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di katyjolinar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heather e Dagur ***
Capitolo 2: *** Gambedipesce ***
Capitolo 3: *** Testa di Tufo e Testa Bruta ***
Capitolo 4: *** Moccicoso ***
Capitolo 5: *** Stoick ***
Capitolo 6: *** Hiccup ***
Capitolo 7: *** Astrid ***
Capitolo 8: *** Bonus: la fan ***



Capitolo 1
*** Heather e Dagur ***


Li avevano chiamati per collaborare alla missione, così Heather e Dagur erano corsi immediatamente alla Riva del Drago per unirsi a Hiccup e ai suoi amici.
Era pomeriggio inoltrato, e i ragazzi erano ognuno nella propria capanna, a prepararsi psicologicamente a ciò che stavano per andare a fare.
I due Grandi Guerrieri atterrarono sulla piattaforma della capanna di Hiccup, era lì che, secondo la lettera ricevuta, dovevano vedersi.
"Credo siano dentro a definire i dettagli del piano." suggerì Heather, facendosi avanti.
"Beh, allora entriamo." disse Dagur, aprendo la porta ed entrando, senza bussare, né fare alcun rumore.
Ciò che videro li bloccò sull'uscio, lasciandoli stupiti: Hiccup, in piedi davanti al tavolo su cui era stesa una mappa, stringeva Astrid, ed i due erano impegnati in un bacio particolarmente intenso.
"Ehm... che facciamo, sorellina?" chiese il rosso, decisamente a disagio per ciò che stava vedendo.
"Torniamo dopo." suggerì Heather, facendo per uscire, proprio quando i due ragazzi si allontanavano di scatto, accorgendosi dei nuovi arrivati.
"Ehm... ehi! eh... ehi! Ehi, ciao!" balbettò Hiccup, poggiandosi al tavolo e grattandosi la testa, con un sorriso tirato.
"Da quanto siete lì?" chiese Astrid, rossa dall'imbarazzo.
"Abbastanza da capire che ci sono stati dei grossi cambiamenti, qui." rispose Dagur, sorridendo e incrociando le braccia.
"Sono così felice per voi!" esclamò Heather, andando ad abbracciare la coppia "Voi due siete perfetti insieme!"
"Ehm... grazie." ringraziò la bionda "Solo che... per piacere, potete tenere per voi questa cosa? Gli altri ancora non sanno nulla."
"Già... Ho intenzione di dire tutto a mio padre quando questa storia sarà finita, per ora abbiamo cose più importanti a cui pensare..." continuò Hiccup.
"Non ti preoccupare, Fratello. Le mie labbra sono cucite." lo rassicurò il capo dei Grandi Guerrieri, dandogli una pacca sulla spalla.
Hiccup sorrise. Forse era davvero cambiato, e quel pazzo squilibrato poteva essere davvero un buon amico. Beh, se era così lo avrebbe saputo presto, adesso era ora di pensare ad altro, dovevano sconfiggere i fratelli Grimborn.
Spiegò velocemente il piano, concludendo la spiegazione proprio quando il ruggito di Spaccateschi in lontananza segnalava l'arrivo imminente del Team A.
Adesso era ora di entrare in azione.

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Capitolo 2
*** Gambedipesce ***


Avevano appena terminato di definire il piano, e poco per volta erano usciti tutti dalla Sala Grande.
Gambedipesce salì subito in groppa alla sua Muscolone, doveva andarsi a preparare psicologicamente; lui non era un uomo d'azione, non era come Astrid, che non ci pensava due volte se c'era da combattere, o come Hiccup, così bravo a fare piani di battaglia, e a combattere nei cieli.
Lui era solo Gambedipesce, il grosso studioso che cavalcava un lento e tranquillo Gronkio.
Lui ammirava Hiccup. Era il suo migliore amico, e in quegli ultimi anni aveva più volte dimostrato il suo valore, a dispetto delle apparenze.
Hiccup era leale, sincero... un gran leader! E il biondo adorava condividere con lui le informazioni sui nuovi draghi.
Ma da qualche tempo aveva notato che qualcosa era cambiato.
Dopo la tempesta di fulmini, alla Riva del Drago, Hiccup era diverso, e non solo lui.
Il ragazzone aveva notato un cambio di atteggiamento nel suo capo, soprattutto nei confronti di Astrid.
Forse era solo preoccupato, lo sarebbe stato con chiunque di loro, se avessero perso la vista temporaneamente, come era successo a lei; ma qualcosa non lo convinceva.
Preso da quei pensieri, Gambedipesce fece un giro attorno al villaggio, passando davanti alla sala grande proprio mentre Hiccup usciva, parlando con suo padre.
Restando a distanza osservò il suo amico. Lo vide chiacchierare con Stoick, poi l'omone si allontanò, e il ragazzo venne afferrato per un braccio da Astrid, per poi essere trascinato sul prato, dietro il muretto della scala.
La bionda lo abbracciò, poi i due si misero a parlare. Hiccup sembrava preoccupato, e Astrid probabilmente cercava di tirarlo su di morale.
A Gambedipesce continuava a non tornare qualcosa, quei due erano strani.
Fu quando Hiccup prese Astrid per le spalle e lei posò le sue sui fianchi di lui che capì.
"Oh... Mio... Thor!" esclamò, mentre i due, che erano molto vicini, si girarono di scatto per guardarlo, e poi si allontanavano in fretta, cercando di sembrare naturali "Voi due state..."
Vide l'imbarazzo nei visi della coppia, e decise di non infierire oltre, iniziando a parlare velocemente di tutto meno che di quello che aveva appena visto, facendo finta di aver interpretato male ciò che aveva appena visto. Ma dopo un po' capì che stava parlando troppo, quindi salutò e si allontanò, come se nulla fosse successo.
Dopo poco, però, la curiosità lo spinse a spiarli nuovamente.
Li vide discutere tra loro, calmi, e infine Hiccup allungò la mano verso Astrid, come a volerla salutare con una stretta di mano. Ma lei lo afferrò per il braccio, posò una mano sulla guancia del ragazzo, si alzò sulle punte e gli posò un bacio sulle labbra, prima di correre via e saltare in groppa a Tempestosa.
Gambedipesce sorrise. No, non aveva interpretato affatto male ciò che aveva visto: Hiccup e Astrid erano diventati una coppia.
Ed ora, lui, era custode di questo segreto. Loro erano suoi amici, non avrebbe detto nulla a nessuno.
Lo avrebbero fatto loro, quando fosse venuto il momento. Per ora era giusto che si godessero quegli attimi di tranquillità insieme, senza alcuna interferenza esterna, in fondo se lo meritavano.

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Capitolo 3
*** Testa di Tufo e Testa Bruta ***


Qualcosa era cambiato, da quando c'era stata la tempesta di fulmini all'avamposto. Gli equilibri interni del gruppo si erano modificati, erano stabili, ma erano diversi da prima.
Di questo se ne erano accorti persino i gemelli.
Loro non erano facili ai ragionamenti, soprattutto Testa di Tufo, ma avevano notato subito qualcosa di differente nel comportamento del loro leader. E non solo in lui, ma anche in Astrid, il suo vice.
Da quando lei aveva recuperato la vista, i due passavano molto tempo da soli, lontani dagli altri, e si comportavano in modo strano. Stavano nascondendo qualcosa, ormai ne erano certi.
Ma che cosa fosse era un mistero, così nella mente di Testa di Tufo si formò un'ipotesi.
Hiccup e Astrid avevano passato molto tempo insieme quando lei non ci vedeva, perché lei aveva bisogno di aiuto, di conforto, e il fatto che lei fosse il secondo in comando del ragazzo faceva sì che fosse lui a prendersi cura della sua salute. E il fatto che questo reciproco prendersi cura dell'altro stesse coninuando anche dopo, secondo il biondo rasta, aveva un'unico motivo: forse Hiccup era malato.
Sì, malato, e con poco tempo da vivere, così Astrid, che era la sua migliore amica, aveva deciso di stargli dietro, di aiutarlo in quel quei suoi ultimi giorni.
Logico, no?
Anche Testa Bruta aveva un'idea di cosa potesse essere successo per far cambiare così gli equilibri, ma ancora non si osava a dire nulla, limitandosi ad appoggiare parzialmente l'ipotesi del fratello, e dicendo che il malato terminale fosse Astrid, e non Hiccup.
In quei giorni avevano molto da fare, non potevano passare il tempo a fare giochi idioti, ne andava la sopravvivenza di Berk, però la tensione era alta, e vedere che i due capi si prendevano del tempo per sé stessi, nonostante tutto, alleggeriva un po' l'atmosfera.
Testa Bruta aveva qualche sospetto su cosa fosse successo, e se avesse avuto ragione sapeva che sarebbe stata, forse, la cosa più bella avvenuta nel loro gruppo da tanto tempo.
E tra le varie congetture e ipotesi, arrivò il giorno della grande battaglia contro Ryker e il suo Shell Shocked, all'Avamposto.
La lotta fu dura, ma i ragazzi ebbero la meglio su entrambi i fratelli Grimborn.
Quando la battaglia fu conclusa, i ragazzi atterrarono vicino alla bocca del vulcano risvegliato della loro isola, dove Viggl era morto e Hiccup e Astrid li aspettavano.
Quando scesero da terra i due giovani stavano parlando. Astrid era preoccupata, e Hiccup era serio, ma confidente. Riuscirono a sentire le sue ultime parole.
"...È questo che fa di noi... beh... noi!" concluse, allungando la mano verso di lei "Giusto?"
Astrid gli afferrò la mano, stringendola con entrambe e attirandolo verso di lei.
"Giusto." rispose lei, dandogli un leggero ma intimo bacio sulle labbra, che lui ricambiò e approfondì.
"Questo..."
"Cambia..."
"Tutto!"
Fu l'unica cosa che i ragazzi riuscirono a dire, in reazione a ciò che stavano vedendo.
"Ehi! Questo significa che nessuno sta per morire, vero?" fu la prima cosa che venne in mente a Testa di Tufo di chiedere. 
Hiccup e Astrid negarlo, rassicuranti, e la gioia salì. il rasta corse ad abbracciarli, seguito dalla sorella, che aveva appena avuto una conferma alla sua teoria, e dagli altri.
Sì, era tutto cambiato.
In meglio.

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Capitolo 4
*** Moccicoso ***


Per Moccicoso non era stato semplice riuscire ad accettare la propria condizione di sottoposto.
Suo padre spingeva sempre per farlo emergere, e il ragazzo non riusciva mai a dirgli di non immischiarsi.
Per fortuna i suoi amici erano stati comprensivi, dopo che li aveva salvati da quella trappola su quell'isola dove i cacciatori producevano le frecce di radice di drago.
Da quel momento in poi non aveva più insistito a voler essere per forza il capo missione. Hiccup era il loro leader, spettavano a lui tutte le decisioni, era giusto così; ed era giusto che fosse lui a scegliere il proprio vice, che sicuramente sarebbe stato colui che avrebbe preso il suo posto dal momento in cui Stoick si fosse ritirato e lo avesse nominato capo.
Ed era palese chi fosse la persona designata, non c'era bisogno di osservare a fondo per capirlo: la maggior parte delle volte, la persona che veniva designata come sua vice per le missioni o in altri frangenti era Astrid.
In fondo era ovvio che fosse così: la bionda era la migliore amica di Hiccup, era normale che il ragazzo facesse tali preferenze, Moccicoso stesso avrebbe fatto lo stesso.
Astrid gli piaceva un sacco, ed era stato parecchio preoccupato quelle volte in cui le era successo qualcosa di brutto, come quella volta in cui era stata infettata deal Flagello di Odino. Quella era stata una delle poche volte in cui aveva eseguito gli ordini di Hiccup senza fare storie.
Aveva visto anche quanto era stato preoccupato l'amico, in quel frangente.
E, in cuor suo, sapeva perché: era noto a tutti, in città, che il figlio del capotribù aveva una cotta per Astrid fin da quando avevano 15 anni. Anche Moccicoso aveva una cotta per lei, e da ragazzo aveva preso questa cosa come un incentivo alla loro rivalità. 
Però, se da ragazzi ogni tanto lei dava un contentino al loro leader -l'aveva vista regalargli un bacio ogni volta che lui faceva qualcosa di bello per Berk, come quando aveva ucciso il Morte Rossa, o quando aveva scoperto il segreto di Snogglethog dei draghi scappati da Berk-, queste manifestazioni erano completamente scomparse nel momento in cui il gruppo dell'Accademia dei Draghi si era sciolto, e quando il gruppo si era riformato, per andare a stabilirsi alla Riva del Drago, aveva notato che la loro amicizia era diventata più forte, ma tali manifestazioni d'affetto non si riscontravano più.
Anche se il ragazzo aveva visto cambiare qualcosa dopo che Astrid era guarita da quella terribile piaga.
E forse era questo che aveva spinto Moccicoso a rientrare in competizione con Hiccup, ma in modo differente, mettendo in discussione il suo ruolo di leader. Il moro sentiva di essere in qualche modo geloso di quel rapporto.
E quando Astrid aveva perso la vista aveva visto Hiccup molto preoccupato, allo stesso modo di quando lei si era ammalata, forse addirittura di più.
Era preoccupato anche lui, ma non poteva perdere la concentrazione, inoltre sapeva che non era sola, e finché la tempesta non fosse terminata le priorità erano quelle di ritrovare i draghi e riparare l'Avamposto. Ma, non appena era terminata la tempesta, il giovane si era offerto volontario per andare a prendere Gothi a Berk, per poter curare la bionda.
Era solo una piccola cosa, ma era importante, per lui, sapere di aver contribuito alla guarigione di Astrid.
Ma dopo quell'avventura aveva notato che gli equilibri erano cambiati.
Astrid e Hiccup passavano molto tempo insieme, sembravano molto più uniti di prima; c'era decisamente qualcosa di strano.
E tutti se ne erano accorti, tanto che i gemelli avevano iniziato a fare ipotesi su cosa fosse successo. E Moccicoso, per non essere escluso, li aveva seguiti a ruota.
"Hiccup ha un problema di gioco d'azzardo, è così evidente!" aveva ribattuto il ragazzo, dicendo, con convinzione, la prima cosa che gli era venuta in mente.
Ed erano andati avanti, sostenendo le rispettive ipotesi, fino al giorno dell'ultima battaglia contro i fratelli Grimborn.
La battaglia era vinta, e i ragazzi avevano raggiunto Hiccup e Astrid alla bocca del vulcano che sovrastava l'Avamposto.
E ciò che vide lo destabilizzò, shockandolo per qualche secondo: dopo un breve scambio di battute, Astrid aveva afferrato la mano di Hiccup, attirandolo a sé e coinvolgendolo in un intenso e intimo bacio.
"Questo..."
"...Cambia..."
"...Tutto!"
Fu la reazione del resto del gruppo, che corse ad abbracciarli.
Moccicoso sorrise. Aveva finalmente capito il motivo di quel cambiamento: Hiccup e Astrid stavano insieme.
Era felice, ma allo stesso tempo aveva sentito un vuoto dentro di sé, come se fosse venuto a meno il suo scopo per andare avanti.
Ma non era il momento per abbattersi, dovevano tornare a Berk, lasciare l'Avamposto prima che il vulcano, tornato in attività, distruggesse tutto.
Arrivarono a cara a notte fonda, non c'era nessuno in giro quando scesero nella piazza più alta del paese, di fronte alla casa di Stoick.
Il moro scese dalla sella, era stanco, voleva andare a dormire.
Si voltò per salutare gli altri, trovandosi, involontariamente, ad assistere a una manifestazione d'affetto della coppia appena formata: Hiccup aveva preso Astrid per i fianchi e l'aveva baciata in modo così intimo che il giovane si sentì a disagio a guardarli, quasi li avesse sorpresi a fare sesso insieme.
"Ehi, voi due! Prendetevi una stanza!" esclamò, cercando di mascherare l'imbarazzo.
I due si allontanarono, sorridendo, poi si salutarono con un ultimo veloce bacio e Astrid raggiunse Moccicoso. Le case delle loro famiglie erano vicine, avrebbero fatto un pezzo di strada assieme.
Ma il moro si sentiva ancora a disagio, e la ragazza se ne accorse.
"Cosa c'è?" lo incoraggiò a parlare.
"Quindi tu e Hiccup..." chiese, dopo aver fatto un respiro profondo.
"Già." ammise la bionda, sorridendo, ma notò lo sguardo dell'amico "Moccicoso, mi dispiace, non possiamo scegliere di amare. Lo so che tu speravi..."
"Non fa nulla, è giusto così." la bloccò lui "Se tu sei felice, io lo sono per te. Solo che è difficile..."
"Vedrai, troverai qualcuno anche tu." lo rassicurò, fermandosi davanti alla sua capanna.
Moccicoso annuì, sorridendo.
Sì, avrebbe trovato qualcuno anche lui, prima o poi. Doveva solo guardarsi intorno, e nel frattempo essere felice perché due dei suoi migliori amici erano felici.

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Capitolo 5
*** Stoick ***


Era passata una settimana da quando i ragazzi erano tornati a Berk.
Erano arrivati di notte, senza fare troppo caos, e Stoick non si era accorto della presenza di suo figlio e del Furia Buia in casa fino al mattino successivo, quando Hiccup era sceso per la colazione.
Con calma lo aveva informato di cosa era successo all'Avamposto, descrivendogli anche la battaglia che c'era stata. E il capotribù non poté celare il suo sollievo nel sapere che i Grimborn erano morti.
Doveva ammetterlo, quel periodo che il giovane era stato lontano da casa era stato lungo, difficile da superare, per un padre iperprotettivo quale era Stoick, ma non poteva negare che Hiccup se l'era cavata davvero molto bene, riuscendo anche a gestire quel gruppo di scalmanati che lo seguivano ovunque.
Ed era fiero di come aveva gestito la battaglia finale, almeno secondo il racconto del ragazzo, perché aveva l'impressione che non gli avesse detto tutto, soprattutto riguardo il modo in cui si era liberato di Grimborn.
Gli aveva detto che aveva improvvisato, che l'altro aveva provato a metterlo alle strette con una minaccia, ma quale fosse quella minaccia non glielo aveva riferito. Ma l'uomo non insistette, evidentemente non si sentiva pronto per dirgli tutto quanto, e lo avrebbe fatto secondo i suoi tempi.
Era pomeriggio, e pioveva a dirotto da tutta la mattina.
Quel tempo non dava la possibilità di fare molto, così chi non era chiuso in casa a godere del proprio focolare domestico si ritrovava nella Sala Grande, per fare quattro chiacchiere con gli amici, oppure a sonnecchiare, o ancora a fare qualche gioco di società con qualcun altro.
Quando Stoick entrò nella sala, scrollandosi l'acqua dalla folta barba, notò il figlio seduto a uno dei tavoli con gli amici, impegnato a una partita di Maces and Tallons contro Gambedipesce. Moccicoso, Testa di Tufo e Testa Bruta si agitavano, commentando ogni mossa e incitando ora l'uno e ora l'altro, e Astrid era in piedi accanto al castano, che seguiva la partita con attenzione, suggerendo la mossa successiva, quando possibile, e passando distrattamente una mano sulle treccine che adornavano la capigliatura del giovane.
Stoick sorrise, notando l'unità di quell'apparentemente mal assortito gruppo, infine si sistemò poco lontano e li osservò, non notato.
Gambedipesce fece una mossa, che scatenò l'esultanza di Moccicoso.
"Sì!" esclamò il moro, alzando in braccio "Gambedipesce ti sta stracciando!"
"Non è ancora detto." fu l'unico commento che venne fatto da Astrid, in vece di Hiccup.
Il giovane osservò il tabellone di gioco, facendo un respiro profondo e muovendo la mano verso quella della bionda, in quel momento adagiata sulla sua spalla. Tale gesto non sfuggì al padre, che si concentrò su questo, analizzandolo nel dettaglio.
Era quasi un movimento automatico, ma era particolarmente articolato. Vide le dita dei due intrecciarsi saldamente, e il pollice della mano del giovane passare, leggero, sul dorso di quella di Astrid.
Quello non era un gesto che si faceva a una semplice amica. No, c'era dell'altro.
Spostò il suo sguardo su Astrid, e notò subito una cosa: il suo spazio personale, fino a poco tempo prima, era più ampio. Difficilmente stava troppo vicino alle persone, invece ora era quasi completamente poggiata a Hiccup, tra i due la distanza era praticamente nulla.
Vide la giovane sedersi, dando le spalle al tavolo dove si stava giocando la partita, ma senza togliere gli occhi dal viso dell'amico. C'era una luce diversa in quegli occhi azzurri.
Hiccup fece la sua mossa, chiudendo la partita con una vittoria. Alzò le braccia, da vincitore, poi abbracciò stretta Astrid, tirandola su facilmente e facendola sistemare sulle sue gambe, senza mollarla.
A quel punto gli altri ragazzi si allontanarono con delle scuse, lasciando i due soli.
Stoick, ormai, aveva capito tutto, ma aveva bisogno di un'ulteriore conferma per agire. Continuò ad osservare i due, in silenzio.
Astrid disse qualcosa all'orecchio di Hiccup, che sorrise e avvicinò il volto a quello di lei, coinvolgendola in un bacio particolarmente audace, ricambiato.
Ecco la conferma che cercava.
L'uomo si avvicinò alla coppia, schiarendosi la voce per attirare la loro attenzione.
I due si separarono di scatto, e Astrid quasi cade a terra, tenuta su solo dai riflessi pronti del compagno, che appena sentì che stava scivolando la afferrò, tenendola stretta a sé, mentre fissava il padre. 
"Ehi... eh... ehi... ci... ciao, papà!" balbettò il ragazzo, che non osò muoversi dal suo posto.
"Ciao figliolo. C'è qualcosa che devi dirmi?" tagliò corto l'omone, sedendosi dall'altro lato del tavolo e osservando il campo di gioco della partita appena conclusa.
"Ehm... io... noi..." disse il castano, cercando, con lo sguardo l'aiuto di Astrid.
"Sì, capo..." ammise la giovane "In realtà dovremmo dirti qualcosa."
"Ehm... Astrid ed io abbiamo una relazione." continuò Hiccup, stringendo ancora a sé Astrid.
"Da quanto tempo?" chiese Stoick, serio.
"Da dopo l'ultima tempesta di fulmini all'Avamposto." rispose lei, guardando il compagno.
"Quando avete mandato Moccicoso a prendere Gothi?" si ricordò il capo "È circa un mese fa. Per quanto tempo pensavate di tenermelo nascosto?"
"Noi... scusa, papà..." sussurrò il giovane, abbassando il capo con aria colpevole ed aspettandosi una sfuriata.
Ma la sfuriata non arrivò. L'uomo scoppiò a ridere di gusto, alzandosi nuovamente dalla sedia e avvicinandosi ancora ai due, per poi abbassarsi e abbracciarli entrambi, insieme.
"Ottima scelta, figliolo!" esclamò "E tu, ragazza, benvenuta nella famiglia! Non potevo chiedere di meglio come futura nuora!"
"Papà, non è che stai correndo un po' troppo?" lo interruppe Hicup, perplesso.
"Assolutamente no!" negò l'altro "Godetevi questo tempo da fidanzati, perché quando compirete 21 anni organizzerò il miglior matrimonio che sia stato mai visto a Berk!"
I ragazzi stavano per ribattere, ma lui si era già allontanato.
Si guardarono, ancora confusi. Hiccup scosse la testa, cercando di non pensare a quanto appena successo e tornando a dedicarsi alla fidanzata.
Suo padre correva troppo, a volte, ma su una cosa aveva ragione: dovevano godersi quegli attimi di tranquillità insieme.

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Capitolo 6
*** Hiccup ***


Hiccup lo aveva sognato a lungo.
Era da un sacco di tempo che ci pensava, ma per diversi motivi non era mai riuscito a farsi avanti, a trovare il momento migliore per fare quel passo.
Amava Astrid da tempo. Da piccolo ne era invaghito, aveva una cotta per lei, ma allora era troppo timido, e lei era irraggiungibile per lui.
Quando aveva quindici anni era solo un ragazzino qualsiasi, troppo mingherlino per far parte del gruppo dei ragazzi "fighi", parcheggiato nella bottega del fabbro per restare al sicuro dai pericoli. Poi tutto era cambiato, era ancora mingherlino, piccoletto, ma aveva dimostrato di essere più forte di quello che sembrava, aveva dimostrato che non servivano dei muscoli evidenti per fare di un ragazzo un vero vichingo.
E il rapporto con Astrid era cambiato, ciò che era stata una cotta adolescenziale era diventata una profonda amicizia, seppur condita dai rari baci che la ragazza gli aveva regalato in alcuni momenti importanti.
Non erano molti, se li ricordava tutti: il primo era stato dopo che aveva salvato i guerrieri del villaggio dalla Morte Rossa, momento in cui venne sancita la pace con i draghi; era stato un premio particolarmente gradito, vista anche la cotta che il castano aveva per lei. La seconda volta era stato il primo Snogglethog dopo la pace con i draghi, ma Hiccup non aveva potuto godersi il momento, perché ancora troppo preoccupato per la scomparsa di Sdentato. E la terza volta era stato ai primi Giochi del Disgelo in cui erano state introdotte le prove con i draghi. Quello era stato particolarmente gradito, forse il miglior premio di consolazione mai ricevuto dal ragazzo.
Da allora non c'erano più state altre manifestazioni d'affetto, non di quel genere, almeno.
La cotta che aveva per Astrid era passata, sostituita da una profonda amicizia, basata sulla reciproca fiducia. Si volevano un gran bene, ma non c'era nulla di romantico nel loro rapporto.
Ed era ancora così, quando si erano trasferiti all'Avamposto.
Lì era gradualmente cambiato tutto. Vivevano a stretto contatto, senza il resto della tribù a seguirli, e dovevano prendersi cura gli uni degli altri, contando principalmente su sé stessi e le loro capacità.
Lui era il leader del loro gruppo, e lei era il suo secondo in comando; questo faceva sì che i due stessero molto a contatto, che dialogassero di più rispetto a prima, che imparassero appieno a fidarsi l'uno dell'altra.
Astrid era la sua migliore amica, la sua confidente, e lui non era più il ragazzino mingherlino e deboluccio, bisognoso di protezione, che era anni prima. Era un giovane uomo, alto, atletico e forte. Ed era intelligente, come lo era sempre stato.
Le voleva sempre un gran bene, si preoccupava per lei come si preoccupava degli altri, ma si stava rendendo conto che qualcosa di più profondo stava tentando di venire a galla.
Non era riuscito ad identificarlo subito, gli ci era voluto un po', e solo quando aveva rischiato di perderla aveva iniziato a pensare seriamente a ciò che stava uscendo fuori.
Quella volta, quando Astrid si era persa in mare durante quella tempesta, si era davvero preso un bello spavento, e averla ritrovata era stato un sollievo. Non vedendola tornare era stato quasi preso dal panico, ma solo ripensandoci a posteriori aveva iniziato a capire il motivo di ciò che aveva provato in quel momento. 
Era innamorato di lei. Non come quando erano ragazzi, ma in modo diverso, più profondo.
E aveva capito che non voleva perderla, che la voleva al suo fianco, non solo come amica e confidente, ma come qualcosa di più.
Ma come poteva chiederglielo? Non era neanche sicuro che lei provasse lo stesso, e per fare quel passo doveva essere sicuro che anche lei la pensasse allo stesso modo.
Per il momento poteva solo starle accanto, non poteva esporsi, per non rischiare di ricevere un rifiuto.
E fu così finché lei non si ammalò, contraendo il Flagello di Odino.
Lei non poteva morire, non doveva morire, perché Hiccup non riusciva neanche a immaginarlo un mondo senza di lei.
Mentre lei delirava, durante la ricerca della cura, glielo aveva anche detto, ma non immaginava che lei sentisse tutto.
"Anche io non riesco a immaginare un mondo senza di te." gli aveva detto, quella notte, subito dopo il funerale a quelle povere anime uccise dalla lucida pazzia di Viggo Grimborn.
Quella era la conferma in cui Hiccup sperava.
Ma non poteva farsi avanti così, subito. Per farlo doveva essere tutto perfetto, quindi decise di aspettare, o almeno ci provò.
C'erano stati diversi momenti in cui avrebbe potuto confessarle tutto, ma mancava sempre qualcosa, per cui rimase in quel limbo, senza farsi avanti.
Fu così fino all'incidente della tempesta di fulmini, quando Astrid perse temporaneamente la vista.
Non l'aveva mai vista così. Astrid era una guerriera, una combattente sicura di sé, per cui quell'incidente l'aveva destabilizzata.
Non poteva permettere che le succedesse qualcos'altro, doveva proteggerla, per questo inizialmente aveva insistito che lei restasse al campo base, mentre lui cercava Tempestosa, fuggita dalla stalla.
Ma la bionda non voleva saperne. Non voleva restarsene lì a far nulla, mentre il suo drago era disperso chissà dove, e aveva tirato fuori buoni argomenti per riuscire ad andare appresso al giovane.
E avevano trovato l'Uncinato Mortale, finalmente, salvo poi doversi difendere da un Tripple Strike impazzito, cosa che fece di nuovo andare giù di morale Astrid, poiché il suo handicap non le permetteva di difendersi da sola, e aveva dovuto nascondersi al sicuro, mentre lui faceva tutto il lavoro.
Per questo doveva riportarla a casa, e doveva convincerla che sarebbe andato tutto bene.
No, doveva convincerla in quel momento, o non ci sarebbe più riuscito, soprattutto doveva convincerla che Tempestosa non voleva essere montata da lei perché le voleva bene, e non perché non la considerava più adatta ad essere il suo cavaliere.
"Astrid, lei cercava di proteggerti." disse "Non voleva che combattessi in quel duello. È qualcosa di mitico, se ci pensi..."
"Trovo difficile definire tutta questa situazione mitica, al momento" rispose la bionda, presa dallo sconforto e dandogli le spalle.
"Ascolta... credo di non riuscire neanche a immaginare come ti senti, al momento." insistette il ragazzo, mantenendo la calma e aferrandola per un bracvio "Tu... beh, tu sei Astrid, sei forte e invincibile..."
"Non più, ormai." sussurrò lei, rassegnata e tornando a voltarsi verso di lui "E se fosse così, Hiccup? E se... dovessi passare il resto della mia vita in questo stato? Che ne sarà di me?"
A quel punto il castano capì che non poteva più aspettare, doveva farle capire che lui ci sarebbe stato sempre, per lei.
La prese per le spalle e la guardò negli occhi, anche se sapeva che lei non poteva vederlo.
"Astrid, io e te ne abbiamo passate tante insieme." ammise, con voce ferma "Non pensi che riusciremo a superare anche questa?" fece una pausa, abbassando le mani verso quelle di lei e avvicinandosi leggermente "Astrid, io ci sarò sempre, qualunque cosa accada." fece un'altra pausa, doveva trovare le parole giuste, doveva dirle tutto in qualche modo "Okay, qualunque cosa significhi... qualunque significato tu voglia dare a questo... io sono qui per te. Ci sarà sempre un Hiccup e Astrid. Sempre."
Sporse il suo volto verso il suo, con l'intenzione di baciarla. Il momento non era perfetto, ma davvero non poteva più aspettare.
Stava per farlo, quando quel momento venne interrotto di nuovo dal Tripple Strike impazzito, e dovettero chiamare i soccorsi per farsi aiutare.
Ma fu grazie allo spirito battagliero e all'intuizione di Astrid che ebbero la meglio e poterono tornare all'avamposto, e appena la tempesta terminò Hiccup non perse tempo e mandò Moccicoso a prendere Gothi, sperando che lei potesse guarire Astrid.
Ci sarebbe voluto del tempo, prima che l'amico fosse di ritorno con la druida, ed era sera.
Doveva farla riposare, farle passare in fretta quel tempo, così la accompagnò a casa e la fece sistemare a letto.
"Cerca di dormire, adesso. Io resterò qui." la rassicurò "Gothi non arriverà prima di domani mattina."
Astrid annuì, afferrandogli la mano mentre si stendeva sul letto. Evidentemente voleva essere sicura che lui non se ne andasse, come la sera prima quando aveva richiesto espressamente la loro presenza, almeno finché non si fosse addormentata.
Si sedette, paziente, e attese che lei avesse raggiunto il mondo dei sogni, quindi le rimboccò le coperte e si alzò, raggiungendo Sdentato, ripensando a quanto era successo quel giorno.
Aveva perso un'altra occasione, e giurò a sé stesso che non sarebbe più successo, che le avrebbe confessato i suoi sentimenti il prima possibile.
Il giorno dopo, finalmente, arrivò la druida, che si mise subito al lavoro.
Hiccup non perse neanche un minuto del processo di guarigione, e quando, quel pomeriggio, finalmente, vennero tolte le bende dagli occhi di Astrid, la prima cosa che lei vide fu il volto del giovane, che fece un sospiro di sollievo quando capì che la cura aveva funzionato.
La ragazza lo abbracciò forte, senza curarsi della presenza della vecchia, e Hiccup ricambiò quell'abbraccio, felice di riavere la vecchia Astrid.
E, dopo aver congedato Gothi, che venne riportata a Berk da Moccicoso, e assegnato agli altri il compito di addestrare il Tripple Strike, compito che li avrebbe tenuti impegnati, a turno, tutta la notte e il giorno successivo, tornò dalla bionda, per assicurarsi che quella notte dormisse bene e darle appuntamento al mattino dopo, per volare insieme ai loro draghi, prima dell'alba.
Astrid fu puntuale. Era ancora buio quando partirono, sorvolando l'intera isola, rincorrendosi e facendo acrobazie insieme, e il cielo stava iniziando a schiarirsi quando, finalmente, tornarono a casa.
Si sedettero sul bordo della piattaforma, fissando il sole che sorgeva.
L'atmosfera era serena, e il silenzio era rilassante.
"Sicura di stare bene?" domandò Hiccup, dopo un po'.
"Sto bene, Hiccup!" rispose Astrid, accennando un sorriso "Puoi smetterla di preoccuparti per me, adesso!"
"Non smetterò mai di preoccuparmi per te." la rassicurò lui, raddrizzando la schiena "È così che deve andare."
"Sì, lo so..." sospirò la bionda, distogliendo lo sguardo "Credo che lo stesso valga per me."
Tornarono a guardare il sole albeggiante, e Hiccup si avvicinò un po' a lei, facendo finta di sistemarsi meglio.
"Posso chiederti una cosa?" chiese la giovane, dopo un momento di esitazione. 
"Certamente."
"Uhm... nella foresta, quando noi... beh, lo sai..." esordì Astrid.
"Sì?" la incoraggiò Hiccup, anche se aveva già capito quale fosse la domanda.
"Per caso stavi per..." insistette la bionda, dubbiosa.
Okay, ora cosa le rispondeva? Hiccup rise, imbarazzato, distogliendo lo sguardo.
"Oh... lo hai percepito? Io pensavo di farla franca..."
"Beh... perché non l'hai fatto?" chiese ancora la giovane, serena. 
Hiccup ci pensò per un momento, cercando le parole giuste da dire. Alla fine optò per la verità, ormai non poteva più tornare indietro.
"Uh... beh... No... Non era perfetto. Ho sempre pensato che, se mai fosse successo... beh, sì, ci ho pensato parecchio... e doveva essere tutto perfetto."
Vide Astrid arrossire, sorridendo e guardando l'orizzonte, su cui il sole si stava alzando.
"Beh... ora mi sembra tutto perfetto..." ammise lei.
Il giovane seguì il suo sguardo.
"Sì, è vero." disse, soltanto, prima di abbassarsi sul suo volto, e baciarla.
Si godette il momento, quello era il loro primo bacio, il primo vero bacio che si scambiavano, ed era perfetto.
Si separarono riluttanti, guardandosi negli occhi, e infine si abbracciarono, continuando a guardare l'alba.
Hiccup era felice, quello era l'inizio di tutto, e voleva vivere quella nuova avventura fino in fondo.
Astrid era la sua migliore amica, il suo secondo e la donna che amava; e ora sapeva che i suoi sentimenti erano ricambiati. Ora sì che era tutto perfetto.

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Capitolo 7
*** Astrid ***


Astrid era sempre stata una ragazza indipendente.
Se poteva, preferiva fare le cose da sé, senza chiedere aiuto a nessuno. Era fatta così, anche da bambina preferiva non chiedere aiuto agli adulti e cavarsela da sé. 
Ed era una guerriera, tanto da ricevere presto il soprannome di Ragazza Audace.
La bionda aveva ben chiaro, fin da bambina, cosa volesse fare da grande. Sin da prima che lo zio Finn venisse colpito dal soffio gelato dell'Incubo Volante, lei voleva uccidere i draghi, quelle terribili creature che saccheggiavano e distruggevano il villaggio quasi ogni settimana.
Ed era per questo che era entrata nel gruppo di addestramento di Skarakkio, al compimento dei 15 anni.
Erano pochi ragazzi, tutti coetanei, e tra loro c'era anche Hiccup, il figlio del capotribù, un ragazzo piccoletto e pelle e ossa, incline al sarcasmo e a cacciarsi nei guai.
Non aveva mai avuto molti contatti con lui, per Astrid era solo un ragazzino viziato, cresciuto al sicuro da qualsiasi pericolo, con appresso suo padre o il vecchio fabbro che gli saltavano le chiappe ogni volta che si caccia va nei guai. Le uniche volte che riusciva a notare delle buone qualità in lui era durante le competizioni fisiche, come ai Giochi del Disgelo, non perché vincesse sempre, anzi finiva ogni volta per perdere, ma perché quando perdeva era diverso dagli altri, non se la prendeva, conosceva i suoi limiti e perdeva con onore, ignorando le prese in giro del cugino, che ogni volta arrivava davanti a tutti.
Per Astrid quel ragazzo non era nulla, anzi durante l'addestramento si dimostrò alle volte una palla al piede, così incapace a fare qualunque cosa.
Lei era la migliore di quel corso, perché era determinata, voleva a tutti i costi diventare, al più presto, parte della squadra antidrago di Berk.
Fu così finché qualcosa cambiò.
Hiccup, gradualmente, dimostrò di saperne molto più di loro messi insieme sui draghi, conosceva ogni punto debole, e riusciva ad avere la meglio su ciascuno degli animali che Skarakkio usava per addestrarli. E, improvvisamente, si ritrovò dietro a quel ragazzotto insignificante.
Questa cosa l'aveva fatta arrabbiare. Come aveva fatto a diventare così bravo? Sicuramente si allenava con qualcuno, ma con chi?"
Decise di indagare. Sapeva che andava tutti i giorni nel bosco, quindi decise di seguirlo.
E fu così che scoprì il segreto di Hiccup, un segreto che fece crollare tutte le convinzioni di Astrid.
Il ragazzo aveva fatto amicizia con un drago, ma non un drago qualunque, bensì un Furia Buia!
L'aveva praticamente costretta a fare un volo in groppa all'animale, ma alla fine era stata una bella esperienza, per la maggior parte.
Un'esperienza che l'aveva portata a interrogarsi cosa volesse fare davvero, a mettere in discussione tutte le sue convinzioni.
E, quando quei due salvarono i guerrieri di Berk dalla Morte Rossa, ormai aveva capito che non voleva più uccidere i draghi, voleva cavalcarli.
Quel ragazzino le aveva fatto cambiare punto di vista, doveva ammettere che, in fondo, non era così insignificante come pensava.
Per questo decise di seguirlo, qualunque cosa avesse fatto. Gli aveva anche regalato un bacio, in fondo se lo era meritato.
E, poco per volta, la loro amicizia crebbe, avvicinandoli sempre di più.
Astrid si era legata a lui, al punto che, quando il loro gruppo si era sciolto, lei aveva continuato a seguire Hiccup per un po', prima di decidersi e prendere la decisione di arruolarsi nelle guardie di Berk.
Decisione che non ebbe seguito, perché le circostanze portarono il gruppo a riunirsi e trasferirsi in quella che poi è stata chiamata la Riva del Drago.
Lì, lontano da Berk, la loro amicizia era cresciuta, per Astrid era diventata qualcosa di diverso.
Era stato un cambiamento graduale, impercettibile, di cui lei si era resa conto solo quando Heather le aveva chiesto se lei e Hiccup stavano insieme.
Quella volta era stata presa di sorpresa, non si aspettava quella domanda, ma servì per iniziare a prendere coscienza di ciò che stava succedendo dentro di lei.
Sì, Astrid si stava innamorando di quel ragazzino minuto che le aveva fatto cambiare vita, che, ormai, non era più tanto minuto; ora era più alto di lei, era ancora magro, ma era forte e molto più agile di quando aveva 15 anni.
Lui era ancora il suo migliore amico, la persona che le era accanto nei momenti difficili, e in poco tempo era diventato l'uomo con cui la bionda avrebbe voluto passare il resto della vita.
Ma non poteva farsi avanti, non senza rischiare di rovinare il loro rapporto. Sapeva che da ragazzo aveva una cotta per lei, tutti se ne erano accorti, e ci aveva anche giocato su questo, regalandogli, per tre volte, dei baci premio per quello che aveva fatto per Berk o per le persone a cui teneva, ma erano passati tre anni da allora, le cose potevano essere cambiate, e lui poteva provare per lei soltanto una profonda amicizia.
Questa presa di coscienza, però, aveva cambiato di nuovo le convinzioni della ragazza. Ora non voleva più essere soltanto una brava cavalcadraghi, voleva essere degna di essere il secondo in comando di Hiccup, e ciò aveva modificato anche il modo di porsi nei suoi confronti.
Il suo spazio personale, con lui vicino, era diventato più piccolo, si lasciava toccare di più, lo toccava di più. Lo amava, e cercava di dimostrarglielo in ogni modo.
Poi arrivò quel dannato giorno in cui lei contrasse il Flagello di Odino.
Mentre la malattia avanzava, lo vide quasi andare in panico, impazzire per cercare una cura.
E si ricordò che l'aveva presa in braccio, i ricordi erano confusi, ma si ricordava chiaramente di essere caduta da Tempestosa, appena Moccicoso le aveva fatte atterrare sull'isola del Buffalord, ed essere finita in braccio a Hiccup, che poi l'aveva adagiata per terra, in una posizione comoda.
E poi...
"Non riesco immaginare il mondo senza di te." aveva detto lui.
Astrid ancora delirava, ma quelle parole si impressero nella sua mente, dandole la forza di lottare ancora.
Venne curata, e quella notte stessa decise di fare un passo avanti.
"Anch'io non riesco a immaginare il mondo senza di te." gli aveva risposto, subito dopo il funerale di quelle povere anime.
Ora sapeva che i suoi sentimenti erano ricambiati, ma non era ancora finita.
Cosa doveva fare, ora? Chiederlo lei o aspettare che fosse Hiccup a farlo?
No, non si trattava più di baci premio, bensì dei loro sentimenti. Decise di aspettare che fosse lui a fare la mossa successiva, nel frattempo continuò a stargli accanto, a sostenerlo e seguirlo in ogni cosa che faceva.
E in quel periodo successe di tutto, dalla prigionia di Hiccup nelle gabbie degli organizzatori di lotte fra draghi fino alla taglia sulla sua testa, o quando quasi annegò perché la tinozza che aveva usato per andare sott'acqua non era abbastanza resistente. Ma il momento più brutto, per Astrid, fu quando lei perse la vista.
Il momento più brutto, ma anche la svolta.
Hiccup non la mollava, la proteggeva e si prendeva cura di lei.
E poi quel discorso nel bosco.
"Ci sarà sempre un Hiccup e Astrid. Sempre." aveva detto, prima di provare a baciarla.
Peccato che non fosse il momento giusto.
Il momento giusto arrivò due mattine dopo, una volta che lei era tornata a vedere, quando, parlando, Hiccup le aveva, finalmente, confessato i suoi sentimenti.
E, finalmente, il loro primo vero bacio.
Un bacio che Astrid non avrebbe mai dimenticato per il resto della vita, un bacio che segnava l'inizio di un nuovo percorso, una nuova strada che non avrebbe più dovuto percorrere da sola, ma mano nella mano con l'uomo che amava.
Un uomo che l'aveva conquistata con i gesti, e non con i regali.
Un uomo che non era il classico vichingo.
Perché Hiccup non è mai stato il classico vichingo, ma ora, per Astrid, era il Suo vichingo.

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Capitolo 8
*** Bonus: la fan ***


L'attesa era stata lunga.
Oltre sei mesi di speculazioni, la frustrazione per la notizia dello spostamento un anno avanti del terzo film e per la quasi totale mancanza di informazioni sulla nuova stagione avevano scandito il tempo.
Ma, dopo sette mesi, M. non stava più nella pelle: la nuova stagione della sua serie animata preferita era finalmente disponibile!
M. aveva 20 anni, viveva in una città del Nord Italia e studiava all'università. Aveva molti amici, e tutti conoscevano la sua passione per le serie tv, per una, in particolare, una serie animata della Dreamworks, dal titolo "Dragons".
A chi le chiedeva se non era troppo grande per i cartoni rispondeva che non si è mai troppo grandi per fare le cose che ci piacciono.
Per questo nessuno si era meravigliato quando, quella domenica pomeriggio, si era resa irreperibile, chiudendosi in camera, monopolizzando la linea adsl, che doveva assolutamente restare libera, altrimenti lo streaming video non avrebbe funzionato come si deve; per fortuna la sua coinquilina era tornata a casa a trovare i parenti, quindi non avrebbe avuto problemi a riguardo.
Così aveva collegato il computer alla tv lcd, per vedere meglio, e si era sistemata sul letto, col cellulare in mano.
Aprì Whatsapp, e mandò un messaggio alla sua amica L., una ragazza italiana di 25 anni che viveva in Scozia, conosciuta su un forum tematico riguardante la serie. Avrebbero visto insieme i nuovi episodi, commentandoli in diretta.
"Ehi, ci sei?" scrisse.
"Due minuti e arrivo!" rispose L., dopo poco "Ho letto un po' di spoiler in giro!"
"Niente spoiler!" la fermò l'altra, prima che potesse scrivere altro.
"Volevo solo dire che questa stagione sarà mitica!"
M. sorrise. Ogni stagione era mitica, per lei, bastava vedere Hiccup in groppa a Sdentato perché lo fosse.
Attese il messaggio dell'amica, poi, finalmente, diede il via alla maratona.
Durante la visione commentarono in diretta ogni cosa.
"No, dai... Moccicoso?! Ma che si è fumata Malla?" fu il commento di L. al primo episodio.
"Gruffnut?! Che ha combinato a sua cugina? Perché lo odia così tanto?" scrisse M. al secondo episodio, seguito da un "Oh... okay... ma che s*!"
Al terzo episodio le due ragazze iniziarono ad andare su di giri.
"HICCSTRID!" scrissero, contemporaneamente, durante le prime scene.
"Ma dai! Hai visto quanto è preoccupata! Lo ama!" continuò M.
"Ma povero Hiccup... ha perso la protesi..." scrisse L.
"Tanto ora arriva Astrid che lo salva." fu la risposta di M.
"Dai, se non si mettono insieme dopo questo..." fu il commento finale di L., a fine episodio.
E così la visione continuò, per più di tre ore, fino all'episodio 11.
"Wow... Il Tripple Strike! Il drago pokemon! Lo sapevo che tornava!" fu il commento di M., che adorava quei nuovi draghi della serie.
"Tesoro, ho letto degli spoiler su questo episodio." la fermò L. "Credo che dovremmo seguirlo in silenzio..."
Così fecero, per dieci minuti nessuna delle due parlò.
Almeno finché Hiccup e Astrid non si trovarono nella radura, dopo l'attacco del Tripple Strike. E in silenzio ascoltarono le parole di Hiccup.
"Aspetta... Cosa ha detto? Ho capito bene?!" chiese M., come conferma, poiché l'amica capiva sicuramente meglio di lei l'inglese.
"There will always be an Hiccup and Astrid." le riferì l'altra, senza dire altro.
"C*... se non è una dichiarazione d'amore questa... E poi... è una mia impressione o ha provato a baciarla?" commentò M.
"Sì, è così. Continuiamo a guardare l'episodio?" concluse L., chiudendo di nuovo il momento commenti, ormai presa dalla visione.
Il silenzio durò fino alla fine.
All'ultima scena M. era senza parole.
"È... perfetto." scrisse, finalmente, rompendo il silenzio.
"Perfetto è dire poco." ammise l'altra "Mi viene da piangere... Finalmente! E poi quel bacio... wow..."
"Abbiamo ancora due episodi. Secondo te ci saranno altre scene così?" continuò M., cercando di ritrovare un po' di lucidità. 
"Lo spero. Andiamo avanti." scrisse L., avviando l'episodio successivo.
In silenzio ripresero la visione. Tre quarti d'ora avevano terminato tutto.
"Wow..." fu l'unico commento che fece L., alla fine.
"Cavolo... avevi ragione! È mitica questa stagione!" scrisse M., su di giri "Credo che la rivedrò non so quante volte, nei prossimi sei mesi!"
"Stanno insieme, Te ne rendi conto?! STANNO INSIEME! FINALMENTE!" disse L., ripresasi dallo shock.
"Sì! Ed è stato perfetto!" concluse l'altra, spegnendo la tv "Credo che me lo sognerò stanotte!"
"Mamma mia... anche io... Ma ora chiudiamo, devo preparare la cena, ci sentiamo più tardi!" chiuse L.
M. spense il computer, sorridente.
Ora doveva aspettare altri sei mesi, ma quella stagione l'avrebbe vista innumerevoli volte, e il tempo sarebbe volato.

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