Pensieri e parole... a Berk

di Elissima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Desiderio ***
Capitolo 2: *** Confidenze tra una madre e suo figlio ***
Capitolo 3: *** Scherzi e burle agli sposi ***
Capitolo 4: *** Il primo bacio... non si scorda mai... ***



Capitolo 1
*** Desiderio ***


Il tiepido pomeriggio di fine estate stava giungendo al termine.

Le nubi cariche di promesse di pioggia incombevano imponenti e minacciose in cielo, rendendo di riflesso il mare scuro e altrettanto minaccioso. Restava libera una porzione di orizzonte da cui si scorgeva il Sole che si accingeva a tramontare, colorando il cielo e le nubi circostanti di caldi ocra e rossi, in contrasto coi nembi scuri che opprimevano la volta del cielo.

Hiccup guidò Sdentato in una virata a sinistra, scendendo velocemente di quota, puntando un piccolo isolotto poco più grande di uno scoglio, sul quale aveva deciso di atterrare e sostare qualche minuto.

Guardò alla sua destra, Astrid in sella a Tempestosa aveva virato un secondo dopo di lui, rimanendo leggermente indietro, ed ora si stava avvicinando rapidamente. Astrid volse lo sguardo verso di lui, e quando i loro occhi si incontrarono lei gli sorrise.

Planarono dolcemente fino a che Sdentato e Tempestosa non atterrarono dolcemente sul manto erboso; Astrid scese di sella agilmente e sospirando si stiracchiò le braccia allungandole sulla testa. Hiccup smontò da Sdentato meno rapidamente, ma con un gesto altrettanto atletico.

"Ecco qua amico, riposati un po', tra poco ripartiremo e saremo a Berk prima del temporale". Hiccup sfiorò il muso di Sdentato affettuosamente, e lui in risposta guizzò via allegro, correndo dietro a Tempestosa che era già partita alla ricerca di cibo, tuffandosi in mare. Riemerse pochi istanti dopo con due grossi merluzzi tra le fauci.

"Credo che Tempestosa offrirà un po' della sua cena a Sdentato" Astrid si avvicinò ad Hiccup; i due osservarono per qualche secondo i due draghi che si spartivano il pesce preso da Tempestosa.

Astrid distolse lo sguardo e lo rivolse al Sole che stava tramontando e alla porzione di cielo sgargiante che era circondato dalle nubi plumbee. Fece qualche passo in quella direzione, quindi si sedette a terra; Hiccup la osservò muoversi, poi la seguì e le si sedette accanto. Le contemplò il profilo, lo sguardo di lei all'orizzonte e le labbra piegate in un sorriso disteso.

"Qualcosa ti diverte?"

Lei voltò il viso e posò gli occhi su di lui, destandosi da un ricordo della mattinata precedente.

"Oh, bè, sì in effetti. Stavo ripensando a tua madre e mia madre che discutevano su quale colore si intonasse di più con quello dei tuoi occhi" Mentre parlava si aprì in un caldo e sincero sorriso che coinvolse anche gli occhi, e Hiccup rimase per un secondo senza fiato, come succedeva sempre quando Astrid gli rivolgeva le più sincere espressioni dei suoi sentimenti.

Le prese la mano e giocherellò intrecciando le loro dita, sorrise ripensando alla discussione a cui si riferiva Astrid.

"Credo che stiano etteralmente impazzendo per organizzare questo matrimonio" Scherzò Hiccup. "E temo che se le prossime due settimane non passeranno in fretta faranno impazzire anche me". Mise un simpatico broncio e finse di rabbrividire.

Astrid rise di cuore, e Hiccup portò le due mani intrecciate, quella di lei e quella di lui, alla bocca, baciando il dorso della mano della giovane donna accanto a lui, per la quale provava un sentimento sincero e genuino di amore.

Astrid gli si accostò più vicino e gli accarezzò il viso, posandogli un lieve bacio all'angolo delle labbra.

"Potremmo evitare tutto questo, sai?" Gli disse piano, mentre lui continuava a baciarle la mano. "Potremmo fuggire e tornare tra qualche giorno. Potremmo sposarci lontano da qui, in privato, solo noi due, e una volta tornati a casa sarà già tutto fatto, e non ci sarà bisogno di organizzare nessun matrimonio."

Hiccup la guardò e un sorriso malizioso si dipinse sul viso di lei, mentre gli si avvicinava e socchiudeva gli occhi per baciarlo sulla bocca. Lo baciò schiudendo le labbra per accogliere la sua lingua che non esitò, e accarezzò quella di lei più volte, prima di interrompere quel bacio così dolce e così carico di languide promesse.

Hiccup fissò intensamente l'azzurro di quegli occhi così desiderosi di quell'intimità che anche lui desiderava. "E priveresti tua madre di tutto il divertimento?" Scherzò Hiccup.

"Bè, sì, se ne valesse la pena." Astrid rimase seria mentre pronunciava quelle parole, sfilò la sua mano da quella di lui e gliela posò sulla nuca attirandolo a sè, reclamando ancora la sua bocca.

Si baciarono ancora, con più intensità, Astrid gli cinse il collo con le braccia, intrecciando le dita tra i capelli castani di lui, e Hiccup la attirò a sè in un abbraccio sensuale, tenendola stretta con un braccio, e con l'altro accarezzandole prima la schiena, poi il fianco, fino a sfiorarle il seno. Aveva un tocco gentile e delicato, e Astrid adorava il modo in cui lo faceva, le sensazioni vibranti che si propagavano dalle mani di Hiccup al suo corpo arrivavano in profondità dentro di lei, ed ogni volta le faceva desiderare "di più"; più vicinanza a lui, più contatto fisico, e per tutti gli Dei!meno vestiti di mezzo.

Si chiese distrattamente se la cosa fosse sconveniente, ma quel pensiero scivolò via velocemente mentre lui la distendeva delicatamente sull'erba fresca, mentre continuava a baciarla e ad esplorarle il corpo con le mani.

Hiccup le accarezzò il viso interrompendo il bacio lentamente, e aprì gli occhi, incontrando quelli di Astrid, quindi sospirò lievemente. Quello era il segnale che erano giunti ad un punto in cui era il caso di fermarsi, ma invece di lasciare che lui si sollevasse da lei, Astrid si girò spingendo Hiccup a distendersi sulla schiena, e mettendosi a cavalcioni sopra di lui.

Hiccup fu particolarmente sorpreso della piega che aveva preso quella situazione, ma non la fermò, perchè la cosa era decisamente piacevole ed eccitante. Lei si chinò su di lui per baciarlo ancora; le loro bocche si esplorarono, mentre le loro mani esploravano il corpo dell'altro.

Hiccup era sempre stato molto controllato e contenuto nelle manifestazioni fisiche con Astrid; ogni volta che rimanevano soli e si scambiavano gesti d'affetto come quel pomeriggio, aveva sempre limitato le sue azioni, perchè non voleva mancarle di rispetto o farle fare cose delle quali poi si sarebbe magari pentita. Non che lei non lo desiderasse, questo lo sapeva bene, ma era opinione comune che prima di avere rapporti completi ci si dovesse sposare, ed entrambi avevano sempre dato per scontato che l'altro la pensasse in quel modo. O perlomeno per lui era così.

Astrid si staccò dalla sua bocca per baciargli il collo, subito sotto all'orecchio. Era così piacevole, quel tocco con la bocca di lei riverberava fin sotto ai suoi lombi, e il suo corpo non rimase inerme, ma reagì di conseguenza, facendo aumentare la sua eccitazione. Lei se ne accorse e ridacchiò, continuanto il suo dolce assalto con la bocca, spostandosi sulla gola e sull'altro lato del collo.

Hiccup fece scivolare le sue mani più in basso, è la afferrò con decisione alle natiche, spingendola verso il suo corpo e la sua eccitazione.

Astrid emise un gemito di piacere, sentendo il desiderio di Hiccup, e fece scorrere la mano fino alla cintura di lui, accarezzando la sua erezione da sopra la stoffa dei pantaloni che premeva contro la sua mano. Oh che sensazione divina, desiderare così tanto una persona e vedere che quella persona ti desidera allo stesso modo.

Interruppe la sua carezza per aprire la cintura, ma mentre armeggiava con la fibbia la mano di Hiccup bloccò la sua e la portò alla bocca, baciandole le nocche. "No" disse lui.

"Com... Cosa?" Astrid si sentì immediatamente in imbarazzo. Aveva fatto qualcosa che non doveva? O peggio ancora, qualcosa che aveva provocato in Hiccup un sentimento di repulsione nei suoi confronti? Ma certo, quale donna degna di un capo si comporterebbe così? Aveva oltrepassato un limite? Improvvisamente si sentì non desiderata, si alzò con un movimento veloce e distolse lo sguardo da quello di lui. Voleva solo allontanarsi e dimenticare quella sensazione di imbarazzo, ma lui la prese per un polso impedendole la fuga, e senza lasciarle il tempo di reagire la fece distendere e le bloccò entrambe le mani a terra, sopra alle spalle.

Hiccup aveva notato il turbamento in Astrid e come l'atmosfera fosse cambiata nel giro di un secondo, subito dopo che lui le aveva espresso il suo rifiuto, e capì che ne era rimasta ferita.

"No, per adesso" La rassicurò, sorridendole sommessamente.

Astrid si rilassò visibilmente, ma protestò. "Tra due settimane ci sposiamo Hiccup, che differenza può fare adesso o dopo?" Arrossì, rendendosi conto che si stava lagnando.

Hiccup le sorrise e la baciò, fu un bacio lieve e lento, poi la baciò sul collo, proprio come aveva fatto lei poco prima con lui. Le lasciò le mani, e lei giocò coi suoi capelli mentre lui continuava il suo assalto.

Infine si sollevò sui gomiti e fissò la profondità dei suoi occhi azzurri, e parlò seriamente. "Non voglio farlo adesso e qui. Siamo all'aperto, sta per piovere e sinceramente non voglio avere un pubblico." Alzò lo sguardo su Tempestosa e Sdentato, che se ne stavano seduti composti poco lontano, guardandoli incuriositi.

Astrid rise sommessamente rilassandosi, capiva bene il punto di vista di Hiccup, in effetti anche lei non voleva farlo in quel contesto.

Hiccup posò di nuovo lo sguardo nel suo. "Voglio fare l'amore con te dopo che ci saremo sposati, a casa nostra. Voglio prenderti nel mio letto." Lo disse con una tale passione, mentre il suo sguardo inchiodava con intensità gli occhi di Astrid ai suoi impedendole di distogliere lo sguardo, che Astrid rimase per qualche secondo senza fiato, senza la capacità di sbattere le palpebre, e incapace di formulare qualsiasi pensiero razionale. Tutto ciò che le risuonava nella mente era "Voglio prenderti nel mio letto... Vuole prendermi nel suo letto..."

Deglutì a fatica, non capacitandosi di come quelle poche parole avessero potuto ridurla in quello stato. In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

Qualcosa di freddo e pesante cadde sul suo zigomo. Gli occhi di Hiccup si fecero meno intensi, Astrid finalmete riprese a respirare e chiuse gli occchi un secondo per assaporare meglio quella sensazione piacevole e languida che aveva provato dalla vita in giù nell'udire quelle intense parole.

Hiccup si sollevò ed offrendole la mano aiutò Astrid ad alzarsi. "Andiamo a casa, sta cominciando a piovere." E asciugò col pollice la goccia di pioggia che le era appena caduta sul viso.

La voce e lo sguardo di Hiccup erano di nuovo gentili e pacati, ed Astrid sorrise dentro di sè ripensando alle parole dette da lui poco prima, ed al suo sguardo così intenso, fantasticando sul fatto che probabilmente fare l'amore con Hiccup sarebbe stato molto diverso da come se l'era immaginato fino a quel momento. 

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Capitolo 2
*** Confidenze tra una madre e suo figlio ***


Hiccup aprì gli occhi, destandosi da un sogno che subito svanì dalla sua memoria, lasciandogli però un senso di vuoto allo stomaco.

Non era necessario ricordare il sogno; anche senza sapere cosa aveva sognato Hiccup lo intuiva perfettamente, col pensiero tornò a pochi giorni prima, quando suo padre era morto davanti a lui, per proteggerlo. Fu subito investito dal senso di colpa che lo schiacciò come un macigno, opprimendogli il petto. Se avesse ascoltato suo padre, se non fosse fuggito per fare di testa sua, se per una volta avesse fatto quello che lui gli aveva detto, se lui... se... Poi ricordò le parole di sua madre, che gli diceva che suo padre aveva sempre creduto in lui, e una lacrima gli solcò il viso.

I vichinghi comunque sono uomini forti sia di fisico che di spirito, si risollevano facilmente, non perchè siano più portati di altri a farlo, bensì perchè la loro forza d'animo eguaglia la loro forza fisica, e benchè Hiccup non fosse dotato fisicamente quanto la maggior parte dei suoi compaesani, aveva comunque ereditato la loro forza d'animo, quindi si ridestò e si alzò dal letto.

Non che non avesse pianto suo padre, lo aveva fatto, insieme a tutti gli abitanti del villaggio. Stoick era stato un capo amato, un padre per tutti, e tutti lo avevano onorato nel migliore dei modi.

E proprio Stoick aveva insegnato ad Hiccup a risollevarsi, a non arrendersi e a continuare a dare il meglio di sè anche nelle situazioni più difficili. Nonostante Hiccup fosse molto diverso da come era stato suo padre, gli aveva comunque trasmesso i valori che avrebbero fatto di lui un capo-villaggio altrettanto amato e benvoluto.

Questi pensieri gli diedero la spinta necessaria a fargli compiere il suo dovere, doveva rialzarsi, lavorare sodo per onorare la memoria di suo padre, e soprattutto perdonarsi. Sarebbe stato un lavoro lungo e complicato, ma la costanza (e soprattutto la testardaggine) era una caratteristica del suo popolo, e non dubitava del fatto che avrebbe senz'altro fatto del suo meglio per raggiungere questi obiettivi.

Hiccup si vestì velocemente, quindi scese al piano inferiore, dove sua madre aveva già acceso il fuoco e stava scaldando una zuppa del giorno prima per fare colazione.

"Buongiorno" la salutò.

"Buongiorno Hiccup" la donna gli sorrise amorevolmente, e gli passo una ciotola con un po' di zuppa.

Era strano averla a casa. Da quando era tornata a Berk (pochi giorni in effetti) lui aveva insistito affinchè si trasferisse a casa sua, che era poi stata anche la casa di lei prima che se ne andasse con Saltanuvole, ed ora ogni volta che la vedeva indaffarata in qualche faccenda domestica, o anche solo seduta di fronte al focolare a contemplare il fuoco, provava un misto di tenerezza, adorazione e timore. Era molto contento che fosse tornata, ma doveva abituarsi all'idea di avere una donna per casa, soprattutto perchè con suo padre c'era sempre stato poco pudore, e aveva spesso il timore di metterla in imbarazzo, o di sentirsi lui stesso imbarazzato, quando compiva gesti quotidiani che non gli avevano mai causato problemi con suo padre, come svestirsi o lavarsi.

La donna sembrava avergli letto nel pensiero, perchè gli disse: "non farti troppi problemi con me, ti prego Hiccup. Sono pur sempre tua madre. Pensa che quando sarai sposato avrai in giro qualcuno molto più interessante di me, allora sì che dovrai farti vedere sicuro e tranquillo di avere una donna sempre intorno."

Hiccup per poco non si fece scivolare di mano la zuppa, versandosene un po' sulla casacca. Non ci aveva mai pensato...

"Voglio dire" continuò lei. "La convivenza è anche questo, condividere piccoli gesti quotidiani che di solito siamo abituati a fare da soli."

"Mmm... Sì certo..." Hiccup era perso nei suoi pensieri, immaginandosi Astrid che gli preparava la colazione o la cena. Non aveva mai affrontato un discorso del genere con suo padre, forse i padri hanno il compito di educare i figli alla caccia e alla pesca, e le madri alla vita famigliare?

"Scusa, ti ho forse turbato?"

Hiccup si ridestò. "No. No, certo che no. Mi hai solo fatto pensare a qualcosa a cui non aveva mai pensato finora."

Valka gli sorrise maliziosamente e piegò leggermente la testa di lato come per dire: ma dai, non hai mai pensato all'intimità con la tua donna?

Hiccup intuì quello che intendeva lei, e si affrettò a chiarire. "No, no non si tratta di questo!" Si sentiva imbarazzato per la piega che stava prendendo quel discorso, non voleva certo parlare dell'intimità con Astrid con sua madre!

"Non avevo mai pensato seriamente al fatto che Astrid vivrà qui e che condivideremo gli stessi spazi." Si affrettò a chiarire.

Per un po' mangiarono in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri, poi quando ebbero terminato la colazione Valka ritirò le ciotole e chiese: "da quanto tempo vi conoscete?"

"Chi? Io e Astrid? Da sempre credo, siamo praticamente cresciuti insieme tutti noi ragazzi." Hiccup aiutò sua madre a sistemare, quindi uscirono di casa per dirigersi al villaggio e cominciare i lavori di routine della giornata. Sdentato e Saltanuvole andarono incontro a madre e figlio per salutarli.

"Ora non posso portarti a volare Sdentato" disse Hiccup mentre grattava la gola al drago "devo sbrigare alcune faccende al villaggio, ma ti prometto che oggi pomeriggio mi dedicherò a te."

Valka li osservò in silenzio, poi dopo che Sdentato si fu allontanato con Saltanuvole si rivolse al figlio: "è molto bella..."

Hiccup rimase un attimo sconcertato da quella affermazione. Certo Sdentato era un esemplare fiero, era uno dei draghi più veloci finora conosciuti, ma non l'aveva mai apostrofato come 'bello'. Poi capì che sua madre non si stava riferendo a lui.

"Ah, sì certo, è bellissima." Pensare al sorriso di Astrid lo mise di buon umore.

"Quindi, com'è successo che voi due, sì insomma, siete diventati una coppia?" Valka era curiosa, avrebbe voluto conoscere meglio Astrid, in fondo sarebbe diventata la moglie di suo figlio.

"Non so se sentirmi lusingato oppure offeso da questa domanda. Sai, sembra dire: com'è che uno come te" e indicò se stesso "sta con una come lei?" Scherzò Hiccup.

Valka rise, e prese a braccetto Hiccup mentre camminavano verso la piazza.

"No, scusa! Non intendevo questo! Sono solo curiosa!"

Ad Hiccup piaceva parlare con sua madre di Astrid, così le raccontò di quando lei aveva scoperto che stava addestrando Sdentato di nascosto, e di come lei avesse cambiato idea sui draghi in fretta, di come aveva aiutato lei e gli altri ragazzi ad addestrare i loro draghi, di come avevano viaggiato insieme, scoprendo nuove terre, e di come il rapporto tra lui ed Astrid si fosse consolidato nel tempo.

Valka ascoltò con interesse, e arrivati alla piazza gli disse: "Sei fortunato ad avere accanto una persona con la quale condividere tutto questo." Indicò il villaggio attorno a sè che piano piano si stava risvegliando. Uomini, donne, bambini e draghi che condividevano quel luogo, e un pizzico di malinconia e rimpianto le strinse il cuore.

"Buongiorno capo! Buongiorno Valka!" Scaracchio interruppe il loro discorso andandogli incontro e salutandoli. "Che si dice questa mattina?"

Valka lo salutò calorosamente "buongiorno anche a te. Hiccup mi stava giusto raccontando di lui ed Astrid" e strizzò l'occhio in direzione del figlio. Era uno scherzo, un modo affettuoso di prenderlo in giro. Hiccup non se la prese, ma sorrise benevolo.

"Oh, capisco" annuì Scaracchio "sai, li ho visti crescere, e raramente ho visto qualcuno avere una cotta del genere per una ragazza come è successo ad Hiccup con Astrid! Quando era mio apprendista ed era poco più grosso di una lisca di pesce gli tremavano le ginocchia ogni volta che lei veniva alla fucina per farsi affilare l'ascia!"

"Ehi!" Lo interruppe scherzando Hiccup "non è affatto vero questo, non mi tremavano affatto le ginocchia, facevo il mio lavoro in maniera decisamente dignitosa." Gonfiò il petto e assunse un'aria sofisticata mentre diceva queste parole. Poi si rilassò e sorrise ripensando a come era impacciato quando era poco più che un bambino. "Però sì, lo ammetto, avevo una cotta pazzesca per lei."

Scaracchio gli diede una pacca sulla spalla "perchè, adesso no?" Tutti e tre risero, poi Hiccup si illuminò in volto vedendo Astrid in lontananza che stava camminando nella loro direzione mentre discuteva animatamente con Testabruta.

"Adesso no." E questa volta parlò seriamente. "Adesso non ho una cotta per Astrid. Adesso è la mia più intima amica, la prima persona a cui penso quando voglio confidarmi con qualcuno, la prima con cui voglio condividere i miei pensieri quando qualcosa mi fa gioire." Fece trasparire tutto il suo sentimento mentre si confidava con sua madre e Scaracchio, continuando a guardare Astrid che gli andava incontro sorridendo. "Mi è sempre stata accanto, è lei che mi ha sempre sostenuto, ed è lei che voglio accanto quando ho bisogno di sostegno. Si è sempre fidata di me, e per questo io mi fido totalmente di lei." Volse lo sguardo a sua madre e il suo amico, entrambi rimasti col fiato sospeso e senza parole per questa dichiarazione d'amore indiretta. "No, non ho una cotta per lei adesso, Astrid è entrata nella mia vita ed ha lasciato un segno indelebile, è diventata parte di me. Se dicessi che ho una cotta per lei sarebbe decisamente riduttivo."

Valka sorrise. E le si riempì il cuore di gioia nel vedere quanto suo figlio così giovane fosse in realtà così maturo e profondo.

"Sai" gli disse "credo proprio che anche lei sia molto fortunata."

Sorrise ad Hiccup, che ricambiò, e indicò con lo sguardo Astrid, che ormai li aveva raggiunti.

"Buongiorno" li salutò con un sorriso caloroso. Hiccup si voltò dalla sua parte, le prese la mano e la baciò, e sondando i suoi occhi le rispose "buongiorno mia Signora."

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Capitolo 3
*** Scherzi e burle agli sposi ***


Hiccup si destò dal mondo del sonno gradualmente. Nel dormiveglia sfumò in fretta il ricordo di un sogno dal sapore dolce, lasciandogli una sensazione di beatitudine.

Riprese coscienza a poco a poco, disturbato da un suono indistinto in lontananza, si girò su un fianco e aprì appena un occhio. Una chioma bionda e scarmigliata si mosse appena accanto a lui. Astrid si mise bocconi e affondò il viso nella coperta; mugugnò una debole protesta per essere stata svegliata anche lei dallo stesso rumore.

I ricordi della notte appena trascorsa, la loro prima notte di nozze, affollarono con prepotenza la mente di Hiccup, risvegliati dalla vista della donna ancora svestita stesa accanto a lui.

Col volto ancora affondato nella pelliccia su cui avevano dormito, lei allungò il braccio in direzione del marito e gli accarezzò il volto, quindi si volse verso di lui e aprì gli occhi, mentre lui le prendeva la mano e le baciava le nocche. Si allungò poi verso di lei e la attirò a sè in un abbraccio.

Bastarono pochi istanti perchè il contatto dei loro corpi pelle contro pelle risvegliasse in loro il desiderio a cui finalmente si erano potuti abbandonare la notte precedente.

"Buongiorno..." Hiccup salutò Astrid. Lei in risposta affondò il viso nell'incavo del collo di lui assaporando il suo profumo e gli si strinse più vicino, intrecciando le gambe a quelle del marito, ed emise un gemito di piacere come se stesse facendo le fusa.

Quel momento di intimità fu interrotto bruscamente da alcune voci che provenivano dall'esterno, da sotto la finestra della loro stanza.

"Oh no..." Hiccup si rese subito conto di ciò che stava succedendo, mentre Astrid impiegò qualche secondo in più per capirlo. "Hiccup ti prego, dimmi che non è quello che penso..."

Intanto le voci all'esterno si erano fatte più forti. Stavano intonando (o meglio, stonando) una canzone piuttosto esplicita che prendeva in giro i neosposi che avevano passato la prima notte insieme.

"Temo che sia proprio ciò che pensi". Hiccup si districò a malincuore dall'abbraccio di Astrid, posandole un lieve bacio sulle labbra e si mise a sedere sul letto, recuperò i pantaloni e la protesi che erano stati abbandonati sul pavimento la sera precedente e si rivestì più in fretta che potè, poi dopo aver indossato anche la maglia andò alla finestra e la spalancò. Rimase momentaneamente abbagliato dalle prime luci del giorno e strinse gli occhi.

"Buongiorno cugino!" Moccicoso lo salutò biascicando un po' le parole. Hiccup riaprì gli occhi e osservò la piccola comitiva sotto casa sua, c'erano i gemelli, il cugino, Gambedipesce e altri ragazzi e ragazze del villaggio che smisero subito di cantare quando lui comparve, ma che proferirono in risatine sommesse e sguardi ammiccanti tra di loro. Si voltò ad osservare un attimo Astrid quando la sentì sussurrare "giuro che li uccido..." mentre indossava una vestaglia per vestirsi alla bell'e meglio.

"Buongiorno a voi" Hiccup li salutò tornando a prestare la propria attenzione a loro. Poggiò il gomito sullo stipite della finestra e mise la fronte sulla mano, sfregando gli occhi ancora assonnati "vi siete svegliati presto questa mattina".

"Svegliati?" Esclamò Moccicoso "non siamo ancora andati a letto noi!" Barcollò tra i componenti del gruppetto provocando scoppi di ilarità improvvisa e apparentemente immotivati tra di loro.

"Vedo che avete esagerato con l'idromele ieri sera, o sbaglio?"

Moccicoso si ricompose e tentò di riportare l'ordine nel gruppo, che sembrava fuori controllo. Incredibilmente ci riuscì e tutti tacquero.

"Non siamo qui per parlare di cosa abbiamo fatto noi, ma tu!" Puntò l'indice in direzione di Hiccup, poi mosse la mano per dare un segnale al gruppo, che riprese a cantare la stessa canzone di prima.

"Ok ok!" Hiccup portò le mani avanti per cercare di calmarli, ma sembrava più facile calmare un drago arrabbiato che quel gruppo indisciplinato. "Magari cerchiamo di non svegliare tutto il villaggio!" Ma era troppo tardi, gli abitanti delle case più vicine avevano già fatto capolino dalle finestre, per vedere da dove proveniva tutto quel baccano.

Moccicoso con un altro gesto fermò il coro, e si rivolse ad Hiccup "sembri piuttosto stanco, non hai dormito abbastanza questa notte?" Gli chiese con fare allusivo e alzando un sopracciglio.

"Certo che non ho dormito abbastanza, mi avete svegliato prima dell'alba."

"Sì ma vedi, noi siamo qui per sincerarci che sia un altro il motivo per cui tu non hai dormito abbastanza." Hiccup alzò gli occhi al cielo, e Moccicoso continuò "noi ci preoccupiamo che le tradizioni vengano rispettate, tutte le tradizioni, e la tradizione vuole che la prima notte di nozze il matrimonio venga consumato, quindi noi siamo qui per sincerarcene." Barcollò un poco di nuovo, perdendo quel contegno altezzoso che cercava di mantenere, quindi ricominciò a cantare, seguito a ruota dagli altri.

Hiccup guardò nervosamente la zona circostante, qualcuno era uscito di casa per osservare la scena, mentre altre persone si erano affacciate alle finestre delle proprie case. Sembravano tutti parecchio divertiti.

"Oh ti prego falli smettere!" Astrid era irritata, era seduta sul bordo del letto e si stava legando in fretta i capelli in una treccia laterale.

"D'accordo, d'accordo." Hiccup interruppe di nuovo la canzone "che cosa vuoi Moccicoso? Una dichiarazione scritta per caso?"

Moccicoso alzò l'indice, fece per dire qualcosa ma si fermò un attimo come per riorganizzare i propri pensieri, poi proseguì un po' confuso "ehm, no no, niente dichiarazioni scritte. Basta che tu rispondi ad una domanda. La tradizione è stata rispettata?" Rimase impettito, con l'aria solenne, in attesa di una risposta. Tutto il gruppo era immobile in attesa come lui, col fiato sospeso.

"Certo, la tradizione è stata rispettata." Disse Hiccup alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo.

Il gruppo proruppe in una fragorosa esclamazione, ci furono anche alcuni applausi, poi nel giro di qualche secondo si ricompose.

"Perfetto, ora vi prego, andatevene a letto, siete completamente ubriachi!"

"Ehi aspetta un attimo!" Fu Testabruta a parlare "dov'è la sposa? Astrid fatti vedere!"

Hiccup si voltò verso la sua sposa, che non nascose il disappunto e incrociò le braccia, evidentemente aveva tutt'altro che voglia di farsi vedere. Il gruppo riprese a cantare, stavolta incitando la sposa. Hiccup non nascose di essere divertito dalla situazione, e rise sotto i baffi. Lei lo fulminò con lo sguardo. "Non esiste che io risponda alle loro stupide domande!" "Credo che non si fermeranno finchè tu non ti affaccerai alla finestra." La prese in giro Hiccup. Inoltre entrambi avevano partecipato più di una volta a quello scherzo a discapito di altri neosposi, quindi ora era il loro turno di assecondare gli amici in quel gioco. "Oh e va bene!!!" Disse infine lei spazientita.

Si alzò e andò alla finestra, accanto ad Hiccup, il gruppetto canterino si zittì subito, questa volta fu Testabruta a parlare, rivolgendosi al gruppo di ragazzi di cui faceva parte con aria seria. "Bene, anche lei ha l'aria stanca, mi sembra un buon segno! Inoltre ha i capelli in disordine, anche questo è un buon segno!" Disse indicando Astrid, che istintivamente cercò di aggiustare i capelli meglio che potè.

"Questo matrimonio non è un matrimonio qualsiasi" proseguì Testabruta "ma è quello del capo-villaggio! Noi come cittadini di Berk dobbiamo assicurarci che il capo-villaggio sia all'altezza di ogni situazione, quindi Astrid, il nostro capo, nonchè tuo marito, è stato all'altezza della situazione?"

"Ehi!" Hiccup protestò, non era più divertito, ma irritato da quella domanda.

Astrid invece trattenne un sorriso a stento e lo guardò mettendosi la mano sulla bocca per non ridere. Lui le restituì uno sguardo corrucciato, poi lei non potè più trattenersi e liberò la sua risata.

Il gruppo riprese a cantare, evidentemente quando non ottenevano le risposte che volevano cercavano di attirare l'attenzione su di loro in quel modo. E ci riuscivano.

Astrid si schiarì la voce per far tacere il coro. "Ehm... sì certo... è stato... all'altezza..." Disse arrossendo, e al pensiero della notte appena trascorsa le si disegnò un sorriso sognante sul volto.

Testabruta finse di mettere il broncio, e con aria furba cominciò a scuotere la testa. "Ah, non lo so, non mi sembri tanto convinta sai?"

A quel punto ormai quasi tutto il villaggio stava assistendo a quella scena tra l'ilarità generale, quindi tantovaleva stare al gioco e finirla il più in fretta possibile. Questa volta fu Astrid ad alzare gli occhi al cielo, ed arrossendo violentemente disse quello che la sua amica voleva sentirsi dire, scandendo bene le parole ed alzando il tono della voce. "Il vostro capo, nonchè mio marito, è stato più che all'altezza della situazione!"

Ci fu un'esclamazione generale, a cui parteciparono anche gli abitanti di Berk che erano scesi in strada o che si erano affacciati alle finestre, applausi e fischi, e Hiccup potè giurare di aver sentito Moccicoso dire "vai così cugino!"

Quando tutti si furono un po' calmati, dopo alcuni minuti, Astrid incrociò le braccia e rivolgendosi al gruppo di amici disse: "ora sparite! Non voglio più rivedervi per il resto della giornata, o giuro su Odino che ve la farò pagare!" Ma stava ancora ridendo, e nessuno la prese sul serio.

Moccicoso li chiamò prima che potessero richiudere la finestra. "Ehi voi due, aspettate! Ci aspettano altri sei giorni di festeggiamenti, quindi vi aspettiamo nel salone per la colazione".

Hiccup e Astrid si scambiarono uno sguardo rassegnato.

"Se non siete fuori casa in un tempo relativamente breve, vi veniamo a prendere noi..." Fece ai due uno sguardo furbo che sembrava dire 'non sognatevi di richiudervi in camera da letto, perchè questo non mi fermerà e verrò lo stesso a prendervi, in qualunque stato voi siate in quel momento'.

La folla si disperse e gli schiamazzi scemarono a poco a poco. Hiccup si sedette sul letto e si sfregò gli occhi sbadigliando, Astrid gli si mise di fronte, gli poggiò le mani sulle spalle e salì a cavalcioni sulle sue gambe circondandogli il collo con le braccia. Hiccup rimase stupito per un secondo, poi la attirò a sè abbracciandola e affondò il naso tra il collo e la clavicola di lei.

"Mmm... Dobbiamo per forza andare a questa 'colazione'? Sono sicura che ci tormenteranno tutto il tempo." Hiccup alzò lo sguardo e la baciò, accarezzandole la schiena e i fianchi attraverso la stoffa sottile della vestaglia. "Perchè invece non ce ne stiamo qui tutto il giorno?" Disse lei interrompendo il bacio e guardandolo con aria maliziosa.

Hiccup sospirò e sorrise. "La tua proposta è davvero molto interessante, ma temo davvero che Moccicoso tenterebbe in tutti i modi di venirci a prendere." Lei mise il broncio e si alzò. "Nello stato in cui è ora sarebbe capace anche di questo!" Continuò Hiccup alzandosi a sua volta.

Le circondò la vita con le braccia e la attirò a sè. Lei gli mise le braccia al collo e poggiò la sua fronte a quella di lui, chiudendo gli occhi per godersi quell'abbraccio.

Quando li riaprì lui la stava fissando, e come se avesse letto nei suoi pensieri le disse: "ma non preoccuparti, avremo tutta la prossima notte a disposizione, e le altre a seguire."

 

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Capitolo 4
*** Il primo bacio... non si scorda mai... ***


NdA: Ciao a tutti, questo non è un Missing Moment, ma la mia analisi personale dei sentimenti di Hiccup e Astrid durante il momento magico che tutti attendevamo dell'ultima serie di Race To The Edge uscita pochi giorni fa. Se non avete ancora visto i nuovi episodi e non volete spoilerarvi tutto, bè non leggetela. Altrimenti, buona lettura!


​Quella mattina erano usciti prima dell'alba con i loro draghi per un volo di svago, e una volta rientrati all'avamposto il sole aveva già fatto capolino sopra all'orizzonte, scaldando il cielo di rosso, rosa e arancio.
Si sedettero sul bordo della pedana di legno, con le gambe a penzoloni ad osservare l'alba, mentre Sdentato e Tempestosa giocavano poco lontani, eccitati per quella nuova giornata appena cominciata.
Hiccup osservava Astrid di sottecchi, lanciandole ogni tanto un'occhiata fugace, e sorrideva tra sé e sé. Era semplicemente contento che lei stesse bene, che avesse recuperato la vista senza subire danni permanenti, e si godeva la sua compagnia silenziosa, mentre quel momento magico della giornata inaugurava un nuovo inizio.
"Sei sicura di stare bene? " le chiese infine.
"Sto bene Hiccup. Puoi smettere di preoccuparti per me adesso." Gli sorrise per rassicurarlo, e si chiese se tra loro sarebbe sempre andata così, un prendersi cura l'uno dell'altro costantemente.
"Non smetterò mai di preoccuparmi per te, è così e basta." Le disse Hiccup, a conferma di quello che pensava lei, la quale gli disse che anche per lei era così.
Entrambi si sentivano più vicini l'uno all'alto in quel momento, quello che era successo ad Astrid aveva fatto scattare qualcosa per entrambi, anche se era già da diverso tempo che loro due si giravano intorno senza mai giungere però ad una svolta. Hiccup aveva superato quello scalino proprio nel momento più critico per Astrid, quando presa dallo sconforto per aver perso la vista lui le aveva detto che per lei ci sarebbe sempre stato, che a discapito di qualsiasi evento avverso, ci sarebbero sempre stati un Hiccup e Astrid. Sempre. E quelle semplici parole, venute direttamente dal cuore di quel ragazzo che ora era seduto accanto a lei le risuonavano ancora nella mente, scaldandola e confortandola.
Con un gesto un po' impacciato ma studiato Hiccup si avvicinò ad Astrid, lei gli diede una leggera gomitata scherzosa, sentendosi leggermente in imbarazzo. Un pensiero non la abbandonava da quel giorno, una sensazione di mancanza, come se il pezzo di un rompicapo non fosse al suo posto.
Decise di togliersi il dubbio. "Posso chiederti una cosa?"
"Certo" rispose Hiccup, incuriosito dall'atteggiamento di Astrid che in quel momento sembrava intimidita, un comportamento piuttosto insolito per lei.
"Nella foresta, quando noi eravamo... bè, lo sai..."
"Sì?" Hiccup immaginó quale piega stava per prendere quel discorso.
"Tu stavi per...?" Astrid lasciò la domanda incompleta, ma nonostante il significato sottinteso, Hiccup comprese perfettamente.
"Oh, uh... Così te ne sei accorta?" Hiccup distolse lo sguardo facendo un sorriso nervoso. "Credevo che l'avrei fatta franca..."
Quello che lo sorprese fu la successiva domanda della ragazza. Si sarebbe aspettato che gli chiedesse perché lo aveva fatto, invece gli chiese esattamente il contrario. "Bhe, perché non lo hai fatto?" Sembrava, e voleva in effetti esserlo, un incoraggiamento, e quasi un rimprovero per non aver agito in quel frangente. Lui allora le aveva praticamente confessato i suoi sentimenti, e quello era il modo di Astrid per dire che lei li ricambiava.
Così Hiccup, rimasto un attimo disorientato da quella domanda, optó per la verità, perché aveva intuito la direzione verso cui stavano andando in quel momento, e niente di quello che voleva dirle avrebbe intaccato l'atmosfera che si era venuta a creare di confidenza e tranquilla armonia tra loro due, perchè quello che voleva dirle era ciò che provava, e sapeva già senza che lei dicesse nulla, che era ricambiato. Lo diceva il suo sguardo, i suoi sorrisi, tutto il suo corpo.

Nonostante non avessero mai affrontato l'argomento prima, erano entrambi a loro agio, forse emozionati e un po' scombussolati a causa della loro vicinanza, non solo fisica, ma sicuramente felici di essere lì a vivere quel momento.
"Oh... oh. Bhe, io... non era perfetto." Ed era vero, Astrid quel giorno era sconfortata e triste, non voleva che lei associasse quel momento buio al loro primo bacio. E non doveva neanche essere qualcosa di consolatorio, voleva che lei fosse consapevole e partecipe di quel momento, doveva essere una cosa voluta anche da lei, non perché aveva bisogno di essere consolata appunto, ma voleva che nascesse dal desiderio di condividere qualcosa che per loro, in quel momento, era molto importante.
"Ed ho sempre pensato che se fosse successo... e sì, ci ho pensato molto... doveva essere perfetto." Si sentiva un po' impacciato durante quella confessione, non avevano mai chiarito le loro intenzioni, ed ora lui le stava confessando che pensava spesso a come e quando baciarla, eppure era felice di averle detto la verità.
Astrid non fu sorpresa della spiegazione ricevuta, ma rimase piacevolmente sorpresa da ciò che quelle parole avevano provocato in lei. Sorrise timidamente e distolse lo sguardo da Hiccup, incapace di frenare l'ondata di emozione che la travolse, mentre immaginava le labra di Hiccup sulle sue. Quel pensiero le si insinuó sotto la pelle, dandole un piacevole brivido all'altezza della pancia, era qualcosa di viscerale e molto profondo, che risvegliò in lei un sentimento primitivo che veniva dai recessi più antichi dell'anima. E lo desideró più che mai, voleva che accadesse, voleva che Hiccup la baciasse.
"Bhe" disse alzando lo sguardo su di lui "ora mi sembra davvero perfetto."
Era un chiaro invito. Senza comunicarlo direttamente Astrid stava dicendo "baciami".

Hiccup non poté fare altro che constatare che sí, quel momento era perfetto, intuendo la sua richiesta silenziosa; non gli stava dando semplicemente il permesso di farlo, gli stava chiedendo con intensità di farlo. Si voltò verso di lei, incontrando i suoi occhi, e vi lesse lo stesso desiderio di vicinanza e contatto che sentiva anche lui in quel momento.
Le prese la mano e avvicinò il volto a quello di Astrid chiudendo gli occhi per gustare la sensazione euforica ed elettrica di quell'istante.
Infine le loro labbra si incontrarono. Hiccup rimase incantato dal sapore dolce e dalla morbidezza della bocca di Astrid.

Nonostante avesse fantasticato più volte di baciarla le emozioni lo travolsero, amplificate dalla presenza della ragazza che rispondeva a quel richiamo, abbandonandosi a lui in quel gesto di affetto. Il contatto delle loro labbra propagò in tutto il suo corpo una sensazione di benessere e leggerezza, una beatitudine appagante che riempì entrambi, e il sollievo di aver potuto finalmente dare libera manifestazione di quei sentimenti fino a quel momento custoditi segretamente.

Fu un bacio dolce, lento, coinvolgente.

E quando infine le loro labbra si allontanarono fu solo per leggere negli occhi dell'altro la gioia di quella semplice ma meravigliosa esperienza appena condivisa, un tesoro prezioso che avrebbero custodito gelosamente e che avrebbe vibrato nella memoria dei loro corpi, i quali avevano appena scoperto la gioia che il sentimento più puro di amore poteva donargli.

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