Scivoli di nuovo

di Less220
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Problema ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Tesoro...Vivian, svegliati" mi sento scuotere dalle mani delicate di mia madre e apro un occhio per cercare di focalizzarla.

"Sono le 11:30, direi che hai dormito abbastanza per oggi non credi? Vai a farti un bagno e scendi,così mi aiuti a cucinare" dice dandomi un bacio sulla fronte.
Questo è l'ultimo giorno di libertà, della mia estate, delle giornate passate in serenità.
Domani ricomincia l'inferno! 
Devo chiamare Alex per sapere com'è sopravvissuta alla cosa...Sono sicura che dorme ancora.
Prendo il telefono e compongo il numero della mia migliore amica.
"Chiunque tu sia, vattene a fanculo! Sto dormendo"risponde con la voce assonnata.
In fondo è una brava ragazza.
"Alex sono io"le dico divertita dalla sua risposta.
"Oh ciao Vivian... Mi conosci da 10 anni, credo che ormai tu sappia che la mattina non sono reperibile, quindi buonanotte" dice attaccando.
Pensate, è anche simpatica.
Mi intrufolo nel bagno e mi immergo nella vasca piena di schiuma e acqua bollente.
Io e Alex ci siamo conosciute alle elementari.
Era una bambina bellissima, ma altrettanto dispettosa. 
Nonostante fosse bellissima era sempre sola, proprio come me, e diciamo che fu questo il motivo che ci spinse a scambiarci le bambole quel giorno e a giocare insieme.
Alle medie tutto cambiò, non la nostra amicizia ovviamente, ma noi iniziammo ad essere viste diversamente agli occhi degli altri.
Alex, con i suoi capelli rossi e suoi occhi azzurri, aveva avuto la popolarità che tanto desiderava ai tempi ed io venivo vista sempre come la sua ruota di scorta.
Lei non mi ha mai considerata tale, mi vuole bene come una sorella e anche io gliene voglio, perciò me ne infischiavo dei pensieri degli altri.
Al liceo la situazione divenne più movimentata per entrambe: ci furono i primi baci (per me ovviamente perché lei, il suo, l'aveva dato in prima media), le prime cotte, i primi amori, ma abbiamo vissuto tutto insieme, senza mai allontanarci. Ovviamente lei crescendo è diventata sempre più bella: alta, magra al punto giusto e con le curve perfettamente a posto. L'unica cosa che ho in più di lei è il seno, lei porta una seconda e io una terza. 
Non mi definisco bruttissima, sono abbastanza carina, ma non c'è niente di particolare in me... Mentre lei ha i capelli arancioni e gli occhi azzurri, io ho i capelli ricci e sempre arruffati castani e gli occhi dello stesso colore.
Non c'è alcuna particolarità.
Ma nonostante tutto, le voglio un bene dell'anima, è la sorella che non ho mai avuto e credo che sarà così per sempre.
Anche se dovesse farmi un torto o una cosa simile, non smetterei mai di volerle bene, mai! C'è sempre stata per me, anche quando nessuno mi voleva.
Dopo questa lunga riflessione su me e Alex, esco dalla vasca e mi avvolgo il corpo con un asciugamano.
Inizio a vestirmi, decido di rimanere in tuta, struccata e con una bellissima pinza infilzata nei ricci.
Mi sento già meglio una volta entrata nella tuta, l'angoscia che avevo poco fa è completamente sparita.
Scendo le scale e mi dirigo verso la cucina.
Trovo mia madre di spalle intenta a cucinare qualcosa di nuovo. Da cosa lo capisco? Dal suo sguardo confuso intento a fissare la pentola.
"Mamma, hai bisogno di una mano?" le chiedo divertita.
"Oh no tesoro, sto cercando di preparare un piatto speciale. Andrew sta per tornare da New York, mi ha appena chiamato" dice guardandomi. Le brillano gli occhi.
Davvero Andrew sta per tornare? Il mio amato fratellone? 
Non vedo l'ora di riabbracciarlo. Sono contenta che abbia fatto questa sorpresa a mamma, dopo tutto quello che ha passato mi fa piacere che stia ricominciando a vivere.
Le hanno diagnosticato un tumore al seno qualche anno fa e fino all'anno scorso ha dovuto fare la chemio terapia. Inutile dire che è stato un periodo orrendo, lei soffriva e noi soffrivamo con lei.
Abbiamo avuto paura, paura di perderla davvero. Infondo ha solo 45 anni...
Adesso le stanno crescendo i capelli e ha deciso di non portare più il tubante.
"Non lo sopporto più questo coso, buttalo, inceneriscilo, non lo voglio più vedere" disse quel giorno.
Sorrido al pensiero e penso che siamo fortunati, io e Andrew, ad averla. 
Se vi state chiedendo di mio padre, lui è morto in un incidente d'auto quando avevo circa 6 anni. Sembra stano, ma mi ricordo ogni singolo dettaglio di lui... I suoi capelli folti e ricci come i miei, la sua barbetta e suoi occhi azzurri che ti penetravano l'anima. Ricordo il suo amore per la musica, che mi ha trasmesso, e la sua gioia di vivere.
È stato brutto svegliarmi quella mattina e non trovarlo ai piedi del mio letto a sussurrarmi:"Tesoro, ho preparato i pancake, se non scendi me li pappo tutti io".
Penso che sia stato lui a salvarla, si.. Decisamente l'ha salvata lui.
"Viv, mi stai ascoltando?" mi chiede mia madre agitando la paletta davanti i miei occhi.
Esco dal mio "bagno" di ricordi e torno nella realtà.
"Certo mamma, dimmi tutto" rispondo sorridendole.
"Apparecchia la tavola e apparecchia per quattro" dice sorridendo eccitata.
"Quattro? Porta qualche amico?" sento un tuffo al cuore, non può portare lui... Non è possibile.
"Si, porta un ospite speciale" dice sorridendo ancora "Credo proprio che sia una ragazza" sussurra avvicinando la sua faccia alla mia.
"Uuuh" rispondo sorridendo maliziosa a mia madre. Che idiota, certo che porterà una ragazza.. Come ho fatto a pensare che avrebbe portato... Vabbè lasciamo stare. 
*****
Ciao a tutti. 
Questo è il primo capitolo della mia prima storia.
Spero vi piaccia e per aver aperto la storia credo che vi abbia incuriosito almeno un po'. Ne vedrete delle belle, ve lo assicuro.
Pubblicherò un capitolo ogni settimana e credo che non dovrei avere problemi, in ogni caso vi avviserò.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacioni!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Vado a cambiarmi così sarò presentabile" dico a mia madre una volta finito di apparecchiare.
"Va bene, sbrigati perché saranno qui a momenti" mi dice sorridendomi dolcemente.
Salgo di corsa le scale e una volta dentro la mia stanza apro l'armadio.
Alex mi ha costretta ad andare a fare shopping qualche giorno fa e adesso la ringrazio mentalmente perché per la prima volta ho l'armadio pieno.
Si, non amo molto fare shopping, ci vado solo quando ho veramente bisogno di qualche vestito in più...o quando mi ci trascina Alex a suon di minacce.
Per scegliere un capo qualsiasi ci mette un'ora...
"Questo mi sembra troppo stretto..Questo troppo largo..Che dici, prendo quello bianco o quello nero?" e alla fine li prende tutti.
Adesso però sono contenta che mi ci abbia trascinato giovedì.
Indosso un paio di jeans stretti e una camicetta viola a pois. Corro in bagno per darmi un poco di colore perché sono troppo pallida. No, non sono malata, questo è il colore della mia carnagione: bianco cadaverico.
Metto un poco di fondotinta e di mascara. Mentre applico il mascara sento suonare il campanello. Mio fratello è tornato... Il mio fratellone che non vedo da quasi un anno.
Andrew è 5 anni più grande di me e non ci siamo mai separati. Lui è sempre stato il classico fratello protettivo, non mi ha mai lasciata sola.
Da piccoli facevamo i finti fidanzatini.. Mamma una volta ci beccò mentre lui cercava di darmi un bacio,stavamo  simulando il nostro matrimonio. Credo che lui avesse 9 o 10 anni. Quel giorno rimanemmo in punizione e decidemmo di non giocarci più, cosa che mi sollevò perché non volevo baciarlo mai più.
Per il mio dodicesimo compleanno mi costruì una casa sull'albero in giardino, insieme ad un suo amico che era nostro vicino di casa.
Amai tantissimo quella casetta e credo fu il regalo più bello che abbia mai ricevuto.
Dopo che la mamma si ammalò lui mi fece coraggio, asciugava le mie lacrime e mi coccolava quando avevo gli incubi. Non l'ho mai ringraziato per questo, ma credo che dal mio sguardo riusciva a capire tutto l'amore che avevo per di lui.
Si è trasferito a New York perché è entrato a far parte di una agenzia famosissima in tutta l'America. A causa della malattia di mamma ha dovuto rimandare la sua partenza...Poi a novembre mamma ha cominciato a stare meglio e lui ha deciso di partire.
Il giorno in cui partì fu uno dei giorni più brutti.
Ricordo che la sera prima mi rifugiai nella casa sull'albero a piangere. Lì non mi avrebbe trovato nessuno, a parte lui. Sapeva che andavo sempre lì quando ero triste perché non volevo che mia madre sentisse i miei singhiozzi. Mi sfogavo,piangevo e con un cuscino davanti la bocca urlavo.
Quella sera mi raggiunse sulla casa sull'albero e si sedette accanto a me. Mi prese il viso e mi asciugò le lacrime.
"Sembri un panda, sai" disse sorridendo a causa del mio aspetto.
Sorrisi anche io, ma non bastò a farmi passare il malumore.
"Non posso chiederti di non andare, è sempre stato il tuo sogno andare a New York.
Ma allo stesso tempo non voglio che te ne vada, sei il mio migliore amico, mio fratello, mio padre, la mia famiglia...Io non so se riuscirò a sopportare tutto da sola,non lasciarmi" dissi guardandolo con gli occhi lucidi.
"Vivi, non sei sola ok? Non pensarlo mai. Ti svelo un segreto.. Anche se non mi vedi fisicamente o non mi tocchi o non riesci a sentire il mio profumo, io sarò sempre qui"disse toccando con un dito il punto dove si trova il cuore: "Ogni volta che verrai qui, su questa casetta e mi penserai, io ti sentirò. Lo sai che noi abbiamo un legame sovraumano no?" disse sorridendo e spingendomi leggermente con la spalla.
Sorrisi guardandolo e capii che aveva ragione. Io e lui siamo speciali. Lo abbracciai e iniziai a piangere.
"Tornerò Vivi, te lo prometto" disse accarezzandomi la testa.
Da quella sera andai su quella casetta per giorni, settimane, mesi anche, a sentire il suo profumo. Quella casetta profumava di lui... Chiudevo gli occhi e lo immaginavo dietro ad una scrivania, nel suo bellissimo ufficio, con un sorriso stampato in faccia.
Il suono della porta che si chiude mi fa ritornare alla realtà e mi precipito al piano di sotto.
Davanti ai miei occhi non trovo più il ragazzo che avevo lasciato, bensì un uomo. Un uomo alto, forte e con un sorriso sorpreso stampato in faccia, proprio come il mio.
Inizio a correre verso di lui e lui mi prende al volo facendomi girare.
"Vivi, piccola" dice stringendomi forte.
Non ci sono parole per descrivere i miei sentimenti in questo momento, sono piena di emozioni.
Vorrei piangere, urlare, ridere e non staccarmi più dalle sue braccia.
"Non penso sia necessario dirti che mi sei mancato un casino" dico staccandomi da lui.
"Anche tu mi sei mancata, piccola. Ti vedo molto cresciuta" dice squadrandomi "Sto iniziando ad ingelosirmi" continua preoccupato.
La ragazza accanto a lui, che non avevo notato, sorride alla sua affermazione.
Andrew si accorge del mio sguardo interrogativo e dice"Giusto..Mamma, Vivian, lei è Isabelle" Isabelle eh? Inutile dire che sia una bella ragazza perché non lo è, è meravigliosa. Ha due occhi verdi, un bellissimo fisico modellato e i capelli castani ondulati che le cadono leggeri sulla schiena. E inoltre ha un sorriso bellissimo. Sembra uscita da una rivista di intimo femminile.
"Io e Isabelle stiamo insieme da un anno e siamo venuti fin qui per dirvi una cosa" dice Andrew con la voce tremante.
Si guardano e sorridono. Non immaginate quanto amore ho visto in quel gesto, credo di aver intuito qualcosa. E anche mia madre, ha la bocca spalancata e gli occhi a forma di cuoricino.
"Io ed Isabelle abbiamo deciso di sposarci! Ci sposeremo qui a Londra perché qui ci sono le nostre radici, anche lei è di qui" dice in seguito.
"Oh ma è fantastico! Sono così contenta per voi,ragazzi" dice mia madre abbracciandoli.
Sono sorpresa nonostante l'avessi intuito. Non avrei immaginato che mio fratello si sarebbe sposato così presto e con una ragazza così...perfetta! I loro figli saranno bellissimi!
Mentre fantastico sui loro figli,mi accorgo che mio fratello mi guarda aspettando una mia risposta. Entrambi teniamo molto al parere dell'altro e in questo momento credo che si stia preoccupando.
"Questa è una notizia magnifica. Sono felicissima per voi, davvero" dico abbracciandoli. Sono davvero felice per loro, ma lei non la conosco e non posso dire di esserlo veramente.
Lo so che mio fratello è un ragazzo sveglio e in gamba, ma devo accertarmi per bene che lo sia anche lei.
"Bene ragazzi, accomodiamoci a tavola... Ho fatto il pollo" dice mia madre eccitata.
"Mi scusi signora Cooper, il viaggio è stato lungo e avrei bisogno di andare alla toilette" dice dolcemente Isabelle.
"Certo cara, Vivian ti mostrerà dove si trova il bagno. Oh e chiamami pure Lily" le risponde mia madre sorridendo.
" Seguimi "  le dico.
Saliamo al piano di sopra e le mostro il bagno. Prima di scendere, mi blocca per un braccio.
"Lo so che non sei molto convinta della cosa, conosco il rapporto che c'è tra te e tuo fratello, ma sono certa che avremo modo di conoscerci per bene" dice dolcemente.
Le sorrido e scendo al piano di sotto. Non sembra tanto male.
Arrivo in sala da pranzo e trovo solo mio fratello.
"Allora, bella signorina, come hai passato l'estate?" mi chiede mio fratello sorridendo.
"Sono stata due settimane nella villa al mare di Alex. Ci siamo divertite molto tra feste sulla spiaggia e cose varie. Il resto dell'estate l'ho passato nei centri commerciali con Alex, serate con Alex e mmh... altro mare con Alex" dico facendo spallucce.
"Beh, direi che tu Alex vi siete divertite abbastanza" dice con aria autoritaria.
"Hai conosciuto qualcuno? Qualche ragazzo?"
"Diciamo che ho avuto qualche storiella estiva , ma niente di che" rispondo.
"Posso chiederti con chi?"
"Jace Evans" rispondo facendo spallucce.
"Evans? Quello stronzo che gioca football??" dice con gli occhi sgranati.
"In realtà ho sentito che adesso è il capitano della squadra e comunque siamo usciti solo qualche volta, sai che non mi va di impegnarmi..e poi è stato carino con me, senza negare che è un figo da paura"
"Mmh... Hai fatto la brava?" mi chiede assottigliando gli occhi.
"Si, signor capitano" rispondo alzando le mani in segno di arresa.
"Sei pronta a tornare domani?"
"Uuh, non vedo l'ora" rispondo sarcastica.
"Bene ragazzi, è arrivato il momento di mangiare questo pollo" dice entrando mi madre con la teglia in mano.
"Ha l'aria di essere appetitoso" dice Isabelle sedendosi al lato di mio fratello.
"Aspetta di assaggiarlo" dico ridendo.
"Ehi, non dire queste cose che poi la gente pensa che sono una pessima cuoca" dice mia madre.
Mio fratello fa finta di tossire e tutti ridiamo.
Iniziamo a mangiare e il pollo è delizioso.
"Mi rimangio tutto quello che ho detto prima" le dico sorridendole.
"Sono d'accordo, è squisito" dice mio Isabelle e mio fratello annuisce.
"Sono contenta che vi piaccia. Allora, a quando le nozze?" chiede mia madre ai due quasi sposini.
"Beh, ad Isabelle piace molto l'inverno e pensavamo di sposarci durante le vacanze di Natale per addobbare il tutto con un tema invernale" dice fiero mio fratello.
"Wow, fantastico" dice mia madre.
"L'abito l'hai già comprato?" chiedo ad Isabelle.
"Veramente no... Andrew mi ha detto che hai sempre amato gli abiti da sposa e che hai de gusti impeccabili, così pensavo di andarci con te. Ovviamente se la cosa ti da fastidio posso andare da sola, non preoccuparti" mi dice dolcemente.
Ha pure una voce così soave. Non mi sembra una cattiva ragazza, non vedo perché dovrei dirle di no e poi così posso conoscerla meglio.
"Certo, nessun problema" le rispondo dolcemente.
Andrew mi sorride e io ricambio il suo sorriso.
"Andrew caro, hai già deciso i testimoni?" chiede mia madre.
"Mamma credo che sia un po' troppo presto per.."
"Si, credo di avere una mezza idea" risponde mio fratello interrompendomi.
Bene, allora mancano solo gli anelli!
***********************
Ciaoo.
Spero che questo capitolo vi piaccia come è piaciuto a me.
Ho adorato la storia di Andrew e Vivian e spero che l'abbiate adorata anche voi.
Fatemi sapere.
Bacii. :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Dopo aver pranzato mia madre e Isabelle vanno a fare un giro per la città e io ed Andrew rimaniamo soli in casa.
"Ti va una partita alla play?" gli chiedo sorridendo divertita.
"Hai ancora il coraggio di volermi sfidare.. Mi sembra di averti sempre stracciata" dice con un ghigno.
"Mi sono allenata. Adesso so giocare meglio di chiunque altro a Fifa" dico fiera.
"Bene, lo vedremo" dice accendendo la tv e la playstation.
"Allora, raccontami come vi siete conosciuti tu ed Isabelle" gli chiedo sistemandomi sul divano.
"Beh,è una storia lunga" dice sorridendomi.
"Bene" dico posando il joystick per terra "Ti ascolto".
Mi sorride e inizia:"Poche settimane dopo che arrivai a New York, con i miei colleghi, decidemmo di andare alla festa di Mark, un altro mio collega, che compiva 25 anni.
Entrammo nel locale affollatissimo e cominciammo a farci spazio tra la folla di invitati. Dopo qualche ora iniziai a sentire caldo e non riuscivo a respirare bene con tutta quella gente attorno.
Uscii fuori dal locale e mi scontrai con una persona, la quale mi cadde di sopra.
Stavo per urlare tutti gli insulti possibili,poiché mi ero fatto un male enorme cadendo, ma quando aprii i miei occhi pieni di rabbia rimasi stupito dalla profondità di due occhioni verdi.
-Ma non stai attento a dove metti i piedi? Idiota- mi disse.
Si alzò e aveva un tailleur nero, probabilmente tornava da lavoro perché aveva una valigetta in mano"
"Lavora? Ma quanti anni ha?"
"24, fa l'avvocato. Sembra piccina, ma è fantastica in quello che fa, le piace. Comunque, ritornando alla storia..
-Veramente è stata lei che mi è saltata addosso- le risposi ridendo.
Mi uccise con lo sguardo e continuò a camminare.
La seguii stando a pochi passi dietro di lei, fino a quando non si girò e mi disse che avrebbe chiamato la polizia se non avessi smesso di seguirla, ma io non potevo farne a meno... Ero attratto, dovevo conoscerla.
-Sta andando a casa?- le chiesi.
-No, sto andando ad un ballo in maschera-disse sarcastica- Senta, se non la smette di seguirmi chiamo davvero la polizia e la faccio arrestare. So essere molto persuasiva- mi disse assottigliando gli occhi.
Era molto stanca, si capiva. Non volevo darle fastidio, così me ne andai con la delusione che non l'avrei mai più rivista.
I giorni passavano e io non facevo che pensare a quella dolce fanciulla con quegli occhi che mi avevano incantato.
Dopo un mese non ricordavo più il suo viso, se non i suoi occhi, e decisi di scordarmela..Non potevo andare avanti così, io non sono il tipo che soffre per amore anche perchè quella ragazza non la conoscevo nemmeno.
Ma poi accadde qualcosa che non mi sarei mai immaginato. Un mio amico, Nick, una sera decise di uscire con una ragazza e mi chiese di andare con lui perché la ragazza con cui sarebbe uscito avrebbe portato un'amica che non usciva con qualcuno da molto.
Decisi di andare solo per fare un favore a Nick, ma quando arrivammo al locale rimasi sorpreso di scoprire che la famosa amica fosse proprio la meravigliosa ragazza dagli occhi verdi. Inizialmente pensai fosse un'allucinazione, ma poi realizzai che lei era proprio davanti i miei occhi.
Lei non mi riconobbe subito ,ma quando mi osservò bene strabuzzò gli occhi preoccupata.
-Selene, credo di non sentirmi tanto bene. Vado un attimo in bagno, arrivo subito- disse prima di sparire dietro la porta del bagno delle donne.
Ci sedemmo al tavolo e l'aspettai pensando a ciò che avrei potuto dirle.
Appena tornò al tavolo mi accorsi che indossava  un tubino rosso molto aderente che le valorizzava tutto il corpo.. Mi accorsi pure che gli occhi erano più grandi visti alla luce, che era alta, che aveva una piccola cicatrice sotto il labbro inferiore e che aveva delle labbra stupende.
Era bellissima.
Passammo la cena in silenzio, ascoltando le risate e i discorsi di Nick e Selene.  Finita la cena decidemmo di fare una passeggiata.
Nick e Selene camminavano pochi passi più avanti ed io e la meravigliosa ragazza dagli occhi verdi eravamo dietro.
Sbuffava in continuazione e al terzo sbuffo decisi di parlare.
-Ti stai annoiando?-
-Non è una delle serate più belle della mia vita. Avrei preferito restarmene a casa- mi disse seccata.
-Wow, tu si che sei una ragazza attiva-
-Adesso mi dai del tu?- dice guardandomi seria.
-Non mi sembri tanto grande da darti del lei, e poi perché sei venuta se non ti andava?- le chiesi.
-Dovevo un favore a Selene-
-Capisco, io sono Andrew- dissi porgendole la mano.
Mi guardò in cagnesco e per un attimo pensai di aver detto qualcosa di sbagliato.
-Non mi interessa- disse.
Cominciai ad infastidirmi davvero, era presuntuosa e si comportava come una bambina.
-Adesso capisco perché non ti piglia nessuno, sei tanto bella quanto stronza-le dissi con un tono infastidito.
Lei abbassò lo sguardo e non disse nulla. Mi pentii di quello che dissi, io non la conoscevo nemmeno quella ragazza... Magari aveva i suoi motivi per essere così.  Dopo un tempo che mi sembrò un'eternità, Nick ruppe il silenzio dicendo che stava andando ad accompagnare Selene e che ci saremmo visti a lavoro.
Rimasi solo con lei e decisi di rompere il silenzio.
-Senti, mi dispiace. Non ti conosco nemmeno, non ho il diritto di giudicarti-
-No, hai ragione- disse con un tono triste-Sono un disastro con le persone, sono brava solo ad attaccarle. Forse è per questo che Mike mi ha tradita..Forse è per questo che sono tanto brava nel mio lavoro- rispose tristemente.
Mi fece tenerezza, avrei voluto abbracciarla e stringerla forte, ma non la conoscevo.
-Non sei così male forse dovresti ascoltare e attaccare meno- dissi sorridendole dolcemente.
Lei mi guardò e fece un leggero sorriso.
-Non ti conosco nemmeno e ti ho raccontato una parte di me, non so che mi prende stasera- disse
-Che lavoro fai?- le chiesi.
-L'avvocato-
-Ah adesso capisco- dissi con un tono sarcastico.
-Ehi, non siamo così tanto male- disse ridendo
-Ok, forse un pochetto- continuò
Continuammo a camminare in silenzio fino alla fine della strada.
-Forse questo Mike non ti ha apprezzata per come avrebbe dovuto fare- le dissi
-Forse o forse io lo stressavo troppo. A volte arrivo a pensare che me lo sono meritata-
rispose tristemente.
-No, non pensarlo. Non darti la colpa di tutto. Non so come sia andata la storia, ma il tradimento in sé non è una cosa bella, quindi non fartene una colpa- le dissi serio.
Mi guardò negli occhi e fece un mezzo sorriso.
-Non trovi strano che ci siamo ritrovati qui stasera?- le chiesi.
-Forse, sono una che crede nel destino- disse piano.
-Davvero? Non si direbbe- dissi sarcastico.
Lei rise ancora contagiando anche me.
Arrivammo davanti una porta, che pensai fosse casa sua, e capii che la serata era finita.
-Tutto sommato non è andata così male questa serata- le dissi sorridendo.
Mi sorrise anche lei e si diresse verso la porta di casa.
Dovevo fare qualcosa, non l'avrei lasciata andare stavolta.
-Anche io credo nel destino- le dissi serio.
Si fermò di colpo e si girò guardandomi.
-Isabelle, mi chiamo Isabelle. E adesso Andrew, caro sconosciuto, sai pure dove abito- disse sorridendo divertita.
Non fu facile conquistarla, è una ragazza molto testarda, ma poi riuscii a sciogliere il suo cuore e fare in modo che mi amasse.
Una sera uscimmo per la quinta volta ed ero deciso a baciarla, non ce la facevo più. La portai a ballare e ci divertimmo molto.
Appena arrivammo davanti la porta di casa, al ritorno, un ragazzo ubriaco si diresse verso di noi.  La sentii irrigidirsi e si aggrappò al mio braccio.
disse avvicinandosi a lei.
Mi piazzai fra loro due pronto a difenderla.
disse ancora lui.
disse lei mettendosi accanto a me.
dissi prima di sferrargli un pugno dritto alla mascella.
disse lei con un tono fra il preoccupato e l'infuriato.
Mentre lei mi parlava non mi accorsi che l'idiota si stava rialzando e pochi secondi dopo mi ritrovai con il suo pugno sullo zigomo. Lui scappò e Isabelle mi portò a casa sua per mettere una benda sulla mano e cercare di disinfettare la mia guancia.
Entrammo e mi sedetti sul divano seccato. Aveva rovinato tutto quello stronzo, la vita di Isabelle e la mia serata con Isabelle...
Si mise in ginocchio davanti a me e iniziò a fasciarmi la mano.  La guardai attentamente e lei arrossì.
-Sei un idiota- mi disse finendo di fasciare la mano e passando alla guancia.
I nostri visi erano talmente vicini che riuscivo a vedere le piccole lentiggini che aveva sul naso.
-Ha iniziato lui, che stronzo.. Se non mi fossi distratto l'avrei..-
-Cosa, l'avresti colpito ancora? Andrew non è necessario che ti impicci nei fatti miei- mi disse seria continuando a tamponare il mio zigomo ormai gonfio.
-Impicciare?? Io volevo soltanto dare una lezione a quel deficiente- dissi serio.
-Non era necessario, me la cavo benissimo senza di te- disse.
Mi alzai bruscamente facendole quasi perdere l'equilibrio.
Presi la mia giacca e mi avviai verso la porta.
-Dove vai?- mi chiese con un tono preoccupato.
-Me ne vado, te la cavi benissimo senza di me- dico aprendo la porta.
-Aspetta!- mi urlò arrabbiata.
-Aspetta- sussurrò guardandomi negli occhi. 
Ci guardammo intensamente per alcuni secondi. Poi mi precipitai verso di lei e la baciai. A mia sorpresa ricambiò il bacio e quello fu l'inizio della nostra storia.
Fu quella sera che mi innamorai di lei. Mi innamorai della sua risata, dei suoi occhi, delle sue labbra, della sua piccola cicatrice,della sua voce, del suo caratteraccio, della sua dolcezza... Tutto, mi innamorai come mai mi era successo prima.
 E adesso...Adesso non posso credere che lei abbia scelto me, non posso credere che sposerò la donna più bella che abbia mai visto in vita mia"dice  guardandomi con gli occhi che gli brillano.
Mi viene quasi da piangere. Lui la ama follemente,parla di lei come se fosse la cosa più preziosa al mondo e anche lei ama lui, ne sono certa!
Lo abbraccio forte e lui ricambia il mio abbraccio.
"Ti meriti tutta la felicità del mondo, sono davvero contenta che tu abbia trovato l'amore della tua vita" e sono sincera.
"Viv, per ognuno di noi esiste un'anima gemella, anche tu avrai la tua favola e sarà bella tanto quanto la mia" dice passandomi il pollice sotto gli occhi e asciugandomi una lacrima.
"Sei una ragazza speciale, troverai qualcuno che capirà davvero quanto vali" dice infine baciandomi il naso.
Lo abbraccio e decido di non staccarmi mai più.
*********
Ciao a tutti!
Spero vi sia piaciuto questo capitolo, si è scritto da solo. Amo Andrew ed Isabelle e spero che anche voi abbiate amato loro e la loro storia.
Nel prossimo capitolo si entrerà nel vivo della storia. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Bacii. :)

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Capitolo 4
*** Problema ***


Ragazzi ho avuto dei problemi con la pubblicazione dell'ultimo capitolo perché non si riuscivano a vedere i dialoghi. 
Sto risolvendo il problema e pubblicherò il capitolo questo pomeriggio. Mi scuso per l'inconveniente e vi ringrazio per la vostra pazienza.
Baci.
Less220
Ps. Fatemi sapere cosa ne pensate della storia e scrivetemi per eventuali problemi.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


La sera ceniamo in tranquillità e con Isabelle decidiamo di andare domani a comprare l'abito.
"Non ho più visto il cartellino  affittasi  nella casa qui accanto"dice mia madre.
Lascio cadere la forchetta nel piatto e Andrew mi guarda preoccupato.
"Magari sarà caduto. Quella casa non ha più un proprietario fisso da due anni ormai" dico cercando di spostare da me gli sguardi confusi di mia madre e di Isabelle.
"Io ho saputo che è stata affittata ad una famiglia qualche giorno fa"dice mia madre continuando a mangiare.
Tiro un sospiro di sollievo.
Devo smetterla di farmi prendere da attacchi di panico improvvisi...Prima con Andrew e ora per quella stupida casa! Sono passati due anni, sono cresciuta e sono andata avanti.
Continuiamo la cena parlando della giornata di mamma ed Isabelle e verso le 22:00 mi dirigo nella mia stanza considerando che domani dovrò alzarmi presto.
Arrivata in camera mi suona il cellulare.
"Alex, dimmi tutto" dico.
"Viv, non voglio andare domani" dice piagnucolando dall'altra parte del telefono"Non ci credo che l'estate sia finita, non mi sento pronta"
"Tutto questo non sarebbe successo se tu non ti fossi fatta bocciare solo perchè dobbiamo diplomarci insieme" dico divertita.
"Lo so, ma l'unico mio lato positivo sei tu..L'anno scorso è stato bruttissimo e io il mio ultimo anno lo voglio ricordare come il più bello della mia vita e voglio che tu sia con me" dice continuando a far finta di piagnucolare.
"Oh, Alex..Vedrai che sarà un bell'anno per tutti noi. Sai che oggi è arrivato Andrew?" le dico.
"Cosa?? Davvero? Ma è fantastico" dice sorpresa.
"Lo è. Ha fatto una sorpresa.. Ha portato con se una ragazza e indovina un po' "  le dico contenta
"Cosa? Incinta??" dice preoccupata.
"Mah no, idiota. Si sposano" dico alzando gli occhi al cielo.
Avevo perso questa abitudine di alzare gli occhi, che strano.
"Ma è meraviglioso! Lei com'è" chiede curiosa.
"Bellissima è riduttivo" le dico.
Sento bussare alla porta e fa capolino la testa capelluta di Andrew.
"Devo lasciarti Alex, ci vediamo domani davanti il cancello"dico prima di attaccare.
"Alex... Come sta quella ragazza fuori di testa?" dice sorridendo divertito.
"Se la cava, è un po' triste per la fine dell'estate..Sai com'è, fa un dramma per qualsiasi cosa" dico sorridendo divertita.
Sorride anche lui e poi mi guarda negli occhi serio.
"Andrew..Non è il caso di parlarne, non c'è niente da dire" dico abbassando lo sguardo.
"Sono solo preoccupato per te, siamo gli unici a conoscenza di quella storia in questa casa. Ho visto la tua reazione poco fa" mi dice.
"Sono passati due anni Andrew, sono cresciuta molto.. Ormai l'ho superata alla grande, non preoccuparti. Non ci rivedremo mai più, non vedo perché stiamo parlando di questa cosa dopo tutto questo tempo. Non ricordo più nemmeno il suo viso"gli dico sincera.
Mi accarezza una guancia e mi abbraccia.
Mi accoccolo su di lui e chiudo gli occhi. Improvvisamente due occhi verdi occupano la mia visuale e li apro di scatto.
Andrew non se ne accorge fortunatamente e mi da un bacio sulla fronte.
"Sono contenta che tu sia qui" gli dico sinceramente.
"Anche io"
 
Sento la sveglia del telefono e apro un occhio per cercare di vedere che ore sono.
Le 7:45. Devo essermi addormentata tra le braccia di Andrew e poi mi avrà messa a letto lui.
Mi alzo di controvoglia e mi fiondo in bagno.
Mi faccio una doccia veloce e inizio a truccarmi con del mascara, fondotinta chiaro e una cipria leggera.
Torno in camera a vestirmi e mi accorgo che sono già le 8:10,fra 5 minuti arriva l'autobus alla fermata! Non ce la farò mai.. Non posso essere in ritardo il primo giorno di scuola.
Una volta vestita, scendo in cucina e trovo Andrew intento a preparare il caffè, già vestito e sistemato.
"Ehi, che ci fai già in piedi?" gli chiedo mettendomi le scarpe di corsa.
"Non mangi?" mi chiede a sua volta.
"Non ho tempo, l'autobus dovrebbe essere già alla fermata e io sono ancora qui"
"Ti accompagno io, non preoccuparti. Mi sono alzato apposta" dice sorridendomi.
Mi alzo e gli sorrido a mia volta.
"Mi hai salvata" dico prendendo i pancake dal bancone.
"Allora, pronta per questa magnifica giornata" mi dice entusiasta.
Lo guardo male e non rispondo.
"Andrew, sono le 8:20.. Se non partiamo adesso farò tardi" dico in ansia. Odio essere in ritardo, ma chissà perché lo sono sempre.
Prende le chiavi della macchina e usciamo di casa.
Una volta davanti il cancello vedo Alex con il cellulare in mano intenta a chiamarmi.
Saluto Andrew e scendo dalla macchina.
Appena Alex mi vede, fa un sospiro di sollievo.
"Passo a prendervi io più tardi. Buona giornata, ciao Alex" dice sorridendo.
Lo saluta con la mano e poi posa il suo sguardo su di me.
"La campana è suonata da 5 minuti. Muoviamoci, abbiamo letteratura a prima ora" dice iniziando a correre.
Ho i brividi. Mrs.Smith odia le persone ritardatarie.. Due anni fa ad un mio compagno l'ha portato dalla preside solo perché aveva fatto tardi.
Spero che a noi non tocchi la stessa fine.
Arriviamo davanti la nostra classe ed entriamo spalancando la porta.
"Mrs. Smith, ci scusi per il ritardo, è stata colpa mia, Alex non.." mi interrompo perché quando alzo gli occhi, non vedo Mrs. Smith, bensì le spalle larghe e muscolose di un uomo alto.
Chissà che fine ha fatto Mrs. Smith. 
Alex lo guarda a bocca aperta, come il resto delle ragazze della classe, mentre scrive qualcosa alla lavagna.
Mr...
"Non si preoccupi signorina, si vada a sedere"dice piano continuando a scrivere senza degnarci di uno sguardo.
Quella voce... Mi fa vibrare l'anima, sento i brividi lungo la schiena.
Ha scritto Mr. Cooper.
Non è possibile... 
Improvvisamente si gira con un sorriso a trentadue denti, che scompare appena il suo sguardo si posa sul mio.
Deglutisce e mi guarda negli occhi.
Quante probabilità c'erano che ci saremmo rivisti? Che l'avrei trovato nella mia scuola? Che sarebbe stato il mio professore di letteratura inglese?
Flashback 
Io e Adam non siamo mai andati d'accordo.
Quando veniva a casa mia, prendeva le mie bambole e colorava loro la faccia. Lo odiai talmente tanto in quel periodo che al dodicesimo compleanno di mio fratello gli tirai una pallonata nei gioiellini di famiglia. 
La pace arrivò al mio ottavo compleanno quando Adam mi regalò un magnifico vestitino rosa. Non si stabilizzò del tutto perché continuammo a litigare nel resto degli anni, anche per cose inutili, ma tutto sommato ci volevamo bene.
 
"Andrew, passami il libro di fisica" dice Adam mettendosi le mani in testa e riportandomi alla realtà.
"Adam, sta tranquillo. Andrà bene, è solo una piccola interrogazione" dice mio fratello rassicurandolo.
"Già, mancano solo 5 mesi ed esco da quell'inferno" dice posando la matita e poggiandosi con la schiena sulla sedia.
È il mio primo anno al liceo e già desidererei essere al posto suo e diplomarmi in fretta. 
Mio fratello si è diplomato l'anno scorso e si è preso un anno di pausa per pensare a cosa farà della sua vita. Contento lui.
Adam è il migliore amico di mio fratello, nonché nostro vicino di casa. 
È quattro anni più grande di me ed è molto carino. Alto, abbastanza muscoloso, capelli castani, che tiene sempre scombinati, e due occhi verdi meravigliosi. Inoltre è anche ricco.
Da piccola avevo una cotta per lui, come tutte le bambine della mia età, ma poi siamo diventati come fratelli e mi è passata.
Mi conosce da quando sono nata.
Al mio dodicesimo compleanno lui e mio fratello mi costruirono una casa sull'albero e Adam mi fece prendere uno spavento enorme.
Cadde dalla casetta e ricordo di aver pianto molto quel giorno. Fortunatamente non si fece nulla, a parte una gamba rotta.
"Vivian, non guardarmi così che arrossisco"dice malizioso.
"Idiota" dico ridendo.
"Vado a prendere le patatine, muoio di fame" dice mio fratello andando in cucina.
"A cosa pensavi" dice guardandomi interessato.
"Pensavo che da piccola ti odiavo e contemporaneamente, non so come, avevo una cotta per te" dico sorridendo divertita.
"Ah davvero?" dice sorridendo malizioso.
"Ma poi mi è passata, tranquillo" dico sviando il discorso con la mano.
Si alza e si dirige verso di me, verso il divano.
"Sai a cosa pensavo pure?" dico ridendo sotto i baffi.
"A quando sei caduto dalla casetta sull'albero" dico scoppiando a ridere.
Mi guarda divertito anche lui e dal suo sguardo capisco le sue intenzioni.
"Non farlo" dico cercando di tornare seria.
Non mi ascolta e si butta sopra di me iniziando a farmi il solletico.
"Ti prego smettila" urlo tra una risata e l'altra.
Si ferma dopo qualche minuto e mi guarda soddisfatto.
"Hai avuto quello che meritavi"dice.
"Idiota! Tutto sommato mi sono presa uno bello spavento quel giorno" dico sincera, asciugandomi le lacrime.
Si gira e mi guarda serio.
"Davvero avevi una cotta per me?" dice avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Il mio cuore perde un colpo... Questa piccola distanza mi innervosisce parecchio.
Non dovrebbe.
"Avevo, si" sussurro.
Mi sorride leggermente e torna al suo posto.
Andrew torna con un pacco di patatine in mano e decidiamo di guardare un film horror.
"Prima che inizi...Andrew, la mamma ha chiamato?" chiedo a mio fratello
"Si, ha detto che sono andati a vedere la statua della libertà e che stasera ti chiamerà" dice sorridendomi dolcemente.
Mia madre è a New York per lavoro e tornerà domani sera. Sono un po' preoccupata perchè non è mai uscita da Londra da sola.
"Va bene, vado a chiamarla adesso. Non vorrei che si dimentichi"dico.
"Macchè, tua madre è un tipo apprensivo..Ti pare che si dimentica a telefonarti?" dice Adam rassicurandomi.
"Dai sta tranquilla, vieni e godiamoci il film" continua battendo la mano sinistra sul divano.
Mi lascio convincere e mi siedo accanto a lui. Sento il suo profumo, menta!
Mi mette un braccio attorno le spalle e mi sorride.
"Ehi, giù la mani bello" dice Andrew schiaffeggiando la mano di Adam.
"Voglio soltanto farla sentire al sicuro..Sai come sono le ragazze" dice atteggiandosi.
"Chee??" dico guardandolo male.
Ride e dopo qualche minuto inizia il film.
Andrew è seduto alla mia sinistra e Adam alla mia destra.
Quello che si sta cagando sotto è decisamente Andrew.
"Ragazzi, credo che andrò a fare un giro" dice a metà film.
"Cosa?No dai, resta" dico ridendo sotto i baffi.
"Anche perchè dovrei andare in palestra fra qualche ora, credo che anticiperò oggi" dice pallido.
Prende il borsone ed esce di casa.
"E tu che credevi che ero io quella fifona" dico scoppiando a ridere.
Ride anche lui e continuiamo a vedere il film.
Dopo dieci minuti mi mette il braccio attorno alle spalle e avvicina la bocca al mio orecchio.
"Non mi va più di guardare il film" sussurra.
Deglutisco.
Ma che mi prende? Fa sempre così lui...
"Adam, smettila..Voglio guardare il film" dico cercando di mantenere la concentrazione.
"Non ti credo" dice baciandomi la guancia.
"Dovresti" dico spingendolo via.
Mi alzo e vado in cucina a prendere un po' d'acqua.
Perchè mi sento così? Lui si è sempre comportato così con me.
"Ehi, stai bene?" chiede entrando in cucina preoccupato.
Mi giro di scatto spaventata.
"Scusa, gli effetti del film" dico sospirando.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" dice avvicinandosi.
"No, è solo che...Niente, sono solo molto stanca"
Sorride e mi stringe a se.
"Scusami...Non volevo confonderti le idee, devo smetterla di fare il cretino con te" dice dandomi un bacio sulla fronte.
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Lo guardo e tutti intorno a noi sembrano sparire. Siamo solo io e lui, i nostri occhi a contatto fra di loro. Stiamo comunicando come abbiamo sempre fatto.. Gli sto "urlando" tutto il dolore di due anni passati ad aspettare, a soffrire.. Lui capisce, lo so che sta capendo,conosce i miei occhi tanto quanto io conosco i suoi.
Ad un certo punto sento salire il dolore di due anni in un secondo. Sento gli occhi appannarsi e le mani tremare.
"Non mi sento bene" dico ad Alex uscendo dalla classe.
Non è possibile, che ci fa lui qui? Perché è tornato?
Arrivo in bagno e mi chiudo dentro. Credo che vomiterò da un momento all'altro,sento un nodo in gola.
Mi siedo a terra e mi prendo la testa fra le mani scoppiando in un pianto liberatorio. Mi sento una stupida, una bambina, non posso e non devo piangere.
 Sono passati due anni, l'ho superata, non mi importa più ormai.
O no?
 Magari si è sposato o ha avuto dei figli.
 Mi asciugo le lacrime e mi alzo.. Ho ancora la nausea, ma dovrò affrontare la giornata, dovrò affrontarlo prima o poi. Mi guardo allo specchio e ho un aspetto orribile,vorrei rimanere qui per sempre.
No, non fare la codarda!
Sento aprire la porta e vedo sbucare una testolina rossa.
Mi guarda con tenerezza e mi accarezza la guancia.
"Ci penso io ok?"dice prendendo la borsetta.
Annuisco e la vedo prendere dallo zaino una borsetta piena di trucchi e di salviette struccanti.
"Per ogni emergenza" dice facendo spallucce rispondendo al mio sguardo interrogativo.
Sorrido e Alex comincia a pulire il nero sotto gli occhi.
"Grazie" le sussurro.
"Ne vuoi parlare?" chiede guardandomi una volta sistemato il trucco.
"No,sto bene. Torniamo in classe" le dico uscendo dalla porta.
Arriviamo davanti la porta della classe e mi blocco.
Non essere codarda, ce la puoi fare, ce la devi fare.
Non ho nemmeno il tempo di pensare che la porta si apre e arriva a pochi centimetri dal mio naso.
"Signorina, tutto bene?" mi chiede il mio nuovo "professore"  di letteratura.
"Tutto bene professore" rispondo cercando di essere convincente, ma invano.
Ci lascia lo spazio per entrare e quando gli passo accanto sento quel profumo,il suo profumo.. Un profumo che ha solo lui, un profumo che mi è mancato più di quanto potessi immaginare.
Mi siedo al secondo banco della fila di destra insieme ad Alex e lui si posiziona davanti la cattedra.
"Allora, come dicevo prima, io sono Mr. Cooper, Adam Cooper. Mrs. Smith non ci sarà più perchè ha deciso di andare in pensione e per quest'anno ci sarò io" dice sorridendo.
Non so se riuscirò a farcela. Un anno intero con lui, dopo tutto questo tempo... Abbiamo delle questioni irrisolte, dovremmo parlare prima o poi, ma non so se ce la farò. Dentro di me c'è tanto odio, tantissimo odio che se venisse da me in questo momento lo prenderei a sberle.
"Questo è il mio primo anno di insegnamento e sono contento di essere tornato nella mia città. Affronteremo un programma molto vasto quest'anno e sono sicuro che andremo d'accordo. Iniziamo a conoscerci, vi va? Mi piacerebbe sapere un po' più di voi,andando oltre il vostro nome" chiede sorridendo.
Mi lascia un'occhiata furtiva, ma poi abbassa lo sguardo sul registro.
"Bene iniziamo.. Alana Barrey" dice alzando lo sguardo curioso.
Alana alza la mano e sfoggia il suo sorriso seducente.
"Piacere di conoscerla Miss. Barrey. Ha degli hobby, passioni, sogni nel cassetto?" le chiede.
"Beh"dice lei portandosi i capelli dietro"Sono una ballerina professionista"
"Bene, è importante avere le idee così chiare al giorno d'oggi" risponde Adam..Mr.Cooper.
Che gatta morta.
Continua e arriva ad Alex.
"Alexandra Leona Harrison" dice lui alzando lo sguardo verso Alex.
Lei non alza la mano perchè sa benissimo che lui sa chi sia, non ce n'è bisogno.
"Hobby?" le chiede cercando di sorriderle.
"Sa, Mr.Cooper, adoro perseguitare la gente, sopratutto i traditori. Si può considerare un hobby?" dice lei socchiudendo gli occhi.
Le tiro un calcio da sotto il banco e lei mi guarda incredula mimando un "Ahi".
Mr. Cooper ride e la guarda.
"Beh, Miss. Harrison, se la diverte penso sia la cosa giusta per lei" risponde puntando gli occhi sul registro.
Mi iniziano a sudare le mani, il mio nome è il prossimo.. Sento i battiti del cuore aumentare sempre di più quando vedo la sua espressione passare dal divertito al serio.
"Vivian Lewis" dice cercando di essere convincente, ma sento del tremolio nella sua voce.
Non alza lo sguardo dal registro e sono costretta ad alzare la mano per cercare di spostare via da me quegli sguardi interrogativi che mi pongono i miei compagni dall'inizio della giornata...Guardano me e poi lui, poi di nuovo me e poi di nuovo lui.
"Sono io" dico schiarendomi la voce.
Alza di scatto la testa e cerca di sorridermi, sorriso che io non ricambio.
"Passioni? Sogni nel cassetto?" dice piano guardandomi negli occhi.
"La musica. La mia unica passione è la musica" rispondo seria.
"Suona qualche strumento?" mi chiede uscendo dal suo stato di trance. Adesso mi sorride come se fossi una persona qualunque.
"Il pianoforte"
"Magnifico. Il pianoforte è uno strumento splendido, non perda questa sua passione" mi dice.
"Non lo farò" rispondo.
Mi sorride tristemente e continua a leggere i nomi.
Dopo aver letto tutti i nomi suona la campana.
"Bene ragazzi, domani inizieremo con il programma. Buona giornata" dice chiudendo la sua valigetta.
Mi guarda prima di uscire dalla porta, ma poi esce abbassando lo sguardo.
Tiro un sospiro e ho la sensazione di respirare..Come se iniziassi a respirare adesso.
La mattinata passa in fretta e con Alex ci avviamo verso il parcheggio.
Troviamo Andrew appoggiato alla macchina con gli occhiali da sole.
Sorride e ci fa salire in macchina.
"Allora ragazze, come è andata la giornata?" chiede.
Nessuno delle due risponde e Andrew corruga la fronte.
"Tutto bene?" dice guardandomi preoccupato.
"Siamo solo molto stanche" risponde Alex al posto mio.
La ringrazio mentalmente perchè sono ancora sconvolta.. Vederlo parlare tranquillamente con gli altri insegnanti, vederlo bere il caffè, semplicemente vederlo mi ha sconvolta. Io lo credevo morto addirittura.
L'ultima volta che l'ho visto era un ragazzino pieno di sogni, di speranze.. Adesso sembra cresciuto, è molto più alto e la barbetta gli da un'aria da uomo.
"Capisco" dice Andrew non molto convinto.
Arriviamo davanti casa di Alex e dopo averci salutati scende dalla macchina.
"Vivian..Sai che non puoi mentirmi" dice Andrew ripartendo.
"No, hai ragione" dico con voce roca.
"Che succede? Mi stai facendo preoccupare"
"Lui, è tornato" dico asciugandomi gli occhi.
Frena di colpo e mi guarda incredulo.
"Non ci posso credere" dice guardandomi.
Flashback
"Dobbiamo festeggiare" dice Andrew mettendo un braccio attorno al collo di Adam.
"Sono d'accordo..Stasera c'è una festa in spiaggia e noi tre ci andremo" dico bevendo un sorso dalla birra di Adam.
Siamo sul bordo della piscina di casa sua a prenderci il sole, oggi è il primo giorno di estate.
"Beh, è solo un diploma ragazzi, ma come faccio a dire di no ad una festa in spiaggia" dice Adam guardando Andrew malizioso.
Ridono e mio fratello gli da una pacca sulla spalla.
"Così mi piaci amico!" dice Andrew.
"Bene, prima che ci ubriachiamo meglio posare le birre e andare a prepararci, che dite?" dico prendendo le cinque bottiglie di birra.
Mentre mi dirigo in cucina sento alcune parole di mio fratello.
"Smettila di guardare mia sorella" dice Andrew in tono divertito. Credo che sia un po' brillo.
"Ehi, è pur sempre una bella ragazza.. Vedrai che tra qualche anno sarà ancora più bella e lì si che dovremmo preoccuparci" dice divertito.
Andrew ride prima di scivolare e cadere in piscina.
Torno da loro e aiuto Adam a portarlo fuori.
Alle 22:00 arriviamo in spiaggia e ci dirigiamo al bar per prendere da bere.
"Non esagerare con l'alcool..Non voglio portarti a casa di peso" mi dice Adam all'orecchio.
"Non succederà.. Sei peggio di Andrew"dico sbuffando.
"Dai Viv, lo dico per il tuo bene..Sta attenta" dice dandomi un bacio sulla fronte e sparendo nella folla con Andrew.
Prendo la mia bibita e mi siedo. Avrei potuto chiamare Alex, mi sento a disagio.
Bevo la mia bibita in un sorso e sento la gola bruciarmi. Mi sento già meglio e decido di prendermene un'altra.
Mentre bevo vedo Adam guardarmi da lontano. Sta ballando con una ragazza molto carina, credo che abbia la sua età.
Gli mando un bacio volante e lui scuote la testa divertito.
"Che fai qui tutta sola?" mi chiede un ragazzo.
"Mi annoio" dico facendo il finto broncio.
"Dai, vieni a divertiti con noi" dice prendendomi per mano.
Arriviamo in una parte della spiaggia dove ci sono 5 o 6 ragazzi intenti a preparare degli spinelli.
"Ragazzi, ho trovato una bella fanciulla tutta sola..Ha voglia di divertirsi un po'" dice cingendomi la vita.
"Credo che tu abbia capito male, è meglio che vada" dico preoccupata.
Mi afferra per il braccio e mi "offre" una pillola.
"Vedrai che con questa ti divertirai" dice porgendomela.
Mi tiene stretto il braccio e sento un dolore atroce.
"Scusa amico, lei è con me" dice Adam guardandolo con aria di sfida.
Adam per quanto può essere giovane ha un'aria intimidatoria.
Il ragazzo alza le mani in segno di arresa e se ne va.
"Grazie, ma non era il caso" dico seccata tornando a sedermi.
"Cosa?Ma ti senti quando parli?"dice furioso.
"Me la sarei sbrigata da sola" dico arrabbiata.
"Stava per farti male" dice strabuzzando gli occhi.
"Non sono fatti tuoi..Non sei mio padre, ne mio fratello"
"Ma sono il tuo migliore amico Viv" dice seccato.
Abbasso lo sguardo e sbuffo. Mi alza il mento con due dita e mi guarda.
Il suo sguardo si addolcisce e poggia la sua fronte sulla mia.
"Se ti dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerei mai" sussurra.
"Scusa" dico asciugandomi le lacrime che erano scese senza che me ne accorgessi.
In quel momento parte una canzone di Ed Sheeran, Photograph.
"Dai, balla con me su" mi dice sorridendo.
"Lo sai che non so ballare" dico ridendo.
Mi tira per le mani e mi stringe a se.
"Bisogna sempre imparare" dice sorridendo cingendomi la vita.
Sbuffo mettendo le braccia attorno al suo collo e la testa appoggiata alla sua spalla.
Chiudo gli occhi e assaporo il suo profumo...
Mi fa fare una giravolta e ritorniamo ad ondeggiare.
"Ti sto rovinando la serata, dovresti andare a rimorchiare qualcuno" dico divertita guardandolo.
"Beh, in effetti hai ragione" dice facendo il finto pensieroso.
Gli pesto un piede e lui ride.
"In realtà mi sono accorto che non ho mai ballato con te" dice facendo spallucce.
"In realtà l'hai fatto una volta" dico sorridendo.
Mi fa girare e poi ritorna a guardarmi.
"Davvero?" dice corrugando la fronte.
"Avevo 7 anni..Mia madre mi costrinse a ballare con te perchè la tua fidanzatina ti diede buca alla festa di carnevale" dico sorridendo divertita.
"Ah hai ragione..Ti ho odiata molto sai"dice guardandomi divertito.
"Anche io ti ho odiato.. Avrei dovuto ballare con Alex, non con te" dico facendogli una linguaccia.
La canzone finisce e ci separiamo.
"Ragazzi, finalmente vi ho trovato" dice Andrew con il fiatone.
"Andrew, che succede?" dico preoccupata vedendo un brutto livido sulla sua guancia.
"Che ne dite se ce ne andiamo e ve lo racconto in macchina?"dice sorridendo preoccupato.
Ci dirigiamo in macchina e mi metto dietro con Andrew per pulire il sangue dal labbro inferiore.
"Sei impazzito?? Che hai combinato?" gli dico tamponandogli il labbro con un fazzolettino.
"C'é stata una rissa e mi sono trovato coinvolto, tutto qui" dice seccato.
"Questo perchè devi sempre metterti in mezzo a qualsiasi cosa" gli dico.
"Non sono affari tuoi Viv, non mi fare la predica" mi dice arrabbiato.
"Smettetela tutti e due, non ne uscirete se continuate. Metteteci un piede sopra"dice Adam una volta arrivati davanti la porta di casa.
"Se la mamma ti vede così ti uccide" gli dico.
"Dormirò da Adam"
Lo guardo con uno sguardo fra l'arrabbiato e il preoccupato.
"Sta tranquilla, sto bene" dice rassicurandomi.
"Ti prendo le cose, non muovetevi.. Passo dalla finestra, non voglio che la mamma senta la porta, si sveglierebbe" gli dico.
Entro dalla porta sul retro e mi dirigo nella stanza di mio fratello. Prendo pigiama,spazzolino e vestiti puliti e li metto dentro un borsone.
Adam ha creato una sorta di passaggio che collega la finestra della mia stanza con la finestra della sua.
Sostanzialmente è una specie di ponte fatto con delle corde e tavole di legno.. L'hanno costruito Adam e Andrew insieme a mio padre quando avevo 6 anni.
Non è molto sicuro, ma fino ad adesso non ha mai ceduto.
Trovo Adam affacciato alla finestra preoccupato. Ci dividono soltanto pochi metri, non è poi così distante.
La cosa che mi spaventa è che non l'ho mai utilizzato, è sempre stato Adam a venire da me..
"Viv, lascia che venga io da te" dice lui.
"No, ce la posso fare" gli dico.
Mettiamo che ho anche le vertigini.
Scavalco il davanzale e mi alzo in piedi sul ponte.
Inizio a camminare e più mi avvicino a lui più mi sento meglio.
"Lanciami il borsone, ti verrà più facile arrivare" mi dice appena arrivo a metà del mio percorso.
Mi blocco di scatto e chiudo gli occhi.
"Ho lasciato il borsone in camera" sussurro.
Ma dico, cosa ho al posto della testa?
Adam sorride divertito quando mi vede tornare indietro.
Una volta preso, scavalco di nuovo il davanzale e mi alzo in piedi.
"Piano..Attenta..Non ondeggiare troppo"
"Adam, smettila..Mi fai salire l'ansia" gli dico uccidendolo con lo sguardo.
Gli tiro il borsone e lo afferra poggiandolo per terra.
Dopo, allunga le braccia e mi afferra per la vita aiutandomi ad entrare.
"Ce l'hai fatta" dice sorridendo divertito.
Gli faccio un sorriso falso e noto, con grande tristezza, che Andrew già dorme e tutto questo sforzo è stato inutile.
"Sei un'idiota! Avresti potuto dirmelo che dormiva" sussurro arrabbiata.
Sorride divertito facendo spallucce.
"Puoi restare anche tu" sussurra.
"No, non è il caso" sussurro girandomi verso la finestra.
"Non sarà mica la prima volta che dormiamo insieme" sussurra Adam abbracciandomi da dietro.
"Buonanotte"sussurro girandomi e dandogli un bacio sul naso. Ma prima che me ne possa accorgere mi stampa un leggero bacio sulle labbra.
Mi guarda incredulo, come se non l'avesse programmato.
Mi giro e torno nella mia stanza. Dopo 5 minuti riesco ad arrivare sana e salva, ma prima che chiuda la finestra mi giro a guardarlo.
Sembra un cucciolo abbandonato, ha lo sguardo sorpreso e preoccupato, proprio come il mio.
Istintivamente gli sorrido e lui sembra tranquillizzarsi un po' ricambiando il mio sorriso.
Chiudo la finestra e corro in bagno.
Sto provando mille emozioni diverse, ho i battiti veloci e le mani sudate.
Non può essere successo davvero... Insomma, lui è Adam Cooper, il mio migliore amico.
Eppure è successo e malgrado tutto, vorrei che lo rifacesse ancora.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


 "Mamma siamo a casa" urla Andrew una volta dentro casa.
Gli ho parlato della mia mattinata ed è rimasto alquanto scioccato dalla notizia di Adam.
Già, chi non lo sarebbe?!
"Bentornati ragazzi, il pranzo è pronto" dice mia madre sorridendo.
Ci accomodiamo a tavola e iniziamo a mangiare.
"Come è andata la giornata tesoro?" mi chiede mia madre.
"Tutto bene mamma, voi tre che avete fatto?" chiedo
"Abbiamo visitato qualche location per il matrimonio" risponde Isabelle sorridendo.
"Fantastico! " dico sorridendo.
"Come è andata con Mrs.Smith oggi? Ti ha detto qualcosa per l'anno che hai perso?"chiede mia madre. Non sono mai andate molto d'accordo lei e Mrs. Smith, soprattutto da quando Mrs. Smith si è lamentata del fatto che saltavo scuola troppo frequentemente nonostante le avessi detto che accompagnavo mia madre alle terapie.
"Non c'era, è andata in pensione"
Ti prego non chiedermelo, non chiedermelo...
"Ah davvero? Quindi avete un professore nuovo?" mi chiede mia madre contenta della cosa.
Andrew mi guarda preoccupato e risponde al posto mio:"A quanto pare non è del posto"
"Oh capisco. Tesoro, mangia che si fredda" dice mia madre guardandomi.
"Non ho molta fame" dico abbassando lo sguardo sul mio piatto"Scusate".
Mi alzo dal tavolo e mi dirigo verso la mia stanza.
"Andrew, è successo qualcosa?" sento dire a mia madre dal piano di sotto.
Non faccio in tempo a sentire la risposta perchè ho già chiuso la porta della mia camera.
Mi siedo sulla poltroncina vicino la finestra e guardo la casa di fronte.
Il piccolo ponticello che collegava la mia finestra a quella di Adam  è scomparso.. Abbiamo deciso di levarlo,io e Andrew, dopo la scomparsa improvvisa di Adam.
Guardando quella finestra mi vengono in mente tanti ricordi, ma quello che mi salta prima in mente è il nostro primo bacio. Mi sono resa conto che l'amavo solo quella sera.. I suoi occhi mi facevano stare bene, automaticamente guardandoli mi sentivo desiderata.. Le sue braccia mi facevano sentire protetta. Non mi ero resa conto dei miei sentimenti prima di quella sera. Anche lui mi amava, o almeno diceva di amarmi, non ne sono più tanto convinta. 
Sento bussare alla porta e sono sicura che sia Andrew.
Ma appena la porta si apre vedo spuntare una chioma di capelli castani e due occhi verdi che mi guardano curiosi.
"Scusami, posso entrare?" chiede Isabelle sorridendomi dolcemente.
"Certo" dico asciugandomi la lacrima che mi era scesa qualche secondo prima.
"Tutto bene? Te la senti di venire con me oggi?" mi chiede dolcemente.
"Perchè cosa... Ah giusto, la prova dell'abito, l'avevo completamente dimenticato" le dico sorridendole debolmente.
"Se non te la senti posso andare da sola, non preoccuparti" mi dice.
"No no, tranquila.. Sto bene" le dico.
Mi guarda attentamente e poi mi sorride.
"So riconoscere una bugia.. Sono un avvocato" mi dice divertita.
Le sorrido divertita e poi continua.
"Ascolta, capisco che sono la persona meno indicata perchè non ci conosciamo molto, anzi direi che non ci conosciamo per niente.. Ma più ci pensi, più rimani sola con i tuoi pensieri, peggio sarà. Non voglio farmi i fatti tuoi, ma tu ed Andrew avevate una faccia sconvolta prima e ho intuito che qualcosa non andava. Se ti va usciamo un po'" mi dice.
La guardo seria. Non la conosco nemmeno, non ho idea di chi sia, ma mio fratello la ama e si fida di lei perciò mi fiderò anche io.. Infondo vuole solo aiutarmi.
"Va bene, prendo la borsa" le dico sorridendo.
"Perfetto. Ti aspetto di sotto" dice sorridendo contenta.
Prendo la mia borsa piccola bordeaux e la metto a tracolla.
Scendo di sotto e trovo Andrew con un sorriso a trentadue denti che guarda me e la sua ragazza soddisfatto.
"Io e Vivian andiamo a fare un giro. Ci vediamo stasera perchè dobbiamo passare dall'atelier" dice facendomi l'occhiolino.
"Divertitevi allora" dice Andrew dandomi un bacio sulla fronte e uno sulla bocca a Isabelle.
"Cerca di farle mangiare qualcosa,Isabelle" urla mia madre dalla cucina.
"Nessun problema" dice Isabelle prendendo le chiavi della sua auto.
Usciamo dalla porta di casa e saliamo in macchina.
Isabelle parte verso una meta sconosciuta.
"Dove andiamo?" le chiedo curiosa.
"Ti porto in un posto dove andavo sempre da piccola. Non ci sono mai andata con nessuno, ma mi aiutava molto a chiarirmi le idee.. Spero possa aiutare anche te" dice sorridendo.
Per tutto il viaggio cerco di immaginarmi il luogo: un parco, una spiaggia, una casa in montagna...
Niente di tutto questo... Ci siamo appena fermate davanti ad un cimitero.
"Credo che forse abbiamo idee diverse sul fatto di chiarirsi le idee.. Vuoi uccidermi e seppellirmi in una fossa?" le chiedo divertita.
Ride anche lei e poi scende dalla macchina.
Scendo anche io e la guardo confusa.
"Seguimi, ti stupirò" dice sorridendo.
La seguo inconsapevole di dove mi porterà.
Spinge l'enorme cancello che ci separa dal cimitero ed entriamo.
"Sei sicura che sia la cosa giusta?" le chiedo ancora confusa.
"Quando avevo 15 anni i miei genitori sono morti in un incidente. Mio padre era uno degli uomini più ricchi e potenti di Londra, ma come tale aveva anche molte persone che lo detestavano. Era un uomo autorevole, ma era buono. Essendo figlia unica i miei genitori mi concedevano qualsiasi cosa.. Mia madre era molto dolce e molto calma. Lavorava anche lei perchè non sopportava l'idea di essere mantenuta da mio padre.. Lavorava in un giornale di Londra, scriveva articoli bellissimi ed era felice perchè amava quello che faceva. Ritornando a mio padre, come ti dicevo, molte persone lo detestavano perchè lo ritenevano presuntuoso e incapace di fare bene il suo lavoro. Ma non era così, lui era molto buono, non si dava mai delle arie..
Eravamo una famiglia felice, ma questa felicità era destinata a finire. Ricordo quella sera come fosse ieri... Frequentavo brutte compagnie all'epoca e mia madre mi sorprese con della droga nella giacca.
Quella sera decise che non mi avrebbe fatta uscire, ma io avevo la festa organizzata da una mia amica, non potevo mancare.. Dovevo vendere droga e comprarne dell'altra.
Così decisi di uscire di nascosto. Così feci e arrivai alla festa in tempo.
Un mio amico mi riaccompagnò a casa intorno alle 3:00 di notte e mentre tornavamo due camion di vigili ci superarono.
Arrivai davanti casa e vidi solo fiamme. Avevano fatto scoppiare il tubo del gas e la casa era saltata in aria" dice Isabelle.
Si ferma di scatto e si inginocchia davanti a due tombe vicine. In una c'è la fotografia di un uomo giovane, bello, con un sorriso uguale a quello di Isabelle. Liam Ryan Clarke.
Nell'altra c'è una donna che è identica ad Isabelle.. Stessi occhi, stesse labbra.. Susan Mia Parker.
In entrambe c'è scritto:
Data di morte:
24 May 2007.
Nella prima c'era come data di nascita:
25 May 1977
Nella seconda:
22 December 1982
"Se non fossi uscita" dice con la voce tremante "Adesso sarei anche io un cumolo di cenere. Il mio unico grande rimorso è quello di non aver detto loro che li amavo poichè non glielo dimostravo quasi mai. Avrei voluto dire loro tante, tantissime cose, ma non ne ho avuto il tempo. Mia madre mi aveva inviato un messaggio qualche ora prima dicendomi che sapeva della mia piccola fuga e che avremmo risolto il mio problema della droga insieme, come avevamo sempre fatto, se solo fossi tornata a casa. Avrei voluto dirle che mi importava solo di loro, che sarei voluta rimanere fra le sue braccia piuttosto che andare a quella stupida festa. Da quella sera non ho più toccato alcool, droga o sigarette.. Niente, almeno questo glielo dovevo"
Aveva le lacrime agli occhi e accarezzava teneramente le due fotografie. Anche io piangevo con lei, non avrei mai immaginato tutto questo.
"Tornare qui è una ferita che si apre.. Londra è piena di ricordi belli e brutti" mi dice Isabelle.
"Ma andiamo al punto" dice alzandosi. Si asciuga le lacrime e sorride leggermente.
"Dopo la loro morte venivo sempre qui, tutti i giorni, a portare dei fiori.. Fino a quando non ho scoperto qualcosa" dice.
Mi fa segno di seguirla e ci incamminiamo verso il retro del cimitero.
Non ci sono più tombe adesso e siamo davanti un piccolo cancelletto.
Lo apre e ci incamminiamo verso un piccolo viale. Ad un certo punto sbuchiamo fuori dal viale e davanti a noi si apre un qualcosa di meraviglioso.
Siamo su una piccola collinetta con una vista magnifica.. Il mare sotto di noi e l'immensità del cielo sopra.
"Venivo qui a pensare.. Mi sdraiavo e parlavo con loro.. Piano piano mi sentivo sempre meglio. Non ci vengo da circa sei anni. Dopo i 18 anni sono andata a vivere a New York lasciandomi il passato alle spalle"mi dice Isabelle sdraiandosi nell'erba.
Aveva ancora gli occhi lucidi e un'espressione affranta in volto.
"Isabelle.. Mi dispiace così tanto, non eri costretta a.."
"Ho voluto farlo, voglio che tu mi conosca bene e questa storia fa parte di me.. Andrew ti ama tantissimo e farebbe di tutto per renderti felice.. Voglio contribuire anche io, questo posto ti aiuterà a pensare" mi dice sorridendomi.
Mi inginocchio davanti a lei e l'abbraccio.
"Sei una donna forte, speciale.. Ti ringrazio tanto per avermi portata fuori da quella casa, per esserti confidata e per avermi capita" le dico.
Ricambia il mio abbraccio e mi dice:"Credo che diventeremo gradi amiche" dice sorridendo dolcemente.
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Ciao a tutti!
Siamo arrivati al capitolo 6 e come vedete la storia si sta facendo più interessante.
Pian piano iniziamo a conoscere tutti i personaggi e questa volta ho deciso di raccontarvi la storia intensa di Isabelle.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere ;).
Bacii!
 

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