Incandesce - How I became a Master of the Elements di Lilith Rose (/viewuser.php?uid=975217)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
Incandesce
or
How
I became a Master of the Elements
Neve.
Ho
sempre amato la freddezza del paesaggio innevato di Demacia; tutto
è
immobile, silenzioso, le strade sono quasi deserte, popolate solo da
soldati che devono esercitare il loro turno di guardia.
Mi
sento quasi in colpa a stare qui, ad osservare come un fantasma tutto
ciò, seduta su una comoda sedia di legno di ciliegio, con un
tomo
polveroso e una cioccolata calda fumante, poggiata sulla scrivania.
Dietro
di me ci sono altri studenti, pronti a tutto pur di ottenere quel
titolo tanto agognato: Maestro Supremo degli Elementi.
Il
fuoco del camino continua a scoppiettare, vedo che fuori sta
ricominciando a nevicare.
Nonostante
ci sia un bel calduccio dentro la Sala Studio dell'Accademia, vengo
scossa da un brivido di freddo: basta così, hai oziato a
sufficienza.
È
ora di far vedere a tutti chi sei, Luxanna Crownguard.
***
1
Be
afraid of the dark.
Il
buio è ciò di cui gli esseri umani hanno paura di
più.
Il
motivo è semplice: nell'oscurità si sentono
“nudi”, emergono le
paure più recondite, ogni minimo suono o rumore viene visto
come un
campanello d'allarme che urla “Attento, il pericolo
è vicino”.
Se
le ombre possono mettere paura agli adulti, figuriamoci ad una
bambina nella sua cameretta.
Era
ciò che succedeva ogni notte a Luxanna Crownguard, la
piccola e
dimenticata figlia del comandante delle truppe Demaciane, che tentava
invano di prender sonno nella sua immensa cameretta di un altrettanto
vasto edificio, costruito nello stile archittettonico di Demacia, con
mura di pietra
bianca.
Era
appena una bambina di sette anni, con la faccia curiosa, incorniciata
da lunghi capelli lisci e biondi. Chi la vedeva, era sempre pronta a
giurare che fosse Lady Elisabeth, la moglie di Lord Dominick, padre
di Lux, assassinata durante una delle tante guerriglie tra Demacia e
Noxus.
Avrebbe
tanto desiderato riabbracciare sua madre, sentire l'odore che
emanava, ascoltarla canticchiare mentre preparava deliziosi
manicaretti per lei e suo fratello Garen. Le sarebbe bastato anche
solo vederla sorridere, una luce splendente in quel buio asfissiante,
che la circondava ogni sera.
I
primi tempi in cui questa sua “fobia” si era
presentata, Lord
Dominick e Garen, così come la servitù, pensavano
fosse una
reazione scaturita dalla morte della madre. Tuttavia, passarono due
anni e Luxanna non accennava a migliorare, pertanto il padre aveva
deciso di ignorarla e sgridarla eventualmente se l'avesse sorpresa a
piagnucolare o chiedere conforto a chiunque abitasse l'edificio.
Tutto
ciò che poteva fare, in quelli istanti prima di cadere tra
le
braccia di Morfeo, era tremare in balia dell'oscurità,
ascoltando il
battito sempre più accelerato ogni volta che sentiva un
minimo
rumore, un semplice scricchiolìo dell'armadio di legno o di
qualsiasi altro mobile che arredava la camera.
Anche
quella notte si presentava l'ennesima scenetta.
Luxanna
raggomitolata sul suo letto, con le coperte tirate fino sopra il naso
e gli occhi azzurro cielo sbarrati, alla ricerca di qualcosa d'ignoto
pronto sicuramente ad attaccarla o a farle del male. Chi glielo
assicurava che fosse salva in quella casa, dopo ciò che era
successo
a sua madre?
Chiuse
gli occhi e si concentrò su qualcosa che potessa farla stare
bene.
Tutto ciò che vide spiccare nell'oscurità della
sua mente era
un'enorme palla di fuoco: il Sole.
Continuare
a guardarlo era come provare ad accecarsi da sola, eppure la luce che
emanava la tranquillizzava e la rendeva coraggiosa, perciò
aprì gli
occhi e rimase sbalordita quando si vide circondata da uno strano
“scudo” magico, che mandava bagliori luminescenti
per tutta la
stanza, illuminando quel poco che bastava a non farla spaventare.
Avrebbe
dovuto dare di matto alla vista di ciò che era in grado di
creare,
tuttavia, forse per la prima volta dopo molti anni, era sprofondata
in poco tempo in un sonno pieno.
Luxanna
era diventata molto più tranquilla adesso, quasi a palazzo
Crownguard nessuno riusciva a riconoscerla: era una persona diversa,
parlava con i suoi coetanei, giocava con loro, mangiava di buon grado
e non aveva più quell'aria malinconica che la affliggeva
ogni ora
della sua ancora breve esistenza.
Tutto
ciò era, senza dubbio, dovuto a qualcosa
che
la bambina aveva ideato affinchè riuscisse a superare questa
sua
paura, Lord Dominick ne era sicuro. Perciò, con la
convinzione che
un Crownguard degno cittadino e servitore di Demacia non avrebbe
avuto bisogno di tali escamotage, decise di mettere una guardia
davanti la porta della fanciulla, in modo da scoprire cosa
combinasse. Il Lord non poteva mai immaginarsi che sua figlia fosse
in grado di usare la magia, pensava più a qualche vile
stratagemma
in cui fosse immischiato qualcuno dei suoi nuovi amichetti o,
addirittura, qualche bambinaia dal cuore fin troppo tenero.
Quella
notte, Luxanna Crownguard conscia di ciò che l'attendeva,
tremava
come una foglia dalla testa fino ai piedi. Dopo cena, prima di
ritirarsi nella sua camera, aveva implorato il fratello di mandare
via la guardia, perchè sicuramente non avrebbe chiuso occhio
a causa
della sua presenza. Ma Garen l'aveva liquidata con un tenero
abbraccio e dicendole: - Sta' tranquilla, la guardia è
lì apposta
per proteggerti, non ti farà del male! -
-
Fratello, per l'ultima volta, non ho bisogno di ulteriori distrazioni
prima di dormire - aveva risposto, con la voce leggermente incrinata.
Garen
si era limitata a guardarla, assumendo lo sguardo tipico di chi non
ammetteva altre “scusanti”, lo stesso sguardo greve
che
caratterizzava anche il Lord suo padre e che aveva imparato a
conoscere ed odiare allo stesso tempo: - Sorella mia, non ho tempo di
pensare alle tue infantili sciocchezze! Nostro padre ha detto che
vuole essere sicuro
che
tu dorma sul serio senza imbrogli o stupidi trucchetti da mocciosa
quale sei -.
Luxanna
sospirò, abbassò lo sguardo e girò i
tacchi. Garen si sentì il
cuore andare in frantumi, alla vista di sua sorella in quello stato,
ma ormai era quasi comandante delle truppe di Demacia. Era l'orgoglio
di suo padre e di tutti i Crownguard, non doveva e non poteva
assolutamente fallire e quindi farsi distrarre da simili idiozie.
Senza ulteriori indugi, si spogliò della sua armatura,
spense la
candela che illuminava flebilmente la sua camera e si mise sotto le
coperte.
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Capitolo 2 *** 2 ***
2
We
began in the dark, we end in the dark.
Era
un grigio pomeriggio di Novembre, tutto a Demacia sembrava
stranamente immobile, i cittadini troppo silenziosi, le strade e le
vie, solitamente gremite di bambini che giocavano, completamente
vuote. La campana della cattedrale suonava una melodia alquanto cupa,
dal timbro profondo, perfetta per accompagnare la processione di
gente che seguiva una bara di legno rosso, con varie decorazioni
dorate, trasportata da ben sei persone, tra cui Garen Crownguard.
Stavano
portando il feretro al cimitero di Demacia, un luogo che Luxanna
conosceva anche fin troppo bene. La prima volta che l'aveva visitato
era poco più di una bambina, adesso era una giovane ragazza
di
sedici anni, che non si aspettava di rivivire così presto
quei
ricordi. Eppure, quel giorno non le sembrava così triste,
non
provava alcun sentimento tipico della perdita di un caro, forse
perché suo padre non lo era mai stato. Forse, si era
semplicemente
incattivita in tutti quelli anni, trascorsi all'ombra di suo fratello
Garen, pieni di paura e privazioni. Con il tempo, la sua antica fobia
per il buio si era trasformata in silenzio, disprezzo nei confronti
di Lord Dominick, il quale non le aveva mai dato le giuste attenzioni
che una bambina, orfana di madre, avrebbe avuto bisogno. Ricordava il
momento in cui i poteri della luce - così aveva deciso di
definirli
- le erano venuti in suo soccorso, ma al tempo stesso, la memoria le
richiamava il giorno in cui Lord Dominick le aveva messo una guardia
davanti alla porta, al fine di scoprire chissà quale trucco,
impedendole così di dormire sogni tranquilli.
Ai
tempi, era stata una stupida a nascondere ciò che sapeva
fare, ma
adesso era veramente un'idiota a continuare con quella farsa.
Dopotutto, suo padre era morto, di cause naturali - così
affermavano
i sacerdoti che avevano visionato la salma - e poteva fare tutto
ciò
che desiderava, o quasi.
Morto
il Lord suo padre, infatti, Garen era diventato, per successione,
comandante delle truppe di Demacia, ciò comportava
l'assunsione di
tutte le responsabilità riguardanti l'esercito, ma anche
altri vari
compiti, come, ad esempio, prendere parte alle riunioni del Consiglio
di Re Jarvan III Lightshield ed ascoltare anche i suoi ordini. Per
questo, Luxanna non era convinta che potesse fidarsi di suo fratello
o di qualsiasi altro Crownguard, dato che nella sua famiglia non
c'erano stati altri individui che sapessero maneggiare la magia,
almeno questo era quello che pensava.
Il
corso dei suoi pensieri venne interrotto dalla marcia della
cerimonia: erano giunti al cimitero, accanto alla bara di sua madre,
dove era stato già fatto un buco rettangolare per ospitare
il corpo
di Lord Dominick. Il prete era davanti alla bara, finalmente poggiata
sull'erba fresca e verde. Garen era vicino alla cassa, gli occhi
privi di espressione, la faccia pallida e i capelli incollati alla
fronte lucida.
Stava
piovendo.
Anche
le divinità della pioggia sembravano essere tristi per la
morte di
Lord Dominick, tutti piangevano, singhiozzavano, gli uomini
prestavano i loro fazzoletti alle donne, che si soffiavano il naso,
cercando di non disturbare il discorso del pastore. Tutti, tranne
lei, Luxanna, che stava immobile, con le braccia conserte, in attesa
che quella farsa terminasse.
- La
sua morte è una perdita dolorosa per tutti noi, per i suoi
cari, i
cittadini, ma soprattutto l'esercito di Demacia: la sua opera di
Comandante si inserisce incisivamente nell'arco di oltre quarant'anni
nella vita e nel cammino di questa città, che ha trovato in
lui una
guida autorevole, sicura, operosa, senza mai dare segni di cedimento,
quando si trattava del bene del suo popolo. È stato un uomo
rispettoso, padre rigido, ma sempre presente ed amorevole per i suoi
due figli, Garen Crownguard e Luxanna Crownguard. Invito essi, se
vorranno, a spendere un ultimo pensiero nei confronti di colui che
è
stata la persona che li ha guidati nella loro crescita fino a questo
triste giorno... -
Calò
il silenzio, rotto solo dai singhiozzi e lamenti della gente, lo
scroscìo della pioggia. Gli occhi dei presenti si puntarono
su
Garen, impeccabile nella sua armatura, che si accostò al
sacerdote.
Cercò sua sorella tra la folla e la vide, in prima fila, una
fanciulla dai capelli biondi e gli occhi azzurri, come quelli di sua
madre, il viso rotondo e dalle guance rosee, vestita interamente di
nero.
Garen
tossì, poi parlò. La sua voce risuonava alta,
forte ed orgogliosa.
-
Mio padre, Lord Dominick, è stato un esempio da seguire, per
tutti,
ma soprattutto per me e la mia adorata sorella - fece una pausa,
durante la quale abbassò lo sguardo, verso la cassa, come se
si
stesse rivolgendo proprio a lui - A volte, durante la nostra
infanzia, è stato molto duro, quasi granitico oserei dire,
ma il suo
comportamento nei nostri confronti ha avuto
successo: io e mia
sorella, siamo il suo orgoglio e, per ciò, ci impegneremo al
fine di
proteggere al meglio Demacia ed il suo popolo, com'era suo desiderio.
-
Non
ci fu altro da aggiungere, ma prima di tornare al suo posto, Garen si
avvicinò alla bara, già calata sul fondo del
terreno e buttò una
manciata di terra sul coperchio. Luxanna evitò di parlare,
silenziosamente, raggiunse anche lei il sarcofago e compì lo
stesso
gesto di suo fratello.
Il
rito si potrasse fino a quando le persone più vicine a Lord
Dominick
non avessero speso due parole per la sua morte, dopodiché
terminò.
Fu una giornata triste per la popolazione di Demacia, ma non per
Luxanna, che ottenne poteri decisionali su ciò che accadeva
al
palazzo Crownguard.
***
Il
Palazzo Reale di Demacia si ergeva maestoso tra le varie abitazioni
della capitale. Era difeso da mura imponenti e di marmo bianco; Il re
Jarvan III governava dall'alto del suo scranno dalla Cittadella
dell'Alba, ovvero una parte dell'edificio che si affacciava sulla
vasta Piazza Grande di Demacia, luogo di ritrovo per i cittadini,
venuti per celebrare le varie incoronazioni dei sovrani. Infine, vi
erano la Sala del Valore, dove i guerrieri caduti venivano ricordati
per il loro sacrificio ed il Tempio dei Portatori della Luce, luogo
sacro in cui si adoravano tutte le divinità legate a
quell'elemento.
Successivamente
alla morte di Lord Dominick, Jarvan III aveva ricevuto più
volte
notizie da parte di guerrieri mercenari, spie ed avventurieri giunti
a Demacia e desiderosi di essere ripagati in denaro per quelle
comunicazioni, che Noxus fosse in procinto di organizzare un attacco
a sorpresa nei confronti di Ionia, da sempre alleata di Demacia.
Ma
il re non era sicuro che ciò che giungeva alle sue orecchie
fosse
vero, pertanto si limitava ad annuire e sperare che si sbagliassero.
Anche
quella mattina, un ragazzetto che poteva essere poco più
piccolo di
suo figlio, il principe Jarvan IV, si trovava inchinato al suo
cospetto. Lo guardò con attenzione: sembrava quasi un
mendicante per
com'era conciato, anzi, molto probabilmente era un orfano venuto da
chissà quale città lontana, in cerca di denaro.
- Ho
già sentito questa storia - disse Jarvan III, annoiato, dopo
aver
ascoltato dell'imminente attacco di Noxus a Ionia. - Ti consiglio di
tornare a casa dai tuoi genitori, ragazzo -.
Ma
il giovane scosse velocemente la testa, facendo traballare gli strani
occhiali che portava sulla testa, tra i capelli biondi spettinati e
rispose: - I miei genitori sono morti -.
- Mi
dispiace tanto, se vuoi posso trovarti una sistemazione, qui a
Demacia... -
-
Non voglio una casa qui, mio signore. Desidero, soltanto, che
ciò
che vi ho detto venga ascoltato. Sono Ezreal, vengo da Piltover e
sono il figlio di due avventurieri, morti inspiegabilmente durante
una delle loro spedizioni. Se non odiassi i Noxiani, non mi sarei
nemmeno preso la briga di venire fin qui, a darvi quest' annuncio -
spiegò. Poi, frugò nelle tasche dei suoi
pantaloni sgualciti e tirò
fuori un pezzetto di carta, probabilmente residuo di una pergamena,
che Ezreal si limitò a porgere al re, salendo la lunga
scalinata di
marmo.
Jarvan
lesse il contenuto, una semplice frase che stava a significare tutto
o niente: “Stanno arrivando”.
Non c'era firma, tuttavia vi
era un sigillo, che aveva imparato a conoscere bene: una rosa nera.
- Mi
trovavo nei pressi del Monastero di Hirana*, quando...- stava
raccontando Ezreal, ma il sovrano scattò in piedi e disse,
quasi
urlando: - Sono stanco di simili sciocchezze! La Rosa Nera non esiste
più dai tempi in cui a Noxus vi era l'aristocrazia. Se vuoi
dei
soldi non c'è bisogno di inventare simili fandonie! -
Con
un gesto della mano, le guardie, fino a quel momento immobili ai lati
del trono del re, si mossero, prendendo Ezreal per le spalle.
-
Dategli ospitalità fino a quando desidererà, ma
non voglio più
vedere i suoi piedi toccare il prezioso pavimento di casa mia! -
Dopodiché,
guardò per l'ultima volta la pergamena e la nascose nella
sua
armatura dorata. Stava quasi per ritirarsi nelle sue stanze, quando
venne annunciato l'ingresso di Garen Crownguard.
“Se
anche lui è convinto che Noxus invaderà Ionia,
giuro di farlo
giustiziare nella Piazza Grande”.
Garen
avanzava con passo deciso, ma ciò che sorprese il re fu
vederlo in
compagnia di sua sorella Luxanna. Un brivido lo scosse, quando Garen
si inginocchiò e lo guardò dritto negli occhi:
aveva solo
vent'anni, come riusciva a mantenere quel comportamento?
-
Maestà, - iniziò, una volta che anche Luxanna si
fosse
inginocchiata, - chiedo umilmente perdono per la richiesta che sto
per avanzare, ma desidero che venga convocato il Consiglio, al fine
di discutere delle recenti voci giunte a Demacia, di cui
sarà
sicuramente già a conoscenza e della soluzione, forse un po'
azzardata ai vostri occhi, a cui sono giunto, grazie a Lady Luxanna,
mia sorella qui presente. -
Jarvan
vide il tormento negli occhi di Garen, dimenticò tutto
ciò che era
successo qualche istante prima con quel mendicante ed annuì,
conscio
lui stesso che qualcosa di brutto stesse per accadere.
- E
sia. -
*Monastero
di Hirana: Località nei pressi di Ionia.
Spazio
Autrice:
Buonsalve
(?) a tutti,
eccoci
arrivati alla fine di questo capitolo. Che dire? La storia è
nata
per caso, dopo aver acquistato la skin di Lux Elementalista ed aver
chiacchierato con il mio Adc di fiducia del background misero che la
Riot ci ha fornito. La trama mi è ancora incerta in alcuni
punti e
non me ne vogliate se non rispetta al cento per cento la lore di
Demacia, Noxus, Ionia. Questa è una storia di pura
fantasia,
in cui alcuni fatti vengono modificati o inventati di sana pianta,
per far funzionare la trama, perciò non venite a scrivere
recensioni
piene di lamentele in cui mi dite robe tipo “Ma Lux era
più
piccola quando Noxus ha invaso Ionia” e bla bla bla,
perchè il mio
scopo non è quello di ricostruire la storia di Demacia,
Noxus e
Ionia, quanto più leggere e scrivere qualcosa di mio e
vostro
gradimento.
Detto
questo, ringrazio coloro che hanno letto il capitolo precedente e
BlueRhylia per aver recensito.
Alla
prossima,
Lilith
Rose.
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Capitolo 3 *** 3 ***
3
“The
light will find you”.
Quando
Luxanna Crownguard si sentiva insicura sulle decisioni da prendere,
aveva sempre un posto dove andare: si trattava di una collina, sopra
elevata rispetto all'intera Capitale, dalla quale poteva vedere ogni
cosa. Da quell'altezza, le persone sembravano tante minuscole
formiche, gli edifici non apparivano così imponenti e
maestosi, ma,
cosa molto più importante, regnava il silenzio.
Per
raggiungere il luogo ci voleva un bel po' di dimestichezza
nell'arrampicata, ma una volta lì, tutti i problemi
sembravano
sparire. Era un posto incantevole, con un manto di prato verde,
cespugli di fiori selvaggi e una schiera di alberi alti, di cui
Luxanna non conosceva il nome.
-
Se solo potessi ascoltarmi, madre... - disse, guardando un punto
indefinito del paesaggio mozzafiato. - Lord Dominick è morto
e,
adesso, posso essere me stessa! Ma come faccio a dire la
verità,
come posso rivelare a Garen la mia vera natura? -
L'abito
nero che indossava, segno di lutto, iniziò a svolazzare: il
vento
soffiava abbastanza forte da farle lacrimare anche gli occhi.
-
Perché non provate a fidarvi un po' più di lui? -
La
giovane Crownguard sobbalzò: suo fratello era riuscito a
trovarla,
oltre a sentire il suo stupido monologo da adolescente malinconica.
Si
voltò e lo guardò, con gli occhi lucidi. Giorno
dopo giorno, Garen
assumeva quell'aria da comandante, fredda e calcolatrice, un
atteggiamento che la faceva allontanare. Indossava la sua armatura
lucente, ancora di più sotto ai raggi di quel sole malato,
aveva i
capelli castani scuri tutti scompigliati.
-
Cosa dovete dirmi? - incalzò, una volta avvicinatosi.
Poggiò le
mani callose sulle sue spalle minute e la guardò dritto
negli occhi:
- Sono ancora vostro fratello, ogni vostro segreto sarà mio,
come è
sempre stato e nessuno lo saprà. Vi difenderò
sempre, in ogni
occasione. -
-
Per questo motivo non avete preso le mie parti, quando nostro padre
decise di rendermi l'infanzia un inferno? -
Garen
sospirò, aprì la bocca per ribattere, ma Luxanna
fu più veloce: si
liberò dalla presa sicura delle sue mani, si
allontanò e si
avvicinò al ciglio della collina, dandogli le spalle.
Stava
singhiozzando, in quel momento si sentiva più fragile del
solito,
tuttavia, quando Garen le si accostò, prendendola nuovamente
per la
spalla, disse: - Andiamo in cortile. Sfidatemi, vi farò
vedere ciò
di cui sono capace -.
-
Ma, Lux! - esclamò, rendendosi subito conto che non l'aveva
chiamata
con quel nomignolo da tanto tempo. - L'ultima volta che abbiamo
duellato, siete scoppiata in lacrime e... -
-
Sono cresciuta - rispose, ma ricordava con precisione ciò
che era
accaduto ed il motivo del loro confronto.
***
Era
un noioso pomeriggio d'estate, Garen e Luxanna stavano in panciolle
sulle poltrone comode del loro giardino, a riposarsi dopo aver
giocato per metà giornata a nascondino con Lady Elizabeth.
Lord
Dominick non era in casa, era stato convocato ad una riunione del
Consiglio, alla quale non poteva assolutamente mancare.
-
Pensi che nostro padre tornerà presto? - domandò
il piccolo Garen,
con gli occhioni pieni di speranza. Purtroppo, Lord Dominick non era
mai stato molto presente, a causa della sua carica di Comandante
dell'esercito di Demacia, tuttavia Lady Elizabeth era abbastanza
brava da cercare di “attutire” questo vuoto.
Luxanna
alzò le spalle. Il Lord suo padre era alquanto severo nei
suoi
confronti e, difficilmente, la lodava o le dimostrava affetto.
Un
rumore di passi alle loro spalle, fece voltare entrambi i bambini e,
chi videro, con grande sorpresa di Garen, se non Lord Dominick in
persona?
Sembrava
felice per una buona volta e, la stessa Luxanna, non poté
fare a
meno di constatare che, quando era sorridente, suo padre era davvero
affascinante.
Garen
corse giù dalla poltrona e gli andò incontro, a
braccia aperte. -
Padre! - urlò, pieno di felicità.
Luxanna
si avvicinò timidamente e, una volta che il Lord avesse
smesso di
salutare suo figlio, anche lei ebbe la sua fetta di attenzioni.
Ancora
inginocchiato a salutare i suoi bambini, Lord Dominick cercò
con la
mano libera un sacco di stoffa, che destò la
curiosità di Luxanna e
Garen.
-
Allora... - iniziò, frugando nella sacca, - Questa
è per Garen -.
Gli
porse una meravigliosa, spada di legno intagliato, con il manico
dettagliatamente decorato. Al bambino luccicarono gli occhi dalla
felicità, la prese con mani tremanti e iniziò a
tirare fendenti
all'aria, in maniera un po' a casaccio.
-
Grazie, padre! - e gli stampò un tenero bacio sulla guancia.
Lord
Dominick guardò Luxanna attentamente: era il suo turno. Non
perse
tanto tempo nel prendere l'oggetto che aveva pensato di regalare alla
bambina e, quando glielo porse, lei lo guardò stupita.
Ora,
bisogna precisare che, a quei tempi, Luxanna non sapeva niente di
magia, ne le interessava più di tanto: si limitava a
guardare Garen
giocare a far finta di “duellare” con Fiora
Laurent, pertanto il
suo desiderio era ricevere una spada di legno, per poter prendere
parte ai giochi. Tuttavia, ciò che suo padre le stava
offrendo era
uno strano bastone, anzi, più che un bastone, era una
bacchetta, dal
manico semplice e dalle estremità riccamente adornate, con
dettagli
simili a delle torce spente.
Luxanna
prese l'oggetto tra le mani, si limitò a ringraziare e
raggiunse
Garen, che già si stava allenando nel cortile, colpendo
selvaggiamente un manichino di stoffa.
-
Voglio la tua spada! - esclamò.
Garen
si interruppe, osservò l'oggetto tra le mani della sorella e
scoppiò
a ridere: - E così vorresti la mia spada, eh? Bene! - fece
una
pausa, poi continuò: - Se la vuoi così tanto ti
accontenterò, ma
ti dovrai battere con quel... Bastone. -
***
-
Quel... Bastone? - domandò Garen, una volta giunti nel
grigio
cortile della loro splendida casa.
Luxanna
sorrise, prendendo con entrambe le mani la sua bacchetta. -
Ultimamente, ho scoperto tante cose, Garen - disse. - Anche se non
capisco il motivo per cui nostro padre abbia deciso di regalarmi
questa bacchetta... Che sapesse della mia vera natura? -
Garen
scosse la testa, non riusciva a capire cosa stesse dicendo sua
sorella. - Io... Prima di cominciare, devo dirvi una cosa molto
importante -.
Ma
la fanciulla non aveva intenzione di aspettare così tanto
tempo,
perciò lanciò un primo incantesimo, che Garen non
riuscì nemmeno a
percepire: era stato accecato da un bagliore luminoso e, adesso,
Luxanna si trovava proprio dietro di lui. Si domandò come
avesse
fatto.
-
Come...? - rimase immobile, con la spada ancora in pugno, e vide la
bacchetta illuminata da una strana e potentissima aura.
-
Sono qui, Garen! -
Il
ragazzo si rese conto che quello era solo un riflesso, uno
“specchio
di luce”, che ritraeva esattamente sua sorella. Non si era
mai
spostata ed era sempre stata davanti a lui, adesso con le mani sui
fianchi ed un enorme sorriso stampato sulle labbra. - Ricordi,
quando, da bambina, ero riuscita a superare la fobia del buio? -
Garen
annuì, ma tentò di interromperla di nuovo. Le si
avvicinò
bruscamente, ma un altro bagliore lucente lo colpì e lo
bloccò in
una gabbia, che gli impediva qualsiasi movimento.
-
Lux, per l'amor di Demacia, mi volete dire che sta succedendo? -
Luxanna
rimase in silenzio, poi si decise a parlare: - Ero riuscita a trovare
una soluzione grazie alla magia, Garen! E guarda caso, posseggo
proprio quelli della luce! - fece una pausa, ma fu interrotta subito,
perché scoppiò a piangere: - Ero solo una
bambina! Ti rendi conto?
Ho avuto paura del buio, ho avuto paura di usare la magia, per colpa
vostra e di nostro padre! -
Garen
non si era mai sentito così colpevole come in quel momento.
Finalmente, l'effetto dell'incantesimo era finito e poté
muoversi,
la raggiunse, la abbracciò e le sussurrò: - Mi
dispiace -, mentre
la ragazza si scioglieva in un pianto liberatorio.
-
Cosa dovevate dirmi? - domandò Luxanna, una volta che si
asciugò le
lacrime.
Garen
guardò le nuvole grigie che costellavano il cielo: - Presto
verranno
celebrate le mie nozze con Fiora Laurent - poi, senza accorgersi
dell'espressione scioccata di sua sorella, aggiunse: - Adesso,
più
che mai, ho bisogno del vostro aiuto, Lux. Ho bisogno che veniate
insieme a me alla Cittadella dell'Alba, convincerò il re
Jarvan a
convocare un Consiglio -.
-
Perché? - Lux riuscì a chiedergli.
-
Perché Ionia è in pericolo, perché
Demacia ha bisogno di più
maghi e spie che collaborino con l'esercito -.
Luxanna
scosse ancora una volta il capo. - Non capisco, che cosa avete in
mente? -
Finalmente,
la guardò. - Viste le tue doti magiche, ho deciso di
mandarvi a
Noxus, come infiltrata -
-
Cosa? - esclamò, completamente stupita da quella
rivelazione. Non si
sentiva, certamente, in grado di affrontare una missione di quel
calibro.
-
Sì, Lux. La notizia del mio matrimonio si
spargerà presto in tutta
Valoran e sarà allora che Noxus invaderà Ionia,
quando nessuno di
noi sarà preparato, ma non ne sono sicuro.
Perciò, voglio che
andiate la, a scoprire cosa stanno tramando, vi darò i
dettagli
della missione una volta ottenuto il consenso del re-.
-
Fiora Laurent, uh? - fu la risposta sarcastica di Luxanna, poi,
insieme al fratello, si avviò verso la Cittadella dell'Alba.
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Capitolo 4 *** 4 ***
4
"Tomorrow
is a twinkle, but today is a shining promise."
Luxanna
non aveva mai partecipato ad una riunione del Consiglio. Era stata
un'esperienza unica, ma non sapeva ancora se volesse ripeterla, dato
che era stata l'oggetto della discussione di tutta la durata della
seduta. In più, si era sentita alquanto a disagio a causa
degli
sguardi insistenti del giovane principe, Jarvan IV, il quale aveva
preso le sue parti, insieme a Garen, nei momenti in cui la maggior
parte dei membri del Consiglio criticavano la scelta di affidare una
missione di quel calibro ad una ragazzina di sedici anni, totalmente
inesperta.
-
Quindi, siamo talmente disperati da mandare a Noxus una mocciosa che
afferma di avere poteri magici potentissimi, per ottenere la conferma
di ciò che sappiamo da mesi? - fu la domanda retorica di uno
dei
membri del Consiglio, un certo Lord Fruward, un uomo anziano, dalla
pelle chiara e raggrinzita, con alcune macchie marroni sulle mani
sottili e tremanti.
Luxanna,
a quelle parole, si sentì colpita nel vivo,
abbassò lo sguardo e
arrossì violentemente.
L'uomo
aveva ragione: quante possibilità aveva di tornare a Demacia
con le
giuste informazioni, senza rischiare la vita?
-
Lord Fruward, mi permetta di dissentire: può sembrarle una
pazzia,
ma conosco mia sorella Luxanna e ho visto cosa è in grado di
fare,
seppur per poco tempo e... - ma Garen venne interrotto quasi subito
dallo stesso, che continuò: - No, Garen, permettetemi di
dire che
non siete assolutamente in grado di capire se la ragazzina in
questione sia davvero in possesso di poteri magici o, semplicemente,
abbiate preso un abbaglio -.
Luxanna
frenò un'irresistibile voglia di scappare via da
quell'enorme stanza
ed abbandonare tutti i membri, seduti ad un altrettanto grande tavolo
di freddo marmo bianco e tornare tra le mura sicure di casa sua. Ma
sapeva che un tale atteggiamento, l'avrebbe data vinta a quell'uomo
tanto saggio, quanto scettico, pertanto rimase a testa bassa, ad
ascoltare il brusìo che quella breve discussione aveva
generato.
Per
qualche minuto, non sentì altro che frasi che alimentavano
lo
scetticismo dei presenti, anche dello stesso Jarvan III, il quale,
tuttavia, riportò subito l'ordine con una sentenza.
-
Signori! - esclamò, battendo le mani callose, riccamente
adornate di
anelli dorati. - Sono convinto che la situazione abbia lasciato
sgomenti anche voi, - inarcò un sopracciglio - tuttavia, la
famiglia
Crownguard serve egregiamente il popolo e la città stessa di
Demacia
da secoli e mai ciò che essi hanno affermato si è
rivelato un buco
nell'acqua, se così vogliamo dire. - fece una pausa, quasi
come se
stesse cercando le parole nell'aria, poi continuò: -
Pertanto,
appurato che Demacia sia carente di spie e di maghi abbastanza
giovani ed in forze da arruolare nell'esercito ed in eventuali
missioni, - e qui Jarvan III lanciò un'occhiata a Lord
Fruward, -
chiedo al qui presente, Lord Fruward, di giudicare le
capacità
magiche di Lady Crownguard, essendo lui stesso il direttore
dell'Accademia di Magia -.
Se
prima di quel discorso, Luxanna voleva tornare a casa, adesso si
sentiva così debole e spaventata che avrebbe desiderato,
addirittura, svenire e non risvegliarsi per almeno una settimana.
Ora,
le era tutto più chiaro: Lord Fruward era un vecchio mago,
direttore
dell'Accademia, pertanto credeva di poter avanzare scuse come
“è
troppo giovane ed inesperta”, solo perché nessuno
dei suoi
studenti avesse mai pensato di servire Demacia, allo stesso modo di
quella ragazzina, di cui nessuno conosceva nemmeno il nome, apparsa
dal nulla.
-
Ho ancora una domanda - disse Lord Fruward, fissando i suoi occhi
azzurri in quelli di Luxanna, - la qui presente ragazzina è
visibilmente la copia di sua madre, l'amata Lady Elizabeth,
assassinata proprio da qualche “emissario” di
Noxus. Mi chiedo,
se riuscirà a passare l'esaminazione dell'accademia, come si
giustificherà, una volta entrata tra le
“amichevoli” mura
Noxiane? -
La
domanda fece scoppiare l'ennesimo chiacchiericcio, interrotto
bruscamente dal principe Jarvan IV, il quale, visibilmente
infastidito, rispose: - Tutto ciò verrà discusso
una volta che Lady
Crownguard passerà l'esaminazione, pertanto suggerisco, Lord
Fruward, di non soffermarsi su dettagli così infimi -.
-
Ma certo, - rispose sarcasticamente - perchè non passare al
prossimo
argomento, ovvero il matrimonio di Garen Crownguard con Fiora
Laurent? -
-
Non so a cosa vogliate alludere, Lord Fruward, ma credo vi siano
faccende più delicate da affrontare... - rispose Garen.
Luxanna
non aveva mai visto suo fratello così adirato e sapeva anche
che si
stava sforzando per non saltare addosso a quel vecchio così
diffidente.
-
Tipo quali? - incalzò.
Garen
fece un profondo respiro, poi parlò: - Decidere quando Lady
Crownguard verrà giudicata dalla vostra abilissima
commissione di
maghi, discutere di questa - e posizionò il foglio di
pergamena
stracciata, trovata da quello strano avventuriero di Piltover.
Lord
Fruward trasalì, alla vista del marchio dell'antica Rosa
Nera.
Prese in mano la pergamena, la lesse, forse anche troppo lentamente,
dato che vi era scritta una semplice frase che nascondeva
chissà
quale significato dietro, poi la passò al suo vicino.
-
Credo si tratti dell'ennesimo abbaglio - disse, ancora una volta Lord
Fruward. - Mi rivolgo direttamente a voi, maestà: quanti
avventurieri giungono a Demacia, giorno dopo giorno, con notizie del
genere? Cos'ha in più questo giovane straccione di Piltover?
Un
pezzo di pergamena di cui non sappiamo nulla! La Rosa Nera non esiste
più, mi rifiuto di credere che ciò sia oggetto di
discussione -.
-
Ebbene, non possiamo esserne certi, milord. - fu la risposta secca
del principe Jarvan.
-
Con tutto il rispetto, principe, ma credo che vostro padre abbia il
diritto ed il dovere di arrivare a tali conclusioni -
ribatté,
acidamente.
Jarvan
IV, per la prima volta da quando Lux lo conosceva, aveva arrossito e
si era sentito, probabilmente, profondamente offeso.
-
Adesso siamo qui per discutere su ciò che il principe Jarvan
può
asserire o meno? - disse sarcasticamente una donna, l'unica oltre Lux
a presiedere il Consiglio. Anche lei era molto anziana, tuttavia si
intravedeva dai lineamenti, il volto di una bellezza antica, non del
tutto svanita nel tempo.
-
Mia cara, Lady Carlynn - disse Lord Fruward con un sorriso tirato, -
temo che il principe Jarvan sia troppo giovane per avere poteri
decisionali, così come reputo che Lady Crownguard debba
pensarci su
due volte prima di... -
-
È questo il vostro problema: non lasciate spazio ai giovani,
alle
nuove idee... -
-
Possiamo rimandare questo romantico battibecco alla prossima
riunione? - disse qualcuno, ormai spazientito da come il discorso
stesse prendendo una via del tutto inaspettata per un Consiglio
così
maturo.
-
Grazie, Lord Spelloyal - disse Jarvan III, quando a quelle parole,
tutti si zittirono finalmente. - Sono convinto che non abbiamo
abbastanza prove che ci consentano di dire che questo documento sia
veritiero, tuttavia non voglio nemmeno essere cieco e sordo di fronte
alle innumerevoli avanzate di gente che giunge a Demacia ogni giorno.
Non so se sia semplicemente una nuova moda, magari per guadagnare un
pezzo di pane o una dormita su un morbido giaciglio, non so nemmeno
come tutte queste persone riescano ad ottenere queste informazioni e
noi no, tuttavia è proprio per questo che ci serve gente
come Lady
Crownguard. Dobbiamo prevenire e sperare che non sia troppo tardi.
Pertanto, ritengo che l'esaminazione avvenga al più presto
possibile
e che, una volta giudicata idonea, Lady Crownguard parta il prima
possibile, in modo che, se notasse qualcosa di strano, dato che la
notizia del matrimonio si spargerà molto in fretta e Noxus
potrebbe
decidere di attaccare Ionia nel momento in cui potrebbe trovarci
impreparati, possa avvisarci per tempo. Inoltre, ritengo che sia il
caso di mandare delle truppe a pattugliare i confini di Ionia -.
-
Credo che sia il caso di avvisare Ionia e di mandare sotto copertura
le nostre truppe, non vogliamo che Noxus capisca che siamo in allarme
- aggiunse Garen.
A
quel punto la riunione era finita e Luxanna si alzò,
tremante, dalla
sua poltrona. Rimase al fianco di Garen per tutta la durata del
tragitto, completamente in silenzio, almeno fino a quando non fu lui
ad interromperlo.
-
Mi dispiace, Lord Fruward è sempre stato un vecchio
bisbetico -
disse, sorridendo.
Lux
alzò le spalle e continuò a camminare: l'unica
cosa che desiderava
fare era chiedere a Gurvyre, una delle serve, di preparare un
rilassante bagno caldo. Voleva pensare e rimurginare sull'accaduto, a
come la sua vita stesse cambiando da quando Lord Dominick era morto,
a come, probabilmente, Lord Fruward avesse agito durante
l'esaminazione per metterle i bastoni tra le ruote.
-
Lady Carlynn e Lord Fruward avevano una relazione, più o
meno, alla
tua età - fece Garen, il quale non sapeva come attirare
l'attenzione
di sua sorella.
Lux
scosse la testa, sorridendo. - Chissà perché, ma
immaginavo una
cosa del genere -
-
Beh, non conosco i dettagli, ma so che Lord Fruward amava
ardentemente Lady Carlynn, tuttavia si lasciarono perché il
padre di
lei, adesso defunto fortunatamente, era dell'opinione che erano
troppo giovani -. Garen sorrise: - Ecco perché, adesso, odia
i
ragazzini prodigio come te -
-
Non credo, semplicemente avrà un odio infondato sui ragazzi
che
vogliono portare avanti qualcosa in cui credono, visto che lui non ha
potuto con la sua relazione - rispose Lux, con lo sguardo perso nel
vuoto.
Arrivarono
a casa e, finalmente, si congedò dal fratello. Come aveva
pensato,
chiese a Gurvyre di prepararle un rilassante bagno caldo e la ragazza
corse subito ad eseguire il suo ordine.
Fu
proprio quando, immersa nell'acqua calda, la stessa Gurvyre le
portò
una busta, con un enorme sigillo di ceralacca recante il simbolo
della casata dei Lightshield. Con le mani bagnate e tremanti per
l'emozione, Lux si liberò della busta e lesse la missiva:
“Amabilissima
Lady Luxanna Crownguard,
volevo
comunicarvi, sotto estremo ordine del re Jarvan III, che la vostra
esaminazione avverrà l'indomani, alle ore 9.00. Verrete
accompagnata
da me stesso in persona, pertanto vi chiedo di presentarvi quanto
prima possibile per raggiungere l'Accademia della Magia.
Ne
approfitto, per invitare voi ed il vostro onorevole fratello alla mia
cerimonia di compleanno, che si terrà tra due giorni, presso
la
dimora Lightshield, nella speranza di poter godere della vostra
illustre presenza.
Con
affetto,
Principe
Jarvan IV Lightshield.”
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