The Devil behind the black door

di Heaven Black
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La porta nera ***
Capitolo 2: *** Spettri ***
Capitolo 3: *** Scappa ***
Capitolo 4: *** Gatto e topo ***
Capitolo 5: *** La fine del gioco ***



Capitolo 1
*** La porta nera ***


Capitolo uno : La porta nera


"Non hai mai visto niente di simile. 
Eppure sai con certezza che non sarà l'ultima volta."~Cit.


La storia che sto per narrarvi non è come tutte le altre.
C'era un tempo, in cui ad Huntington Beach, una piccola cittadina californiana, le giornate erano belle e serene, il sole splendeva ogni giorno, l'Oceano viveva la sua vita e i fiumi facevano il loro corso, la vita di ogni singolo abitante era piena di allegria e spensieratezza in quanto nulla non andava in quella graziosa cittadina piena di piccole e grandi ville.
Poco spostata dalla città, precisamente al centro del grande bosco dopo la periferia, si ergeva una lussuosa villa a tre piani, una modesta casa abbandonata da lunghi anni e caduta nelle mani spietate del tempo. La casa venne abbandonata subito dopo un violento massacro, essa era infatti appartenuta ad un ricco uomo, elegante e rispettato da tutti, l'uomo una notte, preso da una folle pazzia, uccise la moglie e le proprie figlie di dieci e dodici anni, strappò loro il cuore e lo chiuse in un piccolo portagioie, dopo di che si tolse la vita tagliandosi la gola.
Molte furono le leggende che si raccontavano in città e molte furono anche le famiglie che si trasferirono in quella lussuosa villa, ma di quelle tante famiglie non rimasero che cadaveri su cadaveri. L'unico ad essere mai sopravvissuto era un ragazzino di nome Alek, di origini canedesi, il giovane fu ritrovato dalla polizia quattro giorni dopo l'omicidio della sua famiglia e venne portato alla centrale di polizia nel tentativo di far luce sulla faccenda, poche furono le sue parole, ma tra i balbettii e i tremori causati dal pianto gli agenti riuscirono a capire appena tre parole "Sangue...coltello...mostro...", avendo a che fare con un ragazzino di tredici anni credettero che fosse sotto shock e quindi non diedero importanza a quelle parole così terrorizzate. 
Il povero ragazzino si uccise due mesi dopo, abusanto degli psico-farmaci assegnateli dal suo psicologo.

20 ANNI DOPO

La nostra storia comincia con una ragazza di venticinque anni di origini inglesi, la giovane rispondeva al nome di Morgana, presentava una lunga cascata di capelli neri leggermente ricciolini sulle punte, gli occhi azzurri come il mare in tempesta, un nasino tenero ed elegante e su di esso svettavano delle lentiggini appena visibili, vestiva principalmente di nero, in uno stile puramente gotico e inusuale, aveva un tatuaggio sulla mano sinistra, una croce celtica, sull'avambraccio destro presentava un teschio avvolto in una rosa nera e sulla schiena ha il logo degli H.I.M, la sua band preferita. Una ragazza semplice quanto curiosa e intrigante, visse un'infanzia felice accanto alla sua famiglia in un cottage situato sul confine della Cornovaglia, la sua vita la portò ad intrapendere un viaggio oltre oceano in cerca di se stessa.

Il tramonto era prossimo nella piccola Huntington Beach, Morgana era appena scesa dall'aereo e aveva già quella luce particolare negli occhi, quella luce che solo poche persone potevano comprendere. La luce di chi sta per ricominciare una nuova vita. 
Non aveva un programma e non aveva nemmeno prenotato un posto in albergo, era fatta così, viveva alla giornata ed era pronta a tutto, per questo motivo uscì dall'aeroporto con il suo borsone in spalla e si diresse subito verso dei taxi, riuscì a trovarne uno libero e ci si infilò dentro senza troppe cerimonie.

-Dove la porto signorina?-, chiese gentilmente il tassista, avrà avuto più o meno sessant'anni.

-In città, per favore-, rispose in fibrillazione la giovane.

-Non ha un indirizzo preciso?-

-No, mi spiace. Mi porti semplicemente al centro, grazie-

Dopo una ventina di minuti passati con il naso schiacciato contro il finestrino l'auto gialla si fermò, proprio davanti ad una strada stracolma di locali, Morgana pagò il viaggio e quando stava per andarsene il vecchio autista la fermò.

-Cosa porta una ragazza come lei in questo posto?-, chiese con un'aria quasi misteriosa.

-Non lo so, il destino... forse-

-Mhmh...sembra una ragazza in gamba. Ma, se mi permette, vorrei darle una piccola dritta...nulla in questa città è sicura, faccia attenzione alle persone che incontrerà e, soprattutto, non oltrepassi il bosco ad est di qui-

L'uomo sussurrò quelle parole mantenendo gli occhi grigi e sapienti in quelli pieni di vita di Morgana e lei poté notare un bagliore di paura nell'uomo.

-La ringrazio ma...credo di sapermela cavare da sola-, rispose dopo essersi morsa il labbro.

-Arrivederci signorina-

L'auto ripartì e Morgana si ritrovò da sola in una strada piena zeppa di locali, vi erano ristoranti, pub, pizzerie, night club, persino un supermercato aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Il suo sguardo puntò su un pub che faveva angolo nella medesima via, sarà che la sua indole inglese aveva scelto per lei, ma era sicura che in un pub avrebbe trovato quello che cercava. 
Si avviò a passo deciso verso l'ingresso del locale e da fuori il pub sembrava proprio come il "Drago Verde", il pub che frequentava in Inghilterra da quando era una neonata, appena entrata le luci soffuse e il profumo di moquette la accolsero, per un attimo credette di non essere mai partita. Si avvicinò a passo deciso al bancone notando che non c'erano troppe persone, il barman era un uomo tozzo e barbuto e aveva i capelli lunghi per metà grigi raccolti in una coda bassa.

-Buona sera, cosa posso offrirle?-

-Una Guinness media, grazie-

-In arrivo-

Morgana si guardò un po' intorno e notò subito un'ombra al tavolo più nascosto del locale, su quel vecchio tavolino in legno altro non svettava che una candela e un boccale di birra quasi vuoto, la figura seduta lì era appoggiata alla parete e teneva lo sguardo basso, Morgana si sentì rabbridire e decise di voltarsi subito.

-Non sei di qui, vero?-, il barman attirò la sua attenzione mentre posava il calice davanti a lei.

-È così evidente?-

-Beh, con il tuo aspetto insolito non passi di certo inosservata...da dove vieni?-

-Dall'Inghilterra-, rispose schietta prima di bere con foga la sua Guinness, arrivando quasi a metà.

-Ci vai giu pesante vedo!-, ridacchiò l'uomo.

-Abitudine. Sa dirmi se nei dintorni ci sono hotel?-

-Si certo, c'è il Paradise Hotel a dieci isolati da qui, sono più o meno un'ora e mezza a piedi-

-Cazzo...e...qualcosa di più vicino?-

-Ci sarebbe un motel, ma non te lo consiglio, ci gira gente pericolosa-, borbottò pulendo alcuni bicchieri.

Morgana sbuffò mentre pensava sul da farsi, sicuramente avrebbe dovuto scegliere quell'hotel, era la scelta più ovvia. 
Finì la sua birra nel momento stesso in cui un braccio si posò sul bancone per lasciare poi un boccale vuoto, Morgana non si girò ma decise di guardare l'ora. 
Erano le nove.

-Jack, una Heineken per me e ...una Guinness per la ragazza-

-Subito!-

Morgana si voltò quasi sconvolta per poter incrociare i suoi occhi con quelli di un ragazzo.
Altissimo, con i capelli neri e un'acconciatura assurda, gli occhi azzurri ma non come i suoi...avevano qualcosa di particolare, un giacchetto in pelle copriva la maglietta dei Pantera, mentre intravide le mani tatuate del ragazzo.

-Scusa...ma io non ti ho chiesto di offrirmi una birra-, rispose indispettita Morgana.

-Ho sentito che sei nuova di qui, prendilo come un "benvenuto"-, disse il giovane sedendosi sullo sgabello vicino a lei.
La guardava con una strana luce negli occhi tanto che Morgana fu costretta ad abbassare lo sguardo, imbarazzata.

-Cosa ti porta qui?-

-Affari personali-

-Hai bisogno di un posto dove stare?-

-Si, credo che farò un salto a questo "Paradise Hotel"...-, mormorò prendendo il calice di birra tra le mani.

-Potrei darti una mano, divido la casa con degli amici, siamo persone apposto, non dovresti nemmeno pagare-

-Perché mai dovrei accettare? Non so chi tu sia e non so cosa vuoi da me. A quanto ne posso sapere potresti derubarmi e violentarmi!-

-James, piacere di conoscerti-, il ragazzo allungò la mano destra verso la giovane e la guardò con insistenza, uno sguardo tagliente come quello Morgana non lo aveva mai visto prima.

-Morgana...-

-Nome affascinante-, mormorò James.

-Parli sempre come un lord medievale o solo per far colpo sulle ragazze?-

-Principalmente per far colpo, ma so che alle ragazze piace un certo tipo di comportamento, volevo solo essere gentile-, ridacchiò.

-Wow...beh...allora, la tua proposta?-, chiese Morgana recuperando il suo tipico coraggio.

-Ti ospiterei per stanotte, è tardi e non è sicuro girare per queste strade, soprattutto se non le si conosce, abbiamo diverse camere per gli ospiti e nessuno ti oserà sfiorare-

-E dovrei fidarmi?-

-Di me, puoi fidarti-, sorrise sincero alzando la sua bottiglia di Heineken, Morgana lo squadrò per poi alzare il suo stesso boccale e farlo scontrare con la bottiglia.

-Va bene-

***

Usciti dal locale James condusse Morgana verso la propria macchina, una Range Rover grandissima e confortevole, partì e si diresse verso delle vie buie e sempre meno frequentate, per un attimo Morgana temette di aver fatto una grande cazzata a fidarsi di quel tipo, ma subito il ragazzo si accorse del suo disagio.

-Ehy, tranquilla, non ho cattive intenzioni-

-Lo dici perché è la verità o per farmi pesare di meno il fatto che mi sto fidando di un completo sconosciuto?-

-La prima opzione-

-Ma ...dove stiamo andando?-, domandò Morgana notando un bosco davanti a loro che si faceva sempre più vicino.

-La mia casa è all'interno del bosco...non avrai paura spero-

" ...nulla in questa città è sicura, faccia attenzione alle persone che incontrerà e, soprattutto, non oltrepassi il bosco ad est di qui"

Le parole del vecchio tassista le rimbombarono nella mente e d'istinto ebbe un tremore, cercò di cammuffarlo il meglio possibile dando la colpa al freddo della notte.
Si inoltrarono nel bosco ed era così buio e spettrale da farla rabbrividire, ad ogni curva sembrava che un mostro o uno psicopatico dovessero uscire allo scoperto con l'intento di ucciderli, Morgana deglutì rumorosamente iniziando a tormentarsi il labbro inferiore.

-Ci vuole ancora molto?-, chiese impaziente e spaventata.

-No, ci siamo quasi...che succede? Guardi troppi film horror?-

-Abbastanza da avere paura di bosco-

-In questo posto il vero terrore non si vive all'esterno-, sussurrò appena James.

-Come scusa?-

-Niente-

Passarono ancora dieci minuti prima che uno spazio aperto si stagliò davanti a loro, un viottolo di ghiaia apriva un sentiero che portava ad una meravigliosa villa a tre piani, il piano terra era visibilmente illuminato mentre il portico all'ingresso era illuminato da qualche lampione.
Una grande siepe faceva da contorno e il portico era bianco come il resto della facciata, le finestre erano coperte da delle tende chiare e all'interno si poteva notare un clima tranquillo e casalingo. Morgana si pentì di aver pensato il peggio di quel ragazzo, si voltò per dargli delle scuse ma lui era già sceso dalla macchina e la aspettava sui tre gradini all'inizio del portico. 
La giovane si sbrigò a raggiungerlo e subito dopo entrarono in casa.
Un profumo di legna che ardeva le invase le narici mentre alla sua vista si aprì un immenso salotto, le pareti erano di un rosso opaco mentre la parete intorno al caminetto presenta dei mattoni classici, al centro della sala vi erano tre divani grandissimi e al centro un tappeto di pelliccia finta con sopra un tavolino in legno scuro, appese alle pareti svettavano dei quadri riguardanti delle fotografie, sul lato sinistro vi era un televisore a plasma piatto che si poggiava su un mobile antico con svariati cassetti e cassettini.

-Ti farò fare il tour della casa domani mattina, ora sarai stanca-, ruppe il silenzio James, allungò una mano verso Morgana invitandola ad avvicinarsi e la condusse al secondo piano, percorsero veloci un lungo corridoio fin quando James non si fermò davanti ad una porta aperta, la fece entrare e la seguì a ruota per poi avvicinarsi con sicurezza al letto per accedere la piccola lampada posta su un comodino.

-Questa è la tua stanza, se hai bisogno io sarò nella porta accanto, di là c'è il bagno privato-, disse indicando una porta nella stanza vicina all'armadio. Fece per uscire ma Morgana lo fermò.

-James...se ...se non sono troppo indiscreta potrei...chiederti di dormire qui, con me?...-, chiese arrossendo come un pomodoro.

-Come mai?-, chiese curioso e divertito il giovane.

-Temo che non riuscirò a dormire stanotte...-, ammise la ragazza puntando lo sguardo contro il pavimento, James si intenerì, di sicuro non era facile per lei trovarsi lontana da casa e da tutto per ritrovarsi in una città straniera e in una villa enorme come quella. 
Annuì senza parlare e si avvicinò al letto per poi sdraiarcisi sopra, dopo aver tolto solo le scarpe. Morgana lo seguì a ruota e si infilò sotto le coperte con il ragazzo appena conosciuto.

-Dormirai meglio ora?-

-...credo di si...posso...?-

-Si-

James allargò le braccia per fare spazio a Morgana e subito dopo la ragazza si strinse nelle braccia del ragazzo, andando ad appoggiare la schiena contro il petto di lui che intanto portò una mano su quella della ragazza, abbandonata sul materasso.

-Buona notte-

-Anche a te...-

Il ragazzo spese la luce e si addormentò subito dopo come un bambino mantenendo la mano su quella della ragazza e avvicinandosi di più a lei.
Morgana non sapeva quanto tempo fosse passato, forse dieci minuti o forse due ore, ma proprio mentre stava per addormentarsi tre colpi secchi rimbombarono in quelle mura.
Morgana sussultò e si voltò contro James andando a nascondersi contro il suo petto in un gesto puramente istintivo, il ragazzo le avvolse la schiena con le braccia e la strinse a lui.
Che fosse sveglio?

***

Il mattino dopo Morgana si sveglio di buon ora, cosa alquanto strana per lei, e si ritrovò da sola sul un enorme letto matrimoniale. Si guardò intorno per studiare la stanza e la trovò molto carina, le pareti erano di un tenue color grigio, a sinistra c'era un grande armadio antico e subito accanto la porta bianca che portava al bagno privato, sotto i piedi del letto si trovava un tappeto simile a quello che aveva visto in salotto, a destra si presentava uno specchio abbastanza grande da poterla raffigurare per intero, sul comodino vicino al letto c'era una lampada piccola quando classica seguita da una sveglia r un telefono, infine la grande finestra accanto al letto era coperta con una tenda chiara che ricadeva fino al pavimento.
Sbadigliò per poi stiracchiarsi e scendere dal letto, lo rifece alla bella e meglio e si avvicinò alla tenda, con uno scossone tirò la tenda e davanti a lei si aprì un panorama mozzafiato. 
Il cielo azzurro solo per metà le ricordava terribilmente quello di casa sua, il bosco si ergeva davanti e tutto intorno alla villa, il viale dell'entrata si poteva benissimo notare mentre si andava a nascondere nel bosco in lontananza riusciva a vedere l'Oceano, una linea sottile più blu del cielo e che l'attirava tremendamente. 
Si mise le scarpe per poter scendere nella cucina, che la sera prima aveva intravisto subito affiancata al salotto, lì per lì si sentì a disagio nel camminare per una casa che non conosceva, per fortuna le scale erano vicine e senza indugi tenne lo sguardo basso e iniziò a scendere trotterellando.
Quando rimise i piedi in salotto lo vide in tutta la sua bellezza, illuminato dalla luce del sole faceva davvero un altro effetto. Sentì un vociare dalla porta ad arco che conduceva alla cucina e si decise di andarci subito, un po' per la fame e un po' per poter ringraziare James.
Si fermò sulla soglia notando quattro ragazzi, sospirò di sollievo nel vedere che era presente anche James, che parlavano del più e del meno, delle volte ridevano per poi riprendersi e continuare a mangiare.

-Giorno...-, mormorò appena imbarazzata e torturandosi le mani.

Subito gli occhi dei quattro furono su di lei e James le sorrise rassicurante.

-Ben svegliata! Ragazzi lei è Morgana, la ragazza di cui vi ho parlato prima-

Subito dopo un ragazzo dai corti capelli castani, gli occhi smeraldini e delle fossette adorabili si alzò dal suo posto per avvicinarsi a Morgana, la ragazza non poté non notare le braccia muscolose ricoperte di tatuaggi e il portamento fiero. Le si avvicinò tendendo la mano destra e Morgana la strinse subito, ritrovando una presa salda.

-È un piacere conoscerti, io sono Matt-

-Piacere mio-, rispose semplicemente un po' impacciata.

-E loro sono Zacky e Johnny-, indicò prima un ragazzo dai capelli neri abbastanza corti e tenuti in un'acconciatura simile a quella di Elvis Presley, con la differenza che non presentava il ciuffo...ma vederli laccati perfettamente glielo fecero venire in mente...gli occhi cerulei e leggermente in carne ma pur sempre un bel ragazzo, due piercing al labbro inferiore e non meno tatuaggi di Matt. 
Il secondo era abbastanza bassino, i capelli biondi e neri presentavano una cresta mezza sfatta, gli occhi castani tendenti al grigio e con molti tatuaggi anch'esso a ricoprirgli le braccia. Spostò lo sguardo su James che le sorrideva e notò che anche lui aveva le braccia ricoperte di tatuaggi, la sera prima erano coperti dal giacchetto, e intorno al collo svettavano delle manette tatuate.

-Piacere di conoscervi...-, l'imbarazzo che provava era palese, di solito non si vergognava mai per nulla ma chissà come si sentiva quasi a disagio e, soprattutto, fuori luogo.

-Avevi ragione Jimmy, è davvero carina-

-Non la importunare Zacky, rischi di spaventarla con quelbtuo brutto muso-

-Parla per te Christ-

Christ? Ok, non ci capiva più nulla, chi diavolo era Christ? 
James si alzò dal suo posto e le si avvicinò tranquillo con un gran sorriso.

-Vieni, ti mostro la casa-

-Oh...no io ...ehm...non vorrei disturbare, davvero-

-Nessun disturbo piccola, abbiamo parlato e abbiamo deciso di offrirti la possibilità di fermarti qui da noi, per quanto vuoi è chiaro-, ammise Jimmy sorridendo.
"Ma sorride sempre questo ragazzo?", si chiese Morgana.

-E poi, tu non conosci nulla di questa città o di questo paese, è il minimo che potremmo fare per te, e detto sinceramente ci stai già simpatica-, aggiunse Matt dando man forte al suo amico.

Morgana si ritrovò senza parole, in effetti l'idea di ritrovarsi del tutto da sola in una città di un paese che non aveva mai visitato prima non era molto allettante, una mano le avrebbe fatto comodo, e poi quei ragazzi sembravano dei tipi apposto.

-Beh, allora va bene-, sorrise felice venendo ricambiata subito da tutti e quattro.

-Ottimo! Avanti, vieni con me-, James le porse una mano e laa ragazza non ci pensò troppo ad afferrarla, era incredibile la differenza di grandezza tra le due mani e Morgana si sentì una bambina in confronto. James la condusse fuori dalla cucina e si schiarì teatralmente la voce.

-Dunque, salotto e cucina li hai visti, in fondo a questo corridoio puoi trovare le scale per il garage e dalla parte opposta per la cantina...-, indicò il corridoio che affiancava le scale e Morgana poté intravedere due porte, una di fronte all'altra, che portavano ai rispettivi locali.

Dopo di che la giovane si fece accompagnare fino ai piedi delle scale che conducevano al piano superiore, senza indugi decise di seguire il ragazzo dalle manette tatuate sul collo e, quando arrivarono in cima, poté notare un corridoio abbastanza luminoso, le pareti erano di un tenue color crema e su ogni lato delle pareti si vedevano chiaramente sei porte, per lato s'intende. Ora aveva finalmente modo di osservare meglio il corridoio, dato che la notte appena passata non le era stato possibile. Le porte erano in legno di quercia bianco, perfettamente tenute tanto da sembrare nuove. 
Il particolare che la incuriosì fu il fatto che le scale proseguivano, non se n'era nemmeno resa conto prima, fece scorrere lo sguardo fin in cima alla seconda rampa e intravide un corridoio del tutto buio, privo di luce e dava l'impressione di essere freddo.

-Dove portano ancora le scale?-, chiese curiosa al giovane.

Lui si girò con un sorriso complice e sincero.

-Nulla di interessante, c'è un vecchio ripostiglio che non usiamo praticamente mai, è stracolmo di polvere, non te lo consiglio-.

Morgana si limitò ad annuire tranquilla e dopo che James le confermò che i bagni si trovavano in ogni singola camera decisero di tornare dagli altri. Nel momento stesso in cui se ne andarono, Morgana sentì come un urlo lontano provenire proprio da quel corridoio nascosto e in distacco con quella meravigliosa villa. Un urlo di sofferenza e paura, nonostante fosse lontano e appena percettibile le sembrò perfettamente chiaro e vicino, si fermò in mezzo alle scale e puntò lo sguardo in alto.

-Che cos'era?...-

-Cos'era cosa?-, chiese James con uno sguardo corrucciato.

-Quel rumore...ho sentito urlare-

-Nessuno ha urlato, devi essertelo immaginato-

-No io...sono sicura si trattasse di un urlo, arrivava da sopra-

-Piccola qui non c'è nessuno, apparte noi, devi aver preso una svista-, disse James riprendendo a guardarla con dolcezza.
La giovane non fece in tempo a parlare che una terza figura si unì a loro, Matt si era fermato vicino a Jimmy, in mano aveva una catena abbastanza spessa e dalla tasca dei jeans Morgana poté intravedere un rialzo, non riuscì però a capire di cosa si potesse trattare.

-Oh, siete ancora qui-, borbottò il ragazzo rivolto più a James che a Morgana.

-Si, stavamo giusto per scendere-

-Zacky e Johnny stanno per uscire a fare un po' di spesa, dobbiamo festeggiare la nostra nuova coinquilina, perché non andate con loro?-

-Si, sarebbe una grande idea!-

-A che ti serve quella catena...?-

Morgana non aveva nemmeno sentito le parole e non aveva tanto meno seguito il discorso dei due, la vista di quella catena l'aveva scossa e non riuscì a negarsi delle domande.
Matt sbiancò e Jimmy si irrigidì, si scambiarono uno sguardo intenso per poi sorridere e rivolgersi alla ragazza.

-Faccio sollevamento pesi e tiro a box, devo riattaccare il sacco da box al soffitto perché recentemente è caduto-

Le parole di Matt per quanto potessero sembrare vere e sincere nascondevano qualcosa, e Morgana se ne accorse, era ovvio.
Ma decise di giocare d'astuzia, sorrise e scese per un po' le scale sorpassando i due.

-Va bene! Allora, usciamo?-

Avrebbe avuto tutto il tempo di esplorare quella villa a dir poco enorme e lo avrebbe fatto...chissà magari avrebbe potuto iniziare quella stessa notte.
 

***
 

MEZZANOTTE

Morgana si assicurò che tutti i ragazzi si fossero addormentati e dopo di che scese dal suo letto, a piedi nudi e coperta solo da una t-shirt over size che utilizzava come pigiama recuperò il suo cellulare e uscì dalla camera.
L'intera villa era immersa in un silenzio quasi spettrale e il fatto che i lampioni nel giardino illuminassero di poco l'interno non le piaceva per niente in quanto sembrava che disegnassero delle ombre scure e inquietanti.
Accese la torcia del suo cellulare e la puntò a destra del corridoio, le camere erano tutte chiuse e questo le era a favore, la ripuntò verso sinistra e vide che anche da quel lato tutte le porte erano perfettamente chiuse, le sembrava che persino il suo respiro faceva troppo rumore rispetto a quel silenzio.
Si diresse a sinistra, oltrepassò la camera di James e quella di Zacky e si ritrovò subito dopo davanti alle scale, la rampa di destra portava al corridoio che tanto l'aveva attirata quel mattino, puntò la luce e ora, forse a causa della notte, quella parte di casa le sembrò ancora più tetra, mosse un passo e salì di un gradino...e ancora ...e ancora...
In breve tempo arrivò in cima e davanti a lei si aprì un corridoio leggermente più piccolo in lunghezza di quello al secondo piano, le pareti erano dello stesso colore ma non c'era nemmeno una porta ai suoi lati, in compenso, un'unica porta si trovava in fondo al corridoio.
A differenza di tutte le altre quella era dipinta di nero. 
Con la luce puntata sulla porta, Morgana si mosse, un groppo le si formò in gola e iniziò ad avere dei brividi, non sapeva perché lo stesse facendo ma sentiva come una forza particolare che l'attirava a quella porta nera. 
Quando si ritrovò davanti ad essa la osservò per qualche minuto e notò che era ricoperta di alcuni graffi, il legno era lucido. La maniglia era in oro ma non si azzardò a toccarla, invece, avvicinò l'orecchio alla porta per cercare di sentire un qualsiasi rumore.
Nulla.
Deglutì e si decise a battere tre tocchi su quel legno scuro.
Toc-toc-...-toc
Fece una piccola pausa tra il secondo e il terzo tocco.
Passarono pochi secondi, e quando Morgana stava per andarsene si bloccò e divenne più bianca della neve, il suo stesso respiro le si mozzò.

Toc-toc-...-toc

Qualcuno o qualcosa aveva bussato dalla parte opposta della porta.
Spaventata, Morgana, corse il più veloce possibile verso il secondo piano e altrettanto velocemente si richiuse nella propria camera e si nascose sotto le coperte. Come quando era piccola e aveva paura dei mostri nell'armadio. 
Mentre la giovane si stringeva più che poteva nelle coperte, un urlo straziante rimbombò in tutta la villa.
 

SPAZIO AUTRICE

Sono tornata! 
Ho poco da dire, semplicemente spero di avervi incuriosito e spero che lascerete una piccola recensione a questo primo e nuovo capitolo! 
Alla prossima ...

~Heaven

 

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Capitolo 2
*** Spettri ***


Capitolo due : Spettri

"Lucifero era solito essere l'angelo preferito di Dio" ~Cit.

Il rumore della porta di casa fece sobbalzare Morgana, chi aveva avuto la grande idea di sbatterla così forte? 
Si guardò intorno notando dei raggi solari entrare nella camera e illuminarla del tutto, si era dimenticata di tirare le tende, si strifinò gli occhi sbadigliando sonoramente prima di mettersi seduta sul letto.
Di sicuro avrebbe preferito svegliarsi in altri modi, ma condividere la casa con quattro ragazzi che si comportavano da bambini era decisamente anormale e, tanto meno, tranquillo.
Pigramente si diresse verso il suo bagno privato e senza nemmeno guardare la sua immagine riflessa allo specchio s' incamminó verso la doccia, il bagno era esattamente come la casa...enorme, disponeva di una grande vasca da bagno in fondo alla stanza e proprio sotto la finestra, poco prima vi era il box doccia abbastanza grande da ospitare cinque persone, davanti ad esso nella parete opposta c'erano il water, seguito da un mobiletto con quattro cassettoni e subito dopo il lavandino doppio, sopra al lavandino era posto uno specchio grande quanto esso. 
Aprì l'acqua della doccia e si passò una mano tra i capelli per poi togliersi la t-shirt over size e le mutandine, rigorosamente in pizzo nero. 
Si chiuse nella doccia e come l'acqua entrò in contatto con la sua pelle si lasciò sfuggire un sospiro, era rilassante, non c'era nulla da ridire, in più aveva una vasta scelta di shampo e altri saponi, in più le si presentarono anche delle creme da bagno e del sale marino per la pulizia del corpo. Si stupì di ritrovarsi a così tante bottigliette e vasetti di roba per la cura del corpo.
Scelse uno shampo per capelli alla lavanda e un bagnoschiuma identico per il corpo, chiuse gli occhi mentre si rilassava ancora sotto il getto d'acqua e quando li riaprì sobbalzò.
Dietro il pannello di vetro appannato intravide una sagoma.
Si affrettò a coprirsi come meglio poteva e fece per aprire l'anta della doccia ma, dietro di essa, non vide nulla.
"Ma che strano ..."
Pensò Morgana, ancora un po' scossa dalla situazione decise di togliersi la schiuma di dosso e uscire dalla doccia, toccò il tappeto apposito per non far gocciolare l'acqua sul pavimento e recuperò un asciugamano dal primo cassettone, se lo legò intorno al corpo e poi ne prese un altro più piccolo per asciugarsi i capelli. Finalmente si guardò allo specchio e quasi perse un respiro notando sul collo una macchia violacea, quasi tendente al giallastro.

-Ma...-, mormorò tra se portando una mano sul segno, le fece male non appena ci passò le dita sopra.

-Ma come diavolo ho fatto...-, sospirò stranita e decise di non darci troppo peso, magari aveva urtato qualcosa senza nemmeno rendersene conto...eppure sul collo...che fosse caduta? No ...se ne sarebbe accorta.
Mentre cercava una motivazione logica tornò in camera tamponandosi ancora i capelli, si mosse verso l'armadio, che il giorno prima aveva arredato, e aprì il cassetto dove aveva messo intimo e calzini, si lasciò scivolare di dosso l'asciugamano e tirò fuori mutandine e reggiseno neri, se li mise addosso con calma per poi spostarsi verso lo specchio, era solita a fissarsi per minuti interi nello specchio, da piccola aveva avuto problemi di bullismo a scuola e di conseguenza le era venuta l'ossessione di avere sempre dei difetti nel corpo, nulla da preoccuparsi dato che aveva un fisico invidiabile, magra e slanciata, una terza abbondante, e muscoli ben allenati, avendo fatto nuoto per ben quindici anni della sua vita.
Si mise di profilo facendo passare le mani sui fianchi e notando che non erano cambiati sospirò tranquilla, si spostò appena sulla destra e il letto matrimoniale venne riflesso nello specchio... assieme alla figura di un ragazzo. 
-Cristo!-, sussultò spaventata voltandosi di scatto.

Questa volta non si sbagliava.
C'era davvero un ragazzo seduto sul suo letto e...
"E che gran ragazzo", non poté non pensarlo.
I suoi occhi chiari si incatenarono a quelle due pozze scure che sembravano volerla divorare, i capelli corvini erano tenuti in una bandana nera e in un cappello, le labbra sottili erano piegate in un sorrisetto malizioso e appena sotto l'occhio sinistro presentava una cicatrice abbastanza marcata che scendeva in verticale arrivando quasi alla mascella. 
Il ragazzo continuava ad osservarla con malizia mentre Morgana si dimenticò anche di essere mezza nuda davanti ad uno sconosciuto.

-Devo dire che hai davvero un gran bel culo-, disse il ragazzo senza scomporsi e senza preoccuparsi di una possibile reazione negativa, la sua voce era leggermente roca e terribilmente calda tanto che Morgana desiderò di sentirla ancora...

-E anche il resto non è affatto male-, continuò il ragazzo facendo vagare lo sguardo su tutta la sua figura.

-Ma tu chi cazzo sei?! E perché sei in camera mia!?-

-Non ti scaldare piccola, stavo solo facendo dei complimenti-

-Del tutto fuori luogo! Come ti permetti?!-

-Non ho bisogno del tuo permesso per osservarti. Se non mi volevi non avresti dovuto bussare alla mia porta-, mormorò il ragazzo alzandosi dal letto e avvicinandosi pericolosamente a Morgana che rimase impietrita, avrebbe giurato fosse un po' più basso, colpa della sua statura minuta che toccava appena il metro e sessanta.

-I-io non so nemmeno chi tu sia e poi...non ti ho cercato da nessuna parte!-

-Vuoi dirmi che non sei stata tu a bussare alla mia porta...stanotte?-

Morgana sbiancò ancora di più.

-V-vuoi dire che...sei ...sei stato tu a bussare ...?-

-E chi credevi che fosse? Un fantasma?-, ridacchiò il ragazzo avvicinandosi sempre di più fin quando Morgana non poté sentire il suo profumo di sigarette.

-Io non sapevo nemmeno della tua esistenza...-

-Ah, no? I ragazzi non ti hanno parlato di me?-, chiese sembrando quasi offeso.

-No...tu...chi sei, si può sapere?-

-Molti mi chiamano Synyster Gates, ma tu puoi chiamarmi Brian-, le prese una mano per poi fare un leggero inchino e baciarle il dorso.
Morgana spaventata ritrasse subito la mano e fece un passo indietro, pessima scelta dato che andò a sbattere contro l'anta aperta dell'armadio.

-Chi ti chiama Synyster Gates?-, non seppe nemmeno lei perché glielo stesse domandando ma non ci fece troppo caso.

-Di solito è così che mi chiama la polizia...o la comunità ...o le donne che mi scopo ...vorresti essere una di quelle per potermi chiamare così?-, un sorriso malizioso gli imperlò le labbra.

-Cristo, certo che no! E ora levati di torno, mi devo vestire e la tua presenza non è gradita!-

-Adoro il tuo caratterino, sono sicuro che andremo molto d'accordo, Morgana...-, fece per andarse lasciando la ragazza di sasso. 
Come sapeva il suo nome?

-Ah, prima che mi dimentichi...potresti dare questo a James?-, la guardò magnetico porgendole un foglietto piegato a metà che Morgana prese titubante. Brian si sporse lasciandole un bacio sulla guancia, ad un soffio dalle labbra, e poi uscì dalla porta della camera. 
Scossa, corse subito nel corridoio per vedere da dove veniva quel ragazzo ma, quando uscì, di Brian non c'era nemmeno l'ombra.

***

Morgana si aggirava curiosa tra le strade della città seguita a ruota da Matt e Zacky, i due si erano offerti di accompagnarla quel pomeriggio, la ragazza insistiva a volersi cercare un lavoro al più presto e poi moriva dalla voglia di uscire e scoprire quella città, per lei, piena di mistero.
Non aveva detto nulla del suo incontro imbarazzante quanto strano con Brian, ancora non aveva dato a Jimmy il foglietto con il messaggio e quasi aveva paura a farlo, non si era permessa di leggerlo, non le piaceva quando le persone ficcavano il naso nelle sue cose e credeva che anche agli altri, come a lei, potesse dar fastidio. 
Gliene avrebbe parlato quella sera dopo cena.
I suoi passi leggeri la portarono fino alla porta d'ingresso di una biblioteca/libreria.
L'edificio presentava cinque immensi piani, era in stile antico e in tre ore di passeggiata era l'unica che avesse visto. Un'immenso sorriso le si dipinse sul volto mentre in meno di un battito di ciglia era già all'interno. 
Il silenzio e la pace regnavano, un lungo corridoio che portava ad una sala rotonda con al centro delle comode poltrone in tessuto rosso, ognuna munita di tavolini, e più in là, prima della parete, svettava una scrivania in legno scuro e una donna sulla cinquantina svolgeva il suo lavoro immersa nelle scartoffie.

-Ehy, ma perché ci hai portati qui?-, chiese a gran voce Matt.

-Shhh! Siamo in biblioteca, non urlare!-, lo rimbeccò Morgana a bassa voce.

Il ragazzo fece spalline alzando le mani e subito dopo la ragazza riprese la sua solita compostezza.
Nel suo abito nero con del pizzo sparso qua e la e il gonnellone velato che arrivava alle ginocchia, si diresse a testa alta verso la scrivania, i suoi passi risuonavano grazie agli anfibi alti fino a metà polpaccio e ornati da alcune catene. 
Il suo trucco era il solito, ombretto blu e linea di eyeliner perfetta e lunga fino quasi alla tempia, il rossetto nero e il piercing al labbro inferiore completavano la sua personalità mentre i tatuaggi sul suo corpo erano ben visibili ed erano sfoggiati con eleganza. 
Arrivata davanti alla scrivania attirò immediatamente lo sguardo della donna, questa sussultò appena nel ritrovarsi davanti una ragazza vestita in modo così inusuale.

-Oh, per l'amor del cielo cara, somigli terribilmente ad una strega!-

-Lo prendo come un complimento, signora. Mi chiamo Morgana-, cordialmente tese la mano guantata, un guanto a rete molto fine e senza dita che arrivava appena alla fine del polso, la donna strinse la mano sorridendo.

-Per l'appunto ...-, alluse al nome della giovane.

-Come posso aiutarti?-

-Cerco un lavoro. E questo posto è meraviglioso, potrei esser d'aiuto se lei è disposta ad avere una persona in più qui-

-A dire la verità non c'è nessuno qui oltre a me. Dimmi, perché vorresti lavorare qui?-

-Leggere è sempre stata la mia vita, fin da piccola, non sono di qui e vengo da un piccolo paesino inglese, ho appena visto l'edificio e dall'esterno mi è parso fantastico, per non parlare di quando sono entrata. Potrei aiutarla con gli ordini dei nuovi libri, a sistemarli, a continuare a far vivere questo posto-, parlò felice Morgana e la signora davanti a lei si illuminò. 
I suoi vispi occhietti grigi parlarono da loro.

-Beh, una mano mi sarebbe utile, ti andrebbe bene iniziare mercoledì?-, chiese sorridendo.

-Oh, certo! Grazie mille!-

-Grazie a te, cara, e comunque io sono la signora Blue, per qualsiasi cosa qui puoi trovare il mio numero. In casi contrari spero di vederti qui mercoledì alle nove in punto. E quei giovanotti sono con te?-, guardò oltre le sue spalle e notò Matt e Zacky guardarsi intorno con un'espressione da premio Oscar.

-Chi noi?-, chiese Zacky sentendosi interpellato.

-No ...noi...l'abbiamo solo accompagnata!-, si giustificò Matt.

-Leggere è sapere, ragazzo-, affermò la signora Blue.

-Grazie ma ...anni di scuole credo mi siano bastati! Arrivederci!-, e in men che non si dica scapparono, letteralmente, a gambe levate.

-Li scusi, comunque, ci vediamo mercoledì!-

-Certo! Buona giornata-

-A lei!-

Morgana uscì dall'edificio e raggiunse i due, Zacky era intento a fumarsi una sigaretta.

-Allora?-, chiese Matt.

-Ho un lavoro!-

-Complimenti, possiamo offrirti una birra?-

-Certo che si-

Matt la prese a braccetto e insieme i tre camminarono verso il pub in cui, due sere prima, Morgana conobbe James.
Era assurdo il rapporto instaurato da subito con quei quattro ragazzi, erano decisamente coinvolgenti e poi avevano tutti la stessa età, il che era un gran vantaggio.
Entrati al pub attirarono subito l'attenzione, Morgana si sentì tanto una donna di classe affiancata a due guardie del corpo, data la fisicità dei due.
Tutti e tre si avvicinarono al bancone e Matt pensò bene di ordinare due birre medie e un Jack Daniel's per Zacky.

-A quest'ora un Jack?!-

-Abitudine tesoro, non preoccuparti!-

-Pazzo-, mormoro allibita Morgana scatenando le risate dei due.

Passarono parecchi minuti a ridere e bere parlando delle reciproche vite e delle varie scelte di esse, in un primo momento alla ragazza parve di tornare indietro nel tempo, a quando frequentava il pub sotto casa con tutti i suoi migliori amici...bei tempi.
Lo sguardo della giovane attraversò il locale e nel buio di un angolino infondo alla sala intravide una sagoma fin tropli famigliare. Al tavolino rotondo, munito di una candela alta, sedeva un ragazzo, il viso gli era appena illuminato dalla fiamma che oscillava donandogli delle ombre inquietanti. A Morgana le si mozzò il respiro mentre sentì il suo stesso cuore perdere un colpo.
Brian era seduto nell'ombra del locale e la fissava con lo stesso sguardo penetrante di quella mattina.

-Morgana? Ehy, mi stai ascoltando?-

Le parole di Matt le arrivarono lontane mentre vide Brian portarsi il dito indice destro alle labbra mimandole il silenzio, portò subito dopo due dita alla sua tempia e mimò uno sparo, con movimenti ben calcolati prese la candela e se la spense addosso.
Brian sparì così com'era comparso e subito dopo una risata agghiacciante invase le orecchie e la mente della giovane che rabbrividì.

-Morgana?-

All'ennesimo richiamo si voltò verso Zacky con uno sguardo perso.

-Avete sentito?-, chiese con un lieve tremore.

-Sentito cosa?-

-Quella risata!-

-Ma...ma che dici? Io non ho sentito nulla...e tu, Matt?-

-Nulla. Direi che questa birra ti ha dato alla testa, ragazza-

-No ...io...-

-Avanti, andiamo a casa...sta per far buio-

***

Quando arrivarono a casa il cielo era ormai nero e delle stelle iniziavano a farsi vedere dietro le poche nuvole, Morgana continuava a ripensare ai fatti appena accaduti e si chiese come fosse possibile che solo lei fosse riuscita a vedere Brian.
Le sue domande non trovarono risposta e, quando entrarono in casa, vennero travolti da James che, tutto trafelato, faceva passare i suoi occhi cristallini su ognuno dei tre.

-Jimbo, si può sapere che ti prende?-, gli chiese Matt.

-Non scherzate, uno di voi ha fatto qualche cazzata. Voglio sapere immediatamente la verità!-

-Ma di che parli? Siamo stati a lavoro stamattina e oggi eravamo con Morgana!-, si difese Zacky.

-Qualcosa dev'essere successo, a meno che non abbiate insegnato ai muri come si ride-

-Amico, ammettilo, sei drogato?-

-Fottiti Matt!-

-James...devo parlarti...-, mormoro piano Morgana senza guardare il ragazzo.

James le rivolse un'occhiataccia per poi afferrarla per un braccio e trascinarla, letteralmente, verso le scale. 
La ragazza iniziò ad urlare di rabbia mentre i ragazzi non poterono far altro che guardalo straniti.

-Lasciami cazzo! Mi fai male!-

-Zitta e cammina!-

-Mollami brutto stronzo!-

Jimmy la spinse dentro la sua camera e chiuse a chiave la porta, Morgana cadde sul pavimento talmente lo spintone era stato forte, alzò lo sguardo spaventata sul giovane e lo vide davanti a lei, le mani strette in pugni e uno sguardo quasi omicida.

-J-James...mi stai facendo paura...-

-Sei andata al terzo piano?-

-Si...io ...volevo sapere cosa...cosa ci fosse e...-

-Cazzo ti avevo detto di non andarci! Hai aperto la porta?!-

-No, solo bussato-

-Nient'altro?-

-Nulla...apparte che stamattina in camera mia c'era un ragazzo...-

-Un ragazzo? Chi?-, Jimmy sembrava quasi affannato da quanto era preso dal discorso.

-Si chiama Brian e ...-

-Bugiarda...-

-Cos...non ti permettere! Questa è la pura verità! Cazzo, mi ha anche dato questo foglietto-, prese il medesimo foglio dalla tasca del vestito e glielo porse, il ragazzo lo prese malamente e quando lo lesse sbiancò più di un cadavere.

"È ora di giocare"

La scritta era in rosso sangue e subito dopo averla letta, James, si portò una mano alla bocca.

-Tu...tu non hai idea di cosa hai appena fatto...-

-Come faccio a saperlo se non me lo dici?-

Jimmy alzò lo sguardo contro di lei, un sorriso amaro gli imperlava le labbra e gli occhi avevano perso ogni luce di vita.

-Ci hai appena firmato la condanna a morte-

 

SPAZIO AUTRICE

Lo so, è abbastanza breve, però mi andava di lasciarlo così per non anticipare troppo. Non ci saranno molti capitoli e quindi mi piacerebbe aumentare la suspance! 
Ditemi che ne pensate!

~Heaven

 

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Capitolo 3
*** Scappa ***


Capitolo tre : Scappa

"Avevano detto di aver paura del buio, così gli ho invitati a spegnere le luci e giocare" ~Heaven

 

Lo sguardo di James non fa che spaventarsi ogni secondo di più mentre Zacky chiama insistentemente Johnny al cellulare, nella speranza che possa rispondere.
Dopo che James e Morgana uscirono dalla camera di lui si avviarono a passo spedito verso il salotto e Jimmy, non vedendo il più piccolo del gruppo, si preoccupò a tal punto da iniziare a sbraitare per tutta casa. 
Ora, seduti sui divani davanti al camino acceso attendevano delle risposte da parte di James, che al ritorno di Johnny si era leggermente calmato.

-Si può sapere che cazzo succede?-, chiese Matt spazientito.

-Succede che abbiamo un nuovo coinquilino...di nuovo...-

-Si, Morgana, te ne sei reso conto ora? Eppure mi pareva fossi stato tu a...-

-Non si tratta di lei, Zacky...-

-Oh no...-, Matt spalancò gli occhi guardando allibito James.

-È tornato-

Alle parole di Sullivan i tre ragazzi rabbrividirono mentre Morgana iniziava a capirci sempre di meno, eppure le erano sembrati ragazzi normali, un po' pazzi e fuori dal normale ma pur sempre brave persone, e ora invece le sembrava di star davanti a quattro pazzi da ricovero. Che diavolo stava succedendo?
"Brava Morgana, così impari a fidarti degli sconosciuti...", pensò tra se e se la giovane facendo guizzare lo sguardo su ognuno di loro.

-Non può essere! Eravamo riusciti a liberarcene cazzo!-, esclamò Johnny bianco come un cadavere.

-Si, ma la ragazza qui ha ben pensato di salire al terzo-, borbottò James indicandola.

-Che cosa?! Jimmy, non dirmi che non glielo avevi detto!-

-Avrei dovuto Matt? Le avevo detto indirettamente di non salire al terzo e lei puntualmente lo ha fatto!-

-Scusa, ma sai com'è, mi avevi incuriosita! E poi non mi sembra una cosa così tanto grave, non ho aperto la porta mi sono solo limitata a bussare, e poi perché vi state comportando così?!-, sbottò arrabbiata Morgana, non ce la faceva più a sentirli gridare e imprecare, tanto valeva che mettesse in chiaro le cose.

-Ascolta, c'è una cosa che devi sapere riguardo questa casa...-, iniziò Zacky.

-Finalmente! Ci voleva tutto questo casino per dirmelo? Avanti parla-, si sedette meglio sul divano, accavvallò le gambe e incrociò le braccia sotto il seno per poi fissare insistentemente il giovane dagli occhi cerulei.

-Quando ci trasferimmo qui la prima cosa che notammo fu il bassissimo costo della casa, una villa di tre piani per giunta enorme non poteva costare così poco se non per un ben preciso motivo. Ci informammo sui precedenti di questo posto e scoprimmo che fu luogo di tantissimi omicidi-

-O-omicidi...?-, Morgana spalancò gli occhi iniziando a sudare freddo.

-Si, tutte le famiglie che vissero qui finirono tragicamente le loro vite e ora più di trenta persone si ritrovano a tre metri sotto terra. Non ci preoccupammo, infondo siamo giovani e l'idea di vivere qui ci allettava. La prima notte passò tranquilla, in breve tempo sistemammo tutto l'arredamento, come vedi ora...circa una settimana dopo Johnny si sveglio di soprassalto nel cuore della notte e iniziò ad urlare all'impazzata, quando entrammo in camera sua lo vidimo legato al letto con delle corde abbastanza spesse. Lo aiutammo e lui ci confermò di non aver né visto né sentito nulla...-

-E confermo tutt'ora, è stata, in assoluto, l'esperienza più brutta della mia vita-, mormorò Johnny fermando Zacky.

-Già. Passarono tre giorni tranquilli prima che ...Matt...-, Zacky iniziò a tremare e volse lo sguardo verso il ragazzo, Matt aveva gli occhi puntati sul pavimento e le mani si stringevano tra loro come se cercasse di trattenersi da qualcosa o come a darsi tranquillità da solo.

-Prima che rischiai di morire per mano di un pazzo-, parlò con sicurezza nonostante la voce era leggermente roca e tremava appena. Fissò gli occhi in quelli azzurri di Morgana e iniziò a parlare.

-Era sera, ero appena tornato da lavoro e in casa c'erano anche gli altri, essendo inizio Novembre faceva freddo e l'aria che arrivava dal bosco era tutt'altro che rassicurante. Decisi di farmi una doccia prima di cenare e così feci solo che...quando uscì dalla doccia mi ritrovai davanti un ragazzo che non avevo mai visto. Gli urlai da subito contro dicendogli di uscire subito sia dal bagno che da casa ma lui non si mosse, mi sorrise e si avvicinò con passi decisi e ben studiati...si portò una mano dietro la schiena e dalla tasca posteriore estrasse un coltello da cucina...-, Matt rabbrividì mentre Morgana poté notare la paura impossessarsi di quei splendidi occhi che da smeraldini e brillanti divennero quasi grigi.

-Preso dalla paura non riuscii nemmeno a reagire, mi lasciai intrappollare contro il muro e il tizio davanti a me pensò bene di lasciarmi un taglio sul petto. 
Urlai e subito dopo entrarono loro...ma...di quel pazzo non era rimasta nemmeno l'ombra ...-

-Cosa? Ma non lo hai visto andar via?!-

-Chiusi gli occhi per mezzo minuto, la vista del sangue mi da alla testa e vedermi in quello stato non mi aiutava, decisi di chiudere gli occhi e mi preparai a morire ma non successe-

-Ehy Matt, respira cazzo-

-Sto bene...devo solo...-, Matt si alzò barcollante dal divano, la testa china e una mano sullo stomaco, si diresse in cucina senza aggiungere altro.

-Vado con lui-, affermò Jimmy.

L'aria che si respirava in quella casa divenne all'improvviso più pesante. 
Il fuoco nel camino scoppiettava ma il freddo sembrava aumentare ogni secondo di più, Morgana iniziò a guardarsi intorno come se si aspettasse qualcosa da un momento all'altro.
Tutto quello che i due le raccontarono era vero? O era solo un modo per prenderla in giro? 
Scettica, osservo James e Matt mentre rientravano in sala e riprendevano posto, il ragazzo dagli occhi smeraldini sembrava essersi ripreso.

-Quindi...non avete ancora scoperto chi è stato a farvi tutto questo?-

-No, al contrario eravamo riusciti a scoprirlo e a fermarlo...-

-James...diglielo-, Zacky fermò le parole del ragazzo e gli intimò di rivelare la verità. 
Jimmy fissò Morgana e si lasciò sfuggire un sospiro.

-Lo hai conosciuto anche tu, ragazza...Brian-, Morgana solo a sentire il suo nome rabbrividì. Gli fece cenno di continuare e lui lo fece.

-Quello che ancora non sai però è che...lui è il mio migliore amico. Siamo cresciuti insieme qui ad Huntington, le cose andavano allla grande tra di noi. Quando finimmo la scuola però lui venne arrestato per ...per aver ucciso i suoi genitori e la sua sorellina di sette anni, li uccise in modo brutale e le forze dell'ordine ci misero parecchio tempo nel ritrovare ogni parte del corpo dei tre-

-Che cosa?!-, urlò Morgana terrorizzata.

-Si, li tagliò in diverse parti e poi li sparse in giro per la sua stessa casa e nel giardino-, affermò James con sguardo perso e spaventato.

-Lo cercarono per tutto il Paese ma di lui non se ne trovò più nemmeno una traccia.
Quando venimmo qui a vivere di sicuro non credevamo che avremmo trovato una spiacevole compagnia-

Una risata maligna echeggiò per tutta casa facendo sobbalzare tutti e quattro i ragazzi e urlare Morgana, d'istinto la giovane si portò le ginocchia al petto rannicchiandosi nel divano, Matt balzò in piedi insieme a Zacky e James e Johnny iniziarono a guardarsi intorno. 
Le luci si spensero all'improvviso. 
Morgana si alzò dal divano e corse vicino a James stringendosi a lui, nemmeno sapeva perché lo avesse fatto ma era sicura si trattasse di una sorta di sicurezza.
Dei passi proruppero dalla rampa di scale e un rumore agghiacciante e fastidioso, come lo stridio delle unghie su una lavagna, fecero rabbrividire la ragazza.

-Oh...andiamo Jimmy, perché non continui il tuo racconto-

Una voce fredda e agghiacciante presentò la figura di Brian.
Morgana sentì chiaramente il corpo di James irrigidirsi mentre vide nei suoi occhi una paura folle.
Matt mosse un passo indietro e Zacky e Johnny lo affiancarono impauriti.

Tutto questo non fece altro che allettare Brian, il ragazzo era vestito di un paio di jeans neri strappati e abbastanza aderenti, un maglia bianca smanicata con degli schizzi neri che andavano a formare una fantasia a strisce particolare, un paio di anfibi rossi sfumati di nero, solita bandana bianca e cappello nero, a concludere il tutto era una linea spessa di eyeliner e matita nera ad incorniciare quegli occhi pazzi e assetati di sangue che fissavano insistentemente James.

-Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?-, fece qualche passo in avanti entrando così del tutto nel salotto, alzò una mano mostrando un coltello da cucina affilato e che scintillava alla luce del fuoco.
Il suo sguardo da pazzo faceva ancora più paura grazie alla cicatrice che gli percorreva la guancia sinistra.
Puntò il coltello contro Matt, Zacky e Johnny e sorrise maligno.

-Tornate a sedervi, la storia non è finita-

I tre gli diedero retta e si andarono a sedere nel divano davanti a quello su cui c'erano Jimmy e Morgana. Con altri due passi arrivò al centro della sala e diede le spalle ai tre per poter fissare la ragazza.

-Il mio ritorno lo dovete a questo bel bocconcino. La carne fresca è sempre ben accetta...non so se mi spiego-, rise tra se mentre gli altri lo guardavano impauriti e poi ripuntò lo sguardo su Jimmy.

Morgana poté vedere una strana scintilla percorrere gli occhi di quel pazzo, per una manciata di secondi le sembrò quasi di vedere una certa disperazione in quegli occhi...ma subito dopo quella scintilla si spense.

-Avanti, continua la tua storia, mi iniziava a piacere e poi...manca la parte migliore-, ma anche questa volta Jimmy non parlò, si limitò a fissare il suo, ormai, ex migliore amico e un velo di tristezza gli imperlò gli occhi.
Brian sbuffò sonoramente avvicinandosi a lui e puntandogli la lama alla gola, Morgana si impietrì con tutta quella vicinanza.

-Ti ho detto... di continuare-

James boccheggiò per un secondo prima di ricominciare a parlare.

-Dopo il racconto di Matt su aver visto un ragazzo ci facemmo dire la descrizione e io subito rabbrividì. Il giorno dopo iniziammo a perlustrare la villa e trovammo la stanza al terzo, piano nel quale non eravamo ancora saliti per motivi di tempistica. Fu li che lo trovammo. Fu li che mi misi a piangere nel rivedere ...il mio migliore amico...non ci volle molto prima che Matt iniziò a tremare nel riconoscerlo e io mi ricordai dell'omicidio alla sua famiglia. Non potevo consegnarlo alla polizia così lo incatenai in quella camera e chiusi la porta a chiave. Chiave che solo noi abbiamo. Come tu sia riuscito a uscire di lì non lo so...-

Il racconto finì e seguì un momento di lungo silenzio fin quando Brian non scoppiò in una fragorosa risata.
Tanto da piegarsi su se stesso e allentare la presa sul coltello. 
Tutti si scambiarono uno sguardo terrorizzato fin quando quella folle risata non cessò. 
Brian guardò James con ancora un sorriso in viso, Morgana credette quasi che le cose ora sarebbero migliorate ...ma non fu così.

In un lampo Brian fu sul corpo di James, gli mise una mano tra i capelli stringendoli e facendogli inclinare il capo all'indietro e puntò la lama sul suo petto, all'altezza del cuore.

-Mi hai tenuto chiuso lì dentro per quattro anni! È bello vero fare la parte dell'eroe che rinchiude il killer salvando i suoi amici e la città, ma noi sappiamo che non è tutto, non è così? Ti ricordo che sei stato proprio tu a procurarmi questa...-, si puntò il coltello sulla cicatrice per poi riposizionarlo sul petto dell'altro. 
-Mi hai chiuso in quella stanza senza darmi la possibilità di curarmi...mi hai rinchiuso nonostante sentissi le mie urla...i miei tormenti...i miei demoni...e sappi che ti odierò sempre per questo, hai preferito lasciarmi marcire anziché aiutarmi. Qui il bastardo sei tu, James, non io-

-Brian...tu sei pazzo, hai ucciso la tua famiglia e stavi per uccidere Matt...e...-

-Sta zitto! Non osare nemmeno contraddirmi! Mi saresti dovuto rimanere vicino! Avresti dovuto aiutarmi come un tempo!-

-...tu ti drogavi Brian...-

-Si...e sai, devo ringraziare la mia prigionia se ho smesso...-

In un lampo di fulmine Morgana si ricordò delle urla notturne, possibile che Brian non fosse del tutto guarito dalla sua dipendenza della droga.
Il ragazzo sorrise amaramente avvicinandosi all'orecchio di James.

-Avevi detto "per sempre insieme" ...mi hai abbandonato come un cane sulla strada...credevo di potermi fidare di te. Te la farò pagare ...Jimmy...ti porterò via tutto...come tu mi hai portato via lei-

Brian tornò in piedi e guardò ognuno dei presenti.
Sorrise maligno.

-Mi è sempre piaciuto giocare a nascondino, un po' come giocare a gatto e topo...è eccitante sentire la paura delle persone che temono di venir scovate. Ed è ancora meglio giocarlo...al buio-

Senza sapere come la casa si ritrovò immersa nel buio, il fuoco del camino morì del tutto e la risata agghiacciante di Brian invase le orecchie di Morgana. La giovane si sentì afferrare una mano e tirare, seguì quella presa senza riuscire a vedere nulla.
Passi che correvano ovunque.
Respiri pesanti. 
Il suo cuore che batteva fin troppo forte.

-Seguimi!-, sussurrò la voce di James e per questo Morgana capì che la mano che la teneva era la sua.

Corsero sopra le scale ed entrarono in una delle stanze, altre due porte si chiusero in punti diversi della casa.

Poi, il silenzio.

Morgana seguì ancora Jimmy e lo intravide nella penombra, stava aprendo l'armadio e stava facendo spazio nonostante non ci fossero troppi vestiti.
Riprese poi la mano a Morgana e la tirò a se, le lasciò un abbraccio così forte che la giovane credette di sentire le ossa rompersi.

-Mi dispiace di averti coinvolta-

Sussurrò il ragazzo al suo orecchio per poi separarsi da lei e lasciarle un bacio sulla fronte, indugiò per alcuni secondi sulla sua fronte per poi prenderle il viso tra le mani.

-Devi restare nascosta. Cerca di restarlo fino al mattino e poi, appena riesci, scappa di qui. Non farti sentire-

-Non hai intenzione di lasciarmi qui spero ...-

-Dobbiamo restare nascosti...anche io ho paura ma dobbiamo farci forza e cercare di sopravvivere. Ora entra nell'armadio e restaci finché non farà giorno, non uscire per nessun motivo, mi hai capito?-, mentre diceva queste parole la aiutò ad entrare nell'armadio e a nascondersi. Fece per chiudere le due ante ma Morgana lo fermò ancora.

-Ti rivedrò?-

James rimase impietrito davanti a quella domanda.
Sorrise, cercando di sembrare convincente.

-Certo che si-

Chiuse le due ante e a passi veloci e silenziosi cambiò stanza.
Quando si ritrovò nel corridoio gli prese quasi un infarto nell'intravedere una sagoma, che poi risultò essere un vaso da decorazione. Si nascose in una delle stanze e poco prima che chiuse del tutto la porta sentì un brivido gelido corrergli lungo la schiena.
 

SPAZIO AUTRICE

E ora cosa succederà? Come andranno le cose? 
Se volete saperlo non vi resta che leggere! Mi raccomando lasciate un commentino per farmi sapere la vostra!

~Heaven

 

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Capitolo 4
*** Gatto e topo ***


Capitolo quattro : Gatto e topo

"L'ultima cosa che vedrai sarà il mio viso ricoperto dal tuo sangue" ~Heaven

Brian munito del suo solito sorriso strafottente e con in mano un coltello abbastanza grande decise di iniziare a camminare per il piano inferiore. Aveva lasciato ai ragazzi giusto il tempo di nascondersi, sapeva che nessuno sarebbe potuto uscire da quella casa, non senza il suo consenso, sentire la paura degli altri lo eletrizzava ...forse fin troppo.

Passò davanti alla cucina, sapeva che nessuno sarebbe stato così stupido da nascondersi là dentro; al piano terra gli rimanevano il garage, la cantina, il bagno di servizio e lo sgabuzzino. 
Mosse i primi passi verso il piccolo stanzino ma, giustamente, non ci trovò nessuno, cercare le persone al buio per lui non era un problema, aveva vissuto così tanto nel buio che i suoi occhi si erano abituati. Aprì la porta che conduceva alla cantina, percorse quei pochi gradini e si ritrovò in una stanza abbastanza grande che fungeva anche da lavanderia.
Restò fermo per qualche secondo con gli occhi chiusi.

Un respiro troppo accellerato.
Un battito troppo rimbombante per quel silenzio.

Aprì gli occhi, illuminati di una luce pazza e si avvicinò a grandi falcate dietro una pila di vestiti piegati e scatoloni ancora chiusi, fece appena in tempo a sporgersi quel tanto che bastava per ricevere un colpo in pieno stomaco. Colpo che gli venne sferrato da una mazza da baseball, fece un paio di passi indietro e vide Zacky sbucare da dietro quegli scatoloni, il ragazzo aveva la mazza ben salda tra le mani e lo sguardo tra lo spaventato e il vendicativo.

-Sai che quella non ti servirà a nulla-, ghignò Brian sorridendo.

-Farò di tutto pur di sopravvivere!-, borbottò Zacky cercando di nascondere il lieve tremore della sua voce.

-Voi umani siete così patetici! Cristo, mi chiedo come facciate a vivere ancora in questo mondo!-, gli urlò contro Brian chiudendo una mano in pugno.

-Sei umano anche tu, anche se della peggior specie...-

-Sta zitto! Io sono quello che tu non sarai mai! Io sono quello che, stanotte, deciderà chi vivrà e chi morirà-

-Tu sei pazzo...-

-Scelta sbagliata come ultime parole-

In meno di un battito di ciglia Brian lanciò il coltello.
Un lancio preciso e ben calcolato che prese Zacky in piena gola.
Brian iniziò a ridere come solo un pazzo può fare e si avvicinò al corpo di Zacky, ora a terra con il sangue che schizzava ovunque. Prese il manico del coltello e, senza estrarlo dalla gola del giovane, tracciò una linea seghettata fino al lato destro del collo. Il sangue gli macchiò i vestiti e parte del viso mentre sentiva i gemiti strozzati di Zacky e vedeva la paura farsi largo in quegli occhi che piano piano si spegnevano. 
Estrasse il coltello quando ormai Zacky era scivolato via dalla vita. Si tirò su e si portò la lama alle labbra per sentire il sapore di quel liquido rosso e viscoso, si passò la lingua sul labbro inferiore e uscì dalla cantina.

-Meno uno...spero che il prossimo mi farà divertire un po' di più ...-, borbottò tra se, leggermente indispettito per aver ucciso Zacky così in fretta.

Tornato al piano terra perlustrò il garage e il bagno ma, in entrambi, non vide nessuno. Decise così di salire al secondo piano.
"Se non sono sotto sono sopra..."
Il lungo corridoio era immerso nel silenzio e nel buio più assoluto. 
Mosse qualche passo per poter raggiungere le ultime due stanze, aveva voglia di giocare e di sicuro quei tre non erano così stupidi da nascondersi nelle prime stanze...per la ragazza...l'avrebbe lasciata come la ciliegina sulla torta.
Spalancò la porta alla sua sinistra e questa si aprì così forte che i cardini si staccarono. Entrò nellaa stanza con un gran sospiro e riuscì a percepire un lieve profumo di lavanda.

-Chi si nasconde qui...-, sussurrò con la voce più falsa che potesse fare.

-...andiamo...vieni fuori...-, i suoi occhi da assassino guizzarono al letto matrimoniale, dietro di esso poté intravedere il comodino di cui c'era un cassettino aperto. Mosse pochi passi prima di bloccarsi di colpo.
Un colpo forte e un dolore al braccio destro. 
Brian cadde sul pavimento, colto alla sprovvista mentre si portava la mano sul braccio sanguinante.
Urlò di rabbia facendo sembrare quell'urlo quasi il ringhio di un animale, con gli occhi iniettati di sangue perlustrò tutta la stanza e nella penombra intravide Matt.

-Figlio di puttana, questa me la paghi!-

-Non se ti uccido io prima-

-No...no aspetta...ti prego non lo fare!-

Matt gli puntò la pistola contro, i suoi occhi puntarono quelli, ora, ricolmi di paura di Brian e premette il grilletto.
Il proiettile colpì Brian in pieno petto e il ragazzo si lasciò cadere a terra con un gemito strozzato e sofferente. Matt sospirò buttando a terra l'arma e si avvicinò al corpo di Brian, gli posò un piede sul braccio ferito e con il tallone dello stivale, che presentava un tacco basso, premette contro la ferita procurando a Brian un urlo.

-Oh...fa male? Beh non può far più male dell'umiliazione che mi hai provocato-, premette ancora appoggiandosi con tutto il suo peso sul braccio inerme di Haner.

-Credevi ti avrei lasciato morire così in fretta? A dire il vero...credevo sarebbe stato più difficile. Hai perso, e stai per morire, mentre il tuo piano di ucciderci è andato in fumo!-, una punta di vittoria nella voce di Matt era palese, ma quando notò che Brian stava ridendo come un malato mentale lo guardò male.

-V-vai in...in cantina...del tuo amico...Zacky...ne ritroverai solo una pozza di sangue!-

-Cosa...-

-Credevi davvero di potermi uccidere così facilmente?-, ogni sofferenza nella sua voce era svanita.

Senza che Matt se ne accorgesse si ritrovò con la lama del coltello conficcata nel polpaccio, cadde a terra urlante mentre Brian non perse l'occasione e gli saltò addosso iniziando a prenderlo a pugni, Matt parava i colpi e talvolta riusciva anche a ricambiare ma con scarsi risultati.
Passarono dieci minuti buoni a rotolarsi sul pavimento tra pugni e calci e per poco Matt riuscì quasi a scappare, ma il dolore al polpaccio aumentava ogni secondo di più impedendo al ragazzo di fare grandi movimenti. Con uno strattone Brian riuscì a tirarsi a cavalcioni di Matt, gli afferrò i capelli tirandoli con forza per poi estrarre malamente il coltello dalla gamba del ragazzo sotto di lui.
Con perversione, Brian, si leccò del sangue che gli fuoriusciva dalla bocca, godendosi l'espressione disgustata e vuota di Matt.

-Sai, dicono che in punto di morte, le persone tirano fuori il loro vero essere...-

Parole fredde e ben mirate.
Matt non poté far altro che tentare un'ultima volta a colpirlo, ma Brian riuscì a colpirlo su entrambe le braccia con la lama facendolo urlare di dolore, il pavimento iniziò a macchiarsi di sangue, l'aria stessa della stanza puzzava ma per Brian quell'odore era come afrodisiaco. Sorrise sornione prima di sedersi, letteralmente, sugli addominali di Matt, che non faceva altro che guardarlo spaventato, non aveva mai pensato alla sua morte. Non avrebbe mai pensato sarebbe stata così lenta e dolorosa.

-Vuoi che ti uccida. Te lo leggo negli occhi ...ma perché lo vuoi così tanto?-

Matt non rispose, lasciò semplicemente che una lacrima solitaria gli rigasse la guancia sporca di sangue, era così calda che gli sembrò di sentire la pelle bruciare.
Socchiuse gli occhi sentendo le forze venir sempre meno e quasi si dimenticò della stretta salda di quel pazzo sui suoi capelli.

-È una ragazza...si...lei ti manca, non è così? L'amavi...così tanto che è quasi un dolore. Cosa te la portata via?-, Brian si avvicinò di più a quel viso e dagli occhi semichiusi di Matt intravide un bagliore.

-Il cancro. Ho indovinato?-, ghignò prima di ricominciare, -Sai...potrei anche pensare di salvarti la vita. Per le persone come te la morte non è altro che un'occasione per ritornare dalle persone amate. Diabetica come cosa ...ma non posso permetterti di continuare a vivere. Mi ringrazierai credo-

In un movimento fluido Brian alzò il braccio destro per poi colpire Matt in pieno petto.
Una. Due. Mille volte. 
I gemiti di Matt si fecero sempre più flebili mentre la quantità di sangue nei vestiti di Brian non fece che aumentare. 
Soddisfatto del suo operato decise di fermarsi, fissò quel corpo martoriato sotto di lui, era così tanto ricoperto di sangue da non riconoscerlo quasi più. 
Gli lasciò il coltello conficcato in gola e decise di recuperare la pistola, notando che aveva ancora due colpi.

"E siamo a meno due..."

Johnny fu il più difficile da trovare. 
Quel ragazzo era agile, niente da ridire, era riuscito a scappare dalle grinfie di Brian per ben quattro volte. Uscendo ed entrando da una camera all'altra senza farsi notare, Brian spazientito urlò per minuti interi per il corridoio, sparò anche un colpo di pistola senza un motivo preciso, solo guidato dalla rabbia.
Johnny riuscì ad arrivare al piano inferiore senza essere visto, l'intenzione era quella di scappare e chiamare la polizia, si sentiva un codardo a lasciare i suoi amici da soli ma...la paura non gli permetteva più di ragionare lucidamente.
Arrivò alla porta di casa, fece per aprirla, ma la scoprì chiusa a chiave.
E fu questo a tradirlo.

-Mossa sbagliata, piccoletto-

Johnny fece appena in tempo a voltarsi che un colpo di pistola gli trapassò la testa.
Il sangue schizzò sulla porta, prima di un bianco immacolato, e poi il corpo del ragazzo si accasciò a terra privo di vita.

"Meno tre..."

-Jimmy...vieni fuori, traditore bastardo-, cantilenò Brian mentre tornava sulle scale e, poi, al corridoio.

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Capitolo 5
*** La fine del gioco ***


Capitolo cinque : La fine del gioco

"Cause everybody's gonna die sometimes, yeah yeah. But baby don't cry" ~A Little Piece of Heaven (Avenged Sevenfold)

Il rumore sordo di una porta che sbatteva.
Il silenzio sovrano, di nuovo.

Morgana sentì il suo stesso respiro aumentare insieme ai battiti del suo cuore.
Iniziò ad avere paura dopo aver sentito il primo sparo.
Ciò voleva dire che qualcuno dei ragazzi aveva fatto una brutta fine, tremò.

"Non può succedere davvero...no no no..."

Spaventata e forse anche un po' avventata, Morgana, decise di uscire dal suo nascondiglio dentro l'armadio. L'oscurità più buia la investì subito mentre tra le pareti rieccheggiavano urla lontane e passi impercettibili.
Doveva uscire? Tentare di scappare il più lontano possibile? L'idea sarebbe stata quella, non fosse che aveva visto abbastanza film horror per sapere che non era proprio l'ideale perdersi in un bosco con un pazzo furioso a pochi metri. 
Eppure, qualcosa le diceva di uscire da quella camera e andare al terzo piano... una forza quasi mistica che risvegliava la parte più irrazionale del suo essere. 
Attraversò la camera sulla punta dei piedi, muovendosi così piano da sembrare un felino a caccia, arrivò alla porta e la notò socchiusa, la aprì senza troppe cerimonie e si ritrovò in quel corridoio che fino a poche ore prima iniziava ad apprezzare. 
Il buio e il silenzio erano totali, tanto che si girò più volte indietro per controllarsi alle spalle.

Una risata rieccheggiò dalla sala.

Un brivido freddo le percorse la schiena mentre sentì dei passi sulle scale. 
Si mosse d'istinto verso la camera da dov'era uscita e ci si chiuse dentro a chiave.

-Jimmy, vieni fuori...traditore bastardo-

La voce fredda di Brian arrivò alle orecchie della giovane come una frustata, canticchiò quella frase mentre si addentrava nel corridoio, tentando di respirare il più piano possibile per poter sentire ogni singolo rumore, Morgana, si nascose nel bagno della camera e chiuse la porta.

Un passo.

Due passi.

Tre passi.

Una mano si posò sulle labbra della ragazza che, spaventata, iniziò a dimenarsi cercando di urlare, sentì uno strattone e i suoi occhi incrociarono quelli azzurri di James. 
Il ragazzo la lasciò e lei subito gli si avvinghiò addosso, facendo scendere una lacrima per lo spavento e andando a nascondere il viso nell'incavo del collo del ragazzo.

-Shh...-

-Ho paura...James...andiamo via...-

-Non possiamo-

-Tentiamo! Io ...io non voglio...-

Le sue parole vennero interrotte dal rumore della porta della stanza che veniva spalancata con prepotenza.
Le si mozzò il respiro e si strinse ancora di più a James, lui si limitò a stringerla.

Erano destinati a morire così? Morgana riuscì quasi a trovare una luce di romanticismo nel pensare di morire così. 
Abbracciata al ragazzo che, forse, le avrebbe potuto rubare il cuore.

-Jimmy...-, una risatina seguita dal nome del ragazzo.
Dei passi per la stanza.

Morgana sentì il suo cuore battere come se dovesse uscirle dal petto.
Si voltò verso la porta chiusa del bagno e sentì i passi arrestarsi.

Toc-toc-...-toc

Un sospiro sommesso e di terrore scosse Morgana che si strinse a James mentre il ragazzo tentava di escogitare un piano per salvarsi, entrambi era ovvio.

-Oh andiamo...lo so che sei lì dentro...ti sento ...vi sento-

Toc-toc-...-toc

James si alzò in piedi e portò le mani sulle spalle della ragazza per farla alzare, le strinse le mani e si avvicinò al suo viso, incatenando gli occhi nei suoi.

-Mi dispiace-

Fece appena in tempo a sussurrare quelle due parole, a lasciarle un bacio a fior di labbra e la porta del bagno si spalancò rivelando la figura ricoperta di sangue di Brian.

I vestiti erano stropicciati e pieni di sangue così come il viso e la pelle tatuata in bella mostra. 
In mano teneva stretta una pistola mentre dalla tasca dei jeans svettava il manico di un coltello. 
Un sorriso da pazzo e gli occhi iniettati di sangue e rabbia.
Fece un passo in avanti nel momento stesso in cui Jimmy si mise davanti a Morgana.

-È inutile che la proteggi ...avrò modo di divertirmi anche con lei quando avrò finito con te-, gli puntò la pistola contro iniziando a ridacchiare.

-Bri...parliamone...siamo amici...-

-Amici? Lo siamo davvero? E non chiamarmi "Bri" maledizione! Sei un bastardo James!-, fece due passi in avanti e prese il colletto della maglia di James, stringendo la presa con forza e puntandogli la pistola alla tempia sinistra.

-Ti sei divertito abbastanza a prendermi per il culo? Eh? È stato bello farsi la mia donna, nel mio stesso letto?!-, man mano che parlava la voce si alzava di tonalità. 
James nemmeno lo guardava, i suoi occhi erano fissi sul pavimento e ad ogni scossone che gli veniva dato chiudeva con forza gli occhi impaurito.
Morgana assisteva alla scena senza muovere un muscolo.

-Sai...credevo di contare davvero per te. Ti ho dato tutto. Tutto. E tu hai pensato bene di distruggermi la vita! Devi pagare per quello che hai fatto!-

-Brian cristo, non risolverai nulla uccidendomi!-

-Ma sarà maledettamente eccitante...vedere mentre ti contorci sul pavimento...con il sangue che ti uscirà a fiotti...i tuoi occhi che mi chiederanno pietà ...tu mi hai distrutto la vita...io ti toglierò la tua-

Uno sparo risuonò nella piccola stanza seguito da un urlo da parte di Morgana.
Del sangue iniziò a sporcare il pavimento. 
La ragazza portò lo sguardo sui due e...

-Devi ancora imparare come riuscire a fottermi, Haner...-

Gli occhi di Morgana videro con chiarezza un foro sul petto di Brian, il sangue scorreva come acqua da un rubinetto. 
Pochi secondi e un rivolo di sangue gli sporcò anche l'angolo della bocca mentre il respiro del ragazzo iniziava a mozzarsi.
Il corpo di Brian iniziò a tremare e barcollare, protese le mani e andò ad appoggiarle sul petto di James, quest'ultimo rimase impassibile davanti a quella scena ma un lieve ghigno era visibile sul suo viso.
Brian cadde a terra privo di forze mentre continuava a tremare e si portava le mani sul petto, a tastare la ferita, gli occhi guizzavano in ogni dove e si fermavano sulla figura di Jimmy. Uno sguardo spaventato ...sembrava quasi gli chiedesse pietà. Tentò di parlare ma aveva la bocca piena di sangue e tutto quello che riuscì a fare fu di tossire e sputare sangue ovunque.
James si inginocchiò al suo fianco, posò a terra la pistola e con la medesima mano recuperò il coltello dalla tasca dei jeans di Brian, che sbarrò gli occhi.

-T-ti...prego...n-n-non f-farlo...-

-Non farlo? Vuoi togliermi tutto il divertimento?-, rise come un pazzo prima di portare la lama sul braccio di Brian e tracciare una linea dalla spalla al gomito, il ragazzo urlò di dolore e Morgana si fece piccola piccola contro la vasca da bagno iniziando a piangere e trattenendo a stento i singhiozzi.
James continuava a ridere.
Brian iniziò a piangere dal dolore.

-Oh, suvvia, è solo un graffietto-

-U-uccidimi! Cazzo...uccidimi e-e basta!-

-Non sei convincente, so che potresti fare di meglio-

La lama stavolta percorse il petto di Brian iniziando a lasciare tagli più o meno profondi un po' ovunque. 
Brian urlò ancora, implorando il vero killer di ucciderlo e smetterla di torturarlo ma come risposta, James, continuò a ridere e a lasciargli tagli ovunque. Il sangue arrivò fino a Morgana che spaventata cercò di alzarsi per poter scappare, a fermare la sua fuga fu Jimmy.
La guardò come solo un pazzo può fare e le intimò in silenzio di non muoversi.

-Ho quasi finito, piccola, dopo ci divertiremo-, concluse prima di ridedicarsi a Brian.
Aveva gli occhi socchiusi e terribilmente lucidi, aveva smesso di urlare non riuscendoci più, ma continuava a guardare James con sofferenza.

-Ultime parole?-

-Ci rivediamo all'Inferno...-

James alzò il braccio e pugnalò Brian dritto al cuore.
Il ragazzo aspirò un'ultima volta per poi voltare la testa di lato, gli occhi vitrei e ...morto.
James lasciò il coltello impiantato nel petto di Brian e si alzò. Sollevò lo sguardo orgoglioso del suo operato e si voltò verso Morgana, che continuava a piangere guardando il cadavere di quello che non era altro che un assassino.

-Ok, Brian. Ora mi devi una cassa di birre-

Morgana cacciò un urlo di terrore nel momento stesso in cui vide il corpo di Brian muoversi.
Il ragazzo si alzò da terra con un balzo molto agile e si affiancò a Jimmy, gli mise un braccio sulla spalla e si tolse il coltello dal petto.

-Sei uno stronzo, lo sempre detto-

-Non è colpa mia se sei un pessimo attore-

-Ah! Io sarei un pessimo attore? Ma guardala, è traumatizzata!-, Brian si avvicinò a Morgana, ora bianca come un cadavere, e iniziò a gesticolare e a parlare come una macchinetta.

-Avanti tesoro, dillo che ci hai creduto! So che avrei potuto fare di meglio ma, ehy, ho un limite!-

-Idiota è sotto shock, non ti risponderà per un bel po'!-, ridacchiò James passandosi una mano sul viso per togliersi del sangue di Brian.

-Aah, che cazzo, con te non ci posso parlare, con lei nemmeno...-, si voltò verso Jimmy allargando le braccia, -...mi dici perché devo sempre capirli dopo i miei sbagli?-, urlacchiò offeso e mentre si rigirava verso la ragazza che, nel momento stesso, cadde a terra con la gola aperta e il sangue che usciva a fiotti sul pavimento.
Brian voltandosi sempre a braccia spalancate era andato a sgozzare con la lama la ragazza, in un gesto puramente involontario.

-Ecco, lo vedi? Sei un idiota-, rise James piegandosi sulle ginocchia.

-Fanculo, non poteva spostarsi?!-

-E con questo per stasera sei a quattro omicidi...-

-Fanculo anche a quei tre idioti, ma come hai fatto a farteli amici? Cristo ce ne fosse stato uno in grado di darmi del filo da torcere-.

Uscirono dalla stanza sporcando il pavimento su cui camminavano con tutto il sangue che avevano addosso.

-Beh, mica è colpa mia, e ora, dammi la mia cassa di birre e la lista-

Entrarono in cucina e si sedettero sul tavolo entrabi, Brian passò a James un foglio imbrattandolo di sangue. James fece scorrere lo sguardo sul foglio e si formò un piccolo ghigno sul suo viso.

-Che bellezza, a me tocca una neo-famiglia, genitori divorziati e risposati, quattro figli di cui una depressa e uno drogato ...sarà divertente-

-Ma perché a te sempre le cose divertenti e a me sempre gli idioti?!-

La verità su quella casa degli omicidi? Forse, la verità vera e propria non verrà mai fuori.
Per quanto ne posso sapere io, le leggende erano vere, c'è davvero uno spirito maligno in quelle mura...o meglio...ce ne sono due. Per il resto ne so quanto voi, miei cari, e ...se posso darvi un consiglio, mi terrei lontano da quella casa oltre il bosco.

~The end~

SPAZIO AUTRICE

Ehm...si, può essere definita decente? O quantomeno leggibile? Lo spero!
A voi la parola!
E vi informo che tra poco avrete una nuova fanfiction tutta da leggere, per saperne di più non vi resta che continuare a seguirmi (?) e a rimanere sintonizzati (??).
Un bacio dalla vostra pazza ...

~Heaven

 

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