Come conquistare Alex

di EllaRoberts
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PATTO. ***
Capitolo 2: *** Incontro casuale (forse). ***
Capitolo 3: *** Perché? ***
Capitolo 4: *** Festa di Natale. ***
Capitolo 5: *** Tutta colpa di Culbert. ***
Capitolo 6: *** Spazi angusti ***
Capitolo 7: *** Appuntamento fallito. ***
Capitolo 8: *** Strane sensazioni. ***
Capitolo 9: *** INTERRUZIONI ***
Capitolo 10: *** Melodie ***
Capitolo 11: *** Harry. ***
Capitolo 12: *** La gelosia è una brutta bestia! ***
Capitolo 13: *** Di corse e slogature. ***



Capitolo 1
*** PATTO. ***


PATTO.


-Oh...dai Marie devi venire ci saranno tutti!- Aveva insistito per la milionesima volta Alex. -No...ascolta so che per te è importante ma proprio non posso.-
Avevo cercato di giustificarmi.
Alex era la mia migliore amica. Una ragazza alta snella con dei fantastici riccioli bruni e due occhi neri che io invidiavo così tanto!
Siamo immediatamente diventate amiche noi due, forse io la avevo presa in simpatia perché era incredibilmente simile alla protagonista del libro che stavo
scrivendo o forse eravamo semplicemente nate per essere amiche.
Quel giorno mi aveva chiamata dicendomi di raggiungerla a casa sua e una volta li mi aveva informata che eravamo state invitate ad una festa molto esclusiva
e lei voleva assolutamente andarci perché ci sarebbe stato anche Harry, il giocatore di rugby per qui Alex si era presa una cotta alla stolcher, e voleva sfruttare la 
situazione per farsi notare da lui. Dubitavo seriamente che lui lo avrebbe fatto mai, insomma...era circondato da belle e, ammettiamolo, fighe ragazze perché mai si 
sarebbe accorto di lei che non era nessuno nell'ambito scolastico. Veramente non è del tutto vero , Alex aveva sempre partecipato alle recite scolastiche e in alcuni casi
aveva anche interpretato le protagoniste. Quella che non era nessuno realmente ero io. Il mio unico talento era scrivere e si avrei potuto lavorare per il giornalino scolastico 
se non fossi stata così incredibilmente timida da avere paura di fare l'iscrizione, o peggio parlare con qualcuno che mi avrebbe potuta aiutare ad entrare ma con qui non avevo confidenza.
Era un problema straziante che odiavo con tutta me stessa, perché non era naturale. La mia timidezza era scaturita dopo che avevo fatto il mio primo anno alle medie, dove fui vittima di bullismo.
Insomma...tornando alla festa...io non potevo andarci perché in primo punto ero sommersa da compiti dei corsi extra e poi c'era sempre e comunque il fattore timidezza.
Decisi di dare come scusa ad Alex la prima, perché sapevo che se avrei osato provare con la seconda le mi avrebbe trascinato a quella festa trascinandomi con la forza.
-Se tu non vieni con me, io non ho con qui andarci. Avanti...non essere egoista! Ti prego!- Alex stava supplicando con gli occhi lucidi non potevo dirle di no.
-Okay. Ma devo tornare prima di mezzanotte così o il tempo di fare i compiti.- Già ad "okay" Alex mi si era buttata al collo, facendomi pronunciare le frasi successive
soffocatamente. -Grazie, grazie, grazie. Devo decidere cosa mettere. No...noi dobbiamo decidere cosa mettere.- Disse Alex con la voce stra eccitata mentre saltellava.
-Puff...io metto un paio di jeans e un t-shiert non preoccuparti di me.- Alex socchiuse gli occhi in modo minaccioso, incrociò le braccia al petto e si avvicinò a me con passo
lento. -Tu metterai quello che ti dirò di mettere cara.- Disse lei. -Se no mi vedrai arrabiata e sai che non è uno bello spettacolo.- Continuò a dirmi. -Okay metterò un vestito contenta?-
Le chiesi incrociando a mia volta le braccia. -Però decido io che scarpe mettere.- Dissi infine. Ad Alex sembrò stare bene e io tirai un sospiro di sollievo. Ameno non avrei dovuto indossare trampoli da circo.
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Più tardi io ed Alex ci guardavamo allo specchio di camera mia. Io indossavo un vestito nero con delle sottili bretelle. Aveva una fascia bianca sotto il seno e la parte inferiore era composta da tanti strati di veli 
di un nero trasparente che arrivava fino a leggermente sopra il ginocchio. Mentre Alex indossava un vestitino a fascia azzurro con una fascia rosso cremesi in vita lundo fino a un po più metà coscia.
Per quanto riguardava i capelli, io li avevo raccolti in una coda alta lasciando libero il ciuffo che una volta era la mia frangetta. Mentre Alex li aveva lasciati sciolti in tutto il loro disordine.
-Beh...stiamo uno schianto! Ora muoviamoci.- Mentre Alex si muoveva si sentì il rumore dei suoi tacchi vertiginosi sul pavimento.
Io mi do un ultima occhiata. I capelli castani mossi raccolti nella coda mi sembravano terribilmente fuori posto, poiché io li lasciavo sempre sciolti.
I miei grandi occhi marroni sembravano così strani sotto quel trucco. Inoltre con la matita mi sentivo un panda. -Marie, muoviti!- Mi incitò Alex da dietro la porta.-
Mi mossi dalla mia posizione di osservazione e mi avviai fuori dalla stanza. Le mie scarpe non facevano rumore urtando il pavimento, perché fortunatamente le avevo scelte io e
ovviamente io avevo scelto le mie fantastiche convers nere. 
Prendemmo la macchina di Alex dato che la mia era poco adatta per andare ad una festa, a meno che non si voglia essere presi in giro per tutta la sua durata.
La mia macchina era nuova di zecca ma era già tutta ammaccata. Io ero la ragazza più goffa del mondo, cadevo e mi facevo male almeno una volta al giorno e ogni volta
che prendevo la macchina andavo a sbattere ovunque. Mi chiedevo in continuazione come avessi fatto a prendere la patente, forse compassione ma non poteva essere o almeno lo speravo.
Arrivammo a destinazione con un'ora di ritardo, perché a parere di Alex era più figo farlo. Sciesimo dalla macchina ed entrammo nella casa da qui si sentiva un fortissimo rumore di musica idiota.
Quando entrammo non sentivo altro che i miei timpani che stavano per scoppiare. Mi girai per capire se Alex mi avesse rivolto la parola ma lei non era dietro di me. Lei era già partita a cercare il suo Harry.
Perfetto le servivo davvero a parecchio direi. Mi armai di tutto il mio coraggio e raggiunsi la cucina, da dove proveniva un forte odore di fumo e non ero sicura fosse solo di sigarette.
Presi un bicchiere di plastica e lo riempì di salatini. Non avevo mangiato niente quella sera e morivo di fame. Raggiunsi di nuovo il soggiorno urtando non poche volte qualche coppietta che limonava.
Finalmente vidi dove si era cacciata Alex. Era li nel soggiorno che ballava vicino ad un Harry Calder che non si accorgeva nemmeno che esisteva. Mentre sgranocchiavo salatini e guardavo quella scena umiliante
sentì una voce maschile accanto a me che diceva. -Ma che ci troverà mai in lui.- Mi voltai verso la fonte di quella voce e lo vedi. 
Teddy Culbert, l'ex cotta di Alex. Capitano della scuadra di calcio del nostro liceo. Alex ci era andata dietro per tre anni, non riuscendo ad ottenere altro che qualche ciao. Poi si era "fissata" con Harry Calder.
Vidi che gli occhi celesti di Teddy seguivano la figura di Alex così quasi involontariamente gli dissi. -Ti stai riferendo ad Alex?- Teddy si girò verso di me. Per un minuto esitò a rispondere, forse perché non mi aveva riconosciuta ma
come biasimarlo. - Sì.- Disse infine. -Tu sei Marie Roberts vero?- Mi chiese ovviamente per essere sicuro della sua ipotesi. -Sì, sono io.- Dissi senza troppi complimenti. -Tu sai che quella ragazza ti è venuta dietro per tre anni.-
Lui abbassò lo sguardo e con un sorriso amaro stampato in faccia mi disse. -Sì, vorrei non essere stato così ceco in quegli anni.- Cosa voleva dire? Che era interessato ad Alex? Non ci si poteva credere ma era così. Quella ragazza gli era
andata dietro per tre anni senza concludere niente e ora che quella cotta gli era passata era lui a cercarla. -Mi dispiace.- Dissi semplicemente tornando a prestare attenzione ad i miei salatini. -Tu e lei siete molo amiche vero?- Mi chiese lui.
-Sì.- Risposi spiccia. Dove voleva andare a parare? -E se tu mi aiutassi a far colpo su di lei?- Mi propose lui così di punto in bianco. Tornai a prestare attenzione a lui e dissi. -Perché dovrei farlo? Sai quanto lei abbia sofferto per te? E ora tu la vuoi?
Mi dispiace ma è troppo tardi.- Dissi io. -Se lei mi dovrebbe mai mettersi con me, io non la farò mai più soffrire e troverò tutti i modi per farmi perdonare.- Disse lui in sua difesa. Effettivamente sarebbe stato meglio, almeno lei non avrebbe avuto un altra grande delusione.
-Okay, ti aiuterò.- Dissi alla fine cedendo. -Le lezioni per conquistarla cominceranno domani dopo la scuola. Ci incontriamo in biblioteca.- Dissi prima di stringergli la mano per sigillare questa nostra sorta di patto.
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-Oggi ho da fare Al...ma ti prometto che domani mi dedicherò puramente a te.- Promisi. -Okay, certo che sei una vera secchiona Ma.-
Disse Alex prima di fuggire fuori al suono della campanella. 
Io raccolsi il mio zaino e mi precipitai in biblioteca, dove con mio grande stupore già mi aspettava Teddy. -Ciao.- Mi saluto. Io dalla mia feci solo un gesto di saluto con la mano.
Mi sedetti al banco dove si era accomodato Teddy e dissi. -Okay oggi è la prima lezione e parleremo delle cose che piace fare ad Alex.-
Lo dissi pianissimo perché sapevo che se la bibliotecaria ci avrebbe scoperti parlare forte ,ci avrebbe buttato fuori a calci. - Ora il suo passatempo preferito è recitare.
Come ovviamente saprai fa parte della compagnia teatrale e due volte alla settimana fa le prove con loro, dalle quattro alle sette. Perciò mai distubbarla con telefonate o proporle 
di fare qualsiasi cosa in quei giorni.- Teddy mi guardava attento ad ogni mia parola. In poche parole pendeva dalle mie labbra. - Ma il teatro non è la sua unica passione, c'è anche la musica.
Lei ama ascoltare musica sopratutto classica, ama il piano forte.- Gli occhi di Teddy si illuminarono. -Io so suonare il piano forte.- Mi disse con voce eccitata. Sorrisi e dissi. -Beh...se ne sei capace e se hai il tempo,
credo che creare una sinfonia che abbia lei come musa sarebbe una cosa fantastica per fare colpo.- Teddy annuisce e sorride da ebete. -Bene un altra cosa che Alexandra ama è il mare.- Dun tratto l'espressione di Teddy cambiò.
-Io odio il mare.- Confessò rattristito. -Beh...cerca di sopportarlo. Potresti portarla sulla spiaggia per un pick-nick al tramonto, è una cosa che che Alex mi dice di voler vivere fin da bambina.- Dissi io incoraggiandolo. 
-Poi ama: la cucina, l'arte, la moda e gli animali sopratutto i cavalli.- -Potrei portarla a cavalcare.- Propose Teddy e io con un sorriso accolsi la proposta. 
-Okay, ora che sai i suoi interessi devi trovare un modo per diventare suo amico.- Dissi io. -Sì...ma come?- Chiese Teddy. -Facciamo in modo che vi troviate insieme nello stesso posto, semplice.- 
Risposi io sicura di quello che stavo dicendo.







SPAZIO AUTRICE:




Ciao!!!! Spero che la storia vi piaccia, è nata da un sogno che fatto qualche giorno fa è non riesco a tormiglielo dalla testa. Beh...spero che la storia vi piaccia e che reciensiate anche se avete dei giudizi negativi.Io accetto le critiche =D

Kiss,kiss ella304

 

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Capitolo 2
*** Incontro casuale (forse). ***


Incontro casuale (forse).

 
 

-Tu sei sicura che questa cosa funzionerà?- Mi chiese Teddy mentre tormentava il suo ciuffo castano,che aveva ingellato per farlo resistere alla gravità. -80% o 70, no...65. Ma sta tranquillo so quello che faccio.- Gli dissi mentre gli dave un leggero shiaffo sulla mano per fargliela smettere di toccare quei dannati capelli. -Ora entra in quel caffè e mettiti seduto ad un tavolo a caso.- Gli ordinai guardandolo negli occhi, nel modo che mi prestasse la massima attenzione. Lui mi guardava nervoso. -Andrà tutto bene.- Lo rassicurai. -Non devi mica mettere una bomba al parlamento.- Dissi in più sarcastica riuscendo a farlo sorridere. Dopo di che si avviò dentro il caffè, mentre io restavo li davanti aspettando Alex. Le avevo detto chi ci incontravamo li per prendere un cappuccino e per parlare della festa di qualche giorno prima.

Dopo dieci minuti, nei quali avevo ricevuto una cosa tipo cinque messaggi impazienti di Teddy, Alex si fece viva. -Ciao Al.- La salutai e lei mi fece solo un debole "ciao". Ohh...grandioso ora mettiamoci pure il suo stra maledetto bipolarismo. Quella mattina era tutta spumegiante e solare, mentre  in quel mento era più depressa di una casalinga divorziata e disoccupata. -Hey, che hai?- Le chiesi falsamente preoccupata. -Ma niente in verità, mi sento solo un po giù.- Amettè lei facendo spallucce. -Okay...dai entriamo, ho tanta voglia di cappuccino che sta notte lo ho sognato.- Le dissi mentre entravo nel locale. Vidi subito dove si era seduto Teddy e scelsi immediatamente il tavolo accanto al suo. Con una fortuna spacciata, Alex sembrò non accorgersi di chi ci era seduto accanto. Parlammo per una cosa tipo cinque minuti, senza mai ordinare. Poi feci scattare la chiamata simulata e dissi ad Alex ,una volta che avevo finto di parlare con mia madre. -Scusa Al ma devo tornare immediatamente a casa Will si sente male.- E dicendo ciò mi ero alzata. -Scusa, scusa, scusa. Ci vediamo domani.- Dissi mentre la abbracciavo e le baciavo la guancia. Raccolsi la mia tracolla ed usci in fretta e in furia dal caffè.

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Più tardi,mentre stavo facendo i compiti di astronomia, dal mio telefono parte "Red" di Taylor Swift. Il che significava che mi stavano chiamando rispondo e....

 

INIZIO CHIAMATA:

 

-Ciao Al.-

-Ti devo dire una cosa!-

-Okay, ma non urlare.-

-Teddy Culbert ed io oggi abbiamo preso un cappuccino insieme e ci siamo comportati come da vecchi amici!-

-Oh...o mio Dio! Ma aspetta perché questa reazione così esaltata? Mica ti piace ancora?-

-Ma sei pazza Ma?? Non centra un bel niente!! Ma se io divento sua amica posso far parte del giro che frequenta Harry.-

-Okay. Quindi vi rivedrete?-

-Venerdì. Andremo ad un concerto.-

-Oh...che bella amica! Potevi anche chiedergli se potevo venire!-

-Scusa, ma non mi è nemmeno passato per la testa.- 

-Va...beh...fa niente questa volta. Ma la prossima giuro che ti punto un carro armato contro.-

-Ci conto! Ora devo andare devo finire di studiare ufff...a domani Ma.-

-A domani.-

 

FINE CHIAMATA:

 

 

Sorrisi involontariamente. Era andato secondo i piani. Ero talmente felice per Alex, si adesso voleva usare Teddy solo per arrivare ad Harry, ma io sapevo che con il tempo si sarebbe innamorata di lui. Dopo di tutto era sempre stata il suo primo amore e quello non si dimentica mai, nemmeno volendolo.

Finì i compiti e crollai sul letto, guardai l'orologio era mezzanotte. Che importanza aveva dopo di tutto? Tutti erano svegli a quell'ora o meglio tutti quelli della mia età. Presi Johanna, alias il mio cellulare, e inviai un messaggio a Teddy:

 

Fase uno, completata con successo. 

 

Meno di dieci secondi dopo mi arrivò la sua risposta veloce.

 

Domani lezione su cosa fare al concerto.

 

Il giorno seguente sarebbe stato molto faticoso perciò decisi di andare a dormire, così che fossi nella facoltà mentale di aiutare Teddy l'indomani.

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

 

Ringrazio chiunque abbia letto il capitolo e mi scuso per gli infiniti errori. 

 

Kiss,kiss ella304.

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Capitolo 3
*** Perché? ***


Perché?



Mi svegliai a causa del trambusto, che proveniva dal piano di sotto. 
Avevo i capelli scombinati sul viso e un braccio a penzoloni fuori dal letto. Guardai la sveglia a forma di rospo sul mio comodino. Erano le 06:30. Perché mai papà cucinava a quell'ora? Mi alzai di mala voglia infilai le mie pantofole e scesi al piano di sotto. 
-Buon giorno papà.- Dissi nel bel mezzo di uno sbadiglio. -Shhhhh...svegli tuo fratello.- Mi fece mio padre mentre sbatteva delle uova. Feci un ghigno. -Se Wiliam non si è svegliato con tutto il trambusto che hai fatto papà, dubito che si sveglierà per un mio saluto sbadigliato.- Ebbene si tendevo a inventarmi verbi e parole. -Scusa se ti ho svegliata Ma.- Si scusa mio padre. -No non fa niente. Almeno così ho il tempo di farmi una doccia.- Rispondo io seguita da un altro profondo sbadiglio. -Oggi è il compleanno di tua madre...dovresti telefonarla Will mi ha detto che lui lo farà.- 
Mia madre. Non parlavo di lei quasi mai e quando lo facevo, lo facevo solo per insultarla.
Mio padre e mia madre avevano divorziato tre anni prima, a causa di una serie di atti di infedeltà da parte di mia madre. Con il divorzio la famiglia si è spartita, letteralmente. Io che sono la maggiore e Wiliam, mio fratello minore di due anni, siamo stati affidati a nostro padre, mentre le mie due sorelline minori sono state affidate a mia madre. 
-Will può fare ciò che vuole, ma io non devo necessariamente fare lo stesso.- Risposi impassibile. Dopo di che mi allontanai dall'isola della cucina e uscì dalla stanza diretta al bagno. 
Feci una doccia calda e lunga, dopo di tutto avevo un'ora a disposizione. Quando uscì emanavo fumo ed ero rossa quanto un aragosta. Mi asciugai velocemente con un grande asciuga mani e mi vestì direttamente in bagno. Scelsi di indossare dei pantaloni rossi aderenti (fortunatamente me li potevo permettere) ed un maglione largo, corto sul davanti e lungo dietro, a righe bianche e celesti e delle converse bianche. Asciugai in modo veloce i capelli e mi precipitai di nuovo in cucina, dove mi aspettava un meraviglioso caffè e latte. -Giorno Ma.- Mi fece mio fratello, sorprendentemente lucido, anche se appena sveglio. Oh forse non era appena sveglio, molto raramente si svegliava prima per poter leggere forse quello era uno di quei giorni. -Giorno Will.- Risposi mentre mi sedevo a tavola, servendomi del pane tostato con una generosa dose di marmellata di mela cotogna. -Allora, sbaglio o oggi dovevate fare un escursione?- Domandai a mio fratello. -Si oggi in teoria dovremmo.- Rispose lui osservando la sua tazza di tè con sguardo perso. Probabilmente era perso nei suoi pensieri. Facevo anche io così quando ero persa nei miei, solo che io ero molto peggio. Lui almeno sentiva ciò che gli accadeva intorno o capiva se qualcuno gli stesse rivolgendo la parola, io invece non capivo un tubo. - Perché in teoria? - Chiesi. - Con la sfortuna che mi ritrovo, è molto più probabile che provino a fare un'altro attacco terroristico a qualche struttura a New York, che vada a quella escursione. - Rispose Will ancora guardando il suo tè. - Hey, ragazzino...non si dicono certe cose.- Intervenne mio padre che fino a quel momento non aveva fiatato. - Stavo solo scherzando papà. - disse Will comunque in maniera depressa. In quei giorni era sempre depresso. Più volte in quel periodo mi era capitato di pensare, che il mio fratellino fosse emo, ma avevo sempre scartato l'ipotesi, perché probabilmente era solo triste per una cotta. Mio fratello era un ragazzo molto bello, aveva capelli mossi molto più dei miei e mossi degli occhi penetranti neri e un fisico mozza fiato. Ma non perciò aveva successo con le ragazze anzi tutto il contrario.
Buttai gli occhi all'orologio e... o no! Avevo perso troppo tempo sarei dovuta essere a scuola tra dieci minuti. Mi alzai dal tavolo versando il caffè macchiato sulla tovaglia bianca. Non potevo nemmeno trovare il tempo per scusarmi. Dovevo darmi una mossa. Salutai di fretta in furia mio padre e mio fratello, tornai in camera mia ed infilai nella tracolla tutti i libri che avevo sulla scrivania, senza nemmeno preoccuparmi di togliere i libri che non mi servivano. Perciò quando cercai di chiuderla si rompè la lampo. Non facendoci molto caso corsi giù dalle scale e passando accanto alla cucina salutai per la seconda volta i miei familiari. Mi precipitai fuori e per un minuto scordai che la macchina era chiusa, perciò per un minuto cercavo in vano di aprire la portiera. Poi nella mia mente si illuminò la lampadina e cercai le chiavi a tentoni tra le tasche del giubbotto e quando le trovai aprì la macchina in fretta e in furia e mi ci precipitai dentro. Accesi il motore e guidai in stile Fast N Furios fino alla scuola.
Ma quando arrivai a lezione era comunque troppo tardi, perciò fui obbligata ad aspettare fuori ed entrare solo a seconda ora. Insomma...quella mattina fu un vero disastro.
Il resto della giornata passò liscio, beh...liscio per i miei standard. Perché io avendo il vizio di interrompere interrogazioni e spiegazioni, ero la più odiata e di conseguenza il bersaglio preferito di tutti.
Alla fine delle lezioni mi avviai in biblioteca, dove io e Teddy ci incontravamo per le nostre "lezioni". Non vidi Alex, ciò significava che oggi non era venuta a scuola. Non potei essere più felice, almeno così non avrei dovuto dare spiegazioni sul perché dovevo dargli buca.
Arrivata in biblioteca trovai Teddy appoggiato ad un banco intento ad aspettarmi. Ma come diavolo faceva ad arrivare sempre prima della sotto scritta, che avrebbe vinto la medaglia d'oro in "costante anticipo" Beh...escluso quello sventurato giorno si intende ovviamente. - Ciao.- lo saluto, ed era  lui quella volta a fare semplicemente un segno con la mano. - Okay ora che sei arrivata possiamo andare. - Mi disse muovendosi verso l'uscita. - Andare dove? - Domandai perplessa. - A simulare il concerto di sta sera, in modo che tu possa spiegarmi cosa fare. - Mi rispose sicuro di ciò che diceva. - E dove avresti intenzione di simularlo? - Gli chiesi più dubbiosa che mai. - A casa mia, sta tranquilla non c'è nessuno. So della tua timidezza. - Mi spiegò. - Già. Quella è conosciuta in tutto l'istituto. - Constatai sarcasticamente. 
Uscimmo prima dalla biblioteca poi dall'istituto e prendemmo la mia macchina. A quanto pareva lui quel giorno si era fatto accompagnare da suo padre. Decidemmo che era molto meglio se guidasse lui. - Questa macchina sembra di ottava mano per come è ridotta. - Mi fece notare lui, poi aggiunse. - Ma visto come cammini, posso comprendere. - Feci una risata sarcastica poi dissi. - Dato che siamo in vena di giudizi. Volevo chiederti se sei a conoscenza del fatto, che essere ossessionati dai capelli è una cosa da femmine - Lui si limitò a sorridere. Sembrava più divertito che offeso dalla mia osservazione. 
Arrivati davanti il palazzo dove abitava Teddy, era giunta l'ora di parcheggiare. Teddy mise un braccio dietro lo schienale del sedile e cominciò a fare retro marcio. Non potei fare a meno di notare l'infinita lentezza con qui parcheggiava. - Muoviti bradipo! - Lo incitai, ma lui andava sempre pianissimo.
Quando fummo entrati nel suo appartamento, non potei non notare quando fosse grande e lussuoso. Va beh...che potevo aspettarmi i suoi genitori erano rispettivamente dottore e avvocato. - Vuoi qualcosa? - Mi chiese lui mentre si levava la giacca di jeans. - No grazie, sto bene così. - Rifiutai. -Okay...allora...cominciamo? - Era imbarazzato e lo ero anche io...voglio dire stavamo per fare una cosa talmente stupida, che nemmeno i bambini di cinque anni avrebbero potuto fare. -Sì...voglio dire per me è okay. - Dissi io. Teddy mi fece cenno di si con la testa e accese lo stereo che era in quello che mi sembrò il salotto. La stanza cominciò ad riempirsi del suono di "Numb" una canzone dei Linkin Park. Oh maledizione...allora il concerto era loro. Come facevo a non saperlo? Mentre io ero oppressa da questi pensieri Teddy aveva cominciato a scatenarsi, letteralmente. Cantava urlando, saltava, incitava. Io invece lo guardavo solo scioccata, non credevo avremmo letteralmente, simulato un concerto. - Dai! Su! Scatenati anche tu! - Mi ordinò ed io risposi semplicemente con una domanda. -La rima era voluta?- Teddy spense lo stereo. - Allora vuoi darmi una mano si o no? - Mi  chiese con fare impaziente. Oh...no, io non lo avrei mai fatto di mia spontanea volontà nemmeno ad un concerto vero. Ma qui c'era in ballo la felicità della mia migliore amica. Perciò sbuffando riaccesi lo stereo, ne avevo uno uguale a casa, e cominciai ad imitare Teddy. - Allora ora che dovrei fare? - Mi chiese lui. Io ci pensai. Cosa si fa per far colpo su una ragazza ad un concerto? - Spingi il primo che ti sta davanti. Quando lui si lamenterà, tu comincia a difenderti e riempilo pure di parolacce. Questo farà impazzire Alex. - Affermai. - Sul serio? - Mi chiese lui stranito. Io annuì. Lui spense lo stereo e mi chiese. - E dopo il concerto? - - Beh...potresti portarla in qualche discoteca lei ama ballare, e poi chi sa...come finirà la serata. - A quella mia frase gli occhi di Teddy brillarono e io mi sentì infinitamente appagata. Non sapevo nemmeno il perché, ma era così.
-
-
-

Alle 11:00 Di sera Alex mi chiamò. Speravo con tutto il cuore che il concerto stesse andando bene e che lei mi stesse chiamando solo per tenermi aggiornata ma...:


INIZIO CHIAMATA:

- Pronto. -
- Pronto Ma devi venire subito qui. Sono nel ospedale dove lavora mia madre. -
- Oddio Alex, stai bene? -
- Io si si tratta di Teddy.-
- Oh Cristo...che è successo? -
- Una rissa, è stato coinvolto in una rissa.-
- Perché? -
- Ti spiego dopo. Dio ti prego Marie...vieni  sono troppo scioccata mi serve supporto morale. -
- Tranquilla, sto arrivando. -


FINE CHIAMATA.






SPAZIO AUTRICE:

Oh scritto due capitoli oggi, perché non riuscivo a farne a meno. Spero che vi piaccia e recensite please =).

Kiss,kiss ella304. 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Festa di Natale. ***


Festa di Natale.



Arrivai all'ospedale il prima possibile, e subito mi diressi verso una Alex che aspettava davanti alle porte del edificio con il suo cellulare in mano. - Alex! Cosa è successo?!- Le chiedo quando lei fui abbastanza vicina. - Eravamo al concerto. Andava tutto bene, poi Teddy ha spinto questo tizio, che sembrava una specie di motociclista. Il tizio gli ha detto di non provare mai più a farlo. Allora Teddy lo ha cominciato a prendere in giro, con insulti abbastanza forti. E così è cominciata la rissa. - O mio Dio. Allora era colpa mia, io gli avevo detto di farlo. Certo però l'idiota poteva anche evitare di attaccar briga con uno così. -Come è ridotto Teddy? - Chiesi preoccupata. - Gli hanno data dei punti e ha rischiato di rompersi il naso. Vieni a vedere. - Detto ciò Alex entrò nel edificio e io la seguì a ruota. Mi condusse nella stanza dove trovai un Teddy altamente stordito, con un impacco di ghiaccio sulla testa. Non dissi niente, mi limitai ad osservarlo a bocca aperta. Poi rivolta ad Alex commentai. -Povero.- Restammo un po li ad osservarlo e fare commenti su quanto era appena accaduto, pio il cellulare di Alex vibrò. - Oh...è mamma. Ma lo so che sei timida e tutto il resto, ma potresti restare con lui un minuto? Tanto mamma è al secondo piano, non ci metterò molto. - Disse Alex, io mi limitai ad annuire e lei si dileguò. - Non appena fu fuori dalla portata, mi precipitai da Teddy. - Tu! Razza di bradipo! Cosa cavolo ti è saltato in mente? -     Gli chiesi tutto ad un fiato, mentre lui alzò la testa dolorante per guardarmi. - Mi hai detto tu di farlo! - Cercò di giustificarsi. - Non credo che avrei dovuto specificare "con tutti ,a parte quelli che potrebbero farti a pezzi in un microsecondo" !! - Lui riabassò il capo e mi disse. -In quel momento non ci ho pensato. Ero così felice di stare con lei...volevo solo fare colpo. - Avrei voluto strangolarlo invece... - Lasciami i capelli!! - Stava urlando, mentre io mi davo da fare per scombinargli i capelli. -Te lo meriti, inutile bradipo! - Avevo commentato a mia volta. Quando ebbe i capelli ridotti peggio di un cavernicolo, mi fermai. - Cerca di pensare la prossima volta! Se no tutti i miei sforzi saranno vani. - Dico e proprio in quel momento arrivò Alex. Sembrò stranita dalla scena che le era davanti. Teddy era steso sulla barella e io gli ero sopra, con ancora una mano fra i suoi capelli. - Ehmm...spiegazione? - Chiese lei con la bocca aperta. - Stiamo cominciando a fare amicizia. - Rispose Teddy. Ad Alex sembrò bastare, ma sapevo che nei giorni seguenti mi avrebbe torturata per sapere la verità. E io le avrei detto la verità. Gli stavo semplicemente scompigliando i capelli. E dato che lui è fissato con essi si era piegato per proteggerli e alla fine era finito steso sulla barella, ed io che dovevo scompigliarglieli, per riuscirci mi ero messa a cavalcioni su di lui. Ovviamente non le avrei mai detto la verità sul perché gli e li stavo scompigliando. 
Qualche giorno dopo Alex mi chiamò. E urlando mi disse che Teddy la aveva invitata ad una festa di Natale fra amici. E a quanto pare le aveva detto che ci sarebbe stato anche Harry. Che strano, perché Teddy aveva invitato Harry se era il suo acerrimo rivale? 
Teddy e Alex in quei giorni erano stati sempre insieme (appassionatamente). Alex si sentiva più attaccata a Teddy dalla rissa, forse perché si era spaventata davvero tanto per lui. E Teddy non poteva altro che essere contento di quel comportamento. E non aveva avuto bisogno di me nemmeno una volta. Il che era un bene così potevo dedicare, tutte le mie forze e attenzioni allo studio. Ma quel giorno, una cosa tipo cinque minuti dopo la telefonata di Alex, mi arrivò un suo messaggio.


Ci vediamo in biblioteca alle 16:30.


Oh...no! Mancavano solo venti minuti a quell'ora. Maledizione a me e alla mia malata puntualità. Mi preparai ed usci di casa. Presi la mia macchina e mi avviai verso la mia scuola. Era una vera e propria benedizione il fatto che la biblioteca fosse aperta sino alle sei. 
Quando entri nel edificio, mi accorsi che era completamente vuoto, a parte per un ragazzo con i capelli castano chiaro appoggiato ad un banco intento a leggere un libro. - Okay, secondo me tu vivi qui. - Dissi a mo di saluto. - No. Sono semplicemente più in anticipo di te. - Disse chiudendo il libro, che mi accorsi essere "Harry Potter e il calice di fuoco". - Ti piace HP? - Chiesi prendendo il libro in mano. - Si lo amo! Anche se tu ora mi prenderai per bambino. - Mi rispose serio. Mi misi a ridere e dissi. - Inutile babbano! Tu non sai chi hai di fronte! Si da il caso che io sia la fan numero uno di questa saga! - Anche lui allora si mise a ridere. - Allora tornando a cose serie. Hai invitato Alex ad una festa in qui c'è pure Harry. Perché? - Chiesi. - Oh...Harry non ci sarà. Dirò ad Alex che non è potuto venire. E lei si dedicherà tutta la serata a me. - Mi spiegò lui, con un sorriso malizioso schiaffato in faccia. - Oh...quindi la stai prendendo in giro? - Constatai indignata. - Lo hai fatto anche tu. - Osservò lui. - Solo a fin di bene. Del tuo bene! - Ribattei io agguerrita. - Beh...anche questo è per il mio bene. - Spiegò lui. Ed io non fui più capace di controbattere. - Fammi indovinare. Oggi simuleremo la festa. - Dissi io cambiando discorso. - Esatto, ma non possiamo andare a casa mia oggi. I miei hanno da fare. A casa tua? - Feci cenno di si. Dopo di tutto mio padre era al ristorante e mio fratello era ancora all'escursione. A casa c'eravamo solo io e Lido, il mio gatto persiano nero. 
Prendemmo la mia macchina, perché ancora una volta Teddy si era fatto accompagnare da suo padre. Mi domandai se non lo facesse apposta, ma era poco importante perciò non gli e lo chiesi. 
Arrivati a casa mia ,spostammo tutti i mobili e cominciammo a ballare a suono della voce di Taylor Swift, che volete era la mia cantante preferita, perciò nello stereo c'era il suo cd.
Ad un tratto Teddy mi disse. - Vuoi ballare con me? - E mentre parlava mi porgeva la mano. Per un minuto esitai perplessa, poi capì che stava simulando e gli presi la mano tesa. Taylor cantava All too well, e noi danzavamo piano e appiccicati l'una all'altra, una situazione piuttosto imbarazzante veramente. - E ora mentre ballate appiccicati. - Dico sulla sua spalla. - Digli cose dolci. Del tipo sei bellissima sta sera. - Alzai la testa per guardarlo dritto negli occhi e continuai. - Lei ti dirà "grazie" e tu risponderai "grazie a te" e allora ti avvicinerai più al suo viso e...- Mi fermai, mi ero totalmente persa nei suoi occhi. Lui cominciava ad avvicinarsi, proprio come gli avevo detto di fare. Era tutto così dannatamente perfetto. Mi scossi e mi allontanai. - Ed è questo che devi fare sta sera. - Dissi in fine. Lui mi guardò all'inizio imbarazzato, poi indifferentemente e disse. - Okay...grazie di... di tutto. Ora sarà meglio che vada, mi devo preparare. - - Già. - Risposi mentre lo accompagnavo alla porta. - Beh...ci vediamo. - Lo salutai, prima di chiudere la porta. 


SPAZIO AUTRICE:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a me onestamente piace molto =) Recensite in tanti.

Kiss,kiss ella304.

 

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Capitolo 5
*** Tutta colpa di Culbert. ***


Tutta colpa di Culbert.


Perché Teddy aveva cercato di baciarmi? Lui non era innamorato di Alex? O voleva semplicemente simulare anche il bacio? Per quanto riguardava me, Teddy non mi era mai piaciuto ne tanto meno mi piaceva allora. 
Cercai di passare il resto della serata senza pensarci e ci riuscì stranamente senza problemi. Mio padre mi aveva chiamata poco dopo che Teddy se ne fu andata e mi aveva riferito, che tornava a casa tardi. Perciò decisi di divertirmi alla mia maniera. Gelato al cioccolato e zuppa inglese, musica di Taylor Swift in sottofondo e il computer sulle gambe mentre scrivevo. La mai serata ideale.
Passai due ore fantastiche ma poi il mio cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei miei jeans. Lo presi e vidi che mi stava chiamando Teddy. Di mala voglia risposi.

INIZIO CHIAMATA.


- Pronto. -
- Harry è qui! -
- Cosa? Hai detto di non averlo invitato sul serio! -
- Sì! Ma evidentemente qualche idiota lo ha fatto! -
- E Alex? -
- Sta flertando con Harry. -
- O mio Dio. -
- Devi aiutarmi Roberts! -
- Come? -
- Comincia col venire qui. La festa è a casa mia, per la cronaca. -
- Okay, arrivo. -


FINE CHIAMATA.

Con tutto il risentimento del mondo, mi alzai dalla poltrona, mi misi il giubbotto e uscì di casa. Presi la mia macchina e mi precipitai a casa di Teddy. Non appena entrai inciampai nel cavo delle casse, ma non si staccò.
Mentre cercavo Teddy per tutta la casa, entrai in salotto, dove trovai una Alex intenta a parlare animamente con Harry. Quasi mi vide, ma fortunatamente erano presenti dei bellissimi divani dove potersi buttare dietro. L'impatto fu doloroso, perché mi buttai di peso. Mi rialzai dolorante, mentre mi tenevo una mano sulla schiena. Finalmente riuscì a trovare Teddy.
- Cosa è successo Igor? - Scherza lui. - Pensavo di essere venuta qui, per cose più importanti. - Dissi io seria. - Si beh, Alex sta flertando con Harry, mi devi aiutare. - Mi disse lui guardandomi dritta negli occhi. Ma io distolsi quasi immediatamente lo sguardo. Quegli occhi mi facevano perdere il contatto con la realtà e non potevo permettermelo. - Sì, ma come. - Lui rise. Poi rispose. - Che domande! Distrarrai Harry. - - Come scusa? - Chiesi io confusa. - Avanti! Sei molto attraente! Non sarà difficile farlo. - Sbaglio o mi aveva appena detto che sono attraente? Cercai come meglio potevo di levarmi quella sua affermazione dalla testa e dissi. - Non ricordi il fattore timidezza. - - Per favore! Mica ti mangiano! - Mi disse lui. - Sì, ma potrebbero sempre non accorgersi della mia presenza! - Risposi io. - Dai! Devi semplicemente catturare l'attenzione di Harry. - Cercai di controbattere, ma mi fermai, perché le mani di Teddy erano andate ad aprire il mio giubbotto. - Che stai facendo?! - Chiesi io mentre cercavo di scacciarlo. - Ti rendo più presentabile. - Spiega lui mentre mi levava la giacca. 
Quando vide che sotto indossavo una felpa, fece un sospiro stanco e portò le mani al bordo. Quando me la levò restai solo in canottiera. Quando abbassai lo sguardo per guardarmi feci un sussulto. Quel giorno indossavo un reggiseno di pizzo bianco, mentre la canottiera era nera. Il reggiseno si vedeva benissimo! - No...aspetta...andrà molto meglio di come avevo previsto! - Constatò Teddy dopo avermi squadrata. Avevo coglia di tirargli un pugno e rompergli il naso che il motociclista non era riuscito a rompere, ma mi trattenni. Una volta che Teddy mi fece agitare i capelli avanti e indietro, riducendoli peggio che elettrizzati. Raccolsi tutto il mio coraggio e tutta l'adrenalina che possedevo e mi avviai verso Alex e Harry, che stavano vivacemente parlando di teatro. Io mi intromisi, senza nemmeno annunciarmi e dissi. - Tu sei quello bravo vero? Cioè a giocare a rugby. - Blehhhhh...mi facevo schifo da solo. Riuscì ad ottenere l'attenzione di Harry. - Si sono io. - Rispose mentre anche lui mi squadrava. - Sono una tua fan. Ogni volta che fai una meta impazzisco. - Una volta che il suo sguardo fu di nuovo fisso sul mio disse. - Sono felice che qualcuno mi apprezzi. - Però! Era abbastanza umile. - Penso che tutti ti apprezzano veramente. - Dissi io con un sorriso timido. Alex ci guardava a bocca aperta, non aveva parole era troppo scandalizzata. - Allora chi sei tu? - Mi chiese Harry. - Oh...probabilmente non mi conosci, sono una di quelle sfigate. - Ammettei abbassando lo sguardo. - Chi lo sa? Magari sei così sfigata che ti conosco. - Mi disse lui, facendomi sorridere. - Marie Roberts. - Risposi ancora con lo sguardo basso. - Allora ti conosco. Ti vedo sempre in biblioteca. - Affermò lui. Aspetta... uno come lui frequentava la biblioteca? Uno come lui, si era accorto di me? 
Passammo il resto della serata a parlare del più e del meno. Non mi ero nemmeno accorta che Alex se ne era andata. Alla fine finimmo col scambiarci il numero di telefono. Poi io me ne andai, perché si era fatto tardi e non volevo che mio padre pensasse in una mia scomparsa.
Quando salì sulla mia macchina, ancora col sorriso sulle labbra a causa di Harry. Non mi sarei mai aspettata di trovarlo così simpatico. Saremmo potuti diventare ottimi amici. Per un minuto nella mia mente si figurò l'immagine di noi due come un po più di amici. E perché no si sarebbe anche potuto avverare se Alex si mettesse con Teddy. 
Mentre ero ancora ferma a pensare a ciò, mi arrivarono ,quasi contemporaneamente, due messaggi. Il primo era di Teddy e diceva:


Sei una grande! Ho riaccompagnato Alex a casa . =D Ci vediamo domani fenomeno.


A quel messaggio, non potei fare a meno di sorridere. Cose che non successe col secondo, che recitava:


Io mi fidavo di te! Pensavo che fossi una amica leale! Come hai potuto provarci col ragazzo di qui, sai benissimo, sono innamorata. Non voglio più avere niente a che fare con te.


Alex ce la aveva con me. E come biasimarla, anche io al suo posto avrei reagito così. E la cosa peggiore era che non le potevo  spiegare perché lo avevo fatto. I miei occhi si incominciarono ad inumidire. Tutto questo era successo per colpa di Culbert.




SPAZIO AUTRICE:

Come sempre spero che il capitolo vi piaccia e spero che recensirete, perché mi farebbe un enorme piacere. 
Cosa succederà tra Marie e Harry? Lei e Alex riusciranno a fare pace? Quale sarà la prossima lezione per Teddy? Io già lo so! XD Ma voi lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Kiss,kiss ella304.

 

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Capitolo 6
*** Spazi angusti ***


Spazi angusti.



- Scusami Al! Ti prego perdonami, è stato un momento di debolezza. Lui era li così carino! Non ho resistito! Ma non lo farò mai più! Tengo più alla nostra amicizia che ha uno stupido ragazzo!! - Mi stavo letteralmente prostrando davanti a lei.
Nei giorni precedenti al rientro a scuola avevo cercato di chiamarla, ma risultò tutto inutile. Non mi rispondeva, ne alle chiamate ne ai messaggi, si scollegava quando mi vedeva on su Facebook, faceva del suo meglio per evitarmi. 
Insomma...un vero incubo, se si pensa che io non avevo amici a parte lei. 
Al contrario invece, Teddy era sempre li che mi mandava messaggi, che mi chiamava per ringraziarmi per la milionesima volta, al mio compleanno mi aveva anche fatto un regalo. Tutta la saga rilegata di The Mortal Instrumens. Doveva essergli costata cara e per un minuto avevo pensato di restituirgliela, ma volevo così tanto quei libri. Insomma...lui era diventato il mio personale adulatore. 
Comunque il primo giorno di scuola finalmente potei rivedere Alex, dopo di tutto eravamo compagne di banco. E cominciai a farle tutte le mie scuse con gli occhi lucidi. Ma le continuava a rimanere impassibile. - Chi mi dice che non lo rifarai? - Mi chiede freddamente. Ohh...maledizione!! Era ufficiale, detestavo Teddy Culbert. - Te lo giuro in nome dei tre anni in qui, non ho mai fatto nulla di simile. - Giurai. - Ancora non mi basta! - Disse lei con un luccichio negli occhi. Oh...no! Questa sarebbe stata un'altra di quelle cose alla Alex. Perfetto, questa volta la sua pazzia si chiama " Alex passione, vendicativa". Oh...Zeus.
- Devi inginocchiarti davanti a me e giurare che sarai la mia schiavetta per sempre. - Ecco lo sapevo io, ma che alternative ho? 
Così all'intervallo feci quello che mi aveva chiesto di fare e io ebbi di nuovo la mia migliore amica, che però cominciai ad riempire di insulti. Tanto lei non si offendeva, era il nostro modo di giocare quello. 
Dopo scuola, non andammo a casa direttamente. Ma ci fermammo ad un bar, per parlare di cosa era successo nel corso delle vacanze natalizie. - E così mi ha regalato questo cellulare. - Conclude lei il racconto, della sorpresa che gli aveva fatto trovare davanti casa Teddy la mattina di Natale. - Secondo me gli interessi. - Dissi io facendo finta di supporre. - Si piacergli! - Disse lei sarcastica. - Non mi ha voluta per tre anni perché ora? - Continuò. Oh cara...era esattamente quello che mi ero chiesta io. - Inoltre, anche se fosse. Io non sono interessata a lui e tu lo sai. -
Passammo due ore fantastiche, a bere cioccolata calda e scambiarci aneddoti sugli usi natalizi delle nostre famiglie. Poi decidemmo che era ora di andare a casa. - Questo pomeriggio usciamo?? - Le chiesi mentre le nostre strade si separavano. - No. Mi devo vedere con Teddy al centro commerciale. Scusa, ma domani sto con te. - Mi disse lei. Ed io con un sorriso malizioso dissi. - Tranquilla, non voglio interrompere qualsiasi cosa avete in mente di fare tu e il tuo ragazzo. - Prima che mi girassi colsi l'occhiata truce che mi stava lanciando Alex. Probabilmente mi stava lanciando una qualche sorta di maledizione. 
Il resto della giornata passò liscio. Anche perché mio padre era fuori città e mio fratello era a casa di un suo amico. Perciò io mi sbrigai a studiare e mi piazzai sul divano a guardare Huger Games. 
Quando furono le 15:45, mi arrivò una chiamata. Mi sembrava anormale che non mi avesse ancora chiamata. Quell'idiota di Teddy. Che problemi aveva questa volta?


INIZIO CHIAMATA


- Marie, devi venire subito al centro commerciale! -
- Calma! Che succede? -
- Ti spiego appena arrivi, è una faccenda un po complicata. Inoltre non posso perdere tempo. Perciò sbrigati e vieni a darmi una mano! -
- Ma che gentilezza Culbert! Ringrazia il cielo che io mi preoccupi dei sentimenti di Alex. -


FINE CHIAMATA.

E dicendo ciò a mo di saluto, chiudetti la chiamata. Con uno sbuffo irritato spensi il televisore, mi infilai le scarpe e senza nemmeno preoccuparmi di mettermi il giubbotto usci di casa. Non appena misi piede fuori però mi pentì subito di non aver preso qualche sorta di giacca, ma mi annoiava troppo rientrare a casa. E si gente...ero una delle persone più pigre al mondo. Così entri in macchina e trafficando un po riuscì a trovare una sciarpa blu. Non si intonava particolarmente bene al mio maglione rosso, ma l'importante era scaldarsi. Misi in moto e partì alla volta del centro commerciale.
Non appena arrivai, intravidi subito la sagoma di Teddy appoggiata alla sua Volvo nuova di zecca. Scesi dalla mia Fiat e mi avvicinai verso il ragazzo. - Okay ora mi puoi gentilmente illuminare sul tuo presunto problema? - Dissi io, non prendendomi nemmeno la briga di salutarlo. - Vedi tempo fa...io e alcuni miei amici siamo venuti qui per...insomma volevamo andare a scippare. Ma alla fine decidemmo che avremmo semplicemente rubato qualcosa nel negozio. Insomma...alla fine mi beccarono, guarda caso solo me, e fui bandito a vita dal centro commerciale. Però Alex voleva tanto che io andassi qui con lei e non ho potuto rifiutare. - Okay, questo era un vero problema, ma come avrei mai potuto aiutarlo. - Okay, ma io come posso aiutarti? - Chiesi perplessa. - Devi venirci dietro, senza farti vedere ovvio, e mi devi avvertire quando vedi qualcuno della sicurezza nei paraggi. - O no, no, no, no. - Sono già la schiavetta di qualcuno mi dispiace. - Dissi. Lui mi gurdò con sguardo supplichevole. - Ti prego. - Disse avvicinandosi a me, in modo che potessi vedere meglio quegli occhioni da cucciolo, che aveva. - Oh, va bene. Ma sappi che ti odio. - Lui ghignò divertito e si avviò verso il centro commerciale, e io sconsolata ci andai dietro.
Non appena entrammo, non potei non avvertire una sensazione di allegria nell'aria. Il centro commerciale era uno dei miei posti al chiuso preferiti. Cominciammo a incamminarci verso il luogo in qui Teddy doveva incontrarsi con Alex, ma prima che fummo arrivati vidi uno della sicurezza venire dalla nostra parte. Cercai di avvertire Teddy, ma lui se ne era accorto prima di me. Mi tirò per il polso e mi fece entrare in uno stanzino stretto e buio insieme a lui. Oh, no. Odiavo gli spazi angusti.

SPAZIO AUTRICE: Certo che Teddy e Marie, si ritrovano sempre in strane situazione vero? Beh...spero che il capitolo vi piaccia. Ringrazio chiunque si prenda la briga di leggere questa storia. Ci vediamo alla prossima. Kiss,kiss ella304.

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Capitolo 7
*** Appuntamento fallito. ***


Appuntamento fallito.

Mi ritrovai in uno stanzino stretto con Teddy di fronte a me. - Perché hai trascinato pure me qui dentro? - Chiesi guardando quello spazio strettissimo. - Non lo so lo ho fatto e basta. - Confessò lui mettendo le mani in tasca.
C'era poca luce ma i riusciva a vedere qualcosa. A quanto pareva, era lo stanzino delle scope. 
- Credo di non avertelo accennato, ma sono claustrofobica. - Dissi cominciando a mordermi le labbra a sangue per la agitazione. - Va tutto bene, dovremo restare qui solo qualche minuto. Il tempo di essere sicuri che quello della sicurezza se ne sia andato. - Mi disse lui cercando di calmarmi. Troppo tardi stavo già boccheggiando cercando aria. Non ce la facevo più cominciai a muovermi per uscire, ma le braccia di Teddy mi costringevano contro il muro. - Mollami, devo uscire! - Dissi io disperata. - Usciremo fra qualche minuto. Non preoccuparti non succederà nulla. - Mi disse lui mantenendo la presa sulle mie braccia. Cominciai a gemere, ma lui fece incontrare i nostri occhi e  mi sussurrò. - Andrà tutto bene. - Non sapevo bene il perché, ma quello ,straordinariamente, funzionò a farmi calmare. Passammo altri minuti chiusi li dentro a fissarci negli occhi. Poi Teddy disse che era il momento di uscire. 
Quando cominciammo ad avviarci verso il luogo dove Alex e Teddy si dovevano incontrare, ossia la fontana del centro commerciale, stetti il più lontano possibile dagli sgabuzzini. 
Quando fummo abbastanza vicini, feci avanzare Teddy, mentre io me ne stavo ferma. Vidi che Alex guardava il cellulare impaziente. Chi sa perché. Quando Teddy si avvicinò , lei cominciò a sbraitargli contro. Teddy cercava di replicare ma lei non gli faceva aprire bocca. Prese la sua borsa e fece per andarsene, Teddy non la aveva nemmeno trattenuta. Ma cosa era successo? 
In quel momento però non ebbi modo di formulare un qualsiasi pensiero, perché Alex stava venendo verso di me. Non mi aveva vista ancora, ma a breve molto probabilmente sì. Entrai nel primo negozio che mi ritrovai accanto. Entrando scoprì che era un negozio di intimo. Una commessa quasi immediatamente si avvicinò a me e mi disse. - Ti serve qualcosa? - Ehmm...in verità no. Ma non potevo certo dire questo sarebbe stato fortemente scortese. - Veramente volevo solo dare un'occhiata. - Certo grande scusa Marie! Dare un occhiata ai completini intimi. Davvero una bella trovata!  Intanto Alex era andata e io vidi Teddy passare davanti al negozio. Così, portandomi dietro involontariamente tre reggiseni, mi precipitai da lui. - Cosa è successo?- Gli chiesi alle spalle senza prendermi il disturbo di annunciarmi, facendogli quasi venire un colpo.
- Sai qualche volta sei inquetante. - Commentò ancora scosso. - Non sei il primo che me lo dice, e non sarai l'ultimo. - Affermai. - Comunque, tornando a cose serie, cosa è successo con Alex? - Domandai impaziente. - Si è arrabbiata, perché le hanno riferito che io potrei aver minacciato Harry. - Sgranai gli occhi, incapace di credere a ciò che mia aveva appena detto. - Ti prego dimmi che sono solo voci. - Supplicai. Lui abbassò lo sguardo e disse. - No, non sono solo voci.- Sbuffai infastidita. - Ma tu sei completamente idiota! - Dissi arrabbiata. - Come hai potuto fare una cosa del genere? - Chiesi infuriata. - Dovevo dire a Harry che doveva tare lontano da Alex. - Spiegò lui alzando le spalle. - Sei un idiota e Alex è venuta a sapere questo? - Chiesi. - No, sa solo che lo ho minacciato. - Mi spiegò. - Okay, allora ci dobbiamo inventare qualcosa. Uhmmm...ahmmm...ehmmm. Ah, dille una mezza verità. - Dissi con un lampo di genio. - Dille che hai minacciato Harry per una ragazza ma non dirle che quella ragazza è lei. - Continuai. - Sì! Potrebbe funzionare! Sei un fottuto genio! Come farei senza di te? - A quella frase sentì qualcosa dentro di me crescere, e arrossì meccanicamente. Lui sembrò accorgersi del mio rossore ma si limitò semplicemente a sorridermi.

SPAZIO AUTRICE:

Il capitolo è un po piccolo, ma non volevo anticiparvi niente, perché nel prossimo ne uccederanno di tutti i colori XD.

Kiss,kiss ella304.

 

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Capitolo 8
*** Strane sensazioni. ***


Strane sensazioni.





Quella sera passò molto tranquilla. Mio padre si dava da fare per preparare dei cornetti salati accettabili, mentre io prendevo in giro Will che suonava il flauto. - Almeno io suono qualcosa! - Aveva esclamato lui, con l'intento di farmi chiudere la bocca. Ma provocò l'effetto contrario. Cominciai a ridere a crepapelle, con la mia risata che era praticamente un insieme di singhiozzi, e lo prendevo in giro per ciò che aveva appena detto. 
Quando i cornetti furono pronti, si rivelarono più piccoli del previsto, molto più piccoli del previsto! Perciò fummo costretti a ordinare una pizza. 
Durante la nostra cena (di riserva) parlammo dell'escursione di Will. A quanto pare aveva rischiato di rompersi il polso, ma beh...dopo di tutto è sempre mio fratello. 
Dopo aver consumato l'intera scorta di gelato che avevamo, guardammo  "Pirati dei caraibi", e io e Will finimmo col giocare a scherma con i manici di scopa. 
Alle 23:00 io mi ritirai a letto. Che ci crediate o no i miei occhi si chiudevano da soli. Non i presi nemmeno la briga di infilare il pigiama, mi infilai nel letto e quasi immediatamente cominciai a ronfare.
La mattina seguente mi svegliai alle 13:00, ma non aveva importanza tanto era sabato. Mi presi i miei cinque minuti per stiracchiarmi per bene, poi mi misi seduta sul letto, infilai le pantofole, mi alzai, indossai la vestaglia e mi avviai in cucina. Quando arrivai alla mia meta, la trovai completamente deserta, sul frigo c'erano due biglietti. Uno, quello di mio padre diceva:

Sono andato a fare la spesa, non distruggete casa mentre sono via.

Distruggere casa? Ma se la maggior parte del tempo in casa ci stavamo solo io e Will! 
Il secondo invece era scritto con una scrittura grande e orribile, che poteva benissimo appartenere ad un bambino di prima elementare. La indentificai con la scrittura di mio fratello:

Sono uscito con David, non ti preoccupare anche se sei sola a casa non significa, che un assassino ti possa uccidire. FORSE.

Mio fratello era uno sfigato con S maiuscola. Come se mi potesse spaventare ciò che scrive bah...
Presi una ciotola e la appoggiai sull'isola della cucina, poi presi i cereali e il latte. Mangia in silenzio, ovviamente, pensando a ciò che avrei potuto fare quel giorno. Pensavo di uscire con Alex, ma ad un tratto mi ricordai che sicuramente quel bradipo mi avrebbe chiamata per qualche stupido aiuto. Come se avessi previsto il futuro il mio cellulare, abbandonato sul divano come lo avevo lasciato ieri, cominciò a squillare. Nel modo di alzarmi, mi feci cadere metà del latte addosso. Maledetta goffaggine, ma perché dovevo averla proprio io? Mi diedi una veloce ripulita con un fazzoletto che trovai a portata di mano, mentre mi avviavo verso il divano. Quando finalmente presi il cellulare in mano, avevo perso la chiamata che scoprì essere di Teddy. Avevo perso la sua chiamata. Era un bene? Sì certo almeno non mi avrebbe rotto anche oggi! Sì, ma se era una cosa importante? Che so tipo...no, lui non dice mai cose importanti. Avrei dovuto richiamarlo? 
Mentre avevo queste domande a scombussolarmi il cervello Teddy mi richiamò. Non vedendo altra scelta risposi. 

INZIO CHIAMATA:

- Hey. -
- Ciao. -
- Il tuo piano ha funzionato! Alex mi ha creduto. -
- Fantastico. -
- Volevo solo ringraziarti. Sei stata così disponibile, mi hai aiutato così tanto. Non è una cosa che farebbero tutti, spero che tu sappia. E lo so che lo stai facendo solo per Alex, ma in un certo senso lo fai anche per me. Nessuno ha mai fatto tanto per me, perciò ci tengo che ti sappia che ti sarò sempre debitore e che dubito che ti farò mai un favore così grande da potermi riscattare. -
- Wooow. Sai essere molto poetico quando ti ci metti eh bradipo! -
- Già ho molte doti nascoste. -
- Dimmene un'altra, sono curiosa. -
- Beh...a letto sono un fenomeno. -
- Ahhh. -
- Che c'è? -
- Niente! -
- O mio Dio ti vedo arrossire da qui! -
- No! Non è vero. Comunque questo non dovevi dirlo a me, ma ad Alex. -
- Oh, sono sicuro che lei lo scoprirà. Invece tu...c'era bisogno di dirlo ecco. -
- Guarda non ho comunque tutta questa voglia di constatarlo. -
- Si come no! Ricordati che sono Teddy Culbert. -
- Appunto! Non voglio farlo con un bradipo, sarebbe anti igenico! -
- Certo Roberts. -
- Ora devo andare. Ciao CULBERT. -


Staccata la telefonata, mi tastai il viso. Sembrava andasse in fiamme. Quando lui mi aveva detto quella cosa, non avevo potuto fare a meno di immaginarlo! Con me! Perché? 
Quel ragazzo mi stava facendo uno strano effetto, un effetto che nessun altro mi aveva mai fatto prima. Di certo provavo qualcosa per lui. Ma non avevo ancora capito se era una cosa buona o cattiva. Se era odio o amore. Oh Dio no! Non amore. Non avrei usato mai quella parola così alla leggera, sopratutto non con lui. Inoltre lui era innamorato di Alex, quindi non avevo nessuna possibilità. Ma cosa stavo pensando?! Come mi vengono delle cose del genere in testa!? 
Decisi che per schiarirmi le idee dovevo fare subito una bella doccia calda. Perciò, prima pulì il disastro che avevo combinato con i cereali. E poi mi avviai verso il bagno. Chiusi la porta, mi spogliai velocemente e mi infilai sotto il getto bollente. Restai la a fare il punto della situazione per qualche minuto, ma poi...suonò il campanello. - Ma porca di quella carota! - Esclamai mentre uscivo dalla doccia. Allora mi accorsi che in bagno non c'era l'accappatoio, così ,sentendo la seconda battuta del campanello, afferrai l'ascigamano e melo avvolsi intorno. Era corto. Troppo corto, copriva a stento le mie parti intime. Ma forse era solo mio padre che si era scordato le chiavi come al solito o Will. Mi precipitai fuori dal bagno scivolando, e per non perdere l'equilibrio mi tenni alla porta ero completamente fradicia. Quando arrivai alla porta la spalancai con poca grazia e chi ci trovo dietro. - Teddy! - Lui mi squadrò dalla testa ai piedi, indugiando troppo nel mezzo e disse. - Woow. La migliore accoglienza che mi abbiano mai dato. - Giro gli occhi. - Cosa vuoi? - Chiesi irritata, imbarazzata e sì anche un po felice che a lui piacesse il mio corpo. - Dovevo parlarti di una cosa di Alex. - Disse lui. - Okay entra, accomodati fai quello che vuoi io arrivo subito. - E dopo averlo fatto entrare ,mi precipitai in camera mia per mettermi qualcosa addosso. Mi stupì da sola del modo in qui lo avevo invitato, non era da me non indagare. 
Aprì il cassetto dell'intimo e ci trovai un solo completino in pizzo. Oh mio Dio li su qualcuno mi voleva proprio male. Mi sbrigai a infilare un paio di pantaloni e una camicia e mi affrettai verso il salone. Trovai Teddy seduto sul divano con dei fogli in mano. Mi ci volle un secondo a capire di cosa si trattava. Il giorno prima per avere un giudizio, avevo fatto leggere a mio padre il primo capitolo del mio libro, che avevo stampato. E mio padre li aveva lasciati li! Sul tavolino da caffè davanti al divano! Con passo veloce arrivai davanti a Teddy e glieli strappai di mano. Lui mi sorrise e disse. - Il tuo libro è davvero interessante. Sei molto brava, ma forse la narrazione è troppo veloce. Ma ci sono i libri con questa narrazione e sono anche buoni, quindi brava. - Fischiò ed io non potei fare a meno di arrossire, premendomi i fogli al petto. - Se non sbaglio dovevamo parlare di Alex e non del mio libro. - Constatai. - Certo! Volevo chiederti probabilmente la cosa più importante di questa faccenda. Come faccio a dichiararmi a lei? - Sgranai gli occhi. Come così presto? Sentì qualcosa dentro di me esplodere e la pancia cominciò subito a farmi male. E ora? 
- Beh...che ne dici di fare quella cosa della spiaggia? - Proposi ,sforzandomi di non far trasparire il male che mi procurava la pancia. - Perfetto. Allora che ne dici se più tardi andiamo a fare la prova? Sai per essere più sicuro. - La prova? Noi due? Situazione super romantica? Qualcosa dentro di me mi diceva che non ce la avrei fatta. Ma non potevo tirarmi indietro proprio ora. Non mi veniva nessuna scusa valida. - Perfetto. - Ripetei. Lui mi abbracciò forte. Ed io sentì insieme al dolore qualcosa contorcersi nella pancia. - Sei la migliore.- Mi sforzai di sorridere, quando lui sciolse l'abbraccio e si avvio verso la porta. - Alle 16:00 verrò a prenderti. - Disse prima di aprire e richiude la porta dietro di se.



SPAZIO AUTRICE:

Buon dì cari lettori. 
A quanto pare Marie si trova infatuata dal suo bradipo. :3 Come farà a sopportare un "appuntamento romantico" con lui senza esplodere? Lo scoprirete presto ve lo prometto ;)

Kiss,kiss ella304. 

 

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Capitolo 9
*** INTERRUZIONI ***


                                                    INTERRUZIONI.


Non sapevo cosa mettere. Ci tenevo a sembrare presentabile. Ma le altre volte avevo indossato cose a caso, non mi ero preoccupata minimamente di questo fattore. Quindi se avessi indossato qualcosa di più...non so decente? Sarebbe sembrato sospetto.
Decisi che la cosa migliore da fare era non pensarci, ed indossare quello che avrei indossato normalmente. Così misi dei jeans con una t-shirt verde acqua e delle converce viola. Sì non avevo un minimo di gusto, ma non mi era mai sembrato importante il modo di vestire. Mi diedi un ultima occhiata allo specchio. Sembravo straordinariamente ordinaria. Non potevo sperare in meglio. Mi allontanai dallo specchio e mi avviai verso il bagno, avrei dovuto truccarmi? No. Non sarebbe stato il caso, però dovevo pur coprire quelle terribili borse che mi trovavo sotto gli occhi, anzi più che borse sembravano valige. Avrei potuto prenderle e partire per un viaggio ai caraibi. Mentre stavo mettendo il correttore però, il campanello suonò. In fretta e in furia, mi passai  il correttore sotto gli occhi, tanto che mi finì un po di lozione anche negli occhi. Gemetti mentre mi precipitavo fuori dal bagno per andare ad aprire. Quando Teddy mi vide con quella smorfia di dolere stampata sul viso, mi disse. - Che è successo? Ti senti bene? - Annuì leggermente poi dissi. - Il correttore mi ha aggredita. - Lui rise, anche se la mia battuta era davvero una delle più squallide. - Sapevo che quei cosi fossero pericolosi. - Disse. - Sei pronta? - Mi chiese subito dopo.
Ehm...sono pronta? Sì, non dovevo fare altro mi pare. - Sì. Però aspetta un attimo. - Andai in camera mia e recuperai la mia amata Johanna, Poi presi una giacca dio jeans dall'armadio, e ritorna da Teddy. - Prendiamo la mia macchina oggi. - Annunciò allegro. - Oh...che onore. Viaggerò sulla tua lussuosissima auto! - Dissi sarcasticamente, ma nemmeno così tanto, io. - Puoi dirlo! - Mi fece lui. - Modesto mi dicono. - Lo presi in giro. Ride anche questa volta. Arrivati davanti la sua auto, lui si affretta ad aprirmi la portiera. Il mio cuore saltò un battito. - Tutta questa galanteria da dove sbuca? - Dissi cercando di mantenere la calma, e rendere la mia voce il più normale possibile. - Non ti ci abituare. Stiamo simulando. - Mi accomodai sulla macchina senza dire una parola. Certo! Che mi aspettavo? Stiamo simulando! Per questo siamo usciti. Per quasi tutto il viaggio non parlammo. Poi lui disse la prima cosa, ma non poteva tenere quella dannata bocca chiusa? - Credo che un po stia cominciando a piacere ad Alex. - - A sì? E cosa te lo fa pensare? - Chiesi io guardando distrattamente fuori dal finestrino i fiori che stavano cominciando a sbocciare qua e la. - Beh...lei non nomina più Harry e ha cominciato a proporre cose che potremo fare noi due insieme. - Non ero mai stata brava a capire queste cose. Magari Alex voleva solo non nominare Harry quando c'era lui, per via della loro rissa recente. O magari a lei cominciava a piacere Teddy per davvero. Cercai di convincermi della prima, perché anche solo il pensiero della seconda mi faceva male. Però a Teddy risposi che ero felice per lui. 
Quando arrivammo in spiaggia era quasi il tramonto, perciò atmosfera perfetta. La spiaggia inoltre era deserta, quindi niente e nessuno poteva interrompere la nostra simulazione. Teddy aprì il bagaiaio e ne estrasse un cestino da pick-nick e una comunissima tovaglia a quadri. Ci sistemammo comodamente sulla spiaggia, e io cominciai a osservare insistentemente l'orizzonte. Come se dovesse darmi spiegazioni a cose impossibili. Spiegazioni che volevo ardentemente. Teddy non diceva una parola, ma d'un tratto posò, così innocentemente, la sua mano sulla mia. Sussultai a quel tocco, e istintivamente mi girai a guardarlo. Lo ritrovai vicino. Troppo vicino. Le nostre labbra erano a portata di soffio. - Deve essere una cosa romantica no? - Sussurrò lui riportandomi alla realtà. - Già. E quindi ora cosa vorresti fare? - Chiesi io. Forse con troppa curiosità. - Ora le dico, che lei è la cosa più bella su qui io abbia mai messo gli occhi. Non solo esteriormente, ma anche interiormente. Che sono stato il più grande degli stupidi a non capirlo immediatamente. - Inghiottì la saliva che mi si era formata in bocca per la troppa agitazione e dissi. - Lei non saprà che dire e resterà un minuto in silenzio. - Siamo ancora nella stessa posizione. Con le mani una sopra l'altra ed i visi vicini. - Io mi avvicino e...- Le parole scomparvero a causa dei pochi, troppo pochi centimetri, tra le nostre labbra. Quando arrivarono a sfiorarsi però, il mio cellulare suonò.
Ma che cazz...era Will.
INIZIO TELEFONATA.

- Che vuoi? -
- Marie, dov'è l'adattatore? -
- Mi hai chiamata per questa sciocchezza? -
- Se non so dov'è e mi serve! -
- Oh mio Dio. Attaccato al fon, ecco dov'è! -
- Stai calma babbana! -
- Fottiti Will! -

FINE TELEFONATA.
E così finì il mio dialogo con mio fratello. Avrei dato di tutto, per poter riprendere da dove avevamo, avevo, interrotto. Ma sapevo chiaramente che non potevamo. - Will? - Mi chiese lui con un sopracciglio alzato. - Sì è mio fratello. - Dissi io, ancora arrabbiata per la telefonata. Ma forse avrei fatto meglio a calmarmi, lui mi avrebbe chiesto il perché di tanta ira. - Sai il mio secondo nome è Wiliam. - Disse lui sorridente. - Davvero? Allora tutti gli Wiliam sono dei completi cretini? Wooow. - Dissi io. - Hey! Guarda che mi offendo. - Disse lui facendo il falso offeso, e facendo finta di tirar su col naso. Risi divertita. Passammo il resto del tempo a mangiare i panini al salame che Teddy aveva comprato. Dato che come me non sapeva fare un fico secco in cucina. E parlammo del più e del meno. Lui faceva battute ogni due secondi. Mi fece ridere così tanto che ebbi paura di farmi pipì addosso. 
Avevamo passato una bella giornata in fin dei conti. E la sola idea che lui avrebbe ripetuto tutto, ma in modo molto più romantico e includendo baci, il giorno dopo mi era inaccettabile.
-
-

Il giorno dopo mentre stavo pranzando con la mia famiglia, mi arrivò un messaggio da Teddy. Non so cosa mi aspettassi, ma quello che lessi era molto peggio. 

Sei completamente inutile. Tu sei la mia rovina, grazie ai tuoi fottuti consigli Alex non mi rivolgerà mai più la parola. Non voglio avere più niente a che fare con te.

Ma cosa era successo? Perché ora ce la aveva con me? Io non avevo sabotato il suo prezioso appuntamento, anche se desideravo tanto farlo. I miei occhi cominciavano a pizzicare per le lacrime che stavano per affiorare. Mi alzai dal tavolo e corsi in camera mia. Non sentendo nemmeno una parola di quelle che mi rivolgevano, ovviamente spaesati, mio fratello e mio padre. Mi buttai di peso sul letto e cominciai a piangere, stringendo il cuscino. La risposta alle mie domande venne più tardi. Quando in un messaggio Alex mi spiegava che aveva mollato un pugno a Teddy perché lui aveva cercato di baciarla.

SPAZIO AUTRICE:


Mi scuso per l'immenso ritardo. Ma ho avuto il blocco dello scrittore e non sapevo come continuare. Detto questo, solite cose. Spero che il capitolo vi piaccia e mi raccomando recensite. Da qui il rapporto Teddy\Marie comincerà a essere più interessante. Scoprirete cose abbastanza carine nel prossimo capitolo.
Kiss,kiss ella304.

 

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Capitolo 10
*** Melodie ***


Melodie



Nei giorni successivi la mia vita non fu altro che una enorme bolla di depressione. 
Tutti si accorgevano del mio umore,persino i miei compagni.  Di solito mi avrebbero fatto degli scherzi per tutta la durata della giornata scolastica. Invece in quei giorni, non facevano niente che mi avrebbe potuto offendere. Anzi sembravano quasi gentili. Quasi.
Alex non faceva che chiedermi cosa avevo, ed io non facevo che cercare di evitarla. Certo lei non poteva sapere che era lei la causa del mio umore nero, ma fatto sta che lo era ed io non potevo nemmeno dirgli di risolvere le cose, che comunque non sarebbe servito a niente. Anche se Alex avrebbe fatto pace con Teddy dubitavo che Teddy sarebbe stato meno arrabbiato con me.
-

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-
Passavano i giorni e io avevo sempre meno voglia di avere una vita sociale. 
 Un venerdì pomeriggio stavo aspettando che mio padre venisse a prendermi a scuola. Era in ritardo e non di poco. Faceva freddo, dopo di tutto era Marzo, e lui ancora non si faceva vedere. 
E se si fosse dimenticato di me? Beh...non sarebbe stata la prima volta, ma non quel giorno. Quel giorno mi era davvero impossibile sopportare le occhiate della gente che mi guardava pietosa e pensava. " Oh povera piccola! Si sono scordati di venirla a prendere."
Guardai il mio cellulare sconsolata, era morto qualche ora prima, perché quella notte mi ero dimenticata di metterlo sotto carica, perciò non potevo nemmeno chiamare.
Non potevo nemmeno andarmene a casa a piedi, era troppo lontana e sarei dovuta passare dal quartiere malfamato il che non era il massimo per una come me. 
Mentre tanti pensieri poco rosei facevano capolino nel mio cervello, una macchina si parcheggiò davanti a me. 
I finestrini si abbassarono rivelando il viso di Teddy Culbert.
- Hey! Serve un passaggio? - Non ci potevo credere. Dopo tutto quello che mi aveva detto, o meglio scritto, ora mi voleva dare un passaggio? 
Rimasi li, senza parlare, con la sensazione che le mie palpebre avessero perso la capacità di chiudersi. Finché una goccia d'acqua non mi bagnò la guancia. 
- Oh avanti Roberts, sta per mettersi a piovere!! - 
Ora non potevo certo rifiutare il suo passaggio. Sentimentalismi a parte, stava per mettersi a piovere e non avevo voglia di prendermi una brutta influenza. 
Senza dire una parola aprì la portiera e mi accomodai sulla macchina. Teddy partì immediatamente. Per un bel tratto di strada nessuno emesse un suono, poi io mi decisi a parlare. Dopo di tutto non sapevo quando mi sarebbe ricapitata l'occasione per scusarmi.
- Senti Teddy...per quello che è successo con Alex...mi dispiace. Avrei dovuto prevederlo. Non avrei dovuto consigliarti una cosa simile sono stata una vera idiota. -
Lui si girò un attimo a guardarmi, per poi far ritornare il suo -sguardo sulla strada.   
- No tu non hai fatto niente di sbagliato! Sono stato io ad esagerare! Voglio dire per quanto tu la conosca, non puoi prevedere ogni sua mossa se fosse così sarebbe inquetante!- 
Risi sinceramente e lui sorrise, poi continuò.
- Mi dispiace. Sei mia amica...sei molto importante per me e non volevo dirti quelle cose. Non voglio perdere ne te nei i tuoi stupidi e anche geniali consigli. -
Si girò per la seconda volta a guardarmi e io mi lasciai andare nel cielo limpido che erano i suoi occhi.
- Okay. - 
Dissi semplicemente.
- Quindi accetti le mie scuse? - 
Mi chiese speranzoso.
- Solo se tu accetti le mie bradipo. -
Ridemmo entrambi, poi lui imitandomi disse.
- Okay. -
Accendemmo lo stereo e scoprì che Teddy aveva messo il CD della mia seconda band preferita i Qeen. Cominciai a cantare a scuarcia gola. Teddy inizialmente mi guardò tra lo stupito e lo sconcertato, ma poi anche lui cominciò a cantare con me. E li mi accorsi per la prima volta della bellezza della sua voce. Era intonatissimo e non sbagliava nemmeno una nota, anche per la conoscenza della canzone, ma era davvero bravo e ne restai altamente incantata.
Solo quando stavamo per parcheggiare mi accorsi che eravamo davanti casa sua. 
- Teddy, perché mi hai portata a casa tua? - Chiesi curiosa.
- Perché ti devo fare sentire una cosa. - Rimasi un po stupita, ma acconsentì anche perché ormai volevo sapere cosa volava farmi sentire. 
Salimmo nel suo appartamento e dopo aver appeso i giubbotti ci avvicinammo al pianoforte a coda del suo soggiorno. Anche quel giorno i suoi genitori non c'erano. 
Teddy si sedette sullo sgabello e mi fece segno di imitarlo. 
Cominciò a suonare una melodia dolce che mi fece immediatamente chiudere gli occhi e pensare all'amore in tutto il suo splendore. Aprì di scatto gli occhi volendo constatare se era realmente lui a creare quella armonia melodiosa. 
Le sue dita danzavano sui tasti con una velocità ed una scioltezza a me innaturale. Mi ipnotizai a osservare quel movimento. 
Quella musica era un qualcosa di strabiliante.
Quando cessò mi sentì come vuota. Volevo risentirla, volevo continuare a sentirla fino alla fine dei miei giorni. 
- Allora che ne pensi? - Mi chiese duntratto Teddy riportandomi alla realtà.
- Wooooow...è...è bellissima! - Dissi guardando ancora la tastiera del pianoforte.
- Questa è la canzone che ho dedicato ad Alex, mi avevi consigliato di farlo nella nostra prima lezione ricordi? - 
Fu come se il cielo mi fosse caduto sulle spalle. Non potevo credere che quella musica così perfetta fosse dedicata ad Alex. Perché a lei toccavano tutte queste belle cose e invece a me niente. Era ingiusto, ero sempre la sfigata di turno e lo sarei rimasta per sempre. Il ragazzo di qui sono innamorata vuole disperatamente la mia migliore amica e considera me solo come una buona amica. Cominciai a sentire pruciore al naso segno che di li a poco sarei scoppiata a piangere quindi.
- Si, ricordo. Ora devo andare. - Dissi cercando di non incrinare la voce. 
- Aspetta, casa tua è troppo lontana ti devo accompagnare. -
Accidenti aveva ragione. Feci cenno di si e corsi giù per le scale. mi accomodai in macchina e feci di tutto per non piangere. Ma una volta arrivata sulla soglia di casa cominciai a singhiozzare.



SPAZIO AUTRICE:


Hey ciao a tutte. So che probabilmente poche leggono lo "SPAZIO AUTRICE" ma ci tengo che questa volta lo facciate please. 
Beh...volevo farvi avere il link della melodia che ha suonato Teddy ed eccolo qui:

https://www.youtube.com/watch?v=Od-3oxpFWB0

Poi vorrei dire grazie, a tutte quelle che seguono la mia storia e poi...niente spero che il capitolo vi piaccia. Buona lettura.
Ahh...giusto quasi dimenticavo BUONA PASQUA A TUTTE!!!! Spero la abbiate passata bene!! =D
 
Kiss,kiss ella304.

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Capitolo 11
*** Harry. ***


Harry.


Non ci potevo credere. 
Come era possibile che partendo dal presupposto di aiutare la mia amica io mi sia innamorata di quel bradipo? Probabilmente non lo capirò mai, come effettivamente non capì allora. 
Cosa avrei dovuto fare a quel punto? Non riuscivo più a fingere questo era ovvio. Ma non potevo semplicemente slacciare i rapporti con lui dicendogli. " No ora non ti posso più aiutare" sarebbe suonata leggermente sospetto no? Beh allora cosa avrei dovuto fare?
Mene stavo li, rannicchiata sul mio letto in posizione fetale, mentre questi pensieri mi tormentavano quando ad un tratto dal mio cellulare parte lo squillo, segno che mi era appena arrivato un messaggio. 
Inizialmente non volevo nemmeno guardarlo, troppo timorosa che fosse stato un messaggio di Teddy. Ma alla fine la mia curiosità e il mio battito accellerato al pensiero di quello che ci fosse stato scritto se fosse stato di Teddy, ebbero il sopravvento. 
Non che mi aspettassi veramente che lui avrebbe scritto qualcosa che mi avrebbe fatto piacere, ma si sa la speranza è l'ultima a morire. Inoltre la psicologia ci insegna che l'auto convinzione è la chiave del successo perciò.
Presi il cellulare malamente e sbloccai immediatamente lo schermo, andai a vedere il messegio e...non me lo sarei mai aspettata, ma proprio mai intendo! 
Il messaggio che mi era appena arrivato era da parte di Harry e diceva semplicemente. 
" Hey =)." 
Erano passati mesi da quando ci eravamo scambiati i numeri e devo dire che, a parte la sera della festa di natale, non avevo assolutamente, completamente, minimamente a lui. Strano come i giudizi su una persona possono cambiare così radicalmente in così poco tempo.
Inizialmente Harry mi stava antipatico. Immaginavo che lui fosse solo un'altro di quei ragazzi ricchi e popolari che si atteggiano tanto da fighetti e che in futuro sarebbero diventati i nuovi rifiuti della società.
A quella festa invece lo avevo visto sotto una luce ben diversa. Un ragazzo dolce, modesto, semplice. Uno che non si interessa ad una ragazza solo per il suo aspetto. Voglio dire, cioè io mi ci sono praticamente parata davanti mezza nuda, ma lui non aveva mostrato tanto interesse per il mio reggiseno in pizzo. Si certo lo aveva notato, ma si era concentrato molto di più sulle mie parole. Ero anche arrivata a fantasticare su noi due quella sera. Cosa che non facevo praticamente mai, perché avevo la convinzione che se fantasticavo su una cosa questa non si sarebbe mai avverata.
Invece in quel momento lui mi era totalmente indifferente. Dopo tutto quello che avevo passato e provato con Teddy. Harry per me non esisteva più. A dire la verità non esisteva più nessuno, perché ogni volta che guardavo Teddy era come se il resto del mondo scomparisse, come l'unica certezza che avevo in questa vita fosse lui. 
Feci questo ragionamento nel giro di pochi secondi, per quanto strano possa sembrare. Cosa c'era da fare? Il mio multisala funzionava così.
E già ho detto multisala. Sì perché a quell'epoca, mi facevo così tanti film mentali che io non avevo un cervello ma un multisala.
Mi affrettai a rispondere con un semplice "ciao" e restai in silenzio mordendomi nervosamente le labbra aspettando una risposta, in qui non è che sperassi poi così tanto. Invece essa arrivò e anche più velocemente di quanto mi aspettassi.

" E da un po che non ti vedo. Come va?"

Aveva notato la mia assenza? Ne dovevo essere felice no?

" Direi bene. Sai lo studio! E te invece? Come stai? "

Gli chiesi a mia volta. Sta volta la sua risposta fu più veloce della prima. Ma stava messaggiando solo con me? Perché in quel caso avrebbe avuto molto più senso.

" Sto bene ma anche io sono stressato per i compiti, ( che tu ci creda o meno) poi non ho molto tempo per leggere e questo mi deprime un po. Sai ho comprato un bellissimo libro di Platone e vorrei tanto finirlo? " 

Compiti, leggere? Leggere libri? Ma Alex li sapeva i veri aspetti meravigliosi di questo ragazzo?

" Allora. Primo, sta tranquillo ti credo. Secondo, non lo dire a me! Stupidi corsi avanzati! Terzo, anche a me piace molto Platone. Mi interessa particolarmente il suo concetto d'amore. Sai lui dice che l'amore vero sia quello non corrisposto. A mio parere direi che è molto saggio ed effettivamente vero." 

Scrissi così d'istinto e con molta enfasi. Mi stavo divertendo davvero parecchio a parlare con lui. Come se fino a quel momento avessi solo parlato inglese in un posto dove tutti capiscono solo l'arabo. E ora finalmente avevo trovato un'altra persona che parlava la mia stessa lingua.

" Non mi parlare di amori non corrisposti per favore! Ne sono davvero stanco. "

E questo cosa  voleva dire?

" Okay. Non ti chiederò dettagli in proposito."

La sua risposta mi arrivò subito dopo. 

" Sei davvero fantastica tu! In questo momento chiunque altro non si sarebbe trattenuto dal farsi gli affari miei! Senti, dato che entrambi siamo molto stressati per via dei compiti che ne dici se questo pomeriggio ci vedessimo allo Starbacks per un frapuccino? "

Mi aveva appena invitata ad una specie di appuntamento? Oddio! Cosa dovevo fare? Accettare? ALT! 
Harry era la stracotta di Alex io non potevo uscirci insieme! Ma aspettate un minuto. Non posso provarci con Teddy, che era quello che mi interessava sul serio, per lei e ora non potevo nemmeno andare ad un appuntamento con Harry? Okay che lei era come una sorella per me. Ma non può mica avere sempre tutto! 

" Okay. Facciamo alle quattro? " 

" Alle 16:00 in punto. Non ritardare come fanno le ragazze normalmente a me non è mai piacita questa cosa! Sono un tipo sempre puntuale a qui piace molto la puntualità! "

Mi scappò un mezzo sorriso. Diceva a ne di non ritardare.

" Stai parlando con la regina della puntualità Marie Roberts in persona ragazzo. Mostra un minimo di rispetto! Comunque a dopo ;) "

E detto questo mi andai a preparare abbandonando il cellulare sul letto sfatto.



SPAZIO AUTRICE:

Mi ero ripromessa di non fare più ritardi scusatemi tanto! Sono desolata =(. Ma sapete com'è erano gli ultimi mesi di scuola e dovevo studiare un macello.
Solo ieri sono andata interrogata su 15 capitoli di storia!!! 
Ma finalmente mi sono ritirata! ( Ora Dobby è un elfo libero!) Perdonate la citazione di Harry Potter! 
Beh comunque vi prometto che sarò più puntuale ora. Alla prossima.

Kiss,kiss ella304. 

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Capitolo 12
*** La gelosia è una brutta bestia! ***


La gelosia è una brutta bestia!


Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio. 
Per una vota avevo deciso di "truccarmi". Anche se era un trucco così leggero che quasi nemmeno si notava, però faceva risaltare i miei grandi occhi scuri al meglio. Avevo messo un paio di jeans chiari e una camicia a scacchi con sotto una semplice canottiera nera. Per quanto riguarda le scarpe avevo messo, ovviamente, le mie convese nere. I capelli erano sciolti non volevo intervenire li. 
Uscì dalla mia stanza e andai in salotto. Diedi un'occhiata all'orologio, erano le 15:40. Tra dieci minuti mi sarei cominciata ad incamminare verso lo Starbucks. 
- Dove stai andando? - Mi domandò quel grandissimo impiccione di mio fratello. - Tra un po in un posto che tu non puoi sapere, con una persona che non ti interessa conoscere. - Risposi con la solita acidità che conservavo strettamente a lui. - Probabilmente ha un appuntamento, Will! - Gli fa il suo altrettanto stupido amico David.
Senza volerlo, cominciai a diventare rossa. - Come si chiama la ragazza? - Chiese di nuovo quel cretino. Senza esitare gli rifilai subito un calcio sul ginocchio, facendolo gridare di dolore. - Ma sei scema? Me lo hai dato proprio con la punta! - Si lamentò massaggiandosi il ginocchio. - Così impari ad insinuare certe cose! E ricordati che l'unica checca qui presente sei tu! Will io non ci starei così vicina fossi in te! - Risposi io incrociando le braccia al petto, non sentendomi minimamente in colpa. 
- Ma vattene va! - Mi disse mio fratello. Diedi un'altra occhiata all'orologio, erano le 15:50. - Con piacere - e mi avviai verso la porta. 
Una volta uscita non potei non notare che la giornata era molto carina. Qualche raggio di sole riusciva addirittura ad arrivare!
Presi la mia, super ammaccatissima, auto e mi avviai al caffè. 
Arrivata li vidi subito Harry seduto ad un tavolo ad aspettarmi. - Woow sei davvero in orario! - Disse lui puntando prima gli occhi sul suo Rolex e poi su di me. - Ti avevo detto di portare rispetto no? - Dissi a mia volta mentre mi sedevo. - Bella camicia! - Si complimentò il moro con me. - Oh grazie anche la tua non è niente male - dissi anche se non avevo ancora dato nemmeno un'occhiata a quello che indossava e magari non lo avessi fatto. 
Quando diedi un'occhiata a quello che effettivamente indossava vidi che aveva una camicia nera, che aderiva quasi completamente ai suoi addominali. 
Inghiottì un po di saliva che mi si era venuta a formare in bocca per via della...sì... "agitazione".
Lui sfortunatamente sembrò accorgernese e perciò ghignò non so bene per cosa. 
Nel frattempo un cameriere ci raggiunge, ma quando parla il mio stato di imbarazzo si trasforma in vero e proprio stupore. 
- Teddy? - 
Il ragazzo si volta verso di me, poi il suo occhio cadde su Harry, sembrava incredibilmente stupito e poi incredibilmente irritato. Ma cosa mi potevo aspettare? Alla fine è il suo arci nemico. - Avete un appuntamento? - 
E a lui che cosa gli e ne importava? Forse voleva solo saperlo per il piacere di sapere che Harry non era più una minaccia per Alex. - Qualche problema? - Chiese Harry. 
Teddy dilatò le narici e disse con voce estranea. - No. - 
- Da quanto è che lavori qui? - Chiesi io facendo cadere l'attenzione di Teddy su di me. - Da due settimane. - Mi rispose semplicemente per poi prepararsi a prendere le nostre ordinazioni. - Prendiamo due frappuccini per favore. - Disse Harry. Teddy annuì e si allontanò dal tavolo, lasciandomi in uno stato di vuoto interiore e tristezza che speravo che il mio accompagnatore non notasse. 
- Allora... tu e lui passate molto tempo insieme siete...- cerca di dire Harry, rivolgendosi chiaramente ad Teddy. Non lo lascio finire dicendo. - Assolutamente no! Lui è interessato ad un'altra. Noi siamo solo...non so cosa siamo...non possiamo definirci nemmeno "amici". - 
Lui annuisce. 
Il nostro ordine arrivò molto in fretta e a portarcelo anche quella volta fu Teddy. - Ecco i frappuccini. - Disse servendo prima il mio, ma quando cercò di fare altrettanto con Harry gli e lo versò addosso.
- Porca troia! - Imprecò Harry. - Oh...scusa non volevo! - Disse Teddy con aria fintamente dispiaciuta. 
Gli lanciai uno sguardo assassino, che lui ricambiò con uno innocente. - Devo andare a cambiarmi Marie, ci vediamo domani okay? - Mi chiese Harry già alzato e pronto ad andarsene. Annuì debolmente lasciandolo andare. 
- Beh fa niente! Tanto è solo uno snob! Non fa niente Marie. - Mi disse Teddy seguendo con gli occhi la figura di Harry che usciva dal locale. 
Io da me gli rifilai la stessa occhiata che gli avevo riservato poco prima. - Ma che problemi ti creava? Scusa non ti stavo facendo un piacere a tenerlo lontano da Alex?- Lui non mi rispose si limitò a guardarsi la punta delle scarpe. Come i bambini che hanno appena combinato una marachella e sono stati colti sul fatto.
- Sai cosa? Fottiti Culbert! - E detto questo, posai sul tavolino i soldi per il frappuccino e me ne andai di gran carriera.



Spazio Autrice.

Sta volta puntuale!!! Spero che il capitolo vi piaccia! Non vi chiedo di recensire perché tanto non lo fate. Cosa succederà nel prossimo capitolo? Lo scoprirete presto ( Io già lo so!! XD) Alla prossima!!!


Kiss,kiss ella304.

 

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Capitolo 13
*** Di corse e slogature. ***


Niente, niente mi avrebbe fermata da uccidere Teddy Culbert in quel momento, se non il mio buon senso.
chiusi la portiera dell'auto con così tanta forza da poter mozzare la mano a chiunque l'avrebbe messa in mezzo.
Come si permetteva? Stupido ragazzino viziato e traditore! 
Dopo tutto quello che avevo fatto per lui, era così che mi ripagava.
No avrei smesso, dovevo smettere con tutta quella sciocchezza, fare il cupido non era il mio campo e non intendevo intraprendere quella carriera ne ora ne mai. 
il traffico era estenuante, mi soffocava e faceva aumentare la mia irritazione del duecento percento. 
quando riuscì a trovare una strada quasi del tutto libera, davanti a me si palesò un artefatto storico che avrebbe potuto tranquillamente essere superato da un passo leggermente accellerato.
Emisi un ringhio degno del migliore del condottiere alla carica di un'esercito e battei i pugni sul volante.
nel momento in qui il mezzo, se così poteva essere chiamato, prese la via opposta alla mia, ringraziai tutte le divinità esistenti.
arrivai a casa poco dopo con un umore nero e la simpatia di una serpe.
- Già tornata? Cos'è il tizio ha finalmente recuperato la vista?- Chiese Will girandosi per qualche secondo a guardarmi per poi ritornare al suo amato gioco.
Non risposi, semplicemente con molta calma raggiunsi la presa di corrente vicino al televisore e staccai tutte le spine.
I due esemplari seduti sul divano emisero dei gridolini terrificati paragonabili a quelli di una ragazzina di nove anni di fronte ad un ragnetto sul muro della sua stanza.
- Sei impazzita!- Urlò David.
- Eravamo a metà partita, non avevamo nemmeno salvato!- Cominciò Will agitandosi sul posto con espressione fusa tra l'allucinato e il furente.
- Oh mio Dio...che cosa triste. Peccato che non mi interessi minimamente.- Dissi io dando loro le spalle e avviandomi verso la mia stanza, senza dare il minimo peso alle parole poco gentili dei due ragazzi.
quando fui dentro il mio personale antro, mi accasciai sul letto con le mani abbandonate ai lati del viso e comincia a riflettere sul accaduto.
Realizzai che la reazione di Teddy era stata un po troppo esagerata, quasi come se si fosse trattato di una scenata di gelosia.
Ovviamente la parte di me più razionale tendeva a escludere questa ipotesi, infondo lui era innamorato di Alex, la mia migliore amica che io avevo appena tradito su tutti i punti per invidia.
Ero stata così egoista, così invidiosa così egocentrica da mandare a quel paese il nostro patto solo perchè anch'io volevo le attenzioni di un ragazzo? 
Mi alzai e cominciai a percorrere la stanza in pensiero. Cosa avrei dovuto fare, confessare tutto ad Alex e togliermi di dosso quella sensazione di rimorso, oppure lasciar correre e tenermi stretta l'unica amica che avevo?
A bloccare i miei pensieri furono i colpetti sulla porta.
- Avanti.- Dissi confusa tornando alla realtà.
Mio padre spuntò maldestro da dietro la porta e mi guardò con il suo solito sorriso gentile, anche se questa volta c'era di più, era imbarazzato.
- Hey.- Cominciò lui, chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi al letto per poi sedercisi sopra.
- Ciao.- Dissi io cercando di eliminare tutta quella acidità nel tono che sapevo di avere in quel momento. Non volevo essere sgarbata con lui, lui non meritava niente di questo.
- Tuo fratello mi ha detto che un ragazzo ti ha piantata in asso.- Disse lui guardando le sue grandi mani incrociate sulle gambe.
- Davvero ti affidi alle parole di Will papà?- Chiesi io con una nota di ilarità nella voce.
- Tesoro, non sono ceco vedo che sei triste.- Disse lui portando una mano sulla mia guancia e accarezzandola dolcemente.
- Forse non sono la persona più adatta per parlare di queste cose, forse non sono il tipo di padre che andrebbe a cercare questo tizio e minacciarlo con un fucile, ma posso dirti una cosa. Quando sei nata, la prima volta che ti tenni fra le mie braccia, tu mi guardasti con quegli immensi e curiosi occhi ed io pensai che al mondo non esistesse nulla di più bello.- Disse lui con gli occhi lucidi per la commozione. 
Io arrossì, forse ero anche un po in imbarazzo ma l'affetto che provai per mio padre in quell'istante fu più forte di ogni cosa. Sorrisi felice e lo guardai come solo una figlia può guardare il proprio padre. Come se in tutto il mondo non esistesse un essere migliore di lui.
- Non sto dicendo che tutti la pensino come me giglio, ma so per certo che li fuori c'è qualcuno che vedrà in te esattamente ciò che vidi io quel giorno. Perciò non essere triste, perchè lui arriverà, probabilmente sta già correndo per raggiungerti. Sicuramente chiunque sia non mii piacerà affatto, ma ti renderà felice vedrai.- Finì lui.
Io non riuscì più a trattenere le lacrime, e mentre queste scorrevano lo abbracciai forte, il mio papà l'unico uomo che non mi avrebbe mai deluso sulla faccia della terra.
- Ti voglio bene papà.- Disse con la voce rotta dalle lacrime.
- Anch'io te ne voglio piccolo giglio.- 
-
-
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I giorni successivi passarono normalmente, avevo deciso di non dire niente ad Alex perchè avevo sbagliato sì, ma non potevo assolutamente perderla per un momento di confusione.
Teddy non si era fatto sentire ed Harry, oltre a non avermi più scritto, non mi degnava nemmeno di uno sguardo per i corridoi, come se fosse stata colpa mia se la sua camicia ora era rovinata, che poi sai che tragedia.
Stranamente Alex non faceva riferimenti ai ragazzi, anzi parlavamo praticamente solo di studio, beh era quasi fine anno e con i suoi voti anch'io mi sarei preoccupata.
- Allora fammi capire, questo...Hegel?- Mi domandò Alex mentre camminavamo per i corridoi, io con il libro di letteratura inglese sotto braccio, lei con quello di filosofia aperto mentre guardava confusa le parole stampate sulla carta come se fossero caratteri cuneiformi.
Stavo per rispondere quando un ragazzo, qualche genio, mi fece lo sgambetto.
Mentre crollavo verso il pavimento cercai di girarmi in modo da non rompermi il naso, ma mentre il mio busto girò la mia caviglia rimase immobile.
Sentì qualcosa di simile ad un Crack e il dolore diventò così acuto da annebbiarmi la vista. Avrei voluto urlare ma la mia voce era come dispersa in una parte non ben definita del mio cervello.
Alex cacciò un grido strozzato e fu subito al mio fianco ripetendo come un disco rotto " Oh mio Dio!"
Non seppi mai quanto tempo passò ma arrivò qualcuno, probabilmente un professore ,che mi prese di peso e portò in infermeria.
L'infermiera scolastica osservò la caviglia e valutò le mie condizioni prima di bendarla.
Alex aveva insistito per rimanere al mio fianco ma tutti, compresa io insistemmo per farla tornare a lezione, così alla fine anche se non con poche lamentele, la mia amica mi lasciò.
L'anziana donna che aveva visto, evidentemente, cose peggiori della mia slogatura, mi informò che avevano chiamato mio padre e che stava per arrivare. Annuì frettolosamente mentre cercavo di concentrarmi su qualcosa che non fosse il dolore. Come per volere divino da fuori la porta cominciai a sentire dei passi e dopo di ciò questa fu spalancata da Teddy Culbert. 
- Sono corso qui il più velocemente che potevo.- Annunciò con il fiatone, raggiungendomi e prendendo la mia mano fra le sue.


Spazio autrice.

Sono tonata con questa mia vecchia storia, credo che sia importante mettere la parola fine alle cose che si cominciano. Ovviamente i primi capitoli fanno un po...pena? Passatemeli avevo quattordici anni, non che ora sia una laureanda ma la mia scrittura è un po migliorata. 
Bene chiunque l'abbia trovato interessante più farmi sapere la sua opinione tramite una recensione.
La stia verrà aggiornata presto, potrebbe essere domani come la prossima settimana, ma la aggiornerò sicuramente.

EllaRoberts

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