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di Auri9876
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


30/08/13
Caro diario,
oggi è stata una giornataccia, giornataccia nel senso che è successa una cosa un po’ spiacevole, non a me, perché a me non succede mai nulla, ma a Bellamy che dopo ti racconto. Ad ogni modo la mattina è andata un po’ come mi vanno tutte le mattine di fine estate, mi sono svegliata con un mal di testa assurdo, a causa della festa spacca fegato di ieri sera, è stata una festa da sballo, tutti urlavano e si divertivano come matti, me compresa. Essendo tornata a casa alle quattro di mattina, oggi la mia sveglia era impostata alle undici, non potevo dormire un minuto di più perché sennò mia madre avrebbe sentito l’odore di fumo misto alcool che avevo impregnato nei capelli. Inizio la giornata con una doccia fredda rigenerante e una gran quantità di shampoo ai frutti rossi, il mio preferito. Dio solo sa come amo le fraagole! Ad ogni modo, dopo la doccia, mi asciugo, trucco, vesto e metto in ordine la camera, finisco tutto proprio in tempo, mia mamma arriva come sempre puntualissima dal lavoro a mezzogiorno e mezzo. Mi schiocca un bacio sulla guancia e io sorrido, anche se odio quando mi da i baci, non mi piacciono, soprattutto perché poi quando le prende il matto non la smette più e mi fa incazzare. Ecco, dopo un pranzo leggero mi arriva la chiamata di Bellamy:
- Ei Bellamy! Qual buon vento? – esclamo.
- Ei ciao Lex.. – risponde.
- Ti sento un po’ moscio…il che non è di buon auspicio.- dico con tono molto preoccupato, non ho mai sentito Bellamy così dispiaciuto.
- Eh si, lo hai del tempo per ascoltarmi? Mi farebbe abbastanza bene chiacchierarne con qualcuno che è capace di sentire cosa gli altri le hanno da dire. –
- Ovvio che si, dai che è successo?
- Allora, ti faccio un resoconto, ieri in discoteca c’ero pure io, e c’era anche Clarke ovviamente, ero molto ubriaco e un imprevisto a fatto si che Clarke mi mollasse una cinquina dritta nella guancia destra da lasciarmi il segno più che sufficiente da farmi ricordare per quale motivo lo abbia fatto-
- Va avanti..- dico curiosa.
- …mi ha lasciato perché ho baciato un’altra ragazza, e non una qualsiasi..- esita molto sul proseguire e poi dice - ..Raven.-
Io rimango allibita, non oso pronunciare parola e resto col fiato sospeso, finche un suo piccolo grugnito non mi fa tornare alla realtà.
- Oh Bellamy!! Che cazzo ti passava per la mente? Oddio, quella non la vedi più…l’altra era cosciente?-
- Non lo so, io ero messo male, mi ricordo solo questo. Ci vediamo stasera, ti spiego meglio. A dopo, grazia Lexa.- conclude attaccando, aspettando però il mio contro saluto.
Diciamo che dopo questa chiamata io non sapevo precisamente come comportarmi, ero dispiaciuta per loro, ma alla fine non ero così attaccata a Clarke, era una conoscente, anche se speravo che tra loro tutto si riparasse. Detta cosi, caro diarietto mio, sembra una stronzata, ma Raven è sempre stata una grande amica di Clarke, poi quest’ultima ci ha detto che non erano più amiche, non lo erano e non lo sono tutt’ora perché Raven è cambiata molto nell’arco di un solo anno, non le parlava più di niente e il suo comportamento variava continuamente. Con i ragazzi è sempre stata molto sciolta e aperta, diciamo che se n’è sempre fatti una marea, senza però mai dare nell’occhio. Poi però, sempre in quell’anno, ha iniziato a diventare eccessivamente “aperta”. Non la sopportava più nessuno tranne Clarke, alla fine Raven ha voluto levarsi dai piedi anche lei ed è così che è finita tragicamente. Comunque io passo il resto del  pomeriggio a guardarmi un paio di film strappa lacrime tra pacchi di pop corn e bibite zuccherate, niente di particolarmente entusiasmante ma mi è sempre piaciuto stare un po’ nel mio mondo quando le mie amiche non mi costringono ad uscire. Dopo la telefonata di Bellamy, nessuno mi ha più calcolata nell’arco della giornata, più che altro nemmeno io ne avevo di voglia di calcolare della gente, a parte De Niro, mi fa sempre piangere quell’uomo. Circa a metà del pomeriggio ricevo un messaggino da Clarke, non l’ho mai sentita nemmeno quando stava con Bellamy, però vedo che il suo messaggio non è una cosa del tipo: -Ho voglia di parlare di Bellamy, te lo conosci bene, mi serve una mano.- Ma è un testo molto tranquillo e scherzoso, non ha voluto dare a vedere che quel che Bellamy ha fatto ieri sera l’ha ferita: - Ciao Lex! Ti volevo solo avvertire che non è andata così tra me e quel coglione. Lui la fa facile! Ahahah..-. Non do molto peso a questo messaggio ma da persona educata che sono, e soprattutto socievole, con fare scherzoso inizio a fare una botta e risposta con lei per il resto della giornata. Conversazione del tutto scherzosa e spesso indirizzata su argomenti più che stupidi, poche volte su Bellamy. Mi ha fatto piacere parlarle, non l’ho mai conosciuta, ma comunque, non mi è cambiata la vita per una chiacchierata con qualcuno che nemmeno conosco. Vabbe alla fine ci salutiamo e io chiudo la conversazione con delle faccine sorridenti, così per darle a intendere che mi sono divertita. Di sera, prima di girovagare a cazzo per il paese con le mie amiche, mi riguardo un film di De Niro, così da non farmi mancare niente. Ciao diario, ci sentiamo presto.. tanto quando non so cosa fare lo sai che mi butto a capofitto su di te!
  • Lexa
 
 
06/09/13
Caro diario,
nella settimana non è successo molto, solite cazzate, sveglia tardi, giri insensati per il paese, discoteca, casa, De Niro, occasionalmente DiCaprio, cibo spazzatura, Tumblr e Facebook. La cosa che più mi fa stare giù di morale è che ormai le vacanze sono agli sgoccioli, è praticamente finita la pacchia, l’estate, il divertimento. Solita vita monotona del svegliarsi alle sei, prepararsi in modo scattante, scuola, compiti e così via, solita catena tutti i giorni. Oggi sono particolarmente attiva, non vedo l’ora di uscire a divertirmi con le mie amiche. Le mie amiche, le solite intendo, sono come già sai: Octavia, Indra e Anya. Poi ci sono le ragazze e i ragazzi che girano ogni tanto con noi, perché non sanno nemmeno dove stanno di casa, perché voler uscire con noi svampite significa proprio essere disperate. Ma questo credo che te sia reso conto da solo, diarietto mio. Oggi pomeriggio io e le altre ci siam prese un gelato e siam  andate a camminare su per il paesaggio intorno al castello del paese, magnifico. Poi però, non so il perché ma mi è venuto in mente, che settimana scorsa, Clarke, mi aveva detto che sua nonna possedeva dei tacchini, e avendo visto dei tacchini in un recinto poco più in su del castello, ai piedi di una collinetta, decido di mandarle una foto. Ho aspettato con ansia la sua risposta in giornata, ma la ho avuta solo alla sera prima di cena, ero troppo curiosa di come mi avrebbe risposto, in fondo entrambe amavamo il verso che i tacchini fanno. In effetti sono davvero degli animali tanto buffi quanto brutti. Di sera abbiamo parlato poco però perché io ero stanchissima e non avevo nessuna voglia di stare davanti al telefono, così mi sono pure dimenticata di manadarle la buonanotte.  Domani ti continuo a scrivere, ora ho da fare una cosa con papà, ciao belloccio!
  • Lexa
--------------------------- angolino mio: ragazzi il mio è un esperimento del tutto nuovo, e non so come andrà a finire, in realtà la storia c'è, anche se molto mingherlina! Se vi piace il soft la porterò avanti fino a farla diventare finalmente qualcosa di più intrigante....fatemi sapere, aggiornerò comunque presto :) ora è solo l'inizio!

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


07/09/13
Caro diario,
io mi stupisco di una cosa, oggi ho parlato tutto il giorno con Clarke, e non capisco il perché, cioè discutiamo di cose talmente insensate che una conversazione è difficile tenerla, però io e lei ci riusciamo lo stesso. Mi sta simpatica quella ragazza, non lo avrei mai detto. Oggi per me è il penultimo giorno di vacanza prima dell’inizio della scuola, e dico per me perché per esempio per Clarke è l’ultimo, e invece per le mie amiche è il primo giorno di scuola. Qui da noi le scuole iniziano tutte in modo diverso, io sono la persona che incomincia più tardi di tutte, in tutta la mia compagnia.
Ad ogni modo sento il bisogno di raccontarti una cosa abbastanza pressante che mi succede in continuo perché continuo, per questo fatto ad essere restia nei confronti di tutti e ho paura. Io non faccio altro che pensare a come sarebbe stato se io e Costia avessimo lottato. O se almeno io avessi provato a tirarmi su da quella schifo di situazione. Si misura sempre l’importanza di una persona, perdendola. Ti ricordi cosa era successo? Te lo ridico. Con Costia era successo un gran casino, ma non un gran casino tutto in una volta, il nostro rapporto era degradato quando lei mi disse la fatidica Frase: - Io ti dico tutto, quindi tu le cose non devi aver paura di dirmele, ti voglio un sacco bene lo sai!!!-. Nel complesso, è notevolmente bella, esalta la fiducia che una persona pone in un’altra. Mi aveva detto questa bellissima frase un momento prima di fare una cosa di cui io non avrei mai saputo niente, se non da voci esterne, settimane dopo. Ci ero rimasta malissimo, ed era sempre questa Frase che mi rimbombava in testa, chiedendomi come avevo potuto crederle. Dopo varie scuse da parte sua, la mia porta si aprì nuovamente, non volevo perderla, esistono per tutti le seconde occasioni, e quella era per lei, una seconda occasione, che sfortunatamente sprecò per andare dietro a un ragazzo, un personaggio nell’insieme carino, ma che io già sapevo l’avrebbe di certo fatta soffrire, come sapevo anche che sarebbe tornata a cercarmi dopo questo ragazzo. E così andò. Non volevo mollare, l’orgoglio era più grande di ogni sentimento provato in quel momento, tra parole dolci, abbracci, occhi lucidi. Dopo gli occhi lucidi avevo mollato di nuovo, l’orgoglio aveva perso, la fiducia che riponevo in lei era del tutto sparita, ma confidavo nel fatto che potevo conviverci, la fiducia di sicuro sarebbe tornata. E nuovamente mi sbagliavo, non riuscivo a starci insieme e a non pensare al fardello pesante che c’era tra me e lei. Trovavo tutte le scuse possibili per non vederla, lei se ne era accorta, e mi chiese perché mi comportavo cosi, io con timore glielo dissi e da quel giorno non le rivolsi più parola, ero troppo arrabbiata per quello che aveva fatto, non riusciva a non associare il suo nome a quel che mi aveva fatto passare. Mi mancava da morire, ma piano piano mi abituai alla situazione,  a differenza sua, che me lo diceva che non riusciva più a stare senza di me, ma io non volevo saperne perché tutte le volte che mi cercava a me veniva una gran voglia di abbracciarla e poi subito dopo di non vederla più, così io decisi di mettere una pietra sopra a questa situazione, presi le redini e le dissi di smetterla perché non ci riuscivo più a continuare così. Le dissi di non scrivermi più e di non cercarmi più. Stavamo entrambe male, e dopo dei mesi senza di lei, avevo preso la decisione di ritentare a tornare come prima. Ci avevo seriamente provato, ma alla fine andò come tutte le altre volte. Dopo qualche giorno la situazione era la solita, così mi ripromisi di non provarci nemmeno più, tanto era inutile. E adesso questi avvenimenti li ripercorro sempre, e non li racconto mai a nessuno. Non so se le scelte fatte in passato siano state quelle giuste, di sicuro non le sono state e non per niente certe volte vorrei avere dei fantagenitori, come quelli di Timmy Turner, per avere almeno un po’ di belle cose nella vita che mi facciano ricordare come sia non stare male. Sono una persona forte, ma il problema di noi persone forti è che ci portiamo dietro il dolore di tutti.  Ringrazio il cielo di essere comunque più fortunata di certa gente, almeno io ho un tetto sulla testa, dei pasti, un’istruzione e degli amici, poi quello dipende da come li vedi, se cerchi di vederli come persone con cui passare il tempo e divertirti allora si, ne ho molti. La cosa migliore del mondo è la musica, lei ti aiuta, passa tutto e nessun pensiero ti penetra più. Ti dà tutto e non vuole niente in  cambio, Dio solo sa come sarebbe più bello il mondo se tutti fossimo come la musica! Ciao diario, ci sentiamo eh!
PS: grazie.
  • Lexa
 
 

09/09/13
Caro diario,
non so come, ma adesso io e Clarke siamo amiche, chiacchieriamo spesso, del più e del meno, è una persona apposto. Oggi mi ha detto una Frase che mi ha fatto troppo piacere: -Sei la persona più simpatica di tutte, nel tuo paese!- io ci sono rimasta un po’ di stucco, non immaginavo lontanamente che mi vedesse sotto quegli occhi. Clarke abita in un paesino vicino al mio, però non ho mai saputo il nome, è un paese sperdutissimo con a malapena una trentina di abitanti. Non capisco come faccia a starci, non c’è vita e in più ci sono solamente un paio di ragazzi della sua età, uno si chiama Monty e l’altra Charlotte. Li conosco solo per nome, non ci ho mai parlato, so solo che abitano li, e so anche che Monty ha un Fratello troppo bello, il problema è che ha otto anni in più, storia impossibile. Questi tre ragazzi sono tutti di un anno più piccoli di me, anche se è solo un anno di differenza, io li reputo piccolini lo stesso. Non capisco il perché ahahah.  Oggi per iniziare bene il primo giorno di scuola, in una nuova classe, in un nuovo istituto, sono inciampata sulle scale come un lama, poi però ho interpretato la caduta con una mossa furba per recuperare un euro che mi era caduto, anche se non mi era caduto proprio niente. In classe mi paiono tutti stupidi, nessuno parla con nessuno e io sto isolata nell’ultimo banco col telefono in mano per tutta la mattinata, anche i professori sono stupidi come capre svizzere. Non proviamo nemmeno a chiacchierare per instaurare un qualsiasi rapporto, anche fasullo. Sono una persona abbastanza aperta di solito, che fa subito amicizia, ma in questi casi non riesco ad essere me stessa, mi vergogno molto e non so come comportarmi per far si di piacere a chi mi circonda, in questo caso la mia classe, dopotutto dovrò passarci i migliori anni della mia vita, spero tanto di piacergli. La mia scuola è molto grande, pitturata da far schifo con colori, che uniti fanno ancora più schifo, tipo beige, rosso, blu e verde, tutti su una stessa parete. L’unica cosa positiva è che siamo nel corridoio con i più grandi, sono tutti bellissimi, li stimo molto e li rispetto, non so perché ma i più grandi mi sono sempre piaciuti e hanno sempre attirato la mia attenzione. Non vedo l’ora di essere più grande di qualcuno, potrò fare la persona vissuta che si sente più in alto di qualcun altro, poter dire che io quella cosa l’ho già vissuta e ho l’esperienza giusta per dire cosa è meglio fare, posso far si che le persone si fidino di me. Non aspetto altro che vedere qualcuno tanto preso da me da dirmi che vuole la mia mano per andare avanti, da dirmi che mi vuole un sacco di bene, che senza di me non riesce a scegliere, che sarò io la sua scelta d’ora in avanti.  La mia scuola è pure brutta esternamente, è mezza rotta con uno strato di vernice blu che fa cagare anche i licantropi, la cosa buffa è che la vernice è stata appena rifatta però non hanno prima stuccato i buchi, hanno solo pitturato, così da fare un capolavoro d’arte moderna valido per almeno quattro milioni. Ormai tutta l’arte fa schifo, come si può definire arte uno schizzo su una tela? Un punto al centro di un foglio bianco? Una volta l’arte non era la riproduzione di paesaggi col colore del tramonto? I volti di persone rispecchiate in ogni particolare? Un mare coperto da un cielo invernale o chissà cos’altro? Mi stupisco dei critici che dicono: -Si, questa è un opera da milioni, mettiamola nel museo più prestigioso!- e poi ti ritrovi con una sbavatura di rosso su uno sfondo nero. Anche il mio cane potrebbe dipingere meglio, e consideriamo che i cani non vedono i colori, noi umani si. Ad ogni modo, un’altra cosa molto figa della mia scuola sono la fila enorme di macchinette che distribuiscono ogni schifezza possibile, se te vuoi i pasticcini trovi pure quelli, senza problemi. Un corridoio è interamente dedicato a loro, con macchinette per il caffè, che se lo vuoi corretto con la sambuca, per affrontare meglio la giornata di scuola, te lo fanno, dove se ci vuoi anche un cornetto, te lo sfornano direttamente in mano. Uno spettacolo della tecnologia. Una pecca di queste macchinette è solo il costo che hanno di ogni prodotto. Un caffè ti costa un euro e venti, una bottiglia d’acqua invece ti viene a costare un euro e cinquanta, dove in un bar normale la paghi ottanta centesimi, però è uguale, è una cosa figa comunque. Speriamo che domani riesca a proferire parola con qualche d’uno, in classe sono quasi tutti maschi, tranne quattro ragazze. Per oggi non ho più da raccontarti nulla, a presto!
  •  

  • Lexa

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


12/09/13
Caro diario,
i primi giorni di scuola non sono del tutto andati male, con i professori abbiamo chiacchierato la maggior parte del tempo, iniziandoci a conoscere, capire i nostri interessi, le nostre abitudini comuni o chissà cos’altro. Io personalmente non mi sono ancora relazionata con nessuno, a parte che con i compagni di classe che già conosco perché sono del mio stesso paese, per il resto mi sento abbastanza sperduta, anche se con calma mi sto iniziando a fare un’idea di come potrebbero essere quelle persone come potenziali amici. Oggi Clarke mi ha raccontato di come ha trovato un gatto per strada, un gattino bianco e nero, malato di congiuntivite, ma molto tenero. L’ha preso con sé chiedendo hai suoi genitori se poteva tenerlo anche se già hanno un cane, e loro per grazia divina le hanno balbettato un sì per pietà del povero gattino. L’hanno chiamato Leo. Il cane di Clarke è enorme, tutto marrone, un cane ciccione e molto dolce, si chiama Marly. Si chiama così perché quando erano piccole, Clarke e sua sorella hanno visto un cane salvare una persona che stava per affogare, e il nome di quel grande e grosso cane era proprio Marly. Dopo la visione di questa scena, le due bimbe avevano stressato i genitori per acquistare loro un cane e i due poveri adulti furono costretti ad accontentarle. Adesso Marly ha più o meno dieci anni, portati benissimo! Inoltre, oggi io ho raccontato a Clarke una cosa che avevo proprio bisogno di raccontare. Quando mia madre aveva diciotto anni, era fidanzata con mio padre, erano giovani e si volevano divertire, dopo una performance abbastanza rischiosa, mia madre scoprì di essere incinta. Mio padre non voleva prendersi questa enorme responsabilità così decise di lasciare la mamma e godersi la vita. Quando io avevo due anni però, mio papà si riconobbe come tale e iniziò a curarmi, a volermi vedere e anche ad aiutare la mamma a mantenermi, solo che con la mamma non aveva nessun rapporto se non puramente economico. Mio padre è sempre stato un donnaiolo e fin da quando son piccola, mi sono abituata a vederlo con donne diverse molto spesso. Adesso però se n’è trovata una fissa, con cui è fidanzato da un po’ di mesi e a me però non va molto a genio, perché è una donna arrogante e mi sa tanto di puttana. Il mese scorso, papà mi ha chiesto se volessi andare con lui e la fidanzata in crociera e io però ho risposto secca di no. Non è che non volessi andarci, però mi sarebbe piaciuto che avesse portato esclusivamente me, e non una donna da quattro soldi conosciuta un paio di mesi prima, dopotutto io sono la figlia e in vacanza, in sedici anni di vita non mi ci ha mai portato. Mi ha fatto girare le scatole il fatto che sia partito senza di me e con una sconosciuta, a parer mio. Quando io mi misi a spiegargli che non volevo venire perché c’era lei e perché prima d’allora non mi aveva mai chiesto di  fare una vacanza con lui, scosse le spalle e disse che prima non aveva i soldi, adesso invece li aveva e voleva portare in vacanza le due donne della sua vita. Al che io dissi: - Sapevi che ti avrei detto di no, è gentilezza la tua, dopotutto hai dei doveri da padre. Cosa non si fa per una scopata eh!- appena finito di parlare lui mi guardò senza parlare. Mi salutò con un bacino sulla guancia e partì per la sua schifosa vacanza. Appena tornato mi riiniziò a parlare in modo normale, come se non fosse accaduto niente. Questa cosa mi ha dato abbastanza fastidio, ma alla fine ci sono passata sopra perché so che mio papà è egoista e che c’è solo per darmi dei soldi. Mio padre si chiama Tommaso. Mia madre si chiama Jessica. Quando ero piccolina, fino all’età di sei anni, mio padre era molto presente nella mia vita, poi tutto ad un tratto ha iniziato a non passare più tutti i week-end con me ma solo una domenica ogni tanto, e adesso che sono cresciuta, c’è solo per mantenermi finanziariamente. Per l’amor di Dio eh, non è che non mi vada bene, tanto ci sono abituata , ma un padre serve sempre, nel bene e nel male. Sembrerò anche avara nel dirlo ma finche mi dà un po’ di soldi, io sono contenta lo stesso.  Diciamo che a Clarke ho raccontato solo l’avvenimento della crociera, e sinceramente non so nemmeno perché glielo abbia raccontato, però mi andava di sfogarmi e lei c’era. Questa cosa la sa solo lei, nessun altro, nemmeno la mia migliore amica. Mi stupisco un po’ di questo fatto, chissà perché proprio a lei. Però non ci do molto peso, è una semplice discussione tra amiche, mi sembra di potermi fidare di lei, e credo che lei si fidi di me, almeno lo spero. Ti scrivo presto, see you soon.
  • Lexa
 
 
18/09/13
Caro diario,
a scuola ho fatto un casino, ho fatto arrabbiare una delle ragazze della classe, sono stata troppo esuberante, ho creduto che già ci fosse della minima confidenza ma mi sbagliavo. Le ho scritto una cosa sul diario, ma a lei non è sembrato tanto divertente e così ha iniziato a gridare di andare a sedermi nel mio banco perché non è stato buffo il mio gesto. Io mi sono sentita ridicola, osservata e ho provato tantissima vergogna, dopotutto non mi è sembrata un’azione così cattiva, era solo una scritta, ma evidentemente non è stato lo stesso per lei. Sono una persona piuttosto orgogliosa, non chiedo spesso scusa, a meno che non la combino grossa e sono sempre molto riservata, non dico quello penso veramente ma parlo solo per piacere agli altri perché se riesco ad andare a genio a qualcuno sarà più facile anche per me riuscire ad accettarmi così come sono. L’anno scolastico è iniziato malissimo, abbiamo fatto i test d’ingresso e io ho preso tutti tre e quattro, solo nel tema di italiano il mio voto è stato sufficiente, presumo che quest’anno sarà più impegnativo del previsto, di solito vado bene a scuola, non capisco perché adesso si sia capovolta la situazione. Menomale che siamo a fine settimana perché sono già stufa di svegliarmi sempre alle sette e di andarmi a chiudere in un buco per tutta la mattina. Clarke mi dice sempre che se studio avrò più soddisfazioni nella vita, mia madre mi apprezzerà di più, mio padre sarà più fiero di me e io sarò più felice. Lei è molto brava a scuola, ha tutti otto e non ha mai preso un’insufficienza nella sua carriera scolastica. La invidio da morire, ci riesce anche se studia pochissimo, io più studio e meno imparo, non so per quale assurdo motivo la natura sia stata così generosa con certe persone  e così crudele con altre. Clarke è bellissima, con dei lunghi capelli biondi, che però ha intenzione di tingersi di nero, occhi azzurri grandi ed espressivi e fisico splendido, molto proporzionata e slanciata, in più ha anche l’intelligenza. Io sono tipo il contrario, l’unica cosa che ho in più di lei è l’altezza, sono poco più alta, ma non di tanto, e anche gli occhi. Amo i miei occhi, sono l’unica cosa che adoro di me, li ho di un verde intenso, con sfumature di azzurro e bianco che al sole si fanno vedere. Sono molto belli, ma rimangono comunque l’unica cosa adeguata che possiedo. Parlando di bellezza, tutte le persone che mi circondano sono belle, tutte le mie amiche hanno dei lucenti capelli, pelle morbida, fisico scolpito e testa per fare tutte le cose nei migliore dei modi, mi sento tanto la pecora nera del gruppo, ma ci convivo e per mia fortuna non ci penso molto, quindi non mi faccio nemmeno paranoie.  Oggi ho deciso di stare un po’ in casa a guardare un paio di film di Robert De Niro ed a mangiare dei pop corn, ho voglia di stare tranquilla e non essere disturbata da nessuna chiacchiera inutile. È dalla sera della festa che non vedo Clarke, perciò domani l’ho invitata ad uscire con me e i miei amici qui per il paese. Ah giusto a proposito di amici, si sono aggiunti quattro nuovi soggetti alla mia banda, oltre a me, Octavia, Indra e Anya, adesso ci sono anche Finn e dei suoi compari.  Sono ragazzi poco più grandi di noi, che già conoscevamo anche se non avevamo mai stretto una grande amicizia, adesso invece, dato che Wells, un amico di Finn, ha una cotta per Indra, si sono avvicinati a noi, e così siamo diventati tutti amici. Ho una voglia matta di presentare a tutti i miei amici Clarke, sono sicura che andranno subito d’accordo. Quando, ieri, ho proposto a Clarke questa cosa, era entusiasta però poi mi chiese se poteva portare un’amica. Era ovvio che doveva portarla, perché io avrei portato i miei, così decise di chiedere sia a Charlotte che a Monty di venire. Sono molto contenta di esserci riuscita, almeno il nostro gruppo si allargherà ancora, è sempre bello avere più gente intorno a sé. Ti scrivo tra un paio di giorni, almeno ti racconto come va l’incontro con Clarke!
  • Lexa

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


 
 


20/09/13
Caro diario,
ti devo raccontare dello scorso pomeriggio! Io ti giuro, non so perché ma ero nervosissima, ho sudato come se dovessi affrontare un’interrogazione a sorpresa, dove non sono preparata. Avevamo stabilito le tre come orario, davanti la chiesa del paese. Alle due ero già molto tesa, non sapevo cosa indossare, se mettere una giacca o solo una felpa, se legarmi o meno i capelli, poi ho optato per un paio di pantaloni beige, una maglietta blu e un cardigan beige chiaro. Sono stata la prima ad arrivare, subito dopo di me è arrivato Monty, da solo, e poi le mie amiche e i miei amici, alle tre e quindici è arrivata Clarke, l’ho vista sbucare dall’angolo insieme a Charlotte. Non so perché fossi così nervosa, forse perché le ho voluto bene fin dal principio, quando ancora non la conoscevo, ma comunque non mi è mai successo di attaccarmi così ad una persona in poco tempo. Le sono andata incontro, con gli altri al seguito, ci siamo guardate e ci siamo abbracciate fortissimo, come se a parlare fossero stati i nostri pensieri, non c’era nient’altro oltre noi due e la nostra amicizia assurda. Clarke mi ha fatto conoscere e stringere una superficiale amicizia con Charlotte e successivamente con Monty, sono persone a posto, mi hanno detto che sarebbero tornati quando tornava anche Clarke. Noi ragazzi del paese c’eravamo tutti, tranne Finn, che è dovuto andare a Firenze con i suoi genitori, al saggio di danza di sua sorella Tanya. La famiglia di Finn è numerosa e molto simpatica, soprattutto è ospitale, cordiale e semplice. I suoi genitori sono due adulti molto grassi e di carnagione chiara, entrambi hanno i capelli neri e il papà ha una lunga barba folta. La sorellina di Finn è molto minuta, una bimba bassa e snella, con gli occhi marroni e i capelli biondissimi. Finn, è un ragazzo semplice, con una capigliatura bizzarra, ha anche lui i capelli neri, ha una chioma folta sempre raccolta in una fascetta rossa. Tutti i miei amici sono abbastanza strani, ma a me piacciono apposta per questo! Comunque, durante il pomeriggio, abbiamo vagato a vuoto, con un gelato in mano per le campagne del paese, abbiamo riso e scherzato, finche non è arrivata l’ora per Clarke e i suoi amici di tornare a casa, era presto, circa le sei. È venuta a prenderla sua mamma, in una macchina grande e grigia, una jeep. Ci siamo salutate come se non dovessimo vederci mai più, appena lasciata la sua mano, già mi mancava da morire. Lei lo sapeva, appena è salita in macchina, è subito riscesa e ci siamo riabbracciate, è stato un abbraccio talmente lungo che sua mamma ha dovuto suonare il clacson per farci tornare al mondo reale. Non so come ci sia riuscita, ma ha la mia completa fiducia. Abbiamo creato anche un gruppo su Whatsapp, tutti noi, almeno ci mettiamo d’accordo quando vogliamo uscire e dove ritrovarci, senza dover sempre avvisare tutti. Quando sono andata a casa anch’io, appena ho attaccato il wi-fi , mi è arrivato un messaggio da Clarke: - Sono tutti molto simpatici, ma nessuno è come te, ci tengo a te e già mi manchi!- Dio solo sa come sono stata contenta in quel momento, niente può rovinare la nostra amicizia, siam troppo unite per farci dividere e questa cosa, è una delle poche che mi fa sempre sorridere. Ciao diarietto, a presto!
  • Lexa
 


30/09/13
Caro diario,
ormai è più di una settimana che non vedo Clarke, non vedo l’ora che sia sabato per incontrarla nuovamente, ho tante di quelle cose da dirle! Sono una persona essenzialmente chiacchierona, cioè che trovo sempre un argomento di cui parlare, nessuno resta in imbarazzo davanti a me, perché quel silenzio famoso che ogni tanto cala in una conversazione, nelle mie comunicazioni non esiste. Riesco tranquillamente a passare da un argomento all’altro, come se non mi fermasse niente, in questo non ho paura. Ho spesso paura di non fare una buona impressione alla gente, ma sul fatto di aprir bocca, non sto mai zitta e questa è l’unica cosa che lascio a vedere agli altri. Se accettano questa mia cosa, allora sono in grado di sopportarmi sempre, anche nei peggiore dei casi.  A scuola mi riprendono sempre perché parlo troppo, e il mio profitto non è dei migliori. Proprio un paio di giorni fa ho fatto la verifica di Francese, e oggi l’ha riportata corretta, ci ho preso tre e mezzo, stamattina ci sono rimasta malissimo, ero convinta di averla svolta nel migliore dei modi, o almeno nel migliore dei modi secondo le mie abilità. Non ho idea di come fare a svelarlo a mamma, mi ucciderà, ne sono sicura. La cosa che più la fa incazzare sono i brutti voti, non sopporta che prenda delle insufficienze perché dice che è l’unico lavoro che ho da fare obbligatoriamente, tutto il resto è secondario. Su questa cosa non posso biasimarla, ha ragione ad ammettere una cosa del genere, ma lei pensa solamente alla scuola, ti faccio un esempio: se io avessi una malattia, e lo stesso giorno mi dicessero che sono guarita e che però a scuola, nel compito di matematica non ho perso la sufficienza, lei si incazzerebbe per il voto e non terrebbe conto della mia guarigione. È fatta così, e molte volte siamo in contrasto, non la odio, è pur sempre mia madre, ma non fa altro che farmi incazzare! Dico A e lei dice B, decido di fare B e lei dice che sarebbe stato meglio fare A, e così via. È impossibile avere una vera discussione con lei, sarà che con la mia nascita le ho rovinato la vita, ma non mi sembra giusta la sua indisponibilità nei miei confronti. Sono io che suppongo di averle rovinato la vita, e ti spiego perché lo penso. Quando sono nata, mia madre era giovane e avendo tutta la vita davanti, voleva divertirsi, ma con me tra i piedi non poteva. Ero piccolina, avevo bisogno di cure e amore costante. Lei mi curò sempre molto, lasciando da parte la sua vita, per badare alla mia. È per tutto questo che suppongo lei adesso non abbia più voglia di badare a me, sono grande e vaccinata, ma ne ho bisogno comunque. Posso imparare a vivere da sola, ma mi serve una mano almeno per iniziare a sopravvivere, e i miei anni sono quelli della sopravvivenza. E forse ci meritiamo più che una mera sopravvivenza. Scrivo spesso dei testi per scuola che parlano dell’adolescenza, e per questo la professoressa mi loda sempre, è l’unica prof a cui non sto sul cazzo, gli altri mi odiano tutti e mi trattano come se non valessi niente, e non gli do tutti i torti perché a scuola non mi impegno mai, però potrebbero accettarmi comunque. Non sono mai stata bocciata in vita mia, e  di certo non inizierò adesso, se questa prima parte di anno sta andando male non significa che andrà male anche dopo, fino a giugno. Quando studio, ho sempre la musica accesa, così da ricordarmi che lei c’è anche se non sono perfetta. Io amo la musica, non so cantare, non so suonare nessuno strumento, e mi fanno cagare i concerti, ma amo ascoltarla a casa, da sola, mi piace avere uno stretto rapporto con la musica, solo io e lei, per un po’, per lasciarmi trasportare dalle note e sfogarmi con me stessa. Ascolto molta musica, e generi diversi, che variano al variare del mio umore, se sono di umore nero mi metto ad ascoltare a tutto volume, nelle cuffiette, le canzoni depresse e tristi, con ritmo debole e con le voci dal timbro basso. Se invece sono di buon umore ascolto più un genere di musica elettronica, che mi faccia ricordare quanto sia bello ballare e divertirsi, con ritmi veloci e calzanti, spesso insensate. L’ultimo tipo di musica che mi piace è quello commerciale, in sostanza. Quello commerciale perché quelle canzoni hanno un ottimo ritmo, sempre accompagnato da delle belle voci, melodiche e precise. Queste canzoni possono trasmettermi allegria o tristezza, ma solitamente le sento quando non provo niente, quando non sono ne di umore buono, ne di umore cattivo. Le ascolto semplicemente quando non ho altro da ascoltare, quando non ho niente da fare nella mia giornata oppure quando non mi  va di ascoltare gli altri. Il momento della giornata in cui ascolto più canzoni è la notte. Di notte mi sento libera, nel mio mondo di nuvole e castelli volanti, dove tutto è concesso e niente può fermarmi. Mi chiudo in camera mia, sotto le coperte con le cuffiette nelle orecchie e il cellulare stretto in mano, così che nessuno possa togliermi la mia vita, tra lacrime per canzoni tristi e sorrisi per ricordi inaspettati e aspetto di addormentarmi proprio quando nella playlist arriva la mia canzone preferita. Dicono che ascoltare troppa musica implichi il fatto che ti manca l’affetto da parte delle persone, in parte è vero ma alla fine uno ascolta la musica per sentirsi bene e per non pensare per un attimo a tutto il resto! Ad ogni modo, a proposito di tutto questo, oggi io me ne sono stata in casa a non fare assolutamente niente, non ho usato il telefono, non ho guardato la tv, non ho mangiato ne bevuto, me ne sono stata sdraiata sul letto con la musica dello stereo al massimo volume, così per stare tranquilla. I compiti non li ho fatti perché mi mancava la voglia, ma non mi preoccupo perché intanto la prof non ha intenzione di interrogare domani, quindi non c’era nemmeno bisogno di pensarci. Alle sette è arrivata mia mamma dal lavoro, incazzata nera perché la mia musica si sentiva fin dalla strada, così mi ha costretto a toglierla e ad andarmi a fare una doccia così da rinfrescarmi un po’ le idee, perché secondo lei non ero in grado di intendere e volere in quel momento li. Ho fatto una doccia freddissima, così da levarmi la depressione di dosso, e per fortuna ha funzionato per tutta la sera. Ora vado a letto che son le undici passate, sto morendo di sonno! A presto.
  • Lexa
 
 
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***




03/10/13
Caro diario,
in questo periodo faccio sogni assurdi, che sono molto influenzati dalle mie emozioni, ma soprattutto sono insensati. Stamani quando mi son svegliata, mi son entusiasmata perché il mio subconscio è totalmente matto, ho fatto un sogno molto particolare, con dentro di tutto, dai transessuali, alla popolarità, alla bellezza, ai rapimenti e alle moto, ora te lo racconto. Il sogno inizia con una visuale su di me, ero in un set per registrare una puntata di un film insieme a dei miei amici e anche persone che non avevo mai visto in vita mia, finite le riprese ci avviamo fuori dal set e andiamo vicino a un enorme cancello con accanto delle scale, dietro al cancello c’erano tutti i fans che volevano vederci. Io non avevo intenzione di stare a sentire tutte quelle urla quindi decido di sedermi sulle scale e intravedo un ragazzo davvero bello che mi stava fissando. A mia volta lo fisso e lui arriva per parlare con me, una mia amica appena vede quel bel ragazzo chiacchierare con me si intromette per fare colpo su di lui. Si presenta, si chiamava Ryan e aveva i capelli biondi mossi e gli occhi azzurri. Appena tolta di mezzo l’amica rompi scatole ci diamo appuntamento per il giorno dopo, così da poterci incontrare e chiacchierare. Viene in giorno seguente e lo scenario si tramuta in una minuscola automobile con all’interno Ryan, il quale si era trasformato in una donna con le labbra enormi, i capelli lunghi, rossi e cotonati, era seduto nel posto accanto al guidatore, alla guida c’era un genitore che però non ricordo bene, vicino a me, dietro, c’era una mia amica e dalla parte opposta un’altra mia amica. Quando chiesi a Ryan perché fosse così lui rispose che era sempre uguale, io mi sentivo in estremo imbarazzo e smisi di parlare, intanto però chiedevo all’amica accanto a me, perché fosse così, e le raccontavo che io non lo volevo più, e che non sapevo se ora fosse una maschio o una femmina, e questa cosa mi preoccupava parecchio, e quel ragazzo in quel momento mi faceva paura. Dovevamo andare in un ristorante ma automaticamente ci ritroviamo in una casa dove era successo un crimine perché un bambino era stato rapito e con sé aveva portato un triciclo, col quale era stato portato via. Era inverno ed eravamo in una casa dentro una specie di bosco che però poi sbucava sulla strada. Non so per quale motivo, ma io dovevo trovare questo bambino salendo su un motorino e andando sempre dritto, insieme a me c’era mio cugino che guidava una moto per aiutarmi a cercare questo bambino. Automaticamente questa scena finisce e ci troviamo in un ristorante e sempre insieme a me c’era questo ragazzo o ragazza che mi faceva notevolmente paura. Io dovevo andare in bagno, così mi avvia e mi ritrovai nella camera del bimbo scomparso, dovevo fare pipì, non so come mai però la facevo da in piedi come i maschi. Dopo questo episodio mi preoccupai ancora di più e all’interno di questa stanza entrò anche Ryan. Gli saltai addosso e mi arrabbiai molto con lui, ma non gli andai contro con maniera aggressiva. Non saprei spiegarlo. Mi staccai e il sogno finì. Mi sono svegliata stamattina con la paura di essere diventata un maschio, e invece no, tutto normale, per fortuna. Ad ogni modo, cambiando argomento, Clarke domani sera viene qui in paese, ci andiamo a mangiare una pizza insieme a tutti i miei amici, ci sarà anche Finn, il quale l’ultima volta non aveva conosciuto. Sarà una gran serata, poi ti saprò ridire, a presto!
  • Lexa
 





05/10/13
Caro diario,
ieri sera è stata una serata magnifica! Abbiamo scherzato e riso tutto il tempo, eravamo una banda allegra e gioiosa. Clarke è arrivata davanti alla pizzeria, l’unica del paese date le dimensioni, un po’ prima del dovuto perché sua mamma non poteva portarla dopo, aveva un impegno di lavoro, con lei c’era anche Charlotte. Erano vestite in modo molto tranquillo, entrambe con una felpa e un paio di jeans, la felpa di Clarke era vistosa perché era di un rosso acceso, Charlotte invece l’aveva nera. Noi ragazzi del paese c’eravamo tutti, donne e uomini, mancava solo l’amico di Clarke, Monty, che non era potuto venire non so per quale motivo. Siamo entrati in pizzeria e abbiamo dovuto unire tutti i tavoli per riuscire a stare vicini, io avevo vicino Clarke, Charlotte e Finn. Siamo stati molto a chiacchierare del più e del meno mentre aspettavamo la pizza. Io ne ho presa una ai peperoni, Finn al salame, Clarke con i funghi e Charlotte una semplice margherita, ci hanno messo un po’ ad arrivare ma ne vale sempre la pena perché è un dato di fatto che la pizza di Titus sia speciale. Titus è il pizzaiolo, ha ereditato  l’attività da una decina d’anni dal padre, il quale era il miglior pizzaiolo del mondo. Gli ha insegnato tutto su come fare un’ottima pizza, menomale che lo abbiamo noi qui! Comunque, arrivate le pizze, tra un boccone e l’altro riusciamo a trovare sempre un nuovo argomento senza mai stare zitti, Clarke dà il suo numero a Finn e anche Charlotte, era l’unico senza perché noi ce li eravamo scambiati la volta scorsa, nella serata ho notato un certo interesse di Finn per Clarke, ma non ho detto niente per evitare dell’inutile imbarazzo. Passano le undici e la mamma di Clarke è venuta a prenderla, ci salutiamo con un abbraccio lunghissimo e un bacio sulla guancia, schiocco un bacio anche a Charlotte e aspetto di non vederle più in lontananza per girarmi e continuare a chiacchierare con i miei amici. Il primo a venire da me è stato Finn, ringraziandomi di avergli fatto conoscere quelle due ragazze e facendomi ricordare degli aneddoti divertenti riguardanti la pizzeria di poche ore prima. Finisce la serata tra uno scherzo e l’altro, è stata una serata molto divertente ma anche, alla fine malinconica perché quando sono tornata a casa, già sentivo la mancanza di Clarke. Ci scriviamo tutti i giorni e spesso sento che se fosse più vicina a me sarebbe meglio, abitando in un altro paese non possiamo vederci tanto e quando viene lo fa solo per stare con me e questo mi rende sempre tremendamente felice perché so di contare per qualcuno. È una sensazione strana ma allo stesso tempo meravigliosa, capisci che vali la pena per qualcuno e quel qualcuno fa una cosa pensando a te e non al resto. Ieri sera, prima di andare a dormire, Clarke mi ha scritto che lei è migliorata dopo avermi conosciuto e che dopo Bellamy non era più tornata in paese perché non ne aveva motivo, io le ho ridato quel motivo di uscire e divertirsi con qualcun altro, qualcuno come me. Con Charlotte invece è più complicato stringere una bella amicizia perché e una ragazza chiusa e molto sensibile, ma piano piano ci sto riuscendo, le do fiducia e lei è felice di questo, così riesce a conoscere gente nuova. Io e Clarke ci siamo ripromesse molte volte di andare l’una a casa dell’altra, ma fino ad ora non è mai successo, mancata voglia mia di andare fino al suo paese, sono nata pigra e resterò tale fino alla morte! Mia mamma di questo non è troppo fiera, vorrebbe una figlia agile, scaltra e svelta. Io sono l’opposto, non mi muovo a morire e si nota, durante la giornata studio, guardo dei film o gioco al computer. L’unica cosa per cui mia madre è fiera di me è il fatto dei libri, leggo tanto e mi piace farlo, lei dice che apre la mente e che serve per il mio percorso scolastico. È una delle poche volte dove sento parlare mia madre bene di me, che cosa stupenda. Ok, ciao diarietto, ci sentiamo a breve!!
  • Lexa

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***





08/10/13
Caro diario,
stamani non mi è suonata la sveglia, avevo Aden giù in strada ad aspettarmi, non mi sono presentata e ha deciso di andarsene senza di me. Aden è un mio compagno di classe, nonché il mio compagno di banco, e tutte le mattine percorriamo la strada per andare a scuola insieme, dato che abitiamo a 100mt di distanza. Di solito il nostro ritrovo mattutino è per le sette e trenta, sotto casa mia, accanto al panettiere. Questa mattina non mi sono presentata e lui si è anche arrabbiato, mi ha chiamato dieci volte e pur di aspettarmi è arrivato tardi in classe. Per mia fortuna mi sono riuscita a svegliare da sola alle otto e venti, così da riuscire ad entrare alla seconda ora, porgendo anche le mie scuse a Aden. Ho la sveglia molesta, suona quando vuole lei e come dice lei, certe volte la spaccherei per acquistarne un’altra, ma mia mamma non me lo consente perché è un periodo difficile al lavoro e non possiamo  permetterci delle cose in più. È un momentaccio per la mia famiglia, papà ha perso il lavoro e quindi i suoi soldi non entrano più nel conto di mamma, così dobbiamo arrangiarci solo con uno stipendio. I miei amici non lo sanno, neanche Clarke. Perché devo rendere partecipe qualcuno di ciò che mi succede se so che tanto non mi sosterebbero? La vedo così, e non riesco ad orientarmi su un altro metodo di vita. Papà faceva il carabiniere poco lontano dal paese, lo hanno licenziato perché non ha voluto sottomettersi al maresciallo per una incomprensione avuta il giorno stesso, ora per colpa del suo stupido orgoglio noi stiamo raschiando il fondo. Ho capito da chi ho preso questo brutto aspetto del mio carattere ma almeno così, so di non essere stata adottata. Il mio orgoglio è più lieve rispetto a quello di papà, lui non lascia andare nulla, io se vedo che la faccenda si fa critica, lascio stare l’orgoglio e cerco di non mettermi in guai ancora più grandi. La mamma è distrutta da tutto questo, prova lo stesso a non farmi mancare nulla, e ci riesce sempre e comunque. Per scherzare sull’argomento l’altro giorno le domando: “ mamma ma te fai a far marchette quindi per avere i centoni nel portafoglio?”.  Entrambe siamo scoppiate in una Fragorosa risata, è stato un momento tutto nostro, per una volta. Comunque, mi sono dilungata troppo, ti finisco di raccontare la mia giornata. Quando sono arrivata a scuola, in ritardo, in classe c’era il prof di matematica, e mi ha interrogata per punizione perché pensava che fossi arrivata a quell’ora per saltare l’ora di interrogazioni all’inizio. Ovviamente non ero preparata. Sono riuscita lo stesso a cavarmela con un 6+ per compassione. La mia faccia da cucciola ogni tanto da i suoi frutti. Tornata a casa ho dovuto farmi da mangiare perché mia mamma ha fatto tardi al lavoro e non è riuscita a tornare a casa per pranzo. Ho optato per qualcosa di leggero, una caprese. Facile da preparare ma anche gustosa quanto basta. Il mio pomeriggio è stato abbastanza improduttivo perché ho solo finito di leggere il mio libro e ho messaggiato con Clarke e Indra. Ho scoperto una notizia scandalosa da parte di Indra! Mi ha detto che Finn le ha detto che gli piace Clarke! Io non me lo sarei mai aspettato, anche perché sono passati pochissimi giorni dal loro primo incontro. Clarke ancora non lo sa, ma Finn ci sta parlando, per messaggio, da sabato sera. Prevede una bella storia d’amore qui! A Clarke farebbe solo che bene, almeno si dimentica di Bellamy una volta per tutte, ci sta ancora troppo male. Vabbè diario, ho da andare a cena, ti aggiornerò in futuro!
  • Lexa
 
 



11/11/13
Caro diario,
sono arrivata alla conclusione più palese, di tutto ciò che ti ho raccontato, purtroppo ho esitato su una cosa. Una cosa che non voglio ammettere nemmeno io. Io sono piuttosto presa da Clarke, e questo non è giusto. Non è vero. Perché deve essere tutto così difficile?
Oggi parto, non posso più vederli insieme, quei due. Si, scusa, non ne sei al corrente perché non ho più scritto per un intero mese, ma non ero proprio cosi in vena di affrontare i miei reali sentimenti, mi fanno paura da morire.
Ho deciso di partire, non tornare per un po’…me ne andrò in erasmus, ma prima voglio scrivere una lettera a Clarke, deve sapere. Ma dirglielo così, affrontando subito le conseguenze, non riuscirei a farlo, almeno avrò ed avrà anche lei, tempo per pensare.
Ti allego la lettera, vediamo se sei d’accordo con me:



"Ciao Clarke,ti volevo avvisare della mia imminente partenza, scusa se non te ne ho parlato prima ma non me la sentivo. In realtà non me la sento nemmeno ora, ma devo farlo. Ti scrivo questo pezzo di carta, in una serata abbastanza triste, non so cosa aspettarmi. Io sono una persona impulsiva e tanto socievole, ma quando si parla di te, le parole escono a metà e sei l’unica persona che riesce con uno sguardo a mettermi a disagio e poi subito dopo a tranquillizzarmi. Io ho bisogno di tempo, per questo parto per un erasmus di un anno, è che vederti con Finn mi fa impazzire. Pensavo di essere contenta per te, all’inizio, ma poi ho capito che qualcosa non andava. Quel qualcosa me lo imponeva il mio cuore. Ho pensato e ripensato a come reagire, a frenare i sentimenti, ma è impossibile. Me la ricordo la prima volta che ho iniziato a pensare a te non più come un asemplice amica, ma il mio cuore ha sempre una chance in meno della mia mente, ho deciso di ignorarlo. Stare vicino a te, mentre fra coccole e baci con lui non mi calcoli di striscio è qualcosa che non riesco a sopportare. La sensazione più forte me l'ha data il mio stomaco, era arrivato il momento delle farfalle, mai le avevo sentite così prepotenti. Quando un giorno mi sfiorasti la mano con la tua andai in corto circuito, era tutto così complicato, io la ero. Non ho mai provato nulla per una ragazza al di fuori dell'amicizia. Tu, tu mi hai fatto capire che l'amore è qualcosa che non si può controllare, non è quantificabile, non è, e basta. Il momento in cui ti guardo negli occhi è quello più malvagio, sento il corpo scaldarsi, le labbra iniziare a sorridere, gli occhi mangiarti. Io non ci riesco Clarke, devo capirci qualcosa. Mi hai stregato, e lo fai sempre. Non mi aspetto nulla, so che non è normale, so che è sbagliato, so che non è corrisposto, so tutto, e per questo non te ne ho mai parlato. Spero che tu e Finn abbiate il futuro tanto felice che meritate.
Ci vediamo l’anno prossimo. LEXA"




Ok, diario cosa dici? Non potevo dirle che l’amavo così esplicitamente. Non potevo. Bene ora devo solo spedirla, chissà cosa mi risponderà, se mi chiamerà o se la strapperà o se mi verrà a fermare alla stazione come nei più bei film romantici. Ma io sono nella vita reale, non sono un film, non sono nulla di tutto ciò che vorrei essere adesso.
Pagherei per avere DeNiro qui vicino a me adesso e dirmi che è tempo di girare un’altra scena insieme, mi rilasserei pensando di dover solo lavorare. Clarke sei entrata come un vortice all’ennesima potenza e ti odio per questo. Ti odio per esserti fatta amare così in fretta. Ti odio per avermi reso così debole solo con una carezza spontanea. Un giorno mi presi la mano, quel giorno fu il migliore della mia vita, solo che ancora non lo sapevo.
Vado a spedire la lettera.
- Lexa


 

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