La mia vita è una barzelletta: ridere per non mettersi a piangere

di LuxKatoUlisse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 10 modi per liquidare un ROMPI BALLE di call center ***
Capitolo 2: *** Ti canto una canzone, caro destino ingrato ***
Capitolo 3: *** Il coglione solitario ***



Capitolo 1
*** 10 modi per liquidare un ROMPI BALLE di call center ***


LA MIA VITA È UNA BARZELLETTA


 

CAPITOLO 1
10 modi per liquidare un ROMPI BALLE di call center


Ok, ragazzi, immaginate questa scena: 
state tranquilli a casa vostra e siete rilassati sul divano, magari ad ascoltare uno dei famosi pezzi di Wolfgang Amadeus
 Mozart, "Piano Sonate no.15 k.545 1st mov. - w.a.mozart", ma improvvisamente: 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN, DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
- CHI DIAVOLO
È A QUEST'ORA??? - direste voi a questo punto. 

Azionate il pulsante del vostro cordless e una voce giovanile sconosciuta dall'altro cavo del telefono vi risponde con tono gaio: 

- Salve, la contattiamo da Telecom Italia. Sarebbe interessato a un'offerta speciale??? 


Ancora??? Dopo che mi avete stalkerizzato per 50 mila volte da mattina a sera? Certo, questi qua pensano che noi non abbiamo nulla da fare, perciò ci chiamano per darci "l'allegria del giorno"; si, come no, l'allegria di sto' ... Va bé, lasciamo stare. Qui devo per forza essere educato nello scrivere, sennò a chi lo sente all'admin del sito?!!
Caro call center, eccoti i 10 modi per liquidarti: 

 
  1. L'interferenza telefonica
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Come??? Non la sento! Penso di essere in un tunnel... la linea non prende... pr... pronto... pr... - e qui si chiude la connessione;
  2. Il figlioletto del destinatario
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Mi dispiace... - replichi tu facendo la voce infantile -... ma la mia mamma mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti.
  3. Compagnia telefonica rivale
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Ah, anche io lavoro per una compagnia telefonica. Le interesserebbe un'offerta più conveniente della sua?
  4. La segreteria telefonica
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui. 
    - Siamo spiacenti... - replichi tu cercando di fare la voce robotica -... Il destinatario di questa chiamata può essere assente, o momentaneamente non raggiungibile. La invitiamo a non richiamare mai più, grazie.
  5. La moglie che lavorava al call center
    Lei ti chiama e tu le rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lei. 
    - ... Mi scusi... - replichi tu facendo finta di piangere -... Anche mia moglie lavorava in un call center... Quanti brutti ricordi che ho di quel posto... Ora lei è morta dopo aver fatto l'ultima chiamata a qualcuno.
  6. Il capo delle risorse umane dell'azienda
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Ma bravo! Lei lo sa chi sono io? Io sono il capo delle risorse umane della sua azienda. Lei?
    - Io sono nuovo qu. 
    - Ah, lei è nuovo. Avevo detto di cancellare questo numero, è chiaro???
    Lei è licenziato!!!
    Ora mi dà il suo nome e il suo numero di matricola... Pronto?... Pronto?... 
  7. Sesso in diretta
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Certo! Mi può scusare un secondo? 

    E qui simuliamo un atto s*******... Va bé, si è capito, no?

    - Oh, si!!! si, si si, oh... oh... si, si!!!
  8. Il mafioso minatorio
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:

    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Cu fù? - rispondete in dialetto siciliano - Tu vuoi parlare con "mia"??? Ma tu lo sai chi "sogno" io??? Io, Don Giovanni "sogno", l'uomo più potente del quartiere. E tu? Chi "si"? Cu fù?
    - No, non è possibile, mi scusi. Il suo numero comincia con 02. Lei è a Milano in questo momento. 
    - E allora??? Io, trasferito "sogno". Stai attento, "picciotto". Non mi chiamare più, "me capisti"? MINCHIA!!!
    - Si, si, ho capito, non la chiamo più... Ci siamo intesi benissimo, signor Don Giovanni. - replica impaurito il call center.
    - Bravo, "picciotto". Così mi piaci!
    (
    Attenzione, piccola nota: ovviamente ci doveva essere per forza l'accento siciliano (con tanto di stereotipi e dei soliti luoghi comuni), sennò non farebbe alcun effetto sul Call Center, che rompe di continuo le scatole a tutti noi poveri Cristi. 
    Se non siete sicuri di attuare questo punto per qualsiasi motivo, non fatelo.
    Comunque, scherzi a parte, io amo molto la Sicilia, la rispetto e ho anche alcuni amici lì
    );
  9. Lo straniero che non capisce l'italiano
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:
    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui. 
    - Sorry. - rispondete voi in inglese - I don't speak italian. Bye! 
  10. L'esorcista
    Lui ti chiama e tu gli rispondi:

    - Pronto?
    - Pronto, sarebbe interessato a un'offerta telefonica? - ti chiede lui.
    - Ah, mi dispiace, ma in questo momento siamo impegnati. - rispondete con tono rauco e felicemente sinistro - C'è un esorcismo in corso, muah ah ah ah ah ah... Ti astakà wàba kàqu ke fàska lirhàffa ah (e qui vi inventate una lingua antica, semplicemente pronunciando parole a caso). 
​Dopo aver applicato i 10 punti, o uno dei 10, la scena lì dovrebbe essere così:
il fortunato call center che è riuscito a vendere tutto nell'arco della giornata chiede al suo collega sfortunato con un tono di voce sorridente: 

- Oggi ho fatto abbonare a 20 persone alla nostra compagnia telefonica e tu? Quanti ne hai fatti abbonare?
- Non ne parliamo... - risponderà quello piangendo. 


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).
 

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Capitolo 2
*** Ti canto una canzone, caro destino ingrato ***


LA MIA VITA È UNA BARZELLETTA


 

CAPITOLO 2
Ti canto una canzone, caro destino ingrato


E se tutto quello che mi succede potesse essere raccontato attraverso una canzone? Io già avrei in mente delle basi ideali, già preesistenti che mi potessero sintetizzare tutto ciò.
La friendzone? Ah, che bella parola. Chi non è mai stato friendzonato in vita sua? Specialmente noi maschietti quando ci piace una tipa e facciamo i salti mortali pur di conquistarla, ma alla fine lei ci dice sempre quella tanto odiosa frase: 

- Sei molto carino, ma... ti vedo solo come un amico.  

Oppure il tanto amato trollaggio:

Lei: - Ti amo...

E mentre lei sta per finire la frase, tu in mente tua già dici:

- Evvai, è fatta!!! - ma qui lei, con la faccia da trollface (perché lo sa come colpirti, eh eh), ti dà il colpo di grazia finendo la frase:

-... di bene! Hai capito? Ti amo di bene.

E meno male, figurati se ti odiava, ah ah ah.
Scherzo.
Ecco una canzone dei "Ricchi e poveri - sarà perché ti amo", che racconta tutto ciò che sento:


Sono un co****ne
sarà perché ti amo, 
è un dolore
che cresce piano, piano.
Le sto vicino,
chiamami "amorino"
e lei: "Ti amo...
... ma come un amico". 

Mi siedo accanto,
le compro i vestiti,
le pago tutto
con i miei soldini.

Mi arriva un omone,
è tutto inc****to.
"Ma è tuo fratello?"
"No, è il mio fidanzato!"  

E corna, corna lo sai
con un due di picche ndò vai?!!
E corna, corna lo sai
mi sento un co****ne perché
E se il rivale non c'è 
basta un solo zerbino
per far sto casino
ma ch
i te lo fa far.  

E corna, corna lo sai
con un due di picche ndò vai?!!
E corna, corna lo sai
lei è matta perché
se l'interesse non c'è

basta un solo zerbino
per far sto casino
ma ch
i te lo fa far.  

Dopo questa esperienza mi sa che mi comprerò un cane, anzi:
ho sempre amato i cani, li ho sempre accarezzati e coccolati, e così un giorno decisi di adottarne uno tutto mio. Non vedevo l'ora quel giorno, non stavo proprio sulla pelle.
Improvvisamente fu amore a prima vista quando lo vidi:
bianco e peloso, insomma un bel barboncino... soltanto che... come recita un antico proverbio: "A volte l'apparenza inganna".
Come andò a finire?
Ecco una canzone di Lady Gaga che lo racconta sinteticamente: 

(Poker face style)


Ho amato sempre i cani e uno l'ho adottato,
sembrava un barboncino, ma una gamba mi ha azzannato. 
preferiva tanto la bistecca a un bignè.
cacava sul divano mentre vedevo Andrea Dipré. 

Bau, bau, bau, bau,
bau, bau, bau, bau, bau!!!

No, non si fa... cattivo maial.


Bau, bau, bau, bau,
bau, bau, bau, bau, bau!!! 

Pisci ovunque... cattivo cane.

Non si fa, non si fa,
lo sai che non si fa?!!
Asdrubale!!!
Hai mangiato il postino. 

Non si fa, non si fa,

lo sai che non si fa?!!
Asdrubale!!! 
Hai inghiottito il canarino. 


"Che mi dici, invece, dell'Estate?" Una domanda che in molti me lo chiedono.
Ovviamente l'Estate è la mia stagione preferita in assoluto, anche se fa sempre caldo... che palle.
Ma se pensate di partire per il Ferragosto, beh, PENSATECI!!! 
Non fate come feci io una volta nella Salerno - Reggio Calabria e questa canzone del "Gruppo italiano - Tropicana" spiega il perché:


Maledetto traffico
che invade la città.
Tutti muti e fermi solo per
aspettar.

Vedo poi un co****ne 
mi manda le male parole, 
scoppia poi una rissa
e andiamo all'ospedal. 

Si rompe il condizionatore
che palle, che palle
Tutto va a p*****e
come al solito. 

Poi arriva un vigile
"Avanti, avanti..."
e troviamo un altro ingorgo. 

Mentre un signore SUONAVA
a una donna che URLAVA 
non si capisce mai il perché,
è Ferragosto, olè!!! 

Mentre un altro tizio PISCIAVA
suo fratello, invece, VOMITAVA, 
prendila così,
è Ferragosto, olè!!!


E mentre io sto qui nel traffico, penso a quando una volta da adolescente, al quarto anno di liceo, sfuggì per miracolo a una potenziale mia interrogazione di fisica, fingendo un malore in bagno.
Il bello è che la mia prof mi credette.
Una canzone di "Alvaro Soler - Sofia" descrive esattamente quel giorno:


Corro, per tutta la scuola,
comincia la lezion,
arriva il professor. 

"Zitti, dovete voi studiare,
vi interrogherò...
e vi boccerò". 

"Chiamo a rapporto... uno di voi
Eh oh... eh oh... 
Siete sfacciati,
un po' condannati 
Eh oh... eh oh"

Caro professor...
mi sono chiuso in bagno, 
esco solo all'intervallo. 

Caro professor, 
se lei mi vuole interrogare, 
un voto alto mi deve dare. 

Scappo via, scappo via...
scappo via!!! Non sono mica feeeeeeesso.

Caro professor, 

se lei mi vuole interrogare, 
un voto alto mi deve dare. 


Per il momento sono queste le canzoni che mi vengono in mente; se le volete altre, basta che me lo diciate. 
Alla prossima!!!
Ciao!!!


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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Capitolo 3
*** Il coglione solitario ***


LA MIA VITA È UNA BARZELLETTA


 

CAPITOLO 3
Il coglione solitario


Se state sentendo una musica di Bach "Aria sulla quarta corda", usata spesso in "Superquark", vi racconto una storia molto particolare, con protagonista un soggetto interessante di nome Jack (no "Jack, lo squartatore", ma bensì "Jack, l'attacca palle"), chiamato tale perché, ovunque lui andasse, rompeva sempre le palle a tutti.  
Era il 31 di ottobre dell'anno 1990 e quel giorno a New York pioveva a dirotto; quello fu il giorno in cui nacque Jack. 

- Questa pioggia sta rompendo le palle a tutti. - disse seccata sua madre con Jack ancora nel suo utero, pronto per essere espulso come una palla di cannone - Proprio oggi che volevo farmi una bella passeggiata.. 
- Che palle questa gravidanza. - disse seccato suo padre - Proprio oggi che c'è la partita di football. 
- Che palle questa urgenza di portare la donna in ospedale. - si lamentò persino l'autista dell'ambulanza - Proprio oggi che stavo facendo sesso con mia moglie. 

E già: 
quel giorno piovoso di pieno Autunno fu proprio una grande rottura di coglioni per tutti. 
Una volta arrivati all'ospedale, il dott. Santobono (per gli amici "Santo" e "Bono", ma non molto) aveva affrontato una giornata piena tra interventi e commissioni, dopo di che stava entrando nel suo studio per riposarsi, fino a quando una sua collega lo chiamò dal lontano, dicendogli:

- DOTTORE, C'
È BISOGNO ANCORA UNA VOLTA DEL SUO AIUTO; UNA DONNA INCINTA DEVE PARTORIRE PROPRIO ADESSO!!!
- MA CHE PALLE!!! - gridò furioso il medico - Proprio ora che ero intento nel fumarmi una sigaretta. 

Arrivati in sala parto, la donna, una volta spinto fuori il bebè, felice lo abbracciò molto forte al petto. 

- Che amore che è questo bambino. - affermò con affetto la donna, guardando con affetto il suo bimbo appena nato. 
- Adesso gli dobbiamo dare un nome, cara. - le suggerì il marito. 
- MA CHE PALLE, PROPRIO ORA???
- Chiamatelo... Jack. - suggerì loro il dottore. 
- Si e aggiungiamo anche "l'attacca palle". - aggiunse la donna. 

Detto fatto, il bambino si chiamò "Jack, l'attacca palle" e da allora egli cominciò a rompere le palle a tutti, partendo dalle prime nottate in bianco che faceva fare ai suoi genitori. 

- Mammamia, che palle per farlo riaddormentare. - si lamentò suo padre con la madre. 

A soli 5 anni, Jack assillava i suoi genitori, chiedendo loro: 

- Mamma, mi hai comprato Batman? Mamma, mi hai comprato il nuovo modulo di Action Man? Mamma, mi hai comprato la Playstation? Mamma, mi hai comprato il megazord dei Power Rangers? Mamma, mi porti al MC Donalds? Mamma, mi compri il gelato? Mamma, mi porti al luna park? 
- BASTA, MA CHE PALLE!!! - gli gridò furiosa la madre. 

A 6 anni Jack rompeva le palle anche a scuola; un giorno il suo maestro di matematica spiegò in classe tutte le tabelline e dopo un'ora piena di lezione, Jack alzò la mano e chiese: 

- Maestro, non ho capito le tabelline, me li può rispiegare di nuovo? 
- MA CHE PALLE, JACK!!! - gli gridò furioso il maestro - STO DA UN'ORA A SPIEGARLO ALLA CLASSE!!!

A 10 anni Jack ebbe la sua prima cotta con una sua compagna di scuola, di nome "Angelica", ma dopo un solo giorno la piccola coppia subito si lasciò. 

- SEI TROPPO ASSILLANTE PER I MIEI GUSTI!!! - si lamentò Angelica con lui - DA QUANDO CI SIAMO MESSI SOLO IERI, MI PERSEGUITI CON LE TELEFONATE NOTTURNE, BASTA!!!
SEI PROPRIO UNA GRANDE ROTTURA DI PALLE!!!
- Ma io ti amo, Angelica. - si giustificò Jack. 
- BASTA, MI HAI ROTTO LE PALLE!!!

A soli 12 anni, durante la sua prima media, Jack cominciò a diventare vittima di bullismo da parte del suo compagno di classe, di nome "Bob" (pluriripetente), alto, enorme e grasso, considerato da tutti il terrore dell'istituto. 
Mai dire di "no" a Bob (re dei bulli, 10 candidature alle nomination e 8 premi oscar al "Bully Awards", con gli slogan "No Bob, no life", oppure "Bob ti rompe il muso", "Bob ti fa il culo", "Bob regna!!!", "Bob sa tutto", "Bob vede tutto", "Bob for president" e "Bob, il creatore dell'istituto, secondo il vangelo scolastico del povero martire, Marcus Abbusca Tutto"), mai contraddirlo, sennò le conseguenze per tutti sarebbero devastanti, fino a quando egli non incontrò per la sua strada Jack e da lì a poco per il bullo le cose cominciarono a cambiare drasticamente in peggio. 
Jack non gli diceva mai di "no", ma comunque lo assillava parecchie volte con le sue domande, tipo:  

- Ma quando dici di attaccare Christian, intendi di farlo mettere con la testa in giù per il water, o di sfotterlo soltanto?
- La testa giù per il water. - replica seccato Bob. 
- Ma dobbiamo mantenerlo per i piedi in su, o semplicemente fargli calare la testa e basta?  
- Mantenerlo per i piedi in su. 
- Ma tu sarai presente all'evento, o lo dobbiamo fare da soli? 
- Sarò presente all'evento. 
- Ma poi dobbiamo tirargli anche lo sciacquone in faccia, o no? 
- Gli tiriamo lo sciacquone in faccia. 
- Gli rubiamo anche le merendine, oppure gli fottiamo i soldi per il pranzo? ... O tutte e due? 
- BASTA!!! MI HAI ROTTO LE PALLE!!! FALLO, ALTRIMENTI IMMERGEREMO TE PER IL WATER!
- Va bene. Lo attacchiamo ora, o più tardi? 
- NON TI SOPPORTO PIÙ, BASTA!!!

Come andò a finire? Il giorno dopo fu proprio il bullo ad andarsene dalla scuola... disperato nel stare alla presenza di Jack; per giunta, Bob andò anche dallo psichiatra in seguito ai suoi primi attacchi depressivi.  
Dai 14 ai 19 anni, periodo d'età dei suoi cinque anni di liceo, Jack ebbe molte relazioni sentimentali, tutte, però, durate solo un giorno. 
La più breve della storia fu a 15 anni, durata all'incirca un'ora. Per tale motivo, venne chiamato "il pistolero più veloce del west". 
A 18 anni Jack perse la verginità con la sua nuova ragazza Monique, ma quella sera l'atto sessuale durò addirittura 24 ore, poiché il ragazzo aveva un ritardo nel raggiungere... insomma, ci siamo capiti. 
Avvilita e stremata, Monique disse al letto: 

- BASTA, NON CE LA FACCIO PI
Ù, CHE PALLE!!!

A soli 24 anni Jack si laureò in letteratura, presentando, però, alla commissione di laurea una tesi lunga 500 pagine, dal titolo inquietante: 

"Poeti e letterati dell'Ermetismo moderno italiano, a confronto tra la generazione baby boom degli anni '50 con quella digitale della bit generation 2.0, attraverso le testimonianze inter generazionali locali e mondiali". 


Ci avete capito qualcosa? 
Il tempo previsto per la tesi era di 30 minuti per ciascuno, invece Jack la discusse per circa 4 interminabili ore, facendo innervosire tutti i presenti. 

- BASTA, CI HAI ROTTO GLI ZIBIDEI!!! - gli gridò un insegnante, stufo nel continuare a sentire il candidato.

All'età di 26 anni Jack trovò vari lavori, il primo fu il call center:

- Pronto... - disse Jack al primo abbonato della compagnia telefonica -... le interesserebbe una speciale offerta telefonica?
- NO! - rispose il signore dall'altra cornetta, per poi posarla subito giù. 

- Pronto... - disse Jack richiamando lo stesso abbonato -... sicuro che non le interesserebbe una speciale offerta telefonica?
- Ancora??? No!!!

- Pronto... 
- BASTA!!! LEI MI HA ROTTO LE PALLE! 

Seguirono, poi, altri lavori come:
postino, consulente d'azienda, segretario, fattorino, per poi finire addirittura tra i testimoni di Geova. 

- Salve. - salutò lui alla porta dell'abbonato telefonico di prima - Le vogliamo parlare di Geova.
- Dalla sua voce, lei mi sembra proprio quel call center che mi ha chiamato l'altra volta, vero? - gli domanda con sospetto il signore. 
- Esatto e, visto che ci sono, le interesserebbe anche un'offerta telefonica conveniente? 
- BASTAAAAAAAAAAAAAA!!! LEI MI HA ROTTO LE PALLEEEEEEE!!! 

Con il passare degli anni, tra il suo matrimonio, i suoi figli e una vita intera di lavoro, l'ormai 100enne Jack si trovò su un letto d'ospedale insieme al suo nipote William. 

- Ho vissuto tutta la vita... facendo uso di tutte le mie forze... per farmi piacere dagli altri... - disse il morente e anziano Jack -... ma nessuno è riuscito a capirmi... tranne tu, William, mia spuntata fotocopia. 
- Nonno... - disse il nipote -... ci sono delle cose che vorrei chiederti. 
- Avanti, dimmi pure, figliolo. 
- Ma tu stai morendo veramente, oppure potrai riprenderti e tornare in sesto? 
- Cosa vuoi che ti dica?... Ho 100 anni e sto morendo. 
- Ma stai morendo perché hai 100 anni, oppure perché sei gravemente malato? 
- Perché sono gravemente malato, figliolo. 
- Ma ora hai paura della morte, oppure per te è una liberazione? 
- Un po' tutte e due, figliolo. 
- Ma per te è più paura, o più una liberazione? 
- WILLIAM, VAI A QUEL PAESE!!! MI HAI ROTTO LE PALLE!!! - detto questo Jack si staccò da solo la spina che lo teneva in vita e morì, lasciando il testimonial al nipote.   

A quel punto William chiese al nonno, ormai appena deceduto:

- Nonno, se mi senti ancora, vorrei chiederti un'ultima cosa:  
ti mettiamo direttamente nella bara, oppure ti cremiamo prima?

Per la prima volta in quel momento Jack capì cosa avevano provato al suo cospetto tutte le persone che avevano avuto a che fare con lui.
Se ne andò così il più grande attacca palle di tutti i tempi... Ammazza, che rompi scatole che era.


Copyright di Bruno Rinaldo (alias LuxKatoUlisse).

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