Revenge came darkness

di RoisXIII
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All Might ***
Capitolo 2: *** Midoriya ***
Capitolo 3: *** All Might ***
Capitolo 4: *** Midoriya ***
Capitolo 5: *** Midoriya-All Might ***
Capitolo 6: *** All Might ***
Capitolo 7: *** All Might-Midoriya ***
Capitolo 8: *** Midoriya ***
Capitolo 9: *** Midoriya-All Might ***
Capitolo 10: *** All Might ***
Capitolo 11: *** All Might ***
Capitolo 12: *** All Might-Kohaku ***
Capitolo 13: *** Kohaku-Midoriya-All Might ***
Capitolo 14: *** All Might: la fine ***



Capitolo 1
*** All Might ***


Buio. Intorno a me c’è solo il buio. Socchiudo un po’ gli occhi e capisco di star fissando una parete. Mi guardo intorno: sono in una stanza. Mi avvicino a una parete, ma quella sembra allontanarsi.
Proprio come in un incubo…
Però qualcosa non mi torna. Mi sembra di essere troppo cosciente.
La stanza trema e precipito in una voragine comparsa dal nulla. Il contatto con un nuovo terreno arriva troppo presto e l’atterraggio mi provoca un dolore allucinante alla gamba. Questo decisamente non è un incubo.
“All… Might.”
Sposto lo sguardo da tutte le parti, ma non vedo nessuno. Di chi era la voce?
Scoppia una risata, come quella di un folle.
“Sei proprio tu… All Might? Eppure… sembri essere molto… debole.”
Mi trasformo nella forma muscolosa e mi sposto un po’ dappertutto, ma qualcosa mi blocca e mi fa fare tutta la strada a ritroso, ritrasformandomi nella mia forma.
“Che succede… All Might?”
“Si può sapere chi sei?”
Attendo, ma non ricevo nessuna risposta. Ripeto la domanda e questa volta qualcuno, o qualcosa, compare alle mie spalle.
Mi volto e davanti a me c’è un essere privo di consistenza. Sembra tipo fatto di  fumo, come il criminale del Warp. Non ha un volto, ma mi guarda fisso negli occhi.
Indietreggio accompagnato da un brivido freddo.
L’essere lentamente si avvicina e mi afferra il polso. “Che succede… All Might? Hai paura?”
Grido con tutto il fiato che ho di andarsene ed esso si dissolve nel nulla. Ho il fiatone e sto sudando. Dove diavolo sono e che sta succedendo?
Il pavimento sparisce e io precipito nell’oscurità.
 
Apro gli occhi e mi alzo urlando. Una luce mi colpisce in pieno viso e mi riparo con le mani.
E adesso dove sono finito?
Socchiudendo gli occhi mi guardo in giro. Sono nella mia stanza. Possibile che quella specie di incubo si sia concluso?
Sospiro e mi lascio cadere all’indietro, atterrando con la testa sul cuscino. Chiudo gli occhi e cerco di ritrovare la calma. Nel muovere una gamba sento una fitta. Sposto le coperte e la guardo con attenzione. La caviglia è leggermente gonfia. Sfioro il gonfiore e per poco non mi viene un attacco di cuore. Intorno al polso c’è la sagoma di una mano. La tocco e sento lo stesso esile dolore di quando ci si tocca un livido.
Il panico prende possesso del mio corpo. Per la prima volta sento la vera e pura paura. Possibile che esista veramente un’Unicità in grado di causarti dolore anche nei sogni?
Devo informarmi immediatamente. Chiederò agli altri professori.
 
Il primo professore che incontro è Ectoplasm. Lo chiamo e mi porto vicino a lui.
“Perché stai zoppicando? E perché hai il polso fasciato?”
Gli racconto per filo e per segno l’incubo.
 
“Il potere in grado di modificare lo spazio, di tornare indietro nel tempo e di farti provare dolore anche quando sei sveglio. Mi verrebbe subito in mente un’Unicità in grado di controllare i sogni, ma non sono sicuro della sua esistenza.”
“Però conosce la mia vera forma, visto che mi ha chiamato col mio nome da eroe. La cosa mi preoccupa.”
Ectoplasm crea diversi cloni. “Andate a cercare gli altri insegnanti e raggiungeteci nell’ufficio del preside.”
Fisso i cloni recarsi in ogni parte.
“Grazie.”
“Se quell’essere può farti male anche nella realtà e tu non puoi difenderti, non abbiamo tempo da perdere.”
 
Eraser Head, No. 13, Present Mic, Midnight, Snipe, Cementoss, Blood King, Power Loader e Recovery Girl entrano nell’ufficio e hanno tutti una faccia molto seria.
“Grazie a tutti per essere venuti. Sapete già tutto?”
Eraser prese la parola: “Colpire nel sonno… Manca di razionalità. Per avere vantaggio su All Might si è comportato come un codardo, anche se può considerarsi una buona idea. Di certo sa il fatto suo.”
“In tutta la mia vita di infermiera non ho mai visto o sentito parlare un’Unicità in grado di controllare i sogni.”
“Nemmeno tutti gli studenti che ho avuto nel corso di supporto possedevano questo potere.”
“Yeah! Listeners, abbiamo qualche idea su chi potrebbe essere?”
Midnight si gratta il mento pensierosa. “Un membro dell’alleanza dei super criminali?”
Smentisco subito la cosa. “Direi proprio di no. Ci sarebbero stati Tomura Shigaraki e qualche Noumu, forse anche il tizio del Warp e qualche alleato. Ma c’era solo quell’essere e non assomigliava a nessuno di loro.”
Che sia un nuovo alleato dell’All for One?
Il pensiero mi mette i brividi.
“Meno male che Stain, l’Assassino di eroi, è stato catturato, se no avremmo avuto ben due gatte da pelare. Dobbiamo decidere cosa fare, prima che sia troppo tardi.”
Cementoss annuisce. “Senza dimenticare che è a conoscenza del vero aspetto di All Might.”
Power Loader si avvicinò alla porta. “Proverò a creare qualcosa, come un casco, per evitare che All Might sogni, così per essere al sicuro. Col vostro permesso.”
“Davvero un’ottima idea. Io invece andrò a informarmi da qualche parte. Vi farò sapere se ho trovato qualcosa.”
Dopo che Power Loader e Blood King hanno lasciato la stanza, Eraser sospira. “Vado a controllare i registri degli scorsi anni.”
No. 13 si aggrega al collega. “Io controllerò nelle altre scuole.”
Il preside sorride a tutti e scioglie la riunione.
 
Con il casco di Power Loader potrei essere al sicuro, ma non è detto che funzionerà sempre. Devo trovare un modo per sopravvivere.
“Meno male che l’esame è finito! Battere No. 13 non è stato facile, ma devo ringraziare Aoyama per la nostra vittoria, più o meno.”
“A chi lo dici. Pure io, con l’aiuto di Ojiro, ho fatto fatica contro Power Loader.”
“Immagino che tu, Deku, abbia fatto molta più fatica a collaborare con Bakugou che lottare contro All Might, giusto?”
“Be’, solo all’inizio abbiamo trovato qualche problema fra noi due, ma poi finalmente abbiamo collaborato. Ma anche lottare contro All Might è stato faticoso, molto.”
Mi fermo e mi viene un dubbio: l’essere potrebbe ferire o uccidere Midoriya o uno degli studenti.
Se fosse così, sono tutti in pericolo. Devo informare il preside. Anche Midoriya.
 
“Hai scoperto qualcosa?”
“No, ma potremmo essere tutti in pericolo. Potrebbe colpire qualche studente per ferirmi nello spirito. Magari lo sta già facendo.”
“Innanzitutto devi calmarti, All Might. Sto già lavorando su tutto ciò. Ho chiesto a tutti gli insegnanti di informare gli studenti, così non verranno presi alla sprovvista.”
Annuisco. Penso che il preside sia l’unica persona, o creatura, che riesce a tenere i piedi per terra e che non si fa prendere dal panico.
“Ho capito. La lascio al suo lavoro.”
 
Entro in classe e noto che i miei studenti hanno un’aria preoccupata e terrorizzata.
Non posso biasimarli. Anche io provo le stesse emozioni.
Asui alza la mano. “All Might, è vero quello che ci ha detto il professore Aizawa? Qualcuno può veramente ferirci nel sonno?”
Mi avvicino a lei e le appoggio una mano sulla spalla. “Asui, ragazza mia. E voi altri, ragazzi! Noi professori stiamo facendo di tutto pur di risolvere quanto sta accadendo. Voi dovete cercare di mantenere il sangue freddo. Siete tutti in gamba e ce la farete a superare questo funesto evento, come avete fatto con l’alleanza dei super criminali e dell’Assassino di eroi.”
Guardo uno a uno tutti loro, facendo il mio migliore sorriso. “E ora, per distrarsi un po’, una bella esercitazione sulle battaglie!”
Annuiscono, ma non con il solito entusiasmo. Cosa mi aspettavo?
 
“Ottimo lavoro, ragazzi. Ora andate a cambiarvi. Ci vediamo domani.”
Mentre Midoriya mi passa davanti gli sussurro: “Ho bisogno di parlarti. Ti aspetto più tardi.”
Gli volto le spalle e mi incammino verso la sala di attesa.
 
Arrivato, mi siedo sul divano e penso a quello che dirò a Midoriya. Deve sapere tutti i particolari e ogni mio dubbio.
Sento bussare e poi Midoriya fa il suo ingresso.
“Accomodati pure, ragazzo mio.”
Si siede su uno sgabello e attende.
Prendo fiato e inizio a raccontargli tutta la faccenda, senza tralasciare l’incontro con i professori e il preside.
 
“Allora sei tu l’obiettivo principale! Ma aspetta! Sapeva della tua vera forma, quindi potrebbe essere qualcuno legato all’All for One?”
Annuisco. “Ho fatto anche io lo stesso ragionamento, ma penso che l’All for One non sappia della sua esistenza, per il momento.”
“Quindi c’è un nuovo temibile nemico.”
Annuisco. “Ti ho chiesto di venire qui non solo per dirti tutta la storia, ma per metterti in guardia. Questo essere, chiunque sia, è a conoscenza di molte cose e potrebbe sapere la questione dell’One for All.”
Mi prendo una piccola pausa per chiudere gli occhi e riprendere fiato. “Quindi tu, Midoriya, potresti essere nel suo mirino, in quanto mio successore.”
“Cosa? Ma allora anche la mamma è in pericolo!”
“Stai calmo. I miei sono solo dubbi. La prossima volta che lo incontrerò, probabilmente questa sera, cercerò di carpirgli qualche informazione.”
Ma spero di riuscire a sopravvivere.
“Fai attenzione.”
Gli sorrido e gli accarezzo i capelli. “Anche tu. Preparati al peggio. E non dire a nessuno quello che ci siamo detti. Ora va’, devi andare a casa o tua madre si preoccuperà.”
 
Scende la sera e mi preparo psicologicamente al sonno. Di sicuro ci sarà il secondo round con quell’essere e questa volta sono pronto a tutto. Non mi lascerò sorprendere da niente.
Mi metto quindi a letto, spengo la luce e chiudo gli occhi.
 
Ci siamo. Sono nella stanza buia come ieri.
“Ehi, tu! So che sei qui. Vieni fuori e affrontami da uomo a uomo.”
Mi trasformo nella forma muscolosa e questa volta non succede niente.
Che stia giocando con me?
La stanza sparisce e io cado ancora nel vuoto, ma questa volta riesco ad atterrare bene.
“All… Might. Non fare lo… spavaldo. Qua sei debole, mentre noi siamo… più forti.”
Noi?
Scoppia a ridere e fa la sua comparsa.
“Qual è il tuo vero aspetto? Sono stanco di trovarvi di fronte a un fumo. E già che ci siamo, vorrei tanto conoscere te e questi “noi”. Che ne dici?”
L’essere sembra che si stia grattando il mento. “Siamo in… quattro. Io sono più forte di tutti loro. A parte me, qua ci sono… altri due, l’ultimo… è da un’altra parte.”
Quattro individui. Di sicuro uno dei due è il tizio che controlla lo spazio. Ma l’altro?
“Perché non mi parli delle vostre Unicità?”
L’essere mi si avvicina e nel fumo compare un occhio color ambra. “No. Volevi una battaglia, giusto?”
Inizio a tremare. “S-Sì.”
“Allora sarai accontentato. Ma sarò solo io… a combattere, gli altri due guarderanno. Pronto, All… Might?”
Senza attendere risposta, mi colpisce in mezzo alla pancia con un pugno, facendomi sputare sangue. Cercò di colpirlo, ma riesce a schivare e mi mitraglia con altri pugni e calci. A fatica mi allontano e riprendo fiato. Sento dolore mentre respiro e non smetto di sputare sangue.
“Che succede, All… Might?”
Lentamente si avvicina e dalla sua mano spunta una lama.
Qui si mette male. Devo svegliarmi.
“Non puoi… svegliarti, se non lo decido io. È così… buffo. La tua insulsa vita… dipende da me.”
Fa un balzo verso l’alto, sparendo dalla mia vista. Lo cerco, ma vengo colpito a tradimento alla schiena. Sento un po’ di bruciore e qualcosa di liquido scende lungo la schiena.
L’essere mi compare di fianco e mi mostra la lama sporca di sangue, del mio sangue.
“Vigliacco!”
Il mio avversario fa cadere la lama e si allontana. “No… io non lo sono! Impossibile. Io sono leale… NO!”
Mi fissa e questa volta scorgo entrambi gli occhi colo ambra. Sono pieni d’ira.
“Sei tu, All… Might! Mi stai mettendo confusione. Sì, dev’essere… così. La pagherai!”
Mi si lancia contro, ma questa volta riesco ad afferrargli entrambe le braccia. Sono così magre!
Non è un uomo. È un ragazzo!
Esito a fare la mia mossa, e allora il ragazzo ne approfitta, tirandomi un calcio sul ginocchio. Il colpo mi ha talmente sorpreso che lo lascio andare, dandogli così il tempo di assestarmi un’altra serie di colpi. A fatica ne schivo alcuni, ma altri vanno a segno, facendomi sempre più male. Per fortuna che non sta usando la lama, se non sarei veramente nei guai.
Il ragazzo riesce a mettermi in ginocchio. Respirare adesso mi risulta veramente difficile.
È la fine?
“Oh, no. All… Might, per questa volta ti lascio. Volevo farti… assaggiare la mia forza. Che ne dici? Sono molto… forte?”
È impossibile da negare, ma è così.
“Buon…risveglio. Alla prossima.”
Il ragazzo e la stanza sbiadiscono.
 
Mi sveglio e urlo, provocandomi altro dolore. Sento l’odore del sangue. A fatica allungo un braccio e prendo il cellulare.
Ti prego, rispondi!
“All Might? Che succede?”
“A-Aizawa… Presto, vieni qui. Porta con te Recovery Girl. Mi ha quasi…”
La vista mi si oscura e perdo i sensi.
 
Nota dell’autrice:
Salve a tutti! Eccoci con una nuova storia a capitoli. Questa sarà strutturata diversamente: infatti ogni capitolo sarà raccontato dal punto di vista di diversi personaggi, come avrete visto in questo. Inoltre, a differenza di quello che avevo pensato, qui non ci sarà un rapporto amoroso tra All Might e Midoriya, né tra altri personaggi.
Aggiungo anche probabilmente non riuscirò a pubblicare un capitolo al giorno come l’altra volta, colpa del tempo e di alcuni miei impegni. Ma cercherò di pubblicarli in giorni alternati. Sarà una bella sfida.
Detto ciò, spero che vi piaccia la nuova storia!

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Capitolo 2
*** Midoriya ***


L’ansia, la preoccupazione e la paura stanno prendendo possesso di me. Se All Might non è riuscito a combattere contro quell’essere nel sogno, allora io che possibilità ho? E se poi attaccasse la mamma? Cosa potrei fare? Proprio un bel niente.
Mi tiro uno schiaffo.
Cosa sto facendo? Mi sto arrendendo. No, devo avere fiducia in All Might e negli altri professori. Di sicuro loro troveranno presto una soluzione. Dopotutto, sono eroi professionisti.
 
Mi ricongiungo con i miei compagni e sento Satou parlare di All Might: “Lo avete notato anche voi? All Might stava zoppicando e per un attimo ho scorto una benda sotto la manica.”
Mi blocco quando tutti annuiscono.
Che sospettino qualcosa?
Sero prova a dare una soluzione:  “Magari si è fatto male mentre salvava qualcuno.”
Uraraka scuote la testa. “Impossibile! All Might è troppo forte, non si lascerebbe mai ferire!”
Compare dal nulla il professore Aizawa. “Smettetela di fare casino. Sono finite le ore di lezione oggi, quindi perché non andate a casa?”
Tutti noi annuiamo e ognuno si reca a prendere il bus o il treno.
 
Arrivo a casa e la mamma mi accoglie con un sorriso. “Come è andata la scuola, Izuku”
“Come al solito. Adesso che gli esami sono finiti, i professori ci stanno lasciando un po’ respirare.”
La mamma mi si avvicina e mi fissa con attenzione. “Qualcosa ti turba? Mi sembri preoccupato e un po’ pallido.”
Resisto alla tentazione di avvertirla del pericolo e mento: “Ma no, sto bene. Devo ancora riprendermi dall’esame.”
“Oh, certo! Lottare contro All Might, il tuo mito, non deve essere stato facile. Allora ti lascio riposare.”
La ringrazio e vado in camera.
 
Mi butto sul letto e fisso il soffitto.
Devo trovare un modo per aiutare All Might. Forse nei miei quaderni c’è qualche possibile soluzione.
Mi alzo e predo tutti e tredici i quaderni “Per il futuro”.
Li sfoglio velocemente, ma non trovo niente di utile. Così non va! Mi dirigo allora al computer e cerco notizie riguardanti l’Unicità, ma faccio solo un altro buco nell’acqua.
Inconsciamente mi butto di nuovo sul letto e chiudo gli occhi.
 
“Izuku. Svegliati, coraggio.”
Spalanco gli occhi di colpo e mi metto ad urlare, facendo venire un colpo alla mamma.
“Izuku! Ma che ti è preso? Mi hai fatto spaventare.”
“Come? Ah, scusami tanto. Hai bisogno di qualcosa?”
“La cena è pronta. Non fare tardi, altrimenti si raffredda tutto.”
Annuiscono e mi stiracchio, bloccandomi subito. Mi sono addormentato senza accorgermene! E potevo benissimo essere attaccato.
Per fortuna che non è successo, se no… Devo fare più attenzione.
“Izuku? Ti sei addormentato di nuovo?”
“No. Arrivo subito.”
 
“Il bagno è libero, Izuku. Buonanotte.”
Ricambio la buonanotte e mi reco in bagno.
Dopo essermi lavato e asciugato, vado davanti allo specchio per lavarmi i denti, ma sento una presenza alle spalle. Mi volto, ma non vedo nessuno.
Calmati. È solo la preoccupazione dell’andare a dormire.
Prendo un bel respiro e inizio a lavarmi i denti.
“Izuku… Midoriya.”
Lascio cadere lo spazzolino nel lavandino e fisso lo specchio. L’oggetto riflette il mio viso con la bocca sporca di dentifricio e una sagoma fatta di fumo alle mie spalle. Mi volto e non vedo nessuno.
Qualcuno bussa la porta e caccio un urlo.
La mamma apre la porta. “Insomma, Izuku, si può sapere che hai oggi? Ogni volta che ti sorprendo da solo scoppi ad urlare.”
Mi guarda con un’aria sospetta.
“Non è niente. La stanchezza mi tira brutti scherzi.”
Annuisce e se ne va in camera.
Stringo i pugni e trattengo le lacrime. Non poter dire niente alla mamma del pericolo mi fa stare male, tantissimo.
No. Non devo cedere difronte a questo nemico.
Finisco di pulirmi i denti, sciacquo la bocca, sputo e, prima di andarmene, do un’ultima controllata al bagno. Non c’è nessuno. Sospiro e spengo la luce.
Il corridoio buoi mi mette ansia. Mi faccio coraggio e raggiungo la mia camera.
Mi butto sul letto e mi metto sotto le coperte. È arrivato il momento.
Chiudo gli occhi e precipito nel mondo dei sogni.
 
Un botto mi riporta nella realtà.
Accidenti! Stavo facendo un bel sogno.
Sento montarmi dalla felicità. Non sono stato aggredito dall’essere! Ma la felicità non mi dura molto.
Questo significa che All Might lo sta affrontando?
Scuoto la testa. Magari, mi dico, stanotte non colpirà.
La mamma entra all’improvviso in camera e si guarda in giro. “Stai bene? Cos’era quel botto?”
Stropiccio gli occhi e guardo fuori dalla finestra. Un bidone della spazzatura è a terra.
Indico la scena alla mamma e lei si tranquillizza. Mi augura ancora la buonanotte e mi lascia solo.
Sbadigliando, mi rimetto sotto le coperte e spengo la luce, sicuro che non succederà niente.
 
Apro gli occhi, ma non sono nella mia camera.
Può essere che…
Compare la stessa sagoma che c’era prima in bagno. Subito sento il cuore battere a mille e il respiro aumentare.
“Izuku… Midoriya. Non ti farò niente… per ora.”
Lentamente si avvicina e il fumo abbandona una mano. Mi tocca la guancia con essa e io, dalla paura, non indietreggio. La sua mano è calda e non grande come quella di un adulto. Ma certo! L’essere è un ragazzo!
“Sei così… giovane. Quanti anni hai?”
Non so perché, ma rispondo. “H-ho quindici anni.”
L’essere toglie la mano. “Quindici… anni. Sei più piccolo di me. Io ne ho… diciotto.”
Annuisco e mi guardo intorno. È come ha detto All Might: sono in una stanza tutta buia.
“One… for… All.”
Mi giro verso di lui. “Cosa hai detto?”
“One… for… All. Tu lo possiedi. All Might… è debole per questo motivo. Grazie, Izuku… Midoriya.”
Fa per andarsene, ma lo fermo: “Aspetta. Chi sei? Cosa vuoi da All Might?”
“All Might… la deve pagare. Dobbiamo… vendicarlo.”
“Dobbiamo? Quindi non sei solo tu. Chi dovete vendicare?”
“Questi… non sono affari tuoi. Posso solo dirti che siamo i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse”, creati per… annientare All Might e faremo del male a tutti quelli legati… a lui.”
Deglutisco. “In quattro… Chi sono gli altri? Hanno tutti la tua stessa Unicità di controllare i sogni?”
Scoppia a ridere. “Non sono io… che controllo i sogni. Io ho un potere… molto più grande. All Might lo ha appena… provato e ha perso. Non è morto… perché l’ho deciso io, ma potrebbe succedere se non riceve… assistenza.”
Il cuore non batte più. Ho smesso di respirare.
“A-All Might sta morendo? No… È impossibile. Tu menti!”
Il ragazzo mi mostra una lama sporca di sangue. “Sto dicendo… la verità. Questo è il suo… sangue.”
Stringo i pugni. “Bastardo. Questa me la paghi!”
Mi scaglio contro di lui, ma mi blocco a mezz’aria. Misteriosamente rifaccio i movimenti al contrario e ritorno nella posizione iniziale.
Sono appena tornato indietro nel tempo. Questo significa che…
“Significa che uno di noi… sa controllare il tempo. Hai fegato, lascia allora che ti riveli le Unicità degli altri tre: uno, come hai appena provato, sa controllare il tempo, un altro lo spazio e l’ultimo comanda i sogni delle persone, purché loro stiano dormendo da un po’.”
“Capisco. E la tua qual è?”
“Vuoi saperlo? Allora… sconfiggimi!”
Mi tira un calcio nello stomaco, facendomi piegare in due dal dolore. È velocissimo.
Il tizio dei sogni lo sta aiutando, forse anche quello dello spazio. Se si mette in mezzo anche quello del tempo come prima, allora non avrò possibilità.
“Non sto barando. Io sto combattendo… lealmente. Gli altri tre non mi stanno aiutando.”
Mi rimetto in piedi. A differenza di All Might, io posso utilizzare solo una piccola parte dell’One for All e se ne uso troppa rischio di rompermi qualcosa.
Come se non bastasse, i danni li riceverò anche nella realtà. I miei compagni e i professori capiranno, ma la mamma no.
“Che ti… prende? Ti arrendi di già?”
Impugna saldamente la lama e si dirige verso di me. Utilizzo il mio potere nelle gambe e scappo via. Non devo assolutamente farmi beccare.
Inciampo su qualcosa e cado a terra. Mi volto e vedo che nel terreno si è formata una specie di montagnetta.
“Avevi detto che gli altri non ti stavano aiutando. Hai mentito!”
Il ragazzo si blocca e lancia la lama lontano. “Stanne fuori! Questa è la mia lotta. Vattene!”
Mi rimetto in piedi e lo colpisco mentre è distratto, anche se so che è sleale. Finisce a terra e mentre si sta alzando lo colpisco ancora.
Solleva una mano e un raggio nero mi colpisce in pieno petto, facendomi fare un volo di venti metri. Atterro malamente di schiena e smetto di respirare per qualche secondo.
“Sei stato… bravo. Complimento, Izuku Midoriya. All Might non è riuscito a farmi così… male.”
È vicino a me e mi porge la mano. “Riesci ad alzarti? Se no, prendi la mia mano, ti aiuto…. Io.”
Non so perché, ma mi fido di lui e gli prendo la mano. Come ha detto, mi aiuta ad alzarmi e poi si allontana un po’.
“Sì, vale la pena… lasciarti vivo e incolume, per adesso.”
“In che senso?”
“Oh, lo vedrai. Questo scontro si conclude con un… pareggio. Non ti dirò ancora chi sono o qual è la mia Unicità, ma ti rivelerò un punto debole di uno degli altri tre. Che ne… dici?”
Annuisco. Non posso rifiutare una cosa del genere.
“La persona che comanda i sogni ha un raggio d’azione di circa sette metri, se supera questa soglia, il potere non ha effetto o smette di funzionare. Deve anche toccare almeno una volta la persona presa di mira, se no non funziona.”
“Quando mi avrebbe tocc… Ma certo! Sul treno è successo. Visto che di mattina è pieno di persone, mi avrà toccato in quel momento. E per All Might avrà inscenato qualcosa per essere salvato. Ho letto che qualche giorno fa c’è stato un incidente e che alcune persone sono rimaste intrappolate nelle auto e nei bus.”
Il ragazzo annuisce. “Hai detto… bene. Complimenti. Ora ti lasciamo. Abbiamo alcune cose… da fare. Alla prossima, Izuku… Midoriya. Diventa ancora… più forte.”
Sparisce nel nulla e io vengo catapultato nella realtà.
 
Sento qualcosa suonare e apro gli occhi. È mattina e la suoneria viene dalla sveglia. Mi stiracchio, ma un dolore alla schiena mi blocca. A fatica scendo dal letto e spengo la sveglia.
“Izuku! La colazione è pronta.”
“Mi lavo e arrivo.”
Vado in bagno, mi tolgo la maglietta del pigiama e cerco di guardare la schiena allo specchio. Vicino alla spalla ho un livido. Più tardi metterò sopra un po’ di ghiaccio.
Mi lavo e vado a fare colazione.
“Buongiorno. Hai dormito bene?”
Mento. “Sì, ma non ricordo cosa ho sognato. Tu?”
“Abbastanza, ma avevo la sensazione che qualcuno ci stesse spiando. Ma sono tranquilla.”
Le sorriso e continuo a fare colazione.
Qualcuno c’era, ma presto non ci sarà più.
 
Mentre sono sul treno osservo tutte le persone che ho intorno o che involontariamente mi sfiorano. Alcune mi guardano diffidenti, altre ridacchiano. Devo essere veramente ridico.
Arrivo alla fermata e scendo, dopodiché mi dirigo a scuola.
Durante il tragitto mi imbatto in Recovery Girl. “Buongiorno.”
“Oh, il giovane Midoriya. Più tardi mi raggiungeresti in infermeria? Ho notato che cerchi di portare meno peso sulla spalla. Va bene?”
Annuisco. “Certo. Allora a più tardi.”
“Perfetto. Buona lezione.”
Non riesco a fare a meno di sorridere. Quella donna è così acuta. Ha capito subito che mi fa male la spalla.
“Deku!”
Uraraka corre verso di me e insieme entriamo a scuola.
 
Entra il professore Aizawa e sembra più pallido del solito. “Ho una notizia per voi. La lezione di oggi con All Might è stata annullata, quindi potete tornare a casa prima. Lui e altri insegnanti stanno cercando di risolvere il problema del tizio dei sogni.”
Non sta dicendo tutta la verità. All Might non è nelle condizioni di presentarsi perché è quasi morto. Devo riuscire a raggiungerlo, così posso dirgli tutto quello che il ragazzo di fumo mi ha detto.
 
Suona la campanella e tutti si dirigono in mensa.
“Midoriya, tu non vieni?”
“Vi raggiungo più tardi, Mineta, se riesco.”
Schivo i miei compagni di classe e altri allievi e mi reco in infermeria.
Busso alla porta e Recovery Girl mi invita ad entrare.
Appena entro, lascio cadere lo zaino a terra.
“A-All Might.”
Il mio eroe preferito è steso sul letto, ricoperto quasi tutto di bende ed è molto pallido. A fatica apre gli occhi e fa cenno di avvicinarsi.
“Non preoccuparti, sto benino. Non è la prima volta che rischio di morire.”
Scoppio a piangere. “Il ragazzo di fumo me lo ha detto che sei quasi morto, ma vederti… vederti così mi fa stare male.”
Spalanca gli occhi di colpo. “Il ragazzo di fumo? L’hai incontrato anche tu? Quando?”
Gli racconto tutto quanto, da quando ero in bagno al mio risveglio.
 
“Qualcuno che vuole vendicarsi ha mandato questi “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” contro di me. Cavoli, non so proprio chi sia.”
Recovery Girl intanto arriva con il ghiaccio e dopo essermi tolto la maglietta me lo appoggia vicino alla spalla.
“Adesso sappiamo che il “cavaliere” che controlla i sogni non deve stare a più di sette metri dalla vittima. È un’informazione molto utile.”
“Il ragazzo ha detto che ci rivedremo molto presto. Tu come farai, All Might?”
Scuote la testa e stringe le coperte. “Non lo so, ragazzo mio. Power Loader non ha ancora finito di farmi il casco e non posso smettere di dormire. Forse mi lasceranno qualche giorno di tregua.”
Lo fisso e sospiro. “Cercherò di sconfiggerlo, così mi darà altri indizi. È l’unico modo per raggiungere qualche risultato.”
“Ne sei sicuro?”
Annuisco con grinta e determinazione. “Sono sicuro. Non mi lascerò più intimorire da lui. Lo affronterò a testa alta e ti aiuterò nella battaglia!”
Sorride e mi accarezza i capelli. “Niente può fermarti, ragazzo mio. Finché ci sarà qualcuno da proteggere, tu ci sarai sempre. Ma fai attenzione. Non farà più errori.”
Recovery Girl toglie il ghiaccio e mi invita a uscire. “Adesso è meglio che vai. All Might deve riposarsi.”
Saluto entrambi ed esco.
Sì, arrivato a casa mi allenerò per battermi con il ragazzo.

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Capitolo 3
*** All Might ***


Guardo Midoriya lasciare l’infermeria. Osservando la sua schiena, non riesco a non vedere me stesso quando avevo la sua età.
Recovery Gilr, intuendo il mio pensiero, ridacchia. “Sì, ti assomiglia molto, anche se lui è molto più impulsivo di te. Eraser mi ha detto di dirti che lui e gli altri eroi verranno a farti visita al termine delle lezioni. Quindi, cerca di riposare. Io torno subito, vado a prendere qualcosa da bere.”
Sospiro e chiudo gli occhi, imponendomi di dormire.
 
“All Might. All Might, svegliati.”
Apro gli occhi, ma per fortuna non sono intrappolato in un sonno. Di fronte a me ci sono tutti i professori, tranne Power Loader,  e il preside.
“Uhm… Salve. Siete qui perché avete scoperto qualcosa di nuovo?”
Recovery Girl scuote la testa. “Te l’ho detto prima che sarebbero passati! Cos’è, hai dormito così bene da dimenticare tutto il resto?
“Possiamo iniziare a parlare di cose serie? Mancate di razionalità.”
“Scusami.”
“Non fa niente. Comunque, per quelli di voi che ancora non lo sanno, stanotte ho ricevuto una chiamata da All Might, chiedendomi di andare subito da lui insieme a Recovery Girl. Sono andato a prendere Recovery Gilr, dopodiché ci siamo diretti a casa di All Might. Arrivati, abbiamo dovuto sfondare la porta e siamo andati nella sua camera da letto.”
“Da qui vado avanti io, Eraser. Ciò che ci siamo trovato davanti ci ha fatto impallidire: All Might, sanguinante e privo di sensi. Mi sono avvicinata per controllarlo e ho scorto un taglio alla schiena. Ho usato in fretta i miei poteri per guarirgli la ferita, dopodiché ho ripreso a controllarlo.”
“Aveva altre ferite gravi?”
La donna scuote la testa. “Non così gravi, ma richiedevano cure il più in fretta possibile. Lo abbiamo caricato in macchina per portarlo in questa infermeria, dove gli ho curato le ferite, anche se per alcune ci penserà il tempo.”
“Quante volte ha ripreso coscienza?”
“Solo due: prima dell’inizio delle lezioni e durante la pausa pranzo.”
Della prima ricordo solo che mi ero svegliato per chiederle di portarmi Midoriya, mentre della seconda tutto quanto.
“E cosa ha detto in entrambe le volte?”
Naturalmente Recovery Girl mente. “Oh, voleva sapere se era ferito gravemente e che non aveva tempo di dormire.”
Da come mi fissano tutti, capisco che vogliono sapere esattamente cosa mi è capitato. Prendo un bel respiro e racconto il mio incontro con il ragazzo, aggiungendo anche l’esperienza di Midoriya, modificandolo enormemente.
 
Mindnight finisce di scrivere i dettagli più importanti su un foglio e lo consegna al preside, che lo rilegge con calma.
“Adesso sappiamo che sono in quattro e che lavorano per qualcuno, in più conosciamo i limiti della persona che comanda i sogni. Direi che è un buon inizio.”
Cementoss prende la parola. “Prima ti lascia in fin di vita, poi ti rivela alcuni segreti. Possiamo dire che gioca come fa il gatto con il topo, All Might.”
Ectoplasm si gratta il mento. “E se All Might dormisse qui in infermeria finché Power Loader non finisce di costruire il casco modificato? Visto che il tizio dei sogni non può agire se è a più di sette metri di distanza. Lei cosa dice, direttore?
“Non vedo perché rifiutare. Ma l’ultima parola spetta alla nostra cara Recovery Girl. L’infermeria è sua, dopotutto.”
Recovery Girl annuisce. “Può restare, basta che non sporchi niente.”
“Aspettate un momento! Casco modificato?”
Eraser sospira. “Abbiamo chiesto a Power Loader di modificarlo per permetterci di “entrare” con te nel tuo sogno, così la prossima volta non sarai da solo. Infatti, nonostante le proteste, sta facendo costruire al dipartimento di supporto altri caschi per noi. Anche se non sappiamo se saremo lì con il nostro vero corpo. Non so se mi spiego.”
“Capisco. Mi sembra un’ottima idea. Scusatemi, ma vorrei riposare. Mi è venuto mal di testa.”
Mi salutano ed escono tutti, ma Recovery Girl rimane.
“All Might, quando i caschi saranno pronti, e succederà molto presto, cosa farete tu e Midoriya? Praticamente siete voi gli obiettivi.”
Chiudo gli occhi. Non ho mentito sul mal di testa. Ma nonostante il dolore, penso a una soluzione.
“Dovremo stare divisi e non potranno prenderci insieme. Così, quando verrà il momento, io, con l’aiuto degli altri eroi, fermerò una volta per tutte i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” e colui che li comanda.”
“Va bene, ma adesso devi riposare ancora. Ti sveglierò quando arriverà l’ora di cena.”
 
Puntuale come al solito, Recovery Girl mi sveglia e mi porta la cena: brodo di carne.
“Non c’è qualcos’altro da mangiare?”
Mi guarda senza rispondere. Capendo il messaggio muto, immergo il cucchiaio nel piatto e mi nutro.
“Hai per caso il mio cellulare? Devo informare Midoriya sui caschi e su altre cose.”
Lo tira fuori dalla tasca e me lo consegna. “Se ti viene mal di testa, cosa molto probabile, spegnilo subito. Ok? Buonanotte.”
Le sorrido.
Devo proprio trovare un modo per ringraziarla.
Accendo il cellulare e chiamo Midoriya, mettendolo al corrente dell’incontro con gli altri eroi.
“Fai attenzione. Io qua sono al sicuro, ma tu no. Forse non ti attaccheranno, ma non abbassare la guardia.”
“Certamente. Ti informo se succede qualcosa. Aspetta un attimo… Scusami, ma devo riattaccare. La mamma ha bisogno di me. Notte!”
Lo saluto e scrivo un messaggio a Gran Torino. Forse lui potrebbe sapere qualcosa.
Accidenti a me. Avrei dovuto pensarci ieri!
Ricompare il mal di testa e, dopo aver spento il cellulare, mi metto a dormire.
 
Mi sveglio e mi sento molto meglio. Mi stiracchio e sento un leggero dolore al fianco.
Entro stasera sarò completamente guarito, credo.
Prendo il cellulare sul tavolo e lo accendo. Noto subito che Gran Torino mi ha risposto: “Qualcuno si vuole vendicare su di te e ti ha mandato contro un gruppo di persone chiamate i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse”? Non so bene cosa dirti. Toshinori, almeno ti sei ripreso? E quel Midoriya sta bene? Avvisami se dovesse succedere qualcosa. Comunque, penso di raggiungerti presto. Devo fare dei lavori qui. Ti saluto. Cerca di non strafare.”
Nemmeno lui sa qualcosa. Ci devono essere dei documenti sulle loro Unicità.
Sento bussare ed entra Recovery Girl con la mia colazione.
“Come ti senti?”
“Molto meglio, grazie. Ho qualche leggero dolore, ma entro stasera passerà.”
Sospira e mi fa un ultimo controllo.
“Direi che hai quasi ragione. Però ti vieto di fare lezione oggi.”
Nonostante le mie proteste, non vuole sentire ragioni.
“Hai vinto.  Comunque, ho notato che quando sei entrata avevi una faccia seria. È successo qualcosa?”
“Uno studente è stato attaccato nel sonno.”
“Uno studente? Come sta? È per caso Midoriya?”
“Non è lui. È uno della B. Sta bene, ha solo preso un enorme spavento. Stranamente non l’hanno ferito. Il preside ha deciso che da questo momento in poi, qualunque studente ferito dovrà essere ricoverato qua in infermeria, anziché all’ospedale.”
“Capisco. Hanno detto qualcosa allo studente?”
“Sì. Gli hanno detto che presto feriranno gravemente uno degli obiettivi e di avvisarli, così ci sarà più divertimento. Sono preoccupata per Midoriya.”
“Gli altri studenti lo sanno?”
“Sanno solo che è stato attaccato. Gli eroi gli hanno vietato di riferire i dettagli.”
Così non va affatto bene. Midoriya è in pericolo. Di sicuro lo prenderanno di mira.
“Devo informare Midoriya. Potresti mandarmelo qua?”
“Non è necessario. Sono qui.”
Ci voltiamo e lo vediamo entrare. Ha delle occhiaie in viso e ha un’aria stanca.
Non ha dormito. È rimasto sveglio tutta la notte.
“Rimanere svegli non ti farà bene, Midoriya. Sei uno stupido. Hai intenzione di continuare così?”
Non risponde, ma anzi si mette a tremare.
Alla fine capisco tutto. Ha paura. La spavalderia e la determinazione di ieri erano tutta una finzione per darsi coraggio. Sento i sensi di colpa crescermi all’interno. Avrei dovuto capirlo subito! Che razza di maestro sono?
“M-Mi dispiace. Non riesco ad avere coraggio in questa situazione.”
“Dovrai avercelo, ragazzo mio. Lo studente attaccato ha riferito che uno degli obiettivi verrà ferito gravemente molto presto. Capisci cosa significa? Uno di noi due si ritroverà ad affrontarli, ma visto che io non posso lasciare questa stanza, tu, Midoriya, verrai attaccato. Smettila di piangere! Non sei più un bambino. Vuoi per caso morire senza fare niente? Dannazione, comportati da eroe. Hai ereditato l’One for All, vedi di usarlo come si deve. Ti rifiuti di dormire perché hai paura? Allora continua a farlo, ma sarai considerato un coniglio, sia da me che dagli altri eroi. Continua a nasconderti, Coniglio.”
Smette di colpo di tremare e mi fissa sorpreso. Dopo qualche minuto scappa via.
Mi dispiace, ragazzo mio. Sono stato durissimo, ma ho dovuto farlo. Nella tua strada per diventare eroe incontrerai molti nemici uguale a questi, e dovrai affrontarli tutti.
“È la prima volta che ti sento dire queste cose. Ti lascio da solo. Vado a controllare come sta lo studente attaccato.”
Mi rimetto sdraiato e chiudo gli occhi.
 
“All… Might.”
Apro  subito gli occhi e mi metto seduto. Quella voce appartiene al ragazzo di fumo.
“So che sei qui, esci fuori.”
Dall’ombra compare la sua figura.
“Come hai fatto ad entrare? Ci sono anche gli altri tre?”
Scoppia a ridere. Inizio ad odiare quella risata.
“Solo… io. Gli altri stanno riposando. Voglio solo… parlarti.”
Guardo la porta. Recovery Girl sarà al sicuro?
“Sono tutti… in riunione, perfino quella simpatica… vecchietta. Nessuno ci disturberà.”
“Di cosa vuoi parlare?”
“Di… te. Perché te ne stai rintanato qua, mentre Izuku… Midoriya no?”
“La cosa non ti interessa. Dimmi piuttosto chi sei!”
Il ragazzo si avvicina e si siede sul bordo del letto. Rimane in silenzio e si guarda intorno.
Ma che sta facendo?
“Sei tu il… coniglio, non lui.”
Mi sembra di essere stato bagnato dall’acqua fredda. Come fa a sapere che ho chiamato Midoriya coniglio?
“Sei…sorpreso? Immagino di sì. Io ero… presente. Sappiamo dei… caschi. Non potete nasconderci… niente.”
Si alza e si avvicina alla finestra. “Non gli piace… questa situazione. E neanche a me. Siete… sleali. Per questo abbiamo… attaccato quello studente e gli abbiamo detto… quelle cose.”
Si volta verso di me e gli vedo gli occhi ambrati. Sento un brivido freddo. Sta per accadere qualcosa, lo sento chiaro e tondo.
“Non colpiremo… te, sarebbe noioso. Colpiremo un’altra persona.”
No. Non vorranno mica colpire…
“Izuku… Midoriya. Sarà… divertente! Ma sta tranquillo, gli altri tre faranno ancora… da spettatori. Sarò io a fargli del male.”
Mi alzo dal letto e mi trasformo. “Te lo impedirò! Nessuno di voi gli torcerà un capello.”
Mi butto all’attacco, ma il ragazzo riesce a schivarmi e a colpirmi in mezzo alla schiena con un calcio. Finisco a terra e mi si siede sopra.
“Devi… dormine. Oh, sì. Dormirai come un sasso fino a domattina. Leggi qua.”
Mi mette davanti un foglietto scritto a mano: “Voglio guarire del tutto. Non svegliarmi per nessun motivo”. È scritto con la mia calligrafia!
“Siamo molto… furbi. Voi invece no. Scusami, ma dovrò farti due… punturine. Ecco la prima.”
Sento un flebile dolore quando l’ago penetra nella pelle. Mi sento cos’ debole che ritorno normale.
Il ragazzo si alza, passa un mio braccio sulle sue spalle e mi porta a letto. È così vicino, ma non riesco a colpirlo.
Come ha fatto quella puntura a indebolirmi?
“Ogni cosa a suo tempo, All… Might.”
Mi mette sotto le coperte e tira fuori la seconda siringa.
“La prima era per indebolirti, questa ti farà… dormire. Eccola che arriva.”
Sento gli occhi pesanti. Devo resistere.
“No… Chi… sei?”
Dice un nome, ma non capisco niente e cado poi nell’oscurità di un sonno forzato.
 
“Svegliati! Dannazione, All Might, apri gli occhi!”
Spalanco gli occhi e vedo Snipe che mi scuote.
Cosa sta succedendo?
I ricordi del giorno prima mi investono. Il ragazzo di fumo, il breve combattimento finito male, le due siringhe e il compito di colpire uno degli obiettivi. Midoriya!
Mi alzo in piedi velocemente e lo guardo. “Dov’è Izuku Midoriya?”
“Come fai a saperlo? È nell’altra infermeria. Riesci a correre? Seguimi.”
Prima di seguirlo prendo il foglio fasullo, dopodiché esco.
Sto arrivando, ragazzo mio.
 
 Entriamo nell’altra infermeria e subito noto il preside, Eraser Head e Recovery Girl. Hanno tutti una faccia sconvolta e terribilmente seria. Alle loro spalle, steso su un letto, c’è qualcuno.
Eraser si porta davanti a me. “Stanotte il ragazzo di fumo ha invaso i miei sogni e mi ha detto di recarmi immediatamente a scuola. Ho chiamato il preside e Recovery Girl, dopodiché ci siamo diretti a scuola. E davanti ai cancelli, in una pozza di sangue, c’era lui.”
Mi avvicino al letto e il preside e Recovery Girl si fanno da parte.
Ciò che vedo mi fa mancare il respiro. Il cuscino, la coperta e il coprimaterasso sono sporchi di sangue, ma la cosa più tragica è il corpo di Midoriya.
“Ragazzo mio…”
Ha la testa e un occhio bendati, vicino al labbro ha un taglio, le braccia e le gambe sono ingessate e sotto il pigiama si intravedono altre bende, sporche anche quelle di sangue. Respira a fatica e in più gli provoca dolore.
“È vivo per miracolo. Sono riuscita a salvargli l’occhio e non avrà nessuna cicatrice. Ha profondi tagli su tutto il corpo, le braccia e le gambe sono rotte, ma prima erano messe peggio. Stranamente la schiena è intatta.”
Ha combattuto e non è scappato!
Tirò un pugno al muro e scoppio a piangere.
“Ti ho chiamato coniglio e ti ho detto di smetterla di piangere. Sono io quello. Maledizione! Sei finito in mezzo a questa storia per colpa mia!”
Continuo a insultarmi da solo e a tirare pugni al muro.
Eraser e Snipe mi tengono fermo, mentre Recovery Girl cerca di calmarmi
Il preside si avvicina. “È anche colpa nostra. Dovevamo proteggere gli alunni, non solo te.”
Entra Midnight. “Ho appena informato la madre. Vuole parlare con lei, direttore.”
“Certamente. Le racconterò cosa sta accadendo.”
Mi asciugo gli occhi. “Potrei esserci anche io?”
Il preside annuisce. “Ti lasciamo da solo con il ragazzo. Ci vediamo dopo.”
Appena tutti escono, scoppio nuovamente a piangere. Accarezzo i capelli di Midoriya egli stringo in qualche modo la mano.
“Mi dispiace tanto. Ti ho detto io di affrontarlo e di smetterla di nasconderti. Hai lottato senza mai scappare, e per questo sei quasi morto.”
Midoriya sussurra debolmente il mio nome e io subito lo abbraccio.
Ho deciso. È l’ora di finirla.
“Ti vendicherò. Ucciderò se necessario i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” e il loro capo. Li fermerò una volta per tutte.”

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Capitolo 4
*** Midoriya ***


Arrivo in mensa e mi metto in fila per prendere il pranzo.
Lunch-Rush mi serve il pranzo. “Ecco a te un bel piatto sano per essere un buon eroe.”
Mi ricongiungo con gli altri e insieme parliamo e scherziamo su tutto.
Spero che i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” non attacchino uno di loro. Il ragazzo di fumo ha detto che loro obiettivi sono All Might e chiunque sia collegato a lui, ma non ha specificato che potrebbe colpire altre persone.
Sero mi sventola una mano davanti agli occhi. “Ehi, stai bene?”
Sbatto gli occhi velocemente. “Cosa? Ah, sì. Scusate! Mi ero fermato a riflettere su una cosa. Cosa stavate dicendo?”
Mi dicono che sono sempre il solito e ci ridiamo sopra.
 
Visto che le lezioni pomeridiane sono state annullate, decido di andare a casa ad allenarmi. Fortunatamente, il dolore vicino alla spalla è passato.
Faccio un po’ di addominali, flessioni e sollevamento pesi. Prendo le scarpe da tennis e mi faccio una corsa di mezz’ora.
In lontananza vedo Kacchan far esplodere alcuni mobili rotti. Anche lui si sta allenando.
Si accorge di me. “Che hai da fissare, Deku? Ti devo ammazzare?”
“N-No. Mi dispiace!”
“Allora sparisci.”
“Anche tu ti stai allenando per fronteggiare il nuovo nemico?”
“Mi sembra ovvio. Appena mi verrà a far visita, lo prenderò a calci in culo.”
Lo guardo. Probabilmente, se dovesse incontrare quei quattro, non riuscirà a vincere. Lo stesso All Might è quasi morto.
“Adesso vattene! Devo concentrarmi.”
“Uhm… Ah, sì. Ci vediamo domani.”
Ritorno a correre, invidiando Kacchan per la sua determinazione. Non si preoccupa di niente e affronta tutti gli ostacoli a testa alta. Come fa?
 
Arrivo a casa e la mamma mi accoglie sulla porta. “Accidenti, quanto ti alleni. Non ti stanchi mai, Izuku?”
Le sorrido. “Devo impegnarmi più degli altri.”
Mi guarda confusa. “Che vorresti dire?”
Ridacchio e le do un bacio sulla guancia. “Vado a farmi una doccia. Ci vediamo a tavola!”
Vado in bagno e mentre mi spoglio preparo l’acqua calda.
Mi lavo con il bagnoschiuma e lentamente l’odore scompare. Ridacchio leggendo la frase sulla confezione: “Gli eroi non puzzano di sudore. Gli eroi profumano di vittoria!”
Prendo un asciugamano e mi asciugo. Intanto sento la mamma apparecchiare.
“Una bella doccia calda ci voleva. Che buon odore.”
Ci sediamo a tavola e mangiamo, raccontandoci la rispettiva giornata.
 
Dopo esservi lavato i denti, vado in camera e mi metto sotto le coperte. Faccio per dormire, ma mi squilla il cellulare.
“Pronto?”
“Midoriya. Puoi parlare?”
Annuisco, ma mi do subito dello scemo. Non può vedermi!
“Sì, ma non per molto. Cosa devi dirmi?”
“Sono stati qua gli altri eroi. Gli ho raccontato quello che mi è successo, aggiungendo le cose che mi hai detto. Tranquillo, ho modificato molte cose. Il preside ha deciso, dopo il consenso di Recovery Girl, di farmi dormire qui in infermeria.”
Rimango sorpreso. “Che cosa? Passerai tutte le notti lì?”
“No, no. Solo fino a quando non completano i caschi.”
“Caschi? Non dovevano mica farne solo uno?”
“Anche io sono rimasto confuso, ma alla fine me l’hanno spiegato. A quanto pare, stanno facendo costruire a Power Loader e al dipartimento di supporto dei caschi in grado di connettersi tramite onde elettromagnetiche al mio, così potranno darmi una mano quando incontrerò i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse”. Nessuno di loro sa se saranno presenti fisicamente o no.”
“Ho capito. Quindi abbiamo una nuova speranza. Sono contento di sapere che passerai le notte in infermeria.”
“Fai attenzione. Io qua sono al sicuro, ma tu no. Forse non ti attaccheranno, ma non abbassare la guardia.”
“Certamente. Ti informo se succede qualcosa. Aspetta un attimo…”
Sento la mamma chiamarmi. “Scusami, ma devo riattaccare. La mamma ha bisogno di me. Notte!”
Spengo subito il cellulare e vado a vedere cosa le serve.
 
Dopo aver dato la buonanotte alla mamma, chiudo la porta e mi rimetto sotto le coperte.
Finalmente posso dormire.
Ma non sono molto felice di pensarlo. Con All Might al sicuro, i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” mi prenderanno di sicuro di mira. No, devo calmarmi. Sangue freddo, mi dico.
Chiudo gli occhi e mi impongo di dormire, ma sento il respiro di qualcuno nella mia stanza.
Apro gli occhi e una mano mi copre la bocca. Subito il mio battito cardiaco aumenta e qualcuno mi dice di stare calmo. Davanti al mio viso vedo due occhi ambrati.
Mi fanno terribilmente paura, ma sono così belli.
“Izuku… Midoriya.”
Abbasso lo sguardo e intravedo il resto del suo corpo. È seduto sul bordo del letto, le gambe sono incrociate, una mano è sulla mia bocca e l’altra sembra gioca con qualcosa, tipo una chiave molto piccola.
“È bella… la tua stanza. La mia è una… cella.”
Cella? Ma di che sta parlando? Chi è questo tizio in realtà?
“E non ha… nessun poster. Ti invidio molto, sai?”
Inizio a preoccuparmi. Questo ragazzo è più folle di Tomura Shigaraki. Cerco di spostare la sua mano e lui, anziché stringere più forte, la leva. Si alza dal letto e si avvicina alla finestra.
“Izuku… Midoriya. Se continuerai a opporre… resistenza, saremo costretti ad uccidere te, tua madre e i tuoi… amici. All Might non può più… tornare indietro, ma tu sì. Io non voglio ucciderti, sei troppo giovane per morire. Avanti, arrenditi e lasciaci… vendicarlo. Salva le persone a cui vuoi bene.”
Uccidere la mamma e i miei amici? No, non posso permetterglielo. E per evitarlo devo arrendermi, lasciando All Might a combattere da solo. Ma se continuo a resistere, uccideranno prima loro, provocandomi un forte shock emotivo, così poi sarà facile per loro finire il lavoro. Cosa devo fare? Come si comporterebbe un eroe? All Might che farebbe? Devo trovare una soluzione.
“Se riuscireste a uccidere All Might, dopo cosa farete?”
“Se? Noi lo… a uccideremo, portando a termine la vendetta. Comunque, ancora non lo sappiamo. Forse ci ritireremo, forse lui si sbarazzerà di… me, tenendosi stretto gli altri tre.”
“Intendi il vostro capo? Perché dovrebbe sbarazzarsi di te?”
Si volta verso di me. “Perché io sono… l’antieroe, gli altri no.”
Non capisco. Che cosa intende dire con ciò?
“Ma ora basta… perdere tempo. Vieni, ti faccio… vedere una cosa.”
Si avvicina alla porta. Incredibilmente quando si muove non fa rumore. Che sia veramente fatto di fumo? Si affaccia al corridoio e mi incita di seguirlo.
Cosa vuole farmi vedere?
 
Lo raggiungo e insieme ci rechiamo in cucina. Apre il frigo e tira fuori una bottiglia di acqua naturale. Prende dalla credenza due bicchieri e versa al loro interno l’acqua, dopodiché me ne da uno, dicendomi di aspettare a bere. Si incammina verso il bagno, ma si volta verso la porta della stanza della mamma.
Cosa ha in mente di fare?
In fretta lo raggiungo e mi dice di fare silenzio. Entriamo e si avvicina al letto. La mamma è lì, beatamente addormentata. Faccio un passo, ma mi invita a fermarmi, di non parlare e di fare attenzione al bicchiere che ho in mano.
Tira fuori la lama e l’avvicina alla gola della mamma.
“Vedi questa… lama? Se non farai… quello che voglio, la ucciderò.”
Sembra aver cambiato personalità. È proprio un folle.
“C-Cosa vuoi che faccia?”
Allontana la lama. “Se decidi di opporre… resistenza, continua a dormire e morirai, seguito da tutti gli altri; se ti arrendi, allora smetti… di dormire. Tranquillo, potrai tornare a dormire quando… All Might sarà morto. Ma presta attenzione: se scegli di… arrenderti e poi invece dormi, allora… morirai.”
“E se invece mi addormento involontariamente?”
Si fa più vicino. “Morirai… comunque. Cosa scegli?”
Come faccio a scegliere? In entrambi i casi morirò.
“Stai… tranquillo. Se ti addormenti per sbaglio, non uccideremo…gli altri. Sarai solo tu a morire.”
Fisso i suoi occhi ambrati. Quindi li lascerà in vita.
“Non dirmi… la tua scelta. La vedrò… più tardi. Arrivederci, Izuku… Midoriya.”
Come è comparso dal nulla, adesso è scomparso nel nulla.
Sento la gola secca e mi viene spontaneo bere. Ecco a cosa serviva il bicchiere!
Mi avvicino alla mamma e le sfioro una guancia. È così bella mentre dorme, per non parlare di quando sorride.
Scusami, All Might.
 
Dopo una notte passata in bianco e ricca di paranoie, mi sento uno straccio.
Vado in bagno e osservo il mio viso: faccia un po’ pallida e occhiaie. Un aspetto proprio da eroe. Mi blocco.
Eroe? Ho smesso di esserlo.
Raggiungo la mamma in cucina.
“Che brutta faccia. Hai passato la notte in bianco?”
Mento. “Oh, no. Ho avuto un incubo e ho fatto fatica a prendere sonno.”
Mi guarda sospettosa, ma alla fine lascia perdere. Mentalmente la ringrazio per non chiedere altro.
Finito di fare colazione, mi preparo ed esco, dirigendomi a scuola.
 
Entro in classe e subito Uraraka mi viene incontro.
“Hai sentito cos’è successo? Yousetsu Awase della 1-B è stato attaccato nel sonno, proprio come ci ha detto il professore Aizawa!”
Rimango sorpreso. Che storia è mai questa?
“Attaccato? È ferito? Sta bene?”
“Non è stato ferito, ma gli hanno vietato di raccontarci tutti i particolari. E il preside, dopo quanto accaduto, ha deciso che gli studenti attaccati dovranno essere portati e curati in infermeria. È fantastico! Non voglio spaventare le persone.”
Annuisco. Capisco bene il vero motivo di questa decisione.
Arriva Cementoss e iniziamo l’ora di letteratura moderna.
Non capisco una cosa. Il ragazzo di fumo ha detto che gli obiettivi siamo All Might e io. No… Io mi sono arreso, quindi l’unico è All Might. Ma allora perché attaccare qualcun altro?
“Ragazzi. Mi sono dimenticato di dirvi che neanche oggi avrete le lezioni pomeridiane di All Might. Ma ora continuiamo la lezione.”
Alzo un attimo gli occhi. Quindi All Might non si è del tutto ripreso. Chiudo per un po’ gli occhi.
“Midoriya. Stai bene? Non hai una bella faccia.”
“Come? Ah, sto bene. È che non ho dormito molto. Scusi il disturbo.”
La lezione riprende.
Ripenso alla disavventura di Awase. Mi sento in colpa. Che sia colpa mia?
Non è tempo di dispiacermi. Più tardi devo andare da All Might per dirgli tutto quanto. Di sicuro capirà.
 
Al termine della lezione, mi reco in infermeria.
Apro la porta e sento la voce di All Might. “Devo informare Midoriya. Potresti mandarmelo qua?”
“Non è necessario. Sono qui.”
Entro e li vedo voltarsi verso di me. All Might mi guarda serio.
Che sospetti qualcosa?
“Rimanere svegli non ti farà bene, Midoriya. Sei uno stupido. Hai intenzione di continuare così?”
Non rispondi, ma inizio a tremare. Come faccio a dirgli la verità? No, devo inventare qualcosa.
“M-Mi dispiace. Non riesco ad avere coraggio in questa situazione.”
“Dovrai avercelo, ragazzo mio. Lo studente attaccato ha riferito che uno degli obiettivi verrà ferito gravemente molto presto. Capisci cosa significa? Uno di noi due si ritroverà ad affrontarli, ma visto che io non posso lasciare questa stanza, tu, Midoriya, verrai attaccato.”
Verrò ferito gravemente? È impossibile. Io mi sono arreso e questo il ragazzo di fumo lo sa! Allora che significa? Mi viene spontaneo piangere, e non so spiegare il motivo.
“Smettila di piangere! Non sei più un bambino. Vuoi per caso morire senza fare niente? Dannazione, comportati da eroe. Hai ereditato l’One for All, vedi di usarlo come si deve. Ti rifiuti di dormire perché hai paura? Allora continua a farlo, ma sarai considerato un coniglio, sia da me che dagli altri eroi. Continua a nasconderti, Coniglio.”
Smetto di tremare e lo fisso sorpreso. Coniglio? Sento il cuore andare in frantumi.
No, io non sono un coniglio.
Mi volto e scappo via, lontano da All Might.
 
Mi fermo per riprendere fiato. Non riesco a togliermi dalla mente la scena di All Might che mi chiama coniglio.
“È così ingiusto. Solo perché voglio tenere in vita la mamma e i miei amici, vengo chiamato coniglio.”
Mi tappo da solo la bocca.
All Might non sa la verità, perché io gli ho mentito. Quindi non devo prendermela per come mi ha chiamato.
Sì, però fa comunque male essere chiamati in quel modo.
Scuoto la testa. Devo concentrarmi su quanto mi ha detto. A quanto pare, molto preso verrò attaccato e ferito gravemente. Il ragazzo di fumo mi ha detto una cosa, poi esce fuori dicendo altro. Come può aver cambiato idea di punto in bianco? Magari il suo capo gli ha detto di fare così. Ma perché?
Finché non mi addormento, ho tempo per pensarci.
Stranamente mi rallegro. Quindi posso stare calmo.
“Deku! Sei qui?”
Raggiungo Uraraka e insieme torniamo a casa.
Nessuno dei miei amici verrà ucciso.
 
Arrivo a casa e la mamma mi accoglie con un sorriso, chiedendomi subito come mi è andata la giornata scolastica. Le racconto brevemente quello che ho fatto, dopodiché vado a mettere lo zaino in camera.
Vado al pc e leggo qualche notizia.
“All Might scomparso?”
“Dov’è finito il Simbolo della Pace?”
“Perché l’eroe n. 1 non esce dalla U.A.?”
Sospiro. Presto ritornerà sul campo e smetteranno di scrivere tutti questi articoli.
“Izuku!”
Corro subito dalla mamma. Che sia in pericolo?
Arrivo in salotto e vedo che ha in mano un pacco.
“Guarda cosa ti ha regalato la vicina.”
Mi porge il pacco e lo apro, rivelando una specie di braccialetto tecnologico.
“Ho sentito parlare di questo braccialetto. In realtà è una sveglia e quando è arrivato il momento di alzarsi, anziché suonare dà una scossa.”
“Una scossa? Non è un po’ pericolosa?”
“Oh, ma è leggera. Che ne dici, la proveresti?”
Accetto. Tanto, rimarrò sveglio, quindi una scossa non mi fa nessuna differenza.
La mamma prende il braccialetto e imposta l’orario.
“Ecco. Indossalo prima di addormentarsi, ok?”
Annuisco e lo vado a mettere in camera, dopodiché aiuto la mamma a preparare la cena.
 
Inscenando uno sbadiglio, vado a lavarmi. Devo fingere, se no la mamma si preoccupa.
Dopo essermi messo il pigiama, indosso il braccialetto-sveglia e mi metto sotto le coperte. Accendo il cellulare e provo a chiamare All Might, ma risponde la segreteria telefonica.
Probabilmente sta dormendo, quindi gli invio un messaggio: “Scusa se sono scappato via in quel modo. Cercherò di essere più coraggioso.”
Non mi piace mentirgli, ma è l’unico modo, almeno finché non riesco a dirgli la verità.
Sento il braccialetto-sveglia farsi sempre più stretto. Faccio per allentarlo un po’, ma all’improvviso mi punge.
Ma che sta succedendo?
Vedo la stanza vorticare e all’improvviso sento sonno, finché non precipito nel buio totale.
 
Apro gli occhi e mi ritrovo nella stessa stanza dove ho incontrato il ragazzo di fumo.
“Non volevo addormentarmi, te lo giuro! È tutta colpa del braccialetto-sveglia!”
Il ragazzo di fumo fa la sua comparsa. “Tutto quello che dici… è la pura verità.”
Mi toglie il braccialetto e lo rompe stringendolo nella mano. Quanto è forte?
“Uno di noi… ha regalato alla tua vicina due di questi. Entrambi… contengono il sonnifero, ma avrebbe agito… solo con il tuo DNA.”
Il mio DNA? Deve averlo preso durante il nostro incontro.
“Hai mentito. Ho scelto di arrendermi, ma voi avete deciso di uccidermi. Perché?”
“Oh, no, non vogliamo… ucciderti! Vogliamo solo… ferirti gravemente. Sai bene il perché. All Might… e gli altri eroi stanno costruendo… dei caschi. L’abbiamo trovato ingiusto. Abbiamo deciso… di farvela pagare. E visto che All… Might è al sicuro, sarai te… il bersaglio.”
“A-Aspetta! Magari i caschi non funzionano e colpendomi, farete un grosso errore!”
“I caschi… funzionano fin troppo bene. L’ho constatato. Mi dispiace, ma ti… farò molto male. Rallegrati! Sarò solo io… il tuo bersaglio. Gli altri tre… guarderanno.”
“N-Non c’è un’altra soluzione?”
Ma che sto facendo? Perché mi sto comportando da coniglio?
Stringo i pungi e fisso il mio avversario.
“Io non sono un coniglio. Io sono Izuku Midoriya, erede dell’One for All e successore di All Might, il Simbolo della Pace. Non mi lascerò più intimorire da te!”
Mi scaglio contro di lui, colpendolo in pieno petto. Lui barcolla, ma riesce comunque a tirarmi un calcio a piedi nudi sotto il mento. Tenta di colpirmi allo stomaco, ma riesco a bloccargli il calcio e a tirargli un pungo in mezzo alla faccia. Cade a terra e rimane steso per qualche secondo.
Ho tempo di riprendere fiato.
Si rialza e applaudisce. “Complimenti, Izuku… Midoriya. All Might ha sbagliato… a chiamarti coniglio.”
“Tu come fai a saperlo?”
“Io ho… sentito tutto. Ma ora… basta perdere tempo. Scusami, ma devo… ferirti gravemente.”
Questa volta tira fuori due lame. Dev’essere ambidestro.
Si lancia contro di me e a fatica schivo quasi tutti gli attacchi. Vengo ferito al collo, al fianco e alle gambe. Non sono tagli profondi, ma non devo rilassarmi.
“Smettila di… schivare e contrattacca!”
Mi bersaglia con fendenti e affondi, lasciandomi poco tempo per riflettere.
O la va o la spacca.
Mi avvicino a lui mentre fa un affondo. Nel farlo, però, vengo ferito a un occhio, ma riesco ugualmente a colpirlo allo stomaco con un pugno alla massima potenza, poiché ho utilizzato l’One for All al 100%.
Il ragazzo viene scagliato via, mentre io cerco di tenermi in piedi. Cerco di aprire l’occhio ferito, ma non vedo niente. Lo tasto con la mano e capisco che c’è un taglio.
Questa non ci voleva. Ho perso un occhio e ho rotto il braccio. Adesso si fa ancora più duro lo scontro.
Il ragazzo a fatica si mette seduto e continua a tossire. Devo avergli fatto molto male.
“Maledetto… ragazzino. Questa me la paghi!”
Si alza e lentamente si avvicina. Lancia via le lame e tira fuori una chiavetta, avvicinandola ai polsi e alle caviglie. Scorgo le stesse identiche manette che indossavano i professori durante l’esame. Se ricordo bene, aumentano il peso di circa la metà ed evitano di usare a piena potenza la propria forza.
Impallidisco. È ancora più forte?
Mi mitraglia di pugni così velocemente che non ho il tempo di schivare o bloccare. Finisco a terra e vomito sangue. Ogni volta che respiro sento i polmoni esplodere. Me li deve aver danneggiati.
Ride, ma non è la sua solita risata. Questa è più cattiva e molto più folle. Mi prende per il colletto e mi scaglia via. Atterro praticamente sul braccio rotto e per un momento la vista mi si oscura.
 
“Che succede, Izuku… Midoriya? Dov’è finito… il coraggio di prima?”
Non ho altra scelta: devo utilizzare l’One for All alla massima potenza.
“Perché… non scappi?”
“Te l’ho già detto prima! Io non sono un coniglio.”
Mi butto a capofitto su di lui e lo colpisco alle gambe con un calcio. Subito sento la mia gamba rompersi. Mi rimangono ancora un braccio e una gamba. Mentre cade per terra, spicco un salto e cerco di tirargli un pugno, ma con un occhio ferito colpisco il pavimento al posto della faccia.
Mi sono rotto così l’altro braccio, inutilmente!
Il ragazzo mi colpisce al fianco, proprio dove mi ha tagliato prima, e io lancio un grido di dolore.
“Hai perso, Izuku… Midoriya!”
“H-Ho ancora u-una gamba.”
Con essa mi slancio e gli do una testata in mezzo al petto, dopodiché lo colpisco con il piede in faccia.
La gamba mi si è rotta, ma lui invece deve aver perso i sensi.
Spalanco gli occhi. È rimasto in piedi e una specie di barriera nera gli sta proteggendo il viso.
“Potevi… vincere con questa mossa. Ma hai… perso. Non puoi più muoverti.”
Sono lì, steso a terra e incapace di muovervi e di difendermi, vittima dei suoi pugni e dei suoi calci. All’inizio sento dolore, ma lentamente smetto di sentirlo e perdo i sensi.
 
Apro l’occhio sano e mi ritrovo davanti ai cancelli della U.A., dopodiché perdo ancora i sensi.
 
Apro l’occhio sano e vedo la sagoma confusa di qualcuno.
 
Apro l’occhio sano e sento che qualcuno mi sta medicando.
 
Questa volta non apro l’occhio, ma sento la voce lontana di All Might parlare. Non riesco a capire quello che dice, ma sembra addolorato e arrabbiato.
“All… Might.”
A fatica sussurro il suo nome e lui mi stringe in qualche modo la mano. Lo sento allontanare e io perdo i sensi un’altra volta.

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Capitolo 5
*** Midoriya-All Might ***


Apro l’occhio sano e subito vedo il viso di Recovery Girl.
“Ti ho tolto le bende, ora puoi benissimo aprire l’altro occhio. Tranquillo, non l’hai perso e non si vedrà la cicatrice.”
Lo apro e ci vedo bene come prima. Faccio per alzarmi, ma un dolore al petto mi blocca e mi fa urlare. Recovery Girl mi aiuta a rimettermi giù. “Ti ho guarito solo l’occhio e le braccia. Le gambe non sono del tutto guarite. Il resto del corpo ci penserò in questi giorni. Presto sarai guarito del tutto.”
“Da quanto tempo sono qui?”
“Quasi cinque giorni.”
Cinque giorni? Non posso aver dormito così tanto.
“La mamma? All Might? E i “Quattro cavalieri dell’Apocalisse? Qualche studente è stato aggredito?”
“Quante domande! Anzitutto calmati, sei ancora debole. Tieni questo brodo, ti aiuterà. Tua madre è venuta qua il giorno stesso della tua disavventura. Era preoccupatissima. Il preside doveva andare a parlarle, ma All Might ha detto che ci avrebbe pensato lui.”
All Might ha parlato con la mamma? Il solo pensiero mi preoccupa e mi rallegra allo stesso tempo.
“E che cosa le ha detto?”
“Nessuno lo sa, a parte tua madre. Comunque, da quando sei qui, tre studenti sono stati attaccati dal nostro ragazzo di fumo. Tranquillo, non ha fatto niente, se non spaventarli.”
“Meno male.”
Sentiamo qualcuno urlare dalla finestra. “La prossima volta lo ammazzo! Limitarsi a fissarmi per poi andarsene quasi subito.”
È la voce di Kacchan! Quindi lui è uno dei tre studenti attaccati.
“Che ragazzo! Di certo il coraggio non gli manca, anche se deve imparare ad essere meno spavaldo.”
Guarda l’ora. “Devo andare. Domani verranno qui il preside  e gli altri professori. Non ho bisogno di dirti il perché. Lì sul mobile c’è il tuo cellulare. Cerca di riposare. A dopo.”
Prendo il cellulare e lo accendo. Nessuna chiamata e nessun messaggio. Provo a chiamare All Might, ma squilla a vuoto. Decido allora di inviargli un messaggio: “Ciao. Mi sto riprendendo dalla battaglia contro il ragazzo di fumo. Recovery Girl ha detto che presto starò bene. Quando ci vediamo ti racconterò tutto quanto!”.
Chiamo la mamma, ma non risponde. Che sia andata a fare la spesa?
Spengo allora il cellulare e decido di dormire. Tanto qui sono al sicuro.
 
“Dobbiamo svegliarlo. Non abbiamo tempo da perdere.”
“Dannato Blood King! Lasciagli il tempo per riprendersi completamente.”
Mi sembra di riconoscere questa voce. Apro gli occhi e sorrido nel vedere Gran Torino.
“Oh, ti sei svegliato. Come stai, ragazzo?”
“Abbastanza bene. Sento ancora dolore quando respiro, ma non troppo.”
Guardo chi, oltre a Gran Torino e Blood King, c’è nella stanza: il preside, il professore Aizawa, Cementoss, Midnight e Present Mic. Mancano All Might, Ectoplasm, Snipe, Power Loader e Recovery Girl.
Gran Torino porta l’attenzione su di sé. “Ragazzo, raccontaci tutto quello che ti è successo.”
Decido di iniziare dall’arrivo del braccialetto-sveglia.
 
“Rivediamo i punti importanti sul ragazzo di fumo: la sua stanza, o casa, è una cella spoglia, è un antieroe e indossa le stesse manette che voi eroi avete messo all’esame. Inoltre, tutti loro sanno che i caschi funzionano, quindi prenderanno delle contromisure.”
“Che tipo di contromisure credi, Gran Torino?”
“Tipo il braccialetto-sveglia. Se sono riusciti a mettergli un dispositivo che reagisce al DNA, allora non sarà difficile farne uno che blocchi i caschi.”
Midnight scuote la testa. “E adesso cosa facciamo, direttore?”
“Questi avversari superano la super intelligenza datami dall’Unicità. Credo che dovremo dare l’allarme nazionale, informando tutti gli eroi di questa minaccia.”
“No.”
Tutti ci voltiamo e osserviamo All Might, in forma muscolosa, entrare, serio più che mai.
“Nessun eroe deve sapere di questa storia. E voglio che mi lasciate affrontare da solo.”
Gran Torino si porta davanti a lui. “Ma sei stupido?
“Questa è la mia battaglia, non la vostra.”
Tutti rimangono sorpresi. Ma che gli è preso?
“All Might, manchi di razionalità. Come farai ad affrontarli da solo, se hai rischiato di morire già una volta?”
“Non sono stato chiaro? È la mia battaglia, voi non c’entrate nulla.”
“Non pensi agli studenti? Uno di loro è stato attaccato e ferito gravemente! Stiamo cercando una soluzione anche per loro, non solo per te.”
All Might sospira. “Sapete bene perché è stato aggredito: vi siete intromessi creando i caschi. Ma non è solo colpa vostra.”
Si ferma e mi fissa. “Se questo stupido ragazzino fosse scappato, anziché fare l’eroe, ora non sarebbe bendato.”
Gran Torino interviene per difendermi: “Ragiona, All Might. Se non avesse combattuto, a quest’ora sarebbe ridotto peggio. O morto…”
“Non è un mio problema.”
Sento qualcosa dentro di me rompersi. Trattengo le lacrime. Non devo assolutamente permettermi di piangere di fronte a lui.
Nessuno parla o fa qualcosa.
All Might sbuffa. “C’è altro? Bene. Ho del lavoro da fare.”
E se ne va via, lasciando tutti con l’amaro in bocca.
Il preside sorride. “Credo che sia arrivato il momento di andare. Gran Torino, tu vieni o rimani?”
“Rimango. È da un po’ che non parlo lui.”
 
“Sei sicuro di stare bene?”
Annuisco. “Certamente. E lei che mi dice? Sta bene?”
“Si tira avanti. Accidenti a tutti voi dell’One for All! Ogni volta c’è sempre qualcosa che non va. Ma conoscete la tranquillità?”
Ridacchio, ma torno subito serio. “Signor Torino, cosa è preso ad All Might? Mi sembra diverso dal solito.”
Gran Torino scuote la testa. “Vorrei saperlo anche io, ragazzo. Ho provato a parlagli, ma mi evita o mi risponde male. Nemmeno gli altri eroi sanno qualcosa.”
Rimaniamo entrambi in silenzio, cullati da mille pensieri rivolti ad All Might. Cosa gli sta succedendo? È la pressione a farlo comportare così?
Qualcuno bussa alla porta e il professore Aizawa entra.
“Mi sono dimenticato di dirti una cosa, Midoriya. I tuoi compagni sono ignari di quello che ti è accaduto, e vorremmo che rimanga così. Abbiamo raccontato loro che sei stato ricoverato d’urgenza di appendicite e che per un po’, ovvero finché non sarai completamente guarito, non verrai a scuola. È stata tua madre a darci l’idea. Ora ti saluto. Gran Torino.”
Poco prima di uscire entra Recovery Girl. “Oh, Eraser, il preside ha bisogno di te. Midoriya, voglio vedere se riesci a stare in piedi.”
Sposto le coperte e tra un dolore e l’altro appoggio i piedi per terra. Prendo un bel respiro, stringo i denti e mi alzo in piedi. In un primo momento barcollo e vedo tantissimi punti neri, ma poi mi passa tutto e resto a mantenere la posizione.
“Bene, molto bene. Ora fai qualche passo.”
Provo a fare qualche passo e subito crollo, ma Gran Torino riesce ad afferrarmi al volo.
“Calma, ragazzo. Non avere fretta.”
Mi aiuta a rimettermi a letto, dopodiché si scosta per lasciare il posto a Recovery Girl.
“Siamo a buon punto. Lascio al tempo il compito di guarire le gambe. Ma ora, mio caro, ti curerò le ferite sul petto, anche se il grosso l’ho già fatto.”
 
“Ecco fatto. Ora non dovresti più sentire male quando respiri.”
Respiro normale e profondamente: nessun dolore! Anche se però senti gli effetti della sua Unicità, ovvero la stanchezza.
“Domani ti guarirò altre ferite, ma ora riposa. Gran Torino, vieni con me?”
“Certamente! Ragazzo, buon riposo.”
Vederli andare via insieme mi scalda il cuore. Forse quando erano più giovani erano amici o stavano addirittura insieme. Ridacchio. Non sono affari miei, ma qualche pensierino me lo faccio più che volentieri.
Sbadiglio.
Non ho già dormito abbastanza?
Chiudo gli occhi e mi addormento.
 
“Ti sei… ripreso.”
Apro gli occhi. No, non può essere vero! Qui dovrei essere al sicuro dal tizio che controlla i sogni, eppure…
Guardo attentamente tutta l’infermeria buia e non vedo nessuno. Mi rimetto giù e chiudo gli occhi.
Devo aver avuto un incubo.
Qualcuno accende la luce. “Mi sei… mancato.”
Apro nuovamente gli occhi e una mano mi copre la bocca, impedendomi di urlare. Subito vedo gli occhi ambrati.
Non è un sogno. E proprio qui.
“Non urlare o ti farò… male.”
Sposta lentamente la mano e mi osserva. Decido di obbedire e non urlo, limitandomi a fissarlo. Vorrei tanto vederlo in faccia.
“Cosa ci fai qui?”
Prima di rispondere si fa un giretto per la stanza, aprendo i cassetti e giocherellando con le tende. “Volevo vedere… se stavi bene.”
“Sto bene. Ora puoi andartene. Be’, che aspetti?”
Da dove viene questo mio coraggio?
“Non ancora. Devo farti… una domanda.”
Deglutisco. Cosa vorrà chiedermi?
“Vuoi sapere perché… All Might è cambiato?”
Mi sento come se mi avessero bagnato con l’acqua fredda. Lui sa veramente il perché?
Se lo sa veramente, non devo perdere questa opportunità.
“Sì. Dimmi il perché, ti prego!”
“Perché… non lo chiedi direttamente a lui?”
Lo guardo prima confuso, poi pensieroso e alla fine arrabbiato.
Si è preso gioco di me!
Scoppia a ridere. “La tentazione… era troppa. So comunque… il motivo, ma sarà All Might… a dirtelo.”
Mi metto seduto. “Perché hai aggredito Kacchan e gli altri due studenti?”
Si gratta il mento. “Kacchan?”
“Ehm, Katsuki Bakugou, biondo con uno sguardo sempre arrabbiato.”
“Ah, il vincitore… del festival dello sport.”
“Non hai risposto alla mia domanda.”
“Dovevo fare qualcosa… per passare il tempo. Senza voi due, amici miei, mi sto… annoiando.”
Ma chi è esattamente questo ragazzo? Sembra avere una doppia personalità.
“Smettila di prenderci in giro, ragazzo. Dicci chi sei.”
Mi guarda, i suoi occhi ambrati fissi sui miei verdi. “Yori.”
“Non ho capito.”
“Il mio nuovo nome è Yori.”
Yori significa “serva del prossimo”.
Questo significa che…
“Tu sei una ragazza!”
Nel dirlo mi sono sentito un grande idiota.
“Non lo avevi… capito? Sei buffo.”
“Certo che no! Sei sempre nascost… nascosta da quel fumo e la tua voce sembra quella di un maschio. Oh, sei incredibilmente forte! Sei proprio in gamba.”
Ma che sto dicendo? Non devo mica provarci con lei!
“Sei così… dolce, ma sei piccolo. Ti vorrei… come fratello, ma mi devo accontentare… degli altri tre.”
Come, come, come?
“Siete quattro fratelli?”
“Oh, ma non… di sangue, tranquillo. Ora devo… andare. Ciao, ciao!”
No, non devo lasciarla andare! Devo farmi spiegare altre cose.
Le afferro il polso, sentendo il freddo delle manette. “Yori, come fai a eludere gli allarmi? Come fai a sapere sempre tutto? Cos’è quel fumo che ti copre il corpo?”
Yori si libera dalla mia stretta e si massaggia le tempie. “Quante… domande. Ma hanno tutte… una sola risposta.”
La incito a continuare.
“È merito di quella che voi chiamate… Unicità. Grazie alla mia… Unicità, posso fare queste e altre cose.”
“Qual è la tua Unicità? Ti prego, dimmelo!”
Scoppia a ridere. “Ho già detto… fin troppo. Ci vediamo, Izuku… Midoriya.”
Yori scompare nel nulla.
Devo informare subito qualcuno. All Might!
 
Mi metto in piedi, accolto subito dai puntini neri. Lentamente muovo qualche passo, ma cado a terra. No, non devo arrendermi. Mi rimetto in piedi e a fatica raggiungo la porta, senza contare tutte le mie cadute.
Mi appoggio al muro del corridoio per prendere fiato. Con queste gambe non del tutto guarite, sto consumando un sacco di energia.
Aiutandomi con la parete, cerco in ogni stanza All Might.
Dov’è? Dove si è cacciato? Non può essersene andato!
“Non può essere vero!”
Mi fermo. Questa è la voce di All Might. aumento il passo e lo trovo vicino alla porta d’ingresso.
“All Might! Devo dirti una cosa importante!”
Mi fermo e vedo Yori dietro di lui.
“Yori? Che ci fai qui?”
Scompare nuovamente nel nulla. Che ci faceva con All Might?
“Midoriya…”
Riporto gli occhi su All Might e vedo che ha uno sguardo deluso.
“All Might, va tutto bene? Che ti ha detto Yori?”
“Perché l’hai fatto? Io mi fidavo di te, Midoriya!”
Lentamente mi avvicino. “Ma cosa stai dicendo? Cosa avrei fatto?”
Ignorandomi completamente, All Might si trasforma nella sua forma muscolosa e tira un pugno all’aria. L’onda d’urto mi colpisce in pieno e vengo sbalzato contro la parete.
Un dolore allucinante parte dalla schiena e raggiunge ogni singola parte del mio corpo.
Ma che sta facendo? Perché si comporta così?
“All Might… perché? Che ti sta succedendo?”
Si porta davanti a me, mi stringe il collo e mi solleva.
Con tutto il fiato che mi rimane, cerco di farlo tornare in sé. “All Might, non sei in te! Svegliati! Ti prego. Tu sei l’eroe numero uno, il Simbolo della Pace! All Might!”
Sento la stretta al collo stringersi ancora di più e lentamente perdo i sensi.
All Might…
 
**************************************************************************************
 
Guardo per l’ultima volta Midoriya, dopodiché raggiungo il preside fuori dall’infermeria.
“Direttore, vorrei parlare da solo con la signora Midoriya. È possibile?”
“Hai intenzione di raccontarle tutto?”
Scuoto la testa. “Non proprio, ma ho i miei piani.”
“Perfetto. Allora lascio a te il compito. Buona fortuna.”
Mi trasformo nella forma muscolosa.
Bene. Midoriya, ragazzo mio, lascia fare a me!
 
Raggiungo la madre di Midoriya e appena mi vede, con le lacrime agli occhi, corre da me.
“A-All Might, dov’è mio figlio? Cosa gli è successo?”
La invito a sedersi, dopodiché prendo un bel respiro. “Signora, come ben sa, noi eroi siamo in guerra contro l’alleanza dei super criminali.”
“Sì, il loro debutto è stato quello di attaccare la classe di mio figlio pensando di trovarla. Ma questo cosa c’entra?”
Ci siamo. È arrivato il momento di mentire.
“Recentemente uno studente della 1-B è stato attaccato davanti a scuola. Quando lo abbiamo trovato e portato in infermeria, il ragazzo ci ha detto che era stato un membro dell’alleanza dei super criminali a ferirlo.”
“Perché non ho sentito la notizia di questo attacco?”
“Abbiamo chiesto noi di non diffondere la notizia. Guardando le riprese, abbiamo notato che era un novellino e che ha avuto solo fortuna a vincere.”
Faccio una pausa per riprendere fiato.
“Inutile dire che siamo stati degli stupidi. Avremmo dovuto dare l’allarme, invece di stare tranquilli.”
La signora Midoriya chiude gli occhi. “E per colpa di questo vostro errore, il mio unico figlio ha rischiato di morire! Posso capire che gli eroi non sono perfetti, ma avreste dovuto prevederlo!”
Scoppia a piangere, mentre io sento scoppiarmi dentro i sensi di colpa.
“Signora Midoriya, mi dispiace immensamente per quanto accaduto. Le prometto che fermeremo questo criminale, evitando che altri studenti si facciano male.”
La donna si asciuga gli occhi con un fazzoletto e annuisce. “Lo spero tanto.”
Si alza e fa per andarsene, ma la fermo. “Riguardo a quanto accaduto…”
“Mio figlio è stato operato d’urgenza per appendicite. Resterà a casa finché non si sarà ripreso.”
Annuisco. “Perfetto. Informerò il preside e gli altri eroi. Arrivederci.”
 
È fatta. Ora non rimane che affrontare ed eliminare quei quattro e colui che li ha mandati.
“Toshinori, è da un po’ che non ci vediamo.”
Mi volto e sorrido. “Gran Torino! Sono contento di vederti.”
Mi guardo intorno e riprendo la mia vera forma.
Lui annuisce. “Saluti a parte, mi sembri un po’ arrabbiato e pieno di sensi di colpa.”
“Non ti si può nascondere niente, eh? I “Quattro cavalieri dell’Apocalisse” hanno colpito ancora.”
“Ancora? Cosa ti hanno fatto? Mi sembri tutti intero.”
“Non a me. Hanno colpito Midoriya come punizione.”
“Raccontami tutto.”
Gli racconto tutto, dal mio risveglio all’incontro con la signora Midoriya.
 
“Filibustieri! E dimmi, come sta il ragazzo?”
“È fuori pericolo, ma non guarirà tanto presto. Vorrei fare qualcosa per lui, ma sono debole in confronto al ragazzo di fumo.”
Gran Torino mi appoggia una mano sulla spalla. “Non abbatterti. A tutto c’è una soluzione.”
Annuisco. “Devo andare dal preside per informarlo sull’incontro avuto con la madre di Midoriya.”
“Io andrò a vedere come sta il ragazzo. Ci vediamo più tardi.”
Lo osservo mentre se ne va via, dopodiché mi incammino per i corridoi.
Adesso che c’è anche Gran Torino, le cose miglioreranno?
Sento prurito sul polso e mi metto a grattare la benda. Me la tolgo per grattarmi meglio e vedo che la sagoma a forma di mano è ancora presente.
Ma che diamine è? Perché non se n’è andata?
Sento salire il panico. Possibile che questo “marchio” c’entri qualcosa con il ragazzo di fumo?
“All… Might.”
Sento il sangue gelarmi nelle vene. È qui!
“Hai indovinato, mio caro… eroe. Con quello… posso raggiungerti, indipendentemente da dove ti trovi.”
“Chi sei esattamente?”
Compare davanti a me, sempre nascosto dal fumo. “Presto… lo saprai. E saprai anche chi ti sta… tradendo.”
Chi mi sta tradendo? Ma di che sta parlando?
Scoppia a ridere. “Oh, fra qualche giorno… avrai anche la conferma. Alla prossima, All… Might.”
E scompare nel nulla.
Qualcuno mi ha tradito e fra qualche giorno ne avrò la conferma? Di sicuro è una trappola. Non mi lascerò di certo ingannare in questo modo.
 
Dopo aver parlato col preside e con gli altri eroi, vado da Midoriya.
Non c’è nessun altro in infermeria, quindi ritorno nella mia forma normale.
“Midoriya, ragazzo mio. Sono qui e veglierò sul tuo sonno.”
Mentre lo osservo dormire, non riesco a fare a meno di pensare alla storia del traditore. Esiste veramente oppure me l’ha raccontato solo per mettermi contro i miei stessi amici?
“A-All Might.”
Mi alzo in piedi e gli sorrido. “Midoriya! Come ti senti?”
Domanda stupida. Come si dovrebbe sentire uno che è quasi morto?
“D-Dove sono?”
“In infermeria. Sei ancora troppo debole. Devi rip…”
Mi fermo e osservo attentamente i suoi occhi. Li ho sempre visti verdi, ma adesso sono anche ambrati. Ambrati come quelli del ragazzo di fumo.
No! Tutto ciò è un’illusione.
“C-Che cos’hai?”
Mi riprendo. “Niente, scusami. Adesso riposa, se no non guarirai mai. Ci vediamo forse più tardi.”
Esco dall’infermeria e mi appoggio alla parete. Perché i suoi occhi erano anche ambrati? È lui il traditore.
Devo rimanere lucido. Midoriya non può essere il traditore. Probabilmente quel ragazzo sta ancora giocando con me.
E se invece non fosse così? Scuoto la testa. Devo smetterla con questi pensieri.
“Suvvia, All Might. Probabilmente sono effetti ritardati di quel sonnifero. Midoriya è un ragazzo dal cuore d’oro!”
Detto ciò, mi gratto ancora una volta la sagoma.
Non ho tempo da perdere. Ci sta mettendo uno contro l’altro.

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Capitolo 6
*** All Might ***


L’aver visto gli occhi di Midoriya diventare un po’ ambrati mi ha fatto sentire come se il mondo mi cadesse addosso. So che è stata tutta un’illusione, ma qualcosa mi dice che c’è dell’altro dietro.
Midoriya di sicuro sta nascondendo qualcosa.
Probabilmente sta nascondendo il fatto di essere il traditore.
Tiro un pugno al muro. “Lui NON è il traditore. È tutto un gioco di quei maledetti tizi.”
E se invece mi sto sbagliando?
Mi prendo la testa fra le mani e chiudo gli occhi. Non devo lasciarmi sopraffare da questi pensieri.
“Si stanno prendendo gioco di me. Si stanno prendendo gioco di me. Si stanno prendendo gioco di me!”
Ripeto all’infinito questo motivetto.
 
Sento qualcuno scuotermi, quindi apro gli occhi. Mi ritrovo seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata alla parete. Cosa ci faccio qui?
“Qui è al sicuro. Non serve dormire qua fuori.”
Alzo lo sguardo e vedo Gran Torino passarmi davanti, dopodiché entra nell’infermeria.
Dormire?
Lentamente i ricordi vengono alla luce: Midoriya e i suoi occhi, nascondere qualcosa, il traditore…
Mi rimetto in piedi. “Vorrei tanto dimenticare tutta questa storia.”
Guardo la porta chiusa dell’infermeria. Entro o vado via?
Faccio per entrare, ma Recovery Girl compare nel nulla.
“Hai bisogno di aria fresca.”
“Cosa?”
Mi colpisce con il bastone. “Hai qualche problema al cervello? Ti sto dando il permesso di fare una passeggiata fuori dalla scuola. Fidati, ti farò bene.”
Anche lei, come Gran Torino, entra nella stanza.
Non mi vogliono fra i pedi.
Scuoto la testa. Che mi sta passando per la mente?
Mi incammino verso la “mia” stanza, ovvero l’altra infermeria, per cambiarmi.
 
Aspiro a pieni polmoni l’aria fresca. Da quanti giorni ero bloccato a scuola? Tre? Quattro? Poco importa, adesso che sono fuori. Decido di fare un giro in città e magari andare a mangiare qualcosa.
 
Cammino in mezzo alla folla. Nessuno mi riconosce, anche se qualcuno mi guarda in modo strano.
Devono essere scioccati da questo corpo magro. Chissà che faccia farebbero se scoprissero che sono il loro amato All Might.
Il solo pensiero mi fa ridacchiare.
Sento alcune grida dall’altra parte della strada e subito un eroe interviene, seguito dai giornalisti e dalla polizia. La folla si avvicina immediatamente e partono i tifi. Eh, la vita di noi è proprio dura.
Mentre osservo la scena, qualcuno mi supera spingendomi . Mi volto e vedo una donna che corre nascondendo qualcosa sotto la giacca. Qualcun altro mi viene addosso, gridando alla donna di ridargli ciò che gli ha appena rubato.
Un furto, eh? Ci penso io.
Entro in un vicolo e mi trasformo nella forma muscolosa, dopodiché raggiungo la ladra e il derubato.
“Non ti preoccupare, cittadino. E sai perché? Perché ci sono qua io.”
L’uomo mi guarda felice, mentre la donna sembra lanciarmi maledizioni con lo sguardo, anche se lentamente indietreggia.
Mi avvicino e allungo la mano. “Avanti, ridai all’uomo quello che gli hai rubato. È un furtarello, quindi non c’è bisogno di usare la forza.”
Lei, anziché ribellarsi, lancia un fagotto all’uomo, dopodiché mi afferra la mano e me la stringe. Porta il viso vicino ad essa e piange, implorandomi di perdonarla. Non mi è mai capitato niente di simile, ma c’è sempre una prima volta, no?
Mi libero dalla sua presa e le do delle pacche delicate alla schiena, sorridendole.
“Su, su! Non devi piangere. Visto che ti sei pentita, sia con le scuse che con le lacrime, ti perdono. Mi raccomando: non fare più questi furti. Ok?”
La donna annuisce e l’uomo mi ringrazia. Li saluto e spicco il volo.
Atterro in un vicolo e mi ritrasformo. Proprio gli eroi non hanno pause!
“Recovery Girl, probabilmente ti arrabbierai quando te lo racconterò!”
 
Entro in una gelateria e mi metto in coda. Mentre attendo pazientemente il mio turno, sento alcuni clienti parlare dell’incidente di prima.
“Avete visto quell’eroe? Che Unicità incredibile!”
“Io ho osservato tutta la scena! Quella ragazza è stata strabiliante.”
“Ragazza? Non era un maschio?”
“No, no. Era proprio una ragazza! Avrà avuto sì e no diciotto anni.”
“Accidenti! Allora tra qualche anno batterà All Might.”
Sorrido. In giro c'è una giovane promessa. Chissà chi è questa giovane ragazza.
“A proposito, c'era anche lui in giro.”
“Lui chi?”
“Ma come chi?! All Might!”
Qualcuno mi ha visto?
“E cosa stava facendo? Io non l’ho visto…”
“È intervenuto in un furtarello. Niente di che.”
Via via la conversazione perde di entusiasmo.
La mia era è già finita?
“Il prossimo.”
Mi avvicino al bancone. “Salve. Potrei avere un gelato a tre gusti? Vediamo… Crema, fragola e puffo.”
La gelataia sorride. “Ah, quindi un gelato “All Might”. Vuole anche la panna? Arriva subito!”
Gelato “All Might”? speriamo solo che sia buono…
Dopo aver pagato, ringraziato e salutato, prendo il ed esco.
Lo assaggio: è buono.
 
Mi siedo su una panchina di un parco giochi e osservo i genitori giocare con i propri figli. Quando ero piccolo io, nessuno di noi utilizzava l’Unicità, ora invece…
I tempi sono proprio cambiati!
Un bambino, uscito dal nulla, mi si avvicina e mi fissa con i suoi occhi ambrati. In un primo momento sono diffidente. Sono identici a quelli del ragazzo di fumo. Che sia un attacco diretto?
Mi alzo in piedi e lo guardo, pronto a fare la mia mossa.
Il bambino scoppia a piangere. Vomito sangue.
Ma che?
Sento gli occhi di tutti puntati su di me. Sto dando troppo nell’occhio! Cerco di calmarlo e dopo un po’, finalmente, si tranquillizza.
“Perché piangi, bambino mio?”
Si tira su il naso. “Nessuno vuole giocare con me per via dei miei occhi. Hanno paura. Signore, giocheresti con me?”
Faccio un bel sospiro di sollievo. Ho davvero avuto paura di un bambino?
Dannato ragazzo di  fumo! Mi ha messo l’ansia addosso.
Qualcuno mi tira i pantaloni come per chiamarmi.
“Allora giocheresti con me?”
Come potrei dire di no a un bambino?
“Certamente! Come ti chiami?”
“Mi chiamo Yuudai Yano. E tu?”
Non so perché, ma decido di rivelargli il mio vero nome. “Non dirlo a nessuno, ok? Che rimanga fra noi due, piccolo Yuudai. Io sono Toshinori Yagi.”
Ci stringiamo la mano e insieme andiamo a giocare.
 
Dopo essere stati sullo scivolo, aver giocato a fare i castelli di sabbia e a nascondino, qualcuno chiama il piccolo Yuudai.
Il bambino stringe forte la mano e si nasconde dietro di me. Un uomo lentamente si avvicina, in volto un ghigno malvagio.
“È tuo padre?”
Sento che scuote la testa. “Dice di essere mio zio. Mi fa paura, anche se noi viviamo con lui.”
 Noi? Vorrei tanto sapere chi fa parte di questo “noi”.
“Anche a me, bambino mio, fa paura.”
Il presunto zio di Yuudai è di fronte a me e continua ad avere quel ghigno malvagio. Quest’uomo nasconde qualcosa, ma cosa?
“Eccoti qua, Yuudai. Ti ho cercato dappertutto. Forza, saluta il signore.”
Il bambino stringe ancora più forte la mia mano.
Il ghigno si fa ancora più malvagio.”Yuudai, vedi di muoverti. Devo forse ricordarti le conseguenze di ogni tua ribellione?”
 “Allora? Devo forse far venire qua tua sorella? Lo sai che è malata e stanca. Non vorrai farla faticare? Che fratellino orribile.”
Yuddai scoppia a piangere e a testa china prende la mano dell’uomo.
Resisto alla tentazione di trasformarmi e tirargli un bel pugno. Chi si crede di essere?
“Così va molto meglio. Bravo bambino.”
Si girano e si recano verso l’uscita. Yuudai, prima di sparire dalla mia vista, si volta e mi saluta con la manina.
Passata la rabbia, faccio per andarmene ma una donna anziana mi si avvicina.
“Quell’uomo non piace a nessuno.”
“Conosce quell’uomo?”
Annuisce. “Abbastanza. Vede, il piccolo Yuudai veniva qua con la sorella. Un amore di ragazza, sa? I due giocavano sempre insieme, mai con gli altri bambini. Dopo un po’, la ragazza sembrava sempre più pallida e si stancava quasi subito, fino a non venire più qui.”
Fece una pausa per riprendere fiato. “Pensai il peggio non vedendoli più. Da un po’ Yuudai si presenta al parco da solo e tenta in tutti i modi di giocare con gli altri bambini, ma, ahimè, hanno tutti paura dei suoi meravigliosi occhi.”
Povero bambino. Sento un grande dispiacere e affetto verso di lui.
“E ogni volta arriva quell’uomo odioso e lo porta via, senza dimenticare di minacciarlo. Come ha potuto vedere, mette una pressione psicologia a Yuudai. Nessuno di noi può fare qualcosa, perché è lui che si occupa della cura della ragazza.”
“L’uomo è veramente il loro zio?”
“Sì, anche se mi duole ammetterlo. Il signor Yano è il fratello del loro padre.”
“Dove sono i genitori?”
Spero che non siano morti.
“Da qualche parte all’estero. Sa, sono famosi archeologi.”
“Qual è il nome dello zio?”
“Roku. Ora scusi, ma devo andare.”
La saluto, ma la signora mi richiama quasi subito. “Grazie per aver giocato con il piccolo Yuudai. È la prima volta, da quando viene qua da solo, che l’ho visto così felice.”
Le sorrido. “È stato un piacere.”
Sono pronto a rifarlo.
 
Mentre torno a scuola, non faccio altro che pensare al signor Yano. Mi pare di averlo già visto da qualche parte. Forse in televisione? O su qualche giornale? Scuoto la testa. Prima o poi mi verrà in mente.
Rivedo il piccolo Yuudai che mi saluta con la manina.
Povero bambino, chissà che vita dura sta passando.
Non posso farci niente: non devo assolutamente farmi coinvolgere negli affari di famiglia. E questo mi fa sentire male.
Sospirando, mi trasformo e varco i cancelli della U.A., subito salutato da alcuni studenti.
 
“Si può sapere dove sei stato tutto il giorno?”
Recovery Girl sembra resistere alla tentazione di colpirmi nuovamente con il bastone.
“Mi dispiace!”
“Ti ho dato il permesso di fare una passeggiata, non di una gita in città! Eravamo tutti preoccupati per te.”
Preoccupati per me?
“Cos’è tutto questo casino? Signorina Kyoyu, c’è bisogno di te in infermeria. E tu, Toshinori, vedi di non sparire così nel nulla.”
Odio quando Gran Torino mi parla in questo modo. Non sono mica un ragazzino!
Scuoto la testa. Ma che mi sta succedendo? Perché questo pensiero?
M gira un po’ la testa.
“Toshinori, va tutto bene? Sei diventato pallido.”
“Cosa? Oh, vado a sdraiarmi un po’. Ho giocato tutto il pomeriggio con un bambino.”
“Bambino? Qualche bambino?”
“Yuudai Yano, nipote di Roku Yano. Ora però vado.”
Sento Gran Torino dire qualcosa sull’argomento: “Roku Yano… Ho già sentito questo nome in passato.”
 
Dopo aver riposato un pochino, decido di andare a trovare Midoriya. Ho capito che lui non è il traditore e che è stato tutto uno scherzo della mente.
È meglio chiedergli scusa.
Busso e qualcuno mi invita a entrare. Possibile che si sia già svegliato?
Entro e rimando bloccato. Nella stanza c’è sì Midoriya, ma anche il ragazzo di fumo e un uomo.
Subito mi trasformo nella forma muscolosa.
“Che cosa ci fate voi qua dentro? Uscite immediatamente!”
Il ragazzo di fumo posa i suoi occhi ambrati su di me. Questi sono più opaci rispetto a quelli di Yuudai.
“Siamo venuti a trovare… il nostro compagno.”
Ma di che sta parlando?
L’uomo, nascosto da una specie di maschera a forma di nuvola, passa una mano tra i capelli di Midoriya, dopodiché fa un passo avanti.
“L’abbiamo conciato proprio male, ma sai, era l’unico modo per non farlo diventare uno dei sospettati.”
“Che stai dicendo? Midoriya è un bravo ragazzo, lui è…”
“Il traditore, All… Might. Non hai visto… i suoi occhi? Tutti e quattro i cavalieri… hanno gli occhi ambrati.”
Per un momento cedo alle sue parole, ma poi mi sorge un dubbio.
“Aspetta un attimo, dannato ragazzino. Midoriya non può essere uno di voi, perché siete già in quattro. Con lui sarete in cinque.”
Il ragazzo di fumi scoppia a ridere e tira fuori una lama. Mi preparano per un possibile attacco. Per mia sorpresa, pugnala l’uomo mascherato, che cade a terra privo di vita.
Ma che diamine? Perché ha ucciso un suo compagno?
“Perché lo hai fatto?”
“Lui era… una sorta di sostituto. Visto che Midoriya… era qui a scuola, dovevamo… sfruttare qualcun altro per non… destare sospetti. Era lui… che comandava i sogni. Adesso che dormi qui, si è rivelato… totalmente inutile.”
“L’avete semplicemente usato! O forse è tutta una messinscena per farmi combattere contro Midoriya… Sì, dev’essere questo. Vi state prendendo gioco di me e per questo la pagherete!”
Mi lancio contro il ragazzo del fumo, ma appena avvicina la lama a Midoriya, mi fermo.
Dannato.
“Hai detto che è uno di voi, allora perché stai minacciando di ucciderlo?”
“Non esito… a far fuori i compagni. L’hai visto… anche tu prima.”
Allontana la lama e mi fissa. Vedo che Midoriya ha aperto gli occhi e questa volta sono completamente ambrati. Mi sorride, ma non è un sorriso per rassicurare, bensì per confermare il suo tradimento. Poi, come se nulla fosse, si rimette a dormire.
“Adesso cosa farai, All… Might? Dirai a tutti… che Midoriya è uno dei nostri o terrai… la cosa per te? Pensa specialmente… alle conseguenze della scelta. Addio, mio grande… eroe.”
Prende il corpo del compagno e sparisce nel nulla, lasciando al suo posto una grande macchia di sangue.
Cosa devo fare?
Se consegno Midoriya, tutti scopriranno dell’One for All, ma cosa più importante: lo rinchiuderanno per sempre in qualche cella, infangando così il suo nome.
Se tengo la cosa per me, potrei riuscire a farlo tornare sui suoi passi e magari insieme fermeremo il ragazzo del fumo e gli altri due cavalieri, più il loro capo.
Ma può sempre esserci la terza opzione, ovvero che Midoriya non è il traditore e che mi stanno ingannando.
Però aveva gli occhi ambrati, proprio come il ragazzo.
Ho deciso. Nessuno deve sapere questa cosa, almeno finché non trovo le prove.
 
Dopo aver preso dal magazzino alcuni detergenti, pulisco il pavimento dal sangue. Guardo un’ultima volta Midoriya. È veramente un traditore o solo una vittima?
Quando si sveglierà, decido, gli chiederò bene qualche spiegazione.
Entrano Recovery Girl e Gran Torino.
“Hai per caso pulito il pavimento, Toshinori?”
“L’ho sporcato con del cibo. Ora vado. Ciao.”
Sento gli occhi di Gran Torino fissi sulla mia schiena. Probabilmente sospetta qualcosa.
Dannato vecchio. Non riesce a farsi gli affari suoi.
 
Dopo aver passato tutta la notte in bianco, informo tutti che non avrei fatto lezione.
“Oggi passo. Andrò a fare qualche passeggiata. Chiamatemi se dovesse succede qualcosa.”
E speriamo di no!
Decido su due piedi di andare al parco giochi di ieri. Chissà, magari incontro Yuudai.
 
Arrivato, mi rimetto sulla stessa panchina e aspetto. Mi sono affezionato subito a quel bambino.
“Toshinori, che ci fai qua? Non dovresti essere a scuola?”
Gran Torino si siede vicino a me e mi osserva, come se stesse cercando di decifrarmi.
“E perché anche tu sei qui?”
“Non rispondere a una domanda con un’altra domanda. Si può sapere che ti succede? È da ieri che sei strano.”
Mi alzo in piedi. “Non esiste più la privacy?”
Anche lui si alza. “La smetti di comportarti come un ragazzino?”
“Toshinori! Toshinori!”
Ci voltiamo e vedo Yuudai correre verso di me tutto sorridente.
“È lui il bambino che dicevi ieri?”
Lo ignoro completamente e vado ad abbracciare il piccoletto. Subito vengo ripagato, ma all’improvviso si stacca e guarda qualcosa. Seguo il suo sguardo e vedo che Gran Torino è ancora qui.
“Cosa ci fai ancora qui?”
Senza aspettare una risposta, prendo Yuudai per mano e lo porto lontano.
 
“Toshinori, chi era quel vecchietto?”
“Nessuno di importante. Allora, bambino mio, cosa ti piacerebbe fare oggi?”
Ci pensa su un po’. “Camminiamo un po’ per il parco?”
Annuisco, dopodiché lo prendo in spalla.
 
“Yuudai, qual è la tua Unicità?”
Inizia a piangere e lo metto giù. Che gli è preso? Subito lo abbraccio e cerco di calmarlo.
“L-La mia Unicità è cattiva. N-Non voglio averla!”
Rifletto un po’ su. “Sai invece qual è la mia? È quella di fare il solletico a tutti.”
Detto ciò, inizio a fare il solletico a Yuudai, che sostituisce il pianto con le risate.
Dopo aver riso entrambi, gli propongo di andare a mangiare un gelato.
“Ma è mattina! Le gelaterie sono tutte chiuse.”
“Ah, già. Scusa, l’ho dimenticato.”
“Roku Yano, per caso noi due ci conosciamo?”
Nel sentirlo, ci giriamo e vediamo Gran Torino e il signor Yano parlare.
Ancora quell’uomo! E che ci fa con Gran Torino?
“Non so di cosa lei stia parlando, signor eroe.”
“Eppure la tua faccia non mi è nuova.”
“Mi vuole lasciare in pace? Sto cercando mio nipote. Ah, eccoti qui, Yuudai. Oh, e c’è anche il signore di ieri.”
Yuudai mi stringe ancora la mano e mi chiede di portarlo via.
“Yuudai, non starai mica pensando di scappare ancora?”
Mi metto tra il bambino e lo zio. “Signor Yano, perché non mi lascia tenere solo per oggi il piccolo? Ci stavamo divertendo.”
Vedo Gran Torino scuotere la testa. Ma non ha qualcosa di meglio da fare?
Senza ascoltarmi, Roku Yano afferra il braccio di Yuudai e lo stacca da me. Subito scoppia a piangere e cerca di liberarsi.
Adesso ci penso io. La pagherai per avergli fatto questo.
Sto per trasformarmi, ma Gran Torino si porta vicino a me e mi ferma.
“Adesso basta, Toshinori. Non puoi fare niente per quel bambino.”
A malincuore lo vedo andare via, trascinato con la forza dallo zio.
Un giorno la pagherà.
 
Mentre torniamo a scuola, Gran Torino scuote la testa.
“Cos’hai ancora?”
“Mi stai veramente chiedendo che cos’ho? Davvero? Sei diventano scemo o cosa?”
Sbuffo e aumento il passo. Mi raggiunge e si ferma davanti a me.
“Cos’hai te, Toshinori.”
“Non ho niente.”
Sospira. “Non sei cambiato affatto da quando eri un adolescente. Vedi di svegliarti!”
Lo supero e mi reco a scuola per conto mio, ignorandolo completamente.
Ho troppe cose in sospeso. Non ho tempo di sentire le paranoie di un vecchio.
 
Passo tutta la giornata per conto mio, chiuso nell’infermeria. Rifiuto qualsiasi contatto con gli altri eroi, accettando soltanto il cibo.
Mi viene ancora mal di testa e, presa una tachipirina, mi metto a dormire.
 
“All… Might.”
È ancora qui.
Mi metto seduto e osservo il ragazzo del fumo.
“Cosa vuoi ancora?”
“Hai deciso… di tenerti la cosa per te. Bravo!”
Mi metto in piedi e mi trasformo nella forma muscolosa, portandomi poi di fronte a lui.
“Mi state prendendo in giro. Midoriya non è dalla vostra parte.”
“Oh, ne sei… certo? Hai per caso… le prove?”
Allunga una mano e io subito la scaccio via. Voglio proprio uccidere questo ragazzo.
Scoppia a ridere. “Sei così… divertente.”
Sparisce ancora nel nulla. Si può sapere che problemi ha?
Abbasso lo sguardo e vedo una foto sul pavimento. Mi inchino e la raccolgo, dopodiché la osservo. È una foto di gruppo. Al centro c’è il ragazzo di fumo, due uomini mascherati, uno con una maschera a forma di orologio e l’altro a forma di stella, e vicino a loro tre c’è… Midoriya?
Che significa tutto ciò?
Scuoto la testa. Dev’essere ritoccata.
Giro la foto e leggo una frase: “Uniti per vendicarlo.”
La lascio cadere. No, si stanno prendendo gioco di me. Non è la prima volta che lo fanno.
Riprendo la foto e la faccio a pezzi.
Nessuno può usare Midoriya in questo modo!
Mi rimetto a dormire.
Domani parlerò con Midoriya. Se è veramente un traditore, mi dirà qualcosa.
Prima devo sbarazzarmi di Gran Torino e degli altri eroi.
E già che ci sono, farò qualche discorsetto allo zio di Yuudai. Nessuno può trattarlo così male!

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Capitolo 7
*** All Might-Midoriya ***


Dopo una notte passata a sognare il nulla assoluto, mi lavo e mangio qualcosa.
Devo riuscire a trovare un modo per allontanare Gran Torino e gli altri eroi da Yuu… Midoriya. Come posso fare? Non posso certo andare da loro e dire: “Ehi! Credo che Midoriya sia un traditore, bla bla bla... Potete lasciarmi un attimo da solo con lui?”
Assolutamente no!
Devo riflettere attentamente. È possibile che Midoriya sia veramente una vittima, quindi non devo darlo in pasto agli altri eroi. Nemmeno Gran Torino lo deve sapere. Chissà cosa potrebbe fare. Pensa, Toshinori, pensa!
Pur spremendomi le meningi al massimo, non riesco a trovare una soluzione.
Decido di andare a fare una passeggiata. Forse, prendendo un po’ di aria fresca, il mio cervello funzionerà meglio.
 
Faccio per uscire dai cancelli, quando qualcuno mi chiama. “Toshinori!”
È quel vecchio di Gran Torino.
“Che vuoi?”
Mi tira un pugno. “Ti sembra questo il modo di parlare a qualcuno più vecchio di te?”
Sbuffo e mi volto. “Devo andare. Ciao.”
Mi prende il braccio e me lo stringe forte. “Non ci pensare neanche! Noi due dobbiamo parlare. È da qualche giorno che ti comporti in modo strano.”
Cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma ogni mio sforzo risulta vano.
A mali estremi, estremi rimedi.
Mi trasformo nella forma muscolosa e mi libero della sua mano e lo spingo via, dopodiché ritorno normale.
“A dopo.”
Mentre esco dal perimento scolastico, lo sento dire qualcosa, ma non comprendo cosa.
 
Mi do dello stupido da solo. Mi sono trasformato senza aver controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi!
Mi fermo. Perché sto camminando fuori? Ma certo! Sto andando al parco per vedere se c’è Yuudai!
Vedo che poco più avanti c’è una pasticceria e decido di comprare qualche dolcetto per il piccoletto.
 
Mi siedo su una panchina e aspetto. Oggi verrà Midoriya?
Midoriya? Perché mi è venuto in mente?
Ma certo! Sono preoccupato per lui, visto che è stato ferito gravemente dal ragazzo di fumo. Chissà perché mi è venuto in mente se sarebbe venuto qui oggi?
Un momento. Io sono qui per Yuudai, non per quel traditore di Midoriya.
O no?
Yuudai non è un traditore… No, Midoriya non lo è. Ma che dico? Certo che lo è!
No!
Yuudai è Midoriya… Midoriya non è Yuudai.
Sento come se la testa stesse per esplodere. Che mi sta succedendo?
 
“Toshinori. Toshinori!”
Apro gli occhi e mi trovo davanti il volto preoccupato di Yuudai e di altre persone. Cosa mi è successo?
“Va tutto bene?”
Annuisco e le persone intorno a me se ne vanno, anche se alcune esitano un po’.
“Signore, è sicuro di star bene? Vuole che le chiami un’ambulanza?”
“La ringrazio, ma non serve. Mi sto già riprendendo.”
Appena gli ultimi spettatori se ne vanno, Yuudai si siede vicino a me e mi guarda, chiedendomi se sto veramente bene.
È proprio un bravo bambino.
Gli passo un dolcetto. “Certamente, bambino mio. Ho la pelle dura, io!”
Mangiamo insieme i dolcetti comprati prima, mentre parliamo del più e del meno.
 
“Yuudai, quanti anni hai?”
“Ne faccio otto la prossima settimana! E tu?”
Gli dico la mia età all’orecchio e lui rimane sorpreso. Mi viene spontaneo sorridere. Tutti rimangono sorpresi quando rivelo la mia età.
“Toshinori, andiamo a giocare?”
Annuisco e vedo che tira fuori quattro giocattoli dallo zaino: una corda, una pallina, un action figure di All Might e il peluche di un tirannosauro.
Mi passa la corda e scorgo nei suoi occhi un’aria di sfida.
“Vince chi fa più salti in un minuto. Te la senti, nonnetto?”
“Oh, questo nonnetto deve proprio darti una bella lezione.”
 
Mi siedo sulla panchina per riprendere fiato. Yuudai è riuscito a fare una quarantina di salti, io… be’, la sua è stata una vittoria schiacciante.
Se fossi stato nella forma muscolosa l’avrei battuto.
Scoppio a ridere e Yuudai mi guarda confuso.
“Ignorami. L’aver perso contro un bambino mi ha mandato in tilt il cervello. Allora, adesso giochiamo con la palla?
Scuote la testa e prende l’action figure e il peluche. Allungo la mano verso il tirannosauro, ma mi allunga invece All Might.
È il primo bambino che incontro che non vuole usare l’action figure di All Might.
“Sicuro di non voler All Might?”
Annuisce e imita il verso di un tirannosauro. “Preparati a perdere, eroe!”
“Ah ah ah! Ti sbagli. E sai perché? Perché io non perdo mai!”
 
Ancora una volta vince Yuudai.
“Accidenti. Non ti stanchi mai di vincere?”
Mi fa la linguaccia. “E tu non ti stanchi mai di perdere?”
Entrambi scoppiamo a ridere, ma subito il momento viene interrotto.
“Yuudai! Quante volte te lo devo dire di non uscire di nascosto?”
Il signor Yano viene dalla nostra parte, in viso sempre quel suo ghigno. Chi altri poteva essere se non lui?
“Ah, il signor Yagi. Vedo che sta sempre con mio nipote.”
“Signor Yano. È un piacere vederla.”
Si volta verso Yuudai. “L’hai fatto?”
“N-Non proprio. È stato più complicato delle altre volte.”
Fatto cosa? Di cosa stanno parlando?
Il signor Yano afferra la spalla del nipote e stringe forte la presa. “Non voglio ripeterlo più: l’hai fatto, sì o no?”
Il piccolo scoppia a piangere e scuote la testa, prendendosi poi una sberla.
“Stupido e inutile moccioso. Torniamo a casa. Arrivederci, signor Yagi.”
“Eh, no! Non deve più permettersi di mettere le mani addosso al bambino!”
A fatica trattengo la voglia di trasformarmi.
“T-Toshinori, per favore, lascia stare. Non intrometterti.”
“Sì, Toshinori, lascia stare.”
Apro la bocca per protestare, ma la richiudo quando scorgo Gran Torino.
Che ci fa lui qui? D’accordo. Per questa volta non parlo più.
Il signor Yano ghigna soddisfatto e trascina via un povero Yuudai in lacrime. La prossima volta non sarà così fortunato.
 
Gran Torino batte le mani. “Davvero un bello spettacolo, Toshinori. Complimenti!”
“Non so che cosa mi sia preso. Mi dispiace.”
Si avvicina e mi fissa sorpreso. “Mi mancava questa parte di te, ovvero quella non scontrosa.”
“Di che stai parlando?”
“Oh, niente. Domani hai qualche cosa da fare?”
“Penso di no. Perché?”
“Perché tutti gli eroi della U.A. dovranno ascoltare da Midoriya tutto quello che gli è successo.”
“Già domani? Si è ripreso completamente?”
“Quasi. Sarà contento di vederti.”
Meno male che è quasi guarito. Sono proprio felice. Però una cosa non mi torna: perché non sono mai andato a fargli visita?
Ma certo! Ho avuto sempre Yuudai nella testa, dimenticandomi del tutto di Midoriya. Accidenti, che stupido che sono.
“Torniamo alla U.A.?”
 
Sono nell’aula professori quando mi accorgo di non avere il cellulare. Dove l’avrò messo? Proprio ora che mi serve!
Nella mia stanza! Cioè, nell’infermeria.
 
“Allora eri qua sul comodino!”
Sono proprio sbadato.
Lo prendo, ma sento un dolore tremendo alla testa. Delle scene compaiono nella mia mente, mischiandosi con la realtà…
Midoriya tutto bendato. No, Midoriya che finge di stare male.
Midoriya con gli occhi verdi. No, Midoriya con gli occhi ambrati.
Midoriya con gli amici. No, Midoriya con il ragazzo di fumo e altre due persone.
Midoriya che è un bravo ragazzo. No, Midoriya che è un traditore.
Midoriya che è determinato nel completare il piano. No, Midoriya che è pentito nel completare il piano.
Midoriya che rivela agli eroi di essere il traditore. Midoriya che viene attaccato, arrestato e processato.
“NO!”
 
Apro gli occhi. Sono steso per terra. Cosa mi è successo? Sento la testa girarmi.
Mi rimetto a fatica in piedi e all’improvviso mi tornato in mente quelle scene. Midoriya quindi è pentito!
Un momento. Se è pentito, quindi racconterà tutto agli eroi. Non devo permetterlo.
Prima o poi i colleghi lo verranno a sapere, quindi devo trovare un modo per allontanarli.
“Midoriya, ragazzo mio. In qualche modo ti salverò, anche se sei stato mio nemico.”
 
Mi ci è voluta tutta la notte, ma finalmente so cosa fare. Non mi resta che raggiungere gli altri da Midoriya.
 
Appena mi avvicino alla porta, sento Midnight parlare: “E adesso cosa facciamo?”
E subito il direttore risponde: “Questi avversari superano la super intelligenza datami dall’Unicità. Credo che dovremo dare l’allarme nazionale, informando tutti gli eroi di questa minaccia.”
Mi trasformo nella mia forma muscolosa ed entro, mantenendo uno sguardo serio.
“No.”
Tutti si voltano e mi fissano.
“Nessun eroe deve sapere di questa storia. E voglio che me li lasciate affrontare da solo.”
Gran Torino si porta davanti a me. “Ma sei stupido?”
“Questa è la mia battaglia, non la vostra.”
Vedo che tutti sono sorpresi. Bene. Il mio piano sta funzionando.
“All Might, manchi di razionalità. Come farai ad affrontarli da solo, se hai rischiato di morire già una volta?”
“Non sono stato chiaro? È la mia battaglia, voi non c’entrate nulla.”
“Non pensi agli studenti? Uno di loro è stato attaccato e ferito gravemente! Stiamo cercando una soluzione anche per loro, non solo per te.”
Sospiro. È arrivato il momento.
“Sapete bene perché è stato aggredito: vi siete intromessi creando i caschi. Ma non è solo colpa vostra.”
Mi fermo e fisso Midoriya.
“Se questo stupido ragazzino fosse scappato, anziché fare l’eroe, ora non sarebbe bendato.”
No, perché ho detto questo? Dovevo dire altro.
Gran Torino interviene per difenderlo: “Ragiona, All Might. Se non avesse combattuto, a quest’ora sarebbe ridotto peggio. O morto…”
“Non è un mio problema.”
E questo? Dannazione!
Nessuno parla o fa qualcosa.
Devo andarmene da qua. Mi sembra di non avere il pieno controllo della mia mente.
Sbuffo.
“C’è altro? Bene. Ho del lavoro da fare.”
E finalmente me ne vado.
 
Che mi è preso? Ho sbagliato la parte più importante!
Sento dei passi farsi sempre più vicini. Devono essere gli altri eroi. Non devo farmi vedere, se no mi riempiranno di domande.
Con la mia velocità “scappo” nei giardini della U.A., fermandomi poi in un aula. Subito ritorno normale.
C’è mancato veramente poco.
E adesso? Ritorno in infermeria o vado al parco?
 
Mi siedo sulla solita panchina e aspetto, domandandomi se anche oggi Yuudai verrà, dopo quello che è successo ieri.
Però è strano. Non ricordo tutta la giornata di ieri. Mi mancano alcuni punti. Sarà che sto invecchiando?
Mettendo il pensiero da parte, guardo gli altri bambini giocare. Yuudai dovrebbe imparare a giocare con loro, non solo con me e con sua sorella.
“Lei è il signore che gioca sempre con Yuudai, vero?”
Alzo lo sguardo e mi trovo davanti una signora anziana, la stessa che mi aveva parlato della sorella di Yuudai.
“Sì, sono io.”
“Stamattina è venuta qua la sorella di Yuudai e si è messa a cercarla. Non trovandola, mi ha chiesto di dirle che per un po’ il fratellino non verrà. Oh, mi ha anche detto di darle questo foglio. Povera ragazza! Avrebbe dovuto vedere come è conciata.”
Mi porge un foglio piegato. Lo spiego per bene e vedo che è pieno di disegni che ci raffigurano: noi che saltiamo con la corda, che andiamo sull’altalena o che giochiamo a rincorrerci.
Sono così commosso che sento una lacrima scivolarmi lungo la guancia.
“Non ho proprio parole. Sono molto belli questi disegni. Grazie.”
Visto che il mio piccolo amico oggi non verrà, decido di fare un giro a casa. Quindi, con il disegno ben piegato in tasca, saluto la signora anziana e mi incammino.
 
Da quanto tempo manco da casa? Forse una settimana.
È tale e uguale a come l’ho lasciata, con l’aggiunta di un po’ di polvere e qualche macchia di sangue per terra e sul letto.
Prima o poi pulirò tutto. No, perché non farlo adesso?
 
“È stata una faticaccia, ma finalmente è pulita.”
Niente più polvere sui mobili. Quando le lenzuola si saranno asciugate, anche il letto sarà apposto.
Tiro fuori dalla tasca il foglio di Yuudai e lo appendo sul frigo.
Mi sembra di essere il papà che appende un disegno del proprio figlio.
Anche se non abbiamo legami di sangue, voglio proprio bene a quel bambino.
Mangio qualcosa e guardo l’ora. Fra poco devo tornare a scuola.
 
Superati i cancelli, cammino tranquillamente verso l’ingresso. Tutti gli studenti sono andati a casa, mentre gli insegnanti, per fortuna pochi, sono ancora qui. Gran Torino dove sarà?
“All… Might.”
Ancora lui!
“Dove sei? Fatti vedere.”
Sento un brivido dietro la schiena e mi volto, giusto in tempo per schivare un suo pugno. Sembra essersi fatto più lento.
“Yuudai… Yano.”
“Cosa hai detto?”
“Yuudai… Yano. Se non sbaglio, è il tuo… piccolo amico.”
Sento montarmi la rabbia, ma devo cercare di rimanere calmo.
“Come fai a conoscerlo?”
Anziché rispondere, mi lancia una busta, invitandomi a vedere attentamente il contenuto. Apro lentamente la busta e tiro fuori quattro fotografie.
Nella prima foto si vede Midoriya che tiene sollevato da terra Yuudai.
Nella seconda Midoriya che gli ha appena tirato un pugno, per fortuna senza utilizzare l’One for All.
Nella terza Yuudai, steso a terra, che perde sangue dal naso e che piange.
Nella quarta Midoriya che si prepara a colpirlo con un calcio.
 
Che significa tutto ciò? Perché mai Midoriya dovrebbe fargli del male? Un momento, queste foto potrebbero essere false. Dev’essere così.
“Chi pensi di prendere in giro? Midoriya non farebbe mai del male a un bambino.”
Rimetto le foto nella busta, l’accartoccio e gliela lancio. Lui, senza scomporsi, la raccoglie e la fa sparire.
“Sono tutte… vere. Midoriya ha ferito il bambino. Se no, perché per un po’… non verrà al parco?”
Cosa ha detto?
“Tu come fai a saperlo? Parla!”
Scoppia a ridere. “Lo ha sussurrato… lui: “Toshinori non deve vedermi… in questo stato. Per un po’ non verrò… al parco. Perdonami.” Che cosa… dolce. Ora devo… andare.”
“Aspetta! Perché Midoriya l’ha fatto?”
“Non è… ovvio? Vuole ferirti nel profondo. Dopotutto, lui… è un traditore.”
“Non può essere vero!”
“All Might! Devo dirti una cosa importante!”
Mi volto e vedo Midoriya. Sono così deluso da lui. Proprio non me lo aspettavo. Il ragazzo di fumo mi sussurra qualcosa, che non comprendo, e poi scompare.
“Midoriya…”
Mi dice qualcosa, ma proprio non lo ascolto.
Riprendo nuovamente la parola: “Perché l’hai fatto? Io mi fidavo di te, Midoriya!”
Lentamente si avvicina. “Ma cosa stai dicendo? Cosa avrei fatto?”
Sono stanco di tutte queste messinscene. Devo farlo smettere. Mi trasformo nella mia forma muscolosa e tiro un pugno all’aria. l’onda d’urto lo colpisce e lo sbalza contro la parete.
“All Might… perché? Che ti sta succedendo?”
Sento tutta la rabbia uscire dal corpo. Che sta succedendo a me? A lui, piuttosto. Tradire tutti quanti e ferire un bambino innocente. Devo fermarlo. Devo ucciderlo.
Mi porto davanti a lui, gli stringo il collo con una mano e lo sollevo. Nessuno si intrometterà.
“All Might, non sei in te! Svegliati! Ti prego. Tu sei l’eroe numero uno, il Simbolo della Pace! All Might!”
Sento qualcosa creparsi nella mia testa. Il dolore che provo fa aumentare la mia rabbia e stringo ancora di più la stretta sul suo collo. Lentamente lo vedo perdere i sensi, fino a svenire del tutto.
Le crepe in testa aumentano e alla fine sento come se qualcosa di fosse rotto. Il dolore adesso è talmente forte che urlo.
La mia mente è invasa da tantissime scene che si sovrappongono fra di loro, ma in tutte c’è Midoriya.
“Che diavolo mi sta succedendo?”
 
Sono piegato in due dal dolore. Quelle scene per fortuna hanno smesso di invadere la mia mente, lasciandomi con i sensi di colpa.
Cosa ho fatto?
“Toshinori!”
Sento dei passi avvicinarsi di corsa, dopodiché Gran Torino entra nel mio campo visivo. Il dolore non mi permettere di capire cosa mi sta dicendo.
Alzo lo sguardo e vedo Recovery Girl china su qualcuno. Si è un po’ spostata e vedo che quel qualcuno è… Midoriya! E il dolore, così come è venuto, scompare.
“È colpa mia. Sono stato io fargli del male” sussurro. “Pensavo che fosse il traditore. Mi dispiace.”
Gran Torino e Recovery Girl mi fissano, poi il mio maestro mi dice di trasformarmi nella forma muscolosa e di portarlo in infermeria.
Trasformarmi?
Abbasso lo sguardo e vedo che sono nella mia vera forma. Devo essere tornato normale quando è iniziato il dolore.
 
Lo adagio lentamente e con attenzione sul letto, dopodiché torno normale.
Recovery Girl, dopo che le ho detto che gli ho stretto il collo, inizia subito a controllare il respiro.
“Adesso vuoi spiegarci che ti è preso? Perché lo hai attaccato?”
Racconto tutto, dalla visita del ragazzo di fumo per informarmi nel traditore a quando ho aggredito Midoriya.
 
***************************************************************************************

“E quindi, preso dalla rabbia, l’ho aggredito. Pensavo che fosse tutto vero. Mi dispiace.”
Dopo aver riconosciuto la voce di All Might, apro gli occhi e mi ritrovo davanti il suo volto e quello di Gran Torino e Recovery Girl.
“All Might… Signor Torino… Recovery Girl…”
Mi guardano e mi sorridono, chiedendomi se sto bene. Rispondo che mi fa male il collo.
“Ragazzo mio, è tutta colpa mia. Sono stato ingannato dalla mia stessa mente e dalla paura.”
Lo guardo dapprima sorpreso e, quando mi tornano i ricordi degli ultimi minuti, confuso.
Ma che sta dicendo?
Vedendo la mia confusione, All Might mi spiega tutta la storia.
 
“Quindi, ti hanno convito che fossi il traditore. Io non ti tradirei mai, All Might. E non ferirei mai questo Yuudai.”
Mi scompiglia i capelli. “Adesso me lo sono ricordato. Scusami. Cercherò di non dimenticarmelo mai più.”
Gli sorrido e vengo subito ricambiato.
“Pensi che Yori abbia fatto veramente qualcosa al piccoletto?”
Lui scuote la testa e sospira. Il non sapere niente è davvero fastidioso.
Gran Torino tossisce per avere la nostra attenzione.
“Vogliate scusami, ma dobbiamo mettere Yuudai da parte. Midoriya, chi sarebbe Yori?”
Prendendo un bel respiro, racconto la conversazione avuta prima con Yori.
 
Gran Torino annuisce. “Quindi, si chiama Yori, è una ragazza diciottenne e sorella, ma non di sangue, degli altri tre. E fa tutto questo grazie alla sua Unicità. Ed è collegata con il piccolo Yuudai.”
All Might subito prende la parola. “Collegata con Yuudai? Spiegati.”
“Ragiona. Questo bambino è comparso dal nulla non appena Midoriya è stato ferito. Da quel momento, la tua mente ha ritenuto Midoriya un traditore e Yuudai una cosa, scusa la parola, troppo importante per te. E oggi, Yori ha usato questa tua debolezza, perché lo è, contro di te, facendoti attaccare il tuo prediletto. Non ti sembra strana la cosa? E non dimentichiamoci che lui, come Yori, ha gli occhi ambrati. È troppo una coincidenza.”
“E se non fosse così?”
“Be’, le mie sono solo supposizioni. È ancora presto per dirlo, ma dobbiamo tenere conto della cosa.”
Gran Torino ha ragione, anche se mi fa male pensarlo. Però una cosa non mi torna.
“All Might, le tue non erano altro che visioni, come se qualcuno avesse preso possesso della tua mente. Qualcuno deve essere stato. Ma chi?”
Lui scuote la testa. “Potrebbe essere stata Yori o magari Yuudai… Dobbiamo sbrigarci a scoprirlo.”
Tutti annuiamo. Dopo averci tirato questo tiro mancino, ovvero l’aver messo All Might contro di me, siamo più motivati nel finire al più presto tutta questa storia.
Recovery Girl, che è sempre rimasta in silenzio, inizia a parlare: “È tardi. Midoriya ha bisogno di riposarsi. Lo stesso vale per te, All Might. Domani dovrete raccontare tutto agli altri eroi.”
Dopo tutti i saluti, loro tre escono, ma All Might, prima di chiudere la porta, mi chiede nuovamente scusa. Gli rispondo che non è necessario e che non è colpa sua. Dicendo un’altra serie di scuse, mi lascia da solo.
Mi sento in colpa per non averlo potuto aiutare. Ho deciso: quando sarò libero di muovermi, cercherò questo Yuudai, così magari scoprirò qualcosa.
 
 
Salve a tutti! Chiedo subito per non aver fatto uscire in fretta il capitolo. Vedete, in questi giorni ho proprio poco tempo e in più devo dividere il pc con la mia gemella (che palle!), e ieri è pure saltata la connessione per la pioggia! Ma va be’.
Ho anche una notizia da darvi: sto scrivendo delle piccole bozze su due OneShot che mi sono venute in mente. Vi posso dire che una è romantica (ma i protagonisti non saranno Midoriya e All Might, ma altri).
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Midoriya ***


Stranamente sono riuscito a dormire, nonostante tutto quello che è successo stanotte. Che sia stata una reazione del mio corpo causata dal dolore al collo provocato da All Might? Non ci devo pensare troppo, dopotutto, poteva andarmi peggio! Se mi avesse colpito direttamente con il pugno, anziché con la sua onda d’urto, lì sì che mi avrebbe ucciso.
Ma è tempo di pensare ad altro. Mi sento già meglio. Vorrei intatti provare a camminare senza appoggiarmi al muro, ma so che devo aspettare Recovery Girl.
Guardo la finestra. Non vedo l’ora di tornare in classe, ma specialmente di vedere la mamma. Vorrei tanto sapere come sta…
Gran Torino entra in infermeria e mi sorride. “Buone notizie! Domani tornerai a casa e lunedì riprenderai ad andare a lezione. Devi resistere solo un’altra notte.”
Non ci posso credere! Finalmente torno a casa! Faccio per alzarmi, ma Gran Torino mi ferma.
“Stanno per arrivare gli altri eroi. Vogliono sapere del tuo incontro con Yori e l’incidente con All Might. Io sono stato incaricato di raccontarti cos’è successo al nostro eroe, ma lo sai già.”
“Signor Torino, adesso cosa faranno con All Might?”
“Ancora non si sa. Forse lo terranno d’occhio o magari lo rinchiuderanno qua dentro, evitandogli qualsiasi contatto umano.”
Non possono rinchiuderlo qua! Il mondo ha bisogno del Simbolo della Pace.
Sentiamo la porta aprirsi, dopodiché il preside e gli insegnanti entrano. Tra di loro c’è pure Power Loader.
Ovvio! Ora che non servono più i caschi, è inutile la sua mancanza.
L’unico a mancare è All Might. Guardo Gran Torino e vedo che anche lui è confuso. Non lo avranno veramente rinchiuso?
“Scusate il ritardo! Ma Recovery Girl non voleva lasciarmi prima di aver fatto un controllo. Oh, ha detto che deve fare un inventario, quindi non verrà.”
All Might, nella sua forma muscolosa, entra mostrando un enorme sorriso.
Il direttore inizia a parlare. “Bene. Midoriya, ti dispiacerebbe raccontarci il tuo incontro con Yori? E anche quello che è successo dopo, per favore.”
Prendo un bel respiro e inizio a raccontare.
 
Midnight scuote la testa. “Il comportamento di Yori è molto strano. Si è comportata diversamente con il ragazzino qui presente. Ha detto che lei non ha nessun legame di sangue con gli altri tre, ma sono comunque fratelli. Però, ha ucciso uno di loro. Ha anche detto che Midoriya è uno di loro, ma sappiamo che è una bugia. Non ci capisco più niente.”
Effettivamente, qualcosa non torna.
“Possibile che abbia mentito su tutto solo per farci confondere le idee?”
Tutti mi fissano e capisco di averlo detto ad alta voce.
“Ben detto, giovane Midoriya. Ciò significa che siamo tornati al punto di partenza. Dobbiamo trovare almeno degli indizi.”
“Yuudai Yano” dice Gran Torino, evitando di guardarlo negli occhi. “Lui è un indizio.”
Vedo All Might scuotere la testa e digrignare i denti. “Lo potete lasciare in pace? È solo un bambino! E adesso è anche una vittima di tutta questa storia.”
“Una vittima? Toshinori, vedi ti tornare in te! Hai iniziato a impazzire quando lo hai incontrato per la prima volta. Non ti sembra strano?”
“Ti sbagli. Ho iniziato a impazzire dopo aver parlato con Yori, quando mi ha detto di un presunto traditore. Ecco quando!”
È agitato. Che non sia “guarito” del tutto?
“Oh, e dimmi, è da lì che hai iniziato a pensare unicamente al bambino? Non mi sembra. Lentamente, dal vostro primo incontro, non te lo sei più tolto dalla mente. Sei diventato talmente aggressivo da aver quasi ucciso Midoriya. Capisci dove voglio arrivare?”
Per la prima volta, il mio eroe sembra molto più vecchio.
“Senza dimenticare che lui, come Yori, ha gli occhi ambrati. Non sono molte le persone con quel colore. È una cosa che non dobbiamo dimenticare.”
Il preside si avvicina alla finestra. “E se Yori non avesse mentito sul fatto che sono in quattro?”
Cementoss si gratta il mento. “Se così fosse, chi sarebbero gli altri tre?”
Gran Torino, guardando velocemente All Might, fa il nome di Yuudai. Tutti gli eroi annuiscono, ma All Might esita.
Mi dispiace per lui. Dev’essersi affezionato molto a quel bambino. Devo assolutamente sapere una cosa.
Alzo la mano per prendere la parola. “Scusate, cosa accadrebbe a Yuudai se venisse catturato?”
È il professore Aizawa a rispondere. “Verrebbe interrogato e poi rinchiuso. Non so dirti per quanto tempo. Ma non gli succederebbe niente di male, se è questo che vuoi sapere.”
“Capisco.”
Guardo All Might. Sembra un po’ sollevato.
Gran Torino sospira. “Be’, per ora possiamo solo fare supposizioni. Non ci resta che aspettare.”
Il preside sorride a tutti. “Bene. Credo che sia arrivata l’ora di andare. All Might, seguimi nel mio ufficio. Anche tu, Gran Torino. Gli altri sono liberi di andare.”
Tutti quanti escono, ma il professore Aizaw rimane.
“Visto che lunedì tornerai a scuola, ci sono alcune cose che devi fare. Durante le ore di All Might e No. 13 dovrai assistere e basta. Sai, per rendere credibile la storia della tua operazione. Recovery Girl ci ha detto che sei già stato operato di appendicite, quindi non c’è bisogno di farti una cicatrice. Tienila comunque coperta con una benda. È tutto chiaro? Oh, non devi raccontare a nessuno di quello che è successo in questi giorni.”
Annuisco. Non c’è proprio bisogno di dirmelo.
 
Apro gli occhi e vengo accecato da una luce. Che stia sognando?
“Finalmente di sei svegliato! Tua madre di sta aspettando fuori.”
Socchiudo gli occhi e vedo che a parlare è stata Recovery Girl. Cosa ha detto? La mamma mi sta aspettando fuori?
Mi alzo in fretta, causandomi un po’ di vertigini. Mi siedo sul letto e aspetto qualche secondo. Passato tutto, mi rimetto in piedi e cammino velocemente verso la porta. Cammino velocemente?
“Ti ho guarito completamente le gambe. Salutami tua madre.”
 
“Mamma!”
“Izuku!”
Mi corre incontro piangendo, dopodiché mi stringe in un lungo e forte abbraccio.
“Sarà meglio andare. A casa ti aspetta un bel pranzetto.”
 
Dopo aver pranzato e passato il pomeriggio a ridere e a scherzare con la mamma, vado in camera e accendo il cellulare. Subito squilla e vedo che alcuni compagni di classe mi hanno mandato dei messaggi per sapere il mio stato di salute.
Sorrido. Sono veramente gentili. Senza perdere tempo, rispondo a tutti i messaggi.
 
“Buongiorno.”
“Oh, sei già in piedi, Izuku?”
Mi siedo e inizio a fare colazione. “Oggi ritorno finalmente a scuola. Anzi, ritorno a seguire le lezioni. Sai, mi sono mancati i miei compagni di classe.”
La mamma mi sorride.
 
“Ehi, Midoriya!”
Mi volto e vedo Iida e Uraraka raggiungermi. Subito mi riempiono di domande e ad alcune proprio non so rispondere.
“Comunque, che ne dite di andare in classe? Qui fuori non c’è più nessuno.”
Loro due annuiscono e insieme, come qualche giorno fa, ci rechiamo in classe.
 
“Sei tornato!”
“Ti sei ripreso bene?”
“Hai avuto paura?”
Vengo accolto bene da tutti, tranne da Kacchan, che rimane indifferente.
Se scoprisse che ho combattuto contro Yori, mi ammazzerebbe.
Entra il professore Aizawa e tutti ci sediamo.
“Vedo che Midoriya è arrivato. Ottimo. Ah, ho già avvertito gli altri insegnati del fatto che non puoi ancora fare le varie attività fisiche. Ok, cominciamo la lezione.”
 
Rientriamo in classe dopo la pausa pranzo e attendiamo l’arrivo di All Might. Ojiro mi ha detto che oggi avrebbe ripreso a fare lezione.
Sentiamo la porta aprirsi e All Might entrare, seguito da… dal professore Aizawa?
Possibile che lo stiano tenendo d’occhio?
“Ah, il giovane Midoriya è tornato! Molto bene.”
Vedo che cerca di mantenere il suo solito atteggiamento. La figura del professore Aizawa lo sta mettendo in difficoltà.
“Il professore Aizawa è qui per un semplice motivo: controllare i risultati delle vostre simulazioni direttamente, senza leggerle su un pezzo di carta. Quindi date il meglio di voi. Plus Ultra!”
 
Guardare i miei compagni fare la simulazione mi rattrista. Vorrei tantissimo partecipare, ma devo mantenere la parte del ricoverato di appendicite. Non mi resta che stringere i denti e aspettare.
Scorgo il professore Aizawa in fondo alla stanza. In un primo momento sembra che stia guardando lo schermo, ma in realtà fissa costantemente All Might.
Capisco. Hanno deciso di tenerlo d’occhio. Ma può la sua Unicità bloccare l’One for All?
Il professore Aizawa sposta gli occhi su di me e io, senza perdere tempo, torno a fissare lo schermo. Che paura che ho avuto!
“Bakugou, ragazzo mio, cerca di non fare sempre di testa tua. Collaborare con gli altri non è un male.”
Trattengo una risata. Kacchan non si smentisce mai. Guardo di sottecchi il professore Aizawa e vedo che scuote la testa. Chissà cosa pensa di lui.
“Ottimo lavoro, ragazzi miei. Prossimo gruppo!”
 
“La lezione è finita. Avete fatto tutti un ottimo lavoro. Ciao a tutti.”
All Might e il professore Aizawa escono dall’aula, mantenendo una certa distanza e senza dire una parola.
“Deku, ti va di andare a prendere un gelato? Uhm? Stai bene?”
Uraraka mi scuote e io porto l’attenzione su di lei. “Scusami, ma ho già un impegno. Sarà per un’altra volta.”
Scorgo la delusione sul suo viso. Subito sento i sensi di colpa. Tutta questa storia di Yori mi sta facendo allontanare dai miei amici.
Stringo i pugni. Non mi importa come, ma fermerò Yori. Costi quel che costi.
 
Dopo aver fatto una breve sosta a casa, mi reco alla spiaggia. All Might e Gran Torino sono già lì. Mi guardo prima intorno e visto che non c’è nessuno, di eroi intendo, li raggiungo.
“Ben arrivato, ragazzo. Allora, Toshinori, perché ci hai chiesto di venire qui?”
All Might si gira e osserva l’orizzonte.
“Midoriya, hanno deciso di tenermi d’occhio, anche se lo hai già capito dalla presenza di Eraser. Gli eroi faranno a turni: di mattina mi sorveglieranno gli eroi che hanno le ore libere; nelle mie ore il direttore, Eraser o Cementoss; e nel tempo libero Gran Torino. Tutti loro devono prendere nota di tutto quello che faccio e dico.”
Sposto gli occhi su Gran Torino e vedo che annuisce, confermando quello che All Might ha appena detto.
“Non ci hai ancora detto perché siamo qua.”
“Se ciò che penso è vero, allora so chi, oltre a Yori, fa parte dei cattivi” e finalmente si gira verso di noi. “Yuudai, anche se lo sospettavate di già, suo zio, Roku Yano, e naturalmente Yori, ovvero sua sorella.”
“Sei sicuro di quello che dici, Toshinori?”
“La mia mente è tornata lucida e ora riesco a ragionare meglio. Non posso ancora dirvi bene tutti i dettagli, ma fidatevi di me, vi prego. Pensateci bene.”
E se non fosse veramente tornato in sé? Se ci stesse portando in una trappola? Però, potrebbe essere tutto un gioco della mente di Yori. Dopotutto, si è divertita a giocare con noi.
No, devo rimanere concentrato.
“All Might, esattamente, qual è il tuo piano?”
Chiude gli occhi e si prende la testa fra le mani. “Stanno costringendo Yuudai a rimanere dalla loro parte. Il mio piano è quello di trovarlo, parlargli e portarlo dalla nostra di parte.”
“E se volesse rimanere fuori da questa storia?”
“Allora lo nasconderemo!”
“Toshinori, il tuo piano non funzionerà mai. Pensaci bene: quali sono le loro vere Unicità? Chi è l’ultimo membro? E soprattutto, chi è il loro capo, se ne hanno uno?”
Il signor Torino ha ragione. Il piano di All Might non è neanche un vero piano. Ma non posso lasciarlo da solo, non dopo tutto quello che ha fatto per me.
“All Might” lo guardo dritto negli occhi e gli sorrido. “Io sono con te. Ti aiuterò a trovare il piccolo Yuudai, basta che troviamo un piano intelligente. Eh eh.”
“Voi due siete stupidi allo stesso modo. E va bene! Mi aggrego anche io. Qualcuno deve pur tirarvi fuori dai guai.”
“Vi ringrazio. Non so cosa avrei fatto senza di voi.”
“Saresti andando in giro come un matto a cercare il bambino, combinando guai e finendo ucciso, senza offesa. Non cambi mai, eh, Toshinori?”
 
Sono veramente esausto. Abbiamo passato tutta la sera a pensare a un piano, ma nessuno andava bene, visto che non siamo in possesso di indizi.
Potevamo passare anche tutta la notte a creare piani, ma, fortunatamente, la mamma mi ha chiamato perché era preoccupatissima.
Non faccio altro che causarle preoccupazioni su preoccupazioni.
Mi metto sotto le coperte e cerco di dormire, ma il sonno non vuole venire.
Allora inizio a girarmi e rigirarmi nel letto, cercando una posizione più comoda. Inutile dire che fallisco.
Appoggio i piedi a terra e mi alzo. Mi è venuta sete a furia di muovermi.
Mi incammino verso la porta, ma qualcosa mi afferra in vita.
“Preso.”
Cerco di liberarmi, ma qualcosa mi trascina verso la finestra. Ma che sta succedendo?
Appena mi ritrovo a terra, alzo subito gli occhi e mi trovo in balia del…
“Del Dark Shadow di Tokoyami?”
Deve aver perso il controllo. Quando è buio, il potere di Dark Shadow aumenta, sopprimendo la volontà di Tokoyami.
Sì, ma così è troppo strano. Che stia sognando? No, dev’essere la realtà.
Dark Shadow mi stringe ancora più forte e mi porta via con sé.
 
Mi lancia per terra.
A fatica alzo lo sguardo e vedo che siamo in un vecchio magazzino. In lontananza, attraverso i buchi nel muro, si intravedono le luci della città.
“Tokoyami, cerca di resistergli! Non lasciarti controllare.”
“È tutto… inutile. La sua mente sta riposando. Dark Shadow è sotto… il mio controllo, Izuku… Midoriya.”
“Yori! Dovevo immaginarlo.”
Compare dietro alla massa nera dell’Unicità del mio compagno. Gli occhi ambrati, come al solito, risaltano su quel fumo nero.
“Dovevi, ma non l’hai…. fatto. Sei proprio…. Uno stupido.”
“Yori, perché continui a combatterci? Sei malata, dovresti riposarti!”
Si avvicina. “Malata, eh? Allora… lo avete finalmente capito.”
Annuisco. “Dov’è Yuudai? Lui non c’entra niente con questa battaglia!”
“Preoccupati prima di te… e del tuo amico. Dopo che ti avremo ucciso, mi sbarazzerò… di lui.”
Mi rimetto in piedi. Dopo quello che ha detto, sento invadere il corpo di una forza smisurata.
“Nemmeno lui c’entra. Cosa gli hai fatto?”
Scoppia a ridere. “Te l’ho detto: è sotto… il mio controllo.”
Senza aggiungere altro, si lancia contro di me e tenta di colpirmi. Io riesco a schivare il suo colpo, ma Dark Shadow mi colpisce, scaraventandomi ancora a terra.
Così non va affatto bene. Già Yori è fortissima, se si aggrega anche Dark Shadow… Be’, sono spacciato. Da solo non ce la posso fare.
I due si lanciano ancora all’attacco. Cerco in tutti i modi di schivare, ma non sempre riesco.
Non concluderò niente se continuo a schivare. Devo per forza contrattaccare!
Detto ciò, all’ennesima schivata, mi lancio contro Yori.
“Detroit… SMASH!”
Riesco a colpirla e lei finisce fuori dall’edificio. È ancora presto per cantare vittoria. Mi volto verso Dark Shadow. Il suo punto debole è la luce, ma qui non la troverò mai. Ci vorrebbero Kacchan e Todoroki. Loro sì che riuscirebbero a procurarsela.
Non importa. Devo trovare un altro modo.
Schivo a fatica un suo attacco. Yori è ancora a terra, ma non è svenuta. Se lo fosse, Tokoyami sarebbe libero, ma non è così. Allora cosa sta aspettando?
Che sia la malattia? O magari sta solo facendo fare il lavoro sporco a Dark Shadow?
“Non devi preoccuparti. E sai perché? Perché ci sono qua io!”
Qualcosa sfonda il soffitto e la forte luce di un incendio illumina l’area.
 
Un incendio? Ma cosa?
All Might, in forma muscolosa, si porta vicino a me. Tra le mani ha una fiaccola. Dietro di lui compare Gran Torino, e anche lui ha lo stesso oggetto tra le mani.
Sorrido. Abbiamo una chance di vittoria!
Sentiamo dei gemiti e vediamo Dark Shadow diventare sempre più piccolo, fino a scomparire del corpo svenuto di Tokoyami.
Faccio per recarmi da lui, ma All Might mi ferma.
“Non è il momento, ragazzo mio. Prima abbiamo un problema da affrontare.”
Yori, infatti, si è rialzata e lentamente cammina verso di noi.
“I miei complimenti, All… Might, Gran… Torino. Avete fatto… un’ottima mossa. Devo anche ringraziarti… Toshinori Yagi. Il mio fratellino si è divertito molto… con te.”
“Dannata ragazza!”
“Calmati, Toshinori. Non hai tempo per perdere il controllo. Cerca di rimanere lucido.”
Annuisce e si mette in posizione. Anche noi lo imitiamo.
“Tre contro… uno. Non mi resta che… togliermi le manette.”
Sentiamo un rumore metallico, e vediamo le sue manette a terra.
“Midoriya, porta il giovane Tokoyami via di qui. Noi cercheremo di fermarla.”
“Ma…”
Alza il pollice verso di me e sorride. “Non preoccuparti. Qui ci pensiamo noi. Va’, presto!”
Mi precipito dal mio compagno, lo preso per la vita e salto via utilizzando l’One for All.
Sento All Might gridare l’urlo di guerra: “Preparati al peggio, Yori!”
Sforzandomi di non voltarmi o di fermarmi, stringo la presa e continuo la mia corsa.
 
Mi fermo per prendere fiato e recuperare un po’ di energie. In lontananza intravedo a fatica la luce dell’incendio.
Chissà come se la stanno cavando All Might e il signor Torino.
“D-Dove sono?”
Trattengo un urlo. Tokoyami si sta riprendendo. Non va affatto bene. Cosa devo fare?
“Sei nel dormiveglia. Chiudi gli occhi e dormi.”
Cerco di dirlo con certezza e per fortuna, o forse perché è ancora debole, si addormenta. Faccio un enorme sospiro di sollievo. Almeno questa è fatta.
Riporto l’attenzione sul magazzino in lontananza. Da qui non si vede e non si sente la battaglia. Come starà andando? Vorrei tanto saperlo, ma devo portare Tokoyami al sicuro: a casa sua.
 
“Ora che Tokoyami è al sicuro, cosa devo fare? Devo raggiungere gli altri?”
Staranno ancora combattendo? Sono feriti? Chi avrà vinto?
Scuoto la testa. All Might mi ha detto che ci avrebbero pensato loro, quindi non mi resta che fare un’ultima cosa.
Decido di tornare a casa. Spero solo che la mamma stia ancora dormendo, e che non sia in piedi.
Al buio, da solo e con mille pensieri, mi incammino verso casa, stando attendo a non incontrare nessuno.
 
Visto che tutte le luci sono spente, capisco che la mamma non si è proprio svegliata.
Almeno questo! Adesso devo prendere una bella spinta e varcare la soglia.
Indietreggio un po’, prendo un bel respiro e corro, dopodiché salto in alto e mi afferro alla finestra. Ce l’ho fatta!
Scavalco e atterro sul pavimento il più silenziosamente possibile. Accendo la luce sul comodino, mi siedo sulla sedia e osservo la pianta dei piedi: rovinata e un po’ sanguinante. Lo sapevo! Tra tutte le schivate, le corse e i salti, mi sarei sorpreso del contrario.
Mi reco in bagno e do una lavata ai piedi, gli asciugo e gli riempio di cerotti.
In camera, pulisco il pavimento dalle piccolissime macchie di sangue e chiudo la finestra. Non voglio rischiare un’altra volta. Accendo il ventilatore, spengo la luce e mi metto sotto le coperte, pregando che non mi succeda niente.
 
“Izuku. La colazione è pronta.”
Apro gli occhi. Guardo fuori dalla finestra: è mattina.
Mi stiracchio, sbadiglio e mi alzo. Apro la finestra, respirando l’aria e guardandomi un po’ in giro. Non sembra esserci nessuna agitazione nell’aria.
Spengo il ventilatore e raggiungo la mamma a tavola.
“Stai bene? Fai una faccia un po’ dolorante quando cammini.”
“Devo aver dormito male. Sento i piedi tutti indolenziti.”
Mi sorride e mi dice che guariranno quasi subito. Fosse vero!
 
Mentre aspetto di arrivare alla mia fermata, accendo il cellulare e mi leggo le notizie del giorno. Tra tutte, una mi colpisce particolarmente: “Incendio a un vecchio magazzino fuori città”. Apro la notizia e la leggo velocemente.
A quanto pare, i giornali dicono che i colpevoli, molto probabilmente, sono una delle bande di malviventi in circolazione. Danno la colpa della distruzione al fuoco e al tempo. Nessuna ipotesi di combattimento o altro.
Per fortuna che non c’era nessuno in giro. Altrimenti non oso immagine tutti i problemi che potevano scaturire.
Il mio pensiero vola dritto ad All Might e a Gran Torino. Dove sono? Stanno bene? Sono feriti gravemente? Sono usciti da vincitori o vinti?
Più tardi chiamerò All Might, sperando di non trovarlo occupato.
 
“Ricordatevi che oggi non ci sono le lezioni pomeridiane. Detto ciò, ci vediamo domani.”
Raggiungo Uraraka e Iida per chiedere spiegazioni.
“Scusaci, Deku. È naturale che tu non lo sappia, visto che eri in ospedale. I professori si incontrano per fare gli scrutini. Parleranno anche dell’esame. Sono un po’ preoccupata.”
“Oh, capisco.”
Sento il cuore riprendere a battere.
Seguo gli altri in mensa, ma Gran Torino mi blocca la strada.
“Vieni con me, ragazzo.”
Senza troppi complimenti, mi afferra il polso e mi trascina per i corridoi.
“Va tutto bene?”
Non risponde, ma accelera il passo. Dove mi starà portando?
Lo osservo. Non vedo ferite e sembra camminare bene. Che abbiano vinto? Sì, dev’essere così!
Si ferma davanti a una porta, bussa e mi spinge dentro con lui, dopodiché chiude la porta a chiave.
“Siediti, ragazzi mio.”
Mi volto e vedo All Might, nella sua vera forma, seduto su un divanetto. Ha gli occhi chiusi e tiene la testa appoggiata sulle mani incrociate. Gran Torino si siede vicino a lui, mentre io mi sistemo su uno sgabello.
C’è la stessa aria di quando mi parlò dell’All for One.
“All Might, che succede?”
Apre gli occhi e mi fissa. Nel suo sguardo c’è qualcosa di strano, come se tutta la sua luce fosse sparita.
“Ci abbiamo provato, ma è stato tutto inutile. È troppo scaltra e forte. Nemmeno noi due ci siamo riusciti. Abbiamo perso, Midoriya.”

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Capitolo 9
*** Midoriya-All Might ***


“Ci abbiamo provato, ma è stato tutto inutile. È troppo scaltra e forte. Nemmeno noi due ci siamo riusciti. Abbiamo perso, Midoriya.”
Quelle parole mi cadono addosso come un macigno. All Might e Gran Torino, due degli eroi più forti del mondo, hanno perso, pur combattendo insieme.
Li guardo entrambi, alternando lo sguardo. No, dev’essere successo qualcosa per aver perso la battaglia.
“C-Come è possibile? Come avete fatto a perdere? Ha usato qualche trucco? E dove sono le vostre ferite?”
Gran Torino mi impone di rimanere in silenzio, mentre All Might sospira e chiude gli occhi.
“Quante domande, ragazzo mio” e tenta di fare un sorriso. “Siamo stati feriti, sì, ma Recovery Girl ci ha curati. Anche se praticamente l’abbiamo buttata giù dal letto… Sarò sincero. Tra noi due, quello uscito peggio è stato Gran Torino. E abbiamo perso perché Yori è troppo forte.”
“Ma questo non spiega un bel niente! Hai battuto il Noumu nonostante la sua incredibile forza e...”
“Calmati, ragazzo. Cerca di capirci. Siamo stanchi e Toshinori ha anche i nervi a fior di pelle.”
Mi scuso immediatamente. Non volevo proprio essere invadente.
“Come sta il giovane Tokoyami? Ricorda qualcosa di stanotte?”
“Sembra stare bene. Non ha accennato ai fatti di stanotte, forse per quello che gli ho detto… Oh, sulla via del ritorno ha aperto gli occhi e in qualche modo sono riuscito a fargli credere di essere in un sogno.”
“Speriamo che ci abbia veramente creduto. Nemmeno gli altri eroi lo sanno, e vorrei che rimanesse così.”
“Cosa hai detto? Non erano questi i patti!”
“Fa’ silenzio. Mi gira un po’ la testa…”
Di che patti stanno parlando? Faccio per chiederlo, ma All Might si alza.
“È tempo di andare. Devo incontrarmi con gli altri eroi. Magari ci sentiamo più tardi.”
Esce dalla sala e io rimango da solo con Gran Torino, che scuote la testa e sbuffa.
“Signor Torino, All Might sembrava avercela con te. Avete litigato?”
“No, è solo troppo All Might.”
“Non capisco. Cosa intendi dire?”
Si alza anche lui e mi sorride. “Dagli tempo. Presto ti racconteremo tutto.”
Dev’essere successo qualcosa stanotte.
 
“Deku.”
Cosa mai sarà successo?
“Deku?”
Come hanno fatto a perdere?
“Midoriya? Cos’hai?”
Di che patti stavano parlando?
“Stai male?”
Scoppio ad urlare. “Perché non mi hanno detto niente? C’entro anche io con questa storia, dannazione”
Mi copro subito la bocca e osservo la gente che mi fissa dapprima confusa, poi divertita. I miei amici, invece, sono preoccupati e leggermente imbarazzati. Che vergogna…
“Deku, sicuro di stare bene? Non è che in realtà non ti sei ripreso dall’operazione?”
“Ma che dici? Scusatemi, ero sovrappensiero. Ehm, andiamo in stazione?”
Devo stare attento. Potrei attirare l’attenzione di qualcuno.
 
“Mamma, sono a casa.”
“Di già? Non è presto? Non starai mica male? Vado a chiamare il medico.”
La raggiungo e le dico degli scrutini. È brutto sapere le cose in ritardo.
“Capisco. Scusami, mi sono preoccupata inutilmente. Dev’essere tutta l’agitazione di questi giorni. Prima o poi, il mio cuore cederà. Ovviamente scherzo.”
Le sorrido e vado in camera a fare i compiti. La mamma non dovrebbe dire queste cose neanche per scherzo.
Chiudo subito la finestra. Dopo quello che è successo stanotte, non vorrei ricevere un’altra sorpresa del genere. Accendo invece il ventilatore e mi metto alla scrivania. Tiro fuori il quaderno di inglese per tradurre alcune frasi e il libro di letteratura moderna.
Bene. Al lavoro!
 
Chiudo il libo di letteratura e guardo il sole iniziare la sua discesa per lasciare il posto alla luna e alla notte.
Un momento! Mi è venuto un dubbio su quanto è successo stanotte. Corro a prendere un quaderno dallo scaffare e leggo le particolarità di Dark Shadow, l’Unicità di Tokoyami.
La sua energia è l’oscurità e al buio il mostro diventa più forte e grande”. Stanotte però era sotto il controllo di Yori. Inoltre, lei è in grado di comparire dal nulla, principalmente di notte, anche se c’è qualche luce accesa.
Luce…
Luce e ombra…
Ombra e Oscurità! Yori deve avere un’Unicità in grado di controllore l’oscurità! Ecco perché è riuscita a controllarlo.
“Comunque non spiega la sua vittoria. Devo per forza farmi raccontare da All Might e Gran Torino tutto il loro combattimento. Da quando si è tolta le manette alla fine della battaglia.”
Aspetta.
Yori si era tolta le manette perché era in svantaggio numerico, però quando abbiamo combattuto, una settimana fa, se le era rimosse, anche se eravamo solo noi due. Perché?
Mi spremo al massimo le meningi, ma non riesco a trovare nessuna possibile soluzione.
Adesso i misteri su Yori sono due: come ha fatto a vincere e in base a cosa si toglie le manette.
No, non devo arrendermi così. C’è un unico modo per saperlo.
Prendo il cellulare e chiamo All Might.
“Risponde la segreteria telef…”
Riattacco. Che sia ancora in riunione? Però mi sembra strano, visto che è già tardi.
Digito allora il numero di Gran Torino e questa volta, per fortuna, non parte la segreteria.
“Pronto?”
“Signor Torino, sono Izuku Midoriya.”
“Ah, Midoriya, cosa ti serve?”
“Credo di aver scoperto qualcosa su Yori, ma dovete raccontarmi tutto il vostro combattimento. Sai, è per avere la conferma. Ti prego.”
Per un po' ascolto solo il suo respiro. “E sia. Ma credimi, ragazzo, non sarà un...”
Dall'altra parte del telefono sento un'esplosione e Gran Torino imprecare. 
“S-Signor Torino, cos'era quell'esplosione?”
“Devo andare. Fai attenzione e non uscire di casa per nessun motivo.”
Riattacca.
No, no, no. Devo sapere che sta succedendo. Lo richiamo, ma il telefono squilla a vuoto.
Riprovo a chiamare All Might, ma risponde ancora la segreteria.
Gran Torino potrebbe avere bisogno d’aiuto. Cosa faccio?
 
Mi cambio e mi preparo per uscire, ma qualcuno suona il campanello. Chi sarà mai? Io non sto aspettando nessuno. E non penso che quel qualcuno sia venuto per la mamma.
“Oh, Katsuki. Vieni, entra pure.”
Kacchan? Che ci fa lui qua?
“Rimango pure qui, signora Midoriya. Ho bisogno di parlare con Deku.”
“Te lo vado subito a chiamare.”
Sbuco dal corridoio e sorrido. “Non serve, sono già qui.”
Kacchan sposta lo sguardo sulla mamma, dopodiché lo riporta su di me. “Ti aspetto fuori. Signora Midoriya.”
Si inchina ed esce dalla porta. La mamma mi fissa con aria confusa e io scrollo le spalle. Chissà cosa deve dirmi.
Esco e lo raggiungo nel parcheggio.
“Cosa devi dirmi, Kacchan?”
“Seguimi.”
Sento un brivido freddo percorrermi la schiena. Qualcosa non quadra. Decido di seguirlo, ma tengo tutti i sensi all’allerta.
 
Raggiungiamo il parcheggio sotterraneo di un supermercato. Stranamente non c’è nessuna macchina o persona.
È proprio strano. A quest’ora dovrebbe esserci qualcuno e invece…
“Kacchan, perché mi hai portato qui per parlare? Non è troppo lontano e isolato?”
Lui, anziché rispondermi, mi colpisce velocemente con un’esplosione, sbalzandomi contro il muro. Per fortuna che avevo i sensi allerta, altrimenti mi avrebbe fatto molto più male.
Mi rimetto in piedi e scorgo una figura a terra. Tenendo gli occhi fissi su Kacchan, mi avvicino alla figura. La guardo velocemente e mi sento mancare. Completamente legato, ferito e privo di sensi, c’è Gran Torino.
Che diamine sta succedendo?
Sento Kacchan avvicinarsi. Non ho proprio tempo per capire quello che sta accadendo. Afferro in qualche modo Gran Torino e lo trascino verso l’uscita. La sua incolumità ha la massima priorità. Kacchan sembra averlo capito, perché si è fermato e si è messo a braccia conserte.
Uscito dal parcheggio sotterraneo, mi ritrovo all’aria aperta.
Potrei scappare via, ma ciò significherebbe alimentare la furia già presente in Kacchan e fargli perdere il controllo, mettendo in pericolo di vita qualsiasi cittadino.
Appoggio delicatamente Gran Torino a un muretto, lo slego e prendo il cellulare, che per fortuna me lo sono portato dietro. Provo a chiamare nuovamente All Might.
“Risponde la seg…”
Riattacco imprecando. Si può sapere dove sei finito, All Might? Decido allora di inviargli un messaggio, scrivendogli di Gran Torino e di Kacchan.
Spero che lo legga in fretta.
Sento provenire da dentro un’esplosione. Kacchan sta per perdere la poca pazienza che ha. Devo raggiungerlo subito.
Mi porto davanti all’ingresso e mi preparo psicologicamente alla battaglia imminente. So che posso farcela. Guardo un’ultima volta Gran Torino, dopodiché entro.
 
“Ce ne hai messo di tempo, Deku. Cos’è, hai avuto fifa?”
Gli sorrido, provocandogli un moto di rabbia.
“Che hai da sorridere, nerd di merda? Pensi forse di riuscire a battermi?”
Annuisco. “Esattamente. Sono migliorato dalla nostra ultima battaglia. Quindi, preparati a perdere!”
Digrigna i denti e si lancia all’attacco, dandosi velocità con le esplosioni. All’ultimo secondo schivo il suo attacco, quindi lo colpisco in faccia con un pugno, scaraventandolo a qualche ventina di metri da me. Furente, si rialza in fretta.
È veramente tosto. Ma ho accumulato esperienze durante gli scontri con Todoroki, Stain e All Might. Non mi batterà così facilmente.
Mi lancio contro di lui e iniziamo una danza di pugni, calci ed esplosioni. Ogni volta che un mio colpo va a segno, cioè quasi sempre, Kacchan urla di rabbia e perde la concentrazione.
Non faccio altro che sorridere. Lo sapevo! Se fosse in sé, non perderebbe così la concentrazione. Il mio amico è sotto il controllo di qualcuno. Sì, ma di chi? Di Yori? Schivo un suo attacco.
Non può essere sotto il suo controllo. L’Unicità di Yori è il controllo dell’oscurità. Però, potrei anche essermi sbagliato su di lei.
“Muori!”
Mi colpisce in pieno con un’esplosione, facendomi finire contro una colonna. Come ha fatto a colpirmi così velocemente?
Si avvicina, scatenando mini esplosioni sulle mani. “Qual è il problema, Deku? Non ti senti all’altezza?”
Così non va affatto bene. Perché all’improvviso è diventato così forte?
“Yori! Stai giocando sporco.”
Sento dei passi rimbombare per il parcheggio. Sono troppo pesanti per essere quelli di Yori.
“Fermatevi.”
Entrambi ci giriamo verso il nuovo arrivato e insieme gridiamo il suo nome: “All Might!”
Non sta sorrido. No, sta guardando Kacchan con uno sguardo deluso.
Mi ha guardato così poco prima di aggredirmi. Non vorrà mica colpirlo?
Gli si avvicina, sovrastandolo con la sua altezza. Gli posa una mano sulla spalla e si gira verso di me, sorridendomi.
Lo sapevo. Non gli farà del male. Ha capito la situazione, quindi adess… Cosa?
Stringe più forte la presa e lo scaglia contro un’altra colonna.
“All Might… Perché? Perché l’hai fatto? Non era in sé! Credo che sia sotto il controllo di Yori.”
Si porta davanti a me, senza smettere di sorridere. “Lo so. Vuoi sapere perché l’ho colpito, giusto? Perché ha fallito nel suo compito.”
Mentre lo dice, sento un brivido corrermi lungo la schiena.
“Quale compito?”
Non so perché, ma sento che la risposta non mi farà molto piacere.
“Quello del porre fine alla tua inutile vita.”
Uccidermi? Kacchan doveva uccidermi?
“Non fare quella faccia. In cuor tuo sapevi cosa stava succedendo.”
Scuoto la testa. “Anche tu sei qui per uccidermi, vero?”
Scoppia a ridere. “Verissimo.”
“Sai anche di essere sotto il controllo di qualcuno?”
Non so da dove viene fuori tutta questa mia calma. Non riesco nemmeno a capirne il motivo. All Might mi vuole uccidere e non posso chiedere aiuto a nessuno. Credo di essere diventato pazzo.
“Sì. È una cosa così meravigliosa! Ho recuperato tutto il potere perduto. E sai una cosa? La mia forza è aumentata tantissimo!”
Ecco perché Tokoyami e Kacchan erano così forti! È tutto merito del controllo.
“Non abbiamo più tempo per parlare. Preferisci morire come un coniglio o come un leone?”
Sorrido e mi metto in posizione. “Come un leone.”
 
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Dopo aver chiuso la porta dell’infermeria, mi ritrovo davanti due vecchietti molto arrabbiati. Credetemi, Gran Torino e Recovery Girl, nonostante l’età, possono far sbiancare dalla paura anche un dio.
“Immagino che le sole scuse non bastino.”
Annuiscono contemporaneamente. Sono proprio nei guai.
“Che tu sia dannato, Toshinori. Hai visto il risultato della tua idea di voler fare tutto da solo?”
“E non dire che è colpa delle tue visioni!”
Non posso fare altro che chinare la testa e prendermi la responsabilità.
“Dovevo fidarmi totalmente di voi e del giovane Midoriya. E se dovesse succedere un’altra volta, e spero di no, vi informerò immediatamente.”
Recovery Girl annuisce. “Bravo. Ora è meglio che andiate. Domani sarà una giornata lunga.”
 
“Cosa è successo dopo che ha perso i sensi?”
“Ho sentito qualcosa rompersi nella mia testa, aumentando il dolore. Dopodiché, la mia mente è stata invasa da tantissime scene. È stato in quel momento che è comparso Gran Torino. E questo è tutto.”
Naturalmente non ho detto che nella maggior parte delle scene c’era Midoriya.
Il direttore beve un sorso di tè. “Dopo tutto ciò, dovremo prendere seri provvedimenti. Gran Torino?”
Il mio maestro si fa largo tra gli altri eroi. “Eccomi.”
“Per favore, vai da Izuku Midoriya e informarlo su tutta la faccenda. Fra poco vi raggiungeremo Ah, digli che domani tornerà a casa e che lunedì riprenderà le lezioni.”
Dopo che è uscito e chiuso la porta, mi rivolgo al direttore: “Cosa ne sarà di me?”
Né lui né gli altri eroi rispondo. Questo non è un bene.
“All Might, non possiamo rinchiuderti perché sei il Simbolo della Pace. Senza di te il mondo cadrebbe nella più totale rovina. Quindi, e mi duole dirtelo, verrai costantemente tenuto d’occhio, prendendo nota di tutto quello che farai.”
“Lo accetto, ma avrei una proposta da farvi. Sarà Gran Torino a tenermi d’occhio fuori da scuola. Va bene?”
Così posso incontrarmi con Midoriya.
“Nessun problema. Bene. Direi che è arrivato il momento di andare dal ragazzo.”
Faccio per seguirli, ma Recovery Girl mi ferma alla porta.
“Che succede?”
“Sicuro di essere tornato in te?”
La guardo sorpreso. “Certo! Cos’è che ti preoccupa tanto?”
“Una possibile ricaduta. Non sappiamo quasi nulla su quello che è accaduto alla tua mente, quindi, da buona infermeria, devo tenerti d’occhio. So che non è bello per te.”
Le sorrido. “Non ti preoccupare. Non sarai l’unica. Anche Gran Torino e tutti gli eroi lo faranno.”
Annuisce. “Buono a sapersi. Salutami Midoriya. Io devo fare l’inventario, quindi non posso vederlo. A dopo.”
 
Mi trasformo nella mia forma muscolosa ed entro in infermeria, padroneggiando uno dei miei migliori sorrisi.
“Scusate il ritardo! Ma Recovery Girl non voleva lasciarmi prima di aver fatto un controllo. Oh, ha detto che deve fare un inventario, quindi non verrà.”
Il direttore inizia a parlare. “Bene. Midoriya, ti dispiacerebbe raccontarci il tuo incontro con Yori? E anche quello che è successo dopo, per favore.”
Lo vedo prendere un bel respiro, dopodiché inizia a raccontare.
 
Scorgo Midnight scuotere la testa. “Il comportamento di Yori è molto strano. Si è comportata diversamente con il ragazzino qui presente. Ha detto che lei non ha nessun legame di sangue con gli altri tre, ma sono comunque fratelli. Però, ha ucciso uno di loro. Ha anche detto che Midoriya è uno di loro, ma sappiamo che è una bugia. Non ci capisco più niente.”
Non sei l’unica.
“Possibile che abbia mentito su tutto solo per farci confondere le idee?”
Mi giro verso Midoriya, come anche gli eroi. Non posso che essere d’accordo con lui.
“Ben detto, giovane Midoriya. Ciò significa che siamo tornati al punto di partenza. Dobbiamo trovare almeno degli indizi.”
“Yuudai Yano” dice Gran Torino, evitando di guardarmi negli occhi. “Lui è un indizio.”
Scuoto subito la testa. È così ingiusto.
“Lo potete lasciare in pace? È solo un bambino! E adesso è anche una vittima di tutta questa storia.”
“Una vittima? Toshinori, vedi ti tornare in te! Hai iniziato a impazzire quando lo hai incontrato per la prima volta. Non ti sembra strano?”
“Ti sbagli. Ho iniziato a impazzire dopo aver parlato con Yori, quando mi ha detto di un presunto traditore. Ecco quando!”
E ne sono sicuro. Ricordo benissimo che dopo, quando mi sono recato da Midoriya, l’ho visto con gli occhi ambrati.
Devo calmarmi. Mi sto agitando troppo. Così sembra che non sono tornato in me.
“Oh, e dimmi, è da lì che hai iniziato a pensare unicamente al bambino? Non mi sembra. Lentamente, dal vostro primo incontro, non te lo sei più tolto dalla mente. Sei diventato talmente aggressivo da aver quasi ucciso Midoriya. Capisci dove voglio arrivare?”
Lo capisco eccome. Per la prima volta, mi sento impotente.
“Senza dimenticare che lui, come Yori, ha gli occhi ambrati. Non sono molte le persone con quel colore. È una cosa che non dobbiamo dimenticare.”
Il preside si avvicina alla finestra. “E se Yori non avesse mentito sul fatto che sono in quattro?”
Cementoss si gratta il mento. “Se così fosse, chi sarebbero gli altri tre?”
Gran Torino, guardandomi velocemente, fa il nome di Yuudai. Tutti annuiscono, ma io esito. Potrebbero sbagliarsi, ma se così non fosse? Sono confuso. Cosa devo pensare?
Midoriya alza la mano per prendere la parola. “Scusate, cosa accadrebbe a Yuudai se venisse catturato?”
Eraser risponde prima di tutti gli altri. “Verrebbe interrogato e poi rinchiuso. Non so dirti per quanto tempo. Ma non gli succederebbe niente di male, se è questo che vuoi sapere.”
“Capisco.”
Mi sento sollevato.
Gran Torino sospira. “Be’, per ora possiamo solo fare supposizioni. Non ci resta che aspettare.”
Il preside sorride a tutti. “Bene. Credo che sia arrivata l’ora di andare. All Might, seguimi nel mio ufficio. Anche tu, Gran Torino. Gli altri sono liberi di andare.”
Il mio maestro e io ci fissiamo un attimo, dopodiché seguiamo il preside. Eraser invece rimane in infermeria. Chissà perché.
 
“All Might, so che vuoi molto bene a Yuudai, ma ti chiedo solo una cosa: non cercarlo.”
Non devo cercarlo? Quello che dice è assolutamente assurdo!
Glielo faccio notare e subito ricevo un pugno da Gran Torino.
“Ha ragione, Toshinori. Vuoi forse essere ucciso da loro? No? Allora cerca di restare calmo e collabora. Tutte le tue esperienze non ti hanno insegnato proprio nulla?”
Stringo i pugni. “Sì, ma è solo un bambino innocente. Ha bisogno del mio, del nostro aiuto!”
Il mio maestro sbuffa. “Dobbiamo fare come prima? Cerca di aprire gli occhi. Controllerò io che questo scalmanato non faccia casini.”
“Proprio quello che speravo. Mi dispiace, All Might. Ora vi lascio liberi, forse qualcuno ha bisogno di voi.”
 
“Vuoi rallentare?”
Ignoro Gran Torino e aumento il passo, cercando di evitare le persone intorno a me. Devo essere tenuto d’occhio e non posso cercare Yuudai. Si può sapere cosa posso fare?
Sento una mano prendermi il braccio e trascinarmi verso il basso.
“Ti vuoi calmare? Ti stanno guardando tutti.”
Gli sussurro: “Tanto non sanno chi sono, quindi non mi importa dell’apparenza.”
Mi lascia andare e sospira. “Andiamo a casa tua. Lì possiamo parlare con calma, spero.”
Annuisco. Ci incamminiamo e intanto mi guardo intorno. Chissà, magari scorgo per qualche secondo Yuudai o lo zio.
 
Gran Torino si avvicina al frigo e guarda il disegno che mi ha fatto Yuudai. La cosa mi provoca un leggero fastidio. Stanco di vederlo, mi fissa un momento e poi apre il frigo, tirando fuori l’acqua. Prende poi due bicchieri dalla credenza e la versa dentro.
“Tieni. Raffreddati un po’ la mente e il corpo.”
Decido di bere, evitando così una possibile discussione.
Ma che sto pensando? Non siamo persone che discutono su qualsiasi cosa.
Forse lui ha ragione. Devo calmarmi.
“Credo che andrò a fare un pisolino. Guarda pure la televisione.”
Gli passo il telecomando e mi reco in camera. Per fortuna che ho pulito le lenzuola, altrimenti mi sarebbe toccato dormire sulle macchie di sangue. Mi butto sotto le coperte e chiudo gli occhi, pregando di non fare brutti sogni.
 
Qualcuno mi scuote, riuscendo a riportarmi nella realtà. Apro gli occhi e maledico Gran Torino. Stavo dormendo così bene! Mi scuote ancora. Sembra che si stia divertendo. Allora mi metto seduto e lo guardo dritto negli occhi.
“Qualcuno è in pericolo?”
“È arrivata la cena. Muoviti, o si raffredda.”
Sbadiglio e lo raggiungo a tavola. Vedo che il televisore è spento.
“Dormito bene?”
“Non ho mai dormito così bene in vita mia. Peccato che qualcuno abbia interrotto quel paradiso.”
“MI dispiace. Sai chi ho visto in televisione, prima? Roku Yano.”
Smetto subito di mangiare e lo guardo. Roku Yano, lo zio di Yuudai, era in televisione? Per quale motivo?
“Ha pubblicizzato un prodotto che stimola i muscoli durante il sonno, o qualcosa del genere. Ecco perché mi sembrava di averlo già visto.”
“Ha fatto altri prodotti?”
“Penso di sì. Perché lo vuoi sapere?”
Scrollo le spalle e continuo a mangiare. Non so perché, ma ho una strana sensazione.
 
“Svegliati, dormiglione. La colazione è pronta.”
Apro gli occhi. Gran Torino sembra comportarsi come una madre o una moglie. La cosa mi fa divertire molto.
“Tu non dormi mai, eh?”
Ignorando la mia domanda, mi precede in cucina. Non è proprio cambiato.
“Che piani hai oggi, Toshinori?”
Mi pulisco la bocca. “Cercare qualche informazione su Roku Yano la sua azienda e i prodotti che ha venduto. Qualcosa di lui non mi convince.”
Lo sento sbuffare. A quanto pare, non sono l’unico che pensa a Yuudai.
Sentiamo il telefono squillare e subito corro a rispondere.
“Pronto? Sono Aizawa.”
“Buongiorno. Cosa ti serve?”
“In realtà volevo parlare con Gran Torino. È possibile?”
Chiamo il mio maestro e gli passo la cornetta, recandomi poi in cucina. Probabilmente vorrà sapere quello che ho fatto fino ad ora.
Finisco di mangiare, dopodiché lavo la scodella nel lavandino.
“Non ti preoccupare. Buona giornata.”
Ha finito di fare rapporto. Ce ne ha messo di tempo.
Mi raggiunge e continua a fare colazione, come se non fosse successo niente. Quindi, non sono tenuto a sapere quello che si sono detti. Mi fa arrabbiare, ma non lo faccio vedere.
Vedendo che ha finito di mangiare, prendo la sua scodella e la lavo. Sento su di me i suoi occhi. Ha preso proprio in parola il fatto che mi deve tenere d’occhio.
Asciugo le scodelle e le metto al loro posto, dopodiché do una ripulita al tavolo. Gran Torino, sorprendendomi, pulisce il pavimento.
“Be’, che c’è? Non posso aiutarti?”
“Scusami, è che mi hai sorpreso. Bene. Il telecomando sai dov’è. Se mi cerchi, mi trovi al pc.”
Lo accendo e attendo che si carichi per bene. Cosa potrei cercare per prima? Roku Yano, l’azienda o i prodotti? Direi di iniziare prima da lui, anche se mi sembra così logico.
Digito “Roku Yano” su internet e mi ritrovo tantissimi link su di lui e sui suoi prodotti. A quanto pare è molto famoso, anche se io non l’ho mai sentito prima.
Vado sul primo link e mi ritrovo una pagina piena di sue foto e una descrizione su come è diventato capo dell’azienda. No, questo proprio non mi interessa. Torno indietro e clicco sul secondo link. Bingo! La storia della sua famiglia.
Roku Yano è il secondogenito della famiglia Yano. Sua sorella maggiore morì in un incidente quando era ancora piccolo. Il fratello minore, invece, è un famoso archeologo. Non si sa niente dei genitori.
Non si è mai sposato e non è mai stato fidanzato con nessuna ragazza. In un’intervista ha detto che non gli dispiace non avere figli, perché ha già due bellissimi nipotini: la dolce Kohaku e il vivace Yuudai Yano.
[…]
Appassionato fin da piccolo alla tecnologia, oggi Roku Yano è il proprietario della più grande azienda di prodotti tecnologi del Giappone.”
 
Faccio una pausa per far riposare gli occhi.
Vediamo, ha perso la sorella quando era piccolo, mentre il fratello è ancora in vita. Yuudai è veramente suo nipote. E che sua sorella si chiama Kohaku, che significa “ambra”. Deve avere anche lei gli occhi ambrati.
Digito subito il suo nome e cognome e cerco una sua foto. Trovo una foto di lei e di Yuudai con lo zio. Gli occhi della ragazza sono ambrati, ma non come quelli del fratellino, bensì più opachi. Opachi come quelli di Yori.
Kohaku e Yori. Possibile che sono la stessa persona?

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Capitolo 10
*** All Might ***


Non devo giungere a conclusioni affrettate. Guardo meglio la foto. È dell’anno scorso. Roku Yano non sembra cambiato affatto, forse ha qualche ruga in meno. Ridacchio per qualche secondo.
Concentrati, Toshinori.
Anche se ridere non fa mai male.
Yuudai ha lo stesso raggiante sorriso, anche se nella foto i suoi capelli scuri sono più lunghi.
Mi soffermo di più su Kohaku/Yori. I capelli sono lunghi e più scuri, ma alcuni ciuffi sono rossi. Ha un viso molto grazioso e il suo sorriso è uguale a quello del fratellino. Indossa una divisa scolastica, ma non riesco a riconoscerla.
Per la prima volta vedo il volto del nemico, ma non sento nessuna gioia. Perché? Be’, è solamente una ragazzina. In passato mi è capitato di affrontare dei criminali giovani, ma qui la cosa è diversa. Forse, perché c’entra Yuudai.
Mi massaggio le tempie. Non è il momento di cadere in preda dei sentimenti.
Scovato il volto del nemico, non mi resta che trovare qualche informazione sulla sua Unicità. Digito “Unicità di Kohaku Yano” e osservo i risultati. Parlano sì dell’Unicità di Kohaku, ma non la Kohaku che cerco. Non mi arrendo. Vado su altre pagine e finalmente trovo qualche curiosità sul suo potere.
“Kohaku Yano, figlia di un famosissimo archeologo, fin da piccola dimostrò un enorme talento nell’arte e nella poesia. Partecipò ha molti concorsi, vincendo innumerevoli premi.”
Chissà perché una ragazza talentuosa come lei cerca di uccidermi. Questa è una notizia interessante, ma non c’entra con la sua Unicità. Scorro il trafiletto e finalmente trovo quello che cerco.
“All’età di dodici anni Kohaku utilizza la sua Unicità per salvare una donna. Testimoni raccontano che la donna in questione, dopo aver avuto un malore improvviso, perse i sensi in mezzo alla strada. La giovane, vedendo arrivare un camion di corsa, corse vicino alla donna, girandosi però verso il veicolo. Il guidatore, in seguito scoperto ubriaco, non diede segni di frenare o cercare di cambiare direzione. A quel punto, Kohaku chiuse gli occhi e sprigionò una specie di fumo nero, che avvolse se stessa, la donna e la zona intorno. Una specie di tentacolo nero gassoso sbucò fuori dal fumo, diretto contro il camion. Raggiunto, lo avvolse e lo fece rovesciare, dopo aver tratto in salvo l’autista.
Appena la situazione si fu ristabilizzata, ovvero quando giunsero sul luogo un’ambulanza e le autorità, Kohaku fece sparire il fumo, permettendo ai soccorsi di portare via la donna. Sembrava tutto tranquillo, ma la ragazza liberò nuovamente la sua Unicità, solo che era senza controllo. Subito la polizia fece allontanare tutti quanti e chiamarono gli eroi. Non ci misero molto ad arrivare.”
Mi fermo. Sentii quella notizia al telegiornale. Gli eroi ci impiegarono qualche ora per fermare il tutto. Non pensavo che fosse proprio lei la protagonista di quell’episodio.
Mi gratto il mento. Quel giorno perse il controllo della sua Unicità, ciò significa che potrebbe succede di nuovo. Se capitasse di nuovo, probabilmente gli eroi riuscirebbero a sistemare la cosa in fretta, grazie anche ad Eraser.
 
È l’ora del pranzo e aiuto Gran Torino a cucinare.
“Allora, trovato qualche notizia interessante?”
Scuoto la testa, mentendo spudoratamente. Se c’è una cosa che ho imparato della mia vita da eroe, è quello di essere sicuri su tutto al 100%. Anche la minima cosa sbagliata può portarti alla rovina.
Più tardi cercherò qualche altra notizia sull’Unicità di Kohaku, di Yuudai e di Roku Yano.
 
Mi rimetto davanti al computer.
“Non vorresti uscire a prendere una boccata d’aria fresca?”
Scuoto la testa, mettendomi a sfogliare le varie pagine di internet sull’Unicità della ragazza. Percepisco la presenza del mio maestro alle mie spalle, poi lo sento andare via. Sospiro.
 
Non trovo nessun’altra notizia sulla sua Unicità. Senza perdermi d’animo, passo a suo fratello, il piccolo Yuudai. Trovai quasi subito una notizia interessante: “Piccolo incidente all’asilo privato.Yuudai Yano costretto ad andarsene.
Leggo tutto il trafiletto e mi gratto il mento pensieroso. Anche lui, come la sorella, ha avuto un incidente con la propria Unicità. Non può essere una coincidenza. C’è di sicuro qualcosa sotto. E mi colpisce un’altra cosa: non ci sono spiegazioni sulle loro Unicità, nemmeno dei video sull’incidente di Kohaku. Tutti i file sono stati rimossi.
È tutto molto strano.
Non mi rimane che cercare l’Unicità di Roku Yano, sperando di trovare qualcosa. Bingo!
Grazie alla sua Unicità, il signor Yano non ha rivali nel suo settore. Gli basta prendere qualsiasi dispositivo elettronico (cellullari, sveglie, orologi, etc), concentrarsi e quello può avere nuove funzioni. Per esempio, il vostro bambino continua ad avere dei tremendissimi incubi? Fategli indossare uno dei suoi prodotti e come per magia, il piccolo inizierà a fare bellissimi sogni! Sembra incredibile, ma è tutto vero!
Più il signor Yano si concentra il quell’oggetto, più gli effetti sono potenti!
Questo sì che spiega tutto! Il braccialetto-sveglia di Midoriya doveva essere un suo prodotto, ma Kohaku gli aveva detto che funzionava tramite il suo DNA. Mi prendo la testa fra le mani e urlo.
“Dannazione! Più scopro qualcosa, meno mi sembra di capire.”
 
“Perché tutto questo silenzio, Toshinori? Qualcosa ti turba?”
Scuoto la testa e continuo a mangiare.
Pensa, Toshinori. Conosci i giocatori ma non il gioco e le sue regole.
Dalla rabbia faccio cadere il piatto per terra, venendo sgridato da Gran Torino. Imprecando, prendo la scopa e raccolgo tutti i cocci.
 
Inutile dire che ho passato una nottataccia. Ho pensato e ripensato a tutta questa storia, capendo che Kohaku ci ha mentito su tantissime cose. Che sia dannata quella ragazza! Scuoto la testa. Se lei è dannata, Yuudai è qualcosa di molto peggio. Alla fine ho aperto gli occhi e compreso che il piccolo fa parte dei cattivi. Ecco perché quella volta al parco si è avvicinato a me.
Un momento! Sia lui che Kohaku mi si sono avvicinati mentre ero nella mia vera forma. Come hanno fatto a riconoscermi? No, come fanno a conoscerla?
“Sapevano anche che ho passato l’One for All a Midoriya… Chi sono in realtà?”
Un altro punto nella lista dei misteri. Prendo il cellulare e invio un messaggio al giovane Midoriya, dopodiché entro nell’aula professori. Blood King mi si avvicina. È il suo turno di tenermi d’occhio.
 
“All Might, hai pensato a una scusa per spiegare la mia presenza?”
“Certamente, Eraser. Fidati di me.”
Fa una faccia strana, ma non dice niente. Fidati di me, oramai è impossibile farlo del tutto. Apro la porta ed entro, seguito dal mio collega. Tutti gli studenti lo guardano confusi. Osservo i loro volti, soffermandomi su Midoriya.
“Ah, il giovane Midoriya è tornato! Molto bene.”
Cerco di mantenere il mio solito atteggiamento allegro, ma la presenza di Eraser mi mette in difficoltà.
Lo guardo per un secondo e prendo un bel respiro. È il momento di recitare!
“Il professore Aizawa è qui per un semplice motivo: controllare i risultati delle vostre simulazioni direttamente, senza leggerle su un pezzo di carta. Quindi date il meglio di voi. Plus Ultra!”
Hanno tutti un’aria preoccupata. Non tutti, quasi tutti. Midoriya non sembra contento. Come dargli torto? Deve mantenere la parte del ragazzo operato, quindi non può partecipare alla simulazione.
 
Percepisco lo sguardo di Eraser. È in fondo alla stanza, fingendo di guardare lo schermo. Mi ha sempre messo in ansia il suo sguardo. Avrei preferito di gran lunga il direttore o Cementoss.
Osservo i miei ragazzi svolgere la simulazione, e come al solito Bakugou agisce il solitario.
“Bakugou, ragazzo mio, cerca di non fare sempre di testa tua. Collaborare con gli altri non è un male.”
È un ragazzo sveglio e molto in gamba, ma il suo orgoglio lo porta molte volte a sbagliare.
“Ottimo lavoro, ragazzi miei. Prossimo gruppo!”
 
“La lezione è finita. Avete fatto tutti un ottimo lavoro. Ciao a tutti.”
Io ed Eraser usciamo dall’aula, mantenendo una certa distanza e senza dire una parola. Non abbiamo proprio niente da dirci.
Scorgo Gran Torino vicino all’ingresso e lo raggiungo, naturalmente dopo aver saluto il mio collega.
“Andiamo a casa, Toshinori?”
Scuoto la testa e gli dico che dobbiamo andare alla spiaggia, aggiungendo che ho invitato anche Midoriya. Senza rispondere alle sue domande, inizio ad incamminarmi. È arrivato il momento di esporre le mie scoperte a loro due.
 
Midoriya arriva e Gran Torino lo accoglie: “Ben arrivato, ragazzo. Allora, Toshinori, perché ci hai chiesto di venire qui?”
Mi giro verso l’oceano e osservo l’orizzonte. Una cosa per volta.
“Midoriya, hanno deciso di tenermi d’occhio, anche se lo hai già capito dalla presenza di Eraser. Gli eroi faranno a turni: di mattina mi sorveglieranno gli eroi che hanno le ore libere; nelle mie ore il direttore, Eraser o Cementoss; e nel tempo libero Gran Torino. Tutti loro devono prendere nota di tutto quello che faccio e dico.”
Gran Torino sbuffa. “Non ci hai ancora detto perché siamo qua.”
“Se ciò che penso è vero, allora so chi, oltre a Yori, fa parte dei cattivi” mi giro verso di loro. “Yuudai, anche se lo sospettavate di già, suo zio, Roku Yano, e naturalmente Yori, ovvero sua sorella.”
Non dico ancora quale sia il suo vero nome. Non è ancora arrivato il momento per quello.
Il mio maestro mi guarda pensieroso. “Sei sicuro di quello che dici, Toshinori?”
Non me la prendo. Dopotutto, ho scambiato il mio allievo per un traditore.
“La mia mente è tornata lucida e ora riesco a ragionare meglio. Non posso ancora dirvi bene tutti i dettagli, ma fidatevi di me, vi prego. Pensateci bene.”
“All Might, esattamente, qual è il tuo piano?”
Chiudo gli occhi e mi prendo la testa fra le mani. È arrivato il momento di esporre tutte le mie idee.
“Stanno costringendo Yuudai a rimanere dalla loro parte. Il mio piano è quello di trovarlo, parlargli e portarlo dalla nostra di parte.”
Non ci sono altre spiegazioni plausibili. Yuudai è troppo buono per fare tutto questo volontariamente.
“E se volesse rimanere fuori da questa storia?”
“Allora lo nasconderemo!”
Che domande!
“Toshinori, il tuo piano non funzionerà mai. Pensaci bene: quali sono le loro vere Unicità? Chi è l’ultimo membro? E soprattutto, chi è il loro capo, se ne hanno uno?”
Sono tutte ottime domande. Dei tre, so più o meno l’Unicità di Roku Yano. Non ho ancora capito chi sia l’ultimo membro e qual è il loro capo. chissà, magari è lo zio stesso il capo.
Scorgo Midoriya sorridere.
“All Might, io sono con te. Ti aiuterò a trovare il piccolo Yuudai, basta che troviamo un piano intelligente. Eh eh.”
Gran Torina sbuffa ancora, ma alla fine accetta. “Voi due siete stupidi allo stesso modo. E va bene! Mi aggrego anche io. Qualcuno deve pur tirarvi fuori dai guai.”
“Vi ringrazio. Non so cosa avrei fatto senza di voi.”
“Saresti andando in giro come un matto a cercare il bambino, combinando guai e finendo ucciso, senza offesa. Non cambi mai, eh, Toshinori?”
Tutte e tre scoppiamo a ridere. Da quanto tempo non lo facevamo?
 
“Allora, come possiamo fare?”
“Uno di noi potrebbe fare da esca.”
“E dove dovrebbe farla? In che luogo?”
Scuotiamo la testa. Sappiamo solo chi sono i nostri nemici, e non dove si trova la loro base. È così frustante.
“Possiamo allora aspettare Yuudai al parco, quando nessuno ci vede lo portiamo via con la forza.”
“E se non si presenta? Probabilmente tutti loro hanno capito che sappiamo che è dalla loro parte.”
“Chiediamo informazioni sull’azienda del signor Yano! Potremmo scoprire qualcosa, magari dove si trova la sua casa.”
“Le voci circolano molto velocemente. Potrebbe giungere qualcosa alle sue orecchie e saranno guai se poi si sposta.”
Una suoneria interrompe le nostre idee. È la signora Midoriya, preoccupata perché il figlio non è ancora rientrato.
“Scusatemi. Se mi viene in mente qualcosa vi informerò. Ci sentiamo!”
Lo vediamo correre via. Accidenti, non abbiamo risolto proprio niente.
 
Rimaniamo ancora un po’ alla spiaggia. Dobbiamo trovare in fretta un piano, prima che sia troppo tardi.
“Toshinori, stai nascondendo qualcosa.”
Non è una domanda, è un’affermazione. Effettivamente sì, sto nascondendo qualcosa, ma non posso dire niente. Scuoto invece la testa e mi incammino.
“Non ci starai mica mettendo in pericolo?”
Mi fermo e lo guardo dritto negli occhi. “Direi proprio di no. Lo ammetto, ho scoperto alcune cose, ma non è ancora arrivato il momento di dirvi cosa. Devo prima assicurarmene di persona.”
“Assicurartene di persona? E come pensi di fare?”
Non rispondo. Ancora non so il come né il quando. Sento però che presto avrò l’occasione.
Lo sento avvicinarsi e insieme, senza dire niente, ci incamminiamo verso casa.
 
“Ma che cos’è quella cosa?”
Gran Torino mi indica qualcosa in lontananza. È una specie di creatura tutta nera. Non è un alieno, ma qualcosa in essa mi sembra familiare. Dove l’ho già vista? Ripesco bene nella memoria.
“Dark Shadow!”
Il mio maestro mi guarda confuso. “Come?”
“Quella creatura sarebbe l’Unicità di un mio studente, Tokoyami! Non mi piace per niente. forza, seguiamolo.”
Gli corriamo dietro e notiamo, con nostro enorme terrore, che ha con sé Midoriya. Faccio per chiamarlo, ma Gran Torino mi salta addosso.
“Sei stupido? Se l’essere si accorge di noi, potrebbe attaccarci e qualche innocente potrebbe finire coinvolto. Propongo di seguirlo e vedere dove lo sta portando.”
Annuisco, ma corro dalla parte opposta. “C’è un modo per fermarlo. Tu seguilo, poi avvisami sulla vostra posizione.”
 
Dopo aver preso due fiaccole, mi reco in fretta da Gran Torino. Si trova dietro a un vecchio magazzino.
“A che servono quelle due fiaccole spente?”
Gli sorrido e tiro fuori un accendino. Do fuoco alla punta e ne passo una al mio maestro. “Dark Shadow si indebolisce alla luce, quindi se diamo fuoco a una di queste pareti…”
“Potremmo fermalo e liberare il possessore e Midoriya. Geniale!”
Sbircio la situazione all’interno e per poco non grido. Midoriya ha colpito Kohaku, mandandola fuori dall’edificio. Dunque c’era lei dietro il rapimento di Midoriya.
È perfetto. Posso chiederle di sciogliere i miei dubbi.
“Sei pronto, Toshinori?”
Mi trasformo nella mia forma muscolosa, saliamo sopra l’edificio e sfondiamo il soffitto, dopodiché diamo fuoco a una parete. Subito si forma un incendio.
“Non preoccuparti. E sai perché? Perché ci sono qua io!”
Midoriya, appena ci vede, ci sorride. Sì, abbiamo una chance di vittoria.
Sentiamo dei gemiti e vediamo Dark Shadow diventare sempre più piccolo, fino a scomparire  nel corpo svenuto di Tokoyami. Vedo il mio erede correre verso di lui, ma lo fermo.
“Non è il momento, ragazzo mio. Prima abbiamo un problema da affrontare.”
Kohaku si è ripresa dall’attacco e lentamente si avvicina. Ci siamo.
“I miei complimenti, All… Might, Gran… Torino. Avete fatto… un’ottima mossa. Devo anche ringraziarti… Toshinori Yagi. Il mio fratellino si è divertito molto… con te.”
Non posso fare altro che arrabbiarmi.
“Dannata ragazza!”
“Calmati, Toshinori. Non hai tempo per perdere il controllo. Cerca di rimanere lucido.”
Annuisco e mi metto in posizione, venendo imitato da Gran Torino e Midoriya.
“Tre contro… uno. Non mi resta che… togliermi le manette.”
Sentiamo un rumore metallico, e vediamo le sue manette a terra. Rivedo Midoriya completamente bendato. Così non va affatto bene. Devo proteggere i miei due allievi.
“Midoriya, porta il giovane Tokoyami via di qui. Noi cercheremo di fermarla.”
“Ma…”
Alzo il pollice verso di lui e gli sorrido.
“Non preoccuparti. Qui ci pensiamo noi. Va’, presto!”
Lo vedo prendere Tokoyami per la vita e andare via. Ottimo.
Mi volto verso Kohaku e improvviso con un: “Preparati al peggio, Yori!”
Gran Torino fa per lanciarsi all’attacco, ma lo trattengo. Cerca di liberarsi ma lo tiro indietro. Kohaku rimane ferma e mi osserva attentamente.
Faccio un passo avanti e ritorno nella mia forma normale, sorprendendo sia lei che il mio maestro.
“Yori, o dovrei dire Kohaku Yano?”
Vedo il fumo che ricopre il suo corpo sparire e, nel vedere dal vivo il suo aspetto, mi fa provare una gran pena e dispiacere. I capelli sono un po’ più corti e non si vede nessun ciuffo rosso. Il viso è più magro e pallido e non sorride per niente. Non sembra quasi la ragazza della foto. È incredibile com’è cambiata in un anno per colpa della sua malattia. E non indossa neanche una divisa scolastica, ma abiti borghesi: maglietta e jeans. È a piedi nudi.
“Toshinori, ma che significa tutto questo?”
Lo informo sull’esito delle mie ricerche.
 
“Perché non mi hai detto niente?”
“Volevo essere sicuro di alcune cose.”
Kohaku fa alcuni passi avanti. “All… Might. Su cosa volevi essere… sicuro?”
Mi porto davanti a lei. È più bassa di me di circa una spanna e mezza. Appoggio le mani sulle sue spalle e la guardo dritta negli occhi. Da vicino è ancora più magra e pallida.
“Kohaku, ti prego, smetti di combattere. Nelle tue condizioni non sei in grado di controllare la tua Unicità. Potresti rischiare di perdere nuovamente il controllo e magari anche la vita. Te lo chiedo ancora: non combattere più.”
Vedo una lacrima bagnarle la guancia. “Kohaku, credo che la tua malattia sia dovuta alla tua Unicità. Non sei in grado di contenerla, è così? Ti posso aiutare. Metterò una buona parola su di te e cercherò di convincere il direttore a farti studiare alla U.A., così imparerai a controllarla. Che ne dici?”
Questa volta piange sul serio. Si libera dalle mie mani e indietreggia, stringendosi nelle braccia. Trema.
Poverina. Chissà che brutta vita sta passando.
Allungo la mano verso di lei. “Non tenerti tutte le emozioni dentro, Kohaku. Sfogati pure con me. Sono qui per ascoltarti.”
Dopo un attimo di esitazione, mi prende la mano. Subito l'abbraccio, sussurrando parole di conforto.

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Capitolo 11
*** All Might ***


Scusate tutti questi ritardi, ma in questo periodo sono molto occupata. Spero di non far diventare questa storia una cosa mensile.
Mi dispiace che il capitolo sia corto, ma i prossimi cercherò di farli più lunghi (ho dovuto riscrivere il capito tutto dall'inizio, mi si era cancellato!). Vi dico che ci stiamo per avvicinare alla fine.
Vi faccio un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo ci sarà la storia dalla prospettiva di un altro personaggio.
Buona lettura!
 
Sento la camicia bagnarsi sempre di più. Kohaku non sta proprio risparmiando lacrime.
“Va tutto bene, ragazza mia.”
Lentamente smette di piangere, anche se il suo corpo è ancora preda dai singhiozzi. Decido di stringerla un po’ di più, passandole una mano tra i capelli. Ho il dovere di aiutarla.
Guardo Gran Torino. La sua faccia è priva di espressione, rendendo difficile capire se è d’accordo o no. La cosa proprio non mi importa.
“M-Mi dispiace.”
Riporto l’attenzione su Kohaku, chiedendole di ripete.
“Mi dispiace per tutto, All… Might. Vi ho detto… un sacco di bugie. Dovevo farlo!”
Mi scosto un po’ dall’abbraccio e sposto la mano dai suoi capelli al suo mento, facendole alzare la testa. I miei occhi incontrato i suoi, arrossati dal pianto. Accidenti, quanto mi fa pena.
“Non ti preoccupare. Adesso ci mettiamo seduti e parliamo con calma. Ok?”
Annuisce e lentamente si stacca. Sospiro e ringrazio l’esperienza ricevuta come insegnante. Osservo un po’ l’area intorno a noi. L’incendio si sta espandendo e il fumo e il calore avanzano. Senza contare che presto arriveranno i vigili a spegnerlo. Dobbiamo allontanarci da qui.
“Kohaku, ora ti porto da un’altra parte. Tranquilla, andremo in un luogo privo di eroi.”
Mi trasformo nella mia forma muscolosa e la prendo in braccio. Mettendo da parte la mia forza, lei è incredibilmente leggera. Esco fuori e mi lancio nel cielo. Kohaku si aggrappa alla mia maglietta e si ripara la testa dal vento forte.
 
Atterro in un luogo sicuro: la spiaggia. Metto giù Kohaku e ritorno normale. Lei si guarda intorno e i suoi occhi brillando quando si gira verso l’oceano. Corre verso quella distesa infinita di acqua e immerge i piedi, alzandoli e abbassandoli continuamente.
Sembra una bambina.
“Toshinori, che cosa ti è saltato in mente?”
Gran Torino mi si affianca, regalandomi un’espressione arrabbiata. “Poteva tranquillamente ucciderti! Adesso dov’è?”
Indico l’oceano e sorrido del suo cambio d’umore da arrabbiato a sorpreso. “Sembra un’altra persona.”
Mi tolgo le scarpe e le calze, lanciandole in giro, e la raggiungo in acqua. Immergo le mani e le alzo velocemente verso di lei, schizzandola. Lei ridacchia e fa lo stesso. Iniziamo quindi una battaglia di schizzi.
Tra uno schizzo e l’altro le dico: “Ti andrebbe di fare una nuotatina?”
Lei si ferma. “Io non so… nuotare.”
Gran Torino si schiarisce la voce. “Toshinori, non abbiamo molto tempo.”
Io sospiro. “Ha ragione. Facciamo così: quando questa storia sarà finita, ti insegnerò a nuotare. Che ne dici?”
“Mi piacerebbe… moltissimo!”
Usciamo dall’acqua e ci sediamo sulla spiaggia.
“Allora, come stanno veramente le cose?” le urla il mio maestro, rimanendo in piedi.
Lo zittisco con uno sguardo. Va bene tutto, ma non deve spaventarla.
“Ti chiedo di scusarlo, Kohaku. Certe volte è proprio impaziente.”
“Non sono mai esistiti… i “quattro Cavalieri dell’Apocalisse”. Siamo solamente… noi tre: mio zio, mio fratello e… io.”
Non sono in quattro…
“E gli altri tre, anzi due? Uno lo avevi ucciso.”
Lei distoglie lo sguardo. “Non sono mai… esistiti. I vostri sogni erano… semplici illusioni.”
“Semplici illusioni? Ma era tutto vero! Il dolore, le ferite. Com’è possibile?”
“Dovresti chiederlo… a mio zio. Lui sa come… funzionano i dispositivi.”
Illusioni, dispositivi. Inizio a non capirci più niente.
“Qual è la tua Unicità? E quella di Yuudai?”
Kohaku sbianca all’improvviso e inizia a sputare sangue. Faccio per avvicinarmi a lei ma Gran Torino mi blocca.
“Lasciami! Ha bisogno d’aiuto.”
“È troppo pericoloso. Guarda!”
Il corpo di Kohaku viene coperto dal fumo nero e i tentacoli escono fuori, privi di qualunque controllo.
Gran Torino mi trascina via, ignorando le mie suppliche.
No, non posso rimanere con le mani in mano.
Mi trasformo e mi libero dalla sua stretta, dopodiché cerco di avvicinarmi a Kohaku, schivando i tentacoli. Come tutto è iniziato, adesso è sparito. Il fumo e i tentacoli spariscono, rivelando una Kohaku semincosciente. Mi porto al suo fianco, seguito da Gran Torino.
“Sarà meglio coprirla” dice il mio maestro, strappandosi il mantello e mettendolo sopra di lei.
“Adesso che facciamo? La portiamo all’ospedale?”
Scuoto la testa. “Meglio di no. Aspettiamo che si riprenda per bene, poi decideremo.”
 
“Come stai? Ti sei ripresa?”
Kohaku sposta gli occhi su di me e sorride tristemente. “Mi succede… quasi sempre. Non preoccuparti.”
Prova ad alzarsi, ma la invito a restare sdraiata.
“Hai detto che ti succede quasi sempre. Per quale motivo?”
“Per quella che tutti voi chiamate Unicità. Non esiste alcuna cura.”
Ha detto “Unicità” in modo strano. Cosa nasconde?
Lei si alza all’improvviso, stringendosi il polso. “Devo… andare. Dove sono… le manette.”
È agitata e sembra avere fretta. Gran Torino le passa le manette. Da dove le ha tirate fuori? Kohaku le indossa in fretta e il suo corpo torna ad essere ricoperto dal fumo, questa volta tenuto sotto controllo. Si incammina verso l’uscita, poi si ferma, girandosi verso di noi.
“Grazie di tutto… All Might. Ho due cose da dirti: la prima è che Yuudao ti manda i suoi saluti e le sue scuse.”
Le scuse di Yuudai? Un altro mistero.
“E la seconda?”
“La vendetta di mio… zio è la morte dei possessori di… One for All.”
“Quindi dietro i tuoi attacchi si nasconde Roku Yano. Lo sapevo. Ma perché vuole vendicarsi?”
Anziché rispondere, abbassando poi la testa, dice: “Non voglio uccidere… nessuno di voi due. Presto ci toccherà… combattere e quando accadrà… All Might… non trattenerti. Non voglio proprio morire... per mano della malattia.”
Sparisce poi nell’ombra, facendomi rimanere l’amaro in bocca. In pratica mi ha detto di ucciderla quando combatteremo.
 
Ho passato le ultime ore senza dormire. Kohaku mi ha chiesto di ucciderla. Come può, un eroe come me, uccidere una ragazza come lei? Non può proprio, anche se è un suo desiderio. Però, se non la uccido io, dovrà farlo il giovane Midoriya. E non deve mai succedere! Quindi, toccherà a me quel duro compito. A meno che…
A meno che non ci sia un modo per liberarla del suo fardello!
Vado subito a svegliare Gran Torino. Naturalmente nemmeno lui è riuscito a dormire.
“Dobbiamo fare una scenata!”
“Scusa?”
“Io non voglio uccidere Kohaku e il giovane Midoriya non sarebbe in grado di farlo, senza contare le possibili conseguenze. Non ci resta altra soluzione che trovare un modo per salvarla.”
“Sì, ma parlami della scenata.”
“Mentiamo al giovane Midoriya. Diciamogli che “Yori” ci ha battuti, che tu sei uscito peggio e che siamo stati curati d Recovery Girl. Fingiamo di avere i nervi a fior di pelle e di essere stanchi, cosa vera. Oh, inventiamo un qualche patto. Tipo di dire tutto agli altri eroi…”
“… e cambiare poi idea. Geniale.”
“Mi raccomando, non raccontiamogli niente. Non deve sapere niente su Kohaku. Ok?”
Il mio maestro annuisce e insieme andiamo a preparare la colazione.
 
I miei colleghi mi chiedono se sto bene, dato il mio viso sciupato.
Mi siedo alla mia scrivania e riporto i voti dal mio registro al computer. Sento alcuni eroi parlare di un incendio in un particolare edificio vecchio. Inizio a sudare freddo.
Stai calmo, Toshinori. Non c’era nessuno in giro.
Per nostra fortuna, i media hanno dato la colpa a qualche gruppetto di criminali. Sospiro di sollievo.
 
“Toshinori, è arrivato il momento.”
Annuisco. “Va’ a chiamarlo. Io andrò ad aspettarvi in quella sala d’attesa.”
Mi reco nella stanza e mi posiziono sul divanetto blu. Ridacchio nel riconoscere questa stanza: qui raccontai al giovane Midoriya di All for One.  E oggi gli racconterò di Yori. Certo che il destino è proprio strano. Guardo fuori dalla finestra. Il cielo è privo di nuvole e il sole risplende più che mai.
Qualcuno bussa alla porta. Sono arrivati. Incrocio le mani, vi appoggio sopra la testa e chiudo gli occhi. Il giovane Midoriya entra, seguito da Gran Torino, che chiude a chiave la porta.
“Siediti, ragazzo mio.”
Gran Torino si siede vicino a me, mentre lui su uno sgabello.
“All Might, che succede?”
Apro gli occhi e lo fisso. È il momento di andare in scena.
“Ci abbiamo provato, ma è stato tutto inutile. È troppo scaltra e forte. Nemmeno noi due ci siamo riusciti. Abbiamo perso, Midoriya.”
Ci guarda entrambi, alternando lo sguardo. Credo che abbia qualche sospetto.
“C-Come è possibile? Come avete fatto a perdere? Ha usato qualche trucco? E dove sono le vostre ferite?”
Gran Torino gli impone di rimanere in silenzio, mentre io sospiro e chiudo gli occhi.
Tento di fare un sorriso. “Quante domande, ragazzo mio. Siamo stati feriti, sì, ma Recovery Girl ci ha curati. Anche se praticamente l’abbiamo buttata giù dal letto… Sarò sincero. Tra noi due, quello uscito peggio è stato Gran Torino. E abbiamo perso perché Yori è troppo forte.”
“Ma questo non spiega un bel niente! Hai battuto il Noumu nonostante la sua incredibile forza e...”
Gran Torino interviene. Meno male, perché non so proprio cosa dire.
“Calmati, ragazzo. Cerca di capirci. Siamo stanchi e Toshinori ha anche i nervi a fior di pelle.”
Il mio adorato allievo si scusa immediatamente. Devo distrarlo in qualche modo. E so come!
“Come sta il giovane Tokoyami? Ricorda qualcosa di stanotte?”
“Sembra stare bene. Non ha accennato ai fatti di stanotte, forse per quello che gli ho detto… Oh, sulla via del ritorno ha aperto gli occhi e in qualche modo sono riuscito a fargli credere di essere in un sogno.”
E adesso è il momento di arrivare alla fine.
“Speriamo che ci abbia veramente creduto. Nemmeno gli altri eroi lo sanno, e vorrei che rimanesse così.”
“Cosa hai detto? Non erano questi i patti!” mi urla Gran Torino, entrando perfettamente nella parte.
“Fa’ silenzio. Mi gira un po’ la testa…” e mi alzo.
“È tempo di andare. Devo incontrarmi con gli altri eroi. Magari ci sentiamo più tardi.”
Esco dalla sala, sentendo il mio maestro sbuffare. Sorrido soddisfatto. Tutto sta procedendo per il verso giusto.
 
Gran Torino mi raggiunge mentre so per entrare in un’aula.
“Ce l’abbiamo fatta, Toshinori.”
Sì, ma lui sospetta qualcosa. Cerchiamo di non dirgli niente, almeno per il momento.”
Lui annuisce e mi saluta. “Ci vediamo fuori. Divertiti.”
Lo guardo andare via. Prendo un bel respiro e mi preparo per gli scrutini della 1°A.
 
Finalmente abbiamo finito.
Guardo fuori. È già pomeriggio inoltrato. Gran Torino mi avrà veramente aspettato fuori tutto il tempo?
Ebbene, lo ha fatto.
“Alla buon’ora! Ci avete messo un’eternità.”
Mi scuso subito e insieme ci rechiamo verso casa. Il cellullare di Gran Torino squilla e lui si ferma a rispondere, allontanandosi un po’. Chissà con chi sta parlando.
Un’esplosione lo manca per un pelo e lo sento imprecare. Lui spegne il cellullare e mi raggiunge. Trasformandomi nella forma muscolosa, mi guardo intorno. Qualcuno prova ad attaccarci dall’alto e Gran Torino lo colpisce, facendolo precipitare a terra. La persona si alza e io mi sento mancare.
“Bakugou, perché ci hai attaccati?”
“Perché sta seguendo… un mio ordine.”
Kohaku spunta dall’ombra e gli si affianca. “Mi dispiace, ma non posso… farci niente.”
Il giovane Bakugou, sotto il suo controllo, attacca Gran Torino, mentre io me la vedo con Kohaku. Cerco di non attaccarla, limitandomi a schivare i suoi colpi. Mai e poi mai le farei del male.
Ci fermiamo nel sentire Gran Torino gemere e Bakugou ridacchiare. Il mio maestro è atterra, privo di sensi. È impossibile. Il giovane Bakugou non potrebbe mai battere un eroe come lui.
“All Might… oggi qualcuno morirà.”
Si avvicina a loro e tutte e tre spariscono nell’ombra. Che significa tutto questo? Non possono uccidere Gran Torino, lui non c’entra niente in questa storia.
Mi metto a correre. Devono pur essere da qualche parte. Forse sono alla spiaggia!
 
Arrivo lì e ad aspettarmi c’è solo Kohaku, libera dal fumo. Ci guardiamo fissi negli occhi e lentamente ci avviciniamo. Ci fermiamo quando siamo a quasi un metro di distanza.
“Kohaku, che storia è mai questa? Perché il giovane Bakugou ci ha attacchi? E dove hai portato Gran Torino?”
Lei abbassa gli occhi. “Mio zio ha ascoltato… la nostra chiacchierata. Si è infuriato… tantissimo. Mi ha ordinato… di prendere il controllo di quel ragazzo… e attirare Izuku Midoriya in una trappola.”
Mi sento sbiancare. “No, aspetta, cosa hai detto? Spiegati meglio.”
“Non so ancora come, ma lui… è riuscito ad ascoltarci. Ha sentito che ti raccontavo… alcune cose e non l’ha presa… molto bene. Ha deciso di accelerare… i tempi.”
Fa una pausa per riprendere fiato. Del sangue gli cola dalla bocca. Vedo le sue gambe tremare e subito la faccio sedere.
“Accelerare come?”
“Lui ha questi dispositivi… in grado di controllare la mente… e il corpo di qualunque persona. Mi ha ordinato di metterne uno… su quel ragazzo e di attaccare il tuo… amico. L’ho poi portato in un parcheggio e legato, mentre… il ragazzo si è diretto a casa… di Izuku Midoriya. I due combatteranno... per salvare il vecchietto, finché non saranno… stanchi.”
Deglutisco. “E poi cosa succederà?”
“Tu arriverai lì… e porrai fine alla vita di Izuku… Midoriya.”
Mi allontano di qualche passo. È impossibile. Io non ucciderei mai il giovane Midoriya. Kohaku sembra avermi letto nel pensiero, perché sospira e chiude gli occhi, trattenendo le lacrime.
“Lo ucciderai… All Might. O meglio, ti vedrai… ucciderlo.”
“Mi vedrò ucciderlo? Ma che stai dicendo?”
Dalla tasca tira fuori una specie microchip. Le sue dita tremano e per poco non lo fa cadere. “Questo è il dispositivo… in grado di controllare… le persone. Ed è destinato… a te.”
A fatica si alza e il suo corpo viene coperto dal fumo. “Credimi, io non voglio… farlo, ma sono… costretta. Cerca di resistere… al suo potere.”
Mi trasformo in fretta e schivo tutti i suoi tentacoli. Se mi becca è la fine.

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Capitolo 12
*** All Might-Kohaku ***


Gli attacchi di Kohaku sono diventati più veloci dall’ultima volta.
Questo è un male.
“Kohaku, devi fermarti! Se continui così, rischierai di morire.”
Lei sembra non sentirmi, e continua la sua combo di attacchi. Devo trovare un modo per avvicinarmi, o saranno guai. Le parole non la raggiungono, quindi devo provare con altre cose. Mentre schivo, mi guardo intorno. Non posso entrare nella città con lei, rischieremo di colpire qualche innocente. Non posso neanche lanciarle della sabbia negli occhi: non me lo permetterebbe mai! Allora… Allora sfrutterò l’acqua! È notte, e di notte è impossibile vedere il fondo dell’oceano. Quindi, se riuscissi a immergermi in acqua, i tentacoli di Kohaku farebbero fatica a prendermi. Sarebbe costretta a seguirmi.
Un momento. Lei non sa nuotare! Sarebbe tutto inutile. A meno che non provi ad afferrare un tentacolo. E si va con il piano!
Schivando tre tentacoli, corro con la velocità rimasta verso l’acqua. Nuoto fino a che non sento il fondale sotto i miei piedi. In lontananza intravedo Kohaku. Accidenti, quasi non si vede, tanto si mischia con il buio della sera.
Vedo i tentacoli che non riescono ad avvicinarsi. Quindi, per loro la distanza è un problema. Kohaku fa qualche passo avanti, mentre io indietreggio. Si ferma quando l’acqua le è arrivata alla vita.
“Qual è il problema, Kohaku? Se vuoi impiantarmi quel dispositivo, non devi fare altro che avvicinarti, oppure sfruttare i tuoi tentacoli.”
“Io… I tentacoli…”
“Ma certo! Tu non sai nuotare, mentre i tuoi tentacoli non possono raggiungermi fin qui. Cosa vogliamo fare?”
Per favore, facciamo in fretta. Non mi rimane molto tempo.
Kohaku fa un passo avanti. “Arrenditi. Ti è rimasto… poco tempo.”
Le sorrido. “Questo è vero, ma anche tu sei nella mia stessa situazione. Per quanto ancora riuscirai a resistere alla tua Unicità? La nostra battaglia si è spostata su un nuovo piano: chi dei due cederà per prima.”
Rimaniamo in silenzio. Sono veramente nei guai. Sarò io il primo a cedere. Devo velocizzare i tempi.
“Kohaku, perché lo stai facendo? Sei libera di fare quello che vuoi.”
Il fumo che la ricopre scompare, rivelando uno sguardo furente. “Libera? Io non… so cosa sia… la libertà! Per tutto questo… tempo, ho sempre obbedito agli… ordino di mio… zio. Tu, che sei sempre… stato libero, non devi… mai parlarmi di… libertà!”
Il fumo torna a riavvolgerla, questa volta sembra più intenso. I tentacoli sbucano fuori con un’aggressività eccessiva. Sono spacciato. Uno di essi si dirige verso di me e io tento di acciuffarlo. Faccio per prenderlo, ma le mani passano attraverso. Nonostante il loro stato gassoso, riesce a circondarmi e a portarmi da Kohaku.
Dannazione! Se provi a toccarli, ci passi attraverso, mentre se ci provano loro, riescono a toccarti. Ma che razza di Unicità è?
“Kohaku, tuo zio non ha nessun potere su di te! Avanti, è questo quello che vuoi?”
Il tentacolo mi stringe più forte e pare coprire il mio corpo. Il fumo lascia scoperto il viso di Kohaku, che è diventato molto pallido. Lei vomita un po’ di sangue e mi guarda.
“Anche tu… cadrai… nell’oscurità… All Might.”
Il tentacolo mi avvolge completamente, e l’unica cosa che vedo è il buio più totale.
 
Apro gli occhi. No, è sbagliato dire che li apro, visto che sono già aperti. Eppure mi sembra di averli avuti chiusi. Sento un formicolio al collo. Provo a muovere la mano per grattarmi, ma non ci riesco. Provo allora a muovere il piede. Niente. Perché il corpo non mi obbedisce?
Mi guardo intorno, ma lo sguardo rimane fisso sui miei piedi. Sui miei piedi nella forma muscolosa? È impossibile. Il tempo dovrebbe essere scaduto, allora perché?
“Come ti… senti?”
Questa è la voce di Kohaku.
“Alla grande! Dov’è il ragazzino?”
Qualcuno sta parlando con la mia voce, perché io non direi mai una cosa del genere.
Alzo involontariamente lo sguardo, trovandomi davanti Kohaku. Faccio per parlare, ma la mia bocca non si apre.
“All… Might, ti ho impiantato… il dispositivo. Ora il tuo corpo… possiede una propria… volontà. Tu non puoi fare… altro che guardare. Guarderai solo… quello che guarderà… il corpo.”
“Eh eh. Allora, dove posso trovare Izuku Midoriya?” chiede All Might.
“Seguimi. All… Might, presto vedrai… Izuku Midoriya… morire per mano… tua.”
All Might segue Kohaku dentro la città.
Midoriya, ragazzo mio, spero che te ne sia già andato.
 
Raggiungiamo un centro commerciale, e Kohaku si dirige verso l’entrata di un parcheggio sotterraneo. Vedo Gran Torino, privo di sensi, appoggiato a un muretto. Vicino a lui ci sono delle corde.
Ma che diamine è successo?
Da dentro sento delle esplosioni e delle grida. I giovani Midoriya e Bakugou staranno combattendo. Questo è un male.
“Sai cosa… fare.”
All Might emette una risata ed entra. I passi rimbombano tantissimo.
“Fermatevi” urla.
Mi si spezza il cuore nel vedere i miei due studenti combattere.
“All Might!” gridando all’unisono i due ragazzi.
Dovete andarvene! Per favore, capite che è una trappola.
Gli occhi si spostato sul giovane Bakugou. Ha uno sguardo molto feroce. Chissà se anche lui vede tutto quello che sta succedendo.
All Might si avvicina al ragazzo, sovrastandolo con la sua altezza. Gli posa una mano sulla spalla e si gira verso Midoriya. Stringe più forte la presa.
Cosa vuole fare? non vorrà mica fargli del male?
Solleva il giovane Bakugou e lo scaglia contro una colonna. No! Perché l’ha fatto? Lui non c’entrava niente. Provo a riprendere il controllo del corpo, ma non ci riesco.
“All Might… Perché? Perché? L’hai fatto? Non era in sé! Credo che sia sotto il controllo di Yori” chiede il giovane Midoriya.
Ragazzo mio, scappa! Non sono io.
L’eroe si porta davanti a lui. “Lo so. Vuoi sapere perché l’ho colpito, giusto? Perché ha fallito nel suo compito.”
Lo vedo rabbrividire. Povero ragazzo.
“Quale compito?”
“Quello del porre fine alla tua inutile vita.”
Fa una faccia sorpresa e incredula.
“Non fare quella faccia. In cuor tuo sapevi cosa stava succedendo.”
Il ragazzo scuote la testa. “Anche tu sei qui per uccidermi, vero?”
L’uomo scoppia a ridere. “Verissimo.”
Quanto vorrei porre fine alla mia stessa vita. Non posso continuare in questo modo.
Midoriya dice con molta calma: “Sai anche di essere sotto il controllo di qualcuno?”
Ma da dove ha tirato fuori quella calma? Al suo posto avrei già perso la pazienza.
Sei un ragazzo incredibile. Sei proprio degno di essere il mio erede.
“Sì. È una cosa così meravigliosa! Ho recuperato tutto il mio potere perduto. E sai una cosa? La mia forza è aumentata tantissimo!”
Che cosa? È più forte di quando ero nei miei anni d’oro? Allora il ragazzo è veramente in pericolo. Non sopravvivrebbe allo scontro. Deve andarsene.
“Non abbiamo più tempo per parlare. Preferisci morire come un coniglio o come un leone?”
Il giovane Midoriya sorride e si mette in posizione. “Come un leone.”
Da dove esce fuori quel coraggio? Sa bene che non ha nessuna possibilità di battermi, allora perché vuole combattere? Possibile che vuole tentare di aggirare il dispositivo?
Midoriya, ragazzo mio, anche se ciò mi rende orgoglioso di te, non farlo.
Midoriya si lancia su All Might, cercando di colpirlo all’addome con un pugno. L’eroe non schiva l’attacco, ma si lascia colpire, come per testarlo. Non sento niente. La sua forza del 5% è pari a zero sul mio corpo.
L’uomo scoppia a ridere, afferrando il polso del ragazzo e alzandolo da terra. Aumenta la presa, spezzandogli poi il braccio. Midoriya urla dal dolore e cerca un modo di liberarsi.
Dannazione! Only Shit!
Il senso di impotenza mi opprime. Prigioniero nel mio stesso corpo, incapace di fare qualcosa, bloccato a vedere soffrire il mio allievo.
“All Might… n-non sei in te…”
L’uomo scoppia a ridere e lo lascia cadere a terra, successivamente lo colpisce al mento con un calcio, balzandolo lontano. Lo vedo atterrare dolorosamente di schiena, e il respiro gli si blocca. All Might gli si avvicina, gli prende il piede e glielo storta. Un grido smorzato esce dalla bocca di Midoriya.
“Tsk. E tu saresti il mio successore? Ma chi vuoi prendere in giro? Non vali proprio niente. Non avrei mai dovuto donarti il mio potere. Ho veramente fatto una stupidata.”
“Combattilo… comb-battilo…”
All Might gli afferra l’altro piede, provocandogli lo stesso trattamento.
Che infame! Lo sta distruggendo pezzo per pezzo.
Si inginocchia e gli prende il braccio sano, divertendosi a rompere un dito dopo l’altro. Le urla di Midoriya aumentano di intensità.
“Avresti dovuto scegliere di morire come un coniglio. Ti saresti risparmiato tutto questo dolore.”
Gli spezza il resto del braccio.
“N-No… Non sarei… stato degno… di essere chiamato… Deku!”
Midoriya, forse con le ultime energie rimaste, tira una testata sul naso di All Might, riuscendo a fargli uscire un po’ di sangue dal naso.
Ragazzo mio…
“Dannato ragazzino!”
L’uomo gli tira un pugno al fianco, e sento nelle mie orecchie il crack delle ossa che si spezzando. Gli ha rotto le costole.
“All… Might…”
L’eroe si rimette in piedi e alza il piede, pronto a dargli il colpo di grazia dritto in testa.
“Fermati, Toshinori!”
 
********************************************************************************
 
I rumori della battaglia rimbombano fino all'esterno. Le mie orecchie sono invase dalle urla di dolore e di supplica di Izuku Midoriya, talvolta sovrastate dalle risate di All Might. Porto una mano al petto. Sento una strana sensazione al cuore, simile al dolore. Scuoto la testa.
Non è niente, è semplicemente la mia malattia.
“Sono i sensi di colpa, ragazza.”
Mi volto verso il proprietario della voce. Gran Torino si è ripreso e mi fissa intensamente, come se stesse cercando di leggermi nella mente.
“Sensi... di colpa? No, è... la malattia.”
A fatica si alza in piedi, avvicinandosi poi lentamente. “Malattia? Macché. Ti sei affezionata a Toshinori, e ti senti in colpa per quello che gli hai fatto.”
“Ti… sbagli. Io non… mi sono affezionata… ad All Might.”
Il vecchietto alza un sopracciglio. “No? Eppure, quando eravate in acqua, lo guardavi con occhi pieni di gioia e affetto. Ragazza, non mentire a te stessa.”
“Io…”
“Ti ha trattata come una ragazza qualunque, non come un oggetto per vendicarsi, come ha fatto tuo zio. È normale.”
Abbasso la testa, stringendo i pugni. “Non… dirlo mai… più. O io…”
“O tu cosa?” mi interrompe, senza smettere di fissarmi.
Scuoto la testa, prendendola poi tra le mani. “Non lo… so. Non so… cos fare.”
Gran Torino mi appoggia una mano sul braccio. “Poniti questa domanda: chi sei disposta ad aiutare? Un uomo che ti sta usando, privandoti della tua vita, o uno che ti capisce e che si è offerto di aiutarti?”
Detto ciò, si sposta e corre verso il parcheggio.
Chi sono disposta ad aiutare? Lo zio o All Might?
 
Corro dentro al parcheggio e vedo All Might, con il piede sollevato, guardare Gran Torino, che si è messo tra lui e Izuku Midoriya. Mi sembra che il ragazzo abbia le ossa spezzate.
Cosa ho fatto?
All Might sta per colpire il vecchietto, ma io corro verso di lui, coprendomi con uno strato di oscurità. Faccio fuoriuscire un tentacolo e lo dirigo verso l’uomo, circondandolo.
“Che stai facendo? Devo uccidere il moccioso” mi urla furente.
“Sto… seguendo la… strada giusta.”
Avvicino un tentacolo al suo collo, precisamente nella zona del dispositivo, e glielo tiro fuori. Lui scoppia ad urlare e un fumo lo circonda. Al posto dell’uomo muscolo, c’è All Might nella sua vera forma. Sta perdendo sangue dal naso e dalla bocca. Subito lo libero dal tentacolo e faccio sparire lo strato oscuro dal mio corpo.
“All… Might… Mi dispiace.”
Lui si gira verso di me e mi sorride. “Non è il momento, Kohaku. prima dobbiamo pensare al giovane Midoriya.”

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Capitolo 13
*** Kohaku-Midoriya-All Might ***


Penultimo capitolo! E come tale, anche se non ha senso, la storia è vista da tutti e tre i personaggi principali. Buona lettura.

Midoriya dice qualcosa, ma nessuno di noi riesce a capire. Ci avviciniamo alla sua bocca e lo sentiamo dire “Kacchan”. Mi guardo intorno, e lo trovo vicino ai resti di una colonna. Faccio per andare da lui, ma Gran Torino mi afferra il polso.
“Che cosa pensi di fare?”
“Voglio… togliergli il… dispositivo.”
“Lasciala. Noi due dobbiamo trovare un modo per aiutare il giovane Midoriya.”
Il vecchio mi lascia la mano, mantenendo lo sguardo su di me. Mentre mi dirigo da “Kacchan”, lo strato oscuro ricopre il mio corpo. E come ogni volta, mi sembra di bruciare.
Mi inginocchio vicino a lui, spostandogli la testa di lato. Un tentacolo sottile fuoriesce dalla mia mano, infilandosi poi sotto la pelle del collo del ragazzo, tornando infine nel mio corpo. Quando tentacolo e strato sono scomparsi, nella mia mano rimane solo il dispositivo: un microchip di pochissimi millimetri. Ecco la fantomatica creazione di Roku Yano. Con questi aggeggi, ha causato dolore e sofferenza a molte persone.
Con la decisione che ho preso, la situazione potrebbe migliorare o peggiorare. Conoscendo lo zio, peggiorerà di sicuro.
Mi volto verso gli altri, trovandoli a fissarmi.
Avrò preso la decisione giusta?
Ricoprendomi nuovamente di strato oscuro, sollevo il ragazzo, dirigendomi poi da loro.
“Come sta?” mi chiede All Might, madido di sudore.
“Sta... bene. Il microchip... che gli avevo impiantato... è diverso... da quello che avevi... tu.”
“Ci spiegherai tutto più tardi. Ora occupiamoci del giovane Midoriya.”
Gran Torino tira fuori il proprio cellullare. “Direi di chiamare Recovery Girl, dopodiché avvisiamo il preside e gli altri eroi.”
“Kacchan...”
“Cosa facciamo con lui?”
Prendo la parola: “Non si ricorderà... di niente. E non avrà... nessun danno... al corpo. Lo porteremo... a casa, poi andremo... alla U.A. insieme.”
“Porteremo come?”
Con due tentacoli sollevo All Might e Gran Torino, con un altro afferro Midoriya con la massima attenzione. Non devo fare movimenti bruschi o stringere troppo la presa, o i danni al suo corpo peggioreranno ulteriormente.
Ignorando le proteste dei due eroi, mi porto sopra a un'ombra, scomparendo poi in essa.

Sbuchiamo in un vicolo semibuio in città. Fuori da esso vediamo la casa del ragazzo biondo. Costui pare riprendere i sensi. Dobbiamo fare in fretta.
“Kohaku, adesso cosa gli raccontiamo?”
“Niente. Lui ha... dei ricordi... fasulli. Lasciamolo davanti... al cancello. Saprà cosa... fare.”
Gran Torino lo afferra per la vita, attraversa la strada e lo appoggia al muro, stando attento a non farsi vedere da nessuno. Velocemente ci raggiunge, e insieme vediamo il ragazzo aprire gli occhi e stiracchiarsi.
“Dannato Deku” urla. “Quante cose sai su di me? Nerd di merda.”
I tre mi fissano, e io non posso fare altro che scuotere la testa.
“Gran Torino” lo chiama All Might. “Chiama Recovery Girl, dicendole che l'aspettiamo nell'infermeria della scuola. Kohaku, portarci lì.”
Io annuisco, ignorando le fitte di dolore in tutto il corpo. Proprio come alcuni minuti fa, scompariamo in un'ombra.

“Si può sapere che cos'è successo?”
Recovery Girl, una vecchietta dall'aspetto gentile, ci fissa con aria truce, muovendo minacciosamente il suo bastone a forma di siringa.
Siamo nell'infermeria della scuola, e All Might e Midoriya occupano due letti. Il primo per la stanchezza dovuta al dispositivo, il secondo per le ferite gravi riportate.
All Might le spiega brevemente quello che è successo, aggiungendo che avrebbe raccontato tutta la storia in presenza degli altri eroi.
La vecchietta si volta verso di me. “E cosi, sei tu la famosa "Yori". Be', hai causato un bel po' di guai. Comunque, vediamo di curare questo ragazzo, di nuovo.”
Si piega su di lui e gli bacia la fronte. Sotto i miei stessi occhi, vedo le ossa del costato e delle braccia tornare al proprio posto.  Rimango sbalordita. Dunque, è questa l'Unicità che stimola la rigenerazione.
Mi chiedo se...
“Gran Torino, chiama soltanto il preside. Sa di One for All, quindi con lui non dovremmo inventare una scusa sul perché il giovane Midoriya si trovi qua.”
Il vecchietto annuisce ed esce dall'infermeria.
“Perché... non gli sta guarendo... le gambe?”
“Perché potrei ucciderlo. La stimolazione della rigenerazione sfrutta anche l'energia dell'individuo. Nel caso di Midoriya, ne ha sprecata un bel po' durante i due combattimenti, quindi ne è rimasta poca. Tempo qualche oretta e potrò finire di guarirlo.”
“Mamma!” urla Midoriya all’improvviso. “Devo avvisare la mamma. Sarà in pensiero.”
Nello stesso istante, Gran Torino entra nella stanza. “Il preside sarà qui fra una mezz'oretta. Ragazzo, dille che sei con me.”
Midoriya si fa passare il cellulare, digita un numero e porta il dispositivo all'orecchio.
“Mamma. Sì, sto bene. Non è successo niente. Tranquilla, ho incontrato il signor Torino. Sì, quello. Adesso sono con lui. No, non siamo in pericolo. Rimarrò da lui. Uhm, perché? Be’, si è offerto di allenarmi un po’. Sì, ci vediamo domani. Scusami. Ciao!”
 
Guardo sorpresa il preside. Non riesco a capire se è un topo, un cane o un orso. Se non ricordo male, la sua Unicità è la super intelligenza. L’animaletto mi si avvicina e mi prende la mano.
“Piacere di incontrarti, Kohaku. Sono molto contento di sapere che sei dalla nostra parte. Facciamo del nostro meglio.”
Non è arrabbiato con me. Com’è possibile?
“Signor preside, come ci comportiamo? Bakugou, stando alla ragazza, non ricorderà niente di quello che è successo, quindi non possiamo dire agli altri eroi della sua presenza.”
“Ah, Gran Torino, invece sì. Raccontiamoli tutto, modificando la parte di Midoriya, ovvero che anche lui aveva lo stesso microchip di Bakugou. In pratica, i due giovani erano l’esca per attirare il Simbolo della Pace.”
Incredibile. Io non ci avrei mai pensato. La U.A. ha proprio un ottimo preside. Mi volto verso gli altri, vedendo che sono d’accordo con lui. Gli eroi non si fanno scrupoli a mentire ai loro stessi compagni.
“Gran Torino, sei libero di andare quando vuoi. Anche tu, Recovery Girl.”
“Grazie, ma preferisco rimanere qua con il ragazzo. Devo ancora finirlo di curare.”
“Ok. All Might, recupera le forze con calma.”
“Come vuole, ma Kohaku?”
Il preside si gira verso di me, fissandomi attentamente negli occhi. D’istinto, guardo da un’altra parte.
“Ragazza, mi dispiace dirtelo, ma dovrai stare chiusa nelle aule sotterranei della scuola. Lì, la tua Unicità sarà bloccata e qualsiasi dispositivo sarà messo fuori uso.”
Io annuisco, capendo benissimo la soluzione.
“Perfetto. Domani mattina aggiorneremo gli altri eroi della situazione. Kohaku, da questa parte.”
Salutando frettolosamente tutti gli altri, seguo il preside fuori dall’infermeria.
 
L’aula è grande e illuminata. I banchi e le sedie sono stati tutti spostati in un angolo, lasciando al centro un letto. Appoggiata al muro c’è una lavagna, ricoperta totalmente di polvere. Come mi ha detto il preside, le manette sono fuori uso.
Sì, ma la mia Unicità non è stata del tutto bloccata.
Infatti, un sottile, quasi invisibile strato oscuro mi circonda. Mi sento felice: anche se non è bloccato, non mi sta facendo del male. Potrei anche prendere l’idea di trasferirmi qui, frequentare questa scuola, farmi degli amici e andare al parco litoraneo di Dagoba con All Might.
All Might…
Prima di portare il ragazzo biondo a casa, All Might mi aveva detto che avremmo parlato dopo. Ma quand’è questo “dopo”? E poi, perché mi ha sorriso? Al suo posto mi sarei arrabbiata tantissimo. Glielo chiederò appena possibile.
Immagini continue dello zio invadono la mia mente.
“Yuudai!”
Maledizione! Lo zio deve aver finito il dispositivo per amplificare le Unicità. E naturalmente, è il turno di Yuudai di essere usato come cavia.
Me la pagherai, zio! Eccome se la pagherai!
Lo strato aumenta di densità e un tentacolo distrugge alcuni banchi e la lavagna. Un attacco di tosse mi fa piegare in due, riducendo lo strato a com’era prima.
Devo calmarmi. Ogni cosa a suo tempo.
 
Qualcuno mio scuote delicatamente, destandomi dal mio sonno. Apro gli occhi, incontrando poi quelli di Gran Torino. Dice che gli eroi mi stanno aspettando e che Midoriya probabilmente è con la sua classe, totalmente guarito. Gli chiedo di All Might.
“Anche lui si è ripreso. Forza, non abbiamo tempo da perdere.”
Mentre ci dirigiamo verso la meta, mi informa sulla nuova versione da raccontare.
 
Gran Torino apre una porta, invitandomi a entrare per prima. Deglutendo, varco la soglia, trovandomi in un ufficio. Probabilmente, mi dico, è l’ufficio del preside. Dietro a una scrivania, infatti, siede il preside. Alla sua destra c’è Recovery Girl e alla sinistra All Might, che pare sorridere, come a darmi energia. Oltre a loro, ci sono gli altri insegnanti della scuola. Riconosco Erased Head, che indossa i suoi occhialoni. Ma certo, sta usando la sua Unicità per cancellare la mia.
Peccato che neanche questa funzioni al 100% su di me.
Ci sono anche Present Mic, l’eroe preferito dello zio, Midnight, Hound Dog e altri che non conosco. Sono abbastanza tranquilla. Dopotutto, mi è già capitato di parlare di fronte a tantissime persone. Anche se sono passati degli anni... Però, loro sono degli eroi professionisti, e mi vedono come una dei più tremendi criminali, pronta a tradirli in qualsiasi momento.
Mi sta venendo l'ansia. Calmati, Kohaku.
Il preside, notando la mia ansia, dice: “Cari eroi, Kohaku ha deciso di voltare le spalle al nemico, Roku Yano, offrendosi di aiutarci a sconfiggerlo. Per favore, aspettate a giudicarla. A te la parola, ragazza.”
Faccio per parlare quando la porta dell'ufficio si apre. Un individuo con la testa metallica di un dinosauro, salutando rispettosamente tutti, entra dentro.
Recovery Girl lo chiama. “Ah, Power Loader, l'hai finito di costruire?”
Power Loader annuisce. “Sì, sì. Puoi usarlo tranquillamente quando vuoi.”
Si volta verso di me e fissa i miei polsi. È la prima volta che vedo questo eroe. Almeno credo che sia un eroe.
“Tu sei la ragazza di fumo, giusto? Ti dispiace se guardo quelle manette?”
Acconsento a quell'insolita richiesta e ne tolgo una. Lui la prende e se la rigira tra le mani, studiando ogni suo pezzo.
“È molto strano. Queste manette assomigliano a quelle usate nel test, ma funzionano con un meccanismo che non ho mai visto prima. No, il meccanismo serve solo per aprire e chiuderle. Allora come fanno a trattenere il potere?”
È il momento di parlare. Dimostra che possono fidarsi di te.
“Mio zio... ha utilizzato la sua Unicità... per farle.”
Un astronauta mi chiede di spiegare meglio.
“Se si concentra… su un dispositivo, può modificarne… le funzioni… a suo piacimento. E l’effetto… finisce quando… vuole lui.”
 
Una specie di uomo-burro grigio spalanca gli occhi. “Ma è impossibile! I prodotti di Roku Yano sono molto usati in Giappone. Se ciò che dici è vero, allora la sua resistenza è illimitata.”
“Calmati, Cementoss” gli dice il preside. “Falla parlare.”
“Lo zio ha… usato l’Unicità su un… microchip, facendo in… modo che quello gli ricaricasse… il potere in ogni… momento. In questo… modo, può far funzionare… ogni sua… creazione.”
“Giovane Kohaku, perché non racconti a tutti dei dispositivi che hai impiantato a me, al giovane Midoriya e al giovane Bakugou?”
“Per ordine… dello zio, ho dovuto… impiantare dei microchip ad… All Might, al ragazzo… con le lentiggini e a… quello biondo. Il dispositivo… dei ragazzi è diverso… da quello usato… su All Might. Il loro ha fatto in modo… che, oltre ad aumentare… la forza, immettesse nelle loro… menti ricordi… fasulli e non ricevessero… danni fisici… al corpo. Per questo… motivo, i due ragazzi… stanno bene… e non sanno niente… di quello che è successo. Quello usato… su All Might… invece… gli ha permesso di stare… nella forma muscolosa… per tutto il tempo, senza… stancarsi… avendo così… tantissima forza.”
Un attacco di tosse mi blocca. Rivoli di sangue escono dalla mia bocca. Non posso parlare così tanto, il mio corpo non resiste.
Recovery Girl si pone davanti a me, controllando il battito cardiaco dal polso. Mi studia un attimo e poi annuisce.
“Proprio come immaginavo. Ragazza, ti resta poco tempo di vita. La tua Unicità è la causa, vero?”
Io chiudo gli occhi, incapace di guardare in faccia gli eroi e All Might, soprattutto lui.
E infatti chiede: “Che significa che le resta poco tempo?”
“All… Might. La mia… Unicità… è artificiale. Dentro al… mio corpo… sono presenti dei… dispositivi, modificati… dallo zio. Ha fatto… in modo che… mi dessero un’Unicità… a sua scelta, quella che… per lui sarebbe stata… in grado di… eliminarti. Questa Unicità…è l’oscurità. Io sono… la vendetta venuta… dall’oscurità.”
Un cupo silenzio cade sui presenti.
“Molti mi vogliono eliminare, in quanto Simbolo della Pace. Ma perché lo vuole anche tuo zio?”
“Perché… hai ucciso… sua sorella.”
 
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Appena il preside e Kohaku escono dalla stanza, Gran Torino sospira. “Toshinori, ci possiamo fidare di lei?”
“Ha avuto diverse occasione per ucciderli e non l’ha fatto. Mi pare ovvio che ci possiamo fidare di lei.”
Guardo All Might, non sapendo se dargli ragione o no.
“All Might, cosa sai su di lei?”
“Pochissimo, quasi niente. Ma so che è sincera, gliel’ho letto negli occhi. Farò di tutto per aiutare lei e suo fratello.”
Recovery Girl scuote la testa. “Cerca solo di non affezionarti troppo a loro. Quella ragazza sta nascondendo qualcosa. Mi faccio il tè, chi ne vuole un po’?”
Soltanto Gran Torino accetta, seguendo poi l’infermiera fuori.
Chissà cosa sta provando All Might.
“Ragazzo mio, non preoccuparti. Gli eroi non sempre riescono ad aiutare gli altri. Tuttavia, adesso che lei è qui, cercherò di farlo.”
È la prima volta, dall’attacco dei criminali all’U.S.J., che lo vedo così serio. No, quando mi raccontò di All for One lo era. Dunque, per All Might, i due fratelli Yano sono importanti tanto quanto All of One.
“Ho un favore da chiederti.”
“Qualsiasi cosa, All Might.”
“Quando verrà il momento della battaglia contro Kohaku, perché ci sarà, ti chiedo, come maestro, Simbolo della Pace ed ex possessore di One for All, di farmi combattere da solo.”
Combattere… da solo?
“Non posso lasciarti combattere da solo! È riuscita a batterti già una volta. In due potremmo riuscire a resisterle!”
“NO! Cioè, no, per favore.”
“Ma…”
“La risposta non cambia. Sono io quello che dovrà morire, se dovesse succedere. Tu diventerai il nuovo “pilastro”, non posso permetterti di partecipare alla battaglia.”
Non so proprio come ribattere. In un senso, il suo ragionamento non fa una piega. Però, lasciarlo combattere da solo…
“Promettimi che non interverrai.”
Posso davvero promettergli una cosa del genere?
“Promettimelo, ragazzo mio.”
“Sì, lo prometto.”
Certo che no.
 
Un’oretta dopo, il preside ritorna nell’infermeria. Gran Torino e Recovery Girl erano presenti già da una ventina di minuti.
“Ho chiamato gli altri insegnanti. Abbiamo deciso che solo alcuni parteciperanno alla riunione, gli altri terranno d’occhio gli studenti. All Might, dobbiamo pensare alla nuova versione della storia da raccontare.
“I due giovani, facendo da esca, si sono messi a combattere tra di loro. Io sono intervenuto, ma proprio in quel momento Kohaku mi ha impiantato il dispositivo addosso. Noi tre, cioè i ragazzi e io, ci siamo messi a combattere. Quando stavo per ucciderli, Kohaku, sentendosi in colpa, è intervenuta, togliendoci i dispositivi. Allora, che ne dite?”
“Va migliorata, ma può andare. Ci penseremo bene domani. Vi lascio riposare.”
Il preside esce nuovamente, chiudendosi la porta alle spalle.
“Vado anche io. Toshinori, vedi provare ad andare da Kohaku. Ragazzo, lo stesso vale per te. Recovery Girl, a domani.”
 
Mi è arrivata una mail sul cellullare. La apro: è da parte del professor Aizawa.
 
“Classe 1-A,
domani mattina, anziché fare le solite lezioni, dovrete farvi trovare in palestra. Il preside ha deciso di organizzare una giornata sportiva. Ogni classe sfiderà le altre in competizioni amichevole, quindi vedete di comportarvi bene.
 
Materiale da portare: tuta e pranzo al sacco.
Materiale da non portare: libri, costumi da eroi e qualsiasi oggetto che potrebbe avvantaggiarvi (sono delle gare amichevoli).
 
Queste sono le regole che dovrete rigorosamente rispettare:
-Rimanere nel perimetro della palestra;
-Non uscire dal perimetro (nemmeno per andare al bagno);
-Non sgattaiolare via di nascosto;
-Ascoltare gli insegnanti (anche quelli che non sono del vostro corso);
-Portare rispetto agli altri alunni;
-Non litigare con gli altri alunni;
-Non attaccare per nessun motivo gli altri alunni.
 
Rappresentante Iida, vice-rappresentante Yaoyorozu, fate in modo che le regole vengano rispettate.
Vi informo che io non sarò presente, ma ciò non toglie il fatto che potere restare tranquilli.
 
Professor Shouta Aizawa, coordinatore di classe.”
 
Hanno veramente pensato a tutto! In questo modo, non avranno problemi a parlare con Kohaku, eliminando così il rischio che qualcuno la veda per i corridoi.
A proposito di Kohaku…
“All Might, come fa Kohaku a sapere di One for All?”
“Me lo stavo chiedendo anche io. Sono veramente pochi quelli che ne sono a conoscenza. Glielo chiederò. Del resto, devo già chiederle perché suo zio vuole eliminarmi.”
 
“Midoriya, è il momento di guarirti le gambe.”
Annuisco, pronto a ricevere il bacio curativo di Recovery Girl. Avvicina le sue labbra alla mia fronte, sentendo subito le ossa delle gambe rimettersi al proprio posto. E come sempre, mi sento stanco.
“Cerca di fare più attenzione. Non è passato molto tempo dall’ultima sessione di cura, visto che eri messo peggio di adesso.”
“Grazie!”
“Resterai qui per la notte, anche se è un rischio. Anche tu, All Might. Hai bisogno di molto riposo. Buona notte.”
 
“Midoriya, ragazzo mio, stai dormendo?”
“No. Hai bisogno di qualcosa?”
All Might si volta verso di me. “Perché non sei scappato?”
Guardo il soffitto. Già, perché non sono scappato?
“Non lo so. Forse, ho avuto un attimo di pazzia. O forse, è perché speravo di aiutarti a riprendere il controllo.”
Lo sento sospirare. “Se Kohaku non fosse intervenuta, ti avrei ucciso. Devi capire che non sei ancora pronto per affrontare questo genere di pericolo. Solo perché sei sopravvissuto all’attacco di quei criminali all’U.S.J. e allo scontro con Stain, non significa che vincerai qualsiasi minaccia. Del resto, l’Assassino di Eroi si era trattenuto. So che per te salvare gli altri sia la cosa più importante, ma devi capire quando puoi farlo e quando no. Capisci?”
Capisco eccome.
“Allora vedi di ricordartelo.”
 
Apro gli occhi. La luce del sole mattutino illumina l’infermeria. Sbadiglio e mi metto seduto, voltandomi verso All Might, ma il suo letto è vuoto.
Chissà quando è uscito.
Recovery Girl entra nella stanza, tra le mani un vassoio. “Come ti senti?”
“Meglio. Dov’è All Might?”
“Oh, è con il preside. Stanno rifinendo la nuova versione. Tieni, ti ho portato la colazione.”
Mentre mangio, Recovery Girl esce dalla stanza, per poi rientrare con un sacchetto.
“Qui c’è una tuta di riserva. Ricordati di riportarla indietro. E qui c’è anche il tuo pranzo a sacco, preparato da Lunch-Rush in persona.”
La ringrazio. Recovery Girl è una persona veramente gentile. Dovrebbero essere tutte come lei.
“Fra poco arriveranno gli studenti. Farai meglio a muoverti. Buona fortuna con i giochi.”
 
Arrivo in palestra già con indosso la tuta. Sento Iida ripetere le regole ai nostri compagni. Non si smentisce mai. Uraraka mi viene incontro, dicendomi che è emozionata per questa giornata sportiva.
“Sono anche un po’ nervosa” aggiunge. “Spero di non fare brutta figura davanti alle altre classi.”
“N-No, non succederà mai… Cioè, tu sei fantastica… Ah!”
Che sto dicendo?
“Come hai detto?”
“Oh, be’, ho detto che…”
“Midoriya! Non ti ho visto in stazione. Quando sei arrivato?”
“Iida! Sono arrivato da qualche minuto.”
Meno male che è arrivato in tempo.
“Non mi sarei mai aspettato questo cambio di programma. Sono rimasto sorpreso dalla mail del professor Aizawa. Del resto, la vita di un eroe è piena di sorprese e cambi di programma. La U.A. ti prepara proprio a tutto.”
Se sapesse la verità, non direbbe una cosa del genere.
I nostri compagni ci chiamano e noi ci dirigiamo verso di loro. Alcuni sono confusi, altri nervosi. E come darli torto? Anche io sono nervoso, ma non per il loro stesso motivo. Vorrei tanto sapere se è già iniziata la riunione. Chissà cosa succederà dopo. Kohaku potrebbe essere portata a “Tartaro”, la prigione dei super criminali? Come si comporterebbe poi All Might? E se invece le permettessero di girare tranquillamente per la città? Verrebbe costantemente tenuta d’occhio dagli eroi. Oppure, la userebbero come “arma” contro i super criminali. Ma così, gli eroi sarebbero tali e uguali a Roku Yano.
Tutto dipende da quello che dirà Kohaku.
E se fosse una trappola?
Kohaku ci ha mentito diverse volte, quindi perché oggi non dovrebbe fare un’eccezione?
Qualcuno mi tira una gomitata. Uraraka mi indica qualcuno in piedi su una panchina. Il professor Snipe zittisce tutti quanti. Lui è uno degli eroi che ci terranno d’occhio.
“Come sapete, quest’oggi faremo una serie di sfide sportive. Inizieremo con la battaglia delle torri, la stessa che avete fatto al festival dello sport, poi passeremo alla pallavolo, al basket e, se c’è tempo, a delle prove di resistenza. E non vi è permesso usare la vostra Unicità. Preparate le squadre per la battaglia delle torri: iniziamo fra dieci minuti.”
Tra il lamento generale, le squadre iniziano a prendere forma.
Non ci è permesso usare la nostra Unicità, quindi ci impiegheremo un bel po’. Vogliono essere sicuri di avere tanto tempo a disposizione per la questione di Kohaku.
 
La mia squadra è una delle prime a essere eliminate. Ero talmente preso dai miei ragionamenti, che non ho minimamente prestato attenzione alla partita.
Però, potrei distrarmi un po’ facendo il tifo ai compagni rimanenti.
Alzando lo sguardo, vedo che a ogni uscita ci sono i mini-bot. Vogliono tenerci qui dentro a ogni costo. Sentiamo qualcuno urlare come un pazzo. Kacchan se la sta prendendo contro una squadra di un’altra classe. Non mi ha detto niente sui suoi ricordi fasulli di ieri sera. Del resto, io non posso dirgli nulla, visto che non so niente.
“Deku, secondo te, perché ci sono quei robottini?”
Invento subito una risposta da dare a Uraraka. “Credo che ci stiano filmando per ordine degli insegnanti. Magari vogliono vedere se ci siamo comportarti nel modo giusto e, in caso contrario, farci una bella ramanzina.”
Sembro averla convinta, perché non mi chiede nient’altro.
Qualcuno fischia, e Snipe prende la parola. “Bene! Adesso vi sfiderete a pallavolo. Le squadre che giocheranno per prima saranno le due classi di prima del dipartimento degli eroi. La squadra dovrà essere composta da tre maschi e tre femmine, e farete cambi a rotazione alla battuta. Iniziamo fra cinque minuti.”
Le femmine sembrano felici, mentre i maschi un po’ meno. Anzi, Mineta è l’unico maschio a essere felice.
“Non vedo l’ora di giocare insieme alle femmine…”
 
Stiamo perdendo dieci a sedici. A differenza dell’altra classe, la nostra non riesce ad andare molto d’accordo. Kacchan gioca per conto suo, arrabbiandosi ogni qualvolta gli avversari riescono a fare punto; Mineta è distratto da ogni movimento delle ragazze; Aoyama si mette sempre in posa o dice frasi senza senso; non si sente quando Kouda dice “mia”; non riusciamo a vedere le mani di Hagakure; e io non riesco a smettere di pensare alla riunione degli insegnanti.
Questo è un male. In futuro, un errore del genere mi porterà alla rovina.
“Professore Snipe” urla Iida. “Chiedo il time-out!”
L’insegnante dà il consenso e fischia. Ci raduniamo intorno a Iida, autoeletto allenatore, e ci indica tutti gli errori che stiamo facendo.
“Sta’ zitto, o ti ammazzo” gli risponde Kacchan.
“Che comportamento è questo? Non rivolgerti più in questo modo ai tuoi compagni.”
Come al solito, i due iniziano a discutere.
Il professore Snipe fischia. “Forza! La pausa è finita. Tornate in campo.”
Ritorno sottorete, dicendomi di concentrarmi sul gioco. Kendou raccoglie la palla da terra e si posiziona alla battuta. Quella ragazza batte molto bene e altrettanto forte. Lancia la palla in aria, porta indietro il braccio e fa per colpire la palla, ma una scossa e successivamente un’esplosione lontana bloccano il gioco. Gli insegnanti si fissano negli occhi e ordinano ai mini-bot di non fare uscire nessuno, dopodiché escono di corsa.
Oh, no! Che sia opera di Kohaku?
Mi sento spingere, e vengo travolto da un fiume di studenti spaventati e curiosi. I mini-bot provano a boccarci, ma alcuni studenti, tra cui Kacchan, utilizzano le loro Unicità per allontanarli. Appena ci troviamo all’aria aperta, la terra trema nuovamente e subito ci spostiamo dall’edificio. Mi guardo intorno, cercando di capire l’origine dell’esplosione e dei terremoti. Questa volta un vento molto forte ci colpisce dal dietro.
“Ma siamo dentro a un fumetto? Non può essere vero!” urla Mineta,.
Mi volto nella sua stessa direzione e impallidisco.
Ma che diavolo…
 
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Mi giro e rigiro nel letto, ma non riesco a prendere sonno. Sono preoccupato per quello che succederà fra qualche ora. Ma anche perché lei sa di One for All, e anche del giovane Midoriya. Possibile che mi stava tenendo d’occhio per ordine di Roku Yano?
A proposito del ragazzo…
Starà dormendo o sarà sveglio? Tentar non nuoce, dopotutto.
“Midoriya, ragazzo mio, stai dormendo?”
“No. Hai bisogno di qualcosa?” risponde.
È arrivato il momento di togliere un dubbio. Mi volto verso di lui. “Perché non sei scappato?”
Lo vedo che guarda il soffitto, soffermandosi sulla domanda. Io attendo pazientemente la risposta.
“Non lo so” dice. “Forse, ho avuto un attimo di pazzia. O forse, è perché speravo di aiutarti a riprendere il controllo.”
Lo sapevo. La sua più grande debolezza, oltre a essere anche un punto di forza, è il fatto di voler aiutare a ogni costo gli altri. Sospiro. In quanto maestro, è mio dovere metterlo in guardia.
“Se Kohaku non fosse intervenuta, ti avrei ucciso. Devi capire che non sei ancora pronto per affrontare questo genere di pericolo. Solo perché sei sopravvissuto all’attacco di quei criminali all’U.S.J. e allo scontro con Stain, non significa che vincerai qualsiasi minaccia. Del resto, l’Assassino di Eroi si era trattenuto. So che per te salvare gli altri sia la cosa più importante, ma devi capire quando puoi farlo e quando no. Capisci?”
Anche se non sento nessuna risposta, intuisco che lo abbia capito.
“Allora vedi di ricordartelo.”
Perché non voglio perdere anche te, ragazzo mio.
 
Qualcuno mi scuote dolcemente. Apro gli occhi, trovandomi davanti il volto anziano di Recovery Girl. Mi informa che il preside mi sta aspettando nel suo ufficio. Annuendo, sposto le coperte e mi stiracchio. Mi sento pieno di energia.
Mi volto un attimo verso il giovane Midoriya. Sembra sorridere nel sonno.
 
“Ah, All Might, ben svegliato. Hai già fatto colazione?”
“Buongiorno a lei. In verità, no. Spero di farla prima dell’inizio della riunione.”
“Oh, non ti preoccupare. A momenti arriverà Gran Torino con qualcosa da mangiare. Comunque, come ti senti? Ti sei ripreso?”
Annuisco, aggiungendo che sono un po’ nervoso.
Gran Torino entra nell’ufficio, in mano una ciotola di zuppa di miso. Me la passa, chiedendomi se andava bene. Annuendo, inizio a mangiare.
“All Might, ho pensato bene alla nuova versione.”
Smetto di mangiare e guardo il preside, dicendogli di andare avanti.
“Kohaku ha seguito i ragazzi stando nell’ombra, inserendoli il dispositivo senza farsi vedere o sentire. I due si sono incontrati in quel parcheggio sotterraneo, attendendo il tuo arrivo.”
“Ma come facevano a sapere che sarei arrivato?”
“La chiamata!” esclama Gran Torino. “Toshinori, poco prima dell’attacco di Bakugou, Midoriya mi aveva chiamato per sapere la verità. Possiamo sfruttarla a nostro vantaggio.”
Il preside annuisce. “Perfetto. Midoriya quindi ha chiamato Gran Torino, informandolo che stava per iniziare un combattimento contro Bakugou. Appena siete arrivati lì, Kohaku ha messo k.o. Gran Torino e All Might ha cercato di fermare i due ragazzi, senza accorgersi di quello che stava succedendo dietro di sé.  A quel punto, i due giovani lo hanno attaccato, mettendolo sulla difensiva. Subito Kohaku gli ha impiantato il dispositivo, costringendolo così a battersi con i due.”
“Direi di raccontare fino a questo punto. Faremo decidere a Kohaku il perché di tutto questo” propongo.
I due accettano, dopodiché riprendo a mangiare.
Spero che gli altri ci credano.
Appena finisco, Gran Torino apre la porta. “Bene. Vado a prendere la ragazza e a raccontarle tutto.”
 
Arrivano alcuni degli insegnanti e Recovery Girl, che mi sussurra che il giovane Midoriya è con i propri compagni.
Immagino che anche lui sia preoccupato.
Informiamo gli eroi presenti su quanto successo, ricevendo poi una valanga di domande sullo stato dei due ragazzi e su Kohaku.
“Userò la mia Unicità per cancellare la sua” dice Aizawa indossando gli occhialoni. “Non si sa mai.”
Qualcuno apre la porta e Kohaku fa il suo ingresso. Vedendo gli sguardi ostili dei miei colleghi, le sorrido, cercando di darle energia.
 
Appena Kohaku ci dice dell’Unicità di Roku Yano, di cui io ero già informato, gli altri insegnanti sono sorpresi, specialmente Cementoss, che spalanca gli occhi.
“Ma è impossibile! I prodotti di Roku Yano sono molto usati in Giappone. Se ciò che dici è vero, allora la sua resistenza è illimitata.”
“Calmati, Cementoss” gli dice il preside. “Falla parlare.”
“Lo zio ha… usato l’Unicità su un… microchip, facendo in… modo che quello gli ricaricasse… il potere in ogni… momento. In questo… modo, può far funzionare… ogni sua… creazione.”
Un potere illimitato… Se fosse vero, allora abbiamo poche speranze di batterlo. Prima devo capire bene come funzionano le sue creazioni, partendo dai dispositivi che ci ha impiantato.
“Giovane Kohaku, perché non racconti a tutti dei dispositivi che hai impiantato a me, al giovane Midoriya e al giovane Bakugou?”
“Per ordine… dello zio, ho dovuto… impiantare dei microchip ad… All Might, al ragazzo… con le lentiggini e a… quello biondo. Il dispositivo… dei ragazzi è diverso… da quello usato… su All Might. Il loro ha fatto in modo… che, oltre ad aumentare… la forza, immettesse nelle loro… menti ricordi… fasulli e non ricevessero… danni fisici… al corpo. Per questo… motivo, i due ragazzi… stanno bene… e non sanno niente… di quello che è successo. Quello usato… su All Might… invece… gli ha permesso di stare… nella forma muscolosa… per tutto il tempo, senza… stancarsi… avendo così… tantissima forza.”
Un attacco di tosse la blocca e alcuni rivoli di sangue le escono dalla bocca. Dev’essere la sua malattia. Faccio per andare da lei, ma Recovery Girl le si pone davanti, controllandole il battito cardiaco dal polso e studiandola attentamente.
Annuendo dice: “Proprio come immaginavo. Ragazza, ti resta poco tempo di vita. La tua Unicità è la causa, vero?”
Le rimane poco tempo? Ma che significa?
Vedendo che chiude gli occhi, chiedo in generale: “Che significa che le resta poco tempo?”
“All… Might. La mia… Unicità… è artificiale. Dentro al… mio corpo… sono presenti dei… dispositivi, modificati… dallo zio. Ha fatto… in modo che… mi dessero un’Unicità… a sua scelta, quella che… per lui sarebbe stata… in grado di… eliminarti. Questa Unicità…è l’oscurità. Io sono… la vendetta venuta… dall’oscurità.”
Un cupo silenzio cade sulla stanza. Stringo i pugni.
Unicità artificiale, dispositivi modificati nel suo corpo, la vendetta venuta dall’oscurità… Dannato Roku Yano, cosa le hai fatto?
Una domanda poi mi viene spontanea da dire. “Molti mi vogliono eliminare, in quanto Simbolo della Pace. Ma perché lo vuole anche tuo zio?”
“Perché… hai ucciso… sua sorella.”
 
“Ho… ucciso sua sorella?”
È impossibile! Sua sorella è morta quando lui era piccolo. E poi, io non ho mai ucciso nessuno. Intuendo i miei pensieri, Kohaku apre gli  occhi e mi fissa. “Lui… ha mentito… sulla sua… morte. In realtà… sua sorella… nonché mia zia… è morta quando c’è… stato… il tuo debutto.”
“Durante quel disastro…”
Me lo ricordo ancora bene. Sì, ci sono stati alcuni morti, ma non pensavo che tra loro ci fosse anche sua sorella.
“Questo non significa che All Might l’abbia uccisa” interviene Blood King.
“Per mio… zio lo… è. Lui le… voleva molto… bene, più della… propria… vita. Scoprendo… del disastro… della sua morte… e di All Might, ha incolpato… l’eroe. Mi dispiace… tanto.”
Alla fine scoppia a piangere. Subito mi trasformo nella forma muscolosa e l’abbraccio, sussurrandole di stare tranquilla, che non è colpa sua.
Poco dopo, lei si libera dall’abbraccio e scoppia a urlare, prendendosi la testa fra le mani. Appena finisce di urlare, vomita sangue.
Recovery Girl scuote la testa. “Devo farti subito delle analisi. Power Loader, è arrivato il momento di usare il macchinario.”
Di che macchinario sta parlando?
Kohaku mi posa una mano sul braccio. “Yuudai… Le immagini… le sensazioni… e i pensieri… di Yuudai… nella tua mente… erano causate… dalla sua Unicità.”
L’afferro mentre si sta accasciando al suolo. “Che vuoi dire?”
“Se usa… troppe volte… il potere sulla… stessa persona… quella finisce… per impazzire.”
“E Yuudai l’ha usato su di me! Ma come è potuto succedere.”
“All Might, finiscila di farle tutte queste domande. Non vedi che non ce la fa più? Power Loader, accompagnaci dal macchinario.”
Per scusarmi, decido di prenderla in braccio e di portarla fin lì. Gli atri insegnanti non dicono nulla, forse capiscono la situazione. Scorgo però Gran Torino sospirare. Lui non vede l’ora di aggiungere la parole fine a questa storia.
 
Raggiungiamo il laboratorio del dipartimento di supporto, situato al primo piano dell’edifico scolastico. Non c’è anima viva in giro.
Dopotutto, alcuni degli insegnanti sono nell’ufficio del preside, gli altri a “distrarre” gli studenti in palestra.
Power Loader apre la porta, e noi lo seguiamo dentro. Il laboratorio è pieno di macchinari e gadget di tutti i tipi. Passando davanti a una specie di armatura incompleta, mi soffermo per leggere la frase appiccicata sopra: “Non toccare – Mei Hatsume”. Ora ricordo! Questa ragazza era nella stessa squadra di Midoriya e a combattuto, diciamo, contro Iida. Però, devo dire che ha un ottimo talento.
Seguo Power Loader e Recovery Girl dentro a una botola, trovandomi in una stanza circolare. Appoggio Kohaku su una specie di letto, mettendomi poi vicino alle pareti. Sfiorandole, mi accorgo che sono strane al tatto. Le colpisco con un pugno, rimanendo sorpreso nel constatare che non si è deformata neanche un po’. Chiedo delle spiegazioni, ricevendo una risposta tipica da film di fantascienza.
“Cioè?”
“Sono composte da un materiale più unico che raro, in grado di resistere a qualsiasi cosa. In teoria, dovrebbe reggere all’Unicità artificiale della ragazza.”
In teoria…
Power Loader schiaccia un pulsante sul bordo del letto e una specie di cupola scende dal soffitto, chiudendo Kohaku al suo interno. Ma in che razza di stanza sono finito?
La cupola emette una serie di luci di colori diversi, fino a unirsi in un unico colore: azzurro. Compare uno schermo sulla stessa cupola, raffigurante diverse TAC di Kohaku. In alcuni punti del suo corpo scorgo strane macchioline.
“Questa è pura follia…” mormora Recovery Girl.
“Che cosa è pura follia?” domando.
“Quelle macchioline sulle ossa, sul cuore e nel cervello, e probabilmente in altre parti, sono dei dispositivi elettronici. Questi sono l’origine della sua Unicità artificiale, nonché della sua malattia e della sua prossima morte.”
“Non possiamo toglierle questi dannati affari?”
È Power Loader a rispondermi: “Sì, se vuoi che muoia prima del previsto.”
 
Morire prima del previsto?
“C-Che intendi dire?”
“Se fossero stati soltanto sulle ossa, avrei potuto toglierli tranquillamente, anche se la ragazza sarebbe rimasta paralizzata” dice Recovery Girl. “Ma visto che ci sono sul cuore e nel cervello, toglierli significherebbe ucciderla.”
“Esiste un modo per aiutarla?”
Ti prego, dimmi che c’è.
“La risposta è una sola: Roku Yano. Lui è l’unico in grado di salvarla.”
Che ironia! La causa è anche la cura. Non imi resta altra scelta, dunque. Devo farmi dire da Kohaku dove posso trovarlo, così posso convincerlo ad aiutarla.
Le luci della cupola lampeggiano in modo sinistro, spegnendosi poi di botto. Sta per succedere qualcosa di brutto, me lo sento. La stanza, no, tutto inizia a tremare e il macchinario si distrugge, provocando una forte esplosione. Mi butto in fretta su Recovery Girl per proteggerla.
Appena il fastidiosissimo fischio sparisce, noi tre ci ritroviamo in un cratere enorme. Come abbiamo fatto a salvarci?
“All… Might… Andatevene… via… Sto… per… perdere… il… controllo… Lo… zio… sta… accelerando… i… tempi…”
Kohaku è in mezzo al cratere, l’oscurità che le vortica intorno minacciosa. Tantissimi tentacoli fuoriescono dal suo corpo, andando in varie direzioni, distruggendo tutto quello che incontrano.
Dannazione! Dovevo accorgermene prima.
Se quello che ha detto è vero, allora fra poco non esisterà più Kohaku, ma solo un guscio vuoto con lo scopo di uccidermi.
La terra trema nuovamente e l’oscurità l’avvolge completamente. I tentacoli si moltiplicano e diventano più spessi. Quella creatura artificiale si alza nel cielo, scatenando un vento molto forte.
Eccola. Questa è la vera forma della vendetta venuta dall’oscurità, la vendetta di Roku Yano. Alcuni insegnanti si avvicinano, dicendomi di allontanarmi.
“NO!” grido con tutto il fiato che ho. “Siete voi che dovete allontanarvi. Vi proteggerò tutti.”
Proteggerò Kohaku e il giovane Midoriya, il suo secondo bersaglio.
Senza ascoltarli, corro e salto sui resti dell’edificio e di quelli vicini, fino a raggiungere Kohaku. Mi lancio su un tentacolo, che per fortuna non è più gassoso, e mi dirigo, tra schivate e cadute, il più vicino possibile al cuore.
“Kohaku! Sono venuto per salvarti!”

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Capitolo 14
*** All Might: la fine ***


Un tentacolo mi colpisce e mi butta giù. Per fortuna riesco ad atterrare in piedi, seppur sentendo un po’ di dolore alle gambe. Alzo lo sguardo e noto che la creatura non sta proprio puntando a me, ma ogni cosa che si trova sotto tiro.
Roku Yano è proprio un pazzo: vuole distruggere tutto!
Eraser mi raggiunge. “Sei tutto intero?”
Alzo il pollice. “Certo che sì. Ma dimmi, perché ti sti preoccupando per me? Tutto ciò è molto insolito.”
Lui indossa gli occhialoni neri e i suoi capelli si alzano. Guardo in alto, sperando con tutto il cuore che lui riesca a bloccarle l’Unicità artificiale. Sfortunatamente, sparisce pochissima massa oscura.
Eraser allora si toglie gli occhialoni. “Lo immaginavo. All Might, adesso è tutto nelle tue mani. Sei il solo che può fermare la ragazza. Io vado ad aiutare gli studenti con l’evacuazione.”
“Aspetta! Kohaku, poco prima di diventare… quella cosa, ha detto che Roku Yano sta accelerando i tempi. Molto probabilmente è qui vicino. Non ti sto dicendo di abbandonare gli studenti, solo di prestare attenzione.”
Lui annuisce e corre verso i ragazzi, intimandoli ad andarsene il più velocemente possibile.
Mentalmente lo ringrazio. Ha capito perfettamente la situazione. Ha intuito che sto sacrificando la mia vita per salvare la sua e quella degli altri eroi.
Ma non ho intenzione di morire prima di aver salvato Kohaku e aver dato una bella lezione a suo zio!
Se una persona che sta usando a propria Unicità dovesse perdere i sensi, solitamente, quelli si fermerebbero. Non sono sicuro, però, che funzioni con un’Unicità artificiale.
“Be’, non mi resta che provare.”
Quindi provo nuovamente a raggiungere il suo cuore. Schivo diversi tentacoli, con i pugni ne devio alcuni che mi stanno venendo addosso, mi aggrappo su uno e riprendo la mia corsa su un altro.
 
Qualcosa mi colpisce al centro della schiena. L’impatto mi fa sbilanciare e precipito. Un tentacolo più sottile mi stringe la caviglia, fermando la mia caduta. Altri tentacoli si stringono su varie parti del mio corpo, immobilizzandomi completamente. Delicatamente mi appoggiano su un tetto, ma non mi lasciano andare.
Che sta succedendo?
Qualcuno singhiozza. “M-Mi dispiace, Toshinori.”
Yuudai?
Il bambino è qui, davanti a me, le lacrime agli occhi e una specie di cerchietto intorno alla testa. Mi accorgo che sta tremando e gli scendono dei rivoli di sangue da quel cerchietto.
Roku Yano, sei proprio un mostro.
“Yuudai, bambino mio, cosa ti sta facendo fare?”
Lui piange ancora più forte, stringendo forte il cerchietto e implorando il mio perdono. “L-Lo zio ha detto c-che devo farti male alla mente. I-Io non voglio farlo. T-Toshinori, devo farlo p-per salvare Ko-Kohaku.”
Farmi male alla mente? Ma certo. Roku Yano vuole ferirmi sia fisicamente, sia mentalmente. Pretende troppe cose. E io non ho proprio intenzione di dargliele.
Quindi provo a liberarmi, ma i tentacoli mi stringono ancora più forte. Così non va affatto bene.
 
Devo trovare una soluzione, e alla svelta. No… ho promesso a Yuudai che mi sarei arreso.
Io non gli ho promesso niente del genere!
E invece sì. Poco prima che iniziasse la riunione, lui è venuto da me piangendo, implorandomi di esaudire il desiderio di Roku Yano.
NO! Tutto questo è una menzogna. È frutto della sua Unicità. Non devo mollare.
Mi ha puntato il dito contro, incolpandomi per avergli fatto del male. Mi ha mostrato dei tagli e dei lividi.
È un’altra menzogna. Io non farei mai del male a un bambino.
I tentacoli intanto continuano a stringermi ancora di più. Dannazione, non deve finire così. Ho giurato che avrei salvato i due fratelli, anche a costo della vita.
In qualche modo riesco a liberarmi dei tentacoli. Mi avvicino molto lentamente a Yuudai, che inizia a tremare. Faccio segno di “no” con il dito. Tiro indietro il braccio destro, do la carica e colpisco il pavimento con il medesimo pugno. Il pavimento inizia a sgretolarsi e l’edificio crolla. Salto su quello vicino e vedo Yuudai precipitare.
Perché l’ho fatto? Perché ho ucciso Yuudai?
Sento qualcosa che mi stringe il corpo, ma non vedo niente. Probabilmente è il frutto della mia immaginazione.
“..shinori, se… ta.”
Cos’è stato? Mi è sembrato di sentire qualcuno parlare.
 
Qualcuno mi schiaffeggia. Gran Torino sospira. Sembra sollevato.
“Toshinori, stai bene?”
Se sto bene? Certo che no!
“Ho ucciso Yuudai! Come posso stare bene? Non posso farmi chiamare eroe.”
“Non lo hai ucciso.”
Sentiamo un bambino piangere.
Non può essere…
Yuudai è vivo! Power Loader sta lavorando sul suo cerchietto. Cosa sta succedendo? Io ho ucciso Yuudai. Eppure, lui è vivo.
Gran Torino, come se mi avesse letto nel pensiero, mi spiega tutto: “Sei stato vittima dell’Unicità del bambino. Il cerchietto amplifica il suo potere, in questo modo si perde completamente la percezione della realtà. Infatti, non ti sei accorto che stavi morendo, se non alla fine, o che i tentacoli ti hanno lasciato.”
I tentacoli mi hanno lasciato? Solo adesso mi accorgo che ha ragione.
Mi volto verso la creatura, che stranamente se ne sta immobile.
Yuudai urla e Power Loader impreca. Corro dal mio piccolo amico.
“All Might, ero quasi riuscito a togliergli questo cerchietto, ma ha iniziato a scottare” mi dice l’eroe.
“Toshinori, brucia! Fa’ qualcosa, ti prego!”
Non posso fare altro che abbracciarlo. “Power Loader, portalo via da qui e prova di nuovo a liberarlo. Fai in modo che non muoia. Io vado a cercare quel maledetto Roku Yano. Lui è qua.”
“Aspetta un attimo, Toshinori. Cosa pensi di fare con la ragazza?”
La creatura è ancora immobile, come in attesa di qualcosa.
“Ancora non lo so, ma qualcosa mi dice che per il momento se ne starà buona. Ho un favore da chiederti.”
 
Faccio un po’ di parkour tra gli edifici, controllando nel frattempo se ci sono dei feriti. Per fortuna non ce ne sono.
Mi fermo quando sono sotto la creatura.
“Roku Yano!” chiamo a gran voce.
Un tentacolo mi stringe nuovamente, ma questa volta non sembra avere cattive attenzioni. Mi solleva da terra e mi appoggia su un altro tentacolo, molto più grosso degli altri. E lì, con un sorriso trionfante, c’è Roku Yano.
 
“Ah, eccoti qui, eroe. Cosa ne pensi dell’Unicità di mia nipote? Non pensi anche tu che sia strabiliante, potente e… distruttiva?”
Digrigno i denti. “Lei non c’entra niente con tutto questo. La faccenda è tra me e te!”
Lui alzala testa e ride. Il tentacolo si muove verso il cuore della creatura. Io tento di rimanere in equilibrio, cercando di non scivolare giù.
Che cosa pensa di fare?
La massa nera si apre, rivelando una Kohaku pallidissima e madida di sudore. Dai suoi occhi capisco che la vita si sta spegnendo. Sanguina dagli occhi, dal naso e dalla bocca. E sembra avere fatica a respirare.
Non ci vedo più dalla rabbia. Prendo Roku Yano per il colletto e lo sollevo in aria.
“Che cosa le stai facendo, mostro?”
“Oh, niente di che. Una piccola scommessa con me stesso. Chi morirà per prima, tu o lei?”
“Tu…”
“Devi stare tranquillo, eroe. Tanto morirete entrambi. Anzi, morirete tutte e tre: tu, Kohaku e Yuudai.”
Lo sbatto sul tentacolo, tenendolo fermo. “Non osare fare loro del male! L’unico che deve morire sei tu. E morirai adesso!”
“All Might, fermati!”
Il giovane Midoriya mi afferra il braccio. Cosa ci fa lui qui?
“All Might, lui non deve morire, o Kohaku non potrà essere guarita.”
Accidenti, ha ragione.
“Ah, Midoriya Izuku, il nuovo detentore dell’One for All. Ho cambiato idea su di te, sai? Rallegrati, ragazzo, non dovrai più morire. Kohaku ucciderà All Might, dopodiché le bloccherò il cuore; Yuudai morirà per il cerchietto; prenderò il controllo su di te, così poi distruggerai la U.A., ferendo, magari anche uccidendo, alcuni studenti ed eroi, racconterai al mondo tutto quello che sai su All Might e sull’One for All, dichiarerai che sei sempre stato cattivo e alla fine andrai a vivere a “Tartaro”, la prigione di massima sicurezza, per il resto della tua vita.”
 
No, tutto ciò è impossibile. E folle.
“Il tuo piano non funzionerà. E se così non fosse, gli eroi testimonieranno per Midoriya.”
“Ti fermeremo molto prima.” afferma Midoriya.
“Voi mi sottovalutate. Credete che abbia pensato a un solo piano? Ridicolo. Kohaku, mia creatura, sai cosa fare.”
Kohaku sparisce nella massa nera. Un tentacolo mi toglie Roku Yano da sotto il naso. Un altro prende Midoriya, avvicinandolo poi all’uomo, che tira fuori un dispositivo dalla tasca.
Vuole metterlo sul giovane Midoriya! Devo fermarlo.
Mi preparo per saltare, ma qualcosa mi supera a grande velocità e si dirige verso Roku Yano e Midoriya.
Gran Torino, grazie alla sua Unicità, è riuscito a prendere il dispositivo. Eh, vecchio volpone. Il tentacolo che tiene legato Midoriya sparisce, liberandolo dalla sua prigionia. Quello dello zio, invece, lo stringe ancora di più. Inizia a boccheggiare. Strano, è come se avesse perso il controllo sulla nipote.
“All Might,!” mi sento chiamare.
In lontananza scorgo Cementoss, alcuni eroi e il preside. Sono in anticipo, troppo in anticipo. Non devono assolutamente vedere il giovane Midoriya.
“Maestro, porta via Midoriya: stanno arrivando gli altri eroi.”
Gran Torino afferra Midoriya e vola via.
Mi rivolgo alla massa nera. “Kohaku, sei salva.”
“Oh, questo lo pensi tu. Ho perso il controllo su di lei per colpa di quel vecchio, ma adesso l’ho recuperato.”
Roku Yano, come a dimostrare di avere ragione, ordina a Kohaku di liberarlo e di catturarmi.
Impreco. C’ero quasi, dannazione.
Lo zio mi si avvicina. “Finalmente avrò la mia vendetta, All Might. Preparati a morire.”
 
L’urlo di Mic investe Roku Yano in pieno, dandomi la possibilità di liberarmi. Lo colpisco in pieno viso, successivamente gli tiro un calcio in pieno addome.
“Io non morirò. Ho ancora un mucchio di cose da fare.”
Gli tiro un altro calcio. “Fermarti.”
Lo sollevo per il colletto. “Non ucciderti.”
Un pugno nell’addome. “Salvare Kohaku e Yuudai.”
Un altro pugno. “Evitare che tu faccia loro del male.”
Lo lancio verso un altro tentacolo. “Vedere Midoriya diventare il nuovo Simbolo della pace!”
“L’ho portato” mi dice Eraser quando mi raggiunge. “Ti ho portato Hitoshi Shinsou.”
Il giovane Shinsou mi guarda confuso. È naturale, non sa niente del mio piano.
“Shinsou, ragazzo mio, ho bisogno di te e della tua Unicità. Sei l’unico che può fermare questa follia. Accetti di aiutarmi?”
“Cosa devo fare?” mi chiese semplicemente.
“Parla con quell’uomo. Appena possibile, utilizza la tua Unicità su di lui e ordinagli di liberare Kohaku e di fare tutto il possibile per salvarle la vita.”
Dai lacci di Eraser esce fuori il preside, che consegna al ragazzo una specie di passamontagna.
“In questo modo non potrà riconoscerti” spiega. “Probabilmente avrà visto il Festival dello sport, quindi sa come funziona la tua Unicità.”
Shinsou annuisce e lo indossa, dicendo che è pronto ad andare.
Questo ragazzo è sorprendente. Sa che potrebbe morire da un momento all’altro, ma è disposto comunque ad aiutarci.
Passo un braccio intorno alla sua vita e salto verso Roku Yano, che nel frattempo cerca di rimettersi in piedi. Per fortuna - e sfortuna - ho usato poca forza, se no lo avrei ucciso.
“Ti arrendi, Roku Yano?” gli chiedo.
“Non finché non avrò raggiunto la mia vendetta. Chi è la persona insieme a te?”
“Considerami una specie di “Robin”.  Sono qua per fermarti.”
Lui ride. “Ah ah, e come pensi di far…”
“In questo modo.”
Fantastico! Il giovane Shinsou ce l’ha fatta.
“Libera Kohaku.”
I tentacoli evaporano lentamente. Io allora afferro il ragazzo e l’uomo e li porto a terra. Vedo il preside aggrapparsi a Eraser e quest’ultimo usare i lacci per allontanarsi.
La creatura implode su se stessa, lasciando intatto soltanto il cuore. Spero con tutto me stesso che Kohaku stia bene. Il cuore inizia a sparire, rivelando parti della ragazza.
“Toshinori, è finita. Abbiamo vinto.”
Mi volto verso il mio maestro annuendo. “Sì. Prestami un attimo il tuo mantello.”
Lui si strappa via il mantello giallo e me lo passa, chiedendomi poi il motivo. Gli rispondo che mi serve per coprire Kohaku. Mi sono accorto che è senza vestiti.
 
Spicco un balzo e rinchiudo la mia cara ragazza, pallida quasi quanto un cadavere, nel mantello a mo’ di bozzolo. Tenendola fra le mie braccia, atterro vicino a Shinsou e Roku Yano, ancora vittima dell’Unicità del ragazzo.
“Kohaku! Kohaku!” grida Yuudai correndo verso di noi, seguito da Power Loader.
L’eroe mi spiega che il cerchietto aveva smesso di funzionare e, approfittando del momento, era riuscito a toglierlo. È riuscito solo perché lo zio si era distratto. Dovrò ringraziare il mio maestro.
Shinsou ordina all’uomo di salvare Kohaku, senza però entrare nel dettaglio. Il ragazzo non è a conoscenza nel problema di Kohaku, ma Roku Yano sì.
Kohaku urla, urla di dolore, smettendo poi di colpo, accasciandosi sulle mie braccia.
Avrà funzionato?
“Sono qui, presto.”
Recovery Girl e i paramedici ci raggiungono. La vecchietta mi dice di affidare Kohaku a loro, rassicurandomi che andrà tutto bene.
Lo spero tanto.
Tsukauchi, il mio migliore amico, e altri poliziotti circondano Roku Yano e lo ammanettano per bene. Chiedono anche a Shinsou di andare con loro, in modo da avere l’uomo sotto controllo. Il preside si unisce a loro, evitando così che escano fuori cose che non dovrebbero. Mentalmente lo ringrazio. Nessuno dovrà mai sapere di One for All.
Un’assistente social, che era insieme ai poliziotti, prende in custodia Yuudai.
In cielo volano diversi elicotteri dei giornalisti. Probabilmente stasera saremo su tutti i telegiornali.
Gran Torino mi tira una gomitata, dicendomi che mi devo allontanare: il mio tempo limite sta finendo.
 
È passata una settimana dall’attacco di Roku Yano. Ancora oggi se ne parla. Molti si stanno chiedendo che fine faranno Roku Yano, Kohaku e Yuudai.
Lui resterà rinchiuso per un bel po’ a “Tartaro”; Yuudai andrà a vivere con alcuni parenti all’esterno; Kohaku…
 
Busso alla sua stanza d’ospedale. Noto con dispiace che è ancora pallida e stanca.
“Ciao… All…Might.”
Mi metto un dito sulle labbra. “Shhh. Chiamami “Toshinori”. Come vedi, sono nella mia vera forma.”
Lei mi sorride e mi invita a sedermi vicino a lei. Prima ho parlato con Recovery Girl, chiedendole di Kohaku. A malincuore mi ha detto che le resta un solo anno di vita.
Mi sento triste. Alla fine, non sono riuscita a salvarla del tutto.
“Non…dispiacerti. Sapevamo… entrambi che… sarebbe finita… così.”
Annuisco. “Fa comunque male.”
“Come… stanno… gli studenti? E… gli eroi?”
Io l’aggiorno sulla settimana trascorsa. Alcuni studenti sono rimasti feriti, ma non in maniera grave. Lo stesso per gli eroi. Alcun si sono presi un bello spavento, ma adesso stanno bene.
“E… Midoriya Izuku?”
“Anche lui sta bene. Nessuno l’ha visto, per fortuna.”
“Scusa se… per tutto questo… tempo vi… ho spiati, riferendo… tutto allo… zio.”
“Non preoccuparti. Adesso ti lascio riposare. Ah, stasera arriverà qui il preside per parlare con te. Ciao!”
“All… Toshinori, grazie… di tutto. Ti voglio… bene.”
Mi piego su di lei e le do un bacio sulla fronte. “Anche io te ne voglio, Kohaku, ragazza mia.”


E siamo giunti alla fine di questa storia. Ringrazio tutti coloro che l'hanno seguita e anche quelli che l'hanno recensita. Spero di non aver deluso nessuno con quest'ultimo capitolo. E spero che il titolo non vi abbia tratto in inganno.
Vi lascio però un piccolo spoiler: ci sarà un breve sequel di questa storia, che chiamerò "The last year of darkness".
Spero che seguirete anche questa storia. (Quanti spero ah ah).
Alla prossima storia!

 

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