Il continuo

di duelontrefandom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. l'autopsia ***
Capitolo 2: *** amici e frustrazione ***
Capitolo 3: *** vita... e morte ***



Capitolo 1
*** 1. l'autopsia ***


CONTINUO ALLEGIANT
 
parte prima
 
Passarono due giorni dalla morte di Tris e di lì a poche ore sarebbero arrivati i risultati della sua autopsia. Tobias aspettava quel giorno con ansia e tristezza, così come Christina. Si incontrarono davanti l’ entrata dell’Hancock finito il turno agli uffici, per andare nell’apposito reparto. Un vento leggero cominciava ad alzarsi, dato che l’autunno era arrivato, e le foglie secche volavano leggere ma lente, dando un senso di sonnolenza.
– Ciao. – salutò Christina, andando incontro a Tobias, con il suo impermeabile beige svolazzante sopra il vestito nero.
– Ciao Chris. Giornata pesante? – chiese lui, che aveva notato le occhiaie dell’amica.
– Si, ma ora non è importante. Prima di entrare, piuttosto… come ti senti?- chiese Christina con un che di dolce nella voce.
– Ehm… male.- ed era vero. Aveva la nausea e mal di testa e, proprio quella domanda, chiesta in quel momento, gli fece ricordare i meravigliosi occhi di Tris, di quell’azzurro chiaro e luminoso.
Entrarono nell’imponente grattacielo e salirono le scale in silenzio mentre Tobias guardava le scale con aria persa, per non dover trovare qualcosa da dire. Arrivarono sul piano e percorsero uno stretto corridoio.
– Salve – salutarono i due.
– Salve – rispose frettolosamente in dottore – seguitemi ho una cosa importante da dirvi.
Tobias e Christina si guardarono preoccupati e gli corsero dietro. Entrarono nella sala contenente il corpo di Tris, era attaccata a dei macchinari medici, i due rimasero sorpresi da questo, visto che a loro avevano detto che non c’era più nulla da fare per salvarla. Christina si strinse i pollici mentre cacciava fuori il fiato dalla bocca. Tobias, invece, strinse le spalle mentre una lacrima gli attraversava il volto. La guardarono, indossava una specie di camice da ospedale bianco.
Il dottore ruppe il silenzio dicendo – Dobbiamo riferirvi che la signorina Beatrice Prior, prima di decedere, era… a metà del sesto mese di gravidanza, penso che neanche lei si sia accorta di nulla poiché il bambino ha un livello di crescita molto basso...  – Christina si voltò verso Tobias, per poi scoppiare in lacrime e appoggiare la testa sulla spalla di lui, che invece sgranò gli occhi e rimase fermo, ma tremante. – Il fatto è che volendo potreste salvare il bambino. – continuò il dottore - È in condizioni difficili, ma non impossibili. Ma la decisione spetta e lei, signor Eaton. Dopotutto, è lei il padre.– Tobias rimase colpito, quasi ferito da quelle parole, dette come se si potesse insinuare che lui preferisse la morte invece che la vita di una persona. Gli si fece un nodo allo stomaco. Christina si allontanò per poterlo vedere in faccia e gli disse – Tobias. Pensaci. – lo guardò supplichevole, quasi desiderasse il bambino quanto lui.
– La devo avvisare, signor Eaton, che ha pochissimo tempo prima che il bambino, o bambina, muoia. –
Tobias aveva sempre desiderato un figlio. Ora avrebbe potuto averlo, anche se la donna che amava e che la metterebbe alla luce è morta. Guardava Christina, era come se cercasse la sua approvazione, Christina gli sorrise tra le lacrime e lui capì
– Lo salvi. – disse annuendo piano, dopo questo abbracciò Christina che era scoppiata in lacrime, mentre il dottore chiamò gli infermieri perché incominciassero l’intervento.
-Signori, abbiamo trovato in nella tasca della signorina Prior due lettere, con i vostri nomi. Non le abbiamo lette per rispetto della privacy ma se contengono informazioni per salvare il bambino allora vi prego di riferircele.- disse il dottore porgendo loro due buste.
 
Christina prese quella col suo nome e Tobias quella col suo.
 
Cara Christina,
Ti scrivo queste poche righe per avvisarti che tu sei la mia migliore amica e che lo sarai per sempre, nelle ultime ore ho scoperto di essere incinta, se non dovessi farcela e dovessero riuscire a salvare il bambino ti prego di occuparti di lui o lei con Tobias. Vi prego di non avercela con Caleb, non mi ha mandata lui, sono andata IO.
Ti voglio tanto bene amica mia,
Tris.
 
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Caro Tobias,
Ti scrivo queste righe per salutarti amore mio. Questa mattina ho scoperto di essere incinta, avremo un nostro bambino, non sei felice? Ora però sto andando contro il siero della morte, con il rischio di uccidere questo nostro bambino, lo so, sono un’egoista! Io mi sento di farcela e non posso mandare mio fratello a suicidarsi anche avendo una sola possibilità in più a lui di sopravvivere. Se non dovessi farcela e lui o lei sì, ti prego di farti aiutare da Christina, questo o questa avrebbe dovuto vederla come una zia, ma se io non ci sarò lui o lei la vedrà come una seconda madre, e ti assicuro che lei lo farà senza problemi. Non avercela troppo con Caleb, non mi ha mandata lui, sono andata IO.
Ti amo tanto amore mio,
Tris.     
 
 

 

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Capitolo 2
*** amici e frustrazione ***


Parte seconda I due se ne andarono dopo tre ore e si diressero verso la casa di Shauna e Zeke, erano appena andati a vivere insieme e si sarebbero sposati a breve. - Ciao ragazzi, come è andata?- chiese loro Shauna, era seduta sul divano con le gambe stese e giocherellava con gli ingranaggi che Caleb le aveva dato da pochi giorni. I due si guardarono negli occhi, non volevano dare a tanti quella notizia, sapendo anche loro che poteva anche andare tutto storto, ma alla fine pensarono che avrebbero dovuto dirlo a loro, infondo erano tra i migliori amici di Tris e avrebbero potuto star loro accanto qualsiasi cosa fosse successa. Christina sorrise a Tobias e disse - Il medico ci ha detto che... che... che Tris... che Tris era in... era incinta.- Shauna serrò gli occhi –E cosa... cosa succederà al bambino?- chiese poi. - Cercheranno di salvarlo, era a metà del sesto mese quando... quando David le ha sparato- rispose Tobias cercando di reprimere le lacrime. - Quindi molto probabilmente tra poco tu sarai padre?- chiese Zeke sorpreso. - A quanto pare... Se ne andarono dopo neanche mezz’ora per portare la notizia a Caleb. Si avviarono verso il Millenium dove si trovava l’appartamento di Cara e Caleb. -Tobias sei sicuro di voler entrare? Ho paura che tu possa ammazzarlo...- chiese Christina mentre attraversavano il grande parco verde. -No, devo entrare era la mia ragazza ed io sono il padre, e fai bene ad aver paura, davvero potrei ammazzarlo!- esclamò lui rabbioso. -Tobias non fare stupidaggini!- rispose lei bloccandogli i polsi. -Okay ma lo faccio solo per Tris, perché lei si è sacrificata per quell’imbecille!- disse lui respirando piano. Bussarono alla porta e aprì loro Cara. Aveva i capelli biondi legati in una crocchia stretta e un corto vestitino blu che le aderiva perfettamente al busto. -Dov’è quell’idiota di Caleb?!- esclamò Tobias varcando la porta. -Sono qui...- balbettò lui dalla cucina. -Noi siamo qui per dirti una cosa importante- disse dura Christina. -La mia ragazza, non che tua sorella, quando si è sacrificata per te era incinta a metà del sesto mese.- spiegò Tobias cercando di apparire duro, ma aveva la voce che gli tremava e gli occhi che si stavano inumidendo. -Cosa?! E chi sarebbe il padre? Non... non dirmi che sei tu!- esclamò Caleb serrando gli occhi. -E chi stra-cavolo vuoi che sia?! Peter?! David?! Ovvio che sono io!- sbraitò Tobias. -Ragazzi dovete calmarvi... così non risolverete nulla, fatelo per Tris...- chiese Cara dividendoli. -Va bene, meglio che parli io.- disse Christina –Il bambino potrebbe salvarsi, e se ne occuperà Tobias e se avrà bisogno di aiuto ci sarò io, quindi noi volevamo solo avvisarti. Insomma sarebbe tuo nipote...-. Dopo soltanto un giorno avevano tirato fuori la bambina, sì era una femmina, e avevano creato un ambiente il più simile possibile all’utero materno che avrebbe dovuto accoglierla.

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Capitolo 3
*** vita... e morte ***


Parte terza Erano passate due settimane e Tobias andava lì tre volte a settimana, due delle quali con Christina. Calcolando i tempi la bambina era al settimo mese di gravidanza, e quell’esserino era in una specie di incubatrice piena di un liquido gelatinoso trasparente che riproduceva il liquido amniotico, e il cordone ombelicale era legato ad una macchina, quindi la potevano vedere. Era di uno strano rosastro e con pochi capelli biondi. Il medico aveva avvertito Tobias, Christina e Caleb, che da poco seguiva la sua nipotina nella crescita, che il normale periodo della gravidanza sarebbe durato di più, sarebbe arrivato a durare un anno e poi avrebbero tenuto la bambina in ospedale per almeno tre mesi. I tre avrebbero aspettato anche anni solo per vedere la figlia di Tris e di Tobias viva e che cresceva felice. Passarono quattro mesi, erano all’undicesimo mese di gravidanza e la bambina stava crescendo bene, i medici avevano detto che se la piccola Beatrice avesse continuato a crescere così l’avrebbero tirata fuori da quell’incubatrice e l’avrebbero messa in una normale. -Signor Eaton, la settimana prossima la piccola Beatrice Eaton sarà trasferita in un’incubatrice e resterà lì dentro per almeno una settimana. Firmi qui e noi procederemo.- ordinò il dottore a Tobias, lui lo fece e insieme a Caleb e Christina andarono da Cara per la cena. Quel giorno in ospedale con i tre c’era anche Cara, aspettarono in un corridoio accanto ad una stanza isolata igienicamente per non far prendere troppi germi alla bambina nello spostamento tra le incubatrici. Tobias muoveva nervosamente la gamba e si stringeva le mani, Christina lo guardava e respirava piano ingoiando l’aria. Passarono diciotto minuti e il medico uscì e disse loro –Signori la bambina ha reagito bene all’aria e ora è nell’incubatrice, la terremo lì per almeno due settimane ogni giorno potrà stare con lei quando vuole, la metteremo in una stanza da sola poiché questo è il primo caso di gravidanza artificiale, arrivederla!- -Grazie dottore, ma potrei vederla ora?- chiese Tobias stringendogli la mano. -Certo, tra un quarto d’ora uscirà, ora la stanno misurando, pesando e facendole tutti gli accertamenti del caso.- rispose lui. Come annunciato dal dottore dopo quindici minuti uscì dalla stanza una neonata urlante attaccata a numerosi aggeggi medici dentro una culletta chiusa e trasparente. Tobias la guardò e si precipitò verso di lei, e con lui Christina. -È bellissima!- esclamò Tobias commosso. -Infatti, un perfetto incrocio tra te e Tris- rispose Christina. Passarono quelle due dannate settimane e finalmente il giovane papà poté tenere in braccio la sua bambina. -La bambina, finalmente, è perfettamente in salute, può portarla con se!- esclamò il dottore avvicinando a Tobias numerose carte da firmare. Il ragazzo era felicissimo quel giorno ad accompagnarlo c’era Christina, gli era sempre stato accanto e avrebbe vissuto da lui finché la bambina non avesse compiuto un anno. -Benvenuta a casa Beatrice!- esclamò Tobias aprendo la porta della loro casa. La piccola in risposta scoppiò in un pianto disperato. -Okay Chris la tieni tu e io preparo il latte?- chiese allarmato Tobias. -Va bene- rispose Christina sorridendo e abbassandosi verso il carrozzino dove la piccola stava urlando. La prese e le mise il braccio sinistro sotto il sedere e quello destro dietro la schiena e la mano destra dietro la testolina -Ciao cucciola...- sussurrò –hai fame? Ora papà sta preparando la pappa, lo dai un bacio a zia Christina?- chiese baciandole le guanciotte paffute. Passarono due settimane e la piccola Beatrice stava per conoscere la sua mamma. Christina e Tobias si erano promessi che l’avrebbero portata al cimitero per farle presentare a vicenda. Arrivarono davanti alla lapide di “Beatrice Prior” e Tobias si mise lì davanti con la bambina in braccio. -Ciao amore, ecco qui la piccola Beatrice, Beatrice Eaton, ce l’ha fatta questa piccola guerriera. Ha i tuoi occhi e il tuo dolce e delicato nasino, guardandola negli occhi vedo te, desideravo un tuo sguardo, ancora solo uno, e lei con i suoi occhietti me lo danno, anche se non esprimono la stessa sensazione. Come ci avevi chiesto Christina mi sta aiutando tanto con lei, da solo non ce l’avrei mai fatta. Spero che ovunque tu sia tu abbia rincontrato i tuoi e che tu sia felice; se esiste davvero un luogo dove finiamo dopo la nostra morte allora spero che quando arriverà il mio momento di poterti rincontrare, per passare insieme il resto dell’eternità. Ti amo e ti amerò per sempre amore mio.- disse Tobias trattenendo appena le lacrime. Poi venne il turno di Christina, che si posò li davanti mentre Tobias dava il biberon alla bambina subito dietro di lei. -Ciao Tris, amica mia, la tua bambina è davvero uno spettacolo, il perfetto incrocio tra te e Tobias. Ora che dobbiamo occuparci di lei non litighiamo neanche più tanto spesso, anche se a volte una strigliata a quella testa dura del tuo ragazzo ci vuole, e qui intervengo io pronta a raddrizzarlo... spero che ovunque tu sia ora tu abbia rincontrato i tuoi e Will, mandagli un bacio da parte mia. Da quando lui è morto mi piace credere che chi non c’è più possa vederci dall’alto e starci sempre accanto, mi piace credere che anche tu ora mi stia ascoltando e che tu sia qui, proprio di fronte a me pronta ad abbracciarmi con tutto l’affetto che tu trasmetti con un gesto del genere. Da lassù salutami Lynn e quel simpaticone di Uriah che se la starà ridendo con Al, e dì ad Will che non lo ho mai dimenticato e che mai lo farò, salutami anche Tori e fai un gestaccio a Jeanine per me. Ma soprattutto, datti un abbraccio da parte mia e fallo sempre, come un tic, io lo faccio, ogni tanto mi fermo e penso a te, a Will, ad Al, ad Uriah, a Lynn, a Tori e a tutti quelli che ho perso e mi abbraccio immaginando di non abbracciare me stessa ma voi, e che le mani che mi stringono non siamo le mie ma le vostre. Ti voglio bene amica mia- concluse lei, durante tutto il discorsa aveva gesticolato, riso, pianto, immaginando che Tris fosse lì davanti a lei, e poi arrivata da Tobias e Beatrice li aveva abbracciati, immaginando tutti gli amici che avevano perso.

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