KHR: Unione dei cieli - Addio

di Teemo Omegasquad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In cerca di una soluzione ***
Capitolo 2: *** Sacrificio ***
Capitolo 3: *** Aiutatemi... ***
Capitolo 4: *** Il re di Atlantide ***
Capitolo 5: *** Lutto di famiglia ***
Capitolo 6: *** Addio - parte 1 ***
Capitolo 7: *** Addio - parte 2 ***
Capitolo 8: *** Ridatemela! ***



Capitolo 1
*** In cerca di una soluzione ***


 
-...che bella vacanza di merda proprio...!- disse tra sé e sé Katsu.

Il panico prese il controllo degli invitati che si fiondarono su Tsunayoshi chiedendo spiegazioni riguardo la sua "presunta" figlia.
Sawada provò a calmarli e per sua fortuna arrivarono a dargli man forte i suoi guardiani, dandogli lo spazio per respirare replicando che spiegherà tutto nei prossimi giorni, invitandoli alla calma.
Gli ospiti se ne andarono, alcuni spaventati e altri indignati, gli unici a rimanere furono i Simon insieme alla figlia dando supporto come poteva.

-Papà...cos'è questa storia?-
-Katsu...mi dispiace, ma te ne parlerò domani, ora devo fare delle cose di lavoro, scusami ancora- nessuno lo notò, solo il figlio; Tsuna era preoccupato per quello che stava succedendo, la situazione gli stava sfuggendo di mano.

Tutti si ritirarono nelle proprie stanze preoccupati di quello che era successo. Avevano paura.
E se davvero quella ragazza fosse riuscita a ucciderli tutti, cosa sarebbe successo? Loro sarebbero stati i prossimi? Oppure avevano altri piani?
Queste domande vorticarono nelle mente dei ragazzi che fecero fatica ad addormentarsi.
L'unico che rischiò di passare la notte in bianco fu proprio Katsu, non voleva che suo padre venisse ucciso, il suo unico punto di riferimento come un faro che lo illumina nella nebbia.
Ad un tratto sentì bussare alla porta prendendosi un piccolo spavento.

-S-sì?-
-Sono Ranma. Neanche te riesci a dormire vero?-
-No, neanche io...-
-Posso entrare?-
-Sì...- dopo l'approvazione la ragazza entrò.
Indossava un lungo babydoll nero, Katsu arrossì guardandola mentre si sedeva vicino a lui sul letto.
-Tutto bene?-
-S-sì!-
-Non sapevo che avevi una sorella maggiore-
-Beh, neanche io, vorrei tanto sapere come mai ha deciso di tenermelo nascosto per così tanto tempo-
-Ehi, tutto si risolverà e poi avrà avuto il motivo per farlo, no?- gli accarezzò dolcemente il viso. 
-Lo saprò domani...e spero per lui che abbia una buona spiegazione-
-Io mi fido di Tsunayoshi-san, ha fatto grandi cose per meritarsi la fiducia delle famiglie alleate- gli baciò lievemente la guancia sinistra.
-Q-questo perchè?-
-Per la piccola chiacchierata che abbiamo fatto, mi hai aiutato a pensare ad altro. Buonanotte- Ranma uscì dalla stanza con un sorriso talmente lieve da notarsi appena.

Quel bacio... Katsu sentì una strana sensazione allo stomaco, fastidiosa ma anche piacevole, domandandosi cosa fosse.

******

-Reborn, hai notizie di Timoteo?-
-Si Tsuna e purtroppo non sono delle belle notizie-
-Spiegati per favore...!- gli chiese con un tono quasi rabbioso.
-Sono morti, tutta la nona generazione è deceduta, non nell'incidente aereo ma da una persona che era presente sull'aereo-
-Ed è ancora viva questa persona?-
-Non lo sappiamo, abbiamo trovato solo 7 cadaveri carbonizzati, non 8...-
-Timoteo...perché hanno messo nel mirino anche lui? Non centrava più niente con la mafia!- si coprì il viso con una mano, cercando di nascondere il più possibile la tristezza che stava manifestando.
-Juudaime!- Gokudera, il suo fido braccio destro, tentò di consolarlo.

Nella stanza in cui si trovavano calò un silenzio tombale, alcuni rimasero quasi del tutto impassibili come Hibari e Mukuro, quest'ultimo sorridendo e mormorando tra sé e sé "interessante"; altri invece si intristirono trattenendo le lacrime a stento.

-Tu sei il loro prossimo obbiettivo Tsuna, dobbiamo fermarli ancor prima che arrivino a te e temo che, se riusciranno ad ucciderti, i prossimi saranno proprio i ragazzi-
-Sono così giovani, non è giusto che subiscano tutto questo! Li porteremo al sicuro prima che sia troppo tardi!-
-Giusto Juudaime! Troveremo un modo per fregarli!-
-Ovviamente vi aiuterò anche io, non tollero che qualcuno rovini il mio lavoro di Tutor come se niente fosse, senza il mio permesso- Reborn si mise in gioco, offrendosi come volontario per elaborare la prossima contromossa.

*****

-Nessuno? Sei pronto per il tuo incarico?-
-Si Arane. Quando devo agire?-
-Domani, domani Sawada Tsunayoshi morirà...-
-Agli ordini. Mentre per Katsu?-
-Lui non toccarlo, solo io posso ucciderlo, mi serve il suo potere-
-Posso sapere perché?-
-I potere dei draghi e dei demoni sono come il concetto di yin e yang, con la differenza che se uniti in uno creeranno una nuova fiamma unica nel suo genere. Ora vai ed esegui il compito che ti ho affidato-
-Ricevuto-
 
 
ANGOLO AUTORE
(AVVERTENZE:Vi avverto subito che questa stagione sarà moooolto più ridotta della precedente perchè ci saranno solo 5 o 6 capitoli temo)
*si siede su una sedia con in mano una tazza di fairy tail* ebbene sono tornato! A quanto potete vedere nel prossimo capitolo ci sarà il decesso di Tsuna per mano di Nessuno o almeno proverà ad ucciderlo*gli lanciano mattoni addosso* EHI! Piano! So benissimo che probabilmente con questa mia azione guadagnerò del vostro odio e quindi mi sto preparando ad accoglierla. 
Allora perchè ho deciso questo? Non volevo fare una storia ordinaria di katekyo hitman reborn che ci sono qua nel sito ovvero che c'è la successione della famiglia, i nemici ed ecc., io voglio provare a sconvolgere questa ordinarietà mettendo dei piccoli colpi di scena qua e là durante il procedimento della storia
Ovviamente spero che gradirete questa mia idea perchè continuerò così, o almeno tenterò in base alle idee che mi verranno
Per capire meglio quello che succede e per chi stesse leggendo questo la prima volta dovete per forza leggere "katekyo hitman reborn: unione dei cieli-famiglia" e non giudicatelo dai primi capitoli pieni di errori fermandovi al capitolo 3 o 4, perchè se lo farete probabilmente vi perdereste una bellissima storia ^^
 
CURIOSITà: La mutilazione del braccio e il cambio forma di Katsu sono stati ispirati a Shanks il rosso di one piece

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Capitolo 2
*** Sacrificio ***


 
-Gokudera, chiama subito l`aeroporto più vicino e prenota un viaggio per il Giappone per i ragazzi, se ne vanno a casa oggi stesso!- il giorno dopo Tsuna si mise subito al lavoro per metterli in sicurezza.
-Subito Juudaime!- il braccio destro obbedì al volo agli ordini senza indugio, ma i problemi arrivarono subito -Juudaime! Abbiamo un problema! Tutti i voli sono stati annullati e non ci saranno per i prossimi giorni! Un enorme nuvolone nero che minaccia tempesta impedisce i voli!-
-Diavolo! Yamamoto! Ho bisogno che avvisi tutti gli Arcobaleno che riesci a contattare, ci servirà tutto l'aiuto possibile!-
-Si Tsuna!-
-Ryohei! Finché i voli non saranno disponibili metti in sicurezza tutta la magione e prepara delle scorte nel caso qualcuno dei ragazzi esca!-
-Eseguo all'estremo!!- sorrise alla risposta di Sasagawa fiducioso.
-Lambo, Chrome, voi due supportatelo!-
-D'accordo...-
-Si boss-
-Mentre te Hibari...!-
-Mh?-
-Mordi a morte chiunque si avvicina-
-Mh, vedremo-
-Vedo che ti stai dando da fare Tsuna- arrivò Reborn.
-Certo! Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per proteggerli visto che sono stati messi in mezzo a tutto questo a causa di un mio desiderio egoistico ed ora è mio compito rimediare- si sedette sulla poltrona quando tutti i guardiani uscirono dalla stanza lasciandoli soli.
-Sei proprio cresciuto bene-
-Ho avuto un ottimo insegnante. Vorrei chiederti un favore-
-Di che genere?-
-Verde ha finito giusto? Quindi vorrei che fossi tu ad accompagnare Katsu a farsi impiantare la protesi, al ritorno andrò a prenderlo io-
-D'accordo, conta su di me- il sicario accettò l'incarico sorridente.
-Grazie mille amico mio- tirò un piccolo sospiro di sollievo.

Dopo neanche un'ora la sicurezza fu totalmente organizzata e messa ai propri posti di guardia.
Reborn venne a prendere Katsu per l'operazione e si misero a parlare lungo la strada.

-Senti Reborn...non ti sei mai sentito un peso te?-
-No, mai. Perché questa domanda?-
-Io mi sento un peso per mio padre ora, sarebbe meglio se tornassi in Giappone per non dargli disturbo...- abbassò lo sguardo triste.
-Ehi, non sei un peso, se lo fossi ti avrei già eliminato da tempo-
-Allora cosa sono...?-
-Non cosa, ma chi sei. Tu sei Katsu semplicemente e non sarai mai un peso per tuo padre. Hai capito ora?- gli strofinò i capelli ridacchiando.
-Ehi! Fermo!- cercò di fermarlo infastidito, ma al tempo stesso risollevato.

L'operazione durò qualche ora, ridando l'arto destro al ragazzo sorpreso del fatto che nonostante gli avessero appena impiantato una protesi riuscisse già da subito ad usarlo come se non avesse mai perso il braccio.
Verde consegnò un piccolo pacchetto a Reborn dal contenuto conosciuto solo a loro due.
Il sicario se ne andò non appena arrivò Tsuna a prenderlo, avviandosi verso casa attraversando un parco pubblico.

-Vedo che riesci già ad usarlo- guardò il figlio sorridente.
-Si, quello scienziato sa fare il suo lavoro, mi sembra di non averlo mai perso-
-Bene e...aspetta- si fermò di colpo mettendo un braccio davanti a Katsu.
-Cosa c'è papà?-
-C'è troppo silenzio per essere un parco pubblico, non c'è più nessuno- Ryu si guardò intorno confermando quello che aveva detto, non c'era anima viva, solo loro due.

"Dietro di te!" Katsu sentì questa frase in testa domandandosi chi fosse, ma lo ascoltò girandosi di scatto. 
Spinse in là il padre salvandolo da un'esplosione rossa, mettendosi in mezzo sacrificando (ancora) il braccio destro, usandolo come scudo.

-Spero che ad Arane non dispiaccia se ti riduco in fin di vita- un ragazzo avvolto da un lungo cappotto nero pece ed il volto coperto da una maschera bianca uscì dal nuvolone, infiammando la mano preparandosi a colpirlo.

Katsu era paralizzato dalla paura, tentò di scappare, ma non ci riuscì purtroppo...
Tsuna si mise in mezzo accusando il colpo al posto suo, trapassandogli il petto.
******

Intanto, nello stesso momento della morte di Sawada, Arane sentì uno strano impulso provenire dal suo corpo emanando una tempesta di fuoco che la circondò. 
-SAWADA TSUNAYOSHI È MORTO!!!!- urlò felice a squarciagola ridendo -Venite a me miei demoni!!!- allungò la mano davanti a sé facendo apparire 5 piccoli buchi neri.

Dal primo ne uscì una donnona muscolosa alta due metri dai lunghi capelli castani ed occhi verde smeraldo indossando una maglietta senza maniche, pantaloni neri, stivali verde sporco ed una grossa sfera metallica attaccata alla cintura.

-Illaila! Da quanto tempo!- la giovane donna la abbracciò felice.
-Arane! Tesoro, non ci vediamo da molto!- lei ricambiò l'abbraccio altrettanto felice.

Dal secondo ne uscì un ragazzo dai capelli neri a caschetto munito di occhiali che indossa una divisa scolastica, tenendo in mano un lap top dandogli l'aria da secchione.

-Direi che c'era il 99% di probabilità di successo del tuo piano Arane-
-E te sei sempre il solito secchione Aiko- sorrise rispondendogli.

Dal terzo uscì un ragazzo dai capelli arancioni sparati all'insù con occhi rossi, fisico atletico, con indosso una tuta da motociclista, piegandosi all'indietro formando un ponte a pancia in su ridendo fragorosamente.

-Ahahahahah! Siamo finalmente usciti! Ahahahah!-
-Stai ancora ridendo Leo?-
-È da quando siamo stati esiliati nella dimensione demoniaca che continua a ridere, ci ha fatto impazzire tutti- Illaila le rispose infastidita delle risate di Leo.

Dal quarto uscì una ragazza piatta dai corti capelli castani con occhi gialli, indossava una camicetta bianca e short jeans tutta agitata che tremava.

-OK OK, sono calma! Ho bevuto 500 caffè e sono calmacalmacalmacalma!-
-Lisa, tesoro, sempre con la tua mania del caffè eh?-

Dal l'ultimo uscì un uomo palestrato totalmente pelato, vestito solamente di una canottiera e pantaloni da palestra.

-Siiiiiiiiii! Siamo fuori!!-
-Vedo che hai fatto palestra Aizayo. Ora siamo al completo e possiamo dare inizio al nostro piano-
****
Reborn tornò alla magione entrando in camera di Tetsuya, sfondando la porta per la precisione.
-Ehi! Ma bussare no?- il guardiano si lamentò ricevendo come risposta una box heiki rossa in faccia.
-Ti consiglio di prepararti Tetsuya, perchè hai un bel po' di allenamenti da recuperare- sorrise sadico il sicario.
 
*****
Nessuno estrasse il pugno dal petto di Tsuna, lasciando la presa.
Il corpo morente cadde tra le braccia di Katsu.

-Papà...perché?- cominciò a piangere.
-N-non volevo che ti toccasse...mi dispiace...non potrò più vederti crescere...- la testa cadde lentamente verso il basso, finendo a terra.

Gli occhi di Tsuna si spensero lentamente, Katsu cercò di "svegliarlo" scuotendolo come se fosse un bambino... Un bambino, come si sentiva ora, che aveva perso la propria luce guida.

-Ora tocca a te signorino- Nessuno preparò un secondo colpo indirizzato a Ryu stavolta.
-Pensi di fare come ti pare e piace per caso?!- lo bloccò con la mano, gli occhi di Katsu possedevano una nuova luce, la luce della rabbia.

Lo afferrò saldamente per poi lanciarlo lontano, rabbioso, lasciandosi alle spalle il corpo del genitore, venendo avvolto da del fuoco nero.
Si impiantò nella spalla destra le dita della sinistra mugolando forte dall'ira.
Il braccio ricrebbe tra delle fiamme oscure, la pelle era totalmente nera come la pece e la mano munita di artigli.
Prese la box heiki che aveva in tasca e ne inserì le fiamme del cielo, ma delle fiamme della corruzione guizzarono dentro la scatola, forzandone l'apertura e mandandola in mille pezzi.
Uscì un enorme dragone nero, con quattro ali e doppia bocca una sotto l'altra e occhi gialli.

-Cambio forma!- non successe niente -Ma mi ascolti maledetto rettile?!-

La creatura non obbedì, lo guardò solamente in silenzio, diventando poi fiamme che si impiantarono dentro Katsu, fondendosi con lui.
Non riuscì a parlare che la trasformazione cominciò subito.
Gli spuntarono sulla schiena due file di grossi spuntoni, gli crebbero quattro ali, la pelle mutò in parte diventando scaglie nere, il mento si fece più pronunciato mostrando le zanne, gli occhi diventarono come quelli di un rettile, gli avambracci si indurirono diventando come una corazza.

-Così, come tua sorella, hai perso la tua umanità...- Nessuno si preparò mentalmente allo scontro, brandendo il pugnale che aveva legato alla cintura, ma i momenti di terrore cominciarono subito.

Colpì l'assassino in faccia con un pugno armato, frantumando la maschera e mostrando il suo viso.
Lui reagì piantandogli il coltello nella testa, ma non ebbe effetto visto che era coperto dalle scaglie, frantumandogli l'arma.
Gli prese il viso non ancora coperto e gli sparò una fiammata rossa mista a dei fulmini verdi, bruciandogli la pelle.

-Maledetto mostro!- lo vide rotolare a terra dal dolore, però si rialzò subito, non aveva più un viso umano.

Il muso era allungato, aveva due bocche, era un mostro!
Nessuno contrattaccò lanciandogli una lancia della tempesta, Katsu la prese al volo con la bocca rispedendola indietro con il doppio delle dimensioni e della potenza.
Lo colpì in pieno, tranciandogli il braccio sinistro sgorgando sangue.

-M-merda! D-dunque è questo il potere dei draghi...la capacità di poter toccare le fiamme come se avessero un corpo...!- indebolito tentò di fuggire, ma Sawada, preso dalla furia omicida e dall'istinto animalesco, lo bloccò a terra ruggendogli contro.

Sfoderò i grossi artigli che possedeva, cominciando a dilaniare le carni del povero malcapitato, gli tranciò gli organi, viso, addome, mangiandone le viscere.
Appena finì di banchettare, si diresse verso Tsuna, però un sentimento umano gli percosse il corpo, la tristezza.
Lo prese in braccio cominciando a piangere, tornando alle sue sembianze umane, non potendo più far niente per il padre che amava.

ANGOLO AUTORE
Fermi fermi fermi! Uscirò con le mani alzate! FERMI!
Siamo arrivati alla morte di Tsunayoshi Sawada, ora scommetto che mi state odiando a morte...
Katsu ha avuto un mutamento...bestiale diciamo? Comunque ragazzi, in questa stagione non ci saranno momenti comici, ma solamente tristi e drammatici, proprio come mi avevano consigliato e avevano ragione, da ora in poi le cose per Katsu si faranno dure visto che ha visto il padre morirgli davanti agli occhi, non è una bella cosa. Tutti avranno i loro momenti difficili e tristi (purtroppo, ma è necessario farlo) e siccome non è il mio forte questo genere sbaglierò spesso di sicuro.(ringrazio Okami D. Anima per avermi corretto il capitolo e per sopportarmi ogni giorno)
Quindi ragazzi, vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo!
Capitolo 3 di khr: unione dei cieli-addio: aiutatemi...

Curiosità: Arane non sarebbe mai apparsa perché c'era un'altra idea che avrebbe introdotto i vongola armor, ma a causa di mancanza di idee la cosa venne scartata e poi venne creata Arane (ma l'autore sta lavorando per far apparire i vongola armor)

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Capitolo 3
*** Aiutatemi... ***


Katsu chiamò via telefono Gokudera continuandogli a dire disperatamente di venire e di fare in fretta.
Hayato allarmato dalla sua chiamata si precipitò immediatamente sul posto insieme a Ryohei arrivando in macchina, correndo come se stesse guidando una ferrari, vedendoli finalmente arrivare.
Il guardiano del sole fece quello che poteva per fermare l'emorragia almeno fino all'arrivo dell'ambulanza
Dopo cinque minuti, ma che per loro sembravano un'eternità, arrivò portandolo via, Sasagawa salì dentro il veicolo ospedaliero per assicurarsi che continuasse a vivere.
Infastidito il guardiano della tempesta lo lasciò fare, anche se dovrebbe essere lui stare vicino a Tsuna visto che era il suo braccio destro, ma ci passò sopra portando il figlio con lui seguendo l'ambulanza.
Furono avvisati anche gli altri guardiani, sopratutto la moglie, dell'accaduto si precipitarono immediatamente all'ospedale
Katsu preferì non informare gli altri della sua famiglia, non voleva che questo peso gravasse anche su di loro, li chiamò dicendogli solamente che era tutto a posto mettendo poi giù la chiamata, nascondendo la tristezza che stava crescendo dentro il suo cuore.
Erano passate ore da quando portarono suo padre in sala operatoria, l'attesa metteva ansia, l'ansia si tramutava in paura, una paura che lo stava consumando dall'interno dell'animo, cercò di mantenere la calma insieme alla madre e alla decima generazione.
Dopo altre due ore di attesa i medici uscirono dalla sala informando tutti che si era salvato.
Questa notizia portò della felicità nei loro cuori.
Dopo aver aspettato ancora poterono tutti fargli visita, ma Katsu non riuscì nemmeno a guardarlo in faccia sentendosi colpevole di quello che gli era accaduto.
I dottori dissero al gruppo che dovrà rimanere in ospedale circa una settimana per prevenire delle ricadute improvvise e accertamenti.
 
Passarono i giorni, la via della guarigione di Tsuna si stava facendo sempre più rosea.
*****
Intanto, nel giardino della magione Vongola
 
-Sono quattro giorni che non mi fai fare altro che esercizi ginnici!- Tetsuya urlò contro il Tutor
-Hai ragione, ora devi passare a un livello superiore. Siediti a terra.- Yajirushi obbedì allo strano ordine, Reborn gli posò un grosso masso sulle gambe -Se riesci a togliere quel masso dalle gambe l'allenamento finirà subito-
-Niente di più facile!-
-Aspetta.- il sicario tirò fuori dalla tasca un piccolo telecomando che usò subito che attivò dei laser che circondarono il ragazzo -Evitando i laser ovviamente-
-N-non fanno male vero?-
-Nooo! Ti procureranno solo una piccola ustione di quinto grado-
-...cazzo...-
*****
Passò una settimana esatta, ci mise poco a finire, Katsu prese coraggio e andò a trovare il padre mettendo da parte i sensi di colpa.
 
-Papà...?-
-Oh, Katsu, è da alcuni giorni che non ci vediamo dopo quello che è successo-
-Lo so...mi sentivo in colpa per quello che ti è successo...non sono riuscito a fare niente...mi sono fatto lasciare dalla rabbia...- la voce era piena di tristezza, tenne lo sguardo basso evitando gli occhi del padre -Alla fine sono proprio come Arane...sono solo un mostro...- l'espressione cominciò a cambiare, andando dal triste verso il piangente.
-Ehi, non sei un mostro. Tu sei mio figlio- carezzò il viso del figlio confortandolo e impedendogli di versare delle lacrime inutili.
-D-davvero?-
-Davvero, non badare a quello che è Arane, tu sei diverso da lei e lo sarai sempre. L'importante è quello che scegli di essere-
-Papà...grazie!- nonostante le parole di conforto non fece a meno di piangere stringendo alla guancia quella mano materna e adulta che lo ha sempre accompagnato nella sua vita -Andiamo a casa-
-Non si può-
-Eh? Perchè?-
-Katsu, fammi una promessa, proteggi mamma e i Vongola-
-Ma perchè dici questo ora...?-
-Perchè sto per morire per la seconda volta-
-C-cosa?! è impossibile!- a quelle parole il panico riprese dimora nel corpo di Ryu.
-Devi ricordarti...-
-Che cosa devo ricordarmi!? Non capisco quello che dici!-
-Vorrei avere più tempo...mi dispiace ancora Katsu per averti dato false speranze...perdonami...- gli occhi di Tsuna si chiusero nuovamente, per la seconda volta con un sorriso seguito dal lungo suono squillante del cardiogramma.
 
Na-tsu uscì da solo dalla sua box heiki, strofinò la testa sulla mano destra del suo padrone, ma vedendo che non si "svegliava" cominciò a versare delle lacrime.
Ci mise pochi secondi a realizzare quello che era appena successo.
Il viso cominciò ad assumere un'espressione di terrore e shock, alzò la testa al cielo cominciando a piangere e usò tutto l'ossigeno che aveva in corpo per emettere un grido di disperazione e dolore.
Questo grido ricolmo di tristezza, nonostante la sua poca potenza, riuscì a propagarsi in tutto il Giappone, facendosi sentire da tutto il popolo giapponese, mettendo in allarme Reborn che abbandonò Tetsuya sul suo campo di allenamento
Gli infermieri, sentendo quell'urlo, decisero di intervenire, ma quando entrarono si fermò rimanendo muto e immobile come se fosse in trance, con gli occhi vuoti e spenti.
Sia Kyoko che Gokudera arrivarono sul posto allarmati, anche i loro cuori si riempirono di tristezza vedendo che Tsuna aveva perso la vita...
Hayato si lamentò con gli inservienti ospedalieri per lo scarso lavoro che avevano compiuto, Sasagawa invece abbracciò il proprio figlio provando a consolarlo.
Da quell'avvenimento passarono dei lunghi giorni di lutto per la grave perdita che sia la famiglia Sawada sia i Vongola avevano subito.
Le persone che soffrivano di più erano Reborn e Katsu.
Il sicario aveva avuto un ottimo allievo, stupefacente sopra ogni aspettativa, ma non era solo un allievo, per lui era un caro amico che aveva perso a causa di una ragazza fissata col potere.
Katsu si chiuse in se stesso perdendo ogni emozione che aveva dopo quel giorno, cadendo in una profonda depressione cominciando a non prendersi più cura di se stesso e di quello che lo circondava.
 
-Senta boss, ma perchè non va a consolare Katsu? Con le tette che si ritrova ci riuscirà eccome- Yuri provò a far andare Xian dal ragazzo.
-Ma cosa dici Yuri?! E poi stavo giusto pensando di andarci senza che fossi te a dirmelo!- La ragazza le urlò contro arrabbiata avviandosi rabbiosa verso la camera di Sawada, ma vide che qualcun'altra ha avuto la sua stessa idea -Cosa ci fai qua Ranma?-
-Sono venuta per Katsu, dopo quello che gli è successo e vedere il proprio padre morirgli davanti agli occhi per ben due volte...volevo provare a consolarlo-
-Beh, allora fatti da parte ragazza maggiorata! Ci sono prima io!-
-Disse quella che ha un reggiseno imbottito e porta una quarta-
-C-cosa?! C-come hai fatto a capirlo?!- divenne tutta rossa, imbarazzata per le sue parole.
-Si vede lontano un miglio-
-S-scommetto che anche te hai un reggiseno imbottito!-
-Vuoi vedere?- Ranma si aprì la camicia mostrando le tette al vento e facendo deprimere Xian, si richiuse la camicia entrando in camera di Ryu.
-Boss, davvero hai un...?-
-TACI YURI!!!!-
 
Non appena fu dentro subito lo vide rannicchiato in un angolino, tenendo la testa bassa unita in un abbraccio con le braccia e gambe al petto, si sedette vicino a lui.
 
-Ehi, tutto bene...?- silenzio -Gli altri sono preoccupati per te, non ti fai sentire da giorni. Perchè li vuoi tenere all'oscuro di tutto? Ti prego...riprenditi...!- lo strinse a se come segno di affetto, ottenendo niente.
 
Triste si alzò andandosene, ma sulla strada vide Reborn furioso, preoccupandosi della ramanzina imminente che lo avrebbe sottoposto.
L'assassino spalancò la porta con un calcio rabbioso.
 
-Allora? Te ne rimani qui a piangerti addosso ora?!- lo afferrò per il colletto della maglia guardandolo male, Katsu non lo guardava nemmeno negli occhi rivoltandoli verso il basso -Sei un'autentica delusione!- lo spinse a terra con forza puntandogli una pistola addosso -Preferisci morire qui? Se vuoi ci penso io, così mandiamo tutto in malora solo per un tuo stupido capriccio- nonostante la dura intimidazione il ragazzo rimase ancora in silenzio.
-Cosa bisogna fare con te?! Reagisci cazzo! Ti vuoi rovinare così?!- ancora niente -Stupido!- rinfoderò l'arma in tasca uscendo dalla stanza.
 
Si sentiva inutile, solo un peso che nessuno vorrebbe avere, l'ultima ruota del carro...
Prese una scelta, togliersi la vita.
Non riusciva a sopportare tutto quel dolore, pensava che l'unico modo per risolvere tutto fosse la morta.
Si alzò dirigendosi in bagno, estrasse la lametta dal rasoio poggiandosela sul polso...
 
-Sicuro di voler farla finita così?- una voce a lui familiare lo distolse da quello che stava compiendo, si girò lentamente vedendo da dove proveniva.
-P-papà...? M-ma ti ho visto morire davanti ai miei occhi...!-
-Vero, sono morto per ben due volte, ma diciamo...che sono il suo ricordo residuo che hai te di me figliolo, uno spirito-
-C-come è possibile?-
-Sai cosa diceva il dottor Hilk? Un'uomo non muore se viene avvelenato o fucilato...-
-Ma solo quando viene dimenticato...- ultimò la frase del padre.
-Esatto, io continuerò a vivere attraverso voi e i vostri ricordi, anche se uno solo si ricorderà io vivrò-
-P-papà...mi dispiace...ho deluso tutti...- lasciò la lametta cadendo sulle ginocchia cominciando a piangere.
-No, non è vero, non hai deluso nessuno-
-Eh?-
-Hai sentito bene, sei semplicemente inciampato su un ostacolo cadendo. E sai perchè cadiamo? Per rialzarci e andare avanti. Ora rialzati ragazzo mio, c'è qualcuno che vuole vederti-
-E chi...?-
 
L'area circostante diventò totalmente bianca, i precedenti boss dei Vongola comparirono davanti a Katsu  guardandolo con aria severa, Giotto però stava guardando in alto.
 
-Che ci fai qua te?- Vongola Primo parlò con il dragone che stava dietro Ryu
-Sono qui per il ragazzo visto che siamo una sola cosa- lui non capiva. Cosa intendeva che sono una sola cosa?
-è un piacere poterti incontrare Katsu Ryu no Sawada. Sei pronto?-
-Per cosa?- 
-Questo- Primo gli fece vedere quello che aveva visto suo padre, tutte le atrocità commesse dai Vongola, i loro peccati.
 
Si strinse la testa urlando non riuscendo ad accogliere quei ricordi brutali, piegandosi al dolore.
 
-Non è ancora pronto...-
-Vi consiglio di non sottovalutarlo- infatti aveva detto il vero la creatura, Katsu si rialzò ansimante.
-C-cosa sono questi?-
-I peccati commessi dai Vongola. Sei pronto ad accettarli?-
-Mi dispiace per voi, ma non vi darò ora la risposta, devo prima fare una cosa-
-E cosa?-
-Recuperare dei ricordi. Ci vediamo Vongola Primo, al nostro prossimo incontro risponderò alla tua domanda-
 
I boss si misero a bisbigliare e a discutere tra loro riguardo a quello che gli aveva detto, ma Giotto approvò la sua scelta.
 
_____
 
-Reborn-san, mi dispiace se mio figlio le causa tutti questi problemi-
-Non preoccuparti Kyoko, anche Tsuna me ne procurava di grane-
-Io sono preoccupata però- Ranma teneva lo sguardo abbassato triste.
-Su su Ranma-chan, vedrai che si risolverà tutto- le sorrise solare contagiandola.
 
Ad un tratto sentirono la porta sfondarsi all'improvviso, correndo sul luogo dell'accaduto.
Ryu, con uno sguardo totalmente differente, uscì dalla stanza, ardeva una nuova luce nei suoi occhi.
 
-Katsu! Tutto bene?- Ranma si precipitò da lui ancora più preoccupata
-Ranma...- la baciò all'improvviso, lasciandola di stucco -Ti amo...- le sussurrò all'orecchio facendola arrossire.
-Katsu, cosa ti è successo in così poco tempo?-
-Diciamo...che qualcuno mi ha incoraggiato, ma ora ho bisogno del tuo aiuto-
-Del tipo?-
-Dobbiamo andare da Yajirushi, ha una cosa che mi serve- il sicario sorrise del suo ritorno
 
Annuì, andando insieme a lui dove doveva andare.
Intanto Ranma è ancora pietrificata per l'imbarazzo.
 
3 ore dopo di treno
 
-Signor Yajirushi, ci sono due persone che vogliono vederla-
-Non ora, sono occupato-
-Penso che invece vorrà incontrarci vero Yajirushi?- non appena sentì la voce di Reborn si alzò dalla sedia di scatto sudando freddo, acconsentendo l'incontro.
-Scusami per il disturbo, ma ho bisogno del tuo aiuto- Katsu entrò insieme all'assassino scusandosi
-Katsu? Di cosa hai urgentemente bisogno per disturbarmi?-
-So che possiedi una macchina in grado di estrarre ricordi e che vuoi usarla a scopo di spionaggio industriale-
-C-come fai a saperlo?- passò da teso a spaventato.
-Segreto. Ma posso passarci sopra se la userai su di me, devo recuperare qualcosa-
 
Li condusse subito alla sala della macchina, non era il ragazzo a intimorirlo, ma "l'amico" che si è portato dietro, sapeva che aveva il grilletto facile.
Per il collegamento si fece aiutare dagli scienziati che lavoravano al macchinario, completando il tutto in pochi minuti.
 
-Katsu, sei sicuro di questo?-
-Si Reborn, sono sicuro, sento che c'è qualcosa di sepolto fra i miei ricordi riguardo ad Arane-
-Va bene allora. Iniziate il procedimento-
 
Ricostruzione memoria, avviata...
 
 
ANGOLO AUTORE
Lo ammetto, in tutto sto tempo non avevo la cazzo di voglia di scrivere sto capitolo ne le altre storie, abbiate pietà di me e siate umani, vi prego, non appena ne avrò la possibilità lo correggerò meglio e lo ricontrollerò, intanto godetevi i miei erroracci orrendi! Ora voglio godermi questi giorni di vacanza insieme al mio amore :3, ma comunque! Come avete visto ho ucciso Tsuna per ben due volte, sento già la valanga di recensione negative solo per questo, ma chi se ne! Ho deciso così, se la cosa non vi sta bene e fate una recensione negativa solo perchè ho ucciso Tsuna allora siete pregati di andarvene da questa storia perchè se criticherete la storia solo per questo motivo non vi dedicherò alcun minuto del mio prezioso tempo e vi ignorerò chiaro? Grazie per la vostra cordiale attenzione ^^
 
Capitolo 4 di khr: unione dei cieli-addio: Ricostruzione memoria. Il re di Atlantide
 
Curiosità: All'inizio doveva esserci solo il drago di Katsu e Arane doveva essere una dea immortale e non avevano alcuna parentela, poi con il passar del tempo le cose sono cambiate arrivando agli attuali Katsu e Arane 

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Capitolo 4
*** Il re di Atlantide ***


 -Fratellino? Svegliati su!-
Una giovane ragazza, vestita con una lunga gonna nera decorata con tribali argentati spiralati e con uno spacco laterale che mette in mostra la gamba ad ogni passo, unita al reggiseno nero dai bordi argentati da una fascia anch'essa nera, che parte dal fianco destro e si ricongiunge alla stoffa del seno sinistro; dai lunghi capelli arancioni e ornata di tatuaggi aztechi neri come la notte, buttò giù dal letto il proprio fratello minore.

-Xolotl! Ma ti pare il modo di fare?! Solo perché sei una dea mica vuol dire che puoi fare come ti pare e piace!-
Il ragazzo, vestito con una gonna tipicamente maschile di color celeste che arriva al ginocchio, più lunga sui fianchi e leggermente più corta al centro per via del breve spacco a "v" rovesciata, adorna di una cintura di stoffa arancione ricadente sulla parte centrale della gonna, dai corti capelli arancioni, la pelle ornata di tatuaggi aztechi di colore blu come il cielo e con indosso una collana d'oro; si lamentò di quel brusco risveglio che non era stato per niente gradito.

-Anche tu sei un dio Quetzalcóatl no?-

-Che centra questo scusa?-

-Dovevo cambiare discorso in qualche modo e poi è una giornata splendida, l'ideale per accogliere i tributi del popolo di Atlantide. Sono curiosa di sapere cosa ci avranno portato!- le brillarono gli occhi dalla curiosità.

-Tributi...li ritengo inutili io. Non bastano semplicemente le preghiere e le venerazioni che ci fanno? Sono più che sufficienti.- il minore contestò le parole della maggiore, per lui quelle offerte non servivano, le riteneva del tutto inutili e poi cosa se ne facevano di quel cibo se non avevano la capacità di avere fame?

-Mio caro fratellino, i tributi sono necessari a noi dei, ci aiutano a capire che la nostra gente ci venera. Ah sì! Più tardi uscirò con la mia squadra a esplorare i territori vicini, non uscire da palazzo ok?- più che una richiesta quello sembrava un ordine, lui annuì sbuffando -Ora andiamo a ricevere i nostri tributi su!- si preparò mettendosi a posto il vestito tirandosi dietro il fratello.

Il popolo di Atlantide li accolse con grande vigore e gioia, acclamandoli per il ruolo che rivestivano.
Non appena si sedettero sui loro rispettivi troni gli portarono i doni che avevano preparato per loro.
Xolotl era felice di tutte quelle attenzioni che le venivano riservate, ma si accorse che non era lo stesso per Quetzalcòatl, aveva il suo stesso umore, ma al contrario.
Per lui un dio non doveva ricevere dei doni per soddisfare le richieste del popolo e proteggerlo, li trovava superflui; quei tributi dovevano andare alla loro gente, le persone che ne avevano veramente bisogno visto che risentivano della fame e tutto, non a delle persone immortali.

-Sorella, io...torno a casa...- si alzò dal trono tenendo il capo basso.

-Perché? Sta per iniziare la festa in nostro onore!- lo trattenne per un braccio in cerca di spiegazioni per quel comportamento che aveva da un po'.

-Non ho nessuna intenzione di accettare dei doni di cui non ho nessun bisogno e che dovrebbero andare al popolo che ne ha un reale bisogno...- si liberò da lei, tornandosene a casa da solo.

I festeggiamenti durarono fino al giorno seguente, Xolotl rincasò all'alba, poco dopo il risveglio di Quetzalcòatl.

-Non sai cosa ti sei perso fratello caro! C'erano fiumi di cibo e bevande!-

-Mh...- non la ascoltò.

-Senti, posso prendere in prestito i tuoi draghi? Devo andare a fare il giro di perlustrazione e più siamo, più è grande la zona che copriamo.-

-Non dovresti riposare piuttosto? Non hai dormito nemmeno 10 minuti.-

-Dormirò quando tornerò a casa. Io vado, vedi di non uscire ok?-

-Ok...- la maggiore, era appena tornata che uscì di nuovo, sapendo che ci avrebbe messo tutta la giornata per tornare.

Il minore guardò fuori, annoiato di quella vita chiusa nel palazzo, finché non gli balenò un pensiero in mente...

"Beh, se esco per qualche ora prima che ritorni non lo saprà mai no?"

Uscì da palazzo, non appena scese le scale la gente si prostrò a lui inginocchiandosi in segno di rispetto e sottomissione.

-E-ehi! Cosa state facendo?- quando provò ad avvicinarsi loro si allontanarono di qualche cm. -Rimettetevi in piedi! Non dovete per forza inginocchiarvi!-

-P-però così mancheremmo di rispetto a lei vostra altezza!- una donna parlò a nome di tutti.

-Non dovete preoccuparvi, quando non c'è Xolotl non dovrete inginocchiarvi va bene? E non siate così cordiali su!-

-M-ma...!-

-Basta solo che non le diciate che sono uscito da palazzo ok? Sarà il nostro segreto!- il dio sfoderò un sorriso solare che rassenerò tutti, facendoli tornare in piedi. -Vi ringrazio di cuore. Dunque...voi cosa fate per passare il tempo?-

-Giochiamo a Tlachtli!- un bambino si fece avanti tenendo tra le mani un pallone color mattone.

-Quelcan! Non usare quel tono con il nostro dio!-

-Ma mamma! Ha detto che non dobbiamo preoccuparci.-

-Ha ragione infatti! Se non le dispiace mi prenderò cura io di suo figlio! Su! Andiamo piccolo! Voglio che mi insegni a giocare insieme ai tuoi amici!- Quetzalcòatl venne via col bambino sorridente e contento, allontanandolo da quella folla. Si vedeva che gli piaceva stare a stretto contatto con il suo popolo.

Non appena raggiunsero il campo da gioco i bambini lì presenti gli spiegarono tutte le regole del Tlachtli e come si gioca.
Provarono ad allenarlo ed a fargli fare qualche tiro, sbagliandoli tutti, era proprio negato.
Giocarono insieme per molte ore, fecero molte partite e il nostro dio veniva denigrato e rimproverato per gli errori che commetteva, ma non reagì perché avevano perfettamente ragione, non sapeva proprio giocare.

Si congedò a giocare, aveva preso così tante pallonate in faccia che ormai la testa stava cominciando a rimbalzargli sul collo.
Passeggiò in giro per la città, incuriosito dal clima che si generava in ogni singolo quartiere, volle anche aiutare dei negozianti nelle loro faccende.
Pensò che, se sua sorella lo avesse visto, lo avrebbe rimproverato dicendogli che un dio non dovrebbe abbassarsi così tanto per fare degli umili lavori dei mortali, ma non c'era quindi se ne fregò altamente, continuando dritto per quello che stava facendo, finché non si fermò in una piccola armeria, entrandoci.

-Oh! Vostra altezza! Quale onore!- l'armaiolo si inginocchiò sorpreso di quella visita regale.

-Non è necessario che ti inchini, rialzati per favore.- lo pregò sentendosi un poco a disagio.

-Come mai si trova nella mia umile armeria?- disse l'uomo alzandosi.

-È la prima volta che scendo in città da solo e quindi sono entrato per curiosare un po'. Posso?- nonostante fosse un dio che poteva fare qualsiasi cosa, chiese comunque il permesso per rispetto verso il lavoratore d'armi.

-Certo che può! Piuttosto volevo sapere una cosa...-

-Certo, dimmi pure.- era tutto orecchie, dandogli ascolto sereno.

-Ieri non ho portato il mio tributo e quindi mi chiedevo se potevo farlo ora, purtroppo ieri ho avuto molto lavoro con delle riparazioni...- tenne il capo abbassato, vergognandosi di ciò che aveva fatto.

-Eh? Non è necessario che me lo dia...-

-Insisto! Non mi troverei in pace con l'anima!- rialzò la testa di scatto.

-Va bene va bene! Lo prendo!- Quetzalcòatl si arrese al negoziante, assecondandolo.

Andò nel retrobottega portandogli una lunga spada avvolta in un panno porgendogliela.

-L'ho creata ispirandomi ai vostri draghi altezza, spero che sia di vostro gradimento-

Il giovane dio la estrasse ammirando il lavoro dell'armaiolo, il manico finemente intrecciato di rosso, privo di guardia, il filo della lama era decorato con delle piccole fiamme, la lama invece era squisitamente decorata con disegni aztechi.

-Un lavoro davvero ben fatto, complimenti.- ammirò e osservò con attenzione quel magnifico lavoro, fatto chiaramente da delle mani esperte, rimanendo piacevolmente meravigliato dei disegni incisi sopra. -Ti ringrazio per questo dono.-

-Sua maestà vuole rimanere in città anche la sera?-

-No, non cre...È già sera?! Scusami! Devo scappare!- gli venne un infarto, non si era accorto del tempo che era passato da quando era sceso in città talmente si era divertito.

Scappò via dal negozio, correndo come più poteva per tornare a palazzo, sudando freddo.
Xolotl non era ancora tornata, aveva fatto appena in tempo.

-Buonasera fratello, scusami se ci ho messo più del previsto.- parlando del diavolo, proprio sul pelo era tornata, si accorse della spada che aveva tra le mani, non aveva avuto il tempo di nasconderla. -E quella spada da dove sbuca? Per caso sei sceso in città?!-

-No no! È solo un dono di un suddito che non ha potuto portarlo prima, l'ha portata qui solo da un paio di ore!- era tutto agitato, stava quasi per scoprirlo, ma per sua fortuna non successe, mettendosi il cuore in pace.

-E meno male che non volevi accettare i doni del popolo eh? Io vado a letto, sono molto stanca, ti aspetto poi a letto fratello.- si avviò in camera da letto sbadigliante.

-Scusami Xolotl, ma dove sono finiti i miei draghi?- le chiese curioso, ad ogni giro di perlustrazione dovevano fare sempre rapporto da lui e siccome quella sera non c'erano era molto strano.

-Loro...sono andati a casa prima, hanno già fatto rapporto a me, non preoccuparti.- esitò un attimo prima di rispondergli sorridendo, come se non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.

Xolotl andò a dormire, ma lui rimase in piedi ancora po', ad ammirare fuori i fuochi accesi della città, offrendogli una panoramica dalla vista magnifica.

I giorni passarono tranquilli e calmi, ma il dio del cielo, senza i suoi draghi, si sentiva assai solo, c'erano solamente i demoni di Xolotl a palazzo e questo gli lasciava dei sospetti che diventarono sempre più grandi.
Ad un tratto udì un rombo in lontananza e la terra cominciò a tremare violentemente.
Scrutò l'orizzonte cercando di capire da dove provenisse, individuando un'enorme massa d'acqua dalle dimensioni di una montagna. Quell'onda immensa avrebbe sicuramente distrutto l'intera isola.

-Xolotl! Presto! Dobbiamo portare in salvo il popo...!- ad un tratto, qualcosa gli trafisse la schiena, facendolo sanguinare.

-Fratello, mi dispiace...ma solo io e i miei demoni sopravvivremo a questo...Tu muori con il tuo "popolo"- il dio girò la testa verso la sorella, scioccato di quella azione e di quelle parole ma ella lo spinse giù da palazzo.

Fu una caduta di circa una cinquantina di metri, che spaccò il terreno su cui atterrò il giovane dio, venendo soccorso dal popolo.

-Sua altezza! Cosa è successo?!- una guardia seguita da qualche persona andarono dal proprio sovrano preoccupati, ma lui si rialzò subito.

-Come ti chiami guardia?- gli chiese di punto in bianco.

-Thulcalhu sire...!- gli rispose rapidamente.

-Bene Thulcalhu, ti affido il compito di portare al riparo la tua gente, io ho da fare una faccenda.- estrasse dalla schiena quello che sembrava un coltello impregnato di fiamme nere, quello era l'unico modo per ferire un dio.

Si accucciò a terra, delle ali squamose gli spuntarono dalle scapole, per poi spiccare il volo ritornando dalla traditrice.

-A quanto vedo non è bastato per ucciderti...- gli disse Xolotl infastidita.

-Sai com'è, noi draghi abbiamo la pellaccia dura.-

-Pensateci voi ora che è indebolito...- ordinò ai propri demoni di finire il suo lavoro.

-Con immenso piacere!- Illaila, nonché braccio destro di Xolotl, si fece avanti per prima sbattendo a terra la grossa sfera di metallo che usava come arma, con gli altri demoni che li osservano.

-Illaila, io ti rispetto, quindi per favore, togliti!- Quetzalcòatl la pregò di spostarsi, odiava uccidere, soprattutto gente a cui teneva molto.

-Mi dispiace, ma io da qui non mi sposto!- scattò verso il giovane dio, preparando la sfera per colpirlo in maniera devastante.

-Allora non mi lasci altra scelta...!- dispiaciuto, reagì a quell'attacco, aggirando il globo metallico per poi colpire con un pugno la sua fronte, scaraventandola a terra e mettendola al tappeto con un colpo solo.

Gli altri non rimasero immobili a guardare, reagirono di fronte a quella scena.

-Maledetto drago!- Leo si fece avanti per primo, tempestandosi di fiamme rosso fuoco, arrabbiato, arrivando da lui in volata, seguito a ruota da Renji.

-Devo dire che avete degli strani nomi...- 

Leo cominciò ad attaccarlo con una raffica di pugni infuocati, come una furia, da un lato, dall'altro Renji sguainò la spada impregnata di fiamme viola per colpirlo da destra.
Quetzalcòatl reagì rompendo entrambe le braccia dell'iracondo e bloccando la spada frantumandola chiudendo la mano, per poi spingerli via con un colpo del palmo della mano.

Lisa, ricoprendosi di fulmini, poté aumentare la propria velocità, ma questo potenziamento non bastò contro il dio, che la individuò subito stordendola con un pugno ben assestato nello stomaco.

-Con il potere a me conferito, vi esilio nella dimensione demoniaca!- Quetzalcòatl batté le mani aprendo un portale, senza dare ad Aiko e Aizayo il tempo di fare qualcosa e vennero tutti banditi, lasciando soli i due fratelli.

Xolotl esitò per un attimo, impaurita di quello che avrebbe potuto fare il minore.

-A quanto pare siamo rimasti solo io e te...-

-Dove sono i miei draghi Xolotl?-

-Li ho rinchiusi nel cristallo etereo, in un posto che terrò per me, mi dispiace.-

-Allora dovrò scoprirlo con la forza...- Quetzalcòatl sfoderò la spada datogli dall'armaiolo, imbevendola del suo potere divino.

Xolotl formò con il proprio potere una falce nero pece, tenendosi in guardia visto che non sapeva come combatteva il fratello, non avendolo mai visto in azione.
Con un piccolo movimento di gambe si avvicinò molto rapidamente a lei, il rimbombo dell'impatto delle armi fu così forte che devastò il tetto del palazzo, mandandolo in mille pezzi.
Ogni singolo colpo risuonava più volte, sempre più forte.
La dea ruotò la falce lungo il braccio per poter fare una lunga serie di colpi ripetuti, il minore, con mano abile e ferma, parò tutti i colpi, seppur facendo fatica a seguirli tutti.
Con un forte colpo di polso riuscì a disarmarla per qualche secondo, affondando la lama nel suo petto, per poi estrarla subito dopo, facendole sputare sangue.

-È così che mi hai reso umano vero? Hai iniettato una parte del tuo potere dentro di me per rendermi più vulnerabile, quindi ho voluto provare la stessa cosa su di te e vedo che ha avuto lo stesso effetto- indicò il sangue che fuoriusciva dalla bocca ed indietreggiò di colpo per riprendere fiato.

-Vedo che sei più sveglio di quanto immaginassi, ti ho sottovalutato...- si asciugò il sangue con la mano, riprendendosi la falce.

Ripartì all'attacco facendo roteare di nuovo la grossa arma compiendo un salto colpendo con forza il fratello.
Lui provò a difendersi come meglio poteva, ma Xolotl si accorse che i movimenti del minore si erano fatti più lenti e deboli e ne approfittò per intensificare gli attacchi.

Quetzalcòatl, per la fatica di reggere quegli attacchi, gli venne il fiatone, diventando sempre più stanco, fino a non riuscire a seguirli più.
Xolotl, con un colpo di manico, lo disarmò e gli procurò un taglio sul petto spezzandogli la collana d'oro, sgorgando sangue.

-Fratello mio, te non sei uno spadaccino, non sai nemmeno usarla come si deve...- sorrise compiaciuta di quello che vedeva, sentendosi la vittoria in tasca.

Quetzalcòatl provò a reagire a tutto ciò, balzando riprendendosi la spada, tentando di lanciarle contro un fendente infuocato, ma il colpo non ci fu, sentendo una mancanza.
Notò che l'arto armato era stato tagliato in un nanosecondo e che lo teneva in mano la sorella, buttandolo fuori dalla finestra del palazzo, portandolo in netto svantaggio.

Xolotl trasformò la falce in un globo oscuro lavorandolo con le mani facendolo esplodere demolendo l'intero palazzo, Quetzalcòatl venne sbalzato via ricadendo in mezzo al popolo.
Si rialzò a fatica, ricoperto di sangue, davanti alla sua gente.

-Guarda come sei messo fratello mio, lascia che ponga fine alle tue sofferenze...!- la sorella scese fluttuando dall'edificio demolito, tenendo sospeso in mano il globo nero.

-Adesso basta Xolotl! Perché stai facendo tutto questo?!- le domandò per guadagnare tempo per pensare ad una strategia.

-Beh, diciamo che mi andava di farlo...ah si, se ci tieni veramente al tuo "popolo" non lo schiverai questo...!- potenziò il globo lanciandolo sia contro di lui sia contro gli abitanti.

Quetzalcòatl parò il colpo con l'arto rimastogli, ricoprendolo di fiamme del cielo per reggere all'impatto.
Sentiva su di sé l'indebolimento che gli aveva inflitto la sorella con quella accoltellata, la pelle cominciò a bruciargli lentamente, sentendo il dolore lancinante della scottatura, indebolendosi sempre di più.
Con le ultime forze da dio che gli rimasero, rispedì all'indietro l'attacco procurando a Xolotl un grosso buco nel petto uccidendola, ma ci riuscì ad un costo molto alto, ovvero metà busto e il braccio rimastogli che erano stati bruciati, sgorgando fiumi di sangue e cadendo a terra privo di ogni forza.

-S-spero che tu sia contento ora...hai protetto il popolo da me...ma non dalla inondazione che sta per arrivare...ci vediamo...nella prossima vita fratello mio...- queste furono le ultime parole di Xolotl prima di morire.

-M-mi dispiace...perdonatemi...non sono...riuscito a proteggervi...e ad essere un buon re...perdonatemi...!- cominciò a piangere dispiaciuto, sentendosi impotente per fare qualsiasi cosa, spirando in mezzo al suo amato popolo.

La sua gente lo consolò dicendo che non era vero, standogli accanto nei suoi ultimi momenti di vita.
La grande inondazione raggiunse la città schiacciando tutto quello che incontrava, grazie alla potente pressione, mietendo le vite delle persone, Quetzalcòatl compreso anche se era già morto, che risiedevano lì, cancellando dalla faccia della terra la città di Atlantide.

ANGOLO AUTORE

Allora, so benissimo che sono passati più di 5 mesi dall'ultimo aggiornamento, ma lasciatemi spiegare. All'inizio il capitolo sarebbe dovuto uscire per febbraio o marzo, ma, nella mia famiglia, è successo una cosa di cui non posso parlare(ma che alcune persone sanno già) che non solo mi ha provocato un blocco dello scrittore, ma anche una piccola depressione che con il passare del tempo è peggiorata e ingrandita e che ho ancora tutt'ora(dannati attacchi depressivi) e queste cose hanno causato questa lunga attesa, quindi ho fatto decisamente molta fatica a scrivere e andare avanti e ci è voluto il suo tempo per sbloccare tutto quanto. Ora non garantisco che i capitoli usciranno ogni mese, potrebbero uscire tra due o addirittura tre mesi per farli e tutto visto che ho ancora la depressione in corso e che potrebbe ancora peggiorare.
Vi ringrazio per avermi aspettato così a lungo e ci vediamo al prossimo capitolo!

Curiosità: All'inizio doveva esserci un viaggio nel passato o nel futuro, ma consideravo questa idea già vista e troppo banale, quindi l'ho scartata.

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Capitolo 5
*** Lutto di famiglia ***


Katsu si staccò da quella macchina e la prima cosa che Reborn notò in lui erano gli occhi, non erano più gli occhi di un ragazzo spensierato e serio, ma gli occhi di un giustiziere, pronto ad evitare una catastrofe.

 

-Reborn, tu dirigiti alla magione Vongola insieme agli altri Arcobaleno per proteggere la decima e l'undicesima generazione, io devo andare in un paio di posti prima.- non gli diede il tempo di parlare che gli aveva già impartito un ordine con voce fredda e seria.

 

-Non sei il tipo che da ordini...e poi chiamare addirittura gli Arcobaleno. Cosa sta per accadere?- 

 

-Arane sta per attaccare.-

 

***

 

Intanto, nello stesso momento...

 

Arane, seduta davanti a una capsula contenente del liquido e la testa di Nessuno con spina dorsale collegata a dei fili, sospeso.

 

-Ehi, capo! Un nuovo esperimento eh? Ma sbaglio o questo è Nessuno? Quello che tuo fratello ha mangiato vivo?- Illaila entrò nella stanza senza avvisare o fare qualsiasi segnale che sarebbe venuta, procurando a Arane un mini-infarto, ma senza farglielo notare.

 

-Sì, è il Maxum che mi è venuto meglio rispetto agli altri, Corex invece è ancora una sottospecie di bozza, sarebbe stato un spreco non "riciclare" quello che mio fratello aveva lasciato, siccome gli donerò il fattore demoniaco sarà una nuova versione.- le spiegò sinteticamente, mentre sorseggiava del delicato thè inglese in una raffinata tazzina -Lo collauderemo all'attacco alla magione Vongola, mentre per te, amica mia, ho un ordine tutto per te, devi riportare qua Renji.-

 

-In effetti è sparito da un po'. Sai dove può essere andato?- Illaila chiese più informazioni e dettagli riguardanti la missione affidatale.

 

-Sì, è andato da una sua amica di nome Yori, rapitela e portatela qua da me, ho in mente di fare una cosuccia con lei. Ah si, andrai con Leo, non accetto discussioni.- posò la tazzina sul bracciolo della poltrona su cui era comodamente seduta.

 

Illaila annuì, dileguandosi eseguendo l'ordine che le era stato dato.

Arane si alzò, poggiando dolcemente la mano sul vetro della capsula, facendola scendere lentamente come se fosse una carezza data da una madre al bambino appena nato.

 

-Mio caro Nessuno, ti do il benvenuto nella mia famiglia.-

 

 

Intanto, nella villa dei Varia

 

 

-Capooooo! è l'ora di pranz...!- Lussuria tirò un urlo poco virile e decisamente poco maschile non appena entrò in camera del proprio boss che aveva sparato al piatto che gli aveva portato, con un'espressione furente più del suo solito.

 

-Vattene Lussuria! Non voglio che mi rompiate i coglioni per qualche giorno! FILA EFFEMINATO DEL CAZZO!- alzò la voce a livelli indescrivibili, così alti che tutti i presenti all'interno dell'edificio lo avevano sentito mentre cacciava fuori, a suon di pistola e imprecazioni a caso, Lussuria dalla propria stanza, riuscendoci.

 

-OI! Cosa cazzo hai combinato al boss uomo dalla dubbia sessualità eh?!- Squalo, non appena sentì la voce di Xanxus, si precipitò lì, incazzato anche lui per il guaio inesistente che aveva combinato il sole effeminato.

 

Xanxus, ancora ribollente dalla rabbia, devastò la sua camera personale, sparando e calciando con tutta la forza che aveva in corpo per potersi calmare in qualche modo.

Si fermò per riprendere fiato, mettendosi una mano sul viso.

 

-Tsuna, lurida testa di cazzo! Come ti sei permesso di morire non per mano mia eh?!- tra i versi e le imprecazioni, Xanxus infilò anche delle lacrime e urla di tristezza, erano come una cascata intenzionata a non fermarsi mai.

 

 

Poligono di tiro Vongola

 

 

Siccome Xian era scomparsa dal nulla dopo la partenza di Katsu, Yuri la cercò preoccupata, la sua boss non si era mai assentata per così tanto e l'unico luogo che le veniva in mente in cui potesse essere era il poligono di tiro dei Vongola.

Udì in lontananza il rumore di sparì, confermando quello che aveva pensato.

Non appena entrò la trovò subito mentre stava crivellando di colpi il bersaglio con una pistola automatica, senza cuffie e occhiali protettivi.

 

-Ehilà boss! è da un po' che non ci si vede eh?- venne ignorata e per attirare la sua attenzione le fece mettere giù l'arma.

 

-Uh? Ciao Yuri, scusa, non ti avevo sentita...- aveva un tono cupo e delle lacrime scesero dal suo viso.

 

-Boss! Cosa succede?!- Yuri si spaventò per quelle lacrime.

 

Xian le si fiondò addosso, stringendola a se tra le sue braccia, piangendo.

 

-N-non c'è più...per me Tsuna...era il padre che non ho mai avuto e che ho sempre voluto avere! E ora l'ho perso...! Non ho potuto far niente per proteggerlo!- si teneva salda alla sua fidata braccio destro, in lacrime.

 

Yuri non sapeva cosa dirle per consolarla, si limitò a cullarla tra le sue braccia, cercando di soffocare quelle urla che provenivano dal cuore della sua boss.

 

 

Magione Simon

 

 

Ranma entrò nell'ufficio di suo padre, siccome non si faceva vedere dal funerale di Tsuna era molto preoccupata e voleva assicurarsi che stesse bene.

 

-Papà...? Va tutto bene...?- aprì lentamente la porta, avendo paura di averlo disturbato.

 

-Sì...va tutto bene...- Enma era seduto sulla sua poltrona, girato verso la grande finestra mostrando una giornata raggiante e luminosa, dando di spalle alla figlia.

 

-Solo che ne io ne gli altri non ti vedevamo dal funerale e quindi ci siamo preoccupati.-

 

-Sto bene...solo che fuori sta piovendo a dirotto ed è buio...-

 

Ranma non capiva le sue parole, fuori la giornata era splendente e si avvicinò per capire meglio.

 

-Ma cosa dici? è una giornata splendi...- non appena si girò verso il padre notò che stava piangendo e lì capì quello che aveva detto prima, poggiando una mano sulla sua, in segno di consolazione.

 

-Questo mondo ha perso una delle sue luci più luminose, ora, senza di lui, è diventato più tetro e oscuro...- Enma strinse la mano di Ranma, cercando di contenere le lacrime che gli scendevano dagli occhi, senza riuscirci.

 

 

Magione Vongola

 

 

Yamamoto camminava lungo il corridoio, un tempo animato e radiante, ma ora vuoto e privo apparentemente di vita.

Voleva andare a trovare alcuni guardiani, per poterli aiutare a riacquistare almeno in piccola parte il sorriso.

Andò da Ryohei, totalmente incentrato nel suo allenamento estremo che per isolarsi si era messo le cuffiette alle orecchie, quindi pensò che non era il caso per lui.

Andò da Chrome, sapeva che la ragazza era la più sensibile del gruppo, quindi pensò che era opportuno andare anche da lei. Quando la raggiunse la trovò in lacrime, tentò di consolarla come più poteva, ma quando gli disse che voleva rimanere da sola fu difficile digerire quelle parole, però la accontentò.

Poi fu il turno di Gokudera, nonostante la sua incensante ricerca pensando ai luoghi che più frequentava, lo trovò solamente in un posto, nell'ufficio di Tsuna, ad osservare quella scrivania e quella poltrona vuota, che una volta venivano occupati dal boss più incredibile e meraviglioso che avesse mai conosciuto.

 

-Cosa vuoi idiota del baseball...?- sempre la solita provocazione, con la differenza che aveva un tono più cupo.

 

-Ancora con quel sopranome mi chiami? Ormai siamo cresciuti no?- tentò un sorriso forzato, l'unica risposta che ricevette fu un destro in faccia che lo fece cadere a terra, massaggiandosi il livido e guardando Hayato piangere.

 

-Cosa cazzo sorridi ancora in un momento come questo eh?! Il Juudaime era il migliore! è riuscito a compiere l'impossibile! Cose che nessuno aveva mai osato fare! E ora si è spento lasciandoci! L'uomo più meraviglioso di questo mondo se ne è andato e io non ho potuto fare niente per salvarlo! Adesso come faremo senza di lui?! COME?!- Gokudera diede sfogo alle grida che si scatenavano dentro di lui, sul suo migliore/detestabile amico fissato col baseball, sperando che avrebbe ascoltato quelle grida.

 

-Lo so, non dovrei sorridere in momenti del genere, però...penso che a Tsuna farebbe piacere se noi sorridessimo Gokudera, lui vorrebbe che noi andassimo avanti. Il passato esiste per essere ricordato, il presente per essere vissuto e il futuro...deve essere il più roseo possibile, anche se il presente è offuscato da nuvole di tempesta, gli errori esistono per farci da monito e permetterci di non ripeterli mai più.- lo spadaccino della pioggia si rialzò, sfoderando il sorriso più radioso che possedeva solo per Hayato.

 

-Idiota...- la tempesta si asciugò le lacrime, sperando che si fossero fermate, continuando a insultare il proprio compagno che aveva davanti.

 

7 giorni dopo

 

Illaila e Leo ritornarono dalla loro missione, uscendo dal portale spingendo in avanti una ragazza dagli occhi arancioni, lunghi capelli neri con una piccola ciocca bianca sul lato destro del viso, bassa statura e un viso dai tratti eleganti che una volta toccata terra si rialzò mettendosi in posizione di guardia contro i due.

- È inutile combattere, ti consiglio di rimanere calma visto che sei in territorio nemico- Illaila le descrisse la situazione in cui era, ed era assai di merda, intimandola alla calma.

- Sono felice di aver menato Renji! È stato bellissimo quando ha dato di matto!- Leo si piegò dal ridere formando un ponte senza un motivo apparente.

- Bene bene, quindi questa è Yori, l'umana per cui il mio demone della nuvola ha rischiato tanto...- arrivò Arane da dietro Yori, con voce dolce e un sorriso fastidiosamente allegro.

-Renji non è un demone! Tu non lo conosci per niente!- Yori confusa, cercò di prendere le difese del suo amato nonostante la situazione.

-Non penso proprio...tenetela ferma- i suoi sottoposti eseguirono l'ordine, immobilizzandola, mentre la sua mano sinistra cominciò a ricoprirsi di corruzione, deformandosi e allontanandosi dal concetto di umano.

-C-cosa sei tu?- era terrorizzata di quello che aveva appena visto.

-Non sono come il tuo nemico, come si chiamava? Pandora giusto? Lei non è niente, io...sono una dea.- disse con tono basso e funereo.

-R-Renji verrà a salvarmi!-

-C'è un motivo se ti ho rapito e se nel caso lui non venisse tu sarai un buon rimpiazzo. Dì addio alla tua umanità e accogli la tua primogenitura...- le poggiò la mano sul suo viso, iniettandole in corpo le fiamme corrotte che le penetrarono la pelle come se fossero dei voraci vermi che mangiavano una mela.

Yori urlò agonizzante dal dolore, quel fuoco si insinuò in ogni angolo del suo esile corpo, corrompendone ogni centimetro, vomitando fiumi di sangue che stava diventando nero pece e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di quel fuoco liquido, come se fosse una bottiglia che veniva riempita d'acqua.

-Benvenuta nella mia famiglia Yori, demone della nebbia oscura.- ordinò a Illaila e Leo di lasciarla e loro eseguirono.

-R-ren...ji...- le sue ultime parole umane le usò per chiamare il suo amato, sperando che sarebbe venuto a prenderla, come era sempre successo, cadendo a terra e perdendo le ultime gocce rimaste di umanità.

 

-Illaila, Leo, chiamate gli altri e preparate Nessuno, domani attaccheremo i Vongola per sterminarli.-

 

ANGOLO AUTORE

Ci ho messo un po', ma ci sono riuscito. Parto col dire che queste reazioni dovevano esserci tipo 3 o 4 capitoli fa, ma non li ho fatti perché (vorrei dire che era dimenticanza, ma mentirei) non avevo voglia e qualcuno mi ha fatto notare questo mio errore a cui pongo rimedio in questo capitolo, avrei potuto mettere le reazioni di tutti i personaggi all'interno di questa storia, ma non l'ho fatto perché ho ritenuto più opportuno e giusto mettere le reazioni su cui ha avuto un impatto più forte la morte di Tsuna, quindi su Xanxus, Xian, Enma e Gokudera(e poi perché non sapevo come avrebbero reagito gli altri, chiedo perdono), spero solo di aver fatto giusto almeno queste scelte. Dopo aver detto quanto sono ignorante passo a una novità, ovvero un crossover con la storia di Stardust, una specie di spin-off all'interno della storia principale(o almeno questo è il mio intento) per permettermi di arricchire la storia un po' e con la speranza che possa interessarvi.

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Capitolo 6
*** Addio - parte 1 ***


-Ragazzi!- Yuzuyu si ricongiunse agli altri, con in mano una lettera, in lacrime.

 

-Cosa è successo Yuzuyu? Cosa c'è scritto nella lettera?- Sora tentò di calmarla come meglio poteva.

 

-I-il boss ci dice di abbandonarlo e di scappare!- tentò di trattenersi, ma invano, quasi gridando la notizia.

 

-Cosa?! Fa vedere!- Sora prese la lettera cominciando a leggerla ad alta voce per tutti. -"Ragazzi, amici miei e Ranma vi supplico di andarvene dalla magione Vongola e di scappare il più lontano possibile, senza volerlo vi ho messi in mezzo alla guerra tra mia sorella e me cominciata tanto tempo fa, anche troppo per voi e per questo vi dico di fuggire, non voglio che ci siano altre vittime innocenti e che moriate a causa mia, Katsu"...cosa cazzo significa questo?!- strinse le mani, stropicciando il foglio dalla rabbia leggendo quelle parole.

 

Ranma abbracciò Yuzuyu provando a consolarla, però avrebbe voluto essere al suo posto in quel momento.

Tetsuya, Giorgia, Akane e Yoshi erano confusi e disorientati proprio come i giovani Varia dell'undicesima generazione, soprattutto Xian.

Ad un tratto udirono una leggera scossa sismica, che si tramutò in un'esplosione dall'altra parte dell'edificio. Imbracciarono le loro armi, andando a vedere e lasciando sola Ranma.

Quando arrivarono sul luogo videro delle strane e orrende creature, si vedeva lontano un miglio che non erano di questo mondo, erano grossi e muscolosi, dotati di piccole corna e spuntoni sulla schiena, privi di occhi, ma tale mancanza veniva compensata dai grossi denti aguzzi, incutevano timore solo a vederli.

L'undicesima generazione indietreggiò spaventata alla loro vista.

 

Ad un tratto una spada, di cui la lama decorata con disegni aztechi raffiguranti dei dragoni, si impiantò tra loro e i mostri e un secondo dopo apparve Katsu, che con movimento abile e un fendente rotante li annientò incendiandoli.

 

-Perché diavolo siete ancora qui?! Vi avevo ordinato di andarvene!- Sawada gli urlò contro, irritato del fatto che fossero ancora lì.

 

-Abbiamo ricevuto solo ora la lettera!-

 

-Che?! Maledette poste italiane!-

 

-Però in ogni caso non l'avremmo mai abbandonata boss! Neanche sotto tortura!- Yuzuyu rispose alla sua domanda, con decisione e fermezza, e anche gli altri concordavano con lei.

 

-Vi rendete conto che ora, probabilmente, siamo a un punto di non ritorno e che potreste non sopravvivere...?-

 

-C'è ne siamo resi conto da soli boss e rimaniamo saldi alla nostra decisione!-

 

-Sigh, siete degli idioti...- sorrise a tutti loro, trattenendo le lacrime.

 

Una creatura, ancora viva, emerse dalle fiamme, saltando addosso a Katsu, ma venne subito fermato da Ranma che, con dei grossi guantoni robotici, gli diede il colpo di grazia.

 

-Non toccare il mio ragazzo prole di satana! E quello che ha detto Yuzuyu vale anche per me Katsu!-

 

-A quanto pare è deciso vedo.- alle spalle del giovane Sawada apparve Colonnello che brandiva il suo fucile con sopra il suo fedele gabbiano, insieme agli altri Arcobaleno, con ovviamente anche Reborn.

 

-Boss! Cosa ci fanno qua gli Arcobaleno?!- Yuzuyu fu sorpresa vedendoli tutti insieme e ottenne la risposta proprio dal suo boss.

 

-Li ho chiamati io come rinforzo per respingere l'attacco di Arane, avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile!-

 

-E poi, in tutta la mia carriera di sicario, non ho mai avuto l'opportunità di affrontare un demone in carne e d'ossa prima d'ora, è un'occasione d'oro per me.- Reborn ricaricò la sua pistola, fiducioso delle sue abilità di assassino.

 

-Io li voglio studiare, sono sicuro di poterci ricavare qualcosa dal loro DNA che potrà essermi utile in futuro.- Verde si rimise apposto gli occhiali sorridendo dell'imminente esperienza che stava per fare.

 

NELLO STESSO MOMENTO

 

 

Poco lontano dalla magione Vongola si aprì un piccolo portale oscuro, grande quanto una persona sui due metri d'altezza, da cui uscirono la famiglia di Arane e Nessuno nel suo lungo cappotto nero, ornato da due spallacci neri brillanti, incappucciato di pelle come i pantaloni, stivali con protezioni in metallo color grigi e guanti artigliati, in parte sempre in pelle sugli avambracci e metallici nella parte delle mani

 

-è bello poter sentire di nuovo l'aria fresca dopo essere scampato alla morte...- Nessuno alzò il viso al cielo, respirando a fondo l'aria attraverso la maschera bianca che gli nascondeva il viso per bene, pregustandosela per bene, come se avesse paura di non risentirla ancora.

 

-Non preoccuparti, siccome sei nuovo a questi poteri ci assicureremo che quando darai di matto ti calmeremo, non per niente sei l'esemplare perfetto tra tutti i Maxum e Arane ci tiene a te, ma ora abbiamo un lavoro da fare.- Illaila appoggiò la sua manona sulla sua spalla, volgendo lo sguardo verso l'edificio.

 

-Credevo che fosse Corex quello perfetto siccome è stato l'ultimo a essere stato creato...-

 

-Corex è solo la brutta copia di te, venuta tra l'altro male, forse il capo ha dei progetti per lui se sarà ancora interessata, in caso contrario lo farà "sparire" dalla circolazione, non so se mi spiego.- Leo rispose alla curiosità del nuovo compagno con schiettezza e abbastanza sintetico da fargli capire che fine farà. -Comunque tra pochissimo gli altri Maxum ci raggiungeranno, gli ordini sono di aspettarli qui, potrai rivedere i tuoi vecchi compagni mio caro Nessuno.-

 

Nel frattempo dai Vongola altre creature piombarono su di loro, devastando la villa.

 

-Katsu! Ma cosa diavolo sono questi cosi?!- gli chiese Yoshi, guardando la situazione preoccupato.

 

-Demoni minori, per vostra fortuna siete in grado di ucciderli. Ora ho bisogno che voi vi ricongiungiate con la decima generazione di guardiani e che respingiate tutti i demoni che incontrate chiaro? Andate che non c'è tempo da perdere! Io e gli Arcobaleno vi raggiungeremo il prima possibile!- diede questi ordini con fretta, continuandosi a guardare in giro per assicurarsi della situazione e anche di qualcosa, nonostante non fosse chiaro cosa.

 

-Non prendo ordini da te, sia chiaro...- Viper disse la sua.

 

-Già, stessa cosa per me!- anche Skull fece lo stesso.

 

-Perché mai dovremmo rischiare la vita per te quando potremmo starcene comodi dove eravamo prima?- Bermuda fu quello più diretto di tutti.

 

-Io non vi sto obbligando e non vi ordinerò proprio niente, anzi, se volete potete pure andarvene anche ora, siete liberi di fare quello che volete, ma se il mondo finirà sarà perché voi vi siete comportati da vigliacchi ed egoisti pensando solo a voi stessi, mentre ora, in questo momento di bisogno, dobbiamo essere più uniti che mai...se siete con me seguitemi, altrimenti andatevene...- Katsu si incamminò per incontrare gli altri e aiutarli, mettendo in chiaro il suo messaggio.

 

Il primo a seguirlo fu, senza ombra di dubbio, Reborn, seguito a sua volta da Colonnello, Lal, Fon e Verde.

Skull lì seguì a ruota, perché altrimenti nessuno lo avrebbe ricordato come lo stuntman-eroe che ha salvato il mondo e aveva paura di Reborn, gli unici a rimanere indietro furono Viper e Bermuda.

 

-Uff, ormai siamo qui, tanto vale combattere no...?- l'arcobaleno della nebbia si mosse, andando dagli altri, mentre quello della notte se ne andò, fregandosene di tutto e tutti.

 

Iniziarono le "pulizie" dell'edificio, decimando e mietendo i demoni che li avevano attaccati e dividendosi per elemento e fiamma diversa, per facilitarsi il lavoro. Però più ne uccidevano e più ne arrivavano, come se fosse un'onda infinita.

Fu l'undicesima generazione dei Vongola, tranne Katsu, e dei Varia ad avere più fatica nell'affrontarli visto che erano nuovi a quell'incontro che si potrebbe chiamare del terzo tipo, invece gli Arcobaleno e la decima generazione ebbero meno difficoltà rispetto a loro, grazie alla loro lunga esperienza.

 

QUARTO PIANO, BIBLIOTECA

 

-Direi che con questo è l'ultimo. Tutto bene Gokudera? Riesci a reggerti in piedi?- Fon lasciò cadere a terra il corpo di una creatura ormai mutilata della propria testa, con solamente qualche graffio, mentre i suoi compagni erano messi un po' peggio di lui.

 

-Certo! Posso ancora affrontare mille demoni! Mentre te Tetsuya, tutto bene?- Gokudera guardò le condizioni del suo compagno di tempesta, assicurandosi che non morisse.

 

-Si Hayato-san, sto bene al momento, ma sono stremato, quegli esseri erano davvero forti per me e sembravano non finire più...- Hayato piazzò uno degli scudi del C.I.A. davanti al ragazzo per proteggerlo da uno sparo di fucile, puntando gli occhi di entrambi sul loro nuovo avversario.

 

-Siete voi Gokudera della decima generazione e Tetsuya dell'undicesima dei Vongola?- Nessuno li teneva puntati con il fucile che aveva in mano, da solo, ignorando l'Arcobaleno.

 

Tetsuya incoccò una freccia dell'arco scoccandola subito dopo più veloce che poteva, ma il nuovo demone la prese al volo a pochi cm dal suo viso, spezzandola, la tempesta del decimo approfittò di quella piccola finestra per sparare anche lui, distruggendo l'arma del nemico, disarmandolo.

Nessuno reagì, camminando lentamente verso di loro, aumentando pian piano di velocità, ma un'altro sparo lo fermò, inchiodandolo sul posto.

 

-Ma uno non può leggersi un libro in pace che accade un disastro porca puttana! Ora ti sistemo io!- Jink emerse da una montagna di libri, puntando con la colt-magnum il mascherato bianco, trasformando l'incontro in un 4 contro 1.

 

-Levatevi di mezzo voi, ho il compito di uccidere Gokudera Hayato e prendere Tetsuya vivo.- non appena mosse un passo gli spararono ai piedi come segno di avvertimenti nel caso avesse continuato. -Come preferite...- camminò lentamente, aumentando il passo pian piano, riuscì a evitare i proiettili, tuffandosi sul pavimento, scomparendo in una nuvola di fumo viola scuro.

 

Tutti si guardarono intorno guardinghi, controllando ogni angolo possibile, cercando di coprire anche quelli ciechi.

Più guardavano e più non dava segni di vita il nemico scomparso.

Ad un tratto, alle loro spalle, cominciò a innalzarsi una colonna di fumo dal pavimento, assumendo sembianze umane, estendendo le mani verso le teste di Tetsuya e Jink, prendendole e sbattendole l'una contro l'altra con forza, mettendoli al tappeto.

 

-E due sono andati...- Nessuno riprese il proprio aspetto dalla nuvola.

 

-Maledetto codardo!- Hayato stava per sparargli, ma il demone fu più veloce, mettendo la mano sulla bocca della canna da fuoco, facendo esplodere sia l'arma che le mani di entrambi.

 

Gokudera cadde a terra urlando a causa di quel dolore atroce che stava provando, mentre il suo nemico non reagì nemmeno alla perdita momentanea dell'arto, rigenerandolo subito dopo.

Fon si mise in mezzo, in protezione del mutilato.

 

-Devo dire che sei un avversario molto particolare, se non ti dispiace vorrei essere io il tuo prossimo avversario.- si mise in posizione marziale, e senza aspettare il consenso nemico, lo attaccò con un calcio laterale mirato alla testa.

 

Nessuno lo parò col braccio pensando che sarebbe bastato quello, ma si ricredette quando si ritrovò spiaccicato al muro tipo opera moderna.

Quando si staccò dalla parete notò che la sua maschera si era leggermente incrinata, pensando di conseguenza che l'Arcobaleno della tempesta  richiedeva più attenzioni  del dovuto.

Gokudera non poté fare niente, impotente, limitandosi a guardare e sperare che il compagno vincesse.

 

-Perché non ti togli quella maschera? è inutile tenerla.- Fon ritornò in posizione marziale, preparando il prossimo attacco.

 

-Questi non sono affari che ti riguardano!- in un impeto d'ira lo attaccò di impulso.

 

Fon, per reagire, gli prese il braccio fino a sollevarlo con la spalla, schiantandolo a terra, ritorcendogli contro la sua stessa rabbia, ma Nessuno, per mitigare i danni dello schianto, ritornò nella sua forma nuvola, annullando quel contrattacco.

Ritornò normale tenendosi a una dovuta distanza di sicurezza, lo aveva sottovalutato molto.

 

-Ehi figlio di puttana! Non credere che basti una botta in testa per sistemarmi!- Jink, con la fronte sanguinante e ormai impazzito, sparò all'impazzata senza mirare contro Nessuno.

 

Il giovane demone rotolò e corse per evitarne la maggior parte, usando gli scaffali come scudo, venendo crivellati e distrutti in pochi secondi.

 

-Jink, mantieni il controllo!- Fon provò a intimarlo alla calma, ma non si rese conto con chi stava parlando.

 

-Taci asiatico del cazzo! Sono straincazzato con sto qua che si è permesso di mettermi le mani in testa!- pian piano, quando finì i proiettili scaricando le pistole, le gettò a terra andando addosso al nemico a mani nude.

 

Jink tirò pugni totalmente a caso, senza uno schema di attacco, infatti il sicario di Arane li parò facilmente.

 

-Levati di mezzo...- approfittando di una sua distrazione si mise dietro di lui afferrandolo per la vita eseguendo un suplex talmente potente da quasi frantumare il pavimento, facendogli collidere il collo contro per terra, mettendolo di nuovo al tappeto. -A voi umani basta poco per mettervi al tappeto...-

 

-Ci sono ancora io ricordi?- Fon si lanciò anche lui all'attacco.

 

Nessuno si preparò, ma ad un tratto ebbe una strana fitta al cuore che lo fece piegare di dolore a terra.

L'Arcobaleno decise di approfittarne con rapidità, però alla sua sinistra si aprì un portale da cui uscì una mano, palesemente femminile, che stava quasi per colpirlo in viso.

 

-Per poco!- Riuscì a schivare all'ultimo il colpo indirizzato a lui, saltando all'indietro.

 

Dal portale uscì Arane, chiudendolo dietro di lei.

 

-Tutto bene Nessuno? So che sei in difficoltà.-

 

-S-signora! Cosa ci fa qui?!- le chiese confuso e sorpreso della sua presenza lì.

 

-Volevo sistemare personalmente la faccenda con mio fratello e già che c'ero aiutarti contro Fon, l'Arcobaleno della tempesta. Le dispiace se mi intrometto?- sorrise a Fon dolce e allegra, nonostante fosse tutto un inganno. -Ora inginocchiati di fronte a me.-

 

All'Arcobaleno non piacque molto quell'intrusione con un brutto presentimento, tale cosa si avverò, ritrovandosi improvvisamente in ginocchio, come se qualcosa lo stesse obbligando.

Tentò di alzare lo sguardo, ma non c'è la fece, tenendolo abbassato, sentendosi umiliato e ferito nell'orgoglio.

 

-Che uomo obbediente sei, ora però...levati di mezzo, abbiamo una faccenda da sbrigare qua.- sempre sorridendo, abbassò il dito indice della mano all'ingiù e la pressione sull'uomo aumentò, spalmandolo a terra, Arane lo imprigionò in una sfera oscura. -Non preoccuparti di lui, rimarrà lì dentro finché non andremo via, ora occupati di Gokudera, io devo andare.- lasciò Nessuno da solo con un Gokudera tremolante e un Tetsuya privo di sensi.

 

Si rialzò, andando verso il decimo guardiano, che provava a minacciarlo più volte, ma risultarono del tutto inefficaci visto che continuava a camminare verso di lui.

Tentò di reagire in qualche modo nelle condizioni in cui era, ma fu inutile, Nessuno gli trafisse il cuore con una mano senza pietà, uccidendolo.

 

-Decimo...mi perdoni...non sono riuscito a portare a termine il compito che mi aveva affidato...- dopo queste ultime parole di rammarico verso sé stesso Gokudera Hayato, guardiano della tempesta di Sawada Tsunayoshi, si spense per sempre.

 

Il demone prese Tetsuya per il colletto della maglietta, trascinandoselo dietro fino al luogo convenuto, ovvero il cortile della magione.

 

TERZO PIANO, CUCINA(ormai devastata)

 

-Finalmente sono finiti...!- Sora cadde a terra sfinita, lasciando a terra le pistole ormai scariche, asciugandosi la fronte di sudore.

 

-Al momento possiamo riposarci.- Angelyca le carezzò il viso, dandole un piccolo bacio per provare a darle un poco di energia.

 

-Mi domando come mai attaccare in un numero così numeroso proprio qua...piuttosto dove è finita Lal? A un certo punto se ne è andata.- Yamamoto osservava uno dei corpi, ormai privo di vita, pensieroso dell'apparente "abbandono" della donna.

 

-Glielo detto io, era meglio che organizzava il tutto per dopo. Ora l'importante è riuscire a eliminarli tutti e magari trovare anche la fonte da cui escono, sembra un'esercito infinito!- Colonnello ricaricò l'ennesima cartuccia nella sua grossa arma. -Sh! Non siamo soli...venite chiunque voi siate!- l'Arcobaleno urlò, guardandosi con attenzione in giro.

 

-C'era da aspettarselo da Colonnello, l'Arcobaleno della pioggia, veterano di guerra.- dall'ombra uscì Illaila, seguita da una Umi silenziosa vestita da una tuta di pelle borchiata, entrambe si preparavano alla lotta imminente.

 

-Certo che andare in un 4 contro 2 è decisamente stupido e folle, non trovate?- chiese Colonnello.

 

-Non ti preoccupare, saremo noi a vincere.- Illaila sorrise convinta di quello che aveva detto, stringendo il manico del suo globo metallico.

 

Quello che fece la prima mossa fu Yamamoto che, brandendo le sue lame di pioggia, si gettò sulla demone della pioggia, ma Umi si mise in mezzo fermandolo e bloccando le sue spade con dei pugnali che teneva al rovescio.

Dei tentacoli blu oceano emersero da sotto di lui, chiudendolo in una stretta presa mortale, ma Angelyca reagì tagliandoli con la ninjato, ormai consumata e imminente alla rottura a causa dei lunghi scontri fatti finora, mettendo l'arma a dura prova.

Colonnello approfittò di quella distrazione nemica per puntare e sparare contro la grossa donna, ma lei fermò il proiettile con due dita nude, lasciandolo basito negativamente.

Sora riprese in mano una delle sue pistole cercando freneticamente delle munizioni nei propri vestiti o in giro.

Umi notò tale cosa e, di conseguenza, reagì puntandola lasciando Yamamoto alla sua compagna, Angelyca si mise di nuovo in mezzo, scontrando le lame mandando in frantumi la propria arma, ma estrasse un pugnale dalla piccola cintura che aveva cominciando un duello di spade di piccolo taglio tra le due ragazze.

Superbi però, a causa della stanchezza che si faceva sentire sempre di più, non riuscì a tenere il passo della sua avversaria, accusando vari tagli, per fortuna non troppo profondi.

Stava per darle il colpo di grazia, ma, ad un tratto, un proiettile le sfiorò una guancia e si girò, vedendo che era stata Sora.

Angelyca approfittò di quella distrazione trafiggendole il petto con forza, trapassandole anche la cassa toracica, causandole una ferita mortale. Umi la spinse via estraendosi il pugnale dal petto, vomitando litri di sangue e digrignando i denti sopportando il dolore.

 

-Vi farò pentire di tale cosa...! Forma Maxum!- e per la prima volta Umi parlò, era una voce assai particolare, femminile e delicata, ma al tempo stesso forte e decisa.

 

Prese una box arma color blu dalla tasca aprendola, facendo uscire grosse lingue di fuoco digitale della pioggia che rivestirono Umi rigenerandole anche le ferite, crescendo fisicamente, assumendo l'aspetto di un'adulta.

Quello che indossava non si riusciva a capire: era una tuta troppo aderente oppure era la sua pelle, aveva dei filamenti cibernetici lungo le gambe, come sulle braccia, che si congiungevano alla testa, sugli occhi aveva dei grossi occhiali con due grossi spigoli che raggiungevano le orecchie, dello stesso colore della fiamma che possedeva, e i capelli si erano allungati ancora di più, suddivisi in tre grossi boccoli uno sopra l'altro. 

Mostrò subito la differenza a prima, spostandosi ad alta velocità e assestando un pugno nello stomaco di Angelyca, mettendola al tappeto e facendole vomitare sangue dalla bocca, il colpo fu così potente che la mano di Umi fumava, per poi girarsi verso Sora, ormai terrorizzata di quello che aveva visto, indietreggiando nel panico totale.

 

-Non ho l'ordine di ucciderti, ma ho quello di prenderti...- le prese delicatamente il viso, stordendola con le fiamme della pioggia, mantenendo la forma Maxum.

 

Illaila, Yamamoto e Colonnello si erano isolati dal piccolo gruppetto di ragazze.

Il guardiano continuava a tagliare tentacoli su tentacoli, facendogli tornare alla mente i ricordi di quando aiutava il padre a cucinare il Sushi, avrebbe continuato a nuotare in quei dolci ricordi, ma la situazione in cui era non glielo permetteva, mentre l'esperto militare gli copriva le spalle.

 

-Per essere stanco sei ancora agile!- Illaila continuava a muovere il globo con l'intento omicida di colpirlo e farlo fuori, ma lui continuava a schivarla.

 

-Ti ringrazio per il complimento, ma non posso ancora morire mi dispiace!- con una rotolata in avanti riuscì a colpirla causandole un grosso taglio al busto e ricevendo anche dei colpi di arma da fuoco.

 

-Eh! Volevate! Non ve lo aspettavate vero?- la donnona rise di gusto quando la ferita si rigenerò subito, afferrandolo per il colletto e assestandogli un pugno sulla mascella, mandandolo a scontrarsi contro il muro che così pote pensare all'altro, distruggendogli il fucile di precisione.

 

Umi si ricongiunse alla compagna tenendo bloccato l'Arcobaleno della pioggia a terra grazie alla forma Maxum che l'aveva potenziata, sopratutto nella forza.

 

-Brava Umi, tienilo bloccato, mentre io penso all'altro.-

 

Yamamoto ricorse al suo cambio forma versione X, pensando che avrebbe potuto fare la differenza, infatti successe, riuscì per un po' a tenerle testa, in quelle stanze continuava a risuonare il rumore metallico delle armi che si scontravano, provocando grosse scintille.

Ma anche lui era un umano e la stanchezza cominciò a diventare sempre più pesante, quando abbassò la guardia di poco ricevette in faccia la sfera di metallo causandogli un dolore atroce, mandandolo di nuovo contro il muro, perdendo il cambio forma, a causa della stanchezza non riusciva a mantenerlo troppo a lungo.

 

-è il mio turno giusto? Vieni a me Kraken, cambio forma...- l'arma di Illaoi si aprì trasudando energia che la rivestì, trasformandola in un incrocio tra lei e la piovra gigante, tipo Ursula della sirenetta ma senza il grasso che aveva addosso, tramutando i capelli in piccoli tentacolini, mantenendo la parte sopra umana, ma quella sotto grossi tentacoli che tra l'altro ne mancavano alcuni. -I tentacoli non si sono ancora rigenerati?! Maledetta Yori! Comunque non è il momento di pensarci, devo ucciderti prima!- alzò un tentacolo contro Yamamoto.

 

Lui tentò di tagliarlo, ma erano duri come l'acciaio e non fece in tempo a spostarsi, piegandosi a quell'aumento di forza che la sua nemica aveva avuto, venendo schiacciato, ma ancora vivo.

Si girò respirando a fatica, delle costole si erano rotte e gli stavano schiacciando i polmoni, però Illaila lo afferrò con i tentacoli rimastogli e strinse lentamente, sempre più forte, facendogli patire le pene dell'inferno, finché non morì del tutto, con le interiora spappolate e il collo rotto, lasciandolo cadere a terra come se fosse spazzatura, tornando alla sua forma normale.

 

-Ora occupiamoci di te mio caro Colonnello...- Umi sollevò Colonnello come se fosse un sacco da box, mentre Illaila cominciò ad assestargli pugni su pugni nello stomaco, pancia, busto e cassa toracica, facendogli perdere i sensi nel modo peggiore possibile.

 

SECONDO PIANO, SALONE

 

-Sembrano essere finiti...non sono granché questi mostri...- Hibari estrasse un tonfa dalla testa di un demone minore, sospirando deluso e annoiato.

 

-Come non sono granché?! Sti così erano duri da buttar giù!- Giorgia e Skull erano dello stesso parere, mostrando il loro disaccordo.

 

-State zitti o vi mordo a morte...- si girò verso loro due con uno sguardo talmente intimidatorio da farli rintanare in due angolini terrorizzati.

 

-Però bisogna dire che a questi gli piace fare le cose in grande no.- Aruma stava recuperando i tasselli dello Shogi che aveva usato come arma, purtroppo li stava finendo e doveva riciclare quelli usati.

 

Sentirono delle fragorose risate in lontananza, che si stavano avvicinando sempre di più.

Leo sfondò il grosso portone di quercia con un calcio e sorrideva a trentadue denti con uno sguardo determinato, mostrando che c'era un ragazzo con lui, dai capelli bianchi, occhi viola, con indosso una maglietta nera del tutto priva di maniche, pantaloni e anfibi neri, che teneva le mani in tasca.

 

-Bene bene bene! Cosa abbiamo qui!? Due Vongola, un Varia e...siamo sicuri che quello sia veramente un Arcobaleno?- Leo derise Skull apertamente.

 

-Come ti permetti?! Io sono lo Stuntman immortale, nonché Arcobaleno della nuvola Skull! Vedi di mostrare rispe...!- l'arancione gli ficcò nello stomaco una mano, scavando sempre più in profondità grazie alle sue unghie che sembravano grossi artigli.

 

-Vediamo quanto sei immortale ora.- estrasse la mano lasciando a terra, morente, l'Arcobaleno. -Meno uno! Ryuma, pensa te a quei due e falli subito fuori. Voglio affrontare Hibari da solo.-

 

Giorgia e Aruma tentarono di reagire, ma Ryuma eseguì gli ordini dati dal suo superiore prendendoli da parte, dividendoli.

Il Varia cominciò subito ad attaccare sparando con le dita i tasselli contro il suo giovane nemico, lui reagì estraendo un pugnale da caccia parando ogni singolo tassello, tagliuzzandoli e rendendoli del tutto inutilizzabili e riciclabili, per poi assestargli un duro colpo al mento, sollevandolo da terra e lanciandolo via poco lontano.

Giorgia sfoderò la katana, ma ricordandosi delle condizioni in cui era finita la sua arma lentamente andò nel panico, attaccando anche lei, ma con colpi alla cieca a causa del terrore che aveva in corpo.

Ryuma ci mise poco a metterla fuori gioco senza ucciderla, dandogli un forte colpo dietro il collo, facendole perdere i sensi.

 

-Grazie per il cambio Aruma...ehi tu maledetto!- Aruma affidò le redini dello scontro nelle mani del suo alter ego, che lanciò un piccolo coltello contro il nemico, sfiorandolo purtroppo. -Ci sono ancora io!-

 

Gli riapparì in faccia, prendendolo per un braccio e schiaffandolo a terra, urlando con tutta la rabbia che aveva in corpo, sperando che quello avrebbe aumentato la forza dell'impatto.

Ryuma, sorpreso, gli bloccò il braccio con le gambe capovolgendo le posizioni di entrambi.

Scar riuscì ad afferrargli il collo stringendolo tra le braccia e con un colpo secco glielo ruppe, mettendo fine a tutto.

 

-è stato facile!- appena rialzato da terra si massaggiò le spalle doloranti con una mano.

 

Ad un tratto si ritrovò la faccia contro il muro, con la fronte sanguinante, staccandosi da lì.

Ryuma gli ricambiò il favore, prendendolo per il collo sbattendolo di nuovo a terra, stringendogli sotto la mascella, privandolo dell'aria.

Scar tentò di liberarsi colpendogli ripetutamente il viso e infilandogli duramente le dita negli occhi, ma non sbatteva ciglio e di conseguenza perse coscienza a causa di carenza d'aria, per poi prendersi Giorgia mettendosela sulle spalle.

 

Nel frattempo, da Hibari e Leo...

 

Hibari attaccava con furia e questo non faceva altro che mandare in estasi Leo, a ogni singolo colpo di tonfa lui li parava con gli avambracci.

A ogni parata venivano tagliati pezzetti dei tonfa, rendendoli sempre più piccoli.

Quando riuscì a colpirlo sul viso l'attacco fu così potente da fargli rigirare la testa con un rumoroso "crack!".

 

-Grazie mille! Mi faceva un po' male il collo sai?- Leo prese con le mani la testa, risistemandola e rimettendola dritta, rifacendo il "crack!" di prima. -Tocca a me mi sembra!- al giramento di testa gli rispose dandogli un pugno, impregnato delle fiamme della tempesta, nello stomaco sbalzandolo un po' in là facendogli vomitare sangue bruciato dalla bocca.

 

-Ti mordo a morte...!- sputando un rivolo della linfa vitale Hibari ripartì all'attacco con più furia e velocità.

 

Leo vide una piccola finestra apertosi da quella rabbia che stava manifestando e decise di approfittarne dandogli un secondo pugno.

Il guardiano della nuvola notò che quel pugno era più forte del precedente, rigettando altro liquido rosso bruciato, piegandosi dal dolore amplificato dalla stanchezza.

 

-Ora poniamo fine a tutto questo...- lo prese per il collo sollevandolo da terra, tranciandogli un fianco con una mano, facendo sgorgare sangue come se fosse una cascata, lasciandolo cadere. -è stato noioso, una vera delusione dal "Grande" Hibari.- gli diede di spalle cominciando ad allontanarsi.

 

Ad un tratto sentì un intento omicida talmente forte da far vibrare l'aria, girandosi verso il morto, sorridendo ancora a trentadue denti, notando che Hibari aveva attivato il suo cambio forma versione X.

 

-SI! Mi fai ribollire il sangue dall'estasi di quello sguardo che hai ora Hibari! Lo sguardo di un vero mostro! Fammi sentire la sensazione di una vera battaglia! Fammi sentire di nuovo vivo!- gli strinse il pugno davanti, incoraggiandolo a metterci tutto sé stesso.

 

-Sarai tu a morire oggi, non io!- con velocità impressionante gli assestò un colpo di tonfa allo stomaco da lanciarlo contro la parte frantumandola.

 

Più volte lo lanciava contro un muro e più le serie di attacchi di Hibari si facevano più veloci, senza permettere a Leo una finestra di reazione per contrastarlo, ma non perse il sorriso, continuava a sbandierarglielo in faccia.

Ci fu un'attimo di esitazione per il guardiano che lo fermò, lasciando al suo nemico la possibilità reagire con anche lui un veloce pugno che però venne subito parato, lasciando aperta la guardia del demone, permettendo a Kyoya di colpirlo al viso staccandogli la mascella grazie al tonfa spinato.

Leo indietreggiò per potersela rigenerare, ma non gli fu permesso vista la persona che aveva contro che gli ruppe braccia e gambe, maciullandolo del tutto.

Hibari si fermò riprendendo fiato, si strappò la camicia tentando di fermare l'emorragia al fianco.

 

-è un vero peccato che non ci siano altri umani come te, altrimenti sarebbe tutto più divertente...vieni a me, Ifrit!- una colonna infuocata rivestì i resti rigenerati di Leo.

 

La colonna si disperse, mostrando il demone trasformato, con lunghe corna ricurve all'indietro, privo di maglietta e con più muscoli di prima, le mani erano diventate di color nero pece, gli artigli si erano affilati, le gambe come quelle di un fauno e dalla vita in giù rivestito di una folta pelliccia color rosso fuoco.

 

-Anche se ti sei trasformato l'esito non cambie...- Leo stava per prendergli il viso, ma Skull si mise in mezzo, accusando lui il colpo, aggravando ancora di più le sue ferite, nonostante sembrasse non patirne.

 

Quando Skull si rialzò venne subito messo k.o., peggio del ciclo di vita di una mosca.

 

-Possiamo continuare ora?- chiese Hibari.

 

-Certo che possiamo!- si lanciò contro Kyoya colpendogli il braccio mandandolo indietro di parecchi metri.

 

Il guardiano della nuvola tentò di reagire, ma gli afferrò le braccia, sciogliendogliele con la fiamma della tempesta insieme al suo Vongola gear, aprendo altri due rubinetti di sangue, lasciandolo anche confuso quando perse il cambio forma.

 

-Le nostre fiamme sono diverse dalle vostre mio caro, per questo ho potuto sciogliere il tuo Vongola gear, era molto fastidioso.- con un colpo di zoccolo gli peggiorò la ferita al fianco, riaprendogliela.

 

Hibari, ormai privo di forze a causa delle grosse perdite di liquido rosso, cadde a terra in ginocchio.

Leo gli trafisse il petto con una mano, vedendo che il guardiano mostrava ancora resistenza, ma smise subito dopo quando rilasciò le sue fiamme dentro di lui, sciogliendolo come se fosse ghiaccio al sole, ponendo fine alla vita del membro più battagliero e problematico dei Vongola.

 

ANGOLO AUTORE

(gli scontri si stanno svolgendo tutti nello stesso momento, ma in posti diversi)

Allora, questo capitolo verrà diviso in due parti, perché sta richiedendo più tempo e attenzioni del dovuto per essere completato e facendo così mi avrebbe facilitato il lavoro di molto, permettendomi di lavorarci su meglio, altrimenti ci avrei messo ancora uno o due mesi per finirli e non mi andava di farlo visto che voglio pensare anche all'altra mia storia a cui tengo molto! Comunque pian piano tutti i guardiani della decima generazione si stanno spegnendo tutti, nessuno escluso e so già che avrò contro molte persone arrabbiate per questo, ma siccome è stata una mia scelta devo accettarne le conseguenze. Riguardo a Skull...dove vedete la sua utilità? Io l'ho trattato così perché lo trovo piuttosto inutile. Ci si vede al prossimo capitolo che sarà la seconda parte di questo!

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Capitolo 7
*** Addio - parte 2 ***


PRIMO PIANO, LABORATORIO

 

-Chissà quanti c'è ne saranno ancora...- Viper si guardò in giro sotto il suo tenebroso cappuccio, osservando con attenzione l'area e i cadaveri demoniaci che erano a terra.

 

-Spero proprio di no maestra! I miei artigli sono fin troppo rovinati, se continuo ad usarli si romperanno!- Yuri si lamentò aspramente con quella che considerava sua maestra.

 

-Smettila di fare casino gatta yaoista...- Akane si intromise cercando di calmare l'animo bollente della Varia della nebbia.

 

-P-però dobbiamo essere pronti per un probabile nuovo attacco, potrebbero saltare fuori in qualsiasi momento.- l'unica persona che riuscì a fermare l'imminente lite fu Chrome, mostrando la verità e quello che probabilmente sarebbe potuto accadere.

 

-Beh, ha ragione sapete? Quello che ha detto ha il 100% di probabilità che succeda.- Aiko apparve dall'ombra insieme a un ragazzo dai corti capelli neri, gli occhi erano coperti da delle bende bianche, alto circa un metro e ottanta, cappotto corto nero pece come i guanti, con sotto una maglia e pantaloni marroni e grossi scarponi.

 

Tutte le ragazze, tranne Viper e Akane, sobbalzarono per lo spavento e il sorpresone che le avevano fatto, mettendosi con la guardia alta, senza perdere di vista i nemici che erano appena apparsi.

Passarono alcuni secondi in silenzio, ma la prima ad attaccare, in un attacco di impulsività, fu Yuri che gli balzò addosso nonostante avessero cercato di fermarla, però quando lì colpì scomparvero nel nulla, scoprendo che erano delle illusioni e siccome nemmeno Viper si era accorta che lo fossero dimostrava che erano illusionisti molto abili.

 

-Voi umani siete così prevedibili, sopratutto voi Arcobaleno, pensate di essere superiori mentre in realtà siete inferiori agli altri umani.- la voce di Aiko si sentiva in tutta la stanza, mostrando una specie di onnipotenza con quelle parole di diffamazione verso Viper e le ragazze. -C'è la vedremo solo noi tre, io, Viper e Chrome. Benkei, prendi le altre due.-

 

-Sissignore...- come un bravo soldatino obbedì agli ordini con rapidità.

 

Isolò Yuri e Akane in un'altra illusione, ritrovandosi in un uno scontro impari in fatto di numero, ma di abilità si scoprirà tra pochissimo.

 

-Sei per caso il suo cagnolino mio caro...Benkei...? Sembra proprio un nome da cane il tuo! Vieni qui cuccio...!- la gatta tentò di schernirlo, ma uno strano dolore interno la bloccò di colpo, come se qualcosa di vivo si muovesse dentro di lei e stesse cercando di uscire, procurandole dolore a ogni movimento e muovendone la pelle.

 

Akane vide la sua "compagna", anche se non la considerava come tale, cadere a terra lancinante da chissà cosa, ma non se ne preoccupò molto e decise di reagire, però anche lei si bloccò di colpo.

Quando realizzò vide delle manette che le circondavano il collo e i polsi, con le catene attaccate a un muro, indossando solo degli stracci.

Si accorse che era un ricordo, un ricordo che aveva fatto di tutto pur di rimuovere, tra tutti quelli che possedeva era uno dei peggiori, ovvero quando le "iniettarono" con la forza fiamme della nebbia in corpo, rovinandole l'esistenza.

La sua espressione cominciò a mutare, smettendo di essere apatica e mostrando un'espressione di puro terrore, perché sapeva cosa sarebbe successo tra pochi minuti.

Si dimenò con agitazione, tentando di liberarsi da quei dannati anelli metallici, ma più tentava e più si stringevano.

I suoi schiavisti, vestiti in un completo nero elegante, entrarono nella cella con in mano uno strano macchinario che le misero addosso intorno al busto; quando l'attivarono, un cilindro si alzò da quella macchina dietro la sua schiena, lentamente e con un colpo secco, ci ritornò dentro iniettandole con un grosso ago la fiamma della nebbia con forza e prepotenza.

Pian piano sentì tutto il corpo dolorante andargli a fuoco, tentò di trattenere quel dolore straziante, ma più opponeva resistenza e più quel fuoco si faceva sentire scatenando in lei una violenta reazione di rigetto , che non solo disintegrò la sua fiamma originale, ma anche tutto quello che c'era intorno a lei, uomini in nero compresi , e quel calore del passato la risvegliò dall'illusione ritrovandosi Benkei sopra di lei intento a pugnalarla, lo spinse via allontanandolo da lei, liberandosi.

Diede un calcio alla testa di Yuri risvegliando anch'essa.

 

-Roditore infame! Come ti permetti?!- si alzò furiosa massaggiandosi la testa per lenire il mal di testa che le aveva procurato.

 

-Se non lo avessi fatto saresti rimasta a terra come un gatto morto...!- Yuri notò un tono leggermente diverso da prima, un flebile sentimento di rabbia verso di lei. -Dobbiamo stare attente, il nostro avversario non è da sottovalutare.- si girò verso Benkei, guardandolo guardinga stringendo le piccole falci che aveva in mano.

 

-Tsk, per una volta hai ragione!- anche la gatta si mise come la compagna che aveva accanto.

 

*******

 

-Non pensi di essere un po' troppo sicuro di te demone...?- Viper, con la sua apatia, riuscì a capire in pochi secondi la natura del ragazzo che le apparve davanti subito dopo.

 

-Lo sono perché ho il 100% di vittoria in questo scontro, perciò è meglio se vi arrendete o, nel peggiore dei casi, lasciatevi uccidere entrambe. A voi la scelta.- mentre parlava si sistemò gli occhiali tenendoli sempre cupi. -Però prima devo pensare a lei.- sparì per poi riapparire subito dopo davanti a Chrome.

 

-Credi davvero di fare come ti pare e piace?- delle lunghe catene uscirono dalla tunica di pelle di Viper che bloccarono Aiko all'istante dando il tempo alla guardiana di allontanarsi.

Dokuro, tramite la propria arma, scatenò le fiamme della nebbia attivando anche la propria forma X facendo apparire la box heiki, il gufo bianco, che era pronto a darle sostegno, permettendole di dare luce a un grosso stormo di corvi che indossavano uno spaventoso teschio, indirizzandoli contro il demone e si avventarono su di lui senza alcuna esitazione strappandole ogni centimetro di carne.
Però, ad un tratto, lo stormo si disperse quando dei grossi spaventapasseri di paglia emersero dal terreno mangiandoli interi in pochi bocconi liberandosi da loro senza alcuna ferita, né profonda né superficiale, come se fosse appena uscito nuovo di zecca da una fabbrica.

-Ora, se non vi dispiace, ho un compito da portare a termine.- si tolse gli occhiali pulendoli e quando li rimise Chrome cadde a terra in una grossa pozza di sangue col respiro affannoso. -Fuori uno. Dimmi Viper, sarà vero o sarà falso quello che sto per farti?-

Viper si sentì bloccata da qualcosa che le impediva di muoversi in ogni modo, però non reagì, rimanendo sempre apatica, per poi riprendere a muoversi normalmente.

-Pensi davvero che illusioni del genere possano fermarmi? Io stessa ho gettato le fondamenta dell'illusione.-

-E io ho creato l'illusione. Quindi mia cara "maestra dell'illusione", come pensi di affrontare colui che ha dato alla luce quello che insegni?- rispondendo con tono sia sarcastico che di sfida Aiko si preparò per la sua prossima mossa.

Poggiò velocemente una mano a terra sollevando un enorme cilindro di terra che circondò l'arcobaleno facendola implodere in una sfolgorante deflagrazione elementale.
Lei reagì distruggendo la struttura ritorcendo contro di lui la deflagrazione, rimanendo sempre ferma.
Passò alle mani, ma quando la colpì sbatté i pugni contro una barriera invisibile che gli frantumò qualche dito.
Viper lo respinse via con un'onda d'urto e sparì di nuovo nel nulla, materializzando un piccolo pugnale in mano, tenendosi pronta.
Quando sentì qualcosa alle sue spalle si girò di scatto molto velocemente affondando la lama nella carne di qualcuno, ma appena alzò lo sguardo si accorse che aveva pugnalato Chrome e anche lei le aveva trapassato il petto col proprio tridente, rimanendo sbigottita e basita.

-Vi faccio i miei complimenti, brave! Ottima interpretazione!- Aiko apparve in un punto remoto applaudendo e fischiando fragorosamente, entusiasta di quello a cui aveva assistito.

-C-come è possibile...? T-ti avevo davanti a me e Chrome era morta prima...!- Viper tentò di ottenere una spiegazione dal demone, mentre Chrome cadeva a terra, per davvero stavolta, morta del tutto.

-Illusione!- mosse in maniera fantasiosa le dita delle mani davanti al proprio viso dandole la risposta più palese. -E poi io stesso ho creato l'illusione, ho i miei trucchetti e i miei assi nella manica. Però te sei piuttosto coriacea, sarà meglio finirti.- le piantò in corpo una lama affilata trapassandole per la seconda volta il cuore e facendole vomitare un grosso quantitativo di sangue.

Quando estrasse l'arma Viper cadde anche lei a terra divenendo una vittima della morte.

-V-voi demoni non vincerete mai la guerra...! A-avete vinto solamente una battaglia!- Chrome, nonostante la pugnalata, riuscì a profilare parola a fatica a causa della brutta emorragia, con un tono non di rassegnazione, mostrando che aveva fiducia nel futuro.

-Voi umani siete così ostinati.- con il filo della mano le tranciò di netto la testa, spegnendo anche la sua vita.

Benkei si ricongiunse col suo superiore trascinandosi dietro, tenendola per il colletto della maglia, Akane priva di sensi e coperta di ferite con il sangue ancora fresco, segno che l'aveva appena battuta.

CORTILE

Lambo, già con il Vongola Gear attivato, incornò gli ultimi due demoni minori rimasti, fulminandoli per poi polverizzarli.

-Ragazzi, state bene vero?- cambiò la sua preoccupazione verso Yuzuyu e Jor che erano esausti, sopratutto il Varia del fulmine che era sfinito a causa del suo mancato allenamento.

-Sì, tutto bene Lambo-sama! E tu coso rimani in piedi che non posso tenerti per sempre su io!- la piccola coniglietta polemizzò contro il proprio "compagno", che non voleva tra l'altro, che sorreggeva su una spalla, era anche tentata di lasciarlo cadere brutalmente a terra, ma si trattenne in quella situazione.

-Nonostante le mie macchine anti-demone siete così a terra? Si vede che siete dei principianti.- Verde si ripulì gli occhiali sporchi di sangue demoniaco mentre stava sopra una delle sue macchine, create apposta per annientarli tenendo in mano delle fiale con dentro uno strano liquido.

-Ma taci tu che non hai fatto altro che esaminare i demoni!-

-Mantieni la calma coniglietta, potresti farti venire un colpo al cuore a causa di tutta questa tua agitazione.- rispose alla predica della ragazza.

-Wow! Sorprendenti questi macchinari! Fanno anche il caffè?- apparve Lisa accovacciata a un lato del macchinario.

-Certo che non lo fanno e...e tu chi sei?!- allo scienziato gli venne un colpo che cadde dal robot di sua creazione riattivandolo per attaccare la ragazza.

La colpirono in pieno, crivellandola di colpi e riducendola a una gruviera.

-Non è per niente educato sparare a una ragazza sai?- si alzò in piedi rivelando il suo corpo minuto, rigenerando le ferite e tirando fuori da una tasca una lattina di caffè ormai bucata. -IL MIO CAFFE'!!! ERA L'ULTIMO CHE MI ERA RIMASTO PORCO IL CAZZO!- aveva una voce possente che generò un forte spostamento d'aria elettrico.

-Mantieni la calma Lisa, più tardi ne prenderemo dell'altro!- un fulmine verdastro pimbò sul luogo distruggendo le macchine, rivelando che era Relampago, con un nuovo paio di cuffie decorate con dei tuoni, che sorrideva. -Dobbiamo fare un lavoro veloce, il capo è già qui!-

-Mh, va bene.-

Lambo si mise in mezzo caricando a testa bassa con la sua "incornata elettrica" potenziata dal Vongola Gear.
Relampago si spostò di lato schivandolo, mentre Lisa fece un piccolo saltò in avanti, roteando su se stessa, facendo scivolare il polpastrello dell'indice sulla scintillante armatura del suo nemico e quando rimise piede a terra si frantumò aprendogli anche uno squarciò sulla schiena con una percussione elettrica, facendolo cadere a terra privo di vita.
Gli spettatori, quelli umani si intende, rimase allibiti dall'incredibile facilità con cui aveva eliminato il guardiano del fulmine, subendo la letale conseguenza di quell'azione impulsiva, inibendo anche la sua resistenza al suo stesso elemento.

-Meno uno.-

-LURIDA STRONZA!- Yuzuyu lasciò Jor, caricando anche lei il nemico, con il corpo e la mente intrisi di rabbia, ma venne subito bloccata con una rapida e ferrea presa al collo da parte di Relampago che la schiantò subito a terra.

-Te rimani buona, il capo ti vuole viva, perciò a nanna!- fortificando sempre di più la presa la stordì per mancanza di ossigeno, lasciandola andare e mettendola in disparte in un angolo.

Jor tentò di fare, ma a causa della stanchezza non riuscì a sollevare la propria arma, nullificando ogni possibilità di reazione e per sua sfortuna Lisa se ne accorse, assestandogli, con la rapidità di un fulmine, un calcio volante nello stomaco mandandolo dentro la magione, buttando giù un muro, per poi cambiare obbiettivo puntando allo scienziato.
Verde invece non si diede per vinto, dal camice lanciò a terra, sotto di lei, dei piccoli dispositivi che lampeggiavano smettendo quasi subito.

-Ci penso io a lui. Piuttosto sei a corto di idee per caso?- piegò la testa leggermente di lato.

-E chi lo sa.- sfoderò un piccolo sorriso azionando un interruttore che attivò una gabbia fatta di fiamme del fulmine, imprigionando il demone, cominciando a stringersi sempre di più, mostrando che disintegrava tutto quello che toccava quando entrò in contatto con la pelle della ragazza. -Quando sarai polvere sarà più facile eliminarti con estrema calma visto che mi dileguerò da qui.-

-Scommettiamo?- i capelli di Lisa cominciarono a muoversi in modo strano toccando le sbarre elettriche, assorbendone l'energia, sia delle fiamme, sia dei dispositivi.

Si liberò da quella gabbia con una facilità estrema, avanzando sempre di più, incutendogli dentro il cuore sempre più terrore.
Tentò di pensare a un'idea, un piano, a qualsiasi cosa, ma lei fu più veloce, uccidendolo tramite assorbimento, lasciando a terra ridotto a una prugna secca, senza vita.

PIANO TERRA, SALONE E PORTA D'INGRESSO

-è decisamente più facile ripulire la zona con te Reborn-san! Proprio all'estremo!- disse Ryohei con il suo solito entusiasmo esuberante nel gridare ad alta voce.

-Sto solo facendo il mio lavoro Ryohei. Piuttosto voi ragazzi state bene?- si rivolse a Yoshi e Paride con aria apatica e seria.

-Io sì, ma Yoshi non è riuscito a reggere molto bene l'ultimo demone.- Paride aiutava il giovane guardiano nel rimanere in piedi a causa della gamba gravemente ferita e sanguinante, ansimante, ormai esausto e privo di forze.

-P-posso ancora continuare, ho solo bisogno di riposarmi...!- Yoshi, nonostante le ferite, non aveva intenzione di venire a meno al compito a lui assegnatogli da Katsu, perché non lo stava facendo per se stesso, ma per tutti quanti e per garantirne il futuro, facendo brillare gli occhi di determinazione.

Il Varia fece sedere il sole ferito su una delle poche poltrone rimaste intatte per farlo riposare dopo l'estenuante battaglia che avevano appena vissuto, ma purtroppo qualcuno non voleva che si riposassero, facendo anche la loro comparsa.

-Siiiiamoooo quiiii per maaassacraaarvi!!!- Aizayo, mentre metteva pressione ai suoi muscoli da culturista mettendoli anche in mostra, espose le proprie intenzioni verso di loro.

-Ma dai Aizayo! Perché gli hai detto delle nostre intenzioni?! Anche se erano un po' palesemente ovvie...ma non dovevi comunque porca miseria!- un ragazzo moro, dagli occhi totalmente bianchi, cappotto corto nero pece come i guanti, con sotto una maglia e pantaloni marroni e grossi scarponi, gli fece la una fragorosa ramanzina.

-Scuuuusa Ikki, ma dooobbiamo ucciiiderli peeer davveeerooo!- l'omaccione si oppose, lamentandosi.

Li videro litigare con calma, lasciandoli scannarsi a vicenda per un bel po', quando si fermarono da soli.

-Di questo ne parleremo dopo, ora abbiamo una missione da compiere! I due ragazzi sono miei, anzi uno!- Ikki sorrise a trentadue denti con uno sguardo assai poco rassicurante.

Con un poderoso scatto, e con un calcio volante e il fattore sorpresa a suo favore, stordì pesantemente Yoshi mettendolo subito fuori gioco, si girò su se stesso per colpire anche Paride con lo stesso obbiettivo, ma riuscì a pararsi in tempo aggrappandogli la gamba trascinandoselo dietro.
Reborn e Ryohei volevano aiutarlo, però avevano un piccolo problemino, che non sembrava per niente piccolo, alle calcagna, con un enorme intento omicida nei loro confronti, che non solo saltò addosso ad entrambi, ma li bloccò, braccia comprese, in una poderosa morsa stritolante tutta muscolosa, tentando di soffocarli o rompergli il collo.
Reborn, nonostante la forza della presa esercitata su di lui, riuscì a tenere in mano la pistola puntando la canna verso la propria spalla sinistra che, dopo averla caricata di fiamme del sole, le diede fuoco non solo colpendo se stesso, ma anche il demone liberando entrambi, soffrendo in silenzio, pensando che fosse invecchiato decisamente male se soffriva del proiettile.

-Seeeei bravoooo!- si complimentò col proprio avversario sorpreso e al tempo stesso infastidito di tale azione, poteva benissimo lasciarsi stritolare.

-Non pensare alla mia ferita Ryohei, ne ho subite di peggiori. Ora pensiamo a questo bellimbusto e sgonfiamolo per bene!-
*****
-Mi hai sorpreso sai? Ti faccio i miei complimenti!- Ikki, dopo essersi liberato dalla presa di Paride, si mise a debita distanza, congratulandosi con lui.

-Beh, sono servite tutte le volte che schivavo mio padre quando tentava di abbracciarmi. Comunque non credere di fare come ti pare e piace!-

-è inutile che fai lo spaccone, mi sono accorto che la tua arma è in frantumi, quindi sei in svantaggio in confronto a me che ne ho una!- tutto ridacchiante tirò fuori dal cappotto una mazza chiodata, di cui la sfera si divise in due rendendola ancora più pericolosa, cominciando a muoverla e rotearla divertito.

Paride schivò con fatica i colpi di mazza a causa della stanchezza dovuta a prima e vedendo i buchi lasciati per terra aveva dei buoni propositi per schivare.
A un certo punto una gamba gli cedette, causa sfinimento, cadendo a terra rimanendo in piedi su una gamba sola e Ikki ne approfittò per colpirgli tale gamba, rompendogliela, puntando poi alla testa.
In difficoltà, e volendo proteggersi la testa, incrociò le braccia come scudo, ma si mostrò del tutto inefficace perché, non appena si scontrarono contro l'arma acuminata, si ruppero  e dei chiodi si conficcarono nella carne, sanguinando copiosamente.

-A quanto sembra lo scontro è già finito, ma non ho l'ordine di ucciderti, semplicemente di mettere fuori gioco chiunque si metta in mezzo e siccome mi sei simpatico ti lascerò vivere.- mise la doppia mazza sulla spalla riposando il braccio.

-Come sei magnanimo...!- disse Paride con tono sarcastico, facendosi leva con la gamba ancora intatta, assestandogli una testata sul mento, digrignando i denti per sopportare il dolore delle ossa rotte.

-Così mi piaci, cazzo!- in risposta a quella offensiva gli ruppe l'ultimo arto integro per poi fargli perdere i sensi con un colpo di mazza sfigurandogli il viso.- E fuori due, chissà come se la sta cavando quell'ignorante di Aizayo.-

*****

Ryohei gli andò incontro frontalmente, con agile movimento di gambe, tenendo su le braccia come un pugile assestando colpo su colpo ad alta velocità alla cassa toracica con la speranza di bucargli i polmoni sentendo il rumore di ossa rotte e dilaniandogli le carne grazie alla potenza dei suoi pugni, però le sue speranze sparirono subito vedendo che le ferite che gli aveva procurato si rimarginarono.
Reborn prese il grosso demone per la vita assestandogli sui denti un suplex da rompergli istantaneamente il collo, gli prese poi il braccio rompendogli anche quello, Sasagawa lo seguì a ruota finché il nemico fu a terra puntando alla testa con il suo pugno all'estremo riducendogliela a un ammasso di poltiglia.
Lo lasciarono andare dopo avergli scaricato addosso tutto quello che avevano, però rimasero ancora sorpresi vedendo che si muoveva ancora mentre si rigenerava tutte le ferite, scrocchiandosi il collo.

-Tooocca a meee, giustooo?- aprì le muscolose braccia andandogli incontro con una luce accecante, prodotta dalle lacrime di sudore del culturista.

Li prese in pieno sullo stomaco, ridandogli contro, interessi compresi, tutto il dolore che gli avevano inflitto con il doppio della potenza.
Reborn riuscì a cavarsela piuttosto bene e con solo una lesione grazie alla resistenza che aveva accumulato con la sua esperienza da sicario, ma non fu lo stesso per Ryohei che, da quanto era potente il colpo, vomitò sangue a causa dello stomaco collassato, provocandogli anche un'emorragia interna.

-Leeevati Aaaarcobaalenooo!- il sicario, per via della lesione, non riuscì a girarsi in tempo che venne scaraventato via dal passaggio del massiccio demone che prese Sasagawa per la testa, sollevandolo da terra.- Uuuultime paaarolee?-

-Maledetto...coso...grosso! Credete davvero di poter vincere così facilmente?! L'undicesima generazione vi farà il culo fino all'estremo!- gli sputò in faccia in segno di disprezzo.

-Ooook.- gli spappolò la testa semplicemente stringendo la mano, pulendosi dal sangue sulla canottiera.

-Ehi, stronzo di un energumeno! Ci sono ancora io!- Reborn si rialzò, furioso, sparando colpo su colpo, sempre impregnato di fiamme del sole, sul suo nemico crivellandolo senza pietà.

A ogni colpo Aizayo fece un passo all'indietro da quanto erano carichi di rabbia che veniva tramutata in potenza, mettendolo non solo in difficoltà, ma lo obbligò anche a mettersi sulla difensiva incrociando le braccia in sua difesa.
Quando ricaricò il terzo caricatore si lanciò su di lui caricandolo con aggressività, prendendolo per la vita sottoponendolo a un'altro suplex, con la differenza che stavolta il terreno quasi si sfondò, continuando dandogli una gomitata sullo stomaco facendolo anche collassare, ancorandolo ancora di più per terra.
Diede sfogo non solo alle sue conoscenze di assassino, ma anche alla sua rabbia, senza alcuna pietà.
Il demone tentò di rialzarsi, ma non gliene diede il tempo rompendogli subito gambe e braccia insieme al collo con 3 colpi secchi ben assestati, anche se aveva la rigenerazione dalla sua parte non valeva nulla in confronto all'istinto omicida del famoso sicario del mondo della malavita.
Più si rigenerava, più continuava, come se non sentisse la stanchezza in corpo perché era inibito dall'ira.
A un certo punto qualcosa gli bloccò il braccio alzato, una mano femminile e esile all'apparenza.

-Ora basta signor Reborn, ne ha già prese abbastanza.- Arane sorrise dolce e solare interropendo i suoi attacchi, stringendo la presa.

-Lasciami!- con l'ultimo colpo di pistola che aveva in canna esplose la mano della ragazza, che però si rigenerò subito un secondo dopo.

-Come siamo suscettibili...ripeto, ora basta.- gli afferrò le tempie senza che se ne accorgesse, iniettandogli piccoli tentacoli di corruzione che gli attaccarono subito il cervello.

Reborn tentò di liberarsi da quella presa, ma Aizayo si aggiunse tenendolo saldamente fermò impedendogli qualsiasi modo di reagire, rendendolo impotente a quella tortura straziante, perché sentiva ogni singolo morso.
Pian piano la sua rabbia sparì, cadendo a terra privo di sensi e senza alcuna attività neurale.

-Graaaazie capo.- lo lasciò cadere bruscamente a terra come se fosse spazzatura.

-Non preoccuparti piccolo Aizayo, già che passavo ho pensato di darti una mano. Quando saremo riuniti tutti giù ho un nuovo ordine da darvi, ma ora scusami, ho qualcosa di più importante da fare.- continuò il suo tragitto aprendo un portale di corruzione sotto i suoi piedi, sprofondandoci dentro sempre con il sorriso stampato in faccia.

Aizayo prese su Yoshi portandolo con se chissà dove, lasciando il corpo del sicario in solitudine.
I piccoli tentacoli uscirono dalla sua testa che si sgretolarono subito dopo.
Ad un tratto delle minuscole fiamme dorate uscirono dalle orecchie del cadavere, rianimandosi battendo le nocche a terra con forza, sgretolandolo.

-Ci vuole ben altro per uccidermi lurida troia...!- Reborn strinse con forza i denti quasi scheggiandoli, usandoli come palla anti-stress per sopportare il dolore ancora presente, anche se in piccola dose.

SOTTERRANEI

-Bastardo vigliacco! Liberala subito!- Katsu, seguito da Ranma e Xian esauste, inseguì Corex che teneva imprigionata Kyoko, arrivando a un enorme salone, mettendosi al centro.

Sawada si fermò di colpo, fermando anche Kozato e la Varia, alzando la testa verso il soffitto guardando nel punto in cui c'era una pozza nera dal liquido viscoso da cui uscì Arane che cadde a terra in piedi.

-Ciao fratellino, è da un po' che non ci vediamo o sbaglio?- sempre col suo irritante sorriso in faccia.

-Quindi l'hai catturata per attirarmi qui, ma ora liberala! Non centra niente!-

-Chiunque si mette in mezzo centra...- con un colpo secco di polso tranciò la testa alla povera donna mentre guardava il proprio figlio, per poi lanciarla ai piedi di Katsu con uno sguardo terrorizzato per la facilità con cui toglieva la vita e disperato per l'atto che aveva appena compiuto.

Prese delicatamente la testa tremolante, con le lacrime gli occhi, stringendola a se con un affetto che avrebbe dovuto mostrarle sempre, ma che non aveva mai fatto e ora non potrà più farlo, chiudendole le palpebre e poggiandola dolcemente a terra.

-Tu...BRUTTA STRONZA!- urlò con rabbia, lasciando la spada a terra, cominciando a mutare pian piano, lanciandosi addosso alla propria sorella, emanando sia fiamme corrotte sia del cielo.

-Vedo che me lo hai conservato.- bloccò il suo impetuoso attacco con le mani, indietreggiando insieme a lui di alcuni metri, scavando il terreno sotto di loro, piantandogli una mano nel petto per poi estrarla, lanciandolo via e senza lasciargli alcuna ferita.

Ad un tratto una vampata nera avvolse Arane, sparendo dentro di lei facendo anche comparire sulla sua pelle dei tatuaggi aztechi, rivelando gli occhi in un scintillante color ossidiana.
Si massaggiò il collo scrocchiandoselo.

-Sono tornata a essere una dea, mentre tu, fratello mio, hai rinunciato alla tua stessa divinità per proteggere i mortali e lo hai fatto per millenni. Perché? Sono creature inferiori, inutili e incapaci di comprendere!- in quel momento tentò di capire una cosa che si domandava da molto tempo, facendo sentire Ranma offesa.

-La risposta è semplice sorella...perché ho fiducia in loro e sono capaci di azioni straordinarie.- si rialzò da terra aiutato dalla giovane Kozato.

-Sei così stupido. Siccome ti piacciono così tanto morirai con loro!- con scatto fulmineo si gettò addosso a Katsu, armata con la falce di tanto tempo fa, accompagnata da Corex che brandiva il suo lungo bastone, per un attacco simultaneo.

Sawada prese Ranma e Xian mettendole dietro di sé, parando entrambi gli aggressori con una parata ben piazzata, indietreggiando di un po' a causa della potenza esercitata su di lui.
La rossa ci salì sopra per effettuare un contrattacco, mentre l'altra sparò un potente colpo di fucile che separò i 3, mettendoli, di nuovo, a una dovuta distanza.
Corex piantò un'estremità del bastone a terra usandola come leva, tornando all'attacco e separando i loro nemici.

-No!-

-Non distrarti fratello!- Arane gli saltò di nuovo addosso scontrando in un fragoroso rumore metallico e scintille le loro armi.

Ranma e Xian si trovarono in grossa difficoltà ad affrontare il nemico che avevano davanti, poterono solo rimanere sulla difensiva, impotenti di fronte ai suoi attacchi rapidi, ma forti, usando le proprie armi come scudo.
Kozato riuscì ad afferrare un'estremità fermando la sua serie di colpi e aprendo una finestra per entrambe per contrattaccare con un pugno impregnato di fiamme della terra e un'altra fucilata infuocata, ma quando stavano per colpirlo lui le schivò sollevandosi da terra usando l'altra estremità che brandiva con la mano destra, reagendo dando alle ragazze un calcio in faccia ad ognuna, lasciando la presa sulla sua arma.
Ranma alzò i pugni mantenendo alta la guardia e Xian ricaricò il fucile.

-Perché continui a resistere e sventare i miei piani? Ti diverti per caso?- gli chiese Arane, mentre continuavano a impattare le loro armi.

-Non lo faccio per divertimento! Lo faccio per impedire che fai quello che vuoi! Proprio come quando tentasti di rovinare la rivoluzione americana uccidendo Washington!- tentò un affondo con la punta della spada puntando al cuore, ma lo schivò.

-Era troppo pacifica! C'era bisogno di mettere un po' di movimento. E poi provi a ferirmi? Non puoi farmi niente.- si fermò un momento per parlare, quando, con velocità, Katsu le fece un taglio sulla guancia scatenando una strana sensazione in lei sentendo colare il suo sangue lungo il viso, vedendo anche che non si rigenerò la ferita.

-Invece vedo che posso ferirti invece. O ti sei dimenticata tale dettaglio?- puntualizzò bene tale cosa, con tono di sfida.

-Allora...mi dai solo un motivo in più per ucciderti!- riprese il suo attacco con più impeto e furia.

Stavolta il ragazzo si trovò in estrema difficoltà anche lui, senza riuscire a reggere quel ritmo, costretto a stare sulla difensiva usando la spada come scudo.
Per questa sua azione lo disarmò con una facilità allarmante, mettendolo alle strette.
Ad un tratto qualcosa lo bloccò alle spalle, accorgendosi che era Corex, dando ad Arane il modo di fargli un bel taglio sul busto, uscirono delle scintille e qualche goccia di sangue.
Il Maxum lo lasciò andare, lasciandolo cadere in ginocchio.
Katsu riuscì a girare leggermente la testa vedendo Ranma e Xian, ridotte male e ferite che sanguinavano, ancora coscienti con i guanti e i fucili distrutti, erano state impalate alla parete dalla spalla, col bastone di Corex diviso in due, mentre la rossa lo guardava con occhi dispiaciuti, mentre l'altra teneva il capo abbassato, furente contro se stessa.

-Se non fosse per le tue scaglie avresti un taglio più profondo, sei fortunato...ma non le amiche!- Arane trasformò la falce in una lancia per poi lanciarla contro le ragazze.

La lancia nera sfiorò il viso di Katsu andando dritto verso il proprio obbiettivo.
Il giovane Sawada si alzò in fretta e furia afferrandolo prontamente al volo, facendogli scintillare e sanguinare la mano mentre tentava di fermarlo, riuscendo nell'impresa.

-Cosa fai ora? Le vuoi proteggere? Proprio come facesti con Giulio Cesare, ma fallendo? Sei un fallito fratello, proprio come Tsuna!- rigirò il coltello in una delle tante piaghe che si erano formate nel suo animo nel tempo.

-Come osi...- sussurrò.

-Come prego? Parla più forte se riesci.-

-Come osi pronunciare Tsunayoshi?! Te non sei degna di pronunciare il suo nome!- urlò con rabbia e orgoglio, difendendo quella persona che, nonostante le lunghe assenze, amava tanto, guardandola con occhi ricolmi di rabbia e determinazione, cominciando ad avanzare pian piano e spezzando la lancia che aveva in mano.

-Tsuna non poteva far niente per voi e per te! Ti lasciava sempre solo a casa, come puoi amarlo ancora?! Ora è morto!- gli lanciò addosso altre due lance che gli trafissero la spalla e un fianco, ma nonostante questo continuò ad avanzare, cominciando a sentire una sensazione di paura.

-Ti sbagli su tutto! Ha fatto grandi cose che nemmeno te puoi immaginarti! Lui è un eroe! E devi sapere questo detto degli umani... che gli eroi...NON MUOIONO MAI!- nonostante le lance che aveva in corpo sfoderò la box heiki di Tsuna dalla tasca facendo uscire anche il piccolo leoncino Natsu, che si trasformò nella mitena di suo padre, ma con la differenza che al posto dell'1 romano c'era un 10 stampato sul dorso dell'arma.

Si portò a distanza ravvicinata da Arane, colpendola con la mitena infuocata con successo, bruciandole la pancia e lo stomaco, lanciandola via contro un muro, passando poi a Corex che, nonostante, provò a reagire; Sawada fu più veloce di lui, mandandolo contro un'altro muro.
Quando il Maxum si rialzò la dea gli ordinò di rimanere fermò.

-Cosa pensi di fare ora...Xolotl?!- le chiese Katsu, urlando a gran voce.

-Io niente Quetzalcoatl...ma loro penso di sì.-

L'ex-dio rimase confuso da quelle parole, ma quando si girò nella direzione in cui guardavano gli occhi della sorella si ritrovò un enorme pugno in faccia che lo buttò a terra.

-Scusa per il ritardo capo, siamo arrivati!- i demoni, con il resto dei Maxum, si erano riuniti tutti lì e tenevano l'undicesima generazione Vongola, ridotti talmente male che non riuscivano a reagire o compiere qualsiasi azione.

Katsu tentò di rialzarsi, ma Relampago e Umi gli impedirono tale azione pestandolo a sangue e tenendolo giù.
Xolotl si liberò dalla parete prendendogli la mitena, distruggendola con le sue fiamme nere, uccidendo anche Natsu.
Portarono tutti quanti, Ranma e Xian comprese, in un punto della stanza, radunandoli.

-Bene, lasciatemeli tutti qui e andate, posso pensarci anche da sola ora.- disse Arane ai propri compagni con tono arrogante, fin troppo sicura di , ordinandogli di andarsene e loro, titubanti, eseguirono l'ordine.
 
-Ora...cadete nell'oblio dei demoni!- Arane allargò le braccia, ridendo e aprendo dietro di se un enorme portale oscuro da cui uscirono voci sibilanti e spettrali
L'undicesima generazione, stremata, ferita e priva di forze, non riuscì a sottrarsi a quella visione, soccombendo alla disperazione.

-N-non possiamo vincere contro una divinità...- Yuzuyu cominciò a piangere lentamente arrendendosi, tutto quello che aveva costruito, tutti i suoi ricordi verranno distrutti insieme a lei.

Ad un tratto Katsu si fece avanti venendo però trattenuto da Ranma in lacrime, facendo puntare gli occhi di tutti su di lui.

-K-katsu...!- Kozato lo trattenne per il polso, ma quando lo fece le sussurrò qualcosa facendole mollare la presa.

-Fratello, hai deciso di implorare pietà?- la sorella maggiore sorrise convinta di quello che aveva detto.

-Ranma...Yuzuyu...Yoshi...Akane...Tetsuya...Sora...Giorgia...ragazzi...almeno voi...VIVETE!!- riprese la spada in mano, stringendola forte per poi lanciarsi contro la sorella in un'ultimo sforzo disperato, prendendola per la vita, spingendo entrambi dentro il portale oscuro.

-Ma cosa...?! Non pensare di cavartela così!- quando stava per assestargli un pugno qualcuno gli sparò alla mano, fermandola.

Si accorse che era stato Reborn, praticamente mezzo morto, a fermarla, nonostante fosse convinta di averlo ucciso.
Katsu si girò verso i suoi amici, sorridendogli e dicendogli che sarebbe tornato da loro prima o poi, chiudendo dietro di sé il portale, sparendo nel nulla insieme a esso.
Il silenzio tornò a troneggiare sulla stanza, ma solo per poco.
Yuzuyu si precipitò, a fatica, sulla parete prendendola a pugni, in lacrime, implorando di riportare indietro il suo giovane boss, lasciandosi scivolare fino a terra.
Tutti i ragazzi versarono delle lacrime per il suo sacrificio che aveva fatto per loro.

-Tornerà...- disse Ranma ad un tratto, attirando tutti gli occhi su di lei.

-Ha ragione Ranma, tutto questo faceva parte del piano di Katsu per darci tempo.- Reborn cominciò a parlare, zoppicando verso di loro.

-Per cosa? E perché non ce l'ha detto?!- Yuzuyu parlò con la rabbia nella sua voce contro il sicario.

-Se ve lo avesse detto voi l' avreste lasciato fare? E poi ci sta dando il tempo di prepararci, prepararci ad affrontare i demoni di Arane, sapeva benissimo che avremmo perso questa battaglia, ma ha fatto in modo che girasse a nostro favore in qualche modo.- alla prima risposta tutti rimasero in silenzio, ma non alla seconda.

-Dunque cosa dovremmo fare ora?- chiese Yoshi, alzandosi da terra a fatica.

-Allenarci, tutti quanti, Vongola e Varia. Io e Katsu abbiamo già trovato le persone che vi addestreranno. Quando darà il segnale il punto prestabilito è a Namimori davanti alla scuola, alle 13.- gli rispose in maniera esaustiva e seria.

-Come faremo a capire quando darà il segnale?- altra domanda, ma da parte di Xian.

-So che lo capirete, ora venite con me che abbiamo molto da fare.-

I ragazzi si guardarono l'un l'altro, dubbiosi, già Katsu non gli aveva detto niente del suo piano, ma non era un motivo per metterlo in dubbio, aveva fatto molto per loro in passato e questo bastava per fidarsi di lui.
Quindi si diedero appuntamento a Namimori, nonostante la data esatta fosse ignota, si fidavano del loro giovane boss, perché sapevano che li avrebbe chiamati al momento giusto, quando sarebbero stati pronti più che mai per fronteggiare i loro nemici più temibili.

ANGOLO AUTORE

E dopo secoli, siamo giunti alla fine di questa stagione! Alcune scene sono più corte e sbrigative delle altre, ma non sapevo come altro farle purtroppo, non mi erano venute altre idee, vi chiedo scusa e se non vi piaceranno avrete solo che ragione, sopratutto determinate scene che vi torceranno sicuramente il naso e sono quasi sicuro che uno metterà una recensione neutra! E quella persona lo sa bene che avrò ragione!
Comunque prima di procedere con la prossima stagione, nonché l'ultima, farò un restyling totale di ogni singolo personaggio e ne aggiungerò altri di nuovi e per farlo mi ci vorrà un po', sono ben una quarantina di personaggi, abbiate pietà di me! Cercherò anche di dare più spazio e importanza a determinati personaggi di cui mi sono accorto che non ho cagato manco di striscio, quindi aspettatevi delle sorpresone.
Prima che chiuda del tutto questa stagione ci sarà lo speciale su un determinato personaggio che influirà sulla storia, ma non vi dirò chi è, faccio lo stronzo!
Dunque, ci vediamo nella prossima stagione di katekyo hitman reborn-unione dei cieli!

Capitolo speciale: Ridatemela!
(piccola postilla, ho corretto due frasi nel capitolo precedente per giustificare l'apparente "mancanza" di Lal e Bermuda in questo capitolo)

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Capitolo 8
*** Ridatemela! ***


DUE ANNI DOPO DAGLI AVVENIMENTI DELLA MAGIONE VONGOLA

 

Locazione, Polo Nord.

Centro di ricerca di Arane per potenziare i Maxum, situata in un luogo del tutto isolato e lontano da tutti, il più freddo al mondo da fuori.

Una figura incappucciata, con un lungo cappotto grigio che gli arrivava fino alle caviglie coprendolo da capo a piedi, che teneva in mano una lunga nodachi ancora infoderata, arrivando davanti all'enorme portone, sorvegliato da due guardie.

 

-Ehi, fermo tu!- entrambi gli puntavano i fucili contro, ma l'individuo li punì immediatamente togliendogli la vita, negando a loro un futuro.

 

Con un colpo di lama ben assestato tranciò la grossa porta metallica con due tagli netti, aprendola e di conseguenza facendo suonare l'allarme.

Si tolse il cappuccio rivelando una lunga chioma bianca, legata in un coda di cavallo che aderiva lungo la schiena, occhi bicromatici rosso e viola.

 

-Cos...? Padron Renji! Cosa diavolo sta facendo?!- esclamò una guardia allarmata dal frastuono.

 

Renji gli mutilò gli arti, facendolo cadere a terra come se fosse un pesante sacco, per poi afferrarlo dal colletto del camice.

 

-Dov'è?- gli chiese con freddezza.

 

-D-di chi sta parlando? La prego non mi uccida!- oltre a rispondergli lo implorò di risparmiarlo, continuando incessantemente, bramoso della propria vita nonostante le sue condizioni.

 

-Chiudi quella cazzo di bocca e dimmi dove si trova Yori!- gli urlò con rabbia in faccia.

 

-S-si trova nei sotterranei insieme ai Maxum! Ma la prego non mi uccida!- dopo avergli risposto continuò a implorare senza fermarsi versando lacrime disperate.

 

-In ogni caso morirai per dissanguamento, ritienila una punizione...- lo lasciò bruscamente a terra nel suo lago rosso, lasciandolo morire.

 

Intanto, in una sala operatoria situata sotto Renji...

 

-V-vi prego basta! Fa troppo male!- Relampago si dimenò sul tavolo di lavoro mentre lo tenevano saldamente fermo, con ancora impiantato dentro nel busto delle strane lame energetiche per tessuti organici.

 

-Calmati Relampago, lo stiamo facendo perché la somma Arane pensa che ti farà bene. Ora calmati e lasciaci finire.- lo scienziato, che era incaricato in quella sala, tentò di calmarlo.

 

-Col cazzo che rimango fermo stronzi pezzi di merda figli di puttana!- continuò a muoversi, quasi riuscendo a liberarsi, ma loro risposero mettendo più forza e esponendo una delle braccia, mentre lo scienziato prendeva una siringa piena di morfina, pronto a iniettargliela in vena.

 

Qualcosa lo fermò, qualcuno non solo gli aveva tagliato la testa, ma a tutti i presenti, sala compresa, tranne al ragazzo sotto operazione.

Renji entrò in quel che rimaneva di quel posto, liberandolo delicatamente dalle lame, scollegandolo da macchinari e tutto, dandogli le spalle, lasciandolo solo.

 

-Ehi, aspetta! Tu sei Renji, il demone della nuvola. Perché stai facendo tutto questo?- Relampago scese dal lettino lentamente per evitare un collasso o qualsiasi altra cosa.

 

-Mi sono stufato di come agisce Arane, sono anni che continua su questa via del massacro, senza portare a termine niente, mentre quello che fa Katsu è più onorevole e giusto, ponendo rimedio ai disastri della sorella, quindi ho deciso di fare qualcosa anche io per porre fine a tutto questo.-

 

-Posso venire con te? Dopo quello che mi ha fatto in questi due anni non ho più nessuna intenzione di stare con lei!- parlò con determinazione e rabbia stringendo i pugni, dando prova della fermezza delle sue parole.

 

-Va bene, puoi venire con me...ora dobbiamo andare più giù, nei sotterranei...e mettiti qualcosa addosso per dio che sei nudo.- Renji sottolineò tale cosa, scatenando un'emozione di imbarazzo nel ragazzo che, costretto a farlo, trafugò dei vestiti a una guardia morta, con taglio annesso sul busto e una taglia in più della sua.

 

Più andavano verso il basso, più vedevano esperimenti in corso sui seguaci di Arane, ma non si fermarono a interromperli siccome a Renji non gli importava di loro, stessa cosa per Relampago anche se stavano subendo il suo stesso trattamento e fu dura guardare senza far niente.

Videro anche gli altri Maxum, ma non imploravano aiuto, bensì pativano in silenzio, affermando che volevano quel trattamento su di loro, quindi passarono avanti lasciandoli alla loro "agonia".

Ad un tratto sentirono dei rumori di lotta nella direzione in cui stavano andando e il ragazzo del fulmine corse, seguito in camminata da Renji, entrando nella stanza e vedendo Umi, nella sua forma Maxum e col viso e alcune parti del corpo sporche di sangue, di scatto puntò l'arma che aveva in mano verso di lui, che alzò le mani in segno di resa.

 

-Uoh uoh uoh! Calmati Umi! Sono Relampago!- si spaventò per quella azione improvvisa della ragazza.

 

-Relampago...scusami, credevo che fossi un'altra guardia...- a causa della stanchezza lasciò cadere l'arnese che aveva in mano, per poi perdere la propria forma Maxum, cadendo anche lei a terra, sostenuta da Relampago e quando si accorse di Renji sobbalzò cercando qualcosa per difendersi.

 

-Ferma Umi! è con noi, mi ha fatto scappare.- la fermò spiegandole la situazione attuale.

 

-Ecco perché è suonato l'allarme...come mai lo stai facendo?- chiese Umi al demone.

 

-Non intendo ripetermi, fattelo dire dal tuo amico e tieni...- dopo queste parole si tolse il cappotto dandolo alla ragazza per coprirsi, rimanendo con addosso solamente una maglietta privo del tutto di maniche e i ragazzi notarono un particolare che dava assai nell'occhio, ovvero che il braccio destro, con cui porse l'indumento, era cibernetico.

 

-Cosa ti è successo al braccio?!- chiese allarmato Relampago.

 

-è stato il prezzo del mio tradimento...- gli diede di spalle continuando a proseguire per il suo obbiettivo, sempre camminando.

 

Non fecero altre domande per evitare di urtare i suoi nervi.

Relampago prese in braccio Umi per assicurarsi che non facesse altri sforzi scatenando un po' di imbarazzo in lei, dopo quello che le avevano fatto se lo meritava.

Giunsero a un'enorme stanza, ai lati c'erano strani macchinari scientifici e chirurgici e al centro uno scienziato con una scorta di soldati, erano circa una ventina.

 

-Padron Renji, ti ringrazio per averci riportato i fuggitivi e per essersi consegnato a noi, la riporteremo dalla somma Arane.- fu lo scienziato a parlare.

 

-Devo negare tutto ciò che hai detto, sono qui per un'altro motivo. Ridatemela! Ridatemi Yori ora!- sguainò la nodachi urlando con rabbia e furia.

 

-Mi dispiace, ma abbiamo trasferito da poco la signorina di cui parla dalla somma, eravate così vicino.- ridacchiò in un puro segno di scherno.

 

-Allora verrete puniti da me...con la morte!-

 

I soldati, dopo l'ultimo urlo del traditore, aprirono il fuoco su di lui, ma rispedì al mittente i proiettili con mano abile e agile, decimandone la maggior parte, correndo verso di loro.

I rimanenti decisero di andare corpo a corpo, sperando nel vantaggio numerico, però non fu sufficiente per loro sfortuna, venendo tranciati in due o più pezzi.

 

-Padron Renji, lo sa che esperimenti facciamo qua vero?- estrasse dalla tasca uno strano siero nero che si iniettò in endovena, per poi fare strane smorfie.

 

Quella sostanza lo trasformò in un demone facendogli perdere la propria umanità, le ossa si ingrandirono insieme alle carni, la mascella si allargò a dismisura, i denti diventarono aguzzi, gli occhi divennero color nero pece, anche la massa muscolare crebbe e si ingobbì, lasciando una piccola pelata con qualche buffo ciuffetto di capelli mori, il corpo si era adattato a quello che si era messo dentro.

 

-Questa è una chiara dimostrazioni che il potere, se mal gestito, genera solo mostri.- Renji, dopo aver parlato, fu colto alla sprovvista da un veloce e potente pugno dall'ex-umano che lo lanciò contro alcune apparecchiature.

 

-AHAHAHAHAH! Quindi è questo il potere! Il potere di battere un demone originario! Vieni qui caro che ti meno ancora!- si lanciò su di lui e lo malmenò senza dargli tregua, scavando poco a poco una fossa nella parete.

 

Relampago e Umi rimasero a guardare impotenti, non potevano fare niente per aiutarlo nelle condizioni in cui erano.

Renji riuscì a parare un colpo avendo anche l'opportunità di contrattaccare, staccandoselo anche di dosso, riprendendo fiato.

 

-Tutto qui quello che sai fare Renji?! Lo credo che hai perso Yori! Sei un debole! Vigliacco! Codardo! E quella ragazza lo era di più visto che era umana! Persino peggio di te!- su quello che aveva detto su di lui gli diede ragione passivamente, ma su Yori...si era scavato la tomba.

 

-Non osare mai più dire cose del genere su Yori brutto stronzo!- in un ennesimo urlo di rabbia scatenò una piccola onda d'urto, cominciando a emanare un'aura tra il viola e il nero, facendo marcire tutto ciò che gli stava intorno e ciò che calpestava, metallo compreso, mostrando che tutto si piegava di fronte alla sua irrefrenabile rabbia.

 

L'ombra di Renji cominciò a ingrandirsi e ad alzarsi sempre di più, arrivando fino al soffitto.

Dall'ombra uscì qualcosa, ricoperto da una sostanza nera e viscosa, quando aprì gli occhi la creatura si rivelò, mostrando che era un gigantesco Quilin che ruggì rispondendo alla rabbiosa chiamata del suo padrone, senza ombra di dubbio una creatura demoniaca che lo era anche nell'aspetto.

Relampago e Umi tremarono di fronte a quella creatura, gli incuteva un terrore nel solo guardarlo e ne rimasero paralizzati, questo quasi valeva per lo scienziato demonizzato.

 

-Perché non è nella box heiki?!- chiese il dottore di scienza.

 

-Non ho scelto di rinchiuderlo in una scatolina, l'ho tenuto nascosto per tutto questo tempo e a quanto pare ho fatto bene. Quilin, cambio forma primario!- Renji passò la spada dalla destra alla sinistra rapidamente.

 

La creatura gli obbedì, trasformandosi in una grossa nuvola di fumo che si unì al braccio con cui brandiva l'arma, mutandolo in una specie di armatura organica demoniaca sul violastro e il nero, con cui si era anche unita alla nodachi, dando alla luce uno strano oggetto di morte.

 

-No, non lo accetto! Il mio siero è perfetto, così perfetto da distruggerti!- in un'impeto di rabbia e pazzia si lanciò di nuovo su Renji.

 

Il demone reagì con più velocità di lui, portandosi la lama vicino alla guancia e con un colpo netto non solo tagliò a metà il nemico, ma anche le apparecchiature e la stanza, evitando i nuovi compagni che si era fatto, facendoli anche pisciare un po' sotto dalla paura di essere tagliati.

La vita dell'ex-umano si spense tornano alla sua normale forma, proprio come il braccio di Renji, mettendo a riposo il Quilin, rinfoderando la nodachi.

 

-C'è ne andiamo da qui.-

 

-Aspetta! Cosa pensi di fare ora?! Ci staranno addosso per tutta la vita! Non abbiamo via di scampo! E anche vaffanculo per avermela fatta fare addosso per prima stronzo!- Relampago parlò dando sfogo a quello che stava pensando in quel momento.

 

-I Vongola si riuniranno tra due anni, fino ad allora staremo nascosti...-

 

-Come fai a saperlo?-

 

-Sono in contatto con Katsu da quando l'ho tirato fuori dalla dimensione demoniaca e abbiamo un accordo.-

 

-Cosa ti dice che rispetterà l'accordo?!- il ragazzo del fulmine era assai malfidente, erano nemici da molto tempo e non credeva che lo avrebbe fatto.

 

-Lo conosco da più di voi e so che lo rispetterà. Voglio porre fine a tutto ciò in un modo o nell'altro.- gli rispose così Renji.

 

-Almeno mi dici perché hai deciso di tradire Arane?-

 

-Perché ha osato rapire la mia donna! Se non lo avesse fatto ora non sarei qui, ma la pagherà per questo suo atto arrogante di controllo. Ora devo porvi io una domanda. Verrete con me in questa crociata di non ritorno oppure rimarrete qui a patire le pene dell'inferno in cui vi attenderà anche la morte? Vi lascio scegliere.- dopo aver posto la domanda si diresse verso l'uscita, lasciandoli soli.

 

Relampago e Umi si guardarono l'un l'altro pensando a cosa fosse meglio fare. Rimanere lì e patire una pena eterna peggiore dell'inferno oppure essere liberi ponendo fine a tutto ciò?

Dopo qualche secondo presero la loro decisione, seguendo a ruota Renji.

 

ANGOLO AUTORE

E sono già qui! Ho deciso di farlo subito per poter dedicare più tempo alle altre storie e al restyling dei personaggi, almeno ora potrò riposarmi un poco. Che ne dite della scelta di Renji e di questa sua "crociata" contro Arane? Ci riuscirà? Ovviamente esponetemi le vostre teorie e sarò ben liete di confermarle o smantellarle coi prossimi capitoli. Scusate se è corto, ma non avevo altro in mente.

Ci si vede nella prossima stagione di katekyo hitman reborn - unione dei cieli! E stavolta per davvero!

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