Tutto troppo pericoloso

di _Marlee_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strong. ***
Capitolo 2: *** Niente esitazioni. ***
Capitolo 3: *** Non sei qui ***
Capitolo 4: *** Io lotto per questo. ***
Capitolo 5: *** L'elicottero. ***
Capitolo 6: *** Forse ***
Capitolo 7: *** Rientro traumatico ***
Capitolo 8: *** Qualcuno è in città ***



Capitolo 1
*** Strong. ***


“Non vorrei essere al suo posto” disse Maggie riferendosi chiaramente alla nuova arrivata al Grey Sloan Memorial Hospital, Eliza Minnik “Vi rendete conto che state boicottando la Bailey?” chiese April cominciando ad essere piu incerta sulla loro crociata contro la nuova dottoressa “Adesso ti tiri indietro?” chiese Meredith. A tutti dispiaceva per Miranda, anche perchè in tutti quegli anni era riuscita a diventare una persona amata da tutti, ma questa sua ultima decisione non è stata presa bene dal resto dei chirurghi, soprattutto per via delle conseguenze che si sarebbero riversate nella carriera decennale del buon e vecchio dottor Webber “Non mi tiro indietro, dico che forse lei ci ha visto lungo” disse April cercando di giustificarsi “Richard ha aiutato la maggior parte di noi a diverare quelli che siamo. Io sono la dottoressa Grey, Alex è uno dei chirurghi pediatrici piu riconosciuti, Cristina è a Zurigo in un programma di primo ordine. Tu April, sei stata in Iraq ed è inutile nasconderlo che è tutto grazie al metodo di insegnamento di Richard. Certo, per Alex c'è stata Arizona, per Lexie c'è stato Derek, per lei c'è stato Owen. Ma il metodo degli sturtturati per insegnare era quello che Richard usava quando insegnava a me, perchè lui sapeva di cosa c'era bisogno. Non possiamo permettere che una dottoressa dello sport come Eliza Minnik, venga qui a modificare un programma solido e forte” disse Meredith mettendo d'accordo tutti “Richard ci ha sempre insegnato una cosa che oggi è sopravvalutata, ci ha insegnato a mettere al primo posto il paziente e la sua famiglia, mentre per la Minnik qualsiasi persona diventa una pagina di un libro da studiare. Certo siamo un policlinico universitario, qui i ragazzi devono studiare, ma non possono crescere pensando che davanti a loro ci sia solo una nuova operazione. Webber ci ha insegnato e sta insegnando come prendersi cura del ragazzo con il femore rotto, la donna con la faccia ustionata e il bambino che si è trovato nel momento sbagliato e nel posto sbagliato. Dietro a tutti questi interventi c'è altro. Ed Eliza Minnik non lo percepisce” disse Arizona intromettendosi per la prima volta nel discorso “C'eri durante il suo ultimo intervento?” chiese Maggie “Si, la Edwards era il primo chirurgo, Eliza la assistiva e io potevo solo osservare. Come Richard durante l'intervento di Ben. Stephanie non ha sbagliato niente, non poteva riparare ciò che non vedeva, è la Minnik ad aver sbagliato. Il bambino è morto e Eliza era piu sconvolta di Stephanie. Lei è un insegnante non ha idea di come si stia dentro ad una sala operatoria. Richard invece si è fatto le ossa nell'arena e ha permesso a noi di farci le stesse ossa. Non permetterò che questa situazione finisca nel peggiore dei modi per lui” disse Arizona concludendo, Richard nel frattempo era rimasto seduto ad ascoltare, lui per primo non sapeva cosa dire, non si aspettava quella mossa ne da parte di Miranda ne da parte di sua moglie Catherine, a lui non è mai piaciuto stare al centro delle situazioni politiche dell'ospedale, a lui piaceva stare al centro della sala operatoria ad insegnare ai suoi studenti, ma improvvisamente si è sentito preso in causa “Forse Miranda ha ragione” disse lui dal nulla “No, Richard no” rispose subito Maggie e dopo di lei tutti gli altri “E' la prima donna ad aver raggiunto la posizione di capo, forse non dovremmo ostacolare cosi il suo percorso” continuò April “Io la voglio fare questa cosa, voglio che lei capisca che questo non è il giusto metodo per cambiare, lo farò da sola se tutti voi cambierete idea, io lo farò da sola” aggiunse Maggie chiaramente infastidita dal chirurgo traumatologico “Maggie ha ragione, io starò dalla parte di Richard” concluse Arizona e poi Meredith.

 

Per Arizona non era difficile stare dalla parte di Richard perchè sapeva che lui era la colonna portante dell'ospedale, lo era da sempre. Del dottor Webber si parlava spesso fuori da Seattle e un motivo dev'esserci stato, aveva un ottimo metodo di insegnamento e lei avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo. Ma allo stesso tempo vedeva Eliza in difficoltà, anche se dentro all'ospedale cercava di mantenere un certo profilo, sempre. Tranne dopo quel maledetto intervento che è costato la vita ad un bambino di 10 anni. Arizona Robbins era famosa per essere una persona molto umana, lei raramente si arrabbiava o si irritava e vedendo Eliza in condizioni lavorative ed umane molto disatrose fece fatica a non avvicinarsi a lei. La sera dell'intervento disastroso Arizona non ha potuto non tranquillizzarla, infodo anche quel suo comportamento era frutto di un insegnamento di Webber.

I momenti tranquilli in ospedale finirono in quel momento, perchè Arizona fu chiamata in pronto soccorso per un consulto ad un bambino, non appena scese vide Eliza seduta dietro al bancone all'ingresso, si guardarono e Arizona capì benissimo “Dottoressa Minnik, venga con me” disse lei sorridendo, lei era un essere umano inspiegabile, riusciva sempre ad avere il sorriso sulle labbra nonostante il suo lavoro non fosse sempre positivo “Dottoressa Robbins, sono impegnata” inventò una scusa “No, non è vero, venga con me” continuò e riuscì a convincerla. Eliza era felice di aver finalmente trovato qualcuno che dentro quell'ospedale non le remasse contro, e soprattutto si era resa conto che nel suo metodo di insegnamento c'erano delle falle, ed a fargliele notare è stata proprio quella meravigliosa dottoressa sempre con il sorriso. Prima di arrivare davanti al paziente Eliza prese il braccio di Arizona e la bloccò “Non ho intenzione di lavorare con altri bambini, non so come si fa, non sono ancora pronta” disse Eliza abbassando un po quel muro invalicabile per tutti tranne che per Arizona “Non è vero, se non lavorerari su questa tua mancanza probabilmente non riuscirai piu ad entrare in una sala operatoria” disse Arizona “Io non opero bambini, quindi per me non è necessario” continuò lei molto testarda “Ok, ho capito, io opererò quel bambino, lo salverò e tu avrai perso un'opportunità per imparare. Sei davvero irritante quando fai cosi” Arizona si diresse verso il bambino. Frost, un bambino afroamericano, con un problema all'intestino, Arizona era sicura di se, di quel genere di interventi glie ne erano capitati centinaia, e non era affatto preoccupata “Ciao campione, io sono la Dottoressa Robbins, e oggi ti porterò dentro ad una stanza tutta azzurra e togliamo l'amico cattivo, va bene?” chiese Arizona sentendo alle sue spalle una presenza, sapeva benissimo di chi si trattasse ma non si voltò “Ma io posso restare sveglio, voglio vedere” disse lui sorridendo. Succedeva spesso, i bambini quando Arizona era nei paraggi loro sorridevano, nonostante fossero ammalati o doloranti lei li faceva sempre sorridere e rendeva un'avventura speciale anche un intervento che a tutti avrebbe messo il terrore “Piccolo questo non è possibile, non puoi vedere quello che facciamo, perchè è un segreto e nessuno può vederlo” disse Arizona sedendosi vicino al bambino “Come la ricetta della Coca Cola?” chiese lui entusiasta “Esatto, ma tu non ti devi preoccupare perchè tu ti farai un bel sonnellino. Ti piacciono i sonnellini?” chiese lei posandole una mano sulla guancia “Certo dottoressa”

Eliza rimase immobile difronte all'immensa bravura di Arizona nel dialogare con i suoi piccoli umani, quello lei non lo insegnava e lei per prima non era in grado di farlo, e si rese conto che invece era importantissimo. Arizona si voltò e sorrise nel vedere Eliza “Parteciperai?” chiese, la donna annuì e proseguirono insieme senza dire una parola.

 

“Ok, è tutto pronto. Sai contare Frost?” chiese Arizona dopo averlo preparato a dovere “Certo dottoressa, ho 10 in matematica” disse lui orgoglioso “Bravissimo, allora inizia a contare a rovescio da 10” disse lei, l'anestesia fece effetto in pochissimi secondi e da quel momento in poi Eliza subentrò da spettatrice. Non disse niente, neanche una parola, alle domande di Arizona lei si limitava ad annuire “Guarda che puoi parlare” disse lei improvvisamente “No dottoressa, non posso” disse lei non smettendo mai di tenere gli occhi sul paziente “Perchè no? Non era lei che diceva che durante un'operazione i passaggi devono essere esercitati a voce alta in modo che tutti possano imparare?” chiese Arizona “Mi hai chiusa qui dentro per dirmi che avevo torto? Che il mio metodo di insegnamento non vale niente?” chiese lei, ma aveva chiaramente frainteso il senso del gesto di Arizona. Non le diede neanche il tempo di rispondere e uscì di corsa dalla sala operatoria. Di nuovo, per la seconda volta non aveva dato spiegazioni. Arizona, come previsto concluse perfettamente l'operazione. Ma prima di andare a comunicarlo ai genitori andò a cercare la sua assistente
“Vuoi dirmi quanto è bello salvare un paziente?” chiese Eliza molto sgarbata “Perchè non voglio ascoltare” continuò, ma Arizona non si fece colpire da queste frecciatine “Smettila” disse con molta calma, Eliza non si degnò neanche di voltarsi “Non mi piace essere incastrata” disse lei senza cambiare tono “Non volevo incastrarti. Non so con che persone di solito lavori, ma io volevo solo..” provò Arizona avvicinandosi “Basta Arizona, ti prego” disse lei, Arizona però non accettava il fatto che lei pensasse di essere stata raggirata, cosi si sedette esattamente difronte a lei “Qui dentro le persone non stanno rendendo facile il tuo lavoro, lo so, anche perchè io sono una di loro. E sono convinta di quello che sto cercando di difendere. Ma so anche che tu non sei un robot, sei una persona e come tale hai sentimenti” disse Arizona con un tono incredibilmente dolce “Mi stai psicanalizzando?” chiese Eliza, lei davvero non capiva ciò che Arizona volesse, sembrava quasi un doppio gioco “Sto solo cercando di farti capire che puoi avere degli amici qui dentro, senza necessariamente spostarti troppo dal tuo obbiettivo” disse Arizona “Mi hanno pagata per raggiungere quel obbiettivo, cambiarlo non mi è possibile” disse Eliza “Allora tu, dopo aver assistito alla morte di quel bambino non hai cambiato idea? Non credi che..” disse Arizona ma fu interrotta “Io ho lavorato come sto lavorando per anni, in decine di ospedali diversi, ed ha sempre funzionato” disse Eliza cominciando a capire che Arizona non era li per giudicarla, non era li per farle abbassare tutti i muri e poi colpirla alle spalle, lei era li per darle un semplice consiglio. Da persona a persona “Forse c'è una ragione per la quale la gente attraversa il paese per venire qui, al Grey Sloan Memorial Hospital, forse perchè noi siamo i migliori in molti campi” disse Arizona “Sono stata assunta da Cathrine Avery, e se lei crede che ci sia bisogno di un cambiamento significa che il cambiamento è necessario” rispose Eliza abbassando gli occhi “Non ho detto che non sia necessario un cambiamento, magari è necessario, ma quello che vogliono che tu faccia non è un piccolo cambiamento, ma un cambiamento radicale” disse Arizona cercando di farla ragionare “Cathrine Avery me l'ha chiesto, sai chi è?” chiese Eliza alzando per la prima volta quei meravigliosi occhi blu “Lo so chi è Cathrine, lo so. E so anche che non è facile comunicare con lei. Da questo punto di vista ti do ragione, però non è impossibile” confessò Arizona “Non ho voglia di parlare con te del mio lavoro. Davvero dottoressa, basta” Arizona capì che non c'era niente che avesse potuto farle cambiare idea “Dottoressa Minnik ha voglia di venire con me a dire ai genitori di Frost che l'intervento è andato benissimo?” chiese porgendole una mano alzandosi in piedi, Eliza la guardò e si alzò senza il suo aiuto “Devo seguire gli specializzandi. E' gia troppo tardi”

 

E' DA TANTO CHE NON SCRIVO E NON UTILIZZO QUESTO SITO, SOPRATTUTTO PER MANCANZA DI ISPIRAZIONE. INFONDO LE NOSTRE CALZONA NON HANNO FATTO PASSI IN AVANTI E QUESTO MI HA RATTRISTITO UN PO. PERO' DEVO DIRE CHE QUESTA ELIZA INSIEME AD ARIZONA MI DA QUALCHE BRIVIDO E QUALCHE EMOZIONE.. SPERO CHE VOI NON CE L'ABBIATE CON ELIZA E DI CONSEGUENZA SPERO CHE VI PIACCIA QUESTA FAN FICTION.. 
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE .. 
COSI SAPRO' SE CONTINUARE O SE BLOCCARMI SUBITO..

ATTENDO VOSTRE NOTIZIE. 
VI RINGRAZIO PER L'ATTENZIONE E PER I MINUTI CHE AVETE DEDICATO A QUESTO PRIMO CAPITOLO.
MARLEE 

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Capitolo 2
*** Niente esitazioni. ***


“Catherine, è stata lei a chiamare la Minnick” disse Arizona durante la pausa pranzo chiarmente in assenza di Webber “Mia madre?” chiese Jackson incredulo, quella donna non finiva mai di sorprenderlo “Si, tua madre Jackson. Non oso immaginare come si sia sentito Richard” continuò Arizona, lei come tutti gli altri voleva bene al ex capo di chirurgia, nonostante fosse arrivata li tardi, e già da strutturata lui non esitò mai a consigliarla ed aiutarla, perchè era vero, il metodo di insegnamento di quell'uomo ce l'aveva solo lui e tutte le cose che Arizona conosceva su come affrontare i pazienti glie le aveva insegnate lui.

Il cerca persone di Arizona cominicò a suonare e cosi anche quello di Jackson.

“Cosa abbiamo?” chiese Arizona all'arrivo dell'ambulanza “Un politrauma. Incidente stradale. Donna, 29 anni, incinta al quinto mese di gravidanza” disse Richard, quando gli dissero il caso non si rese conto di cosa stesse succedendo, ma non appena lo ripetè a voce alta si rese conto di ciò che stavano apsettando “Arizona, possiamo chiamare Karev” disse subito Richard, lei non capì subito, ma non appena aprirono le porte dell'ambulanza le tornò tutto in mente.

Ai margini ad assistere c'era Eliza, li per dire la sua e per fare il suo lavoro. Arizona rimase immobile per qualche secondo, tutti capirono ma Eliza no, così intervenne e fu lei ad aiutare i paramedici, non appena sentì la voce della dottoressa mora Arizona si ricompose e prese di nuovo il suo posto.

Attorno alla donna si riunirono tutti i medici necessari, Owen, Amelia, Maggie, Meredith, Jackson e Arizona “Silenzio, c'è bisogno di silenzio” disse Arizona “La prego mi dica come sta mia figlia” disse una donna sulla porta, visibilmente sconvolta e solo con qualche graffio “Perchè quella donna è qui, qualcuno la faccia portar via” urlò Arizona e subito dopo richiese silenzio, tutti la ascoltarono e pochi istanti dopo la stanza si riempì del suono di un cuore piccolo ma forte “Il bambino non sembra in sofferenza fetale, quindi potete procedere per tenerla in vita” disse Arizona e si mise a sedere accanto al monitor dei battiti del bambino, accanto a lei si posizionò Eliza.

“Tutti i secondi sono indispensabili” disse lei un po in tono meschino, perchè in quel momento lei era in vantaggio “Lo so bene dottoressa” rispose lei senza dare troppo peso alla frase “I nuovi specializzandi non avranno esitazioni” disse prima di avvicinarsi a Meredith che chiaramente non la voleva li “Dottoressa Minnik, lei non è la benvenuta. Qui è già un casino, se lei non è necessaria la pregherei di andare la sopra e osservare senza essere d'intralcio a noi che stiamo cercando di salvare la vita di questa giovane donna” disse Meredith senza mai guardarla negli occhi “So cosa adesso portrebbe dire, ma non la sto guardando solo perchè ogni minima distrazione può farmi sbagliare questo intervento delicato, quindi per favore esca” continuò. Meredith era chiaramente bravissima in quello che faceva ed Eliza ebbe abbastanza intelligenza da rimanere al margine della stanza, ma non accanto ad Arizona “Il bambino ha delle decelerazioni sul battito. Avete pochi minuti per concludere” disse il chirurgo pediatrico imporvvisamente, ma Maggie aveva ancora le sue mani dentro al petto della donna, non riuscivano a stabilizzarle il cuore, continuava ad andare in arresto “Non arrivano le sostanze necessarie al feto, richiudete subito” disse molto irritata, Maggie finì alla velocità della luce e la donna tornò in terapia intensiva.

“Come sta mia figlia?” chiese lei, a rispondere fu Eliza “Chi è lei?” chiese “La fidanzata di Sasha” contunuò visibilmente terrorizzata “Non posso comunicarle nulla” disse lei molto canonicamente. Ma alle sue spalle c'era Arizona “Signora, non appena sappiamo qualcosa glie lo faremo sapere, per ora non ci sbilanciamo troppo, è ancora una situzione molto precaria” disse Arizona “Dottoressa Robbins cosa..” provò a chiedere Eliza, ma Arizona sorrise alla donna e si allontanò con la Minnick e finirono dentro ad una stanza
“Quella donna è disperata, che persona sei tu? La ragazza che fino a pochi secondi fa stavamo operando probabilmente era l'amore della sua vita e la madre del figlio che tenevo d'occhio nel monitor, voleva solo sapere se le sue due ragioni di vita avessero superato l'intervento, non voleva sapere quando sarà dimessa, se sopravvivierà, non ha chiesto di vederla. Era solo preoccupata per la sua donna e per il figlio che aveva in grembo, perchè quelle due vite sono fondamentali per lei. Aveva bisogno di essere tranquillizzata, forse non è legalmente sposata con quella ragazza ma..” disse bloccandosi imporvvisamente, Eliza non capiva quella sfuriata ed era pronta a ribattere “.. magari quella donna l'ha vista schizzare fuori dal parabrezza, forse le aveva appena chiesto di sposarla e lei non aveva ancora risposto, forse si era distratta per un momento per questo non vide il camion in mezzo alla strada, o forse il camion è comparso dal nulla. Forse stavano andando in uno chalet di montagna dato che tra qualche mese i loro momenti di intimità saranno estremamente ridotti. Tu non sai niente di loro eppure ti permetti di dirle che non può essere aggiornata? Ma che ne sai? Magari sono anni che queste due ragazze stanno insime, magari hanno lottato contro mostri piu grandi di loro e poi arrivi tu a dirle che lei non è nessuno? Io lo trovo un gesto ipocrita, non trovi?” chiese Arizona con le lacrime agli occhi, ma per il suo orgoglio non ne avrebbe fatta cadere neanche una, non voleva darle nessun tipo di soddisfazione. Eliza rimase muta, non aveva niente da aggiungere e dovette ammettere che Arizona forse aveva ragione “E ora togliti di mezzo che voglio tenere d'occhio quel bambino” disse Arizona sorpassandola e uscendo dalla stanza.

 

Somministrò al feto i medicinali per permettergli di sviluppare i polmoni, cosi se si fosse reso necessario un cesareo d'urgenza il bambino non avrebbe dovuto restare in terapia intensiva per mesi. Le lezioni si imparano e Arizona quella l'aveva imparata fin troppo bene.

Eliza invece dopo quella sfuriata si sentì cosi piccola e cosi insignificante che sentì il bisogno di parlare con Miranda

“Ehi Dottoressa Minnick, il suo programma è un toccasana per questo posto, oggi la Wilson ha eseguito con successo il suo primo intervento, spero che questa crociata contro di lei finisca presto” disse April, quei complimenti fecero rinascere un briciolo di speranza nel cuore di Eliza, forse la strada era lunga ma alla meta avrebbe potuto arrivarci lo stesso, cosi decise di ritornare in pronto soccorso e assistere il dottor Warren “Venga con me” disse lei e lo portò da Owen “Cos'hai qui?” chiese Eliza “Niente di che, solo una brutta ferita in fronte” disse lui, non era un grande intervento cosi la Minnik lasciò stare. Poi sentì il cercapersone suonare all'impazzata, ma non era il suo, si voltò e vide Owen sfrecciare verso la terapia intensiva, lei disse a Ben di seguirla ed insieme si recarono nella sala operatoria, di nuovo la donna: Sasha. 

“Dottoressa Robbins cos'è successo?” chiese vedendola sempre seduta accanto a quel monitor “Ha avuto un attacco cardiaco, la Pierce l'ha salvata per miracolo, l'innesto non ha tenuto” disse lei tranquillamente, non era di certo una persona che portava rancore di conseguenza le cose che aveva sputato qualche ora prima le aveva già superate “Se si rendesse necessario un cesareo lo farà Warren” disse in maniera autoritaria “Io non credo” disse Arizona essendo a conoscenza di ciò che sarebbe potuto succedere, Ben stesso sapeva di non essere pronto “Sto facendo il mio lavoro, se lei me lo impedisce farò rapporto al capo” disse Eliza minacciosa “E cosa succederà se l'intervento andasse male? Correrà a piangere nel primo sgabuzzino che trova e lascerà Ben in preda al panico davanti a quella povera fidanzata, che probabilmente si troverà con una figlia ma senza la sua donna al suo fianco?” chiese Arizona, lei era una persona buona e ragionevole, ma le minacce non le piacevano e glie lo fece capire in maniera molto chiara “Assisterà all'operazione, ma la svolgerà Warren, questo è il mio compromesso” disse Eliza “Spero solo che questo bambino rimanga nel ventre di sua madre abbastanza a lungo per scampare al suo metodo pericoloso e irragionevole” disse Arizona con un pizzico di cattiveria volontaria. Durante quell'operazione delicata al cuore le contrazioni non cominciarono, il bambino e la madre erano salvi.

 

“Sono contenta che il cesareo non sia stato necessario, perchè da un momento di insegnamento si sarebbe potuto trasformare in una tragedia e lei probabilmente avrebbe aggiunto una giovane madre lesbica alla sua lista dei morti” disse Arizona uscendo dalla sala operatoria e togliendosi la cuffietta lasciando cadere sulle spalle i suoi bellissimi capelli biondi. Eliza di nuovo rimase in silenzio e Ben seguì la Robbins felice di come si era concluso l'intervento.

 

La fidanzata di Sasha rimase in sala d'attesa tutta la notte senza che nessuno andasse a dirle come procedeva, così a farlo fu Arizona “Ho monitorato fino alla fine il battito della bambina..” disse Arizona “..Lana, nostra figlia si chiamerà Lana, come mia madre” disse la donna “Non ho potuto darle un po del mio DNA, quindi volevo avesse una parte della mia famiglia in lei” disse commuovendo Arizona “Ho tenuto monitorata Lana per tutto il tempo dell'intervento, ha un cuoricino piccolo piccolo ma molto forte, l'impatto non ha danneggiato in alcun modo il sacco amniotico, e la sua fidanzata sembra molto intenzionata a tenere dentro di se la bambina” disse Arizona, la ragazza scoppiò a piangere “Sasha come sta? Sopravviverà?” chiese “Ancora non posso dirle niente, è troppo presto per delle certezze, ma io le consiglio di fare un passo alla volta. Cosi ogni piccola conquista sarà una grande vittoria” concluse Arizona, la donna le mise le braccia al collo e la abbracciò “Grazie per quello che fa per me e per la mia famiglia” disse, si commossero entrambe.

 

“Era li seduta con lei quando invece avrebbe potuto essere in sala operatoria ad insegnare a quache specializzando a cavarsela da solo” disse Eliza a April, la quale non rispose solo perchè vide Arizona alle spalle della donna “Non so chi mi disgusti di piu tra lei, Dottoressa Minnik, o tu April, davvero non ne ho idea” disse Arizona. Per lei l'amicizia era una cosa importantissima, allo stesso identico livello dell'amore per questo si sentì pugnalata dalla rossa “Tu c'eri, tu l'hai vissuto con me. Tu c'eri” disse Arizona ma April non disse niente “Tu quel giorno eri in pronto soccorso, ricevetti la mia chiamata. Sei stata tu a rispondere a quel telefono, sei stata a tu a tranquillizzarmi quando ti dicevo che vedevo troppo sangue. Eri nell'equipe medica dentro a quella sala operatoria, e ogni tanto ti assicuravi che stessi bene buttando l'occhio in galleria, quella ragazza a cui volevo un bene immenso e a cui dovevo la vita per aver salvato una vita cosi importante per me, non la vedo piu. Non c'è piu. O per lo meno da un po non la vedo piu, e mi manca. Però in questo momento mi fa schifo, e tu sai quanto sia difficile per me dire queste cose. Posso capire che lei sia cosi senza cuore da non accorgersi del fatto di essere circodata da esseri umani con sentimenti e paure, me ne rendo conto. Ma tu April, io so che tu sei diversa da cosi. Per quanto riguarda lei Dottoressa Minnick io ho smesso di cercare di capirla, ho smesso. Fino a qualche minuto fa pensavo che ne valesse la pena, ma ora mi rendo conto che non ne è mai valsa la pena con lei. Non si meritava nessuno dei miei consigli, nessuno dei miei pazienti e nessuna mia parola. Non si meritava niente. Se io mi preoccupo cosi tanto per quella donna seduta in sala d'aspetto è perchè io un tempo sono stata quella donna. Fuori dalla stessa sala operatoria sperando che la mia ragazza, futura moglie, stesse bene. Ero seduta la fuori sperando che mia figlia non morisse. Dalla mia parte non avevo neanche la fede in Dio. Speravo solo che la medicina e i miei amici la salvassero, salvassero la donna della mia vita. Per questo ci tenevo tanto a quella giovane ragazza che piangeva in sala, ci tenevo perchè piu di chiunque altro io la posso capire, perchè sono stata al suo posto, ho corso, come lei, il rischio di perdere non solo la donna di cui ero pazzamente innamorata, ma anche mia figlia, che non conoscevo ma che amavo gia immensamente. Io dietro alle persone vedo delle storie, vedo delle vite. Lei no dottoressa Minnick, lei vede solo dei dannati interventi dai quali imparare, ma si è dimenticata che dietro a quegli inteventi, dietro a difficili procedure ci sono persone che sperano nel meglio, che pregano Dio che i loro parenti escano vivi da quella sala. Forse lei non lo può capire, ma non perchè lei vale meno di noi, solo perchè a lei non è mai stato insegnato, e adesso mi rendo conto che non merita il mio tempo, non sarò io a dimostrarglielo, non oggi” disse Arizona lanciando un ultimo sguardo ad April e lasciando Eliza per la seconda volta muta.

 

Le ore passavano, gli organi di Sasha non cedettero e le contrazioni non cominciarono “Amelia, ha reagito agli stimoli?” chiese Arizona vedendola uscire dalla stanza della donna “Certo che ha reagito. Siamo riusciti a tenere tutto sotto controllo” disse Amelia “Si sveglierà presto?” chiese di nuovo, mostrò davvero un attaccamento a quel caso “Si a momenti” disse.

Arizona andò in sala d'aspetto. Sapeva che quella ragazza stava ancora aspettando notizie “Dottoressa Robbins ci sono novità?” chiese lei “Prenda le sue cose e la porterò da Sasha” disse lei sorridendo “E' sveglia? Sta bene?” chiese di nuovo molto eccitata “Non ancora, ma si sveglierà presto, e non vorrei che la prima cosa che vedrà sia un infermiera. Che ne dice?” chiese Arizona quasi commossa “Non la lascerò neanche un secondo, non so come ringraziarla dottoressa Robbins, lo so che non è normale seguire cosi i pazienti come lei ha seguito me. O meglio i pazienti sono da seguire ma i loro parenti si devono arrangiare un po come possono, invece lei non ha mai smesso di aggiornarmi nonostante io non sia nessuno per Sasha” confessò la donna, Arizona si bloccò e rischiò di scoppiare a piangere “Non lo dica, io so bene cosa lei è per Sasha. Non accetti mai che qualcuno le dica che lei non è nessuno, non lo accetti mai, perchè non è vero. Lei è qualcuno. Quella donna è la sua vita, e spero che viva con lei il resto dei suoi giorni. La vostra Lana non deve crescere in un mondo dove le sue due madri non vengono riconosciute come tali. Non lo permetta. Non tanto per se stessa, ma per sua figlia. Merita un mondo migliore. Lo meritano tutti i bambini un mondo migliore e noi siamo gli unici che possono fare qualcosa per migliorare il mondo malconcio che ci ritroviamo” disse lasciandola entrare in terapia intensiva. Poche ore dopo la donna accanto a lei si svegliò e pronunciò una parola speciale per Arizona. Anche lei non appena aprì gli occhi disse SI.

NOTE: Ciao ragazzee, ho visto che il precedente capitolo è piaciuto molto e vi ringrazio immensamente per aver speso qualche minuto per leggerlo. Spero che questo secondo capitolo sia all'altezza del primo. Mi piaceva l'idea di inserire un intervento analogo a quello dell'incidente di Callie in modo che Arizona potesse rivelarsi e rivelare un altro lato di lei.. Come vi è sembrato? Aspetto ovviamente tutte le vostre opinioni a riguardo, non vedo l'ora di leggerle. Ora sto lavorando sui capitoli che seguono, li posterò il prima possibile. 

PS: HO AMATO IL BACIO DELLA PUNTATA 13X14 TRA ELIZA E ARIZONA, semplice, elegante, che le rispecchia in pieno entrambe. 

Marlee.

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Capitolo 3
*** Non sei qui ***


“Non sono un robot” disse una voce alle sue spalle, Arizona si voltò ma rimase in silenzio “Ho dei sentimenti, delle paure, sono piena di paure in realtà, però non mi piace che le persone si rendano conto di quanto io sia spaventata. Per questo taccio, per questo non mi apro con nessuno, per questo durante le ore di lavoro io lavoro. Non posso permettermi che le persone sappiano le mie insicurezze. Non mi va. E non mi è mai pesato. Fino ad oggi” disse Eliza non abbassò gli occhi neanche un secondo, li incastrò per bene in quelli di Arizona “Non voglio sentire niente da lei per oggi. Domani è un altro giorno, ma per oggi basta dottoressa Minnik, per oggi basta” disse Arizona esausta per quella giornata. Da quando Callie se n'era andata a New York quella era la prima volta in cui lei sentiva la sua mancanza, la prima volta in assoluto, sentiva che nel reparto di ortopedia non c'era lei, sentiva che in asilo non c'era Sofia, sentiva che i pranzi erano un po piu noiosi. In una volta sola sentì tutto quello che fino a quel momento non sentì mai. Tutta la nostalgia le si rovesciò sulle spalle e non aveva nessuno con cui parlarne, perchè April aveva deciso di voltarle le spalle. Tornò a casa e si stese sul letto

“Arizona è successo qualcosa?”
“Volevo sentire la voce di Sofia, è li con te?”
“Sofia dorme, qui è mezzanotte passata”
“Scusami Callie, non ci avevo pensato”
“Sai che se hai bisogno di parlare di qualcosa io sono qui”
“Non è che sei poprio qui, perchè hai deciso di partire per NY con una specializzanda. Quindi non sei qui”
“Lo so Arizona era per dirti che ti ascolto”
“Sai, sarebbe strano parlare dei miei problemi alla mia ex moglie”
“Lo so, ma io per te ci sarò sempre”
“Ora è tardi, è stata una giornata difficile, ho solo voglia di tornare a dormire”

 

Callie le mancava quella sera, ma non la voleva indietro, non voleva che tornasse. Era in grado di gestire la sua nostalgia.
Arizona dopo aver chiuso la chiamata crollò in un sonno provondo, ma Callie no, Callie rimase confusa, non aveva mai sentito Arizona con quel tono di voce, le sembrò incredibilmente sconfortata ed lei nonostante fosse a NY sapeva cosa fosse in corso a Seattle, sapeva della pessima decisione che aveva preso Miranda e dell'arrivo di Eliza Minnik, lei l'aveva conosciuta per via del lavoro simile che svolgevano ma dei suo metodo di insegnamento aveva sentito ben poco. Ma se si era creata questa crociata contro di lei un motivo doveva esserci. Era molto preoccupata perchè sapeva che in pericolo c'era Webber, il miglior insegnante che lei avesse mai avuto.

 

“Che vuoi Callie?”
“Mamma sono io”
“Amore, che succede stai bene?”
“Si mamma, qui è tutto molto bello, lo sai che grande parco che c'è?”
“Si piccola, una volta l'ho visto anche io. Mi piaceva molto passare il tempo in riva allo stagno”
“La mamma mi porta spesso li”
Arizona sorrise, perchè molti anni prima era stata a NYC con Callie e passarono un intero pomeriggio al laghetto a baciarsi come due adolescenti
“Mi manca Zola, mi manca un po la mia cameretta ma qui i miei compagi sono simpatici e non vedo l'ora che arrivi Natale”
“Arriverà presto piccola, arriverà presto”
“Mi manchi mamma”
“Anche tu amore. Ma vedrai che la mamma troverà sempre un modo per non farti sentire la mia mancanza, lo so, la conosco lei è speciale”
“Tornerete insieme vero?”

Ad Arizona si siempirono gli occhi di lacrime, perchè nonostante fosse mezzanotte Callie in qualche modo aveva capito quanto lei stesse male e svegliò Sofia, la quale non esitò un attimo, alzò la cornetta e la chiamò.

“Piccola, io e la mamma abbiamo preso una decisione e non si può tornare indietro, ma per te non cambierà niente, siamo sempre noi, le tue mamme”
“Si ma siete troppo lontane, io non posso piu venire a dormire tra di voi nel lettone”
“C'è Penny”

Quelle due parole costarono moltissimo ad Arizona

“Ma Penny non è la mia mamma. La mamma non vuole che io la chiami mamma”
“Ma tu la vorresti chiamare mamma?”
“No, perchè sei solo tu la mia mamma”
“Amore, verrò a trovarti prima di natale, perchè mi manchi troppo piccola pulce”
“Davvero? Dormirai insieme a me?”
“Certo non ti lascerò andare”
“Vieni mamma, vieni
Arizona salutò la piccolina, le diede la buoanotte e fu estremamente grata a Callie per averle permesso di parlare con Sofia nonostante l'ora.  

Scusate il ritardo, come promesso ecco il ritorno della presenza di Callie nella storia, vediamo una Arizona completamente priva di muri, molto diversa dal solito. Anche per Callie fu una sorpresa sentire quel tono e a modo suo ha cercato di rimediare. CHE NE PENSATE? IL RAPPORTO CALLIE E ARIZONA DOVREBBE LIMITARSI AD ESSERE TELEFONICO O SECONDO VOI ENTRAMBE HANNO BISOGNO DI VEDERSI? 
Grazie a tutti coloro che hanno speso qualche minuto per leggere questo capitolo e anche i due precedenti, spero vi piaccia
Pubblicherò presto 
Marlee 

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Capitolo 4
*** Io lotto per questo. ***


“E' arrivata a tutti la mail del capo?” chiese Richard dentro alla saletta dove c'erano Jackson, Meredith, Amelia, Maggie, Alex e Arizona “Si è arrivata a tutti gli strutturati, penso che sia arrivato ai piani alti il nostro colpo di stato” disse Alex con quel suo solito sorrisetto furbo “Non era difficile da capire, infondo la Minnick parla tutti i giorni con Miranda” disse Maggie sempre molto sospettosa “E' palese il fatto che noi stiamo remando contro la Minnick, e Miranda lo vede tutti i giorni. Diciamo che la nuova dottoressa ha tanti difetti, ma il vittimismo non è assolutamente uno di quelli” disse Arizona escludendo completamente la possibilità che sia stata Eliza a spifferare tutto al capo.
“Se nessuno si presenterà alla riunione di questa sera il tutto diventerà una vera e propria dichiarazione di guerra, siamo pronti?” chiese Richard “Si, penso che sia piu che necessario” disse Arizona ma chiaramente erano tutti d'accordo con lei. Dopo la litigata con April e Eliza nella stanza degli strutturati lei non parlò piu con nessuna delle due. E nessuna pensò di andare a scusarsi nonostante entrambe sapevano di aver sbagliato.

Ma quel pomeriggio rimasero chiuse dentro la stessa sala operatoria. Arizona, alla quale piaceva parlare in sala operatoria, rimase zitta. Anche April era molto chiacchierona durante gli interventi eppure quel pomeriggio non azzardò una parola e cosi anche Eliza.

“April attenta” disse Arizona vedendo April in leggera difficoltà “So quello che faccio” disse lei, ma in realtà tutto andò precipitando “Dottoressa Kepner si sposti” dise Eliza, ciò che era successo a quel ragazzo rientrava nelle sue competenze “Dottoressa Minnick è il mio paziente” disse April “Io pensavo che tu fossi dalla sua parte. Ma infondo la coerenza non è di certo una tua qualità” disse Arizona utilizzando per la prima volta la sua lingua biforcuta “Il ragazzo muoveva la gamba quando è entrato qui?” chiese ad Arizona “Certo, aveva solo una frattura della caviglia, ma muoveva perfettamente le dita dei piedi” disse Arizona molto professionale cosi come Eliza, l'unica umiliata e poco professionale fu April che scappò fuori dalla sala “Spero che questa mania di scappare tu non la stia insegnando a tutti gli specializzandi sennò siamo davvero nei guai” disse Arizona buttandola sul ridere ma anche lanciando una frecciatina molto potente “Smettila, sto lavorando” disse lei molto irritata “La guerra è cominciata e non pensare che io mi trovi nel mezzo, perchè non lo sono, non lo sono dottoressa Minnick. Io sono contro di te al 100%, senza dubbi e senza ripensamenti” disse Arizona “Magari mi licenzieranno, e questo non sarebbe poi cosi male” disse Eliza tornando ad essere quella donna dell'inizio “Neanche io sto nel mezzo. Sto con la Avery” disse Eliza molto concentrata. In quel momento tutti i valori del ragazzo crollarono “Che hai fatto?” chiese Eliza, l'errore questa volta fu di Arizona “C'è il mio nome su quella cartella, è per questo che l'hai fatto?” chiese Eliza pensado che Arizona avesse messo in pericolo la vita di quel giovane ragazzo di poposito “Facciamo ciò che dobbiamo fare per salvarlo invece di sputare sentenze” disse Arizona, lei ed Eliza lavorarono duramente insieme per piu di tre ore, con una complicità ed una coordinazione che nessuna delle due aveva mai avuto con nessun altro. Dopo diverse ore l'intervento si concluse al meglio e non fu necessario l'amputamento della gamba

 

“Sai perchè io lotterò con tutte le mie forze? Per questo! Lotterò per questo momento che è quello che preferisco. Il momento in cui io esco dalla mia sala operatoria e sono soddisfatta di ciò che ho fatto. Non lotterò contro di te perchè mi hai fertita, non lotterò contro di te perchè non ascolti o perchè hai il cuore di pietra. NO. Io lotterò solo e solamente per questo momento qua, che precede un altro momento bellissimo quello in cui andrò a dire alla famiglia di questo ragazzo che l'ho salvato, che l'abbiamo salvato” disse Arizona “Non sempre li salviamo però” disse Eliza “Allora solo perchè ci sono delle giornate di pioggia tu non ami quelle in cui il sole splende nel cielo?” chiese Arizona sorridendo “E anche se non sempre riusciamo a salvarli quei momenti sono importanti, sono didattici, ti insegnano ad affrontare ciò che non puoi controllare, ti insegnano a gestire le emozioni e a guardare avanti per poter aiutare il prossimo che ha bisogno del tuo aiuto. Per questo lotterò contro il suo metodo. Solo per questo” disse Arizona abbassando lo sguardo “Può venire con me dalla famiglia se vuole. Non la prenderò come una vittoria, ma penso che possa farle bene” disse Arizona “Verrò con lei” disse Eliza seguendo Arizona verso la famiglia


“Suo figlio è stato estremamente fortunato signora Gullivan, se dentro a quella sala operatoria non ci fosse stata la Dottoressa Minnick andesso probabilmente non saremo qui a dirle che suo figlio sta bene, che si sveglierà presto e che potra continuare a giocare a pallone. Quindi il mio merito in questa operazione è minimo, la maggior parte è stata realizzata da lei” disse Arizona e non fece in tempo a concluere che la donna gettò le braccia attorno al collo di Eliza e la abbracciò “Che Dio la benedica” disse con le lacrime, ma gli occhi di Eliza rimasero incollati a quelli di Arizona perche sapeva che se avesse guardato la donna sarebbe scoppiata a piangere.

Uscirono insieme dalla stanza “Non è bellissimo?” chiese Arizona ed Eliza non poteva far altro che annuire perchè lei le bugie non le sapeva dire e doveva ammettere che quel momento era valso le tre ore di duro lavoro.

 

“Io ho finito il turno, tu?” chiese Arizona “Anche io” disse sorridendo. Si capirono e dopo essersi cambiate andarono per un drink da Joe.

“Potrei proporre un compromesso alla Bailey” disse Eliza “Un compromesso?” chiese Arizona confusa, lei non era li per negoziare o per manipolare Eliza “Pensaci tu, ma io non vorrei parlare di lavoro anche qui, non ti ho portata fuori per questo. Ne ho abbastanza di questa storia. Per me è importante una cosa per te lo è un'altra. Ma qui non siamo medici, siamo solo due donne che sono uscite per un drink” disse Arizona. In quel momento arrivò la Edwards “Robbins l'elicottero parte domani mattina” disse, Arizona rimase scioccata “Grazie Steph, non pensavo che fossi cosi brava” disse Arizona sorridendo “NYC?” chiese Eliza immaginando la destinazione “Si, ho bisogno di una pausa” disse Eliza “La conosco la tua storia, sapevo dell'incidente della dottoress Torres, quella notizia raggiunse l'ospedale dove lavoravo all'epoca. Spevo che a lei era successo tutto quello che è successo a Sasha” disse Eliza confessando tutto ad Arizona “Lo so, immaginavo, lei era importante nel vostro campo. Allora perchè non hai capito subito?” chiese Arizona “Perchè non mi hanno addestrata per capire i problemi ma per risolverli” disse Eliza “Ma se non li capisci come fai a risolverli?” chiese Arizona confusa “Infatti non sempre li risolvo” disse finendo il suo drink e andandosene.

 

“Dottoressa Minnick, com'è andata oggi?” chiese Miranda “E' andata bene, è andata bene perchè per la prima volta non sono riuscita a risolvere il vostro problema” disse Eliza, ma Miranda non capì “Non sono riuscita a risolvere il vostro problema perchè non l'ho capito” disse Eliza, Miranda si sedette nella sua sedia dietro alla sua scrivania e chiuse gli occhi annuendo “Questo è l'unico ospedale dove gli stessi medici si rivoltano al loro capo, qui l'errore non sono loro” disse Eliza abbassando lo sguardo “Lo sbaglio sarei io?” chiese Miranda prendendola sul personale “Lei qui è piena di dottori che non fanno questo lavoro per il compenso, non lo fanno per raggiungere un record, qui lavorano per salvare delle vite ed è cosi raro trovare un ospedale che abbia ancora questa funzione che sembra questo l'errore. Ma grazie ai suoi medici che io ho capito l'importanza di salvare le vite. L'importanza della persona” disse la dottoressa confessando che fino a quel momento si erano concentrate sul problema sbagliato “Anche lei, e tutti loro sono stati istruiti dal dottor Webber, e questo si vede, si vede la sua impronta in ognuno di loro. Ed è un impronta talmente profonda e giusta che non ha senso sotterrarla sotto ad altri metodi. La prima settimana della mia permanenza qui una persona mi disse: la gente attraversa il paese per venire al Grey Sloan Memorial Hospital, un motivo ci sarà. Io in queste 10 settimane non ho dato niente a questo ospedale ma i suoi medici mi hanno dato tanto, mi hanno fatto capire che non esistono interventi e procedure, ma esistono persone e famiglie che aspettano di sapere che i loro cari stanno bene. Quindi vorrei rassegnare le mie dimissioni dottoressa Bailey” disse Eliza, ma alle sue spalle una voce “NOO”  

COSA NE PENSATE? DI CHI SARA' LA BATTUTA FINALE? SECONDO VOI CHI SI OPPORRA' ALLE DIMISSIONI DI ELIZA E CHI INVECE LE PRENDERA' COME UNA VITTORIA? 

ATTENDO VOSTRE NOTIZIE E MI PIACE MOLTO IL FATTO CHE QUESTA STORIA STIA OTTENENDO UN DISCRETO SUCCESSO, SIGNIFICA CHE E' INTRIGANTE E NON PUO' CHE FARMI PIACERE.. 
GRAZIE PER I MINUTI PASSATI QUI
MARLEE 

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Capitolo 5
*** L'elicottero. ***


“NO” disse Richard entrando senza permesso nell'ufficio del capo “No, Dottoressa Minnick lei non deve rassegnare le sue dimissioni” disse lui sorprenendole entrambe “Dottor Webber..” disse Eliza cercando di spiegare le sue ragioni, ma lui non le volle sentire “Lo so, abbiamo iniziato una crociata contro di lei e contro la decisione di mia moglie e del capo di chirurgia, non per cacciarla, non perche pensiamo che il suo lavoro non valga abbastanza, solo perchè noi crediamo che ci siano dei momenti..” disse lui, Miranda era abbastanza d'accordo, perchè lei prima di tutti gli altri era stata allieva di Richard “..speciali” concluse lei ricordando le parole di Arizona “Esatto, speciali. Ci sono dei momenti a cui non vogliamo e non possiamo rinunciare” disse Richard “Ma da questo a chiederle di andarsene c'è molta differenza” concluse l'uomo.
“Richard e tutti hanno ragione, io ho preso una decisione sbagliata, avrei dovuto imporle la collaborazione con il dottor Webber, io sono stata sua allieva e lui è stato per anni capo di questo ospedale avrei dovuto ascoltarlo. Ma sono d'accordo anche quando lui dice che non deve per forza rassegnare le sue dimissioni, può collaborare con lui e con tutti gli altri strutturati” disse Miranda togliendo un peso nel petto di Eliza , ma facendole crescere un enorme rabbia.

 

“Una cosa l'ho capita, ti piace scappare” disse Arizona il mattino seguente vedendola nei corridoi, ma Eliza non rispose “Ehi, sto parlando con te” continuò Arizona ma la donna mora non acennò a rallentare “Dottoressa Minnick” disse infine in maniera autoritaria “Che c'è? Che diavolo c'è? Mi hai fatto credere di non essere abbastanza brava, io mi sono sempre fidata di me stessa, mi sono sempre trovata bene in qualsiasi ospedale dove sono stata e mi chiamavano per salvare i loro ospedali, mi chiamavano loro, mi chiamavano perchè ero dannatamente brava nel mio lavoro. Poi arrivo qui, i problemi di questo ospedale erano gli stessi di tutti gli altri. Però qui sono arrivata al punto da mettere in discussione le mie capacità. Una cosa mi insegnarono: mai mettersi in dubbio. Io so quello che valgo, io so quanto brava sono e so anche che mi hai manipolata, hai usato i bambini che dici di amare per farmi cambiare idea e per farmi fare un passo indiero, mi hai invitata nella tua sala operatoria non perchè volevi che superassi quel cedimento, anzi, hai usato quel cedimento contro di me, a vostro vantaggio. Sono andata dalla Bailey per dire che rassegnavo le mie dimissioni, e ti posso assicurare che non è mai successa una cosa del genere. E anche se non vorrei che fosse cosi io credo che sia colpa tua” disse Eliza senza mai abbassare gli occhi azzurri, Arizona si sentì estremamente fraintesa, lei non aveva fatto niente di tutto ciò che la mora aveva appena finito di rinfacciarle “Frena un attimo” disse Arizona provando a spiegarsi “Basta, la Bailey non ha accettao le mie dimissioni, e io mi sono sentita umiliata, mi sono sentita messa in dubbio. Ma la persona che questa volta mi ha messa in dubbio, non sei tu, non è la Bailey, o Catherine, ma sono io. Mi sono messa in dubbio e ho abbassato la testa, perchè a chiedermelo sei stata tu” disse Eliza arrabbiata piu che mai, sia con se stessa che con la dottoressa Robbins “Io non ti ho chiesto di abbassare la testa, io non ti ho manipolata Eliza” disse Arizona, ma la donna non la volle ascoltare, conintuò a camminare e la bionda capì che non sarebbe riuscita a convincerla.

 

“Dottoressa Robbins, l'elicottero è atterrato qui posso concludere io” disse Andrew sorridendole “Grazie De Luca” disse lei sfilandosi il camice e mostrando sotto di esso un bellissimo vestito rosa antico. Andrew aveva legato molto con la donna, la conosceva benissimo, sapeva che lei non era minimanente disponibile, ma la trovava lo stesso molto eccitante “Che c'è?” chiese lei vedendolo un po confuso “Niente dottoressa, è molto bella” disse lui prima di andarsene, quei complimenti lei non li riceveva da un po. Da quando Callie se n'era andata Arizona si concentrò solo sul suo lavoro, esclusivamente sui suoi piccoli umani e la sera lei non la usava per uscire, non la dedicava alla vita sociale, ma anzi, si faceva un te al limone e si riposava accanto al camino. De Luca la vide davvero in pochissime occasioni con un abito elegante come quello.

Eliza in quel momento assunse un ruolo secondario nella mente di Arizona, fino a quel momento avrebbe voluto spiegarle come stavano veramente le cose, ma dopo aver parlato con Andrew la sua priorità era chiaramente Sofia. Cosi si diresse velocemente all'ultimo piano e partì.

 

“Perchè hanno fatto venire la Robbins?” chiese Penny sul tetto con Callie mentre l'elicottero atterrava “Perchè lei è la migliore” disse Callie un po nervosa, infondo erano 5 mesi che non si vedevano, si parlavano solo al telefono e a volte litigavano pure ma averla davanti era diverso. L'elicottero bloccò le eliche e Arizona scese con tutta la sua bellezza ed eleganza, quel vestito era mozzafiato e quei bellissimi tacchi la slanciavano. Callie si era dimenticata di quanto la sua ex moglie fosse bella, si era dimenticata di moltissime cose riguardo a lei, ma non appena le si presentò davanti, bhè, tutto tornò vivido nella sua mente, e il nervosismo salì ancora di piu.

Al contrario Arizona non era affatto nervosa, lei aveva superato molto bene il distacco con Callie, ebbe solo un cedimento, la notte della chiamata, ma per il resto non aveva mai sentito una eccessiva nostalgia, per questo si spinse oltre il previsto e abbracciò Callie, come di solito abbracciava April o Amelia “A..Arizona sono felice che tu sia venuta” disse Callie sperando di apparire preoccupata per il suo paziente piu che nervosa per l'abbraccio “Infondo lei è la migliore” rispose in fretta Penny un po scocciata “Ho solamente unito l'utile al dilettevole, sarei venuta in qualunque caso per Sofia la prossima settimana, ma dato che avevate bisogno di me ho semplicemente anticipato” disse lei con eleganza e rispetto “Su andiamo”

 

“Cosa abbiamo?” chiese Arizona indossando il suo camice che teneva nella valigetta “Ginevra Stangard. Donna, 46 anni, incinta al quarto mese di gravidanza. Gravidanza monocoriale biamniotica” disse Penny, Arizona sorrise alla paziente e questo metteva a suo agio le persone, sia medici che pazienti “Ginevra, farò del mio meglio per salvarli entrambi, posso assciurarle che non è il primo intervento di questo genere, ma le probabilità di sopravvivenza di entrambi i gemelli sono comunque del 35%, non sono poche quindi possiamo sperare di farcela. Lei si deve solo rilassare e lasciare fare a me” disse Arizona sorridendo, Nicole Herman le aveva insegnato tutto quello di cui aveva bisogno, l'aveva addestrata bene “Mi hanno detto che lei è la migliore” disse Ginevra con un sorriso speranzoso “Sono il cavallo giusto” concluse Arizona, Callie non riuscì a non sorridere mentre Penny non si scompose, infondo, era inutile negarlo, Arizona costituiva per lei ancora una grande minaccia. Non conosceva cosi tanto bene Callie da poter affermare la sua totale lontananza da Arizona “Mi chiamano in pronto soccorso” disse Penny maledicendo mille volte quel dannato cercapersone, non voleva che quelle due stessero da sole.

“Starà impazzendo giu in pronto soccorso” disse Arizona sorridendo, non la voleva prendere in giro, ma l'aveva visto lo sguardo che le aveva lanciato, era chiaramente gelosa “Impazzendo?” chiese Callie un po confusa, lei come al solito non prestava attenzione ai piccoli dettagli “Oh andiamo Calliope. Io sono qui vicino a te dopo 5 mesi di totale assenza, durante la quale lei è stata la tua compagna, penso che lei tema un nostro riavvicinamento” disse Arizona sapientona come al solito “Non sei cambiata molto neanche tu. Sempre attenta ai dettagli e estremamente egocentrica” disse Callie sorridendo, infondo aveva ragione, ma aveva ragione anche Arizona, Penny era gelosa.

“Sei mancata molto a Sofia” disse Callie improvvisamente “Anche lei mi è mancata molto” rispose in fretta Arizona, non vedeva l'ora di farle una sorpresa “Posso tenerla con me in albergo fino a che non parto per Seattle?” chiese Arizona nonostante sapesse benissimo che il giudice aveva affidato a lei la bambina quindi non avrebbe neanche dovuto chiedere “Dovrò parlarne prima con Penny, ma credo che non sia necessaria una camera d'albergo. Sofia ha vouto un letto matrimoniale nella sua cameretta, se ti va puoi sistemarti li” disse Callie sorprendendo molto Arizona “Ma tu odi avere ospiti in casa, non ti senti a tuo agio, non ti senti libera. Me lo dicevi sempre” disse Arizona “Sei tu, non si tratta di un vero ospite, ma della mia ex moglie, la donna con la quale ho vissuto per piu di sette anni” disse Arizona “Io credo che questo ti metterà nei casini con Penny, quindi penso di andare in albergo” continuò la bionda conoscendo la gelosia di Penny “Con lei me la vedo io, insisto” concluse Callie. Era arrivato il momento dell'intervento, ed in sala operatoria rimase solo Arizona e Callie, anche se non era affatto necessaria.

“Come va con la storia di Richard?” chiese improvvisamente Callie “Male, va molto male, Miranda non si rende conto di quanto sia sbagliata la sua scelta di sostiuirlo con Eliza” disse lei senza rendersi conto di averla chiamata per nome “Eliza? Non pensavo foste cosi intime. Comunque mi hanno detto che il suo metodo di insegnamento è molto valido” disse Callie cercando di spronare Arizona a parlare “Lo è infatti, ma tu sai meglio di me che lo è anche quello di Richard, lui ha cresciuto splendidi chirurgi di fama mondiale. Guardati, non hai neanche dovuto fare un colloquio che già ti avevano assunta. A lei manca qualcosa” disse Arizona sorridendo “E scommetto che la piu propensa ad insegnarle ciò che le manca sia tu” disse Callie, ma si notò un pizzico di sarcasmo e di ironia nel tono della latina “Non correre a conclusioni affrettate. Io per ora le ho dato ciò che potevo, ma lei non ne ha fatto buon uso, quindi vorrei capisse il suo errore prima di rimettermi in campo” disse Arizona chiaramente sempre parlando in termini medici “Voi..” chiese improvvisamente, Arizona sbarrò gli occhi e si voltò verso la sua ex moglie “Dio Calliope,mi stai chiedendo se vado a letto con lei?” rispose Arizona leggermente irritata “Hai ragione scusa. Che fai? Chiudi?” chiese vedendo come procedeva l'operazione “Si, ho finito qui. Voglio vedere mia figlia” disse Arizona andando verso l'uscita “Li hai salvati entrambi?” chiese incredula “Io ancora non capisco perche tu sia sempre cosi sorpresa” concluse lasciando la stanza.

 

“Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” disse Sofia non appena vide Arizona fuori dalla porta dell'asilo interno all'ospedale, la donna si commosse e si abbassò all'altezza della piccola. Sofia le corse in contro e le due si abbracciarono, strette strette “Quanto sei cresciuta piccola” disse Arizona lasciando scivolare delle lacrime di gioia. Lei era legata a Sofia con un doppio filo, il loro era un legame talmente forte che andava oltre qualsiasi previsione e qualasiasi interpretazione scientifica. Tra loro c'erano addirittura delle somiglianze seppur non condividessero lo stesso DNA. La scena si svolse sotto lo sguardo vigile di Callie che rimase fuori ad osservarle.

“Mama adesso resterai per sempre qui con me” disse quasi ordinandolo, anche lei a modo sue le stava dicendo che le era mancata “Non pensiamoci adesso, ti va di andare a fare una passeggiata al parco?” chiese Arizona guardando verso Callie che annuì prima a lei e poi al supervisore dell'asilo “Si mamma, voglio mostrarti il mio posto segreto” Arizona scoppiò a ridere perchè sapeva che le sarebbe toccato camminare fino a Central Park con quei tacchi vertiginosi.

Un gelato, un giro sullo giostre, forse piu di uno, un dolcetto alla pasticceria all'angolo. Il loro pomeriggio volò, ed erano felici. Sofia per la prima volta si sentì completamente a casa, e Arizona provò lo stesso nonostante fosse dall'altra parte del paese.
“Mamma non sono stanca, non voglio andare a letto” disse sbadigliando, entrambe scoppiarono a ridere “Domani mattina quando ti sveglierai la mamma sarà ancora qui, promesso” disse Callie guardando Arizona come per volerle chiedere di restare li a dormire “Si, anzi ti raggiungo tra un minuto piccola” disse Arizona dandole un bacio sulla fronte come d'abitudine, la bimba felice zampettò fino alla cameretta.

“Non se lo lascia fare da nessun altro” disse Callie con lo sguardo stanco ma felice “Cosa?” chiese la bionda “Il bacio sulla fronte, non lo vuole ne da me ne da Penny. Glie lo puoi dare solo tu. E' vostro” disse Callie con gli occhi lucidi, Arizona se ne accorse subito “Ehi ehi, non fare cosi, lei è felice qui con te, è normale che io le manchi, manca anche a me, tutti i giorni. Io aspetto impaziente quei pochi minuti al telefono con lei. Ma devi capire che tu sei tutto ciò di cui lei ha bisogno, me l'ha detto lei stessa, qui lei è felice, e poi lo sai benissimo che lei odia la pioggia. Non le piaceva Seattle” disse Arizona cercando di tranquillizzarla, ma ormai Callie piangeva e farla smettere sarebbe stata una fatica “L..lei parla sempre di te, mi chiede di te, lo chiede a Penny. Le manchi tutti i giorni, e io mi sento uno schifo Arizona. Perchè te l'ho portata via, mi sento uno schifo perchè ho accettato questo lavoro cosi lontano da casa” confessò Callie “Non devi sentirti cosi, Calliope guardami. Tu hai fatto una scelta e io ho fatto la mia, entrambe ci siamo mosse per il bene di Sofia, lei qui è felice, stai.. state facendo un ottimo lavoro con lei. Non è manesca, non è egoista e non vuole primeggiare, la stai educando come avrei fatto io o come avremmo fatto insieme. Io mi fido di te, mi fido di te piu di chiunque altro, e non mi pento di avertela affidata, sei sua madre” disse Arizona, quelle parole le fecero male “Il giudice..” disse Callie ma la bionda non la fece finire “Tu sei la madre biologica, nessuno meglio di te sa cosa è meglio per lei” disse Arizona “Ma cosa dici? Perchè fai cosi? Lo sappiamo entrambe che non è vero, abbiamo lottato entrambe per poterci definire le sue madri, non sono solo io e non sei solo tu, e non lo è neanche Penny. Io e te siamo i genitori di Sofia, insieme” disse Callie con un tono estremamente nostalgico “Abbiamo fatto delle scelte, queste scelte ci hanno separate, ma hai ragione tu, io e te, insieme, siamo le madri di Sofia. Ma questo non cambia il fatto che tu sia perfetta come madre, e sono felice che lei cresca con te. Insomma le stai insegnando lo spagnolo, lingua che io trovo molto ma molto affascinante tra l'altro. Io non avrei mai potuto farlo” disse Arizona cercando di farla sorridere “Lo so che sto con Penny, ma ho bisogno di una cosa” disse Callie vergognandosi e abbassando gli occhi, ma Arizona sapeva benissimo cosa volesse la donna, la conosceva meglio delle sue tasche cosi si avvicinò e la strise tra le sue braccia, di solito era Callie quella piu ragionevole, quella piu forte, ma quella volta fu Arizona, perchè era Callie ad avere bisogno di lei. Infatti si rifugiò in quelle braccia come una bambina, scoppiò a piangere e Arizona riuscì a stento a trattenere le sue lacrime, chiuse gli occhi e le accarezzò i capelli, come faceva sempre quando stavano insieme. Callie sentì quel profumo di casa che le mancava. Sentirono poi delle chiavi inserirsi nella toppa cosi si separarono e Arizona andò verso la cameretta di Sofia, un istante prima che Penny aprì la porta Arizona sussurrò “Hai portato Sofia nel nostro posto”  

ED ECCOLA, COME PROMESSO E' TORNATA CALLIE, COME VEDIAMO HA UN RUOLO SECONDARIO NELLA VITA DI ARIZONA, LEI SEMBRA AVER PASSATO LA BUFERA, CALLIE VIVE CON PENNY E HA INVITATO LA SUA EX MOGLIE A DORMIRE A CASA LORO, ANCHE LEI SEMBRA AVERLA PASSATA. UNA DELLE DUE NON L'HA ANCORA FATTO, LE APPARENZE INGANNANO, CHI DI LORO SARA' L'INCERTA? 
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE, E GRAZIE A TUTTI PER AVER SPESO UN PO DEL VOSTRO TEMPO PER LEGGERE QUESTA FF
GRAZIE DAVVERO
MARLEE 

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Capitolo 6
*** Forse ***


“Con Penny va bene, il sesso è grandioso, la amo con tutto il mio cuore, se non fosse stato cosi non mi sarei mai trasferita qui a NYC, credimi. Ma adesso...” disse Callie confidandosi con Addison, lavoravano da un po nello stesso ospedale, lei si era trasferita li da LA “Zitta, non dire altro. Tu ami Penny, l'hai detto anche tu, e io lo so bene. Vi vedo quando state insieme, siete complici come è gisuto che sia. Ieri è arrivata Arizona quindi capisco che questo possa averti messa un po in difficoltà ma tu devi restare fedele alle scelte che hai fatto” disse Addison sempre molto ragionevole “Lo so e ci sto provando ma è difficile, incredibilmente difficile. Vedrla nei corridoi dell'ospedale e in sala operatoria mi ha fatto tornare indietro ai vecchi tempi. E non posso cancellare dalla mente tutti i ricordi che ho costruito con lei dentro a quell'ospedale, ogni angolo ha un ricordo, mentre qui tutto è diverso. Con Penny è diverso” disse Callie dubitando per la prima volta delle sue scelte “Tu ami Penny e questo è tutto quello che devi sapere. Arizona tra un paio di giorni se ne andrà e tutto tornerà come prima” disse Addison “Non mi mancava. Prima di ieri lei non mi mancava” conluse Callie, ma dopo un gesto della mani di Addison capì che era meglio smetterla infatti Penny baciò il collo della Torres spaventandola “Di che paralvate?” chiese la specializzanda “Del caso di Addison sembra che oggi i due piu grandi chirurghi neonatali del paese opereranno nella sala operatoria” disse Callie mostrando un finto entusiasmo “Quanto vorrei assistere, è sicuramente un intervento che farà la storia” disse Penny, lei non era una che protava rancore di conseguenza Arizona per lei non rappresentava piu una minaccia, soprattutto dopo che Callie l'aveva tranquillizzata.

 

“Opererai con Addison, pensavo stessi con Sofia” disse Callie completamente diversa dalla sera precedente, tornò la vecchia Callie, quella degli ultimi tempi, quella insopportabile “L'operazione non duererà piu di un paio d'ore, lei poi adesso è all'asilo” disse Arizona, le sue giustificazioni erano molto valide e Callie non riuscì a rispondere, così uscì dalla stanza senza dirle niente.

 

“Mamma cosa facciamo oggi?” chiese Sofia ad Arizona quando andò a prenderla all'asilo “E' martedì, la mamma ha il pomeriggio libero, andiamo al mare tutte insieme?” chiese Sofia riferendosi chiramente a Callie “Io non so se sia..” disse, ma non fece neanche in tempo a finire la frase che Sofia le scappò dalla mano e corse verso Callie “Mamma vieni con noi al mare?” chiese e Callie subito guardò Arizona che se lo aspettava cosi preprarò il suo miglior sorrriso accondiscendente “Se non avete altri piani” disse Callie, ma non c'erano altri piani.

“Mamma mamma, posso fare il bagno?” chiese Sofia, infodno era giugno inoltrato e il caldo si cominciava a sentire “Posso andare con lei se hai paura, infondo è l'Atlantico questo” disse Arizona notando un pizzico di terrore negli occhi di Callie “Non siamo ancora mai venute al mare, è la prima volta oggi” disse Callie confessandole un po di timore nei confronti di quell'oceano “Io ho vissuto in Florida per un po, so gestire l'Atlantico” disse togliendosi la maglietta, però poi entrambe rimasero bloccate, Callie cercò di rimediare “Andiamo insieme, non è un problema, ti aiuto io” disse il chirurgo ortopedico “Quella volta abbiamo preso il modello piu tecnologico, resisterà all'acqua” disse Arizona non togliendosi l'arto artificiale “E' titanio, resiste all'acqua. Ma non è questo il problema” disse Callie, Arizona si sentì di nuovo come i primi giorni dopo l'amputazione, si sentì inferiore “Callie me ne starò qui, vai tu con Sofia, non andate troppo a largo, l'oceano è una brutta bestia” disse rimettendosi la maglietta e sedendosi sull'asciugamano “Vieni con noi Arizona” disse Callie richiamando Sofia e sedendosi accanto alla donna “E' stato tutto un attimo. Mi sono dimenticata di non avere la gamba, mi sono dimenticata di non essere normale” disse Arizona prima di scoppiare a piangere “Tu sei normalissima, sei una sopravissuta e questo dovrebbe renderti fiera di quel pezzo di titanio. Ti prego guardami” disse Calliope alzandole il mento “Visto? E' la cosa migliore che Sofia sia qui con te. Se fossi stata da sola probabilmente non avrei potuto portarla in acqua, o peggio per non dirle di no l'avrei fatto, mettendola in pericolo” disse Arizona cercando di trattenere qualche lacrima “Ti conosco, non l'avresti fatto, avresti trovato altri mille giochi divertenti, altre mille cose da fare. Tu sei fatta cosi, trovi sempre la soluzione, le soluzioni piu divertenti. Forse hai ragione, tu non sei normale..” disse Callie “..Sei molto meglio che normale” concluse accarezzandole il viso e per poi abbracciarla, quella volta fu lei ad avere bisogno di conforto “Non possiamo andare avanti cosi Calliope. Tu stai con Penny, io ho la mia vita a Seattle, abbiamo fatto dei passi avanti, non possiamo buttare via tutto cosi” disse Arizona cominciando a sentire una insistente voglia di riassaporare quelle deliziose labbra “Lo so Arizona, ma abbiamo passato insieme quasi 10 anni. Non sono facili da dimenticare” disse Callie “Io non voglio che tu lo faccia, io non lo farò mai, non dimenticherò nessun istante passato con te. Sono stati tutti incredibili, dal tuo primo TI AMO, alle porte sbattute in faccia, alle sere in sala guardia, questi momenti non li posso dimenticare, perchè voglio che restino con me per sempre. Però li ho chiusi in un cassetto del mio cuore, sennò non sarei mai riuscita ad andare avanti” disse Arizona “Forse abbiamo preso decisioni sbagliate, forse abbiamo corso troppo, forse eravamo solo stanche della vita che facevamo” disse Callie “Tu sei fidanzata Callie, hai deciso di chiudere la nostra storia, non hai voluto riprovarci, hai trovato Penny e ti sei trasferita qui con lei e Sofia, non ti è permesso avere dei ripensamente Callie capito? Non ora, non dopo che io sono riuscita a chiudere il passato in quella scatolina” disse Arizona con le lacrime agli occhi “Lo so, ma se avessimo smesso di lottare troppo presto?” chiese la mora, Arizona cominciò a sentirsi a disagio “Non abbiamo smesso troppo presto, abbiamo smesso al momento giusto. Io non credo di aver sbagliato e non credo che abbia sbagliato neanche tu. Abbiamo fatto la scelta giusta” disse Arizona allontanandosi da lei.

 

“Mi manca, mi mancano quei meravigliosi occhi azzurri che al mattino mi fissano, mi manca la morbidezza dei suoi capelli biondi che sanno di lavanda. Mi mancano quelle fossette che gli compaiono sul viso quando sorridere e mi manca il sesso con lei. Il sesso con Arizona era una delle cose piu belle che io abbia mai fatto. Lei stanotte partirà per torare a casa e io sono qui a pensare di tornare con lei” disse Callie scioccando Addison “E' qui da due giorni Callie, smettila, ti stai facendo prendere dalla situaizone” disse Addison sperando di riuscire a far ragionare la sua amica “E' qui da meno di 48 ore e mi ha riempito la testa di dubbi, ci sarà un motivo. Forse ho seguito Penny fino a qui solo perchè ero arrabbiata con Arizona, forse non amo Penny. Forse..” disse Callie “Io non ti riconosco piu, odiavi le incertezze, odiavi la parola FORSE, e ora l'hai usata 10 volte in una frase da 19 parole. Arizona ha sempre avuto questo potere su di te..” disse ma fu interrotta “Quale potere Callie?” chiese Penny comparendo all'improvviso “Penny ciao, stavamo parlando dell'operazione di ieri mattina” disse Addion ma la ragazza la ignorò completamente “Si, Addison mi raccontava come è andata. Ti sarebbe piaciuto assistere, ne sono certa” disse Callie ancora un po disorientata “Callie io lo so quando menti, e stai mentendo” disse Penny molto scocciata “Parlava del mio super potere, ce l'ha anche Sofia. Sento quando i germi si impossessano del mio corpo e dopo poco mi ammalo” disse Arizona sorridendo “Dottoressa Robbins” disse Callie cercando di sembrare il meno preoccupata possibile, tutto quel chiacchiericcio distraette Penny “Che ci fai tu qui?” chiese Callie non aspettandosi di vederla “Volevo salutarvi, sto partendo” rispose Arizona “Ma sono solo le quattro del pomeriggio, io pensavo partissi dopo cena” disse Callie un po amareggiata e Penny chiaramente se ne rese conto “Ho deciso che è meglio rientrare ad un orario non troppo estremo. Ora passerò all'asilo per salutare la piccola. Magari la prossima volta venite voi a Seattle, sarò felice di ospitarvi” concluse Arizona. Penny rimase scioccata, il comportamento della bionda la rassicurò parecchio perchè sembrava aver superato di molto la sua storia con Callie, ma era proprio lei a non sembrare affatto convinta di ciò che diceva “Magari” rispose qualche secondo dopo Callie. Arizona se ne andò e raggiunse supito dopo l'asilo

“Ma mamma, mi avevi promesso che saresti rimasta piu tempo” disse Sofia cominciando a piangere “Piccola mia, vieni qua” disse facendola sedere sulla sua coscia “Vedi, io devo tornare a casa perchè il mio lavoro mi chiama, ma posso assicurarti che questi due giorni con te sono stati i migliori dopo che tu e la mamma ve ne siete andate. Però lo sapevamo entrambe che non sarei rimasta qui con voi” disse Arizona accarezzandole il viso “Si, lo so che ci sono i bambini che hanno bisogno di te, ma anche io sono una bambina” disse la piccola ingenuamente e Arizona quasi si commosse “Sofia ascoltami, tu sei felice qui con la mamma, sei sana e in forma, però non tutti i bambini sono come te, ce ne sono anche di meno fortunati, io devo essere li per loro, lo capisci?” chiese sempre con il sorriso sul volto “Si mama, lo capisco” rispose con il faccino imbronciato. Il chirurgo pediatrico uscì dall'asilo dopo aver salutato la sua bambina e andò verso la pista di atterraggio dell'elicottero. Salì in ascensore ma con lei si intrufolò anche Callie “Calliope che fai?” chiese sorridendo “Ho bisogno di sapere una cosa” disse lei con il fiatone, Arizona era spaventata perchè aveva capito benissimo cosa la mora avesse in mente, annuì “Hai intenzione di uscire con Eliza?” chiese Callie abbassando lo sguardo “Non lo so Calliope, non lo so, so solo che lei è li, sempre li, sempre in quei corridoi” disse Arizona guardandola negli occhi “Mentre io sono qui” concluse Callie comprendendo quella che voleva essere la fine di quella conversazione “Esatto Callie, tu sei qui. E hai una fidanzata, tutte le sere torni a casa e hai Sofia con un nuovo disegno dedicato a te in mano e a letto hai una persona alla quale stringerti le notti in cui hai bisogno di qualcuno. Io queste cose non le ho, e ne ho bisogno, ho bisogno di tornare a casa e di trovare una persona diversa da Andrew, una persona alla quale accoccolarsi mentre si guarda un film, forse io non ho superato la tua partenza ma ho capito quello che mi serve, ho capito cosa voglio. E aspettare che tu torna è diventata ormai un utopia, quidi non mi resta che rimettermi in gioco” disse Arizona, sapeva che probabilmente quelle parole avrebbero ferito Callie ma anche lei non era cosi tanto a suo agio a raccontarle “Se io..” provò a dire, ma Arizona la bloccò subito “Smettila Calliope, non esistono se e ma. Se tu tornassi a casa adesso probabilmente ci divertiremmo per un paio di sere e poi ricomincerebbero tutti i drammi che ci hanno portato a mettere la parola fine alla nostra storia. Adesso siamo riuscite a trovare un equilibrio tra noi per Sofia, non possiamo rimandarlo o distruggerlo proprio ora. Quindi non pensare a cosa sarebbe potuto succedere, pensa a quello che certamente ti succederà" 

ECCOLE. 
CHE NE PENSATE?
Marlee 

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Capitolo 7
*** Rientro traumatico ***


“Vivi la tua vita qui, io sarò sempre li se avrai mai bisogno di me, io ci sarò, ma adesso ho bisogno di mettere un punto a questo mio periodo fin troppo lungo Calliope. Ti prego non guardarmi cosi” disse Arizona accarezzandole il viso “Scusami, è che mi ero dimenticata cosa significasse averti attorno. Mi ero dimenticata quanto tranquillizzante fosse il tuo profumo nei corridoi e anche a casa, mi ero dimenticata la felicità che provavo nel vederti in mensa, e mi ero dimenticata quanto fosse irritante sentirti sgranocchiare quelle carote. Mi ero dimenticata di tutto questo. Però capisco il tuo bisogno e lo rispetterò” disse Callie chiudendo gli occhi “Anche io mi ero dimenticata cosa significasse vederti in giro, e operare con te. E' stato bello in questi due giorni, e sono stati belli anche i 7 anni che abbiamo passato insieme, non potrò mai dimenticare nulla di quei tempi, però dobbiamo capire che sono passati, e che probabilmente non torneranno piu. Sii felice con Penny, io proverò ad esserlo con chiunque si faccia avanti” disse scherzando Arizona facendola ridere “Eliza è una brava persona, sono sicura che saprà capirti e rispettarti” concluse Callie guardando verso il pavimento “Lei è una brava persona, solo che non sarà facile al Grey Sloan Memorial Hospital” disse Arizona lasciando intendere diverse cose “Ora devo andare sennò il pilota avrà da ridire” concluse lasciando un bacio sulla guancia della sua ex moglie. Non appena lei svoltò l'angolo Callie si lasciò sfuggire “Sei un idiota Calliope”

 

“L'hanno assunta” disse Maggie, nonostante fosse passata quasi una settimana da quando Eliza aveva avuto lo scontro con Miranda “Che esempio hanno dato ai nuovi specializzandi?” chiese di nuovo la ragazza, lei era quella che senza dubbio se l'era presa piu a cuore e anche la quale non era intenzionata a ragionare in maniera lucida “Ora io e la Dottoressa Minnick lavoriamo insieme, le nostre competenze unite daranno vita ad un ottimo programma d'insegnamento, siamo un team adesso, la nostra crociata è finita” disse Richard mostrandosi positivo al cambiamento “Ha ragione Richard, le cose andranno meglio, i nostri specializzandi hanno bisogno di un po piu di sicurezza e allo stesso tempo una certa dose di tatto, e la dottoressa Minnick inieme a Webber faranno un ottimo lavoro” disse Alex riconoscendo l'importanza di entrambe le cause “Io sono d'accordo con Maggie invece, noi eravamo l'unico ospedale con un programma d'insegnamento diverso e siamo arrivati fino ad oggi, forse non era poi cosi tanto sbagliato il metodo di Richard” disse Meredith molto convinta, e lei sapeva impuntarsi in maniera incredibile sulle cose “Esatto, io non sono d'accordo sull'entrata permanente della Minnick nel pogramma d'insegnamento del Grey Sloan Memorial Hospital” concluse Jackson, però poi fu interrotto dall'entrata abbastanza brusca di Arizona nella sala “Arizona tu da che parte stai?” chiese Maggie sorridendole “Di che cosa stiamo parlando?” chiese la bionda un po confusa, era appena atterrata e non aveva idea di che cosa stesse succedendo li o cosa fosse successo nei due giorni di assenza “Miranda ha assunto in maniera permantente Eliza” disse Meredith “In maniera permanente significa..” Arizona continuava a non capire “Ora lei è uno strutturato a tutti gli effetti, e si occuperà con Richard del programma d'insegnamento” disse Maggie “E questa dovrebbe essere una notizia..” disse lei, voleva capire cosa ne pensassero i suoi colleghi “..l'ennesima scelta sbagliata di Miranda, o peggio, di mia madre” concluse Jackson “Io direi di darle un po di tempo prima di linciarla cosi, magari si rivelerà essere un'ottima risorsa, infodo dopo la dipartita di Callie qui manca un chirurgo ortopedico no?” chiese Arizona cercando di rimanere abbastanza neutrale “Stai mettendo a confronto la Torres con la Minnick?” chiese basita Mer “No, certo che no, dico solo che ora abbiamo coperto il posto vacante in quel reparto, poi se lei farà male il suo lavoro, il gioco è semplice, la licenzieranno” concluse Arizona, prese il suo camice e abbandonò la saletta.

 

Quella mattina la passò tutta in sala di guardia, non riusciva ad operare per via del Jet lag, aveva bisogno di sonno cosi si appisolò li e lasciò il suo lavoro nelle mani di Alex Karev. Tutto sembrò filare abbastanza bene, fino a quando il ragazzo entrò come una furia nella saletta “Arizona, corri, in pronto soccorso” lei si svegliò di soprassalto e corse dietro di lui fino al pronto soccorso “Cosa abbiamo?” chiese infilandosi i guanti “Tamponamento a catena, nella macchina centrale c'era una donna sulla trentina con i sui 4 figli” disse Alex spaventando e stupendo Arizona “Wilson, parla” disse Arizona e lei cominciò a presentarle il caso “Alexandra, 3 anni, era seduta davanti, e probabilmente era senza cintura” disse Wilson dietro alla tenda “Come fai a dirlo?” chiese quasi temendo cosa avrebbe visto dopo “Per questo” rispose la Wilson tirando la tendina e mostrando la paziente “O mio dio. Chiamate chirurgia plastica, Jackson” disse Arizona cominciando dai segnali vitali e dai controlli basilari. Qualche secondo dopo arrivò Jackson “Ha la faccia piena di vetro” disse Arizona e Jackson rimase sconvolto, non aveva mai visto niente di simile “Prenotate una sala operatoria subito” urlò lui “Se non interverrò sul vetro nell'occhio, la bambina perderà la vista” disse Jackson. Cominciarono ad operarla subito dopo aver fatto una corsa contro il tempo e contro la burocrazia che verteva attorno alla prenotazione di una dannatissima sala operatoria.

 

“Bello questo rientro” disse Jackson, lui era uno al quale piaceva molto chiacchierare nonostante il suo fosse un lavoro di estrema precisione “Avrei preferito un pomeriggio piu noioso, questo non avrei voluto vederlo, nessuno dovrebbe vedere una bambina di 4 anni ridotta cosi” disse Arizona tenendo gli occhi ben puntati sul minitor dei segnali vitali “Per fortuna sei arrivata oggi” disse Jackson lasciando intendere diverse cose “Che vuoi dire?” chiese Jackson “Se non ci fossi stata tu, quella pazza della Minnick avrebbe messo in questa sala un dannatissimo specializzando” disse lui leggermente irritato, Arizona era in una posizione fin troppo difficile, non sapeva cosa dire “Bhe sono qui. E tu stai facendo un ottimo lavoro” disse Arizona cercando di rimanere abbastanza neutrale “In questi giorni i rischi sono saliti alle stelle Arizona, non possiamo mettere in pericolo le persone cosi, lei è pazza” disse Jackson sempre piu irritato “E quali sono questi rischi?” chiese Arizona “La Wilson ha fatto un cesareo d'urgenza, due gemelli. La Edwards ha tentato un trapianto di reni, ma ha fallito. E Warren ha operato un femore, fortunatamente è andato bene, ma lo conosciamo Ben, è uno dei migliori” disse Jackson senza mai distrarsi “Un cesareo gemellare alla Wilson?” chiese Arizona fingendosi sorpresa “Alla Wilson, si” disse Jackson “Non è possibile, la dottoressa deve smetterla, deve essere licenziata, parlerò con mia madre se necessario, perchè probabilmente con lei miglioreremo il programma d'insegnamento, ma aumenteranno le morti, e non possiamo permettercelo” concluse Jackson “Si hai ragione, di morti e dipartite ne abbiamo gia avute troppe” disse Arizona “Derek, Mark, Lexie, George, abbiamo perso i migliori e non possiamo far aumentare le morti, ci faranno chiudere” concluse lui “Ma ora la Minnick collabora con Richard” disse la bionda “Non basta, lui non mette bocca sul suo metodo d'insegnamento, aiuta sui metodi del post operatorio” disse Jackson concludendo l'operazione “Capisco” disse lei lasciando dietro al chirurgo plastico la sala.

 

“Arizona ho bisogno di un consulto, prima che la Minnick scopra la mia paziente” disse Maggie prendendo la pediatra per il braccio “Ehi ehi, che succede?” chiese lei non capendo, anzi “Se scopre questa ragazza la affida a uno specializzando” continuò Maggie “Dimmi di cosa si tratta” continuò Arizona, voleva davvero aiutarla ma senza spiegazioni era praticamente impossibile “Ha 14 anni. E' incinta” disse Maggie molto turbata e spaventata, subito dopo lo fu anche Arizona “La Minnick non farà entrare nessuno in questa sala operatoria” disse Arizona sorridendo. Si avvicinò alla ragazza e cercò di capire la sua storia, non era affatto una bella storia. La bambina ansimava e si guardava intorno in maniera ossessiva, non era difficile capire quanto si sentisse in pericolo “Non ti devi preoccupare, qui sei al sicuro, come ti chiami?”disse Arziona sedendosi ai pedi del letto, ma la bambina si spostò improvvisamente come se non volesse essere toccata, la dottoressa capì subito di cosa si trattasse “I tuoi genitori dove sono?” chiese Arizona cercando di sembrare il piu tranquilla possibile, voleva trasmetterle tranquillità “Io non ho dei genitori” concluse molto velocemente la ragazzina, e questo non fece altro che confermare l'idea di Arizona, chiuse le tendine e lasciò che la ragazza si sentisse a suo agio “Mi chiamo.. Victoria. Ma non lo voglio questo bambino” disse la ragazzina“Io non conosco la tua situazione, ma questo bambino deve nascere adesso” disse Arizona cercando di essere il piu rispettosa e dolce possibile, ma chiaramente l'argomento era duro e la situazione familiare di quella ragazza forse lo era ancora di piu “Lui non deve vivere con me, non li” disse terrorizzata guardandosi attorno “Li dove?” chiese Arizona, ma chiaramente la ragazzina non rispose “Posso aiutarti, se hai bisogno di aiuto io posso aiutarti” continuò Arizona, ma continuò il silenzio “Qualcuno in casa ti picchia? Ti fa cose brutte?” chiese Arizona con il magone, in quel momento nella stanza entrò Eliza, Arizona chiuse gli occhi e fece un grande respiro “Che succede dottoressa Robbins?” chiese ma questa volta a non rispondere fu Arizona “Lei chi è? Vuole riportarmi da loro?” chiese la ragazzina con una mossa velocissima come per proteggere se stessa e il bambino che portava in grembo, questa mossa repentina le scoprì le gambe ed Arizona vide i segni di evidente violenze domestiche “Chiama i servizi sociali” ordinò ad Eliza “NO” urlò la ragazzina “No vi prego, mi uccideranno” continuò mostrandosi adulta e lucida “Chi ti ucciderà?” chiese Eliza avvicinandosi un po alla ragazza, Arizona rimase ad osservare la scena “Loro” disse sottovoce “Loro chi? Se tu ci dirai chi sono noi ti aiuteremo, non permetteremo mai piu ne a loro ne a nessun altro di ridurti cosi, ma devi aiutarci” disse Eliza procedendo con piccoli passi verso il letto “I signori Velazquez” continuò sottovoce la ragazzina “Lo so che il bambino nascerà a momenti, non mi sento affatto bene, ma non voglio che finisca nelle mani di quei due mostri. Vi prego, io ormai non ho scampo, potete proteggere lui?” chiese la ragazza con le lacrime agli occhi, Arizona rivedette in lei la sua piccola Sofia, aveva dei lineamenti latini che la rendevano molto simile, e per quello si commosse e fu costretta a voltare le spalle alla ragazza per far scendere qualche lacrima. Eliza non solo se ne accorse ma cercò in qualche modo di mascherarlo “Non permetteremo a quei mostri di rimettere le mani su di te e sul tuo bambino” disse Eliza sedendosi al posto di Arizona “Se li denuncerò loro mi uccideranno, però possiamo dirgli che ci sono state delle complicanze durante la nascita e che per questo il bambino non è sopravvissuto. Cosi loro smetteranno di cercarlo” disse la ragazza, era incredibilmente coraggiosa “Fremo il possibile, per entrambi, ve lo prometto” disse.

Arizona si ricompose e si diresse verso la sala operatoria, sapeva che alle sue spalle c'era Eliza, ma non voleva voltarsi, non voleva che lei la vedesse cosi, soprattutto dopo tutto quello che i colleghi avevano detto di lei.

“Avevi detto che lei..” disse Maggie entrando con loro “Salviamo il bambino, lei non farà niente” disse Arizona riferendosi a Eliza “Ma...” continuò il chirurgo cardio toracico “Se non ti sta bene chiederò a Riggs di assistermi” Maggie non ebbe il coraggio di rispondere e la assistette.

 

“Li hai salvati entrambi” disse Eliza entrando in spogliatoio subito dopo di Arizona “Si, lo so” disse la bionda, forse avrebbe preferito ucciderli che vederli tornare tra le luride mani di quei mostri “Che succede?” chiese Eliza, Arizona rimase a fissare la pioggia fuori dalla finestra “Le hai promesso che non sarebbero tornati dai Velazquez, hai un piano?” chiese Arizona, riusciva a stento a trattenere le lacrime “Certo che ho un piano” rispose velocemente Eliza “Io mantengo le promesse che faccio” continuò la mora “Eccolo il mio piano” disse mostrando due documenti “Tu sei pazza” disse Arizona sorpresa e scioccata “E' l'unico modo, loro la picchiano” continuò lei con le lacrime agli occhi “Lo so, ma questo?” chiese Arizona prendendo in mano un foglio “Si, questo è quello che ho intenzione di fare” disse lei senza mai abbassare gli occhi “Non te lo posso lasciar fare Eliza” disse Arizona avvicinandosi a lei “Stanno solo aspettando il momento giusto per licenziarmi, offriamogliene uno” disse Eliza esasperata dalle voci che sempre sente alle sue spalle “Qui non si tratta del tuo lavoro al Grey Sloan, qui si tratta della tua carriera, con una cosa del genere non potrai piu esercitare” disse Arizona, e la mora non capiva se era piu preoccupata per la ragazzina o per lei “Lo so, ma non posso permettere che quella bambina torni tra le mani di quella famiglia, non lo posso permettere. La vita che fa non se la merita, nessuno se la merita, e poi è solo una bambina” disse Eliza scoppiando a piangere “Cerchiamole una famiglia, una che la voglia adottare” disse Arizona, ma nel momento stesso in cui lo disse a voce alta capì quanto fosse improbabile “E nel frattempo? Tornerà nel sistema? Ammesso che qualcuno sia disposto ad adottare una ragazza madre” concluse Eliza, Arizona capì benissimo che qualcosa bolliva in pentola però non disse nulla “Non ti permetterò di dichiarare il decesso di queste due persone solo per far credere ai genitori affidatari che siano morti entrambi” disse Arizona, non avrebbbe mai permesso a Eliza di rovinarsi cosi “Perchè lo fai? Infondo non mi hai mai voluta qui” disse Eliza arrabbiata, molto arrabbiata, i suoi occhi tradivano molto il suo viso, sprigionavano rabbia, una rabbia racchiusa per un po di tempo, e grazie a quegli occhi che Arizona capì di non essere lei la ragione di quella sfuriata, cosi si avvicinò alla mora e posò le sue mani sulle spalle dell'altra “Io non voglio che tu metta in pericolo la tua carriera, non voglio che tu faccia mosse stupide, non voglio che tu faccia questo. Ma soprattutto non voglio che tu te ne vada da qui” disse Arizona guardandola negli occhi “Sei un'incantatrice di serpenti, peccato che questa volta so come difendermi” disse Eliza temendo che fosse un'altra manipolazione “Smettila, tu non ti fidi delle persone, questo l'ho capito, ma adesso non ho tempo di guadagnarmi la tua fiducia, quindi per favore non proteggerti allontanadomi, perche non sono qui per pugnalarti alle spalle, capito?” chiese Arizona muovendo le sue mani sul viso di Eliza “Io mi fido delle persone, ma non mi fido di te. Questo è il punto” disse Eliza esausta e sgattaiolando via dalla presa amorevole di Arizona. La bionda non capiva per quale ragione non riuscisse a mostrare il bello di se stessa ad Eliza, voleva farlo, avrebbe voluto farlo, come fece con Callie e con le ragazze prima di lei, ma con Eliza era difficile, non riusciva a trovare con lei un terreno comune “La prendo in affidamento io, finchè non troveremo una famiglia per lei” disse Arizona riuscendo ad attirare l'attenzione di Eliza “Ma che cosa stai dicendo? Sei pazza? Non puoi farlo” disse Eliza “Almeno questo non graverà sulle nostre carriere, infondo si tratterà solo di qualche settimana, e poi sono la persona adatta, mi prenderò cura del bambino nei suoi primi giorni, Victoria ha bisogno di una mano, lei è cosi piccola” disse Arizona sorridendo. Con quell'azione scombussolò parecchio Eliza, non se lo sarebbe mai aspettata.

 

“Victoria, sono l'assistente sociale, e sono qui perchè lei vorrebbe essere riassegnata giusto?” chiese l'agente “Si signore” rispose lei, era pratica del sistema “Per quali ragioni?” chiese l'agente, e Arizona intervenne “Sta scherzando vero? Ha 14 anni e ha appena dato alla luce un bimbo, non crede che la ragione sia evidente?” chiese alterandosi, ma Eliza la bloccò per il braccio “E' una dichiarazione ufficiale, ho bisogno di sentirlo dire dalla diretta interessata” disse l'agente, Arizona sbuffò “Lui mi rinchiuse nella cantina, e lei mi portava due volte al giorno qualcosa da mangiare, quando i servizi sociali arrivavano mi preparavano per bene, vestiti puliti, scarpe nuove e capelli raccolti. I vostri clienti non si sono mai accorti di niente, perchè lui calcolava bene i tempi e anche le botte. Mi colpiva in punti che si potevano nascondere con i vestiti. Non mi ha mai colpita sul viso. Poi una sera sua moglie non era in casa e lui mi ha portata nella loro camera da letto e...” disse Victoria scoppiando in lacrime, Arizona e Eliza si avvicinarono a lei velocemente e la tranquillizzarono “Può andare bene come dichiarazione? O ha bisogno di altri dannatissimi dettagli?” chiese Eliza, ma l'uomo fu soddisfatto cosi. Arizona uscì con lui dalla stanza “Lei è la candidata perfetta per quella ragazza. Ottimo reddito, ottima casa, e anche ottimo impiego. Quel bambino avrà bisogno di un po di attenzioni in piu” disse l'agente.

 

“E' tutto apposto, non tornernai mai piu dai Velazquez” disse Arizona rientrando nella stanza “C..cosa significa?” chiese la ragazza, non capiva “Hai bisogno di una casa sicura, e di una famigliac che voglia adottarti sul serio, non di qualcuno che vuole solo guadagnare dal sistema. Troveremo quella famiglia, ma fino ad allora non potevi rimanere con quei mostri, quindi io mi sono offerta. Infondo avrai bisogno di un aiuto con il bambino” disse Arizona facendo commuovere Victoria “Dice sul serio? Non dovrò piu tornare dai Velazquez?” chiese sorridendo, non l'avevano mai vista sorridere “No, mai piu, grazie a lei”

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Capitolo 8
*** Qualcuno è in città ***


"E tu che ci fai qui?" chiese Arizona aprendo la porta e vedendo davanti a se la sua ex moglie "Affidamento Arizona, davvero?" chiese Callie entrando nonostante Arizona non glie l'avesse chiesto "E tu come lo sai?" domandò Arizona, non ne aveva parlato con nessuno, aveva cercato di tenere il segreto con tutti, soprattutto per proteggere Victoria e il suo bambino "Aveva bisogno di un posto dove stare" disse Arizona abbassando lo sguardo "Si, per questo esistono le case famiglia, per le persone come lei. Ha un bambino appena nato Arizona" disse Callie infuriata, anche se non la bionda non capiva bene il perchè "Proprio per questo l'ho presa io in affidamento, posso aiutarla con il bambino, solo fino a che non troverà una sistemazione migliore" disse lei "Una ragazza madre? Una sistemazione migliore?Ma ci credi davvero?" chiese Callie di nuovo, si stava comportando come se lei avesse ancora qualche potere decisionale su Arizona "Callie smettila, ho preso la mia decisione, lei è qui, il bambino è qui e stanno entrambi bene. Lo so che avresti fatto anche tu la stessa cosa" disse Arizona sorridendo e lasciando perdere la rabbia della sua ex moglie "Sei qui solo per questo? Hai preso un aereo ed attraversato il paese solo perchè io ho deciso di prendere in affidamento una ragazzina che aveva bisogno di una mano?" continuò Arizona "Lo sapevo che avrei dovuto starmene a casa, quando tu ti metti in testa qualcosa nessuno, e dico nessuno, è in grado di farti cambiare idea, eh?" disse Callie ricordandosi bene come quella caratteristica fosse predominante in Arizona "Lo sai come sono fatta. Non la voglio adottare, non voglio fare da madre a quel bambino, voglio solo che fino al momento in cui qualcuno li adotterà loro siano al sicuro. Tutto qua Callie. Come ti ho già detto va tutto bene" concluse Arizona "E ora se non ti dispiace dovrei prepararmi per andare in ospedale"

"Non mi avevi detto di essere sposata" disse Victoria uscendo dalla sua stanza con in braccio il bambino "Non lo sono piu infatti, ora vai a vestirti che è ora di andare a scuola" disse Arizona prendendo in braccio il bambino "Non pensi che sia ora di dargli un nome?" chiese la bionda "Non posso" disse Victoria "Certo che puoi, sei sua madre" disse Arizona, la ragazza sorrise e chiuse la porta della stanza "Piccoletto, ci penso io a te"

Quella mattina in ospedale non c'era niente che richiedesse la presenza di Arizona cosi decise di rimanere all'asilo con il piccolo. Lo teneva in braccio e le ricordava moltissimo i primi mesi di Sofia, ricordò quanto fosse bello vederla crescere, quanto fosse bello sentire la sua voce ed il suo profumo, con lui, nonostante non fosse suo figlio, lei provava le stesse cose "Giornata dura oggi eh" disse Eliza entrando nell'asilo ed avvicinandosi ad Arizona, loro dopo quel pomeriggio non si erano piu parlate molto, si scambiavano pareri medici, ma tra loro non vi erano piu conversazioni "Non c'è molto da fare in giro, quindi ho pensato di restare con lui" disse Arizona cullandolo "Ci sai fare" continuò la mora, Arizona sorrise "Diciamo che quasi vent'anni come chirurgo pediatrico hanno sicuramente aiutato" disse Arizona, la mora scoppiò a ridere "Già, l'avevo dimenticato" disse Eliza "Ti va di tenerlo?" chiese, ma Eliza si tirò indietro "No, non sono capace" disse "Tieni una mano sotto la sua testa, per sorregergliela, e una qui" disse Arizona. Quella scena per loro che la stavano vivendo non sembrava poi cosi tanto importante, ma per chi la vide da fuori, fu importanto eccome.

"Adotterai il bambino?" chiese Callie non appena Arizona entrò in spogliatoio "Callie, mi hai spaventata, ma che dici?" chiese la bionda "Adotterai quel bambino?" chiese di nuovo, temendo di non essersi spiegata abbastanza bene "No, non adotterò nessun bambino, tanto meno il figlio di Victoria. Mi sembra di avertelo gia detto" disse arrabbiata, perchè lei stava vivendo la sua vita, con i suoi alti e bassi, ma Callie era sempre li pronta per mettere il dito nella piaga "Hai Sofia dall'altra parte del paese, perchè adottarne un altro?" chiese Callie "Ti ho detto che non ho nessuna intenzione di adottarlo. Io amo Sofia, lei è l'unico ricordo che mi rimane del periodo piu bello della mia vita, non è una cosa che si sostituisce. Questo dovresti saperlo bene. Eppure sei qui a farmi l'ennesima predica, si può sapere che cosa vuoi da me Callie?" chiese, ma non fece neanche in tempo a finire la frase che sentì sulle sue labbra quelle della mora, non erano cambiate affatto, sempre morbide come al solito, non riuscì a staccarsi da lei, forse perchè quel bacio era esattamente quello che il suo subconscio desiderava, poi però la sua ragione prese il sopravvento "Callie che fai?" chiese allontanandola da se "Non potevo piu aspettare" disse lei, ma chiaramente Arizona era confusa "Stai con Penny da piu di un anno Calliope, perchè adesso torni e fai questo?" chiese Arizona "Perchè quando il mese scorso sei venuta a NY, non mi hai dato l'occasione di farlo" disse Callie "Penny non lo verrà mai a sapere, ma io avevo bisogno di risentirle" disse "Risentire cosa?" chiese Arizona "Le tue labbra, il loro sapore, la loro morbidezza" disse Callie con gli occhi sognanti "Devi tornare a NY, da Sofia, dalla tua ragazza e dal tuo lavoro" disse Arizona "Lo farò. Domani" disse avvicinandosi a lei di nuovo, per poi baciarla di nuovo e di nuovo Arizona non si scansò e tanto meno la allontanò. Chiuse gli occhi e lasciò che il passato le inebriasse la mente e lo spirito "Perchè hai ancora questo ascendente su di me?" chiese Callie stupita "Perchè sono stata il tuo primo buon marinaio nella tempesta" disse Arizona accarezzandole i capelli "Ma non l'abbiamo superata la nostra tempesta" disse Callie "No" sussurrò Arizona "Perchè?" chiese di nuovo la mora "Perchè forse non sono cosi brava come credo di essere" rispose in fretta Arizona "Delle volte succede, infondo hai sempre avuto un grande ego, ti sei sempre sopravvalutata" disse Callie, entrambe scoppiarono a ridere. 
In quel momento entrò Eliza con il bambino in braccio "Non riesco a farlo smettere, te l'avev... oddio scusate, ho interrotto qualcosa?" chiese Eliza un po in imbarazzo "No, tranquilla" disse Arizona prendendo dalle braccia della donna il bambino, non appena iniziò a cullarlo lui smise di piangere "Ha sempre avuto questo effetto sui bambini, il problema non sei tu, è lei. E' troppo brava" disse Callie facendole sorridere entrambe e lasciandole sole, prima di uscire fece l'occhiolino alla bionda

"Sei davvero brava con loro" disse Eliza sedendosi sul divanetto "E' il mio lavoro, non posso non essere brava" concluse ridendo "Perchè la dottoressa Torres è qui?" chiese senza sembrare estremamente interessata "Per un consulto temo" concluse in fretta Arizona, senza destare troppi sospetti. La mora decise che era meglio concludere li il discorso cosi, uscì dalla stanza seguita dall'altro medico. 

"Chiamate la Minnick" disse Arizona in sala operatoria con Maggie e un bambino che necessitava assolutamente il consulto di un chirurgo ortopedico "C'è la Torres in ospedale" ringhiò Maggie, ancora non era riuscita ad accettare il nuovo chirurgo "E' occupata" chiaramente era un'altra bugia ma non voleva trovarsi chiusa in una sala operatoria con la sua ex moglie.
Dopo tre ore di operazione Arizona uscì esausta dalla sala operatoria e Callie era fuori ad aspettarla "Ho fatto questa procedura piu volte, mi hai vista farla Arizona" disse la mora con uno sguardo un po giudicante "Smettila Callie, devo andare dalla famiglia" disse Arizona molto irritata, non con la donna ma piu con se stessa "Arizona, aspetta" concluse Callie bloccandola per un braccio, lo sapeva che quando Arizona reagiva cosi era solo per il semplice fatto che doveva piangere, e lei odiava farlo in pubblico "Sono stata egoista, lo so, ho sbagliato, ma.." disse Arizona prima di voltarsi di spalle, ma senza andar via "Non hai sbagliato, il bambino non è morto, è vivo, e sta bene ora" disse Callie sorridendo "Ha 8 anni e non potrà piu correre con i suoi amici" concluse Arizona abbassando lo sguardo "E' vivo, è questo che conta, dico solo che.." si interruppe Callie "Ho chiamato lei perchè lei ci sarà anche domani, tu invece non ci sarai piu, tu non ci sarai piu, quindi non rimproverarmi, lo so bene che tu probabilmente avresti fatto un ottimo lavoro, lo so" concluse Arizona, i suoi occhi erano piu azzurri in quel momento e Callie, che la conosceva perfettamente, sapeva che aveva bisogno di piangere "D..devo andare" disse Arizona. Callie la lasciò andare.

"Perchè ha chiamato me se tu eri in ospedale?" chiese Eliza vedendo Callie nella sala relax "Perchè abbiamo le stesse competenze, eravamo le piu qualificate al meeting dello scorso anno" disse Callie, era li solo per capire se quella donna fosse o meno in grado di rendere felice Arizona, perchè ormai lo sapeva benissimo che tra loro le cose non sarebbero mai tornate come prima "Ma tu hai piu esperienza sul campo, io ho passato i miei ultimi anni ad insegnare agli specializzandi, non ho piu la mano allenata" disse Eliza, non l'aveva detto mai a voce alta, era una cosa che sapeva, che riconosceva, ma non l'aveva mai detto apertamente a qualcuno, ma forse in quel frangente le venne estremamente naturale "Ora lavori qui, e ti capiteranno spesso casi di questo genere, oggi è andata come è andata, ma la prossima volta saprai come agire, hanno bisogno di te qui" disse Callie abbassando lo sguardo, per lei non solo era difficile consegnare il suo posto di lavoro nelle mani di un'altra persona, era difficile anche consegnare nelle stesse mani la donna della sua vita, persa per un capriccio "Lei avrà bisogno di te, lei come tutti gli altri medici, Owen è un ottimo insegnante, lavora con lui piu che puoi. Lo so che per te è difficile, perchè nessuno ti vuole qui, anche i miei primi anni nono sono stati una passeggiata, diciamo che non ero la benvenuta, e non lo sei neanche tu in questo momento, ma passerà, capiranno quanto vali e quanto tu sia indispensabile qui" disse Callie, quelle parole le venivano dal cuore ed Eliza lo capì "Non sono mai stata in un posto cosi a lungo, non ho mai dovuto piacere agli altri, mi preoccupavo che loro obbedissero ai miei ordini, ma piacere ai colleghi, no, non so come si fa" disse Eliza abbassando gli occhi "Si te stessa, e loro piano piano capiranno, arriverà il giorno in cui anche la Pierce ti verrà a cercare. Ma posso capirla, Mamma Avery voleva che sostituissi Richard, lui è una colonna portante di quest'ospedale da quando ne ho memoria, e se la prendono con te, senza pensare. Volevano difenderlo, ma vedrai che capiranno, lui li farà ragionare, è quello che sa fare meglio" concluse sorridendo "Tu tornerai a New York?" chiese Eliza "Si, penso che tornerò a NY stasera, o domani, non posso trattenermi qui troppo a lungo, a casa ho una famiglia che mi aspetta" disse Callie, classificando Penny come la sua attuale famiglia, anche se lei per prima non ne era cosi tanto certa "La ami?" chiese Eliza, ma non si riferiva chiaramente a Penny "Chi non la ama?" rispose in fretta Callie, quell'argomento cominciò ad innervosirla "Ma non posso pretendere che lei rimanga ferma sulla nostra storia per sempre, anzi, fa male, ma lei ha bisogno di andare avanti come ne ho avuto bisogno io" disse Callie abbassando lo sguardo "Devo andare a dire alla famiglia che il loro figlio non potrà piu camminare" disse Eliza "Non è stata colpa tua, avrebbe potuto succedere a chiunque, ma ora lavora in modo che a te non succeda piu. Lasciati questo piccolo umano alle spalle, e guarda avanti al prossimo paziente ricordandoti di anticipare le mosse del corpo umano" disse Callie lasciandola andare, Eliza era felice di quella chiacchierata, era felice di quelle parole, perchè per lei era importante e sapeva bene quanto fosse difficile per Calliope Torres parlare cosi, la conosceva bene e sapeva quanto il suo carattere latino fosse presente e ben visibile.
Arizona ed Eliza andarono insieme a parlare con la famiglia e poi si diressero dal bambino, la madre era in lacrime "Mamma perchè piangi?" chiese lui sorridendo "Io sto bene" continuò lui con una forza incredibile "Piccolo.." cominciò Arizona ma lui la interruppe "..i miei amici saranno invidiosi, perchè io sarò molto piu veloce di loro ora" disse, quello fece scoppiare a piangere sua madre, ed Eliza cominciò ad indietreggiare, avrebbe voluto uscire da quella stanza al piu presto, non voleva vedere la faccia del bambino quando gli avrebbero detto la verità "Tutti sono piu veloci con la sedia a rotelle" quella frase scombussolò tutti, nonostante fosse piccolo aveva già capito, Eliza voltò le spalle al paziente e scoppiò a piangere, tentò di farlo il piu silenziosamente possibile, Arizona se ne accorse, si avvicinò a lei e posò una mano sulla spalla, Eliza cercò di asciugarsi le lacrime, facendo il conto quella era la seconda volta in cui crollava cosi davanti alla bionda "Se aveste bisogno di qualcosa, io e la dottoressa Minnick saremo a vostra completa disposizione" disse Arizona avviandosi verso la porta, piu che altro per dare una via di fuga ad Eliza, la quale capì e accennò un sorriso al bambino prima di andarsene. Quando Arizona uscì dalla stanza non la vide piu, era scomparsa tra i corridoi
"Ah dottoressa Robbins, proprio lei cercavo" disse Andrew con il fiatone "Adesso che succede?" chiese lei visibilmente stanca "Hanno chiamato i servizi sociali, sembra che ci sia una famiglia disponibile per Victoria e il bambino" disse lui sorridendo, la ragazza era stata in casa con loro per poco piu di una settimana ma si era rivelata essere una persona ragionevole ed incredibilmente simpatica "Dici sul serio?" chiese Arizona incredula, sapeva benissimo che prima o poi qualcuno si sarebbe fatto avanti ma non immaginava cosi presto. Arizona andò subito in cerca di Eliza
"La adotteranno" disse non appena la vide infondo al corridoio, lei quando sentì la voce si voltò "Victoria?" chiese incredula "Si, una famiglia la vuole incontrare nel pomeriggio, è finalmente il suo momento" disse Arizona avvicinandosi "Si, ora potrà dormire sonni tranquilli, ora avrà una famiglia, una casa per lei e per il bambino" concluse Arizona "Grazie a te" disse Eliza accennando un sorriso "Anche grazie a te"

La famiglia sembrava perfetta, erano benestanti e dai loro occhi sembravano essere felici, avevano gia un figlio di nome Connie e Victoria sembrò trovarsi subito a suo agio con loro, Arizona, Eliza e Callie guardarono la scena da lontano con il piccolo. Arizona dopo qualche minuto si avvicinò con il bambino in braccio, Victoria la abbracciò, Arizona adorava quelle cose, le piaceva fare la cosa giusta e poi ottenere una parola dolce, sincera, un abbraccio "Non ho mai visto nessuno guardare una donna come loro due guardano te" disse all'orecchio "Ohh" Arizona si imbarazzò e diventò tutta rossa "Le hai entrambe ai tuoi piedi, basta una tua parola per ottenerle, e sembrerebbero non aspettare altro" disse Victoria, in quella settimana aveva sentito sia parlare di Callie, che di Eliza "Eliza è.." disse Arizona sottovoce "..quella giusta per ricominciare" concluse Victoria sorridendo, ma Arizona era un po titubante "Ma Calliope.." disse però fu interrotta di nuovo ".. è stata la tua prima storia seria, lo so, si vede. Ma ti ha fatto soffrire molto, lo vedo nei suoi occhi e lo vedo anche nei tuoi. Dovete lasciarvi andare, è meglio per tutte" disse Victoria accarezzano una lacrima sul viso di Arizona "L'ho amata dal primo giorno in cui l'ho vista" disse Arizona sorridendo, quei ricordi la facevano sorridere "E la ami ancora, si percepisce il vostro amore nell'aria, ma avete fatto una scelta, difficile ma necessari. Hai bisogno di una boccata di aria fresca, te la meriti un po di felicità. Forse la dottoressa Minnick è un po spigolosa, ma quegli occhi azzurri la tradiscono e lo fanno anche i tuoi, ti piace, le piaci, non pensarci e provaci" disse Victoria facendo sorridere Arizona, si abbracciarono di nuovo e lasciò che lei prendesse suo figlio e si allontanasse con la sua nuova famiglia.

SCUSATE IL RITARDO SOLO CHE BOLRVO EVITARE DI SCRIVERE BANALITÀ.. ORA STA A VOI DIRMI SE LO SONO O NO!!! ASPETTO CON ANSIA O VOSTRI COMMENTI!! 
GRAZIE a tutti 
M❤️

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