Don't Forget Your History

di Zoey Charlotte Baston
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Hey, Stilinski!" "Hi Lahey." ***
Capitolo 2: *** He Had Not Yet Forgiven ***
Capitolo 3: *** Jealous ***
Capitolo 4: *** Monsters Under The Bed ***
Capitolo 5: *** Because I No Longer Fear ***
Capitolo 6: *** Lydia Remembered ***
Capitolo 7: *** Yes, I Trust ***
Capitolo 8: *** "Hello Little Girl." ***
Capitolo 9: *** Iron Man ***
Capitolo 10: *** Three Weeks ***
Capitolo 11: *** It's All Your Fault, Asshole! ***



Capitolo 1
*** "Hey, Stilinski!" "Hi Lahey." ***


"Hey, Stilinski!" "Hi Lahey."




Isaac fece un sorriso sghembo, osservando le tre ragazze che chiaccieravamo tranquillamente tranquillamente a pochi metri da lui. Era pronto. Will gli aveva dato tanti di quei consigli che era impossibile sbagliare, inoltre le basi di rapporto che avevano erano buone, perciò tanto valeva provare. Si avvicinò con l'aria più sicura che potesse assumere, fece un cenno con la testa a due di loro, Lydia ed Allison, poi posò la mano sulla spalla di quella voltata dall'altra parte.
-Hey, Stilinski!- Lei si voltò di scatto. Aveva lunghi ricci color cioccolato e grandi occhi del medesimo colore, era decisamente più bassa del ragazzo e dovette alzare lo sguardo per vederlo in viso, ma gli sorrise comunque.
-Ciao Lahey.- Rispose, aspettando che iniziasse il discorso che, evidentemente, voleva instaurare.
-Possiamo parlare?- Domandò il biondo, per poi aggiungere un "da soli", vedendo che le amiche non si muovevano. Loro lo squadrarono perplesse, poi un lampo di consapevolezza passò negli occhi della rossa, sorrise maliziosa, prese per il braccio la più alta e, salutando con la mano e lanciando occhiatine eloquenti ad Allison, la trascinò via. In imbarazzo per il mutismo che si era venuto a creare, la riccia si dondolò sulle punte, giocherellando con il cavo della cuffie che le pendevano dal collo, finché non parlò, sorridendo divertita dall'aria imbambolata di lui. Non era la prima vita che lei e Isaac rimanevano in silenzio ad osservarsi.
-Allora?-
-Allora cosa?- Si lasciò sfuggire una leggera risata, vedendolo rimanere nella stessa posa di poco prima, con le mani che stringevano gli spallacci dello zaino e il sorriso storto sulle labbra.
-Non mi volevi parlare?- Il ragazzo sembrò riscuotersi, ricordando Il suo obbiettivo, quindi si raddrizzò velocemente, riprendendo la postura di quando l'aveva raggiunta.
-E se uscissimo solo noi due una di queste sere?- La ragazza si irrigidì, arrossendo di colpo. Quando qualcuno le rivolgeva delle attenzioni per lei era sempre un trauma, il volto si imporporava ed era un grande imbarazzo, ma cercò comunque di ricomporsi.
-Mi stai chiedendo un appuntamento, Lahey?-
-Se lo stessi facendo, Stilinski?-
-Ti direi di passarmi a prendere Venerdì alle 18. Torno dalle altre!- E ridendo nuovamente si alzò sulle punte e, con un lieve salto, gli scompigliò i ricci biondo scuro con le dita, per poi andarsene come se tutto quello non fosse successo. Quando si fu allontanata del tutto Isaac fece un segno di vittoria con le braccia, per poi tirare fuiri il cellulare e mandare un messaggio, dirigendosi verso la classe successiva.

A Nana:
Missione compiuta!
 
DA Nana:
Esci con Alex? Non hai detto niente di strano? Wow, miracolo!
 
A Nana:
Zitta nana
 
DA Nana:
Zitto te che adesso dovrai affrontare a sorpesa la parte due della missione: Stiles e Scott.



MY SPACE!

Allora... Ciao! :3
Mi presento, sono Zoey e sono nuova nel fandom, ma non ho potuto resistere alla tentazione di scriver qualcosa ^^"
Vi avverto fin da subito: È molto probabile che a questo giro le note siano più lunghe della storia stessa, ho molto da dire XP

 
  • Questa è una raccolta di FlashFic principalmente Aleksaac, ma questo non esclude la possibile presenza di OS o di FF con Alex (o anche Will, OC di una mia amica) e un altro personaggio, così come con solo personaggi canonici.
  • L'arrivo di Alex è posizionabile tra la quarta e la quinta stagione. Inoltre non ho ancora finito la serie (sono alla quinta), perciò anche se cercherò di essere più fedele possibile non vi assicuro nulla.
  • Shippo Stydia ma ci saranno momenti Stalia, per non staccarmi troppo dal canon.
  • Odio Kira+Shippo Scallison=Kira per i cavoli suoi e Allison viva. Capitemi T.T 

Concludo dicendo che spero che qualcuno gradisca questa raccolta e magari recensisca anche ^-^
Beh... Alla prossima!
Baci
;*
Zoey 

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Capitolo 2
*** He Had Not Yet Forgiven ***


He Had Not Yet Forgiven




-Aleksandra... Quanto sei cresciuta, piccola.- Lo sceriffo Stilinski accarezzò dolcemente il viso della figlia, per poi stringerla a sé con forza, lei ricambiò l'abbraccio, posando il viso contro il suo petto, con il desiderio di poter rimanere in quel modo per sempre.
Stiles osservava la scena poco distante, era appoggiato al muro dell'aeroporto, chiedendosi come comportarsi.
Ancora non l'aveva perdonata, non ce l'aveva fatta. Era quasi riuscito a convincersi di essere figlio unico, anche se il senso di colpa a quel pensiero lo attanagliava ogni volta.
Lui aveva una sorella. Non era figlio unico. Lo sapeva bene.
Era facile far finta di niente, che lei non esistesse, quando per farla sparire dal suo mondo bastava solo attaccare al telefono, perché non avrebbe potuto continuare a parlare, non avrebbe potuto insistere, non avrebbe potuto convincerlo a fare pace. Ma come faceva ad ignorare una ragazza che avrebbe iniziato a girare tranquillamente per casa sua (no, no, casa loro) e che voleva riparare il rapporto con lui? Come faceva ad ignorarla, sapendo nel profondo, che era lei quella che aveva ragione?
No, pensandoci bene le possibilità erano due: O erano entrambi nel torto o nel giusto. Fu riscosso dai suoi pensieri da Alex che, chiamandolo, lo abbracciò. Stiles sobbalzò leggermente, quindi spostò lo sguardo sul padre. Gli occhi dello sceriffo gli imploravano di non respingerla.
Così, titubante, avvolse le braccia attorno al corpo della sorella, rimanendo in silenzio.



MY SPACE!

Ciau :3
Allora, sono tornata con questa FlashFic, sta volta dal punto di vista di Stiles che pensa alla situazione con la sorella: Su Alex scoprirete un po' di più man mano che la storia andrà avanti.
La prossime due storie saranno OS, sono un po' più lunghe perciò, spero vivamente che qualcuno le leggerà perché mi ci sto impegnando parecchio, quindi se qualche buon lettore lasciasse una recensione mi farebbe molto piacere.
Ad ogni modo, a Venerdì!
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 3
*** Jealous ***


Jealous




A Stiles non era mai piaciuto definirsi come uno di quei ragazzi gelosi della propria sorellina che facevano in modo che nessun essere vivente di sesso maschile che potesse essere definito una minaccia si avvicinasse a lei. Peccato che Scott, fin da quando ne aveva memoria, lo definisse proprio così, ridendo per il volto dell'amico che diventava di un rosso acceso mentre negava con tutto se stesso.
Da un punto di vista più razionale e analitico lo sapeva che forse, forse, un po' geloso di Alex lo era sempre stato, ma ne aveva avuto la conferma solo in quel momento, perché sapere che Isaac Lahey sarebbe uscito con lei gli dava proprio sui nervi.
Aveva sentito le ragazze parlottare eccitate, Lydia e Will sembravano aver preso particolarmente a cuore l'argomento, mentre la sua gemella si copriva il viso imbarazzata, dicendo alle altre di abbassare la voce, sembrava eccitata per qualche motivo a lui sconosciuto.
A quel punto Stiles aveva iniziato a farle domande, mentre camminavano per i corridoi dell'edificio, ma lei si rifiutava di rispondere, mantenendo il suo atteggiamento solare e portando più volte il ragazzo a dubitare che stesse effettivamente ascoltando quello che diceva, visto che la riccia portava le cuffie come suo solito. Sapeva che probabilmente il cavo era scollegato nella tasca o nella tracolla di Alex, ma quello non lo rassicurava affatto. Voleva informazioni.
Perciò, una volta che lei gli aveva detto apertamente di farsi i fatti suoi, perché non doveva tenerlo informato di ogni dettaglio della sua vita, si era rivolto a Malia.
La sua fidanzata aveva fatto più resistenza di quanto lui si aspettasse, ma ancora non aveva compreso pienamente il bisogno di molte ragazze di tenere nascoste le loro questioni sentimentali ai propri fratelli, quindi dopo un po' di insistenza le aveva rivelato il grande segreto dell'amica, ricevendo anche un paio di baci sulle labbra come premio, per poi vedere il ragazzo andare alla ricerca del licantropo. Mentre girava per la scuola non era pienamente conscio di cosa avrebbe fatto quando se lo sarebbe ritrovato davanti, sapeva solamente di essere parecchio arrabbiato perché Isaac non avrebbe dovuto avvicinarsi a sua sorella.
Il problema si porse solo quando lo ebbe finalmente trovato ed il ragazzo gli aveva porso uno sguardo puramente perplesso con i suoi grandi occhi azzurri. A quel punto gli aveva chiesto di seguirlo, continuando a camminare con lui.
-Allora, Isaac... Ho saputo che hai un appuntamento con mia sorella... Lo sai che se la tocchi o la fai soffrire ti ammazzo con le mie stesse mani, si?- Disse con più tranquillità possibile e con un lieve sorriso rivolto al biondo, che rispose alla minaccia mostrando occhi gialli e canini appuntiti, sorridendo a sua volta. Stiles si ritrasse un po', riformulando la parte finale della sua frase. -... Lo sai che se la tocchi o la fai soffrire ti faccio sbranare da Scott, si?- Isaac sbuffò leggermente guardandosi i piedi, poi tornò a guardare il ragazzo che l'affiancava.
-Tanto lo so che mi fai questo discorso solo perché sono io. Se fossi stato Scott non mi avresti detto nulla.- Borbottò a bassa voce, con aria da cucciolo bastonato, facendo ridacchiare il castano che concordò.
-Già. Se tu fossi stato Scott non ti avrei detto nulla, saresti stato direttamente castrato.- Isaac lo guardò sorpreso, prima di ridere a sua volta, rimasero in silenzio per un po' prima che il licantropo parlasse di nuovo, con lo sguardo ancora basso.
-Comunque non voglio fare niente di male, Alex mi piace davvero e voglio vederla felice. Se ti può consolare saperlo non ho intenzione di fare niente di strano, è solo un appuntamento.- Così dicendo accelerò il passo salutandolo con un cenno della mano. Stiles si sentì uno schifo, perché nonostante quelle parole lui non poteva fare a meno di essere così geloso della sua sorellina.



MY SPACE!

Ciau :3
Sono ritornata con una OS che, in questo caso, riprende gli avvenimenti del primo capitolp, andando più avanti con la questione, cosa che succederà altre volte.
Sta volta mi dileguo subito, chiedendovi delle recensioni, vi prego! Mi sto impegnando tanto :c
A Martedì!
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 4
*** Monsters Under The Bed ***


Monsters Under The Bed




Isaac non aveva mai avuto paura dei mostri sotto al letto, a differenza di Will. Lei gli diceva sempre che non era vero, a lei non spaventavano i mostri, solo il buio, però Camden una volta gli aveva spiegato che le persone non avevano paura dell'oscuro di per sé, ma di quello che nascondeva, perciò non le credeva molto.
Il fratello maggiore una volta lo aveva trovato rannicchiato in un angolo della cameretta che divideva con la gemella, nascosto sotto ad una coperta, quindi intenerito gli si era avvicinato e gli aveva chiesto cosa succedesse. Il piccolo gli aveva raccontato, con la voce appena udibile, che il padre gli aveva dato dei calci e si era messo ad urlare. Cam quindi aveva sorriso dolcemente e facendo leva sull'orgoglio maschile gli aveva detto: "Non piangere, tra poco tornerà Will. Sei un maschio te, non puoi farti vedere piangere, devi essere coraggioso anche per lei e difenderla, come fanno i supereroi dei tuoi fumetti."
E così aveva fatto, quando il padre di arrabbiava lui proteggeva sempre la sorella, ma a volte Isaac non ce la faceva e a quel punto era Camden che era coraggioso per tutti e tre e poi sorrideva ai fratellini, dicendo che andava tutto bene. Lui riusciva a sorridere sempre, ma non era mai come prima che la madre li lasciasse.
Isaac si ricordava bene quando il più grande gli aveva detto che se ne sarebbe andato. Era appena tornato a casa, prendendosi subito due schiaffoni dopo aver spintonato il loro papà, perché l'aveva trovato a dare dei pugni al bambino, che rannicchiato cercava di fare scudo a Will, troppo spaventata per reagire. Quindi mentre faceva compagnia ai due si era messo a piangere e quando loro gli avevano domandato cosa avesse lui aveva iniziato a scusarsi. Si era appena reso conto che sì, la situazione era ancora gestibile, ma questo finché c'era lui. Il padre non li toccava finché sapeva che il figlio era a casa e per allontanarsi dall'uomo li aveva praticamente condannati. Cam quindi aveva parlato loro dell'arruolamento e alla fine del discorso la bambina l'aveva osservato con i suoi grandi occhi azzurri, per poi domandare "Vai a fare quello che faceva Capitan America?", gli era sfuggita dalle labbra una lieve risatina ma aveva risposto che sì, avrebbe fatto quello che faceva Capitan America ed Isaac gli si era seduto sulle gambe in silenzio, rannicchiandosi come e in cucciolo, per poi dire che a loro andava bene, perché voleva dire che avrebbe protetto tutto il paese e a lui questa cosa veniva bene.
Mentre il tempo passava con la partenza del maggiore dei Lahey per i due più piccoli le violenze sempre più forti del padre diventavano normali, anche l'assurdità di quella situazione, affrontare il decesso di Camden da soli. E come erano abbastanza grandi per andare avanti senza versare troppe lacrime per quella perdita tanto significativa, Will lo era per nascondere i lividi e Isaac per difendere la sorella da solo.
Sembrava a tutti normale, una bimba che si truccava e un bimbo sempre bendato o con qualcosa di rotto.
"Povera piccola, ha perso la mamma, è ovvio che stia cercando di attaccarsi al ricordo del suo punto di riferimento femminile in questo modo" o anche "È adorabile, così piccola e già un'intenditrice della moda!" dicevano le mamme dei loro compagni quando vedevano Will e il suo trucco che si notava a malapena, quando le dicevano quanto era carina lei sorrideva e ringraziava, perché doveva essere una brava bambina e quelle signore cercavano solo di essere gentili.
Isaac invece era un maschietto ed alla loro età i bambini si facevano male così facilmente, ed Isaac aveva sempre avuto un'aria tanto maldestra e impacciata, quindi quando gli adulti gli chiedevano come se l'era fatte quelle ferite non sembrava mentisse mentre borbottava un "Sono inciampato dalle scale" o "Ho sbattuto contro il tavolo". E forse avrebbe dovuto dire la verità a quell'infermiera così dolce e gentile che dopo la terza volta che finiva in ospedale nel giro di un mese gli aveva chiesto se il padre gli facesse qualcosa.
All'epoca non sapeva che nessun altro si sarebbe accorto che tutto quello non era normale, perché i grandi quelle cose non le capivano mai e ormai iniziavano a pensare anche loro che l'uomo non volesse far nulla di male e li stesse solo proteggendo o anche che si meritassero tutto quello.
Isaac non aveva mai avuto paura dei mostri sotto al letto perché aveva sempre saputo che i mostri erano dentro alle persone, pronte ad impossessarsi di loro nei momenti di debolezza, come avevano fatto con il suo papà. Quando la mamma era morta il mostro si era svegliato ma aveva iniziato a crescere solo quando Camden se n'era andato. Ma lui lo sapeva che non era colpa loro, perché i mostri lo trovano sempre un modo per prevalere.
Isaac non aveva mai avuto paura dei mostri sotto al letto, neanche quando aveva iniziato ad avere paura di tutto, perché sapeva che l'unico mostro che era in casa si trovava nella stanza affianco.

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Capitolo 5
*** Because I No Longer Fear ***


Because I No Longer Fear




Alex si sedette sul letto, sospirando. Lanciò l'ennesima occhiata alla sua camera: Era rimasta esattamente come l'aveva lasciata ormai troppi anni prima e lei non sapeva se provare un'affetto nostalgico per quel luogo o distaccarsi, perché le riportava alla mente moltissimi ricordi.
Quando sarebbe arrivata tutta la sua roba avrebbe dovuto ri-arredarla, decisamente. Portò lo sguardo per qualche secondo sullo zaino che aveva posato a terra, chiedendosi se fosse il caso di sistemare i pochi oggetti che aveva con se; poi si ricordò la controvoglia di Stiles durante il viaggio dall'aeroporto del giorno prima e come l'aveva accuratamente evitata. Decise che forse era meglio schiarirsi un po' la mente facendo altro, perciò prese il portatile sulla scrivania e si mise a lavorare su un volantino: Voleva fare la baby-sitter anche lì, per non dipendere totalmente dal padre.
Purtroppo però per quanto potesse concentrarsi la mente tornava sul fratello, perciò finì per dirigersi da lui, aprì la porta della camera che affiancava la sua, chiamandolo.
Il ragazzo era seduto alla scrivania e le lanciò un'occhiata perplessa.
-Sì?- Le domandò, facendole cenno di entrare. La riccia gli sorrise sedendosi sul letto e guardando attentamente l'arredamento. Non sembrava lo stesso luogo di anni prima.
-Volevo sapere se ti andava di fare un giro.- Domandò speranzosa, ma lui corrucciò la fronte, scuotendo la testa in segno di diniego. -Stiles... Andiamo, non puoi farmi il muso per sempre! Se vedo Star Wars con te torni a parlarmi?- Fece un lieve sorrisino per addolcirlo, mentre si sporgeva leggermente in avanti. Il fratello sospirò, passandosi la mano sul volto in modo stanco, quindi rigirò la sedia per guardela in volto.
-Credi che sia così facile, Alex? Io... Io non posso fare finta di niente, capisci? Te ne sei andata.-
-Eravamo piccoli! Cosa dovevo fare!?-
-Rimanere qui, cavolo! Io l'ho fatto! Io sono rimasto! Te hai abbandonato me e papà! Hai abbandonato la mamma!-
-IO NON SONO TE, STILES! IO NON ERO FORTE O CORAGGIOSA COME TE! Io avevo paura, non ce la facevo a rimanere qui.- Si era alzata, piegata leggermente in avanti e con i pugni stretti, gli occhi castani pieni di lascrime mentre lui la imitava.
-MI HAI LASCIATO SOLO, NON AVEVAMO NEANCHE DIECI ANNI, PAPÀ NON CAPIVA COSA MI PASSASSE PER LA TESTA! AVEVO BISOGNO DI TE E TE NE SEI FREGATA!-
-MA TI SENTI QUANDO PARLI? MAGARI NON TE N'ERI ACCORTO, MA PIÙ MAMMA STAVA MALE PIÙ MI ALLONTANAVI E NON VOLEVI CHE SCOTT GIOCASSE CON ME! ERO SOLA, AVEVO BISOGNI DI MIO FRATELLO! Stavamo male entrambi...-
-L'ho vista morire, Alex. Non sei mai stata neanche al cimitero... Ho sofferto di attacchi di panico quasi ogni giorno per mesi... Io l'ho vista morire.-
-Me lo stai rinfacciando, Stiles? Me lo stai rinfacciando? CREDI CHE NON MI SENTA DA SCHIFO GIÀ DI MIO, PER NON AVERLE DETTO ADDIO!? ANCHE IO CI SONO STATA MALE, CI STO MALE AL SOLO PENSIERO, ANCHE IO HO AVUTO ATTACCHI DI PANICO! ... Dove vai? STILES! TORNA QUI! STAVAMO PARLANDO! STILES!- Il ragazzo la scansò non appena lei alzò la voce, non voleva ascoltarla. Uscì dalla stanza a grandi falcate, per poi scendere le scale con passo veloce, Alex lo seguì, fermandosi sul pianerottolo, zittendosi di colpo quando vide Stiles mettersi la giacca e prendere le chiavi della jeep. Si morse il labbro cercando di non versare ulteriori lacrime, finendo per sbattere la porta della sua stanza in contemporanea a quella dell'edificio.
Il ragazzo entrò velocemente nel veicolo, mettendo faticosamente in moto e dirigendosi a casa McCall, nella speranza di trovare conforto nel migliore amico. Quando arrivò davanti all'abitazione suonò il campanello, sperando che ad aprire fosse il coetaneo; per sua fortuna fu proprio lui che si ritrovò davanti, ancora in pigiama.
-Uhm... Hey Stiles...- Borbottò Scott assonanato e perplesso, scansandosi per farlo passare e poi aggiungere: -Cos'è successo?- Seguì l'amico in soggiorno, ma lui gli rivolse un sorriso forzato sedendosi sul divano a facendo finta di nulla.
Pensandoci bene non voleva disturbarlo per una cosa del genere.
-Niente. Perché dovrebbe essere successo qualcosa?- Il licantropo alzò il sopracciglio guardandolo storto, il battito del ragazzo dai capelli color cioccolato era più veloce del solito, segno di agitazione, ma era piuttosto convinto che se fosse stato qualcosa di serio lo avrebbe avvertito.
-Hai sbattuto lo sportello della jeep.- Ci scherzò su il bruno, sperando che se non l'avesse pressato troppo gli avrebbe risposto. Effettivamente il tentativo non era stato vano, infatti, dopo aver sbuffato scocciato, Stiles borbottò un "È tornata." -Cosa? Chi è tornata?- Chiese incuriosito, ma con un leggero sospetto misto a speranza.
-Alex, mia sorella. È arrivata ieri.- Un sorriso si formò sulle labbra di Scott. Come Stiles era sempre stato il suo migliore amico, Aleksandra era stata la sua migliore amica, nonché sua prima cotta infantile, diventando infine quasi una sorella.
-Sul serio? Da quanto sapevi che sarebbe tornata? Perché non me l'hai detto?- L'altro fece spallucce.
-Non mi sembrava importante, abbiamo di meglio a cui pensare.- Il bruno lo osservò, un lampo di consapevolezza gli passò negli occhi. Non se lo aspettava. Aprì la bocca cercando di capire cosa dire, ma sembrava che mancasse qualcosa nella sua ricostruzione.
-Te... Sei ancora arrabbiato con Alex?- Domandò quasi divertito dalla cosa, ma il castano lo guardò storto, quindi sbuffò trattenendo una risata. Non ci poteva credere. -Fratello, non puoi avercela con lei perché a nove anni non voleva vedere vostra madre morire.- Ignorò l'affermazione dell'amico.
-Non volevo parlare con lei prima, perché dovrei volerlo adesso?- Esclamò scocciato, continuando: -Dice che aveva paura. Chi ci dice che la situazione non è cambiata? Se aveva paura prima magari ne potrebbe anche adesso, cosa per niente buona considerando lupi e giaguari mannari, demoni, kanima e darach... Chi ci dice che rimarrà qui per molto?- Scott si mordicchiò il labbro, chiedendosi se fosse il caso di parlare, sperava che Stiles non se la sarebbe presa.
-Prima di tutto, queste sono minacce che abbiamo già eliminato e non succede nulla da un po'. Inoltre la conosco bene, è cambiata anche lei. Non se ne andrà.- Il castano sbuffò nuovamente, non voleva litigare con l'amico ma la conversazione stava iniziando a scaldarsi.
-Non la vedi da anni, ci hai parlato pochissimo al telefono, non puoi sapere com'è variata la situazione.-
-Stiles, solo perché te hai voluto fare l'offeso non vuol dire che l'ho fatto anch'io. Ci parliamo su WhatsApp da anni, abbiamo fatto anche delle video chat, ormai la conosco più io che te. Se non vuoi fidarti di lei almeno fidati di me.- Sembrò sorpreso dalla rivelazione dell'altro, ma cercò comunque qualcosa da dire, non si sarebbe fatto zittire in quel modo.
-Ha detto anche che la stavo escludendo prima che se ne andasse. Non è vero.- Quella volta fu Scott quello sorpreso, non sapeva bene se per la sicurezza con cui disse quelle parole o altro.
-Spero tu voglia scherzare... Insomma, non dico che tu lo facessi apposta, era un periodo particolare, magari non te ne rendevi neanche conto, ma la respingevi davvero... Secondo tuo padre lo facevi perché era una femmina, quindi come tua madre, e avevi bisogno di un sostegno maschile, perciò non ti disse nulla.- Il silenzio calò nella stanza. Stiles si guardava le mani, cercando di capire se le parole del licantropo erano veritiere. Il periodo della malattia di Claudia Stilinski spesso gli pareva solo una sfocatura, qualcosa di poco chiaro e doloroso, che riacquistava un senso solo all'interno di incubi. Il bruno parlò di nuovo, notando il disagio dell'amico. -È inutile continuare a discutere per questa cosa, facciamo tutti degli errori. Va a fare pace con tua sorella, tanto lo so che non vedi l'ora.- L'umano sembrò pensarci un po', prima di annuire alzandosi, diede una veloce pacca sulla spalla dell'altro borbottando qualcosa che Scott non comprese e se ne andò.
Quando Stiles arrivo a casa trovò Alex rannicchiata sul suo letto, che stringeva a se il cuscino e lottava contro la vogli di addormentarsi, quindi lui le se sdraiò vicino, abbracciandola e giustificandosi con un veloce "Odio vederti piangere". Rimasero in quel modo, in silenzio, finché Stiles non parlò di nuovo:
-Perché sei tornata?-
-Perché non ho più paura.-

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Capitolo 6
*** Lydia Remembered ***


Lydia Remembered




Lydia ricordava bene come aveva progettato il suo matrimonio quando era bambina.
Lydia ricordava bene di volerlo fare il 30 Giugno, perché un matrimonio estivo era sicuramente fantastico, con il sole splendente e un piacevole tepore.
Lo ricordava anche mentre seduta sulle gambe del suo lui digitava al computer "8 Dicembre 2019", sulla bozza dell'invito; lo avrebbero sistemato più avanti.
Lydia ricordava bene di aver sempre sognato di svolgere i festeggiamenti dopo la cerimonia sulla spiaggia, anche se ci sarebbe voluto parecchio per arrivarci. Se fossero andati lì avrebbero potuto camminare a piedi scalsi e sarebbero stati tutti più comodi e si sarebbero divertiti di più.
Lo ricordava anche mentre prenotavano un bel ristorante, dove avrebbero potuto stare al caldo grazie al caminetto, dicendo al direttore che non si doveva preoccupare di sistemare il giardino perché probabilmente non ci sarebbe andato nessuno.
Lydia ricordava bene i vestiti da sposa che aveva disegnato, sapendo che avrebbe trovato qualcuno che cucisse uno dei suoi progetti: Doveva essere sicuramente senza spalline, perché le cadevano sempre e le davano un sacco di fastidio, e il modello o a sirena o corto, perché li aveva visti in una vetrina ed erano davvero bellissimi.
Lo ricordava anche mentre emozionata acquistava un abito con una lunga e leggermente larga gonna, un nastro attorno alla vita con un grande fiocco e le maniche lunghe di un tessuto quasi trasparente. Semplice ma stupendo. Lydia ricordava bene che aveva detto a Molly, Jessica e Sophie che sarebbero stata le sue damigelle, perché erano le migliori amiche che ci fossero e lei voleva rimanere con loro per sempre. I loro vestiti dovevano essere rosa e con la gonna a palloncino, li avevano decisi insieme.
Lo ricordava anche mentre scartavano man mano i vari vestiti blu che le sue vere damigelle provavano o perché Allison odiava il ricamo del merletto di uno o a Will non piaceva il tessuto di un altro o ancora perché Alex diceva che le stava male per il lieve rigonfiamento della gravidanza, finché non ne trovarono uno che sembrava perfetto.
Lydia ricordava bene di aver voluto per quel giorno speciale delle rose bianche ad addobbare la chiesa, perché le avevano raccontato che rappresentavano la purezza e a lei dicevano sempre che era molto dolce ed innocente ed era una cosa positiva, quindi voleva sottolinearlo in ogni modo.
Lo ricordava anche mentre faceva di tutto per trovare dei bei fiori blu e arancio, che stessero bene insieme non solo per sfumatura ma anche forma e grandezza, specificando che invece i mazzolini per le ragazze dovevano essere solamente del secondo colore.
Lydia ricordava bene tutto questo anche mentre attendeva di fare il suo ingresso al matrimonio, ormai troppo felice per essere agitata, mentre osservava il bouquet di fiori degli stessi colori che predominavano la cerimonia. Le era stata portato poco prima, mentre in ansia controllava di avere ancora al collo la collana di Allison, o al polso il braccialetto di sua nonna, o che gli orecchini che aveva ricevuto al compleanno non si fossero allentati, o che le scarpe non si fossero sporcate, per poi quasi piangere perché aveva dimenticato l'oggetto blu, tanto importante per qualcuno superstizioso come lei.
Tutte le preoccupazioni erano sparite con l'arrivo di quei fiori, con un nastrino della tonalità desiderata ed un bigliettino. "Ricordati che ti amo".
Lydia ricordava bene quando con un sorrisono che le andava da un orecchio all'altro diceva alla sua mamma che un giorno avrebbe sposato un principe a cavallo, biondo e con gli occhi azzurri e lei sarebbe stata la sua principessa.
Il suo sposo non era biondo, non aveva gli occhi azzurri e neanche un cavallo.
Il suo sposo aveva capelli e occhi di un bellissimo color cioccolato e guidava una jeep fin troppo vecchia.
Non era il principe che sognava, era il suo principe, e tutto era straordinariamente perfetto.



MY SPACE!

Ciao :3
Allora, sono tornate le note... Yeee!
Volevo soltanto ringraziare chi legge la storia e ArtistaDiStrada per aver recensito tre dei precedenti capitoli ^-^ Inoltre volevo lasciarvi qui sotto le immagini del vestito di Lydia, del suo bouquet e del vestito delle damigelle e, anche se inizialmente volevo aspettare di arrivare ad un appuntamento per farvele vedere direttamente con l'outfit creato, vi lascio anche le immagini di Alex e Will :3

Vestito e bouque di Lydia:

    

Vestito delle damigelle:



Alex Stilinski:



Will Lahey:



 

Beh... A Venerdì ^-^
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 7
*** Yes, I Trust ***


Yes, I Trust




A Noah non era mai dispiaciuto il parlottio continuo solitamente presente alle festicciole fatte in casa, ma in quel momento lo trovava particolarmente irritante: Sua moglie era da sola in un letto d'ospedale e lui festeggiava insieme ai pochi parenti della donna e molte altre persone, che tra l'altro non aveva mai visto.
Avrebbe dovuto essere più categorico mentre diceva alla moglie che non sarebbe andato, ma del resto lo faceva per lei, che glielo aveva chiesto con tanto insistenza, utilizzando come scusa un "così fai gli auguri anche da parte mia", per i bambini, che in quel momento avevano proprio bisogno di una distrazione, e per Bruce, che infondo non aveva colpe né per quello che stava succedendo a Claudia né per la voglia di salutarlo per bene dei suoi genitori.
Era a casa Lieber da ormai mezz'ora, quando il ventenne riuscì a svincolarsi dell'attenzione di alcune prozie per dirigersi all'uomo, abbracciarlo e salutarlo calorosamente.
-Zio! Che bello vederti, come stai?- Il ragazzo dai mossi capelli castani gli rivolse un grosso sorriso, che a Noah non poté che ricordare quello dei figli, quindi gli sorrise di rimando, anche se più lievemente.
-Sto bene, grazie Bruce. Di nuovo congratulazioni! Un posto alla NASA alla tua età... Sono sicuro che farai velocemente carriera.- Lui si dondolò leggermente sulle punte, borbottando un veloce grazie e coprendosi parte del viso con il braccio, nella speranza non si vedessero le guance imporporate.
-Lo spero proprio... Come sta zia? Non sono riuscito a passare a trovarla, vorrei farlo prima di partire però.- Disse con più disinvoltura possibile, sperando di non rattristire lo zio. Fortunatamente l'uomo sembrò, al contrario delle aspettative, sollevato da questa domanda, che faceva intendere che qualcuno della famiglia di Claudia si preoccupava ancora di lei.
-Tira avanti, ma credo non sia la cosa migliore parlarne in questo momento, infondo siamo qui per te. Come va con il tuo ragazzo? Stephen, giusto?- Lo sguardo di Bruce si spense leggermente, quindi si portò la mano sinistra alla bocca, mordicchiandosi l'unghia.
-Ah, sì, Stephen... Mi ha lasciato, una settimana fa circa... Ha detto che sono troppo intelligente per lui e che quando parliamo non mi riesce a stare dietro... Non è neanche il primo ragazzo a mollarmi per questo motivo.- Noah annuì, in segno di comprensione e gli strinse leggermente la spalla. Lui sembrava proprio non rendersene conto, ma capitava molto spesso che chi ascoltava i discorsi del ragazzo non comprendesse a pieno le sue parole. Il giovane poteva tranquillamente essere definito un genio, saltando meno anni scolastici rispetto a quelli con cui avrebbe potuto effettivamente farlo, si era laureato a soli diciotto anni e adesso era diventato un ricercatore per l'ente dedito al programma spaziale più conosciuto al mondo, perciò non c'era minimamente da stupirsi se si rimaneva perplessi da una sua affermazione.
-Vedrai che troverai qualcun'altro appena ti sarai sistemato, lo sai che ormai qui a Beacon Hills ci sono per lo più ragazzini ignoranti e con zero voglia di fare.- Provò a consolarlo, ma nonostante fossero tutti lì per lui sembrava che Bruce proprio non ne volesse sapere di mantenere l'attenzione su di sé, infatti esclamò: -A proposito di ragazzini... Dove sono gli scriccioli? Non li ho ancora salutati.- Si guardò attorno, alla ricerca dei cuginetti: Li adorava. Per undici anni lui era stato l'unico bambino della famiglia e da quando erano nati Stiles ed Alex sentiva il bisogno di essere uno dei loro punti di riferimento ed ormai poteva dire non solo di esserci riuscito, ma anche che gli somigliavano.
-Tua madre li ha mandati fuori a giocare.- -E... Come stanno prendendo la situazione di zia?- Noah scosse la testa, passandosi una mano sul volto, quindi, conoscendo bene la curiosità del nipote, che prendeva sempre il sopravvento, gli fece cenno di seguirlo in cucina, dove potevano parlare lontani da orecchie indiscrete.
-Stanno reagendo in modi piuttosto diversi... Stiles sembra ignorare di proposito la gravità della malattia. Sta il più possibile con Scott, e i pomeriggi non vede l'ora di andare a trovare Claudia per raccontarle quello che ha fatto durante la giornata, a cosa ha giocato, gli allenamenti con il suo amichetto per la lacrosse o anche quanto è bella una bambina della classe, Lydia.
Alex invece è tutta una contraddizioni. Prima non vuole andare in ospedale, poi non se ne vuole andare. Vuole vedere la madre ma ogni volta piange e tiene le distanze e, tanto per complicare le cose, ha deciso che se ne vuole andare. Credo che l'unica cosa che abbia capito è che non vuole che sua madre muoia, sta cercando di scappare ma in modo diverso rispetto a quello del fratello... Sto meditando di portarla da uno psicologo... Gestisco Stiles molto più facilmente, è un maschio, lo capisco sicuramente meglio.- Raccontò. Bruce sembrava dispiaciuto, ma era evidente che la sua mente già viaggiava ed aveva avuto un'illuminazione nel bel mezzo del discorso.
-Alex... Se ne vuole andare? Se vuoi potrebbe venire con me, posticipo la partenza e può restare a Washington finché non se la sentirà di tornare a casa.- Una maschera di preoccupazione comparve sul volto dell'uomo, quindi il castano continuò: -Possiamo negarlo quanto vogliamo zio, ma la zia sta morendo e i gemelli stanno male, come Stiles ha bisogno di vivere la sua routine normalmente Alex ha bisogno di allontanarsi da tutto questo. Non mi dispiacerebbe occuparmi di lei, te avresti una preoccupazione in meno e lei potrebbe rilassarsi un po'. Ti fidi di me?- Al vice sceriffo mancò il fiato.
A suo nipote in così poco tempo era venuto in mente un'idea che sembrava fin troppo insensata e avventata, ma sicuramente la più giusta che gli potesse venire.
Ed era tentato di dire di no, perché nessuno poteva allontanarlo da nessuno dei suoi bambini.
Ma Noah voleva più di tutto che fossero felici.
-Sì, mi fido.-



MY SPACE!

Ciao :3
Allora, sarò molto veloce... In questo capitolo ho introdotto un attimo un personaggio, Bruce, che magari si vedrà altre volte, con lo scopo prinpale di rimettere al posto giusto qualche tassello sulla storia di Alex, e credo sia giusto mostrarvi anche il volto di questo avvenente ventenne omosessuale ^-^

Bruce Lieber:




 

Beh... A Martedì ^-^
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 8
*** "Hello Little Girl." ***


"Hello Little Girl."




Camden si fermò, guardando a destra e a sinistra, prima di attraversare la strada in sella alla sua bicicletta. Non vedeva l'ora di tornare a casa, non gli piaceva lasciare Will ed Isaac da soli, soprattutto con la possibilità che il padre tornasse ubriaco e se la prendesse con loro. Purtroppo da quando aveva comunicato all'uomo dell'imminente arruolamento la situazione era precipitata. Gideon beveva più di prima, quando si ricordava di acquistare qualcosa si trattava di alcolici ed il sedicenne doveva occuparsi della spesa, come in quel caso, e dei fratelli. Un volta entrato in un parchetto sospirò di sollievo, mancava poco. La sua attenzione però fu attirata da due figure seduta su una panchina, si bloccò, per poi avvicinarsi a bocca aperta.

-Ise, Will, cosa ci fate qui? Vi avevo detto di rimanere a casa!- Era preoccupato, doveva essere successo qualcosa. Il maschietto lo guardava con gli occhi pieni di lacrime, il braccio destro stretto al petto e il labbro tremolante, segno di imminente crisi di pianto; la sorella però si alzò, cercando di non incontrare lo sguardo del più grande.

-Mi spiace... Papà è tornato e... E si è messo ad urlare, ha preso Isaac per il braccio e me per i capelli e... E poi lo ha spinto contro le scale e se né andato... Ci siamo spaventati...- Camden si inginocchiò davanti alla bambina, facendole alzare il viso e abbracciandola, nel tentativo i calmarla, lanciando però uno sguardo preoccupato al fratellino.

-Hey... Va tutto bene, capito? Adesso prendi un bel respiro e io controllo quel braccio.- Accennò con la testa al bambino, quindi lei annuì, permettendogli di andare. Il biondino porse silenziosamente l'arto dolorante, sobbalzando al tocco leggero del maggiore, che lo guardò triste. Odiava vederlo soffrire, ma doveva assicurarsi che non fosse rotto nulla, perciò dopo avergli dato un attento sguardo e aver causato tre tentativi di fuga, stabilì che quello era un problema.

Si mordicchiò il labbro, valutando la situazione. Isaac aveva almeno una contusione, se non peggio, e certamente non poteva portarlo fino in ospedale e piedi, lasciando lì bici e acquisti, così come non poteva far salire entrambi i fratelli su questa o lasciare Will con il padre.

Fu riscosso dai suoi pensieri da un pallone da basket che si frappose tra lui e il bambino, che si rannicchiò spaventato. Il sedicenne recuperò l'oggetto, per poi girarsi verso il proprietario, che gli veniva incontro.

-Scusa, mi è sfugita... Oh, ciao Camden.- Derek prese al volo la palla, mentre l'altro si alzava sorridendo. I due giocavano insieme nella squadra della scuola e, anche se un anno più piccolo di lui, trovava la compagnia del moro piuttosto piacevola. Inoltre da quando usciva con una ragazza, non ne era sicuro ma probabilmente si chiamava Paige, sembrava molto più rilassato e affidabile, forse poteva approfittarne...

-Non importa, può capitare... Senti, me lo faresti un favore? Mio fratello si è fatto male al braccio giocando sull'altalena e vorrei portarlo in ospedale per un controllo... Terresti sott'occhio mia sorella per me? Non posso portarla, ho solo la bici e non posso lasciarla a casa da sola.- Spiegò la situazione il biondo, sperando che il più piccolo accettasse, comprendendo il problema. Lo vide irrigidirsi e per un attimo il panico comparve sul suo volto ma, dopo una manciata di secondi di silenzio, annuì con un grande sospiro.

-Va bene, resto con lei.- Disse leggermente titubante, ricevendo un abbraccio e svariati ringraziamenti da Cam, che si sbrigò a far salire il bambino ormai in lacrime sulla bicicletta e, una volta assiciratosi che fosse in una posizione stabile, partire, lasciando il ragazzo con gli occhi verdi solo con la biondina. Guardò per qualche secondo la piccola.

-Ciao ragazzina.-

-Non mi chiamo ragazzina, io sono Will!- Derek ghignò leggermente, non aspettandosi una risposta tanto veloce e convinta da una bambina minuta come lei. Aveva irrigidito la schiena e, con i pugni stretti, aveva sbattuto con forza uno dei piedini a terra. Il volto era arrossato, sembrava molto fragile e delicata ma il quindicenne non era più tanto sicuro che fosse così.

-Certo che sei una gnometta impertinente. Quanti anni hai?- Domandò lui avvicinandosi e guardandola dall'alto, dopo aver strettò leggermente il pallone iniziò a palleggiare, senza però distogliere lo sguardo dall'esile figura davanti a lui. Lo sguardo della piccola dagli occhi azzurri divenne leggermente lucido, mentre portava lo sguardo a terra con un leggero broncio, le mani ancora strette.

-Non mi prendere in giro, non sono una gnoma...- Ok, l'adolescente era decisamente perplesso. Se l'era presa? Non era colpa sua se la bambina era almeno mezzo metro più bassa di lui! Si dovette trattenere dal riderle in faccia, soprattutto quando notò il lieve trucco che portava al viso, però voleva evitare problemi, non gli conveniva portarsela contro se voleva passare un pomeriggio tranquillo, quindi si scusò, per la seconda volta nel giro di pochi minuti.

-Va bene, va bene. Scusa. Quanti anni hai?- Lei lo osservò leggermente scettica, poi però gonfiò il petto ed esclamò, tutta soddisfatta: -Ne ho fatti otto a Febbraio!- Il licantropo spalancò gli occhi, sorpreso. Non solo Will aveva l'età di Cora, ma era qualche mese più grande di lei. Non se lo aspettava, decisamente. La bambina era almeno dieci centimetri più bassa della sorella di lui, cosa non molto comune alla loro età. Forse era per quello che il commento di Derek l'aveva infastidita tanto.

-Davvero? Sembri più... Ehi! Quella è mia, che stai facendo?- La ragazzina gli mostrò un sorrisone. Ormai la palla le rimbalzava davanti agli occhi da un po', infastidendola non poco, perciò aveva approfittato della distrazione dell'adolescente per sottraglierla, scatenando la sua indignazione. La piccola si scansò più volte, tentando di tenere l'oggetto lontano dal moro, che però ebbe la meglio e riuscì a recuperarlo. La biondina incrociò le braccia al petto, facendo di nuovo sfoggio sul suo visino di un broncio.

-Sei amico di Camden?-

-Ci conosciamo solo perché giochiamo insieme.-

-Non mi piaci.-

-Il sentimento è reciproco, ragazzina.- I due rimasero lì a fissarsi, senza però osare aprire bocca. Il quindicenne non aveva idea del perché ma aveva identificato in quella bambina un'ottima avversaria, nonostante la tenera età sembrava essere perfettamente in grado di tenergli testa, almeno verbalmente, proprio per questo decise di non staccare gli occhi da quelli di Will, così come non lo fece lei, nonostante stesse venendo ad entrambi il torcicollo. Derek non era sicuro di quanto tempo fosse passato, se fossero solo una manciata di secondi o dei minuti, quando la calma fu distrutta da un urlo.

-WILLOW! ISAAC! DOVE VI SIETE CACCIATI!?- La bimba sobbalzò, nascondendosi dietro le gambe del ragazzo, che si era girato per guardare l'uomo che scruttava il parchetto. Il giovane intuì che si trattasse del padre dei Lahey, perciò alzò il braccio per farsi notare, mentre lei si allontanava nuovamente, guardandolo triste. Il ragazzo non capiva cosa stessa succedendo a quella ragazzina che fino a poco prima gli dava filo da torcere. Gideon li vide, cercando di calmarsi notando il quindicenne, quindi una volta averli raggiunti prese la figlia per il braccio, esclamando: -Willow! Cosa ci fai qui, dov'è tuo fratello?-

-Ehm, salve signore. Sono Derek Hale, sono nella stessa scuola di Camden, mi ha chiesto di controllare sua figlia mentre portava in ospedale... Isaac, giusto? Credo si sia fatto male.- L'uomo si irrigidì, puntando lo sguardo sul giovane Hale. Annuì, capendo cos'era successo, e rispose, tentando di non apparire sospetto.

-Oh, giusto. Camden mi ha mandato un messaggio dove mi spiegava quello che era successo, non capisco perché non ha portato a casa questa piccola peste... Willow, saluta, adesso torniamo a casa.- E con queste parole ed un cenno della testa si congedò, trascinando l'unica figlia femmina, mentre Derek li osservava allontanarsi, chiedendosi cosa nascondesse quella famiglia.



MY SPACE!

Ciao :3
Vorrei scusarmi per il mancato aggiornamento di Martedì, ma non ho avuto proprio tempo di entrare su EFP in questi giorni. Inoltre ci ho riflettuto parecchio ed ho deciso di fare solo un aggiornamento a settimana: Le idee non mancano, ma sono per lo più Aleksaac e vorrei un po' variare, perciò ho bisogno di un po' più di tempo, oltre al fatto che vorrei provare a lavorare un po' su un altro paio di progetti, un AU sempre di Teen Wolf e un racconto per scuola.
A questo punto vi saluto con la mia idea di Camden Lahey, alla prossima!

Camden Lahey:



 

Beh... A Venerdì ^-^
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 9
*** Iron Man ***


Iron Man




-Non se ne parla nemmeno! Non andrai al vostro primo appuntamento con questa maglietta!-

-Perché no!? È bellissima, voglio indossare quella!- Allison trattenne a stento una risata guardando il siparietto che si era venuto a creare a ripensando alla sua prima uscita con Scott, quando Lydia le aveva dato una mano con la scelta dell'abbigliamento.

Ovviamente la rossa non poteva farsi scappare quell'occasione, perciò, mentre Will si occupava di suo fratello, lei avrebbe pensato ad Alex mentre la cacciatrice le faceva sostegno morale. Il problema principale era che la riccia non ne voleva proprio sapere di indossare i vestiti che la banshee aveva intenzione di prestarle. Aveva recentemente riletto i fumetti di Iron Man e voleva mostrare al mondo la sua passione.

-Alex, tesoro, capiscimi: Se metti questa cosa ti devo per forza far mettere o jeans o shorts e non se ne parla nemmeno, indossarai o un vestito o una gonna.- Spiegò con più pazienza possibile, facendo però storcere la bocca all'interessata, che non indossava quei due capi di abbigliamento da anni. La riccia di sedette sul suo letto, sbuffando e giocherellando con una delle sue trecce. Non amava molto l'idea di essere trattata come una bambola, le piaceva vestirsi prendendo la prime cose pulite che trovava.

-Ho un idea!- Scattò di nuovo in piedi, un sorrisino soddisfatto sulle labbra, segno che una nuova idea che l'avrebbe resa vincitrice le era arrivata, quindi iniziò a frugare nel cassetto della scrivania. -Se riesci a creare un abbigliamento ispirandoti ad Iron Man indosserò quello che vorrai. Si deve solo capire che è un riferimento a lui.- Propose, piazzando davanti al viso della suo nuova consulente un'immagine dell'eroe, quella volta a storcere la bocca fu Lydia, Allison si sporse in avanti incuriosita: Si proponeva come una sfida interessante.

-Va bene... Certo che sei cocciuta come tuo fratello, eh! E qualcosa mi dice che lui ha a che fare anche con questa passione.- Borbottò la rossa iniziando a frugare nella borsa con le cose che aveva portato a casa Stilinski. L'umana scosse la testa, sedendosi davanti alla scrivania e facendo qualche giro con la seggiola.

-Nope! Stiles preferisce la DC, io la Marvel. Anzi, la DC non mi piace proprio.- Rispose pensierosa, scatendando la perplessità delle due amiche che di supereroi proprio non se ne intendevano.

-E che differenza c'è? Non è sempre la stessa cosa?- Domandò la castana, senza però staccare gli occhi dalla ragazza che sembrava cercare tra centinaia di vestiti.

-Stessa cosa? Sono due cose ben distinte! Ti prego Allie, non bestemmiare.-

-Invece di discutere perché non provi questa gonna? Dovrebbe starti bene e il colore è adatto, adesso controllo se hai qualche maglietta che ci sta bene.- Disse pensierosa Lydia porgendole l'indumento e andando con passo spedito verso l'armadio. Alex la osservò, il colore non le dispiaceva, un bel rosso scuro. Dopo aver guardato per qualche secondo le altre si diresse verso il bagno, poteva sembrare strano ma odiava cambiarsi davanti ad altre femmine quasi quanto quando si trattava di ragazzi.

Si sedette a terra e, dopo aver iniziato a tirarsi i calzini per toglierli, si sfilò di dosso i jeans, quindi si mise la gonna, cercando di capire il verso adatto. Passò qualche minuto a sistemarsi, rigirandosi più volte davanti allo specchio a corpo intero che il padre aveva rimesso nella stanza proprio per lei, finché poco convinta non recuperò i vestiti dal pavimento e tornò dalle altre. Sia la banshee che la cacciatrice la osservarono a lungo, finché non ebbero constatato di essere soddisfatte, quindi la prima le diede una maglietta che aveva tenuto posata sul braccio piegato fino a poco prima.

Con suo grande disappunto la riccia dovette fare avanti e indietro tra il bagno e la sua camera quattro volte prima di trovare la maglietta adatta; dello stesso rosso della parte sottostante e con disegnata una collana con una grande pietra blu, che a detta di Lydia richiamava perfettamente "quella cosa che brilla" che aveva l'eroe al centro del petto.

-Sai, non mi aspettavo di trovare qualcosa di così carino nel tuo armadio.- Esclamò lei. Probabilmente una qualsiasi altra ragazza della loro scuola ci sarebbe rimasta male, ma ad Alex quel commento non dispiaceva, era conscia di non essere un guro della moda e le andava bene così, aveva altre priorità.

-Ad essere sincera non sono neanche sicura che questa sia mia, potrei averla accidentamente presa a una delle mie amiche e Washington. Effettivamente è molto nello stile di Mae.- Rispose sinceramente, cercando di trattenere una risata quando vide Lydia alzare gli occhi al cielo, prima di scuotere la testa e prendere da terra due paglia di stivali, uno era un modello alto e chiaro e l'altro basso e scuro. Contraddicendo le aspettative della riccia si girò verso Allison, mostrandoglieli.

-Secondo te quali ci stanno meglio?-

-Quelli alti.-

-Perfetto, Alex, metti quelli bassi.- E così dicendo glieli mise tra le mani, mentre la castana sfoggiava un'espressione offesa e l'umana iniziava a ridare. Una volta essersi infilata, con leggera fatica, gli stivaletti, si alzò per far vedere l'abbigliamento nel suo totale alle amiche. -Direi che abbiamo quasi finito qui... Mancano solo gli accessori. Io ho portato qualche braccialetto color oro, ma non credo che bastino, ne hai qualcuno anche te? Vanno bene di qualsiasi tipo. Puoi tenere quegli orecchini perché stanno bene con le scarpe e la borsetta che volevi usare, però devo rifarti le trecce, hai più capelli che se ne vanno per conto loro che a posto in questo momento.- Continuò la rossa ricominciando a frugare nella borsa e lanciando una volta ogni tanto un'occhiata ad Alex, che annuendo si era diretta verso il porta bijoux sulla libreria. Era pieno di piccoli orecchini colorati, grande passione della ragazza, ma riuscì comunque a tirar fuori vari braccialetti del colore richiesto: Non che solitamente li indossase, ma quando trovava qualcosa dedicato ad uno dei libri, film o serie TV che amava non poteva fare a meno di comprarlo. Lydia sembrava piuttosto soddisfatta del risultato, mentre le allacciava al polso destro il quarto, cosa che Allison aveva già fatto con l'altro braccio.

-Sono dorati per le parti dorate dell'armatura, vero?- Chiese incuriosita la ragazza, ricevendo solo un segno di assenso dalla banshee, che sembrava essere partita nuovamente con la mente su qualcosa, infatti poco dopo domandò: -Ti sai truccare?-

-Ew. So più o meno mettermi il mascara e so usare il burrocacao, non credo sia diverso con il lucidalabbra. Basta?- Domandò a sua volta l'interessata, fortunatamente la rossa sembrava sollevata dalla notizia.

-Perfetto, metterai un lucidalabbra chiaro e mascara, prima però ti metterò io la matita, dovrebbe bastare così, infondo Isaac sa che sei una acqua e sapone, sarebbe strano se ti vedesse con tanto trucco in faccia.- Affermò, prendendo una matita per gli occhi da una tasca della borsa e facendo sedere l'amica.

Dopo che, faticosamente, Alex era stata del tutto sistemata, con rischi di accecamento dovuti ai tentativi di fuga dall'oggetto pericolosamente vicino al suo occhio e lamentele perché "Mi stai strappando i capelli, ti prego, posso pettinarmi da sola?", Lydia poteva dire fiera di aver fatto un miracolo, vedendo l'amica guardarsi felice allo specchio.

-Che dite, sto bene?- Chiese, trattenendosi a stento dal portare le mani a giocare con le trecce perfettamente ordinate, la rossa disse qualcosa di simele ad un "Certo che stai bene, l'ho scelto io l'abbinamento!", uscendo dalla stanza, tornando qualche secondo dopo trasciando Stiles per il braccio. Dopo averlo piazzato davanti alla sorella lo guardò, aspettando una reazione che tardiva ad arrivare.

-Allora? Come pensi che stia?- Il ragazzo sbattè le palpebre un paio di volte portando l'attenzione sulla ragazza che l'affiancava, poi riguardò la riccia rivolgendosi a lei: -Io penso che tu debba rimetterti la mia maglietta e rimanere a casa.- Disse accennando con la mano all'indumento che la Stilinski aveva indossato per tutta la giornata.

Evidentemente la frase era quella desiderata, perché la banshee lo ringraziò permettendogli di tornare alle sue cose, quindi sorrise all'amica.

-Visto? Tuo fratello non vuole che te esca, perciò sei bellissima.- Alex arrossì completamente ma accennò ad un lieve sorriso, mentre Allison scattava una foto, che mandò immediatamente a Will con sotto un "E questa volta Lydia Martin è riuscita a rendere femminile Iron Man!", ricevendo in risposta un semplice "Isaac arriverà leggermente in ritardo. Lo faccio cambiare. Sto cercando una sciarpa che stia bene con quello che voleva mettersi.", facendo perplimere la cacciatrice che però non commentò e si unì alle chiacchiere delle altre.

E quando Alex aprì la porta di casa e vide Isaac sorridergli capì che probabilmente aveva trovato il ragazzo giusto.

Non poteva essere altrimenti, insomma, chi altro poteva presentarsi al primo appuntamento sfoggiando spudoratamente una maglia di Capitan America?



MY SPACE!

Ciao :3
Come va? Spero bene e spero vi sia piaciuto il capitolo!
Ringrazio Eilanor per aver commentato lo scorso capitolo ed ArtistaDiStrada per aver fatto la stessa cosa con quelli precedenti, siete gentilissime ragazze :3
Vi lascio con gli gli outfit di Alex e Isaac, ad Alex mancano gli orecchini perché lo ho aggiunti ieri e ho dimenticato di mandarmi dall'IPad l'immagine aggiornata, quando tornerò a casa mia la sostituirò, alla prossima!

Outifit di Alex senza orecchini:




 

Outfit di Isaac:




 

Beh... A Venerdì ^-^
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 10
*** Three Weeks ***


Three Weeks




-Stai bene? Ti vuoi sedere?- Allison sbuffò alzando gli occhi al cielo, trattenendo comunque una risata e, andando contro il suo orgoglio femminile, accettò l'invito del marito.

-Scott, sono incinta, non malata.- Ormai quella frase sembrava quasi il suo motto. Effettivamente quando aveva annunciato al gruppo di aspettare un bambino ognuna delle ragazze le aveva detto che per quanto potesse essere bella e gratificante l'esperienza della gravidanza i licantropi l'avrebbero resa molto stressante, scusandosi loro stesse nel caso fossero state opprimenti. Beh, tutte tranne Will. Will le aveva detto che la gravidanza non dava nessuna sensazione positiva fino a dopo la nascita.

Ad ogni modo inizialmente non aveva ben compreso a cosa si riferissero, poi aveva capito una cosa: Il comportamento del branco anche in quel caso rispecchiava quello dei lupi veri e, mentre Stiles, Lydia, Alex e Will riuscivano a tenere a bada quel leggero istinto che portava a concentrarsi sul nuovo membro in arrivo e la sua mamma, Liam, Hayden, Derek, Isaac e soprattutto Scott potevano quasi definirsi senza ritegno. La fortuna di Allison era stata di non aver affrontato la prima parte della gravidanza, ormai quasi al termine, da sola; Hayden aveva dato alla luce la sua bambina pochi mesi dopo l'annuncio della cacciatrice. Proprio per questo le attenzioni in un primo momento erano state equamente divise ed, anche se in quanto compagna dell’Alpha c'era stato sempre un occhio di riguardo nei suoi confronti, era piacevole non avere sempre un gruppo di mannari a starle attorno, infondo gli altri avevano anche le proprie famiglie a cui pensare.

Il problema principale si era rivelato essere suo marito. Scott aveva sempre fatto di tutto per proteggerla, nonostante fosse in grado di farlo da sola, e da quando lui era diventato un Alpha e lei era morta e risorta la situazione non aveva potuto far altro che peggiorare.

-Allison?- La giovane si riscosse, riportando l'attenzione su di lui, che aveva iniziato a guardarla preoccupato.

-Scusa, non stavo ascoltando, mi sono distratta. Dicevi?- Domandò con un lieve sorriso di scuse sulle labbra.

-Oh, ok. A che pensavi?- Lei si mordicchiò l'interno della guancia, leggermente imbarazzata, mentre il bruno le teneva la mano, ormai ignorando le buste con cui erano rientrati in casa poco prima. Allison distolse lo sguardo per portarlo sul suo pancione, che iniziò ad accarezzare, poi parlò: -Mi sembra stranissimo pensare al fatto che questa creaturina un giorno, spero il più lontano possibile, diventerà l'Alpha del branco... Non è neanche nata e ha questo destino già deciso.- Scott sorrise ancora di più, avvicinando il viso a quello della moglie e baciandola dolcemente.

-Potrebbe sempre essere umana come te... E in caso contrario sono sicuro che sarà una leader giusta, forte e coraggiosa se ha preso anche solo un po' dalla sua mamma.- La cacciatrice lo baciò di rimando, posando poi la testa contro la spalla di lui e accoccolandosi tra le sue braccia, apprezzando quelle parole, l'Alpha del branco McCall sembrava non accorgersi che quelle caratteristiche appartenevano anche a lui, era sempre troppo modesto.

-Lo sai benissimo che la parte licantropescha è più forte di quella umana, è sicuramente come te. E tra sole tre settimane ne avremo la conferma... Tre settimane e saremo genitori... Tre settimane e non abbiamo ancora scelto il nome Scott!- Era scattata di nuovo seduta correttamente, improvvisamente tesa. Era da parecchio che l'idea del fatto che la loro bimba non avesse un nome la infastidiva, ma la consapevolezza di quanto poco mancava la rendeva nervosa, anche se molti genitori sceglievano il nome alla nascita dello stesso bambino. D'altra parte quel brusco cambiamento aveva disorientato e preoccupato ulteriormente Scott, che nonostante fossero mesi che la situazione era la stessa non si era ancora abituato ai cambiamenti di umore della moglie.

-Se vuoi possiamo pensarci adesso, in effetti è da un po' che non mettiamo meno alla lista.- Disse l'uomo prendendo un block-notes sul tavolino davanti al divano, sventolandolo leggermente.

-Va bene... Quanti ne sono rimasti? Mi sembra che fossimo ad un buon punto...- Allison si accoccolò nuovamente contro di lui, osservando interessata i pochi nomi scarabocchiati su uno dei fogli, ricopiati in fretta l'ultima volta, dopo che avevano escluso la maggior parte dei nomi.

-Ce ne sono ancora sei... Acacia. Che ne pensi? Devo dire che è da una settimana o giù di lì che il suono non mi convince più di tanto.-

-Dici? A me sembra carino, ma effettivamente non suona benissimo... Acacia McCall... Troppe C forse.- Concordò alla fine giocherellando con una ciocca di capelli e osservando la mano che cancellava il primo nome della lista. -Mi piace molto Nikki. Te che ne pensi? Se non sbaglio non ti convinceva.- E infatti Scott scosse la testa, senza però posare penna sul pezzo di carta, la donna capendo il pensiero di suo marito gli prese dalle dita la penna, eliminando lei stessa la scritta.

-Hazel, Sophie, Alice e Selene. Ne mancano quattro. Ne tolgo uno io e uno te? Poi scegliamo trai due rimasti.- Propose lui mordicchiando l'oggetto di nuovo in suo possesso, pensieroso. Erano tutti e quattro molto belli e gli risultava difficile sceglierne solo uno.

-Voglio togliere Selene, non si può sentire un licantropo che si chiama così!- Esclamò ridacchiando la cacciatrice, effettivamente per quanto potesse piacerle aveva cercato di escludere quel nome molto tempo prima.

-Era una cosa carina! La prossima la chiamiamo così però!- Rispose lui ridendo a sua volta, per poi baciarla di nuovo e spuntare due nomi dalla lista. -Quindi ci rimangono Sophie e Alice. Quale preferisci? Sophie Allison McCall o Alice Allison McCall?- Lei si immobilizzò per un attimo, mimando poi con le labbra qualche nome.

-Alice Sophie McCall? Non mi va proprio di escluderne uno, magari il mio nome lo metteremo a Selene. Ti piace?- Chiese lei, facendo intendere che accettava la volontà di Scott di chiamare in quel modo una possibile futura figlia. Lui si inginocchiò sul divano, sporgendosi in avanti fino a sfiorare con il viso in ventre gonfio della donna.

-Tu cosa ne pensi del tuo nome, Alice? Io lo trovo perfetto.- E così dicendo chiuse gli occhi, sorridendo beato una volta posato l'orecchio contro il pancione. Allison gli passò una mano trai capelli, capendo alla perfezione il gesto di lui. Stava ascoltando il battito della figlia, già udibile a distanza, ma ancora più chiaro e rilassante in quel modo.

Capiva perfettamente quello che si provava quando quel suono ritmico entrava nella tua mente ed un po' invidiava Scott per poterlo ascoltare ogni qual volta volesse, ma lui la riempiva di domande su come fosse averla dentro di sé e Allison si ricordava che non avrebbe mai potuto provare quella magnifica sensazione e rispondeva "È semplicemente la cosa più bella del mondo."



MY SPACE!

Ciao :3
Come va? Spero bene e spero vi sia piaciuto il capitolo!
Ringrazio Eilanor ed ArtistaDiStrada per aver commentato lo scorso capitolo, è bello sapere che continuate a seguire questa storia :3
In questo capitolo abbiamo dato un nuovo sguardo alla vita da adulti del branco, con Allison e Scott che sono gli unici a non essere ancora diventati genitori e nel prossimo sapremo com'è andata a finire anche con qualche altro personaggio.
Per chi se lo stesse chiedendo questa OS è ambientata ad inizio Novembre 2023, poiché Alice (che si pronuncia Elis) è nata il 1 Dicembre ^-^
Beh... Vi saluto e a Venerdì prossimo!
Baci
;*
Zoey

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Capitolo 11
*** It's All Your Fault, Asshole! ***


It's All Your Fault, Asshole!




Will entrò tranquillamente nel salotto di casa Hale-Lahey, il telefono retto solamente dall'orecchio che poggiava contro la spalla. Chiunque la incontrasse in circostanze normali non l'avrebbe mai potuta immaginare in queste condizioni, abituati a capelli perfetti e vestiti che sembravano sempre essere stati appena comprato, in quel momento sembrava essere un'altra persona, non poteva essere davvero lei la donna con i capelli legati alla ben meglio, con tante ciocche che sfuggivano disordinate dalla coda, un pigiama largo che nascondeva il ventre gonfio e una vaschetta di gelato tralle mani.

-Io non sono te Alex, non mi piace la vita da mamma, io voglio fumare e bere una birra una volta tanto... E io non capisco come tu possa odiare sigarette e alcolici! ... La pancia? Fin troppo grande per i miei gusti, come cavolo hai fatto quando eri incinta di Steve, James e Tony? - Rise di gusto alla risposta della migliore amica, nonché cognata. -Hai ragione, volevo soltanto sentirtelo dire! ... Comunque davvero, non vi capisco, non ve ne bastano quattro? I gemelli hanno appena un anno e Camden quattro, una pausa no?... Davvero? Se n'è accorto? Derek mi aveva detto che i cuccioli hanno un olfatto più delicato ma non immaginavo riuscisse a distinguere l'odore della gravidanza... Ciao Alex.- Will chiuse la telefonata, lasciando cadere il cellulare sul divano e aprendo la vaschetta di gelato, per poi prenderne una cucchiaiata e godendosi la calma che si era venuta a creare. Purtroppo però il momento tutto per sé che si era trovata fu distrutto ben presto da Derek, in arrivo dal piano superiore.

-Clint e Nat si sono addormentati, non dovrebbero disturbare. Ti va di vedere un film?- La donna lo osservò, con l'oggetto ancora saldo in mano e l'aria corrucciata, mentre lui ricambiava lo sguardo, non comprendendo l'improvviso comportamento della compagna: Giusto un'ora prima, quando aveva iniziato a parlare con Alex, era vestita per bene, lamentandosi di essere grassa. -È successo qualcosa?- Evidentemente era la cosa sbagliata da domandare. Decisamente. Sennò non si sarebbe ritrovato con una macchia sulla maglietta dopo aver ricevuto il cucchiaio in pieno petto.

-Lo sai benissimo cos'è successo!- Sbottò lei stringendo a sé il contenitore, come se fosse l'unica cosa che potesse salvarla in quel momento. Il moro alzò un sopracciglio, inclinando leggermente la testa, portando Will a sbuffare. -Sono incinta di due gemelli ed è solo colpa tua, ecco qual è il problema!- Derek corrucciò la fronte, avvicinandosi con il dito puntato contro di lei, quindi si sedette anche lui sul divano.

-L'abbiamo già fatto questo discorso, io ti avrò anche messo incinta ma se sono di nuovo gemelli è tutta colpa tua! L'ha spiegato anche il ginecologo, i gemelli eterozigoti sono dovuti per lo più a fattori erreditari della madre e guarda caso tu hai un gemello, Clint e Nat sono gemelli, non è colpa mia se lo sono anche quei due!-

-Quei due? Non si chiamano "quei due", si chiamano Remus e Luna!- Borbottò la bionda in risposta, quindi prese un grosso cucchiaio che aveva portato con se dalla cucina insieme a quello che era rimasto sul pavimento e prese del gelato portandoselo alle labbra. Ad essere del tutto sincera non era mai stata una grande fan del fresco alimento e certamente Marzo non era il mese migliore per mangiarlo, ma in quel momento ne aveva voglia e di certo questi fattori non l'avrebbero fermata.

-Remus e Luna? Sei seria?- Domandò lui inarcando nuovamente le sopracciglia, accigliato. Non si aspettava affatto nomi di quel tipo, era piuttosto convinto che quella volta sarebbe toccato alla Disney.

-Hanno molti parenti licantropi, sono abbastanza sicura che lo saranno anche loro. Quindi sì Derek, sono seria, è una cosa che andava fatta.- Rispose Will, stranamente, di nuovo calma e con un sorrisino beffardo sulle labbra. Il licantropo non si sorprese più di tanto, sembrava proprio che quello fosse uno dei giorni in cui il suo umore poteva variare nel giro di pochi secondi. Annuì, sapendo che discutere per scegliere loro i nomi sarebbe stato inutile, esattamente come lo era stato per i piccoli che continuavano a riposare indisturbati.

-E se fossero delle fatine come te? Come li chiameresti? Trilli e Terence?-

-Sei proprio uno stronzo! Non fare battutine, tanto è ovvio che saranno come te. Papà era umano e mamma ha passato il gene solo a me, è debole, sono più che convinta che saranno lupetti.- Controbattè lei sicura, per quanto potesse piacerle e divertirla essere una fata aveva la convinzione che quella specie nella loro famiglia si sarebbe fermato a lei. Nel giro di pochi secondi un altro fattore sembrò passarle in mente, arricciò le labbra. -Ti sei visto i film di Trilli? E non dire che l'hai fatto per tua sorella, perché quando sono usciti avevamo tredici anni.- Disse la bionda con un ghigno sulle labbra, divertita dalla rivelazione del compagno, che in risposta alzò gli occhi al cielo scocciato.

-Infatti l'ho fatto per tua figlia.-

- Tua figlia ha due anni!-

-Sa essere molto convincente.- Will rise di gusto, non poteva credere al fatto che un omone, un licantropo, grande e grosso come Derek avesse davvero ceduto alla richiesta della piccola per vedere quei film.

-Ammettilo, volevi una figlia solo per avere una scusa per vederlo!- Lo provocò lei mangiando altro gelato, ma l'uomo sbuffò, chiedendosi per quale assurdo motivo di fosse messò con quella biondina impertinente che aveva conosciuto ormai più di vent'anni prima.

-Neanche io volevo dei figli, lo sai bene. Solo, che a differenza tua che quello materno non ce l'hai, io ho un istinto paterno e voglio bene ai nuovi in arrivo quanto a Clint e Natasha, quindi voglio evitare che abbiano nomi per cui potranno essere sfottuti da tutto il branco.- Il moro parlò con sicurezza e convinzione, scatenando nuovamente l'indignazione della bionda, lui si chiese se non fossero pericolosi tutti quei cambi d'umore, non era una brutta prospettiva portarla ad Eichen House.

-Io ce l'ho eccome un istinto materno, sennò avrei già abortito a quest'ora! E voglio loro bene sicuramente molto più di te, sei sentimentalmente stitico! Aspetta un momento... Tu mi vuoi rinfacciare il fatto che non li volevo! E magari anche che non ho voluto sposarti! Sei proprio uno stronzo!- Urlò lei alzandosi e battendo con forza un piede a terra, i pugni stretti e gli occhi chiusi. Il licantropo si alzò, prendendola per i polsi nel tentativo di farla star ferma.

-Senti ragazzina, vedi di calmarti.-

-RAGAZZINA!? SONO UNA DONNA INCINTA! ED È TUTTA COLPA TUA, STRONZO!- E mentre Will correva via, nel tentativo di trattenere le lacrime per la rabbia, Derek cercava di rimanere in se per non sbranare la compagna, che gli aveva fatto volare in testa l'intera vaschetta di gelato.



MY SPACE!

Ciao :3
Come va? Spero bene e spero vi sia piaciuto il capitolo!
Ringrazio anche sta volta Eilanor per aver commentato lo scorso capitolo, sei dolcissima, mi auguro che Will e Derek ti abbiamo divertita!
Non sono sicura di aver ottenuto l'effetto desiderato, non sono abituata a scrivere OS con l'obbiettivo di fare qualcosa di divertente, sono più per angst, malinconia e introspezione, ma ci ho provato.
So che il comportamento di Will può sembrare esagerato, ma lei è già di suo una lunatica e suscettibile, quindi gli ormoni non hanno sicuramente aiutato!
Beh... Per darvi una traccia temporale, questa OS è ambientata all'inizio del Maggio 2024, quindi qualche mese dopo la precedente, mentre con la prossima torniamo ai primi mesi di Alex di nuovo a Beacon Hills, circa un mesetto dopo che lei e Isaac hanno iniziato a frequentarsi.
Concludo dicendo che se volete il discorso completo tra le due fanciulle chiedete pure e ve lo mando.
Beh... A Venerdì ^-^
Baci
;*
Zoey

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