Under the Same Sky ~ Death City

di whitemushroom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rabbia ***
Capitolo 2: *** Panetteria ***
Capitolo 3: *** Selvaggio ***
Capitolo 4: *** Fuori ***
Capitolo 5: *** Offerta ***



Capitolo 1
*** Rabbia ***





Rabbia

Spirit non ha idea di cosa sarebbe potuto accadere se solo fosse arrivato un secondo più tardi.
"Ti ho detto di lasciarmi!"
Il mocciosetto prova a contorcersi; prima gli si rivolta contro cercando di affibbiargli un calcio sugli stinchi, poi, per nulla scoraggiato dallo scarso risultato ottenuto, cerca di mordergli la mano. La studentessa che il piccolo delinquente stava per aggredire è già corsa via, quindi Spirit si sente autorizzato a tirare fuori le maniere forti.
La prima idea sarebbe quella di trasformarsi in falce e staccargli una mano di netto insieme al bisturi che stringe con sicurezza, poi ci ripensa. C'è qualcosa che non gli piace negli occhi di quel moccioso del primo anno.
E non è rabbia.
"Non ti hanno mai detto che le ragazze non si toccano nemmeno con un fiore?". Senza abbandonare la presa prende il polso dell'altro e glielo piega; il ragazzo oppone una resistenza più intensa del previsto, ma per fortuna Spirit è abbastanza forte da spingerlo a terra e da allontanare subito l'arma con un calcio non appena quella cade per terra. "Infatti non volevo toccarla! Volevo solo dissezionarla!"
"E infatti io non voglio spaccarti il polso, vorrei solo farti a pezzi la faccia, il collo, ed anche le gambe" risponde Spirit mentre riesce finalmente a bloccargli entrambe le mani. "Tu adesso mi dirai il tuo nome, la sezione ed il numero di matricola, e poi finirai dritto dritto dal sommo Shinigami!"
"E se non mi andasse di farlo?"
La voglia di prenderlo a schiaffi sale in maniera esponenziale e si trasformerebbe in un paio di cinquine bene assestate se i loro occhi non si inchiodassero di nuovo con fare di sfida, gli uni negli altri. Nello sguardo di quel ragazzino dai capelli grigi scorge un guizzo che non può ignorare.
C'è la Follia in quelle iridi verdi. Solo un lampo, piccolo e sfuggente, ma Spirit d'istinto fa un passo indietro. La situazione potrebbe essere più grave del previsto. "Non hai idea dei guai in cui potresti cacciarti, nanerottolo!"
Spirit sospira mentre inizia a trascinarsi l'altro di peso diretti verso la presidenza. Spera solo di poter consegnare questo piccolo problema deambulante travestito da scienziato pazzo al sommo Shinigami e non rivederlo mai più.


Guest star

Shinigami: il sommo Shinigami è il creatore, nonché il preside della scuola speciale Shibusen. E' un tipo allegro e benevolo, ma farlo infuriare potrebbe essere un grande errore!

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Capitolo 2
*** Panetteria ***





Panetteria

“…e comunque levati di bocca quella sigaretta!”
“Ma ti credi di essere la mia Weapon per dirmi cosa devo fare? Levati dai piedi, fallito del cavolo!”
“Fallito a CHI?”
“A te”.
In altre circostanze Spirit avrebbe preso a schiaffi quel piccolo delinquente fino a fargli esplodere quella vite che si ostinava a portare sulla testa, ma in quel momento l’unica cosa che riuscì a fare fu sedersi all’angolo del marciapiede e provare a recuperare i fili della giornata che chiaramente gli erano sfuggiti di mano.
La panetteria era stata l’ultima scelta, dopotutto: l’idea di alzarsi alle tre del mattino per lavorare lo allettava più o meno quanto una giornata di preghiera da solo con Justin, ma le regole della Shibusen erano piuttosto rigide sull’argomento e tutti gli studenti dovevano lavorare per pagarsi le spese. L’unico stimolo che potesse avere quella tana di crumiri era il sapere che anche Mira fosse stata assunta, dunque il pensiero di poter lasciare il segno della propria mano carica di farina sul suo didietro scolpito era riuscito a trascinarlo in panetteria a notte fonda ed iniziare a lavorare.
Avrebbe dovuto sospettare che il tutto avrebbe preso una pessima piega nell’istante stesso in cui non erano state le grandi iridi azzurre di Mira ad accoglierlo al forno bensì lo sguardo scocciato di quel marmocchio che credeva avessero espulso, lo stesso moccioso che gli in quel momento gli stava accendendo la sigaretta davanti al naso per il mero gusto di provocarlo. “Lo sanno tutti che sei ancora senza un Meister!”
Il che, ovviamente, lo aveva riportato al secondo problema della giornata. “È che … è che …” borbottò, cercando di imbastire una scusa accettabile “… è che non ho ancora trovato un Meister degno di me, tutto qui! Sono il numero uno, io!”
A dire la verità qualche offerta da parte di alcuni Meister vi era stata un anno prima, ma … nessuno possedeva i requisiti adatti. Almeno una terza di reggiseno, tanto per iniziare. O un sedere sodo, quello poteva pure chiederlo. Insomma, non poteva certo accettare come Meister delle ciccione brufolose o delle tizie che avrebbe potuto usare come tavole per surfare, solo che gli esami finali si stavano avvicinando e se non avesse trovato un compagno di duelli per quel momento avrebbe rischiato di essere bocciato o, peggio, di essere … “Tsk, allora sei proprio stupido come dicono in giro. Hai davanti a te il più grande Meister della scuola, dovresti buttarti ai miei piedi e chiedermi di farti da partner!”
“Pensavo che il più grande Meister avesse già una Weapon!” rispose Spirit, cercando di sputargli in un occhio tutta la bile accumulata nella giornata e quel po’ di farina che gli era rimasta appiccicata fin nelle mutande.
“Mmmh … diciamo che al momento non c’è molta gente che voglia entrare in risonanza con me … ma oggi mi sento generoso e potrei accettare una collaborazione”.
Almeno a giudicare dal modo in cui il padrone della panetteria li aveva buttati fuori non appena erano venuti alle mani avrebbe dovuto rendersi conto che si sarebbe trattato di una pessima idea. Ma, a conti fatti, era senza un soldo, gli esami bussavano alle porte e soprattutto avrebbe potuto sbarazzarsi di quel piccolo peso al collo che già puzzava di nicotina non appena avrebbe trovato una fighissima Meister degna di lui.
“Diciamo che al momento sono a corto di opzioni. Ma solo fino all’esame, d’accordo?”
Avrebbe dovuto pazientare soltanto un paio di mesi …


Guest star

Mira Nygus (o Naigus): una Weapon in grado di trasformarsi in coltello. Piuttosto silenziosa, la si vede di rado senza fasciature che la coprono fin sul viso.

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Capitolo 3
*** Selvaggio ***





Selvaggio

E' come una scarica di adrenalina lungo la schiena, inebriante quasi quanto il sesso ben fatto. E' trasformarsi in un'onda nel mare in tempesta, scovare delle barche insignificanti e travolgerle con la loro furia.
Sono trascorsi ormai cinque anni da quando lui e Stein sono diventati Meister e Weapon, guerriero e falce, e da cinque anni la loro Risonanza gli fa battere il cuore nel profondo quando le loro anime si uniscono in battaglia; la Follia di Stein prende forma in qualcosa di unico e selvaggio, un vortice senza fine di immagini che fanno di tutto per non lasciarsi afferrare. Lui si bagna in quel mondo nero che è l'anima del suo compagno, accelera i propri battiti fino a portarli in sincronia perfetta durante ogni attacco, corrono senza paura contro ogni avversario ignorando qualunque cosa che non sia l'estasi della vittoria.
Non c'è nulla che non sia impossibile per loro due.
Possono prendere il mondo e divorarlo, se lo vogliono.
La parte più difficile è smettere. Spirit ammette che con gli anni si fa sempre più complesso, la paura della Follia delle loro prime unioni che un tempo lo richiamava alla realtà adesso è stata sostituita da un senso di coscienza, la capacità di rendersi conto che a lungo andare il suo compagno trascinerà anche lui in quel suo mondo di ombre violente. All'inizio doveva combattere contro la volontà dell'altro per smettere tutto ed interrompere la Risonanza, adesso deve ammettere che è lui stesso a desiderare quell'unione dove è l'intero universo a prostrarsi ai loro piedi.
Stein combatte lanciandosi nell'Abisso col sorriso sulle labbra.

Ogni passo è complesso. Un movimento errato, un respiro, anche un'emozione troppo intensa potrebbero rovinare tutto.
Lo stile di combattimento di Tanya è un gioco di specchi, un'armonia incastonata nel pensiero dell'Equilibrio: ogni colpo è misurato per non eccedere, ogni respiro porta lontano la paura della sconfitta. L'ha amata dal primo giorno che l'ha vista.
Spirit ama quelle mani minuscole che posso preparare i pancakes migliori del mondo e poi abbattersi sui nemici della Shibusen allo stesso modo, con mille carezze. Quando provano la Risonanza dell'Anima si muovono come due ballerini esperti ma timidi, quasi increduli davanti alla perfezione di questo loro incontro spirituale.
Forse dovrebbe dirlo a Stein.
Forse dovrebbe dirgli di aver trovato una nuova compagna d'armi; Tanya è una grande Meister, ma nei loro incontri clandestini -ormai sempre più frequenti- i loro cuori hanno iniziato a battere con un ritmo nuovo, un ritmo che supera la mera Risonanza e li trascina dove i sogni lastricano la strada per il futuro. Ha amato molte donne, ma potrebbe costruire una nuova vita soltanto con lei, solo con lei.
Tanya combatte promettendo amore mentre danza sotto la pioggia di primavera.


Guest star

Tanya: Visto che della moglie di Spirit non sappiamo assolutamente nulla (nemmeno il nome) ho dovuto inventare qualcosa perché non potrò continuare a chiamarla "la mamma di Maka" per tutte le future drabble. Il nome è stato del tutto casuale, non ci sono motivazioni specifiche. E' un personaggio che è riuscita ad accattivarsi tutto il mio disgusto senza mai comparire una sola volta ....

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Capitolo 4
*** Fuori ***





Fuori

Spirit deve aver picchiato la testa. E anche forte.
“Dai, fammi entrare, fa un freddo del cazzo”.
“Ascolta, Stein …”
“Potrei ascoltare dopo, per favore?” sì, Spirit si è davvero bevuto il cervello. Stein decide che piove troppo per ascoltare qualunque stronzata la sua Weapon voglia dirgli, quindi fa per scansarlo e raggiungere l’ingresso di casa, ma di punto in bianco trova il braccio dell’imbecille a sbarrargli la strada. “Ma che …?”
“Senti, vedi di non complicare la situazione. Tanya non ti vuole vicino a Maka”.
“Ma se me l’avete lasciata giusto ieri!”
“Stein, TU L’HAI FATTA GIOCARE CON DEI BISTURI!”
Il Meister si ferma, cercando di fare ordine nella testa e capire cosa vi sia di strano. È abituato alle sceneggiate di Spirit su qualunque idiozia, ivi compresa la scelta del colore dei lacci delle scarpe, ma sinceramente adesso non riesce a capire dove sia il problema. Aveva trascorso tutta la mattina cercando un gioco educativo da proporre alla piccola –aveva imparato a camminare da poco e già voleva giocare sul suo tavolo operatorio- e lei era stata bravissima nel dissezionare le lucertole. Di sicuro si era divertita molto di più nel laboratorio che non davanti alla televisione a vedere quei cartoni idioti con dei pupazzi colorati che provano ad insegnarti quanto sia bello riciclare la plastica. “Beh, prima impara e meglio è, no?”
“STEIN!”
Da dentro Maka inizia a piangere. Fa sempre così quando sente la gente litigare. Stein vorrebbe entrare e farle vedere il nuovo regalo che le ha comprato, eppure Spirit sembra una statua. Il braccio che gli sbarra la strada adesso si è trasformato in falce e, lo realizza con un discreto stupore, è la prima volta che la sua Weapon gli mostra la lama. “Mi dispiace, ma hai passato il segno. Passi provare a dissezionare me nel sonno, ma non intendiamo coinvolgere nostra figlia nella TUA follia! Adesso vattene o non te lo chiederò più gentilmente!”
La tentazione di prendergli quel braccio e piegarglielo di netto lo stuzzica tutta d’un tratto, il piacevole senso dell’attacco che si genera ogni volta che qualcuno gli rivolge delle parole aggressive. Il rumore secco che potrebbe fare il collo spezzato del suo avversario tra le mani gli fa battere il cuore nel petto mentre la saliva inizia a bagnargli le labbra; Spirit sarà anche diventato una Death Scythe, ma può ancora sopraffarlo ad occhi chiusi.
È il pianto di Maka a fermarlo.
Sommesso all’inizio, adesso strilla come se qualcuno le stia facendo del male. Stein lancia un’occhiata oltre la porta, ma non riesce a vedere la piccola. “Lo sai che questa è anche casa mia, vero?”
“La cosa non ha importanza. Fuori di qui!”
La porta viene sbattuta contro il suo naso con tutta la violenza possibile. Si morde il labbro per soffocare la voglia affamata di abbatterla e spaccare la testa del suo compagno e della sua mogliettina contro le scale e non sa esattamente quale sia la parte del suo cervello che in quel momento gli afferri le gambe e gliele spinga di nuovo sotto la pioggia, oltre il giardino e lo steccato.
L’unica figura che sembra non avercela con lui è un secchio dell’immondizia.
Lo fissa un po’ incuriosito, un po’ perplesso, poi prende la bambola con il camice da dottoressa che teneva nel cappotto e, senza pensarci oltre, la scaglia in mezzo agli altri rifiuti. Si siede sul marciapiede e si accende una sigaretta per smettere di pensare.


Guest star:

Maka Albarn: la figlia di Spirit, una dei protagonisti della serie.

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Capitolo 5
*** Offerta ***





Offerta

Spirit corre attraverso il cortile, incurante di tutti, travolgendo studenti e studentesse e voltandosi a malapena per chiedere scusa mentre impreca al cellulare alla ricerca di un taxi, una macchina, anche una bicicletta arrugginita che possa portarlo all’aeroporto.
Maka non risponde al telefono. E nemmeno allo specchio magico.
Sì, certo, Maka non gli ha mai risposto durante le missioni – anche quando non è in missione, ad onor del vero- ma Spirit non ha intenzione di mollare e ascolta il trillare a vuoto del cellulare che gli annuncia la settantacinquesima chiamata senza risposta.
“Andiamo di corsa?”
Spirit senza pensarci prova a girare intorno a quell’idiota dal pessimo tempismo che ha deciso di attaccare bottone proprio mentre la sua bambina si trova in pericolo dall’altro capo del mondo, ma la figura gli scivola davanti ed inchioda proprio davanti al suo naso.
Sono passati tredici anni dall’ultima volta che ha visto Franken Stein. La prima cosa che lo colpisce è il fatto che sia assolutamente identico a prima, a parte il fatto che adesso puzza anche di alcool e non solo di nicotina. E, è pronto a metterci la mano sul fuoco, il camice che ha indosso è lo stesso di tredici anni addietro.
Peccato che Spirit non abbia alcuna intenzione di iniziare una qualsivoglia conversazione con quello scienziato pazzo. “Levati dalle palle, Stein. Vado di corsa”.
“Sì, so tutto. Hanno avvistato la Spada Demoniaca a Firenze”.
“Già. E Maka è in missione proprio lì! Quindi, se vuoi scusarmi …” sbraita, maledicendo il momento in cui Lord Shinigami ha deciso di invitare quel problema deambulante in camice alla Shibusen proprio quando la vita della sua bambina era appesa ad un filo. L’impietosa voce dall’altro capo del cellulare gli ricorda che il suo credito è appena esaurito e la chiamata ai taxi viene crudelmente interrotta.
“Non mi dire che stai andando solo soletto a caccia della Spada Demoniaca senza un partner! Come mai la tua dolce e adorabile Meister non è qui con te per andare a salvare la vostra preziosa principessa?”
Il primo istinto di Spirit è quello di piantargli una lama su per il didietro, fosse anche solo per fargli sparire quel sorrisetto gongolante di chi chiaramente sa già la risposta ma aspetta solo di sentirla dalle labbra della vittima. Ma l’amara verità è che la cosa più orribile, in quel momento, è il fatto che Tanya gli abbia attaccato il telefono in faccia senza nemmeno starlo a sentire. “Abbiamo divorziato, va bene?” ringhia tra i denti. Quel pazzo psicolabile si prendesse pure tutte le soddisfazioni del mondo, non ha tempo per i suoi giochetti. “Adesso, se permetti …”
Aveva dimenticato la forza sovrumana di Stein.
Con una mano gli afferra il polso e prima che possa anche solo opporre resistenza si sente spinto di lato ed atterra su qualcosa di morbido mentre la portiera di un’automobile gli si chiude alle spalle. Cerca di riprendere fiato e si ritrova tutto storto contro un sedile; accanto a lui Stein si accomoda al posto del guidatore senza nemmeno spegnere la sigaretta.
“Tranquillo, se la mia Weapon è nei guai è mio dovere dargli una mano. O uno strappo!”
“In caso te ne fossi dimenticato non sono più la tua We …”
“Se vuoi affrontare la Spada Demoniaca ti consiglio di trovarti un partner nel tempo di arrivare all’aeroporto” risponde infilando le chiavi nella toppa. “Certo, potresti beneficiare del più grande Meister della Shibusen, ma immagino che tu sia così pieno di alternative che non ti abbasseresti mai a chiederglielo. L’offerta rimane comunque valida, a te la scelta!”
Spirit stringe i denti mentre i motori si accendono. Sa benissimo che in quei tredici anni l’altro non ha mai più avuto contatti con alcuna Weapon, e a giudicare dall’odore anche la relazione con il sapone non è andata gran che bene; ha quasi il sospetto che il grandissimo bastardo abbia sapientemente atteso fino a quel momento –ne sarebbe capace- ma in quel momento accetterebbe persino l’aiuto del Kishin. Guarda di nuovo il telefono nella speranza che Tanya si sia decisa a rispondere, ma lo schermo è crudelmente vuoto. “Non credo di avere molta scelta …”
“Oh, infatti non ne hai!” gongola Stein. “Bentornato a bordo, partner!”
L’auto parte con un rombo secco; quando le ruote salgono su un marciapiede e la vettura supera strombazzando le altre macchine in fila trascinando con sé anche un paio di cestini della spazzatura Spirit si ricorda con orrore che Stein si è sempre rifiutato di prendere la patente ed affonda le dita nel sedile quando il suo compagno mette la quinta e per un pelo evita di farli finire entrambi spiaccicati sotto le ruote di un camion. Lo stomaco gli risale in gola quando in meno di un minuto Stein raggiunge la superstrada e la imbocca sfrecciando in curva, e per un istante sente la vecchia adrenalina, la forza e tutta la Follia che aveva tenuto sopite per anni ruggire insieme al motore.
Non ha il coraggio di ammettere di averne sentito la mancanza. Non ad alta voce, almeno.
Tranquilla, Maka, il tuo papà sta arrivando … forse …

 



Spirit Albarn e Franken Stein
SOUL RESONANCE

 

THE END

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