The Beauty and The War

di Fuuma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Beauty and The War ***
Capitolo 2: *** You're way too young { to have someone lie to you } ***
Capitolo 3: *** She's the girl who everybody wanted ***
Capitolo 4: *** Of flesh and bones we're made - prima parte ***
Capitolo 5: *** Of passion and desire we live - seconda parte ***
Capitolo 6: *** Oggi, solo per oggi ***
Capitolo 7: *** Il silenzio dei fantasmi ***
Capitolo 8: *** The name of a soldier ***
Capitolo 9: *** The name of a spider ***
Capitolo 10: *** Swallow the sorrow, keep moving on. ***
Capitolo 11: *** In the grip of the (young) spider ***



Capitolo 1
*** The Beauty and The War ***


Characters: Natasha Romanoff Natal'ja Al'janovna Romanova; James Buchanan Barnes Winter Soldier;
Pairing: Bucky/Natasha;
Words: 110
Warning: movieverse; pre-tws;
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono alla Marvel e a chi di diritto.

 

#The Beauty and The War

 

In guerra, la bellezza è un lusso sprecato. Eppure Natal'ja è una rosa rossa sbocciata tra la neve, protetta dall'ala d'argento d'un Fantasma Invernale.

Uccide danzando, si fa vento profumato e le sue mani raggiungono la preda più veloci di chiunque altro. Piccole zampette laboriose; sa uccidere con tutto Natal'ja, perfino con un bacio.

Bucky la guarda dietro al mirino d'un fucile carico. Una pallottola in canna anche per lei – se mai sbagliasse – ma Natal'ja non sbaglia mai e ogni volta torna a lui col sorriso di ragno affamato e gli occhi tristi di un fiore imporporato non dai petali, ma per il sangue.

Non c'è bellezza che la guerra non porti via.

 


 

Si tratta di una raccolta di drabble incentrate sulla coppia Bucky/Natasha, nel periodo in cui l'addestramento di Natasha viene affidato al Winter Soldier.

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Capitolo 2
*** You're way too young { to have someone lie to you } ***



#You're way too young { to have someone lie to you }

 

Ce la fai? La domanda è nelle bende di scotch che Bucky strappa coi denti e usa per rattopparla. La bambola si è rotta, ma può ancora far del male – al petto il pugnale con cui ha continuato a colpire, aprendo, squarciando, facendosi largo verso l'uscita.

Lei contro il mondo. Sola anche con lui. Ma in quel deserto di ghiaccio ch'è la loro vita, chiunque è solo.

La colla s'appiccica alla pelle, Natal'ja stringe i denti, urla in silenzio. Nessuna lacrima, solo vergogna dei propri errori.

«Я облажался.[1]» confessa a capo chino.

La risposta di Bucky è cruda come la verità: «Da.[2]» ma la sua mano, mentre indugia su di lei, la sta già perdonando.

 


 

[1] Ho sbagliato / Ho rovinato tutto. (almeno secondo il google traduttore)
[2] Sì. (che ho deciso di tenere nella sua trascrizione fonetica perchè più o meno tutti sappiamo che vuol dire "Da" in russo e risulta più immediato di un "да", il quale avrebbe fatto perdere il ritmo della frase)

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Capitolo 3
*** She's the girl who everybody wanted ***


#She's the girl who everybody wanted

 

Natal'ja brucia di rosso le labbra con la punta del rossetto. Non riconosce il volto allo specchio, è una maschera di colori eleganti, sfumature sensuali e ciglia lunghe intorno ad occhi da cerbiatta.

«My sweet little mermaid» Le sussurra qualcuno, una mano tra le cosce e in bocca l'accento degli inglesi. Ne ha respirato l'alito di vodka e rum e, seduta alle sue gambe, gli ha detto addio con la lama d'un pugnale.

«Моя прекрасная чёрная вдова[1]» Le applaude qualcuno, accogliendola di ritorno a casa.

Ma nessuna delle lodi appartiene mai a lui.

«Как я выгляжу[2]?» glielo chiede, piroettando su se stessa.

Bucky la guarda come si guardano le cose preziose rovinate dalla vita.

«молодой[3]

Non c'è lode, solo l'amarezza dei fatti.

 


 

[1] La mia mortale Vedova Nera

[2] Come ti sembro?

[3] Giovane.

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Sì, la drabble è stata aggiunta brutalmente proprio nel mezzo (e forse non sarà l'unica, chiedo venia), ma la verità è che non pensavo di arrivare a scriverne più delle quattro iniziali. E invece.

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Capitolo 4
*** Of flesh and bones we're made - prima parte ***


#Of flesh and bones we're made - prima parte

 

La carne è dura sotto al pugno di Natal'ja, la pelle delle nocche s'arrossa, si rompe, si ferisce, ma deve colpire più forte se vuole farlo vacillare. E quando accade lei gli è addosso, gli sfiata nebbia in faccia e ne consuma l'ossigeno tra i respiri.

È un gatto selvaggio Natal'ja, lui stesso le ha affilato gli artigli e l'ha affamata di vittoria, ma è un gatto acquattato su una macchina da guerra e, quando il braccio d'acciaio di Bucky le stringe il collo e la sbatte a terra, lei è di nuovo al punto di partenza. L'allieva incapace di superare il maestro.

Eppure così vicina. Così maledettamente vicina. Così straordinariamente vicina.

 


 

Scritta per l'iniziativa Sette giorni e tanti prompt @Torre di carta

Prompt: Citazioni; 29. "Devi lottare per ciò che alberga nel tuo cuore," (Dorian, Dragon Age Inquisition)

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Capitolo 5
*** Of passion and desire we live - seconda parte ***


#Of passion and desire we live - seconda parte

 

La carne è morbida sotto la carezza di Bucky, l'acciaio si appanna quando il pollice scorre sulle labbra socchiuse di Natal'ja; la sua lingua è un serpente audace che gli lecca via il freddo ma lo intossica d'eccitazione.

Non può, non dovrebbe. È sbagliato. Ma, entrambi hanno imparato, ci sono errori peggiori. Questo almeno sarà solo loro – senza burattinai, né pilota automatico.

Il vento ghiacciato gratta le ferite, gli abiti si bagnano di neve e gli occhi di Natal'ja gli parlano di un amore ch'è veleno per quelli come loro. Ch'è ingiusto. E sbagliato.

«Зима[1]»

«Не говори[2]» Bucky le chiude le parole in bocca. Non può salvarla, ma se dovranno condannarsi, che sia lui a farlo.

 


 

[1] Winter. Il fatto che Natasha non lo chiami per nome è voluto. Non ho mai seguito i fumetti, quindi non lo so, ma nel mio headcanon, almeno all'inizio, per lei era solo il Winter Soldier.
[2] Non dirlo.

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Con questa drabble, finalmente, dovrei aver finito di scazzare l'ordine della raccolta. Ora ha un senso anche nella mia testa (?); vorrei raggiungere almeno la decina in totale, ma dipende tutto dalla mia ispirazione.

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Scritta per l'iniziativa Sette giorni e tanti prompt @Torre di carta

Prompt:  Canzoni; 8. "Vento arriverò/per poterti accarezzare,/ma se vuoi/se tu vuoi/tra fango e neve impazzirò," (Magnolia - Negrita)

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Capitolo 6
*** Oggi, solo per oggi ***


#Oggi, solo per oggi

 

Bucky la tocca in punta di dita e le affonda negli occhi, scavando sino a trovare il primo tremito.

Il respiro di Natal'ja vibra sulle labbra gonfie e ondeggia nel seno pieno. Bianca la pelle cosparsa di brividi, neri gli abiti in terra, rossa l'anima venduta.

Il loro primo bacio è un incontro disperato di bocche morse dal freddo, un tentativo d'affacciarsi oltre gl'incubi e scoprire cosa vi sia. Altri incubi, presumono, altro freddo.

La mano metallica di Bucky lascia impronte incandescenti, ma il caldo – quello vero – è un'illusione che non inseguono.

Natal'ja geme, Bucky spinge e la divora.

Non cercano nulla, prendono quello che c'è, lasciando da parte i noi e un qualsiasi futuro.


Questa storia partecipa al contest ‘In sole 110 parole... o quasi!’ indetto da Mokochan sul forum di EFP.
I Classificata (pari merito)

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Capitolo 7
*** Il silenzio dei fantasmi ***


#Il silenzio dei fantasmi

 

Sulla schiena di Bucky c'è un firmamento di cicatrici che Natal'ja unisce in storie di cui conosce solo il finale. Alcune hanno la forma di piccole stelle esplose nella carne; quando le tocca il Soldato solleva il capo dal cuscino – non dorme, il sonno lo lascia al ghiaccio.

La coda dell'occhio è una fredda scheggia d'acqua che le punta addosso come un'arma, ma nella vicinanza non può nascondere le bolle d'aria di un cadavere sommerso. Una coscienza, un passato, resti d'un altro lui.

«Когда вы говорите мне свою историю[1]?» un sussurro, un bacio all'orecchio: Natal'ja ammansisce l'assassino, reclama a sé l'uomo.

Bucky riappoggia la nuca al cuscino.

La sua storia è fatta di pagine bianche, mute come gli spettri.


[1] Quando mi racconterai la tua storia?

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Capitolo 8
*** The name of a soldier ***


#The name of a soldier

 

Natal'ja si raccoglie tra le gambe del Soldato, spinge le ginocchia al petto e si fa piccola contro di lui. S'accoccola nel suo abbraccio e normale lo pare soltanto, mentre sfoglia dossier di un uomo ignaro d'essere già morto.

«Не кажется ли вам что я заслуживаю по крайней мере знать ваше имя[1]?» cerca nei suoi occhi risposte più profonde d'un nome, cerca un luogo da chiamare casa. Quel che trova è un'unica parola senza più spigoli.

«No.» basso, rantolato. Americano. L'addestra anche in quello.

Lei abbandona gli occhi e punta la bocca sporca di barba.

«Qual è il tuo nome, soldato?» il bacio è come il suo accento: perfetto.

«James.»

 


 

[1] Non credi che meriti almeno di conoscere il tuo nome?

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Ed ecco svelato il motivo per cui ho preferito utilizzare il cirillico invece di una traduzione italiana e via; i dialoghi in italiano, infatti, sono per tutte quelle frasi originariamente in americano. E, di nuovo, nel mio headcanon il nome "James" è dedicato a Natasha e a tutto ciò che rappresenta (nel bene e nel male) il periodo di Winter Soldier, così come il nome "Bucky" è dedicato a Steve e a tutto ciò che rappresenta il periodo con lui, passato e futuro.

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Scritta per l'iniziativa Corsa delle 24 ore - II Edizione @Torre di carta

Prompt: frasi dalle canzoni - “tu guarda nei miei occhi e trovaci un domani, e appena avrai finito prova a raccontarmelo, se puoi,” La terra trema, amore mio, Luciano Ligabue;

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Capitolo 9
*** The name of a spider ***


#The name of a spider

 

Soči tace sotto la neve e il Mar Nero è velluto agl'occhi di Natal'ja.

James le stringe un polso – tatua lividi freschi sulla pelle, in un'intimità violenta ch'è, in fondo, tutto ciò che conoscono.

Il tempo è poco, la loro vita messa in pausa.

«L'avresti mai detto?» Natal'ja s'appoggia alla sua spalla; le placche si muovono a farle da cuscino «Il mare ha lo stesso suono del mio nome.»

James ci pensa. Nel pronunciarlo per la prima volta, la sua voce è una novità tutta da scoprire, uno zampillo d'acqua ghiacciata nella sera nera di Soči.

«Nat?»

Lo stesso suono: quello del folle battito d'un cuore risalito in gola.

 


 

Scritta per l'iniziativa Baci Rossi e Blu - Corsa di San Valentino @Torre di carta

Prompt: canzoni; 9. “E allora vedi amore io troverò il coraggio/Di prenderti la mano e continuare ancora/Su questa strada dove l’amore senza rumore/Ci troverà” (Mano nella mano, Sergio Cammariere)

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Capitolo 10
*** Swallow the sorrow, keep moving on. ***


#Swallow the sorrow, keep moving on.

 

Alina attraversava la vita a passo di danza. Rideva gaia e uccideva nel sonno, gentile come un angelo.

Aveva l'effervescenza d'un'infanzia che Natal'ja invidiava, fresca, intoccata dalla riprogrammazione. Con lei, sul palco del Bol'šoj anche Black Widow tornava umana.

 

Negl'occhi di Alina ogni cosa si fa infinita, anche l'orrore.

Un click.

Un piede in fallo.

Il sipario cala.

Per sempre – Natal'ja ha singhiozzato, un suono ad occhi asciutti.

Dalla cabina del SM-1 il Soldato si tende, ogni senso rivolto al suo ragno – ama senza pietà, James.

«La mano, Nat!» ordina e Natal'ja obbedisce.

 

«…не дай мне здесь[1]…» la voce di Alina è cenere al vento.

 

Tra le braccia del Soldato, Natal'ja è arida di lacrime. Lo sono entrambi.

 


 

[1] ...non lasciarmi qui...

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SM-1: era un elicottero sovietico di tipo leggero; inizialmente prodotto nell'URSS fino al 1955 con il nome di Mil Mi-1, la produzione viene passata in Polonia e il nome diviene, per l'appunto SM-1.

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Scritta per l'iniziativa Corsa delle 24 ore - IV Edizione @Torre di carta

Prompt: canzoni; 17. "In fondo siamo mossi dai sensi/Guidati dalle colpe degli altri" (Francesca Michielin - Lontano)

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120w // ci ho provato, ma non sono riuscita a liberarmi di quelle dieci maledette parole in più. //

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Capitolo 11
*** In the grip of the (young) spider ***


#In the grip of the (young) spider


La divisa della Militsiya[1] chiude stretta il seno di Natal’ja. Schiena dritta, spalle tese, recita la parte per un pubblico seduto al di là d’uno specchio.

«подключить его[2]» voce metallica e dita d’acciaio sul pulsante dell’altoparlante.

Natal’ja azzanna maldestra la pelle dell’uomo coi morsetti dell’apparecchio. Sarà il tuo giocattolo, le hanno detto.

Lui piange, implora pietà, prega strattonando braccia incatenate, ma Dio s’è colorato di rosso e siede alla tavola di Stalin.

Lei trema, cerca James oltre il vetro: fermami supplica lo sguardo. Salvami – uccidere è facile, per torturare, tuttavia, ci vuole l’insensibilità del ragno.

Nessuno accorre a salvarla e Natal’ja impara che in ogni scarica v’è il morso di una Vedova Nera.

L’uomo muore cantando.




[1] Militsiya era il termine con cui ci si riferiva alle forze di polizia prima del 1989 nella gran parte dei paesi comunisti dell'Europa dell'est e in Jugoslavia (grazie Wikipedia).
[2] Collegalo.

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Lo so che qualche drabble più indietro avevo detto che puntavo a scriverne dieci in tutto per questa raccolta, ma i più attenti avranno potuto notare che la scritta "in corso" è rimasta e infatti eccone qui una nuova. Ce ne saranno altre, ho in testa un finale ben preciso - ho già scritto quella che penso sarà l'ultima drabble, ma per ora mi mancano quelle nel mezzo che penso saranno non più di tre o quattro (questa volta sul serio). Vedremo quando riuscirò a scriverle, insomma.
Non conoscendo bene la storia dei fumetti sul Black Widow, potrei aver scazzato sull'ambientazione temporale. Stalin è morto nel '53, da qui deriva il fatto che la drabble si ambienti prima di quella data, ma comunque nel periodo della sua dittatura... Wikipedia mi dice che Natasha nel '42 è ancora bambina, quindi dai, i conti dovrebbero tornare. Anche non fosse, troppo tardi, tanto i fumetti li ignoro, ah!

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Storia partecipante al contest "Un Diamante è per sempre" indetto da mystery_koopa sul forum di EFP
VI Classificata

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110w a detta di Utelio

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