27 DAYS TO FALL IN LOVE

di neoeli91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My eyes on you ***
Capitolo 2: *** Nightmare ***
Capitolo 3: *** I'm with you ***
Capitolo 4: *** Trigger ***
Capitolo 5: *** Excuse me miss ***
Capitolo 6: *** Pretty boy ***
Capitolo 7: *** Dynamite ***
Capitolo 8: *** Juliette ***
Capitolo 9: *** Breaking news ***



Capitolo 1
*** My eyes on you ***


Il vero amore… tutte sciocchezze! Ero troppo razionale per credere in idiozie del genere e soprattutto, mi era ancora più difficile immaginare che qualcuno potesse farmi innamorare di lui…

- Eunbi, non sei emozionata? - esordì Dahae mentre uscivamo dalla classe per recarci alla mensa - Tra 27 giorni esatti anche tu compirai gli anni! - il suo entusiasmo era decisamente esagerato.
- Se sarà come S. Valentino forse sarebbe meglio se rimanessi a casa… - sbottai ricordando ciò che era successo quel giorno.
A quelle mie parole Hyorin intervenne a sua volta - Che male c’è ad essere popolari?! Quanto t’invidio! - portò avanti mordendosi il labbro in segno di protesta.
Io sospirai, avevo perso il conto di quante volte avevo detto loro la mia opinione ma non c’era verso che volessero capire - Essere popolari è una cosa, venire praticamente stalkerata è un altro paio di maniche!
- Quanto sei esagerata! - proruppe Dahae mentre finalmente ci sedevamo per mangiare - Vorrei essere io al tuo posto - continuò mentre iniziava a fantasticare - Ricevere dichiarazioni come piovesse, avere tutti i ragazzi più carini dell’intera scuola che ti sbavano dietro e tutto questo anche se siamo al primo anno - fece notare - Non so se capisci la fortuna che hai - concluse mentre si fermava ed iniziava a fissarmi prepotentemente.
- Sì si certo che capisco - replicai sventolando avanti e indietro la mano per farla smettere di parlare.
- Non dimentichiamoci che anche i tuoi fratelli sono bellissimi - cantilenò Hyorin iniziando pure lei a fantasticare - E uno di loro è pure un attore! La bellezza e soprattutto la popolarità sono genetiche - assentì con voce orgogliosa.
Io sorrisi rassegnata - Se può rendervi contente oggi Jonghyun verrà a prendermi - proferii sicura di veder comparire sul viso di Dahae un sorriso enorme, e così fu.
- Jinki non verrà? - proseguì Hyorin delusa.
Io scossi la testa - Oggi lavora fin sera. Mi dispiace…

Mentre terminavamo tranquillamente di mangiare, notammo che al centro della mensa si era formato un enorme ammasso di gente.
- Che sta succedendo? - domandai perplessa.
Le mie amiche mi guardarono scioccate - Non hai sentito dello studente che si è trasferito qui all’inizio della settimana? - io scossi la testa - Dicono sia il ragazzo più figo che abbia mai messo piede in questa scuola! - proferirono entrambe forse con troppa enfasi e soprattutto facendo scemare all’istante la mia curiosità - Si vocifera anche che sia un modello molto famoso! - portarono avanti impaurendomi, d’altro canto pure io lavoravo come modella da un anno circa - Potresti anche conoscerlo - seguitò Dahae eccitata - Non hai detto di aver lavorato con modelli di livello internazionale?
Io annuii - Erano tutti più grandi di me, non credo ci fossero studenti universitari... - riferii. Nonostante i miei ingaggi fossero per eventi di poco calibro mi era stata data la possibilità di lavorare con sunbae molto influenti in quel campo. In certi casi la mia popolarità era utile.

Stavo iniziando a tranquillizzarmi quando passarono di fianco al nostro tavolo proprio il ragazzo nuovo insieme a Choi Minho, uno dei “fighi” del terzo anno, seguiti da uno stuolo di ragazze urlanti.
Proprio mentre il nuovo ragazzo passava davanti a noi mi ritrovai a scrutarlo… c’era qualcosa di familiare nel suo viso, ma non riuscii a capire cosa fosse, dato che venni immediatamente distratta da Dahae e Hyorin che iniziarono ad impazzire come era successo a tutte le altre ragazze della mensa. Io forse ero l’unica che non aveva fatto una piega.
Iniziai a chiedermi se il fatto di essere una modella (costantemente a contatto con bei ragazzi) e di avere due fratelli che avevano la bellezza degli idol in voga, avesse inibito il mio senso di “fascino maschile”.
D’altro canto però vidi il nuovo arrivato, che poi scoprii chiamarsi Kibum, sogghignare non appena incrociò il mio sguardo guadagnandosi all’istante la mia ostilità.
- Direi che possiamo tornare in classe - proferii non appena Kibum, Minho e tutte le sue seguaci se ne furono andati - Vi ricordo che abbiamo una verifica lunedì e io questo weekend non ho tempo di studiare… - feci notare più per convincerle ad uscire dalla mensa che per reale bisogno di un ripasso.
- Lavori anche oggi? - mi domandò Hyorin mentre alzandoci portavamo via i vassoi ormai vuoti.
Io scossi la testa - No, ma devo preparare la valigia - spiegai - Come vi avevo accennato, questo weekend devo partecipare ad una sfilata a Daegu e partirò stasera - riferii entusiasta.

Come previsto, all’entrata della scuola c’era mio fratello Jonghyun che mi aspettava. Sapendo che i tempi che avevo io erano molto lunghi, soprattutto quando si trattava di fare le valige per partire, aveva preferito evitare che tornassi a casa in pullman risparmiando così almeno mezz’ora.
La mia scuola si trovava nel distretto di Jongno mentre io e i miei fratelli abitavamo in quello di Yongsan nella casa dei nostri genitori, che però erano sempre via per lavoro, di conseguenza eravamo quasi sempre solamente noi tre. Dahae e Hyorin invece abitavano entrambe vicino alla scuola, quindi potevano tornare a casa a piedi.
- Ho saputo che domani ci saranno un sacco di persone importanti alla sfilata - riferì mio fratello accendendo l’auto e partendo.
Io sorrisi - E bravo il mio manager! - replicai - Vedo che ti sei informato per bene - portai avanti.
Jonghyun annuì compiaciuto del complimento - Ovviamente! Comunque se riesce a liberarsi, Jinki ha detto che domenica passerà a fare un salto - riferii - Come sai sta lavorando ad un drama in questo periodo ma sembra che domenica non abbia schedules.
- Dici davvero? - domandai al settimo cielo. L’unica volta in cui entrambi i miei fratelli avevano assistito ad una mia performance era stato il giorno del mio debutto, ormai più di 9 mesi prima.  
Lui annuì nuovamente - Quindi sbrighiamoci a preparare tutto, tra due ore dobbiamo prendere il treno! - m’incalzò mio fratello parcheggiando l'auto davanti a casa e spegnendola.


Mentre ero sul treno iniziavo già a fantasticare sul weekend che mi avrebbe attesa. Sapevo solamente che il sabato si sarebbe tenuta una sfilata di abiti da sposa il che sottintendeva che avrei avuto un partner, mentre la domenica c’era la presentazione della nuova collezione di uno stilista emergente che non prevedeva coppie.
Ero elettrizzata e nulla mi avrebbe preparata a quello che sarebbe successo…

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Capitolo 2
*** Nightmare ***


Dopo aver trascorso la notte nell’hotel che era stato prenotato per me e mio fratello dagli organizzatori della sfilata, la mattina seguente mi svegliai verso le 8.00 precise. Nonostante a sfilata fosse prevista per le 14.00 di quel pomeriggio, l’incontro nel luogo dell’evento era previsto per le 9.00.
- Se tu sei pronta è meglio darsi una mossa - riferì mio fratello controllando l’orologio, mancava ancora mezz’ora alle 9.00 ed eravamo vicini ma, come lui mi ripeteva sempre, “se arrivi prima farai un’impressione migliore” e in un lavoro in cui la prima impressione era fondamentale, il ritardo era vietato.

- Lee Eunbi - dissi identificandomi. C’erano così tanti tra modelli e modelle che era impossibile ricordarsi di tutti. Oltretutto visto il numero sempre considerevole di persone che cercava d’infiltrarsi la prudenza non era mai troppa.
- Da questa parte - rispose un membro dello staff invitandomi a seguirlo - La prego di aspettare qui il suo turno in questo momento i truccatori e parrucchieri sono tutti impegnati, ma la chiameranno a breve.
Dopo essermi inchinata salutando la persona che mi aveva accompagnata mi sedetti aspettando pazientemente che toccasse a me.
Essendo la mia prima sfilata in abito da sposa ero tesa, non solo speravo di non aver problemi con il vestito ma mi chiedevo come mi avrebbero truccata e acconciata.
- Prego! - esordì uno dei parrucchieri facendomi segno di raggiungerlo. Mi alzai per raggiungerlo quando urtai qualcuno che passava davanti a me proprio nel medesimo istante.
- Mi scusi - proferii inchinandomi e poi alzando lo sguardo bloccandomi all’istante - Tu… - riuscii solo a dire.
- Ma guarda chi si vede! - proferì la voce di Kim Kibum - Non sapevo anche tu fossi una modella! - espresse sorpreso - Quando a scuola mi hanno fatto la tua biografia nessuno lo ha accennato - espresse mentre cercavo di zittirlo.
- Nessuno deve saperlo a scuola! - sbottai - Già mi disturbano, se dovessero saperlo la mia vita diventerebbe impossibile! - chiarii - Quindi vedi di tenere la bocca chiusa! - gli ordinai, forse troppo duramente.
Sul viso di Kibum comparve un sorrisino beffardo - E se invece decidessi di dirlo in giro? - domandò provocandomi.
- Non provarci! - lo attaccai - Potrei ucciderti! - sentenziai fissandolo con uno sguardo che incuteva sicuramente timore, ma lui non sembrò impressionarsi.
- Allora ti propongo un compromesso. Io tengo la bocca chiusa e tu in cambio ti innamori di me! - proferii lui sicuro di sé.
Io scoppiai a ridere - Come se fosse una cosa che si ottiene a comando! Non m’innamorerei di te nemmeno se fossi l’unico uomo sulla terra, fidati! - dichiarai - Ora lasciami in pace, devo lavorare!
Kibum sorrise ancora - Vedremo. Ti do 27 giorni per innamorarti di me! - concluse mentre io ignorandolo mi recavo dal parrucchiere.

Alle 19.00 dopo una giornata stancante raggiunsi mio fratello per ritornare all’hotel e speravo con tutta me stessa di non aver più a che fare con Kibum ma ovviamente la fortuna mi era ostile. Poco prima di varcare la porta di uscita incrociammo lui e quello che intuii essere il suo manager.
Sembrava più grande di noi, aveva almeno 24 anni e mi stupii del fatto che conoscesse mio fratello.
- L’ho incontrato l’anno scorso ad un paio di eventi mi spiegò Jonghyun mentre me lo presentava - Mi ha insegnato parecchio ed è anche in parte merito suo se ora posso lavorare con te - continuò.
- Non ho fatto tutto questo granché - replicò Sungjun, il manager, imbarazzato.
Per fortuna Kibum si risparmiò dal dire altre sciocchezze e potemmo tornare a casa relativamente in fretta. Sapendo che il giorno successivo mi avrebbe aspettato un’altra giornata impegnativa preferii riposarmi per bene e dedicare qualche momento per lo studio in vista della verifica che avrei dovuto sostenere il lunedì a scuola. 


Il giorno successivo si rivelò ancora migliore del precedente, a parte la costante presenza di Kibum che m’infastidiva non appena aveva occasione, la sfilata fu un successo e ricevemmo persino i complimenti dallo stilista in persona. Per certi versi preferivo gli stilisti emergenti in quanto erano, nella maggior parte dei casi, più gentili e riconoscenti nei nostri confronti e non ci trattavano solo come manichini movibili per i loro abiti.
Oltretutto era venuto anche Jinki ad assistere, il che aveva reso il tutto migliore. Il fatto che nonostante gli impegni avesse trovato un pomeriggio per venire da me mi rese felice. L’unico inconveniente fu che, appena terminata la sfilata dovette correre a Seoul, l’indomani aveva le schedules piene e non poteva permettersi di addormentarsi sul posto di lavoro.
Impegnata a lavorare non avevo però notato che fuori aveva iniziato a piovere violentemente, me ne accorsi solamente quando mio fratello me lo fece notare e mi augurai che i treni circolassero nonostante l’acqua che stava venendo.
- Oppa, credi che ce la faremo a tornare a casa stasera? - domandai preoccupata.
Lui annuii rassicurandomi - Piove da meno di mezz’ora - m’informò - Non credo fermeranno i treni per il momento - continuò pensieroso - Spero solo che tutte le persone che sono venute oggi non debbano tornare a Seoul, altrimenti non so quanto ci vorrà per salire sul treno! - constatò facendomi rendere conto che quasi il 60% delle persone che aveva lavorato all’eventi di quel giorno veniva da Seoul.
- Forse è meglio se andiamo, domani non posso assolutamente saltare la scuola… - espressi mentre prendendo le mie cose e salutando le ultime persone che c’erano da salutare ci dirigevamo all’uscita.

- Aish, ma quanto ci vuole ancora?! - sbottai dopo più di un’ora di fila davanti all’entrata della stazione - Non arriveremo più a casa se continuiamo così!
- Avrei dovuto prendere la macchina - rifletté mio fratello - Non avevo pensato a questa eventualità. Mi dispiace Eunbi…
- Non preoccuparti, non è colpa tua - proferii mentre notavo uno spiraglio e tirando mio fratello per una mano lo intimavo di entrare sperando di guadagnare qualche minuto.
Non senza evitare di prenderci gomitate e spintoni riuscimmo ad avanzare almeno un po’ ma la situazione precipitò quando ci trovammo davanti ai gate che ci dividevano dall’entrata, l’ingorgo era ancora più fitto e passare sembrava realmente impossibile. Mio fratello però non si perse d’animo e prendendomi per mano iniziò ad avanzare - Se superiamo questo ingorgo potremmo entrare senza problemi! - espresse motivato a farsi strada.
La massa di gente però era talmente fitta che proprio nel momento in cui passò mio fratello una coppia venne spinta urtandomi e facendomi allenare la presa che mi fece lasciare la mano di Jonghyun. A quel punto però davanti a noi c’era così tanta gente che non riuscivo più a scorgere il suo profilo, come se non bastasse venni spinta una seconda cadendo a terra.

In quel momento mi prese il panico: volevo solamente raggiungere mio fratello e tornare a casa, ma in quella situazione come potevo reagire? Cos’avrei dovuto fare?  
Mi chiesi anche se mio fratello si fosse accorto che non ero più con lui o fosse già salito in treno lasciandomi sola…

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Capitolo 3
*** I'm with you ***


Nella frazione di secondo che trascorse tra la mia caduta e il momento di sconforto, sentii qualcuno avvicinarsi a me ed aiutarmi a tornare in piedi. Voltandomi per ringraziarlo, feci una smorfia accorgendomi che era niente meno che Kibum.
- Stai bene? - mi domandò lui sembrando realmente preoccupato per me - Tuo fratello non è con te? - proseguì prima di lasciarmi il tempo di rispondere.
Scuotendo la testa gli spiegai ciò che era successo nell’ultimo minuto e lui, senza chiedere il mio parere, decise che lui ed il suo manager mi avrebbero accompagnata a casa. Prima di avere il tempo di ribattere il mio cellulare iniziò a squillare, e rispondendo sentii la voce di mio fratello che mi tranquillizzò all’istante - Dove sei? - il suo tono di voce era preoccupato e a causa del chiasso parlava molto forte.
- Sono ancora fuori - replicai mentre alzandomi in punta di piedi cercavo il suo profilo.
Mio fratello imprecò - Rimani lì, esco e torno a prenderti! - disse ma io lo fermai - Sei riuscito ad entrare?
Lui assentì - Sono nella piattaforma dei treni, pensavo fossi poco più dietro di me… - mandò avanti interrompendosi.
- Allora prendi il treno e vai a casa, mi aspetterai lì! - portai avanti. Sapevo quanto fosse stanco, a causa dei preparativi non aveva quasi dormito negli ultimi giorni ed ero certa che se fosse venuto da me, saremmo tornati a casa molto tardi.
Prima che Jonghyun potesse rispondermi Kibum mi sfilò il telefono dalle mani ripetendogli ciò che io avevo detto - Rimarrà con me, la porterò a casa sana e salva - aggiunse mentre passava il cellulare al suo manager probabilmente sperando che, conoscendo Jonghyun, lo convincesse che di loro ci si poteva fidare.
Non appena però mi resi conto che avrei dovuto trascorrere la serata con Kibum mi pentii di aver intimato a mio fratello di tornare a casa, ormai però il danno era fatto…

“ È mai possibile che in Maggio faccia ancora così freddo? ” pensai iniziando a stringermi le spalle. L’attesa si era protratta per un altro quarto d’ora e dato l’orario, l’aria si era raffreddata notevolmente. Jonghyun era riuscito a prendere il treno poco dopo avermi chiamata, quindi stava già tornando a casa e ne ero felice.
- Se hai freddo basta dirlo - esordì Kibum distraendomi dai miei pensieri e sfilatosi il giubbotto me lo posò sulle spalle.
Rimasi sorpresa dal suo gesto ma subito dopo feci per togliere la giacca quando lui mi fermò - Ti ammalerai restando così! - replicai notando che indossava solamente una maglietta leggera.
Lui sorrise - Non mi ammalo per un po’ d’arietta serale, non è il caso che ti preoccupi.
- Non mi sto preoccupando! - mi affrettai a dire per evitare battutine - Semplicemente non voglio che me lo rinfacci! - conclusi voltando il viso in direzione opposta alla sua.
- Non succederà - rispose lui soffocando una risatina - Oh, guarda! - riprese indicando l’entrata della stazione, la gente iniziava a muoversi - Pare che tra pochi minuti saremo dentro.
- Ormai la maggior parte delle persone è entrata, credo proprio che potremmo salire sul prossimo treno - rafforzò Sungjun mente finalmente entravamo.

Quando il treno si fermò aprendo le porte tirai un sospiro di sollievo, erano ormai le 21.00 ma ce l’avevamo fatta. Di sicuro non saremmo arrivati a casa prima delle 23.30 ma il fatto di essere finalmente in stazione mi bastava.
- Sediamoci! - intervenne Kibum correndo sul treno, sedendosi e tenendo i posti per me e Sungjun - Non mi andava di fare tutto il viaggio in piedi visto che durerà più di due ore - portò avanti una volta che fummo arrivati.
- Sono stanca di stare in piedi - continuai io trovandomi stranamente d’accordo - È stata una giornataccia! - conclusi sedendomi e poggiandomi la borsa sulle gambe.
- Forse sarebbe meglio se dormiste un po’ - intervenne il manager intuendo quanto fossimo provati - Vi sveglierò io se dovessimo arrivare mentre dormite - aggiunse per convincerci.
Kibum sorrise al suo manager per poi mettersi in una posizione che gli risultasse comoda - Buonanotte allora! - proferì incrociando le braccia al petto e chiudendo gli occhi.  

Non ricordo né come, né quando ma so solo che mi addormentai anche io, il ciò era davvero molto strano. Non mi ero addormentata nemmeno quando ero andata in vacanza in Europa con tutta la mia famiglia affrontando un viaggio di ben dodici ore mentre quella sera, ero crollata; dopotutto la giornata era stata stressante già di per sé, senza contare le ultime ore.
- Siamo quasi attivati - sentii dire dalla voce Sungjun.
Fu solamente quando mi scosse leggermente che però aprii gli occhi scattando spostandomi di lato: mentre dormivo avevo involontariamente poggiato la testa sulla spalla di Kibum, l’unico aspetto positivo fu che mi spostai appena prima che lui aprisse gli occhi, evitando altre scenate o battutine come quelle degli ultimi due giorni.
Scesi dal treno trovammo mio fratello con l’auto. Nonostante le raccomandazioni aveva deciso di venire a prendermi, però ne fui felice, avevo davvero bisogno di arrivare a casa il prima possibile, tra l’attesa e il viaggio si erano ormai fatte le 23.40 e a peggiorare il tutto, il giorno dopo ci sarebbe stata la scuola.
- Grazie per aver portato a casa mia sorella sana e salva - esordì mio fratello inchinandosi.
Kibum sorrise ma non disse nulla, fu il manager a rispondere cortesemente. A volte mi chiedevo come potesse sopportare uno come Kibum.
- Vi ringrazio ancora - ripeté mio fratello per poi salutare entrambi ed invitarmi ad andare a casa.
- Domani verrò cercarti a scuola quindi vedi di non essere assente! - urlò Kibum allora con voce divertita. Come al solito evitai di dare retta ai suoi giochini idioti e intimato mio fratello di tornare a casa, salii in macchina ritrovandomi a sorridere senza apparente motivo...

 

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Capitolo 4
*** Trigger ***


- Chi avrebbe mai immaginato che avreste lavorato insieme? - esordì Hyorin dopo il suono della prima campanella. Prima dell’inizio delle lezioni avevo avuto il tempo di raccontare alle ragazze ciò che era successo nei due giorni trascorsi a Daegu.
- E il salvataggio? - portò avanti Dahae iniziando a fantasticare come era solita fare.
Scuotendo la testa in segno di rassegnazione replicai - Siete troppo eccitate da questa situazione… ma credetemi è la persona più fastidiosa che esista sulla faccia della terra! - sentenziai iniziando a chiedermi quando il professore sarebbe entrato in classe.
Non essere così ostile nei suoi confronti! - mi rimbeccò Hyorin - Se davvero fosse così pessimo non credo ti avrebbe aiutata…
- Io credo che l’abbia fatto apposta! - proseguii riferendomi a ciò che si era messo in testa di fare - Se crede d’impressionarmi con quei giochetti ha assolutamente sbagliato persona!
- Su questo non abbiamo dubbi - confermò Dahae provando di conoscermi davvero bene - In ogni caso almeno un po’ di riconoscenza gliela devi - concluse prima che il professore entrasse costringendoci a sospendere il discorso.

Le restanti ore di lezione prima della pausa pranzo trascorsero piuttosto velocemente e ringraziai che quel giorno, oltre al test che non so per quale miracolo riuscii a portare a termine, non ci fossero lezioni impegnative. Quel weekend tra la stanchezza e il lavoro a Daegu non avevo aperto nemmeno il libro di testo, per fortuna ero stata previdente e anche su consiglio di Jinki avevo iniziato a studiare per tempo.
- Finalmente anche questa mattina è finita! - sospirai alzandomi ed insieme alle mie amiche dirigerci alla mensa, pronte per tuffarci sul cibo.
Arrivate in mensa però, notammo che stranamente non c’era il caos che si era formato quando era arrivato Kibum e anche se all’inizio mi sembrò strano ne fui felice, forse avremmo passato una pausa pranzo tranquilla.
- Avete sentito? Kibum oggi non è venuto a scuola… - sentimmo dire ad una delle ragazze che probabilmente lo seguiva ovunque.
- Pare che abbia preso l’influenza mentre tornava a casa da Daegu - proseguì un’altra ragazza.
- Ieri ha piovuto parecchio là! - continuò una terza - C’è stato un vero e proprio temporale… spero che non sia nulla di grave!
Mentre sentivo quelle ragazze parlare capii subito che non era stato a causa della pioggia che si era malato - Idiota! - mi ritrovai a sussurrare.
- È piovuto così tanto ieri? - mi domandò Dahae quando fummo sedute al tavolo. Avevo deliberatamente evitato di raccontare loro tutto ciò che era successo da quando Kibum mi aveva aiutata a rialzarmi perché non potessero fraintendere; per quanto ne sapevano loro, io ero tornata a casa con mio fratello. Le conoscevo fin troppo bene quindi avevo taciuto anche l’episodio della giacca.
Io annuì - Ha piovuto per un bel po’, per questo siamo arrivati a casa così tardi. I treni sono rimasti fermi per un po’ perciò si è formato un ingorgo interminabile - spiegai loro.
Se però si era veramente ammalato per colpa mia dovevo scusarmi con lui, più che altro perché non avesse un motivo per rinfacciarmelo.
Prendendo in mano il cellulare però, mi resi conto che non avevo il suo numero di telefono, quando mi ricordai che Jonghyun conosceva il suo manager e decisi di farmi passare il suo numero. Avrei scritto al suo manager dicendogli di porre le mie scuse a Kibum. Sarebbe bastato.
“Oppa, tu per caso hai il numero di Sungjun, il tuo amico e manager di Kibum? Credo di aver dimenticato qualcosa sul treno e volevo chiedergli se per caso lui l’aveva trovato.” Scrissi chiedendomi, una volta inviato il messaggio, per quale motivo gli avessi mentito. Sapendo però che anche lui era come le mie amiche, mi convinsi di aver fatto la cosa giusta.
La risposta al mio messaggio arrivò nell’immediato e grazie a quella scusa mio fratello mi diede il suo numero senza fare domande così, con il numero di Sungjun, salvato sul telefono per ogni evenienza, mi apprestai a scriverli.
“ Salve, sono Eunbi la sorella di Jonghyun. La ringrazio ancora per essersi preso cura di me ieri sera. Le ho scritto perché ho saputo che Kibum oggi non è venuto a scuola dato che si è ammalato. Nel caso fosse successo per colpa mia le chiedo di porgergli le mie scuse. Arrivederci.”

Terminato il pranzo ritornammo in classe e nonostante la stanchezza cercai di ascoltare le lezioni, per fortuna terminarono in fretta e dopo aver salutato le mie amiche all’entrata della scuola mi diressi verso la fermata dell’autobus. Non avendo programmi non c’era bisogno che Jonghyun venisse a prendermi così optai per il bus.
Una volta seduta comoda presi in mano il cellulare accorgendomi di aver ricevuto un sms, ricordai solo in quel momento di aver scritto al manager di Kibum, probabilmente mi aveva risposto. Sbloccando il cellulare però mi accorsi che il messaggio proveniva da un numero che non avevo memorizzato di conseguenza non poteva essere Sungjun, lo aprii comunque.
“ Ti mancavo? Sono commosso >//< ” mi bastarono quelle prime parole per capire di chi si trattasse “ Se volevi sapere il mio numero di telefono bastava chiederlo, te l’avrei dato senza problemi! ;) ”
Come era prevedibile Kibum aveva del tutto frainteso le mie intenzioni e fui costretta a scrivergli nuovamente.
“ Non sono minimamente interessata ad avere il tuo numero di telefono! ” chiarii immediatamente “ Ho solo sentito delle ragazze a scuola che dicevano che ti sei ammalato a causa della pioggia e ho pensato che poteva c’entrare il fatto che hai passato gran parte del tempo in maglietta per colpa mia e ho deciso di scusarmi per evitare che me lo rinfacciassi. Ma visto che non prendi sul serio le persone finiamo qui questa conversazione! ”
Più parlavo con lui più mi chiedevo come potesse esistere una persona così fastidiosa. E mentre cercavo un modo per evitare di avere conversazioni future con lui, ricevetti un altro suo messaggio. “ Non volevo farti arrabbiare T.T In ogni caso non è colpa tua, preferisco essermi ammalato io piuttosto che far ammalare te.  Anche perché sono già guarito! Mi bastava un giorno di riposo, e ho avuto anche una scusa per saltare la scuola ;) ”
“ Bene, se è così allora non ho motivo di cui preoccuparmi. ” replicai dopo essere rimasta a fissare quel messaggio per qualche minuto, in attesa di trovare le parole per rispondere. Non era necessario che lo facessi, ma da quando avevo iniziato a lavorare come modella, mi ero ripromessa di non essere mai scortese con nessuno a prescindere da quanto fosse seccante…
 

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Capitolo 5
*** Excuse me miss ***


Come aveva precedentemente annunciato Kibum, il giorno seguente venne a scuola ma per fortuna decise di non infastidirmi e trascorsi la giornata tranquillamente, almeno fino all’ora di pranzo, quando ricevetti un sms da lui che mi chiedeva di raggiungerlo sul tetto della scuola perché aveva una cosa importante da darmi.
- E se fosse davvero importante? - cercò di convincermi Dahae che ormai aveva iniziato a credere che tutta quella situazione fosse divertente.
- Nemmeno lo conosco, come potrebbe avere qualcosa d’importante per me? - portai avanti scettica.
Hyorin sospirò - Puoi avere ragione, ma cosa ti costa andare a verificare? - s’intromise sorseggiando la sua bevanda - E se alla fine fosse solo una scusa sarai libera di andartene e quella nel torto non saresti tu dato che ti sei presentata - sentenziò convincendomi ad andare.

Uscita dalla sala mensa mi diressi verso le scale e quando fui in cima aprii la porta che portava al tetto e notai immediatamente Kibum in piedi davanti alla ringhiera che fissava la città.
Si accorse della mia presenza quando chiudendo feci sbattere, volutamente, la porta e girandosi verso di me mi sorrise per poi venire verso di me.
- Fai in fretta, non ho finito di mangiare per venire da te e ci terrei a tornare giù! - sbottai freddamente.
Kibum ignorò le mie parole e infilata una mano in tasca prese qualcosa e mostrandomi la mano, ora chiusa a pugno, m’intimò di aprire la mia - L’ha trovata il mio manager sul treno, era proprio nel tuo posto - disse quando mi ebbe fatto cadere tra le mani una collana - Presumo sia tua - continuò.
Guardai bene quella collana e non appena mi accorsi che somigliava alla mia istintivamente mi toccai il collo scoprendo con orrore che la catena che portavo ormai da anni non c’era più. Era senza ombra di dubbio la mia.
- Sembra che tu ci tenga particolarmente - riprese Kibum notando la mia reazione. Io annuii. - In questo caso sono contento che Sungjun l’abbia trovata - concluse abbozzando un sorrisino.
- Grazie - espressi sinceramente riconoscente per il gesto che aveva fatto. Dopo il modo in cui l’avevo trattato non aveva nessun motivo per rendermi la collana, e mi ritrovai a pensare che almeno fosse educato.
Lui sorrise nuovamente - Mi sembra di averti già detto di non essere una brutta persona - replicò divertito. Io annuii ancora una volta - Ora puoi andare - riprese subito dopo - Non eri di fretta? - mi chiese facendomi ricordare ciò che gli avevo detto appena arrivata - Sì - proferii inchinandomi per ringraziarlo e correndo in sala mensa.

Ritornata dalle ragazze evitai deliberatamente di dire loro il reale motivo per cui mi avesse chiamata, dicendo loro che mi aveva chiesto delle informazioni sul lavoro. Mi sentii un po’ in colpa a mentire loro ma volevo evitare a tutti i costi che si venisse a sapere che io e Kibum ci conoscevamo per non rischiare di rimanere coinvolta in uno scandalo che fosse a scuola o addirittura per colpa dei media.
Grazie a quella piccola menzogna riuscii a liquidare in fretta l’argomento, trascorrendo così il resto della giornata in pace.
Terminate le lezioni salutai le ragazze e mi diressi alla fermata dell’autobus, per tornare a casa. Jinki mi aveva avvertito che quella sera sarebbe tornato a casa per un paio di giorni ed avevo deciso di preparare una cena per me ed i miei fratelli quindi dovevo tornare a casa il più in fretta possibile.

Sulla strada del ritorno mi fermai al supermercato per prendere tutti gli ingredienti e senza accorgermene uscii dal negozio con due borse piene di cibo, forse avevo esagerato… per fortuna il supermercato si trovava a pochi minuti da casa mia quindi non sarebbe stato un problema arrivare a casa.
- Scusa - sentii dire da una voce che proveniva da dietro di me - Mi girai e vidi un ragazzo della mia età circa che teneva in mano un cellulare molto simile al mio - Ti è caduto questo dalla borsa - portò avanti lui indicando il cellulare ed avvicinandosi a me.
- Mille grazie! - risposi poggiando a terra le borse con la spesa, e dopo preso il cellulare infilarlo nella borsa - Non me ne sono minimamente accorta… - portai avanti.
Lui sorrise - Non preoccuparti! Meno male che l’ho visto cadere - seguitò girandosi poi verso le borse - Non sono un po’ pesanti? Se vuoi ti do una mano a trasportarle - si offrì prendendone una in mano.
- Non è il caso… abito qui vicino, posso farcela da sola - continuai in imbarazzo, era la prima volta che mi succedeva.
Lui scosse la testa prendendole in mano - Anche io abito qui vicino, inoltre stavo giusto tornando a casa non è un problema se allungo di un po’ la strada.
- Allora grazie… - portai avanti chinando la testa in segno di ringraziamento.
- Bene - ripose sorridendo e iniziando a camminare facendomi cenno di seguirlo - Ah, a proposito! Mi chiamo Taemin - rivelò facendomi rendere conto solo in quel momento che ancora non ci eravamo presentati.
- Eunbi - risposi presentandomi a mia volta.
Taemin annuì come se stesse memorizzando i mio nome - Piacere! Spero diventeremo amici. Mi sono appena trasferito e ancora non conosco nessuno - spiegò dissipando i miei dubbi sul fatto che vivesse o meno da poco nel distretto di Jung.
- Non sei di Seoul? - domandai allora incuriosita, il suo accento era piuttosto forte e non sembrava venisse da altre città.
- Ho cambiato casa - riferì - Prima abitavo nel distretto di Dobong. Ho frequentato le scuole lì ma dato che volevo iniziare a vivere da solo ho preferito spostarmi un po’ di più verso il centro di Seoul - spiegò mentre ci avvicinavamo sempre di più a casa mia - E dato che la scuola che frequentavo prima non mi piaceva mi sono trasferito in un università vicino a casa - concluse prima di fermarsi e chiedermi se fossimo arrivati a casa mia.
- Ti ringrazio per l’aiuto, e per il telefono! - ripresi dopo aver ripreso possesso delle due borse della spesa.
- Di nulla, allora ci vediamo! - concluse sorridendo nuovamente e salutandomi se ne andò.

 

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Capitolo 6
*** Pretty boy ***


Rientrata in casa raggiunsi immediatamente la cucina per poggiare le borse della spesa, e quando sentii dei passi familiari capii che Jonghyun era già rientrato, di Jinki ancora nessuna traccia ma in quel caso ne fui felice. Volevo che arrivasse che la cena fosse già pronta quindi iniziai immediatamente a cucinare.
- Quanto cibo hai intenzione di preparare? - mi domandò Jonghyun sconvolto dalla quantità di cibo che era contenta nelle borse.
- Non è tutto per stasera - tagliai corto, impegnata e ricordare i vari procedimenti di preparazione della ricetta che volevo preparare - Visto che c’ero ho fatto un po’ di scorta - continuai mentre cercavo la salsa gochujang e le verdure per preparare il bibimbap.
Jonghyun tirò fuori dalla borsa una scatola di pollo fritto - Ci avrei giurato! - riprese sapendo, come me, quando Jinki lo adorasse e dato che sapevo di non avere il tempo per preparare pure quello, avevo deciso di comprarlo.
- Oppa, potresti apparecchiare la tavola intanto che finisco qui? - gli domandai sperando nella sua collaborazione.
Jonghyun posò il pollo e dopo avermi fatto un cenno di assenso iniziò ad apparecchiare - Metto già il pollo in tavola intanto che ci sono? - mi domandò poco dopo.
- Sì, per favore - risposi mentre finalmente aprivo il cuociriso e disponevo il suo contenuto in tre ciotole per poi posarvi sopra le verdure.
Avevo appena sistemato tutto in tavola quanto sentimmo il rumore della porta che si chiudeva e capimmo che Jinki era arrivato.
Scendendo le scale raggiunsi mio fratello e lo salutai con un abbraccio - Oppa, la cena è pronta! - esordii felice del fatto che fosse riuscito a rientrare per davvero.
- Avete preparato tu e Jonghyun? - mi domandò felice. Quando tornava a casa dopo lunghi periodi di assenza spesso gli preparavamo la cena come in quell’occasione.
Io annuii e tirandolo per un braccio gli intimai di venire in cucina dove trovammo Jonghyun ad attenderci.

Dopo la cena ci trasferimmo tutti in salotto per rilassarci e chiacchierare un po’, era parecchio tempo che non succedeva a causa degli impegni di tutti.
- Eunbi come va il lavoro? Jonghyun è bravo? - mi domandò Jinki ridendo.
Io arricciai il naso - Mah, - esordì - Potrebbe impegnarsi di più - continuai ridendo e portandomi verso Jonghyun per poi abbracciarlo - Scherzo oppa, lo sai vero? - proseguii guardandolo con sguardo dolce.
Jonghyun di tutta risposta girò la testa fingendosi offeso per poi girarsi di scatto e farmi il solletico - Ti diverti proprio a prendermi in giro vero? - replicò allora.
- Vedo che andate sempre d’accordo voi due - intervenne Jinki divertito.
- Tu oppa invece? - ripresi spostandomi verso di lui - Sei stanco?
Lui sorrise - Non troppo - riprese mentre giocava con i miei capelli. Era l’unico a cui permettevo di toccarli, odiavo quando qualcuno provava anche a sfiorameli - Domani sono di riposo - riprese - Che dici se ti accompagno a scuola? - mi domandò.
A quelle parole il mio viso s’illuminò - Dici davvero? - chiesi ancora incredula sedendomi dritta - Certo, assolutamente!
- Magari puoi anche andare a prenderla - intervenne Jonghyun - Domani non ha programmi - concluse per poi girarsi verso di me - Tu però ricordati di studiare se hai verifiche perché questo weekend sei impegnata - mi fece notare mentre scorreva l’agenda sul cellulare.
Io annuì poi posai una mano sul petto e alzai l’altra - Prometto! - proferii facendo scoppiare a ridere entrambi i miei fratelli.
Per fortuna non avevo problemi a scuola quindi potevano davvero fidarsi di me, fino a quel momento, per quanto riguardava lo studio, nonostante tutti gli impegni degli ultimi mesi, non li avevo mai delusi.

Quella mattina mi svegliai prestissimo e stranamente entusiasta di andare a scuola, avevo una bella sensazione! Oltretutto il sapere che Jinki mi avrebbe accompagnata mi rendeva ancora più felice, non che non mi piacesse andare con Jonghyun ma dato che nell’ultimo periodo Jinki era sempre impegnato, volevo trascorrere un po’ di tempo con lui.
- Da quando sei così entusiasta di andare a scuola? - mi domandò Jonghyun scendendo dalle scale e vedendomi già in cucina.
- Non saprei - proferii dopo aver bevuto e posato il bicchiere di succo alla pesca - Non ci sono verifiche e Jinki è casa, è una bella giornata - conclusi sorridendogli per poi far sorridere anche lui che dirigendosi al frigorifero iniziò ad esaminare il suo contenuto in cerca di qualcosa che lo ispirasse.
- Ragazzi già svegli? - intervenne Jinki spuntando dalla porta della cucina.
- Oppa! - lo salutai con un sorriso - Dormito bene? - domandai suscitando la gelosia di Jonghyun che iniziò a guardarmi male - Con me non sei così affettuosa… - mi fece notare offeso
Io sorrisi - Oppa sei geloso? - ripresi andando ad abbracciarlo - Lo sai che voglio bene ad entrambi nello stesso modo - conclusi prima di venir chiamata da Jinki che mi disse che era ora di andare.
Salutato Jonghyun, uscimmo per dirigerci in auto e partimmo alla volta della scuola.
Arrivammo in pochi minuti e salutato Jinki uscii dall’auto dirigendomi all’entrata dove incontrai Dahae e Hyorin che dopo avermi salutata iniziarono ad aggiornarmi sulle ultime news.
- Hai sentito che da oggi avremmo un nuovo compagno di classe? - esordì Dahae eccitata - Sembra che nella sua ex scuola fosse molto popolare! - portò avanti iniziando a fantasticare come suo solito.
- Chissà se diventerà più popolare di Kibum - intervenne Hyorin divertita.
- Siete sicure che sia un ragazzo? - domandai io cercando di smorzare un po’ il loro troppo entusiasmo.
- Assolutamente! - gridarono in coro, come se avessi fatto la peggiore delle eresie a pensare che magari era una ragazza.
Notando la mia espressione Dahae riprese a parlare - L’abbiamo sentito dai professori stamattina mentre passavamo davanti alla sala insegnanti, per questo siamo sicure - confessò compiaciuta del fatto di essere tra le uniche ad essere a conoscenza della novità.

Entrammo in classe pochi minuti prima del suono della campanella e mentre aspettavamo l’entrata del professore continuai a sentire le mie due amiche che continuavano a fare congetture sul nuovo compagno di classe, come se si aspettassero un modello con Kibum.
Quando finalmente il professore entrò e ci avvertì del nuovo compagno notai i loro volti illuminarsi insieme a quelli di tutte le nostre compagne di classe.
- Prego puoi entrare - disse il professore guardando fuori dalla porta e invitando il nuovo compagno ad entrare. Ero preparata alla confusione generale ma di sicuro non mi aspettavo di vedere chi invece vidi…

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Capitolo 7
*** Dynamite ***


- Piacere, mi chiamo Lee Taemin - esordì il ragazzo entrando e non appena lo vidi in viso lo riconobbi nell’immediato. Era il ragazzo che il giorno prima mi aveva aiutata con le borse della spesa mentre tornavo a casa- anche lui sembrò riconoscermi e mi fece un cenno con la mano. Ovviamente quel gesto attirò l’attenzione di tutti quanti.
- Conosci qualcuno dei tuoi compagni? - intervenne il professore una volta che Taemin ebbe finito di presentarsi.
Taemin annuì facendo il mio nome - L’ho incontrata per caso ieri sera, a quanto pare abitiamo nello stesso quartiere - riferì sorridente. Sapevo che quelle sue parole avrebbero attirato ancora più attenzione su di me, anche perché a quanto pare era già diventato popolare tra le mie compagne di classe. Oltretutto ero già pronta ad un interrogatorio da parte di Dahae e Hyorin.

Come previsto, durante la pausa pranzo Dahae e Hyorin vollero sapere come avessi conosciuto Taemin e passai un buon quarto d’ora a rispondere alle loro domande quando proprio Taemin si avvicinò al nostro tavolo - Posso unirmi a voi? - domandò sorridendoci - Non vorrei disturbarvi ma Eunbi è l’unica persona che conosco per il momento…
- Tranquillo - ripresi - Sembra che avrai altri amici molto presto - replicai divertita ma dopo aver visto la sua faccia sgomenta, iniziai a compatirlo un po’, d’altronde era successa la stessa cosa anche a me i primi giorni di scuola…
Com’era prevedibile le mie amiche non si fecero ripetere una seconda volta quella richiesta e lo fecero accomodare iniziando ad informarsi su di lui, ma in modo cortese. Non erano invadenti come molte delle altre nostre compagne di classe.
Dopo che ebbe riferito a loro ciò che aveva detto a me in poche parole la sera precedenete ed aver visto che anche le mie amiche erano persone “normali” che non lo assalivano (le pause tra una lezione e l’altra di quella mattina erano state a dir poco traumatiche per lui) si rilassò.
- Non preoccuparti per le nostre compagne - iniziò Dahae dopo una piccola pausa - Se le ignori smetteranno presto di infastidirti - spiegò mentre posava le bacchette concludendo il suo pasto.
Hyorin la supportò - Non sei di certo una persona che passa inosservata - espresse facendo ovviamente riferimento alla sua bella presenza, degna di un modello.
Taemin sorrise - Ci sono abituato - espresse sospirando - Ma ho capito a mie spese che è meglio ignorare quel tipo di persona concluse facendomi trovare completamente d’accordo.

Stavamo ancora parlando quando sentimmo il solito trambusto e capimmo che stavano arrivando Minho e Kibum accompagnati dalle loro seguaci.
Prima che avesse il tempo di chiedere, Hyorin spiegò a Taemin cosa stesse succedendo ma venimmo interrotti poco dopo, quando Kibum si avvicinò a noi.
- Ho sentito che avete un nuovo compagno di classe - esordì guardando verso Taemin - Vedo che avete già fatto amicizia - proseguì con tono seccato prima che Dahae intervenisse - In realtà Eunbi lo ha conosciuto ieri sera - disse di proposito per infastidire Kibum. A giudicare dal suo cambio repentino di espressione raggiunse il suo obiettivo.
- Kibum, andiamo! - lo richiamò Minho, prima che avesse il tempo di replicare alle parole di Dahae, facendogli notare che mancava poco alla fine della pausa pranzo. Svogliatamente Kibum ci salutò e se ne andò.
Dato che anche per noi era arrivato il momento di rientrare ci alzammo, e mentre tornavamo in classe; Dahae e Hyorin ebbero l’accortezza di raccontare a Taemin tutto ciò che riguardava me e Kibum, o per così dire ciò che loro credevano ci fosse tra di noi, come se lui dovesse saperlo ad ogni costo. D’altro canto Taemin ascoltò interessato, perlomeno aveva trovato un passatempo divertente.

All’uscita dalla scuola ero particolarmente di buona umore. Il sapere che Jinki mi sarebbe venuta a prendere rallegrava non solo me ma anche Hyorin che nelle ultime due ore di lezione non aveva fatto altro che distrarmi chiedendomi varie cose su di lui.
- Se ti piace così tanto perché non glielo dici? - proruppe Dahae rivolgendosi a Hyorin dopo la sua ennesima affermazione riguardante mio fratello.
- Ma cosa stai dicendo? - la rimbeccò Hyorin - E poi la mia è solo ammirazione, lo stimo molto come attore, tutto qui! - concluse convincendo poco sia Dahae che me.
- Tu invece Dahae? - ripresi io facendo riferimento all’ammirazione che aveva verso Jonghyun.
Lei arrossì all’istante - Cosa devo dirti? - rispose sulla difensiva - Oggi non verrà nemmeno, o no? - portò avanti sperando di trovare una scusa per cambiare argomento.
- Eccovi ragazze, pensavo non sareste più uscite! - esordì mio Jinki distraendoci dai nostri discorsi.
- Oppa! - lo salutai io - Da quanto sei qui? - domandai sorpresa del fatto che fossimo così in ritardo.
Jinki guardò l’orologio facendoci notare che la campanella era suonata da più di dieci minuti.
Per la felicità di hyorin rimanemmo davanti a scuola a parlare per una decina di minuti poi ci salutammo separandoci.

Arrivati al parcheggio notai che la nostra macchina era a fianco di una che mi risultava familiare e quando sentii qualcuno alle mie spalle chiamarmi, capii immediatamente di chi fosse quell’auto.
- Da quando ti trattieni così tanto a scuola? - mi chiese Kibum ancora palesemente seccato.
- Stavo parlando con le mie amiche! - replicai infastidita - In ogni caso non sono affari tuoi! - portai avanti prima di venir ripresa da mio fratello che dopo essersi scusato con Kibum volle sapere chi fosse.
- Ah, sei il ragazzo per cui lavora Sungjun l’amico di Jonghyun! - riferì una volta che Kibum si fu presentato - Piacere di conoscerti, sono Jinki il fratello di Eunbi e Jonghyun. Ho saputo che hai lavorato con mia sorella alcune volte - portò avanti troppo interessato per i miei gusti - Che ne dite di andare a cena una di queste sere? Ho saputo che avete portato a casa Eunbi quella sera e vorrei sdebitarmi - decise prima che potessi vietargli di farlo, era la cosa peggiore che potesse accadere e ovviamente Kibum accettò, senza farselo ripetere una seconda volta…

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Capitolo 8
*** Juliette ***


Il giorno seguente, uscita da scuola mi diressi verso la fermata dell’autobus, quella mattina durante le terza ora ricevetti un messaggio da Jonghyun che mi diceva di non poter passare a prendermi dato che era stato chiamato per un mio possibile nuovo ingaggio. Ero felicissima e non vedevo l’ora di arrivare a casa e parlare con lui per sapere in cosa consistesse.
Ero quasi arrivata alla fermata dell’autobus quando vidi arrivare una moto che si avvicinò proprio a me. Subito non capii cosa volesse quella persona ma non appena alzò la mascherina del casco mi accorsi che era niente meno che Taemin.
- Ciao! - mi salutò lui sorridente.
- Taemin! - contraccambiai il saluto - Da quando vieni a scuola con quella? - domandai sorpresa indicando la moto, non mi sembrava che il giorno prima fosse venuto in moto.
Lui sorrise nuovamente - Diciamo che è un modo per arrivare più in fretta, evitare il traffico e il caos dei pullman! - riferì.
- Non hai tutti i torti dopotutto. - mi trovai d’accordo con lui
- Tu invece? - riprese - Non sei con tuo fratello? - portò avanti guardandosi intorno probabilmente in cerca dell’auto di Jonghyun.
Scossi la testa - Oggi è impegnato con il lavoro, tornerò in autobus - spiegai.
A quel punto Taemin si alzò e alzato il sedile prese un casco che mi porse - Ti do un passaggio - proferì allora - Andiamo nella stessa direzione dopotutto - concluse convincendomi. Avrei evitato i pullman e sarei arrivata a casa in un lampo, cos’altro potevo desiderare?

Mentre sfrecciavamo per le strade di Jongno in direzione Yongsan provai un senso di libertà insolito. Vuoi forse per la moto o perché quel giorno non avevo impegni di nessun genere, ma mi sentivo libera, una normale ragazza della mia età, non la modella Eunbi e nemmeno la ragazza più popolare della scuola; semplicemente me stessa.
- Se i tuoi fratelli sono via vuol dire che sarai a casa da sola? - m’interruppe Taemin, distraendomi dai miei pensieri.
Io assentii - Torneranno dopo cena penso - riferii.
- Che dici se ci fermiamo da qualche parte per cenare allora? - la sua proposta non era male, e dato che a scuola eravamo diventati molto amici, accettai.

Ci fermammo così in un negozio non poco lontano dalle nostre case e dopo aver ordinato tutto ciò che ci piaceva di più, tra una chiacchiera e l’altra iniziammo a mangiare.
- È una mia impressione o ti vedo più rilassata oggi? - esordì Taemin dopo poco mentre scrutava i piatti scegliendo poi una fetta di sundae.
Io annuii ancora concentrata sul cibo - Non ho impegni dopo la scuola ed è raro per me quindi sono felice! - espressi mentre prendevo l’ennesimo tteokbokki.
Taemin mi guardò sorpreso - Lavori parti-time dopo la scuola?
- Più o meno - esitai incerta sul fatto di rivelare o meno il fatto che fossi una modella.
- Wow sei brava! Lavori e riesci comunque a mantenere una buona media a scuola, non è cosa da tutti i giorni! - portò avanti sorridendo. Quando sorrideva sembrava un piccolo cucciolo, non dimostrava per niente l’età che aveva.
Io scossi la testa come se volessi mandar via l’imbarazzo - Non è nulla di che - portai avanti - Tu non lavori invece? - domandai cercando di spostare l’attenzione su di lui.
Lui sorrise nuovamente - In realtà faccio due lavori! - rispose - In settimana mi occupo del negozio di mia mamma, quando non ho da studiare, e nel weekend lavoro in un ristorante qui a Yongsan.
- E poi sarei io quella “brava”? - replicai mettendo le virgolette sulla parola “brava”- Io già fatico con il mio di lavoro che mi occupa i weekend e qualche giorno a settimana ogni tanto, figurati se dovessi lavorare tutti i giorni!
Taemin sorrise nuovamente - Il lavoro al ristornante è stancante ma stare in negozio con mia madre non mi pesa - proferì - Anzi mi diverte - continuò - Lo sto facendo per mettere via un po’ di soldi, sai ho un progetto in mente - continuò mentre il suo sguardo s’illuminava al pensiero del suo progetto.
- Di che si tratta? - domandai, chiedendomi se fosse il caso di farmi gli affari suoi.
- Per il momento ti dico che riguarda la musica - rivelò facendomi iniziare a fantasticare sul suo sogno. Dopotutto non era poi così diverso dal mio. Certo io facevo la modella ma il mondo a cui appartenevo non era così distante da quello dello spettacolo che avrebbe riguardato Taemin.
- Farò il tifo per te! - espressi sorridendogli - Sarò la tua fan numero uno! - portai avanti forse con troppo entusiasmo dato che gli sfuggì un sorriso.
- Ci conto! - replicò lui seriamente contento.


Erano le 20.30 quando varcai la porta di casa trovandomi mio fratello Jonghyun davanti con un sorriso a 32 denti.
- È successo qualcosa di bello oppa? - domandai allora, curiosa di sapere il perché della sua improvvisa gioia.
- Ti sei dimenticata che avevo un incontro per un tuo possibile ingaggio? - mi disse allora, facendomi ricordare all’istante la conversazione avuta quella mattina.
- Allora?? - domandai smaniosa di sapere.
Jonghyun mi guardò soddisfatto - Venerdì sera… - s’interruppe un momento - Prenderai parte ad un servizio fotografico di abiti da sposa!!! - continuò mentre mi diceva il nome di uno delle più famose riviste di abiti da sposa coreane.
D’istinto abbracciai mio fratello - Dici davvero?? Ma come hai fatto? - non credevo alle mie orecchie, ero ancora incredula.
- Uno degli editori della rivista era presente alla sfiata di Daegu, e quella sera ti ha notata così ha chiesto informazioni su di te e ieri mi ha contattato. - spiegò entusiasta - Diventerai presto una modella famosa sorellina! - portò avanti mentre mi scompigliava i capelli.
Mentre mio fratello mi  spiegava i dettagli della sfilata io iniziai a pensare a tutto ciò che dovevo fare per prepararmi a quell’eventi, trucco, capelli e tutto ciò che potevo migliorare, non potevo di certo farmi sfuggire un occasione come quella!

Dopo quella notizia, passai l’intero weekend a prepararmi psicologicamente e non solo, per quell’evento e quasi dimenticai che il lunedì sarei dovuta andare a scuola come sempre, ritrovandomi così alla domenica sera a dover fare tutti i compiti per il giorno seguente. L’unica nota positiva era che non erano previste interrogazioni o verifiche per quel giorno.
Quel lunedì arrivai a scuola eccitata, pronta per condividere con le mie amiche le ultime news, ovviamente le avevo avvertite del mio ingaggio nell’immediato ma a causa dei preparativi nel weekend non ci eravamo viste e, strano ma vero, quel giorno mi aspettavo di ricevere complimenti ed elogi ed è quello che avvenne, la giornata proseguì bene finché, durante la pausa pranzo non venimmo attirare nel corridoio principale e scoprii che il mio peggior incubo si era avverato…

 

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Capitolo 9
*** Breaking news ***



Mentre percorrevamo il corridoio cercavamo di capire perché tutti fossero riuniti davanti alla parete degli annunci e fu solo quando, facendoci strada tra la folla, riuscimmo a raggiungerla che vidi cos’aveva attirato l’attenzione dell’intera scuola. Dahae e Hyorin mi guardavano insistentemente, molto probabilmente in attesa di una spiegazione ma io non avevo alcuna reazione; continuavo a fissare quella foto.

Io. 

Kibum.

Sul treno.
 
Io.

Dormivo.

Appoggiata.

Alla spalla di Kibum.

CHI diavolo aveva fatto quella foto!? COME?! PERCHE’?!

L’unica cosa di cui ero certa era del quando: la sfilata di Daegu. Era l’unica volta in cui eravamo saliti su un treno insieme.
Mentre maledivo chiunque avesse fatto e appeso quella foto lì, vidi arrivare le ammiratrici di Kibum, che continuavano a fissarmi con uno sguardo gelido, mettendo seriamente paura.

- Sei stata tu a mettere questa foto in bella mostra? - mi attaccò la presunta leader di quel gruppetto.
- Ti sembra che posa trarre qualche beneficio dal fare una cosa del genere?! - sbottai seriamente alterata. In quel momento avrei solo voluto uccidere Kibum. Era tutta colpa sua! Se non mi avesse costretto a tornare con lui, tutto quello non sarebbe successo. - E un’altra cosa - ripresi - Come avrei potuto fare una foto del genere mentre stavo dormendo!? - portai avanti calmandole, almeno apparentemente.
- Spero per te che sia la verità! - ribatté un'altra - Non ci sei mai piaciuta! - continuò.
- La cosa è reciproca, non preoccuparti! - proruppi prima di venir interrotta dall’arrivo di Kibum che calmò quelle vipere all’istante.
Non appena lo videro, interruppero la conversazione e si fondarono da lui assalendolo di domande a mio parere inutili. Lui d’altro canto cercò di rassicurarle e calmarle senza perdere la pazienza a sua volta. Erano veramente eccessive.

Durante tutta la settimana successiva avevo “combattuto” con le fan di Kibum che cercavano ogni momento buono per farmi dei dispetti e nonostante la mia forza di volontà arrivai più di una volta sull’orlo di una crisi di nervi. Per fortuna che si trattasse delle mie amiche o di Taemin, qualcuno riusciva sempre a tenermi a bada.
Soprattutto verso la fine di quella settimana mi ero spesso ritrovata, durante il tragitto verso casa, a lamentarmi con Taemin di quanto fossero antipatiche quelle ragazze e lui, dopo aver tentato di consolarmi svariate volte, il lunedì della settimana successiva, aveva riposto in maniera diversa, promettendomi che avrebbe zittito quelle vipere una volta per tutte.
Non capii a cosa si stesse riferendo prima del giorno successivo…

Era martedì pomeriggio e come al solito stavo rientrando a scuola dopo la pausa pranzo insieme alle ragazze quando, incontrammo Taemin che venendo nella nostra stessa direzione si unì a noi.
L’avevamo appena salutato quando lo vidi correre verso di me e spingermi indietro. Nell’immediato non capii il perché del suo gesto, ma quando lo vidi bagnato fradicio e spostai lo guardo verso il primo piano, individuando le vipere, mi sentii in colpa per lui.
Non feci nemmeno in tempo a reagire che Taemin mi prese per mano trascinandomi al piano superiore dove si trovavano quelle ragazze e iniziò a inveire contro di loro, attirando l’attenzione di tutti, compresa quella di Minho che ci raggiunse insieme a metà della scuola.
- Si può sapere per quanto tempo avete intenzione di disturbarla? - riprese Taemin dopo l’ennesima risposta insensata di una di quelle ragazze.
- Fino a quando lei non lascerà in pace il nostro Kibum - ripose un'altra spostandolo sguardo da lui verso di me.
Taemin allora si prese una pausa - Non mi sembra un motivo valido per infastidire una persona - continuò - In ogni caso, non c’è nulla per voi di cui preoccuparsi - proseguì inasprendo il suo sguardo - Eunbi non ha nessun tipo d’interesse verso il “vostro” Kibum - disse virgolettando la parola “vostro”.
Nonostante le continue negazioni quelle ragazze non sembravano voler smetterla e nemmeno quando arrivò Kibum che cercò in un qualche modo di zittirle senza interferire troppo e fu probabilmente proprio in quel momento che a Taemin venne in mente l’idea più assunta che potesse concepire.
- Pensavo che dopo aver ascoltato le mie parole aveste capito il motivo per cui vi ho detto ciò che vi ho detto, ma a quanto pare non ci siete arrivate - riprese avvicinandosi a me e prendendomi per mano - Ad Eunbi non interessa minimante di Kibum perché non a bisogno di un ragazzo - disse alzando la mano che stringeva la mia - Perché già lo ha un ragazzo!

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