Quelli di Hetalia, ma 2p!

di Mira_Litkin
(/viewuser.php?uid=809430)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Flavio e le sua saghe mentali ***
Capitolo 2: *** Normalissimo pomeriggio in casa Kirkland ***



Capitolo 1
*** Flavio e le sua saghe mentali ***


Flavio e le sue saghe mentali

«Ale caro?» La voce mielosa di Flavio raggiunse le orecchie del ragazzo, che stava sonnecchiando.
Alejandro non poteva vederlo, ma Flavio era ai piedi del letto, lui e il suo foulard rosso, i suoi capelli biondi con l’immancabile ciuffo alla Vargas e gli occhi rossi offuscati dagli occhiali da sole rosa. Era tanto effemminato che ci mancava davvero poco prima che cominciasse a parlare come Feliks, ma questi son dettagli.
Il carattere di Flavio è uno di quelli difficili da decifrare. Era un mafioso, di quelli che ti uccidono, ti danno fuoco e cospargono le tue ceneri in mare, di quelli doppiogiochisti, ma allo stesso tempo fedele… piuttosto protettivo nei confronti del fratello minore Luciano, stando a quanto dice Vaticano, quell’altro è posseduto da satana.
«Che c'è?» Domandò con calma Alejandro senza degnarsi d'alzar le palpebre.
Alejandro invece era piuttosto mite ed in genere poco paziente, tuttavia, con Flavio tiene un limite di sopportazione molto più elevato rispetto alla norma. I capelli erano lunghi fino alle spalle raccolti in una morbida coda laterale con un elastico viola. Gli occhi erano del viola più intenso e profondo che fosse mai esistito, peccato che teneva sempre le palpebre socchiuse mandando a puttane tutta la bellezza dei suoi occhi. Il motivo? Beh, Flavio diceva sempre che lo sguardo socchiuso unito alla bocca sottile a cui sfuggivano solo rari sorrisi gli conferivano l’aria di uno appena sceso dal letto, altri dicevano che gli dava quell’aria mite con una punta di tenebra da vero cazzuto.
«Stavo pensando...»
“Madre de dios... No” Quando Flavio pensava dietro non c'era mai niente di buono.
«Quelli che abbiamo incontrato l'altro giorno... Romano e Antonio...» Alejandro da sdraiato si sedette sul letto posando lo sguardo calmo su Flavio.
«Sono gli 1p!, mentre noi siamo i 2p!» Il moro inarcò un sopracciglio, non capiva dove volesse arrivare.
«Voglio dire, rappresentiamo le stesse nazioni, eppure siamo diversi, quasi opposti... Secondo te perché?» Alejandro alzò lo sguardo al soffitto riflettendo: quella era davvero una bella domanda.
«Forse -ipotizzò il moro-, noi rappresentiamo ciò che loro nascondono e loro rappresentano ciò che noi nascondiamo» Flavio fece inarcò un sopracciglio.
«E tu saresti solare?»
«E tu saresti un rompicoglioni?» Lo spagnolo ci riflettè su per un attimo finchè non annuì «Sì, un po' rompicoglioni lo sei» concluse accennando un sorriso che non sfuggì a Flavio.
«E tu, amore, sei molto più solare di quanto pensi» Detto ciò si tuffò tra le labbra di Alejandro in un bacio che di casto aveva poco niente.
«Amo...» Flavio aveva lo strano vizio di chiamarlo sempre quando doveva chiedergli qualcosa, cacchio, ce l'hai lì! Che lo chiami a fare?
«Che c'è Flavio?» Gli mormorò all'orecchio lo spagnolo.
«Prometti di non lasciarmi mai?» lo sguardo penetrante immobilizzò Alejandro, il biondo faceva sul serio.
«Te lo prometto» Rispose infine lo spagnolo puntando lo sguardo violaceo in quello cremisi di Flavio.
Il bacio riprese, più dolce e calmo di prima...
«Sicuro?»                                                                                      
«Ma certo...»
Dopo  questa piccola interruzione, ripre-
«Ma sei proprio sicuro?»
«Sì, Flavio, sicuro»
 
...
 
«Sicuro sicuro?»
«Sì cazzo, sì!
 
 
 
 

*Angolo autrice*
Ok, piaciuta la storia? Spero di sì...
Dovete sapere che i 2p! non sempre sono fissi, la maggior parte delle volte sì, ma spesso no, come con il nostro Spain. Col fattto che i 2p! sono creati dai fan, non c’è un vero e proprio modello ufficiale, ma tutti in genere ne usano uno solo, con Spain no. Il carattere è uguale, ma alcuni lo disegnano come l’ho descritto qui (coda di lato con elastico viola, occhi viola e capelli castani) altri invece gli fanno i capelli neri con uno… chatush? dimmi che lo scritto giusto bianco e gli occhi non ho ancora ben capito di che colore sono…
Comunque, oggi a pubblicare sono stata io, Mira.
Più avanti però pubblicheranno anche altre tizie a caso che scriveranno il loro nome nell'angolo, o vertice, o linea, autrice, o dei biscotti, o che dir si voglia.
Perciò buonanotte e ora la smetto di pubblicare fanfiction alle due meno un quarto di notte.
 
Ps: Ho modificato il capitolo per motivi di non-descrizione dei personaggi, davo per scontato che li conosceste dimenticandomi che è un qualcosa di sconosciuto a molti, vabbeh… Alla prossima e grazie per chi ha letto o leggerà e grazie ha chi ha recensito o recensirà, Ciao!

Pps: Qualcuno è così magnanimo con la qui presente idiota da provare a spiegarmi come mettere un’immagine nei capitoli? Grazie in anticipo

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Normalissimo pomeriggio in casa Kirkland ***


!ATTENZIANE!
Questo capitolo sarà sulla F.A.C.E.S. Family, questo vuol dire che ci sarà anche Seychelles (Marceline). Inoltre, è una Human!Au, quindi sarà una famiglia "normale".

Detto ciò, buona lettura~

 

~~
Normalissimo pomeriggio in casa Kirkland

 

Era un pomeriggio d'estate, bestemmie e urla di disperazione si levavano da casa Kirkland. I bambini stavano giocando all'assassinio come al solito e Marceline si immedesimò come sempre un po' troppo nell'assassino.

La bambina faceva davvero paura ai due, e con quel coltello da pesca sporco di sangue di merluzzo... Anche Francois ne era inquietato in quei momenti.

Marceline aveva la pelle caramellata e gli occhi neri come abissi, tanto da farti venire un senso di vuoto se li guardavi troppo a lungo. I capelli erano neri e boccolosi avvolti in due nastrini color pastello, abbinati con il vestitino stile confetto del giorno -la madre trovava che il pastello le stesse molto bene. Andava in giro con un coniglietto violetto pastello che se si premeva l'orecchio produceva una melodia a carillon.

Era testarda ma gentile, e inquietante. La verità era che la bambina era un po' viziata dalla madre, perciò era abituata a fare come le pareva e non c'era modo di farle cambiare idea.

Julie e Francois erano separati da cinque anni, per via del problemino con l'alcool di lui e dell'essere insopportabilmente snob di lei. Da quando si separarono, Marceline cominciò a passare il week-end col padre e il resto della settimana con la madre. Fu così per molti anni, e quella domenica pomeriggio estiva non faceva certo eccezione.

Allen era il classico bambino americano pizza-videogiochi, solo orientato verso... Il male. Daddy ha sempre voluto che lui fosse in grado di difendersi da solo, ma Allen non ha mai recepito il fatto che non si doveva fare del male ai più deboli. Perciò era il bulletto della scuola, megalomane e sboccato.

Questo quando Marceline non c'era.

Quando Marceline e Allen erano nella stessa casa, gli occhi cremisi del bambino - di solito rilassati - erano in quei momenti vigili come non mai. Un ghigno tirato piazzato in viso, di chi non vuole mostrar debolezza. Ed era sempre in allerta, pronto a scattare.

Anche in quel momento era così.

Si guardava intorno brandendo la sua fida mazza chiodata -fatta in casa ovviamente, Daddy non gle ne avrebbe mai comprata una- sperando che lei non fosse nel suo stesso corridoio in quel momento.
Nel contempo, camminava a passi lenti e silenziosi, per non attirare la sua attenzione. 

Passò davanti all'antico specchio dei Kirkland e osservò distrattamente il ricamo in fili d'oro del cognome e il suo riflesso. Gli occhi rossi vigili, alcuni ciuffi di capelli bruni appiccicati al viso per via del sudore, il giubbotto di pelle nera, i jeans strappati, le all stars e il foro lasciato dall'incisivo quando cadde qualche giorno prima -il bambino aveva cominciato a perdere i denti da latte.

«Allen~.»

La voce cantilenante e divertita della bambina raggiunse le sue orecchie.

Il bambino voltò di scatto il voltò verso la direzione della voce caricando il colpo con la mazza.

Veniva da destra! Pensa il bambino, o forse da sinistra... Il piccolo cominciava ad agitarsi, la mente andava a mille, con l'adrenalina in corpo. Guardò velocemente le mani avvolte strette attorno al manico della mazza. Ancora non riconosceva destra e sinistra.

Quanto avrebbe voluto che Matt fosse stato lì in quel momento, almeno Allen avrebbe potuto nascondersi dietro il fratello. Chissà se Daddy aveva avvelenato la merenda quel giorno. Con la destra si disegna, quindi la voce veniva da sinistra. O era al contrario?

Il rumore della rottura di un vaso lo strappò dal suo fiume in piena di pensieri, facendolo voltare di scatto dalla parte opposta. Una risata femminile seguì il rumore.

Allen era ormai in preda al panico. Teso come la corda di un violino e con le spalle allo sgabuzzino. Il battito cardiaco che gli rimbombava nelle orecchie talmente forte da fargli  temere di non poter riuscire a sentirla arrivare.

La porta dello sgabuzzino si aprì e Allen ci cadde dentro, preso al volo da due braccia a lui familiari. Alzò lo sguardo confuso e riconobbe il luccichio degli occhi violacei nel nel viso del fratello, rigato dall'ombra della porta a persiana dello sgabuzzino.

Allen fece per aprir bocca ma Matieu gli mise una mano su di essa, impedendogli di parlare. Allen aveva la svantaggiosa abitudine di parlare ad alta voce sempre e comunque, e in quel momento non era proprio il caso.
«Dimmi folo fe fei ferito, -Matieu pizzicava la a da quando aveva perso entrambi gli incisivi da latte superiori, guadagnandosi un'occhiataccia- fo che non ti piace prendere ordini Al, ma ora non è il momento, quindi annuisci fe fì e fcuoti la tefta fe no.» Al alzò la mano e mise il palmo sotto la luce filtrata dalla finestra in risposta, era solo un taglietto superficiale.
«Meno male, bro.» sospirò Matieu.

I due rimasero in silenzio per un po', immobili, pietrificati dal terrore e con l'adrenalina che fischiava nelle orecchie.

Matieu non aveva -per qualche arcano motivo- i suoi lunghi capelli biondi legati come al solito. Il biondo aveva infatti i capelli sciolti e perennemente in bocca al fratello per via dello spazio ristretto nello sgabuzzino, facendo sputacchiare Al.
«Bro, legati 'sti capelli.»
«Non ho l'elaftico, bro.»
«E che cazzo, bro!» I due stavano chiaramente per litigare, il tutto sussurrando in un ripostiglio nascondendosi dalla sorellastra psicopatica.

«Almeno hai un cordino o qualcosa?» Chiese speranzoso, non ne poteva proprio più.
«Bro, ti ho già detto di no, ora fta zitto o ci fcopre.» Intanto Allen stava cercando di sputare un capello.
«Che schifo!» Esclamò il bambino con aria nauseata, poi impallidì di colpo.
«Ne ho ingoiato uno ma...» Fece un verso di disgusto, il fratello lo guardò interrogativo.
«É per metà in gola -la faccia contorta in un espressione di schifo e le mani in bocca, per cercare di risolvere la situazione- e metà in bocca... sento il capello in mezzo alla gola e... -si interruppe e fece qualche conato di vomito, poi ghignò orgoglioso e soddisfatto, tirando fuori il capello fuori dalla gola con occhi lucidi e acquosi- Problema risolto» Matieu sospirò afflitto, suo fratello era un vero deficiente. Nel vederlo sospirare Allen si sentì in dovere di giustificarsi.
«Che dovevo fare secondo te, eh? Dovevo-»
«Sh!» Matieu aveva sentito qualcosa fuori dallo sgabuzzino.

Una musichetta da carillon eccheggiò nel corridoio.* I due fratelli si lanciarono uno sguardo, annuirono.

La porta dello sgabuzzino si spalancò di colpo.


Era lei.


~

Un urlo di terrore si diramò per la casa, sovrastato da una risata di goduria.

 

 

 

*Memory, una soundtrack del videogioco "Ib"

 

*Angolo dell'assente ingiustificata*
Ciao a tutti! So bene di essere stata assente per secoli... Questo capitolo non è neanche uscito tanto bene... Va beh, era il mio saluto diciamo, sto già lavorando alla seconda parte di questo capitolo, sarà sui genitori di questi pargoli! (Francois e Oliver) e... Niente, spero vi sia almeno piaciuto capitolo anche se effettivamente non so cosa doveva uscire e non so com'è uscito... L'ho scritto di getto e per pubblicarlo 'sta sera l'ho dimezzato...

Spero vi faccia piacere, visto che questa Fanfiction era partita bene! E... Niente grazie per aver letto e per chi leggerà!
Un commento o una recensione è sempre gradita, positiva o negativa che sia -dovrò pur migliorare in qualche modo no?

Allora baci e abbracci~ (ノ◕ヮ◕)ノ*:・゚✧


Baci, Mira.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3164080