tensione, che era sempre dietro l'angolo. Il concerto andò anche meglio del precedente. John teneva molto bene il palco, era divertente e folle: durante la presentazione di una canzone, improvvisamente cominciava a parlare una lingua inventata ; prendeva in giro le fan imitandole, saltellando per tutto il palco. Lisa rise come una matta. Alla fine del concerto, dopo i soliti inchini, lei vide sparire George. Se lo trovò in cabina pochi secondi dopo. -George, non vorrai mi... - -Hai diritto anche te a tutti gli applausi che ci fanno- la interruppe e la prese per mano, alzandola di peso dalla sedia. La condusse sul palco e per lei, trovarsi davanti a tutte quelle persone in festa, fu strabiliante. I ragazzi la indicavano al pubblico, alzandole le braccia come se fosse la vincitrice di un incontro di pugilato. Probabilmente tutte quelle persone non sapevano neanche chi fosse, e lei rise di gioia, come una bambina sull'altalena. Si augurò che quei tempi non finissero mai.__________In camerino erano tutti semi sdraiati sui divani, stremati dal concerto. -Vi ho già detto che siete matti da legare? - chiese Lisa a tutti, dando le ultime boccate alla sigaretta. -Mi sa di sì - rispose George che era in uno stato di trans. Nel silenzio, lei ripercorse tutto il concerto con la mente e le sfuggì una risata. -John, perché parli quella lingua incomprensibile sul palco? - gli chiese. -Non lo so nemmeno io. Ma amo la parte dove prendo in giro le ragazze che urlano. Mi diverto troppo-. Lisa scrollò la testa divertita e si fece forza per alzarsi dal divano. Tornò nel suo camerino per cambiarsi e raccogliere le sue cose. Uscì da lì sperando che i ragazzi non ci mettessero troppo a cambiarsi, come sempre. Era distrutta e aveva bisogno di una bella dormita. Decise di aspettarli all'entrata del teatro. Si fermò prima di scendere le scale che l'avrebbero portata al piano di sotto, attirata da un flebile fischio. Tornò indietro e vide Ringo. Lo raggiunse con pochi passi - Speravo di trovarti, sono uscito con una scusa - le disse dandole un bacio sulle labbra. -Volevo chiederti una cosa. Visto che domani torneremo a Londra, ho pensato che sarebbe un'occasione ideale. Vuoi venire a cena con me? - le chiese. -Finalmente il nostro appuntamento- gli disse abbracciandolo -Certo che voglio- gli rispose. Stavolta fu lei a prendere l'iniziativa e lo baciò. -Avrei voluto farlo ieri sera, quando mi hai fatto quel bellissimo complimento - ammise lei. Lei si perse di nuovo nei suoi bellissimi occhi, mentre lui le prendeva il viso con tutte e due le mani. Qualcosa di molto bello stava nascendo tra quei due e, ormai, non potevano più evitarlo.___________ Sull'aereo di ritorno per Londra, Lisa si trovava al centro di un'accesa discussione tra Paul e John. Era seduta in mezzo a loro e stavano cercando di scrivere una canzone. Vedeva passare davanti alla faccia fogli e penne e non riusciva a mantenere la concentrazione sul suo libro. Infatti, alla fine rinunciò e lo chiuse infastidita. -Macca, sei il solito testardo! - lo rimproverò John. -Sei tu che non comprendi il mio lato poetico - gli rispose il bassista con poca modestia. Lisa li guardava divertita e ripensò a quei giorni passati con loro. Girò lo sguardo a sinistra per buttare un occhio su Ringo. Stava guardando fuori dal finestrino ed era pensieroso. Lei lo trovò così bello con la fronte aggrottata. Forse lui si sentì osservato e si girò dalla sua parte. -Ma la fate finita? - Ringo si rivolse agli amici, interrompendo il battibecco in corso. -Perché Lisa deve sorbirsi le vostre discussioni? - -Oh, scusa tanto- disse Paul alla ragazza. Anche George apprezzò la fine del casino che avevano fatto fino a quel momento - Sia ringraziato il cielo! - disse rincuorato. Dopo essere atterrati, si salutarono tutti e abbracciarono Lisa. Quando toccò a Ringo abbracciare la ragazza ebbe solo il tempo di dirle - Ci vediamo stasera- prima di salire sul suo taxi.___________ - No, Anna. Non insistere! -. Lisa era in accappatoio e la sua migliore amica tentava di convincerla a mettere un vestito corto e scollato per l'uscita con Ringo. -Perché no? - le chiese Anna col vestito in mano - Faresti un figurone! - -È esagerato! - disse Lisa fiondandosi nel suo armadio per prendere un vestito nero accollato e più lungo dell'altro. -Saresti troppo casta- commentò l'amica arricciando le labbra. -Ma non voglio mica andarci a letto, un passo alla volta! - -Bè, peccato... - disse Anna lanciando il vestito dalla sua parte -che sia già successo! - Lisa prese al volo il vestito che le aveva tirato l'amica e avvampò ricordando la sera del pub - È vero, ma è come se avessimo ricominciato da zero-. Anna imitò, scherzando, la sua voce, ma non tornò più sull'argomento. Lisa si vestì e Anna la aiutò a fare i capelli ed il trucco. -Wow! - esclamò Lisa guardandosi allo specchio, soddisfatti del risultato finale. - Grazie, Anna- la abbracciò l'amica che la guardava come una mamma guarda il proprio figlio. -Perché non vieni in tour anche te? Mi aiuteresti a prepararmi prima di ogni concerto- scherzò Lisa. -Ma magari!-rise l'amica. Il campanello suonò e Lisa trasalì - È lui-. Cominciò a correre per tutta casa - La borsa? Oh, i croccantini per Elvis! - Anna la bloccò - Ci penso io. Vai, su! - la esortò ad uscire. Lisa le diede un ultimo abbraccio e girò o tacchi. Anna si avvicinò alla finestra e scostò la tendina per guardare meglio. -Oh mio Dio- pensò vedendo Ringo in strada. Non poté fare a meno di augurarsi che i due passassero una meravigliosa serata._______Ringo passeggiava su e giù, aspettando Lisa sotto casa. Sperò che non fosse una di quelle ragazze che ci mettono un'eternità a prepararsi, anche perché lui non sarebbe passato inosservato in quel quartiere. Era agitato, ci teneva molto a conquistarla ancora un po'. Sentì aprire il portone del palazzo e Lisa lo raggiunse a passo veloce. Era stupenda e il suo sorriso illuminava il buio della sera._______________ Ringo fece un largo sorriso appena la vide. Le diede un bacio sulla guancia e la prese per mano. Aprì lo sportello della macchina e ne tirò fuori un mazzo di girasoli, con un bel fiocco rosso. Lei li annusò -Grazie! Sono i miei fiori preferiti. Come facevi a saperlo? - gli chiese. -Ho sentito una volta che lo dicevi a George, mentre parlavate di fiori- le rispose soddisfatto. -Te lo ricordi? - gli chiese. -Ovvio, come ricordo che ti piacerebbe mangiare, finalmente, un bel piatto di pasta come si deve. Infatti ti porterò in un ristorante italiano- le disse aprendole la portiera della macchina per farla salire. Lisa si stupì di quante cose ricordasse Ringo, e le fece immensamente piacere. -Cosa hai fa di bello oggi? - le chiese lui. Lei cominciare ad elencare - Ho pulito casa, ho messo in lavatrice alcuni vestiti e ho preparato di nuovo la valigia per partire domani -. -Oh, non mi ricordare il viaggio lunghissimo che faremo- disse Scocciato. -Ma andremo a Miami! Sole, mare... - disse Lisa sognante. Arrivarono a destinazione e Ringo parcheggiò la macchina nel retro del ristorante. Entrarono dalla cucina. -Buonasera - salutò Ringo, annunciandosi. I cuochi stavano lavorando sommessamente e una ragazza, vedendo Ringo, momenti si faceva cadere una pentola su un piede. -Ringo- lo salutò lo chef - dove sono gli altri tre? - gli chiese. -Andrea! Questa sera sono solo con... - non riuscì a trovare un aggettivo -Lisa!- disse alla fine. Lo chef si presentò alla ragazza. Andrea riservava sempre per Ringo e gli altri ragazzi una saletta a parte, e loro lo ripagavano lasciandogli una proficua mancia, che mai voleva accettare. Il menu era ricco di piatti e Ringo se ne fece spiegare qualcuno da Lisa. Si fece consigliare da lei su cosa prendere. Era tutto buonissimo e durante la cena parlarono molto, senza stancarsi mai. Ringo pagò il conto e con tanti ringraziamenti da parte dello Chef Andrea, uscirono dal ristorante. -Ti vorrei portare in un posto dove io amo andare per meditare - le propose Ringo. -Portami dove vuoi- gli rispose entusiasta , prima di partire. Uscirono un poco dalla città e Ringo imboccò una strada in salita, costeggiata dagli alberi. Appena si trovarono in pianura, lui accostò e si fermò. Di lato avevano una piazza con delle panchine di legno. Scesero dalla macchina e lui la prese per mano, conducendola vicina a un muretto poco alto. La vista che si trovarono davanti lasciò Lisa senza fiato: Londra, in tutto il suo splendore, abbagliava, tante erano le luci. -Che bella la vista da qui- commentò lei. -Per questo vengo qui a meditare. Starei ore e ore a guardare la città- detto questo si girò verso Lisa - come guarderei ore e ore te- finì di dire. -Tu esageri, Richard- lo chiamò col suo nome. Era lusingata. -Non esagero- le rispose sincero. La circondò con le braccia e rimasero così per dei lunghissimi minuti. -Secondo te, cosa possiamo considerarci da ora in poi? - le chiese, con il viso molto vicino a quello di lei. -Mmmh, secondo te? - gli chiese a sua volta Lisa. -Dici che è troppo presto per dire di stare insieme? - le chiese. -Per me, no - gli rispose. Lui le cominciò ad accarezzare la schiena. -Quindi ora sei solo mia? Nessuno ti porterà via da me? - -Sono tua- gli rispose - perché hai questa paura che qualcuno mi porti via? - Ringo si incupì e rispose - Mi è capitato di frequentare ragazze che poi hanno preferito ad occhi chiusi gli altri ragazzi - si riferì a John, Paul e George - Non erano storie serie, ma ci sono rimasto male lo stesso. Immagina se portassero via te, a cui tengo molto- le confessò quasi in un sussurro. -Io non sono quel tipo di ragazza. Se sto bene con una persona, non ne cerco un'altra. E sto bene con te-. Lui la strinse ancora più forte e la baciò di impeto. Presero la via di casa, silenziosi, ma felici. Lisa fu tentata di far salire Ringo a casa sua, ma decise di rimanere coerente col suo pensiero di fare un passo alla volta. Lui frenò dolcemente davanti casa di Lisa e spense l'auto. -Grazie per la bellissima serata- gli disse - sono stata bene -. -Anche io-. Si baciarono appassionatamente poi lei scese dalla macchina salutandolo, lasciandolo come uno stoccafisso a fissarla._________________ Ringo seguì Lisa con lo sguardo entrare in casa. Lo aveva lasciato con quella fastidiosa erezione nei pantaloni con quel bacio. Aveva immaginato che lo avesse fatto salire in casa, ma pensò che avrebbero avuto tempo per fare tutto. Per un'altra ragazza non avrebbe aspettato, ma per lei sì.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Lisa aveva avuto sempre il desiderio di andare in America e, grazie a quei meravigliosi ragazzi e grazie al suo impegno e alla sua dedizione per lo studio, lo stava realizzando. Aveva proprio questi pensieri quando l'aereo stava lentamente atterrando. Unica pecca della cosa: il viaggio troppo lungo. Sballottati e straniti, dovettero fare subito un'intervista in aeroporto. Lisa li guardava da un angolo della stanza rispondere alle solite (e stupide) domande di un giornalista pieno di sè. John era parecchio scocciato e dimostrò il suo stato d'animo, trasformando la noia in sbruffonaggine. Rispondeva all'intervistatore impostando la voce in tutti i modi possibili e facendo espressioni buffe. Lisa se la rideva silenziosamente, mentre Cynthia, la moglie di John, lo guardava co n rimprovero. Anche lei e il loro figlioletto Julian, erano partiti per godersi qualche giorno di mare e riposo. Lisa aveva parlato con lei durante il viaggio e l'aveva trovata una persona carina e alla mano. Julian era un sorprendente ometto, vivace e simpatico. John aveva molta premura verso di loro, sembrava avere occhi solo per la moglie e per questo Lisa trovò strano che lui le fosse infedele. -George- si rivolse il giornalista al chitarrista- sappiamo che, soprattutto per tua volontà, avete un nuova tecnica del suono. Come mai questa scelta? -. Lisa sentì il battito del cuore accelerare. Stavano per parlare di lei. Ma poi, come facevano a sapere tutte quelle cose? George buttò uno sguardo su di lei prima di rispondere - Semplicemente lei è più in gamba del fonico che abbiamo avuto fino a poco tempo fa-. -Effettivamente nei vostri ultimi concerti e in 'Beatles For Sale', abbiamo sentito una netta differenza. Il suono è più limpido e ricercato. Gli strumenti sono protagonisti al momento giusto- il giornalista elogiò il lavoro di Lisa. Lei si sentì onorata di tutti quei complimenti, solitamente il tecnico del suono non veniva mai nominato nelle interviste. Il giornalista si girò dalla sua parte - L'abbiamo qui. Lisa, vero? - le chiese. Lei spalancò gli occhi, soprattutto quando il cameraman puntò la telecamera verso la sua parte. Lei si rannicchiò sempre di più nella sua seggiola. Annuì alla domanda dell'intervistatore. -Secondo te, perché i Beatles hanno scelto proprio te per questo importante ruolo? Sbaglio o inizialmente eri solo la loro... segreteria? - disse la parola 'segretaria' con disprezzo. Lisa si indispettì- -Ha qualcosa contro le segretarie? - gli chiese a sua volta. Il giornalista sobbalzò dallo stupore - È un lavoro così stupido! - le rispose altezzoso. -Stupido come molti giornalisti! - disse lei adirata. Ma come si permetteva? Qualsiasi lavoro era rispettabilissimo, secondo lei, e perché denigrarlo in quel modo? La risposta pronta di Lisa, lo fece diventare paonazzo in viso e quando lei credette che le stesse per rispondere, si girò di scatto per continuare l'intervista con i ragazzi. Fece le ultime domande e, lanciando uno sguardo torvo a Lisa che lei ricambiò, uscì dalla stanza. -Grande! - si complimentò John con la ragazza. -Secondo me, rischi di rovinarti la carriera in questo modo- intervenne Brian severo. Lisa si intimorì. - Conosco questo giornalista e non scriverà cose belle su di te- le continuò a dire. Lei capì che la stava proteggendo e consigliando. Quasi si pentì di aver fatto quella alzata durante l'intervista. -Brian, non possiamo sempre farci mettere i piedi in testa da questi giornalisti- si intromise Ringo. Il manager lo guardò sorpreso perché il batterista non metteva quasi mai bocca su nulla. -Hai ragione, ma è meglio lasciarli nella loro ignoranza e preservarci- disse Brian, saggiamente. Non c'era più tempo per le chiacchiere: un teatro che si sarebbe riempito di lì a qualche ora li stava aspettando._________ Nonostante i due caffè super lunghi, la stanchezza la voleva vincere su Lisa. Lei si stava, come al solito, preparando in camerino. Ma bastava un piccolo pensiero al concerto imminente e una scossa di adrenalina la risvegliava. Ringo bussò due volte alla porta ed entrò nella stanza. -Ehi, bellezza- lo salutò lei. Lui abbassò lo sguardo imbarazzato. -Abbiamo bisogno di te, come sempre- le disse lui ridendo - George ha strappato il cavallo dei pantaloni con un movimento brusco. Puoi riparare? -. Lisa si mise a rovistare nel borsellino dove teneva il make up -Fortunatamente, per ogni evenienza e perché voi uomini siete talmente indelicati, ho sempre con me ago e filo-. Lei alzò lo sguardo e si accorse che Ringo la stava guardando intensamente. La desiderava e la cosa era palpabile nell'aria. Le accarezzò i lunghi capelli lisci da lei pettinati con cura e glieli spostò di lato, lasciando scoperta la spalla nuda. Spostò le dita proprio lì e il suo tocco leggero le provocò brividi lungo la schiena. Lisa chiuse gli occhi per godersi il momento e, al posto del tocco delicato delle sue dita, sentì sul collo l'umido della sua bocca. Con sensualità, aumentò sempre di più il ritmo dei baci fino a che lei non riuscì più a trattenere i gemiti di piacere. Si aggrappò alle braccia di Ringo che, purtroppo, interruppe tutto sul più bello. Lisa protestò con un 'no' silenzioso e lui la stava guardando divertito. -Andiamo- le disse come se nulla fosse successo - George sta aspettando in mutande-.________________ - Così dovrebbe reggere, George- disse Lisa, che stava mettendo gli ultimi punti ai pantaloni. George la guardava da dietro un separé che a malapena lo copriva. Lei gli passò i pantaloni e lui la ringraziò. -Direi che dovresti smetterla di cercare di malmenarmi a suon di karate, Georgie - lo prese in giro Paul. Sì, George aveva strappato il cavallo dei suoi pantaloni cercando di mollare a Paul un calcio volante. -Lisa, ti facciamo lavorare sempre più del dovuto -disse il chitarrista a mò di scusa. Brian irruppe nella stanza - Dai, sul palco-. Dietro le quinte, Lisa imboccò le scale che l'avrebbero portata alla sua cabina e, appena giratasi di spalle, sentì arrivarle uno schiaffo sul sedere. Si voltò e Ringo se la rideva, dietro a tutti gli altri. Con quel riso sul volto, le fece l'occhiolino, lasciandola sorpresa.______________________ Lisa si accomodò davanti al suo mixer. Ringo, il timido Ringo, la stava provocando? La cosa le faceva molto piacere, ma non sarebbe rimasta con le mani in mano. Voleva la guerra? L'avrebbe avuta. Con sguardo malizioso, premette i primi tasti e il concerto iniziò alla grande.________________ Nonostante la sera prima avessero fatto tutti tardi, Lisa si svegliò di buon'ora. Si affacciò dalla finestra della sua stanza d'albergo e il mare di Miami era una tavola. Respirò profondamente e il familiare profumo del mare le inondò le narici. Era un invito per lei a fare un salto in spiaggia. Ci mise poco a metter su un costume, un paio di shorts e una magliettina. Prese un caffè al bar e si diresse verso la spiaggia. Arrivata, stese l'asciugamano e rimase a fissare il mare. Il rumore delle onde la cullava e un leggero venticello la stava rilassando. Si sdraiò e saltò di paura quando sentì un tonfo vicino a lei. -Buongiorno, bella ragazza! - la salutò il suo Ringo, che aveva buttato lo zaino vicino a lei.-Pensavo di non trovarci nessuno a quest'ora. È presto- le disse. -Io amo andare al madre presto, Richie- gli rispose. Lui tirò fuori il suo asciugamano e lo stese vicino a quello di Lisa. Ci si sedette sopra e le rispose - Allora siamo in due-. Le diede un bacio. -Ho bisogno di mettere la crema protettiva, prima che mi bruci la pelle - constatò lui. La cominciò a spalmare sul suo corpo, ma fece fatica ad arrivare dietro. -Ti aiuto io - disse Lisa gli strappandogli il tubo di crema dalle mani - Girati- gli ordinò. Lui si girò sull'asciugamano e sobbalzò appena Lisa lo toccò , forse, per il freddo della crema. -Hai mai pensato di fare i massaggi? - le chiese lui, in completo relax. -Sì, ma solo a chi dico io- gli rispose suadente. Ringo sorrise perché aveva colto il senso della frase. -Vuoi che ti metta la crema anche sulle gambe? - gli chiese con pizzico di maliziosità nella voce. Lui annuì, curioso. Cominciò a massaggiarlo dai polpacci e molto lentamente si spostò sulle cosce. Lei rimase molto a massaggiare quel punto e notò che Ringo trovava la cosa estremamente piacevole. Con una mossa repentina, spinse le sue mani ancor più su ed entrò con le dita all'interno del costume. Lui si irrigidì quando lei cominciò a sfiorargli i glutei e le parti intime, poi iniziò a muoversi in preda all'eccitazione crescente. Dopo dei lunghissimi minuti, lei smise di massaggiarlo - Credo che la crema sia messa a dovere, adesso- gli disse divertita. Lisa si stava vendicando della cosa successa la sera precedente. Stava solo rispondendo al suo attacco. - Grazie - la ringraziò lui con la voce bassa. Tornò seduto sull'asciugamano e lanciò uno sguardo di sfida alla ragazza. -Ti piace giocare col fuoco, vero? - le chiese. -A me? Oh, sì - gli rispose. Lisa si girò a pancia in sotto sul suo asciugamano, come se volesse interrompere la conversazione. Invece, spostò le mutande del costume verso i glutei e slacciò il reggiseno; lo tolse del tutto e glielo lanciò. -Sai, Richard, non vorrei i segni del costume addosso- lo informò. Lui annuì, sorridendo. -Credo che andrò a farmi un bagno- si alzò il batterista - ho bisogno di rinfrescarmi-. Lei mugulò in segno di assenso. Lo vide da lontano buttarsi nell'acqua di getto. Rise fra sè e sè. Aveva colpito nel segno e ne era felice. Prima o poi, uno dei due avrebbe creduto. Decise di rimanere così a prendere il sole, approfittando del fatto che non ci fosse nessuno in giro. Si addormentò dopo pochi minuti e fu svegliata da una voce che esclamava in sua direzione - Se non stesse per arrivare mia moglie, ti darei un morso su quel bel culo-. Lei ci mise un po' a capire che qualcuno ce l'avesse con lei. Alzò la testa di scatto per vedere chi fosse quel pervertito ad essersi rivolto a lei in quel modo. In piedi e poco distante, facendole ombra, vide John, accompagnato dal suo solito sorrisino. Recuperò al volo il reggiseno del costume che era poco più in là e trovò non poche difficoltà a indossarlo senza che non si vedesse nulla. Lui non smetteva di fissarla, per aumentare le difficoltà. -John, il tuo buongiorno è sempre così speciale! - gli disse, infastidita dalla imbarazzante situazione in cui lui l'aveva messa. -Ma se ti metti mezza nuda a prendere il sole, non è di certo colpa mia, cara- le rispose, giustificandosi. -Come mai sei già sveglio, signore delle lunghe dormite? - lo prese in giro per la sua, vera, nomina di gran dormiglione. -Avrei voluto dormire, ma Julian ha deciso di cominciare a frignare molto presto questa mattina- le rispose sconsolato. -... vedo che non sei sola- notò lui, vedendo due asciugamani - chi è con te? - le chiese curioso. -Oh, ehm... - farfugliò. John era molto sveglio e ci avrebbe messo poco, dopo averla vista in quello stato a prendere il sole, a capire che ci fosse qualcosa tra lei e Ringo. Per lei non ci sarebbe stato alcun problema se tutti lo avessero saputo, ma doveva rispettare le volontà di Ringo. -Non saprei, John. Stavo dormendo e non mi sono accorta che fosse arrivato qualcuno- gli rispose la prima cosa che le venne in mente. I due videro Ringo uscire dall'acqua e Lisa si accorse che lui si incupì quando la vide con John. -Ehi, Ringo- lo salutò l'amico- com'è l'acqua?- -Un brodo- gli rispose stizzito. John lo guardò interrogativo, ma non disse nulla, fermato dall'arrivo di Cynthia e Julian. Il bambino vivace, molto simile al papà in tante cose, tenne occupati tutti, per tutta la mattina._________ Dopo il secondo concerto che avevano tenuto a Miami, ci fu la solita festicciola in camerino. -So che qui vicino c'è una discoteca - disse Paul - ci vogliamo andare? -. Accettarono tutti la proposta di buon grado, avevano bisogno di un po' di divertimento. Passarono dal retro del palazzo per evitare incontri con i gruppi di fan che erano sempre in agguato e si fecero venire a prendere da un taxi. Paul spiegò al tassista, un po' sgomento dall'incontro con i quattro, dove li avrebbe dovuti portare. I ragazzi, quasi per tutto il viaggio, si presero in giro reciprocamente su chi fosse il meno portato per il ballo. -Secondo me è George! - esclamò Ringo. L'amico lo fulminò con lo sguardo - Peccato che non possa dire niente sul tuo modo di ballare- rispose George imbronciato. -Sei bravo a ballare? - chiese Lisa a Ringo. -Sono bravo in tutto, baby- le rispose. Si alzò un coro di presa in giro per Ringo. Lisa aveva capito che dietro la battuta scherzosa, lui continuava a provocarla, come aveva fatto da due giorni a quella parte. Era stato un continuo di baci rubati inguattati nei posti più impensabili; carezze sensuali lontano dagli occhi di tutti. -Lisa, facci da giudice. Balla con noi e a fine serata dirai chi è il più bravo - le propose Paul. Lisa ridacchiò imbarazzata. -Non dirmi che ti imbarazza- le disse John storcendo le labbra in quel solito sorrisetto. -Assolutamente- decise di rispondergli. -Tanto vinco io- si intromise Ringo. I ragazzi lo spintonarono facendo un gran baccano. L'atmosfera era allegrissima. La discoteca era contornata da un giardino con piante di tutti i tipi, potate a dovere. Una bella scalinata di marmo li condusse all'entrata e il buttafuori non ci pensò due volte a farli entrare. Li portò, poi, nella sala da ballo : gli amplificatori erano a volume altissimo e tanti ragazzi stavano accalcati in pista a ballare, altri erano seduti ai tavolini sparsi per la sala. Paul fu il primo a buttarsi nella mischia, gli altri tre lo seguirono a ruota. Lisa rimase fuori dal gruppo, era molto tempo che non entrava in una discoteca e la imbarazzava ballare insieme a loro. Cercò, piano piano, di defilarsi e accomodarsi su una sedia. Li avrebbe visti da lontano, sarebbe stato comunque divertente. Ma qualcuno la prese per un braccio e la buttò in pista. Quel 'qualcuno' era John. -Non balli? - le chiese - hai già dimenticato della sfida? -. Lui aveva capito le sue intenzioni e lei dovette seguirlo. John ballava bene, sciolto e sicuro di sè, come sempre. Fece di tutto per risultare affascinante. Ogni tanto prendeva le mani di Lisa e la faceva girare. Lei, finalmente, si lasciò andare e cominciò a divertirsi. La canzone finì e John si avvicinò a Lisa per parlarle all'orecchio - Devo andare via. Torno in albergo per stare con mia moglie e mio figlio. Dillo tu agli altri-. John sparì tra la folla, poco entusiasta di dover andare via. Lei fece lo slalom tra la gente che ballava, rischiando di prendere qualche gomitata. Trovò George e Paul a ballare con due ragazze e vide Ringo a bordo pista, che stava bevendo un drink. Cercò di raggiungerlo, ma la strada le fu ostacolata da Paul. - Balliamo? - le chiese con George vicino. Il bassista cominciò a saltellare e a dimenarsi. - Ma non stavate ballando con quelle sue ragazze? - chiese ai due ad alta voce. George fece spallucce, come per dire 'non importa'. Lisa dovette dare ragione a Ringo: mentre Paul se la cavicchiava a ballare, George era un vero e proprio tronco, cosa che scaturì le sue risate. Finita l'ennesima canzone e dopo vari inchini, i due si dileguarono a cercare altre ragazze. Ringo era rimasto al lato della sala e Lisa potè, finalmente, raggiungerlo. -Sei rimasto qui tutto il tempo? - gli chiese lei. -Ero con Paul e George e loro hanno cominciato a ballare con quelle ragazze. Io mi sono allontanato con una scusa. Mi avranno preso per matto - disse ridendo - ma sai, io sono impegnato-. Lisa lo guardò teneramente. - Manchi solo tu per completare la sfida. Vieni- gli allungò un braccio e lui le prese la mano. Una ballad riecheggiava nella sala e Lisa abbracciò Ringo, mentre lui le mise le mani sulla schiena. -Voglio baciarti sempre quando non posso- le disse guardandola fissa negli occhi. Lui fece scivolare le mani su e giù sulla schiena di Lisa e il contatto tra i loro corpi si fece sempre più stretto. Quel lento sembrava non finire mai. Lisa capì in quel momento di essersi innamorata follemente di lui. O si era innamorata la prima volta che era affogata in quei grandi occhi celesti?________ Le quattro mattino, arrivarono in men che non si dica e la discoteca cominciò a svuotarsi. Lisa, George, Paul e Ringo, decisero di tornare in albergo a piedi. Paul aveva rimediato vari numeri di telefono, e anche George. Stavano raccontando a Ringo delle loro nuove conquiste, pomiciate e incontri ravvicinati. -Te hai combinato qualcosa? - gli chiesero curiosi. -Naaah, non me ne piaceva nessuna. Ma sono stato con Lisa,visto che l'avete lasciata sola per fare i vostri porci comodi- gli rispose Ringo. George trasalì - Ci sei rimasta male, Lisa? - le chiese. Lei scoppiò a ridere - Ma no, avete fatto bene, anzi mi sono divertita a ballare con voi. E ho la mia sentenza: siete tutti e quattro bravi allo stesso modo-. -Anche George? - chiese Ringo stupito. Lei annuì e George alzò il dito medio verso l'amico che lo aveva criticato. In albergo rientrano tutti silenziosamente nelle proprie stanze. Lisa pensò che era stata una bella serata, ma avrebbe voluto essere ancora con Ringo. Maledetto il fatto che dovevano tenere tutti all'oscuro di tutto! Non capiva Ringo, perché non vedeva tutta questa passione nei suoi confronti da parte degli altri tre, anche se erano sempre molto galanti con lei. Questo non significava che fossero cotti di lei, come pensava Ringo. Presa da questi pensieri, si stava accingendo a prepararsi per la notte ma dovette andare ad aprire la porta perché qualcuno aveva bussato. Ebbe un presentimento che si rivelò giusto: Ringo entrò nella stanza. - So che è tardissimo- esordì - ma io non resisto più-. Le sì scagliò contro e la baciò. La spinse verso il letto dove cominciò a spogliarla con fervore - Sei bellissima. Ti voglio- le disse con voce gutturale. Fecero solo ciò che il sentimento reciproco li guidò a fare. Fecero l'amore come nessuno dei due aveva mai fatto. Quando tutto finì, rimasero l'uno dentro l'altra, incapaci di separarsi. -Rimarrei così per sempre- furono le prime parole che le disse Ringo. Lei gli accarezzò il viso - Ma cosa mi hai fatto? - le chiese dolcemente. Fu un momento magico,interrotto solo dal fatto che si era fatto giorno e che Ringo doveva tornare in stanza per non farsi scoprire lì. Sbuffando, si rivestì in fretta e in furia. Lisa si infilò una vestaglia al volo e lo accompagnò alla porta. Fuori dalla stanza si salutarono e si diedero qualche altro bacio. Non fecero in tempo a separarsi, quando la porta della camera di fronte si aprì improvvisamente: ne uscì John, col pigiama e gli occhiali da vista. Vide i due e si bloccò sul posto, rimanendo impassibile.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Lisa si volatilizzò con un frettoloso 'buonanotte' e Ringo e John si guardarono nel silenzio più assoluto. Ringo parlò per primo -Che ci fai qui? - gli chiese nervosamente. -Non ho dormito per tutta la notte e ho bisogno di un pacchetto di sigarette- rispose - tu, piuttosto? - gli chiese sospettoso. Ringo si guardò i piedi. Doveva raccontargli tutto. -Ti accompagno e ti spiego- gli disse cominciando a camminare. Uscirono in strada ed era tutto deserto, vista l'ora. Si infilarono nel primo bar che trovarono e John comprò le sigarette. Ringo gli raccontò tutto dal principio: di quando Lisa era entrata per la prima volta negli studi e di quanto lo avesse colpito; di quando l'aveva invitata ad uscire e di quanto lo avesse fatto aspettare; della sera del pub e del loro incontro nel bagno, quando erano spariti tutti e due; infine gli raccontò della loro cena a Londra. John lo ascoltò con attenzione, senza interromperlo mai. -Solo una cosa mi chiedo, Ringo: perché non ci hai detto nulla? - gli chiese, appena l'amico finì di raccontare. Era deluso e si vedeva dalla sua espressione. -In tutta onestà, John. Mi sono accorto che lei vi piace e non ho voluto creare problemi tra di noi. Ovviamente ve lo avrei detto, ma più in là- gli confessò Ringo. Odiava litigare con tutti e soprattutto con i suoi amici. -No Richie, ti sbagli- scosse la testa John- anche se ho l'impressione che Lisa piaccia molto a George-. Ringo lo guardò con preoccupazione, mentre l'amico continuava a negare un suo interesse verso Lisa. Tornarono in albergo e Ringo già cominciò a pensare al discorso che avrebbe fatto agli due. Ripetè tutte le parole nella mente fino a che non cadde in un sonno profondo._______________John non riusciva proprio a dormire, per colpa, forse, delle troppe amfetamine che aveva preso prima del concerto. Inoltre, la scoperta della nuova coppia, lo aveva lasciato di stucco. Arreso dalla mancanza di sonno, si mise fuori al balcone, seduto su una sedia. Ammirò il sole che sorgeva, sfumando il mare e il cielo di arancione. Pensò a quello che gli aveva raccontato Ringo e non riusciva a capire per quale motivo lo invidiava così tanto. Forse perché stava vivendo un amore che lui aveva sempre desiderato vivere? Un altro pensiero si insinuò nella sua mente: o forse perché aveva proprio Lisa? -No no. Non è così- disse dentro di sè. Girò la testa e vide Cynthia e Julian dormire beatamente. Eppure lui aveva già tutto quello che si potesse desiderare: una bella famiglia, a cui teneva tantissimo. Quando era lontano da casa, li chiamava più volte al giorno, ma allo stesso tempo non ci pensava due volte ad andare con una bella donna. Forse era troppo giovane per tutto quello, forse non era stato il momento giusto per metter su famiglia. Sospirò, perchè quelle domande, senza risposta, le aveva impresse nella mente tutti i giorni. Sentì Julian emettere un debole pianto ed entrò per dargli il buongiorno.__________ Lisa si svegliò con un cerchio alla testa, perché aveva dormito troppo poco. Stropicciò gli occhi e buttò lo sguardo sull'altro lato del letto. Ricordò tutto in un istante. Sentiva ancora il profumo di Ringo sulle lenzuola. Era stata così bene, e sentiva di non poter desiderare di meglio. Immaginò che avesse detto tutto a John e, di conseguenza, avrebbe dovuto raccontare tutto anche a Paul e George. Si sentì sollevata dal pensiero di poter vivere la loro storia un po' più serenamente. Si mise il cuscino sul volto e, quasi subito, si addormentò di sasso._______________ Ringo venne svegliato a suon di cuscinate. Maledì il suo malmenatore e aprì gli occhi lentamente: Paul era ai piedi del letto - Sveglia! È quasi ora di pranzo- lo informò. -... e subito dopo dobbiamo prendere l'aereo- concluse George. I due stavano rifacendo la valigia in modo stravagante: Paul prendeva la sua roba e, da un'adeguata distanza, imitava un giocatore di basket, facendo canestro nella sua borsa, con tanto di festeggiamenti da parte di George. Anche Ringo rifece la sua valigia, ma molto velocemente, visto la tarda ora. Sperò di non dimenticare nulla nella fretta. Doveva parlare ai suoi amici e aveva un po' di timore. Scesero nel ristorante dell'albergo perché gli stomaci brontolavano. John non era con loro perché aveva accompagnato la moglie e il figlio all'aeroporto, che sarebbero tornati a Londra. Di Lisa non si vedeva neanche l'ombra e ci fecero caso tutti. - Forse starà ancora dormendo- considerò Paul. George sorrise sornione - Dovremmo andarla a svegliare- disse. -Sono d'accordo. Secondo me è bella anche appena sveglia- disse Paul con aria sognante - ok, buona idea, Geo. Dopo andrò a svegliarla-. -Eh no, caro mio. Ti accompagno - lo riprese George -chissà con questo caldo con cosa dormirà... o con cosa non dormirà- gli venne l'acquolina in bocca. -Buongustaio- si fece una risata Paul. Gli eleganti camerieri gli servirono un bel pranzo, con piatti a base di pesce. -Ringo, vieni con noi a svegliare Lisa? - gli chiese il bassista, mentre stava togliendo le spine dal suo pesce. -Ma è un quadro di un museo?- gli chiese lui a sua volta, scocciato. -Anche meglio- rispose Paul con convinzione - e sai quanto io ami l'arte -. Ringo sospirò, senza più speranze. Gli sembrò il momento giusto per cominciare ad accennargli qualcosa. Tossì per schiarire la voce e disse- Dopo vorrei parlarvi-. -È importante? - gli chiese George con la bocca piena. -Sì, è molto importante- rispose serio. Gli amici lo guardarono con sorpresa e rimasero in silenzio fino alla fine del pasto. Si chiesero cosa avesse da dire di così importante, all'improvviso, dopo giorni in cui non si erano separati un attimo. Come avevano detto poco prima, andarono davanti alla camera di Lisa, con l'intenzione di svegliarla. Paul bussò più volte, mentre George si specchiò sul vetro di un quadro, sistemandosi i capelli. Ringo lo guardò, appoggiato al muro e deglutì: John aveva ragione, George era pazzo della sua fidanzata. Lisa aprì uno spiraglio di porta e quando vide i tre, la aprì del tutto. Aveva una t-shirt molto larga, che non faceva vedere nulla. -Buongiorno! - la salutò allegro Paul. George si parò davanti a Ringo, coprendogli la visuale, con un sorriso smagliante. -Sono le due del pomeriggio e tra un'ora ci vengono a prendere per andare in aeroporto- continuò Paul. Lisa trasalì e sgranò gli occhi - Grazie per avermi svegliata! Ci vediamo dopo! - li salutò , sbattendo porta. Da fuori si sentì un 'Porca miseria!' ovattato. Paul guardò George ammiccante- Stava bene anche con quella quella enorme maglietta- disse all' amico che si trovò d'accordo. Tornarono in stanza. Fumarono una sigaretta e misero su un vinile di Chuck Berry, per ingannare l'attesa. Ringo passeggiava nervosamente su e giù per la stanza. Quello era il momento migliore per raccontargli tutto. Si mise seduto sul letto ed esordì - volevo dirvi quella cosa di cui vi ho accennato prima- I suoi amici si avvicinarono a lui curiosi. - Ecco... - iniziò - comincio col dirvi che spero che tra noi non nasceranno discussioni-ormai George e Paul lo guardavano interrogativi. Nel frattempo qualcuno bussò alla porta ed entrò John, di ritorno dall'aeroporto. -Ehilà-li salutò - di cosa state parlando? -. - gli sto raccontando tutto-rispose Ringo. John annuì e Ringo continuò. -è un po' di tempo che va avanti questa cosa...-raccontò le stesse cose che aveva raccontato a John qualche ora prima. -... Ora stiamo insieme- finì col dire. Erano tutti ammutoliti. Non volava una mosca in quella stanza. George si alzò dal letto e, con uno scatto, uscì. Ringo si portò una mano sul volto. Il caso volle che anche Lisa uscì dalla propria stanza in quel momento. Incrociò George per il corridoio. Le disse solo - tanti auguri-e continuò per la sua strada, incavolato nero.Ebbe. Lei ebbe la tentazione di seguirlo e di chiedergli cosa fosse successo, ma capì : forse Ringo aveva parlato. Infatti si diresse proprio verso la loro stanza. Bussò ed entrò. Sentì Paul dire - Non l'ha presa bene... - - cosa succede? - chiese lei - ho visto George parecchio arrabbiato. Mi ha detto "tanti auguri", sembrava mi volesse prendere a pugni." -gli ho detto di noi- rispose Ringo. -ah-riuscì a dire Lisa. -gli passerà, fatelo sbollire un po' - Disse John. Anche in aereo il clima non era dei migliori: George era in disparte e non aveva aperto bocca. Ringo lo guardava dispiaciuto e anche Lisa lo era. Di certo non immaginava tutta questa passione nei suoi confronti. -Dopo devo parlargli - Disse Ringo a Lisa. La loro destinazione stavolta fu Berlino. Il viaggio fu anche troppo lungo per il clima che si era creato. Ci fu la solita prassi, appena scesi dall'aereo:un saluto alle migliaia di fans che li aspettavano in aeroporto e dritti per l'albergo. Lisa ancora non si era troppo abituata a quel tran tran. Ma faceva tutto felicemente. Sperava solamente che George si riprendesse dall'arrabbiatura.__________ George non voleva parlare con nessuno. Era sul suo letto della stanza di albergo, in preda ad una illuminazione per scrivere una canzone. " Il piccolo George", così lo chiamava Lisa teneramente. Ormai da tempo pensava di chiederle di uscire ma, non sapeva perché, aveva sempre rimandato. Forse ci teneva molto e non voleva una risposta negativa. Stava puntando a colpirla, di conquistarla con qualche carineria. Invano. Non si sarebbe fatto molti problemi per qualche altra ragazza ma nessuna di quelle che di continuo conosceva, era come lei. Aveva capito che non era passata inosservata a nessuno di loro: Paul gli aveva confessato, la sera in cui erano andati in discoteca, che gli sarebbe piaciuto "spassarsela un po' con lei"; John li aveva sempre bacchettati dicendo che si "infatuavano di una ragazza per così poco", quando poi era assolutamente convinto che fosse il più infatuato di tutti. Lisa gli teneva testa e questo lo stuzzicava non poco. Pensava che Ringo fosse l'unico indifferente a lei. Aveva notato che la guardava quando nei camerini, prima di un concerto, si presentava con abiti aderenti e non era mai volgare, rimaneva elegante. Ma tutti la guardavano in quel modo. Forse doveva capire qualcosa quando li aveva visti in discoteca ballare quel lento. Ma anche li non aveva pensato a male. Sembrava una cosa in amicizia. Ormai aveva perso tutte le speranze con lei ed era adirato con sè stesso del fatto aveva perso troppo tempo a pensare, quello che non aveva fatto il suo amico. Aveva buttato giù qualche frase della canzone che aveva in testa. Proprio in quel momento entrò nella stanza Ringo. Si mise seduto sul letto vicino al suo. -George- lo chiamò - posso parlarti? - lui lo guardò per un secondo e poi annuì con la testa. -Mi dispiace che ci sei rimasto male di me e Lisa. Non pensavo che ti interessasse tanto... - -Non è colpa tua-lo interruppe - non è colpa di nessuno. Dispiace a me di aver fatto quello scatto di rabbia. Lei mi piace, è vero. Ma vi auguro il meglio-. Ringo accennò un sorriso. -Ora non rompermi le palle, Starkey, sto componendo un capolavoro!- disse tirandogli il cuscino. Ringo capì che George era tornato in sè . Uscì dalla stanza tirando un sospiro di sollievo. _____Buonasera a tutti! Volevo dirvi che visto che si parla del periodo di 'Beatles For Sale', quindi dopo 'A Hard Day's Night', George dovrebbe essere già fidanzato con Pattie Boyd, ma ho modificato questa cosa per esigenze di "copione" xD Approfitto per ringraziare ancora tutti quelli che stanno seguendo la storia., <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Uno spiraglio di sole che entrava dalla grande finestra disturbò Lisa fino a svegliarla. Provò a riprendere sonno mettendosi in una posizione comoda, ma fu inutile. Ormai il sonno era svanito. Si scoprì dalle coperte e sentì un fastidioso brivido di freddo percorrerle tutto il corpo. Non ci pensò due volte ad infilarsi la vestaglia che aveva appesa dietro la porta. Nel suo letto c'era qualcuno che ancora dormiva beatamente: Ringo, coperto fino agli occhi, non ne voleva proprio sapere di svegliarsi. Ormai si era stabilito in casa di Lisa da qualche settimana. Il tour era finito ormai da un mesetto, avevano avuto una settimana striminzita di riposo prima di tornare a lavorare in studio. In quel momento non stavano registrando nulla di che, stavano solamente provando qualche cosa di nuovo, sia dal punto vista musicale, sia dal punto di vista delle tecniche del suono. Ringo nell'ultimo mese aveva passato molto tempo a casa di Lisa -... la mia casa è grande e poco vissuta. Addirittura non ho tutti i mobili- le diceva sempre. Rimaneva da lei giorni e giorni, fino a che non gli aveva proposto di portarsi qualche vestito in più e, oramai, si era trasferito da lei. Stavano bene insieme, andavano molto d'accordo nella convivenza. Quella mattina dovevano trovarsi in studio abbastanza presto e Lisa cominciò a preparare il caffè. Mise da mangiare ad Elvis che, in un minuto, spazzolò via tutto. L'odore del caffè invase la piccola casa e venne su piano, piano. Lo mise nelle tazzine, lo zuccherò, poi , lo portò a Ringo. -Svegliati, dormiglione- lo scosse dolcemente. Lui fece qualche lamento prima di tirarsi su a sedere. Senza dire una parola, prese il caffè e lo sorseggiò. Aveva i capelli arruffati e Lisa glieli sistemò ridendo. Fecero la doccia a turno (Lisa aveva faticato a convincere Ringo di non farla insieme, avrebbero fatto tardi), e si preparano per affrontare una nuova giornata ad Abbey Road.______________ Lisa e Ringo, arrivarono separati agli studi, per non destare troppi sospetti. Brian era categorico sul fatto che i Beatles non dovessero avere storie d'amore. Secondo lui le fan, dovevano vederli sempre single, in modo che non perdessero attenzione verso di loro. I quattro non erano d'accordo su questo, ed erano di un'altra opinione: le fan avrebbero dovuto interessarsi solo alla loro musica, cosa che facevano poco, si vedeva anche nei concerti. Urlavano e non li ascoltavano suonare. Brian non avrebbe, dunque, accettato la storia fra i due. Ringo fece scendere Lisa dalla macchina 200 metri prima dello studio in modo che lui arrivasse poco prima di lei. Fecero finta di salutarsi davanti ai dipendenti di Abbey Road, soffocando le risate. Paul, spesso, ci metteva il carico da novanta, dicendo davanti a Brian - Lisa, secondo me ti sta antipatico Ringo. Vi parlate a stento-Lei sprofondava fra i tasti del suo mixer per non ridere. Gli altri gli reggevano il gioco. John, quella mattina, esordì con un testo di una canzone che aveva finito di scrivere quella notte stessa. George Martin gli chiese di cantarla. Prese una chitarra, strimpellò due note e cominciò a cantare. Calò un silenzio surreale nello studio. Era come magia. Tutti lo guardarono incantati. Finito di cantare si guardò intorno e chiese --Cosa ve ne pare?- -È meravigliosa- rispose Lisa, di istinto. John si girò con un'espressione meravigliata, forse non si aspettava il suo commento. La bocca gli si spalancò in un gran sorriso e poi si guardò i piedi imbarazzato. -Oh, Lennon. Ti imbarazzi anche tu?-pensò Lisa fra sè e sè. Aveva avuto la tentazione di dirglielo e di vendicarsi, ogni tanto, di quando la punzecchiava lui. Ma non voleva rovinare il momento, anche perché il produttore stava elogiando il testo. - Direi di cominciare subito a lavorarci sopra- concluse. John strimpellò e cantò ancora la canzone e gli altri tre cercarono di andargli dietro, dispensando consigli sulla composizione. -John, ho solo una piccola perplessità- disse Georgie Martin, dopo averli osservati suonare- la canzone sembra una marcia funebre. È troppo, troppo lenta. Cosa si può fare per darle una scossa? -. John lo guardò male, ma gli rispose che aveva ragione. Erano tutti pensierosi in studio, anche Lisa dietro la cabina. -Ho un'idea, forse- disse lei, parlando nel silenzio che si era creato - John, potresti aggiungere 'Hey' prima di cantare 'you' ve got to hide your love away'. Potrebbe essere una cosa in più, ma non invaderebbe troppo la canzone-. John annuì, abbastanza convinto, e provò a cantare con la modifica suggerita da lei. -Ottimo, Lisa. Davvero bene- disse John in fibrillazione- era esattamente ciò che mancava-. Si alzò dalla poltrona dove era seduto e la raggiunse nella cabina. -Come fai a capire così bene quello di cui abbia bisogno una canzone? - le chiese sedendosi vicino a lei. -Oh, ehm... Non saprei, John-rispose lei confusa. Lui la stava scrutando da dietro gli occhiali a fondo di bottiglia, che quel giorno aveva messo. -Ascolto il testo e cerco di captarne le emozioni. Le emozioni che riesco a percepire le trasformo in suoni- rispose infine. -Non è facile e non è facile capire me. Ma perché, a volte, ho l'impressione di essere così trasparente ai tuoi occhi?- le chiese, senza un motivo, senza farsi sentire da nessuno. Lisa si stupì e cercò di cambiare discorso, riportando l'attenzione sulla canzone. Si stava srotolando in sentimentalismi e non era da lui. Lui gli spiegò cosa aveva in mente riguardo al suono della sua voce e ritornarono a registrare. Non riusciva a capire da dove gli fossero uscite quelle parole e il motivo di quella affermazione. Tornò china sul mixer, mettendosi all'anima quella canzone.__________ Arrivò l'ora di pranzo e uscirono tutti dallo studio, dividendosi. Si diedero appuntamento un'ora dopo per continuare le registrazioni. Lisa e Ringo andarono insieme e soli in un ristorantino lì in zona. Ringo trovava molto bella la canzone di John e fece i complimenti a Lisa per il suo suggerimento. Lei lo ringraziò stampandogli un bacio sulla guancia. Uscirono dal ristorante, mano nella mano, per tornare ad Abbey Road. Si diedero un lungo bacio all'angolo della strada ed entrarono di corsa perché erano dieci minuti in ritardo. -Scusate il rit... - esordì Ringo entrando nello studio dove tutti erano pronti con gli strumenti, ma fu interrotto da John -La smettete di fare i fidanzatini felici e pensate anche a lavorare?-disse velenoso. Ringo lo guardò perplesso, ammutolito. -John, ma che ti prende? - chiese Lisa adirata. Lui la guardò con sguardo di sfida, ma la cosa finì lì perchè Ringo borbottò a lei che non valeva la pena litigare. Tornarono tutti a lavoro, con un John di malumore. George fece compagnia a Lisa nella cabina perché aveva finito di registrare i suoi pezzi. Approfittò per vederla all'opera. -Non fare caso a John - le disse vedendola un tantino arrabbiata. -Non non capisco, George. Prima di pranzo era felicissimo, mi ha anche fatto dei complimenti. Ora è cambiato dal giorno alla notte e chi deve essere il mirino del suo, chissà per quale motivo, malumore? Io. Eh, no. Nessuno gli dice niente, ma io non mi faccio troppi problemi...-continuò a borbottare pigiando i tasti sempre più forte. -Probabilmente si sarà calato qualche pasticca di troppo e lui è quasi sempre di cattivo umore quando è in quello stato. Il vostro ritardo, è stato un punto per sfogare questa sua rabbia immotivata. Tutto qui. Ma tu fai bene a mettergli un freno, come hai sempre fatto- le spiegò George. La giornata di lavoro finì di e Lisa sloggiò in fretta e in furia dagli studi.______________John aveva pensato tutto il giorno alla brutta figura che aveva fatto fare a Ringo e a Lisa. Si stava mettendo la giacca per uscire e si fermò un secondo a pensare . Non riusciva a comprendere il perchè di quella rabbia improvvisa che lo aveva accompagnato per tutto il resto della giornata. O forse si rendeva conto, pur non volendolo accettare, da quando era partita: stava tornando dalla pausa pranzo e, svoltando l'angolo della strada, aveva visto una coppia abbastanza appartata, scambiarsi un bacio. Tutto normale, fino a che non si accorse che erano proprio Lisa e Ringo. Aveva sentito subito una fitta allo stomaco e aveva accellerato il passo. Da lì, era cominciato il suo malumore. Non voleva analizzare il tutto perchè aveva paura di ammettere a sè stesso cose che non erano ammissibili e che, secondo lui, in fondo non erano neanche vere. Come gli aveva chiesto Lisa: ma cosa cazzo gli stava prendendo? Sgrullò la testa, come per fare ordine nei suoi pensieri. Si, lei era meravigliosa, ma questa non era una novità; gli taneva testa e questo lo intrigava. Ma, porca miseria, no. Non si stava prendendo una cotta. Se la sarebbe portata volentieri a letto, sicuramente. E non poteva fare neanche questo, essendo la fidanzata di uno dei suoi migliori amici. Non si doveva incazzare per così poco. Doveva delle scuse ai due. Corse verso l'uscita. Trovò Ringo a salutare alcuni dipendenti dello studio. -Richie... - lo fermò-mi volevo scusare per prima. Forse mi sono calato troppo pasticche e avevo paura che la canzone non fosse pronta per oggi. Sono proprio uno stronzo quando mi ci metto-. Ringo gli fece un bel sorriso. -Per me non è successo niente. Tranquillo, stronzone- gli disse dandogli un pugnetto sulla spalla. Ringo era sempre il solito allegrone e questo rassicurò John. - Porta le mie scusa anche a Lisa. Ci vediamo domani-. Con il cuore un po' più leggero andò via._______________Lisa stava aspettando Ringo al solito posto. Una grande macchina si accostò - Signorina, vuole un passaggio? - le chiese scherzosamente il suo fidanzato. - Oh, grazie, buon uomo!-gli rispose saltando in macchina. -John ci ha chiesto scusa. Mi ha pregato di dirtelo- le disse dopo un po' che erano in viaggio. -Ecco, e di grazia, il motivo della sua sparata?" gli chiede stizzita. -Al solito: troppe pasticche. Nonostante gli abbiamo chiesto di non esagerare, lui non ci sente. E dobbiamo sopportarlo, in quei momenti- le rispose sconsolato. -Voi potete reagire come volete, ma io non lo accetto. Un conto è una battuta per scherzare. Ma quando lo fa con una sorta di cattiveria... Comunque per me è tutto ok - concluse. Ringo fece spallucce, ridendo sotto i baffi. Era forte la sua Lisa. E questo gliela faceva ammirare ancora di più._____________ Nel pieno delle registrazioni, ebbero qualche giorno di stop perché dovevano staccare tutti un pochino la spina. Lisa e Ringo erano intenti, nella minuscola casetta, a preparare una cena con i fiocchi del tutto italiana. Avevano invitato gli altri ragazzi a cena. Elvis li guardava curioso e comodo sulla poltrona. Lei dava istruzioni a Ringo su cosa fare e lui se la cavava bene. Lo guardava divertita, ma anche orgogliosa. Lo amava ogni giorno di più, stava così bene con lui. Ormai erano le 19:30 della sera e Ringo andò a prendere John e Paul perché non sapevano dove fosse l'abitazione di Lisa, mentre George sarebbe venuto da solo perché sapeva la strada, avendo dato un passaggio a Lisa più volte dopo il lavoro. Ringo tornò una mezz'oretta più tardi. John e Paul salutarono calorosamente Lisa, ma ancor di più Elvis che ricambiò con tante fusa. -George dove sarà?- chiese Ringo. Detto fatto, proprio in quell'istante squillò il telefono di casa. - Ehi, Geo... Non ti parte la macchina? Ti vengo a prendere. Tra poco sarò li- rispose Ringo. Ripartì con Paul, sbuffando, a recuperare l'amico. -Che sfortuna...-disse Lisa pensando a George. John era seduto sulla poltrona con Elvis acciambellato sulle sue gambe. -Cyn ti porta ancora le sue scuse per non essere venuta-Disse John a Lisa. -Non fa niente, ci sarà un'altra occasione. Se ha la febbre è meglio che si riposi- gli rispose rivolgendogli un sorriso. Stava tagliando a fette il pane, ma aveva difficoltà : era troppo duro per lei. -Dai, pappamolle- disse John facendo scendere Elvis dalle sue gambe - Faccio io-. Le tolse il coltello dalle mani e con facilità, tagliò delle belle fette di pane. -Sono un po' negata a tagliare il pane-si giustificò - ma meno male che ci sei tu, John. Altrimenti, cosa avrei fatto?- disse prendendolo per i fondelli. Lui alzò il naso all'insù, pavoneggiandosi. -Come va la convivenza con Ringo?- le chiese, intento nel suo lavoro. -Molto bene. Lui è meraviglioso, davvero- gli rispose. -Anche lui è felice, si percepisce a distanza di chilometri. Se lo merita-. Lisa si sentì in un brodo di giuggiole. Continuarono a parlare e a scherzare e John insistette per aiutare la padrona di casa a finire di apparecchiare la tavola. -Lei è bravo, Sign. Lennon. Ora lo dico in una conferenza stampa, così le sue affezionatissime fan firmeranno una petizione per volerla come marito a turno- gli disse Lisa canzonandolo. -Non gli conviene. Non sono un bravo marito- rispose, anche troppo sinceramente. -Anche tu hai un cuore, sotto sotto. Probabilmente non sai a chi donarlo- Si fece sfuggire lei. Lui la guardò con sguardo sorpreso. Lisa capì perché lui diceva di sentirsi trasparente ai suoi occhi. A molti risultava enigmatico, ma a lei no. Forse c'entrava il fatto che lei riusciva ad entrare in empatia con tutti, senza dare troppi giudizi. Sapeva solo osservare. -Forse non voglio donarlo a nessuno questo cuore, cara mia. Forse non sono ancora pronto, oppure, chissà... la mia dolce metà potrebbe essere qui davanti a me o a tanti chilometri di distanza ... " disse alzando la voce nell'ultima frase che aveva detto. Il momento di assoluta serietà, fu rovinato da una delle sue facce buffe. Lisa scoppiò in una fragorosa risata. -Mi fai morire dalle risate quando fai queste facce- ammise lei. Anche John fu contagiato dalla sua risata. In quel momento entrarono Ringo, Paul e George. -Permesso-disse George educatamente - scusa il ritardo- si scusò con Lisa dandole due baci sulle guance. Finalmente la cena fu servita._________Finito di mangiare, nessuno si voleva alzare dalla sedia. -Era tutto molto buono- disse Paul, con le mani sulla pancia. - E poi è tutto completamente diverso dai piatti che offrono nei ristoranti italiani-intervenì George, che era famoso per essere una buona forchetta. Lisa gonfiò il petto tronfia:le ricette di sua Nonna non deludevano mai. -Richard , fai il caffè?- chiese Lisa a Ringo stanca morta sulla sedia. Lui non rispose, ma si alzò a farlo. Per tutta la sera aveva avuto un atteggiamento strano nei suoi confronti: le rispondeva a mezza bocca, non la guardava in faccia, con gli altri, invece, era stato il solito. C'era qualcosa che non andava. Continuò la serata fra risate e partite a carte. Lisa insegnò ai quattro qualche gioco italiano e piacque a tutti. Andarono tutti via a notte inoltrata e la serata era andata alla grande... Ringo, a parte. Accompagnò i ragazzi a casa e rientrò. Erano ormai da soli e il suo muso aveva preso il posto dei suoi sorrisi. Lisa non aspettò oltre, era palese che ce l'avesse con lei. -Ringo, cosa hai fatto?- gli chiese di punto in bianco. -Nulla- le rispose secco. -Non è vero. Per tutta la serata mi hai evitata-. Lui si accese una sigaretta e la guardò, sbuffando il fumo. -Tu e John avete un rapporto troppo confidenziale e non mi va a genio. Prima sono entrato e stavate ridendo, scherzando e cucinando insieme come una coppia di sposini. Cosa è successo in mia assenza?- le chiese con sospetto. Lisa spalancò la bocca dalla sorpresa. -Niente. Mi ha aiutato a finire di cucinare e abbiamo parlato. Cosa stai insinuando?-. Lui si fece una risata -Lui non ti ha tolto gli occhi di dosso per tutta la serata-. Lisa cominciò ad arrabbiarsi seriamente. -Senti, fra me e lui non è successo nulla. Oh, cavolo. Ma perché mi sto giustificando? -. Lei Sperava che fosse uno scherzo ma Ringo non si smuoveva dalle sue convinzioni. -Ti ho detto tante volte, e avresti dovuto già capirlo, che non sono il tipo di ragazza che salta da un cazzo ad un altro- gli disse in modo indelicato - Se avessi voluto fare qualcosa con John, non sarei qui con te. Sai che ti dico? Che se sei convinto di quello che presupponi, puoi anche prendere la tua roba e andartene. Non ho intenzione di sentire queste cazzate-detto questo se ne andò furiosamente in camera. Lasciò Ringo in cucina. Si spogliò e andò a farsi una doccia per calmarsi. Aveva perso le staffe. Era così offesa da quello di cui la accusava e non riusciva a crederci. Lasciò che l'acqua bollente la rilassasse e un poco sortì l'effetto. Aveva intenzione di andarsene subito a dormire, con o senza Ringo. Non le importava che fosse ancora lì o se ne fosse andato. Ma sentì dei passi e capì che era ancora in casa. Lo sentì entrare in camera. Si girò per guardarlo e lui le venne incontro. La abbracciò forte - Scusa. Scusa. Scusa-. La baciò sul viso, sulle labbra continuando a scusarsi. Lei ricambiò i baci e fecero pace facendo l'amore. -Ho degenerato. In fondo sapevo che non era successo niente quando non ero presente - le disse guardandola intensamente negli occhi - Ti amo- le disse dolcemente. -Anche io. Tanto-gli rispose. Si addormentarono abbracciati e rimasero così fino al mattino successivo.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


- Manca ancora molto alle vacanze, ma io direi di andare qualche giorno a casa mia, a Liverpool. Vorrei tanto farti conoscere mia madre-. Lisa e Ringo stavano passeggiando per Londra e stavano parlando di quel mese di ferie che gli sarebbe spettato da lì a molto tempo ancora. - Se vuoi, possiamo stare anche 10 giorni a casa mia a Roma. Così ti faccio conoscere i miei e ti faccio visitare per bene la città- propose Lisa. -Volentieri-rispose lui raggiante. Lei gli si mise davanti per bloccargli la strada e con le mani sui fianchi gli chiese -Poi che fai? Mi regali un anello e mi chiedi di sposarti?- rise di cuore. -Mmmh, può essere, sai?- rispose lui prendendola in braccio. Fece qualche giro su sè stesso e Lisa rise spensierata. Amava vederla così e sapere che la causa della sua felicità fosse lui, gli faceva toccare il cielo con un dito.________Ringo arrivò come un razzo dentro casa. Lisa era rannicchiata, con una coperta sulla sua poltrona, con la febbre e il raffreddore. -Ecco, vedi? -le sbattè una rivista davanti la faccia. La prima pagina intitolava "I BEATLES E LA FONICA. INTRECCI AMOROSI". La sfogliò e arrivò alla pagina che le interessava leggere. C'era una grande foto che ritraeva lei in mezzo ai Beatles. Riconobbe quell'occasione : erano ad un party per presentare il loro nuovo cd. Ricordò con fastidio che proprio lì aveva preso freddo e, di conseguenza, quel brutto raffreddore. -E bene? - si chiese. Cominciò a leggere l'articolo: " i Fantastici quattro hanno presentato il loro nuovo, strabiliante cd, 'Help' , e con esso anche e la loro tecnica del suono. Lisa, una ventiseienne italiana, aveva cominciato la sua avventura con loro facendogli da sarta e da segretaria. In realtà Lisa, ha studiato molto per diventare una bravissima tecnica del suono. George Harrison, il cui orecchio non mente mai, ha notato la sua bravura in cabina, in un momento in cui stava sostituendo Norman, il loro, ormai, ex tecnico del suono. Unanimemente hanno deciso di farla entrare nello staff e i risultati si son visti da subito: le sue tecniche innovative hanno dato una nota fresca e moderna alle canzoni dei Beatles. Oltre al suo fantastico lavoro, l'amicizia con i quattro è diventata stretta e solida. Fanno molte cose insieme, viaggiano, escono di sera. Ormai sono inseparabili, lei sembra il quinto componente. Schietta, intelligente, sicura di sè , con la risposta pronta, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, quantomeno dai giornalisti che la intervistano. Chi vi ricorda? " Lisa girò pagina e una foto di lei e John seduti vicini durante una conferenza stampa, le fece presagire il peggio. "... Crediamo che stiate pensando bene: è la copia al femminile di John. L'intesa tra di loro è palpabile e sarebbero una coppia perfetta. Gira voce che tutti i Beatles si siano presi una cotta per lei, ma che nessuno abbia fatto breccia nel suo cuore. Ma con John è diverso. Hanno Lo stesso senso dell'umorismo e le stesse risposte secche e mirate. Forse non vogliono far trapelare la notizia–John è sposatissimo – ma qualcosa li lega? " Lisa chiuse il giornale e non volle leggere altro. Ringo la guardava con faccia di rimprovero. -Ci risiamo-pensò Lisa con preoccupazione. -È un fottuto giornale rosa, Richard! - Disse lei, sbuffando. -Questo lo so. Lo vedi che, però, non sono matto io? Tutti notano questa vostra intesa. Se siete così simili, perché cazzo non vi mettete insieme?- disse delirando. - Non cominciare, ti prego- lo implorò, sentendo le lacrime salirle agli occhi. Erano alle solite. La sua gelosia era uno dei pochi difetti che aveva e bastava poco per scatenargliela. -Stiamo così bene io e te. Perché devi sempre rovinare tutto? - gli disse in lacrime. - Perchè non voglio essere preso in giro. Io non voglio perderti-delirò ancora. Lei si alzò dalla poltrona e andò in camera. -Se continui così, succederà-. Sbattè forte la porta e si mise a letto per cadere in un sonno profondo, ma agitato.________Era cominciato il tour infernale. Nessuno era entusiasta di ricominciare con quel tran tran di cose. I concerti erano ormai pericolosi, le fan non si rendevano conto di quello che facevano: durante uno dei molti concerti a John era arrivato un omino gommoso sopra un occhio, procurandosi un taglio su un sopracciglio e questo solo perché aveva detto ad un'intervista che gli piacevano da impazzire quelle caramelle. Per non parlare delle minacce di morte che ricevevano ogni volta che entravano in un paese diverso: Ringo ormai, durante i concerti, metteva i piatti della batteria in obliquo per proteggersi da eventuali pericoli. Di certo, la situazione era diventata pesante e loro avevano molta paura che gli succedesse qualcosa di brutto. John in primis. Era terrorizzato dal fatto che gli facessero del male, il che gli procurava forti attacchi di ansia. Ma loro, comunque, riuscirono lo stesso a divertirsi, nonostante la clausura negli alberghi e i pericoli costanti. Un po' di leggerezza ci voleva sempre. La coppia del gruppo riusciva ad avere poca privacy, per nascondersi dallo sguardo di Brian. Quante notti lui scappava in camera di lei, anche solo per rubarle un bacio. A volte, era lei ad andare in camera dei ragazzi ed era sempre un bel divertimento. Erano matti da legare, si divertivano con poco, magari anche grazie ad un po' di marijuana. Lisa finiva spesso per addormentarsi lì. -Ehi, non fate le porcate, voi- ammoniva John ai due. Finiva quasi sempre con un cuscino in faccia e qualche parolaccia. Erano uniti e quello bastava per stare bene e con la testa leggera, nonostante tutto.____________ Una fredda sera di Marzo, Lisa si stava preparando in camerino per l'ennesimo concerto. Ne mancavano un paio e avrebbero finito. Finalmente avrebbero fatto quelle benedette vacanze che tutti tanto agognavano. Stava ritoccando il trucco quando le bussarono alla porta: Brian, bianco in volto, piombò dentro la stanza - Lisa, John... ha un brutto attacco di panico. Non vuole fare il concerto...-le disse. Sembrava averlo anche lui un attacco di panico.-Non è come al solito. Stavolta non si riprende. Il concerto senza di lui non si può fare- continuò a dire con le mani sul viso. - E io cosa dovrei fare? - gli chiese senza capire. - Nessuno riesce a calmarlo, ci hanno provato i ragazzi, io e neanche la moglie per telefono. Sei la nostra unica speranza, ti prego. Puoi andare tu? - E cosa avrebbe potuto fare di diverso? Acconsentì alla richiesta di Brian, la questione aveva un' enorme importanza. La guidò dietro le quinte del palco: tutto lo staff era in agitazione, chi passava con un bicchiere d'acqua, chi si mangiava le unghie in un angolo. John era riverso su un divanetto, con un braccio sugli occhi. I ragazzi erano intorno a lui, Paul gli scuoteva le spalle. Aveva i capelli dritti. -Eccoti !- esclamò Paul vedendola arrivare - Ti prego, Lisa Fai qualcosa tu- la scongiurò. Si avvicinò a John e si accovacciò su di lui. Lo cominciò a scuotere. -John? Sei proprio un fottutissimo pigro. Ecco perché non vuoi alzare il culo da qui- gli disse scherzando. Lui mugolò e tolse il braccio dagli occhi. -Oddio, è già qualcosa di diverso. Con noi non si è mosso proprio- si sentì Brian dire. John la guardò stringendo gli occhi. -Lisa...-la chiamò e la squadrò da capo a piedi - sei stupenda, come sempre. Solitamente mi basterebbe guardarti per riprendermi e lo farei- lei sospirò. In fondo stava bene quel mascalzone. Fortunatamente Ringo era abbastanza lontano da non aver sentito l'apprezzamento del suo amico. -...ma stavolta non ce la faccio-. Finì di dire. -Perchè stai così? - gli chiese. -Direi perché mi sono davvero rotto di questi concerti e la marijuana con l'amfetamina non vanno d'accordo- -Cazzo, John! - esclamò lei - Ascoltami. Manca poco alla fine del tour, devi resistere un altro pochino- Lui la guardava inespressivo -Fatti forza. Pensa a quanti danni potresti a Brian, soprattutto. Non lo merita-. Lui alzò gli occhi al cielo. -Non ti importa. Bene-. Lisa ritentò - So che per te stanno diventando una croce, ma almeno pensa a tutte le fan che sono venute solo per te. Pensa a quale sogno potrai realizzare loro e lo ricorderanno per sempre- a quel punto lui la stava ascoltando sul serio - John, se non fosse stato per loro voi non avreste mai realizzato il vostro sogno. Ti parlo da fan, perché prima di essere una vostra collaboratrice e amica, io ero, e sono, una vostra fan. E se tu non ti fossi presentato al concerto a cui io ho assistito prima di conoscervi, bè... ti avrei cercato e preso a calci nel culo- finì di dire annuendo con forza. Lui pensò un attimo e poi si alzò a sedere. Tutti ragazzi , Brian, i rodie, si avvicinarono a loro speranzosi. -Facciamo questo fottuto concerto- esclamò John prendendo la sua chitarra. Tutti tirarono un sospiro di sollievo. Brian si accasciò su un divanetto, sfinito. -Divertiti, non pensare ad altro- gli disse al volo Lisa. Lui le fece l'occhiolino. Tutti i ragazzi le passarono accanto e Ringo le rivolse un'occhiataccia. Lei fece finta di nulla, sperava solo che gli passasse in fretta. Andò di corsa nella sua cabina e si mise seduta in tempo per sentire il boato della gente.______________John si scatenò più del solito durante il concerto e fu una bellezza per gli occhi e per le orecchie. Proprio questo sperava Lisa. Ringo suonò rabbioso, ma così facendo anche lui si esibì meglio del solito. Le reazioni che aveva scatenato quella sera erano tante. Dopo il concerto si incrociò con Ringo nei corridoi dei camerini. Lui aprì la bocca per dire qualcosa, ma lei lo interruppe, alzando una mano- No, già so quello che vuoi dire e non ho voglia di sentire la solita paternale- fece per andarsene. -No-la prese per un braccio - volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto. Sei in gamba, non so come fai a capire e a risolvere tutti i nostri problemi- la attirò a sè in un abbraccio - Non ti nascondo di essermi ingelosito mentre parlavi con John. Eri così dolce mentre lo facevi e ho pensato che quei modi, quegli sguardi, dovresti riservarli solo a me. Ma tu sei così con tutti e io ti amo tanto- la baciò. Lisa era in estasi, si aspettava un litigio e l'aveva sorpresa. Forse stava migliorando quel suo difettuccio per lei e stava capendo che aveva occhi solo per lui.___________I Beatles si trovavano a Barcellona in quel periodo. Ringo quella mattina si era alzato di buon'ora, si era travestito in modo da camuffarsi e uscì per la città. Aveva un acquisto importante da fare. Camminò molto, anche con la scusa di vedere la città e fare qualche foto. Trovò poi quello che cercava: una gioielleria. Entrò e una signora di mezza età era intenta a spolverare uno scaffale. Lo salutò cordialmente, ma gli lanciò un'occhiata perplessa. Forse aveva esagerato a travestirsi: assomigliava molto più a un barbone che a una normalissima persona. -Salve -lui salutò la commessa con un sorriso a 32 denti- credo di aver bisogno di una mano-. La signora smise di spolverare lo scaffale e lo scrutò -Certo, mi dica-. -Devo regalare un anello alla mia fidanzata ma ho bisogno di quello più bello che ha- le chiese. -Le faccio vedere-gli disse tirando fuori una bella scatola di legno. Erano anelli molto semplici e non era quello che lui cercava. - Posso chiederle di farmi vedere qualcosa di più... ehm... Bello? - - Di più costoso, intende? - gli chiese sospettosa. - Sì , sì .. Esattamente. Quello che ha di più costoso- -Ma è sicuro?- - Certo- le rispose imbarazzato. Prese delle altre scatole da sotto il bancone della cassa. -Il suo abito non fa il monaco-gli disse con l'aria di aver capito tutto. - - La prego, la prego, Signora- congiunse le mani disperato -non dica a nessuno che sono qui. Altrimenti mi linceranno-. -Oh , ma no, non si preoccupi- gli rispose gentilmente. Passò in rassegna tutti gli anelli, mentre la signora gli spiegava per filo e per segno quello che c'era da sapere. Decise di prendere un anello molto elegante: un solitario con altri piccoli diamantini ai lati. - Posso chiederle di fare un'incisione dentro? - chiese soddisfatto. La Signora, ormai con mille riverenze, acconsentì. Si appuntò la frase su un foglietto volante e andò in un'altra stanza, dove azionò una particolare macchina per incidere la frase dentro l'anello. Tornò 15 minuti dopo da Ringo, mise l'anello in una scatolina e glielo porse. -Le volevo chiedere un'ultima cosa, signora. Nessuno sa che sono fidanzato- le disse mentre pagava il conto. -Non non si preoccupi. Sono una persona discreta-gli rispose. La salutò e con mille ringraziamenti, uscì dalla gioielleria. Era emozionato, non vedeva l'ora di darlo a Lisa.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


La stessa sera, dopo un concerto caciarone ed entusiasmante, i Beatles si trovavano in albergo. John si stava preparando per uscire con una giovane ed avvenente attrice che aveva conosciuto quel pomeriggio, poco prima del concerto. Gli altri tre sarebbero andati semplicemente in giro per la città con Lisa. Forse Paul li avrebbe lasciati dopo un po' per raggiungere un suo amico che abitava lì . Insomma:la serata non era di certo terminata. Ringo, cercando degli abiti nella sua valigia, vide la scatolina dell'anello che aveva comperato la mattina stessa. Voleva dire tutto ai suoi amici perché per lui era importante la loro benedizione. -Vi devo dire una cosa- annunciò. Tutti lo guardarono e George se ne uscì dicendo -Diventerai padre?- -Ooooh, ti immagini?- continuò Paul.,____________ John si stava sistemando il colletto della camicia che aveva indossato per uscire con quella pollastrella. Ascoltò il dialogo tra i suoi amici e rizzò le orecchie appena George chiese a Ringo se stesse per diventare padre. Una fitta familiare alla pancia lo colpì improvvisamente._________ -No... O almeno non credo-rispose Ringo scherzando.,____________ Oh, bè. John immaginava che Lisa e Ringo avessero dei momenti intimi, cosa normalissima tra due fidanzati, ma avere questa conferma, con la risposta che aveva dato Ringo, lo fece cominciare a sudare. Perché, santa miseria? _______________ Ringo tirò fuori la scatolina dalla valigia e si avvicinò a George e Paul che erano seduti sul letto. La aprì e ne mostrò, fiero, il contenuto. Inizialmente nessuno disse niente, poi Paul fu il primo a parlare- Bello - disse , poco convinto. -L'ho comprato questa mattina e lo voglio regalare a Lisa- disse Ringo, prima di schiarire la voce -... voglio chiederle di sposarmi - annunciò. I ragazzi si chiusero in un silenzio tombale, un po' storditi. -Sicuro?-chiese George - non è forse troppo presto? -. Ringo guardò perplesso l'amico-La amo e non voglio perdere tempo. È sempre stato il mio sogno più grande quello di metter su famiglia e lei è la persona giusta-. John lo interruppe- Per ritrovarti poi, come? Come me?- gli chiese. -Eh no, John. Tu sei stato quasi obbligato a sposarti. Io lo scelgo- gli rispose il batterista a tono. John non disse più nulla. Si girò e ritornò davanti allo specchio. -Ti ha fatto perdere la testa, eh?-gli chiese Paul comprensivo. Ringo annuì con vigore, sorridendo dolcemente -È meravigliosa- disse solamente. Ringo sperava di averli convinti, erano come fratelli per lui. -Se sei felice tu, lo siamo anche noi- gli disse George dandogli una pacca sulla spalla -Tanti auguri-. Si abbracciarono tutti insieme, ma, come spesso, finirono per fare a cuscinate. Quanto voleva bene a quei ragazzi. ___________John uscì dall'albergo per incontrare la ragazza. Non era esattamente dell'umore giusto per uscire e, stavolta, non si mise a rimuginare sopra al perché : si sarebbero sposati, di sicuro. Lei avrebbe risposto di sì alla proposta, e tanti saluti. D'altra parte, Lisa, avrebbe anche potuto rispondere di no. Magari non si sentiva pronta per un passo del genere. Cavolo. Ci Sperava sul serio e si sentiva un grande stronzo nei confronti dell'amico. Quante sere prima di andare a dormire o in qualsiasi momento della giornata, immaginava di essere insieme a lei, anche solo a parlare, a cazzeggiare. Forse provava solo un sentimento di forte amicizia per lei? I suoi dubbi vennero risolti da un pensiero insolito che si stava insinuando nella sua testa da poco prima: lui sull'altare di una chiesa e Lisa, bellissima, che gli veniva incontro. -Cazzo!-pensò. Doveva togliersi tutto quello dalla testa. Camminò stringendosi la giacca al petto. Intravide la ragazza aspettarlo vicino un grande albero: era molto attraente e John si riprese un poco. Lo salutò raggiante e lo baciò sulla guancia. Lei gli fece i complimenti per il concerto a cui aveva assistito e cominciarono a camminare. Per un po', John, si distrasse dai suoi pensieri. Parlò con la sua nuova conquista del più e del meno. Lei aveva una bella parlantina, ma era un'oca: cominciò ad annoiarsi presto. Fortunatamente lei lo invitò ad andare a casa sua e si rinvigorì pensando a cosa avrebbe potuto fare una volta là dentro. Gli serviva parecchio il contatto fisico con una donna, lo avrebbe sicuramente aiutato a rilassarsi e a stare più calmo. Entrati in casa, lei si tolse la giacca e John rimase senza fiato : un vestitino nero e aderente metteva in evidenza le sue forme. Lui non ci pensò due volte e provò a baciarla. -Oh, ancora no, Johnny- lei lo spinse dolcemente indietro per allontanarlo. Lui, irritato e scocciato, si accomodò sul divano. Non voleva aspettare più di tanto, poteva sembrare poco sensibile, ma non gli importava un fico secco di quello che lei aveva da dire. Avrebbe voluto solo farsi una sana scopata. L'attrice continuò imperterrita a parlare della sua vita e John, poco a poco, non la ascoltò più e i pensieri che lo disturbavano poco prima, tornarono a fare capolino nella sua mente. Cercò di allontanarli, ma invano. Ripensò a quella sera in cui Lisa lo aveva aiutato a riprendersi da un attacco di panico, prima di un concerto: era così bella e comprensiva. Non lo aveva bacchettato per aver fatto un uso sbagliato di sostanze stupefacenti e per questo le era grato. Si era perso in quei grandi occhioni e l'avrebbe voluta baciare. E non perché era meravigliosamente sexy, ma perché.... OH, NO. No, no. Non voleva ammetterlo. Ma era inutile tenerlo ancora nascosto a sè stesso, era così chiaro: Lisa gli piaceva. Era cotto e, purtroppo, doveva starla a guardare nelle braccia di un altro. E non di una persona qualunque ma, bensì, di uno dei suoi migliori amici. Aveva bisogno di calmarsi facendo due passi. -Scusa- disse alla ragazza spalmata sul divano in modo provocante, interrompendo il discorso che stava facendo. -Non mi sento molto bene, devo andare via. Ci vediamo la prossima volta, ok?- con tante proteste da parte della ragazza uscì da lì. L'aria fresca di quella notte gli fece bene. Fece qualche passo e con la mano tastò il pacchetto di sigarette che aveva nella tasca della giacca. Lo prese e lo aprì: vide uno spinello bello e fatto, e quale momento migliore di quello per farsi una bella fumata? Camminò lentamente gustandosi il fatto che, boccata dopo boccata, aveva la testa sempre più leggera. I pensieri divennero offuscati. Arrivò in hotel e, più lucidamente possibile, tornò in camera sua. I ragazzi non c'erano. Si buttò sul letto e spense la luce. Prima di addormentarsi vide Lisa, bella e sorridente, e per un attimo gli piacque pensare che quel bel sorriso innamorato fosse solo per lui._________-Londra, casa dolce casa-pensò Lisa dopo esser scesa dall'aereo. Il tour era finito e le vacanze si avvicinavano. Quasi saltellava di gioia e Ringo era più gioioso del solito. L'Ultima cosa che avrebbero dovuto fare era una conferenza stampa quella sera stessa, seguita da un party. Quindi Lisa e Ringo tornarono a casa in tempo per cambiarsi d'abito. Ripartirono poco entusiasti alla volta di un palazzo proprio nei pressi della tenuta della regina Elisabetta. Si incontrano tutti lì nuovamente e Ringo e Paul si dissero -Da quanto tempo è che non ci vediamo!- dandosi un caloroso abbraccio, facendo i finti commossi. -Dai- disse John - prima entriamo e prima ce la filiamo-. Brian, che li aspettava trepidante nell'ingresso della villa, li guidò al piano superiore e li fece entrare in una stanza, ammonendogli, come al solito e soprattutto a John, di rispondere a tutte le domande e di essere gentili. Una folla di giornalisti li stava aspettando e si ammutolirono alla loro entrata. I ragazzi salutarono e si sedettero in lungo tavolo pieno di microfoni, posto su un palchetto. Lisa si sedette su una sedia al lato della stanza, vicino a Brian. Cominciò la conferenza e le domande furono più o meno le stesse: come è stato questo tour? Quando ne farete un altro? Perché avete scritto quella canzone? A cosa vi riferivate? Loro, molto gentilmente, risposero a tutti. I giornalisti chiamarono anche Lisa sul palchetto dove sedevano i ragazzi. Lei pensò che le dovessero fare qualche domanda tecnica ma le cominciarono a chiedere -Come sta vivendo questa esperienza con i Beatles? Cosa fate solitamente insieme?- Lei guardò stupefatta i ragazzi, che erano altrettanto stupefatti. -Questa esperienza è fantastica, mi trovo molto bene con loro. Sono quattro ragazzi meravigliosi- rispose mentre vedeva i giornalisti scrivere furiosamente. Una voce stridula venne dal fondo della sala -Esce con uno di loro!?- -Scusate, ma è una conferenza sulla musica o altro? Non sono tenuta a rispondere a questa domanda-. Calò il silenzio. Sempre la solita giornalista chiese ancora - Girano voci che si stia frequentando col Sign. Lennon. È così?- Lisa sentì John sussultare. - NO. NO. NO-rispose lei adirata e categorica - ma a chi viene in mente di dire queste cose? NO, VA BENE?- John prese la parola - Lo confermo anche io, ma tanto sappiamo che scriverete tutto il contrario- La conferenza conferenza terminò presto. Lisa raggiunse furiosa Ringo, ma venne bloccata da Brian. - I giornalisti mi hanno chiesto se fai un'intervista con John, solo tu e lui, in una stanza vicino a questa- le disse. Ringo prese un'espressione dura. -Per fare cosa? Alimentare le voci su una nostra presunta storia? No, Brian-gli rispose decisa. -Non ti stavo chiedendo un parere. La andrete a fare e basta- -Ma ... - -Senza replicare, Lisa. Vai e sii più cortese- le ordinò il manager, serio. Lei vide John davanti alla porta d'uscita con altri giornalisti, probabilmente la stavano aspettando. Riluttante si diresse verso di loro. Pensò quasi di svelare la sua storia con Ringo, almeno tutte quelle voci sarebbero cessate. Ma dovette essere accondiscendente e dovette mostrare una finta bella faccia che odiava dover tenere.______ Ringo era furibondo: in quella sala non si parlava d'altro che di Lisa e John, della bellissima coppia che formavano insieme. Addirittura chiesero un'opinione anche a lui. George gli chiedeva in continuazione se andasse tutto bene, ed era chiaro che non era così. Avrebbe voluto solo uscire da lì e mandare tutti a quel paese. Non dicevano mica "Ringo e Lisa sono una bella coppia". In più erano andati anche a fare un'intervista da soli. Nel pieno della sua rabbia, decise di andare a prendere qualcosa da bere, magari qualcosa di forte. I suoi amici lo seguivano con lo sguardo. Si versò un drink e cominciò a buttarlo giù con foga:a Lisa non sarebbe piaciuto, ma non gli importava. A nessuno importava di come si sentisse lui, nè a lei, nè tanto meno a John. John era così felice di fare quell'intervista con Lisa. Ringo non era cretino e aveva capito che lui aveva un debole per lei. Conosceva il suo amico ed il suo approccio con una ragazza che gli piaceva. Con Lisa si comportava, in modo contenuto visto la sua presenza, ma aveva notato che la guardava tutto il tempo, le parlava dolcemente e le faceva mille complimenti. Gliela avrebbe rubata, perché John era John. Ormai si era scolato più di un drink, quando sentì una voce flebile chiamarlo. -Mi scusi Sign. Starkey. Volevo solo prendermi da bere-. La giornalista che prima gli aveva rivolto più di una domanda, lo guardava con un sorriso ammiccante. -Prego-si limitò a risponderle Ringo, spostandosi un poco. Lei si versò da bere e rimase lì. -Posso farle qualche domanda, da soli, magari?-gli chiese allusiva. -Certo. Mi dica-gli rispose in automatico e senza capire le intenzioni della giornalista. Cominciò il botta e risposta a cui era abituato. Guardò bene la donna mentre parlava: era molto bella, attraente e capì che ci stava provando con lui. Poco gli importava delle avances che stava ricevendo, ma gli scattò qualcosa nel cervello e decise, per ripicca, di giocare un po'.______ Lisa si sentì sollevata appena finì l'intervista con John. -Che strazio questa presunta storia tra me e te-disse lei a John, prendendola sullo scherzo. -Già- rispose lui con poca convinzione. -Vado a cercare Ringo- disse lei immischiandosi tra la folla. Mentre camminava si sentì gli occhi di tutti puntati addosso : non vedeva l'ora di andarsene. Avrebbe detto a Ringo che avrebbe svelato al mondo che stavano insieme perchè non poteva tollerare le false ipotesi dei giornalisti. Vide spuntare la sua testa tra le tante persone e lo raggiunse, ma la scena che si trovò davanti fu raccapricciante : lui era faccia a faccia con una donna e le sorrideva provocante. Si immobilizzò, incredula. Stava flirtando con quella stupida giornalista che le aveva fatto quelle domande indiscrete poco prima. Ringo si accorse della presenza di Lisa, ma non fece nulla. Chiese il numero di telefono a quella donna. Lei glielo lasciò ridendo stupidamente e anche lui le diede il suo. Lo salutò con un bacio sulla guancia e si allontanò. Lisa era a bocca aperta : cosa stava succedendo? Fumava di rabbia e decise di girare i tacchi e tornarsene a casa. Salutò solo Brian e, non seppe come, ma si trovò su un taxi. Fece tutto meccanicamente, con il cuore che le batteva a mille, le lacrime pronte a sgorgare dai suoi occhi. Entrò in casa e si buttò sulla poltrona. Sembrava uno zombie, non riusciva neanche a pensare. Si calmò un pochino e aspettò Ringo. Voleva delle spiegazioni. Cosa gli era scattato nella testa per fare quello che aveva fatto? Il tempo passava e di lui nemmeno l'ombra. Lei non faceva altro che fumare e fare grandi passi avanti e indietro per la sua piccola casa. Le sembrava di impazzire. In quel momento capì quanto lo amasse. Finalmente sentì la serratura della porta scattare

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ringo entrò in casa e si ritrovò Lisa davanti, furente. - Sei stato con la tua nuova conquista? - lo attaccò subito. Lui non rispose e questo fece infuriare ancor di più Lisa. -Cosa diavolo ti è preso? - gli chiese ancora. Lui si accese una sigaretta e molto seriamente le rispose - Ti ho solo fatto provare quello che provo io tutte le volte che ti vedo con John-. -Aspetta, scusa... - disse lei con una risata ironica- come sarebbe a dire? Io non ho mai flirtato con John. Non ci ho mai provato come hai fatto te con quell'oca!- -Questo lo dici tu!-puntualizzò lui. -Lo sai bene, da parte mia non è mai successo... Cazzo, Richard! - cominciò a piangere-sai come mi sono sentita? Con la dignità sotto i piedi. Non me lo merito!- continuò una lite furiosa, di batti e ribatti. Lisa era stanca di quella situazione, era arrivata al limite. Ringo non si muoveva dalle sue convinzioni - Vattene! Non ho bisogno di stare con una persona che non si fida di me- concluse Lisa. -Me ne vado, tranquilla!- rispose lui andando in camera. Prese uno dei suoi borsoni e cominciò a mettere roba a raffica, mentre Lisa piangeva davanti alla finestra. Sperò fino alla fine che lui ci ripensasse e le chiedesse scusa. Sentì la porta sbattere forte e in quel momento si sentì crollare il mondo addosso. Non riusciva a smettere di singhiozzare. Fottuta gelosia! Era finita? Si sentiva persa e non poteva contare su nessuno in quel momento : Anna era in vacanza e aveva portato con sé Elvis. Non voleva rimanere da sola. Le venne un'idea: prese il telefono e di istinto chiamò a casa di Paul. Il telefono squillò più di una volta e poi rispose lui-Paul?- lo chiamò lei, singhiozzando. -Lisa! Ma cosa è successo??-le chiese sentendola piangere. -Ti disturbo? Sei con Jane? - gli chiese. -No, Jane non c'è- le rispose. -Paul, ho litigato con Ringo ed è andato via di casa... - - Vengo da te, sarò lì tra poco- le disse riagganciando il telefono. Si sentì sollevata al pensiero che sarebbe venuto lì. Paul era un buon amico, un buon confidente. Suonò il campanello 10 minuti dopo averlo chiamato. Gli aprì ed entrò come una furia dentro casa. -Cosa è successo?-le chiese vedendola con gli occhi gonfi. -Ringo ha preso le sue cose e se ne è andato- gli rispose. -Ti ho vista andare via da sola durante il party e ho capito subito che ci fosse qualcosa che non andasse-. Paul si sedette su una sedia. Cominciarono a parlare davanti a due tazze di tè fumante. -Dopo aver fatto l'intervista con John, ho raggiunto Ringo e stava scambiando due parole con una giornalista. Una donna molto avvenente e stavano flirtando: avevano le teste molto vicine e si sono scambiati i numeri di telefono. Mi è crollato il mondo addosso! Non sono voluta rimanere un secondo di più, Paul. E mi dispiace non aver salutato nessuno di voi, ma avevo il cervello annebbiato-Paul fece spallucce per dire che la cosa non importava. Aggrottò le sopracciglia - - Perché lo avrebbe fatto?-le chiese. -Devi sapere che lui ha un brutto difetto:la gelosia. Ed è sempre stato tanto geloso di John-. Paul, già con la faccia interrogativa, la contorse ancora di più. -Per quale motivo? Non lo so- Lisa precedette Paul -pensa che, i primi tempi che lavoravo per voi, una sera mi chiese a brutto muso se mi piacesse John e senza che gliene avessi dato motivo. E ancora non stavamo insieme. La cosa è continuata anche durante la nostra relazione. Figurati ultimamente che i giornali scrivono di una presunta storia fra me e John. L'intervista che ho fatto con lui oggi è stato il motivo per cui lui ci ha provato con la giornalista. Per farmi sentire come lui si sente quando mi vede con John-. Paul annuiva, poi assunse un'aria pensierosa. -Devo dire che, secondo me, John ha sempre avuto un debole per te. Sicuramente anche Ringo se ne è accorto- disse Paul come per scusare l'amico. -Non importa cosa pensano o fanno gli altri. Io non ho mai provato interesse per nessuno, gli ho sempre dimostrato di amare solamente lui-. Lisa ricominciò a piangere e continuò a parlare con Paul fino a che, piano piano, non si addormentò sulla poltrona sfinita da quella giornata scura.__________________Lisa si svegliò nel suo letto e fece subito mente locale: avrebbe preferito non ricordare nulla. Ricordò di essersi addormentata sulla sua poltrona mentre parlava con Paul. Forse era stato così carino da prenderla in braccio e portarla a letto. Si disse che avrebbe dovuto chiamarlo per ringraziarlo per averla aiutata in quel brutto momento. Dopodiché si sarebbe dovuta mettere a pensare a Ringo. Il giorno dopo sarebbero dovuti partire per Liverpool. Lo avrebbe dovuto chiamare? Non riusciva a pensare. Sapeva solo che era terribilmente triste e che sperava che lui fosse a preparare il caffè, col suo bellissimo sorriso. Si alzò dal letto riluttante e si avviò verso la cucina, pronta per cominciare quella giornata difficile. Entrò nella stanza e, con la coda dell'occhio, vide una sagoma sulla poltrona. Saltò dalla paura e accese prontamente la luce: Paul dormiva rannicchiato con una coperta di pail addosso. Si svegliò di soprassalto quando fu accecato dalla luce. Sembrava spaesato, inizialmente. -Paul. Pensavo fossi andato via-gli disse Lisa sorpresa. -Pensavo che non volessi stare sola questa mattina- disse assonnato. Lei lo guardò teneramente. -Avra dormito scomodo- lei assunse un'espressione preoccupata -cosa penserà Jane che hai dormito qui?- -Jane è fuori per lavoro, mi raggiungerà domani in Spagna. E comunque è comodissima questa poltrona- le disse con un sorriso. Lisa preparò la colazione per tutti e due. -Paul, anche io e Ringo saremmo dovuti partire domani-prese la parola lei-solo che non saprei...- concluse confusa. -Secondo me, avete bisogno di una pausa. Lui ha reagito così male ieri e deve farsi un esame di coscienza- disse Paul fra un boccone e un altro. -Probabilmente è la cosa migliore da fare-disse lei dispiaciuta - una parte di me dice di chiamarlo e di sistemare le cose. Dall'altra so che facendo così non cambierà nulla- le vennero le lacrime agli occhi. Le respinse indietro. -Scrivigli una lettera - disse Paul colto da un'illuminazione - farò in modo di fargliela avere- Lisa cercò subito carta e penna. Pensò per un attimo e cominciò a scrivere: "Quello che è successo ieri mi ha fatto capire che dobbiamo stare un pochino separati. Ci vediamo dopo le vacanze". Lo firmò e infilò il foglio dentro una busta da lettere, dove prima c'era una bolletta della luce. -Ora vai a farti un biglietto aereo per Roma e stai un po' con la tua famiglia. Ti serve un po' di riposo - disse Paul mettendo la lettera in tasca al suo cappotto - Ringo capirà- continuò a dirle cercando di rassicurarla. Lei annuì tristemente. La salutò con un caloroso abbraccio e andò via, promettendole di chiamarla durante le vacanze. Sarebbe andata di corsa in un'agenzia di viaggi. Prima sarebbe andata via di lì, meglio sarebbe stato. __________________Ringo si trastullava per la sua casa. Non aveva mai avuto la mente lucida dal giorno prima: la scorta di marijuana che aveva in casa era servita per offuscare i pensieri. Sentì suonare il campanello e trasalì. Corse ad aprire e non trovò nessuno davanti la porta. Notò, sul tappetino, una lettera. La raccolse e deluso rientrò in casa. Era solamente il fottuto postino, non Lisa. Quanto stava male per quello che era successo; aveva esagerato alla grande e temeva di perdere la donna più bella, più buona, più... più perfetta per lui. Ma non aveva il coraggio di chiamarla o di presentarsi a casa sua, aveva il timore che gli avesse chiuso la porta in faccia. Sarebbero dovuti partire il giorno dopo: e ora? Lanciò la lettera sul tavolino e si buttò nuovamente sul divano. Non aveva voglia di vedere nessuno, compresi gli altri ragazzi. Sapeva che lo avrebbero bacchettato. John, forse, lo avrebbe consolato di più, ma era già partito per i Caraibi con la famiglia. Guardò la lettera che aveva lanciato sul tavolo e non sembrava proprio una bolletta. La carta era spiegazzata, sembrava già usata. La cosa lo incuriosì e si alzò dal divano per prenderla. La girò tra le mani e la aprì. Capì subito che la calligrafia era di Lisa. Lesse e rilesse, confermando i suoi dubbi: lei non lo voleva vedere ed era tutta colpa sua. Decise infine di chiamare George perché da solo, in quel momento di rabbia e sconforto, non voleva più stare.__________Ormai una settimana era passata dalla partenza da Londra. Lisa, a casa, a Roma, stava benissimo. Gli erano mancate tante di quelle cose: il sole, la solarità della gente, il cibo buonissimo, la sua famiglia (che l'aveva accolta come una regina), gli amici di infanzia. Dalla delusione avuta da Ringo, si stava riprendendo un poco, anche se gli mancava terribilmente. Questo le faceva solamente capire quanto lo amasse e quanto ci tenesse a sistemare le cose con lui. Era nel giardino di casa a giocare con un bel micione che era di passaggio, quando la mamma la invitò ad entrare in casa. Aveva la cornetta del telefono in mano ed era visibilmente agitata. -È ... è... uno di quei tuoi amici- disse tremolante. Elisa prese al volo la cornetta e rispose. -Liiisaa - una voce familiare la chiamò. - Paulieee - rispose lei contenta. Paul McCartney era dall'altra parte del telefono e Lisa capì perché la mamma fosse agitata dopo aver risposto. Dopo essersi scambiati i saluti, cominciarono a parlare. Paul le raccontò della Spagna, di quanto fosse bella. -Te come stai?-le chiese lui. -Bene, Paul. Mi sono mancate troppe cose dell'Italia!-. -Non mi dire che non torni più a Londra!-. -Oh, no. Non vi abbandonerei mai. E poi ho una piccola questione in sospeso a cui tengo molto- si riferì a Ringo. Dall'altra parte del telefono Lisa sentì degli schiamazzi e la voce di un ragazzo che chiamava Paul. -Andiamo, Pauuuuul. Inizia la festaaa!-. Era parecchio su di giri e Lisa lo riconobbe subito:era Ringo. Paul provò a coprirlo con dei colpi di tosse, ma lei prontamente gli chiese- Era lui, vero?- Paul rispose imbarazzato- Ehm, si. Ti volevo dire anche che è qui da un paio di giorni-. La conversazione si chiuse poco dopo, con la promessa di sentirsi di nuovo. Sembrava si stesse divertendo un mondo, mentre lei era lì a piangersi addosso, pensando a lui di continuo, a pensare alle più belle parole da dirgli al rientro. Si accasciò sulla poltrona li vicino e la mamma si avvicinò preoccupata-Cosa succede?- le chiese. -Nulla, mamma-le rispose con un sorriso. Le aveva raccontato tutto su Ringo, di certo non voleva ammorbarla ancora con altre storie. Sarebbe stata lì solo per altre tre settimane e voleva solamente godersi la sua compagnia. Ma continuò a pensare alla allegria nella voce di Ringo, chiedendosi se già l'avesse dimenticata.___________Paul agganciò il telefono dell'hotel e si diresse nel ristorante per prendere posto al suo tavolo. Vide George, Pattie, Jane e Ringo seduti ad aspettarlo. Quella sera si sarebbe tenuto un party con tanto di discoteca dopo la cena. -Come sta, Lisa? - gli chiese George interessato. Ringo girò subito il volto verso di lui. Paul se ne accorse e decise di inventarsi qualcosa -Molto bene. Dice che a Roma l'hanno accolta come una regina e, sapendo quello che sta facendo con noi, l'hanno invitata in molti locali esclusivi. Insomma: ogni sera ha un evento diverso a cui partecipare!-Paul era un bravissimo attore, Ringo ci stava credendo perché la sua espressione faceva trapelare le sue emozioni. Forse dicendogli quello, avrebbe mosso il culo a chiamarla! Ma non disse nulla. Si alzò e andò a prendersi un drink al bar, segno che ne avrebbe bevuti molti da lì alla fine della serata, come spesso faceva quando qualcosa andava storto.___________ La mente era offuscata dell'alcool. Lei... Lei... Lei. Non riusciva a pensare ad altro. Ma si stava divertendo assai Lisa, da quello che aveva detto Paul. Era solo colpa sua. Si sentiva uno stronzo. Fortunatamente si buttò sulla pista da ballo e cominciò a dimenarsi. Vide solo la figura di una ragazza che gli si avvicinò e si mise a ballare con lui. Ma lui non voleva nessuno. Voleva solo dimenticare, anche se solo per un po'. La ragazza era così insistente e lui la lasciò ballare. Gli girava la testa, tutto intorno a lui era confuso. Continuò a ballare e da li in poi, il buio._____Ringo si svegliò con un cerchio alla testa. Si maledì subito per aver bevuto così tanto la sera prima. Non riuscì neanche ad aprire gli occhi, ma intanto cercò invano di ricostruire quello che era successo. Non ricordava nulla, aveva un vuoto. Decise di alzarsi dal letto per aprire la finestra e far entrare un po' di luce nella stanza ancora buia. Il sole lo accecò, ma il suo calore gli fece subito bene. Pensò di andare subito in spiaggia, si sarebbe ripreso alla grande dopo aver preso un buon caffè e dopo una doccia fredda. -Buongiorno-sentì dire improvvisamente. Saltò dallo spavento. Forse qualcuno era entrato nella sua stanza senza che lui se ne fosse accorto. Si girò e trovò una ragazza, mezza nuda, nel suo letto. Poi vide dei vestiti sparsi sul pavimento. Rimase di pietra -Chi sei?-chiese alla sconosciuta. -Come chi sono?-le rispose quella ragazza infastidita dalla domanda. Lui la guardò meglio e, piano piano, ricordò il suo volto. Era la ragazza che gli si era avvicinata per ballare la sera prima. Fu facile a quel punto capire perchè fosse lì. Istintivamente prese e uscì dalla stanza. Doveva parlare con George o Paul, forse loro avevano visto qualcosa. Sperava fosse uno scherzo. Una domestica nel corridoio dell'hotel lo guardò scandalizzata perché aveva indosso solo un paio di calzoncini. Non ci badò molto in quel momento e andò avanti. Sentì un chiacchiericcio di voci poco lontano e dalle scale comparvero proprio Paul e George. Smisero di parlare e Paul disse - Per quanto tu abbia bevuto ieri sera, non pensavo che ti saresti retto in piedi-. George sghignazzò. -No, ragazzi. Ho un problema- dichiarò Ringo. Loro tornarono subito seri. -Ho una ragazza nel letto e non so neanche chi sia. Non ricordo nulla di ieri-. Paul sussultò. - L'ultima volta che ti abbiamo visto ieri stavi ballando- disse. -Dovresti chiedere a lei cosa è successo- continuò George. Senza dire altro Ringo, girò e tornò in stanza. La ragazza si stava vestendo e si fermò appena lo vide. -Perché sei qui!?- le chiese subito. -Come perchè ? Abbiamo passato una notte di fuoco, io e te..-disse con voce sensuale. -Cazzo!- imprecò lui - mi spiace,ma non ricordo nulla. È la prima volta che ti vedo e non so neanche come ti chiami-. La ragazza mise il muso. - Infatti eri ubriaco. Ma sei stato tu ad invitarmi qui. Sei stato molto... Ehm.. Rude. Passionale- ricordò lei con un sorriso ammiccante. Ringo sgranò gli occhi e si portò una mano sulla fronte, disperato. -Ma perché sei così disperato? - gli chiese. -Perché non doveva succedere tutto questo. Io ho una fidanzata e voglio sposarla- ammise Ringo. -Bè, se l'avessi amata così tanto non saresti venuto a letto con me-lei mise il dito nella piaga. Lui la guardò rabbioso e le indicò la porta. -Vattene via. Non ti devi permettere di giudicarmi. Ero ubriaco e non ero in me-. Lei, stizzita, girò i tacchi e uscì dalla stanza. Ultimamente stava combinando un danno dietro l'altro. Pensò a Lisa, che non meritava tutto quello. Chissà cosa lo aveva spinto a portarsi quella ragazza in camera. Eppure non era stato il bisogno fisico, lui aveva bisogno solo di Lisa. Voleva mettere una pietra sopra tutto quello, dimenticare. Ma sapeva già che ci sarebbe rimasto a pensare, con i sensi di colpa, per molto tempo

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Ringo era in camera e aveva il numero di casa di Lisa scritto su un foglietto che gli aveva dato Paul. L'avrebbe chiamata e l'avrebbe invitata a raggiungerlo in Spagna. Si girava tra le mani la scatolina dell'anello. Aveva già organizzato tutto per farle la proposta. Erano passati dieci giorni dalla sera che aveva passato con quella ragazza e lei (che poi aveva saputo chiamarsi Maureen), aveva provato ad avvicinarlo più di una volta, ma lui l'aveva sempre allontanata perché, seriamente, non voleva averci niente a che fare. L'incidente sembrava esser stato dimenticato, anche da Paul e George che gli avevano fatto una testa tanta. Gli ci era voluto molto per fargli capire che non era stato in grado di intendere e di volere quella sera. Stava quasi per comporre il numero di Lisa quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza. Scocciato, andò ad aprire. Proprio in quel momento lo dovevano disturbare? Aprì la porta e si trovò davanti Maureen. -Ciao... - lo salutò con voce flebile. -Guarda, ho da fare, mi dispiace- le rispose Ringo per liquidarla. Stava per chiudere la porta quando lei si mise in mezzo. -No, è importante. Fammi entrare-. Lui rimase di stucco. Maureen entrò e si sedette su una poltrona al centro della stanza. Sembrava disperata. Sospirò. La cosa turbò Ringo. -Sarò breve, Richard-esordì. Ringo pensò che solo pochi lo chiamavano con il suo vero nome. -Sono incinta- finì col dire con una lacrima che le scendeva sul viso. Ringo sentì un giramento di testa. Incinta? Sperò seriamente che stesse scherzando, ma il pianto disperato della ragazza gli confermò la veridicità della cosa. -Sarei io il padre?-le chiese dubbioso. Lei annuì. -E come faccio a saperlo con esatezza?- Lei lo guardò turbata, col mascara che le era colato sulle guance. -Perchè sono stata solo con te! Ne dubiti? Ho tutti i testimoni che vuoi. Le mie amiche, i miei genitori... Mi hanno messa in punizione da quella sera che sono stata con te perché non sono rientrata a dormire!-gli rispose adirata. -Non ti conosco... Potrei pensare che ti vuoi approfittare solo dei miei soldi... Di chi sono!- disse lui camminando avanti e indietro per la stanza. Lei si alzò dalla poltrona e gli si mise faccia a faccia -Si da il caso che i soldi non mi mancano. Mio padre è il proprietario di questo albergo e di tutta la catena- detto questo, si avviò alla porta. - Ah, ai miei genitori ho detto tutto. Ti hanno invitato a cena domani per conoscerti. Spero non farai il vigliacco- lei uscì dalla stanza, lasciando il batterista nella più totale disperazione.___________ George e Pattie erano nel letto a vedere la TV. Avevano consumato la colazione a letto e si stavano godendo la reciproca compagnia. George aveva trovato finalmente una stabilità, stava talmente bene con Pattie e ringraziava tutti i giorni Dio per il dono che gli aveva fatto. L'aveva conosciuta quando ancora stava male per Lisa. Da lì, non si erano più separati. Chissà, stava pensando di chiederle di sposarla. Aveva giudicato Ringo quando gli aveva annunciato di voler sposare Lisa, ma ora capiva cosa voleva dire trovare l'amore della vita. Preso da questi pensieri con Pattie accoccolata vicino a sé, squillò il telefono della stanza. -Non rispondere, tesoro. Sarà il servizio dell'arlbergo-lo pregò Pattie guardandolo con quei bellissimi occhi azzurri. Lui le rubò un bacio sulle labbra e le diede retta. Ma dopo qualche minuto il telefono squillò nuovamente. Non rispose ancora. Quando squillò per la terza volta, decise di rispondere. -Si?- disse decisamente seccato. - Georgeee!! -. Era Ringo e la sua voce non prometteva nulla di buono. -Ringo!- esclamò alzandosi di scatto - stai male? - gli chiese. -No... Cioè, sì. Vieni nella mia stanza, ti prego. È successa una cosa brutta- cominciò a piangere. -Arrivo subito!-disse attaccando la cornetta. Con tanto di scuse a Pattie (e con le sue proteste), si mise le prime cose che gli capitarono sotto mano e uscì dalla stanza. Camminò a passo svelto per i corridoi dell'albergo e decise di bussare alla porta di Paul. Il bassista si presentò alla porta con l'accappatoio, forse, era appena uscito dalla doccia. Gli raccontò della telefonata di Ringo e corse a vestirsi anche lui, preoccupato. Nel giro di tre minuti si trovarono davanti la stanza di Ringo. Lui aprì agli amici con gli occhi gonfi. Lui non si faceva problema a piangere. Videro la abat jour, prima sul comodino vicino al letto, in frantumi sul pavimento. -Sono nella merda. Immerso totalmente- esordì - prima ero qui e stavo per telefonare a Lisa. È venuta a bussare alla mia porta Maureen, quella ragazza... Ricordate?-. Gli amici annuirono. -È incinta! I N C I N T A! - esclamò. George spalancò la bocca, Paul sgranò gli occhi. Ringo continuò a piangere e gli altri due furono incapaci di dire una parola per qualche minuto. Poi George decise di parlare -E sei sicuro che sia tu il padre?- -È quello che lo ho chiesto anche io e lei mi ha risposto che da quando è rimasta a dormire con me, non è uscita più perchè i suoi genitori l'hanno messa in punizione. Domani loro mi aspettano a cena per conoscermi -raccontò preso dalla disperazione. -Cosa vuoi fare tu?- gli chiese Paul sconvolto. -Io? È logico! Manderei tutto a farsi fottere e andrei da Lisa. Ma quel bambino non c'entra nulla. Io non ho mai conosciuto mio padre e non auguro questo a nessuno, tanto meno a mio figlio-. In quei minuti aveva visto sfumare i suoi sogni, quelli con Lisa. Come si sarebbe comportato con lei? Come l'avrebbe presa lei? Vedeva tutto nero e non trovava una via d'uscita.________________ John era nella sua stanza d'albergo. Mancavano solo tre giorni per il ritorno a Londra; un po' ne era contento (non trovava sua moglie una gran compagnona), un po' gli dispiaceva (era stato benissimo con Julian). In quel momento era sul letto matrimoniale a giocare con suo figlio. Lo amava molto, nonostante alcune volte facesse intendere il contrario. Era intelligente, fantasioso e simpatico. Con poca modestia, aveva sempre pensato che avesse ripreso molto da lui. Di punto in bianco squillò il telefono e rispose sghingnazzando perché Julian stava tentando di stenderlo facendo la lotta. -Pronto?- rispose. -Ehi, testa di merda!-. Paul, dall'altra parte della cornetta, lo stava salutando dolcemente. -Macca, cosa stracazzo vuoi? Mi hai chiamato solo questa mattina!- -Sono con George - annunciò Paul. -Hola, amigo!-salutò George. -Che emozione, davvero. Ora, cosa avete da rompermi le palle? - -Ti volevamo aggiornare. Ringo è nei guai seri-. -Cosa altro ha combinato?- John sapeva della notte di sesso con quella ragazza misteriosa. Paul e George, alternandosi, gli raccontarono di quello che era successo poco prima. - Oh , MACCHECCAZZO!- Fu la reazione di John. -John, Ringo ha deciso, secondo il mio parere giustamente, di prendersi le sue responsabilità. Sì, lo so a cosa, o meglio, a chi stai pensando- disse Paul. -.... LISA! - dissero tutti e tre in coro. -Certo che peggio di così non potrebbe andare- continuò John. -In tutto questo, ragazzi, io ho pensato: ma una volta che Lisa verrà a sapere tutto, andrà via? Vorrà ancora rimanere con noi? Non sarà facile passare sopra ad una cosa del genere!- intervenne George. -Sarebbe un peccato mortale perderla, è in gamba, sa fare il suo lavoro e troppo ancora potrebbe darci. E poi, io ci sono molto affezionato, come tutti, credo- continuò Paul. -Faremo in tutti i modi per farla rimanere. Di certo non possiamo farcela scappare. Le staremo vicini- disse John. Paul e George si guardarono con espressione sospettosa. Si salutarono, promettendo di vedersi il prima possibile al ritorno a Londra. John era rimasto di sasso e di certo non avrebbe voluto trovarsi nei panni del suo amico. L'aveva fatta troppo grossa. Provava un moto di compassione per lui, ma da una parte si sentiva stranamente... felice. Sì, anche troppo. Quando era venuto a conoscenza dell'episodio del tradimento di Ringo nei confronti di Lisa, aveva immaginato che lei non avrebbe saputo mai nulla e avrebbero continuato la loro vita felici e contenti. Effettivamente lì, la sua parte dispettosa e cotta (di Lisa), gli aveva suggerito di far trapelare l'episodio. Ma, ovviamente, fu il pensiero irrazionale di un attimo. Di nuovo aveva perso qualsiasi speranza con lei. Ma ora avrebbe potuto averne. Non capiva, però, fino in fondo: avrebbe voluto solamente passarci una notte insieme o avrebbe voluto qualcosa di più? Il dubbio lo tormentava. La desiderava così tanto solo perché non aveva mai potuto averla? Il gusto del proibito, c'entrava qualcosa? I pensieri vorticavano nella sua mente, fu però destato da Cynthia. -Andiamo a cena, John?-gli chiese con Julian in braccio. -Oh , certo- rispose alzandosi di scatto dal letto. Forse a pancia piena avrebbe potuto ragionare meglio. O era meglio non ragionare per niente?

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Lisa attraversò le strisce pedonali che l'avrebbero portata dalla parte della strada con uno scatto. Tra il via vai di gente, riuscì a raggiungere la porta d'entrata degli studi di Abbey Road. Sembrava esser passata un'eternità da quando era stata lì l'ultima volta e le era mancato tutto, anche lo stress. Si mangiucchiò nervosamente un'unghia prima di spingere la grande porta del palazzo. Raggiunse a passo svelto lo studio di registrazione. Sapeva che i ragazzi erano già lì, glielo aveva accennato Paul l'ultima volta che si erano sentiti per telefono. Stavano rivedendo qualche testo che avevano scritto durante le vacanze. Lisa si fermò a qualche passo dalla porta a vetri opachi e si passò una mano tra i capelli, sperando che fossero ancora i ordine. Quella mattina si era preparata particolarmente bene, e lo aveva fatto solo per Ringo. Incontrarlo dopo quel mese in cui non si erano ne visti ne sentiti la stava innervosendo parecchio, perchè sperava che non l'avesse già dimenticata. Si era sempre aspettata una sua telefonata durante le vacanze, che non era mai arrivata. Questo l'aveva fatto presagire il peggio. Ma quei dubbi che le avevano affollato la mente per un mese intero, stavano per essere finalmente risolti.__________ Il chiacchiericcio che Lisa sentiva da fuori lo studio, cessò quando lei bussò alla porta. Entrò dopo aver preso un bel respiro e, non fece in tempo a dire nulla, che John disse - No, guardi. Può andare, non ci serve nulla -. -Neanche una fonica? - rispose lei, aprendo un bel sorriso. Paul fu il primo ad alzarsi e ad abbracciarla. Poi Lisa si avvicinò a George e lui ricambiò il suo abbraccio calorosamente. -Lennon, non mi sei mancato per niente, lo sai? - lo punzecchiò lei, salutandolo. Infine, anche Ringo si alzò dalla sua batteria. Lisa temette che si sentisse il battito del suo cuore, per quanto batteva forte. Lo trovò molto bello abbronzato. Le diede due baci sulle guance e tornò al suo posto, con una freddezza che non era da lui. Lisa rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, sconcertata. Se il buongiorno si vedeva dal mattino, allora le cose si stavano mettendo molto male.________ Le idee per un nuovo album erano molte e cominciarono a lavorarci subito sodo. Così facendo, la giornata passò in un lampo. Fra la confusione generale dell'uscita di tutto lo staff dallo studio, Lisa cercò Ringo. Uscì fuori dal palazzo e trovò George intento a cercare le chiavi della sua macchina nella sua borsa. -George, sai dove sia Ringo?-gli chiese. -Veramente l'ho visto andare via di corsa. Senti, ma vuoi un passaggio? Tanto devo passare per casa tua-. Lisa accettò volentieri, ma trovò molto strano l'atteggiamento di Ringo. Era stato tutto il giorno sfuggente ed ora era andato via senza neanche neanche salutarla. Non voleva parlarle? Non voleva più avere nulla a che fare con lei? Le domande la attanagliavano. Gli sguardi che si erano scambiati le avevano fatto capire molto. Lo conosceva bene: vedeva amore e desiderio nei suoi occhi. Allora perchè era così strano?_____________ Ringo era in macchina e stava tornando a casa, da Maureen. Era riluttante al sol pensiero. E non era di certo colpa della ragazza! Era carina, simpatica... ma non era lei che avrebbe voluto ad aspettarlo. Cercava di provare qualcosa per lei, ma nulla. Il pensiero di Lisa era sempre fisso nella sua mente e non riusciva a staccarsene. Quel giorno era rimasto di sasso appena l'aveva vista: era meravigliosa. Aveva sentito subito un leggero fastidio nella patta dei pantaloni alla vista delle sue gambe scoperte. L'avrebbe sbattuta al muro davanti a tutti. Tutti avevano occhi solo per lei e aveva sentito una fitta alla pancia di gelosia vedendo come John la scrutava. La mangiava con gli occhi. Eppure non poteva di certo parlare. Aveva deciso di raccontarle tutto subito, ma non ne aveva avuto il coraggio e l'aveva evitata. Quanto gli faceva male tutta quella situazione, soprattutto pensando a quando le avrebbe detto tutto. Lanciò un pugno sul cruscotto della macchina, facendosi male alla mano. Entrò nel vialetto di casa e rimase in macchina ancora una mezz'ora. Ebbe la tentazione di tornare indietro ed andare da Lisa. Avrebbe voluto scappare da tutto quello ma le responsabilità erano troppo grandi e non avrebbe potuto fare altrimenti._________ Il giorno dopo le registrazioni furono più intense del solito: George Martin spingeva per combinare qualcosa di buono per il nuovo album. Tra le tante idee, ci doveva anche essere qualche cambiamento. Lisa, dal canto suo, stava lavorando sodo per tirare fuori nuovi suoni, nuovi metodi e il produttore ne fu molto soddisfatto. Combinarono qualcosa di nuovo anche grazie al Sitar che aveva portato George quel giorno in studio. Tutti guardarono lo strumento curiosi e sentirlo suonare da George fu davvero entusiasmante. La sua passione per la musica indiana stava dando ottimi frutti. A fine giornata, Lisa fu molto contenta delle novità che stavano uscendo fuori. Mise in ordine la cabina velocemente e si preparò per staccare. Anche Ringo si stava preparando per andare via e decise di seguirlo e fermarlo all'uscita degli studi. Lui uscì molto furtivo, salutando al volo tutti, ma lei riuscì a stargli dietro. - Richard! - lo chiamò. Lui si girò e la guardò. Trasalì alla sua vista -Lisa...-lei si avvicinò. -Mi sa che dobbiamo chiarire quella cosa che abbiamo lasciato in sospeso- gli disse lei di getto. -No, scusami. Adesso ho da fare. Poi ne riparliamo, ok? - le rispose, sfuggendo di nuovo. Lisa rimase immobilizzata, incredula. Non la voleva più, era chiaro. Cazzo, poteva anche dirglielo in faccia! Si diresse verso la metro e per il nervoso cominciò a piangere. Poco prima di imboccare il tunnel che l'avrebbe portata di sotto, sentì una macchina fermarsi lentamente vicino a lei. John aprì il finestrino. -John- disse lei colta di sorpresa. Si asciugò al volo le lacrime. -Vuoi un passaggio?- le chiese. -Non ti disturbare se non devi passare per casa mia-gli rispose cortese. -Nessun disturbo. Dai, è tardi. Sali- le disse sorridendo. Lei salì, facendo finta di nulla. Le lacrime, però, continuarono ad uscire dai suoi occhi. -Scusa John- si scusò lei, non riuscendo più a nascondere il suo stato. -Perchè piangi?- le chiese lui tristemente. -Ringo. Non so cosa gli sia preso. Non vuole parlarmi. Sai cosa caspita gli sia preso? Lo sai?- gli chiese speranzosa. Lui scrollò le spalle. -Anche se lo sapessi, è lui che deve parlarti. Mi dispiace che tu stia così - John la portò fino al cortiletto di casa. -Grazie, John. Sei stato tanto gentile- lo ringraziò lei. -Dunque, Signorina. Sono 5 sterline, più la mancia - rispose John con tono professionale. Lisa si fece una bella risata, nonostante il momento di confusione. Cazzo, avrebbe avuto voglia di andare fino a casa di Ringo e chiedergli spiegazioni. Odiava stare così. Se lui aveva deciso di non voler più avere a che fare con lei, sarebbe stato meglio che glielo avesse detto in faccia. Difficile per difficile, almeno avrebbe smesso di lambiccarsi il cervello.________________ Il terzo giorno di registrazioni, non fu di certo più facile degli altri due. Nonostante il lavoro sodo, non mancavano mai momenti di divertimento. Lisa, quella sera, avrebbe tentato di fermare di nuovo Ringo, e stavolta non ci sarebbe stata alcuna scusa da parte sua. Durante una pausa dalle registrazioni, Lisa andò a prendersi un caffè. Stava per raggiungere John e George, che erano già nella stanzetta. Ringo se ne guardò bene di non muoversi dalla sua batteria. Pochi passi prima di entrare in quella specie di cucina, sentì John e George parlottare . Lisa si fermò quando sentì dire da John - Lisa merita di sapere tutto, George -. Lei rimase dietro la porta immobile - Lo penso anche io, ma non è compito nostro rivelarle tutto- rispose George. - Infatti ieri sera, quando l'ho accompagnata a casa, avrei potuto dirle tutto, ma ho evitato. Ringo deve assolutamente parlarle -. A quel punto Lisa voleva andare via. La questione sembrava più grave di quello che aveva pensato. Cambiò idea e decise di entrare nella cucina e cogliere di sorpresa i due. Entrò rumorosamente e li interruppe. I due fecero finta di nulla, chiedendole se volesse un caffè. -Mi dispiace, non volevo origliare, ma ho sentito tutto- disse lui, ormai nel panico. -Lisa, credici- disse George dispiaciuto - vorremmo dirti tutto, ma non possiamo- -Ci credo, George. Sono così confusa... Che cosa ha da nascondere?- disse mettendosi le mani nei capelli. Si appoggiò al muro e cominciò a sentire i primi accenni di un gran mal di testa. - Faremo in modo di lasciarvi soli questa sera. Lo dirò anche a Paul- disse John. Ma quella giornata sembrava non finire mai. Lisa ad un certo punto cominciò a non connettere più. -Bè, io andrei a casa- disse John, prendendo le sue cose. Si girò verso Lisa e le fece l'occhiolino. Lei capì che sarebbero andati tutti via, piano piano, consentendole finalmente di rimanere da sola con Ringo. E sarebbero rimasti sul serio da soli, visto che anche il resto dello staff aveva già abbandonato gli studi. Paul e George avevano fatto in modo di rimanere poco di più, con la scusa di rivedere alcuni accordi. Ma andarono via anche loro. Nello studio calò un silenzio tombale. -Oh , bè. Direi che è ora di andare - disse Ringo imbarazzato. Si alzò dalla batteria ma Lisa, più veloce della luce, lo bloccò. -No, stasera non mi scappi, Richie-gli disse. Lui si pietrificò. Non disse nulla inizialmente ma poi la sua espressione cambiò. Sembrava rassegnato. Si accasciò sulla prima sedia che gli capitò. Si accese una sigaretta. -Ho capito che c'è qualcosa che non va e credo di meritare qualche spiegazione- gli disse lei. -Sì , direi di sì. Da dove comincio?- si chiese lui - ero in Spagna. Quella sera ci sarebbe stato un party in hotel. Eravamo a cena e Paul ti aveva telefonato. Ci stava dicendo che a Roma ti stavi divertendo parecchio e che eri molto desiderata. Mi sono sentito male dentro: Cazzo, avrei dovuto io essere lì con te ma avevo fatto lo stronzo e non me lo riuscivo a perdonare - Lisa annuì per dargli ragione. -Ho cominciato a bere di brutto e, ti giuro, ho un grande vuoto di quella notte. La mattina dopo, ecco... Mi sono svegliato con una ragazza nel letto - disse l'ultima frase abbassando di molto il tono della voce. Lisa si sentì mancare. - Che cosa?- gli chiese. -Sì, ma non sapevo neanche chi fosse. Ero troppo ubriaco per ricordare. Con il senso di colpa, avevo deciso di mettere una pietra sopra a questa cosa, senza farti sapere nulla- Lisa cominciò ad avere un'espressione inorridita, ma non disse nulla. -Non ho voluto avere niente a che fare con lei, infatti l'ho evitata per tutto il tempo della mia permanenza. Una sera ero in stanza e stavo per chiamarti per chiederti di raggiungermi in Spagna perchè mi mancavi terribilmente e desideravo sistemare le cose, ma lei si presentò alla mia porta. Non ci voglio girare intorno ma mi ha detto di essere incinta. Vive già con me e tra un mese ci sposeremo-. Se prima Lisa si era sentita mancare, adesso si ritrovò a combattere con tutte le forze per non svenire sul serio.

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