Yato & Yukine fluff moments

di RagazzaPigra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compiti ***
Capitolo 2: *** Buio ***



Capitolo 1
*** Compiti ***


Ratings: Giallo



Yukine imprecò per la terza volta nel giro di dieci minuti,
“Merda”
Yato lo vide stringere i pugni e sbattere da testa sul quaderno aperto sopra il piccolo tavolo.
“Ehi moccioso, chi ti ha insegnato quelle brutte parole?”
Yukine neanche si voltò a guardarlo,
“Tu le dici sempre, scemo”
“AHHH?Quale strumento divino parlerebbe così al proprio padrone?”
Questa volta Yukine volse lo sguardo verso il Dio
“Qualunque persona che avesse avuto a che fare con te!”
“Tsk, che ingrato”
La discussione si interruppe al vibrare del cellulare del Dio delle calamità, era un messaggio da Iki Hiyori abbastanza per permettere a Yato di fregarsene del suo piccolo compagno di stanza.
Peccato che il messaggio fosse proprio per Yukine:


Scusa Yato, puoi dire a Yukine che oggi non potrò venire per la lezione bi settimanale, sono piena di verifiche. Grazie Hiyori
Ps: Digli di fare tutti i compiti o se la vedrà con me.


“Oi, Yukine” richiamò la sua attenzione uno Yato per niente entusiasta,
“Uhm, ci hanno chiamato per un lavoro?” chiese il biondino quasi felice di potersi staccare da quei maledetti compiti.
“Nope, Hiyori ha detto che non verrà oggi” lo informò semplicemente
“Cosa?! Ma...io cosa diavolo dovrei fare?” mormorò il ragazzino arrivando quasi a strapparsi i capelli.
“ Datti una calmata, non esisti solo tu, ha degli esami da fare”
“Da che pulpito! Anche io ho delle cose da fare!”
“Del tipo?”
“Badare a te”
Il Dio fu veloce a prenderlo per il colletto della maglia e a sollevarlo alla sua altezza,
“Che hai detto moccioso?”
“Ho detto che non sai badare a te stesso, figurasi occuparti degli altri” disse il ragazzo non riuscendo però a guardarlo negli occhi, finendo inesorabilmente per abbassare lo sguardo.
Era un'accusa bella e buona e questo Yato lo aveva capito subito.
“ Ti do una delucidazione ragazzino:io non sono obbligato ad occuparmi di te, né ad essere gentile, né a librarti nel caso tu voglia andartene, mi hai capito? Tu al contrario sei obbligato ad obbedirmi, è così che funziona, non sono il padre di nessuno... Mettiamolo in chiaro”
Fortunatamente per il loro rapporto non disse nulla di tutto questo, anche perché non aveva nessuna intenzione di essere punto di nuovo e ancora meno di vedere il cuore di Yukine spezzarsi davanti ai suoi occhi.
“Forza fammi vedere quei maledetti compiti” sbuffò, invece, rimettendolo giù.
“Non credo proprio che tu riesca a farli...” lo avvisò lo strumento divino
“per chi mi hai preso? da qua.”
Ci impiegò neanche trenta secondi per finire l'esercizio che lui aveva provato a fare nell'ultima ora e, per lo più, lo risolse correttamente.
“C-come accidenti hai fatto?”
“Hai sbagliato il doppio prodotto, nanetto”
Yukine si sforzò di ignorare l'ultimo insulto alla sua altezza, per poi concentrarsi su quello che aveva detto il suo padrone.
“Doppio che?”
La spiegazione di Yato fu stranamente chiara e in poco tempo risolse tutti i compiti assegnategli da Hiyori.
“Dì, vuoi continuare, te la faccio io la lezione di oggi?”
Yukine arrossì voltando la testa dall'altra parte,
“D'accordo”
Continuarono fino a tarda sera, finché sentirono la Dea della sfortuna chiamarli per la cena.
Una volta che Daikoku costrinse Yato a lavare i piatti e Yukine si offrì di sparecchiare, i due poterono tornare in soffitta.
“Uff, Daikoku è un dittatore” si lamentò Yato preparando il futon per la notte.
“Ci sta aiutando, ti ricordo” gli fece notare il biondino imitandolo.
Il Dio si tolse la tuta rimanendo in boxer e canottiera, mentre Yukine si affrettò ad indossare il pigiama.
Yato ripose la giacca della tuta proprio in mezzo ai due futon, Yukine non aveva mai capito perché la mettesse proprio lì ogni volta e non gli importava.
Appena Yukine si fu addormentato, Yato, spense la luce e la stanza piombò nell'oscurità.
Osservò Yukine muoversi nel sonno fino a prendere la sua giacca e abbracciarla tenendola stretta al petto.
Sorrise e tornò a distendersi, non prima di aver allungato la mano per carezzargli la testa.
“Buonanotte marmocchio”

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Capitolo 2
*** Buio ***


Rating:Arancione

 

 

Riesco ancora a vedere la luna alta nel cielo, poi qualcuno chiude la cassa e non capisco più niente.

Posso avvertire la terra gettata sopra di me e il camion del cemento che si avvicina, papà lo guida spesso quel camion: è il suo lavoro.

Sento l'oscurità, il buio, la notte; Tutti addosso, così vicini ed insormontabili.

Sbatto forte le mani contro la cassa, la artiglio con le unghie che finiscono in mille pezzi, il sangue che cola lungo le dita neanche lo sento, né avverto il dolore.

Continuo finché non ho più unghie e allora sfrego con la carne nuda su quella maledetta scatola, lasciando numerose scie di sangue sulla parete sopra di me.

“PAPA'!” provo a gridare, ma sento solo il cigolio familiare del contenitore del cemento pronto a scaricarsi.

“Papa, non lasciarmi qui! Mi dispiace, ti prego!”

E il cemento cola e si solidifica e io resto da solo con me stesso, in quel buio assoluto e senza via di scampo.

“Papà...ti prego” imploro in un urlo soffocato dalle lacrime,

“Yukine!”

Apro gli occhi di scatto trovandomi immediatamente le iridi azzurre Yato davanti a me.

“Y-ato?”

Mi stringe in un abbraccio confortante e io non capisco perché, non ricordo assolutamente niente, ma avverto comunque un certo senso di smarrimento e di paura.

Allora mi lascio andare tra le sue braccia e scoppio il lacrime.

“M-mi dispiace”

“Shhh”

Sento la sua mano sulla mia schiena che sale e scende, mi ci vuole un po', ma alla fine mi tranquillizzo.

Mi stacco anche se a malincuore, mi cola un po' di bava e un po' di muco, ma non ci faccio caso.

“Che ore sono?”

Lui si alza e accende la luce,

“le quattro di mattina” mi informa

Faccio un minimo di calcoli per poi realizzare che non ho scuse per non rimettermi a dormire.

Non voglio, ho paura.

Yato spegne nuovamente la luce ed io cingo le ginocchia avvicinandole al petto restando fermo sopra al futon.

Osservo distrattamente le foglie cadere, spinte da quella fredda brezza autunnale, non ci sono ne luna ne stelle, fuori è tutto avvolto delle tenebre.

Yato si corica sotto le coperte e io mi convinco che rimarrò sveglio in quella posizione fino all'alba.

Non c'è un buio assoluto, infatti una piccola luce attaccata alla presa della corrente rilascia una leggera luminescenza azzurina,

Yato l'aveva comprata giusto la settimana prima.

“Oi Yukine, vuoi venire a dormire si o no?”

Lo guardo sbalordito mentre alza parte del piumone come un chiaro invito a raggiungerlo.

Mi avvicino a gattoni, un po' esitante e poi mi infilo sotto con lui.

“Sei sicuro?”

“Direi, hai fatto a pezzi il tuo letto...”

Volgo lo sguardo al mio giaciglio e, in effetti, lo vedo squarciato in più punti.

Deglutisco e mi avvicino maggiormente a Yato che non mi rifiuta, anzi mi cinge nuovamente tra le sue braccia.

“Notte Yukine”

“Grazie per avermi salvato, Yato-san” penso tra me e me, ignorando il fatto che Yato ha sentito proprio tutto.

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