L'artiglio della distruzione - Hakaitsume

di Aiko Inochi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Agguato ***
Capitolo 2: *** Dopo tanto tempo ***
Capitolo 3: *** Il furto della Hakaitsume ***
Capitolo 4: *** Il potere nascosto ***
Capitolo 5: *** Alla ricerca d'indizzi – prima parte ***
Capitolo 6: *** Alla ricerca d'indizzi – seconda parte ***
Capitolo 7: *** Sulla giusta via ***
Capitolo 8: *** La medesima sorte ***
Capitolo 9: *** Messa alla prova ***
Capitolo 10: *** A palazzo ***
Capitolo 11: *** Scusa banale ***
Capitolo 12: *** Fratelli riuniti ***
Capitolo 13: *** Desideri e paure ***
Capitolo 14: *** Incubo reale ***
Capitolo 15: *** Obiettivo svelato ***
Capitolo 16: *** Tsuyo ***
Capitolo 17: *** C'è ancora speranza ***
Capitolo 18: *** Il guardiano del santuario ***
Capitolo 19: *** Ricorda ***
Capitolo 20: *** Risonanza ***
Capitolo 21: *** Resa dei conti ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Agguato ***


FFI1                                                                                       Agguato


«Sei sicuro di riuscirci? »
«Sì!»
«Bada che se fallisci non avrai altre opportunità»
«Lo so bene, mio signore. Sono pronto!» disse con più convinzione un uomo dalle vesti scure e lunghe. Si confondeva perfettamente con l’oscurità della notte che lo avvolgeva.
«Bene, procedi!» rispose l’altro, meno incerto di prima. Uno youkai dalla figura elegante, appena percettibile nel buio, dagli occhi di ghiaccio così chiari che potevano apparire bianchi.
Si trovavano in un’immensa pianura, il cielo era completamente scuro privo di luna e coperto da nuvole. Non vi era alcun suono né di animali né di qualunque altro essere vivente al di fuori di loro, solo il vento, ogni tanto, si faceva sentire con leggere folate.  
Senza proferire alcuna parola, l’umano tese il braccio in avanti, mantenendo il suo bastone sospeso davanti a se in orizzontale. Chiuse gli occhi, si concentrò per alcuni minuti, li riaprì di scatto e piantò il bastone nel terreno dal quale si liberò energia sottoforma di luce. Questa si propagò, per poi fermarsi una volta coperto alcuni metri e creato una barriera che circondò l’uomo e lo youkai.
L’umano cominciò a pronunciare una formula a bassa voce, quasi un sussurro impercettibile, e un flusso di energia si mosse dallo youkai all’uomo e dall’uomo al punto in cui era conficcato il bastone.
L’operazione continuò per diverso tempo, molti minuti o addirittura ore; non erano in grado di stabilirlo. A un certo punto la terra sotto di loro ebbe un fremito e crollò nel punto in cui vi era il bastone.
«Si è aperto» costatò lo youkai soddisfatto. Si era alzato subito, ignorando la sensazione di spossatezza provocato dal consumo di energia e dallo stato di prolungata concentrazione.
In ben altre condizioni era l’umano: stanco, affannato e inginocchiato con le mani appoggiate al suolo. Faticava a stabilizzare il ritmo del suo respiro dopo il grande sforzo che aveva compiuto.      
Lo youkai dovette attendere che si riprendesse, aveva ancora bisogno di lui.
Nonostante tutto non ci volle molto. L’umano, appena riacquistò un minimo di forze, si rimise a fatica in piedi, facendo forza sul bastone.
«Andiamo!» ordinò lo youkai e s’introdussero nell’apertura che si era creata nella terra.


***


La corda di un arco che si tendeva, la mano che lo reggeva faceva fatica a trattenerla per via della sua durezza. La punta della freccia venne indirizzata verso il fantoccio di paglia. Quando fu sicura di aver preso la mira giusta, la giovane ragazza che tendeva l’arco, lasciò andare la freccia che scivolò a lato del manichino.
La ragazza fissò con disappunto la freccia conficcata nel terreno, ma si affrettò a ripetere l’operazione.
«Ciao Rin-chan!»
«Ah!» la ragazza si fece scappare la freccia che finì poco lontana dai suoi piedi. «Accidenti mi sono distratta»
«Non dovresti essere con Kaede-sama?» la giovane dai capelli corvini e le vesti da miko, si avvicinò.
«Kagome! Ho finito poco fa di sistemare tutte le erbe e poiché Miroku-sama non c’è, Sango-chan è impegnata con i bambini e non può assistere al mio allenamento, così avevo pensato di provare a fare un po’ di pratica con l’arco» le spiegò Rin col solito sorriso.
Erano trascorsi quasi quattro anni dalla sconfitta di Naraku e uno da quando Kagome era tornata. Dal tempo in cui Sesshoumaru l’aveva lasciata al villaggio, Rin non si era più spostata da lì. Aveva instaurato un bel rapporto con tutti ma la voglia si viaggiare ancora al fianco dell’ inu youkai non era cambiata. Come non era particolarmente cambiato il suo aspetto: cominciava ad assumere le forme di un’adolescente, continuava a portare un ciuffetto di capelli legati al lato del capo e indossava kimono ben più pregiati del resto delle ragazze e donne del villaggio. In quel momento ne portava uno arancione a strisce verdi.  
«Sei proprio decisa a voler imparare a combattere, eh?»
Rin crescendo aveva maturato quel desiderio. Aveva anche chiesto alcune volte a Sesshoumaru, quando andava a trovarla, di portarla con sé e di farle da maestro ma lo youkai si era sempre rifiutato, spiegandole che era troppo presto. Ma testarda e decisa com’era, finì col convincere almeno Sango.
«Sì! Però non riesco a capire per che cosa sono più portata» sospirò un po’ scoraggiata.
«Bè l’arco per ora non è tra questi» costatò Kagome notando la quantità maggiore di frecce nel terreno che nel fantoccio.
«Mi daresti una mano tu? Giusto qualche nozione di base, che ne dici?»
«E va bene. In fondo non ho nulla da fare fino a che Inuyasha non torna»
La più giovane batté le mani per la gioia. Tutta emozionata, andò a recuperare qualche freccia per poi cercare di fare tesoro di tutti gli insegnamenti e i suggerimenti di Kagome.
L’ultimo dardo tagliò l’aria e si conficcò nella paglia.
«E’ andata!»
Rin aveva continuato a esercitarsi fino al tramonto. La sua improvvisata istruttrice, dopo averle spiegato come fare, si era messa seduta poco distante da lei a osservarla. Ogni tanto la correggeva o la lodava quando vedeva qualche miglioramento.
 «Kagome!»
Al suono inconfondibile della voce di chi l’aveva appena chiamata, Kagome scattò in piedi.
«Inuyasha, Miroku finalmente siete tornati!» la giovane andò loro incontro e  abbracciò il mezzodemone.
«Ciao Kagome, Rin! Cosa fate qui?» domandò l’houshiconsiderando strana la loro presenza fuori dal villaggio.
«Mi esercitavo con l’arco e Kagome-chan mi ha aiutato»
«Capisco»
«Bè, ora è tardi. Sarà meglio tornare» disse Inuyasha.
Gli altri annuirono e si misero in marcia verso il villaggio. Durante il tragitto i due giovani raccontarono dello youkai che avevano sconfitto in un castello non molto lontano.
Arrivati al villaggio, ognuno si recò nelle proprie dimore: Rin da Kaede, Miroku da moglie e figli che lo attendevano e Inuyasha e Kagome nella loro piccola casa ai margini del centro abitato.
Inuyasha e Kagome proseguirono sul viale tranquillo, dopo essere rimasti soli.
«Ti sei annoiata in questi giorni?» chiese a un tratto l’hanyou riferendosi al periodo di assenza.
«Mi sono tenuta impegnata, piuttosto mi sei mancato» gli rispose dolce, prendendogli la mano. Inuyasha gliela strinse a sua volta e arrivarono alla loro casa.
La gazza stava per entrare ma venne trattenuta da Inuyasha, che si era bloccato sull’uscio con tutti i sensi all’erta.
«Inuyasha?»
«Stanno combattendo qui vicino»
«Eh! Chi sta combattendo?»
«C’è odore di youkai e di ningen.»
«E’ in pericolo?»
«Non lo so ma si sente odore di sangue umano anche se poco. Vado a vedere! Tu resta qui, Kagome»
«Vado ad avvisare Sango e Miroku!»
«Non venite!» le disse infine balzando in aria e andando in direzione del bosco.
Kagome non sembrava intenzionata ad obbedire e tornò sui suoi passi per informare gli amici.

***

«Noumu, secondo te questo può servirci a qualcosa?» domandò una giovane donna prendendo dalla sua sacca una boccetta contenente un liquido verdastro. Era una donna alta, con capelli neri dai riflessi blu raccolti in una coda, occhi grigi e un viso dai lineamenti delicati. Indossava un kimono bianco con foglie rosse che decoravano le maniche, degli hakama blu notte e ai piedi portava dei waraji. Al fianco sinistro aveva una katana, mentre su quello destro, un machete e infine portava  annodato sulle spalle un furoshikirosso.
 L’ okami youkai, che camminava al suoi fianco, la guardò scuotendo il capo, facendo intendere che non lo sapesse.
Era un grande lupo, dal torace ampio e possente ricoperto da folto pelo grigio scuro e dagli occhi neri. Le spalle erano coperte da due ossa della stessa forma della scapola e i canini particolarmente lunghi fuoriuscivano ai lati della bocca.
«Uffa! Potrebbe anche spiegare le cose per intero» si lamentò riponendo nella sacca la boccetta.
Mentre continuarono il loro cammino, Noumu si fermò annusando l’aria.
«Sentito qualcosa?» anche la donna si fece più attenta nel tentativo di percepire il più piccolo suono. Se il suo amico si comportava in quel modo, era probabile che ci fosse qualche pericolo imminente. Forse qualche malintenzionato o peggio uno youkai.
L’okami youkai cominciò a ringhiare in una direzione precisa ma non appena poté definire meglio ciò che si stava avvicinando, morse un lembo del kimono della donna, trascinandola verso di se e la fece salire in groppa.
«E’ così pericoloso?» la donna percepì una certa agitazione. Era raro che Noumu scappasse, ciò significava che ciò che aveva percepito, era potenzialmente mortale. Non le piaceva l’idea di fuggire ma si affidò all’istinto dell’amico, in più non si era ripresa del tutto dalla fatica del combattimento che aveva sostenuto pochi giorni prima e dal lungo viaggio.
L’okami youkai correva il più velocemente possibile tra gli alberi del bosco, incurante di rami e arbusti. La donna si reggeva forte, trattenendo il folto pelo tra le mani e mantenendo il volto chino per evitare di ferirsi.
Tra il rumore del vento e della vegetazione con cui si scontravano e che calpestavano, alle loro spalle si percepì chiaramente qualcuno che li stava raggiungendo.
La giovane donna si voltò all’indietro e vide da chi stavano scappando: uno youkai ad ali spiegate e con in mano una lunga arma. Li stava per raggiungere ed era vicinissimo!
«Noumu!» la donna lo tirò per l’osso sul lato sinistro.
L’okami youkai comprese le sue intenzioni e si spostò con un balzo repentino a sinistra, evitando la lama per un soffio. Nel ritornare a contatto con il suolo, mise una zampa in fallo, cadendo e con lui la donna.
Si rialzarono in fretta. Il lupo con le zampe leggermente distanti le une dalle altre, mostrando le zanne mentre la donna sguainò la katana, pronta allo scontro.
Di fronte a loro vi era uno youkai dall’aspetto umanoide, i lineamenti affilati e taglienti, i capelli castani raccolti in un’alta coda e gli occhi di ghiaccio, talmente chiari da sembrare bianchi. Indossava abiti pregiati, un kimono blu con ricami d’oro e hakama dello stesso colore, stretto alla caviglia.
Aveva piegato le ali dietro la schiena e reggeva la lunga arma con una sola mano. Ora che poteva osservarla meglio, si trattava di una naginata.
Si guardavano senza muovere un muscolo e la cosa urtava non poco i nervi della donna.
«Che diavolo vuoi da noi? Perché ci hai attaccato?»
«Non devo spiegazioni a chi sta per morire» disse atono lo youkai impugnando anche con l’altra mano la naginata e scattò in avanti.
Grazie ai suoi buoni riflessi, la donna si disimpegnò all’indietro evitando l’affondo.
Noumu attaccò provando a morderlo al braccio ma lo youkai lo intercettò, colpendolo con l’asta della naginata, facendolo scontrare violentemente col suolo. Non contento gli provocò un profondo taglio sul torace.
«Noumu! Maledetto lascialo stare!»
Lo youkai tornò a fissarla glaciale, pronto per un nuovo attacco che non tardò ad arrivare.
La donna indietreggiò e parò facendo scorrere la lama lungo la katana. Il secondo attacco venne fermato dal lupo che si era ripreso e lo trattene per una gamba. Le zanne penetrarono in profondità, facendolo sanguinare.
La giovane donna non sprecò l’occasione e si lanciò in un fendente, incrociandosi con la lama della naginata. Alzò la katana, continuando a sorreggerla con la sola mano sinistra e con l’altra estrasse il machete, con il quale provò a tagliargli la gola.
Allo youkai bastò inclinarsi leggermente all’indietro per evitarlo. Alquanto irritato, si liberò dalla presa dell’okami youkai dietro di lui, colpendolo in mezzo alla fronte con la parte finale della naginata, poi l’alzò e l’abbassò rapidamente ferendo la spalla della donna.
I due si ritrassero doloranti e sanguinanti. La donna aveva mollato la presa sul machete e si era portata la mano alla spalla ferita, arretrando mentre Noumu sembrava incapace di muoversi.
«Vediamo di finirla» sussurrò lo youkai.
«Non è ancora finita» la donna riafferrò la katana con entrambe le mani e attese la mossa del nemico.
Le lame s’incrociarono ancora una volta.
“Bene!” la donna esultò nella propria mente a quell’opportunità. I due combattenti imprimevano nelle loro armi una forza notevole. Il sangue spillò con maggiore intensità dalla spalla e presto la gioia dell’esultanza precedente svanì.  
“Non c’è un flusso di energia demoniaca. Com’è possibile?” la forza dello youkai sopraffò quella della ningen e spazzò via la katana. Con un fendente dal basso le provocò una ferita seria alla coscia, che le fece perdere l’equilibrio e cadere.
Le si avvicinò con passo lento e leggero, la naginata dritta nella mano destra.
La sollevò. Era finita!
«Kaze no kizu!»
Un’intensa luce devastò il campo di battaglia costringendo lo youkai ad allontanarsi.
La donna si coprì istintivamente il volto con le braccia e quando tutto si calmò, davanti a se c’erano tre solchi nel terreno e più avanti il suo amico lupo sorpreso almeno quanto lei.
«Stai bene?» chiese una voce al suo fianco. Alzò lo sguardo, tracciando una figura rossa con una grossa spada, capelli bianchi e orecchie da cane.
«Più o meno» si limitò a rispondere incerta. Non sapeva chi fosse né perché la stesse aiutando, ma era giunto nel momento giusto.  
«Fatevi da parte! A questo ci penso io» continuò a dire.
La donna annuì non potendo fare molto. S’issò a fatica, trattenendo il dolore e raggiunse Noumu che si era a sua volta rialzato.
«Sei venuto qui per morire hanyou?»
«Io non ci conterei»
«Non illuderti ammazzerò te per primo!» sogghignò soddisfatto l’aggressore.
Lo youkai svanì dalla vista dell’hanyou e gli ricomparve davanti a pochi centimetri di distanza con la lama della naginata conficcata nel fianco.
Il sorriso dello youkai era perfido e tagliente ma durò poco. Al suo posto infatti, comparve una smorfia contrariata. In un moto di stizza, affondò ulteriormente la lama e poi la estrasse.
«Sei stato fortunato, hanyou»
Il mezzo demone boccheggiò quando la lama liberò il fianco, lasciando fuoriuscire il sangue che gli inzuppò le vesti.
Com’era venuto lo youkai se ne andò rapidamente, inoltrandosi nel bosco.
«Ehi! Sati bene?» la donna fu la prima a riprendersi.
L’hanyou si guardò ancora sconvolto il fianco e lo premette con la mano. Non era riuscito a seguire i movimenti di quello youkai.
«Non è nulla di troppo grave. Passerà in fretta» rispose frettolosamente.
«Voi siete feriti gravemente?»
«Solo dei brutti tagli che ci metteranno un po’ a guarire» costatò amaramente la donna. «Ti devo ringraziare. Probabilmente sarei morta se non fossi arrivato tu»
«Forse sì. Piuttosto hai un posto dove andare?»
«Vivo in un luogo abbastanza lontano da qui»
«Allora non ho scelta. Seguimi! Ti porto al mio villaggio, lì potrete almeno medicarvi» disse loro scocciato.
«Ti ringrazio!» rispose cortesemente la donna. Salì su Noumu con un po’ di fatica e seguirono l’hanyou.
Lo osservò attentamente. Camminava con passo deciso ma continuava a mantenersi il fianco con la mano, probabilmente la ferita doveva fargli male. Aveva accettato il suo aiuto senza fare storie, anche se si trattava di un perfetto sconosciuto. In fondo li aveva salvati e poi le ricordava qualcuno.



Glossario:
Youkai = Demone, spettro
Miko = sacerdotessa
Houshi = monaco buddista
Hanyou = mezzodemone
Ningen = umano
Waraji = sandali di paglia
Furoshiki = involucro quadrato di stoffa per trasportare vestiti, bentou, regali e altri beni
Okami = lupo
Naginata = arma giapponese composta da una lama ricurva su una lunga impugnatura
Kaze no kizu = è la cicatrice del vento


Disegno Moriko e Noumu


Angolo dell'autrice:

Salve a tutti! Incomincio col rigraziare tutti coloro che hanno letto fino alla fine. Arigatou!
Sono torna con una nuova storia, questa volta mi metterò a creare casini nella Sengoku Jidai.
Come avete notato mi piace usare i termini giapponesi, probabilmente non lo farò sempre nel modo corretto ma fatemeli passare. Ho messo la traduzione delle parole a fine capitolo ma se ritenete più opportuno a inizio, posso modificare. Pubblicherò un capitolo ogni due settimane e spero di riuscirlo a fare insieme a un disegno. Bene! Credo di ver detto tutto non mi resta che sperare che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima ;)

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Capitolo 2
*** Dopo tanto tempo ***


                                                                                                                     DOPO TANTO TEMPO




«Inuyasha!» Kagome era a limite del villaggio, pronta a raggiungere l’hanyou ma questo arrivò prima. Si era sentita più sollevata nel rivederlo così presto ma quando notò la ferita, gli corse incontro preoccupata.
«Inuyasha, stai bene?»
«Non è niente tranquilla. Ha smesso anche di sanguinare» questo bastò per tranquillizzarla «è quella donna ad avere bisogno di cure più urgenti» disse indicandole i due al suo seguito.
Kagome non ci aveva fatto caso, concentrata su Inuyasha.
Li portarono nella casa di Kaede. Noumu rimase fuori e, a medicargli le ferite ci pensò Sango, passandoci sopra un unguento.
L’anziana sacerdotessa si occupò delle ferite della donna e si meravigliò per la sua resistenza. Il taglio alla gamba era molto profondo e non aveva smesso di perdere sangue.
Rin l’assistette ma era inquieta per la presenza dell’okami youkai poco distante e in qualche modo quella donna gli era legata.
«Allora hai finito Kaede?» si sentì la voce di uno spazientito Inuyasha all’esterno dell’abitazione.
«Insomma Inuyasha abbi un po’ di pazienza» fece scocciata Kagome.
«Ho perso anch’io tempo a medicarmi e quella ningen è più resistente di quanto sembri»
Kagome lo guardò male, stanca di sentirlo lamentarsi «A cuccia!» e Inuyasha finì con la faccia in qualche centimetro di terra.
«Potete anche entrare» l’anziana sacerdotessa aveva spostato la tenda, dando ai due e Sango lì accanto, l’opportunità di entrare. L’okami youkai avrebbe voluto stare accanto all’amica ma la cortese richiesta della vecchia sacerdotessa e l’occhiata di intesa con la donna ferita all’interno, lo fecero desistere, accontentandosi di sbirciare.
«Noumu, tranquillo sto bene!» lo tranquillizzò la giovane donna dall’interno, permettendosi di alzare un po’ la voce.
L’hanyou si stava ancora massaggiando il viso mentre prendeva posto, poi fissò lo sguardo sulla giovane donna «Si può sapere che voleva quello youkai da te e chi diavolo sei?» domandò Inuyasha senza troppi giri di parole, guadagnandosi un’occhiataccia da Kagome.
Per la donna quel temperamento diretto e sbrigativo non era un problema e gli rispose con un atteggiamento simile.
«Non so cosa volesse da me quello youkai né tanto meno so chi fosse. Stavo semplicemente tornando a casa, quando quello ci ha attaccato senza motivo. Per quanto riguarda la seconda domanda, mi chiamo Moriko e sono allieva di Hasu. Penso tu la conosca»
Inuyasha deglutì vistosamente al suono di quel nome. Gli altri presenti non capirono il motivo della reazione dell’hanyou, ritendendola strana.
«Pe … perché dovrei conoscere Hasu?»
«Perché ho motivo di pensare che tu sia suo fratello»
«Ti starai confondendo con qualcun altro!» l’hanyou distolse lo sguardo.    
«Io non credo! Non sono certo in molti ad avere capelli e occhi come i tuoi con le orecchie da cane che di nome fanno Inuyasha. E poi la spada che porti con te, non è forse Tessaiga?»
Per quanto potesse essersi sbagliata, il fatto di aver nominato Tessaiga rendeva tutto molto più credibile e convincente.
«Inuyasha hai davvero una sorella?» domandò Kagome dado voce alla domanda generale dei presenti.
L’hanyou si sentiva lo sguardo di tutti addosso. Farfugliò qualcosa d’incomprensibile e scoppiò in un urlo, passandosi le mani tra i capelli.
«Ah, dannazione! Sì sì Hasu è mia sorella!»
«Perché non l’hai mai detto?» continuò la miko.
«Non era importante» tagliò corto lui.
«Ti vuole morto come faceva un tempo Sesshoumaru?» si azzardò a ipotizzare Sago.
«No no per fortuna non ha mai voluto farmi del male»
«Quindi è anche sorella di Sesshoumaru-sama?» alla più piccola dei presenti quella domanda sorse spontanea.
«Sì, Rin. Lei e Sesshoumaru hanno gli stessi genitori» le spiegò l’hanyou.
«Ma se non hai nulla da temere, perché volevi negare di conoscerla?» Kaede fino a quel momento se ne era stata ad ascoltare quasi divertita dalla situazione.
«Posso intuirlo, miko-sama» disse Moriko intromettendosi «dovete sapere che Hasu sensei per quanto severa, in genere è gentile e premurosa però resta pur sempre una youkai e dei più temibili, quindi conviene non farla innervosire»
«Dato che mi capisci, potresti evitare di dirle di avermi incontrato?» fece Inuyasha seccato.
«Manco morta! Ci tengo alla mia integrità fisica» sbottò la donna decisamente terrorizzata all’idea.
«Dannata non ti ho chiesto molto! In fondo ti ho anche salvato la vita, no?» Inuyasha si era alzato e le urlava contro.
«Torno volentieri a lottare con quello youkai» di tutta risposta Moriko lo fissava dritto negli occhi, seduta sul futon senza farsi intimorire.
«Scusa Inuyasha ma cosa hai fatto di così grave?» Sango si era incuriosita.
«Bè ecco … di sicuro sarà venuta a sapere che sono stato sigillato e poco tempo dopo che le avevo promesso che me la sarei cavato da solo senza combinare guai… si sarà di certo infuriata»
«Forse si sarà solo preoccupata e dispiaciuta» disse Rin ritenendola la cosa più logica.
«Probabile ma la reazione non cambia di molto» le spiegò Moriko trovando il consenso di Inuyasha che annuì.
«Cosa farai Inuyasha? Non hai molte alternative» chiese la vecchia miko.
«Devi proprio dirglielo, donna?»
«Moriko, prego … sì come ti ho detto, tengo alla mia integrità fisica»
«Allora non ho scelta. Ti accompagnerò da Hasu, se vede che ti ho salvato la vita, probabilmente sarà meno dura. Mi aiuterai almeno in questo?»
Moriko annuì.

***

Per guarire quasi del tutto dalle ferite, Moriko ci impiegò due settimane, durante le quali fu ospitata dalla vecchia Kaede.
Per quanto poté, cercò di rendersi utile e sdebitarsi per la gentilezza che le riservavano. Stava conoscendo meglio Inuyasha ed era molto simile a come lo aveva descritto la sua sensei: spesso si comportava in modo rude o scontroso ma si vedeva lontano miglia che doveva essere buono d’animo. Fece anche la conoscenza dei suoi amici che ogni tanto si preoccupavano di sapere come stava, facendole visita.
A quanto aveva capito Kagome era la sua compagna e quasi per caso scoprì che veniva da un’altra epoca. La cosa ovviamente aveva dell’incredibile ma questo le servì a spiegarle perché mai quella miko, le sembrava diversa da tutte quelle che aveva incontrato fino ad allora. Ad ogni modo era molto socievole ed era piacevole stare in sua compagnia.
Poi c’era la youkai taijiya che si era presa cura di Noumu. Doveva essere una guerriera esperta e conoscere abbastanza bene gli youkai poiché il suo amico lupo gradì molto le attenzioni della donna. Fece la conoscenza del marito di Sango, Miroku, un houshi dal temperamento calmo e tanta voglia di scherzare. I due avevano tre figli: due gemelle molto vivaci e un maschietto.
Infine vi era Rin. Si era subito incuriosita a lei per via della paura che provava nei confronti di Noumu e per come parlava con tanta tranquillità dell’altro fratello di Hasu, Sesshoumaru. A quel che sapeva, era uno youkai forte, alquanto crudele ma soprattutto detestava gli umani. Dovette ricredersi o perlomeno pensare che i racconti della sensei fossero esagerati o che avessero lo scopo di incuterle paura.
Riuscì a sapere da Rin che in passato era stata uccisa dai lupi e che era stato Sesshoumaru stesso a riportarla in vita con la sua katana Tenseiga. 
La cosa le dispiacque non poco. Lei viveva quotidianamente con la presenza di due okami youkai e poteva affermare che non erano creature crudeli. Certo, potevano essere pericolosi, ma quale youkai non lo era?
Per non risultare scortese o forzare chi era stato gentile con lei, aveva chiesto a Noumu di tenersi lontano dalla ragazzina e dalla capanna i cui abitava.
Man mano che le forze tornavano, a Moriko quella casetta stava stretta e così, al mattino presto usciva per fare una passeggiata e la sera si metteva ad ammirare le stelle in compagnia dell’okami youkai.
Anche quella sera era uscita e si era allontanata di qualche metro dal piccolo centro abitato. Trovò Noumu che l’aspettava nello stesso posto, sdraiato con il muso appoggiato sull’erba e gli occhi rivolti verso l’alto.
«Noumu!» l’okami youkai agitò la coda in segno di saluto «visto così non faresti paura nemmeno a Rin, sembri proprio un cucciolone»
Di tutta risposta Noumu ringhiò, disapprovando il commento e alla donna sfuggì una risata.
Moriko si distese affianco a lui, appoggiando la testa sul suo collo e accarezzandogli l’orecchio. Era la parte con più pelo e più morbida, meglio di qualunque futon. A lei piaceva stare ore in quel modo, spesso le capitava di addormentarsi.
«Domani torniamo a casa. Sai, non mi è dispiaciuto restare del tempo qui. Sono stati tutti molto gentili anche la taijiya ti ha trattato bene, eh?» Noumu le rispose con un guaito di approvazione.
Dopo un po’ riprese :« Stavo pensando allo youkai che ci ha attaccato l’altro giorno. Forse voleva davvero qualcosa da noi»
L’okami youkai si voltò e si piegò per leccarla in volto. Era il suo modo per farla sentire al sicuro.
«Va bene va bene, ho capito! Ci sarai sempre tu a proteggermi … però ora smettila!»  ancora una leccata e tornò alla posizione precedente. Rimasero così a lungo e si addormentarono, svegliandosi il mattino seguente con i primi raggi di sole.


Durante la mattinata Moriko aveva raccattato tutte le sue cose e ringraziato per l’ennesima volta per l’ospitalità. Era con Inuyasha ad aspettare che Kagome fosse pronta per partire. La ragazza aveva deciso che sarebbe stata al fianco dell’hanyou nel momento in cui avrebbe incontrato la sorella e poi, era curiosa di conoscerla. D’altro canto Inuyasha non si fece pregare, la sua presenza gli avrebbe dato coraggio.
«Torna a trovarci quando vuoi»
«E la prossima volta senza youkai alle calcagna» così la salutarono Sango e Miroku con i loro bambini vicino.
«Moriko, se dovessi incontrare Sesshoumaru-sama, digli che sei mia amica così sarai sicura che non ti accadrà nulla»
«E tu Rin, quando tornerò a trovarti, dovrai fare amicizia con Noumu. Vedrai che sotto l’aspetto da duro si nasconde un lupo coccolone» le disse Moriko facendole l’occhiolino.
Noumu la guardò male «Che c’è? E’ vero!» l’okami youkai la guardò ancora per poi sbuffare sonoramente.
«Basta perdere tempo, andiamo!» ordinò Inuyasha con fare sbrigativo.
Moriko salì in groppa all’okami youkai e Kagome sulle spalle di Inuyasha come non faceva dai tempi della ricerca dei frammenti della sfera degli shikon.
E partirono.
La dimora di Hasu distava quattro giorni di marcia a passo di youkai. Il gruppo era molto veloce ma doveva fermarsi almeno la notte per consentire ai due membri umani di riposare.
Ormai mancavano poche ore per giungere a destinazione ma preferirono interrompere la corsa, accendere un fuoco e riposarsi.
«E’ da tanto tempo che conosci Hasu?» domandò Inuyasha mentre giocherellava con il fuoco.
Quei momenti erano diventati occasioni per fare un po’ di conversazione, poiché durante il viaggio non parlavano per nulla. Peccato che Moriko finiva con l’addormentarsi subito.
«Più o meno sono sei anni» la giovane donna già sbadigliava e si stava accoccolando su Noumu.
«Non sono pochi. Perché ti ha preso come sua allieva?» continuò lui approfittando per soddisfare qualche curiosità non espressa al villaggio.
«Ti sembra stana una cosa del genere?»
«No di certo! Era solo curiosità»
«Diciamo che ha notato del potenziale in me. Tutto qui»
«E tu l’hai seguita senza problemi?» questa volta fu Kagome a chiedere.
«Bè non proprio. Diciamo che alcune circostanze mi hanno portato a farlo» un altro sbadiglio più lungo degli altri e gli occhi cominciarono a chiudersi.
«Shireiyama non disse nulla?»
«Giusto qualcosina» sbadigliò ancora  «però è proprio un bravo youkai …» chiuse completamente gli occhi e si addormentò.
«Chi è Shireiyama?» domandò Kagome.
«E’ il consorte di mia sorella» disse semplicemente. Poi notò che a sentirlo era solo Kagome.
«Moriko? Ehi Moriko!» Inuyasha la chiamò inutilmente, era già nel mondo dei sogni.
«Cavolo! Sta già dormendo»
«Deve essere stanca» immaginò Kagome.
«Ma che stanca! Questa dorme sempre e poi non è lei a correre»
«Shh! Inuyasha abbassa la voce. La sveglierai»
«Nemmeno se scoppiasse una guerra si sveglierebbe»
«Abbassa la voce lo stesso»
«E va bene!» e tornò a disturbare il fuoco che prese a scoppiettare con più vigore. 
«Devi essergli parecchio affezionato, eh Noumu?» Kagome s’intenerì ad osservare quanta cura e delicatezza l’okami youkai usava nei confronti della donna. Appena addormentata, Noumu si era preoccupato di coprirla con la folta coda per proteggerla dal freddo e l’umidità della notte. Quel contatto doveva essere piacevole dato che Moriko si era maggiormente ripiegata nella sua posizione per godere al meglio di quel calore.
«Kagome forse è meglio che riposi anche tu»
«Forse hai ragione ma vorrei dormire anch’io con qualcuno che mi tiene al caldo» gli si avvicinò poggiandogli una mano al petto e la testa sulla spalla.
Inuyasha arrossì al contatto ma l’accolse tra le sue braccia cominciandole ad accarezzare i capelli morbidi.
In quel momento ringraziò che Moriko avesse il sonno pesante e che Noumu li ignorasse completamente.
«Così va bene. Buonanotte Inuyasha» lo salutò, dandogli un leggero baci sulle labbra.
«Buonanotte Kagome»

***

«Quel moccioso! Non si è nemmeno degnato di farsi vedere!»
«Probabilmente tremerà al solo pensiero di incontrarti»
«Tremare? Dovrebbe essere terrorizzato a morte, anzi meglio per lui che lo sia» il suo interlocutore si fese scappare una smorfia divertita.
«E tu non esserne felice»
«Compatisco la sorte avversa che sta per colpire il nostro fratellino»
«Sesshoumaru!» lo riproverò la inu youkai, guardandolo con aria severa e incrociando le braccia al petto.
In un’abitazione tra le montagne, vi era un gruppo di youkai riuniti nell’ascoltare i racconti del loro ospite Sesshoumaru, accompagnato dal suo servitore Jaken.
La inu youkai era la copia perfetta di Sesshoumaru. Stesso colore degli occhi e dei capelli, che portava raccolti da un fermaglio a forma di loto blu e due ciocche ai lati del volto fermati alle punte da un elastico.  Anche i lineamenti erano molto simili, con la stessa falce di luna e segni viola sul volto, dimostrava solo alcuni anni in più di lui. Indossava un semplice ma elegante kimono bianco con la parte finale delle maniche e del kimono stesso, blu con motivi floreali che ricordavano il loto. L’unica vera differenza consisteva nell’assenza della coda.
L’atro era un okami youkai di bell’aspetto: capelli neri lasciati liberi che gli arrivavano fino a metà schiena, occhi blu come la notte, penetranti e profondi. Era vestito con abiti simili a quelli di Sesshoumaru di un colore grigio freddo. Una folta coda nera faceva capolino da sotto l’haori di pelliccia, anch’esso nero, e dei gambali dello stesso materiale.
Era decisamente più calmo della inu youkai ma condivideva la sessa rabbia. Non la mostrava per non farla infuriare ulteriormente e far nascere qualche altro commento sarcastico da parte di Sesshoumaru.
Infine vi erano anche due cuccioli di youkai, che dimostravano all’incirca sei anni. Erano rimasti decisamente affascinati dalle storie raccontate precedentemente per preoccuparsi di altro.
I due, un maschio e una femmina, erano gemelli e risultavano essere la perfetta combinazione delle caratteristiche della inu youkai e dell’okami youkai: capelli bianchi, corti lui e lunghi lei, occhi blu vispi e scaltri e infine la coda, come quella di Sesshoumaru, avvolta alla vita.
Sesshoumaru era tornato a far visita alla sorella dopo molto tempo e dovette soddisfare ogni sua curiosità e quella dei due cuccioli. A Sesshoumaru non dispiaceva, non risultavano mai invadenti e gli lasciavano i suoi spazi e tempi.
Nel raccontare le sue ultime avventure, Sesshoumaru, era inizialmente rimasto vago su Naraku e si era concentrato maggiormente su Tenseiga, di quando l’aveva usata per la prima volta per riportare in vita Rin, al Meido Zangetsuha e a Bakusaiga. Solo alla fine completò il discorso, rendendolo esaustivo, raccontando di Inuyasha e dei suoi compagni e del legame che aveva con Naraku. La questione di Inuyasha fece mettere per un attimo in secondo piano anche il fatto sconcertante che Sesshoumaru avesse riportato alla vita un essere umano. L’inu youkai quasi si stava beando nel pregustare l’ira della sorella sul povero hanyou.
«Lo possiamo incontrare?» domandò il cucciolo di youkai riferendosi ad Inuyasha.
«Se resterà vivo» i due piccoli guardarono prima Sesshoumaru e poi la loro madre e cominciarono a pensare che le parole del padre non fossero solo un modo di dire.
L’okami youkai si era fatto improvvisamente attento, sorpreso dall’odore che aveva percepito.
«Sesshoumaru dimmi dov’è che vive così gliele vado a suonare e … Shireiyama che c’è?»
«Non c’è bisogno che tu vada da lui» rispose facendo segno di annusare l’aria.
I due inu youkai acutizzarono i sensi e percepirono proprio l’hanyou che si stava avvicinando nella loro direzione.
«E brava Moriko mi sta portando il fratellino a casa»
Sesshoumaru alzò un sopracciglio non capendo.   
«E’ la mia allieva, poi ti spiego. L’altro odore a chi appartiene?»
«E’ la compagna umana di Inuyasha»
«Molto bene! Vado a dargli il bentornato» e così dicendo, la inu youkai scattò fuori dalla casa rapidamente e subito svanì nel bosco.
I due cuccioli insistevano nell’annusare l’aria ma non sentivano nulla, erano ancora troppo piccoli per avere i sensi sviluppati come quello degli altri presenti.
«La seguo. Jaken tu resterai qui»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama!» e anche l’altro youkai bianco andò via.
«Padre, secondo te lo vedremo Inuyasha?» domandò la piccola.
«Sì, forse un po’ malconcio ma spero abbastanza sano per prendersi il resto da me»
«Poveretto» commentarono i piccoli e poi si misero seduti accanto a Jaken ad aspettare.

***

Noumu e Inuyasha avevano accelerato il passo per arrivare il prima possibile. Improvvisamente rizzarono entrambi le orecchie nello stesso momento e arrestarono la loro corsa.
«Che succede, Inuyasha?» gli chiese Kagome percependo una strana agitazione da parte sua.
«Hasu» una sola parola tremolante.
«E non è di buon umore» aggiunse Moriko capendolo dal comportamento dell’okami youkai.
Il suono di qualcosa che si muoveva velocemente tra la vegetazione si fece più forte e sempre più vicino. Kagome scese dalla schiena dell’hanyou e si guardava intorno, un po’  spaventata. Il suono era ormai vicinissimo e una figura bianca sbucò dal verde di fronte a loro.
«Inuyasha!»


Glossario
taijiya = sterminatore di demoni
haori =  un soprabito che giunge fino all'anca o alla coscia

Angolo del'autrice
Eccomi con un nuovo capitolo! C'è un pò meno azione rispetto al precedente ma compaiono tanti nuovi personaggi. Cosa attenderà il povero Inuyasha?
Ringrzio tantissimo tutticoloro che hanno letto, in particolare chi l'ha aggiunta alle seguite e chi ha recensito. Il vostro parere è molto importante.
Vi lascio con un disegno.
Alla prossima;)

Disegno

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Capitolo 3
*** Il furto della Hakaitsume ***


HTML_FF_CAP3                                                IL FURTO DELLA HAKAITSUME




Il suono di qualcosa che si muoveva velocemente tra la vegetazione si fece più forte e sempre più vicino. Kagome scese dalla schiena dell’hanyou e si guardava intorno, un po’  spaventata. Il suono era ormai vicinissimo e una figura bianca sbucò dal verde di fronte a loro.
«Inuyasha!»
Il lampo bianco si scaraventò sull’hanyou e con una gomitata che lo fece volare lontano e sbattere con la schiena sul tronco di un albero.
«Ah! Inuyasha!» Kagome riuscì a seguire a malapena cosa fosse successo.
La figura bianca ora si poteva distinguere. Era ritta sul posto in cui un secondo prima vi era Inuyasha e guardava l’hanyou con ferocia.
«Hasu …»
Anche senza che Moriko lo dicesse, la somiglianza con Inuyasha non lasciava molti dubbi sull’identità della youkai. Kagome fece per raggiungere Inuyasha ma la inu youkai si mosse prima e gli si avvicinò con passi ampi ed eleganti.
«Tu, razza di stupido!» Inuyasha era piegato dal dolore dovuto dalla gomitata allo stomaco ma al suono di quelle parole cariche d’irritazione, non poté che alzare la testa e trovarsi a tremare di fronte agli occhi furenti della sorella.
«Posso spiegar … ahi ahi!» non lo lasciò terminare che lo colpì violentemente con un pugno sul viso e successivamente lo aveva afferrato per un orecchio e costretto ad alzarsi.
«Che dovresti spiegarmi? Avevi promesso di non fare casini»
«Non è tutta colpa mia … AHI!» Hasu torse con più forza l’orecchio.
«So come sono andate le cose, piuttosto potevi anche pensare di venire da me una volta che eri stato liberato dal sigillo. Hai idea di quanto mi sia sentita in colpa?»
«Scusa non volevo … come già sai tutto?»
«Me l’ha raccontato Sesshoumaru»
«Quel bastardo … Ah! Basta mi stai facendo male!» dopo averlo colpito con le dita tra le costole, Hasu era passata a stritolargli la testa con i pugni sulle tempie.
«Non è niente rispetto a quello che dovrei farti. E non incolpare Sesshoumaru!»
«Hasu per favore lascialo andare» l’implorò Moriko, sapendo che la tortura sarebbe diventata più dura.
«Moriko non t’immischiare»    
«Fallo per me, gli devo la vita» insistette lei avvicinandosi ai due fratelli.
«Davvero?» la giovane donna annuì.
«Tsk! Qualcosa di buono ancora la fai ma non pensare che basti per farti perdonare» così dicendo, lasciò andare la testa dalla sua presa e gli votò le spalle.
Kagome corse da Inuyasha e si accertò che stesse bene.
«Hai già terminato?» Sesshoumaru si fece avanti, deluso di non poter assistere ad altro.
«Dannato di un Sesshoumaru! Che bisogno avevi di dirle …» Inuyasha si ammutolì all’istante all’occhiata omicida di Hasu.
«Ha capito la lezione» tagliò corto lei, chiudendo lì la questione.
«Moriko che ti è successo?» le domandò la inu youkai.
Aveva notato delle ferite non del tutto rimarginate, le quali dovevano essere state ben più grandi e profonde nei giorni precedenti. Inoltre la stessa umana aveva affermato di essere stata salvata da Inuyasha. Era più che sicura che non centrasse con il compito che le aveva affidato, bensì che ci fosse dell’altro.
«Ne parliamo a casa?» propose Moriko risalendo in groppa a Noumu.
Hasu annuì :«Inuyasha vieni con noi e anche la ningen» disse riferendosi a Kagome.
Con un cenno del capo fatto a Sesshoumaru, i due youkai presero a camminare e ad inoltrarsi nel bosco seguiti dagli altri in silenzio.

***

«Stanno tornando!» esclamò il cucciolo di youkai.
I due gemellini si alzarono e si misero ad attendere davanti l’entrata della casa.
Alle loro spalle comparve il padre che coprì le loro teste con la mano.
«Non emozionatevi troppo che vostra madre sarà ancora arrabbiata»
I due alzarono il volto per guardarlo e risposero un “va bene” non molto contento.   
Arrivati alla dimora di Hasu, Kagome non poté che rimanerne meravigliata.
Si trattava di una casa dalle discrete dimensioni e dalla forma dei sontuosi palazzi. Questo riguardava la sola parte esterna, in quanto il resto della casa era scavata nella roccia.   
Sesshoumaru senza troppe cerimonie, entrò nella dimora a rioccupare il posto dove si trovava precedentemente. Jaken al suo arrivo lo aveva salutato rispettosamente ma rimase all’esterno per studiare i nuovi arrivati. Moriko entrò anche lei subito dopo :« vado a cambiarmi d’abito» aveva detto, prima di scomparire nella sua stanza. Noumu poté godersi un po’ di riposo e si accovacciò in un angolo.
«Salve Inuyasha! Da quanto tempo» esordì Shireiyama.
«Bè sì, un bel po’ di tempo» Inuyasha si sentiva sempre più agitato. Non voleva subire anche i rimproveri dello youkai.
«Che fate? Non entrate?» continuò «ci dovrai spiegare un po’ di cose» lo esortò l’okami youkai.
«Sì sì certo!»
E così tutti si ritrovarono all’interno dell’abitazione. Hasu aveva invitato tutti a sedersi intorno al focolare. Sesshoumaru stava in disparte con la schiena appoggiata alla parete.
Kagome osservò con attenzione ogni dettaglio: gli spazi interni erano molto ampi, arredati con eleganza ed essenzialità. Era tutto in legno e roccia. La struttura in legno degli shouji era intagliata e la carta che li componeva era dipinta con diversi motivi, da quelli floreali a quelli geometrici. Da lì si contavano almeno altre quattro stanze.
«Sei la miko che ha liberato Inuyasha?» fino a quel momento nessuno aveva detto nulla e Hasu decise che era il momento di rompere il ghiaccio.
 Kagome fu presa alla sprovvista, concentrata nell’ammirare il posto in cui si trovava.
«Sì, mi chiamo Kagome Higurashi.»
«Ti ringrazio. Non deve essere facile stare vicino a mio fratello» la miko si sorprese per il tono gentile e premuroso della inu youkai. Si ricordò che Moriko le aveva detto che in genere si comportava in quel modo e le fu spontaneo rispondere con naturalezza.
«Qualche volta ma non vedrei altro posto in cui i vivere se non accanto a Inuyasha»
«Ma che hanyou fortunato!» commentò Shireiyama senza cattiveria.
L’okami youkai per molto tempo era stato tra i pochissimi, se non l’unico, che poteva rivolgersi a Inuyasha in quel modo senza che quest’ultimo si offendesse.
Nonostante ciò, il commento lo imbarazzò e si passò una mano dietro la testa, arrossendo. Indubbiamente l’attenzione era concentrata su di lui ma lo sguardo dei due cuccioli che, erano stati zitti per tutto il tempo, si stava facendo sempre più insistente.
«E voi due che volete?»
«Siamo contenti di vedere lo zio hanyou!» risposero i due in coro.
«Zio?» si domandò confuso puntando il suo stesso indice al viso.
«Non ci arrivi Inuyasha?» gli domandò l’okami youkai che si era alzato, sollevando di peso i due cuccioli, che si erano ormai incollati a Inuyasha e li rimise a sedere accanto a lui.
«Non mi dirai che …»
«Sono i nostri figli.» Hasu terminò per lui.
«Io mi chiamo Himaru!» il piccolo si affrettò a presentarsi ed evitare che lo facesse qualcun altro al suo posto, seguito a ruota dalla sorella :« e io sono Tsukiko!»
A quanto pare le cose non erano cambiate solo per lui.
«Sei simpatico con le orecchie da cane» Inuyasha s’indispettì un po’ per il commento del piccolo, che voleva essere un complimento.
«Hai ragione Himaru»
«Ehi Kagome!» sbottò Inuyasha.  
Quel piccolo scambio di battute fece sorridere Hasu e Shireiyama. La rabbia stava scivolando via.
In quell’istante uno shouji venne fatto scorrere e Moriko uscì dalla sua stanza. Si era tolta gli abiti da viaggio e indossava un semplice kimono azzurro, chiuso da un sottile obi bianco. I capelli liberati dalla coda, arrivavano a coprire la schiena e la frangia ribelle non riusciva a contenere qualche ciuffetto.
«Scusate l’attesa» disse chinando leggermente il capo.  
Hasu le fece prendere posto di fronte a se ma prima l’umana estrasse una boccetta dalla manica e la porse a Shireiyama.  
«E’ quello che dovevo recuperare, giusto?»
Lo youkai la prese, la stappò e odorò il contenuto verdastro.
«Sì, è proprio questo» le rispose soddisfatto.
«A che serve?»
«A rimuovere gli odori»
«Eh? Tutto qui? E io che pensavo chissà cosa fosse»
«Invece è utilissimo» ribatté lui.
«Insomma è andato tutto bene» disse la inu youkai riferendosi al compito che le aveva dato da svolgere e portare il discorso alla questione d’interesse.
«Sì Hasu. Ho seguito le vostri indicazioni è non ho avuto problemi» disse, riferendosi alla battaglia sostenuta per ottenere il liquido, richiestole da Shireiyama.
«Quindi da cosa ti ha salvato Inuyasha?»
«Mentre ero sulla strada del ritorno, uno youkai mi ha attaccato senza preavviso. Era molto forte e mi aveva ferito abbastanza gravemente. A quel punto è arrivato Inuyasha, salvandomi»
«Che cosa voleva?» le chiese Shireiyama.
«Non lo so. Però non mi ha dato l’impressione di agire senza uno scopo e poi c’è un’altra cosa che mi ha sorpreso» la stavano ad ascoltare tutti e con maggiore attenzione Inuyasha e Kagome, i quali non erano stati resi partecipi di quei pensieri nei giorni precedenti. «La sua arma non aveva nulla di demoniaco, era una semplicissima naginata e mi è sembrato strano per uno youkai tanto potente»
Alla parola naginata, Sesshoumaru prestò maggiore attenzione al discorso e scambiò un’occhiata con la sorella.
«E’ un dettaglio importante?» s’intromise Kagome notando il cambiamento di Sesshoumaru.
«Difficile da dirsi. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza» rispose Shireiyama.
«Si può sapere che cos’è che non va?» Inuyasha cominciò a sentire puzza di bruciato in tutta quella faccenda.
«Sesshoumaru non è venuto per una semplice visita di cortesia ma per chiedermi consiglio su un episodio accaduto qualche settimana fa nelle terre dell’Ovest» Hasu era diventata pensierosa.
«E’ qualcosa di preoccupante?» Moriko non si sentiva più tranquilla.
«L’Hakaitsume è stata rubata, una naginata sigillata da secoli» Sesshoumaru prese la parola per la prima volta. La sua voce era distaccata e il suo sguardo freddo.
«Per essere sigillata doveva essere un qualcosa di demoniaco, no? E quella che ho visto non ne aveva per nulla l’aria» insistette Moriko.
«Non possiamo dirlo con certezza. Eccetto il suo nome, non sappiamo nulla di quell’arma» le spiegò l’okami youkai.
«Fu mio padre a sigillarla, però io non so nulla» Hasu non ricordava nessun particolare di quell’evento. Aveva sentito qualcosa a riguardo ma a quel tempo non ci aveva prestato attenzione.
Inuyasha cominciò a riflettere meglio sul combattimento e sullo youkai.
«A cosa pensi Inuyasha?»
«Si tratta solo di un’impressione ma i due eventi potrebbero essere collegati in qualche modo» si prese qualche secondo per mettere meglio insieme le idee «da come ha combattuto con me sembrava volesse fare qualcosa di ben preciso e poi quando mi ha trafitto con la naginata, mi disse che ero stato fortunato e se ne andò.»
«Come se qualcosa non fosse andato come previsto» anche Kagome si era messa a riflettere con maggiore attenzione al racconto che le fecero Inuyasha e Moriko. Fino a quel momento non ci aveva dato molto peso ma alla luce di quelle notizie, si poteva vedere il combattimento in modo differente.
«Ci potete dire qualcosa in più di questo youkai?» a Shireiyama sembrava tutto troppo vago e privo di un vero fondamento.
«Dall’odore era uno washi youkai» disse con sicurezza Inuyasha.
«Aveva due enormi ali sulla schiena» aggiunse Moriko, confermando le parole dell’hanyou.
«Ti dice qualcosa Sesshoumaru?» lo youkai si limitò a scuotere la testa lateralmente ad Hasu.
«Continuando a discuterne così non arriveremo da nessuna parte. Pensiamoci con più calma, così potremmo decidere il da farsi» Shireiyama si alzò deciso a sgranchirsi e cambiare aria.
«Hai ragione» disse Hasu. Poi si rivolse a Inuyasha e Kagome «potete restare tutto il tempo che volete. Kagome fa come se fossi a casa tua»
«Grazie ehm …Hasu-sama» la miko era leggermente in imbarazzo.
«Chiamami pure Hasu» Kagome le sorrise con gratitudine.
«Ah cavolo! Finirò in qualche guaio!» esclamò Moriko alzando le braccia in alto e cadendo con la schiena sul pavimento.
«Tranquilla! Ti proteggiamo noi. Per ora fai altro e non pensarci» Shireiyama la guardava dall’alto con un sorriso rassicurante.
Si era affezionato alla giovane umana e si dimostrava spesso più protettivo di Hasu.
«Kagome ti va di fare un giro nei dintorni? Questo posto è bellissimo! Ci sono anche le terme»
«Con molto piacere!» alla risposta positiva della miko, Moriko si rimise in piedi invitandola a fare lo stesso.
«Possiamo venire anche noi?» i due cuccioli si affrettarono nell’affiancarle, speranzosi.
«Basta che non date fastidio» li ammonì Moriko ma concedendogli il permesso di seguirle.
«Faremo da guida a Kagome-chan» Himaru era il più energico ed entusiasta.
«Inuyasha, vieni anche tu?» gli domandò Kagome vedendo Inuyasha ancora seduto e pensieroso.
Le fece di no con la testa e rimase tutto assorto nei suoi pensieri. La miko ritenne che lasciarlo tranquillo per un po’ fosse la cosa migliore. Forse aveva molte cose da dirsi con la sorella.
E così il piccolo gruppetto andò via sotto lo sguardo attento di Hasu.
«Jaken?»
«Sì, Hasu-sama!»
Il piccolo youkai era rimasto zitto per tutto il tempo, non osando proferire parola, nonostante in quell’ambiente si sentisse tranquillo.
«Voglio un tuo parere su tutto ciò che hai sentito?» la inu youkai si fidava del fiuto per i guai e per il pericolo del piccolo kappa.
«Che non promette nulla di buono, mia signora»


Glossario:
Shoji = porta di carta di riso
Washi=Aquila


Angolo dell'autrice:
Salve! Ho aggiornato prima e penso di riuscire a mantenere una cadenza settimanale. Ma torniamo al capitolo ... i guai ormai sono dietro l'angolo e pare che l'abbino capito tutti.
Ringrazio tantissimo mirery88 e belfire99 per la recensione, chi ha aggiunto la ff alla seguite e chi semplicemente legge.
Vi lascio con l'immagine di questo capitolo:immagine
Alla prossima ;) 

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Capitolo 4
*** Il potere nascosto ***


FFI_CAP4                                                                         IL POTERE NASCOSTO





L’aria venne tagliata dalla lama di una katana, maneggiata con precisione e maestria. La katana eseguiva fendenti, parate e affondi in rapida successione. Ogni movimento era fluido e ben coordinato. Moriko era concentrata sul suo allenamento quotidiano, incurante di avere più occhi del solito che la osservavano. Si trovava al solito posto, davanti casa, all’ombra degli alti alberi che la circondava.
In particolare Sesshoumaru la studiava con attenzione, avvertendo qualcosa di strano in lei.
«Ti incuriosisce?» la sorella gli si era avvicinato e si sedette accanto a lui.  
«Ha un qualche sorta di potere nascosto ma non riesco a percepirne la natura»
«Non ho deciso di allenarla per caso»
«Non è come il potere spirituale delle miko» continuò Sesshoumaru nella sua riflessione.
«Infatti non lo è. Vuoi combattere con lei?» il fratello la guardò come se fosse impazzita. Qualsiasi fosse stato il suo potere, era evidente che esisteva una grande differenza di forza tra i due.
Hasu avendo notato le sue perplessità, si affrettò a chiarirsi :«Potresti arrivare a comprende la natura del potere di Moriko»
Sesshoumaru tornò a guardare la giovane donna, riflettendo.  C’era qualcosa in quella ningen che l’attirava e avrebbe approfittato dell’offerta della sorella. Senza dire nulla, si alzò ma prima che potesse dirigersi nella sua direzione, Hasu lo fermò.
«Tenseiga! Usa Tenseiga e non farle male»
L’ inu youkai rivolse per un attimo lo sguardo all’indietro e proseguì fino ad arrivare a pochi passi da Moriko.
La giovane avvertendolo avvicinarsi, si fermò. Stava di fronte a lei che la guardava freddo, senza proferire parola, intimorendola. Non sapeva cosa volesse né cosa aspettarsi.
«Posso esservi d’aiuto Sesshoumaru-sama?» domandò insicura.
Lo youkai senza rispondere nulla estrasse una delle due katana al suo fianco e la puntò contro di lei.
«Se…Sesshoumaru-sama …» Moriko arretrò di un passo, cercando l’aiuto di Hasu oltre la sagoma dello youkai. L’unica cosa che ottenne, fu un cenno del capo e della mano che la invitava ad accettare la sfida di Sesshoumaru.
Non convinta ma fidandosi della sua maestra, si mise in posizione di guardia, studiando l’inaspettato avversario e attendendo che fosse lui a fare la prima mossa.
Sesshoumaru afferrò Tenseiga con entrambe le mani e muovendosi con estrema fluidità e leggerezza, tanto che sembrava scivolare sul terreno, eseguì un attacco dall’alto. Il colpo fu parato e anche i due laterali successivi. Moriko non arretrava, piuttosto cercava un spazio nella guardia dello youkai. I movimenti di Sesshoumaru erano percettibili ma dalla potenza elevata. Sesshoumaru non sembrava compiere il minimo sforzo mentre Moriko, se pur riusciva a mantenere il ritmo e addirittura provava ad attaccare, doveva restare concentrata.
Un’ altra successione di quattro attacchi, l’uno più rapido dell’altro.
Moriko riuscì a parare e schivare anche questi e provò un fendente che l’ inu youkai non dovette nemmeno schivare o parare data la distanza elevata che lo separava dalla lama della katana della giovane. Sollevò Tenseiga tracciando una linea verticale invisibile, la giovane ningen arretrò e attaccò con un fendente dal basso, costringendo Sesshoumaru a schivare.
Per lo youkai lo scontro era durato anche troppo e aumentò la frequenza dei fendenti. Allo steso modo Moriko aumentava la sua velocità di reazione, adeguandosi a quella di Sesshoumaru. Si notava benissimo che la giovane donna faticava non poco e non avrebbe resistito a lungo. Bloccò l’ultimo colpo, assumendo un’espressione diversa come se avesse in mente qualcosa. Sesshoumaru lo notò, restando fermo in quella posizione per qualche secondo, percepì una sorta di vibrazione. Continuava a non comprendere quella strana sensazione proveniente dalla giovane donna umana e tutto ciò lo irritò.  La spinse con le spalle al tronco di un albero, facendole sentire un forte dolore alla schiena. Quando Moriko riaprì gli occhi, li sgranò per lo spavento. Sesshoumaru l’aveva appena tagliata dalla spalla al fianco opposto.
L’inu youkai rinfoderò Tenseiga e si allontanò. Moriko crollò sulle ginocchia, tastandosi il busto, che costatò essere integro.
«Non ti ha fatto nulla, quella che ha usato era Tenseiga!» Tsukiko aveva assistito insieme al gemello qualche metro più lontano.
“Già Tenseiga” pensò, rimettendosi all’in piedi.
Si ritrovò a seguirlo con lo sguardo. Era con Hasu che gli stava dicendo qualcosa e lui scuoteva la testa quasi come se fosse infastidito.      
Moriko si sistemò meglio le vesti e riprese i suoi esercizi, provando a scacciare quell’orribile sensazione di paura che aveva provato. A lei si unirono anche i due gemellini, tutti elettrizzati dallo scontro che si era appena svolto. Eppure la concentrazione faticava a tornare. Sesshoumaru non distoglieva la sua attenzione da lei, nonostante Hasu se ne era andata e la cosa la innervosiva parecchio.
Nel bel mezzo dell’assalto di Himaru, la giovane donna si scansò riponendo la katana nel fodero. Il piccolo perse l’equilibrio e si ritrovò a quattro zampe sul suolo mentre Tsukiko si fermò, chiedendosi il perché del comportamento strano della donna.
“Sono stanca” aveva detto e se ne rientrò in casa. Quando passò al fianco dell’ inu youkai, lo ignorò, mantenendo un atteggiamento fiero e distaccato.
Sicuramente Sesshoumaru doveva aver notato la paura che aveva provato quando la colpì ma era stata presa alla sprovvista da quell’espressione di … rabbia?
Le era sembrato di aver scorto della rabbia o irritazione negli occhi ambrati dell’inu youkai, all’apparenza inespressivi.
Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederla spaventata o reverente.
Una volta entrata, si annunciò da fuori lo shoji di una stanza e si fece avanti senza attendere la risposta. Quello in cui si trovò, era un vero e proprio laboratorio, dove Shireiyama lavorava ai suoi intrugli, medicinali e antidoti per i veleni più disparati. Vi erano mensole, scaffali, mobili e cassepanche ricche di piante, erbe, boccette, mortai, liquidi di tutti i colori e tanti strumenti che non sapeva nemmeno a cosa servissero con precisione. L’odore che permeava tutta la stanza, era indistinguibile e spesso fastidioso. Per fortuna in quel momento, la finestra aperta consentiva il ricambio d’aria.
«Non è troppo presto perché tu possa aver terminato il tuo allenamento?» le disse Hasu con tono di rimprovero.
«Con tuo fratello che mi osserva per tutto il tempo, non è cosa che si possa fare, Hasu-sensei»
Shireiyama, anche lui presente, si mise a ridere, pensando che era più che altro arrabbiata per la sconfitta subita che per il comportamento dell’ inu youkai.
«Dato che sei qui, dammi una mano» Moriko annuì e si mise a triturare delle foglie che le aveva passato.
«Non abbiamo nient’altro da fare?» Hasu aveva ripreso il discorso precedente all’arrivo della sua allieva.
«Brancoliamo nel buio. Prima di qualunque decisione abbiamo bisogno di conoscere più dettagli possibili»
«State parlando della naginata?»
«Sì e dell’attacco che hai subito tu» le rispose Shireiyama mentre le prese le foglie ridotte in poltiglia e le aveva dato un recipiente di legno da reggere in cui stava versando vari liquidi e polveri.
«Che cosa avete deciso?»
«Di metterci alla ricerca d‘indizi che ci aiutino a far luce sulla faccenda»
«Tutto qui Hasu?»
«Hai altre idee? Non sappiamo chi abbia rubato la naginata né il modo in cui ci sia riuscito, per non parlare dello youkai che ti ha attaccato» Shireiyama continuava il suo lavoro mentre partecipava anch’egli alla conversazione.
«In effetti, ci ho pensato ma più che sperare di trovare qualche traccia di quello youkai, non saprei che fare»
«A questa conclusione saranno arrivati anche gli altri, di sicuro Sesshoumaru altrimenti non sarebbe mai venuto da me» al sentire pronunciare il nome del fratello della inu youkai, Moriko aggrottò le sopracciglia.
«Prima di qualunque cosa, abbiamo una piccola questione da risolvere, non è così Hasu?» Shireiyama aveva finito di mescolare gli ingredienti e tutto soddisfatto prese il contenitore dalle mani di Moriko.
«Quale questione?» domandò la giovane donna non capendo ma preoccupandosi dal tono di complicità che aveva assunto.
«Il mio fratellino Sesshoumaru si starà arrovellando il cervello per capire che sorta di potere hai, potremmo dargli una mano?»
«Che si arrovelli pure!» fece stizzita Moriko.
«Non hai voglia di prenderti la rivincita?»
«E come faccio Hasu-sensei? E’ troppo forte per me»
«Un modo c’è … almeno per sorprenderlo»
«Shireiyama, se stai pensando che lo affronto mentre usa l’altra spada, stai pur certo che non lo farò. Finisce che mi ammazza sul serio»
«Ritengo anch’io che sia un metodo pericoloso, in realtà pensavo ad altro»
«Spiegati»
«Userai Tessaiga!»
Quella soluzione le sembrò più assurda della prima. Non dovette dimostrare le sue perplessità per far comprendere il suo scetticismo.
«Una volta intuito come funziona, non avrai problemi a usare il Kaze no Kizu. Un pomeriggio sarà più che sufficiente»
Moriko sospirò. Non ne era del tutto convinta di riuscirci ma le era stata offerta l’opportunità di rifarsi della sconfitta, inoltre l’idea di poter maneggiare Tessaiga, un’arma straordinaria di quelle narrate dalle leggende, non poteva che entusiasmarla.
Shireiyama si occupò di controllare Sesshoumaru, il quale era impegnato ad addestrare al combattimento i due gemellini, e tenerlo lontano dagli altri.
Hasu si era appartata, in un luogo un po’ più distante, con Moriko, Inuyasha e Kagome.
Alla richiesta di mostrare il potere della Tessaiga a Moriko, affinché lei lo potesse riprodurlo, Inuyasha credette che la sorella avesse battuto la testa.
Moriko sperava di convincerlo, spiegandogli che lo faceva per dimostrare le sue capacità a Sesshoumaru. Inutile dire che vedere il fratello in difficoltà con una ningen, doveva essere uno spettacolo da non perdere. In quanto umana poteva toccare la katana ma come poteva essere in grado di usare Tessaiga? Forse aveva a che fare con la forza che percepiva provenire da lei?
Porsi tutti quei quesiti era inutile tra l’insistenza di Moriko e i comandi di Hasu che non consentivano repliche.
«Su Inuyasha che ti costa? Se tua sorella dice che Moriko può riuscirci, sarà così» anche Kagome si era aggiunta al coro di quella richiesta tanto assurda.
Come aveva detto Kagome, non gli costava nulla mostrare il potere della Tessaiga, in fondo si trattava solo di lanciare qualche Kaze no Kizu.
«Sta bene attenta, Moriko!» le disse Inuyasha preparandosi.
Sfoderò Tessaiga e, mentre usciva dal fodero, la vecchia lama arrugginita assumeva la forma di una grossa zanna affilata.
«Questo è il primo passo. Devi far assumere alla Tessaiga il suo vero aspetto» le spiegò Hasu. Poi fece un cenno al fratello minore, concedendogli il permesso di proseguire.
L’hanyou sprigionò la potenza della spada, dalla quale si liberò un’accecante luce e profondi solchi, segnavano il terreno.
«Questo è il secondo passo: il Kaze no Kizu. Inuyasha ci riesce perché può fiutare l’odore del vento»
«Perdonami Hasu-sensei, come faccio io a sentirne l’odore?» ecco che si presentava la grande difficoltà. Se il primo passo, le era risultato non immediato ma fattibile, il secondo appariva insormontabile. Eppure prevedeva perfettamente quale sarebbe stata la risposta alle sue perplessità “fidati del tuo intuito” e furono proprio quelle le parole di Hasu.
Ed è quello che fece, si affidò al suo istinto.
Impugnata Tessaiga ne avvertì subito l’immenso potere. In un primo momento le sembrò troppo grande da gestire ma ben presto capì come manovrarlo. Spesso il potere demoniaco con sui si trovava ad avere a che fare, era malvagio, ostile e alcune volte risultava sgradevole. Quello di Tessaiga non era dissimile, eppure l’attirava e la incuriosiva.
Focalizzò nella sua mente la forma che doveva assumere, lasciò che una piccola parte del potere fluisse lungo la lama. Ne liberò dell’altro in piccole quantità fino a quando non sentì un cambiamento. La spada cominciò a fremere e Moriko spalancò gli occhi che aveva mantenuto chiusi per tutto il tempo, e Tessaiga assunse la su vera forma.
Il tutto era durato alcuni minuti, tuttavia bastarono a stancarla. La meraviglia di Kagome e Inuyasha era evidente. Quella ningen era davvero in grado di farlo e cominciarono a chiedersi seriamente quale insolito potere possedesse.
«E’ davvero magnifica» sussurrò Moriko ammirando la grande arma che teneva tra le mani. Da come la maneggiava Inuyasha non sembrava così pesante e Moriko disprezzò la sua misera forza umana.
«Continua a studiare il potere di Tessaiga» la donna fece come la sua maestra le aveva ordinato. Appoggiò la lama al suolo senza lasciarla e rimase ferma in quella posizione per molto tempo. I preseti non osavano fiatare per non distogliere la sua concentrazione, ansiosi di vedere se davvero Moriko era in grado si lanciare un Kaze no Kizu.
Moriko abbassava e rialzava le palpebre, regolava il respiro e rilassava i muscoli. Nulla, non riusciva a percepire nulla.
Kagome, notando le difficoltà della giovane donna, volle provare a darle dei consigli. Credeva fermamente che Moriko potesse riuscirci.
«Moriko, prova a pensare a Tessaiga come  un’arma che protegge e non a qualcosa di aggressivo e pericoloso»
«Kagome cosa dici?»
«Ma Inuyasha è così che sei riuscito a usare il vero potere della Tessaiga le prime volte!» replicò la miko convinta della sua idea.
«Quello che ha detto Kagome non è sbagliato, però hai bisogno di un altro suggerimento» Hasu si avvicinò a Moriko mettendosi dietro di lei, volendo accompagnare i movimenti della katana.
«Nee-chan ferma! Non puoi toccare Tessaiga!» l’intervento repentino di Inuyasha la fece un attimo fermare ma con lentezza riprese quello che stava facendo, tranquillizzandolo :«non sarò io a maneggiare Tessaiga. Mi limiterò a guidarla» Hasu afferrò saldamente i dorsi delle mani dell’allieva.
In qualche modo, Moriko si sentì più sicura, affidandosi alla youkai alle sue spalle. Le fece sollevare Tessaiga, la quale non sembrava più così pesante.
«Ora concentrati su quello che percepirai» le sussurrò piano all’orecchio.
Tessaiga fu sollevata e un vortice d’aria l’avvolse.
“Protegge … Tessaiga è una katana che protegge” ripeteva Moriko nella sua mente.
Lo percepiva! Percepiva il potere che fluiva nella Tessaiga, era totalmente differente rispetto a quando l’aveva visto, in quel modo era come se ad eseguire il Kaze no Kizu fosse proprio lei. Continuò a cogliere tutte le sensazioni e quant’altro accadeva intorno a lei.
Hasu ritenne che fosse il momento giusto e scatenò il potente attacco della spada. Moriko si sentì come travolta e se non fosse stato per il corpo di Hasu che la tratteneva, pensò che sarebbe volata via.
Quando tutto finì, si era formato uno squarcio tra gli alberi del bosco.
«Allora?»
«E’ straordinaria Hasu-sensei! Ho percepito come dei vortici … credo di aver capito dove tagliare. Ci provo!»
Hasu si fece in disparte soddisfatta. Moriko era finalmente in grado di usare il Kaze no Kizu.
La giovane donna rieseguì esattamente gli stessi movimenti di prima, anche se un po’ più a fatica senza il supporto della inu youkai, e il Kaze no Kizu si sprigionò.
«Ci è riuscita!» esclamò Kagome contenta e battendo le mani.
«Incredibile!» Inuyasha era quasi rimasto senza parole. Fino all’ultimo aveva dubitato che potesse essere possibile una cosa del genere.
Moriko affannava in ginocchio. Per lei era stato davvero un grande sforzo.
«Brava, proprio così!» Hasu si complimentò con lei orgogliosa come sempre dei progressi e delle capacità della sua piccola allieva.
«Però era debolissimo. Con questa forza non potrò nemmeno far arretrare Sesshoumaru»
«Ma otterrai la soddisfazione di fargli riconoscere la tua forza e poi vedrai che faccia farà!»

***

Moriko si concesse un’oretta di riposo per recuperare le energie perse e insieme al gruppo, tornò a casa.
Arrivati nei suoi pressi, Moriko non volle più proseguire, assalita dai dubbi.  
«Moriko?» Hasu si voltò. La giovane donna era ferma e un po’ nervosa.
«Moriko che c’è?» le chiese ancora, ipotizzando cosa le stesse passando per la testa.
«Ecco … non è poi così importante prendermi la rivincita su Sesshoumaru» mugolò lei.
«Non hai nulla da temere» Hasu provò a rassicurala.
«E sei poi si arrabbia?»
«Non si arrabbierà. Gli ho detto che avrebbe capito che tipo di capacità hai ed è quello che sto facendo»
«Sì ma se non gradirà che una ningen usi Tessaiga?»
«Ehi! Sesshoumaru! Moriko vuole sfidarti di nuovo» urlò l’hanyou stanco delle scuse che stava accampando Moriko.
«Inuyasha!» fece Moriko scandalizzata dalla mossa a tradimento dell’hanyou.
L’ inu youkai si era voltato e fissava proprio lei. Sarebbe voluta sparire.
Il suo sguardo era così freddo da farle venire i brividi ma arrivati a quel punto non si sarebbe tirata indietro, il suo orgoglio non lo avrebbe mai permesso. Si fece avanti, fronteggiandolo con il suo sguardo determinato e ardente dal desiderio del combattimento. L’adrenalina e l’eccitazione spazzarono via i dubbi, lasciando spazio alla concentrazione.
Si fece passare Tessaiga e la cosa destò meraviglia: Shireiyama era curioso di vedere cosa era riuscita ad imparare; i due gemellini, che non erano a conoscenza di nulla, si erano piazzati in un posto tale da osservare tutto, sicuri di stare per assistere a qualcosa di particolare; Jaken, curioso almeno quanto loro, li affiancò e Sesshoumaru alla fine sogghignò interessato dalla situazione.
L’ inu youkai, senza preavviso, scattò in avanti con la mano artigliata. Velocemente Moriko scivolò sul lato, proteggendosi con la lama di Tessaiga. Seguirono altri colpi che lei parò e schivò senza battere ciglio. Era più rapida di quella mattina, si stava adattando alla velocità di Sesshoumaru sempre più.  Piantò Tessaiga nel terreno e, usandola come appoggio, deviò gli artigli che le avrebbero procurato degli orribili graffi allo stomaco. In quel momento trasformò Tessaiga e riestraendola, sollevò una gran polvere e ne approfittò per allontanarsi da lui.
Sesshoumaru incurante della polvere, la seguì con l’olfatto, sbalordito nel vedere quella forma di Tessaiga in mano ad un ningen.
Alla giusta distanza, Moriko raccolse tutte le sue forze e con un urlo lanciò il Kaze no Kizu.  
Era più forte di quello dell’allenamento e Sesshoumaru fu avvolto dalla luce.
Quando tutto si calmò, si poté vedere l’inu youkai che era stato costretto a innalzare la barriera di Tenseiga e con un’espressione di assoluta meraviglia.
Moriko era stremata, si reggeva su Tessaiga nella sua forma di spada arrugginita impiantata nel terreno.
«Non ci credo …» Jaken probabilmente era il più sorpreso di tutti. Aveva fatto cadere il bastone, gli occhi strabuzzati e la mandibola a terra. I due cuccioli erano sbalorditi quanto lui, inoltre per loro fu la prima volta che vedevano Tessaiga in azione.
«Allora Sesshoumaru? Che te ne pare della mia allieva?» Hasu si fece avanti, pensando bene di concludere lì l’incontro e bloccare ogni intenzione di proseguire del fratello.
«Se non l’avessi visto con i miei occhi, non ci crederei» disse e si avvicinò a Moriko.
La donna lo guardò. Era alto poco più della sorella, ma nella posizione in cui si trovava le sembrò ancora più alto.
«Dimmi, come puoi fare una cosa simile?»
Per fortuna non sembrava arrabbiato nonostante il tono della voce glaciale.
«Sono in grado di manipolare il potere demoniaco, Sesshoumaru-sama»
«Come ci riesci?»
«Non lo so esattamente. E’ una cosa che mi viene e basta, come se fosse naturale per me»
«Non sappiamo nemmeno noi come sia possibile per un’umana. Abbiamo provato a trovarne l’origine ma senza risultati. L’unica cosa che abbiamo potuto fare, è stato insegnarle come sfruttarlo a pieno» terminò di spiegare Hasu, parlando anche a nome di Shireiyama.
Sesshoumaru parve soddisfatto di sapere finalmente cos’era che tanto l’attirava in quella ningen.

***

Giunta la sera Moriko e i cuccioli dormivano profondamente. Per la donna era stata una giornata molto faticosa. Oltre l’allenamento e ai due scontri con Sesshoumaru, aveva dovuto accontentare Himaru e Tsukiko che, estasiati da ciò che avevano visto, l’avevano pregata di far provar loro Tessaiga ma non potendola toccare, dovettero farlo attraverso Moriko. La giovane donna era sempre molto disponibile con i due cuccioli di youkai, si era molto legata a loro ed erano diventati una sorta di fratellini. Quindi per quanto stanca, non le dispiacque accontentarli.
Anche Kagome, dopo cena preferì andare a riposare e Jaken si era appisolato in qualche angolo della casa.
Così nella tranquillità generale, Hasu e Shireiyama avevano convocato i due fratelli per discutere su quali sarebbero state le loro prossime mosse.
Si trovavano all’esterno, in cerchio sotto un tetto di centinaia di puntini luminosi e la luna a metà. Noumu si lasciava accarezzare da Shireiyama ed aveva la testa appoggiata sulle sue gambe, attento a quello che avrebbero detto da lì a poco.
«Io e Hasu ci abbiamo pensato e abbiamo concluso che la cosa migliore da fare, sia raccogliere più indizi e informazioni possibili» Shireiyama espresse immediatamente il nocciolo della questione.
«Sono certa solo di una casa. Se nostro padre ha sigillato la naginata Hakaitsume, avrà avuto le sue buone ragioni. Quindi ritengo che dovremmo trovarla e risigillarla. Per fare questo però abbiamo bisogno di sapere dove cercare e quindi dobbiamo raccogliere indizi» continuò Hasu, risvolta nello specifico ai fratelli.
Nessuno ebbe nulla da ridire, trovandosi d’accordo con il loro pensiero.
«Sesshoumaru, se per te va bene, andremo insieme. Partiremo dal luogo
del furto» lo youkai annuì
«Inuyasha, vorrei chiederti un favore»
«Dimmi pure!»
«Vorrei che andassi dal vecchio Myoga per chiedergli tutto quello che sa sulla Hakaitsume»
«Va bene, lo farò. Però se permetti, dopo vorrei tirarmi indietro da tutta questa storia, soprattutto se lo youkai che ha attaccato Moriko non c’entra nulla»
«Sei libero di farlo. Ah! Solo un’ultima cosa»
«Cosa c’è ancora?» fece Inuyasha che stava per alzarsi.
«Non coinvolgere Kagome. Tu tiene a lei, vero?»
«Ma che raccomandazioni fai? E’ proprio per questo che voglio tenermi lontano da tutta questa faccenda» ribatté scorbutico.
Hasu lo guardò ritirarsi in casa. Era diventato l’hanyou che sperava fosse un giorno. Forte, gentile e con delle persone che gli volessero bene. Provò orgoglio e gioia per il suo fratellino che tanto adorava.
«Ora bisognerà solo convincere Moriko» disse Shireiyama accarezzando maggiormente Noumu.
Esatto Moriko. Non voleva che le succedesse qualcosa e preferiva tenerla lontana e al sicuro sotto la protezione del compagno. Ma sapeva anche che era una partita persa in partenza.



Angolo dell'autrice:
Salve! Non ho rispettato la cadenza settimanale, mi sa che sarà un pò così, qualche volta ogni due settimane e qualche volta uno a settimana.
Che ne dite di Moriko? Ha delle capacità interessanti e misteriose che sono riuscite a incuriosire Sesshoumaru e lasciare a bocca aperta tutti. Chissà se anche a voi è accaduto lo stesso.
Grazie belfire99!
Vi lascio con l'immagine del cap:immagine
Alla prossima ;) 

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Capitolo 5
*** Alla ricerca d'indizzi – prima parte ***


FFI_CAP5  

                                       ALLA RICERCA D'INDIZI – prima parte



«Katashi! Katashi! Dove sei?» nei corridoi di un castello, collocato in una valle circondata dai monti, riecheggiavano le urla furiose del suo signore. Lo youkai era appena rientrato e prima di decidere se scaricare la sua ira su qualcosa o qualcuno, aveva bisogno di urgenti chiarimenti. Chiamò con maggiore insistenza il suo servitore, suscitando, al suo passaggio, il terrore negli altri youkai presenti che si scansavano rispettosamente. Era raro vedere il loro padrone, uno youkai fiero e misurato, in quello stato di furore ma quando accadeva, era consigliabile farsi da parte e non essere d’intralcio in nessun modo.
«Katashi, dannato houshi!» urlò ancora. Percorse l’ultimo corridoio e aprì con impeto la porta della stanza del suo servitore. Lo trovò in meditazione circondato dal profondo silenzio.
«Katashi ho bisogno di spiegazioni immediate!» lo youkai rimase sull’uscio fissandolo con occhi furenti.
«Vi darò ogni spiegazione che desiderate, mio signore. Prima, però, dovrete placare la vostra ira»
«Seguimi nella sala riunioni!»
Il servitore obbedì all’ordine ricevuto. Seppur umano, era l’unico in grado di affrontare lo youkai in qualunque situazione. Tra i due si era instaurato un profondo legame di fiducia e rispetto per le capacità altrui.
Giunti nell’ampia sala riunioni, lo youkai non perse tempo, sputando fuori la sua irritazione :«Questa naginata non funziona! Non ha il ben che minimo potere!» disse, ponendo l’arma in questione davanti a se.
«Calmatevi Kyoufuumaru-sama e spiegatemi precisamente cosa è accaduto» l’houshi si sedette con calma, fissando il suo  signore.
«Mi stavo recando nel luogo in cui testare l’Hakaitsume come avevamo prestabilito ma prima ho voluto usarla su una ningen dallo strano e forte potere» si fermò un attimo, arruffando le penne delle grosse ali per l’irritazione al ricordo di ciò che non si verificò «ebbene non è accaduto nulla. Anzi, sembrava che l’Hakaitsume fosse diventata una banalissima naginata. Lo stesso è successo con l’hanyou»
L’uomo si sorprese notevolmente. Sciolse l’intreccio delle sue braccia, nascosto dalle ampie maniche delle vesti scure e portò una mano sul mento. Per un attimo si fece pensieroso, riflettendo attentamente sulla veridicità di quello che avrebbe rivelato.
«Kyoufuumaru-sama non dovete adiravi per quello che è accaduto ma rallegrarvi»
In un primo mento, lo youkai pensò che si stesse burlando di lui ma poi vide il suo sorriso diventare malizioso. Lasciò che Katashi continuasse nella sua spiegazione.

***

«Verrò anch’io!»
Come previsto dalla inu youkai, la sua allieva non sarebbe stata facile da convincere e più andava avanti, più avanzava la convinzione che sarebbe stato impossibile. Inutile spiegarle che sarebbe stato pericoloso, che la presenza dei fratelli inu youkai non garantiva la sua incolumità, che se l’attacco subito non fosse stata una coincidenza, era meglio non mettersi in mostra e che non sapendo cosa aspettarsi, dovevano essere pronti a tutto. Vano sarebbe risultato l’uso della forza, in un modo o nell’altro avrebbe trovato uno stratagemma per raggiungerli e Hasu ne era certa per esperienza personale.
Sesshoumaru si era allontanato, annoiato dall’insistenza della donna.
«Moriko non ti rispiegherò tutto daccapo. Non voglio che tu corra pericoli inutili»
«E io ti ripeto che probabilmente sono coinvolta e non ho intenzione di nascondermi, protetta da te o Shireiyama»
Hasu arrivò a limite della sopportazione. Qualche anno prima Moriko avrebbe ceduto più facilmente, poiché era ancora una ragazzina che aveva bisogno della sua guida ma ormai era diventata una donna, per giunta molto testarda e determinata.
«E va bene ma a una sola condizione!» Moriko era pronta a ribattere, quando si rese conto che la inu youkai aveva ceduto.
«Davvero?»
«Sì ma solo se starai alla condizione che ti porrò» ribadì lei. La giovane donna annuì «Ti concedo di seguirci a patto che, tornerai immediatamente da Shireiyama non appena io o Sesshoumaru avremo la sensazione, e fissati bene nella tessa “sensazione”, che per te è pericoloso.»
«Solo questo? Accetto!»
«Hai capito quello che ti ho detto?» Hasu ritenne che l’entusiasmo dell’allieva fosse eccessivo ma allo stesso tempo lo comprese.
«Sì, Hasu-sensei! Quando riterrai che sarà troppo pericoloso per me, dovrò andarmene, giusto?» riassunse lei. Il messaggio era stato compreso e Hasu poté sentirsi un tantino più sollevata.
Prima di separarsi come avevano stabilito la sera precedente, decisero che avrebbero usato come punto di ritrovo il palazzo di Sesshoumaru.
 
***

Inuyasha e Kagome viaggiavano spediti in direzione della dimora di Totosai.  Il tragitto non era particolarmente lungo e al passo dell’hanyou , avrebbero impiegato solo alcuni giorni. Inuyasha aveva una gran fretta di portare al termine quel compito e condurre al più presto Kagome al sicuro al villaggio.
Per questo, quando arrivò e non trovò nessuno, si adirò non poco. Vi era un semplice biglietto con su scritto “tornerò presto” ad avvisare dell’assenza del suo proprietario. Non sapendo in quale altro luogo trovare Miyoga, furono costretti ad aspettarlo e si accamparono un po’ più distanti per non respirare le esalazioni velenose che circondavano la casa del fabbro.
Per la gioia dei nervi di Kagome, che ad un’altra lamentela di Inuyasha sarebbero esplosi, Totosai si fece vivo il giorno successivo. Inuyasha non lo fece nemmeno arrivare che subito lo trascinò malamente lì dove vi era anche Kagome.
«Inuyasha che modi!­» protestò il vecchio fabbro.
«Sta zitto vecchiaccio! Colpa tua che non ti sei fatto trovare e io ho fretta»
«Non è colpa mia» ribatté.
«Non mi interessa! Dov’è Myoga?» tagliò corto l’hanyou.
Inuyasha si colpì il naso al percepire un pizzico come quello di una puntura. La vecchia pulce non perdeva le cattive abitudini ma almeno tranquillizzò Inuyasha, sollevato dal pensiero di averlo trovato senza troppi problemi.
«Finalmente Myoga! Ho bisogno di chiederti una cosa urgente»
La pulce riacquistò le sue dimensioni normali e saltò dalla spalla di Inuyasha a quella di Totosai.
«Cosa avete da chiedermi con così tanta urgenza, signorino Inuyasha? E’ successo forse qualcosa?»
«Ho una richiesta da parte di Hasu»
«Da parte di Hasu-sama? Avete finalmente rincontrato vostra sorella?»
«Sì ma non perdiamo tempo»
«Allora cosa dovete chiedermi, signorino?»
«Dell’Hakaitsume. Dimmi tutto quello che sai su quella naginata»
«Oh l’Hakaitsume! Era molto tempo che non la sentivo nominare» esclamò Myoga ricordando quasi con nostalgia.
«Non è quella spaventosa naginata? Sono poche le armi con un tale livello di malvagità» s’intromise Totosai anche lui ricordando qualcosa.
«Sì esatto! Fu vostro padre a sigillare quell’arma. Era estremamente potente e da un incredibile potere malvagio, come ha detto Totosai. Un giorno finì nelle mani di uno giovane yasei inu youkai estremamente aggressivo e assetato di sangue. Lungo il suo cammino disseminava morte e distruzione, fino a quando non incrociò il cammino di vostro padre. Nonostante l’aiuto dell’Hakaitsume, lo youkai non poté nulla contro la forza del padrone e venne sconfitto. Privato della naginata, non costituiva più un pericolo e venne lasciato andar via» Myoga fece una pausa prolungata tanto che credettero avesse terminato.
«E a quel punto che venne sigillata?» domandò Kagome ricordandosi di come la vecchia pulce aveva iniziato la spiegazione.
«Proprio così! Ma non si limitò solo a quello. Affinché non ci fossero altri che potessero impossessarsene, lo fece con il metodo più complesso per celarla agli occhi del mondo. Il padrone la divise in due parti: la prima venne sigillata nel luogo dello scontro mentre la seconda … nessuno lo sa»
«Quindi quella che è stata rubata è solo una parte»
«Signorino Inuyasha, cosa state dicendo?» si allarmò Miyoga.
«Non lo capisci da solo? L’Hakaitsume è stata rubata! E’ stato Sesshoumaru ad accorgersene ed è andato da Hasu per farsi aiutare. Sembrava alquanto preoccupato»
Myoga urlò spaventato :«Ma è un fatto gravissimo! Bisogna subito trovarla!»
«Di questo se ne stanno occupando Hasu e Sesshoumaru. E forse siamo già stati attaccati dal responsabile o almeno potrebbe essere così» gli rispose l’hanyou seccato.
«E’ terribile!» la vecchia pulce era sempre più agitata e prese a saltellare nervosa sulla spalla di Totosai.
«Non è ancora tutto perduto. Se davvero Inuyasha è stato attaccato dal ladro della Hakaitsume e ne è uscito vivo, probabilmente è in possesso solo di una delle due parti» rifletté Totosai.
«Vuoi dire che se le due parti non sono riunite, la naginata non rappresenta un pericolo?» provò a ipotizzare Kagome.
«In parte è così. Se le due parti non saranno riunite, l’Hakaitsume non potrà sprigionare tutta la sua potenza ma sarebbe da sciocchi sottovalutare il potere delle singole parti.» spiegò Totosai.
«E che poteri hanno?» domandò Inuyasha interrompendo il fabbro, che riprese :«L’Hakaitsume ha l’abilità di assorbire il potere demoniaco e manipolarlo. Potrebbe prosciugarti, assorbendo tutta la tua energia demoniaca e usarla contro di te. Queste due capacità sono state rispettivamente separate»
«Sembrerebbe un avversario difficile»
«Signorino Inuyasha dovete trovare al più presto il ladro e risigillare l’ Hakaitsume. Unitevi ai vostri fratelli, non c’è tempo da perdere!»
«Calmati Myoga! Io mi limiterò a riportare quello che mi hai raccontato ad Hasu, come mi ha chiesto di fare. Per il resto se la vedrà con Sesshoumaru»
«Ma signorino Inuyasha!» protestò.
«Perché insistere Myoga? Per una volta che Inuyasha non si fionda in qualcosa di pericoloso ma decide di essere prudente e affidare la faccenda ad Hasu, dovresti incoraggiarlo» disse Totosai.
«Non mi dirai che non hai fiducia in mia sorella.» Myoga venne provocato allo scopo di terminare la discussione per potersene andare e riportare Kagome al villaggio.
«No … non è questo …»
«Bene, allora noi andiamo. Kagome!» Inuyasha le fece cenno di risalire sulle spalle.
«Grazie di tutto!» salutò Kagome prima di andare via trasportata dall’hanyou.
«Dici che potrà andar bene?» Myoga aveva uno strano presentimento.
«Se c’è Hasu con Sesshoumaru non dovrebbero esserci problemi e poi, trovare la seconda parte della Hakaitsume è impossibile» al contrario Totosai sembrava fiducioso.


***

«Quindi ci stai dicendo che il demone che ha attaccato Moriko e Inuyasha, potrebbe essere il ladro di questa Hakaitsume?»
«Esatto Miroku»
Inuyasha e Kagome erano rientrati al villaggio e si erano radunati ai loro amici per metterli al corrente delle novità e saziare la loro curiosità. Si trovavano in casa di Sango e Miroku. Era sera tarda e le gemelline dormivano beate nel futon e il più piccolo dei loro figli, tra le braccia della madre. Il focolare acceso, illuminava la stanza e la riscaldava. Non erano molte le abitazioni ancora con qualche luce accesa e il villaggio era molto silenzioso. C’era anche Rin che voleva sapere subito ogni cosa senza dover aspettare il giorno seguente.
«Ad ogni modo, ora devi recarti al palazzo di Sesshoumaru, dove vi siete dati appuntamento» Inuyasha annuì alle parole  di Sango.  
«Non immaginavo che Sesshoumaru vivesse in un palazzo» proseguì la donna.
«Era il palazzo di mio padre. Lì sono cresciuti Hasu e Sesshoumaru e alla sua morte è passato a Sesshoumaru. Comunque sia, penso che ci trascorra pochissimo tempo»
«Tu l’hai mai visto Inuyasha?» gli chiese Kagome.
«Una sola volta da lontano. Mi ci potò Hasu quando Sesshoumaru non c’era, a quel tempo era meglio se non lo incontravo»
«Mi piacerebbe vederlo, chissà se è come quello della madre?» Rin associò istintivamente le due abitazioni, pensando che potesse essere probabile un qualche sorta di somiglianza.
«Nulla di speciale e non farti venire strane idee in testa!» la riprese subito l’hanyou percependo che la ragazza voleva seguirlo per incontrare Sesshoumaru.
Era molto tempo che non lo vedeva e si notava chiaramente che gli mancava. Si allenava ogni giorno con la speranza di tornare a viaggiare al suo fianco, proprio come faceva quando era una bambina.
«Sono sicura che potrai farlo e che quando Hasu e Sesshoumaru avranno trovato il ladro e messo a posto la naginata, lui verrà a trovarti e gli chiederai di fargli vedere il suo palazzo. Vedrai che non si rifiuterà» Kagome sapeva rincuorala e almeno per un po’, quel pensiero bastò.
«Piacerebbe vederlo anche a me! Non riesco a immaginarlo»
«Non penso che questo privilegio ti sia concesso , mia dolce Sango» ma la donna si fece ugualmente pensierosa, visualizzando nella sua mente come potesse essere e insieme a Rin, cominciò a fantasticare sulle su probabili sembianze. La più giovane le descrisse quello della madre dell’inu youkai, che si raggiungeva tra le nubi e di quanto fosse grande ed elegante.
I fatti legati a quel luogo erano meno piacevoli, lì era morta per la seconda volta e rischiò di non risvegliarsi mai più.
I vecchi ricordi si mescolarono con i nuovi e la preoccupazione di un nuovo pericolo si faceva strada.
Tutti cercavano di non pensare al peggio. Anche se lo youkai dell’attacco delle settimane precedenti fosse lo stesso del furto, non era detto che avrebbe attaccato ancora il villaggio, soprattutto volevano affidarsi alla forza dei due inu youkai.
La notte passò in fretta e alle prime luci del mattino, Inuyasha era già pronto per partire ma aspettò che Kagome si svegliasse.
Attendeva all’entrata della loro casa con le spalle appoggiate alla parete.
Non si sentiva tranquillo, per questo voleva che a salutarlo ci fosse il sorriso della sua Kagome che lo avrebbe rassicurato e la sua voce che gli avrebbe dato coraggio.
Sì! Sarebbe tornato di corsa al suo villaggio per proteggere Kagome e tutti i suoi amici.




Glossario:
Yasei = selvaggio/selvatico


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
La storia prosegue e conosciamo nuovi dettagli sull'Hakaitsume, la sua storia e suoi poteri. Inuyasha ha quasi terminato il suo compito ma ha un brutto presentimento, andrà tutto liscio? Hasu, Sesshoumaru e Moriko scopriranno qualcosa? Ma soprattuto di cosa deve rallegrarsi Kyoufuumaru? Tutto o quasi lo scoprirete nella prossima puntata ( .... ok la smetto).
Siete in tanti a continuare a leggere e spero continuerete a farlo, ammetto però che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Vi lascio con un kyoufuumaru un tantino arrabbiato:immagine
Alla prossima ;)






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Capitolo 6
*** Alla ricerca d'indizzi – seconda parte ***


FFFI_CAP6                                                     ALLA RICERCA DI INDIZI – seconda parte



                  
Un gruppo di youkai con un’insolita compagnia umana proseguiva verso ovest, diretto alla pianura dove fino a poco tempo prima era stata custodito la naginata Hakaitsume. Il gruppetto era capeggiato dai due inu youkai, che avanzavano fieri e svelti. Più si avvicinavano alla loro meta, più rallentavano il passo per cercare indizi e qualsiasi cosa fosse loro utile per identificare il responsabile del furto. Al loro seguito Noumu con in groppa Moriko e Jaken, troppo lenti per tenere il passo fino ad allora sostenuto dai due youkai in testa.
«Chissà se riusciranno a trovare qualcosa?» chiese tra se Moriko ad alta voce «Noumu, tu percepisci qualcosa?» l’okami youkai accennò un netto no.
«Sesshoumaru-sama troverà sicuramente le tracce che lo guideranno al colpevole! Non è uno youkai di basso rango come il lupo o peggio un ningen»
«Senti chi ha parlato! Tu non sei di alcuna utilità» ribatté la donna offesa.
«Come osi! Stai parlando con il fedele servitore del grande Sesshoumaru-sama e per tua informazione, lo sono da molti più anni di quelli che hai tu!» Moriko e Noumu si scambiarono un’occhiata d’intesa e l’okami youkai, scalciando con le zampe posteriori, fece volar via il piccolo youkai.  Jaken nell’essere sbalzato via e nel cadere al suolo, lanciò una serie di gridolini di sorpresa e di dolore. Atterrò con la testa e rotolò per due o tre volte, lasciando la presa sul Nintojo. Si rialzò dolorante massaggiandosi il capo e ripresosi in fretta dalla botta, afferrò il suo prezioso bastone e si lanciò al loro inseguimento.
«Maledetti, fermatevi! Ve la farò paga …» nemmeno terminò la frase che andò a schiantarsi sulle zampe di Noumu che lo fecero cadere nuovamente.
I due inu  youkai si erano fermati qualche metro più avanti e lo stesso avevano fatto dietro di lui. Moriko li vide scambiare qualche parola a bassa voce. Sesshoumaru con il solito volto inespressivo, proferì un “fa come ti pare” percepibile anche dove si trovava lei e voltando le spalle ad Hasu, si allontanò di qualche passo. Invece la sorella più soddisfatta, andò da Moriko.
«Moriko, ho un compito da affidarti» esordì.
«Che cosa devo fare?» la donna ne fu lieta. Avrebbe finalmente fatto la sua parte.
«Vai al villaggio qui vicino e vedi di scoprire qualcosa»
Ecco cos’era che aveva dato fastidio al fratello di Hasu. Abbassarsi a chiedere aiuto agli umani doveva essere qualcosa di riprovevole e non potevano che mandare lei. Però ciò voleva forse dire che brancolavano nel buio? Questo non doveva importarle.
Moriko si fece indicare la direzione in cui si trovava il villaggio e Noumu l’accompagnò fino alla sua periferia, dopodiché proseguì da sola per evitare paura inutile negli abitanti e attirare eccessiva attenzione.
Il villaggio era molto grande, al solo avvicinarsi si poteva già sentire la confusione e i suoni provocati dall’attività frenetica delle persone. Quando vi entrò, si sentì per un attimo spaesata da tutto quel trambusto a cui era ben poco abituata. Provò a localizzare il centro del villaggio, considerandolo il luogo migliore per chiedere informazioni. Vagò per diverse vie e viottoli, svincolandosi tra le case e le persone. Temette anche di essersi persa più di una volta ma riuscì a trovare la via principale. Era decisamente affollata, di sicuro si trattava del posto più adatto, potendosi fermare tra negozi e locande. Con la scusa di acquistare qualcosa o di essere interessata a qualche articolo, si avvicinava e chiedeva informazioni. Per prima cosa si fermò in una locanda e ne approfittò per mangiare un boccone, essendo a digiuno dalla mattina. Del riso e qualche verdura servirono a riempire in parte il suo stomaco vuoto ma non riuscì a sapere nulla dell’Hakaitsume. D'altronde la sua ricerca era appena iniziata e non si sarebbe fermata al primo insuccesso. Ritenne saggio procurarsi qualche provvista per il viaggio, essendo l’unica a doversi cibare con maggiore frequenza. Le sarebbe risultato fastidioso dover bloccare la marcia del gruppo per soddisfare una sua esigenza. Notò giusto quello che faceva a caso suo. Un piccolo venditore lungo la strada col suo carretto, esponeva della carne essiccata dall’aspetto invitante e si avvicinò immediatamente. Anche il prezzo era buono e prese un buon gruzzoletto di monete di bronzo dal suo sacchetto pieno.  Deposto tutto con cura nel suo furoshiki, cominciò con le sue domande che apparvero come quelle di una semplice viaggiatrice. Si avvicinò anche un altro uomo con semplici vesti e il copricapo di paglia che gli velava lievemente il volto.
«Forse posso esserti d’aiuto» disse l’uomo.
Moriko si entusiasmò a quel colpo di fortuna «Vi sarei grata! Conoscete davvero la naginata Hakaitsume?»
«Non molto ma potrei esservi ugualmente utile» l’uomo le si avvicinò, cominciò col dire qualcosa di assolutamente vago e incoerente sulla naginata. Improvvisamente con uno scatto la spinse e le sfilò il furoshiki. Rimproverandosi per quella piccola distrazione, riprese il controllo della situazione e acciuffò l’uomo. Lo afferrò per la mano, lo trascinò verso di se e gli piegò il braccio in modo da far leva sul polso, immobilizzandolo. Gli puntò il machete alla gola. Ogni tentativo dell’uomo di fuggire o liberarsi era fermato dal dolore al polso, che poteva spezzarsi ad una pressione maggiore, o dalla lama che fiorava la pelle del collo.
«Ti è andata male, razza di farabutto! Dovrei punirti per questo» mormorò Moriko all’orecchio dell’uomo. La sua voce assunse una tonalità così bassa da far gelare il sangue nelle vene. Aveva perso quell’aria serena e tranquilla, sostituita da una fredda che poteva sembrare quasi crudele.
«Ehi! Non fatelo scappare!» la donna si voltò e vide un ragazzo che correva a perdifiato.
«Delinquente! Restituiscimi immediatamente quello che hai rubato!» disse il ragazzo che stava ancora riprendendo fiato.
«Che ti ha rubato?» gli domando Moriko.
«Diverse stoffe dal negozio di mio padre»
«Allora ladruncolo, che hai con te che non ti appartiene?» la morsa di Moriko si fece più serrata e l’uomo urlò dal dolore.
Quella scena attirò la curiosità di qualche passante che si fermò. Il venditore di carne era praticamente paralizzato dalla paura.
«Sì sì restituirò ogni cosa!»
«Bravo!» Moriko lo lasciò mentre l’uomo appoggiava in terra tutto quello che aveva nel sacco, che portava sulle spalle.
«E’ tutto! Ora lasciami andare» implorò l’uomo spaventato.
«E’ davvero tutto?» si accertò Moriko. Il ragazzo annuì. Si avvicinarono anche altre persone e alcune di quelle, riconobbero dei proprio oggetti.
Moriko mosse rapidamente la mano che impugnava il machete, procurando all’uomo una leggerissima ferita al collo dalla quale colò un rivolo di sangue.
«Vattene e non farti più beccare a rubare o la prossima volta la tua testa verrà separata dal corpo» terrorizzato l’uomo fuggì via.
«Non so come ringraziarvi signore! Se mio padre l’avesse scoperto sarei stato in guai grossi»
Moriko quasi non fece caso ai ringraziamenti di quel gracile ragazzo. Era giovane e dall’aspetto trasandato e distratto. Pensò non fosse molto sveglio o che non si era reso effettivamente conto di quello che aveva fatto. Negli altri che avevano assistito alla scena, aveva suscitato sgomento se non paura, infatti tutti si dileguarono in poco tempo. E poi come l’aveva chiamata? Signore? Che l’avesse confusa per un uomo?
«Non c’è bisogno di ringraziarmi però vorrei chiederti una cosa»
«Ah! Perdonatemi non avevo capito fosse una donna. Vi prego non punitemi!» il ragazzo cominciò ad urlare imbarazzato e vergognandosi del malinteso. Non l’aveva ancora vista in volto e dagli hakama, i capelli raccolti e per come aveva fermato quel ladro, era sicuro si trattasse di un uomo.
«Sta tranquillo non è grave. Immagino non sia comune vedere una donna con indosso abiti come i miei. Piuttosto calmati e ascolta la mia richiesta» il ragazzo la smise di inchinarsi ogni due secondi per scusarsi e le prestò attenzione.
 «Sto cercando una particolare naginata di nome Hakaitsume, ne sai qualcosa?»
«Avete detto una naginata? Mio padre mi raccontava una strana storia su una naginata ma non so se è la stessa di cui parlate»
«Puoi condurmi da tuo padre?»
«Certamente! Seguitemi!»
Moriko si fece far strada dal ragazzo che la condusse appena dietro l’angolo di una delle vie che sboccavano su quella principale.
La portò nel suo piccolo negozietto, completamente stracolmo di stoffe. Ve ne erano di tutti i tipi e colori, dalle più pregiate a quelle più modeste.
«Dove sei stato?» ad accoglierli, trovarono un uomo piccoletto e dall’aspetto bonario.
«Ehm …papà»
Il ragazzo spiegò l’accaduto e si risparmiò una severa punizione  per il semplice fatto di aver in qualche modo recuperato la refurtiva. L’uomo si scusò per il fastidio arrecato e ringraziò più volte una spazientita Moriko.
«Papà l’ho portata da te perché ha una cosa da chiederti» l’uomo smise finalmente con tutte quelle formalità e lasciò parlare la donna.
«Sono in viaggio alla ricerca della naginata Hakaitsume»
«Oh Hakaitsume! E’ una storia che viene raccontata dalla mia famiglia ma in genere non è molto conosciuta. Ma che strano, voi siete la seconda persona che in un breve periodo mi chiede della naginata» Moriko si destò credendo di aver fatto finalmente centro.
«Posso sapere chi è l’altra persona che vi ha chiesto dell’Hakaitsume?»
«Era un monaco»
«Monaco?»
«Sì, era un semplice monaco itinerante. Ma non gli sono stato molto d’aiuto. Voleva sapere con esattezza dove si trovasse la naginata ma non lo so, così l’ho mandato al villaggio dove il mio bis nonno apprese questa leggenda.»
«Dove si trova questo villaggio?» domandò precipitosamente Moriko.
«Più a nord, seguendo il corso del fiume»
«Grazie mi è stato di grande aiuto!» Moriko non gli lasciò il tempo di terminare, che già era scattata di corsa a riportare ad Hasu ciò che aveva scoperto.

***
Dopo più di un’ora da quando si era allontanata, Moriko fece ritorno e riportò l’interessante novità.
«Non l’avrei mai detto che si trattasse di un ningen»
«Hasu ma è possibile?»
«Perché no? Se si tratta di un houshi dal forte potere spirituale, potrebbe avere avuto delle possibilità per infrangere il sigillo» provò a chiarire Hasu, più che a Moriko, a se stessa.
«Abbiamo perso fin troppo tempo e immagino che ne perderemo dell’altro, dato che la farai andare al prossimo villaggio» Sesshoumaru si avvicinò alle donne, nascondendo il suo interesse per la rivelazione a suo parere curiosa.
«Hai ragione, non perdiamo altro tempo» Moriko annuì salendo in groppa a Noumu. Passarono al fianco di Jaken che venne afferrato per la collottola da Moriko.
«Ehi! Che fai?»
«Non ti lascio indietro» gli disse, indicandogli i due inu youkai che già sparivano tra gli alberi.
«A…aspettate Sesshoumaru-sama!» urlò agitandosi nel tentativo di raddrizzarsi sull’okami youkai.
Il gruppetto proseguì fino alla nuova meta e Moriko andò ancora una volta a investigare da sola.
A differenza del precedente, quel villaggio era di dimensioni minori e più tranquillo. Questa volta senza troppe scuse o sotterfugi si fece condurre dal capo villaggio.
Da egli seppe più dettagliatamente dell’Hakaitsume. La leggenda che veniva tramandata, era collegata in origine ad una festa che aveva lo scopo di ringraziare il protettore della montagna. Ma col tempo questa tradizione venne dimenticata e solo alcuni dei più anziani ne erano ancora a conoscenza, grazie al racconto di qualche lontano parente. Ma vi era ancora un piccolo villaggio sperduto, situato nella gola di una montagna che continuava a fare memoria della ricorrenza. Secondo la tradizione la battaglia per il possesso dell’Hakaitsume, tra un’entità benefica e un’entità malefica, si concluse con l’estinzione dell’arma ma la lotta procurò grandi sconvolgimenti. Infatti, si narrava che il piccolo villaggio fosse prima collocato nell’immensa pianura e che in seguito allo scontro, la terra venne innalzata e formatasi la montagna che oggi la ospitava.
Oltre alla storia, che a Moriko sembrò permeata da molta fantasia, alla donna interessava altro. Così chiese se ci fossero stati altri, che come lei, si erano messi alla ricerca della naginata.
Questa volta con minore sorpresa, apprese ancora una volta che vi era stato un monaco che voleva conoscere l’esatta ubicazione dell’Hakaitsume. Si trattava di un monaco itinerante dal capo rasato, con indosso le classiche vesti scure dei novizi, dai modi gentili e tranquilli. Stando alla descrizione non c’era nulla di strano in quell’houshi, piuttosto era lei che con i suoi modi schietti e, se necessario violenti, poteva suscitare dei sospetti. Tralasciando il fatto che si trattasse di una giovane donna in viaggio da sola. Per sua fortuna tutti quei dubbi non nacquero in quella semplice gente.
Fece ancora una volta ritorno dai due inu youkai che l’attendevano con impazienza.
Questa volta era sicuro che, quel misterioso houshi, fosse alla ricerca della naginata. Bastava capire fino dove si era spinto e quale fosse il suo intento.
Come ultima tappa c’era il villaggio nella gola di montagna. Da come Moriko aveva riportato, quest’ultimo si trovava esattamente adiacente alla pianura in cui era sigillata l’Hakaitsume.
Durante la loro corsa, Noumu annusò con più attenzione l’aria. Ringhiò minaccioso, rizzando tutto il pelo.
«Cosa c’è Noumu?» domandò apprensiva Moriko sulla sua groppa.
«C’è odore di morte!» spiegò Hasu.
Moriko e Jaken rabbrividirono inquieti.
«Risale a molti giorni fa» precisò Sesshoumaru.
Quel dettaglio tranquillizzò Jaken ma non Moriko. Aveva il brutto presentimento di trovarsi davanti a qualcosa di orribile.
Giunsero al piccolo villaggio e il nauseante odore della morte era arrivato anche alle narici della giovane ningen.
Il sole stava tramontando, rendendo l’orribile vista che si parava innanzi ai loro occhi ancora più macabra.
Non una casa o capanna era sopravvissuta al fuoco. Non un minuscolo spazio nel terreno era pulito dal sangue scuro e incrostato, assumendo strane colorazioni rossastre agli ultimi raggi di sole. I corpi dilaniati degli umani che vi abitavano erano sparsi qua e là, a testimonianza del terrore e del vano tentativo di scappare a quel massacro. Dovevano essere stati momenti terribili e di grande sofferenza. Non un corpo era privo di mutilazioni, profonde ferite o della testa.
Quella visione turbò alquanto Moriko. Immaginò il dolore che aveva provato quella povera gente e una stretta le attanagliò lo stomaco. Nemmeno i bambini erano stati risparmiati.
«Andatevene via!  Dannati youkai! Andate via!» delle urla acute e strazianti provenienti un po’ più avanti da dove si trovavano. La fonte era una ragazzina con gli occhi carichi di lacrime e di odio. Era sporca e non si reggeva in piedi eppure continuava ad urlare con le poche forze che le rimanevano.
Addirittura Sesshoumaru parve guardarla con pietà. I due youkai vennero fermati da Moriko e fu lei ad avvicinarsi con cautela provando a tranquillizzare la ragazzina.
«Allontana quegli youkai!»
«Non verranno qui»
«Va via anche tu!» urlò ancora.
«Voglio aiutarti» disse dolcemente Moriko.
«E’ colpa degli umani come te!» la donna si arrestò, colpita da quelle parole.
«Degli umani che si accompagnano agli youkai! Come quel monaco! Era venuto con una strana richiesta ma sembrava tanto buono. Quando seppe che quello che cercava era qui vicino, ha chiamato il suo amico youkai. A quel punto non potevamo fargli sapere altro e hanno ucciso tutti» le lacrime non trovarono più freni.
Un houshi e uno youkai. Erano di sicuro loro, quelli che stavano cercando.
Hasu lasciò che Moriko alleviasse, per quel che poteva, le pene della ragazzina mentre insieme agli altri setacciarono quel che restava del villaggio alla ricerca di qualche altro dettaglio.
«Sesshoumaru-sama! Ho trovato qualcosa che potrebbe essere importante» soddisfatto Jaken corse dal suo padrone ma come sempre inciampò per la fretta. Lesto si rimise in piedi e portò al cospetto dell’ inu youkai il suo prezioso indizio.
Moriko vi prestò attenzione e sentimenti di rabbia e frustrazione cominciarono a farsi strada dentro di lei.
«Allora è proprio quello youkai…»
Jaken manteneva nella mano due lunghe piume marroni. La giovane umana non faticò a riconoscerle come appartenute alla ali dello washi youkai che aveva attaccato lei e Inuyasha.
Noumu lo confermò. L’odore di quelle penne apparteneva al washi youkai.
Quella che aveva visto era l’Hakaitsume. Quello che aveva affrontato era il responsabile di tale atrocità. Promise che l’avrebbe fermato.      




Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
I nostri protagonisti scoprono nuove informazioni interessanti e sembrano essere sulla via giusta ma c'è ancora molto da fare.
Vi ringrazio tantissimo perché continuate a leggere in tanti e ovviamente la cosa mi fa piacere. 
Vi lascio come sempre con un disegno: clicca qui
Alla prossima! 

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Capitolo 7
*** Sulla giusta via ***


                                                       SULLA GIUSTA VIA




Tra le ceneri di quello che doveva essere un pacifico villaggio di montagna, continuavano a sentirsi solo i singhiozzi incontrollabili della ragazzina miracolosamente scampata alla strage. Moriko era in qualche modo riuscita ad avvicinarla. Le aveva promesso che l’avrebbe condotta al villaggio vicino, dove di sicuro avrebbe trovato chi si sarebbe presa cura di lei.
I due fratelli inu youkai proseguivano nell’analisi di quel luogo, nel tentativo di trovare qualcosa in più oltre le penne d’aquila.
Lontano, nascosto tra gli alberi, si faceva avanti goffamente una piccola sagoma. Rantolava e svolazzava, faceva qualche metro e poi si fermava ad osservare.
Inutile dire che la piccola creatura venne immediatamente individuata dai due youkai ma lo ignorarono, credendolo un semplice youkai di quelle zone. Il piccolo youkai non li osservava per curiosità o si trovava lì per caso. Sembrava indeciso se farsi avanti o restare a distanza di sicurezza, eppure quel gruppo che, girava per quello che una volta era un villaggio umano, potevano fare a caso suo.  Meditava se si trovava di fronte alla sua più grande opportunità o alla sua certa fine. Ogni dubbio venne dissipato da una voce ferma ma gentile.
«Piccolo youkai non restare nascosto oltre e fatti vedere» lo youkai fu preso alla sprovvista e saltò per lo spavento. Facendosi coraggio, avanzò alla flebile e poca luce che restava. Si trattava di un piccolo tengu, uno youkai comune in montagna ma non di quelle zone. Era poco più alto di Jaken, la pelle nera, un piccolo e affilato becco sovrastava il labro inferiore. Le ali, che spuntavano dalle ampie maniche della veste, terminavano con tre dita artigliate e le zampe come quelle di un uccello.
«Chiedo perdono per essermi fermato ad osservarvi, non era mia intenzione spiare» esordì il tengu prostrandosi ad Hasu.
«Cosa vuoi?» tagliò corto lei.
«Ecco … nulla mia signora …» cominciò sfregandosi nervosamente le mani.
«Allora sparisci!»
«A … aspettate mia signora! In effetti … ecco … ci sarebbe … come dire …»
«Falla breve!» Sesshoumaru cominciava ad innervosirsi mentre Jaken compatì quel tengu, comprendendo quale dovesse essere il suo stato d’animo di fronte ai due potenti youkai quali i suo padrone e la sorella.
«Sì! Voi state cercando il washi youkai responsabile della distruzione di questo villaggio?»
«Sai chi è?» esclamò Hasu sorpresa.
«Sì! È lo stesso youkai che ha sterminato la mia tribù»
«Dicci tutto quello che sai» il piccolo tengu annuì alla richiesta di Sesshoumaru e continuò.
«Il suo nome è Kyoufuumaru e il suo luogo d’origine è molto più a nord di quello della mia tribù, nell’Hokkaido. Nella sua discesa verso l’Honshu, ha cancellato ogni cosa che ostacolava il suo cammino, la mia gente compresa. Non so cosa voglia ottenere ma io desidero vendicare i miei compagni … però da solo non posso farcela è troppo potente» il tengu aveva rilasciato la tensione che si era concentrata tutta nei palmi stretti.
Avevano avuto fortuna nell’incontrare il piccolo youkai. Ora avevano una pista da seguire e se realmente fosse stato uno youkai molto potente, era probabile che qualcuno ne avesse sentito parlare.
«Ci hai fornito delle informazioni preziose. Se per te va bene, penseremo noi a vendicare la tua gente per ricompensarti»
«Vi sono immensamente grato» il tengu si prostrò commosso.
«Quindi andremo verso nord?» Moriko era felice dell’idea come il suo amico lupo, che scodinzolava senza troppo vigore per non mostrare eccessivo entusiasmo.
«Non vorrete portarvi dietro una ningen?» fece incredulo il tengu «è un viaggio troppo lungo e faticoso, senza contare che in questo periodo dell’anno a nord fa molto freddo ma più di ogni altra cosa, sarebbe impensabile uscirne viva da uno scontro con Kyoufuumaru»
«Ehi! Pensa agli affari tuoi! Inoltre sono già sopravvissuta a quello youkai» disse risentita la giovane donna.
«Non avrei comunque permesso che mi seguissi oltre, Moriko» Hasu frenò ogni entusiasmo della giovane.
«Proprio ora che sappiamo come muoverci?»
«Ricordi il patto? Ebbene ritengo che da questo punto in poi per te è pericoloso quindi te ne tornerai a casa» Moriko fece per protestare ma si zittì subito. Aveva promesso e insistere non sarebbe servito a nulla. Come lei, anche Noumu poté abbandonare ogni speranza, abbassando il capo e fermando il leggero oscillare della coda.
«Miei signori, vi ringrazio ancora per quello che farete per me. Mi affido a voi. Se permettete mi metterò alla ricerca di una nuova dimora» così dicendo si congedò, tornandosene da dove era venuto.
Moriko sconsolata e un po’ arrabbiata, si allontanò con Noumu scalciando sassi e foglie.
«Ci conviene metterci in marcia» propose Sesshoumaru dopo essersi divertito a vedere l’umana costretta all’obbedienza.

«Sesshoumaru vorrei che rimanessi con Moriko» lo freddò Hasu. La inu youkai era mortalmente seria a tal punto da mettere i brividi.
«Non ho alcuna intenzione di rinunciare» il fratello rivaleggiava in freddezza.
«Non lasciarti ingannare dalle mie parole, quello di prima era un ordine»
«Quello che accade nelle Terre dell’Ovest sono un  mio affare e non tuo» Sesshoumaru assottigliò gli occhi, faticando a mantenere il controllo.
«Tsk! Se sei libero di governare quelle terre è per mia gentile concessione. Doveva essere tutto mio se non avessi rinunciato all’eredità» Hasu stava superando ogni limite di tolleranza.
«Se non hai intenzione di seguirmi, tornatene pure a casa!» Sesshoumaru cominciò ad assumere la sua vera forma canina.  Gli occhi gli divennero rossi, il muso accennò ad allungarsi e ogni tanto ringhiava.
«Stupido di un fratello!» anche Hasu assunse la sua vera forma.
Due giganteschi cani bianchi si fronteggiavano, mostrando tutta la loro aggressività e forza. Jaken, tutto tremante dalla paura, scappò via riparandosi dietro Noumu.
Moriko che non aveva fatto caso alla discussione accesa dei fratelli, rimase a bocca aperta nel vedere i due inu youkai nella loro forma originale.
L’aveva visto fare una sola volta ad Hasu, molti anni prima, e sapeva che ne era capace anche Shireiyama però vederli così all’improvviso, la fecero paralizzare.
Tra zampate e morsi, i due cani iniziarono a lottare. Nessuno riusciva a primeggiare, erano allo stesso livello, l’unica differenza risiedeva nelle loro motivazioni.
Hasu riuscì finalmente ad azzannarlo alla base del collo. Sesshoumaru ringhiò dal dolore, provando a scrollarsela da dosso ma più ci provava più la sorella affondava le sue zanne nella carne. La convinzione di tenere al sicuro e lontano dal pericolo chi per lei contava più della sua stessa vita, prevalse sull’orgoglio.
I due contendenti tornarono alla loro forma precedente. Hasu continuava a mantenere il suo sguardo severo sul fratello. Dal canto suo Sesshoumaru non digeriva l’idea di doversi sottomettere alla decisione che qualcun altro aveva preso per lui. Alla fine dovette rinunciare, ritornando alla sua solita impassibilità, continuando a ignorare la ferita sanguinante vicino al collo.
«Chiederò a Shireiyama di accompagnarmi. E’ il più adatto, dato che conosce molto bene i territori del nord. Tu aspettami a palazzo» Sesshoumaru non ebbe più nulla da ribattere.  Oltrepassò il resto del gruppo prima di esortarli di mettersi in cammino. Ora la sua andatura era lenta  e cadenzata, non avendo più alcun motivo di andare di fretta.
«Moriko resta con lui!» fu l’ultima raccomandazione della inu youkai prima di alzarsi in volo e sparire.
La ragazzina, a cui Moriko aveva promesso di accompagnare al villaggio vicino, non ne volle sapere nulla, preferendo andarci da sola e allontanarsi da quei tizi pericolosi.
Poteva comprenderla benissimo. Chiunque avrebbe provato paura per quella visione. Moriko aveva questa particolarità: oltre alla naturale paura per un reale pericolo, provava anche una sorta di eccitazione che le impediva di fuggire. Restava affascinata dalla forza di youkai così potenti.
Non potendo convincerla che non ci sarebbe stato pericolo nel seguirli, si vide costretta a farla scortare da Noumu, senza che quest’ultimo si facesse notare.
Non osò neppure avanzare a Sesshoumaru la richiesta di attenderla. Per quanto all’apparenza era tornato quello di sempre, non ci voleva un genio a capire come dovesse sentirsi lo youkai. Sicuramente rodeva all’idea di essere stato soggiogato, il suo orgoglio aveva ricevuto un duro colpo, davanti ad un’umana per giunta.
Il sole era calato da un pezzo, Noumu aveva fatto ritorno e Moriko non riusciva più a trattenere il sonno. Sbadigliava in continuazione e si sforzava di tenere gli occhi aperti. Si lasciava quasi trasportare da Noumu, facendo fatica a sollevare i piedi per camminare.
«Ci fermiamo qui!» Moriko pensò che le parole di Sesshoumaru se le fosse sognate ma per sua fortuna erano reali. Il gruppetto si fermò in mezzo al bosco anche se umido e freddo. Per la donna qualunque posto andava benissimo e poi ci avrebbe pensato Noumu a proteggerla dal clima.
Jaken accese un piccolo fuoco, attorno al quale poterono riposare e recuperare le forze mentre Sesshoumaru preferì separarsi dal gruppo.
Era ormai notte inoltrata, quando Moriko si svegliò di soprassalto. Dovette aprire forzatamente gli occhi per uscire da quello strano sogno o meglio incubo. Erano molti anni che non veniva a tormentarle il sonno. Ogni volta era uguale: lei che correva in piena libertà con un incredibile energia che le scorreva nel corpo. Non poteva vedersi ma non le importava, continuava a correre, saltare e a tratti volare, fino a quando non si sentiva schiacciare a terra. Qualcuno le si parava d’avanti ma era solo una sagoma senza una forma definita, pronunciava parole incomprensibili, suoni senza alcun significato e ogni energia le veniva meno. Un cerchio di luce le si stringeva tutto intorno, privandole delle forze e della volontà di lottare e infine tutto diventava buio. E lì si svegliava ogni volta. Era opprimente e non capiva il perché di quel sogno. Si rifiutò nel pensarci oltre e volle sgranchirsi un po’, tanto non si sarebbe riaddormentata nell’immediato. L’okami youkai non l’aveva sentita, tanto meno Jaken e sgattaiolò via, ricordandosi di prendere almeno il machete. Non si poteva mai sapere.
Proseguiva tranquilla. Poteva sentire tutti i suoni del bosco: gli insetti, i passi di qualche animale notturno e le fronde degli alberi che strusciavano tra loro, mosse dal vento.
Arrivò fino ad uno spuntone di roccia sotto al quale c’era uno strapiombo. Prima che potesse sottrarsi alla protezione degli alberi, vide Sesshoumaru seduto sullo spuntone con un ginocchio piegato e il braccio appoggiato sopra. Rimase affascinata nell’ammirarlo nella sua perfezione sotto la pallida luce della luna crescente. Non seppe per quanto tempo rimase lì ma a destarla fu la voce dello stesso youkai.
«Cosa fai sveglia a quest’ora della notte?»
Presa in contropiede ci mise un po’ a rispondere «il mio sonno è stato un po’ agitato. Tolgo il disturbo, Sesshoumaru-sama» stava per andar via ma venne fermata.
«Puoi restare» la sua voce era calma e profonda. Che la rabbia gli fosse passata? Accettò l’invito a fermarsi, aveva voglia di un po’ di compagnia e prese posto al suo fianco. Inizialmente si sentiva in imbarazzo e fuori luogo, non sapeva nemmeno perché non era tornata immediatamente indietro. Piano piano la sua mente si liberò da tutti gli inutili pensieri, a sua detta infantili, e si distese ad osservare il cielo.
«E’ meraviglioso!» sussurrò contemplando le bellezze degli astri «Viaggiare è meraviglioso. Quanto mi piacerebbe farlo»
Sembrò che avesse parlato per se stessa ma Sesshoumaru non solo la stette ad ascoltare ma comprese anche quale fosse il suo cruccio.
«Hasu non te lo lascia fare» Moriko si girò nella sua direzione con la meraviglia stampata in faccia.
«E’ così. Non me lo lascia fare, almeno non come dico io. So benissimo di essere un ningen ma so cavarmela. Dice sempre che non è ancora il momento giusto ma io non ho una vita lunga come voi youkai, per me ogni momento è prezioso» a Sesshoumaru parve sentire le stesse parole di Rin quando insisteva nel viaggiare con lui.
Calò il silenzio per diverso tempo fino a quando non fu Sesshoumaru a romperlo :«Continuerò a cercare quel Kyoufuumaru. C’è qualche probabilità che non abbia lasciato le Terre dell’Ovest e voglio che tu venga con me» doveva essere la notte delle sorprese. Uno youkai come Sesshoumaru voleva davvero che fosse affiancato da un’umana?
«Non vorrei sorbirmi le punizioni di Hasu …»
«Non te lo sto chiedendo, te lo sto orinando» ecco che il bel momento era terminato.
«Non sono obbligata ad obbedirvi!» ribatté.
«Non mi piace che mi si contraddica» il tono di voce di Sesshoumaru divenne improvvisamente duro e intransigente.
Quel cambiamento repentino la mandò per un attimo in confusione e la sua indole libera prese il sopravvento, non potendo trattenersi nel rivaleggiare con lo youkai.
«Non mi interessa! Non avete alcun diritto di parlarmi in questo modo» la mano artigliata di Sesshoumaru andò a finire a cingere il sottile collo di Moriko.
Tutta la temerarietà  della donna svanì in un istante. Sesshoumaru poté sentire lo sgomento provocato dalla sua azione. Allentò la presa e ritirò la mano come se si fosse scottato.
Moriko ancora incredula si massaggiò il collo e lo guardò con odio.
«Tsk!» la donna si voltò furente. Doveva essere un vizio di famiglia il voler imporre il proprio volere. Dunque non aveva alternative che accettare, non potendo mettersi a rivaleggiare con uno youkai di tale potenza. Pregò di non essere finita in una questione fra fratelli.
Il silenzio tornò a fare da padrone tra loro, l’agitazione per il sogno era ormai passata e per quanto non le piacesse che il futuro immediato era stato deciso dallo youkai, si lasciò cullare dalla tranquillità della notte. Si addormentò di nuovo, questa volta molto più profondamente e non ci fu verso di svegliarla se non prima della tarda mattinata del giorno successivo.   


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Chiedo scusa per il ritardo, non sono riuscita ad aggiungere il capitolo prima. Mi farò perdonare la settimana prossimana con un nuovo capitolo ma passiamo a noi ... Sesshoumaru non ha preso bene la decisione della sorella ma a quanto pare non ha del tutto l'intenzione di ubbidire. Si è trascinato con sé Moriko forse nel modo sbagliato. Staremo a vedere.
Vi lascio con il solito disegno : clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 8
*** La medesima sorte ***


FFI_CAP8                                                                    LA MEDESIMA SORTE




Inuyasha correva, saltando da un ramo all’altro, coprendo grandi distanze in poco tempo. Voleva essere veloce a raggiungere il palazzo e sperava che fossero già tutti radunati o che l’ avrebbero fatto a breve.
Si domandava spesso se i fratelli avessero scoperto qualcosa e se con le sue informazioni avessero potuto risolvere il problema. La presenza di Hasu lo rassicurava parecchio, poteva battere qualunque avversario con Sesshoumaru al suo fianco, per non contare un eventuale supporto di Shireiyama. Quello che si sarebbe formato, sarebbe stato un trio di daiyokai davvero temibile, eppure un brutto presentimento non lo abbandonava.
Perso nei suoi pensieri Inuyasha non si accorse di essere inseguito, lo fece solo quando era troppo tardi. Dalle sue spalle proveniva un fastidioso rumore simile a quello di un ronzio, il resto si svolse in un attimo. L’hanyou fece appena in tempo a estrarre Tessaiga e fermare la sciabola dello youkai inseguitore.
Scesero al suolo e Inuyasha poté osservare il suo aggressore: un minaccioso calabrone. Era prevalentemente di colore nero con una striscia gialla all’altezza degli occhi scuri. L’aspetto era essenzialmente umanoide, fatta eccezione per piccole ali ai lati delle spalle,  dell’addome esattamente come quello di un insetto e gli arti ricoperti da una leggera peluria a strisce gialle e nere. Indossava solo degli hakama neri e una fascia laterale gialla, la quale reggeva il fodero della sciabola.
Aveva assunto una posa offensiva ed un’espressione agguerrita.
«Che cavolo vuoi? Non ho tempo da perdere con te!» ringhiò Inuyasha furioso. Non aveva affatto voglia di essere rallentato da seccature simili e se non l’avesse lasciato in pace, non ci avrebbe pensato due volte a fargli assaggiare la lama di Tessaiga.
«Non ti lascerò proseguire oltre» ronzò lo youkai agguerrito.
«Se ho invaso il tuo territorio, me ne vado subito» la lama della sciabola gli tagliò qualche capello ai lati dell’orecchio.
«Ti sto dicendo che non ho voglia di battermi con te. Lasciami passare!» Inuyasha parlò inutilmente. Quel calabrone continuava ad attaccare e lo ferì provocandogli un graffio alla guancia.
«Io ti avevo avvertito … preparati a morire!» Inuyasha scagliò un Kaze no Kizu che prese in pieno il nemico.
Questo ne uscì illeso e uno strato di una strana sostanza vischiosa colava via dal suo corpo. Fu quella sostanza a proteggerlo dall’attacco di Tessaiga. Si preannunciava uno scontro difficile.
Il calabrone si scagliò contro Inuyasha con attacchi veloci e difficili da prevedere.
L’hanyou dovette concentrarsi parecchio per non soccombere.
«Non te la cavi male ma è tempo di finirla» la Tessaiga si ricoprì di diamanti. «Kongosoha!» urlò e una miriade di dardi di diamante si avventarono sullo youkai avversario. Quello ebbe la prontezza di ripararsi dietro la sciabola ma alcuni dardi lo ferirono ugualmente in maniera leggera e crearono numerose crepe nell’arma stessa.
Lo youkai calabrone lo guardò con odio e dalle fenditure della sciabola, colò la strana sostanza vischiosa che prima aveva usato per proteggersi. Come una scheggia contrattaccò, formando una croce a mezz’aria con due rapidi fendenti, dal quale schizzò un potente colpo. Inuyasha parò con Tessaiga e questa si annerì e del fumo si sollevò dalla lama. Di quel colpo ne risentì anche Inuyasha in quanto una volta che si scontrò con Tessaiga, diverse gocce gli andarono a finire sulle vesti e sulla pelle.
«Dannazione è veleno!» veleno che bastò a stordirlo per qualche secondo, sufficienti per permettere allo youkai di trapassargli il fianco con la sciabola.
La lama della spada continuava a secernere veleno, che finiva nel corpo di Inuyasha.
L’hanyou si rese conto che stava per perdere coscienza e, che se gli fosse stato iniettato altro veleno, sarebbe morto presto. Con tutte le forze rimaste e la poca lucidità che ancora gli permetteva di ragionare, spinse lontano da se lo youkai con un calcio, afferrò saldamente Tessaiga che divenne nera. Sussurrando appena il nome dell’ultima tecnica appresa, il Meido Zangetsuha, il passaggio nell’aldilà si aprì. Tutto ciò che si trovava davanti al passaggio veniva risucchiato ma ad un certo punto si bloccò e iniziò a richiudersi. Inuyasha non riuscì a capire cosa fosse successo ma percepì che quello youkai aveva fato qualcosa. Facendo appello a tutte le forze rimaste, tentò di coglierlo alle spalle.
«Kongo…soha!» ancora più dardi del l’attacco precedente si separarono dalla katana e si conficcarono nello youkai. Il calabrone aveva appena terminato di chiudere il varco aperto dal Meido Zangetsuha e non ebbe il tempo di fare nulla per evitare i dardi. Cominciò a produrre quella sostanza vischiosa che fece cader via dal corpo i diamanti. Le ferite erano gravi e serie, così lo youkai ritenne saggio abbandonare il campo di battaglia, sicuro che il suo nemico non sarebbe sopravvissuto.
Inuyasha attese che l’avversario si allontanasse per abbandonarsi all’oscurità.


****
Sesshoumaru aveva costretto il suo seguito ad una marcia forzata, nel pieno disappunto di Moriko. Il mattino seguente alla sera in cui aveva avuto quello che poteva definirsi dialogo con Sesshoumaru, si era svegliata tardissimo e questo aveva fatto adirare lo youkai. Fu decisamente chiaro che non avrebbe sorvolato su nessuna lamentela o tentativo di replica, era addirittura costretta la notte a dormire su Noumu, reggendosi in qualche modo.
Cominciò a credere che tutto ciò che aveva sentito dello youkai da parte di Rin, valeva solo con lei mentre, le descrizioni di Hasu, erano decisamente più azzeccate. Era freddo, crudele e insopportabile. Compatì Jaken, che gli era sempre fedele e ubbidiente eppure non riceveva altro che ordini da eseguire, rimproveri e qualche botta.  
Finalmente quel terribile viaggio ebbe fine, giungendo nel luogo in cui era stata attaccata dal washi youkai. I segni della battaglia erano ancora evidenti: alcuni alberi spezzati, i segni del Kaze no Kizu nel terreno e una flebile traccia dell’odore dei contendenti, percepibile solo da Sesshoumaru e Noumu.
Moriko non dimostrava d’interessarsi più del necessario, guardava nei dintorni alla ricerca di qualche indizio, provava a ricordare dettagli che potevano esserle sfuggiti ma senza impegnarsi più di tanto. Dopo una buona oretta, si stufò e si mise seduta appoggiata al troco di un albero con Noumu vicino. Jaken continuava diligentemente la ricerca mentre Sesshoumaru doveva trovarsi nei paraggi.
«Avevo un’idea un po’ diversa di viaggio» si lamentò la giovane donna, accarezzando distrattamente l’amico youkai.
La giornata era relativamente fresca, anche se un po’ umida, ogni tanto qualche leggera folata di vento smuoveva le foglie degli alberi, creando un’atmosfera rilassante.  
In quel luogo così tranquillo sarebbe potuta addormentarsi e recuperare le ore che non era riuscita a riposare le notti precedenti eppure, ogni volta che chiudeva gli occhi, quella quiete veniva disturbata da qualche suono insolito. Per le prime volte non ci fece caso e nemmeno Noumu, anch’egli stanco, però si fecero sempre più frequenti e vicini.
Furono costretti a destarsi e prepararsi a combattere. Si stavano avvicinando degli youkai e non era necessario esserlo a sua volta o avere chissà quale potere spirituale per capire che le loro intenzioni non erano delle più buone.
Quelli che si avvertivano erano le urla di scimmie che saltavano da albero ad albero in una corsa frenetica. Si trattava di un gruppo di una decina di individui e quando li raggiunsero, li circondarono.
Erano suru youkai, tutti dall’aspetto abbastanza simile. Possedevano arti possenti, una lunga coda e il capo ricoperto da un folto pelo.
«Ah! E questi che vogliono?» Jaken si spaventò non poco nel vederli e il suo padrone non c’era.
«Non lo so Jaken ma hanno tutta l’aria di volersi battere» Moriko era pronta con la katana sguainata.
«Che guaio! Se solo ci fosse Sesshoumaru-sama…»
«C’è la caveremo da soli!» il solo sentirlo nominare fece destare il suo orgoglio. Avrebbe messo al tappeto quel branco di scimmie prima che tornasse.
Un suru youkai più grosso apparve alle spalle degli altri, probabilmente il capo. Era agguerrito e una profonda cicatrice attraversava l’occhio destro.
«Bene bene, cosa abbiamo qui? L’umana e i due youkai … ma manca quello importante. Pazienza sarà per dopo» il suru youkai aveva una voce grossa e possente come la sua figura.
«Morite senza fare troppe storie e vi risparmierò un mucchio di sofferenza» continuò con fare divertito.
«Provaci youkai …» lo sguardo di Moriko era aggressivo e pronto allo scontro. Ad un cenno del capo dei suru youkai, due di loro scattarono all’attacco. Uno si avventò su Noumu e l’altro su Moriko. Si avvalsero solo del loro corpo per sferrare  gli attacchi e bastò per metterli in leggera difficoltà. Erano veloci e potenti, Noumu tentava di morderlo ma non ci riusciva e poteva solo sferrare delle testate e dei colpi con le sporgenze ossee. Moriko non poteva reggere il confronto con la forza e cercava di fruttare la loro a suo vantaggio.
Durante il combattimento Moriko non riuscì a tenere il passo, venendo disarmata e con un calcio fu spedita con la schiena sul tronco di un albero.
L’okami youkai volle soccorrerla e ciò gli diede la giusta motivazione che gli concesse la forza di trovare uno spiraglio tra i pugni e i calci e azzannare e rompere il collo del nemico.
Nel frattempo il suru youkai, che combatteva contro Moriko, si avvicinò alla donna per finirla ma con sua sorpresa, gli tenne testa senza l’ausilio di alcuna arma. Hasu l’aveva addestrata ad ogni tipo di eventualità e le aveva trasmesso bene ogni tipo di conoscenza in suo possesso.
Noumu appena liberatosi del suo avversario, si scaraventò in una folle corsa sullo youkai che stava mettendo in difficoltà la sua amica. Con una poderosa testata lo allontanò da lei, permettendole di recuperare la katana.
«Grazie Noumu! Ora lascialo a me!» con un urlo eseguì un fendete dall’alto verso il basso che tagliò in due il malcapitato suru youkai.
«Non siete male ma come ve la caverete con gli altri?» domandò divertito il capo del branco di youkai.
Gli altri otto suru youkai restanti si fecero avanti, minacciosi e smanianti di farli a pezzi.
«Ah qui si mette male ...» disse tutto tremante Jaken che cercava rifugio lontano tra gli alberi.
Iniziarono ancora una volta a lottare esattamente come prima, ed essendo in numero maggiore, fecero molta più fatica a gestirli. Questa volta collaborarono alla perfezione e riuscirono a metterne altri due fuori combattimento, però gli avversari rimanevano troppi e loro con sempre meno energie.
Moriko non poteva nemmeno usare il suo particolare potere in quanto quegli youkai non usavano nessun colpo basato sulla loro energia demoniaca.
Poi quando cominciò a boccheggiare e l’esigenza di una pausa era impellente, urlò a Noumu :«Noumu, usa la nebbia!».
L’okami youkai percepì il messaggio, si fermò e lanciò un lungo ululato. L’aria cominciò a farsi fredda e comparve uno strato di nebbia che man mano divenne sempre più fitta.
Moriko afferrò Jaken e se lo strascinò con se su Noumu, che portò entrambi via dal campo di combattimento, celato dalla coltre bianca della nebbia.
Allontanatosi quanto necessario, Moriko e Jaken tirarono un sospiro di sollievo.
La donna, con un po’ di fiato corto, si guardò indietro per sincerarsi che nessuno li aveva seguiti. Poco distante sentirono i suoni di un altro scontro e Jaken non riuscì a trattenersi dal dare un’occhiata.
«Sesshouamru-sama!» come loro anche Sesshoumaru era stato circondato da suru youkai. Sembravano leggermente più forti di quelli che avevano incontrato loro ed erano almeno tre volte in più, di cui una buona dozzina erano già al suolo morti.
Anche per l’inu youkai lo scontro stava andando per le lunghe.
Moriko affiancò il preoccupatissimo Jaken. Non aveva voglia di intervenire né tanto meno sentirsi dire di essersi intromessa inutilmente. Poi incrociò il suo sguardo con quello di Sesshoumaru.

***

Da alcuni giorni Hasu era in viaggio con Shireiyama, seguendo le indicazioni ricevute dal piccolo tengu. Per raggiungere l’Hakkaido, chi poteva esserle di aiuto se non il suo amato compagno? L’okami youkai proveniva dalla punta estrema dell’Honshu e spesso si era recato nell’isola più a nord. Con un po’ di disappunto aveva affidato i suoi due figli alle cure della madre, ma sapeva che erano al sicuro e questo le bastava.
L’autunno era appena iniziato e già in quei luoghi si poteva percepire una temperatura più bassa e venti più freddi. Il cielo era spesso coperto e qualche volta delle leggere piogge bagnavano il terreno. Tutti dettagli ai quali non davano troppa importanza.
Grazie alle conoscenza della zona di Shireiyama, presero strade che gli fecero risparmiare molto tempo e si poterono dire quasi giunti al villaggio dei tengu.
Quando alcune ore dopo arrivarono, si trovarono davanti a qualcosa di diverso rispetto a quello che si sarebbero aspettati.
Tra le montagne trovarono il villaggio dei tengu ma non c’era stata nessuna strage, era tutto intatto e tutti gli youkai vivi, anzi erano lì che li attendevano con tutta l’intenzione di ucciderli.
C’erano tengu di dimensioni, forme e dalla forza completamente differenti.
«Benvenuti nella tribù dei tengu del nord» esordì uno dei tengu in prima fila, facendosi avanti. Era longilineo, con pesanti abiti tradizionali, la pelle rossa e un lungo naso. I capelli bianchi raccolti e nascosti sotto al cappello di bambù.
«Spero che il vostro sia stato un viaggio piacevole» fece sarcastico.
«Ti hanno teso una bella trappola, Hasu» le disse Shireiyama non molto felice della situazione.
«Perché pensi abbia insistito nel volerti con me?»
«E io che pensavo che ti mancassero i nostri viaggi in solitaria» le rispose sarcastico.
«Avremo tempo per quelli, ora ho una piccola questione da risolvere … mi dai una mano? » gli propose con fare tranquillo.
«Per te farei qualunque cosa»
Il tengu si stava innervosendo per non essere preso sul serio.
«Non fatevi illusioni! Voi due non farete più ritorno al luogo dal quale provenite. Per ordine di Kyoufuumaru-sama, vi uccideremo qui!»
«Allora questo Kyoufuumaru esiste. Chi è?» Hasu perse quell’aria apparentemente scherzosa, diventando di colpo fredda.
«Vi basti sapere che è il mio potente signore»
«Che vuole fare con l’Hakaitsume?» proseguì Hasu.
«I piani di Kyoufuumaru-sama non sono importanti per chi morirà a breve.»
«Stai giocando col fuoco, tengu! Dicci quello che sai» Shireiyama faceva sul serio e volle farlo capire al suo interlocutore, rilasciando una grande quantità di energia demoniaca, aggressiva e violenta. I tengu vacillarono ma non sembravano intenzionati a collaborare.
«Dunque preferisci la morte?» Hasu stava facendo la stessa cosa dell’okami youkai e i primi segni di terrore si fecero vedere.
Nonostante tutto, il tengu che era a capo di tutti gli altri, non arretrò né cedette, al contrario incitò la sua tribù a combattere fino alla morte e distruggere i nemici del loro signore Kyoufuumaru.
Ai due daiyoukai non bastò altro per agire. Avrebbero strappato dalla loro bocca tutto quello che volevano sapere. Avrebbero pulito nel sangue la stolta ostinazione di quei tengu.
I loro volti cominciarono a mutare. Gli occhi di Hasu divennero rossi mentre quelli di Shireiyama neri. I loro musi si allungarono e i corpi divennero sempre più grandi.
Quando completarono la trasformazione, il violento e sanguinario scontro iniziò.


Glossario:
Suru=scimmia.


Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Come promesso ho aggiunto il capitolo giusto una settimana dopo.
La storia va avanti e i nostri eroi incappano in diversi nemici. Come se la caveranno?
Non so se riuscirò ad aggiuungere il prossimo capitolo tra due settimane esatte ma arriverà il prima possibilie.
Vi lascio con il solito disegno: clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 9
*** Messa alla prova ***


FFI_CAP9                                                            MESSA ALLA PROVA




Sesshoumaru era impegnato nel combattimento con un numeroso branco di suru youkai, di cui una dozzina giaceva morta al suolo. Quegli youkai erano più forti di quelli che avevano affrontato Moriko e Noumu, ma non eccessivamente. Sesshoumaru si sarebbe sbarazzato di loro senza problemi, tuttavia il gran numero di nemici gli impediva di terminare in fretta.
L’inu youkai percepì che più distante da dove si trovava, la donna umana era stata attaccata a sua volta e la presenza di uno di quei youkai lo preoccupò. Poteva rivelarsi un avversario difficile per la ningen, la quale non avrebbe potuto farcela da sola. Dopo un po’ avvertì il suo odore e la cercò con la vista. Il primo che scorse fu Jaken, in ansia per lui e poco dopo incrociò lo sguardo di Moriko.
Stava bene e ciò significava che era riuscita a tener testa a diversi youkai da sola o al massimo con l’aiuto dell’okami youkai. Purtroppo ne aveva messi fuori combattimento pochi e quelli rimasti non si sarebbero dati per vinti, infatti li stavano raggiungendo.
Sesshoumaru si disimpegnò dal combattimento e corse nella direzione di Moriko, Noumu e Jaken.
«Che fa?» Moriko credette che l’inu youkai volesse attaccarla e d’istinto sguainò la katana e si mise in una posizione difensiva. Noumu non si mosse a quel gesto inaspettato, mentre Jaken si mantenne d’istinto al Nintojo.
Sesshoumaru li superò e con Bakusaiga uccise tre suru youkai alle loro spalle. Si trattava degli youkai che si erano lasciati alle spalle e infondo al gruppo vi era il più forte del branco, che continuava a mandare i suoi sottoposti all’attacco.
Sesshoumaru e Moriko si trovarono schiena contro schiena, circondati dai nemici.
«Perché mi avete coinvolta?» la donna non si sforzò a reprime il suo disappunto.
«Mostrami ciò di cui sei capace» rispose Sesshoumaru indifferente.
“Bastardo! Così non ho altra scelta che combattere” questo pensiero se lo tenne per se ma non evitò di lanciargli un’occhiata arrabbiata.
Noumu e Jaken vennero allontanati da un altro youkai e i due rimasero a fronteggiare tutto il resto da soli.
Ne venivano avanti a gruppi di quattro o cinque, inoltre quelli che prima erano impegnati con Sesshoumaru, potevano vantare dell’ausilio di pugnali e piccole lance. Come se avessero sempre affrontato situazioni di quel tipo, i due al centro, dimostrarono di essere quasi perfettamente coordinati. Come in una danza frenetica, rispondevano agli attacchi dei nemichi che avevano di fronte. Quando per Moriko due o tre insieme erano troppi da gestire, li schivava uscendo lateralmente o roteando, scambiandosi il posto con l’inu youkai, e finivano gli avversari dell’altro.
Senza un attimo di tregua, ne eliminarono all’incirca altri venti e ne restavano solo un’ultima decina. Tornarono schiena contro schiena. Moriko si lasciò pervadere dall’eccitazione del combattimento, lasciando che fosse questa a guidare i suoi movimenti. Sesshoumaru apprezzò con piacere le abilità della donna. Hasu l’aveva addestrata bene, adattando le sue conoscenze nel combattimento alle potenzialità limitate di un corpo umano.
«Resta ferma dove sei» Moriko si fidò istintivamente di Sesshoumaru e fece come le aveva detto. L’inu youkai mise in posizione  orizzontale la Bakusaiga si sprigionò un’onda distruttiva che non lasciò alcuna traccia degli sventurati suru youkai.
Moriko restò stupefatta e si rilassò, credendo la battaglia finita.
«Sei forte almeno quanto mi è stato riferito, Sesshoumaru» la mancanza di rispetto da parte del capo dei suru youkai non fu gradita dall’inu youkai. Avrebbe pagato caro l’insolenza con cui l’aveva sfidato.
«Moriko fatti da parte»
«Ma …»
«Non discutere!» Sesshoumaru ignorò lo sguardo di protesta di Moriko mentre si metteva in disparte e tornò a concentrarsi sullo youkai.
Dava l’impressione di uno che aveva affrontato numerose battaglie, come testimoniava la cicatrice che gli attraversava l’occhio destro e non doveva essere uno sprovveduto. Il suru youkai li osservava con sicurezza e sfrontatezza con il suo timbei e il suo rochin in bella mostra.
«Quanta cura per un misero ningen ma non servirà a molto. Dopo averti ucciso, passerò a tutti gli altri»
«Quante inutili parole» disse Sesshoumaru, avendo terminato la pazienza verso il suru youkai e si lanciò all’attacco.
«Quale foga, Sesshoumaru … davvero niente male!» esclamò lo youkai esaltato dall’idea di avere di fronte un degno avversario. Non si lasciò cogliere impreparato e si difese con lo scudo, che respinse con un’onda d’urto la katana dell’inu youkai.
Sesshoumaru non diede peso ai commenti della scimmia e continuò ad attaccare ripetitivamente. Tutti i fendenti vennero bloccati dal timbei e per quelli più forti, innalzava una barriera. Era veloce anche nel contrattacco, pochi attimi erano sufficienti per restituire il colpo ricevuto, così tra i due si instaurò un duello frenetico.
Sesshoumaru pensava a trovare una soluzione a quella situazione di stallo ma ciò lo fece distrarre e lo youkai ne approfittò. Lo colpì con forza la Bakusaiga con lo scudo, allontanandolo da se e affondò il rochin. L’inu youkai si ritrasse ma la carica continuò, infatti, passò dal mantenere il rochin con la mano al piede mentre compiva una capovolta, riuscendo a ferire Sesshoumaru alla gola.
Il suru youkai rise, emettendo dei sinistri versi da scimmia :«Davvero bravo! Se ti fossi mosso un solo instante dopo, la tua testa sarebbe saltata»
Sesshoumaru ne aveva abbastanza dell’arroganza dello youkai ma non riusciva a liberarsi di lui. Manteneva la sua solita impassibilità ma non sapeva come venirne a capo: era troppo veloce. Poi volle provare con l’onda distruttiva, poteva rivelarsi l’approccio giusto. Lingue di pura energia, come se fossero scariche elettriche, si spandevano da Bakusaiga e avvolsero il suru youkai.
«Non avrà scampo!» esultò Jaken.
«In questo modo, Sesshoumaru-sama non potrà vincere» sentenziò Moriko, osservando con attenzione la scena. In mezzo alle scariche e al polverone, si poteva distinguere, almeno un po’,  il suru youkai che aveva alzato il timbei in alto e una barriera che lo avvolgeva.
«Che cosa dici? Sesshoumaru-sama lo avrà di sicuro ridotto in cenere!» insistette Jaken, dimostrando la sua totale fiducia nel padrone.
Ma Moriko non lo ascoltò e proseguì a pensare se poteva in qualche modo aiutarlo.
«Jaken!» interruppe il continuo blaterare del piccolo youkai «quell’onda distruttiva di Bakusaiga, è al massimo della potenza?»
«Bè credo di sì, almeno non l’ho mai vista più potente di così» Jaken non capì cosa intendesse la donna.
“Dovrei farcela” pensò prima di farsi avanti di corsa e frapporsi tra i due contendenti quando tutto si calmò.
«Sesshoumaru-sama! Lanciatemi contro quell’onda distruttiva di prima con la stessa forza» urlò Moriko senza perdere di vista il suru youkai, che rimase sbalordito almeno quanto Sesshoumaru dell’azione della ningen.
«Così tanta voglia di morire, donna?» il suru youkai riacquistò una certa sicurezza nonostante non capisse cosa volesse fare quella ningen.
«Sesshoumaru-sama fate presto!» lo incalzò temendo che il nemico potesse ferirla, o peggio, ucciderla prima di mettere in atto il suo piano.
Sesshoumaru si decise. Non sapeva cosa potesse fare l’umana ma l’aveva già sorpreso una volta, poteva farlo ancora. In fondo era per questo che desiderava che lo seguisse, voleva comprendere fin dove si spingessero le sue capacità e se gli potesse essere utile in battaglia. Senza perdere ulteriore tempo, Sesshoumaru ripeté il medesimo attacco, indirizzato su Moriko.
La giovane donna era pronta a ricevere il colpo. Si piantò bene con i piedi in terra, diagonalmente a Sesshoumaru, in modo da non perdere di vista il suru youkai e capire da che parte era stata lanciata l’onda distruttiva. La katana, abbassata e in una posizione arretrata, si circondò dell’energia sprigionata dall’onda e la contenne intorno a se.
Il suru youkai capì a cosa la ningen si stesse preparando a fare e provò a porvi rimedio, scattando in un attacco. Ma non ebbe il tempo. Con un urlo terribile, capace di far vibrare l’aria, Moriko scagliò con un fendente tutta la potenza del colpo di Bakusaiga, potenziata dalla sua capacità di manipolare l’energia demoniaca, unendola alla sua.
Il suru youkai non ebbe scampo, venne investito in pieno e vano fu il tentativo di proteggersi con lo scudo, che si frantumò.
Quando tutto si calmò, il suru youkai si stava rimettendo in piedi, malconcio. Sesshoumaru guardò, prima con sorpresa e poi con soddisfazione, Moriko che nel frattempo boccheggiava e faticava a tenersi in piedi.
Jaken da lontano era rimasto senza parole e a bocca spalancata, ciò a cui aveva assistito era qualcosa di inimmaginabile. Era stata più forte di Sesshoumaru.
Il suru youkai si vide perso, con Sesshoumaru che avanzava nella sua direzione. Quando gli fu abbastanza vicino, provò a crearsi una via di fuga sperando  di aver avuto l’intuizione giusta. Lanciò il rochin con forza verso Moriko, che non era in grado di difendersi. Come aveva supposto, Sesshoumaru corse a difenderla, permettendogli di scappare e dileguarsi. L’inu youkai in un primo momento pensò di inseguirlo, strappargli le risposte alle sue domande e infine ucciderlo, ma sarebbe stato inutile. Era troppo veloce.
Poi un tonfo lo costrinse a voltarsi. Moriko aveva perso conoscenza e suo malgrado si ritrovò a prenderla in braccio per trovarle un posto dove permetterle di riprendersi.

***

Rin e Kagome si trovavano nei pressi del villaggio a raccogliere erbe. Era una bella giornata e passeggiare nei prati era molto piacevole, oltre ad essere un utile attività per distrarsi dai brutti pensieri. Entrambe erano preoccupate per quello che stava accadendo. La questione Hakaitsume era ancora aperta e la sua soluzione lontana  ma, più di tutto, la partenza di Inuyasha faceva preoccupare non poco la miko. Rin dal canto suo, temeva per Sesshoumaru che doveva essere molto più coinvolto e l’inquietudine di Inuyasha prima di partire, era decisamente percepibile. Entrambe si facevano forza e provavano a pensare positivo, eppure sembrava qualcosa di impossibile. Mentre si concentravano sulla ricerca delle erbe, sentirono chiaramente urla che sembravano appartenere a delle scimmie. A breve poterono distinguere un bracco di suru youkai che lambirono il prato in cui erano e superarono il villaggio.
«Che sta succedendo?» domandò spaventata Kagome.
«Sono youkai» osservò Rin leggermente confusa.
«Però non sembra che ci vogliano attaccare»
«Stanno andando oltre!»
«Questa è la femmina umana dell’hanyou … se uccidessimo prima lei?» la voce alle loro spalle le fecero voltare, rabbrividendo.
Si trovarono di fronte a due suru youkai, non molto grandi ma dalle cattive intenzioni.
«Sì, potremmo ricevere una promozione» ridacchiò l’altro.
Rin fu subito reattiva e incoccò una freccia nell’arco che aveva portato con se. Aveva intenzione di esercitarsi nel pomeriggio sotto la guida di Kagome. Si era impegnata molto e in poco tempo stava acquisendo una certa bravura e praticità, aveva intenzione di migliorare sempre di più e se realmente ci sarebbe riuscita, avrebbe voluto diventare un’arciera.
Prese rapidamente la mira e scoccò la freccia che andò a conficcarsi nella gola di uno dei due suru youkai. Questo cadde a terra morto. Il compagno lo esaminò per sincerarsi e parve infuriarsi.
Kagome afferrò per una manica del kimono la giovane Rin e corse più in fretta possibile. Prima che il suru youkai cominciasse a inseguirle, riuscirono a mettere alcuni metri di distanza, tuttavia non bastarono. Lo youkai si gettò su Rin, che era più vicino e la fece cadere. Stava per prenderla a pugni quando la ragazza ebbe la prontezza di afferrare una freccia e con la punta, ferì un occhio del suo aggressore, che prese a dimenarsi e a urlare. Ne approfittarono e ripresero a fuggire. In lontananza furono felici di vedere Miroku, accorso sapendo che le due ragazze si trovavano da sole nei pressi del villaggio.
«Miroku!»
«State bene?» domandò apprensivo.
«Sì stiamo bene ma lo youkai non è ancora morto.»
«Non temere Rin, ci peserò io. Voi tornate al villaggio» le due ragazze annuirono e lasciarono solo il monaco, che con pochi colpi e un fuda, terminò lo youkai.
Arrivate al villaggio, constatarono che quella gran quantità di youkai, si erano fermati poco distante a ingaggiare battaglia con qualcuno. Rin non riuscì in alcun modo a trattenersi e andò a vedere.
«Rin dove vai? Resta qui!» i richiami di Kagome furono inutili, la ragazza era già andata.
«Kagome fermati! In quella direzione ci sono gli youkai» l’avvertì Sango, la quale l’aveva vista correre in direzione del bosco.
«Sango! Sto seguendo Rin, non ha voluto darmi ascolto ed è andata» fu la rapida spiegazione della miko.
«Ma che le è saltato in mente? Vengo con te!» si offrì l’amica. Affidò i suoi figli alla vecchia Kaede e seguì Kagome.


***

La giovane umana con in spalla arco e frecce correva tra gli alberi, lasciandosi guidare dai suoni della battaglia. Giunse a quello che doveva essere stato il primo campo di battaglia. C’erano quattro suru youkai morti e tantissime tracce che indicavano che si erano spostati all’inseguimento di qualcuno. Le seguì ma ad un certo punto si bloccò. C’erano molti cadaveri di youkai ma più importante, Sesshoumaru si stava scontrando con un altro suru youkai. Era forte e Sesshoumaru sembrava in difficoltà, anche dopo aver usato quello che doveva essere un colpo potentissimo, lo youkai era ancora vivo e vegeto. Poi qualcosa di inaspettato. Non aveva minimamente notato la presenza di Jaken, Noumu e Moriko, nonostante le urla del piccolo youkai verde. La cosa più scoccante fu vedere Moriko lanciarsi tra i due youkai e urlare a Sesshoumaru di colpirla. Sesshoumaru le diede retta. Ebbe paura per la donna, invece assistette a qualcosa che giudicò incredibile. Moriko era riuscita a controllare il colpo di Bakusaiga e rimandarlo al nemico con maggiore forza, il quale non resse a tale potenza.
Alla scena assistettero anche Kagome, Sango e Miroku. L’avevano chiamata, però Rin era troppo concentrata su ciò che aveva di fronte per udirli, e proprio come Rin, gli altri rimasero esterrefatti. Un umano non poteva arrivare a tanto.
Il suru youkai fuggì mentre Moriko crollò sfinita e Sesshoumaru la sorresse prendendola in braccio.
«Rin! Questa donna ha bisogno di riposo, conducimi in un posto dove possa portarla» l’inu youkai si era accorto della presenza della ragazza e degli amici di suo fratello. Pose quella richiesta che risultò strana pronunciata da lui.
Rin si riscosse subito e lo condusse al villaggio. Kagome ritenne opportuno ospitarla a casa sua, in quel momento era la più tranquilla non essendoci nessuno.
“Sesshoumaru-sama non entra mai nel villaggio” pensò cupamente Rin. Sesshoumaru condusse fin dentro la casa di Kagome una Moriko incosciente e andò subito via, prima di averla raccomandata a Rin :«Rin te l’affido» e se ne andò.
Noumu le era stato vicino per tutto il tempo, senza perdere di vista Moriko nemmeno per un secondo, anche se come la volta precedente era rimasto fuori dalla casa. Jaken seguì diligentemente il suo padrone e Rin era costretta a vederlo andar via ancora una volta.
Trascorse un intero giorno e Moriko si ritrovò assistita e ospitata dalle stesse persone che si erano prese cura di lei poco tempo prima. Aveva dormito per tutto il tempo, si sentiva ancora molto stanca e debilitata. Bisognava ancora di riposo e di cibo per rimettersi in forze.
«Moriko hai un potere pazzesco! Sono rimasta senza parole» si complimentò Kagome.
Moriko era circondata dalla miko, Sango, Miroku con figli e Rin. Le stavano facendo compagnia e approfittarono di quel tempo per conoscerla meglio e soddisfare le loro curiosità.
Non era cosa di tutti i giorni assistere ad un potere come quello della donna.
«Non era mia intenzione combattere. È stato Sesshoumaru a trascinarmi nella battaglia» si lamentò Moriko, che ancora non aveva mandato giù quel coinvolgimento forzato, anche se alla fine si era lasciata coinvolgere e aveva risolto il combattimento di sua spontanea volontà.
«Ad ogni modo è stato qualcosa di incredibile. Non avevo mai visto o sentito dire che un ningen potesse fare qualcosa del genere» Miroku era quello che si dimostrò più interessato.
«E’ vero! Come ci riesci?» le domandò Sango.
«Ecco … in realtà non lo so nemmeno io. Mi viene naturale, però da quando la sorella di Inuyasha mi allena, sono in grado di controllarlo alla perfezione. Comunque sia, devo fare attenzione a come usarlo»
«E’ per questo che stai sempre male?» le domandò ingenuamente una delle gemelline.
«L’altra volta avevi tante ferite!» continuò l’altra, ricordando tutte le bende che aveva la prima volta che era stata ospitata al villaggio.
«Non siate inopportune!» la madre le rimproverò, provocando le risa di Moriko.
«Tranquilla, Sango non c’è problema. Il mio potere mi toglie tanta energia, per questo devo riposare tanto. Però non sto sempre male per questo, per esempio, l’altra volta mi sono fatta tutte quelle ferite perché il mio avversario era uno youkai molto forte» spiegò Moriko cercando di usare un linguaggio più semplice possibile.
«Allora sei come la mamma che combatte gli youkai?»
«Anche papà combatte con gli youkai!» chiesero ancora le due piccoline.
«Più o meno» Moriko non si dilungò altre, le sembrò strano dire che ci viveva insieme agli youkai.
«Su, non tormentatela di domande» Miroku dovette intervenire sapendo che le figlie non si sarebbero fermate lì e infatti una delle due avanzò un’ultima richiesta.
«Aspetta papà! Posso vedere i tuoi capelli?»
«Eh? I miei capelli?» la piccola annuì e al consenso della donna, le gemelline si avvicinarono.
Erano lungi e morbidi ma ciò che le incuriosì, furono i riflessi blu particolarmente marcati.
«Sembrano blu!» esclamò tutta contenta la bimba.
«Ah! Per il colore! Non sono blu. Alla luce sembrano blu ma sono neri» Moriko aveva preso una ciocca di capelli, la espose alla luce e poi all’ombra per far vedere la differenza.
«Su ora lasciatela riposare» Miroku le richiamò ancora una volta e le piccole si misero sedute vicino a lui.
«Non c’è problema! Sono abituata ad avere a che fare con due gemellini pestiferi, a confronto loro sono due angioletti» le piccole furono felici del compimento «e poi vi devo ringraziare per tutto l’aiuto che mi avete dato, soprattutto a te Rin» la ragazzina le era stata accanto tutto il tempo ma non era solo per assisterla.
«Ho solo fatto quello che mi ha chiesto Sesshoumaru-sama» Rin distolse lo sguardo.
«A proposito di Sesshoumaru! Perché sei con lui?» le chiese Kagome. Quando se ne andò via dalla casa della sorella di Inuyasha, i due dovevano essere in compagnia di Hasu.
«Hasu-sensei è andata verso nord. Abbiamo trovato una pista e lei ha deciso di seguirla da sola, mandando noi due a casa»
«A palazzo?» Kagome ricordava che i fratelli aveva stabilito come punto di ritrovo il palazzo di Sesshoumaru ed era il luogo in cui era diretto Inuyasha in quel momento.
«Sì, però Sesshoumaru ha deciso di fare una deviazione»
«Non deve essere facile stare dietro a Sesshoumaru» per Miroku, dal tono di voce di Moriko e da come aveva spiegato lo svolgersi del combattimento che aveva sostenuto insieme allo youkai, non doveva propriamente fare i salti di gioia.
«Se non fosse per il fatto che prima ti ascolta e poi fa come dice lui, non sarebbe male» tutti, compresa Rin che si era tenuta un po’ in disparte, la guardarono sbalorditi.
«Ho detto qualcosa di male?»
«Come dire … Sesshoumaru non è il tipo che cerca la compagnia di ningen» Sango provò a spiegare nel modo più gentile possibile.
Moriko capì cosa volesse dirle. Che a Sesshoumaru i ningen non gli andassero a genio, l’aveva capito. L’aveva percepito chiaramente la prima volta che lo aveva incontrato.
«E’ a causa del tuo potere, non è così?» Rin centrò pienamente la questione. Era lo stesso pensiero di Moriko. Sesshoumaru non stava solo ubbidendo ad un ordine della sorella. Se fosse stato solo per quello, l’avrebbe condotta al palazzo mentre lui sarebbe andato in giro per conto suo. Si interessava a lei per via delle sue capacità.
«Credo sia proprio come dici tu» Rin era stranamente seria. Le apparve completamente diversa dalla volta che l’aveva conosciuta. Qualcosa la tormentava ed aveva a che fare con Sesshoumaru.
«Però se fosse qualcun altro non reggerebbe un attimo in sua compagnia. Io sono abituata ad avere a che fare con gli youkai e sua sorella è almeno dieci volte peggio»
«Sarà …» Rin si era stancata di sentire quella conversazione. Non le piaceva per nulla l’idea che quella donna viaggiasse con Sesshoumaru, tantomeno che  lei lo trovasse gradevole.
Kagome si accorse dell’aria affranta della ragazza e non disse più nulla. Voleva aggiungere, che forse, non era esattamente come avevano detto le due ma, che Sesshoumaru tenesse un minimo a Moriko. Quando cadde priva di sensi, tutti avevano visto come l’inu youkai si era precipitato a sorreggerla, rinunciando a inseguire il loro aggressore. Di quanto fosse strano che entrasse nel villaggio solo per assicurarsi che qualcuno si fosse occupato di lei. Ci fu uno sguardo d’intesa con gli altri e capirono che era meglio chiudere lì la discussione.
«Che dici Moriko hai fame?» la donna annuì alla domanda di Sango «Miroku perché tu e le bambine non andate a prendere qualcosa di buono?»
«Certo mia dolce Sango!» e passarono a pensare tutt’altro.

Il giorno seguente Moriko stava meglio, così Rin si poté allontanare e raggiungere l’inu youkai al di fuori del villaggio.
Lo trovò vicino al pozzo mangia ossa. Era da solo, probabilmente Jaken era da qualche parte a sonnecchiare.
«Sesshoumaru-sama» si fece avanti Rin. Nessuno disse più nulla, Sesshoumaru comprese che voleva chiedergli qualcosa ma stranamente gli sembrò che le mancasse il coraggio,  pertanto fu lui a iniziare il discorso.
«Come sta?» chiese.
«Si è svegliata ieri, ha ancora bisogno di riposare ma si riprenderà presto»
«Tu come stai?» Rin non rispose subito, non capendo il perché di tale domanda.
«Io sto bene» disse infine.
«C’è qualcosa che ti turba» era un’affermazione , il pensiero che la ragazza non aveva espresso. Ormai aveva imparato a conoscerla e quella non era la solita Rin.
Lei strinse i pugni e lo guardò dritto negli occhi, senza timore. Era forse l’unica che lo faceva.
«Moriko viaggia con voi?»
«E’ quello che vorrei»
«Non lo sta già facendo? Ha pure combattuto con voi!»
«E’ una soluzione temporanea. Quando mia sorella tornerà, sarà lei a decidere se permettermi di tenere Moriko con me» Sesshoumaru continuava a mantenere un tono calmo e tranquillo.
«Perché lei è forte?»
«L’hai visto anche tu. Il suo non è un potere normale»
«Sì, l’ho visto … ma anch’io mi sto allenando, divento giorno dopo giorno più brava. Anche l’altra vota sono stata in grado di difendermi da due di quei suru youkai. Ho ancora tanto da imparare e vorrei che foste voi a …»
«E’ troppo presto, Rin!» Sesshoumaru la interruppe bruscamente. Questa volta però Rin non tacque :«Ogni volta è sempre troppo presto. Non mi avete lasciato al villaggio perché un giorno io potessi scegliere cosa fare? Io voglio stare con voi, voglio tornare a viaggiare insieme come quando ero più piccola!» disse con maggior fervore.
«Basta così, Rin!» il suo tono si fece di colpo duro come la sua espressione «tu sei molto diversa da quella donna, non devi paragonarti a lei. Ti ho già spiegato più volte che sei ancora troppo giovane perché possa portarti con me» con questo, Sesshoumaru concluse. Avrebbe voluto dirle che non poteva sopportare l’idea di vederla in pericolo e proprio quello non era il momento migliore. Rin sapeva che lo youkai si preoccupava per lei e che le decisioni che prendeva erano per il suo bene, però proprio non riusciva a stare lontano da quella vita. Ricacciò indietro una lacrima che minacciò di uscire e se ne andò via.
 
   

Glossario
Timbei = scudo
Rochin = piccolissima lancia




Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Come promesso sono tornata, dopo una piccola o lunga attesa (dipende da quanto vi sta piacendo questa storia).
Eravamo rimasti con i nostri eroi alle prese ognuno con un avversario diveso. Anche per Moriko e Sesshoumaru il combattimento è volto al termine grazie al grande potere di Moriko ... che suscita la gelosia di Rin.
Come sempre grazie che continuate a leggere anche nel periodo di vacanze.
Vi lascio con un nuovo disegno : clicca qui
Alla prossima ;)

 

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Capitolo 10
*** A palazzo ***


                                                              A PALAZZO




Moriko viaggiava in groppa a Noumu, con Jaken alle spalle, al seguito di Sesshoumaru, verso il palazzo dello youkai.
Si era completamente ripresa e stava continuando il viaggio verso la tappa successiva. Era impaziente di rivedere al più presto Hasu e Shireiyama, tornare da loro e sentirsi nuovamente libera. In quel poco tempo trascorso, Sesshoumaru si era messo in testa di tenere Moriko al suo fianco per studiarla e utilizzarla a suo vantaggio in battaglia. Se n’era convinto ancor di più quando Moriko si era intromessa nel combattimento con il suru youkai di sua iniziativa.
Si inoltrarono in una foresta fitta e immersa in un leggera nebbia. Una volta superati gli alberi, poté finalmente scorgere il palazzo.  
Si ergeva su un pezzo di terra circondato da un profondo fossato, così nero da non poterne vedere il fondo. Era circondato da alte mura, un ponticello rosso e ricurvo conduceva all’entrata chiusa dalle immense ante del portone.
Una volta giunti al ponticello, Sesshoumaru fece cenno al suo piccolo servo. Jaken si precipitò a bussare, battendo il bastone bicefalo sul portone.
«Aprite! Sesshoumaru-sama ha fatto ritorno!» gracchiò.
Dopo poco le ante del portone si spostarono lentamente, tirate a fatica da due youkai. Jaken si fece da parte, facendo passare il suo padrone seguito dal resto del gruppo.
«E’ bellissimo!» Moriko rimase estasiata nel contemplare l’interno del palazzo.
Una volta oltrepassate le mura, si ci trovava di fronte ad un meraviglioso giardino, l’erba del prato verde e curata, fiori di tutti i colori, qualche albero qua e là e un laghetto sul lato destro. Al centro si ergeva il palazzo, sviluppato su due piani, ai lati altre due strutture di dimensioni modeste collegate a quella principale da un ponte.
«Sunao, Shunji date una stanza all’umana e procuratele ciò di cui ha bisogno. Siate rispettosi nei suo riguardi, è la protetta di mia sorella.»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama!» i due youkai risposero all’unisono, inchinandosi.
La giovane donna si destò dall’osservare la bellezza del palazzo, per concentrarsi sui i due individui alle sue spalle. Si trattava di due inu youkai, dovevano avere parecchi anni poiché possedevano l’aspetto di un cinquantenne e senza bisogno di un’accurata osservazione, era evidente si trattasse di youkai di medio rango. Uno dava l’impressione di un tipo tranquillo e sereno, con le spalle leggermente curve e le palpebre pesanti sugli occhi castani, i capelli dello stesso colore contornavano il viso rotondo. L’altro dava l’idea di un tipo più serio e ligio al dovere, il viso tagliente era messo in risalto grazie ai capelli rossi raccolti nell’alta coda e gli occhi neri dal taglio affilato. Entrambi erano vestiti con abiti adatti a servitori di quell’importante palazzo.
I due guardarono con perplessità la giovane donna. Non si aspettavano di vedere tornare il loro padrone con al seguito una ningen, ma gli ordini di Sesshoumaru-sama non si discutevano e condussero Moriko all’interno del palazzo. Lanciavano occhiate addette a scovare particolarità o stranezze nella donna ma con scarsi risultati.
Moriko si sentiva terribilmente a disagio. Tratteneva una ciocca di pelo di Noumu nella mano. Addirittura considerò rassicurante la presenza di Jaken alle sue spalle, il quale era stato mandato da Sesshoumaru a controllare che nel palazzo tutto fosse in ordine.
Attraversando i corridoi e i diversi spazi della dimora, Moriko poté apprezzare sempre più l’eleganza sobria e la ricchezza dei materiali di cui era composto il palazzo, eppure qualcosa si faceva sentire con prepotenza: il silenzio assoluto avvolgeva ogni cosa, l’unico suono erano i loro passi che rimbombavano quasi come se fossero dei possenti colpi. Nessun altro individuo abitava in quel luogo, dando l’impressione di una casa abbandonata.
«Non c’è anima viva. Non ci abita nessuno qui?» Moriko non seppe resistere dall’esternare le sue perplessità.
«Ci siamo solo noi a guardia e protezione di questo palazzo, così come aggrada a Sesshoumaru-sama» rispose lo youkai docile.
«Non vi sentite soli?»
«Poter servire Sesshoumaru-sama ci basta. In più, occuparsi dell’intero palazzo in due richiede tempo e ci tiene occupati» continuò l’altro youkai « Ecco la vostra stanza»
Moriko vi entrò insieme a Noumu. Era una stanza molto larga,  al centro un paravento finemente decorato con motivi floreali, in un angolo una cassapanca di legno intagliato.
«Vi porteremo un futon. Per quanto riguarda il cibo, abbiamo qualcosa che potrebbe soddisfarvi per alcuni giorni»
«Grazie siete gentili ma vi prego non siate così formali. Il mio nome è Moriko, vi chiedo di chiamarmi in questo modo. E i vostri nomi?»
I due youkai rimasero per un attimo interdetti non essendo abituati a tali modi cortesi. Il loro padrone era sempre freddo e diretto.
«Io sono Sunao» si fece avanti lo youkai tranquillo.
«Io invece sono Shunji, Moriko-sama» concluse l’altro.
«Vi prego non aggiungete il sama, non sono abituata» insistette lei.
«Siete la protetta di Hasu-sama, non possiamo mancarvi di rispetto» le fece osservare Shunji.
Moriko sospirò pesantemente.  Essere l’allieva di Hasu aveva il suo peso, inoltre come si poteva dar torto ai due youkai? Sesshoumaru era stato chiaro e aver nominato la sorella lo avrà reso ancora più convincente, nessuno sano di mente si vorrebbe mettere contro i due fratelli.
I due servitori se ne andarono e dopo qualche raccomandazione, Jaken li stava per raggiungere.
«Jaken aspetta!»
«Che c’è?» il kappa si voltò scocciato.
«Inuyasha non è ancora arrivato, giusto?»
«No e nei dintorni non si avverte il suo odore.»
«E’ strano, dovrebbe già essere qui»
«Che vuoi che ne sappia! Se non si è fatto ancora vivo, fatti suoi» sbottò irritato Jaken. Stava perdendo tempo ad ascoltare le stupide preoccupazioni di una ningen. La donna, compreso che era inutile insistere con lui, decise di rivolgersi direttamente a Sesshoumaru.
«Dove posso trovare Sesshoumaru?» provò almeno ad ottenere quell’informazione.
«Sarà nelle sue stanze ma non andare a disturbarlo con le tue stupide preoccupazioni.» Moriko lo ignorò completamente, ritenendo di averlo sopportato fin troppo.
Uscì dalla sua stanza, seguita da Noumu e ripercorse la strada che aveva fatto, almeno l’intenzione era quella.
«Ehm … Noumu credo di essermi persa» l’okami youkai scosse la testa sconsolato e si mise davanti, deciso a farle da guida. La giovane donna  si affidò a lui, ripercorse diversi corridoi non facili da distinguere gli uni dagli altri, probabilmente non li avrebbe memorizzati in poco tempo. Infine Noumu si fermò indicando una porta davanti a se.
«E’ lì che si trova Sesshoumaru?» l’okami youkai confermò. Moriko si fece avanti, aprendo leggermente la porta e sbirciando. Da lì si aveva accesso all’altra ala del palazzo ma dell’inu youkai non c’era traccia, forse era qualche stanza più avanti.
«Sesshoumaru-sama ci siete? Devo chiedervi una cosa» attese una risposta che non arrivò «Sesshoumaru-sama?»
Dietro la porta scorrevole s’intravide la figura dello youkai e Moriko si fece avanti a sua volta.
«Cosa vuoi?» Sesshoumaru la fulminò con lo sguardo. Si era spogliato dell’armatura e non portava più al fianco le sue spade. Per un attimo gli sembrò uno youkai diverso dal guerriero che aveva conosciuto. Ma l’ambra dei suoi occhi freddi e infastiditi la riportarono alla realtà.
«Ecco Sesshoumaru-sama, Inuyasha non è ancora arrivato» gli occhi dello youkai si assottigliarono ulteriormente.
«Non è affar mio»
«Però è strano. Da quanto mi ha detto Kagome è partito molto prima di noi»
«Ti ripeto che la cosa non mi riguarda. Non seccarmi!» Moriko si irritò non poco a essere trattata a quel modo. Non tacque e provò a fornirgli un valido motivo per preoccuparsi :«credete che Hasu sarà contenta di un comportamento del genere?»
«Tsk! Non sono tenuto a fargli da balia e che non ti salti in mente di andarlo a cercare» così dicendo tornò nelle sue stanze.
Moriko fremeva di rabbia. Sesshoumaru si permetteva di fare il bello e cattivo tempo. Furente si voltò verso Noumu decisa a non abbandonare la questione.
«Noumu va alla ricerca di Inuyasha! Se non è ancora arrivato deve aver avuto un contrattempo» l’okami youkai la guardò come a chiederle se fosse sicura.
«Non preoccuparti! Ha detto a me di non cercarlo, non ha specificato che non potessi mandare te. Quindi non potrà prendersela» Noumu le si avvicinò e strusciò la testa su quella della donna.
«Sta attento amico mio» gli disse dolce, accarezzandolo. Noumu la leccò e andò via per eseguire il compito affidatogli.
“Bene! Ora non mi resta che ritrovare la mia stanza”.


***

Una luce improvvisa le ferì gli occhi costringendola a svegliarsi. Moriko strizzò gli occhi, faticando a mettere a fuoco le immagini e provando a capire cosa diavolo l’avesse svegliata. Distingueva a malapena una figura davanti la finestra ma quando finalmente capì di chi si trattava, si imbarazzò non poco, mettendosi a sedere e coprendosi per bene con le vesti da notte.
«Che modi sono?»
«Vestiti e fatti trovare al più presto pronta in giardino» un semplice ordine, dato con calma e tranquillità. Moriko osservò Sesshoumaru uscire dalla stanza nascosta sotto al futon.
«E ora che vuole?» si chiese preoccupata ma al pensiero che lo youkai l’avesse vista poco coperta, le sue guance divennero rosse.
“Questa me la paga!”.
Imprecando in ogni modo che conosceva, indossò le comode vesti da viaggio e raccolse i capelli in una coda. Allacciò ai fianchi katana e machete e piano andò in giardino dandosi tutto il tempo di calmarsi.
Sesshoumaru era davanti l’ingresso che osservava un punto indefinito oltre le mura. Portava nuovamente l’armatura con Tenseiga e Bakusaiga la fianco.
Era una giornata serena, non troppo fredda ma alquanto umida. Quando l’inu youkai percepì l’odore della donna , ruotò leggermente la testa, il tanto che bastava per poterla vedere con la coda dell’occhio.
«Seguimi!» e si incamminò verso l’uscita.
«Aspettate Sesshoumaru-sama! Dov’è che vorreste portarmi?»
«Non fare domande»
«Potreste anche spiegarmi per una volta. E poi, non dovremmo aspettare Hasu?»
«Jaken resterà qui nel caso Hasu dovesse fare ritorno»
«Va bene, ma non mi avete detto dove volete condurmi»
«Fai sempre così tante domande?»
«Voglio solo capire» mentre discutevano raggiunsero l’esterno.
«Allora fai quello che ti dico e capirai. Sali su quello youkai, faremo prima» Moriko volle ancora ribattere ma sarebbe stato inutile, tanto valeva seguirlo, in più la cosa la incuriosiva.
Si accostò allo strano youkai a due teste mentre lui la scrutava. Quando si sentì sicura lo accarezzò dolcemente. Doveva essere uno youkai gentile.
«Il suo nome è Ah-Un» la informò Sesshoumaru.
«E così ti chiami Ah-Un. Il mio invece è Moriko, piacere di conoscerti!» lo youkai bicefalo parve apprezzare le carezze della donna, prima che gli salisse in groppa.
I due youkai si sollevarono in volo e proseguirono in direzione del sole per un’oretta o qualcosa più.
Atterrarono all’ingresso di una grotta.
«Ah-Un aspetta qui» lo youkai ubbidì. Moriko affiancò Sesshoumaru provando a esaminare l’oscurità della grotta.
«Stammi vicina o finirai col perderti nel buio» Moriko annuì, provando una sorta di fermento per la situazione. Pochi passi all’interno dell’insenatura e Moriko dovette afferrare con decisione una manica delle vesti dello youkai. Quel posto non era buio ma completamente nero. Doveva esserci qualche pipistrello, sentiva i loro versi, e goccioline d’acqua fredda che cadevano dal soffitto. Lasciò che la guidasse sempre più curiosa di scoprire cosa avesse in mente di fare. Pochi passi più avanti e finalmente poté scorgere della luce. Tra le rocce in alto vi erano diverse fenditure, dalle quali la luce del sole entrava con prepotenza. All’apparenza era una normalissima grotta, umida, le pareti a tratti bagnate, rocce arrotondate e appuntite e dalle fenditure si poteva vedere un corso d’acqua che si gettava nel vuoto.
«Kinkou!» al richiamo di Sesshoumaru delle rocce si mossero. Moriko fece un passo indietro per la sorpresa e si fece attenta. Ciò che si mosse era uno youkai simile a un rettile. La parte superiore del corpo era costituito di dura roccia, gli occhi gialli erano ben visibili e il corpo affusolato si muoveva agilmente.
«Cosa vuole il signore dell’Ovest da me?» la voce dello youkai era sottile e tagliente.
«Questa donna desidera la tua pietra»
«Eh!?» Moriko non credette a ciò che aveva udito e guardava Sesshoumaru con uno sguardo indecifrabile.
D’altro canto Kinkou non prese per nulla bene la notizia. Fece vibrare pericolosamente la lingua sottile in direzione della donna per percepirne l’odore e identificarla.
Moriko non poté perdere tempo nel chiarirsi, che dovette schivare una possente frustata della coda.
«Aspetta, aspetta c’è un malinteso!»
«Fa silenzio ningen! Morirai per aver solo pensato di impossessarti della mia pietra»
«Ma neanche so cos’è questa pietra di cui parlate» Moriko provò inutilmente a ragionare.
«Taci e muori!»
Moriko evitò ancora altri due colpi della coda e si decise a sfoderare la katana.
Non c’era altra soluzione che combattere e a quanto le era sembrato non poteva contare sull’aiuto di Sesshoumaru.
Kinkou si spostò in modo da coprire la sua corazza di roccia dalla luce. Questa divenne sempre più chiara e quando raggiunse il massimo della lucentezza, scagliò tre lamine luminose in direzione di Moriko. La donna le evitò a fatica rifugiandosi dietro ad uno spuntone di roccia.
“Posso sfruttarli a mio vantaggio” pensò. Lasciò che lo youkai l’attaccasse di nuovo allo stesso modo. Prima di doversi ricaricare sotto la luce solare, poteva lanciare solo tre attacchi. Moriko lo indusse ad attaccare ancora, avvicinandosi. I primi due li schivò e il terzo lo catturò, lasciando che avvolgesse la sua katana. Lo unì alla sua forza e lo rispedì al mittente. Lo youkai lanciò un urlo ma l’energia del colpo, prima di scomparire, si concentrò intorno alla pietra che il rettile aveva alla base del collo.
Lo youkai rise, più in forze di prima.
«Che diavolo è successo?» non le arrivò nessuna risposta, solo lo youkai che muovendosi sinuosamente le si avvicinò. Questa volta dal dorso si separarono piccoli frammenti rocciosi che vennero lanciati ad alta velocità su Moriko. La donna non fu tanto veloce a trovare riparo dietro ad una roccia e per limitare i danni, così si gettò a terra. Alcuni frammenti di roccia la centrarono, procurandole graffi e diversi punti doloranti alla schiena. Lo youkai pareva divertirsi mentre non si poteva dire lo stesso di Moriko, impegnata a trovare un modo per cavarsela. Approfittando del momento di tregua prima dell’altra raffica di pietre, pensò di ripararsi, coprendosi con Sesshoumaru. In un baleno fu alle sue spalle, costringendolo a distruggere le pietre con i soli artigli.
«Spiegatemi che poteri ha quella pietra» invece di adirarsi con Moriko per averlo usato come scudo, a Sesshoumaru sfuggì un sorriso divertito e acconsentì di accontentare la donna.
«Quella pietra ha il potere di convertire parte dell’energia demoniaca in energia vitale. Quando è troppo debole gli basta farsi attaccare per recuperare le forze» fu preciso e conciso. Era finalmente chiaro cosa volesse Sesshoumaru e doveva ammettere a se stessa che la cosa non le dispiaceva, anche se, avrebbe preferito che glielo avesse detto chiaramente.
Kinkou sguizzò verso Moriko e corse via dal suo nascondiglio momentaneo. L’unico modo che aveva per batterlo, era ferirlo al ventre, doveva essere il solo punto debole. La cosa si rilevò più complessa del previsto. Ogni volta che si avvicinava lo youkai sfoderava gli artigli, costringendola a riallontanarsi e non poche volte con dei graffi più o meno profondi. Le forze cominciarono a mancare e ad avere il sopraffiato. Il rettile lo notò e ne approfittò, scattando nella sua direzione e bloccandola alla parete rocciosa con la sua zampa artigliata. La katana le sfuggì di mano e un fugace sentimento di paura le attraversò il petto. Lo youkai la osservava, felice del pasto che da lì a  poco avrebbe consumato. La lunga lingua, come quella di una lucertola, le sfiorò il volto  e sentì il suo fiato fetido addosso. Ma non si sarebbe arresa. Con velocità estrasse il machete e con tutta la forza che aveva, nel momento in cui la stava per divorare, conficcò la lama in tutta la sua lunghezza sotto alla pietra alla base del collo. Kinkou lanciò uno stridio, allentando la presa sulla donna e in fine cadde a terra privo di vita. La pietra di staccò dal corpo dello youkai insieme al machete.
Moriko riprese fiato ancora un po’ scossa. Alzando lo sguardo su Sesshoumaru che gli faceva ombra, prese dalle mani dell’inu youkai il machete e la katana che le stava porgendo e infine si soffermò sulla pietra: azzurra e levigata dalla forma di una goccia.
«E’ tua» Moriko appoggiò la sua mano su quella di Sesshoumaru nella quale aveva la pietra, alzandosi. Prese la pietra e la studiò con attenzione.
«Ti sarà utile»
«Sicuramente Sesshoumaru-sama, vi ringrazio» Moriko la pose nella veste. Sapeva già come usarla e ritenne che le sarebbe stata di grande aiuto.
«Però potevate anche dirmi quali erano le vostre intenzioni» sottolineò Moriko dimostrando la totale disapprovazione per quel modo di agire.
Sesshoumaru la fulminò oltrepassandola, ordinandole di seguirlo.
«Ma insomma!»    



Angolo dell'autrice:
Slave! Sono leggermente in ritardo ma è ancora venerdì ma veniamo a noi ... Morico in pratica si trova a casa di Sesshoumaru e non sembra trovarsi male. E' preoccupata per Inuyasha (e fa bene) mentre il fratello maggiore sembra non importarsene minimamente e si comporta al suo solito modo freddo ma ecco che la sorprende e le fa una specie di "regalo" (Se sono tutti così non ne voglio più! ndMoriko).
Riusciranno i fratelli a ritrovarsi e capire finalemente come muoversi e contro chi combattere?
Le rispose a queste e altre domande nella prossima puntata :p
Vi lascio con il disegno di Kinko: clicca qui
Grazie a tutti coloro che continuano ancora a seguire questa storia :)
Alla prossima ;)

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Capitolo 11
*** Scusa banale ***


                                                                    SCUSA BANALE



«Rin noi andiamo!» l’avvisò Kagome. Rin era in compagnia di Kagome e di Sango. Sesshoumaru era andato via da un solo giorno e lei si sentiva terribilmente triste.
«Non ti allontanare» si raccomandò la tajiya. Cominciava a preoccuparsi per Rin, era insolito vederla mogia e pensierosa ma Kagome le consigliò di lasciarla un po’ da sola.
«Sì …» Rin era tornata a fissare un punto indefinito davanti a lei. Mentre le due donne tornarono alle loro occupazioni, la ragazzina se ne stava nell’angolo fuori la casa di Kaede con aria cupa.
Sesshoumaru se ne stava andando al suo palazzo accompagnato dall’allieva della sorella. Quella donna aveva una forza inimmaginabile tanto da sembrare assurdo per un’umana. Come poteva biasimare Sesshoumaru se voleva averla con se. Di questo passo, però lei sarebbe stata vista sempre come una bambina da proteggere. Avrebbe fatto qualunque cosa pur di raggiungerlo ma non sapeva come fare, non sapeva nemmeno quale direzione prendere.
Sospirò pesantemente, l’attesa questa volta sarebbe stata decisamente lunga.
«Ehi Rin!» la ragazza venne strappata via dai suoi pensieri da una vocetta che la chiamava. Non riuscì a individuare immediatamente il proprietario fino a quando Miyoga non si mise a saltellare insistentemente.
«E’ successo forse qualcosa? Hai un viso triste» continuò la vecchia pulce.
«No, nulla di particolare»
«Meglio così. Rin sai dov’è il signorino Inuyasha?»
«Inuyasha è andato al palazzo di Sesshoumaru-sama, dove incontrerà i suoi fratelli»
«Peccato! Avevo altre informazioni importanti da dargli» Rin si fermò a riflettere per un attimo. Poteva essere la sua occasione.
«Miyoga accompagnami al palazzo di Sesshoumaru!»
«Eh!?» la vecchia pulce fu spiazzata da quell’improvvisa richiesta.
«Ma sì Miyoga! Tu hai delle importanti notizie da riferire e io ho qualcosa da consegnare a Moriko»
«Moriko?» Miyoga era ancora più confuso.
«Moriko è l’allieva della sorella di Sesshoumaru-sama e in questo momento è con lui. Per una serie di motivi sono stati qui pochi giorni e Moriko ha dimenticato qui … ecco …il machete. Volevo portaglielo ma non so come raggiungerla» Miyoga non sapeva che dire. Non aveva capito del tutto la situazione ma non gli sembrò una buona cosa.
«Vedi Rin , non penso sia un bene che venga anche tu …» cominciò Miyoga ma la ragazza non aveva intenzione di farsi sfuggire la sua unica opportunità di raggiungere Sesshoumaru.
«E’ molto importante! Non vorrei che Sesshoumaru-sama se la prendesse con Moriko e non vorrei che venisse a sapere che non hai voluto portarglielo» Miyoga cominciò a sudare freddo. Se si fosse trattato solo di Hasu il problema non sussisteva ma Sesshoumaru sì. Rin lo sapeva bene e non poté trattenersi dal fare insistenza sulla paura che Sesshoumaru-sama incuteva negli altri.
«Da solo il machete non posso portarlo … mmm … e va bene!» Rin si entusiasmò «ma dobbiamo fare in fretta» la incalzò Miyoga.
«Sì! Faccio in un attimo» Rin senza farsi vedere da nessun, andò a recuperare un machete tra gli attrezzi agricoli e, sempre evitando chiunque, si allontanò con il vecchio Miyoga.
Al passo della ragazzina il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo, senza nemmeno l’ausilio di un cavallo. Per loro fortuna verso sera incrociarono Shippo. Il kitsune stava tornando da un addestramento e non vedeva l’ora di stare fra i suoi amici. Inutile dire quanto fu meravigliato e preoccupato di vedere Rin lontana dal villaggio e a tarda ora. Gli venne spiegato ogni cosa avvenuta fino a quel momento.
«Non immaginavo potesse accadere tutto questo in mia assenza. Ma non temere Rin, ti aiuterò io a riportare il machete a questa Moriko» disse Shippo, sentendosi in dovere di proteggere la ragazza. Rin ne fu molto contenta. In questo modo avrebbe raggiunto prima il palazzo, inoltre si sarebbe sentita più al sicuro viaggiando in sua compagnia. Un po’ le dispiaceva avergli mentito, era sempre così premuroso.
Shippo si trasformò in una grande palla rosa e trasportò fino a palazzo Rin e Miyoga.
   
***

Al palazzo di Sesshoumaru, l’inu youkai stava mettendo ulteriormente alla prova Moriko, per studiare il suo modo di combattere e il modo in cui affrontava situazioni diverse. Nel giorno seguente in cui l’aveva portata nella caverna dello youkai rettile per permetterle di impossessarsi della pietra, l’aveva sottoposta ad una sessione di duro allenamento. La cosa andava avanti da ore e Moriko era visibilmente sfinita. Dopo l’ultimo attacco, che la donna riuscì a incassare a malapena, Sesshoumaru si sentì soddisfatto e pose fine all’allenamento, andandosene senza dire nulla.
Moriko si lasciò cadere sulle ginocchia malferme ma non aveva nemmeno la forza di reggersi in quella posizione. Dovette sdraiarsi completamente a braccia aperte e faticosamente far rientrare ossigeno nei polmoni. La donna sarebbe rimasta più che volentieri in quella posizione per tutto il resto della giornata e rientrare solo una volta  calato il freddo della notte. I suoi pensieri vennero interrotti dalla sagoma che impediva al sole di raggiungerla. Moriko riaprì faticosamente gli occhi, vedendo con un po’ di timore l’inu youkai. L’idea di dover sostenere altri allenamenti la faceva sentire male, invece il gesto di Sesshoumaru la sorprese. Lo youkai aveva con se un recipiente pieno d’acqua e lo porse alla donna. Moriko accetto la gentile offerta e bevve avidamente.
«Hai una forza impressionante per una ningen»  le disse Sesshoumaru restando all’in piedi.
«Nulla di così particolare Sesshoumaru-sama. Forse più resistente di altri umani ma nulla di speciale. Mi stanco facilmente» mormorò lei. Sembrava sempre provare quel minimo di insoddisfazione, sapendo che per quanto potesse migliorare, avrebbe sempre avuto dei limiti invalicabili.
«Non dovresti parlare così. Hai un grande potenziale e molti youkai non avrebbero alcuna speranza con te»
«Sarà … ma a conti fatti io sono sfinita mentre voi sembrate esservi svegliato da un sonno ristoratore»
«Vorresti avere la forza di battermi?» le domandò alzando un sopracciglio. Sembrava divertito.
«Perché no? Gestire un tale potere deve essere appagante» Sesshoumaru si lasciò scappare un sorriso divertito. Non era di scerno, apprezzava la determinazione e il desiderio di progredire di quella donna.
«Sei già in grado di farlo»
«Vi ferite al manipolare il potere di Bakusaiga?» lo youkai annuì.
«In quel caso mi avvicino molto ma quella forza non è mia, in più mi prosciuga» Sesshoumaru la fissò per qualche minuto mentre lei finiva le ultime gocce d’acqua poi le si sedette accanto. Quel gesto inaspettato mise a disagio Moriko, non aspettandosi tanta disinvoltura da parte sua. Rimasero così per un po’ con lo sguardo rivolto verso il meraviglioso giardino. La donna ogni tanto osava studiarlo con la coda dell’occhio per poi tornare immediatamente a fissare fiori e fili d’erba, arrossendo leggermente. Non pensava che la sua vicinanza le facesse quell’effetto, eppure l’altra volta non provava tanto imbarazzo. Forse in quel momento era più vicino, oppure perché in quei giorni stava imparando a conoscerlo. Stava di fatto che quando lo youkai riprese a parlare lei faticò ad abbandonare i suoi pensieri e ascoltare cosa le stesse dicendo.
« … seguirmi nei miei viaggi, fa come ti pare»
«Eh?» anche se aveva sentito solo la fine della frase, aveva intuito il senso però era molto probabile che avesse frainteso.
«Porrò ugualmente la questione ad Hasu, ma la scelta finale se seguirmi o meno sarà tua» stette ferma come se assimilare il significato di quelle parole fosse difficile.
«Vi ringrazio Sesshoumaru-sama!» gli rispose sorridendo, un sorrido sincero e radioso. Sesshoumaru lo paragonò immediatamente a quelli di Rin. Possibile che quella sua decisione l’avesse resa felice?
Il desiderio iniziale di restare in giardino a riposare per il resto della giornata venne esaudito. Per tutto il pomeriggio i due non si mossero: Sesshoumaru seduto e Moriko sdraiata a sonnecchiare. Qualche vota si destava dal sonno e si soffermava sulle spalle dello youkai. Non poteva vederlo in volto ma doveva essere sereno. Rabbrividì ad una folata di vento freddo, il sole si accingeva a tramontare e l’umidità cominciava a farsi sentire. Doveva rientrare nella sua stanza se non voleva passare le prossime ore in compagnia di un terribile mal di testa. Improvvisamente Sesshoumaru si alzò di scatto e avanzò verso il portone d’ingresso.
«Sesshoumaru-sama?» non le rispose. Lo youkai aveva percepito qualcosa , e questo era sicuro, ma non riusciva a capire se si trattasse di un pericolo o meno. Lo affiancò e nei suoi occhi vide qualcosa che doveva assomigliare all’apprensione mista a rabbia. Provò a guardare nella sua direzione ma non si vedeva nulla. Forse le alte mura ostacolavano la vista dell’arrivo di qualcuno. In realtà c’era davvero qualcuno che aveva come meta il palazzo di Sesshoumaru ma era ancora troppo distante affinché l’occhio umano potesse vederlo. Moriko non volle andarsene e capire cosa stesse accadendo. Dopo diversi minuti gli occhi di Sesshoumaru si serrarono in due fessure e nei riflessi rossastri del tramonto, era visibile una sagoma rotonda. Quando furono abbastanza vicini, Moriko poté finalmente vedere che Rin viaggiava su una sfera rosa con tanto di occhietti, uno youkai senza alcun dubbio. Entrarono nel giardino oltrepassando senza troppi riguardi mura e portone. Lo youkai che trasportava la ragazza, assunse la sua vera forma, rivelandosi essere un kitsune molto carino.
«Rin cosa fai qui?» fu la secca e fredda domanda di Sesshoumaru. Rin trasalì a quel tono glaciale e non riuscì a sostenere il suo sguardo altrettanto freddo. Doveva aspettarsi una reazione del genere da parte di Sesshoumaru, d'altronde gli aveva deliberatamente disubbidito. Non riuscì a trovare immediatamente le parole per rispondere e lo fece Shippo per lei «Rin è venuta a riportare l’arma che …ehm Moriko aveva dimenticato al villaggio».
La donna sentendosi chiamare in causa s’intromise :«Non ho dimenticato nessuna arma al villaggio»
«Rin!» Sesshoumaru si fece imperioso mentre la ragazzina persisteva nel tenere lo sguardo basso. Si sentiva un po’ in colpa. Non voleva che si arrabbiasse ma ormai era lì e gli avrebbe fatto capire quanto il suo non fosse un semplice capriccio.
«Rin mostragli il machete! Forse Moriko non si è accorta di averlo scordato» Miyoga si fece vedere, o meglio dire sentire, ben nascosto sulla testa di Rin.
«E’ inutile dato che Moriko non ha dimenticato nulla al villaggio» la dichiarazione di Rin sorprese i suoi due accompagnatori, deludendoli per essere stati presi in giro.
«Sesshoumaru-sama non ho intenzione di aspettarvi. Voglio riprendere a fare la vita di un tempo. E’ vero che questo non è il momento migliore, sarete coinvolto sicuramente in qualche battaglia ma permettetemi di starvi accanto per quel che posso. In fondo non mi lasciavate con Jaken e Ah-Un anche per diversi giorni? Se lo riterrete opportuno posso anche starmene al sicuro per un po’ ma non tenetemi lontana dalla vita che più amo» Rin gli disse tutto d’un fiato guardandolo fisso negli occhi con un coraggio e una decisione che non sapeva nemmeno lei da dove provenissero.
Per Sesshoumaru quello stava diventando un copione già sentito. La testardaggine di Rin aumentava in maniera sproporzionata ogni volta che gli poneva quel discorso, addirittura si era azzardata a raggiungerlo nel suo palazzo, ingannando i suoi amici e intraprendendo un viaggio che poteva risultare pericoloso. ciò non fece altro che renderlo più furioso.
«Sesshoumaru-sama permettetele di restare» tutta l’ira di Sesshoumaru si riversò su Moriko che si era permessa di avanzare un’ipotesi tanto assurda. Lei  non ci fece caso più di tanto e proseguì «ciò che ha detto lo desidera per davvero. Di sicuro una richiesta del genere è avventata ma trovando un compromesso si potrebbe anche fare» Moriko pensò che si stava comportando proprio come la sua maestra faceva con lei.
«Non ti intromettere in faccende che non ti riguardano»
«Avete ragione non sono fatti che mi riguardano e vi chiedo perdono, ma è anche vero che la propria strada bisogna deciderla da se»
«Non se questa ti conduce alla morte»
«Per questo ci vuole un compromesso! Una specie di linea guida che ti impedisca di superare limiti pericolosi» Sesshoumaru parve capire cosa intendesse la donna. Era l’esatto modo di agire della sorella, quello che assumeva verso tutti coloro a cui teneva. Poteva provare anche lui, in questo modo avrebbe di certo impedito a Rin di commettere altre sciocchezze.
«Sia! Ma solo alle mie condizioni» tutta la tensione di Rin scivolò via. Per come si stava mettendo la situazione e per quanto fosse arrabbiato Sesshoumaru, non sperava più che la situazione prendesse una buona piega.
«Starai con me e ti concederò di seguirmi, se è ciò che desideri, ma solo una volta conclusa la faccenda dell’Hakaitsume»  poi si rivolse alla donna :«Moriko! Ti occuperai tu di Rin. Se non erro nemmeno a te è permesso immischiarti oltre nella questione della naginata» Moriko stava per ribattere ma si limitò a sospirare e a scrollare le spalle. Sconfitto o meno il washi youkai, sempre ammesso che Hasu e Shireiyama l’avessero trovato, la sua maestra avrebbe continuato a tenerla fuori dai giochi, tanto valeva occuparsi di Rin.
«Dunque, Rin?» l’inu youkai tornò a rivolgersi alla ragazza. Lei annuì convinta e un sorriso le illuminò il volto. Era pur sempre un passo avanti.

***

Sul tardi Moriko si era allontanata dalla sua stanza e quella di Rin, appena accanto, alla ricerca di cibo. La sera era stata caotica con l’arrivo della ragazza e non aveva avuto il tempo di riempire lo stomaco ormai brontolante, inoltre aveva bisogno di un attimo di pace. Appena dopo la discussione tra Sesshoumaru e Rin, Jaken si era precipitato all’esterno per verificare con i suoi occhi, se la voce che aveva sentito, appartenesse per davvero a Rin o se l’era sognato.  Sesshoumaru stava rientrando e gli aveva ordinato di far preparare una stanza per la ragazzina e gli aveva comunicato che da quel momento avrebbe vissuto con loro. La notizia lo sconvolse ma allo stesso tempo lo riempì di gioia. Per quanto lo nascondesse, voleva un gran bene a Rin. Questo non impedì al kappa di cominciare a rimproverarla per il suo atteggiamento poco rispettoso e sconsiderato. Quella volta, Rin non se la sentì di controbattere e lo lasciò fare, ammettendo che se lo meritava. Al piccolo kitsune fu permesso di restare. Accettò senza indugiare, volendo capirne di più di tutto quello che stava accadendo. Era ancora un po’ arrabbiato ma presto gli sarebbe passato. In fine Miyoga stava conferendo con Sesshoumaru su chissà quale altro dettaglio dell’Hakaitsume.
La preoccupazione di Moriko aumentava. Se Miyoga aveva avuto il tempo di venire a palazzo, perché Inuyasha non si era ancora fatto vivo? Era sempre più convinta che gli fosse accaduto qualcosa. Riteneva di aver fatto bene a mandare Noumu alla sua ricerca e sperava che non fosse troppo tardi.
«Dunque una seccatura in più» Moriko si destò dai suoi pensieri e si rese conto di aver camminato a vuoto e di trovarsi in una parte di palazzo che non aveva ancora esplorato. Da una stanza appena illuminata da una candela, provenivano le voci di Sesshoumaru e Miyoga.
«Sesshoumaru-sama, l’assenza di Inuyasha non è un buon segno … forse dovremmo cercarlo …» sull’ultima parte Miyoga fu terribilmente insicuro.
«Per quanto riguarda il mio stupido fratello, qualcuno è già sulle sue tracce … non è forse così Moriko?» la donna sobbalzò per lo spavento. Come poteva pensare che l’inu youkai non si fosse accorta di lei? Profondamente imbarazzata e dispiaciuta, si fece avanti nella stanza.
«Non era mia intenzione origliare, mi sono trovata qui per caso» si giustificò, non capendo se Sesshoumaru fosse o meno irritato per l’accaduto.
La ignorò e tornò a parlare alla vecchia pulce :«Resta qui fino al ritorno di Hasu»
«Sì, Sesshoumaru-sama!» Miyoga s’inchinò, salutando cortesemente e sparì via.
«Non hai ancora imparato a orientarti per i corridoi del palazzo?» le domandò con il preciso scopo di farla innervosire.
«Ho imparato!  Ero solo soprappensiero!» rispose offesa.
«Sta di fatto che da qui non sai tornare alla tua stanza. Vieni, ti accompagno. Non voglio essere disturbato dai brontolii del tuo stomaco» Moriko divenne rossa per la vergogna. Non aveva più pensato ai morsi della fame ma questi non erano cessati.
Si mise a seguirlo in silenzio, guardandolo storto. Si divertiva a prenderla in giro?
Bastò poco per calmarsi e tornare ai pensieri cupi di poco prima. Non era l’unica ad avere una brutta sensazione.
«Tutta questa storia mi porta ad essere agitata e non è normale» disse in un sussurro, sicura che lo youkai l’avesse sentita.
«Non angosciarti più del dovuto. Ho intenzione di creare le condizioni affinché tu possa accettare la mia proposta. Per ora limitati a pensare a Rin» la sicurezza con cui lo disse ebbe un effetto calmante per la sua mente agitata. Si fermò per un attimo, vedendolo camminare piano davanti a lei. Si stava piano piano convincendo che viaggiare al suo seguito, non sarebbe stato poi tanto male.



Angolo dell'autrice:
Salve! Eccomi ancora qui con un nuovo capitolo!
Rin mette in pratica una fuga improvvisata e il rapporto tra Moriko e Sesshoumaru non è poi tanto male.
Ma dovranno accadere ancora tante cose ... .
Un grazie immenso a tutti coloro che continuano a leggere e che l'hanno aggiunta tra le seguite. Spero che continui a piacere e che mi seguirete fino alla fine.
Il solito disegno : clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 12
*** Fratelli riuniti ***


                                                                  FRATELLI RIUNITI      
    

              

Il palazzo di Sesshoumaru acquistò improvvisamente vita con l’arrivo di Rin. Stesso la mattina seguente, si poteva sentire chiaramente la sua presenza allegra e viva. I due servitori di Sesshoumaru erano quasi traumatizzati da cambiamenti così repentini. Più volte si interrogavano come il padrone potesse permettere a due umane di alloggiare nel palazzo. Per la donna si erano fatti una mezza idea, dopo tutto la volontà di Hasu difficilmente poteva essere messa in discussione. Invece la ragazzina si poteva definire la protetta di Sesshoumaru e, a quanto la stessa ragazzina aveva confidato loro, aveva viaggiato con il loro padrone per molto tempo.  Per tutta la mattinata le erano stata dietro, temendo che la confusione di lei potesse disturbare Sesshoumaru. Per loro fortuna del padrone non c’era traccia, probabilmente non era uscito dalle sue stanze. I due youkai poterono tirare un sospiro di sollievo quando Jaken prese in mano la situazione, cominciando con le sue prediche infinite. A Rin poco importava, tutto di quel posto la incuriosiva e aveva intenzione di scoprirne ogni angolo. Aveva posto tantissime domande ai due youkai, che inizialmente non sapevano come comportarsi. Non apprezzavano i ningen mentre Rin appariva completamente a suo agio, inoltre non si sarebbero permessi di contravvenire ad un ordine del loro signore. Così cedettero alla ragazzina, accontentandola nel soddisfare le sue curiosità e impedendo in ogni modo di fare troppo rumore. Anche Shippo si fece coinvolgere da Rin. La rabbia e il dispiacere erano scomparsi completamente ed era tutto elettrizzato di poter girare come voleva per il palazzo di Sesshoumaru.  
Moriko si svegliò in tarda mattinata, ignara dell’agitazione che Rin aveva portato. Stranamente la sera prima aveva faticato a prendere sonno e si sentiva stanca. Udiva dalla sua stanza le voci di Rin e del kitsune che commentavano quanto grande fosse la dimora in cui erano ospitati e della vista meravigliosa che si poteva godere dal piano più alto. Moriko si sistemò il kimono stropicciato e i capelli arruffati, uscendo dalla stanza.
«Buongiorno Moriko-chan!» la salutò Shippo energicamente. La donna, la sera prima, aveva letteralmente conquistato le simpatie del piccolo youkai. La salutò allo stesso modo anche Rin. Dovette ricredersi sulla donna. L’aveva inizialmente giudicata come un’approfittatrice, sfruttando il fatto di essere l’allieva della sorella di Sesshoumaru, per convincere lo youkai a portarsela dietro e insegnarle a combattere. Si rese conto di essere stata un tantino gelosa nel sapere che qualcun altro aveva preso il suo posto e il suo giudizio affrettato era dovuto a quello.  Contrariamente all’idea che si era fatta, Moriko stessa le aveva dato la possibilità di restare e, parlando con lei, l’aveva trovata una persona dolce e sincera.
«Buongiorno a voi!» ricambiò Moriko stropicciandosi gli occhi con una mano.
«Non hai dormito bene?» le chiese Rin notando delle leggerissime occhiaie.
«No, no. Ho solo dormito di meno rispetto al solito. Vedo che voi siete belli che attivi» Shippo sghignazzò.
«Questo posto è bellissimo! Non sapevo che Sesshoumaru-sama abitasse in un palazzo così lussuoso!»
«Peccato solo per quei due youkai e Jaken» si lamentò il kitsune.
«Perché?»
«Ci sono stati dietro tutto il tempo impedendoci di andare a curiosare come si deve» Moriko rise piano compatendo i tre youkai.
«E il giardino? Avete visto che meraviglia?» domandò la donna, provando a cancellare quel piccolo dispiacere dai volti dei due.
«Solo in parte dal piano di sopra» le rispose Rin ancora incantata al ricordo del sole appena spuntato sulla distesa verde.
«Che ne dite di esplorarlo tutto e pranzare lì? Ci sono tanti fiori anche ora che  autunno, chissà in estate» Rin sembrò la più eccitata per quel programma.
Shippo e Rin diedero il tempo a Moriko di darsi una sistemata e insieme andarono a prepararsi il pranzo per la piccola passeggiata tra fiori e alberi.
Il tempo trascorse veloce e serenamente. Moriko si fece raccontare le disavventure che i due nuovi amici avevano affrontato ai tempi della ricerca dei frammenti della sfera degli Shikon e di Naraku. Aveva già saputo qualcosa quando era stata soccorsa al villaggio di Kaede ma voleva saperne di più. Le sembrava un modo per conoscere meglio Sesshoumaru, Inuyasha e tutte le altre persone che aveva incontrato.
«Cielo! Quante ne avete passate! Capisco perché Sesshoumaru non vuole che tu corra pericoli, dopo tutto quello che ti è accaduto» davvero Moriko faticava ad immaginare che una bambina avesse potuto affrontare pericoli di ogni tipo. L’essere morta a causa dei lupi era solo una delle tante, anzi, era morta una seconda volta. La cosa che maggiormente la sorprese fu che era stata la madre di Sesshoumaru a riportarla in vita. Anche di lei Hasu non aveva raccontato proprio delle belle cose.
 Nemmeno il gruppo con cui era stato Shippo se l’era cavata meglio.  
«E tu Moriko? Da dove vieni?» le domandò curiosa Rin.
«Io? Non ho nessuna storia particolare»
«Però non sei nemmeno una persona comune» puntualizzò la ragazza.
«In effetti … e va bene vi racconterò di me» i due si fecero attenti «sono stata adottata da una famiglia benestante che non aveva figli, quando ero ancora una neonata. Ho vissuto fino all’età di quattordici anni con i miei genitori, poi ho avuto la fortuna di incontrare Hasu che mi ha preso come sua allieva» Moriko spiegò frettolosamente e senza troppo entusiasmo.
«Rin mi ha detto che hai un potere straordinario. L’hai sempre avuto?»
«Per quel che ricordo sì, l’ho sempre avuto. E’ come se avesse sempre fatto parte di me ma fino a quando non incontrai Hasu, lo tenevo nascosto. Le altre persone mi temevano e spaventava anche i miei genitori. Loro non furono molto contenti quando decisi di andare via con una youkai» raccontò un po’ addolorata a ricordare il passato.
«E li vedi più i tuoi genitori?» domandò piano Shippo temendo di rattristare la donna.
«Sì, ogni tanto. Col tempo hanno accettato la cosa e, poiché sono felice così, non è più un problema. All’inizio temevano per la mia vita o che diventassi crudele e spietata. Tutto questo non è avvenuto, quindi sono tranquilli»
«Di certo non hai avuto una vita tanto comune» osservò Shippo.
Stettero a chiacchierare del più e del meno tra loro ancora per un po’, godendo del bel tempo.
Improvvisamente si sentì un ululato non troppo distante. Immediatamente Rin si mise in allarme, inquieta a sentire quel verso.
«Tranquilla Rin! E’ Noumu».
Un altro ululato e videro balzare nel giardino il grosso okami youkai con in groppa qualcuno.
«Inuyasha!» esclamò Shippo e Rin sorpresi di vederlo arrivare in quel modo.
Moriko tirò un sospiro di sollievo nel rivedere l’hanyou, si avvicinò di corsa a Noumu e lo accarezzò con affetto, fiera del suo operato.
Inuyasha scese dalla groppa dello youkai, traballante. Moriko e Rin accorsero in suo aiuto, offrendosi come appoggio.
«Stai bene Inuyasha?» le chiese Rin preoccupata.
«Sì, sì sto bene! Sto ancora smaltendo il veleno»
«Veleno? Che cosa ti è accaduto?» Shippo intuì subito che doveva trattarsi di qualcosa di pericoloso.
«Colpa di uno youkai calabrone che ho incontrato lungo la via … piuttosto voi cosa ci fate qui?» Inuyasha finalmente mise a fuoco che, quei due con cui stava interloquendo, non dovevano trovarsi al palazzo di Sesshoumaru.
«E’ una storia lunga. Piuttosto a te è successo qualcosa di grave, non è così?» disse Moriko decisa a non essere estromessa dalla faccenda.
«Non ho nient’altro da dirti. Sono stato attaccato da uno youkai. Fine!» Inuyasha non aveva alcuna intenzione di rilevare nessun dettaglio e i suoi pensieri sull’accaduto. «Hasu e Shireiyama sono qui?»
«No!» sbottò Moriko. Non aveva gradito quell’evidente estromissione.
«Inuyasha! Vedo che l’okami youkai è riuscito nel suo compito» era arrivato anche Sesshoumaru alle loro spalle.
«Sesshoumaru, dobbiamo parlare!» Inuyasha si fece avanti, liberandosi della morsa degli altri tre.
«Non ora! Aspetteremo Hasu e Shireiyama. Mi sembra che i fatti siano evidenti ad entrambi, non c’è bisogno di sprecare parole» disse con il suo solito tono inespressivo. Non riteneva l’hanyou così stupido da non rendersi conto della natura dell’attacco subito. Poi puntò il suo sguardo su Moriko.
«Seguimi!» le ordinò, si voltò e si diresse verso il palazzo, sicuro che la donna lo avrebbe seguito. Moriko restò per un attimo ferma, poi il suoi occhi divennero seri e gli andò dietro.
«Ehi! Voi due aspettate!» li richiamò inutilmente Inuyasha «Tsk! Non mi ascoltano» l’hanyou non aveva la forza di corrergli dietro e non poté che lasciarli andare.
«Inuyasha cosa sta accadendo?»
«Nulla che vi riguardarvi. Invece ora mi spiegate come siete arrivati qui?» i sensi di colpa di Rin riemersero tutti in un colpo e la costrinsero ad abbassare gli occhi e tormentarsi le mani, preparandosi ad essere rimproverata anche dall’hanyou.

***

Sesshoumaru aveva condotto Moriko nell’ala del palazzo a lui riservata. La donna era già stata in quegli ambienti, senza volerlo, dai quali era sta gentilmente scacciata. La fece entrare in una piccola stanza, facendola accomodare al tavolino basso che ne occupava il centro. Moriko eseguì con calma le sue indicazioni, nascondendo una certa curiosità e tensione. Con la stessa calma Sesshoumaru prese posto di fronte a lei.
«Che idea ti sei fatta?» Moriko comprese immediatamente che Sesshoumaru si stesse riferendo al branco di suru youkai, con il quale avevano avuto uno spiacevole incontro, e l’attacco ai danni di Inuyasha.  
«Ritengo che siamo caduti in una trappola o qualcosa di simile. Siamo stati indotti a dividerci per poterci tendere un agguato singolarmente. Temo che il loro intento fosse quello di ucciderci, o meglio uccidere voi fratelli. Il mio intervento non penso sia stato prevedibile. Inuyasha deve essersela cavata per puro miracolo, vedendo in che stato è, in fine credo che qualcosa di simile sia stato preparato anche per Hasu-sensei e Shireiyama» Sesshoumaru si compiacque dell’acume della donna. Desiderava sempre più averla con se.
«E’ quello che penso anch’io … non sei preoccupata per Hasu e Shireiyama?»
«Conosco la loro forza ma ammetto che preferirei che fossero qui» lo youkai parve approvare.
«La pietra di Kinkou la porti con te?» Moriko annuì, toccandosi una tasca interna del kimono « tienila sempre vicino»
«Sesshoumaru-sama, pensate che possano attaccarci anche qui?»
«Se dovessero provarci, non troveranno altro che la morte ad attenderli ma non ho intenzione di aspettare le loro mosse. Sono convinto che anche Hasu sia arrivata alla stessa conclusione, di conseguenza rimarresti sola. Restare nel mio palazzo è la soluzione più sicura. Farò erigere una barriera dei miei servitori e la pietra che hai conquistato, saranno sufficienti a garantire la salvezza tua e quella di Rin» Moriko provò una sensazione di piacere nel sentire lo youkai elaborare soluzioni per garantire la sicurezza sua e di Rin. Di certo le motivazioni, che spingevano a preoccuparsi anche di lei, erano totalmente diverse da quelle della ragazzina. Per lo youkai non doveva essere che una pura curiosità, un vantaggio in battaglia, alla stregua di un’arma nuova mentre per Rin provava come minimo affetto. Ne era conscia ed era ciò che la frenava l’accettare la sua richiesta. Non si era fatta di certo abbindolare da qualche gesto che, fatto da Sesshoumaru, poteva classificarsi come gentile.
«Mi sembrano delle giuste precauzioni» Moriko non fece trapelare alcuno dei suoi pensieri né  dal tono di voce né dal suo sguardo.
«Inoltre vorrei affidarti un compito» finalmente Sesshoumaru poté ritenersi soddisfatto nell’espressione sorpresa e, in un certo senso, contenta della donna.
«Davvero?» lo youkai annuì.
«Miyoga è venuto a consegnarmi un rotolo nel quale è custodito il segreto per poter sigillare l’Hakaitsume» spiegò, consegnandole il rotolo. Moriko lo aprì con cura e lesse frettolosamente il contenuto.
«Sembra una sorta di profezia» non ci capì perfettamente nulla di quello che stava scritto.
«Dovrai trovare il significato di quelle parole. Il metodo usato da mio padre per sigillare la naginata è inutilizzabile. Questo sembra l’unico che possa essere efficace» Moriko rifletté attentamente e rilesse con maggiore attenzione il rotolo.
«Posso consultare altri testi?»
«Avrai libero accesso a tutto il materiale presente nel palazzo»
«Bene! Mi metterò presto all’opera. C’è altro?»
«No, nient’altro» Moriko si alzò e lo salutò cortesemente. Nel ritornare dagli altri, continuava a rileggere il testo ma la sua mente andò altrove. Sesshoumaru in qualche modo l’aveva coinvolta, rendendola partecipe dei sui pensieri e affidandole la ricerca del significato del rotolo, un compito sicuro ma allo stesso tempo importante. Voleva forse dire che poteva ritenersi più di una semplice arma? O era un modo come un altro per testare quanto le sarebbe stata utile? Si sentiva combattuta: accettare la proposta dell’inu youkai significare poter fare una vita tanto simile a quella che sognava in relativa sicurezza ma significava anche essere uno strumento nelle sue mani. Avrebbe mai potuto fargli cambiare idea?

***

Quella sera Hasu e Shireiyama si congiunsero ai compagni nel palazzo di Sesshoumaru. Le speranze dei due youkai, di trovare una situazione migliore, furono immediatamente cancellate. Al loro arrivo Inuyasha non era al massimo della forma e Sesshoumaru non perse tempo a confidare gli ultimi eventi. Così i tre fratelli e Shireiyama con la presenza di Miyoga, si riunirono per definire le azioni da intraprendere da quel momento in poi.
Le conclusioni a cui era giunto Sesshoumaru erano pienamente condivise e, con le informazioni della coppia di youkai, avevano preso una forma definita.
Per cominciare il washi youkai responsabile dell’aggressione ai danni di Moriko, si chiamava Kyoufuumaru, un potente youkai proveniente dal nord dell’Hokkaido. Egli, usufruendo dei poteri spirituali di un houshi, si era impossessato di un pezzo dell’Hakaitsume. Da qualche tengu, prima che morissero, i due daiyoukai riuscirono ad avere una vaga idea dei piani di Kyoufuumaru. Il washi youkai voleva espandere il proprio dominio sulle terre dell’Ovest e realizzare l’ambizione del padre, per il quale era stato addestrato. Trovato il modo di sfruttare l’immenso potere della naginata, voleva eliminare uno alla volta i discendenti di Inu no Taisho, l’odiato avversario del padre. Ma per qualche motivo, non ancora chiaro, Kyoufuumaru aveva abbandonato il progetto iniziale. Aveva fatto sì che seguissero le sue orme fino al villaggio dei tengu per farli cadere in un’imboscata, inoltre la speranza che si separassero si realizzò e poté mandare altri suoi scagnozzi per eliminarli. Evidentemente aveva sottovalutato i tre fratelli, che anche se qualcuno con difficoltà, avevano avuto ragione degli youkai inviati da Kyoufuumaru. Non sapevano esattamente dove cercarlo ma lo avrebbero fatto, questa volta uniti, convinti che il washi youkai avrebbe tentato ancora una volta alla loro vita. Ultimo dettaglio ma non di minore importanza,  riguardava il sigillo dell’Hakaitsume. Miyoga si era ricordato che il sigillo adoperato da Inu no Taisho, non poteva essere riutilizzato ma era a conoscenza di un altro metodo, le cui istruzioni per realizzarlo, erano riportate in un antico rotolo enigmatico.
«Ho affidato il rotolo a Moriko»
«Hai fatto bene! Tenendola impegnata non le salterà in testa di seguirci»
«Io resterò qui a vegliare sulle due ningen. Indubbiamente hai pensato bene a come proteggerle ma mi sentirei più sicuro a occuparmene di persona» disse Shireiyama un po’ inquieto al pensiero di lasciare Moriko da sola.
«Noi tre bastiamo e avanziamo per battere questo Kyoufuumaru, non è così onee-chan?» la inu youkai annuì in accordo con Inuyasha.
«Diamoci tempo per delineare gli ultimi dettagli, dopodiché  partiremo» propose Hasu alzandosi e decretando la fine della riunione. Gli altri la seguirono.
«Miyoga mi faresti un favore?» chiese a un tratto Inuyasha al vecchio youkai sulla sua spalla.
«Certamente signorino Inuyasha»
«Vai al villaggio e informa Kagome e gli altri che starò via ancora per molto e che Rin e Shippo si trovano al sicuro al palazzo di Sesshoumaru»
«Nessun problema!»
Inuyasha pensò cupamente che li attendevano ancora diverse battaglie a cui non poteva sottrarsi, altrimenti avrebbe corso il rischio di coinvolgere Kagome e i suoi amici.   



Angolo dell'autrice:
Salve! Al limite della puntialità ma eccomi ancora qui.
Capitolo di stallo, non accade nulla di particolare ma finalmente i nostri eroi hanno finalmente chiaro contro chi dovranno scontrarsi. Nel prossimo ci saranno sviluppi "sentimentali" tra un certo inu youkai e una ningen ... vi apsetto.
Mi congedo con il solito disegno: clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 13
*** Desideri e paure ***


FFI_CAP13                                                              DESIDERI E PAURE  




“Al mattino brilla la sacra piuma all’ombra del sommo monte.
Con bronzo creato, il dolce suono diffonde, dimentico del grande sacrificio.
Con il frammento per la via dei morti, la grande malvagità sarà estinta.”


Queste erano le parole contenute nel rotolo che ormai aveva letto fino a impararne a memoria il contenuto. Moriko ci stava lavorando da due giorni ed era già arrivata a buon punto. Quella mattina, la sua concentrazione venne interrotta dai passi di qualcuno che era appena entrato nella biblioteca. Si voltò per vedere chi fosse.
«Sesshoumaru! Sono a buon punto, sai? Vieni a vede …» Moriko si interruppe, poiché si accorse di essersi rivolta allo youkai in modo tanto confidenziale «Scusate, Sesshoumaru-sama non volevo mancarvi di rispetto. Mi sono lasciata prendere dall’entusiasmo»
Sesshoumaru lasciò correre e le si sedette difronte.
«Dunque, quali sono le tue conclusioni?»  Moriko si destò dalla figuraccia, cominciando a spiegare.
Nella grande sala vi erano innumerevoli scritti e rotoli, per la maggior parte in disordine. Molti erano sparsi intorno al tavolo su cui la donna stava lavorando, mentre al fianco aveva carte su cui appuntava ogni dettaglio. Moriko afferrò un piccolo pezzo di carta, dove aveva segnato le informazioni che riteneva certe.
«Prima di tutto il rotolo si compone di tre parti, ciascuna riguardante uno specifico oggetto. Per quanto riguarda il primo, ho individuato il luogo in cui si trova. Il sommo monte deve essere il monte Fuji e nello specifico “all’ombra del mattino” quindi a ovest del Fuji. Si fa riferimento ad una piuma però non ho trovato ancora nulla. Questo è uno dei punti da chiarire» Sesshoumaru l’ascoltava, prestando attenzione ad appunti e scritti che la donna gli mostrava «Passando alla seconda parte, ritengo si faccia riferimento ad una campana o ad un gong di bronzo. Qui ho trovato alcune leggende ma nessuna che si adattasse al caso, però, leggendo di alcune eventi raccapriccianti, mi è venuta in mente una storia che ho sentito raccontare quando ero piccola. Si diceva che numerose persone donavano del bronzo, facendo anche grossi sacrifici, per costruire una campana che doveva scacciare gli youkai. Quando fu raccolto tutto il metallo necessario, comparve uno youkai adirato per ciò che gli umani stavano per fare. Così uccise tutti e con il bronzo e il sangue delle sue vittime, costruì la campana. Questa era impregnata dell’odio degli umani e divenne maledetta. In seguito fu custodita in un tempio per contenere la sua malvagità. Cercando con maggiore cura, ho trovato uno scritto che riportava nei dettagli  uno youkai abile nella lavorazione dei metalli e che vive in zone non troppo distanti affinché, la triste storia che vi ho raccontato, si fosse diffusa dalle parti in cui vivevo. Di conseguenza credo che la mia intuizione possa essere giusta. Il grande problema è l’ultimo oggetto. Non so a cosa si riferisca. L’unica idea che mi viene in mente è Tenseiga»
«Non sei lontana dalla soluzione. So a cosa si riferisce per “il frammento per la via dei morti”»
«Davvero?» Moriko aveva afferrato di fretta il pennellino per aggiungere un altro tassello al suo lavoro.
«La pietra dell’aldilà che possiede mia madre»
«Esiste anche una pietra per l’aldilà?!» Moriko ormai nemmeno si sorprendeva più di tanto. Scrisse anche quel particolare e si rimise a studiare analizzando rotoli che non aveva ancora visionato. Lavorava in silenzio, qualche volta si alzava per recuperare del materiale. Tutto in presenza dell’inu youkai. Non si era più mosso di lì e continuava ad osservare la donna. Per due giorni non l’aveva vista, impegnata com’era nel svolgere il suo compito ma l’aveva evitata anche nei momenti di pausa che si concedeva. Aveva bisogno del tempo per stare da solo a riflettere. Messo da parte il problema dell’Hakaitsume, avrebbe dovuto parlare con Hasu per domandarle di concedere a Moriko il permesso di seguirlo, ma quando stava per farlo, si bloccò. Non seppe nemmeno lui per quale motivo non avanzò la richiesta e perciò, si ritirò in se stesso. Aveva provato un interesse immediato per quella donna, per quel potere misterioso che la rendeva tanto temibile quanto affascinante. Era abile nel combattimento, diligente, affrontava le situazioni a testa alta e acuta nei pensieri. Tutte caratteristiche ben accette. Poteva essere di aiuto in battaglia, non si lasciava prendere dal panico, inoltre era piacevole stare in sua compagnia. Una presenza serena, curiosa, non invadente, eppure qualcosa l’aveva frenato. Una sensazione sgradevole gli percorse la schiena al ricordo della paura che aveva visto negli occhi di Moriko, quando le aveva stretto il collo per ridurla all’obbedienza la notte dal ritorno dal villaggio distrutto dal washi youkai. Oppure l’istinto di soccorrerla quando cadde stremata dopo lo scontro con il suru youkai, invece di inseguire il loro aggressore. Anche obbligarla a fare qualcosa, lo infastidiva e per questo le aveva concesso la libertà di scegliere il suo futuro. Però stare più a stretto contatto con lei, gli aveva ricordato che era umana, con tutte le sue debolezze e fragilità e questo a lungo andare non lo avrebbe sopportato. Rin era l’unica eccezione. Tuttavia la desiderava.
Ogni tanto si distraeva nell’analizzare il lavoro svolto da Moriko. Era preciso, seguiva perfettamente un filo logico, lasciando spazio a confutazioni e alternative plausibili.
In quei pochi momenti, Moriko rialzava la testa dalla carta e si soffermava sullo youkai. Era difficile concentrarsi con Sesshoumaru che la guardava per tutto il tempo, ma non le dispiaceva. Erano due giorni che non lo vedeva, da quando aveva iniziato a decifrare il rotolo. Si era dedicata a quel compito con dedizione, però avrebbe voluto condividere le sue scoperte con lui nei momenti di pausa o prima di andare a dormire. Non lo aveva mai trovato. Una volta era nelle sue stanze, un’altra si trovava fuori dal palazzo o più semplicemente non si trovava. Quando era entrato nella stanza, ne fu felice. Avrebbe voluto domandargli se ci fossero stati dei problemi, che l’aveva cercato per tenerlo informato sul suo lavoro, che le era dispiaciuto non trovarlo perché sì, le sarebbe piaciuto trascorre del tempo in sua compagnia. Invece si era precipitata a parlare del rotolo e di ripiombare con la testa sui pezzi di carta. Si ripeteva di non fidarsi così tanto dell’inu youkai, di non farsi strane idee poiché il suo interesse per lei era limitato esclusivamente al suo potere e nulla più. Eppure qualcosa in Sesshoumaru era cambiato. Non si sentiva più oppressa, pronta a scattare sulla difensiva per non farsi schiacciare dalla volontà dello youkai. Tutto ciò la mandava in confusione e le rendeva difficile prendere una decisione riguardo la proposta di Sesshoumaru. In un primo momento avrebbe pensato di accettarla. Lui l’avrebbe sfruttata per via delle sue capacità e lei lo avrebbe sfruttato per poter viaggiare come desiderava. Poteva essere una condizione accettabile. Poi l’aveva lasciata libera di scegliere, l’aveva coinvolta nel combattimento del suru youkai, dimostrando di fidarsi di lei. Le aveva in un certo senso fatto dono della pietra di Kinkou, anche se era stato un dono faticato, infine l’aveva in qualche modo coinvolta nella faccenda Hakaitsume, concedendole ancora una volta fiducia. Stava cambiando modo di vedere Sesshoumaru, tanto che non riusciva più ad essere formale quando gli parlava, desiderava vederlo, allenarsi con lui o che la portasse da qualche altra parte. Questo era un problema. Non voleva e non doveva affezionarsi a Sesshoumaru.
Quando l’inu youkai finiva di leggere i suoi appunti, la testa di Moriko scattava verso il basso, faticando a tornare al punto in cui aveva sospeso la lettura.
Andarono avanti così fino al pomeriggio, fino a quando non sopraggiunse uno sbadiglio abbastanza lungo. Moriko ormai stava perdendo ogni riguardo nei confronti dell’inu youkai. A Sesshoumaru nemmeno l’infastidiva più, al contrario considerava gradevole che la donna si sentisse a suo agio in sua presenza.
«Fai una pausa» le suggerì.
«Ho ancora molto da fare» gli rispose indicano la montagna di rotoli.
«Se sei stanca non concluderai molto, distraiti per ora. Sai usare l’arco?»
«Sì, perché?»
«Potresti aiutare Rin»
«Si impegna davvero tanto! Ha anche delle buone capacità. Andrò da lei» Moriko sistemò al meglio qualche foglio e abbandonò la stanza insieme a Sesshoumaru.

***

Hasu e Shireiyama erano usciti in giardino per raggiungere Inuyasha, Rin e Shippo.
«Inuyasha sai dov’è Sesshoumaru?» domandò Hasu, non avendolo visto nei dintorni.
«E’ con Moriko» le rispose appena. Era stanco di aspettare, voleva gettarsi nell’azione e tornare al più presto a casa. Purtroppo prima di poterlo fare, dovevano attendere il ritorno dei lupi di Shireiyama e di Noumu, ai quali era stato affidato il compito di rintracciare gli youkai che li avevano attaccati e Kyoufuumaru. Per ora l’hanyou si limitava a fare compagnia a Rin e Shippo.
«Ancora?»
«E’ da questa mattina!» ai due youkai l’idea non piacque.
«Dovranno recuperare i due giorni in cui non si sono visti» ipotizzò innocente Shippo.
«Prima la evita e poi ci passa tutto il giorno insieme. Moriko dovrebbe mandarlo a quel paese» Inuyasha mostrò tutta l’irritazione che il comportamento di Sesshoumaru  gli provocava. Rin lasciò perdere, tanto si era abituata a quel tipo di commenti. Qualche volta le aveva fatto un discorso simile. Preferiva concentrarsi sull’arco.
«Non ho bisogno dei tuoi consigli, Inuyasha! E poi faccio quello che mi pare!» Moriko li raggiunse, infastidita dai commenti dell’hanyou.
«Tsk! Poi non venire a lamentarti»
«Avete discusso di qualcosa?» domandò Shireiyama.
«Ha visto il lavoro che ho svolto e gli ho spiegato un po’ di cose» tralasciò il fatto che Sesshoumaru si fosse trattenuto tanto tempo senza far nulla.
«E’ ancora in biblioteca?»
«No, Hasu. In qualche parte nel palazzo, penso» Hasu salutò i presenti e si trascinò Shireiyama dietro, impedendo al compagno di indagare oltre sulla giornata della sua allieva.
«Rin-chan, ti do una mano!»
«Ah! Grazie! Sto provando con dei bersagli più lontani ma non ci riesco bene» la ragazza fu felice di avere l’aiuto di Moriko. Prima che si mettesse a decifrare il sigillo da applicare sull’Hakaitsume, le aveva dato delle dritte sull’uso dell’arco davvero efficaci. Ormai quasi la considerava una specie di sorella maggiore.
Moriko le spiegò brevemente quale fosse l’angolo da far assumere ad arco e freccia e poi la fece provare. Dopo qualche tentativo la mira di Rin era già migliorata.
«Moriko nee-chan, Sesshoumaru-sama ha qualche preoccupazione?» domandò Rin con tranquillità mentre preparava la prossima freccia.
«Sesshoumaru è preoccupato?» Moriko non ci aveva fatto caso, ma in fondo, Rin lo conosceva molto meglio di lei.
«Non lo so. Sembra pensieroso»
«Non mi ha detto nulla, non saprei» Rin parve un po’ delusa ma continuò a tirare frecce. Credeva che Sesshoumaru tenesse in considerazione Moriko e, con tutto il tempo che avevano trascorso insieme, aveva pensato che le avesse detto qualcosa o per lo meno fatto intuire.  
«Vado a recuperare le frecce!» fece la ragazza.
«Andiamo noi, Rin! Non preoccuparti» Shippo si propose per quel servizio e con lui anche Inuyasha. L’hanyou trascinò con se Moriko, la quale oppose una flebile resistenza.
«Inuyasha insomma! Si può sapere che vuoi da me?» la donna si stava spazientendo.
«Non affezionarti a Sesshoumaru» le disse a bassa voce, facendo si che fosse solo lei a sentirlo. Moriko si bloccò per un attimo.
«Non c’è bisogno di dirmelo, lo so da sola» Inuyasha constatò il dispiacere negli occhi della donna. Non voleva ferirla ma non voleva nemmeno che soffrisse a causa di quel ghiacciolo di suo fratello. Moriko divenne cupa e l’hanyou si sentì in colpa.
«Che ne dici di smetterla per oggi? Rin si sta allenando già da un pezzo. Potreste riposare entrambe» Moriko lo fissò. Inuyasha era preoccupato per lei e questo bastò per farla calmare.
«Sì, andremo a riposare»  

***

«Sono stanchissima!» Rin si sedette stremata. Aveva ancora le mani arrossate e le braccia doloranti, nonostante fosse stata tanto tempo seduta sul prato a non fare nulla.
Era quasi sera. Inuyasha e Shippo erano rientrati già da un po’.
«Ci andiamo a fare un bagno?» il suggerimento di Moriko fu ben accetto. Un bagno rilassante e ristoratore era proprio quello che faceva per lei.
Il bagno si trovava all’interno del palazzo a pian terreno. Si trattava di una grande sala con una vasca ampia e in pietra. L’acqua veniva riscaldata, facendo bruciare della legna. Entrando, il fumo del vapore acqueo le investì, ciò voleva dire che qualcuno stava facendo riscaldare l’acqua o stava facendo il bagno.
Per evitare un episodio imbarazzante, Moriko si annunciò a gran voce «Si può?»
«Venite!» la voce era di Hasu.
«Non disturbiamo?»
«Tranquilla Rin! Un po’ di compagnia mi fa piacere.» La ragazza abbandonò ogni timore e seguì Moriko che già si stava spogliando.
S’immersero. L’ambiente era tranquillo e l’acqua calda al punto giusto era adatta per rilassare le membra stanche.
Hasu era appoggiata di schiena con gli avambracci sul bordo e le testa reclinata. La somiglianza con Sesshoumaru era impressionante, l’unica vera differenza consisteva nell’assenza della coda. Senza vestiti spiccava, proprio lì dove doveva esserci, una terribile cicatrice. Rin si era soffermata su quella parte del corpo senza nemmeno rendersene conto.
«Ti infastidisce?» domandò Hasu toccandosi la spalla.
«No no! Scusatemi non volevo» Rin si scusò frettolosamente.
«Tranquilla e smettila di darmi del voi» Hasu le sorrise come avrebbe fatto con sua figlia.
«Come … come ti sei fatta quella cicatrice?» osò la ragazza.
«E’ una vecchia storia. Se vuoi te la racconto» la sua piccola interlocutrice annuì.
Moriko conosceva bene quali eventi avevano provocato quello sfregio sulla pelle. La prima volta che le aveva mostrato la cicatrice, era stato subito dopo che l’aveva sorpresa a fare una sciocchezza e per metterla in guardia dal commettere azioni pericolose in futuro, le aveva raccontato la sua storia.
«Quando ero piccola vivevo insieme ai miei genitori proprio in questo palazzo. Ammiravo molto mio padre e gli volevo bene. Crescevo con il desiderio di diventare forte quanto lui e di combattere al suo fianco, così da potergli essere vicino. Mio padre però non la pensava allo stesso modo. Per lui era importante avere un erede maschio e io avevo poco valore ai suoi occhi. Alla nascita di Sesshoumaru ogni speranza che mio padre potesse interessarsi a me, svanì. Non odiavo il mio fratellino ma avevo deciso che avrei fatto di tutto per cambiare le cose. Quando Sesshoumaru crebbe abbastanza, decisi di andarmene via di casa per migliorare le mie doti di combattimento e tornare solo una volta che sarei stata abbastanza forte da tenere testa a mio padre.» fece una piccola pausa, tornando a massaggiare la spalla al ricordo di quello che avvenne dopo « me ne andai, facendo promettere a Sesshoumaru di mantenere il segreto. Ero ancora molto piccola e non avevo la forza di affrontare il mondo. Pochi giorni dopo venni attaccata da numerosi youkai che volevano mangiarmi. Ero un pasto facile e invitante. Mi difesi come potevo ma non riuscì a fare molto. È lì che persi la mia coda. Mi venne strappata via senza troppi riguardi e così avrebbero fatto con il resto del mio corpo se non fosse intervenuto l’uomo, che sarebbe diventato il mio maestro» Rin rabbrividì al solo pensiero di quello che aveva subito la youkai.
«E non puoi immaginare chi la salvò!» da quel punto in poi a Moriko la storia piaceva molto. Rin guardò con più insistenza Hasu, chiedendo silenziosamente se potesse andare avanti con il racconto.
«Tu zitta mai, eh?» Moriko tirò fuori la lingua e si abbassò nell’acqua «fu un ningen a salvarmi e a insegnarmi le basi del combattimento a mano libera e con la katana. Era impressionante vedere un semplice essere umano tenere testa a mani nude degli youkai. Mi ha insegnato molto più che combattere. Se ho trovato la mia strada, se ho acquistato importanza agli occhi di mio padre, lo devo solo ed esclusivamente al mio maestro. Ormai sono passati così tanti anni!» Hasu ricordò tutto con molta malinconia.
«Incredibile! Davvero a insegnarti è stato un umano?» Hasu sorrise allo stupore della piccola. Sapeva quanto fosse assurda la sua storia.
«E Sesshoumaru-sama cosa disse?»
«Il mio fratellino rimase alquanto scoccato ma si ricredette presto»
Hasu raccontò qualche altro aneddoto che la riguardava, fino a quando Rin non andò via. Stava da troppo tempo nell’acqua calda. Maestra e allieva rimasero sole e in silenzio. Moriko dopo un po’ sospirò pesantemente, sommergendo metà volto in acqua e facendo innumerevoli bollicine.
«Cosa ti preoccupa Moriko?» la inu youkai sapeva perfettamente che qualcosa si agitava in lei e aveva aspettato il momento per stare sola con lei e poterle parlare.
Moriko volle risponderle ma non sapeva nemmeno lei cosa le stesse succedendo.
«Riguarda Sesshoumaru?» Moriko annuì poi la guardò negli occhi.
«Non so che devo fare!» Hasu lasciò che continuasse «Sesshoumaru mi ha proposto di viaggiare con lui, una volta che avrete sigillato l’Hakaitsume. Prima me lo voleva imporre, poi mi ha lasciato libera di fare quello che voglio e poi …» abbassò lo sguardo. La verità aveva assunto delle parole ben precise nella sua testa che non riuscì a esternare.
«Ti piace?» a Moriko mancò un battito. Non era esattamente quello che aveva pensato o poteva semplicemente essere un altro modo per definire quello che provava?
«Non lo so, non era quello che intendevo dire. Sta di fatto che voglio stare con lui … non so perché»
«Hai paura di accettare la sua proposta?» come sempre la sua maestra aveva centrato il punto. La conosceva fin troppo bene. Infatti Moriko annuì piano.
«Ho paura che lui voglia soltanto usarmi, che si fermi a guardarmi come una semplice arma … in realtà non è nemmeno questo» la donna lasciò scivolare le mani a i fianchi e rilassò i muscoli, lasciandosi andare in acqua « è perché sono umana. Non so se mi piace o se mi sto innamorando, non so nemmeno cosa significhi. Solo l’idea di viaggiare al suo fianco mi andrebbe bene, almeno per il momento. Comunque, prima o poi, qualunque sia il rapporto che ci lega, lui mi abbandonerà»
«Non lo farebbe! Come minimo sarà corretto nei tuoi confronti»
«Non dovresti incoraggiarmi»
«Non ti sto incoraggiando. Conosco Sesshoumaru e ho visto quanto è cambiato e quanto tu gli interessi»
«E con ciò? Resto umana e la mia vita non è altro che un battito di ciglia per lui!» alzò la voce, arrabbiata con Hasu che le dava speranza.
«Una relazione tra ningen e youkai non la vedo di buon occhio ma se è quello il vostro desiderio, non posso ostacolarvi. D’altronde non l’ho fatto nemmeno con mio padre. Se è amore, l’essere umana non avrà importanza. Se sarete solo compagni di avventure o amici e non sopporterai l’idea che ti veda vecchia e debole, puoi sempre andartene prima che questo accada. Ma ancora una volta, se il vostro sarà un legame forte non avrà importanza» Hasu ricordava bene quanto volesse bene al suo maestro umano, quanto aveva desiderato stargli accanto fino alla fine dei suoi giorni e quanto gli costò dolore ma non aveva importanza. Gli voleva bene profondamente «se ti fai vincere dalla paura allora abbandona ogni cosa. I dubbi possono esserci, anche qualche timore ma se ti farai sopraffare, ti lascerai sfuggire ogni occasione e comincerai a odiarti»
Aveva ragione! Hasu aveva ragione. Non era quello che già stava accadendo? Stava rifiutando un’occasione solo perché aveva paura di affezionarsi troppo a Sesshoumaru o provare qualcosa di più con la consapevolezza che non poteva durare per sempre. La paura che l’inu youkai si potesse stancare di lei, perché una ningen, e la gettasse via. Per paura stava rifiutando l’opportunità di realizzare un sogno, quello di viaggiare. Avrebbe preferito che Sesshoumaru la obbligasse con la forza a seguirlo, in quel modo non sarebbe andata in confusione, non si sarebbe fatta assalire dai dubbi.
Hasu se ne andò senza aggiungere altro, sicura che il messaggio fosse stato recepito.
Moriko restò ancora per un po’ nella vasca. Invidiò Rin e la sua determinazione a stare al fianco di Sesshoumaru. Forse era come diceva Hasu. Se si vuole bene a qualcuno, tutto il resto non aveva importanza.



Angolo dell'autrice:
Salve! Ormai mi riduco alla sera per pubblicare i capitoli ma ci riesco.
Allora ... se siete arrivati fino a qui, forse non mi sono persa del tutto perchè siceramente non lo so nemmeno io. Il rapporto tra Sesshoumaru e Hasu sta per prendere una svolta decisiva e non è mia intenzione banalizzare la cosa (anche perhè dovvranno ancora accaderne di cose).
Vi ringrazio infinitamente perché continuate a leggere (non scappate dopo questo e il prossimo capitolo).
Vi lascio con un disego (indidio il momento di relax di Hasu XD): clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 14
*** Incubo reale ***


                                                                    INCUBO REALE



«Abbiamo finito!» esclamarono Rin e Shippo con entusiasmo e soddisfazione.
Si erano uniti a Moriko e avevano dato il loro contributo per definire i dettagli del sigillo per l’Hakaitsume.
«Che hai Moriko? Non sei felice?» le chiese il Shippo non comprendendo il volto mogio della donna.
«Sì, sì sono contenta»
«Non si direbbe. Hai una faccia! Sei triste perché domani vanno via?» il kitsune face riferimento ai tre fratelli che sarebbero partiti alla volta degli scagnozzi di Kyoufuumaru.
«Ma no! Prima partono e prima faranno»
«Allora è perché non hai dato una risposta a Sesshoumaru-sama?» Moriko sgranò gli occhi, voltandosi verso la ragazza.
«Come …?»
«E’ stato Sesshoumaru-sama a dirmelo» Rin capì che la cosa non fece piacere a Moriko e si affrettò a continuare «avevo già intuito qualcosa e lui ha solo confermato i miei sospetti» la donna parve calmarsi.
«Di Rin, tu conosci bene Sesshoumaru?»
«Direi di si» Rin rispose con un minimo d’incertezza a quella domanda inaspettata.
«Sesshoumaru che opinione ha degli esseri umani?» Moriko sapeva che la domanda rivolta proprio a Rin, che era umana, poteva risultare inopportuna ma sapeva che la ragazza le avrebbe risposto con sincerità.
«Ecco … non è proprio buona … però sono sicura che Sesshoumaru-sama ha un’ottima considerazione di te! E poi sarebbe fantastico se restassi, sarei felicissima e anche Sesshoumaru-sama lo sarà di sicuro!»
«Lo pensi davvero?»
«Certamente!» Rin le regalò uno dei suoi migliori sorrisi, di quelli capaci di riscaldare il cuore. Sorrise a sua volta.
Avrebbe accettato solo per quella ragazza a cui si stava tanto affezionando.
Shippo pensò che Inuyasha ci aveva visto giusto su Moriko e Sesshoumaru.
«Forza! Riordiniamo tutto» Moriko li spronò, rimboccandosi le maniche.
Se possibile c’era ancora più confusione dei giorni precedenti e di sicuro avrebbero speso il resto del giorno a sistemare.
Terminarono per la sera e, dopo una veloce cena, stettero un po’ di tempo con tutti gli altri.
Avevano deciso che l’indomani sarebbero partiti solo i tre fratelli, che si sarebbero mossi insieme. Si prospettava un viaggio difficile per Hasu che doveva tenere a bada i due fratelli minori, fin troppo litigiosi. Faceva appello al loro buon senso per evitare scaramucce inutili tra loro. Shireiyama non si sarebbe mosso di lì come ulteriore difesa per chi restava a palazzo. Per tutto il resto del tempo dimenticarono i loro doveri, conversando e scherzando piacevolmente. C’era anche Sesshoumaru che, con la sua freddezza, appariva fuori posto in quell’atmosfera gioviale. La tensione era calata e quando fu tarda sera, si congedarono affinché tutti potessero riposare.
«Buonanotte Moriko!»
«Buonanotte Rin» Moriko aspettò che la ragazza, tutta assonnata, entrasse nella stanza per poi seguire il suo esempio.
Era stanchissima e si gettò sul futon con tutti i vestiti. Si rannicchiò sul lato e chiuse gli occhi, provando a cedere alla stanchezza. Cambiò posizione più volte, ma non riusciva a dormire nonostante morisse dal sonno. Alla fine si mise a pancia in su con un  braccio a coprirle gli occhi. Avrebbe dato ogni cosa pur di addormentarsi. Insofferente per quello stato di veglia indesiderata, pensò che prendere una boccata d’aria le sarebbe stato utile. In poco tempo era sul balconcino del secondo piano, dal quale si godeva la migliore vista del giardino. A quell’ora della notte, però,  era tutto avvolto dalle tenebre, il cielo nuvoloso non permetteva alla luce lunare e delle stelle di raggiungere alcunché. Nella tranquillità la sua testa riprese a lavorare proprio come nella sua stanza. Pensava sempre alla stessa cosa, era diventato un chiodo fisso.
Improvvisamente avvertì dei passi e si voltò in fretta. Faticò un attimo a riconoscere la figura bianca che si avvicinava.
«Sesshoumaru!» tra tutti doveva essere proprio lui.
Non rispose, affiancandola e fissando il cielo nuvoloso.
«Non dovresti riposare?» Moriko si stava innervosendo ancora di più al silenzio prolungato dello youkai.
«Vedo che continui a non rivolgermi più il dovuto rispetto» Moriko s’indispettì per quella risposta detta con tono così distaccato da farle venire voglia di prenderlo a pugni.
«Puoi continuare a darmi del tu, non mi infastidisce» Sesshoumaru si accorse di aver scatenato la rabbia della donna e provò a porvi rimedio.
«Non avevo bisogno del tuo consenso!» nel silenzio la voce di Moriko sembrò molto più alta di quello che era e ciò le fece guadagnare un’occhiataccia dello youkai.
Moriko lo fissò a lungo e poi si scusò, sospirando pesantemente. Entrambi tornarono ad osservare le nuvole che si muovevano al vento leggero, non potendo sostenere oltre lo sguardo altrui.
«In ogni caso non dovresti essere a riposarti?» Moriko insistette pur di riprendere un minimo di conversazione e spezzare quel silenzio imbarazzante.
«Piuttosto per te non è troppo tardi?»
«Non sono io quella che deve partire tra poche ore» replicò.
«E non sei tu quella che si addormenta appena ne ha l’opportunità?»
«Non darmi della dormigliona!»
«Vuoi forse negarlo?»
«Ho solo bisogno di riposare un po’ di più della media».
Si allontanavano ogni volta dalla questione. C’era qualcosa che dovevano dirsi l’un l’altra ma entrambi trovavano scuse per deviare l’argomento.
Moriko si fece coraggio e prese la parola, costringendo lo youkai a voltarsi e guardarla con quei suoi occhi d’ambra.
«Mi sto abituando a questo posto e mi sto affezionando sempre di più a Rin. Se viaggerò con voi, temo che finirò con l’affezionarmi anche a te. Ti sta bene?»
Sesshoumaru sapeva cosa comportava quello che aveva appena detto Moriko. La considerava una donna intelligente, che non si sarebbe data a patetiche scenate o che avrebbe preteso chissà cosa da lui. Quella era una semplice richiesta di essere tratta con rispetto, senza prese in giro. Non c’era bisogno di porgli la questione, non aveva intenzione di dare un dispiacere alla donna né tanto meno far scattare l’istinto protettivo di Hasu e Shireiyama. Che le si affezionasse pure, andava a suo vantaggio. Lui la voleva al suo fianco e starle vicino gli avrebbe dato la possibilità di capire il motivo di tale desiderio.
«Sì» era calmo e tranquillo. Sicuro della sua decisione.
Moriko si lasciò andare in un sorriso, accantonando per un attimo tutti i dubbi. Voleva dare retta ad Hasu e credere che Sesshoumaru non l’avrebbe usata e gettata via come con le cose vecchie.
«Aspetterò con ansia il tuo ritorno, pronta a seguirti».

***

Correva liberamente, lasciando che il vento le accarezzasse il viso, che l’adrenalina della velocità le scorresse per tutto il corpo. Saltava gli ostacoli che le si presentavano davanti e usava gli alberi come trampolini. A un tratto una strana sensazione la costrinse a fermarsi. Tutto divenne scuro, gli alberi che la circondavano, parvero curvarsi su di lei. Avvertiva il pericolo nell’area, un senso di ansia cresceva, allertando ogni singolo senso. Udì una voce che le parve terribile. Le ordinava di sparire, di estinguersi, di morire. Seguì un fortissimo dolore che le impedì ogni movimento  e la costrinse ad accasciarsi a terra. Ci fu un susseguirsi di diverse parole che divennero via via incomprensibili. Rimase soltanto il dolore  e le forze che l’abbandonavano, infine, tutto divenne completamente nero…
Moriko si destò dal sonno con un urlo strozzato. Aveva la fronte imperlata di sudore, la mano stretta all’altezza del cuore, gli occhi sbarrati e il fiato corto. Si guardò attorno e a fatica riconobbe la stanza come quella che occupava da quando era ospite da Sesshoumaru.
“Era quell’incubo…” provò a tranquillizzarsi.
La porta venne aperta, spaventandola nuovamente.
Era Shireiyama che, percepito lo stato della donna, era accorso da lei. L’okami youkai le si inginocchiò accanto e delicatamente le accarezzò la testa. Hasu era partita con i fratelli da qualche giorno e in quel momento era l’unico che poteva esserle d’aiuto.
«Va tutto bene. Non è successo niente» le sussurrò dolcemente per rassicurarla.
«E’ quell’incubo…» Shireiyama sapeva a cosa si riferiva. Era un incubo ricorrente che Moriko aveva sempre fatto da quando aveva memoria e che la metteva sempre in agitazione.
«… faceva più paura del solito» Moriko fu scossa da un fremito. Shireiyama mosso da un istinto di protezione, l’abbracciò come avrebbe fatto con uno dei figli «è tutto passato» poco alla volta Moriko si calmò e riprese a dormire.

***

Dal mattino seguente, Moriko era di cattivo umore. Aveva riposato ma quella sensazione di pericolo non l’aveva abbandonata. Tutti nel palazzo se ne erano accorti. Rin e Shippo avevano tentato di capire il motivo del comportamento irascibile della donna, ottenendo solo risposte seccate. Lo stesso Noumu venne trattato con freddezza, facendo aumentare la preoccupazione dell’okami youkai. Shireiyama aveva preso la più saggia decisione di aspettare che Moriko si calmasse da sola.
«Ma che ha quella ningen oggi? Se ci fosse Sesshoumaru-sama, non le sarebbe permesso di comportarsi così!» Jaken si stava lamentando per essere stato liquidato in malo modo da Moriko. Il piccolo youkai voleva solo svolgere il suo dovere e impedirle di entrare nella parte del palazzo abitata da Sesshoumaru. In quel momento lì vi dimorava Shireiyama. La donna aveva bisogno di sentirsi al sicuro e quindi non volle allontanarsi più di tanto dallo youkai, giusto la distanza necessaria per non essere vista ma sufficiente per sentire la presenza l’una dell’altro.
«Moriko-nee-chan oggi sembra particolarmente nervosa. Penso le sia successo qualcosa stanotte»
«Eh?! E cosa le può mai esserle successo? Non si è mossa da palazzo!»
«Non lo so ma si è svegliata durante la notte e mi sembrava agitata. Shireiyama è accorso da lei e l’ho sentito che cercava di tranquillizzarla»
«E’ vero me ne sono accorto anch’io» confermò Shippo.
«Qualunque cosa sia stata, quella mi stava quasi per prendere a calci»
«Non mi sorprenderei. Ha trattato male anche Noumu» gli fece notare Rin «Hai qualcosa da fare Jaken?» gli domandò per cambiare discorso.
«No»
«Allora vieni con noi!» così dicendo la ragazza si trascinò il kappa in giardino, seguita dal kitsune.
In tarda mattinata Moriko aveva riacquistato un po’ di calma e avvertiva l’esigenza di scusarsi con gli sventurati che avevano incrociato la sua strada quella stessa mattina. Uscendo in giardino si bloccò sentendo che la paura stava per riappropriarsi della sua mente e del suo corpo.
Si sprigionò un fragoroso rumore e si sollevò una grossa nube di polvere.
«Che succede?» gracchiò Jaken coprendosi bocca e occhi con la manica della veste. Rin al suo fianco tossiva, cercando a fatica di vedere attraverso la polvere. Shippo si voltò di scatto nella direzione in cui si trovava Moriko, avendo avvertito un rumore e visto delle scintille provenire da lì.
La polvere si dissolse in fretta, svelando cosa fosse accaduto: Moriko era dietro a Shireiyama, il quale le dava le spalle e teneva bloccata con le mani la lama di una naginata. L’aveva protetta da un attacco di uno youkai. Osservando meglio si trattava di uno youkai alto, con grandi ali che gli spuntavano dietro la schiena e occhi ben visibili, così chiari da sembrare bianchi.
«Moriko va via!» urlò l’okami youkai. La giovane donna non si mosse, riconoscendo l’aggressore.
«E’ lo youkai che mi ha attaccata al villaggio di Inuyasha»
“Dannazione!” imprecò mentalmente Shireiyama. Quello era il loro obbiettivo, quello a cui dovevano dare la caccia, invece era lui che aveva trovato loro.
«Via di qui, Moriko!» Shireiyama mostrò le zanne facendo fatica a bloccare la lama della naginata.
Non potendo fare altro, Moriko lasciò il washi youkai a Shireiyama. Da lei accorsero Noumu, Rin, Shippo e Jaken.
«Da dove salta fuori quello youkai?»
«Non lo so Jaken. Non si è avvertita la sua presenza né tanto meno la sua aura demoniaca» osservò con preoccupazione Moriko.
«Shireiyama ce la farà da solo?» si preoccupò Shippo, vedendolo in difficoltà.
«E’ forte!» la donna non poteva che fidarsi dello youkai, convinta di ciò che aveva detto. Peccato che anche il rivale fosse uno youkai piuttosto forte.
«Presto Rin! Mettiamoci al riparo nel palazzo» l’esortò Jaken tirando la ragazza per una manica del kimono.
«Ha ragione! Mettiamoci al sicuro» per quanto Moriko volesse dare il suo contributo, era conscia che non poteva intromettersi e mettere così in difficoltà Shireiyama.
Noumu, però, spinse via Moriko prendendo al posto suo dei fuda, i quali si attaccarono al suo corpo.
«Noumu!» Moriko corse da lui appena si rialzò. Arrivarono altri due fuda, uno dei quali venne tagliato dal machete di Moriko e un altro si attaccò al suo braccio. Dopo i fuda, arrivò un houshi in corsa. Le sue intenzioni erano palesemente ostili e Moriko si preparò a combattere. Noumu non riusciva a muoversi per via dei fuda che gli bloccavano i movimenti e per non metterlo in pericolo, andò incontro al monaco con il suo machete sguainato. Aveva solo quello come arma, la katana era rimasta all’interno del palazzo ma contro un ningen sarebbe dovuto bastare.
Il bastone dell’houshi e il machete di Moriko si scontrarono, provocando il tintinnio degli anelli del bastone.
“E’ merito di questo monaco se non abbiamo avvertito l’avvicinarsi dello youkai” la donna comprese immediatamente che aveva a che fare con qualcuno di abile.
«Moriko!»
«Rin dove vai?» Jaken provò a fermare la ragazza che si stava precipitando ad aiutare Moriko. Anche Shippo la richiamò.
Il tentativo risultò inutile in quanto Rin, Jaken, Shippo e anche Noumu vennero sbalzati via dalla barriera che l’houshi aveva eretto intorno a lui e a Moriko.
«Che diavolo stai facendo?» sbraitò Moriko che avvertiva una strana sensazione molto simile a quella provata durante l’incubo notturno.
«Così nessuno interferirà» il monaco era calmo e tranquillo, sicuro del suo operato.
Dall’esterno della barriera provarono ad entrare, inutilmente. Noumu faceva estrema fatica anche a muoversi. Rin, vedendo quanto l’okami youkai stesse lottando per poter superare la protezione eretta dall’houshi, s’impietosì e senza pensarci, andò ad aiutarlo. Rimosse i fuda, permettendogli di muoversi come voleva. Noumu provò in tutti i modi a forzare la barriera, attaccava in ogni modo possibile ma era tutto inutile. Rin lo aiutava come poteva, recuperando arco e frecce ma anche lei falliva ogni volta. Il kitsune si unì a loro usando ogni tecnica che conosceva. Perfino Jaken si era lasciato coinvolgere dalla situazione e provò a forzare la barriera con il Nintojo.
«Si può sapere che diavolo volete da noi?» Moriko si accorse degli sforzi dei suoi amici e ciò fece crescere in lei il desiderio di finire quell’houshi pericoloso.
«E’ da te che vogliamo qualcosa … qualcosa che possiedi»  
«Non ho nulla che vi possa interessare!»
«Qui ti sbagli» Moriko stanca della situazione, decise di finire lì la discussione e sistemare il monaco.
Allontanò il bastone e puntò a tagliare la gola dell’houshi. Quest’ultimo fu più rapido, fermandola e ponendole una mano sul petto. Da quel punto si sprigionò una luce e nello stesso tempo apparvero altre quattro piccole luci ai quattro angoli che la circondavano, formando un quadrato. Moriko non riuscì più a muoversi e cominciò ad avvertire un forte dolore al petto che si propagò per tuto il corpo. Urlò così forte da farsi sentire da tutti.
“Moriko?!” Shireiyama era impegnato nel combattimento con il washi youkai e non poté fare attenzione agli altri. L’urlo di Moriko però lo distrasse e vedere in che situazione si trovasse, gli fece cambiare priorità. Doveva in qualche modo allontanare l’avversario e salvare la donna. Quella barriera forse era in grado di distruggerla. Attaccando senza alcuna pietà e senza alcun timore di procurarsi ferite anche gravi, riuscì a liberarsi per un po’ del washi youkai e si gettò in direzione della barriera. Raccogliendo tutto il suo potere demoniaco e concentrandolo negli artigli, si scagliò sulla barriera, la quale resistette. L’okami youkai non si arrese e continuò nel tentativo di salvare Moriko, che ancora urlava per il dolore che le stava provocando l’houshi.
Ci stava mettendo tutto se stesso e presto la barriera sarebbe crollata, ma un dolore lancinante lo fermò.
Shireiyama si guardò il ventre trafitto dalla lama della naginata. Dietro di lui il washi youkai sogghignante, si era mosso fin troppo velocemente. Dalla ferita fuoriusciva una gran quantità di sangue e sentiva che la sua energia demoniaca gli veniva risucchiata dall’arma. Il washi youkai lo spinse a terra, schiacciandogli la testa con il piede e con ancora la naginata conficcata nel ventre.
«Guarda, non è ancora finito» disse con divertimento, assaporando la vittoria.
Shireiyama non poté fare nulla se non resistere dal perdere conoscenza mentre gli altri urlavano il nome di Moriko.
All’interno della barriera l’houshi procedeva indisturbato il suo rituale. La luce divenne sempre più forte e assunse una colorazione azzurra e piano piano dal corpo della donna venne fuori qualcosa. Il tutto durò alcuni minuti e,quando finì, l’houshi si trovò tra le mani un’asta finemente lavorata, laccata rossa e con la punta in oro.
«Kyoufuumaru-sama! La seconda parte dell’ Hakaitsume!» il monaco alzò in segno di vittoria l’oggetto estratto del corpo di Moriko, la quale cadde a terra ancora sofferente.
«Ben fatto Katashi! Ora portamela» il washi youkai era compiaciuto del risultato ottenuto e non voleva altro che mettere le mani sulla tanto agognata Hakaitsume. Non avrebbe mai sperato di poterla completare, si sarebbe accontentato di una sola delle sue parti. Già con quella poteva ritenersi sufficientemente potente. Poi gli si presentò un colpo di fortuna, incrociando la sua strada con quella ningen. Si ricordava bene quanto fosse infuriato quando l’Hakaitsume non aveva mostrato il suo potere in presenza dell’umana ma, confrontandosi con il monaco, scoprì di aver trovato il custode della seconda parte della naginata. Infatti con il tipo di sigillo imposto sulla naginata, se le due parti fossero venute a contatto, esse avrebbero perso ogni potere. Ora entrambe erano in suo possesso. Nessuno più l’avrebbe fermato.
Katashi stava per eseguire l’ordine, quando venne fermato da qualcosa che l’incuriosì.
«Katashi, cosa aspetti? Portami l’Hakaitsume!»
«Kyoufuumaru-sama vi prego di aspettare. Ho qualcos’altro da fare con questa donna».



_________

Salve!
Eccomi qui con il nuovo capitolo e ... quante cose stanno accadento!
I tre fratelli partono pensando di sistemare una volta per tutte il loro nemico e invece quest'ultimo piomba al palazzo di Sesshoumaru e si accanisce su Moriko ... e sorpresa! (almeno spero) in lei risiede la seconda parte dell'Hakaitsume (i fatti avvenuti all'inizio non sono avvenuti per caso). Ma a quanto pare non è ancora finita. Cosa vorranno ancora fare a Moriko? E che ne sarà dei fratelli?
Qui entriamo nel vivo della storia e ci avviamo verso la fine.
Grazie tantissimo a tutti coloro che continuano a leggere.
Vi saluto con un nuovo disegno : clicca qui
Alla prossima ;)

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Capitolo 15
*** Obiettivo svelato ***


FFI_CAP15                                                       OBIETTIVO SVELATO

I tre fratelli, per raggiungere il loro obiettivo si erano spinti verso nord, senza spingersi troppo oltre le terre dell’Ovest.
«Ci stanno venendo incontro!» Hasu ribadì qualcosa che anche i sui fratelli avevano già avvertito.
Si trattava degli youkai con cui avevano precedentemente combattuto, gli scagnozzi di Kyoufuumaru. Oltre ai due che si aspettavano, ovvero il suru youkai e il calabrone, ve ne era un terzo. Dall’odore un altro tengu.
«Inuyasha ricordati quello che ci siamo detti» gli disse premurosamente Hasu.
«Ho capito come devo fare per sconfiggere quel calabrone, non c’è bisogno di ricordarmelo» ribatté l’hanyou seccato.
Hasu si innervosì e gli diete un pugno dietro alla testa. Nulla di troppo forte, Inuyasha sentì solo un po’ di dolore che lo fece esclamare un’imprecazione.
«Lo dico per te, stupido!»
«Sì sì lo so. Non c’è bisogno di colpirmi …» Inuyasha si riparò temendo che la sorella potesse infierire su di lui ulteriormente. Per sua fortuna ad Hasu bastò lanciargli uno sguardo terribile e accontentarsi della sua reazione di paura.
Per tutto il tragitto non c’era stata nessuna discussione. Le poche parole che si erano scambiati, erano pertinenti alle strategie di attacco che avevano pensato nei giorni precedenti.
«Eccoli» Sesshoumaru riportò gli altri all’attenzione. Superati gli alberi avrebbero incontrato i loro avversari. 
Sbucarono dal folto della foresta in una zona rocciosa, con parecchi dislivelli, un fiume che scorreva poco distante con qualche cespuglio e albero che facevano capolino qua e là.
Davanti a loro li attendevano tre youkai: il suru youkai, lo youkai calabrone e un tengu.
«Vi stavamo aspettando» esordì il suru youkai alzandosi dalla roccia su cui era seduto.
Non vi fu alcuna risposta così continuò :« Lasciate che vi presenti me e miei alleati. Il mio nome è Zurugashi e sono il capobranco dei suru youkai del nord nonché alleato di Kyoufuumaru-sama. Doku, alla mia destra, è il più forte fra gli youkai di una colonia del sud-est» spiegò indicando lo youkai calabrone « infine alle mie spalle, il capo tribù dei tengu del nord, Yukato»
«Tsk! Ancora tengu» si stizzì Hasu, credendo di averli sterminati completamente.
Il tengu avanzò furente ma venne bloccato da Zurugashi. Yukato era uno youkai dal corpo decisamente più minuto del suru youkai, apparendo quasi piccolo. Aveva la pelle nera, capelli bianchi, lunghi e liberi dietro le spalle. Possedeva becco e artigli affilati e occhi rossi che trafiggevano l’anima.
«Avrai la tua vendetta. Abbi solo qualche altro minuto di pazienza» il suru youkai conosceva bene l’ira dell’alleato, nata nel momento in sui venne a conoscenza che ogni membro della sua tribù, venne uccisa dalla inu youkai e il suo compagno. Al momento dell’accaduto, il capo dei tengu si trovava al cospetto di Kyoufuumaru, il quale gli concesse la possibilità di ottenere vendetta.
«Non ho voglia di perdere tempo. Cosa vuole questo Kyoufuumaru da noi?» domandò sbrigativa Hasu.
«Non sono cose che vi dirò alla leggera»
«Pensaci, la tua risposta potrebbe salvarti la vita»
«Io desidero la battaglia … trova un altro modo per convincermi»
«Hasu, sprechi fiato» Sesshoumaru aveva ragione. Quei tre youkai avevano ricevuto l’ordine di eliminarli e tra di loro c’era chi si trovava lì non perché al servizio di Kyoufuumaru.
«Per una volta sono d’accordo con Sesshoumaru. Facciamoli fuori e chiudiamo la questione» Inuyasha sfoderò Tessaiga, bramante di far assaggiare il Meido Zangetsuha allo youkai calabrone.
«Non siate così impazienti, iniziamo subito» mentre lo diceva, Hasu estraeva la sua katana. Una spada dalla lama sottile e leggermente ricurva, il filo tagliente rosso. Sesshoumaru seguì il suo esempio, brandendo Bakusaiga.
Gli avversari si prepararono a ricevere l’attacco imminente.
I tre fratelli scattarono insieme, ognuno diretto sul proprio avversario con l’obiettivo di dividerli. Erano un potenziale pericolo da soli e insieme potevano esserlo ancora di più.  La velocità con cui si mossero, consentì di ottenere l’effetto desiderato.
Inuyasha si precipitò sullo youkai calabrone, Doku. Per tutto il tempo era stato silenzioso, proprio come a prima volta che lo aveva visto. L’hanyou stava semplicemente facendo incrociare Tessaiga con la sciabola del nemico, e lo stava spingendo all’indietro, sfruttando solo la sua forza fisica. Allontanato dagli altri quanto bastava, iniziarono seriamente il duello. Come la volta precedente, Doku  usava il veleno per attaccare e difendersi. La differenza è che questa volta Inuyasha riusciva  a prevedere le sue mosse e non si lasciava prendere alla sprovvista. Tuttavia, il suo avversario restava molto veloce e difficile da colpire. Ricordando che il Kongosoha era riuscito a ferirlo, provò a lanciarne uno quando fu sicuro di poterlo colpire. Purtroppo, ancora una volta Doku fu più veloce e, con una gran quantità di veleno prodotto dalla sciabola, sciolse tutti i dardi. Questo però diede a Inuyasha il tempo di aprire il varco per l’aldilà.
«Meido Zangetsuha!» una circonferenza perfetta si aprì alla spalle dello youkai, il quale non si fece cogliere impreparato e iniziò a chiudere il varco, proprio come la volta precedente. Inuyasha stava aspettando esattamente quel momento per osservare come faceva.
Lo youkai teneva in mano un piccolo sole dorato, dal quale si sprigionava una flebile luce dorata, mentre pronunciava un qualche formula.
“E’ così che fa!” Inuyasha aveva finalmente capito come batterlo.
Proprio come aveva pianificato con la sorella, l’aveva indotto a chiudere il varco per il regno dei morti e scoprirne il segreto.
Doku era ancora concentrato e non poté schivare il Kaze no Kizu. Il passaggio si chiuse ma il colpo di Tessaiga ebbe l’effetto desiderato. Il braccio e la mano dello youkai presentavano ferite profonde dal quale sgorgava molto sangue, mentre il piccolo sole dorato era caduto più lontano. Doku si affrettò a recuperarlo.
«Non te lo lascerò prendere! Kongosoha!» i dardi di diamante trapassarono sia il piccolo sole che il fianco dello youkai.
«Male … detto» inveì sfiorando con la mano l’oro di un frammento del piccolo sole. Il dardo venne espulso dal suo corpo dal veleno viscoso, che allo stesso tempo stava rimarginando la ferita.
«Muori!» con grande ira, lo youkai scagliò la sciabola verso Inuyasha, la quale si conficco nella mano.
«Dannazione!» imprecò Inuyasha non aspettandosi una mossa così repentina. Ma non ebbe il tempo di preoccuparsi che Doku gli stava venendo contro con il pungiglione dell’addome per iniettargli una dose di veleno mortale.
Con la mano libera Inuyasha sferrò ancora una volta un attacco con Tessaiga :«Meido Zangetsuha!» il Meido si aprì e questa volta lo youkai non poté difendersi. Venne trascinato all’interno del Meido tra urla d’ira.

***

Il tengu era il bersaglio di Hasu. La inu youkai era convita che quello più forte al villaggio dei tengu fosse il capo e invece non era così. Il capo della tribù dei tengu del nord era lì davanti a lei, che si lasciava trascinare lontano, fino al fiume. Era furente di rabbia, desideroso di versare il sangue della youkai che aveva fatto strage della sua tribù. Nonostante tutto riusciva a essere lucido e la cosa non piacque ad Hasu.
«Avermi separato dagli altri non ti avvantaggerà» disse Yukato tentando di intimorire la inu youkai «Anzi, mi hai fatto un favore. In questo modo posso ucciderti tranquillamente senza interferenze e lo farò con l’aiuto dei miei compagni»  in quel momento dal terreno emersero i corpi di diversi tengu. Hasu non faticò a riconoscerli come quelli che aveva sconfitto insieme a Shireiyama. Avevano l’odore dei cadaveri e il loro aspetto era putrido, in decomposizione e le orbite degli occhi vuoti rivolte verso di lei.
“Possibile che li stia richiamando dal regno dei morti?” Hasu non lo credeva possibile ma poteva ingannare i suoi sensi in quel modo?
«Ti infliggerò le loro stesse sofferenze!» le sputò addosso tutto il suo rancore.
Hasu smise di farsi domande e si preparò a fermare ancora una volta quel branco di tengu.
Alcuni degli youkai si lanciarono contro tentando di ferirla. Nessuno di loro ebbe successo e vennero tagliati dalla katana di Hasu. Le carni putrefatte dei tengu vennero bruciate e quando caddero a terra, si dissolsero nella polvere.
La katana di Hasu aveva la capacità di scaldarsi fino a raggiungere la temperatura della lava ma, il modo in cui divennero cenere quei corpi, era esagerato.
Poi tutti i cadaveri l’attaccarono insieme come una massa disorganizzata e confusionaria. Ne colpì la maggior parte, qualcuno le sfuggì e la ferì con gli artigli ma lei nemmeno parve accorgersene. Infine dovette difendersi da delle lame di vento, infrangendole con due fendenti di katana. Non si era mossa di molto, giusto qualche movimento fluido, qualche fendente veloce e preciso. Guardò con disappunto il sangue che le colava lungo il braccio. Non si rese conto che l’avevano ferita a tal punto.
Seguì una seconda ondata di tengu. Quelli che feriva, svanivano come polvere portata via dal vento ma subito ne apparivano altri. Anche le lame di vento continuavano a bersagliarla e una di queste le provocò un profondo e doloroso taglio al fianco. Hasu si guardò il fianco e represse il fastidioso dolore che provava.
“C’è qualcosa che non va … perché non sento nulla quando sono i tengu a ferirmi? E perché non finiscono mai?” Hasu stava cominciando a capire cosa stava realmente accadendo, continuando a difendersi. Arrivò la terza carica, sempre con le stesse modalità.
“Ma certo!” la inu youkai aveva finalmente capito cosa stesse accadendo e si diede della stupida per non essersene accorta prima.
« Yougantetsu !» Hasu pronunciò con decisione il nome della sua katana durante il terzo attacco in massa dei tengu, tagliando una striscia di terra davanti ai suoi piedi, la quale divenne lava. Dalla striscia si sollevarono centinaia di goccioline di lava che vennero lanciate contro ogni singolo tengu. Successivamente una falce di roccia fusa, disintegrò due lame di vento e colpì violentemente Yukato. In quel preciso istante tutti i tengu sparirono e anche le ferite e il sangue che perdeva, fatta eccezione per quella al fianco.
Yukato non aveva richiamato nessuno. Proprio come pensava, si trattava di una semplice illusione. Un’illusione ben curata e riuscita, tanto da confondere i suoi sensi sviluppati.
«Arrenditi e ti risparmierò la vita» Hasu si fece avanti, convinta di avere la vittoria in pugno.
«Scordatelo! Avrò la tua testa fosse l’ultima cosa che faccio!» Yukato la trapassò con il suo sguardo furente. Immediatamente si moltiplicò, circondando la inu youkai. Hasu non ricadde nello stesso trucco per due volte di seguito. Aveva compreso come distinguere le sue illusioni e, con estrema rapidità, trafisse l’originale.
«Com’è  … possibile?» un rivolo di sangue gli uscì dalla bocca.
«L’aspetto, l’odore, i movimenti sono tutti perfetti ma alle tue illusioni manca la volontà. La tua sete di vendetta è così forte da essere percepibile anche se dovessi perdere l’uso dei sensi» gli spiegò Hasu «puoi ancora salvarti».
Yukato però non avrebbe mai ceduto per aver salva la vita, così tentò l’ultimo estremo tentativo di uccidere la inu youkai, allungando velocemente la mano artigliata verso la gola di Hasu. Fu costretto a mollare la presa per l’eccessivo dolore che provò all’altezza dall’addome. La Yougantestu stava progressivamente aumentando la sua temperatura, provocando lo scioglimento del corpo del tengu. Quest’ultimo si lasciò a qualche lamento straziato prima di abbandonarsi alla morte.

***

Sesshoumaru era impegnato a sostenere un difficile scontro con il suru youkai. Sembrava essere più forte della volta precedente. Stava combattendo con meno sfrontatezza e più attenzione. La sua velocità era aumentata ulteriormente, rendendo quasi impossibile colpirlo. La tempistica che vi era tra la difesa e l’attacco rasentava la perfezione. Creava delle potenti barriere difensive con lo scudo e nel momento più propizio, sferrava micidiali fendenti tanto veloci da provocare un rumore che stordiva l’avversario. 
Per quel tipo di combattimento Sesshoumaru cominciava a innervosirsi. Solo poche volte era riuscito a creare danni al suru youkai: una quando usò il colpo energetico di Bakusaiga, il quale era riuscito a creare qualche crepa nello scudo, e una volta che lo prese alla sprovvista, usando i suoi artigli avvelenati.
Allo stesso tempo Zurugashi non era in grado di infliggere ferite gravi al suo nemico. L’inu youkai gli teneva testa in velocità e sembrava molto più motivato della volta precedente, come se avesse uno scopo preciso. Inoltre, la volta scorsa c’era stata quella strana ningen che coinvolse per studiarla. In quel momento dall’inu youkai non percepiva nessun istinto omicida o ostilità, forse un minimo d’istinto combattivo. Malgrado ciò aveva rispetto per il suo avversario. Era indubbiamente uno youkai dalla grande forza e valore.
«Siete un degno rivale Sesshoumaru-sama» disse d’un tratto il suru youkai in un attimo di pausa. Sesshoumaru si meravigliò dell’improvviso rispetto con il quale gli si era rivolto. Ricordava bene quanto fosse stato irritante la mancanza di deferenza nei suoi confronti la prima vota che lo aveva visto.
«Essere cortese non ti risparmierà la vita» Zurugashi scoppiò in una fragorosa risata.
«Ceto che no! Lo so, lo so. Riconosco la vostra forza e per me è sempre un onore scontrarmi con avversari di un certo livello»
«Dunque è per questo che combatti?» il tono di voce si Sesshoumaru era privo di ogni espressione, quasi come se la cosa non lo riguardasse.
«In un certo senso sì. Con il mio branco ho sempre viaggiato alla ricerca di rivali da sconfiggere per dimostrare la mia superiorità. Kyoufuumaru-sama è uno youkai dalla forza straordinaria e per questo ho deciso di mettermi al suo servizio. Questo non vuol dire che mi sia sottomesso a lui. Desidero essere il migliore e quando sarò al suo livello, prenderò il suo posto»
«E lo aiuti? Il tuo ragionamento non ha senso» il suru youkai rise ancora di gusto.
«Non avete tutti i torti ma non sarà una naginata a fermarmi o qualche terra in più» a quelle parole Sesshoumaru assottigliò gli occhi ma Zurugashi non se ne accorse, continuando «Kyoufuumaru-sama diventerà ancora più temibile e dimostrare di essergli superiore, mi darà maggiore soddisfazione»
«A cosa mira questo Kyoufuumaru?»
«Dovrete guadagnarvele queste informazioni»
«Stolto! Credi di potermi sconfiggere?» Sesshoumaru non desiderava altro che mettere a tacere quella scimmia.
«Lo vedremo!» lo provocò.
Tornarono alle loro posizioni di combattimento. Le tattiche di attacco e difesa non cambiarono fino a quando Sesshoumaru non ebbe un’idea.
Con una finta indusse il suru youkai ad attaccare con il rochin, invece di schivare o parare, attaccò con la Bakusaiga il rochin stesso. Il potere corrosivo della spada si abbatté sull’arma e si propagò al timbei.
«Cosa?» Zurugashi non poteva credere a quello che stava succedendo.
Sesshoumaru aveva avuto l’intuizione giusta. Il suo nemico non era solo abile nell’alternare difesa e attacco ma esisteva un vero e proprio legame tra le due armi, come se fossero una sola. Grazie a ciò la corrosione si propagò da l’una all’altra arma.
Il suru youkai fu costretto ad abbandonare le sue armi per non lasciare che la corrosione si trasmettesse al suo stesso corpo.
Era giunto il tempo di terminare quel duello, che si era protratto fin troppo. Sesshoumaru scattò in avanti e trafisse Zurugashi con la sua mano artigliata. Il suru youkai aveva provato a fermarlo, afferrandogli la mano ma dovette cedere alla sua forza.
«I miei artigli sono velenosi. Ti condurranno alla morte in pochi minuti. Ora parla» disse trionfante Sesshoumaru.
Zurugashi sogghignò mesto, costretto ad arrendersi all’evidenza. In un attimo la situazione era stata ribaltata e lui non aveva più vie di scampo.
«Alla fine avete vinto voi … sia! Vi dirò cosa volete sapere»
«A cosa mira Kyoufuumaru?»
«Alla conquista delle terre dell’Ovest. Le vostre terre erano il sogno di conquista del padre di Kyoufuumaru-sama. Il figlio ha ereditato questa volontà ed è lo scopo per il quale si è addestrato per un’intera vita»
«Per un motivo così futile si è impossessato dell’Hakaitsume?»
«Sì! Quell’arma gli conferirà la forza necessaria per uccidere voi, figli di Inu no Taisho»
«Anche se non è completa?»
«E’ sufficiente. Kyoufuumaru non è solo forte. E’ astuto e ha un ottimo collaboratore»
«Chi è?»
«Un houshi dall’elevato potere spirituale e dallo smisurato odio verso gli youkai»
«L’ultima domanda. Perché Kyoufuumaru-sama ha attaccato la donna di nome Moriko?»
«Non mi domandate come mai un monaco che odia gli youkai, collabora proprio con loro?»
«Non mi interessa! Rispondi alla mia domanda»
Il suru youkai sorrise al cambiamento di tono nella voce di Sesshoumaru. La donna a cui si riferiva era la stessa ce l’aveva quasi ucciso. Ci aveva visto giusto. Sesshoumaru provava qualcosa per lei.
«All’inizio non vi era stato alcun motivo ma da quell’incontro casuale Kyoufuumaru-sama fece una scoperta assai interessante» Sesshoumaru lo indusse a proseguire «in lei è sigillata la seconda parte della naginata» la notizia scioccò l’inu youkai.
Come era possibile? Per tutto il tempo che era stato al suo fianco non si era accorto di nulla, nemmeno Hasu e Shireiyama lo sospettavano. Eppure quella poteva essere la spiegazione all’origine del suo strano potere.
«Sesshoumaru-sama dovreste affrettarvi o della vostra umana non rimarrà nulla»
«Non vorrai dire …»
«Sì, Sesshoumaru-sama. Kyoufuumaru-sama in questo momento è nelle vostre terre per completare l’Hakaitsume» in uno scatto di rabbia, penetrò ulteriormente nella carne e iniettò il suo veleno. In pochi attimi Zurugashi morì.
Dietro di lui Hasu e Inuyasha avevano sentito tutto.
«Torniamo a palazzo»





Salve! Lo so vi sto tenedo sulle spine per Moriko (almeno spero non vi siate dimenticati di lei) ma bisognava dedicare un pò di attenzione ai fratelli e poi un pò di attesa non ha mai fatto del male a nessuno.
Bando alle ciance ... Sesshoumaru, Inuyasha e Hasu si sono finalmente sbarazzati di quei tre e corrono a palazzo per fermare Kyoufumaru ... ma cosa sarà successo a Moriko e agli altri nel frattempo?
Ecco l'immagine del capitolo  clicca qui   e con questo vi saluto
Alla prossima ;)
 

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Capitolo 16
*** Tsuyo ***


FFI_16                                                                       TSUYO




Aveva svolto il suo compito eccellentemente. Il suo signore ne era soddisfatto, il quale non nascondeva la brama di possedere finalmente l’Hakaitsume completa. Il washi youkai l’aveva incitato a consegnargli la seconda parte dell’arma e stava per farlo, quando dalla donna, che era ancora sofferente a terra, avvertì qualcosa d’insolito. Su di lei era imposto un ulteriore sigillo, decisamente più particolare. Non l’aveva mai visto di persona ma ne aveva studiato il funzionamento. Davvero non credeva che qualcuno avesse mai potuto usarlo realmente.
«Kyoufuumaru-sama, vi prego di aspettare. Ho qualcos’altro da fare con questa donna» il washi youkai non capì ma sapeva che di sicuro il suo fidato alleato aveva scoperto qualcosa d’interessante.
«Moriko …» Shireiyama provò disperatamente di sottrassi al peso di Kyoufuumaru, inutilmente. Non aveva più un briciolo di energia demoniaca ma aveva paura che potessero far del mare a Moriko o peggio che la uccidessero.
«Moriko» chiamò ancora.
«Taci!» l’okami youkai emanò un urlo soffocato per il dolore. Kyoufuumaru per zittirlo aveva girato la lama nella ferita, provocandogli una fitta terribile. Shireiyama non poteva fare altro che guardare. Nessuno degli altri presenti era riuscito ad infrangere la barriera dell’houshi e nessuno poteva soccorrerla.
Katashi all’interno della barriera si era inginocchiato ad esaminare Moriko: non aveva nemmeno la forza di alzarsi e respirava affannosamente, eppure i suoi occhi non vacillavano. Era determinata a non morire e liberarsi da quella situazione.
«Tra poco starai meglio vedrai»
«Bastardo lasciami andare … hai preso quello che volevi … lasciami» Katashi ignorò le sue proteste, si allontanò di qualche passo e prese due fuda bianchi. Si ferì leggermente un dito e col suo sangue scrisse qualcosa sui fuda, che appoggiò a terra lasciando dello spazio tra loro.
“Dannazione devo fare qualcosa” Moriko guardò il suo machete poco distante. Se fosse riuscita a prenderlo, avrebbe potuto fermare l’houshi e salvarsi.
Katashi si sedette con le gambe incrociate in meditazione.
Moriko si fece forza e cominciò ad alzarsi con le gambe e le braccia che le tremavano. Prese il machete e provò a tralasciare il dolore. Non si sarebbe arresa fino all’ultimo.
I due fuda si sollevarono e si posizionarono ai lati di Moriko, creando due colonne luminose dalle quali venivano liberate piccole scariche elettriche.
Moriko fu costretta ad inginocchiarsi come se qualcosa la stesse spingendo verso il basso.
“Non voglio!” Moriko lanciò il machete nella direzione di Katashi. L’houshi fu pronto a schivarlo anche se gli lasciò un graffio sul volto.
«Non dovresti opporti. Sto per farti un favore»
«Se voi farmi un favore, lasciami andare!» ribatté Moriko al limite della sopportazione. Stava lottando contro l’orribile sensazione che le attanagliava l’anima. Come qualcosa di già provato, la stessa orribile sensazione dei suoi incubi.
«Tu hai un potere particolare o meglio dovrei dire … avevi. Non ti sei mai domandata da dove venisse?» Moriko lo fissava. Aveva catturato la sua attenzione e per un attimo si dimenticò in che situazione disperata si trovasse.
«La tua abilità di manipolare il potere demoniaco è la stessa della parte della Hakaitsume imprigionata dentro di te. Non facevi altro che utilizzare il suo potere» tutta l’attenzione era rivolta al monaco, che compiaciuto, continuò la spiegazione «un normale essere umano non può farlo ma uno youkai sì»
«Uno … youkai» sussurrò Moriko incredula. Quel tizio stava dicendo che lei era uno youkai?
«Ti farò tornare quello che eri» Katashi congiunse le mani e per Moriko tutto divenne  confuso, le si acutizzò il dolore e udì le parole dell’houshi come strani suoni. Ciò che le aveva appena detto la mandò in confusione e non ebbe più la forza di reagire. Tutto si fece nero.
«Moriko nee-chan!» urlò Rin spaventata per la sorte dell’amica.
Noumu si fermò, senza più lottare come se qualcosa l’avesse bloccato. Lo stesso fecero Shippo e Jaken. Shireiyama aveva compreso ciò che l’houshi aveva fatto a Moriko, come lo avevano capito gli altri youkai presenti: il suo odore era cambiato.
La barriera si dissolse e ogni luce svanì, mostrando chiaramente i due che vi erano all’interno.  Di fronte a Katashi vi era una youkai dall’aspetto identico a quello di Moriko, differenziava solo per alcuni dettagli. I lineamenti erano meno arrotondati, gli occhi divennero blu come i capelli, artigli e canini erano lunghi e affilati.
Si reggeva la testa con una mano per un fastidioso dolore.
«Ma che diamine! Che cavolo volevi fare monaco?» disse infastidita. Sollevò la testa e si sentì spaesata. Quello scenario non era quello che si ricordava, non c’erano tutte quelle persone intorno a lei in più si trovava in una foresta e non in un giardino di un palazzo. Guardando meglio quello non era nemmeno l’houshi che voleva sigillarla.
«Chi sei?» domandò pronta alla lotta.
«L’uomo che ti ha aiutata»
«E l’altro houshi?» inizialmente Katashi contrasse le sopracciglia non capendo, poi intese che molto probabilmente si riferiva all’houshi che gli aveva imposto il sigillo. Voleva dire che non aveva ricordi di quando era stata una ningen?
«Non c’è nessun altro houshi qui» la youkai restò sospettosa. Improvvisamente i suoi sensi venero attirati da un’aura demoniaca decisamente a lei familiare. Si voltò nella direzione di uno youkai con un paio di grosse ali, che teneva conficcata un’arma nel corpo di un altro youkai.
«Hakaitsume … » le uscì solo un filo di voce tale fu la sorpresa. L’arma che fu sua un tempo, che era andata persa, nascosta chissà dove da quel bastardo di inu youkai.
Kyoufuumaru sogghignò, divertito dalla svolta che avevano preso gli eventi. Il suo fedele Katashi aveva fatto una scoperta davvero interessante.
Liberò Shireiyama e andò incontro alla youkai.
«Conosci quest’arma?»
«Come fai ad averla?» la youkai lo fissava intensamente.
«Quindi la conosci. Non dirmi che sei lo youkai a cui è stata sottratta da Inu no Taisho?» domandò ancora, superandola e andando a recuperare il secondo pezzo della naginata ancora nelle mani di Katashi.
Godette nel vedere la youkai mostrare le zanne e ammettere così che era lei.
«La rivuoi, non è vero?» lentamente staccò la parte fasulla della Hakaitsume e  congiunse le due autentiche «mi dispiace ma ora appartiene a me»
«Bastardo!» ringhiò la youkai.
«Moriko allontanati! Va via da lui!» lo youkai ferito urlò rivolgendosi a lei. La youkai si concesse di distogliere lo sguardo dal suo interlocutore.
«Chi è questa Moriko?  Non è il mio nome» Shireiyama temette che le cose stavano, se possibile, per peggiorare.
«Sei tu Moriko! Quell’houshi ti ha liberato da un sigillo che ti ha reso umana»
«Cosa stai blaterando? Io umana?» disse disgustata.
«Non ascoltarlo! Sei una youkai e a quanto vedo potente. Diventa mia alleata, in questo modo potrai per lo meno tenere sott’occhio l’Hakaitsume» le propose Kyoufuumaru sfacciatamente. Sapeva che, con la naginata nelle sue mani, una youkai come lei non poteva competere e, a meno che non fosse del tutto pazza, non si sarebbe mai messa a fronteggiarlo.
«Non farlo, Moriko!» la implorò Shireiyama. Faticava anche a muoversi ma non poteva certo lasciarla andare.
«Smettila con questa Moriko! Io sono Tsuyo! La yasei inu youkai Tsuyo» affermò con decisione. Aveva come un vuoto di memoria e quella situazione le sembrava assurda. Si trovava in un luogo di cui non aveva memoria ma che aveva un odore che le ricordava vagamente Inu no Taisho. Era ricomparsa l’Hakaitsume ed era nelle mani di uno youkai potente. Un altro la chiamava Moriko  senza saperne il perché e infine le aveva detto che era diventata umana … assurdo! Doveva capirci qualcosa di più ma aveva bisogno di tempo.
Noumu era rimasto scioccato per tutto il tempo come Rin, Shippo e Jaken che gli erano a fianco. Moriko, la sua amica Moriko, era diventata una youkai e rischiava che quel Kyoufuumaru la portasse via. Non l’avrebbe permesso e d’istinto si lanciò all’attacco sul washi youkai. Nel momento che stava per balzargli alla gola, ricevette un violentissimo colpo che lo fece volare via per alcuni metri. Tsuyo l’aveva fermato, non gradendo l’interferenza.
«Noumu!» Rin corse da lui incredula, seguita dal kitsune. Jaken era sorpreso quanto la ragazzina e comprese meglio di tutti quanto la cosa stava diventando pericolosa e raggiunse Rin per proteggerla.
Shireiyama sbarrò gli occhi non potendo crederci. Moriko non l’avrebbe mai fatto.
«Qual è la tua scelta, Tsuyo?» Kyoufuumaru trattenne un sorriso di vittoria poiché conosceva la risposta.
«Mi alleerò con te» in quel momento le sembrò la decisione più sicura per lei. Non era saggio inimicarsi uno youkai potente, con in più in possesso dell’Hakaitsume. In seguito avrebbe pensato a un modo per impadronirsene.
«Molto bene!» dopodiché si rivolse ai suoi nemici «da questo momento il palazzo del Signore dell’Ovest appartiene a me»
«Rin dobbiamo andarcene! Qui è pericoloso!» Jaken la supplicava tirandola per un braccio.
«Aah! Sta guardando da questa parte!» strillò spaventato all’occhiata di Kyoufuumaru e tirò con maggiore forza.
«Tsuyo occupatene tu» alla youkai non fece piacere ricevere ordini ma non si sarebbe messa a protestare, almeno per il momento.
Si girò e cominciò a camminare verso di loro molto lentamente.
«Rin!» continuò a pregarla Jaken insieme a Shippo, il quale aveva compreso che non c’era altro da fare. La ragazza scuoteva Noumu che non dava cenno di volersi allontanare. Aveva negli occhi una luce pericolosa e si capiva chiaramente che non avrebbe permesso a Moriko di compiere quella sciocchezza. Tuttavia in quel momento non era in grado di competere con lei in forma demoniaca.
Tsuyo avanzò il passo e compì un balzo per attaccarli con la sua mano artigliata.
I tre chiusero gli occhi ma il colpo non arrivò. Alzando lo sguardo, videro due youkai che li avevano protetti. Erano i due servitori di Sesshoumaru che si occupavano del palazzo.
«Jaken-sama, vi abbiamo preparato una via di fuga» disse Sunao alle spalle di Shunji che tratteneva a fatica la mano della yasei inu youkai.  
«Noumu vieni qui!» Shireiyama ringraziò mentalmente il cielo per l’intervento tempestivo dei due servitori. Si era faticosamente rimesso in piedi e aveva richiamato Noumu con tutta l’autorità che possedeva su quel lupo. Doveva mettere tutti al sicuro, in quello stato Moriko non avrebbe ragionato.
«Noumu ti ordino di venire qui immediatamente!» insistette, vedendo che l’okami youkai titubava. Alla fine Noumu dovette cedere, fece salire tutti sulla sua groppa e infine Shireiyama.
«Segui le indicazioni di Jaken» gli ordinò. Il kappa sapeva di sicuro qual era la via di fuga che i due youkai avevano preparato per loro «Sunao, Shunji dovete raggiungerci anche voi!» fu l’ultima cosa che disse Shireiyama. Era sfinito e non sapeva più dove prendere la forza per reggersi su Noumu.
«Sì, Shireiyama-sama!» risposero all’unisono e seguì un urlo per cacciare indietro Tsuyo.
I quattro fuggirono grazie al prezioso tempo che Sunao e Shunji gli avevano concesso.  

***

Correva freneticamente con Sesshoumaru al suo fianco, agitato quanto lei, e Inuyasha dietro che faticava a tenere il passo.
Non poteva ancora crederci eppure sembrava tutto così chiaro, come se ogni tassello tornasse al suo posto.
Lo strana capacità di Moriko altro non era che il potere dell’Hakaitsume. Sentendo i racconti di Miyoga, un’idea del genere non l’aveva neppure sfiorata. Come era mai possibile che un’arma sigillata decine  e decine di anni prima si trovasse nel corpo della sua piccola allieva. Si maledisse per non esserne accorta, si maledisse per essersene andata, per non aver compreso i piani di quel Kyoufuumaru e averli assecondati. Sperava solo di arrivare in tempo, che Moriko e Shireiyama stessero bene e con loro tutti gli altri.
Tormenti simili assillavano la mente di Sesshoumaru. Se solo quel Kyoufuumaru avesse torto un capello a Moriko o peggio a Rin, non avrebbe visto l’alba di un altro giorno.
Un odore li fece fermare. Sembrava che lo conoscessero ma aveva qualcosa di diverso.
“Moriko?” fu il primo pensiero di Hasu ma temeva che non sarebbe stata lei a venirgli incontro.
Comparve una youkai con indosso un kimono di colore azzurro, capelli sciolti blu e occhi dello stesso colore, per il resto era identica a Moriko. Anche il suo odore era lo stesso con l’aggiunta di quello di un inu youkai, solo più selvaggio, probabilmente faceva parte della famiglia degli yasei inu youkai.
«Moriko …» Hasu ricevette un’occhiataccia da parte della youkai.
«Kyoufuumaru mi manda a riferirvi che ha preso possesso del palazzo del Signore dell’Ovest e che non ci vorrà molto tempo prima che vi uccida» la youkai parlava in modo distaccato come se la cosa non la riguardasse. Detto ciò che doveva, stava per andarsene.
«Sei Moriko non è vero?» insistette Hasu. Quello che stava dicendo era illogico ma oltre la somiglianza, c’era qualcosa dentro di lei che le diceva che era così.
«Il mio nome è Tsuyo!» sbottò adirata la youkai. Era stata chiamata ancora una vota con quel nome che non le diceva nulla.
«Che ne è stato di quelli che erano a palazzo?» Sesshoumaru si fece avanti affiancando la sorella. Esattamente come lei, quella youkai le ricordava Moriko per quanto sembrasse impossibile.
«Sono fuggiti ma l’okami youkai più forte era ferito gravemente» disse fissando Sesshoumaru senza paura. L’inu youkai non poté che associare quegli occhi a quelli di Moriko.
La notizia li aveva messi in agitazione ma almeno sapevano che erano vivi.
«Non ho altro da dirvi» Tsuyo scattò all’indietro, voltandosi per tornare a palazzo.
«Aspetta!» Hasu volle afferrarla, trattenerla e indagare su quella youkai. Anche Sesshoumaru volle fare la stessa cosa, purtroppo la youkai fu troppo veloce. Stavano per partire al suo inseguimento quando vennero fermati da Inuyasha.
«Siete impazziti?» li afferrò entrambi per le maniche.
«Non intrometterti!» ringhiò Hasu.
«Volete farvi ammazzare? Quella è diretta al palazzo dove sta Kyoufuumaru»
«Lo so benissimo»
«E allora datevi una calmata! Troviamo gli altri e poi penseremo a cosa fare» disse Inuyasha più calmo.
Aveva ragione lui, seguendola si sarebbero messi solo in pericolo. Poteva trattarsi di una trappola e, in ogni caso, sapevano dove si trovasse quella youkai tanto somigliante a Moriko.
Sesshoumaru continuò a fissare la direzione del suo palazzo. Punire con la morte Kyoufuumaru per quel che stava facendo era il minimo, però trovare gli altri era più importante e avrebbero chiarito chi fosse la misteriosa youkai.

***

Sunao e Shunji, anche loro messosi in salvo, avevano atteso il ritorno del loro padrone in un luogo sicuro, distante dal rifugio in cui stavano gli altri. Erano piuttosto mal ridotti ma ancora abbastanza in forma per muoversi da soli.
Gli avevano brevemente raccontato gli ultimi avvenimenti, purtroppo la loro versione aveva molti buchi. Non avevano assistito a tutto poiché quando capirono che Shireiyama non sarebbe riuscito a sconfiggere il washi youkai, erano corsi a preparare la via di fuga.
Verso est, in una grotta tra le montagne, avevano trovato riparo gli scampati all’attacco. Shireiyama aveva infine ceduto e dormiva da parecchio tempo per recuperare le forze. La sua ferita era seria ma nulla di mortale, ciò che aveva avuto i maggiori effetti negativi, era l’aver sopportato per troppo tempo l’Hakaitsume nel proprio corpo mentre questa gli sottraeva energie. Rin e Shippo erano ancora scossi, incapaci di realizzare appieno quello che avevano subito. In particolare Rin non si era nemmeno accorta di aver messo da parte i suoi timori per i due okami youkai. E come poteva con Noumu in quello stato? Le faceva pena vedere il fiero lupo rannicchiato in un angolo a fissare il vuoto. Sembrava che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all’altro.
Jaken da un lato si sentiva sollevato dall’aver messo in salvo Rin, almeno Sesshoumaru non l’avrebbe ucciso, dall’altro prevedeva che l’umore del suo signore non sarebbe stato dei migliori e immaginava che ci sarebbe andato di mezzo.
Moriko non c’era.
La sua assenza aveva messo in allarme i tre fratelli e i loro sospetti vennero confermati dal racconto di Jaken e Rin. Alla ragazza costava fatica trovare le parole da utilizzare e quando diventava troppo pesante, Jaken interveniva e continuava fino a quando Rin non se la sentiva di proseguire.
Quella notte nessuno riuscì a riposare. Hasu, nella parte più interna della grotta, teneva la testa del compagno sulle gambe. Gli accarezzava i capelli, realizzando solo in quel momento che aveva rischiato di perderlo per davvero.
Inuyasha stava per i fatti suoi seduto sul ramo di un albero appena fuori della grotta. Rifletteva su quali sarebbero state le conseguenze dell’insediamento di Kyoufuumaru nel palazzo di Sesshoumaru e se avrebbe potuto avere ripercussioni non solo sugli youkai ma anche sui i ningen.
Sesshoumaru era con le spalle appoggiate alla parete d’ingresso della grotta. Chiunque si fosse soffermato ad osservarlo non avrebbe potuto definirlo se non normale. Tutto ciò che non era. Mille pensieri e domande gli affollavano la mente. Era pieno di rabbia nei confronti di quel dannato di Kyoufuumaru e più importante Moriko le era sfuggita dalle mani. Ora riusciva a spiegarsi perché provasse tanto interesse nei confronti della donna e che lei in realtà fosse una youkai, si poteva dire che l’aveva reso felice.
Tuttavia quella non era Moriko. Le assomigliava nell’odore e nell’aspetto ma era una youkai che non poteva aver nulla dell’umanità di prima. Anche se il suo sguardo per poco era stato quello di Moriko. Forse la ningen Moriko non era del tutto scomparsa.
«Sesshoumaru-sama, posso?» chiese gentilmente Rin.
Sesshoumaru annuì. La ragazza aveva bisogno di sentire la sua vicinanza.
«Sesshoumaru-sama, Moriko tornerà quella di prima?»
Dunque anche Rin pensava alla sorte della donna.
«Quella di youkai è la sua vera natura»
«Non mi riferivo a quello. Quando si è trasformata in youkai, mi è parsa violenta e aggressiva come se fosse stata un'altra persona»
L’istinto combattivo, a stento trattenuto che aveva avvertito chiaramente Sesshoumaru, Rin l’aveva visto sotto forma di violenza scagliata contro Noumu.
«Il suo sguardo…» Rin non capì e guardò Sesshoumaru con perplessità.
«Era quello di Moriko. Solo per poco ma era Moriko» lo stava dicendo per fare forza a Rin e allo stesso tempo per convincere se stesso.
«Sesshoumaru-sama, salvate Moriko»
«Lei mi aveva promesso che avrebbe aspettato il mio ritorno per poi viaggiare insieme a noi. Le farò mantenere quella promessa, che lei lo ricordi o no» Rin si rincuorò a quelle parole.
Sesshoumaru teneva davvero a Moriko e non avrebbe rinunciato a lei facilmente. Più tranquilla si appoggiò alla spalla dell’inu youkai. Nessuno li stava guardando e Sesshoumaru la lasciò fare. Un po’ alla volta il sonno ebbe la meglio e si addormentò.




Salve!!!
Ahi ahi la situazione si è fatta complicata! Chi l'avrebbe detto che Moriko fosse addirittura una youkai (credo che si fosse intuito). E ora che faranno?
Siamo alle battute finali e il confronto con Kyoufumaru si avvicina.
Un grazie speciale a Mac99 e ScarlettloveTomRiddle e tutti coloro che continuano a leggere.
Quasta volta vi saluto con una piccola novità : clicca qui  
Alla prossima ;)

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Capitolo 17
*** C'è ancora speranza ***


                                                          C' E'  ANCORA SPERANZA 




Il palazzo non era male. Era grande, elegante e in un’ottima posizione … peccato per quell’odore persistente di inu youkai. Col tempo anche quello sarebbe sparito.
Kyoufuumaru se ne stava nella sala principale a godersi la sua prima conquista. Tutto stava andando come aveva previsto, l’unica vera perdita furono i suoi tre servitori mandati a sviare le tracce ai tre fratelli. Avevano svolto il loro compito ed erano morti, tuttavia sarebbero stati rimpiazzati presto da schiere di youkai provenienti dal nord.
Appoggiato ad una parete non lontano da lui, Katashi si era appisolato. Doveva essere davvero molto stanco per addormentarsi in sua presenza e appena sveglio si sarebbe scusato almeno un centinaio di volte. Era stano per lui avere un ningen come alleato eppure poteva dire di fidarsi ciecamente solo di quell’houshi. Senza considerare la sua forza non indifferente.
Un piccolo suono destò il ningen dal sonno.
«Ben svegliato» Katashi si riprese subito e capì di essersi addormentato in presenza del suo signore. Si sentiva ancora terribilmente stanco dopo aver sciolto due potenti e antichi sigilli.
«Perdonate la mia debolezza, mio signore» 
«Non vedo alcuna debolezza. E’ inevitabile rilassarsi con questa calma» Kyoufuumaru era sereno come poche volte lo era stato. Sapeva di essere solo all’inizio dell’opera ma era fiducioso e si sarebbe goduto ogni attimo.
«Gradirei non mi viziaste, Kyoufuumaru-sama» il tono del monaco era sempre serio. Kyoufuumaru rise piano.
Sapendo che qualunque altra scusa sarebbe stata inutile, Katashi, si alzò per andare altrove.
«Dove vai?» gli domandò Kyoufuumaru, quasi dispiaciuto.
«Sopra a dormire in un posto più conveniente»
«Già che ci sei porta questi a Tsuyo» il washi youkai estrasse dalla manica dei pezzi di carta.
«Quelli che abbiamo trovato nella biblioteca?»
«Sì. Lei ricorda qualcosa?» domandò come ultima verifica prima di consegnargli i fogli.
«Pare non ricordi nulla» Kyoufuumaru annuì e lasciò i fogli alle cure di Katashi.

***

Continuava a camminare per tutto il palazzo, incapace di darsi pace. Cercava di non mostrare la sua agitazione e sembrava riuscirci ma dentro di lei albergavano fin troppe domande senza risposta. Aveva un grosso vuoto di memoria e quel posto non faceva che aumentare la confusione.
Si fermò, ancora una volta, davanti ad una stanza che aveva un odore decisamente simile al suo. Un odore che sapeva di umano, ma che ricordava il suo. Tutto in quel posto le sembrava conosciuto nonostante potesse affermare con certezza di non esserci mai stata. Il nome Moriko tornava prepotente nella sua mente in ogni attimo di silenzio, come si facevano spazio le voci di quelli che l’avevano chiamata Moriko e altre che non sapeva a chi appartenessero.
Fece scorrere la porta della stanza per entrarvi. Si bloccò quando percepì che il monaco umano si stava avvicinando. Richiuse la porta e gli andò incontro.
«Tsuyo, stavo cercando te!» esordì Katashi con calma e un po’ di sonnolenza.
La youkai aggrottò le sopracciglia infastidita.
«Cosa vuoi?»
«Kyoufuumaru-sama mi porta a consegnarti questi» e le porse i fogli.
Tsuyo guardò prima i pezzi di carta e poi i suoi occhi. Quel ningen la spaventava e la calmava allo stesso tempo e non sapeva cosa aspettarsi da lui.
«Perché un ningen mite come te serve uno youkai assetato di potere come Kyoufuumaru?» domanda diretta senza troppi giri di parole. Era uno dei tanti quesiti che affollavano la sua testa.
«Perché una domanda del genere?»
«Voglio capire chi siete e se posso fidarmi di voi» Katashi rimase sorpreso. Forse c’era davvero la possibilità di portare quella youkai dalla loro parte.
«Andiamo a sederci» Katashi l’invitò ad entrare nella prima stanza più vicina. Tsuyo accettò e si accomodò al centro della stanza seguito dall’houshi. I movimenti di Katashi erano lenti e misurati e si concesse pochi minuti prima di riprendere la parola.
«Kyoufuumaru-sama non si può certo definire un animo gentile o di buon cuore, è pur sempre uno youkai e molto potente per giunta. Kyoufuumaru-sama è uno youkai a cui piace dimostrare la sua forza ma non è spietato» il tono della voce si fece più fermo «già da molto giovane detestavo il mondo in cui vivevo. Un piccolo villaggio di samurai con l’unico scopo nella vita di fare la guerra. Mi rifiutai di seguire quella via segnata dal sangue e decisi di diventare un monaco. Ero felice della scelta fatta e ogni giorno mi impegnavo con tutte le mie forze. Ero al seguito di un gruppo di houshi erranti e portavamo il nostro aiuto ai bisognosi che incontravamo. Però, passava il tempo e il dolore, la cattiveria, le ingiustizie, la guerra e la violenza non finiano mai. Una notte, in un villaggio saccheggiato dai banditi, come se non bastasse, arrivò anche uno sciame di youkai assetati di sangue, uccidendo tutti. Io lottai senza arrendermi e alla fine comparve uno youkai alato che pose fine alla vita di quegli altri. Pensavo volesse uccidere anche me e invece mi disse che quelle terre sarebbero presto passate sotto il suo controllo e che potevo trovarmi un altro villaggio in cui vivere, poiché nessuno si sarebbe opposto alla sua forza. In quel momento realizzai cosa dovevo fare per fermare la volenza che permeava il mio mondo. Sotto il dominio di Kyoufuumaru-sama nessuno avrebbe osato ribellarsi e anche gli umani, con il giusto timore, avrebbero cessato di farsi la guerra. Per mia fortuna ho grandi poteri spirituali e Kyoufuumaru-sama mi prese con se»
Tsuyo ora sapeva a cosa aspirava il washi youkai.
«E se qualcun altro reclama il potere che Kyoufuumaru vuole?» era chiaro che Tsuyo stesse facendo riferimento a se stessa.
«Verrebbe spazzato via. In questo momento non c’è ningen o youkai che può batterlo» Katashi riacquistò vigore «se decidi di essere sua alleata e non sua nemica, Kyoufuumaru-sama ti considererà una sua pari» detto ciò, tornò a porgerle i fogli.
«Non hai sentito nemmeno la mia risposta?»
«So già che farai quello che ti dirà. Sei saggia abbastanza per sapere che non puoi competere con lui. Se un giorno perderai la ragione e vorrai sottrargli il suo potere, io ti ho avvisato riguardo la fine che farai»
«Tsk!» Tsuyo si innervosì. Quanta insolenza da parte di un ningen!
Prese i fogli e lesse il contenuto. Era nomi di tre oggetti e due luoghi.
«Che roba è?»
«Se leggi con attenzione capirai che hanno un nesso con l’Hakaitsume»
Facendo più attenzione sul foglio c’era una specie di titolo che recitava “Oggetti sigillo Hakaitsume”. Rilesse con più attenzione.
«Kyoufuumaru-sama vuole che recuperiamo questi oggetti o almeno uno, per evitare che l’Hakaitsume possa essere nuovamente sigillata»
“La pietra dell’aldilà che possiede mia madre … è un palazzo tra le nuvole … da casa nostra devi procedere verso sud-est ma lascia perdere non sopporta la vista di un okami youkai, figurati una ningen” diverse voci si susseguirono nella mente di Tsuyo. Ne riconobbe solo una, l’ultima, ed era quella dell’okami youkai che Kyoufuumaru aveva infilzato con la naginata. Le apparve anche l’immagine di una casa per metà nella roccia e stranamente le parve di sapere dove si trovasse. Scosse la testa come per riordinare i pensieri.
«Qualcosa non va?» si preoccupò Katashi.
«Tutto bene. So dove si trova il frammento per la via dei morti»

***
Nella grotta il gruppo di youkai, Inuyasha e Rin, stavano decidendo il da farsi.
Sunao e Shunji erano sempre nei dintorni a controllare se ci fossero pericoli. 
«Non ci resta che trovare quei tre oggetti e sbarazzarci dell’Hakaitsume» Shireiyama ancora non riusciva a sopportare la sconfitta e ciò che aveva permesso facessero a Moriko.
Appena ripresosi non perse tempo e coinvolse tutti nel mettere su una strategia d’azione.
«Tu ricordi tutto, Rin? Oggetti e luoghi?» si sincerò Inuyasha. Non aveva voglia che qualcuno si doveva introdurre nel palazzo controllato da Kyoufuumaru per recuperare gli appunti di Moriko.
«Ogni cosa! Ho lavorato anch’io insieme a Moriko» affermò con sicurezza Rin.
«Anch’io ricordo tutto alla perfezione» si aggiunse anche Shippo a dare man forte alla ragazza. 
«Faremo prima se ci dividiamo, tutti d’accordo?» Hasu, più che chiedere un parere, sembrò aver impartito un comando. Tutti annuirono.
«Rin verresti con me e Noumu?» l’okami youkai si rivolse direttamente alla ragazza, senza interpellare il parere di nessun altro.
Rin non si aspettava una richiesta simile. Perché voleva che fosse lei ad accompagnarlo? Sarebbe dovuta stare sola con i due okami youkai?
Shireiyama vedendo che esitava, aggiunse «eravamo noi presenti, quando hanno strappato dal corpo di Moriko la parte dell’Hakaitsume e quando l’hanno riportata allo stato di youkai. Sei accorsa in aiuto di Noumu e hai sofferto insieme a noi per la sorte di Moriko. Se io e Noumu non ti facciamo così tanta paura, vorrei che a recuperare uno degli oggetti, fossi con noi» Shireiyama fu sincero e passionale come era di solito.
Rin non ci aveva pensato che, nel momento dell’attacco, aveva messo da parte la sua paura per Noumu e quel po’ che provava nei confronti del compagno di Hasu. Forse un po’ di timore ancora l’aveva, ma si poteva fidare. Lì aveva conosciuti un po’, inoltre se fosse stato pericoloso per lei, Sesshoumaru non l’avrebbe permesso.
«Va bene! Verrò con voi» Shireiyama sorrise contento.
«Shippo tu?» Shireiyama si rivolse anche al piccolo kitsune.
«Vorrei stare al fianco di Inuyasha» gli rispose conciso. Era preoccupato per l’umore dell’amico e non se la sentiva di lasciarlo solo.
Shireiyama annuì.
«Ovviamente tu verrai con noi, Jaken!»
«Eh? Io? E perché?»
«Come perché? Eri anche tu presente in quel momento»
«Devo proprio Shireiyama-sama? Sapete pensavo che forse sarei potuto restare qui di guardia …» Jaken provò a scappottarsela in qualche modo.
«Ci sono già Sunao e Shunji» Sesshoumaru gli distrusse ogni speranza.
Disperato provò con Hasu, piagnucolando :«Hasu-sama, ditelo voi che non è il caso che vada …» 
«Ma che dici, Jaken! Sarai d’aiuto a Rin»
«Sta zitto Inuyasha! Non serve il tuo parere!»  urlò esasperato. Sembrava che tutti ce l’avessero con lui.
«Jaken va con loro. Sono sicura che a Rin fa piacere, vero Rin?» domandò dolce Hasu.
La ragazza annuì.
“Sono fregato” pensò sospirando e crollando a terra.
Un po’ tutti risero di gusto, fatta eccezione per Sesshoumaru che si limitò a inclinare leggermente le labbra.
«Per il resto decidete voi. Io partirò tra due giorni» detto ciò Shireiyama si allontanò. Due giorni erano il tempo che ancora gli servivano per guarire completamente. Doveva essere al pieno delle forze ora che si era accollato la responsabilità di Rin.
Noumu lo seguì in fretta, mugolando qualcosa che solo l’altro okami youkai poté capire.
«Hasu, io vorrei tornare al mio villaggio e informare Kagome. Ormai saranno tutti preoccupati e voglio controllare se stanno bene» la sorella annuì, capendo quanto fosse in ansia per i suoi amici. Nelle mire di Kyoufuumaru non c’era solo il palazzo di Sesshoumaru ma tutte le zone vicine e quelle lontane.
«Però non riuscirai più a tenerli lontani»
«Correrò il rischio» anche Inuyasha si alzò e prese Tessaiga.
«Inuyasha bada a non farti rallentare da quei ningen e torna con l’oggetto che ti compete o ti ucciderò per davvero» disse Sesshoumaru fulminandolo con lo sguardo. Lo innervosiva il dover fare affidamento sugli altri, tanto più se si trattava di Inuyasha. Una minaccia avrebbe reso più chiaro l’importanza di ciò che stavano per compiere.
«Non c’è bisogno di minacciarmi di morte! Sono coinvolto quanto voi. Ti devo ricordare che Kyoufuumaru vuole anche la mia testa?»
«Vuoi forse morire pima per mano mia?» Sesshoumaru ribatté con una voce gelida.
«Smettetela!» al richiamo della sorella Inuyasha diede le spalle a Sesshoumaru e si allontanò di pochi passi.
Per l’inu youkai quella situazione doveva essere insopportabile. Uno youkai, in possesso di una grande forza, voleva lui e i suoi fratelli morti, aveva perso il suo palazzo e gli era stata sottratta la giovane donna che desiderava. Come se non bastasse, doveva accettare l’aiuto di Inuyasha.
«Hasu, dimmi quale degli oggetti devo recuperare. Parto subito, così qualcuno si calma» Inuyasha era tornato sui suoi passi decisamente arrabbiato. Non voleva stare lì un minuto di più. Per fortuna Sesshoumaru aveva ignorato il suo ultimo commento.
«Rin, per favore, dagli tu le indicazioni» la ragazza annuì e indicò chiaramente il luogo da raggiungere, in accordo con Shippo. Decisero per la campanella di bronzo, che non era eccessivamente lontano del suo villaggio.
«Allora io vado» salutò e partì.
«Ci rivedremo presto!» il kitsune lo seguì. 
Hasu stava guardando Sesshoumaru con insistenza mentre lui se ne stava a braccia e gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla parete rocciosa.
«Che vuoi?» Sesshoumaru la fulminò con lo sguardo.
«Possibile che vuoi due bobbiate fare questo ogni volta?»
«Se non me l’avessi impedito, quello lì non sarebbe vivo a quest’ora»
«Non c’è mica bisogno di rinvangare un passato così lontano» ogni tanto Sesshoumaru le rinfaccia il fatto che Hasu avesse protetto molte volte il fratellastro. Un momento adatto era proprio quando era particolarmente nervoso.
Hasu gli si sedette accanto, non badando troppo al malumore del fratello.
«Così siamo rimasti io e te. Mi sa che ci tocca il frammento per la via dei morti»
«Da nostra madre»
«Non mi piace l’idea. Lo sai che attaccherà con la solita storia»
«La reietta della famiglia»
«Lascia quel lupo e cresci i tuo figli come veri inu youkai!» Hasu fece il verso della madre.
«Tiene a te» le disse ironico il fratello.
«Certo! Come suo giocattolino» commentò Hasu acidamente.
«Aspettiamo Shireiyama che parte?» Hasu annuì alla domanda del fratello.
Poi i due vennero distratti da Rin che insistentemente chiedeva a Jaken di farle spazio per potersi mettere a riposare più all’interno, al riparo dal freddo della notte che da lì a poco sarebbe giunto. Faticosamente la ragazza ottenne un posticino vicino al kappa. Dopo poco si raggomitolò maggiormente su se stessa in cerca di calore. Sesshoumaru si alzò e prese l’haori di Shireiyama, ripiegato in un angolo. Lo pose sulle spalle della ragazza, la quale apprezzò il tepore che emanava.
Hasu seguì la scena teneramente. Quella piccola ningen aveva compiuto una sorta di miracolo con il fratello e ne era contenta.
Tornò a pensare a Moriko. Sesshoumaru in qualche modo teneva a lei e la cosa la rincuorò. Sapere che c’erano altri che insieme a lei avrebbero fatto di tutto per riportarla indietro, le faceva sperare che ci sarebbero riusciti per davvero.
“Moriko aspetta solo un atro po’. Ti libereremo da Kyoufuumaru e ti faremo ricordare di noi”.




Buon e felice anno nuovo! Ma soprattutto sereno e pieno di sogni da realizzare o realizzati.
Questa notte salutiamo l'anno che sta per teminare e diamo il benvenuto al nuovo con la speranza che possa essere migliore del precedente ... e anche i nostri eroi non hanno perso la speranza nel futuro (non è una cosa voluta, ci ho pensato mentre scrivevo queste righe). Riusciranno a far rinsavire Moriko e fermare Kyoufumaru?
Grazie a tutti colore che continuano a leggere :)
Vi lascio con un Jaken non propriamente allegro : clicca qui  
Alla prossima ;)

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Capitolo 18
*** Il guardiano del santuario ***


FFI_CAP 18                                                    IL GUARDIANO DEL SANTUARIO




Inuyasha era tornato al suo villaggio, insieme a Shippo, sollevato di trovarlo tutto intero. Si era comunque precipitato dalla sua Kagome e dai suoi amici per verificare che stessero bene, ancora con un minimo di timore. Per fortuna Kyoufuumaru non si era nemmeno avvicinato al villaggio. Tutto era come l’avevano lasciato.
Inuyasha e Shippo erano in casa di Miroku e Sango e dovettero comunicare gli ultimi fatti.
«Quindi l’attacco dei suru youkai non è stato un caso» rifletté Miroku. Il quadro della situazione si stava vai via facendo più chiaro.
«E non è tutto! Kyoufuumaru è riuscito ad riunire i due pezzi dell’Hakaitsume» aggiunse Shippo abbastanza agitato.
«Com’è possibile? Miyoga e Totosai erano certi che l’altra parte non si potesse trovare» disse Kagome sorpresa.
«Sorte ha voluto che fosse sigillata nel corpo di Moriko» chiarì Inuyasha «non è finita. Moriko in realtà è una youkai. Il monaco che affianca Kyoufuumaru l’ha fatta tornare alle sue sembianze originali, ma pare aver perso ogni ricordo di quando era umana»
«E’ un guaio! E Sesshoumaru come l’ha presa?» Kagome scattò temendo il peggio.
«Che centra Sesshoumaru?»
«Come sarebbe a dire, Inuyasha? Possibile che tu non ti sia accorto di nulla?! Tra quei due c’è qualcosa»
«E tu che ne sai?» ribatte lui. Certo che si era accorto che tra suo fratello è Moriko si stava creando una particolare intesa ma come poteva saperlo lei?
«Ce ne siamo accorti anche noi, Inuyasha» l’hanyou guardò sospettoso Sango e Miroku. C’era qualcosa che si era perso.
«Dopo la battaglia con i suru youkai, Moriko era completamente sfinita, tanto da restare priva di sensi per diverso tempo. Sesshoumaru si è dimostrato stranamente premuroso nei suoi riguardi, inoltre, parlando con Moriko, si capiva perfettamente che a lei non dispiaceva la sua compagnia» chiarì Miroku.  
«Glielo avevo detto di non affezionarsi a Sesshoumaru! Comunque sia Hasu e Sesshoumaru non l’abbandoneranno e nemmeno io ho intenzione di farlo»
«In ogni caso, questo Kyoufuumaru va assolutamente fermato» affermò l’houshi.
«Non gli permetteremo di fare i suoi comodi» disse Sango appoggiando il marito.
«Voi non dovreste muovervi da qui» asserì Inuyasha.
«Ormai non è solo una questione che riguarda te e i tuoi fratelli. Anche il nostro villaggio è in pericolo»
«Sango ha ragione. E poi più siamo meglio sarà per te» aggiunse Miroku.
«Ma quanto siete insistenti! Per me dovreste restare qui»
«Inuyasha, solo per trovare la campanella»  insistette Kagome. Non voleva lasciarlo ancora solo.
«Non serve!» ribadì ancora l’hanyou.
«Insieme forniamo una buona squadra. Sarà un vantaggio anche per te, Inuyasha» disse ancora Miroku. Tutta quella storia non gli piaceva e non poteva chiedergli di starsene buono buono a casa.
«Uffa! Fate come volete!» Inuyasha si alzò e se ne andò.
«Aspetta Inuyasha!» la miko lo richiamò, ma ormai Inuyasha era andato.
«Vado con lui. Ci vediamo dopo!»
«Li seguo non si sa mai» e così anche Shippo andò via.
Miroku e Sango rimasero soli.
«Sango sei decisa a venire anche tu?»
«Ovviamente! Non permetterò che accada qualcosa alla nostra famiglia né al nostro villaggio»
«Eh! Ho sposato la donna più coraggiosa del mondo»

***

 «Inuyasha mi ascolti?!»  l’hanyou si stava comportando come un bambino dispettoso.
Erano a casa loro e Kagome non aveva intenzione di lasciar correre.
Inuyasha continuava a essere contrario a coinvolgere Kagome e gli altri, ma loro erano stati così testardi che dovette cedere. Già doveva portarsi dietro Shippo, non aveva bisogno di nessuno più.
Kagome, Sango e Miroku erano del parere perfettamente contrario. Inuyasha avrebbe avuto bisogno di tutto l’appoggio possibile. Coincidenza voleva che fosse tornata anche Kirara, che era fuori con Kohaku.
«Non voglio che veniate!» Inuyasha riattaccò con lo stesso discorso.
Shippo decise di allontanarsi un pochino visto gli animi accesi, senza però smettere di ascoltare.
«Sarà tutto più facile se staremo insieme» Kagome insistette ulteriormente.
«Sarà solo pericoloso»  
«Non ti fidi più di noi, Inuyasha?»
«Non è questo!»
«E allora non fare storie. Ti abbiamo lasciato solo fin troppo a lungo» Inuyasha sbuffò.
Kagome lo abbracciò da dietro le spalle, stringendolo dolcemente. Inuyasha afferrò la sua mano e la strinse forte. Non poteva tenerla lontano da lui oltre.
«Kagome, promettimi solo di non fare sciocchezze»
«Te lo prometto»

***

Ad Inuyasha era stata assegnata da trovare la campanella di bronzo custodita in un santuario a nord-ovest dal suo villaggio. Si trattava di un santuario in rovina, conosciuto nella zona come il “santuario dimenticato”.
Il gruppo si era messo in marcia molto presto, consapevoli che non avevano tempo da perdere. Il santuario fu facile da trovare, grazie alle precise indicazioni ricevute dagli abitanti dei villaggi circostanti.
Si concessero solo di attendere la luce del giorno per introdursi nel santuario e iniziare la ricerca. Quella notte era novilunio, con la conseguenza che Inuyasha assunse le sue sembianze umane.
Trascorrere la notte all’aperto, li portò alla memoria i tempi di quando viaggiavano alla ricerca dei frammenti della sfera.
Miroku e Sango riposavano appoggiati a Kirara, Shippo accoccolato tra le braccia di Kagome e Inuyasha appoggiato ad un albero con Tessaiga in mano.
Non aveva intenzione di dormire. Sembrava tutto tranquillo ma avvertiva la presenza di qualcuno. Forse si trattava solo di qualche youkai della zona. La sensazione più sgradevole proveniva da un torii, proprio quello prima di entrare nel santuario che dovevano perlustrare.
L’indomani, tutti erano pronti già dal primo mattino e si avviarono insieme al santuario.
Superato il torii, Inuyasha si voltò di scatto, convinto di aver percepito qualcosa. Insieme a lui Kirara.
«Cosa c’è Inuyasha?» domandò Miroku. Anche l’houshi avvertiva una presenza demonica nelle vicinanze ma non era stato in grado di identificarla.
Inuyasha fissò intensamente la sommità del torii, non vedendo nulla.
«Mi sarò sbagliato. Procediamo!» a tutti fu chiaro che da lì in avanti, dovevano tenersi all’erta.
«Kirara!» al richiamo della taijiya anche Kirara terminò di fissare il torii e seguì il gruppo.
“Non vi lascerò profanare il mio santuario” quando l’insolito gruppo svanì dalla vista del torii, si materializzò sulla sua sommità uno youkai completamente ricoperto di pelo.
“Eh eh … preparatevi” e svanì nuovamente.

Il santuario doveva essere abbandonato da molti anni, tutto al suo interno aveva subito gli effetti del tempo. Il legno era ormai marcio, ricoperto da muffe e la vegetazione aveva ricoperto quasi ogni cosa.   
Perlustrarono ogni angolo, nella speranza di trovare qualche indizio o la campana vera e propria.
«Ragazzi forse ho trovato qualcosa!» esultò Sango. Dopo diverso tempo, aveva trovato qualcosa che non fossero pietre, legno e statue in frantumi.
Gli altri accorsero da lei. Sango aveva trovato l’entrata di un sotterraneo, ben nascosta da arbusti e foglie.
«Brava Sango!» Miroku si complimentò con lei, raggiungendola in fretta.
«Che aspettiamo! Andiamo» li incoraggiò Kagome quasi elettrizzata all’idea. Dovette ammettere a se stessa che l’avventura le era mancata un po’.
Gli altri annuirono ed entrarono nel sotterraneo. Inuyasha era l’ultimo e per un attimo si voltò all’indietro.
Era convinto che qualcuno li stesse seguendo ma non riusciva a vederlo né tanto meno a sentire il suo odore.
«Inuyasha?» Kagome si era fermata, insieme agli altri, non vedendo l’hanyou alle sue spalle.
«C’è qualcuno» disse e si concentrò ulteriormente, convinto che sarebbe sbucato qualcuno o qualcosa da un momento all’altro.
«Una presenza demoniaca» sostenne Miroku. Inuyasha doveva averla per forza percepita.
«Ma dov’è?» l’hanyou si stava innervosendo.
«Proseguiamo. Se c’è qualcuno prima o poi si farà vedere» suggerì Sango.
«Non possiamo prima sistemare lo youkai?» propose Shippo un po’ timoroso.
«Se riuscissi a trovarlo» era inutile non era in grado di individuarlo «Kirara tu lo vedi?» la neko youkai scosse la testa.
«Stare qui è inutile. Andiamo avanti» disse Kagome affiancando l’amica.
«Sì andiamo» Miroku le seguì e con loro tutti gli altri.
Pur essendo dei sotterranei, c’era molta luce, grazie alle numerose crepe e piccoli crolli.
Avanzarono per un lungo corridoio che terminava in una sala più larga con al centro una grossa pietra e tre uscite.
«Ora dove andiamo?» si preoccupò la miko.
«Una parte vale l’altra, basta stare attenti a non predersi » osservò Miroku. Quel posto poteva rivelarsi un labirinto e, con qualcuno che li seguiva, non dovevano separarsi.
Decisero di proseguire sempre dritto. Si susseguirono altre tre sale molto simili a quella precedente. Dato che non si accennava a vedere la fine, proseguirono per la stessa direzione.
«Siamo al punto di partenza!» esclamò Shippo riconoscendo la grossa pietra al centro della stanza.
«Com’è possibile? Siamo sempre andati dritto. Come possiamo essere tornati indietro?»
«Sango guarda! Quella è l’entrata da dove siamo venuti» Miroku le fece notare la porta che aveva attraversato provenendo dal corridoio.
«Proviamo a prendere un’altra direzione» Inuyasha questa volta si fece avanti lui guidando gli altri. Come prima, dopo altre tre sale molto simili alla prima, tornarono al punto da cui erano partiti.
«Ancora?» Kagome credette di essere finita in una sorta di labirinto.
«Proviamo di nuovo. Prima o poi dobbiamo pur trovare quella giusta» disse Inuyasha desideroso di uscire da quelle strane sale.
Provarono ancora con un'altra via ma il tentativo si concluse come le volte precedenti.
«C’è qualcosa di strano in queste sale» disse Shippo aggrappandosi sulla spalla di Inuyasha.
«Che scoperta! Se non avessero avuto qualcosa di strano, non saremmo qui» Inuyasha fu così scontroso che Shippo gli tirò un orecchio.
«Scemo! Forse ho capito cosa c’è che non va»
«Brutto moccio come ti perme…» l’hanyou l’aveva afferrato per lanciarlo quando, capito quello che il piccolo kitsune aveva detto, si fermò.
«Davvero hai capito?» Inuyasha gli chiese conferma e Shippo annuì.
«Lasciami!» e saltò giù.
«Shippo, lo diresti anche a noi?» Kagome era curiosa.
«Penso sia colpa della pietra» disse indicando la grossa pietra al centro della sala.
«La pietra?» rifletté Sango.
«Compare sempre anche in tutte le altre sale, solo in posizioni diverse. Nei miei addestramenti ho sentito parlare di un trucco del genere, serve per far perdere l’orientamento»
«Quindi se distruggessimo la pietra, smetteremo di girare in tondo?»
«Esatto Miroku»
«Eh! Niente di più facile. Lasciate fare a me!» Inuyasha sfoderò Tessaiga e con forza colpì la pietra. Si sprigionarono una gran quantità fi scintille e piccole scariche. L’hanyou  ci mise più forza e cominciò a incrinarsi. Con un ultimo sforzo si frantumò. Immediatamente la sala in cui si trovavano scomparve e al suo posto tornò ad esserci il semplice corridoio.
«E’ sparita! Bravo Shippo! Sei stato fantastico» il kitsune arrossì ai complimenti di Kagome.
«Non perdiamo tempo e proseguiamo» Inuyasha continuava ad essere intrattabile. Gli sembrava che i suoi compagni stessero prendendo la cosa un po’ troppo alla leggera.
Nessuno lo contradisse e lo seguirono.
Il corridoio man mano che proseguivano si faceva sempre più scuro e scendeva sempre più in profondità.
Inaspettatamente una serie di fiaccole si accesero, conducendoli alla fine del corridoio.
«E questo ora cos’è?» si domandò Inuyasha di fronte ad una grossa parete di legno con tanti tasselli di colori diversi.
«Si direbbe una sorta di mosaico» disse Miroku esaminando la parete. Sango l’affiancò e passò una mano su uno dei tasselli.
«Si muovono!»
«E’ una specie di Himitsu Baku»
«Cosa?» chiese Sango non conoscendo la cosa a cui si riferiva la miko. Nemmeno gli altri lo sapevano.
«E’ una scatola che si apre ricomponendo l’immagine di un mosaico» spiegò la miko nel modo più semplice possibile.
«Se componiamo il mosaico nel modo corretto la porta si aprirà?»
«E’ molto probabile, Shippo»
«Bene mettiamoci all’opera!» li incoraggiò l’houshi.
La soluzione del mosaico però risultava più complessa del previsto. C’erano troppi tasselli e non erano riusciti a comprendere quale fosse l’immagine da comporre.
«Basta! Mi sono stancato! La distruggo e la facciamo finita» Inuyasha si era spazientito, non era fatto per quei giochetti logici.
«Aspetta Inuyasha, non è prudente» l’hanyou non stette a sentire il consiglio di Kagome e sferrò un Kaze no Kizu sulla porta, facendo spostare tutti.
Il colpo venne assorbito e dopo un fascio luminoso si avventò su Inuyasha, che lo mise al tappeto.
«Inuyasha!» Kagome corse a soccorrerlo. Per fortuna non si era fatto nulla di grave solo un po’ stordito.
«Il solito impulsivo» commentò sconsolato il kitsune e Kirara al suo fianco che scuoteva la testa.
Non essendoci alternative si concentrarono nuovamente sulla soluzione del mosaico. Dopo un po’ arrivarono alla conclusione.
«Ecco fatto!» esclamò soddisfatto Miroku.
La porta si aprì e poterono accedere all’ultimo livello del sotterraneo.  
Era tutto in pietra e anche lì erano accese diverse fiaccole, ai lati diverse statue raffiguranti creature soprannaturali. In fondo, una sorta di altarino ospitava una campanella di bronzo sotto una teca trasparente.
«Inuyasha guarda la campana!» Kagome catturò l’attenzione dell’hanyou.
L’avevano finalmente trovata, potevano prenderla e andare via.
Però, quando fece un passo avanti per avvicinarsi al suo obbiettivo, le statue cominciarono a muoversi.
«E ora cosa accade?» chiese Shippo tremante.
«Le statue si stanno muovendo» disse Sango preparando l’Hiraikotsu. La situazione non prometteva nulla di buono.
Le statue continuavano ad avanzare. Avevano tutte un aspetto raccapricciante e la luce delle torce contribuiva a renderle più spaventose.
Inuyasha cominciò con il distruggerne una e allontanarne una seconda, in modo tale che non venissero circondati.
Sango lanciò l’Hiraikotsu  e due statue andarono in frantumi alle spalle di Miroku, mentre lui ne distruggeva un’altra. Anche Shippo e Kirara davano il loro contributo. Infine Kagome, con le sue frecce, ne sgretolò altre.
Tutte le statue erano state fatte a pezzi ed era tornata la calma.
«E’ finito?» chiese cautamente Shippo.
«Pare di sì» Sango aveva abbandonato la posizione difensiva, senza però, lasciare l’Hiraikotsu.
Poi dei tremolii li destarono.
Le statue si stavano ricomponendo, riprendendo vita e attaccandoli nuovamente.
Ripresero a farle a pezzi come prima, quando finalmente Inuyasha notò qualcosa.
“Peli?» guardò in alto da dove stavano cadendo e finalmente vide il responsabile.
«Eccoti! Sei tu che li manovri!» l’hanyou balzò in alto e trascinò al suolo lo youkai che aveva visto.
In quel preciso istante le statue tornarono ad essere solo pietra sbriciolata. Lo youkai le stava manovrando dall’alto, attraverso i peli.
Lo youkai trascinato da Inuyasha, era tremante di paura nel trovarsi in mezzo a quegli sconosciuti che si erano introdotti nel suo santuario.
Era per la maggior parte ricoperto di pelo nero, aveva due occhi molto grandi e mani artigliate, sproporzionatamente grandi per un corpo che, sotto la massa di pelo, doveva essere piccolo.   
«E’ un otoroshi»
«E che cos’è Miroku?» chiese Shippo studiando meglio lo youkai.
«E’ uno youkai che si crede il guardiano di un santuario. Probabilmente lui custodisce questo»
«Tante preoccupazioni per nulla. Miroku prendi quella campana» disse Inuyasha orami sollevato per aver scoperto chi li stesse seguendo.
«No aspettate! Quello è il tesoro del santuario» li supplicò l’otoroshi.
«Zitto tu! Non vale nemmeno la pena ucciderti per quanto sei debole» Inuyasha gli puntò Tessaiga contro, facendolo arretrare.
A Kagome quella massa di pelo gli fece compassione e gli si avvicinò cautamente.
«Quella campanella ci serve per sconfiggere uno youkai molto potente e per salvare un’amica, oltre alle terre in cui viviamo. Ti prego faccela prendere, poi ti promettiamo che te la restituiremo quando avremo finito»  
«L’artiglio della distruzione, l’Hakaitsume?» mormorò l’otoroshi.
«Tu come fai a saperlo?» Inuyasha si sbalordì. Pensava che Kyoufuumaru non fosse passato per lì.
«Si percepiva la sua terribile aura» spiegò.
«Sì, ci serve per sigillare l’Hakaitsume» Kagome credette che lo youkai si era ormai convinto.
«Se è per questo potete prenderla. Però hai promesso di riportarmela» l’otoroshi doveva tenere davvero molto al tesoro del suo santuario.
«Sta tranquillo è una promessa!»
«Ah! Quanta perdita di tempo. Miroku sbrigati e andiamocene» Inuyasha si era scocciato di tutte quelle smancerie e voleva solo andarsene via.
Miroku prese con se la campanella di bronzo e abbandonarono il santuario.
Il gruppo era ora diretto al nascondiglio che avevano usato Shireiyama e gli altri per sfuggire da Kyoufuumaru.
Sango e Miroku procedevano in groppa a Kirara. Al loro fianco Inuyasha con in spalla Kagome e Shippo.
«E’ andato tutto bene!»
«Miroku che stai facendo?» Sango si stava arrabbiando. Miroku si era lasciato andare appoggiandosi sulle spalle della donna e come sua abitudine, mai abbandonata, le stava accarezzando il fondoschiena.
Un sonoro schiaffo riecheggiò nell’aria.
«Ma ti pare il momento?» gli urlò contro.
«Ma Sango, volevo solo rilassarmi dopo tutte quest’avventure. Non ci sono più abituato»
«Vedi di riabituati in fretta!»
«Ah! Non cambieranno mai» commentò Inuyasha.
Kagome sorrise. Sembrava davvero che nessuno di loro fosse cambiato e per far si che fosse sempre così, dovevano sconfiggere Kyoufuumaru.





Salve!
La ricerca degli oggetti per il sigillo è iniziata e si parte con la vecchia compagnia al completo. Come ci si poteva aspettare, sono riusciti nell'impresa (in realtà è stata una passeggiata). Ne mancano due e, piccola anticipazione, il prossimo sarà quello assegnato a Sesshoumaru e Hasu ... basta non dico più nulla o vi rovino la sorpresa.
Grazie infinite come sempre a chi continua e seguirmi :)
Solito disegno di saluto questa volta abbiamo l'antagonista del giorno : clicca qui  
Alla prossima ;)  

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Capitolo 19
*** Ricorda ***


FFI_CAP19                                                                         RICORDA



Due cuccioli di youkai giocavano a kemari davanti l’ingresso di un palazzo.
«Che tiro era?!» si lamentò la piccola andando a recuperare la palla.
«Scusa, Tsukiko. L’ho presa male»
«Himaru, non hai voglia di giocare?» il fratello si passò la mano tra i capelli.
«Voglio giocare. E’ solo che sto pensando a mamma e a nostro padre»
«Ci hanno promesso che torneranno»
«Però ci stanno mettendo davvero tanto. Ho un po’ paura» ammise il cucciolo, rattristandosi. La preoccupazione del fratello fu contagiosa, tanto da fare assumere a Tsukiko una posa rabbuiata «però c’è anche lo zio Sesshoumaru con loro, no?»
Himaru annuì e si appoggiò alla sorella per cercare conforto.
«Himaru, Tsukiko cosa sono quei musi scuri?» i due piccoli si voltarono alla voce di una inu youkai.
«Nonna!» esclamarono i gemelli.
Shireiyama, quell’insopportabile okami youkai, era venuto pretendendo che si dovesse prendere cura dei figli in assenza sua e di Hasu. A grandi linee le aveva spiegato la situazione e non era delle migliori. Hasu e Sesshoumaru avevano un bel problema da risolvere con l’Hakaitsume. Doveva ammettere di essere curiosa di sapere come se la sarebbero cavata. Nel frattempo doveva vegliare su i due cuccioli che Shireiyama le aveva mollato. Poco male! Avrebbe mostrato, almeno per un po’, come essere dei veri inu youkai e far dimenticare per un po’ l’influenza del padre.
«Nonna, siamo un po’ preoccupati»
«Perché?» non sapeva il motivo, ma non le piaceva vedere i suoi nipotini in quello stato. Per lei era un vero e proprio mistero poiché non si era mai comportata in quel modo con i suoi figli.
«Perché nostra madre e nostro padre non sono ancora tornati» spiegò Tsukiko.
«Ma non dovete preoccuparvi. Hanno bisogno di un po’ di tempo. Appena avranno finito, verranno subito a prendervi»
«Però se è dovuto andare pure nostro padre, vuol dire che hanno un avversario troppo difficile anche per la mamma e zio Sesshoumaru insieme» i cattivi pensieri avevano preso possesso del piccolo Himaru, già da quando il padre li aveva lasciati alle cure della inu youkai, in più quel giorno, aveva una brutta sensazione.
«Per quanto non mi piaccia ammetterlo, vostro padre è uno youkai intelligente e conosce molto bene le terre del nord. Vostra madre avrà pensato bene di servirsene» nessuna parola riusciva a confortarli più di tanto «oh insomma! Questa è tutta la fiducia che avete in loro? Capisco Shireiyama ma vostra madre …» i due continuarono ad avere un espressione cupa «Siete coraggiosi e fieri inu youkai, non dovreste comportarvi così!»
«Solo per metà» ci tenne a puntualizzare Tsukiko.
«L’altra metà non importa» i due risero divertiti. Sapevano quanto alla loro nonna non piacesse che la madre avesse scelto come compagno un okami youkai. Lo ripeteva sempre, e quando ne aveva l’occasione, diceva loro che a contare realmente, era il loro sangue di inu youkai. Alla loro mamma quei discorsi la facevano infuriare e davano origine a litigate lunghissime.
«Bravi i miei cuccioli. Così va meglio» la inu youkai passò la mano sulla testa dei due, riportato in parte il sorriso sui volti dei cuccioli. Stava per andarsene quando si bloccò,
percependo un’aura demonica ostile che si avvicinava.
«Himaru, Tsukiko entrate in casa»
«Perché?» domandarono all’unisono.
«Ubbidite!» i due non si opposero oltre.
«Himaru…» la gemella trattenne il fratello.
«E’ uno youkai che si avvicina» l’aura demoniaca aveva raggiunto anche loro.
«Ma questo …» i due si guardarono meravigliati.
A gran velocità, fece la sua comparsa una yasei inu youkai. Con i suoi occhi blu, minacciosi,  esaminò con cura il luogo in cui aveva fatto irruzione, alla ricerca del suo bersaglio. La pietra dell’aldilà era di fronte lei, al collo di una inu youkai. Non l’aveva mai vista, ma era sicura che si trattasse di quella. Come ormai molte cose che si rendeva conto di sapere senza spiegarsi il perché.
«E tu chi saresti?» domandò la inu youkai, mostrando falsa indifferenza.
«Dammi la pietra per l’aldilà!»
«Che insolente! Presentarsi all’improvviso e pretendere la mia pietra»
«Dammela e non ti farò nulla»
«Moriko?» sussurrarono i due piccoli, non così a bassa voce da non essere uditi.
La youkai  portò lo sguardo oltre la inu youkai, stupita che anche lì qualcuno l’avesse chiamata con quel nome. Si trattava di due cuccioli che non le dicevano nulla.
«Vi ho detto di andare in casa!» la nonna dei due piccoli li riprese con voce glaciale. Sapeva che quella situazione poteva essere pericolosa.
Tsuyo decise di ignorare i cuccioli e concentrarsi sulla inu youkai :«dammela!» le disse imperiosa, aprendo la mano davanti a se.
«Pensi davvero che lo farò?»
«Peggio per te» Tsuyo scattò in direzione della inu youkai che si preparò a difendersi.
Himaru e Tsukiko non stettero fermi a guardare. Si gettarono a capofitto contro la yasei inu youkai, aggrappandosi alle sue gambe. La mano artigliata di Tsuyo si fermò a pochi centimetri dal voto della inu youkai e guardava i due cuccioli che la bloccavano.
«Voi …»
«Ti prego Moriko, non lo fare!» la implorò il cucciolo.
«Lei è la nostra nonna!» disse l’altra stringendosi con maggiore forza alla gamba.
La inu youkai avrebbe voluto strappare i due nipoti e nasconderli da qualche parte, per salvarli dagli artigli della yasei inu youkai ma quest’ultima si era bloccata con gli occhi sbarrati sui cuccioli.
Nella mente di Tsuyo apparve l’immagine di quei due piccoli che le saltavano addosso, gioiosi. Le chiedevano di giocare e la chiamavano per nome … Moriko. Ancora qualcuno la chiamava in quel modo, però questa volta si trattava di un ricordo. Per una volta non le era sembrata una parola vuota priva di significato. Allo stesso tempo quell’immagine le aveva provocato sensazioni confuse. Che la sua mente, a furia di sentire quel nome, le stesse giocando brutti scherzi?
Stava di fatto che non allungò oltre la sua mano artigliata. Li guardò ancora. I due cuccioli avevano addirittura le lacrime agli occhi, che mantenevano chiusi con forza.
«Himaru … Tsukiko» i due nomi le uscirono dalla bocca senza accorgersene. Li aveva in qualche modo riconosciuti.
«Per fortuna! Sei davvero Moriko!» Tsukiko la lasciò, sollevata.
«Che ti è successo? Sei diversa?» anche Himaru la lasciò libera.
«Diversa?» li guardò un po’ confusa.
«Ma sì! Per incominciare non eri una youkai» esordì Himaru.
«E poi ora hai i capelli e gli occhi blu!» proseguì Tsukiko. Lo dissero con tale semplicità da farla sembrare una cosa da niente.
«Himaru, Tsukiko chi è questa youkai?» la loro nonna non aveva abbassato la guardia. La cosa le sembrò terribilmente strana.
«Lei è nostra amica!» si precipitò a rispondere la piccola.
«E allieva della mamma» aggiunse il gemello.
«State dicendo che ero umana?» domandò Tsuyo, incurante delle domande della youkai.
«E’ così!» dissero insieme i gemelli.
«E’ assurdo! Io sono Tsuyo e di questo ne sono sicura» tutta quella storia e il grande vuoto di memoria, l’avrebbe presto mandata in paranoia. Non riusciva a trovare un filo logico, oppure sarebbe bastato fidarsi delle parole dell’okami youkai. Le aveva detto che era stata liberata da un sigillo che l’aveva resa umana, se fosse stato vero e questo le avrebbe provocato la perdita della memoria, potevano spiegarsi molte cose.
«Non ti ricordi più Moriko?» Tsukiko le aveva  stretto la mano.
Tsuyo trasalì e scosse la testa.
«Però di noi ti sei ricordata!» disse speranzoso Himaru.
«Solo i vostri nomi e non so perché. Non ricordo altro. Non so chi siete» questo fece rattristare i due cuccioli.
Il tono della sua voce era cambiato. Sembrava più freddo e distaccato.
Tsuyo non poteva mettersi a perdere tempo. L’incontrare quei due cuccioli l’aveva destabilizzata ma in quel momento non doveva farsi distrarre. C’erano tantissimi punti oscuri nella sua memoria, tuttavia aveva un'altra priorità. Impadronirsi dell’Hakaitsume, la naginata che un tempo fu sua. Doveva prendere il frammento per la via dei morti, altrimenti la sua adorata Hakaitsume, rischiava di essere sigillata nuovamente e poteva dire addio a ogni piano per farla sua.
Una volta eliminato Kyoufuumaru e ottenuta la naginata, avrebbe pensato al passato dimenticato.
«Scansatevi» disse Tsuyo con tono freddo.
I gemelli la guardarono con capendo quel cambiamento.
«Moriko …» provò a chiamarla Himaru. Di tutta risposta, venne raggelato dagli occhi blu della youkai e, insieme alla sorella, venne spinto lontano. Caddero a terra per quanto fu forte il colpo.
«Non ho capito molto di quello che hanno detto i miei nipoti ma è sicuro che non hai buone intenzioni» la inu youkai ormai era pronta a proteggere la pietra e i cuccioli.
Tsuyo avrebbe lacerato il petto della inu youkai con gli artigli, ma ancora una volta venne fermata. Erano sopraggiunte le potenti aure di due inu youkai e con essa apparvero le figure dei possessori.
«Fermati Moriko!» urlò Hasu. Lei e Sesshoumaru erano arrivati appena in tempo.
Tsuyo si vide costretta ad arretrare ma non volle scappare. Doveva prendere la pietra o l’Hakaitsume sarebbe stata sigillata.
«In che guaio avete coinvolto vostra madre?» la inu youkai si riprese e camminò quasi con noncuranza in direzione dei figli.  
«Tsk! Un diversivo ogni tanto non ti diverte, madre?» la inu youkai superò Sesshoumaru, lanciandogli un’occhiata fredda, non gradendo il commento.
«Scusa, madre» le disse Hasu quando la inu youkai arrivò da lei.
«Tsk! Troppo comodo chiedere semplicemente scusa»
«Mamma!» i due gemelli, ripresosi, si precipitarono da Hasu.
«State bene?» si sincerò, accogliendoli in un forte abbraccio. I due annuirono.
«Mamma, che è successo a Moriko?» le domandò il figlioletto.
«I dettagli ve li spiegherò un'altra volta ma, a farla breve, ha riacquistato il suo aspetto originario, perché in realtà Moriko è una youkai. Il problema è che non ricorda nulla»
«Proprio nulla no. Per un attimo si è ricordata di noi!» Hasu guardò Tsukiko stupita.
«Mi spieghi perché vuole la pietra meido?» domandò la madre di Hasu.
«Storia complicata anche questa. Serve per sigillare l’Hakaitsume e lei vorrà impedirlo»
Si sentì un improvviso scontrarsi di lame che fece desistere i due cuccioli a porre altre domande.
Tsuyo aveva cercato un’apertura o un momento in cui l’attenzione di Sesshoumaru, che era di fronte a se, calasse per attaccare. Ma lui non le aveva tolto gli occhi da dosso e nemmeno si era applicato ad ascoltare gli altri alle sue spalle. Così non ebbe altra scelta che attaccare direttamente.
«Cosa credi di fare con quella semplice spada?» disse Sesshoumaru davanti l’ostinazione della youkai.
«Basterà» ribatté, riuscendo a fatica a reggere il confronto con la Bakusaiga.
Dall’altra parte, Hasu si assicurò che la madre restasse con i figli e andò ad aiutare Sesshoumaru.
Per quanto sembrava sprovvista di armi, Tsuyo sembrava forte. Senza contare che non dovevano farle del male.
Avvertito che l’altra youkai si stava avvicinando, scansò con un pugno la katana di Sesshoumaru e fece dei salti all’indietro.
«Si è dimenticata tutto tranne i tuoi insegnamenti. Combatte bene quanto prima ma con la forza di uno youkai» Sesshoumaru si concesse un piccolo sfogo.
«Le ho insegnato affinché tutto le venisse naturale e lei ha imparato fin troppo bene» Hasu abbassò la voce «Sesshoumaru, l’attacco per un po’ in modo da farla stancare e quando è il momento, cerca di immobilizzarla« il fratello annuì.
Hasu sfoderò la sua Yougantetsu e si preparò a ingaggiar battaglia con Tsuyo.
Si scambiarono qualche fendente, da entrambe le parti, che vennero schivati e parati. Le lame si incrociarono un’ultima volta e giunse per Hasu il momento di usare il potere della sua katana. Il metallo della spada di Tsuyo cominciò a fondersi tra lo stupore della youkai. Rimase soltanto l’elsa, che venne gettata via, non potendo servirsene più.
Hasu non si limitò a quello e continuò ad attaccare con Yougantetsu anche a costo di provocarle qualche ustione non piacevole.
Tsuyo era veloce nello schivare i fendenti, come se fosse abituata a quei tipi di movimenti ma non poteva continuare in quel modo. Così prese il fodero per difendersi da un attacco dall’alto. Mise il fodero in orizzontale, il quale si divise immediatamente in due parti sia per il calore che per la lama affilata. Tsuyo le usò per bloccare la Yougantetsu, e prima che anche quelle si sciogliessero, riuscì a disarmare Hasu con una rapida rotazione del corpo.
La inu youkai rimase sconcertata. Per andarci leggero, stava sottovalutando la sua stessa allieva e ne stava pagando le conseguenze.
Prima che potesse usare la katana appena sottratta, Sesshoumaru intervenne, compendola in maniera così violenta da farle mollare la presa, ancora leggera, sulla katana.
«Hasu, userò Bakusaiga. Non userò tanta forza da ucciderla ma sufficiente per renderla inoffensiva» Hasu approvò il ragionamento.
Sesshoumaru senza indugiare oltre, sfoderò il colpo energetico di Bakusaiga che investi in pieno Tsuyo. La luce l’avvolse completamente. Era fatta!
Mentre la stessa luce svaniva, Tsuyo schizzò velocissima in direzione della madre dei due inu youkai. Non aveva minimamente risentito dell’attacco.
“La pietra di Kinkou!” pensò Sesshoumaru dandosi dello stupido. Come aveva potuto dimenticarsi di un simile particolare. Aveva raccomandato lui stesso a Moriko di non separarsene.
La proprietaria della pietra dell’aldilà, fu presa alla sprovvista e attivò i poteri della pietra stessa, dalla quale comparve un cane nero: il cane della via dell’aldilà.
Sesshoumaru scattò mentre sfoderava Tenseiga. Doveva usare la spada e salvare Moriko.
Fu velocissimo e impedì che la youkai venisse divorata dal cane, tuttavia avvenne qualcosa d’imprevisto.
«Sesshoumaru! Moriko!» Hasu li chiamò inutilmente. I due erano spariti.
«Madre?» Hasu pretese una spiegazione.
«La pietra ha reagito al potere di Tenseiga. Deve averli trasportati da qualche altra parte»  
«Dove?» Hasu si preoccupò che erano finiti nell’aldilà.
«Non sono lungo la via per l’aldilà e nemmeno oltre, almeno è quello che mi mostra la pietra» la madre aveva provato ad usare la pietra per trovarli, ma questa non le mostrò nulla.
«E allora dove sono?» Hasu cominciò sul serio a stare in ansia.
«Non so dirtelo. Possiamo solo aspettare che facciano ritorno»

***

Tsuyo aprì lentamente gli occhi. Tutt’intorno era bianco ed era così abbagliante da dar fastidio. Ricordò che stava per essere inghiottita da quel cane che era spuntato all’improvviso, poi l’inu youkai l’aveva protetta, attaccando il cane stesso. In fine si ritrovò in quello strano posto.
Quando la vista si abituò a tutto quel bianco, fu in grado di distinguere la figura dell’inu youkai.
«Dove siamo?»
«Non lo so»  rispose atono. In realtà Sesshoumaru era confuso, non sapeva né dove si trovassero né cosa fare per tornare indietro.
Si fissarono a lungo l’un l’altra, fino a quando Tsuyo non riuscì più a sostenere la situazione.
«Perché?» la youkai strinse i pugni lungo i fianchi «Perché mi hai salvata?» la voce gli tremò.
«Non voglio che ti accada nulla»
«Perché? Chi diavolo sei tu?» Tsuyo non ce la fece più a trattenersi. Voleva sapere, riempire il vuoto. Si sentiva come se le avessero rubato qualcosa d’importante. In quel luogo che le sembrava fuori dal tempo, aveva dimenticato l’Hakaitsume e sentiva solo un disperato bisogno di riappropriarsi dei ricordi perduti.
«Non ricordi nemmeno il mio nome» costatò amaramente Sesshoumaru «e pensare che lo pronunciavi con tanta irriverenza»
Una grande frustrazione era ben visibile negli occhi della youkai e Sesshoumaru non poteva sopportarlo. Quegli occhi dovevano tornare a trasmettere forza e coraggio e ora ne aveva l’opportunità.
«E’ ironico. Eri forte e con un potere straordinario. Come umana non potevi chiedere di meglio eppure, desideravi la forza di uno youkai, quando in realtà lo eri già»
Tsuyo provò tante sensazioni diverse, a cui non seppe dare un nome. Come quando una parola non riesce a prendere forma ma è sulla punta della lingua, così erano i ricordi di Tsuyo.
La youkai stette ferma a guardare Sesshoumaru negli occhi e il suo cuore accelerò i batti.
«Mi piaceva l’idea che tu fossi una youkai, tuttavia se i ricordi sono il prezzo da pagare, allora preferisco che tu torni ad essere un’umana» Sesshoumaru fece un passo in avanti e Tsuyo indietreggiò «ho desiderato la tua forza, ho apprezzato la tua intelligenza e ho gradito la tua compagnia. Ti volevo al mio fianco benché umana. Inoltre mi hai fatto una promessa ed esigo che tu la mantenga» Sesshoumaru avanzò ancora, afferrandole la mano «ti desidero ancora. Ricorda chi sei»
Questa volta Tsuyo non si sottrasse e quel contatto ruppe qualcosa dentro di lei.
Le immagini e le voci, che ogni tanto riaffioravano confuse e frammentarie, acquistarono una forma chiara.
Lei, una piccola umana che giocava mentre i genitori la vegliavano. Lei, una ragazza accolta da una famiglia di youkai. Si allenava seguendo gli insegnamenti della sua maestra, Hasu. Veniva medicata dalle cure premurose dell’okami youkai, Shireiyama. Viaggiava e trascorreva il suo tempo felice con il suo amico Noumu. Giocava allegramente con due gemelli, Himaru e Tsukiko. Aveva combattuto, aveva parlato durante la notte, l’aveva seguito, l’aveva cercato, si era tormentata l’anima per lui e in fine l’avrebbe aspettato e poi viaggiato insieme a lui perché gliel’aveva promesso. L’aveva promesso a …
«Sesshoumaru» fu un leggero sussurro.
L’inu youkai quasi sussultò, non ci sperava più. L’aveva riconosciuto e questo gli diede una sensazione di sollievo e di calore.
Alla youkai scese una lacrima e strinse più forte la mano di Sesshoumaru. L’espressione dello youkai si addolcì impercettibilmente e col dito le asciugò il viso dalla lacrima.
«Moriko …» lei annuì, avvicinandosi ancora di più allo youkai.
Sesshoumaru sentì l’esigenza di stringerla a se, lei non si sottrasse, cercando a sua volta quel contatto. Lo strinse più forte che poteva, non voleva più perderlo.
«Come ho potuto … come ho potuto dimenticarmi di tutti quanti e di te» Moriko stava male al solo pensiero che avrebbe potuto perdere tutto insieme ai suoi ricordi. Era peggio dell’incubo che l’aveva tormentata per tanto tempo, il ricordo inconscio di quando l’avevano costretta in un corpo umano.
Dopo un po’, allontanò delicatamente Sesshoumaru, rompendo l’abbraccio.  
«Ora che non ho più la capacità di manipolare il potere demoniaco, mi vuoi sempre al tuo fianco, Sesshoumaru?»
«Mi pare di aver detto che esigo che tu mantenga la promessa fatta» le ripeté con più fermezza per fissare bene il concetto «inoltre ore sei una youkai e hai sempre la pietra di Kinkou»
Moriko prese la pietra tra le mani.
«Se non ci fosse stata lei, forse non avrei mai ricordato»
«Ora dobbiamo trovare un modo per tornare indietro e sbarazzarci di Kyoufuumaru» Moriko si scansò di scatto.
«Non posso!»
«Come sarebbe  dire che non puoi?» Sesshoumaru sentì che Moriko stava per allontanarsi nuovamente.
«Kyoufuumaru e quell’houshi hanno approfittato della situazione e hanno provato a manipolarmi. Ci stavo cascando e solo per assecondare il mio desiderio di potere, ho fatto soffrire tutti»
«Non dire sciocchezze! Ora ricordi ogni cosa. Non c’è più motivo di preoccuparsi»
«No! È qualcosa che devo fare io»
Sesshoumaru la volle afferrare, ma tra i due si sprigionò un’intensa luce che costrinse entrambi a ripararsi gli occhi.
Svanita quell’intesa luce, non erano più nel luogo in cui erano stati trasportati dalla pietra dell’aldilà.
«Moriko!» disse Sesshoumaru con un insolito tono di voce alto e quasi allarmato.
«Sesshoumaru» era Hasu che gli si avvicinò, sollevata nel vederlo tornare. La madre e due gemelli rimasero a guardare.
«Moriko, dov’è Moriko?» domandò la sorella agitata «sei tornato solo tu» Sesshoumaru mostrò i canini arrabbiato.
«Sesshoumaru cosa è successo?»
«Ha ricordato ogni cosa ed è decisa a voler affrontare Kyoufuumaru da sola» gioia e timore si impadronirono di Hasu.
La sua allieva non poteva farla stare tranquilla nemmeno un attimo.




Salve!
Prima di tutto vi devo ringraziare per quanti siete a leggere nonostante la storia sia lunga e i tempi di pubblicazione non proprio rapidissimi ... arigatou!
E ora veniamo al capitolo. Gioie e dolori, sembrava che stesse andado tutto bene e invece Moriko vuole fare di testa sua facendo preoccupare tutti (si li faccio soffrire -.-). Manca ancora un ultimo oggetto, come staranno andado le cose con Shireiyama e Rin? Lo scoprirete col prossimo capitolo
Vi saluto con un disegno di Sesshoumaru e Moriko :clicca qui  
Alla prossima ;)


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Capitolo 20
*** Risonanza ***


                                                                 RISONANZA



«Sei stanca, Rin?»
«Posso continuare»
Shireiyama camminava davanti al gruppo, conducendolo. Erano ormai giunti a ovest del Fuji ed erano alla caccia di un indizio.
Immediatamente dietro, Rin e Jaken lo seguivano senza battere ciglio, a chiudere il gruppo c’era Noumu che li guardava le spalle.
Purtroppo non sapevano dove cercare. L’unica cosa che ottennero, fu restringere la zona grazie a delle informazioni di piccoli youkai del luogo.
Era sera e di luce già non ce n’era quasi più. Avrebbero continuato fino al calare completo delle tenebre.
«Ci fermiamo!» disse d’un tratto Shireiyama. Aveva trovato il luogo ideale dove far riposare la ragazza: erba e foglie secce rendevano più comodo dormire a terra o appoggiarsi ad un albero, nessun youkai pericoloso nelle vicinanze e spazio per accendere un piccolo fuoco.
Jaken si occupò di raccogliere la legna, mentre Noumu non resistette dal catturare un cinghiale che gironzolava poco distante. Lo cossero e ne assaporarono tutti.
Non parlavano molto, nonostante ciò Rin non si sentiva a disagio. Shireiyama si accertava che stesse bene e Noumu faceva da buona guardia alle sue spalle, stranamente si sentiva protetta tra due lupi.
Ogni tanto poneva qualche domanda a Shireiyama, più per curiosità che per altro.
«Shireiyama, tu hai una tribù a cui appartieni?»
«Ne avevo una e ne sono stato il capo per un periodo»
«E ora?»
«Ora non ne faccio più parte. L’ho lasciato alla guida di mio fratello minore»
«Perché?»
«Rin, non essere indiscreta con Shireiyama-sama!» la rimproverò il kappa.
«Tranquillo Jaken, non è un segreto» proseguì rivolgendosi a Rin «devi sapere che molto tempo fa, quando ero ancora un ragazzo, il capo della mia tribù prima di morire, mi nominò come suo successore. Poco tempo dopo la sua morte, diversi branchi e tribù di youkai, cominciarono a minacciare i nostri territori. Fatta eccezione per me e mio fratello, la mia tribù non vantava elementi particolarmente forti e non potevamo sostenere una guerra contro decine e decine di nemici. Così decisi di rivolgermi al padre di Hasu. La sua fama era giunta fino alle lontane terre del nord e, con disappunto degli anziani, chiesi il suo aiuto. Lui acconsentì e mandò Hasu e Sesshoumaru come supporto. Ammetto che all’inizio fui un po’ scettico, Hasu era una mia coetanea e Sesshoumaru addirittura più giovane ma erano almeno mille volte più preparati di me. Con loro riuscii a salvare la mia tribù e sentii il desiderio di imparare da Inu no Taisho, per migliorare.  Lo pregai così tanto che alla fine cedette. Trascorsi molto tempo nel suo palazzo, divenni buon amico di Sesshoumaru e finì con l’innamorarmi di Hasu. Per fortuna ero ricambiato. Però, la mia relazione con lei non fu mai accettata dagli anziani della tribù»
«E perché? Vi avevano anche aiutato» a Rin sembrò una cosa molto ingiusta.
«Si fecero aiutare da degli inu youkai solo perché non avevano altre alternative di salvezza. Comunque sia, che il loro capo si unisse ad una inu youkai era inammissibile. Se mi fossi imposto, rischiavo di far scoppiare una faida interna e non volevo. Me ne andai, affidando la tribù a mio fratello»
«Hai fatto tutto per Hasu»
«Sì. Per me non c’era nulla più importante di lei. Lo è tutt’ora e insieme a lei ora ci sono anche Himaru e Tsukiko»
«Che storia romantica!» Shireiyama rise per la naturalezza dell’affermazione di Rin.
«Bene ora si è fatto tardi. Dormi!»
«Già finito?» fece un po’ delusa. Voleva sapere altro.
«Sì! Domani ti sveglio presto e se non dormi non avrai le forze per camminare»
Un po’ a malincuore si sdraiò e si addormentò in poco tempo. Shireiyama la coprì con il suo haori e spense il fuoco.
«Ora è tranquilla, vero Jaken?» domandò all’improvviso l’okami youkai.
«Direi di si. Sapete, non pensavo potesse riuscire ad abituarsi a vuoi»
«Deve essere stata una brutta esperienza per un cucciolo d’uomo» Jaken annuì.
Il piccolo kappa si addormentò poco dopo vicino a Rin e Noumu riposava al fianco di Shireiyama, a sua volta appoggiato all’albero accanto a Rin.
La ragazza le aveva fatto tornare alla mente tanti ricordi. Shireiyama chiuse gli occhi e si lasciò andare alla memoria di un passato lontano.

***

«Sei lento Kuroyama!» urlò un giovane okami youkai dai capelli neri, come la folta coda e gli occhi blu.
«Aspetta che ti raggiungo, Shireiyama!» replico un altro okami youkai molto simile dietro di lui. Correvano su per la montagna, diretti verso la cima.
Erano entrambi agili e veloci e in breve raggiunsero la sommità.
«Visto ti ho raggiunto, nii-san!» disse Kuroyama leggermente affaticato per la corsa.
«Non male ma devi ancora migliorare, mio caro fratellino» lo colpì con un pugno affettuoso alla spalla. Da lì si godeva una splendida vista di tutto il territorio della loro tribù: gli okami youkai del nord.
Era una terra molto fredda per la maggior parte dell’anno, pochi ningen nelle vicinanze ma vicina a molte altre tribù di youkai.
«Nii-san, pensi che il capo sceglierà te come suo successore?»
«Temo di si. Preferirei scegliesse te ma ti ritiene ancora troppo giovane»
«Shireiyama non devi parlare così. Tu sei molto più forte di me e sai farti rispettare meglio di chiunque altro»
«Solo se mi impongo con la forza. In più gli anziani non mi sopportano»
«Perché sei irrispettoso»
«Quando mai! Sono loro ad essere dei vecchi testardi e cocciuti» si soffermò a guardare il fratello « e se rifiutassi?»
«Sei impazzito?! A chi vorresti lasciare la guida della tribù?»
«A te»
«No no no no! Non esiste, non ne sarei capace» esclamò terrorizzato agitando le mani davanti a se.
«Sì invece! Saresti un capo perfetto, un po’ giovane, ma con il tempo faresti esperienza»
«Non se ne parla!  Tu accetterai il compito, se questo sarà il volere del capo» vedendo che non rispondeva, il fratello minore Kuroyama, insistette « promettimelo!»
Shireiyama detestava l’insicurezza del fratello. Possedeva decine di qualità migliori di lui eppure viveva nella sua ombra.
«Solo se tu mi supporterai» Kuroyama annuì.

Un grosso okami youkai assunse le sue sembianze umanoidi e fece ritorno alla sua tana.
«Capo!» diversi giovani okami youkai gli corsero contro.
«Stai bene?» domandarono alcuni preoccupati. Shireiyama era ricoperto di sangue, l’armatura rotta e un braccio presentava una profonda lacerazione, dalla quale colava ancora sangue.
«Sto bene» li rassicurò «dov’è mio fratello?»
«Sono qui, nii-san» Kuroyama si fece avanti.
«La situazione è diventata insostenibile. I nemici sono troppi e noi da soli non riusciremo a fermarli»
«Dovremmo chiedere aiuto a qualcuno ma a chi? Pare che tutte le tribù della zona vogliano eliminarci»
«Io avrei un’idea»
«Chi sarebbe, nii-san?»
«Inu no Taisho»
«Un inu youkai di un’altra terra?» Shireiyama annuì al fratello.
«E’ fuori discussione!» s’intromise uno degli anziani.
«La tribù degli okami youkai del nord non può abbassarsi a chiedere aiuto ad un cane» altri quattro anziani si avvicinarono.
«Capisco il vostro disappunto ma la mia idea non cambia. Andrò da questo Inu no Taisho» aveva mostrato le zanne e tutto il suo istinto aggressivo, poi si rivolse al fratello « tenete duro fino al mio ritorno. Io farò il prima possibile»

Finalmente l’aveva trovato. Il palazzo di Inu no Taisho non era stato facile da individuare. Aveva una gran fretta, la sua gente rischiava di morire.
Inu no Taisho l’accolse e ascoltò la sua richiesta.
Un maestoso youkai. Shireiyama s’incantò ad ammirare la sua figura.
«Sei un giovane capo saggio. Per salvare la tua gente non esiti a rivolgerti ad inu youkai. Accetto la tua richiesta di aiuto»
Shireiyama ne fu felice, poteva salvare la sua tribù. Ma immediatamente la gioia del momento scomparve. Non sarebbe stato Inu no Taisho a combattere al suo fianco ma i suoi due figli. Una youkai sua coetanea e uno più giovane.
“E’ addirittura più giovane di Kuroyama” si ritrovò a pensare con preoccupazione.

«Kuroyama, ascoltami devo dirti una cosa importante» Shireiyama era da solo con il fratello, sulla vetta della montagna di notte.
«Cosa c’è, nii-san»
«Eh? Perché?»
«C’è bisogno di chiederlo? Hai visto anche tu i suoi figli. Hanno lottato con tutti quegli youkai come se nulla fosse. In poco tempo hanno stabilito le sorti della battaglia. E Sesshoumaru è addirittura più giovane di te»
«Pensi che Inu no Taisho possa renderti più forte?»
«Di okami youkai con il nostro potenziale non ne sono rimasti più. Non ho nessuno da cui imparare nella nostra tribù. Sento che con Inu no Taisho posso diventare uno youkai molto più forte e saggio»
«Se è così allora vai. Ci penso io alla tribù»
«Grazie fratello!»

«Vattene! Non ti vogliamo più nella nostra tribù»
«Non puoi più essere il nostro capo!»
«Unirti ad una inu youkai … inammissibile!» queste e altre frasi infelici si susseguirono da parte degli anziani. Shireiyama fu costretto ad andarsene dalla sua tribù, dalla sua famiglia.
Shireiyama non si era mai sentito così solo. Intorno a lui non c’era nessuno. Perfino la foresta dietro alla montagna gli sembrava inospitale, scura e minacciosa. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse freddo il vento da quelle parti e a quanto silenzio ci fosse. Non aveva più una casa, non aveva più un posto in cui stare. Solo. Era solo e mai più nessuno lo avrebbe voluto. Si accucciò a terra avvolto da una tristezza mai provata prima.
Improvvisamente un ululato lo destò: era Noumu!
“Aspetta ma io me ne sono andato per stare con Hasu e Noumu era con me” si destò.
“Ho affidato la tribù a mio fratello e poi gli anziani non mi hanno trattato male, anzi, erano tristi. Hanno solo osservato le leggi della nostra gente … e allora che cos’era quella solitudine che ho provato?” Shireiyama si concentrò meglio sull’ambiente circostante. Quella foresta non era quella vicino alla sua montagna. Le assomigliava, ma non era quella. Si concentrò maggiormente.
“Sto sognando! E’ solo un sogno” si doveva essere addormentato mentre si abbandonava ai ricordi. Capito che si trattava di uno scherzo della mente, volle svegliarsi.
L’ululato di Noumu lo impedì. Ormai aveva preso coscienza del sogno ma continuava a sentire il verso del suo amico lupo. Si diresse nella direzione dal quale proveniva e lo vide.
Noumu era pieno di ferite, ululava e guaiva supplicante davanti a Moriko nella sua forma demoniaca.
«Noumu!» Shireiyama lo chiamò a gran voce. Il lupo non rispose e Shireiyama lo chiamò ancora e ancora ma la sua voce non lo raggiunse.
“Dannazione! Qui ci deve essere l’interferenza di uno youkai” per Shireiyama quella era l’unica spiegazione possibile. Forse perché non stava realmente dormendo o semplicemente perché era uno youkai abbastanza forte, era riuscito a prendere il controllo del suo sogno ed entrare in risonanza con quello di Noumu.
Ora il suo pensiero era quello di svegliare l’okami youkai.
Gli si avvicinò, chiamandolo nuovamente. Noumu non lo vedeva e non lo sentiva. Lo vide che si preparava ad una nuova carica di Moriko.
La donna si scagliò contro l’okami youkai, incurante della presenza di Shireiyama, il quale si frappose fra i due. Afferrò Moriko e la bloccò.
«Noumu sveglia!» urlò.
Moriko ringhiò e spinse con maggiore forza per liberarsi dalla stretta di Shireiyama.
«Che cosa credi di fare? Sei solo un’immagine della mente di Noumu. Sparisci!» con maggiore forza Shireiyama la scaraventò con una forza terribile. Quando andò a sbattere contro il suolo, lanciò un grido e scomparve.
Noumu rimase sbalordito e mentre Moriko scompariva, compariva Shireiyama.
«Noumu, è solo un sogno, non era la vera Moriko» Shireiyama gli si avvicinò e gli accarezzò il capo «avanti, svegliati!».
Noumu spalancò gli occhi e si dissolse.
“Deve essersi svegliato. Posso tornare anch’io” non ebbe nemmeno il tempo di terminare il pensiero che l’ambiente intorno a lui mutò improvvisamente.
Divenne una raduna, al centro della quale, Jaken piangeva sul corpo di una ragazza.
“A quanto pare non è giunto ancora il momento di svegliarsi”.
Fece qualche passo avanti, in modo da distinguere meglio il volto della giovane e identificarla. Era Rin.
Il kappa percepì i passi di Shireiyama e si destò.
«Sesshoumaru-sama … Rin …» il corpo di Jaken era percosso dai fremiti, dovuti al pianto e alla paura di Sesshoumaru.
«Jaken sono io, Shireiyama»
«Eh?» Jaken credette di aver avuto le allucinazioni. Forse era a causa della paura di morire per davvero per mano di Sesshoumaru.
«Jaken, è solo un brutto sogno indotto da un qualche youkai, Rin non è morta»
«Dite davvero?» il kappa si girò per vedere la ragazza «Ah! Non c’è più!»
«Te l’ho detto, Jaken. Rin è viva, devi solo svegliarti»
«Che sollievo» tirò un sospiro, confortato dalla notizia e scomparve così come avvenne con Noumu.
Shireiyama si fece pensieroso. Non poteva ancora tornare alla realtà, se come pensava, era tutta opera di uno youkai. Di sicuro anche Rin ne era rimasta vittima. Una giovane ningen era la preda ideale.
Doveva trovarla e destarla dal sonno. Noumu e Jaken non correvano più pericoli e di sicuro erano svegli. Avrebbero pensato loro a proteggere Rin.
Purtroppo la ragazza non era facile da trovare come gli altri due prima. In entrami i casi non si era sforzato più di tanto.
“Ci deve essere un modo per trovarla!” Shireiyama si mise a pensare “Se è opera di uno youkai che genera incubi, come penso, farà leva sulle paure della vittima. Se è così … forse se mi concentro su cosa può far paura a Rin, potrei entrare nel suo sogno” .
Non conosceva la ragazza molto bene, aveva avuto poco tempo per farsi un’idea su di lei ma di una cosa era certo: temeva i lupi.
Allora focalizzò nella mente dei lupi o okami youkai e di colpo l’ambiente circostante mutò.
Finalmente la vide. Correva inseguita dai lupi lungo un viale scuro. Era spaventata a morte, il fiato corto e ogni tanto invocava Sesshoumaru nella speranza che la venisse a salvare. Shireiyama la inseguì e in breve la raggiunse.
«Rin!» quando lo vide, la ragazza emanò un piccolo urlo e prese a correre più velocemente.
«Rin aspetta!» non si fermava. A quel punto Shireiyama si bloccò, costringendo i lupi inseguitori a fare altrettanto. Bastò una semplice occhiata per far intendere a quei lupi che dovevano lasciar perdere la ragazza.
Rin non sentendo più nessuno alle sue spalle, si voltò. I lupi non c’erano più, ma restava l’okami youkai.
«Rin» la chiamò piano, con gentilezza. Lei arretrò e riprese a correre.
“Dannazione!” doveva far si che si rendesse conto che tutto quello che stava vivendo non era reale. Si limitò a seguirla mentre pensava a come fare.
Improvvisamente Rin arrestò la sua corsa, poiché davanti a lei apparve un feroce okami youkai, dall’aspetto di un grosso lupo, con una fila di denti affilatissimi e grondanti di sangue e saliva.
“Sesshoumaru-sama …” Rin si paralizzò dalla paura e cominciò a tremare. Vide quell’orribile creatura saltare su di lei. Istintivamente si coprì con le braccia, sapendo che non avrebbe avuto scampo.
L’okami youkai non arrivò mai ad azzannarla. Shireiyama l’aveva ucciso prima che potesse avventarsi sulla ragazza.
«Sesshoumaru …» Rin abbassò le braccia, convinta che a salvarla fosse stato lo youkai bianco. Si sorprese nel vedere ancora quell’okami youkai. Questa volta non scappò, lo guardò meglio e lo riconobbe.
«Lui qui non verrà. Sei all’interno di un incubo dal quale devi destarti al più presto» Shireiyama le arrivò ad in singolo passo di distanza. A Rin caddero alcune lacrime e si gettò su Shireiyama, cercando di reprimere il pianto nei suoi vestiti.
L’okami youkai s’irrigidì a quel contatto inaspettato, poi si lasciò andare e le accarezzò le spalle per tranquillizzarla.
«Ho avuto tanta paura! Da sola non ero in grado di fermarli e Sesshoumaru non arrivava. Mi sono sentita persa» si sfogò la ragazza.
«E’ tutto solo un brutto sogno. Sesshoumaru non permetterebbe mai che ti facciano del male»
«Davvero è solo un incubo?»
«Sì. E’ probabile che la causa di tutto sia uno youkai. Ti ricordi quello che stavi facendo?»
Ci rifletté un attimo prima di rispondere « Stavamo cercando la piuma e riportare alla normalità Moriko»
«Esatto! Ora svegliati e sistemiamo lo youkai» Rin annuì e svanì.

***

Noumu si svegliò di soprassalto e andò subito alla ricerca di Shireiyama. Lo trovò immediatamente, appoggiato ad un albero con gli occhi chiusi e gli si avvicinò lentamente. Non era realmente addormentato ma appariva come qualcuno che chiudeva gli occhi per riposare, restando lucido. Accanto c’erano Jaken e Rin che dormivano un sonno agitato, si lamentavano e il kappa si dimenava ogni tanto. Noumu si concentrò su loro due. Shireiyama se la sarebbe cavata da solo. Gli girò intorno, li scosse leggermente e li chiamò, mugolando ma nulla era efficace. Jaken era quello che si lamentava di più e l’okami youkai si concentrò su di lui. Lo scosse con maggiore forza e prese a mordicchiarlo ad un braccio.
«Mmmm … mmmm» Jaken si lamentò di più mentre contrasse per qualche volta le sopracciglia. Si svegliò ed emanò un piccolo urlo.
«Ah! Ma che fai?» il kappa si destò rapidamente e sottrasse la manica dalle fauci del lupo.
«Che schifo! E’ tutto zuppo di saliva! Che intenzioni avevi, volevi mangiarmi per caso?» si lamentò Jaken appurando la presenza di qualche buco nella manica.
Noumu gli ringhiò e gli abbaiò contro.
«Sesshoumaru» un sussurro agitato provenne alle spalle dei due. Rin era l’unica il cui incubo non era giunto al termine. Le si avvicinarono, ma chiamarla e scuoterla erano azioni inutili per farla destare.
«Shireiyama non è ancora tornato. Starà aiutando Rin?» domandò Jaken voltandosi a guardare l’okami youkai tranquillamente appoggiato all’albero. Noumu annuì.
Per diversi minuti non poterono far altro che vegliare sulla ragazza. L’okami youkai si era fatto attento ed era riuscito ad individuare lo youkai che aveva approfittato di loro. Lo teneva sotto controllo con l’olfatto e al minimo tentativo di fuga, gli sarebbe saltato addosso.
Rin inaspettatamente si calmò, rilassando i muscoli del viso. Dopo pochi attimi, aprì gli occhi con estrema lentezza.
«Rin!» esultò gioioso il piccolo kappa.
«Oh, Jaken! Ho fatto un sogno orribile»
«Tranquilla è passato» la consolò, felice di vedere che stesse bene.
«Il responsabile si merita una bella lezione» disse una voce ferma e decisa alle loro spalle.
«Shireiyama-sama!»
«Noumu, l’hai trovato?» si rivolse al lupo. Noumu fece dei piccoli versi e guaiti.
«Un semplice baku?» Shireiyama alzò un sopracciglio contrariato. Tanti problemi causati da un banale youkai.
«Vado a sistemare quel seccatore» annunciò prima di incamminarsi nella direzione dal quale proveniva il suo odore.
«Aspetta, voglio venire con te!» disse Rin con un impeto. Shireiyama acconsentì. Una volta sveglia Rin non correva nessun pericolo, in più ci sarebbe stato lui al suo fianco.
Trovarono subito il baku che si stava dando alla fuga. Correva come un forsennato nel disperato tentativo di seminare quelle, che fino a poco prima, erano le sue vittime.
Era uno youkai grande quanto un cavallo, dal corpo grosso e robusto, una testa possente, una corta proboscide e due lunghe zanne.
«Rin tieniti pronta con le frecce» la ragazza si fidò e fece come gli aveva detto. L’okami youkai scattò, superando il baku, il quale dovette invertire il senso della corsa, tornando indietro.
In questo modo per Rin era un bersaglio facile. Scagliò una prima freccia che si conficcò sulla schiena, rallentandolo. Ne scagliò una seconda che prese la zampa anteriore, con l’effetto di fargli perdere l’equilibrio.
«Maledetti!» gemette il baku «avrei mangiato i vostri incubi fino all’ultimo» provò a rimettersi in piedi inutilmente.
«Li avresti uccisi!» disse Shireiyama, provando disgusto per lo youkai. La sua specialità era quella di indurre al sonno le sue vittime, scrutare nell’animo e nella mente del malcapitato, provocando incubi di cui si sarebbe cibato. Maggiore era il tempo che le vittime dormivano o maggiore era il terrore e la paura che l’incubo provocava, più alte erano le probabilità che queste sarebbero morte.
«Sarebbe la gusta punizione»
«Per cosa?» l’okami youkai, come Rin, non ricordava di aver avuto nulla a che fare con il baku, né che qualcun altro del gruppo gli avesse fatto qualcosa.
«Il mio tesoro … non l’avrete» si alzò di scatto e spalancò gli occhi che divennero luminosi.
Fissò Rin, la quale presa alla sprovvista, cadde a terra con lo sguardo incollato a quello del baku come ipnotizzata.
Il contatto visivo durò pochissimo. Shireiyama uccise lo youkai, trapassandolo con la mano artigliata.
«Ma cosa …» Rin era leggermente scossa, non avendo capito cosa era successo.
«Se lo avessi guardato ancora, ti avrebbe ghermito l’anima» le spiegò Shireiyama, liberando il corpo dalla sua mano. Nell’estrarla, toccò qualcosa che prese. Era ricoperta di sangue e, per capire che fosse, la pulì almeno un po’ con l’altra mano.
«E’ la piuma!» affermò la ragazza.
«Quindi è a questa che si riferiva. Il suo tesoro. Deve averci sentito e per proteggerla ha tentato di ucciderci» riassunse Shireiyama «Senza saperlo ci ha facilitato il compito»
«Un po’ mi dispiace» disse Rin guardando il corpo del baku. Shireiyama la guardò, non comprendendo quello stato d’animo per uno che aveva tentato di ucciderla pochi minuti prima. Poi si ricordò che era una ningen e di cose strane come quella, le faceva anche Moriko.
«Torniamo dagli altri»
«Shireiyama!» lo trattenne prima che iniziasse a camminare.
«Grazie per avermi salvata» Rin gli sorrise.
«Non c’è bisogno di ringraziare» rispose imbarazzato, voltandosi dal lato opposto.  




Salve!
E' un piacere vedere che siete in tanti a seguire questa sotira anche quando siamo ad un passo dalla fine. ... grazie!
Tutti gli oggetti sono stati recuperati ora non resta che sigillare la Hakaitsume ma per fare ciò, bisogna scontrarsi con Kyoufuumaru e poi Moriko che fine ha fatto?
Vi saluto in compagnia di Rin e Shireiyama: clicca qui  
Alla prossima ;) 

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Capitolo 21
*** Resa dei conti ***


                                                                   RESA DEI CONTI




«Sesshoumaru-sama non ne sarà contento» costatò il servitore di Sesshoumaru dai capelli rossi, Shunji.
Sunao era al suo fianco che rigirava i cadaveri dei tre youkai che li avevano sorpresi e attaccati. I servi di Kyoufuumaru li avevano scoperti mentre erano in perlustrazione per osservare da vicino la situazione al palazzo del loro signore.
«Torniamo prima che altri ci trovino e ci seguano» affermò Sunao calmo.
«Va bene!» Shunji annuì e aiutò il compagno a nascondere i corpi sotto al fogliame.
Fecero ritorno di corsa al nascondiglio, dove li attendevano. Sesshoumaru fu il primo ad avvertirli, in quanto era appostato all’entrata della grotta, impaziente.
Allo stesso modo, li attendeva anche Noumu. Sperava che non portassero nessuna cattiva notizia riguardante Moriko.
Se ne accorse presto anche Hasu e andò a fermare la parlantina infinita di Inuyasha. Era diverso tempo che il suo fratellino continuava a litigare con i suoi amici, provando in ogni modo di convincerli a tornarsene a casa. L’unica nota positiva, fu che non alzò mai la voce.
Hasu gli arrivò alle spalle e lo scosse con la mano.  
«Smettila di perdere tempo, Sunao e Shunji sono tornati»
«Non sto perdendo tempo! Piuttosto potresti aiutarmi a farli ragio…» Inuyasha si zittì di colpo all’occhiataccia del fratello.
Era di pessimo umore da quando era tornato con il frammento della pietra dell’aldilà. Hasu aveva spiegato a grandi linee cosa era accaduto. L’incontro con Moriko non era finito nei migliori dei modi, per quanto la donna avesse recuperato la memoria.
«Sesshoumaru-sama!» i due servitori s’inchinarono profondamente.
«Allora?» l’urgenza nella voce del loro padrone li mise in agitazione.
Shunji esitò, consentendo a Sunao di prendere la parola :«Kyoufuumaru ha preso il possesso del palazzo e ha chiamato a se numerosi youkai, però solo due o tre di loro sono degni di nota»  si fermò ma era evidente che c’era dell’altro.
«Continua» gli ordinò Sesshoumaru.
«Alcuni youkai ci hanno scoperti ma li abbiamo eliminati» rispose in fretta Shunji, liberandosi della colpa causata dalla loro disattenzione.
«Nessuno ci ha seguito. Nessuno sa dove ci troviamo» aggiunse immediatamente l’altro servo.
Sesshoumaru parve non gradire, assottigliò gli occhi e alzò una mano.
«Hanno svolto bene il loro compito, Sesshoumaru. Non c’è bisogno che tu li punisca» la inu youkai strinse forte il braccio del fratello, impedendo che gli artigli di Sesshoumaru si abbattessero sui due servitori.
«Domani mi riprenderò il mio palazzo e ucciderò Kyoufuumaru. Se volete prendere parte alla battaglia, fate pure, ma non osate ostacolarmi» Sesshoumaru fu freddo come poche volte lo era mai stato e si allontanò, svanendo dalla vista di tutti.
I due servitori ringraziarono mentalmente la prontezza di spirito di Hasu e poterono rilassarsi per lo scampato pericolo.
«Forse potresti andargli a parlare?» chiese Rin titubante ad Hasu.
«E a che servirebbe? Non l’hai visto quanto è nervoso?» Jaken le rispose al posto della youkai, altamente stanco e spaventato dal comportamento di Sesshoumaru.  
«E’ il solito stupido! Se ci tiene così tanto a Moriko, potrebbe mettersi a cercarla e lasciare Kyoufuumaru a noi»
«Sesshoumaru non è avventato come te, Inuyasha. Tentare di trovarla ora, è come cercare un ago in un pagliaio» intervenne Miroku.
«Inoltre, c’è la possibilità che voglia ancora ottenere la Hakaitsume, e se è così, lo farà prima che venga sigillata» aggiunse Sango.
«Dobbiamo evitare che questo accada. Perciò dobbiamo sconfiggere Kyoufuumaru il prima possibile» concluse infine Kagome.
«Hanno ragione loro Inuyasha. Sei il solito stupido» intervenne Shippo tra le braccia della miko.
«Zitto tu! Lo so benissimo, quanto so bene che serve il potere di Kagome o di Miroku per poter sigillare quella dannata naginata. Ma se deve stare male, è meglio che si metta a cercarla e ci lasci in pace» si lamentò l’hanyou. In fondo anche lui era solo preoccupato per il fratello.
Shireiyama ridacchiò. Inuyasha in ansia per Sesshoumaru gli mancava.
«Stai tranquilla, Rin. Nessuno di noi ha intenzione di abbandonarlo. Gli staremo accanto e lo supporteremo come possiamo» Shireiyama le accarezzò il capo con l’intento di rassicurarla. Anche Hasu le mandò uno sguardo rincuorante, così da farle ritrovare un po’ di fiducia.
«Sunao, Shunji spiegateci più nei dettagli ciò che avete visto e studiamo un piano d’attacco» i due servitori furono pronti e lesti ad esaudire le richiese di Hasu.

***

Sesshoumaru procedeva da solo avanti a tutti. La coltre di ghiaccio che aveva eretto il giorno precedente, non si era assottigliata. Nella sua testa ora vi era solo l’idea dell’imminente battaglia e dell’agognata vendetta.
Erano ormai vicinissimi al palazzo. Qualche altro passo e gli occupanti avrebbero avvertito le aure demoniache degli youkai del gruppo.
«Ci siamo! Gli umani indietro, Jaken e Noumu vicino a Rin; Sunao e Shunji coprite le spalle agli umani» Shireiyama ricordò rapidamente lo schieramento.
Rin non era propriamente entusiasta. Era l’unica ad essere scortata, non tanto da Jaken, che poco poteva fare, ma da Noumu che non si sarebbe staccato da lei nemmeno per un attimo. Però non vedeva come poteva opporsi, tutti si preoccupavano per lei e non era il caso di dare altri grattacapi a Sesshoumaru.
Persa nei suoi pensieri, non si accorse di quanto erano avanzati. Noumu la richiamò tirandole leggermente la manica del kimono.
«Eh?» l’okami youkai le fece cenno di salirle in groppa.
«Ah, sì!» la ragazzina capì subito cosa volesse, vedendo Sango e Kagome sulla schiena di Kirara.
Sesshoumaru ruotò leggermente lo sguardo all’indietro: erano tutti pronti alla battaglia e decisi a vincere. Non capiva perché avessero tutto quell’interesse nel combattere e nemmeno gli interessava. L’importante era liberare il suo palazzo e uccidere Kyoufuumaru con le sue stesse mani.
Improvvisamente scattò,  causando il disappunto degli altri.
«Tsk! Il solito. Andiamo!» Hasu cominciò a correre e ad accorciare la distanza che Sesshoumaru aveva creato. Il resto del gruppo dietro.
Prossimi al palazzo, era possibile osservare la schiera di youkai che li attendevano.
Esattamente come illustrato dai due servitori dell’inu youkai, ad accoglierli, furono uno sbarramento di alcune decine di youkai. Erano molti, quanto deboli e non avrebbero costituito alcun pericolo.
Sesshoumaru , Hasu e Shireiyama superarono le mura, fiondandosi sui primi sventurati che capitarono loro a tiro. Erano tutti youkai del nord di basso rango, piccoli o dalle dimensioni enormi.
Sesshoumaru si faceva spazio e avanzava velocemente. I pesci piccoli non gli interessavano; lui voleva solo Kyoufuumaru.
Dopo pochi istanti, giunsero Inuyasha e compagni e furono immediatamente coinvolti nella battaglia. I nemici che i tre youkai si lasciavano alle spalle, divennero gli avversari dei nuovi arrivati. Non erano particolarmente forti nemmeno per loro ma erano troppi e Inuyasha non riusciva a tenere il passo dei fratelli. Usava sia il kaze no kizu, con moderazione per non distruggere tutto, sia il kongosoha o semplicemente la lama della Tessaiga. Sango e Miroku non avevano perso la mano a sterminare youkai e la loro coordinazione era pressoché perfetta. Kagome con le sue frecce riusciva a purificarne parecchi alla volta. Shippo accanto a lei ne bruciava qualcuno con il suo fuoco fauto e Rin era più indietro a dare il suo contributo, in groppa a Noumu con Jaken alle spalle. Il piccolo kappa usava il Nintojo  senza troppa precisione sugli youkai che si avvicinavano. Per fortuna sua, Noumu era pronto a schivare ogni attacco.
Invece Rin se la cavava decisamente meglio. La sua mira con l’arco era migliorata tantissimo grazie agli insegnamenti di Moriko e, anche in movimento, riusciva a centrare i bersagli. Le sue frecce tuttavia non avevano la stessa efficacia di quelle di Kagome e spesso non ne bastava una per uccidere uno youkai. A quel punto ci pensavano Sunao e Shunji a finire il lavoro. Non si sarebbe mai detto, ma erano ottimi combattenti e riuscivano ad essere di supporto sia a Rin che agli altri umani. Si muovevano con estrema velocità su più lati ed eleminavano definitamente gli avversari feriti o quelli che tentavano attacchi inaspettati.
Più avanti i tre youkai superarono lo schieramento iniziale, ottenendo una visuale più dettagliata e chiara di ciò che li attendeva.
In fondo a tutto, presso l’entrata del palazzo, vi era Kyoufuumaru all’in piedi, che manteneva saldamente la Hakaitsume, al suo fianco il fedelissimo Katashi e avanti tre possenti kuma youkai. Questi ultimi si fecero avanti frapponendosi tra loro e Kyoufuumaru. Erano youkai molto grossi, possedevano un corpo possente e ricoperto di pelo. Il muso, più largo di quello di un orso, era adornato da denti affilatissimi e lunghi. Ancora più lunghi erano gli artigli delle zampe e a proteggerli nei punti più delicati, ci pensavano pezzi di armature forgiate su misura. Il loro passo era pesante e scacciavano rumorosamente aria dalle narici, conferendo loro un’immagine minacciosa.
Uno di loro presentava un’evidente cicatrice che gli percorreva tutto il collo e continuava sotto l’armatura. Fu proprio quello youkai a parlare :«Ci incontriamo ancora capo degli okami youkai del nord! E come allora, sei accompagnato dai quei detestabili inu youkai»
«Voi siete …» si sorprese Shireiyama e con lui la compagna Hasu.
«I tre guerrieri dei ghiacci!»  precisò il kuma youkai.
«Cosa fate qui? Non vi eravate rintanati nel più profondo nord?» disse Hasu.
«Come potevamo sprecare l’occasione di riscattarci?»
«Stupidi! Immischiarvi in una guerra solo per prendervi una rivincita?» Shireiyama non poteva certo immaginare di trovarsi davanti vecchi nemici.
Nel momento più difficile per la sua tribù, quando si trovò da sola ad affrontare gli altri gruppi di youkai della zona, vi erano anche tre kuma youkai, desiderosi di dimostrare la loro forza e sconfiggere la più valente tribù del nord di quel tempo.
«Il nostro scopo è solo dimostrare di essere migliori di voi okami youkai»
«Se è solo questo ciò che vi interessa, vi accontenterò ma prima lasciate che ci occupiamo di Kyoufuumaru» Shireiyama provò a proporre una soluzione rapida e pacifica che provocò i sogghigni divertiti dei kuma youkai.
«Noi avremo la nostra rivalsa, onorando la parola data a Kyoufuumaru»
«Se è così non avremo pietà!» Hasu era sul piede di guerra. Gli occhi stretti a due fessure e la mano pronta per sfoderare la sua Yougantetsu.
«Non aspettiamo altro!»
«Se non c’è altra via …» anche Shireiyama assunse una posizione di attacco.
Sesshoumaru era rimasto a guardare e a valutare la situazione.
Quei tre kuma youkai non erano da sottovalutare ma nemmeno tanto forti da sconfiggerli. Gli avrebbero solo fatto perdere tempo e tenerlo a distanza dal suo obbiettivo, ormai a pochi passi.
Quando Shireiyama e Hasu scattarono, dichiarando l’inizio dello scontro, Sesshoumaru ferì uno dei kuma youkai con Bakusaiga, facendosi spazio. Li superò e puntò dritto sul washi youkai.
«Fermo Sesshoumaru!» il grido di Hasu arrivò troppo tardi. Il fratello aveva già scontrato la lama della sua katana con quella della naginata.
«Così tanta fretta di morire, Sesshoumaru?»
«Fa silenzio!» l’inu youkai attaccava insistentemente con Bakusaiga, ma l’altro gli teneva testa.
«Sesshoumaru fermati! Torna indietro!» insistette la inu youkai. L’attenzione che prestò al gesto avventato del fratello, la fece distrarre dal suo combattimento. Fu spinta da Shireiyama, il quale bloccò una zampata, ne ferì un altra con gli artigli e afferrando quello a cui aveva immobilizzato la zampa, lo scaraventò al suolo con un calcio.  
«Fa attenzione, Hasu» la riprese il compagno. Capiva lo stato di apprensione della compagna ma non avrebbe lasciato che le accadesse qualcosa.
Hasu annuì e dovette immediatamente difendersi da scaglie di ghiaccio che la stavano raggiungendo ad alta velocità. Hasu innalzò una striscia di lava, che fece evaporare il giaccio. Dal vapore che si creò, sbucò il kuma youkai senza preavviso. La inu youkai non si fece sorprendere un’ulteriore volta e gli conficcò la katana nel ventre.
Yougantetsu iniziò a riscaldarsi.
«Inuyasha! Aiuta Sesshoumaru!» urlò mentre fece raggiungere la massima temperatura alla sua katana.
Il kuma youkai cercava di estrarsela dal corpo, nonostante la sua stazza decisamente superiore a quella della inu youkai, non ci riuscì. Al contrario della Yougantetsu, il corpo dello youkai diventava sempre più freddo. Le due temperature completamente opposte a contatto, generavano una nebbiolina biancastra. Si era raggiunta una situazione di equilibrio e il primo che avrebbe ceduto, avrebbe avuto la peggio. Il kuma youkai in brevissimo tempo, vacillò, permettendo alla lama di Yougantetsu di scioglierlo e tagliarlo in due con un netto movimento verso l’alto. Il corpo del grosso youkai si riversò a terra privo di vita.
«Inuyasha mi ha sentito?! Va da Sesshoumaru e aiutalo!» continuò ad urlare a gran voce mentre si apprestava ad supportare Shireiyama alle prese con gli altri due kuma youkai.

***

Di quegli youkai minori non si era ancora giunti alla fine. Altri si erano aggiunti e tutti duri a morire.
Nel bel mezzo della battaglia, si sentì chiaramente la voce della inu youkai :«Inuyasha! Aiuta Sesshoumaru!» l’hanyou si allarmò al grido della sorella e provò a vedere quale fosse la situazione. Tra i fendenti di Tessaiga e gli youkai che toglieva di mezzo, riuscì a scorgere la sorella e Shireiyama alle prese con tre giganteschi kuma youkai. Sesshoumaru non c’era.
Anche gli atri si preoccuparono alla richiesta di Hasu e provarono a capire che stava succedendo. Non era facile con decine di youkai che ti venivano addosso.
«Noumu per favore avviciniamoci» l’okami youkai non fece esattamente come le aveva detto Rin ma compì un salto che permise di scorgere Sesshoumaru.
«Sesshoumaru-sama!» esclamarono sia Rin che Jaken insieme, allarmati.
Toccato nuovamente il terreno, Rin comunicò cosa aveva visto :«Inuyasha, Sesshoumaru-sama sta combattendo contro Kyoufuumaru da solo!»
«Cosa?! Che combina quell’idiota?»
Arrivò ancora una volta la voce di Hasu :«Inuyasha mi hai sentito?! Va da Sesshoumaru e aiutalo!»
«Inuyasha vai, qui ci pensiamo noi» gli disse Kagome decisa nella sua affermazione.
«Se dovesse succedere qualcosa a Sesshoumaru, battere Kyoufuumaru sarà ancora più difficile. Con questi qui siamo in grado di vedercela da soli» aggiunse Miroku, impegnato ad abbattere uno youkai con un colpo dello shakujo.
«Per favore Inuyasha» lo supplicò Rin.
«Dannato di un Sesshoumaru! Sempre a creare problemi. Io vado ma voi non fatevi battere» così dicendo balzò via superando gli youkai che li circondavano. A ben guardare non erano tantissimi, i suoi amici, con il supporto dei due servitori di Sesshoumaru, potevano farcela in tempi ragionevoli. Ora doveva pensare al fratello.
Si stava scontrando con il washi youkai ma sembrava in difficoltà. La Hakaitsume era in grado di assorbire il potere demoniaco anche dalla Bakusaiga, semplicemente incrociando le lame per un tempo un po’ più prolungato. Una volta che le due parti erano state riunite, i poteri della naginata, erano aumentati.
Non aveva modo di pensare a cosa fare e affiancò il fratello, scagliando un kaze no kizu.
Sesshoumaru non gradì l’intrusione e nemmeno si era accorto che Inuyasha lo stava raggiungendo, tanto che era preso dallo scontro. Di fatto gli sferrò un pugno sul viso.
Inuyasha incassò il colpo, dolorante e stupito.
«Che cavolo fai? Sei impazzito?» sbraitò irato come non mai.
«Mi sembrava di essere stato chiaro che non volevo intromissioni» disse gelido.
«Lamentati con Hasu!» una risata li interruppe.
«Vedo che non siete molto uniti. Vorrà dire che sarà ancora più facile uccidervi» Kyoufuumaru si rialzò, più motivato ed esaltato di prima.
Spalancò le ali, grazie alle quali poté incrementare la sua velocità di movimento, tenendosi leggermente sollevato dal terreno.
Sesshoumaru fu costretto ad arretrare e difendersi con Bakusaiga. Manteneva il contatto tra le lame il minimo possibile. Il washi youkai era incredibilmente veloce e imprimeva una notevole forza nei suoi attacchi. Sesshoumaru non era da meno e riusciva anch’egli a sferrare attacchi di una certa efficacia. Tuttavia l’energia di Bakusaiga diminuiva sempre di più. Dopo un fendente andato a buon fine di Sesshoumaru, che ferì l’avversario al fianco , Inuyasha scagliò i dardi del kongosoha verso Kyoufuumaru. Il washi youkai si protesse avvolgendo il suo corpo con le ali e creando un piccolo strato di vento.
«Com’è possibile?» l’hanyou rimase disorientato. Le ali erano state in grado di proteggerlo ed era riuscito a provocargli solo danni leggeri e qualche graffio superficiale. A quel punto Sesshoumaru ne approfittò e sprigionò la piena forza di Bakusaiga.
Kyoufuumaru liberò un urlo poderoso nel compiere lo sforzo di contrastare l’attacco d’inu youkai con l’energia raccolta fino a quel momento dalla Hakaitsume e riuscì a fermare Bakusaiga.
«Sesshoumaru, cerchiamo di attaccare insieme. Se lo sfiniamo po…»
«Fatti da parte!»
«Non puoi farcela da solo» Sesshoumaru non si degnò più di pensarlo e si mosse per attaccare nuovamente.
«Ora Katashi!» al comando del washi youkai, il federe monaco attivò un sigillo su entrambi i fratelli.
Un cerchio luminoso apparve ai piedi dei due, che li immobilizzò.
Inuyasha era completamente paralizzato e fu costretto a carponi, come se una grande forza lo stesse spingendo verso il basso. Al contrario Sesshoumaru poteva ancora muoversi, anche se a fatica.
«Impressionante il potere di quell’umano, non è così Sesshoumaru?» lo derise Kyoufuumaru.  Era ad un passo dall’inu youkai, costretto all’immobilità.
Restava fieramente all’in piedi e guardava dritto negli occhi Kyoufuumaru.
Due sguardi freddi a confronto. In quello di Kyoufuumaru era evidente la soddisfazione e la certezza della vittoria, mentre quello di Sesshoumaru nascondeva rabbia.
Il washi youkai era pronto a trafiggere Sesshoumaru con la naginata e sottrargli tutta l’energia demoniaca in suo possesso fino a ucciderlo. E con l’energia accumulata, sbarazzarsi di Hasu.

***

L’ultimo fendente e Hasu e Shireiyama ebbero ragione dei loro avversari.
Avevano percepito che Inuyasha era andato in soccorso del fratello ma non erano stati in grado di seguire lo scontro. Volsero lo sguardo immediatamente verso di loro e ai due si raggelò il sangue nelle vene.
«Sesshoumaru!»





Salve!
Ci siamo! Siamo arrivati allo scontro finale.
La situazione non è facile, Sesshoumaru è alla merce di Kyoufuumaru, inuyasha è immobilizzato e Hasu e Shireiyama che hanno visto?
Inoltre di Moriko ancora non c'è traccia .... vi aspetto al prossimo capitolo per la fine de "L'artiglio della distruzione - Hakaitsume"
Il disegno per questo capitolo (per il finale cercherò di fare di meglio :P):clicca qui  
Alla prossima!

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


                                                                       EPILOGO




L’ultimo fendente e tutti i kuma youkai giacevano a terra, sconfitti. Hasu e Shireiyama, in apprensione per i fratelli di lei, si voltarono immediatamente nella loro direzione e il sangue nelle loro vene si raggelò.
«Sesshoumaru!» Hasu si lasciò prendere dalla paura e per un attimo non reagì. Shireiyama ebbe una reazione molto simile.
La lama dell’Hakaitsume era conficcata nel ventre dell’inu youkai, che gli sottraeva l’energia demoniaca. Inuyasha poco distante, era immobilizzato da un sigillo, o qualcosa di simile, non riuscendo più a muoversi.
L’okami youkai fu il primo a destarsi, precipitandosi in soccorso di Sesshoumaru. La sua compagna non si era ancora mossa, l’avrebbe fatto sicuramente immediatamente dopo di lui, tuttavia non poteva perdere nemmeno un secondo. Non sapevano quanto rapidamente agisse la naginata né se Kyoufuumaru avesse altri metodi per difendersi.
Come Shireiyama aveva previsto, Hasu lo seguì precisamente un secondo dopo di lui.
Il loro scatto si bloccò di colpo. Con velocità straordinaria, qualcuno attaccò Kyoufuumaru. Arrivò come un fulmine blu, sollevando polvere e terra, le quali celarono la sua identità agli occhi di tutti. Kyoufuumaru balzò fuori dalla coltre di polvere, palesemente meravigliato e allo stesso tempo contrariato. L’inaspettata intromissione fece perdere la concentrazione a Katashi e i sigilli vennero spezzati.
Polvere e terra ricaddero sul suolo, mostrando il volto dell’ultimo arrivato.
«Moriko …» Hasu allargò gli occhi, sorpresa e felice di rivedere la sua allieva. Shireiyama si ritrovò a sorridere, contento di rivederla e che fosse intervenuta schierandosi dalla loro parte. Inuyasha assisteva incredulo.
«Stai bene Sesshoumaru?» Moriko gli si avvicinò, parlandogli piano.
L’inu youkai sollevò lentamente il capo, incrociando i suoi occhi con quelli di lei. Non si aspettava che arrivasse proprio in quel momento. Rivederla dopo la sua fuga e soprattutto vedere che stesse bene, che Kyoufuumaru non aveva avuto modo di farle nulla, fu come liberarsi di un peso che gli opprimeva il petto. Non sapeva nemmeno spiegarsi cosa stesse provando ma come sempre non lasciò trapelare nulla.
«Naturalmente» rispose come se fosse ovvio.
«Moriko!» Hasu e Shireiyama furono subito da lei.
«Hasu-sensei! Shireiyama! Sono tornata!» disse contenta.
«Questa volta ci hai fatto preoccupare» la rimproverò l’okami youkai.
«Per fortuna sei tornata quella di prima, eccetto l’aspetto» disse sollevata la sua maestra «quella che hai in mano?» Hasu notò la nuova katana in suo possesso.
«E’ la ragione per cui ho tardato. Ci è voluto del tempo per forgiarla» poi si rivolse a Sesshoumaru «ho fatto utilizzare la pietra di Kinko per realizzarla, spero non ti dispiaccia»
«Era tua, potevi farne quello che volevi» Moriko gli sorrise poi abbassò il capo «mi dispiace avervi fatto preoccupare e scusate se sono scappata una volta riacquistato i miei ricordi»
«Attenzione!» la voce di Inuyasha li ricordò che la battaglie era ancora in corso.
Il washi youkai non aveva preso bene l’intromissione. Ora si era aggiunto un nuovo nemico, i tre kuma youkai erano stati eliminati prima del previsto e presto anche gli youkai inferiori, impegnati nel tener a bada i ningen, sarebbero stati sconfitti. L’ultimo che gli restava era Katashi, il suo fedele servitore, il più affidabile e potente.
 «Katashi!» urlò furente Kyoufuumaru, riportando alla concentrazione il monaco.
Inuyasha, che aveva intuito cosa l’houshi stesse per fare, si alzò il fretta per fermarlo.
La punta tremante di Tessaiga si arrestò a pochi centimetri da Katashi. Inuyasha lottava per contrastare la stessa forza che l’aveva immobilizzato prima, senza successo.
«Dannazione» digrignò, non resistendo più alla pressione. Fu costretto sulle ginocchia con la lama di Tessaiga a stento sollevata.
«Ma che?» esclamò Shireiyama sentendo un peso opprimente sul corpo.
«Ha attivato un'altra volta il sigillo» constatò l’inu youkai, faticando più di prima.
«Non può essere così forte un sigillo di un ningen» per Hasu era assurdo che un semplice houshi, per quanto dotato di una grande forza spirituale, potesse tenere sotto controllo quattro youkai e un hanyou.
«Dannazione mi sono distratta» Moriko si maledisse per essersi lasciata andare a inutili sentimentalismi.
«Kyoufuumaru-sama non posso resistere a lungo. Sono troppi» nonostante le parole di Katashi, il monaco non sembrava per nulla preoccupato o in difficoltà.
«Libera la yasei inu youkai» gli ordinò «le infliggerò la punizione che si merita per avermi tradito»
La luce intorno a Moriko svanì insieme alla forza schiacciante che le impediva i movimenti. Un fremito le attraversò la schiena al pensiero di affrontare da sola il washi youkai ma era pronta a farlo. Infondo, quella era la sua intenzione fin dall’inizio.
«Katashi, ora quanto tempo puoi mantenere le barriere ristrettive?»
«Un quarto d’ora massimo. Ma vi pregherei di essere più veloce se volete servirvi ancora di me»
«Cinque minuti saranno più che sufficienti» Kyoufuumaru si dimostrò molto sicuro di se. Fin quando ci sarebbe stato Katashi a supportarlo, non doveva temere nulla.
«Non chiedo di meglio!» l’eccitazione per l’imminente scontro incominciò a scorrere nel corpo di Moriko. Ancor più di quando era umana, desiderava la battaglia e dimostrare la sua superiorità «Stavo per rinunciare all’Hakaitsume, ma se ti uccido prima che l’houshi rilasci le barriere, posso anche tenermela»
«Povera illusa! Pensi davvero che un’inutile youkai come te possa sconfiggermi?» Moriko di tutta risposta ghignò, innervosendo il washi youkai.
Kyoufuumaru spiegò le ali e i suo occhi, quasi bianchi, la trafissero: tutto dello youkai faceva trasparire la sete di sangue che albergava in lui.
Entrambi rinsaldarono la presa sulla propria arma e diedero inizio allo scontro.
Le due armi s’incrociarono con estrema potenza, la forza che infondeva Kyoufuumaru nella naginata era tale che i piedi della youkai sprofondassero nel terreno.
«Moriko sottraiti dal suo raggio d’azione!» gridò a gran voce Shireiyama.
La yasei inu youkai diede una rapida occhiata alla zona circostante alla ricerca di uno spazio ampio, poi, abbassò la sua katana, schivò ruotando di lato la naginata e fece un balzo all’indietro. Kyoufuumaru la colpì comunque con un calcio, costringendola ad effettuare una capriola per riatterrare in equilibrio.
«A quanto pare non posso sottrarti energia dalla tua katana» osservò il washi youkai «vorrà dire che dovrò ucciderti ancor prima di quel che pensassi»
Kyoufuumaru roteò l’Hakaitsume sulla sua testa. Dal movimento rotatorio si generò un piccolo tornado che indirizzò verso la youkai dai cappelli blu.
«Dann …» Moriko piantò la katana al suolo. Il vento era impetuoso ed era difficile resistere, se avesse ceduto si sarebbe trovata con le spalle al muro. Ma il pericolo maggiore, provenne dal centro del tornado, nel quale stavo volando Kyoufuumaru. Le strinse il collo con la mano artigliata, facendola cadere a terra e nello stesso tempo il vento si placò. Nella caduta, però, riuscì a usare la katana per infilzare un’ala del washi youkai. Gliela tagliò a metà, costringendolo a lasciarla. Si risollevò in fretta e incrociò nuovamente la lama della spada con la naginata. Si scambiarono diversi colpi e infine con un affondo, ferì anche l’altra ala.
«Bastarda!» Kyoufuumaru le sferrò un pugno dritto sul viso che la fece barcollare.
Il washi youkai stava perdendo la calma. Se non avesse concluso in fretta con lei, avrebbe dovuto vedersela con troppi nemici tutti in una volta.
«La pagherai» disse in un tremendo sussurro.

***

Vicino le mura del palazzo, la battaglia era giunta quasi al termine. Gli youkai al servizio di Kyoufuumaru erano quasi tutti sistemati. Mentre combattevano, ogni tanto, prestavano attenzione a ciò che avveniva ai loro compagni.
A Rin si fermò il cuore per un attimo, quando sentì l’urlo di Hasu che chiamava il fratello. Se non fosse stato per Noumu, pronto a portarla lontana dall’attacco di una mazza di uno degli youkai, si sarebbe ferita gravemente.
«Noumu ti prego bobbiamo andare da Sesshoumaru!» lo implorò.
«Non possiamo Rin» Jaken fermò ogni movimento dell’okami youkai «Sesshoumaru-sama mi ha ordinato di non metterti in pericolo» la voce del kappa tremava nel vedere il padrone impotente di fronte al washi youkai.
«Così morirà!» Rin aveva le lacrime agli occhi.
Noumu ululò catturando l’attenzione dei due che portava in groppa.
«Mo … Moriko?» la ragazza era incredula nel vederla ma non si sbagliava. 
Anche tutti gli altri si voltarono a guardare anche se per pochi secondi.
«E’ arrivata nel momento giusto» disse Sango, tramortendo uno dei nemici con l’Hiraikotsu.
«E pare sia dalla nostra parte» puntualizzò Miroku. Da ciò che aveva raccontato Hasu, non era detto che lo fosse.
«Evviva!» esultò Shippo.
«O no, Inuyasha!» Kagome non poté trattenersi nel vedere l’hanyou costretto sulle ginocchia.
«Facciamo presto e andiamo ad aiutarli» purtroppo anche se le cose stavano prendendo una buona piega, Miroku sapeva bene che non era ancora finita e che l’Hakaitsume era tuttora nelle mani del nemico.
Sei youkai si avvicinarono in modo pericoloso a Rin e gli altri pochi rimasti circondarono gli altri.
Sango e Miroku ne eliminarono due e Kagome si liberò degli altri purificandoli.
«Noumu dobbiamo liberarcene in fretta» gli disse Rin. L’okami youkai annuì e subito una leggera nebbia li circondò. Questa si propagò avvolgendo tutti gli avversari. Gli youkai si fermarono e si guardavano intorno confusi.
«Cosa hai in mente di fare?» chiese Rin. In questo modo nemmeno lei vedeva nulla.
Noumu le fece segno di reggersi forte a lui e compì un salto molto alto.
Jaken gracidò spaventato dalla sensazione di cadere mentre la ragazza chiuse per un attimo gli occhi. Quando li riaprì, si rese conto che da quella posizione, poteva vedere ogni singolo youkai.
«Ho capito! Sei un genio Noumu!» Rin incoccò la prima freccia e la scagliò. Nemmeno il tempo di vedere se il dardo fosse andato a segno, che era già pronta a scoccarne un'altra. Centrò entrami i bersagli ma dovette fermarsi un attimo. Noumu aveva perso lo slancio iniziale e stava ricadendo al suolo. Una volta con le zampe a terra, rinforzò la nebbia e saltò di nuovo. Ripeterono l’operazione un paio di volte e con l’aiuto di Jaken, tolsero di mezzo anche l’ultimo ostacolo.
«E’ fatta!»
«Forza andiamo!» all’incitamento della miko, il gruppo si mosse compatto, sempre con Sunao e Shunji a coprire le spalle.
La situazione che si trovarono di fronte non era facile: tutti i loro compagni erano rinchiusi in delle barriere che impediva loro qualunque movimento e Moriko era impegnata nel combattimento con Kyoufuumaru. I due combattenti non si accorsero del loro avvicinamento e all’inizio nemmeno gli altri tre youkai.
«Kagome» solo Inuyasha li notò e non poté fare a meno di chiamarla. Gli si avvicinarono e si accettarono che stesse bene.
«Non dovreste stare qui ningen» disse improvvisamente Hasu, senza nemmeno guardarli.
«Forse possiamo esservi utile» affermò Miroku considerando la natura di ciò che li intrappolava.
«E’ tutta colpa di quel monaco» asserì Inuyasha.
«Non è normale che riesca a fermare tutti» sostenne Sango.
«Probabilmente starà facendo ricorso a qualcosa che incrementa la sa forza spirituale» ipotizzò Miroku mentre osservava l‘alto houshi poco distante.
«Ovviamente anche lui è protetto da una barriera» disse infastidito Jaken, analizzando la situazione.
«Bene proverò a forzarla. Se distruggo la sua barriera, automaticamente verranno meno anche tutte le altre» Miroku si preparò. Arrivò ad un passo da Katashi e si concentrò.
«Cosa speri di fare, monaco?» per Katashi le cosa non andavano bene e il suo signore avrebbe impiegato più di cinque minuti per liberarsi della yasei inu youkai.
Miroku terminò di raccogliere le energie :«sai cosa ho intenzione di fare … quindi preparati!» Miroku colpì la barriera che proteggeva il monaco con la punta dello shakujo. Si sprigionarono come delle scariche elettriche ma la barriera resistette.
Per Miroku era un grande sforzo e temeva che non ci sarebbe riuscito. Il potere di quel monaco era davvero straordinario.
«Forza Miroku! Non mollare!» Shippo era al suo fianco che lo incoraggiava. 
«Kagome, usa una delle tue frecce» la giovane annuì e scoccò la freccia. La sua forza purificatrice si aggiunse a quella di Miroku ma ancora non era sufficiente.
«Vi prego Kyoufuumaru-sama fate presto! Io non resisterò ancora per molto!» Katashi era allo stremo.
L’implorazione di Katashi mise in allarme Kyoufuumaru. Era furioso con quella donna youkai che gli stava mettendo i bastoni fra le ruote. L’avrebbe uccisa e con lei tutti i suoi compagni.
«Muguen no hakai!» Kyoufuumaru gridò con forza il nome della tecnica dell’Hakaitsume. La terra davanti ai suoi piedi, fino a Moriko, si spaccò e una terribile ondata di energia la travolse. La youkai posizionò in fretta la sua katana davanti al corpo in posizione verticale. Il colpo fu tremendo e venne scagliata contro il palazzo. Lanciava piccoli versi e urla nel tentativo di sopportare il dolore. Alla fine cedette, sfondando una piccola parte del palazzo che le cadde addosso.
«Moriko!» le voci di quasi tutti si unirono in una.
“Rialzati … puoi fare molto più di questo” Sesshoumaru fissava con intensità il punto in cui Moriko era stata seppellita dalle macerie.
Dei cumuli di legno si mossero. Poterono tirare un sospiro di sollievo: Moriko si stava rialzando.
“Non è possibile” Kyoufuumaru sgranò gli occhi, furente.
Moriko uscì dalle macerie leggermente insicura sulle gambe, piena di piccole ferite e con il respiro affannato.
Sesshoumaru provò un’inspiegabile sollievo e allo stesso tempo frustrazione per non poter far nulla.
«Eheh! Se quello era il tuo colpo migliore non è abbastanza!» si vantò lei.
«Come hai fatto a sopravvivere?»
«Merito della mia spada che è in grado di assorbire parte dell’energia demoniaca e trasformarla in mia o in energia vitale» Moriko gli concesse la spiegazione pur di avere il tempo di recuperare fiato.
«Capisco. È un’ arma interessante, peccato che si sia incrinata. Presumo che ad un attacco più potente non resisterà. Se è così …» Kyoufuumaru si diresse verso Sesshoumaru. Avrebbe assorbito tutta l’energia demoniaca dell’inu youkai fino ad ucciderlo e con l’energia sottrattagli, avrebbe lanciato un attacco dieci volte più potente. Avvicinò la naginata all’inu youkai  e l’energia demoniaca cominciò a fluire nell’arma.
«No! Fermo!» Moriko capì, come fecero gli altri.
Rin ebbe paura e cominciarono ad uscirle le lacrime agli occhi. Jaken ebbe una reazione molto simile.
«Fermati! Ti ho detto di fermarti!» Moriko si precipitò, trovando forze che nemmeno aveva. Non poteva permettergli di ucciderlo. Aveva ancora una promessa da mantenere, doveva ancora dirgli tante cose.
Kyoufuumaru sogghignò trionfante. La fece avvicinare e all’ultimo la trafisse con l’Hakaitsume.
Moriko boccheggiò e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca. I presenti si paralizzarono di colpo tale fu lo shock. Sesshoumaru la vide accasciarsi sotto ai suoi occhi, si reggeva con un braccio alla naginata e l’altro era protratto verso di lui. Le sue labbra si mossero ma non uscì alcun suono.
Un sentimento mai provato gli stava stritolando il cuore, un’ira cieca stava prendendo il controllo della sua mente e il corpo prese a muoversi, incurante del sigillo. Moriko era sempre più debole, il braccio le ricadde sul corpo e piano le palpebre si abbassarono sugli occhi blu. La rabbia di Sesshoumaru aumentava, lo sforzo che stava compiendo era eccessivo anche per lui ma proseguiva, riuscendo a muovere qualche passo. Uno sforzo in più e la barriera si infranse. Sesshoumaru tagliò di netto un braccio di Kyoufuumaru con Bakusaiga e si lanciò al suo inseguimento mentre quest’ultimo cercava di sfuggirgli, stordito.
Nello stesso momento le barriere restrittive si spezzarono. Shireiyama corse da Moriko, prendendola tra le sue braccia.
Hasu e Inuyasha affiancarono Sesshoumaru.
Vedendo arrivare i rinforzi, Kyoufuumaru decise di sferrare lo stesso attacco di prima, utilizzando l’energia sottratta allo youkai.
«Mugen no hakai!»
Sesshoumaru, Hasu e Inuyasha con le loro rispettive katana, si unirono per contrastare l’attacco. Risultò essere molto più forte del precedente: le loro mani iniziarono a sanguinare, le lame della spade fremevano come se da un momento all’altro volessero spezzarsi e il palazzo dietro di loro si sbriciolava alla pressione.
Ma resistettero e lo respinsero. Appena la grande quantità di energia svanì, Sesshoumaru gli fu addosso, gli strappò di mano l’Hakaitsume e lo trafisse con la mano artigliata.
«Non … può … essere» ansimò dolorante il washi youkai. Accadde così velocemente che faticò a capacitarsene.
«Non dovevi farle del male» sussurrò Sesshoumaru non rendendosi realmente conto di cosa stesse dicendo.
«Katashi …» Kyoufuumaru volse per l’ultima volta lo sguardo sul suo fedele servo. Era steso a terra che lo fissava. Era sfinito e presto l’avrebbe raggiunto.
«Non volevo … che andasse … così» Sesshoumaru non volle sentire altro e lo finì trafiggendolo con Bakusaiga. Il suo corpo cadde a terra privo di vita.
«Sesshoumaru!» l’inu youkai si voltò immediatamente verso Shireiyama. Sbiancò del vedere il corpo insanguinato ed esanime di Moriko. Corse da lei.
«Sesshoumaru, Tenseiga» Shireiyama non riusciva a contenere l’agitazione. Tutti gli altri erano lì vicino.
Sesshoumaru si inginocchiò e posò una mano sul volto di Moriko. Aveva un’espressione sofferente e il suo corpo stava diventando freddo.
Sesshoumaru si alzò e sfoderò Tenseiga, allo stesso modo Shireiyama si allontanò e lasciò che l’inu youkai riportasse Moriko tra loro. Hasu tremava e strinse con decisione il braccio del compagno.
Sesshoumaru vide chiaramente i servitori dell’aldilà e tagliò senza esitare.
“Apri gli occhi, Moriko” la prese tra le braccia. Il respiro gli si era fermato nell’attesa. Poi il petto della youkai si alzò e le ciglia tremarono. Moriko ritornò lentamente alla vita e la prima cosa che vide furono gli occhi di Sesshoumaru. Non li aveva mai sentiti così caldi.
«Non te ne andare più» Sesshoumaru glielo sussurrò all’orecchio quando l’avvicinò di più a lui. Moriko lo strinse forte. Non se ne sarebbe più andata.

***

«Bene procediamo a sigillare l’Hakaitsume» Miroku aveva preparato tutto per il rito da eseguire. La piuma, il frammento della sfera dell’aldilà e la campanella emisero una luce accecante, si sollevarono e si posizionarono sulla naginata. Dopo un po’ la ricoprirono di luce e svanì. I tre oggetti caddero, tornando al loro aspetto iniziale.
«Ma dove è sparita?» si domandò Shippo alquanto sorpreso.
«Forse è in un posto lontano» ipotizzò Sango.
«Dove sia andata a finire non ci interessa. L’importante è che non ricompaia più a far danni» Inuyasha non ne voleva più sapere.
«Peccato! Avrei voluto riaverla» Moriko si guadagnò un’occhiataccia di Sesshoumaru Hasu, Shireiyama e Noumu «bè non è poi così importante, infondo ho una nuova katana» aggiunse per riparare.
«A proposito da dove salta fuori?» le chiese l’okami youkai.
«Me la sono fatta fare da Totosai. Mi ha detto anche il suo nome ma non lo ricordo. Sai andavo di fretta» ridacchiò.
«Per fortuna è tutto finito! Stava diventando una cosa complicata» disse Inuyasha per porre la parola fine alla storia.
«Ora te ne puoi anche andare»
«Dannato di un Sesshoumaru! E questo sarebbe il ringraziamento per averti aiutato?» l’hanyou si stava arrabbiando.
«Nessuno te l’ha chiesto»
«Ah! Insomma!»
«Su su Inuyasha! Basta così. Abbiamo fatto quello che dovevamo»
«Ma Kagome non possiamo farci trattare in questo modo dopo tutto quello che abbiamo fatto» protestò Inuyasha.
Hasu gli accarezzò la testa «Grazie fratellino. Sei stato bravo!» Inuyasha arrossì leggermente. Si vergognava un po’ ma quel gesto da parte della sorella, gli era mancato.
«E va bene mi accontento di aver fatto una cosa buona»
«A questo punto credo sia tempo di andare» Kagome si prese sotto braccio Inuyasha e se lo trascinò verso i suoi amici «Spero di rivedervi ancora» salutò insieme agli altri.
«Moriko, Rin se vi stancate di Sesshoumaru fatevi un giro al villaggio» disse Inuyasha prima di andare.
Il fratello lo guardò malissimo e convinse Inuyasha ad affrettare il passo. Moriko e Rin risero divertite.
«Hasu poi tenere con te Rin per un po’?» le domandò Sesshoumaru.
«Sì certo»
«Eh? Ma come? Non posso ancora venire con voi, Sesshoumaru-sama?»
«Bisogna far prima riparare il palazzo e ci vorrà del tempo e tra poco sarà inverno» le spiegò paziente.
«Tranquilla Rin, torneranno presto. Il tempo di trovare qualcuno che ripari il palazzo e verrà a stare da noi anche lui» ci pensò Shireiyama a rassicurarla.
«Moriko, tu vieni con me?» il tono di voce di Sesshoumaru era tornato quello di sempre ma nascondeva una certa agitazione.
«Sì! E’ tempo di mantenere la promessa fatta» rispose «Noumu va anche tu da Hasu» l’okami youkai annuì.
«Che dite? Ci ritiriamo?» Hasu era davvero stanca e non vedeva l’ora di riabbracciare i suoi figli e tornarsene alla sua vita tranquilla.
Un po’ a fatica Shireiyama e la compagna si trascinarono tutti via.
«Sunao, Shunji, Jaken voi restate qui e attendete il mio ritorno»
«Come desiderate Sesshoumaru-sama» Jaken rispose anche per gli altri due.
«Vieni» Sesshoumaru invitò Moriko a seguirla.
Superarono la nebbia che circondava il palazzo e proseguirono verso est.
Camminavano con tranquillità l’una affianco all’altro. Sesshoumaru poteva effettivamente rendersi conto che Moriko era diventata davvero una youkai. Il suo aspetto era essenzialmente lo stesso, cambiava solo il colore dei capelli e degli occhi e lineamenti meno morbidi. Da quando era umana, era stata capace di smuovere qualcosa dento di lui, qualcosa a cui non sapeva nemmeno dare un nome.
«Ti fa male la ferita?» gli chiese a un tratto, continuando a guardare il terreno. Avrebbe voluto dirgli tante altre cose. Quanto gli fosse mancato, che era felice che fosse sano e salvo e ora che erano soli, avrebbe voluto pronunciare quelle due parole che non era riuscita a dar voce quando credeva che tutto fosse finito.
Sesshoumaru la osservò. Si preoccupava per un qualcosa che sarebbe sparito nel giro di qualche giorno, quando lei era addirittura morta. Poi vide che non era così.
Non le rispose ma si fermò di colpo costringendola a fare lo stesso e le si avvicinò. Si lasciò guidare da quel qualcosa che era nato dentro di lui e pose le sue labbra su quelle di lei.
Moriko spalancò gli occhi per la sorpresa. Grazie a lui non aveva più bisogno di trovare parole per esprimergli i suoi sentimenti.
Lo baciò. Un bacio profondo e pieno d’amore.







Salve!
E' giunta la fine anche di questa storia. Mi sono divertita e appassionata nel vivere le avventure dei nostri amici e mi sono legata a loro, come ormai ho capito che accade sempre.
Un sincero grazie per i tantissimi che hanno continuato a seguire fino alla fine, per avermi fatto conoscere il vostro parere e per le recensioni incoraggianti, anche se poche ... grazie!
Spero sia stata una lettura gradevole e che l'avventura raccontata abbia quel pochino di atmosfera che si respira nel mondo di Inuyasha.
Come è ormai è abitudine, vi saluto con un disegno (questa volta venuto per bene e molto romantico): clicca qui  
Non so se o quando ma probabilmente in futuro potrebbe arrivre un qualche altro racconto legato a "L'artiglio della distruzione -Hakaitsume" per approfondire qualche personaggio o vicenda e sicuramente scriverò altri racconti quindi .... alla prossima ;) 

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