Una figlia disubbidiente

di misimisi97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima bugia ***
Capitolo 2: *** Il rapimento ***
Capitolo 3: *** Il dolore ***
Capitolo 4: *** La fuga ***
Capitolo 5: *** Una brutta sorpresa ***
Capitolo 6: *** Una cena finita male ***
Capitolo 7: *** La paura ***



Capitolo 1
*** La prima bugia ***


L’adolescenza dovrebbe essere un periodo spensierato, un periodo dove non t’importa di niente e di nessuno. E’ il momento delle “cazzate”, delle nottate in discoteca, delle sbronze, dei primi amori … Gli anni dell’adolescenza dovrebbero essere i migliori …  basta che tu non sia una diciassettenne alta un metro e sessanta, occhi azzurri, capelli castani e non ti chiami Phoebe Gray, la figlia di Anastasia e Cristian Gray.

Sono le sette di mattina e invece di prepararmi per andare a scuola sono ancora sdraiata, a rimuginare sulla mia vita quando a un certo punto la porta viene spalancata.

Anastasia: “Phoebe tesoro cosa ci fai ancora a letto?? Forza devi andare a scuola”

P: “Mamma ti prego per oggi posso saltare?”

La mamma mi guarda e sbuffa.

A:” Non ci pensare nemmeno!!”

In pochi minuti  mi alzo, mi preparo e scendo controvoglia a fare colazione. Mrs Jones ha preparato bacon con uova strapazzate e un succo d’arancia. Mi siedo a tavola accanto a mio fratello.

P:” Buongiorno Teddy”
Teddy: “Ciao Phoebe!! Si va insieme a scuola?”

P:” No no preferisco andare a piedi”

Teddy alza gli occhi al cielo.
Mentre mangio le uova entra mio padre, bello e perfetto come sempre. Capisco il perché mamma abbia perso la testa per lui. Si avvicina a me e come tutte le mattine mi bacia la fronte.

P:” Papà non ho più cinque anni”

Cristian:” Ora tesoro non possiamo nemmeno più baciarti?”

Mentre gli faccio una linguaccia mi vibra il telefono. Lo prendo e apro il messaggio. E’ Ava.

“Cugina che ne dici se oggi invece di andare a scuola facciamo brucia e andiamo al nuovo Luna Park che hanno montato settimana scorsa?”

L’offerta è allettante. Se i miei lo scoprissero andrebbero su tutte le furie. Decido comunque di correre il rischio.

“Accetto! Ci troviamo alle 9 davanti a scuola”

Metto il telefono in tasca, prendo frettolosamente lo zaino saluto tutti e mi avvio alla porta.
Prima che potessi uscire papà mi ferma.

C:” Dove vai signorina?”

P:” A scuola …”

C:” Tuo fratello non è ancora pronto, appena avrà finito vi porterà Sawyer”

P:” Papà preferirei andare da sola … ho voglia di fare una passeggiata”

C:” Assolutamente n…”

Anastasia:” Assolutamente si!!!”

Guardo mamma raggiante,vado da lei e le do un bacio. Poi corro in ascensore. Mentre le porte si chiudono sento mamma dire a papà: “ Tesoro ormai è grande”
Meno male ci pensa la mamma.
Poco dopo sono davanti a scuola. Sono le nove in punto e Ava è li che mi aspetta, puntuale come un orologio svizzero.

Ava: “Sei pronta??”

P:” Prontissima”

Andiamo al Luna Park, dove passiamo delle ore da urlo.
Alla fine mentre c’incamminiamo verso casa; parlando le chiedo che scusa ha inventato per venire qui.
Ava mi dice che ha semplicemente detto che sarebbe andata scuola da sola.
Mentre chiacchieriamo prendo il telefono per vedere che ore sono.
Quando lo accendo mi viene un tuffo al cuore.
Ottanta chiamate perse. Trenta di mia madre, cinquanta di mio padre e dieci di Teddy. Guardo inorridita l’ora e mi accorgo che sono le sei di sera.

P:” Cazzo!!”

Ava:” Che succede?!”

P:” Ti rendi conto di che ore sono?!?!”

Ava si rende conto come me che ormai il sole è calato e che l’ora per cui dovevamo essere entrambe a casa è passata da un pezzo.

A:” Merda!! Ci ammazzano tutte e due”

P:”Lo puoi dire forte!!”

Entrambe, senza perdere un attimo di tempo, iniziamo a correre ognuna verso casa propria. Mentre mi avvicino alla mia ho il cuore in gola. Dentro di me continuo a ripetermi quanto sia imbecille e come abbia fatto a non accorgermi che era buio.
Questa volta, anche se mamma fosse intervenuta in mio aiuto, non sarebbe servito a niente. Papà mi avrebbe uccisa. Mi avvio verso l’Escala. Appena arrivo fuori noto due volanti della polizia. Mi sento morire.

Prendo l’ascensore. In quei pochi secondi che sono dentro cerco di inventarmi una qualsiasi scusa ma so già che tutto quello che dirò non servirà a niente.
Ormai sono davanti alla porta. Dentro casa sento provenire diverse voci, tra cui quella di papà che impreca.
Prendo coraggio e alla fine apro la porta.

Nel momento stesso in cui varco la soglia tutti si girano verso di me.

Non riesco a parlare. Vorrei scavare una fossa e saltarci dentro in questo istante. Alla fine mia madre, dopo cinque secondi che è rimasta a fissarmi mi viene incontro, mi abbraccia e scoppia a piangere.

A:” Tesoro eravamo così preoccupati”

 I poliziotti che sono dentro si scambiano qualche occhiata. Alla fine uno di loro parla.

“Beh direi che qui il nostro lavoro è finito. Forza ragazzi lasciamoli soli.”

In poco tempo la casa si svuota. Ognuno torna alle proprie mansioni e nell’atrio rimaniamo solo io, mamma e papà. E papà, in questo momento, è seriamente incazzato.

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Capitolo 2
*** Il rapimento ***


Cercai di dire qualcosa per riempire quel maledetto silenzio, ma non trovai le parole. Complimenti Phoebe oggi hai superato te stessa.
Mentre rimuginavo vidi papà che si avvicina. Non sapevo  seriamente cosa aspettarmi, non l’avevo mai visto così arrabbiato.

C:” Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da te Phoebe … mi hai deluso moltissimo. Non hai idea di quanto siamo stati in pensiero io e tua madre.”

Silenzio … so che è incavolato nero e sta cercando di trattenersi. Vedo che sta stringendo i pugni e se ne accorge anche la mamma.

Anastasia:” Cristian tesoro calmati adesso”

C:” Anastasia non intrometterti!”

Mia madre rimase in silenzio … non sapeva proprio cosa fare.

Phoebe:” Papà io …”

C:” Phoebe fai silenzio e vai in camera tua … non voglio sentirti fiatare”

Mentre mi avvio su per le scale con un groppo alla gola papà mi richiama.

C:” Naturalmente sei in punizione per una settimana. Non potrai uscire di casa tranne che per andare a scuola e con te verrà sempre qualcuno della scorta”

P.” Ok papà…”

Senza perdere tempo corsi su per le scale, entrai in camera mia e mi buttai sul letto. Mentre mi sfogavo con un pianto liberatorio, sentii qualcuno entrare nella stanza.

Theodore” Hey piccola …”

Per un attimo guardai il mio fratellone. Nel marasma di poco fa non mi ero accorta che nella sala c’era anche lui. In un secondo gli saltai in collo, gli nascosi la testa nell’incavo del suo collo e piansi.

T:” Shhh, Shhh piccola va tutto bene, vedrai che a papà gli passerà”

P:” So.. so.. sono sta…sta..ta una stupida” non riesco a parlare. Solo ora mi rendo conto della gravità della situazione. Papà deve essere stato veramente in pensiero.

T:”Si sistemerà tutto tesoro, l’importante è che tu sia a casa …”

Mentre Teddy mi cullava dolcemente, senza nemmeno accorgermene scivolai in un sonno profondo.
A un certo punto durante la notte sentii una gran sete, quindi mi alzai e andai in cucina. Teddy si era addormentato insieme a me quindi cercai di fare il più piano possibile.
Mentre stavo andando in cucina passai accanto alla camera dei miei genitori e sentii che stavano parlando. Strano pensai, erano le tre inoltrate che ci facevano ancora svegli?
Con cautela mi accostai alla porta e sentii che i miei discutevano.

Cristian:” Se tu mi dessi retta Anastasia non succederebbero queste disgrazie!”

Anastasia:” Disgrazie?! Oh signore Cristian è stata via solo un pomeriggio! Ha sedici anni è normale che voglia i suoi spazi!! “

C:” Poteva succederle qualsiasi cosa!!! E oltretutto ci ha mentito!”

A quelle parole percepii una fitta al cuore, non pensavo fosse così arrabbiato.
A:” E lo rifarà Cristian se tu non le lasci i suoi spazi!!”

Ora la mamma stava urlando.

A:” Non puoi avere il controllo su tutto! Non puoi rinchiudere i nostri figli in una gabbia di cristallo per tutta la vita! Devi trovare il coraggio di lasciarli andare o li perderai!”

Papà rimase in silenzio.

A:” Cosa potrà mai succedergli?! Non hanno mai ricevuto minacce, o molestie … non capisco il tuo comportame…”

C:” E’ fuori di galera.”

Mamma si zittì subito. Dopo poco con voce tremolante disse:” Chi è uscito … ?”

C:”Jack Heyd è uscito di galera …”

La mamma ispirò bruscamente poi iniziò a piangere.

C:” Tesoro ti prego non piangere …”

A:” Oddio, oddio, oddio come faremo!! Cristian mi ha quasi ucciso quell’uomo!!”

A quelle parole mi si gelò il sangue.
Ucciso? Mia madre stava per essere uccisa da quel Jack che adesso è a piede libero. Un brivido di paura mi percorse la schiena.

A:“Cristian dobbiamo proteggere i nostri figli ….”

C:” Tesoro guardami … ti giuro che non succederà niente a nessuno dei due, te lo prometto”

Dopo aver udito quelle parole volai dritta in camera e appena arrivai nel letto mi abbracciai a mio fratello talmente forte che lo svegliai.

T:” Phe piccola che hai?”

P:” Nulla Teddy … solo … ti voglio bene”

T:” Ahahah anche io piccola combina guai.”

Quella notte non dormii.
Il mattino seguente ero talmente frastornata che per prepararmi mi ci volle una mezzora abbondante.
Appena finimmo la colazione mi avviai vero l’ascensore per essere scortata da Sawyer a scuola. Teddy non sarebbe venuto stamattina perché stava poco bene.
Prima di entrare in ascensore mamma venne da me e mi abbraccio fortissimo.

A:” Tesoro fai la brava mi raccomando”

P:” Si mamma lo prometto”

Papà mi stava fissando dal salotto. Stamattina non mi aveva nemmeno dato il bacio sulla fronte. Era ancora arrabbiato.

C:” Non fare scemenze! Sei avvisata!”

Senza fiatare entrai in ascensore, raggiunsi Sawyer in macchina e ci avviammo verso la scuola.
Durante il tragitto Sawyer ricevette una chiamata da mio padre che gli disse di fermarsi in un bar per prendermi la merenda dato che me l’ero dimenticata a casa.
Sawyer mise la macchina in un parcheggio. Io rimasi ad aspettarlo dentro. Mentre ero in attesa iniziai ad aggeggi are con il cellulare.

A un tratto sentii dei passi verso la macchina, ma non mi girai sicura che fosse Sawyer. A un certo punto qualcosa ruppe il vetro della macchina dove c’ero io. Lo schianto fu terribile. Mentre cercavo di coprirmi per evitare che pezzi di vetro potessero ulteriormente ferirmi qualcuno aprì lo sportello della macchina. Non feci in tempo ad urlare che qualcosa mi colpì la tesa e tutto divenne buio.

La testa era veramente pesante. Volevo toccarmela ma non ci riuscivo. Mi accorsi che ero legata. Le mani e i piedi erano completamente legati e in un secondo momento mi accorsi che ero in mutande e reggiseno sdraiata sopra un tavolo.
Il panico s’impossessò di me. Non sapevo proprio cosa fare.
A un certo punto udii una porta scricchiolare. Tremavo come mai prima di allora. Un uomo incappucciato venne verso di me.

P:” Chi sei?? Cosa vuoi da me ??”

Mentre parlavo delle lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
L’uomo incappucciato iniziò a ridere. Dopo poco si fermò e dal nulla mi diede uno schiaffo talmente forte che per un attimo mi sembrò di perdere i senti.
In bocca sentivo un sapore metallico, dovevo essermi tagliata.
L’uomo piano piano si svelò ma il suo voltò non mi era noto.

P:” Ti prego lasciami andare, i miei genitori ti daranno qualsiasi cifra di denaro che vorrai, ma ti prego lasciami andare.”

Detto ciò iniziai a divincolarmi e a singhiozzare. Ero in preda al panico.
L’Uomo mi afferrò la coscia e la strinse così forte che urlai e mentre urlavo mi scattò una foto.

“Gray sarà molto contento di vedere come si sta divertendo sua figlia”

A un certo punto un brivido mi percorse la schiena e ricordasi le parole di mio padre la sera prima.

“E uscito …”

Mentre piangevo come una disperata riuscii a domandare: “ Chi sei tu?”

L’uomo davanti a me sogghignò e rispose:” Jack Heyd cara Phoebe Gray”

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Capitolo 3
*** Il dolore ***


Ero a pezzi, credevo di morire da un momento all’altro. Era un’ora che stavo sdraiata piena di lividi ed escoriazioni dopo che quel sadico si era divertito a picchiarmi.
Ero stremata, non riuscivo a muovermi e solo la tosse mi procurava un bruciore insopportabile alle costole, probabilmente erano rotte.
Proprio in quel momento Heyd entrò nella stanza. Con se aveva una telecamera.

P:” Cosa vuoi farmi…?”

La mia voce era tremolante. La paura era troppo forte e non riuscivo a nasconderla.

Jack:” Ora ci divertiremo un po’bambolina e mentre giochiamo saluterai la telecamera così il tuo caro paparino potrà vedere come sta la sua piccola.”

Inutile dirvi cos’accadde dopo. Le mie urla riecheggiarono nella stanza mentre quel pazzo mi percuoteva. Pensavo che sarei morta ma a un certo punto si fermò.
Io tuttavia stavo ancora piangendo come una disperata. Dentro di me continuavo a pensare che fosse solo un terribile incubo, che presto mi sarei risvegliata e che sarei scesa insieme a mio fratello Teddy per andare a mangiare i buonissimi dolci di Gail.

Pensavo che sarei andata a scuola con Ava e che il pomeriggio ci saremmo trovate insieme a casa per studiare. Pensavo che avrei fatto la pace con papà … già papa.

Il ricordo della discussione della sera precedente mi fece venire un nodo alla gola.
A un certo punto Jack aprì il computer e dopo poco sullo schermo comparvero le immagini di casa mia.

J:” Non è stato difficile istallare le telecamere in casa vostra mentre dormivate ….”

Il suo ghigno era spregevole.
Ad un tratto nell’immagine apparve mia madre che si era seduta sullo sgabello di cucina.
 Era china sul tavolo, piangeva. Dopo poco arrivò anche mio padre che la strinse tre le sue braccia.
Jack alzò il volume.

Anastasia:” Oddio Cristian ce l’ha presa, o mio Dio …”

Cristian:”Quel cane … la pagherà cara …” Mio padre aveva gli occhi spiritati. Tremava come un pazzo.

Jack rise:” Ahahah povero pazzo … questa volta sarai tu a pagarla cara”

Dentro di me mi sentii morire. Era terribile vedere quelle immagini, vedere il dolore dei miei genitori in quel momento fu devastante.
Jack si accorse che stavo piangendo.

J:” Questo non è niente bambolina … siamo solo all’inizio.”

Jack estrasse il suo telefono dalla tasca e digitò un numero.
Dal video si sentì un telefono squillare. I miei genitori si guardarono intorno non capendo da dove provenisse quel suono.
A un certo punto mio padre si avvicinò al divano e sotto i cuscini trovò un telefono.
Rispose.

Jack:” Buonasera Grey … quanto tempo …”

Mi si gelò il sangue.
Dallo schermo vidi il volto di mio padre cambiare. Aveva la faccia di pietra.

Cristian:” Dove cazzo è mia figlia?!”

J:” Con calma compare, con calma”

Jack in quel momento si stava divertendo a fare quel gioco sporco.
Mia madre si avvicinò a mio padre e gli strinse la manica della camicia.

C:” Ti giuro se l’hai toccata ti ammazzo …”

Jack rise forte.

J:” Troppo tardi direi … non è messa molto bene …”

Mia madre dovette sedersi per terra per non svenire.

C:” Voglio parlare con mia figlia … adesso”

J:” Come vuoi …”

Jack mi accostò il telefono all’orecchio.

P:” Papà …” La mia voce era un sussurro.

Mio padre era sconvolto come mai prima di allora.

C:” Tesoro … oddio tesoro mio mi dispiace … mi dispiace da morire … devi resistere ti porterò fuori di lì …”

P:” Papà io ho pa …”

Prima che potessi finire la frase Jack mi diede un pugno nello stomaco. L’urlo che feci fu straziante.

C:” NOOOOO!!!! LASCIALA ANDARE MALEDETTO CANE!!”

Jack riprese il telefono e parlò serio.

J:” Allora Cristian i patti sono questi … se vuoi rivedere tua figlia sana e salva dovrai portarmi ottocentomilioni di dollari entro domani.”

Mio padre rimase per un momento in silenzio poi parlò.

C:” Dove …?”

Jack sorrise :” Il parcheggio dove ieri la tua piccola bambina è stata rapita. Fatti trovare alle tre in punto con i soldi e lei sarà libera. Vieni con qualcuno e la sua vita è finita.”

Detto questo buttò giù.
Dallo schermo del computer mio padre rimase immobile, incapace di parlare. Mia madre era per terra che singhiozzava.
A un tratto gli arrivò un messaggio sul telefono. Era il video che Jack mi aveva fatto prima mentre mi torturava. Dall’audio si udiva la mia voce straziata e le risate isteriche di Jack.

Mia madre iniziò a vomitare e mio padre non ci vide più dalla rabbia. Scagliò il telefono contro il muro e iniziò a prendere a pugni il tavolo.
Il cip che ci permetteva di vedere cosa succedeva in casa era in un piatto in mezzo alla frutta sul tavolo. Dalle botte che mio padre diede il cip cascò e non appena papà se ne accorse lo prese e se lo avvicinò al volto.
Capì immediatamente a cosa serviva.

C:” Heyd te lo giuro, su quel che ho di più caro al mondo che questa volta ti uccido … è una promessa”

Detto ciò la connessione s’interruppe nella stanza rimanemmo solo io e Jack.
Quest’ultimo uscì dalla stanza ma prima di andarsene si voltò un ultima volta.

J:” Preparati mocciosa e goditi questi ultimi momenti della tua esistenza perché da domani non esisterai più”

Dettò ciò chiuse dietro di se la porta lasciandomi solo avvolta nel buio.

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Capitolo 4
*** La fuga ***


Il freddo mi stava congelando le ossa. Ormai era tutta la notte che stavo sdraiata quasi del tutta nuda su quel tavolo. Non ce la facevo più.
Dopo poco sentii il rumore della porta che si apriva … era lui.

J:” Buongiorno principessa …” Il suo tono era beffardo.

Non gli risposi. Venne verso di me.

J :” Allora tra poco rivedrai il tuo paparino eh ….”

In quel momento ebbi un’ idea.

P:” Ho bisogno del bagno …”

Jack rise forte.

J:” Non ci pensare proprio … per chi mi hai preso per un idiota!?!?”

P:” Ti prego ho bisogno del bagno …”

Jack ridusse gli occhi a due fessure, poi con un ghigno maligno disse:” Perfetto … io verrò con te così portò godermi lo spettacolo.”

Mentre mi slegava rudemente approfittai della mano libera che avevo per prendere una chiave inglese che era sul tavolo.
Lui era chino e non si accorse di nulla.
Ora o mai più pensai. Con tutta la forza che mi rimase abbattei la chiave inglese sulla testa del mio sequestratore che cadde per terra.
Subito cercai di slegarmi e appena riuscii a liberarmi uscii zoppicando dalla stanza. Ogni passo era un dolore atroce. Le costole non mi facevano quasi respirare e la gamba era messa malissimo.

Non avevo molto tempo. Quando riuscii a uscire da quella casa degli orrori mi accorsi che eravamo in un bosco. In lontananza udii il suono delle macchine. Dovevo assolutamente raggiungere la strada o per me sarebbe stata la fine.
Cercavo di farmi forza appoggiandomi a ogni albero. Avevo il cuore in gola. Se si fosse svegliato ora sarei stata perduta. Non avrei avuto tempo per arrivare.

Lacrime di paura mi annebbiarono la vista.
Non è il momento per essere spaventata Phoebe Gray … muovi il culo e cerca di uscire da questo casino.
Mentre arranco verso la strada sentii un urlo alle mie spalle. Sentii il mio sangue gelarsi. Era la fine.

J:” SEI MORTA!!”

Cercai di correre ma non ce la feci, in pochi secondi mi raggiunse e mi scaraventò per terra …
Iniziò a picchiarmi come un matto e non sembra avere intenzione di fermarsi. A un certo punto il suo sguardo si fece spiritato.

J:” Non ho potuto avere la tua mammina …. Ma tu sarai mia …”

Mentre diceva questo con le mani cercò di strapparmi il reggiseno e con le sue ginocchia cercò di aprirmi le gambe … era finita.

P:” NOOOOO TI PREGOOO!!!” Urlavo e piangevo … ero completamente impazzita.
Ad un tratto sentii uno sparo. Un fiotto di sangue m’invase e il corpo di Jack mi cadde addosso.
La mia mente non resse. Iniziai a tremare e a vomitare. Tutti i suoni  si erano attutiti. La testa mi girava.

A un certo punto il corpo del mio rapinatore venne scaraventato via dal mio.
Non riuscivo a vedere niente, era tutto opaco.
Sentii delle voci tra cui una che riconobbi subito. Papà.

Cristian :” Phoebe riesci a sentirmi?!?!? Oddio Phebe?!?!”

Avrei voluto tanto rispondergli ma il mio corpo era in preda alle convulsioni.

Una voce estranea disse:” Signor Gray sua figlia è sotto shock bisogna portarla immediatamente al pronto soccorso.”

Solo in quel momento vidi delle luci lampeggiare.

C:” Amore mio adesso è tutto finito … è tutto finito ….” Papà stava singhiozzando. Il mio papà. Il famoso Cristian Gray. L’uomo d’affari tutto d’un pezzo stava piangendo.

C:” Perdonami piccola mia per quello che ti ho detto… “

Papà quanto ti amo, davvero …
A un certo punto qualcuno mi alzò e mi depositò su un qualcosa di morbido.

C:” Qualcuno le dia una cazzo di coperta!!”

Un medico si avvicinò e iniziò a sistemarmi per caricarmi in ambulanza. Mentre tremavo riuscii a girare la testa e vidi che mio padre si stava avvicinando al cadavere di Heyed.
Era spiritato, e a un certo punto iniziò a colpirlo ….

C:” FIGLIO DI PUTTANA CHE CAZZO LE HAI FATTO?!?!?!?!”

La polizia intervenne per fermarlo, ma nessuno ci riusciva. A un certo punto vidi una figura alta e massiccia che lo prese per le spalle e lo fermò.

Taylor:” Signor Gray ormai è morto, è finita … adesso è finita … ora dobbiamo andare… deve portare sua figlia all’ospedale …”

Mio padre sembrava aver perso la ragione.

T:” Sua figlia ha bisogno di lei!!!”

A quelle parole mio padre si fermò, si girò verso di Taylor lo gurdò e poi si buttò su di lui  e pianse, pianse come mai aveva fatto.
Mentre guardavo quella scena mi accorsi che non ce la facevo più … la testa mi stava scoppiando e sentivo dolori ovunque.
Mi lasciai avvolgere dal buio e l’ultima cosa che sentii fu l’urlo di mio padre.

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Capitolo 5
*** Una brutta sorpresa ***


“Ragazzi muoviamoci portiamola dentro!!”

Oddio che sta succedendo … dove sono …

“Non si è ancora svegliata! Ha le costole rotte e la gamba è messa male, sbrighiamoci!!”

Non capisco niente. Vorrei aprire gli occhi ma non ci riesco.

Anastasia:” Tesoro mio … oddio che ti ha fatto …”

Mamma!! Mamma perché piangi?? Perché non posso parlare? Mamma ho paura aiutami …

A:” Oddio Cristian non è possibile …”

La mamma stava singhiozzando.

Cristian :” Ana perdonami … ho fatto tutto il possibile …”

Papà …. Non ce la faccio ….
Il buio mi riavvolge.
A un certo punto sentii qualcosa che mi pungeva il braccio. Spalancai gli occhi e vidi una donna con un camice bianco che mi stava infilando un ago nella vena.

P:”Oddio che sta succedendo?! Chi è lei?!”

La donna con il camice bianco si allontanò un poco e parlò:” Tesoro stai tra tranquilla, non ti preoccupare. In questo momento sei all’ospedale, sei ancora sotto shock. Ora vado a chiamare l’inferm …”

P:” Voglio uscire!!! MI LASCI ANDARE!! AIUTO!!!”

Presa dal panico iniziai a scalciare come una matta. Non capivo più niente.
L’infermiera gridò qualcosa all’apparecchio che portava attaccato al camice e dopo tre secondi entrarono tre infermieri.

P:”LASCIATEMI!!!”

Troppo tardi …. Uno dei tre, mentre gli altri mi bloccavano, mi fece un’iniezione e dopo poco mi riaddormentai.
Dopo un po’ riniziai ad acquistare i sensi. Accanto a me sentivo qualcuno che mi sussurrava parole dolci. Era Theodore. Stava piangendo.

Theodore:” Ti prego, ti prego, ti prego sorellina svegliati … ti prego …”

Lentamente mi accorsi che potevo muovere le mani, quindi gliel’appoggiai sulla testa e lo accarezzai.

Theodore si alzò subito. “Oh mio Dio Phoebe!! Oddio come stai ?!?!”

Phoebe:” Mi fa male ovunque … ma che è successo perché sono qui?!”

Lo sguardo di Teddy divenne di ghiaccio, non c’era bisogno che parlasse, in quel singolo momento mi ricordai tutto.
Il rapimento. Il tavolo su cui ero legata. Le percosse. LA FUGA.
Tutti questi ricordi mi fecero salire le lacrime agli occhi e dopo poco scoppiai a piangere.
Theodore mi abbracciò forte.

T:” Ora è finita piccola. Ora sei a casa e nessuno potrà più farti del male …”

Mentre Theodore mi abbracciava la porta della mia stanza si aprì.

Anastasia:” Amore mio sei sveglia!!”

La mamma mi corse incontro e Theodore si scansò per lasciare che mi abbracciasse.

A:”Phoebe mi dispiace così tanto … ho avuto tanta paura.”

Mentre mi abbracciava mi strinse troppo forte e gemetti. Le costole mi facevano malissimo. Mentre alzavo la testa vidi che mio padre era rimasto sulla porta a fissarci.
Era bianco cadaverico, sembrava non dormisse da giorni.

P:” Papà …” Non c’era bisogno che dicessi altro. Lui si avvicinò senza dire niente e delicatamente mi abbracciò.
In quel momento non c’era bisogno di parlare. Non c’era bisogno che gli dicessi quanto fossi dispiaciuta di quel pomeriggio per essere stata via tutto il giorno senza dire niente. In quel momento tutta la rabbia, la delusione, la preoccupazione e la paura erano spariti.

Cristian:” Ti voglio bene amore mio … ricordatelo ..”

P: “Anche io papà … davvero …”

Una settimana dopo mi dimisero dall’ospedale … la gamba era ancora fasciata e sulla mia pelle s’intravedano ancora i lividi delle percosse. Tuttavia ora stavo meglio.
Finalmente avremmo potuto definitivamente tirare un sospiro di sollievo.
Appena arrivati a casa guardai con attenzione ogni angolo della sala e della cucina … era bellissimo essere di nuovo lì con la mia famiglia.

A:” Tesoro vado a prepararti un bel bagno caldo va bene?”

P:” Si si mamma … vado un attimo in camera a prendere la biancheria.”

Zoppicando mi avviai verso le scale.

Dal corridoio sentii la voce di mio padre che urlava :” Phoebe ti prego fai attenzione!!”

Sorrisi tra me e me. Quanto amavo i miei genitori.
Appena aprii la porta di camera mia il mondo mi crollò addosso.
Le mie urla rimbombarono ovunque. In meno di un secondo tutti si precipitarono verso di me che disperata piangevo come una matta.

A:” Oddio amore che succede?!?!”

Mio padre si fece largo in corridoio ed entrò subito in camera. Il suo volto divenne una maschera di ghiaccio.
La camera era devastata. I mobili erano tutti aperti e rovesciati. Le piume del cuscino erano sparpagliate ovunque e la scrivania era completamente rotta. Purtroppo non fu quella la cosa che mi fece morire.
Sul muro, infondo alla stanza, c’era una scritta che occupava tutta la parete.
“Ricordati Gray che la resa dei conti deve ancora arrivare”

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Capitolo 6
*** Una cena finita male ***


I giorni seguenti furono un incubo. Io non potevo assolutamente muovermi di casa, sia per le mie condizioni, sia per quel pazzo che era ancora fuori. Teddy poteva uscire solo per essere scortato da casa a scuola e viceversa, per il resto anche lui era costretto a stare in casa.
La situazione era opprimente.

Quel giorno fortunatamente vennero a trovarci gli zii … c’era anche Ava.
Non l’avevo più vista dal giorno del Luna Park.
Appena entrò in casa corse subito in camera ad abbracciarmi …

Ava:” Oddio Phoebe … pensavo di averti persa …”

La strinsi forte a me … anche io in quei giorni che Jack mi teneva prigioniera pensavo che non avrei più rivisto nessuno.

P:” E’ tutto passato ormai … è tutto passato …”

Ero praticamente io a consolare mia cugina, anche se quella che era stata rapita ero io.
Mentre le stavo raccontando cosa mi era successo in quei giorni sentii imprecare dal piano di sotto.

Christian:”Maledizione cazzo!!”

Io e Ava ci guardammo per pochi secondi, poi ,senza far rumore, mi aiutò a scendere dal letto e ci avvicinammo alle scale per ascoltare meglio.
Nel salotto Elliot, Kate, mia madre e mio padre stavano discutendo su quello che era accaduto.

A:”Christian … tesoro calmati!!”

Non si vedevano i volti, ma potevo ben immaginare la faccia che mio padre aveva appena fatto …

C:”Ana … calmarmi è l’ultima cosa che potrebbe riuscirmi in questo momento ….”

E:”Chi diavolo ci può essere dietro a tutto questo …”

Kate stava mordicchiando una penna …
K:” Beh sicuramente è una persona che conosci … a cui potresti aver fatto un torto …”

Mia madre, che era seduta, con uno scatto si alzò in piedi …

A:”Mrs Robinson !!”

K:” Chi …!?”

Mio padre la guardò per qualche istante poi iniziò a camminare avanti e indietro.
C:”No … non è possibile … non arriverebbe mai a fare una cosa del genere …”

E:” Perché mai Mrs Robinson, una delle amiche della mamma, dovrebbe fare una cosa del genere?!”

Mio padre e mia madre si scambiarono un’ occhiata fugace, poi mamma prese parola.
A:”Hai ragione … lei non può essere stata …”

Mio padre non smetteva di camminare.
A un tratto nella stanza entrò Sawyer.

S:”Mr Gray Welch chiede di parlare con lei.”

Mio padre in silenzio si alzò e uscì dal salotto.
La situazione era veramente strana.
Mi sarebbe piaciuto stare ad ascoltare ancora ma la gamba mi faceva ancora male, avevo bisogno di stendermi.

P:”Ava mi puoi aiutare a rialzarmi? Ho bisogno di sdraiarmi sul letto …”

Ava con delicatezza mi aiutò a alzarmi e mi riportò in camera.
Dopo un’ oretta Gail ci informò che la cena era quasi pronta quindi ci accomodammo tutti al tavolo. Nessuno osava parlare, l’atmosfera era gelida.
A un certo punto Teddy prese parola.

T:”Papà domenica Trevor darà una festa in piscina, quindi non ci sarò a casa ne’ per pranzo ne’ per cena.”

Tutti alzarono gli occhi verso di lui.

A:”Teddy non penso sia il cas …”

C:”Domenica non andrai a nessuna festa in piscina … sai qual è la situazione, non bisogna certo ripeterlo.”

Teddy guardò nostro padre indignato. Sapevo già come sarebbe andata a finire.
T:”No col cavolo!! Ora basta!!”

Gli strinsi il ginocchio con la mano.

P:”Teddy basta …” Non servì a nulla il mio ammonimento. Ormai era partito.

T:”Deve finire questa storia!! Non possiamo più fare un cazzo!!”

A quelle parole mio padre si alzò dal tavolo e andò verso Theodore. Mamma si alzò subito dopo e riuscì a bloccarlo.
A:”Christian ti prego … cerca di ragionare”

Mio padre guardò la mamma così male che subito lo lasciò andare, tuttavia rimase fermo.
C:”Tu sei in punizione. Questo mi sembra ovvio!”

Teddy iniziò a ridere. Non si rendeva conto che così la situazione sarebbe peggiorata.

T:”In punizione dici eh?! Sono non so quanti giorni che siamo reclusi in questa gabbia!!! Penso che questa sia una punizione sufficiente no?!”

C:”Theodore stai superando il limite …”

C:”Mi hanno rotto il cazzo questi dannati limiti!!! Non è vita questa!! Vi rendete conto che non è vita?!?”

Ava, Kate e Elliot non avevano aperto bocca. Eravamo tutti sbalorditi.

A:”Teddy tesoro se la situazione è questa è perché la fuori c’è un pazzo che vuole farci del male … quando avremo scoperto di chi si tratta potrete tornare alla vita di sempre …”

Teddy la guardò per un secondo. Non parlò, non fiatò, si limitò a fissarla dopodiché si alzò e andò nella sua stanza.
Papà tornò a sedersi al suo posto furente di rabbia.

A:”Christian forse stiamo esagerando … non possiamo rinchiuderli dentro questa casa …”

C:”Ana ti rendi conto che Hayde ha quasi ucciso nostra figlia e ora c’è un altro pazzo che cerca di uccider …”

Papà non riuscì a terminare la frase perché la sua voce venne sovrastata dal boato di uno sparo.
Tutti si alzarono in piedi e mio padre venne a prendermi in braccio.

Elliot:”Ma che cazzo è stato!?!”

Mia madre e Kate corsero su per le scale.

C:”Ana fermati!!!” Troppo tardi… ormai erano arrivate al piano di sopra.

Sawyer, Taylor e gli uomini della sicurezza corsero in sala e si catapultarono anche loro su per le scale.
Ero terrorizzata.

P:”Papà cosa sta succedendo?!?!?”

Mio padre tenendomi tra le braccia iniziò a correre anche lui verso il piano di sopra. A un tratto a metà scalinata sentimmo un urlo disperato.

A:” Oh mio Dio!! OH MIO DIO!!! “

Papà senza perdere tempo volò nella camera di Teddy.
Appena varcammo la soglia assistetti alla scena più straziante della mia vita.
Teddy era sdraiato per terra, completamente coperto di sangue.

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Capitolo 7
*** La paura ***


Christian:”Oh Cristo santo!!!!!”

Papà mi appoggiò in terra e corse da Teddy.
Anastasia:”Christian ti prego fa qualcosa!!! TI PREGO FA QUALCOSA!!!” La mamma era disperata.

Kate:”Merda!!!! Chiamo l’ambulanza!!!”

Mentre Kate si precipitava al piano di sotto, mio zio Elliot e la scorta stavano guardando dalla finestra.
Ava venne accanto a me e mi strinse la mano. In quel momento non riuscivo a fare niente. Non riuscivo a urlare, non riuscivo a piangere … ero completamente pietrificata.
Papà nel frattempo stava cercando di capire dove fosse stato ferito dato che era completamente coperto di sangue.
Mentre lo tastava e controllava cercava di parlargli.

C:”Teddy ti prego rispondi!!!RISPONDI TI PREGO!!”

Ma Teddy non emetteva alcun suono. A quel punto gli prese il polso e rimase qualche secondo in silenzio. La mamma lo stava guardando allucinata.

C:” E’ vivo!! Ma bisogna fare in fretta!!!”

Dopo poco papà individuò due ferite. Era stato colpito alla spalla e all’addome.
A:”Christian sta buttando troppo sangue!!!”

Papà non parlava. Era troppo impegnato a premere con un panno sulle ferite per evitare che perdesse troppo sangue.
Il mio mondo stava letteralmente crollando a pezzi. Non poteva essere vero … chi mai avrebbe potuto odiarci così tanto?!
Mio zio si accorse che io e Ava eravamo rimaste ferme a guardare la scena.

E:”Merda!! Christian porto giù le ragazze …”

Taylor:” Signore ha bisogno di una mano?”

E:”No no grazie mille!”

Lo zio venne verso di me e mi prese tra le braccia.
E:”Andrà tutto bene piccola … andrà tutto bene …”

Io non rispondevo. Ero in una specie di trans.
Appena arrivammo al piano di sotto Ava corse da Kate, mentre io venivo posata delicatamente sul divano.

Ava:”Mamma tra quanto arriveranno i soccorsi?!?”

Kate:”Spero presto tesoro.”

Mentre io ero seduta sul divano, dietro di me sentii una presenza gentile.
Gail:”Tesoro mio vuoi che ti prepari una tisana?”

Mi voltai e la guardai, dopodiché  mi gettai addosso a lei e scoppiai a piangere.

Gail:”Shhh Shhh tesoro, Shhh” Cercava di tranquillizzarmi ma anche lei era sull’orlo del pianto.

G:”Andrà tutto bene vedrai …”

Dopo dieci minuti sentimmo le ambulanze arrivare. Kate andò ad aprire la porta per far entrare i soccorritori.
Soccorritore.”Dov’è il ragazzo?!”

K:”Al piano di sopra seguitemi!”

Dopo poco scesero con la barella. Mamma e papà erano dietro di loro.

Christian:”Io e Ana andremo all’ospedale. Taylor verrà con noi, gli altri uomini della scorta rimarranno qui. “

Elliot:”Christian io e Kate veniamo con voi …”

C:”No Elliot ho bisogno che rimaniate qui con Phoebe!”

A quel punto mi alzai.
P:”No!! Voglio venire con voi!! Voglio stare con Teddy!!”

Mio padre mi gurdò in cagnesco.
C:”Questo è fuori discussione!! “

La mamma venne verso di me e mi abbracciò.
A:”Tesoro … ho bisogno che tu mi prometta che farai la brava. Non discutere con tuo padre in questo momento … ti prego … la situazione è critica. Cerca di ragionare, appena sapremo qualcosa ti chiameremo subito.”

Aveva ragione, non potevo mettermi a discutere con papà adesso.
P:”Va bene …”

La mamma si staccò da me e Kate corse subito da lei.

K:”Forza Ana fatti coraggio!! Vedrai andrà tutto bene !!”

La mamma la strinse forte dopodiché andò da mio padre.
C:”Phoebe se ci dovesse essere qualcosa ch …”

P:”Ti chiamerò subito …”

Papà annuì e poi, insieme alla mamma uscirono.
Le ore che seguirono furono le più brutte. Io e Ava non riuscimmo a mangiare nonostante le suppliche di Gail. Kate era sempre al telefono e Elliot faceva continuamente su e giù.

P:”Ava senti io vado nello studio di mio padre … ho bisogno di stare da sola …”

Ava:”Phoebe sei sicura?! Non vuoi che ti faccia compagnia!?”

P:”No no tranquilla … solo … ho bisogno che mi accompagni …”

Ava mi sorrise :”Certo!”

Appena fui nello studio mi sedetti sulla sedia di mio padre. Ero sconvolta … prima io, poi Teddy … non aveva senso. Nulla aveva senso.
Sulla scrivania notai che c’era una foto. La presi e sorrisi. La foto ritraeva me, papà, mamma e Teddy l’estate scorsa al mare.  Quella vacanza fu fantastica.
Lentamente calde lacrime iniziarono a rigarmi il volto … Quella era la mia famiglia, era tutta la mia vita e ora era in pericolo. Non poteva  essere possibile, non poteva accadere proprio a me.
Mi raggomitolai sulla sedia e iniziai a singhiozzare. Non ce la facevo più ed era inutile trattenersi anche là dentro.
La paura che provavo in quel momento per mio fratello era immensa e il fatto che io non potessi fare niente, assolutamente niente per lui mi sconvolgeva ancor di più.

A un tratto nella stanza sentii fare “Bip”
Mi girai attorno e cercai di capire da dove provenisse il suono. Dopo poco mi accorsi che sulla scrivania c’era il telefono che mio padre usava per lavorare.

Lo aprii e vidi che gli era stato inviato un messaggio da una certa Mrs Robinson.
Inizialmente lasciai perdere, ma dopo poco sentii un brivido corrermi lungo la schiena. A un tratto mi ricordai le parole di qualche ora fa della mamma.

E:”Chi diavolo ci può essere dietro a tutto questo …”
K:” Beh sicuramente è una persona che conosci … a cui potresti aver fatto un torto …”
A:”Mrs Robinson !!”

Immediatamente presi il telefono e aprii il messaggio. Sicuramente avrei pagato le conseguenze per aver ficcanasato tra le cose di mio padre, ma in quel momento non m’interessava.

Christian devi assolutamente chiamarmi. C’è qualcosa che devo dirti che non ti farà affatto piacere.
 
 
Nota autore:
Ciao Ragazzi/e!! Volevo scrivervi per prima cosa per ringraziarvi per tutte le recensioni che state facendo alle mie storia e per i complimenti che mi avete fatto!! Sono davvero contenta! Inoltre volevo scrivervi per scusarmi di non essere molto presente ultimamente … purtroppo tra l’università e i vari impegni quotidiani è difficile pubblicare tutti i giorni!! Cercherò tuttavia di essere più presente!! Un bacione grande a tutti :* :*

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