Zero is start

di mikietta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mille pezzi ***
Capitolo 2: *** Nero ***
Capitolo 3: *** Scoperte ***
Capitolo 4: *** La svolta ***
Capitolo 5: *** Rapimento ***
Capitolo 6: *** La fine ***
Capitolo 7: *** L'inizio ***



Capitolo 1
*** Mille pezzi ***


 

Ran

Sono a scuola, il professore di inglese sta spiegando ma io sono troppo distratta per ascoltare.
Sonoko mi tira un bigliettino accartocciato chiedendo spiegazioni sul mio sguardo assente; sa che c’è qualcosa che non va, mi conosce troppo bene.
Le rivolgo un sorriso rassicurante dicendole che va tutto bene, non voglio farla preoccupare.
In realtà però non va tutto bene. Oggi è un giorno diverso, oggi la sua assenza fa più male del solito. Oggi non riesco ad arginare il pensiero di lui come ormai avevo imparato a fare in quest’ultimo anno, per proteggermi almeno un po’ dall’enorme sofferenza che provavo ogni volta che ripensavo a tutti i momenti passati insieme, alla quotidianità svanita in un attimo. Non posso piangere per sempre mi ero detta, devo reagire. Se non posso dimenticarlo devo almeno cercare di tenerlo fuori dai miei pensieri fino al suo ritorno, se mai avverrà.

Oggi però non è così facile; in questo giorno un anno fa ho avuto il mio primo vero appuntamento con Shinichi. Pensavo che sarebbe stato il primo di una lunga serie, che a quel punto il nostro rapporto avrebbe potuto evolversi. Non mi bastava più il mio dolce amico d’infanzia, volevo di più. Non potevo sapere però che quel giorno avrebbe trasformato la mia vita per sempre, e non nel modo che speravo.
Ricordo ancora la tremenda sensazione di vederlo correre via da me, in qualche modo consapevole che non l’avrei più rivisto.

Torno a casa, preparo la cena per mio padre e Conan e mi getto sul letto, stasera non ho fame. Prendo la foto dalla mia scrivania, quella che ritrae me e Shinichi a Tropical Land e le lacrime cominciano a scorrere incontrollabili. Forse non è stata una buona idea. Mi getto la foto alle spalle sul cuscino e mi chiudo su me stessa sotto il peso del mio dolore.
Dopo poco sento la porta della mia camera aprirsi e una coperta poggiarsi sulle mie spalle. Ora che ci penso oggi è un anno anche che Conan è entrato a far parte della nostra famiglia. In qualche modo lui segna il passaggio tra le mie due vite, con e senza Shinichi.

Mi giro verso di lui per fargli capire che sono sveglia, e inavvertitamente urto la cornice che avevo poggiato sul cuscino, la quale cade a terra sotto i nostri occhi inermi.

 

Shinichi

Ran è strana oggi ed entrambi ne conosciamo il motivo. Un anno fa avveniva la mia trasformazione in ragazzino e iniziava la caccia agli uomini in nero. A volte penso che non avrei mai dovuto seguire quegli uomini, avrei dovuto farmi gli affari miei e continuare il mio appuntamento con Ran. Probabilmente adesso non ci troveremmo in questa situazione e non sarei costretto a riempirla di bugie.

Apro piano la porta della sua camera per vedere come sta e la trovo rannicchiata su un fianco e la nostra foto a Tropical Land sul cuscino accanto a lei. Prendo una coperta e gliela poggio cercando di non svegliarla. In quel momento lei si gira verso di me facendo cadere la cornice con la nostra foto. Il vetro si frantuma.
Sono consapevole di essere ancora nelle sembianze di Conan, ma non riesco a nascondere il mio stato d’animo alla vista di quel vetro rotto. E’ come se il destino volesse ribadire e concretizzare quello che sta succedendo. Come quel vetro anche noi stiamo andando in mille pezzi.






Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction. Spero che questo prologo anche se breve vi piaccia. La storia sta piano piano prendendo forma nella mia testa e non vedo l'ora di farvela leggere tutta!! Un bacio

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Capitolo 2
*** Nero ***


 

Ran

Sono in centro con Sonoko per distrarmi un po’. La giornata di ieri non è stata per niente facile, soprattutto per il modo in cui si è conclusa. Ripenso allo sguardo di Conan alla vista di quel vetro rotto: ricordo che rividi un’espressione simile sul suo volto solo quando, quel giorno al ristorante, venne ad informarmi che Shinichi era dovuto scappare per un nuovo caso. L’espressione profondamente colpevole, che in un ragazzino di 7 anni potresti rivedere quando lo trovi con le mani nella marmellata, non certo perché viene a riferirti che sei stata piantata in asso per l’ennesima volta.

Sonoko mi distrae dai miei pensieri chiamandomi per aiutarla con la zip di un vestito: le sta davvero bene. Mi dispiace solo non poterle dedicare tutta l’attenzione che merita; senza di lei questi mesi sarebbero stati ancora più duri da affrontare.

Torno a casa con un’enorme quantità di acquisti, li poso sul letto e mi reco in cucina per preparare la cena. Da dietro sento arrivare qualcuno: è Conan che con fare un po’ timido mi chiede come sia andata la giornata.

“Ho visto che hai fatto acquisti”

“Beh si ogni tanto serve una giornata di shopping con le amiche, dicono abbia un potere curativo”

“E tu da cosa dovresti curarti? Ha a che fare con Shinichi? E’ da ieri che ti vedo strana”

“Sai Conan pensavo che ieri è stato un anno che sei venuto a vivere con noi. E lo stesso giorno come sai Shinichi è sparito dalla mia vita. E’ solo per questo che ero un po’ giù, ma come vedi oggi sto già molto meglio”

“ Sono contento, non mi va di vederti triste”

“Senti Conan, posso farti una domanda? Ieri quando si è rotta la cornice che ritraeva me e Shinichi a Tropical Land, ho intravisto nel tuo sguardo un velo di tristezza. So che tieni a me, ma non devi preoccuparti... In fondo è solamente una foto”.

 

Shinichi

Sai bene che non si tratta solamente di una foto” avrei voluto dirle, che si tratta di quello che eravamo prima e di quello che avremmo potuto essere. Ma adesso per lei sono solamente il suo fratellino di 7 anni e non posso permettermi una cosa del genere. Così mi limito a guardarla senza riuscire a dire una parola, per paura di superare il confine tra le mie due identità e rischiare che Ran si insospettisca.

All’improvviso Goro piomba in cucina reclamando la cena. Per fortuna questo distrae Ran abbastanza da permettermi di sgattaiolare via evitando di darle una risposta. Mi auguro che non ritorni sull’argomento.

Dopo cena mi reco dal Dottor Agasa per incontrare Ai. Negli ultimi mesi la lotta all’organizzazione ha fatto passi da gigante. Siamo riusciti finalmente, con l’aiuto dell’FBI, a scoprire la vera identità di Rum e siamo vicini a scovare anche il Boss. Negli ultimi mesi grazie ai grandi progressi fatti, ho cominciato a vedere una luce in fondo al tunnel. Ho iniziato a sperare che forse ci sarebbe stato un lieto fine per tutta questa faccenda. Che ci sarebbe stato un lieto fine per me e Ran. Oggi però le mie speranza hanno iniziato a vacillare, quando tornando a casa da scuola ho notato una Porsche nera, quella Porsche nera, uscire da un parcheggio nei pressi di una scuola elementare. Speravo di sbagliarmi, ma cercando di capire chi fosse al volante dell’auto ho notato una ciocca di capelli bianchissimi uscire dal finestrino dal lato del passeggero. Gin.

Inizialmente pensavo di tenere la cosa per me senza coinvolgere Ai per evitare di traumatizzarla ancora di più. Ma se l’Organizzazione è sulle sue, come forse sulle mie tracce, se hanno capito che né Shiho Miyano né Shinichi Kudo sono morti, ma sono semplicemente tornati dei bambini, è giusto che lei ne sia a conoscenza.

 
“Salve Dottor Agasa”

“Ehi Shinichi, come mai da queste parti?”

“Ho bisogno di parlare con Ai”

“Ai si sta facendo una doccia adesso, tra poco dovrebbe uscire”

“Capisco, allora la aspetto qua”

“Che c’è Shinichi? Come mai quest’urgenza di parlare con Ai? Non puoi aspettare domani a scuola?”

“Vede Dottor Agasa, oggi mentre tornavo da scuola, ho visto una Porsche nera vicino ad una scuola elementare e sono sicuro che quello seduto dal lato del passeggero fosse Gin. Ho paura che abbiano scoperto che l’APTX 4869 non uccide la gente, ma la fa solo ringiovanire, e che adesso le stiano dando la caccia. E forse la stanno dando anche a me”

In quel momento sento la presenza di qualcuno dietro di me, mi volto e vedo Ai con uno sguardo terrorizzato sul volto.

“Tranquilla Ai, forse erano lì solo per caso”

“No Conan, quegli uomini non fanno mai niente per caso. Se erano vicino ad una scuola elementare stavano cercando un bambino”

“E allora vorrà dire che riusciremo ad arrivare al boss, prima che loro arrivino a noi”.

 

 

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Capitolo 3
*** Scoperte ***


Ran

Stasera Conan è andato dal Dottor Agasa per provare un nuovo gioco inventato da lui stesso. E’ incredibile come un attimo prima quel bambino appaia come il più maturo degli adulti, così brillante e perspicace, e un attimo dopo diventi niente di più che un normalissimo ragazzino di 7 anni, intento a giocare ai videogiochi e a leggere le avventure del suo eroe preferito.

Un urlo proveniente dall’agenzia al piano di sotto mi fa sobbalzare.

“Raaaaan!”

“Papà che succede?!”

“Non sai chi mi ha appena telefonato per girare un documentario sulla scuola giapponese”

“Chi?”

“Ma la mia Yoko!!”

“E cosa c’entra un detective con la scuola giapponese?”

“Probabilmente avrà chiamato me perché non ha trovato nessuno in grado di superarmi in quanto a fascino e charme. Sono fatto per la televisione l’ho sempre saputo. Chissà magari potrei anche girare un film insieme a lei, e allora diventerei straricco e potrei…”

Lascio mio padre alle sue fantasie, e vado in camera a dormire. Stasera sono troppo stanca per ascoltare le sue fesserie. Chissà cosa penserebbe la mamma…

Shinichi

Ai era davvero spaventata per quello che le ho riferito riguardo a Gin e Vodka. Se davvero sono sulle nostre tracce non impiegheranno molto a trovarci. Basta un’impronta digitale, un capello ed ecco che ce li ritroveremmo ad aspettarci all’uscita da scuola, dal Dottor Agasa… O in agenzia. Rabbrividisco al pensiero che possano fare del male ai miei amici e soprattutto a lei. Il castello di menzogne che mi sono costruito attorno non sarebbe valso a niente, e se dovesse accaderle qualcosa, a quel punto, non mi importerebbe neanche quale potrebbe essere la mia fine. Meglio morire piuttosto che stare una vita senza Ran.

Uscendo dal Dottor Agasa mi volto verso casa mia. Le luci sono spente. Dopo che Akai ha rivelato a Josie e ai suoi colleghi di essere ancora vivo e che l’identità di Subaru Okiya non era altro che una copertura, ha preferito tornare a vivere da un’altra parte sotto la protezione dell’FBI, per evitare di espormi ulteriormente a pericoli nel caso in cui l’Organizzazione avesse scoperto che è ancora vivo.

Proprio in quel momento mi arriva una telefonata: Akai.

“Ehi Shuichi”

“Conan, devo parlarti. Ci sono importanti novità riguardo l’Organizzazione”

“Di che si tratta?”

“Non posso parlare al telefono, ci vediamo domani al centro commerciale nel quartiere di Ginza”

“Ci sarò”

 

Alle 16:00 sono nel luogo prefissato. Tra i tavolini di un bar noto un profilo familiare: Akai, o meglio, il suo alter ego Subaru.

“Subaru”

“Ciao Conan, non ci vediamo da un pezzo”

“Parlami di cos’hai scoperto”

“Bene, arriviamo subito al punto. Ieri passeggiando in centro ho notato una Porsche nera che si aggirava nei pressi di una scuola elementare…”

“Stavo per riferirtelo io stesso. Anche io li ho visti e ne ho tratto le stesse conclusioni a cui sicuramente sarai arrivato anche tu: sanno che siamo diventati dei bambini e adesso ci stanno dando la caccia in tutte le scuole della città”

“Vedo che sei già informato allora. Però questo non è tutto”

“Cosa vuoi dire?”

“Conosci Yoko Okino?”

“Si certo, Goro praticamente la adora”

“Beh, l’ho vista salire su quella Porsche nera proprio davanti alla scuola di cui ti parlavo”

“Yoko Okino? Sei sicuro fosse proprio la Porsche di Gin?”

“Sai bene che di quel modello ormai ne girano poche. Era senz’altro la sua.”

“Non posso crederci. Quindi anche lei è coinvolta nell’organizzazione”

“A meno che non sia un’infiltrata come Amuro o Reina Mizunashi”

“Reina Mizunashi! Adesso che ci penso fu proprio Yoko a presentare Reina a Goro per risolvere un caso che la riguardava”

“Dici sul serio?”

“Già. E a quanto pare non è stata solo una coincidenza”.

 

Torno a casa dall’incontro con Akai e non riesco a togliermi dalla mente quel nome: Yoko Okino. Possibile che la bella attrice così apparentemente innocente, possa essere coinvolta nell’Organizzazione? Mentre rifletto su questa nuova scoperta, entro in agenzia e sento Goro chiacchierare per conto suo su un certo documentario per cui è stato ingaggiato. Lo lascio fare, faccio per salire verso la mia camera quando lo sento pronunciare quel nome: Yoko.

“Che c’entra Yoko Okino?”

“Ah Conan non sai l’ultima. Yoko Okino mi ha ingaggiato per girare insieme a lei un documentario sulla scuola giapponese. Ti rendi conto? Potrò stare ore ed ore accanto alla mia Yoko!”

Yoko Okino, la scuola giapponese… non sarà che..?

 

“Ehi Goro ma di quali scuole parla questo documentario?”

“Asili e scuole elementari soprattutto. Vogliono far conoscere il modello di educazione giapponese in tutto il mondo. Una bella idea no? Soprattutto se a condurre il tutto saremo io e la mia Yoko!”

Non ci sono dubbi, questo documentario è una copertura per poter girovagare nelle scuole della città senza dare nell’occhio. Per poter trovare noi. Mi chiedo solo perché proprio Goro, in fondo cosa c’entra un detective con la scuola giapponese. Inoltre potrebbe agire molto più indisturbata se fosse da sola.

In quel momento la risposta mi investe come un treno in corsa, lampante come un raggio di luce in piena notte. Ha ingaggiato Goro per poter arrivare a me.

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Capitolo 4
*** La svolta ***


Shinichi

E così ce l’hanno fatta. Sono riusciti a scoprirmi, non ci sono dubbi. Non c’è altra spiegazione. La domanda a questo punto è perché ancora non abbiano agito. Che cosa aspettano e soprattutto a cosa vale tutta questa messinscena del documentario. L’unica spiegazione è che non siano ancora riusciti ad individuare l’attuale indentità di Shiho e adesso è lei quella a cui danno la caccia.

A questo punto non posso più permettermi di farmi vedere con lei, né di farmi vedere in giro. E’ troppo pericoloso per quelli che mi stanno intorno.

Ancora una volta il mio pensiero va a Ran. E’ una vera fortuna che quegli uomini ancora non siano entrati in azione. Devo fare qualcosa prima che sia troppo tardi, prima che le succeda qualcosa, prima che venga coinvolta ingiustamente.

La prima cosa da fare è sparire per un po’ di tempo. Mi reco subito dal Dottor Agasa:

“Professore!”

“Shinichi che succede?”

“Dobbiamo sparire professore. Io e Ai dobbiamo sparire. L’Organizzazione mi ha scoperto e presto scopriranno anche lei”

“Cosa significa che ti hanno scoperto?”

Gli racconto gli ultimi avvenimenti mentre intanto Ai ci raggiunge per capire cosa stia succedendo.

“Ai dobbiamo andarcene subito, se sono arrivati a me non ci metteranno ancora molto a trovare te”

“Dobbiamo chiamare l’FBI, è l’unico modo”

“Si ma prima dovrò trovare una scusa plausibile con Ran. Tu intanto chiama Akai e spiegagli cosa è successo. Ci vediamo qui tra un’ora”.

 

Corro verso l’agenzia. Goro è andato a girare la prima puntata del documentario insieme a Yoko, ma Ran per fortuna è in casa.

“Ehi Conan! Ti vedo un po’ agitato, che succede?”

“Agitato dici? Ma no niente di che. Senti volevo dirti che il Dottor Agasa ha invitato me e i ragazzi a fare un campeggio fuori città. Staremo via qualche giorno ma tu non preoccuparti”.

Salgo in camera prima che Ran possa replicare, prendo una borsa e ci metto dentro le cose essenziali. 10 minuti dopo sono di nuovo da lei.

“Insomma Ran io vado, partiamo tra poco”

“Ma che storia è questa? E con la scuola? Come fai?”

“Ma dai Ran sai che vado benissimo a scuola, qualche giorno di vacanza non mi farà male”

“Ma Conan…”

“Ciao Ran ci vediamo presto!" O forse no.

Scappo via, scappo prima di avere il tempo per pensare. Non posso farmi condizionare, non adesso. Spero di rivederti Ran.

Tornando verso la casa del Dottor Agasa mi guardo continuamente attorno. Controllo ogni angolo con i miei occhiali speciali. Non posso rischiare che mi seguano, sarebbe la fine.

“Conan, Akai sta per arrivare. Ha detto ci porterà in un luogo sicuro e intanto aspetteremo la loro prossima mossa.”

Squilla il telefono. Risponde il Dottor Agasa.

“Si? Ah Ran! Si certo li porto con me per una breve vacanza in campeggio. Strano? Ma no, probabilmente sarà soltanto un po’ su di giri al pensiero di quanto ci divertiremo. Si va bene, ci vediamo presto”

“Era Ran?”

“Si Shinichi, ma tranquillo, credo di averla convinta. Almeno per qualche giorno sarà al sicuro”

“Dottor Agasa la ringrazio. Le chiedo solo un’altra cosa, in questi giorni controlli che non ci siano strani movimenti in agenzia. In fin dei conti adesso è coinvolto anche Goro e mandare l’FBI darebbe nell’occhio. Quelli ormai li conoscono”

“Certo Shinichi, lo farò”.

Più tardi arriva Akai, saliamo in macchina e partiamo per una destinazione ignota. Ci siamo, il momento è arrivato. E mentre l’auto svolta l’angolo, guardo casa mia e vengo assalito da un profondo senso di angoscia sapendo che potrebbe essere l’ultima volta.

 

Ran

Conan mi è sembrato davvero strano oggi. Se ne è andato di corsa con una spiegazione un po’ abbozzata. Ho chiamato il Dottor Agasa per avere qualche spiegazione in più ma anche lui è rimasto sul vago. Mi auguro solo che non si caccino in qualche guaio.

“Raan. Sono a casa”

“Ciao papà. Com’è andata oggi?”

“Benissimo ovviamente. Sono fatto per stare davanti alla telecamera oltre ad essere il più grande dei detective del mondo”

“Mi auguro che tu non abbia fatto il cascamorto con Yoko Okino”

“Ma no, per chi mi hai preso? Non sono mica un maniaco”

“Si certo come no”

“Ora che mi ci fai pensare Yoko mi è sembrata un po’ strana oggi. Ha insistito per riprendere ogni singolo alunno della scuola, e soprattutto continuava a farmi domande su Conan. Da quanto vive con noi, dove sono i suoi genitori…”

“Strano, non mi è mai parsa molto interessata alla nostra famiglia. Men che meno a Conan”

“Chissà avrà cominciato a sviluppare un certo senso materno. Ahhh la mia Yoko….”

Prima Conan con quel comportamento a dir poco strano, adesso Yoko Okino che improvvisamente si interessa ai bambini e soprattutto a Conan… Ho un brutto presentimento ma spero di sbagliarmi.

 

Ehiii ciao tutti! Come vi sembra a questo punto la storia? Mi farebbe piacere ricevere qualche parere. Vi aspetto alla prossima! Baci

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Capitolo 5
*** Rapimento ***


Ran

Conan è partito già da un paio di giorni ma ancora non si è fatto sentire. Ho provato a chiamarlo ma risponde sempre la segreteria. Forse nel campeggio dove sono il cellulare non prende, o almeno spero sia solo per questo.

Come se non bastasse, queste riprese assorbono completamente papà così che io sono praticamente sempre sola. Prendo il cellulare. Avrei tanta voglia di sentire Shinichi in questo momento, lui sì che saprebbe tirarmi su il morale.

Compongo il numero ma ovviamente anche lui ha la segreteria. Sono davvero un’illusa se ho sperato di potergli parlare così senza preavviso.

Rassegnata mi siedo sul divano a guardare la tv, ma ben presto mi addormento, troppo stanca per seguire il programma.

Mi risveglio qualche ora più tardi, guardo l’orologio: le 23. Corro in cucina per vedere se papà avesse mangiato la cena che gli avevo tenuto in caldo, ma la bistecca è ancora tutta là. Impossibile che le riprese si siano prolungate fino a quest’ora.

Passa la mezzanotte e sempre più nel panico telefono alla centrale di polizia:

“Ispettore Megure”

“Salve ispettore. Per caso ha sentito mio padre oggi? E’ stato ingaggiato per girare un documentario insieme a Yoko Okino ma non è ancora rientrato a casa. Non mi ha detto che si sarebbe fermato tanto”

“Ciao Ran, no purtroppo non so niente. Non vedo tuo padre da alcuni giorni. Però non è da lui fare così, non vorrei che gli fosse successo qualcosa”

“La prego ispettore mi aiuti”

“Certo Ran, mando un agente a prenderti per farti portare in centrale. Intanto invio una squadra a cercarlo”

“Grazie ispettore, davvero”.

Poco più tardi sento suonare il campanello. E’ Chiba che è venuto a prendermi. 10 minuti più tardi sono alla centrale.

“Ispettore ci sono novità?”

“Purtroppo no ma non appena sapremo qualcosa ti avviserò, lo prometto. Intanto se vuoi riposati un po’. Nell’altra stanza c’è un divano che usano i miei colleghi per riposarsi durante i turni di notte. Non è il massimo lo so ma è tutto quello che posso fare per te, per ora”

“La ringrazio ma preferisco aspettare notizie qui con lei”

“Come vuoi”.

 

Shinichi

Da due giorni io e Ai siamo rifugiati in un appartamento fuori città, costantemente sorvegliato da agenti dell’FBI in borghese. Di tanto in tanto ci arriva una telefonata di Akai o Josie sugli ultimi aggiornamenti, ma fino ad adesso ancora niente di rilevante.

“Pensi che ne usciremo vivi, Conan?”

“Ho piena fiducia nell’FBI, e poi noi possiamo contare sull’effetto sorpresa. Hanno almeno due infiltrati, in cui hanno riposto piena fiducia, in contatto con la CIA e con la Polizia Segreta giapponese. E anche Vermouth, non sono del tutto sicuro che alla resa dei conti starà dalla loro parte, altrimenti avrebbe rivelato la mia vera identità già da molto tempo, ed io probabilmente adesso non sarei qui”.

Squilla di nuovo il telefono dell’abitazione: Akai.

“Si Akai sono Conan. Novità?”

“Reina ci ha appena informato che hanno rapito Goro”

“Che cosa??”

“Hai capito bene. Yoko Okino con una scusa l’ha fatto salire in macchina e adesso lo tengono prigioniero in un luogo pieno di containers abbandonati nel quartiere di Ebisu.”

“Dobbiamo raggiungerlo Akai, se gli facessero del male Ran ne morirebbe”

“E’ proprio quello che vogliono, che tu li raggiunga. Per finire il loro lavoro di un anno fa”

“Ma io non sarò da solo. Insieme possiamo arrestarli una volta per tutte”

“Va bene Conan, ma prima dobbiamo avvertire la CIA e i servizi segreti”

“Quando vuoi, noi siamo pronti”.

Mi giro e vedo Ai con uno sguardo sconvolto.

“Ai tu rimani qui. Vado io con loro”

“…”

“Ai mi hai sentito?”

“No Conan. Questa volta non mi tirerò indietro. Non voglio più vivere nel terrore, voglio ricominciare una vita normale. E per farlo devo affrontarli una volta per tutte. Lo devo soprattutto a mia sorella. Finalmente verrà vendicata”

“E allora andiamo e chiudiamo questa storia una volta per tutte”.

 

Ran

“Ispettore Megure”

“Ispettore sono Takagi. Sono appostato nel quartiere di Ebisu per quella banda di rapinatori di cui le avevo parlato ed ho appena visto passare il detective Goro su una Porsche nera insieme ad una donna… E sono sicuro che avesse gli occhi bendati”

“Ne sei proprio sicuro Takagi??”

“Ssi signore, immagino di si”

Quartiere di Ebisu... devo raggiungerlo subito. Non posso perdere papà.

In lontananza sento la voce dell’ispettore che mi prega di aspettare. Ma non posso, non mi lascerebbero mai andare con loro, ed io non posso stare qui ad aspettare sapendo che papà è stato rapito.

Se solo fossi qui con me… Shinichi.

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Capitolo 6
*** La fine ***


Shinichi

Siamo in auto con Akai. La tensione è alle stelle. Se questa operazione dovesse riuscire sarebbe la fine di una delle più grandi e più pericolose organizzazioni criminali al mondo.

Per aumentare le probabilità di successo sono stati mobilitati moltissimi uomini dell’FBI, oltre alla CIA e alla Polizia Segreta giapponese. Anche Reina e Amuro sono stati messi al corrente dell’incursione, così da eventualmente facilitare le azioni della polizia e riuscire a mettere spalle al muro più membri possibile. Purtroppo nessuno è al corrente dell’identità del membro più importante, il capo, visto che neanche i due infiltrati sono riusciti a guadagnarsi abbastanza fiducia per conoscerlo, e questo gioca non poco a nostro sfavore.

Mano a mano che ci avviciniamo avverto l’adrenalina scorrermi nelle vene, ma anche un senso di liberazione e di normalità che non avvertivo ormai da molto tempo. So bene che potrei non riuscire a sopravvivere, ma non riesco a smettere di sperare che invece oggi potrebbe essere l’inizio di una nuova vita, una vita con lei.

Shinichi. Ran! Forse sto impazzendo, ma sono sicuro di aver sentito la sua voce. Dove sei adesso? Perché ho questa brutta sensazione?

Una frenata secca mi risveglia dai miei pensieri.

“Ci siamo ragazzi. Gli agenti sono già appostati qui attorno. Dobbiamo muoverci con molta cautela”

In quel momento vedo passare due volanti della polizia; riconosco Takagi, Sato e l’ispettore Megure. Per fortuna Takagi mi riconosce e si ferma accanto alla macchina di Akai.

“Conan che ci fai qui?”

“Voi cosa ci fate qui??”

“Io ero appostato qui vicino per arrestare una banda di rapinatori quando ho visto passare una Porsche nera e all’interno ho riconosciuto il detective Goro, ma aveva gli occhi bendati. Così ho chiamato subito l’ispettore il quale mi ha detto che poco prima Ran era venuta a fare denuncia di scomparsa non avendolo visto rientrare a casa.”

In quel momento scende Akai e mostrando il suo distintivo:

“Sono dell’FBI. Il detective Goro è stato rapito da un’organizzazione criminale di cui siamo sulle tracce da anni. Questa sera potrebbe essere il momento decisivo per sgominarla per cui anche se è coinvolto un vostro amico vi chiedo di non interferire con l’operazione. Sono in gioco molte vite”

“Non avevo idea che l’FBI indagasse qui in Giappone. Ma non possiamo stare con le mani in mano. Anche noi siamo poliziotti”

“La prego ispettore fate come vi ha chiesto”

“Prometto che non interferirò ma mi permetta di partecipare, siamo sempre tre agenti in più a sorvegliare”

“Come volete ma sappiate che rischiate la vita”

“Lo sappiamo bene. Vorrei solo capire cosa c’entri tu Conan in tutta questa storia”

“Le spiegherò quando tutto questo sarà finito, ma mi dica… Ran adesso dov’è?”

“Purtroppo Ran non appena ha sentito dove avevano portato il padre è fuggita e ho paura che sia venuta qua da sola”

Al suono di queste parole sento il sangue gelarsi nelle vene. In un attimo vedo il mio peggior incubo materializzarsi sotto i miei occhi. Ran, se dovesse succederti qualcosa, io…

 

All’improvviso udiamo uno sparo.

“Sono Akai, avete sentito anche voi lo sparo?”

“Risponde Black. Sì abbiamo sentito. Akai non muoverti finché non ti do il segnale”

“James devo vedere che è successo. Ascolta, mi apposto dietro ad un container con un fucile di precisione. Cercherò di colpirne più che posso. Quando si accorgeranno di me si creerà il caos e voi ne approfitterete per intervenire”

“Akai è pericoloso”

“James sai che lo farò comunque. E poi mi hanno già ucciso una volta ricordi?”

“Va bene, sta attento”

“Senti Conan, ti lascio una ricetrasmittente. Così sarai sempre in contatto con me e l’FBI. Non fare niente di avventato. Ci vediamo dopo”.

 

Intanto io Ai, insieme agli agenti e all’ispettore Megure ci avviciniamo al luogo da dove è provenuto lo sparo. Da lontano riesco ad intravedere Gin con una pistola in mano, accanto Vodka e a terra un corpo esanime: Reina.

“Nella prossima vita forse ci penserai a giocare a fare la spia. E pensare che quando avevi ucciso Akai ti avevo quasi creduto. Che sciocco”.

Gin poi si rivolge a Vodka: “ Dov’è il famoso detective?”

“L’abbiamo rinchiuso nel laboratorio qui accanto. Aspettiamo che quel moccioso del figliastro si faccia vivo. Così potremo chiudere il lavoro che abbiamo lasciato incompiuto un anno fa”

“Shinichi Kudo me l’avevi fatta. All’inizio. Ma non puoi sperare di vivere tanto a lungo se vieni in contatto con noi. Nessuno la fa franca… mai”

Come avevo intuito hanno scoperto la mia vera identità. Se scoprono che sono qui sono morto.

“Capo ma se Reina Mizunashi era in contatto con l’FBI, non dovremmo andarcene? Rischiamo di essere scoperti”

“Se diciamo al boss che ci siamo fatti abbindolare da uno sbirro quella ci ammazza. E comunque ormai li abbiamo alle costole. Dobbiamo affrontarli faccia a faccia. E poi non vedo l’ora di ammazzare qualche sbirro”

Il boss… è una donna?

In quel momento vedo Gin cadere a terra ferito ad una gamba. Mi volto e vedo Akai che sta puntando il fucile contro Vodka. Anche lui in un istante cade a terra.

In un attimo il caos: agenti da ogni angolo puntano la pistola contro i due.

“Maledizione! Akai ti ammazzo!”

Prima di essere catturato Gin punta la pistola contro Akai, ma prima che riesca a premere il grilletto viene raggiunto da un colpo di pistola al petto: Josie.

Ormai inermi, sia Gin che Vodka vengono catturati e ammanettati.

 

“Ai, ispettore, è il momento. Approfittiamo della confusione per andare a liberare Goro”

Corriamo verso l’edificio indicato prima da Vodka, entriamo e vediamo Goro legato in angolo. Non appena ci vede comincia ad agitarsi ma non facciamo in tempo a capire cosa voglia dirci che dalla penombra spuntano due figure femminili: Yoko Okino e Vermouth.

“Conan, ci rivediamo. O forse dovrei chiamarti… Shinichi?”

Megure sobbalza. “Tu sei… Shinichi?”

“Non adesso ispettore”

“E accanto a te chi abbiamo? Riconosco i tuoi occhi, uguali a quelli di tua sorella Akemi. Tu devi essere Cherry. Sai ho messo su un bel teatrino nel tentativo di trovarti. Pensavo di aver fatto un buco nell’acqua e invece eccoti qui. Sei venuta tu da me. Quando si dice prendere due piccioni con una fava”

“Sono qui per vendicare mia sorella”

“Ahahah, tu non vendicherai proprio nessuno. Tra poco ti ucciderò con le mie stesse mani. Ma prima veniamo a te mio caro Conan. Mi avevi ingannato proprio bene sai? Avevi ingannato tutti. Poi alcuni mesi fa ho cominciato ad avere dei dubbi, quando Goro ha risolto un caso davanti a me, come al solito cadendo in trans. In quel momento ti ho visto sgattaiolare via. Non ci ho dato molto penso all’inizio, se non che il tuo viso mi era stranamente familiare. Mi ricordavi un certo ragazzo che alcuni mesi prima era stato ucciso con l’APTX4869, un famoso detective liceale. Tuttavia non riuscivo a spiegarmi come potessi esserti rimpicciolito oltre a non essere morto. E così ho presentato Reina a Goro con la scusa di un caso da risolvere. Purtroppo si è poi rivelata un’insulsa spia. Quegli stolti dei miei uomini pensavano che non lo sapessi eh Vermouth?”

“Già”

“Insomma alcuni giorni fa sono saltati fuori degli esperimenti di laboratorio sull’APTX4869 che la tua amichetta Cherry pensava di aver distrutto. Beh in quegli esperimenti i topi non morivano in seguito alla somministrazione del veleno, ma bensì tornavano ad essere dei piccoli cuccioli di ratto. In quel momento ho ricollegato tutto, ho ingaggiato Goro, ed eccoci qua.

A questo punto ho una proposta da farti. Sei una persona molto in gamba, dotato di un acume e intelligenza mai visti fino ad ora e penso che potresti tornarmi molto utile. Per cui tu entri a far parte dell’Organizzazione ed io in cambio ti farò tornare il ragazzo che eri e risparmierò le vite delle persone che ami. In caso contrario li ucciderò tutti, a partire da lui”

Dicendo così Yoko punta la pistola direttamente sulla fronte di Goro.

“Ah e se non l’avessi ancora capito, sono io il boss”.

Non ho il tempo di metabolizzare quest’ultima rivelazione che vedo Ran corrermi davanti in direzione di Yoko.

“Papààà! Nooo!”

E’ come se tutto si svolgesse al rallentatore, come se fossi intrappolato in un sogno. Il mio sguardo viene catturato da una figura in lontananza, un cecchino, che punta proprio verso di lei.

“Raaaaaaan!”

Uno sparo. Metto a fuoco la scena terrorizzato da quello che potrei trovarmi di fronte. Ma la figura che vedo a terra non è quella che mi aspettavo, ma un’altra, una donna dai capelli argentei. Vermouth. E in ginocchio accanto a lei Ran. Il sollievo che mi pervade è immenso. Mai provato niente di più devastante e allo stesso tempo così bello.

“Vermouth! Cos’hai fatto??” Sento singhiozzare Yoko.

“Perché, perché l’hai fatto? Perché mi hai salvato la vita?” dice Ran

“Perché tu tre anni fa a New York salvasti la mia. Ti ho solo ricambiato il favore”

“Che stai dicendo?”

“Io ero travestita da quel criminale che terrorizzava la città. Tu mi trovasti in quell’edificio abbandonato, così cercai di ucciderti, ma la ringhiera delle scale cedette ed io stavo cadere. E tu, nonostante avessi tentato di ucciderti, mi salvasti. Ti… ringrazio.”

“E grazie anche a te… Silver Bullet” dice rivolgendosi a me.

Queste furono le sue ultime parole.

“Nooo! Vermouth! Vermouth! Sorella mia!”

“Sorella? Ecco perché ho sempre sentito dire che eri la preferita del capo”

Amuro apparso da dietro un angolo, approfittando della situazione ammanetta il boss una volta per tutte.

In quel momento mi rendo conto che l’edificio è colmo di agenti che ammanettano e portano via ad uno ad uno i membri più influenti dell’Organizzazione.

A quanto pare è finita… è finita davvero.

 

 

Ciao a tutti! Questo è come mi sono sempre immaginata la fine dell’organizzazione, ovviamente con molti meno colpi di scena rispetto al Gosho Style, ma insomma ho fatto del mio meglio :P. Non perdetevi il prossimo capitolo perché il meglio deve ancora arrivare! Baci baci

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Capitolo 7
*** L'inizio ***


Shinichi

E’ passata una settimana dalla definitiva sconfitta dell’Organizzazione. Per fortuna stiamo tutti bene. Ran è stata ricoverata alcuni giorni in ospedale per riprendersi dallo shock subito. Prima il rapimento di Goro poi l’attentato alla sua vita. E’ stato un duro colpo, le ci vorrà un po’ di tempo per ristabilirsi del tutto.

Intanto, nella confusione, Ai è riuscita ad impossessarsi di un paio di pillole del veleno che ci ha fatti rimpicciolire per riuscire a preparare un antidoto definitivo.

“Ci siamo, l’antidoto è pronto”

“Dici sul serio?”

“Certo, provalo e vedrai”

Sono tentato di prendere subito l’antidoto e mettere fine a tutta questa storia. Tuttavia, se assumerò questa pillola non potrò più tornare bambino. Voglio almeno che Ran saluti Conan per un ultima volta.

“Non è ancora il momento. Devo prima fare una cosa. Tu piuttosto? Perché non l’hai ancora preso?”

“Non credo che lo farò. Preferisco ricominciare la mia vita da capo”

“Ne sei sicura?”

“Si, immagino di sì. Sarà più facile farlo rimanendo una bambina.”

 

Esco dal Dottor Agasa e una luce accesa nella mia casa attrae la mia attenzione. Entro e vedo le scarpe di Ran lasciate davanti alla porta. Ci siamo.

Prima di raggiungerla vado nella mia camera alla ricerca di qualcosa da indossare dal mio vecchio armadio.

Apro la porta della biblioteca e la trovo seduta sulla poltrona a leggere “A study in scarlet”.

“Anche tu ti sei data a Sherlock Holmes?”

“Ehi Conan non ti avevo sentito entrare. Ma che ci fai con quei vestiti? Ti stanno enormi”

“Vedi Ran, c’è una cosa che vorrei dirti”

“Devi dirmi molte cose Conan. Per esempio come mai ti ho trovato nel bel mezzo di un’incursione dell’FBI contro una delle più pericolose organizzazioni criminali al mondo, mentre invece dovevi essere in campeggio con il Dottor Agasa”

“Io penso che tu conosca già il perché, penso che tu l’abbia sempre saputo. Ma non servono le parole adesso”.

Dicendo così, prendo l’antidoto dalla tasca e senza pensarci oltre lo butto giù.

Ran

Vedo Conan prendere qualcosa dalla tasca, una specie di pasticca, e ingoiarla.

“Conan che cosa stai facendo?”

In quel momento lo vedo accasciarsi a terra in preda a quello che sembra essere un dolore atroce.

“Conaaan! Conan che cosa hai preso? Che cosa succede?”

Corro via dalla scrivania per raggiungerlo.

“Conan rispondimi di prego!”

Gli poggio le mani sulle spalle e all’improvviso è come se il suo corpo stesse crescendo sotto di me. Vedo le sue spalle allargarsi, le sue mani ingrandirsi e le sue gambe allungarsi. Dopo alcuni interminabili secondi, alza lo sguardo. Lo guardo negli occhi e vengo pervasa da un immenso senso di pace. Shinichi.

“S-shinichi?”

Non riesco a crederci. Shinichi. Per tutto questo tempo, è sempre stato lui. Rimaniamo immobili per alcuni secondi, minuti o ore, non so dirlo. E’ come se il tempo si fosse fermato. Mi passano davanti tutti i momenti passati con Conan, e tutto prende improvvisamente un altro significato. Ripenso a tutte le volte in cui non aspettavo altro che il suo ritorno, ma anche solo una chiamata. A tutte le volte che ho pensato quanto fosse insensibile ed egoista. E invece è sempre stato accanto a me. Ogni giorno.

Incapace di stare lontano da lui un secondo in più, lo abbraccio e mi lascio andare ad un pianto estenuante e liberatorio. Dopo un anno sento crescere in me di nuovo la felicità, quella vera.

Rimaniamo così, abbracciati. Il primo a rompere il silenzio all’improvviso è lui:

“Ran mi dispiace averti mentito per tutto questo tempo, ma l’ho fatto solo per proteggerti. Per proteggerti da tutto quello a cui hai assistito l’altra notte. Quegli uomini mi hanno fatto assumere un veleno quella sera a Tropical Land, che mi ha fatto rimpicciolire. Pensavano fossi morto, ma se ti avessi raccontato tutto e poi mi avessero scoperto, avrebbero ucciso tutti quelli che erano a conoscenza della loro organizzazione. Avrebbero ucciso anche te”

Incapace di dire una sola parola, intrappolata in un vortice di emozioni, ancora una volta è lui a parlare:

“Ran, c’è anche un’altra cosa. Ho tentato più volte di parlarti: quella sera al ristorante, quel giorno in autostrada e infine a Londra. Da quando ti ho vista per la prima volta quel giorno all’asilo, ho capito subito che eri diversa. Per fare colpo sugli altri ho sempre cercato di mostrare subito il mio lato da detective, acuto e intelligente. Ma tu non ti sei mai lasciata impressionare, tu sei andata oltre la mia maschera e mi hai visto dentro. E così facendo sei arrivata dritta alle corde del mio cuore, e da quel giorno non hai mai smesso di farle vibrare. Ran… Io ti amo.”

Non riesco a credere a quello che ho appena sentito. Non so quante volte ho sognato e risognato questo momento, ma la realtà adesso supera di gran lunga qualsiasi mia fantasia.

“Sai Shinichi, da quando mi hai detto quelle cose a Londra ho cominciato a vivere in una specie di favola, ed è per questo che non ti ho mai dato una risposta, per paura di rovinare tutto. Ma adesso non voglio più aspettare. Shinichi, ti amo anch’io”

E così dicendo, ci avviciniamo e dopo un’istante interminabile le nostre bocche si sfiorano fino a congiungersi, dando vita ad un lungo e intenso bacio. Con quel bacio ci liberiamo di tutta la sofferenza, di tutti i segreti e le bugie, appropriandoci finalmente l’uno dell’altra.

Non so per quanto tempo rimaniamo così, ma vorrei che questo momento non finisse mai. Fino a che, sento nascere qualcosa dentro di me, un desiderio nuovo, sconosciuto, ma potentissimo. Gli poggio le mani sul petto mentre lui mi tira più vicino a sé.

All’improvviso le nostre labbra si separano e sento le mie gambe smettere di toccare terra. Shinichi mi avvolge tra le sue braccia mentre ci dirigiamo verso la sua camera. Lo osservo mettermi a terra e vedo un certo rossore sul suo viso, riflesso del mio. Ma adesso non c’è spazio per le parole. Così, incapace di trattenermi oltre, gli sbottono la camicia mettendogli a nudo il petto. Mi sento molto imbarazzata ma mi basta incrociare il suo sguardo per spazzare via ogni incertezza. E’ quello che voglio, solo con lui, adesso.

Lascio che mi tolga la camicetta e i pantaloni, e lo stesso faccio con i suoi. Entrambi rimaniamo un istante a guardarci e poi senza perdere il contatto tra i nostri sguardi ci adagiamo nel letto. Lascio che mi spogli completamente per poi baciarci di nuovo. Questa volta un bacio più potente e passionale. E poi finalmente lo sento entrare dentro di me, i nostri corpi si uniscono, così come le nostre anime, e insieme diventiamo una cosa sola. Annulliamo tutto quello che è stato e ricominciamo da qui. Zero è l’inizio.

 

 

Ciao a tutti! Questa mia prima fanfiction è giunta al termine. Spero che vi sia piaciuta, soprattutto quest’ultimo capitolo che è quello a cui tenevo di più e che mi ha fatto anche un po’ emozionare. Mi auguro di aver fatto emozionare un pochino anche voi :). Alla prossima storia! Un bacio <3

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